TrentinoMese maggio 2017

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ANNO XXV N. 303

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ISSN 1724-5508

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LUDWIG WITTGENSTEIN 1914. IL FILOSOFO VA ALLA GUERRA. SUL FRONTE TRENTINO

MONDO IN MINIATURA A PERGINE C’È UN PLASTICO TUTTO DA VEDERE

SpecEiaAPleERTE CANTeINBIRRE IANALI ARTIG

MARIA CONCETTA MATTEI LA TV È UNO SPECCHIO DELL’ANIMA DALLA PERSIA CON AMORE

LA BOTTEGA ROVERETANA DI KUHE NUR: UNA STORIA DA LEGGERE

1894. UN RE MUORE AD ARCO

ECCEZIONALI FOTOGRAFIE DELLE ESEQUIE TRENTINE DI FRANCESCO II DI BORBONE

IO STO CON GLI ABORIGENI ROLANDO PIZZINI RACCONTA ANGELO CONFALONIERI


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RING di Tiziana Tomasini

a mali estremi IL COPIONE DEI NEGOZI CHE CAMBIANO. LA CITTÀ PERDE PUNTI DI RIFERIMENTO. ANZI, NON FA A TEMPO AD AVERNE

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uccede di andare a fare il classico giro al Sas e trovare una città strana, che improvvisamente continua a cambiare, in perenne trasformazione. Come in un set cinematografico o teatrale, le quinte scorrono quasi senza che lo spettatore se ne accorga, ad opera di un fantomatico deus ex machina. E se non sei regolare nella frequentazione delle vie del centro, rischi di non avere più punti di riferimento e di trovare da un giorno all’altro una totale rivoluzione del commercio. Guai accennare all’argomento con chi ci passa ogni giorno: rischi di fare la figura del poco informato e di quello che non ha il polso della situazione. E allora capita un giorno di andare all’inaugurazione della famosa catena americana di abbigliamento – che sbarca in centro con tanto di ragazze scosciate dalle minigonne inguinali e con i palloncini in mano per i passanti curiosi e anche di più – e pochi mesi dopo scoprire che ha lasciato il posto a quell’altra ditta rivolta ad un pubblico meno giovane. Vabbè. Non parliamo dei negozi di intimo: a giudicare dalla quantità presente sull’area urbana, dovremmo andare tutti in giro in mutande e canottierine, in calza colorata e pantalone stretch. E ovviamente tutti vestiti uguali, come in divisa. E i prezzi? Molto abbordabili, peccato che la qualità a volte lasci a desiderare… Qualche anno fa ricordo di aver acquistato un pigiama che al primo lavaggio si è letteralmente squarciato sulla schiena, trasformandosi istantaneamente in un ottimo panno per la polvere. Eh certo. Effetti della globalizzazione. E i negozi di cosmetici e profumi? A migliaia. E tutti della stessa tipologia: commesse/ragazzine truccate in modo pesante, musica tum-tum-tum, bum-bum-bum, luci da discoteca e offerte naturalmente imperdibili. Difficile fare un acquisto serio qui dentro; frotte di adolescenti che testano i prodotti e occupano gli scaffali, ritmi assordanti nelle orecchie che impediscono un contatto verbale con chi è addetto alle vendite, numeri illeggibili sulle confezioni. Ok, non fa per me. 8

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RING E le calzature? Altro argomento scottante. Per i ragazzi è lecito e legale comperare solo in quel negozio con i commessi in maglietta juventina… impossibile non individuarlo nel giro al Sas. Capannelli di giovani stazionano davanti a guardare gli altri uscire, a commentare quel paio di scarpe e a strizzare l’occhio al commesso simpaticone. Una volta entrati, riconosci subito il ragazzo motivato e l’adulto pagante leggermente scocciato; difficile trovare scarpe a due cifre prima della virgola! Tutto il resto è out. E poi i negozi di occhiali, con questi nomi veneti e dalle vaste metrature. Probabilmente, siamo un po’ tutti mezzi accecati… Perché sfilano tante offerte – focali, bifocali e forse anche binocoli – a prezzi stracciati ma poi ripaghi il tutto con la montatura che all’inizio sembrava gratis anche quella (motivo per il quale eri entrato), ma invece alla fine si paga, eccome. E se prendi una confezione di lenti a contatto? Attenzione, non pensare di cavartela riferendo la tua gradazione, pagare e andare via. Ti chiedono nome e cognome, codice fiscale, numero di telefono e ti registrano in banca dati per sommergerti poi di pubblicità. E magari ti propongono di fare la tessera, naturalmente gratuita. Torni dopo un mese con anche la tessera (un mezzo miracolo averla ritrovata nel folto mazzo delle tessere del portafoglio) e il negozio non c’è più, letteralmente scomparso, inghiottito nei meandri della terra e sostituito da un altro. Certo anche noi che andiamo per acquisti siamo incontentabili: quando i commessi ci chiedono se abbiamo bisogno di una mano, ci offendiamo quasi, e da buoni orsi trentini rispondiamo con un gelido ”davo un’occhiata”; quando invece non sappiamo a cosa diavolo corrisponde quella serie di numeri infiniti sui pantaloni e cerchiamo qualcuno a cui cortesemente rivolgerci, rischiamo di girare per mezzo negozio, arrabbiandoci. E quando finalmente troviamo quello lì in divisa col cartellino sul petto, scopriamo che stava già seguendo altre tre persone. Offesi, molliamo lì tutto e ce ne andiamo. Ma i più veloci in assoluto a cambiare location sono i cinesi: da un giorno all’altro smobilitano in squadra decine di metri quadri cariche di vestiti e cianfrusaglie e misteriosamente scompaiono per riapparire dall’altra parte della città o addirittura fuori provincia… Ma come fanno? Mistero. Infine, il settore più sconvolgente nell’ambito delle rivoluzioni veloci e repentine in quanto a cambio merce riguarda la gastronomia. Non finisce mai di stupirmi la gelateria che a ottobre chiude i battenti e riapre poco dopo con i salami appesi e lo speck in vetrina con tanto di tagliere al posto delle vasche alle creme e alla frutta. Con l’abilità di modernissimi illusionisti, i gestori trasformano il pistacchio in prosciutto affumicato, il cioccolato in formaggio tipico, la fragola in gustoso insaccato locale. E adesso, in piena primavera, la riconversione ha avuto inizio: il salumiere è tornato a fare il gelataio, la commessa ha indossato la cuffietta e deposto il cappellino di feltro tirolese. Fino almeno al prossimo autunno. E noi passanti lì, con il dubbio se ordinare pane e mortadella o tiramisù.


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RING di Denise Fasanelli

di Pino Loperfido

lost in glocal QUANDO IL QUI ED ORA SFUGGE. UNA VITA FRENETICA

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gni mattina si sveglia, ancora prima del buongiorno si mette una sciarpa ed esce in terrazzo, anche in pieno inverno non si preoccupa di indossare un maglione o una giacca, qualcosa di caldo; esce così, in un pigiama composto da una maglietta abbondante a manica corta ed intimo. Si accende la tanto desiderata sigaretta e tira nervosamente attraverso il filtro, premendo con le dita, mentre con l’altra mano si abbraccia nervosamente il torace per il freddo, per l’abitudine. Ogni tanto capita di vederla alzare i toni e discutere attraverso le vetrate del balcone con quello che immagino essere il suo compagno. Discussioni, litigi o informazioni sbrigative, la sua voce roca si perde nell’isolato, uno sbattere di porte e le sue mani elettriche, gesticolanti, irrequiete. È una donna magrissima, quel magro di chi vive in un continuo stato nevrotico, ansioso, non emaciato ma energico, fatto di nervi, tendini e muscoli sottili sempre in evidenza, suscettibili, eternamente in tensione. Si prepara in fretta e, mentre si infila qualcosa distrattamente, si prepara un caffè. In poco tempo esce di nuovo, per un’altra sigaretta che fuma mentre si trucca il viso con gesti secchi, ripetuti e decisi. Avrà una quarantina di anni, rughe d’espressione evidenti, è una donna molto bella, abbronzata, forse un po’ troppo magra. Lineamenti spigolosi ma equilibrati, occhi allungati, scuri, labbra sottili e un naso regolare, affilato, zigomi ben evidenti e pronunciati, capelli lisci lunghi, color nocciola, senza sfumature di alcun genere, una tinta perfetta, senza sbavature. Dopo la seconda sigaretta è solita infilare una giacca, gli stivali, fermarsi qualche secondo davanti allo specchio per esaminarsi. L’unico momento dove sembra prendersi una boccata d’ossigeno e fare una pausa, passandosi una mano lungo la giacca, quasi a dirsi “vai bene così e adesso via”. Via, uscendo urla un saluto o un rimprovero veloce al suo compagno. Sale nella sua autovettura elegante, di marca, personalizzata nelle finiture, un modo per non passare inosservata forse o, magari, un semplice capriccio. La sua guida è nervosa, tesa, scattosa. Usa spesso il clacson e non ha pazienza con chi deve attraversare la strada, posteggiare, svoltare. Suona, impreca e agita le mani. Ha sempre fretta, è come se, ogni mattina, si svegliasse già in ritardo. In ritardo sul mondo, quasi la sua esistenza le fosse sempre un passo avanti e lei dovesse perennemente correre per agguantarla. Bloccata in un eterno inseguimento nevrotico, quasi fosse incapace di afferrarla questa vita, di coglierne il senso, trovando un po’ di pace. 10

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PICCOLO ELOGIO DELL’AUTO DELLA SCUOLA GUIDA

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e la città fosse un noto gioco da tavolo, l’auto della scuola guida equivarrebbe senza dubbio alla casella dello “stai fermo un giro”. Ti stavi giusto domandando come mai oggi il traffico fosse tanto scorrevole, quando alla rotatoria, per pochissimi centimetri di vantaggio, devi lasciarti sfilare davanti questo mezzo variopinto che procede ad andatura da funerale. Già. Ricorda proprio un funerale la lunga coda che ora si è venuta a formare. Ma quella a cui dobbiamo dare l’estremo saluto non è una persona, ma la nostra calma. Stiamo presenziando alle esequie del nostro autocontrollo. Anzitutto per tutta una serie di inutilissime domande che ci zompettano nel cervello (“Ma proprio mentre passavo io doveva...”, “Ma perché così piano, dai, come fa ad imparare se...”, ecc.), poi per tutto il lavoro di ricerca che cominciamo a fare per trovare una soluzione immediata a questa specie di sciagura. Specie ora che siamo allo stop e quello non parte: ha bisogno di almeno tre chilometri di strada libera per fidarsi ad attraversare. Il primo istinto è quello di attaccarsi al clacson e far passare la voglia a quei due là davanti, dissuadendo il guidatore da prenderla ‘sta patente e l’esaminatore dal darla in futuro, che cambi mestiere insomma... Ci sono tante cose che uno può fare nella vita, no?! Seconda ipotesi è quella del sorpasso. “Tanto che ci vuole?”, commentiamo tra noi e noi. Un mezzo che va a due all’ora lo sorpassi in un blitz. Un gioco da ragazzi. E allora eccoci lì a sfiorare l’utilitaria, a valutare lo spazio a disposizione, a sgasare come boci: facciamogliela fare sotto a questi due... Ma spunta pure una terza ipotesi. È quella della protesta silenziosa, masticando invettive e ripetendo che non si può, non dovrebbero permettere che accadano cose del genere, sindaco inetto, politici ladri e via col qualunquismo a cascata. Eppure per evitare di cadere in questa quieta disperazione da rallentamento basterebbe ripensare a quando alla guida di quella cosa immonda c’eravamo noi. Più giovani, ingenui, meno smagati sulle cose del mondo, eccitati di avere tra le mani niente meno che un’automobile, felici di immaginare la faccia che avrebbe “lei” se solo avesse potuto vederci in quel momento, così virili, così... automobilisti. Ecco cosa basterebbe. Ammettere che in fondo questo ragazzino qua davanti è molto più bravo di noi alla sua età. Rivedersi in lui. E capire che cinque minuti di traffico in più sono un costo minimo per la botta di nostalgia che, come per incanto, per qualche istante, ci ha fatto dimenticare la fretta e l’apatia in cui anche oggi rischiavamo di cadere.



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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi INSERIAMO LA VAL DI CEMBRA ALL’INTERNO DEI SITI PATRIMONIO UNESCO, CHE DITE?

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e ne parla da tempo o almeno qualcuno, già da qualche anno, ha sussurrato la proposta agli ambienti politici trentini: far rientrare la val di Cembra nell’elenco del patrimonio mondiale Unesco. Dopo le Dolomiti, peraltro sommerse dal traffico, dalle speculazioni edilizie e dalle maniacali idee di rinchiuderle in una fitta rete di impianti, la val di Cembra avrebbe tutte le carte in regola per accedere, tramite la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, al ricco patrimonio mondiale protetto. La protezione sul piano mondiale del patrimonio culturale e naturale (accordo internazionale del 17.12.1975) permetterebbe alla val di Cembra di farsi conoscere per la sua architettura abitativa, la ricchezza di chiese e cappelle, di siti archeologici, ma soprattutto per la gestione del territorio compiuta in questi anni. Una gestione frutto da una parte della dimenticanza dell’uomo – la forte emigrazione che ha connotato la valle fin dalla fine dell’Ottocento –, dall’altra dell’impegno dei caparbi contadini che hanno costruito, per secoli, questo sistema di muretti a secco che dalle quote più alte – i 1000 metri a Capriana – scendono fino al limitar dell’acqua dell’Avisio. Una valle profonda, a V, erosa nei millenni nel rosso porfido, ha visto le sue balze, rubate ai sassi e alle pietre, coltivate a vino fin dalla preistoria. 750 km di muretti a secco, eretti sia in funzione di sostegno o di terrazze coltivate sia come delimitazioni-confini-termini tra gli appezzamenti, le numerose vasche da iroràr e le avvincenti testate delle viti a pergola retica, incastrate in fori praticati nelle lastre di pietra pensili all’estremo del muro, contribuiscono, in passato come oggi, a formare il paesaggio umanizzato della valle. Scendendo per erti sentieri e scalinate rosse per via della polvere di porfido, ci si imbatte nei baiti, rigorosamente in pietra, utilizzati come abitazioni temporanee durante la vendemmia o quando si dovevano potare le viti, pianta per pianta, e radunare il residuo, i sarmentei, in piccoli mazzetti che venivano utilizzati per accendere il fuoco nelle lunghe serate invernali e per concimare, quando ancora la chimica non era entrata a far parte dell’economia agricola. Queste piccole costruzioni nate dall’ingegno dell’uomo venivano altresì chiamate canevìni, perché vi si conservava anche il vino. In questi “antri”, d’inverno, quando nevicava, si distillavano le vinacce da cui si ricava la sgnàpa, la grappa, un capitolo fondamentale per la storia di questa valle che ha visto, per secoli, il contrabbando di questo liquido bianco che ardeva la gola, bruciava i polmoni e rincuorava l’animo. Se si eccettua la piaga costruttiva degli anni Sessanta e Settanta – la venetizzazione dei paesi e dei borghi, 12

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RING con le ringhiere di ferro, le “veneziane”, le colonne delle verande, l’uso delle “onduline”, ecc. – con lo sguardo rivolto alla città più che alle proprie radici, la val di Cembra si contraddistingue tra le valli trentine per un paesaggio rurale antropizzato singolare per la sua storia (comprese le leggende). Gli abitanti, soprattutto oggi, ricercano, a tutti i livelli, le proprie radici domestiche e culturali, andando oltre la scimmiottatura della città per abbracciare le forme specifiche di questo paesaggio, plasmato da generazioni di contadini solerti che hanno saputo lavorare il suolo in maniera molteplice, rispettando un corretto rapporto con l’ambiente alpino e creando un mondo agreste equilibrato ed incantevole – perfino Albrecht Dürer gli ha dedicato diversi acquerelli –, rimasto in gran parte immutato fino ai giorni nostri. Andando oltre la dicotomia città-periferia, l’architettura del paesaggio continua ad essere modellata secondo il fluire del tempo umano e di quello contadino, con il recupero della fitta rete di sentieri, di mulattiere, della valorizzazione dei siti archeologici e storici – ancora molto ci sarebbe da fare in questo campo, come l’apertura delle chiesette alpestri, la valorizzazione degli antichi luoghi di culto, delle realtà castellane, ecc. –, della diversificazione dell’economia, ponendo sempre di più al centro la viticoltura, vera e propria motrice di conoscenze e di saperi, ottimo canale di comunicazione per far conoscere, in Italia e all’estero, la valle stessa. Decine di finestre si stanno aprendo su questo particolare paesaggio, offrendo al pubblico e agli amanti dell’arte e della natura – a quando la valorizzazione della forra dell’Avisio da Stramentizzo a Lavis? – veri e propri luoghi della memoria. Ben venga quindi la proposta di iniziare la procedura per inserire la val di Cembra all’interno dei siti patrimonio Unesco. Sarebbe un vero colpo grosso per il “vero”, e non soltanto “formale” e di “facciata”, marketing trentino. Ma per far questo ci devono credere anche i nostri politici (i contadini cembrani solerti difensori e testimoni della storia e della cronaca quotidiana ci credono già), i quali dovrebbero guardare la “periferia” con molta più attenzione e con uno sguardo sicuramente non “urbano”: guardare è la prima forma di conoscenza e camminare lungo i sentieri della valle è l’elemento discriminante tra il parlare a vanvera e con cognizione di causa.

Foto Fabrizio Gottardi (Trentino Meraviglioso - ed. Curcu & Genovese)


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RING di Silvia Tarter

verde ostinato DI FRONTE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO, LA RISPOSTA GIUSTA È L’ADATTAMENTO

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elle scorse settimane abbiamo assistito ad una primavera davvero anomala. Si è annunciata con un’ondata di grande caldo prima, con temperature registrate attorno ai 20° e punte anche di 25° in alcune regioni e una perdurante situazione di siccità, specialmente nel Nord Italia, che ha fatto seguito a un inverno estramamente asciutto, mai così tanto, si è detto, dal 1921. Il livello dei bacini d’acqua si è abbassato, quello di Santa Giustina tanto da lasciare scoperto un ponte romano (el pont della Mula), ma basta semplicemente guardare l’Adige, il nostro caro fiume, passando tutti i giorni avanti e indietro da Trento. Appare sempre più basso e sassoso, un fiumiciattolo, la sua portata è passata infatti appena a 37 metri cubi, meno della metà della media (80). Come se non bastasse ci sono state le gelate durante le vacanze pasquali, in certe zone addiritura delle grandinate, che hanno già causato ingenti danni all’agricoltura. E poi pensiamo, banalmente, al fastidio quotidiano che ci comporta l’irrazionalità del clima. Non appena riponiamo giacche e piumini ci tocca tirarli fuori nuovamente, pianifichiamo la gita fuori porta e ci becchiamo il freddo, vogliamo fare l’orto e non piove mai per bagnare le nostre verdure. E siamo appena a maggio, l’estate deve ancora arrivare... L’andamento del clima è insomma sempre più bizzarro, altalentante, imprevedibile e dobbiamo sempre più fare i conti, volenti e nolenti, con questa situazione che riguarda anche noi, le zone alpine, montane, apparentemente più al riparo perché provviste di acqua. L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha infatti individuato le aree più vulnerabili al cambiamento climatico, tra cui figurano l’Europa meridionale e il bacino mediterraneo, le zone costiere e i delta dei fiumi, le aree montane, l’estremo Nord Europa e l’Artico. Sembra quindi che non ci possiamo fare nulla, e non ci resta che continuare a vivere come abbiamo sempre fatto, finché ci è concesso, con una sorta di fatalismo. Il problema, per noi, in realtà non è tanto il cambiamento del clima di per sè, quanto l’impatto che questo ha su di noi e sul nostro modo di vivere. Non lo si sente spesso dire, ma purtroppo, a livello globale, il cambimento climatico sta mietendo più vittime di qualunque guerra o attacco terroristico. Nel 2003, in quella caldissima estate che tutti ricordiamo, ci furono 70.000 morti in più della media in tutta Europa, 35.000 solo nell’Europa Meridionale. E l’Organizzazione Mondiale della Sanità

RING pochi mesi fa ha lanciato l’allarme secondo cui tra il 2030 e il 2050 ogni anno potrebbero morire 250.000 persone per conseguenze legate al cambio del clima, quali malnutrizione, malaria, stress da calore... Una situazione che pare, ed è, davvero apocalittica, angosciante e scoraggiante. Nella conferenza di Parigi sono stati presi degli impegni per manternere l’aumento della temperatura della terra al di sotto dei due gradi e nonostante l’impressione di astrattezza degli intenti, un po’ deludenti, qualche sforzo da parte di alcuni paesi si sta facendo, ad esempio annunciando una conversione completa alle energie rinnovabili, promuovendo l’utilizzo di automobili elettriche e di efficentamento energetico degli edifici, costruendo strade e piste ciclabili solari... Per far fronte a questa prospettiva però occorre anche entrare nell’ottica, darwiniana, dell’adattamento. In fondo, l’essere umano ha sempre dovuto fronteggiare fenomeni climatici – la storia ci racconta delle innumerevoli carestie dovute alle siccità in passato – e l’adattamento fa parte della sua storia evolutiva e della sua tradizione. Pensiamo alla città di Venezia ad esempio, che si è da sempre trovata ad avere a che fare con il problema della gestione dell’acqua alta, ma è sempre riuscita a controllarlo. Il cambiamento climatico ci conduce a questa situazione: ci porta ad aumentare la frequenza e l’intensità di sfide ambientali contro cui da sempre l’uomo ha dovuto lottare. Occorre pertanto, partendo in primis dalle politiche degli enti locali, imparare a convivere con il cambiamento, modificando via via alcune azioni e introducendo alcune misure a livello comunale, ad esempio regolando un utilizzo più razionale dell’acqua, pianificando in maniera più intelligente l’uso del territorio e la sua urbanizzazione, prevedendo, nelle città a forte rischio di inondazione, strutture in grado di gestire le ondate d’acqua, così come provvedendo a costruire edifici antisismici nelle zone a rischio terremoto. Siamo insomma messi di fronte ad una grande sfida, ma più che un inutile atteggiamento fatalista e conservatore, è necessario entrare nell’ottica di cercare delle soluzioni e rispondere a questa condizione, senza perdersi in chiacchiere. La nostra capacità di affrontarla dipende infatti dalla nostra intelligenza e dalla nostra forza di volontà.

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RING di Stefano Margheri

caninamente COME RENDERLO FELICE? FACCIAMOGLI USARE IL NASO E CI DIRÀ… ”GRAZIE!”

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i sono tanti modi per appagare i desideri del nostro amico a quattro zampe e uno di essi sarà certamente quello di fargli fare il cane. Dotato di una capacità olfattiva a dir poco insuperabile, egli nasconde dentro le cavità nasali un numero elevatissimo di cellule olfattive, chiamate “recettori olfattivi”, stimabili all’incirca in duecento cinquanta milioni. Se pensiamo che la media umana è pari a cinque milioni, comprendiamo come ancora oggi non esistano macchine e congegni elettronici idonei ad eguagliare una dote innata tanto potente. Questa qualità ha lo scopo di consentire al cane di percepire, tradurre ed inviare al cervello informazioni a noi sconosciute, proprio mediante appositi processi di inspirazione ed espirazione delle molecole dell’odore. D’altra parte, se egli si trovasse in natura, sarebbe proprio l’olfatto il senso principale da impiegare per la ricerca, l’individuazione e il raggiungimento delle possibili “prede”. Ed anche nelle ipotesi meno estreme, egli metterebbe il naso a terra per rintracciare rifiuti di ogni genere, di cui si ciberebbe per sopravvivere. Tutto ciò, nel nostro mondo “artificiale” avviene ben poco, essendo il nostro amico abituato ad ottenere il fabbisogno quotidiano direttamente in ciotola. In altre parole, senza volerlo, rischiamo di “sfruttare” davvero poco il suo grande potenziale olfattivo, togliendogli una parte di attività che al contrario dovrebbe essere avvalorata e soddisfatta. Come fare, quindi, per azionare il suo naso in modo facile e divertente? Innanzitutto potremo insegnargli a cercare il suo cibo anche all’interno della casa, associando il posizionamento di qualche crocchetta ad una certa parola (“Cerca”) per allontanarci di quel tanto da farlo muovere proprio verso il punto di collocazione. Dopo aver svolto questa procedura in zone diverse, sempre facendogli osservare il nostro posare a terra il cibo, saremo in grado di nascondere ovunque

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RING il cibo stesso, senza essere visti da lui. Pronunciata la medesima parola, egli sarà in grado di azionarsi per trovare i gustosi bocconi nascosti chissà dove e, non avendo potuto assistere al nostro precedente nascondere, azionerà il suo potente naso. Con le narici a terra perlustrerà ogni anfratto fino ad arrivare a destinazione con il soddisfacimento del ritrovamento e dell’ingestione. Quando tutto ciò sarà divenuto troppo facile, salvo che ci si trovi a vivere in un castello, potremo ripetere la stessa operazione in giardino o all’interno di un prato di dimensioni non troppo estese. Addirittura, trovandoci all’aria aperta, il cane potrà impiegare le differenti modalità di perlustrazione, attivando il cosiddetto “tele olfatto”, con il naso all’insù, o il “micro olfatto”, abbassando le cavità nasali a ridosso del terreno. Nel primo caso, egli cercherà di percepire l’odore del cibo mediante l’aria circostante, mentre nella seconda ipotesi effettuerà una vera e propria “pista”. Sarà lui stesso a comprendere quale potrà essere la strategia migliore, valutando temperatura esterna, tipo di terreno, direzione del vento e così via. In alcuni casi potranno volerci diversi minuti per ottenere il risultato sperato e questo non sarà altro che un ulteriore piacere di ricerca con l’impiego del naso. Il nostro rimanere in silenzio, evitando incitamenti vocali e suggerimenti inutili, consentirà di raggiungere la massima concentrazione, dimenticandosi di tutto ciò che si trova attorno. Se poi vorremo rendere questa pratica ancora più intrigante, potremo associare il nostro camminare al cibo da ritrovare, insegnando così al cane a seguire le nostre tracce per perseguire l’obiettivo. Inseriti alcuni bocconi in un contenitore sigillato, ed effettuati su di un prato con erba media circa settanta/ottanta passi, posizioneremo il contenitore stesso a terra, per poi proseguire ancora un po’ fino a ritornare al punto di partenza da un tragitto diverso dal precedente. Recuperato il nostro cane, e fattogli indossare un guinzaglio lungo un paio di metri, arriveremo nella zona di inizio della traccia attendendo che sia proprio lui, percepito il nostro odore, a seguire la via precedentemente percorsa. Lo lasceremo fare, rimanendo dietro e ammirandolo agire con testa e naso, fino a che, arrivato nei pressi del contenitore, e segnalatolo con vorticosi colpi di coda, lo loderemo sollevando il coperchio per consentirgli di assaporare il meritato “stipendio”. Gli avremo così insegnato ad effettuare una c.d. “pista”, cogliendo e seguendo la traccia da noi stessi compiuta senza farsi distrarre da ulteriori e differenti odori. In base alle sue stesse capacità, differenti per razza, età e carattere, potremo programmare ulteriori uscite tra prati e boschi, divertendoci ad aumentare distanze, a cambiare terreni e ad introdurre angoli tali da rendere il tutto ancora più coinvolgente. Basterà attendere pochi minuti, dopo la conclusione della traccia, per condurlo nel posto del divertimento. E alla fine, con gli occhi languidi di chi sarà stato cane, ci dirà, silenziosamente, “Grazie”! lamiaellie@gmail.com


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il dialetto in-forma CORNI, CORNÉTI E CORNÀI

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l cornàl, ovvero il corniolo, lo conosceva già Plinio il Vecchio sotto il nome di cornus. È un arbusto, un piccolo alberello (Cornus mas o Cornus silvestris mas) diffuso in Europa e nell’Asia Occidentale, che sboccia con fiori gialli in marzo-aprile e produce frutti che sono una drupa rosso-scura oblunga mangereccia. Cornàl o cornalar (al plurale cornài, cornalari) è la pianta, mentre le cornale sono i frutti. Se ne può ricavare un’ottima marmellata che è assai rara per diverse ragioni: è raro il corniolo reperibile solo allo stato selvatico; è poca la polpa delle corniole; infine si sa che il loro succo ti lascia macchie difficili da levare, anche dalla pelle delle mani che hanno sbucciato le corniole. In ogni caso, amiche lettrici o amici lettori appassionati della natura, almeno una volta nella vita provate la confettura di cornàle (magari poi mi saprete dire…), ottime anche in infusione nella grappa o nel vino, mentre il sugo è un rimedio contro la dissenteria. Il corniolo ha un legno durissimo adatto da lavorare al tornio: l’è dur come en cornal si dice di un oggetto ma anche di una persona, di sesso maschile: delle donne non si può dire: sono tutte dolcissime… (“Sì, te fago conosser mé suocera, brava a far col stamp mé moiér...”). “No, te la ciuci tu, come una corniola. Sono buone da succhiare, da mangiare, così come sono molto buoni i cornéti…” ”Miga sempre: mi ho provà a magnarli e me son rot do denti! “Ma che cosa dici? Di che diavolo di cornetti stai parlando?” “Propi de quei lì che i ciama diaoléti, porco diàol! Sat quei lì che le done le dopra per farse i rizzi o per farli durar: dó denti g’ho zontà…” “Non ci credo: tu racconti, balle come fai spesso, pensando di essere divertente…” “Perché, no ‘l sónte?” “Mica sempre… In ogni caso io stavo parlando dei cornetti che si mangiano in pasticceria…” “Mi ho sagià anca i corneti che i ghe ciama ‘le borse del prete’: ma no l’ho trovadi tant boni: roba da càore…” “Quelli che dici tu sono le capsule del colchico…” “Ho volù sagiar le corniole che i ghe dis anca carniole: ma no le saveva de carne… E me son spacà altri do denti…” “Piantala di raccontare fandonie, di fare il buffone: vedevi benissimo che quelle corniole lì erano delle pietre pregiate!”

“Alora son nà sul Bondon, sula zima pù alta e ho domandà. Èlo chì el Cornet? Èlo bon da magnar? Son famà…” “Quando finirai di dire monàte sarà sempre troppo tardi…” ”No, sul serio: lì finalment ho trovà qualcòs da meter soto i denti… E che cosa?” ”Giàsene, ampómole…” Ovvero: mirtilli, lamponi…“ “E mi, ‘sa ònte dit? O anca grènteni, màmole…” “Vuoi dire che, oltre ai mirtilli, hai mangiato viole mammole? So che qualcuno si mangia i fiori…” “Sì, le càore… Nò, no l’e le viole mamole: ale ampómole en Val de Ledro i ghe ciama màmole. Mi son sta’ en Val de Ledro…” “A fare che cosa?” “A ledrar…” “Vuoi dire che sei andato in Val di Ledro per rincalzare le pianticelle: ma qui non ce n’erano?” “Sì ma mi gavévo vinti ani: gavévo da rincurarne una de disdoto…” “Adesso parliamo di corni e di corna”. “Anca dei corni dei lumazzi?” “E perché no?” “Alora te digo na filastroca che i ne aveva ensegnà da boci, pozàndone su na man en lumàz o na lumazzina. No so se te la sai, la dis: ’Buta buta corni / te dago pan e nós / te dago pan e late /gate gate gate!’ E i ne feva le gatizzole sula man per farne rider…” A proposito di corni, una volta una mia collega mi invitò a casa sua, in un paese di fronte alle Dolomiti del Brenta. Suo marito era un cacciatore, un fondamentalista.... Aveva tappezzato la casa con corna di ungulati: caprioli, camosci, cervi: alzavi lo sguardo e vedevi un cimitero! Lei era una donna sensibile, un’insegnante di musica. Ma come poteva vivere in quella necropoli? Con tutto quello che puoi esporre alle pareti, di gradevole, di artistico, di affascinante, vi appendi trofei di caccia, teste di animali morti ammazzati, corni, ossa? “Spose zóvene corni e cros /spose vece, peti e toss, dis el poverbi!” “Bravo: spero proprio che quella mia collega un po’ di corna in casa a quel cacciatore stupido…” “…cazzadór móna!” “…a quel cacciatore idiota gliele abbia portate…” renzofrancescotti@libero.it

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SETTIMA EDIZIONE

TRENTINO

®

BOOK FESTIVAL I D E AT O E D I R E T T O D A P I N O L O P E R F I D O

ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE “BALENE DI MONTAGNA”

15 | 16 | 17 | 18 GIUGNO 2017 CALDONAZZO

VALSUGANA, TRENTINO, ITALIA LE NOSTRE VITE SONO FATTE DI STORIE (UN PECCATO NON RACCONTARLE...)

Dacia Maraini - Moni Ovadia Gad Lerner - Veronica Pivetti Andrea Scanzi - Alessandra Sardoni Antonello Dose - Silvia Avallone Francesco Vidotto Joseph Joffo - Cleo Toms Vivian Lamarque - Davide Rondoni Annibale Salsa - Bruno Tognolini Antonella Beccaria - Luca Girotto Alessandro Amato - Adriano Vianini Janna Konyaeva - Katia Bernardi Andrea Nicolussi Golo - Nadia Beber Car Wash - Riccardo Gadotti Hamelin - Luca Bernardi Massimiliano Unterrichter Massimo Libardi - Layla Betti Leonardo Lebenicnik Chiamaleparole

www.trentinobookfestival.it e con Andrea Tomasi Renzo M. Grosselli - Maddalena Bertolini Maurizio Dehò - Stefano Albarello Liceo Artistico “Fortunato Depero” Bam Bam Teatro - Coro La Tor Enrico Franco - Michela Grazzi Stefano Borile - Fabrizio Franchi Corpo Bandistico di Caldonazzo Stefano Ferrari - Gabriele Buselli Giuseppe Colangelo Stefano Zangrando Alberto Faustini Pierluigi Pizzitola Marcella Morandini - Fausta Slanzi Biblioteche della Valsugana Sat Caldonazzo Amnesty International Banca del Tempo dei Laghi Promolettura Giunti Associazione Artigiani Trento Fondazione Dolomiti “Unesco” Fondazione Trentina A. De Gasperi Istituto Ivo De Carneri Studio D’Arte Andromeda Istituto Cimbro Kulturinstitut Lusern PATROCINIO 2017 CONCESSO

mostre: “Un sacchetto di biglie” “Nati per leggere 2017” “I libri per ragazzi che hanno fatto l’Italia”

OK O BEST

PREVENDITE:

NO TI N E AL TR IV

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INCONTRI CON L’AUTORE, MUSICA E TEATRO E V E N TO R E A L I Z Z ATO C O N I L C O N T R I B U TO D I

REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

COMUNE DI CALDONAZZO

MOBYDICK

TRENTO

Libri e Giocattoli

IL 5XMILLE E IL 2XMILLE DELL’IRPEF AL TRENTINO BOOK FESTIVAL - COD.FISC. 02179770223


trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

PARLA COME TE MAGNI

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i ha telefonato un’amica: “Sabo fago el barbecue, vegnet?” “Sa fat de bon? “Wurstel, pasta de luganega, costine, carne salada, eccetera” “Quasi quasi te poderessi dir che te fai el colesterolo-day!” “Sì, ma l’è pur sempre en barbecue!” Io che amo l’italiano e parlo dialetto, rimango sempre un po’ sconcertata per l’uso delle parole straniere, anca se ormai gò fat el call. Questo barbecue no se pol ciamarghe grigliata visto che siamo in Italia? Fra l’altro lo devi pronunciare con la umlaut sulla u, na via de mezz fra i e u… e invece senti di quelle pronunce: vèi domenega che fem el barbecù con l’accento sulla u... ma si sente anche bàrbecu con l’accento sulla a… per non parlare del barbekkiù... Ho sentito anche dire barbecul! E anche di più: “fem prest a coser la carne perché gavem do barbecui”. D’altronde nella nostra lingua esiste il plurale e allora ovviamente lo usiamo. C’è chi dice tranquillamente “bevo anca qatro caffei al dì”. E negli anni ‘70, quando a scuola ti insegnavano il tedesco e quindi l’inglese era un’entità astratta, era normale sentire i giovanotti dell’epoca commentare le gesta calcistiche con un “l’ha segnà do goi” che ovviamente do goi l’è sempre meio de en gol sol…. In quegli anni sul comodino c’era l’abat-jour detta comunemente “la basùr” e se erano due erano do basùr, se erano piccole, nella stanza dei bambini, erano “do bèle basùrete”…. La macchina naturalmente è parcheggiata nel garage pronunciato garass dalla stragrande maggioranza delle persone…. Qualche signora che la vol parlar en ponta la dis propi garage così come si scrive… Ma sul garage io sarei indulgente, perché è diventata una parola quasi italiana, nel senso che il corrispettivo nella nostra lingua sapete cos’è? Autorimessa. Ma dai, concordo che l’è meio averghe la macchina nel garass pitosto che nell’autorimessa! Certe parole straniere sono diventate talmente usate che siamo convinti siano in italiano, e comunque non sapremmo quale parola italiana usare. Credo ormai sia dato per scontato che quando andiamo a fare una visita medica all’ospedale paghiamo il ticket. Cioè è scontato che paghiamo, ma anche che si chiama ticket, perché provate a tradurlo in italiano con una sola parola! Non c’è. Il vocabolario traduce ticket in “contributo che deve versare chi ricorre al servizio sanitario nazionale per usufruire di medicinali o prestazioni mediche”. Te capissi che l’è meio pagar e taser pitost che tegnir a ment en sproloquio del genere.

E choc (dal francese) o shock (dall’inglese) che se ti capita non è un bel momento? Non ha una parola italiana che ti dia proprio l’idea esatta di quello che ti succede. In italiano è tradotto in “emozione improvvisa e intensa (choc) oppure “urto violento” (shock). Se magari hai avuto un’emozione improvvisa e intensa a causa di un urto violento gò ‘n ment che no te te la cavi…. Ammetto invece che con la tecnologia è opportuno usare le parole inglesi sennò non capisci il libretto delle istruzioni (quando c’è!). Concordo che quell’affarot tacà al computer, da mover en qua e’n là, sia giusto chiamarlo mouse, non posso pensare che si possa tradurre in topo. Fra l’altro “computer” in italiano come si dice? Ma volente parlar delle fortaie? Le belle bone e sane fortaie nostrane, che le facciamo in Trentino e le mangiamo in Trentino. Adesso le fanno anche alle feste di paese con la marmellata o con la nutella. E lì, alla postazione, c’è il cartello. Ne ho visti di tutti i generi. I più saggi scrivono “fortaie” ma temono che i turisti non capiscano e allora scrivono “frittelle”. Frittelle alle fortaie? Ma toléghe subit la cittadinanza trentina! C’è chi passa dall’italiano all’internazionalità: “crep”, che scritto così el par propi che le tira en crèp. Quelli che si sentono intenditori di alta cucina, preparano le fortaie ma scrivono “omelette” pronunciato in due modi: o così come si scrive, o addirittura amblèt, na specie de pronuncia alla francese. Alle fortaie?? Ma ‘n do sente? E qui devo proprio dirlo: parla come te magni!!!

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

novembre

Ingresso libero Martedì – Domenica: 09:00 – 18:00 ⁄ Lunedì chiuso Informazioni ⁄ Prenotazioni +39 0461 230 482 www.museostorico.it info@museostorico.it

Design: xycomm - Milano Foto: Archivio fotografico storico della Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento

4 Novembre 2016


Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Daniele Magagnin, Stefano Margheri, Francesca Mazzalai, Maurizio Panizza, Stefania Scartezzini, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi

SOMMARIO MAGGIO 2017 Ring

6 COMMENTI 16 IL DIALETTO INFORMA 19 DA DONNA A DONNA

Attualità

22 MARIA CONCETTA MATTEI

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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

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MONDO IN MINIATURA

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DALLA PERSIA CON AMORE VIA CLAUDIA AUGUSTA IO STO CON GLI ABORIGENI SPECIALE BOLZANO

FRANCESCO II DI BORBONE

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IL FILOSOFO VA ALLA GUERRA ESTATE DI EVENTI MARCHIO DI QUALITÀ IL GIALLO DEGLI SCENARI SCOMPARSI ROLANDO TRENTI SPECIALE CANTINE APERTE SPECIALE BIRRE ARTIGIANALI

Panorama 76 82 84 86 89 90 91 92 93 94

NOI SIAMO EUROPA MAURO CORONA PAOLA TURCI CRISTIANO DE ANDRÉ VITTORIO SGARBI FESTIVAL DISTRETTO 38 MARINA REI ORCHESTRA HAYDN DEMOCRACY IN AMERICA CLASSICA, MA... MODERNA

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trentinoincontri Dalla nostra inviata: Stefania Scartezzini

UN CAFFÈ A CASA DI...

MARIA CONCETTA MATTEI: LA TV È UNO SPECCHIO DELL’ANIMA NON PENSAVA ASSOLUTAMENTE DI FARE LA GIORNALISTA. FINCHÉ PAPÀ LUIGINO NON HA PORTATO A CASA QUEL FAMOSO BANDO DI CONCORSO DELLA RAI NEL 1979. IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI MARIA CONCETTA MATTEI? ESSERE SE STESSA, CON LA SUA TRENTINITÀ CHE È UNA LEZIONE DI DEDIZIONE, DI RIGORE, DI PULIZIA MORALE. IL VOLTO PIÙ NOTO DEL TG2 SI RACCONTA IN ESCLUSIVA A TRENTINOMESE

L’

incontro con Maria Concetta Mattei, la telegiornalista trentina nota principalmente in quanto uno dei volti storici del TG2, non avviene a Trento, da cui “gli impegni di lavoro, e la famiglia che ha messo solida base a Roma, mi tengono purtroppo ormai molto lontana”. Non si svolge nemmeno

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a Roma, in cui Maria Concetta ha un’abitazione “in una posizione strategica tra la scuola di mio figlio e il lavoro”. Ci incontriamo in un paesino del Lazio affacciato sul lago di Bracciano, un’ora di macchina a nord di Roma, dove la Mattei ha una casa-rifugio fuori dal caos della capitale.

