TrentinoMese maggio 2016

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ANNO XXIV N. 291

MAGGIO 2016 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

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RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

a mali estremi

LA PAZIENZA E LA CURIOSITÀ DI QUANDO AL CINEMA SI ENTRAVA A FILM INIZIATO

NUOVI INCUBI MATTUTINI: LA SVEGLIA RADIOFONICA DEI CONDOTTIERI DELL’ETERE

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on per dire, ma ve lo ricordate quando si andava al cinema ed il film era già cominciato da un po’? Oggi le proiezioni hanno orari ben precisi: se sgarri pure di qualche secondo non ti fanno mica entrare in sala. C’è questa sorta di marzialità, con la fila, i cordoni di sicurezza; insomma, vai al cinema per rilassarti, ma stare lì come auto in attesa al semaforo ti mette invece una certa angoscia. In ogni caso la proiezione inizia solo quando si è seduti e definitivamente isolati dal mondo esterno. Una volta potevi entrare in sala quando volevi, ad esempio poco dopo l’inizio o a due minuti dall’intervallo, a dieci minuti dalla fine, cosicché arrivavi mentre già qualcosa era successo. Così seguendo le vicende del film si cercava di capire cosa e perché. Si facevano supposizioni, si costruivano mappe mentali per poter spiegare il plot narrativo e giustificare il climax risolutivo. Poi la proiezione terminava e si cominciava dall’inizio. Si verificava così quanto esatte fossero le supposizioni iniziali. Era una specie di gioco, di caccia all’assassino o al traditore, alle motivazioni di determinati comportamenti o azioni dei protagonisti. Quasi sempre, si finiva per guardare il film una seconda volta, in una più accurata visione in cui saltavano fuori particolari sfuggiti prima, sensi nascosti, virtuosismi della regia o della sceneggiatura. Insomma, era una piccola palestra mentale, un lavoro di riflessione e di indagine che inconsciamente ci si costringeva a fare, ciucciando caramelle e magari fumandosi una cicca. Il contrario di quanto avviene oggi che arrivi al cinema e le maschere ti prendono in consegna nemmeno fossi un vecchio rimbambito all’entrata di una casa di riposo e i film, beh, ormai sono spesso fumettoni senz’arte né parte, con storie a prova di cretino. Qualcosa del genere oggi è avvenuto anche alle nostre vite. Veniamo sparati nella società ed è come arrivare a film iniziato. Solo che non siamo più abituati a fare quel lavoro di indagine, non abbiamo più gli strumenti per codificare quanto avvenuto prima che possa giustificare gli avvenimenti presenti e magari aiutarci a ipotizzare il prosieguo degli eventi nel futuro. Né abbiamo più la cura di riguardare le cose, di sperimentarle più volte per poterle apprenderle; ci manca la tenacia per dedicare più di cinque minuti ad un ragionamento o ad un concetto; la pazienza per formulare una frase di senso compiuto che rispetti le principali regole grammaticali. Siamo tutti come spettatori in attesa dell’inizio di un film banale e prevedibile, con il finale già scritto sui titoli di testa. 8

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invadenza di certi conduttori che senti via etere pare non avere alcun limite. O forse sarebbe meglio definirli “condottieri” dell’etere. E così succede che la mattina prendi la macchina ad una imprecisata ora dell’alba, con appena qualche neurone in circolo e con l’intenzione minima di sopravvivere. E per sopravvivere cosa fai? Accendi la radio. E scopri qualcosa di sorprendente. Sulle frequenze nazionali e locali va per la maggiore contattare telefonicamente qualche assonnato essere vivente già in circolazione tra le mura domestiche con l’obiettivo di estorcere, suo malgrado, informazioni di alto concetto. Dell’interpellato vogliono far sapere tutto: “Sei vestito o ancora in mutande?” “Hai già lavato i denti?” “Hai tirato l’acqua?” Il poveretto, spesso colto apparentemente in flagrante, risponde a monosillabi e mostra evidenti ed udibili segni di disagio. “Ehm… se ho tirato l’acqua?! Non mi ricordo, vado a vedere…” I conduttori, in aria di scoop, non lo mollano e vogliono seguirlo anche là, fino al water. E dopo aver udito lo scrosciare dello sciacquone, sono finalmente soddisfatti: esplodono le risate ed il punto forte della mattina radiofonica ha raggiunto il suo culmine. Possono passare a svegliare qualcun altro. Cambio frequenze, medesima musica. Questa volta gli intraprendenti dj vogliono svegliare Maria, ma il primo tentativo va a vuoto. Riprovano e non demordono, sottolineando di essere al corrente della sua situazione: è madre di tre figli, il più grande dei quali ha quattro anni. Gli altri sono due gemelli di due anni. Ebbene, chi ha solo anche una vaga idea di che cosa significhi avere dei figli da preparare la mattina per nidi-asili-scuola può ipotizzare come sia ridotta una casa nella fascia oraria che va dal risveglio alle ore otto: caos assoluto in condizioni da panico, anche nelle migliori famiglie. E tu vai a telefonare? E ti aspetti una risposta? Follia! Anche ipotizzando un ragionevole e preventivo accordo tra le parti, la possibilità di dialogo in quel contesto appare come lucida ed insana irragionevolezza. Ed immagino quella povera mamma, impegnata a districarsi tra lo zainetto con il grembiulino pulito per la scuola materna ed un pannolino dei piccoletti in una mano ed il bavaglino nell’altra. Una specie di moderno incubo di provincia, dentro al quale si intreccia il desiderio di essere protagonisti – stressati – per una manciata di secondi. Per poi tornare quella Maria di sempre, che forse è arrivata a rispondere trafelata al telefono o che forse ha perduto l’occasione radiofonica mattutina della vita.


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi ASCESA E CADUTA DELLA GALLERIA CIVICA DI TRENTO, FAGOCITATA DAL MART

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ostalgia”, una parola forse caduta nel dimenticatoio oppure legata ad una fase evolutiva dell’età. I greci la chiamavano il “dolore del ritorno”, per via di quell’improvvisa comparsa dalla memoria di ricordi, di stati psicologici felici vissuti un tempo. Uno stato emotivo solitamente oppresso dalla consapevolezza che lo stato felice passato potrà essere difficilmente rivissuto. Ma è anche vero che la speranza è dura a morire e che i sogni bisogna rincorrerli fino al termine del mondo e le utopie sono nate e vivono per farci camminare continuamente sulle ali dei miraggi. È questo ci tiene vivi, ci fa aspettare con gioia il giorno dopo e che rende la lotta un flusso sanguigno che alimenta psiche e fisico. Quindi, con delicatezza ma con risolutezza, chiediamo che la Galleria Civica di Trento ritorni a vivere la quotidianità, si riprenda l’autonomia che aveva un tempo – il Comune non si nasconda dietro le false e ingannevoli scuse del bilancio –, ritorni ad essere volano della cultura “civica” come lo è stata per oltre un ventennio. Con Danilo Eccher (primo direttore), il sottoscritto (nelle vesti di consigliere d’amministrazione dell’allora Centro Culturale Santa Chiara) ha lottato per far nascere questa istituzione e per tenerla autonoma, sia dalla politica che dalle voracità dell’allora direttrice di Palazzo delle Albere, Gabriella Belli. Direttori si sono succeduti, ognuno si può dire che abbia utilizzato la Galleria Civica come trampolino di lancio per la propria carriera. Ma al contempo l’istituzione ha svolto una funzione di motore per la cultura trentina, collocandola al centro della rete europea artistica. Da qualche anno è stata fagocitata dal Mart. I tempi di chiusura si sono allungati, qualche bella mostra, calata dall’alto, ha fatto sì che la Galleria Civica si ritrovasse ad essere il palcoscenico non della cultura artistica, dello scambio, della valorizzazione dei giovani artisti, di indagine delle sperimentazioni, di dibattiti, ma delle ennesime inaugurazioni, delle sfilate, delle piccole lottizzazioni personali. È vero, il Mart – assieme al Muse – assorbe buona parte del bilancio riguardante la cultura nella nostra Provincia (privando di risorse iniziative, manifestazioni, eventi delle valli), in un’ottica sorda di centralizzazione che non vuol dire collaborazione, cooperazione, ecc. Questo comporta la fagocitazione di alcune strutture pubbliche espositive da parte del Mart, con costi esorbitanti – gli esempi ci sono – e con mostre raffazzonate, giocate più sulla forma che sul contenuto. 10

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RING “Civica” vuol dire del “cittadino” e questa piccola parolina è quello che ci ha mosso a scrivere. Perché la Galleria Civica di Trento non è più tale, non è più sentita dai cittadini come una cosa propria, vitale, importante. A questo proposito voglio portare un esempio, tratto dal panorama artistico regionale, di funzionamento di una Galleria Civica, con bilancio estremamente ridotto, ma con una libertà di ricerca e sperimentazione che ha trasformato una piccola e storica cittadina del Sudtirolo in un volano “europeo”: la Galleria Civica di Bressanone diretta con discrezione, garbo e delicatezza da Alex Pergher. È dal 2008 che, in un suggestivo salone medioevale dall’inusuale forma a L del centro storico di Bressanone (Via Portici), la galleria presenta, con costanza certosina e un budget talmente ridotto da far sorridere i grandi Museion e Mart, una politica artistica di valorizzazione degli artisti regionali del passato e del presente – sudtirolesi e trentini – e una sapiente costruzione di collegamenti con le esperienze più significative che avvengono al nord (Austria e Germania) e al sud (Italia). La galleria apre inoltre le porte e la collaborazione al Südtiroler Künstlerbund, che ogni anno presenta diversi artisti scelti su di un progetto artistico perché “l’arte è sperimentazione e non piaggeria”. Non mancano le grandi mostre dal respiro europeo come quelle dedicate a Pablo Picasso, Andy Warhol, Marc Chagall, Fortunato Depero, Peter Fellin, Roberto M. Baldessari, Piero Dorazio, Marino Marini, Hermann Nitsch, ecc. Così, vicino ai “grandi”, c’è un’attenzione costante agli artisti e alle artiste, fotografi, creatori d’arte del proprio territorio, selezionati di volta in volta per la qualità del loro lavoro, per la progettualità di proposte, per l’originalità del proprio fare: molte delle opere nascono appositamente per gli spazi della galleria, quindi sono un unicum teorico e pratico. Questo non equivale assolutamente a lasciare la porta spalancata alla forza dei quattro venti o alle insistenze e ai corteggiamenti così tipici di ogni manifestazione culturale. La scelta è ponderata. Anche per i “locali” il criterio è quello della valorizzazione e non dell’amalgama indistinto dove tutto scompare, dove la quantità vorace e cannibalesca si ingoia la qualità. La ricerca del Curatorium si allarga tra paesi e valli, scovando artisti eccezionali ma dimenticati dai circuiti ufficiali come il vulcanico venostano Martin Tschöll ospite del laboratorio protetto di Prato allo Stelvio. Saper scegliere, saper creare un programma con un senso, saper valorizzare differenziando è la cosa più difficile. Da questo spettro di artisti però escono non soltanto opere notevoli e valide, bensì progetti, idee, programmi, intenzioni, mostre scambio (in Italia e all’estero), di cui si avvantaggiano per primi – oltre agli amanti dell’arte – i locali, i turisti e le scuole. Così come gli ingressi dei visitatori: soltanto l’anno scorso si sono attestati a quota 16mila. Quest’anno, solo con la prima mostra dedicata a “Books” di Andy Warhol, siamo già a 2900 ingressi in due mesi. Chi ha orecchie per intendere intenda...


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RING di Silvia Tarter

verde ostinato LO SPRECO DEL CIBO È UNA QUESTIONE DI VALORE, DI ETICA E DI BUONE ABITUDINI

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poveri li avremo sempre con noi, ma la fame?” Ho sentito questa frase, ormai un po’ di tempo fa, a una serata dedicata al tema dello spreco alimentare nella sala conferenze del Muse, circondata dalle ombre degli scheletri preistorici. Una domanda che si era posto un certo John Van Hengel, il fondatore della Food Bank, il primo banco alimentare del mondo, nato, pensate un po’ negli Stati Uniti, negli anni Sessanta. Questo signore, al tempo squattrinato ospite della mensa dei francescani a Saint Mary, fu colui che ebbe l’idea di fondare una banca del cibo e gli venne dopo aver conosciuto una madre di famiglia che tutti i giorni si recava in convento per domandare aiuto per i suoi dieci figli, senza però mai chiedere da mangiare, cosa abbastanza curiosa. Van Hengel scoprì così che la signora infatti riusciva ogni giorno a procurarsi di che sfamare la propria famiglia andando nei supermercati a raccogliere il cibo che sarebbe stato buttato l’indomani, anche se ancora buono, e ne rimase folgorato. La grande intuizione che lo spronò poi a decidere di fondare la Food Bank gli venne ancora suggerita dalla donna e dalle sue parole “Noi poveri avremmo bisogno di una banca del cibo”, aveva detto la signora. Una semplice esperienza come quella, insomma, è stata fondamentale per far comprendere a qualcuno che quello della fame è un problema risolvibile, vista la grande (per ora) disponibilità di risorse, seppur non omogenamente distribuita, ed è possibile utilizzare quanto invece andrebbe sprecato. Ed è da quest’intuizione che sono potute nascere in tutto il mondo realtà che si occupano di ritirare e ridistribuire il cibo in scadenza. Penso per l’Italia (paese dove ogni anno viene sprecato il 15% della produzione alimentare) al Banco Alimentare, la fondazione milanese che raccoglie gli alimenti in eccedenza e in scadenza da grande distribuzione organizzata, industria alimentare, mense e mercati per consegnarla a chi ha difficoltà a mettere insieme un pasto. Fa un po’ strano pensare che in quei pochi giorni, ore e minuti che precedono la dichiarazione di scadenza di un prodotto alimentare, si gioca il diverso attributo di valore che gli viene dato. Qualcosa che per qualcuno è considerato alla stregua di uno scarto, un rifiuto, per qualcun altro, in virtù di quelle stesse ore e minuti che restano, diventa invece di enorme valore, indispensabile. Questione di situazioni e punti di vista. Giorni fa pranzando al ristorante cinese con un’amica mi 12

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RING sono stupita della quantità di portate che lei ordinava: due tipi di riso, tre tipi di pollo, per assaggiare un po’ di tutto. “Tanto, costa pochissimo.” Mi ha detto. “Tanto vale provare”. Il fatto che a quel cibo fosse attribuito poco valore, il prezzo basso, rendeva automatico sentirsi maggiormente legittimati a sprecarne un po’. E infatti dopo l’abbuffata, un sacco di cibo è rimasto nei piatti. Ma accettare la proposta della cameriera di portarlo a casa è ancora troppo difficile. Si rischia di sembrare dei poveracci e ciò provoca vergogna. La cosa strana però è pensare che poco prima di mangiare, non solo al ristorante, la nostra fame ci fa dare un enorme valore al cibo che stiamo per pregustare... e invece qualche minuto dopo, messo a bada il nostro vorace appetito, quello stesso cibo che attendevamo con smania non vale davvero più nulla per noi visto che lo possiamo buttare con tanta leggerezza. In certi ristoranti giapponesi, i famosi “all you can eat” chi avanza qualcosa nel piatto è costretto a pagare per quello che ha avanzato. Così, ciascuno è spinto a servirsi solamente di quanto pensa che potrà mangiare. Troppo giapponese? No. Di nuovo il punto è il valore che viene dato al cibo. Se anche l’avanzo viene riconosciuto come un valore, allora la nostra percezione e il nostro comportamento cambiano, per forza di cose. Torniamo alla poveretta dell’inizio di questa storia, che aveva impressionato il buon Van Hengel. La donna avrebbe potuto comunque chiedere del cibo fresco ai francescani, approfittando della loro benevolenza, e invece no, non lo faceva, semplicemente perché lei era già fornita... del cibo in scadenza dei supermercati che andava a raccogliere tutti i giorni. Aveva già imparato a dare il giusto valore al cibo.


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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma “CHE GRAN PEZZÓN CHE NO TE VEDEVO!”

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èzza deriva dal tardo latino pettia, ma è quasi sicuramente una parola di origine gallica, ovvero celtica (uno degli almeno cinquanta termini celtici esistenti nel nostro dialetto, a cominciare dal toponimo “Trent”, con buona pace di chi afferma che i Celti non son mai stati in Trentino). ”Pezza” c’è anche in italiano e ha generato, al maschile, “pèzz” e “pezzòt” lessemi che in dialetto indicano parecchio o poco tempo”: “L’è en pèzz che no te vedevo…” “T’el credo: son stà maródegh!” In italiano esistono poi tanti altri sostantivi che vengono da “pezza”: pezzente, pezzato, pezzattura, pezzame, pezzuola e così via. E altrettanti in dialetto con i relativi modi di dire. C’è, la pezza intesa come strofinaccio, ovvero la pezza dala pólver. E di una donna – ma anche di un uomo – si dice: l’è tratà come na pezza dala pólver. C’è la pezza del lat, ovvero una tela di trama sottile, usata per filtrare il latte e come termine di paragone (l’ha ciapà na stremida: l’era bianch come la pezza dal lat!). “Mèterghe su na pezza” ha il significato di rimediare in qualche modo, dato che nel passato la pezza era usata per ricucire uno strappo o coprire un buco. Ma ci voleva – da parte delle

donne – una certa abilità, altrimenti succedeva che fosse “pèzo el tacón del bus”. Saper repezzar, ovvero rattoppare, era una qualità fondamentale per le donne del popolo, dato che c’è sempre stata un grande attività di rattoppo per fare durare il più a lungo possibile gli indumenti. Il famoso costume di Arlecchino – così elegante con le sue losanghe di intarsi colorati – ha origine dal centone medievale o addirittura romano, un indumento – come dice il nome – fatto di cento rattoppi diversi. Nella mia infanzia, nel paesino di Zuclo poco sopra Tione, c’era un’anziana donna di nome Vittoria che aveva un minuscolo orto lungo la strada accanto alla casa dei miei zii sfollati negli USA. Ci andavamo ai freschi, giocavamo al pallone nella strada sterrata priva di traffico che portava al Passo del Durone. Finiva a volte che il pallone atterrasse nell’orto di Vittria, che appariva sull’agitato. Vestiva un grande grembiule a campana pervenuto a lei da altre ere geologiche: un grembiule talmente repezzà da parere imbottito, da sembrare che stesse in piedi quando la notte se lo toglieva (ma se lo toglieva mai?). Om de pezza si dice di una uomo senza nerbo, o di un individuo messo lì per essere manovrato come un uomo di paglia. Pezzotéri venivano detti, sprezzantemente, i bambini della povera gente. Per loro l’agostiniano Stefano Bellesini, (trentino di buona famiglia che, dopo che il suo convento di San Marco era stato chiuso si era traferito e Genazzano, nei pressi di Roma, ed era morto di peste per aver curato gli appestati, dichiarato in seguito Beato) aveva creato verso il 1815, a casa sua, una scuola per i bambini della Portèla. I pezzotéri picenini avevano la pezzòta, una sorta di pannolino ante litteram, periodicamente bagnato. Tutti i bambini piccoli, i pisciainletto, erano chiamati pissoti. E per i pissoti per di più pezzoteri era veramente dura. C’erano di quelli molto timidi (stremìdi), che solo dopo la visita militare non si sentivano più dire “fa’ zito ti, pissòt, che te vai ancor entorno co la pezzota!” Miopadre mi raccontava come al suo paese ci fosse en pezzotér cressù che girava esibendo una grande abbondanza di toppe. Ma se qualcuno in qualche modo vi alludeva, diventava una bestia. Un giorno incontrò un conoscente che, scorgendo sulle sue braghe una nuova enorme toppa esclamò: “Ospio, che gran pezzón…” “…che gran pezzón, cossa?!” fece l’altro digrignando i denti: ”…che gran pezzón che no te vedevo!” disse ostentando un largo sorriso il conoscente del pezzotér cressù. renzofrancescotti@libero.it

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

PRONTO? PRONTO? NON RISPONDE…

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crivo questo testo con molto anticipo perché quando lo leggerete io sarò in Australia dove rimarrò quaranta giorni, che non sono pochi. Quaranta giorni, come Gesù nel deserto, solo che io ho intenzione di mangiare sicuramente qualcosa più di lui. Disattiverò il cellulare, dimenticherò Whatsapp, lascerò perdere la posta elettronica. Ogni tanto mi concederò qualche telefonata rigorosamente su telefono fisso ai famigliari più stretti, sperando di risolvere tutto in poche parole “Ciao mamma! Sté tuti bem? Anca noi. Te conto tutt quando vegno de volta. Saludeme tuti. Ciao” Chiuso. Come quelle belle telefonate che si facevano un tempo quando c’era il gettone, che se era un’interurbana dovevi parlare tutto d’un fiato prima che cascasse la linea. Se la telefonata era addirittura con l’estero dovevi farla in apnea e fare una specie di telegramma, saltando pronomi, congiunzioni e verbi “Ciao tutti bem? Noi bem”. E all’altro capo del filo sapevano di dover essere dotati della capacità di sintesi “Si tuti bem. Divertìve”. E qui finiva la telefonata, a

meno che non si avesse ancora un po’ di credito telefonico e allora aggiungevi “te ciamo la stimana che vegn”. E a casa erano tutti contenti e tranquillizzati, e fino alla prossima telefonata non si davano pensiero, e tu vivevi tranquillo all’altro capo del mondo. Adesso, con questi telefonini l’è na tragedia. Raggiungibili dappertutto in ogni ora del giorno e della notte. Ognuno si sente in diritto di chiamare in qualsiasi momento, per sapere o per dire delle banalità delle quali si può tranquillamente farne a meno. E quando squilla non sempre si ha la possibilità di rispondere, o magari non se ne vede la necessità, o si ha il cellulare scarico, o dimenticato in macchina, o a casa, o non c’è campo. E siccome chi chiama si aspetta che tu risponda o richiami, se non lo fai devi poi sorbirti i lamenti “T’ho ciamà ma no te rispondevi” (E alora?) “No at vist che t’ho ciamà?” dando da intendere che avresti dovuto rispondere o richiamare. Il problema è quando le mamme telefonano ai figli, i quali, vedendo sul display la parola “mamma” si predispongono a rispondere di malavoglia “si, dimmi, ma fai presto! ” “Si dimmi, ma fai presto” a me che sono la tua mamma? Che ti ho aspettato per nove mesi e dieci giorni che te eri fora dai termini (come si diceva un tempo quando le gravidanze erano fatte di mesi e non di settimane)! E che quando ti ho partorito tu non hai mica fatto presto sai!” Comunque l’importante è che sti figlioli rispondano al telefono, non conta cosa dicono, basta che rispondano. Vol dir che i sta bem e no ghè success gnente. “Ma cosa vuoi che gli succeda che è andato al campetto dell’oratorio a giocare a pallone” dice il marito nonché padre. “Ma come cosa vuoi che gli succeda? Ma sai quante strisce pedonali ci sono da attraversare? Ti rendi conto cosa sono al giorno d’oggi le strisce pedonali? E li hai visti i calciatori con che cattiveria fanno i falli da dietro? Magari in questo momento è in ortopedia con la gamba fratturata e no ‘l pol risponder. Sento che ghè success qualcoss. Varda, no ‘l me risponde!!”. “Ma no penset che entant che el zuga al balom no ‘l pol telefonar?” “Perché no? En fondo el fa el portier. El temp el lo gaverìa!” I cellulari sono stati inventati non per tranquillizzare le madri, ma per farle stare costantemente in ansia. La soluzione? Tornare al telefono a gettone. Vogliatevi bene!

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Luciano De Carli, Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Francesca Mazzalai, Astrid Mazzola, Maurizio Panizza, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN)

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SOMMARIO MAGGIO 2016 Ring

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6 COMMENTI 12 IL DIALETTO INFORMA 14 DA DONNA A DONNA

Attualità 18

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DENIS FRANCESCHINI

KATIA BERTOLDI

26 IL TRENINO DEI CASTELLI 28 LA “SANTA” BAMBINA 34 QUANTO È BELLO STUDIARE AL NEST 40

ANVOLT, MEGLIO PRIMA CHE DOPO...

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“SCAMBIO D’AUTORE” QUANDO L’ARCIDUCA VENNE AD ARCO SE IL PARCO RIVIVE L’INNOVAZIONE DE “LE BRAIDE” IL MIO AMICO RENATO PANCHERI UN REPORTAGE DALLA STORIA SPECIALE “CANTINE APERTE” SPECIALE “BIRRE ARTIGIANALI”

Panorama

74 CHI HA PAURA DEL NOVECENTO? 80 DAVIDE VAN DE SFROOS 82 ANDREA BRAIDO LET’S ROCK 84 MAGICO, INFATICABILE EZIO BOSSO 87 ISABELLA TURSO 88 “HAIR”, IL MUSICAL 89 AUDIMOZART 90 MEZZOCORONA EXPO

Giorno per giorno

92 MOSTRE 96 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 106 110 112 114

I MATRIMONI DEL MESE IN CIMA ALLA TORRE CIVICA UN GIORNO A “CASA LAGEDER” OTIUM, NON SOLO SIGARI

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POLENTA E CANEDERLI IN di Gianfranco Gramola

DENIS FRANCESCHINI È UN RAGAZZONE TRENTINO CHE SI È ACCOSTATO PER GIOCO ALLA RISTORAZIONE E MATURANDO NE HA FATTO LA SUA PROFESSIONE. NEL SUO LOCALE DI NEW YORK, CLIENTI VIP COME PIERCE BROSNAN, JOSE CARRERAS, ANDREA PIRLO E IVANA TRUMP SONO DI CASA, PERCHÉ APPREZZANO LA CUCINA TRICOLORE

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alla scuola alberghiera alla gavetta nei ristoranti della sua zona, per poi iniziare una carriera ventennale in giro per il mondo negli Harry’s Bar di Arrigo Cipriani. Lo chef Denis Franceschini, 42 anni, di Borgo Valsugana, qualche anno fa ha realizzato un suo sogno, aprendo un ristorante a New York: il Bar Italia, dove pian piano ha saputo conquistare il cuore del jet set a “stelle e strisce” con i suoi piatti made in Italy. La qualità, la cura fin nei minimi particolari, la gentilezza e la disponibilità sono gli ingredienti scolpiti nello spirito che anima il suo locale. Denis, partiamo dall’inizio. Quando ha deciso che fare lo chef sarebbe stata la sua professione? A dire il vero ho iniziato un po` per gioco, non ero un amante della scuola, quindi cercavo di trovare qualcosa dove non si doveva studiare tanto. Poi, da lì, pian piano è nata la passione. 20

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Ha qualcuno in famiglia che fa questo lavoro? No, ma la mia cara mamma era una cuoca eccellente, la migliore in assoluto. Come ricorda il suo apprendistato, la sua gavetta? Ho fatto due anni di scuola alberghiera a Levico Terme, un anno a Varone, un paio di stagioni in Valsugana (“Ristorante Tre Faggi, albergo Lagorai”), un anno a Mezzocorona nel ristorante “Alla Cacciatora” e poi sono volato in America. È stata molto dura, tantissime ore già dai primi anni. Però sono state esperienze stupende che rifarei. Come ha vissuto l’esperienza all’Harry’s Bar del mitico Arrigo Cipriani? Sono stati 20 anni molto intensi, fatti di mille soddisfazioni. Ho avuto l’opportunità di essere stato coinvolto in 23 aperture e di aver lavorato per il top delle clientele al mondo. Quindi tantissimo lavoro, a volte anche snervante, ma è stata una delle migliori scuole al mondo,


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se non la migliore. Perché la cucina è sempre importante, soprattutto per gli italiani? Perché la cucina è un punto di incontro, un motivo per socializzare, per stare insieme e per condividere piaceri. Qual è il suo piatto preferito? Adoro gli spaghetti olio d’oliva e grana. Quando un cuoco è considerato bravo? Il cuoco è bravo quando riesce veramente a capire il vero concetto del ristorante in cui lavora e quando riesce a percepire la richiesta del cliente. Sono passati gli anni dove il cuoco imponeva la sua cucina, adesso bisogna essere mentalmente aperti per poter adempiere a tutte le richieste. Guarda i talent di cucina in tv? No, non li guardo perché non mi interessano. Quello è show business, non ristorazione. Fare il cuoco è molto ma molto di più. Gualtiero Marchesi ha detto: “Posso dire che un piatto è perfetto, anche se è salato giusto, senza nemmeno assaggiarlo”. È così anche per lei? Marchesi è il maestro della cucina italiana. Io i miei piatti li provo sempre e non una volta sola. Non sono di certo ai livelli di Gualtiero Marchesi, ma mi reputo un bravo cuoco. Quand’è nata la decisione di aprire

il ristorante Bar Italia a New York? È nata un po’ per caso, con un paio di amici che già avevano trovato un piccolo posto sulla 77esima strada. Nel 2007 ho aperto il primo locale, doveva essere solo un piccolo investimento, invece “è diventato il mio presente e futuro”. Poi dopo qualche problema societario, ho cambiato i miei partners e il 3 marzo del 2011, assieme a due ristoratori francesi e un ex collega egiziano, ho aperto il secondo, sulla 66 strada e Madison avenue, per poi chiudere il primo nel 2012. Lo chef Carlo Cracco ha detto: “Il peggior cliente è quello banale”. Concorda? Per niente. Non conosco Cracco e non mi permetterei mai di giudicarlo, ma non credo nei peggior clienti e non credo al cliente banale. Alla fine sono quelli che ci permettono di mandar avanti la baracca, specialmente con i costi di gestione di New York.

Com’è la clientela che frequenta il suo locale? Molto esclusiva e di elite, da personaggi della finanza, a celebrity, gente di spettacolo, ma anche molta gente locale regolare, che vive vicino al ristorante. Un aggettivo per la sua cucina? Umile. Un suo piatto capolavoro che consigli ai suoi clienti? Carpaccio di branzino e jalapeno pepper, che è un peperoncino messicano. Nel suo menù ha inserito dei piatti trentini? Certo. Polenta e funghi, strangolapreti, canederli e strudel di mele. Credo sia importante mantenere le tradizioni. So che molti personaggi famosi frequentano il suo ristorante. Qualche nome? Il più volte 007, Pierce Brosnan, il tenore Josè Carreras, Andrea Pirlo, Roberto Baggio, Ivana Trump, Kelly Rippa, Novak

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trentinoincontri trentinoattualità Diokovic, Robert Tischman (proprietario della Rockfeller center) e tanti altri. Qual è il più esigente, il più pignolo? Sono tutti un po’ esigenti, basta saperli prendere. Non farmi fare nomi. Quello che lascia mance più generose? Di media lasciano un po’ tutti tra il 18/20% di mancia. Ogni tanto capita che entra lo sconosciuto che con 200 dollari di conto ne lascia 500 dollari di mancia, non spesso, alcune volte però è successo. E il più taccagno? Di solito il riccone tende ad essere sempre quello più taccagno. Quello che le dà più soddisfazione? Quello che si affida e si fida delle mie mani e dei miei consigli. Com’è la sua giornata lavorativa “tipo”? Entro in cucina alle 10 del mattino, controllo tutti i prodotti che arrivano, ci prepariamo per il lunch che di solito è molto pieno perché riusciamo a servire fino a 200 persone. Pomeriggio ho sempre qualche appuntamento con vari fornitori, per poi ripartire alle 17 e 30 con il dinner, che di solito si gira intorno alle 160/170 persone. Alle 22 esco dalla cucina e mi intrattengo con vari clienti fino alle 23, poi se qualche amico chiama, ogni tanto mi permetto qualche partita a scala 40 con un buon bicchier di vino. Se dovesse portare con lei un piatto su un’isola deserta, quale sarebbe? Quello che ho detto prima, spaghetti olio d`oliva e grana. Un piatto semplice, come lo sono io. Ha mai pensato di aprire un ristorante in Italia? Vorrei aprire un locale nella mia Borgo.

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DENIS E ALCUNI CLIENTI CELEBRI

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a sinistra in alto, Denis Franceschini con Linus, Pierce Brosnan, Andrea Pirlo e Novak Djokovic.

Ad un ragazzo che volesse fare il suo lavoro, cosa consiglia? Di farlo con tanto amore e passione, perché questo non è un lavoro, ma un’arte. Nel giugno del 1993 si è trasferito definitivamente a New York. Cosa le manca del suo paese Borgo. Tutto. Il paese, i paesani, gli amici, ma soprattutto le mie sorelle, mio fratello e le mie nipotine.

Di cosa si occupano i suoi fratelli? Maria Elena lavora in banca, Claudia fa l`estetista e Diego è un tecnico di computer. Sua moglie non è trentina, vero? No, è americana, di Buffalo. L’ho conosciuta all’Harry’s Bar di New York. Si chiama Colleen e abbiamo due figlie, Kera ed Ella. Ha dei nuovi progetti lavorativi? Siamo alla ricerca di un nuovo spazio e magari questo lo chiameremo “Bar del Borgo” invece che Bar Italia. In Italia abbiamo la stella Michelin, che è un riconoscimento di prestigio attribuito ai ristoranti giudicati migliori. Negli Stati Uniti qual è il riconoscimento che viene dato ai ristoranti meritevoli? Non credo molto in questi riconoscimenti. Il più gran riconoscimento è il sorriso dei miei clienti quando se ne vanno. Un cuoco in una trasmissione ha detto: “Il segreto degli chef sono pentole di qualità”. È d’accordo? Il segreto secondo me sta nelle nostre mani non nei materiali. Sono una persona molto semplice, mi piace la semplicità in generale, quindi sono uno che si ■ adegua un po` a tutto.


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LA FELICITÀ È UNA FORMA GEOMETRICA di Pino Loperfido

INSEGNA AD HARVARD DAL 2010 E ISPIRANDOSI AD UN GIOCO HA REALIZZATO UNA RICERCA SORPRENDENTE. DA PICCOLA KATIA BERTOLDI SI DIVERTIVA AD AIUTARE IL PADRE GIUSEPPE, LITOGRAFO. OGGI HA 37 ANNI, INSEGNA INGEGNERIA MECCANICA IN UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI UNIVERSITÀ DEGLI STATI UNITI. ECCO COME È ARRIVATA LAGGIÙ, COSA RICERCA E COME I SUOI STUDENTI VEDONO L’ITALIA...

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d Harvard sono le 7.30 del mattino, ma Katia Bertoldi ha la voce squillante e decisa di chi è già operativo da un pezzo. Skype fa un po’ le bizze, ma la conversazione è lo stesso piacevole e cordiale. Scoprire che una figlia della terra trentina insegna in una delle più prestigiose università del mondo ci inorgoglisce e ci solletica oltremodo la curiosità. Vogliamo sapere tutto, ma proprio tutto di lei, della sua carriera e di come ha fatto ad arrivare fin lì. Harvard si trova a Cambridge, ridente cittadina grande più o meno come Trento che, ovviamente, non è in Inghilterra ma nei pressi di Boston, Massachusetts. Oltre ad Harvard, ospita il celebre Mit, Massachusetts Institute of Technology. All’inizio, terminati gli studi 24

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all’austero “Liceo Prati”, voleva fare l’architetto, ma poi si è accorta di non avere sufficiente gusto estetico, allora ha ripiegato sull’Ingegneria. Tuttavia la sua curiosità la spinge ben presto in territori più specialistici, una sorta di viaggio verso ciò che sta alla base dell’ingegneria stessa: la geometria. Che

Katia Bertoldi con il suo staff di Harvard

poi uno dice “geometria” e in testa gli balzano subito triangoli e quadrati costruiti sui cateti, eppure ciò di cui si occupa Katia Bertoldi trascende tutto ciò. Katia arriva ad Harvard nel gennaio del 2010: non ha alcuna responsabilità dunque nella diffusione di quella tragedia globale chiamata

“facebook” che proprio ad Harvard viene partorito dalla mente del giovane Mark Zuckerberg. Era il 2006 e in quell’anno, dopo essersi laureata a Mesiano in Ingegneria civile, Katia Bertoldi stava facendo il dottorato. “Poi stavo cercando qualcosa per il post-doc e uno dei miei relatori mi ha messo in contatto con l’MIT di Boston dove ho lavorato per due anni. Un anno e mezzo in Olanda e poi l’opportunità di una posizione aperta ad Harvard. Ho fatto domanda, colloquio ed ora eccomi qui…” Così a soli 36 anni, insegna Ingegneria meccanica applicata e studia, ma sarebbe più corretto dire che indaga, figure tridimensionali complesse. (Collega italiano di Katia è niente meno che Federico Capasso, uno dei più illustri fisici a livello mondiale.)


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TWIST-O, IRRESISTIBILE GAME

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in vendita anche su Amazon Twist-O. Una sfera che vibra con il corpo del bimbo, con gli ingranaggi che girano e i colori che turbinano. Insomma, tutto da provare... Ad inventarlo l’amico e collaboratore di Katia Bertoldi Chuck Hiberman. Ad Harvard hanno lavorato con lui e ispirati dal suo lavoro hanno realizzato una struttura monopezzo con lo stesso comportamento del gioco, ma in una versione senza cerniere... Chiaro, no?

Sì, a sentirla parrebbe un cammino molto semplice e alla portata di tutti, ma probabilmente non è così. Non è così semplice, certo, passare dalla provincia artigiana al mondo futuribile; dal lavoro manuale di papà Giuseppe che faceva il fotocompositore alla Eurolito di Gardolo ai misteri degli spazi pluridimensionali. “Ogni tanto mi capitava di dargli una mano e mi divertiva quell’assemblare volantini e riviste…

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Ancora oggi, tra tanti calcoli e simulazioni al computer, il lavoro manuale continua ad avere una grande importanza”, dice. Se Katia Bertoldi confezionasse abiti o assemblasse mobili sarebbe certamente più semplice, tuttavia cerchiamo lo stesso di far capire al lettore di cosa si occupa questa ricercatrice trentina donata agli States. Lo facciamo magari partendo da Twist-O, che non è uno snack e nemmeno un locale alla moda, ma nientemeno che un giocattolo che ha ispirato una delle scoperte della Bertoldi. Si trova anche in Italia: è formato da tanti pezzettini rigidi connessi che permettono di passare da una sfera grande a una piccola. “Abbiamo perso le ore a guardarlo – racconta. Volevamo eliminare le cerniere, che sono molto difficili da costruire su scale piccole. Alla

UN’ELICA MAI VISTA PRIMA

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nsegna in una delle più importanti università degli Stati Uniti, Harvard, e gioca con figure tridimensionali molto più complesse. Ne ha appena creata una finora sconosciuta in natura: un’elica «anomala» che ricorda un cavatappi ma cambia continuamente il verso della propria curvatura. Ribattezzata «emi-elica», potrà trovare applicazione in particolare nelle nanotecnologie, per costruire composti biologici o manipolare le onde magnetiche, un processo fondamentale per sviluppare apparecchi di uso medico. È solo l’ultima di una serie di scoperte che il prossimo novembre farà ricevere alla giovane italiana il «Thomas J. R. Hughes Young Investigator Award», a Montreal, in Canada, riservato ai migliori ricercatori di Ingegneria meccanica under 40, e che nel 2012 le è valsa il «National Science Foundation’s Faculty Early Career Development Award», un finanziamento da 400 mila dollari del governo americano per gli scienziati più promettenti. fine siamo riusciti a fare una mini sfera di silicone che è un pezzo unico, ma sottoposta a pressione si riduce di dimensioni”. È l’invenzione che le ha fatto vincere un finanziamento da quasi mezzo milione di dollari. “Noi non studiamo ponti o costruzioni, ma strutture con delle proprietà che si possono facilmente modificare variando le temperature o applicando determinate forze. L’idea è che queste proprietà si adattano misteriosamente a quello che è l’ambiente circostante”. La cosa interessante è che tutto ciò ha qualcosa a che fare anche con la biologia. “Studiamo le reazioni degli organismi e tentiamo di riprodurlo in ambiente completamente sintetico”.

