Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.
anno XXI n. 256
euro 2,00 www.trentinomese.it
giugno 2013 9 771724 550829
ISSN 1724-5508
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appuntamenti, incontri e attualità trentina
Quando La Zinzorla Era un emporio Gianni Gadotti, storico titolarE del bar-tabacchi di Cristo Re, si racconta
L’AMORE GAY A TRENTO: parlano ti i protagonis in edicola e in libreria la nuova guida storico artistica di trento
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ring di Pino Loperfido
di Tiziana Tomasini
perfidie
a mali estremi RAGAZZINI DIGITALI: MAI SENZA AURICOLARE
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h? Come? Dice a me?!” Il ragazzino stacca un auricolare (uno, non si sa mai che ci si perda qualcosa) e guarda attonito l’insegnante, intento a fare la classica ramanzina. Andata a vuoto. Per la strada gruppi di giovani vagano con lo sguardo assente, collegati ai profili social network o chini sui phone di ultima generazione, che la sfrenata ricerca informatica sforna senza tregua. In casa si trascorre il tempo libero tra le varie consolle che propongono giochi sospesi tra realtà e finzione, in situazioni nelle quali il giocatore interagisce ed è il protagonista. Naturalmente virtuale. A preoccupare l’adulto – talvolta irretito a sua volta nelle maglie del mondo digitale – è sostanzialmente la pervasività di tali strumentazioni, che si allargano a macchia d’olio nel vissuto del ragazzino. Risulta oggi estremamente difficile per l’educatore in senso lato – genitore/ docente – educare ad un uso consapevole ed equilibrato di tecnologia, per motivi di aggregazione (“Ma ce l’hanno tutti!”), e per quella istintiva ricerca dell’essere umano verso il gusto solleticante del nuovo. Paradossalmente però il frenetico desiderio di comunicare sempre e ovunque finisce per isolare il soggetto dal “qui e adesso”, dal contesto di vita immediato e reale, che – sia esso piacevole o sgradito – vale comunque la pena di essere affrontato e vissuto. A riprova delle dipendenze hi-tech, le gite scolastiche di fine anno. Nello zaino, prima ancora dei panini al salame ungherese, si pensa a dove e a come collocare il gioco elettronico, il cellulare e le cuffie. La sera prima, la scrivania pare il bancone di uno store a tema: tutto il materiale sotto carica, custodie aperte ed allineate, dischetti e diavolerie supplementari da inventariare. “E il quaderno per gli appunti?” chiede il genitore ingenuo, che ancora crede nei viaggi d’istruzione. “Ah, non serve, casomai scrivo sul tablet!” Il viaggio in pullman, un tempo formidabile occasione per chiacchierare, spettegolare, cantare ed anche per pomiciare di nascosto, si è profondamente modificato. Tutti con la tecnologia in mano e con le cuffiette nelle orecchie, chiusi o solo saltuariamente aperti al collegamento umano. Impossibile – o comunque estremamente arduo – frenare il fenomeno. Un barlume di speranza si intravede nella durata (fortunatamente limitata) delle pur evolute batterie degli accessori indispensabili. “Sono al 10%!” “È scarico!” “Ho finito il credito, non posso più scaricare giochi e applicazioni!” E allora si riscopre il gusto di creare quell’allegra baraonda da gita, facendo impazzire i prof e costringendo l’autista a fermarsi alla prima area di sosta per cantarne quattro a tutti quanti. Almeno a quelli senza auricolare.
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Se L’assistenzialismo nutre la cultura del piagnisteo
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ono sempre esistite e sempre esisteranno: frane, slavine, esondazioni, smottamenti, alluvioni. Questa nostra terra è fragile (d’altra parte stiamo parlando di un geoide sospeso nel nulla da qualche miliardo di anni, in balia del primo meteorite che passa.) Dice: e allora dove sta la novità? Beh, la novità è l’uomo. Del brillantone cioè che ha pensato bene di alterare il geoide di cui sopra, costruendo, riportando, deforestizzando, cementificando, e via con mille altri scempi ambientalistici. Il risultato? Ogni volta si crede di avergliela fatta a Madre Natura, ma non è così. La montagna frana, il lago esonda, la collina viene giù. E fine della storia. Quando tutti questi simpatici sconvolgimenti avvengono in una provincia a statuto speciale ecco che puntualmente assistiamo al rito del piagnisteo. Trattasi di un moderna usanza che vede l’albergatore o il contadino di turno scendere in piazza a reclamare stati di calamità, recitando altissimi peana pregni di contrizione e di una sfilza di “io l’avevo detto”. Accanto a ciò, i calamitati (si dice così?) minacciano di chiudere il campeggio, la spiaggia, l’albergo nel caso in cui l’Istituzione non dovesse subito mettere mano al portafoglio. Va da sè come il livello del piagnisteo sia direttamente proporzionale al grado di assistenzialismo fornito in quella provincia. Più l’Istituzione sostiene più il pianto si fa fragoroso. È l’unica alternativa possibile al venir meno dell’assistenzialismo è la chiusura. Tra l’altro il piagnisteo non ha un corrispondente positivo. Mai infatti capita di sentire un albergatore esprimere la sua gioia quando le stagioni turistiche vanno alla grande. Strano, no? Eppure esprimere pubblicamente soddisfazione delle volte può rivelarsi anche un’ottima pubblicità. Non è simpatico, insomma, interpellare l’ente pubblico solo quando si ritiene di aver bisogno di qualcosa. Esistono anche dei doveri, cribbio. Ad esempio, quello di reinvestire i guadagni, anziché continuare a comprare monolocali o casette in montagna. Investire, non so se è chiara la parola: magari piantumando il pendio, installando una barriera lungo quella riva incoscientemente alterata dai nostri avi, evitando di costruire troppo vicini al corso d’acqua, pubblicizzando la propria attività senza pretendere che debba essere sempre la competente Apt a farlo, ecc. Piantandola al contempo di minacciare. Perché quando il piccolo artigiano fallisce per la crisi, o per l’eccessivo carico fiscale, ha altro a cui pensare che rilasciare dichiarazioni apocalittiche ai giornali. Quando un’operaio perde il lavoro perché la sua azienda è costretta a chiudere, fa tante cose ma non si mette a minacciare proprio un bel niente. Casomai si rimbocca le maniche e con dignità cerca di ricominciare.
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Corrado Augias Marco Travaglio Boris Pahor - Fulvio Ervas Antonella Boralevi Danilo Sacco Mario Cagol Marnie Campagnaro Marco Dallari Francesco Roat Ziganoff Jazzmer band Marta Dalla Via Antonia Dalpiaz Amedeo Savoia Lorenza Poletti & Roberto Monti Astrid Mazzola Roberto Pancheri Riccardo Gadotti Marco Forni omaggi a Gabriele D’Annunzio, Beppe Fenoglio, Giacomo Leopardi, Herman Melville mostre: D’Annunzio, “Il Bisogno del Superfluo” “Münchhausen, diritto alla bugia” Giulia Tamanini & Alessandro Toller
CALDONAZZO VALSUGANA, TRENTINO, ITALIA LE NOSTRE VITE SONO FATTE DI STORIE (UN PECCATO NON RACCONTARLE...) www.trentinobookfestival.it e con Jacopo Valenti & Andrea Tomasi Andrea Mei Stefano Albarello Ensemble Victoria Giacomo Anderle & Alessio Kogoj Coro La Tor Corpo Bandistico di Caldonazzo Accademia d’arte teatrale Verolanuova Alberto Faustini Enrico Franco Paolo Mantovan Fabio De Santi Maddalena Bertolini Tiziana Tomasini Cristina Battocletti Italo Leveghi Paolo Ghezzi Sonia Maria Luce Possentini Tania Caroli Nadia Martinelli & Stefano Borile Chiara Turrini & Stefania Scartezzini Daria De Tommaso, Lavinia Mezzanotti Silvio Barbanera , Alessandro De Tommaso Paola Siano Luciana Grillo Bubamara Cavene Ancor Civica Società Musicale Banca del Tempo S.A.T. di Caldonazzo
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Un oggetto. Tre strumenti. All’insegna del turismo consapevole e attivo. Diario di viaggio, guida e libro multimediale. Alessandro Cristofoletti ed Efrem Ferrari hanno percorso il Dolomiti di Brenta Trek Expert, un itinerario emblematico sul gruppo dolomitico Patrimonio dell’Umanità del Brenta. Hanno parlato con i protagonisti della montagna: gestori di rifugio, malgari, pastori e guardie parco e dalle loro parole hanno raccolto storie e segreti. Il libro fa rivivere questo cammino lungo 120 chilometri attraverso le fotografie dei due viaggiatori, il racconto di Alessandro e i contributi scientifici di Efrem, attraverso la guida del percorso e le tracce mobile di ogni tappa, scaricabili con qr code dal libro.
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ring di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi vista dall’alto la città svela le sue presenze arcaiche
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ome la mitologia ci insegna ci sono molte geografie in cui si inseriscono le gesta e le storie degli uomini. Geografie che si sovrappongono, si scontrano, si allontanano per poi attrarsi come amanti in cerca del cuore e dell’anima. Geografie fisiche, umane, sacre e profane, comunque sempre specchi del nostro molteplice Io. In questo assomigliamo molto a Shiva, quando si presenta al mondo come donna, uomo, ragazzo, ragazza, vecchio, è uccello azzurro cupo e pappagallo verde con gli occhi rossi, è nuvola con il lampo, le stagioni e i mari, travolge e sostiene, perseguita, cattura e libera. Quindi chi sa osservare oltre la superficie apparente può leggere il paesaggio geografico come storia in grado di coinvolgere discipline e saperi diversi, dall’estetica alle scienze ambientali all’architettura. Lo spettatore, il viandante, il curioso deve assumere quindi il compito di decifrare il paesaggio in relazione alla comunità che lo ha plasmato. Per esempio un modo per assaporare un luogo è quello di vedere dall’alto un paese/villaggio/città: scrutare i tetti, indagare la somma delle cromie delle tegole che vanno a comporre veri e propri quadri di colore. Si possono così notare le arcaiche presenze che arrivano fino a noi immutate nel tempo, con tutto il loro fascino. Questi tetti antichi sono prodotti allo stesso tempo di una cultura fisica e di una cultura che non ha riscontro negli oggetti materiali ma in manifestazioni collettive come i linguaggi, le ricorrenze, i calendari, le feste, le Riva del Garda
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superstizioni, le danze, le canzoni, le musiche. Sono realtà quest’ultime ancora viventi, attive, rilevabili sul territorio. Questi fenomeni formano un invisible landscape, parte integrante del patrimonio antropologico. E questo patrimonio lo si può desumere, tra i tanti segni, proprio dalla composizione dei tetti. Ci sono tetti da cui traspare l’unità urbana, un tempo specchio dell’unità relazionale tra vicini. Altri tetti, soprattutto quelli moderni – dei capannoni, dei palazzi zeppi di vetrate/specchi – in cui si può leggere un’umanità assediata da ritmi ostili, perduta in un labirinto gotico di sofferenze e terrori, di solitudini. Altri tetti ci presentano un’umanità che con un lavorio secolare ha imposto la propria regola su quella natura che, nel naufragio drammatico dell’età moderna, pareva destinata a sommergere la civiltà stessa dell’uomo. Dirigiamoci quindi su una collina, un rialzo, una torre (Torre Civica a Trento, la torre del castello di Arco o di quello di Malcesine, ecc.), e guardiamo il mondo dall’alto. Ci si spalancherà un universo. Dalle forme ai volumi, dai colori alla stratificazione dell’umano e del naturale, i contrasti e le contraddizioni, Malcesine i conflitti tra terra e cielo, tra terra e acqua, tra sacro e profano (il tetto della chiesa di S. Martino a Fornace è il frutto della distruzione dell’adiacente tetto del castello dei Roccabruna). Seguiamo linee che non sono mai simmetriche perché non siamo dèi, quindi l’asimmetria è sinonimo di umano e per questo il nostro spirito e fisico si trovano a proprio agio più nelle antiche case che tra le rettilinee pareti di quelle moderne. Il tetto è come la testa: rappresenta l’ardore del principio attivo. Rappresenta lo spirito nel suo manifestarsi, in relazione al corpo-casa che è una manifestazione della materia. Ci sono tetti che si offrono in tutto il loro senso di “cose” effimere, altri, soprattutto quelli che imitano ciò che in origine fu fatto dagli dèi – i tetti di una volta significano una volta per tutte, tanto tempo fa – riescono ad andare oltre il tempo, oltre lo spazio. In certe strutture di tetti, con le tegole grezze a semicerchio che sembrano uscite dalle fornaci sacre degli antichi romani, chiazzate di colori lasciati dalle intemperie e dai raggi brucianti del sole, assalite da licheni e muschi nella loro parte settentrionale, si può leggere un profondo senso di pace e di ordine interiore. Sono tetti speciali, sovraumani. Gli urbanisti, architetti e chi presiede alla tutela del territorio, dovrebbero, prima di apporre qualsiasi firma di variazione, cambiamento, rinnovamento, guardare dall’alto ciò che sta in basso.
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di Carlo Martinelli
alla carlona E SE al palazzo delle ALBERE CI METTESSIMO IL MUSEO DEI COLLEZIONISTI?
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li è che da un bel po’ di tempo – anni, per capirci, mica bruscolini – il sottoscritto che scrive alla carlona si dedica, sulle pagine di questo medesimo giornale che state leggendo (grazie!) al racconto del mondo assai particolare, eppure fascinosamente rapinoso, del collezionismo. Lo fa spesso – e volentieri – in compagnia di Paolo Curcu, che è sì l’editore e il direttore di questo medesimo giornale ma è, anche, attento osservatore di quell’universo mondo mai uguale che è appunto rappresentato dal collezionismo. Ed è a partire da questa frequentazione che proprio a Paolo, un bel dì, spunta in capo una idea che piace (ri)buttare là, senza tentennamenti. Giacché abbiamo incontrato gente che colleziona fumetti, moto d’epoca, presepi di fine Ottocento, biglietti dei concerti rock, maglie delle squadre di calcio, libri di fotografia, biciclette dei campioni d’un tempo, poster, vecchi attrezzi della civiltà contadina, testimonianze dell’universo femminile, adesivi della radio più o meno libere – e ci fermiamo qui sapendo che potremmo proseguire a lungo… - Paolo ha maturato una placida convinzione. Queste storie, queste passioni, queste curiosità meritano una diversa visibilità, che non sia quella – per forza di cose limitata – assicurata dai pur entusiasti e volonterosi collezionisti. Perché se c’è una cosa che ci siamo sentiti ripetere nelle decine di interviste fatte, è stata una ed una sola: “Che bello se questa mia collezione potesse diventare di pubblico dominio, mostrata ed esposta”. Ed allora, perché non pensare, per dirne una (e proprio quella) al Palazzo delle Albere, a Trento, là dove sta per aprire i battenti il nuovo sciccoso quartiere firmato Renzo Piano? Per uscire dalle ridotte di un dibattito che vorrebbe questo luogo o nuovamente assegnato all’arte dell’Ottocento e dintorni (eppure di spazi l’arte ne ha e di importanti) o destinato ad una sorta di vetrina della storia dell’autonomia (eppure le splendide Gallerie di Piedicastello assolvono più che degnamente a questo ruolo). Pensare invece alle Albere come luogo nel quale – a rotazione, con criteri da stabilire, 14
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garantendo la sicurezza delle collezioni e certamente potendo contare su materiale in quantità pressoché illimitata, a costi modici, quasi risibili, probabilmente gratis in molti casi – mettere in mostra quel colorato, appassionato, bizzarro, documentato mondo in bilico tra hobby e ricerca storica, collezionismo e modernariato, se del caso anche maniacale attitudine a “ mettere via” di tutto. Storceranno il naso, assicura Paolo Curcu. Io gli rispondo: ricordiamo loro che il museo più visitato di Madrid, dopo il Prado, è quello del Real, la squadra di calcio. Storceranno il naso, ipotizzo a mia volta. Paolo replica: ricordiamolo loro il successo delle fiere e dei
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ring di Paolo Chiesa
civiltà trentina Dal benzinaio alla cassiera del supermercato: un corso per le buone maniere
M mercatini nei quali gli oggetti di un tempo la fanno da padrone. A chi storce il naso ricordiamo – insieme - che la memoria passa anche attraverso un juke box, un fumetto, un disco, un vestito, una bambola, una Vespa, un pallone, un quaderno di scuola, una cucina di una volta. Storceranno il naso? Leggano un libro fresco di stampa, gli scettici. Si intitola “Per hobby e per passione”, lo ha scritto Giulietta Rovera, lo ha editato Manni. In oltre duecento pagine un affascinante viaggio che riguarda Umberto Eco, Francesco Cossiga, Giulio Giorello, Vladimir Nabokov, Oliviero Toscani, Vittorio Sgarbi, Renzo Arbore, Sergio Zavoli, Achille Bonito Oliva. Tutti accomunati dal fatto di essere collezionisti, “per hobby e per passione”, appunto. Il libro passa in rassegna decine di collezioni per capire cosa passi nella testa di un collezionista e quali stimoli lo spingano a impegnarsi nell’impresa per tutta una vita. Una vera e propria indagine dell’animo umano, che all’imprescindibile vita fatta di obblighi e lavoro ha bisogno di affiancare gioco, libertà e apparente nonsense: le sole categorie grazie alle quali, secondo il filosofo Alexandre Koyré, può nascere la civiltà. Ecco, avessimo avuto bisogno di una ulteriore certezza per avanzare la proposta, la lettura di questo libro ce l’ha assicurata. I mille rami del grande albero delle collezioni troverebbero degna accoglienza al Palazzo delle Albere. E Trento, e tutto il Trentino, potrebbero fregiarsi - senza investimenti milionari - di una opportunità a suo modo unica. Gioco, libertà e nonsense (apparente...): chi diavolo può proporre, oggi, una simile vetrina? Siatene certi: chi è guidato dalla passione e dagli hobby non colleziona figuracce, mai.
i è capitato di dare un’occhiata in un sito web che propone corsi per il personale di aziende e uffici vari. Non parla di strategie di vendita o di programmazione, ma di corsi di “gestione rapporti con i clienti”. In questo periodaccio, nel quale le aziende fanno fatica a lavorare o falliscono, questo tipo di corsi, insegnano che “in un mercato fortemente competitivo come quello attuale, nel quale acquisire nuovi clienti significa per un’impresa sostenere dei costi elevati, legare a sé i clienti già acquisiti è fondamentale per la stessa sopravvivenza dell’azienda”. Ma non solo. Chi li frequenta impara che “il cliente è al centro dell’attività di vendita di ogni impresa: conoscerlo e soddisfarlo sono fondamentali per il successo dell’azienda”. Il corso in pratica “vuole spiegare come è possibile creare un rapporto duraturo col cliente, come soddisfare il cliente, renderlo fedele ed evitare che passi alla concorrenza”. Mi viene da aggiungere che corsi del genere, dovrebbero essere fatti anche nei vari uffici pubblici dove noi cittadini ci avventuriamo quotidianamente; per non parlare degli ambienti sanitari. Ora, non tutte le realtà private o pubbliche che siano, avranno la disponibilità di fare frequentare corsi del genere ai dipendenti. Ma si possono immaginare i titolari e i capiufficio che ripetono ai dipendenti non dico la celebre frase “il cliente ha sempre ragione”, ci mancherebbe, ma almeno un “Mi raccomando, trattate bene i clienti”. E allora com’è che quando gli chiedi se ti fa il pieno il benzinaio grugnisce? La banconiera del supermercato sembra odiarti se le chiedi due etti di formaggio? L’impiegato si innervosisce se non hai capito la sua spiegazione? La cameriera al ristorante ti lancia il menù sul tavolo? Per non parlare della dottoressa del Pronto soccorso che sembra voglia farti del male invece di guarirti, dell’infermiere che hai la sensazione voglia punirti perché i tuoi dolori lo infastidiscono; dell’addetto al call center dell’azienda che ti chiede se non sei capace di leggere sul loro sito; del promotore di qualunque sia offerta che ti sbatte giù il telefono se non sei interessato alla sua proposta. C’è bisogno di andare avanti? Allora, cari lavoratori che per mansione dovete rapportarvi con le altre persone, se non per vostra abitudine ed educazione, siate gentili o almeno non maleducati con i clienti presenti e futuri: se prima ne andava del buon nome della vostra azienda, ora ne va forse della sua sopravvivenza (e del vostro stipendio). 15
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sommario giugno2013
In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher
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Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Patrizia Niccolini, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini
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la guida di trento
Grafica: Fabio Monauni
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quando la zinzorla era un emporio
Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 studiotn@bazar.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987
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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.
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Attualità 22 L’amore gaY: parlano i protagonisti 32 il signore dei serpenti 36 100% vegani 40 la grotta della bigonda 42 quando coppi arrivò secondo 46 l’amico dei contribuenti 48 fino alla fine del mondo 52 polonia, che sorpresa! 58 Trentino Book Festival 62 romano perusini
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Panorama
68 suoni delle dolomiti 70 feste vigiliane 72 tutti col barbér 74 requiem regale 77 garda jazz festival 78 summer sessions 79 concorso la madonnina 80 solstizio d’estate 84 suoni universitari 85 enrico ruggeri
Giorno per giorno
88 Mostre 92 appuntamenti del mese
Scoop&news
102 dalle dolomiti al mediterraneo 103 bertagnolli nuovo presidente 104 tre giornaliste afghane a trento 106 Le “ripide isole” di pacenza 109 “Dalla carta al web”
Rubriche
110 Libri e librerie 112 Fotoromanzo 113 La vignetta info@trentinomese.it www.trentinomese.it
Foto Gianni Zotta
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la nuova guida storico artistica di trento
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rento, Tridentum, Tridente, la città in cui il nome si perde nelle nebbie del tempo, tra realtà e leggenda. Una leggenda narra che il toponimo derivi dalle tre colline, antichi castellieri preistorici, che circondano la città: Doss Trento o Verruca, dosso di San Rocco, dosso di Sant’Agata. Molto più semplicemente il
nome, di origine retica, deriverebbe da un guado o da un traghetto che univa le due sponde del fiume Adige presso l’attuale ponte di San Lorenzo e che collegava la città romana al Doss Trento sulla cui sommità sorgevano un castelliere e l’acropoli. Trento è altresì la città dove, per dirla con J. Wolfang Goethe, il sole è caldo … e dove ci si sente su questo mondo come a casa propria, non come di passaggio o in esilio. Una città che, nel corso dei secoli, è cresciuta, si è modificata, ha subito metamorfosi, sia architettonicamente che urbanisticamente e artisticamente, diventando infine una città d’arte fra le Alpi.
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Trento Una città d’arte fra le Alpi di Fiorenzo Degasperi 176 pagine con 240 fotografie Euro 12,00 Edizioni Curcu & Genovese www.curcuegenovese.it Una città studiata, sezionata, approfondita in tutti i suoi aspetti in innumerevoli libri e pubblicazioni, scritti da studiosi, specialisti delle varie arti, romantici appassionati, giornalisti. Ma in questo variegato panorama mancava una guida storico artistica, agevole, riccamente illustrata, con corpose didascalie che potessero svolgere il ruolo di filo d’Arianna che
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conduce per mano l’ospite, il visitatore, lungo le labirintiche vie di questa città. Una città, da sempre, fin dalla tarda preistoria, luogo d’incontro e cerniera tra la cultura nordica scesa dalle fredde terre settentrionali con quella mediterranea, solare e ricca di riferimenti mitologici. 176 pagine in cui si narrano le vicende, stratificate nel tempo e nello spazio, delle basiliche, delle chiese, del Castello del Buonconsiglio, delle case affrescate e dei ricchi ed esuberanti palazzi rinascimentali, barocchi e ottocenteschi, delle splendide e suggestive piazze, delle torri che svettano verso il cielo, delle fontane che portano l’acqua dentro il tessuto urbano. E poi le ricche e pregevoli ville, i numerosi musei che concorrono a formare i sottili legami tra la storia, la cultura, la didattica, la società per un futuro migliore. Si narra di vicende storiche che hanno segnato profondamente la vita quotidiana di questa città d’Alpe. La romana Tridentum con le sue strade, l’anfiteatro, i mosaici della villa eretta nell’antico borgo del Sorbano, nell’attuale via Rosmini, la porta Veronensis innalzata a mezzogiorno, lì dove ora sorge la Torre Civica, baluardo della
centrale piazza del Duomo. Poi spetta al nascente cristianesimo con i suoi martiri cappadoci Sisinio, Martirio e Alessandro che trovarono la morte a Sanzeno, in val di Non il 29 maggio 397, oppure col
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Ringraziamenti
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intetizzare secoli di vicende umane, storiche, architettoniche, urbanistiche ed artistiche della città di Trento non è cosa facile. Vuol dire verificare le fonti e ciò che è stato scritto precedentemente, controllare le modificazioni architettoniche – restauri, furti, cambiamenti di luogo di opere d’arte, ecc. – passando di casa in casa, palazzo in palazzo, senza mai dare per scontate le cose. Quindi questa guida, curata da Fiorenzo Degasperi, si è avvalsa delle ricerche e verifiche di autori quali Antonello Adamoli, Alberto Folgheraiter, Elisabetta Postal. Si è potuto quindi aggiornare alcune date, attribuire alcuni stemmi alle loro legittime famiglie, ricollocare opere apparentemente scomparse. L’apparato fotografico, messo a disposizione da Gianni Zotta – la foto di copertina è di Alberto Ceolan –, e quello iconografico ci aiutano ad entrare, in punta di piedi, in questa città, una città d’arte fra le Alpi.
vescovo San Vigilio, martirizzato in val Rendena, influenzare la prima evoluzione urbanistica della città attraverso la nascita delle basiliche e delle seguenti chiese. La città trova poi l’apice politico, culturale e sociale con la nascita, avvenuta il 9 aprile 1004, del Principato vescovile di Trento. Una fase questa che culminerà nel
Concilio di Trento e nella nascita della Controriforma: negli anni tra il 1545 e il 1563, tanto durò il Concilio a fasi alterne, la città venne proiettata al centro dell’attenzione dell’intera Europa. Palazzi, ville, lo stesso castello, le innumerevoli chiese si rinnovarono diventando veri e propri scrigni d’arte. Sulle pareti esterne ed interne si narrano vicende sacre e profane, trasformando le bianche pareti in pagine dove storia e leggenda si coniugano. Una guida quindi fondamentale per l’ospite, ma anche per il cittadino, che voglia scoprire e riscoprire il proprio territorio, riconoscendo le stratificazioni lasciate dal tempo. Si passa dai labirintici vicoli alle rinascimentali vie larghe, dalle case-torri a quelle affrescate. E, su tutto, i luoghi cerniera tra sacro e profano: la cattedrale, il castello del Buonconsiglio, le piazze. Forse per tutto questo, anche là dove il modernismo sembra più evidente, Trento rimane una città tranquilla, estremamente riposante, a 21
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dimensione d’uomo: girovagare vuol dire trovare, per l’animo umano, una propria dimensione: quella storica, cronologica, artistica. Ma anche una dimensione fantastica, in cui il camminare ci aiuta a conoscere le forme nascoste della città, al di là della sua topografia reale. Pagina
dopo pagina la guida ci aiuta a far emergere una somma di percorsi passati, presenti e futuri e, al cospetto dei manufatti fatti di pietra e di sogni, si svelano gli avvenimenti, reali e virtuali. Testo e città si aiutano a vicenda per essere ambedue riletti. Gli scambi fra testo e città avvengono secondo procedure metaforiche, il cui fondo archetipico è quello del mondolibro. In quest’ottica la città richiede di essere letta come un libro o una mappa. Per questo il testo e l’apparato fotografico, in uno stretto dialogo, lasciano sfilare i luoghi, le cose, le persone che hanno vissuto dentro queste case, palazzi, chiese, castello, per sottrarli all’oblio e all’opacità. L’esperienza quotidiana di un viaggio a piedi nella città di Trento porta con sé due elementi importanti: il primo è quello della consequenzialità della visita. La guida ci aiuta a dare ordine al mondo visibile, lasciando all’ospite e allo spettatore la scelta di organizzare la propria deambu-
lazione urbana. Il secondo elemento è il lasciarsi andare alla pura coincidenza, dell’attrazione per simpatia. In questo secondo caso si attiva un antico metodo conosciuto, che è quello di vivere la città come corpo. Per conoscere un corpo si devono attivare i cinque sensi e la città di Trento permette questo, storicamente, artisticamente, gastronomicamente. D’altronde è la città del Concilio e qui, tra questi palazzi, si sono incontrati culture, stili di vita, gusti e sapori diversi. Forse il modo migliore per “gustare” questa guida è proprio quello del lasciarsi andare, del girovagare, del “perdersi” nel corpo urbano assaporando gli angoli sconosciuti, i giochi di luce e d’ombra, le decorazioni delle chiese, dei palazzi e delle case che diventano simboli, metafore e allegorie. Questa guida è un possibile filo d’Arianna: aprendola, voltando le pagine, altri fili d’Arianna si innescano per ■ far viaggiare la nostra fantasia.
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trentinoattualità di Tiziana Tomasini
L’AMORE GAY A TRENTO:
parlano i protagonisti
Un viaggio tra outing, pregiudizi, speranze, attese. E il comune impegno contro l’omofobia
LIBERI/E DI ESSERE: L’EVENTO E LE FOTO PRESENTATE DAI PRESIDENTI DI ARCIGAY E ARCILESBICA Si potrebbe cominciare dal fondo, da quella frase pronunciata da Paolo Zanella con assoluta disinvoltura, estremamente essenziale e significativa: “L’omofobia comincia con la paura. La paura di chi è diverso da te.” Nella saletta della sede di Arcigay e Arcilesbica ci si prepara all’evento dell’anno. Un percorso importante, tracciato seguendo quel filo conduttore che mira ad abbattere barriere e pregiudizi, violenze e discriminazioni. Sul tavolo sono sparsi
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i poster giganti ancora da affiggere in città, con le note quanto discusse fotografie dei baci tra uomo/uomo e donna/ donna. Paolo Zanella e Michela Papette – affiatati presidenti dell’associazione – apprezzano la nostra idea di intraprendere il dialogo dal programma dell’evento più che dalle immagini dello scalpore. E se da una sola giornata si è poi passati ad una settimana di appuntamenti, vuol già dire in qualche modo aver vinto una scommessa, anche solo tra chi ci credeva. Paolo e Michela presentano con orgoglio gli enti che hanno patrocinato la IX Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, “Liberi/e di essere”: la Presidenza del Consiglio della
Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Trento, il Consiglio della provincia Autonoma di Trento, il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, con il contributo della Cassa Rurale di Trento e della CGIL del Trentino. Nella brochure che illustra passo per passo ogni momento della settimana, compare la dedica al “ragazzo con i pantaloni rosa, che nel novembre scorso si è impiccato all’età di 15 anni, stanco di essere vittima dello scherno dei suoi compagni di classe”. In programma una successione calibrata e ragionata di conferenze, proiezioni di film, mostre fotografiche, spettacoli teatrali, serate musicali, incontri con le autorità; una visibilità in tutti gli ambiti della
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trentinoattualità cultura, avente come fiore all’occhiello la suggestiva fiaccolata di apertura. Un’imponente macchina organizzativa per l’associazione, con l’obiettivo di farsi sentire, di “esserci”. E se le svolte legislative sull’argomento in Italia tardano – nonostante si percepiscano i venti di avanzamento degli altri stati europei – l’associazione rileva che manca ancora la cultura dell’educazione al rispetto. E se la cronaca registra che gli episodi noti di omofobia in Trentino sono limitati, va tuttavia considerato il poco decifrabile mondo sommerso di violenze fisiche e verbali, che agiscono di sottofondo ma non per questo fanno meno male. Il clamore suscitato dalle fotografie dei baci scambiati tra omosessuali in abiti montani lascia trasparire con nitida chiarezza il messaggio dell’affettività; certo, in un contesto mediatico blando, con censure di pellicole a tema in prima serata e scarsa informazione, la battaglia assume definite connotazioni culturali. Come a dire, sappiamo che ci siete, ma non siamo pronti né tantomeno preparati a vedere tutto sotto la luce del sole. Quali sono state le reazioni nel contesto trentino? Si va dall’imbarazzo di alcune istituzioni all’appoggio sincero di gruppi o singoli, dalla distaccata presa di coscienza di chi accetta, ma da lontano, ai netti rifiuti. Così il poster si è rilevato essere la cartina al tornasole dello stato attuale delle cose sul nostro territorio: il negoziante che lo affigge con fatica o che si oppone comunica indiscutibilmente quanto ancora il percorso verso l’accettazione sia costellato da oggettive difficoltà di origine prevalentemente culturale. Il principio da abbattere è il “siamo tutti uguali”: in realtà siamo tutti diversi, le diversità non vanno appiattite quanto riconosciute, con relativi diritti e doveri. Altro muro da sgretolare è la concezione del “ghetto”: come per tutte le minoranze, la società tende all’esclusione ed alla relegazione in ruoli creati e definiti fondamentalmente da stereotipi; si tratta di un “ti accetto” in senso stretto, di un “ti riconosco” in certe professioni (il parrucchiere lo posso tollerare, l’insegnante no!). È una discriminazione sottile, ma esiste. Non ci sono conferme da dati e statistiche, ma si può affermare che gli omosessuali svolgano le più diversificate attività lavorative. Un importante intervento per combattere pregiudizio ed arretratezza mentale consiste nella diffusione delle co26
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noscenze, specialmente nell’età della crescita. Poterne parlare nelle scuole riveste un’importante azione educativa: prevenire le chiusure che la società ci trasmette, imparare a riconoscerci in tutte le versioni del verbo amare, insegnare il rispetto di chi è – da qualunque punto di vista – “diverso” da noi, senza quelle paure che spesso alimentano atteggiamenti di intolleranza e di violenza. Incontro di coppie. Quello che forse potrà maggiormente sorprendere, e che peraltro desideriamo far conoscere nelle interviste che seguono, è la sensazione di assoluta e rilassata normalità che abbiamo percepito in entrambi gli incontri . Nonostante le coppie in questione fossero donna/ donna e uomo/uomo, abbiamo colto - su tutti i fronti argomentativi - una convinzione maturata ed interiorizzata di vivere una relazione affettiva, pur con qualche timore riconducibile al contesto sociale. Ma come vivono due Lei e due Lui in questo periodo di grandi movimenti nell’universo dell’omosessualità, in questa società (italiana) non ancora pronta, nelle sue varie componenti, a definire ufficialmente la condizione di gay? Sentiamo direttamente i protagonisti. Lei & Lei Non è per nulla semplice parlare a terzi della propria vita privata, qualunque sia il nostro orientamento sessuale. Raccontare e raccontarsi – nelle nostre più intime sfere - è un gesto costruito sulla solida consapevolezza delle proprie convinzioni. All’inizio non è stato facile intavolare il discorso; poi, gradualmente, l’atmosfera è divenuta piacevolmente confidenziale ed abbiamo finito per dialogare senza ostacoli emotivi sul divano, nel salottino della sede. Con chiarezza e disinvoltura. Lei&Lei sono due donne sulla quarantina; stanno insieme da due anni, dopo aver vissuto altre importanti relazioni. Sono tante le domande che abbiamo in programma di rivolgere a questa coppia di donne, una dallo stile più sportivo e mascolino, l’altra dalle morbide sfumature femminili; ma la prima curiosità è capire quando – cioè in quale preciso periodo della vita – hanno scoperto di essere attratte maggiormente da figure del proprio sesso. E se una risponde di averlo scoperto da piccola, nei primi anni delle elementari, con la cotta per la maestra anziché per il maestro,
l’altra afferma convinta di esserlo stato da sempre. Per entrambe quest’inclinazione matura negli anni delle scuole superiori, per poi affrontare una decisa presa di coscienza sui 18/20 anni. Ma qual è stato il problema più rilevante all’inizio? Per una Lei, certamente la questione di non riuscire a dare un nome a quanto si andava evolvendo; una sorta di continuo”tira e molla” con se stessi fino a riconoscere la propria identità con l’aiuto di uno psicologo. L’altra Lei non ha mai interpretato il fatto come un problema, eccetto la difficoltà di far corrispondere la sua tendenza alla normalità piuttosto che ad una diversità. Come hanno vissuto il primo rapporto vero con una donna? Ancora in modo molto disinvolto e normale, in piena coscienza, con l’acquisita identificazione del proprio ruolo. E la famiglia come l’ha presa? All’inizio – afferma una Lei – è stato uno shock; in un primo tempo i genitori continuavano a chiedersi in che cosa avevano sbagliato e quali errori erano stati commessi nella crescita, senza considerare che può accadere, semplicemente. Del resto, anche in senso generale, qualsiasi accadimento che non segua i canoni consueti viene vissuto come strano ed anomalo. Col tempo poi si è giunti all’accettazione ed anche alla condivisione. Se ne parla, specialmente con la mamma. Per sua fortuna – dichiara l’altra Lei – ha subito avuto il sostegno delle sorelle, con le quali si è confidata ed aperta; meno facile far accettare questa inclinazione al padre, appartenente ad una generazione e ad una origine culturale più chiusa e regolata da norme più rigide. Tuttavia, la tranquilla serenità nell’affrontare i propri sentimenti ha indotto la figura genitoriale ad una maggior comprensione. Essere lesbica a Trento che cosa significa? Vivere in un’altra realtà – di maggior respiro – sarebbe forse migliore? Le due donne concordano nell’affermare che negli ultimi 5, forse anche 10 anni la situazione è molto migliorata: gli effetti di una maggiore apertura mentale si riscontrano non solo nei giovani, ma anche nelle persone di una certa età. Quello che dà maggiormente fastidio è il pregiudizio, la “chiacchiera da bar”; non solo relativa alla situazione che stiamo descrivendo, ma allargata a tutte le sfere (“Questo si è separato da quella”,” quello ha l’amante” e chi più ne ha più ne metta, da che mondo è mondo). A primi tempi – confida una Lei – a Trento
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Paolo Zanella e Michela Papette
non c’erano molti luoghi di ritrovo; per questo motivo si organizzavano dei pullman “della speranza” verso le discoteche della provincia di Brescia, dove ci si poteva divertire in modo decisamente più libero e disinvolto. Come è stato – se è successo - dichiarare pubblicamente la propria identità nei vari ambiti sociali (lavoro, svago, altro)? Anche questo punto non costituisce un problema: tanti lo sanno, tanti non lo sanno. È molto significativo quando ti ringraziano di averlo confidato o quando si mostrano risentiti, in senso benevolo, per non esserne stati messi al corrente prima. Con chi lo sa, si sdrammatizza e si scherza volentieri sull’argomento; una Lei racconta che temendo di aver contratto la malattia infettiva dei cosiddetti “orecchioni” [parotite], i colleghi non si siano risparmiati con battute a tema, del tipo :”Proprio tu!” Ma Lei ci ride sopra anche adesso, con un sorriso sincero, con senso dell’umorismo e senza alcun risentimento. Si parla molto dell’adozione da parte delle coppie gay. Opinioni? Al momento non ne colgono il desiderio; quell’ondata di voglia di maternità che si presenta biologicamente intorno ai vent’anni è ormai sfumata. Oltre al discorso direttamente personale, ritengono che una scelta di questo genere vada comunque ragionata, con tutte quelle dinamiche e quelle conseguenze che ne derivano. Certo senza figli la vita di coppia è sempre in primo piano e non si nasconde
dietro agli impegni che caratterizzano il ruolo di genitore: il confronto è sempre aperto e diretto, si vive con trasparenza e maggior consapevolezza la relazione; dopo il lavoro ci si trova e si ha il tempo per parlare, confrontarsi. Le manifestazioni tipo “gay pride” suscitano sempre scalpore… È un modo per scuotere l’opinione pubblica, per dire “ci siamo anche noi”; maggiore è l’informazione, maggiore è la possibilità di vivere con normalità una relazione. Molti pensano che amare una persona dello stesso sesso sia soltanto un vizio e che come tale vada estirpato. L’obiettivo di manifestazioni con toni anche forti è quello di superare lo scoglio del pregiudizio; è come chiamare qualcuno a voce alta, perché non ci sente. Lui & Lui L’appuntamento è nella sede dell’associazione – Arcigay e Arcilesbica di Largo Nazario Sauro n. 11 a Trento – all’indomani della fiaccolata organizzata per le vittime dell’omofobia, momento saliente quanto significativo nell’ambito dell’evento “LIBERI/E DI ESSERE”. Uno dei due Lui - vassoio di caffè e brioches per tutti – racconta della pioggia impossibile da scongiurare, della buona adesione, delle personalità e dei mezzi di informazione presenti; e riferisce di come si possa notare, all’interno della comunità trentina, un accresciuto livello di tolleranza e di accettazione, pur es-
sendoci ancora rigide e palesate prese di posizione. Poco dopo arriva anche l’altro Lui e comincia il nostro viaggio nel loro mondo (sono entrambi due giovani), che vogliamo far conoscere. Anche nel loro caso, risulta spontaneo chiedere quando hanno scoperto di essere attratti più dal mondo maschile che da quello femminile e in che momento è maturata questa convinzione. Per uno di loro, il momento decisivo si può collocare verso la fine delle scuole superiori, dopo l’attraversamento di tappe segnate da un interesse ben delineato; le amicizie con le compagne ed i giochi femminili (inclusa la richiesta delle Barbie) aumentano un’inclinazione che porterà al desiderio maturato di avere una relazione. Per l’altro ragazzo, la prima scoperta davanti ai cartoni animati della serie “Holly e Bengji”, che aveva per protagonisti una coppia di formidabili calciatori. Quali le reazioni in famiglia? All’inizio, per uno di loro, non è in effetti emersa l’esigenza di condividere subito con la famiglia, anche per la comune quanto erronea convinzione di essere l’unico, e come tale solo. In seguito, aprirsi e rivelarsi si è trasformato in un passo liberatorio, dopo le inevitabili prese in giro dei tempi dell’infanzia. La situazione attuale è di tolleranza e accettazione, senza particolari problematiche connesse. Lo stesso non si può invece affermare per l’altro Lui: fatto ufficialmente il “coming out” nel 2008, ha riscontrato non il netto rifiuto della famiglia ma comunque una tangibile difficoltà ad accettare l’essenza della cosa, per una questione sostanzialmente di derivazione culturale. Il fatto di provenire dal Sud, con una mentalità ancora sostanzialmente convinta e radicata su certi principi, ha certamente la sua parte; a complicare la situazione, l’attuale distanza chilometrica e la possibilità di incontrarsi di rado. Dichiarare pubblicamente la propria identità nei vari ambiti sociali è oggi possibile o preclude a forme di discriminazione? Uno dei ragazzi, che lavora in ambito sociale, afferma di non aver sentito, almeno agli inizi, la necessità di esplicitare la sua situazione affettiva con i colleghi; poi, gradualmente, nel momento in cui i rapporti di lavoro divenivano più solidi, è emerso il desiderio di condividere. Un passo importante, che gli ha letteralmente cambiato la qualità della vita: poter raccontare ad esempio come si è trascorso il fine settimana significa essere veramente liberi. Liberi di 27
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trentinoattualità essere, come recita lo slogan della settimana contro l’omofobia. Il compagno, che lavora in un ambiente progressista, non ha sperimentato la paura di rivelare la propria omosessualità, ma sottolinea che spesso la dichiarazione di trasparenza viene fraintesa e recepita come esibizionismo. Tutt’oggi fare outing rimane un problema delicato: fare attivismo in associazioni tematiche ed inserirlo nel curriculum, precluderebbe possibilità di tipo lavorativo e sarebbe un rischio pesante in certe professioni (come ad esempio l’insegnamento). Complice anche il pregiudizio: per molti il termine “gay” si associa istantaneamente a” pedofilo”. Si parla molto di coppie gay e adozione. Qual è il loro parere? È un progetto a cui pensano; nella pianificazione di una coppia l’idea di avvicinarsi a questa situazione è normale. Il fenomeno, che ha travolto l’Europa, finirà per travolgere anche l’Italia. E nonostante il nostro Paese, per la sua evoluzione storica, debba ancora compiere il superamento di molti ostacoli, la diffusione delle informazioni – alla portata di tutti – lascia intravedere una certa apertura. Il fattore è sostanzialmente culturale: nessuno nasce omofobo; la paura della diversità e l’accanimento contro essa parte da radicate convinzioni tramandate nel tempo. Lui&Lui
raccontano di un episodio accaduto sul treno: scambiatisi un’effusione, una bambina seduta di fronte richiamava l’attenzione del genitore, ma non per il gesto tenero quanto per far notare il naso” importante” di uno di loro! Questo a conferma di come la prima infanzia sia libera dagli steccati che la cultura erige in modo imponente. Studi americani su base statistica non rilevano difficoltà di crescita per figli di coppie omosessuali né altre problematiche di identità sessuale (è sbagliato credere che figli di gay siano necessariamente gay) tuttavia si riconosce il disagio di tipo sociale che ne potrebbe derivare in una società non ancora pronta a queste nuove dinamiche. Le manifestazioni tipo gay pride: necessarie o superflue? Si dichiara apertamente uno dei ragazzi ed afferma di aver discusso con fervore sull’argomento anche nell’ambito della società omosessuale, nella quale purtroppo emerge un senso di criticità nei confronti di tali manifestazioni per ritenere invece congeniale un’immagine vicina alla discrezione intesa come “normalità”. Però si può essere intelligenti anche in un contesto festoso, con la parrucca verde o con il boa rosa; il modo in cui ci si atteggia non corrisponde a come si è. Certo sono eventi che vengono strumentalizzati, senza considerare quante associazioni
e quanti movimenti operano alle spalle con importanti azioni sul campo sociale. E poi va ribadito il concetto che se la società non accetta la diversità, la provocazione diviene più forte. La storia insegna che in tutte le minoranze osteggiate apertamente, l’atteggiamento provocatorio nasce fondamentalmente da un meccanismo di difesa. Situazioni di discriminazione? Qualche disagio nell’infanzia/adolescenza: uno ricorda il maestro che invitava i genitori a far vedere il bambino da uno psicologo per i giochi femminili; l’altro invece ripensa all’ansia della famiglia al momento di metter su casa, cercando di indirizzare all’acquisto di una metratura da single, piuttosto che da coppia; entrambi ricordano un picnic al parco - in una situazione assolutamente normale momentaneamente guastato da insulti ed aggressioni verbali di un passante occasionale. Lui&Lui parlano anche di progettualità nelle scuole, per arginare quei fenomeni di intolleranza che in taluni casi hanno portato a gravi episodi noti alla cronaca, come aggressioni e suicidi. Saper accettare e tollerare la diversità nasce dalla conoscenza e dall’analisi delle dinamiche che la caratterizzano. Intervenire nell’età della crescita significherebbe abbattere quei tabù che spesso degenerano nell’omofobia. ■
66° FESTIVAL DI CANNES: LA PRESTIGIOSA PALMA VA ALL’AMORE. QUELLO FEMMINILE.