Nelle sue mail, Maria Concetta ci aveva proposto di approfittare dell’arrivo della primavera per goderci il lago illuminato dal sole di fine marzo, e come si poteva rifiutare. Le preoccupazioni sul meteo, che qualche giorno prima dava tempo incerto per quel sabato pomeriggio, si disgregano in un batter d’occhio di


Sul “posto di lavoro”: ai microfoni del Tg2

fronte ai 25 gradi all’ombra e alle t-shirt colorate dei turisti. La villetta a schiera di Maria Concetta è su una collina a un centinaio di metri dal lungolago. Affaccia su una strada immersa in un silenzio surreale, per chi poco prima si è trovato a camminare sulla riva, tra bambini che giocano a lanciare sassi nell’acqua, piccole bancarelle e venditori di braccialetti, bar ristoranti che si susseguono con regolarità e senza soffrire la concorrenza; il paese straborda infatti di turisti. “Ma non ci sono persone famose, e quindi nemmeno paparazzi”, mi spiega Maria Concetta, che, presso il bar dove abbiamo fissato il nostro luogo d’incontro, si muove perfettamente a proprio agio, come una qualunque persona del posto, tra un saluto e quattro chiacchiere con un paio di locali. Chiede loro come sta il “pupo” o

commenta la splendida giornata di sole, con l’energia aggraziata e lo sguardo argentino che per primi ne delineano il modo di essere. “LA CASA SUL LAGO? UN RIFUGIO PER ME E PER I MIEI FIGLI” Con lo stesso vigore ci guida lungo la salita verso casa sua, indicandoci anche un ristorante dove si mangia molto bene, a sinistra, e le abitazioni più antiche del paese sulla destra. Sbuchiamo infine di fronte ad una villetta, adiacente, da entrambi i lati, alle sue copie quasi identiche; sviluppata in altezza su tre piani, ha un giardino di fronte e uno sul retro. Ma la luce del sole e la pace del silenzio sono tutto attorno alla casa. Scopriamo che non è sempre stata solo la casa del weekend e delle vacanze estive; Maria Concetta ci ha vissuto

Che libro hai sul tuo comodino? Mai uno solo... al momento sul comodino ce ne sono tre: “Una risata nel buio” di Vladimir Nabokov, “La sovrana lettrice” di Alan Bennet, “Lo schiavo di Hitler” di Lucilla Granata. Qual è il tuo film preferito? Sin da quando erano piccoli i miei figli è sempre stato “La spada nella r o c c ia” d i Walt Disney, fantastico e molto istruttivo per ogni età. Qual è il tuo piatto preferito? Il tortello di patate della Val di Non. Il tuo sogno ricorrente? Mai fatto lo stesso sogno due volte... Diversifico anche nel sonno... Cos’altro ti sarebbe piaciuto fare nella vita? Alta pasticceria! Hai delle paure? Tutte le malattie incurabili mi incutono terrore.

cinque anni, dal 2000. “C’è stato un momento in cui non ne potevo più della confusione di Roma, quindi mi sono trasferita stabilmente qui con Alessandro, che era ancora piccolo e non sentiva l’attrazione della città”, racconta, sorridendo poi del fatto che per lei, una mamma, lui è ancora il “piccolo” (18 anni compiuti e la tendenza, che diverte tanto Maria Concetta, a “sfuggire” agli slanci affettivi materni). La figlia maggiore, Giulia, è particolarmente affezionata a questo luogo, che in vent’anni ha accolto numerosi pranzi e cene con gli amici, soprattutto d’estate. La casa è ancora molto vissuta dai suoi proprietari, d’estate, e ci spieghiamo il perché quando accediamo alla grande stanza al piano terra e percepisco uno sbalzo termico. Maria Concetta ci conferma che è incredibilmente fresca anche in pieno agosto. Un altro punto in più per l’abitazione su quell’angolo di lago, scoperto per caso dalla Mattei, che era venuta a visitare un amico che 25

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BOTTAeRISPOSTA

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trentinoincontri aveva casa lì. “Quando ho visto questo luogo, quei pini marittimi e quei cipressi mi ricordavano alcuni scorci del lago di Garda. L’ho vissuto come una cosa già vista e già mia. Questo è un pezzo di lago che anche come clima in certi momenti può benissimo essere un angolo del lago di Garda. Il fatto che abbia qualcosa che appartiene al mio mondo, mi dà serenità e tranquillità”, afferma con semplicità. È subito chiaro che la Mattei associa il “suo mondo” ancora alla sua terra di provenienza, nonostante i decenni trascorsi a Roma. E infatti quando la proprietaria mi fa fare il giro della casa, il Trentino si fa spazio in vari oggetti dell’arredamento; dalle tazzine da caffè alla tovaglia del grande tavolo, che è stata trasferita dall’abitazione che Maria Concetta aveva in Bondone, ad alcuni libri, nello scaffale, pubblicati dalla casa editrice che apparteneva al padre, il compianto Luigino. E, per partire dal principio, è stato proprio il padre a portare a casa il bando di

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concorso della Rai che Maria Concetta vincerà, venendo assegnata alla sede di Trento. Siamo nel 1979, e la Mattei ha poco più che vent’anni, una laurea a pieni voti in Economia e Commercio e una rilevante carriera nel telegiornalismo italiano davanti a sé (verrà trasferita definitivamente alla Rai di Roma, divenendo la conduttrice dell’edizione serale del TG2, nel 1991). “AUGURO AI RAGAZZI UN FUTURO CON QUALCHE SICUREZZA IN PIÙ, PERCHÉ SE LO MERITANO” “È accaduto davvero per caso. Non pensavo assolutamente di fare la giornalista, per quanto stessi già collaborando, negli anni universitari, con alcuni enti locali, come Rttr, Radio Nettuno, Televisione della Alpi. Ho sempre constatato come mio padre dedicasse davvero un’enorme quantità di tempo alla sua professione, più di quanto io avrei voluto fare, se avessi avuto una famiglia. Ma poi c’è stata

questa grande occasione, e a 22 anni mi sono ritrovata con un contratto a tempo indeterminato”, racconta la Mattei, aprendo qui, da mamma di due ragazzi, una finestra sul dramma della disoccupazione e della precarietà in Italia. Le viene spontaneo fare un confronto generazionale al proposito, ricordando quel “senso di pienezza che ho provato quando per la prima volta, così giovane, ho ricevuto uno stipendio e ho potuto pagare il mio mutuo e ho potuto immaginare non solo di avere un lavoro ma anche di far crescere una famiglia”. E invece come possono i giovani pensare alla costruzione di una vita familiare se non hanno nemmeno la possibilità di ottenere un mutuo? È una domanda retorica, di fronte alla quale Maria Concetta non può che augurare ai ragazzi un futuro con qualche sicurezza in più, perché se lo meritano. La Mattei è nota per la sua sensibilità al sociale, ma mi colpisce particolarmente l’affetto e la premura che riserva ai ragazzi; emerge non solo nelle sue parole, ma nel suo linguaggio corporeo che acquista ancora più energia quando parla di loro. Ci racconta un episodio che visibilmente ancora la emoziona. “Per Storie (il programma di approfondimento del TG2 di cui lei è curatrice e conduttrice, ndr), alcuni ragazzi impegnati in un progetto contro la criminalità organizzata mi hanno mandato delle interviste, che sono poi andate in onda. Quello che dicono, quello che sentono, come si esprimono rispetto ai concetti di moralità, è qualcosa di stupefacente. E lo è la loro consapevolezza, a 16 o 17 anni, che vivere onestamente sia il cardine della vita


trentinoincontri di una persona; lo è il loro coraggio di metterci la faccia, per dare un modello positivo ai ragazzi più piccoli”. I FIGLI? TI FANNO RINGIOVANIRE: ECCO COME... Maria Concetta Mattei svela infine che sono stati proprio i ragazzi, i suoi figli, a mantenerla sempre con i piedi per terra. E ancora: “Non ho bisogno di fare lifting o punturine, perché i ragazzi che crescono ti donano energie, ti ringiovaniscono”, mi dice, e riporta un aneddoto che la diverte molto. “Mio figlio Alessandro, alle elementari, quando io mi vestivo un po’ troppo da siora mi guardava con un’aria sconvolta e mi diceva: dove vai vestita come una nonna? Una volta, dovevo andare a un convegno. Mi sono presentata a lui con un tailleur rosa confetto e mi sembrava di essere elegantissima. Lui mi ha fatto tornare indietro e ha tirato fuori un paio di jeans, un chiodo (giacca di pelle, ndr) e una camicia bianca e sono andata così. Devo dire che mi sono sentita molto più a mio agio”, ride. LA TELEVISIONE È COME UNO SPECCHIO DELL’ANIMA Per la Mattei, i giovani sono una ricetta per una vita equilibrata. E qual è, inve-

ce, la ricetta per una carriera televisiva di successo? “Essere se stessi, come dovrebbe essere sempre anche nella vita privata dopotutto. Nel mio lavoro, io non ho mai avuto, nemmeno quando ho cominciato, un modello di riferimento nella conduzione. Se tu cerchi di interpretare un modello che non ti appartiene, la televisione lo sente. Una bravissima collega, una regista, una volta mi ha detto: ricordati, la televisione è come uno specchio dell’anima. Se tu fingi, arrivi male. Dai un’immagine tonta, sbagliata. Non arriva il flusso di emozioni che potresti trasmettere. Ed è così; se tu sei te stessa, il telespettatore lo riconosce e si fida di quello che dici, ti crede. Il che è essenziale, se conduci un telegiornale”, conclude. BELLA LA NOTORIETÀ, MA... Ma è ora di parlare del suo “essere trentina”. La posizione isolata della casa sul lago rende piuttosto chiara la sua inclinazione a cercare la pace e a mantenersi lontana dall’attenzione della gente e dei fotografi, e questa è sicuramente una caratteristica che si sposa bene con la sua provenienza. Viene quindi spontaneo chiederle se le piace la notorietà, e Maria Concetta esita

appena. “La notorietà, l’essere riconosciuti, è sempre piacevole. Mi capita di incontrare le persone più anziane che mi salutano istintivamente perché magari mi vedono in TV e in quel momento non si ricordano dove mi hanno visto e pensano di conoscermi sul serio. Il loro sorriso mi conforta; vuol dire che sono un’immagine che riconoscono come positiva”. Lei non l’ha mai cercata né rincorsa, la notorietà. Ha accolto la fama che è venuta da sé, (inevitabilmente, quando il tuo volto è quotidianamente sugli schermi di milioni di italiani per decenni) ma ha cercato di contenerla, di mantenerne fissi i confini. Mi spiega che proteggere la propria privacy, per le persone del mondo dello spettacolo, è una scelta. Si può fare, se si decide di farlo. “Si sa, ci sono dei luoghi in cui si appostano i paparazzi, e le persone che lavorano nell’ambiente li conoscono. C’è chi decide di contattare i fotografi per far sapere loro luogo e ora in cui sarà presente, perché gli piace la visibilità o perché ne ha bisogno. Io non ho mai pensato che alimentare la mia visibilità nella vita privata potesse aiutare la mia carriera. Io penso che fare bene il lavoro aiuta la tua carriera”, conclude con fermezza.

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trentinoincontri

AL TG2 DAL 1992

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opo il Diploma di maturità classica, si laurea a pieni voti in Economia e Commercio all’Università di Trento, discutendo una tesi sul mercato del lavoro. Ha frequentato il quarto anno del Liceo negli USA, all’East Henderson High School di Hendersonville (Carolina del Nord). Già negli anni Settanta collabora con diverse emittenti private, radiofoniche e televisive, curando programmi sulla condizione femminile. Giornalista televisiva per l’associazione culturale “Intercultura (onlus)” nel 1974/’75. Entra in Rai nel 1979, vincendo un concorso nazionale riservato ai giornalisti. Viene assegnata alla sede Rai di Trento, dalla quale conduce notiziari radiofonici e televisivi, occupandosi specialmente di cronaca nera e seguendo importanti vicende giudiziarie dell’epoca (p.es. quella del giudice Palermo sul traffico internazionale di armi e droga o quella della tragedia di Stava). Si iscrive all’albo dei giornalisti professionisti dal 26 giugno 1981. Negli anni Ottanta, sempre a Trento, realizza servizi sull’emigrazione, sulle adozioni internazionali, sulla medicina alternativa. Si occupa inoltre del programma “Le tavole rotonde di RaiRegione”. Dal 1991 fa parte della redazione del TG2, di cui attualmente conduce le edizioni delle ore 20.30 e serali. In passato è stata caporedattrice al Desk Impaginazione e coordinatore responsabile. Inoltre conduce le rubriche Tg2 Dossier Storie e Tg2 Insieme. Nel 2010 partecipa come concorrente alla sesta edizione del talent show di Rai 1 Ballando con le stelle, condotto da Milly Carlucci. Nel luglio 2011 conduce su Rai 1 assieme a Gerardo Greco la serata I nostri angeli 2011, galà conclusivo del Premio Luchetta di quell’anno. Il 24 giugno 2015 conduce assieme a Federico Russo l’evento Donne ad alta quota - Premio Marisa Bellisario, trasmesso da Rai 2. Il successivo 3 luglio è la narratrice di una puntata di Techetechetè su Rai 1. Ha due figli, Giulia, avuta dall’ex marito Mario Raffaelli, deputato socialista, ed Alessandro, avuto dal nuovo compagno.

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LE ALTRE PASSIONI: LA CUCINA, I LIBRI E IL NUOTO Alla Mattei piace molto “la casa”. La casa come luogo protetto, in cui sentirsi liberi indossando vestiti comodi, in cui poter passare del tempo con i propri affetti, che per lei sono ciò che è più importante (“Quello che faccio io in televisione lo fanno in tanti, quello che faccio io a casa lo posso fare solo io. La mamma per i miei figli è una di queste cose”, specifica). Le piace trascorrere il tempo libero tra le quattro mura domestiche; ci parla dei dolci che prepara per tutta la famiglia, mostrando le formine per i Cupcakes che le sono state regalate dai colleghi.

Legge tantissimo, nei suoi pomeriggi nella casa sul lago; qualche lettura leggera, ma soprattutto testi che interessano il suo lavoro. Deve approfondire, tenersi aggiornata; fa parte del mestiere della telegiornalista. Ma l’attività che appartiene davvero solo a questo luogo è il nuoto. Le piace tuffarsi nel lago la mattina presto quando non c’è nessuno, eccetto i pescatori; li conosce tutti, quelli di questo lato del lago. I turisti invece, a quanto pare, arrivano dopo pranzo. E a Roma, cosa le piace fare? “Non ho molto tempo libero quando sono a Roma, purtroppo”. E in Trentino? A questa nostra (inevi-


trentinoincontri tabile) domanda si apre tutto un capitolo nuovo. Le manca molto sciare, ci racconta. “DEL TRENTINO MI SONO PORTATA VIA ONESTÀ, DIGNITÀ E PULIZIA MORALE DEI TRENTINI” La nostra impressione è che, in generale, le manchi molto il Trentino. Ma cosa significa essere trentini per Maria Concetta Mattei? “La trentinità è una lezione di dedizione, a volte di abnegazione, di rigore, di pulizia morale. Un dato caratteristico dell’uomo trentino è che è pulito e trasparente in quello che fa. Questo è ciò che ho portato via del mio mondo, quel mondo di montagna dove i concetti sono ben chiari, sono nitidi come l’aria che si respira. Respiri a pieni polmoni perché credi nelle cose che fai e nella sua giustizia. Io ho un’immagine simbolo del Trentino, che è Alcide Degasperi, quando sale quei gradini pesanti alla conferenza di Parigi, per parlare dopo la sconfitta dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. E con grande dignità, con grande onore, con grande capacità ha fatto un discorso altissimo, ed è stato applaudito da un’audience che non gli era per niente amica. Ma quel passo, lento però consapevole, penso che rappresenti il passo della gente trentina, che è silenziosa, operosa, ma che ha ben chiari i concetti della moralità.

E penso che quello sia un leader che rappresenta bene i valori del Trentino e di quella gente di montagna che ho conosciuto e che apprezzo moltissimo. E mi ispiro molto a questa operosità silenziosa senza clamore e senza tanta apparenza”. IL GIUSTO VALORE DA DARE ALLE COSE Poco dopo, ci capita di ripensare a questo suo stesso discorso sull’operosità silenziosa, perché improvvisamente ci troviamo di fronte ad una sua applicazione pratica....

Siamo nel suo giardino, e la Mattei si sofferma presso un minuscolo orticello delimitato da sassi in semicerchio, in cui crescono diverse erbe aromatiche. Mi dice che sono buonissime; lei le usa molto in cucina. Così comincia a raccogliere un mazzolino di salvia, di menta e di rosmarino, scegliendoli accuratamente, con lentezza, annusando quasi ogni ramoscello e, infine, porgendomi il tutto, in dono, avvolto nella carta. In questo modo, il mazzolino di erbe ha assunto un valore, tramite i gesti, altissimo. Il valore che un trentino dà alle cose. ■

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trentinoattualità

MONDO IN MINIATURA

di Paolo Chiesa

UN PLASTICO CHE RAPPRESENTA UN TRATTO DELLA FERROVIA DELLA VALSUGANA. È QUELLO ALLESTITO DAL MODEL CLUB PERGINE, PRESIEDUTO DA SERGIO GRISENTI, PRESSO LA STAZIONE INTERMODALE. UN’OPERA ACCURATA E FEDELE ALL’ORIGINALE REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON GLI STUDENTI DI DUE SCUOLE MEDIE DELLA CITTÀ. UN’ASSOCIAZIONE VIVA ANCHE A LIVELLO SOCIALE CON MOLTI PROGETTI, TRA I QUALI DEI DIORAMI IN SCALA. PER CONDIVIDERE CON LA COMUNITÀ PASSIONE E VALORI CHE, OLTRE AL PIACERE DI REALIZZARE I PLASTICI, SONO L’AGGREGAZIONE E LA SOCIALIZZAZIONE 30

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trentinoattualità

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ato il 17 ottobre 2015, il Model Club Pergine è composto da alcuni appassionati di Modellismo Ferroviario che precedentemente erano riuniti in Comitato. Il Direttivo è composto dal Presidente Sergio Grisenti, dal Vice Presidente Alessandro Bertoldi, dal Segretario e Tesoriere Michele Eccher e dai Consiglieri Alessandro Pinter e Riccardo Valente (alcuni di loro fanno anche parte del Gruppo Fermodellistico A. Pocher di Trento). La nascita del Club è il punto di arrivo di un percorso che già da alcuni anni vedeva i tre fondatori Sergio Grisenti, Alessandro Bertoldi e Alessandro Pinter, molto attivi sia come attività di laboratorio nel realizzare plastici e percorsi ferroviari in miniatura, sia come attività di volontariato in collaborazione con Scuole e Associazioni e Cooperative. Sergio Grisenti ha infatti una visione più ampia di quello che la sua Associazioni possa fare per la comunità: “vorrei che la gente ci conoscesse perché il Model Pergine potrebbe diventare

un luogo di aggregazione e di socializzazione oltre che di divertimento nel realizzare i plastici”. Per fare questo il Gruppo è alla ricerca di una sede che possa fungere da laboratorio e da luogo d’incontro per giovani e anziani, ma anche per appassionati di modellismo navale e aereo: “il massimo sarebbe un posto che avesse uno spazio anche all’esterno dove poter realizzare dei percorsi su binari e magari anche una vasca per i modellini delle navi e, perché no, dove far volare qualche velivolo radiocomandato”. LA VALSUGANA Il Model Club Pergine è nato anche con l’intento di celebrare in modo significativo nel 2016 il 120° anniversario dell’apertura della Stazione dei treni di Pergine, avvenuta il 26 aprile 1896, e anche il 10° anniversario dell’inaugurazione della nuova Stazione Intermodale cittadina. L’idea è stata quella di allestire un plastico con la collaborazione di giovani studenti delle scuole medie locali. Un plastico

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TRENTO - Corso Alpini, 14 Tel. 0461 825300 • info@hoteleverest.it L’inaugurazione del plastico 31

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che rappresenta in miniatura un tratto della ferrovia della Valsugana e che dalla fine del 2016 è esposto in una sala della Stazione Intermodale di Pergine. “Quest’opera”, tiene a precisare il Presidente Sergio Grisenti, “è stata realizzata con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, del Dopolavoro ferroviario di Trento, del Gruppo Fermodellistico Pocher di Trento e delle scuole medie di Pergine”. Il tutto, va evidenziato, con l’aiuto economico dalla locale Cassa Rurale tramite Cooperazione Reciproca. LA REALIZZAZIONE Per rendere il plastico il più fedele possibile al tratto di ferrovia originale che va dalla Ex Stazione di Civezzano alla Stazione di San Cristoforo, due membri del direttivo del Model Club, Alessandro Bertoldi e Alessandro Pinter, hanno effettuato dei sopralluoghi del tragitto documentandolo con fotografie e filmati realizzati anche con l’utilizzo di un drone per i luoghi di difficile accesso. “A quel punto”, ricorda Grisenti, “i soci del nostro gruppo hanno assemblato il tracciato, predisposto la massicciata e la struttura orografica, integrato il tutto con l’impianto elettrico di alimentazione e predisposto la gestione digitale del complesso”. In parallelo sono stati coinvolti i ragazzi delle Scuole Medie “T. Garbari” e “C. Andreatta” 32

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di Pergine che si sono dedicati a realizzare in scala una serie di edifici di Pergine: il castello, il Municipio, la sede della Cassa Rurale di piazza Gavazzi, la Chiesa Arcipretale ed alcuni edifici civili, oltre alla predisposizione in prospettiva di via Maier. GLI STUDENTI Sergio Grisenti ci tiene molto a ricordare gli studenti che hanno partecipato con entusiasmo alla realizzazione del plastico. Per le Scuole Medie “T. Garbari”: Stefan Alympjevic, Mirko Bortolamedi, Diana Carlin, Gabriella Delegeanu, Sebastiano Fontanari, Elisa Hu, Hui Min Hu, Jia Min Hu, Aurora Mattana, Francesco Oss, Nicholas Sartori, Anna Toller, Mirko Tomaselli, Mary Valcanover e le docenti: Alessandra Catellani e Rita Scarcipino. Per le Scuole Medie “C. Andreatta”: Asia Carli, Marco Ceccarini, Gabriele Corn, Luca Dapic, Fatmire Emush, Farah Bruno Fatima, Marika Noelle Favara, Genny Fontanari, Claudiu Florin Fordea, Samuele Fruet, Brigitte Gadler, Nicolò Girardi, Hatim Ijjimi, Eleonora Lechner, Emanuele Lenzi, Nicolò Mantovan, Daniele Moreletti, Riccardo Moser, Martino Motter, Pietro Paoli, Filippo Pintarelli, Loris Pintarelli, Francesco Slomp, Angela Taliercio, Giorgio Vinciguerra, Alice Boneccher, Stefano Eccel, Giacomo Fontanari, Omar Franceschi, Mir-


trentinoattualità

ko Frisanco, Christian Mattivi, Aronne Moser, Emily Nadalini e Mattia Paoli con le docenti Michela Morgante e Paola Galvan. ALCUNI DATI TECNICI Per arrivare alla realizzazione del Plastico ci è voluto un lavoro che vale la pena evidenziare. L’opera occupa 70 metri quadrati suddivisa in 22 moduli assemblati. I binari hanno uno sviluppo di 80 metri lungo i quali si trovano 2 stazioni, 2 passaggi a livello e 31 scambi e sui quali girano dalle locomotive a vapore al Minuetto, oltre a vari carri merci aperti e chiusi e a un vagone ad uso postale. Il tempo totale di percorrenza del treno è di 5 minuti, comprese le soste agli incroci. Il tempo per l’allestimento, gli allacciamenti elettrici e la configurazione digitale del plastico è stato veramente tantissimo e, come riportano i soci del Club, non è quantificabile. PROGETTI E IMPEGNI FUTURI L’attività del Model Club Pergine non si è esaurita con la realizzazione del plastico ma, anzi, ci sono molti progetti all’orizzonte. Sentiamo ancora il Presidente Grisenti: “per il centesimo anniversario della fine della Grande Guerra vorremmo realizzare dei Diorami, cioè delle rappresentazioni in scala ridotta che riproducano lo scalo merci che c’era in via Paludi a Pergine e la teleferica che collegava Caldonazzo

a Monterovere, per la quale dovremmo collaborare con gli Alpini di Caldonazzo. L’idea è quella di fare una mostra itinerante da portare nei paesi e nelle scuole, magari con l’uso di un container”. Sono in programma anche delle conferenze per fare conoscere il mondo dei treni e quello del modellismo ferroviario. Non c’è che dire: non riposano sugli allori quelli del Model Club Pergine. E per realizzare i loro progetti modellistici e sociali sono aperti ad eventuali nuovi soci che abbiano spirito creativo, la passione per il modellismo ferroviario e la voglia di collaborare con altre persone. L’orario di apertura per vedere il plastico presso la Stazione Intermodale di Pergine è: il sabato dalle 9:30 alle 12 e dalle 15 alle 18; la domenica dalle 10 alle 12. Per informazioni o per visite fuori orario i riferimenti telefonici sono: Sergio Grisenti: 340/5446701, Alessandro Bertoldi: 337/479964 e Alessandro Pinter: 338/2939537. La mail è: modelperginevalsugana@gmail.com. ■

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Il Presidente, Sergio Grisenti 33

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15:28:42


trentinoincontri di Denise Fasanelli

DALLA PERSIA CON AMORE IL SUO VERO NOME È MOHAMMAD MASOUDI, ED È NATO IN IRAN NEL 1960. ORA NELLA SUA BOTTEGA ROVERETANA HA UN NOME D’ARTE CHE SIGNIFICA “MONTAGNA DI LUCE”. UN PASSATO DA DISSIDENTE CHE LO HA PORTATO ANCHE ALLE CARCERI DI TEHERAN. OGGI LAVORA CON GLI SPECCHI. E STA PREPARANDO UNA CROCE PER PAPA FRANCESCO

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el laboratorio di Rovereto sono conservati molti dei suoi lavori, accuratamente impacchettati per evitarne il danneggiamento. Lo spazio nel quale lavora non è molto grande ma abbastanza caotico da restituire a chi lo visita l’idea di un uomo pieno di energie, dalle molteplici idee e progetti. Ha tutta l’aria di una bottega polverosa, ben illuminata e vivace in cui ci siamo immersi silenziosamente come in una scena in cui si dilata il tempo, un respiro alla volta. Una terra millenaria, un gioco di specchi magici, un uomo mite, misurato, paziente. Un artista venuto dalla lontana Persia con la poesia delle proprie passioni incisa nelle mani callose e segnate dal 34

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lavoro di un artigiano, come si definisce lui. Mani marcate da piccoli tagli, cicatrici più o meno vistose, dita grosse ma non tozze, pelle ruvida e increspata. Un neo perfettamente rotondo e scurissimo sul dorso della mano sinistra fa da contrasto alla fede brillante. Sono mani che permettono di piegare l’arte sotto il proprio volere, senza violenza, con la gentilezza di chi ama quello che crea. Il nome d’arte Kuhe Nur, significa “Montagna di luce” ed è il nome del diamante più grande al mondo, oggi in possesso della Regina Elisabetta. Un’antica leggenda narra che questo diamante abbia il potere di regalare al suo possessore il dominio sul mondo. Un nome scelto dopo la

visita alla moschea di Shiraz in cui dice di essersi sentito come catapultato dentro il diamante, in una montagna di luce di tale bellezza da restarne folgorato. Ci racconta di questa moschea, soprannominata “la moschea rosa“ per le sue piastrelle, talamo dello scià Pahlavi, famosa soprattutto per le luci colorate filtrate all’interno dalle sue vetrate, attraverso labbra sottili, con un sorriso da bambino meravigliato che parte dagli angoli degli occhi e accarezza delicatamente l’intero viso. La barba setosa, i capelli imbiancati, un tempo nerissimi, la pelle leggermente abbronzata, olivastra, di uomo mediterraneo. Ha il naso largo con una punta cadente, un po’ schiacciata, forse l’unico

accenno del suo essere stato straniero un tempo. La sua arte ha radici antichissime. In lingua farsi si chiama «Ainehkori» e nell’ex Persia è l’arte del mosaico a specchi, usato per adornare moschee e palazzi. Prese piede perchè i vetri e gli specchi costosi comprati a Venezia dai mercanti persiani giungevano spesso a “pezzetti” e questo era un modo per non gettare via quei preziosi tesori, una sorta di riciclaggio creativo diremmo oggi. È così che arte ed artigianato si fondono fra le sue mani, sfuocando il confine che separa le creazioni dall’uomo che, dopo essere andato in mille pezzi, fisicamente o con il cuore, si ricompone e comincia una rinascita che può portare a


trentinoincontri divenire individui migliori, più luminosi di prima. Lui, ci racconta, ha iniziato facendo cornici con gli specchi e lavori di artigianato puro su mobili e quadri. Si è poi trovato a mescolare artigianato e arte con il tempo, senza più riuscire a distinguerne i confini e le differenze. Ogni sua creazione è un pezzo unico, fatto interamente a mano. Lavora tagliando gli specchi con una punta di diamante e li modella con l’aiuto di semplici pinze. “È tutto molto delicato – confessa – serve una pazienza infinita e precisione. Bisogna essere molto testardi poichè non sempre gli specchi si piegano al proprio volere e vanno in frantumi. Ma l’arte, per me, deve essere fatica da cui far emergere un significato profondo”. Ed è per questo che, dopo aver visto i disegni di Marylin Monroe fatti da dei bambini in una scuola, riproducendo la famosa opera di Andy Warhol, si è chiesto perchè fra tanti visi significativi avessero scelto proprio quell’opera. Era probabilmente “colpa” di qualche anniversario. Nacque così l’idea di dedicarsi ai volti che più, secondo lui, hanno rappresentato messaggi importanti di pace e uguaglianza, con lo stesso stile pop di Warhol. Sono nati così i mosaici di Mandela, Falcone e Borsellino, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta e molti altri. Sotto

di essi una frase per mantenere il senso e lanciare un messaggio, per non fermarsi all’icona ma comprenderne il senso profondo ed universale di diritti e di convivenza. Nello stesso modo, quando è scoppiato lo scandalo che ha coinvolto le grandi banche, gli è venuta l’idea di costruire un albero che rappresentasse “l’evoluzione del peccato”, ovvero questo rapporto malato e poco democratico con il denaro che attraversa la società moderna. Kuhe Nur non ha paura di

Mohammad durante la guerra Iran Iraq nel 1981

essere copiato: “Quest’arte è molto difficile, serve manualità, fantasia, passione e, sottolineo ancora una volta, un’infinita pazienza. Siamo solamente in due al mondo a farlo, che sappia: io e una donna a New York”. Il vero nome all’anagrafe è Mohammad Masoudi, è nato il 3 gennaio 1960 a Teheran da una famiglia numerosa di ceto medio, di tradizione e religione musulmana. Hamid Masoudi, nome con cui lo hanno sempre chiamato in casa, ha otto fratelli e sorelle, tra cui dei fratellastri; il padre, a seguito della morte della prima moglie si è risposato. Il destino ha voluto lo facesse due volte, racconta, con nostalgia per quel senso di famiglia che si creava nel fine settimana quando tutti si riunivano a casa per una tavolata affollata. Anche se si mangiava a terra perchè non ci sarebbe stato un tavolo abbastanza grande per riunire tutti. Si è diplomato in elettrotecnica a Teheran. Ricorda

di come l’estate si univa al suo fratellastro che lavorava come pittore e restauratore nelle moschee, di come l’arte gli si fosse già presentata a quel tempo senza che lui le desse la giusta importanza. Nel 1977 è finito per la prima volta in carcere per attività politica contro lo Scià Reza Pahlavi. Aveva 18 anni, era scoppiata la rivoluzione di un’intera generazione “all’occidentale” contro il potente e corrotto sistema creato da Pahlavi, che nel 1975 aveva dichiarato illegali tutti i partiti politici. Le opposizioni clandestine di ispirazione religiosa, nazional-liberale e marxista si erano riunite intorno alla figura carismatica dell’Ayatollah Khomeini, confinato in esilio prima in Iraq, poi a Parigi. Ci racconta: “Mi presero davanti ad una casa segreta dove si erano insediati per attività di controllo sulla popolazione. Mi legarono, bendarono e mi portarono in una prigione. Ricordo che mi misero un mitra in bocca per invitarmi a parlare. A quel punto mi spaventai molto e, ovviamente, raccontai tutto”. Dopo un mese, insieme ad altri 800 prigionieri che lo Scià fece liberare per accattivarsi il popolo, c’era anche lui. Simpatizzava per i khomenisti, anche se poi è passato ai marxisti islamici, fino ad arrivare a simpatizzare per i comunisti. Questi pensavano di poter tenere a bada il potere dei religiosi che in breve tempo rimasero gli unici protagonisti della rivoluzione. Khomeini ritornò in patria nel gennaio 1979 e prese il potere dopo la fuga dello Scià. Il 30 marzo un referendum sancì la nascita della Repubblica Islamica dell’Iran con il 98% dei voti; vennero banditi i comportamenti non conformi alla shari’a. Di pari passo con l’islamizzazione del Paese si ruppe l’unità del fronte rivoluzionario ed iniziarono gli scontri tra le sue varie componenti. 35

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trentinoincontri Kuhe Nur da bambino

Ma non è l’unica volta in cui Kuhe Nur si è trovato nelle carceri iraniane ed infatti ci racconta di quando, tornato in Iran per visitarlo nel 1993, venne arrestato dai servizi segreti di Khomenei per spionaggio. Rimase in carcere tre giorni, venne interrogato con gli occhi bendati e ricevette solo uno schiaffo ma, appena venne chiarito perchè si trovava vicino al confine e vestito in modo occidentale, fu rilasciato senza alcuna conseguenza. Per certi versi trovò un paese cambiato in meglio: “Sotto lo Scià, ci volevano 20 anni per portare una linea telefonica in una cittadina,

Photo ©Lucio Tonina

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non c’erano tubature del gas nonostante il paese lo vendesse all’estero, mancavano le strade e il metrò in città. Con il regime khomenista le infrastrutture si sono diffuse e le condizioni di vita sono migliorate. E’ ancora molto forte il sentimento nazionalista, forse perchè sono numerosi i popoli e le religioni presenti nel nostro paese, nella nostra cultura millenaria di apertura mentale. Insomma, non è tutto come ce lo raccontano in Occidente”. Continua, Kuhe Nur: “Persino le imposizioni di costumi, validi sia per l’uomo sia per la donna, non devono confondere: nemme-

no l’uomo in estate può stare all’aperto in pantaloncini corti, ad esempio”. Il viso di Kuhe Nur si fa serio, ad un tratto ci accorgiamo di quanto debba essere stato complicato vivere in un paese occidentale, alleato degli Stati Uniti per un uomo dell’Iran rivoluzionario. I suoi piccoli occhi scuri si muovono vivacemente sotto degli occhiali dalla montatura nera elegante. Ci racconta della guerra, quella scoppiata con l’Iraq nel 1980 e che durerà fino al 1988, proprio dopo qualche mese che si era arruolato per obbligo di leva, obbligo che passò presto da 12 mesi a due anni. “Ho passato 14 mesi in guerra. Facevo parte dell’artiglieria ed insieme a pochi altri avevamo il compito di andare in avanscoperta per circa tre giorni, a volte anche oltre le linee nemiche, e fare da occhi ai nostri superiori affinchè trovassero postazioni strategiche o punti deboli del nemico”. Missioni difficili e rischiose in un territorio aspro. Ma il destino gli riservò una ferita ad una gamba, per una scheggia durante un

bombardamento, mentre si trovava a riposo fra le fila del suo esercito. Kuhe Nur lasciò l’Iran nel 1983. Prese la decisione vista l’incertezza del periodo e la paura di nuove guerre o prigionie. La madre, pur dispiaciuta della separazione dal figlio, si rasserenò pensando che se ne sarebbe andato in un posto più sicuro. Decise di raggiungere la sorella a Pescara, si iscrisse alla facoltà di Ingegneria Informatica di Ancona e per un po’ fece oltre trecento chilometri al giorno per frequentare le lezioni, lavorando la sera come cameriere. Trovò presto lavoro in una

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trentinoincontri

la moglie lo fa come se si fosse innamorato da poco, come un adolescente nel pieno di quella fase magica ed emozionante che ci porta a descrivere l’altra persona come la migliore al mondo. È quasi commovente vedere quest’uomo di mezza statura, dal viso proporzionato e i lineamenti morbidi dove le rughe sono pochissime, nonostante l’età, nonostante la vita, emozionarsi in questo modo. Al momento, è al lavoro su un nuovo progetto: “Si tratta di un tavolo da trucco composto dalla sezione di una moschea, ovvero metà cupola nella quale vorrei inserire anche

Famiglia Santoni

Cucina tipica, nazionale e pizza

un versetto del Corano che parli delle donne in un’ottica a cui l’Occidente non è abituato, nutrendo molti pregiudizi”. Lui non è religioso. Crede fermamente che le religioni andrebbero “rispolverate”, pulendole dall’antichità, tornando alla loro radice positiva, alla riscoperta dei valori che sono gli stessi in tutte. “Un altro dei miei progetti futuri, spiega, è quello di costruire una croce con Papa Francesco pastore, che richiami quella che porta al collo. Un’opera da regalare al Vaticano tramite il Consolato iraniano da parte di un artista musulmano, con lo sco-

po di avvicinare due mondi e portarli a dialogare ulteriormente”. Due delle sue opere sono da tempo entrate nella collezione del Consolato Iraniano di Milano. Una rappresenta la bandiera dell’Iran e l’altra la mappa dell’odierno Iran. Kuhe Nur non è alla sua prima mostra. Ha già esposto sia a Rovereto sia a Verona i quadri dedicati ai grandi del mondo: “Nutro un’estrema soddisfazione quando le persone guardano e ammirano le mie opere, quando le raccontano. Sarei anche disposto ad insegnare, come un maestro d’artigianato per allievi motivati o per istituti d’arte che avessero voglia di allargare i propri orizzonti. Purtroppo l’arte è, oggi, in mano a pochi che decidono forme e spazi, così anche i giovani fanno fatica ad emergere. A questo si aggiunge un’industria del divertimento troppo forte in Occidente che anestetizza molti di questi giovani che hanno troppe scelte in cui perdersi, rischiando di replicare solo altri artisti senza trovare la propria strada, la propria forma d’arte”. ■

Accogliente ed ampio terrazzo all’aperto in uno dei più suggestivi vicoli del centro storico di Trento

ditta abruzzese che lo portò a girare la penisola. Approdò come capocantiere in Trentino nel 2000, durante la costruzione dell’Agenzia Tecnofin a Rovereto. Qui conobbe Sonia, una donna originaria dell’Argentina che aveva una figlia di cinque anni. Fu subito amore, con la futura moglie e con il Trentino. “Venivo da un luogo dove c’era molta approssimazione, qui tutto funziona, tutto è pulito, ordinato ed esiste un ottimo sistema di sostegno alle famiglie, alle persone. Insomma la qualità della vita è decisamente migliore”. Nonostante sia qui da tantissimi anni e perfettamente integrato, sul lavoro gli è capitato di essere vittima di qualche pregiudizio, ci confida, soprattutto per mancanza di fiducia, come se fosse impossibile che uno straniero sapesse fare tanti lavori e bene, passando dal disegnatore 3D al carpentiere, o al saldatore, insomma un artigiano a tutto tondo. Oggi le due figlie, hanno rispettivamente 23 e 11 anni. Kuhe Nur, quando parla del-

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trentinoeditoria

LA VIA CLAUDIA AUGUSTA DAL DANUBIO AL PO E ALL’ADRIATICO DI FIUME IN FIUME FINO AL MARE, DALLE TERRE DEL NORD A QUELLE MEDITERRANEE, ALLA RICERCA DELLA STRADA ROMANA TRA MITO E REALTÀ

L

a Via Claudia Augusta Altinate – con la sua variante Padana –, nasce come via militare per diventare via commerciale e, con la caduta dell’impero romano, perdersi nei territori in decine di sentieri, mulattiere, strade. Non è facile ricostruirne il tracciato, sballottati continuamente tra storia, leggende, ipotesi viarie. La stessa documentazione archeologica non aiuta a diradare le nebbie dell’incertezza, e forse è giusto che sia così; sebbene in questi ultimi anni le ricerche storiche e archeologiche siano diventate più circostanziate e più approfondite, i punti interrogativi rimangono. Sono lacune a cui ci piace dare un senso, Augusta, la suggestiva piazza

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nella consapevolezza che in quegli spazi “vuoti”, in quelle “assenze”, nei secoli sono prolificati leggende, storie e pensieri che hanno arricchito la Via. Quando l’impero romano progettò la strada, si pose come obiettivo la velocità, per unire nel più breve tempo possibile due punti tra loro geograficamente e culturalmente lontanissimi: il porto di Altino sull’Adriatico (770 km circa) – o quello di Ostiglia sul Po (641 km circa) – con il confine settentrionale dell’impero. Perché lassù, al nord, nelle torbide acque del Danubio, si nascondevano le paure, le angosce e i terrori di generazioni di romani. Lassù c’era il limes, il confine.

Lì finiva la civitas e iniziava il mondo dei barbari. Quindi soltanto la velocità poteva portare, in breve tempo, le legioni stanziate nella penisola o nei paesi limitrofi al confine danubiano per sbarrare, se necessario, le incursioni delle genti dai capelli lunghi, lasciati liberi o racchiusi in “femminili” trecce, e dalla pelle ricamata di tatuaggi come fosse una mappa a cielo aperto, uomini e schiere talvolta guidate da donne ossesse. Ora è uscito un libro-guida che ricostruisce i percorsi della Via, da effettuare in bicicletta: prevalentemente itinerari familiari, qualcuno, più impegnativo, da percorrere con mountain bike. La via Claudia Augusta in bicicletta, edizioni Curcu&Genovese, è il primo libroguida apparso in lingua italiana – una guida in tedesco pubblicata nel 2007 a Rodingersdorf è esaurita da molti anni – e narra, in 176 pagine, il percorso attraverso quattro regioni: la Baviera, il


trentinoeditoria Ricostruzione di un miliario romano Fiorenzo Degasperi

Tirolo, il Sud Tirolo/Trentino e il Veneto. Le tappe raccontano il percorso utilizzando le piste ciclabili o strade a basso traffico. Ad una parte introduttiva e narrativa che di ogni tappa presenta la storia, i luoghi da visitare e le leggende che aleggiano sulla “strada”, con diversi box di approfondimento culturale, seguono la descrizione del tratto della via, i tempi, i dislivelli, le informazioni riguardanti la permanenza (numeri telefonici, servizi pubblici, ecc.). Il libro-guida presenta inoltre ambedue i percorsi della Via Claudia Augusta, sia quello che inizia a Donauwört, in Baviera, sulle limacciose acque del Danubio, e che termina ad

Altino, prospiciente le acque adriatiche – la Via Altinate –, che quello “padano”, che si affaccia sul fiume Po, l’antico e mitico Dardano, arrivando da Trento fino ad Ostiglia, descrivendo strada per strada in mancanza di una pista ciclabile “ufficiale”. Il tutto è accompagnato da un ricco apparato fotografico, ricette gastronomiche dei luoghi attraversati e eventuali punti in cui si trovano i mezzi pubblici (treno, autobus, pullman, navette, shuttle) utilizzabili per particolari tratte (Fernpass, Passo Resia, Trento/Pergine Valsugana). Nel seguire il percorso da nord a sud non facciamo altro che seguire gli artisti, gli

intellettuali e gli ambasciatori che, nei secoli del grand tour, scendevano nei paesi italiani per entrare in contatto con l’ormai perduta ma sempre agognata classicità, una classicità popolata di rovine, dèi e leggende mitologiche. Dalla discesa delle popolazioni nordiche ai viaggi di formazione, un continuo via vai ha interessato questa via e ogni passaggio ha apportato modifiche e variazioni e l’ha arricchita di storie e accadimenti: un continuo sovrapporsi di avvenimenti in cui è difficile oggi districarsi e altrettanto arduo ritrovarvi le tracce romane interrogando i pochi ruderi, i nomi rimasti impressi nella toponomastica e le leggende che narrano delle alterne fortune di Hermann, Arminio, il capotribù dei Cherusci, l’autore dell’imboscata di Teutoburgo, della distruzione delle tre Legioni romane guidate da Publio Quintilio Varo e della ■ presa delle insegne imperiali.

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trentinoincontri di Tiziana Tomasini

IO STO CON GLI ABORIGENI UN UOMO DALLE MOLTE SFACCETTATURE: INSEGNANTE SU DUE FRONTI MOLTO DIVERSI, SCRITTORE APPASSIONATO ED ESPERTO DI ARTI MARZIALI. NEL PARLARE DEL SUO ROMANZO, “L’INCREDIBILE STORIA DI NAGOYO” – STORIA ROMANZATA DI ANGELO CONFALONIERI, PRIMO MISSIONARIO TRENTINO A VIVERE CON GLI ABORIGENI – ROLANDO PIZZINI PARLA DI TUTTE LE SUE VITE. E NE ESCE UN QUADRO DAVVERO INTERESSANTE…

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i diamo appuntamento in redazione in un pomeriggio di aprile piuttosto inclemente, battuto da un vento sostenuto, a tratti molto forte. Ripensandoci, un clima che diventa quasi un’istantanea dei luoghi aspri e selvaggi di cui stiamo per andare a raccontare. Sì, perché alle volte tutto trova inspiegabilmente un suo significato e una precisa collocazione. Come abbiamo potuto constatare da questa intervista. Ma da dove iniziare? Partiamo da una di quelle che lui, appunto, definisce una delle sue tante vite. Cominciamo 40

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col dire che Rolando Pizzini è docente di religione per tre giorni in settimana al liceo “G. Prati”. Gli altri due giorni insegna alla Casa Circondariale di Spini di Gardolo, a Nord di Trento. Due esperienze altamente formative nella loro profonda diversità. E lo scrittore? Quando inizia a maturare in lui l’idea del libro? Tutto nasce da un primo viaggio in Australia di imprecisati anni fa, dettato dal desiderio di un determinato momento. Girando per l’esteso territorio viene in contatto con molti emigrati trentini. Ed è forse qui che scatta la scintilla: viene a

sapere che il primo trentino in terra australiana era morto nel Nord, con gli aborigeni.