È l’ingegneria che usa la Natura, va bene, ma non possiamo nascondere la sensazione o il sospetto che spesso sia la Natura a usare l’Ingegneria per capire qualcosa in più di se stessa… “La Natura è la regina dell’ingegneria – afferma Katia – e noi abbiamo ancora tanto da imparare da essa. La cosa positiva è che riusciamo a decifrala sempre meglio e di tanto in tanto anche a batterla: pensiamo a certi materiali più resistenti. La Natura è una fonte di ispirazione infinita”. Tornando al gioco, il lavoro di Katia Bertoldi ha anche molto a che fare con il gioco. “Mi sento molto fortunata in questo. Nel mio lavoro l’ispirazione spesso nasce dal gioco e si potrebbe dire che giocando ho costruito una carriera”. Ma ci tolga una curiosità: è il gioco dei bambini ad essere evoluto o il lavoro dei grandi ad essere involuto? Katia sorride: “I giochi sono una cosa meravigliosa. La cosa più incredibile è che alcuni dei meccanismi che permettono di intratte-


trentinoincontri nere mio figlio Diego per ore, possono tradursi in principi per realizzare materiali con nuove proprietà. Secondo me sono gli adulti ad essere indietro...”. L’andare all’estero per la ricercatrice Katia Bertoldi è stato più simile ad una fuga o a un’opportunità? “All’inizio non l’ho percepito come una fuga, anche se alla fine si è rivelata di fatto tale… Era semplicemente la migliore opportunità che mi si presentava in quel momento e l’ho presa al balzo”. Una scelta, quella dell’estero, che pare oramai radicata, considerato che anche il marito di Katia, Giovanni Berlanda Scorza, anche lui trentino, lavora come ingegnere alla General Electric di Boston (testa motori di aerei e di elicotteri). Ci dica qualcosa dei suoi studenti. Che approccio hanno con una insegnante italiana? “L’università qui negli Usa adotta un metodo di insegnamento molto simile a quello delle scuole superiori italiane, con i compiti a casa e tutto il resto. Per cui gli studenti sono molto più

Con il piccolo Diego. Nei suoi primi tre mesi di vita è andato ogni giorno in ufficio con la mamma

guidati che altrove”. Stando a quanto ci dice la Bertoldi, gli americani identificano spesso l’Italia con una bucolica Toscana, dove c’è una lingua magnifica e musicale, si mangia un ottimo gelato, ma a livello scientifico siamo dei zozzoni (“L’Italia è il paese della mafia e del padrino… Passa un’immagine spesso negativa. Anche della recente scoperta delle onde gravitazionali è passato sotto silenzio il fatto che ci fosse anche un team italiano coinvolto nella scoperta...”) Vabbè, americani brava gente e italiani pizza e mandolino: madamina il catalogo è questo! Il mercato del lavoro è globale e i nostri giovani vanno sempre più spesso all’estero: ma ha ancora senso oggi parlare di nazionalità in ambito lavorativo? “Dal mio punto di vista no. Le informazioni al giorno d’oggi viaggiano molto velocemente e quindi è facile venire a conoscenza di opportunità lavorative concrete in tutti e cinque i continenti”. Un’ultima domanda, professoressa, ma si può scoprire ancora qualcosa nel campo della geometria? “Oh, secondo me un sacco: si sta scoprendo che giocando puramente con la geometria si riescono a progettare materiali e strutture con proprietà finora ritenute quasi impensabili. Certo la chimica è sempre importante, ma anche la geometria può dire la sua…” Inventerà altri giocattoli? “Noi facciamo delle scoperte e costruiamo prototipi, poi che diventino giocattoli e vengano migliorati dalla comunità scientifica trovando applicazioni pratiche, sarà il futuro a determinarlo. Quello che noi facciamo è proporre idee che sembrano dei giochi”. Come dire che pensare è un po’ come giocare, immaginando un mondo migliore. ■

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è un modo nuovo e slow per conoscere e godersi il territorio, dove fra viti e meli svettano castelli carichi di storia e di cultura. Un mondo che, per il secondo anno consecutivo, dal 7 maggio al 16 settembre (di sabato dal 7 maggio al 18 giugno e dal 23 luglio al 3 settembre, di venerdì nei giorni 9 e 16 settembre) potrà essere assaporato a bordo di un treno, proprio come facevano i viaggiatori di un tempo, alla scoperta dei manieri più suggestivi delle Valli di Non e di Sole. Un progetto che - dopo l’ottimo riscontro ottenuto lo scorso anno, basti pensare alle cinque date aggiunte in corsa per soddisfare le tantissime richieste pervenute – quest’anno strizza l’occhio anche ai più piccoli, che nelle domeniche del 31 luglio, del 7 e del 21 agosto potranno beneficiare del pacchetto “Speciale Famiglia”, ovvero tariffe agevolate e particolari iniziative proposte nei singoli manieri che spaziano dai laboratori alle visite guidate, passando per una caccia al tesoro che coinvolgerà grandi e piccini. Alle 8.45, a bordo di un treno della Ferrovia Trento-Malè con carrozze dedicate - sul quale si potrà gustare la colazione proposta da Melinda e Latte Trento – si parte dal capoluogo per risalire i pendii delle Valli del Noce. Dopo 28

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LUNGO I BINARI DI STORIA E CULTURA SCOPRIRE DAL 7 MAGGIO AL 16 SETTEMBRE ALCUNI FRA I PIÙ SUGGESTIVI CASTELLI DEL TRENTINO A BORDO DI UN TRENO. SI RINNOVA L’INIZIATIVA CHE SI SNODA SULLA TRATTA FERROVIARIA DELLA TRENTOMALÉ E CHE, IN QUATTRO TAPPE, PERMETTE DI SCOPRIRE QUATTRO AFFASCINANTI MANIERI

aver visitato il Castello San Michele di Ossana, che sorge su uno sperone roccioso e che ha nel suo possente mastio, alto 25 metri, l’elemento architettonico più caratteristico e meglio conservato, si scende in pullman a Castel Caldes, maniero che presenta una tipologia architettonica frutto dell’incontro delle culture veneta, tedesca e lombarda, tipica di questa zona al confine del Principato vescovile di Trento. La giornata prosegue a Castel Valer, elegante residenza

privata riconoscibile dalla caratteristica torre poligonale, la più imponente della provincia grazie ai suoi 40 metri d’altezza, generalmente chiuso al pubblico e visitabile per l’occasione grazie alla disponibilità del proprietario, il conte Ulrico Spaur, ed infine a Castel Thun, esempio fra i più interessanti di architettura castellana trentina. Fra i numerosi locali, ancora riccamente arredati e impreziositi da numerose opere, il più pregevole è la “stanza del vescovo”, interamente rive-

stita di legno di cirmolo, con il soffitto a cassettoni e una porta monumentale. Quindi il rientro nel capoluogo, sempre in pullman, intorno alle 19.15. Tutti e quattro i castelli sono stati interessati da importanti restauri e ora sono pronti a svelarsi al pubblico in tutto il loro splendore. A impreziosire la giornata, il pranzo coordinato dalla Strada della Mela e dei Sapori Val di Non e Val di Sole nel quale sarà possibile assaporare alcune fra le eccellenze enogastronomiche del territorio quali ad esempio le bollicine Trentodoc Rotari. L’iniziativa “Il Trenino dei Castelli” è promossa dall’Assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento e realizzata dalle Apt di Val di Non, Val di Sole e Trento-Monte Bondone-Valle dei Laghi, e da Trentino Marketing nell’ambito dell’attività di valorizzazione della Rete dei castelli trentini. Per info e prenotazioni: www.iltreninodeicastelli.it ■


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trentinoattualità trentinostoria

DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

maurizio@panizza.tn.it

LA “SANTA” BAMBINA UNO SCANDALO SESSUALE NELLA CHIESA TRENTINA DI FINE ‘800. LE TORBIDE VICENDE DI UN PRETE E DI UNA GIOVANE DONNA, ROSA BROLL, RACCONTATE CON DOVIZIA DI PARTICOLARI DA UN CRONISTA D’ECCEZIONE. SIAMO IN TRENTINO, AGLI INIZI DEL NOVECENTO, MA I FATTI SONO DI MOLTI ANNI PRIMA. LA STORIA È UNA DI QUELLE CHE ALLORA – COME ADESSO – SI CERCA IN TUTTI I MODI DI NASCONDERE, SOPRATTUTTO SE DI MEZZO C’È LA CHIESA. COSÌ, QUANDO LA VICENDA RISCHIA DI ESSERE SMASCHERATA, IL PRETE INVENTA UN INGEGNOSO STRATAGEMMA. MA CIÒ NON SARÀ SUFFICIENTE: I FATTI VERRANNO SCOPERTI E RESI PUBBLICI, ANCHE SE ALLA FINE PER IL RESPONSABILE NON CI SARÀ ALCUNA CONSEGUENZA

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n pomeriggio di febbraio del 1909, in un freddo inverno d’altri tempi, alla stazione ferroviaria di Trento scese un uomo, poco più che ventenne, di professione giornalista. Ad attendere il nuovo arrivato c’era l’on. Cesare Battisti, all’epoca deputato austriaco, sua moglie Ernesta e alcuni esponenti del locale partito socialista. Fuori, c’era poca gente e solo alcune 30

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carrozze di piazza che stazionavano in attesa di eventuali clienti. A ventisei anni non ancora compiuti, quel giovane giornalista ambizioso era approdato a Trento alla ricerca di un trampolino di lancio. Prima di arrivare qui, in questi lontani confini dell’Impero Austro-Ungarico, il ragazzo dagli occhi vivaci e dai lunghi baffi sottili era stato dapprima in Francia e poi in Svizzera, ma

con risultati deludenti: anziché trovare quel successo che cercava, era stato espulso malamente in quanto “soggetto indesiderato”. A Trento, era giunto perché chiamato dal Partito Socialista austriaco a dirigere la Camera del Lavoro e il settimanale “L’Avvenire del Lavoratore” grazie anche a quella fama di risolutezza caratteriale che l’aveva preceduto nei ristretti


ambienti di partito. In quegli anni Trento era una tranquilla città di provincia a cavallo fra la cultura italiana e quella mitteleuropea, da sempre fedele all’Imperatore e totalmente devota alla Chiesa. Una città colta e istruita, ricca di storia e di numerosi giornali con i quali il nuovo arrivato non vedeva l’ora di mettersi in competizione. Infatti, qui nel Sud Tirolo di parte italiana, c’era il settimanale “La Squilla”, rigorosamente cattolico, nonché quattro quotidiani: “Il Popolo”, di Cesare Battisti, “La Patria”, “L’Alto Adige” e “Il Trentino”. Direttore di quest’ultimo giornale, di forte matrice cattolica, era Alcide Degasperi, mentre quello de “L’Avvenire del Lavoratore” di cui abbiamo appena parlato - da lì in avanti sarebbe stato (ora lo possiamo dire) un romagnolo esuberante di nome Benito Mussolini, un personaggio fino a quel momento del tutto sconosciuto. In uno dei primi editoriali il neo-direttore sintetizzò chiaramente i suoi propositi con l’intenzione di “scuotere la tradizionale apatia del Trentino” facendo seguire in poco tempo una tale energia produttiva e una vis polemica contro la politica locale che ben presto avrebbe fatto imparare quel cognome a chiunque, nonché contribuito ad innalzare di colpo la tiratura del suo giornale. Mussolini non era nuovo neppure ad invettive “gridate” contro la Chiesa che

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La Santa

Il giovane Mussolini, giornalista in Trentino

consistevano, fra l’altro, nel negare Cristo e i Vangeli, passando per l’accusa di essere il clero “un covo di ladri al soldo del capitalismo”. In sostanza, ogni pretesto era buono per esacerbare l’annoso scontro fra socialisti e cattolici. Un fatto, in particolare, diede a Mussolini l’occasione per continuare in quella sua opera di discredito verso a la Chiesa locale. Una vicenda accaduta molti anni prima a una giovanissima

contadina di Susà di Pergine, in Valsugana, che lui riuscì a portare all’attenzione dell’opinione pubblica dalle pagine de “Il Popolo”, con cui aveva iniziato successivamente a collaborare. Il 12 giugno, infatti, sul giornale di Cesare Battisti apparve un articolo dal titolo: “La Santa di Susà intervistata da Il Popolo - di Benito Mussolini”. Qui di seguito, riportiamo l’attacco e un estratto di quel pezzo che merita di essere letto con attenzione per l’indubbio talento giornalistico che l’autore rivela. “Come un pellegrino sono partito da Trento all’alba sotto un cielo nubiloso e

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trentinostoria trentinoattualità minacciante la pioggia. La strada dispiega il suo nastro fra le colline superbe della vegetazione in fiore. Man mano che mi avvicino alla meta, i miei pensieri diventano più gravi. Quando Susà - la mia Mecca - appare sotto la montagna rossa, un raggio di sole squarcia le nubi e il mio sguardo si bea in una magnifica panoramica visione. Sopra Pergine, il castello erge le sue mura merlate di cui le feritoie sembrano occhi socchiusi di un cadavere enorme.” E’ facile intuire che Mussolini, povero in canna, percorse a piedi quel tragitto di circa 12-13 chilometri, di cui buona parte in salita. Continua così il suo “reportage”: “Susà dista venti minuti di cammino da Pergine. Subito dopo il passaggio a livello della ferrovia valsuganese, il sentiero s’inoltra fra i campi con leggero pendio. Susà, come tutti i villaggi alpestri, è un mucchio di case. Come mi piacciono questi bambini seminudi, mocciosi e ruzzanti fra le pozzanghere; come sento d’amare quest’umanità che cresce libera nell’ignoranza e nel sudiciume!” . L’articolo prosegue raccontando dell’incontro con una povera contadina, vittima alcuni giorni prima dell’incendio della sua casa. E’ uno scritto, da cui emergono sinceri sentimenti di umana comprensione e pare irriconoscibile quel Mussolini superbo e arrogante che non molti anni dopo diventerà il dittatore fascista, il guerrafondaio coloniale, il complice di Hitler nell’assassinio di 6 milioni di ebrei, il responsabile di quasi mezzo milione di italiani morti in guerra. Per non dire della “condanna a morte” in manicomio che infliggerà all’ex-compagna Ida Dalser e al figlio Benito Albino.

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Una bambina contadina dei primi del ‘900

Lo scritto continua raccontando minuziosamente l’incontro di Mussolini con la protagonista. La descrive come una donna bassa, dai lineamenti secchi, dagli occhietti chiari, grandi, vivaci. Le chiome sono grigie, ma ricche. Età presumibile, cinquant’anni. “Voi supponete forse lo scopo della mia visita... Ho saputo dei vostri casi giovanili... La storia la conosco; però ignoro molti dettagli. - Oh! - esclama la Rosa - tutti sanno le mie avventure. Ma voi sapete che passando da bocca a bocca la verità si altera sino a diventare una bugia. Ditemi, ricordate l’anno in cui avete conosciuto don Antonio Prudel?- Fu nel 1874.- E vi conobbe subito ?- Anca massa. Avevo allora sedici anni e lui ne aveva venti. Mi faceva la corte da alcune settimane e mi conquistò. Divenni la sua amante.” Così Rosa, poco più che bambina, ven-

ne adescata dal sacerdote e usata a suo piacimento. E di questo, Mussolini annota e poi scrive sfidando la moralità cattolica, il potere clericale e la censura. Fu amore? Difficile dirlo: di ciò la donna non ne farà menzione. Molto probabilmente fu più la fame e l’ignoranza a muovere quella relazione clandestina con il parroco. Ma l’intrigo non era ancora del tutto compiuto. Ad un certo punto il parroco iniziò a presentare la giovane come una sua cugina e ad ospitarla in casa. “Il nostro appartamento era preparato nella Casa del Beneficio” - precisò la «Santa». “Vi ho vissuto per tre anni.” Ma perché “Santa”? Il motivo per cui quella povera contadina iniziò a venire considerata tale, è lei stessa che lo rivela all’intervistatore. “Io stavo chiusa giorno e notte in casa... La gente cominciava a mormorare... Si trovava strana la mia reclusione... Allora don Prudel si mise a propagare la novella della mia santità. Due volte alla settimana veniva a comunicarmi, seguito da un gran codazzo di fedeli… Ogni venerdì, poi, regolarmente, mi faceva sudar sangue... Diventavo santa patoca.” Ma non è tutto. “I contadini dei dintorni e dei paesi lontani muovevano in pellegrinaggio a Susà, mi chiedevano delle grazie e mi colmavano di regali... La gendarmeria, però, nutriva forti sospetti sull’autenticità dei miei miracoli, ma affinché i rappresentanti della forza pubblica non mi trovassero in canonica, don Prudel aveva scavato un nascondiglio nel muro e quando si annunciavano i gendarmi, io mi seppellivo in quella specie di armadio e sfuggivo a tutte le ricerche.” A quel punto, Mussolini aveva compreso molto di quella storia, ma non tutto, ancora. La disponibilità della donna ad aprire i sui ricordi su quel doloroso passato, spinse il giornalista a proseguire nella sua intervista. “Scusate, Rosa... Una domanda: il vostro matrimonio con don Prudel è stato fecondo? - Oh sì, abbastanza... ma poco fortunato... Il primo figlio - un maschio - fu abbandonato sulla porta della chiesa di Pergine da uno che non ricordo... Venne quindi raccolto ma dopo 15 mesi morì. - Permettete... Chi vi assisteva durante il parto? - Ma lui! Lui don Prudel! ... - E dopo?- Abortii di quattro mesi e poi dopo un anno e mezzo circa ebbi una bambina. Questa fu portata di notte a Levico dentro una sporta e lasciata sulla soglia della chiesa. Ma i gendarmi avevano notato


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Contadina ai cavaleri

l’individuo della sporta... Alla mattina il prete di Levico, aprendo la chiesa, trovò la neonata che vagiva... Fatta immediatamente la denuncia, i gendarmi non tardarono a identificare l’uomo dal misterioso carico, e trattolo in arresto ottennero da lui una confessione completa. - E la bambina? – interrompo io. – Venne raccolta e riportata a Susà da una Luisa Carlini. Morì dopo una ventina di mesi, pora popa.” Quello che accadde in seguito non è affatto una novità per la nostra epoca: la denuncia, l’omertà di una Chiesa che tenta di ostacolare la verità, il processo. Rosa Broll, ricoverata in ospedale per gravi conseguenze legate al parto, ci rimase per quasi sei mesi. In quel periodo don Prudel non si fece mai vedere. Un giorno, invece, capitò il parroco di Santa Maria Maggiore per convincerla a dichiarare che la bambina abbandonata non era del prete, ma di un soldato o di un vagabondo che l’aveva presa con la forza. La ragazza promise che si sarebbe tenuta a questa versione per evitare scandali al Clero trentino. Poi, però, il giorno del dibattimento, quando si trattò di giurare davanti ai giudici e davanti a Dio, la sua fede le impedì di dichiarare il falso e raccontò come effettivamente erano andate le cose. Il dibattimento a porte chiuse, pur in presenza di testimonianze inconfutabili, si concluse senza alcuna conseguenza per don Prudel, salvo il suo trasferimento per un breve periodo al Collegio Arcivescovile e, successivamente, presso la parrocchia di San Lorenzo in Banale. “E qui Rosa Broll accenna ad alzarsi” racconta il giornalista. “Restate ancora qualche minuto, vi prego. Dopo questi avvenimenti qual sorta ebbe il vostro matrimonio?- Don Prudel non mi lasciò neppure le «gioie » di sposa.... Mi portò via anche quattro abiti... - Ho capito. 34

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Trento nel 1900

Grazie Rosa... Ora potete andare a « pelare » i gelsi pei vostri cavalieri e vi auguro buona fortuna.- A buon vederci, sior.” Mussolini conclude la sua cronaca: “Io raccolgo melanconicamente le cartelle su cui ho gettato poche righe, e mi affretto al ritorno. Nei campi è l’ultimo fervore dell’opera quotidiana. Incontro dei contadini carichi di foglie di gelso che tornano alle loro case. Ben presto scendono le prime ombre crepuscolari; io accelero il passo. Da Povo, Trento costellata di mille luci, mi appare in una soffusa chiarità. È notte. Io distinguo la cascatella di Sardagna come una linea bianca, come un raggio di luna che filtri dalle profondità della roccia. Intorno l’anfiteatro nero cinge colle sue mura ciclopiche la città che dorme. Nel cielo

le stelle hanno lunghi brividi. È l’ora in cui io accendo nel mio cuore la fiamma votiva per tutte le speranze, per tutte le fedi, per le rivolte inutili, per le passioni morte.” Il 26 settembre 1909, dopo appena sette mesi dal suo arrivo in Sud Tirolo, Mussolini verrà espulso dalle autorità austriache perché considerato un pericoloso sobillatore. Così, il futuro Duce tornerà a Milano, prima come direttore dell’Avanti!, poi del “suo” Il Popolo d’Italia, ma purtroppo ben presto l’indubbio talento narrativo e la felice vena giornalistica di Mussolini saranno destinate ad essere accantonate in favore della politica. Peccato! Chissà cosa ne sarebbe stato dell’Italia nei decenni successivi, se lui avesse continuato a ■ fare il giornalista...



trentinoattualità

QUANTO È BELLO STUDIARE AL NEST

di Silvia Tarter

di Sivia Tarter

LO STUDENTATO DI TRENTO NORD INAUGURATO LO SCORSO 14 SETTEMBRE È UN AMBIENTE INNOVATIVO E RICCO DI STIMOLI PER GLI STUDENTI DELLA FACOLTÀ DI TRENTO, CHE POSSONO VIVERE UN’ESPERIENZA A TUTTO TONDO, PER PREPARARSI AL MEGLIO AD AFFRONTARE LA CARRIERA UNIVERSITARIA E IL LORO FUTURO

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ono già trascorsi più di sei mesi dall’apertura dei battenti e sembra che al Nest, il nuovo “nido” (dalla traduzione inglese del termine) per studenti costruito in via Solteri, stia andando tutto piuttosto bene. La silhouette bianca dell’edificio è ormai diventata parte integrante del paesaggio del quartiere, così come il via vai di studenti che la popolano. A ideare e gestire questo studentato, un progetto di startup a tutti gli effetti, è la cooperativa Il Faggio, che lo ha “incubato” e portato avanti per una decina di anni, fino all’apertura lo scorso autunno. Nata da un gruppo di universitari nel 1981 per soddisfare le esigenze di vitto, alloggio e disponibilità di aree studio per gli studenti, lI Faggio oggi gestisce diversi convitti e residenze universitarie a Trento, l’ostello della gioventù di Rovereto e un ostello a Foligno, in Umbria. Ma il suo ultimo nato, il Nest appunto, è qualcosa di nuovo, diverso 36

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dalle residenze universitarie a cui Trento era abituata, e dove l’aspirazione educativo formativa che muove la cooperativa è ancora più evidente. Per i servizi offerti e la varietà di proposte si ispira infatti ai college angloamericani, dove gli universitari vivono l’esperienza accademica immergendosi completamente in una quotidianità dove tutto ruota attorno alla facoltà: la residenza, lo studio, lo sport e la vita sociale. Un modello questo che si è fatto conoscere anche da noi – anche attraverso le tante serie televisive – ed è piaciuto immediatamente. “Non ci aspettavamo che tanti studenti avrebbero risposto subito!” afferma il direttore de Il Faggio, Luca Nicolli. La struttura infatti ospita attualmente 187 studenti, su 192 posti disponibili, tutti italiani, tranne uno che arriva dal Brasile. La maggior parte di loro, ben 167, sono matricole. “Molti ragazzi provengono dalle regioni più vicine come Lombar-


trentinoattualità dia e Veneto, spiega Nicolli, anche se ce ne sono parecchi anche da Sicilia e Puglia.” A promuovere l’affluenza di studenti nelle nostre università da altre regioni italiane, anche piuttosto lontane, infatti, è la possibilità di sostenere i test d’ingresso dislocati. Ma perché venire dalla Sicilia fino a Trento? “L’università di Trento viene scelta generalmente per la sua eccellenza e per il suo taglio internazionale, afferma il direttore. L’internazionalizzazione in particolare, anche durante lo scorso rettorato, è stata un aspetto molto valorizzato”. E quali sono le facoltà più gettonate dal popolo del Nest? In testa c’è giurisprudenza, facoltà che si colloca sempre tra le prime posizioni nelle classifiche del Censis, gli altri invece sono iscritti per lo più a economia e ingegneria, ma anche lettere e sociologia; ci sono persino cinque ragazzi iscritti a Scienze Cognitive a Rovereto, che ogni giorno si spostano col treno su e giù dal Nest. LA STRUTTURA E I SERVIZI Basta aprire l’opuscoletto informativo verde brillante per accorgersi di come il Nest proponga tanti servizi e attività, al punto che non c’è proprio tempo per annoiarsi, e neppure quasi per studiare verrebbe da dire con un po’ di malizia... Ma questo sta all’autodisciplina degli studenti, naturalmente! Al piano terra, oltre alle sale studio (pre-

DA TUTTA ITALIA (E DALL’ESTERO) PER STUDIARE A TRENTO senti anche ai piani comunque) ci sono la biblioteca, ideale per studiare in un gruppetto raccolto e la sala video con tanto di Sky e Premium per godersi le partite; una sala polifunzionale ideale per seguire conferenze oppure proiettare film; un’aula corsi; uno student’s corner (l’angolo degli studenti) dove rilassarsi un po,’ e la sala della musica, con diversi strumenti messi a disposizione per esercitare le proprie abilità canore e musicali. Tra queste pareti infatti è già nata una band, che ispirandosi ironicamente a Oscar Wilde ha scelto di chiamarsi The importance of being Er(Nest). Nel seminterrato invece si trova una

spaziosa sala ad uso palestra, che per ora viene gestita autonomamente dai ragazzi, dove ci si può sfogare anche giocando a ping pong e calcio balilla. Non mancano poi, ovviamente, i servizi indispensabili: la mensa, che può ospitare 250 posti (il servizio include colazione e cena, ma è possibile anche usufruire del pranzo a prezzo ridotto); la lavanderia self con lavatrici, asciugatrici e assi da stiro; uno spazio per il cooking club (il club di cucina) da gestire autonomamente e il garage. All’ultimo piano c’è persino una terrazza da dove godersi una bella vista sul quartiere e le montagne attorno alla città, mentre fuori, sul retro, protetti dalla

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trentinoattualità

La reception del Nest

parete rocciosa della collina sovrastante, si trovano un’area verde e il parcheggio. Insomma, sembra che al Nest non manchi proprio nulla e chi ci vive si senta davvero coccolato in questo nido confortevole... ma quand’è così, viene da chiedersi, non si corre forse il rischio di “nestizzare” troppo i suoi residenti? Se ci sono tante proposte infatti i ragazzi potrebbero finire col trovarsi troppo bene tra queste mura dipinte di fresco e rischiare di non vivere davvero la città... “Il rischio è altissimo in tutte le strutture di questo tipo, ammette Nicolli, ma offriamo agli studenti tanti stimoli per vivere la città e conoscere le sue proposte, tramite bacheche, inviti e segnalazioni. Cerchiamo di creare un collegamento col territorio anche ospitando attività interessanti all’interno dei nostri spazi, a volte aperte alla comunità come le iniziative del quartiere.” Finora, racconta, hanno ospitato anche un paio di corsi professionali: uno incentrato sul fundraising in ambito di opere sociali e il secondo sulla comunicazione web, ma in ballo ci sono ancora tanti, tantissimi altri progetti. Lo scopo di un’offerta tanto variegata è far si che i ragazzi abbiano la possibilità di sperimentare opportunità diverse, per stimolarli e aiutarli a crescere a tutto tondo. “In questi 5 anni si giocano davvero

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tanto, afferma Nicolli, e devono capire quindi come giocarli al meglio”. Dal suo osservatorio privilegiato trova che i ragazzi siano tranquilli: in linea di massima si comportano bene e socializzano facilmente tra loro; in questi sei mesi hanno imparato a conoscersi e organizzarsi già in gruppetti. Essendo però Nest una dimensione completamente nuova e i suoi abitanti in gran parte matricole non si sono ancora create quelle dinamiche che presentano invece le realtà più articolate e rodate, dove gli studenti più anziani si trovano ad accogliere ogni anno le new entry. Si può notare però, continua Nicolli, che in generale questi ragazzi sono più fragili rispetto al passato: all’apparenza sembrano sicuri ma in realtà poi si rivelano piuttosto timidi e poco abituati al confronto. PREPARARSI ADEGUATAMENTE AL MONDO DEL LAVORO Proprio per questo, parecchi degli incontri che vengono organizzati mirano a preparare gli studenti per scontrarsi, una volta usciti, col mercato del lavoro, e con tutte le sue difficoltà. Un’utile opportunità per loro è quindi partecipare agli Spritz@Nest, dove in un momento informale come un aperitivo vengono ospitati interlocutori provenienti dal

mondo del lavoro o della ricerca, con cui i ragazzi possono dialogare per avere un assaggio concreto della realtà lavorativa confrontandosi con esempi vicini. Tra questi ci sono stati degli incontri con i ragazzi del Cibio (il centro per la biologia integrativa dell’Università di Trento), e con i membri del Caffè Culturale del Teatro Valle dei Laghi The Staff. Un’altra opportunità interessante è poi il Career Lab, un progetto che riunisce la cooperativa Il Faggio e il Centro Sviluppo Occupazione Trento, nato per proporre agli studenti dei percorsi di educazione al lavoro attraverso iniziative rivolte agli studenti del Nest e agli ospiti di altre residenze gestite da Il Faggio. Queste proposte possono includere incontri con professionisti giovani e senior, corsi, workshop e percorsi per sviluppare le soft skills, quelle competenze personali trasversali che non si possono realmente apprendere, poiché fanno parte delle caratteristiche della singola persona e occorre quindi allenare. Oltre a tutto questo il Career Lab prevede uno sportello aperto presso lo studentato per effettuare colloqui individuali, servizi di career service e accompagnamento per muovere i primi passi verso il lavoro. Infine, ci sono anche gli appuntamenti del Master Meeting, momenti a cui partecipano ospiti del mondo del lavoro e della società. Il più recente si è svolto il 17 marzo, dove in un confronto ravvicinato con i ragazzi è intervenuta la dottoressa Manuela Kron, il Direttore Corporate di Nestlé Italia.


trentinoattualità STUDIO IN PROGRESS Per vivere al meglio gli anni di studio, invece, è previsto un servizio di assistenza con i tutor, giovani dottorandi o ricercatori, che possono garantire supporto allo studio e all’orientamento, dando una mano a sviluppare un corretto metodo di studio. Nonostante Trento sia un’università piccola, dove non vi sono quella dispersione e quel distacco tra studente e professore propri delle grandi facoltà di altre città, una simile offerta rappresenta comunque un plus rispetto a quanto già proposto dall’ateneo, per via dell’approccio completamente diverso, molto più pratico e informale. Lo studente infatti sa di poter contare sul supporto di qualcuno sin dal momento del suo ingresso iniziale in Nest, quando sostiene un primo colloquio con il direttore. Nel corso dell’anno poi avrà modo di fare anche un check, una verifica dell’andamento del suo percorso accademico. Anche lo studio delle lingue ha un taglio molto pratico: “Magari all’università il corso serve ad ottenere una certificazione, ma poi quando si tratta di alzare la cornetta e rispondere a una telefonata capita che il ragazzo si trovi in difficoltà”, afferma Nicolli. Al momento lo studentato offre tre corsi di lingua diversi: 2 di inglese, con insegnante americano, uno di tedesco e uno di russo, tutti con docenti madrelingua che cercano di trasmettere insieme a vocaboli e grammatica anche

IN QUALE FACOLTÀ STUDIANO I RAGAZZI OSPITATI AL NEST? le idee e la cultura del proprio paese di provenienza. L’internazionalizzazione è poi uno dei veri punti di forza di Nest, promossa e incentivata dalla presenza di studenti stranieri e da uscite all’estero. La prossima di queste uscite è il viaggio a Londra previsto dal 5 all’8 di maggio. Non si tratta del solito viaggio studio abbinato a una visita alla città ma di una full immersion nella realtà quotidiana di alcuni professionisti, tra cui anche qualche talento italiano, che vivono e lavorano a Londra. Un modo quindi per toccare da vicino cosa significa davvero vivere e lavorare all’estero

in una città tanto gettonata, e talvolta idealizzata, come la capitale inglese. I fortunati partecipanti, finora un gruppetto di 40 ragazzi, visiteranno il rinomato studio dell’architetto Norman Forster, conosceranno la startupper Laura Bianchini, ex studentessa trentina e ora managing director di 20WAYS -un’azienda di promozione della gastronomia made in Italy a Londra- e incontreranno tanti altri professionisti di differenti settori, dalla tecnologia al mondo del cinema alla giurisprudenza. Ma lo spirito e lo stimolo all’internazionalizzazione raggiunge anche chi non

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trentinoattualità

Un selfie in sala mensa

Aula Magna. “Next Thinking”, incontro per riflettere dopo i tragici fatti di Parigi

è intenzionato a prendere il volo. Nest funge infatti anche da International Hub, un luogo dove far incontrare studenti di paesi diversi attraverso proposte di tirocinio pensate per fare network con l’esterno e osservare la realtà trentina da un altro punto di vista. Al momento nel nido sono arrivati due ragazzi cinesi e un indiano, che lavoreranno singolarmente a dei progetti, con la possibilità di confrontarsi con gli abitanti dello studentato. Chirag, il ragazzo indiano, si occuperà ad esempio di un progetto di promozione turistica del territorio trentino, destinato ai suoi conterranei in India. Al di là dell’apprendimento, per gli studenti che ci abitano, la maggior parte dei quali alla loro prima esperienza lontano dalla famiglia, il Nest sarà la loro nuova casa. Per cercare di costruire una dimensione di community sono stati organizzati quindi dei momenti per favorire la socializzazione, come la Gran Cena di Natale, la festa di benvenuto per le matricole, la festa d’inizio anno accademico e la festa d’estate, nonché la possibilità di aderire a vari club: lo Sport Club & Mountain Club, il Club della Musica, il Cineforum, il Cooking Club. Insomma, anche se ora al Nest sembra tutto tranquillo e silenzioso c’è un bel fermento pronto ad esplodere, bisogna solo dargli un po’ di tempo. Per chi si trova qui tutti i giorni però è proprio la dimensione della novità a renderlo ancora più entusiasmante. “È una bella sfida” ammette sorridendo il direttore Nicolli.

simili a quelli di una settimana lavorativa e vanno dal lunedì al giovedì. Nel week end quindi libera uscita per i ragazzi e quelli che vivono più vicino naturalmente ne approfittano per tornare a casa. In una sala studio incontriamo Giuseppe, un siciliano al primo anno di informatica che sta studiando con i suoi compagni, un mantovano e un vicentino; seduta di fronte a loro invece una ragazza alla specialistica in Studi Internazionali, anche lei siciliana. “Abbiamo conosciuto Nest tramite volantini e internet, ma una volta arrivati qui anche grazie al passaparola. Si parlava molto di questo studentato tutto nuovo che doveva ancora aprire e la curiosità era tanta” racconta Giuseppe. “Una cosa che ci ha attirati subito è stata poi la molteplicità di iniziative proposte” continua l’amico, “come i corsi di lingua, i workshop... Sono tutte attività che possono aiutare a costruire il proprio percorso preparandosi al futuro. Con tutti questi servizi però, in realtà ci sentiamo un po’ viziati” ammette poi. Tra di loro i ragazzi hanno legato subito. “Iniziare una nuova vita e la routine completamente nuova del mondo accademico può essere destabilizzante all’inizio, confessa Giuseppe, ma il fatto di essere quasi tutte matricole è stato rincuorante.

Quanto alla vita in comune tutto sta ad abituarsi agli orari e abitudini di ciascuno, alla fine con un po’ di senso civico è possibile rispettare gli spazi di ognuno.” Riguardo all’ateneo di Trento e alla sua offerta formativa i ragazzi sono molto entusiasti: “È una delle migliori università d’Italia, continua Giuseppe, anche per la sua forte dimensione internazionale”. Trento però non è una città che offre molto dal punto di vista del divertimento... “È vero, ammettono, ma l’importante è riuscire a stare in compagnia e alla fine riusciamo sempre ad organizzarci per una cena, un film, un’uscita...” raccontano. Tutti concordano poi che il quartiere in cui si trova lo studentato non sia proprio il massimo: è un’area un po’ degradata della città. Comunque non è troppo distante dal centro e i trasporti funzionano bene, anche la sera. “Il fatto che ci sia uno studentato invece secondo me può essere una spinta per migliorare la zona e contribuire a viverla di più.” Aggiunge infine Giuseppe. Già, ma in fondo c’è tempo, è ancora presto per fare bilanci e parlare di cambiamenti. La storia del Nest e della sua prima generazione di studenti è giusto appena iniziata ed è ancora tutta da scrivere... ■

Lasciati gli uffici della dirigenza decidiamo di fare un giro. Per la verità a quest’ora e in questo periodo dell’anno, appena trascorsa la sessione esami, il Nest non è molto popolato. La giornata tipo degli studenti, infatti, in buona parte si svolge in facoltà. Sveglia presto, colazione in studentato, poi via, in autobus o in bicicletta verso il centro, che si raggiunge in una decina di minuti, per andare a lezione. Oggi le lezioni hanno degli orari molto Il Direttore, Luca Nicolli, durante un incontro con l’Associazione “Libera” 40

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COMUNE DI ALA COMUNE DI ALA

COMUNITÀ DELLA VALLAGARINA COMUNITÀ DELLA VALLAGARINA

Sede nazionale di Rovereto Sede AMI di Avellino Sede nazionale di Rovereto Sede SedeAMI AMIdidiBenevento Avellino Sede AMI di Benevento

Rotary Club Rovereto e Vallagarina Rotary Club Rovereto e Vallagarina


trentinoassociazionismo trentinoattualità di Tiziana Tomasini

MEGLIO PRIMA CHE POI... STA PER ASSOCIAZIONE NAZIONALE VOLONTARI LOTTA CONTRO I TUMORI MA SI LEGGE ANVOLT. UNA SIGLA CHE SI DECLINA IN TUTTA UNA SERIE DI INTERVENTI CON AL CENTRO UN UNICO OBIETTIVO: LA PERSONA

L

a sede di Trento che abbiamo visitato per cogliere le linee guida si articola in varie postazioni, tutte aventi una costante comune: telefoni che squillano in modo pressoché costante. Un lavorio continuo da un ufficio all’altro, un andirivieni di volontari che si passano e si scambiano informazioni. Dopo una breve attesa, tocca a noi. Incontriamo Elisa Zeni, caposquadra e figura di riferimento dell’Associazione. In prima battuta ci presenta una serie di informazioni cartacee sul percorso e sui progetti, ma a prima vista cogliamo la determinazione e la voglia di raccontare con le parole qualcosa di veramente significativo a livello umano ed esperienziale. E cominciamo dalle informazioni base: Anvolt è nata più di ventitré anni fa, quindi riconosciuta e consolidata sul territorio; nasce inizialmente come assistenza ai malati tumorali, ma poco dopo apre a Trento il primo ambulatorio di prevenzione. L’obiettivo è stato quello di venir incontro alle donne – in orari post lavorativi – per visite ginecologiche/senologiche/pap test. Ma questo è solo l’inizio. Nell’arco di questi ventitré 42

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anni, gli ambulatori diventano tre: Trento, Rovereto e Predazzo, con visite di prevenzione giornaliere. L’attenzione non è rivolta solamente alle donne, ma anche agli uomini: urologia e andrologia. In seguito all’abolizione del servizio militare ed alle relative visite a cui l’uomo in giovane età veniva sottoposto, è gradualmente emersa l’esigenza di verificare in modo autonomo lo stato di salute del genere maschile. Largo spazio alle visite dermatologiche – dedicate a uomo, donna e bambino – perché si sa che il tumore alla pelle non conosce fasce d’età, ed al servizio di dietologia. In quest’ultimo

settore si articolano tre macro tipologie: una riguarda chi vuole dimagrire per migliorare il proprio aspetto fisico. In questo caso però la dietologa prende in esame le abitudini del paziente, cercando di educare ad uno stile di vita sano e, contemporaneamente, esaminando i comportamenti alimentari anche in rapporto all’attività fisica. In secondo luogo si considerano quanti hanno bisogno di dimagrire su prescrizione medica per problematiche legate a disturbi di varia natura. In terza fase la dieta riguarda chi sta affrontando cure per malattie tumorali. Molti hanno problemi a mangiare, inutile negarlo; si cerca così di indirizzare verso linee idonee ad affrontare con la necessaria energia le cure. Quindi “Anvolt” costruisce le sue basi su uno staff medico costituito da volontari, sia liberi professionisti che impiegati presso l’Azienda Provinciale Per i Servizi Sanitari. Seguono turni e ruotano a seconda delle disponibilità, compatibilmente agli orari di lavoro. L’associazione è molto grata a questi professionisti, perché – pur molto impegnati – offrono il loro apporto per una causa importan-


trentinoassociazionismo te, in cui credono. Va ribadito che tutti i servizi offerti da “Anvolt” sono gratuiti; l’associazione vive solo ed esclusivamente sulle offerte dei liberi cittadini e se questo avviene da più di vent’anni, significa che l’apporto e la sensibilità dei cittadini sono basilari e fondamentali. Ultimo servizio, ma non per ordine di importanza, l’assistenza psicologica. E qui entriamo nell’ambito della malattia vera e propria. Assistenza che si traduce in vicinanza non solo al malato, ma anche ai familiari. In caso di malattia grave, tutta la famiglia viene coinvolta e sconvolta da questa grave situazione. Fondamentale, a questo livello, risulta il sostegno a chi sta intorno al malato, per imboccare nel modo più sereno possibile un sentiero spesso tortuoso e difficile. Il tumore spesso non si può curare, però, affrontato in maniera consapevole e guidata, con uno spirito diverso dalla disperazione, aiuta senza dubbio ad intraprendere con maggior serenità d’animo le cure necessarie. Questo servizio è di notevole importanza; per tre anni è stata offerta una borsa di studio all’Ospedale di Rovereto e di Arco grazie alla quale una psicologa dell’associazione era presente nelle strutture per venticinque ore la settimana. Un servizio che di per sé non esiste, fornito solo dal volontariato. Nelle varie fasi della malattia – al momento della diagnosi, durante le cure di chemioterapia, dopo la guarigione o

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nvolt è un’associazione e soprattutto un numero: 0461 235543. Un numero per chiedere sostegno, aiuto, visite. Anvolt è a Trento in via Prepositura, 32; è a Rovereto in C.so Rosmini, 8; è a Rovereto in Via G. Verdi, 16. Naturalmente è anche sulla grande rete: www.anvolt.org; facebook: anvolt trento; trento@anvolt.org.

all’approssimarsi degli esami anche dopo la guarigione – un tempo di crollo psicologico va purtroppo sempre preventivato. E’ umano e non deve esserci paura nel chiederlo. Un grande progetto di “Anvolt” porta il nome “La forza e il sorriso”, con implicito un forte concetto di pensare positivo. Rivolto a tutte le donne che stanno facendo chemio o radioterapia, ha come obiettivo il risvegliare la femminilità; si tratta di trascorrere una mattinata nella sede di “Anvolt” e, supportati da una equipe di cinque o sei persone tra cui un’estetista volontaria, si correggono gli effetti delle sopra definite terapie con il trucco. Risulta chiaro che gli effetti sono amplificati a diversi settori: si tratta di far uscire le donne in cura da casa (molto spesso la malattia porta a rinchiudersi

ed isolarsi) ed indirizzarle alla riconquista di sé. Certo perdere i capelli, le ciglia e le sopracciglia viene vissuto come un dramma e per questo la soluzione estetica c’è e va valorizzata. Questo comporta una nuova consapevolezza del proprio essere donna: si ritorna a guardarsi allo specchio, anche dopo quella violazione alla femminilità che le cure comportano. È un trucco che funziona, in tutti i sensi: le donne imparano a riprendersi quello che la malattia ha loro momentaneamente tolto. E’ lo stimolo per rimettersi in gioco. Non è facile l’approccio iniziale: per quanta pubblicità si faccia, c’è sempre il timore di esporsi, di “mettersi a nudo” ; ma una volta rotto il muro iniziale, i ritorni sono molteplici. Dall’effetto esteriore fuoriesce la forza interiore necessaria per combattere. Insomma venticinque volontari che con i comprensibili salti mortali portano avanti il loro progetto. Ma chi sono, nello specifico, i volontari? Sono quelli che pur avendo altra professione dedicano parte del loro tempo libero all’associazione o sono quelli che, oramai in pensione, danno volentieri la loro esperienza e la loro disponibilità. Oppure persone che hanno superato la malattia e che sapendo cosa si vive danno il loro apporto personale e, non c’è dubbio, particolare. Persone scottate dagli eventi e che per quegli eventi vogliono lottare. ■ Per ripartire insieme.

