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anno XXI n. 255
maggio 2013 9 771724 550829
ISSN 1724-5508
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appuntamenti, incontri e attualità trentina
speciale benessere
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estate sto arrivando!
Christian Pedron IL MIO TAGLIO PER UNA MAGLIA
il libro del mese mountain bike in trentino-alto adige
non fate il loro
gioco!
qualcuno ci guadagna, ma non sono i giocatori. il gioco d’azzardo in italia e in trentino: i numeri, i falsi miti, le iniziative e un’intervista esclusiva
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ring
trentinocommenti
ring di Pino Loperfido
di Tiziana Tomasini
perfidie
a mali estremi Lezioni di stile: i diversi tipi umani che si riflettono nelle acque clorate
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li appassionati del nuoto libero – ovvero tutti coloro che per vari motivi non sono iscritti ad alcuna società e che nuotano come e quando possono (incluso chi scrive) lo sanno bene. Nel tardo pomeriggio le corsie destinate al pubblico sono a malapena due su otto, schiacciate dal predominio dei pur essenziali corsi organizzati e rivolti a tutte le fasce d’età. Questo succede con puntuale e precisa conferma in tutti i centri natatori comunali della città di Trento, provare per credere. E se dopo l’ora del the qualcuno ancora pensava di farsi una nuotata degna di questo nome, potrà tranquillamente constatare come quest’idea sia diventata a tutti gli effetti una “missione impossibile”. L’aspetto più interessante della questione sta forse nel notare come certe dinamiche sociali si riflettano pari pari dalla giungla urbana fin nelle acque clorate degli impianti. In questo microcosmo acquatico, pur denudati e camuffati con cuffie e occhialini, riconosciamo ogni tipologia comportamentale dell’essere umano. Qualche esempio? C‘è quello lento ma gentile, consapevole dei suoi tempi e della sua andatura e che quindi lascia passare i più veloci; c’è quello che fa una vasca e poi si ferma amabilmente a conversare con chiunque gli capiti a tiro, neanche fosse alla fermata dell’autobus o al bar; c’è quell’altro che non ha ben chiaro in testa il concetto di destra e sinistra e quindi nuota placidamente a centro corsia, ostacolando tutti e impedendo il sorpasso. Me lo immagino alla guida dell’automobile, in ora di punta! E poi arriva quello super esperto, che dà sfoggio davanti ai nove elementi galleggianti con cui condivide la corsia di come si nuota veramente. Dopo qualche apprezzabile numero a stile libero, si lancia a delfino, seminando il panico. Qualcuno riesce ad evitarlo calandosi in apnea, altri rimediano il classico ceffone involontario; tra gli incolpevoli schiaffeggiati ci sono anch’io, che sopraggiungo a stile dorso dalla parte opposta. Non un cenno di scuse: il campione di stili non è decisamente un campione di correttezza e gentilezza. Mi ricorda un proprietario di Sport Utility Vehicle (in sigla SUV) che di recente ha parcheggiato il suo pachiderma grigio letteralmente di traverso sul tratto di marciapiede destinato a cicli e pedoni, impedendo ogni possibile movimento agli uni come agli altri. Una parallela caduta di stile, un tuffo nel delirio dell’onnipotenza. 8
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Nessuno nomina più l’italia: ovvero la rimozione collettiva di un’idea di patria
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er Sigmund Freud agisce al di sotto della coscienza e, al contempo, è la pietra angolare su cui poggia l’intero edificio psicoanalitico. Stiamo parlando della rimozione, ovvero quel fenomeno che porta una persona a escludere dai propri pensieri e dal proprio lessico alcuni concetti o parole, verosimilmente legate a episodi spiacevoli accaduti in passato. La rimozione di cui vi vogliamo raccontare è quella legata al nome della nazione in cui viviamo. Ascoltando i discorsi dei politici, ma anche di economisti, industriali, artisti di questi ultimi – diciamo – due o tre anni, se ci fate caso vi accorgerete che è pressocché scomparsa o quanto meno fortemente diradata la parola “Italia”, sostituita da un meno compromettente “Paese”. Un fenomeno paranormale che a ben guardare, però, forse qualche motivazione (inconscia) ce l’ha. Facciamo un solo esempio. Il neo Presidente del Senato, Piero Grasso, nel suo discorso di insediamento, ha nominato l’Italia solo una volta, a fronte di ben undici “Paese” (“il futuro del nostro Paese“, “nel nostro Paese”, “poter essere utile al Paese” e così via). E come lui, i vari Bersani, Camusso, Cicchitto, Squinzi, Draghi dimostrano ogni giorno di più di gradire poco quella parola di sei lettere che deriverebbe dal patronimico del re degli Enotri. Ma discorsi a parte, sono sorti anche neologismi come il tremendo sistema Paese, con cui si definisce l’apparato economico-produttivo della nazione. Oppure il Paese reale, per definire un’ipotetica fetta della società italiana trascurata dalla politica, dai sondaggi, ma con cui si deve fare i conti. (Mentre scrivo, sento Angelino Alfano al Tg proclamare che “c’è una disperata necessità di dare un governo al Paese...” Anche lui, non poteva dire: “dare un governo all’Italia”? Mah...) Che si tratti di un’oscura forma di vergogna? Una specie di rimozione – appunto – che ha cancellato per sempre dal nostro lessico il nome della nostra vecchia, tanto bistrattata, eppure cara e meravigliosa Italia? Che dobbiamo dunque fare adesso? Riscrivere la Storia? Modificare una cultura, gli inni, le canzoni, le citazioni, rendendoci ridicoli una volta di più? Pensiamo a Cavour che dice “Abbiamo fatto il Paese ora facciamo i... paesani”. O intoniamo l’attacco di un neoinno (”Fratelli Paesani, il Paese s’è desto...”). No, no, per carità. La soluzione è una sola: rimuovere la rimozione. Il Paese – pardon, l’Italia – ne ha bisogno.
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ring di Francesca Negri
colpo di tacco NEL DUEMILA TU DONNA ANCORA PARTORIRAI CON DOLORE. ALMENO A TRENTO
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uando nel 2012 ho intervistato per TrentinoMese il neonatologo ottantenne Dino Pedrotti, conosciuto da tutti come “l’amico dei bambini”, oltre che per aver fatto nascere molti trentini nel corso della sua lunghissima carriera, non avrei mai pensato né che a fine estate dello stesso anno sarei rimasta incinta, né che il S. Camillo di Trento, l’ospedale dove sono nata e dove Pedrotti ancora esercitava, avrebbe chiuso il suo reparto di ostetricia. Oggi, trovandomi alle prese con il dover scegliere dove far nascere Leonardo, mi rendo conto che le preoccupazioni «di sovraffollamento esagerato e di perdita di una struttura preziosa per la comunità trentina» espresse da Pedrotti erano probabilmente tutte vere e che mancavano anche altre osservazioni a mio avviso molto importanti per una futura mamma. A Trento oggi si partorisce solo al S. Chiara, che ogni quarto martedì del mese invita a partecipare all’incontro “Nascere al S. Chiara”. Dopo 15 minuti di video sulle varie modalità di parto e di venuta al mondo – emozionanti sì, ma anche un po’ inquietanti (tanto che alla serata a cui ho partecipato io ho potuto leggere espressioni miste di terrore e spiacevole agitazione sui volti delle gestanti più giovani e impressionabili) – una rubiconda ostetrica spiega un po’ come funziona: 1. epidurale garantita 24 ore su 24? Giammai. Solo a discrezione del dottore presente al momento del vostro parto (probabilmente perché per l’ospedale ha un costo di circa 800 euro a persona). Non fatevi ingannare da chi vi promette che ve la faranno al 100%: giusto qualche giorno fa una mamma mi raccontava proprio che nonostante avesse concordato l’epidurale, il medico di turno si è rifiutato di fargliela e non c’è stato verso di dissuaderlo 2. taglio cesareo, solo se richiesto dal vostro ginecologo o se deciso dal medico di turno (l’operazione costa circa 1800 euro all’ospedale) 3. parto in acqua nelle due nuove vasche appena installate? Volentieri, ma solo se sono libere, perché non si possono prenotare 4. camere singole? Neanche parlarne, cosa servirà mai la quiete e la riservatezza di una camera singola dopo 12 ore di travaglio e magari 20 punti di sutura? Troppo snob. Le camere sono da 4 con bagno o da 3 senza bagno (si deve usare quello sul corridoio) 5. ospedale amico del bambino. Il S. Chiara sta lavorando, fa sapere l’ostetrica, per questo accreditamento che 10
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ring segue i parametri Unicef, tra cui spicca il rooming in, che significa tenere in stanza il proprio figlio, con lo scopo principale di stabilire fin dalla nascita il contatto madre/padre bambino in senso fisico (allattamento), relazionale e di cura. Pare che i benefici siano molti. Fatto sta che se voleste lasciare il vostro bimbo in nursery le infermiere storcerebbero non poco il naso. E te lo fanno capire a chiare lettere durante l’incontro. 6. no visit, thank you. Visto che le camere sono da 4 e che tutte sono esortate (se non obbligate) a fare il rooming in, il S. Chiara sconsiglia vivamente le visite di amici e parenti. «Tanto in ospedale state massimo 3 giorni», vi consolano le operatrici. E se proprio non ne potete fare a meno? «La soluzione migliore è quella delle due ore che trascorrete da sole in sala parto subito dopo aver partorito». Avete capito bene: l’ostetrica durante l’incontro “Nascere al S. Chiara” vi consiglia di farvi venire a trovare da parenti e amici appena avete finito di partorire, ovvero magari dopo un travaglio snervante, e magari a mezzanotte… P.S.: Sempre a proposito del rooming in, ve li immaginate 4 neonati in stanza assieme? Voi che riuscite a fare addormentare il vostro piccolo dopo un bel po’ di ninne nanne e, non appena ha preso sonno inizia a piangere il pupo della vicina di letto svegliando il vostro? La sensazione che ho avuto, ma forse ho un animo troppo sensibile, è che si venga trattate molto “alla vecchia”, seguendo il motto biblico “tu donna partorirai con dolore” e che nel Duemila, nonostante tanti rimedi che potrebbero aiutare una donna a vivere il momento del parto in modo più sereno, a Trento se ne freghino bellamente, perché tanto ci sono sempre passati tutti, che sarà mai! È una sensazione che mi si accresce se navigo nel sito dell’ospedale, dove nella sezione ostetricia non trovo neanche una volta chiamata la gestante col nome di mamma, ma sempre col nome di paziente (che mi sa tanto di una che deve, permettetemi la poca finezza e l’utilizzo di un termine dialettale, “svedelar”). Per questo, molte ragazze che conosco e anche molti loro mariti, hanno preferito per il primo o per il secondo figlio, in questo caso dopo aver fatto l’esperienza al S. Chiara, recarsi altrove: al S. Camillo, fin quando c’è stato, a Rovereto o a Cavalese oggi che il S. Camillo ha chiuso il reparto. Qualcuno va anche a Bolzano a nella clinica privata di Vipiteno. Io, invece, vivendo tra Trento e Bergamo, nonostante volessi far nascere mio figlio nella mia città d’origine, di fronte a tutto questo ho scelto l’ospedale bergamasco, dove ti chiamano mamma e non paziente e dove hai la sensazione che nulla ti sia precluso, ma non per questo si fa uso con leggerezza di tutte le tecniche e le cure mediche a disposizione. Probabilmente, però, la vedo così solo perché sono una viziatella senza spina dorsale e con molta puzza sotto il naso. Altrimenti tutte le altre donne che partoriscono al S. Chiara come farebbero?
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10-11 maggio
Curcu&Genovese Associati s.rl. - Südtiroler Studio s.r.l. - Riproduzione vietata
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IV edizione
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di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi se il degrado del territorio è indicatore di un altro degrado: quello umano
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a qualità di una cultura, di una civiltà, si desume dalla quantità di mozziconi di sigarette che s’incontrano per strada. O, ancor peggio per la sicurezza, da quelli che vengono gettati dai finestrini delle automobili: in moto mi sono trovato più di una volta dietro ad un’automobile il cui conducente mi ha gettato, con noncuranza, la cenere o il mozzicone addosso senza guardare chi sta dietro. Ebbene l’abitudine di gettare i mozziconi per terra sta crescendo anno dopo anno e, tragicamente, quei frammenti bianchi e gialli si assommano alla sempre più presente immondizia che incontriamo per strada, nelle aiuole, adagiata ai piedi dei cestini e dei bidoni. I giornali attribuiscono l’aumento della sporcizia urbana ed extraurbana alle tariffe aumentate. Io non sono proprio di questo avviso. Potrebbero portare l’imposta a cifre da capogiro ma non mi verrebbe mai e poi mai in mente di gettare o depositare un sacchetto di immondizia, la mia, da qualche parte, consapevole, da sempre, che lo spazio pubblico è anche il mio spazio e come tale devo tenerlo curato, possibilmente abbellirlo, sicuramente non deturparlo. Quindi rimango di stucco ogni volta che mi accingo ad entrare in città e vedo decine e decine di sacchetti abbandonati, rotti, con il contenuto sparso ovunque, oppure quando vagabondando per la città mi imbatto in strati di mozziconi, gomme americane che fanno da antiscivolo sulle piastre ammonitiche del rosso di Trento, lattine, bottiglie abbandonate. Perché sempre di meno si amano la città, il paese, la
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strada, il bosco, il lago, il fiume? Perché sempre di meno le persone si amano? Perché sempre di più l’ambiente “pubblico” è inteso come luogo dove “rubare” di tutto, da rapinare, sporcare, insozzare, avvilire, togliergli l’anima? Rubano i politici, rubano quelli che quotidianamente creano leggi sbagliate o non fanno le leggi che dovrebbero fare oppure non le fanno rispettare. Si rubano i telefonini, le auto, i rampichini, il capo d’abbigliamento firmato, lo sci lasciato fuori dall’albergo di alta montagna, la tavola da windsurf in pregiata lega. Si rubano status symbol. Si rapina e si sporca la terra, il territorio, lasciato in balìa dell’arrembaggio speculatorio. Si ruba per costruire e lasciare quindi deperire il tutto per scelte sbagliate: in Trentino di questi casi se ne possono contare a decine, centinaia, sempre di più, con l’avallo di sterili geometri/ingegneri/architetti comunali, di politici solo di nome ma non di fatto, di speculatori senza scrupoli. Il territorio è la vera ricchezza della nostra provincia. La natura, la terra, l’aria, l’acqua, le foreste, le montagne, sono elementi racchiusi in uno scrigno, veri e propri tesori non solo turistici, ma anche culturali, economici, sociali. Il suo degrado va di pari passo con il degrado umano, con la perdita di valori, con una strisciante e pericolosa solitudine sociale che fa accapponare la pelle. San Francesco non insegna più, non è più un exemplum reale a cui riferirsi, attraverso cui i valori del rispetto possono transitare da individuo a individuo. La scuola combatte una lotta ormai ridotta a vana speranza, con gli insegnanti trasformati in tanti don Chisciotte che
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ring di Paolo Chiesa
civiltà trentina PRELIEVI DI IMPAZIENZA all’azienda per i servizi sanitari di lEVIco terme
P si scontrano con la sempre più diffusa incuria educativa genitoriale. Si ruba un pezzo di argine, si porta via qualche sasso dal torrente, si prosciuga l’acqua di un laghetto alpino per sparare neve artificiale ricca di additivi che poi diventeranno veleno che noi berremo a tavola. Si ruba l’aria facendo transitare le automobili in code chilometriche sempre più in alto e sempre più dentro i parchi. Si rubano la legna, i funghi, i nidi di formiche, le rane, gli uccelli, i fiori, i fossili, si ruba da un luogo, la natura, per spostare in un altro: il salotto, la vetrinetta, il vaso di fiori, la cornice di una fotografia. Si ruba l’ardire e il coraggio degli altri, degli alpinisti veri, degli sciatori veraci, dei pellegrini e dei viandanti. L’imitazione è la nuova forma di ruberia, il nuovo furto istituzionalizzato. Sporcano gli altri: perché non devo sporcare anch’io? Gli impianti di risalita (sempre più in deficit, inevitabilmente) hanno dissolto le nebbie e hanno fatto scoprire che le cime non sono più la sede degli dèi e dei Santi. La modernità ci ha rubato perfino la fantasia. Le immondizie che incontriamo sempre di più in città e fuori, nella natura, uccidono il senso civico dell’uomo. Ma noi, irriducibili romantici, speriamo ancora in un mondo migliore e non smetteremo mai di urlare contro chi getta un mozzicone, abbandona un sacchetto di immondizia, ci truffa la vita dal suo effimero e vacuo podio di potere.
unto prelievi dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Levico Terme. Ti sei alzato presto e alle 7 sei davanti alla porta d’entrata dove c’è già un signore in attesa. Poco dopo arriva un’infermiera e apre. Ti dirigi nel corridio/sala d’attesa rispettando il tuo turno e prendi il numerino dal distributore a parete. Ti siedi mentre pian piano arriva altra gente e passi il tempo chiacchierando con qualcuno, leggendo un libro o digitando sul touchscreen. Il sottofondo è il solito che domina in questi luoghi. Chi parla del tempo, di politica o dei malanni per i quali va a fare gli accertamenti. E poi c’è sempre la voce di chi si lamenta: perché si deve aspettare fuori dal punto prelievi finché non viene qualcuno ad aprire, perché bisogna aspettare fino alle 7.30 per iniziare i prelievi, per il costo degli esami, del tempo di attesa per fare questo o quell’accertamento. Chiacchiere legittime, è normale aspirare sempre al meglio, anche se in Trentino va detto che queste cose generalmente funzionano“abbastanza” bene. Poi ecco che il tabellone luminoso manda un segnale acustico. È indicato il numero 16. Il signore che è arrivato prima di te ha il 20 ed entra spedito. Tu che hai il 21 aspetti almeno che il numeratore appeso si adegui al numero che hai in mano, ma vieni esortato a entrare subito da una piccola sollevazione di pazienti che non vogliono perdere quei pochi secondi preziosi. L’infermiera all’accettazione: “hanno iniziato a lamentarsi?” E la sua collega di rimando: “…come ogni mattina”. Esci e aspetti fuori dall’ambulatorio del prelievo vero e proprio dove oltre ai soliti commenti sulla Sanità che non funziona, vieni nuovamente esortato a spicciarti a entrare dai pazienti ancora prima che l’infermiera ti chiami. Entri, ti fai togliere il sangue ed esci. Dal suono del primo tabellone luminoso saranno passati 5 minuti e pensi: “ma cos’avranno da lamentarsi le persone che erano in attesa con te?” E dire che il punto di prelievi di Levico è uno di quelli che in quanto a tempi di attesa e organizzazione funziona. Provare per credere recandosi invece a fare prelievi al Crosina di Trento o negli ambulatori di Pergine o Borgo, dove le code sono eterne, i tempi di attesa biblici e l’organizzazione non sempre buona. E come funzioneranno i punti prelievi di un ospedale di Roma, di Milano o di Palermo dove si presentano centinaia di persone? Un suggerimento ai medici di base: potreste da ora in avanti prescrivere di prassi che ai trentini che vanno a “fare gli esami” venga prelevata anche una fialetta di impazienza? 15
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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]
sommario maggio2013
In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher
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Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Patrizia Niccolini, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Tina Ziglio
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fate il vostro gioco!
Grafica: Fabio Monauni
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“Don torta” al secolo guido avi
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Attualità 26
Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150
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Christian pedron: il collezionista
34 destinazione marocco 42 benvenuti ad artelandia 44 Un “why” con un perché 46 segnali di fumo 48 pietro weber 50 non sai cosa ti perdi... 52 A. Gelmi: nostalgia del futuro
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estate, sto arRivando!
62 Tra le pagine della storia 64 I millE volti di nana ghini
Panorama
70 temporum miracula 71 scene da un sacrificio 72 euritmia 73 figure arcaiche a pergine 74 Giuseppe giacobazzi 75 un amore di jazz 76 maggio giovani a teatro 79 garda in opera festival 81 Davide van de sfroos 88 Ciclabili: patrimonio del territorio
Giorno per giorno
92 Mostre 96 appuntamenti del mese
Scoop&news
105 25 anni di piccole colonne 107 lageder: pr vocazione e passione 109 L’amazzonia di lucianer
Rubriche
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trentinoattualità
di Silvia Tarter e Pino Loperfido
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Fate il Vostro Il gioco d’azzardo per definizione indica tutti quei giochi in cui si rischia, si azzarda appunto, del denaro e l’esito del gioco è affidato unicamente al caso. Ma cosa si nasconde dietro questo mondo luccicante di colori e promesse di una vita migliore? Qualcuno ci guadagna, ma non sono i giocatori, che si giocano la salute e spesso la vita. E in trentino? Quanti sono i giocatori patologici? la moglie di uno di questi racconta in esclusiva la sua esperienza
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trentinoattualità I Numeri 2011
Trentino Alto Adige 1 miliardo e 359 milioni di euro Spesi
Trentino 42% Percentuale della popolazione (15-64 anni) che ha giocato almeno una volta
QuindicesimA posizione nella classifica nazionale per volume di gioco 1.633 euro spesa pro-capite
730 Soggetti che sono a rischio di dipendenza in Valsugana (120 sono minori di 26 anni)
Sesta posizione nella classifica nazionale per spesa pro-capite
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ignore e signori fate il vostro gioco, fate il vostro gioco” e l’elegante croupier fa partire la roulette che comincia a girare in un vortice dove colori e numeri si mescolano all’eccitazione dei giocatori. E uscito un numero se ne aspetta un altro, e poi un altro ancora. Forse finalmente sarà quello giusto per vincere, in quella corsa infinita che sembra immune al trascorrere del tempo. Eh sì, perché il tempo rimane chiuso fuori dalle porte di casinò e sale da gioco, reali o virtuali che siano. Una volta dentro l’universo gioco si è inghiottiti in una dimensione simile a quel sogno di Bergman nel film Il posto delle fragole, dove agli orologi mancavano le lancette. Le stanze dove si gioca sono schermate, niente luce naturale, per annullare la differenza tra il giorno e la notte; gli orologi vengono tolti, così che il loro incessante ticchettio non possa interferire con la musica di dadi che rotolano, slot, concerti di chi esulta e di chi perde, ma soprattutto per avere l’illusione che quel gioco separato dalla realtà possa continuare all’infinito e si arrivi a vincere, prima o poi. 20
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7300 Soggetti che sono a rischio di dipendenza
circa 80 Soggetti in carico ai servizi sociali per conclamata dipendenza
“Ti piace vincere facile?” Vincere al gioco oggi è diventato un miraggio proiettato ovunque e sembra essere alla portata di tutti. Basta accendere la televisione, navigare in Internet, o passeggiare per la strada, per imbattersi in qualche pubblicità che insinua ammiccante: “Ti piace vincere facile?”, oppure “C’è chi è ricco dentro, e chi è ricco dentro, sopra, fuori e sotto”, o ancora “Non metterli sotto al materasso, dormiresti appiccicato al soffitto” (slogan del Superenalotto). In un momento di crisi economica delicato come questo, le pubblicità del gioco d’azzardo hanno trovato pane per i loro denti. La famigerata crisi sembra infatti essere direttamente proporzionale al gioco d’azzardo: più aumentano le difficoltà delle persone più si vogliono accorciare i tempi per guadagnare subito e di più. Si riproducono allora spot a raffica, per suggerire una possibile via d’uscita che dia anche l’illusione di essere incredibilmente vicina. Ed è così che con l’acquolina in bocca molti iniziano a giocare, sperando di dare finalmente una svolta alla propria vita e risollevando anche la loro speranza. Uno dei più grandi esperti di logica in-
ternazionali, Ian Hacking, ha affermato infatti che «chi acquista una schedina non acquista solo la possibilità, alquanto remota, della vincita, ma anche un’emozione, una fantasia». Si può accarezzare il sogno di mostrarsi al volante di un Suv, avere una bella casa, fare un viaggio lontano, assicurare un futuro meno incerto ai propri figli, facendo la firma su una vita più stabile e serena, erogata come una rata del Win for Life. Si comincia allora con un “perché no, proviamo a giocare, in fondo sono due euro!” Ed ecco allora che al mattino si vedono tabaccherie affollate da gente che gratta un biglietto sperando in un colpo di fortuna prima di andare al lavoro, e la pausa pranzo al bar è ravvivata dal
trentinoattualità sottofondo sonoro della slot machine. Ma anche alla sera, durante la notte, si può giocare sempre e ovunque anche senza muoversi da casa, tanto il gioco può raggiungere tutti, lasciando comodamente seduti davanti al computer, o anche solo sfiorando lo schermo di uno smartphone. Da qualche tempo persino al supermercato, al negozio dell’autogrill o in alcuni uffici postali si può giocare. “Vuole il resto o le do un Gratta e Vinci, signora?” chiede l’impiegata delle poste. E magari la signora anziana a quella ragazza che le dà la pensione tutti i mesi, non riesce proprio a dire di no. In Italia nel 2011 sono stati spesi ben 100 milioni di euro per sponsorizzare il gioco d’azzardo, con pubblicità che sono spesso un vorticare ipnotico di dadi e carte in scenari accattivanti, tra musiche soffuse, bicchieri tintinnanti e belle donne. È l’immagine allettante di una vita profumata di soldi, e quindi, di conseguenza, garanzia di successo. Alla fine il teatrino si chiude cavandosela con un semplice “Gioca il giusto” o “gioca responsabile” alla Ponzio Pilato, scaricando la responsabilità unicamente sul consumatore. Anche gettando uno sguardo fuori dalle tabaccherie o dai bar, cartelli e pubblicità ci raccontano sempre e solamente di vincite: “Qui sono stati vinti 50.000 euro”. Va bene, ma sappiamo quanti ne sono stati spesi prima che a qualcuno tra tutti toccasse quella cifra? LA terza industria per giro d’affari dopo Eni ed Enel Attualmente il gioco d’azzardo è autorizzato e regolamentato dalla legislazione
giocatore patologico: il decalogo Segnali per riconoscere il giocatore patologico. Chi manifesta almeno cinque di questi comportamenti secondo il DSM IV può considerarsi giocatore d’azzardo patologico. 1. È eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo 2. Ha bisogno di giocare con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata 3. Ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il gioco d’azzardo 4. È irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo 5. Gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore depresso. 6. Dopo aver perso al gioco, spesso
vigente dello Stato italiano. A differenza di quanto accade in altri paesi europei, in Italia il gioco ha un enorme fatturato che non accenna minimamente a diminuire: 100 miliardi di entrate nel 2012 contro i 19 della Francia, dove con l’avanzare della crisi si è deciso di intervenire sottraendo sostegni al gioco. L’Italia invece non pensa affatto a rinunciare a quella che è la sua terza industria per giro d'affari dopo Eni ed Enel, anche se, è opportuno sottolinearlo, lo Stato intasca
Guidatori sbronzi… di gioco: l’Asaps contro le macchinette nelle aree di servizio
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l gioco d’azzardo patologico non risparmia nemmeno i guidatori. I suoi effetti compulsivi nei casi più gravi possono diventare simili ai sintomi dell’ebbrezza, con perdita di cognizione del tempo e dello spazio, alterazione della coscienza e perdita di lucidità, che porta a uno stato di estasi ipnotica. Per questo l’Asaps, l’Associazione dei Sostenitori Amici della Polizia stradale, mette in allerta sui pericoli che il gioco può comportare per chi si mette alla guida. Il fenomeno riguarda infatti sempre più chi si muove sulle strade, anche perché nelle aree di servizio si vedono spuntare di giorno in giorno accanto agli scaffali di snack o giornali le macchinette tentatrici. Gli sforzi di Autostrade per l’Italia per limitarne la diffusione nelle aree di servizio non sono valsi però a diminuirne la diffusione, poiché a livello normativo dipendono dall’attività gestionale dei tabacchi.
gioca ancora rincorrendo le proprie perdite 7. Mente ai membri della famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo 8. Ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto, o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo 9. Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, opportunità scolastiche o di carriera per il gioco 10. Fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo. Il comportamento di gioco d’azzardo non è meglio attribuibile ad un episodio maniacale.
meno di quanto si tenda a pensare. Una parte degli introiti finisce in mano alle grosse aziende concessionarie private, tassate dallo stato come qualunque altra azienda, ma che hanno il vantaggio di una tassazione minima sulla parte di introito guadagnata sul giocato. Ma anche per lo Stato in fondo, tirando le somme, i giocatori d’azzardo hanno un prezzo. In Germania si è stimato che un giocatore d’azzardo patologico costi circa 38mila euro di soldi pubblici l’anno tra spese sanitarie, legali, uscita dal circuito del lavoro ecc. QUANDO ANZICHÈ UN DIVERTIMENTO, IL GIOCO DIVENTA UNA MALATTIA Solo questo dovrebbe far riflettere su quanto sia controproducente incentivare sempre più gente a giocare, aumentando così il numero di persone che finiscono affette da una vera e propria dipendenza patologica. Infatti, il gioco d’azzardo patologico (GAP) è stato riconosciuto una patologia per la prima volta nel 1980 da un gruppo di psicologi dell’APA, l’American Psychiatric Association, che lo classificarono come Disturbo del Controllo degli Impulsi Non Classificati Altrove e inserito come tale anche nel manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM IV), che ne indi21
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trentinoattualità vidua i sintomi principali. Chi è colpito manifesta una serie di comportamenti ossessivo compulsivi: perdita di controllo, incapacità di dominare l’impulso (Craving), anzi con una manifestazione crescente di tolleranza, ovvero il bisogno di intensificare maggiormente l’attività per ottenere gli stessi effetti di prima, e il comparire di un vero malessere in caso di astinenza, come avviene con la tossicodipendenza o l’alcolismo. Viene ad essere intaccata allo stesso modo anche la percezione della realtà dei malati, dando il via libera a una serie di menzogne raccontate a se stessi, in primis, e poi agli altri, per nascondere di aver perso delle somme di denaro, nella perenne convinzione che si riuscirà a recuperarlo ricorrendo a tutti gli stratagemmi possibili. Il gioco diventa un chiodo fisso al cui richiamo il malato non riesce più a resistere, finendo con l’invertire l’ordine delle sue priorità e del suo sistema valoriale, anteponendolo al proprio lavoro, se ne ha uno, e agli affetti. Si trasforma nel primo e unico pensiero capace di monopolizzare ogni azione: tutto infatti finisce col diventare funzionale a un’altra giocata, fino agli ultimi spiccioli del resto del caffè o ai soldi per il biglietto dell’autobus. Sembra però che non ci sia ancora una completa consapevolezza di quanto il gioco possa essere rischioso in termini di salute, come accade con altre delle cosiddette “new addiction”, nuove forme di dipendenza quali lo shopping compulsivo, la dipendenza eccessiva da cibo, dal telefonino ecc. Il fattore dipendenza in questi casi viene spesso sottovalutato, poiché a differenza di tossicodipendenza o alcoolismo non si abusa concretamente di sostanze nocive che possono danneggiare il fisico con effetti anche visivamente evidenti. Anzi, talvolta alcuni comportamenti vengono considerati addirittura positivi, socialmente ricreativi. Di per sé infatti anche il gioco, finché rimane un passatempo occasionale, è sicuramente un’attività divertente, e il fatto che sia legale e autorizzato dallo stato inoltre lo fa apparire più sicuro. Tutto ciò gli permette ulteriormente di allungare i suoi tentacoli tentatori. L’attrazione verso questo mondo non è uguale in ogni momento della storia di un giocatore, ma segue diversi stadi, andando a tratteggiare una sorta di grafico ascendente del coinvolgimento. Inizialmente si parte con la cosiddetta fase sociale, quando si muovono i primi passi verso il gioco e la persona ha an22
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cora un atteggiamento per lo più ludico, uno stato d’animo piuttosto piacevole dove il giocatore si diverte, gli sembra di sentirsi meglio e di conseguenza si sente invogliato a proseguire. Da qui, il salto è breve verso una fase definita problematica che sconfina poi in quella eccessiva: la persona inizia a vivere in uno stato di vera e propria fuga dalla realtà, compromettendo la normalità delle sue relazioni sociali e la capacità di controllo di se stessi. l’identikit del giocatore d’azzardo? Riferendoci al contesto italiano, solitamente si tratta di persone dal reddito piuttosto basso o che non hanno lavoro e proprio per questo, disponendo anche di un tempo libero che spesso significa noia e frustrazione, tentano le vie della Dea bendata. Sono infatti il 66% di chi si dichiara disoccupato, il 47% degli indigenti e il 56% di chi appartiene a un ceto medio basso. A giocare sono poi
Info
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n Provincia di Trento si occupano di dare sostegno ai giocatori di gioco d’azzardo e ai loro familiari: Associazione A.M.A. di Trento, Via Torre d’Augusto, 2/1 Tel. 0461.239640 - Cell.342.8210353 ama.trento@tin.it Orari: dal lunedì al venerdì ore 9.00 -12.30 Ser.T di Trento: 0461.904772/77 Ser.T di Rovereto: 0464.480594 Ser.T di Riva del Garda: 0464.582612
più gli uomini rispetto alle donne, anche se ora il gap non è più così grande. Gli uomini preferiscono frequentare bar e casinò, le donne comprano per lo più schedine, biglietti del Gratta e Vinci o giocano al Bingo. Chi ha un livello d’istruzione superiore, inoltre, tendenzialmente gioca meno: il 61% dei laureati contro l’80% di chi arriva alla licenza media. Dato piuttosto allarmante è poi il progressivo abbassamento dell’età con cui si inizia a giocare. Non bastano le restrizioni del decreto Balduzzi, sulla pubblicità, vietata in certe fasce orarie televisive particolarmente seguite dai minori. Sempre più giovani infatti, anche a partire dai 16 anni, si perdono nei meandri del poker online, favoriti dall’accessibilità con cui possono giocare in ogni momento in Internet, sul pc, sullo smartphone o attraverso i social network dove sono invasi da finestre pop up e spamming che li invitano a giocare. In questi siti i controlli sulla vera età dei giocatori sono facilmente scavalcabili e una volta entrati l’immaterialità del gioco e l’invisibilità del denaro abbassano la percezione di quanto si spenda, e si perda. Insomma, ci sono giochi per ogni target ed ogni età.
trentinoattualità E quanto tempo perde chi gioca? Il dieci per cento dei giocatori in Italia ha una media di tre ore di gioco alla settimana e l’1,7% di loro spende in quei sette 0 Spesa in milioni2003 2004 in Trentino-Alto 2005 2006nel 2011 di euro giocati Adige entrate erariali 3,5 7,3 6,2 6,7 giorni cifre che si aggirano anche intorno vincite + entrate filiera privata 15,5 24,8 28,5 35,2 ai trecento euro, il che significa più di (concessionari, esercenti...) 945,60 mille euro al mese. Per alcuni quindi è quasi un intero stipendio che sfuma, senza nulla in cambio, anzi rimanendo in compagnia di un elenco di valori in perdita, in termini di denaro, tempo, vita sociale e salute, e questo vale per i giocatori dipendenti che in Italia sono circa 800mila, il 2,1% della popolazione. Anche restringendo l’obiettivo entro i confini trentini c’è ben poco di cui van148,00 tarsi. La spesa pro capite per il gioco 109,40 d’azzardo è infatti leggermente superiore 62,50 rispetto alla media nazionale e piazza 38,90 31,40 il Trentino al sesto posto tra le regioni 22,50 italiane. Nel 2011, solo in Trentino-Alto Adige sono stati bruciati un miliardo e 359 milioni di euro. Il 5% del totale dei giocatori trentini si dichiara in stato di dipendenza moderata o patologica, che sale tristemente all’ 8% tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni.