Attinte informazioni da un padre missionario (e da sempre incuriosito da quelle che lui definisce “cose strane”) si reca in seguito agli Archivi Vaticani e là ha subito sentore di avere davanti a sé una storia molto interessante. Sulla base di queste informazioni, compie un viaggio di ricerca in Australia ed entra in territorio aborigeno, dove portavano le tracce di questo conterraneo. L’anno del suo passaggio è il 1846; lui si trovava in Australia dal 1845 e morirà già nel 1848. Da subito Rolando capisce l’entità della scoperta e che da solo non sarebbe riuscito


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GLI ABORIGENI: “GENERAZIONE RUBATA”

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I membri della tribù aborigena Kalkadoon, 1900 circa. (Ph. Vintage Queensland)

a ricostruire l’intera vicenda; nasce così un team italo-australiano, che riuscirà a portare alla luce quasi tutta la storia di Angelo Confalonieri, missionario trentino tra gli aborigeni. La ricerca si concretizza in un saggio contenente tutti i lavori degli studiosi coordinati proprio da Pizzini; il saggio viene tradotto in inglese ad opera del Museo Storico. Il testo fa sentire la sua voce – soprattutto in Australia – e numerosi autori attingono alla storia di Confalonieri per costruirne vicende romanzate. Ma chi era, nello specifico, Confalonieri? Rolando lo definisce subito, senza esitazioni, un “prete atipico”. Fattosi sacerdote, si reca in

missione in Australia. E già qui – sottolinea l’autore – ci sarebbe da scrivere un libro… Comunque lì accade che il Confalonieri viene assegnato a Nord, dove si trovava un avamposto inglese in territorio aborigeno. Insomma decide di andare a vivere tra i nativi, ma anziché realizzare la classica missione, decide di stabilirsi prima in una capanna, per poi seguirli nel loro cammino. Il suo scopo è quello di evangelizzare; l’aspetto straordinario è la scelta di vivere con loro, insieme a loro. Per l’epoca, è stato come fare un tuffo nella preistoria. E la straordinarietà è stata soprattutto il fatto di riuscirci. Chi era passato prima di lui,

Pizzini con un aborigeno discendente di quelli incontrati da Angelo Confalonieri, durante un’intervista a Cobourg Peninsula (Nord Australia)

arrivo dei primi Aborigeni sul continente australiano risale a circa 50mila anni fa quando il paese era terra franca per i grandi mammiferi e le incontaminate e selvagge foreste. Questi primi abitanti occuparono le terre australiane e si organizzarono in tribù sparse per il territorio. Le tribù che vivevano sulle coste si dedicavano all’agricoltura, all’allevamento e alla pesca, mentre quelle dell’entroterra erano estremamente abili nella caccia, che forniva loro il sostentamento di cui avevano bisogno. La loro organizzazione venne sconvolta dall’arrivo dei coloni britannici che si appropriarono delle terre secondo il principio della terra nullius, che gli permetteva di occupare questi territori in quanto completamente disabitati. Oltre che all’espropriazione delle terre l’invasione coloniale provocò anche una netta diminuzione della popolazione aborigena a causa delle malattie provenienti dal continente europeo a cui il loro corpo non sapeva reagire. Si pensa che la popolazione locale passò da circa 1 milione ad appena 60mila persone. Per tutto il XX secolo è proseguito il tentativo di sradicare questa cultura dalla terra australiana (per esempio con la pratica barbara dell’affidamento dei figli aborigeni a famiglie discendenti dalla colonizzazione europea). Questo è quello che gli aborigeni definiscono “generazione rubata”. Nonostante questi tentativi alcuni residui di popolazione aborigena resistono nelle zone periferiche delle città, ma soprattutto nelle remote zone del nord del paese, dove sono riusciti a riottenere alcune delle terre di loro antica proprietà.

o era scappato o era impazzito. Modi di vita totalmente diversi, catalogabili come “altro”: altri modi di vestire, di mangiare, di relazionarsi. Invece lui si trova così bene da venir definito “NAGOYO”, ovverosia “PADRE”. Per la Chiesa è una figura importante in quanto ha portato il cristianesimo nel Nord Australia; in Australia era già una figura di spicco in qualità di linguista: in un paio d’anni produce non solo la traduzione di poche parole ma di due interi frasari, tentando di ricostruire le strutture linguistiche locali. E poi la totale immersione nel mondo aborigeno. La sua figura è stata presa in esame anche dagli antropologi: la figura del missionario che si addentra in zone estreme e che riesce a farsi accettare dai nativi non può che suscitare attenzione; termi-

nologie emerse dai suoi frasari stanno ad indicare il suo essere veramente inglobato nel mondo degli aborigeni. Questo del resto accadeva anche in Africa: è confermata la curiosità di apprendere la lingua dell’invasore, ma consegnare la propria lingua significava consegnare la propria anima… E l’anima si consegna solo a chi ci sta a cuore. E la storia di Confalonieri si svela quindi progressivamente molto interessante ed avvincente. Da questo saggio infatti, uno dei più grandi scrittori australiani – McKenna – ha elaborato un testo ed ha ringraziato il team di Pizzini per le preziose ricerche svolte. Ma oltre al fatto di vivere con gli aborigeni, cosa ha caratterizzato e definito l’atipicità di Confalonieri? Esistono altri elementi al vaglio degli stu41

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trentinoincontri diosi; dobbiamo considerare che il periodo in questione era quello del naturalismo e che quindi molti studiosi si recavano nella zona Nord dell’Australia. Confalonieri ogni tanto passava per l’insediamento inglese e le fonti riportano l’impressione di un uomo che non sembrava neanche un prete, talmente dimostrava di essere liberale ed aperto. La straordinarietà del personaggio insomma – a detta degli stessi australiani – è costituita dal fatto che si sia riuscito ad integrare in piena epoca dove tutti i missionari andavano a sostenere gli inglesi e gli irlandesi, quindi in sostanza la parte colonialista. E poi non bisogna dimenticare che in quest’epoca si era scientificamente convinti che il nativo in sé – e ancor di più l’aborigeno australiano – costituiva sostanzialmente l’anello di congiunzione tra

Rolando Pizzini ad Hanging Rock, luogo reso celebre dal romanzo “Picnic at Hanging Rock” della scrittrice australiana Joan Lindsay, trasposto in film dal regista Peter Weir, nel 1975

la scimmia e l’uomo. Confalonieri invece, possiamo dire controcorrente, era pienamente convinto di trovare persone. Indubbiamente nel delineare la sua figura ha inciso il suo carattere; inoltre era bravissimo nelle lingue,

ANGELO CONFALONIERI, L’AMICO NAGOYO

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ngelo Confalonieri fu il primo “uomo bianco” ad aver scelto di vivere liberamente con e per gli aborigeni australiani. Il missionario nacque a Riva del Garda il 22 giugno del 1813. Egli, nel nord Australia, a Cobourg Peninsula, visse per ben due anni con i popoli di Cobourg adottando uno stile di vita estremamente duro per un europeo. Morì il 9 giugno del 1848, ma nonostante i soli due anni trascorsi con gli aborigeni, a differenza di altri che gli incontrarono, fu disponibile ad integrarsi ed a mutare “pelle” e metodi di evangelizzazione a tal punto che i nativi gli attribuirono un “nome di gruppo di pelle”, Nagoyo, per includerlo nella loro società. Ciò che fece fu decisamente un’impresa unica nel contesto australiano del tempo e la parola Nagoyo, quale segno di riconoscimento rivela l’integrazione raggiunta fra un prete trentino e il popolo del “Tempo del Sogno”. Integrazione che risulta ancora più sorprendente se opportunamente contestualizzata nell’Ottocento australiano e mondiale periodo storico che, come sappiamo, è contrassegnato da episodi di diffidenza, esclusione e brutalità operate da parte dei conquistatori nei confronti dei popoli aborigeni.

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favorito dalla sua formazione classica. E l’aspetto divertente è che Pizzini scopre in fase finale delle sue ricerche che Confalonieri era stato allievo del Prati, scuola nella quale oggi insegna! Dal saggio è nato il romanzo, “L’incredibile storia di Nagoyo”. L’idea di Pizzini è stata quella di trarre dalla realtà una storia romanzata, per diffondere la sua storia. Il romanzo mescola dati reali con dialoghi immaginari tra il prete e il capitano McArthur, l’inglese cioè che ha aiutato Confalonieri a diffondere il cattolicesimo a poche miglia di mare da dove gli inglesi volevano fondare la nuova Sydney. I dialoghi vogliono veicolare la parte di cristianesimo che l’autore ritiene più vera, più aperta, più tollerante dei Vangeli. Un dialogo che è anche un confronto: poco inglese uno, e probabilmente poco cattolico l’altro… Il romanzo è piaciuto anche al famoso regista Pupi Avati, tanto che in copertina – tra cielo e paesaggio – campeggia una sua frase che fa riferimento al grande Chatwin. Un’esperienza forte e di spessore per Pizzini, che in qualche anno ha condotto ricerche e prodotto il romanzo. Parla anche di tante fatiche

e di tanti chilometri percorsi, ma con la soddisfazione di avere raggiunto importanti risultati. Ma poi, per sua stessa ammissione, lui dichiara di essere abituato a certe sfide nella vita: nella scuola, nello sport, nella cultura. E poi dichiara di aver avuto tanti colpi di fortuna: in pieno territorio aborigeno incontra casualmente l’unico linguista al mondo che conosceva Confalonieri, che studiava la lingua che Confalonieri traduceva e che quella sera – come Pizzini – rientrava a Darwin. E poi la mappa di Confalonieri trovata un minuto prima che la libreria di Melbourne chiudesse, dopo un’intera giornata di ricerche; e la visita ad una scuola nella quale per caso incontra il più grande studioso australiano di storia della Chiesa. Entrambi i personaggi faranno poi parte del team di ricerca di Pizzini. Altro aspetto rilevante è stato il fatto di concretizzare e realizzare in tempi record la raccolta dei documenti, grazie alla puntuale organizzazione australiana. Quindi da una parte la ricerca, dall’altra il romanzo. Una grande soddisfazione per Rolando Pizzini, che a luglio si recherà nuovamente in Australia per partecipare ad un grande convegno al parlamento di Darwin su Confalonieri. È una grande soddisfazione anche quella di aver scoperto una storia importante, carica di significato sotto molti aspetti. Nonché i numerosi riconoscimenti frontali e trasversali – come il fatto di aver dato spunto ad altri autori – che inevitabilmente arricchiscono il percorso formativo di un ricercatore e di un autore. Una storia che è un viaggio, un viaggio che diventa una storia vera e un romanzo. Un punto di arrivo ma con la prospettiva di un’altra partenza. Per scoprire ancora la straordinaria storia dell’uomo. ■


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a cura di Daniele Magagnin

FESTA DEI FIORI DI BOLZANO Bolzano: fino al 01/05/2017 Bolzano, porta delle Dolomiti, in primavera diventa un prezioso scrigno, ricco di profumi e piante: agavi, palme, oleandri, ulivi e magnolie colorano la città, dando l’avvio a uno dei periodi più attesi dell’anno. La tradizionale festa dei fiori di Bolzano trova spazio ogni anno nella centrale Piazza Walther. La kermesse rappresenta un’edizione unica per quanti hanno il pollice verde ed è l’occasione adatta per fare shopping di gerani, petunie, garofani, fucsie con cui decorare i propri terrazzi e giardini. Un evento molto atteso a Bolzano, quello della festa dei fiori, perché da qui in avanti tutte le case offriranno le tipiche “cascate” di colori dai balconi e dalle finestre. Non a caso la città di Bolzano vanta numerosi negozi di fiori e giardinieri. L’evento è accompagnato da un ricco programma di eventi, con concerti che coinvolgono le bande musicali cittadine. FIERA TEMPO LIBERO ore 9.30-18.30 fino al 1° Maggio Da più di quarant’anni il fascino di Tempo Libero deriva dal suo mix perfetto tra prodotti, novità, attività e divertimento. A Tempo Libero ognuno trova qualcosa che gli piace. Per questo motivo, ogni anno più di 45.000 visitatori e 400 espositori si recano in fiera. Un programma ricco di eventi che varia ogni anno rende la visita un’avventura unica: Tempo Libero 2017 festeggia i 200 anni della bicicletta con n’esposizione del tutto speciale! TEATRO: LO STRANO CASO DELLA NOTTE DI SAN LORENZO

MAGGIO CON TEATRO, FIERE, SPORT ED ENOGASTRONOMIA IN ALTO ADIGE UN’AMPIA OFFERTA DI SPETTACOLI TEATRALI, ANCHE ALL’APERTO, LA FESTA DEI FIORI E LA FIERA DEL TEMPO LIBERO, IL GIRO D’ITALIA A ORTISEI E A SAN CANDIDO, VINI IN PASSERELLA E LE SETTIMANE DEGLI ASPARAGI E LE AUTO D’EPOCA IN VAL PASSIRIA Bolzano: Teatro Comunale (Studio) dal 27 aprile al 14 maggio (ad esclusione dei giorni 1,2,3, 8,9 e 10 maggio) ore 20.30 Merano: Teatro Puccini martedì 16 maggio ore 20.30 Bressanone: Forum lunedì 15 maggio ore 20.30 Brunico: Haus Michael Pacher giovedì 18 maggio ore 20.30 Vipiteno: Teatro Comunale mercoledì 17 maggio ore 20.30 Il labile confine tra colpevolezza e innocenza. Che ruolo gioca il caso nella vita di ognuno di noi? Quanto influisce sulle nostre scelte e in che misura le nostre scelte lo determinano? Prendendo spunto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto in Alto Adige, Lo strano caso della notte di San Lorenzo di Roberto Cavosi si propone di indagare la casualità, ironizzando sulle spire della realtà che, in contraddizione al suo stesso significato, è così subdola e cangiante da ingannare tutti noi, nascondendo il suo vero volto. Una storia vera dalla quale il teatro prende spunto per raccontare le molteplici sfumature dell’umanità, di come le definizioni

di colpevolezza o innocenza siano molto più labili di quanto si possa pensare. RICORRENZA: LA VITA È UNA RUOTA Bolzano: Teatro Cristallo, martedì 2 maggio ore 18.30 Iniziativa dedicata ai 200 anni dalla creazione della bicicletta e ai 100 anni del Giro d’Italia ideata a cura dell’Associazione Cristallo in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente, alla Mobilità e alle Pari Opportunità e alla Biblioteca Civica del Comune di Bolzano.

ficacia dell’asparago. Nelle settimane delle specialità si gira tutto intorno a questo ortaggio sano. 7 ristoranti della zona propongono specialità a base d’asparago. Castelbello: fino al 28 maggio Castelbello attende i visitatori, oltre che con tesori paesaggistici e storico-artistici, anche con eventi gastronomici e pregevoli prodotti. Ed ecco che in primavera tutto ruota intorno all’asparago di Castelbello, che finisce appena colto nelle pentole della cucina locale. DEGUSTAZIONE VINI VAL VENOSTA Castelbello-Ciardes, Val Venosta: 13 maggio La degustazione vini Val Venosta rappresenta l’opportunità di degustare i vini tipici della Val Venosta, offrendo così un intuito nel mondo dei vignaioli autoctoni.

CUCINA: SETTIMANE DEGLI ASPARAGI Nalles: fino al 12 maggio Già gli antichi Greci, Romani ed Egitti conoscevano l’ef-

GIUSTIZIA E MISERICORDIA Bolzano: Teatro Cristallo, giovedì 18 maggio ore 20.30 A Bolzano esiste un luogo di incontro che promuove il superamento dei pregiudizi 43

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SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO trentinopanorama Caterina Vertova

e una proficua convivenza, è un posto per confrontarsi, un luogo di pace: è il Giardino delle Religioni. È animato e curato dai rappresentanti delle diverse fedi religiose che guideranno il pubblico in un viaggio a tappe: la Misericordia e la Giustizia lette dalle rispettive religioni di appartenenza. TEATRO: LA CASA DI CIASCUNA Bolzano: Teatro Cristallo, lunedì 22 maggio ore 21.00 Uno spettacolo di donne che parlano di donne, che condividono e scoprono, liberano bellezza e competenze, lasciano brillare sotto le luci di un palcoscenico la loro identità preziosa che si confronta con le eroine del mito e della religione. La casa di ciascuna è però anche un progetto di dialogo fra donne diverse per età, cultura, estrazione ed esperienza accomunate dalla voglia di condividere e mettersi in gioco, dal desiderio di tradurre in un atto scenico, pubblico e poetico un incontro. Lo spettacolo si pone al termine di un intenso percorso laboratoriale di ricerca, tecniche teatrali e drammaturgia sviluppatosi da gennaio 2017 e guidato dall’attrice e regista Caterina Vertova accompagnata da Chiara Visca e Consuelo Serraino. 44

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TEATRO: FUORI! TOURNÈE DA BAR, IL TEATRO DOVE MENO TE LO ASPETTI Bolzano: dal 22 al 26 maggio «L’esperienza tradizionalmente più innovativa della scena nazionale» così la critica ha definito Tournée da Bar un progetto nato dall’idea del giovane autore e attore Davide Lorenzo Palla e del regista Riccardo Mallus. Se una sera, al bar doveste imbattervi in un uomo che per gelosia ha appena a ucciso la moglie, be’, aspettate a chiamare la polizia. Potrebbe essere Otello che si strugge per la sua Desdemona. Ed è proprio questa la sfida di Tournée da Bar: portare il teatro al bar, rievocare le vicende degli eroi shakespeariani tra un caffè e un salatino. Lunedì 22 maggio, ore 21.00 AMLETO Bar Birreria Romagnolo, Piazza G. Matteotti 8 Martedì 23 maggio ore 21.00 ROMEO & GIULIETTA Bar NR Nano & Rugge Capolinea (ex La Padovana)Via Milano 100 Mercoledì 24 maggio ore 21.30 OTELLO Ristorante Pizzeria Da Libero (ex Milly), Via Alessandria 19 Giovedì 25 maggio ore 20.00 ROMEO & GIULIETTA White Bar (ex Skipper), Via Cagliari 12

Venerdì 26 maggio hore 21.00 AMLETO Cafè Museion, Piazza P. Siena 1 FUORI! Una serie di incursioni teatrali che anticipano l’estate. FUORI! è un progetto del Teatro Stabile di Bolzano e del Dipartimento alla Cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano che porterà artisti del calibro di Paolo Rossi e Andrea Castelli FUORI dal teatro facendoli interagire attivamente con il pubblico. FUORI! abiterà piazze e locali fino a insinuarsi nelle case degli appassionati di poesia che ne faranno richiesta.

FESTIVAL DI AUTO D’EPOCA Val Passiria: al venerdì 26 a domenica 28 maggio Per l’ottava volta la Val Passiria ospita il Festival di auto d’Epoca, uno spettacolare raduno. La manifestazio ne internazionale offre agli spettatori ed ai partecipanti un programma vario ed avvincente. I piloti potranno misurare le proprie capacità nella corsa regolare e, nel successivo raduno, scambiarsi le esperienze, località questa che sembra addirittura creata per una corsa regolare di auto d’epoca.

VINO IN FESTA Bolzano e dintorni: fino al 10 giugno Dal 22 aprile al 10 giugno 2017, un mese e mezzo dedicato all’incontro con Bacco, seguendo il fascino delle diverse cantine, delle imprese dei vignaioli altoatesini, dell’arte, la cultura, le tradizioni, i sapori lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige. Per l’ottavo anno consecutivo i 16 comuni vinicoli lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige allestiranno lo spettacolare scenario di Vino in Festa.

SPORT, CICLISMO: GIRO D’ITALIA San Candido: venerdì 26 maggio 19° tappa del Giro d’Italia “Tre Cime Dolomiti”. San Candido ospiterà la partenza della 19° tappa del Giro d’Italia 2017, la San Candido Piancavallo di 191 km.

SPORT, CICLISMO: GIRO D’ITALIA Ortisei, Val Gardena: giovedì 25 maggio Arrivo tappa del 100° Giro d’Italia. Dopo 12 anni di assenza, la famosa corsa a tappe maschile di ciclismo su strada torna ad Ortisei. La Val Gardena, dove il ciclismo da sempre veste un ruolo di primaria importanza, ha avuto l’onore di ospitare il Giro d’Italia per ben sette volte: la prima volta nel 1940 e l’ultima volta nel 2005. Il 25 maggio 2017 il Giro tornerà nuovamente in valle: dopo un faticoso “tappone dolomitico”, gli atleti taglieranno il traguardo nel pittoresco e mondano capoluogo della Val Gardena.

GIORNATE ALTOATESINE DEL PINOT NERO Egna e Montagna: fino all’8 maggio Sulle pendici assolate intorno alla collina Castelfeder il Pinot Nero trova delle condizioni particolarmente favorevoli. Le Giornate altoatesine del Pinot Nero rendono omaggio al “re dei vini rossi” e hanno luogo nei suggestivi paesi di Egna e Montagna. Una giuria internazionale, dopo aver degustato i Pinot Nero concorrenti, li offre all’assaggio di un pubblico appassionato. È previsto anche un vasto programma che comprende degustazioni guidate e seminari. ■


SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO trentinopanorama

IL TEATRO… FUORI DAL TEATRO IL NUOVO PROGETTO DEL TSB VEDRÀ ARTISTI DEL CALIBRO DI PAOLO ROSSI E ANDREA CASTELLI INTERAGIRE ATTIVAMENTE CON IL PUBBLICO IN PIAZZE E LOCALI FINO A INSINUARSI NELLE CASE DEGLI APPASSIONATI DI POESIA CHE NE FARANNO RICHIESTA. IL DIRETTORE DEL TEATRO STABILE DI BOLZANO, WALTER ZAMBALDI, ILLUSTRA L’INIZIATIVA E PARLA A TUTTO CAMPO DEI SUOI QUASI DUE ANNI DI GUIDA DELLA STRUTTURA BOLZANO – Il teatro fuori dal teatro. Dal 22 maggio al 30 giugno il Teatro Stabile di Bolzano e il Dipartimento alla Cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano porteranno il Teatro fuori dal Teatro. FUORI! è un nuovo progetto che vedrà protagonisti artisti del calibro di Paolo Rossi e Andrea Castelli fuori dal teatro, facendoli interagire attivamente con il pubblico. FUORI! abiterà piazze e locali fino a insinuarsi nelle case degli appassionati di poesia che ne faranno richiesta. “FUORI! – sottolinea il direttore del Tsb, Walter Zambaldi – convoglierà l’energia, la creatività e la sapienza teatrali all’esterno delle mura dei teatri per farle germogliare a contatto con i cittadini, attraverso quattro iniziative differenti e gratuite volte a coinvolgere attivamente il pubblico. Gli strumenti utilizzati sono efficaci e immortali: i grandi classici della letteratura teatrale come Molière e Shakespeare, la commedia dell’arte, la poesia e la musica dal vivo, declinati in modo insolito, piratesco e picaresco”. Ad inaugurare la rassegna dal 22 al 26 maggio sarà Tournée da Bar, «l’esperienza tradizionalmente più innovativa della scena nazionale» come è stata definita dalla critica. Un progetto audace quello ideato dall’autore e at-

tore Davide Lorenzo Palla e dal regista Riccardo Mallus che rievoca nei bar le vicende degli eroi shakespeariani. Tournée da Bar farà tappa in cinque locali di Bolzano ambientando di sera in sera i capolavori shakespeariani come Amleto, Romeo & Giulietta e Otello tra bancone e tavolini. Tournée da Bar toccherà tutta la città: lunedì 22 maggio alle 21.00 farà tappa al “Bar Birreria Romagnolo” in Piazza Matteotti, martedì 23, sempre alle 21.00, al “BAR NR Nano & Rugge (Capolinea)” di via Milano; mercoledì 24 alle 21.30 sarà la volta del “Ristorante Pizzeria da Libero” di Via Alessandria, giovedì 25 alle 20.00 del White Bar di via Cagliari e venerdì 26 alle 21.00 del “Cafè Museion”. Per FUORI! un fuoriclasse del palcoscenico come Paolo Rossi riprende la sua attività di formazione proseguendo il suo lavoro di ricerca sul Teatro Popolare. “Il Teatro popolare è un teatro colto, ma comprensibile da tutti” afferma Rossi. “L’obiettivo in questo caso – aggiunge il direttore Zambaldi – è quello di coinvolgere un gruppo di over 65 attraverso il metodo teatrale, epico e popolare, alla ricerca di linguaggi trasversali, di trucchi e tecniche per costruire una drammaturgia in grado di arrivare a tutti. A conclusione del laboratorio sulla commedia

Walter Zambaldi

destinato agli Over 65, dal 6 al 10 giugno Rossi, affiancato dal prode musicista Emanuele Dell’Aquila, accompagnerà i novelli attori nella messa in scena della commedia Il Matrimonio per forza di Molière e dell’Alcesti di Euripide nel suo corrosivo e inconfondibile stile di riscrittura dei grandi classici”. Questo “evento / disevento” come lo definisce lo stesso Rossi, prende il titolo di Molière on the road e verrà presentato martedì 6 giugno a Laives all’Associazione Centro Don Bosco e a Bressanone mercoledì 7 giugno in Piazza Duomo, sempre alle 20.30. Giovedì 8 giugno Paolo Rossi&Co faranno tappa nel Piazzale della Scuola di Vadena alle 21.00, venerdì 9 alle

20.00 in Piazza Municipio a Salorno per giungere sabato 10 giugno alle 20.30 in Piazza Don Bosco a Bolzano. “Dall’1 al 15 giugno FUORI! entrerà nella case dei bolzanini che ne faranno richiesta – sottolinea Walter Zambaldi – mettendo a disposizione il Pronto Soccorso Poesia, un inedito servizio di lettura poetica a domicilio dedicato ai bolzanini, che avrà per protagonista Andrea Castelli. Chiunque senta l’esigenza di ritrovare un soffio poetico nella propria vita, potrà prenotare telefonicamente il servizio di pronto soccorso poetico del Teatro Stabile, fissare un appuntamento, scegliere tra il ricco menù di liriche messe a disposizione nel juke box poetico e atten45

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SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO trentinopanorama

Paolo Rossi e Walter Zambaldi

dere comodamente l’arrivo a casa propria dell’operatore del Pronto Soccorso Poesia: Andrea Castelli”. Il servizio è prenotabile (lunedì - venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17) al numero di telefono del Teatro Stabile 0471 301566. Le inc ur s ioni tea trali di FUORI! si concluderanno a Bolzano venerdì 30 giugno alle 21.00 nel Parco delle Semirurali con uno spettacolo interpretato dalle ragazze e dai ragazzi del corso di teatro Giovani in scena. Guidati dalla regista Flora Sarrubbo, i giovani under 25 presenteranno la loro versione di Romeo e Giulietta, capolavoro di William Shakespeare, un’opera che oltrepassa il tempo e lo spazio, una tragedia pura d’amore e di morte. Tutti gli spettacoli della rassegna “FUORI! Il Teatro fuori dal Teatro” sono gratuiti. La presentazione dell’innovativo concetto di teatro è l’occasione per parlare del Teatro Stabile di Bolzano a tutto campo con il direttore, Walter Zambaldi, bolzanino, classe 1975. Direttore, come valuta questi quasi due anni di lavoro effettivo alla guida del Teatro Stabile di Bol46

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zano, uno dei più longevi e importanti d’Italia? «Intensi, belli, produttivi, condotti ad un ritmo forsennato, con tanti riscontri positivi e un lavoro sinergico tra le varie componenti con la percezione che il teatro è riconosciuto». In precedenza, per sette anni ha collaborato con il Tsb e con il suo predecessore, Marco Bernardi … «Ho lavorato da giovane con il Tsb, mi occupavo di diverse cose e quell’esperienza mi è servita a crescere e a capire che il teatro è la mia casa. Diciamo che sono tornato entrando dalla porta principale di un grande teatro, affermato ai massimi livelli. Il mio lavoro è nel segno della continuità, della tradizione e dell’innovazione». Ha lavorato con alcuni dei più importanti nomi del teatro italiano, da chi ha carpito i segreti più preziosi? «Da tutti. Dai più grandi interpreti a tutte le persone che ho incontrato. Da tutte le persone si impara sempre qualcosa e per fare qualcosa di importante è indispensabile ascoltare. Ci sono tre ambiti particolar-

mente importanti, basilari e sinergici: il tecnico, l’artistico e il manageriale. Il teatro ha bisogno di una struttura, di un assetto forte per essere grande e per confermarsi, servono costanza nel lavoro, massimo impegno da parte di tutti, relazioni e grandi competenze. Apprendere da tutti non è facile, ma il bello del mio ruolo è quello di toccare tutti gli ambiti per continuare ad imparare». Quasi tre lustri fa ha avviato il progetto di scrittura scenica nel carcere di Bolzano… «Dodici anni con grandi risultati. È stata una bella esperienza. Mi manca e spero di poterla riprovare. La costrizione è un aspetto particolare della vita umana, che fa emergere un sommerso di umanità che fuori dal carcere è impensabile. Con il teatro siamo riusciti a fare molto, a creare un ponte virtuale tra la vita interna e quella esterna. È una realtà estrema, senza voce, volutamente oscurata, piena di contraddizioni e soprattutto, è un termometro del grado di civiltà di un paese». Quali sono le iniziative che sente più “sue”? «Nutro un affetto spropositato per produzioni e spettacoli seguiti in toto con quel senso di appartenenza profondo e la volontà di fare bene il lavoro, rapportandosi con gli errori per apportare le doverose correzioni al fine di migliorare sempre, ascoltando tutti, analizzando il lavoro di tutti, da tutti i punti di vista. Tutte le cose che fai ti devono appartenere. Il pubblico lo percepisce, lo intuisce, lo capta». Il Tsb è e resta un punto di riferimento importante della comunità italiana? «È un polo culturale. Deve essere un punto di riferimento per tutta la comunità, per tutti, indistintamente». Qual è il rapporto dei giovani con il teatro?

«È un buon periodo. Quando si parla di giovani bisogna sempre interrogarsi e aprire la mente, senza farsi condizionare dagli stereotipi. La routine uccide il teatro e i tempi di attenzione cambiano. Trovo grande apertura da parte dei ragazzi e risposte immediate e fresche. Il mondo del teatro sta lavorando molto bene con i giovani ai quali il nostro mondo deve dare opportunità, punti di riferimento, spunti ed emozioni. Se i ragazzi si approcciano nel modo giusto non si liberano dell’opportunità di essere coinvolti. Devono essere messi in condizione di sapere che il teatro c’è, con proposte professionali. Negli ultimi due anni gli abbonamenti degli under 26 sono aumentati in ogni luogo e questo è motivo di soddisfazione e di orgoglio. Le iniziative che proponiamo ai ragazzi sono volte proprio a creare la giusta confidenza, una sorta di empatia. È un lavoro metodico, quasi scientifico che deve far innamorare i giovani, coinvolgendoli. I feedback che arrivano dai vari laboratori sono più che positivi, ciò nonostante desideriamo accentuare sempre più la nostra voce in questo ambito. Ci sono tanti bei giovani!». È possibile intercettare nuovi pubblici? «Ci sono i giovani, gli anziani, gli adulti. Tutti costituiscono il pubblico del teatro, sarebbe un errore colossale considerarci elite, sarebbe antistorico. L’espressione artistica non è elitaria, ma a misura di tutti, indistintamente. A teatro si può andare vestiti come in ogni altro luogo. Certi stereotipi non fanno bene. Chi a teatro passa, anche per caso, deve restarci e trovarsi a proprio agio. Sono splendidi esempi tutte quelle realtà in cui il teatro è tradizione e offerta culturale a misura di chiunque». ■


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DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

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UN RE SFORTUNATO MUORE AD ARCO

VERSO LA FINE DELL’OTTOCENTO, AL TRAMONTO DELLA BELLE ÉPOQUE, L’ARISTOCRAZIA EUROPEA AMAVA RITROVARSI SPESSO NELLA CITTADINA TERMALE DELL’ALTO GARDA. IN INVERNO, IN CERCA DI UN CLIMA MITE, SOGGIORNAVA QUI ANCHE FRANCESCO II DI BORBONE, L’ULTIMO RE DELLE DUE SICILIE IN ESILIO. E FU PROPRIO AD ARCO, CITTADINA CHE ALLORA FACEVA PARTE DELL’IMPERO ASBURGICO, CHE ALLA FINE DEL 1894 IL SOVRANO MORÌ A SOLI 58 ANNI. ATTRAVERSO UN DOCUMENTO FOTOGRAFICO UNICO E STRAORDINARIO DELLA CERIMONIA FUNEBRE, RIPERCORRIAMO LE VICENDE DI QUESTO SOVRANO DIMENTICATO

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ircondato da candelabri e da tante corone di fiori, la salma del Re in abito azzurro chiaro era stata composta in una semplice bara esposta al pubblico. Per due giorni una fila incessante di persone di ogni classe sociale sfilò davanti al feretro impartendo la propria benedizione al grande scomparso. Era il 27 dicembre del 1894 e ad Arco era morto Francesco II, l’ultimo Re delle Due

bone e dalla prima moglie Maria Cristina di Savoia (figlia di re Vittorio Emanuele I), Francesco salì al trono appena ventitreenne, il 22 maggio 1859. Di carattere piuttosto timido e buono, lo stesso anno Francesco sposò la duchessa Maria Sofia di Baviera - sorella dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, la famosa Sissi. Francesco, giovane e inesperto, era un regnante sui

Sicilie in esilio. Qui, nella cittadina vicina al Lago di Garda, la sua salma sarebbe rimasta tumulata per più di vent’anni, fin dopo la Prima Guerra Mondiale. Un lungo periodo del quale ben poco è rimasto nella memoria della nostra gente. In Trentino, infatti, quasi nessuno sa che ad Arco morì un re importante, uno dei più sfortunati sovrani della storia europea. Nato da Ferdinando II di BorFrancesco II, l’ultimo Re delle Due Sicilie

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In un freddo paesaggio invernale, il corteo funebre giunge a Trento percorrendo la strada che fiancheggia il Castello del Buonconsiglio

generis. La sua filosofia di vita, del tutto contrapposta alla cultura del potere e della guerra, aveva indotto i suoi stessi sudditi a riferirsi a lui affabilmente con il nomignolo di “Franceschiello”. Un soprannome innocente di cui dopo la sua sconfitta si impossessarono le cronache post-unitarie facendone discendere un’ingiusta figura superficiale, debole e patetica, senza che nessuno studioso intervenisse mai a tutela della sua memoria; un’immagine ben più potente di ogni critico giudizio politico e storico, veicolata subdolamente fino ai giorni nostri. In realtà, Francesco II fu un uomo sensibile, molto devoto, un sovrano onesto, ma oltremodo, perseguitato dalla sfortuna. I fatti della vita probabilmente avevano influito sul suo carattere: la morte della madre, pochi giorni dopo il parto, quella prematura del padre alla vigilia delle sue nozze, poi quella della figlia, dopo soli tre mesi dalla nascita, e infine quell’unico anno di governo nel corso del quale vide crollare il regno stesso insieme alla storica dinastia dei Borbone.

Dietro a tale crollo, tuttavia, non vi fu solo la sua inesperienza. La storia dell’epoca non lo ammise mai, tuttavia determinante si dimostrò una specie di complotto internazionale ordito più per interessi di Stato che non per vere logiche unitarie. Già dagli anni Cinquanta dell’800, Cavour e Vittorio Emanuele II avevano preparato, con la complicità di Napoleone III e della Gran Bretagna, l’invasione del Regno delle Due Sicilie, alleato, peraltro, proprio del Regno dei Savoia. Per questo motivo, pare che Garibaldi per la spedizione dei Mille avesse ricevuto uomini, navi, ma soprattutto armi dal Regno di Sardegna, mentre i soldi li ricevette in grande abbondanza dalla Gran Bretagna e dalla massoneria internazionale. Soldi che servirono per corrompere i più alti ufficiali borbonici, i quali fin dallo sbarco in Sicilia non combatterono mai seriamente i garibaldini, consegnando vilmente interi reggimenti e fortezze all’invasore senza sparare un solo colpo. Così, mentre Vittorio Emanuele II giurava amicizia al cugino re Francesco e deprecava pubblicamente quanto stava avvenendo, in contemporanea lo stesso Savoia sosteneva in gran segreto il suo ministro Cavour che dava ordine all’esercito di scendere fino a Napoli per impossessarsi del Regno delle Due Sicilie. Del resto si sa come spesso sono andate le questioni militari in Italia. Così, dopo la perdita della Sicilia e della Calabria, di fronte all’avvicinarsi di Garibaldi, il re dovette fuggire. Da lì in avanti, senza più fare ritorno nell’amata Napoli, Francesco II andò in esilio prima a Roma, ospite di Pio IX, poi a Parigi e a Vienna dove condusse una vita molto ritirata. Risiedette infine, con la moglie Maria Sofia, a Possenhofen in Germania, sul lago di Starnberg. Visse

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trentinostoria privatamente, senza grandi mezzi economici, perché Garibaldi aveva confiscato tutti i beni dei Borbone. Vero è che dopo l’unificazione il Governo italiano ne propose la restituzione a Francesco II, ma solo a patto che lui rinunciasse a ogni pretesa sul trono del Regno delle Due Sicilie, cosa che egli non accettò mai, rispondendo sdegnato: “Il mio onore non è in vendita”. Da quegli anni in poi, come detto, le vicende personali di “Franceschiello” incroceranno più volte la città di Arco, località che già dalla seconda metà dell’Ottocento era diventata residenza invernale degli Asburgo, casa regnante da sempre amica dei Borbone. E’ qui che verso il 1870, per iniziativa di una borghesia imprenditoriale coraggiosa e grazie all’appoggio dell’Arciduca Alberto, cugino dell’Imperatore Francesco Giuseppe, che si intuì che lo sviluppo economico della città poteva dipendere proprio dal suo clima favorevole: nacque così il “luogo di Cura”, il “Kurort”, di cui ancora oggi la cittadina dell’Alto Garda conserva l’antica tradizione. E’ questa, infatti, l’epoca in cui Arco viene considerata la “riviera dell’Impero Austro-ungarico”, quella in cui da anonimo paese del Tirolo meridionale, diventa appunto città Asburgica. In quegli anni, si costruirono ville, luoghi di incontro,

giardini pubblici, hotel, il Casinò, oltre a case di cura per le persone affette dal “mal sottile” - la tubercolosi - malattia molto diffusa a quell’epoca. Francesco II, invece, soffriva da tempo di diabete e ad Arco veniva spesso in incognito per cercare sollievo nelle cure termali. Il re era qui anche verso la fine di dicembre del 1894, alloggiato da alcuni giorni in un modesto albergo, quando per insorte complicazioni, il 27 di quel mese morì. Al momento del trapasso gli erano accanto la moglie Regina Maria Sofia di Wittelsbach che lo aveva raggiunto per il Natale, il fratello Alfonso, Conte di Caserta, l’Arciduchessa Maria e gli Arciduchi Alberto e Ranieri. L’ultima annotazione che Francesco II scrisse sul suo diario è molto breve: “Lavoro un poco, ma mi fatico.” Subito dopo - raccontano le cronache dell’epoca - si mise

L’esposizione della salma di Francesco II di Borbone 50

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a letto e nel giro di poche ore le sue condizioni si aggravarono. Più tardi venne chiamato l’arciprete, che dopo aver celebrato la Messa nella stanza, gli impose l’unzione degli infermi. Quell’ultima frase del Re, scritta nel diario che redigeva ogni giorno, è del 24 dicembre, la vigilia di Natale. Negli anni precedenti, in quelle stesse pagine Francesco aveva riportato tutta la sua amarezza per il destino che lo aveva costretto per 34 anni lontano dalla sua Patria che ricordava sempre con commozione, ma soprattutto per la sorte del suo popolo, schiacciato dal malgoverno e dalla repressione armata del nuovo re. “Ringrazio – tuttavia lasciò scritto nel suo testamento – tutti coloro che mi hanno fatto del bene, perdono quelli che mi hanno fatto del male e domando scusa a coloro ai quali ho in qualche modo nociuto. Che l’oblio co-

pra per sempre gli errori di tutti e che il passato non sia mai pretesto di vendetta, ma pel futuro lezione salutare.” “Il Re di Napoli – riportò più tardi mons. Giuseppe Chini, Arciprete di Arco – è morto in un paese delle Alpi nel cuor dell’inverno, all’ultimo confine d’Italia, quasi da tutti abbandonato, da tutti ignorato, mentre i suoi nemici stanno nelle gloriose sue capitali di Napoli e Palermo e vi danno quegli esempi di una nuova morale.“ Solo il giorno successivo secondo il Chini - gli abitanti del posto seppero che il “signor Fabiani”, come si faceva chiamare quell’uomo distinto che ogni giorno assisteva alla messa presso la Collegiata, recitava il rosario e si metteva compostamente in fila con i contadini del luogo per ricevere la comunione, altri non era che Francesco II di Borbone, il deposto Re delle Due Sicilie. Un gentiluomo riservato che gli abitanti di quella cittadina erano soliti incontrare per strada o vedevano fare colazione al bar, dedicandosi alla lettura dei giornali. L’arciprete, testimone del tempo, così ancora lo descrisse: “Dal contegno tanto riservato, che in Arco non si faceva neppure rimarcare, tranne che la sua frequenza e divozione alla Chiesa: quasi suo unico compagno era l’Arciduca Alberto, e qualche

Il feretro, posto su di un affusto di cannone e scortato da soldati austriaci, si ferma davanti alla Chiesa di San Francesco Saverio, nell’attuale Via Roma, a Trento


trentinostoria volta suo cognato l’Arciduca Carlo Salvatore. Le sue ultime giornate le aveva trascorse compiendo passeggiate nei dintorni della cittadina, scambiando qualche battuta con la gente del luogo, che ricordava la sua svelta camminatura lungo il viale delle Magnolie, per giungere puntuale alle sacre funzioni.” Alcuni giorni dopo, sulla prima pagina de “Il Mattino” di Napoli la grande Matilde Serao scrisse in ricordo di Francesco II un commosso articolo che concludeva con queste parole: “Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli piegò la sua testa assumendo un carattere di muto eroismo: galantuomo come uomo e gentiluomo come principe.” Fu lo stesso Imperatore d’Austria, con il cugino Arciduca Alberto, a organizzare i funerali solenni che si svolsero il 5 gennaio 1895. Tutte le Corti europee presero il lutto, eccezion fatta per quella dei Savoia. La salma di Francesco II venne trasportata con tutti gli onori destinati a un re, da Arco a Trento, dove, nella chiesa di San Francesco Saverio, il Principe Vescovo officiò la cerimonia funebre alla presenza di molte teste coronate. Poi il feretro venne portato nuovamente ad Arco per essere tumulato nella Chiesa della Collegiata. (Nb.

Il corteo entra nel centro di Trento passando per il celebre Cantone, attualmente fra Via Suffragio e Via San Marco

Di questo tragitto in pompa magna, sono testimonianza le rarissime fotografie riportate in queste pagine). Riferito del “come” il re di Napoli morì in Trentino, rimane ancora da capire il “perché” del lungo oblio di quel re straniero passato e morto in questa terra senza lasciare qui alcuna traccia. In effetti, dopo la Prima Guerra Mondiale e dopo la sconfitta dell’Austria, la cultura dei vincitori impose che tutto ciò che aveva avuto a che fare con l’Impero Austro-Ungarico doveva essere drasticamente cancellato. In particolare con l’avvento del Fascismo, dopo gli anni Venti si iniziò una sistematica e selvaggia opera di rimozione di tutto quanto

aveva avuto a che fare con l’Austria e con il casato degli Asburgo, da sempre fedele alleato dei Borboni. In sostanza, niente e nessuno doveva dire o riportare per iscritto ciò che realmente era successo. Ciò premesso, è facile dunque intuire i motivi per cui lo sfortunato Francesco II, pure qui, in questa lontana terra di confine, continuò a combattere contro il suo destino avverso, rimanendo nuovamente sconfitto. Stavolta, anche dopo morto. Annientato e condannato all’oblio per più di un secolo, come del resto capitò in Trentino a molti altri “amici” dell’Impero AustroUngarico. La regina Maria Sofia, l’amata consorte, gli sopravvisse

ancora per 31 anni. Morì, infatti a Monaco di Baviera il 19 gennaio 1925, a 83 anni d’età. L’anno dopo, per sua espressa volontà, le sue spoglie furono poste su di un treno alla volta dell’Italia. A Trento, il treno si fermò e senza alcuna cerimonia particolare fu caricato anche il sacello del marito. Poi il convoglio proseguì il suo mesto viaggio fino a Roma, dove i resti dei reali furono tumulate, insieme a quelle dell’unica figlioletta, nella chiesa di S. Spirito dei Napoletani. Da qui, infine, furono traslate di nuovo il 10 aprile 1984 e trasportate finalmente a Napoli, nella Chiesa di S. Chiara, il Pantheon dei Borbone, dove ■ ancora oggi riposano.

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PASSARONO DI QUI...