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ncredibile. O forse no. La pellicola “La vie d’Adele” ha vinto il celebre premio, straordinariamente condiviso - sul prestigioso palco francese – tra il regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche e le due bellissime protagoniste del film, Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux. Dalle immagini degli ultimissimi comunicati stampa, il regista abbraccia le due donne, visibilmente commosse. “Questa è la vita”– commenta una di loro – lasciando intendere che i sentimenti visibili sono stati sapientemente alleggeriti da veli e tabù, per dare spazio all’amore “libero” da stereotipi e pregiudizi. Sentimenti ed intrecci intensi, scene forti e gemiti espliciti. Certo nulla viene nascosto allo spettatore: dalle prime percezioni maturate in ambito scolastico, alla scoperta dell’amore tra donna e donna. Un amore che si presenta vero e trasparente, caratterizzato da grande passione e forti pulsioni sessuali. Un film che racconta fondamentalmente una relazione saffica, che tuttavia ha saputo catturare pubblico e giuria per delicatezza ed immediatezza, per tenera spontaneità ed evidente realismo. Sul celebre tappeto rosso le attrici piangono, il regista sorride (appena un po’ tirato) ed i flash dei fotografi colgono l’ (in)sperata sorpresa del finale. Da valutare – dicono gli esperti dei lunghi e dei corti – a prescindere dall’orientamento sessuale. Complici le brezze sostenute dell’attualissimo argomento? Ai posteri la [sensualissima] sentenza.
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Campionato del Mondo Cronometro e Granfondo
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Perth, Australia, New York, USA Evora, Portogallo
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Lubiana, Slovenia Huy, Belgio Fort Collins, CO, USA
UWCT FINAL 2013 19.09: Staffetta a squadre 20.09: Cronometro 22.09: Gara su strada
Bulle, Svizzera bre: La Finale a Stavelot, Belgio
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la città dove si assegneranno i titoli di
el Mondo, sulle strade della Liegi Bastogne ggendarie colline de “La Doyenne” offriranno
e stimolante per i Campionati del Mondo icloturisti. La gara inizierà con un grande m con la Côte de Haute Bodeux e la Côte Il secondo giro di 42 km porterà i corridori he Côte de la Haute Levée, Côte du Rosier, neux e l’arrivo sarà solo 2 km dopo la cima e Stockeu.
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e 2011: Amy Gillet Gran Fondo, Australia e 2011: Challenge Ciclismo Cretese, Grecia
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trentinoattualità di Silvia Conotter
tutto un altro mondo
Quando La Zinzorla Era un emporio Gianni Gadotti, storico titolarE del bar-tabacchi di Cristo Re, racconta quando nel Dopoguerra si vendeva il tabacco liquido per concimare i campi, le Golia per una lira e le “calmine”, Giornali se ne vendevano pochissimi, ma in tanti li aspettavano al mattino presto. Non per leggerli, però
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endevamo di tutto, dalle “calmine” (aspirine, ndr) alle fascette per capelli, dalle sigarete sciolte in bustine (5 per 45 lire) al tabacco liquido da un chilo che serviva come anticrittogamico per le piante. E poi aghi di sicurezza, cerotti, caramelle Golia da una lira l’una e i sughini alla liquirizia che imbustavamo ogni sera di dieci in dieci per i bambini che passavano al mattino prima della scuola”: Gianni Gadotti, classe 1941, è praticamente vissuto nel bar edicola di Cristo Re. All’età di 30
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4 anni, subito dopo la fine della Guerra, i suoi genitori, Olga e Guido, presero in gestione il tabacchi di piazza Cantore, acquisendo contemporaneamente la licenza del bar “Al Moro” di via Brennero. Il padre attaccò sulla parete un orologio, ricevuto da un caro amico in occasione della nascita del figlio, che oscillava su e giù. Nacque così la “Zinzorla”, altalena in dialetto trentino. Signor Gianni, come facevate ad avere così tanta merce diversa? Qualsiasi cosa chiedessero i clienti noi
La Zinzorla, by night
la procuravamo: ci rivolgevamo al bazar Chesani, che aveva un ingrosso. I sughini invece li compravamo alla pasticceria Prada in via san Pietro, un esercizio prestigioso. Adesso compriamo i biscotti al supermercato, ma allora era un rito andare lì: vendevano solo i biscotti in-
Gianni Gadotti in una foto di qualche anno fa
trentinoattualità
Mamma Olga e papà Guido nell’edicola negli anni Sessanta
tegri, quelli rotti li mettevano da parte. E quando noi bambini andavamo al cinema Roma passavamo dal carrettino del “ Moro “ a comprare le noccioline, le castagne o il castagnaccio, oppure andavamo dal Prada a comprare i “rotti”. Com’era piazza Cantore allora? All’inizio la Zinzorla era costituita da una casetta con dietro un grande cortile con due campi da bocce e otto tavoloni grandi della Forst... Attorno non c’era niente: poche case, la maggior parte bombardate e diroccate, niente scuole. La piazza c’era già, con il monumento ed una sorta di giardinetto. Tutto attorno campi. Come tabacchi in zona c’era il chioschetto del Bepi davanti alle caserme di corso Alpini, dove vivevano gli sfollati, poi la Masera in corso Buonarroti. Ma il servizio completo lo davamo solo noi e anche per questo siamo sempre stati il punto di aggregazione del quartiere. Chi erano i vostri clienti? Tutti operai: lavoratori delle ferriere, della Sloi, del Galtarossa, ferrovieri che andavano e venivano dal vicino dormitorio. Eravamo sempre aperti, dalle 4 del mattino fino alle 3 di notte. Io e mia sorella vivevamo al bar perché lì a fianco c’era anche la cucina dove mangiavamo. I clienti portavano da casa la gamela per il pranzo, con un po’ di brodo e un pugno di fagiolini. La appoggiavano sulla nostra cucina a legna, la riscaldavano e poi mangiavano fuori. Non come adesso che nei bar si va a mangiare un’insalata o un panino. Quanti quotidiani vendevate? Pochissimi, tant’è che lo spazio dedicato
all’edicola era di un metro per due, con una specie di espositore dove si infilavano le testate: il Gazzettino, L’Adige e l’Alto Adige, la Domenica del Corriere, il Corriere dei piccoli, e le prime riviste, Grand Hotel e Sogno. Al mattino in tanti aspettavano i pacchetti dei giornali, ma non per leggerli: si strappavano infatti di mano la cartina bianca con cui erano coperti per fabbricarsi le sigarette. Allora non c’erano mozziconi per strada: le sigarette con il filtro non esistevano e quel che rimaneva veniva raccolto da terra per riutilizzare poi il tabacco. Poi nel 1958 avete demolito la casa e costruito la Zinzorla nuova. Sì, realizzando un bel tabacchino comunicante con il bar. I giornali a quel punto erano molto richiesti, vendevamo anche 200 copie a settimana della Domenica del Corriere. Contemporaneamente era cresciuto tutto il quartiere: le caserme erano state ristrutturate ed erano arrivati gli ufficiali e i sottoufficiali che mandavano da noi gli attendenti a fare la spesa. Poi c’erano il “ghetto” dei ferrovieri e tante case nuove. Le famiglie erano numerose anche perché “allargate”, nel senso che oltre ai figli venivano accolti i parenti in difficoltà e gli orfani di guerra. C’era molta più solidarietà, il benessere ha portato via tutto questo. Nel 1966 avete ceduto il bar e tenuto solo l’edicola. Che merceologia era sparita nel frattempo? Non vendevamo più le stringhe per le scarpe, i pettinini, i fermagli da uomo che si utilizzavano quando erano di moda i capelli lunghi e venivano realizzati dei
cerchielli con le fascette di metallo delle cassette di legno. Il Gazzettino era sparito, l’Alto Adige era il più forte in regione, mentre L’Adige attraversava momenti di grossa difficoltà, poi invece si è ripreso fino a diventare il quotidiano più letto in città. Con l’arrivo delle scuole Bellesini, eravamo diventati invece quasi una cartoleria: avevamo la carta carbone, la carta assorbente e pennini di tutti i tipi. In piazza era arrivato il Sait, l’ente comunale consumi (una sorta di spaccio, ndr), il calzolaio, il barbiere. Erano venute a vivere anche famiglie importanti, come gli Schirippa dei vini, i Prada della pasticceria, il pilota Francesco Volpi, Enzo Mirigliani di Miss Italia. A quando risalgono invece le figurine? Quelle della Panini c’erano già quando andavo a scuola io. Tutti credono che le prime siano state dei calciatori, invece la prima fu la raccolta degli animali. Si vendevano anche le “balote“ di terracotta e le biglie di vetro, che i bambini utilizzavano sfidandosi a chi le facesse entrare per primo nei fori fatti nelle vecchia scatole delle scarpe. E le riviste di gossip? C’erano anche allora: Eva e Novella 2000, primo giornale italiano di cronaca rosa. Ma le persone allora preferivano le riviste tipo Oggi, che dedicavano sempre alcune pagine ai protagonisti di casa Savoia. Direi che è stato negli ultimi dieci anni che c’è stato il boom di riviste “scandalistiche”. Cosa ci racconta del mondo del tabacco, invece? È sempre stato in evoluzione, ma la rivoluzione più grande si è avuta quando le case estere sono entrate nel mercato con tutta loro potenza, portando al declino il prodotto nazionale. I primi anni le donne
I lavori d’asfaltatura di piazza General Cantore 31
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trentinoattualità fumatrici erano poche: ai quei tempi era impensabile che una signora fumasse per strada e per loro venne creata una confezione molto elegante, bianca, con la marca, “Eva”, scritta a caratteri dorati. Alla fine degli anni Sessanta, invece, tra emancipazione e pubblicità il consumo in generale è aumentato, con tabacco di tutti i tipi: c’era il trinciato Forte e il trinciato Comune, oltre a quello in pacchetti più grandi, per la pipa e avvolto in carta stagnola, che si chiamava Macedonia. Le Alfa e le Nazionali erano sigillate in scatole piatte ed erano ovalizzate: aprire la cartina con cui erano confezionate era un rito per i fumatori. Cosa ci racconta invece delle cartoline? Inizialmente ce n’erano pochissime, rigorosamente in bianco e nero. La cartoleria Pedrotti iniziò poi una grandissima produzione con il marchio “Hermes”, scattando moltissime foto della città e dei dintorni. Si vendeva bene anche la carta da lettere, che oggi praticamente non si usa più. Avevamo la Diplomatica, con una bella busta telata e il foglio che si piegava in quattro, oppure l’Americana, con un foglio più lungo e la busta rettangolare. Allora era l’unico modo di comunicare e veder arrivare il postino era un piacere perché portava notizie dei militari, dei parenti lontani. Tanti nostri clienti se ne andarono in Australia, in Canada, famiglie intere si trasferirono in America, alcuni fecero fortuna e poi tornarono. Lei ha ceduto l’attività circa 8 anni fa. Cosa ricorda degli ultimi tempi? Affidare il Lotto ai tabaccai fu una conquista enorme: inizialmente ne vennero selezionati solo 5, quelli che avevano da più tempo la rivendita. Fu la loro fortuna. Poi venne estesa a tutta la rete e una volta impostato il sistema dei terminali per noi fu possibile offrire moltissimi servizi: le ricariche telefoniche, il bollo auto, le marche da bollo, le cambiali, le schede telefoniche internazionali... Lei ha visto da vicino le trasformazioni di questo mondo per circa sessant’anni. Quali sono le sue considerazioni? Dal ‘45 fino al 2004 le edicole si sono sviluppate notevolmente in ogni settore: monopolio, editoria, servizi accessori. In tutto questo tempo in Trentino non ne è mai fallita una e quella era una licenza che si vendeva a caro prezzo. Adesso cominciano ad esserci problemi. Ricordo che all’inizio qualsiasi novità diventava un successo: mio padre, ad esempio, 32
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Mamma Olga con suo fratello Bruno davanti al bar, nel 1948
nel bar accanto aveva cominciato a fare gelati e venivano clienti da tutta la città tanto erano rinomati. Il benessere ci ha portato poi ad essere un po’ viziati, a lavorare di meno e a godercela di più. Ricordo che i primi tempi non chiudevamo praticamente mai l’attività. Lavoravamo 360 giorni all’anno, Natale compreso. Fino a quando ci sono stati i miei genitori facevamo l’orario continuato, mangiando a turno, e finché non c’è stata la crisi energetica nel ‘73, che ha imposto lo spegnimento delle luci alle 21, tenevamo
La Zinzorla negli anni Quaranta
aperto dalle 5 a mezzanotte. Le vacanze d’estate? Inesistenti. Gli ultimi anni di lavoro chiudevamo invece alle 20 ed abbiamo sempre aperto alle 5, con un’ora di pausa per mangiare. Cos’è cambiato invece a livello sociale? La mia famiglia fino al ‘66 ha abitato in via Maccani, nelle case popolari costruite prima della Guerra. Quando l’abbiamo lasciata l’unica cosa che non abbiamo trovato da restituire erano le chiavi d’ingresso: la criminalità era inesistente e non avevamo mai chiuso la porta. Gli episodi più frequenti erano le liti legate all’alcol, la droga dei poveri, e qualche baruffa per il gioco della morra. Da noi non è mai successo, ma nei paesi accadeva di frequente. Il ricordo più vivo che ho nella memoria è la quantità di gente che girava da noi: impressionante. Quando era tutto pieno improvvisavamo nel cortile dei tavoloni con le cassette della Forst e sopra un’asse di legno. Il mese più bello per me bambino era maggio, quando la gente ricominciava ad uscire, affollando la chiesa e il nostro locale. Nel nostro viaggio attraverso questa rubrica è sempre più evidente la nostalgia di chi ha vissuto in prima persona gli anni Quaranta, Cinquanta, Sessanta, Settanta... perché spesso la povertà era pregnante tanto quanto erano intense le relazioni sociali. ■
trentinoattualità
di Silvia Tarter
D
emonio tentatore nell’immaginario cristiano, oppure, al contrario, Dio autorevole a cui attribuire immensi poteri, come la divinità metà uomo e metà serpente adorata dai Sumeri o il Quetzalcoatl piumato degli Atzechi. Amato, o più spesso odiato, il serpente è comunque il seduttore per eccellenza, protagonista delle teogonie di qualunque civiltà di qualunque latitudine, dove ha sempre esercitato un fascino sottile misto a timore. La simbologia biblica gli ha cucito addosso l’ombra del peccato originale, ombra che si è tramandata in rappresentazioni e leggende medievali, dove la figura sinuosa di quest’animale si è sovrapposta a quella del drago. In realtà, sin dai tempi antichi questa creatura si riveste di una pelle ambigua che non è sempre e solo del tutto malvagia. Il Dio della medicina Esculapio, infatti, è sempre raffigurato con un bastone avvolto dalle spire di un serpente. Già in passato si sapeva che quel veleno letale tanto temuto, allo stesso tempo poteva essere un vero e proprio pharmacon, una cura.
Il signore dei serpenti Affascinante e misterioso drago moderno, il serpente è da sempre associato al male. In realtà, il suo veleno è sempre più ricercato per usi farmaceutici. Andiamo a saperne qualcosa di più da Stefano Bin, al centro erpetologico di Riva del Garda Nel porticciolo di Riva del Garda, sullo sfondo tremolante puntellato da triangoli bianchi delle vele e tavolini di caffè dove i turisti sorseggiano a tutte le ore, riposano nel loro mondo segreto una settantina di esemplari di serpenti. Siamo a Reptiland, la terra dei serpenti, una galleria di scienze naturali e l’unico centro erpetologico del Trentino. Qui, un gruppo di appassionati e studiosi lavora per tutelare e studiare questi animali e i loro veleni. Stefano Bin è il responsabile del centro e lavora qui praticamente da sempre, da quando è stato aperto nel 1989. È
proprio lui a guidarci in questo piccolo angolo di biodiversità. Troviamo infatti specie provenienti da tutti e cinque i continenti, alcune molto rare; tutti esemplari nati comunque in ambiente controllato. “L’uomo ha sempre avuto paura di questi animali – spiega Bin – e il suo timore è un vero e proprio fattore genetico. Spesso poi le persone fanno confusione tra serpenti velenosi e non, per questo alla parola serpente molti rabbrividiscono. In realtà, scambiano la paura effettiva del veleno con quella dell’animale, ma la maggior parte dei serpenti che esi-
stono sul nostro pianeta non sono affatto velenosi. Quelli da temere rappresentano una percentuale inferiore rispetto a tutte le specie esistenti”. Il veleno può invece rivelarsi molto utile. È un vero e proprio cocktail di sostanze diverse, ci spiega Bin, che cambiano a seconda della specie cui appartiene l’esemplare. Che cosa contiene? Per lo più proteine e sostanze enzimatiche, oltre alle tossine, che a seconda della specie agiscono diversamente sul nostro organismo. Quello dei cobra ha un effetto per lo più neurotossico, ovvero danneggia il sistema nervoso, quello dei Boa costrittore
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Velenosa come una vipera
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serpenti più diffusi in Italia sono le vipere. Su 19 specie totali di vipere ce ne sono 4 di velenose. Tra il Trentino e l’Alto Adige troviamo tre specie di queste vipere velenose: – la vipera comune (aspis), che predilige luoghi freschi e assolati, poveri di vegetazione, soprattutto prati e pascoli; – il marasso (vipera berus) dal corpo grosso e il morso doloroso, ma non particolarmente velenoso; – la vipera dal corno (così chiamata per via di una protuberanza carnosa sopra il muso), è la vipera italiana più pericolosa per l’uomo. Cosa può causare il veleno di vipera? Difficilmente per un uomo adulto il morso di vipera è davvero letale. Rappresenta un rischio soprattutto per i bambini al di sotto degli otto anni. Le conseguenze sono emolisi, piastrinolisi, azione vasodilatatrice, alterazione della coaugulazione e depressione del sistema cardiocircolatorio. viperidi invece ha un effetto anticoagulante e circola più lentamente nel corpo. Una volta sintetizzate però, queste sostanze possono risultare particolarmente efficaci in caso di problemi emolitici, micotossici e neurotossici. Possono venire in aiuto anche a contrastare malattie cardiovascolari, in alcuni casi addirittura ictus. Dal veleno del Mamba ad esempio, il serpente forse più temuto al mondo, anche per via di tanta filmografia e video che ne hanno accresciuto l’alone intimidatorio, si può sintetizzare un antidolorifico della stessa efficacia della morfina. Ma la ricerca non si ferma qui: ora si sta iniziando a studiare come utilizzare il veleno per contrastare il morbo di Parkinson. Esposizione di specie rare,
Info Reptiland Piazza Garibaldi, 1 Riva del Garda Orari: tutti i giorni dell’anno dalle 11 alle 20
luogo di studio e di ricerca, il centro è anche un utile punto di informazioni che collabora con l’Apt di Riva del Garda, per dare qualche dritta ai turisti, in particolare agli stranieri a cui piace trattenersi a lungo sulle rive del “mare trentino”. Grazie a una serie di fotografie viene insegnato loro a riconoscere le specie più diffuse nella nostra regione e nella Valle dei Laghi, con qualche consiglio semplice ma mai scontato sugli accorgimenti da adottare per non essere morsi: ad esempio evitare di infilare le mani nelle fessure dei muretti a secco dove possono nascondersi le loro tane. Continuiamo a passeggiare per il centro tra quelle creature silenti, beatamente addormentate: serpenti a sonagli, cobra, pitoni, mamba. Non c’è da stupirsi che se ne stiano per tutto il tempo così quiete. Bin mi spiega che passano l’85 per cento della loro vita a dormire. Beati loro! I serpenti sono infatti animali piuttosto pigri, che cercano di minimizzare il più possibile il dispendio di energia, passando anche buona parte dell’anno in “stand-by”,
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durante il letargo invernale, oppure, nei climi tropicali, ibernandosi sotto terra per trovare refrigerio all’eccesso di calore. Il re di Reptiland è il mamba, un grosso esemplare albino color rosa, che se ne sta assopito e attorcigliato come un grosso gomitolo rosa. È il serpente più velenoso al mondo: un suo morso può paralizzare per sempre una persona. “Dobbiamo pensare però – continua Bin – che i serpenti di per sé non sono animali aggressivi, ma hanno paura esattamente come noi, anzi, i più velenosi sono anche i più timorosi, che tenderebbero a rimanere rintanati oppure a fuggire”. Ma quanti casi effettivi di morsi da serpente ci sono? “Ogni anno in Italia circa centocinquanta segnalazioni da parte del pronto soccorso, che comprendono sia attacchi di serpenti velenosi che innocui. I decessi veri e propri però sono rari. Tuttavia non
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vanno sottovalutati.” Lo stesso signor Bin ne sa qualcosa. Molti anni fa la sua passione per questi animali gli ha procurato un bel morso alla mano, fortunatamente senza conseguenze. D’altronde capita a tutti di farsi del male durante il proprio lavoro! Accanto ai corpi assopiti dei serpenti, racchiuse da teche di vetro spiccano le ali delle farfalle da tutto il mondo con un tripudio di azzurri, gialli e marroni: Vanesse, Farfalle Foglia, Farfalle Civetta, addirittura una Farfalla Cobra, così chiamata per il disegno delle ali che ricorda quello dell’omonimo serpente. E ancora, nei loro terrari zampettano con le gambette pelose migali e tarantole, oppure i misteriosi ragni dalle ginocchia rosse. Ma spuntano anche i minacciosi pungiglioni degli scorpioni, lo scarabeo chiamato, non a caso, Golia e l’insetto stecco. Ma tra tutti questi animali, chiediamo al signor Bin, chi
quando piovevano vipere dal cielo…
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na leggenda metropolitana vuole che nelle regioni del Nord Italia e paesi limitrofi come Francia, Austria e Svizzera ci sia la credenza che talvolta degli elicotteri misteriosi sorvolino i nostri boschi per scaricare un’insidiosa zavorra di vipere, infilate in sacchetti di plastica, scatole o addirittura sfuse. Colpa di un qualche slancio ecologista di WWF, Verdi o Guardie Forestali per ripopolare le nostre zone? Esperimenti delle aziende farmaceutiche? Oppure addirittura opera di qualche misterioso estremista cercatore di funghi? In realtà si tratta solo di una leggenda, derivante ancora una volta da quell’alone di terrore che incute il serpente, emblema del lato più selvaggio e incontrollabile della natura, pronto a risvegliarsi dal soffocamento cui lo costringe il nostro mondo antropizzato. Non c’è da preoccuparsi quindi, si può andare a passeggiare tranquillamente nei boschi senza il rischio di imprevisti in caduta libera! è il più anziano, il più veterano abitante del centro? È un esemplare di Crotalo dei Boschi, ovvero un serpente a sonagli del Sudamerica, nato nel 1988, praticamente insieme a Reptiland. Lo segue di poco un Crotalo Atroce classe ’90, un’età veramente invidiabile per uno della loro specie, paragonabile ai novant’anni di un essere umano! La visita è terminata ma il signor Bin potrebbe raccontare ancora un sacco di cose sui suoi serpenti. Allora una domanda sorge spontanea: Ma lei, mi tolga una curiosità, per caso era uno
di quei bambini che già da piccoli scorazzavano fuori casa andando a cercare animali selvatici? Con un sorriso il signor Bin mi racconta che in effetti è così. Fin da piccolo, nei territori ancora incontaminati vicino a Bussolengo, lui e i suoi compagni di gioco si avventuravano in scorrerie in mezzo alla natura, vicino agli argini dell’Adige, per osservare e conoscere gli animali. Una curiosità che gli ha permesso di collezionare tante piccole esperienze, premesse a quel futuro che ha fatto nascere Reptiland. ■
di Tiziana Tomasini
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ella rara mattinata assolata di un maggio ancora acerbo, risulta piacevole anche quell’angolo di paesaggio che conduce a Trento Nord, nonostante le costanti raffiche di vento ed i mastodontici movimenti dei mezzi pesanti. Certo, per coloro i quali passano solo occasionalmente in zona, trovare il ristorante vegano non è per niente facile: in questo dedalo di rettilinei tutti uguali o molto simili, costellati da capannoni industriali, si finisce per perdere il senso dell’orientamento. Sostenuti dalle precise quanto dettagliate indicazioni forniteci dalla recensione enogastronomica curata da Francesca Negri sul numero di aprile, riconosciamo finalmente il locale e ci accingiamo a scoprire il mondo vegano in versione
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vegani Un locale decisamente alternativo per filosofia alimentare e posizione geografica; un credo gastronomico (e di vita) approdato con convinzione all’Interporto di Trento, tra condivisioni e graditi consensi. Con qualche nube all’orizzontE
trentina. E se il buongiorno si vede dal mattino, il profumo invitante che serpeggia in sottofondo lascia intendere un menù decisamente appetitoso, anche per i meno esperti del settore. Cinzia Detassis – titolare e
chef, affiancata nell’attività dalla figlia Sheila – ci accoglie nella classica tenuta bianca d’ordinanza e ci fa accomodare in quello che definisce il suo “regno”, la cucina. Il suo sguardo intenso ed il suo sorriso comunicano all’istan-
te il suo grande entusiasmo: si capisce che la sua è una scelta motivata da profonde convinzioni, frutto di uno stile di vita attento ed altamente sensibile alle tematiche alimentari. Ma non solo. Cinzia parla di un orientamento essenzialmente etico, prima ancora che salutista. Il principio fondamentale del mondo vegano si muove su una decisa linea ideologica, che va contro lo sfruttamento degli animali ed aborrisce il sistema dei grandi allevamenti. Tale scelta di vita non abbraccia solo il settore gastronomico, ma riguarda l’intero modus vivendi di un individuo: ad esempio nessun indumento in pelle
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WAY OUT Abbigliamento & accessori DONNA UOMO BAMBINO
Info Il ristorante si trova in via S. Sebastian 21, zona Interporto, oltre il semaforo della pesa dei camion. La sala è disponibile per cene, compleanni, feste; per tali eventi non è richiesto pagamento supplementare. La titolare si rende disponibile anche a domicilio per la preparazione di pietanze. Naturalmente a tema vegan. Chiuso lunedì e domenica a pranzo. Tel. 0461.1900774.
vazioni animali: vini bianchi sbiancati con albume d’uovo e colla di pesce, vini rossi colorati con sangue di bovino. A garanzia di genuinità, nel suo locale si degustano vini prodotti sul territorio, come ad esempio quelli della cantina Gaierhof. E nella sua cucina cosa si trova? Niente carne, pesce, uova, latte e derivati. Ed alla banale ma pur istintiva domanda – “Sì, ma allora cosa si mangia?” posta sovente con spontanea disinvoltura sia dal carnivoro pentito che dal simpatizzante erbivoro come dal curioso avventore – Cinzia scioglie ogni dubbio e chiarisce che esiste un valido quanto gustoso sostituto della carne, il seitan: tale alimento vegetale, ricavato dal glutine del grano, ha sapore e consistenza del tutto simili alla parte animale, ed inoltre vanta un apporto ridotto di grassi. Con il seitan si possono realizzare ricette alternative e tradizionali: gli hamburger vegetali sono richiestissimi ed apprezzati, ma anche le portate più classiche sono largamente condivise. Una delle forti scommesse (peraltro vinta) è stata, in tempi recenti, la cena trentina con tanto di canederli; indimenticabile anche la pasta alla carbonara, vera sfida in versione vegetale! La connotazione del locale spazia su vari fronti culinari ma si autodefinisce fast food di stampo vegetale: tra i cibi veloci va ricordata la pizza, il cui tradizionale formaggio è
ORARIO: Lunedì 15.30-19.00 Dal martedì al venerdì 09.00-12.00 15.30-19.00 Sabato 10.00-18.00
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o in lana, nel totale rispetto dell’inconsapevole “produttore”. La grande rete dell’informazione ci rende oggi tutti più preparati ed edotti su questi argomenti, ma forse non tutti sanno che anche il pesce soffre e che non emette suoni, ma ultrasuoni riconducibili ad uno stato di sofferenza; pochi conoscono le torture e le amputazioni inflitte a maiali e pulcini negli allevamenti; raramente si parla dell’allontanamento del vitello dalla mucca per incrementare la produzione di latte. Presi dal nostro egoistico mondo, ci dimentichiamo di quello degli animali e crediamo sia tutto a nostra disposizione. Ed è lapidaria, Cinzia, quando esclama: ”Nel momento in cui mangiamo carne abbiamo, a tutti gli effetti, un cadavere in corpo”. Tante poi le sofisticazioni alimentari realizzate con deri-
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IL PARERE DEL DIETOLOGO Ma la medicina cosa ne pensa? Il veganismo prevede un regime alimentare equilibrato? Chiunque può diventare vegano? Il dottor Michele Pizzinini – dietologo del Centro Salute di via Milano 118 a Trento – evidenzia come la dieta vegana sia fondamentalmente una scelta filosofica, da affrontare con un’adeguata preparazione ed una certa cultura nell’ambito nutrizionale. Tale scelta deve essere comunque intrapresa da un adulto, perché il regime vegano, escludendo le proteine animali, presenta carenze di vitamine e di elementi quali ferro e zinco. Per questo motivo, non si può certo dire che sia la più salutare… In particolare, la scarsità della vitamina B12 può comportare, nei figli di vegani, l’insorgere di problemi di tipo neurologico, traducibili in malformazioni o veri e propri deficit a livello cerebrale. Alla luce di queste considerazioni, tale dieta non è consigliata per i bambini, che necessitano – in fase di crescita – di una certa quantità di proteine animali. Da un punto di vista salutare “vero”, queste proteine hanno un valore alimentare e tale valore va riconosciuto. Paradossalmente, un recente studio della FAO, riporta che nel 2050 ci saranno nove miliardi di abitanti sul pianeta; sarà quindi necessario raddoppiare la produzione mondiale di cibo indirizzandosi al consumo di insetti (semplice e conveniente, già oggi attuato da ben due miliardi di persone!) per sopperire alla mancanza di carne… Senza arrivare a certe scelte, un apporto moderato di carne è certamente consigliabile.
sostituito da un componente formato da un impasto di burro di cacao. “Praticamente impossibile cogliere la differenza!” aggiunge Cinzia soddisfatta delle sue creazioni. E poi la scoperta delle alghe, estremamente duttili e adatte a tante preparazioni quanto ricche di vitamine e di elementi nutrizionali, come rame e potassio. Ma cosa ne pensano i trentini del mondo vegano? Chi e con quali motivazioni si muove dalla città per un pranzo piuttosto che una cena in quel dell’Interporto? L’elenco è lungo: ci sono i patiti della macrobiotica, ci sono i celiaci (per i quali sono costruiti percorsi gastronomici ad hoc) ed i “cugini” vegetariani, ma non mancano quelli che si dichiarano onnivori, desiderosi di provare e sperimentare novità. E, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ci sono solo persone di giova40
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ne età: si possono includere nella clientela tante persone anziane, motivate dagli indiscutibili benefici di una dieta sana e naturale. Nessuno passa per caso da “Codamacchiata” (eccetto forse qualche camionista!): chi vuole assaggiare un po’ di questo mondo si muove in modo più consapevole e meno occasionale rispetto alle consuete scelte di menù. A sostegno di questo assunto, il fatto che il lancio del locale ha giocato molto su un buon passaparola. E da queste parti giungono avventori perfino dal Veneto e dalla Toscana: pare che il locale sia l’unico con questa esclusiva offerta culinaria, non fiancheggiata da altri tipi di cucina. E se le note festose andranno a breve a riempire il locale nel venerdì sera con le serate live, quelle dolenti lasciano intravedere un futuro non proprio certo e solido, pur con re-
censioni positive e commenti incoraggianti: mancano ancora sedie e tavoli (quanto è presente nella coloratissima sala proviene da una raccolta promossa su social network) ed è in programma per i primi di giugno una cena finalizzata alla raccolta fondi per sostenere le ingenti spese che incidono in maniera rilevante sulla gestione del ristorante vegano, tanto da mettere in discussione la sopravvivenza del locale. La stessa scelta di aprire così decentrati e lontani dalla città è di natura sostanzialmente economica; Cinzia, sorridendo, afferma che “se trovassi un socio finanziario, aprirei subito in centro!”