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trentinoattualità di Tiziana Tomasini

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DUE DONNE E UNA PASSIONE. REALIZZARE UN SOGNO NON È SEMPRE COSÌ DIFFICILE, SOPRATTUTTO SE A GUIDARLO C’È UNA GRANDE MOTIVAZIONE: L’AMORE PER I LIBRI

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n uno splendido, assolato pomeriggio di marzo, che odora già di primavera, solchiamo la soglia di “Scambio d’autore”. Ci troviamo in via Degasperi a Trento, proprio a fianco di Coop Superstore; non è facile individuare l’ingresso – in quanto l’edificio è in fase di restyling – tuttavia l’angusto passaggio tra i ponteggi conduce a tutto un mondo che gli appassionati di libri non possono che definire magico. Ad accoglierci sorridente dietro al bancone c’è Monica Finardi, titolare dell’attività insieme a Virginie De Nys. La loro avventura nasce inizialmente come un sogno, irrealizzabile per i costi eccessivamente elevati. Nell’autunno dello scorso anno, scoprono l’esistenza di questo posto e – incredibilmente – il fatto che l’attività era in fase di cessione. Da allora non si sono più fermate e il loro 44

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sogno è diventato gradualmente realtà. La particolarità di questa libreria consiste nella tipologia dei volumi presenti: nella quasi totalità si tratta infatti di libri usati, fatta eccezione per una sezione tutta trentina, dedicata agli autori locali, con testi nuovi. Monica e Virginie sono molto attente alla produzione territoriale: scopriamo che a tal genere vengono dedicate anche serate di presentazione, proprio per dare rilievo e spessore agli scrittori “made in Trentino”. Ma cosa si aspetta chi viene in questa libreria? Semplice. Trovare i libri che desidera a buon prezzo. E poi girano anche gli appassionati, quelli sempre alla ricerca di qualche chicca, di qualche pezzo introvabile, di qualche elemento da collezione. Ma come funziona? Monica spiega che i libri vengono dati loro in regalo… questa è sta-

ta una scoperta anche per le due titolari, che – da lettrici sfegatate – mai si libererebbero dei loro amati libri! Tuttavia c’è chi legge e poi non ci tiene particolarmente a conservare i testi oppure – per problemi di spazio – è costretto a liberarsene fisicamente. Questa modalità di accumulo materiale consente di proporre il libro a

prezzi molto bassi: si va da un minimo di un euro ad un massimo di cinque. Le due ragazze raccolgono ogni genere (enciclopedie a parte, si specifica!) poi passano alla fase di controllo: devono essere in buono stato, completi in tutte le parti, insomma completamente fruibili da un altro potenziale lettore. Per agevolare la ricerca e l’e-

Monica Finardi, titolare dell’attività insieme a Virginie De Nys


trentinoattualità

splorazione, Monica e Virginie hanno diviso i libri per genere ed hanno iniziato a catalogare in termini più moderni, al fine di facilitare ogni tipo di ricerca. Un lavoro tanto imponente quanto importante, per rendere il servizio sempre più puntuale ed efficace. Ma la loro attività non finisce qui. Tengono anche dei corsi, uno dei quali di scrittura creativa. Il prossimo si svolgerà proprio in questa sede, prenderà avvio in aprile e si distribuirà per ben cinque lunedì consecutivi. A condurlo un importante editor ferrarese ed uno scrittore bolognese. L’obiettivo di questi corsi è insegnare a scrivere a tutti i livelli, dalle tesine per l’università alla scrittura più tecnica (come ad esempio per

lavoro) alle modalità più personali. Il fine ultimo di questi corsi consiste anche nel promuovere incontri, facendo in modo che la libreria si presenti anche e soprattutto come “punto d’incontro” per gli appassionati di cultura in senso lato. Il punto cruciale è la visibilità: pochi conoscono l’esistenza di questa speciale libreria, anche perché in passato non era stata fatta molta pubblicità. Il punto forte è invece il riscontro diretto con il pubblico: chi entra si dichiara entusiasta del sistema e della presentazione. E si sa che il passaparola, in questi casi, risulta molto efficace e produttivo. A cogliere positivamente il lettore è anche la struttura della libreria. A colpo d’occhio si può osservare la cura dei particolari: dai colori chiari – con un verde predominante che rasserena e

infonde speranza – alla scelta di materiali riciclati e rispettosi dell’ambiente. Cogliamo l’occasione dell’intervista per fare anche una sorta di visita nelle varie sezioni. E vediamo con piacere che ogni fascia d’età ha una zona dedicata, con ampi spazi per le consultazioni e non solo. Per i piccoli lettori, un tavolino e qualche sedia su misura, naturalmente nell’area dei libri per bambini; sul fondo del locale si trova un tavolo su cui campeggiano gli elementi vintage, dischi in vinile in primis. Segue poi un angolo lettura decisamente particolare, con arredo relax, nel quale al lettore viene offerta la possibilità di sorseggiare tranquillamente una tisana. La sezione Trentino è decisamente corposa, nonché una delle più prese in esame dai tanti appassionati del genere. Attuale e di tendenza anche

la sezione giornali. E via via scorrono negli scaffali e sui tavoli – sempre ordinati per tipologia – i classici, la narrativa, il giallo ed altri ancora. Ad accogliere i visitatori, un antico tavolino con macchina da scrivere d’epoca, a ricordare l’affascinante mestiere dello scrivere. Certo, perché anche Monica Finardi, oltre che leggere ed occuparsi di libri, scrive. Il suo ultimo libro (“Eternamente nostri. L’ergastolo vissuto da dentro e da fuori”, scritto con Giuseppe D’Agostino, Leonida Edizioni) tratta di una tematica altamente interessante. Come interessante è stato visionare questo spazio singolare ed articolato dedicato alla cultura, curato con maestria e passione da due grandi amanti della lettura e della scrittura. Tutto da assaporare, con calma. Come la primavera. ■ Siete curiosi di ammirare la nuova mostra d’arte contemporanea, di gustare i nuovi menù di stagione, di scoprire il programma dei concerti e degli eventi del 2016? TUTTE LE INFORMAZIONI su www.castelpergine.it

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trentinostoria

PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

SOGGIORNI DI UN ARCIDUCA ALBERTO D’ASBURGO, ILLUSTRE ESPONENTE DELLA FAMIGLIA IMPERIALE: UN GRANDE COMANDANTE DELL’ESERCITO. MA ANCHE UN INSTANCABILE LAVORATORE, UN MARITO E UN PADRE A CUI LA VITA NON HA RISPARMIATO ALCUN DOLORE. E SOPRATTUTTO IL GRANDE BENEFATTORE DI ARCO, GRAZIE AL QUALE LA CITTÀ VIVRÀ UNA VERA E PROPRIA EPOCA D’ORO

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il 15 novembre del 1890. Ad Arco è notte fonda. Tutto tace, e nell’imponente villa dell’Arciduca Alberto d’Asburgo gli ospiti dormono profondamente. Attorno al palazzo il grande parco che lo circonda è un tripudio di piante esotiche. Che, d’un tratto, proprio in quella notte stellata, cominciano a tremare. Prima come un sussulto. Poi sempre più forte. I rami, i tronchi, le radici. La terra stessa trema. Sono le avvisaglie del terre46

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moto. E di colpo gli abitanti di Arco si svegliano, spaventati dalle violente scosse. Uno dei primi a capire cosa sta accadendo è l’esule re di Napoli, Francesco II di Borbone che riporterà quel “tremuoto”, che lo fa sobbalzare dal letto, anche sulle pagine del suo diario. Re Francesco si trattiene spesso ad Arco, ospitato dall’Arciduca Alberto. L’incantevole paesaggio e il clima particolarmente mite rendono gradite quelle zone. Tanto che nella villa dell’Ar-

ciduca c’è sempre un gran traffico di carrozze. Metà dell’aristocrazia europea sembra essersi data appuntamento lì. Il principe di Castro, il Duca di Caserta, il principe di San Marco, l’arciduca Ernesto, l’arciduca Ranieri, il conte Vincenzo Thun Hohenstein, il ministro ungherese Gesa Freiherr von Feièrvary e anche Otto Francesco d’Asburgo insieme al figlioletto Carlo Francesco, che nel 1916 erediterà il trono al posto dell’ar-


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Matilde d’Asburgo-Teschen

ciduca Francesco Ferdinando, assassinato a Sarajevo il 28 giugno 1914 insieme alla moglie Sofia. A quanto pare una capatina ad Arco la fanno in molti. Anche perché l’Arciduca è una presenza ormai costante sul lago di Garda, già dagli anni ’70 dell’Ottocento. Quando Alberto mette piede per la prima volta ad Arco è infatti il 1872. Un anno segnato da diversi avvenimenti. Il 10 marzo, a Pisa, muore Giuseppe Mazzini. La notizia si diffonde rapidamente, in migliaia accorrono ai suoi funerali. Pochi giorni più tardi, lo scienziato Paolo Gorini, giunto appositamente da Lodi, viene incaricato di pietrificare i resti di Mazzini con la tecnica della mummificazione. Il corpo verrà riposto nel sarcofago del suo mausoleo, a Genova, dove era nato 67 anni prima. In Russia sempre nel 1872 Fedor Dostoevsky, dopo Delitto e Castigo, è alle prese con un nuovo testo: I demoni. Anche in Italia c’è chi è alle prese con carta e calamaio: Giuseppe Garibaldi. L’eroe dei due mondi si è ritirato a vita privata a nord della Sardegna, sulla poco ospitale isola di Caprera, e nel 1872 è impegnato nella scrittura delle sue Memorie. Quello stesso anno Sua Altezza l’Arciduca Alberto parte da Vienna e si mette in viaggio verso Arco, ai con-

fini meridionali dell’Impero. Oltre che Arciduca è anche Principe Imperiale, in quanto nipote del defunto Imperatore Francesco II, a cui è succeduto prima Ferdinando I e poi il più noto Imperatore Francesco Giuseppe che, insieme alla moglie Sissi trascorrerà diversi periodi in Trentino, soprattutto a Madonna di Campiglio. L’Arciduca decide invece di recarsi ad Arco. Alberto ha da poco compiuto 55 anni (è vedovo da otto) e soggiornerà in città con il genero, Filippo di Wurttemberg. Alberto è nato a Vienna il 3 agosto del 1817 ed è figlio dell’arciduca Carlo, il fratello dell’Imperatore Francesco II. A 21 anni Alberto è già colonnello, tre anni dopo generale, e a 29 comandante delle truppe dell’Austria. Quella che si può dire una vera carriera lampo. Un destino che Alberto deve soprattutto al volere di suo padre Carlo, grande appassionato dell’arte militare lui stesso, tanto da arrivare ad occupare un ruolo di primissimo piano nell’esercito imperiale durante le battaglie contro le armate di Napoleone Bonaparte. Alberto, cresciuto come il padre nella concezione che l’esercito debba essere il “garante estremo della dinastia”, unisce all’impeto del soldato una grande lealtà verso l’Imperatore. Rigorosamente legato alla tradizione, combatte qualsiasi tipo di nazionalismo. E com’è immaginabile, in un Impero che su 55 milioni di abitanti conta ben undici etnie diverse – e un robusto desiderio di indipendenza – il severo Arciduca non gode della simpatia popolare. La sua visione militare risulta rigida, conservatrice e con gli anni si farà via via sempre più antiquata, tanto da renderlo poco richiesto dai capi dell’esercito, fino a farlo sparire definitivamente di scena. È a quel punto che Alberto potrà sfruttare quella ritrovata libertà soggiornando

SCALE TRENTO

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Alberto e la sua famiglia

spettato l’Imperatore Francesco Giuseppe mostra il suo gradimento e ringrazia, senza però accettare ufficialmente l’offerta. E – come continua Mauro Grazioli – “anche se Francesco Giuseppe nel 1871 non utilizza l’offerta a titolo personale, il gesto del Municipio pone le premesse per il celebrato arrivo ad Arco dell’Arciduca Alberto.” Perché sarà proprio lui (qualche mese dopo) a manifestare interesse per quel luogo e

Famiglia Santoni

Cucina tipica, nazionale e pizza

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che “ai primi dell’anno 1872 avanzava la proposta di fare l’acquisto del Giardino colla Casina e le serre (come riporta Mauro Grazioli in Cronaca di Arco), per costruirvi una grande villa dove passare l’inverno. Per Arco è davvero la svolta. Poter vantare la presenza di un Principe Imperiale è un’opportunità unica. E infatti il nome di Sua Altezza viene pubblicizzato su tutte le guide turistiche e ovunque possa

richiamare gli “speculatori lontani”, come li definisce la Gazzetta di Trento il 2 febbraio del 1873. Così, mentre i lavori alla Villa Imperiale proseguono, Arco prepara il restyling della città, nominando una commissione speciale per accelerare il più possibile l’esecuzione dei progetti. Per tentare di vivacizzare l’atmosfera vengono allestiti degli spettacoli al teatro dei Panni, che prontamente viene restaurato per fermare l’acqua che nei giorni di pioggia gocciola dal tetto. La Direzione del teatro chiede a gran voce di ricavare nell’ingresso un ufficio con una finestrella per poter vendere i biglietti al pubblico, ma soprattutto auspica che venga chiusa – come si legge negli Atti del 1873 – “una porzione del primo pianerottolo della scala nel quale viene fatta dal pubblico lo sconcio di cesso, la qual cosa si intende di voler impedire.” Ma non bastano le rappresentazioni teatrali, o i concerti organizzati dalla banda civica per riuscire a distrarre l’Arciduca. Alberto

Accogliente ed ampio terrazzo all’aperto in uno dei più suggestivi vicoli del centro storico di Trento

ad Arco sempre più assiduamente. Una frequentazione che nasce quasi per caso, grazie una donazione fatta dalla città di Arco all’Imperatore Francesco Giuseppe, al cugino dell’Arciduca. Come racconta Mauro Grazioli in Arco felix: “Nell’aprile del 1871 la municipalità arcense non perde l’occasione di trarre vantaggio dalla visita dell’Imperatore a Trento. Mentre gli altri comuni discutono l’opportunità di presentare una petizione per la separazione del Trentino dal Tirolo, i rappresentanti arcensi sono invece pronti ad offrire il vecchio giardino dei conti di Arco (e il relativo stabile) di proprietà dell’Istituto della Provvidenza.” La volontà dell’amministrazione di Arco è quella di donare all’Imperatore un luogo dove – apportate le dovute migliorie – lui e Sissi possano soggiornare (era stata infatti la mancanza di un alloggio conveniente a impedire all’Imperatrice Elisabetta di trascorrere qualche giorno ad Arco). Di fronte a questo gesto ina-

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trentinostoria giunge ad Arco carico di ricordi dolorosi. Uno dei quali lo perseguita giorno e notte. È passato solo qualche anno da quando un evento tragico ha sconvolto la sua vita e l’intera Vienna, la capitale dell’Impero. In quel periodo Alberto e la famiglia sono ospiti in un castello fuori città. La figlia più piccola, Matilde, ha appena compiuto 18 anni e quella sera è stata invitata coi genitori ad un importante ricevimento. Ad un certo punto, nel corso della serata, la ragazza si apparta per sperimentare qualcosa che le è assolutamente proibito: fumare una sigaretta. Ma inaspettatamente qualcuno la scopre. Matilda tenta maldestramente di nascondere la sigaretta fra gli strati dell’ampia gonna. Ma il tessuto prende subito fuoco, trasformandola di colpo in una torcia umana. La gente grida inorridita, si tenta di tutto per spegnere le fiamme, ma non c’è più nulla da fare. Le ustioni sono troppo gravi e Matilde muore pochi giorni dopo. Una tragedia straziante

Photo ©Lucio Tonina

che spinge l’Arciduca ad allontanarsi sempre più spesso da Vienna e cercare un luogo sereno, come Arco, dove provare a placare la sofferenza. La sua migliore cura è tenere la mente occupata con dei nuovi progetti. E Arco non aspetta altro. Grazie alla sinergia fra l’amministrazione arcense e l’Arciduca, la città viene rinominata in breve tempo “la riviera dell’Impero”. Un comitato si occupa dell’abbellimento della città, della promozione turistica, dell’incremento dei servizi e della riscossione della tassa di soggiorno. I frutti non tardano ad arrivare. Fra il 1872 e il 1873 Arco viene visitata da 223 turisti. Tre anni più tardi il numero è già raddoppiato, fino a raggiungere, dieci anni dopo, ben 1143 presenze. Inutile nasconderlo. Al di là di tutti i cantieri aperti, dei progetti realizzati e quelli in corso, la vera attrazione di Arco è Sua Altezza l’Arciduca. Alberto calamita l’attenzione della popolazione, dei turisti,

dei giornali, richiamando un numero sempre crescente di visitatori. Nel giro di un ventennio Arco diventa uno dei luoghi preferiti dell’aristocrazia imperiale. Qualcuno spera che sia solo l’inizio. In realtà il sogno sta già per finire. È il 27 dicembre del 1894 quando ad Arco muore Francesco II di Borbone, l’esiliato Re di Napoli che all’inizio del nostro racconto si era svegliato nel bel mezzo del terremoto. L’Arciduca Alberto vuole occuparsi di persona dei funerali dell’amico e si mette subito al lavoro. Ma in quell’inverno particolarmente rigido basta un nulla per prendere freddo. Alberto è troppo indaffarato per pensare alla salute e trascura una lieve indisposizione che si trascina da qualche tempo. A dispetto dei suoi 77 anni insiste addirittura per portare la salma. Ma la sera stessa viene colto da un malore. L’Arciduca muore un mese e mezzo più tardi, il 18 febbraio, all’una del pomeriggio dopo un’agonia durata diverse ore. In suo ricordo la

popolazione di Arco farà erigere un monumento. Ma allo scoppio della prima guerra mondiale la statua che ritrae l’Arciduca viene tolta dal piedistallo e scompare nel nulla. Il monumento tornerà al suo posto il 2 aprile del 1980 grazie alla tenacia di Umberto Berlanda, un commerciante. Sarà proprio lui a ritrovarla, nelle cantine del Castello del Buonconsiglio, dopo che per tanto tempo se ne erano perse le tracce. E sarà lui a convincere Arco a ridare dignità al benefattore della città. Un’impresa molto più complicata del previsto perché l’Arciduca Alberto era un austriaco, per di più parente dell’Imperatore! E ora che l’Impero non esiste più e che Arco è a tutti gli effetti italiana, sono in molti a storcere il naso. Ma questa è un’altra storia. ■

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di Paolo Chiesa

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n novembre, presso la Palazzina Liberty di Piazza Dante, c’era stato il trasferimento della biblioteca dei ragazzi dalla sede storica di via Roma: 21mila libri più molti audiolibri, DVD, riviste per bambini e pubblicazioni specializzate in letteratura per l’infanzia, oltre alle postazioni per la navigazione Internet fissa e con WIFI. Negli spazi a disposizione della biblioteca ci sono anche una sala da cinquanta posti dove poter organizzare laboratori e letture ad alta voce. Ora, nei locali che danno sui Giardini di Piazza Dante dello storico edificio costruito negli anni ’20 del ‘900 e che è stato nel tempo albergo e poi sede della S.I.T, è aperto anche un bar che con i due plateatici può ospitare fino a 100 posti. È aperto dal mattino fino alla sera e offre la possibilità di servire delle colazioni e dei pasti veloci, sia a pranzo che e cena, nonché delle merende. La cucina propone menù biologici e gelati artigianali, c’è la possibilità di utilizzare i buoni pasto aziendali e verranno preparati anche dei cestini da picnic con coperta per i clienti che vorranno fare merenda nel giardino, in modo che la gente possa davvero riprendere possesso di un luogo che è di tutti. Il Comune di Trento, infatti, ha

Il rendering del plateatico 50

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SE IL PARCO RIVIVE CON L’APERTURA DI UN BAR/RISTORANTE PRESSO LA PALAZZINA LIBERTY DI PIAZZA DANTE, TRENTO FA UN ULTERIORE PASSO PER RIPRENDERSI QUESTA PARTE DI SPAZIO CITTADINO. CUCINA BIO E PRODOTTI A CHILOMETRI ZERO, MA ANCHE MUSICA, LABORATORI PER BAMBINI, CORSI, MOSTRE E INCONTRI CULTURALI... fatto la sua parte per quanto riguarda i dintorni, ripulendo i giardini, dando nuova vita al laghetto e dotando la zona di un presidio della Polizia Municipale nell’edificio vicino che ospiterà anche l’Azienda di Promizione Turistica. Con l’apertura della biblioteca dei ragazzi, Piazza Dante con i suoi giardini, ha iniziato ad essere frequentata da famiglie con bambini e l’apertura del nuovo locale potrebbe diventare l’ultimo tassello perché la Città si riappropri davvero

di questa zona. La sfida dei vari soggetti coinvolti è quella di creare situazioni positive per tenere lontane le situazioni di bivaccamento e di spaccio presenti nella zona ormai da tempo. Anche per questo il nuovo locale non punta solo alla ristorazione, perché il bando del Comune richiedeva di prevedere una programmazione culturale e di intrattenimento. L’idea di fondo è quella di un luogo dove proporre progetti autonomi, ma anche una «vetrina»

per idee proposte da soggetti presenti sul territorio, così da massimizzare risorse e opportunità. I titolari vogliono proporre varie iniziative, con caffè letterari, degustazioni, musica dal vivo, incontri con autori e artisti in erba, mostre fotografiche, laboratori per bambini, lezioni di musica, concorsi di pittura, mercatini di giocattoli, matinèe musicali e altro. Un piccolo palco esterno darà la possibilità ai giovani e ai gruppi musicali (anche dilettanti) di avere

Maurizio Ruocco e Marco Zanei, i due gestori


trentinoattualità

Anni Venti del ‘900

un luogo e un pubblico per cui esibirsi. Una bella idea è quella di prendersi cura di alcuni spazi del giardino, con la collaborazione dell’Ufficio parchi del Comune. Le scolaresche potranno «adottare» delle aiuole, per accudirle con l’aiuto dei nonni del quartiere, dopo un iniziale momento formativo. Il nuovo locale dovrebbe collaborare con la Fondazione Mach, l’associazione Amici della terra e Slow Food, con incontri destinati a ragazzi e famiglie, per parlare di coltivazione dei prodotti ortofrutticoli affrontando il tema della bio-compatibilità, della bio-sostenibilità e della ciclicità stagionale. Un progetto specifico riguarda un giro del mondo virtuale, con merende

etniche per scoprire i cibi e i prodotti provenienti dai diversi Continenti del mondo, con laboratori linguistici, incontri per raccontare esperienze di viaggio, laboratori creativi e momenti con associazioni rappresentative dei paesi di origine, incontri di sensibilizzazione sul commercio equo e solidale e Gruppi di Acquisto Solidale. In collaborazione con Provincia, Comune, Politiche Giovanili e Trento D.O.C. è prevista l’organizzazione di dieci serate dedicate al «Bere consapevole», in cui ci sarà la degustazione di prodotti tipici e vini locali e dove verrà data rilevanza al tema del degustare e del bere senza pericoli. Per lo stesso motivo sono previsti incontri con Azienda Sanitaria e associazioni, ma anche con produttori di vino e il programma «Wine in Moderation - Art de Vivre». E poi presentazioni, ricorrenze, rinfreschi di laurea e feste di compleanno; e ancora tour alla scoperta della città da abbinare a corsi di lingua inglese. La presenza nella palazzina della sala da 50 posti permetterà di avere un ruolo

veramente importante nel panorama culturale e ricreativo cittadino. Ci potranno essere relazioni con la Biblioteca, ma anche con la Galleria Civica, il Muse, il Mart, il Conservatorio, le altre associazioni culturali presenti sul territorio: ci sono già dei progetti con EstroTeatro e Scirocco. Ci sarà spazio anche per i contatti con le Associazioni che operano nel sociale presenti sul territorio. Un bel progetto, quello che sta nascendo in Piazza Dante, con una collaborazione pubblico/privato che si inserisce in una delle zone dove più si sta tentando

Una primavera di eventi

di riportare una vivibilità “per tutti” togliendo il degrado che negli ultimi anni si è creato e dove c’è la possibilità di aiutare a sviluppare i lati positivi della comunità cittadina. La sfida è quella che gli abitanti di Trento si possano riprendere la piazza. E i titolari del nuovo locale hanno già in mente quello che si potrebbe realizzare in futuro in questo luogo: “il sogno è quello, chissà, di riuscire a fare del teatro, del cinema”. Tanti progetti, tanti sogni ma anche tanta vita reale, per una primavera che porterà nei Giardini di Piazza Dante un sacco di novità. ■

FESTIVAL DEL LATTE E DELLA LANA Levico Terme - Vie del centro | 28 aprile - 1 maggio EXPO VALSUGANA LAGORAI Levico Terme - Palalevico e zona lago | 29 aprile - 1 maggio

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FESTA DEI MELI IN FIORE Caldonazzo - Vie del centro | 1 maggio DE GUSTIBUS LA FESTA DEL GUSTO Caldonazzo - Vie del Centro | 7 maggio SULLA BRENTA CON GUSTO Borgo Valsugana - Vie del Centro | 28 - 29 maggio FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme, Vie del Centro | 2-5 Giugno FESTA DEI PORTONI E DELLE ASSOCIAZIONI Pergine Valsugana, Vie del Centro | 17-18 Giugno TRENTINO BOOK FESTIVAL Caldonazzo, Piazza Municipio e Vie del Centro | 17-19 Giugno MAIN SPONSOR

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LE “BRAIDE”: UN’IDEA TUTTA NUOVA UNA RIVISITAZIONE INSOLITA E ORIGINALE DEL CONCETTO DI “CENTRO COMMERCIALE”. QUESTO SI TROVA A MEZZOLOMBARDO ED È IN PIENA FASE DI DECOLLO, PRONTO A VOLARE ALTO NEL NOME DELLA TECNOLOGIA E DELL’AVANGUARDIA NEL CAMPO DELLE VENDITE

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ercorrendo la Strada Piccoli Paterna, proprio vicino alla Cantina Sociale Rotaliana, si trova il nuovo centro per acquisti “Braide”. La società proprietaria del centro, Infocasa Immobiliare srl di Cles, ha affidato la rivisitazione del progetto e la direzione dei lavori allo Studio Breda Toniatti di Denno, mentre per la progettazione tecnica degli impianti si è rivolta allo Studio G.B & Associati di Trento e Studio M&G Engineering Consulting di Milano. Situato in una posizione conosciuta ed estremamente favorevole al passaggio, la costruzione si sviluppa su un’ampia superficie (parliamo di circa 9.500 metri quadri) realizzata 52

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rispettivamente su due piani destinati all’attività commerciale e tre piani interrati adibiti a parcheggio, con una capienza di ben 350 veicoli. L’estesa superficie complessiva – 24.000 metri quadrati – include naturalmente anche spazi esterni, pensati per ricavare le corsie di accesso nonché ulteriori parcheggi. Al momento sono aperte quattro attività commerciali, ma complessivamente ne sono previste più di venti; tutti gli spazi sono comodamente collegati da due ascensori baricentrici alla struttura, da scale e da tappeti mobili, per venire incontro ad ogni esigenza e superare così ogni barriera architettonica.


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texelbahn

L’edificio è il risultato di un progetto curato nei minimi particolari e declinato in soluzioni tecnologiche di grande ed assoluto rilievo. L’attenzione alle strutture costituisce la forza della costruzione: l’utilizzo del calcestruzzo con caratteristiche antisismiche, il sistema di pareti in legno a telaio integrato con pannelli isolanti e l’isolazione a cappotto di tutto l’involucro esterno è stata studiata per consentire l’eliminazione di qualsiasi ponte termico. L’impiego di specifici pannelli sul rivestimento esterno – i cosiddetti Hpl – ha la speciale funzione di costruire una parete ventilata in grado di affrontare il caldo estivo. Anche le pareti divisorie interne sono tecnicamente definibili reversibili (fibrogesso), realizzate cioè con sistemi a secco. Caratteristica saliente dell’edificio è quella di aprirsi verso la corte interna a cielo aperto, attraverso ampie vetrate su entrambi i livelli, con uno spettacolare ballatoio a ritmo continuo sul primo piano. Questa, che è stata denominata “Corte di Mezzo”, ha la singolare peculiarità di essere dotata di un sistema di illuminazione definito “a cielo stellato”, unico nel suo genere e primo esempio in Italia. Ad arricchire tale elemento scenografico, la suggestiva fontana a velo d’acqua, punto di richiamo che va ben al di là dello scopo commerciale. Anche verso l’esterno si apro-

no vaste zone di luce, con finestre create secondo l’ottica del “cannocchiale”, che consente di percepire visivamente gli spazi esterni. La classe energetica, neanche a dirlo, è “A+”: note di eccellenza per gli impianti di illuminazione, di riscaldamento e di raffreddamento, realizzati con l’utilizzo di sistemi moderni e all’avanguardia. Tutte le luci sono state pensate e realizzate con tecnologia a Led, mentre la climatizzazione è stata ottenuta con metodi che permettono di massimizzare i risultati. Si tratta essenzialmente di mettere in atto il principio di recupero di energia anche all’interno dell’impianto stesso, approfittando delle diversificate esigenze interne nonché delle imponenti dimensioni da gestire a questi livelli. Molta attenzione merita l’allettante opportunità offerta al pubblico all’interno della corte: su apposite colonnine sono situati dispositivi di ricarica per smartphone, tablet e pc portatili; in epoca di forte tecnologia, questo servizio risulta molto apprezzato. Ovviamente non può mancare neanche una “free Wi-fi zone”, finalizzata a tutti i servizi web con connessione gratuita ad Internet. Impossibile non citare la serie di iniziative ed eventi di alto livello che prenderanno avvio a partire dal prossimo 14 maggio… Imperdibili, garantisce “Braide”. ■

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Amici Artisti

di Renzo Francescotti

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a quanti anni conoscevo Renato Pancheri quando scomparve a 99 anni, il 2 aprile 2009? Sinceramente non potrei dirlo con esattezza. Diciamo che lui era un amico “di sempre”, per riprendere la sua dedica sul catalogo d’arte che gli curai, una dedica che recitava “Al caro amico di sempre, Renzo, con riconoscenza per la sua duratura partecipazione al mio lavoro”. Quella mostra nella sua città, alla Tridentum Arte Contemporanea, con quel catalogo definito “bellissimo“ da Franco de Battaglia, è del gennaio 2006. E fu l’ultima di questo indimenticabile Maestro del paesaggio. La prima l’aveva tenuta oltre 60 anni prima, 1947, esponendo una ventina di oli alla Galleria d’Arte Trento, nei pressi della storica Libreria Disertori in Via Diaz, prima galleria d’arte trentina. La vita di Renato non era stata facile sino a quella prima mostra presentata dal famoso critico Silvio Branzi, trentino e poi veneziano d’adozione. Era un ragazzo di quindici anni quando suo padre era morto e aveva dovuto cominciare a lavorare presso un ufficio Commerciale. Studiando di notte era riuscito a diplomarsi prima all’Istituto Magistrale e poi all’Istituto

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RENATO, CARO AMICO DI SEMPRE LA CARRIERA DI RENATO PANCHERI PARTÌ A 37 ANNI, DAL PUNTO IN CUI SUO FRATELLO GINO ERA STATO COSTRETTO A INTERROMPERE LA SUA... Tecnico. Appassionato di disegno, finalmente, quando suo fratello, (Gino, che morirà a 38 anni in seguito al bombardamento della Portèla) da Milano dove aveva studiato e aveva cominciato a farsi conoscere era tornato a Trento, può cominciare a imparare il disegno frequentando il suo studio. Giravano per le colline sopra la città, con Renato che aiutava suo fratello maggiore a portare i colori, la tela e il cavalletto, nel frattempo discutendo di pittura. Poi il fratello amato muore tragicamente e Renato, a 37 anni, con quella sua prima esposizione aveva voluto partire da dove Gino era stato costretto a interrompersi. Lo dice bene il famoso critico Branzi nel-

la sua presentazione: “Così, nella scia del fratello, accogliendone il linguaggio seguendone lo slancio, egli venne formando il suo gusto. Apparvero allora nelle sue tele le stesse cose che Gino aveva dipinto, quei verdi paesaggi, quelle strade di campagna, quelle case rosa tra i rami degli alberi, dei cieli azzurri, la frutta dentro i cestelli gialli, i fiori vivaci nelle brocche, il cappello di paglia buttato nella seggiola ed anche qualche figura di bambina nell’abito rosso”. Renato insomma, che non aveva fatto nessuna scuola artistica, che aveva imparato a dipingere guardando i quadri di suo fratello. A mio avviso si sentiva moralmente in obbligo di proseguire l’opera di Gino in una staffetta pittorica. Per riuscire a sviluppare una pittura tutta sua, per sradicarsi pur se dolorosamente da quella del fratello amato, aveva davanti un lungo cammino, se mai sarebbe riuscito a compierlo. Renato, mentre vive insegnando anche in Seminario, dove ha tra i suoi alunni il futuro vescovo Bressan, modestamente, tenacemente, appassionatamente spinge avanti la sua pittura, per cui molto critici nel recensirlo fanno riferimento a Cézanne. Riprendo qui un passo che è

contenuto nel mio catalogo dedicato alla sua ultima mostra: “Ma se il riferimento al maestro di Aix è d’obbligo per quanto riguarda il suo colore-segno e i suoi paesaggi che lo fanno il maestro di tutti i moderni paesaggisti, bisogna però dire che non esiste invece in Pancheri la preoccupazione principale di Cézanne (in questo senso precursore del cubismo), ovvero la necessità di scoprire, di indagare le strutture geometriche della Natura. Parte invece in una direzione del tutto opposta: vale a dire destruttura la natura in chiava di lirismo, di paesaggio dell’anima di territorio spirituale. Si è anche parlato dei suoi dipinti in chiave di “paesaggi trentini”: ma anche se lui stesso (a quanto mi risulta, in una sola occasione) intitola un quadro del 1993 “Collina trentina”, le sue tele, i suoi disegni non sono mai identificabili in un paesaggio reale. Ad esempio, di norma, non vi appaiono le montagne. Chiesi a Renato perché un pittore trentino come lui non le dipingesse. Mi rispose perché riteneva la montagna più adatta ad essere ripresa in fotografia e perché si tratta di soggetti pittoricamente troppo logori. Così come Renato non dipinge mai boschi o laghi, ma invece col-


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Dal 24 aprile al 21 maggio 2016

line basse, non foreste ma boscaglie, non grandi alberi ma arbusti, cromatici reticoli cespugliosi. Rifugge dalle masse incombenti dei monti, dalle dimensioni verticali; ha bisogno di una liea mediana, di una prospettiva centrale da cui osservare quelle che io ho chiamato “brughiere”. Le sue sono brughiere immaginate, paesaggi mentali prive di figure umane e animali, spogli di manufatti dell’homo faber, paesaggi da “primo mattino del mondo”, prima della comparsa dell’uomo e degli animali. E i suoi quadri danno gioia proprio perché volutamente lasciano fuori dal quadro le presenze inquinanti dell’uomo. Come scrive Franco de Battaglia nell’articolo uscito all’indomani della sua scomparsa: “A chi saliva per visitare il suo studio appariva asciutto, severo, ma con occhi felici. Ho avuto la fortuna – diceva – di fare una pittura che dava gioia a chi la faceva e a chi

la guardava. Oggi molta arte rischia di non dare gioia né a chi la fa né a chi la guarda.” Andavo spesso a trovare questo artista-amico (di cui parlato tante volte, altre volte invitandolo a mostre anche nazionali da me organizzate) nel suo studio all’ultimo piano di una palazzina nel rione Marco Apuleio, uno studio in cui teneva in bella evidenza la prestigiosa Targa della Pro Cultura (Associazione che lo vedeva socio), che è stata conferita a tanti dei più importanti artisti trentini di questi ultimi trent’anni. Ed era un piacere discorrere con lui, pacatemene, come era nel suo temperamento: quello di un uomo che aveva attraversato tutto il Ventesimo scolo, vissuto drammi collettivi e famigliari, superato i marosi di giganteschi rivolgimenti politici e artistici, sempre tenendo la barra diritta avendo come bussola l’Arte con la A maiuscola. ■

Nel nostro ristorante potrete gustare il menu di asparagi, dall’antipasto al dessert, con gli autentici asparagi di Zambana, in collaborazione con l’Associazione As.T.A.

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Sergio e Roberto Pezzi - Trentino Service

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rentino Service nasce nel 1982. In origine impresa edile a conduzione familiare, nel corso degli anni ci siamo “evoluti” in un’azienda più strutturata, organizzata ed efficiente. Abbiamo però voluto mantenere i pregi fondamentali delle piccole imprese artigiane: il dialogo diretto e l’attenzione nei confronti del cliente e la passione per il nostro lavoro. Erano i principi che animavano i soci fondatori ed abbiamo fatto sì che rimanessero ben saldi e prioritari. Ovviamente 35 anni di esperienza nel settore ci hanno cambiato, ma siamo certi lo abbiamo fatto in meglio. E senza perdere di vista il fine ultimo: l’appagamento nel vedere il cliente pienamente soddisfatto.

PRINCIPALI SERVIZI Eseguiamo opere edili di ristrutturazione parziale e totale di appartamenti, case indipendenti, uffici, negozi, immobili commerciali e industriali. Serviamo il mercato “a 360 gradi” insomma e curiamo con la stessa attenzione tanto il lavoro relativamente semplice quanto quello più articolato e complesso. Ci

occupiamo anche di impianti idraulici, raffreddamento e riscaldamento, degli impianti elettrici, di automazione e domotica. Importante l’attenzione al risparmio ed all’ecosostenibilità, e quindi il settore dei pannelli solari, così come quello di serramenti che consentano un tangibile risparmio nei costi di gestione dell’immobile. Un ambito oltretutto al quale la proroga per un altro anno dei Bonus Ristrutturazioni, Bonus Mobili ed Ecobonus, ha dato ulteriore importanza. Ovviamente consigliamo e seguiamo il cliente anche in questo: tutte le estenuanti pratiche burocratiche le curiamo noi. Non ultimo il settore dell’arredo bagno: una delle principali ragioni per cui nasce il nuovo Showroom aziendale. Un nostro fiore all’occhiello in cui crediamo molto.