2007
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7,2 42,1
7,7 47,5
1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 16,00
0
Scommesse Ippiche
Giochi numerici (Win for Life e SuperEnalotto)
Bingo
Lotto
Scommesse sportive
Lotterie (Gratta e Vinci)
Giochi di abilità a distanza (on-line)
Quando si arriva a credere l’Incredibile Il problema è che più si spende, più si spenderebbe e meno ci si accorge di farlo. Quando una persona si può ormai definire giocatore dipendente è ancora più difficile svincolarsi dai lacci del gioco, perché nella sua mente resa più vulnerabile nascono false e assurde credenze, delle distorsioni cognitive a tutti gli effetti. Si autoconvince, ad esempio, di avere un potere di controllo sulla slot machine, di essere libero di guidarla con la sua volontà. Oppure il giocatore incappa nella cosiddetta “fallacia di Montecarlo”, un autoconvincimento privo di fondamento, che si basa sulla convinzione del giocatore che dopo averlo fatto perdere per tante volte, la macchinetta dovrà per forza “cedere” e premiarlo con una vincita. Altro stratagemma a cui abbocca è la “quasi vincita”. Se il risultato di una giocata va molto vicino alla vincita effettiva, lui si convince di averla mancata per un soffio. Emblematici i tre simboli della slot machine: se sono uguali e quasi completamente allineati, proprio quel quasi fa credere di avere sfiorato la vittoria, ed è come se questo dovesse preludere necessariamente a un’inevitabile vittoria futura. In realtà la slot machine funziona secondo una combinazione decisa da un computer interno, che sceglie arbitraria-
Apparecchi (slot machine e Videolottery)
quanto si spende in trentino?
... e in italia? Il grafico sotto riportato indica la crescita progressiva dei soldi spesi per il gioco d’azzardo, in termini di entrate erariali per lo stato, e denaro confluito in vincite o entrate destinate a filiere private
90 80 70 60 50 40
79,9 24,8
15,5 3,5 2003
7,3 2004
28,5
6,2 2005
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30 20
6,7 2006
10 7,2 2007
7,7
2008
8,8 2009
vincite + entrate filiera privata (concessionari, esercenti...) entrate erariali
0 8,7 2010
8,8 2011
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2009
8,8 54,4
trentinoattualità mente quando fermare il giro. Pulsanti, leve e musichette che illudono di poter intervenire con un tocco più o meno intenso del pulsante, piuttosto che un certo modo di tirare la leva, sono solamente elementi accessori. Ma spesso non si sa o non ci si pensa nella febbrile eccitazione del gioco. E quindi avanti: altro giro, altro gioco. Come autoeliminarsi dal gioco? Una via d’uscita c’è Abbiamo chiesto a Miriam Vanzetta dell’Associazione Auto Mutuo Aiuto di Trento quali sono i percorsi per aiutare a uscire dal tunnel i giocatori dipendenti, di cui il gruppo si occupa dal 1998. “Alla fine degli anni Novanta”, spiega Miriam “erano in pochi quelli che si rivolgevano all’Associazione per chiedere aiuto e appartenevano tutti generalmente a una classe sociale medio alta, che poteva permettersi di andare fino a Innsbruck o a Venezia per giocare negli unici casinò. Dal 2008 in poi invece il fenomeno si è fatto più preoccupante, sia perché è aumentato enormemente, sia perché è arrivato a coinvolgere una fascia d’età sempre più bassa. Nel 2012 ben 102 persone sono venute all’A.M.A di Trento, quando negli anni precedenti ne gestivamo appena poche decine. Sono più gli uomini, solitamente di mezza età, delle donne a venire da noi, e non perché le donne giochino meno, ma perché spesso subiscono maggiormente l’isolamento del gioco, si vergognano, tagliano il contatto con i familiari e possono contare meno sul supporto di qualcuno per tentare di uscire dalla dipendenza. Tutti comunque, di solito, indistintamente, arrivano già con una storia di qualche anno
C’è chi si azzarda a... dire “no!” slot & company: un esempio trentino
“C
hi non è contro è complice”. Così il gruppo trentino No slot dichiara guerra alle slot machine e al gioco d’azzardo con un logo da esporre nei locali pubblici. L’idea è nata dalla battaglia personale di un ex giocatore di Predazzo, Marino Pederiva, nel gennaio 2012 ed è stata accolta da molti bar delle Valli di Fiemme e Fassa. Oltre al simbolo Pederiva ci ha messo letteralmente anche la “faccia”, facendosi anche ritrarre personalmente in una sala da gioco mentre è intento a inserire 50 centesimi in una slot machine. La foto è diventata un manifesto con la scritta “Occhio”, stampato e appeso nelle farmacie e nella Asl di Vigo di Fassa. Per diffondere ancora di più la sua campagna no slot grida il suo no anche dalla pagina facebook NO SLOT, che darà visibilità gratuita ai locali che decidono di aderire. Da poco ha lanciato in Internet una petizione per cambiare il nome dei biglietti del “Gratta e Vinci”, nome che sembra già suggerire ai giocatori il futuro di una vittoria, in un più neutro ed onesto “Gratta e Gioca”. Per chi fosse interessato a contattare il signor Pederiva il numero di cellulare utile è: 338.4759709.
di gioco alle spalle”. Il primo passo per vincere la patologia è partecipare a una serie di incontri di gruppo organizzati dall’Associazione. Si comincia con un percorso psico educativo, per poi approfondire la questione delle perdite, in termini di relazioni umane, lavoro e casa. Un direttore di banca, al terzo incontro, dà la sua disponibilità per discutere del rientro economico, di come gestire il denaro tra debiti e pagamenti. Spesso fra i primi ad accorgersi di casi di dipendenza sono proprio le Casse Rurali, che pos-
Più probabile “schiantarsi” che “sbancare”
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a matematica ci insegna poi che è più probabile morire vittima di un incidente stradale: 1 probabilità su 20.000 o addirittura a causa della caduta di un aereo, 1 su 500.000, che vincere al Win for Life dove la probabilità è di 1 su 3.000.000. La più remota è essere fortunati all’enalotto, addirittura inferiore a quella che la terra sia colpita da un meteorite: 1 su 662 milioni.
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Incidente stradale
Incidente Aereo
Vincere a win for life
Vincere al supernalotto
1 su 20.000
1 su 500.000
1 su 3.000.000
1 su 662.000.000
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sono agire da intermediari e segnalare il problema ai familiari. Segue poi l’intervento di un matematico che smonta, con l’oggettività della matematica dalla sua parte, le false credenze, dimostrando come siano remote secondo il calcolo di probabilità le effettive possibilità di vincita. Infine si parla con uno psichiatra relativamente al pericolo di ricaduta, per iniziare ad accettare il fatto di aver perso del denaro. Questa è l’ammissione più onerosa per un ex-giocatore, afferma Miriam, ma
trentinoattualità
Matematica vs gioco d’azzardo: quanto intasca il banco 2,70%
25% 27,42%
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30% 37,60%
40,90% d’azzardo si basano puramente sull’imprevedibilità del caso: qui sta il giochi loro35%margine di rischio – e anche il loro fascino – ma anche la loro debolezza. 61,70% Fortuna e sfortuna infatti non possono essere controllate con l’ausilio della 65,30% 76% logica. Dai numeri non si scampa. Il banco trattiene sempre una margine di 86,30% guadagno sul nostro giocato. Ogni volta che giochiamo quindi in realtà continuiamo a perdere una parte del nostro denaro, anche nel caso di una vincita, che passa nelle mani del banco. Ecco in percentuale quanto intasca il banco in ogni tipologia di gioco.
90%
86,30%
80%
76,00% 61,70%
70%
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27,42%
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40% 30%
Lotto - cinquina
Lotto - quaterna
SuperEnalotto
Lotto - terna
0%
Win for life
Gratta e vinci Un mare di fortuna
Lotto - ambo
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Bingo
Gratta e vinci Turista per sempre
20%
Slot machine
imprescindibile per intraprendere la via Roulette della guarigione e soprattutto riconquifrancese Slot machine stare la fiducia di amici e parenti. Gratta e vinci Turista per È opportuno che agli incontri i malati sempre Bingo partecipino con un familiare, per ricucire Lotto - ambo Gratta e vinci un rapporto compromesso dal terzo inUn mare di fortuna comodo del gioco, e facilitare il giocatore Win for life Lotto - terna ad aprirsi al dialogo. SuperEnalotto - quaterna Fortunatamente la maggior parte Lotto delle Lotto - cinquina volte queste storie hanno un lieto fine, conclude Miriam: partecipare ai percorsi organizzati dall’Associazione e lavorare in sinergia con il Sert (il Servizio per le Tossicodipendenze e alcol-dipendenze) permette a buona parte dei malati di raddrizzare la propria vita, anche se, naturalmente, ricominciare a scontrarsi con la normalità e maneggiarla è sempre piuttosto duro. Nei primi tempi la gestione del patrimonio familiare quindi viene affidata a un familiare, una persona di fiducia, o comunque un amministratore di sostegno, incaricato di razionare il suo denaro. Il supporto è indispensabile per guarire e per superare così anche quella dimensione alienante che aveva portato i giocatori a sprofondare nella solitudine di un mondo circoscritto e totalizzante. Oltre alla famiglia e ai gruppi di Auto Mutuo Aiuto però, naturalmente è poi la società che deve fare qualcosa su più larga scala per prevenire il più possibile la diffusione del gioco d’azzardo patologico. In questo senso un esempio recente utile e positivo è stata la mostra sul gioco d’azzardo “Fate il nostro gioco”, cui ha collaborato anche l’A.M.A, conclusa il mese scorso. Arrivata a Trento dopo un tour in altre città del Nord Italia la mostra realizzata da un gruppo di esperti di matematica, dimo-
Oltre all’effettiva perdita di una parte di denaro, arrivare a vincere è davvero poco probabile e anche le indicazioni che vengono date sono fuorvianti. Ad esempio se voltiamo la schedina di un Milionario del Gratta e Vinci leggiamo in una tabellina le probabilità di vincita, che sembrano a prima vista anche abbastanza numerose: mediamente 4 volte su dieci si vince. In realtà, in quei dati sono comprese anche le giocate, circa 92 casi su 100, che implicano la vincita di un importo identico a quello speso per acquistare il biglietto e che è quindi sbagliato anche considerare come “vincite”. Ecco quante probabilità ci sono al Gratta e Vinci, secondo gioco più gettonato in Italia, dopo le slot. Premio
Biglietti vincenti
Probabilità di vincita
500.000 €
5
0,00002%
100.000 €
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0,0001%
1000 €
5.000
0,02%
500 €
7.500
0,03%
100 €
65.000
0,21%
50 €
120.000
0,40%
10 €
2.030.000
6,77%
5€
8.610.000
28,7%
25
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trentinoattualità strava attraverso un percorso interattivo le reali probabilità di vincita del mondo del gioco, smascherando trappole e trucchetti ingannatori. “Oltre a un’azione informativa la mostra ha portato allo scoperto una quarantina di giocatori, che dopo averla vista hanno preso il coraggio di rivolgersi all’Associazione”, ha raccontato Miriam. “In molti hanno confessato che se avessero scoperto prima alcuni meccanismi, non avrebbero giocato così tanto”. Ricordiamo che a marzo di quest’anno poi, in centro storico centinaia di trentini hanno camminato per la città calpestando simbolicamente le schedine della lotteria e proclamando il proprio “Mi impegno”, con una petizione popolare che ha raggiunto seimila firme. Hanno domandato una legge che dia maggior libertà d’azione a sindaci e giunte comunali, aumenti l’insufficiente tassazione sui giochi e porti al riconoscimento del gioco d’azzardo patologico a livello assistenziale sanitario. Si è chiesto anche che nelle pubblicità si indichino le possibilità di perdita accanto a quelle di vittoria. Nel maggio dell’anno scorso era stata sottoscritta nella nostra regione anche un’alleanza tra diversi soggetti: l’“Alleanza per la tutela e la responsabilità condivisa nel contrasto e nella prevenzione del gioco d'azzardo patologico” da parte di Comune di Trento, Ama, Provincia, Azienda provinciale per i Servizi Sanitari, Comune di Rovereto, Casse Rurali Trentine, Consorzio Comuni Trentini, Confesercenti, Ordine dei Giornalisti, CNCA, Federazione Italiana Tabaccai, Consolida e Caritas. L’esempio trentino è stato giudicato molto positivamente dal governo italiano. Ma c’è ancora da lavorare, continuando ad agire su più fronti per diffondere una conoscenza completa e corretta capace di prevenire la malattia, e per restituire così le persone alla loro vera ricchezza, quella del loro tempo, dei loro affetti e di una vita dove siano loro i padroni del gioco. IL CASO DI “ANDREA”, TRENTINO, GIà DIPENDENTE DAL GIOCO. PARLA LA MOGLIE Nel ricco e distaccato Trentino, chissà perché, si sente parlare di certi problemi e vi ci si approccia con distacco, come se si trattasse sempre di problemi degli “altri”: delle altre regioni, degli altri popoli, di misteriosi ectoplasmi, degli alieni, ma noi non ci abbiamo nulla a che fare. 26
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E invece, dati alla mano, pare proprio che anche da noi il gioco d’azzardo costituisca una problematica importante. D’altra parte, se sale giochi e affini aumentano a dismisura è anche perché esiste una domanda, no? Per addentrarci ancora meglio nella concretezza del fenomeno, abbiamo intervistato la moglie di un giocatore trentino (che chiameremo Andrea). Andrea abita in una valle turistica, ha un buon lavoro, due figli, e a un certo punto della sua vita si è preso una cotta per una slot-machine. Quando ha cominciato a sospettare qualcosa? Andrea era spesso fuori casa, rincasava molto tardi. All’inizio pensavo avesse un’altra donna. E invece... E invece andava a giocare. All’inizio devo confessare che non ci ho fatto moltissimo caso. Mi pareva un passatempo abbastanza innocuo. Una cosa che comunque si può tranquillamente controllare. Quando si è resa conto che si trattava di un problema vero? È stato mio marito stesso a confessarmi tutto. Dopo aver perso l’ennesima grossa cifra è venuto da me, in lacrime, mi ha chiesto aiuto. Che tipo di aiuto? Altri soldi. E lei? Gliene ho dati. In fondo lui aveva un ottimo lavoro e non avevo ragione per preoccuparmi troppo. Ho cominciato a farlo quando, pur avendo perso il lavoro,
lui continuava a giocare. E a perdere. Lì ho capito che bisognava darci un taglio. Mi domandavo: “Ma come? Sei senza lavoro e ti giochi tutti quei soldi?” In che situazione psicologica si trovava Andrea? Era costantemente depresso, senza motivazioni, mostrava di avere interesse solo per il gioco. A quel punto cosa ha fatto? Sono passata all’azione. Sono andata in banca e ho bloccato tutto: conti correnti, titoli, carte di credito. Ciononostante lui è riuscito lo stesso a farsi concedere un fido da un istituto di credito. Allo stesso tempo, però, ho capito che da sola non potevo farcela. Così mi sono rivolta al Centro di Mutuo Aiuto e da allora le cose sono andate lentamente migliorando. E adesso? Adesso capita che Andrea mi parli del fenomeno visto dall’esterno. Spesso mi indica per strada i “giocatori”, i suoi vecchi compagni di slot. Che idea si è fatta dunque dell’entità del problema nella sua valle? Esiste un grande disagio, di cui al momento si sa molto poco. Ci sono questi locali in cui la gente va a rovinarsi e nessuno fa nulla. Tanto meno i gestori. Ci ha mai parlato? Certo. C’è questo tizio che una volta ha aperto una linea di credito ad Andrea. Infuriata sono andata a chiederne ragione e lui con candore mi ha risposto che non poteva farci nulla, che non era colpa sua se i giocatori esagerano. E lei? Gli ho detto che mio marito lì dentro non ci avrebbe messo più piede, in caso contrario lo avrei ritenuto responsabile. Di storie come quella di Andrea ce ne sono molte decine in Trentino. La disinformazione, la pubblicità mascherata da informazione sociale, la propaganda del gioco venduto come speranza per una vita comoda e agiata remano contro una possibile soluzione al problema. Lo Stato da una parte invita a grattare e a vincere, dall’altra spende milioni di Euro in costi sociali per le conseguenze delle dipendenze da gioco. Il rimedio immediato è quello di informare. Informare sui rischi, sui pericoli, sulle modalità pratiche e psicologiche che portano il gioco a distruggere l’esistenza di intere famiglie. Alla fine anche una piccola inchiesta come questa di TrentinoMese può aiutare a farsi un’idea su un fenomeno che esiste anche se, molto spesso, non si ■ vede.
TERZA EDIZIONE
TRENTINO
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BOOK FESTIVAL I D E AT O E D I R E T T O D A P I N O LO P E R F I D O
Corrado Augias Marco Travaglio Boris Pahor Fulvio Ervas Danilo Sacco
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE “BALENE DI MONTAGNA”
14, 15, 16 GIUGNO 2013 CALDONAZZO VALSUGANA, TRENTINO, ITALIA LE NOSTRE VITE SONO FATTE DI STORIE (UN PECCATO NON RACCONTARLE...) www.trentinobookfestival.it e con Jacopo Valenti & Andrea Tomasi Ensemble Victoria Giacomo Anderle & Alessio Kogoj Coro La Tor Corpo Bandistico di Caldonazzo Accademia d’arte teatrale Verolanuova
Mario Cagol Marnie Campagnaro Marco Dallari Francesco Roat Ziganoff Jazzmer band Antonia Dalpiaz Amedeo Savoia Lorenza Poletti & Roberto Monti Astrid Mazzola Roberto Pancheri Riccardo Gadotti Marco Forni omaggi a Gabriele D’Annunzio Beppe Fenoglio, Giacomo Leopardi Herman Melville mostre “Münchhausen, diritto alla bugia” Giulia Tamanini & Alessandro Toller
Alberto Faustini Pierangelo Giovanetti Enrico Franco Paolo Mantovan Fabio De Santi Maddalena Bertolini Tiziana Tomasini Cristina Battocletti Italo Leveghi Paolo Ghezzi Maria Luce Possentini Tania Caroli Nadia Martinelli Chiara Turrini & Silvia Scartezzini Daria De Tommaso, Lavinia Mezzanotti Silvio Barbanera , Alessandro De Tommaso Bubamara Cavene Ancor Civica Società Musicale Banca del Tempo
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F TBJ u nio
Hansel & Gretel Fagioli Magici Il principe felice
INCONTRI CON L’AUTORE E SPETTACOLI LETTERARI. CON IL CONTRIBUTO DI
REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
COMUNE DI CALDONAZZO
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trentinoincontri
Il “collezionista”
di Carlo Martinelli
IL MIO TAGLIO PER UNA MAGLIA Christian Pedron, barbiere, da anni raccoglie le casacche dei campioni del pallone. Ne ha ormai 800, spesso ottenute in cambio di una “spuntatina”. La storia di una passione che gli ha fatto incontrare Totti, Del Piero, Baggio e...
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a passione collezionistica muoveva i primi passi. 2003, ritiro del Cagliari calcio in Valsugana. Christian Pedron, professione barbiere (oggi si dovrebbe dire acconciatore, ma noi siamo all’antica), chiede a Gianfranco Zola se può avere la sua maglia. Sì, perché da un po’ di tempo il barbiere – appassionato di calcio, enciclopedicamente curioso, sempre informato sulle cose del pallone, tifoso dell’Inter – raccoglie maglie di calciatori. Non quelle taroccate vendute sulle bancarelle, beninteso. Lui cerca le originali, quelle con il marchio della Lega, quelle che le società producono a tiratura limitata. E poi va anche alla caccia degli autografi dei calciatori; 28
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Gianfranco Zola
una volta “firmate” diventano ancora più “preziose”. Ma Zola nicchia, tentenna. Non vuole, non può. Christian ha il colpo di genio: “Io sono barbiere e anche bravo, dicono. In cambio della spuntatina ai capelli, accetto la maglia in cambio…”. Zola sorride. Ok, è fatta. Ecco, dovessimo indicare la data che segna l’inizio della “carriera” di Chistian Pedron, sceglieremmo quella. Perché da quel giorno non si è più fermato. I ritiri estivi delle grandi squadre – e il Trentino ne offre, eccome se ne offre – sono diventati il suo pane. Nel salone per uomo e donna di via Dietro le Mura B, al numero 4, a Trento – ci lavora con il fratello Tiziano, la moglie Stefania Corn e l’amico di una vita, Marco Patton, il barbiere, nonché maratoneta, nonché politico – ha stabilito una sorta di quartier generale. Clienti più o meno vip lo aiutano a trovare pass e permessi vari. Lui si presenta ai ritiri e in cambio dei suoi apprezzati tagli – o di spuntatine fatte come si deve: si sa che i calciatori sono assai sensibili alla chioma – ottiene le maglie. Una sorta di baratto che
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CACCIA GROSSA CON RECOBA
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a “carriera” di un cacciatore di maglie è costellata da mille episodi, posto che di “trofei” il nostro ne possiede oggidì più di 800. Uno è rimasto indelebile. Ritiro estivo dell’Inter, qualche anno fa, in Alto Adige. Christian Pedron taglia i capelli ad Alvaro Recoba, indimenticabile funambolo del pallone, “persona di squisita gentilezza”. Anche a “El Chino” il barbiere trentino racconta ovviamente della sua grande passione. Maglie, maglie e ancora maglie. L’attaccante nerazzurro – a 37 anni oggi più che mai in campo, più che mai in forma, ancora capace di segnare gol da calcio d’angolo… - lo ascolta, lo guarda negli occhi e gli dice: “Senti, non dirlo a nessuno. Di là c’è una borsa piena di maglie, dovevo spedirla in Uruguay. Ma tu sei simpatico e mi piace la tua passione di collezionista. Prenditela, non farla vedere a nessuno e portatela via”. Christian Pedron ricorda ancora con quale emozione caricò in auto quel borsone e di come, appena arrivato in autostrada, sulla via del ritorno verso Trento, non seppe resistere. Alla prima piazzola di sosta apre il bagagliaio e dal borsone estrae un autentico ben di dio in maglie. C’era quella di Recoba, ovviamente, ma anche quelle di Ronaldo, Zanetti, Cordoba, Vieri. Se ancora oggi Christian mette Recoba in testa – o quasi – alle sue preferenze calcistiche, lo si deve con ogni probabilità anche a quella giornata altoatesina. Giorno di caccia grossa. Con il presidente Pacher
elimina il denaro: buffo se si pensa che il calcio moderno è il paradiso dei soldi: tanti (spesso troppi), maledetti e subito. Non importa. Il barbiere taglia i capelli ai calciatori (decine di fotografie ne sono fedeli testimoni) – e può persino accadere che sia un calciatore (ad esempio Miccoli) a tagliare ad accorciare i capelli del barbiere – e le maglie prendono la
direzione della sua personalissima collezione. Che oggi conta, udite udite, la bellezza di 800 pezzi. Unici. Unicissimi. C’è la storia del calcio italiano negli armadietti stipati nei quali Christian tiene i suoi “gioielli”. La moglie Stefania – e il piccolo Davide, due anni, che sgambetta felice inseguendo palloni e rotolandosi tra
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LO SCAMBIO RIFIUTATO CON SIGNORI
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coloratissime divise – lo guardano tra l’ammirato e il preoccupato, perché se è indubitabile la passione che lo accompagna, è altrettanto vero che gli spazi in casa sono quelli che sono. Di una cosa Christian è sicuro: mai e poi mai sarebbe disposto a disfarsi dei suoi cimeli. E dire che la tentazione ci sarebbe: le aste delle maglie, quelle su eBay, i siti dei collezionisti lo dicono chiaro. C’è gente disposta a spendere centinaia di euro, non di rado migliaia, per entrarne in possesso. Christian finora si è limitato a qualche esposizione nel suo salone, o in qualche occasione particolare (al termine delle quali l’incasso è regolarmente andato al Centro Missioni Cappuccini), ma è certo che l’ipotesi
a sua stella, dopo le note vicende del calcioscommesse, oggi brilla decisamente meno. Ma Beppe Signori resta uno che quando era in campo faceva la differenza, eccome. 188 reti in serie A non sono bruscolini. Nel 1987 – i tifosi gialloblù ancora lo ricordano – Signori giocò un campionato nel Trento: 31 partite, tre gol. Poteva mancare, nella collezione di Christian, la maglia che Signori indossò in quella stagione? Certo che no. Ed infatti la casacca numero 9, blu, con firma autografa proprio sul numero, è uno dei pezzi forti del “museo privato Pedron”. Ma c’è un curioso retroscena, che merita di essere raccontato. Qualche anno fa Beppe Signori, a Trento, incontra il barbiere. Scopre il cimelio e gli dice: “Guarda, io la maglia di quel campionato a Trento non ce l’ho più. Se me la dai te ne passo due di quelle indossate con la Lazio, quando sono stato capocanniere in campionato. E ovviamente te le dedico, con tanto di firme”. Beh, che ci crediate o no, è tale la passione di Christian per il calcio Trento e per la sua travagliata storia che lui quello scambio mica l’ha accettato. Così oggi la sua collezione vanta la maglia di Signori indossata a Trento e non le maglie di Signori indossate con la Lazio. Ma va bene così. E’ vero che il simbolo della Lazio è un’aquila, ma sotto il cielo di Trento la fede calcistica è quella degli aquilotti… di uno spazio particolare (vedi box) lo alletta, eccome. Per intanto il “tesoro” è sotto chiave. In vista, a spiegare quanto e come la caccia ai trofei calcistici sia stata fruttuosa in questi anni – il barbiere collezionista unisce pazienza e tenacia per raggiungere lo scopo – basti dire
che tiene tre maglie. Tutte e tre numero 10, tutte e tre autografate: sono quelle di Francesco Totti, Alessandro Del Piero e Roberto Baggio. Tre 10 per una collezione che, da sola, è da 30 e lode. I più grandi degli ultimi decenni, lì, su un muro, sotto vetro. A 32 anni il
IL MUSEO DEL BARBIERE DEI CALCIATORI
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ualcuno potrebbe storcere il naso? Magliette? Mah… A costoro farebbe bene sapere che il museo più frequentato di Madrid, dopo il Prado, è quello del Real Madrid, la squadra di calcio. Dove i trofei vinti sono esposti accanto alla storica collezione delle maglie bianche dei “merengues”. Piaccia o non piaccia il calcio è passione, business, memoria, passione. E le maglie ne sono il simbolo primo, il più evidente. Per questo la collezione di Christian Pedron – oggi confinata in spazi angusti – meriterebbe una diversa collocazione. Per dirne una, è sua la raccolta della serie “storica” delle maglie del Calcio Trento (nonché delle foto ufficiali della squadra con tanto di firma autografa, giocatore per giocatore). Una piccola miniera che negli spazi dello stadio Briamasco potrebbe trovare degna accoglienza. Ovviamente una volta sistemato lo stadio, una volta rilanciata la squadra… Sta di fatto che uno spazio – chiamatelo museo, se volete – dedicato alle maglie e ai colori che hanno fatto la storia del calcio in Italia, anche se non mancano i “pezzi” di compagini straniere, i suoi frequentatori li avrebbe. Chissà: forse un giorno Maurizio Martucci, in una nuova edizione del suo libro “Football story. Musei e mostre del calcio nel mondo”, potrebbe aggiungere il “Museo del barbiere dei calciatori”. Perché in quel libro si scopre che i musei del calcio li trovate da Manchester a Torino, dal Giappone al Nepal, passando per Scozia, Brasile, Italia, Olanda, Stati Uniti, Uruguay, Norvegia, Argentina, Germania e Paraguay. E vi si dice che “forse un giorno non ci sarà al mondo una città senza il suo museo del calcio”.
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Javier Zanetti
nostro può ben dire di averne fatta di strada. E la sua collezione, dalle maglie anni Settanta in lana grossa, solo il numero sulla schiena, niente marchi di sponsor, niente di niente, a quelle d’oggi: ipertecnologiche, fibre che più fibrose non si può, marchi, marchietti, nomi e cognomi sul retro, racconta anche l’evoluzione stessa del calcio. Di quello delle grandi squadre – Inter, Juve e Milan su
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Roberto Baggio
Antonio Cassano
Gilberto Simoni
Pavel Nedved
Francesco Totti
tutte, con significative incursioni all’estero: Bayern Monaco e team inglesi in particolare – e di quelle meno conosciute. Con uno spazio tutto particolare riservato al Trento, del quale Christian è tifoso (ancora oggi se può la domenica è sugli spalti, a tifare) e del quale conserva maglie e cimeli in quantità (vedi box), a partire dalla casacca che Lutterotti – il
10 degli aquilotti dalla classe cristallina – indossava nel 1984, quando il Trento affrontava nientedimeno che il Bologna, allora in serie C. Ah, dimenticavamo. Ci sono anche le maglie dei ciclisti nella sua collezione. Da quella di Francesco Moser a quella di Gibo Simoni (anch’egli sottoposto al taglio dei capelli, va da sé, così come il veronese Cunego), da
quella di Gavazzi a quella di De Muynck, da Rasmussen a Rebellin. E quelle dei campioni del mondo e d’Italia del volley, l’Itas Diatec Trentino. Ché il barbiere taglia barba, capelli e soprattutto baffi anche al presidentissimo, Diego Mosna, oltre che al presidente in carica della Provincia, Alberto Pacher (che con Pedron condivide certamente una passione: quella per l’Inter). Ma la passione unica e vera di Christian, quella per le maglie dei calciatori, è appunto unica ed inconfondibile. Come dire? Un taglio così particolare, che più ■ particolare non si può.
Alessandro Del Piero
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trentinoattualità di Silvia Conotter
tutto un altro mondo
Don torta: Quando “comandava” la Provvidenza Don Guido Avi racconta settantun’anni di sacerdozio in tutto il Trentino e di quando una chiesa si poteva costruire facendo torte e spaccando noci. Per chiamare a raccolta 1500 famiglie, invece, una sola certezza: il “telefono parrocchiale”
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ono un prete dal 1942 e a 95 anni posso dire di aver scoperto la verità, e cioè che Dio è grande nella sua Provvidenza perché ti procura il mezzo per arrivare al traguardo. È come vedere i fili che si incrociano in un ricamo al rovescio e poi giri il lavoro e vedi un bellissimo disegno. Ho ereditato questa visione della vita dai miei genitori: loro sentivano che era Dio a guidare la storia attraverso gli uomini, gli avvenimenti, le classiche 32
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sventure che a volte poi si rivelano invece fortune”. Don Guido Avi è nato il 14 febbraio del 1918, quando Vigalzano – paese poco distante da Pergine – era ancora sotto l’Impero Asburgico. Molte le parrocchie in Trentino in cui ha lasciato il segno (tra cui Noriglio, Rovereto, Cristo Re, Albiano, la Val dei Mocheni...) ed una memoria di ferro disseminata di avvenimenti. A volte tristi, a volte lieti, ma raccontati con la bellezza e la semplicità di chi ha vissuto una vita vera.