Intanto si è fatto quasi mezzogiorno. Cinzia ci saluta con l’ultimo sogno: un ristorante vegano circondato da un pezzo di terreno per ospitare gli animali. Vivi. Non possiamo dirle “in bocca al lupo”, non gradirebbe. Ma raccogliamo volentieri la sua interpretazione di ristorazione, che è giusto compaia e rimanga nel vasto panorama regionale. Quasi sulla soglia, un’ultima curiosità: perché il nome “Codamacchiata”? In onore dei nativi d’America, in particolare del figlio di Cavallo Pazzo, uno dei tanti indiani così profondamente rispettosi nei confronti della natura. Come abbiamo fatto ■ a non pensarci.
VEGANI FAMOSI Il pensiero vegano (da vegan, parola contenente le prime e le ultime tre lettere del termine vegetarian, per indicare l’inizio e la fine del vegetarianismo, che in qualche sua espressione prevede l’utilizzo di uova, pesce e latticini) si basa sul rifiuto dello sfruttamento degli animali, sotto ogni aspetto. In concreto, la dieta alimentare di chi condivide questa linea esclude il consumo di qualsiasi animale e dei suoi derivati; allargando il campo, lo stile di vita non contempla l’uso di lana, pelle, piume per abbigliamento ed arredo e non condivide l’uso di animali per sperimentazioni scientifiche e cosmetiche, come del resto l’impiego degli stessi nel mondo circense e dello spettacolo. Ma quanti hanno effettuato questa scelta? Molti più di quanto si possa pensare. I big stranieri che hanno abbracciato il veganismo sono numerosi – Paul McCartney, Moby, Natalie Portman, Pamela Anderson, Prince, Paris Hilton, Jim Carrey, tanto per citarne alcuni – ma anche gli italiani famosi sono tanti: Red Ronnie (le sue figlie sono cresciute senza proteine animali e, a differenza dei coetanei, non si ammalano mai), il prof. Umberto Veronesi, Margherita Hack, Moni Ovadia, Adriano Celentano, Jovanotti, Gianni Morandi, Franco Battiato. Non mancano nemmeno i grandi nomi nel mondo dello sport: Carl Lewis, Martina Navratilova, Edwin Moses, Dorina Vaccaroni. E i vegani storici? Partendo da Pitagora, si possono ricordare Leonardo da Vinci, Lev Tolstoj, Albert Einstein, Martin Luther King e (facilmente intuibile) il mitico Mohandas “Mahatma” Gandhi. E c’è pure Lisa Simpson degli amatissimi cartoons, diventata vegana dopo una visita allo zoo di Sprigfield!
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di Paolo Chiesa
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nizialmente questo avrebbe dovuto essere un articolo sul “Gruppo Grotte Selva” di Grigno, in Valsugana. Poi ho incontrato Ruggero Marighetti, che ne è il vulcanico presidente. Un uomo appassionato di speleologia e di Storia, ma anche delle storie del suo paese e della sua gente, con il quale gli argomenti di conversazione sono tanti. E tra le pieghe dei suoi racconti l’articolo ha deciso da sé che stavolta si sarebbe parlato di lei, della grotta della Bigonda, alla quale comunque le storie di Ruggero e del suo Gruppo sono indissolubilmente legati. Ma andiamo con ordine. Ruggero Marighetti mi accoglie nella sua casa di Grigno, “costruita tutta da solo, in tre anni di lavoro, la sera, dopo cena”, dove le casse dello stereo diffondono un nostalgico sottofondo di canzoni degli anni ’60. Dopo avere litigato un po’ con il computer, mi fa vedere un archivio digitale con più di 20 mila foto speleologiche e centinaia di file dove c’è la storia del Gruppo: verbali, disegni, piante e le relazioni delle escursioni compiute dal Gruppo nel ventre della terra. Si tratta del frutto delle 6/7 ore che, nelle sue giornate di pensionato delle Ferrovie, Ruggero dedica al “Gruppo Grotte”. Ed è qui che inizia il
Ruggero Marighetti
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LA GROTTA DELLA BIGONDA SiaMo a grigno valsugana... ma sotto terra insieme a marighetti e i suoi speleologi: UN GRUPPO DI VALSUGANOTTI che continuano la tradizione ESPLORANdo LE VISCERE DELLA TERRA
racconto della Bigonda, scoperta casualmente nel 1952 durante la ricerca dell’acqua per la costruzione di un acquedotto da alcuni giovani di Selva guidati da Eraldo Marighetti (il nonno di Ruggero). La grotta si aprì dopo il prosciugamento del laghetto antistante e venne esplorata dai giovani della frazione, ai quali si affiancarono in un secondo momento i componenti del Gruppo Grotte della S.A.T. di Trento. Insieme rilevarono la topografia della grotta per quasi tre chilometri di sviluppo. Venne quindi coinvolto il Museo Tridentino di Scienze naturali. Quattro anni dopo, nel 1956 che nasce il “Gruppo Grotte Selva” di Grigno, sotto la guida di Eraldo Marighetti. E ora, scorrendo l’imponente archivio di suo nipote Ruggero, e ascoltandolo ripescare nell’enormità dei suoi ricordi personali, si può delineare il percorso di
questa associazione e della Grotta della Bigonda, che ne è il simbolo. Scopriamo così che poco dopo la sua nascita, per 10 anni la grotta rimase chiusa per mancanza di mezzi adeguati per esplorarla. Solo nel 1966 la Bigonda venne riaperta con la collaborazione del Gruppo Grotte S.A.T. Roner di Rovereto. Per renderla visitabile si dovette svuotare il lago a sifone che perennemente
Pianta Grotta della Bigonda
ne impedisce l’accesso e solo con tubazioni e pompe si riuscì per alcuni giorni a tenerne aperto il passaggio. Ruggero mi dice che nella grotta si può entrare solo d’inverno, quando il freddo impedisce che si riempia di acqua perché sarebbe un grande pericolo per chi la esplora: “In caso di piene, dalla bocca della caverna escono circa 20 metri cubi di acqua al secondo”. Negli
trentinoattualità anni ’70 il Gruppo installò un sifone fisso all’ingresso della grotta, per permettere lo svuotamento del lago iniziale in poco meno di 70 ore e si dotò di attrezzature sempre più adatte a un’esplorazione che si faceva via via più interessante, ma anche impegnativa. I suoi componenti si specializzarono sempre di più, anche in speleologia subacquea. All’inizio degli anni ’80 cinque speleologi del Gruppo rimasero bloccati per 16 ore al di là di un sifone e solo con l’aiuto dei compagni all’esterno riuscirono a tornare in superficie. Negli anni ’90 in Bigonda si superono i 20mila metri di sviluppo totale. Per farlo, i membri del Gruppo esplorarono nuove gallerie nelle zone più interne della grotta e dovettero camminare per circa 14 ore, superando un dislivello totale di circa 600 metri scendendo e risalendo per gli “stivali” e i vari pozzi. All’inizio dello scorso decennio, dopo varie spedizioni, venne superata una diaclasi, cioè una spaccatura della massa rocciosa, di oltre 120 metri. Dalla sua cima partivano altre gallerie e si arrivò alla “Diaclasi Eraldo”, la cui scalata portò a superare i 30 mila metri di sviluppo totale della Bigonda. Ruggero è veramente una miniera di ricordi, dove agli argomenti riguardanti la speleologia si affiancano racconti di archeologia, di storia e di solidarietà tra appassionati
di geologia. Mi dice che la fine dell’inverno 2012, che coincide con la stagione propizia per le esplorazioni, ha visto il Gruppo compiere varie uscite in zone inesplorate nei piani intermedi della Bigonda, la scalata sulla diaclasi Eraldo e il raggiungimento di un centinaio di metri di percorso oltre la stessa che viene chiamata il “Duomo d’Eraldo”. Il Gruppo ha effettuato dalla sua nascita 8582 (!) uscite (tutte ovviamente documentate) e attualmente conta 30 componenti e come detto, ogni fine settimana organizza le sue esplorazioni, anche se in questo caso si tratta in realtà di “entrate”, visto che si spinge nelle profondità della Terra. Ma non solo: “il nostro Gruppo, da quel lontano 1956, rileva tutte le cavità della zona della Valsugana e degli altipiani del Tesino e dei Sette Comuni, anche se si sposta a volte nel resto del Trentino”. Infatti Ruggero ha anche il ruolo di “Catastatore”, perché le grotte scoperte vanno registrate e il loro sviluppo va misurato e riportato in pianta. E qui dai file del computer di casa Marighetti escono anche le piantine e le proiezioni tridimensionali della Bigonda e delle altre cavità esplorate dal Gruppo. Ecco, questa è la storia della Bigonda e del Gruppo che ne conosce ogni metro e ne custodisce ogni segreto. Un compito sicuramente appassionante e piacevole per questi speleologi che fanno riferimento a quella che, con i suoi 36mila e 300 metri, è, dice con orgoglio Ruggero: “la terza grotta in Italia per sviluppo totale, ma è la prima tra quelle dotate di ingresso unico”. Finiamo la nostra chiacchierata, rendendoci conto di quanto ancora ci sarebbe da raccontare sull’argomento, vista la mole di documentazione e di “storie di pietra” emerse, quasi magicamente, dal sottosuolo. ■
di Ferrai Bellucco Alessandra
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trentinoincontri di Giovanni Bettini
Quando Coppi arrivò secondo La storia di Vasco Modena e della sua memorabile impresa del 1956 al trofeo Bernocchi, quando a cronometro distaccò di 42 secondi il “Campionissimo”
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ui, Vasco Modena, è nato a Mori il 17 luglio del 1929 e oggi abita a Trento, prima periferia ai piedi di una salita, all’ombra di pacchiane costruzioni in cemento, simbolo di un’epoca targata progresso decaduta troppo in fretta. Lui, Vasco, come lo chiamato tutti da queste parti è stato corridore. Professionista per essere chiari, in un ciclismo “rock” fatto di passione e tasche vuote, in un’era dove l’uomo solo al comando della corsa accendeva l’entusiasmo della gente lungo il palcoscenico della strada. Fughe, scatti e distacchi. In fuga dalla povertà, dagli stenti del secondo dopoguerra, alla ricerca di sé stessi. «In famiglia eravamo in otto: mio padre faceva il calzolaio mentre mia madre pensava a far crescere sei figli – attacca 44
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Modena mentre la memoria torna alle radici con un sorriso luminoso crocevia tra malinconia e ricordo. «Erano tempi in cui non c’era niente, anzi qualcosa c’era: la fame, così in famiglia bisognava darsi da fare. Io ho avuto la fortuna di poter studiare e per questo ancora oggi ringrazio i miei genitori”. Terminate le scuole commerciali a Rovereto, Vasco comincia a vendere sapone su e giù per le valli del Trentino, dopo aver lavorato nelle ferrovie negli anni della guerra. «Salivo la mattina nei paesi di montagna – racconta Modena – i soldi erano pochi così la gente mi pagava in... uova. Una volta tornato a valle dovevo pensare a rivendere la merce per pagare il fornitore». E quando non c’era il sapone arrivava come una provvidenza la raccolta delle mele. A 19 anni, Vasco decide di inseguire il suo sogno: diventare un ciclista professionista. Una speranza e 15mila lire nel portafoglio che profumano di sacrificio, entusiasmo e prima bicicletta, poi le prime gare e una voglia matta di staccare tutti per andare in fuga: «Mi
trentinoincontri sentivo felice. Volevo sempre uscire dal gruppo perché non ero scaltro e poco abituato a stare in mezzo a tanti altri corridori. In questo modo riuscivo anche ad evitare i pericoli e le cadute, ma una volta giù dal Croce d’Aune ero al comando di una corsa quando ritrovai davanti a me un corridore: era appena smontato da un’auto che aveva tagliato il percorso». Tra un attacco e l’altro, schivando anche gli imbrogli, Modena, allora dilettante, comincia a mietere successi seminando gli avversari: Giro del Garda, Giro della Bolghera, Trento-Bondone, Coppa San Geo, Trofeo Pizzoli: sono solo alcuni dei più importanti successi snocciolati a parole dall’ex corridore trentino, documentati in un vecchio quaderno, libro sacro della liturgia dei ricordi. «E pensare che ad un paio d’ore dal via della Merano-Malles, una delle mie prime corse, arrivai al ritrovo di partenza da solo, dopo aver preso il treno con la bicicletta al seguito, mangiando “poenta e renga” (polenta e aringa, n.d.r.) ai giardini pubblici». Le stagioni passano, le vittorie aumentano, ma non basta. Modena esce di casa in cerca di fortuna. «Era il 1955 e allora correvo nel G.S.Coiano di Prato. Mio padre mi scrisse una lettera dicendomi di tornare a casa perché era arrivata un’opportunità per passare tra i professionisti. In Toscana allora mi allenavo e lavoravo come magazziniere nell’azienda che sponsorizzava la squadra, ma decisi di mollare tutto per provare a fare il salto di categoria». 1956, 1957, 1958. Tre stagioni tra
i grandi, troppo poco per segnare un’epoca, ma abbastanza per entrare nell’albo d’oro della coppa Bernocchi, classicissima di metà stagione, infinita corsa di 108 chilometri da percorrere in solitaria: contro il vento, contro il cronometro, contro sé stessi. «La settimana prima della Bernocchi, mi stavo allenando sul lago di Garda, tra Riva e Torbole. Un signore mi sorpassò in sella ad una Lambretta ed io non mi feci sfuggire l’occasione per fare un po’ di dietro motori. L’accomodante signore, esaudiva le mie richieste, aumentando progressivamente la velocità, ma un certo punto si voltò e mi disse “Guarda che sono al massimo”. Mulinavo i pedali oltre i sessanta all’ora. Poi rallentò e mi chiese “Ti stai preparando per una gara?”, io risposi di sì e di contro lui mi disse “allora sei pronto per vincere!”». Una profezia che si avvera il 30 settembre del 1956. “Quel giorno a Legnano partì anche Coppi – ricorda Modena – ma a quei
tempi correre una gara del genere contro Fausto significava lottare per conquistare il secondo posto, così partii con l’obiettivo di provare a piazzarmi fra i primi cinque. Pochi istanti dopo aver terminato la prova vidi Coppi sul podio con i fiori in mano e senza rimpianti mi diressi verso il vicino albergo per la doccia” – “Mi stavo rivestendo quando dal cortile sentii urlare il mio nome: erano gli organizzatori, mi comunicarono che il vincitore ero io. Avevo battuto Fausto per 42 secondi”. Pochi giorni dopo a Milano prima di una kermesse, Hugo Koblet avvicina Modena tirandogli scherzosamente le
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BORSE DI STUDIO 2013 DELLA FONDAZIONE CASSA RURALE DI TRENTO La Fondazione Cassa Rurale di Trento istituisce 3 borse di studio del valore di 12.000 euro ciascuna, destinate a giovani laureati, residenti nel comune di La domanda di partecipazione è gratuita
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trentinoincontri povero e non sei nessuno, ma se vinci loro sono costretti a pagarti di più”. Nella primavera del 1958, Vasco decide di dire basta con il ciclismo. La moglie è a casa in dolce attesa, lui in Belgio a correre la Liegi-Bastogne-Liegi sotto il diluvio. Modena si rifugia sotto una tettoia e viene riconosciuto da un gruppo di immigrati italiani che gli offrono una doccia e un piatto caldo. Riparte dopo un’ora, recupera fino ad arrivare nelle
prime posizioni, poi dice basta, saluta tutti e torna a casa. Vasco Modena oggi vive in silenzio, con umiltà, senza pubblicità, abitando provincie di umani ricordi e regioni di sportivi significati. «Arrivai sul traguardo della Bernocchi in ciabatte, ma Coppi se n’era già andato. Avrei voluto dirgli solo una cosa: non mi sentivo un corridore che l’aveva battuto, ma semplicemente uno che quel giorno gli era arrivato davanti» ■
orecchie: “Giovane, l’hai combinata grossa alla Bernocchi”. Nell’ambiente del ciclismo comincia a girare la voce che un giovane promettente ha battuto Coppi a cronometro, ma quella voce sarà destinata a rimanere nella leggenda, per sempre. A Modena non viene mai più concessa l’opportunità di sfidare il Campionissimo e a Vasco ritornano nella mente le parole dell’ex compagno di squadra e amico Giannino Piccol Roaz: “Se non vinci rimani un
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di Silvia Tarter
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urtroppo sono diventati notizia quotidiana i casi di imprenditori costretti a chiudere le proprie aziende, o che arrivano al punto di suicidarsi perché strozzati dalle imposte, da debiti che non riescono più a sostenere. È anche per prevenire situazioni tanto estreme che è nato l’ufficio del Garante del Contribuente. In realtà questa figura è stata istituita già 13 anni fa nel 2000 (art. 13 della legge del 27 luglio) e quindi non è affatto nuova. Solo dal 2011 però agisce come “organo monocratico”, individualmente e in maniera indipendente in tutte le regioni d’Italia. Infatti è totalmente autonoma ed è nominata dal Presidente della Commissione Tributaria Regionale. In Trentino Alto Adige operano due Garanti: uno in Provincia di Trento e uno a Bolzano. Abbiamo incontrato, l’avvocato Andrea Di Francia. Ma chi è esattamente il Garante del Contribuente? “Per definizione è il “termometro” dello stato di salute dei rapporti tra fisco e contribuenti, il vero e proprio “guardiano” della fiducia del cittadino verso l’Amministrazione finanziaria. Per garantire questa fiducia ci vuole qualcuno che possa mediare tra cittadini e Amministrazione, raccogliendo segnalazioni di casi problematici e cercando di intervenire. Il Garante opera a tal pro rapportandosi anche con il Parlamento, il Governo e il Ministero delle Finanze, presentando ogni sei mesi una relazione sull’attività svolta e sul rapporto tra contribuenti e Amministrazione finanziaria.” Quando si è resa necessaria una simile figura? Bisogna tornare a quando è stato emanato lo Statuto dei diritti del contribuente, nato grazie a Giovanni Marongiù per venire incontro ai cittadini 48
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L’amico dei contribuenti Forse lo si sente nominare poco, oppure lo si ignora proprio, ma a Trento all’Agenzia delle Entrate esiste un ufficio che svolge un servizio gratuito, dove qualcuno si occupa di garantire i diritti del contribuente. Siamo andati a parlare con l’avvocato Di Francia che si “perdevano” in mezzo a tutta quella burocrazia dominante negli anni ’80-’90. Pensi che siamo l’unico paese in cui esiste un simile Statuto e ora anche nel resto del mondo si va verso l’elaborazione di uno “Statuto Universale”, una sorta di carta dei diritti del contribuente mondiale ispirata proprio al modello italiano! Qualcosa per cui l’Italia per una volta può rappresentare un esempio positivo, insomma. E questo Statuto del contribuente, su quali principi si basa? Amo ricordare quanto diceva Adam Smith già nel Settecento: “per indurre la gente a pagare le imposte è necessario, in primo luogo, che le leggi siano chiare, complete, non soggette a cambiamenti”. Il principio fondamentale dello Statuto quindi è quello della massima trasparenza e chiarezza delle norme fiscali, nonché una certa stabilità, perché anche ora come ora in Italia ci sono troppe norme, spesso poco chiare e soggette a continue modifiche, così che il cittadino perde l’orientamento e tutto questo non fa che accrescere sfiducia e malcontento nei confronti delle Amministrazioni. Credo che comprendere sia il primo passo, fondamentale, per in-
nescare dei comportamenti corretti rispettosi delle norme. Io sono convinto, infatti, che la gente sia mediamente dotata di buon senso, e tendenzialmente non cercherebbe di evadere le tasse, perché consapevole di quanto siano indispensabili per il funzionamento dei servizi e l’erogazione di beni pubblici. Naturalmente, l’aumento dell’evasione fiscale è anche legato alla crescente difficoltà economica. Nel momento in cui si intaccano le necessità primarie di una persona, penso alla cosiddetta piramide dei bisogni di Maslow, si inducono determinati comportamenti, cosa che forse, se ci fosse più tranquillità economica, accadrebbe in misura minore…
L’avvocato Andrea Di Francia
Certamente, lo stato di bisogno contribuisce a questo, ma c’è anche una sorta di pregiudizio culturale duro a morire: diciamo che anche a causa degli innumerevoli episodi di ruberie di denaro pubblico l’evasione viene giustificata, addirittura acclamata, senza ragionare sul fatto che chi evade arreca danno agli altri ma anche a se stesso! La gente insomma continua ad applaudire Robin Hood che la fa allo sceriffo di Sherwood, e provare un senso di repulsione di principio verso l’esattore, il pubblicano di biblica memoria. Se vedo il mio vicino di casa che non paga le tasse allora mi dico: e perché dovrei farlo io? Sono forse più stupido? Ma se invece il mio vicino di casa le paga sempre, io mi sentirei un verme se non facessi altrettanto… Dunque, come può porre rimedio una figura come quella del Garante del contribuente? E, nel caso concreto, come ci si rivolge a lei? Tengo a sottolineare prima di tutto che la mia figura non va considerata come un “difensore” del contribuente, ma un garante dei sui diritti, certamente, ma anche dei suoi doveri. Io sono solo un difensore della legalità. I cittadini posso-
trentinoattualità l’Amministrazione Finanziaria? Generalmente sì. Fino ad ora mi sono occupato di 27 casi, che non sono molti, anche perché bisogna dirlo a rassicurazione dei suoi abitanti, il Trentino è ancora un’isola felice e l’Amministrazione Finanziaria funziona molto bene. Qui all’Agenzia delle Entrate il personale cerca sempre di venire incontro al cittadino con la massima disponibilità. Bisogna sfatare un po’ quella naturale diffidenza che suscita immediatamente il riferimento all’Amministrazione Finanziaria. Poi, beh, è chiaro che a mangiare si fa sempre qualche briciola… In questo nuovo compito qual è il suo obiettivo? Cosa si propone di riuscire a realizzare rispetto a quanto è stato fatto prima? Il 16 maggio si è rivolta a me una signora e dopo averla ascoltata ed indirizzata mi ha detto : “in una giornata di così intensa pioggia ho visto l’arcobaleno”. Ecco, questo è il mio obiettivo, mettermi a disposizione di tutti, singoli, enti pubblici e privati… nel possibile delle mie competenze. Vorrei che la mia azione contribuisse a far ritrovare la fiducia nei confronti delle istituzioni, capire che ciò deve essere alla base di un rapporto di necessaria reciprocità. Dobbiamo metterci in testa che siamo tutti coinvolti, il problema di un’azienda che fatica a sopravvivere all’imposizione fiscale non riguarda solo ed esclusivamente quel datore di lavoro e quell’azienda, ma i dipendenti che ci lavorano, i clienti ecc. perché tutto è indissolubilmente connesso. Per questo innescare un meccanismo di fiducia, di trasparenza, può essere un modo per prevenire molte tragedie e tentare di uscire da questa situazione di stagnante rassegnazione, nonché per contrastare efficacemente l’evasione fiscale che contribuisce ad affliggere la nostra economia. ■
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no contattarmi raggiungendomi qui nel mio ufficio, oppure inviare delle segnalazioni via mail, riportando naturalmente tutti i dati personali. La mia figura è chiamata a intervenire in caso di malfunzionamenti, anomalie, irregolarità nell’operato dell’Amministrazione finanziaria cosa che capita per lo più in merito alle sanzioni: per pochi giorni di ritardo del pagamento di un tributo il cittadino non può pagare una sanzione in misura piena. E se non è in grado di pagare perché non dispone di sufficiente denaro non può essere sanzionato, la sua capacità reale è quella che esprime la sua capacità contributiva. In altri termini, chi vive con 400 euro di pensione al mese non è colpevole se si trova impossibilitata a pagare. Ritornando alle modalità per contattarmi, anche gli organi di stampa per me sono fondamentali per ricevere segnalazioni. Penso al caso di quella signora pubblicato solo pochi giorni fa su un quotidiano locale, costretta a vivere con pochi euro al mese. Dopo averlo letto sono intervenuto immediatamente. E come interviene una volta ricevute le segnalazioni? Posso muovermi ad esempio richiedendo documenti agli Uffici competenti in caso di lamentele specifiche, oppure richiamando gli uffici ai loro doveri quali il rispetto dei termini previsti per il rimborso delle spese, posso attivare procedure di accertamento in casi di sanzioni pecuniarie particolarmente elevate ecc. Per i cittadini sarebbe utile, per conoscermi e capire dove e come opero, leggere la carta servizi, un opuscolo informativo che possono reperire all’Urp di Trento. Vorrei però fare una puntualizzazione: rivolgersi a me non sospende i termini per il ricorso alla Commissione Tributaria. Dal 10 di aprile di quest’anno, i suoi interventi hanno avuto buon esito presso
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di Nicola Tomasi
Fino alla fine del mondo
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aterina (5 anni) e Silvia (3 anni) avevano un sogno: raggiungere la fine del mondo. “Un posto bellissimo dove le fate del cielo incontrano le sirenette del mare”, immaginava Caterina. L’anno scorso le due piccole pellegrine sono partite da Saint Jean Pied de Port in Francia; dopo 900 chilometri e 39 giorni attraverso il nord della Spagna hanno raggiunto la mitica Finisterre, percorrendo il Cammino di Santiago. Quest’anno le due giramondo, sui passeggini spinti da mamma e papà, ci riprovano su un tracciato storico, ma molto meno battuto: a metà luglio partiranno da Lisbona per attraversare tutto il Portogallo da Sud a Nord, sconfinando in Galizia ancora una volta fino a Santiago per un totale di circa 650 chilometri. Il loro sarà anche un Cammino di solidarietà, in favore dell’Associazione trentina fibrosi cistica (presente alla conferenza stampa organizzata presso Format con la presidente Bruna Cainelli e il segretario Marco Pelz) e della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica. Sergio e Agata Damiani, ge50
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una famiglia in cammino contro la fibrosi cistica. L’anno scorso due piccole pellegrine sono partite dalla Francia e dopo 900 chilometri e 39 giorni attraverso il nord della Spagna hanno raggiunto la mitica Finisterre... nitori delle piccole, insieme all’associazione, hanno fatto stampare alcune centinaia di cartoline con una foto dell’avventura dello scorso anno. Queste verranno vendute, attraverso il sito (www.associazionetrentinafibrosicistica.it), in occasione delle numerose iniziative sul territorio proposte dall’associazione, presso l’alt di Trento in via Manci al costo di 5 euro. I compratori non le porteranno a casa subito, ma vi apporranno il loro indirizzo in modo da riceverle direttamente dal Portogallo e dalla Spagna. Passo dopo passo, le cartoline ci segui-
ranno lungo il percorso insieme a chi, acquistandole, ha offerto un piccolo aiuto a tutti i bambini malati che ogni giorno affrontano una sfida – quella per sopravvivere – infinitamente più dura di un viaggio a piedi. Detratte le spese per il francobollo, l’incasso sarà tutto devoluto in favore dell’Associazione trentina fibrosi cistica, che supporta i malati e le loro famiglie, e della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, che porta avanti la speranza di una cura. Un modo per sostenere la lotta contro una grave malattia genetica, forse poco
conosciuta ma assai diffusa: un italiano su 25 ne è portatore sano. Tra questi c’è anche la piccola Silvia. Le bambine si preparano, come l’anno scorso, a vivere il Cammino di Santiago da vere pellegrine, dormendo in ostello o nelle caserme dei pompieri volontari, mangiando pane e pomodoro a bordo strada e incontrando amici di tutto il mondo. L’auspicio è che quest’anno la loro avventura possa, attraverso i “messaggi in bottiglia” delle cartoline, aiutare altri bambini e altre famiglie. Questa grande avventura sarà poi raccontata anche attraverso un documentario che avrà la particolarità di essere girato per intero con smartphone. Sarà possibile seguire i 30.000 passi al giorno della Famiglia in Cammino sul blog http://trentamilapassialgiorno.blogspot.it. LA MALATTIA La fibrosi cistica è la più comune delle malattie genetiche gravi, e compromette la vita di molte persone: nel mondo sono oltre 70.000. Viene trasmessa per via ereditaria dai genitori attraverso
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L’ASSOCIAZIONE
L’
Associazione Trentina Fibrosi Cistica onlus è un’organizzazione senza fini di lucro. Nasce nell’anno 2005 su iniziativa di alcuni genitori e sostenitori per essere un punto di riferimento per i pazienti e loro famigliari: offre sostegno e supporto nei confronti della istituzioni, è attiva per garantire i diritti del malato. L’associazione si prefigge, tra l’altro: di sostenere il Centro provinciale di supporto per la cura della fibrosi cistica, presso l’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto; di sostenere la ricerca scientifica collaborando con la Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, punto di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca scientifica con sede a Verona presso l’Ospedale Borgo Trento; di promuovere iniziative per favorire la conoscenza della fibrosi cistica, della malattia e le sue conseguenze, sensibilizzando l’opinione pubblica con manifestazioni, congressi, spettacoli. Per ulteriori informazioni: www.associazionetrentinafibrosicistica.it
Sempre emozione è. Zona escursionistica Merano 2000 Merano 2000 è il luogo ideale in cui passare una giornata all’insegna del movimento e della buona cucina. Conosciuta per il panorama spettacolare, l’area propone una delle offerte più ricche in termini di tempo libero e infrastrutture. Vanta una fitta rete di impianti di risalita, facili sentieri perfettamente contrassegnati e ottimi rifugi in cui fare sosta.
La nuova funivia La nuova funivia, considerata uno degli impianti a fune più spettacolari dell’Arco Alpino, porta in soli sette minuti ben 120 persone a cabina a 2.000 m d’altezza direttamente nel cuore dell’area escursionistica. La stazione intermedia rappresenta una vera attrazione per gli ospiti che possono salire e scendere tramite una spettacolare rampa.
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il gene mutato, gene CFTR, di cui è portatore il 4-5% della popolazione. È una malattia che accorcia la vita, guadagnata comunque al prezzo di intense e continue cure quotidiane. In Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi all’anno: ogni settimana nascono circa 4 nuovi malati, ma ogni settimana muore un malato. Secondo il Registro Nazionale Fibrosi Cistica i malati in vita al 31/12/2004 erano 4099 di cui 1742 (42%) adulti con più di 18 anni (172 avevano superato i 40 anni). L’età della diagnosi era entro gli 8 mesi di vita per il 50% dei malati, in età adulta per circa l’ 8%. Oggi si stima che i malati siano molti di più, tenuto conto che ci sono ancora dei limiti nel riconoscimento, soprattutto per le forme meno classiche di malattia e particolarmente nelle regioni dove non si effettua lo screening neonatale. Nelle regioni del Trentino Alto Adige e del Veneto, dove si effettua un
programma di screening neonatale di massa, l’incidenza osservata è di 1:2600 nati vivi. La malattia, che colpisce indifferentemente maschi e femmine, può manifestarsi più o meno precocemente e con gravità diversa, compromettendo l’apparato respiratorio: i bronchi si ostruiscono e si infettano con lesioni polmonari (broncopolmoniti o bronchiti ricorrenti, insufficienza cardio-respiratoria, pneumotorace); la fibrosi cistica provoca inoltre disturbi digestivi relativi all’insufficienza pancreatica (crescita rallentata); l’intestino si occlude, il fegato trattiene la bile, le secrezioni dense e poco scorrevoli occludono i dotti e canali. Oggi l’analisi genetica, cioè l’analisi di mutazione del gene, consente di riconoscere almeno l’85% dei portatori. È possibile effettuare la diagnosi prenatale della malattia, attraverso l’analisi sul feto alla 10° settimana di gravidanza, con la villocentesi. Grazie ai progressi della ricerca e delle cure, i bambini che nascono malati oggi hanno un’aspettativa di vita media di 40 anni, mentre cinquanta anni fa, quando è stata scoperta la malattia, non superavano l’infanzia. ■
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L’
evento avrà inizio alle ore 10, proseguendo fino a sera con intrattenimenti a tema come sfilate di abiti da sposa, presentazione bouquet da sposa, dimostrazioni di make up artists e hair stylist, esposizione di auto d’epoca e per i più piccoli giochi di prestigio, palloncini e simpatiche sorprese, il tutto accompagnato da musica e spettacoli di danza. Rendere il proprio matrimonio il giorno più bello della vita, è lo scopo per cui nasce questa manifestazione, infatti il presupposto principale è quello di mettere in contatto vari operatori commerciali con le future coppie di sposi. I visitatori potranno conoscere i maggiori professionisti del settore in un’unica location, via Suffragio, che per l’occasione sarà chiusa al traffico ed allestita a “nozze”, con l’apertura straordinaria di tutte le attività economiche del quartiere, in collaborazione con l’associazione Amici di via Suffragio e il patrocinio del Comune di Trento.
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lia Spose Vestito: AnnaGiu Stefano Foto: Matteo De
Foto: F
D Blum
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Ad accogliere i visitatori ci saranno aziende/ professionisti che sapranno proporre nuove idee, interpretando le tendenze del momento ed offrire suggerimenti, come le agenzie di viaggi per la pianificazione della luna di miele nelle località più
stand con professionisti del settore • organizzazione delle nozze spettacoli a tema • negozi aperti SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK
16 giugno 2013
Trento a Nozze Via Suffragio ore 10-21
IDEATO E ORGANIZZATO DA:
GRAFICA DI LAURA RUABEN
IN COLLABORAZIONE CON:
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Varsavia – Piazza del Caste
Polonia di Diamante Irti e Paolo Curcu
che sorpresa!
Viaggio da Danzica, nel nord della Polonia tra il mar Baltico, 1001 laghi e il parco naturale di Bialowieza, sino alla capitale Varsavia
Danzica
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iaggiare regala sempre belle emozioni e anche un viaggio in Polonia non potrà che stupirvi positivamente. Nell’immaginario collettivo si associa immediatamente a questo paese una storia di sofferenza, che nella seconda guerra mondiale ha toccato l’apice della follia umana. E sono ancora vivi i ricordi del coprifuoco imposto negli anni Ottanta da un regime sordo ed indifferente ai diritti della gente. Sarà per questa storia, sarà per via dei tanti stereotipi che nel tempo abbiamo accostato alla Polonia, ma è innegabile che raramente ci si pensa come a una destinazione turistica. Certo vi è una notevole frequentazione verso Cracovia, città graziata dalle distruzioni naziste e meta di un turismo religioso, ma la Polonia non
è solo Cracovia, anzi. Eccomi allora a proporvi una settimana di viaggio con destinazione nord della Polonia, un percorso che si snoda tra città, arte e natura. Il viaggio comincia nella parte nord del paese, dal mar Baltico ai confini con Russia e Bielorussia. In sole due ore di volo da Bergamo (con voli low cost come Wizzard il costo è davvero low!) si atterra a Danzica, Gdansk per i polacchi. Forse l’unica difficoltà pratica che si incontra viaggiando in Polonia è proprio la lingua. Ma appena messo piede su suolo polacco, la gentilezza e amabilità della gente del posto risolveranno ogni ostacolo linguistico. In fondo, per cavarsela, basta un’infarinatura di inglese o tedesco. Noleggiare una vettura vi sarà
molto utile nei vostri spostamenti ed è davvero facilissimo: così sarete pronti per visitare Danzica, un gioiello di città, vicinissima al mare. Ricostruita quasi integralmente dopo gli sfregi della seconda
guerra mondiale, merita almeno due giorni di permanenza per conoscerla e addentrarsi in una dimensione di arte e cultura, storia che si mescola a modernità. Da non perdere il Museo dell’ambra, che fa parte del museo storico, collocato in un’antica costruzione di fronte alla Porta d’oro, da cui inizia il percorso pedonale della via principale della città vecchia, la Via Reale. Qui si trovano la fontana del Nettuno, di fronte alla Corte di Re Artù ed il Municipio, al cui interno sono assolutamente da visitare le sale affrescate e decorate. Da vedere anche la casa Museo di Upaghen, per proseguire poi fino al fiume Motlawa sino al Museo Marittimo. Il cuore della città è un susseguirsi di piccoli negozi dove acquistare l’ambra, botteghe di artigiani, bar e ristoranti all’aperto, animati per tutto il giorno sino a tarda sera. La gastronomia del posto sarà un’altra bella sorpresa: ai piatti tipici come la zuppa tradizionale (zurek) e i ravioli ripieni (pierogi), si affiancano numerosi piatti di pesce e di carne. Non si
La cittadina di Sopot
possono tralasciare i luoghi simbolo della storia di Danzica e della Polonia, dove nacque il movimento Solidarnosc sotto la guida di Lech Walesa, che ha svolto un ruolo determinante nel porre fine al regime comunista polacco e in tutta l’Europa centrale. Per capire bene cosa accadde in quegli anni andate a visitare il Museo Solidarnosc. Danzica è il più grande porto della Polonia ed è situata a pochi chilometri dalla cittadina di Sopot sul mar Baltico, meta di vacanza per polacchi, tedeschi, russi e popolazioni del nord Europa. All’arrivo sarete catapultati su un’ampia spiaggia di sabbia fine e chiara, dove un pontile, il più lungo d’Europa (516 m. in legno), vi porterà direttamente sul mare. Sopot è un luogo di villeggiatura moderno, dinamico e attivo, con un centro storico brulicante di locali, eventi ed ogni forma di divertimento compreso il casinò. Da Sopot, prima di ripartire, fermatevi alla cattedrale cistercense di Olivia, dove troverete un organo della seconda metà del ‘700. Ogni giorno alle 12 un breve concerto vi permetterà di ammirare il meccanismo che collega i suoni ai movimenti delle parti statuarie dell’organo. Montate in auto e dopo pochi chilometri vi troverete a Elblag, il cui centro storico
eguagliava per bellezza quello di Danzica prima della seconda guerra mondiale. Potrete ammirare in centro storico la cattedrale di San Nicolas ricostruita e gli scorci che dalla cattedrale conducono alla strada principale, dove sono rimaste le originali volte in mattoni. Infine, con una piccola deviazione sulla strada per Ostroda visitate le antiche canalizzazioni a Jelonki, davvero interessanti dal punto di vista ingegneristico. Proseguite poi per Frombork, nella regione della Varmia, dove visitare assolutamente l’arcicattedrale risalente al XIV sec. È uno degli edifici di culto più belli di tutta l’Europa nord orientale, dal carattere medioevale e i dettagli gotici, dove il grande astronomo Niccolò Copernico visse come canonico, svolgendo importanti scoperte. Qui infatti ha sede il museo a lui intitolato. Tappa obbligata a Lidzbark Warminsky, per soggiornare nell’edificio ristrutturato, adibito a hotel, antistante l’antico castello del XIV sec. Si tratta di uno dei castelli meglio conservati, considerato la “perla delle regione Varmia”, residenza dei vescovi con delle sale arricchite da splendidi dipinti. Dirigetevi poi a Reszel per ammirare la chiesa di S. Pietro e Paolo ed il castello, proseguendo per Swieta
La Cattedrale di Frombork © Nightman1965 / Shutterstock.com
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Dove Dormire Danzica: Hotel Wolne Miasto, eccellente 3 stelle proprio nel centro storico della città, www.hotelwm.pl Lidzbark Warminski: Hotel Krasicki, moderno 4 stelle con un bellissimo centro benessere e spa inserito nelle mura dell’antico castello, www.hotelkrasicki.pl Ryn: Hotel Zamek Ryn, hotel 4 stelle inserito nell’omonimo castello, www.zamekryn.pl Bialowieza: Hotel Zubrowka Best Western, hotel 4 stelle situato proprio nei pressi dell’ingresso del parco, dotato di una moderna spa, www.hotel-zubrowka.pl
Lidzbark Warminsky
Lipka, dove si trova la chiesa in stile barocco dedicata alla Madonna, che venne fondata sul luogo di un’apparizione della Vergine Maria. Una piccola deviazione di percorso vi condurrà a Ketrzyn, dove visitare la famosa “Rastenburg - Tana del lupo”, il sito in cui i tedeschi avevano costruito 80 bunker, mimetizzati nella foresta e tra le paludi. Per tre anni in uno di questi ha avuto base nientemeno che Hitler. Sede del famoso attentato da cui è stato tratto il film “Operazione Valchiria”, questo è un luogo alquanto tetro, ma straordinariamente intriso di memoria storica. Fermatevi a soggiornare in un altro splendido maniero, a Ryn, dove sarete accolti in un’atmosfera cavalleresca in un bellissimo hotel che si affaccia sul lago. Inizia da qui Castello di Reszel
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Varsavia: infatti la regione dei grandi laghi, la Masuria, che comprende ben 1.001 laghi, un vero e proprio paradiso per gli appassionati di navigazione, unico in Europa. Esistono molti percorsi d’acqua ben segnalati e facilmente fruibili, inoltre qui è davvero possibile ogni attività sportiva outdoor, oltre al più semplice godere di un paesaggio lacustre affascinante. Attraversando la Polonia più autentica, quella rurale fatta di un territorio vasto, ricco di acqua e terreni coltivati, arriverete a Bialystok, nella regione della Podlaskie, dove vi consigliamo di visitare il centro storico legato alla storia di Branicki, fondatore della città nel XIII° secolo. Da non perdere il sontuoso palazzo con i giardini, allora residenza della famiglia e oggi sede
Platinum Residence. Stupendi appartamenti finemente arredati e completi di tutto. A 15 minuti a piedi dal centro e a 5 minuti dalla fermata bus. Soluzione veramente interessante e d economica, www.platinumresidence.com Hotel Sofitel Victoria, ad un passo dalla città vecchia hotel di classe 5 stelle dotato di ogni confort, www.sofitel.com dell’Università di Medicina, il municipio storico oggi adibito a museo e la chiesa cattolica dell’Assunzione di Maria che consiste in due strutture collegate costruite in due diversi periodi. La città è espressione di una come sia possibile la convivenza di diverse religioni, culture e popoli. Prima di proseguire per Bialowieza fermatevi al Museo delle Icone di Suprasl che è una vera rarità. Allestito sette anni fa all’interno di un antico monastero, custodisce 1.200 icone russe. In nove stanze sono esposti ben
400 pezzi, dai più preziosi ai più semplici, il cui significato vi verrà svelato da una guida. Tutt’altro paesaggio da scoprire verso il cuore delle foreste polacche, un vero paradiso naturale. Bialowieza è un piccolo paese alle porte del Parco Nazionale più antico della Polonia, nato nel 1921, parco immenso che ha una superficie totale di 150.000 ettari comprendente anche un tratto in Bielorussia. Dei 63.000 ettari in territorio polacco 10.500 sono adibiti ad area protetta. Il Parco nasce per proteggere il bisonte Reastenburg “La tana del lupo”
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europeo della pianura, di cui oggi vi sono solo 500 esemplari in libertà all’interno dell’area naturale. Migliaia sono le specie di animali e piante nel parco, che potrete conoscere seguendo la guida. Prima di entrare fermatevi al centro visitatori per ricevere tutte le informazioni e per una visita al museo. Per gli amanti della natura questa è veramente una parte straordinaria della Polonia. Avrete la possibilità di addentrarvi in una foresta che viene gestita dalla popolazione locale con passione e cura maniacale. Si entra da un cancello in legno, barriera simbolica che appena varcata vi regalerà un’emozione rara.