IL VANTAGGIO DEL NOSTRO “CHIAVI IN MANO” Sicuramente si tratta di per sé di una formula intelligente: una soluzione che offre l’opportunità al cliente di affidarci l’intera gestione dei lavori, dallo sviluppo del progetto, alla definizione degli aspetti tec-

nici, finanziari, legislativi ed amministrativi, alla scelta dei materiali. Avrà a sua disposizione un unico interlocutore esperto e qualificato che gestirà e coordinerà tutti i lavori, seguendolo e consigliandolo dall’idea iniziale, nelle pratiche burocratiche, nell’eventuale richiesta dei contributi economici/fiscali del settore, fino alla completa esecuzione dell’opera. Niente “stress da lavori di ristrutturazione”: molto spesso un intervento anche piccolo diventa, per i proprietari, particolarmente impegnativo. Devono scegliere personalmente e trattare con le maestranze, farne combaciare i tempi, compilare le pratiche burocratiche… Con la formula “Chiavi in mano” invece si hanno costi certi e rispetto dei tempi, qualità finale garantita e nessuno stress. Noi vogliamo che il cliente non abbia più davvero nulla di cui preoccuparsi. Ai vantaggi già insiti nella formula però noi abbiamo voluto aggiungere un qualcosa in più, qualcosa di “nostro”. Innanzitutto se i lavori sono affidati a noi in toto, il cliente ha un unico interlocutore non solo in fase di studio e realizzazione del progetto, ma anche dal punto di vista dell’assistenza post realizzazione! Qualsiasi sia la problematica che dovesse emergere siamo noi a prenderci in carico la risoluzione del problema. Il cliente non viene mai “rimpallato” tra i fornitori. Gli garantiamo per ben 6 anni (unici a farlo) tanto le opere quanto i materiali ed eventuali arredi, con intervento ed assistenza direttamente da parte nostra. Come possiamo permettercelo? Semplice, sappiamo come lavoriamo, conosciamo a fondo materiali ed arredi che selezioniamo con tanta cura e proponiamo alla clientela ed abbiamo quindi piena fiducia in noi stessi ed in quanto facciamo. 6 anni. Su opere, materiali, arredi. Non male no?


IL NUOVO SHOWROOM Nel cammino di “evoluzione” di cui parlavamo, per noi questo è stato un passo davvero importante. Il nostro Showroom raccoglie una vasta offerta di prodotti di altissimo pregio e qualità, selezionati grazie alla nostra esperienza tra le migliori marche del panorama nazionale. Il visitatore può “toccare con mano” la qualità dei nostri prodotti, che è garantita dal marchio di fabbrica di aziende leader nel settore della produzione italiana. Possiamo realizzare assieme al cliente il “vestito perfetto” della sua casa, scegliendo tra straordinarie soluzioni e combinazioni di ogni genere di parquet, piastrelle, pietra, carta da parati, porte e sanitari. Amiamo aiutare il cliente a rendere la casa unica e personalizzata in ogni dettaglio. Il nostro personale avrà il piacere di accompagnare il cliente nella scelta dei materiali: così siamo certi di poter trasformare in realtà le idee ed i sogni sogni dei nostri clienti! Ed anche qui vogliamo “coccolare” il nostro cliente ed abbiamo quindi pensato ad una promozione legata all’inaugurazione dello Showroom.

Fino alla fine di giugno su tutti i prodotti presenti nello Showroom (e sono davvero tanti) garantiamo uno sconto speciale: se il lavoro che ci viene affidato (opere, materiali, arredamento) è di importo pari ad almeno 20.000 Euro garantiamo sul tutto un 20% di sconto; se l’importo supera i 30.000 Euro lo sconto è del 30%. L’idea insomma è non solo di proporre nel nostro Showroom articoli pregiati, selezionati, unici ed esclusivi. Vogliamo

anche fare in modo che con noi questo “lusso” il cliente se lo possa concedere. Perché amiamo il nostro lavoro, ma soprattutto perché amiamo vedere il cliente felice e soddisfatto nel suo nuovo “nido”: di qualità, arredato con gusto, che soddisfa le sue aspettative o va oltre ad esse. Ci piace pensare che la qualità della sua vita è migliorata, in piccola parte, anche grazie al nostro lavoro.

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«E ADESSO VI RACCONTO DI QUANDO HO VISTO L’INFERNO»

1945. Le truppe inglesi danno fuoco alle baracche del campo di Bergen-Belsen. Accanto, l’etichetta che i prigionieri dovevano portare al collo. Sotto, Benvenuto Camin oggi, a 92 anni.

di Renzo Francescotti

TRA I POCHISSIMI TRENTINI REDUCI DAI CAMPI DI CONCENTRAMENTO TEDESCHI TUTTORA VIVENTE, BENVENUTO CAMIN HA DECISO DI RACCONTARE A TRENTINOMESE CIÒ CHE NON AVEVA MAI RACCONTATO A NESSUNO. UN RICORDO DRAMMATICO, DURO E STRUGGENTE CHE PUÒ INSEGNARCI QUALCOSA ANCHE OGGI

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l lettore di questo articolo che ripercorre la storia di Benvenuto Camin nei Lager, deve tener presente che questo scritto si fonda su due circostanze eccezionali. Primo: il protagonista è un uomo di 92 anni, uno dei pochissimi trentini reduci dai campi di concentramento tedeschi tuttora vivente e quasi sicuramente l’unico in grado di poterlo fare con una memoria così lucida. Secondo: solo dopo almeno tre anni di frequentazione e di “corte” da parte di chi scrive, dopo avergli concesso amicizia e fiducia il protagonista si è deciso a raccontargli ciò che non aveva mai raccontato 58

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a nessuno, (pur se una sua testimonianza nel 2003 era stata inserita in una tesi di laurea discussa tre anni dopo). Esiste un diario inedito di Benvenuto Camin, scritto su un quadernetto di 34 pagine, scritte così fittamente da essere in qualche caso quasi illeggibili. Inizia l’8 settembre del 1943 e termina il 27 aprile del ’45. Camin, nato in una famiglia patriarcale nel 1924 a Villazzano di Trento, dove tuttora abita con la nipote Nadia in Via del Cernidor, primo maschio dopo sei femmine e perciò chiamato Benvenuto, aveva diciannove anni quando nel luglio del 1943

Anna Frank, morta a Bergen Belsen, lo stesso campo dove verrà rinchiuso Benvenuto Camin

gli arrivò la cartolina precetto. Col suo fisico atletico che sfiora il metro e novanta lo arruolarono in una batteria di artiglieria alpina della ”Tridentina”, composta da 155 uomini. Neanche due mesi di addestramento e gli alpini vengono portati a Merano. Due giorni dopo, c’è l’Armistizio, il cosiddetto “Rebaltón”. Così racconta Benvenuto: “Noi reclute non sapevamo e rimanemmo. Ma i vecchi abbandonarono le armi, gettarono le divise, si procurarono vestiti civili e fuggirono attraverso le Palade in Val di Non“. Ho portato a casa i miei alpini


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Benvenuto a 21 anni

nella ritirata di Russia, salverò anche voi! proclamò il nostro capitano. I Tedeschi arrivarono il giorno dopo e fecero tutti prigionieri. Anche se eravamo lì in cinquemila alpini, con le armi, i cannoni e due carri armati, non ci fu resistenza. Per poche ore era rimasto incustodito un grande magazzino delle nostre Caserme di Maia Bassa. Stivai il mio grande zaino con tre mantelle alpine, altrettanti maglioni, due paia di scarponi. Uno me lo misi ai piedi. Quando arrivarono i Tedeschi mi confiscarono tutto, lasciandomi solo gli scarponi ai piedi. Il 10 settembre, con un caldo tremendo, ci misero in marcia. Ricordo un caldo tremendo. A Gargazzone uno di noi si era staccato dalla fila per fare i suoi bisogni. I Tedeschi gli spararono, lo stecchirono. A Bolzano ci portarono via quasi tutti quello che avevamo negli zaini, ci caricarono su un treno, attraverso Innsbruck-Hannover-Bassa Sassonia: tre giorni senza mangiare e senza bere (qualcuno aveva bevuto la sua orina). Arrivati, tirarono giù la gente morta. Ci portarono nei campi di concentramento, tra gli IMI (internati Militari Italiani):

io finii nel Stammlager 11 B, Follingbostel, Bassa Sassonia. Mi diedero l’etichetta di legno con il numero di matricola 153 158. In quel Lager ci sarei stato due anni: c’erano 48mila prigionieri di 18 nazioni, che furono dirottati in campi di concentramento minori adiacenti a grosse fabbriche in cui noi prigionieri militari avremmo lavorato. Io fui dislocato a Hildensein, a 30 chilometri da Hannover. Lavoravamo facendo stampi di ali per una fabbrica di aerei, utilizzando un impasto di argilla e mielato, residuo della barbabietola da zucchero. Qualcuno questo impasto se lo mangiava. I turni erano di dodici ore, di giorno di notte alternativamente ogni settimana. Ci davano tre patate a testa al giorno e un chilo di pane nero che doveva servire per una squadra di 12 prigionieri. Un giorno, stavo mangiando una zuppa, la vomitai. La sentinella mi colpì col calcio del fucile e mi obbligò a mangiarla dal pavimento. ll 28 ottobre, ad Hannover ci fu un bombardamento che fece 48mila morti. Ci portarono a raccogliere i morti: li raccogliemmo a pezzi, anche sugli alberi e i pali della luce. Dopo cinque mesi che mangiavo anche l’impasto di creta e mielato, pescando scorze di patata dalle latrine, ero calato di peso in modo impressionante. Cominciai a sputare e defecare sangue. Chiesi di essere visitato. L’interprete mi portò da un ufficiale delle SS. Mi ascoltò e alla fine mi cacciò gridandomi “Raus!” Allora io raccolsi le feci sanguinolente in un pezzo di carta, la seccai e chiesi di essere riportato dall’ufficiale nazista. Gli mostrai le feci. Questa volta lui si accorse che non raccontavo balle. Mi fece riportare nel Lager, in un reparto di morti viventi. Io non riuscivo a guarire. Allora pensai di scambiare la mia pancera con un sorvegliante, 59

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Il lasciapassare inglese con il quale Benvenuto tornerà a casa

un francese, che mi procurò dei medicinali a base di polvere di carbone. In mezzo a gente che moriva ogni giorno io riuscii a guarire. Se si era fortunati, ogni 40, 50 giorni arrivava da casa un pacco. Avevo scritto a mia madre che mi mandasse tutte le sigarette che poteva, Alfa o Milit. Lei lo fece e io che non fumavo, scambiandole, riuscivo a procurarmi qualcosa da mettere sotto i denti…” Iniziò il 1945 e il nostro Benvenuto cambiò lavoro: il caporalmaggiore Bhöm lo promosse “assaggiatore”. Di cosa? Dei viveri contenuti nei pacchi giunti ai prigionieri italiani nel frattempo deceduti. Era costretto ad assaggiarli per sincerarsi di cosa si trattasse, per cautelarsi che non fossero guasti. Se gli alimenti erano buoni se li portava via. E mai una volta che ne desse un boccone all’assaggiatore. Naturalmente violava il regolamento su cui i Tedeschi erano molto severi. Un giorno gli ordinò di seguirlo su un camion. Arrivarono nei pressi del campo dove stazionavano molti soldati tedeschi. I campi dei prigionieri non venivano bombardati dagli Alleati e i germanici si infrattavano nei pressi sentendosi al sicuro. Il graduato disse a Benvenuto di prendere la vanghetta di cui era dotato ogni mezzo e di seguirlo nel bosco. Qui gli ordinò si scavare una buca. “Non ti venne in mente che 60

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fosse per te?” ho chiesto a Camin. “No: la fame ti consuma anche il cervello, non senti più niente, non capisci più niente, perdi i contatti col mondo. Io, ad esempio, neanche mi ricordavo più nessun nome delle mie sei sorelle…” Per fortuna suonò l’allarme, il caporalmaggiore ebbe paura e mi riportò al campo. Ma non da dove eravamo venuti: il camion si arrestò al reticolato di un nuovo campo di concentramento: era il tristemente famoso Bergen Belsen, aperto nel 1940 come Campo dei prigionieri di guerra col nome d Stalag-XI-C e divenuto nel 1942 Lager. Benché non fosse un Campo di sterminio (non c’era un forno crematorio) vi furono ammazzati o vi morirono 50mila prigionieri, tra cui Anna Frank e sua sorella Margot. Ma perché il caporalmaggiore Bhöm aveva cominciato a far scavare la fossa a Camin? Evidentemente perché avvertiva vicina la fine della guerra, la sconfitta della Germania e voleva eliminare un testimone delle nefandezze naziste. Fuori del reticolato di Bergen Belsen usciva un fetore da togliere il fiato. E c’era un baracchetta in cui Benvenuto volle entrare. Dentro era piena di italiani che non sapevano il loro destino; tra di essi, sdraiato sul pavimento nudo, riconobbe un Aldo

Benvenuto durante un momento lieto, negli anni Novanta

Furlani, giovane fornaio di Povo, paese confinante con Villazzano. “Cossa fat, lì?” ”Son drìo a morir”, gli rispose il Furlani (invece riuscì a sopravvivere…). Portato con altri prigionieri italiani all’interno del Lager vide donne ebree a cui i Tedeschi strappavano i bimbi dalle braccia, li lanciavano in aria e gli sparavano. Ai prigionieri militari italiani fu ordinato di confezionare trecce con le matasse di capelli femminili radunate lì. Dopo tre giorni che era lì riuscì a fuggire (si sentiva vicina la fine della guerra e la sorve-

glianza si era un po’ allentata). Stette fuori la notte; dormì in una baracca di contadini dove lavorava Giuseppe Baroni di San Pellegrino Val Brembana. La proprietaria lo scoprì e lo denunciò. Fu riportato nel Lager, ma senza punirlo. La guerra stava per terminare. La mattina del 15 aprile si annunciò con un carro armato dalla grande stella bianca dipinta. Benvenuto fissò ad un palo un straccio bianco e gli andò incontro. Si aprì uno sportello: “Good morning!” gridò il Benvenuto. “Ma che good morning, buongiorno!” sentì una voce dall’accento napoletano. Era quella

Il memoriale delle sorelle Frank a Bergen Belsen


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Serena Dandini - Giulietto Chiesa Sveva Casati Modignani Vito Mancuso - Joseph Zoderer Magdi C. Allam - Sara Rattaro Francesca Barra - Gianluigi Nuzzi Franco Causio - Alberto Pellai Devis Bonanni - Serenella Antoniazzi Mariapia Veladiano - Paolo Morando Mario Melazzini - Francesca Negri Wu Ming - Diego Leoni Heinz Steinkötter - Renzo Francescotti Claudio Morelli - Carlo Martinelli Livio Ferrari - Audiospettro Massimo Lazzeri - Radiottanta Massimo LIbardi - Denis Fontanari Layla Betti - Art4Ca$h Stefano Bertoldi - Chiara Turrini omaggi a Roald Dahl , Paolo Monelli

www.trentinobookfestival.it e con Barbara Balduzzi e Ilaria Antonini Alessandro Fontanari - Paolo Piffer Istituto “Depero” Rovereto Giuliano Pàntano - Coro La Tor Renzo M. Grosselli - Michela Grazzi Mauro Neri - Fabrizio Franchi Corpo Bandistico di Caldonazzo Astrid Mazzola - Simone Cappello Marilena Guerra - Alberto Faustini Gabriele Buselli Anna Mazzotti Fausta Slanzi - Luciana Grillo Diego Andreatta Tiziana Tomasini Grazia Campregher Sistema bibliotecario trentino Sat Caldonazzo - Bubamara Civica Società Musicale Amnesty International Banca del Tempo dei Laghi Smed - A.P.A.S. Trento Promolettura Giunt- Eye in the Sky Ass. s.c. Valsugana Orientale e Tesino Associazione Artigiani Trento PAT R O C I N I O C O N C E S S O

mostre: “Roald Dahl 1916-2016” “1915-1918 al fronte con Paolo Monelli” “A che ora è la fine del mondo?”

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trentinoattualità

Prigionieri polacchi in Bassa Sassonia

di un americano figlio di un napoletano. Dopo gli americani arrivarono i Russi e infine gli Inglesi, che rimasero. Racconta Camin: “Mia mamma mi aveva scritto che quando fossi stato liberato dovevo mangiare il meno possibile, altrimenti potevo morire. Obbedendole, per giorni mangiai solo erbe o qualche ortaggio. Lo vomitavo, ma continuavo a mangiare così. Alla fine lo stomaco si allargò e cominciai a mangiare normalmente. Ero arrivato a pesare 45 chili, ma pian piano ripresi il mio peso. Invece tre miei amici bresciani che avevano

scambiato una stecca di Chesterfield contro un maialino e lo avevano cucinato e mangiato, morirono…” Gli Inglesi radunarono tutti gli Italiani nelle baracche che avevano ospitato i lavoratori tedeschi impiegati nelle fabbriche: erano belle costruzioni, comode e attrezzate. Un giorno, verso la fine di giugno, era lì con altri nell’ampio corridoio a parlare, quando arrivarono quattro prigionieri italiani. Tra di essi il nostro Benvenuto riconobbe un tale di Rabbi (chiamiamolo Magnani, è un cognome abbastanza diffuso…). Quell’uomo era stato l’interprete dei Tedeschi. Camin che moriva di fame, una volta aveva scambiato con lui i suoi scarponi contro un chilo di pane. ”Te lo porto domani”, gli disse l’interprete. L’indomani non lo fece. Benvenuto si fece coraggio e glielo chiese. “Che cosa vuoi il pane, che hai un piede nella fossa!“, lo sfotté ghignando il Magnani”. “Va bene: ma prega Iddio che io muoia, prega di non

incontrami se sopravvivo…” Ora lo aveva rincontrato. Gli balzò addosso. Gli Inglesi portarono via l’ex interprete dei Tedeschi con l’autoambulanza. Chiesero a Camin perché lo avesse ridotto così. Lui glielo spiegò. E loro gli risposero che non gliene aveva date abbastanza. Benvenuto Camin arrivò a Trento il 12 settembre del ’45: avrebbe potuto tonare qualche mese prima, ma sua madre gli aveva scritto di non avere fretta di tornare finché c’erano tedeschi sbandati, disordini e strade minate. Era una donna intelligente e prudente che, rimasta vedova, aveva saputo governar bene la sua famiglia anche senza marito. E Benvenuto faceva sempre quello che diceva sua madre. Tornato in Trentino, una delle prime cose che fece fu di andare a Cognola dai famigliari di Natale Ceschi a raccontargli di come lo avesse incontrato nel Lager, di come fossero diventati amici, di come fosse morto di tisi tra le sue braccia il 7 settembre del ‘44, raccomandandogli di andare a trovare i suoi.

Successe anche a Benvenuto di ammalarsi di t.b.c., nel 1948, dopo essersi ammalato di tifo. Per due anni fu al sanatorio di Mesiano; per altri due in convalescenza a casa. Poi, col suo fisico da corazziere, tornò in ottima salute. Ed ora a 92 anni, a parte il mal di gambe, è ancora in buona salute, e ci ha raccontato la sua drammatica storia nei ■ Lager.

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trentinocantineaperte trentinoattualità di Giada Vicenzi

CANTINE APERTE: TUTTI I SEGRETI IN UN BICCHIERE ARMATEVI DI CALICE E TENETEVI LIBERI PER L’ULTIMO WEEK END DI MAGGIO: CON “CANTINE APERTE” IL MOVIMENTO TURISMO DEL VINO VI PORTA A SCOPRIRE TUTTI I SEGRETI E LE DELIZIE DEL “NETTARE DEGLI DEI” DIRETTAMENTE NEI LUOGHI DI PRODUZIONE, IN QUELLA TERRA STRAORDINARIA CHE SI CHIAMA TRENTINO

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onto alla rovescia per l’edizione n. 24 di “Cantine Aperte”, l’appuntamento organizzato l’ultimo week end di maggio dal Movimento Turismo del Vino, che mette in circolo in tutta Italia oltre un milione tra appassionati e enoturisti, per far scoprire la cultura del vino direttamente nei suoi luoghi di produzione. Un’iniziativa che anche in Trentino è diventata ormai una tradizione. I produttori aderenti apriranno le porte delle loro cantine e sveleranno al pubblico l’alchimia di tecniche e saperi che si cela dietro a un calice di vino. E non c’è modo migliore per conoscere e assaporare l’arte millenaria degli eccellenti vini trentini, che andarli a scoprire direttamente nel luogo di produzione. L’appuntamento con “Cantine Aperte” diventa, quindi, un’occasione, sempre nuova e 64

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sempre diversa, per addentrarsi nella conoscenza dei migliori vini della nostra regione, accompagnati dalle guide più esperte e sincere che si possano trovare: i produttori in persona. Ma “Cantine Aperte” rappresenta molto più che un itinerario di degustazioni; è, piuttosto, una filosofia, uno stile di viaggio e di scoperta non solo del vino, ma anche della grappa e dell’olio; in una parola, del territorio, a partire proprio dai prodotti più tipici, quelli che meglio lo descrivono e lo rappresentano. I programmi sono ancora in fase di definizione e per questo vi invitiamo a contattare le singole aziende: al momento di andare in stampa sappiamo che ad aprire i battenti ai visitatori domenica 29 maggio saranno ventidue cantine, tre distillerie e un frantoio. Una realtà diversa dall’altra per dimensioni, prodotti e

filosofia aziendale, ma accomunate dalla qualità e dal forte legame con il territorio e rappresentative del variegato mondo vitienologico trentino, dove le grandi industrie enologiche e le piccole cantine famigliari lavorano fianco a fianco. E non c’è periodo migliore di questo per programmare un tour in Trentino, alla scoperta non solo dei suoi vini, ma anche dei suoi castelli, dei suoi borghi senza tempo e dei suoi paesaggi mozzafiato. Con le sue giornate tiepide e lunghe, la primavera offre certamente le occasioni migliori per passare una domenica all’aria aperta e scoprire luoghi vicini, magari poco conosciuti. Avio, per esempio, alle porte del Trentino, merita sicuramente una visita per scoprire la Pieve romanica, il castello di Sabbionara e le specialità tradizionali, in particolare vini e formaggi, veri ambasciatori


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Enantio vino del Centenario - proprieta Cantina Sociale di Avio - Zeta Foto Ala

di gusto. “Hoc est vitis quod vocatur Oenanthium”: con queste parole nel I secolo d.C. Plinio il Vecchio descriveva le viti selvatiche, comunemente chiamate “ambrusca”, che crescevano nella zona di Avio. Enantio, un vino su cui negli ultimi anni si è concentrato gran parte del lavoro della cantina sociale Viticoltori in Avio. Perché è il vino autoctono di questa zona, da sempre presente in questo territorio anche per la sua “generosità” e resistenza. È riuscito, infatti, a superare il nefasto periodo della fillossera e nel comune di Avio esistono ancora vigneti centenari a piede franco assolutamente

da visitare. La Cantina di Avio produce Enantio dal 1996, ora anche in versione “Riserva”, concepita per durare a lungo nel tempo. L’Enantio è un vino che dà il meglio di sé in abbinamento ai formaggi del Caseificio di Sabbionara, prodotti con il latte del bestiame allevato sul monte Baldo. Un connubio da cui è nato di recente il formaggio affogato all’Enantio, uno dei dieci formaggi di eccellenza del Trentino, che è possibile degustare assieme a un bicchiere di vino durante una visita alla cantina Viticoltori in Avio. L’adesione a “Cantine Aperte” è ancora da definire, ma un’esperienza sensoria-

le come quella appena descritta merita sicuramente una nota in agenda, per programmare una visita e un assaggio. Proseguendo verso nord, si attraversa il comune di Ala e le sue corti settecentesche, dove soggiornò Mozart; un tempo famosa per tessuti e sete e ora vivace e operosa cittadina, dove il settore artigianale e agricolo guidano l’economia. Se siete in viaggio allea scoperta delle “Cantine Aperte”, ecco che proprio sui terrazzamenti sopra Ala, a quota 500 metri, ha sede Borgo dei Posseri, incastonato tra i boschi della val di Ronchi e di San Valentino. Duecento e più ettari di natura, memoria rurale della comunità di Ala, che da qualche anno ha visto la rinascita della miglior viticoltura di montagna. Rispetto della tradizione e del territorio vanno anche di pari passo con l’attenzione per l’ambiente. Una sensibilità che ritroviamo nella Cantina Sociale Mori-Colli Zugna, dove il rispetto del territorio e l’utilizzo razionale delle risorse naturali è evidente anche nelle forme e nelle tecniche costruttive. La nuova struttura, ultimata nel 2011, è quasi invisibile dalla strada, perché tutta ipogea, ossia realizzata sotto il livello del suolo. Sui due ettari di terreno che occupa l’immobile, la quasi totalità della copertura

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trentinocantineaperte della cantina è stata realizzata con un tetto “verde”: in parte con vigneti, in parte con semplice manto erboso, in un passaggio indissolubile tra la cantina e la campagna. Per ricoprire il tetto, la cantina ha usato più di 6.000 vigne di un particolare clone, selezionato dalla Fondazione Mach: una varietà resistente che abbisogna di ridotti o nulli trattamenti anticrittogamici. Si tratta di un progetto ad alto risparmio energetico e a bassa antropizzazione del territorio. Un complesso sistema di utilizzo razionale dell’acqua ha permesso di ridurre i consumi del 70%. Sempre sul tetto sono in funzione anche una serie di pannelli fotovoltaici. È una cantina che merita sicuramente una visita, non solo per vedere da vicino l’insolita struttura, ma soprattutto per assaporarne gli ottimi vini e la giornata di “Cantine Aperte” rappresenta sicuramente un’ottima occasione. Proseguendo oltre in direzione di Rovereto, sempre sulla Destra Adige, ci si viene a trovare nel Comune di Isera, borgo di origini antiche come testimoniano i resti della villa romana, sulle cui colline dimora un altro grande simbolo della Vallagarina: il Marzemino. Celebrato da Mozart nel suo “Don Giovanni”, il Marzemino è forse il vino più tipico della Vallagarina, dove ha trovato l’habitat ideale. La massima espressione qualitativa viene raggiunta proprio nella zona di Isera, grazie ai terreni basaltici che

conferiscono alle uve, e quindi al vino, una struttura e un bouquet eccezionali. Il Marzemino è uno dei “gioielli” della Cantina Sociale di Isera, cantina dalla tradizione ormai centenaria, ma che ha saputo rinnovarsi con intelligenza. Fondata nel 1907, per volontà dei viticoltori della zona, la Cantina d’Isera conta oggi oltre 200 soci e una superficie di 230 ettari, che ad ogni vendemmia conferiscono mediamente 25.000 quintali di uve scelte e pregiate. “Il buon vino nasce in campagna” è una massima a cui la Cantina d’Isera si attiene fermamente. Dalla scelta dei nuovi impianti sino al controllo sistematico dell’intero ciclo vegetativo, tutto è seguito e controllato rigorosamente, al fine di ottenere una produzione viticola di alta qualità, bilanciando sapientemente le nuove tecnologie e con le antiche tradizioni. Anche per la Cantina di Isera va verificata l’apertura in occasione di Cantine Aperte: un assaggio di Marzemino è d’obbligo per chi visita la Vallagarina, assieme agli altri vini pregiati di questa cantina centenaria. Le attività in programma in occasione di Cantine Aperte sono tante e di vario tipo anche alla Distilleria Marzadro e alla Cantina Vivallis di Nogaredo. Proprio quest’ultima cantina ha raccolto l’eredità della vecchia Società Agricoltori Vallagarina e ha oggi un obiettivo: produrre vini che siano sintesi di tradizione e modernità, espressione coerente ma dinamica

del territorio. Proseguendo ancora verso nord si entra nel borgo di Nomi, dove ha sede la cantina Pedrotti Spumanti, ricavata in una suggestiva grotta: il contesto ideale per far maturare i Trentodoc Pedrotti ed esaltare ancora di più le bollicine di montagna. Qualche chilometro più a nord, si incontra un altro esempio del fervido movimento cooperativo, sviluppatosi in Trentino un secolo fa: la Cantina Aldeno, che aprirà i battenti al pubblico per far assaggiare il meglio della sua produzione: Müller, Traminer, lo spumante Altinum, il Moscato Giallo Castel Beseno e il rinomato il Merlot. Giunti a Trento, l’elenco delle “Cantine Aperte” si fa davvero lungo: Cantina Sociale, Cantine Ferrari e Distilleria Segnana dei fratelli Lunelli, Cavit, Moser, Mas dela Fam con il suo ristorante. E la lista prosegue se allarghiamo lo sguardo a est e a ovest di Trento: a Maso Toresella, che si affaccia sull’incantevole lago di Toblino, Cavit e la Fondazione Mach hanno fondato un centro di sperimentazione avanzata, volto a creare vini di pregio. Ad Arco il visitatore troverà ad accoglierlo la cantina Madonna delle Vittorie e Frantoio Bertamini, a Tignerone di Bleggio l’Azienda Agricola Carlo Bleggi, a Civezzano Maso Can-

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trentinoattualità trentinocantineaperte La Cantina di Mezzacorona

tanghel, a Cembra l’omonima Cantina di Montagna. Ma il nostro viaggio ci chiama verso nord, verso la Piana Rotaliana, vegliata da possenti pareti rocciose e patria del Teroldego, un altro vino autoctono e fortemente territoriale. Lo si potrà assaggiare alla Cantina Mezzacorona, che di Teroldego annovera tre eccellenti versioni: il Castel Firmian, la Riserva e il vertice assoluto, il Nos. Oltre che di Teroldego, Cantina Mezzacorona è il primo produttore italiano di Pinot Grigio, Chardonnay, Gewürztraminer e Lagrein e dello spumente Metodo Classico Trento Doc Rotari. Una cantina forte di 110 anni di storia e oggi realtà composita che segue tutta la filiera produttiva, raggiungendo più di 60 paesi del mondo con i suoi marchi ormai conosciutissimi. Una struttura efficiente e organizzata, che trae forza dalla tradizione e dalla cultura di un popolo, quello trentino, abituato a convivere con un ambiente bellissimo ma difficile, da armonizzare con delicatezza. I 1600 viticoltori associati curano i pendii vitati delle vallate del Trentino e dell’Alto Adige, in tutto 2.800 ettari di vigneto (cui si aggiungono altri 1000

ettari in Sicilia nelle aziende a marchio Feudo Arancio), in maniera artigianale e paziente, nel pieno rispetto della salvaguardia dell’ambiente e dei criteri di sostenibilità. Così fertile e vocata, la Piana Rotaliana ospita non a caso un’alta concentrazione di cantine: Cantina La-Vis e Valle di Cembra e Maso Poli a Lavis, Distilleria Bertagnolli a Mezzocorona, Azienda Agricola Barone De Cles a Mezzolombardo, Casa Vitivinicola Endrizzi a San Michele all’Adige. Ancora più a

MTV: SCOPRIRE VINO E TERRITORIO

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ondata nel 1993, Movimento Turismo del Vino-MTV è un’associazione no profit con sede in Toscana, a Montalcino, suddivisa in comitati regionali. La base sociale è composta da oltre 1000 cantine in tutta Italia, selezionate con criteri specifici, che prendono in esame in primo luogo la qualità dell’accoglienza enoturistica. Fra i principali e più autorevoli interlocutori del settore, MTV ha come obiettivo principale proprio quello di diffondere il turismo del vino, anche in un’ottica di promozione e cura dei territori. Il lavoro segue quindi due canali paralleli: da un lato incrementare il flusso turistico nelle zone d’Italia ad alta vocazione vinicola, dall’altro incentivare le cantine e i produttori a migliorare l’accoglienza turistica. Negli ultimi anni si assiste infatti a un crescente aumento di consapevolezza da parte dei consumatori nei confronti dei prodotti di consumo alimentare, mentre si è andata consolidando l’abitudine di scoprirli e acquistarli direttamente nel loro luogo di produzione, accorciando la filiera e introducendo nuove dinamiche commerciali e turistiche. In linea con questa pratica diffusa, il motto di Cantine Aperte è proprio “Vedi cosa Bevi”: e non potrebbe esserci definizione migliore per una realtà che si ripropone di portare i visitatori appassionati di vino direttamente nel cuore delle cantine, e delle aziende agricole di tutta Italia. Cantine Aperte non è però il solo appuntamento che il MTV organizza nel nostro Paese per avvicinare produttori e consumatori: Calici di Stelle il 10 agosto, Cantine Aperte in vendemmia a settembre, Cantine Aperte a San Martino in novembre e infine Cantine Aperte a Natale ai primi di dicembre.

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“CANTINE APERTE” IN TRENTINO: Az. Agr. Barone De Cles, Az. Agr. Mas Dela Fam, Azienda Agricola Dott.carlo Bleggi, Borgo Dei Posseri, Cantina Aldeno, Cantina La Vis E Valle Di Cembra, Cantina Mori - Colli Zugna, Cantina Sociale Di Trento, Cantina Sociale Roveré Della Luna, Cantine Ferrari F.lli Lunelli, Cavit, Distilleria Bertagnolli, Distilleria Marzadro, Distilleria Segnana F.lli Lunelli, Endrizzi, Frantoio Bertamini, Gaierhof S.r.l. Azienda Vinicola, Madonna Delle Vittorie, Maso Cantanghel, Maso Poli, Maso Toresella Di Cavit, Mezzacorona Rotari, Moser, Pedrotti Spumanti, Cembra Cantina di Montagna, Vivallis. nord, sfiorando il confine con l’Alto Adige e la provincia di Bolzano ad accogliere gli enoappasionati saranno l’Azienda Vinicola Gaierhof e la Cantina Sociale di Roveré della Luna. Dai confini con il Veneto alle terre di lingua tedesca, dalle arie miti del Garda alle terre minerali della Piana Rotaliana, dal vino al formaggio, dall’olio alla grappa: impossibile non lasciarsi sedurre dalle specialità della terra trentina, a maggior ragione se, grazie a “Cantine Aperte”, possono essere degustate nel loro luogo di origine; che sia una cantina, una distilleria o un frantoio, poco importa, se a versarcele nel bicchiere è la mano stessa del produttore. ■



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e r r Britigianali

di Giada Vicenzi

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TRENTINO FA RIMA ANCHE CON BIRRA! TORNA PER IL TERZO ANNI DI FILA L’ATTESISSIMO APPUNTAMENTO CON CEREVISIA, IL FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI DEL TRENTINO. UN SETTORE CHE È IN CONTINUA ASCESA E CHE PUNTA TUTTO SULLA QUALITÀ DEGLI INGREDIENTI E SULLA CREATIVITÀ DEI BIRRAI, PER UN’ESPERIENZA GUSTATIVA FUORI DALLE CONVENZIONI E PIÙ VICINA AL CUORE E AL TERRITORIO

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gli italiani piacciono le bionde. Ma anche le luppolate, le «doppio malto», le non filtrate. Purché siano made in Italy, o meglio ancora: made in Trentino. Insomma, non è più necessario andare in Germania per assaporare un’ottima birra artigianale. Negli ultimi anni in Trentino sono nati tanti piccoli birrifici che mantengono viva questa antica tradizione. Il Trentino, dunque, non è più solo sinonimo di vini di qualità, ottimi spumanti e grappe avvolgenti, ma anche di birre artigianali prodotte con ingredienti genuini da filiere locali che ne garantiscono la qualità. 70

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La produzione locale è in rapidissima ascesa: si tratta di realtà aziendali piccole, o addirittura piccolissime, guidate da persone giovani

e dinamiche che hanno deciso di tornare a scommettere sulle birre artigianali, fatte di ingredienti di prima qualità, dedizione e pazienza. Realtà

diverse, ma legate da un filo comune: la passione esagerata per la buona birra. È così che nel 2013, dopo 9 anni di gavetta casalinga, è nato il progetto del birrificio Barbaforte di Folgaria: passione, maturata nel tempo, di assaporare e brassare birra artigianale. Il nome scelto si ispira a una delle grandi passioni del birraio Matteo per la radice di rafano (cren), chiamata appunto barbaforte. «Le nostre birre – racconta – sono tutte non pastorizzate e non filtrate, contengono quindi lieviti vivi che donano profumi e sapori che raramente si possono sentire nelle birre industriali.