Don Guido circondato dalle torte che arrivavano da tutto il Trentino
Don Guido, cosa le viene in mente di quando era bambino? Ricordo mia madre andare a prendere l’acqua con la bigoncia in paese con un bambino in braccio, uno per mano e uno in grembo. L’acqua serviva per la famiglia e per le bestie: avevamo
Nel 2006, a cavallo con Mons. Luigi Bressan
trentinoattualità
Con i genitori e i fratelli, nel 1935
due mucche, tre pecore e io facevo il piccolo pastore. Lo spirito di sacrificio di mia madre mi impressionava molto: una donna capace di accogliere 15 figli, vivendo per gli altri come se fosse tutto un dono di Dio. La vita dei miei genitori è stata di certo un esempio per il mio sacerdozio: mio papà faceva il contadino e mentre lavorava la terra diceva in dialetto: “Son tutte per voi, Signore Dio, queste vangate”. Per lui il campo era come un altare, un santuario. Io da bambino imparavo queste parole e, chissà, forse è da lì che è nata la mia vocazione. La vostra situazione era quindi difficoltosa. Oggi si parla molto di crisi, politica, sociale, ma soprattutto economica. Mio padre però mi raccontava che nel 1900 era molto peggio di oggi: ad esempio, per lavorare solo qualche ora bisognava portare un chilo di burro al datore. Un’opportunità era l’emigrazione e infatti mio padre è partito per l’America a 22 anni. Aveva uno zaino con dentro gli attrezzi da minatore, la Bibbia e il rosario. Raccontava che alla messa non sempre riusciva ad andare quand’era laggiù, ma non ha mai smesso di pregare. Un uomo di fede. Sì, una volta si trovava 700 metri sotto terra e sentì una voce che lo invitava ad uscire alla luce del giorno. Lo fece e dopo qualche minuto la miniera crollò. Fu l’unico a salvarsi. Nel 1910 decise di tornare in Italia per tre mesi solo per sposarsi. A Tresilla rincontrò mia madre Domenica “Minnica”, che aveva 19 anni, e la chiese in moglie. Ottenne
il benestare del padre di lei, visto che allora si diventava maggiorenni a 21 anni e serviva il consenso dei genitori. Alla cerimonia, al Santuario della Madonna di Piné, c’erano solo loro due. A pranzo di nozze andarono a Pergine a mangiare trippe e poi mio padre le ricordò: “Ora è tempo di tornare in America”. Ma mia madre disse che non poteva partire senza salutare i suoi genitori. E sua madre disse che non potevano partire in quel periodo perché in valle c’era nebbia e la nave sarebbe andata sicuramente contro uno scoglio. Meglio aspettare la primavera. Ma a primavera mia madre aspettava un bambino e non era il momento giusto... Al quindicesimo figlio mio padre capì che sarebbero rimasti qui per sempre. Com’era presente la dimensione religiosa nella vostra famiglia? Era fondamentale. Mio padre si metteva sempre capotavola, cosciente del suo ruolo di capofamiglia, e benediva la mensa. Mia madre portava la polenta, faceva il segno della croce con il “polentar” e all’amen lo piantava al centro per poi distribuirla. Dopo cena, inginocchiati in cucina, dicevamo insieme la corona, i comandamenti, gli atti di fede, i doni dello Spirito Santo, più il ripasso del catechismo. Tutto questo per un’ora, prima di dormire. La nostra vita era impastata nella fede, senza bigottismo. Quello che accadeva era un segno di Dio: la tempesta sul raccolto di tutta la stagione, la morte di una mucca,... La domenica facevamo due turni per andare a messa, con così tanti bam-
bini anche piccoli. Prima a Vigalzano, poi a Montagnaga di Piné o Madrano. Dopo pranzo mio papà si metteva sul prato a leggere la Bibbia come faceva in America. Come venivano educati i bambini una volta? Allora le persone importanti in paese erano due: il parroco e il maestro o la maestra. Essere insegnante non era una professione, ma una missione, e cioè crescere assieme ai genitori le creature. Alle 7 e mezza del mattino andava con i bambini delle elementari a messa, intonava le canzoni e suonava l’organetto. Non c’era bisogno di udienze, si parlava per strada dell’andamento scolastico e del comportamento tenuto. Anche il parroco veniva di frequente a visitarci e con lui si parlava dei problemi della famiglia, del matrimonio. Oggi questo accade meno, forse perché c’è meno tempo, forse perché le case sono chiuse o perché si è tanto fuori per lavoro. Ma allora la famiglia, la chiesa e la scuola erano uniti attorno al figlio per crescerlo con le tre “s”: sano, santo e saggio. Corpo, mente e cuore. C’era una solidarietà educativa molto bella e importante. Com’era considerato in famiglia avere un figlio sacerdote? L’arrivo di un figlio era il regalo più bello della vita, tant’è che noi bambini potevamo avvicinarci alla culla e tenere in braccio il neonato soltanto se eravamo bravi. Anche la vocazione era considerata un dono di Dio, ma che andava ve-
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trentinoattualità rificato. Quando ad 11 anni dissi a mia madre di volermi fare prete, lei si fece pensosa anche perché non aveva i soldi per mandarmi in seminario, ma mi disse di pregare lo Spirito Santo. Bisognava vedere se quello era il piano di Dio. Fu infatti grazie ad una nobile del paese, credente ma non praticante, che arrivarono i primi soldi per farmi iniziare gli studi. Lei disse che i sogni di un bambino non possono essere mai calpestati e mise in moto una significativa catena di solidarietà. Poi sono subentrate altre provvidenze e nel 1942, dopo 12 anni di verifica, sono diventato sacerdote. Vede, non avevo i mezzi, ma Dio aveva già disposto la mia strada e la fece realizzare attraverso una donna che non andava nemmeno in chiesa. Cosa ricorda della sua prima sede, Noriglio? Io ero cappellano e dopo pochi mesi trovai il parroco, don Achille, in fin di vita. Era la vigilia della Prima Comunione e gli chiesi cosa potevo dire ai bambini. Gli uscì una bellissima predica, che io ripetei loro parola per parola. Dopo 71 anni se la ricordano ancora. Quelli poi erano tempi di guerra e i ragazzi partivano temendo per la propria vita. Dissi loro che non erano da soli e che i bambini sarebbero stati in preghiera fino a che non sarebbero tornati e che avrebbero scritto loro una lettera al mese. Queste missive non arrivarono mai a destinazione, perché il Duce voleva che si parlasse di guerra e non di pace: furono sequestrate, ma alla fine i ragazzi tornarono tutti e riuscimmo anche a recuperare le lettere negli archivi segreti di Salò. Poi venne mandato alla chiesa di Santa Maria, a Rovereto. Sì, e lì mi bombardarono la canonica e l’oratorio. Allora mandai dei ragazzi alle porte di Trambileno, a tagliare un camion di legna che diventò il primo premio della lotteria. Presi la motoretta e feci il giro dell’alta Italia vendendo i biglietti, parrocchia per parrocchia. A Venezia l’ho dovuta parcheggiare dopo aver scoperto che lì non c’erano strade, ma canali. Con quei soldi e con quelli ottenuti grazie all’industriale Bini, che convinse gli operai di tutte le fabbriche del roveretano a darci il corrispondente di un’ora di lavoro, abbiamo ricostruito la chiesa più sana di prima. Nel 1948 arrivò quindi a Cristo Re. Il vescovo mi scrisse che c’era urgenza di andare lì per costruire la chiesa, sostenendo che per la mia parte economica “tutto era provveduto”. Da via Fratelli 34
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Con la sorella, suor Domenica, in gita a Venezia
Fontana fino a Campotrentino era tutta palude. Da secoli quella zona era militarizzata, riservata alla sosta degli oltre 300 eserciti che erano passati, poi negli anni Quaranta hanno levato il vincolo militare e concesso la licenza edile. Durante la prima messa ai parrocchiani dissi: “So che non avete soldi, ma avete un cuore. Datemi una torta e vi farò una chiesa. Cos’è una torta? È un pugno d’amore e tanti pugni d’amore fanno una montagna d’amore. Voi potete fare il miracolo. Tutte le famiglie comincia-
rono così a preparare le famose torte e grazie al ricavato della loro vendita dal ‘48 al ‘52 abbiamo costruito la chiesa. Solo il primo anno raccogliemmo 4 milioni e mezzo di lire, poi abbiamo esteso l’appello a tutta Trento e al Trentino. Ci mandavano le torte con la corriera mettendo su un biglietto “Pro Cristo Re” e i giovani organizzavano i vasi della fortuna in piazza Duomo. Per lei però “era tutto provveduto”, no? Non c’era niente. Né un posto per dormire, né un posto per mangiare. Ma grazie alla generosità dei parrocchiani ho ricevuto per i primi tre mesi ospitalità sempre dalle stesse persone. Poi si organizzarono invitandomi a turno per i pasti. Questa è stata la mia fortuna: andando di casa in casa ho conosciuto tutto il rione e tutti hanno imparato ad apprezzare questo parroco, povero come loro. Mi hanno aiutato a fare la chiesa e la chiesa ha aiutato loro a fare la comunità: a Cristo Re vivevano emiliani e romagnoli che lavoravano alla Sloi, i piemontesi al Galtarossa, i militari delle caserme, quelli delle opere pubbliche di Roma. Il sacrificio condiviso fece diventare la nostra comunità la più familiare del Trentino, tant’è che la stampa non parlava del rione di Cristo Re, ma del “rione famiglia”. Lei si ricorda praticamente tutti i nomi dei parrocchiani. Come fa? Avevo chiesto ad una persona dell’a-
La visita di Alcide Degasperi ai lavori della chiesa di Cristo Re
trentinoattualità
L’anno scorso, nel giardino della casa di Vigalzano, celebrando la Messa per le famiglie
nagrafe, Alfredo Piccoli, di fornirmi le schede delle famiglie. Prima di entrare ripassavo i nomi e così si creava subito un bel sentimento di confidenza. In poco tempo chiamavo uno per uno i componenti delle 1500 famiglie di Cristo Re. Ma la storia delle noci serve a comprendere che clima c’era tra di noi. Prego. A Pasqua andai con i chierichetti alla Pedrotti Frutta per benedire la fabbrica e vidi un grande salone con 30- 40 operaie che spaccavano noci. Domandai al titolare a cosa servisse quel lavoro e mi rispose che doveva spedire 300 quintali di gherigli in Egitto. Finì che coinvolsi tutta la parrocchia in questa attività, orgoglioso di aver trovato un lavoro che poteva fare chiunque: bambini, disabili, anziani. Chiamai il telefono amico e... Scusi, chi chiamò? Il telefono amico era un sistema che mi permetteva di contattare tutto il rione in breve tempo. Da un punto telefonico partivano a raggiera altre chiamate e ognuna di queste avvisava altri contatti predeterminati. In dieci minuti tutti furono avvisati della riunione serale in cui spiegai come si potevano raccogliere nuovi soldi per la chiesa. Il sindaco Piccoli prese due quintali di noci da spaccare e chi non aveva posto nelle case si metteva su delle assi all’aperto. Cosa si è perso nel tempo? Il senso di solidarietà. Oggi ognuno fa per sé. Allora c’era un rapporto interfamiliare importante e dei comitati organizzati in base alle competenze di
ognuno. Si sceglievano le persone più brave e formate per una determinata questione. Che frequentassero la chiesa o meno non importava, ma ognuno si occupava di qualcosa. Una volta la Provincia non prevedeva i contributi per le chiese e sono convinto che aver dovuto chiedere aiuto al popolo fu una provvidenza. Per me i contributi che si stanno dando alle parrocchie, pur rivelandosi economicamente preziosi, rischiano di demotivare la comunità.
Fu il sacrificio a legare i parrocchiani di Cristo Re e quella chiesa è una tra le più amate del Trentino, perché quelle pietre contengono gocce di sudore. E profumo di torte. Ricordo 500 bambini che venivano al mattino, e quei bambini portavano poi le famiglie, con 7 -8 messe sempre piene alla domenica: alle 6, alle 7, alle 8, alle 9, alle 10, alle 11 e alle 18. Per le processioni chiamavamo le bande e non c’era nessuno sui marciapiedi a guardare: erano tutti in strada a camminare perché io dicevo che erano loro i nostri stendardi. Poi si finiva al Sembenotti e lì facevamo una bicchierata tutti insieme, con qualche fetta di panettone. Cosa mi racconta invece del matrimonio? Era talmente sacro che quando ci si sposava le rispettive famiglie si attivavano per chiedere informazioni. Veniva incaricato qualcuno che andasse a parlare con il parroco e con gli anziani della parrocchia in cui viveva il futuro sposo o la futura sposa. Erano loro infatti a conoscere la razza, le radici, le malattie, le usanze, il senso religioso, di quella famiglia. Il matrimonio allora non era frutto di un incontro occasionale, di un ballo serale, di un’amicizia, di una gita, ma di una meditazione collettiva. Era una passo sacro che doveva durare per sempre. Fuori dalla chiesa venivano anche affisse le “pubblicazioni” e il parroco dal pulpito annunciava le nozze per tre domeniche consecutive. Se c’erano delle obiezioni bisognava farsi avanti. Accadeva? Erano casi rari. Il problema erano legami di parentela, episodi di violenza o costrizione. Il parroco rimaneva un consigliere: se c’erano difficoltà si andava da lui perché sapeva cosa fare. Ai tempi di mio padre i promessi sposi dovevano superare l’esame di religione, solo poi sono venuti i corsi matrimoniali. Mi raccontava che all’esame lui rispose che il dovere del marito verso la sposa è “volerle bene come a se stesso”. E che “l’educazione dei figli comincia prima che nascano, perché ciò che si accumula lo si trasmette”. I ricordi di don Guido Avi ruotano sempre attorno agli stessi concetti: solidarietà profonda, spirito di sacrificio, fiducia in ciò che manda la vita, essere contenti per niente e in realtà per ogni cosa. Davvero tutto un altro mondo. Ed ■ è trascorso meno di un secolo.
Un giovanissimo don Guido 35
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Destinazione Marocco Riad El Miria a Marrakech Cinque giorni nella cittĂ Rossa in un riad da sogno, fra incantatori di serpenti, tagine di cous cous, viali di rose
Il minareto della Moschea Koutoubia
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l Marocco è oggi una delle più sicure destinazioni africane. Contrariamente a tanti altri paesi del continente nero, il Marocco gode di una duratura stabilità politica, garantita dall’autorevolezza dell’attuale re Muhammad VI, diciottesimo sovrano della dinastia alawide. Per visitare il Marocco, naturalmente, non bastano pochi giorni: solo per la visita delle città imperiali – Marrakech, Fes, Mechnes e Rabat – sarebbero indispensabili almeno sette giorni, mettendo in conto lunghi trasferimenti in pullmann o automobile. E altre città meriterebbero una visita: Tangeri, Casablanca, Agadir. E poi il deserto e…la neve. Già, visto che in Marocco, accanto all’incredibile, spettacolare ed intrigante deserto si affianca L’Atlante, catena montuosa con vette oltre i 4000 metri, con tanto di stazioni sciistiche! Il Marocco è in piena crescita economica, con particolare
attenzione al turismo, e merita sicuramente più di una visita. In questo numero, Trentinomese vi propone intanto un viaggio a Marrakech, l’antica capitale che, con i suoi colori, i suoi viali fioriti e la medina con l’incredibile souk non mancherà di affascinarvi. Il viaggio La partenza può essere di martedì, dall’aeroporto di Orio al Serio, Bergamo, con volo Rayanair. Imbarco ore 12,10 e partenza ore 12,50. Durata volo ore 3,20. Arrivo alle ore 14,00 locali. Il rientro sabato mattina, sempre con volo Rayanair delle ore 8,50 con arrivo in Italia alle ore 14,30 (ora italiana). Costo A/R a persona circa 200,00 Euro (consigliato priority). In Marocco la valuta corrente è il dirham. L’euro è accettato ovunque e al cambio vale 11 dirham anche se, in effetti, è cambiato a 10 dirham.
El Miria Palais
Marrakech è una città con circa 2 milioni di abitanti. Il periodo migliore per visitarla è da aprile a giugno oppure da settembre a novembre. Forte, soprattutto in primavera, l’escursione termica. Dai 25/32 gradi di giorno, la sera e la notte la temperatura può scendere fino a 8/10 gradi. Indispensabile quindi un abbigliamento adeguato. Nessun particolare problema sanitario. Solita attenzione ai cibi non cotti e alle verdure crude. Per l’acqua, la città gode della vicinanza delle innevate montagne dell’Atalante.
Il riad: El Miria Palais In Marocco non si parla di hotel, residence o B&B, ma di riad, la vera originalità del Paese ed in particolare di Marrakech. Riad significa giardino, ed è proprio questo il cuore delle dimore tradizionali, diventate accoglienti residenze turistiche dove, fra giochi d’acqua e salotti decorati di maioliche, si può sorseggiare un delicato the alla menta, magari accompagnato da squisiti dolci al miele e mandorle. El Miria Palais è uno stupendo riad a 15 minuti dal
“El Miria Palais” SPA & RESORT Ouahat Sidi Brahim Ouled Bellaguide Marrakech-Maroc Tel: 00212 662 07 57 99 www.elmiria.com
El Miria Palais
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La piazza Jemaa el Fna
centro di Marrakech. Solo 10 stanze, di vario livello e prezzi ma tutte particolarmente belle, per un soggiorno tranquillo ed elegante, con un servizio attento e signorile. Piscina esterna e hamman con idromassaggio per il riposo e la cura del corpo affiancano la cucina con proposte ma38
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rocchine ed internazionali. La compartecipazione societaria italiana fa sì che si possa dialogare nella nostra lingua con quasi tutto il personale e anche gustare, accanto al tradizionale cus cus, un ottimo piatto di pasta pomodoro e basilico! Stante il traffico e l’inquinamento, anche acusti-
co, del centro di Marrakech, la posizione periferica del riad è un grande valore aggiunto, Uno shuttle gratuito vi porta in pochi minuti in pieno centro. L’arrivo All’aeroporto vi attende l’autista del riad che in circa 20 mi-
nuti vi porterà a destinazione. Il direttore, Reda Lghaloui, è persona particolarmente squisita e vi accompagnerà nella vostra stanza dandovi tutte le indicazioni necessarie. Saranno circa le 16 quando già potrete scendere in giardino, a bordo piscina, per rilassarvi e cominciare ad
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impegnativa vi inviterà a raggiungere la vostra stanza. Le camere sono tutte finemente arredate con pezzi originali della tradizione artigianale marocchina più prestigiosa, dotate dei comfort più moderni e curate nei minimi dettagli, in un mix di tradizione e tecnologia. Ogni camera, con aria condizionata, televisione al plasma, accesso internet gratuito e mini-bar, è disegnata in modo esclusivo con particolari studiati e personalizzati per ciascuna di esse. Le dimensioni vanno dai 22 mq delle standard (120,00 Euro a notte la doppia), ai 42 mq della De luxe (con terrazzo, euro 190,00), ai 52 e 56 mq delle Suite (con terrazzo Euro 240,00) per finire con gli 84 mq delle Suite Royal (con giardino Euro 350,00), praticamente un appartamento. Voltaggio e prese sono come in Italia. assaporare la vostra vacanza. Come benvenuto, d’obbligo il the alla menta da gustare accomodati sui lettini a disposizione. Prima di cena, alla reception prenotate la visita per il giorno dopo a Marrakech (una giornata, dalle 9,30 alle 18 circa, guida parlante italiano, andata e ritorno a cura del
riad, euro 30/35 a persona compresi ingressi). La cena è servita nell’elegante sala con ampie vetrate sul giardino, con un menù intrigante a prezzi decisamente interessanti data la qualità sia dei prodotti che del servizio (15/30 euro a testa bevande incluse). La giornata
Secondo giorno Dalle ore 7,30 ci attende la prima colazione, compresa nel prezzo della stanza, servita nella sala ristorante, inondata di luce, a fronte del lussureggiante giardino. Fragranti croissant, torte appena
sfornate, spremute d’arancia con marmellate, miele, caffè e latte serviti al tavolo da personale di squisita gentilezza: il modo migliore per iniziare la giornata. Alle 9,30 partenza per Marrakech. Dopo meno di 20 minuti l’autista ci lascia in piena Medina, in compagnia della nostra guida, un giovane di circa 30 anni, con un ottima cultura ed un ottimo italiano. Marrakech è stata anche la capitale del Marocco, ed è detta la Città Rossa perché, per legge, dal 1930 circa le case devono essere dipinte di colore rosso. Sempre nella Medina, ossia nel centro storico, le case non possono, inoltre, superare i due piani. Solo all’esterno delle mura che circondano il centro città, le costruzioni possono raggiungere i cinque piani. Il palazzo reale non è visitabile e quindi la guida ci accompagna nel Palazzo della Bahia. L’enorme e labirintica casa fu fatta costruire nel 1880 dal gran visir, il potente Sidi Moussa per la sua amante preferita, da cui il nome di Bahia, «la bella». Doveva accogliere le sue 4 spose, le sue 24 concubine e i loro innumerevoli bambini. La co39
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trentinoviaggi struzione, 160 camere su 8 ettari, durò dieci anni monopolizzando i migliori artigiani del reame ed espropriando molti vicini comproprietari. Dalla Bahia, attraverso il quartiere ebraico, ci dirigiamo verso le tombe Sadiane, scoperte e restaurate nel 1917, risalenti al tempo del sultano Ahmad al-Mansur al-Dhahabi (1578-1603). Il mausoleo raccoglie i corpi di circa sessanta membri della dinastia Sadiana. La costruzione è composta da tre stanze e la più famosa è quella delle dodici colonne decorata finemente con bellissimi mosaici. Attraverso stretti vicoli ci dirigiamo verso la piazza Jemaa el Fna, la più famosa di Marrakesh e cuore pulsante della città. Dalle prime ore del pomeriggio la piazza è animata da un incredibile, rumorosissima varietà di cose e persone: incantatori di serpenti, giocolieri e teatranti, macachi ammaestrati e suonatori più o meno improbabili contornano il centro della piazza dedicato a decine di piccoli, folkloristici e coloratissimi “ristoranti”. In un lato della piazza il Café de France dalla terrazza del quale potete riposarvi e avere una visione complessiva della piazza e della Moschea Koutoubia con il suo magnifico minareto alto 77 metri. Il museo di Marrakech
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Anche questa, come tutte le altre moschee di Marrakech non è visitabile (a meno che non siate musulmani). Si riprende inoltrandosi nello spettacolare souk. Un enorme, in parte coperto mercato dove si vende, ma soprattutto si crea di tutto. Fra centinaia di bancarelle e “negozi”, decine di artigiani, infatti, sono al lavoro nei loro minuscoli laboratori: ferro battuto, pellami, pantofole, tappeti. E ancora falegnami, orafi, collezionisti… Questa è l’autentica diversità del souk di Marrakech: non solo venditori ma anche creatori. Uno spettacolo da non perdere e da assaporare inoltrandosi nel reticolo quasi inestricabile di viuzze e piazzette, contrattando fini all’ultimo cent con abili ma non troppo insistenti venditori. Come intermezzo, imperdibili le visite alle Madrasa (Medersa) Ben Youssef e al vicinissimo Museo di Marrakech. La prima è un’antica scuola coranica, edificata nel XIV secolo, con uno spettacolare cortile interno con la grande vasca per le abluzioni contornata da 132 celle, disposte su due piani, dove dormivano i 900 studenti che la frequentavano. Notevolissimi, altre all’architettura, i mosaici e le sculture. A pochi passi, appunto, il Museo fondato dal mecenate Omar Benjel-
Madrassa Ali Ben Youssef
loun dove, all’interno di un sontuoso palazzo, potrete ammirare oggetti preziosi di arte marocchina, berbera e giudaica.Si ritorna quindi nel vastissimo souk fino a ritornare nella piazza principale che, saranno oramai quasi le ore 17, inizierà a riempirsi di centinaia turisti e marocchini, in un esplosione di rumori e colori. Se il vostro fisico regge potrete fermarvi a vivere la serata in questa fantasmagorica piazza, magari mangiando piatti tipici marocchini ad uno dei tantissimi chioschi (vengono montati tuti i giorni a partire dalle ore 16 e poi smontati alle ore 22 circa). I piatti qui si chiamano Tajine. In realtà Tajine è un po’ tutto. Tutto quello che viene cotto nella particolare pentola di terracotta con coperchio conico che dà il nome al piatto. Si possono assaggiare Tajine di carne o di pesce, di agnello o di sole verdure. Quello che in ogni caso non mancherà è il sughetto denso e saporito in cui intingere il pane marocchino. Attenzione, naturalmente, ai cibi non cotti e alla verdura. Se la stanchezza ha il sopravvento, con lo shuttle che verrà a prendervi, rientrate al riad El Miria dove, nell’attesa della cena, potrete rilassarvi sia in piscina che nell’hamman, nella bella vasca idromassaggio.
Terzo giorno Al mattino, dopo il breakfast, verso le ore 10 fatevi portare dall’autista all’ingresso dei giardini Jaques Majorelle, un parco realizzato nel cuore della città nuova. Fu costruito nel 1920 dall’artista francese omonimo e comprende, oltre ad una palazzina stile liberty, tantissime specie e varietà di fiori e piante. Nel 1980 il parco fu acquistato da Yves Saint Laurent, alla memoria del quale è dedicato un piccolo monumento, che lo salvò dal degrado. All’interno, da visitare assolutamente, il museo berbero. All’uscita troverete decine di tassisti pronti a portarvi ovunque. Trattate e, per 5 euro a testa, troverete chi vi porterà per un collaudato giro turistico della durata di circa quattro ore. Accertatevi che il tassista parli anche italiano (come, per esempio, Taxi ABDOU – tel. 0662535680). Prima tappa le Palmeraie, un’oasi con centinaia di palme che contornano lussuose residenze private e ancor più lussuosi hotel e residence per facoltosi golfisti. Di rito la fermata con giretto in groppa al dromedario (10,00 euro). Si prosegue verso la conceria. Odori per stomachi forti! All’ingresso, l’omaggio di un mazzetto di menta da piazzare sotto il naso vi
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La conceria
dà l’idea del fetore che vi aspetta. In effetti sembra, più che una conceria, una specie di bolgia dantesca, con i dannati intenti a lavori quasi disumani…Comunque da non perdere. Inevitabile, al termine, una capatina alla loro rivendita, dove troverete a prezzi veramente ottimi, cinture, borse, le classiche babbucce (djiellabas), ecc. ecc. Naturalmente l’acquisto non è obbligatorio, mentre è obbligatoria, almeno moralmente, la mancia (10,00 Euro) all’accompagnatore che, e qui sta la differenza, l’annoterà su un registro. L’incasso sarà diviso fra tutti. Si riparte per il mercato delle spezie della mellah, l’antico quartiere ebraico. Riempitevi gli occhi di colori, il naso di odori e magari fate Palmeraie
scorta di sapori per invitare a pranzo i vostri amici tutto l’anno! Ogni negoziante vi spiegherà con piacere come cucinare le ricette marocchine. E non mancherà l’immancabile the alla menta. Il taxi vi lascerà nella Medina. Prima di congedarlo, potrete contrattare con l’autista per il giorno dopo il prezzo per una gita ai villaggi berberi di Ourika, a circa 40 km. Con 40/50 euro vi verrà a prendere al riad e vi accompagnerà per tutto il giorno. Anche a El Miria potete prenotare questa gita (costo circa 30 Euro a testa). Per tirare ora di cena potrete farvi un giro, senza guida e così potendo fermarvi quando e come volete, nell’incredibile ed interminabile souk. Per cena, molti sono i locali
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Valle dell’Ourika
Il Souk
dove gustare anche la cucina marocchina: Les jardin de la Medina (http://www.lesjardinsdelamedina.com), La terrasse des Epices (http:// www.terrassedesepices. com), il Palais Jad Mahal, con spettacolo, http://www.jadmahal.com/. Se siete saturi di cucina marocchina e delle sue spezie, consigliati il ristorante italiano “L’ultimo bacio” www.ultimobacio.com o anche, in centro, il “Pepe nero” http://www.pepeneromarrakech.com/. Per il rientro facilissimo trovare un taxi. Indispensabile avere un biglietto da visita del riad da far vedere all’autista. Trattate prima il prezzo (max 10,00 euro…) Valle dell’Ourika
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Quarto giorno Il taxi arriverà verso le 9,30/10. Partenza verso le verdi e rosse montagne dell’Ourika, valle prevalentemente popolata da berberi. A circa 40 km da Marrakech, verso i monti dell’Alto Atlante, questa valle si sviluppa ai fianchi di una strada incastrata fra i ripidi costoni di rocce e terra di un incredibile colore rosso (per la presenza di bauxite), esaltato dal verde della vegetazione, rigogliosa per la presenza dell’acqua del fiume che la percorre. Molti i villaggi berberi, incastonati sulle montagne, in uno dei quali vi faranno provare i tanti prodotti cosmetici e curativi
ricavati dall’argan e dall’arnica, ecc. Visiterete una delle innumerevoli “fabbriche” di ceramica/terracotta, dove comunque potrete acquistare, a prezzi molto più interessanti che nel souk, i tipici e coloratissimi piatti con coperchio conico (tagine), oggetti ricavati da pietre nobili e bellissimi fossili. La trattativa sui prezzi avviene sempre in modo simpatico, la gentilezza e l’ospitalità sono piacevoli, così come il the alla menta. Volendo e con un po’ di fatica si può salire fino alle sette cascate, attraversando alcuni ponti piuttosto traballanti. Si visita anche una casa berbera, probabilmente ad uso e consumo dei turisti, anche se il tassista insiste a dire che lì vivono normalmente... Ci si può fermare, per pranzo, in qualche posto indicato dal tassista, dove gustare un pranzo a base di montone. Potrete rientrare a Marrakech verso le 16, fare un giro nella città nuova o in centro. Bella la Gare, la nuova stazione dei treni. Il traffico è caotico ed indisciplinato, con migliaia di motorini, quindi grande l’inquinamento e la confusione. Bellissime e curatissime le aiuole di rose multicolori. Forse, però, è meglio rientrare direttamente al riad per assaporare un po’ di sole e un po’ di tranquillità e prepararvi, se vi va, per riuscire a cena e partecipare allo spettacolo che tutte le sere è presentato poco distante dal riad, La fantàsia di Marrakech. Notare l’accento sulla seconda vocale. In pochi minuti il taxi vi porterà alle Palmeraie, al Chez Ali. Con
circa 25 euro a testa si cena sotto la tenda e quindi si assiste allo spettacolo all’aperto: danza del ventre, acrobati, musicisti con cavalcata e fuochi d’artificio finali. Il tutto molto turistico. Un’altra escursione, promossa dal riad, è la gita a Essaouira, città sul mare a circa 200 km, fondata dai cartaginesi e famosa sia per la sua qasba, la cittadella fortificata che difende il porto, sia per il Mellah, il quartiere ebraico, sia perché qui si riunirono molte comunità hippy con artisti come Jimi Hendrix, Frank Zappa, Bob Marley, Sting attratti e affascinati dalla musica gnaoua, la musica introdotta in Marocco dagli schiavi neri. Questa escursione costa cira 50/60 euro a testa. Infine, per i più avventurosi, è possibile anche un’escursione di due giorni nel deserto, con pernottamento in tenda. Non bastano, per questa escursione, i cinque giorni a disposizione che, stante trasferimenti e viaggio si riducono a tre giorni e mezzo effettivi. Sufficienti per visitare Marrakech abbastanza bene, ma non certo per inoltrarsi nel deserto o raggiungere le altre città imperiali. Il prossimo viaggio lo potremo dedicare proprio alle altre tre città imperiali: Fes, Mechnes e Riad. Quinto ed ultimo giorno Sveglia alle 6 e colazione. Alle 7 partenza per l’aeroporto e alle 8,50 decollo per Orio al Serio. Atterraggio alle 14,30 ora italiana. ■ Si torna a Trento.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
embra proprio di essere nella metropolitana di Londra o di passeggiare per le vie di New York, ma in realtà siamo sempre qui, a Trento e a Bolzano. Questa è l’aria tutta anglosassone che si respira nelle sedi Wall Street Institute delle due città. Wall Street Institute, leader mondiale nell’insegnamento della lingua inglese per gli adulti, offre ai propri studenti un approccio completamente innovativo all’apprendimento della lingua inglese, prediligendo attività di tipo comunicativo che portino ad un assorbimento naturale della lingua, magari tanto odiata e rifiutata sui banchi di scuola per via dell’impostazione tradizionale basata quasi esclusivamente sulla grammatica. «L’inglese, lo sappiamo – ci racconta Enrico Inferrera, responsabile del WSI Trento» è sempre più imprescindibile in tutti i contesti, in particolare quello professionale. Per questo motivo il nostro punto di forza è quello di costruire un percorso personalizzato per ciascuno studente: ognuno di loro può scegliere il proprio obiettivo
TUTTA UN’ALTRA SCUOLA! Soluzioni didattiche personalizzate a Trento e a Bolzano e Tanti vantaggi per chi si iscrive a maggio al WALL STREET INSTITUTE linguistico e raggiungerlo nei tempi a lui più congeniali frequentando liberamente nei propri orari di apertura (lunedì-venerdì 9.30 - 21.00/ sabato 9.00 - 13.00). Tante sono anche le aziende e i professionisti che ogni giorno si rivolgono a Wall Street Institute per la formazione delle proprie risorse, certi di ottenere un servizio all’avanguardia e risultati certi e misurabili anche grazie alle certificazioni internazionali rilasciate dall’istituto. L’inglese Wall Street Institute è anche e soprattutto divertimento; ogni settimana infatti lo staff della scuola organizza dei Social Club, ovvero delle attività di conversazioni con insegnanti madrelingua con temi piuttosto particolari: si va dalla gara di tiramisù in inglese, alla visita
La sede WSI di Bolzano
di gallerie d’arti, per finire con la redazione del proprio CV in lingua. Si prospetta un’estate molto calda nei centri Wall Street Institute di Trento e Bolzano: «Abbiamo in programma un sacco di attività – rivela Ilaria Negri, responsabile del WSI Bolzano – alcune promozioni piuttosto interessanti, anche per i ragazzi delle scuole superiori che vogliono migliorare o recuperare il proprio inglese: per loro è in arrivo il corso“Teens“!». Insomma, un motivo in più per imparare o rispolverare l’inglese! Wall Street In-
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Benvenuti ad artelandia Potremmo quasi quasi definire così la città di padova, in considerazione della quantità e della qualità delle esposizioni proposte. Questo mese: Giuseppe De nittis e Pietro Bembo
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a città del Santo riporta indietro le lancette del tempo, per ricordarci quanti capolavori hanno arricchito di bellezza l’Italia nel corso dei secoli. Cominciamo a Palazzo Zabarella col respirare le romantiche atmosfere del secondo Ottocento tra capricciose brezze parigine e malinconici cieli del Tavoliere
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delle Puglie. Fino al 26 maggio il palazzo ospiterà un’esposizione interamente dedicata al pittore pugliese Giuseppe De Nittis, curata da Emanuela Angiuli e Fernando Mazzocca e promossa dalla Fondazione Bano e la Fondazione Antonveneta. Nell’ambito della rassegna padovana dedicata all’Ottocento italiano, che ha presentato le meraviglie di Hayez, Boldini e Signorini, la mostra mette insieme una collezione di ben 120 lavori, di cui alcuni fino ad ora esclusi dal panorama italiano, provenienti da musei francesi come il Petit Palais e il Musée Carnavalet di Parigi, il Musée des Beaux-Arts di Reims, e dai più importanti musei e gallerie italiane, in primis la Pinacoteca De Nittis di Barletta. Dalla provincia di Barletta seguire l’itinerario dell’artista pugliese è tutto un percorso in salita, che si snoda attraverso la Penisola, con una prima tappa a Napoli. Qui è avvenuta la sua prima educazione artistica alle Belle
Arti dell’Accademia, scuola che lascerà in breve tempo per scoprirsi unico maestro di se stesso, prima coltivando lo studio dal vero, in campagna, per poi muoversi sempre più in alto, a Roma e infine a Firenze ad assimilare l’arte dei Macchiaioli. Lasciando i confini italiani De Nittis finirà catapultato nel clima effervescente di quelle Parigi e Londra culle della modernità. Tra le due sarà proprio la capitale francese a rimanere soggiogata dalla mano di quel giovane italien di appena 21
INFO “De Nittis” Padova, Palazzo Zabarella Via degli Zabarella, 14. Orari: Dal martedì alla domenica 9.30-19. info@palazzozabarella.it “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento” Da Bellini a Tiziano, da Mantegna a Raffaello. Padova, Palazzo del Monte di Pietà. Piazza Duomo 14 Orari feriale: 9-19, sabato e festivi 9-20. Chiuso i lunedì non festivi. info@coopbembo.com www.mostrabembo.it Tel. 049.8779005
trentinofuoriporta anni, divenendo la sua madre adottiva, patria della sua arte e del suo amore; fu lì che conobbe Lèontine, che diverrà la sua compagna di vita. Divenuto più parigino dei parigini, De Nittis trasformò il salotto suo e di Lèontine in un teatro di artisti, letterati, intellettuali dell’alta società come Zola, Oscar Wilde, Daudet, Dumas figlio, i Goncourt, Manet e Degas, che s’intrattenevano discutendo di arte davanti alle specialità italiane che il pittore cucinava per loro. Portando l’orologio ancora più indietro arriviamo al Cinquecento a scoprire “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento: da Bellini a Tiziano da Mantegna a Raffaello”, al Palazzo del Monte di Pietà, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo insieme al Centro Internazionale Andrea Palladio. Per la prima volta dopo cinquecento anni, capolavori di artisti e letterati raccolti nella vita itinerante tra le corti italiane, che il poliedrico veneziano nei suoi anni padovani conservava con cura nella sua casa in via Altinate dando vita a una sorta di primo “museo” del Rinascimento, vengono riuniti e esposti al pubblico fino al 19 maggio. Il percorso comincia con il Quattrocento veneziano di Bellini, Giorgione e Aldo Manuzio, l’inventore dei libri “tascabili”, vera novità che divenne
Dove mangiare Ristorante la Finestra Via dei Tadi 15 Aperto dal venerdì alla domenica a pranzo, dal martedì al sabato alla sera Tel 049.650313
Una cucina basata su prodotti di stagione dove gustare piatti locali ma non solo, anche ricette da tutta Italia, dove la priorità è la ricerca di sapori naturali. subito una moda soprattutto tra i giovani, in un’epoca in cui regnavano volumi enormi e preziosi. Le opere continuano a Ferrara con Isabella d’Este, Mantova e il Mantegna, la città di Urbino ritratta da un giovane Raffaello, Perugino e Gian Cristoforo Romano, per arrivare naturalmente all’Urbe, a cui resero onore un Raffaello ormai maturo, Valerio Belli e Giulio Romano. Si conclude il viaggio tra le città italiane rientrando a Padova, la città dove Bembo scelse di vivere e a Roma, in quel tempo dominata dai Farnese, dove troviamo lo stesso Bembo indossare panni cardinalizi. In questa straordinaria galleria figurano personalità come Mantegna, Michelangelo, Hans Memling, Giorgione, Tiziano, Raffaello, Bellini, Giulio Romano, Perugino, Francesco Francia, Lorenzo Costa,
Dal 1765...