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Soldati in partenza dalla stazione di Trento

IL FILOSOFO VA ALLA GUERRA UNA MENTE TALMENTE BRILLANTE DA LASCIARE STRABILIATO CHIUNQUE PARLASSE CON LUI. UN UOMO CAPACE DI RIVOLUZIONARE LA FILOSOFIA DEL VENTESIMO SECOLO. LUDWIG WITTGENSTEIN È UN INTELLETTUALE PROVENIENTE DA UNA RICCA FAMIGLIA AUSTRIACA; PRONTO AD ABBANDONARE TUTTO PER ARRUOLARSI VOLONTARIO E COMBATTERE NEL PIÙ TERRIBILE DEI CONFLITTI: LA GRANDE GUERRA

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edici agosto 1914. “Ho ricevuto il corredo da recluta. Ho bisogno di tantissimo buon umore e filosofia per cavarmela qui. Oggi, quando mi sono svegliato, mi è sembrato di essere in uno di quei sogni in cui all’improvviso e in modo del tutto irrazionale ci si trova seduti ai banchi di scuola.” Così scrive Ludwig Wittgenstein pochi giorni dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Ludwig ha da 52

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poco compiuto 25 anni. Lui che fino a pochi mesi prima aveva trascorso le giornate in un paesino della Norvegia - in completo isolamento - riflettendo quotidianamente sulla filosofia e sulle opere di Bertrand Russell (conosciuto tre anni prima in Inghilterra), si ritrova ora catapultato in una realtà completamente diversa, destinata a durare molto più di quanto tutti potessero immaginare. La sua condizione fisica (Ludwig soffre di

ernia bilaterale) lo esenterebbe dal servizio militare, ma lui si guarda bene dal farne cenno quando si presenta agli addetti all’arruolamento. Vuole partecipare anche lui al conflitto, combattere in prima linea, essere trattato a pari degli altri. Senza alcun privilegio. Nonostante i Wittgenstein siano una delle famiglie più ricche e influenti dell’Impero austro-ungarico. Il volto affilato, il profilo nobile, i capelli ondulati e la raf-

finata eleganza non aiutano Ludwig a mimetizzarsi nella massa di soldati e anzi lo rendono presto oggetto di scherno e pregiudizio, tanto che nelle memorie di famiglia sua sorella Hermine accennerà a “tutti gli equivoci divertenti dovuti al fatto che le autorità militari a cui si rivolgeva credevano puntualmente che mio fratello cercasse una destinazione più confortevole, mentre in realtà ciò che lui desiderava era un incarico


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Una rarissima immagine di Ludwig Wittgenstein in divisa

pericoloso.” A spingerlo ad arruolarsi non è soltanto la volontà di difendere la madre patria. “Aveva un intenso desiderio di affrontare un’impresa ardua e di dedicarsi a qualcosa che non fosse puro lavoro intellettuale.” Intanto, quelli di fine luglio e inizio agosto del 1914 sono giorni di grande concitazione in tutto l’Impero. La mobilitazione è iniziata con grave ritardo e i soldati vengono ammassati su lunghi treni e inviati a est. L’obiettivo è quello di avanzare il più possibile in territorio russo prima che la temuta cavalleria nemica si possa organizzare al confine. Anche in Trentino gli obbligati alla leva devono tenersi pronti a partire per il loro luogo di destinazione entro 24 ore dall’eventuale richiamo. I due manifesti bianchi (uno in tedesco e uno in italiano) che annunciano la mobilitazione di massa vengono esposti all’ingresso della posta centrale di Trento già dalle 4 del pomeriggio di venerdì 31 luglio. La notizia attraversa in un lampo la città, spingendo tutti a correre verso la posta dove la folla è già diventata ressa. Con il passare dei giorni, la

situazione politica internazionale rivela definitivamente la gravità del conflitto appena scoppiato. Dopo la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia, in un’escalation di colpi di scena il primo agosto la Germania dichiara guerra alla Russia. Il 3 agosto la Germania dichiara guerra alla Francia. Il 4 agosto l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania. Il 6 agosto l’Austria dichiara guerra alla Russia. E a chiudere il cerchio, sempre il 6 agosto la Serbia dichiara guerra alla Germania. Sul quotidiano Il Popolo si legge di scontri sulla frontiera franco-tedesca, ma anche sul confine che divide la Germania dalla Russia. Ludwig Wittgenstein, che il 7 agosto è partito per il fronte come artigliere volontario, si sta apprestando a raggiungere il confine russo, in Galizia. Come lui partono anche migliaia di trentini. Quel venerdì 7 agosto la stazione ferroviaria di Trento è affollata di gente. Ai soldati sui treni in partenza viene regalato di tutto: bottiglie di vino, birra, cioccolata, frutta, sigari, mentre in sottofondo si sentono le note dell’Inno di Trento suonato dalla banda del reggimento. Il giorno dopo i giornali trentini descrivono l’aspetto dei giovani soldati, equipaggiati a nuovo, che salutano la folla agitando i berretti e gridando “Viva Trento!” Come se l’idea della guerra non dovesse far paura. E come faranno molti trentini al fronte, anche Ludwig Wittgenstein racconta la sua esperienza in un diario. Inizialmente viene “comandato di servizio al riflettore di una nave (la “Goplana”) che abbiamo catturato sulla Vistola”. A fargli compagnia, nelle lunghe notti di veglia solitaria sul ponte, ci sono i Vangeli di Lev Tolstoj. Come racconterà il filosofo (e suo amico)

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trentinostoria Bertrand Russell, Ludwig prima di essere imbarcato “...fu mandato nella città di Turov, in Galizia, e lì capitò davanti a una libreria, che però sembrava contenere soltanto cartoline illustrate. A ogni modo entrò e scoprì che avevano un libro, uno solo; il Tolstoj sui Vangeli. Lo comprò semplicemente perché non ce n’erano altri. Lo lesse e lo rilesse e da quel momento non se ne separò più, portandolo con sé in battaglia e in ogni altra occasione.” Agli inizi di dicembre del 1914 Ludwig (che non ne può più della vita a bordo – “qui c’è una confusione infinita e nessuno sa quello che deve fare” – scende dalla Golpana e viene assegnato (date le sue capacità tecniche) a un’officina d’artiglieria. Il suo umore e il suo approccio al lavoro cambiano in modo repentino (“mi godo questo lusso”). È fin da piccolo che Ludwig dimostra un naturale talento per la tecnologia. Come racconta la sorella Hermine “all’età di dieci anni riuscì a costruire un piccolo modello di macchina da cucire usando pezzi di legno e filo metallico.” Da adolescente si era appassionato all’ingegneria aeronautica (sembrava voler seguire le orme del padre Karl, ingegnere di straordinario successo) e nel 1904, a quattordici anni, aveva superato

Bertrand Russell 54

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Realschule a indirizzo tecnico di Linz. Wittgenstein frequenta la stessa scuola di un suo coetaneo che diverrà tristemente famoso: Adolf Hitler

l’esame per entrare nella Realschule a indirizzo tecnico di Linz, dove Wittgenstein avrà modo di conoscere un coetaneo (pur non frequentando la stessa classe, visto che Ludwig era un anno avanti) di nome Adolf Hitler. Qualcuno insinua che l’antisemitismo del futuro dittatore sia stato scatenato proprio dal profondo odio di classe nei confronti del giovane e ricchissimo Wittgenstein, il quale - seppur cresciuto come cattolico - aveva per tre quarti ascendenze ebraiche. Illazioni a parte, certo è che Ludwig si faceva notare (e non necessariamente benvolere) dai suoi compagni di scuola. Il suo marcato atteggiamento antisociale, l’ostinazione a farsi dare del Lei da tutti, l’abbigliamento impeccabile e l‘estrema cura nel parlare la lingua tedesca “alta” non potevano passare inosservati fra i ragazzini della sua età. La severità con cui era stato trattato fin da piccolo, sotto la dispotica supervisione di un uomo rigido e per nulla empatico come suo padre Karl, aveva fatto di Ludwig un ragazzo molto particolare: severo a sua volta, dominato da un fortissimo senso del dovere e soprattutto intransigente con se stesso. Inevitabile associare i tratti della sua personalità al futuro approccio allo studio della filosofia: per Wittgenstein

deve essere dato un limite chiaro e non valicabile all’espressione dei propri pensieri, e quel limite deve essere il linguaggio a tracciarlo “e ciò che è oltre il limite non sarà che nonsenso”. Dunque, secondo le regole della logica da lui elaborate, può essere espresso (a parole) solo ciò che accade nella realtà, solo quello che avviene davvero, che attiene a fatti concreti. Ciò che riguarda la spiritualità, le emozioni, la metafisica, non deve essere oggetto di studio e analisi. “Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”: così Ludwig scrive nell’ultima pagina della sua opera filosofica più nota, il Tractatus, completato proprio durante la prima guerra mondiale (nonchè il suo unico scritto filosofico edito quando è ancora in vita). È per approfondire lo studio della filosofia che Wittgen-

stein decide di abbandonare gli studi tecnici e nel 1911 si trasferisce in Inghilterra, a Cambridge, dove può seguire da vicino gli insegnamenti del filosofo e matematico Bertrand Russell, del quale (nonostante i diciassette anni di distanza) diventa subito amico. Russell rimane colpito dall’acuta intelligenza di quel ragazzo viennese e riconosce in lui “il più perfetto esempio di genio che abbia mai conosciuto: appassionato, profondo, intenso, e dominante”. Come Wittgenstein scriverà nelle sue lettere dal fronte durante la Grande guerra, lo studio è essenziale per il suo equilibrio, soprattutto ora che dall’officina dove lavorava è stato nuovamente trasferito in prima linea, in Moravia, e poi all’inizio del 1917 a nord dei Carpazi. Sono mesi di grandi difficoltà: le marce estenuanti, le notti insonni, la tosse persistente, la debolezza fisica, la voglia di morire. Il suo volto magro e scavato è quasi irriconoscibile. Nel frattempo in Russia scoppia la rivoluzione d’ottobre e l’esercito si sfalda, finchè a fine dicembre si arriva all’armistizio. Le truppe austro-ungariche vengono riorganizzate. Ludwig è promosso tenente e mandato sul fronte italiano; il 10 marzo del 1918 raggiunge il reggimento di artiglieria di montagna sull’Altipiano di Asiago, sul fianco destro



trentinostoria Soldati italiani in Piazza Duomo a Trento

dello schieramento austro-ungarico in Trentino. Wittgenstein si ritrova fra le montagne, dove l’unico modo per raggiungere la propria postazione è farsi coraggio e salire su una funicolare. L’obiettivo austriaco è di occupare il Grappa e raggiungere la pianura padana per impossessarsi delle scorte italiane. Ma l’offensiva non riesce. Per quanto l’esercito italiano non sia in condizioni migliori di quello nemico, gli austriaci si trovano di fronte a un’ulteriore difficoltà: gli ungheresi, i ceci, i polacchi si sfilano dall’alleanza, non intendono più combattere. Per l’Impero asburgico è la disfatta e i soldati austriaci non possono far altro che iniziare la ritirata. Il 2 novembre l’esercito italiano entra a Rovereto attraverso la Vallagarina. Il giorno successivo raggiunge Levico, Pergine e Trento. Sono le 15.15 del 3 novembre quando in città arriva il primo squadrone dei cavalleggeri. Quel giorno viene firmato l’armistizio e il 4 novembre la battaglia si conclude de-

finitivamente. Ma nelle ore trascorse fra la firma dell’accordo e la fine della guerra gli italiani non depongono le armi e continuano ad avanzare prendendo alle spalle gli austriaci in fuga e facendo oltre 300.000 prigionieri. Tra di loro c’è anche il reparto di cui fa parte Wittgenstein, il quale viene scortato fino a Trento e incarcerato. Il comando austriaco ha appena abbandonato la città per riparare verso nord, e sul castello del Buonconsiglio viene prontamente issata la bandiera italiana con lo stemma dei Savoia. È una città stravolta dalla guerra quella che appare

davanti agli occhi di Wittgenstein. La maggior parte degli abitanti è stata deportata in Austria, per le strade polverose si aggirano quasi esclusivamente uomini in divisa. La miseria è tangibile davanti agli occhi di Ludwig. Ma in quei giorni di confusione e sconforto non c’è nemmeno il tempo per lui di descrivere nel diario ciò che vede. Il soggiorno a Trento durerà poco. La sua destinazione finale è Cassino, dove vivrà nella miseria di un accampamento di baracche fino al 26 agosto del 1919, giorno in cui viene liberato. Da quel momento inizierà per lui una nuova vita, fatta soprattutto

di rinunce. Fedele alla sua logica, lui, che aveva scelto di combattere in guerra per soffrire assieme alla gente, non intende tornare sui suoi passi proprio adesso. Ludwig vuole abbandonare tutto e vivere in povertà. Una decisione che fa scalpore fra i suoi conoscenti ed estimatori, soprattutto quando, affidata effettivamente al fratello e alle sorelle l’ingente eredità del padre, Wittgenstein si ritira in una piccola comunità austriaca lavorando come insegnante di scuola elementare. Ludwig tornerà in Inghilterra (e alla filosofia) solo nel 1928. Quello stesso anno l’aspirante politico – e suo ex compagno di scuola – Adolf Hitler sta portando a termine il suo secondo libro (dopo il “Mein Kampf”), intitolato “Politica Nazionalsocialista”. La seconda guerra mondiale è ancora lontana. Una guerra che vedrà Wittgenstein di nuovo pronto a combattere. Stavolta però dalla parte dell’Inghilterra, che nel frattempo gli ha concesso la cittadinanza. Ma questa è un’altra storia... ■

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Il progetto è curato da Trentino Marketing con il coinvolgimento di numerosi partner del territorio: le Apt delle valli partecipanti (Valsugana; Trento-Monte Bondone-Valle dei Laghi; Val di Non; Valli di Sole, Peio e Rabbi; San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi); le Strade dei formaggi e della mela; Latte Trento; il Consorzio Trentingrana e la Federazione trentina degli allevatori. Per informazioni: www.latteinfesta.it - www.tastetrentino.it #latteinfesta. Tra le manifestazioni dedicate al latte non possono poi mancare le ormai consolidate Albeinmalga promosse da Trentino Marketing in collaborazione con le tre Strade del vino e dei sapori trentine, le Apt e i Consorzi turistici. Da luglio a settembre quindi, grandi e piccoli potranno immergersi nel Trentino più autentico, sperimentando di persona ritmi e attività quotidiane della tipica vita in alpeggio. Di buon mattino, i partecipanti verranno accompagnati da una guida alpina, o un accompagnatore di territorio, in una piacevole escursione fino alla malga, dove al sorgere del sole potranno incontrare i malgari e assistere alla mungitura e al processo di caseificazione. Vedranno da vicino come si producono i formaggi nostrani e prenderanno parte ad attività come la raccolta di erbe spontanee e la cura degli animali. E dopo

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n Trentino da conoscere con i sensi, per abbandonarsi nella natura e percepire il suo misterioso incanto fatto di echi, profumi, inconfondibili sapori. “Trentino ad occhi chiusi” è un nuovo progetto, realizzato in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, volto a rendere accessibile il nostro territorio anche a turisti ciechi o ipovedenti, tramite programmi, guide, mappe, strumenti descrittivi e allestimenti specifici creati appositamente. L’obiettivo infatti è superare le barriere non solo architettoniche, ma anche sensoriali e percettive, offrendo percorsi in alcune località della nostra provincia, che diventano veri e propri viaggi sensoriali, dove la persona con disabilità visiva potrà condividere con un accompagnatore un’esperienza emozionante ed unica per entrambi, divertendosi in tutta sicurezza. Il progetto, proposto in due mezze giornate nei fine settimana da giugno a settembre, vede il coinvolgimento di malghe, rifugi e agriturismi, dove verranno organizzate attività indoor ed altre invece all’aperto. Tra le proposte in calendario spiccano quella del Consorzio Turistico Piana Rotaliana: presso le Cantine Rotari di Mezzacorona si potrà partecipare al percorso Dentro una bottiglia di Rotari, per conoscere, attraverso interazioni olfattive, gustative, tattili e uditive, come avviene la produzione di una bottiglia di Trentodoc, mentre al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige avrà luogo l’evento Sulla terra con i sensi, una visita alle sale del Museo dedicate all’agricoltura, che avverrà sotto forma di gioco, per mettere alla prova i sensi dell’olfatto, del tatto e dell’udito e scoprire le tradizionali colture trentine. Sempre a titolo d’esempio, nei weekend 23-25 giugno/14-16 luglio/1-3 settembre, l’APT degli Altipiani Cimbri propone, invece, Un alpeggio per tutti i sensi, un’esperienza a tu per tu con la realtà delle malga e i suoi animali da accudire. Si potranno accarezzare i conigli, allattare i vitellini, oppure salire in groppa a un asinello. Al Giardino Botanico di Passo Coe invece, la giornata sarà tutta dedicata all’affascinante mondo delle erbe alpine officinali.

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trentinoattualità trentinoeccellenze

Fototeca Trentino Sviluppo Spa: Daniele Lira

IL TRENTINO DI QUALITÀ

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UN MARCHIO PER DISTINGUERE, CERTIFICARE E TUTELARE L’ECCELLENZA DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI TRENTINI strumento in più per rafforzare il brand territoriale con cui la nostra regione si presenta a livello locale, nazionale e internazionale. Il Trentino è noto per i suoi straordinari paesaggi naturali, la maestosità delle sue cime, la bellezza dei laghi e dei boschi; una natura a tratti soave e a tratti selvaggia che è vivamente presente nella cultura autoctona, da sempre attenta a una convivenza sostenibile con l’ambiente e i suoi abitanti. In questa natura alpina i trentini sono nati e cresciuti e hanno lavorato adattandosi talvolta anche a paesaggi aspri ed ostili, ma da questo inscindibile rapporto uomo-natura sono derivate tradizioni, abilità e ricette, che sono state via via tramandate rimanendo vive negli

anni. I prodotti locali che arrivano sulle nostre tavole racchiudono pertanto innumerevoli racconti di persone, di luoghi e storie di estrema dedizione, e rappresentano una componente fondamentale della nostra memoria e della nostra cultura. Merita-

no dunque di essere riconosciuti, protetti e valorizzati, oltre che narrati ai visitatori che desiderano conoscere gli aspetti più caratteristici della realtà trentina. Il nuovo marchio Trentino Qualità mira infatti a riunire alcuni dei prodotti d’eccellenza che Fototeca Trentino Sviluppo Spa: Daniele Lira

zzurro come il cielo alpino in una giornata limpida, bianco come il latte delle malghe sui pascoli, verde come boschi e prati che segnano il profilo aguzzo delle montagne. I colori e lo stile del marchio Trentino Qualità, azzurro, bianco e verde, riprendono quelli del logo territoriale “Trentino”, in un’efficace continuità di strategie e obiettivi per la promozione del territorio e delle sue caratteristiche distintive, puntando alla valorizzazione delle sue eccellenze agroalimentari. Un marchio quindi che diventa uno

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trentinoeccellenze

Fototeca Trentino Sviluppo Spa: Alberto Bernasconi

MARCHIO QUALITÀ TRENTINO: I PRODOTTI CHE L’HANNO OTTENUTO Latte fresco alta qualità intero e parzialmente scremato: Latte Trento Formaggi (Puzzone di Moena, Casolet, Vezzena, Cuor di Fassa, Tosela del Primiero, Affogato di Sabbionara, Trentingrana): Consorzio Trentingrana – Formaggi Trentini Mela: Consorzio Melinda; Consorzio La Trentina più ci identificano, come il latte, le mele, i formaggi, i salumi, gli ortaggi e il pesce d’acqua dolce, per rendere riconoscibili sul mercato, attraverso azioni informative e pubblicitarie, la bontà, la genuinità e la salubrità della filiera agroalimentare nostrana. Allo stesso tempo punta a promuovere e sostenere il lavoro dei produttori locali, attraverso un’operazione di comunicazione mirata. Questo simbolo collega i valori espressi dal Marchio Territoriale Trentino, – che rappresenta l’intero sistema trentino, fatto di piccole aziende, comunità locali, attenzione per il patrimonio ambientale, storico e tradizionale –, a precisi standard qualitativi di produzione, per offrire una garanzia di qualità e sicurezza al consumatore.

Attraverso rigorosi controlli infatti, ad opera di organismi accreditati e indipendenti, il marchio Trentino Qualità rassicura i consumatori in merito all’origine territoriale, la tracciabilità e la rintracciabilità degli alimenti, oltre che la rispondenza a determinati standard qualitativi. Il disciplinare prevede criteri più rigidi e specifici rispetto a quelli individuati dalla normativa a livello comunitario e nazionale, per attestare, attraverso un monitoraggio completo, la conformità e la sicurezza degli alimenti in tutte le fasi del processo produttivo, dalla sua creazione alla distribuzione fino alla commercializzazione, e l’iscrizione di tutti i soggetti coinvolti in appositi elenchi degli allevatori, dei produttori e dei confezionatori. ■

Carne salada: Salumificio di Casa Largher; Macelleria Sighel; Parisi S.n.c. di Parisi D. & C.; Bomè Silvietto e Dario & C. Luganega trentina: Salumificio Parisi Speck: Bomè Silvietto e Dario & C.; Salumificio Parisi Verdure Val di Gresta (crauti, cavolo cappuccio, sedano rapa e carote): Consorzio Ortofrutticolo Val di Gresta Trote e salmerini (IGP del Trentino): Astro

5 BUONI MOTIVI PER SCEGLIERE I PRODOTTI LOCALI 1. Perché è di qualità. La morfologia del territorio trentino non consente di praticare un’agricoltura intensiva. Per questo, i nostri prodotti richiedono un’attenzione ancora più accurata e su misura, a garanzia di una qualità più elevata che da oggi è anche certificata. 2. Perché è più sano e sicuro. I consumatori possono avere indicazioni sull’origine del prodotto e venire a conoscenza, in piena trasparenza, di tutto il suo ciclo produttivo. 3. Perché è più sostenibile. Preferire i prodotti nostrani, sottoposti a movimentazioni contenute, è una scelta lungimirante, in un’ottica di filiera corta e km 0 che fa senz’altro più bene all’ambiente.

Fototeca Trentino Sviluppo Spa: Daniele Lira

4. È tipico della montagna. I cibi locali sono espressione della cultura e dell’economia di montagna. Decidere di consumarli contribuisce a proteggere e mantenere viva questa realtà e le comunità che vi dimorano, così come valorizza la nostra cultura dell’ospitalità e della ristorazione. 5. Fa parte della tradizione. Questi sapori sono impressi nella nostra storia e nella nostra memoria. Per questo è importante conoscere e far conoscere i produttori locali che contribuiscono a preservare e promuovere questa unicità.

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IL GIALLO DEGLI SCENARI SCOMPARSI SEI GRANDI TELE DIPINTE, CIASCUNA DI QUASI DIECI METRI QUADRATI, OPERA DI ALCUNI DEI PIÙ CONOSCIUTI ARTISTI TRENTINI, DONATE DAL “GRUPPO NERUDA” AL CONSERVATORIO DI TRENTO, SONO SPARITE. VALORE DI MERCATO: 60MILA EURO. PORTATE ALTROVE... MA DOVE?! ABBIAMO PROVATO A RICOSTRUIRE L’INTERA VICENDA E...

E

ra l’anno 2000 quando lo storico Gruppo “Neruda”, fondato a Trento nel 1968, donò al Conservatorio Bonporti di Trento sei grandi scenari, ovvero sei grandi tele dipinte da alcuni dei più noti artisti del Trentino , con l’impegno preciso che fossero stabilmente esposte negli spazi del Conservatorio: tre di questi scenari: (“Sotto il sole di Spagna”, 1977, di Varner-Ferrandi; “Cantada della nossa storia” di Vindimian, 1986; “Cantada disperada” di Negriolli, 1995), appaiono nella foto della consegna davanti al pubblico formato da insegnanti, studenti e artisti, apparsa in un articolo pubblicato nel dicembre del 2000 sulla rivista “Teatro per idea” della COFAS). La riproduzione delle tre grandi tele, assieme ad altre tre contestualmente donate (“Passione di Dolcino e Margherita” di Rosanna Cavallini, 1981; “Cantada dei 62

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poricristi” di Varner-de Manincor, 1982; “Omaggio a Lorca” di Gianmaria Bertoldi, 1987), andarono ad arredare la sede del Conservatorio, in una quindicina d’anni viste e ammirate da centinaia di persone. Gli scenari furono anche riprodotti (in banco e nero) nel primo libro sul Gruppo “Neruda” curato da Elio Fox, pubblicato nel 2003 e nel secondo (a colori) uscito nel 2008. Questa donazione poté essere pensata e realizzata grazie ad un’antica amicizia tra il musicista e direttore del Conservatorio, Armando Franceschini e Renzo Francescotti, presidente del Gruppo “Neruda”, nonché autore dei testi poetici e ideatore degli spettacoli del Gruppo. Essendo a conoscenza dei trasferimenti della sede del Conservatorio da Via Santa Maria Maddalena al Palazzo Consolati di Via San Marco e nell’odierna sede, più volte Francescotti

chiese all’amico Franceschini (nel 2006 andato in quiescenza) dove sarebbero state collocate le tele. Lui rispose tranquillizzandolo, dicendo che aveva parlato alla direttrice Bungaro e che alle tele sarebbe stata riservata un’adeguata stabile collocazione, come dagli accordi presi al momento della donazione. Arrivando ai tempi più recenti, non avendo più informazioni sugli scenari, ai primi di novembre dello scorso 2016, Francescotti chiede più volte un incontro con la direttrice Bungaro, per parlare dei sei scenari, senza per altro ricevere riscontro. Finalmente viene fissato un colloquio, per il 9 novembre, che all’ultimo momento salta per un improvviso impegno della direttrice. Il 18 novembre sempre Francescotti manda alla Bungaro una mail che aveva una chiusa piuttosto perentoria: “In ogni caso se Lei decide


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“Passione di Dolcino e Margherita”

Dicembre 2000. L’evento di donazione ufficiale degli scenari al Conservatorio di Trento.

di far scivolare o addirittura evitare un colloquio chiarificatore La informo che la cosa potrebbe finire sui media. E penso che farebbe un certo clamore che il Conservatorio abbia smarrito un patrimonio artistico ad esso donato, del valore di mercato di almeno sessantamila euro.” Qualche giorno dopo l’ultimatum, l’incontro con la direttrice e con il presidente del Conservatorio, Paolo Ghezzi, finalmente avvenne. Quest’ultimo informò di come avessero fatto indagini nei magazzini del Conservatorio, senza trovare traccia delle grandi tele che, potevano quindi ritenersi perdute. Ghezzi informò anche di come la donazione non fosse stata mai registrata ufficialmente e quindi non figurasse nel patrimonio del Conservatorio, ammettendo però che se la sparizione delle tele fosse stata confermata si sarebbe trattato di un fatto molto grave per l’immagine del Conservatorio. Il Presidente del “Gruppo Neruda” gli chiese di proseguire le indagini: sei

grandi scenari, di circa tre metri per tre, con telai da cui dovevano essere stati smontati, con le targhe in ottone che indicavano il titolo delle tele realizzate negli anni da alcuni dei più importati artisti trentini per gli spettacoli del “Neruda”, gli autori e l’anno di realizzazione, non potevano davvero essere svaniti nel nulla. Qualcuno certamente doveva sapere qualcosa. Solo un mese dopo, il 12 dicembre, Paolo Ghezzi inviò una mail al prof. Cosimo Colazzo, già direttore del Conservatorio e al dott. Giacomo Corrà, già presidente dello stesso, chiedendo loro, “se avessero memoria di dove potessero essere stati sistemati – nel periodo di loro competenza e/o durante i traslochi di quel periodo – i sei scenari dipinti da artisti trentini per il gruppo “Neruda”, che erano stato consegnati al Conservatorio e ivi esposti nell’anno 2000 (pur senza un atto formale). Il prof. Renzo Francescotti ha infatti recentemente incontrato la direttrice Simonetta Bungaro e il sottoscritto

per chiedere conto dei suddetti scenari dipinti e purtroppo non abbiamo saputo dargli risposta. Se foste così gentili da aiutarci (parlo anche a nome della direttrice) nel ricostruire la vicenda, ve ne sarei riconoscente.” Immediata fu la risposta di Colazzo: ”Gentile presidente Ghezzi, a mia memoria gli scenari erano esposti quando si era nella sede di Palazzo Consolati. Sul passaggio successivo del trasloco alla sede attuale non posso purtroppo dare conto. Andrebbe probabilmente ricostruito questo passaggio verificando dove possano essere stati collocati in quella fase”. A questo punto sembrerebbe appurato che le preziose tele fossero esposte nelle sedi di Via Santa Maria Maddalena prima e di Palazzo Consolati poi; e siano state colpevolmente smarrite (o trafugate) nei seguenti traslochi. Ma è andata veramente così? Ma l’epopea prosegue. In una mail inviata a Francescotti l’11 gennaio scorso, ArSiete curiosi di ammirare la nuova mostra d’arte contemporanea, di gustare i nuovi menù di stagione, di scoprire il programma dei concerti e degli eventi del 2017? TUTTE LE INFORMAZIONI su www.castelpergine.it

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“Cantada disperada”

“Cantada dela nossa storia”

“Omaggio a Lorca”

mando Franceschini afferma: “Nel 2006 quando andai in pensione, la prima cosa che il nuovo direttore (prof. Colazzo) fece fu quella di togliere la tela Passione di Dolcino e Margherita di Rosanna Cavallini dalla direzione della scuola. E quindi? Dove è stata messa dunque? Oltre a qual fondale – da Francescotti esplicitamente richiesto – c’è stato il trasloco da Via Santa Maria Maddalena a Piazza Battisti, qualche anno prima di trasferirsi a Palazzo Consolati. Ma le tele non c’erano già più. La direzione era sempre quella di Colazzo e la presidenza era gestita da Giacomo Corrà. Insisto: dovrebbero saperne qualcosa”. A questo punto il “giallo” delle grandi tele scomparse, a causa di testimonianze che si contraddicono, si fa più fitto. Informato della comunicazione di Franceschini, il 13 gennaio, Ghezzi così risponde: “Gentile Francescotti, la mia ricognizione sulla deprecabile scomparsa dei sei scenari del Gruppo Neruda presenti nelle precedenti sedi del Conservatorio, prima del mio inizio di presidenza (15/2/2016) purtroppo non è approdata ad alcun esito. Nulla esiste agli atti (né come atti di accettazione degli scenari, né come intestazione, né come documenti di consegna delle opere. Gli ex presidenti e gli ex direttori da me interpellati non sanno fornire indicazioni utili, né i nostri uffici hanno potuto accertare alcunché presso i servizi provinciali competenti, che hanno operato i diversi traslochi della sede del Conservatorio. Sono costretto a malincuore, dunque, a comunicarLe che, allo stato degli atti e delle informazioni acquisite, il Conservatorio Bonporti non sa fornirLe una spiegazione sulla ‘sparizione’ delle opere che peraltro non risultano nelle sua disponibilità e tantomeno nel suo patrimonio, e di cui andrebbe chiesto eventualmente conto ai servizi provinciali che hanno gestito i diversi traslochi in epoca precedente

al mio mandato. Ne son spiacente”. In altre parole, nonostante le indagini e le testimonianze, delle grandi tele di grande valore artistico e storico-culturale non si è saputo niente, si son volatilizzate, spiacenti ma è andata così, mettiamoci una pietra sopra. È importante sapere che il Gruppo “Neruda”, dopo aver tenuto in cartellone anche per anni i suoi spettacoli, ha donato ad enti e associazioni gli artistici scenari perché si possano continuare ad ammirare e perché questo patrimonio possa essere custodito anche se il “Neruda” dovesse cessare la propria attività. Oltre alle sei grandi tele donate al Conservatorio – “custodite” come si è visto – altre sette sono state donate ad altrettanti enti e sono perfettamente visibili, custodite e valorizzate. In conclusione quali le ragioni per cui abbiamo deciso di ricostruire, per quanto possibile, questo “giallo”? La prima

ragione è che ci pare giusto che la vicenda non rimanga nascosta: è necessario che emerga alla luce del sole, che l’opinione pubblica ne sia informata. La seconda ragione, si spera, è che in questo modo vengano acquisite altre informazioni: non è possibile che sei grandi tele, ciascuna di quasi dieci metri quadrati, opera di alcuni dei più conosciuti artisti trentini, siano state tolte dalle pareti a cui erano appese, smontate dai telai, private delle targhe indicative di ottone, portate altrove e forse anche rubate, senza che qualcuno sappia niente (dirigente, dipendente od operaio che sia), senza che nessuno abbia visto nulla. È giunto il momento che la verità, anche rivelata anonimamente, si conosca. La scomparsa di questi storici scenari artistici è per alcune persone – Francescotti su tutti – motivo di profonda sofferenza. Speriamo tanto che qualcuno la possa alleviare. ■

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TUTTI GLI SCENARI DEL “NERUDA” “LA GUÈRA DEI CARNERI” (1976), opera dipinta a quattro mani da Giovanni Duca, Giovanni Battista Ferrandi, Giuseppe Varner e Ugo Winkler, (è vivente solo il primo artista), sulla grande rivolta contadina ai tempi del Clesio, esposta nella sede dell’Associazione “Ora Veglia”; “MORTE DI MANITOU” (1978) di Rosanna Cavallini, esposto nella Civica Casa di Riposo di Via della Collina a Trento; “CANTADA DEI EMIGRANTI“ (1979), opera Giuseppe Varner, esposta nella sala grande di Villa S. Ignazio a Trento; “SAGUARO” (1983) dipinto da Livio Conta, esposto nel Museo di Padre Chini a Segno; “MAROCHI & MAROCHINI” (1991) di Pietro Verdini, nella sede provinciale dell’ANA a Trento; “CANTADA DEI EMIGRANTI II” (2003) di Paola de Manincor, esposta nella sala grande di Villa S. Ignazio a Trento; “IRIS” (2005) di Annamaria Rossi Zen, esposta nel Teatro di Civezzano. Per quanto attiene agli scenari donati nel 2000 al Conservatorio Bonporti il più antico è: “SOTTO IL SOLE DI SPAGNA” (1977), realizzato a due mani da Giovanni Battista Ferrandi e da Giuseppe Varner; a seguire, “PASSIONE DI DOLCINO E MARGHERITA” (1981) di Rosanna Cavallini; “CANTADA DEI PORICRISTI“ (1982), di Giuseppe Varner e Paola de Manincor; “CANTADA DELA NOSSA STORIA” (1986) di Maurizio Vindimian; “OMAGGIO A LORCA” (1987) di Gianmaria Bertoldi; “CANTADA DISPERADA” (1995) di Pierluigi Negriolli.


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di Renzo Francescotti

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l 22 novembre 2014 i quotidiani trentini davano la notizia della scomparsa del pittore trentino Rolando Trenti: una scomparsa prematura e quindi particolarmente dolorosa, dato che Rolando, tolto alla vita da un male che difficilmente perdona, aveva solo 63 anni. Era nato a Trento nel 1951, si era diplomato all’Istituto d’Arte della sua città nel 1874, frequentando poi l’Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Emilio Vedova di cui fu anche assistente per breve tempo. Essere assistente di uno dei capiscuola mondiali dell’espressionismo astratto, avrebbe potuto fare la fortuna del nostro Trenti. Se non si fossero messe di traverso due componenti essenziali di questo artista trentino: il suo temperamento all’insegna della leggerezza, del tutto opposto alla pesantezza impattante dell’action painting, e la sua vocazione a lavorare appartato. Anche se è vero che Trenti negli anni Settanta dello scorso secolo, di forte fermento intellettuale, fu

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RISERVATA, SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ARTE ALLIEVO DEL GRANDE EMILIO VEDOVA A VENEZIA, ROLANDO TRENTI SI SOTTRASSE A UN PROBABILE SUCCESSO DI GRANDE PORTATA IN FAVORE DI UNA INUSUALE RISERVATEZZA TUTTA VOTATA ALLA RICERCA E ALLA SPERIMENTAZIONE ARTISTICA tra i fondatori del sindacato artisti assieme ad artisti di Astrazione Oggettiva come Mazzonelli, Cappelletti, Pellegrini. Ma poi lasciò perdere e si dedicò all’insegnamento nelle scuole medie alla sua particolare ricerca pittorica. Lo andai a trovare nel luglio del 2010 nel suo ampio studio in Via Antonio da Trento, una laterale di Corso Buonarrotti nei pressi dell’Adige, che si intitola a un pittore, come

le parallele nei pressi. Il laboratorio era ampio, attrezzato, adatto a realizzarvi opere anche di grandi dimensioni: opere su cui Rolando letteralmente camminava, minuscolo com’era, muovendosi come un elfo o anche (reso purtroppo calvo dalle “chemio”) come una sorta di alieno. Si capiva come fosse felice di muoversi in questo reame delle sue opere. Aveva esposto per la prima volta in gruppo a trent’anni, nel Palazzo della Regione. Tre anni dopo, nel 1984, aveva esordito con la sua prima personale alla Galleria 9 Colonne di Brescia. Tuttavia Rolando rimase sostanzialmente appartato, fece poche mostre. A differenza di tanti suoi colleghi che espongono con ritmi parossistici alla ricerca di un improbabile fama. Lui non lo fece mai: era felice di lavorare, di sperimentare, di trovare vie e luoghi pittorici nuovi. E gli bastava. La sua esposizione più importante fu nel 1977 alla Galleria Civica di Trento, corredata da un ampio catalogo, con testi di ben otto critici di fama come Vittoria Coen, Mario Bertoni, Danilo Eccher,

Maurizio Scudiero, Giovanna Nicoletti, Paola Jori, Riccarda Turrina, Luigi Serravalli. Rolando aveva esordito negli anni ’70 con lavori su tela fatti di grigi e neri, duri, drammatici, scostanti (espliciti i rimandi all’espressionismo astratto di Vedova). Negli anni ’80 cominciò a trovare una strada sua, conquistando progressivamente il colore. Nel 1983, aveva dipinto grandi tele ad acrilico, di circa un metro e mezzo per altrettanti, che intitola Pagine bianche. Le tele sono in effetti quasi tutte bianche, ma non mancano grumi di pigmenti disposti astrattamente, virati su timbrici colori


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VACANZE ESTIVE IN INGLESE 2017 SECONDA EDIZIONE

primari. Passano alcuni anni e le esplosioni dei blu, dei rossi, dei gialli occupa tutte le grandi tele, con la leggerezza che è ormai divenuta la caratteristica fondamentale dello stile trentiano, fatta di impaginazioni fluide, acquatiche, aeree... Fondamentali sono i viaggi in Guatemala, Scozia, California, paesi in cui ruba atmosfere che trasferisce in acquerelli di inusitate ampiezze. C’è ad esempio l’opera Frammentazioni, su lamina d’acciaio e paesaggi su pannelli, un lavoro di ben tre metri per cinque. In essa Trenti recupera la sua perizia figurativa, nei piccoli paesaggi dei pannelli separati diagonalmente da un elemento di acciaio satinato. Nella grande opera che può essere considerata il vertice della ricerca di Trenti e, a posteriori, si potrebbe configurare come il suo testamento, sono

anche inclusi piccoli pannelli rettangolari scuri, in orizzontale e verticale, disposto tra quelli paesaggistici. Rolando mi confessò che alludevano alle feritoie attraverso cui suo padre Vittorio, operatore allo scomparso Cinema “Giardino”, proiettava magiche pellicole con il piccolo Rolando seduto al suo fianco. Si tratta quindi di una grande opera che è anche un omaggio alla memoria paterna. Negli ultimi anni, dal 2006 in poi, la ricerca di questo straordinario artista trentino si concentrò sul tema del fiume. Del 2008 è la mostra “Il fiume che sale” sulla memoria del percorso dell’Adige nella città. Chissà se in questa sua passione per l’Adige giocò il fatto che per tanti anni il laboratorio di Rolando ha vissuto e lavorato a pochi metri dall’argine di questo fiume… ■

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ALLA SCOPERTA DEL VINO TRENTINO CON LE CANTINE APERTE TORNA CON UN’EDIZIONE SPECIALE LA FESTA DEL VINO DI CANTINE APERTE DAL 27 AL 28 MAGGIO CHE COINVOLGERÀ CIRCA 900 CANTINE IN TUTTA ITALIA

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orna con un’edizione speciale la festa del vino di Cantine Aperte dal 27 al 28 maggio che coinvolgerà circa 900 cantine in tutta Italia Con il mese di maggio inizia il countdown per l’edizione n. 25 di “Cantine Aperte”, che ormai è un appuntamento fisso per i wine lovers, ed è organizzato dal Movimento Turismo del Vino. L’evento si svolge sabato 27 e domenica 28 maggio in contemporanea in tutte le regioni d’Italia e come ogni anno metterà in circolo milioni di appassionati e enoturisti, portandoli a scoprire la cultura del vino direttamente nei luoghi di produzione. Per un’intera giornata i produttori aderenti al Movimento Turismo del Vino apriranno al pubblico le cantine e le 68

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campagne, per svelare con degustazioni e visite ai vigneti tutta l’alchimia di tecniche e di saperi racchiusa dentro a una bottiglia di vino. Un’iniziativa che anche in Trentino è diventata ormai una tradizione. Visitare le cantine del territorio è, infatti, il modo migliore per conoscere da vicino l’arte millenaria che dà vita agli straordinari vini trentini, un’occasione, sempre nuova e sempre diversa, per addentrarsi nella conoscenza dei migliori vini della nostra regione, accompagnati dalle guide più esperte e sincere che si possano trovare: i produttori. Ma “Cantine Aperte” rappresenta molto più che un itinerario di degustazioni; è, piuttosto, una filosofia, uno stile di viaggio e di scoperta non solo del vino, ma anche della grappa e dell’olio di oli-

va; in una parola, del territorio, a partire dai suoi prodotti più tipici, quelli che meglio lo descrivono e lo rappresentano. Con l’edizione 2017 Cantine Aperte compie 25 anni, un quarto di secolo. Una tappa importante, che sarà celebrata in maniera speciale: un’etichetta solidale, una raccolta fondi e due calici

griffati per sostenere la ricerca contro il cancro. Sarà, quindi, un compleanno all’insegna della solidarietà, come ha annunciato durante Vinitaly il Movimento turismo del vino presentando la “Bottiglia solidale”, il progetto realizzato dal Movimento turismo del vino delle Marche e adottato da tutte le regioni italiane per sostenere le po-

LE “CANTINE APERTE” IN TRENTINO Az. Agr. Barone De Cles, Az. Agr. Mas Dela Fam, Azienda Agricola Dott.carlo Bleggi, Borgo Dei Posseri, Cantina Aldeno, Cantina La Vis E Valle Di Cembra, Cantina Mori Colli Zugna, Cantina Sociale Trento, Cantina Sociale Roveré Della Luna, Cantine Ferrari F.lli Lunelli, Cantine Moser, Cavit, Distilleria Bertagnolli, Distilleria Marzadro, Endrizzi, Frantoio Bertamini, Maso Poli, Maso Toresella Cavit, Mezzacorona Rotari, Cembra Cantina di Montagna, Vivallis.


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polazioni colpite dal sisma. Le cantine aderenti potranno apporre sui loro vini l’etichetta solidale “Un Mare diVino al Cuore delle Marche”, realizzata dall’artista marchigiano Andrea Agostini e vendere il loro vino al prezzo simbolico di 10 euro, interamente devoluto all’acquisto di un’ambulanza per le zone terremotate. Si rinnova inoltre il sodalizio con Airc - Associazione italiana per la ricerca sul cancro, a cui sarà donato il ricavato della vendita dei calici Rastal griffati “Cantine aperte 25”, realizzati in esclusiva per il 25° compleanno della manifestazione. I programmi sono ancora in fase di definizione e per questo vi invitiamo a contattare le singole aziende, verificando le date e gli orari di apertura: al momento di andare in stampa sappiamo che ad aprire i battenti ai visitatori in Trentino saranno diciotto cantine, due distillerie e un frantoio. Realtà diverse per dimensioni, prodotti e filosofia aziendale, ma accomunate dalla qualità e dal forte legame con il territorio e rappresentative del variegato mondo vitienologico trentino, dove le grandi industrie enologiche e le piccole cantine famigliari lavorano fianco a fianco. Sono realtà con una lunga storia alle spalle, che però hanno puntato su una decisa innovazione, sempre nel rispetto della tradizione e del territorio. Una sensibilità che ritroviamo in particolare nei duecento e più ettari di natura di Borgo dei Posseri, incastonato tra i boschi delle valli di Ronchi e San Valentino nel comune di Ala, e nella Cantina Sociale Mori-Colli Zugna, dove una nuova filosofia produttiva green e l’utilizzo razionale delle risorse

naturali sono evidenti anche nelle forme e nelle tecniche costruttive. La struttura, ultimata nel 2011, è quasi invisibile dalla strada, perché tutta ipogea, ossia realizzata sotto il livello del suolo. Sui due ettari di terreno che occupa l’immobile, la quasi totalità della copertura della cantina è stata realizzata con un tetto “verde”: in parte con vigneti, in parte con semplice manto erboso, in un passaggio indissolubile tra la cantina e la campagna. Per ricoprire il tetto, la cantina ha usato più di 6.000 vigne di un particolare clone, selezionato dalla Fondazione Mach: una varietà resistente che abbisogna di ridotti o nulli trattamenti anticrittogamici. Si tratta di un progetto ad alto risparmio energetico e a bassa antropizzazione del territorio. Un complesso sistema di utilizzo razionale dell’acqua ha permesso di ridurre i consumi del 70%. Sempre sul tetto sono in funzione anche una serie di pannelli fotovoltaici. È una cantina che merita sicuramente una visita, non solo per vedere da vicino l’insolita struttura, ma soprattutto per assaporarne gli ottimi vini e “Cantine Aperte” rappresenta sicuramente un’ottima occasione. La giornata di sabato 27 maggio è dedicata proprio alle degustazioni e alle visite guidate e si concluderà con un appuntamento musicale alle 19, a cura della Scuola Musicale dei Quattro Vicariati OperaPrima: una kermesse musicale che spazia dal pop al rock fino al jazz, con gli allievi dei laboratori collettivi di OperaPrima. Ricordatevi di prenotare la visita contattando direttamente l’Enoteca (tel. 0464/918154 – enoteca@cantinamoricollizugna.it) Le attività in programma per queste giornate sono tante e di vario tipo anche alla Distilleria Marzadro e alla Cantina Vivallis di Nogaredo. Proprio quest’ultima cantina ha raccolto l’eredità della vecchia 69

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Società Agricoltori Vallagarina e ha quindi le radici ben salde nella cultura enologica della valle e un obiett ivo: produrre vini che siano sintesi di tradizione e modernità, espressione coerente ma dinamica del territorio. Per questo motivo la Cantina Vivallis, accanto allo sfuso, ha puntato con decisione sui prodotti classici della Vallagarina, come il Marzemino, nella versione Superiore “dei Ziresi” e “di Isera”, e il Moscato Giallo Castel Beseno, un’altra forte manifestazione territoriale, a cui dalla vendemmia 2010 viene riconosciuta ufficialmente la nuova denominazione di origine “Trentino Superiore Castel Beseno”. Pochi chilometri più a nord, ad Aldeno, si incontra un altro esempio del fervido movimento cooperativo, sviluppatosi in Trentino un secolo fa: la Cantina Aldeno, che aprirà i battenti al pubblico per far assaggiare il meglio della sua produzione: Müller, Traminer, lo spumante Altinum, il Moscato Giallo Castel Beseno e il rinomato il Merlot. Giunti a Trento, l’elenco delle “Cantine Aperte” si fa davvero lungo: Cantina Sociale, Cantine Ferrari dei fratelli Lunelli, Cavit, Moser, Mas dela Fam con il suo ristorante. E la lista prosegue se allarghiamo lo sguardo a est e a ovest di Trento: a Maso Toresella, che si affaccia sull’incantevole lago di Toblino, Cavit e la Fondazione Mach hanno fondato un centro di sperimentazione avanzata, da cui ha preso il via “Il Maso”, un progetto viticolo ed enologico volto a creare prodotti di altissimo pregio. Ad Arco porte aperte per il Frantoio Bertamini, a Tignerone di Bleggio per l’Azienda Agri-

cola Carlo Bleggi, a Cembra l’omonima Cantina di Montagna. Ancora più a nord, la Piana Rotaliana, vegliata da possenti pareti rocciose, è patria del Teroldego, un altro vino autoctono e fortemente territoriale. Lo si potrà assaggiare, assieme agli altri vini e alle grappe prodotti in questa zona così fertile e vocata, a Lavis nella Cantina La-Vis e Valle di Cembra, a Maso Poli, a Mezzolombardo nell’Azienda Agricola Barone De Cles, a San Michele all’Adige nella Casa Vitivinicola Endrizzi. A Mezzocorona apre i battenti la celebre e antica Distilleria Bertagnolli, mentre la Cantina Mezzacorona Rotari, sempre visitabile su appuntamento, per la giornata di domenica 29 maggio mette a disposizione le sue guide, che accompagneranno gli ospiti a scoprire come nasce il Rotari Trentodoc Metodo Classico. Mezzacorona invita anche alla scoperta della nuova Barricaia, scenografico scrigno di annate storiche ed elegante sala degustazione nel cuore della cantina di vinificazione. Visite ogni ora con degustazione di Rotari TrentoDoc AlpeRegis e Mezzacorona Nerofino. Più a nord ancora, al confine con l’Alto Adige e la provincia di Bolzano, ad accogliere gli enoappasionati sarà la Cantina Sociale di Roveré della Luna. Dai confini con il Veneto alle terre di lingua tedesca, dalle arie miti del Garda alle terre minerali della Piana Rotaliana, dal vino al formaggio, dall’olio alla grappa: impossibile non lasciarsi sedurre dalle specialità della terra trentina, a maggior ragione se, grazie a “Cantine Aperte”, possono essere degustate nel loro luogo di origine; che sia una cantina, una distilleria o un frantoio, poco importa, se a versarcele nel bicchiere è la mano stessa del produttore. ■ 71

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IL TRENTINO VA... A TUTTA BIRRA! BIRRA ARTIGIANALE, UNA FRONTIERA DA VALORIZZARE E CONOSCERE. ECCO I NUMERI E I PROTAGONISTI DI UN SETTORE CHE ANCHE IN TRENTINO È IN CONTINUO SVILUPPO. PER SCOPRIRLO, NON PERDETE IL FESTIVAL CEREVISIA A FONDO (TN) DAL 19 AL 21 MAGGIO

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di Giada Vicenzi


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gli italiani piacciono le bionde. Ma anche le rosse, le luppolate, le doppio malto, le non filtrate. Purché siano artigianali. Nel giro di pochi anni il fenomeno dei micro-birrifici è esploso in tutta Italia, che ora conta ben 674 siti produttivi, di cui 529 micro-birrifici e 145 brew pub, cioè locali dove viene servita birra prodotta direttamente in loco. Le tipologie di birra sono centinaia e i produttori sono di solito uomini tra i 30 e i 50 anni, di provincia ma non provinciali, appassionati, esperti e desiderosi di lavorare bene, possibilmente divertendosi. Artigiani, pionieri e anticonformisti che hanno iniziato facendo home brewing, la birra in casa. Spesso iniziano per gioco e senza troppe aspettative e poi si ritrovano a vendere il proprio prodotto in tutta Italia e addirittura all’estero. Una tradizione, quella brassicola, che anche in Trentino affonda le radici nella storia e che ora è tornata alla ribalta di prepotenza, scoprendo un interesse e un potenziale inaspettato. Nel

1999 in provincia c’era un solo birrificio artigianale, oggi il numero è salito a 26. Una produzione in ascesa rapidissima: si tratta di realtà aziendali piccole, o addirittura piccolissime, guidate da persone giovani e dinamiche che hanno deciso di tornare a scommettere sulle birre artigianali, fatte di ingredienti di prima qualità, dedizione e passione. Realtà e prodotti diversi, ma legati da un filo comune: la passione esagerata per la buona birra. Il Trentino, dunque, non è più solo sinonimo di vini di qualità, ottimi spumanti e grappe avvolgenti, ma anche di birre artigianali sorprendenti, prodotte con ingredienti da filiere locali che ne garantiscono la qualità. Le birre si suddividono in categorie codificate, ma il settore artigianale consente una certa elasticità e qui si scatena la fantasia dei mastri birrai, che possono aggiungere alla ricetta base spezie, erbe, fiori e frutta anche tipici della zona, che conferiscono profumi e sapori particolari. La birra diventa così espres-

sione genuina di un territorio. BIRRA FIEMME, IL RICHIAMO DELLA TRADIZIONE Quello della territorialità è un concetto che molte aziende hanno fatto proprio, al punto che oltre alla produzione della birra hanno iniziato anche a utilizzare materie prime prodotte in loco, a partire dal luppolo che ora viene coltivato in diverse aree del Trentino. È il caso di Birra Fiemme, che ha recuperato la tradizione brassicola fiemmazza rappresentata in valle dagli storici birrifici di Predazzo e Fontanefredde, che utilizzavano cereali locali e il luppolo

che cresceva lungo l’Avisio. Stefano Gilmozzi, che porta avanti l’azienda con la sua famiglia, ha riscoperto quella tradizione e per la sua birra usa solo cereali e luppolo autoctoni: «Da noi le birrerie c’erano – racconta – e con esse le ricette per fare ottime birre: credo nell’importanza di riscoprire queste cose, gran parte del mio mestiere sta nella ricerca dei malti e dei luppoli giusti per produrle». Dopo un periodo di apprendistato in Germania, Stefano Gilmozzi è tornato in val di Fiemme, dove dal 1999 ha cominciato a produrre la sua birra, all’epoca unica realtà artigianale del Trentino. In

“La Birra LuLu” Sforzellini Selection firmata Sforzellini Brothers, è “La Birra degli Chefs” pensata a “Tre Menti” e sviluppata in 10 tipologie nella nuova esclusiva selezione. Una linea di birre artigianali ideata e firmata dagli Chefs internazionali Luigi Sforzellini e Luca Sforzellini assieme al loro grande amico Domenico Francescon, Mastro Birraio a livello internazionale. Selezione di birre artigianali impreziosita dai vari “must” delle tipologie di birre ideate, tutte create su un filo conduttore nominale dedicato ai metalli preziosi e al paese di Mattarello di Trento.