Non sentirete più alcun rumore, tranne il vento che fruscia tra gli alberi, il cinguettio delle varie specie di uccelli e il rumore dell’acqua. L’unico modo per visitare al meglio questa foresta è insieme a guide esperte che vi sveleranno i centinaia di segreti della natura. Alcuni esemplari delle diverse specie animali presenti allo stato brado sono allevati in una riserva a pochi chilometri dal centro abitato, dove grandi e piccini potranno conoscere da vicino bisonti, alci, linci, cinghiali e molti altri. Prima di lasciare Bialowieza fermatevi sul percorso delle querce: un breve itinerario su una passerella in legno in mezzo a questi venerandi
Informazioni utili
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otete trovare tutte le informazioni per organizzare il vostro viaggio in Polonia sul sito dell’Ente turismo polacco: www.polonia.travel/it. Per apprezzare al meglio le destinazioni sopra descritte vi consigliamo di avvalervi di una guida turistica professionale che saprà in poche ore accompagnarvi e farvi scoprire dettagli e curiosità altrimenti difficili da individuare e conoscere. Guide turistiche in Italiano, consigliate: Danzica e dintorni: Renata Aleksandrowicz, tel. 0048 693 950 302; Elblag/ Frombork e dintorni: Bogusław Warejko, tel. 0048 604 538 642; Lidzbark Warminsky e dintorni: Marianna Holbowska, tel. 0048 503 532 967; Bialowieza e Parco Nazionale: Agata Barszczewska, tel: 0048 691795931. Per Varsavia, e non solo, vi consigliamo Joanna Bonini, una simpatica polacca sposata con un italiano, titolare dell’agenzia turistica Varsavin www.varsavin.it - www.guidavarsavia.it Tel. 0048664001134 – email: jbonini@varsavin.pl
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Corso Reale di Varsavia
Museo Ebraico
giganti della natura. Ultima tappa di questo viaggio non poteva che essere la capitale Varsavia, una città viva che ha saputo ricostruire la sua storia violentata dalla seconda guerra mondiale, per ripartire proiettandosi verso la modernità. Iniziate la visita dal Museo dedicato al grande compositore Chopin, dove un’esposizione moderna, multimediale ed interattiva vi farà conoscere la breve ma intensa vita di questo genio della musica. Le sue opere diventano la colonna sonora di chi passeggia per le vie della città, grazie a delle “panchine multimediali” che riproducono le sue composizioni musicali. Il centro si sviluppa lungo il Corso Reale che congiungeva la città vecchia alla residenza reale. Lungo questa via, dei 72 palazzi originali solo 6 hanno superato le distruzioni
della guerra. La parte del Corso Reale che conduce al centro storico della città vecchia prende il nome di “sobborgo di Cracovia” poiché Cracovia fu la capitale del paese prima di Varsavia. Una piacevole passeggiata vi farà ammirare l’Accademia delle scienze polacche, uno dei più bei palazzi di Varsavia osservati dallo sguardo della statua di Niccolò Copernico, oppure la chiesa della Santa Croce che così come altri edifici è stata ricostruita grazie ai dipinti del Canaletto e di altri grandi pittori dell’epoca. Dopo un susseguirsi di palazzi e chiese in stile barocco e gotico, e gli uffici del Presidente polacco, si arriva al maestoso Castello Reale, ricostruito fedelmente nel 1971, in seguito alla sua completa distruzione avvenuta per ordine di Hitler, che voleva essere una ritorsione contro l’insurrezione dei
Il Palazzo della Cultura
Lago di Nidzkie
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60 giorni contro i nazisti messa in atto dagli abitanti. Oggi è invece sede del Museo Nazionale dal 1984 e dichiarata patrimonio dell’Unesco per la sua perfetta ricostruzione. Dalla piazza antistante si ammira il panorama fino al fiume Vistola, e sul fondo s’intravede il nuovissimo stadio. Da questa piazza si dipartono vie e viuzze della Città Vecchia, animate da piccole botteghe artigianali. Percorrendo la via principale si incontrano la chiesa di San Martino, la piazza dei calzolai con il Museo delle scarpe, ed altre chiese ed edifici, fino a giungere alle antiche mura che cingono la città Vecchia con un mirabile ed originale “barbacane”, una costruzione tipica araba. Da qui si prosegue incontrando la casa del due volte premio Nobel Marie Curie e si arriva alla Piazza del Mercato, patrimonio Unesco, dove si trova
Dove mangiare Danzica Ristorante Mon Balzac www.monbalzac.pl Ristorante Taverna www.tawerna.pl Ristorante Gdanski Bowke www.gdanskibowke.com Sopot Ristorante Laguna Smaku www.lagunasmaku.pl Bialystok Ristorante dell’hotel Cristal www.cristal.com.pl Bialowieza Ristorante Carska www.restauracjacarska.pl Ristorante Stoczek 1929 www.stoczek1929.pl Varsavia Ristorante Bistro Warsawa www.bistrowarsawa.pl Ristorante U Fukiera Nella piazza più centrale e bella di Varsavia, questo ristorante storico propone un’ottima cucina polacca a prezzi interessanti, www.ufukiera.pl
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Parco Reale - Il palazzo sull’acqua
il monumento della sirenetta, uno dei simboli di Varsavia, contornato da bar e ristoranti. Sosta che merita è il Museo della Rivolta di Varsavia, inaugurato per il 60° anniversario dell’insurrezione del 1944. Collocato nella vecchia centrale elettrica dei tram è davvero un percorso molto affascinante nella drammatica storia di questo popolo. Nel centro della città nuova, una delle costruzioni più famose, e discusse, di Varsavia è il gigantesco Palazzo della Cultura, per gli abitanti di Varsavia il “mostro” costruito dai russi dal 1952 al 1955 quale “regalo” alla povera Polonia distrutta dalla guerra. È alto 243 metri. Dopo aver dato un’occhiata alle belle avveniristiche costruzioni sorte praticamente sui terreni del ghetto ebraico cancellato dai nazisti e al nuovissimo Museo della storia degli ebrei in PoloPalazzo a Wilanow
nia, nel quartiere Muranów, potete passeggiare fino al bellissimo Parco Reale Lazienki Kròlewskie – bagni reali –, fatto costruire su 76 ettari dal re polacco Stanislaw Poniatowski con il visitabile Palazzo sull’Acqua e il monumento liberty al celeberrimo compositore di casa Fryderyk Chopin. Infine, non mancate di visitare a Wilanow, un quartiere di Varsavia, l’omonimo parco con il grande e sontuoso palazzo barocco fatto costruire a fine ‘600 dal re Jan III Sabieski. Varsavia è estremamente accogliente, vivace, ricca di locali e attrazioni che ne fanno una destinazione ideale per chi cerca il giusto equilibrio tra visita culturale e svago. Una città che si slancia verso il futuro, mantenendo intatta la consapevolezza di un passato difficile che l’ha segnata profondamente. ■
Nel periodo estivo siamo lieti di accogliervi in un contesto armonioso, lontano dal caos cittadino, con l’apertura delle nostre terrazze immerse nel verde.
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trentinoattualità
di Nicola Morandi
trentino BOOK Festival Dal 14 al 16 giugno, a caldonazzo, la terza edizione del festival letterario del trentino. Grandi nomi, mostre e tanti spettacoli
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arco Travaglio e il suo lavoro d’inchiesta. Corrado Augias e la sua ricerca della “verità” storica. Boris Pahor, testimone di un secolo. Antonella Boralevi e il suo inimitabile tocco “rosa”. Per la sua terza edizione il Trentino Book Festival decide di immergere le proprie radici nel terreno insicuro di un momento storico ambiguo come è quello nostro, per portare in superficie attraverso autori e autrici, attori e attrici, quella realtà che non ha bisogno di filtri per essere interpretata, ma che chiede solo la pagine di un libro e il coraggio di scrive per essere raccontata. Ecco allora che dal 14 al 16 giugno
Caldonazzo riaprirà di nuovo le braccia a questo festival che ormai ha lasciato i propri spazi a questa “invasione letteraria” ormai dal 2011, quando il direttore artistico Pino Loperfido ha deciso di “voler credere” a questo progetto, che fa dell’indipendenza la sua insegna, con dei ritorni in termini di pubblico (5mila nel 2011, 10mila nel 2012 ndr.) apprezzabilisimi. Venerdì 14 giugno, si aprono le danze. Primo appunamento è quello con Antonia Dalpiaz, Italo Leveghi e le quattro fisarmoniche dell’Ensemble Victoria, con “Trentino Poetry Slam”, in questo caso una “gara”, un “amichevole” a colpi di rime scritte dai più grandi poeti
Marco Travaglio
Fulvio Ervas
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Danilo Sacco
del Novecento (Mor, Felini, Nani...) per poi affacciarsi in prima serata con Marco Travaglio che con “Dacci oggi il nostro Fatto Quotidiano” racconterà la sua esprienza al “Fatto Quotidiano”, una storia di indipendenza e di impegno. Poco dopo sarà la volta di Roberto Pancheri che ci accompagnerà nelle vesti di un frate capuccino e pittore “Nel castello di Praga”, per poi saltare ad un altro appuntamento con Francesco Roat che con “I giocattoli di Auschwitz” ci racconterà la storia del piccolo Ruben tra gli orrori del campo di concentramento nazista. La sera a teatro: mentre la Fondazione Aida ci accompagnerà all’interno di una dimensione oniri-
ca con la storia de “Il Piccolo Principe” in piazza del Municipio il pubblico sarà invitato a riprendere in mano i ricordi di trentini “dimenticati” dei quali Amedeo Savoia accompagnato dalla musica della Ziganoff jazzmer band ripercorrerà attraverso “Mia memoria ...” le testimonianze, attraverso dei documenti originali raccolti da Quinto Antonelli e video e foto d’epoca che faranno da sfondo alla rappresentazione. La notte cala su Caldonazzo, arriva il tempo di sorseggiare un po’ di “vino o birra letterari” con “Beauty is only skin deep //sottopelle: Centopassi – Percorsi di vino e di coraggio” accompagnato dalla fisarmonica di Tiziano Montibeller, per dare “voce” a chi quei cento passi li ha percosi davvero. Venerdì 15 giugno, tra “figli di nessu-
Antonella Boralevi
trentinoattualità
Corrado Augias
no” e “paesi in vendita”. La mattina si apre con una memoria storica, preziosa nel suo insieme, proprio perchè unica: è quella di Boris Pahor che, ormai da un secolo, sopravvive alle sue radici storiche, quelle di una minoranza slovena che ha dovuto convivere con una realtà poltica il più delle volte ostile e negoziatrice. Una forte esperienza di vita che sarà riassunta nella presentazione della sua autobiografia, “Figlio di nessuno”, un libro nato dalla collaborazione con la giornalista Cristina Batocletti. Astrid Mazzola, invece, ci farà da guida attravero le “Firme in cielo – pensieri e parole nei libri di vetta”, per comprendere
“Il piccolo Principe”
meglio cosa porti a lasciare scritto nei rifugi, alla fine di una lunga giornata di ascesa, i propri pensieri, le proprie emozioni, mentre nel pomeriggio al parco centrale i Teatri Soffiati e Finisterrae teatri racconteranno la meraviglosa avventura di Jack e il fagiolo magico con “Fagioli Magici – Racconti per attori e altri animali”. Servizi segreti, avventurieri e faccendieri invece sempre nel pomeriggio con uno tra gli incontri clou, quello con Augias che, presentando la ristampa di “Il Paese in vendita”, aprirà lo sguardo su una nuda verità, cancellata nel corso di un secolo senza troppo rumore. Una sorprendente e affascinante indagine storica per la prima volta alle stampe nel 1983 ma che, a distanza di trent’anni, svela un ritratto lucidissimo di una realtà che presenta analogie a dir poco inquietanti con la corruzione dell’Italia contemporanea. La serata scorre sulle note di “La rapsodia del Partigiano Johnny” in omaggio a Beppe Fenoglio (1922-1963), curata da Riccardo Gadotti con Daria De Tommaso, Lavinia Mezzanotti (pianoforte) e Silvio Barbanera, insieme ad Alessandro De Tommaso (violino), per poi passare all’incontro con Marco Forni che ci parlerà attraverso il suo ultimo “Una parola negli occhi”di un mondo parallelo dove la parola è stata svuotata di ogni suo significato, nella ricerca alienata di un linguaggio di Dio. Temi sociali invece quelli toccati da Fulvio Ervas con “Se ti abbraccio non aver paura”, un viaggio on the road di una padre in compagna del figlio autistico, la storia di un padre che ama veramene suo figlio e che per lui decide di mettersi in gioco, per poi vivere di ricordi con “Nessuna fotografia ci basterà” nella Corte Celeste, con una carrellata di immagini e documenti in ricordo dell’emigrazione trentina accompagnati dal Coro La Tor di
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Caldonazzo, Nadia Martinelli e Stefano Borile. La serata si conclude con una lettura inedita di Leopardi (“O Patria Mia ... Leopardi e l’Italia”) fatta da Augias, partendo dai versi patriottici del poeta dove si inseriscono considerazioni tratte dallo Zibaldone e rime estratte da alcuni dei “Canti” più belli, e da una prima nazionale da non perdere come “Moby Dick – La ballata della balena bianca”, uno spettacolo di Pietro Arrigoni con la partecipazione dell’Accademia teatrale di Verolanuova, liberamente tratto dal romanzo di Melville. Una giornata intensa che si conclude con un “sorso di vino o birra letterari” per “Decostruire l’indifferenza. Centopassi – Percorsi di vi-
no e di coraggio”, sfogliando pagine di letteratura mondiale sempre proposte sempre dall’associazione Bubamara, con l’accompagnamento musicale Nikos Betti al piano elettrico e Niccolò Celentano alla voce. Si chiude con il 16 giugno, con il “Trentino che non ti aspetti”. La mattina si apre con le avventure di “Saltapicchio”, raccontate dal Gufobuffo, con personaggi che ballano e saltano, che volano e rotolano, mentre verso mezzogiorno l’incontro si sposta al Bar Centrale con Andrea Tomasi e Jacopo Valenti con “La farfallla avvelenata”, il racconto di un Trentino dietro le quinte, tra fumo, diossina, scorie, aria
Le mostre del TBF13
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ra le mostre in programma quella dedicata a “Munchausen, diritto alla bugia” all’interno della quale troveranno posto 70 riproduzioni, ad alta definizione, di illustrazioni tratte dalle oltre cento edizioni dall’Ottocento ai giorni nostri, della collezzione privata Bassotto – Rigon, provenienti da tutto il mondo, e una seconda sezione/laboratorio dedicata ai bambini e agli adulti per farli avvicinare alla figura del Barone e alle sue avventure. Un omaggio invece ad Gabriele D’Annunzio nel 150° della nascita quello che troverà spazio in una serie di pannelli dal titolo “Gabriele D’Annunzio: il bisogno del superfluo” provenienti dalle sale del Vittoriale di Gardone Riviera, che guideranno il visitatore all’interno di una vita “inimitabile”, il tutto impreziosito da una raccolta bibliografica curata dai Bibliotecari della Valsugana. Mostra pittorico/fotografica invece quella ideata da Giulia Tamanini e Alessandro Toller, “Incontri. Dialogo tra immagini”, un dialogo per l’appunto tra dipinto e fotografia capace di coinvolgere l’occhio attento di chi sa vedere oltre quella “famosa” siepe leopardiana.
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Un 5 per mille al TBF
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a cultura è sempre un’occasione di crescita: fa bene alla società perché insegna a vivere meglio, contribuisce ad aumentare la consapevolezza di essere cittadini, cioè parte di una comunità. Questo nel breve periodo. Nel lungo, la cultura è decisiva nella formazione di persone migliori e quindi di una comunità virtuosa e piena di attrattive. Nella dichiarazione dei redditi è possibile firmare per il sostegno all’Associazione di Promozione Sociale “Balene di Montagna”, organizzatrice del primo Festival Letterario del Trentino, indicando il codice fiscale: 02179770223. e terreni inquinati, leggi non rispettate, ambiente a rischio. Il pomeriggio prosegue con la storia del “Il Principe Felice”, messa in scena dalla fondazione Aida, e all’insegna del libro illustrato in un incontro proposto da Marco Dallari e Marnie Campagnaro con Sonia Maria Luce Possentini, “Magia di un libro a colori”. Una storia d’amore ambientata in un’oasi tunisina quella proposta da Lorenza Poletti e Roberto Monti con “Le farfalle in tasca”, mentre tra i protagonisti più attesi di questa kermesse Antonella Boralevi ci racconterà una storia appassionata e commovente con “I baci di una notte”. La sera, a conclusione della lunga giornata, appuntamento al Blue Coffee con Danilo Sacco, ex voce dei Nomadi, che presenterà al suo pubblico la sua autobiografia “Come polvere nel vento: ascesa, caduta e
rinascita di un nomade dal cuore matto”, mentre in teatro Giacomo Anderle e Alessio Kogoj tesseranno analogie tra il nostro momento storico e quello di inizi ‘900 faccendo l’occhiolino a Charles Dickens, con “Hard times, Charlie! Dialoghi in tempi di crisi” e in piazza Municipio Mario Cagol con il Corpo Bandistico di Caldonazzo interpreterà a suo modo “Pinocchio – L’ultimo burattino” trascinando il pubblico all’interno di un poema sinfonico ideato da Sergio Parisini. Chiude il cerchio un angolo di letteratura trentina che cie permetterà di “sorseggiare” dei brani e versi trattati che andranno a “farcire” l’appuntamento “Articolo 21. Centopassi – Percorsi di vino e di coraggio”, con l’accompagnamento musicale della chitarra di Nikos Betti e del violino di Niccolò ■ Celentano.
Riccardo Gadotti
La locandina di “Moby Dick”
trentinobottegad’artista
di Renzo Francescotti
geometrie metafisiche ROMANO PERUSINI: il friulano trentino che ama le cose fatte a “regola d’arte”
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omano Perusini abita e ha il suo laboratorio a Trento, in via Prepositura nei pressi della Torre Rossa (Torre Vanga). Dall’altra parte della strada, all’inizio di Via Santa Margherita, è vissuto per tanti anni l’artista Remo Wolf, che aveva la sua bottega proprio lì vicino. Romano, nato nel 1939 nel Friuli, a Pozzo di Codroipo, ha l‘aspetto di un antico romano, di quelli barbuti dell’età imperiale, oppure di un apostolo o un saggio profeta. Da noi a Trento è arrivato nei primi anni ‘80, chiamato a
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far parte di una commissione in cui figuravano anche l’artista Bruno Colorio, i critici Senesi, Mascherpa, l’architetto Lupo e l’ex direttrice del Mart Gabriella Belli. La commissione aveva infatti il compito di orientare gli acquisti per il Museo d’Arte Moderna di Trento e Rovereto, che inaugurava in quegli anni la propria attività. Segretaria della Commissione era Annamaria Marchionne, storica dell’arte, donna intelligente e graziosa che Romano notò subito e non si fece scappare. Le fece la corte e se la sposò nel 1990, facendola trasferire a Trento
dove lui si era stabilmente insediato. Alle spalle Perusini aveva un percorso di studi classici, a Pordenone, si era iscritto poi a Milano alla facoltà di chimica industriale come voleva suo padre. Ma la sua vera passione lo proiettava invece tutto verso l’arte e la scenografia. In quel periodo, durante le sue personali milanesi incontra il grande Lucio Fontana e inizia la sua attività professionale collaborando con lui alla realizzazione delle strutture luminose per “Italia 61”. Conosce anche il veneto Tancredi con cui instaura subito un rapporto di amicizia e confronto. Nel frattempo molla l’Università, spostandosi a Bruxelles, dove comincia a frequentare corsi internazionali di scenografia. Oltre che in Belgio il lavoro lo porta a viaggiare in Svezia, per progettare e realizzare un ciclo di opere di grandi dimensioni a rilievi bianchi. Quella in Svezia al Falbigdens Museum di Falkoping è la sua prima personale all’estero, a cui ne seguiranno tante altre oltre confine: ad Anversa, Lubiana, Zagabria, Belgrado, Bruxelles, Vienna… In Italia la sua prima personale importante, presentata da Umberto Apollonio, sarà alla celebre Galleria del Cavallino di Venezia (città dove si stabilì a 24 anni, dopo che la sua famiglia vi si era trasfe-
rita). A Trento arriva invece con una personale alla Galleria Argentario presentata da Toni Toniato e diretta da Ines Fedrizzi. È il fatidico 1968 e Perusini partecipa alla mobilitazione per il rinnovamento della Biennale di Venezia, insieme a personaggi come Basaglia, Eulisse, Gianquinto, Vedova… L’anno dopo, viene chiamato all’insegnamento presso la neo costituita cattedra di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Qui rimarrà per 18 anni passando poi a Milano, a Brera, dove insegnerà per vent’anni, concludendo la sua carriera di docente nel 2006. A completare il quadro, non si possono tralasciare i premi che Perusini ha collezionato durante la sua lunga carriera: Premio Edison Montecatini, Premio di Mestre, Premio Michetti, Premio Termoli, Premio Gallarate, solo per citarne alcuni. Una serie di
trentinobottegad’artista
Menu di giugno:
famosi critici e intellettuali si sono poi occupati di lui e della sua opera: Umberto Apollonio, Silvio Branzi, Massimo Cacciari, Giorgio Mascherpa, Giorgio di Genova, Filippo Menna, Toni Toniato, Mario Valsecchi, Claudio Cerritelli e molti altri... Nel 2002 Cerritelli scriveva così sulle opere di Romano: “bianche architetture del pensiero, limpide costruzioni della mente sono le visioni che Romano Perusini immagina come le dimore del tempo, strutture prospettiche che esprimono lo slancio della razionalità, verso lo stupore metafisico dell’altrove. Attraverso il gioco dei rilievi, le variazioni della luce suggeriscono minime inquietudini percettive, leggere vibrazioni che tuttavia non sovvertono mai l’ordine architettonico di queste visioni.” Cerritelli si riferiva alla opere cosiddette “in bianco” degli anni ’90, in cui ci sono richiami figurativi che alludono a edifici dove le architetture sono colte nella loro purezza enigmatica. All’insegna del “candore” è anche il ciclo dei primi lavori (che vanno dal 1963 al ’67) di questo artista friulano trentino, in questo caso totalmente astratti. Sono dipinti acrilici su carta, tavola o tela in cui si ottengono “rilievi” utilizzando strati di cartone speciale; in tutte le gradazioni del bianco, del grigio e
del nero, con forme geometriche di quadrati, rettangoli, cerchi, con cui gioca continuamente, iscrivendoli gli uni negli altri in composizioni rigorose e raffinate, alla ricerca, come scrive Toniato “di una perfezione ossessivamente tentata, tradotta nei modi di quell’ideale ‘ordinÈ che egli ambisce costruire.” Il nostro Romano ama perdutamente (oltre a sua moglie) come dice lui stesso, le cose fatte “a regola d’arte, come ancora si usa dire davanti a una casa ben costruita, un libro ben scritto, un concerto ben eseguito.” E guarda ai vicini costruttivisti russi come ai lontani maestri rinascimentali, siano essi pittori (Beato Angelico, Domenico
Spuma di fagiolini verdi con tartare di carne salada e ricotta al rafano *** Ravioli di pasta alla farina bruciata con ripieno di maialino, malto d’orzo e borraggine
Veneziano), che architetti (Brunelleschi, Alberti). Sono tutti artisti che inseguono disperatamente l’armonia della forma e la sua tensione estrema in mezzo alla luce. Apprezza soprattutto Piero della Francesca, trovando nel suo rigore geometrico, in quel silenzio rarefatto in cui colloca i suoi personaggi, ambienti di estrema perfezione prospettica e forme di astratta eleganza. L’irruenza del 1968 lascia qualche segno anche in Perusini, rompendo le sue metafisiche astratte, con la drammaticità delle realtà sociali. Quelle armonie perusiniane si contaminano e finiscono per “sporcarsi”, trasferite in foto di angosciose realtà metropolitane. Tutto questo sconfina nei quadri del nostro artista, facendogli collocare l’uomo vitruviano fra il traffico caotico del caos metropolitano, caos che va a intasare persino l’interno della testa della coppia dei duchi di Montefeltro dipinti da Piero della Francesca. Quella di Romano però è solo una sbandata sociale, che con gli anni viene riassorbita dal suo temperamento contemplativo, dalla sua spiritualità quasi “monacale”, come gli ricorda scherzosamente la moglie Annamaria. Quasi uno di quei frati trappisti legati a una rigorosissima regola del silenzio, contem-
plativi ma allo stesso tempo gran lavoratori nei campi. Negli ultimi anni Perusini si è adeguato alle tecnologie artistiche più avanzate con le sue “transcromie”, composizioni ottenute da processi elettronici di rielaborazione dell’immagine. In altre parole, lavora con il computer realizzando opere che rivelano clamorosamente la sua abilità di scenografo. Ma anche queste opere confessano la loro spiritualità, come l’immagine di una lunga galleria alla fine della quale s’intravede la luce, o una cascata di luce che piomba dall’alto in un ambiente completamente immerso nell’oscurità. Nel 2012 questo artista mai sazio di continuare a cercare e sperimentare ha utilizzato una delle sue “transcromie” integrandola con la fotografia, per realizzare il suo grande lavoro, “la Pentecoste”, collocato nella chiesa dei Domenicani di Bolzano, ricostruita e riarredata artisticamente dopo la semidistruzione della Seconda guerra mondiale. Una cascata di luce piomba dall’alto a infondere nuovo spirito agli apostoli, smarriti dopo la morte di Cristo. Una curiosità: gli “apostoli” sono gli attori tedeschi del Berliner Ensemble di Bertolt Brecht, colti come fossero sulla scena di una rappresentazione teatrale. ■
Lombatina di coniglio gratinata con pane alle erbette e patate marinate ai semi di finocchio *** Torta di formaggio fresco al limone con mele caramellate al pino mugo Prezzo del menù con i vini esclusi: Euro 34,00 Euro 48,00 con i vini abbinati
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di Patrizia Niccolini
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alle dune del deserto di Atacama alla magia delle vette dolomitiche: il fotografo Alessandro Gruzza ci accompagna su sentieri luminosi alla scoperta dei segreti della natura. Restare all’aperto fino a quando anche l’ultimo raggio di sole è scomparso e il cielo stellato sembra una trapunta luminosa che avvolge e protegge. Svegliarsi quando è notte fonda e aspettare pazientemente che torni quel raggio, a indicare il sorgere di un nuovo giorno, il ritorno alla vita che la luce porta con sé. Catturare momenti unici e irripetibili che sono poesia, provare a tradurli in immagini e parole. Alba e tramonto sono i momenti più intensi
Il vento: un’artista
per Alessandro Gruzza, quelli che con i loro giochi di luce disegnano in modo sempre nuovo le cime dolomitiche, ornandole di inedite suggestioni e regalando scenografie uniche, il palcoscenico ideale per immergersi nel creato e lasciarsi incantare dalle sue magie. Tutto in natura cambia e nell’alternarsi delle stagioni muta abito e forma. Sono perle preziose quelle scoperte sui “sentieri di luce” che il promettente fotografo naturalista Alessandro Gruzza sta percorrendo con determinazione e tenacia dopo aver stampato il suo primo libro, dedicato alle Dolomiti, 66
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I colori dell’interiorità gli scatti del giovane trentino svelano i sentieri di luce della natura ed esposto 25 quadri naturalistici nella mostra omonima ospitata al Museo della Sat durante il Trento Film Festival della Montagna. “Ad un certo punto, mi sono trovato davanti ad un bivio, come succede quando si va in montagna e bisogna scegliere la direzione che porta alla meta desiderata – ci ha spiegato Gruzza –: così, poco più di un anno fa, ho abbandonato la professione di ingegnere per dedicarmi alla fotografia”. A noi sembra che la strada imboccata sia quella giusta, come testimoniano le numerose segnalazioni e premi locali e internazionali conquistati dal giovane trentino. A conferma del suo talento, è arrivato un ulteriore riconoscimento: il fotografo, infatti, è appena rientrato da Furstenfeldbruck, in Baviera, dove si è svolta la premiazione del Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Glanzlichter 2013, che quest’anno ha ricevuto ben 18.450 immagini. Gruzza ha partecipato con la fotografia “Il vento: un artista” scattata nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale, rientrando tra i premiati nella categoria “Imagination Monochrome”. “L’immagine, che rivela i chiaroscuri delle dune del deserto scolpite dal vento, esaltati dalla calda luce del tramonto, farà parte di una mostra che nei prossimi mesi girerà l’Europa ed è
stata inserita in un catalogo realizzato appositamente”, ha commentato soddisfatto il giovane. Osservando le stampe esposte alla Sat, protette da una cornice nera che ne esalta i colori e le atmosfere sapientemente create, ci è parso di compiere un viaggio nel tempo, tra gli atolli marini in cui si sono generate le Dolomiti, e, al tempo stesso, un’ascesa immaginaria durante la quale scoprire le meraviglie della natura camminando tra boschi, torrenti e laghi alpini che conducono alle cime d’alta quota. “Certo, la salita mette alla prova motivazione e resistenza, ma quando si arriva in vetta lo sguardo è gratificato da un panorama meraviglioso che ricompensa ogni fatica: è una metafora della vita, un’avventura a volte faticosa ma sempre piena di rivelazioni e incontri che arricchiscono il cammino”. Il patrimonio naturale di cui è così ricco il Trentino appartiene a tutti e non dobbiamo dimenticare che siamo responsabili della sua conservazione. È questo
Tricolore nel bosco
il messaggio che Alessandro Gruzza vuole trasmettere attraverso le sue fotografie e la bellezza che esse raccontano testimoniano la capacità di ascoltare la voce del creato, sapendo di essere soltanto un’ospite in un ambiente che affascina e ispira senso di rispetto e protezione. Sul sito www.alegruzza.it si possono ammirare gli scatti effettuati durante i viaggi compiuti in terre dove la natura incontaminata si lascia scolpire e modellare dall’acqua e dal vento, elementi naturali che sono fonte di ispirazione e di creatività, mentre il suo libro – “Sentieri di luce. Viaggio fotografico in ambiente dolomitico” – si distingue per la cura con la quale il giovane ha corredato le immagini di testi di cui egli stesso è autore, di consigli sulla tecnica fotografica e di spunti per escursioni che invitano i lettori a scoprire di persona i luoghi ritratti. Entrando in punta di piedi nel paesaggio e diventandone parte, Alessandro Gruzza ha scoperto e poi generosamente condiviso i “segreti nascosti” catturati dall’occhio interiore e siamo certi che il suo percorso continuerà a regalarci immagini emozionanti e nuovi spazi da esplorare. ■
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e tecniche chirurgiche sono in continua evoluzione così come le metodiche di riabilitazione implantologica rincorrono i progressi tecnologici sia nell’ambito diagnostico ed applicativo sia per quanto riguarda l’uso di nuovi materiali biocompatibili.