Sebastiano Del Piombo, attraverso opere arrivate da musei di tutta Europa e dagli Stati Uniti, alcune delle quali per la prima volta esposte in Italia. A rappresentare i legami con il Veneto ci pensano le opere di Sansovino, Giulio Clovio, Bartolomeo Ammannati, Danese Cattaneo. Non c’è solo pittura in questa splendida collezione, ma anche eleganti opere scultoree in marmo e bronzo come L’Antinoo Farnese o l’Idolino di Pesaro, qualche pezzo originario dall’antico Egitto come la Mensa Isiaca, un arazzo arrivato dalla Capella Sistina, dei manoscritti miniati e qualche gioiellino a stampa, quei primi libri del Cinquecento che ricordarano il prezioso contributo che Bembo assieme ad Aldo Manuzio diede al mondo dell’editoria, e alla standardizzazione della lingua italiana attraverso la diffusione delle sue Prose della volgar lingua. ■
di Ferrai Bellucco Alessandra
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di Tiziana Tomasini
un “why” con un perché WHY, PROGETTI EDUCATIVI NEL MONDO. Gruppi di volontari portano le loro idee che “fanno la differenZa”. I settori operativi riguardano soprattutto le scuole materne: si interviene con l’apporto di materiale didattico e...
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n acronimo – WHY – che sintetizza mirabilmente l’essenza prima delle progettualità dell’associazione: World Home for Youth parla di una casa nel mondo per imparare, per crescere, per conoscere. Un logo significativo ed esplicito, che trasmette positività e spensieratezza; sì, perché da quella lettera che rappresenta la gioia e la dinamica voglia di movimento dei bambini si percepiscono al volo le idee di fondo che animano l’associazione. Partendo dall’assunto fondamentale che il diritto all’istruzione in età infantile – concetto per noi naturale e assolutamente logico e scontato – sia
da garantire ad ogni essere vivente, a prescindere dalle coordinate geografiche di appartenenza, la storia piuttosto recente di questa Onlus lascia intravedere finalità chiare e ben definite negli scopi e nei contenuti. Da una prima quanto significativa esperienza di volontariato in Eritrea nell’estate del 2004, si matura gradualmente nel gruppo dei partecipanti l’esigenza di creare una vera e propria associazione, avente come obiettivo lo sviluppo in loco di attività educative, che agli inizi si concretizzano essenzialmente nell’organizzare laboratori post – scolastici ma che già si proiettano verso più ampie finalità. Tuttavia le
difficili e critiche condizioni politiche dello stato africano costringono i nostri all’approdo in quel di Zanzibar, noto ai più come paradisiaco luogo di vacanza. Ma se la parte situata a Nord è effettivamente costellata da villaggi turistici pluristellati, nel Sud mancano molte strutture fondamentali a livello di istruzione. Alla base di queste importanti e pesanti differenze che dividono uno stesso paese sta il fatto che il turismo della zona settentrionale è gestito dai grandi tour operator, che non hanno apportato nessun impatto positivo sulla popolazione locale, assumendo di fatto personale straniero. Le attività di WHY a Zanzi-
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bar hanno sede nel centro di Jambiani: una coppia di volontari opera sul campo in maniera stabile e continuativa, con il preciso scopo di monitorare la situazione e di organizzare i campi di volontariato che vengono ciclicamente organizzati nel periodo compreso tra fine estate ed inizio autunno. Per due/tre settimane i volontari – selezionati tra quanti hanno esperienza di relazione di base con i bambini e generale attitudine verso l’età infantile – si attivano concretamente ed hanno così la grande opportunità di lavorare per la causa altamente educativa. I settori operativi riguardano soprattutto le scuole mater-
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tutto per la casa, tutto per il giardino
bulbi - sementi - terricci concimi vasi - piante - ortaggi ne: si interviene con l’apporto di materiale didattico, con la retribuzione degli educatori, con integrazioni alimentari (le merende), con la formazione degli insegnanti ed anche con lavori strutturali e di manutenzione degli edifici scolastici. A completare il panorama più prettamente educativo, i volontari a Zanzibar collaborano con opere di pittura, con laboratori teatrali e con quanto si rende comunque necessario per creare un clima sereno, sicuro e positivo per l’apprendimento. Sul versante trentino ci si attiva per organizzare mercatini ed eventi di sensibilizzazione, finalizzati alla raccolta di fondi. In sintesi, una sintonia di intenti per un solo grande progetto dalle molte sfaccettature. Tra le diverse progettualità di WHY, compare anche l’affascinante percorso di quello che è stato definito come turismo responsabile; con il supporto organizzativo di “ViaggieMiraggi” di
Milano si promuove un modo di viaggiare e soggiornare decisamente diverso dai consueti canoni. Nella Muba Guest House si offre al turista alternativo la possibilità di pernottare con prima colazione, di partecipare sia ai tour tradizionali sia a quelli tematici e motivanti, quali ad esempio la visita alle strutture del territorio ed alla cooperativa delle donne. Il successo di questa singolare iniziativa raccoglie sempre maggiori consensi, catturando letteralmente non solo italiani ma anche turisti stranieri. Un modo diverso per conoscere il mondo, assicurano Martina Campregher ed Arianna Miorandi, nella sede cittadina dell’associazione, di cui è presidente Mauro Cetto. Un approccio solidale e significativo per conoscere la realtà nella profondità dei suoi molteplici aspetti e nelle differenti angolature che caratterizzano la complessità umana. ■
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Info WHY è istruzione, WHY è turismo ma è anche molto di più. Da citare il sostegno a distanza e la produzione di bomboniere e partecipazioni, naturalmente solidali. “Idee che possono fare la differenza” come cita la brochure informativa. Per contatti: WHY ONLUS a World Home for Youth, Associazione di volontariato internazionale, corso 3 Novembre 116 – 38122 Trento. Tel. 347.8224608 – 0461 934191 – www.whyinsieme.org – info@whyinsieme.org Conto corrente bancario: “WHY Onlus”, Cassa Rurale di Trento, IBAN IT45J 08304 01817 000016317342 Conto corrente postale,”WHY Onlus” IT60C 07601 01800 000082877499
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di Silvia Tarter
C’
è una casa nella piccola frazione di Ville di Giovo in Val di Cembra che non smette di mandare segnali di fumo. Non gli sbuffi che escono dal camino durante l’inverno, o la primavera a seconda dei casi, ma vignette, create dalle matite di Maurizio Menestrina, l’artista del paese. Classe 1961, nato a Trento, fin dall’infanzia ha manifestato un’innata passione per il disegno, soprattutto in chiave umoristica, che lo ha portato a diplomarsi all’Istituto d’arte A. Vittoria di Trento nel 1978. Da una decina d’anni Maurizio lavora come operatore e educatore presso l’Associazione Anffass di Trento, dove mette quotidianamente a servizio la sua creatività nel relazionarsi con i diversamente abili, cer-
Segnali di fumo Le oltre mille vignette ironiche di Maurizio menestrina per dire no al vizio del fumo, reinventando i pacchetti di sigarette usati cando di lavorare in particolare sul riutilizzo di materiali di scarto. La sua infatti è un’arte a tre r: quelle di recupero, riutilizzo e riciclo. Già in passato aveva partecipato
Quanto fumA il Trentino?
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iguardo alla percentuale di fumatori il Trentino non si discosta troppo dalla media nazionale, collocandosi anzi in una posizione lievemente inferiore. Secondo i dati raccolti dal 2008 al 2011 dall’azienda Provinciale per i Servizi Sanitari nella nostra regione un quarto degli adulti di età compresa tra i 18 e i 69 anni fuma sigarette. Un altro quarto invece, si dichiara un ex fumatore e solo poco più della metà degli abitanti dice di non fumare e non avere mai fumato. In genere sono più gli uomini delle donne a fumare (un 29% conto un 21%) e per lo più in una fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni. Chi fuma di più è chi è in possesso di un diploma di licenza media inferiore (un 28%), rispetto a chi invece ha conseguito titoli di grado superiore, e soprattutto fuma chi si trova in gravi difficoltà economiche: il 40% dei fumatori trentini. Quante sigarette si consumano al giorno? In media sono circa 12 (13 invece in Italia). Tra i fumatori, il 5% (contro il 7% in Italia) è un forte fumatore, ovvero consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno, mentre il 5% (che scende al 2% nella media nazionale) è invece un fumatore occasionale, che fuma meno di una sigaretta al giorno. Tra i fumatori, comunque, circa la metà afferma di voler smettere, anche se nel 2011 solo il 10% di loro ci è riuscito. Per tentare, ci sono comunque vari centri anti fumo in regione a cui rivolgersi: a Trento, Pergine, Borgo e Riva del Garda; una volta su tre portano al risultato sperato. Dati 2012 forniti dall’Osservatorio per la salute della Provincia Autonoma di Trento
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insieme a una settantina di altri artisti trentini al progetto Waterlife, dove water e bidet dismessi venivano recuperati e decorati seguendo l’estro fantasioso di ognuno. Qualcuna di queste “opere” si nota ancora nell’atrio di casa Menestrina e anche il giardino è pieno di questi insoliti vasi per le piante. Ora, invece, l’arte di Maurizio è tutta rivolta a impegnarsi nella lotta contro il fumo, senza mai dimenticare l’attenzione per l’ambiente. “Ho iniziato nel 2003 tra le pareti di casa, per convincere la mia compagna a smettere di fumare”, racconta, mostrando la prima vignetta, la storica numero uno firmata con il suo nome d’arte, Mene. C’è un pacchetto di sigarette incollato ad un foglio A4, in carta riciclata naturalmente, e tutto intorno un disegno a matita suggerito dalla frase riportata sul pacchettino: “Il tuo medico o il tuo farmacista possono aiutarti a smettere di fumare”, interpretata con ironia. Da quel momento non si è più fermato, anzi più la compagna coreana Kim fumava, più lui disegnava. Dopo quattro anni di cocciutaggine ha raggiunto
il suo scopo: la sua Kim ha finalmente detto addio definitivamente alle amate bionde, ma non per questo Menestrina ha riposto carta e matita. Sfogliando i suoi faldoni straripanti di fogli si nota come nel corso del tempo sia cambiata la sua comunicazione grafica. Dalle prime vignette elaborate e cupe è passato a disegni sempre più puliti e chiari, per far arrivare il messaggio in maniera più diretta. E troviamo veramente di tutto tra le sue oltre mille vignette: segnali stradali, copertine di libri e locandine di film rivisitate… Sono parecchi gli spunti presi a prestito dalle opere d’arte: una Mona Lisa priva del suo celebre sorriso e con la pelle rugosa e giallastra, o un Adamo cui la mano divina dona una sigaretta al momen-
Maurizio Menestrina in mezzo ai suoi “attrezzi da lavoro”
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La millesima vignetta
to della Creazione. Un’immagine ricorrente è quella delle mamme, mamme incinta, mamme che reggono un neonato con delle sigarette al posto dei ditini. Il pacchetto fa cultura, afferma Maurizio a un certo punto, e a tal pro mostra il diverso packaging di una nota marca di sigarette, che viene dalla Romania. Accanto alla solita frase “il fumo uccide”, ci sono delle fotografie reali – che nella versione italiana invece non compaiono – delle condizioni dei polmoni di un fumatore, o di come il fumo danneggi lo stato dei denti, oppure ancora, l’immagine forse più efficace di tutte: un feto. La raccolta di Menestrina in effetti finisce per essere anche una vera e propria collezione, che testimonia come sia mutata la pubblicità delle sigarette, con alcuni “pezzi forti” degni dell’attenzione di un collezionista, che rappresentano idilliaci campi di papaveri o rustici borghi… Sono comunque sempre e solo paesaggi senza traccia di persone. L’artista non si dimentica poi di stare al passo con i tempi, prendendo ispirazione da vicende d’attualità, spesso davvero fumanti. Da quelle
specificamente trentine come la dibattuta questione dell’inceneritore, a quelle nazionali riferite al proliferare del gioco d’azzardo o alla situazione politica … C’è n’è persino una dedicata a quella misteriosa fumata bianca che esce dal comignolo del Vaticano. Menestrina si serve dell’ironia senza voler fare terrorismo e nemmeno per ghettizzare i fumatori. “Voglio solo dire le cose come stanno”, dice, “arrivando a chiunque, che sia adulto o bambino con l’immediatezza del segno grafico”. I trentini hanno già conosciuto i suoi lavori messi in mostra qualche anno fa in un’esposizione a Torre Mirana e poi attraverso l’opuscolo “Solo fumo”, realizzato nel 2005 in collaborazione con la LILT (Lega Tumori Trentina), il Comune di Trento e lo studio d’arte Andromeda, che è andato esaurito in breve tempo. Ma Menestrina guarda avanti: ora vorrebbe entrare nel Guinnes dei primati. E sembrerebbe che i numeri li abbia tutti. A furia di raccattare pacchetti di sigarette da terra o da qualche amico per comporre i suoi disegni,lavis.indd ha già tagliato il traguardo a tre zeri. Per l’occasione ci voleva una vignetta davvero speciale ecco che allora per la numero mille ha scelto la forma di un francobollo. Oltre all’ambizione personale di artista, il suo desiderio più profondo però è riuscire a contribuire attraverso l’arte, il riciclo e l’ironia, a far sì che si crei una reale consapevolezza dei danni che può provocare il fumo. “Mio padre, racconta, ha sempre fumato molto, e il suo vizio lo ha portato più velocemente alla morte”. Per questo, il prossimo obiettivo del vignettista di Ville di Giovo è quello di arrivare a farsi conoscere dalla fondazione di Umberto Veronesi, in modo che i suoi segnali di fumo si vedano sempre più lontano. ■
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di Gianfranco Gramola
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ietro Weber è un artista poliedrico, in grado di spaziare dalla scultura alla pittura, dall’arte povera alla public art. Ma è nell’arte della ceramica che il Weber si esprime al meglio, in una straordinaria produzione che esalta il suo genio di scultore. “Sono nato a Cles nel 1959 – racconta Weber– ma risiedo a Denno, in Val di Non, dove attualmente vivo e lavoro. Nel 1970 mi sono trasferito a Torino, dove ho fatto il Liceo Artistico. Quelli erano anni culturalmente e socialmente molto interessanti ed è stato in quel periodo che è nata la mia esperienza. Dopo, per un mio interesse culturale, mi sono spostato a Parigi e poi in giro per l’Europa. Nel 1980 sono tornato nella mia Denno, un paesino tranquillo, dove ho il mio studio, la mia casa e gli affetti”. Come si definisce, artista, artigiano o cosa? La definizione che più sento mia me l’ha data un critico, scrivendo: ”Weber, un modello, raro, di artista – artigiano del futuro, il cui ruolo è quello di fabbricante di simboli”. Diciamo che sono un artigiano dell’arte, visto che la mia manualità è incentrata sul recupero delle materie e negli ultimi anni soprattutto sulla terracotta. Prima di fare lo scultore, ha fatto altri lavori? In realtà dall’età di 15 anni ho sempre disegnato e dipinto e la mia prima mostra l’ho fatta a 17 anni. È ovvio che per 20 anni ho dovuto arrangiarmi a fare un po’ di tutto. L’interessante è stato che questi lavori manuali mi hanno fatto scoprire materiali diversi da assemblare per creare le mie opere: dal legno, al piombo, al rasante di calce, ai tessuti, al vetro 50
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pietro weber L’universo dell’artista di Denno trova i propri confini fluidi nelle sue sculture variopinte e primordiali, create grazie alla sua genialità, frutto anche di una visione nutrita di consapevolezza, di padronanza tecnica e di una sconfinata passione fusione, al ferro, all’acciaio, alla terracotta. Chi è del mestiere sa benissimo che l’uso della materia è varia. L’abbiccì di quest’ arte come l’ha appreso? I primi anni di scuola mi hanno avvicinato al disegno. Il disegno secondo me è molto importante, è fondamentale, perché uno quando si avvi-
cina al mondo della grafica, dopo può dare molto su tutto il resto. La scuola insomma certamente mi ha dato un imput, ma il disegno è una predisposizione che ho sempre avuto, qualcosa che uno sente e cerca di portare avanti. L’ambiente che la circonda, è fonte di ispirazione? La mia fonte di ispirazione sono stati più i viaggi, gli spostamenti e le esperienze non solo europee. Mi hanno ispirato molto i viaggi in Turchia, in Senegal, Marocco, Belgio, Francia e Spagna. Viaggiare è un’occasione per raccogliere un sacco di stimoli diversi. Se fossi rimasto sempre qui, in Val di Non, dove vivo, mi sarei sentito più limitato e anche la mia arte ne avrebbe risentito. C’è qualche artista che l’ha influenzato o ispirato? No, direi di no. Mi hanno ispirato più che altro delle forme artistiche: da quelle più primordiali e antiche a quelle del Settecento, ma anche le Avanguardie. La Transavanguardia poi è uno dei movimenti artistici che mi ha incuriosito di più, av-
vicinandomi molto al modo di lavorare e all’arte povera degli anni Sessanta. Conta l’istinto nelle sue creazioni? Io sono molto istintivo. Quando vado in studio non penso a quello che devo fare. Quindi non faccio nessun progetto e solo dall’istinto del momento nascono i miei lavori.
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Quando è esploso il tuo talento? Questo non lo so, forse in tutta questa sequenza di anni, me lo sono costruito lentamente, portando i miei lavori inizialmente nel Trentino e poi piano piano in altre città, in altre nazioni, dove ho potuto confrontarmi con scenari e personalità più interessanti. Chi per primo ha creduto nelle sue doti artistiche? Il mio grande maestro Bruno Martinazzi, che è uno scultore di Torino e uno dei grandi maestri italiani, che ha esposto in tutto il mondo. Lui è stato quello che mi ha trasmesso la passione e l’entusiasmo per questa arte e che mi ha chiamato a lavorare nel suo studio ai tempi del Liceo. Probabilmente aveva notato in me una certa predisposizione per il disegno. Qual è la sua tecnica? La mia tecnica è vasta e non ha limiti. Cerco di conoscere ogni tipo di materiale che utilizzo, fino a sentire di padroneggiarlo completamente. Poi ne ricerco un altro. La mia tecnica, dal disegno al dipinto, alla ceramica, nasce e si sviluppa, come dicevo prima, soprattutto con l’istinto. Quante ore al giorno dedica al suo lavoro? A periodi lavoro poco, altri periodi invece molto, quando devo ad esempio organizzare le mostre, e quindi spostarmi, gestire contatti
ecc. Oppure in certi periodi dell’anno mi piace andare a visitare gli studi di artisti che mi interessano. In quale territorio dell’Italia lei è maggiormente apprezzato? Sicuramente il Piemonte, forse perché ci ho vissuto per anni e perché ho collaborato con il teatro stabile di Torino. E’ il posto dove mi sono fatto più conoscere. Ma anche a Roma ho i miei giri. Nell’ultima mostra che ho fatto nella Capitale, oltre ad incontrare tante persone appassionate d’arte, ho avuto l’onore di conoscere il pittore e scultore Luigi Ontani, un grande maestro che tra l’altro lavora soprattutto la ceramica. Ontani mi ha invitato nel suo studio e devo dire che è stato un confronto molto interessante, da cui è nata una stima reciproca. Qual è il compito principale dell’arte? Tutte le sue espressioni devono principalmente trasmettere delle emozioni. L’arte deve catturare la sensibilità delle persone e alla fine, lasciare una traccia. Ci sono delle sue opere in giro nei musei o in case private? In alcune case private ci sono tante mie opere. Molte in Italia, ma anche in Belgio, in Francia, in Spagna, in Svizzera, in Senegal e anche in America, a New York. Nel
2007 ho ricevuto il Premio Nazionale “La città di Vietri”, città famosa per le ceramiche. Nel suo bellissimo museo è esposto un mio pezzo, accanto alle opere di Joseph Cornell, Pablo Picasso e Riccardo Licata. Anche nel museo di Pinerolo c’è una mia opera. Lei è critico nei confronti delle sue opere? No.Quando ho terminato un’opera, se mi sento soddifatto non ci penso più. Non faccio autocritica pensando che avrei potuto fare in un’altra maniera. Capitano delle giornate in cui non lavoro bene, e allora accantono il progetto e passo ad altro. Alla fine è difficile che riprenda quel lavoro, perché vuol dire che non sono convinto abbastanza per provare a cambiare forma a quel progetto. Esiste un filo conduttore nell’insieme dei suoi lavori? Sì, direi che c’è ed è legato a cose semplici: alla natura, anche alla sua materia, ai suoi colori e forme. I colori sono molto terrestri, le forme ricordano simbologie molto primordiali. Le mie opere evocano un’arte antica, essenziale che trasmette nella sua semplicità valori importanti come il rispetto verso la natura, verso l’uomo e quindi verso la vita. È possibile vivere di arte al giorno d’oggi? Non è facile. Ma poi perché deve essere facile vivere d’arte al giorno d’oggi? L’arte deve essere sempre un pò un sacrificio, una lotta continua, perché solo così costringe a tirar fuori l’anima delle cose. Quando le cose diventano troppo facili, il lavoro può cambiare in peggio e perdere di originalità. Io comunque vivo bene, non mi manca nulla. Chiaramente tutto dipende dalle esigenze che uno ha, da cosa vuole o si aspetta dalla vita. Ci sono dei ragazzi che, avvicinandosi all’arte del-
la ceramica, le chiedono consigli? Sì, ogni tanto ci sono persone che mi chiedono consigli o di lavorare un po’ di tempo nel mio studio per imparare ed io accetto sempre molto volentieri. Poco tempo fa ad esempio, una ragazza di Verona è venuta a lavorare da me per due settimane. Mi fa molto piacere che ci siano dei ragazzi che si appassionano all’arte, hanno voglia di imparare e vedono nel mio lavoro uno spunto per portare avanti il loro interesse. Per le sue esposizioni preferisci gallerie d’arte o case private? Preferisco spazi alternativi alle gallerie, come castelli, palazzi, chiese o situazioni un po’ insolite. E la mostra che farà a dal 4 maggio al 30 giugno in Piemonte, corrisponde alle sue esigenze? La mostra è una personale al Castello Ducale di Agliè (Torino), uno spazio di una bellezza straordinaria. E’ una delle residenze storiche dei Savoia, un posto prestigioso dove organizzano, tra l’altro, la Biennale di scultura italiana e non solo. Lo spazio è una serra molto bella di 400 metri quadrati, pulita, semplice e lì porterò circa una quarantina di pezzi, la maggior parte realizzati nel 2013 proprio per questa mostra. Sono dei lavori in terracotta, con colorazioni diverse da quelle precedenti, perché lavoro con degli ossidi opachi, e con delle forme che mescolano l’antico al moderno. La mostra è intitolata “Sentinelle” ed è patrocinata dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali della Regione Piemonte e dal Comune di Agliè. Coltiva un sogno particolare? Poter continuare quello che faccio con la stessa passione di oggi, perché mi piace e mi fa stare bene e mi fa vivere più serenamente anche mentalmente. ■ 51
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di Tiziana Tomasini
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on siamo certo alle estreme situazioni di cronaca recente – ci riferiamo al caso dei genitori che hanno dimenticato il figlio al centro commerciale di Affi – e che ci hanno immediatamente riportato alla memoria la divertente pellicola americana degli anni Novanta, “Mamma, ho perso l’aereo!” Tuttavia, riflettendo attentamente, quante volte abbiamo frugato nelle tasche o rovesciato borsoni o intere borsette in preda al panico cercando disperatamente questo o quell’effetto personale? “Ma dove sarà finito il cellulare?” ci siamo chiesti un’infinità di volte carichi d’ansia, pensando a tutti i contatti registrati che sfumano così, in un attimo. E quante volte abbiamo pronunciato “Ho perso il portafoglio!” quasi in lacrime, rivedendo in un istante i più o meno corposi contenuti dello stesso prendere chissà quali altre direzioni. Di recente, a chi scrive, è accaduto di calarsi appieno in una di queste tragiche situazioni di distratta smemoratezza, di drammatica ricerca di uno degli oggetti
non sai cosa ti perdi Impiegate detective in pieno centro storico, per dare una speranza a chi perde un piccolo pezzo di vita. Ecco l’ufficio oggetti smarriti del comune di trento più perduti dagli italiani e dai trentini: le chiavi dell’automobile. Interrogati e marcati stretti i familiari, ricostruiti i fatti dell’ultima accensione, anticipate giocoforza le pulizie di primavera per poi uscirne tristemente sconfitti, siamo stati informati dell’esistenza di un ufficio comunale, propriamente detto degli “oggetti smarriti” (via Belenzani 19, orario di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì, 8.30 – 12.30, numero diretto 0461/884351). Speranzosi ma consapevoli – non appena varcata la so-
glia dell’ufficio – di essere approdati all’ultima spiaggia, abbiamo potuto constatare di essere non solo in buona ma in ottima compagnia. Le sole chiavi dei veicoli, raggruppate per mese, giacciono numerose ed abbondanti, in taluni casi anche in duplice copia! Dall’esito negativo dell’indagine al nostro ritrovamento casuale del prezioso bene (finito inspiegabilmente in uno stivaletto ) è nato spontaneo il desiderio di saperne di più su chi perde e su chi trova, per scoprire quali e quante tipologie di oggetti sono
statisticamente rinvenuti in modo occasionale e quindi depositate al soprannominato sportello. In primis veniamo a conoscenza che tutto quanto viene ritrovato ed eventualmente consegnato alle forze dell’ordine, convoglia in sede comunale, secondo una precisa disposizione sancita direttamente dal Codice Civile (art. 927): “Chi trova una cosa mobile deve restituirla al proprietario, e, se non lo conosce, deve consegnarla senza ritardo al sindaco del luogo in cui l’ha trovata, in-
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trentinoattualità dicando le circostanze del ritrovamento.” Gli oggetti – eliminati quelli deperibili o in cattivo stato – vengono qui tempestivamente catalogati e numerati se considerati di valore: restano esclusi chiavi, indumenti, agendine, foto... Contemporaneamente scattano le ricerche. Le impiegate dell’ufficio – ormai esperte investigatrici – cercano rapidamente di risalire al proprietario. L’impresa è piuttosto semplice quando si tratta di telefoni o portafogli con i documenti; più ardua e difficoltosa quando vengono a mancare quegli elementi identificativi che consentono l’immediata rintracciabilità dello stesso. Trascorso un anno dal giorno della pubblicazione all’albo comunale degli articoli rinvenuti, il bene in questione – se il proprietario nel frattempo non si è naturalmente presentato per il suo ritiro – viene messo a disposizione del ritrovatore. Già, perché esiste anche lui! Ed in molti casi è pure onesto, accidenti! Nella luminosa e centralissima sede di via Belenzani ci
raccontano di buste piene di denaro e di cifre considerevoli recapitate in sito da chi accidentalmente le ritrova. E allora ci vien da pensare che forse non siamo letteralmente affossati in quel “mondo di ladri” descritto da una famosa canzone… Avvisato telefonicamente, il ritrovatore può decidere poi di ritirare o lasciare l’oggetto in questione. Nella felice eventualità che il proprietario rinvenga l’oggetto – estrapoliamo ancora dal Codice Civile: “deve pagare a titolo di premio al ritrovatore, se questi lo richiede, il decimo della somma o del prezzo della cosa ritrovata”. Tuttavia tale operazione, precisano in ufficio, non è più pubblica ma privata. Ma veniamo al punto più curioso: quali e quanti sono gli articoli dimenticati e perduti dai trentini? I dati fornitici sono relativi al 2012 e parlano di una cifra importante: un totale di 892 oggetti giunti in ufficio e catalogati. Andando a spulciare tra le varie categorie, troviamo (si fa per dire, visto che sono stati smarriti!) ben 80 biciclette,
45 cellulari, 6 borsette, 20 oggetti contenenti denaro, 1 computer, 1 lettore MP3, 1 navigatore satellitare, 8 paia di occhiali, 1 televisore, 1 valigia, 22 bancomat e l’incredibile cifra delle 75 tessere (sanitarie, dei mezzi di trasporto o varie). Merita il posto d’onore un apparecchio acustico: il più curioso tra quelli ritrovati. La bella notizia è il dato di ritorno: di questi 892, ben 680 sono stati riconsegnati al proprietario. Tutte le rimanenze vengono destinate alle aste, periodicamente organizzate dal Comune di Trento. La ricerca dei propri effetti personali spesso è consigliata dal possibile, conseguente, esborso economico (pensiamo agli eadempimenti per rifare i documenti...). Oppure è il legame affettivo, più che l’effettivo valore, la molla che fa scattare le ricerche: la foto ingiallita del Toni e del Bepi, i nipotini al pranzo di famiglia, la zia Teresina in tempo di guerra, “quel por’om de me marì, pace all’anima sua”, ecc. Chi ritira il bene ritrovato, sia
esso proprietario o ritrovatore, è chiamato a corrispondere al Comune una simbolica tariffa, atta a giustificare le spese di istruttoria: si tratta di 5 euro per i piccoli oggetti, 10 per i cellulari e 20 euro per gli oggetti di grandi dimensioni, come ad esempio cicli ed affini. Un mondo sommerso di tesori perduti, eppure ritrovabili. Avete perso qualcosa in città? Fate un salto in Comune. Perché forse nel mucchio c’è anche lui, l’oggetto a cui tenevamo tanto e che dava■ mo ormai per perso.
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trentinobottegad’artista
di Renzo Francescotti
“A
nnamaria Gelmi è una delle artiste più affermate della sua generazione: si sono occupate di lei riviste di grande tiratura; una scrittrice come Milena Milani l’ha inserita in un suo libro, Oggetto sessuale (Rusconi). Tra gli artisti non solo trentini di fine ‘900 è una presenza di punta.“ In questo modo concludevo il mio saggio critico-biografico nella monografia “Artisti trentini di fine Novecento”, dedicata agli artisti trentini allora quaranta-cinquantenni, introdotta da uno splendido saggio del rimpianto storico dell’arte Bruno Passamani. Vado a trovare Annamaria Gelmi nella sua villa – costruita negli anni ’80 su progetto dell’architetto Salvotti – sul colle del Casteller, dove abita. La casa è abbracciata da un ampio giardino fiorito. Pensi: di certo c’è la sua mano femminile. Manco per idea: gli unici fiori che Annamaria abbia “fatto crescere” sono tulipani stilizzati in ferro verniciato, alti alcuni metri, capovolti come vanghe a tre punte piantate in terra. Il fatto è che Annamaria è venuta ad abitare qui tredici anni fa e in questo piccolo paradiso ci si sente (incredibile!) quasi in esilio. Lei è un anima-
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nostalgia del futuro annamaria gelmi, Tra gli artisti non solo trentini di fine novecento, è una presenza di punta. esordisce a 27 anni con la sua prima personale. Poi non si è più fermata... le urbano. È nata nel cuore di Trento in Piazza Italia (ora Piazza Battisti). Suo padre era capofficina alle Officine Lenzi; sua madre, Camilla Bragagna, sorella di Mario Bragagna “el Pitorèl”. Suoi cugini erano i due fratelli Gelmi, giovanissimi partigiani fucilati a Venezia. Annamaria – mi ha confidato – era una bambina timida e malinconica. Timida (con gli adulti restava muta); malinconica lo è di temperamento, umano e artistico. In cambio, era invece superattiva: scatenata fisicamente nei giochi e negli sport, nuotatrice, tirava anche di scherma e faceva danza classica. Ha studiato all’Istituto d’arte di Trento, fondato e diretto da Bruno Colorio; poi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, avendo tra i docenti Domenico Cantatore; all’Accademia di Belle Arti di Venezia (con Saetti) dove si diploma.