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Matteo Barbaforte

Usiamo il luppolo come unico conservante naturale, il risultato è una bevanda piena di profumi e aromi complessi». Attualmente Matteo produce 4 diverse birre. La prima nata in casa Barbaforte è “San Lorenzo”, ispirata alle Golden Ale inglesi: leggera e non invadente è pensata per avvicinare alla birra artigianale chi ancora non conosce questo straordinario prodotto. Il nome è quello del patrono di Folgaria, ma anche della piazza dove si trova il locale di Matteo e famiglia. Poi c’è “Obice”,

ispirata alle Indian Pale Ale americane, più impegnativa e decisa. Ambrata, con sentori di resina e arancia, è corposa e con una nota amara in chiusura. Il nome rievoca l’obice, un cannone utilizzato durante i conflitti, e quindi l’amarezza della guerra. La terza birra, “Abete”, si ispira alle Extra Special Bitter inglesi ed è creata con un lievito caratterizzante: i profumi intensi, di frutti, caramello e malto, ritornano in bocca, sostituiti poi da un amaro equilibrato e complesso. Chiamata così perché con il

suo colore ricorda la corteccia dell’abete rosso. L’ultima arrivata in casa Barbaforte è “Quadro”, ispirata alle Saison belghe, con l’utilizzo di spezie fra cui coriandolo, radice di genziana biologica del Monte Baldo e rafano fresco. Il sapore è fresco, con una nota amara finale, secca ma piacevole. Proprio questa birra si è aggiudicata il primo premio alla Fiera di Rimini, organizzata da Unionbirrai, nella categoria “saison”, birra chiara, per birrai artigianali. Un risultato importante, che conferma la qualità dei prodotti Barbaforte. Matteo,

però, guarda avanti verso il prossimo traguardo, cioè avere un birrificio artigianale tutto suo a Folgaria. Le pratiche sono già avviate: con la determinazione che gli è tipica, a breve Matteo coronerà anche questo obiettivo. In continuo fermento (è proprio il caso di dirlo!) è il birrificio BioNoc’, che ha sede a Mezzano, nel Primiero. Progetto birraio di nuova concezione che ha preso forma

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SEI NUOVI BIRRIFICI PRESENTI ALLA TERZA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI TRENTINE

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chi ama la birra, in particolare quella artigianale, «Cerevisia» è nome che suona ormai assai familiare. Il festival, lanciato due anni fa quasi per gioco da un gruppo di amici che hanno imparato ad apprezzare la qualità e la genuinità di questo prodotto brassicolo, con l’obiettivo dare visibilità ai sempre più numerosi produttori trentini, ma anche di creare un evento per promuovere la Val di Non, celebrerà la terza edizione da venerdì 20 a domenica 22 maggio. Anche se dalla prima è trascorso un tempo relativamente breve, nel frattempo il settore ha conosciuto una crescita impetuosa, che ha dimostrato quanto fosse indovinata la scelta di puntare i riflettori sulle birre artigianali di casa nostra. Basti pensare che a Fondo, fra poco più di un mese, saranno ben 20 i birrifici presenti all’esposizione, sei in più rispetto al 2015 e più del doppio di quelli che avevano salutato l’edizione di esordio. In dodici mesi hanno dunque visto la luce altre sei aziende, che vanno ad impreziosire il settore e naturalmente ad arricchire la proposta di «Cerevisia». Si chiamano «Argenteum», con sede a Palù di Giovo, «Leder» in Vale di Ledro, «Barbarrique Fermentazioni» a Trambileno, «Mastro Rebuf» a Nave San Rocco,

dal 2009, BioNoc’ è guidato da Nicola Simion e Fabio Simoni, due giovani soci di 29 e 33 anni con il chiodo fisso per la birra artigianale, al punto da definirsi dei veri “fondamentalisti della birra”. Alla base di BioNoc’ c’è il desiderio di raccontare e trasmettere non solo la passione per la birra, ma anche il legame e la cura del territorio, in un progetto che mette insieme le energie rinnovabili, le produzioni locali, gli ingredienti biologici, per produrre birre che

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sono espressione genuina e fedele delle diverse materie prime e della terra che le produce. Per mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche dei vari ingredienti, le birre Bionoc’ non sono filtrate né pastorizzate: sono quindi delle bevande “vive”, ricche di fermenti, aromi e sapori inaspettati, prodotte in dieci diversi tipologie: Staiòn, Alta Vienna, Lipa e Nociva, cui di recente si sono aggiunte GoldonAle, La Guana, 100% Primiero (con orzo e luppolo primie-

«Plotegher» a Besenello, «Birrificio Trento» nel capoluogo. Si riparte dai numeri assai significativi registrati nel 2015, ovvero 17.000 degustazioni servite a 9.000 visitatori. Anche quest’anno toccherà al Palanaunia fare da cornice all’evento, che per tre giorni sarà allietato dalle band musicali impegnate sul palco mentre gli ospiti degustano e si confrontano con i produttori. Attesa vi è anche per i riconoscimenti assegnati ogni anno da una qualificata giuria. Quale etichetta succederà alla Maria Mata del Birrificio Rethia di Vezzano quale miglior birra artigianale dell’anno? Quale azienda meriterà la palma che un anno fa fu di BioNoc’? Altri premi vengono assegnati alla miglior birra artigianale trentina di tradizione brassicola tedesca, a quella di tradizione inglese, a quella di tradizione belga ed infine a quella di tradizione americana. Alla luce del successo di un anno fa, non mancherà la birra preparata appositamente per il festival, il cui nome è «Cerevisia 3.2», un prodotto a bassa gradazione alcolica prodotta dallo stesso BioNoc’. Venerdì sera verrà riproposta anche la Cena di abbinamento «Doppio Malto a chi?». Altre novità sono in cantiere. rotti, quindi totalmente a km zero), Bio Lupo, Mengose e Vai Serena. Birre la cui qualità è confermata da importanti riconoscimenti: due medaglie d’oro a Cerevisia 2014 e 2015 come miglior birrificio artigianale trentino, una medaglia d’oro sempre a Cerevisia 2015 a Biolupo quale miglior birra artigianale trentina di tradizione brassicola tedesca e il quinto posto alla manifestazione Birra dell’anno 2015 di Rimini, nella categoria “Scure alta fermentazione e basso gra-

do alcolico”. Insomma, BioNoc’ è attualmente il birrificio artigianale più premiato del Trentino, con una clientela che spazia dai pub ai ristoranti stellati di Bastianich e Gilmozzi (solo per citarne alcuni!) e una distribuzione che arriva in tutta Italia e ha richieste persino da Canada, Stati Uniti, Olanda e Francia. Accanto al progetto work in progress di introdurre la coltivazione dei diversi luppoli nelle valli trentine, la novità più interessante in casa BioNoc’ è senz’altro la Barricaia


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Boutique, che con le sue 64 botti di legno incarna l’ultima sfida (vinta) in casa BioNoc’: le sour ale, ovvero le birre acide. Una tecnica antichissima che torna in auge all’alba del Duemila per merito di birrai intraprendenti come Fabio e Nicola. Un’altra grande novità nel panorama della birra artigianale made in Trentino è rappresentata dalla Birra LuLu, “La Birra degli Chefs”, ideata e firmata dai celeberrimi chef trentini Luigi e Luca Sforzellini, assieme all’amico Domenico Francescon, mastro birraio con 25 anni di esperienza internazionale. Dopo la linea di vini creata nel 2012, proprio in questi giorni è in arrivo una nuova ed esclusiva selezione di dieci birre artigianali, tutte create su un filo conduttore ispirato ai metalli preziosi e al borgo di Mattarello di Trento, dove gli Sforzellini Brothers sono di casa. Francescon ha interpretato alla perfezione i desideri dei due celebri chef, da tempo appassionati di birra artigianale, dando concretezza alle loro intuizioni e alla convinzione che ci fosse una specifica necessità di creare nuove birre artigianali per un nuovo concetto di bere birra. Il risultato di oltre un anno di alchimia cerebrale, lavoro e sperimentazioni sono dieci diverse birre suddivise tra “Classiche” e “Speciali”, che reinterpretano e riscrivono la

tradizione, adattandosi ai più svariati abbinamenti culinari, impreziosite dalla vivace veste grafica curata da Davide Mottes: LuLu AL 13, chiara doppio malto, corposa e col caratteristico gusto amaro del luppolo; LuLu PT 78, chiara stile “Blanche”, ad alta fermentazione, delicata e fresca al palato, lievemente acida; LuLu CU 29, ambrata doppio malto, con aromi
di caramello e luppolo, corposa e dolce, ma con un finale piacevolmente amarognolo; LuLu SE 34, stile India Pale Ale, amara ma bilanciata dal dolce del malto caramellato; LuLu PB 82, scura doppio malto, ottenuta con malti “Vienna” e “Black”, dall’aroma erbaceo
e dal gusto morbido con chiari sentori di caffè. LuLu CO 27, ambrata alla zucca; LuLu TI 22, chiara alle mele, ottenuta da malto Pilsner e mele, da degustare fuori pasto per la sua piacevole fragranza; LuLu FE 26, ambrata aromatizzata con castagne italiane arrostite; LuLu CR 24, chiara aromatizzata con ciliegie italiane, birra da meditazione, da gustare dopo i pasti; LuLu AU 79, ambrata triplo malto e tripla fermentazione, chiamata anche “vino d’orzo” per l’alto grado alcolico (13%), ottima alla fine del pasto come liquore di birra. Ma le novità non finiscono qui, perché Luigi e Luca Sforzellini anticipano che è in arrivo anche la birra di Natale: un altro prodotto fuori da tutti gli schemi conosciuti. COS’È LA BIRRA ARTIGIANALE? Unica per sapore e aroma, genuina e priva di conservanti, il suo consumo si sta diffondendo sempre più, sia in Italia che in Trentino. Ma cos’è, esattamente, una birra artigianale? Come si produce e in cosa si differenzia da quella industriale presente nella grande distribuzione? In realtà, non esiste

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trentinobirreartigianali una vera e propria definizione ufficiale di cosa sia la birra artigianale: si tratta di un prodotto del tutto differente da quella industriale, più particolare, meno diffuso, ma molto ricercato da intenditori e non solo. È una birra non pastorizzata, prodotta senza l’utilizzo di conservanti e con ingredienti di prima qualità. Tra le sue caratteristiche ci sono: differenziazione del gusto: ogni artigianale ha un sapore inconfondibile e ognuna si differenzia dall’altra, pertanto non c’è quell’uniformazione del gusto che si riscontra, invece, nei prodotti industriali; assenza di pastorizzazione: la birra artigianale non è sottoposta a pastorizzazione, ovvero al processo in cui le bottiglie di birra sono portate tramite vapore a una temperatura di 60°C per circa 30 minuti; in tal modo vengono uccisi i microrganismi presenti nella birra garantendo così la lunga conservazione necessaria alle birre industriali; assenza di filtrazione: la birra artigianale non viene filtrata e in tal modo si preservano

caffè; caratteristica è anche la crema densa e abbondante, color nocciola. Stout in inglese vuol dire “robusto”, in riferimento alla corposità della birra.

Fabio e Nicola di Bionoc

al meglio tutte le componenti organolettiche a favore di sapori e aromi inconfondibili; assenza di conservanti e additivi chimici: gli ingredienti sono selezionati e non sono aggiunti né conservanti né additivi chimici. GLOSSARIO Ale: vasta gamma di birre, che hanno in comune l’essere ottenute da malto d’orzo con l’uso di lieviti ad alta fermentazione, che donano un sapore dolce, dal corpo

pieno e fruttato. La stragrande maggioranza delle birre Ale contiene poi solitamente luppolo, che conferisce un aroma amaro, erbaceo, che bilancia la dolcezza del malto. Stout: birre ad alta fermentazione prodotte con orzo torrefatto, caratterizzate dal colore molto scuro e dalla tostatura marcata; la gradazione è relativamente bassa e l’amaro intenso, con note che ricordano il cacao e il

Weiss/Weizen: birre ad alta fermentazione ottenute da una miscela di orzo e frumento. Cremose e leggere, di colore dorato, a gradazione media e con note speziate e acidule. Sono chiamate “birre bianche”, ma non per il colore, che è anzi spesso di un biondo opaco e torbido, dovuto ai lieviti in sospensione, ma per l’abbondante schiuma che si genera durante la fermentazione. Lager: birra di colore oro pallido leggermente velato, ha un sapore mediamente amaro, gradazione alcolica standard (5% vol.) e una buona luppolatura. Con la parola Lager si indicano generalmente le birre chiare a bassa fermentazione di ogni parte del mondo. Pils/Pilsner: di origine boema, rappresentano forse lo

ANCHE QUESTʼANNO

VI ASPETTA A 5

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trentinobirreartigianali caratterizzate da note fresche e secche di liquirizia e cioccolato amaro. Il nome deriva dal tedesco schwarz (nero), colore caratteristico di queste birre.

stile più classico fra le lager chiare. Di colore dorato, in genere molto luppolate, quindi un po’ più amare e con una schiuma abbondante e dal perlage finissimo.

te denso e il gusto equilibrato. La Vienna è invece una lager dolce, dal colore rosso ambrato, dovuto all’elevata temperatura di torrefazione del malto.

Vienna, Märzen/Oktoberfest: birre stagionali prodotte in marzo e stagionate fino a fine settembre, periodo in cui sono servite all’Oktoberfest. Il tasso alcolico è leggermente maggiore rispetto alle comuni lager. Il colore è pieno, il corpo è mediamen-

Dunkel e Schwarze: birra di antiche origini, caratterizzata da un buon corpo, un colore ambrato/bruno e un gusto dolce e maltato. I toni sono spiccatamente tostati, con note di cioccolata e frutta secca. Le Schwarze sono più scure e tostate,

Bock e Doppelbock: sono i classici stili tedeschi delle birre più forti. Le Bock sono a bassa fermentazione e a gradazione elevata (fra i 6,5 % e i 7,5% vol), dense, corpose e con un deciso sapore di malto. Le Doppelbock sono le “sorelle” più forti delle Bock, con un tasso alcolico oltre 7,5% vol. Il colore va dal dorato, al bruno, al marrone; il gusto è fortemente maltato, tendente al caramello. Sour Ale: birre prodotte a fermentazione spontanea, non aggiungendo lievito di birra, ma sfruttando i lieviti selvaggi e i batteri volatili presenti nell’ambiente. Caratteristico il lungo (da sei mesi a tre anni) invecchiamento in botti di legno, che a loro volta contengono i batteri del vino o dello sherry che hanno ospitato

in precedenza. Il risultato è una birra dalla ricchezza aromatica inconfondibile e dal marcato sapore acidulo. Lambic: prodotta solo in Belgio: per la precisione, solo nella regione del Payottenland, non lontano da Bruxelles. È una birra acida a fermentazione spontanea, in quanto i lieviti e i batteri non vengono selezionati dal birraio ma provengono direttamente dalla flora autoctona del birrificio. Birra di Natale: birra prodotta per essere venduta unicamente nel periodo natalizio; può essere sia ad alta che a bassa fermentazione, si presenta generalmente di colore bruno e con una gradazione alcolica più alta e un gusto più deciso e speziato, per meglio abbinarsi alla cucina saporita delle feste. ■

“La Birra LuLu” Sforzellini Selection firmata Sforzellini Brothers, è “La Birra degli Chefs” pensata a “Tre Menti” e sviluppata in 10 tipologie nella nuova esclusiva selezione. Una linea di birre artigianali ideata e firmata dagli Chefs internazionali Luigi Sforzellini e Luca Sforzellini assieme al loro grande amico Domenico Francescon, Mastro Birraio a livello internazionale. Selezione di birre artigianali impreziosita dai vari “must” delle tipologie di birre ideate, tutte create su un filo conduttore nominale dedicato ai metalli preziosi e al paese di Mattarello di Trento.

MATTARELLO (TN) – labirralulu@gmail.com – www.LaBirraLuLu.com

La Birra LuLu

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trentinopanorama

di Nicola Tomasi

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ino al 26 maggio si terrà a Trento la serie di lezioni-concerto Chi ha paura del Novecento? Scienza e musica di ieri: quattro antidoti alla diffidenza. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del “Piano strategico di arricchimento della didattica 2016” dell’Università degli Studi di Trento. Ideata e promossa dal Laboratorio di Filologia musicale del Dipartimento di Lettere e Filosofia con il contributo del Collegio di merito “Bernardo Clesio”, la rassegna è frutto della collaborazione con diverse istituzioni che operano sul territorio: il Conservatorio di musica “F. A. Bonporti” di Trento, la Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l’Associazione culturale “I Minipolifonici”. Dopo il concerto inaugurale del 20 aprile, si succederanno nel mese di maggio quattro lezioni-concerto, ciascuna delle quali dedicata a un’opera di un grande compositore del secondo Novecento: Berio (mercoledì 4), Donatoni (mercoledì 11), Stockhausen (mercoledì 18), Kurtág (giovedì 26). Ogni incontro sarà accompagnato, in altra data, da una lezione di approfondimento scientifico. Tutti gli appuntamenti, aperti agli studenti di ogni ordine e grado, hanno carattere didattico

CHI HA PAURA DEL NOVECENTO? DA UNA DOMANDA SEMPLICE E DIRETTA, UNA SERIE DI LEZIONI-CONCERTO IDEATA E PROMOSSA DAL LABORATORIO DI FILOLOGIA MUSICALE DEL DIPARTIMENTO DI LETTERE E FILOSOFIA DI TRENTO e divulgativo e sono offerti gratuitamente alla cittadinanza. Uno dei presupposti di “Chi ha paura del Novecento?” è che spesso la musica del passato recente, nonostante appartenga già alla storia, non viene compresa perché proposta ed eseguita in modo inadeguato al contesto. Questa iniziativa si distingue per l’elevatissima qualità delle esecuzioni, grazie alla collaborazione di musicisti ed ensemble di fama internazionale che hanno dedicato notevole impegno alla diffusione di questo repertorio (Aldo Campagnari, Francesco Canavese, Francesco Giomi, Quartetto Prometeo, Quin-

Luciano Berio

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Karlheinz Stockhausen

tetto di fiati dell’Orchestra Haydn, Simone Vebber). Inoltre, ad ogni lezione-concerto e ai relativi approfondimenti saranno presenti, oltre al musicologo e compositore Marco Uvietta (docente di Musicologia e Storia della musica del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento), docenti di varie discipline tecniche e scientifiche dei Dipartimenti di Fisica (Stefano Oss), Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (Lorenzo Battisti) e Ingegneria Industriale (Stefano Gialanella) dello stesso Ateneo, nonché del Conservatorio di Trento (Massimo Priori). Insieme guideranno

il pubblico alla comprensione delle opere musicali con concetti semplici e chiari, ma soprattutto con efficaci suggestioni veicolate dall’approccio scientifico alla materia sonora. Abbiamo scelto come immagine-simbolo di Chi ha paura del Novecento? un disegno di un bambino di sei anni: se ci rapportassimo alla modernità con la stessa immediatezza dei bambini, la comprenderemmo più facilmente. Il disegno rappresenta un particolare di una composizione musicale del nostro tempo, della quale il bambino, evidentemente, non ha alcuna paura. ■



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a nuova tecnologia anti inquinamento è racchiusa in una pittura 100% naturale. Si chiama Airlite Immagina di trasformare le tue pareti in un depuratore d’aria naturale, che usa solo l’energia della luce. Nessun rumore, nessun consumo di elettricità, nessuna manutenzione, nessun effetto collaterale e un’efficacia che dura nel tempo. Tutto questo in una nuova rivoluzionaria tecnologia si chiama Airlite, che si applica come una normale pittura 100% naturale su ogni tipo di superficie. A inventare Airlite è stato il bolognese Massimo Bernardoni, che insieme al milanese Antonio Cianci la sta portando sullo scenario mondiale. Questa nuova tecnologia viene attivata dalla luce, secondo un processo simile alla fotosintesi clorofilliana delle piante. Airlite riduce i più comuni inquinanti nell’aria fino all’88,8% come l’ossidio di azoto, formaldeide, cloruro di metilene, benzene, ecc. Pensate che pitturando una superficie esterna di 1000 mq, pari ad una palazzina di 7 piani potrebbe eliminare in sole 12 ore l’inquinamento di 96 autovetture con motore a benzina Euro 6 e di 72 autovetture a gasolio con motore euro 6. Come fa a pulire l’aria? Questo è possibile grazie alla tecnologia brevettata Airlite– afferma Antonio Cianci, Kauffman Fellow e co-fondatore della

Ruggero Zanetti amministratore di Switch Group srl.

LA PITTURA CHE PURIFICA L’ARIA ELIMINA LO SPORCO E I CATTIVI ODORI DAGLI AMBIENTI QUOTIDIANI, A CASA E SUL LAVORO, ALL’INTERNO COME ALL’ESTERNO. STIAMO PARLANDO DI AIRLITE, UNA INNOVATIVA SOLUZIONE PER ABBATTERE IL PROBLEMA DELL’INQUINAMENTO DELL’ARIA. ECCO COME... società – agisce vicino alla superficie delle pareti come una pianta ma grazie all’effetto della circolazione dell’aria il suo effetto si estende però a tutto l’ambiente circostante. Se usata all’esterno degli edifici contribuisce a ridurre l’inquinamento atmosferico delle città, mentre se usata all’interno degli ambienti in cui viviamo li rende più igienici e salutari. È come avere un bosco dove vuoi? Si, dipingere una superficie di 100mq con Airlite riduce l’inquinamento dell’aria al pari di un’area di 100mq coperta da alberi ad alto fusto. Ma c’è di più, Airlite, grazie alla potente azione ossidante genera in modo naturale un’alta concentrazione di disinfettante naturale che elimina batteri e muffe al 99,99% impedendone lo sviluppo in modo permanente. Test di laboratorio hanno dimostrato che Airlite è efficace indipendentemente dal tipo di batteri e funziona sia sui batteri resistenti agli antibiotici, come lo Staphylococcus Aureus, sia sugli altri batteri pericolosi per la salute umana, come l’Escherica Coli, responsabile di intossicazioni alimentari, meningite, e la Klebisella Pneumoniae,

responsabile della pericolosa polmonite batterica. Inoltre sempre grazie all’azione ossidante del suo principio attivo Airlite elimina i cattivi odori dagli ambienti quotidiani e anche lo sporco grazie al suo potere autopulente, eliminando direttamente in modo naturale le molecole associate al cattivo odore, liberando l’aria da tutti i componenti nocivi e rendendola fresca e gradevole all’olfatto. In questo modo si ottiene una completa ed efficace eliminazione non solo degli odori, ma delle stesse cause che li generano. L’alto contenuto tecnologico ha consentito alla start up di vincere, lo scorso maggio, il programma televisivo Shark Tank, trasmesso da Italia 1 e dedicato alle aziende innovative in cerca di finanziamenti. Grazie a Shark Tank e a un’operazione di fund raising internazionale hanno raccolto oltre 2 milioni di euro e si presenta oggi come una delle tecnologie più promettenti del futuro. La sfida di Switch Group srl, grazie ad un importante accordo commerciale per la distribuzione in Trentino del prodotto innovativo Airlite è quella di farlo conoscere e applicarlo in modo particolare nelle scuole, asili, negli

ospedali, nelle residenze per anziani ed in tutti i luoghi pubblici e di lavoro “Airlite è un’innovazione tecnologica che affronta il problema da un punto di vista diverso, migliorare la qualità dell’aria per la nostra salute negli spazi in cui viviamo è una sfida ambiziosa, ma che può essere vinta, grazie ad Airlite”, afferma Ruggero Zanetti amministratore di Switch Group srl. ■

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di Fabio De Santi

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opo le svariate sperimentazioni dei lavori degli ultimi anni, si fa sentire forte la voglia di un ritorno alle radici e al folk degli inizi. Io ovviamente non posso tornare indietro o ringiovanire. Mi ha stimolato molto quindi, la possibilità di suonare con gli Shiver, questi ragazzi che venivano ai miei concerti quando erano bambini. Arriva un momento nella vita in cui bisogna avere il coraggio di confrontarsi con qualcuno che forse ha percorso meno strade ma che possiede l’energia e la freschezza per rispiegarti chi sei stato e chi potrai ancora essere. Con mio grande piacere gli Shiver hanno accettato di accompagnarmi in questo “Cooperatour”, sarà come una gita all’insegna del folk”. La gita a tutto folk è quella in cui Davide Van De Sfroos condurrà il pubblico che assisterà al concerto del 21 maggio al Palalevico di Levico Terme

VAN DE SFROOS FOLK COOPERATOUR IL CANTAUTORE LOMBARDO DAVIDE VAN DE SFROOS ASSIEME AL GRUPPO DEGLI SHIVER DELIZIERÀ IL PUBBLICO CHE ASSISTERÀ AL CONCERTO DEL 21 MAGGIO AL PALALEVICO DI LEVICO TERME nell’ambito del suo “Folk CooperaTour” . Gli Shiver, che accompagnano sul palco Davide Van De Sfroos per tutto il “Folk CooperaTour”, sono una giovane band di Lecco composta da Lorenzo Bonfanti (chitarra, percussioni, voce), Stefano Bigoni (piano, lap-steel, tromba, voce), An-

drea Verga (banjo, chitarre, mandolino, voce),Stefano Fumagalli (contrabbasso) e Luca Redaelli (violino). Al centro di questo tour che approda anche in Trentino anche le canzoni del suo nuovo disco “Synfuniia” uscito lo scorso dicembre e che contiene 14 brani storici del cantautore

comasco, riarrangiati dal M° Vito Lo Re per la Bulgarian National Radio Simphony Orchestra. In “Syfuniia” Davide Van De Sfroos, in occasione dei suoi 50 anni, ha vestito i suoi grandi successi di nuovi abiti, unendo folk, rock e musica classica sotto la guida del M° Vito Lo Re (che ha

CONCORSO 60 STORIE A FUMETTI

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l Gruppo Trentino di Volontariato, CAM, Consorzio Associazioni per il Mozambico, ATB, Associazione Trentino con i Balcani e Studio d’Arte Andromeda hanno indetto un concorso a premi con l’intento di dare visibilità alle storie legate alle esperienze di cooperazione di comunità di 3 associazioni in Mozambico, Vietnam e Balcani. Il concorso prevede l’utilizzo della tecnica del fumetto e dell’illustrazione. Il concorso rappresenta la terza fase del più ampio progetto “60 storie a fumetti” che nasce con l’intento di raccontare le storie di vita dei protagonisti di 60storie.com utilizzando la tecnica espressiva del fumetto e dell’illustrazione. Così facendo si vuole promuovere un percorso di conoscenza della cooperazione e solidarietà internazionale utilizzando il mezzo espressivo del fumetto. L’obiettivo è contribuire alla crescita di una cultura di pace, libera da stereotipi su popoli lontani, un’opinione pubblica consapevole dell’importanza della cooperazione internazionale e della specificità della cooperazione di comunità. Attraverso il fumetto si cerca di affrontare la tematica degli squilibri economici tra nord

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e sud del mondo e tra centri e periferie, di descrivere le problematiche dei territori in cui GTV, CAM e ATB lavorano e gli impatti positivi sulle economie locali che i progetti di cooperazione di comunità riescono a creare. I premi in palio nel concorso sono 3 buoni viaggio per i territori coinvolti: un buono di 1.200 Euro per il Mozambico, un buono di 1.000 Euro per il Vietnam ed un buono di 800 Euro per i Balcani. Inoltre sono previste 10 menzioni. Al concorso possono partecipare i cittadini italiani che abbiano compiuto 17 anni. Per partecipare è necessario:


trentinopanorama già lavorato, tra gli altri, con Edoardo Bennato, Elton John Band e Massimo Ranieri) e registrando il disco tra Roma, Sofia (Bulgaria) e Cantù (Como). Proprio su questo lavoro cosi particolare Van De Sfroos aveva raccontato: «Quando una canzone viene creata, qualunque sia la sua struttura, comincia ad esistere e a muoversi per conto suo nell’universo di tutti coloro che la ascoltano. Ne resti il padre ma non il padrone assoluto e a quel punto le sue possibilità diventano infinite. Se una canzone nata sul tavolo di un’osteria viene invitata a corte dall’imperatore, può farsi mille problemi, temere di essere stata presa in giro o di non far parte di quel mondo, che così facendo non conoscerà mai. Oppure può godersi il viaggio e ringraziare per l’invito. Il maestro Vito Lo Re ha trasformato queste canzoni in vere e proprie colonne sonore e quindi, proprio ad ognuno di voi auguro di farsi il proprio film, ascoltandole. Grazie Vito di averle vestite così per l’occasione». Davide Bernasconi, in arte Davide Van

De Sfroos, è un cantautore e scrittore nato a Monza e cresciuto sul Lago di Como, il cui nome d’arte rappresenta una tipica espressione del dialetto tremezzino (o laghée) traducibile con “vanno di frodo”. In quindici anni di carriera musicale solista, ha pubblicato sei album di inediti, ha recentemente ricevuto il Premio Maria Carta e ha vinto due volte il Premio Tenco: come “Miglior autore emergente” nel 1999 e come “Migliore album in dialetto” nel 2002. Si è classificato quarto alla 61ª edizione del Festival di Sanremo con “Yanez”, brano scritto e cantato in dialetto tremezzino che ha dato il nome al quinto album, il cui successo ha fatto registrare il secondo sold out al Mediolanum Forum di Assago. L’ultimo disco di inediti è “Goga e Magoga”, che è arrivato al secondo posto della classifica Fimi degli album più venduti in Italia senza dimenticare che ogni sua apparizione in Trentino trova sempre l’accoglienza della sua gente per concerti che hanno sempre i profumi ■ di una festa.

• Prendere ispirazione da una delle storie contenute in 60storie.com • produrre al massimo 4 tavole di fumetti in A3 o A4 oppure una tavola di illustrazione in A3 o A4 • compilare il form allegato al regolamento • inviare il tutto a info@studioandromeda.net Termine ultimo per l’invio delle opere è il 15 Maggio 2016. La giuria che selezionerà i vincitori sarà composta da 3 persone: un esperto di Studio Andromeda, un esperto in fumetti ed un rappresentante delle Associazioni. La premiazione avverrà sabato 11 giugno 2016 a Trento. Con il materiale ricevuto, GTV e le associazioni partner produrranno una mostra ed un catalogo che sarà messo a disposizione dal giorno della premiazione. Il concorso e tutto il progetto 60 storie a fumetti è reso possibile grazie al sostegno di: Provincia Autonoma di Trento, Mediocredito ed Agenzia Viaggi ETLI. Maggiori informazioni: 60storie.com. GTV | info@gtvonline.org | 0461.917395 Andromeda|info@studioandromeda.net |0461.209227

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i è aperto lo scorso 29 aprile al Teatro Comunale di Tione con la data zero il nuovo tour live dell’Andrea Braido Trio che il 13 maggio toccherà anche Trento con il concerto al Teatro San Marco per approdare poi in diverse altre città italiane. Andrea Braido dei più noti chitarristi italiani in questo 2016 si proporrà infatti on stage in tutta la Penisola con lo show che porta la sigla di “Let’s Rock!”. Lo spettacolo, prodotto da Pino Putignani per Piattaforma Eventi, vuole essere il concerto/omaggio al rock vero, anni 60/70 più trascinante in circolazione oggi in Italia. “Questo – evidenzia proprio Putignani – per i musicisti che lo eseguono, Andrea Braido in primis, per la scelta dell’essenzialità del trio, per il sound fedele ma moderno allo stesso tempo, per la dimensione teatrale, con lo

ANDREA BRAIDO: LET’S ROCK! IL NUOVO TOUR LIVE DEL TRIO DEL CHITARRISTA TRENTINO TOCCHERÀ IL 13 MAGGIO ANCHE IL TEATRO SAN MARCO DI TRENTO spettatore seduto ma coinvolto nello spettacolo, per la scaletta proposta. Assistere allo spettacolo significa fare un viaggio in anni ormai passati, quando la musica era regina assoluta, prima degli effetti eccessivi, dei mega-eventi, delle trasmissioni televisive, dell’avvento di internet, della caduta della discografia”. Let’s Rock con quel Braido considerato

come uno dei più creativi e validi chitarristi in Italia, si preannuncia come un live estremamente essenziale, senza immagini, senza filmati, senza effetti pirotecnici o eccessi nel light design. Chitarra elettrica, batteria, basso e voce e tanta, tanta energia. Andrea Braido accompagnato da Francesco Corvino alla batteria e Massimo Zaccaro al basso e voce è il talentuo-

“REMEMBER NUMBER”: DAL 13 AL 15 MAGGIO

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li anni ‘70, ‘80 e ‘90 sono stati contrassegnati da una particolare vivacità delle forme di intrattenimento su base musicale. Le discoteche erano, in genere, realtà di riferimento indiscusso per le serate di divertimento e anche il nostro territorio provinciale proponeva un’offerta ampia e diversificata di locali da ballo. Tra questi appare certamente spiccare il Paradisi Star Number One di Pergine. Sono queste le premesse per l’evento “Remember Number” con tre serate di musica che si svolgeranno dal 13 al 15 maggio al Palaghiaccio di Pergine Valsugana. Il Number One per il popolo della notte trentino è stato un locale unico fin dalla sua fondazione, per la location, per la dimensione, per l’offerta musicale variegata. Trent’anni di vicinanza ad un segmento di popolazione trentina particolarmente ampio. Memorabili i venerdì sera del liscio con le più famose orchestre romagnole, il sabato della disco music, la domenica pomeriggio per una popolazione più giovane e la domenica sera con l’offerta diversificata (la famosa parete mobile). Trent’anni di storia e ricordi, trent’anni di movida trentina. Partendo da qui Michele Rossi ha cominciato ad accarezzare l’idea di provare a ricreare, per un attimo, quella magica atmosfera, progettando un weekend all’insegna proprio di quei fantastici anni. In questo suo progetto ha poi coinvolto Andrea Zanetti (storico resident dj del locale) e Andrea Tombini con i quali ha formato un gruppo di lavoro composto inoltre da Roberto Sani e Silvio Gnesotto per dare forma poi a questo appuntamento. L’evento Rembember Number è stato così collocato al Palazzetto del ghiaccio di Pergine, struttura ampia, facilmente raggiungibile, disponibile di ampi parcheggi e adeguata nelle sue strutture. Tra venerdì e sabato animeranno le serate i resident DJ del Number che nei diversi anni si sono succeduti alla consolle (il clou del sabato sarà dedicato al DJ Andrea Zanetti, un ritorno in consolle il suo dopo 13 anni di assenza).

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so leader di questo trio ben assortito e perfettamente amalgamato. La scaletta prevede brani di Rolling Stones, Jimi Hendrix, Deep Purple, Beatles, Police, Aerosmith e tanti altri grandi successi che hanno segnato oltre un ventennio di grande musica. “Un concerto davvero unico – spiega Putignani – che si può vivere dalla prima nota all’ultima con esecuzioni che per tecnica superano spesso l’originale, ma forse un pizzico di nostalgia, alla fine dello spettacolo, per chi ha vissuto quegli anni e ricorda alla radio i disc jockey che lanciavano nuove hit, nuovi album, nuovi pezzi che avrebbero fatto la storia”. “Let’s Rock!” è dunque l’occasione per ritrovare o scoprire magari uno dei più virtuosi chitarristi italiani: la sua carriera annovera molte collaborazioni storiche sia nei live tour che in studio collaborando con numerosi cantanti. Inoltre ha diviso il palco con vari musicisti stranieri durante concerti, jam, studio sessions personali. Fra gli artisti con cui Braido ha suonato in tour anche Patty Pravo, Francesco Baccini Vasco Rossi, Zucchero, Eros Ramazzotti, Adriano Celentano, Antonella Ruggiero, Enzo Iannacci, Angelo Branduardi ■ e Laura Pausini.


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uesti brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta narrativo. C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze, nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare». Con queste parole Ezio Bosso racconta i contorni del suo ultimo disco “The 12th Room” che presenterà il 22 maggio all’Auditorium S. Chiara di Trento. Quello del musicista piemontese, in piano solo, è uno dei tour più importanti di questo 2016 dopo che Bosso ha emozionato e commosso l’Italia dal palco del Festival di Sanremo con la sua composizione “Following A Bird”. Subito dopo l’esibizione di Ezio Bosso come ospite sul palco dell’Ariston “The 12th Room” ha raggiunto la prima posizione della classifica iTunes degli album più venduti nel nostro Paese. “The 12th Room” è un doppio album, o forse sono due storie e una sola allo stesso tempo. ll primo disco (di 56 minuti) è composto da dodici brani,

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MAGICO, INFATICABILE EZIO BOSSO LE NOTE DEL SUO ULTIMO DISCO “THE 12TH ROOM” AL CENTRO DELLO SHOW IN PROGRAMMA IL 22 MAGGIO ALL’AUDITORIUM S. CHIARA DI TRENTO tra cui quattro inediti e sette di repertorio pianistico. Più un brano così inedito da non essere nemmeno mai stato eseguito dal vivo. Il secondo contiene invece la Sonata No. 1 in Sol Minore, che pur senza interruzioni è composta da tre movimenti, ed è della durata di circa 45 minuti. I due dischi sono anche esattamente la scaletta del mio ultimo concerto in piano solo registrato quasi live e con pubblico in sala al Teatro Sociale di Gualtieri tra il primo e il quattro settembre 2015. ”I brani – spiega il compositore – come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo. Quelli di repertorio rivelano anche da dove provengo, do-

ve si trovano le radici della musica che scrivo. Rivelano i due musicisti che convivono in me: il compositore e l’interprete. Soprattutto sono storie di stanze. Stanze a cui appartengo, o che appartengono alla mia esperienza o semplicemente che appartengono alla storia delle stanze stesse”. Un mondo fatto di melodie intense quello di Bosso: “Alcuni brani mi hanno aiutato a tornare a suonare, ad uscire dalla “stanza”, con cui ricomincio a studiare. Altri sono brani dedicati da altri compositori a storie di stanze. Mi sono reso conto che in fondo anch’io ho scritto su stanze in passato, e non ci avevo mai fatto caso. Il primo disco rappresenta per me

la preparazione alla Sonata, come fossero porte collegate che ci guidano da una stanza all’altra“. Ezio Bosso è un pianista, compositore, direttore d’orchestra ed è stato anche contrabbassista. Prolifico, innovativo e raffinato, il suo talento si è esercitato nei più disparati e complessi ambiti musicali, dalle composizioni classiche per le grandi orchestre sinfoniche, a quelle da camera o solistiche, dalla colonne sonore per il cinema fino al teatro, alla danza e alle sperimentazioni con i ritmi contemporanei. Dal 2011 convive con una malattia neurodegenerativa progressiva. Nel suo percorso di musicista ha diretto alcune delle più importanti orchestre internazionali, come la London Symphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra dell’Accademia della Scala, l’Orchestra Filarmonica ‘900 e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia per citarne alcune. Nel 2014 Bosso ha debuttato con la sua Fantasia per Violino e Orchestra come direttore alla testa di London Symphony Orchestra con Sergey Krylov al violino solista. Dal loro incontro è nata una collaborazione con■ tinuativa.


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quella offerta dall’evento “Parole per Pianoforte“, in programma il 3 maggio al Teatro Comunale di Pergine Valsugana, l’occasione per scoprire, in anteprima, i brani del nuovo album della pianista di Trento Isabella Turso. Un’occasione speciale quella proposta nel cartellone della seconda edizione della rassegna “Teatri Viaggianti” organizzata dall’Associazione Culturale Teatro delle Garberie, con l’ideazione e il coordinamento artistico di Maurizio Dini Ciacci, perché al fianco di Isabella Turso ci sarà anche il noto rapper e produttore Dargen D’Amico. Un incontro quello fra la pianista trentina e il rapper che è avvenuto a Milano un anno fa con il proposito di iniziare a sperimentare insieme, unendo la poetica di Dargen alle composizioni per pianoforte di Isabella che ha dato vita ad un percorso letterario/artistico molto suggestivo. “Quello che ha preso forma insieme a Dargen D’Amico – ha raccontato a Trentinomese Isabella Turso – è un progetto artistico a cui tengo molto perché mi darà la possibilità di soddisfare il mio desiderio di sperimentare, di coniugare due sensibilità musicali solo apparentemente differen-

“PAROLE PER PIANOFORTE” LA PIANISTA ISABELLA TURSO E IL NOTO RAPPER E PRODUTTORE DARGEN D’AMICO SARANNO PROTAGONISTI DI UN’ORIGINALE PERFORMANCE, AL TEATRO DELLE GARBERIE DI PERGINE VALSUGANA MARTEDÌ 3 MAGGIO ti. Senza snaturare i nostri due stili abbiamo cercato di dialogare, confrontandoci e rispettando le nostre due personalità artistiche. Non si tratta di contaminazione (che brutta parola), ma di dialettica, con la precisa intenzione di avvicinarci senza mai confonderci. Inoltre ero alla ricerca di un abile autore che riuscisse a trasformare in parole le mie musiche”. La Turso dunque non poteva trovare di meglio in Dargen D’Amico, uno dei rapper più apprezzati del panorama musicale italiano, non il classico rapper, non un semplice autore, più un “cantautorap”, come lui stesso ama definirsi. “Abbiamo registrato – spiega la Turso, a Milano nel-

lo studio 7 della SAE Insitute, ho suonato su un pianoforte eccezionale, uno Steinway modello D-274 di Passadori, e il produttore musicale che ci ha seguiti in questo stimolante ma non semplice percorso è il bravissimo Tommaso Colliva, che ha recentemente vinto il Grammy per il disco dei Muse. Il suo contributo artistico è stato determinante per riassumere ed esprimere al meglio le nostre caratteristiche pur mantenendone l’integrità”. Il cd contiene undici brani, di cui quattro inediti e sette tratti dai precedenti successi discografici di Dargen, che la Turso ha reinterpretato in

chiave totalmente nuova: “Alle sonorità del pianoforte e della voce abbiamo voluto aggiungere qualche ingrediente in più: percussioni, beatbox, e anche un quartetto d’archi e fiati. Sono davvero molto soddisfatta del risultato finale, spero di riuscire nell’intento di avvicinare un pubblico sempre più variegato ed eterogeneo. Durante il concerto “Parole per Pianoforte” si ascolteranno per la prima volta i brani dell’album ancora prima dell’uscita del cd prevista per i prossimi mesi e a cui seguirà un tour nazionale per lanciare questa particolare produzione musicale che va oltre i generi. ■ 89

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ra il 1968, praticamente cinquant’anni fa, debutto di Hair a Broadway, e il primo e unico Love-Rock Musical, anche in questo terzo Millennio, mantiene intatta la sua travolgente forza musicale e la sua freschezza originaria portando nei teatri di tutto il mondo il suo messaggio di pace. Un musical diventato leggenda che verrà proposto in due spettacoli in regione, dalla International Broadway Musical Company New York: il 14 maggio alla Kursaal di Merano (ore 20.30) e domenica 15 maggio all’Auditorium S.Chiara di Trento, ore 21. Il musical rock scritto da James Rado e Gerome Ragni (testi) e Galt MacDermot (musica) è considerato come la testimonianza teatrale più importante della controcultura hippie degli anni Sessanta e il suo successo ha significato un autentico terremoto nella cultura sessuale statunitense, contribuendo a

LEGGENDARIO “HAIR” DOMENICA 15 MAGGIO ALL’AUDITORIUM S.CHIARA DI TRENTO IL MUSICAL CHE DA 50 ANNI PORTA NEI TEATRI DI OVUNQUE IL SUO MESSAGGIO DI PACE diffondere l’opposizione pacifista alla guerra del Vietnam. Un rituale, una celebrazione estatica, una protesta, un happening, una commedia, una tragedia, «Hair» rompe ogni regola teatrale, come i suoi protagonisti, gli hippies, ruppero ogni norma sociale stabilita. In Hair troviamo temi ancora di straordinaria attualità; la protesta contro la guerra, contro l’intolleranza, la brutalità e la disumanizzazione della società. L’amore,

la felicità, la libertà come una possibile alternativa. Il messaggio di «Hair» trascende ogni barriera generazionale o culturale per diventare messaggio universale. Molte delle canzoni che attraversano «Hair» sono diventate dei veri must anche della protesta pacifista degli anni settanta come nel caso di «Aquarius», «I’m black», «I believe in love», «I got life», «Easy to be hard» e «Starshine». Il musical racconta la storia di un

gruppo politicamente attivo di «capelloni» e «hippies dell’età dell’Aquario», che combattono la coscrizione della guerra del Vietnam e vivono insieme a New York. La loro lotta ruota intorno al tentativo di creare un equilibrio tra l’armonia della vita comunitaria e i nuovi valori promossi dalla rivoluzione sessuale, da un lato, e la ribellione pacifica contro la guerra e i valori conservatori dei genitori e della ■ società, dall’altro.