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COS’È LA BIRRA ARTIGIANALE?

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nica per sapore e aroma, genuina e priva di conservanti, il suo consumo si sta diffondendo sempre più, sia in Italia che in Trentino. Ma cos’è, esattamente, una birra artigianale? Come si produce e in cosa si differenzia da quella industriale presente nella grande distribuzione? In realtà, non esiste una vera e propria definizione ufficiale di cosa sia la birra artigianale: si tratta di un prodotto del tutto differente da quella industriale, più particolare, meno diffuso, ma molto ricercato da intenditori e non solo. È una birra non pastorizzata, prodotta senza l’utilizzo di conservanti e con ingredienti di prima qualità. Tra le sue caratteristiche ci sono: differenziazione del gusto: ogni artigianale ha un sapore inconfondibile e ognuna si differenzia dall’altra, pertanto non c’è quell’uniformazione del gusto che si riscontra, invece, nei prodotti industriali; assenza di pastorizzazione: la birra artigianale non è sottoposta a pastorizzazione, ovvero al processo in cui le bottiglie di birra sono portate tramite vapore a una temperatura di 60°C per circa 30 minuti; in tal modo vengono uccisi i microrganismi presenti nella birra garantendo così la lunga conservazione necessaria alle birre industriali; assenza di filtrazione: la birra artigianale non viene filtrata e in tal modo si preservano al meglio tutte le componenti organolettiche a favore di sapori e aromi inconfondibili; assenza di conservanti e additivi chimici: gli ingredienti sono selezionati e non sono aggiunti né conservanti né additivi chimici.

molti poi avrebbero seguito il suo esempio. Dal 2010 il figlio Michele lo affianca in questa attività. La famiglia Gilmozzi coltiva da sé l’orzo (6,5 ettari) e il luppolo (7mila metri quadri): «Il 100% del luppolo è di nostra produzione, per l’orzo arriviamo all’85% – conferma Stefano –. L’intento è quello di trova-

re sempre più terreni qui in Fiemme, a questo scopo abbiamo acquistato di recente anche una trebbiatrice». La produzione annua si aggira sui 1.600 ettolitri suddivisi in sette tipi di birra: Flaimbier, la birra di Fiemme, dissetante, con un tenue aroma di luppolo, Larixbier, dalle note corpose ma non amare, che

prende il nome dal larice per il colore rosso, e la Weizen. La ricerca storica è poi alla base di birre come Lupinus, dove l’ingrediente caratteristico è una particolare varietà di lupino, coltivato ad Anterivo, che si usava come surrogato del caffè, e la Nòsa, che utilizzando un’antica tecnica di tostatura del malto, luppoli forti come quelli selvatici della Val di Fiemme e lieviti ad alta fermentazione, ripropone il gusto della birra prodotta più di un secolo fa nella birreria di Predazzo. Nel periodo invernale si trova la Birra di Natale, morbida e speziata, mentre la novità è Free Barabba, ideata in collaborazione con il locale L’Angolo dei 33, leggera e fresca, dalle note agrumate e con chiusura di lime e pompelmo.

SFORZELLINI, OLTRE LA BIRRA C’È DI PIÙ In continuo fermento (è proprio il caso di dirlo!) sono i fratelli Sforzellini, che oltre alle rinomate linee di vini e olio extravergine di oliva, da un anno calcano il palcoscenico della birra artigianale made in Trentino con la loro selezione di dieci Birre LuLu. “La Birra degli Chefs” è nata da un’intuizione dei celeberrimi chef Luigi e Luca Sforzellini, unita alla maestria di Domenico Francescon, mastro birraio con 25 anni di esperienza internazionale. Capolavori di creatività, le birre LuLu sono legate da un filo conduttore ispirato ai metalli preziosi e al borgo di Mattarello, dove gli Sforzellini Brothers sono di casa. Suddivise tra “Classiche” e “Speciali”, reinterpretano la tradizione, adattando-

Fam. Gilmozzi di Gilmozzi Stefano DAIANO (TN) – Via Colonia, 60 Tel. 0462.479147 – Fax 0462.231312 s.gilmozzi@birradifiemme.it www.birradifiemme.it Vendita al dettaglio nel birrificio tutti i giorni ore 8.00-12.00/14.00-18.00 domenica ore 9.00-12.00

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trentinospecialebirreartigianali si ai più svariati abbinamenti culinari: LuLu AL 13, chiara doppio malto, dal caratteristico gusto amaro di luppolo; LuLu PT 78, chiara stile “Blanche”, ad alta fermentazione, fresca e lievemente acida; LuLu CU 29, ambrata doppio malto, corposa e con finale piacevolmente amarognolo; LuLu SE 34, stile India Pale Ale, ben bilanciata tra il dolce e l’amaro; LuLu PB 82, scura doppio malto, di aroma erbaceo
e gusto morbido con sentori di caffè; LuLu CO 27, ambrata alla zucca; LuLu TI 22, chiara alle mele, da gustare fuori pasto per la piacevole fragranza; LuLu FE 26, ambrata aromatizzata con castagne arrostite; LuLu CR 24, chiara aromatizzata con ciliegie, ideale a tutto pasto, ma anche come aperitivo e base per insoliti cocktail; LuLu AU 79, ambrata triplo malto e tripla fermentazione, chiamata anche “vino d’orzo” per l’alto grado alcolico (13%). La novità è che ora le birre LuLu, assieme ai vini e all’olio di Sforzellini, le potete gustare e acquistare anche al Bar Groff di Trento. Un vero

accostamento di professionalità, quello tra gli instancabili fratelli Sforzellini e Roberta Trentini, che l’ospitalità ce l’ha nel sangue, essendo la nipote di Luigi Groff, fondatore del locale nel 1954. Il Bar Groff è stato di recente completamente rinnovato, e offre un menu nuovo e variegato, che comprende anche pizze e golosi gelati. Il posto ideale, insomma, gustare piatti stuzzicanti in abbinamento alle birre e agli altri prodotti a marchio Sforzellini, che possono essere anche acquistati nello shop del locale. KM 8, DOVE LA BIRRA INCONTRA LA MUSICA Chi l’ha detto che in Val di Non si producono solo mele? Se siete in transito lungo la strada provinciale 73, fermatevi nel paese di Terres al km 8 e lasciatevi guidare dalla musica che aleggia nell’aria: scoprirete un vero tesoro nascosto della birra artigianale. Il Birrificio Km8 è una piccola realtà nata nel luglio 2016 e guidata dal giovanissimo Michele Martini, che produce birre ad alta fer-

DOVE TROVARE LE BIRRE ARTIGIANALI TRENTINE

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l principale canale di distribuzione (32%) è proprio il birrificio, che vende al dettaglio. Ristoranti e bar sono il secondo canale di vendita (23%), poi ci sono le enoteche e gli eventi specializzati. Solo il 5% delle birre artigianali trentine arriva sugli scaffali del supermercato, per cui il suggerimento è di contattare i singoli birrifici, consultando il sito web www.trentinobirra.it, che raccoglie tutte le realtà brassicole locali e promuove la cultura del bere di qualità.

mentazione rifermentate in bottiglia, tutte rigorosamente non filtrate e non pastorizzate, prodotte con ingredienti di alta qualità, ove possibile utilizzando i prodotti del

territorio e della montagna: nascono così le birre alla frutta, ai fiori di sambuco e con il luppolo coltivato in Val di Non. «L’impianto che utilizziamo – racconta Michele

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trentinospecialebirreartigianali – è il più piccolo del Trentino, ha una capacità di 150 litri. La nostra produzione attualmente è limitata, ma questo ci permette di sperimentare vari stili di birra». Una sperimentazione che va a gonfie vele, visto che Km8 offre oggi una gamma di dieci diverse birre, di cui quattro stagionali. I nomi si ispirano a titoli di canzoni, perché a Km8 la buona musica è di casa. Le due più rappresentative sono Heart of Glass, una Blonde Ale da 4,8%, e la Bitter Fruit, una American Ipa da 6,5 %, entrambe realizzate con la tecnica del Dry Hopping, cioè aggiungendo luppolo a freddo durante la fermentazione. Ci sono poi Red House, una birra rossa in stile inglese da 5,0%, e Paranoid, una Brown Porter da 4,7%, nata dalla collaborazione con un giovane homebrewer. Fanno parte delle birre stagionali In Bloom, con fiori di sambuco, Roxanne, con ciliegie, Apple Tree, con mela Renetta del Canada, e Deck the Hall’s la birra natalizia. La più leggera e rinfrescante grazie all’aroma di zenzero è Petiz, una “session beer” pensata per l’estate, da bere senza preoccupazioni, in quanto contiene solo il 2,5% di alcol. Presentata a Fiorinda, ha riscosso un grande successo, mentre a Cerevisia 2017 sarà lanciata la nuova birra, che è un tributo al Belgio e alla

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sua tradizione brassicola. Annunciata dalle note reggae di Bob Marley, è in arrivo Three Little Birds, una Triple in pieno stile belga da 10%: non vi resta che attendere qualche giorno e potrete assaggiarla! MASTRO REBUF: BIRRA, CHE PASSIONE! Scrivevamo in apertura che quella dei birrifici artigianali trentini è una realtà vivace e aperta alle novità. Il birrificio Mastro Rebuf ne è la dimostrazione lampante. Progetto birraio anticonformista, nato quasi per caso stravolgendo schemi e convenzioni. Alla guida ci sono Walter e Thomas Franceschin, fratelli di Nave San Rocco con una grande passione per la birra. A una condizione: che sia artigianale, fatta con cuore e passione: «Un paio d’anni fa stavo sorseggiando una birra artigianale: mi piaceva, ma al contempo sentivo che mancava qualcosa. Di qui l’idea: creare la “mia” birra, quella che incontrasse perfettamente il mio gusto». Dopo mesi di studio, corsi ed esperimenti, Walter e Thomas si presentano all’edizione 2016 di Cerevisia con le birre Lunatica (una India Pale Ale) e Sanrock (Pils Czech Pilsner) e vincono il primo premio della giuria popolare. «Una conferma inaspettata, che ci ha spinti a continuare su questa strada, quella della

passione: dagli ingredienti ai sapori, dai nomi alle etichette, le nostre birre rispecchiano il nostro gusto e la nostra personalità. Il nome “rebuf” non è un caso: siamo estrosi, facciamo birra perché ci piace e ci diverte, perché possiamo sperimentare, creare, incontrare persone». Ed eccoli, quindi, con le loro birre dai gusti inaspettati, piene di quella passione che li ha spinti a intraprendere questa avventura: oltre a Lunatica e Sanrock c’è la particolarissima 3PPP, che nel nome e nel colore verde (dovuto alla presenza di clorofilla) è un omaggio al Club 3P, circolo nazionale di giovani agricoltori, mentre la quarta birra, una Blanche in stile belga beverina e piacevolmente agrumata, sarà presentata in anteprima a Cerevisia

2017. Ma non si fermano alla produzione della birra Walter e Thomas, che ad Albiano hanno da poco avviato una piantagione sperimentale di luppolo selvatico, con l’obiettivo di recuperare l’incolto e di fabbricarsi gli ingredienti specifici per le loro particolarissime birre artigianali. GLOSSARIO Ale: vasta gamma di birre, che hanno in comune l’essere ottenute da malto d’orzo con l’uso di lieviti ad alta fermentazione, che donano un sapore dolce, dal corpo pieno e fruttato. La stragrande maggioranza delle birre Ale contiene poi solitamente luppolo, che conferisce un aroma amaro, erbaceo, che bilancia la dolcezza del malto. Stout: birre ad alta fermentazione prodotte con orzo


trentinospecialebirreartigianali torrefatto, caratterizzate dal colore molto scuro e dalla tostatura marcata; la gradazione è relativamente bassa e l’amaro intenso, con note che ricordano il cacao e il caffè; caratteristica è anche la crema densa e abbondante, color nocciola. Stout in inglese vuol dire “robusto”, in riferimento alla corposità della birra. Weiss/Weizen: birre ad alta fermentazione ottenute da una miscela di orzo e frumento. Cremose e leggere, di colore dorato, a gradazione media e con note speziate e acidule. Sono chiamate “birre bianche”, ma non per il colore, che è anzi spesso di un biondo opaco e torbido, dovuto ai lieviti in sospensione, ma per l’abbondante schiuma che si genera durante la fermentazione. Lager: birra di colore oro pallido leggermente velato, ha un sapore mediamente amaro, gradazione alcolica standard (5% vol.) e una buona luppolatura. Con la parola Lager si indicano generalmente le birre chiare a bassa fermentazione di ogni parte del mondo. Pils/Pilsner: di origine boema, rappresentano forse lo stile più classico fra le lager chiare. Di colore dorato, in genere molto luppolate, quindi un po’ più amare e con una schiuma abbondante e dal perlage finissimo. Vienna, Märzen/Oktoberfest: birre stagionali prodotte in marzo e stagionate fino a fine settembre, periodo in cui sono servite all’Oktoberfest. Il tasso alcolico è leggermente maggiore rispetto alle comuni lager. Il colore è pieno, il corpo è mediamente denso e il gusto equilibrato. La Vienna è invece una lager dolce, dal colore rosso ambrato, dovuto all’elevata temperatura di torrefazione del malto. Dunkel e Schwarze: birra di antiche origini, caratterizzata da un buon corpo, un colore ambrato/bruno e un gusto

dolce e maltato. I toni sono spiccatamente tostati, con note di cioccolata e frutta secca. Le Schwarze sono più scure e tostate, caratterizzate da note fresche e secche di liquirizia e cioccolato amaro. Il nome deriva dal tedesco schwarz (nero), colore caratteristico di queste birre. Bock e Doppelbock: sono i classici stili tedeschi delle birre più forti. Le Bock sono a bassa fermentazione e a gradazione elevata (fra i 6,5 % e i 7,5% vol), dense, corpose e con un deciso sapore di malto. Le Doppelbock sono le “sorelle” più forti delle Bock, con un tasso alcolico oltre 7,5% vol. Il colore va dal dorato, al bruno, al marrone; il gusto è fortemente maltato, tendente al caramello. Sour Ale: birre prodotte a fermentazione spontanea, non aggiungendo lievito di birra, ma sfruttando i lieviti selvaggi e i batteri volatili presenti nell’ambiente. Caratteristico il lungo (da sei mesi a tre anni) invecchiamento in botti di legno, che a loro volta contengono i batteri del vino o dello sherry che hanno ospitato in precedenza. Il risultato è una birra dalla ricchezza aromatica inconfondibile e dal marcato sapore acidulo. Lambic: prodotta solo in Belgio: per la precisione, solo nella regione del Payottenland, non lontano da Bruxelles. È una birra acida a fermentazione spontanea, in quanto i lieviti e i batteri non vengono selezionati dal birraio ma provengono direttamente dalla flora autoctona del birrificio. Birra di Natale: birra prodotta per essere venduta unicamente nel periodo natalizio; può essere sia ad alta che a bassa fermentazione, si presenta generalmente di colore bruno e con una gradazione alcolica più alta e un gusto più deciso e speziato, per meglio abbinarsi alla cucina saporita delle feste. ■

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1957, la firma dei Trattati di Roma

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di Silvia Tarter

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l Servizio Europa della Provincia, attraverso i suoi centri di informazione sull’UE Europedirect e Centro di Documentazione Europea, verrà affiancato nell’organizzazione per la prima volta dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi. Il prologo di “Siamo Europa” avrà luogo il 12 maggio alle 15 nella Sala della Fondazione Caritro di via Calepina, con un appuntamento dedicato agli amministratori locali. “Un’agenda europea per le regioni montane: strategie e strumenti di finanziamento” è il titolo del convegno al quale inter verranno Mercedes Bresso, eurodeputata ed ex presidente del Comitato delle Regioni e della Regione Piemonte, Valeria Liverini, responsabile dell’Ufficio Euregio di Bruxelles e Valentina Piffer, segretario generale del Gect Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. L’inaugurazione di “Siamo Europa” avrà luogo al venerdì con Gian Enrico Rusconi e Chiara Saraceno, che parleranno de “Il cammino degli europei, tra vita e istituzioni”. La sera invece verrà presentata dai suoi autori la mostra fotografica “Scappare la guerra”, nata dal reportage del 2015 di Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani sui profughi in cammino sul confine greco-macedone. La mostra sarà visitabile per i tre giorni del festival del giardino dell’Arcivescovado. Nei due giorni successivi si alterneranno gli eventi in programma: fra gli incontri più attesi Massimo Franco che presenterà il suo libro “L’assedio”, la tavola rotonda sui nazionalismi con Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo, Andrea Pipino,

“SIAMO EUROPA” A 60 ANNI DAI TRATTATI DI ROMA L’ANNUALE FESTA DELL’EUROPA SI DÀ UNA NUOVA VESTE. DA VENERDÌ 12 A DOMENICA 14 MAGGIO IN PIAZZA FIERA A TRENTO SI SVOLGERÀ LA PRIMA EDIZIONE... Massimo Franco

giornalista di “Internazionale” e Eva Giovannini, reporter di #cartabianca. Parleranno di solidarietà il direttore della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, fresco di ordinazione ad arcivescovo di Ferrara-Comacchio insieme all’economista Stefano Zamagni, mentre l’europarlamentare (ed ex ministra per

l’integrazione) Cécile Kyenge farà riflettere su cosa significa essere europei in un mondo in movimento. Altro interrogativo sarà su come ci vedono le popolazioni del Mediterraneo, gli abitanti della Russia e gli americani dell’”era Donald Trump”, insieme a Leila El Houssi, docente in storia dei paesi islamici, Federico Petroni, anali-

Mercedes Bresso 78

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sta di Limes, Mario Del Pero, docente in storia e istituzioni delle Americhe e Fazila Mat, corrispondente dalla Turchia OBC Transeuropa. Affronteremo anche il tema della comunicazione e della relativa formazione di un’opinione pubblica europea insieme a Thierry Vissol, ex consigliere alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Claudio Giunta, docente di letteratura italiana, Chiara Sighele, direttrice dell’area progetti di OBC Transeuropa e insieme agli amministratori de “Gli eurocrati”, pagina satirica di Facebook. Domenica 14 maggio alle 18.30 “Siamo Europa” chiuderà con “Allons enfants! Guardare al futuro nell’anno elettorale europeo”, con l’intervento di Sergio Fabbrini, direttore della School of Government della Luiss di Roma e Michele Marchi, storico dell’Università di Bologna. Con questa prima edizione, l’iniziativa si pone l’obiettivo di rilanciare un’analisi coraggiosa e lucida sul futuro dell’Unione. A 60 anni dai Trattati di Roma, era ora di aprire uno spazio nuovo, di riflessione e responsabilità, per includere i cittadini nel dibattito. ■


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enti accavallati, sporgenti o semplicemente larghi: imperfezioni che potevano essere corrette da piccoli con un apparecchio ortodontico, o che si sono presentate nel corso degli anni. Ma niente paura: grazie all’alta tecnologia e alle tecniche innovative disponibili presso lo studio Socialdent di Mezzolombardo, i difetti della bocca non saranno più un problema. L’equipe di dentisti, ortodonzisti e chirurghi è al vostro servizio per dare risposte personalizzate a ogni esigenza dentale, con strumenti e tecnologie all’avanguardia tra le più innovative e meno invasive. I denti storti o non perfettamente allineati non sono un problema solo estetico, ma possono essere la causa di malocclusioni e di disturbi diffusi, anche di tipo digestivo e cervicale. Molte persone, tuttavia, scelgono di non intervenire, per paura di dover portare per lungo tempo il classico apparecchio ortodontico fisso e dover esibire un sorriso “metallico” non proprio accattivante. Ma oggi la soluzione c’è: Il dr. Domenico Alati, direttore Sanitario

L’APPARECCHIO INVISIBILE SI CHIAMA “INCOGNITO” L’APPARECCHIO ORTODONTICO LINGUALE DI NUOVA TECNOLOGIA, CHE REGALA UN SORRISO SMAGLIANTE ED È COMPLETAMENTE INVISIBILE. VE LO PROPONE SOCIALDENT DI MEZZOLOMBARDO si chiama “Incognito” e in Trentino ve la propone Socialdent. È un apparecchio pensato per tutte quelle persone che per esigenze professionali o personali non vogliono o non possono portare il classico apparecchio vestibolare, quello con le piastrine metalliche, così utili, ma anche antiestetiche. Il nome tecnico è trattamento ortodontico linguale, ma “Incognito” rende meglio l’idea, visto che questo apparecchio, che viene fissato nella parte interna dei denti, è completamente invisibile. Incognito è dotato di supporti in oro e archi indivi-

La dr.ssa Elisabetta Pontarolo, ortodonzista

dualizzati, costruiti appositamente su ogni singolo individuo, a partire dalle impronte di precisione che vengono prese sulle arcate del paziente. Permette di allineare i denti con la rapidità tipica dell’apparecchio fisso, ma senza rinunciare all’estetica. Mentre “Incognito” lavora sui vostri denti, voi potrete continuare a sorridere, mangiare e parlare esattamente come prima. Rappresenta un’ottima soluzione anche per gli adolescenti, che sono spesso preoccupati del loro aspetto e per i quali spesso l’apparec-

chio ortodontico rappresenta un piccolo trauma. Vera rivoluzione nel settore dell’ortodonzia, “Incognito” è ancora poco diffuso, perché non sono molti i medici ad avere in concessione il brevetto. La dottoressa Elisabetta Pontarolo che collabora con Socialdent lo utilizza da tempo e con risultati eccellenti. Un motivo in più per prendere appuntamento allo studio di Mezzolombardo, dove la prima visita è approfondita e senza impegno. Qualunque sia il tipo di disturbo, il team di professionisti di Socialdent è a vostra disposizione per cercare di risolverlo, fornendo un servizio immediato, professionale e calibrato sulle vostre esigenze. ■

INFO SOCIALDENT Mezzolombardo (TN) Loc. La Rupe via Trento, 115-117 Tel: 0461.600461 trento@socialdent.it

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trentinomese

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

www.acliservizi.it

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romossa da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e di esperti dell’industria e del mondo accademico, l’indagine Welfare Index PMI ha permesso di realizzare il secondo rapporto annuale sullo stato del Welfare nelle piccole e medie imprese. La ricerca 2017, condotta su un campione di 3.422 imprese, ha dimostrato che quelle già attive sono anche le protagoniste della crescita del welfare aziendale e che la conoscenza degli strumenti e la disponibilità ad alleanze tra imprese rappresentano due caratteristiche fondamentali di successo in questo ambito. Tra i 22 casi di successo premiati in occasione dell’evento 2017 tenutosi lo scorso 28 marzo all’Università LUISS Guido Carli, anche ACLI Servizi Trentino: la società incaricata nella provincia di Trento di offrire i servizi di CAF ACLI. ACLI Servizi Trentino si è aggiudicata sia il primo premio tra le imprese partecipanti nella categoria “Studi e servizi professionali”, quanto il riconoscimento di Welfare Index Champion ovvero il pieno raggiungimento del rating realizzato su parametri che fanno riferimento alle 12 aree del Welfare Aziendale.

WELFARE AZIENDALE: CAF ACLI PRIMO PREMIO PRIMO PREMIO NELLA CATEGORIA “STUDI E SERVIZI PROFESSIONALI” PER LA SOCIETÀ DI SERVIZI TRENTINA Nella motivazione con la quale è stato assegnato il premio ad ACLI Servizi Trentino, sono state sottolineate “la forte attenzione ai bisogni dei propri collaboratori: la società ha creato e consolidato nel tempo il legame con i propri dipendenti sia attraverso attività ordinarie, ad esempio uso delle tecnologie, momenti di riunioni collettive, forte impegno nella formazione, sia alimentando una relazione di fiducia, in modo che le singole persone possano gestire in autonomia i carichi di lavoro”. “Il premio ricevuto con il nostro progetto Esigenze di ciascuno opportunità per tutti è stato inaspettato ed è una motivazione in più per proseguire sulla strada intrapresa” dice Michele Mariotto direttore di ACLI

Servizi Trentino “obiettivo delle nostre iniziative è sviluppare un senso di appartenenza, promuovere un ambiente di lavoro familiare, migliorando fin dove possibile la qualità della vita dei nostri collaboratori. In questo senso l’attenzione continua alla formazione e l’introduzione dello smart-working, le soluzioni rivolte a facilitare

la conciliazione tra vita privata e lavoro credo abbiano influito sull’ottimo risultato raggiunto”. In occasione della consegna dei riconoscimenti tuttavia sono state evidenziate le attività distintive messe in campo da ACLI Servizi Trentino, su tutte il costante monitoraggio sul grado di soddisfazione del personale in sede di redazione dell’annuale Bilancio Sociale. Per saperne di più: www.welfareindexpmi.it www.acliservizi.it/bilancio-sociale/ ■

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www.trentinobookfestival.it

di Silvia Tarter

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li bastava quello che aveva, po chissimo per non dire niente, e non voleva aff­annarsi, o coltivare aspirazioni. Al è dut nue fantats, al è dut nue. È tutto niente ragazzi, è tutto niente. Pronunciava la frase sottovoce, quasi non volesse far fatica.” Questo piccolissimo estratto dà un’idea del tono di “Quasi niente”, l’ultimo libro di Mauro Corona (scritto a quattro mani con Luigi Maieron) che sarà presentato dall’autore a Levico Terme sabato 6 maggio, nell’ambito di una ghiotta anteprima del Trentino Book Festival 2017 (1518 giugno). Ad organizzare l’evento sono il Comune e la Biblioteca di Levico Terme, in collaborazione con la kermesse letteraria più famosa del Trentino. Si tratta di un libro che ha il sapore antico delle storie narrate un tempo davanti al focolare. Storie che intratte-

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MAURO CORONA IL SUO ULTIMO LIBRO SI INTITOLA “QUASI NIENTE”, E SARÀ PRESENTATO DALL’AUTORE A LEVICO TERME SABATO 6 MAGGIO, NELL’AMBITO DI UNA GHIOTTA ANTEPRIMA DEL TRENTINO BOOK FESTIVAL 2017 nevano liberando sapienze semplici ed essenziali, di cui oggi si sente la mancanza. In quest’epoca frenetica dominata dai miti del successo, della vittoria a ogni costo e dell’arricchimento, Corona e Maieron portano un contributo diverso e spiazzante. Parlano di sconfitta, fragilità, desiderio, pace interiore, lealtà, radici, silenzio, senso del limite, amore, rievocando personaggi leggendari come Anna, Silvio, Menin, Tituta, Tacus, Orlandin, Cecilia, Tin, il trio Pakai e molti altri. Uomini e donne che non hanno trovato spazio nei libri di storia ma hanno saputo lasciare un messaggio illuminante, che può trasformare le nostre vite. “Filo sofastri” le cui minute sapienze tramandano la memoria di chi vive nelle

piccole valli, dove non nevica firmato e ci si può chiamare da una costa all’altra. Questo libro ha un precedente nella voce. Nasce dall’incontro tra due grandi amici che, in una conversazione appassionata e godibilissima, alternano delicatamente storie, aneddoti, riflessioni e citazioni regalandoci un piccolo e prezioso gioiello. Una filosofia minima e pratica che al linguaggio gridato preferisce l’arte di sussurrare, in cui l’etica del fare ha sempre la meglio sull’estetica dell’apparire.

Una filosofia che proviene da un passato rievocato senza nostalgie. Un tempo in cui i valori erano vissuti concretamente non per moralismo ma perché aiutavano a stare meglio. Quasi niente è l’ultima traccia di un mondo ben diverso da quello in cui viviamo oggi. Un mondo duro, feroce, ma che ha ancora molto da insegnarci. Mauro Corona è nato a Erto (Pordenone) nel 1950. È autore tra gli altri di “Il volo della martora”, “Le voci del bosco”, “La fine del mondo storto” (premio Bancarella 2011), “La voce degli uomini freddi” (finalista premio Campiello 2014), “La via del sole” e delle raccolte di fiabe “Storie del bosco antico” e “Torneranno le quattro stagioni”, editi da Mondadori. Ha pubblicato anche “La casa dei sette ponti” (Feltrinelli 2012) e “Confessioni ultime” (Chiarelettere 2013). A moderare l’incontro con Corona del 6 maggio sarà il giornalista trentino Carlo Martinelli. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. ■


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ra il 1956 quando i fratelli Mario, Luciano e Sergio Toniolatti gettavano le fondamenta di quella che sarebbe diventata una delle più solide realtà trentine nel campo dei servizi idraulici. Da allora molte cose sono cambiate, sia nella tecnica che nell’organizzazione del lavoro: quello che non è cambiato sono la professionalità e la dedizione con cui anche oggi l’azienda, guidata da Franco, figlio di Sergio, affronta le sfide di un mercato in continua evoluzione, dimostrando capacità innovativa e flessibilità, con un occhio di riguardo per l’ambiente e le energie rinnovabili. La Toniolatti srl lavora nel settore della progettazione e installazione di impianti termoidraulici al servizio di

Sergio e Franco Tioniolatti

TONIOLATTI SI PRENDE CURA DELLA VOSTRA CASA OLTRE 60 ANNI DI ESPERIENZA NEL SETTORE IDRAULICO HANNO PERMESSO A QUESTA AZIENDA FAMILIARE DI EVOLVERSI IN UN QUALIFICATO SERVIZIO DI IMPIANTISTICA, ASSISTENZA E MANUTENZIONE privati e imprese del settore da più di 60 anni: una bella garanzia per la clientela, che può contare su un servizio qualificato, professionale e puntuale non solo nella posa in opera, ma anche nella manutenzione, per ovviare ai piccoli problemi che possono presentarsi a un impianto a distanza di tempo. Con gli anni la gamma dei servizi si è ampliata e va dalla realizzazione di impianti idraulici, di riscaldamento e condizionamento, all’installazione di pannelli solari, oltre naturalmente all’assistenza e manutenzione ordinaria e straordinaria, per mantenere l’impianto in perfetta efficienza. Grazie alla collaborazione con artigiani di provata esperienza, Toniolatti si occupa anche di ristrutturazioni di bagni e appartamenti “chiavi in mano”, con il vantaggio per i clienti di avere tempi e costi certi, determinati già in fase di contratto, e un

unico interlocutore responsabile per l’intera opera. Da sempre attenta all’ambiente, negli ultimi anni Toniolatti srl si è rivolta con decisione alle nuove tecnologie, che consentono non solo un notevole risparmio dei consumi (e quindi della bolletta!), ma che sono anche meno inquinanti. Rientrano in questo ambito le caldaie a condensazione di ultima generazione, gli impianti

solari per la produzione di acqua calda, le pompe di calore tradizionali e geotermiche. Sia che dobbiate rinnovare l’impianto di riscaldamento, sia che decidiate di passare alle rinnovabili, lo staff della Toniolatti srl è a disposizione per effettuare una diagnosi energetica del vostro impianto o del vostro immobile, per offrirvi la soluzione migliore, aiutandovi anche nella compilazione delle pratiche per accedere ai contributi nazionali e provinciali. Sopralluogo e preventivo, sono gratuiti e senza impegno, così come la cordialità e la professionalità: doti sulle quali Toniolatti srl non ha mai risparmiato. Provare per cre■ dere!

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di Fabio De Santi

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rinta, talento e determinazione sono le qualità che hanno sempre contraddistinto la cantautrice nei 30 anni di una carriera che si è evoluta brillantemente seguendo diverse fasi artistiche, corrispondenti ognuna a una continua ricerca personale. Lei è Paola Turci una delle protagoniste dell’ultimo Festival di Sanremo con il brano “Fatti bella per te” che fa parte del suo nuovo cd “Il secondo cuore” al centro del live del 17 maggio all’Auditorium S.Chiara. Paola Turci è tornata quest’anno al Festival di Sanremo dopo 3 Premi della Critica, 9 partecipazioni a Sanremo in gara, una vittoria nel 1989 con il brano “Bambini”, molti riconoscimenti e dischi d’Oro e di Platino e

PAOLA TURCI UNA DELLE PRINCIPALI PROTAGONISTE DELL’ULTIMO FESTIVAL DI SANREMO SARÀ IL 17 MAGGIO A TRENTO, ALL’AUDITORIUM SANTA CHIARA centinaia di concerti in tutta Italia, e lo ha fatto con il brano “Fatti bella per te” (scritto dalla stessa Paola con Giulia Ananìa, Luca Chiaravalli, Davide Simonetta) che è tra i brani più trasmessi dalle radio italiane e il cui video ha superato 5 milioni di visualizzazioni. Le dieci canzoni inedite presenti nell’album rispecchiano un momento

molto bello della vita della cantautrice romana e sono state scritte da Paola con importanti autori quali Giulia Ananìa, Marta Venturini, Fabio Ilacqua, Niccolò Agliardi, Enzo Avitabile, lo stesso Chiaravalli e Fink. In “Il secondo cuore” sono presenti anche la cover di Anna Oxa “Un’emozione da poco” con la quale si è posizionata al se-

condo posto nella serata della cover al Festival e un duetto con l’attore Marco Giallini nella canzone in romanesco “Ma dimme te”. “Il secondo cuore” di cui parla Paola Turci è la musica, unico centro nevralgico della propria esistenza frastagliata di sliding doors. Una serie di fortunati incastri e magiche coincidenze ha caratterizzato

IL 20 MAGGIO A TRENTO, “GENTE LIBERA” DI ROBERTO CORRADINI

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arà presentato a Trento, il 20 maggio (ore 17, Sala Cassa Rurale di Trento, Via Belenzani), il nuovo atteso libro di Roberto Corradini. Dopo il successo di “Il sangue e l’inchiostro”, ecco che esce, sempre per i tipi di Curcu & Genovese, “Gente Libera” (pag. 424, Euro 16), un nuovo romanzo epistolare che racconta le vicende della gente semplice accanto a quelle delle nazioni e dei popoli durante il Novecento. A presentare il libro sarà il noto giornalista Renzo Maria Grosselli. Ma cosa racconta “Gente Libera”? Di Donato Libera che nasce ad Ala di Trento nel 1844, dunque suddito austriaco. Orfano di padre, a 10 anni di età è affidato

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dalla madre morente a un compaesano in partenza per il Lombardo Veneto. È accolto a Verona in un convitto gestito da religiosi. Impara da loro a leggere e scrivere. Lavora come fabbro. A 20 anni è chiamato a combattere con la divisa dell’Austria. Sopravvive alla battaglia di Sadowa contro i prussiani. Torna nel suo paese natale dopo 12 anni di assenza. Non trova nessuno che lo conosca. Il nuovo parroco gli consegna però una busta che contiene alcune lettere. Da esse risulta che... La figlia di Donato, Valeria, nasce ad Avio nel 1884. A 15 anni entra in servizio presso una famiglia di Trento. Valeria non è una “irredentista”, ma nel 1914 segue a Firenze i suoi padroni, che sono amici di Cesare Battisti. Poiché è suddita austriaca ed è andata a vivere “in una Nazione nemica”, le è impedito - per cinque anni - ogni contatto postale con la cognata di Trento e con il fratello soldato in Galizia. Nell’immediato dopoguerra presta servizio presso la stessa famiglia, ma questa volta a Roma... Info: www.curcuegenovese.it


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SO CAMBIARE PEche con alimenti rzioni o piacciono e p no che sazia contro imo in

Pr scenza di cono azione e valut ITO GR ATU

NUOVA SEDE: la lavorazione di quello che la stessa Paola Turci definisce: “il disco che non ho mai fatto e che rappresenta il frutto della realizzazione di me stessa”. Un lavoro ispirato, felice, pieno di incontri e di scambi umani, prima ancora che artistici; questo è il segreto della riuscita di un progetto che si propone con un’identità sonora precisa tra tappeti elettronici, energiche chitarre e sprazzi folk. Paola Turci fa pace con la parte più inquieta di sé, si lascia finalmente andare e lo fa cantando e sorprendendosi, in prima persona, di un rinnovato incanto dalla contagiosità inarrestabile. Paola Turci debutta a metà degli anni ’80 per l’etichetta IT di Vincenzo Micocci, discografico talent scout di cantautori come, tra i tanti, Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Rino Gaetano. Fu lui ad intravedere nella presenza e nella

splendida voce da contralto di quella ragazza di Roma una cantautrice del futuro: Paola Turci aveva dalla sua grinta, talento e determinazione, qualità che non l’hanno del resto mai abbandonata. Da quel giorno sono passati all’incirca 30 anni, nei quali la carriera di Paola Turci si è sviluppata seguendo diverse fasi artistiche, corrispondenti ognuna ad una continua ricerca personale. La sua discografia racconta tutto questo, dai primi felici esperimenti cantautorali (“Ragazza sola, ragazza blu”, “Paola Turci”, “Ritorno al presente” e “Candido”), agli album maggiormente ambiziosi (“Ragazze” e “Una sgommata e via”) usciti prima del grande successo commerciale arrivato con “Oltre le nuvole” e “Mi basta il paradiso” alla fine degli anni ‘90. Gli anni Duemila hanno invece coinciso con un ritorno alle proprie istanze artistiche più intime, raccontate grazie ad album come “Questa parte di mondo” e “Tra i fuochi in mezzo al cielo”, intervallati tra loro a breve distanza dal live “Stato di calma apparente” e seguiti, tra il 2009 e il 2012, da una vera e propria trilogia dedicata all’amore, al femminile e al suo sguardo sul mondo con “Attraversami il cuore”, “Giorni di rose” e “Le storie degli altri”. ■

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di Fabio De Santi

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opo l’uscita della sua prima autobiografia, intitolata “La versione di C.”, Cristiano De André ritorna ad esibirsi dal vivo con una serie di date in programma per il 2017. Il “De André canta De André Tour 2017“ iniziato a marzo approda l’11 maggio all’Auditorium S. Chiara di Trento con il cantautore genovese che si esibirà nella rivisitazione dei brani più celebri di suo padre, contenuti nei due volumi del disco “De André canta De André” pubblicato sei anni fa. Si ascolteranno così brani come “La canzone di Marinella”, “Bocca di rosa”, passando per “Don Raffa”, “Il pescatore”, “Amico fragile”, “Ho visto Nina volare”, “Fiume Sand Creek, “Creuza de mä” e “La canzone dell’amore perduto”. “Questo

CRISTIANO DE ANDRÉ IL PRIMO MAGGIO IL CANTAUTORE SI ESIBIRÀ NELLA RIVISITAZIONE DEI BRANI PIÙ CELEBRI DI SUO PADRE progetto mi ha permesso di portare avanti l’eredità artistica di mio padre – racconta Cristiano – caratterizzandola però con nuovi arrangiamenti che possono esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Mi auguro che così facendo la poesia

di mio padre possa arrivare a toccare le anime più giovani, a coinvolgere anche chi non ascolta la canzone prettamente d’autore”. Un’occasione per ascoltare un musicista nato nel 1962 e cresciuto in un vivace ambiente culturale, dove teatro e musica sono componenti quotidiane. La sua prima esperienza è con

la band dei Tempri Duri con i quali pubblica, nel 1982, il primo singolo “Tempi Duri”, e l’anno dopo l’album di esordio “Chiamali Tempi Duri”. Nel 1985 Cristiano De André intraprende la carriera di cantante solista e partecipa al Festival di Sanremo tra le nuove proposte con il brano “Bella più di me”, raccogliendo consensi di pubblico, arrivando al quarto posto e vincendo il Premio della Critica. Dopo alcuni singoli, nel 1987 esce l’album “Cristiano De André”, comprendente la

DAL 9 MAGGIO LE ISCRIZIONI A “REBUILD”

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uove logiche di produzione per una superiore efficienza e sostenibilità: con i due appuntamenti di Riva del Garda (22 e 23 giugno, Palazzo dei Congressi) e Milano (in autunno), REbuild punta ancora sull’innovazione per presentare alla propria comunità processi e prodotti innovativi di un settore in trasformazione dopo anni di crisi. Edilizia off-site è il concetto chiave del cambiamento proposto negli appuntamenti del 2017: la produzione si sposta in fabbrica, mentre il cantiere diviene il luogo dell’assemblaggio di parti prodotte industrialmente. Già in atto in diversi paesi europei, l’ibridazione dei processi produttivi tra fabbrica e cantiere ha impatti economici e sociali profondi: superiore efficienza, minori costi, più alta affidabilità nei tempi di consegna e negli standard produttivi, nuovi luoghi di produzione con maggiore sicurezza e comfort. L’edilizia che ibrida fabbrica e cantiere si avvale di tecnologie diverse: può intervenire sul riuso come nella nuova produzio-

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ne e rappresenta una rivoluzione capace di tenere insieme non solo superiori standard tecnologici ed economici, ma anche ambientali e sociali. Perché la transizione rappresenti un’opportunità per tutta la filiera, REbuild si propone di presentarne tutti gli aspetti: dalle soluzioni ispirate all’automazione robotizzata e al nuovo artigianato evoluto; a quelle economiche, evidenziando le opportunità per investitori, developer e professionisti; a quelle sociali con la possibilità di interventi a valori e condizioni prima irraggiungibili. Per partecipare è necessario iscriversi a partire dal 9 maggio. Per ulteriori informazioni: 0464 570103 - welcome@rebuilditalia.it


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texelbahn

delicata “Briciola di pane” dedicata all’appena nata figlia Fabrizia, con la collaborazione di Fio Zanotti e Massimo Bubola. Tre anni dopo, nel 1990, esce “L’albero della cuccagna”, album ispirato e ricco di contenuti con la straordinaria partecipazione di artisti del calibro di Mauro Pagani, Vince Tempera, Ellade Bandini, Fabrizio Consoli, Ares Tavolazzi e Massimo Bubola. Nel filone della canzone d’autore e con un personale tono ironico si inserisce l’album “Canzoni con il naso lungo” seguito nel 1995 da “Sul confine” e nel 2001 da “Scaramante” intenso album, che vede la partecipazione di Mauro Pagani. Nel 2009 arriva per Cristiano il momento di concretizzare il progetto di intraprendere un lungo tour in cui rileggere il repertorio di Faber con gli occhi di figlio e di artista. Il “De André canta De André” è un grande successo e colleziona numerosi sold out. Nascono l’album “De André canta De André” pubblicato nel 2009 e nel 2010 “De André canta De André – Vol. 2”, una nuova raccolta di brani del grande Fabrizio. Nel 2016 esce per Mondadori “La versione di C”, una autobiografia intensa in cui Cristiano ripercorre il suo passato in modo intimo e disincantato attraversando ricordi sofferti e teneri allo stesso tempo. Il mare, Genova e la Gallura, il rapporto con suo padre Fabrizio e la madre

Enrica, il legame fortissimo con la musica, la nascita dei suoi figli. Lo scrivere come arma per scoprirsi e guardarsi come figlio prima e come padre poi alla ricerca di risposte precise per perdonare e per perdonarsi, per poter comprendere chi si è davvero. Il 13 maggio esce “Canzone per l’estate” (Universal Music), il nuovo singolo di Cristiano De André, reinterpretazione dello storico brano che Faber scrisse insieme a Francesco De Gregori e che inserì nell’album “Volume 8” del 1975. Di questa canzone ha raccontato: “Quando mio padre e Francesco De Gregori, nel 1974, scrissero questa canzone, contestarono apertamente un modo di vivere troppo convenzionale, tendente all’omologazione delle menti – racconta Cristiano De André – Allo stesso tempo manifestarono l’attrazione per un’anarchia intesa soprattutto come categoria dello spirito. In questo passaggio rivedo il disagio di mio padre, per diversi anni al confine delle due condizioni. Durò poco, fortunatamente, la sua identità libertaria vinse su tutto e lo guidò fino alla fine. Ciò che mi spinge a riproporre questo brano non è solo la volontà di estendere alle generazioni future i suoi insegnamenti, ma anche la convinzione che alcuni paradossi sociali non siano cambiati e che quindi valga la pena continuare a lottare“. ■

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di Fabio De Santi

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ittorio Sgarbi, tra i più noti critici d’arte italiani oltreché polemista, sarà all’Auditorium S. Chiara di Trento il 30 maggio con lo spettacolo “Caravaggio”. La regia e le luci di “Caravaggio” sono di Angelo Generali con le musiche composte da Valentino Corvino violino, elettronica e le immagini elaborate da Tommaso Arosio attraverso scenografia e video. In ”Caravaggio” Vittorio Sgarbi ci conduce il pubblico, attraverso la vita e la pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi, in uno spettacolo teatrale arricchito dalla musica di Valentino Corvino, e dalle immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio. La regia è di Angelo Generali. “Caravaggio – racconta il critico – è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti”. “Caravaggio” non è uno spettacolo tradizionale, a partire dal primo attore che è un critico d’arte, e non è una conferenza. Vittorio Sgarbi mette intenzionalmente cultura e ars polemica al servizio di un vero e proprio spettacolo teatrale, in cui Caravaggio, poeta della realtà e pittore

VITTORIO SGARBI UNO DEI PIÙ NOTI CRITICI D’ARTE ITALIANI OLTRECHÉ POLEMISTA, SARÀ A TRENTO IL 30 MAGGIO CON LO SPETTACOLO SIUL GRANDE “CARAVAGGIO” degli ultimi, “dialoga” con il Novecento e i suoi abitanti. Evento culturale live, ideato per coinvolgere, per attrarre e per scaldare menti e cuori alla riscoperta di una vita unica e di un’arte altissima, “Caravaggio” trova luogo ideale di espressione nel teatro, sulle assi del palcoscenico, con la concentrazione nata dal buio in sala, il nitore delle immagini proiettate e la pulizia delle note suonate. Uno spettacolo nuovo in più sensi: perché innovativo, da una parte, ma

anche perché innesta l’arte a una struttura drammaturgica in cui i due protagonisti, Caravaggio e Sgarbi, si incontrano imprendibilmente. Di questo spettacolo italiamagazineonline ha scritto anche: “La prima parte della serata inizia in modo originale. Dai tre pannelli sul palcoscenico scorrono le scene del ritrovamento del cadavere di Pier Paolo Pasolini, ad Ostia e nella sala si diffonde l’audio delle parole che Alberto Moravia, suo grande amico,

pronunciò due giorni dopo il delitto. L’accostamento Pasolini – Caravaggio è dunque il tema centrale della prima parte, due vite simili in cui i parallelismi sono marcati e le somiglianze molto forti, addirittura anche per quanto riguarda la tragica fine dei due. Ad inframmezzare il racconto di Sgarbi, che non manca di trovare riferimenti all’attualità provocando anche le reazioni divertite del pubblico, c’è la musica composta e suonata ■ da Valentino Corvino”.