Insegnerà disegno per 15 anni negli Istituti Superiori prima di dedicarsi completamente all’attività artistica. Ma prima si sposa, a vent’anni, con Spartaco Benvegnù, anche lui studente universitario: un matrimonio d’amore, un affiatamento che si concluderà solo con la scomparsa di Spartaco, nel 2003. Proprio Spartaco, in precedenza, aveva manifestato la sua insofferenza ad abitare nel centro storico di Trento, in un appartamento su più piani di 400 metri quadrati, ristrutturato, ripensato tanto da finire sulle riviste nazionali di architettura. Così si erano comprati la casa al Casteller; ma un brutto male impedisce a lui di godere della bramata casa nel verde. Un lutto che Annamaria non ha mai elaborato, ad accrescere la sua fisiologica malinconia. Guardando specialmente al Matisse che semplifica la forma risolvendola nelle due dimensioni della superficie, al rigore razionale del Bauhaus di Gropius e Kandinskij, all’Arp dell’austero geometrismo che esprime con assoluta sem-
plicità il senso della purezza astratta, la nostra artista esordisce a 27 anni con la sua prima personale, alla Galleria Mirana di Trento, nel 1970. Da allora si è proposta in un centinaio di personali e in moltissime collettive in Italia e all’estero. Molti critici importanti si sono occupati dei suoi lavori: Appollonio, Branzi, Gualdoni, Barletta, Eccher, Vincitorio, solo per fare alcuni nomi. E in particolare, Luigi Serravalli
trentinobottegad’artista con cui sarà legata sin dall’inizio da una lunga e intensa amicizia. A lui l’artista trentina ha dedicato una pubblicazione di suoi scritti su di lei e lettere, uscita nel 2012, a dieci anni dalla scomparsa del critico. Serravalli aveva scritto della Gelmi sin dal 1971 (l’anno dopo il suo esordio) scrivendo della mostra alla Pancheri di Rovereto in cui l’artista aveva esposto figure stilizzate femminili: “Sono, quelle della Gelmi, figure perfino crudeli, chiuse in una crisalide di lontananza e di solitudine, hanno una perfezione da cella monastica…” Dunque, solitudine, lontananza, rigore da cella monastica: sin dall’inizio. Sono figure femminili, dominate dalla linea ellittica prediletta dall’artista, che non nascondono suggestioni alla Matisse. La Gelmi ne esprime l’apparente fragilità servendosi del plexiglas, inaugurando quella ricerca dei materiali che la contraddistingue da sempre e fa di lei un’eccezionale artista polimaterica di forme plastiche per cui utilizza via via, dopo il plexiglas, il metacrilato, il ferro, l’acciaio, l’alluminio,
il bronzo, l’argento, l’ottone, la pietra, il vetroresina, il vetrofusione, i vetri. Con quest’ultimo materiale lavora per un mese, a contatto di gomito con i maestri vetrai di Murano, realizzando sei lavori in vetro soffiato. E ben 34 anni dopo – ad Altare di Savona, luogo di antiche vetrerie – realizza altri sei lavori questa volta in vetrofusione. Ai primi degli anni ’80 si allontana dal lavoro minimalista, essenzialmente in bianco e nero, dipinto su carta giapponese o cinese intelata, venendo a scoprire il colore nella luminosità dei colori acquerellati: il blu, il rosso aranciato, l’a-
rancio, il viola… Annamaria dipinge con un gusto postmoderno architetture classiche frammentate, disarticolate: un sogno del passato o una “nostalgia del futuro”, ovvero una ritrovata armonia proiettata in avanti? La Gelmi ripropone queste figurazioni di un neobarocco luminoso (dopo aver attraversato i territori greco romani e rinascimentali) in certi affreschi di palazzi in una città a distanza di secoli ri-affrescata. Poi vengono le sue “Porte”, i “Portali” che evocano il tema della “soglia” (ripreso dal filosofo roveretano Franco Rella); quello dell’attesa” (approfondito da chi scrive), un tema alla radice della psiche femminile e del suo specifico; e quello dell’incomunicabilità, della solitudine, dell’enigma (sempre di porte chiuse si tratta, dal di dentro o dal di fuori, verso l’interno e/o verso esterno). Infine le installazioni come quella al MART dal titolo “Oltre il Tempo” alta cinque metri, che raffigura una sorta di portale di acciaio che sovrasta una sfera di bronzo su cui sono incise lettere e nu-
meri a simboleggiare l’umana conoscenza. Altre volte Annamaria ha ripreso – dalla sua pittura per la sua scultura – il simbolo della porta, o quello del labirinto. Lei dice che ha sempre guardato con molta attenzione all’architettura; ma, pur richiamandosi alla geometria, i suoi lavori vanno oltre, dando origine a un gioco fantastico nello spazio: sono luoghi e non includono mai la rappresentazione dell’uomo, ma l’umano è sempre presentato in modo indiretto, evocato dalla porte, il labirinti e i vari percorsi, come un’architettura che aspetta di essere abitata. E conclude: “Cerco di realizzare i miei lavori col preciso scopo di aprire un dialogo con lo spazio in cui essi vanno collocati, creando dei percorsi dove le opere interagiscono con l’ambiente circostante. Nel 2006 è stata protagonista di una mostra al Castello di Pergine. E nel 2008 è volata in Bangladesh lavorando sul tema della pace. E, a ribadire il suo eclettismo, ha utilizzato una tecnica sostanzialmente nuova per lei: quella della fotografia. ■
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Estate sto arrivando!
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Dallo sport al sonno, al guardaroba. Come rinnovare il proprio benessere fisico, mentale e il proprio umore per ripartire pieni di energia, pronti ad affrontare la bella stagione. Non solo fitness per il corpo 56
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di Silvia Tarter
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i è fatta un po’ aspettare, ma alla fine la primavera sembra essere arrivata, scacciando finalmente i rigori dell’inverno con la gentilezza dei primi fiori e la sua aria tiepida. Non ci sono più scuse per rimanere in letargo. Primavera significa inizio e quindi nascita, ma anche ri-nascita, ripresa e rinnovamento. La natura segue un ritmo ciclico: si prende un po’ di riposo nei mesi freddi per prepararsi a rifiorire in tutto il suo splendore ed energia. Anche il nostro corpo asseconda questo ritmo, sentendosi spontaneamente richiamato dalla vita che pulsa sotto la terra, e allora ci chiede di prenderci cura di lui e del suo benessere. Prendersi cura di sé non significa affatto essere dei narcisisti maniaci del fitness. L’immagine che evoca questa parola poi ci ha quasi abituati a proiettarci immediatamente in una dimensione dove sembra necessario fare movimento a tutti i costi per essere di moda ed esibire un corpo perfetto, che possa trasmettere agli altri un’immagine positiva di noi, di come ci prendiamo cura di noi stessi. Dimentichiamoci degli altri, dei facili richiami della moda dove sfilano modelli difficilmente raggiungibili reclamizzati in tante pubblicità e concentriamoci su noi stessi e sulla nostra salute e la bellezza sarà una conseguenza che si irradierà naturalmente da ogni parte di noi. Lo dice anche la stessa parola fitness. Questo “anglicismo” facile da pronunciare, entrato a far parte del linguaggio comune, che ci fa sentire tanto trendy e internazionali, è un termine che deriva dal linguaggio medico, il cui significato letterale è “stato di forma fisica”. Comprende quindi tutti gli aspetti dello stile di vita di una persona, dall’impegno sportivo alla dieta, ma anche, non meno importante, il suo stato psicologico e l’umore, che è
positivamente influenzato da quello del nostro organismo. Allo stesso modo una buon predisposizione d’animo aiuta a impegnarsi con maggior risultato in una qualunque attività sportiva e non. Mettere insieme un po’ di buona volontà per mantenere il proprio corpo il più sano e vitale possibile insomma serve davvero per dare il meglio di sé in tutti i campi. Mens sana in corpore sano dicevano gli antichi romani, che se n’erano già accorti da un pezzo, e loro di salute e benessere se ne intendevano. Prima…vera… primi malesseri! Ci sono persone, però, per le quali la primavera non è sinonimo di energia, colore e vitalità, ma che risentono invece particolarmente del mutamento della durata delle ore di luce e dei repentini sbalzi di temperatura. Per molti di loro l’arrivo della bella stagione è un rinnovare l’appuntamento con fastidiose allergie, ma anche con un senso di spossatezza e debilitazione, sia fisica che mentale che abbassa i livelli di memorizzazione e concentrazione, comportando quindi qualche difficoltà in più per chi lavora o studia. È il cosiddetto “mal di primavera”, detto anche “astenia di primavera”, in crescita negli ultimi anni secondo gli esperti, anche a causa dei cambiamenti climatici sempre più evidenti, e che può riguardare tutte le fasce di popolazione. Qualsiasi azione quotidiana diventa più faticosa, i movimenti più lenti, compare spesso anche una certa dose di irritabilità, ansia, insonnia fino addirittura, in alcuni casi, una forma di depressione. A questo si possono aggiungere situazioni più gravi con ipertensioni, ulcere e cefalee. Secondo un’analisi scientifica condotta dall’Osservatorio FederSalus ( l’associazione che riunisce le principali aziende
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Via le tossine con frutta e verdura Per prima cosa bisogna fare letteralmente un po’ di pulizia di primavera nel nostro organismo, per eliminare insieme al ricordo dell’inverno le tossine accumulate nei mesi freddi. Il primo accorgimento quindi è quello di curare la propria alimentazione, cominciando a bere un po’ di più, acqua o te verde, una bevanda ricca di magnesio, ideale per depurarsi, anche per combattere l’innalzamento progressivo della temperatura. Nei mesi che preannun-
ciano l’estate fortunatamente aumenta la varietà di frutta e verdura reperibile in mercati e supermercati. Via libera quindi a frutta e verdura di stagione che, se consumata il più vicino possibile al momento in cui è stata raccolta, conserva al massimo il suo carico nutritivo. Preferire frutta e verdura di stagione ci consente anche di risparmiare un po’ al supermercato e contribuire in piccola parte al benessere della natura con una scelta ecosostenibile. Riempiendo le nostre tavole e i nostri palati con i colori di fragole, ciliegie, albicocche, facciamo il pieno nell’organismo di alimenti ricchi di vitamina C, utile per rafforzare le difese immunitarie, vitamina E, B e K; e sali minerali quali ferro, sodio, potassio, calcio, fosforo e magnesio. La frutta è ricca poi di fibre che regolano
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il funzionamento del nostro intestino, nonché d’acqua, indispensabile per eliminare i liquidi in eccesso. Inoltre ha il vantaggio di apportare pochissime calorie: un etto di fragole ad esempio equivale solamente a 40 calorie! Tra le verdure troviamo quelle a foglia verde come la cicoria e una serie di insalatine tenere quali lattughino, pasqualina o l’insalata trentina. Principi degli ortaggi di stagione sono poi gli asparagi, un vero toccasana per liberarci dalle scorie. Ricchi di acido urico e di purina aiutano a combattere il ristagno dei liquidi nei tessuti, con un’azione efficacie quindi anche in caso di diete dimagranti. Depurarsi con le erbe spontanee Si possono trovare poi dei validi aiuti per il nostro be-
nessere anche in natura, tra le innumerevoli piante spontanee che crescono nella nostra regione. Così l’occasione per una passeggiata diventa anche un modo piacevole per scoprire piante nuove che vediamo tutti i giorni, ma a cui spesso non facciamo così caso. Il tarassaco ad esempio, comunemente noto come dente di cane, dalle lunghe foglie dentellate e i fiori gialli, è ottimo mescolato a un’insalata mista, accompagnato allo speck o cotto in una frittata, ma soprattutto ricco di potassio e di proprietà diuretiche. Basta consumarne semplicemente il decotto tutti i giorni per un paio di settimane per purificare il fegato. Nei nostri territori, soprattutto lungo i torrenti, è facile imbattersi anche nel luppolo, il cui infuso ha un effetto calmante, particolarmente utile a vince-
trentinoattualità re l’insonnia. Altra primizia di stagione sono le foglie carnose del songino, un’insalatina che cresce spontaneamente nei campi e nei terreni sabbiosi e se consumata spesso rafforza i capillari e aiuta in caso di anemia grazie alla presenza di ferro. Ricordiamo anche l’ortica, che si può trovare davvero ovunque da noi, ed oltre a essere un buon sostituto degli spinaci nel ripieno di gnocchi e canederli contribuisce anch’essa a depurare il sangue, accelera l’attività intestinale ed ha un’azione antibatterica. In forma all’aria aperta: lo dice anche Michelle Una recente indagine statunitense realizzata da un gruppo di ricercatori e pubblicata sulla rivista specializzata Environmental Science and Technology ha messo in luce come aumentino i benefici per il corpo se una qualunque attività fisica viene svolta outdoor, ovvero all’aria aperta, anziché al chiuso di una palestra. Il solo fatto di muoversi all’aperto, indipendentemente dal tipo di attività, lontano dall’aria viziata degli uffici, è infatti sufficiente a ben disporre immediatamente il nostro corpo, trasmettendoci una sensazione di
maggior vitalità e armonia con l’ambiente circostante, che contribuiscono ad eliminare stress e nervosismo. Il nostro umore infatti, ma anche il sistema endocrino e immunitario beneficiano della luce solare, buona fonte di vitamina d che aiuta nell’assimilazione del calcio. Non c’è bisogno di andare chissà dove e non occorrono prestazioni da atleta. Basta portare a spasso il cane, fare una mezz’oretta di corsa al parco oppure unire l’utile al dilettevole, ad esempio andando a comprare il pane in bicicletta al mattino, per mettere in moto i muscoli e l’apparato cardiocircolatorio ed essere attivi e scattanti per tutta la giornata. Per chi non dispone di uno spazio verde poi, senza neppure muoversi da casa è sufficiente un po’ d’esercizio semplicemente sistemando il proprio orto, giardino o angolo verde. La Green Gym nata in Inghilterra negli anni ‘90 è ritornata in auge con l’esempio di Michelle Obama e del suo “Let’s move”. Innaffiare, potare, seminare, vangare, rastrellare … tutte queste azioni non sono altro che esercizi di allungamento, stretching, sollevamento pesi e piegamenti, che vengono in aiuto al nostro sistema respiratorio e cardiocircolatorio, facendoci consumare parecchie calorie. Due ore di lavoro all’aria aperta equivalgono a circa un’ora di palestra. In più avremo il
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vantaggio di godere di colori e profumi del nostro giardino o dei sapori del nostro orto. In tutta Europa da qualche anno, allo scopo sono nati addirittura dei corsi per invogliare persino i più pigri. Dagli States invece, dal 2012 c’è un nuovo modo di allenarsi chiamato NOT (not only tonification), dove si trasformano letteralmente i parchi in palestre, arrampicandosi sugli alberi come fossero pertiche e spalliere e usando i tappeti d’erba come tappetini su cui fare flessioni, addominali e stretching. Il tutto è ancora più divertente se svolto in gruppo, un’ulteriore sferzata di energia e buon umore per il nostro corpo. Qualunque cosa va bene, l’importante è che sia all’aperto. Salus per aquam Dopo tanto movimento, altro modo per ricominciare con il piede giusto è concedersi un po’ di relax salutare, indispensabile per riacquistare il massimo dell’energia. L’esempio degli antichi romani ci insegna a godere della grande ricchezza di sorgenti del
Olistica
territorio nazionale, dove non c’è che l’imbarazzo della scelta tra stazioni termali e spa. L’acronimo “spa” deriva infatti proprio dall’espressione latina:“salus per aquam”, che significa “salute attraverso l’acqua.” Alla fine dell’Ottocento le terme sono tornate di moda, e le città termali le “villes d’eaux”, si sono trasformate in mete sempre più
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gettonate dalla buona società europea e americana. Spesso le stazioni termali sono inserite in contesti di importanza storico-artistica e visitarle ci permette di unire al benessere per il nostro corpo un piacevole viaggio alla scoperta di uno dei tanti panorami italiani. Anche in Trentino sono numerosi gli stabilimenti, alcuni conosciuti
sin dai tempi dei romani e poi particolarmente apprezzati dai membri del casato degli Asburgo. Ci sono terme apposite per diverse tipologie di disturbi: quelle specializzate nella cura dell’asma e delle malattie respiratorie, oppure per la prevenzione delle malattie nervose. L’efficacia delle cure termali è stata convalidata dagli studi medici e
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trentinoattualità capita sempre più spesso che venga raccomandata. Il medico idrologo delle Terme di Sirmione, il dott. Boschi, conferma quanto sia utile sottoporsi a cicli ripetuti di terapie termali per attenuare i propri punti deboli, che si tratti di problemi ai bronchi, alle articolazioni, di circolazione o altro, oppure per prevenire l’insorgenza di nuove malattie, evitando così di ricorrere ai farmaci. In genere basta un ciclo di cure termali di 12 giorni, da eseguire una o due volte l’anno, in autunno e primavera. Le stagioni intermedie infatti sono le più indicate per dedicarsi a interventi di cura mirati: l’autunno da inizio settembre a fine ottobre per le infezioni delle vie aeree come riniti, bronchiti, tonsilliti, mentre la primavera per il trattamento dei sintomi residui tipici dei mesi invernali, come tosse, raffreddore e influenze. Chi non dorme non piglia pesci Spesso trascurato, il fattore sonno è importantissimo per il nostro fitness. L’insonnia è
Wellness
infatti uno dei primi campanelli d’allarme dei malesseri primaverili, che non va affatto sottovalutato. I medici consigliano sempre di dormire per lo meno otto ore a notte, né molte di più, perché comporterebbe dei problemi per il sistema cardiovascolare, né molte di meno. Dormire bene è indispensabile per preservare la lucidità mentale, la capacità di concentrazione e di memoria. Senza contare poi le conseguenze sul tono dell’umore. Persino per mantenere il giusto peso dormire è utile, infatti chi dorme meno di sei ore a notte ha il 70% di probabilità in più degli altri di ingrassare. Per quale motivo? Le notti in bianco fanno alzare il livello di greilina, l’ormone responsabile dell’appetito, abbassando invece la leptina, l’ormone della sazietà. Per essere sani, snelli e scattanti quindi bisogna dormire regolarmente, altrimenti davvero non si pigliano pesci! Rinnovare l’armadio con lo swapping Ultima fase del rinnovamento primaverile è il guardaroba.
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Se l’anno scorso in passerella erano di moda i colori fluo quest’anno invece è il trionfo del verde in tutte le sue sfumature, colore della natura per eccellenza, e, ora come non mai, della speranza. Ma non solo verde, sono di tendenza anche i colori delicati dei fiori delle piante da frutto, come il bianco perla e il rosa cipria. Dopo aver ripulito il corpo quindi non fa male neppure una sistematina all’armadio, per evitare anche che esploda ogni volta che lo si apre. Mettere un po’ d’ordine inoltre fa bene a livello mentale per riordinare le idee, fare pulizia e concentrarsi solo sull’essenziale. Armati di pazienza (e di maxi buste dove riporre i vestiti che non vogliamo più neanche solo vedere) si può quindi effettuare il cambio, liberandosi del superfluo, e riscoprendo invece magari qualche capo seppellito in un angolo acquistato chissà dove, che credevamo di aver dimenticato. I vestiti usati possono essere regalati, oppure diventare i
protagonisti di un pomeriggio di swapping, ovvero uno scambio abiti tra amiche/i, che può trasformarsi in un’occasione di divertimento, oltre che un modo per recuperare qualcosa di originale risparmiando un po’. Per completare l’operazione di pulizia del nostro armadio, prima di riporre i nuovi “acquisti” o i capi irrinunciabili è bene arieggiarlo e ripulirlo da polvere, residui di deodoranti per ambiente o foglietti anti tarme vari. Una volta fatto questo lo si potrà riempire cercando di seguire un minimo di metodo, utilizzando scatole di diversi formati e buste per indumenti e accessori divisi per tipo, che vanno piegati e allineati, per evitare che nel giro di poco il nostro armadio torni sottosopra come il giorno prima. Alla fine uno sguardo al quel piccolo guardaroba ci riempirà di soddisfazione e anche la quotidiana scelta del vestito da indossare sarà all’insegna del buon umore, dell’energia, della voglia di fare e di prendersi cura del nostro benes■ sere.
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di Paolo Chiesa
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e uno pensa all’archivio storico di un Comune, immagina un posto pieno di scaffali a loro volta pieni di faldoni rigonfi di documenti magari ingialliti, magari impolverati, e magari pieni di scritte burocratiche e noiose. La realtà è quella di un luogo interessante, dove le notizie dell’amministrazione comunale di Pergine si intrecciano con quelle della sua storia dando origine alla memoria dei luoghi, delle cose e delle persone. E dove si trovano anche storie curiose e in qualche caso anche divertenti. Con l’aiuto del Responsabile, Mariano Pezzè, e della Funzionaria e Archivista, Giuliana Campestrin, Palazzo Cerra
ci facciamo raccontare cosa si può trovare e chi frequenta solitamente questo luogo. Dagli anni ’80 e fino al 2000, l’Archivio Storico Comunale di Pergine Valsugana si trovava presso la biblioteca di piazza Serra ed era gestito dal personale della biblioteca stessa. Dal 2005 l’archivio ha invece una sede propria nello storico palazzo Cerra, dove al secondo piano c’è la sala di consultazione con l’ufficio e nei 250 metri quadrati del sottotetto il deposito vero e proprio. Partiamo con una definizione. Pezzè ci spiega che per archivio storico si intende il complesso della documentazione 64
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tra le pagine della storia All’Archivio Storico Comunale di Pergine I documenti più antichi risalgono al 1247. Con l’aiuto del Responsabile e dell’Archivista ci faCciamo un piccolo viaggio nel tempo che un ente o un’istituzione pone in essere nel corso della sua attività: “la prima finalità della documentazione ha carattere istituzionale e riguarda l’attività dell’ente con i più vari atti amministrativi. La seconda finalità è invece quella di mantenere la memoria storica dei luoghi e delle persone. I documenti più antichi qui presenti risalgono al 1247”. L’archivista Giuliana Campestrin ci svela che i documenti di un Comune hanno tre vite. C’è una fase corrente nella quale il documento è “posto in essere” (ad esempio una delibera dell’ultimo consiglio comunale). Dopo un anno la stessa delibera viene spostata nell’archivio di deposito dove rimane quarant’anni. Scaduto il quarantennio, passa nell’archivio storico. Il fatto che ora l’Archivio sia autonomo ha contribuito all’ampliamento dell’offerta in termini di acquisizione e di riordino di nuovi fondi, di orari di accesso al pubblico, di informatizzazione degli strumenti disponibili, di consulenza in sala e di promozione a vari livelli di un bene culturale pubblico che prima non era sempre di facile uso.
COSA SI TROVA NELL’ARCHIVIO STORICO Nell’archivio c’è la documentazione comunale di Pergine, ma anche quella degli ex Comuni (fino al 1928) che ora sono diventati frazioni di Pergine (Vigalzano, Canezza, Susà, ecc.) o come quella di Enti ormai scomparsi come l’Ufficio di Conciliazione, il Consorzio di Fognatura Circumlacuale del lago di Caldonazzo e il consorzio Fersinale (sponda
destra e sponda sinistra). Altri documenti presenti, i Fondi di famiglia acquisiti dal Comune che permettono di ricostruire la storia di quella famiglia, sia essa di origine nobile o contadina. Tra gli archivi privati acquisiti dal Comune sono molto importanti ai fini della storia perginese l’archivio delle famiglie Crivelli, Gentili e Montel, quest’ultimo comperato all’estero dove i componenti erano emigrati negli
PALAZZI APERTI
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omenica 12 maggio alle 10,30, l’Archivio Storico di Pergine organizza la visita guidata alla cinquecentesca chiesa parrocchiale di sant’Anna di Roncogno a cura della storica dell’arte Chiara Moser. Nell’occasione, il campanaro di Telve di Sopra, Giuliano Trentin, eseguirà il “Campanò”: concerto a base di rintocchi di campana. L’iniziativa rientra nell’ambito di “Palazzi Aperti. I Municipi del Trentino per i beni culturali”.
La Funzionaria e Archivista, Giuliana Campestrin
trentinoattualità anni ’40. Per quanto riguarda la storia dell’associazionismo locale, ci sono l’archivio degli “Amici della Musica” e del Teatro di Pergine, oltre a piccoli fondi o unità documentarie sciolte donate con grande sensibilità da chi ne era in possesso. Recentemente sono stati acquisiti ventuno “taccuini da saccoccia” dei fratelli don Francesco e don Gaetano Grandi, che sono una piccola miniera di informazioni politiche, storiche e meteorologiche della prima metà dell’800. IL FRUITORE TIPO DELL’ARCHIVIO STORICO COMUNALE I principali fruitori dell’archivio storico sono i professionisti interessati alla storia di un determinato bene immobile per poterne poi redigere la relazione tecnica in vista di una progettazione. Ci sono inoltre molti studenti che ricercano materiale di studio, oppure veri e propri studiosi di storia oltre ai semplici appassionati. Non è raro incontrare anche dei privati che cercano documentazione a sostegno di determinati loro diritti. Molto spesso chi frequenta l’archivio non finisce la sua ricerca in una sola volta: capita di iniziare una ricerca su un soggetto per poi appassionarsi a un altro: un po’ come avviene sul web... Spesso sono presenti degli studenti universitari tirocinanti che, tramite convenzioni con le Università, dopo un piano formativo apposito, possono diventare validi strumenti di collaborazione. NON SOLO BUROCRAZIA Giuliana Campestrin ci spiega che però nell’Archivio non ci si imbatte solo in noiose documentazioni tecniche o burocratiche ma che anzi, in certi Fondi familiari di persone comuni: “leggendo certi scritti a mano in maniera magari sgrammaticata, si può percepire la dimensio-
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ne ontologica dell’epoca. Ad esempio, la morte – oggi censuratissima – faceva parte della quotidianità. Era frequente infatti, riportare il nome di un figlio con l’ora della nascita e quella della morte nello stesso giorno. La cosa si ripeteva nella stessa famiglia magari per anni, parto dopo parto, fino a quando il figlio riusciva a vivere e questo nome finalmente poteva venire utilizzato”. UN CHILOMETRO DI STORIA Tanto per dare un’idea: il deposito contiene circa un chilometro di documentazione: in pratica tutti i documenti messi uno accanto all’altro coprono mille metri lineari di spazio. I documenti sono inventariati informaticamente e sono quindi accessibili anche in formato digitale. E grazie a questo la maggior parte dei contatti avviene tramite mail all’indirizzo: archiviostorico@comune.pergine.tn.it e nel limite del possibile si può inviare a chi li richiede i documenti scannerizzati come allegato file, anche se si tratta di pergamene. Insomma, per chi sogna l’invenzione di una macchina del tempo l’archivio storico è a disposizione per qualcosa di simile. Unica condizione, socchiudere di tanto in tanto gli occhi e lasciar andare la fantasia...
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di Patrizia Niccolini
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un’anima intensa quella che si intuisce nel gesto della donna raffigurata in una delle sue ultime composizioni mentre scosta la tenda di pizzo e conduce il nostro sguardo verso un porticato, una via da percorrere senza sapere dove porterà. Uno spazio fatto di materiali diversi, uniti in un equilibrio armonico, a reggere l’impalcatura di un ambiente nel quale ci sentiamo ospiti graditi. È la casa di Nana Ghini, giovane artista trentina che ci ha aperto le porte del suo mondo chiacchierando piacevolmente davanti ad un caffè per poi mostrarci in anteprima le opere esposte alla Maison 19.10, al n.37 di largo Carducci, e che saranno in mostra al Centro Onorio Spada di Villazzano
dal 24 maggio al 7 giugno, in occasione della sagra del paese. “Non so cosa apparirà dopo aver scelto i materiali con i quali creo le mie composizioni – spiega Nana –, ma ciò che conta è riuscire a riconoscere le potenzialità nascoste in quello che mi circonda e poi provare a comunicarlo, senza avere aspettative sul risultato finale”. Un metodo di lavoro rischioso se per arte si intende solo ciò che è bello. Non la pensa così l’artista che si fa invece guidare dall’ispirazione lasciando l’energia interna libera di prendere forma nelle sue mani, come se stesse giocando con i mille 66
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I mille volti di Nana Ghini Contaminazione tra linguaggi, riutilizzo di materiali di recupero, sperimentazione alla ricerca di un equilibrio “impossibile”. Scopriamo il percorso di un’artista emergente volti di un’identità che può così emergere in tutte le sue sfaccettature senza vederne rifiutata alcuna. Percorriamo allora questo sentiero senza sapere cosa troveremo, novelli Alice nel paese delle meraviglie che seguono il filo conduttore di un percorso artistico in continua evoluzione. Stoffe, plastiche, smalti, colle, carta, polistirolo, cartoni: sono questi gli strumenti di lavoro di Nana che, fin da bambina, divorava libri d’arte scoprendo una passione che poi il percorso universitario all’Accademia delle Belle Arti di Venezia e di Verona le ha permesso di coltivare e affinare. Frequentare l’ambiente accademico, respirare l’energia dei laboratori artistici e incontrare il professor Davide Antolini sono state esperienze significative per la sua formazione. “Antolini è un pittore che mi ha resa consapevole del potenziale che è in me e mi ha dato fiducia, riconoscendo nella volontà di realizzare i quadri senza seguire tecniche prestabilite il mio tratto distintivo”. Il suo stile è, infatti, caratterizzato dal collage di materiali di recupero usati per comporre opere originali, e i suoi lavori mostrano in superficie anche scavi, incisioni, graffi, segni che non rovinano il materiale, ma appartengono a pieno
titolo al processo creativo e rivelano l’approccio giocoso con il quale l’artista si dedica alle sue composizioni. “Amo l’arte che scava come l’archeologia e riporta alla luce anime antiche – spiega Nana –; amo l’arte del bambino che rompe qualcosa per scoprire come è fatto. Incido il polistirolo o il cartone per giocare con un materiale che mi permette appunto di scavare e sperimentare nuove forme e modelli. Sono materiali poveri, che dopo aver esaurito la loro utilità, sono destinati a essere buttati via, ma proprio perché modificabili, posso riportarli in vita”. Osservando i lavori esposti alla Maison 19.10, ci accorgiamo che in alcuni vi è la sovrapposizione di più strati di carta che formano una crosta in rilievo, in altri l’”anima” del cartone esposta a evidenziare le nervature interne che emergono in superficie e danno all’arte di Nana la caratteristica di una tridimensionalità
voluta perché “la pittura, non è solo effetto ottico, ma un’esperienza sensoriale che riguarda anche il tatto e l’olfatto”. Si intuisce nel percorso dell’artista la ricerca di un equilibrio “impossibile” tra i materiali utilizzati, di un’armonia che è sempre sorpresa, come il contenuto del secchio di un pozzo: lo attiri a te, ma non puoi vedere cosa emergerà fino a quando non arriva in superficie. Forse ciò che importa non è sapere, definire, interpretare, ma aprire le porte e accogliere quello che entra, lasciare che le cose appaiano e si evolvano in libertà, ospitare ciò che incrocia il tuo percorso e nutre la tua curiosità per poi condividere quanto scoperto. È la storia che ci ha raccontato la talentuosa artista, preziosa interprete di un mondo in continuo divenire, dove non smettere mai di portare alla luce la poesia segreta della vita. ■
Storia e memoria sul canale 602
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ra il 17 ottobre 2011 quando sul 602 del digitale terrestre venivano trasmesse le prime immagini di questo esperimento. Un canale locale dedicato alla storia e alla memoria, ideato dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Uno spazio in cui sperimentare nuovi linguaggi mantenendo una costante apertura verso idee e proposte provenienti dal territorio. Molti i temi affrontati: dal lavoro alla scuola, dalla vita pubblica a quella privata, dalla guerra alla ricostruzione.
IN ONDA LA NUOVA PROGRAMMAZIONE SU HISTORY LAB. Oltre a nuovi documentari, Trentorama, Registi di Famiglia, Storie in scatola, Trentini americani, History Lab 3x3 - 2013. REGISTI DI FAMIGLIA Una visita guidata nel mondo dei filmini di famiglia, pellicole domestiche che servono a fissare un ricordo e a condividerlo. Gli home movies tracciano una storia culturale dello sguardo. Di Alberto Brodesco e Lorenzo Pevarello.
STORIE IN SCATOLA I ragazzi che hanno partecipato ad un’attività didattica del Laboratorio di formazione storica della Fondazione scelgono un oggetto e ne raccontano la storia. Di Luca Caracristi. TRENTINI AMERICANI Una serie di puntate con materiali fotografici, audiovisivi e interviste raccolte nei luoghi di intensa emigrazione trentina negli Stati Uniti d’America. Di Vincenzo Mancuso. TRENTORAMA Alla scoperta delle trasformazioni e dei protagonisti della storia tra otto e novecento a partire dai luoghi della città che attraversiamo ogni giorno. Di Elena Tonezzer, Micol Cossali, Valentina Miorandi. HISTORY LAB 3X3 I lavori presentati all’edizione 2013 del concorso che propone di realizzare un video di tre minuti in tre giorni.