“DISTRETTO 38” CON ENRICO RAVA E MATTHEW HERBERT

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n nuovo festival dedicato alle musiche elettroniche che intende offrire una panoramica dotata sia di profondità storica, sia di mordente sul piano dell’attualità con una programmazione che abbraccia tanto l’avanguardia quanto la club culture. Distretto 38 (ispirato dal codice di avviamento postale delle due città che inizia con un 38) è un festival fra musiche, arti ed innovazione, voluto dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, che avrà luogo a Trento e Rovereto dal 13 al 19 maggio. L’obiettivo di «Distretto 38», curato da Denis Longhi e Alberto Campo, che sono anche i direttori artistici delle rassegne Jazz’About e Transiti, i cui due ultimi eventi sono di fatto inglobati in questo nuovo festival, è quello di proporre al tempo stesso momenti di analisi culturale e spettacolo al passo con la contemporaneità, siano essi di richiamo (concerti e dj set) o rivolti a platee selezionate (sonorizzazioni

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d’ambiente e cinematografiche). Primo evento in cartellone quello del 13 maggio all’Auditorium di Trento, dove al fianco del musicista e produttore inglese Matthew Herbert, il cui nome era già stata annunciato nel cartellone di Jazz’About, ci saranno anche Enrico Rava e Giovanni Guidi. Rava è considerato fra i jazzisti italiani più celebri a livello internazionale con una reputazione costruita nel corso di una carriera lunga ormai mezzo secolo mentre Giovanni Guidi è un pianista jazz cresciuto proprio alla scuola di Rava, di cui è tuttora abituale collaboratore. Sabato 14 maggio al Teatro Sanbàpolis il concerto dei tedeschi Âme, leggasi Kristian Beyer e Frank Wiedemann, che agiscono in duo da una dozzina di anni mescolando ritmi dance e raffinatezze concettuali. A seguire dj Koze, al secolo Stefan Kozalla. Domenica 15, alle 18, sarà il MuSe, ad ospitare la sonorizzazione di Max Loderbauer & Luigi Ranghino.


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di Nicola Tomasi

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orna l’appuntamento con il Concorso Internazionale AUDIMozart che quest’anno si svolgerà a Rovereto dal 14 al 18 maggio. Il Concorso Internazionale AUDIMozart! è uno dei più prestigiosi concorsi per giovani strumentisti a fiati per l’esecuzione dei Concerti di Mozart per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e orchestra. Un concorso che si svolge nella Città della Quercia in maggio ogni due anni a partire dal 2002, per iniziativa dell’Associazione Mozart Italia, che intende in questo modo valorizzare i migliori giovani esecutori di strumenti a fiato di tutto il mondo. Il successo dell’iniziativa è testimoniato dal consistente numero di iscritti: ognuna delle precedenti edizioni ha registrato più di cento iscritti provenienti da ben quarantadue nazioni. In questo 2016 il Concorso Internazionale AUDIMozart propone la sua ottava edizione e valuterà i suoi concorrenti in tre diverse fasi: eliminatoria – semifinale – finale. La Giuria, composta da prestigiosi solisti e insegnanti provenienti da tutto il mondo, è presieduta dal M° Marcello Abbado ed è formata da Nilo Caracristi , corno, Peter Lukas

AUDIMOZART A ROVERETO DAL 14 AL 18 MAGGIO. IL PRESTIGIOSO CONCORSO INTERNAZIONALE AUDIMOZART PER GIOVANI STRUMENTISTI A FIATI Graf, flauto, Viola Wilmsem, oboe , Dimitri Ashkenazy, clarinetto, Giancarlo Guarino, Dir. Orchestra, Stefano Canuti, fagotto e Corrado Ruzza, pianoforte. Per ciascuna delle cinque categorie, ai vincitori saranno assegnati premi in denaro e un ricco carnet di concerti-premio in Italia e all’estero. Il calendario delle audizioni, tutte pubbliche e a ingresso libero, è il seguente 14 - 24 maggio – eliminatorie e semifinali (Civica Scuola Musicale Zandonai); 25 - 27 maggio – ore 20.45 - finali (Sala Filarmonica - Corso Rosmini). Da sottolineare come tutti i concorrenti saranno ac-

compagnati al pianoforte dal M° Corrado Ruzza. L’evento finale del Concorso Internazionale AUDIMozart è previsto per sabato 28 maggio, alle 21, al Teatro Zandonai di Rovereto con il Concerto di Gala dei vincitori del 1°premio accompagnati dall’Orchestra

Haydn di Trento e Bolzano. Il ticket d’ingresso sarà di soli € 12,00 (ridotto € 10,00 per i soci AMI) con i biglietti che si possono acquistare nelle Casse Rurali e anche su www.primiallaprima.it. Altre info su www.mozartitalia. org/it. ■

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di Fabio De Santi

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ono le Cantine Rotari di Mezzocorona ad ospitare, dal 27 al 29 maggio la 19° edizione della rassegna di attività economiche ed artigiane Mezzacorona Expò. Un’iniziativa che da anni rappresenta un’occasione unica per le diverse categorie merceologiche. L’esposizione fieristica di Mezzocorona Expò e il contatto diretto con un pubblico molto vasto permettono non solo di proporre prodotti e servizi, ma anche di dare visibilità alla propria attività e di consolidare l’immagine del proprio marchio. Gli stand particolarmente curati sono seguiti in tutti i particolari logistici ed organizzativi, allo scopo di creare un percorso coerente e agevolato per i visitatori, per facilitare il contatto tra espositore e cliente e per garantire una massima rendita all’investimento degli standisti, privilegiando la parte della fiera come business. L’inagurazione di Mezzocorona Expò è prevista per venerdì 27 alle 18 con apertura degli stands fra il Trentino dei

MEZZACORONA EXPÒ DAL 27 AL 29 MAGGIO, LA DICIANNOVESIMA EDIZIONE DELLA RASSEGNA DI ATTIVITÀ ECONOMICHE ED ARTIGIANE ALLE CANTINE ROTARI BambinI, ristorazione e Dragoland. Alle 18.30 grande festa con l’esibizione di ginnastica artistica e ritmica di Smile Academy, truccabimbi e sculture di palloncini con VD Animazione, spettacolo di bolle di sapone con Cristiana Animacrì e show di magia. Nella giornata di sabato 28 l’apertura degli stands è prevista invece per le 10 mentre alle 17.30 al Palarotari è previsto lo spettacolo “I fratelli Al”: un giocoliere serio e preciso e un giocoliere tonto in uno spettacolo di giocoleria fatto di comicità, battute e

numeri di grande equilibrismo dalla straordinaria verve comica. Nella giornata di chiusura, domenica 29, alle 17,30 andrà in scena lo spettacolo “Buonanotte Camillo”: teatro, circo, magia, danza e molto altro ancora, il tutto racchiuso in una notte indimenticabile fatta di strani sogni e curiosi personaggi, di e con Magico Camillo e Vanessa Bertoletti. Negli spazi di Mezzocorona Expò sono sono presenti punti di ristoro fornitissimi con tante proposte per passare un piacevole momento di relax insieme alla zona Baby

Garden un’area giochi gratuita con attrazioni per i più piccolini e intrattenimento per bambini, una nursery organizzata. Tante anche le proposte sotto la sigla de “Il Trentino dei bambini” fra giochi, laboratori creativi ed esperienze compresa quella del “Villaggio dei pompieri” con tanti giochi e prove per diventare un vero aspirante pompiere a cura dei Vigili del fuoco volontari di Mezzocorona. Nelle giornate di sabato 30 e domenica 31 maggio sono previste le visite guidate alla Cantina Rotari con degustazioni. ■

LA GIPSOTECA DI ANDREA MALFATTI

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arà aperta fino al 3 luglio a Cappella Vantini a Trento la mostra La gipsoteca di Andrea Malfatti. L’esposizione, a cura dell’architetto Michelangelo Lupo e con la collaborazione del Museo di arte moderna e contemporanea di

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Trento e Rovereto (Mart), è organizzata dal Servizio Cultura, turismo e politiche giovanili. L’intento è quello di valorizzare alcune opere in gesso, donate già nel 1912 da Andrea Malfatti al Municipio di Trento e conservate al Mart. Nel corso della sua lunga carriera egli operò in diverse località, non solo italiane, spostandosi in svariate occasioni sia per realizzare opere su commissione di privati e di istituzioni pubbliche, sia per partecipare a rinomate esposizioni fra queste l’Esposizione universale di Parigi del 1878. La gipsoteca illustra lo studio e il lavoro che precedevano la realizzazione delle sculture definitive, trasmettendo al pubblico la sensazione di essere nell’atelier dello scultore tra la polvere dei modelli in gesso e alcune opere finite. In mostra si potranno ammirare anche due marmi, il Busto di Dante Alighieri, richiamo al sentimento di una patria italiana ancora sperata (opera stabilmente collocata al pian terreno della Biblioteca comunale di Trento) e l’esotica L’Egizia, velato riferimento a sorti di schiavitù indomita.


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SPLENDORE DEI GIOIELLI DEL XIX SECOLO

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razie al Film Festival della Montagna approdano a Trento mostre inusuali, ricche di fascino e intriganti, esposizioni cosiddette laterali rispetto

al mondo dell’arte, quello con l’A maiuscola, ma non per questo inferiori. Anzi, talvolta si rivelano molto più stimolanti e affascinanti. Ciò vale per la mostra allestita presso le sale di Palazzo Roccabruna a Trento (Via S. Trinità, 24) la quale tratta degli ornamenti in argento dei Mapuche, un popolo amerindo che vive tra il Cile e l’Argentina. Mapuche significa letteralmente “figli della terra”, ed è il nome del popolo originario di questa parte della catena Andina e che ancora oggi lotta per difenderla. I Mapuche sono l’unico popolo originario a non essere stato conquistato e sottomesso dagli

1997-2016, 20 EDIZIONI DI EXPO VALSUGANA

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a ventesima edizione di Expo Valsugana Lagorai ha aperto ai visitatori venerdi 29 aprile e proseguirà per tutta la giornata del primo maggio al Palalevico a Levico Terme, nella splendida cornice del vicino lago di Levico. Cuore della fiera è il PALALEVICO, la struttura fieristicocongressuale che ha ospitato le ultime quattro edizioni, mentre gli spazi esterni, di cui alcuni coperti, si trovano adiacenti alla struttura e sul viale Lido. L’orario di apertura nei tre giorni è dalle 9.00 fino alle 19.00. La rassegna rappresenta un appuntamento importante per tutta l’economia del Trentino Orientale ed in particolare per tutta la Valsugana, una tradizione che si rinnova di anno in anno portando sempre all’attenzione la realtà economica della Valle e promuovendo tutto il territorio. In fiera si potranno trovare: serramenti, mobili per arredo interni ed esterni, energie alternative, impianti fotovoltaici, scale per interni ed esterni, complementi d’arredo, pavimenti, rivestimenti, elettronica, macchine operatrici, autovetture, artigianato, prodotti tipici, servizi, sicurezza, impiantistica.

spagnoli 500 anni fa. Sono rimasti indipendenti fino alla fine del diciannovesimo secolo. Si tratta di comunità agricole, con un lonko, la guida, un machi, di solito una machi a dire il vero, la sciamana, e dei weichafe, i guerrieri. La sciamana oltre che avere una funzione religiosa svolge un ruolo medico e di custode del sapere. Il ruolo di Machi non dipende da una volontà personale, ma si viene prescelti da forze superiori,

indipendentemente dal proprio volere. Si tratta di una vera e propria “chiamata” da parte delle divinità, che avviene solitamente subito dopo la pubertà, anche se è possibile che si verifichi in momenti diversi della vita. Tradizionalmente nelle comunità mapuche le decisioni sono prese in forma collettiva, tutti hanno diritto di parola e ogni opinione ha lo stesso valore. Una sorta di democrazia diretta, orizzontale e diffusa in un popolo in cui non era presente il concetto di schiavitù, di proprietà privata e in cui non era concepibile l’idea di una dominazione straniera. A Trento, sotto il titolo de i “Sogni

del

Rütrafe”, sono esposti gli ornamenti d’argento – circa un centinaio di gioielli del XIX secolo, i quali rappresentano la dote delle donne mapuche –, finemente lavorati, considerati figli di un’arte trascendente. Infatti gli ornamenti, con la loro estetica e la loro iconografia, rappresentano l’universo simbolico della popolazione andina ed esprimono il desiderio di esistere e di stare al mondo. Nei disegni di questi argenti, che da un punto di vista 94

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trentinomostre formale e simbolico sono intimamente legati al pensiero e alla visione cosmica mapuche, non mancano le influenze dovute al contatto con altre culture avvenuto nei diversi periodi della loro storia. La scelta di illustrare attraverso una mostra questi ornamenti e i loro significati presenta un duplice scopo: da una parte è testimonianza del salvataggio di questi preziosi oggetti da un percorso incerto, per metterli a disposizione della comunità, dall’altra permette la valorizzazione del patrimonio culturale ed estetico dei Mapuche che, nascendo in un contesto di frontiera, è frutto dei contatti interculturali che ebbero luogo nei territori meridionali del Paese. Nella visione del mondo e nella spiritualità del popolo Mapuche resta in primo piano il legame con la terra e gli elementi naturali. La loro lingua, il Mapudugun (linguaggio della terra), trasmesso di generazione in generazione per via orale, riflette questo vincolo, emerge infatti dall’ascolto della terra e di tutti i suoi elementi, suoni, movimenti, una modalità comunicativa che nasce in primo luogo dal rapporto dei Mapuche con l’ambiente che li circonda. La vita stessa deve la sua origine alla natura, sono gli elementi naturali a permettere la sopravvivenza, così come hanno il potere di scatenarsi come forze malvage. Molte divinità sono legate ad animali ed elementi naturali, da questi è stata trasmessa la conoscenza, così come l’ordine sociale, ai padri del “popolo della terra”. L’uso e l’organizzazione dello spazio è un aspetto molto rilevante nella società Mapuche, è infatti a partire da uno spazio culturalmente definito che si sviluppano la cosmologia e le credenze di questo popolo. Questo allestimento è inserito tra i progetti dedicati al Cile, il Paese ospite del Film Festival, nato grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale della Montagna di Torino, l’Universidad Catòlica de Temuco e l’Ambasciata della Repubblica del Cile in Italia. La mostra chiude l’8 maggio. Durante il Film Festival sarà aperta con orario continuato dalle 9 alle 12 e dalle 15. alle 20.

ALBIANO Mostre AMBIENTE CASTAGNO Museo Casa Porfido. Apertura: Domenica 1, 8, 15, 22, 29 maggio. Mostra itinerante sul castagno, che viene presentato nei suoi vari aspetti: suolo, sottobosco, paesaggio e biodiversità. Ingresso libero. Orario: dalle ore 14 alle 18. Info e prenotazioni: Tel. 0461.689799, info@porfido.it.

ARCO Mostre PREMIO SEGANTINI MOSTRA DI PITTURE ALL’APERTO Apertura: 28 sabato. Premio di pittura all’aperto di via Stranforio, che giunge quest’anno alla quarantaquattresima edizione. Il rione medievale si trasforma in una grande galleria dedicata all’arte e alla pittura, in una grande atmosfera di festa. Ingresso gratuito. Orario: dalle ore 10.30 alle ore 18. Info: Servizio attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda Tel. 0464.583619; www. altogardacultura.it.

BASELGA DI PINÉ Mostre ...DI UN AMORE SOPRANNATURALE Apertura: da sabato 21 maggio a giovedì 30 giugno. Ex negozio Renata Mode in Corso Roma. Mostra fotografica su Padre Silvio Broseghini e sulla sua attività. Ingresso libero. Info: associazionesilviobroseghini@yahoo.it.

BORGO VALSUGANA Fiere EXPO VALSUGANA LAGORAI Apertura: da venerdì 29 aprile a domenica 1 maggio. Palalevico. Una fiera nata per valorizzare il territorio della Valsugana e del Trentino Orientale e alla quale si guarda con nuove prospettive e rinnovato entusiasmo, ricca di nuove proposte per gli operatori e per chi vorrà conoscere questo territorio. Oltre ai settori fieristici tradizionali presenti, artigianato, industria, commercio, servizi, nuove tecnologie. All’interno della rassegna troveranno spazio espositori che si occupano di “Bio-edilizia” del risparmio energetico dal fotovoltaico, ai serramenti alle isolazioni e alle energie alternative.. Info: tel. 0461-751252 - www. bsifiere.com.

CANAZEI Mostre MOSTRA PERMANENTE DELLA GRANDE GUERRA AL PASSO PORDOI Apertura: da sabato 28 maggio a venerdì 30 settembre. Centro CAI - Passo Pordoi, Mostra foto-

grafica e di cimeli storici “Col di Lana - Monte di sangue” per commemorare i 100 anni dallo scoppio del Primo Conflitto Mondiale. Orario: tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17.30. Info: APT Val di Fassa Tel. 0462.609600; asscoldilana@ gmail.com; www.fassa.com.

CAVALESE Mostre BEBPI ZANON - IL PITTURE DELLA NATURA Apertura: fino a domenica 11 settembre 2016. Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme - p.zza Cesare Battisti, 2. Mostra personale. Info: www.mcfiemme.eu.

DRENA Mostre PIGMENTI FRA LE PIETRE LIBERIO FURLINI Apertura: da sabato 23 aprile a lunedì 30 maggio. Castello. Opere in esposizione circa 30 con svariate tecniche pittoriche dall’affresco alla tempera all’uovo ed i colori usati sono pigmenti (terre-ossidi) su sottofondi a base di sabbia, calce e polvere di marmo, alcune opere raffiguranti il paesaggio trentino realizzate su lastre di granito. Il tema principale è la natura con il lavoro dell’uomo al centro. Orario: ore 10-18, tutti i giorni; lunedì chiuso. Info: www.liberiofurlini.it.

PERGINE VALSUGANA Mostre VERTICALISSIMO Apertura: da sabato 16 aprile a domenica 6 novembre. Castello. Mostra di sculture di Jürgen Knubben. Mostra a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10 alle 20, lunedì dalle 17 alle 20. Info: Castel Pergine Via al Castello, 10 - Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www. castelpergine.it.

PIEVE TESINO Mostre TRA SOGNO E REALTÀ. UOMO E PAESAGGIO NELLE STAMPE DEL MUSEO PER VIA Apertura: da sabato 13 febbraio a giovedì 30 giugno. Museo. Le 30 stampe in esposizione, per lo più di produzione tedesca e svizzera, provengono dalle collezioni del Museo e risalgono agli anni venti e trenta del Novecento. Orario: solo sabato e domenica fino al 30 aprile (dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18), tutti giorni tranne il lunedì dall’1 maggio al 30 giugno (da martedì a giovedì dalle 14.30 alle 18.30, da venerdì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30). Info: www.degasperitn.it. 95

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trentinomostre RIVA DEL GARDA Mostre ASSORTI NEL PAESAGGIO VEDUTE A CONFRONTO IN PINACOTECA Apertura: fino a domenica 6 novembre. Museo. Assorti nel paesaggio. Vedute a confronto in Pinacoteca riprende parte del titolo di una mostra che il Museo Alto Garda dedicò nel 2015 a una selezione di opere di paesaggi gardesani realizzate da alcuni pittori nordici fra Ottocento e Novecento. Nel caso di questo specifico progetto pensato per il 2016, Assorti nel paesaggio diventa, più che il titolo di una mostra o di una sezione, il nome di una partitura che pervade trasversalmente la Pinacoteca del MAG, di una tematica che si dipana lungo le sale dell’intero primo piano del Museo. Orari di apertura: fino al 6 novembre 2016 mar-dom 10-18; giugno-settembre aperto tutti i giorni; 27-30 dicembre 2016 e 2-8 gennaio 2017 ore 10-18; 31 dicembre 2016 ore 1017. Info: Tel. 0464.573869. Mostre PICCOLI PROFILI Apertura: da sabato 23 aprile a mercoledì 11 maggio. Sala Civica “G. Craffonara”. Mostra collettiva. Gli artisti del Gruppo Amici dell’Arte si presentano al pubblico con opere di piccolo formato, piccoli profili, creati per esprimere e comunicare la propria arte in uno spazio ristretto. Diverse sono le tecniche usate; oli, disegni, acquarelli, tecniche miste. In mostra una ricca selezione di paesaggi, astrazioni, poetica, forma e concetto. Info: Tel. 0464.573917; www.amicidellarteriva.it. Mostre ROBERTO PIAZZA SUBLIMAZIONI Apertura: da sabato 14 maggio a giovedì 2 giugno. Sala Civica “G. Craffonara”. Mostra personale. L’incisione, la xilografia: grafica. Arte antica, nobile, difficile per le conoscenze tecniche e capacità nel disegno. Roberto Piazza la usa come mezzo principale di esprezzione ma anche strumento d’indagine profonda, a volte impetosa sull’uomo e la vita. La sua “opera”,all’inizio aliena al colore, si tramuta in originalità iconografica che dialoga con la natura ma anche con un credo mitico-cosmologico filtrato dalle esperienze, speranze, contraddizioni, che porta con sé. Info: Tel. 0464.573917; www.amicidellarteriva.it. Mostre ALBINO BOMBARDELLI SENSAZIONI TRA LUCI E OMBRE Apertura: da sabato 4 a mercoledì 22 giugno. Sala Civica “G. Craffonara”. Mostra personale. Albino Bombardelli, artista eclettico, pittore-musicista da sempre, dipin-

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ge i suoi personaggi gardesani, con uno stile post-impressionista, in cui i colori, i contorni delle figure sono enfatizzat: una pittura instintiva, matura, che respira l’atmosfera mediterranea. In esposizione un’ampia rassegna di ritratti, paesaggi e scene di vita quotidiana. Info: Tel. 0464.573917; www. amicidellarteriva.it.

ROVERETO Mostre LE COLLEZIONI. L’INVENZIONE DEL MODERNO L’IRRUZIONE DEL CONTEMPORANEO Apertura: fino a sabato 31 dicembre 2016. Mart, Corso Bettini. I maggiori capolavori del Mart, da Medardo Rosso agli artisti delle ultime generazioni, passando per Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Fausto Melotti e Alberto Burri, Lucio Fontana, Mario Merz, Bruce Nauman, vengono ripresentati al pubblico in un nuovo allestimento cronologico e tematico pensato dal direttore Gianfranco Maraniello con i curatori Daniela Ferrari e Denis Isaia. Orario: martedì - domenica 10-18; venerdì 10-21. Lunedì chiuso. Biglietto intero € 11,00; ridotto € 7,00. Info: www.mart.tn.it/lecollezioni. Mostre GIUSEPPE PENONE AL MART Apertura: da sabato 19 marzo a domenica 26 giugno. Mart. Mostra monografica di uno tra i maggiori interpreti dell’Arte Povera. Saranno esposti numerosi lavori inediti, tra i quali spicca la nuova serie di calchi bronzei, e significative riletture di lavori storici realizzati in gran parte negli ultimi vent’anni. Info: Mart - C.so Bettini, 43 - Rovererto Tel. 0464.438887. Mostre MORIRE PER TRENTO. STERBEN FÜR TRIENT Apertura: da martedì 22 marzo a domenica 22 maggio. Soldati italiani ed austro-ungarici sul fronte trentino della Prima guerra mondiale. Al Museo della Guerra di Rovereto una mostra racconta i principali avvenimenti accaduti sul fronte trentino tra il 1915 e il 1918. Attraverso brani di lettere, diari e memorie la mostra “Morire per Trento... Info: Tel. 0464.438100.

SANZENO Mostre GENTLE SPRING ANNAMARIA TARGHER Apertura: da mercoledì 23 marzo a domenica 1 maggio. Osteria “Casa dei Gentili” - Piazza Fontana, 3. Mostra personale. Orario: martedì-domenica 10-15/18-23. Chiuso il lunedì. Info: www.annamariatargher.it.

TRENTO Fiere 64° TRENTO FILM FESTIVAL - MONTAGNA SOCIETÀ CINEMA LETTERATURA Apertura: da giovedì 28 aprile a domenica 8 maggio. Rassegna internazionale, giunta alla sua 64^ edizione, che propone un mix di appuntamenti che abbinano cinema, letteratura e società. Alle proiezioni di film e alle serate alpinistiche con la presenza di ospiti prestigiosi si affianca Montagna Libri, rassegna dedicata all’editoria a tema. Info: www.trentofestival.it.

Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre CITTÀ FORTEZZA: TRENTO 1915-1918 Apertura: da venerdì 10 luglio 2015 a domenica 10 luglio 2016. Gallerie di Piedicastello. Trento e la Grande guerra. Il percorso della mostra porta i visitatori in una Trento trasformata in un’enorme caserma, una città fortezza governata dai militari, dove gli edifici pubblici e privati sono usati come ospedali per i soldati e i cittadini rimasti vedono limitate le loro libertà, devono convivere con i soldati e con i prigionieri, stretti dalla paura e dalla carestia. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre 35-45: GUERRE E TOTALITARISMI IN UNA REGIONE DI CONFINE Apertura: fino a lunedì 5 settembre 2016. Gallerie di Piedicastello. La mostra 35-45: Guerre e totalitarismi in una regione di confine propone una lettura del periodo 1935-1945 in un’ottica locale, evidenziando gli effetti che questo decennio produsse nelle province di Trento, Bolzano e nel Land Tirol. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione.museosto-

rico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre LE SCELTE DI GREZLER Apertura: fino a domenica 1 maggio 2016. Castello del Buonconsiglio. La mostra “Le scelte di Grezler. Opere antiche della collezione ITAS”, curata da Francesca de Gramatica e Francesca Jurman, vuole essere un omaggio a un uomo che ha avuto una grande passione: l’arte. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre MADEINMATH Apertura: da venerdì 26 febbraio a domenica 26 giugno. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Mostra sulla rappresentazione matematica della realtà. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi: 10-19 (chiuso lunedì non festivi). Costo biglietto € 10 intero, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre CORRISPONDENZE - GIULIA TAMANINI E ALESSANDRO TOLLER Apertura: da giovedì 10 marzo a venerdì 10 giugno. Moki - Via Malpaga, 20. Opere pittoriche di Giulia Tamanini e fotografie di Alessandro Toller. Info: Tel. 0461.1822401; moki.trento@gmail.com. Mostre SOTTOTERRA: IL LAVORO DEI MINATORI TRENTINI IN BELGIO E L’OPERA DI CALISTO PERETTI Apertura: fino a domenica 26 giugno. Le Gallerie, Piedicastello. La mostra mostra racconta i principali aspetti della drammatica vita in miniera di cui migliaia di emigrati, trentini e italiani, furono protagonisti in Belgio nell’immediato secondo dopoguerra. A cura di Tommaso Pasquini e Vittorino Rodaro. Orario: da martedì a domenica, ore 9 -18, chiuso il lunedì. Ingresso libero. Info: www.museostorico.it; Tel. 0461.230484. Mostre L’ARTE SPECCHIATA Apertura: fino a sabato 11 giugno. Grand Hotel Trento - Piazza Dante, 20. Quadri di Carlotta Morucchio e cornici di Antonella Nardin. Info: www.laboratorioilquadrato.com; www.facebook.com/carlottamorucchio.artist. Mostre POSTI DA LUPI Apertura: da venerdì 18 marzo a domenica 29 maggio. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Mostra fotografica. A cosa corrisponde nell’immaginario collettivo un “posto da lupi”? Il Muse espone gli scatti dei 4 vincitori e 30 finalisti del concorso fotografico #PostidaLupi, organizzato nell’ambito del progetto


trentinomostre Life Wolfalps. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi: 10-19 (chiuso lunedì non festivi). Biglietto intero € 10, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre MATERNAGE - TRACCE DI UN VIAGGIO Apertura: da domenica 20 marzo a lunedì 23 maggio. Museo Diocesano tridentino, piazza Duomo 18. Un’installazione di Laura Morelli che racconta il vissuto quotidiano dei genitori e dei fratelli dei bambini con disabilità. Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30 e 14-17.30; domenica: 10-13 e 14-18. Ingresso gratuito. Info: www.museodiocesanotridentino.it; Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it. Mostre STEFANO CAGOL WORKS 1995-2015 Apertura: da venerdì 25 marzo a domenica 12 giugno. Galleria Civica, via Belenzani 44. Il percorso offre uno sguardo d’insieme sui numerosi progetti con i quali Stefano Cagol ha sviluppato una riflessione sull’attualità e sui fenomeni socio-culturali dandone una lettura ironica, controversa e graffiante. Cagol recupera le sperimentazioni che hanno attraversato il ‘900 e le aggiorna con strumenti nuovi, affidandosi alla tecnologia ed ai linguaggi della comunicazione. Attraverso l’ibridazione di mezzi, strumenti e messaggi, realizza veri e propri progetti, incarnando la figura di artista-progettista. Orario: da martedi a domenica 10-13 e 14-18. Biglietto: intero 2 €, gratuito per mart membership e bambini fino a 14 anni; ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. Info: www.mart.trento. it/galleriacivica; Tel. 0461.985511; civica@mart.tn.it. Mostre INSIDE Apertura: fino a lunedì 23 maggio. Cappella San Giovanni, Cattedrale di San Vigilio, piazza Duomo. Saranno esposte 12 grandi tele materiche astratte e monocrome; costituiranno un’unica installazione che sviluppa il concetto di viaggio emozionale ed introspettivo nell’interiorità. Orario: 9-12 e 14.30-20. Info: www.mirtadesimoni.it; Cell. 329.7446886; mirtadesimoni@ gmail.com. Mostre NATURE. THE ART OF MARZIO TAMER Apertura: fino a domenica 25 settembre. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. La mostra si configura come un excursus attraverso la molteplicità di tecniche (dall’acquerello al dry brush, dalla tempera all’uovo all’olio ed altro) con cui Marzio Tamer rappresenta la realtà della natura:

animali, piante, dettagli di ambienti e scorci di paesaggio, atmosfere e stagioni. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi 10-19. Biglietto € 10, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it.

“L’ARTE SPECCHIATA” ESPONE CARLOTTA MORUCCHIO

Mostre SULLE ORME DEI PELLEGRINI MEDIEVALI COMPOSTELLANI E ROMEI Apertura: da mercoledì 20 aprile a domenica 8 maggio. Piazza Lodron. La mostra è organizzata dall’associazione Pellegrini per Sempre di Spormaggiore. Info: www.pellegrinipersempre.it; Cell. 348.0100895 . Mostre LA GIPSOTECA DI ANDREA MALFATTI (MORI 1832 TRENTO 1917) Apertura: da sabato 23 aprile a domenica 3 luglio. Cappella Vantini di Palazzo Thun - Via delle Orne, 1. Selezione di opere scultoree in gesso e marmo dell’artista trentino. Ingresso libero: Orari: dal martedì alla domenica ore 10-18; chiuso il lunedì. Mostre IN PUNTA DI MATITA PERCORSI ARTISTICI TRA LANGHE E TRENTINO Apertura: da sabato 30 aprile a venerdì 13 maggio. Studio d’Arte Andromeda - Via Malpaga, 17. Ospiti due artisti piemontesi Gabriella Piccatto - Illustrazione e Luigi Piccatto - Graphic Novel, insieme due artisti trentini Rosalba Trentini - Pittura e Umberto Rigotti - Scultura. Orario: dal lunedì al sabato, dalle ore 17 alle 19.30. Info: www.studioandromeda.net.

Mostre TONINO GOTTARELLI Apertura: da domenica 1 a martedì 31 maggio. c/o ritrovo degli Artisti a Trento nel quartiere residenziale “Le Albere” in via Olivetti 16, a 50 metri dall’entrata del MUSE, lato sud. Mostra personale di Tonino Gottarelli. Orario: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 10-12/15-18; sabato e domenica 10-18. Chiuso il lunedì. Info: 334.1028483.

S

aranno i dipinti di Carlotta Morucchio, racchiusi nelle cornici di Antonella Nardin, i protagonisti della mostra “L’Arte specchiata”, in programma fino all’11 giugno al Grand Hotel Trento di Via Alfieri. Dall’incontro e dall’amicizia di due diverse personalità si sono concretate delle opere d’arte che vengono ora proposte all’attenzione di coloro che, per necessità o per turismo, approdano agli spazi del Grand Hotel Trento. Carlotta Morucchio, nasce a Venezia, frequenta il Liceo Artistico e si diploma all’Accademia di Belle Arti nel 2001. Dal 2009 vive a Trento dove prosegue la sua attività artistica. Dal 2010 al 2012, collabora con la corniceria “Il Quadrato” di Trento nel restauro e realizzazione di numerose cornici pregiate della Pinacoteca del Palazzo della magnifica comunità di Fiemme a Cavalese. Numerose esposizioni collettive a Venezia, Trento, Savona, Bologna, Roma, Pordenone, Verona, Siena e Torino. Antonella Nardin si diploma all’Accademia di Belle Arti di Perugia nel 1985 e acquisisce una decennale esperienza nel restauro di affreschi, dipinti e libri antichi. Nel 2000 si specializza nell’incorniciature di opere d’arte perfezionando la tecnica del restauro e della doratura di cornici in gesso, stucco e legno. Un’importante commessa le è stata affidata nel 2014 da una nota azienda Svizzera di interior design per la quale realizza la decorazione in foglia d’oro sulle porte degli interni di un prestigioso hotel sugli Champs-Elysèes a Parigi. Da tempo crea e produce cornici esclusivamente artigianali.

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trentinoappuntamenti

DA “HAIR” ALLE CALDE NOTE DI EZIO BOSSO

F

ino all’8 maggio, il Trento

Film Festival

dominerà la scena. Rassegna cinematografica internazionale di film di montagna, esplorazione e

avventura. Un programma all’insegna di una ricca sezione di film narrativi e documentari d’autore che presentano racconti emozionanti di uomini in relazione agli spazi della natura, della montagna e dell’avventura. Oltre al programma cinematografico il festival propone anche incontri, mostre tematiche, spettacoli e una rassegna internazionale dell’editoria di montagna.

Festival tutto nuovo, invece, è Distretto

38: una

kermesse dedicato alle musiche elettroniche che intende offrire una panoramica dotata sia di profondità storica, sia di mordente sul piano dell’attualità con una programmazione che abbraccia tanto l’avanguardia quanto la club culture. In programma dal 13 maggio.

Un musical diventato leggenda, Hair, verrà proposto in due spettacoli in regione dalla International Broadway Musical Company New York: il 15 maggio

IL LIBRO DI CORRADINI AL TEATRO S. MARCO

L’

appuntamento è a Trento, al Teatro San Marco, alle 20.30. Ci sarà l’attesa presentazione del romanzo di Roberto Corradini (Ed. Curcu & Genovese). Con Renzo Maria Grosselli e Alberto Folgheraiter. “Attesa” perché il luogo in cui si terrà l’evento ha un senso nel libro e poi perché è da poco uscita la sua seconda edizione, segno di un successo inaspettato, quanto meritato. La storia è molto semplice. Siamo tra la fine dell’Ottocento e i primi trent’anni del Novecento. Enrico e Giovanni sono due fratelli di Trento, nati sudditi austriaci ma di madrelingua italiana. Per i primi vent’anni della loro vita, condividono gli affetti familiari, i giochi con i coetanei e le compagnie giovanili; frequentano assieme la scuola elementare, la chiesa e l’oratorio; lavorano, gomito a gomito, presso la falegnameria del padre. Nel 1891, spinto più dallo spirito di avventura che dalla necessità, Giovanni lascia la casa paterna per emigrare dapprima in Brasile e poi negli Stati Uniti. Sebbene separati dall’oceano Atlantico e benché molto diversi per temperamento ed inclinazioni professionali, i due fratelli vogliono però mantenersi in contatto, coltivando la speranza di riabbracciarsi di nuovo. Confidando sempre nell’incerto e intermittente servizio postale di allora, si scrivono per più di quarant’anni. Riescono così a trasformare il loro rapporto di sangue in un appassionato rapporto d’inchiostro che riserverà al lettore non poche sorprese. IL SANGUE E L’INCHIOSTRO Trento, Teatro San Marco sabato 7 maggio, ore 20.30

all’Auditorium S.Chiara di Trento. Molto interessante la serie di lezioniconcerto Chi

ha paura del Novecento? Dopo il concerto

AUDIMozart che quest’anno si svolgerà a Rovereto dal 14 al 18 maggio. Il Concorso Internazionale AUDIMozart! è uno dei più prestigiosi concorsi per giovani strumentisti a fiati per l’esecuzione dei Concerti di Mozart per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e orchestra.

si succederanno nel

per Pianoforte, in programma il 3 maggio al Teatro

mese di maggio quattro

Comunale di Pergine Valsugana, l’occasione per scoprire, in

inaugurale del 20 aprile,

lezioni-concerto, ciascuna delle quali dedicata a un’opera

Infine, è quella offerta dall’evento Parole

anteprima, i brani del nuovo album della pianista di Trento

(mercoledì 4), Donatoni (mercoledì 11), Stockhausen

Isabella Turso. Infine, il grande Ezio Bosso racconteràa i contorni

(mercoledì 18), Kurtág (giovedì 26).

del suo ultimo disco “The 12th Room” il 22 maggio

Torna l’appuntamento con il Concorso Internazionale

all’Auditorium S. Chiara di Trento.

di un grande compositore del secondo Novecento: Berio

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trentinoappuntamenti 1 DOMENICA Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival. it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Danza GIAMPIERO PIZZOL E BANO FERRARI [WOLFGANG ON THE ROAD] Rovereto. Ore 17.45. Piazza Loreto. Teatro [Wolfgang on the road] con Giampiero Pizzol e Bano Ferrari con la partecipazione musicale di Mala Tempùra (Giulio Gianì, sax; Claudio Cosi, chitarra; Gabriele Sfarra, percussioni). Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Info: www. wamrovereto.com. Enogastronomia FESTIVAL DEL LATTE E DELLA LANA Levico Terme. Dalle 10 alle 19. Lungo le vie del centro. Info: www. visitlevicoterme.it. Musica MATINÉE MUSICALI: VOX POPULI Riva del Garda. Dalle ore 11 alle ore 12.30. Auditorium Scuola Musicale. Musica e racconti nello spirito delle tradizioni popolari con Sabrina Modena, soprano; Roberto Garniga, tenore; Alessandro Martinelli, pianoforte; Massimiliano Latino, chitarra. Ingresso gratuito. Info: Smag società cooperativa Tel. 0464.556774; www. scuolamusicalealtogarda.it. Musica DUO GRANATO - MUSICA DA UN’ALTRA CAMERA Villa Lagarina. Ore 10.30. Palazzo Libera. Concerto aperitivo con Cristian Battaglioli, sassofono; Marco Rinaudo, pianoforte. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Info: www.wamrovereto.com. Musica MOZART: LIEDER E SONATE DA MANNHEIM A VIENNA Rovereto. Ore 16.30. Mart. Corso Bettini, 43. Spettacolo con L’Astrée - Gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis con Julia Wischniewski, soprano; Francesco D’Orazio, violino; Giorgio Tabacco, fortepiano. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Info: www.wamrovereto.com. Teatro LE SORELLE MACALUSO Trento. Ore 16. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Spettacolo delicato e profondo, dove la commozione si mescola all’ironia. La storia di tenaci affetti familiari.

Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Tradizione FESTA DEI MELI IN FIORE Caldonazzo. Vie del centro. Esposizione e vendita di piante e fiori, artigianato, prodotti biologici e tipici regionali. Protagoniste della festa, sono la fioritura e la mela, la cui coltivazione caratterizza la campagna di Caldonazzo, tra l’abitato e il lago. Oltre a bancarelle con le mele, assaggi enogastronomici e artigianato, sono in programma musica e animazione per bambini. La manifestazione è arricchita dalla presenza del bancarelle. Info: Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it; www.visitvalsugana.it. Editoria “FRANCESCO GIUSEPPE” Caldonazzo, Via Roma. Ore 17. Presentazione del libro di Licia Campi Pezzi (Ed. Curcu & Genovese). Con Pierluigi Pizzitola e Pino Loperfido.

2 LUNEDÌ Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival. it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it.

3 MARTEDÌ Corsi TRENTINO UNDERGROUND. STORIE DI ARCHEOLOGIA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO Trento. Ore 17-18.30. Museo Diocesano Tridentino - Piazza Duomo, 18. Corso dedicato a tutti gli appassionati di archeologia e storia antica: “Rivivere il passato tra realtà virtuale e valorizzazione”.Info: Museo Diocesano Tridentino www. museodiocesanotridentino.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 18.30. Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Via Calepina. Presentazione del libro di Giuliano Dal Mas: “Schiara Montagna Regina” ed. Curcu&Genovese. Info: www.curcu&genovese.it. Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival. it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it.