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2ManyDjs

di Fabio De Santi

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appresentare il suono elettronico contemporaneo attraverso uno sguardo panoramico dotato sia di profondità storica sia di mordente sul piano dell’attualità. Questo l’obiettivo della seconda edizione del festival “Distretto 38. Musiche/Arti/Innovazione» promosso dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, che si terrà da martedì 9 a domenica 14 maggio. Come già l’anno passato, il programma è ramificato sull’asse Trento/ Rovereto, prendendo spunto dalla spiccata vocazione tecnologica del territorio e rafforzando le relazioni con eccellenze locali quali il MuSe di Trento, il Polo MART di Rovereto e l’Università: istituzioni che dialogano spontaneamente con il festival, condividendone la natura

FESTIVAL DISTRETTO 38 LA KERMESSE SI TERRÀ DA MARTEDÌ 9 A DOMENICA 14 MAGGIO TRA TRENTO E ROVERETO. TRA I NOMI, BRADLEY ZERO legata all’idea d’innovazione. Fra gli appuntamenti principali quello del 13 maggio con 2ManyDjs ( Trento, Teatro Sanbàpolis): i fratelli fiamminghi David e Stephen Dewaele sono pionieri e maestri insuperati del mashup: l’arte di combinare fra loro musiche di origine differente, dando vita a ibridi inimmaginabili. Venerdì 12 invece

sempre a Sanbàpolis anche Hernándeze, esponente rispettatissimo della scena di Detroit, ne è stato protagonista in ambiti diversi, dall’hip hop (come Dj Dez fu complice del leggendario J Dilla negli Slum Village) ai circuiti dell’house music. Kode9 (martedì 9 mag gio, Rovereto, Aula Magna dell’Università e cortile della

Biblioteca Civica) è il nome d’arte dello scozzese 43enne, Steve Goodman è una figura chiave nel panorama del suono elettronico contemporaneo. Di Moodymann (venerdì 12 maggio, Trento, Teatro Sanbàpolis) lo scorso anno il “The Guardian” ha scritto “L’enigma che ha rifondato la dance music”. L’evento finale di domenica 14 maggio si terrà alle 18 sul terrazzo del Muse con Bradley Zero: Bradley ha bruciato le tappe, diventando in breve tempo uno dei nuovi protagonisti nella scena del nightclubbing londinese. ■

I DEPRODUCERS DI MARROCCOLO IL 26 MAGGIO A ROVERETO

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opo il successo di “Planetario” (che ha raccontato in musica l’universo, gli astri, la luna e le stelle) i Deproducers, eccezionale collettivo musicale formato da Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci, tornano insieme con “Botanica”, continuando a mettere in relazione musica e scienza, per raccontare le meraviglie del mondo vegetale. Un disco “Botanica” che si lega ad un tour che farà tappa anche al Mart di Rovereto con un concerto il 26 maggio. “Botanica” è un progetto innovativo e coinvolgente che vede la partecipazione e la consulenza scientifica per la realizzazione dei testi del Prof. Stefano Mancuso, uno dei più importanti ricercatori botanici internazionali, tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale e autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche sulla fisiologia e sul

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comportamento delle piante. Aboca, riferimento internazionale nella ricerca sui complessi molecolari vegetali, che da sempre trae dalle piante medicinali soluzioni avanzate per la salute delle persone e si impegna nel comunicare l’importanza di preservare le condizioni ambientali per la salvaguardia dell’uomo e del pianeta, in veste di co-produttore e co-ideatore dell’opera Botanica ha sposato immediatamente l’idea: raccontare con suoni, musica e parole, le caratteristiche dello straordinario mondo vegetale ad un pubblico ampio in modo semplice e approfondito. Nel live di Botanica i Deproducers e Stefano Mancuso, attraverso canzoni e temi musicali inediti, video proiezioni originali di Marino Capitanio e scenografie di Peter Bottazzi sveleranno “i sensi” delle piante e li trasformeranno in racconto.


trentinopanorama

di Fabio De Santi

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arina Rei con la sua voce e le sue canzoni ritorna a Trento nel segno del suo Unplugged Tour. L’appuntamento con la cantautrice romana è quello di sabato 13 maggio, alle 21, al Teatro San Marco di Trento. Ad organizzare l’evento sono il Ruscello e l’ass. Amici di Casa Mihiri a cui verrà donata una parte del ricavato della serata. L’Unplugged Tour 2017 vede Marina Rei muoversi fra chitarra, batteria e pianoforte, accompagnata dal violoncellista Mattia Boschi. Un particolare set acustico in cui la cantautrice proporrà un viaggio attraverso le sue canzoni più note riarrangiate appunto in una veste inedita. Figlia di genitori musicisti, madre violista e padre batterista, Marina Rei ha sempre respirato musica di diverse ispirazioni. Da giovanissima registra due dischi dance in inglese, con i quali riscuote un discreto successo in Giappone. Nel 1994, dopo anni di concerti dal vivo e di studio delle percussioni firma per la Virgin con a quale pubblica il suo primo singolo importante (“Sola”, aprile 1995) e partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con il pezzo “Al di là di questi anni”, col quale vince il Premio della Critica 1996. Nello stesso anno esce il suo primo disco in italiano, “Marina Rei” mentre nel ‘97 è il tempo del cd «Donna». Di quel periodo ricorda: «il meccanismo discografico si era già fatto impegnativo e logorante, sottraendomi tempo ed energie alla scrittura di testi e musica, alla ricerca d’un suono appropriato e che mi piacesse. Inizio a non condividere a pieno le scelte della casa discografica, tra queste – la più sofferta – quella di una seconda partecipazione al Fe-

MARINA REI L’ATTESO APPUNTAMENTO CON LA CANTAUTRICE ROMANA È QUELLO DI SABATO 13 MAGGIO, ALLE 21, AL TEATRO SAN MARCO DI TRENTO stival di Sanremo nel 1997». I primi segnali di questo forte desiderio di cambiamento e di questa necessità di maggiore serenità affiorano nel disco «Anime Belle» targato 1998 e soprattutto nel brano “Un inverno da baciare” che segna la sua terza apparizione sul palco dell’Ariston per manifestarsi poi in tutta la loro complessità e pienezza nell’album. Il terzo millennio

della Rei inizia con l’album «Inaspettatamente” in cui prevalgono suoni rock e testi crudi espressi nella canzone «I miei complimenti», forse la più emblematica di questa sua fase artistica ed esistenziale. Arriva poi «L’incantevole Abitudine» trascinato da un pezzo come «La parte migliore di me» che verrà inserito nel film di Muccino “Ricordati di me”. Le mos-

se successive sono quelle di dischi come «Colpiscimi” con un singolo come “Fammi entrare”, canzone con la quale torna a Sanremo, «Al di là di questi anni”: un progetto suggestivo nel quale rivisita in chiave acustica il suo repertorio, interpretandolo con una band composta da un quartetto d’archi oltre che da pianoforte, chitarra e, soprattutto, dalle percussioni. ■

24 MAGGIO: MUSICA MACCHINA

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opo la data a Torino (Club to Club) dello scorso novembre Tim Hecker torna ad esibirsi in Italia: il 23 maggio farà tappa a Milano al Teatro Franco Parenti, nell’ambito della rassegna “Electropark” e il 24 maggio a Rovereto, Auditorium Melotti, nell’ambito della rassegna “Musica Macchina”. L’artista canadese, fra i protagonisti più influenti e di maggior successo della sperimentazione elettronica degli ultimi quindici anni, presenterà l’ultimo album Love Streams, che ha segnato il suo approdo presso la prestigiosa etichetta 4AD. Un lavoro in cui l’artista evolve le dense orchestrazioni ambientali del precedente Virgins rielaborandole in una chiave più melancolica e melodica. Costituiti da strati di tastiere, cori e fiati registrati in studio e trasfigurati attraverso l’uso di complessi software, gli undici brani del disco traducono l’ispirazione per i lavori corali del Cinquecento (in particolare quelli del compositore fiammingo Josquin Desprez) in un linguaggio post-contemporaneo, fatto di risonanze digitali e fantasie sintetiche. Tim Hecker è autore di una ricerca peculiare e innovativa. La sua musica, definita talvolta “ambient strutturata”, esplora l’intersezione tra rumore, dissonanza e melodia. Con la quadrilogia composta da Harmony In Ultraviolet, An Imaginary Country e, soprattutto, gli acclamati Ravedeath, 1972 e Virgins si è imposto come uno degli esponenti di punta della musica elettronica contemporanea, sviluppando un nuovo modo d’intendere il ruolo del suono in termini di impatto fisico e percettivo. Le sue performance dal vivo toccano i festival più importanti al mondo, come Sonar, Mutek, Primavera Sound, Victoriaville, Vancouver New Music Festival e Transmediale.

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trentinopanorama di Daniele Valersi www.haydn.it

È

giunta all’ultimo appuntamento la stagione 2016-2017 dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento (31 maggio, Trento, Auditorium, ore 20); alla direzione la prestigiosa bacchetta di Sir Jeffrey Tate per l’imponente Nona Sinfonia di Gustav Mahler; a rinforzare le file della compagine regionale saranno gli allievi dei conservatori dell’Euregio, quelli di Trento, Bolzano e Innsbruck. Personalità musicale di grande carisma, Tate si è affermato combattendo anche contro un serio handicap fisico, poiché è affetto fin dalla nascita da spina bifida e cifosi. Nel 1970 è al Covent Garden di Londra come maestro collaboratore di direttori quali Georg Solti, Colin Davis, Rudolf Kempe, Carlos Kleiber, John Pritchard, Herbert von Karajan; nel 1976 Pierre Boulez lo vuole come suo assistente a Bayreuth per il “Ring” del centenario, nel 1978 l’esordio all’Opera di Göteborg. Oltre ad aver diretto le principali orchestre del mondo, Tate ha ricoperto gli incarichi di direttore principale della English Chamber Orchestra e di direttore ospite della Orchestre Nationale de France; è stato direttore Arvo Volmer

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ORCHESTRA HAYDN ULTIMO APPUNTAMENTO PER LA STAGIONE 2016-2017, IL 31 MAGGIO A TRENTO. ALLA DIREZIONE LA BACCHETTA DI SIR JEFFREY TATE. A PARTIRE DAL 9 MAGGIO, INOLTRE, È APERTA LA CAMPAGNA ABBONAMENTI musicale del Teatro San Carlo di Napoli, oltre che direttore onorario dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e direttore principale degli Hamburger Symphoniker. A partire dal 9 maggio è aperta la campagna abbonamenti per la stagione 2017-2018 dell’Orchestra Haydn; per informazioni contattare la biglietteria dell’Auditorium S. Chiara (tel. 0461-213834). La stagione entrante, presentata recentemente dalla Presidente Chiara Zanoni, dal direttore artistico Daniele Spini e dal direttore principale m° Arvo Volmer, si svolge entro i collaudati binari di un’istituzione sinfonico-orchestrale situata geograficamente e spiritualmente tra due mondi, quello italiano e quello tedesco, cercando di offrire il meglio di tutti e due. Spini, riconfermato per il prossimo triennio alla direzione artistica, inizia a presentare il 58° cartellone con una citazione di Nietzsche, “Senza musica la vita sarebbe un errore”, per proseguire: “Senza musica una società sarebbe più povera. Una stagione sinfonica

Sir Jeffrey Tate

è espressione appunto di una società, nel caso della Haydn è espressione di un’intera regione, dei due capoluoghi in cui opera e delle due province, delle istituzioni pubbliche che la sostengono con un impegno e una convinzione senza molti termini di confronto nel nostro paese, dei privati che a queste si affiancano e soprattutto del pubblico che la segue. […] Offriamo al nostro pubblico un anno di musica nel quale cerchiamo di far convivere armoniosamente le certezze solide del repertorio più amato con proposte più difficili”. I quattordici appuntamenti avranno luogo nei due capo-

luoghi e vedranno sul podio direttori quali Marco Angius, Clemens Schuldt, Valentin Uryupin (anche in veste di solista al clarinetto), Andris Poga, John Axelrod, Michele Mariotti, Ottavio Dantone, Sir Jeffrey Tate, Eivind Gullberg Jensen, Daniele Rustioni, George Pehlivanian, oltre al direttore principale Arvo Volmer. Impegnati in parti solistiche di grande richiamo saranno presenti i percussionisti Ivan Mancinelli e Domenico Cagnacci, i pianisti Michele Campanella, Beatrice Rana ed Evgheni Bozhanov, il contralto Delphine Galou, la violinista Anna Tifu, il violoncellista Alexey Stadler. ■


trentinopanorama

di Fabio De Santi

DEMOCRACY IN AMERICA Alexis de Tocqueville

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a in scena martedì 16 maggio al Teatro Sociale, per la rassegna “Altre tendenze”, lo spettacolo “Democracy in America”. Ispirandosi all’opera omonima di Alexis de Tocqueville, filosofo e giurista francese della prima metà dell’Ottocento, Romeo Castellucci ha costruito la drammaturgia di questo spettacolo che ha debuttato nel marzo scorso al deSingel International arts campus di Anversa. Nel 1832, al rientro da un lungo viaggio di studio negli Stati Uniti d’America, il giovane aristocratico francese compone un saggio in due tomi sul neonato sistema politico americano. In un’opera che diverrà uno dei testi fondamentali per la cultura politica dell’Occidente contemporaneo, descrive il nuovo modello di democrazia rappresentativa ritracciandone l’origine negli usi, nei costumi, nelle idee, nella coscienza collettiva delle colonie della vecchia Europa, ormai affrancate verso un futuro di rifondazione e libertà. La democrazia americana si era potuta costituire grazie a quel fenomeno che Tocqueville individuava come apporto delle comunità puritane nel gettare le basi di una fattiva uguaglianza di stampo biblico. Il vero argomento di Tocqueville, però, non era l’America, bensì la democrazia stessa, scandagliata

IL 16 MAGGIO, PER “ALTRE TENDENZE”, LO SPETTACOLO “DEMOCRACY IN AMERICA”. ISPIRANDOSI ALL’OPERA OMONIMA DI ALEXIS DE TOCQUEVILLE minuziosamente con acribia anatomica; la rinascita in terra vergine di un modello politico logorato dai secoli nella vecchia Europa. De Tocqueville osserva il potenziale di una democrazia giovane come la tirannia della maggioranza, l’indebolimento della libertà intellettuale di fronte a una retorica populista, e l’ambigua relazione fra l’interesse

collettivo e le ambizioni dell’individuo.Nello stesso tempo, il Potere nel Nuovo Mondo rimetteva in questione la propria rappresentazione. Nella Grecia classica, la Tragedia rappresentava il doppio necessario e l’ombra della Democrazia ateniese: con ‘Democracy in America’ Romeo Castellucci segue l’esempio di De Tocquevil-

le e si pone nel tempo che precede la Politica e, recisa in profondità la radice greca, in ciò che viene prima della Nascita del Teatro, in quell’attimo d’indeterminazione in cui i piedi nudi calpestano ancora le ceneri tiepide della Festa abbandonata dagli Dei, ma non vedono ancora l’inizio della Tragedia, creata dall’Uomo. ■

TANGO AL TEATRO SANBÀPOLIS

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opo la notte dedicata al liscio con l’Orchestra Mirko Casadei dello scorso 29 aprile il 6 maggio sarà il tango a segnare i ritmi del ballo al Teatro Sanbàpolis di Trento. Con questi due appuntamenti, il Centro S.Chiara vuole fornire al pubblico un’occasione di aggregazione sociale e di socializzazione attraverso la “danza partecipata”, espressione artistica che sa esprimere passione e sentimenti o, semplicemente, comunicare gioia di vivere. Disciplina rigorosa e “democratica” – ha commentato il presidente del Centro S. Chiara, Ivo Gabrielli – il ballo permette a chi lo pratica una crescita sul piano della socialità e può essere definito “l’espressione visiva della musica”. Se l’Orchestra che ha fatto cantare e ballare almeno quattro generazioni di italiani, si è presentata a Sanbàpolis nella sua veste rinnovata nell’organico, per proporre al pubblico le canzoni della tradizione romagnola arrangiate in maniera ritmica e divertente il 6 maggio sarà all’insegna del tango e chiamerà i “milongueros” trentini a essere protagonisti, ballando sulla musica dal vivo dell’Orquesta Sibando. Si tratta di un gruppo con sede a Parigi, formato da musicisti di diversa nazionalità (Francia, Argentina, Cile e Spagna). Diretta dalla pianista Chloë Pfeiffer, che cura anche gli arrangiamenti dei brani, l’orchestra vede Lysandre Donoso e Carmela Delgado al bandoneon (la tipica fisarmonica dei tangueros), Mathias Naon e Aurélie Gallois al violino, Romain de Mesmay alla viola e Lucas Eubel-Frontini al contrabbasso. Sebastián Rossi è la voce solista.

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trentinopanorama

Quartett

di Daniele Valersi

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n questo mese alcune programmazioni di rilievo concludono il loro ciclo. Nel capoluogo ultimo appuntamento per la rassegna mattutina “I concerti della domenica” (7 maggio, Sala della Filarmonica, ore 10.30), con la “Piccola orchestra Lumière” diretta da Giancarlo Guarino e con Francesco Maria Moncher quale solista al pianoforte; notevole e coraggioso il programma, che prevede la prima esecuzione assoluta di tre brani di autori contemporanei: “Piccolo concerto n. 1 per orchestra da camera e pianoforte” di Massimo Priori, “Waiting - Serenata per Elisa” di Claudio Bonometti e “Concerto per pianoforte” di Nicola Segatta, del quale si ascolterà anche “Cirkus!” (del 2016); le partiture sono state commissionate dalla Società Filarmonica di Trento. Francesco Maria Moncher si è diplomato al Conservatorio di Trento, si è poi perfezionato con Filippo Gamba e con Aldo Ciccolini, divenuto per lui un importante “padre musicale”, col quale collabora alle masterclass di “MusicaRivaFestival”. La “Piccola orchestra Lumière”, complesso

Piccola orchestra Lumière

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CLASSICA, MA... MODERNA A TRENTO, IL 5 E 7 MAGGIO, “QUARTETT” DI LUCA FRANCESCONI: STORIA DI UN AMORE CONFLITTUALE, COMBATTUTO SENZA ESCLUSIONE DI COLPI.... residente dei “Concerti della domenica”, si è esibita in diversi stati europei e ha inciso recentemente un cd dedicato a Shakespeare con musiche di Nicola Segatta. Giancarlo Guarino, violinista, pianista e direttore d’orchestra, è docente di musica da camera presso il Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento. Per la stagione di OPER.A 20.21, che quest’anno ha avuto una lusinghiera conferma con l’assegnazione del Premio Abbiati all’opera “The raven” di Toshio Hosokawa, si preannuncia una chiusura in grande stile al Teatro So-

ciale di Trento, il 5 e 7 maggio, con “Quartett” di Luca Francesconi. Storia di un amore conflittuale, combattuto senza esclusione di colpi fino all’inevitabile tragico finale, “Quartett” ha debuttato nel 2011 al Teatro alla Scala, aggiudicandosi il Premio Abbiati (dell’Associazione dei Critici Musicali Italiani); da allora ha fatto letteralmente il giro del mondo entrando nel novero delle pagine musicali del XXI Secolo più eseguite. A Trento “Quartett” arriva nell’allestimento della Royal Opera House di Londra, con la regia di John Fulljames e Patrick Davin alla direzione dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Al di fuori dei confini provinciali merita attenzione Vino-Ton, evento di alto livello culturale promosso dall’azienda vinicola Alois Lageder nella sua sede di Magré (BZ), che quest’anno si tiene il 26 maggio. Vi partecipano gli strumentisti dello Scharoun Ensemble Berlin, impegnati in brani di Haimo Wisser e Franz Schubert oltre che nella prima esecuzione assoluta di “Oktett”, brano commissionato al compositore Gregor Amadeus Mayrhofer.

Giancarlo Guarino

Intenso il programma di “Settenovecento”, rassegna nata dalla collaborazione tra Festival Internazionale W. A. Mozart a Rovereto, Centro internazionale di studi Riccardo Zandonai e Accademia di musica antica, recentemente inaugurato dalla performance di Elio e i Fiati associati. La serie di nove concerti si svolgerà a Rovereto e in altre località da venerdì 5 maggio a domenica 14 maggio; i programmi spaziano dal repertorio barocco a quello classico e contemporaneo, con puntate nella coralità ed eventi in montagna, come sarà l’appuntamento conclusivo. ■


trentinopanorama

di Nicola Tomasi

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a festa dei prodotti del Trentino e dei piatti che la fantasia e le tradizioni di ognuna delle nostre valli hanno creato con questi prodotti. Questo è Tutti #fuori, l’appuntamento annuale con le tipicità enogastronomiche trentine, realizzato dalle Pro Loco. Il 20 e il 21 maggio, il paese di Zambana si trasforma in un grande ristorante all’aria aperta: i cortili delle case diventano cucine, le strade sale da pranzo con tavole e panche. Dappertutto, dettagli rustici, arredo curato e particolari agresti riempiono l’ambiente. Partendo dal fondo del paese e risalendo la sua strada principale, si susseguono uno dietro l’altro i focolari: ad ogni passo, una Pro Loco propone un piatto della tradizione della sua zona, con un vino locale in abbinamento. Scoprire queste delizie è davvero divertente: con un unico biglietto per ogni portata si può assaggiare un piatto in qualsiasi stand. E le specialità tra cui scegliere sono moltissime: la carne salada di Riva, i kropfen e gli stroboi della Val dei Mocheni, il tortel di patate e le frittelle di mele della val di Non; e ancora, la pasta all’uovo con la Ciuiga e

TUTTI #FUORI: CUCINA IN FESTA IL 20 E 21 MAGGIO A ZAMBANA APPUNTAMENTO CON LE TIPICITÀ ENOGASTRONOMICHE TRENTINE, REALIZZATO DALLE PRO LOCO

le noci del Banale, i canederli e la tartare di manzo della Val di Cembra, le patate saporite di Comano e ovviamente il risotto con gli asparagi bianchi di Zambana. Non mancheranno i gusti inaspettati, come la pizza di farina gialla dalle Valli giudicarie e il Faguspiro’s della Val di Gresta (una specie di pizzoccheri trentini con verza e patate). Il risultato è un grande affresco dei

sapori della nostra terra. I prezzi calmierati e il servizio in classico “stile Pro Loco” sono il plus che dà carattere e atmosfera particolare a questa festa davvero unica. La novità di questa edizione è l’attenzione dedicata alle famiglie: i bambini troveranno laboratori e ampi spazi per divertirsi e sarà possibile acquistare un pacchetto che comprende l’antipasto, 2 pri-

mi, 2 secondi e il dolce a prezzo scontato. Tra un assaggio e l’altro non mancheranno gli spettacoli e l’intrattenimento per tutti: concerti, laboratori, visite guidate all’antica chiesa, visite nei campi di coltura dell’asparago bianco, scuola di cucina, antichi mestieri, per finire con uno spettacolo pirotecnico a ritmo di musica. Una festa in cui il territorio trentino si racconta da sud a nord attraverso la viva voce dei suoi protagonisti, le Pro Loco, associazioni diverse ma tutte accomunate dall’amore per la propria terra e le proprie tradizioni. ORARI: sabato 20 maggio dalle 18.00 alle 24.00 domenica 21 maggio dalle 11.00 alle 23.00 INFO: Facebook Tutti #fuori ■ www.unplitrentino.it

Giuliano Dal Mas

DOLOMITI

un’avventura sospesa tra sogni e realtà 26 ITINERARI TRA I MONTI

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trentinomostre

LEGGÈRE SFUMATURE SI MUOVONO NELLO SPAZIO

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i vuole coraggio oggi ad essere artisti nel senso pieno del termine. Non sfuggevoli, non superficiali, non volubili. Essere artista vuol dire portare con

sé, dall’alba dell’uomo, i saperi antichi del conoscere i colori, la loro composizione, la preparazione della tela, le influenze dell’aria e della luce sul cromatismo. Vuol dire chinarsi sulla tela e costruire un mondo, al di là del tempo, al di là dello spazio. Tutto questo è quello che fa, da molti anni, un valente artista trentino di nascita, sudtirolese di adozione – abita a Salorno –, Rolando

Tessadri.

In questi giorni le sue opere sono esposte nella frizzante

DINOMITI: I RETTILI NELLE DOLOMITI

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i intitola “DINOMITI – Rettili, fossili e dinosauri nelle Dolomiti e storia geologica degli Altipiani Cimbri / Vichar in di khnottn” la mostra che si terrà a Luserna fino a novembre. Un approfondimento sulla geologia degli altipiani cimbri (curatrice la geologa Marilina Cosentino). L’obiettivo principale della mostra è far conoscere, ad Luserna | Lusérn un vasto pubblico, reperti di eccezionale importanza, non solo per bellezza, ma soprattutto per significato scientifico e rarità. Attraverso questi fossili, composti in prevalenza da mostra 2017 ausstellung resti scheletrici e impronte, è possibile presentare rettili Fossili la storia dell’evoluzione dei e dinosauri nelle dolomiti rettili nelle Dolomiti dalle prime tracce risalenti al vichar in di khnottn Carbonifero - Permiano, Fossile reptilien und dinosaurierspuren fino alla scomparsa dei dinosauri fine del Cretaceo. ausalla den dolomiten ErdzEitaltEr GEschichtE Una sezione della mostra consente, inoltre, dEr ziMBrischEN hOchEBENEN un approfondimento della storia geologica degli Altipiani Cimbri, dal 17 aprile vom 17. april con l’individuazione dei siti di particolare rilevanza e loro al 5 novembre bis 5. november presentazione. Altra nuova esposizione temporanea che sarà visitabile dal 17 aprile è la mostra Grande Guerra e Satira, a cura dell’Associazione Culturale Chiarentana. La mostra, che si compone di 64 cartoline presentate cronologicamente, consente di cogliere i cambiamenti che avvennero nella satira di propaganda in funzione degli eventi bellici e politici che andavano via via compiendosi negli anni della Grande Guerra. Info: www.lusern.it Centro Documentazione Luserna

Dokumentationszentrum Lusérn

Dino Miti stOria GEOlOGica dEGli altipiaNi ciMBri

tutti i giorni

con orario: 10 - 12.30 e 14 - 18 in agosto: 9.30 -12.30 e 14 -18.30

täglich geöffnet

Öffnungszeiten: 10 - 12.30 und 14 - 18 uhr im august: 9.30-12.30 und 14-18.30 uhr

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luserna - lusÉrn • Via Trento / Stradù 6

Altre sAle • Weitere säle

magistralmente da Luca Cinquetti, erede della famosa e storica galleria veronese omonima che ha fatto la storia dell’arte contemporanea negli anni Ottanta e Novanta. Nelle sale di via Oberdan 11 sono appesi, sotto il titolo de

“Il colore unico”, dei frammenti di universo,

Grande Guerra e Satira • Weltkrieg und Satire Fauna degli Altipiani • Die Fauna der Hochebenen Alfabeto della Grande Guerra • Alphabet des Ersten Weltkriegs Fortezze degli Altipiani • Festungen der Hochebenen Archeo-metallurgia preistorica • Prähistorische Metallurgie Comunità Cimbra • Die zimbrische Sprachinsel Lusern L’arte del merletto a fuselli • Die Kunst des Spitzenklöppelns Sala video • Videosaal

nei mesi di luglio e agosto saranno aperte anche la Casa museo Haus von Prükk e la Pinacoteca R. M. Pedrazza. Im Juli und August sind auch das Museum Haus von Prükk und die Pinakothek r. m. Pedrazza geöffnet.

In qualsiasi periodo visite guidate su prenotazione in italiano, cimbro e tedesco per gruppi. Jederzeit nach Vereinbarung Gruppenführungen in italienischer, zimbrischer oder deutscher Sprache.

con il contributo di:

Provincia autonoma di trento

Kulturinstitut Lusérn Istituto Cimbro Luserna

Comune di luserna Kamou vo lusérn

delicatamente cromatici, che ti coinvolgono lo sguardo e ti catturano la mente. Leggere sfumature che si muovono nello spazio ti invitano ad avvicinarti per capire quello strano movimento che sfugge ai più ma che tu cogli essere quello che tiene salde le radici tra il mondo di sotto e quello di sopra. E la magia sta tutta nella costruzione stessa che

Rolando Tessadri mette in atto per costruire questi mondi. «La tecnica utilizzata è molto simile al frottage. Si comincia sovrapponendo alla tela delle trame di fili sottili, disposti parallelamente l’uno all’altro, in orizzontale e verticale. Una volta ottenuta questa griglia, l’artista applica dei pigmenti colorati su tutta la superficie per poi asportare il colore con una racla, una grande spatola morbida comunemente usata in serigrafia. È un continuo e meticoloso processo di addizione e sottrazione delle diverse tonalità cromatiche, il cui risultato è una composizione caratterizzata da griglie regolari, nelle quali i colori si accumulano, si sommano, si sovrappongono fino a creare un “non colore”, un monocromo fra le note del grigio, dell’azzurro e del seppia.» Il fatto stesso di creare delle trame, tirare dei fili, lo accomuna ai sapienti che un tempo tenevano unito il macrocosmo con il microcosmo, il mondo di sotto con quello di sopra. I fili che una volta erano evidenti, condivisi,

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Publistampa arti grafiche - 3/17

galleria d’arte “Arena studio d’Arte” di Verona, diretta


trentinomostre visibili, ora sono nascosti, mimetizzati, fuggiti. Si potrebbe dire che, da quando non crediamo più agli dèi e ai santi, le scale per salire verso l’alto e per scendere verso il basso si siano nascoste. Non si sono certamente interrotte come qualcuno crede e le procedure messe in atto dall’artista ci confermano che le alchemiche costruzioni che tengono uniti i mondi diversi non sono scomparse del tutto; si sono solo eclissate, si sono appartate, e soltanto i poeti, gli artisti, i musicisti, i cultori e gli amanti della natura possono ancora percepire questi fili sottili e invisibili, possono comprenderli e, soprattutto, vederli. Le trame di Rolando Tessadri sono il tentativo riuscito non solo di creare opere pittoriche che meritano questo nome per la potenza cromatica ma anche di legare a noi, come un cavaliere donchisciottesco, la speranza di un mondo integro. Si oppone all’arte del fuggevole, di altri artisti intrappolati nel qui e ora, nell’attimo senza storia, senza passato e senza futuro, artisti che sono infastiditi dalla prossimità del cielo, un tempo così vicino alla terra, e che lo allontanano da sé per avere più spazio; ma tagliati i fili, le scale, i collegamenti, l’intera operazione si è rivelata nefasta. E il mondo non se ne accorge. Rolando Tessadri, costruendo pazientemente e in maniera certosina il quadro, ricollega, filo dopo filo, le speranze perdute, costruendo vie dove gli dèi e i santi, materializzandosi, possono ancora ridiscendere tra noi e noi, spiritualizzandoci, possiamo salire a loro, ottenendo una compenetrazione fra il cielo e la terra che porta l’armonia fra gli dèi e gli uomini. Per tutto questo la sua pittura è una pittura lenta, le geometrie sono solo apparentemente semplici, le gradazioni e le delicate sfumature non sono solo apparizioni cromatiche ma molteplici mondi, ognuno con i suoi colori, le sue luci, le ombre e i rilievi. L’immagine diventa così apparizione. Lo spazio della tela è una zona silente, una dimensione “altra” in cui, grazie all’energia impalpabile della luce e alla forza evocativa del silenzio, l’occhio di chi osserva può intraprendere la costruzione del nuovo a partire da espedienti minimi. La bella mostra, accompagnata da un catalogo esplicativo presentato da Vittoria Coen, docente all’Accademia di Brera e a noi trentini molto cara per essere stata per anni direttrice valente della Galleria Civica di Trento, chiude il 10 giugno. Info: 342.7414481.

ARCO Mostre ARCOBONSAI Apertura: da venerdì 5 a domenica 7 maggio. Casinò e Viale delle Palme. Dimostrazioni, workshops, Arcofiori, Villaggio del Gusto. Un’occasione di incontro per tutti gli amanti dei bonsai! Durante il Convegno saranno attivi i punti di ristorazione del “Villaggio del Gusto” che proporranno i piatti tipici trentini, il “Villaggio dei Sapori Trentini” con i prodotti tipici derivanti dall’agricoltura e dall’allevamento, (olio, vino, asparagi, frutta, miele, formaggi e salumi, farine, ecc.) e la Mostra mercato di ArcoFiori con i prodotti del florovivaismo locale. Info: Arcobonsai Club Garda Trentino 349.4235319; www.gardatrentino.it. Ore 9.30-19.30.

BRENTONICO Mostre CORPI DISARMATI: LA MECCANICA DELLA NORMALITÁ Apertura: fino a domenica 2 luglio 2017. Palazzo Eccheli-Baisi, Via Mantova, 4. La mostra, curata da Mara Dissegna, Rodolfo Taiani ed Emanuele Togni, affronta il tema dei tanti reduci che fecero ritorno alle proprie case al termine della prima guerra mondiale menomati nel corpo e nello spirito. Ingresso gratuito Info: per aperture e orari www.museostorico.it Tel. 0461.1747000; www.comune. brentonico.tn.it Tel. 0464.395059.

CANAL SAN BOVO Mostre PRIMIERO E LO SPARTIACQUE DEL ‘66 A MEZZANO Apertura: fino a lunedì 1 maggio. Casa dell’Ecomuseo. La mostra racconta il territorio prima, durante e dopo l’alluvione a cura di Cristina Zorzi e Angelo Longo. Orario: lunedì, mercoledì e venerdì: ore 9-12. Info: APT San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi Tel. 0439.62407.

LUSERNA Mostre DINOMITI: RETTILI, FOSSILI E DINOSAURI NELLE DOLOMITI Apertura: fino a domenica 5 novembre. Centro Documentazione Luserna. L’obiettivo principale della mostra è far conoscere, ad un vasto pubblico, reperti di eccezionale importanza, non solo per bellezza, ma soprattutto per significato scientifico e rarità. Attraverso questi fossili, composti in prevalenza da resti scheletrici e impronte, è possibile presentare la storia dell’evoluzione dei rettili nelle Dolomiti dalle prime tracce risalenti al Carbonifero-Permiano, fino alla scomparsa dei dinosauri alla fine del Cretaceo. Una sezione

della mostra consente, inoltre, un approfondimento della storia geologica degli Altipiani Cimbri, con l’individuazione dei siti di particolare rilevanza e loro presentazione. Orario: tutti i giorni con orario: 1012.30 e 14-18 (nel mese di agosto con orario 9.30-12.30 e 14-18.30). Info: www.lusern.it.

Mostre GRANDE GUERRA E SATIRA - CARTOLINE AUSTROUNGARICHE DALLA COLLEZIONE DI ROLANDO PASQUALINI Apertura: fino a domenica 5 novembre. Centro Documentazione Luserna. mostra, che si compone di 64 cartoline presentate cronologicamente, consente di cogliere, attraverso questo eccezionale e rapido mezzo di comunicazione, i cambiamenti che avvennero nella satira di propaganda in funzione degli eventi bellici e politici che andavano via via compiendosi negli anni della Grande Guerra. A cura dell’Associazione Culturale Chiarentana. Orario: tutti i giorni con orario: 10-12.30 e 14-18 (nel mese di agosto con orario 9.30-12.30 e 14-18.30). Info: www.lusern.it.

PERGINE VALSUGANA Fiere 19° FIERA DEL DISCO USATO E DA COLLEZIONE Apertura: da sabato 13 a domenica 14 maggio. Sala Maier via Pennella. L’Associazione Culturale Orizzonti Sonori propone la Fiera del disco usato e da collezione, diciannovesima edizione della tradizionale mostra-mercato dedicata agli appassionati del vinile (e non solo!) che vogliono vedere, scambiare, vendere e/o acquistare lp, 45 giri, cd, mc, vhs, dvd e libri. Orario continuato sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00, ingresso libero. Info: www. orizzontisonori.it. Mostre ROGER RIGORTH SENSE OF BELONGING Apertura: da sabato 22 aprile a domenica 5 novembre. Castello. Mostre di sculture di Roger Rigorth a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Saranno esposte circa 20 opere. Orario: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 22.00, 99

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trentinomostre lunedì dalle 17.00 alle 22.00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www. castelpergine.it.

RIVA DEL GARDA Mostre ITALO BRESSAN - ANIME Apertura: da domenica 9 aprile a domenica 11 giugno. Museo. Mostra personale a cura di Daniela Ferrari. Info: info@museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it.

Mostre PERFORMANCE: CORPO PRIVATO E CORPO SOCIALE Apertura: fino a domenica 7 maggio 2017. Casa D’Arte Futurista Depero, Via dei Portici 38. A partire dal multiforme ingegno di Depero, la mostra approfondisce l’idea di corpo come luogo di ricerca attraverso un nucleo di opere provenienti dal Mart e una selezione di documenti dell’Archivio del ‘900. In mostra anche tre video esemplari di performance di Yoko Ono, Vito Acconci e Sarenco. Orario: martedi - domenica ore 10-18, lunedi chiuso. Info: www.mart.trento.it.

ROVERETO Mostre IO, ROBOTTO. AUTOMI IN COMPAGNIA Apertura: da venerdì 24 febbraio a lunedì 28 agosto. Palazzo Alberti Poja, Corso Bettini. Una collezione di oltre 90 automi per raccontare la storia e l’evoluzione dei robot da intrattenimento che faranno parte della nostra vita quotidiana. Info: www.visitrovereto.it.

Mostre IN GUERRA SUL MONTE BALDO Apertura: fino a domenica 11 giugno. Castello. Mostra fotografica. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-18. Info: www.museodellaguerra.it.

Mostre FOCUS. MARIO SIRONI NELLA COLLEZIONE ALLARIA Apertura: fino a domenica 11 giugno. Mart - Corso Bettini, 43. Disegni e dipinti nella collezione di Antonio Allaria. Concepita per nuclei tematici, l’esposizione mette in luce un cospicuo gruppo di disegni e dipinti di Sironi che lascia emergere la dimensione più intima dell’artista, delineando alcuni momenti fondamentali della sua ricerca: dalle prime prove futuriste alla moderna classicità di Novecento, fino agli esiti più maturi della sua opera. Completano la mostra le sale monografiche dedicate ad Anton Zoran Mu i , Renato Guttuso eGraham Sutherland. Il percorso si conclude con un gruppo eterogeneo di lavori grafici realizzati, tra gli altri, da Filippo de Pisis, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, restituendo l’immagine del vivace ambiente culturale cortinese frequentato da artisti e appassionati d’arte. N. verde 800.397760. Mostre GRAZIA TODERI E ORHAN PAMUK. WORDS AND STARS Mart - Corso Bettini, 63. Apertura: fino a domenica 2 luglio. Un’affascinante mostra a quattro mani di Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Presentata per la prima volta in versione integrale al Mart, l’opera

prende corpo in una trilogia articolata in un monologo, un dialogo e una conversazione sugli astri. N. verde 800.397760.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre ESTINZIONI Apertura: fino a lunedì 26 giugno 2017. MUSE - Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3, Trento. Storie di catastrofi e altre opportunità il MUSE dà il via a un ambizioso progetto che mette in dialogo le ricerche e le riflessioni sulla sesta estinzione di massa ovvero la crisi ecologica che stiamo vivendo - con le dinamiche che hanno caratterizzato le cinque grandi estinzioni paleontologiche avvenute negli ultimi 500 milioni di anni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 10-19. Costi intero € 10, ridotto € 8. Info:

RIVENDITE AUTORIZZATE BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA

TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

ZUCCHERO

lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30 chiuso il mercoledì e giovedì pomeriggio

NEK

FRANCESCO RENGA

Dopo aver richiamato oltre 115.000 spettatori da tutta Italia, Europa e non solo durante le undici date all’Arena di Verona dello scorso settembre, e aver registrato il sold out nelle date del “Black Cat World Tour 2016”, Zucchero sarà di nuovo protagonista nell’anfiteatro veronese con 5 nuovi imperdibili show.

Dopo il grande successo che li ha visti incantare 6000 persone nell’affascinante cornice di Piazza Santa Croce a Firenze lo scorso 1° luglio, IL VOLO è pronto a far rivivere al suo pubblico le emozioni di un evento unico e irripetibile con un album speciale: “Notte Magica - A tribute To the Three Tenors”,

Dopo il resoconto positivo delle prime tre edizioni anche quest’anno, il Trento Summer Festival torna in Piazza Fiera a Trento per la quarta edizione. Un cartellone pensato per accontentare generazioni e gusti molto diversi.

Dopo il resoconto positivo delle prime tre edizioni anche quest’anno, il Trento Summer Festival torna in Piazza Fiera a Trento per la quarta edizione. Un cartellone pensato per accontentare generazioni e gusti molto diversi.