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mento degli impianti senza neppure aprire un lembo, cioèsenza ferita, senza bisturi e senza suture. Questa tecnica di chirurgia mininvasiva (flapless) consente al paziente una ripresa immediata delle proprie attività sociali, limitando l’infiammazione postoperatoria ed evitando il fastidio e l’imbarazzo della tumefazione e dell’ematoma. Negli ultimi anni si sono sviluppate metodiche diagnostiche sempre più attendibili e dettagliate che consentono di eseguire una pianificazione precisa dell’intervento chirurgico, garantendo al paziente la massima sicurezza e la migliore cura dell’estetica. Tutto ciò è reso possibile dalla ricostruzione virtuale al computer dell’anatomia ossea del paziente , ottenuta attraverso la rielaborazione informatica delle scansioni di una tac dei mascellari. Lavorando sulle immagini tridimensionali dell’anatomia ossea reale si può simulare al computer l’inserzione degli impianti in varie posizioni diverse fino
a trovare una collocazione ideale per quella specifica riabilitazione. Una volta realizzata al computer la pianificazione desiderata si potrà costruire, con la tecnica cad/cam, una guida chirurgica in resina dura con dei fori rivestiti da cilindri metallici, che fungono da tragitto obbligato per l’inserzione degli impianti, la cui posizione e profondità saranno esattamente le stesse realizzate virtualmente al computer. Tale metodica consente l’uso della chirurgia flapless con estrema sicurezza e precisione, riducendo sensibilmente i tempi operatori, evitando al paziente grandi disagi postoperatori ed offrendo la possibilità di uno sfruttamento immediato delle viti inserite. L’obiettivo finale di fornire al paziente una funzione masticatoria idonea ed ottimale si accompagna alla ricerca di un’estetica del sorriso ideale, in una cornice di tessuti periorali freschi e distesi, corretti se necessario con l’ausilio di fillers biocompatibili. ■
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a quasi vent’anni è una delle manifestazioni musicali più suggestive dell’estate: anche quest’anno, fra il 29 giugno e il 30 agosto, le montagne, le malghe, le rocce, i boschi, i laghi del Trentino ospitano il festival I Suoni delle Dolomiti, giunto alla XIX edizione. L’edizione 2013 prenderà avvio sabato 29 giugno in Val Salei (Val di Fassa) con la coppia voce-tromba formata da Nina Zilli e Fabrizio Bosso, uniti in un omaggio ad Amy Winehouse, per concludersi venerdì 30 agosto al Rifugio Fuciade (sempre in Val di Fassa) con un progetto speciale con Neri Marcorè, Luca Barbarossa e Fiorella Mannoia, per la prima volta eccezionalmente insieme. Anche quest’anno non manca all’appello il musicista che più di chiunque altro incarna da sempre lo spirito più avventuroso de I Suoni delle Dolomiti: Mario Brunello. Il violoncellista veneto sarà protagonista di più eventi, a cominciare dal trekking che tra il 5 e il 7 luglio lo vedrà incamminarsi tra i Rifugi delle Pale di San Martino insieme ad Alessandro Baricco. A Raphael Gualazzi
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I Suoni delle Dolomiti conclusione del trekking, racconteranno l’esperienza appena vissuta durante il concerto previsto per domenica 7 a Prati Col. Il Brasile e il jazz saranno al centro dei due concerti successivi: giovedì 11 luglio (Malga Kraun, Piana Rotaliana, Monte di Mezzocorona) arriverà dal Sud America il virtuoso del mandolino a 10 corde Hamilton de Holanda, uno dei nomi nuovi della sempre fiorente scena musicale brasiliana, mentre venerdì 12 (Buse de Tresca, Val di Fiemme) ci si potrà far trasportare dalla gustosa rivisitazione del jazz anni Venti offerta da Mauro Ottolini e dai suoi Sousaphonix. Canzone e teatro è il binomio che caratterizza la presenza al festival di Lorenzo
In cammino verso la musica sulle montagne del Trentino XIX Edizione, dal 29 giugno al 30 agosto. Tantissimi i grandi nomi della musica Monguzzi (ex Mercanti di Liquore) e dell’attore Marco Paolini, coadiuvati dalla Piccola Orchestra Variabile (domenica 14 luglio, Val di Pejo, Saroden, in Val di Sole). La bella voce di Elina Duni farà invece scoprire la tradizione dell’Albania, sullo sfondo del recente album ECM Matäne Malit. L’innata attenzione de I Suoni delle Dolomiti verso la musica classica sarà evidenziata dalla restante programmazione del mese di luglio, ad iniziare dai quattro concerti che la violinista Isabelle Faust terrà martedì 23 e mercoledì 24 alla Baita Premessaria (ore 11 e 15), antica baita recentemente ristrutturata e costruita col pregiato legno degli abeti di risonanza della Val Di Fiemme. Nella speciale occasione la musicista tedesca eseguirà le tre Sonate e le tre Partite scritte da Bach per violino solo. Il museo a cielo aperto di Arte Sella (Malga Costa, Valsugana) farà da cornice giovedì 25 all’inedito incontro fra il violoncello di Mario Brunello, il pianoforte di Umberto
Petrin e la voce di Stefano Benni: terreno d’intesa l’opera di Edgar Allan Poe, ricca di rimandi musicali. Gli archi saranno in campo anche nell’appuntamento di venerdì 26 al Rifugio Boè, in Val di Fassa: producendosi in combinazioni diverse, da assoli al trio, la violoncellista tedesca Anja Lechner, la collega di strumento francese Agnés Vesterman e il violista britannico Garth Knox suoneranno musiche di Marin Marais, John Dowland, Eric Satie, Giya Kancheli e di altri compositori, oltre a melodie tradizionali irlandesi e scozzesi. Il bicentenario della nascita di Verdi sarà ricordato, non senza un pizzico di ironia, dal gruppo Ottavo Richter, da Ira Rubini e da Gianluigi Carlone della Banda Osiris (martedì 30, Malga Rosa, Val Rendena). Musica mutevole come le nuvole sarà quella proposta dai quattro sassofonisti e dal percussionista del Cloud’s Quintet (mercoledì 31, Rifugio La Montanara, Altopiano della Paganella). Agosto sul-
trentinopanorama Niccolò Fabi (foto Simone Cecchetti)
Baustelle
le Dolomiti si aprirà nel solco della canzone d’autore, con Vinicio Capossela (sabato 3 alle 6 della mattina al Rifugio Vajolet), inserito nella sezione L’Alba delle Dolomiti, a fungere da apripista a Raphael Gualazzi e alle sue canzoni spruzzate di swing (martedì 6, Rifugio Predaia al Todes-ci), a Peppe Servillo e al suo omaggio alla canzone napoletana che vede coinvolto l’eclettico Solis String Quartet (giovedì 8, Casina Campantich, Valle del Chiese) e al veronese Massimo Bubola (venerdì 9, Monte Terlago, Prada, Valle dei Laghi), di cui si rammenta la collaborazione con Fabrizio De André, con il quale ha tra l’altro scritto “Andrea”, nel cui testo si citano “i monti di Trento”. Allo stesso filone si ascrivono i concerti di Niccolò Fabi (mercoledì 21, Campo Centener, Val Rendena), dei Baustelle, gruppo di punta del pop-rock nazionale in versione “minimale” (venerdì 23, Villa Welsperg, ai piedi delle Pale di San Martino), e il fortunato duo Petra Magoni - Ferruccio Spinetti (mercoledì 28, Rifugio Giovanni Tonini, Altopiano di Piné). Ed ancora in tema di jazz e musica classica si inseriscono rispettivamente due trii: il primo costituito dal trombettista norvegese Mathias Eick, dal percussioni-
sta Paolo Vinaccia, italiano di nascita ma scandinavo di adozione, e dal bandoneonista Daniele Di Bonaventura (giovedì 22 agosto, Malga Bocche, Val di Fassa); il secondo con Alessandro Carbonare (clarinetto), Francesco Di Rosa (oboe) e Francesco Bossone (fagotto), su musiche di Mozart, Beethoven, Ibert e Verdi (giovedì 29 agosto, Alpe Cermis, Laghi di Bombasél, Val di Fiemme). Due gli appuntamenti al sorgere del sole con L’Alba delle Dolomiti, entrambi in Val di Fassa alle 6 del mattino: sabato 13 luglio (Col Margherita) Ezio Bosso presenterà con l’Italian Cello Consort un ciclo di composizioni dal titolo Six Breaths, mentre sabato 3 agosto Vinicio Capossela salirà al Rifugio Vajolet insieme al greco Psarantonis, specialista della lira cretese, e alla sua band per proporre in una chiave inedita i brani dell’album Marinai profeti e balene. La tradizionale sezione di Dolomiti di Pace ha quest’anno un significato di particolare: con un trekking lungo i camminamenti e le trincee degli Altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna prende infatti il via fra il 19 e il 21 luglio (con concerto finale nei pressi di Forte Dosso delle Somme, Altopiano di Folgaria) un progetto che si svilupperà nei prossimi anni, coinvolgendo
musicisti originari dei paesi che si combatterono durante il primo conflitto mondiale. Quest’anno, accanto a Mario Brunello, coordinatore dell’iniziativa, ci saranno Luca Ranieri, Danilo Rossi con gli austriaci Sebastian Gürtler, Régis Bringolf e Florian Berner. Il Canzoniere Grecanico Salentino, depositario dell’antica tradizione della pizzica tarantata (lunedì 5 agosto, ore 11, Monte Creino, Vallagarina), L’Orchestra di Piazza Vittorio, formata da musicisti di ben dieci nazionalità diverse (lunedì 19 agosto, Giardino Arboreto De Gasperi), e Moni Ovadia, autorevole interprete della cultura ebraica (martedì 20 agosto, Forte Zaccarana, Val di Sole), completano il programma di “Do-
lomiti di Pace”. Infine, Uomini, Cime e Racconti, nuovo ciclo di conversazioni sulla montagna che vedranno la partecipazione dell’alpinista Simone Moro, noto per le sue avventure himalayane (domenica 30 giugno, Rifugio Stavél Francesco Denza, Val di Sole), del giornalista, scrittore e viaggiatore Paolo Rumiz (lunedì 8 luglio, Rifugio Silvio Agostini, Terme di Comano), degli altri due scalatori Nives Meroi e Romano Benet, compagni lungo i sentieri di montagna e della vita (lunedì 29 luglio, Rifugio Velo della Madonna, Pale di San Martino), dell’antropologo Annibale Salsa e del pittore trentino Gianluigi Rocca (lunedì 26 agosto, Rifugio Giovanni Segantini, Val Rendena). ■
Nina Zilli, Fabrizio Bosso (foto Simone Cecchetti)
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ra il 1983 quando Guido Malossini, forte dell’esperienza accumulata dopo anni nell’organizzazione dei Campionati nazionali e mondiali delle Polizie Municipali, propose all’Amministrazione comunale di Trento di far rivivere in città i festeggiamenti per la ricorrenza del Santo Partono. Una tradizione che, dopo aver vissuto fino all’inizio del Novecento momenti di grande intensità, era andata gradualmente spegnendosi. Accolta con favore dall’allora sindaco, Giorgio Tononi, e dal Presidente dell’azienda di Soggiorno e Turismo, Giulio de Abbondi, la proposta di Malossini trovò definitivamente concretezza l’anno successivo, quando il nuovo primo cittadino di Trento, Adriano Goio, diede mandato all’azienda di Soggiorno e Turismo di organizzare i festeggiamenti. E così al tradizionale concerto della Banda Cittadina e allo spettacolo pirotecnico, unici superstiti rimasti negli anni a testimoniare l’antico sfarzo delle Feste patronali di Trento, si aggiunsero la rievocazione storica della Mascherada dei Ciusi e Gobj e l’inedita competizione delle zattere sul fiume Adige, denominata Palio dell’Oca. Successivamente arricchite da un programma culturale
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TRENT’ANNI di FESTE VIGILIANE Da giovedì 20 a mercoledì 26 giugno 2013 sette giorni densi di eventi con spettacoli, rievocazioni storiche, iniziative espositive e gastronomia tipica nelle strade del centro storico di Trento
comprendente soprattutto spettacoli musicali e teatrali di carattere storico, le Feste Vigiliane furono affidate, a partire dall’inizio degli anni Novanta, al coordinamento artistico del neo nato Centro Servizi Culturali S. Chiara. Risale invece al 1999 il coinvolgimento del Comitato “Servizi Organizzativi e Immagine Città di Trento” che, sotto la guida appassionata ed esperta di Guido Malossini, seppe dare ulteriore impulso alla
manifestazione, portandola a qualificarsi quale evento di primo piano nel panorama dell’offerta turistica e culturale dell’estate trentina. Giunte quest’anno al traguardo della trentesima edizione, le “Vigiliane” tornano in calendario dal 20 al 26 giugno per una settimana di festa destinata, ancora una volta, a riversare un fiume di persone lungo le vie cittadine e ad offrire a residenti e turisti un fitto programma di spettacoli, concerti, disfide in costume, eventi espositivi, golose proposte per il palato. Per l’allestimento della manifestazione, l’Amministrazione comunale di Trento – che da sempre promuove l’iniziativa – ha confermato il rapporto diretto con il Centro Servizi Culturali “Santa Chiara” che, dopo averne concordato il programma, ha trovato anche quest’anno la disponibilità del collaudato Comitato presieduto da Guido Malos-
sini di assumersi gli oneri organizzativi. Il programma, che sarà anticipato nella giornata di sabato 15 giugno dalla tradizionale Cena Benedettina sul Doss Trento, prenderà ufficialmente il via giovedì 20 con il corteo inaugurale, arricchito quest’anno dai festeggiamenti per il 30° compleanno con l’esecuzione della “canzone delle Feste Vigiliane”, appositamente composta per l’occasione. Giovedì 20 giugno inizierà anche il servizio degli stand gastronomici e la giornata di apertura proporrà anche uno degli eventi spettacolari più attesi dell’intero programma:
Foto Dino Panato
v alle dei mocheni in v etrina ’
riprendendo una tradizione che affonda le proprie radici verso la metà dell’Ottocento, quando in occasione della festa patronale di S. Vigilio veniva proposta la Stagione operistica, andrà in scena sul grande palcoscenico allestito in piazza Fiera l’opera lirica Carmina Burana. Venerdì 21 giugno sarà la volta del Corteo Storico, che prevede quest’anno l’assegnazione del “Palio di San Vigilio” al gruppo giudicato migliore, e dello spettacolo teatrale “L’anatra all’arancia” proposto dalla Compagnia “GAD Città di Trento”. “La Magica Notte”, che animerà le strade del centro storico fino all’alba, è in calendario per la serata di sabato 22 giugno. Il programma di quello che ormai da qualche anno costituisce l’evento clou delle Feste Vigiliane si preannuncia, ancora una volta, in grado di accontentare ogni fascia di pubblico con una proposta di “spettacolo diffuso” che comprende esibizioni live e dj set destinati ad accontentare il pubblico giovanile e con lo spettacolo comico del “Tribunale di penitenza” affidato anche quest’anno alla vis comica di Mario Cagol che il giorno seguente, domenica 23, sarà protagonista, al termine del Palio dell’Oca, la disfida sul fiume Adige fra le zattere che rappresentano i rioni cittadini, pronuncerà la temutissima “Tonca” con la quale saranno messi alla berlina i personaggi che, nel corso dell’anno, si sono evidenziati quali protagonisti al negativo della vita cittadina. Domenica 23 giugno si concluderà in Piazza Fiera la
prima edizione del “CMA – Centro Musica Awards” promosso dal Centro Musica del Comune di Trento e dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. La serata, che prevede l’esibizione dei sei finalisti e la proclamazione del vincitore, avrà un ospite d’eccezione: il cantautore Enrico Ruggeri. Il cortile di Torre Mirana ospiterà invece la prima delle due “Serenate trentine” con protagonisti i cori locali. Preceduto, nella giornata di lunedì 24 giugno dalla disputa allo Stadio Briamasco del primo Palio di San Vigilio di calcio, si terrà martedì 25 giugno in Piazza Fiera il Gran Galà del Trentennale con la partecipazione della New Project Funk Orchestra e la premiazione dei personaggi che hanno contribuito, dal 1984 ad oggi, a scrivere la storia delle Feste Vigiliane di Trento. La giornata della Festa Patronale di San Vigilio, mercoledì 26 giugno, sarà caratterizzata, oltre che dalle celebrazioni liturgiche in Cattedrale, dalla tradizionale disfida dei “Ciusi e Gobj” e dallo spettacolo pirotecnico conclusivo. Accanto agli appuntamenti della tradizione e a un ricco programma di eventi culturali e spettacoli, le “Feste” non mancheranno di proporre la consueta animazione del centro storico cittadino con i Concorsi di scultura del legno e di pittura; il programma di animazione per i più piccoli “Il Giardino delle Meraviglie”; la Galleria dell’Artigianato trentino nel “Borgo di San Vigilio” e, per i buongustai, lo “Spazio al Gusto” in Piazza Adamo d’Arogno. E così i trentini e quanti nei giorni delle Feste soggiorneranno in città, potranno scendere in strada e immergersi in un’atmosfera genuina e gioiosa, condividere la magia di una serata di musica o di teatro, godere del piacere ■ della buona tavola.
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16 giugno 2013 - Levico Terme di Jenny Zanoni
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rande attesa per l’evento dell’anno di ogni appassionato di motori: il Barbér Day nella sua spumeggiante nona edizione. Superbe auto e moto americane, auto storiche, Fiat 500, maggioloni e maggiolini, jeep, vespe, moto e quad in un mix di sfilate, spettacoli, concerti ed intrattenimento per grandi e piccini. Questa è la formula firmata Paolo Andreozzi, unico e mitico organizzatore del raduno, conosciuto da tutti come “el Barbér Paolo”. Domenica 16 giugno Levico Terme vedrà le sue strade gremirsi fin dal mattino per una giornata frizzante caratterizzata da un vastissimo programma. Naturalmente, el Barbér ha pensato a tutto, anche a coloro i quali volessero giungere a Levico il sabato per visitare la ridente cittadina ed essere freschi, belli e riposati per il grande evento. Infatti, all’albergo ristorante “Al Brenta” da Giampaolo o all’hotel “Elite” presso la famiglia Vettorazzi, ci saranno prezzi speciali per i partecipanti al raduno. Le iscrizioni rimarranno aperte dalle 8 alle 11, al ristorante Bandus Camping due Laghi, il quale offrirà un’abbondante colazione: caffè, cappuccino, croissant seguiti da un caloroso brindisi di benvenuto con un gustoso trancio di pizza. Il tutto accompagnato da coinvolgenti esibizioni: Quad, Go kart degli amici della pista Neve
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Tutti col barber Si rinnova la kermesse promossa da paolo Andreozzi. Domenica 16 giugno, a Levico Terme, tanta musica, gastronomia e divertimento
- Ghiaccio “La Cascatella” di Castel Tesino, automodelli radiocomandati sia a scoppio che elettrici per i quali si ringrazia “Rally legends” Rudi di “SoftairAir Experiences” a Gardolo, deltaplani e parapendii a motore. Ad ogni partecipante al raduno verrà consegnata una bellissima borsa tracolla firmata Cassa Rurale di Levico Terme, dove saranno custoditi i buoni necessari per gustare le innumerevoli leccornie previste. Le donne, inoltre, potranno sfoggiare un grazioso omaggio offerto dalla fioreria Morena. Trovare il punto del ritrovo sarà molto facile, el Barbér si preoccuperà di apportare le dovute segnalazioni sulla Strada Statale 47 della Valsugana in corrispondenza delle uscite di Levico Terme. Alle 11.30 circa avrà inizio la carovana: le auto sfileranno per ben 45 km effettuando un suggesti-
vo giro panoramico dei laghi passando per Caldonazzo, Calceranica, Pergine Valsugana; durante il ritorno sosta a Barco di Levico, dove al segnale del Barbér, il club Volo Libero Trentino saluterà i partecipanti con un’emozionante esibizione tutta da scoprire. Essendo oramai vicina l’ora di pranzo, il caro amico Lorenzo del “Bar Turismo” offrirà aperitivo ed appetitosi stuzzichini. Il tour terminerà alle 13.30 presso l’impianto sportivo di Levico Terme nella splendida
cornice del lago in viale Lido, dove, in collaborazione con l’U.S. Levico, verrà offerto un lauto pranzo. Tutti sono invitati a partecipare, anche i bambini di ogni età. Ad accogliere i piccoli ospiti ci saranno castelli gonfiabili offerti da “Emmebi gonfiabili” di Calceranica, il grande “mago Rudy” con stupefacenti giochi di prestigio, el “Bepi” di Ala con simpatici animali, palloncini, bolle di sapone e zucchero filato, oltre a Cristiana, la “truccatrice dei bimbi” animatrice e body painting.
Dedicato ai veri cowboys, ci sarà anche un emozionante toro meccanico per chi volesse tentare la sfida. Per la gioia dei più grandi, invece, la “Promoevent Service”, agenzia di organizzazione spettacoli ed eventi, realizzerà una sfilata di bellissime modelle valevole per il concorso “La Bella d’Italia”. Innumerevoli sono le idee del vulcanico Barbér: il ballo country con Nicola ed i più bravi ballerini della zona, Zumba con Rita ed il suo gruppo, la carrozza dei cavalli con il grande Calogero dedicata ai giri turistici, sexy car Wash, creazione di maglie del mitico Elvis Presley e naturalmente la premiazione delle macchine che avranno stupito di più con la loro bellezza e particolarità. Momento clou alle ore 14.00: l’atmosfera della prima esibizione di Elvis nella
suggestiva Las Vegas verrà portata a Levico Terme per un imperdibile concerto. Dodici elementi tra cui fiati (tromba, trombone e sax), tre coriste, un vocalist, chitarra elettrica, basso, batteria e pianoforte emozioneranno ospiti ed amici con qualcosa che vuol andare oltre il comune spettacolo musicale. Siamo quindi giunti al termine di questo lungo e fitto programma: El Barbér desidera ringraziare in particolare la Falegnameria Beber Marco & C. Snc (www. beberlegno.it), Cassa Rurale di Levico Terme, il suo presidente e il direttore oltre a tutti gli amici che hanno impiegato tempo ed energie per rendere ancora più speciale questo evento indimenticabile. Per ulteriori informazioni è possibile contattare direttamente El Barbér al numero 348.7926817. ■
info L’ISCRIZIONE DI 30 EURO COMPRENDE: - Omaggio floreale a tutte le donne offerto dalla fioreria Morena - Gadget firmato Cassa Rurale di Levico Terme: super borsa tracolla - Colazione e brindisi di benvenuto con trancio di pizza al ristorante Bandus Camping Due laghi - Aperitivo e stuzzichini dell’amico Lorenzo a Barco di Levico - Pranzo in collaborazione con US Levico - Brindisi di saluto - TANTO DIVERTIMENTO!
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artedì 4 giugno a Rovereto (Chiesa di S. Marco, ore 20.45), mercoledì 5 a Bolzano (Duomo, ore 20.30), giovedì 6 a Trento (Chiesa Seminario Minore, Via Endrici, ore 21), venerdì 7 a Bressanone (Duomo, ore 20.30) e sabato 8 a Tignale (Santuario della Madonna di Montecastello, ore 20.30), l’Orchestra Haydn e il coro del Festival dello Schleswig-Holstein eseguiranno il Requiem K 626 di W.A. Mozart. Alla direzione dei concerti, che si terranno nell’ambito del 42. Festival di Musica Sacra, è stato chiamato Rolf Beck. Le parti soliste
sono state affidate a Francesca Pedaci (soprano), Anna Lucia Nardi (mezzosoprano), Yuzuru Tsuchizaki (tenore) e Pavel Shmulevich (basso). Il Requiem è l’ultima grande, geniale composizione di Wolfgang Amedeus Mozart. Sembra che, se non fosse stato per una commissione, il salisburghese non avrebbe mai composto quella che sarebbe diventata la sua ultima e forse più conosciuta partitura. Il 14 febbraio 1791 era morta, appena ventenne, la consorte del conte Franz von WalseggStuppach, musicista dilettante che amava spacciare per proprie alcune opere commissionate a diversi compositori (tenuti alla segretezza) che poi venivano eseguite durante riunioni e feste varie in ca76
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requiem regale Appuntamenti martedì 4 giugno nella Chiesa di S. Marco a Rovereto alle 20.45 e giovedì 6 giugno al Seminario Minore di Trento. tra i Solisti Francesca Pedaci (soprano), Yuzuru Tsuchizaki (tenore) e Pavel Shmulevich (basso). Sul podio dell’Orchestra Haydn il M° Rolf Beck sa sua. Probabilmente, poco dopo la dipartita della moglie, il conte aveva pensato di farsi scrivere un Requiem, da eseguirsi con le medesime modalità, e la scelta era caduta su Mozart. Durante tutto il mese di novembre e fino ai primi di dicembre del 1791, Mozart lavorò intensamente al Requiem, ma quando morì, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, solo una parte era definitivamente compiuta. Non potendosi permettere di perdere il compenso per il Requiem, la vedova Constanze si rivolse dapprima a Joseph Eybler, collega viennese del marito scomparso, chiedendogli di completarne l’opera estrema. Eybler
mise mano alle sezioni del Dies irae, fino al Lacrimosa, ma forse non volle né poté compiere il lavoro in maniera soddisfacente, sicché Constanze alla fine chiese all’allievo del marito Franz Xaver Süssmayr di porvi mano. Il Requiem completato
da Süssmayr venne consegnato al committente Conte Walsegg-Stuppach come opera di Mozart, e ne furono fatte tre copie, una per Costanze, un’altra per l’Abate Stadler, la terza andò all’editore Breitkopf & Härtel. Il Requiem così compiuto conobbe una rapidissima diffusione: negli anni precedenti al 1830 apparvero non meno di sei edizioni a stampa. Le voci che criticavano l’operato di Süssmayr, non si sono sopite sin dalla prima recensione apparsa nel 1801 sulla Leipziger Allgemeine Musikalische Zeitung. “Questa reliquia è deturpata da tentativi assai incompetenti e maldestri di riempire i pentagrammi”, così si espresse Johannes Brahms a proposito dell’autografo nella sua relazione di revisione alla vecchia edizione delle opere mozartiane. Stendhal, che lo ascoltò nel 1809 a Vienna, lo giudicò “troppo fracassone”. Del resto, lo stesso Süssmayr, nella sua famosa lettera dell’8 febbraio 1880 all’editore Breitkopf, scritta per rendere conto del suo operato, si disse fermamente convinto che il suo lavoro fosse indegno del grande uomo. ■
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L
a tredicesima edizione del Garda Jazz Festival ripercorre anche quest’anno alcuni fra gli scorci più belli dell’Alto Garda che, in questa speciale occasione, diventano splendida cornice per i molti eventi della rassegna. Questo evento, come tradizione, punta a soddisfare la passione per il Jazz portando nei vari appuntamenti squarci di un territorio artistico molto ampio, che certamente può accontentare sia il cultore delle nuove tendenze jazz di nicchia che l’amante delle più consolidate tradizioni di swing e blues. Il Festival si estende nell’arco di 3 settimane, dal 24 giugno al 14 luglio, anche questo anno in formula itinerante tra alcune location più che pittoresche: i Castelli di Drena e di Arco, il Bastione Veneziano di Riva del Garda, il Borgo medievale di Canale di Tenno, il lungo lago di Torbole, la Rocca di Riva del Garda e le piazze, le spiagge dei vari centri, rappresentano lo sfondo poetico ideale per le varie serate. Per sedurre l’orecchio ma anche l’occhio. La novità di quest’anno è l’ampliamento del raggio di azione del Garda
GARDA JAZZ FESTIVAL si estende nell’arco di tre settimane, dal 24 Giugno al 14 Luglio, anche questo anno in formula itinerante tra alcune location più che pittoresche, dai castelli al lago... Jazz Festival con l’aggiunta dei Comuni di Limone sul Garda e di Malcesine negli appuntamenti del main programme. Questa storica rassegna infatti vuole guardare lontano e porta dentro di sè l’ambizione futura di poter toccare l’intero lago di Garda. Il programma principale spazierà tra generi e artisti. Si aprirà il festival (Main programme – i Jazz Cafè invece partiranno già il 24 giugno) mercoledì 26 giugno nel Comune di Malcesine con i Sax Four Fun in concerto sul veliero “Siora Veronica” e il 27 giugno con Mauro Campobasso Solo al sempre bellissimo e suggestivo Bastione di Riva del Garda. Proseguirà poi venerdì 28 giugno nel piccolo borgo medioevale di Canale di Tenno con il Nicola Costa Trio. Dopodiché ci saranno i Petrina Quartet in
Rocca il 29 giugno e poi sarà il turno delle orchestre con la Jezz Set Orchestra il 30 giugno a Arco e la Futura Orchestra e Luca Donini il 2 luglio a Limone sul Garda. Poi si aprirà la seconda settimana della rassegna con Mystic River: Saverio Tasca, vibr, Stefano Pisetta, batt, Stefano Menato sax, Stefano Colpi cb presso l’elegante Hotel Lido Palace a Riva il 3 luglio, Bebo Ferra Solo a Nago il 4 luglio e il 5 i Pink Floyd Project – Savoldelli, Bardoscia, Casarano Trio a Torbole. Mentre nel weekend ci saranno i Kachupada – Carmen Souza Quartet a Arco e i Bardoscia & Casarano Duo al suggestivo Castello di Drena. Nella terza settimana vedremo invece 2 For Duke - Dado Moroni & Max Ionata il 10 luglio a Riva, Rita Marcotulli Solo l’11 a Nago, Scuola & Formazione Deluxe or-
chestra il 12 luglio a Torbole e Rossana Casale – Tributo a Gaber in Rocca a Riva il 13. Chiuderà il Garda Jazz Festival con un concerto imperdibile il Bojan Z Quartet - Special guest Gianluca Petrella, domenica 14 luglio, a Riva del Garda presso il Palazzo dei Congressi. Il cartellone principale sarà affiancato come ogni anno dai Jazz Cafè e dalle Beach Parade. Il Garda Jazz Festival nasce dal sostegno e dalla collaborazione di SMAG Scuola Musicale Alto Garda, SMAG Servizi Musicali Alto Garda con i Comuni di Arco, Riva del Garda, Limone sul Garda, Nago – Torbole, Drena e Tenno, e anche con la Provincia Autonoma di Trento e “Trentino Jazz”, rete che collega tutti i più importanti festival jazz della provincia e che si sviluppa sul territorio lungo l’arco dell’anno. ■ 79
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ssume una dimensione cittadina, una city version, la dodicesima edizione della “Summer Sessions” il Festival internazionale di musica elettronica e arte contemporanea organizzato dal Cdm di Rovereto. La Summer Sessions è il primo evento di musica elettronica in Trentino e torna per con una rivoluzione che è anche un’ ambizione: portare il festival in città e coinvolgerne piazze e persone. Ad ospitare la Summer Session, il 22 giugno dalle 17, sarà P.zza Malfatti a Rovereto e selector ufficiale sará Everest Parisi insieme al Balaric Gabba Sound System, un non-sense dream team composto da peeDoo, Enzo Elia, E-the-Hot, Bjorn Torske, con lo scopo di definire un genere che non esiste, il Balearic, o se preferite, che contiene tutti gli altri, ampliando sempre di più i confini di groove e ricerca. Primo live della serata sará
Summer Sessions selector ufficiale sará Everest Parisi insieme al Balaric Gabba Sound System. Da non perdere anche i “Welcome Back Sailors” quello dei “Welcome Back Sailors” che proporanno i brani di “Yes/Sun”il loro primo album. Dentro ci sono istantanee. Foto di quegli anni ’80 che hanno ormai smaccatamente assunto altre tinte. Un po’ dei nostri 90 dimenticati. E poi questo millennio, ovviamente. Sì, perché se pure il nome della band viene da un documentario ci si legge chiaramente dentro la voglia di non restare troppo fermi, quella di viaggiare lungo le strade del rock’n’roll. Hanno un assetto live che trasforma un sound mieloso in qualcosa di pode-
roso. Un esempio di come l’elettronica possa essere vissuta in maniera rock e che non si perde in tutti i successivi lavori. A seguire i “Ninos Du Brasil”, formazione elettronica insolita, formata da il cantante e il batterista dei With Love, Nico Vascellari e Nicolò Fortuni, e da Riccardo Mazza, chitarrista dei Flower Kollapsed, gruppi della scena Hc/punk nazionale. Il sound è un’improbabile commistione di batucada e noise, samba ed elettronica, le loro apparizioni live trascinano tutto il pubblico in scomposte quanto liberatorie danze
che si confondono tra le parate di Bahia, la fisicità dei concerti hardcore, la coralità delle tifoserie della curva e la techno primordiale. A chiudere i “Margot”, duo composto da Giaga Robot e Pepe che sono i responsabili del nuovo EP per Hell Yeah: il loro singolo Liuff Settanta è diventato una insolita hit underground, scelto anche da Sven Vath per la sua compilation Sound of the 13th Season. James Holden non solo mette in pista buona parte della musica dei Margot, ma anche loro sono ormai parte integrante della famiglia. n
“IL SIPARIO SI ALZI!”: aperte le iscrizioni
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ecipazione: o) Quota di part rensiv i di pranz
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e vacanze estive sono alle porte e Fondazione Aida/ Teatro Valle dei Laghi ha elaborato anche quest’anno una proposta estiva per intrattenere e far divertire i ragazzi dai 10 ai 14 anni, che desiderano avvicinarsi, coltivare e crescere la passione per il teatro, offrendo loro un’ulteriore occasione di incontro. Dover?o e at T ea Una settimana di teatro per scoprire come va l l e dei La ghi una semplice storia può trasformarsi in uno spettacolo teatrale, dove ognuno sarà inviPer chi? tato a partecipare provandosi come attore, Ragazzi dai 10 ai 14 anni scenografo, costumista, regista, scegliendo le musiche ed imparando a conoscere il teatro come luogo fisico da scoprire platea, palcoscenico, quinte. do ? L’obiettivo della proposta è quindi avvicinare Quaimnan e di Sett i t a i partecipanti al “mondo del teatro” fondato At t i v su relazioni, regole e piccole magie. E alla fine io della settimana il sipario si alzerà e gli attori O r a rli ero g io rn a potranno condividere scoperte, emozioni e creazioni del loro percorso in uno spettacolo conclusivo per familiari e amici.
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di Alessia Acampora
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iamo giunti alla sesta edizione della mostra concorso di pittura nazionale La Madonnina che si terrà a Centa San Nicolò dal 6 al 20 luglio. Il concorso, nato da un’idea del vigolano Maestro Franco Benassi, vuole dare vita ad un percorso di accrescimento culturale. Intende divulgare la conoscenza del territorio e stimolare l’attenzione degli artisti per la nostra realtà territoriale. Il Concorso è aperto a tutti gli artisti italiani. Ciascun concorrente vi può partecipare con una sola opera. Il Concorso si suddivide in tre fasi: preselezione delle opere, mostra delle opere ammesse al concorso e premiazione dei vincitori. Una prestigiosa giuria composta di cinque membri selezionerà le opere da ammettere a concorso (per un massimo di 40 opere) e designerà tutti i premi formulando giudizi critici sulle prime tre opere premiate. Le opere selezionate parteciperanno anche alla mostra e saranno presenti sul catalogo della mostra concorso. La giuria è così formata: Renzo Francescotti – Presidente – Scrittore e critico; Anita Ani-
madonnina in arte il concorso, nato da un’idea del vigolano Maestro Franco Benassi, giunge alla sesta edizione. Dopo la premiAzione, una mostra
Concorso di Pittura La
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6 - 20 luglio 2013
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baldi – Pittrice; Tullia “Lula” Fontana – Pittrice; Andrea Slomp – Pittore e Incisore; Annalisa Campregher – Assessore alla Cultura del Comune di Centa San Nicolò. Durante l’apertura della mostra il pubblico sceglierà l’opera preferita, che riceverà il Premio Speciale del Pubbli-
co. Tutti gli artisti interessati a partecipare al concorso dovranno fare pervenire la scheda di richiesta e la foto dell’opera entro sabato 15 giugno 2013. La settimana successiva la giuria decreterà le opere ammesse al concorso e gli artisti ammessi saranno avvisati in modo da permettere il pagamento della quota di iscrizione entro sabato 22 giugno 2013 e la consegna dell’opera entro sabato 29 giugno 2013. La dotazione dei premi è così ripartita: primo premio 1500 euro, al secondo 800 euro e al terzo 500 euro. A tutti gli artisti sarà rilascia-
to un attestato di partecipazione. Le prime tre opere classificate rimarranno di proprietà del Consorzio Turistico della Vigolana L’inaugurazione della mostra sarà sabato 6 luglio alle 16 presso Casa Campregher a Centa San Nicolò. La mostra rimarrà aperta dal 7 al 19 luglio presso Casa Campregher a Centa San Nicolò. Durante il periodo di apertura della mostra, il pubblico avrà la possibilità di scegliere l’opera che considera più rappresentativa compilando un’apposita scheda. L’opera più votata sarà premiata con il Premio Speciale del Pubblico. Premiazione delle opere in concorso, sabato 20 luglio 2013 alle 16, sempre presso Casa Campregher a Centa San Nicolò. Info e iscrizioni: Consorzio Turistico Vigolana. Via San Rocco 4 - 38049 Vattaro, 0461.848350 info@vigolana.com ■
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SOLSTIZIO D’ESTATE dall’11 al 29 giugno torna la rassegna di teatro e musica si ripropone. Tra gli eventi, i Baustelle e “Piccoli suicidi”
È
quello legato al nome dei Baustelle l’evento più importante del cartellone dell’edizione 2013 di “Solstizio d’Estate” la rassegna di teatro, musica e danza che si ripropone a Mezzocorona dall’11 al 29 giugno ed è organizzata dal Gruppo Arte di Mezzocorona. Il primo appuntamento in cartellone, alle 21.30 come tutti gli eventi proposti, è quello dell’11 giugno con lo spetta-
colo “Invisibilmente” della Compagnia Menoventi (San Michele, Chiostro Istituto Agrario) mentre venerdì 14 la compagnia Carrozzeria Orfeo presenterà “Robe dall’altro mondo” (Mezzolombardo, Teatro S.Pietro). Uno spettacolo che si sviluppa sul tema delle “paure metropolitane”, ovvero l’insieme delle paure, delle fobie e delle tensioni sociali e individuali che innegabilmente caratterizza-
Via G.B. Trener, 10/B - 38121 Trento - Tel. 0461 828250
no e condizionano la nostra quotidianità e la qualità delle relazioni. Pregiudizio, intolleranza, sospetto, insicurezza, solitudine, terrorismo ideologico come elementi che costantemente influenzano un tessuto sociale sempre più fragile e disarmato. Da lunedì 17 a mercoledì 19 la Cantina Martinelli di Mezzocorona ospiterà la performance “Piccoli suicidi. Tre brevi esorcismi di uso
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quotidiano” di e con Gyula Molnàr. Piccoli Suicidi è ormai un classico del teatro d’oggetti: creato nel 1981 da un’improvvisazione, tesse insieme tre brevi storie raccontate maneggiando degli oggetti quotidiani sopra un tavolo di cucina. Venerdì 21 spazio alla musica con il concerto fra world, latin e jazz dell’Angel Ballester Quintet (Parco Urbano, Lavis). Un sodalizio Italia/Cuba guidato da Angel Ballester Veliz, uno dei musicisti e compositori più affermati della nuova generazione cubana, già fondatore ed arrangiatore del mitico ensemble Habana Sax, con cui ha girato il
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trentinopanorama mondo in lungo ed in largo negli ultimi 10 anni. È un crogiuolo di esperienze, piccole e grandi, che non possono essere costrette entro confini di genere, sebbene costantemente omaggiati, o strutture rigidamente prestabilite e che non cercano il confronto con l’esistente. Si tratta di pura e sincera energia pronta all’uso. Ancora musica, domenica 23 al Museo degli Usi e Costumi di San Michele, con “La partitura dell’anima” con Alessandro Sironi e Mauro Scardovello. Un pianoforte che diventa pennello di artista, il pubblico che si trasforma in paesaggi sonori da cogliere ed esprimere con pennellate di note. Alessandro Sironi creerà con il pianoforte coinvolgenti e entusiasmanti vesti di sonorità, armoniosamente ritagliate ed intessute intorno al corpo di chi vorrà liberamente tuffarsi in questo evento musicale e poetico. Martedì 25, in Piazza della Cooperazione a Mezzocorona, si ritorna al teatro con “Chilometro Zero” di Pino Petruzzelli, in cui l’attore veste i panni di un “uomo artigiano” che sceglie di ripartire attraverso un diverso modo di intendere il lavoro e la vita. Così, nel suo ristorante, tra monti, pini, larici, neve e valanghe, propone solo ricette a chilometro zero. “Chilometro zero” parla di noi, delle nostre vittorie, delle nostre
sconfitte e soprattutto della forza di rialzarsi sempre. La grandezza della vita non sta nel numero di vittorie ottenute, ma nel numero di volte in cui si è avuta la forza di rialzarsi e ripartire. Gran finale, sabato 29 giugno, con i Baustelle in concerto al Palarotari di Mezzocorona, con il live del loro “Fantasma Tour”. Proprio il cd “Fantasma” si presenta come il lavoro più ambizioso dei Baustelle. Lo slancio di Bianconi verso una perfezione pop densa di classicismo raggiunge qui il suo apice. Un disco organizzato come un film, con tanto di titoli di testa e di coda, interpretabile al tempo stesso come la sua colonna sonora immaginaria, dal taglio profondamente sinfonico, densa di esoterismo, di sonorità spettrali, di citazioni letterarie e cinematografiche. Tutto è intriso di quel maledettismo figlio di Baudelaire e della “Spoon River Anthology” di Edgar Lee Masters, la percezione dei fantasmi come specchi riflettenti il nostro io, e la conclusione che spesso i più temibili spettri siamo proprio noi stessi. Ma non c’è soltanto scuro pessimismo cosmico, le argomentazioni sono grevi soltanto in apparenza: bastano pochi approfondimenti per comprendere quanto in queste liriche a trionfare siano la speranza, l’amore, la vita. ■
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www.teatroportland.it
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rotagoniste del progetto saranno un gruppo di donne appartenenti alla fascia della terza età che verranno coinvolte in un percorso di ricerca e formazione attraverso il linguaggio del teatro e della danza. La necessità di questo lavoro è favorire una maggiore visibilità a queste donne ognuna con una storia di vita, unico elemento necessario per affrontare questo percorso creativo dove diventeranno le protagoniste attive e consapevoli. Teatro Portland cerca donne che abbiano voglia di sperimentare, di farsi guardare, di muoversi, di giocare, di ricordare, di essere. Partendo dai modelli delle antiche divinità, input valido inizialmente per avvicinarsi a se stesse, le donne coinvolte nel progetto affronteranno un lavoro di educazione al movimento danzato e teatrale, base necessaria per la costruzione di azioni sceniche.
BIANCO: Studio al Femminile un Progetto di Fanny Oliva e Roberta Segata, organizzato da teatro Portland di trento, con il sostegno delle Pari Opportunità della Provincia di Trento In questo percorso la necessità sarà quella di esplorare inizialmente gli aspetti tecnici, improvvisativi e compositivi con l’intenzione di avvicinare le partecipanti al linguaggio creativo del proprio corpo e del corpo dell’altro e sperimentare il proprio sentire, il sentire dell’altro, entrando in quel luogo dove tutto è possibile: il teatro, uno spazio intenso, aperto di visioni esaltanti, di suoni disarticolati; la danza, l’immobilità delle immagini pittoriche, la loro vita nei corpi in movimento.
Gli obiettivi sono anzitutto offrire alle donne un percorso che le avvicinerà a se stesse rendendole protagoniste della propria vita e più consapevoli di ciò che vogliono essere e di ciò che potenzialmente possono essere. Il percorso prevede esercizi di tecnica, necessari da una parte per acquisire una consapevolezza di ogni parte del corpo, e dall’altra per diventare uno spunto creativo dove il gesto danzato viene trasformato e avvicinato al vissuto perso-
nale. Il corpo invisibile/corpo neutro: entrare nello spazio scenico attraverso un attenta coscienza delle parti del corpo, dello spazio. Lasciarsi guardare e non giudicarsi. Presentazione della forma, del tempo e dello spazio. Il percorso è aperto a tutte, non è richiesto nessun prerequisito. “Bianco: studio al femminile” si terrà al lunedì dalle 9 alle 11, nel mese di giugno. Costo: 20 € di quota associativa. Info: Portland 0461/924470 info@teatroportland.it ■
www.trentinomese.it: scarica toni moretto
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nche questo mese si rinnova l’appuntamento con la musica indipendente. Sul nostro sito potete trovare infatti 6 brani in free download. Si tratta dei singoli tratti da altrettanti album in uscita, che rappresentano per noi le novità più interessanti del panorama emergente. Iniziamo con un nome che sicuramente qualcuno ha già sentito: Toni Moretto, ex Pitura Freska, ha deciso di mettersi in proprio e ci regala un disco reggae perfettamente in tema per questo inizio d’estate. Il titolo è “Il Sole dagli Occhi”. Se invece avete voglia di rompere completamente gli schemi, provate ad ascoltare Borghese, con i loro testi mai scontati e dai titoli provocatori. Terzo brano della tracklist è “Finezze” de Il Magnetofono. Un nuovo modo per essere indie con in mano
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strumenti che ricordano più il jazz (contrabbasso in primis) e un modo di cantare che rimanda alla tradizione pop italiana. A seguire, potete trovare la rock band toscana de Il Maniscalco Maldestro. Peraltro, per la prima volta nella storia della discografia, la copertina del loro album dà la possibilità agli utenti di scaricarsi la copia digitale in free-download. La quinta traccia che abbiamo inserito nella compilation è il singolo degli Erotik Monkey, band sarda che con il terzo disco sembra giunta alla maturazione artistica. Decisamente da ascoltare! Chiude la lista degli ascolti di questo mese “Girl” degli A Violet Pine, Un power-trio che mescola melodie grunge, ritmi trip-hop e sovrapposizioni elettroniche con un sottofondo dalle velate atmosfere new wave.