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l Quinto appuntamento della Stagione di concerti Temporum Miracula, organizzata dall’Associazione Labirinti Armonici, avrà luogo al Castel del Buonconsiglio di Trento il 24 maggio alle 20.30 e sarà dedicato ad Arcangelo Corelli nel trecentesimo anno dalla sua morte. 1713-2013: 300 anni sono trascorsi dalla morte di Arcangelo Corelli e nessuno mette in dubbio oggi, come allora, la grande bellezza della sua musica e l’enorme contributo che la sua opera ha portato nella storia dell’umanità. Grande virtuoso del violino e compositore esigente e pignolo, ci ha lasciato soltanto 6 opere formate da 12 brani ciascuna, frutto di una severa selezione compiuta dal compositore stesso, il quale eliminava i brani che non lo soddisfavano pienamente. Corelli fu membro attivo dell’Accademia dell’Arcadia, movimento poeticomusicale che nacque a Roma nel 1690 ispirato all’arte del periodo classico greco-latino. Ogni accademico usava uno pseudonimo scelto tra i nomi dei pastori protagonisti delle opere di carattere bucolico greco-latine. Arcangelo Corelli divenne Arcomelo Ari-
temporum miracula L’opera di Arcangelo Corelli e l’extra opus di Arcomelo Arimanteo il 24 maggio a trento
Andrea Ferroni
manteo e con questo nome scrisse opere poi andate disperse o distrutte. Durante la serata saranno presentati brani estratti dalle 6 opere di Corelli e alla fine sarà eseguito un concerto grosso di Arcomelo Arimanteo, una prima esecuzione assoluta, frutto di un intenso lavoro di ricerca e di studio che ha
portato al miracoloso ritrovamento di una pagina intatta e incontaminata. Gli esecutori proporranno il repertorio barocco con strumenti originali o copie fedeli per ricreare le atmosfere sonore e i colori timbrici dell’epoca saranno utilizzati violini barocchi, violetta barocca, violoncello barocco,
liuto, tiorba, clavicembalo. I musici coinvolti saranno Andrea Ferroni, maestro di concerto, Stefano Roveda, Viktoria Goegele e Luca Martini ai violini barocchi, Alexander Monteverde alla violetta barocca, Gioele Gusberti al violoncello barocco, Carlo Nerini al violone e Ai Yoshida al clavicembalo. Grazie alla collaborazione con Roundtable Trento, il concerto avrà anche scopo benefico. I fondi raccolti andranno all’associazione “Grazie alla Vita” di Mezzolombardo, attiva nell’ambito dell’accoglienza e della cura di persone con disabilità psico-fisica. A fine concerto ci sarà la consueta degustazione vini del territorio proposta dalla Cantina de Vescovi Ulzbach di Mezzocorona. ■
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enchè la Stagione di Prosa organizzata dal Centro Santa Chiara abbia chiuso i battenti, il teatro a Trento non chiude il sipario su altre proposte, dedicate soprattutto ai giovani che vale la pena di seguire. Il 3 maggio al Teatro Portland per la stagione Arditodesìo, è di scena “Soul Food” con la compagnia Teatro Periferico di Varese, per la regia di Paola Manfredi con Giorgio Branca e Dario Villa. Il testo narra dell’incontro-scontro fra due uomini. Hanno una visione diversa della vita. Il primo mentale e cerebrale il secondo calmo in pace con gli uomini e con dio. Il 16 maggio presso lo Spazio Off di Via Venezia 5, la compagnia SantiBriganti Teatro è di scena “A Nudo” di e con Davide Cùccuru. Un monologo che nasce dalle suggestioni tratte da “Brokeback Mountain” che fa parte del racconto “Gente del Wyoming” di Annie Proulx. Due giovani ventenni si incontrano nel 1994 in un paese volutamente non precisato. La birra, i ricordi, la passione diventano gli elementi per un possibile amore. Ma chi lo riconosce come tale? Da venerdì 17 a domenica
scene da un Sacrificio diretta da Elena Galvani e Jacopo Laurino la drammaturgia inedita tratta da un romanzo di Giacomo Sartori a Trento il 24 maggio
19 maggio, la stagione TrentOOltre di Portland presenta “Gabbiano” di e da Anton Cechov, un “disadattamento” di Woody Neri. Una piccola piscina gonfiabile diventa luogo o più precisamente gabbia in cui i detenuti/personaggi trascorrono la
loro personale ora d’aria tra passioni, gelosie, violenze: ma tutto ha il sentore dello svago, de dolore inflitto dalla noia, dell’ammazzare il tempo.Mercoledì 22 maggio, nell’ambito Premio Nuova scena dedicato ai giovani presso il Teatro Cuminetti
verrà allestito uno spettacolo prodotto dallo Stabile di Bolzano dal titolo “Forse tornerai dall’estero” scritto da Andrea Montali, giovane autore bolzanino, per la regia di Leo Muscato. Un testo che vuole rappresentare un tributo alla giovinezza, a quel periodo della vita in cui presente e futuro dovrebbero essere a portata di mano. Venerdì 24 maggio sempre al Teatro Cuminetti sarà realizzato lo spettacolo “Sacrificio” diretto da Elena Galvani e Jacopo Laurino. Si tratta di una drammaturgia inedita tratta da un romanzo di Giacomo Sartori: un storia vera, riferita ad un delitto avvenuto pochio anni fa sulle rive di un lago in una valle del Trentino. A metterlo in scena un gruppo di giovani attori che hanno affrontato un periodo di severe selezioni, seguendo il metodo dello slow theatre, sperimentato in prima assoluta in Trentino. ■
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di Lara Deflorian
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ell’ambito della mostra al Mart di Rovereto su Rudolf Steiner, considerato uno dei più influenti riformatori del XX secolo che ha influenzato trasversalmente tutte le discipline della cultura contemporanea, e fondatore della nuova pedagogia denominata Steiner-Waldorf, il 10 maggio all’Auditorium Melotti si svolgeranno un workshop (a partecipazione libera e gratuita) e uno spettacolo all’insegna dell’euritmia e dell’arte sociale, nell’ambito del progetto La nostra madre terra. L’euritmia è una forma d’arte del movimento creata da Rudolf Steiner e sua moglie Marie von Sivers, attrice e artista della parola.
Euritmia il 10 maggio, all’Auditorium Melotti di rovereto, IN SCENA la forma d’arte del movimento creata da Rudolf Steiner e sua moglie Marie von Sivers, attrice e artista della parola Questo genere artistico, che non deve essere confuso né con la danza né con la ginnastica, può essere praticato da solisti o gruppi come parte di rappresentazioni teatrali, allo scopo di rendere visibili le leggi della parola o della musica, attraverso una concezione spirituale e filosofica. L’euritmia, come arte pedagogica, fa parte del curriculum delle scuole steineriane e inoltre può essere applicata in campo aziendale, principalmente per ristabilire l’equilibrio e l’armonia nei lavoratori che svolgono mansioni meccanico ripetitive o stressanti. Il progetto La nostra madre
terra vuole celebrare il tema essenziale, e sempre attuale, dell‘incontro dell’uomo con la natura. Lo stesso Rudolf Steiner è stato un sostenitore di una visione del mondo che ha permeato molti ambiti della nostra vita di oggi: dalla medicina alla crescente consapevolezza ambientale. Il progetto di Rovereto si è realizzato in collaborazione con le associazioni Novarte di Trento, La Fabbrica e l’Associazione Culturale e Atelier di Euritmia di Cortiglione. È concepito come “scultura sociale” e prevede all’interno del workshop di euritmia un percorso educativo-culturaleartistico che culminerà con
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Esperienza che guarda al futuro 74
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la rappresentazione dello spettacolo Albolina, ispirato all’omonima leggenda che ha origine nelle Dolomiti. Narra la storia di un nobile signore che ha un’unica figlia molto malata e la vicenda si evolve attraverso le luci e i colori della natura, la magia e la presenza di streghe, il tutto all’insegna dell’egoismo e della saggezza che al termine regalerà un lieto fine. Questo spettacolo è ideato e diretto da Gia van den Akker, interpretato da euritmisti professionisti e da giovani studenti di Trento e Milano, su musiche di Simone Fantelli. Per informazioni: tel. 340 0856041 (ore 13 - 14) ■
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figure arcaiche Al Castello di Pergine apre la mostra di Klaus Prior: sculture e dipinti di grande espressività che sapranno affascinare i visitatori
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ual è il ruolo di questo corpo bianco a destra, subito dopo la torre d’ingresso, là tra i cespugli? Perché cinque enormi teste mi scrutano quando entro nel parcheggio? E perché devo strisciare contro questa figura nera con la mia borsa pesante quando imbocco l’ingresso attraverso il ponte? Quasi mi spaventa, anche se in realtà mi disturba. Per fortuna proprio di fronte, sotto a un carpino nero, si trova questa figura bianca che in qualche modo la compensa. Tuttavia entrambe hanno qualcosa di inquietante. E
poi ancora questa figura rossiccia nella Cantina Rosa, che si appoggia alla parete di vetro, oppure l’altra che quasi con nonchalance siede a gambe incrociate sull’altare nella cappella di Sant’Andrea. Può farlo? Non è forse un po’ blasfemo? E ancora nella coda dell’occhio rimane quest’uomo bianco davanti alla reception: per due volte, nell’arco della giornata, devo sincerarmi che davvero non si muova... Una grande espressività caratterizza le sculture e i dipinti di Klaus Prior che acquistano ancora maggiore
Chi è Klaus Prior
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laus Prior risiede e svolge la propria attività di pittore e scultore tra Lugano in Svizzera e Kisslegg in Germania. Nato in Germania nel 1942, Klaus Prior si trasferisce in Svizzera nel 1964 dove vive ancora. In Ticino dal 1970, alimenta l’interesse per l’arte figurativa dando vita a una produzione incentrata sulla rappresentazione della figura umana nella sua poliedrica visibilità. A partire dei primi anni novanta si affaccia al mondo della scultura. Dopo varie sperimentazioni tecniche con materiali sintetici e bronzo, arriva a privilegiare il legno quale medium espressivo per le sue opere. Con l’ausilio della motosega imprime una forte caratterizzazione espressiva, impronta che, grazie alla policromia delle superfici, anima le drammatiche e introspettive figure. Partecipa a numerose esposizioni personali negli Stati Uniti, in Germania, Italia, Spagna e Svizzera.
forza ed energia nel contesto di questo castello. Il risultato è un’incredibile simbiosi di arte contemporanea e atmosfera medioevale. Nel 2013 il Castello di Pergine ospiterà oltre sessanta opere di Klaus Prior. Queste occuperanno e popoleranno gli spazi del castello mostrandosi visibilmente già all’arrivo dei visitatori. Non si tratta di un’accoglienza, di un saluto di benvenuto, ma sicuramente di una chiara presenza. Ogni scultura, ogni dipinto, è la prova di uno sforzo, testimonia un dolore, esprime una vita non facile. Il visitatore è chiamato a sopportare questo sentimento, a partecipare affabilmente alle storie che queste opere raccontano. Sente di dover dare loro un seguito, di paragonarle al proprio vissuto, di lasciarsi stimolare da esse. Da ventun anni la scultura contemporanea è parte del Castello di Pergine. Lo rende attuale, unico e vivo dando a tutti noi la possibilità di guardare a questo edificio storico con nuovi occhi. E quest’anno in modo particolare. Grazie alle opere esposte sarà impossibile passare dal castello senza osservare
e senza fare delle riflessioni. Grazie a Klaus Prior! La mostra si potrà visitare tutti i giorni con ingresso libero fino al 3 novembre 2013 (lunedì dalle 17 alle 22). ■
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trentinopanorama Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura
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i viene da ridere quando penso: “guarda che stupidata ho appena detto”. Quando sono in televisione mi ripeto sempre che non devo ridere perché sembra che inciti il pubblico. Ho la fortuna di fare un mestiere che mi piace veramente tanto e se non mi diverto non provo gusto. Il giorno in cui non mi divertirò più probabilmente smetterò”. E di stupidate, come le chiama lui Giuseppe Giacobazzi ne dice sempre, un sacco davvero, durante i suoi show travolgenti in cui riesce sempre a catturare l’attenzione del pubblico. Accadrà anche in occasione nel suo nuovo spettacolo “Apocalypse” che verrà proposto sabato 11 maggio all’Auditorium di Trento in un appuntamento organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi S.Chiara. Due ore di show per affrontare con affettuosa ironia le tematiche più attuali, il rapporto con le donne, gli uomini che non sanno invecchiare, i telegiornali, i reality e la pubblicità. “Apocalypse” è la nuova sfida di Giacobazzi da anni
l’Apocalypse di giacobazzi il nuovo spettacolo del cabarettista verrà proposto sabato 11 maggio all’Auditorium di Trento uno dei volti più noti dello Zelig televisivo dove grazie soprattutto al suo personaggio del poeta contadino romagnolo è diventato uno dei comici più amati del cabaret tricolore. Giacobazzi è un vero artista nel tenere desta l’attenzione e lo fa con grande arguzia, uno spirito d’osservazione notevole e una forte dose di verità. Senza pause e una risata dietro l’altra: al termine di «Apocalypse» viene naturale guardare l’orologio e scoprire con stupore che dall’inizio son passati centoventi minuti, senza una flessione. Anche gli episodi più strambi appaiono in linea con la sua storia, inserita nel contesto della
Romagna anni ’70-’80. Una delle vittime dei suoi spettacoli è puntualmente la moglie come ha raccontato il comico: «Lei, che è una delle fonti di ispirazione principali, perché mi dà temi su cui disquisire. E poi mi dà consigli prima di salire sul palco. Io e lei ci sopportiamo da 22 anni, tra fidanzamento e matrimonio! Lei lavora in un’agenzia di assicurazioni ed io sto tentando di farle lasciare il lavoro e di seguire me, per tenermi i conti: come tutte le donne è capace di tenere i conti meglio di me!». La sua indole così tipicamente romagnola, la sua curiosità per i dettagli, la sua ingenuità e la sua capacità quasi innaturale di dire
la cosa giusta al momento giusto, fanno di Apocalypse uno spettacolo irresistibile. Una carriera quella di Giacobazzi iniziata nel ruolo di conduttore radiofonico prima di pescare, nel 2006, il jolly di Zelig. Nel suo curriculum artistico decisamente variegato trova spazio anche la musica (“Balla sui cubi”, 1993 e “Patacca Rap”, 2007), la scrittura (“Sburoni si nasce”, 2001) e il cinema con due pellicole come “Tisana Bum Bum” , “Don Matteo” e poi nel 2011 con altri due film: “Baciato dalla fortuna” con Vincenzo Salemme e Alessandro Gassman, e “Vacanze di Natale a Cortina”, con Christian De Sica. Nell’estate 2008 pubblica la sua seconda fatica letteraria, “Una vita da paura”, che diventa immediatamente un best seller, e nel 2009 “Quel tesoro di mio figlio”, scritto a quattro mani con l’amico di sempre: Duilio Pizzocchi. ■
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arà il concerto di Henry Threadgill & Zooid a chiudere giovedì 9 maggio all’Auditorium S. Chiara (dalle 21) la 28ª edizione di Itinerari Jazz a Trento. Il quintetto di Herry Threadgill, proporrà a Trento l’ultima realizzazione di questo “dissidente” del Jazz contemporaneo, un artista la cui esplorazione creativa ha fatto dire al critico del New York Times che Threadgill è il compositore più intrigante ed esclusivo presente oggi sulla scena musicale. Solista di punta del jazz contemporaneo, innovatore ardito e incuriosito da ogni avventura musicale, Threadgill è anche un apprezzato compositore, la cui vena originale si è sviluppata sia nelle numerose formazioni da lui dirette, come anche nella musica colta da camera. Zooid è una delle sue ultime creazioni, dove mirabilmente si mescolano musica afroamericana, lirismo europeo e vitalità circense. Insieme a Roscoe Mitchell
un amore di jazz giovedì 9 maggio, all’ Auditorium S. Chiara, Henry Threadgill & Zooid chiude la ventottesima edizione di Itinerari Jazz a Trento e Anthony Braxton, il sassofonista e flautista Henry Threadgill è oggi la personalità che con maggiore coerenza e passione disegna la propria vicenda artistica sulla traccia del lavoro impostato negli anni Sessanta dall’Associazione Aacm di Chicago. In quel crogiolo di idee e di sperimentazioni sul suono, sulle forme e sull’improvvisazione tenuto a battesimo dal pianista Muhal Richard Abrams, la musica nera fu esposta all’influenza della nuova musica accademica, trasse alimento dalla sugge-
stione delle musiche etniche, interpretò a proprio modo la libertà indicata da Ornette Coleman e John Coltrane, cercando nel contempo nuovi equilibri tra strutturazione e improvvisazione. Threadgill ha percorso questa esperienza giungendo a risultati altissimi, che oggi sono da annoverare tra le cose più stimolanti e visionarie della musica nero-americana. Il gruppo denominato Zooid, attivo da una dozzina di anni, rappresenta una summa del lavoro di questo musicista, Il riferimento storico è a
quelle figure che hanno saputo creare sintesi e rielaborazioni mirabili, come Jelly Roll Morton e Charles Mingus. Sotto il punto di vista timbrico Threadgill scandaglia alchimie fascinose e di mutevole trasparenza, mescolando sax, flauto, basso tuba, chitarra, batteria. Sul piano stilistico le barriere tra i generi sono abbattute e di nuovo tracciate, in un gioco di continuo rinnovamento, pulsante come la vita a cui si fa riferimento nella denominazione stessa del gruppo. ■
Aperitivi allo Scrigno del Duomo
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li studenti dell’Alta Formazione Professionale in Management Turistico in collaborazione con lo Scrigno del Duomo organizzano una serie di aperitivi all’aperto. L’inaugurazione avverrà venerdì 24 maggio alle 18.30 nello spazio esterno del wine-bar sul bellissimo sfondo di Piazza Duomo. La serata sarà accompagnata da musica e i menu saranno curati dallo chef Alfredo Chiocchetti. Il menu proposto sarà a base di pesce d’acqua dolce: Luccio di lago con chutney di mela e salvia Piccola terrina d’anguilla e peperoni dolci Lavarello con maionese di banane Insalata di trota affumicata con conchiglie e cipolla rossa Informazioni e prenotazioni al numero 347 18 22 426 Celeste Pederzolli Studentessa Alta Formazione.
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“Sotto Spirito”
“Amare”
MAGGIOGIOVANI Tre spettacoli – Amare Foglie, Sotto spirito e NIP_Not Important Person – fanno riferimento al «Premio nuova_scena.tn» che ha visto la partecipazione di quindici Compagnie
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a i contorni di “Maggio Giovani” l’ inedito appuntamento con il pubblico che il Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento propone in collaborazione con lo “Stabile” di Bolzano e con il coinvolgimento di alcune realtà culturali e artistiche attive in ambito
regionale. Una proposta “giovane” in relazione ai soggetti che ne saranno protagonisti in palcoscenico e ad una specifica attenzione alla contemporaneità che ne caratterizza linguaggi e scelte tematiche, ma che si rivolge al pubblico nella sua interezza, a tutti gli appas-
sionati di teatro che, a prescindere dall’età anagrafica, abbiano maturato una particolare sensibilità nel recepire espressioni sceniche non convenzionali. Tre spettacoli – Amare Foglie, Sotto spirito e NIP_Not Important Person – fanno riferimento al «Premio nuova_scena.tn»
che ha visto la partecipazione di quindici Compagnie professionali attive sul territorio regionale. Gli allestimenti giudicati migliori da una commissione di esperti saranno ora sottoposti alla valutazione del pubblico in sala, chiamato a decretare il vincitore. Sacrificio, una
Su www.trentinomese.it gli inediti di Cisco
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er la terza volta, torna sul sito di TrentinoMese l’appuntamento con la compilation in free download. Sul nostro sito potete trovare infatti sei brani provenienti dal panorama musicale indipendente in download assolutamente gratuito. Si tratta di un modo per presentare alcuni talenti che spesso vengono ignorati dai grandi circuiti
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radiofonici e discografici. Questo mese abbiamo voluto però inserire anche un artista che di chilometri ne ha già macinati parecchi. Si tratta di Stefano Cisco Bellotti, storico cantante dei Modena City Ramblers alle prese ora con una carriera solista. Il nuovo disco è un doppio cd dal vivo, registrato durante i concerti, ed il brano inserito in compilation è l’inedito “La Rivoluzione”. Dopo Cisco, troverete gli Hot Head Show, band londinese capitanata da Jordan Copeland, figlio di Stewart dei Police. A fine aprile passano anche dall’Italia per presentare il disco “Perfect”, vero e proprio esempio di avant rock. A seguire, potete trovare i Matrioska, fra gli ambasciatori nazionali del genere ska. Atmosfere estive e musica da ballare, rigorosamente in levare. Il quarto gruppo che vogliamo presentarvi è quello dei Fusch. Musica per intenditori, che spazia fra prog e psichedelica. Il disco è il primo capitolo di una trilogia. Per quanto riguarda i cantautori, questo mese abbiamo Cortex, chitarrista friulano che affonda le sue radici musicali nel blues di oltreoceano (e nel disco si sente eccome!). In chiusura, presentiamo un progetto per palati fini. Si tratta di Slobber Pup, quattro maestri internazionali della musica avant che si incontrano ed improvvisano, spaziando dal noise alla sperimentazione pura.
trentinopanorama produzione che vedrà impegnato un gruppo di giovani attori selezionati attraverso un lungo percorso formativo, e Forse tornerai dall’estero fanno invece riferimento al progetto di collaborazione avviato dal Centro S. Chiara e dal Teatro Stabile di Bolzano che punta a promuovere la crescita delle potenzialità artistiche a forte vocazione professionale attive in ambito regionale e a sviluppare un progetto di “drammaturgia del territorio” attraverso l’allestimento di testi che trattano temi legati alla storia e alla cronaca delle due province. Il primo evento di “Maggio Giovani” sarà quello del 10 maggio, al Cuminetti dalle 20.30, come tutti gli spettacoli in cartellone sarà con “Amare Foglie” proposto da Teatrinconrso con testo e regia Elena R. Marino. Nato da una ricerca su documenti e vive testimonianze, lo spettacolo ricostruisce la memoria di un’attività che ha profondamente segnato la Vallagarina e, nello specifico, la zona di Mori: la coltivazione e la preparazione del tabacco, affidata prevalentemente a manodopera femminile: le tabacchine. Domenica 12 maggio Il Teatro delle Quisquilie porta in scena “Sotto Spirito” che affronta il tema della dipendenza e fa vivere
al pubblico, attraverso l’occhio dell’alcolista, lo stato di alterazione, la confusione regnante nella sua mente, l’ebbrezza e la fittizia serenità di quegli istanti. Il 14 maggio ci sarà spazio per la compagnia Macelleria Ettore con “Nip_ Not Important Person” . Performance, video, voci off, sonorizzazioni e musiche originali costruiscono, nella contaminazione, una drammaturgia sonora in contrappunto, differita, in cortocircuito con l’azione. Il 21 maggio in scena “Forse tornerai dall’estero” proposto dalla Compagna del Teatro Stabile di Bolzano. Testo di esordio nel mondo teatrale di Andrea Montali, giovane scrittore bolzanino, la pièce è ambientata principalmente a Bolzano in un bar di periferia, luogo di aggregazione animato da una “fauna” pittoresca e vitale che consuma la propria esistenza davanti o dietro al bancone. Il 24 sempre al Cuminetti Stradanova proporrà “Sacrificio” testo inedito tratto dal romanzo omonimo di Giacomo Sartori. Una storia dura, quella raccontata da Sacrificio, ed è a questa storia che consentirà a sette giovani attori, selezionati attraverso una campagna di provini in tutto il Trentino, di vivere un’esperienza di crescita artistica davvero unica. ■
Delizie di asparagi
Lo chef Claudio Agostini propone:
La cruditè di asparagi bianchi Val d’Adige con vinaigrette ai semi di senape Il tortino di asparagi val d’Adige tiepido con variegato di Treviso *** La vellutata di asparagi Val d’Adige Le pappardelle della casa agli asparagi Val d’Adige e pancetta stufata Risotto Carnaroli mantecato alle punte di asparagi verdi Val d’Adige Gnocchi di patate della casa alla crema di asparagi *** Involtini di asparagi Val d’Adige con carne salada, crema di gorgonzola dolce e mascarpone La rosticciata di pollo con asparagi Val d’Adige e patate *** Gli asparagi Val d’Adige alla bolzanina Gli asparagi Val d’Adige alla Bismarck
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di Alessia Acampora
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a Scuola Musicale Alto Garda e Servizi Musicali Alto Garda organizzano la prima edizione di «Garda in Opera festival»: dal 5 al 12 maggio ad Arco e a Riva del Garda concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale, oltre ad un concorso lirico per amatori dal titolo «Cantanti in Opera». In collaborazione con i Comuni di Arco e di Riva del Garda, Hotel Lido, assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento. Nell’anno che festeggia i 200 anni dalla nascita del grande Giuseppe Verdi, SMAG e Servizi Musicali Alto Garda intendono approfittare dell’importante ricorrenza per creare questo festival dedicato alla voce e al canto lirico in particolare, allo scopo di offrire alla comunità un nuovo strumento di diffusione e coinvolgimento nel mondo della musica, sia
Garda in Opera festival dal 5 al 12 maggio ad Arco e a Riva del Garda concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale per chi amatore lo è già, sia per chi lo potrebbe diventare, attraverso percorsi piacevoli e didascalici al contempo. L’idea del festival raccoglie in sé la prospettiva di individuare diversi punti di vista: dello spettatore attento, dell’artista, dello storico, del semplice appassionato. Colonna portante del programma sarà il concorso «Cantanti in Opera», dedicato a cantanti lirici non professionisti, che nasce per offrire uno spazio creativo a un’innumerevole schiera
di Mimì e Rigoletto che animano Conservatori, scuole di musica, cori e spazi ricreativi, che con grande passione affrontano i repertori dell’opera lirica, spesso anche con otti-
mi risultati. Accompagnano il concorso una serie di eventi diversi: il divertente «Dinner in Opera», una giocosa cena a base di Arie d’Opera; una serata di gala con i riflettori puntati sulla musica del maestro Giuseppe Verdi; un revival dell’operetta fin de siecle; un incontro-confronto con gli artisti e il loro modo di affrontare il pubblico odierno. Nel corso della settimana del festival, all’auditorium di SMAG si terranno le fasi di selezione del concorso, aperto a cantanti amatori, allievi di Conservatorio, scuole musicali o semplici amanti dell’Opera, che ritengano di avere, oltre che la passione, le doti e le capacità per affrontare il repertorio operistico. ■
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orna anche quest’anno, alle porte di Trento, il Festival Buonvino Trentino. Per due giorni consecutivi, il Mas dela Fam ospiterà la kermesse del vino che da alcuni anni si è confermata come un punto fermo per il mondo enologico della nostra provincia. Il 10 e l’11 maggio, produttori, giornalisti, intellettuali e wine lover si incontreranno sulla collina di Ravina, ospiti di patron Luca Boscheri, per assaggiare vino e specialità gastronomiche, ma anche per discutere dei temi caldi che girano intorno all’enologia trentina e nazionale. Il filo conduttore, quest’anno sarà legato allo spumante rifermentato in bottiglia, saranno presentate le nuove etichette arrivate sul mercato in queste settimane, si potranno degustare vecchie conoscenze, ma soprattutto si cercherà di capire qua-
buonvino trentino IL 10 e l’11 maggio, produttori, giornalisti, intellettuali e wine lover si incontreranno sulla collina di Ravina le sia oggi il baricentro del metodo classico trentino. Ci saranno bottiglie di TRENTODOC, bottiglie di TRENTO e ancora splendidi calici che non aderiscono ad alcuna denominazione. Una sfida, per provare a discutere, in un clima disinvolto di festa e di musica, attorno alle nostre bollicine di montagna. Che potranno essere degustate sia il venerdì che il sabato dopo le 22. Ma le degustazioni non finiranno qui. In entrambe le
giornante dopo le 18, infatti, al Mas dela Fam, si daranno appuntamento oltre venti produttori trentini; vino e specialità gastronomiche, saranno messe in assaggio per tutti coloro che abbiamo vogliano di scoprire sapori e annusare profumi e fragranze delle produzione agricola trentina. Il Festival si aprirà venerdì alle 18, alla presenza dei vertici della Confraternita della Vite e dell’Uva di Trento e dei rappresentanti del Sovrano
e Nobilissimo Ordine dell’Amarone e del Recioto, che arriveranno dalla Valpolicella per rendere onore, anche loro, alla produzione vitivinicola trentina. Sempre venerdì, in contemporanea con l’apertura dei banchi di assaggio, una tavola rotonda che affronterà il tema della riforma e al futuro dei Consorzi di Tutela. Il giorno dopo, il sabato, il dibattito sarà riservato ad uno dei temi più sensibili per produttori e wine lover: Alcol, una passione o pericolo per la salute? Ne discuteranno Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada. Un confronto contraddittorio che promette scintille fra i due esponenti del mondo no alcol, medici e produttori. ■
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di Fabio De Santi
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Menu di maggio:
on sarò solo il narratore con sue storie, ma il palco sarà il luogo di testimonianze, letture, pensieri della zona in cui ci esibiremo, per rendere il territorio protagonista. La struttura della scenografia richiama quest’idea, con una finestra che si apre mostrando le immagini girate in tempo reale. Tra una canzone e l’altra parteciperanno anche il pubblico o i fan che hanno aderito con i contenuti: video, immagini, scritti. Per la prima volta il popolo che segue queste canzoni potrà entrare in scena. Non ci sarà un copione prestabilito, ma sarà diverso ogni volta come già è accaduto con il “Davide Van De Sfroos show” che aveva ospiti diversi per ogni data”. In questo modo Davide Van De Sfroos, al secolo Davide Bernasconi, in una recente intervista ha tratteggiato i contorni del suo nuovo spettacolo “Teritoritur” con cui l’artista lombardo approderà l’11 maggio al Palalevico di Levico Terme nell’evento organizzato da Fiabamusic. Il musicista laghée proporrà uno spettacolo davvero particolare con un set che sarà un viaggio raccontato a più
VAN DE SFROOS il nuovo spettacolo dell’artista lombardo si intitola “Teritoritur” e sarà possibile assistervi sabato 11 MAGGIO a LEVICO voci, non solo dal palco. In “Teritoritur” infatti l’artista sarà protagonista con due ore di spettacolo aperto anche al territorio e alla sua gente, nel solco del progetto “Terra&Acqua” il nuovo format multimediale di cui è autore, regista e conduttore. Come ha raccontato Van De Sfroos: “Il mio vuole essere vero e proprio esperimento, nato dopo l’esperienza del Davide Van De Sfroos Show, per creare un legame con i fan che partecipano abitualmente ai miei concerti e che tramite i miei social network amano commentare le storie di casa loro”. L’obiettivo del cantautore è quello di coinvolgere gli spettatori nel live in una maniera decisamente
Piccolo “smacafam” con insalatine *** Tagliolini di pasta al farro con “conzier”, foglie di tarassaco e ovetto di quaglia
particolare “Mi piacerebbe che il loro ruolo in scena si realizzasse con l’apporto dei loro contributi. Le cose che raccontano e scrivono, le cose che filmano e fotografano e che io conosco perché vengono postate sui miei social network. Ecco, è così che vorrei portare sul palco un po’ di loro e delle loro terre, viste attraverso i loro occhi”. L’idea di Van De Sfroos è quella di giocare con le varie forme dello spettacolo e anche per questo durante tutte le serate del ‘Teritoritur’ ci saranno delle riprese con le telecamere per catturare le cose viste fuori dal teatro e, durante il concerto, quelle immagini verranno proiettate sullo schermo. Così, anche i
fan trentini che sono tantissimi, anche alla luce proprio del sold out fatto registrare proprio a Levico dall’artista nella sua ultima apparizione, saranno protagonisti di una serata che si annuncia davvero particolare. Riguardo ai brani, in scaletta Davide Van De Sfroos ha avuto occasione di raccontare: ” Andrò a riprendere pezzi legati fortemente al territorio. La scaletta non è ancora stesa, ma ci saranno canzoni che richiameranno la terra e i luoghi, insieme ad altre del repertorio. Tutto sarà concatenato dall’unico tema con attenzioni particolari a seconda dei posti in cui saremo”. Di certo non mancheranno, durante questo concerto, le sue ballate più famose tratte da dischi come “ Brèva e Tivàn”, “Per una poma”, “...e semm partii”, “Pica!” e quel “Yanez” ultimo album in attesa del nuovo lavoro che i suoi fan si auspicano arriverà in questo 2013. n
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l Festival del Gusto a Bolzano è la punta di diamante della terra del gusto Alto Adige/Südtirol e dei suoi prodotti di qualità e rappresenta il biglietto da visita del nostro territorio – afferma Thomas Widmann, assessore provinciale competente per i prodotti di qualità dell’Alto Adige e padrino del festival. Al centro della seconda edizione del festival si trovano i nove gruppi di prodotti con il marchio di qualità Alto Adige, tra cui il latte, il pane e il succo di mela, ai quali sono da aggiungersi lo
Festival del Gusto Dal 24 al 26 maggio Bolzano si trasforma in un biglietto da visita per la qualità dei prodotti dell’Alto Adige Speck e la Mela Alto Adige IGP (indicazione geografica protetta) e i Vini Alto Adige DOC (denominazione di origine controllata). Nel corso di tre giorni ospiti locali, nazionali e stranieri, sia giovani che meno giovani, avranno la possibilità di apprezzare la qualità della cucina altoatesina nonché di informarsi sul territorio e i suoi prodotti e di divertirsi in un’atmosfera compatta e festosa”. Nel “Meleto” tra Piazza Municipio e Vicolo Gumer tutto
ruota attorno alla Mela Alto Adige IGP – dalla coltivazione ed immagazzinamento fino ai diversi stadi lavorativi svolti dai contadini altoatesini nel corso dell’anno. Un prato con alberi di mela in Piazza Municipio è pensato soprattutto per il pubblico dei più piccoli ed offrirà un programma variegato. A Palais Campofranco entra invece in scena il Latte e Latticini dell’Alto Adige in una luce tutta moderna: nel “MondoLatte” una presentazione di fiaba offre ai
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visitatori la possibilità di conoscere questo alimento ricco di tradizione sotto una nuova prospettiva. Anche i bambini approfittano di tanto gioco e divertimento. Lo Speck Alto Adige IGP è invece situato nella “Piazzetta dello Speck” in Piazza della Mostra. Qui i visitatori si potranno informare sulla produzione dello Speck Alto Adige e sull’impiego di questa specialità sempre in voga nella cucina tradizionale e moderna. Lungo il “Miglio del Gusto”, che si estende da via Argentieri e da via della Mostra fino a Piazza del Grano, si possono degustare ed acquistare i prodotti con il marchio di qualità Alto Adige: pane e
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prodotti da forno, verdura, piccoli frutti e ciliege, prodotti da frutta, miele, grappa, erbe aromatiche e carne di manzo. In Piazza del Grano sarà poi possibile assistere a dimostrazioni di panetteria dal vivo, secondo l’antica tradizione del fornaio. Il variegato programma che attende i visitatori nel centro storico di Bolzano prevede show culinari sul palco principale da parte dei migliori chef altoatesini, tra cui Anna Matscher, Karl Baumgartner, Herbert Hintner, Peter Girtler, Luis Haller, Burkhard Bacher e Felice lo Basso, a cui si uniscono corsi di cucina e numerosi seminari sensoriali. Il sabato sera, sempre sul palco principale in Piazza Walther, si terrá poi un concerto con gruppi altoatesini di diversi generi, mentre numerosi artisti si esibiranno lungo le vie del centro da venerdì a domenica. La moderazione del festival è affidata a star e sommelier internazionali come Nelson Müller, Sonia Leonardi, Alessandro Scorsone e Christina Fischer, accompagnati da moderatori locali quali Paola Bessega e Markus Frings. Un Ristorante del Gusto in Piazza Walther, gestito dal cuoco stellato Herbert Hintner, corona infine il piacere enogastronomico del festival. L’inaugurazione del festival per il pubblico di settore è invece in programma per venerdì 24 maggio all’interno del Simposio del Gusto, nel corso del quale esperti rico-
nosciuti stimoleranno i partecipanti con nuovi impulsi e idee attorno al tema “Sicurezza e Provenienza regionale”. L’ormai conosciuta Mostra Vini di Bolzano avrà luogo tra il Museo Mercantile in via Argentieri e il Parkhotel Laurin. Il preludio della Mostra Vini é dato dal 9° Simposio internazionale del Gewürztraminer, il 22 e 23 maggio a Termeno. A partire dal 24 maggio al Museo Mercantile è in programma un’esclusiva degustazione al tavolo, nel corso della quale saranno presentati pregiati vini ‘in anteprima’, disponibili sul mercato da fine maggio. La cantina del Museo Mercantile ospita poi la novità dell’evento di quest’anno, ovvero la degustazione “3x3, la piccola verticale”, con tre cantine che presentano ciascuna tre annate del loro vino migliore. Il Parkhotel Laurin offrirà invece una degustazione libera delle sei varietà principali dell’Alto Adige (Pinot Bianco, Sauvignon, Gewürztraminer, Schiava, Pinot Nero e Lagrein), dei vini bianchi della Valle Isarco e degli spumanti altoatesini di diverse annate. Nel giardino del Parkhotel Laurin sono poi in programma l’esclusivo “Wineparty Alto Adige” il venerdì sera e la Colazione allo spumante “Swinging Bubbles” la domenica mattina, la quale concluderà l’evento a suon di jazz. Iniziatori e protagonisti del Festival del Gusto Alto Adige sono i produttori con il marchio di qualità. L’evento è organizzato e coordinato dall’EOS – Organizzazione Export Alto Adige della Camera di commercio di Bolzano ed è reso possibile grazie all’appoggio e alla cooperazione della Provincia autonoma di Bolzano, della città di Bolzano e dell’Agenzia Alto Adige Marketing. Il festival viene inoltre sponsorizzato dalla Banca Raiffeisen e dalla ditta Forst. ■
Festival del Gusto Alto Adige
festival del gusto alto adige Bolzano | 24 – 26 maggio 2013 www.festivaldelgusto.it
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L’agenzia rikata è una agenzia trentina che opera dal 1993 nel settore dell’organizzazione di congressi, manifestazioni ed occasioni di incontro a livello nazionale ed internazionale. Uno staff creativo e competente anima ogni passo dell’attività nell’attenta e puntuale pianificazione di ogni evento, dalla logistica ai servizi di hostess, interpretariato e animazione, dalla comunicazione all’impostazione grafica dei materiali promozionali. Vent’anni di esperienza nel settore, la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2008 ed il riconoscimento da parte del Ministero della Salute dello status di provider ECM nazionale, fanno di OriKata il partner ideale per ogni esigenza organizzativa. Il metodo di lavoro è improntato alla cura diretta di tutti gli aspetti, per conferire ad ogni manifestazione uno stile che la renda unica ed in linea con gli obiettivi del cliente. OriKata collabora con enti, aziende ed associazioni, coordinando incontri curati, in sintonia con gli obiettivi e l’immagine aziendale, offrendo ai partecipanti programmi che fondono impegno, divertimento e relax con armonia e creatività. La qualità dei servizi offerti ha ripagato l’impegno di OriKata organizzazione congressi che, negli anni, ha gestito eventi di portata internazionale anche a Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Caserta, Roma, Bologna, Firenze, Monaco di Baviera, Stoccarda, Berlino, Londra, Vancouver (Canada) e Miyazaky (Giappone). Tra i clienti conta università, istituti ospedalieri e prestigiosi enti di ricerca, tra quali
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FESTEGGIA VENT’ANNI DI ATTIVITà SONO CENTINAIA GLI INCONTRI “FIRMATI” DALL’AGENZIA TRENTINA DAL 1993 AD OGGI. ALLA SODDISFAZIONE DI UN LUNGO VIAGGIO, SI AGGIUNGE IL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO DI PROVIDER ECM NAZIONALE: UNICA AGENZIA in regione ACCREDITATA DAL MINISTERO DELLA SALUTE la Fondazione Pezcoller e il CNR oltre ad associazioni, ordini professionali, società scientifiche ed aziende note a livello internazionale. Sistema ECM e formazione dei professionisti sanitari Il giorno 15 marzo, presso il sito archeologico di Piazza Lodron, le titolari Barbara Pollini e Margherita Ferrari, hanno presentato i componenti del proprio Comitato Scientifico ed il nuovo servizio rivolto alle professioni sanitarie. L’ECM ha come finalità quella di migliorare le competenze degli operatori sanitari, al fine di implementare pratiche “esperte”. Per poter acquisire queste buone pratiche, è necessaria una formazione di qualità. L’obiettivo dell’ECM è quello di realizzare un sistema in grado di verificare e di promuovere la qualità della formazione continua, anche attraverso l’accreditamento di enti erogatori di formazione (Provider) . Gli operatori della salute hanno l’obbligo deontologico di mettere in pratica le nuove conoscenze e competenze
indicate dalla ricerca scientifica per offrire un’assistenza di qualità. La formazione continua è quindi uno strumento importante di cambiamento dei comportamenti, individuali e collettivi, necessario per promuovere lo sviluppo professionale, ma è anche una funzione specifica del sistema sanitario, indispensabile a garantire nel tempo la qualità e l’innovazione dei suoi servizi. L’avvio del programma ECM, con l’estensione dell’obbligo dei crediti formativi a tutte le professioni sanitarie, ha costretto le istituzioni e le agenzie formative
a ripensare l’offerta formativa, per garantire equità tra tutti i professionisti. Cos’è un “Provider” L’accreditamento di un Provider ECM è il riconoscimento da parte di un’istituzione pubblica (Commissione Nazionale per la Formazione Continua o Regioni o Province Autonome direttamente o attraverso organismi da questi individuati) che un soggetto è attivo e qualificato nel campo della formazione continua in sanità e che pertanto è abilitato a realizzare attività formative riconosciute idonee per l’ECM.