VERONA Arena 1-5 maggio 2017 ore 21.00

VERONA Arena 19 maggio 2017 ore 21

TRENTO Piazza Fiera 30 luglio 2017 ore 21

TRENTO Piazza Fiera 2 agosto 2017 ore 21

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IL VOLO

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it


trentinomostre www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre BRUNIVO BUTTARELLI L’ESTINZIONE. OVVERO LA VITA OLTRE LA MORTE Apertura: da sabato 1 ottobre 2016 a mercoledì 26 luglio 2017. Parco del MUSE e parco del quartiere Le Albere. Ingresso libero. Info: www.muse.it. Mostre CHIESA, IMPERO E TURCHERIE Apertura: da sabato 3 dicembre 2016 a lunedì 1 maggio 2017. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. Giuseppe Alberti pittore e architetto nel Trentino barocco. Costo biglietto intero € 10, ridotto € 8. Chiuso lunedì non festivo, 25 dicembre e 1° gennaio. Info: info@buonconsiglio.it; Tel. 0461.492811 (dal lun al ven dalle 9 alle 13). Ore 9.30-17. Mostre ALMANACCO 70. ARCHITETTURA E ASTRAZIONE Apertura: fino a domenica 14 maggio. Galleria Civica Trento, Via Belenzani 44. La Galleria Civica presenta un nuovo progetto espositivo e di ricerca che indaga le connessioni tra architettura e arte astratta a Trento negli anni ‘70. Mostra a cura di Campomarzio, Margherita de Pilati, Gabriele Lorenzoni. Orario: martedi - domenica ore 10-13/14-18. Lunedi chiuso. Info: www.mart.trento.it. Mostre MICHELE PARISI OBLIO Apertura: da sabato 4 marzo a sabato 13 maggio. c/o Paolo Maria Deanesi. Mostra a cura di Gabriele Salvaterra. Orario: mer-gio-ven-sab 15-19; altri giorni su appuntamento. Info: gallery@paolomariadeanesi.it; www.paolomariadeanesi.it. Mostre RENATO PANCHERI Apertura: da venerdì 14 aprile a mercoledì 14 giugno. Grand Hotel Trento, Piazza Dante 20. Mostra personale.

Mostre ZHDAT’: DALLE ALPI ALLA SIBERIA - PAESAGGI DI OGGI, STORIE DI IERI (1914-1920) Apertura: fino a domenica 25 giugno. Le Gallerie, Piedicastello. In questa mostra il fotografo Fabio Pasini presenta e interpreta i luoghi della memoria della Grande Guerra. Sono paesaggi fermi nel tempo capaci di suscitare riflessioni e approfondimenti. Dopo aver camminato sui sentieri del “ Fronte italiano” e aver fissato i paesaggi con la sua macchina a foro stenopeico, Pasini si è spostato nella grande Russia percorrendo decina di migliaia di chilometri in treno rimanendo impressionato dalla vastità del paesaggio. Orario: da martedì a domenica ore 9-18. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre UMBERTO MOGGIOLI CROMATISMI Apertura: da sabato 22 aprile a domenica 2 luglio. Cappella Vantini di Palazzo Thun, via delle Orne 1. Una serie di pitture di Umberto Moggioli provenienti da una collezione privata. Orario: chiuso il lunedì; apertura straordinaria il 26 giugno), da martedì a domenica 10.00-18.00. Ingresso libero. Mostre LE INGEGNOSE. PERCORSO NELLA CREATIVITÀ DI 12 ARTISTE CONTEMPORANEE Apertura: da sabato 20 maggio a martedì 13 giugno. PalazzoTrentini.

VILLA LAGARINA Mostre MAURO BERLANDA - TRACCE NEL SILENZIO - UOMINI E MONTAGNE Apertura: da sabato 25 marzo a domenica 7 maggio. Palazzo Libera. Mostra personale ricordando Walter Bonatti a cura di Nicoletta Tamanini. Orario: mercoledì, giovedì, venerdì ore 14-18; sabato, domenica e festivi ore 10-18. Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero. Info: www.comune.villalagarina. tn.it; cultura@comune.villalagarina.tn.it.

CRISTINA FERRARI: “AZZURRO NELL’ANIMA”

L’

inizio d’anno 2017 ed i mesi finali del 2016 sono stati il momento “clou” per la poetessa trentina Cristina Ferrari: è riuscita a produrre ben tre raccolte di liriche con alcune poesie scelte fra altri suoi 26 volumi . Inarrestabile quindi la sua vena poetica che s’ispira alle valli trentine, alla famiglia, all’Amore, al ricordo di care persone, al mondo dell’Arte. Ci sono altri frammenti sparsi in volumi editi per Autori contemporanei ma gli ultimi tre, “Immagini nel tempo”, “Alberi” e “Azzurro nell’anima “ sono proprio tappe significative del suo sentire. La poetessa ha un proprio scrigno d’immagini, di metafore,di allusioni, di tropi, che filtra di volta in volta,con cui coinvolge i suoi estimatori e lettori. Versi d’amore e storie famigliari s’infilano nelle strofe che la poetessa inanella, verifica, espone, secondo uno schema sentimentale che culla da decenni. Desidera che le impressioni,fissate nei suoi ricordi e nel suo cuore, non vadano perdute, ma gustate,riprese e ricordate anche in futuro. Quindi intreccia rapporti culturali con altri poeti, altri scrittori, altri mezzi di comunicazione per portare un messaggio di bellezza, di stupore, di gioia, di serenità.Cerca di “fendere l’oscurità “ di certe nebbie e certe sere, quando la nostalgia opprime e snatura rapporti in famiglia,sul lavoro, fra amici. Dubbi, speranze,malinconia potrebbero mandare in frantumi il suo passato a cui si sente invece legata da un vincolo indissolubile e filiale. Allora i ricordi sovvengono a ravvivare come “gocce di cristallo” speranze, attese, sogni che sono ancora l’essenza del suo poetare.”Lungo il cammino” la Ferrari sa offrirci acute considerazioni sulla vita di relazione, su storie anche minimali di ambienti giudicariesi e dolomitici: ”Boschi all’ombra/ profonda/chiarore di cielo./ Una casa di pietra/ un fienile/ odore d’erba/fresca/ sapore di cose buone/ all’alba della vita”. Ed ancora in “Autunno”: “volteggiano nell’aria/ come manto della Natura”. Quindi canto di stagioni, sprazzi di luce, rapsodie montanine, aliti di vento che portano insostituibili ricordi. A ”Daone a Giugno” c’è “una valle / ed una casa curiosa” ci sono “cime ancora spruzzate di neve” che esplodono in “È tutto un incanto”. Gli alberi, infine, alla Ferrari offrono riconciliazione ed una scia per ripercorrere una vita,con le attese e la promessa di nuove albe. Luciano De Carli

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trentinoappuntamenti

DA SGARBI A CORONA, E POI TURCI, REI E DE ANDRÉ

I

l suo oramai celebre nome è Vittorio

Sgarbi,

ed è tra i più noti critici d’arte italiani oltreché polemista, sarà all’Auditorium S. Chiara di Trento il 30 maggio con

lo spettacolo “Caravaggio”, un viaggio attraverso

la vita e la pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi, in uno spettacolo teatrale con le immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio.

Marina Rei con la sua voce e le sue canzoni ritorna a Trento nel segno del suo Unplugged Tour. L’appuntamento con la cantautrice romana è quello di sabato 13 maggio, alle 21, al Teatro San Marco di Trento. Dopo l’uscita della sua prima autobiografia, intitolata “La versione di C.”, Cristiano

De André ritorna ad

esibirsi dal vivo con una serie di date in programma per il 2017. Il “De André canta De André Tour 2017“ iniziato a marzo e approda l’11 maggio a Trento. Lei è Paola

Turci una

delle protagoniste dell’ultimo Festival di Sanremo con il brano

VITTORIO SGARBI

È

nato a Ferrara l’8 maggio 1952. Si è laureato in filosofia con specializzazione in storia dell’arte all’Università di Bologna. È saggista e conduttore televisivo. Ha pubblicato numerosi volumi di storia e critica dell’arte. Ha pubblicato con Rizzoli Davanti all’immagine (1989, Premio Bancarella 1990), Il pensiero segreto (1990), Dell’Italia. Uomini e luoghi (1991, Premio Fregene), Gli immortali (1998). Ha curato molteplici mostre, in Italia e all’estero, dedicate – tra gli altri – a Valerio Adami, Vangi, Botero, Nathan. Alcuni fra i suoi riconoscimenti pubblici: accademico dell’Accademia Georgica di Treia e della Rubiconia Accademia dei Filopatridi, presidente del Comitato scientifico del Museo Campano di Capua e dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, membro della Commissione per le attività culturali dei comuni di Cremona e di Lecce, commissario per le arti e il restauro architettonico della città di Padova e Alto Commissario per la valorizzazione della Villa del Casale di Piazza Armerina. È direttore alla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia. Ha vinto nel 2000 il Premio Internazionale Flaiano per la televisione. Collabora con “Bell’Italia”, “Grazia”, “Il Giornale”, “L’Espresso”, “Panorama”, “Restauro & Conservazione”, “Oggi”, “Arte e Documento”. E’ stato eletto deputato al Parlamento italiano nel 1992 e nel 2001, e al Parlamento europeo nel 1999. È stato sottosegretario ai Beni culturali. Nel 2006 è entrato a far parte della Giunta del comune di Milano come assessore alla Cultura. È stato sindaco di Salemi (PA).

“Fatti bella per te” che fa parte del suo nuovo cd “Il secondo cuore” al centro del live del 17 maggio all’Auditorium S.Chiara. “Quasi niente”, l’ultimo libro di

Mauro Corona (scritto a quattro mani con Luigi Maieron) che sarà presentato dall’autore a Levico Terme sabato 6 maggio, nell’ambito di una ghiotta anteprima del Trentino Book Festival 2017 (1518 giugno).

nell’organizzazione per la prima volta dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi. Il prologo di “Siamo

Europa” avrà luogo il 12 maggio alle 15 nella Sala della Fondazione Caritro di via Calepina, con un appuntamento dedicato agli amministratori locali. Infine, va in scena martedì 16 maggio al Teatro Sociale, per la rassegna “Altre tendenze”, lo spettacolo

Il Servizio Europa della Provincia, attraverso i suoi

“Democracy in America”. Ispirandosi

centri di informazione sull’UE Europedirect e Centro

all’opera omonima di Alexis de Tocqueville, filosofo e

di Documentazione Europea, verrà affiancato

giurista francese della prima metà dell’Ottocento.

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trentinoappuntamenti 1 LUNEDÌ Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2017 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Prevede come paese ospite protagonista della sezione “Destinazione...”, l’Islanda. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Enogastronomia FESTIVAL DEL LATTE E DELLA LANA Levico Terme. Dalle 10 alle 19. Lungo le vie del centro. Info: www. visitlevicoterme.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Tradizione FESTA PATRONALE DI GOBBERA Tre giorni di festa patronale alla Gobbera con serate danzanti, stand gastronomici e intrattenimento per grandi e piccini. Info: www.sanmartino.com. Tradizione EXPO VALSUGANA LAGORAI Levico Terme. Palalevico, viale lido, dalle ore 9 alle 19. Mostra mercato della Valsugana e del Trentino Orientale. Uno dei temi principali della fiera è il “vivere bene” nelle varie dimensioni, prodotti della terra e al benessere generale, un’area dedicata al settore biologico Trentino sia dell’alimentazione che delle produzioni naturali. Oltre ai settori fieristici tradizionali presenti, artigianato, industria, commercio, servizi, nuove tecnologie. All’interno della rassegna troveranno spazio espositori che si occupano di “Bio-edilizia e del risparmio energetico” dal fotovoltaico, ai serramenti alle isolazioni e alle energie alternative. Info: Bsi Fiere www.bsifiere.com; Tel. 0461.751252; info@bsifiere.com; info@palalevico.com. Tradizione FESTA DEL 1° MAGGIO Arco. Dalle ore 14. Una giornata dedicata a bambini, famiglie, ragazzi e anziani, una giornata che

vuol far sentir tutti liberi e contenti, una giornata che ci ricorda di essere VIVI. Info: Sideout & Cantiere 26 348.89531330; www.gardatrentino.it.

2 MARTEDÌ Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2017 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Prevede come paese ospite protagonista della sezione “Destinazione...”, l’Islanda. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Musica SCUOLA D’ASCOLTO DELLA MUSICA ORGANISTICA 2017 Trento. Ore 20.30. Chiesa parrocchiale di Cristo Re. Incontri con l’organo e la sua musica allo strumento Ciresa-Zeni. Max Reger (1873-1916) da “3 Choral-Phantasien für Orgel, Op.52”: Phantasie über den Choral ‘Wachet auf, ruft uns die Stimme’. Ingresso libero e gratuito.

3 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione Mana. Per iscrizioni e informazioni: mimosa.2009@ live.it. Cultura RADICI: LE CULTURE SI INCONTRANO - FESTIVAL DI ARTE, MUSICA E RELAZIONI Riva del Garda. Biblioteca civica. Cina e Giappone: viaggio tra suoni e parole, musiche e racconti di una Comunità in divenire. Cura dei testi e regia: Sara Maino. Musiche a cura di: Luminita Evy Dirlosan e Roberto Garniga. Info: SMAG - Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774. Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2017 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato

alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Prevede come paese ospite protagonista della sezione “Destinazione...”, l’Islanda. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Musica ANTONIO FUSCO NEW SEMPLICITY TRIO Trento. Ore 21.30. Il Circolino/ Circolo del Tennis, Piazza Venezia. Concerto con Bruno Heinen, piano / Henrich Jensen, double bass / Antonio Fusco, drums. New Semplicity Trio è un nuovo e ambizioso progetto nato da una lunga ed intensa collaborazione tra il pianista e compositore Inglese Bruno Heinen e il batterista italiano Antonio Fusco, con la brillante partecipazione del contrabbassista danese Henrik Jensen. Melodia, contemporaneità e groove sono solo alcuni aspetti che evidenziano la visione musicale e compositiva dei tre musicisti. New Semplicity Trio propone una versione del piano trio ricercata e ricca di elementi che accomunano le diverse culture musicali, confluendo il pensiero musicale in un unico linguaggio. Info: www.trentinojazz.com.

4 GIOVEDÌ Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2017 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Prevede come paese ospite protagonista della sezione “Destinazione...”, l’Islanda. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO. Trento. Ore 18. Palazzo Roccabruna - Via Santa Trinità, 24. Presentazione del libro di Fiorenzo Degasperi: “Via Claudia Augusta in bicicletta” Il racconto del viaggio in bicicletta sulle tracce dello storico tracciato della Via Claudia Augusta Altinate. Ed. Curcu&Genovese. Info: www. curcuegenovese.it

Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nel-

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trentinoappuntamenti le mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Teatro VIN DE SAMBUC Lavarone. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo tratto da “Arsenico e vecchi merletti” di J. Kesserling - trad. dial. e adattam. di Lina Lisciotto con la Filodrammatica “S. Floriano” di Lavarone. Nell’ambito della 5ª edizione della Rassegna Teatrale di Lavarone a Teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SPETTACOLO VINCITORE -RESIDENZA BELLANDI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. La compagnia vincitrice avrà a disposizione la sala prove del Teatro di Pergine e il palco per gli ultimi giorni di messa in scena dello spettacolo che dovrà debuttare in anteprima all’interno della manifestazione, come per i precedenti spettacoli, Il Maestro e Margherita di ariaTeatro, Voglio essere incinto di EstroTeatro, Giustizia e libertà di raumTraum e Intelligenza di Arditodesìo. Un fine stagione dedicato al confronto tra artisti, al lavoro di ricerca, alla cre-

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scita del Teatro di Pergine come Centro di Produzione Teatrale aperto. Info: Teatro comunale di Pergine Tel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine.it. Teatro BANANA SPLIT Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. La compagnia Bettedavis Duo presenta “Banana split”, spettacolo vincitore del concorso “Residenze Bellandi” su testo di David Lorino ed Elisabetta Mazzullo, regia di Elisabetta Mazzullo. Liberamente ispirato al racconto di tobia Wolff “Due ragazzi e una ragazza”, Banana Split parla di un’età magnifica, fragile ed esplosiva: quella della giovinezza, in cui tutto è possibile eppure tutto sembra così definitivo. Biglietto di ingresso: intero € 12,00; ridotto (carta “In Cooperazione”,over 65 e under 26) € 10,00; ridotto speciale carta “Amici del Teatro” € 8,00. Info: Teatro Comunale di Pergine Tel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine.it. Teatro CUORI IN GABBIA Trento. O re 2 0 . 3 0 . Teatro Sanbàpolis - Via della Malpensada, 82. Liberamente ispirato a Romeo e Giulietta di W.Shakespeare con il gruppo teatrale “Orme del vento” dell’Associazione Estuario ONLUS di Trento. Ingresso libero. Info: www.estuario.it.

5 VENERDÌ Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2017 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Prevede come paese ospite protagonista della sezione “Destinazione...”, l’Islanda. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera

trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Musica C+C= MAXIGROSS Trento. Ore 20. Bookique, Via Torre D’Augusto 29. Nell’ambito di #UploadOnTour. Nel corso della serata si esibiranno anche tre band iscritte all’edizione 2017 di UploadSounds, una per ogni provincia dell’Euregio. Info: www.uploadsounds.eu. Musica SETTENOVECENTO Rovereto. Ore 21. Sala Filarmonica. Vivaldi, Le Quattro Stagioni e dintorni... Ensemble L’Astrée Academia Montis Regalis. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecento.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it. Musica QUARTETT - LUCA FRANCESCONI Trento. Ore 20. Teatro Sociale. Storia di un amore conflittuale,


trentinoappuntamenti combattuto senza esclusione di colpi fino all’inevitabile tragico finale, Quartett ha debuttato nel 2011 al Teatro alla Scala, aggiudicandosi tra l’altro il Premio dell’Associazione dei Critici Musicali Italiani, e da allora ha fatto letteralmente il giro del mondo entrando nel novero della pagine musicali del XXI Secolo più eseguite. A Trento, Quartett arriverà nell’allestimento della Royal Opera House di Londra, con la direzione musicale di Patrick Davin e la regia di John Fulljames. Info: www.haydn.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Mezzolombardo. Ore 20.45. Teatro “S. Pietro”.Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Nell’ambito di Comedie a Mezombart. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”.Spettacolo di Luigi Pirandello con la Compagnia “Agorà”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

6 SABATO Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Borgo Valsugana. Ore 17. Sala Marcellina Paternolli. In trincea, viaggio nella Grande Guerra - Presentazione del quaderno del museo “La guerra di Valerio”.Ingresso libero. Info: Biblioteca Borgo Valsugana, Tel. 0461.754052. Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2017 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Prevede come paese ospite protagonista della sezione “Destinazione...”, l’Islanda. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Cultura MAURO CORONA Levico Terme. Ore 20.30. Teatro Caproni. “Quasi niente”, l’ultimo libro di Mauro Corona (scritto a quattro mani con Luigi Maieron) sarà presentato dall’autore, nell’ambito di una ghiotta anteprima del Trentino Book Festival 2017. Info: tel. 3282160471.

Danza LE NOTTI DEL TANGO E DEL LISCIO Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada. Serata dedicata al tango con i “milongueros” trentini protagonisti, ballando sulla musica dal vivo della Orquesta Sibando. Biglietto € 10. Info: www. centrosantachiara.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Famiglia IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE Borgo Valsugana. Nel centro storico e nelle vie del paese. i genitori si potranno dedicare a lunghe passeggiate e avranno la possibilità di fare shopping nel nostro centro storico poiché i negozi del paese rimarranno aperti appositamente per questo evento. Tutti i bambini, invece, potranno essere affidati nelle mani esperte dei nostri animatori, i quali provvederanno a creare delle giornate di grande divertimento con numerosi laboratori creativi, musica ed animazioni generali. L’accesso al Giardino delle Meraviglie sarà possibile solo con un biglietto che verrà rilasciato dai commercianti associati al Consorzio, il biglietto avrà una durata massima di 1 ora. Per maggiori informazioni: Giacomo Nicoletti 347.3476901M info@visitborgovalsugana.it . Musica A TUTTA BANDA 2017 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizza-

SERVIZI AMBIENTALI UMWELTDIENSTE Rottamazione veicoli Smaltimento rifiuti Valorizzazione e recupero rifiuti Consulenza ambientale Corsi Sicurezza e Ambiente Fahrzeugverschrottung Müllentsorgung Wertstoffsammlung und Wertstofftrennung Umweltberatung Kurse für Sicherheit und Umwelt

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trentinoappuntamenti to dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Ingresso libero. Info: Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; Tel. 0461.511332 (biglietteria); www. teatrodipergine.it. Musica RECITAL DELLA PIANISTA MIDORI KUHARA Riva del Garda. Ore 17.30. Auditorium del Conservatorio. Per gli “Amici della musica” di Riva del Garda. Info: Amici della Musica Riva del Garda Tel. 0464.555325. Musica SETTENOVECENTO Rovereto. Ore 21. Sala Filarmonica. Mozart, Concerto per flauto, arpa e orchestra in Do maggiore K 299; Mozart, Quintetto per clarinetto ed archi in La maggiore K581; Claudio Marinone, flauto, Davide Burani, arpa Roberta Gottardi, clarinetto di bassetto; Ensemble dei Salotti Musicali Parmensi. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecento.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it. Teatro VIN DE SAMBUC Lavarone. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo tratto da “Arsenico e vecchi merletti” di J. Kesserling - trad. dial. e adattam. di Lina Lisciotto con la Filodrammatica “S. Floriano” di Lavarone. Nell’ambito della 5ª edizione della Rassegna Teatrale di Lavarone a Teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Lavis. Ore 20.30. Auditorium Comunale. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MAMME ROVENTI Brentonico. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di David W. Christner - trad. Leonardo Franchini con la Compagnia “GAD - Città di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

7 DOMENICA Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 2017 Trento. Centro storico. Festival internazionale di cinema dedicato alla montagna, all’esplorazione e all’avventura. Prevede come paese ospite protagonista della sezione “Destinazione...”, l’Islanda. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trento-

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festival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it.

ma dettagliato su www.settenovecento.it.

vin e la regia di John Fulljames. Info: www.haydn.it.

Danza APPARIZIONI Riva del Garda. Ore 17.30-19. Galleria S. Giuseppe. Giovani ed atletici danzatori della compagnia californiana dell’università di S. Barbara portano in scena uno spettacolo unico e pieno di magia. Un energico e suggestivo medley che parte dalla danza moderna e contemporanea per arrivare alla scena punk inglese degli anni ‘80. Ingresso gratuito. Info: Compagnia delle Nuvole Tel. 0464.573916.

Musica SETTENOVECENTO Rovereto. Ore 16. Mart. Mozart, Quartetto in Mi bemolle maggiore K 428 Webern, Langsamer Satz; ostakovi , Quartetto n. 7 Op. 108; Quartetto dell’Orchestra da Camera di Mantova. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecento.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it.

Tradizione MERCATINO DELL’ HOBBISTICA E DELL’USATO CastelloTesino. Piazza S. Giorgio, tutto il giorno. Mercatino dell’hobbistica, maglieria, ricami fatti a mano, vestiti e accessori usati. Info: Comune di Castello Tesino tel. 0461 592520 (ufficio commercio); APT Valsugana - ufficio di Castello Tesino Tel. 0461.593322.

Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Musica A TUTTA BANDA 2017 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizzato dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Ingresso libero. Info: Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; Tel. 0461.511332 (biglietteria); www. teatrodipergine.it. Musica SETTENOVECENTO Ala. Ore 11. Giardino di Palazzo Azzolini. Mozart, Canti d’aia, di bottega e di corte con Laura Catrani con La Nuova Brigata Pretolana. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecento.it. Program-

Musica CONTRASTI - FESTIVAL DI MUSICHE DEL ‘900 E CONTEMPORANEE / 4A EDIZIONE Rovereto. Sala Caritro. Nel pomeriggio si terranno due concerti nei quali strumenti tradizionali si rapporteranno ed interagiranno con il mondo dell’elettronica. Il primo concerto, alle 16, sarà tenuto dall’ensemble Cluster di Lucca, una delle realtà italiane più interessanti e promettenti nell’ambito della musica contemporanea. Dopo un incontro sulle nuove frontiere della musica elettronica tenuto da Raul Masu, alle 18 lo stesso Masu al live electronics ed Emanuele Dalmaso al sax ci porteranno attraverso inediti ed affascinanti mondi sonori. Ingresso libero. Info: www.motocontrario.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30-11.30. Società Filarmonica di Trento, Via Giuseppe Verdi, 30. La Piccola Orchestra, Lumière Francesco Maria Moncher, pianoforte; Giancarlo Guarino, direttore su musiche di Massimo Priori Piccolo concerto n. 1 per orchestra da camera e pianoforte (prima esecuzione assoluta; commissione Società Filarmonica); Claudio Bonometti: “Waiting”, Serenata per Elisa (prima esecuzione assoluta; commissione Società Filarmonica); Nicola Segatta: Concerto per pianoforte (prima esecuzione assoluta; commissione Società Filarmonica) Cirkus! (tratto da Shakespeare for Dreamers, 2016). Info: www.filarmonica-trento.it. Musica QUARTETT - LUCA FRANCESCONI Trento. Ore 20. Teatro Sociale. Storia di un amore conflittuale, combattuto senza esclusione di colpi fino all’inevitabile tragico finale, Quartett ha debuttato nel 2011 al Teatro alla Scala, aggiudicandosi tra l’altro il Premio dell’Associazione dei Critici Musicali Italiani, e da allora ha fatto letteralmente il giro del mondo entrando nel novero della pagine musicali del XXI Secolo più eseguite. A Trento, Quartett arriverà nell’allestimento della Royal Opera House di Londra, con la direzione musicale di Patrick Da-

8 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 14-17. c/o Dipartimento di Lettere e Filosofia - Via Tommaso Gar, 14. Aula 421 (sala riunioni 4° piano). “L’Umanista al pc” con Emanuele Pulvirenti (dottorando Università di Trento). Info: labsa@lett.unitn.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525.

9 MARTEDÌ Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Musica DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 21. Cortile della Biblioteca Civica, Dj set: Kode9. Ingresso libero. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara www.centrosantachiara.it.


trentinoappuntamenti 10 MERCOLEDÌ Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Musica DISTRETTO 38 Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti, live set: Shackleton/ Lorenzo Senni. Ingresso € 12. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara www.centrosantachiara.it. Musica MARCO DETTO TRIO Trento. Ore 21.30. Il Circolino/ Circolo del Tennis, Piazza Venezia. Concerto con: Marco Detto, pianoforte; Marco Ricci, contrabbasso; Tony Arco, batteria. Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com.

11 GIOVEDÌ Cultura POMERIGGI DA ROMANZO - THE WATER IS WIDE: BOB DYLAN Borgo Valsugana. Ore 14.20-16. Biblioteca comunale. Incontri su misura per chi abbia voglia di sentirsi raccontare un romanzo. Relatrice: Chiara Vadaghini. Info: Biblioteca di Borgo, Tel. 0461.754052. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Musica SETTENOVECENTO Rovereto. Ore 21. Sala Filarmonica. CALEIDOSCOPICO ‘900... dal clavicembalo alla chitarra elettrica con il Gruppo Strumentale “R. Dionisi”. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecen-

to.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it. Musica CRISTIANDO DE ANDRÉ IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Dopo la pubblicazione della sua prima autobiografia, intitolata “La versione di C.”, Cristiano De Andrè ritorna ad esibirsi dal vivo con una serie di date in programma per il 2017. Prevendita biglietti presso la sede di Trentinomese - Via Ghiaie, 15 38122 Trento.

12 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 14-17. c/o Dipartimento di Lettere e Filosofia - Via Tommaso Gar, 14. Aula 421 (sala riunioni 4° piano). “L’Umanista in università” con Emanuele Pulvirenti (dottorando Università di Trento). Info: labsa@lett.unitn.it. Cultura CONFERENZA Pergine Valsugana. Ore 20.30. Centro Giovani #Kairos, Via Amstetten. Il Centro Giovani #Kairos ospiterà “Una casa e una scuola a misura di bambino”, un dialogo “fra adulti” per riflettere sul nostro ruolo nella crescita dei bambini da 0 a 6 anni a cura della dottoressa Miriam Gandolfi (psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva). Ingresso libero. Info: ASIF Chimelli Tel. 0461.502351/4; www.asifchimelli.eu; info@asifchimelli.it. Cultura SIAMO EUROPA Trento. Piazza Fiera. Dibattiti, approfondimenti e spettacoli sull’Unione Europea. Una tensostruttura ospiterà tre aree dedicate all’Unione: l’ingresso sarà riservato alla presentazione dei progetti cofinanziati dall’UE e realizzati in Trentino; nella zona centrale i librai della città proporranno i titoli legati alla tematica europea; quindi l’area dedicata agli appuntamenti. Ulteriori dettagli su https://siamoeuropa.provincia.tn.it. Cultura DIALETTISMO Riva del Garda. Ore 20.30. Circolo Pensionati di Riva, alla sede SAT. Presentazioni librarie con l’autore di testi dialettali: “Il volo della farfalla” di Vinicio Zuccali. Ingresso gratuito. Info: Biblioteca civica Tel. 0464.573806. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nel-

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trentinoappuntamenti le mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Famiglia ARCOZEN CITTÀ DEL BENESSERE Arco. Ore 8-20. Centro storico e dintorni. Rassegna dedicata al mondo del benessere psicofisico: trattamenti, camminate meditative, village, workshops, shows ecc. ArcoZen vuole offrire un’importante palcoscenico ai settori Olistico, del Wellness, dell’Oriente, del Movimento Utile (il movimento come fonte di benessere), dello Yoga, della Meditazione, della Danza, dell’Alimentazione, dei Suoni, delle esibizioni di Arti Marziali e di tantissimo altro ancora con eventi che nella loro semplicità e naturalezza saranno in grado di emozionarci! Info: Assocentro Tel. 327.7162265; www.gardatrentino.it. Musica SETTENOVECENTO Rovereto. Ore 20.30. Sala Filarmonica. Concerto in occasione del 30° anniversario della Cooperativa Sociale” Punto d’Approdo” con il Coro S. Ilario. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecento.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it. Musica DISTRETTO 38 Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Dj set: Moodymann/Andrés. Ingresso € 18. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara www.centrosantachiara.it. Teatro STASERA IMPRO Mezzolombardo. Ore 20.45. Teatro “S. Pietro”. Improvvisazione comica con la Compagnia “Improvedibili” di Trento. Nell’ambito di Comedie a Mezombart. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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13 SABATO Cultura CONFERENZA Castello Tesino. Ore 16. Casa di Riposo Suor Agnese. Conferenza con il giornalista Walter Nicoletti: “Ti racconto di agricoltura e montagna”. Info: Casa di Riposo, Tel. 0461.594166. Cultura SIAMO EUROPA Trento. Piazza Fiera. Dibattiti, approfondimenti e spettacoli sull’Unione Europea. Una tensostruttura ospiterà tre aree dedicate all’Unione: l’ingresso sarà riservato alla presentazione dei progetti cofinanziati dall’UE e realizzati in Trentino; nella zona centrale i librai della città proporranno i titoli legati alla tematica europea; quindi l’area dedicata agli appuntamenti. Ulteriori dettagli su https://siamoeuropa.provincia.tn.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Famiglia IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE Borgo Valsugana. Nel centro storico e nelle vie del paese. i genitori si potranno dedicare a lunghe passeggiate e avranno la possibilità di fare shopping nel nostro centro storico poiché i negozi del paese rimarranno aperti appositamente per questo evento. Tutti i bambini, invece, potranno essere affidati nelle mani esperte dei nostri animatori, i quali provvederanno a creare delle giornate di grande divertimento con numerosi labo-

ratori creativi, musica ed animazioni generali. L’accesso al Giardino delle Meraviglie sarà possibile solo con un biglietto che verrà rilasciato dai commercianti associati al Consorzio, il biglietto avrà una durata massima di 1 ora. Per maggiori informazioni: Giacomo Nicoletti 347.3476901M info@visitborgovalsugana.it . Famiglia ARCOZEN CITTÀ DEL BENESSERE Arco. Ore 8-20. Centro storico e dintorni. Rassegna dedicata al mondo del benessere psicofisico: trattamenti, camminate meditative, village, workshops, shows ecc. ArcoZen vuole offrire un’importante palcoscenico ai settori Olistico, del Wellness, dell’Oriente, del Movimento Utile (il movimento come fonte di benessere), dello Yoga, della Meditazione, della Danza, dell’Alimentazione, dei Suoni, delle esibizioni di Arti Marziali e di tantissimo altro ancora con eventi che nella loro semplicità e naturalezza saranno in grado di emozionarci! Info: Assocentro Tel. 327.7162265; www.gardatrentino.it. Musica A TUTTA BANDA 2017 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizzato dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Ingresso libero. Info: Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; Tel. 0461.511332 (biglietteria); www. teatrodipergine.it . Musica SETTENOVECENTO Villa Lagarina. Ore 11. Palazzo Libera. Concerto con DrysPianoTrio su musiche di Mozart, Trio in Do maggiore n.6 KV 548; Schumann, Trio in Re minore n. 1 Op. 63. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecento.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it. Musica SETTENOVECENTO Rovereto. Ore 21. Chiesa di San Marco. Concerto su musiche di Mozart, Requiem K626; Pärt, Cantus in memory of Benjamin Britten con Maria Eleni Giuliani, soprano Elisabetta Vuocolo, mezzosoprano Francesco Marchetti, tenore Roberto Locci, baritono e il Coro da camera del Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento. Insieme vocale “Vox Cordis” di Arezzo e l’Orchestra Camerata Strumentale “Città di Prato”. Lorenzo Donati, direttore. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecen-

to.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it. Musica DISTRETTO 38 Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Dj set: 2ManyDjs/Jeremy Underground. Ingresso 20 €. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara www.centrosantachiara.it. Musica MARINA REI. UNPLUGGED TOUR 2017 Trento. Ore 21. Teatro San Marco, Via San Bernardino 6. Concerto di Marina Rei. Info: www.teatrosanmarco.it.

Musica CONTRASTI - FESTIVAL DI MUSICHE DEL ‘900 E CONTEMPORANEE / 4A EDIZIONE Trento. Sala Caritro. Un concerto di un ensemble ospite ne affiancherà uno di MotoContrario. Inizierà quest’ultimo, presentando nuovissime composizioni di giovani studenti delle classi di Composizione del Conservatorio di Trento, seguito da un incontro dedicato alla didattica della composizione. Per finire, l’Imago Sonora ensemble di Roma, nell’inedita formazione clarinetto ed accordeon, offrirà un’imperdibile occasione per ascoltare brani di Hosokawa, Mantovani ed altri compositori della nuova generazione. Info: www. motocontrario.it.

14 DOMENICA Cultura SIAMO EUROPA Trento. Piazza Fiera. Dibattiti, approfondimenti e spettacoli sull’Unione Europea. Una tensostruttura ospiterà tre aree dedicate all’Unione: l’ingresso sarà riservato alla presentazione dei progetti cofinanziati dall’UE e realizzati in Trentino; nella zona centrale i librai della città proporranno i titoli legati alla tematica europea; quindi l’area dedicata agli appuntamenti. Ulteriori dettagli su https://siamoeuropa.provincia.tn.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui,


trentinoappuntamenti mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Famiglia ARCOZEN CITTÀ DEL BENESSERE Arco. Ore 8-20. Centro storico e dintorni. Rassegna dedicata al mondo del benessere psicofisico: trattamenti, camminate meditative, village, workshops, shows ecc. ArcoZen vuole offrire un’importante palcoscenico ai settori Olistico, del Wellness, dell’Oriente, del Movimento Utile (il movimento come fonte di benessere), dello Yoga, della Meditazione, della Danza, dell’Alimentazione, dei Suoni, delle esibizioni di Arti Marziali e di tantissimo altro ancora con eventi che nella loro semplicità e naturalezza saranno in grado di emozionarci! Info: Assocentro Tel. 327.7162265; www.gardatrentino.it. Musica A TUTTA BANDA 2017 Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Festival per bande giovanili locali ed estere organizzato dalla Banda Sociale di Pergine. Una maratona di giovani bandisti con una quindicina di bande, il gruppo giovanile della Banda Sociale di Pergine e la Banda giovanile rappresentativa della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Ingresso libero. Info: Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; Tel. 0461.511332 (biglietteria); www. teatrodipergine.it. Musica FESTIVAL DELLE BANDINE Arco. Ore 17-19. Casinò Municipale. Seconda edizione per l’incontro dei giovani musicisti delle bandine di Dro, Valle di Ledro e Mattarello. Ingresso gratuito. Info: Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.gardatrentino.it.

Musica SETTENOVECENTO Monte Zugna. Ore 21. Dintorni del Rifugio Coni Zugna. Suoni nella natura con il Corpo bandistico “Felice e Gregorio Fontana” di Pomarolo e Stefano Matuzzi, direttore. Info: Settenovecento 388.3738980 info@settenovecento.it. Programma dettagliato su www.settenovecento.it. Musica DISTRETTO 38 Trento. Ore 18. Terrazza del MuSe, Dj set: Bradley Zero. Ingresso gratuito. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara www.centrosantachiara.it. Teatro UNA DOMENICA IN FAMIGLIA Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Valerio Di Piramo con la Compagnia Teatrale “El Mesedò” di Panchià. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

15 LUNEDÌ Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525.

16 MARTEDÌ Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525.

17 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione Mana. Per iscrizioni

e informazioni: mimosa.2009@ live.it. Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Musica PAOLA TURCI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Concerto di Paola Turci. Info: www.centrosantachiara.it.

18 GIOVEDÌ Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525.

19 VENERDÌ Cultura DIALETTISMO Riva del Garda. Ore 17. Circolo Pensionati di Riva, alla sede SAT. Presentazioni librarie con l’autore di testi dialettali: “El nos parlar de Nac” di Gino de Bonetti - Tullio Rigotti. Ingresso gratuito. Info: Biblioteca civica Tel. 0464.573806.

Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia CEREVISIA - FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI Fondo - Palanaunia. Info e programma dettagliato su www.cerevisiafestival.com. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto.

20 SABATO Enogastronomia #FUORI GLI ASPARAGI Zambana. Vieni a conoscere il gusto delicato dell’asparago bianco di Zambana, uno dei prodotti più qualificati della gastronomia trentina! Lorenzo, storico coltivatore di Zambana, condurrà gli ospiti in uno dei campi di asparagi; qui, mani nella terra, si procederà a raccogliere il prezioso ortaggio, quindi pulirlo e consegnarlo nelle mani dello chef Daniele, del Ristorante La Vecchia Zambana. E per finire...tutti a tavola! È necessaria la prenotazione, con un preavviso di 48 ore, al Consorzio Turistico. Info e dettagli: Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg Tel. 0461.1752525. Enogastronomia CEREVISIA - FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI Fondo - Palanaunia. Info e programma dettagliato su www.cerevisiafestival.com.

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trentinoappuntamenti Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Famiglia IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE Borgo Valsugana. Nel centro storico e nelle vie del paese. i genitori si potranno dedicare a lunghe passeggiate e avranno la possibilità di fare shopping nel nostro centro storico poiché i negozi del paese rimarranno aperti appositamente per questo evento. Tutti i bambini, invece, potranno essere affidati nelle mani esperte dei nostri animatori, i quali provvederanno a creare delle giornate di grande divertimento con numerosi laboratori creativi, musica ed animazioni generali. L’accesso al Giardino delle Meraviglie sarà possibile solo con un biglietto che verrà rilasciato dai commercianti associati al Consorzio, il biglietto avrà una durata massima di 1 ora. Per maggiori informazioni: Giacomo Nicoletti 347.3476901M info@visitborgovalsugana.it. Musica RECITAL DI GIULIO POTENZA Arco. Ore 20.45-23.00. Palazzo Panni. Concerto del pianista angloitaliano con musiche di Janacek e Schumann. Ingresso gratuito. Info: Gruppo Concerti di Bolognano 333.3710296 Presentazione libro “GENTE LIBERA” Trento, Sala della Cassa Rurale, via Belenzani, ore 17. Presentazione del nuovo romanzo di Roberto Corradini (Ed. Curcu & Genovese). Con Renzo Maria Grosselli. Info: 0461.362155. Musica IN DUO / FRANCESCA TEMPORIN (VIOLINO), WALTER SALIN (CHITARRA) Brentonico. Ore 21. Teatro Monte Baldo. Concerto con Francesca Temporin (violino) e Walter Salin (chitarra).

21 DOMENICA Enogastronomia CEREVISIA - FESTIVAL DELLE BIRRE ARTIGIANALI Fondo - Palanaunia. Info e programma dettagliato su www.cerevisiafestival.com. Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera

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trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto.

tando con successo in giro per il mondo dal vivo. Info: www.centrosantachiara.it.

26 VENERDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 17. Sala del “Centro Rosmini” - Via Dordi, 8. Presentazione della raccolta di poesie “La terra, le mani l’anima di Budrio” di Claudio Tugnoli. Intervengono Giuseppe Colangelo e Massimo Parolini. Letture: Claudio Tugnoli e Arrivo Dalfovo del “Gruppo Neruda”. Musica DEPRODUCERS IN CONCERTO Rovereto. Ore 21. Mart - Corso Angelo Bettini, 43. Ingresso libero.

22 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 14-19. c/o Dipartimento di Lettere e Filosofia - Via Tommaso Gar, 14. Aula 421 (sala riunioni 4° piano). “L’Umanista nel mondo del lavoro. Alcuni contesti professionali. Incontro conclusivo” con Elena Franchi (docente a contratto Università di Trento). Info: labsa@lett.unitn.it.

24 MERCOLEDÌ Musica SONATA ISLANDS: LETTER TO EVANS Trento. Ore 21.30. Il Circolino/ Circolo del Tennis, Piazza Venezia. Concerto con: Emilio Galante, flauto; Ignacio Saavedra, chitarra; Stefano Colpi, contrabbasso; Andrea Polato, batteria.Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com. Musica MUSICA MACCHINA TIM HECKER Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti, Corso Bettini. Artista che ama porre in relazione dialettica passato e presente, proiettandosi così verso il futuro, il canadese Tim Hecker si è cimentato di recente con le partiture polifoniche del compositore franco fiammingo di epoca rinascimentale Josquin des Prez (definito da Lutero “il padrone delle note”), affidandone l’esecuzione all’Icelandic Choir Ensemble diretto da Jóhann Jóhannsson e manipolandone le registrazioni al computer con l’impiego del raffinatissimo software Melodyne. Il risultato - che ondeggia con elegante disinvoltura fra ambient music, minimalismo e musique concrète - è condensato nell’album edito in aprile dalla prestigiosa eti-chetta discografica londinese 4AD e intitolato - come il penultimo e struggente film di John Cassavetes - Love Streams: opera che da allora Hecker sta por-

Teatro SAGGIO DI FINE CORSO Calceranica al Lago. Ore 20.30. Teatro S. Ermete. Spettacolo con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Nell’ambito della 14ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Tradizione 45° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DEL GRUPPO BANDISTICO FOLK PINETANO Altopiano di Piné. Baselga, Bedollo e frazioni. Tre giorni di festa all’insegna della musica in occasione del 45° anniversario di fondazione del Gruppo Bandistico Folk Pinetano con la partecipazione di numerose bande dell’Alta Valsugana. Programma: venerdì 26: in occasione dei festeggiamenti per la Festa del Patrono con la proclamazione del Pinetano dell’anno concerto di gala del Gruppo Bandistico Folk Pinetano presso il Centro Congressi Piné 1000. Info: info@gbfp.it.

ti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Famiglia IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE Borgo Valsugana. Nel centro storico e nelle vie del paese. i genitori si potranno dedicare a lunghe passeggiate e avranno la possibilità di fare shopping nel nostro centro storico poiché i negozi del paese rimarranno aperti appositamente per questo evento. Tutti i bambini, invece, potranno essere affidati nelle mani esperte dei nostri animatori, i quali provvederanno a creare delle giornate di grande divertimento con numerosi laboratori creativi, musica ed animazioni generali. L’accesso al Giardino delle Meraviglie sarà possibile solo con un biglietto che verrà rilasciato dai commercianti associati al Consorzio, il biglietto avrà una durata massima di 1 ora. Per maggiori informazioni: Giacomo Nicoletti 347.3476901M info@visitborgovalsugana.it. Musica OPERAPRIMA LIVE Mori. Dalle 19 in poi. Presso la Cantina Mori Colli Zugna. Concerto pop, rock e jazz con gli allievi dei laboratori collettivi di OperaPrima, una kermesse musicale che anima l’evento enoturistico più importante in Italia, Cantine Aperte, con la possibilità di coniugare musica, assaggi enogastronomici e natura in un luogo affascinante come la Cantina Mori Colli Zugna.

Cultura CONFERENZA Castello Tesino. Ore 16. Casa di Riposo Suor Agnese. Conferenza con l’alpinista Giuliano Stenghel: “Ti racconto di agricoltura e montagna” con la partecipazione di Mirco Mezzanotte. Info: Casa di Riposo, Tel. 0461.594166.

Tradizione 45° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DEL GRUPPO BANDISTICO FOLK PINETANO Altopiano di Piné. Baselga, Bedollo e frazioni. Tre giorni di festa all’insegna della musica in occasione del 45° anniversario di fondazione del Gruppo Bandistico Folk Pinetano con la partecipazione di numerose bande dell’Alta Valsugana. Programma: sabato 27: dalle ore 16 fino a mezzanotte raduno bandistico presso il Centro Polifunzionale di Centrale di Bedollo. Per tutta la serata le numerose bande della Valsugana presenti si alterneranno con concerti. Info: info@gbfp.it.

Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigne-

Tradizione CANTINA APERTA Mori. Dalle 10 alle 18. Visite guidate gratuite alla cantina su prenotazione contattando direttamente

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trentinoappuntamenti l’Enoteca (tel. 0464/918154 - enoteca@cantinamoricollizugna.it).