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di Fabio De Santi
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a formula che caratterizza “Futuro Presente”, il Laboratorio permanente sui linguaggi contemporanei, rimane la stessa, anche in questa edizione che si svolge dal 14 al 18 giugno a Rovereto con alcune interessanti sezioni che trovano spazio a Riva del Garda (13, 18 e 25 giugno). Il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Autentico valore aggiunto il lavoro di rete che vede Futuro Presente arricchirsi di eventi e sezioni create in collaborazione con altri enti. Fittissimo il calendario di eventi di cui vi diamo qui alcuni spunti. Si comincia con la mostra fotografica di Daniele De Lonti “Un viaggio in Italia” – al MART di Rovereto dal 4 al 30 giugno
futuro presente si svolge dal 14 al 18 giugno a Rovereto con alcune interessanti sezioni che trovano spazio a Riva del Garda (13, 18 e 25 giugno) – che “inseguendo” il Giro d’Italia coglie la contrapposizione tra la velocità e il passaggio dei ciclisti da un lato e il paesaggio italiano dall’altra. Inoltre, sabato 15/6 De Lonti e Beppe Sebaste incontrano il pubblico alle 11 al Mart. A Riva del Garda (13/6) viene proiettato Patience (After Sebald), lungometraggio di Grant Gee dedicato alla figura del grande scrittore e viaggiatore Winfried Sebald. Di rilievo l’incontro-reading con Ugo Cornia dal titolo “Al
centro del mondo” (15/6). Si intitola Statale 18 lo spettacolo proposto da Laura Marchianò con Mauro Minervino alla Sala conferenze del Mart (15/6). Un viaggio prima diventato libro e ora rappresentazione teatrale lungo una strada che rappresenta simbolicamente il Sud e che collega Napoli a Reggio Calabria. Altra regione e altri luoghi scaturiscono dalla scrittura di uno degli autori più originali della narrativa italiana di questi ultimi anni. Si tratta
di Marcello Fois, vincitore del Premio Calvino nel 1992 che, con una lingua fuori dal tempo, ci regala un territorio – quello sardo – altrettanto lontano dalla modernità comune. Musica e spettacoli hanno sempre arricchito il programma di Futuro Presente: ecco il Concerto-Proiezione di “Bora e Il capo” di Yuri Ancarani e musiche dal vivo di Mika Vainio (14/6). Da una parte due cortometraggi di uno dei registi e artisti più interessanti del momento e dall’altra la performance dell’ex fondatore e membro dei Pan Sonic, Mika Vainio, che nella parte solista della propria carriera ha collaborato con artisti del calibro di Björk, Alan Vega (Suicide) e Chicks ■ on Speed.
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er un anno abbiamo vissuto tra Barcellona e Milano ed in questo periodo abbiamo iniziato ad ascoltare tanta musica italiana per capire un po’ il posto con cui stavamo dialogando. Quando abbiamo scoperto i pezzi di Jannacci, ci siamo subito identificati. Tramite la sua composizione abbiamo capito che usare l’umore per parlare di temi tosti era una qualcosa che ci apparteneva. Quindi abbiamo iniziato a tradurre i suoi pezzi e registrarli. Poi un giorno Cochi e Renato – dopo 30 anni che non facevano nulla assieme – si erano riuniti per una trasmissione televisiva. Sembrava un miracolo. Così, in qualche modo, loro hanno saputo quello che stavamo facendo e ci hanno invitato per andare ad una loro puntata. Qui abbia-
Suoni universitari i selton saranno il gruppo ospite alla serata finale di “Suoni Universitari 2013”, 12 giugno allo Studentato di San Bartolameo a Trento mo conosciuto sia loro che Jannacci in persona, quindi abbiamo invitato tutti e tre a partecipare al nostro primo disco”. Così i Selton hanno raccontato quello strano intreccio del caso che li ha portati a diventare uno dei gruppi di culto del momento della scena musicale italiana. I Selton arrivano dal Brasile e hanno portato un’aria di rinnovamento nel mondo dell’indie
italiano diventando un vero e proprio fenomeno musicale nella loro contaminazione di generi ed atmosfere. Proprio loro saranno il gruppo chiamato ad essere l’ospite della serata finale di “Suoni Universitari 2013” che si svolgerà il 12 giugno allo Studentato di San Bartolameo a Trento dove presenteranno il loro nuovo cd “Saudade”. La loro storia è qualcosa che sa
di fiaba visto che dal Brasile approdano a Barcellona dove fanno la gavetta e proprio lì sono scelti da Fabio Volo come band di studio del suo fortunato programma “Italo Spagnolo” su Mtv. Di fatto la loro avventura italiana comincia lì, dalla Catalogna e ora vivono a Milano e proprio in questi mesi stanno promuovendo il loro terzo lavoro dal n titolo “Saudade”.
HIP HOP ELECTRO FESTIVAL con Francesco Facchinetti
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he l’hip hop e il rap siano ormai il linguaggio musicale più apprezzati dai giovani italiani è un dato di fatto. Basta dara un’occhiata alle classifiche per comprendere la portata di questo fenomeno con decine di artisti, anche giovanissimi, che sono sempre al top e non parliamo solo di Fabri Fibra e altri big del genere. Parte da qui l’idea del Comune di Rovereto di organizzare in collaborazione con Centro Santa Chiara, FiabaMusic, Needit Spettacoli, Ass.Culturale Bib e BlackOut Events martedì 11 giugno il primo “HipHop &Electro Festival” al Palasport di Rovereto. Ad aprire la kermesse alcuni formazioni hip hop regionali con la partecipazione di Ares Adami uno dei più noti rapper trentini. A seguire dal programma MtvSpit spazio al progetto “3 Mc’S e 1 Deejay” con Mastafive feat. Kenzie, Kiave e Fatt. MtvSpit, giunto alla sua seconda stagione è uno show dedicato alle rap battles tutte italiane, dove giovani freestyler si sfidano in un’arena circondata dal pubblico con una sfida all’ultima rima che è un must per gli appassionati del genere. Special guest del set è “Baby K” uno dei fenomeni musicali del momento.
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Nata a Singapore nel 1983, cresciuta a Londra e poi approdata a Roma dove si è fatta notare nella scena rap ottetendo il grande successo con l’album “Femmina Alfa”. A far ballare il palazzetto ci penserà dj Matrix autore di tutte le sigle delllo Zoo di 105 e dei singoli “La tipica ragazza italiana”, “Tu vivi nell’aria”e di “Voglio tornare negli anni ‘90”. Spazio poi a Kenny Ray , cantante brasiliano che da anni vive in Trentino e che il questa occasione presenterà il suo singolo “Sexy Swag” con Gabry Ponte feat. Shaggy. La chiusura dell’evento sarà affidata all’ “Electro Dj Show” targato “WeArePresidents” : un terzetto che punta su un’elettronica danzereccia e che è stato lanciato dal successo di “Hello wordl”. Un trio tutto italiano, composto dal noto conduttore televisivo Francesco Facchinetti (che in questo progetto si fa chiamare Oz), Paul e Manuel : tre aristi, provenienti da scene musicali differenti. La loro musica mescola electro-house, pop e dubstep. Tra gli artisti a cui si ispirano, udite udite , anche The Clash, James Brown, Giorgio Moroder, Depeche Mode, Daft Punk, Chromeo e Morricone.
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di Fabio De Santi
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ileggendo Frankenstein non ho potuto fare a meno di trovare spunti di riflessione e soprattutto molti parallelismi con la società contemporanea. Si parla di ambizione e di superamento delle leggi morali, temi assolutamente riscontrabili anche ai giorni nostri. Non vogliamo invecchiare e non ci rassegniamo al tempo che passa. La creatura del romanzo è un diverso, un disgraziato in cerca di amore ed è innegabile che le questioni legate alle minoranze e ai rapporti umani siano cambiate nel corso di duecento anni, ma ieri come oggi sono al centro dell’interesse comune». Così Enrico Ruggeri ha tracciato i contorni del suo nuovo album “Frankenstein” un disco complesso ed ambizioso ma anche, a nostro avviso, particolarmente ispirato. Uscito ad inizio maggio, “Frankenstein” è un vero e proprio concept album ispirato proprio al classico di Mary Shelley che racchiude tredici brani che parlano di ambizione sfrenata, bioetica, paura della diversità, necessità di amare, odio e desiderio di restare giovani sfidando le leggi del tempo».
ENRICO RUGGERI il cantautore milanese sarà ospite, il 23 giugno in Piazza Fiera, alla finalissima della prima edizione del “Centro Musica Awards” E proprio questo cd sarà al centro dell’atteso ritorno a Trento dell’artista meneghino ospite, il 23 giugno in Piazza Fiera, della finalissima della prima edizione del “Centro Musica Awards” la nuova iniziativa musicale che ha unito il Pavanello e il Festival Acustico. Insieme ai finalisti del contest, che saranno giudicati da una giuria di esperti, e alla finale della sfida a colpi di note è prevista la performance di Enrico Ruggeri, durante la quale si ascolteranno anche i grandi hit incisi in trent’anni di musica con un set dalle tinte decisamente rock. Tornando a “Frankestein”, Ruggeri ha anche evidenziato come per lui: “Produrre un concept album
in un’epoca di canzoni usa e getta e abbinarlo ad un racconto è stata una vera sfida”. Insieme al cd Ruggeri ha anche pubblicato il romanzo inedito «L’uomo al centro del cerchio» che si lega sempre all’immaginario della Shelley. Nel disco ci sono diverse apparizioni, non certo
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Esperienza che guarda al futuro
horrorifiche come quella di Elio al flauto traverso che ha dato un tocco prog all’intero progetto, di Andrea Mirò e Luigi Schiavone mentre una menzione particolare merita il clip del brano “Diverso dagli altri”. Nelle immagini Ruggeri è immerso, in costume adamitico, in un pentolone di rame, pronto ad essere divorato da un gruppo di avidi ospiti di una macabra cena a base di carne umana. Da ricordare anche che lo scorso anno Ruggeri aveva pubblicato il cd “Le Canzoni ai Testimoni”, un album unico nel suo genere, nel quale 15 esponenti di spicco della musica indipendente rileggono e arrangiano altrettante canzoni del Rouge, spaziando tra rock, new wave e musica d’autore, Fra i pezzi di questo lavoro, nella versione web, anche “Señorita” proposta dalla band trentina dei Bankrobber che avevano già collaborato con Rougè nel brano “Moviola”. n
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el 1935, Chevrolet inventò il SUV con l’introduzione del Carryall Suburban. 78 anni dopo Chevrolet lancia Trax, il primo modello del marchio nel segmento dei SUV compatti. “Trax è un SUV compatto moderno, estremamente versatile ed efficiente in termini di consumi, che offre la maneggevolezza di un’auto e la trazione integrale,” ha dichiarato Susan Docherty, Presidente e Amministratore Delegato di Chevrolet e Cadillac Europe. “E’ l’espressione moderna di una delle principali competenze di Chevrolet, ossia costruire e vendere degli ottimi SUV.” I SUV Chevrolet sono sempre stati veicoli pratici e affidabili, all’avanguardia per le innovazioni tecniche e di sicurezza. Sui primi modelli furono intro-
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La nuova vettura Chevrolet scende in campo tra i SUV compatti. Da provare a trento e a volano da franceschi dotti i freni idraulici, il vetro di sicurezza e le sospensioni anteriori a ruote indipendenti nel 1937, mentre sui modelli successivi furono montati per la prima volta il piantone dello sterzo ad assorbimento d’urto (1967) e i freni con sistema antibloccaggio (1988). Con Trax, Chevrolet è pronta a rivolgersi a quei clienti che hanno alimentato la crescita significativa del segmento dei SUV compatti negli ultimi anni (le vendite in questo segmento sono passate da 130.214 unità nel 2008 a quasi 264.000 nel 2012). Questi clienti urbani sono persone attente alla propria immagine e con uno stile di vita attivo. Molti di essi desiderano
un’auto in linea con il proprio carattere anticonformista. Trax garantisce molti dei vantaggi di un SUV tradizionale, offrendo al contempo le caratteristiche dinamiche e i consumi di un’auto. Trax assicura soprattutto la massima versatilità, dalla flessibilità dei moderni interni, alla trazione integrale fino al sistema Chevrolet MyLink, per scoprire un nuovo modo di vivere la connettività in auto. Con il suo aspetto dinamico, agile e atletico, Trax è l’esempio più moderno dell’espressivo linguaggio stilistico di Chevrolet. Il nuovo SUV compatto del marchio ha linee decise e un’impronta ben piantata a terra, grazie
anche alle sue dimensioni (4,2 m di lunghezza, 1,7 m di larghezza e 1,6 m di altezza). Gli interni sono caratterizzati da linee fluide, soluzioni moderne e un abitacolo ben organizzato. Trax offre numerose possibilità di stivaggio assai versatili. Molti i vani portaoggetti, tra cui il cassetto sotto il sedile passeggero anteriore (di serie sugli allestimenti superiori) e due vani porta-guanti, in uno dei quali si trovano gli attacchi USB e aux-in per connettere comodamente iPod, smartphone e altri dispositivi elettronici. Grazie alla tecnologia di infotainment Chevrolet MyLink, di serie sugli allestimenti superiori di Trax, si potrà disporre di un sistema, facile da utilizzare, che consente di accedere a numerosi contenuti e app specifiche, scaricabili sugli smartphone n compatibili.
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www.valledeimocheni.it
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a Valle dei Mòcheni, così lontana nell’immaginario collettivo, è in realtà vicinissima alle migliori stazioni turistiche del Trentino: 20 km da Trento, 14 dai laghi di Caldonazzo e Levico, alle porte di Pergine Valsugana ed all’inizio della catena del Lagorai, confinando con l’Altopiano di Pinè. È splendida meta di escursioni a piedi, in bici o a cavallo ed offre percorsi di ogni genere di difficoltà. In questa valle, un tempo sito importante per quanto riguarda i minerali, è possibile visitare anche la miniera “Gruab va Hardimbl”, in un affascinante percorso nelle viscere della terra. Non meno importante da questo punto di vista è anche il Museo Pietra Viva, curato dai gemelli Pallaoro, conosciuti a livello nazionale grazie alle numerose partecipazioni alla trasmissione Geo&Geo. Da visitare inoltre il Filzerhof, la casa rurale tipica mòchena
valle magica Tante le attrattive della valle dei mocheni. miniere, musei, e il Bersntol ring costruita nel XIII secolo ed il Museo degli attrezzi agricoli di Canezza dove si trovano tutti i mestieri di un volta del mondo artigiano e contadino divisi in vari ambienti. La recettività della valle, nella sua semplicità, offre molteplici possibilità di soggiorno: piccoli alberghi a conduzione familiare, confortevoli baite isolate, moderni agritur e B&B, o classici appartamenti per ferie. E, per gli amanti della montagna e del trekking, anche rifugi alpini a 2000 m
scoperta di tradizioni, cucina, folclore, itinerari con 12 punti gastronomici ed attrattive culturali, musicali e teatrali nei 16 km tra boschi e pascoli in quota. n
di quota. Le attività estive sono numerose, con le “Microesperienze in valle dei Mòcheni – Bersntol lab” dove si imparano i mestieri di un tempo, la preparazione degli sciroppi, quella del pane casereccio e tante altre iniziative, tra cui minicorsi di cucina locale. Suggestivi sono i “Buongiorno al maso”, le feste paesane, i minitrekking per bambini con gli asinelli. L’evento principale è il 18 agosto con il “Bersntol ring”, giro della valle alla
Abiti da sposa per rendere davvero indimenticabile il giorno delle nozze, per far sì che la data del proprio matrimonio resti per sempre nella memoria, accompagnando ogni giorno di una vita insieme. Per fare tutto questo, per avere un simile fascinoso potere, l’abito da sposa deve farsi essenzialmente ricettacolo di bellezza. Deve, cioè, portare in sé e trasmettere bellezza. Proprio come è in grado di fare un’opera d’arte. La Primula Sposa Rovereto - Via Fontana, 18/A Tel. 0464.431700 - laprimulasposa@yahoo.it
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trentinomostre
le figure arcaiche di klaus prior a castello
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l panorama espositivo artistico trentino, già da qualche anno si è avviato verso un soporifero tramonto. Chiusa la Galleria Civica, in agonia il Mart intento ad
arrabattarsi pescando un po’ di qua e un po’ di là (che fine a fatto, tra i tanti progetti strapagati, la grande vocazione di un centro di ricerca internazionale del futurismo?), diverse gallerie private hanno abdicato per via della crisi, gli spazi si sono ulteriormente ridotti così come gli investimenti e le sponsorizzazioni. Rimane in campo, intelligentemente visto il lavoro di rete che già da anni ha istituito, il MAG di Arco-Riva del Garda, Castel Ivano che proporrà una estiva mostra antologica di Alcide Davide Campestrini (18631940) curata da Elisabetta Staudacher e Elvio Mich e la splendida esposizione che si è inaugurata da pochi giorni a Castel Pergine dedicata a Klaus
Prior.
Con “Figure arcaiche” – già il termine arcaiche ci trascina
La settima edizione di RenArt
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on la partecipazione attiva di artisti del Trentino e di altre regioni l’Apan (Associazione provinciale amici della nefrologia) organizza la settima edizione della rassegna d’arte denominata RenArt-Artisti per la donazione, con il duplice scopo di sensibilizzare la popolazione sulle patologie renali e di attivare un costante legame comunicativo con le realtà culturali che operano sul territorio provinciale e nazionale. Tutto questo sempre più convinti che il mondo della cultura (e quello dell’arte ne è un valido esempio) può diventare anche un importante veicolo di trasmissione per quei comportamenti virtuosi che sono direttamente orientati alla tutela della vita della persona. Gli artisti che hanno dato la loro adesione all’esposizione del 2013 sono, oltre ad Alessandro Goio, che è anche uno degli organizzatori della mostra, Simone Turra, Franco Ricci, Roberto Perini, Silvana Todesco e Claudio Foradori. (Aldo Nardi)
verso un passato ricco e stimolante – l’artista svizzero ha porta dentro le mura del castello e lungo le pareti dei saloni tutto il suo immaginario fatto di segni, volumi, forme. Sculture e disegni che raccontano, attraverso figure possenti, quasi immobili, come se volessero sfidare il tempo, l’insicurezza e l’aleatorietà della vita. Sono in piedi, solidamente, su entrambe le gambe, le braccia aderenti al corpo. Altre sono inginocchiate. Spesso sono a due, a tre, schiena contra schiena o semplicemente affiancate. Non lottano. Altre ancora giacciono rigide le une sopra le altre, corpi morti, Una è in equilibrio su una piccolo superficie, un’altra, con la mano alzata, dà un segnale o si annuncia all’appello. Prior mostra figure umane in pericolo, ma non l’orrore che le minaccia. Emarginati, senza patria, in attesa, non sanno dove andare. La sua tematica è spesso quello dell’esiliato, del diseredato, del profugo, della vittima. Sempre, tuttavia, si tratta di uomini che conservano la propria dignità malgrado il gesto della rassegnazione. Se hanno dovuto abdicare la carne 90
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trentinomostre perché piegata dalle circostanze ciò che è rimasto integro, retto, umano e l’aspetto spirituale che traspare da ogni opera, da ogni disegno. Sono figure nate dal grembo materno ma che hanno mantenuto di questo il legame attraverso un cordone ombelicale fatto di umanità, partecipazione, compassione, condivisione. In questo senso sono figure consapevoli che si fanno carico del proprio destino. L’effetto di straniamento l’artista lo ottiene, nelle sculture, utilizzando magistralmente la motosega per intagliare visi e forme che risultano abbozzate, non finite, apparentemente grezze. Ma sta proprio in questo non finito la grande carica espressiva e suggestiva, umana e politica di queste figure che si stagliano, nonostante il peso della materia, verso il cielo. Il non-finito è una modalità esecutiva assai frequente nell’arte moderna, legata al concetto di forma, che è quello che nel ‘900 ha subito le modifiche più macroscopiche. La forma, non più costretta nel disegno, sottratta alle leggi della raffigurazione, dà luogo ad immagini sospese, incompiute, che utilizzano il non-finito come scelta volontaria e consapevole, unico modo per esprimere anche il non-detto (dall’artista), il non-visto (dall’osservatore), un non-finito, quindi, di valenza fisica e psicologica, un modo per porre delle domande e sollecitare delle risposte, perché più il discorso dell’artista è incompiuto ed indefinito, più stimola lo spettatore a completarlo e ad interpretarlo. Una ricerca ben riuscita questa, che lo ha reso famoso. Una scelta quella della scultura intrapresa negli anni Novanta dopo aver sperimentato tecniche con materiali sintetici e il bronzo per accorgersi che soltanto il legno poteva esprimere al meglio la sua concettualità. Klaus Prior è nato in Germania nel 1942 però dal 1964 vive in Svizzera, tra Lugano e il Piemonte. Dal 1970, in Ticino, allestisce mostre, simposi, incontri tesi ad alimentare l’interesse per l’arte figurativa, la quale risulta, dopo secoli, il medium più significativo per narrare la dimensione umana del mondo. La mostra, accompagnata da un catalogo bilingue, chiude il 3 novembre.
Arco Mercati mercatino delle pulci 15 sabato. Centro storico. Ore 9-18. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Info: www.gardatrentino. it/events. Mostre SEGANTINI: LA MEMORIA DELLE IMMAGINI Apertura: da domenica 24 marzo a domenica 9 giugno. Museo Alto Garda - Palazzo dei Panni - Via Segantini, 9. Mostra a cura di Alessandra Tiddia - In collaborazione con Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Info: Tel. 0464.583653; www.museoaltagarda.it.
Mostre BOMBARDELLI LORENA E ADELFO Apertura: da giovedì 6 giugno a domenica 7 luglio. Mostra permanente di reperti archeologici.
Lavis Mostre BARBARA CAPPELLO - FOTOTRASMUTAZIONI-FEMMINEE Apertura: da sabato 25 maggio a lunedì 3 giugno. Palazzo Maffei. Mostra personale. Orari: da lunedì a venerdì 16.30/19.30; sabato e domenica 10.30/13.00 e 16.30/19.30.
borgo valsugana Mostre Paura Piacere Potere Spazio Klien. Fino al 12 giugno. Orari martedì -sabato 10-12/1619, domenica 10-12, lunedì chiuso. “Le ossessioni di Fabrizio Berti; a cura di Aurora Minati“. Info: 0461.758759.
caldonazzo mostre gabriele d’annunzio: bisogno del superfluo Sala Consiliare. Dal 13 al 16 giugno. Info: www.trentinobookfestival.it mostre Munchhausen, diritto alla bugia Casa della Cultura. Dal 13 al 16 giugno. Info: www.trentinobookfestival.it mostre Incontri. Dialogo tra immagini. Giulia Tamanini & Alessandro Toller Casa della Cultura. Dal 13 al 16 giugno. Info: www.trentinobookfestival.it
Castello Tesino Mercati Mercatino dell’hobbistica e dell’usato 2 domenica. Via Dante. Dalle ore 8 alle 17. Info: APT Valsugana - Ufficio di Castello Tesino Tel. 0461.727730.
Drena Mostre MAURO BERLANDA VERTIGINE Apertura: da mercoledì 15 maggio a martedì 4 giugno. Castello. Mostra personale. Presentazione a cura di Nicoletta Tamanini. Orario apertura: 10-18. Chiuso lunedì.
luserna Mostre Liberio Furlini: “espressioni dipinte” Pinacoteca Rheo Martin Pedrazza. Dal 29 giugno al 7 agosto con orario 11.30 -12.30 e 17-18. Info: cell. 337.395242.
Pergine Valsugana Mostre Klaus Prior - Figure Arcaiche sculture e dipinti Apertura: da sabato 20 aprile a domenica 3 novembre. Castello. Mostra di sculture e dipinti. Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10.00 fino alle 22.00 lunedì dalle 17.00 alle 22.00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@ castelpergine.it; www.castelpergine.it. Ore 17.
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trentinomostre Mostre Velambiente Apertura: da martedì 5 marzo a venerdì 28 giugno. Villino Campi. Mostra che propone una chiave di lettura diversa della vela: non solo un bellissimo sport, ma anche un’occasione per essere attenti e rispettosi nei confronti dell’ambiente. Info: www.gardatrentino. it. Ore 10-15.30. Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 22 marzo a domenica 3 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostra permanente.
tuito. Info: Astoria Park Hotel Tel. 0464.576657; www.artinhotel.it. Mostre Claudio Olivieri. Il colore disvelato Apertura: da venerdì 7 giugno a domenica 3 novembre. MAG Museo Alto Garda. Una selezione di venti quadri, in parte provenienti dalle raccolte del Mart di Rovereto, sarà esposta a giugno nelle tre sale destinate alle mostre temporanee che chiudono il percorso della collezione permanente del Museo Civico di Riva del Garda. A cura di Daniela Ferrari. Ulteriori informazioni: www.museoaltogarda.it.
Mostre ALOIS BEER 1900-1910 Apertura: da domenica 14 aprile a domenica 3 novembre. MAG Museo Alto Garda. Panorami fotografici del Garda dalle collezioni del Kriegsarchiv di Vienna. A cura di Alberto Prandi. Orario: dalle 10 alle 18. Chiuso lunedì. Ulteriori informazioni: www.museoaltogarda.it. Mostre Pietro Ricchi a lume di candela. L’Inviolata e i suoi artefici Apertura: da sabato 29 giugno a domenica 3 novembre. Museo Alto Garda. Mostra a cura di Marina Botteri e Cinzia D’Agostino. Ulteriori informazioni: www.museoaltogarda.it
Mostre da oriente verso occidente Apertura: fino a sabato 8 giugno. Astoria Park Hotel. Mostra di pittura di Luigi Calzà. Ingresso graRivenditE autorizzatE
Rovereto
Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura
Trento – Via Ghiaie 15 – Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00
BOLZANO – Via Bari 15 – Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30
La primavera del Rinascimento
galleria degli uffizi
L’esposizione si apre con una suggestiva panoramica attorno alla riscoperta dell’Antico, attraverso esempi illustri della “rinascita” fra Due e Trecento, con opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo, Giotto, Tino di Camaino e dei loro successori, che assimilano anche la ricchezza espressiva del Gotico, in particolare di origine francese (Sezione 1: L’eredità dei padri).
È uno dei musei più famosi del mondo per le sue straordinarie collezioni di dipinti e di statue antiche Le sue raccolte di dipinti del Trecento e del Rinascimento contengono alcuni capolavori assoluti dell’arte di tutti i tempi. Basta ricordare i nomi di Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mant...
FIRENZE Palazzo Strozzi Fino al 18 agosto 2013 Orari: tutti i giorni 9.00-20.00 Giovedì 9.00-23.00
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FIRENZE Galleria degli Uffizi Fino al 30 giugno 2013
Mostre PASUBIO 1915-1918 Apertura: fino a venerdì 1 novembre 2013. Castello. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-18. Info: www.trentinograndeguerra.it; www.museodellaguerra.it. Mostre La magnifica ossessione Apertura: fino a domenica 6 ottobre 2013. Mart. Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto celebra i suoi primi dieci anni di vita attraverso una mostra che ridisegna la relazione delle sue collezioni con il pubblico, riflette sul proprio patrimonio e intraprende un modo inedito di osservarlo. Info: www.mart.tn.it. Mostre Progetto Cibo - La forma del gusto Apertura: da sabato 9 febbraio a domenica 2 giugno. Mart. A “Progetto Cibo” partecipano designers e architetti come Enrico Azzimonti, Bompas&Parr, Achille Castiglioni, Lorenzo Damiani, FormaFantasma, Giorgetto Giugiaro, Marti Guixé, Giulio Iachetti, Alessandro Mendini, Alkesh Parmar, Gaetano Pesce, Diego Ramos, Philippe Starck e chef di livello assoluto come Gualtiero Marchesi, oltre a Bruno Barbieri, Massimo Bottura, Antonio Canavacciuolo, Carlo Cracco, Daniel Facen, Davide Oldani, Davide Scabin. Il percorso espositivo, suddiviso per aree tematiche, si apre presentando l’architettura di cibi “anonimi” che nella loro sofisticata e precisa costruzione sono dei veri e propri progetti. Attorno a un alimento così
basilare e onnipresente come il pane, o a pietanze molto connotate geograficamente come il sushi o lo strudel, si celano spesso disegni progettuali frutto di un accorto compromesso tra immagine, gusto e produzione. Info: www. mart.trento.it. Mostre Rudolf Steiner - L’alchimia del quotidiano Apertura: fino a domenica 2 giugno. Mart. A cura di Mateo Kries. Il Mart presenta, in anteprima per l’Italia una grande retrospettiva realizzata dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein. Curata da Mateo Kries, questa mostra rivela il genio creativo di Steiner, filosofo e pensatore con una singolare e variegata produzione artistica. Info: www.mart.trento.it. Mostre IGOR E KINJA. INFINITY PAPER Apertura: da venerdì 12 aprile a domenica 2 giugno. Paolo Maria Deanesi Gallery - Via San Giovanni Bosco, 9. La mostra, a cura di Daniele Capra, raccoglie le opere concepite negli ultimi due anni dall’artista utilizzando come elemento generativo la carta che i fotografi impiegano in studio per creare gli sfondi nei ritratti o negli still life, nonché un’installazione site specific realizzata con il medesimo materiale. Orario: da giovedì a sabato 16-20 o su appuntamento. Info: www.paolomariadeanesi.it; gallery@paolomariadeanesi.it; Tel. 0464.439834. Mostre UN VIAGGIO IN ITALIA Apertura: da martedì 4 a domenica 30 giugno. Mart. Fotografie di Daniele De Lonti. Orario: mardom 10.00-18.00, ven 10.00-21.00.
Torbole sul Garda Mercati mercatino delle pulci 15 sabato. Piazzetta Lietzmann. Ore 8-19. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Info: www.gardatrentino.it/events.
Trento Mostre Ski Past. Storie nordiche in Fiemme e nel mondo Apertura: fino a domenica 30 giugno 2013. Museo Le Gallerie - Piedicastello. Storia di una valle e della magnifica comunità di Fiemme, delle origini nordiche dello sci, dell’età dell’esplorazione e dell’evoluzione tecnica delle specialità nordiche. Info: Le Gallerie Tel. 0461.230482; info@museostorico.it .
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Mostre Andata e ritorno: dal 1907 a oggi: un viaggio nella storia dei trasporti in Trentino Apertura: fino a domenica 2 giugno. Piedicastello - Le Gallerie. Mostra che racconterà la lunga storia dei trasporti in Trentino. Orario: Da martedì a domenica, ore 9.00-18.00. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.821000 e info@ttesercizio.it; Tel. 0461.230482 e info@ museostorico.it. Mostre Buonconsiglio in bianco e nero Apertura: da venerdì 29 marzo a domenica 30 giugno. Castello del Buonconsiglio. Il Castello del Buonconsiglio apre per la prima volta il suo Archivio fotografico rivelando il patrimonio di immagini storiche che ritraggono il monumento tra fine Ottocento e metà Novecento. Orario: dal 29.03 al 13.05: 9.30-17; dal 14.05 al 30.06: 10-18. Lunedì chiuso. Info: www. buonconsiglio.it. Mostre annalisa lenzi per contemporary season - la stagione del contemporaneo Apertura: fino a sabato 15 giugno. Spazio Art Cafè - Hall Auditorium S. Chiara. Via S. Croce, 67. Orari di apertura: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 19 e nelle serate con spettacolo. Info: www.annalisalenzi.com. Mostre festival economia 2013 Apertura: da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno. Sovranità in conflitto. A che livello di governo si possono prendere decisioni fondamentali nel determinare il grado di benessere dei cittadini? Fino a che punto è possibile integrare alcune aree di politica economica e non altre? Quale è il livello di integrazione della politica economica ottimale nell’ambito di gruppi di paesi? E quali cessioni di sovranità vengono imposte dalla costruzione di una unione monetaria? Per info dettagliate: 2013. festivaleconomia.eu.
Mostre RENART 2013 Apertura: da sabato 1 a sabato 15 giugno. Palazzo Trentini. Via Manci, 27. Mostra di Claudio Foradori, Alessandro Goio, Roberto Perini, Franco Ricci, Silvana Todesco, Simone Turra. Orario: lunedì-venerdì 10/18; sabato 9/12.
La soluzione per i Vostri rifiuti di cantiere!
Mostre PAOLO FACCHINELLI PERSONE SGUARDI DEL NOVECENTO Apertura: da sabato 1 a venerdì 14 giugno. Studio d’Arte Andromeda. Orario 17-19.30. Ingresso libero. Domenica chiuso. Mostre BRENDAN CASS - Spectral Views Apertura: da giovedì 6 giugno a lunedì 30 settembre. Studio d’Arte Raffaelli. Palazzo Wolkenstein. In mostra una quindicina di lavori inediti che risaltano e confermano lo stile del giovane artista americano della scena newyorkese. Allievo-assistente come McKimens (che ha esposto recentemente allo Studio d’Arte Raffaelli) di un grande della pittura contemporanea statunitense, Donald Baechler, si caratterizza per una pittura intensa, perchè fatta di gesti e colori impetuosi. Una pittura veloce, di getto, con un colore che urla in libertà dove l’irrazionalità è l’unica regola. Info: Tel. 0461.982595; www.studioraffaelli.com.
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Mostre Neve Apertura: fino a domenica 30 giugno. Gallerie Piedicastello. Questa mostra orafa nasce da un’idea di Fiorenzo Scartezzini. La neve vuole essere il filo conduttore delle creazioni artigiane per la ricorrenza delle festività di Natale, per un omaggio alle innevate montagne trentine e per un richiamo ai Campionati Mondiali di Sci Nordico che si terranno nella vicina Val di Fiemme. Info: informazioni@apt.trento. it; www.apt.trento.it.
NUOVO CENTRO ROTTAMAZIONE VEICOLI. Mostre il filo... racconta Apertura: da giovedì 20 giugno a mercoledì 3 luglio. Sala Thun di Torre Mirana. Via Belenzani. La mostra resterà aperta al pubblico: ore 10-12.30, 16-19. Lunedì chiuso. Dettagli si potranno trovare nel sito www.ilfiloracconta.it; info@ gadottimodadesign.it.
Villazzano Mostre nana ghini Apertura: da venerdì 24 maggio a venerdì 7 giugno. Centro Onorio Spada. In occasione della sagra del paese, mostra personale.
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trentinoappuntamenti
L’estate dei festival e delle feste vigiliane
A
rriva l’estate in Trentino e si apre il sipario sui grandi Festival del Trentino. Dopo l’evento dedicato all’Economia, chiuso proprio i primi giorni di
giugno, è la volta del Trentino
Book Festival
, tre giorni dedicati ai libri, al giornalismo e agli spettacoli letterari che per la terza volta porteranno migliaia di appassionati a Caldonazzo. Tra gli ospiti, Corrado Augias e
Marco Travaglio. Quindi le Feste Vigiliane a Trento compiono i trent’anni e si annunciano ancora più sfarzose e
clamorosamente ricche di avvenimenti di ogni genere.
Interessante e da segnalare anche il Festival Futuro
Presente di
Rovereto in cui si
marco travaglio
M
arco Travaglio ha lavorato con Indro Montanelli, prima a «il Giornale» e poi a «La Voce». Ha collaborato con diverse testate, fra cui «Sette», «Cuore», «Il Messaggero», «Il Giorno», «L’Indipendente», «Il Borghese», «la Repubblica» e «l’Unità». Oggi, oltre a collaborare con «l’Espresso», «MicroMega», «A» e con Servizio pubblico di Michele Santoro, è vicedirettore de «il Fatto Quotidiano», che ha contribuito a fondare nel 2009. Dopo il successo di Promemoria, è in scena nei teatri italiani con Anestesia totale. Primo spettacolo (poco spettacolare) del dopo B, insieme a Isabella Ferrari. È autore di molti libri di successo, tra i quali: L’odore dei soldi (con Elio Veltri, Editori Riuniti 2001), Regime (con Peter Gomez, Rizzoli-Bur 2004), Per chi suona la banana (Garzanti 2008), Colti sul fatto (Garzanti 2010). Per Chiarelettere ha pubblicato: “Mani sporche” (con Peter Gomez e Gianni Barbacetto, 2007), “Se li conosci li eviti” (con Peter Gomez, 2008), “Papi. Uno scandalo politico”, (con Peter Gomez e Marco Lillo, 2009), “Ad personam” (2010), “Silenzio, si ruba (dvd+libro, 2011)”, “Mani pulite. La vera storia vent’anni dopo” (con Gianni Barbacetto e Peter Gomez, 2012).
dibatterà sui linguaggi contemporanei assieme a attori, scrittori e esperti
Luglio, anche questo anno in formula itinerante tra alcune
di comunicazione.
location più che pittoresche, dai castelli al lago...
A fine mese, poi,
Per il teatro, dall’11 al 29 giugno torna la rassegna di teatro
prenderà il via il Re di tutti i Fest9ival trentini: i Suoni
delle Dolomiti: musica, poesia e simpatia sulle più belle vette delle Dolomiti. Scenari mozzafiato per emozioni
e musica “Solstizio
d’Estate”. Tra gli eventi, il
concerto dei Baustelle e “Piccoli suicidi”.
Ma giugno da anni vuol dire anche “Suoni Universitari”, la festa di tutti gli studenti trentini. I Selton saranno il gruppo ospite alla serata finale del 12 giugno allo Studentato di San Bartolameo a Trento. Torna dalle nostre parti anche Enrico
Ruggeri;
il cantautore milanese sarà ospite, il 23 giugno in Piazza
forti assieme ad artisti di calibro internazionale.
Fiera, alla finalissima della prima edizione del “Centro
Per la musica classica, appuntamenti martedì 4 giugno
Musica Awards”.
nella Chiesa di S. Marco a Rovereto alle 20.45 e giovedì 6
giugno al Seminario Minore di Trento con il Requiem
di Mozart. Tra i Solisti Francesca Pedaci (soprano),
Yuzuru Tsuchizaki (tenore) e Pavel Shmulevich (basso). Sul podio dell’Orchestra
Haydn il M° Rolf Beck. Ma c’è anche il Garda Jazz Festival che si estende nell’arco di tre settimane, dal 24 Giugno al 14
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La Summer
Sessions è il primo evento
di musica elettronica in Trentino e torna per con una rivoluzione che è anche un’ ambizione: portare il festival in città e coinvolgerne piazze e persone. Ad ospitare la Summer Session, il 22 giugno dalle 17, sarà P.zza Malfatti a Rovereto e selector ufficiale sarà Everest Parisi insieme al Balaric Gabba Sound System.
trentinoappuntamenti Tradizione Tourlaghi 2013 Fraveggio di Vezzano. Esistono molti modi per andare alla scoperta delle bellezze di un territorio, e la possibilità data ai partecipanti della “Tourlaghi”, la corsa podistica a tappe è sicuramente la più avvincente. Una manifestazione che porta i partecipanti a diretto contatto con alcuni fra gli angoli più belli e suggestivi del Trentino, la Valle dei Laghi, che si distende come un gigantesco tappeto ricamato dai cento colori e che scivola dolcemente sino all’Alto Garda. L’evento si svolge nell’ambito della “Sagra dei portoni”, manifestazione che propone enogastronomia tipica locale, mostre, spettacoli e sport.Info: www.gsfraveggio.it; bressan.mauro@alice.it; 340.9225851.