Le titolari di OriKata (a sinistra Barbara Pollini, a destra Margherita Ferrari)
trentinomese Il Provider potrà individuare ed attribuire direttamente i crediti ai partecipanti. L’accreditamento del Provider, da parte della Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina, richiede una buona esperienza nel campo della formazione in Sanità. Sono inoltre vincolanti alcuni criteri che mirano a garantire la qualità della formazione come il rigore scientifico dei contenuti formativi, la rilevanza e novità dei temi trattati, il sistema di valutazione dell’apprendimento e la trasferibilità di quello che si è imparato al contesto della pratica clinica. Tra i Provider si trovano società scientifiche, aziende sanitarie come l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, ordini professionali e realtà private che hanno scelto di affacciarsi al mondo della formazione in sanità. Orikata, in quanto Provider nazionale abilitato per la formazione di tutte le categorie professionali, può organizzare eventi idonei per l’acquisizione di crediti ECM, sia in Trentino che in tutta Italia. Essere diventati Provider ECM non è solo un prestigioso riconoscimento per una agenzia come Orikata, che da oltre vent’anni si occupa di formazione in ambito sanitario, ma un punto di partenza
per alimentare lo scambio e il confronto culturale e professionale fra gli operatori sanitari. Il Comitato scientifico di Orikata Uno dei requisiti fondamentali per essere Provider ECM è la presenza di un Comitato Scientifico interno alla struttura, che possa assicurare progetti formativi di elevata qualità scientifica, appropriati agli specifici mandati disciplinari e di ruolo di ciascun professionista. Orikata ha scelto di avvalersi di un Comitato Scientifico multidisciplinare composto da medici e specialisti di elevata competenza clinicoassistenziale e rappresentanti di una grande parte dei professionisti sanitari. Il coordinatore del Comitato Scientifico di Orikata è il dottor Enzo Galligioni, direttore della Struttura Complessa di Oncologia medica dell’ Ospedale Santa Chiara di Trento e direttore del Dipartimento Oncologico APSS Trento, docente di Oncologia alla Scuola di Specialità e al Corso di Laurea Infermieristica presso l’Università di Verona (Polo di Trento), autore e co-autore di oltre 190 pubblicazioni internazionali. Membro del comitato scientifico per le competenze farmaceutiche è il dot-
Da sinistra LUCIANO FLOR (direttore generale APSS di Trento), FAUSTO FIORILE (Comitato Scientifico), BARBARA POLLINI (titolare OriKata), MAURIZIO VIRDIA (Comitato Scientifico), ENZO GALLIGIONI (Coordinatore Comitato Scientifico), MARGHERITA FERRARI (titolare OriKata), ADRIANA DALPONTE (Comitato Scientifico), DAVIDE CAPPELLETTI (Comitato Scientifico)
Un momento della presentazione
tor Davide Cappelletti, farmacista e collaboratore presso la Farmacia Bettinazzi di Arco, segretario e responsabile della formazione dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Trento, Tesoriere nel direttivo della Federazione Nazionale delle Associazioni dei Giovani farmacisti e responsabile della Commissione Formazione della stessa. La referente per la professione infermieristica è la dottoressa Adriana Dalponte, dirigente infermieristico presso l’Azienda Ospedaliera San Raffaele di Milano, coordinatore del corso di laurea in infermieristica dell’Università Vita-Salute San Raffaele, componente fino a dicembre 2012 dell’Osservatorio Nazionale della Formazione Continua presso il Ministero della Salute. Il dottor Fausto Fiorile rappresenta l’ambito medicoodontoiatrico: odontoiatra specialista in Ortognatodonzia, titolare dello studio dentistico Fiorile, professore a contratto in Ortognatodonzia presso l’Università di Roma Tor Vergata, presidente della commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Trento; svolge da oltre vent’anni attività di formazione e di ricerca in ambito odontoiatrico sia in Italia che all’estero. L’area di Medicina Generale è rappresentata dal dottor
Maurizio Virdia, medico di Medicina Generale in valle di Cembra, consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Trento, animatore di formazione dell’APSS, docente presso la Scuola di Medicina Generale di Trento per l’area urgenza-emergenza, pro motore e docente per corsi di aggiornamento sui temi dell’urgenza-emergenza. Orikata sul web Altro valore aggiunto di Orikata è la gestione ragionata dell’archivio professionisti iscritti alla propria newsletter: ogni iscritto riceverà informazioni riguardanti eventi formativi ECM del proprio ambito professionale. Attraverso la compilazione del questionario pubblicato su www.orikata.it è inoltre possibile dare indicazioni preziose all’organizzazione di un piano formativo sempre più in linea con le esigenze degli ■ operatori sanitari.
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F iori, vie, palazzi
l’ufficio parchi e giardini incontra la città
3-5 maggio 2013
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Per gentile concessione: Archivio fotografico storico - Soprintendenza per i Beni storico-artistici, librari e archivistici P.A.T. - Fotografo Remo Michelotti - Francesco Guardi (Venezia 1712-1793) coll. privata - Corbeille floreale - part.
e r p a i s e h c e r io a f z i n n a g r e O iare la sp fa sbocc Una buona parte delle piante da fiore impiegate negli allestimenti sono state donate all’Amministrazione Comunale di Trento in seguito al conseguimento del primo premio del concorso nazionale “Comuni Fioriti 2012” per la categoria dei comuni con più di 20.000 abitanti. 88
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egli ultimi tre anni, durante il mese di maggio, l’ufficio Parchi e giardini ha organizzato l’iniziativa Serre aperte, durante la quale le giardinerie comunali hanno ospitato i cittadini interessati per far conoscere loro la struttura che supporta e gestisce gli interventi per conservare e soprattutto migliorare il verde pubblico e scolastico in città. La proposta ha ottenuto un buon successo, i visitatori sono stati numerosi e si sono dimostrati molto interessati ad esplorare gli spazi, le tecniche, le attrezzature oltre ai programmi di gestione e realizzazione dei giardini e dei parchi cittadini. Quest’anno, accogliendo anche i suggerimenti di alcuni visitatori, l’ufficio Parchi e giardini incontra i cittadini nella città stessa, dove viene svolto il lavoro dei giardinieri. Fiori, vie e palazzi, questo il titolo dell’iniziativa che sarà ospitata in via Belenzani dal 3 al 5 maggio, richiama precedenti manifestazioni come Città in giardino (sei edizioni organizzate tra il 2000 ed il 2005) e Trento Fiorita (due edizioni negli anni ‘88 e ‘89) ed è organizzata in collaborazione con il servizio Sviluppo economico,
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P rogramma Venerdì 3 maggio Ore 17,00 Apertura delle giornate con la presenza di Sindaco e Assessore - via Belenzani Ore 17,15 Incanti e palazzi - intervento musicale con gruppo strumentale del Conservatorio Statale di Musica “F.A. Bonporti” - via Belenzani Ore 18,00 l’amministrazione comunale di Trento presenta alla cittadinanza i propri programmi nell’ambito del verde pubblico cittadino con l’assessore Italo Gilmozzi, Giorgio Bailoni e Roberto Leonardelli Sala Stampa a Palazzo Geremia
studi e statistica. L’evento vede le piante e i fiori protagonisti delle strade e negli edifici, in particolare sono stati scelti il sontuoso palazzo dei Pona (palazzo Geremia) e quello dei Thun come cornice di due giornate primaverili offerte ai cittadini grazie al contributo del Gruppo Fioristi del Trentino e dell’Associazione Florovivaisti del Trentino. Laboratori didattici, letture per bambini, musica, recitazione ed incontri culturali sul tema del verde accompagneranno un tripudio di fiori che orneranno questa elegante parte di città, affiancandosi e arricchendo la concomitante proposta di Palazzi aperti. Il programma dettagliato della manifestazione è disponibile on line sul sito del Comune.
Collaborano all’iniziativa:
Sabato 4 maggio Ore 9,00 - 12,00 laboratori scolastici con coltivazione e preparazione aiole: progetto Le vie fioriscono - via Belenzani e Palazzo Geremia Ore 14,00 - 16,00 prosecuzione dei laboratori per bambini Ore 16,00 la rappresentazione delle piante negli affreschi e nei dipinti fra quattrocento e seicento di Sara Tamanini e Maria Adele Signorini - Sala Falconetto a Palazzo Geremia e visita agli affreschi della Sala blu ed altre sale di Palazzo Thun Ore 16,00 letture per bambini sull’argomento delle piante a cura dei volontari del Servizio Civile della Biblioteca Comunale di Trento - cortile interno di Palazzo Geremia
Servizio Sviluppo economico, studi e statistica Servizio Cultura, Turismo e politiche giovanili Servizio Biblioteca e archivio storico Servizio Getione fabbricati Aflovit Gruppo Fioristi del Trentino Gruppo Teatrale Gianni Corradini Conservatorio statale di musica F.A. Bonporti Gruppo strumentale Malaga Flo Fondazione E. Mach Villaggio del fanciullo SOS Progetto 92 Cooperativa sociale Giardineria srl Nadalini Flor Sas Spazio Verde società cooperativa agricola Verde Ambiente azienda agricola
Ore 17,00 teatro per bambini Il brutto anatroccolo di Cinzia Scotton - Gruppo teatrale Gianni Corradini via Belenzani Ore 18,30 Giulietta e Romeo Gruppo teatrale Gianni Corradini - via Belenzani Ore 21,00 concerto jazz - swing con il gruppo Malaga Flo - Palazzo Thun Domenica 5 maggio Ore 10,00 la preparazione dei mazzi di fiori a cura del Gruppo Fioristi del Trentino - via Belenzani - Palazzo Thun
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trentinopanorama Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. Foto di Ronny Kiaulehn
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l Trentino, con le sue verdi vallate ed i suoi panorami suggestivi, sembra una terra fatta su misura per gli amanti della bicicletta. Per garantire ad ospiti e residenti le infrastrutture necessarie la Provincia autonoma di Trento ha cominciato fin dagli anni Ottanta a realizzare una rete di percorsi ciclopedonali che copre l’intero territorio provinciale e che oggi conta 431 chilometri di strade, cifra che è destinata ad aumentare in quanto vi sono importanti tratti in cantiere. Nel 2012 sono stati registrati circa 1 milione e 800 mila passaggi su due ruote. Le undici piste ciclopedonali sono riservate a pedoni e ciclisti, possono essere percorse anche da chi utilizza i «roller», oltre che da mezzi di servizio. A tutti è assicurato un alto grado di sicurezza, che rende adatta l’infrastruttura anche alla frequentazione dei bambini. Ogni tratto è stato classificato secondo tre gradi di difficoltà: con il colore verde vengono identificati i tragitti adatti anche ai bambini di età inferiore ai 12 anni non esperti nell’uso della bicicletta, con il giallo le piste
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CICLABILI: PATRIMONIO DEL TERRITORIO con salite e discese brevi, e quindi adatte a famiglie con bambini mediamente preparati, con il rosso infine i tratti sconsigliati ai più piccoli vista la presenza di dislivelli notevoli, che richiedono impegno fisico e una particolare abilità nella conduzione del mezzo. La rete si articola in undici percorsi principali: Valle dell’Adige, Valsugana, Valli di Fiemme e Fassa, Valle del Primiero, Basso Sarca, Valle dei Laghi, Val Rendena, Valle del Chiese, Valle di Ledro, Val di Sole e Alta Val di Non. Il più lungo è quello in Valle dell’Adige, tracciato tra i vigneti, che costituisce un collegamento protetto tra le Alpi e la Pianura Padana. Un importante servizio offerto ai fruitori delle piste ciclabili trentine sono i bicigrill. Situati
A disposizione degli amanti delle due ruote vi sono 431 chilometri di tracciati protetti, che permettono di esplorare le vallate pedalando nel verde e nel silenzio fra campi coltivati, boschi e prati
PASSIONE MOUNTAIN BIKE, ESPLORAZIONE SU DUE RUOTE Sono tre i circuiti a tappe disegnati fra le montagne più belle del mondo. La novità del 2013 è rappresentata dal Dolomiti Lagorai Bike Grand Tour Esplorare un territorio in sella ad una mountain bike è un’esperienza che permette di coniugare divertimento e benessere. In Trentino gli appassionati di questa specialità possono contare su tre circuiti. Il Dolomiti Lagorai Bike conta oltre 1.100 chilometri di tracciati fuori strada fra boschi, pascoli, laghetti alpini e due Parchi Naturali, quello del Monte Corno e quello di Paneveggio Pale di San Martino. La novità 2013 è il Dolomiti Lagorai Bike Grand Tour, un anello da percorrere in sei giorni che può essere affrontato in senso orario oppure antiorario: nel primo caso totalizza 320 km, nel secondo 353, con dislivelli che variano da un minimo di 8.790 metri ad un massimo di 10.470. Il Dolomiti di Brenta Bike è una rete di itinerari che si sviluppa attorno al gruppo del Brenta e offre la possibilità di esplorare l’area protetta. Si può scegliere tra due possibilità: i sei percorsi “expert”, indicati per i biker più allenati, e l’anello “country”, che annovera piste ciclabili, spazi aperti e borghi rurali. Il Mountain & Garda Bike, infine, ci porta a contatto con un ambiente naturale molto vario. Un percorso ininterrotto tra picchi rocciosi e specchi d’acqua, saliscendi impegnativi e morbidi tratti. L’anello principale, rilevato con tecnologia gps, è “tabellato” con apposita segnaletica.
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una VACANZA SENZ’AUTO CON DEUTSCHE BAHN Ai turisti che arrivano in Trentino con i treni tedeschi, prenotando nelle strutture aderenti all’iniziativa, verranno riservati servizi personalizzati, dal transfer in hotel alla mobilcard, fino al noleggio gratuito delle biciclette Una vacanza senz’auto, per godere delle bellezze offerte dal Trentino in assoluta libertà. Ha preso il via a marzo il progetto voluto da Trentino Sviluppo-Turismo e Promozione di Trentino Sviluppo in stretta sinergia con Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, e con ÖBB, le ferrovie austriache. I turisti che arriveranno nella nostra provincia dalla Germania con i treni DB e ÖBB, e prenoteranno un soggiorno di almeno quattro notti in una struttura alberghiera o in un B&B aderente all’iniziativa, potranno beneficiare di servizi particolari. Innanzitutto sarà garantito loro un servizio di transfer personalizzato e gratuito, dalla stazione dei treni di arrivo più vicina all’hotel e viceversa. Inoltre, per facilitare gli spostamenti nel periodo di vacanza, agli ospiti verrà data in omaggio una mobilcard, la «Trentino Card Bahn Spezial», per muoversi in assoluta libertà con i mezzi di trasporto pubblico provinciale. Sarà poi compito delle strutture ricettive mettere a disposizione gratuitamente le biciclette, per poter apprezzare le numerose piste ciclabili presenti sul nostro territorio. Il soggiorno potrà essere facilmente prenotato online sul portale www. visittrentino.it/bahnspezial. in punti strategici dei vari percorsi ciclopedonali, hanno lo scopo di ristorare, attraverso la distribuzione di bevande e generi alimentari legati sia all’attività sportiva sia al territorio. Inoltre sono utili per fornire assistenza, attraverso la messa a disposizione di attrezzature idonee alla manutenzione delle biciclette e per informare attraverso la distribuzione di materiale. Sul territorio ne sono ad oggi attivi cinque, a Nomi, Vigo Rendena, Levico Terme, Tezze di Grigno e Pellizzano. Uno strumento molto utile è il sito internet www.ciclabili. provincia.tn.it, grazie al quale si può studiare in ogni minimo dettaglio il proprio itinerario, visualizzarne la mappa dettagliata, il profilo altimetrico, le
tracce Gpx. La manutenzione delle piste e la cura delle piante che le decorano viene eseguita dal Servizio conservazione della natura e valorizzazione ambientale della Provincia Autonoma di Trento, il quale si avvale di lavoratori che sono stati espulsi dal tessuto produttivo, svolgendo così anche un importante ruolo di qualificazione delle categorie sociali più deboli. Poiché si tratta di una proposta turistica che trova sempre nuovi estimatori, alcuni territori si stanno organizzando per proporre servizi ad hoc ai propri ospiti. In Valsugana la novità per la prossima estate si chiama “movelo”, l’innovativa rete di noleggio di biciclette elettriche di alta qualità che rende la vacanza
su due ruote accessibile a tutti, non solo ai più allenati. Prima e unica destinazione in Italia, il territorio della Valsugana e del Lagorai propone quindi un’articolata infrastruttura di stazioni di noleggio e ricarica, assicurando disponibilità di e-bike e batterie per chi vuole scoprire il territorio anche in zone abitualmente raggiungibili solo da chi è particolarmente allenato. Oltre ad una serie di strutture ricettive e di servizio aderenti al progetto, anche tutti gli uffici informazioni dell’Azienda per il Turismo Valsugana saranno dotati di stazioni di ricarica per rendere ancora più pratico il cambio delle batterie. In Valle di Ledro propone invece il progetto “Bikexpress”, grazie al quale vengono messe a disposizione dei principianti, ma anche di biker esperti, biciclette e
mountain bike di diverse tipologie. Il noleggio comprende casco, kit di riparazione, lucchetto e consigli personalizzati sui percorsi da seguire. Sono disponibili anche le ebike prodotte da una azienda tedesca, che rinnova ogni anno il parco dei mezzi e si occupa direttamente della loro manutenzione quotidiana, garantendone quindi la piena efficienza. Anche a Riva del Garda gli ospiti che desiderano salire su una bicicletta a pedalata assistita troveranno un servizio nuovo di zecca. Il suo nome è «ArRivapedalando» e si basa su sei stazioni di ricarica allestite in città. Un innovativo sistema «aperto», che per la prima volta dà la possibilità di consegnare la bicicletta in una qualsiasi delle sei stazioni, indipendentemente da ■ quella di ritiro.
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SENTIERO DEL DÜRER – VALLE DI CEMBRA
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Cembra - Castello di Segonzano
Grafica A.p.T. Piné Cembra. Foto: Archivio A.p.T.: A. Enrici; G. Panfili
Valle di Cembra – TN – ITALIA
TREKKING CULTURALE PRANZO RUSTICO, PERFORMANCE ARTISTICHE e SPETTACOLI Comune di Segonzano
Comune di Cembra
Comune di Faver
Comune di Giovo
INFORMAZIONI: A.p.T. Piné Cembra – tel. 0461 683110 – infocembra@visitpinecembra.it – www.visitpinecembra.it
Donne Rurali di Cembra durerweg.it e Faver
Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol
Photo S. Parrini
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www.visitpinecembra.it
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a proposta idealmente unisce due province, l’Alto Adige Südtirol e il Trentino, divise dal Dossone di Cembra e ricche di motivazioni culturali e linguistiche proprie di due mondi diversi: quello mediterraneo e germanico. Ma si sa che il passaggio non è mai netto per cui le comunità si fondono e risentono delle influenze culturali sia dall’una che dall’altra parte, creando situazioni di grandissimo interesse etnografico. Questo tracciato costituiva una variante della Claudia Augusta già praticata in età romana, detta “Semita Karoli”, alla quale fanno riferimento fonti antiche alto-medievali e medievali. Nel 1494 il pittore tedesco Albrecht Dürer fece il suo primo viaggio in Italia per recarsi a Venezia desideroso di conoscere i segreti del Rinascimento italiano. Giunto ad Egna e dopo aver sostato con ogni probabilità al Klösterle di San Floriano, causa un’alluvione ben documentata nella piana antistante, dalla piazza di Laghetti dovette deviare il percorso a monte verso i Pochi. Superata la forra del rio Lauco, attraversò il ponte detto “romano”, salì fino al passo del Sauch (m. 915),
Paesaggio Alpino A.Duerer 1494 (Oxford Ashmolean Museum)
il sentiero del dürer dal Kloesterle di San Floriano alle Piramidi di Segonzano è l’essenza di quanto possa offrire la Valle di Cembra per alcune giornate di full immersion nel territorio
© Photo a. enrici
Valle di Cembra
proseguì per il lago Santo (m. 1200) e scese a Cembra. Qui il giovane artista sentì di essere giunto nel mondo mediterraneo; egli dedicò grande attenzione al paesaggio ed al naturalismo in tutta la sua carriera artistica e il viaggio in Italia lo rese il più grande pittore del Rinascimento tedesco. Questo storico sentiero, è diviso in otto tratte. Lungo circa 40 km è adatto a tutti i buoni camminatori, il fondo è misto, il dislivello totale di circa 1450 m in salita e 850 m in discesa. Sono quindi consigliabili una sosta intermedia al Lago Santo o a Cembra per l’andata e indispensabili una o più tappe per il rientro. Essendo un percorso
lineare, il ritorno è previsto percorrendo le stesse tratte o programmando le infinite varianti che il territorio offre. L’accesso al sentiero è libero e consigliato dalla primavera al tardo autunno. Domenica 26 maggio partirà da Cembra, h. 9.00, la 3a edizione del trekking culturale dedicato ad Albrecht Dürer. Sarà guidato dagli Accompagnatori di Territorio del Trentino che accompagneranno gli escursionisti sui luoghi che percorse il pittore nel 1494, sostando per degustare i prodotti tipici locali e per gustare inediti scorci paesaggistici. Fulcro dell’evento sarà il Castello di Segonzano tra le originali Albrecht Dürer Rose. L’arrivo
al maniero, dopo aver attraversato lo storico Ponte di Cantilaga sull’Avisio, sarà accolto dagli arcieri, dagli armigeri e dalle dame in costume medievale che si esibiranno per il pubblico e sarà successivamente celebrato con il pranzo rustico presso la residenza dei baroni a Prato di Segonzano. Coreografie aeree e performance di danza moderna accoglieranno i trekkisti, mentre nei giardini di Palazzo a Prato artisti locali lavoreranno en plein air per reinterpretare il Dürer. La via del ritorno seguirà un itinerario alternativo allo storico sentiero, attraverso gli spettacolari vigneti terrazzati, recentemente nominati “paesaggio rurale storico d’Italia”. A Cembra, tappa finale, e precisamente presso la Chiesa di San Rocco, sarà d’obbligo prima di lasciare la Valle, uno sguardo verso il “paesaggio alpino – ■ Welsch Pirg”. (dmp)
Info e iscrizioni: A.p.T. Piné Cembra CEMBRA P.zza San Rocco Tel. 0461 683110 infocembra@visitpinecembra.it
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ALOIS BEER: fotografo dell’Imperial Regia Corte
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uale poteva essere l’impatto nello sguardo e nell’anima di un viaggiatore tedesco che, a cavallo della fine dell’800 inizi ‘900, si trova
a transitare per le ventose sponde del lago di Garda?
nerio fontana al ritrovo degli artisti
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e opere di Nerio Fontana saranno in mostra a Trento, dal 1 al 30 maggio presso la Galleria d’Arte Il Ritrovo degli Artisti in via Endrici 17 (a fianco della sede della Rai). Classe 1931, già da adolescente l’artista borghesano manifestò una forte passione per il disegno e la scultura della figura umana, che sono rimasti anche in seguiti, i soggetti prediletti dei suoi lavori. Assecondando la sua la sua predisposizione, si diplomò al liceo artistico e frequentò poi l’accademia di Belle Arti a Venezia. Da allora, per anni ha lavorato come insegnante in alcune scuole del Trentino, vivendo per buona parte della sua vita a Mezzolombardo per poi trasferirsi a Borgo Valsugana, continuando allo stesso tempo a coltivare il suo lato artistico.
Sicuramente l’approccio è quello comune a decine e decine di altri viaggiatori nordici, romantici o meno, che sono scesi scavalcando il Brennero per approdare sulle mediterranee rive del Benacus. Ovvero amore fulminante, sconvolgimento dell’epidermide scaldata dai raggi solari, affinamento dell’udito per cogliere l’incessante frinire delle cicale. Tutto questo è capitato anche ad Alois
Beer
(1840-1916), fotografo dell’Imperial Regia Corte, medaglia d’oro per i suoi reportage, tra cui l’impeccabile e spaesante servizio fotografico che documenta i danni provocati da una slavina sulle montagne della Carinzia. Tra il 1900 e il 1910 scattò ben 350 fotografie e un’ottantina di stampe vintage, cercando di cogliere luoghi sconosciuti, ambienti suggestivi, contesti affascinanti. Sapeva che le richieste dell’aristocrazia austroungarica e
dell’alta borghesia rincorreva i miti dell’esotismo, della solarità mitologica mediterranea, dell’avventura. E lui era maestro nel cogliere i desideri e appagarli. Anche perché Alois Beer, nato a Budapest da famiglia carinziana, era un grande viaggiatore, cercatore, testimone delle terre del vasto e complesso impero austroungarico. Appena ventitreenne aprì il proprio studio fotografico a Vienna e poco dopo una filiale a Klagenfurt dove si trasferì lasciando lo studio viennese al socio Ferdinad Mayer con cui aprì una ulteriore filale a Graz. I suoi atelier erano frequentati da chi ambiva a un suo ritratto mentre crescevano i suoi impegni in ambiti esterni. Egli iniziò in questo periodo ad estendere il suo repertorio fotografico oltre la regione carinziana. Nel 1885 fece il suo primo importante viaggio, in Grecia, al quale sarebbero seguiti quelli in Palestina ed Egitto, Nord Africa, Turchia,
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trentinomostre Siria, Francia, Belgio, Spagna e Italia, oltre che più brevi viaggi in varie zone dell’Impero austro-ungarico. Il MAG, il Museo dell’Alto Garda, per cura di Alberto Prandi, di questo notevole corpus fotografico ne ha selezionato un centinaio, mettendole in mostra nelle suggestive sale della Rocca di Riva del Garda, lì dove lo guardo può oscillare tra la fotografia e le acque agitate del lago, tra i cipressi che si inchinano alla potenza dei variegati venti che spazzano il lago alle ancor imbiancate cime che fanno da corolla e protezione al grande bacino acquatico. L’importanza di queste foto non sta soltanto nel documentare una terra e un’acqua che decine di altri viaggiatori hanno attraversato. La sua singolarità è la grande capacità di cogliere il cuore di questi luoghi, entrando in sintonia, fondendosi con essi. Come ogni buon romantico sa e deve fare anche se ha in mano una macchina spietata, fredda, oggettiva. Ma l’inclinazione dello scatto, il taglio fotografico e agli accorgimenti questi si che fanno parte della creatività del fotografo e l’esito poi si vede. L’attenzione verso gli abitanti dei paesi, l’inchinarsi di fronte ad una natura e saperla cogliere nei suoi momenti immortali, registrare la luce che declina verso l’alba o verso il tramonto, tutti elementi che fanno parte del bagaglio di un saggio e virtuoso pittore romantico. E allora lo scatto non risulta più una cosa fredda e inanimata ma sembra scaturire da un insieme di pennellate. Inoltre queste foto ci aiutano a riflettere sul come è cambiato il territorio gardesano, di come l’uomo ha alterato,
Arco Mercati Mercatino delle Pulci Apertura: da sabato 18 a sabato 18 maggio. Centro storico. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Ore 9-18. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www. gardatrentino.it. Mostre SEGANTINI: LA MEMORIA DELLE IMMAGINI Apertura: da domenica 24 marzo a domenica 9 giugno. Museo Alto Garda - Palazzo dei Panni - Via Segantini, 9. Mostra a cura di Alessandra Tiddia - In collaborazione con Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Info: Tel. 0464.583653; www.museoaltagarda.it.
Cles Mostre 17° MOSTRA MERCATO DELL’AGRICOLTURA MAGGIO A CLES Apertura: da mercoledì 1 a giovedì 2 maggio. Centro dello Sport e del Tempo Libero di Cles. In mostra attrezzature agricole, piante, fiori, animali e prodotti dell’agricoltura. Gli ampi spazi disponibili consentono a produttori e venditori di esporre in modo ottimale i loro prodotti ed ai visitatori di raccogliere preziose informazioni per effettuare i loro acquisti in modo razionale ed oculato. Info: Comune di Cles - tel. 0463.662000; info@ comune.cles.tn.it.