Musica INVITO ALL’ASCOLTO - PAOLO GHEZZI E GLI APOCRIFI Trento. Ore 9. Società Filarmonica. Fabrizio De Andrè cantautore (1940-1999); Il gorilla; Un giudice; La guerra di Piero; Geordie; Ave maria,Tre madri; La canzone di Marinella; Rimini. L’amore estremo: La ballata dell’amore cieco; Se ti tagliassero a pezzett; Il pescatore; Smisurata preghiera; Sidun; Ho visto Nina volare; Verranno a chiederti del nostro amore; Disamistade; Bocca di rosa; Hotel Supramonte. Info: www.filarmonica-trento.it. Musica CONCERTO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Concerto con Dargen D’Amico e Isabella Turso. Costo biglietto Euro 10. Per info e prenotazioni: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it. Musica CORO E ORCHESTRA UNIVERSITÀ DI LEIDEN, PAESI BASSI Riva del Garda. Dalle ore 20 alle ore 21.30. Direttore: Jeppe Moulijn e Gilles Michels. Concerto sulle note di Rossini, Strawinsky, Strategier e Hummel. Ingresso gratuito. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444.

4 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Associazione di volontariato “Mana” - Via Molini. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@live.it. Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival. it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it.

Musica LA MANIPOLAZIONE DELLO STRUMENTO MUSICALE Trento. Ore 18. Chiesa di Santa Maria Maggiore. Concerti e incontri di approfondimento su scienza e musica del Novecento. La manipolazione dello strumento musicale. Luciano Berio, Fa-Si per organo con registranti (1975); Simone Vebber organo. Preparazione all’ascolto: Lorenzo Battisti, Marco Uvietta. Info: www.unitn. it; staffdip.lett@unitn.it. Teatro LE ZITELE DALLAPÈ Lavarone. Ore 21. “Cinema Teatro Dolomiti”. Spettacolo di Nicoletta Parrotta con la Filodrammatica “S. Floriano” di Lavarone. Per la 4ª edizione della Rassegna Teatrale “Lavarone a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

5 GIOVEDÌ Corsi UN BAMBINO IN FAMIGLIA Povo. Dalle ore 20.30 alle 22.30. Via della Resistenza, 61. “Percorso formativo rivolto a genitori con bambini da 0 a 6 anni”. A cura dell’Associazione Il Melograno. Costo: € 110 a persona e € 170 a coppia genitoriale comprensivi di quota associativa. Il corso sarà attivato a partire da un minimo di 5 iscrizioni. Altre date degli incontri: giovedì 12 maggio; giovedì 19 maggio; giovedì 26 maggio; martedì 31 maggio; martedì 7 giugno. Info e iscrizioni: Cell. 340.4861156; melograno.trento@gmail.com; www. melogranotrento.org. Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it.

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trentinoappuntamenti Musica LA MANIPOLAZIONE DELLO STRUMENTO MUSICALE Trento. Ore 18. Sala Musica del Dipartimento di Lettere e Filosofia, via T. Gar 14. “Lo strumento come macchina”. Relatori: Lorenzo Battisti, Marco Uvietta. Info: www.unitn.it; staffdip.lett@unitn.it.

6 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Grigno. Ore 20.30. Sala Riunioni della Cassa Rurale Valsugana e Tesino di Grigno. Partivamo a marzo. Incontro con l’autrice Laura Zanetti. Presentazione a cura del dott. Massimo Libardi. Ingresso libero. Info: Biblioteca di Grigno, tel. 0461.765414. Cultura ACCADDE CENT’ANNI FA: LA GUERRA SUI GHIACCIAI DELL’ORTLES-CEVEDALE Telve di Sopra. Ore 20.30. Sala Corropoli. Conferenza: “La guerra sui ghiacciai dell’Ortles - Cevedale” con Marco Gramola. Info: www.visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e

all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it.

battaglia a Monte Colo durante la Prima Guerra Mondiale” con Luca Girotto. Info: www.visitvalsugana. it; Tel. 0464.727700.

Cultura FLASH MOB [WOLFGANG ON THE ROAD] Rovereto. Ore 17.45. Piazza Loreto. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. A cura dell’Associazione “Il Vagabondo”.In coproduzione con Facchini Verdi Traslochi & Servizi.

Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it.

Musica TAFELMUSIK: ASSAGGIANDO LA CUCINA STORICA Rovereto. Ore 21. Auditorium dell’Istituto Don Milani. Concerto nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto con Ensemble Free-barock: Michael Malkiewicz, direttore; Esperti di Gastrosofia del Mozarteum di Salisburgo; Classe di Cucina e Arte Bianca dell’Istituto Alberghiero di Rovereto. Info: www.wamrovereto.com.

Cultura PALAZZI APERTI: ALLA SCOPERTA DEI BORGHI DI CIVEZZANO Civezzano. Ore 14.30. Passeggiata guidata con Alessandro Fontanari alla scoperta dei borghi di Civezzano. Partecipazione gratuita. Info: Tel. 0461.858400, info@ecoargentario.it, www.ecoargentario.it. Cultura FLASH MOB [WOLFGANG ON THE ROAD] Rovereto. Ore 17.45. Piazza Loreto. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. A cura dell’Associazione “Il Vagabondo”.In coproduzione con Facchini Verdi - Traslochi & Servizi. Info: www. wamrovereto.com.

7 SABATO Cultura ACCADDE CENT’ANNI FA: LA BATTAGLIA A MONTE COLO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE RonchiValsugana. Ore 20.30. Sala Polifunzionale. Conferenza: “La

Enogastronomia DEGUSTIBUS - BIRRA A CORTE 2016 Caldonazzo. Presso Corte Trapp potrete degustare le birre dei migliori birrifici artigianali trentini! I ristoranti del paese, inoltre, dal 2 al 7 maggio proporranno un piatto a base di una di queste birre. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento,

Presenta... Il meglio della scena indipendente italiana condensato in un’unica compilation in free download dal sito www.trentinomese.it RETE DEI FESTIVAL, PARTE LA NUOVA CAMPAGNA SOTTOSCRIZIONI

Novità in vista per la Rete dei Festival. Tra le novità di quest’anno su tutti segnaliamo una grande mobilitazione in occasione della Festa della Musica 2016 e un progetto presentato a SIAE. Inoltre il nuovo corso della Rete vedrà la sinergia con altri due grandi progetti nati in seno al Mei: il Super Mei Circus e gli Stati Generali della Nuova Musica. È infatti in programma un coordinamento dei tre progetti per mettere in circolo la migliore musica e le migliori iniziative che il Mei raccoglie quotidianamente su tutto il territorio nazionale. Entrare nel circuito italiano dedicato ai festival indipendenti significa unire le forze per sostenersi vicendevolmente, per avere un peso maggiore e una voce più forte. Gli aderenti potranno godere inoltre dei privilegi offerti dal Mei, ovvero pubblicità e comunicazione. ASSOCIARSI È FACILE: Basta scrivere a segreteria@materialimusicali.it

OH!EH? - NON DI AMORE (JAP). Oh!EH? è un invito tra amici per (re)stare attenti, un’intuizione condivisa, che non chiameremo ispirazione, da sviluppare in sala prove. La migliore proposta da offrire guardandoti negli occhi, un gioco, un gesto di sincerità a bassa voce. E per non finire con una metafora, ci limiteremo ad una frase che sentiamo nostra, ci rappresenta, è la cosa che più si avvicina alla verità. E la verità è che non avremmo potuto non farlo”. Tutto questo e altro ancora raccontato sulle note delicate e introspettive di un post rock post moderno che galleggia perfettamente in bilico tra rock, post rock e attitudine pop.

MENEGUINESS - A chi non dorme (Maninalto). I Meneguinness nascono nel 2012 a Brugherio. In pochi anni la band riesce a collezionare oltre 200 date sui palchi di tutta la penisola e nei festival più prestigiosi del panorama folk e celtico italiano. Nell’estate del 2014 i Meneguinness sbarcano in Irlanda per un breve tour che li porta in svariati pub (lo storico Monroe’s di Galway su tutti), feste private e busking. A marzo 2016 viene pubblicato A chi non dorme, secondo album ufficiale e primo album di inediti della band brianzola.

GIUSEPPE DI GENNARO - Multiforme2 (autoproduzione). Pianoforte, chitarra e voce. Ballate e cavalcate elettroacustiche in cui canta la realtà vissuta da lui e quella percepita dagli altri. Una scrittura fluente, brillante, che lo pone di diritto ad essere ascoltato con attenzione. Una struttura dei brani spesso accattivante, che fa di questo primo album dell’artista milanese una riuscita compilation di potenziali hit single. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Prima di questo disco infatti c’è una lunga gavetta con una sfliza di nomination e premi di rilievo vinti. Multiforme2 si spera abbia altrettanti consensi. Se li merita tutti.

WORLD SERVICE PROJECT - For King And Country (RareNoise Records). Pensate alla serie televisiva Downtown Abbey. Ora pensate che al posto degli attori in costume ci siano degli anarchici dei nostri tempi. Ecco; Jazzwise ha usato questa immagine per dare una definizione del WSP. A noi viene da pensare a una deriva jazz/ free jazz dei famosi PopGroup. L’attitudine punk è la stessa. Le sincopi punk funk fanno pensare a Y. Manca un certo Mark Stewart. Ma al suo posto tromboni e sax indiavolati fanno di questo disco un must per gli anarchici dei nostri tempi.

BEBAWINIGI - Bebawinigi (StratoDischi Notlabel e tutti i distributori digitali). Bebawinigi è il progetto di Virginia Quaranta. Cantante, compositrice, polistrumentista ed attrice. Con questo disco inizia un percorso che vuole essere sperimentazione di suoni ed una miscela di generi in continua evoluzione. Questo album costituisce un primo entusiasmante biglietto da visita. Ogni brano è completamente diverso dall’altro. Un flusso di suoni sempre in evoluzione, in cui la voce, usata come strumento aggiuntivo, spiazza, colpisce, coinvolge. Un disco che va ascoltato nella sua interezza e con l’ordine stabilito. Insomma un percorso sonoro vero e proprio, avvincente e originalissimo

LO SPIRITO DEL PIANETA - DAL 27 MAGGIO AL 12 GIUGNO - CHIUDUNO (BG) Sedicesima edizione de LO SPIRITO DEL PIANETA, unico festival tribale indigeno in Italia. Si svolge presso il Polo Fieristico di Chiuduno (BG) dal 27 maggio al 12 giugno. All’interno del festival, oltre a concerti con musiche e danze con gruppi provenienti da tutti i continenti, una fiera d’artigianato, ristoranti etnici e italiani. Presente struttura al coperto che garantisce gli spettacoli anche in caso di pioggia. Tra gli artisti presenti Michael McGoldrick, uno dei componenti “fissi” della band di Mark Knopfler dei Dire Straits, che ci ha gentilmente concesso l’utilizzo di un suo brano. Infoline 3475763417 www.lospiritodelpianeta.it

info@lunatik.it - www.lunatik.it Comunicazione per uscite discografiche, tour, festival a 360° su web, radio, tv.

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trentinoappuntamenti Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Folklore MEZZI PAZZI A PERZEN - 2° RADUNO Pergine Valsugana. Stadio del Ghiaccio. Raduno Auto e Moto, tuning storiche e tutto ciò che riguarda i motori. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Musica A TUTTA BANDA 2016 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizzato dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Info: www. visitvalsugana.it. Musica DUO MAURO TONOLLI CHITARRA E ALESSANDRO BIANCHINI VIBRAFONO Riva del Garda. Dalle ore 17.30 alle 19. Conservatorio “A. Bonporti”. Si passa dal choro brasiliano ai raffinati tanghi argentini di Piazzolla, dai ritmi del Samba e Bossa Nova agli standard jazz; il tutto caratterizzato da un costante “beat” ritmico e da elementi improvvisativi. Biglietto intero € 8, ridotto € 5. Info: Conservatorio “A. Bonporti” Largo Marconi, 5 Tel. 0464.551669; . Musica DRYSPIANOTRIO - MUSICA DA UN’ALTRA CAMERA Ala. Ore 10.30. Palazzo Scherer. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Concerto aperitivo con Daniele Lasta, pianoforte; Filippo Pedrotti, violino; Benedetta Baravelli, violoncello. Info: www.wamrovereto.com. Musica NUOVI COMPAGNI DI GIOCHI - KIDS! Rovereto. Ore 16. Palcoscenico del Teatro Zandonai, Corso Bettini. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Concerto guidato con tre finalisti dell’Amadeus 2015 - International Mozartian Contest for Young Pianist di Brno (Repubblica Ceca), con visita al palcoscenico del Teatro Zandonai.I nfo: www.wamrovereto.com. Musica DIMITRI ASHKENAZY E IL QUARTETTO ENDELLION Rovrereto. Ore 21. Sala Filarmonica, Via Paganini. Concerto nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Con Dimitri Ashkenazy, clarinetto; Quartetto Endellion; Andrew Watkinson, Ralph de Souza, violini; Garfield Jackson, viola; David Waterman, violoncello. Info: www.wamrovereto.com.

Teatro LE ZITELE DALLAPÈ Lavarone. Ore 21. “Cinema Teatro Dolomiti”. Spettacolo di Nicoletta Parrotta con la Filodrammatica “S. Floriano” di Lavarone. Per la 4ª edizione della Rassegna Teatrale “Lavarone a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL SARIA MASSA BEL SE’L FUSSA VERA Fiavé. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Adriana Zardini con la Filodrammatica di Civezzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PURGA & CIOCCOLATO Cis. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gian Carlo Pardini con il Gruppo Teatrale Rumo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione DE GUSTIBUS LA FESTA DEL GUSTO Caldonazzo. Centro storico. Una festa a 360 gradi nel segno dell’alta cucina e del bere consapevole e con qualità. Info: ProLoco di Caldonazzo prolocolagocaldonazzo@gmail.com; Ufficio Turistico di Caldonazzo Tel 0461.727700; info@visitvalsugana.it; www.visitvalsugana.it. Editoria IL SANGUE E L’INCHIOSTRO Trento. Teatro San Marco, ore 20.30. Presentazione del romanzo di Roberto Corradini (Ed. Curcu & Genovese). Con Renzo Maria Grosselli e Alberto Folgheraiter.

8 DOMENICA Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2016 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival. it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Folklore MEZZI PAZZI A PERZEN - 2° RADUNO Pergine Valsugana. Stadio del Ghiaccio. Raduno Auto e Moto, tuning storiche e tutto ciò che riguarda i motori. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Musica A TUTTA BANDA 2016 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizzato dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Fede-

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trentinoappuntamenti razione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Info: www. visitvalsugana.it. Musica CONCERTO DI PRIMAVERA Riva del Garda. Dalle ore 20.30 alle 24. Centro Congressi. Concerto con il Corpo Bandistico di Riva del Garda. Ingresso gratuito. Info: Corpo Bandistico Riva del Garda Tel. 0464.554800. Musica TRIO CAVALAZZI - MUSICA DA UN’ALTRA CAMERA Nogaredo. Ore 10.30. Distilleria Marzadro. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Concerto aperitivo con Alessio Cavalazzi, violino; Elisa Cavalazzi, violino; Andrea Cavalazzi, violoncello. Info: www.wamrovereto.com. Musica I DIVERTIMENTI DI MOZART PER DUE OBOI, DUE CORNI E DUE FAGOTTI Rovrereto. Ore 16.30. Mart, Corso Bettini. Concerto nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Con Alfredo Bernardini e Paolo Grazzi, oboi; Dileno Baldin e Francesco Meucci, corni; Alberto Grazzi e Michele Fattori, fagotti. Info: www.wamrovereto.com.

10 MARTEDÌ Cultura INCONTRO CON EMILIO RIGATTI Pergine Valsugana. Ore 20.30. Foyer del Teatro. Una chiacchierata a trecentosessanta gradi con pochi paletti, giusto per fare una serata in compagnia... Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700.

11 MERCOLEDÌ Musica LA MANIPOLAZIONE DELLO STRUMENTO MUSICALE Trento. Ore 18. Auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia, via T. Gar 14. Il timbro come fattore ritmico e formale; Franco Donatoni, Blow per quintetto di fiati (1989). Quintetto di fiati dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Preparazione all’ascolto: Stefano Oss, Marco Uvietta Approfondimento scientifico II. Info: www.unitn.it; staffdip.lett@ unitn.it.

12 GIOVEDÌ Musica LA MANIPOLAZIONE DELLO STRUMENTO MUSICALE Trento. Ore 18. Sala Musica del Dipartimento di Lettere e Filosofia, via T. Gar 14. La forma del suono: analisi e sintesi del timbro Relatori: Stefano Oss, Marco Uvietta. Info: www.unitn.it; staffdip.lett@unitn.it.

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13 VENERDÌ Cultura ACCADDE CENT’ANNI FA: LA DISTRUZIONE DI FORTE VERENA Castelnuovo. Ore 20.30. Teatro. Conferenza: “La distruzione di forte Verena - il dominatore degli altipiani” con Leonardo Malatesta. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Cultura CONFERENZA Castello Tesino. Ore 16. Casa di riposo Suor Agnese. Conferenza: “Dal Tesino all’Europa con Alcide De Gasperi”. Relatore Marco Odorizzi. Ingresso libero. Info: Casa di Riposo Tel. 0461.594166; www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 18-20. Sala Falconetto di Palazzo Geremia, via Belenzani 20. “Alfabeto verticale. La montagna e l’alpinismo in dieci parole” con Franco Brevini. Info: www. tsm.tn.it; Tel. 0461.020060; step@ tsm.tn.it. Cultura FLASH MOB [WOLFGANG ON THE ROAD] Rovereto. Ore 17.45. Piazza Loreto. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. A cura dell’Associazione “Il Vagabondo”.In coproduzione con Facchini Verdi - Traslochi & Servizi. Info: www. wamrovereto.com. Enogastronomia ALAMBICCHI GOURMET Pergine Valsugana. Ore 20. Castel Pergine - Via Al Castello, 10. I piatti del ristorante incontrano le grappe di Distilleria Pilzer e di Azienda Agricola Poli Francesco. Quota di partecipazione: € 33,00 - comprensivo di 4 grappe, 1 calice di vino, caffè e acqua. Posti limitati, consigliata la prenotazione. Info e prenotazioni: Strada del Vino e dei Sapori del Trentino Tel. 0461.921863; info@stradavinotrentino.com. Musica MATTHEW HERBERT Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara, Via Santa Croce 67. La musica come esperienza totale. La musica come esperienza politica. La musica come entità tanto estetica quanto etica. Ma anche, la musica come campo dove sperimentare, prendersi dei rischi, esplorare nuovi territori, stravolgere canoni classici portandoli in un futuro giocoso e spiazzante... Biglietto: intero € 20, ridotto convenzionati € 18, ridotto oltre 65 e meno di 26 anni € 15. Per Jazz ‘About 2015-2016. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@centrosantachiara.it.

Musica TRIO BROZ Rovereto. Ore 21. Sala Filarmonica, Via Paganini. Concerto nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Con Barbara Broz, violino; Giada Broz, viola; Klaus Broz, violoncello. Info: www.wamrovereto.com. Musica DISTRETTO 38 Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Concerto con Matthew Herbert; Enrico Rava & Giovanni Guidi. Biglietto € 20. Info: www.centrosantachiara.it. Musica ANDREA BRAIDO IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro San Marco. Il grande chitarrista perginese in tour con il live Let’s rock. La scaletta prevede brani di: Rolling Stones, Jimi Hendrix, Deep Purple, Beatles, Police, Aerosmith e tanti altri grande successi che hanno segnato oltre un ventennio di grande musica. Info: www.teatrosanmarco.it.

14 SABATO Cultura MAI PIÙ SENZA STORIE Riva del Garda. Ore 10.30. Biblioteca - Sala Ragazzi. Letture a voce alta dedicate ai bambini dai 3 anni con Elisabetta Parisi. Dopo le letture le storie si trasformeranno. I bambini potranno partecipare ad una attività creativa manuale. Info: Biblioteca Civica Riva del Garda Tel. 0464.573806;biblioteca@ comune.rivadelgarda.tn.it; www. comune.rivadelgarda.tn.it/biblioteca/homepage. Cultura PALAZZI APERTI Trento. Visita guidata a Cappella Sant’Adalberto, Palazzo Geremia, Palazzo delle Albere, Palazzo Thun - L’Appartamento di Matteo II, Info: www.comune.trento.it; Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it. Cultura FLASH MOB [WOLFGANG ON THE ROAD] Rovereto. Ore 17.45. Piazza Loreto. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. A cura dell’Associazione “Il Vagabondo”.In coproduzione con Facchini Verdi - Traslochi & Servizi. Info: www. wamrovereto.com. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di

Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Musica A TUTTA BANDA 2016 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizzato dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Musica CONCERTO E BALLO IN PIAZZA Arco e Riva del Garda. Arco, piazzale Segantini dalle ore 16.30 alle 18 circa: Banda di Cavedine - coro femminile 60&Più - gruppo ballo 60&Più. Riva, piazza Tre Novembre ore 21: Sparadraps - gruppo ballo 60&Più; ore 21.15 coro femminile 60&Più; ore 21.30: Orchestra spettacolo Mirko Casadei. Ingresso gratuito. Info: Coordinamento Attività 60&Più Tel. 0464.519521. Musica LUDOVICA FIERRO - MUSICA DA UN’ALTRA CAMERA Nogaredo. Ore 10.30. Corte di Palazzo Lodron. Concerto aperitivo con Ludovica Fierro, arpa. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Info: www.wamrovereto.com. Musica QUARTETTO EUPHORIA: DISSONANZE Rovereto. Ore 21. Teatro Zandonai, Corso Bettini. Con Marna Fumarola e Suvi Valjus, violini; Hildegard Kuen, viola; Michela Munari, violoncello. Concerto nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Info: www.wamrovereto. com; www.thequartettoeuphoria.com.


trentinoappuntamenti

Musica DISTRETTO 38 Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis. Spettacolo con Âme/Dj Koze. Biglietto € 15,00. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro COMPAGNIA AMATORIALE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Italo Conti - trad. dialettale di Federico Gozzer con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL PICCOLO IGNAZIO E IL GENIO DELLA MUSICA KIDS! Rovereto. Ore 16. Sala Filarmonica, Via Paganini. Spettacolo con I Burattini di Luciano Gottardi e I Solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Coproduzione tra Fondazione Orchestra Haydn e WAM Festival Mozart. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Prima assoluta. Info: www.wamrovereto.com. Tradizione PERGINE COMICS Pergine Valsugana. Piazza Fruet e Piazza Municipio. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700.

15 DOMENICA Cultura PALAZZI APERTI Trento. Visita guidata a Palazzo Geremia, Cappella Sant’Adalberto, Palazzo delle Albere, Palazzo Thun - L’Appartamento di Matteo II, Info: www.comune.trento.it; Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it. Musica A TUTTA BANDA 2016 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizzato dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700.

Musica QUARTETTO DAMA MUSICA DA UN’ALTRA CAMERA Rovereto. Ore 10.30. Giardino Bridi De Probizer. Concerto aperitivo con Alice Dondio, violino; Antonia Moschen, violino; Daniel Bossi, viola; Marta Kotaszewska, violoncello. Iniziativa nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Info: www.wamrovereto.com.

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Musica CSU DELICATE CORDE: LIUTO E CHITARRA AI TEMPI DI MOZART Rovereto. Ore 16.30. Casa Depero. Con Ulrich Wedemeier, english guittar e chitarra terzina; Pietro Prosser, mandora, liuto barocco, arciliuto e chitarra. Concerto nell’ambito del WAM Festival Mozart a Rovereto. Info: www. wamrovereto.com.

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Musica CONCORSO INTERNAZIONALE AUDI MOZART! - 8A EDIZIONE Rovereto. Ore 20.45. Scuola Musicale Zandonai. Audizioni eliminatorie e semifinali. Programma: W.A. Mozart - I concerti per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e orchestra. Info: www. mozartitalia.org.

Musica DISTRETTO 38 Trento. Ore 18. Muse. Spettacolo con Max Loderbauer & Luigi Ranghino. Ingresso gratuito. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro COMPAGNIA AMATORIALE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Italo Conti - trad. dialettale di Federico Gozzer con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

16 LUNEDÌ Cultura CONVEGNO Rovereto. Ore 14.30. Aula magna dell’Università. “La canzone italiana nell’era digitale” con Max Casacci, Niccolò Contessa e Andrea Girolami. Ingresso gratuito. Info: www.centrosantachiara.it.

17 MARTEDÌ Musica DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 19 e 23. Foyer auditorium Fausto Melotti. Live set con Shapednoise e Vaghe Stelle. Ingresso gratuito. Info: www.centrosantachiara.it. Musica DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti. Live set audiovisivo con Demdike Stare. Biglietto € 10,00. Info: www.centrosantachiara.it.

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trentinoappuntamenti 18 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Associazione di volontariato “Mana” - Via Molini. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@live.it. Cultura ARCHITETTURE SONORE E TECNOLOGIA Trento. Ore 18. Auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia, via T. Gar 14. Architetture sonore e tecnologia: Karlheinz Stockhausen, Pole, per due esecutori con radio ad onde corte (1970); Francesco Canavese chitarra elettrica e live electronics; Francesco Giomi sintetizzatori e live electronics (in collaborazione con Tempo Reale, Firenze). Preparazione all’ascolto: Francesco Giomi, Marco Uvietta. Info: www.unitn.it; staffdip.lett@ unitn.it. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Jeffrey Tate in concerto. Stefano Ferrario, Roberto Tomada, violino; Gabriele Marangoni, viola; Luca Pasqual, violoncello su musiche di Edward Elgar: Introduzione e Allegro, per quartetto e archi, op. 47; Joseph Haydn: Sinfonia n. 102 in si be-

molle maggiore, Hob. i: 102; Wolfgang Amadeus Mozart: Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore, k 543. Biglietto: intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www.haydn.it; n. verde 800.086890; info@haydn.it. Musica DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 19. Foyer auditorium Fausto Melotti. Live & Dj set. con Noirêve/Tama Sumo. Ingresso gratuito. Info: www.centrosantachiara.it. Musica DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti. Live set audiovisivo con Holly Herndon. Biglietto € 10. Info: www.centrosantachiara.it.

19 GIOVEDÌ Cultura ACCADDE CENT’ANNI FA: ESPOSIZIONE DI REPERTI STORICI, GALLERIA FOTOGRAFICA, LETTURE Roncegno Terme. Ore 20. Salone delle Feste - Casa Raphael. Esposizione di reperti storici di Stefano Mezzari; galleria fotografica Ritornando montagne di Giuliano Cappello. Conferenza: “La Battaglia di Sant’Osvaldo”: letture e riflessioni e canti con gli alunni della Scuola Pri-

maria di Roncegno. In collaborazione con Luca Girotto, Federico Bonato e il Coro S. Osvaldo. Info: www. visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Cultura ARCHITETTURE SONORE E TECNOLOGIA Trento. Ore 18. Sala Musica del Dipartimento di Lettere e Filosofia, via T. Gar 14. Musica nello spazio: fra acustica e architettura. Relatori: Massimo Priori, Marco Russo. Info: www.unitn.it; staffdip.lett@unitn.it. Musica DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 18. Casa d’arte futurista Depero. Dj set, live drawing & aperitivo futurista con Rocco Pandiani & Luca Barcellona. Ingresso gratuito. Info: www. centrosantachiara.it.

20 VENERDÌ Cultura 6° FESTIVAL DELL’INFORMAZIONE INDIPENDENTEQ Arco. Dalle ore 14 alle 23. Loc. Prabi - Cantiere 26. Ingresso gratuito. Info: Associazione Culturale La Busa Consapevole festivaldellinformazione.blogspot.it. Tradizione CEREVISIA - FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI Fondo - Palanaunia. Info e programma dettagliato su www.cerevisiafestival.com.

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Musica

Cultura 6° FESTIVAL DELL’INFORMAZIONE INDIPENDENTEQ Arco. Dalle ore 14 alle 23. Loc. Prabi - Cantiere 26. Ingresso gratuito. Info: Associazione Culturale La Busa Consapevole festivaldellinformazione.blogspot.it.

DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 21.30. Auditorium Fausto Melotti. Sonorizzazione film con Murcof vs Metropolis. Biglietto € 10,00. Info: www.centrosantachiara.it.

Cultura DÜRERWEG. TREKKING CULTURALE IN VALLE DI CEMBRA Valle di Cembra. Trekking culturale, con numerosi punti ristoro, lungo il sentiero del Dürer, per ri-

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GRAHAM NASH

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Un rituale, una celebrazione estatica, una protesta, un happening, una commedia, una tragedia, Hair rompe ogni regola teatrale, come i suoi protagonisti, gli hippies, ruppero ogni norma sociale stabilita...

Il big festival dei colori, arriva a Bolzano per il tour europeo. Dopo il successo del 2014 e 2015, torna con la sua magia tra Musica, band, dj e le divertenti polveri colorate, che faranno da contorno all evento piu coult di primavera... colora il tuo giorno... colora il 21 maggio!

Il leggendario cantautore Graham Nash, annuncia le date Italiane del suo tour 2016 a supporto del nuovo album in studio “This Path Tonight “,una raccolta di dieci canzoni prodotte da Shane Fontayne, che è uscito in tutto il mondo il 15 aprile 2016.

Dopo 11 tappe sold out e vendite record per il tour che partirà il 28 aprile da Torino, il prossimo 12 novembre Marco Mengoni ripartirà per una nuova importante avventura live...

TRENTO Auditorium S. Chiara 15 maggio 2016 ore 21

BOLZANO Fiera Bolzano 21 maggio 2016 ore 10

TRENTO Auditorium S. Chiara 6 giugno 2016 ore 21

BOLZANO Palaonda – Via Galvani, 4 4 dicembre 2016 ore 21

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trentinoappuntamenti percorrere il viaggio del grande artista del Rinascimento tedesco, che dedicò alla Valle di Cembra e al Castello di Segonzano numerosi splendidi acquarelli. Partecipazione a pagamento. Info e iscrizioni: A.p.T. Piné Cembra Tel. 0461.683110. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Musica DAVIDE VAN DE SFROOS IN CONCERTO LevicoTerme. Ore 21. Palalevico. Info e prevedita: Tel. 0461.702186. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Lavarone. Ore 21. “Cinema Teatro Dolomiti”. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la 4ª edizione della Rassegna Teatrale “Lavarone a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL MEDICO PER FORZA Meano. Ore 20.45. Teatro, via delle Sugarine 22. Spettacolo di Molière con la compagnia Mulino ad Arte; con Giulio Federico Janni, Giulia Pont, Daniele Ronco, Jacopo Trebbi, Costanza M. Frola, Pierpaolo Congiu, Giulia Cammarota. Biglietto: € 12 intero, € 10 ridotto (over 65, under 26). Info: www.teatrodimeano.it; Cell. 389.1151058 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@ teatrodimeano.it. Tradizione CEREVISIA - FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI Fondo - Palanaunia. Info e programma dettagliato su www.cerevisiafestival.com.

22 DOMENICA Cultura 6° FESTIVAL DELL’INFORMAZIONE INDIPENDENTEQ Arco. Dalle ore 14 alle 23. Loc. Prabi - Cantiere 26. Ingresso gratuito. Info: Associazione Culturale La Busa Consapevole festivaldellinformazione.blogspot.it. Enogastronomia ENTORN VICH - IN GIRO PER LE STRADE DI VIGO DI FASSA Tamion di Fassa. Ore 20.15. Manifestazione gastronomica con intrattenimento musicale e antiche tradizioni lungo il centro del paese. Durante la serata i partecipanti possono degustare assaggi di prodotti locali e piatti tipici, abbinati ad alcuni eccellenti vini, serviti direttamente dalle cantine produttrici aderenti alle Strade del Vino e dei Sapori del Trentino. Info. Comitato Manifestazioni Vigo di Fassa Tel. 0462.609700; info@entornvich. com; www,entornvich.com. Musica EZIO BOSSO IN CONCERTO Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Info: www.centrosantachiara.it. Tradizione CEREVISIA - FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI Fondo - Palanaunia. Info e programma dettagliato su www.cerevisiafestival.com.

24 MARTEDÌ Musica SCUOLA D’ASCOLTO DELLA MUSICA ORGANISTICA Trento. Ore 21. Chiesa Parrocchiale di Cristo Re. L’organo e la sua musica allo strumento Ciresa-Zeni con Stefano Rattini (Organista titolare della Cattedrale di Trento) - L’arte dell’Improvvisazione. Ingresso libero e gratuito. Non è richiesta iscrizione. Info: Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it. Musica LA NATURA FISICA DEI LEGNI DEGLI STRUMENTI AD ARCO Trento. Ore 18. Dipartimento di Lettere e Filosofia (via T. Gar 14). Concerti e incontri di approfondimento su scienza e musica del Novecento. Approfondimento scientifico IV. Relatori: Stefano Gialanella, Marco Uvietta. Info: www.unitn. it; staffdip.lett@unitn.it.

Musica CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Dedicato ad artisti che non hanno ancora superato i 35 anni di età, il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare partecipanti e pubblico da ogni parte del mondo. Per i giovani concorrenti, la possibilità di sfruttare una vetrina di grande prestigio, visto che la giuria, coordinata dal direttore artistico Mietta Sighele, è sempre composta, oltre che da musicisti di chiara fama, anche da giornalisti specializzati e da direttori artistici dei principali teatri lirici del mondo. Un’occasione unica, dunque, per tante giovani promesse, che hanno la possibilità di conoscersi e confrontarsi. Per programma dettagliato: MusicaRivafestival Via Mazzini, 5 Tel. 0464.554073; www.musicarivafestival.com.

25 MERCOLEDÌ Musica CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare pubblico da tutto il mondo. Per programma dettagliato: MusicaRivafestival Via Mazzini, 5 Tel. 0464.554073; www.musicarivafestival.com. Musica CONCORSO INTERNAZIONALE AUDI MOZART! - 8A EDIZIONE Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Finale di fagotto e flauto, con pianoforte. Info: www.mozartitalia.org.

26 GIOVEDÌ Musica VIBRAZIONE, SINTONIA Trento. Ore 18. Dipartimento di Lettere e Filosofia (via T. Gar 14). Concerti e incontri di approfondimento su scienza e musica del Novecento. Antidoto IV. Vibrazione, sintonia György Kurtàg, Officium breve per quartetto d’archi (1989). Quartetto Prometeo. Preparazione all’ascolto: Stefano Gialanella, Marco Uvietta. Info: www.unitn.it; staffdip.lett@unitn.it. Musica CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare pubblico da tutto il mon-

do. Per programma dettagliato: MusicaRivafestival Via Mazzini, 5 Tel. 0464.554073; www.musicarivafestival.com. Musica CONCORSO INTERNAZIONALE AUDI MOZART! - 8A EDIZIONE Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Finale di oboe e corno, con pianoforte. Info: www.mozartitalia.org.

27 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Castello Tesino. Ore 16. Casa di riposo Suor Agnese. “L’Autonomia del Trentino Alto Adige”. Relatore Luis Durnwalder. Ingresso libero. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700; Casa di Riposo Tel. 0461.594166. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Borgo Valsugana. Ore 17.30. Sala video della Biblioteca. Presentazione del libro: “Cesare Battisti: il Tirolo tradito. Un percorso nella storia di questa nostra terra” di Giuseppe Matuella. Presenta Luigi Sardi. Info: www.visitvalsugana.it; Tel. 0464.727700. Musica CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare pubblico da tutto il mondo. Per programma dettagliato: MusicaRivafestival Via Mazzini, 5 Tel. 0464.554073; www.musicarivafestival.com. Musica CONCORSO INTERNAZIONALE AUDI MOZART! - 8A EDIZIONE Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Finale di clarinetto, con pianoforte. Info: www.mozartitalia.org. Teatro ARMONICAMENTE DAL FRONTE Sabbionara d’Avio. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Gloria Gabrielli e Gabriele Girardelli con l’Associazione Teatro-Musica “2GiGa” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

28 SABATO Corsi BIOENERGETICA PER LA SALUTE: IL MAL DI SCHIENA Zambana vecchia. c/o Associazione di volontariato “Mana” - Piazza Umberto Nobile, 1. Gli esercizi Bioenergetici sono rivolti, senza limiti di età, a tutte le persone che vogliono acquisire un metodo per

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trentinoappuntamenti ottenere e mantenere salute e benessere. Ma sono anche consigliati a chi vuole approfondire la conoscenza del proprio corpo e diventare sempre più consapevole delle sue caratteristiche e potenzialità. L’incontro a numero chiuso rende necessaria l’iscrizione entro il 25 maggio contattando la Dott. Rosanna Rossetti: tel. 333.2520975; rossettirosanna1@ gmail.com. Pagina Facebook “ Per-corsi di Bioenergetica”. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Folklore SULLA BRENTA CON GUSTO Borgo Valsugana. Dalle ore 8: Mercato straordinario in Piazza De Gasperi. Mercato con prodotti tipici in Piazza Martiri. Ore 15.30 in Piazza Martiri: Master Cooking con Andrea Torelli di Masterchef. Ore 17: dimostrazione della lavorazione del latte a cura di un malghese della Valsugana. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana Tel. 0461.727741; borgovalsugana@visitvalsugana.it. Musica CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare pubblico da tutto il mondo. Per programma dettagliato: MusicaRivafestival Via Mazzini, 5 Tel. 0464.554073; www.musicarivafestival.com.

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Musica CONCORSO INTERNAZIONALE AUDI MOZART! 8A EDIZIONE CONCERTO DI GALA DEI VINCITORI Rovereto. Ore 21. Teatro Zandonai, Corso Bettini. Con Orchestra Haydn di Trento e Bolzano. Presenta Dimitri Ashkenazy. Info: www. mozartitalia.org.

29 DOMENICA

Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

3 VENERDÌ

Folklore SULLA BRENTA CON GUSTO Borgo Valsugana. Dalle ore 8: Mercato straordinario in Piazza De Gasperi. Mercato con prodotti tipici in Piazza Martiri. Ore 15.30 in Piazza Martiri: Master Cooking con Andrea Torelli di Masterchef. Ore 17: dimostrazione della lavorazione del latte a cura di un malghese della Valsugana. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana Tel. 0461.727741; borgovalsugana@visitvalsugana.it.

Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/.

Teatro ARMONICAMENTE DAL FRONTE Monte Brione. Ore 20.30. Forte Garda. Spettacolo di Gloria Gabrielli e Gabriele Girardelli con l’Associazione Teatro-Musica “2GiGa” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

GLI APPUNTAMENTI DI GIUGNO 1 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Associazione di volontariato “Mana” - Via Molini. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@live.it.