1 sabato Cultura RAPPRESENTAZIONE TEATRALE CON CONCERTO GRUPPO MUSICALE DAL VIVO Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Info: Comune di Aldeno Tel. 0461.842523; www.comune. aldeno.tn.it. Cultura Con l’audacia del realismo Trento. Ore 9.30. Cantine Ferrari. Assemblea Soci Compagnia delle Opere del Trentino-Alto Adige. Info: www.cdo.org; segreteria@ cdotaa.it. Cultura notte verde tutti su per terra Rovereto . Mart. Al Mart un ricco programma di eventi dedicati alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente e in quest’occasione, organizzata e promossa dal Comune di Rovereto, il Mart resterà aperto, oltre al consueto orario, dalle 18.00 alle 24.00 con ingresso gratuito. Durante lo stesso orario rimarranno aperti anche il book-shop del Museo e la caffetteria “le Arti”. Per ulteriori dettagli consultate il sito www.mart.tn.it.
Tradizione SAGRA DEI PORTONI Fraveggio di Vezzano. Manifestazione che propone enogastronomia tipica locale, mostre, spettacoli e sport. Info: GS Fraveggio; cell. 340.9225851; www. gsfraveggio.it.
4 martedì
Musica XX Concorso internazionale per giovani cantanti lirici Riccardo Zandonai Riva del Garda. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it. Musica orchestrando Arco. Ore 17.30. Centro A. Gio. Info: www.gardatrentino.it/events. Musica Musae Rock BorgoValsugana. Ore 17.30. Piazza Degasperi. Concerto con “The Indigo devils”, “Incubo della Farfalla”, “The sQuirties”, “Ingenuo”, “The dogs of the grapes”,“Blow”. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana Tel. 0461.727740. Tradizione Tourlaghi 2013 Fraveggio di Vezzano. Esistono molti modi per andare alla scoperta delle bellezze di un territorio, e la possibilità data ai partecipanti della “Tourlaghi”, la corsa podistica a tappe è sicuramente la più avvincente. Una manifestazione che
porta i partecipanti a diretto contatto con alcuni fra gli angoli più belli e suggestivi del Trentino, la Valle dei Laghi, che si distende come un gigantesco tappeto ricamato dai cento colori e che scivola dolcemente sino all’Alto Garda. L’evento si svolge nell’ambito della “Sagra dei portoni”, manifestazione che propone enogastronomia tipica locale, mostre, spettacoli e sport. Info: www.gsfraveggio.it; bressan.mauro@alice.it; 340.9225851. Tradizione SAGRA DEI PORTONI Fraveggio di Vezzano. Manifestazione che propone enogastronomia tipica locale, mostre, spettacoli e sport. Info: GS Fraveggio; cell. 340.9225851; www. gsfraveggio.it.
2 domenica Enogastronomia FESTA DEL CISO Nogaredo. Castel Noarna - Via Castelnuovo, 19. Le dieci cantine del gruppo de I DOLOMITICI - Castel Noarna, Cesconi, Dalzocchio, Elisabetta Foradori, Eugenio Rosi, Fanti, Francesco Poli, Gino Pedrotti, Maso Furli, Vilar invitano tutti gli appassionati a degustare i loro vini trentini insieme a tante bontà gastronomiche tipiche delle valli, per un pomeriggio all’insegna della
cultura del territorio e del divertimento per grandi e piccoli.. Info: www.idolomitici.com. Escursionismo cammina cammina Bosentino. Ore 9.30. Parco. All’aperto e in compagnia sui sentieri della Vigolana perché... camminare fa bene ma camminare bene fa meglio! La domenica mattina un “laboratorio benessere” con passeggiata tonificante applicando la tecnica della camminata sportiva e del nordic walking intervallata da momenti di palestra all’aperto e al termine un piccolo aperitivo al Bar Bios. Info: www.eventivigolana.com. Famiglia Da Bassano del Grappa a Caldonazzo col treno a vapore Valsugana. Ritornando in bici lungo la ciclabile della Valsugana. Info: www.lacarrozzamatta.com. Musica corpo bandistico di riva del Garda Ore 10.30. Concerto per la Festa della Repubblica. Info: www.gardatrentino.it/events. Musica suoni e profumi Riva del Garda. Ore 20.45. Centro storico. Spettacolo itinerante. Info: www.gardatrentino.it/events.
Cultura TRE PASSEGGIATE NEI BOSCHI FORMATIVI PERCORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE Rovereto. Ore 18. Hub Rovereto - Via delle Scuole, 24. “Reinventarsi - Percorso per persone fuoriuscite dal mercato del lavoro in cerca di occupazione”. L’appuntamento analizzerà le strategie di ricollocamento, illustrerà le attuali possibilità di finanziamento, bandi, concorsi, contest e insisterà sulla possibilità di guardare alla rete, all’innovazione, alle nuove tecnologie come risorse indispensabili. Una panoramica sulle caratteristiche e le tendenze in atto nel territorio trentino completerà l’analisi. Il percorso vuole modificare l’approccio alla ricerca del lavoro e le prospettive individuali sullo stato lavorativo in essere. Info. tel. 347 0136009 - 328 1255400; info@hubrovereto.it. Cultura Scrivo per volermi bene Zambana vecchia. Ore 20.3022.30. Sede Associazione Mana. Un percorso di scrittura espressiva per prendersi cura di sé e imparare ad usare la parola scritta come strumento di comprensione nei momenti di difficoltà. Un percorso esperienziale in cui scrivere può diventare uno strumento di
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trentinoappuntamenti trasformazione potente. Conduce Annalisa Borghese, counselor in psicosintesi e saggista. Per informazioni e iscrizioni (min. 8 partecipanti): 329.3559157. Cultura LEZIONI DI GEOGRAFIA SENTIMENTALE IL MIO MOZAMBICO con Amarildo Ajasse Trento. Ore 20. Barycentro. Non una lezione scolastica, ma una lezione sentimentale, carica cioè di contenuti affettivi, tenuta da immigrati stranieri sul proprio paese d’origine. Info: www.barycentro.coop. Musica «Orchestra Haydn» Rovereto. Ore 20.45. Chiesa S. Marco. Solisti Francesca Pedaci (soprano), Anna Lucia Nardi (mezzosoprano), Yuzuru Tsuchizaki (tenore) e Pavel Shmulevich (basso). Su musiche di W. A. Mozart. Info: www.haydn.it.
Tra sale, Santi e zattieri” con Fiorenzo Degasperi. Cultura APERITIVO NEUROSCIENTIFICO Trento. Ore 18. Barycentro. L’ arte e i sensi: creazione e percezione. Francesca Bacci, Museo di arte moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, e David Melcher in collaborazione con il Cimec. Info: www.barycentro.coop. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 21. Seminario Minore, Via Endrici. Solisti Francesca Pedaci (soprano), Anna Lucia Nardi (mezzosoprano), Yuzuru Tsuchizaki (tenore) e Pavel Shmulevich (basso). Su musiche di W. A. Mozart. Info: www.haydn.it.
7 venerdì Tradizione FESTA DI SAN MODESTO Aldeno. Il Circolo Parrocchiale San Modesto organizza la tradizionale festa con concerti e serate musicali e danzanti, vaso della fortuna e cucina tipica, santa Messa la domenica, mostra d’arte e giochi, Palio dei rioni, parete per arrampicata e “bicicletada”. Info: Comune di Aldeno Tel. 0461.842523 ; www. comune.aldeno.tn.it.
8 sabato NOTTI BIANCHE DI MUSICA E MAGIA Torbole sul Garda. Vie del centro. Ore 18-23.30. Info: www.gardatrentino.it/events. Musica festa della re...musica Arco. Ore 20.45. Centro storico. Info: www.gardatrentino.it/events.
6 giovedì
Musica CONCERTO PICCOLE COLONNE Trento. Piazza Cesare Battisti. Nell’ambito di Itas in tour. Info: www.piccolecolonne.it.
Cultura conferenza Rovereto. Ore 20.30. Sala Civica di Piazza Filzi a Sacco. Conferenza dal titolo. “Storie del fiume Adige.
Teatro deliti quasi perfetti... Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”. Commedia di Lina Lisciotto. Con il Gruppo Filodrammatico Coredano di Coredo. Per la Rassegna Teatrrale “Comedie a Mezombart” 2013. Info: Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Tradizione FESTA DI SAN MODESTO Aldeno. Il Circolo Parrocchiale San Modesto organizza la tradizionale festa con concerti e serate musicali e danzanti, vaso della fortuna e cucina tipica, santa Messa la domenica, mostra d’arte e giochi, Palio dei rioni, parete per arrampicata e “bicicletada”. Info: Comune di Aldeno Tel. 0461.842523 ; www. comune.aldeno.tn.it.
9 domenica Famiglia IL CUCCHIAIO DELL’ARGENTARIO Civezzano, Fornace, Albiano. Passeggiata alla scoperta dei Canopi tra spuntini golosi e spettacoli emozionanti. Info: A.p.T. Piné Cembra - tel 0461.557028, www. visitpinecembra.it, ilcucchiaiodellargentario@gmail.com. Associazione Ecomuseo Argentario - cell. 335.6514145, www.ecoarge.net.
RivenditE autorizzatE Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura
Trento – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00
marco mengoni Dopo lo straordinario successo di Prontoacorrere, il disco di inediti di Marco Mengoni, e del primo singolo multiplatino L’Essenziale, che ha superato di gran lunga il traguardo di dodici milioni di visualizzazioni, prosegue l’anno d’oro del trionfatore del Festival di Sanremo.
TRENTO Piazza Fiera giovedì 4 luglio 2013 ore 21.00
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EROS RAMAZZOTTI Non si arresta il successo del nuovo attesissimo tour di Eros Ramazzotti, “NOI World Tour 2013”, che porterà Eros nei palazzi dello sport delle principali città italiane ed europee. Dall’annuncio del tour lo scorso novembre ad oggi, Live Nation Italia ha annunciato raddoppi per le città di Torino, Caserta, Monaco, Bruxelles, Zurigo e Verona, e addirittura portato a quattro gli appuntamenti nel capoluogo lombardo. Verona Arena mercoledì 11 settembre e venerdì 13 settembre 2013 ore 21.00
BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30
zucchero
Paul McCartney
A grande richiesta Zucchero tornerà in Italia, e porterà La Sesiòn Cubana nei palazzi dello sport. Con il concerto La Sesiòn Cubana, Zucchero attraversa tutti i suoi più grandi successi, Bacco Perbacco, Così Celeste, Guantanamera, Baila, Diamante, Vedo Nero, Overdose D’Amore, Con Le Mani, Diavolo In Me, Per Colpa di Chi e moltissimi altri….
Paul conferma che porterà il suo nuovo tour in Europa a Giugno. Solo 3 saranno le date Europee estive e accanto a Varsavia e Vienna McCartney ha scelto l’Italia e l’incredibile scenario dell’Arena di Verona.
bolzano Palaonda martedì 2 luglio 2013 ore 21
verona Arena martedì 25 giugno 2013 ore 21.00
trentinoappuntamenti
Tradizione FESTA DI SAN MODESTO Aldeno. Il Circolo Parrocchiale San Modesto organizza la tradizionale festa con concerti e serate musicali e danzanti, vaso della fortuna e cucina tipica, santa Messa la domenica, mostra d’arte e giochi, Palio dei rioni, parete per arrampicata e “bicicletada”. Info: Comune di Aldeno Tel. 0461.842523 ; www. comune.aldeno.tn.it.
11 martedì Danza HIP HOP ELECTRO FESTIVAL Rovereto. Ore 19. Palazzetto dello Sport - Via Pomarta, 1. Kermesse con alcune formazioni hip hop regionali con la partecipazione di Ares Adami uno dei più noti rapper trentini. Teatro SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 San Michele all’Adige. Ore 21.30. Chiostro Istituto Agrario. Spettacolo “Invisibilmente” con la Compagnia Menoventi. Info: www.solstiziodestate.it.
13 giovedì Cultura Conferenza Trento. Ore 20.30. Barycentro. “Sardegna in acquatrekking”. La costa da Cala Luna a Capo. Testa a piedi e con le pinne raccontata da Vittorio Napoli. Info: www. barycentro.coop.
Cultura FUTURO PRESENTE Riva del Garda. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www. festivalfuturopresente.it.
14 venerdì Cultura FUTURO PRESENTE Rovereto. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www.festivalfuturopresente.it. Cultura Marco Travaglio Caldonazzo. Ore 18.15. Palazzetto. La crisi colpisce anche la carta stampata, si vendono meno libri a vantaggio di Facebook e della Tv. Eppure il giornale quotidiano continua a costituire un baluardo fondamentale contro i dilaganti mali tipici di quest’epoca: il qualunquismo, l’ipocrisia, l’egoismo. Più che per l’avvento delle nuove tecnologie, oggi la stampa in Italia è in difficoltà perché indossa troppo facilmente casacche di scuderie fin troppo evidenti. Marco Travaglio ci racconta l’esperienza de “Il Fatto Quotidiano”: una sto-
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trentinoappuntamenti ria di indipendenza e di impegno. Una petizione all’apatia, alla partigianeria e all’indifferenza. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 328.2160471.
trentinobookfestival.it. Info: tel. 328.2160471.
Cultura Trentino Poetry Slam Caldonazzo. Ore 17. Bar Centrale. Antonia Dalpiaz, Italo Leveghi e Ensemble Victoria. Il Poetry Slam è sostanzialmente una gara di poesia in cui diversi poeti leggono sul palco i propri versi e competono tra loro. In questo caso, la “gara” è sostanzialmente un’amichevole. In campo, alcuni grandi poeti trentini del Novecento, in un viaggio fra satira, emozioni e sorrisi. Da Bepi Mor a Vittorio Felini, da Carlo Nani a Marco Pola, da Umberto Cattani ad Arcadio Borgogno. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 328.2160471.
Enogastronomia Centopassi - Percorsi di vino e di coraggio Caldonazzo. Ore 22.30. 22.30 Albergo Le Due Spade. Accompagnamento musicale di Tiziano Montibeller alla fisarmonica. Cento passi sono una metaforica distanza tra l’agire e il non agire, tra una scelta e l’indifferenza. Davanti a un bicchiere di vino o di birra, accompagnati dalla musica, storie di chi quei cento passi li ha percorsi davvero. Tre degustazioni e tre stuzzichini a euro 10,00 (fino a esaurimento posti). Prenotazioni: info@bubamara.it.. Info: tel. 328.2160471.
Cultura Nel castello di Praga Caldonazzo. Ore 19.45 . Roberto Pancheri con Alessandro Fontanari. Anno Domini 1601. Un frate cappuccino viene inviato in missione a Praga, dove il suo ordine si è appena insediato. Praga è da pochi anni la capitale del Sacro Romano Impero, un organismo ormai decrepito agitato al suo interno dai conflitti religiosi e minacciato alle frontiere dall’esercito ottomano. Sul trono imperiale siede Rodolfo II d’Asburgo, ombroso autocrate incline alla tolleranza in materia di fede, che regola le proprie giornate sui responsi degli oroscopi... Info e programma completo su www.
Cultura I giocattoli di Auschwitz Caldonazzo. Ore 20.30. Casa della Cultura. Francesco Roat con Maddalena Bertolini. Il piccolo Ruben è un «giudeo cacasotto»: così lo deridono i compagni di classe, fino a quando un giorno la scuola gli viene per sempre preclusa. Ma lui non ne fa un dramma. Meglio le lezioni private di clarinetto dal professor Nussbaum, uno che suonava con i Wiener Philarmoniker... Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 328.2160471.
Musica corpo bandistico di riva del garda in concerto Riva del Garda. Ore 21. La Rocca. Info: www.gardatrentino.it/events. Teatro SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 Mezzolombardo. Ore 21.30. Teatro San Pietro. Spettacolo “Robe dell’altro mondo” con la Compagnia Carrozzeria Orfeo. Info: www. solstiziodestate.it. Teatro Ziganoff Jazzmer Band e Amedeo Savoia Caldonazzo. Ore 21.30. Piazza Municipio. Una produzione Trentino Book Festival. “Mia memo-
ria...” Testimonianze dei soldati trentini nella Grande Guerra. I soldati trentini che hanno combattuto la Grande Guerra sul fronte orientale, arruolati nell’esercito austroungarico, sono stati spesso guardati con sospetto e disprezzo in quanto “Tagliani”. Sono stati anche a lungo rimossi perché hanno combattuto dalla parte “sbagliata”. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 328.2160471. Teatro ragazzi Il Piccolo Principe Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro. Una produzione Fondazione Aida. PRIMA ASSOLUTA. L’inossidabile testo di Saint’Exupery continua a commuovere, far riflettere ed appassionare ancora molte generazioni... Fascia d’età: 5-10 anni. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 328.2160471.
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Cultura Boris Pahor Caldonazzo. Ore 11. Casa della Cultura. Boris Pahor con Cristina Battocletti Il figlio di nessuno. “Figli di nessuno”, così l’Italia fascista definiva gli sloveni. Al Trentino Book Festival arrivano i ricordi di un ragazzo derubato della sua cultura. Di un prigioniero che lotta per sopravvivere. Di un marito e padre aspro e intenso. Di un uomo libero. Letture di Chiara Turrini e Stefania Scartezzini. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678.
Tradizione miss italia 2013 Pergime Valsugana. Ore 21.15. Piazza Muncipio. Elezione di Miss Pergine. Ingresso libero.
15 sabato Cultura FUTURO PRESENTE Rovereto. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www.festivalfuturopresente.it.
Sala riunioni - Sala Banchetti
Cultura statale 18 Rovereto. Ore 21. Sala conferenze. Reading, immagini e musica con Laura Marchianò e Mauro Francesco Minervino. Per maggior informazioni consultare il sito: www.festivalfuturopresente.it.
Cultura conferenza Rovereto. Ore 18. Sala conferenze. Incontro-reading con Ugo Cornia dal titolo “Al centro del mondo”. Per maggior informazioni consultare il sito: www.festivalfuturopresente.it.
Cultura Firme in cielo - Pensieri e parole nei libri di vetta Caldonazzo. Ore 12.15. Blue Coffee. Astrid Mazzola con Paolo Ghezzi. Una testimonianza, talvolta toccante, del rapporto che lega l’uomo moderno alla montagna sono i libri di vetta e di bivacco: sempre meno sono raccolte di firme con il compito di testimoniare un’ascesa e sempre più simili a un dialogo a tu per tu con le cime. Messaggi lirici, estatici, dolorosi, commoventi, scritti su
trentinoappuntamenti agende o quaderni, che danno voce alle persone silenziose. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Cultura Corrado Augias. Il Paese in vendita Caldonazzo. Ore 16.45. Palazzetto. Corrado Augias con Enrico Franco. Il Paese in vendita - Società segrete, corruttori e faccendieri. Un’oscura vicenda in cui si intrecciano i destini di politici corrotti, avidi faccendieri, donne equivoche e giornalisti prezzolati e che traccia il ritratto lucidissimo di una realtà dalle analogie inquietanti con il malaffare dell’Italia contemporanea. Info e programma completo su www.trentinobookfestival. it. Info: tel. 340.8510678. Cultura La rapsodia del Partigiano Johnny Caldonazzo. Ore 18. Teatro. Con Riccardo Gadotti con Daria De Tommaso - Lavinia Mezzanotti (pianoforte) e Silvio Barbanera Alessandro De Tommaso (violino). Omaggio a Beppe Fenoglio (19221963). Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678.
Cultura Una parola negli occhi Caldonazzo. Ore 18. Bar Centrale. Marco Forni con Alberto Faustini. In un ambiente alpino, coronato dalle guglie dolomitiche, si muovono personaggi molto particolari: un raccoglitore di rifiuti, un becchino, un ragazzo che scrive con gli stuzzicadenti, gli adepti di una setta misteriosa che rapiscono i bimbi appena nati. Letture di Chiara Turrini e Stefania Scartezzini. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Cultura Fulvio Ervas Caldonazzo. Ore 19. Blue Coffee. Fulvio Ervas con Tiziana Tomasini. Se ti abbraccio non aver paura. Con otto romanzi pubblicati, finisce che ti chiamano scrittore: e può capitare che un bel giorno sia una storia a cercare te. Un personaggio in carne e ossa che ti colpisce come uomo, come padre, come insegnante di liceo. Il protagonista di un viaggio straordinario. Letture di Chiara Turrini e Stefania Scartezzini. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678.
Enogastronomia Centopassi - Percorsi di vino e di coraggio Caldonazzo. Ore 22.30. Blue Coffee. Accompagnamento musicale di Nikos Betti al piano elettrico e Matteo Ferrari alla voce. Decostruire l’indifferenza. Cento passi sono una metaforica distanza tra l’agire e il non agire, tra una scelta e l’indifferenza. Davanti a un bicchiere di vino o di birra, accompagnati dalla musica, storie di chi quei cento passi li ha percorsi davvero. Tre degustazioni e tre stuzzichini a euro 10,00 (fino a esaurimento posti). Prenotazioni: info@bubamara.it. Info: tel. 328.2160471. Musica MOTEL CONNECTION Trento. Ore 21. Piazza Dante. i Motel Connection saranno ospiti a “Upload Festival 2013”. Ingresso libero. Teatro “Nessuna fotografia ci basterà” Caldonazzo. Ore 20.15. Corte Celeste. Voci di gente migrante. Con Coro La Tor di Caldonazzo, Nadia Martinelli e Stefano Borile. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678.
Teatro O Patria Mia... Leopardi e l’Italia Caldonazzo. Ore 21.30. Teatro. Di e con Corrado Augias e con Marta Dalla Via. Musiche eseguite dal vivo da Stefano Albarello. Corrado Augias ha montato un testo che ci dà un ritratto sorprendente di Giacomo Leopardi, il suo rapporto con l’Italia, con la vita, con gli amori. Il senso forte di un’immaginazione che fu per molti anni la sua sola vera realtà. Ingresso: Euro 10,00 (fino a esaurimento posti). Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Teatro Mobydick - La ballata della balena bianca Caldonazzo. Ore 21.30. Uno spettacolo di Pietro Arrigoni, da Herman Melville. Con l’Accademia teatrale di Verolanuova. PRIMA ASSOLUTA. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Teatro ragazzi Fagioli Magici - Racconti per attori e altri animali Caldonazzo. Ore 16.30. Parco Centrale. Una produzione Teatri Soffiati - Finisterrae teatri. Di e con Giacomo Anderle e Alessio
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trentinoappuntamenti Kogoj. Lo spettacolo ruota tra continui, improvvisi e spassosi cambi di ruolo, musiche, canti, piccole magie e clownerie. In scena due stravaganti vagabondi contastorie, sempre sospesi tra la ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti e la voglia inesauribile di giocare. Perché la morale è poi questa: finché c’è il piacere di raccontare, la nostra favola non finisce mai. fascia d’età: dai 3 anni. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Tradizione FESTE VIGILIANE: ASPETTANDO LE FESTE VIGILIANE... CENA BENEDETTINA DE SANCTO APOLENARIO Trento. Ore 21. Doss Trento. A cura del Comitato “In Dextera Athesis”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.
16 domenica Cultura FUTURO PRESENTE Rovereto. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www.festivalfuturopresente.it. Cultura Genere: Femminile Caldonazzo. Ore 10.45. Blue Coffee. Genere: Femminile. Assaggi di lettura a cura delle bibliotecarie della Valsugana. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Cultura La farfalla avvelenata (Il Trentino che non ti aspetti) Caldonazzo. Ore 12.15. Blue Coffee. Andrea Tomasi e Jacopo Valenti con Paola Siano. Fumo, diossina, scorie, aria e terreni inquinati, leggi non rispettate, ambiente a rischio: non è questa l’immagine che tutti hanno del Trentino. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Cultura Magia di un libro a colori Caldonazzo. Ore 17. Casa della Cultura. Marco Dallari e Marnie Campagnaro con Sonia Maria Luce Possentini. Dal rosso della mela di Biancaneve all’arancio delle trecce di Pippi Calzelunghe. Con la partecipazione di Tania Caroli. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. 100
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Cultura Le farfalle in tasca Caldonazzo. Ore 18. Fioreria Incanto. Lorenza Poletti e Roberto Monti con Paolo Mantovan. Letture di Stefania Scartezzini. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Cultura Antonella Boralevi Caldonazzo. Ore 18.30. Casa della Cultura. Antonella Boralevi con Luciana Grillo La scrittura è un bisturi per l’anima. Il suo ultimo romanzo si intitola “I baci di una notte” (Rizzoli, 2013), una storia appassionata e commovente, che ci squaderna davanti la verità dei sentimenti, che sfida il cinismo di un mondo che non sa più farsi coinvolgere dal disordine dell’amore. Letture di Chiara Turrini e Stefania Scartezzini. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Enogastronomia Centopassi - Percorsi di vino e di coraggio Caldonazzo. Ore 22.30. Albergo Alla Torre. Accompagnamento musicale di Nikos Betti alla chitarra e Niccolò Celentano al violino Articolo 21. Cento passi sono una metaforica distanza tra l’agire e il non agire, tra una scelta e l’indifferenza. Davanti a un bicchiere di vino o di birra, accompagnati dalla musica, storie di chi quei cento passi li ha percorsi davvero. Tre degustazioni e tre stuzzichini a euro 10,00 (fino a esaurimento posti).. Info: tel. 328.2160471. Escursionismo cammina cammina Centa S. Nicolò. Ore 9.30. Parco. All’aperto e in compagnia sui sentieri della Vigolana perché... camminare fa bene ma camminare bene fa meglio! La domenica mattina un “laboratorio benessere” con passeggiata tonificante applicando la tecnica della camminata sportiva e del nordic walking intervallata da momenti di palestra all’aperto e al termine un piccolo aperitivo alla Pizzeria Tre Novembre. Info: www.eventivigolana.com. Musica Danilo Sacco: “Come polvere nel vento” Caldonazzo. Ore 19.30. Blue Coffee. Danilo Sacco (voce e chitarra) con Andrea Mei (tastiere e fisarmonica). Introduce Fabio De Santi. Presentazione del libro e live acustico dei brani del suo cd solista “Un Altro Me”. Letture di Chiara Turrini e Stefania Scartezzini. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678.
Teatro Hard times, Charlie! Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro. PRIMA ASSOLUTA. Di e con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj. Dialoghi in tempi di crisi. Reading sulla crisi, sulla speranza, sulla precarietà dei soldi, e, sul perdurare dei sogni. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Teatro Pinocchio - L’ultimo burattino Caldonazzo. Ore 21.30. Piazza Municipio. Mario Cagol con il Corpo Bandistico di Caldonazzo. Poema sinfonico di Sergio Parisini. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Teatro ragazzi Saltapicchio Caldonazzo. Ore 11. Bar Centrale. Gufobuffo Teatro di figura. Spettacolo per bambini e famiglie. Brevi storie narrate con suoni onomatopeici e linguaggi non verbali. Età: Dai 3 anni. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678. Teatro ragazzi Il Principe Felice Caldonazzo. Ore 16.30. Parco Centrale. Con Lorenzo Bassotto, Marco Zoppello e Roberto Macchi. Lo spettacolo è tratto da una delle fiabe più note, belle, ironiche e commoventi di Oscar Wilde. Fascia d’età: 5-10 anni. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.8510678.
17 lunedì Cultura FUTURO PRESENTE Rovereto. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www.festivalfuturopresente.it. Teatro SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 Mezzocorona. Ore 21.30. Cantina Martinelli. Performance “Piccoli suidici. Tre brevi esorcismi di uso quotidiano” di e con Gyula Molnàr. Info: www.solstiziodestate.it.
18 martedì Cultura FUTURO PRESENTE Rovereto. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro
interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www.festivalfuturopresente.it. Cultura FUTURO PRESENTE Riva del Garda. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www. festivalfuturopresente.it. Teatro SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 Mezzocorona. Ore 21.30. Cantina Martinelli. Performance “Piccoli suidici. Tre brevi esorcismi di uso quotidiano” di e con Gyula Molnàr. Info: www.solstiziodestate.it.
Tradizione Malghese per un giorno a Malga Valfontane Passo Brocon. Scoprire la vita di malga e come si produce il formaggio secondo l’antico metodo. Info: APT Valsugana - Ufficio di Castello Tesino Tel. 0461.727730.
19 mercoledì Teatro SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 Mezzocorona. Ore 21.30. Cantina Martinelli. Performance “Piccoli suidici. Tre brevi esorcismi di uso quotidiano” di e con Gyula Molnàr. Info: www.solstiziodestate.it.
20 giovedì Teatro FESTE VIGILIANE Trento. Ore 21.30. Piazza Duomo. Spettacolo di Loredana Cont: “Pù busie che poesie”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE: APERTURA Trento. Dalle ore 17.15. Piazza Duomo. Cerimonia di apertura delle Feste Vigiliane con l’accensione della Lanterna di San Vigilio, l’Alzabandiera sulla Torre Civica e i 30 rintocchi dell’antica campana Big Ben cittadino. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.
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Musica festa europea della musica Arco. Centro storico e Prabi. Concerti ed esibizioni di artisti di strada. Info: www.gardatrentino. it/events.
Cultura festival dell’informazione indipendente Arco. Parco del Rockmaster. Conferenze, concerti e attività. Info: www.gardatrentino.it/events.
Musica SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 Lavis. Ore 21.30. Parco Urbano. Concerto con Angel Ballaster Quintet. Info: www.solstiziodestate.it.
Musica SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 San Michele all’Adige. Ore 21.30. Museo degli Usi e Costumi. Ritratti sonori “La partitura dell’anima” con Alessandro Sironi, pianoforte; dirige Mauro Scardovelli. Info: www.solstiziodestate.it.
Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 20.30. Partenza dal Castello del Buonconsiglio. Partenza del Corteo Storico che percorrerà via S. Marco, via Manci, via Belenzani e si concluderà in piazza Duomo con lo spettacolo e la premiazione “1° Palio di S. Vigilio”.Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.
22 sabato Cultura festival dell’informazione indipendente Arco. Parco del Rockmaster. Conferenze, concerti e attività. Info: www.gardatrentino.it/events.
Musica ENRICO RUGGERI in concerto Trento. Piazza Fiera. Per la finalissima della prima edizione del “Centro Musica Awards”. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Fiume Adige. Ore 18.30. 8^ Traversata di Trento a nuoto nell’Adige a cura della Rari Nantes Trento. Ore 18.30. Fiumge Adige -
Loc. Roncafort. Partenza delle zattere ospiti per la “Coppa delle 3 Città”. Ore 19. Fiume Adige - Loc. Roncafort. Palio dell’Oca. Partenza della prima coppia di zattere in gara. Ore 20.45 ca. Fiume Adige - Ponte S. Lorenzo. La Tonca. Ore 21.15 ca. Premiazione dei vincitori del Palio dell’Oca e della Traversata di Trento a nuoto. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.
24 lunedì Musica JAZZ CAFè 2013 Riva del Garda. Ore 18. Corte del Tipico, Agraria. Second Line
Jazz Duo - Chet Baker Tribute. Info: www.gardajazz.com. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 20.30. Stadio Comunale Briamasco. 1° Palio di San Vigilio di calcio (spettacolo in attesa della disfida calcistica); Ore 21: Triangolare di calcio tra le rappresentative della F.I.G.C. del Trentino; a seguire la cerimonia di premiazione sul campo. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione miss italia 2013 Trento. Ore 21.15. Piazza Fiera. Elezione di Miss Trento. Ingresso libero.
Tradizione FESTE VIGILIANE: LA MAGICA NOTTE CITTÀ DI TRENTO Trento. Ore 17-20. Piazzale quartiere Le Albere. La Costruzione delle zattere del Palio dell’Oca. Ore 17-24. Palazzo Thun. La Rassegna del Pane regionale dell’arco alpino”. Ore 18-01.00. Via S. Croce. Il Mercatino dei Gaudenti. Ore 20.30. Piazza Duomo. La partenza della sfilata degli zatterieri del Palio dell’Oca. Ore 21. Piazza Fiera. Il Tribunale di Penitenza (in caso di pioggia lo spettacolo si terrà presso il teatro Auditorium S. Chiara. Ore 20.30-03.00. Giardino S. Chiara e Piazza Fiera. Spazio ai Giovani, musica a 360° concerti e DJ Set. Ore 20-23.00. Via Oss Mazzurana. La Festa del Canederlo a cura del Ristorante - birreria Forst. Ore 21.45-02.00. Via Verdi. La Magica Notte della danza. A cura della scuola di danza “Club La Fourmie”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.
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trentinoappuntamenti 25 martedì Cultura FUTURO PRESENTE Riva del Garda. I il tema de “Il paesaggio in movimento” viene indagato ricorrendo ai contributi più vari: spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo continuo tra letteratura, urbanistica, cinema, fotografia, suoni e i loro interpreti. Per maggiori informazioni consultare il sito www.festivalfuturopresente.it. Musica JAZZ CAFè 2013 Riva del Garda. Ore 21. Pizzeria Ristorante Al Porto. Hot Chillu Gipsy Trio. Info: www.gardajazz.com. Musica concerto piccole colonne Trento. Ore 21.30. P.zza Duomo. Concerto nell’ambito delle Feste Vigiliane. Info: www.piccolecolonne.it. Teatro SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 Mezzocorona. Ore 21.30. Piazza della cooperazione - Cassa Rurale. Spettacolo dal titolo: “Chilometro zero” di e con Pino Petruzzelli. Info: www.solstiziodestate.it.
Ore 10. Cattedrale di S. Vigilio. Il Pontificale solenne. Ore 11.30 ca. Piazza Duomo. Distribuzione del pan e vin di S. Vigilio. Ore 21. Piazza Fiera. Mascherada dei Ciusi e dei Gobj. Ore 23. Maso Mirabel. Fuochi artificiali di S. Vigilio. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.
27 giovedì Musica GARDA JAZZ FESTIVAL 2013 Riva del Garda. Ore 21.30. Bastione. Mauro Campobasso solo. (In caso di pioggia: Auditorium del Conservatorio). Info: www.gardajazz.com.
28 venerdì Cultura DOMENICO DE MASI Cembra. Ore 19. Cànevastore Via IV Novembre, 72. Il sociologo e professore presenta: “Ozio creativo” (Rizzoli), ripercorrerà le grandi svolte epocali della nostra storia, dimostrando che questo futuro è già presente. Ingresso libero. Musica corpo bandistico di riva del garda in concerto Riva del Garda. Ore 21. La Rocca. Info: www.gardatrentino.it/events. Musica GARDA JAZZ FESTIVAL 2013 Canale di Tenno. Ore 21.30. In caso di pioggia: Casa degli artisti. Nicola Costa Trio. Info: www. gardajazz.com.
Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 21.30. P.zza Fiera. Gran Galà per i 30 anni delle Feste Vigiliane con concerto della New Project Funk Orchestra con personaggi che hanno costruito il percorso delle 30 edizioni dell’evento più spettacolare della città. In caso di pioggia il concerto si terrà presso il teatro dell’Auditorium S. Chiara. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione Malghese per un giorno a Malga Colo Ronchi Valsugana. Scoprire la vita di malga e come si produce il formaggio secondo l’antico metodo. Info: APT Valsugana - Ufficio di Castello Tesino Tel. 0461.727730.
26 mercoledì Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 09.30. Chiesa di S. Pietro. La Processione di S. Vigilio.
Auditorium del Conservatorio). Info: www.gardajazz.com. Musica SOLSTIZIO D’ESTATE 2013 Mezzocorona. Ore 21.30. PalaRotari. Concerto con Baustelle con il live del loro “Fantasma tour”. Info: www.solstiziodestate.it.
29 sabato Musica GARDA JAZZ FESTIVAL 2013 Riva del Garda. Ore 21.30. Rocca. Petrina Quartet. (In caso di pioggia:
Musica I SUONI DELLE DOLOMITI NINA ZILLI, FABRIZIO BOSSO Val di Fassa, Dolomiti. Ore 14. Val Salei. In apertura della XIX edizione de I Suoni delle Dolomiti, una delle più interessanti voci femminili del pop italiano e un virtuoso della tromba jazz rendono omaggio a Amy Winehouse, stella di primissima grandezza caduta troppo
presto. Oltre a brani famosi della cantante inglese si ascolteranno classici del jazz e della soul music, incluse canzoni rese celebri da Otis Redding, Etta James e Nina Simone. Info: www.isuonidelledolomiti.it, Tel. 0462.609600; www. fassa.com.
30 domenica Cultura FESTA AERONAUTICA Lago di Cavedine. Località Trebi. Dalla tarda mattinata. In mostra statica elicotteri e articoli aeronautici vari, punto ristoro, esibizione di paracadutisti, nel pomeriggio esibizione di aerei storici e moderni. Info: Associazione Arma Aeronautica “Aviatori d’Italia” Sezione Alto Garda: Presidente Danilo Angeli, cell. 347.2521624. Cultura libri antichi in riva del garda Riva del Garda. Galleria San Giuseppe. Ore 10-18. Mercatino di libri e collezionismo cartaceo. Info: www.gardatrentino.it/events. Musica GARDA JAZZ FESTIVAL 2013 Arco. Ore 21.30. Piazzale Segantini. Jazz Set Orchestra - Radio Chicago. (In caso di pioggia: Palazzo Panni). Info: www.gardajazz.com.