28 DOMENICA Enogastronomia GEMME DI GUSTO Un fine settimana nel pieno dei profumi e dei colori della primavera trentina tra passeggiate nei vigneti, arte, laboratori, visite in cantina, degustazioni esclusive, prati in fiore, menù creativi e trekking in luoghi incantati. Il tutto studiato per far vivere esperienze originali e dinamiche e per raccontare gli incanti enogastronomici del nostro territorio. Proposte da vivere in una sola intensa giornata o, per i più appassionati, in un intero weekend. Per info dettagliate: tastetrentino.it/gemmedigusto. Famiglia DÜRER AND CO. Valle di Cembra. trekking guidata nel paesaggio culturale e naturale della Valle di Cembra, per scoprirne la natura, la cultura e l’enogastronomia. Due sono le proposte di trekking: un percorso di 17 km, con partenza da Palù di Giovo, tra i vigneti terrazzati, e un percorso più breve, di 6 km, dedicato alla famiglia, con partenza da Cembra per raggiungere il Castello di Segonzano, sulle tracce del famoso pittore Albrecht Dürer. Info e iscrizioni: A.p.T. Piné Cembra 0461.683110, 0461.557028. Tradizione 45° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DEL GRUPPO BANDISTICO FOLK PINETANO Altopiano di Piné. Baselga, Bedollo e frazioni. Tre giorni di festa all’insegna della musica in occasione del 45° anniversario di fondazione del Gruppo Bandistico Folk Pinetano con la partecipazione di numerose bande dell’Alta Valsugana. Programma: domenica 28: dalle 9.30 in numerose frazioni dell’Altopiano, dopo la messa domenicale, concerti bandistici nelle piazze antistanti le chiese con 7 bande in 7 piazze diverse. A seguire ritrovo di tutte le bande a Centrale per il pranzo. Nel pomeriggio benvenuto delle autorità, benedizione bandistica e concerto in contemporanea di tutte le bande presenti. A seguire le varie bande si alterneranno in concerti fino alla chiusura della manifestazione. Info: info@gbfp.it.

30 MARTEDÌ Cultura VITTORIO SGARBI CON “CARAVAGGIO” Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Si tratta di uno spettacolo, prodotto da Promo Music in collaborazione con La Versiliana Festival che unisce prosa musica e videoproiezioni. La regia e le luci di “Caravaggio” sono di Angelo

Generali con le musiche composte da Valentino Corvino violino, elettronica e le immagini elaborate da Tommaso Arosio attraverso scenografia e video. Prevendita biglietti presso la sede di Trentinomese Via Ghiaie, 15 - 38122 Trento.

Musica SCUOLA D’ASCOLTO DELLA MUSICA ORGANISTICA 2017 Trento. Ore 20.30. Chiesa parrocchiale di Cristo Re. Incontri con l’organo e la sua musica allo strumento Ciresa-Zeni. L’arte dell’improvvisazione. Fare musica “al momento”, su temi suggeriti dal pubblico. Ingresso libero e gratuito. Musica 24° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Conservatorio di Musica “F.A. Bonporti” - Largo Marconi, 5. Dedicato ad artisti che non hanno ancora superato i 35 anni di età, il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare partecipanti e pubblico da ogni parte del mondo. Per i giovani concorrenti, la possibilità di sfruttare una vetrina di grande prestigio, visto che la giuria, coordinata dal direttore artistico Mietta Sighele, è sempre composta, oltre che da musicisti di chiara fama, anche da giornalisti specializzati e da direttori artistici dei principali teatri lirici del mondo. Un’occasione unica, dunque, per tante giovani promesse, che hanno la possibilità di conoscersi e confrontarsi. Per programma dettagliato visitate il sito: www.musicarivafestival.com.

31 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione Mana. Per iscrizioni e informazioni: mimosa.2009@ live.it. Musica 24° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Conservatorio di Musica “F.A. Bonporti” - Largo Marconi, 5. Dedicato ad artisti che non hanno ancora superato i 35 anni di età, il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiama-

re partecipanti e pubblico da ogni parte del mondo. Per i giovani concorrenti, la possibilità di sfruttare una vetrina di grande prestigio, visto che la giuria, coordinata dal direttore artistico Mietta Sighele, è sempre composta, oltre che da musicisti di chiara fama, anche da giornalisti specializzati e da direttori artistici dei principali teatri lirici del mondo. Un’occasione unica, dunque, per tante giovani promesse, che hanno la possibilità di conoscersi e confrontarsi. Per programma dettagliato visitate il sito: www.musicarivafestival.com. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium, via S. Croce. Concerto con: Jeffrey Tate, direttore; Conservatori dell’Euregio; Orchestra Haydn su musiche di: Gustav Mahler Sinfonia n. 9 in re maggiore. Info: www.haydn.it.

GLI APPUNTAMENTI DI GIUGNO 1 GIOVEDÌ Musica 24° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Conservatorio di Musica “F.A. Bonporti” - Largo Marconi, 5. Dedicato ad artisti che non hanno ancora superato i 35 anni di età, il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare partecipanti e pubblico da ogni parte del mondo. Per i giovani concorrenti, la possibilità di sfruttare una vetrina di grande prestigio, visto che la giuria, coordinata dal direttore artistico Mietta Sighele, è sempre composta, oltre che da musicisti di chiara fama, anche da giornalisti specializzati e da direttori artistici dei principali teatri lirici del mondo. Un’occasione unica, dunque, per tante giovani promesse, che hanno la possibilità di conoscersi e confrontarsi. Per programma dettagliato visitate il sito: www.musicarivafestival.com.

2 VENERDÌ Musica 24° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Conservatorio di Musica “F.A. Bonporti” - Largo Marconi, 5. Dedicato ad artisti che non hanno ancora superato i 35 anni di età, il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare partecipanti e pubblico da ogni parte del mondo. Per i giovani concorrenti, la possibilità di sfruttare una vetrina di grande prestigio, visto che la giuria, coordinata dal

direttore artistico Mietta Sighele, è sempre composta, oltre che da musicisti di chiara fama, anche da giornalisti specializzati e da direttori artistici dei principali teatri lirici del mondo. Un’occasione unica, dunque, per tante giovani promesse, che hanno la possibilità di conoscersi e confrontarsi. Per programma dettagliato visitate il sito: www.musicarivafestival.com.

3 SABATO Famiglia IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE Borgo Valsugana. Nel centro storico e nelle vie del paese. i genitori si potranno dedicare a lunghe passeggiate e avranno la possibilità di fare shopping nel nostro centro storico poiché i negozi del paese rimarranno aperti appositamente per questo evento. Tutti i bambini, invece, potranno essere affidati nelle mani esperte dei nostri animatori, i quali provvederanno a creare delle giornate di grande divertimento con numerosi laboratori creativi, musica ed animazioni generali. L’accesso al Giardino delle Meraviglie sarà possibile solo con un biglietto che verrà rilasciato dai commercianti associati al Consorzio, il biglietto avrà una durata massima di 1 ora. Per maggiori informazioni: Giacomo Nicoletti 347.3476901M info@visitborgovalsugana.it . Musica 24° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI RICCARDO ZANDONAI Riva del Garda. Conservatorio di Musica “F.A. Bonporti” - Largo Marconi, 5. Dedicato ad artisti che non hanno ancora superato i 35 anni di età, il concorso è oggi un punto di riferimento per il mondo del bel canto, capace di richiamare partecipanti e pubblico da ogni parte del mondo. Per i giovani concorrenti, la possibilità di sfruttare una vetrina di grande prestigio, visto che la giuria, coordinata dal direttore artistico Mietta Sighele, è sempre composta, oltre che da musicisti di chiara fama, anche da giornalisti specializzati e da direttori artistici dei principali teatri lirici del mondo. Un’occasione unica, dunque, per tante giovani promesse, che hanno la possibilità di conoscersi e confrontarsi. Per programma dettagliato visitate il sito: www.musicarivafestival.com.

4 DOMENICA Musica CARLO MAVER TRIO Rovereto. Ore 19.30. Circolo Operaio Santa Maria. Concerto con: Carlo Maver bandoneon, flauto; Alberto Capelli chitarra; Roberto Rossi batteria e percussioni. Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com.

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE LE NOZZE DI MARGHERITA CON ALESSIO

IL MATRIMONIO DEL MESE

Lei Nome: Margherita Età: 25 Nata: Rovereto Residente: Rovereto Vestito e scarpe Pronovias - Julia Dee Parrucchiere: Salone Blu - Rovereto Truccatore: Salone Blu - Rovereto Occupazione: Impiegata settore retail

Lui Nome: Alessio Età: 33 Nato: Torino Residente: Rovereto Vestito: Pat Maseda Collection Scarpe: Carlo Pignatelli Impiegato settore retail Occupazione: 112

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Catering: Torta: Fiori e Bouquet: Anelli: Bomboniere: Intrattenimenti: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso 15 ottobre 2016 Chiesa di S. Marco - Rovereto 130 Castel Pietra - Calliano Ristorante Prime Rose Pasticceria Bologna - Mori Fioreria S. Marco - Rovereto Gioielleria Comper - Rovereto Nicolis - Villafranca (Vr) Marcozzi Dj Madagascar, 15 giorni Rovereto

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com

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trentinoscoop&news

KALTERERSEE: CALDARO IN ABITO ROSSO PATTINANDO VERSO SEMPRE NUOVI SUCCESSI IL CIRCOLO PATTINATORI ARTISTICI TRENTO È DIVENTATO NEL GIRO DI POCO TEMPO UNA DELLE SOCIETÀ PIÙ GRANDI DEL TRIVENETO

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olo i migliori Kalterersee dell’annata, cioè quelli che superano la prova in una degustazione alla cieca, possono fregiarsi del sigillo di qualità introdotto dalla Charta. Per gli interessati l’appuntamento con la qualità è per venerdì 26 maggio, in occasione di “Caldaro in abito rosso”, serata interamente dedicata ai migliori vini rossi di Caldaro. Dalle 19 alle 23 in piazza Principale, oltre ai Kalterersee selezionati, quest’anno per la prima volta si potranno gustare anche altri rossi e alcune rarità delle cantine locali. Le aziende associate a wein.kaltern proporranno specialità gastronomiche da abbinare al vino per esaltarne il gusto e il carattere mentre l’Accademia del Vino Alto Adige inviterà gli ospiti ad una straordinaria esperienza sensoriale. Caldaro in abito rosso: un appuntamento da non perdere! Info: info@wein.kaltern.com o 0471.965410.

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l Circolo Pattinatori Artistici Trento, meglio noto come CPAT, è una società di pattinatori agonistici con sede a Trento in via Fersina. Fondato nel 1995 con l’obiettivo di diffondere tra i giovani la pratica del pattinaggio di figura, il CPA Trento è diventato nel giro di poco tempo una delle società più grandi del Triveneto in grado di presentare e formare continui nuovi talenti a livello nazionale e internazionale. Non si parla solamente della disciplina del pattinaggio artistico, ma anche del pattinaggio sincronizzato. Era il 1996 quando a Trento si stava costituendo uno dei primi team di sincronizzato in Italia: le future Ice on Fire. Sin dalla fase embrionale la squadra del CPAT, allenata dal talentuoso ex pattinatore Gabriele Minchio, è stata fonte di grandi vittorie e risultati che ben presto l’hanno portata ad essere protagonista nelle gare Federali di specialità. Campionesse italiane indiscusse per due anni di seguito, tra il 1997 e il 1999, le prime atlete Ice on Fire, capitanate dalla ora allenatrice Roberta Giuliani, non hanno impiegato molto tempo a costruirsi una buona reputazione e a ottenere grande notorietà anche a livello internazionale, una fama che continua tutt’oggi. La prima convocazione come rappresentanti del tricolore italiano arriva nel 2001, in occasione del Zagreb Snowflakes Trhopy nel quale conquistano la medaglia d’oro. Non ci vuole molto alla società per capire che bisognava investire maggiori forze ed energie all’interno della disciplina del sincronizzato. Nel corso degli anni sempre più atleti intraprendono la strada del sincronizzato, permettendo alle Ice on Fire di 114

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avere squadre in tutte le categorie: Cadetti, Novice, Junior, Senior. Sviluppo che è fonte di grandi soddisfazioni e che non ha saputo perder di vista l’obiettivo, rimanere nell’elite italiana. Dalla formazione del primo team sino ad oggi le squadre di Trento non hanno mai lasciato quello che è il titolo di Campionesse/ Vice – Campionesse Italiane, titoli e onori sempre più difficili da mantenere visto il consolidamento della disciplina su tutto il territorio italiano e europeo. “Ad oggi le Ice on Fire comprendono tre categorie: Cadetti, Novice e Junior, per un totale di 61 atleti. Noi, come società, abbiamo sempre puntato a quello che è il consolidamento della disciplina del sincronizzato, nonché dell’artistico, ma soprattutto a quella che è la crescita dei nostri atleti, garantendo il massimo possibile per una preparazione ottimale” afferma il presidente del CPA Trento Angela Cimnaghi. Difatti, se nel passato bastavano alcune ore di allenamento


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BERTAGNOLLI. LA VERA MODA È LO STILE LA 51ESIMA EDIZIONE DI VINITALY È UN’OCCASIONE SPECIALE PER LA STORICA DISTILLERIA TRENTINA

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sul ghiaccio per ottenere ottime prestazioni, ora le atlete del CPAT seguono un tutt’altro tipo di programma preparato ad hoc e ben specifico che comprende ore di preparazione atletica, danza e ovviamente pattinaggio. In particolar modo la squadra più matura, quella delle Ice on Fire Junior affronta settimanalmente 7 ore di pattinaggio dedicate ad incrementare e migliorare le proprie competenze oltre che allenare il proprio programma di gara; seguono oltre 2 ore di preparazione atletica e disco a terra e 1 ora di danza per rafforzare la muscolatura, aumentare l’elasticità e la precisione degli esercizi on ice. Non è un caso che le atlete stiano continuando ad ottenere ottimi risultati anche in quest’ultima stagione 2016/2017 con un oro alla Lumière Cup, in Olanda, ed un argento ai campionati italiani. Traguardi che le hanno portate e le porteranno in questi mesi a competere in alcune delle gare ISU più importanti a livello internazionale. Con le numerose medaglie nazionali e internazionali, conquistate negli ultimi anni, la squadra delle Ice on Fire Junior e a loro volta le squadre più giovani non ha potuto fare a meno di seguire le orme delle antenate, portando alto l’onore del Trentino. Risultati che incoraggiano a fare pronostici positivi per le stagioni che verranno, nonchè a vedere un futuro di successo per il sincronizzato trentino.

uest’anno Bertagnolli presenta una nuova collezione, tributo al Trentino e alle sue montagne. Le «Grappe trentine alle erbe di montagna» sono sette interpretazioni dello storico Grappino ® Bertagnolli - ottenuto dalla distillazione di selezionate vinacce con alambicco discontinuo a bagnomaria alimentato a vapore - con l’infusione di erbe officinali colte a mano sui pendii del Trentino. Alla collezione classica con le grappe alla Ruta, Ginepro, Amara, Mugo ed Asperula, si aggiungono due nuove ricette artigianali create con ingredienti tipicamente montani, il Cirmolo e la Camomilla. Le Grappe alle erbe si presentano con una grafica inedita, elegante ed essenziale come il distillato, che evidenzia la specie arborea di montagna contenuta, e si declina nelle delicate nuance del verde della clorofilla. Una collezione di grappe di incantevole morbidezza e inconfondibile fragranza, dal carattere unico e autentico come il territorio

in cui nascono. Distillati da assaggiare, scoprire e amare, osando anche con creatività nella miscelazione! In occasione di Vinitaly, due grandi distillati firmati Bertagnolli K18 Grappa Riserva 18 mesi e MOS ROS Brandy Moscato Rosa 10 anni in barrique, sono stati protagonisti di un laboratorio di degustazione guidato dall’esperto Fummelier del Club Amici del TOSCANO® in abbinamento al sigaro Antica Tradizione ed all’Originale. “In un’atmosfera leggera e conviviale – afferma Martina Bosetti Bertagnolli – abbiamo potuto conoscere in maniera più approfondita non solo la storia del Sigaro Italiano per antonomasia e la tecnica del fumo lento, ma anche avere la conferma che tra prodotti ideali per l’abbinamento spicca – istintivamente – la grappa”. Nei prossimi mesi, invece, uno dei protagonisti delle novità di Bertagnolli sarà il cibo, attraverso l’esplorazione inedita di nuove sfumature di abbinamento. Perché la vera moda è rinnovarsi con stile. Info: info@bertagnolli.it • www.bertagnolli.it

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BONDONE: CONCERTO DI PRIMAVERA NELLE STANZE DEL VETRO CON GIUSEPPINA

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uesta volta Giuseppina ha radunato un gruppetto di amiche del vicino Veneto per visitare, ammirare e apprezzare la celebre fornace muranese, nell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, dove sono ancora in mostra nelle stanze del vetro oltre 300 pezzi di livello eccezionale del famoso designer Paolo Venini, deceduto nel 1959. In seguito, il maestro dell’organo Gino di Verona, dalla mente e cuore d’oro, ha donato con grande amore a tutte un magico indimenticabile momento di arte organistica. Infine dopo l’ennesimo vogliamoci tanto bene tenendosi tutte per mano, Giuseppina ha concluso con un aforisma di Oscar Wilde: ”Una vita senza amore, è come un giardino senza sole e coi fiori appassiti”.

1. Diana e Giuseppina; 2. Nadia e Giuseppina; 3. Giuseppina e Maddy; 4. Ingrid, Giuseppina, Monia e Lizzy; 5. Lidia, Mina, Lia, Noemi, Carla, Giuseppina e Lisa. 116

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a primavera è arrivata, portando con sé colori e profumi che, anche quest’anno, ci incantano e ci rallegrano. Per celebrare la stagione della rinascita – la primavera appunto – la Pro Loco Monte Bondone, in collaborazione con l’Hotel Monte Bondone di Vaneze, ha proposto un concerto unico nel suo genere. Sabato 8 aprile il pubblico ha potuto infatti ascoltare l’eccezionale duo composto da Diego Dini Ciacci (oboe) e Sim So Young (pianoforte) eseguire brani tratti dal repertorio oboistico più tradizionale e brani più moderni. Il pubblico presente in sala, numeroso e attento, si è lasciato trasportare dalle note di ogni singolo brano, spaziando dai classici Ludwig van Beethoven, Gabriel Fauré e Francis Poulenc, fino ad arrivare ai più attuali Astor Piazzolla e Celso Machado. Il duo Diego Dini Ciacci e Sim So Young ha richiamato all’Hotel Monte Bondone il pubblico delle grandi occasioni: esperti e appassionati hanno potuto trascorrere momenti di puro piacere ascoltando le melodie per oboe e pianoforte, ricche di fascino e suggestione. Infatti, come diceva Ludwig van Beethoven, le cui musiche sono state proposte in occasione del Concerto di Primavera: “La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia.”; e di certo i presenti hanno potuto vivere momenti di pura rivelazione, assaporando note e virtuosismi dei due concertisti. Dopo il primo successo del Concerto della Neve, la perfetta riuscita di questo secondo appuntamento musicale sull’Alpe di Trento fa ben sperare. L’auspicio è che non restino due eventi isolati, ma che siano gli apripista per una serie più lunga di concerti, volti a richiamare sul Bondone appassionati, turisti e curiosi! Antonella Beozzo


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CHIUSA LA VENTESIMA EDIZIONE DI SUMMA DOMENICA 9 APRILE, CON CIRCA 1.400 VISITATORI INTERNAZIONALI

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omenica 9 aprile, in occasione del 20° anniversario di Summa – il consolidato appuntamento enoico organizzato da Alois Lageder a Casòn Hirschprunn e Tòr Löwengang, Magrè (BZ), e dedicato all’eccellenza vitivinicola internazionale – 83 vignaioli provenienti da Italia, Francia, Austria, Germania, Kazakhstan, Nuova Zelanda e USA si sono dati appuntamento alla Tenuta Alois Lageder per offrire in degustazione a circa 1.400 visitatori il meglio della loro produzione. “L’edizione 2017 è stata per tutti un’emozione travolgente”, racconta Alois Lageder, che due decenni fa ideò ed organizzò per la prima volta Summa. “Questi vent’anni ci hanno permesso di creare un legame sempre più stretto con clienti e fornitori, una collaborazione che ha trovato conferma nella gioia e nell’entusiasmo con cui tutti hanno partecipato al Walking Wine Dinner la sera della vigilia”. Le celebrazioni del ventennale sono iniziate, infatti, sabato sera 8 aprile, con un Walking Wine Dinner organizzato in collaborazione con CARE’s – The ethical Chef Days. Norbert Niederkofler, noto chef due stelle Michelin, e altri sei chef di fama internazionale, hanno preparato e servito agli ospiti – in più tappe allestite a Tòr Löwengang e Casòn Hirschprunn, in un vero e proprio “percorso gastronomico” – una lunga

RICERCATORE PREMIATO PER IL RICONOSCIMENTO VOCALE È MIRCO RAVANELLI, PRIMO AUTORE DEL PAPER TARGATO FBK E UNIVERSITÀ DI MONTRÉAL

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na concorrenza globale e ai massimi livelli. Sono stati oltre 2.600 i lavori sottomessi​– e di questi 1.317 accettati – alla 42esima conferenza internazionale per la ricerca nel settore del riconoscimento vocale e del “signal processing” ICASSP 2017 ,​che si è tenuta da 5 al 9 marzo a New Orleans, USA. Ad aggiudicarsi uno dei quattro premi in palio per i migliori lavori presentati dagli studenti PhD - l’“IBM Best Paper Student Award” - è stato il ricercatore Mirco Ravanelli, trentunenne trentino in forza al gruppo “SHINE” del Centro ICT della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Mirco Ravanelli lavora in FBK da oltre sei anni. “Sono entrato in Fondazione per la compilazione della mia tesi di laurea (ndr. Ingegneria delle telecomunicazioni)”, racconta. “Ho trascorso sei mesi a Montréal, in Canada, nel laboratorio di Yoshua Bengio, uno dei guru del “deep learning”. Bengio ha un H-index di 92 e per lavorare nel suo laboratorio c’è una richiesta altissima. Lo scorso anno ha ricevuto circa 700 domande, ma ne ha accettate solo 20. Io ero tra questi”. serie di pietanze di altissimo livello, accompagnate da oltre 80 vini portati dai produttori di Summa presenti alla cena. Domenica 9 aprile, a disposizione dei visitatori di Summa, come sempre un programma variegato di degustazioni, verticali, assaggi in cantina e altri eventi speciali – come il tasting celebrativo “20 anni di Summa - Vini di 20 anni” – e ancora seminari, presentazioni, laboratori, visite guidate della Tenuta e dei giardini e passeggiate in carrozza nei vigneti. Anche gli esclusivi partner della gastronomia hanno contribuito all’ottima riuscita della manifestazione, tra cui, per citarne alcuni, il catering Hannah&Elia e l’antico pastificio rosetano Verrigni e gli affezionati partner regionali, come Karl Telfser feinkost & catering e il panificio Profanter, la macelleria Schrott e le contadine di Magrè. Anche quest’anno Summa ha confermato il suo sostegno alla Casa della solidarietà di Bressanone, e grazie al contributo dei visitatori e di vari ospiti presenti alla manifestazione, sono stati raccolti circa 8.000 euro da devolvere in beneficienza, nel tentativo di aiutare persone in situazioni d’emergenza, tra cui profughi, malati psichiatrici gravi o persone affette da dipendenze. www.aloislageder.eu 117

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VINITALY: PREMIATO MAURO VARNER SCOPRIRE LUOGHI E SIMBOLI DEL TERRITORIO

AGRONOMO TRENTINO DEL GRUPPO MEZZACORONA

IN VIAGGIO CON FRANCESCA MAZZALAI E FRANCO MARZATICO

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ome ogni mese, ecco cosa offre il carnet di “Tapis Roulant”, contenitore televisivo in onda domenica 14 maggio alle 9.45 su RAI3 (ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30). Si parte con “Alla Scoperta del Trentino. Luoghi e Simboli del Territorio”. Il posto migliore per nascondere qualcosa è in piena vista, così scriveva Edgar Allan Poe, nel racconto “La lettera rubata”. La quinta puntata della serie televisiva dedicata ai luoghi, alla cultura e ai personaggi che sono divenuti simbolo della comunità trentina è dedicata ai “Tesori Nascosti”: gli scavi archeologici di via Rosmini a Trento, la chiesa di Sant’Apollinare e il Museo Diocesano. Ad accompagnarci in questo intrigante viaggio Francesca Mazzalai e Franco Marzatico, Soprintendente ai beni culturali. La regia è di Stefano Uccia. Ecco allora “Il disegno nel piatto”, programma che si propone di esplorare le più recenti tendenze estetiche nel campo della cucina d’autore, trasformando ricette tradizionali in capolavori del gusto e della vista, ha per protagonista lo chef Diego Rigotti e una sua opera d’arte. A seguire, Daniele Cappelletti e Alex Salvadori , dopo la brillante prova all’Adamello Sky Raid che li ha visti settimi assoluti e prima squadra trentina, partecipano con Alex Oberbacher all’importante gara internazionale di sci alpinismo sul massiccio del Monte Rosa. Protagonisti per noi di questa sfida, ci narrano in prima persona, con l’ausilio di immagini inedite ed in esclusiva, di come si è svolta la loro gara e del suo epilogo, in un’indimenticabile cornice di cime innevate. Domenica 28 maggio. Ancora con “Alla Scoperta del Trentino”. Continua il viaggio “Alla scoperta del Trentino”. 118

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l Premio si chiama “Benemeriti della vitivinicoltura italiana”, e dal 1973 viene riconosciuto su base regionale a coloro che hanno contribuito e sostenuto il progresso qualitativo dell’enologia italiana, dal 2016 è intitolato ad Angelo Betti, ideatore di Vinitaly negli anni ‘60. Consegna del premio e presentazione del libro Vinitaly “Dalla storia al futuro” il pomeriggio del primo giorno di Vinitaly. Per il Trentino è stato assegnato a Mauro Varner, agronomo e responsabile tecnico di campagna del Gruppo Mezzacorona. Il prestigioso riconoscimento segue le indicazioni degli Assessorati regionali all’agricoltura, che hanno il compito di indicare coloro che, con la propria attività professionale o imprenditoriale, hanno contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.

Dopo aver svelato i segreti di alcuni dei luoghi più belli e meno conosciuti della nostra terra, seguendo il filo tematico di elementi come la terra e l’acqua, e aver ripercorso i passi di Mozart in Vallagarina e mostrato i tesori nascosti sotto il suolo e nel Duomo di Trento, che ci portano in Val di Non. Sulle tracce dei monaci che scelsero le forre del torrente Noce per isolarsi dal mondo, il programma, scritto da Marco Nicolò Perinelli, ci porterà in un eremo oggi poco conosciuto, ma di grande fascino, quello di Santa Giustina, per poi andare a vedere il bellissimo maniero di Castel Valer, da poco aperto al pubblico. A “Il disegno nel piatto” protagonista lo chef Maurizio Tait e una sua opera d’arte. Si parla poi del lago di Molveno, nato da un evento straordinario che vide grandi quantità di rocce dolomitiche scendere dal vicino monte Gazza, sbarrando la valle e bloccando il deflusso delle acque, si ripresenta in una veste insolita: parzialmente svuotato. Il lago di Molveno è un grande bacino e periodicamente, ogni dieci anni, viene svuotato per le opere di manutenzione e pulizia della galleria che alimenta la vicina centrale di Nembia. Patrizia Orsingher ci accompagna in una esplorazione suggestiva tra installazioni e note musicali sino all’invio dei desideri da affidare alla “capsula del tempo”. La regia è di Flavio Pedrotti.


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ALBERTO ZEDDA, RICORDO DI UN GRANDE AMICO DEL TRENTINO

Studio Amati Bacciardi

RAFFINATO MUSICOLOGO E APPASSIONATO DIDATTA AVEVA UNA CASA A BELLAMONTE, IN FIEMME

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lberto Zedda, direttore d’orchestra di eccelsa levatura, raffinato musicologo e appassionato didatta, è scomparso a Pesaro il 6 marzo scorso, all’età di ottantanove anni. Per circa sessant’anni ha legato il proprio nome alla riscoperta di Gioachino Rossini, la parabola della sua carriera ha del leggendario: l’intenso lavoro di studio filologico sulle partiture prese lo spunto fortuitamente, da un’osservazione del primo oboe durante le prove del “Barbiere di Siviglia”, a Cincinnati nel 1959. Da lì la consapevolezza dell’inadeguatezza delle partiture allora disponibili, quindi il raffronto con la tradizione manoscritta e la collaborazione con l’editore Ricordi, che nel 1969 diede quale frutto la prima edizione critica del “Barbiere”. Nato a Milano, dopo gli studi umanistici e musicali Alberto Zedda vinse il Concorso della Rai per direttori d’orchestra (nel 1957), dopo di che ha diretto orchestre tra le più prestigiose del mondo. È stato Consulente artistico del Festival Valle d’Itria e del Festival Mozart de La Coruña, Direttore artistico del Teatro Carlo Felice di Genova, del Teatro alla Scala di Milano, del Festival Barocco di Fano, del Centro di Perfezionamento Placido Domingo di Valencia nonché Presidente onorario della “Rossini Gesellschaft” tedesca, membro del Comitato editoriale della Fondazione

Rossini, consulente e poi direttore artistico del Rossini Opera Festival di Pesaro sin dai suoi inizi, protagonista della “Rossini Renaissance” (con Philipp Gossett e Bruno Cagli) e indimenticabile guida per una nuova generazione di cantanti all’interno dell’Accademia Rossiniana, da lui ideata e diretta sin dalla sua fondazione. Grande amico del Trentino e della montagna, il Maestro si ritemprava nella sua casa di Bellamonte dalle fatiche di un’attività straordinariamente intensa; sciatore, scalatore provetto, aveva cominciato ad amare la montagna grazie al padre, fondatore di un sodalizio alpinistico in Lombardia; veniva a Bellamonte fin da quand’era ragazzo. Aveva in grande stima l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, che aveva invitato a Pesaro dal 2006 al 2009, che aveva diretto nel 2008 a Trento (nello “Stabat mater” rossiniano) e in una tournée in Giappone, portando un programma sinfonico e le opere rossiniane “Otello” (diretta da Gustav Kuhn) e “Maometto II” (diretta da Zedda) nella Biwako Hall di Otsu e nella Bunkamura Orchard Hall di Tokyo. Questa produzione venne premiata dal Pen Club giapponese quale migliore spettacolo straniero, riconoscimento che Zedda ha definito come uno dei più importanti della sua vita. In più di un’occasione aveva espresso il desiderio che l’Orchestra Haydn ritornasse a Pesaro, in più di un’intervista ha speso parole più che lusinghiere nei confronti della compagine regionale, della quale apprezzava l’eleganza del suono, la disciplina ritmica esemplare, l’agilità e l’impostazione classica. Persona schietta, sempre molto diretta nelle sue affermazioni, sapeva contagiare con la sua vitalità incredibile chi veniva a contatto con lui: quando si parlava di Rossini era animato dallo stesso entusiasmo e dallo stesso fervore di quando dirigeva le sue partiture, compenetrato totalmente da ciò che considerava la sua missione. Lungi dal dormire sugli allori, per quanto cospicui fossero, era costantemente proiettato verso il futuro: la formazione dei giovani cantanti costituiva ultimamente la sua principale cura, al punto che teneva più a dirigere un concerto con giovani promesse che a dirigere un’opera in un teatro lirico di grande prestigio, con affermate stelle del belcanto. Nella fucina di Pesaro si sono formati numerosi protagonisti dell’opera di oggi, ma soprattutto ha preso vita un nuovo profilo di cantante, agli antipodi del divismo d’antan: versatile, portato a lavorare in squadra, preparato e disponibile a qualsiasi esigenza scenica, con competenze e abilità molto più vaste. Alberto lascerà un ricordo indelebile nei numerosissimi musicisti e nei collaboratori che con lui hanno condiviso le emozioni di una serie invidiabile di successi; ha compiuto il passo conclusivo di un’esistenza luminosa mentre era ancora nel pieno dell’attività, ancora parte vitale di quell’universo musicale al quale tanto ha dato, dal quale tanto ha avuto. Daniele Valersi 119

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IL LIBRO DEL MESE

RIAPRE IL FORTE CADINE AL BUS DE VELA NUOVE APERTURE PRIMAVERILI ED ESTIVE PER VISITE INTERESSANTI

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iapre il forte gestito dalla Fondazione Museo storico del Trentino, esempio emblematico di fortificazione ottocentesca. All’interno della struttura è presente anche un allestimento multimediale in grado di illustrare la storia di questa specifica opera militare, ma anche le diverse fasi di quell’imponente fortificazione che tra la seconda metà dell’Ottocento e la Grande Guerra interessò – e tutt’ora segna fisicamente – il territorio trentino. Il Forte fu costruito tra il 1860 e il 1862 come parte del primo gruppo di fortificazioni permanenti austriache a difesa delle vie di collegamento a Trento. Nel 1915 venne disarmato e le artiglierie furono posizionate nelle vicinanze. Dal 1918 al 1949 servì da controllo stradale e da polveriera dell’Esercito italiano, fu anche occupato dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. Forte Cadine-Bus de Vela è stato sottoposto ad un restauro conservativo, avviato nel 2006, ed è stato riaperto nella nuova veste nell’agosto 2011. Di proprietà della Provincia autonoma di Trento dai primi anni ‘90, è gestito dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Forte Cadine-Bus de Vela sorge a pochi chilometri dal centro di Trento ed è facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici (autobus n.1 direzione Sopramonte, fermata “SP85 bivio Sopramonte”). Info: Dal 15 aprile al 4 giugno: aperto il sabato e la domenica dalle 10 alle 18. Aperture straordinarie: 1 maggio; 2 giugno. Dal 10 giugno al 17 settembre: da martedì a domenica dalle 10 alle 18; chiuso il lunedì. È possibile prenotare visite guidate per gruppi di almeno 10 persone (tel. 0461.230482).

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TORNA CON UNA RISTAMPA ANASTATICA LA STORICA “GUIDA DI TRENTO” DI ANTONIO PRANZELORES, DEL 1927, A IMPREZIOSIRE IL DIBATTITO SUL COLLEGAMENTO TRA IL CAPOLUOGO E LA SUA MONTAGNA

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ivio Pranzelores è un giovanotto di 98 anni. Mi viene a trovare, accompagnato ora dalla nipote, ora da Benedetto Trettel o da Graziano Riccadonna, per salutarmi e per propormi anche qualche nuova iniziativa. L’anno scorso ha caldeggiato e sostenuto la nostra ristampa, in anastatica, del bellissimo libro di Gian Pacher “Cara vecchia Trento”, edito per la prima volta nel 1978 dalla Casa Editrice Panorama dell’indimenticato Luigino Mattei. Il successo e il gradimento di questa iniziativa hanno spinto l’incredibile Livio a proporci una nuova ristampa, sempre in anastatica, di un libro edito addirittura nel 1927 per i tipi della Tipografia Editrice G.B. Monauni di Trento. L’autore? Il suo amatissimo padre, Antonio Pranzelores, insigne studioso e appunto autore di molte pubblicazioni, fra le quali questa “Guida di Trento colla Funivia di Sardagna - Monte Corno”, che con piacere riportiamo in libreria. Ma c’è anche una motivazione ulteriore. Già il titolo, infatti, lo esprime chiaramente: guida di Trento sì, peraltro riccamente illustrata, ma con un’attenzione


trentinolibreria Martin Pollack Galizia. Viaggio nel cuore scomparso della Mitteleuropa Keller Editore Libro di viaggio, trattato, omaggio poetico e filosofico, reportage, saggio e cronaca, resoconto di un mondo scomparso, gioco letterario, romanzo documentario, portolano per una terra senza mari, non c’è una sola definizione che possa calzare pienamente per questo libro straordinario che tutte le riunisce e tutte le rende inadeguate e insufficienti. Con Galizia di Martin Pollack ci si immerge senza mediazioni in un mondo intero: quello dell’Europa di mezzo, quello della carne e la terra che la componeva, quello dell’immaginario che ne è scaturito. In queste pagine tutto si moltiplica quasi all’infinito assumendo però una chiara identità. Popoli, lingue e minoranze, città che hanno svariati nomi e vite a seconda dell’etnia e della lingua che le nomina, spazi ampi e smisurati, senso del confine e del confino pari a quello delle grandi terre dell’esilio… In questo cuore del nostro continente sta gran parte del Novecento e di quello che oggi siamo.

Valentino Corona Blues siberiano Publistampa Un lungo viaggio in treno dal centro dell’Europa attraverso la Russia fino a Vladivostok diventa l’occasione di un confronto tra due uomini lontanissimi per età, esperienza, gusti e aspirazioni. Ne emergerà una storia in cui entrambi riconosceranno i propri fallimenti. Sullo sfondo la Siberia, con tutte le contraddizioni dell’era post-sovietica, i suoi spazi sconfinati, i suoi misteri e la sua storia fatta di conflitti di inaudita violenza.

Alessio De Santa e altri The Moneyman. La vera storia del fratello di Walt Disney Tunuè L’illustratore trentino Alessio De Santa, Trentino è tra gli autori di questa graphic novel che rilegge l’avventura dello studio Disney. “If you can dream it, you can do it” raccontava Walt Disney parlando di come costruì il suo impero: Alessio de Santa ci racconta per immagini la storia delle industrie Disney cambiando il punto di vista e dando voce al fratello meno conosciuto, Roy. Il legame fortissimo tra Walt e il fratello Roy Oliver, compagno di avventure imprenditoriali, in una narrazione che è un excursus storico utile a ripercorrere le tappe dello studio Disney e la sua affermazione nella storia del cinema. Tutto passa attraverso gli occhi di Roy, incredibilmente schivo e volutamente distante dai riflettori, eppure uomo d’affari impeccabile, in grado di gestire un enorme parco dipendenti e tenere il filo dei rapporti con le maggiori personalità dell’epoca, da Howard Hughes alla Bank America, fino ad arrivare a Mussolini.

In questo libro/intervista, in cui per la prima volta ricordi biografici si intrecciano con riflessioni sull’esistenza e sul particolare alla sua montagna, il Bondone,presente e a quell’ardita, e comunque, i campanilisti interessati e i politicanti dei “Libri del mo

avveniristica e futurista funivia di Sardagna-Monte Corno. E allora la motivazione ulteriore, oltre al fatto di essere quasi nati sul Bondone, è che il secondo tronco Sardagna Monte Corno, ideato e progettato la bellezza di oltre 90 anni fa, ma che non è mai stato realizzato, recentemente è tornato alla ribalta, in particolare con la delega per lo sviluppo e la promozione turistica del Monte Bondone al Dott. Dario Maestranzi. (...) Dunque, dal 1922 al 1925 con un capitale di partenza di 153.000 lire (all’incirca 120.000 Euro attuali), 38 soci fecero accettare, progettare e costruire “la più ardita funivia del Trentino”. Anche oggi sarebbe indispensabile che un gruppo di imprenditori che credono in questo progetto si impegnasse per mettere le basi – progettuali, organizzative, finanziarie – di una Società Funivia Trento Bondone. Ricordo anche che per costruire il rifugio Candriai, sempre nei primi Anni Venti, la S.o.s.a.t. promosse una sottoscrizione pubblica con l’emissione di Certificati Azionari di Lire 50. In breve raccolse 60.000 lire, la metà del costo complessivo. Ai promotori di oggi, invece, si potrebbe affiancare un crowdfunding finalizzato al progetto funiviario. A varie quote di finanziamento potrebbero corrispondere, per esempio, diversi tipi di abbonamento per l’utilizzo futuro dell’impianto. Solo così, solo con l’impegno iniziale e determinante dell’iniziativa privata si potrà poi sollecitare la politica e il pubblico a fare la sua parte. E forse a tacitare, convincere (lo dubito), le cassandre, i contro sempre

bianchi” che sempre hanno contribuito ad affossare ogni progetto. Da troppi anni la funivia Trento - Bondone, con le sue importanti ricadute economiche e sociali, attende di essere realizzata. Vorrei concludere tornando alle parole di Antonio Pranzelores, quando scrive del tronco Sardagna-Monte Corno, iniziato secondo lui il 13 maggio 1926, giorno dell’inaugurazione della strada Sardagna Paese - Stazione della Funivia, ma in effetti mai realizzato, se non in una bella cartolina a colori, peraltro abbastanza approssimativa. Il progetto prevedeva una lunghezza di 2500 m. con due soli sostegni intermedi ed arrivo sul Monte Corno (a monte di Vaneze?) “Il luogo per la seconda stazione non poteva essere meglio scelto: dalle vicinanze vista superba su Trento e su tutto il grandioso anfiteatro dei monti, magnifico il Gruppo di Brenta colla Tosa simboleggiante la Regina Margherita. Così la funivia raggiungerà un’altitudine tale, per cui la salita del Bondone in ogni sua parte si ridurrà a poco più di una comodissima passeggiata o sia pure d’una gita sopra i soffici tappeti naturali privi di polvere, di sassi, di fango.” Così parlò Pranzelores, nel 1927… Paolo Curcu Guide Pranzelores

Guida di Trento colla funivia di Sardagna-Monte Corno e il Bondone Curcu & Genovese (Euro 12,00)

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trentinolosapevate trentinoscoop&news La frase

Volti nella Storia

“Per l’architetto il disegno è espressione simbolica dell’emozione concepita, anche se talora sa di esercizio astratto”

Per saperne di più:

“Luciano Baldessari nelle carte del suo archivio”, a cura di Graziella Leyla, Milano, Guerini e Associati, 1997. “Cinque lettere a Luciano Baldessari: materiali dal Mart”, di Gino Severini, a cura di Gabriella De Marco, in Avanguardia, A.6, n.16 (2001) ; p. [9]-25, Roma.

LUCIANO BALDESSARI (1896-1982) ETÀ

ta. In quegli anni collaborò con diversi professionisti, come Gio Ponti, in vista dell’Expo di Barcellona, ma anche con Figini, Pollini, Nizzoli e Melotti, con cui realizzò il Bar Craja a Milano. Nel frattempo, allestiva padiglioni e continuava a lavorare come scenografo teatrale.

Luciano Baldessari nacque il 10 dicembre 1896, a Rovereto, figlio di Leopoldo, un calzolaio, e Maria Casetti.

AMICO DI DEPERO Rimase orfano che era ancora un bambino e nel 1906 venne accolto nell’orfanotrofio di Rovereto. Qui incontrò Fortunato Depero, inaugurando un’amicizia che contribuirà a condurre Luciano verso il mondo dell’arte e del futurismo.

SCUOLA ELISABETTIANA Tre anni dopo si iscrisse alla Scuola Reale Elisabettiana della cittadina lagarina, che aveva sede nell’attuale Palazzo Piomarta, allievo di Luigi Comel, professore di disegno e pittore. Insieme a lui c’erano Fortunato Depero e Tullio Garbari.

era già occupato del rifacimento della facciata della Chiesa di Vallarsa e aveva iniziato a coltivare la passione per la scenografia, seguendo dei corsi all’Accedemia di Brera.

I PRIMI LAVORI L’anno dopo si trasferì a Berlino, dove poté esporre le sue pitture ad acquerello. Parallelamente, cominciò a lavorare come scenografo con famosi registi come Max Reinhardt ed Erwin Piscator.

Nel 1913 aderì al circolo futurista fondato da Depero. Sebbene poi intraprenderà percorsi professionali diversi, vicini ora all’architettura del razionalismo italiano, ora all’espressionismo tedesco, la traccia dell’influenza futurista sarà sempre presente nel suo lavoro.

ARCHITETTO Alla fine della Guerra, durante la quale dovette sfollare in Austria e arruolarsi nell’esercito austro-ungarico, ottenne il diploma a Vienna. Subito dopo si iscrisse al Politecnico a Milano e nel 1922 si laureò in architettura. Nel frattempo, si

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Dopo un’esperienza a New York, dove potè lavorare solo come pittore e scenografo, tornò a fare il progettista a Milano. A questo periodo si devono i suoi lavori più conosciuti, come il Padiglione della Breda alla Fiera Campionaria nel 1951, l’allestimento della Mostra di Arte decorativa e architettura moderna in Italia; la cura delle sezioni straniere alla decima Triennale e ad importanti mostre d’arte.

IL CAPOLAVORO

PROGETTISTA

CIRCOLO DEI FUTURISTI

LE OPERE NOTE

Rientrato a Milano, si inserì nel Movimento Razionalista, creato proprio in quegli anni, specializzandosi nella progettazione d’interni e di costruzioni. L’amico Carlo Frua gli commissionò il progetto del complesso di Piazza S. Babila, che però infine non fu costruito.

LUMINATOR Nel 1926 inventò una lampada appendiabiti, che illuminava il soffitto e venne esposta all’Expo di Barcellona del ’29.

LAVORATORE Nel 1928 aprì uno studio personale di architettura a Milano, in via Santa Mar-

Il suo successo maggiore fu però la progettazione di un grattacielo di 17 piani, alto 53 metri e mezzo a Berlino che era stato distrutto dalla guerra.

LA FINE Dopo una vita lunga ed intensa, Baldessari morì a Milano, il 16 settembre del 1982, pochi mesi dopo essersi sposato con la collega Zita Mosca.

L’ARCHIVIO I suoi progetti sono conservati in parte nell’archivio del Mart di Rovereto, al Politecnico di Milano e all’interno del Castello Sforzesco.

Hanno detto di lui: “Luciano Baldessari è indubbiamente tra i più colti e sprovincializzati architetti che operarono in quegli anni in Italia: la sua formazione è tutta calata nel futurismo: non quello milanese di Marinetti e Boccioni ma quello periferico e per molti versi anomalo e discorde che inaugurò Depero nella provincia di Rovereto” Cesare De Seta, storico dell’architettura e saggista

Messa al campo nelle steppe russe


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