2 GIOVEDÌ Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/.

4 SABATO Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli

ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

5 DOMENICA Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/. Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

8 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Arvo Volmer, direttore su musiche di Giuseppe Verdi; Messa da Requiem per soli, coro e orchestra. Biglietto: intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www. haydn.it; n. verde 800.086890; info@haydn.it.



trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI ANGELA CON ANDREA, E POI DI GIULIA CON GABRIELE

I MATRIMONI DEL MESE

Lei Nome: Angela Età: 29 Nata: Trento Residente: Trento Vestito, scarpe: Fashion Gallery - Trento Parrucchiere: Salone Irma - Trento Truccatore: L’officina del make-up - Trento Occupazione: Addetta alle vendite

Lui Nome: Andrea Età: 41 Nato: Napoli Residente: Trento Vestito: Boggi e Bermax - Trento Gian & Son Barber Shop - Trento Barbiere: Occupazione: Ingegnere

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Catering: Anelli: Lista nozze: Bomboniere: Fiori e Bouquet: Torta: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso e civile 13 febbraio 2016 Trento, Chiesa di SS. Pietro e Paolo 150 Cantina storica Rotari - Mezzocorona Livio catering e ricevimenti Mosele Gioielli - Trento Alpina Tour Dolomiti - Trento Libreria Giunti - Trento Petali - Trento Pasticceria Bertelli - Trento Florida e Antigua - 21 giorni Trento

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com

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Lei Nome: Giulia Anni: 30 Nata a: Tione di Trento Residente a: Spiazzo Rendena Vestito: Marta Sala - Trento Scarpe: Calzature Carlin - Pergine Parrucchiere: Salone Lui & Lei - Pinzolo Truccatore: Salone Lui & Lei - Pinzolo Occupazione: Segretaria

Lui Nome: Gabriele Anni: 33 Nato a: Trento Residente a: Pinzolo Barbiere: Salone Lui & Lei - Pinzolo Occupazione: Perito chimico 110

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Fiori e bouquet: Anelli: Lista nozze: Bomboniere: Viaggio di nozze:

Religioso 3 ottobre 2015 Spiazzo Rendena 150 Park Hotel Astoria - Riva del Garda La Giardineria - Tione di Trento Gioielleria Moneghini - Pinzolo Viaggi Paoli - Tione di Trento Sostegno all’Associazione Africa Rafiki West coast nord America e Caraibi

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LO SPLENDORE DELLA TORRE CIVICA IN 3D SU RAI3 ANCHE UNO SPECIALE SULL’EREMO DI S. COLOMBANO

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u “Tapis Roulant” (in onda il 1° maggio alle 9.40 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle 22.30) si percorrono le valli del Trentino alla ricerca di vicende curiose, testimonianze del passato, paesaggi suggestivi che offrono una varietà di armoniosi scenari, borghi pittoreschi e località ricche di arte e di storia. Protagonisti l’ambiente e le curiosità dei luoghi e degli abitanti, e avere così tutti gli ingredienti per organizzare escursioni ricche di emozioni e bellissime esperienze! Sessantaquattresima edizione di quella che è reputata al mondo la più celebre e importante rassegna del film sul mondo delle alte terre, degli sport di montagna e dell’avventura. Da molte edizioni inoltre lo sguardo dei registi si è concentrato anche sulla dimensione antropologica delle popolazioni che vivono in terre non ancora del tutto “conquistate” dallo sfruttamento economico a volte indiscriminato. Per Trento il Filmfestival è un periodo di intensa riflessione culturale: la città sembra infatti ruotare in quei giorni, attorno a un perno costruito sulla wilderness, il climbing e l’avventura, con incontri, esposizioni librarie di grande prestigio, dibattiti e riflessioni. Fino al 12 giugno 2016 negli spazi della Galleria Civica a Trento si possono contemplare le tappe fondamentali della ventennale carriera di Stefano Cagol, e riflettere sulla dinamicità dell’espressività artistica. Nella puntata del 15 maggio, nuova “Cartolina dal Trentino”. Il viaggio nei paesaggi incantevoli del Trentino, prosegue in Val di Non e precisamente in un parco fluviale che si snoda nella forra del torrente Novella nei comuni di Cloz, Romallo e Dambel. Ma spostiamoci nel capoluogo... Avvalendosi di una suggestiva simulazione 112

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È BORDON IL NUOVO DIRETTORE DELL’AZIENDA SANITARIA TRENTINA

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arà Paolo Bordon, 52 anni, originario di Rovigo, il nuovo direttore dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Lo ha nominato oggi, su proposta dell’assessore Luca Zeni, la Giunta provinciale. La commissione, incaricata dalla Giunta di effettuare la selezione, ha lavorato nel mese di marzo, vagliando i circa 100 curricula pervenuti alla chiusura del bando. La procedura è stata rigorosa e approfondita; la commissione ha audito i 10 migliori candidati ed ha selezionato una rosa di 6 nominativi, stilando un profilo con le caratteristiche di ognuno, tutti professionisti molto solidi. “È stato fatto un lavoro di valutazione molto approfondito - ha chiarito il presidente Ugo Rossi. La commissione ha sentito, uno a uno, i dieci migliori professionisti che avevano superato la prima selezione”. “Paolo Bordon – precisa l’assessore Zeni – è quello che ha le caratteristiche migliori per guidare l’Azienda in questo momento, a cui unisce una forte motivazione per un lavoro impegnativo e sfidante. Si apre una nuova fase di rilancio della sanità trentina. Il nuovo direttore – ha detto Zeni – possiede una notevole capacità organizzativa, necessaria per questo incarico, vista la complessità della nostra azienda e del nostro territorio”. storico-architettonica animata e di sofisticate ricostruzioni in 3D, questo filmato offre la possibilità di compiere un viaggio nel tempo, alla scoperta delle fasi costruttive della Torre Civica e delle sue diverse destinazioni d’uso. Nell’episodio di maggio di “Girar per Boschi”, le telecamere della Sede Rai di Trento sono entrate in una stretta e selvaggia gola della Val de Blasi nei dintorni di Malè, all’inizio della Val di Sole, seguendo le tracce di un antico sentiero, scoperto grazie a notizie degli anziani e a foto storiche. La regia è di Daniele Torresan. La puntata del 29 maggio comincia con un cortometraggio di Flavio Pedrotti, interpretato da Patrizia Orsingher e Andrea Franzoi, per raccontare una vicenda che impegna ad una riflessione sulla condizione di chi, in seguito a una disabilità, ha suo malgrado una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale, rispetto a ciò che è considerata la norma. “Montagna Ambiente Energia Cinema Giovani 2016” è il titolo del programma dedicato al concorso cinematografico organizzato dal MAE. Giovani cineasti, per lo più delle scuole superiori e delle università trentine, si sono cimentati nell’affrontare il difficile tema propostogli: “Sicurezza in montagna e in me stesso. La Rai sede di Trento propone una piccola selezione dei cortometraggi in concorso e le voci dei giovani protagonisti. Regia di Stefano Uccia.


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LA STORIA DEL GIUBILEO NEI MUSEI DI RONZONE A MILANO, A VISITARE LA MOSTRA DELLE BARBIE LA “NOSTRA” GIUSEPPINA, INARRESTABILE, CON TUTTI SUOI AMICI

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n partenza col treno per Milano, accompagnata da alcuni ragazzi per andare a presentare il libro della sua storia d’amore, in un contesto di giovani entusiasti di conoscerla tra l’altro seguita con tante espressioni di sopresa. Insomma, in molto interesse, tutti sono rimasti incantati da tanto romanticismo. Ha poi deciso con un altro gruppo di amiche di varie città di fare una veloce scorribanda al MUDEC di Milano a visitare la mostra delle Barbie. Belle, esplosive e divertenti le innumerevoli bambole in esposizione che hanno fatto scaturire gli immancabili gridolini e le sane risate di ogni sua amica che si riconosceva in qualche barbie inneggiando alla bellezza della vita.

1) Giorgio, Margie, campione di basket Jos, Giusy, Katia; 2) Franca, Giusy e l’attrice Loredana Martinez; 3) Giusy, Lara e Daniela; 4) Giusy e Ania; 5) Geppo, Claudio, Giusy, Ale, Ingrid; 6) Isabella, Giusy, Giada e Gilda.

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l primo Giubileo della storia cattolica fu istituito nel 1300 da papa Bonifacio VIII. È curioso ricordare che, fruendo dell’indulgenza plenaria per la prima volta a tutti coloro che avessero fatto visita alle Basiliche di San Pietro o di San Paolo Fuori le Mura, (per i romani era necessario accedere a una delle Basiliche almeno una volta al giorno per 30 giorni non necessariamente consecutivi), Dante cita nella Divina Commedia l’enorme afflusso di pellegrini facendoci capire come venne organizzato anche un doppio senso di marcia sul ponte di fronte a Castel S.Angelo. Curiosità a parte segnaliamo che un’interessante mostra sulla storia dei Papi del Giubileo, da Bonifacio VIII a papa

Francesco, è allestita nella sala espositiva dei Musei di Ronzone che dopo la pausa invernale hanno riaperto l’attività organizzativa che si protrarrà fino a ottobre con un programma destinato ad attirare l’attenzione e l’interesse del pubblico, valligiano ed ospite che lo scorso anno ha fatto registrare circa duemila presenze. La rassegna inaugurale fa parte del come è ormai da tradizione della ricca e variegata collezione di Luciana Recla che sulla storia dei Papi del Giubileo presenta una raccolta di santini, figurine, francobolli e cartoline da riempire ben 96 quadri formato A4. Una mostra quanto mai attuale, esauriente nella storia di un avvenimento straordinario, aperta al pubblico dal 29 maggio a metà di ottobre con orario 15-19, chiuso il lunedì.

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SUMMA16: DAI LAGEDER SOLIDARIETÀ, QUALITÀ E UN PIZZICO DI MONDANITÀ UN PUBBLICO INTERNAZIONALE SI È RIUNITO NELLA TENUTA DI ALOIS LAGEDER PER INCONTRARE VIGNAIOLI E PARTNER D’ECCELLENZA PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO. CIRCA 15.000 EURO SARANNO DEVOLUTI ALLA CASA DELLA SOLIDARIETÀ DI BRESSANONE agli operatori del settore, ha accolto anche privati e appassionati nella giornata di domenica e, considerati gli ottimi risultati, per la prossima edizione intendiamo mantenere anche questa novità”. Numerose le degustazioni, tra cui vale la pena segnalare la degustazione in cantina “Vini Cometa – impulsi innovatori della nostra enologia“, organizzata dalla Tenuta Alois Lageder e condotta a rotazione anche da Alois e Alois Clemens Lageder, e le verticali; molti i seminari, le presentazioni, i workshop, le visite guidate in cantina, nel giardino o nei vigneti – condotte in carrozza sotto un sole stupendo – che hanno intrattenuto un pubblico molto soddisfatto nel corso delle tre giornate. “A mio avviso, sono soprattutto la calma e la sensazione di piacevole estraniazione che i nostri ospiti apprezzano particolarmente qui a Magrè. La possibilità di entrare in contatto diretto con i proprietari delle Tenute e le loro famiglie, assaggiare ottimi vini e godersi questo luogo

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al 9 all’11 aprile, Summa 16 ha registrato circa 2.500 presenze tra professionisti del settore ed enoappassionati, riunitisi nel palazzo rinascimentale di Casòn Hirschprunn – proprietà della famiglia Lageder – e nella storica Tenuta Tòr Löwengang di Magrè (BZ) da quasi quaranta paesi del mondo. Erano oltre 60 invece i produttori d’eccellenza provenienti da Italia, Germania, Austria, Francia e addirittura da regioni vitivinicole lontane come la Nuova Zelanda, per stupire il pubblico con le loro raffinate etichette. “Quest’anno abbiamo dato la possibilità di partecipare a Summa anche a molti ristoratori ed enotecari, prolungando la durata e aprendo le sue porte anche lunedì 11 aprile. L’iniziativa è stata accolta molto bene, abbiamo registrato una presenza importante di clienti affezionati. Molto probabilmente anche l’anno prossimo la manifestazione sarà estesa su tre giornate”, afferma Alois Lageder, e continua, “Per la prima volta Summa, da sempre riservata 114

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davvero unico e suggestivo è senz’altro una caratteristica distintiva di questa manifestazione rispetto ad altre fiere di settore”, sostiene Alois Clemens Lageder. Il successo della fiera deriva anche dalla preziosa collaborazione con gli esclusivi partner gastronomici che hanno proposto al pubblico una selezione unica, dando particolare importanza all’uso di prodotti biologici e regionali. Tra loro anche Raimund Frötscher di Hannah&Elia fine cooking great events di Bressanone (BZ) che - assieme al suo team - ha deliziato il palato degli ospiti, a pranzo e a cena, con pietanze di alto livello qualitativo. Da molti anni Summa sostiene anche un’iniziativa umanitaria e quest’anno parte del ricavato – circa 15.000 Euro – sarà devoluto alla Casa della Solidarietà di Bressanone, che da quasi quindici anni aiuta persone in difficoltà come profughi traumatizzati, persone con problemi psichici o con dipendenze.

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“OTIUM”, TRA SIGARI E ENOGASTRONOMIA D’ECCELLENZA UN MANIPOLO DI IMPRENDITORI LOCALI, AMICI CHE CONDIVIDONO NON SOLO LA PASSIONE PER IL FUMO MA ANCHE QUELLA PER LA CULTURA ENOGASTRONOMICA DÀ VITA AL PRIMO “SIGAR CLUB” TRENTINO

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i chiama Otium ed è il nuovo, appena nato, sigar club di Trento, con sede alla Locanda Margon di Ravina. I fondatori sono un manipolo di imprenditori locali, amici che condividono non solo la passione per il fumo ma anche quella per la cultura enogastronomica: Marcello Lunelli (presidente), Michele Poli (vicepresidente), Mauro Bertoldi (tesoriere), Stefano Voltolini (segretario), Mauro Giacca, Luca Steinwandter, Maurizio Donini, Daniele Sontacchi, Luca Gualteroni, Alfio Ghezzi, Mirko Francesca Negri e Marcello Lunelli 116

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Scarabello e Mario Ramonda. Otium, affiliato alla Cigar Club Association italiana che raggruppa 44 club sparsi in tutta italia, va a colmare un vuoto nel panorama trentino. Dopo la chiusura del Cigar&Pipe club Trento nel 2004, infatti, nessun’altra “associazione” del genere era stata ricreata sino a oggi. Per fare parte di questo gruppo di appassionati «non serve essere necessariamente degli amanti del fumo lento, basta condividere una visione della vita che dia il giusto spazio ai rapporti umani sinceri e che favoriscano una personale crescita dell’individuo», spiega Lunelli. Il termine ‘otium’, infatti, inteso come spazio dell’anima e luogo dei piaceri del corpo, nell’accezione romana era il tempo dedicato agli studi umanistici e scientifici e più in generale un momento che si dedicava a se stessi, alle proprie passioni, al dialogo e alla socialità, in contrapposizione al ‘negotium’ che invece era il tempo impiegato nelle attività lavorative. L’accesso al sigar club trentino va richiesto formalmente e il consiglio direttivo valuterà tutte le candidature. Per informazioni, bisogna rivolgersi alla Locanda Margon, allo 0461.349401.


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ŠEBESTA: L’UOMO DEL MONDO ALTRO

L’ITALIA DELLO SLEDGE HOCKEY ARGENTO AGLI EUROPEI

IL GRANDE ETNOGRAFO RACCONTATO DA FULVIO BERNARDINI - FULBER

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in arrivo l’ultimo impegnativo lavoro a sfondo storico scritto e disegnato da Fulber (Fulvio Bernardini) dal titolo L’Uomo del Mondo Altro, un Comic book di 48 pagine a colori anche in lingua mòchena, sulle vicende storiche di Giuseppe Šebesta in Valle del Fèrsina. Giuseppe Šebesta, etnografo, saggista, operatore e regista, pittore e narratore, creatore di pupi animati e “padre” del Museo degli usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige, scompare nel marzo del 2005 a 86 anni. La storia abbraccia principalmente gli anni a partire dal 1949, periodo del ritiro in Valle dei Mòcheni di Giuseppe Šebesta, dove sperimenterà molteplici forme di comunicazione e getterà le basi per la creazione del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. Grazie ad un montaggio narrativo sintetico e all’utilizzo di flashback, rivedremo Šebesta al tramonto della sua esistenza terrena raccontare sé stesso, prima bambino nel 1925 ospite nel paese di S. Orsola e poi nel 1949 quando trentenne, inizierà il suo percorso pionieristico alla scoperta dei mille segreti del popolo mòcheno nell’Alta Valle del Fèrsina. Molti i rimandi legati alle vicende e alle opere, grazie alla corposa documentazione esistente sul grande etnografo, e tanti i personaggi che prendono vita nel lavoro a fumetti. A cominciare dalla panchina parlante, icona di un suo lavoro letterario raccolto nel volume La Valle dei Giganti del 1964; gli amici della sua giovinezza, Randolf e la signora Barbera; le sue prime e importanti storie animate con i pupi, Bà, Principessa e Pettirosso, che si coalizzeranno per aiutarsi tra loro in un’avventura inedita. E ancora, la preziosa informatrice Rosa Corn e il Mugnaio, in una piccola rivisitazione del documentario Età del legno nella Valle del Fèrsina, realizzato da Šebesta nel 1962; infine la figura di fantasia della strega divorabambini che rivive in chiave moderna nel racconto popolare La Graonstana del Kiesereck. Caratteri che spaziano tra

on quattro successi su cinque incontri la nazionale italiana di sledge hockey ha conquistato la medaglia d’argento ai campionati europei della disciplina svoltasi a Ostersund in Svezia. Un successo senza precedenti che premia la squadra azzurra allenata da Massimo Darin che, prima della impegnativa trasferta in terra svedese, aveva sostenuto ben due allenamenti su tre sul ghiaccio “amico” del Palaghiaccio di Fondo, confermando così, a dire degli stessi ragazzi, che i frequenti soggiorni in Valle di Non hanno sempre portato fortuna. Infatti dal debutto ufficiale in campo internazionale alla paralimpiadi di Torino 2006, gli azzurri di Darin e Massimo Bernardoni ne hanno fatta di strada passando anche attraverso gli incontri internazionali organizzati proprio a Fondo dall’ US Ronzone Sportinsieme nel suo decennale programma dello “sport per l’handicap”. Il tutto grazie alla disponibilità della Cooperativa Smeraldo e dell’Hockey Club di Fondo. La prestigiosa medaglia d’argento i ragazzi azzurri l’hanno conquistata vincendo l’ultimo incontro della rassegna continentale battendo per 4 a 1 i padroni di casa della Svezia piegandosi solo davanti alla corazzata russa comunque dopo un match che gli atleti del Blue Team hanno mantenuto sotto controllo per la prima frazione cedendo poi il passo all’imbattibile squadra russa. (Carlo Recla) fantasia e realtà con ruoli completamente diversi tra loro ma tutti legati a doppio filo alla vita e all’opera di Šebesta. L’intento del romanzo illustrato è quello di sottolineare la poliedricità e il genio di Šebesta, rimarcando in modo accattivante e leggero la sua affascinante metodologia di lavoro attraverso quattro essenziali filoni produttivi: i film animati, i documentari naturalistici, lo studio dettagliato delle attività contadine a tutto campo e le narrazioni letterarie, tutti finalizzati a far conoscere il “sogno” di Šebesta, che fu quello di portare a conoscenza di un pubblico più vasto, la parlata mòchena e i mille segreti della Valle del Fèrsina. Non mancano gli interventi dei due “pupi animati speciali” Gary e Spike, i funny animals di Fulber, presenti sulla carta stampata trentina dalla fine degli anni ’70, che faranno luce su alcuni aspetti curiosi della vita del grande antropologo. La pubblicazione presenta anche pagine di rubriche di approfondimento sui luoghi, gli aspetti e le curiosità della storia, per penetrare quanto più è possibile nell’universo ricco e luminoso di Giuseppe Šebesta. 117

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BERTAGNOLLI TRADIZIONE IN MOVIMENTO DIEGO PELIZZARI NUOVO DIRETTORE GENERALE ASSEMBLEA SOCI DI MEDIOCREDITO CAMBIO AL VERTICE DELLA BANCA

Diego Pelizzari, Franco Senesi e Leopoldo Scarpa

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ambio al vertice di Mediocredito Trentino Alto Adige. Con il 30 giugno il direttore generale Leopoldo Scarpa, classe 1951, lascia l’incarico per andare in pensione. Dal 1º luglio sarà sostituito da Diego Pelizzari, 52 anni, attuale vice direttore della banca. La successione è stata annunciata ufficialmente il 22 aprile dal presidente nel corso dell’assemblea degli azionisti del Mediocredito che ha approvato all’unanimità il bilancio. Franco Senesi ha ripercorso le tappe dei 16 anni di attività dall’ing. Scarpa al vertice della banca, prima come vice direttore - era stato assunto con quest’incarico nel 2000 provenendo da qualificate esperienze in banche d’affari – poi come direttore generale dal 2007. “Anni impegnativi – afferma Scarpa – durante i quali l’intero sistema bancario ha subìto shock di portata storica che Mediocredito ha saputo contrastare, nonostante la sua mission lo renda particolarmente esposto alle turbolenze dei mercati finanziari e alle conseguenti crisi dell’economia reale”. Diego Pelizzari, vice direttore e responsabile dell’area affari della banca dal 2006, è laureato in economia e commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Prima di approdare a Trento, ha iniziato la sua carriera al Mediocredito Lombardo di Milano, per poi assumere il ruolo di dirigente responsabile area Nord Est di Banca Intesa Mediocredito (oggi Mediocredito Italiano). “La decisione dell’ing. Scarpa – spiega Franco Senesi – è maturata nel tempo e ciò ha consentito alla banca di gestire il passaggio alla nuova direzione nel modo più naturale e sereno possibile”. 118

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LA STORICA DISTILLERIA TRENTINA SORPRENDE VINITALY 2016 CON «AQUAFRUTTA» E CREA INNOVAZIONE

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ome d’abitudine ormai, Grappa Bertagnolli ha sorpreso Vinitaly con effetti speciali! Con grande entusiasmo, a questa 50esima edizione, la storica distilleria ha presentato in anteprima il lancio di «Aquafrutta»: 4 Acquaviti di Frutta della tradizione Bertagnolli che, grazie ad un rest yling che unisce qualità, sorpresa ed innovazione, vengono catapultate verso nuovi orizzonti. Uva Blu, Uva Fragolino, Pera Williams e Sorbo dell’Uccellatore: distillati brillanti, profumi eleganti, colori sgargianti a temperature glaciali! “A Vinitaly abbiamo raccolto feedback meravigliosamente positivi - afferma Martina Bosetti - «Aquafrutta» ha conquistato il pubblico: piace classica e degustata a temperatura ambiente, stupisce se bevuta ghiacciata, sorprende se utilizzata nella miscelazione. Siamo convinti che questo nuovo pack unito alla riconosciuta qualità dei nostri prodotti incontrerà le preferenze dei nostri Clienti che sapranno cogliere ed apprezzare la sorpresa e l’innovazione!”. Insomma, un ricco e versatilissimo bouquet di aromi, profumi e sfumature. Da provare. Ma non finisce qui! L’ultimo trend di Bertagnolli è la sperimentazione: non solo nel prodotto, ma anche in comunicazione. Ecco dunque che il marchio decide di puntare al cuore delle persone: e lo fa regalando bellezza. Grappa Bertagnolli, insieme all’agenzia Tita, inaugura sul web magazine doppiozero.com una modalità di branded content senza precedenti nel nostro paese. Per farlo si rivolge a un linguaggio che sta conoscendo su internet un nuovo rinascimento: quello dell’illustrazione contemporanea. Otto grandi illustratori di tutto il mondo - dalla neozelandese Anna J alla francese Geneviève Gauckler - sono stati invitati, infatti, a creare altrettante tavole illustrate, verticali e “scrollabili”, ogni volta dedicate ad un singolo valore del marchio: terra, calore, cura, lavoro... Da osservare, da ascoltare, da raccontare.


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OLTRE 50 LIRICHE DI DOLCEZZA INFINITA LA POESIA DI GEMMA NARDELLI MOSNA DEDICATA AL MARITO

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empo fa m’è arrivato, inaspettato, un volume di poesie che non riporta editore, prefazione, ma solo ultimi disegni e poesie di Gemma Nardelli Mosna, dedicate al marito defunto Sergio. Hanno il sapore dell’eternità di “un cielo che era in terra deve tornare/qui, nella luce infinita di una mano/ che guida le dita a toccare dolce il tuo volto” Sergio e Gemma erano una perfetta simbiosi di sentimenti, intenti, mete, tendenze, rispetto per l’Arte, la Famiglia. Gemma dipingeva, esprimeva, in modo mite, ma intenso, i suoi sentimenti nella Poesia, dava consigli e spronava i Suoi Amici del Gruppo d’Arte “la Fontana” di Gardolo di Trento, presenziava alle belle mostre nel sobborgo trentino, dentro le stradine storiche di quel centro. L’Artista ha sempre avuto l’adesione incondizionata degli Amici pittori, guidati dal presidente, Luigi Bevilacqua. Con essi ha “spaziato”, in questi decenni, svariate volte, nelle gallerie di Lavis, Trento (Torre Mirana - Gualazzi ecc.), a Calceranica al Lago con la pittrice Ennia Basso Gennari, a Levico Terme (ex cinema ed Hotel Cristallo) con l’Ass. Scrittori del Trentino Alto Adige e Cenacolo Valsugana, a Roncegno Terme presso la galleria Vicentini, in vari ambienti pittorici a Rovereto ed in altri centri della Regione. Sempre era presente anche il marito Sergio, animatore, fotografo, allestitore. A Lui Gemma ha dedicato oltre 50 liriche di dolcezza infinita. Ha diviso il contenuto di questo Suo ultimo volume in cinque momenti: “Natura, La Casa-Le cose, La Madre è il sempre, Armonia, Il bello... Spiritualità”. Nella sua Introduzione, Gemma si sofferma sulla “poesia soffio invisibile che interviene sulla forma del pensiero”, poesia volta “alla ricerca di qualcosa che manca”, che rivela “la bellezza del mondo che Dio ha creato”, poesia come “conversazione con se stessi”, poesia che “fa rivivere il sogno di noi rimasto

TORNA LA GRAN TENZONE DELLA CONFRATERNITA TONCO DE PONTESEL

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a Confraternita Tonco de Pontesel si conferma un’ottima promotrice della cucina del territorio non solo locale ma anche extra regionale. Ottima l’ultima cena, in collaborazione con l’Associazione Cuochi del Trentino, sulla cucina tipica romagnola. Sabato 21 maggio, ore 11.00, a Palazzo Roccabruna ci sarà il primo convegno delle Confraternite trentine. Verranno messi sul piatto, diversi temi tra cui Scopi delle Confraternite, collaborazioni e sinergie tra le stesse. Analisi ed approfondimenti sulla cucina tradizionale trentina e modi per valorizzarla. Sabato 28 maggio ore 11.30, al Ristorante Mas dela Fam, ci sarà la seconda edizione “Gran Tenzone della Confraternita Tonco de Pontesel “. Venti ristoranti o semplici appassionati cuochi del trentino, proporranno una loro, personale, versione del Tonco. Una giuria, composta, da giornalisti, esperti del settore, appassionati, sceglierà il migliore. Un occasione si stare assieme La Commissione assegnerà, a suo insindacabile giudizio, il Primo Premio “Il Miglior Tonco”, la citazione dei primi 3 classificati tutti gli altri quarti a pari merito, una menzione speciale “Il più Originale”. I premi consisteranno in: Euro 100,00 in buoni spea al primo classificato e al più originale. Gli altri partecipanti saranno giudicati secondi a pari merito. Tutti i partecipanti riceveranno un omaggio da un produttore di salumi e da una cantina trentina. incompleto”. Non mancano accenni agli alberi che sempre hanno animato le sue mostre:” gli alberi guardano i poeti/ e come silenziosi filosofi / raccontano...” Li sente vicini, come “L’albero poeta che ha parole senza dire/sa qualcosa della vita, di momenti taciuti... scrive nell’aria la poesia dei sogni/ con mano leggere nel soffio trasparente di Dio”. Anche la neve - la divina creatura della poetessa cilena Gabriela Mistral che scende ad imbiancare la valle, ha un’ anima -“si appoggia /sull’erba lunga, silenziosa e stanca resta lì/ nel suo magnifico silenzio”. Queste poesie-preghiera-afflato lirico sono accompagnate da particolari arabeschi, fregi, quasi geroglifici egizi da interpretare. Non abbiamo però una stèle di Rosetta per capire appieno il loro significato. Allora ci lasciamo guidare dalla bellezza delle forme, dall’ immediatezza dei colori che animano ogni pagina. Luciano De Carli 119

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IL LIBRO DEL MESE

TRENTINO MESE SI RACCONTA SALA AFFOLLATA IL 23 APRILE SCORSO AL PALAZZO DELLE ALBERE DI TRENTO

UN NUOVO CAPITOLO PER IL LUNGO E APPASSIONATO STUDIO DI VOLKER JESCHKEIT SULLE FORTIFICAZIONI AUSTROUNGARICHE DI TRENTO E DINTORNI. SIAMO ORA NELL’AREA DEL CENTRO STORICO, LA COSIDDETTA “SEZIONE DI DIFESA VII”...

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etti un sabato pomeriggio, a Trento, nello splendido Palazzo delel Albere, in una sala meravigliosa con vista sulla città e sul Muse. Metti una rivista, un direttore e un gruppo di amici e collaboratori e il risultato sarà quello che è avvenuto il 23 aprile scorso quando Paolo Curcu ha celebrato la lunga storia editoriale di questa rivista. Nata nel 1992, come evoluzione grafica e contenutistica del periodico “Viva Trento”, Trentino Mese in questi anni (l’anno prossimo saranno venticinque!) ha raccontato il Trentino e i trentini, con gusto e garbo, fornendo ai lettori anche un puntuale elenco delle manifestazioni ed eventi a cui si può assistere o partecipare nella nostra provincia. L’incontro – che era inserito nel prgramma di “Biblioè” – ha registrato gli interventi di numerosi presenti, coinvolti a vario titolo nella cerchia della Casa Editrice Curcu & Genovese. In conclusione, un benaugurante brindisi offerto dalle Cantine Endrizzi di Mezzocorona. Il giorno dopo, molto apprezzata e seguita anche la presentazione del libro “Un popolo due patrie” di Alberto Folgheraiter, con Massimo Libardi.

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on “Distretto cittadino di Trento” mi riferisco all’area che è oggi il cuore della città, in breve al centro storico. In termini militari si tratta della zona che costituiva una volta il nocciolo urbano, fuori dal quale c’erano allora comuni indipendenti, come ad esempio quello di Cognola o di Gardolo. È per questa ragione che estendo la vera e propria sezione di difesa VIII anche ai circostanti comuni, vale a dire a sud di Mattarello con San Rocco, Ravina, Fersina ecc., a nord a Martignano, Gardolo e Roncafort, a ovest fino al Doss Trento e a est fino alla Valle del Fersina, comprendendo dunque Cognola, Tavernaro e a nord-est e a est Oltrecastello, il Cimirlo, Villazzano e Povo. È importante ricordare che la città e il comune di Trento non avevano allora le dimensioni attuali. Della mia idea era anche il Comando di fortezza imperial-regio, e così pure il Comando dello Stato Maggiore dell’artiglieria della Fortezza di Trento: oltre al centro storico ne facevano parte le fortificazioni permanenti come la Batteria Martignano a nord, Forte San Rocco a sud e il Doss Trento a ovest, dunque la conca attorno alla città. È impossibile affrontare tutti gli argomenti in un solo libro, non mi addentrerò perciò nella complessa struttura di comando


trentinolibreria Antonio Sarzo Menème casa InVeneto Non è una raccolta di ricordi, bensì un romanzo di viaggio, e non celebra l’innocenza e la spensieratezza dagli “ultimi bimbi campagnoli nell’ultima campagna veneta”, ma i desideri, le pulsioni e gli autogol di quegli stessi “vecchi” bimbi, diventati adolescenti. Difficile evitare di ridere e sorridere nel leggere le storie che l’autore ci propone in cui appare fin troppo implicitamente coinvolto. Ma altrettanto difficile è che il lettore se ne senta estraneo perché la compagnia di amici protagonista in questo libro è stata la nostra compagnia, quando avevamo la loro età. Un gruppo di simpatici “sbandati” di paese, per i quali quel tipo di sbando era l’unico allora possibile. Il viaggio finale verso il Nord (quello che la enne maiuscola) è il rito di ingresso nella cosiddetta “società”, l’iniziazione all’età adulta, la fine dell’epopea adolescenziale fatta di cazzeggio e irrequietezza.

Giorgio Barchiesi, Roberto Dottori Proposte alpinistiche ed escursionistiche sulle montagne del Trentino Edizioni 31

Autori vari La modernità di Maria Montessori tra scienza e pedagogia Publistampa Edizioni

Un libro che viene dal web. Capita non di rado che il contenuto di un libro sia riportato, in modo più o meno legittimo, sul web. Questo libro segue invece il percorso opposto, essendo erede diretto e legittimo del sito web www.trekkingetc.it. Contiene 40 itinerari di montagna e falesie, scelti tra le centinaia che si trovano nel sito. Come il sito, anche il libro descrive percorsi molto vari in termini di tipologia, lunghezza e difficoltà. Questo dà l’opportunità di apprezzare differenti approcci alla montagna e al territorio, o quantunque offre una buona rosa di possibilità tra cui scegliere. Pensiamo al libro come ad un oggetto tangibile, sfogliabile, concreto, che si acquista o si riceve in regalo, e trova posto nella libreria di casa. Ma soprattutto si infila facilmente nella tasca dello zaino, per essere sempre pronto alla consultazione.

e nell’assegnazione delle mansioni tra i diversi Comandi di fortezza, Comandi di rayon e il Comando supremo dell’esercito, ambito di competenza della Direzione del Genio ecc. In questo volume mi concentrerò sulle opere militari più importanti, senza potermi soffermare tuttavia su ogni piccola casamatta o postazione, pur sapendo che ci sono. È meglio specificarlo fin dall’inizio: fortificazioni campali all’interno della sezione cittadina VIII ce ne sono poche. Dopo oltre 100 anni, nel caso in cui ci fossero state, a parte alcune tracce, sono cadute vittima dello sviluppo urbano. Non è possibile nemmeno attribuire al periodo asburgico imperialregio i resti di calcestruzzo e le parti di fondamenta che ancora resistono. Si tratta in questi casi esclusivamente di quanto rimane di postazioni della contraerea della seconda guerra mondiale (ad es. nei pressi di Povo-Oltrecastello). Anche le strutture a tunnel vicino a Gocciadoro risalgono al periodo fascista. Può essere, ma non è dimostrabile, che la loro perforazione risalga al 1915 o al 1916, la batteria in caverna che vi era stata prevista per lo sbarramento della stretta Valle del Fersina e a protezione della centrale elettrica di Ponte Cornicchio non fu però mai ultimata. Il segno sopra l’ingresso è però chiaramente italiano, dell’epoca di un certo signor Mussolini. Durante l’ultima guerra mondiale queste caverne e i tunnel servirono come rifugi antiaerei. Un simbolo della città è il Doss Trento, una cittadella naturale che la dominava. Non è rimasta alcuna traccia degli edifici che avevano un interesse storico, come ad esempio la villa, la

Il pensiero e il metodo educativo di Maria Montessori rappresentano una proposta culturale di altissima qualità che, permette di «resistere al rumore delle mode didattiche e pedagogiche, di pensare l’essenziale, di distinguere l’importante dall’interessante» e capire che “l’importante”, oggi più che mai è il bambino, quel singolo bambino, a scuola e in famiglia, con la sua storia, i suoi desideri, le sue capacità, i suoi bisogni. Testi di: Maria Clotilde Pini (Allieva di Maria Montessori e Anna Maria Maccheroni, Direttrice di scuole Montessori), Giuliana Mieli (Filosofa e psicoterapeuta), Giacomo Cives (Professore Emerito di Storia della Pedagogia, Università La Sapienza), Raniero Regni (Professore di Pedagogia Sociale, dipartimento Scienze Umane, Università LUMSA) Anna Maria Bianconi (Formatrice corsi di specializzazione ONM), Benedetto Scoppola (Presidente ONM, Università Tor Vergata).

stazione per i piccioni viaggiatori e, non ultimo, le costruzioni in parte realizzate in legno dei magazzini di munizioni del XIX secolo. Tutte le opere sono state rase al suolo per ordine delle camicie nere di Mussolini ed è stato invece eretto un monumento in ricordo di Cesare Battisti. Sotto il dosso è stato scavato poi un largo tunnel che, passando davanti a un monumento dagli accenti epici, esce nuovamente all’aperto dopo un’ampia curva. Anche se lo stile è italiano, è impossibile non fare determinati paralleli con il periodo buio del nazionalsocialismo. Mi interessava molto ispezionare le fortificazioni campali che ancora sono sopravvissute sul Doss Trento nella forma di un magazzino sotterraneo per le munizioni. Lo si utilizzò anche nella seconda guerra mondiale, almeno per un periodo, come rifugio antiaereo. Mi astengo dall’esprimere una valutazione politica dei monumenti che oggi vi si trovano, non è il compito di un ricercatore sul campo che si occupa soltanto di trovare e di documentare fatti e, nel caso, di arricchirli con documenti coevi. Cercherò di conseguenza di “ricostruire” il Doss Trento, vale a dire di mostrare quali strutture ci fossero un tempo e di trasmettere al lettore un’idea di come “millenari” interregni possano distorcere sino a oggi lo sguardo sulla storia. Volker Jeschkeit

Volker Jeschkeit

Trento 1915-1918. La città militarizzata

Curcu & Genovese (Euro 19,00)

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trentinolosapevate

Volti nella Storia

la frase

Per saperne di più:

“Come il medico vuol essere un restauratore e tutore d’armonie, l’uomo politico deve mirare anch’egli a sua volta a generare armonie”

Bibliografia: Sotto il segno dell’uomo: Beppino Disertori, atti del convegno di studio, Trento, Palazzo Geremia, 11 febbraio 1995; Sotto il cielo di Saturno, Diari, Nuove poesie, Sette giorni in Israele. Ricordi di un mondo di ieri, Saggi, Testimonianze, Beppino Disertori, Trento, Temi, 1984

BEPPINO DISERTORI (1907-1992) ETÀ

QUELLE IDEE SULL’AUTONOMIA

Beppino Disertori, noto medico e politico trentino, nacque a Trento il 19 giugno 1907, figlio di Marcello Disertori e Maria Nicolini. Morì il 6 maggio 1992, dopo una vita lunga ed intensa.

SALUTE CAGIONEVOLE Trascorse molti anni della sua infanzia ad Innsbruck, dove il padre lavorava come insegnante di storia e geografia. Da piccolo soffrì molto di poleomelite, che lo colpì in forma acuta quando aveva appena tre anni, facendolo crescere con la gamba sinistra claudicante.

GLI STUDI Ritornato nella sua terra d’origine, dopo essersi diplomato al liceo classico Prati di Trento si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurghia, trasferendosi prima a Firenze e poi a Genova, dove si laureò nel 1931.

MEDICO ANTIFASCISTA Accanto alla formazione in campo medico, Disertori portò sempre avanti con convinzione anche le sue idee politiche fortemente ispirate dagli ideali mazziniani, in contrasto con l’ideologia fascista che andava diffondendosi ovunque.

OSTACOLI La sua aperta opposizione al partito gli creò parecchi limiti e difficoltà anche nella carriera. Quando infatti lavorava come assistente presso la Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell’Istituto Neurologico di Milano gli venne negata la possibilità di concorrere per un posto di ruolo, proprio perché non iscritto al partito e non ricevette neppure una retribuzione. Per le stesse ragioni, nel 1938 gli fu tolto l’incarico di primario del centro per l’assistenza agli encefalitici di Trento.

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Lo scrittore Buce Marshall con Beppino Disertori e Gloria Mendini in libreria a Trento

BEPPINO IL “TIFONE” Senza farsi scoraggiare dalle difficoltà, Disertori proseguì la sua lotta al fascismo, intessendo numerosi contatti con antifascisti come Ugo La Malfa e Ferruccio Parri. Divenuto membro del Partito d’Azione, si autosoprannominò “Tifone” all’interno del Comitato di Liberazione Nazionale, nome che voleva esprimere tutta la sua carica di energia.

POPOLAZIONI LIBERATE Minacciato dai fascisti, fu poi costretto ad emigrare in Svizzera, dove continuò con l’impegno e la ricerca scientifica sulle malattie nervose. Non appena finita la guerra, nel 1945 si mise a capo della delegazione italiana alla Conferenza di Zurigo per portare aiuto sanitario alle popolazioni europee liberate.

Attento anche alle dinamiche politiche della propria terra, si rivolse anche all’allora presidente De Gasperi per discutere un suo progetto per l’autonomia regionale. Non nascose mai infatti la sua posizione piuttosto critica nei confronti dell’approvazione dello Statuto per l’autonomia del Trentino-Alto Adige. Nello stesso periodo divenne anche segretario del Partito Repubblicano Regionale.

CROCE ROSSA Nel 1949, insieme al dottor Scipio Stenico, istituì a Trento il corpo dei volontari della Croce Rossa italiana.

PROFESSORE ALL’UNIVERSITÀ Negli anni Sessanta fu anche un accanito sostenitore dell’università trentina, dove lavorò anche come docente, insegnando psicopatologia generale, pschiatria sociale, psicologia dinamica e criminologia.

DISERTORI POETA Non solo uomo di scienza, per tutta la vita coltivò anche una vena letteraria, che rimase per lo più nascosta. Una raccolta dei suoi componimenti poetici venne però raccolta in un volume curato da Marcella Piazza, per far conoscere ai trentini anche questo lato umanistico di una personalità tanto complessa.

Hanno detto di lui “Era una persona eccezionale. Un uomo dalla cultura vastissima, ma di grande modestia. Sapeva stare con tutti perchè parlava in modo piano, semplice. E, naturalmente, era un grande medico.” Riccardo Bacchi, figlio del partigiano Egidio, che condivise la lotta contro il fascismo insieme a Disertori.


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@giampa61gmailcom Foto spettacolare! Grazie per il tag! Val Venegia.

@valer104 Ma che meraviglia il tramonto sul campanile di S. Valentino! Complimenti per questo bellissimo scatto! Siusi allo Sciliar.

@s0ulkitchen Rifugio Gardeccia, Vigo di Fassa, “Sentiero delle Leggende”.

IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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Le lune di Kako / di Flora Graiff

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on c’è pace per il pianeta Terra. Non bastassero le tensioni geopolitiche tra Est e Ovest, tra Sud e Nord. Non bastassero i kamikaze dell’Isis. Non bastasse l’emergenza climatica. Non bastasse tutto ciò, ora su tutti noi incombe la minaccia di una nuova epidemia infettiva. Si chiama Zika ed è un virus veicolato dalla zanzara africana Aedes Aegypti. Ma almeno su questo fronte, si può essere fiduciosi: la corsa dei laboratori di ricerca per mettere a punto il vaccino è già partita e, come in casi analoghi, i risultati non tarderanno ad arrivare.

FLORA GRAIFF Cartoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica, ha al

suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.


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