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trentinoscoop&news
“Alla ricerca di FBK”, la scienza sulla rai DALLE DOLOMITI AL MEDITERRANEO
Molto ricco il palinsesto della rai regionale “Alla ricerca di FBK”
Hotel milanese, bollicine trentine: un’accoppiata vincente
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ra le opere d’arte della permanente di artisti contemporanei, si è tenuta lo scorso 9 maggio un’affascinante degustazione di Rotari Trentodoc Metodo Classico e cena con i piatti esclusivi dello chef Michele Germino, ispirati alla sua terra di Salerno. È accaduto a Milano, all’Hotel Concorde di viale Monza
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Da sinistra: Davide Semenzato, enologo; Michele Germino, chef; Remo Eder, presidente Antares Hotels, Claudio Tafuro, capo area Cantine Mezzacorona Stefano Picarelli, direttore Antares Hotel Concorde
132. Alle 19 si è svolta la degustazione con l’esperto Davide Semenzato. Dalle 20.30, per la cena, la carta ha presentato Rotari Cuvée 28 Trentodoc, Rotari Rosé Trentodoc e al dessert Castel Firmian Moscato Giallo Trentinodoc 2012. Il Menu prevedeva: come entrée, Insalatina di salmone marinato al sale rosa dell’Himalaya con finocchi e pinoli; quindi debutta l’ultima creazione dello chef Germino, i Bottoni di pasta all’uovo rigorosamente fatti a mano e proposti allo zafferano, mantecati con scorfano di scoglio e asparagi; segue un originale Filetto di orata in crosta di sesamo e zenzero fresco, con Erbette al vapore, e per finire, la Crostata di mele calda. “Con questa iniziativa – ha detto il direttore del Concorde Stefano Picarelli - si è dato l’avvio a una serie di eventi mirati a sostenere le eccellenze italiane a tavola, anche in vista dell’EXPO e del grande afflusso di stranieri previsto nei prossimi anni. Già nel 2012, su 45mila clienti registrati al Concorde, il 70% erano extraeuropei e numerosi provenienti da nuove lontane economie, per i quali il nostro Paese è tutto da scoprire”. 104
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ome ogni mese, torna l’appuntamento con Tapis Roulant, la trasmissione di Rai Regionale che va in onda alla domenica (ore 9.45). Il 2 giugno, si parte con “Alla ricerca di FBK”, sesta puntata dal titolo: “Non solo materiali innovativi “, Enrico Bertolino e Andrea Brunello incontrano i ricercatori delle Unità di ricerca MTLab (MicroTechnologies Laboratory), PAM-SE (Plasma, Advanced Materials and Surface Engineering) e MiNALab (Micro Nano Analytical Laboratory). Scoprono così che gli studi condotti in FBK fanno già parte della nostra vita quotidiana, e siamo solo all’inizio. Segue lo speciale – curato da Ugo Slomp – sul Trentino Book Festival. A partire da venerdì 14 Giugno e per tutto il weekend, la cittadina di Caldonazzo sarà animata dall’ evento. Per “I consigli di Nona Nunzia”, Tapis Roulant ci porta in diverse zone della città, dove la mitica nonna ci “I carabinieri elargisce i suoi preziosi consigli in di montagna” periodo di spending review. Domenica 16 giugno, dopo la settima puntata di “Alla ricerca di FBK”, verrà trasmesso il documentario “Caboclos-Uomini del fiume” del compianto Lorenzo Lucianer, la cui programmazione, prevista per il 26 maggio u.s., è slittata per la diretta da Piacenza dell’87^ Adunata Nazionale degli Alpini. Infine, domenica 30 giugno, “Il cantiere dei libri” è il titolo dell’ottava puntata televisiva di “Alla ricerca di FBK”. Enrico Bertolino e Andrea Brunello scoprono le unità di ricerca e progetti del polo umanistico della Fondazione. Una prestigiosa biblioteca specializzata in scienze storiche e filosofico-teologiche, storici, ricercatori, redattori, grafici e altre professionalità, sono gli ingredienti delle opere culturali cartacee e digitali di FBK PRESS. Quindi, occhio a “I carabinieri di montagna”. L’Arma dei Carabinieri, come le altre forze di polizia, addestra il proprio personale per consentirgli di avere una notevole mobilità negli ambienti montani. Per chiudere, “Scienza & Fede”, e i consueti consigli di Nonna Nunzia, alias Mario Cagol.
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“IMPRESA IN AZIONE” LA APP LIFETN DEL LICEO GALILEI ALLA FINALE DI PALERMO
Apt trento: Franco Bertagnolli, succede a Battista Polonioli APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, l’assemblea elegge il nuovo presidente
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Franco Bertagnolli il nuovo presidente dell’Azienda per il Turismo Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi: 32 anni, laureato in economia aziendale e già nel consiglio di amministrazione di APT, gestisce la Locanda del Bel Sorriso a Mattarello e si è presentato esprimendo il suo giovanile entusiasmo. Lo ha deciso l’ultima Assemblea dei soci, riunita in sala Falconetto a Palazzo Geremia. Bertagnolli prende il posto di Battista Polonioli, che ha guidato l’APT dal 1999, traghettando l’Azienda anche nell’impegnativo percorso di privatizzazione e costituzione dell’attuale soggetto. A Polonioli sono andati gli attestati di stima dei soci, degli amministratori Franco Bertagnolli e dei sindaci presenti in assemblea. Un sentito ringraziamento per l’equilibrio e la dedizione con cui ha svolto il suo ruolo e per la fiducia che ha sempre riconosciuto a tutto lo staff operativo è arrivato anche dalla direttrice Elda Verones anche a nome di tutto il personale di APT, il cui lavoro è sempre stato apprezzato e incoraggiato dal presidente uscente. Nei discorsi introduttivi è emersa un’Azienda sia economicamente che patrimonialmente solida, capace di attrarre la fiducia delle istituzioni e degli operatori economici. Un soggetto turistico maturo, legato al territorio e in grado di valorizzarne i punti di forza, che è riuscito a trasformare le diversità di Trento, del Monte Bondone e della Valle dei Laghi in valore aggiunto, attraverso un’unica e organica proposta. Oltre al presidente i soci hanno rinnovato anche il consiglio di amministrazione composto da 19 membri. Il nuovo CDA è composto da Maria Teresa Lanzingher, Claudio Facchinelli, Giorgio De Grandi, Gloria Bertagna, Battista Polonioli, Alberto Dalla Pellegrina, Armando
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rande successo per il team del Liceo Scientifico Galilei di Trento a “Impresa in azione”: primi classificati per il Triveneto nella selezione di Junior Achievement, svoltasi lo scorso 9 maggio a Verona, gli studenti trentini sono ora pronti per la competizione nazionale, che si terrà il 4 e 5 giugno prossimi a Palermo. Il “dream team” trentino ha sviluppato LifeTN, una applicazione per smartphone (apple e android) che raggruppa eventi provenienti da tutti gli ambiti; a supporto degli studenti trentini Informatica Trentina, Fondazione Graphitech e Studio Kappa. “Impresa in azione”, proposta da Junior Achievement presso gli istituti superiori italiani, ha come scopo principale quello di promuovere la creatività e lo spirito imprenditoriale nella scuola. Il liceo Galilei di Trento si è presentato alla competizione interregionale tra Veneto e Trentino Alto Adige nell’ambito del progetto “Impresa in azione” proposto da Junior Achievement (JA) con il progetto di un portale innovativo e interattivo, in grado di competere con colossi quali AroundMe e Tripadvisor, dove l’utente finale, turista o residente, può essere sempre aggiornato su una ampia gamma di eventi e soddisfatto nei propri diversi interessi. L’applicazione realizzata, denominata LifeTN, (scaricabile gratuitamente dall’app store di Google) è suddivisa in sezioni eventi, luoghi e cultura e ne promuove le inziative di spicco della regione. Feste ed happy hour sono solo una piccola parte di tutta la rete creata dall’App LifeTN, che pubblicizza tutti gli eventi inerenti il settore Food & Wine, nonché gli eventi sportivi delle società più importanti. Pederzolli, Fiorenzo Scartezzini, Paolo Martinelli, Alberto Barbieri, Fulvio Rigotti, Francesco Antoniolli e dal neo-presidente Franco Bertagnolli. Alla parte ordinaria per il rinnovo cariche sociali, l’approvazione bilancio d’esercizio e la presentazione progetti 2013 è preceduta la parte straordinaria, che ha approvato all’unanimità anche l’aumento del capitale sociale a euro 800mila.
Alessandro Andreatta, Battista Polonioli e Elda Verones 105
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New Afghan Journalists: Tre giornaliste afghane a Trento Il progetto NAJ è stato proposto dall’antropologa e fotoréporter Ada Francesca Rizzoli
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a circa due anni si è creato un saldo legame fra Trento e l’Afghanistan, grazie all’Associazione di volontariato internazionale SogniSolidali, che ha da subito creduto nel progetto NAJ proposto dall’antropologa e fotoreporter Ada Francesca Rizzoli, cilena, di genitori trentini. Il progetto prevedeva l’arrivo e la permanenza per un mese in Italia di tre giovani giornaliste afghane, con il contributo della P.A.T., in partnership con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con il patrocinio del Consiglio delle Donne del Comune di Trento. Il 5 maggio u.s., le giornaliste sono arrivate in Italia per un periodo di Formazione presso la Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica e l’Agenzia fotogiornalistica Parallelozero, a Milano. Seguite da professionisti e docenti, hanno affrontato le tecniche del réportage giornalistico classico, del videogiornalismo e del fotogiornalismo. Shahnaz, Shahin e Sosan, accompagnate da Wahab, guidate con sicura competenza dalla loro tutor Ada Francesca Rizzoli, a Trento hanno continuato la loro esperienza professionale presso media locali, accolte dal direttore di TCA Marilena Guerra, dal direttore del quotidiano Trentino/Corriere delle Alpi e del quotidiano online, Adigetto, ma hanno anche conosciuto la realtà universitaria e scolastica e frequentato cooperative e associazioni, come l’A.M.A. e il Gruppo 78 di Volano, focalizzando l’attenzione su tematiche sociali come la violenza contro le donne, il 106
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“Levico… in famiglia” per promuovere la solidarietà Una nuova associazione
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d aprile 2013 è nata a Levico Terme l’associazione culturale “Levico… in famiglia” con lo scopo di promuovere la solidarietà e l’aggregazione sociale attraverso lo svolgimento di attività culturali al fine di sostenere la famiglia ampiamente intesa, nel suo percorso sociale. Nei prossimi mesi l’associazione, grazie all’interessamento e sostegno del Comune di Levico, aprirà autogestendolo uno spazio per genitori, bambini e ragazzi. Presidente dell’associazione è Grazia Campregher, impegnata per molti anni negli organi Istituzionali dell’Istituto Comprensivo di Levico come rappresentante dei genitori e la vice-presidente Cristina Vallero. Oltre alle attività di tipo più aggregativo e ricreativo, l’associazione si propone di organizzare momenti di formazione e informazione su problematiche educative in ambito familiare e di stimolare e sensibilizzare gli enti pubblici e privati rispetto a bisogni ed esigenze delle famiglie del territorio. Per informazioni potete scrivere a levicoinfamiglia@gmail.com disagio mentale e sociale. Si sono occupate di loro le prof. Mariangela Franch, Giovanna Giugni, Loredana Bettonte e Lucia Decarli. Sono state ricevute dalla Autorità politiche ed il Consiglio delle Donne ha dedicato loro una serata. Durante gli incontri pubblici, la traduzione dall’inglese e in inglese è stata effettuata da studenti dell’Isit (Istituto superiore interpreti e traduttori). Il N.A.J. ha consentito a tanti trentini di affacciarsi su una realtà conosciuta solo attraverso i media e spesso carica di stereotipi, a molti studenti liceali e universitari di confrontarsi con coetanei che vivono in realtà diverse, ma soprattutto alle giovani afghane ha dato l’occasione di immergersi nella civiltà occidentale, di operare confronti e di crescere sia professionalmente che umanamente; ha anche dato loro la possibilità di spiegare come si faccia giornalismo in Afghanistan, quali siano le difficoltà da affrontare, cosa significhi essere uomo o donna rispetto alle possibilità lavorative. E SogniSolidali può dire di aver portato a termine brillantemente quello che è il suo primario scopo statutario, ossia favorire la crescita della solidarietà, quale stile di vita attraverso azioni e progetti, anche a livello internazionale, di sostegno, informazione e formazione verso le persone che si trovano in uno stato di disagio sociale o di reale bisogno economico. Luciana Grillo Laino Presidente del Consiglio delle Donne del Comune di Trento
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tre borse di studio per giovani talenti a Verona, in cerca della “fata buona”
istituite dalLa Fondazione Cassa Rurale di Trento
Continuano senza sosta le pittoresche convention organizzate da giuseppina
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ndimenticabile e di grande fascino l’incontro a Verona con amici provenienti da varie parti d’Italia che, nell’occasione, hanno visitato la mostra “Da Botticellli a Matisse” nel Palazzo della Gran Guardia. Poi ci si è ritrovati tutti a pranzo nello stupendo Castelvecchio parlando delle gioie della vita e soprattutto di amore. La conclusione è che non bisogna alimentare le catene della vendetta, ma esclusivamente quelle del bene. Tra gli invitati un magistrato di Bologna ha chiuso dicendo appunto che la mitica fata buona è sempre dentro ognuno di noi.
I “vincitori” del 2012 sono Saverio Gabrielli, 21 anni, diplomato in violino al Conservatorio di Verona con il massimo dei voti, ed ora approdato alla corte di un violinista di fama mondiale come il maestro Ilya Grubert al Conservatorio di Amsterdam e Alessio Venturini, 24enne fisico di Trento, che lavora tra Boston e il mitico Cern di Ginevra allo studio del “decadimento del bosone di Higgs”, ovvero il progetto più importante e famoso della moderna fisica delle particelle.
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1. Elena, Giorgio, Giuseppina, Marika, Hellen, Sergio. 2. In piedi, Noemi, Giuseppina e Lara. Seduti, Rosy e Francesco. 3. Giuseppina con la contessa Gisela. 4. Giuseppina e la soprano di Verona Marina. 5. Giuseppina, Manfred e Ingrid.
giovani talenti sono una risorsa per il futuro ed è importante che abbiano opportunità di studio per valorizzare le loro potenzialità, attraverso percorsi di alto livello nei quali confrontarsi con contesti differenti e perfezionare la propria preparazione scolastica in particolari ambiti, nazionali e internazionali. Sostenere questi progetti, in un mondo che richiede ai giovani sempre maggiori competenze e capacità, è uno dei principali obiettivi della Fondazione Cassa Rurale di Trento che istituisce anche per quest’anno tre borse di studio del valore di 12.000 euro ciascuna, destinate a giovani laureati che intendano iniziare o proseguire un progetto di studio o di perfezionamento di alto livello, presso Università o Istituzioni italiane o estere, pubbliche o private in tre aree tematiche: economico- giuridica, tecnico-scientifica, umanistico-artistica. Le domande vanno presentate entro il 30 giugno e l’assegnazione avverrà entro il 31 luglio. La borsa dovrà essere fruita per percorsi di studio avviati entro il 31 gennaio 2014. Il bando completo e le modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.fondazionecrtrento.it Ulteriori informazioni anche presso la Sede della Cassa Rurale in Via Belenzani 6, Ufficio Soci tel 0461 206257.
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LE “RIPIDE ISOLE” DI GIORDANO PACENZA
LA SCOLA LADINA DE FASCIA PREMIATA AL SALONE del libro
Trento e Ancona sempre più gemellate nell’arte
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ell’ambito del gemellaggio tra lo Studio d’Arte Andromeda di Trento e la Galleria Puccini di Ancona, è stata inaugurata, sabato 18 maggio, “Ripide Isole”, mostra di illustrazioni e disegni di Giordano Pacenza. Del lavoro dell’illustratore trentino, il pedagogista Marco Dallari scrive: [...] il pensiero visivo di Giordano Pacenza, quando illustra, produce opere visuali o realizza un progetto grafico, è sempre sorprendente ed eccedente. Sorprendente perché capace di suscitare, sia nei bambini che negli adulti, la prima emozione estetica, quella dello stupore, da cui può partire la costruzione della sensibilità e della competenza nella relazione con il mondo dell’arte e dell’immagine. Ed è poi eccedente perché nei suoi prodotti visivi non c’è mai un solo significato, una sola direzione di senso: possono essere tutti letti e interpretati in dimensione ulteriore, oltre il semplice visibile, riconoscibile, come accade quando si è di fronte a qualcosa degno di essere definito arte. Giordano Pacenza I riferimenti colti, nelle produzioni di Giordano, non mancano: i cenni espressionisti delle sue illustrazioni e quelli dadaisti e concettuali delle sue produzioni materiche sono evidenti e testimoniano la continuità e il collegamento della sua produzione con il mondo “alto” dei maestri e dei 108
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ofia Ghetta e Valentina Perut, studentesse della Scuola Ladina di Fassa, che erano accompagnate dal loro professore Germano Basile, sono state ospiti del Salone Internazionale del Libro di Torino, ove hanno ritirato il riconoscimento per la prestigiosa menzione d’onore ricevuta dalla giuria popolare del Premio Nazionale di Lettura Dantesca “La Selva, il Monte, le Stelle” promosso dalla prestigiosa Accademia della Crusca. La Scuola Ladina di Fassa ha partecipato al concorso con il video intitolato “Inferno Canto V”: i lavori presentati erano complessivamente ben 166, provenienti da tutta Italia, ma quello realizzato dai ragazzi del Liceo del Design e delle Arti Figurative di Pozza, che proponeva un’inedita interpretazione musicata del quinto canto dell’Inferno della Divina Commedia e che concorreva per la sezione Scuole, si è distinto per l’originalità e per la grande professionalità delle riprese audio-video. modelli, ma la sua non è mai citazione o segnale di appartenenza; è semmai un retropensiero, si tratta di tracce, di echi, di legami intellettuali e simbolici che anziché contenere e limitare danno slancio. Tutta la produzione di Giordano Pacenza ha queste caratteristiche per chi la guarda perché, evidentemente, l’ha anche per lui, per l’autore. Il quale, come si vede bene, non si limita a usare abilità e competenza per produrre, ma continua a sperimentare e ricercare. E aiuta noi a fare altrettanto nella nostra parte di fabbricanti delle immagini mentali incoraggiandoci a costruire a partire dalle sue opere. Socio dello Studio d’Arte Andromeda dal 1986, negli ultimi anni il suo impegno è rivolto anche all’organizzazione di workshop di illustrazione con i più importanti maestri del panorama internazionale. (Il prossimo appuntamento in programma, dal 13 al 16 giugno, sarà quello con Sonia Maria Luce Possentini e la settimana successiva sarà la volta del laboratorio di Javier Zabala. Il programma completo dei workshop 2013 è consultabile su www.studioandromeda.net).
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www.mediocredito.it
MEDIOCREDITO, ALLEANZA CON SIMEST PER FAVORIRE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
Cassa Centrale Banca in assemblea: solidità e rigore
Firmato a Roma un accordo di collaborazione che porterà nuovi vantaggi alle imprese che si rivolgono a Mediocredito
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Franco Senesi con i vertici di Simest
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i rafforza l’attività di Mediocredito Trentino Alto Adige a favore dell’internazionalizzazione delle imprese. L’istituto di credito regionale ha firmato a Roma un accordo di collaborazione con Simest, la Spa a capitale pubblico-privato controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti che è il principale “motore” nazionale per supportare processi di internazionalizzazione delle imprese. L’intesa si basa sulla condivisione delle reciproche conoscenze ed esperienze che Simest e Mediocredito hanno acquisito negli anni accompagnando numerose aziende italiane nei progetti di investimento e nelle iniziative di radicamento sui mercati esteri. “Già da tempo Mediocredito – ha affermato il presidente Franco Senesi – ha puntato l’attenzione sulle imprese innovative, in particolare nei settori delle energie rinnovabili e orientate ad allargare i propri mercati fuori dai confini nazionali. L’accordo con Simest consentirà di allargare ulteriormente la nostra gamma di prodotti e servizi in questo settore, soprattutto per le piccole e medie imprese, accelerando le procedure e le modalità di accesso agli strumenti di agevolazione e supporto previsti dalla normativa nazionale ed attualmente gestiti da Simest”. Mediocredito in particolare intende proporsi alle imprese come operatore qualificato per il finanziamento della quota di capitale di rischio impiegata dalle imprese nelle società all’estero partecipate da Simest, come pure per il rilascio delle fidejussioni previste.
l gruppo Cassa Centrale Banca ha affrontato l’assemblea del 24 maggio scorso con numeri di bilancio positivi e con la consapevolezza di essere partner delle banche socie e clienti nell’affrontare in maniera organizzata ed efficace la gestione della liquidità e dei rischi. E per rendere sempre più efficiente e moderno il servizio di consulenza alla pianificazione strategico operativa alle banche, Cassa Centrale ha ulteriormente affinato il servizio di Consulenza Direzionale, rafforzando gli strumenti a supporto delle banche nella loro attività di pianificazione. Le banche di credito cooperativo che utilizzano questo servizio sono circa 180 e coprono l’intero territorio nazionale. Nel terzo anno di presidenza di Giorgio Fracalossi, Cassa Centrale ha visto ulteriormente consolidarsi gli indici patrimoniali. Già oggi sono ampiamente rispettati tutti i requisiti di Basilea 3. In particolare il Tier1 ratio a fine 2012 si è attestato al 17,51% (in crescita dal +14,45% del 2011) lo stesso indice consolidato di Gruppo è pari al 15,03%, rispetto al 12,28% di fine 2011. L’utile netto ha raggiunto i 14,3 milioni, dopo aver scontato imposte per 9,77 milioni. Il totale della raccolta è stato pari a 8,5 miliardi di Euro, in netto aumento rispetto al 2011 per effetto dell’attività di rifinanziamento per conto delle CR-BCC in Banca Centrale Europea. Cassa Centrale ha ulteriormente rafforzato nel 2012 il proprio ruolo di tesoriere (gestore/depositario della liquidità) per un numero crescente di CR-BCC anche al di fuori del tradizionale bacino del Nord Est. Nella sola asta BCE di fine febbraio, Cassa Centrale ha tramitato oltre 2 miliardi di Euro per 88 CR-BCC. A fine anno il totale dei finanziamenti tramitati in BCE erano 4,5 miliardi su 111 Banche. Le sofferenze lorde sul totale degli impieghi si è attestato al 4%. Tenuto conto degli accantonamenti e delle garanzie bancarie la copertura delle sofferenze è pari al 56,14%, le sofferenze nette all’1,76% e la copertura dei crediti deteriorati al 50,80%. A fine anno erano oltre 700mila le carte di debito e di credito collocate dalle banche clienti, circa 120 mila le carte prepagate e oltre 30 mila gli ATM/POS.
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A CONTA LA “TARGA DELLA PRO CULTURA” IL RITORNO DEI “RANDAGI” a taio
riconoscimento Allo scultore trentino livio conta
la storica “band” della Val di Non, affolla il teatro-auditorium
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Taio, paese dove sono nati 44 anni fa, sono tornati i “Randagi”, la storica “band” della Val di Non, affollando il teatro-auditorium. Il gruppo ha calcato i palcoscenici e suonato nei locali pubblici della valle per una quindicina d’anni, dal 1969 al 1983. Ora, anima di questo “revival” è Arrigo Finadri (chitarra e voce) che, a distanza di oltre quarant’anni, è riuscito a rimettere assieme Ferruccio Bertagnolli (chitarra e voce), Franco Berti (sax e voce), Paolo Chilovi (tastiere) Carlo Zuller (basso), Cesare Codecà (chitarra). Finadri è poi andato a trovare quello che è stato (oltre che leader del Gruppo “Neruda” in cui Arrigo per anni ha suonato e cantato) il suo docente di Lettere al “Tambosi” Renzo Francescotti, scrittore e poeta, e lo ha convinto a collaborare. Così Francescotti ha dato una dimensione ritmica e poetica a una serie di episodi significativi spesso divertenti che hanno segnato la storia dei “Randagi”. Nell’applaudito spettacolo dedicato alla musica di autori italiani, che ha visto anche momenti di commozione, i “Randagi” hanno attaccato con pezzi di Guccini, De Andrè, Nomadi e New Trolls per poi suonare nella seconda parte pezzi di Battisti, Graziani, Battiato, PFM e Le Orme. Molto apprezzati anche i testi del poeta Francescotti che hanno scandito lo spettacolo, a cominciare dalla poesia in dialetto “Letera dal paes” tratta dalla “Cantada dei emigranti”, recitata da Chiara Turrini del Gruppo “Neruda” e affiancata dal canto degli emigranti e “Partir e no savér”, tratto dallo stesso 110
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ltre 25 anni fa la storica “Pro Cultura” di Trento, fondata da Cesare Battisti e presieduta dal 1985 da Renzo Francescotti omaggiava con una Targa artistica un famoso artista trentino, lo scultore Eraldo Fozzer. Da allora tutti (tranne Schweizer, scomparso pochi mesi prima del programmato riconoscimento) i più importanti artisti trentini sono stati insigniti di questo prestigioso riconoscimento: dopo Fozzer, Bruno Colorio, Remo Wolf, Othmar Winker, Renato Pancheri, Mariano Fracalossi, Paola de Manincor, solo per citare alcuni degli artisti tra quelli che nel frattempo sono scomparsi. Questa volta il festeggiato è stato Livio Conta, pittore e scultore, autore di tutta una serie di monumenti e sculture pubbliche, oltre che in Italia, in Germania, Austria, Croazia, Albania e USA. Nella sala del Circolo Rosmini a Trento è stato Renzo Francescotti, che ha dedicato all’amico recensioni, articoli, saggi e una monografia sulla sua scultura, a tracciare un profilo dell’artista. Nato a Monclassico in Val di Sole 74 anni fa, Conta ha studiato in Val Gardena e seguito corsi di disegno al Louvre di Parigi. Ha conosciuto e osservato al lavoro scultori di fama mondiale come Marini e Mastroianni. È stato amico di uno dei maggiori pianisti del ‘900, Arturo Benedetti Michelangeli a cui ha dedicato una cinquantina di opere d’arte tra disegni, tele e sculture, esposte anche a Parigi alla famosa Salle Pleyel. Conta, pur avendo registrato nel campo della scultura i maggiori successi, si è dimostrato altrettanto bravo nella pittura, dove si è cimentato con opere sia sacre che profane. Le sue figure femminili in particolare, esprimono allo stesso tempo classicità e modernità, spiritualità e sensualità, inquietudine e mistero.
spettacolo e cantato da Arrigo Finadri. Sono seguiti i testi poetici scritti da Francescotti, magistralmente interpretati da Luca Pedron, giovane componente dei “Neruda”. Va poi detto che Turrini e Pedron hanno recitato con le “ombre cinesi”, rimanendo dietro uno schermo. Il ricavato dello spettacolo è andato all’Asamsi, l’Associazione per lo studio delle atrofie muscolari spinali infantili.
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Dalla Carta al Web: Il nostro futuro? numerosi spunti dal convegno dello scorso 20 maggio, organizzato dalla Federazione Comunicazione dell’Associazione Artigiani per focalizzare le criticità del settore e trovare nuove soluzioni...
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ove corre la comunicazione? Quale strada devono prendere le aziende artigiane del Trentino che operano in questo settore? Per cercare di dare una risposta a queste fondamentali domande la Federazione Comunicazione dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento (che riunisce al suo interno le categorie dei fotografi e videoperatori, dei grafici e del terziario di sviluppo) ha organizzato lo scorso 20 maggio, presso la Sala Duecento della sede di via Brennero, il convegno dal titolo “Dalla Carta al Web: il nostro futuro?”. Una “prima assoluta” in Trentino per cercare di delineare il futuro del settore grafico in forte evoluzione, che ha vissuto in maniera traumatica il passaggio “dalla carta al web”, imparando a conoscere e ad utilizzare anche le nuove tecnologie dell’informazione. L’incontro ha coinvolto molte aziende del settore, colpite da una profonda trasformazione e che, in futuro, rischiano di subire forti perdite in termini economici ed occupazionali se non saranno pronte a trovare soluzioni efficaci. Dopo i saluti di rito da parte del vicepresidente dell’Associazione Claudio Ropelato, sono intervenuti per focalizzare la tematica, Armando Maistri, presidente della Federazione Comunicazione dell’Associazione Artigiani di Trento ed anche membro del direttivo nazionale, Rinaldo Pellizzari, presidente della categoria
grafici di Confartigianato Nazionale, Corrado Poli presidente provinciale della categoria foto-cineoperatori dell’Associazione Artigiani e membro del direttivo nazionale di Confartigianato della categoria fotografi e Maurizio Besana, presidente nazionale di Confartigianato della categoria fotografi e Nicola Svaizer, presidente provinciale della categoria Terziario di Sviluppo dell’Associazione Artigiani. Focus sulla ricerca con Bernardo Magnini, di FBK, che sta lavorando sul progetto sperimentale di web semantico in merito ad una nuova forma “social” del romanzo manzoniano “I Promessi Sposi”, che vede già applicazione concreta in collaborazione con alcuni istituti superiori secondari della provincia di Trento. Non è mancato il punto di vista della scuola, con Erik Gadotti e Marco Franceschini, rispettivamente direttore e vicedirettore dell’Istituto Pavoniano Artigianelli di Trento. L’offerta scolastica, in questi anni, si è adattata alle mutate esigenze con nuovi progetti formativi e con il completamento del ciclo di studi tramite l’inserimento dell’Alta Formazione, senza trascurare una sempre più forte collaborazione le imprese artigiane di settore. Novità che da una parte portano “freschezza” tra gli studenti e dall’altra nuova linfa al sistema artigiano, come ha testimoniato la giovane diplomata, da poco entrata nel mondo del lavoro, Gloria Viganò. Nella seconda parte del convegno si è dato spazio alle riflessioni con Marco Zeni, direttore del settimanale diocesano di Vita Trentina, Pierangelo Giovanetti, Direttore del Quotidiano L’Adige e Paolo Curcu, Presidente dell’Associazione Editori Trentini, che hanno spiegato qual è la nuova filosofia editoriale che sta alla base del successo della carta stampata proiettata su web: l’informazione innanzitutto, con il supporto indiscutibile e vantaggioso delle nuove tecnologie. «Dopo questi interventi, la consapevolezza è che nei prossimi anni ci sarà un notevole calo delle realtà produttive “tradizionali” del mondo della comunicazione e di conseguenza una crisi occupazionale - ha concluso Armando Maistri, presidente della Federazione Comunicazione dell’Associazione Artigiani. Per attutire questa caduta l’unica strategia per le nostre aziende è quella della “metamorfosi”, ovvero di affinare la propria capacità di adattamento per evolversi e re-inventarsi all’interno dello stesso settore, stando “al passo con i tempi”. Questo convegno ha rappresentato solamente un punto d’inizio per la discussione, mi auguro che in futuri ci siano altri stimoli per approfondire i nodi cruciali del settore». Silvia Gadotti 111
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il libro del mese roberto pancheri premiato ad arezzo Secondo premio per il romanzo “Nel castelLo di praga”
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Roberto Pancheri è stato assegnato il secondo premio del Premio Letterario Casentino 2013, nella sezione narrativa/saggistica edita, per il romanzo “Nel castello di Praga” (Curcu & Genovese, 2012). Pancheri ritirerà il premio durante la cerimonia ufficiale, il 9 giugno, nell’Abbazia di San Fedele in Poppi (Ar), alla presenza dei componenti la Giuria e dei rappresentanti del mondo artistico e letterario italiano. Il romanzo racconta una vicenda ambientata nel 1601. Un frate cappuccino viene inviato in missione a Praga, dove il suo ordine si è appena insediato. Il suo nome è Cosmo da Castelfranco ed ha appena concluso il noviziato. In Boemia la popolazione è in larga parte ostile ai “papisti” e il nuovo convento è circondato da malumori e sospetti. Praga è da pochi anni la capitale del Sacro Romano Impero, un organismo ormai decrepito agitato al suo interno dai conflitti religiosi e minacciato alle frontiere dall’esercito ottomano. Sul trono imperiale siede Rodolfo II d’Asburgo, ombroso autocrate incline alla tolleranza in materia di fede, che regola le proprie giornate sui responsi degli oroscopi. Circondato da alchimisti, ambigui paggi e ciarlatani, il sovrano dedica il suo tempo a collezionare opere d’arte e rarità naturali, o a gingillarsi nella costruzione di orologi e automi, trascurando l’azione di governo. L’incontro tra il frate e l’imperatore segnerà il destino di entrambi. Il prestigioso premio, giunto alla 38a edizione, è conferito dal Centro Culturale “Fonte Aretusa” di Arezzo. 112
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Brentonico è il paese dove alessio bertolli – autore della guida all’altopiano di brentonico – vive, fin da quand’era bambino, e dove ha deciso di far crescere i suoi figli. un volume per far conoscere le particolarità naturalistiche di questo altopiano, le sue peculiarità storiche e culturali e i suoi splendidi scorci paesaggistici
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rentonico è un paese antico, ricco di storia e di cultura, e baciato dalla fortuna perché adagiato sul “giardino botanico” più famoso e celebrato d’Europa: il Monte Baldo. I suoi laboriosi abitanti hanno saputo utilizzare in modo oculato le ricchezze presenti e hanno difeso in tutti i modi i diritti acquisiti lungo il susseguirsi degli eventi, dandosi delle regole precise, che hanno cercato di far rispettare anche da chi, di volta in volta, era al potere. Brentonico è anche il paese dove vivo, fin da quand’ero bambino, e dove ho deciso di far crescere i miei figli. Durante questi anni ho avuto la fortuna di conoscere le particolarità naturalistiche di questo altopiano, le sue peculiarità storiche e culturali e i suoi splendidi scorci paesaggistici: valori identitari che sono stati celebrati e descritti in centinaia di contributi scientifici e divulgativi e che devono stare alla
trentinolibreria Valentina Perini. Con saggi di Diego Quaglioni e Laura Dal Prà Il Simonino. Geografia di un culto Soc. di Studi Trentini di Scienze Storiche La monografia raccoglie la catalogazione di oltre 100 testimonianze iconografiche legate alla figura di Simone da Trento, effettuata dall’autrice nell’ambito della propria tesi di laurea magistrale conseguita presso l’Università di Trento. Le schede di catalogo, riccamente illustrate, sono precedute da un’ampia introduzione storica e da capitoli di approfondimento storico-artistico. Simonino di Trento sarebbe morto durante la Pasqua del 1475 e venerato come beato dalla Chiesa cattolica sino al 1965. La sua vicenda costituisce una testimonianza delle persecuzioni subite dalle comunità ebraiche e delle accuse (false e strumentali) di “omicidio rituale”, le cosiddette accuse del sangue, che ebbero notevole diffusione soprattutto nell’Europa continentale nei confronti degli Ebrei.
Astrid Mazzola Firme in cielo Edizioni Il Margine L’uomo e la montagna: da sempre attrazione, timore, mistero. L’alpinismo del XX secolo rappresenta il culmine di questa relazione verticale, dello slancio verso il cielo, della passione viscerale per quell’immensamente grande. Una testimonianza, talvolta toccante, del rapporto che lega l’uomo moderno alla montagna sono i libri di vetta e di bivacco: sempre meno sono raccolte di firme con il compito di testimoniare un’ascesa e sempre più simili a un dialogo a tu per tu con le cime. Messaggi lirici, estatici, dolorosi, commoventi, scritti su agende o quaderni, che danno voce alle persone silenziose. Esplorando uno straordinario patrimonio di memoria, custodito dalla biblioteca della Sat, il club degli alpinisti di Trento – un vastissimo archivio che raccoglie libri di vetta, libri di rifugio e libri delle guide alpine, dalla fine dell’Ottocento a oggi – l’autrice compie un viaggio inedito nei mille diari degli esploratori delle vette.
Luciano Navarini Rifugi alpini ed alpinistici del Trentino orientale Edizioni 31 Questo libro colma quello che al momento è un vuoto importante: non si trovano in commercio pubblicazioni che elenchino e descrivano sia i rifugi alpini che quelli escursionistici del Trentino. In tutto il territorio provinciale vi è infatti una dotazione complessiva di 146 strutture, fra private e di proprietà associative (CAI – SAT), di cui 88 nel settore orientale e 58 in quello occidentale. Questo primo volume prende in considerazione i rifugi del Trentino Orientale. Il piano dell’opera prevede la pubblicazione nel 2014 di un secondo volume relativo a quelli presenti nel Trentino Occidentale. La suddivisione in aree geografiche dettagliate agevola l’individuazione delle strutture e ne valorizza il contesto territoriale di appartenenza. Molta attenzione viene riservata alla toponomastica ladina, cimbra e mochena.
Alessio Bertolli, biologo, vive a Brentonico fin da quando era bambino. Appassionato di montagna, si occupa di ricerche floristiche e di pianificazione di aree protette. Dal 2000 è collaboratore della sezione botanica del Museo Civico di Rovereto. Ha al suo attivo alcune decine di pubblicazioni scientifiche e divulgative, alcune delle quali, dedicate al Monte Baldo.
base della gestione del territorio. Ho scritto questa guida di Brentonico, su richiesta del sindaco e con il determinante aiuto di mio padre, con l’intento di stimolare la curiosità di chi la sfoglia, sia esso un turista, uno dei numerosi abitanti venuti a vivere sull’altopiano in questi ultimi anni o un residente ben radicato. Per questo motivo ho solo accennato, quasi sfiorato, i vari argomenti, lasciando poi alla curiosità del lettore l’approfondimento dei temi trattati. Ho diviso i testi in quattro sezioni con box dedicati a curiosità,
approfondimenti e a proposte di lettura. Ho anche consigliato, aiutandomi con la recente cartografia curata dalla Società Alpinisti Tridentini di Brentonico, alcune escursioni per conoscere di persona gli ambiti descritti. È mia ambizione condurre il lettore in un’intrigante caccia al tesoro, dove possa scoprire, capitolo dopo capitolo, tasselli nuovi e avvincenti che alla fine lo porteranno a conoscere e apprezzare una realtà straordinaria, forse del tutto inaspettata. Alessio Bertolli
Alessio Bertolli Guida all’Altopiano di Brentonico
Curcu & Genovese (Euro 12,00, pagine 144)
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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli
PATATE DANTE, TORPEDONI CASTELLO, PNEUMATICI NETTUNO
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uonconsiglio, Nettuno, Dante. Il castello, la fontana, la statua. La storia, piazza Duomo, il simbolo. Comunque la si voglia guardare e financo pensare, Trento è il Castello del Buonconsiglio, è la fontana del Nettuno, è la statua di Dante. Poi, va da sè, è tante altre cose, ma questi tre simboli splendono di luce propria, ricca del carico degli avvenimenti, della forza delle vicende storiche, della passione degli uomini, della loro grandezza e dei loro limiti, delle loro virtù e dei loro difetti. Ebbene, il FOTOromanzo di questo mese si è divertito a pescare, nella rinnovata curiosità che sempre gli archivi assicurano, tre immagini riferite proprio a questi tre simboli trentini per eccellenza. Epperò la pesca è sorprendente, a ben guardare. Perché piazza Dante – con la statua vigile e solenne a controllare – trasformata in un campo agricolo, probabilmente destinato alla coltivazione delle patate, è una immagine certamente inusuale, a sua modo unica. Siamo nel 1941, e l’economia di guerra voluta dal regime fascista, alla vigilia del disastro della seconda
guerra mondiale, fa sì che ogni spazio diventi buono per l’autarchica produzione di generi di prima necessità. È invece del 1934 l’immagine del Buonconsiglio. È una immagine pubblicitaria: gli autoveicoli che sfilano davanti al castello servono infatti per annunciare al pubblico che la Società automobilistica Atesina Trento (sede in via Torre d’Augusto, numero di telefono 1130) “gestisce le principali linee postali e celeri nella Provincia di Trento” e noleggia “torpedoni di lusso”. E’ dello stesso anno, il 1934, l’originale fontana del Nettuno proposta, anche in questo caso, da una immagine pubblicitaria (all’epoca si diceva réclame, per altro). I copertoni che vanno a formare l’immagine della celebre fontana - a proposito: costruita su progetto dello scultore Francesco Antonio Giongo di Lavarone fra il 1767 e il 1769, lo sapevate? - servono per decantare le lodi di una ditta che aveva gli “uffici in piazza Vittorio Emanuele e il rifornimento Michelin in via Torre Verde”. All’epoca chi avesse voluto saperne di più avrebbe dovuto telefonare al numero 1123: rispondeva A. Cima pneumatici, appunto.
La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.
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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi B come BIPARTIZAN
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opo un ventennio di scontro frontale fra Centrodestra e Centrosinistra, l’Italia prova a voltare pagina. Lo fa con il Governo Letta, fragile creatura concepita dal Presidente Napolitano sotto le insegne delle larghe intese e della conciliazione nazionale. Per tale ragione sono stati esclusi dall’esecutivo i pasdaran di una parte e dell’altra. Due nomi per tutti: Rosy Bindi e Daniela Santanché. Dentro solo politici non divisivi, magari solo perché giovani, come l’amazzone Beatrice Lorenzin e il giovane turco Andrea Orlando. Dopo una lunga stagione di veleni, un bagno bipartizan forse è proprio quello che ci vuole per l’Italia. Grillo e i partiti minori sono di diverso avviso e perciò fanno opposizione.
Flora Graiff
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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della
classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.
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curcu & genovese Finalmente è arrivata la bella stagione Trovi le nostre guide e i nostri libri di montagna nelle migliori librerie e sul nostro sito
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