Lavis Mostre BARBARA CAPPELLO FOTO-TRASMUTAZIONI FEMMINEE Apertura: da sabato 25 maggio a lunedì 3 giugno. Palazzo Maffei. Mostra personale. Orari: da lunedì a venerdì 16.30/19.30; sabato e domenica 10.30/13.00 e 16.30/19.30.
rovinato, distrutto un patrimonio naturalistico, umano e sociale di grande valenza qualitativa. Di come sempre più
della Valsugana e del Lagorai, del latte e dei suoi derivati. Info: APT Valsugana - Ufficio di Levico Terme, tel. 0461.727700. Mostre Birra in Mostra Apertura: da venerdì 24 a domenica 26 maggio. Vie del centro. Riscoprire la storia, la cultura e la tradizione della Birra. Info: APT Valsugana - Ufficio di Levico Terme, tel. 0461.727700.
Mezzocorona Mostre orchids and wine Apertura: da venerdì 24 a domenica 26 maggio. Cantina Rotari. Mostra mercato internazionale di Orchidee. Un’esperienza indimenticabile, tra piante meravigliose e una nuova fantastica ambientazione. Corsi ed interventi sulla coltivazione delle orchidee, rinvasi, informazioni e consigli. Orari: venerdì 24 inaugurazione ore 19 e chiusura ore 23. Sabato 25 e domenica 26: orario continuato 9.30-23.00. Ingresso gratuito. Info: www.mezzocoronaexpo.com; www.associazionetrentinorchidee.com.
Nago Mercati Mercatino delle Pulci Apertura: da domenica 19 a domenica 19 maggio. Centro storico. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Ore 8-18. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it.
Pergine Valsugana Mostre Klaus Prior Figure Arcaiche sculture e dipinti Apertura: da sabato 20 aprile a domenica 3 novembre. Castello. Mostra di sculture e dipinti. Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10.00 fino alle 22.00 lunedì dalle 17.00 alle 22.00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@ castelpergine.it; www.castelpergine.it. Ore 17.
spesso l’uomo ha ceduto al cemento – magari questo non sarebbe nemmeno del tutto negativo in termini di accoglienza, economia, ecc. –, tradendo però le complesse e varie tipologie architettoniche del luogo, uccidendo il genius loci, volgendo al brutto ciò che era bello e funzionale. I panorami fotografici di Alois Beer provengono dalle collezioni del Kriegsarchiv di Vienna – vi sono depositate oltre 30.000 lastre – e andranno a formare un catalogo che registra e storicizza queste opere fotografiche. Catalogo che uscirà nel mese di giugno 2013. La mostra chiude il 3 novembre. Info: www.museoaltogarda.it.
Levico Terme Fiere festival del latte Apertura: da mercoledì 1 a domenica 5 maggio. Vie del centro. Un viaggio alla scoperta delle malghe
Riva del Garda Mostre Velambiente Apertura: da martedì 5 marzo a venerdì 28 giugno. Villino Campi.
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trentinomostre Mostra che propone una chiave di lettura diversa della vela: non solo un bellissimo sport, ma anche un’occasione per essere attenti e rispettosi nei confronti dell’ambiente. Corner interattivi e multimediali, grazie ai quali è possibile ascoltare i rumori del lago, le narrazioni del mastro velaio e del maestro d’ascia, conoscere come le sorgenti sonore antropiche possono interferire sull’ecosistema subacqueo, scoprire gli ultimi ritrovati in fatto di efficienza energetica e l’evoluzione della tecnica costruttiva, toccando con mano i materiali principali di cui è composta un’imbarcazione a vela. Info: www.gardatrentino.it. Ore 10-15.30. Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 22 marzo a domenica 3 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostra permanente. Mostre da oriente verso occidente Apertura: fino a sabato 8 giugno. Astoria Park Hotel. Mostra di pittura di Luigi Calzà. Ingresso gratuito. Info: Astoria Park Hotel Tel. 0464.576657; www.artinhotel.it.
Mostre ALOIS BEER 1900-1910 Apertura: da domenica 14 aprile a domenica 3 novembre. MAG Museo Alto Garda. Panorami fotografici del Garda dalle collezioni del Kriegsarchiv di Vienna. A cura di Alberto Prandi. Orario: dalle 10 alle 18. Chiuso lunedì. Ulteriori informazioni: www.museoaltogarda.it.
Rovereto Fiere ARTINGEGNA 2013 Apertura: da venerdì 10 a domenica 12 maggio. Il meglio dell’artigianato Trentino in mostra nel
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centro storico di Rovereto. Oltre 70 aziende espositrici, 8 scuole superiore e istituti professionali, più di 30 aziende artigiane insediate, maestri artigiani, mostre, incontri e tanto altro ancora. Info: www.artingegna.it. Mercati MERCATINO DI PRIMAVERA Apertura: da venerdì 19 aprile a sabato 4 maggio. Via Roma. Tutti i giorni dalla domenica al giovedì, ore 10-19, venerdì e sabato, ore 10/21. Info: www.visitrovereto.it. Mercati cortile urbano Apertura: da venerdì 19 aprile a sabato 4 maggio. Via Roma - Piazzale dell’Università. Oltre 45 appuntamenti, tra laboratori, incontri e proiezioni, dedicati all’ambiente, al riuso e al vivere green. Info: www. visitrovereto.it. Mostre PASUBIO 1915-1918 Apertura: fino a venerdì 1 novembre 2013. Castello. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-18. Info: www.trentinograndeguerra.it; www.museodellaguerra.it. Mostre La magnifica ossessione Apertura: fino a domenica 6 ottobre 2013. Mart. Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto celebra i suoi primi dieci anni di vita attraverso una mostra che ridisegna la relazione delle sue collezioni con il pubblico, riflette sul proprio patrimonio e intraprende un modo inedito di osservarlo. Info: www.mart.tn.it. Mostre Progetto Cibo La forma del gusto Apertura: fino a domenica 2 giugno. Mart. A “Progetto Cibo” partecipano designers e architetti come Enrico Azzimonti, Bompas&Parr, Achille Castiglioni, Lorenzo Damiani, FormaFantasma, Giorgetto Giugiaro, Marti Guixé, Giulio Iachetti, Alessandro Mendini, Alkesh Parmar, Gaetano Pesce, Diego Ramos, Philippe Starck e chef di livello assoluto come Gualtiero Marchesi, oltre a Bruno Barbieri, Massimo Bottura, Antonio Canavacciuolo, Carlo Cracco, Daniel Facen, Davide Oldani, Davide Scabin. Il percorso espositivo, suddiviso per aree tematiche, si apre presentando l’architettura di cibi “anonimi” che nella loro sofisticata e precisa costruzione sono dei veri e propri progetti. Attorno a un alimento così basilare e onnipresente come il pane, o a pietanze molto connotate geograficamente come il sushi o lo strudel, si celano spesso disegni progettuali frutto di un accorto compromesso tra immagine, gusto e produzione. Info: www. mart.trento.it.
Mostre Rudolf Steiner - L’alchimia del quotidiano Apertura: fino a domenica 2 giugno. Mart. A cura di Mateo Kries. Il Mart presenta, in anteprima per l’Italia una grande retrospettiva realizzata dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein. Curata da Mateo Kries, questa mostra rivela il genio creativo di Steiner, filosofo e pensatore con una singolare e variegata produzione artistica. Info: www.mart.trento.it. Mostre IGOR E KINJA. INFINITY PAPER Apertura: da venerdì 12 aprile a domenica 2 giugno. Paolo Maria Deanesi Gallery - Via San Giovanni Bosco, 9. La mostra, a cura di Daniele Capra, raccoglie le opere concepite negli ultimi due anni dall’artista utilizzando come elemento generativo la carta che i fotografi impiegano in studio per creare gli sfondi nei ritratti o negli still life, nonché un’installazione site specific realizzata con il medesimo materiale. Orario: da giovedì a sabato 16-20 o su appuntamento. Info: www.paolomariadeanesi.it; gallery@paolomariadeanesi.it; Tel. 0464.439834.
Tione di Trento Mostre Sguardi peruviani Apertura: da mercoledì 24 aprile a domenica 5 maggio. Sala espositiva c/o Centro Studi Judicaria. Mostra fotografica di GIlberto e Gianni Bazzoli. Orario: da lunedì a venerdì ore 16-19; sabato e domenica 16-21.
semplici curiosi, tant’è che oramai richiama appassionati da tutte le regioni italiane e dalle più vicine nazioni Europee. Info: Trento Fiere; Tel. 0461.230264; www.trentofiere.com. Ore 9-19. Mostre Ski Past. Storie nordiche in Fiemme e nel mondo Apertura: fino a domenica 30 giugno 2013. Museo Le Gallerie - Piedicastello. Storia di una valle e della magnifica comunità di Fiemme, delle origini nordiche dello sci, dell’età dell’esplorazione e dell’evoluzione tecnica delle specialità nordiche. Info: Le Gallerie Tel. 0461.230482; info@museostorico.it . Mostre Neve Apertura: fino a domenica 30 giugno. Gallerie Piedicastello. Questa mostra orafa nasce da un’idea di Fiorenzo Scartezzini. La neve vuole essere il filo conduttore delle creazioni artigiane per la ricorrenza delle festività di Natale, per un omaggio alle innevate montagne trentine e per un richiamo ai Campionati Mondiali di Sci Nordico che si terranno nella vicina Val di Fiemme. Info: informazioni@apt.trento. it; www.apt.trento.it. Mostre Andata e ritorno: dal 1907 a oggi: un viaggio nella storia dei trasporti in Trentino Apertura: fino a domenica 2 giugno. Piedicastello - Le Gallerie. Mostra che racconterà la lunga storia dei trasporti in Trentino. Orario: Da martedì a domenica, ore 9.00-18.00. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.821000 e info@ttesercizio.it; Tel. 0461.230482 e info@ museostorico.it. Mostre RMX - federico lanaro Apertura: da giovedì 28 marzo a venerdì 31 maggio. Studio d’Arte Raffaelli. Palazzo Wolkenstein. Mostra personale a cura di Valerio Dehò. Il titolo si ispira alla musica elettronica, in cui pezzi originali vengono mixati per creare sonorità nuove ed accostamenti inaspettati. Orario: lunedì - venerdì 10-13/16-19.30; sabato 10.-12.30/16.30-19. Info: Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin.it; www.studioraffaelli.com.
Trento Fiere ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI CACTUS E SUCCULENTE Apertura: da sabato 25 a domenica 26 maggio. Saloni espositivi di Trento Fiere, Via Briamasco. L’esposizione internazionale di cactus e succulente costituisce un’interessante occasione di incontro per tutti coloro che amano le piante grasse, siano essi coltivatori appassionati, collezionisti o
Mostre Buonconsiglio in bianco e nero Apertura: da venerdì 29 marzo a domenica 30 giugno. Castello del Buonconsiglio. Il Castello del Buonconsiglio apre per la prima volta il suo Archivio fotografico rivelando il patrimonio di immagini storiche che ritraggono il monumento tra fine Ottocento e metà Novecento. Orario: dal 29.03 al 13.05: 9.30-17; dal 14.05 al 30.06: 10-18. Lunedì chiuso. Info: www. buonconsiglio.it.
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Mostre giacomo vittone dominicus Apertura: da venerdì 19 aprile a sabato 18 maggio. Spazio espositivo “Arte&Libri” - via Madruzzo, 33. Mostra personale. La mostra/ vendita prevede una selezione di oltre 50 opere per la quasi totalità realizzata ad olio e in cornice.
dì chiuso). Ingresso libero. Info: www.trentocultura.it.
Mostre 77^ Mostra dei Vini del Trentino Apertura: da giovedì 23 a sabato 25 maggio. Palazzo Roccabruna, Via SS. Trinità 24. Classico appuntamento primaverile per gli appassionati di vino e grappa del territorio: degustazioni e incontri con i produttori nella splendida cornice di Palazzo Roccabruna. Info: www.visittrentino.it; Palazzo Roccabruna Tel. 0461.887101; www.palazzoroccabruna.it.
Mostre Etica e tecnica del fotoreportage Apertura: da giovedì 25 aprile a domenica 5 maggio. Hortus Artieri - vicolo dei Birri, vicinanze p.zza Duomo. Un libro fotografico raccontato da Michele Dalla Palma. Info: www.hortusartieri.it. Mostre NERIO FONTANA Apertura: da mercoledì 1 a giovedì 30 maggio. Galleria d’Arte Il Ritrovo degli Artisti - via Endrici, 17. Mostra personale. Mostre Mostre Ad ogni altezza esiste un basso che sostiene l’alto Apertura: da mercoledì 22 a venerdì 31 maggio. Palazzo della Regione Trentino-Alto Adige - Sala di Rappresentanza. Mostra fotografica. Orari: lunedì-venerdì 10.30-13 e 16.30-19; sabato 10.30-12.30. Mostre i delfini di venere L’arte del bronzetto nelle collezioni del Castello del Buonconsiglio Apertura: da sabato 20 aprile a domenica 19 maggio. Palazzo Thun - Cappella Vantini - Via delle Orne, 1. Orario: martedì-venerdì 14-18; sabato e domenica 10-18 (lune-
La soluzione per i Vostri rifiuti di cantiere!
Mostre festival economia 2013 Apertura: da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno. Sovranità in conflitto. A che livello di governo si possono prendere decisioni fondamentali nel determinare il grado di benessere dei cittadini? Fino a che punto è possibile integrare alcune aree di politica economica e non altre? Quale è il livello di integrazione della politica economica ottimale nell’ambito di gruppi di paesi? E quali cessioni di sovranità vengono imposte dalla costruzione di una unione monetaria? Per info dettagliate: 2013. festivaleconomia.eu.
Villazzano Mostre nana ghini Apertura: da venerdì 24 maggio a venerdì 7 giugno. Centro Onorio Spada. In occasione della sagra del paese, mostra personale.
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Mostre Alpinisti e turisti per gioco Apertura: da martedì 16 aprile a domenica 19 maggio. Palazzo Roccabruna - Via SS. Trinità, 24. Orizzonte d’avventura. A cura del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” (Torino). Orario: mart-ven 10-12 / 15-18; sabato e domenica 10-18. Info: Tel. 0461.88710; www.palazzoroccabruna.it.
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trentinoappuntamenti
In attesa dell’estate musica e buon vino
A
d Arco e Riva del Garda maggio è un trionfo di arte e musica. Nella settimana che va dal 5 al 12 la Scuola Musicale e I Servizi Musicali Alto Garda
lanciano la Prima edizione del Garda
in Opera
Festival, una rassegna dove voce e teatro musicale fanno da protagonisti con una serie di concerti, incontri con artisti e seminari, e persino un concorso lirico per amatori, dove per l’occasione si ricorderanno i 200 anni di nascita del grande compositore Giuseppe Verdi. Un altro anniversario si celebrerà a Trento il 24 maggio, a trecento anni dalla morte del violinista e compositore Arcangelo Corelli. Il Castello del Buonconsiglio sarà teatro della quinta edizione di Temporum
Miracula,
dove ascoltare brani dal repertorio barocco di un grande
Il vino si mette in mostra a Trento
N
on poteva mancare anche quest’anno l’appuntamento con la Mostra dei Vini del Trentino, che ritorna per la sua 77 ª edizione, ospite stavolta delle splendide sale e dei giardini di Palazzo Roccabruna, anche sede dell’Enoteca Provinciale. Nelle quattro giornate della manifestazione, a partire dalle 17 fino alle 22, il pubblico potrà deliziare i propri sensi con profumi e sapori di una serie di vini e grappe delle migliori etichette locali, da accompagnare alle prelibatezze create dagli chef della Strada del Vino e dei Sapori. Domenica per l’occasione apriranno i battenti anche numerose cantine del Trentino con l’evento Cantine Aperte, permettendo così ai curiosi e appassionati di addentrarsi nelle singole aziende per conoscere da vicino come avviene la lavorazione dell’uva e la sua trasformazione in quell’affascinante prodotto che è il vino. La giornata di lunedì 27 invece inizierà alle 9.30 e sarà interamente dedicata agli operatori del settore.
artista, la cui perenne insoddisfazione ci ha lasciato in eredità purtroppo soltanto sei opere. A conclusione di serata in prima assoluta un concerto di Arcomelo Arimanteo. Tutt’altra musica il 9 maggio
12 maggio e NIP_Not important Person il 14 maggio. Al
all’Auditorium Santa Chiara
Teatro Portland il 3 maggio va in scena Soul Food, con la
con il quintetto Henry
Threadgill &Zooid,
ultimo appuntamento del
invece Davide
compagnia periferica del teatro di Varese, mentre presso lo Spazio Off il 16 maggio ci sarà il monologo
“A Nudo”,
liberamente ispirato a “I segreti di Brokeback Mountain”.
Trentino Itinerari Jazz. L’11
Il 19 maggio per TrentOltre il Portland propone un classico
maggio al PalaLevico arriva
“Gabbiano” di Checov rivisitato da Woody Neri. Sarà tutto
Van de Sfroos. Non un
semplice concerto, il suo Teritoritour è molto di più: uno spettacolo sperimentale a più voci, di cui l’artista lombardo è regista e produttore. A dare un tocco in più intervallando la sequenza di pezzi nuovi e storici del cantautore, il contributo
da ridere infine l’11 maggio all’Auditorium, con l’Apocalypse di Giacobazzi, amato comico del palcoscenico di Zelig.
Cambiamo tono e città a Bolzano al Festival del gusto. Dal 24 al 26 maggio potremo ritrovare tutti i sapori della tradizione altoatesina: dallo speck alla mela,
del pubblico di fan che interverranno con i loro video,
al pane e prodotti da forno. Il sapore diventa anche
immagini e racconti.
spettacolo con una serie di show culinari a opera dei migliori
A teatro predominano i giovani sia per i temi sia per gli
chef altoatesini, ma anche corsi di cucina per il pubblico
interpreti. Il Centro Servizi Culturali Santa Chiara infatti
desideroso di mettersi ai fornelli, nonché veri e propri
popone “Maggio
Giovani” con una carrellata
di spettacoli: Amare Foglie il 10 maggio, Sotto Spirito il 98
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momenti di approfondimento con cuochi e sommelier di prestigio internazionale.
trentinoappuntamenti 1 mercoledì Cultura 61° TRENTO FILM FESTIVAL Trento. Il Trento Film Festival lascia spazio all’arte visiva e organizza mostre e rassegne fotografiche allestite nel cuore di Trento. Un percorso artistico alla scoperta del mondo delle vette sognate, conquistate, immaginate. Per programma completo e location www.trentofestival.it. Musica Concerto della Banda sociale di Dro e Ceniga Dro. Ore 20.30. Centro Culturale. Info: Tel. 0464 554444 - info@ gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Teatro MEIO TARDI CHE MAI Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”.Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Per la Rassegna Teatrale “Comedie a Mezombart” 2013. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
2 giovedì Cultura 61° TRENTO FILM FESTIVAL Trento. Il Trento Film Festival lascia spazio all’arte visiva e organizza mostre e rassegne fotografiche allestite nel cuore di Trento. Un percorso artistico alla scoperta del mondo delle vette sognate, conquistate, immaginate. Per programma completo e location www.trentofestival.it. Musica Concerto Trento. Ore 21. Teatro Oratorio del Duomo, Via Madruzzo 45. Concerto per la città. Orchestra Kleutrom: W.A. Mozart, Sinfonia n. 24 K182. Info: www.kleutrom.eu.
3 venerdì Cultura 61° TRENTO FILM FESTIVAL Trento. Il Trento Film Festival lascia spazio all’arte visiva e organizza mostre e rassegne fotografiche allestite nel cuore di Trento. Un percorso artistico alla scoperta del mondo delle vette sognate, conquistate, immaginate. Per programma completo e location www.trentofestival.it. Cultura MONTAGNA LIBRI 2013 Trento. Piazza Fiera. Spazio Espositivo MontagnaLibri. La rassegna propone un’occasione imperdibile per gli amanti del libro antico di montagna, i collezionisti di vecchie fotografie, cartoline, stampe e altre curiosità alpinistiche. Orario continuato dalle 10 alle 20.
Cultura CONVEGNO EUROPEO DELL’INTERNATIONAL ALLIANCE FOR THE TERRACED LANDSCAPE Valle di Cembra. Convegno sul progetto di censimento sui saperi tradizionali legati ai terrazzamenti e al paesaggio terrazzato. Programma: venerdì 3 incontro tra i rappresentanti di ITLA a Cembra. Sabato 4 convegno dal titolo “Lavorare il paesaggio. Terrazzamenti e muri a secco tra identità e valori” ad Albiano. Domenica 5 giornata dedicata alla scoperta del t5erritorio con due diversi itinerari attraverso le campagne terrazzate della Valle di Cembra, accompagnati dalla guida Roberta Gottardi. La partecipazione alle visite è gratuita e alla fine di ogni itinerario rinfresco offerto dai Cembrani Doc, per apprezzare i prodotti del territorio. Organizza: Associazione Imperial Winers in collaborazione con la Comunità Valle di Cembra. Informazioni: A.p.T. 0461 683110. Cultura Un animalismo umanista Arco. Ore 20.30. Palazzo Panni. Conferenza con Padre Luigi Lorenzetti. Info: Tel. 0464 554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Cultura Conferenza Riva del Garda. Ore 20.30. Sala ex Biblioteca. Sulla via del BenEssere “Oriente e Occidente”. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Cultura D-Istanti Nago. Ore 20.30. Casa della Comunità. Serata dedicata alla fotografia documentaristica. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it. Musica Concerto Trento. Ore 21. Sala Sosat, Via Malpaga. Concerto per la città. Coro Sinfonico Concentus Clivi: J.G. Rheinberger, Cantus Missae op. 109 - parte 1. Info: www.concentusclivi.it. Teatro SOUL FOOD Trento. Ore 21. Teatro Portland. Regia di Paola Manfredi con Giorgio Branca e Dario Villa. Con il Teatro Periferico (Varese). Info: Tel. 0461 924470; www.teatroportland.it. Teatro La ballata del re silenzioso Trento. Ore 10.30. Teatro Cuminetti, via Santa Croce, 67. Spettacolo con musica, pupazzi e immagine. Regia Cristina Pietrantonio Con Camilla Da Vico e Giovanna Palmieri. Info: Centro Servizi Cultura S. Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it.
Primavera in Vigolana
19 aprile - 19 maggio
Menu di Primavera 5 maggio
Vigolana Camina e Magna 11 maggio
Vigolana V igolana T Trail rail 26 maggio
Vigolana in Movimento 4 e 11 maggio
Le Erbe della Vigolana 12 e 19 maggio, 2 e 16 giugno
Cammina Cammi ina Cammi Cammina ina 4 e 18 maggio, 1 giugno
Avvicinamento al Ciclo Escursionismo 12 e 19 maggio, 2 e 16 giugno
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trentinoappuntamenti Teatro ME CUGNADA L’E’ NA STAR Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro “S. Gottardo”.Commedia di Domenico e Massimo Canzano, trad. e adattamento in dialetto trentino di Franco Kerschbaumer. Per la Rassegna Teatrale 2013 organizzata dalla Filo S. Gottardo di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione Bike Festival Garda Riva del Garda. Area parcheggio ex-autostazione. Incontro internazionale di mountain-bike. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it.
4 sabato Cultura 61° TRENTO FILM FESTIVAL Trento. Il Trento Film Festival lascia spazio all’arte visiva e organizza mostre e rassegne fotografiche allestite nel cuore di Trento. Un percorso artistico alla scoperta del mondo delle vette sognate, conquistate, immaginate. Per programma completo e location www.trentofestival.it. Cultura MONTAGNA LIBRI 2013 Trento. Piazza Fiera. Spazio Espositivo MontagnaLibri. La rassegna propone un’occasione imperdibi-
le per gli amanti del libro antico di montagna, i collezionisti di vecchie fotografie, cartoline, stampe e altre curiosità alpinistiche. Orario continuato dalle 10 alle 20. Enogastronomia NAR PER ERBE GEMME DI GUSTO Campi di Tenno. Ore 9. Giornata dedicata alla raccolta delle erbe selvatiche sotto la guida di un esperto naturalista. La sera il “raccolto” sarà poi cucinato dai partecipanti, con l’aiuto di uno chef, attorno al camino della malga. Il pranzo non è incluso, è comunque possibile pranzare presso Malga Grassi .Info e prenotazioni: Associazioni prodotti tipici Campi, tel. 0464.501197 - 333.4365401; marracampi@tiscali.it. Enogastronomia LE DIMORE CHE ABITANO IL TEMPO E IL TERRITORIO Trento. Ore 16. Piazza di Oltrecastello. Incontro dedicato alla scoperta della tradizione vitivinicola della città di Trento. Visita alla dimora Pompeati e degustazione di due etichette della Cantina Sociale di Trento: Chardonnay Trentino DOC Heredia e Pinot Nero Heredia. Info e prenotazioni: Strada del Vino e dei Sapori del Trentino Tel. 0461.921863; www.stradavinotrentino.com.
Musica Concerto Riva del Garda. Ore 20.30. Chiesa di S. Giuseppe. Concerto Banda di Riva: “Provo e suono gli strumenti musicali”. Info: Tel. 0464 554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Musica Canti popolari Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, Via Stoppani, Loc. Lusan. Concerto del Coro Lagolo. Info: Teatro Valle dei Laghi - Fondazione Aida Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro ME CUGNADA L’E’ NA STAR Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro “S. Gottardo”.Commedia di Domenico e Massimo Canzano, trad. e adattamento in dialetto trentino di Franco Kerschbaumer. Per la Rassegna Teatrale 2013 organizzata dalla Filo S. Gottardo di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE MAESTRE PASSERE Lavarone. Ore 21. Cinema-Teatro “Dolomiti”.Commedia di Maria Filippini Lazzari. Con la Filo “S. Floriano” di Lavarone. Per la Rassegna Teatrale “Lavarone a Teatro”. Info:
Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Tradizione Bike Festival Garda Riva del Garda. Area parcheggio ex-autostazione. Incontro internazionale di mountain-bike. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it.
5 domenica Cultura 61° TRENTO FILM FESTIVAL Trento. Il Trento Film Festival lascia spazio all’arte visiva e organizza mostre e rassegne fotografiche allestite nel cuore di Trento. Un percorso artistico alla scoperta del mondo delle vette sognate, conquistate, immaginate. Per programma completo e location www.trentofestival.it. Enogastronomia FESTA DEI PESSATI Santa Massenza. Ore 11. Polenta e pessati. Animazione per bambini. Info: Pro Loco Santa Massenza cell. 346 6878882. Escursionismo vigolana camina e magna Vigolo Vattaro. E’ giunta all’ottava edizione la Vigolana Camina e Magna, camminata gastronomica
RivenditE autorizzatE Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura
Trento – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00
MODà Dopo lo strepitoso successo ottenuto dalle date annunciate fino ad ora, pari a 100.000 biglietti già venduti e due sold out (14 e 15 aprile al Mediolanum Forum di Milano, dove la band suonerà per ben cinque sere), i Modà aggiungono nuove tappe e nuove città al Gioia Tour 2013.
BOLZANO Palaonda martedì 14 maggio 2013 ore 21.00
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EROS RAMAZZOTTI Non si arresta il successo del nuovo attesissimo tour di Eros Ramazzotti, “NOI World Tour 2013”, che porterà Eros nei palazzi dello sport delle principali città italiane ed europee. Dall’annuncio del tour lo scorso novembre ad oggi, Live Nation Italia ha annunciato raddoppi per le città di Torino, Caserta, Monaco, Bruxelles, Zurigo e Verona, e addirittura portato a quattro gli appuntamenti nel capoluogo lombardo. Verona Arena mercoledì 11 settembre e venerdì 13 settembre 2013 ore 21.00
BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30
bruce Springsteen and the E Street Band Ecco l’evento rock dell’estate 2013: per la prima volta in concerto a Padova Bruce Springsteen e la E-Street Band.
padova Stadio Euganeo venerdì 31 maggio 2013 ore 20.30
Paolo Migone L’originalità dello spettacolo sta nel fatto che ricorda le principali differenze di funzionamento tra uomo e donna, sostenendosi su situazioni quotidiane che conosciamo tutti, tenendo presente il confronto di ogni generazione. Grazie al professor Paolo Migone, infine comprenderemo come fare di queste differenze una fonte di complicità, e non di conflitto. Risultato: si ride molto, di se stessi, della propria coppia o dei propri genitori, ma soprattutto, si dispone di nuovi dati per comprendere l’altro sesso e girare in scherno alcune situazioni che possono diventare fonte di discordia. verona Teatro Romano mercoledì 29 maggio 2013 ore 21.00
trentinoappuntamenti di circa 14 Km con saliscendi su strade sterrate e asfaltate percorrendo anche le vie interne ai paesi di Bosentino, Vattaro e Vigolo Vattaro proposta dall’associazione Solidarietà Vigolana. Una passeggiata immersi nella natura, camminando tra gli antichi borghi, tra i boschi e i prati e la campagna in piena fioritura, in tranquillo relax, godendo del bel panorama, in compagnia di familiari e amici, allietati dalla musica di cori e bande e degustando piatti tipici e prodotti locali. Info: Consorzio Turistico Vigolana, tel. 0461.848350; info@vigolana. com; www.eventivigolana.com. Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagione 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop. Tradizione Trekking del Festival Trento. Partenza: Ufficio Turismo APT, via Manci, 2. A più di 70 anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il percorso di trekking urbano conduce il visitatore alla scoperta degli accadimenti verificatisi a Trento tra il 1940 e il 1945. Un tour itinerante attraverso le vie, i vicoli e le piazze che ancor oggi raccontano com’era la città prima dello scoppio della guerra e com’è cambiata successivamente, soprattutto dopo il primo bombardamento del 2 settembre 1943 e l’annientamento dell’antico dell’antico rione della Portèla, attuale Santa Maria Maggiore. Prenotazione obbligatoria: Apt Trento Monte Bondone Valle dei Laghi Tel. 0461.216000. Tradizione Bike Festival Garda Trentino Riva del Garda. Area parcheggio ex-autostazione. Incontro internazionale di mountain-bike. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it.
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ne 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop. Teatro TRAJECTORY Trento. Ore 11. Teatro Cuminetti, via Santa Croce, 67. Trajectory è il titolo del tour internazionale 2013 della giovane ed effervescente compagnia di danza che fa capo alla UCSB University of California di Santa Barbara, che ritorna a Trento con uno spettacolo ricco di eleganza, passione, umorismo. Formata da tredici giovani danzatori diretti da Delila Moseley, la UCSB Dance Company presenterà nuove coreografie e lavori classici di artisti americani quali Jose Limon e Nancy Colahan. Lo spettacolo è proposto in collaborazione con l’Istituto delle Arti di Trento e Rovereto - Liceo Musicale Coreutico “Bonporti” di Trento e C.I.D. - Centro Internazionale della Danza di Rovereto. Info: Centro Servizi Cultura S. Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it.
7 martedì Cultura Conferenza Arco. Ore 20.30. Biblioteca civica. Cenacoli filosofici. Momenti di riflessione e confronto. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it. Enogastronomia SERATA A TEMA ARTE CULINARIA Covelo di Cimone. Ore 20. Pro Loco Cimone. Cena a base di asparagi. Info: Pro Loco Cimone Tel. 0461.855199. Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagione 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop.
Cultura L’ACQUA E LA VALLE DEI LAGHI Calavino. Ore 20.30. Sala Pizzini. Conferenza: “L’acqua come fonte di energia”. Relatore: ing. Gianfranco Pederzolli, Presidente BIM SarcaMincio-Garda. Info: Rete Riserve BIM del Sarca; reteriserve@bimsarca.tn.itì; Tel. 0464.583557/583509; cell. 339 2937175.
Teatro La ballata del re silenzioso Trento. Ore 10.30 e ore 14.30. Teatro Cuminetti, via Santa Croce, 67. Spettacolo con musica, pupazzi e immagine. Regia Cristina Pietrantonio. Con Camilla Da Vico e Giovanna Palmieri. Info: Centro Servizi Cultura S. Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it.
Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagio-
Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Andrea Battistoni, direttore e Phi-
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trentinoappuntamenti lippe Graffin, violino. Su musiche di Lazzari, Saint-Saëns, Zandonai e ajkovskij. Info: www.haydn.it; www.centrosantachiara.it. Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagione 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop.
9 giovedì Cultura caffè alzheimer aiutami a dire addio Trento. Ore 16.30. Barycentro. Relatrice dott. Paola Maria Taufer, psicoterapeuta in collaborazione con l’Associazione Alzheimer Trento. Ingresso libero. Info: Barycentro Tel. 0461.262802. Musica ITINERARI JAZZ 2013 Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Henry Threadgill and Zooid. Info: www.centrosantachiara.it. Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagione 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop. Musica ITINERARI JAZZ Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Henry Threadgill & Zooid. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde: 800.013952; www.centrosantachiara.it.
10 venerdì Danza la nostra madre terra Rovereto. Ore 20.30. Auditorium Melotti. Spettacolo di euritmia “Albolina”. Iniziativa e regia: Gia van den Akker Euritmia: Livia Menuzzi, Bettina Knop, Roberto Sebastiano Rossi, Gia van den Akker, gruppo giovani di Trento e studenti di Grugliasco e di Milano. Recitazione: Marco Conti. Info: Tel. 340.0856041 (ore 13-14). Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagione 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop. Teatro FINCHé MORTE NON CI SEPARI Trento. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Commedia di Sergio Marolla. Con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MAGGIO GIOVANI Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Speccatolo “Amare foglie” proposto da Teatrinconrso con testo e regia Elena R. Marino. Info: www.centrosantachiara.it.
11 sabato Cultura giuseppe giacobazzi apocalypse Trento. Ore 21. Teatro Auditorium S. Chiara. Due ore di show per affrontare con affettuosa ironia le tematiche più attuali, il rapporto con le donne, gli uomini che non sanno invecchiare, i telegiornali, i reality e la pubblicità. .
Sala riunioni - Sala Banchetti TRENTO Via Pomeranos, 2 Loc. Mattarello Tel. 0461/944545 www.adigehotel.it
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Escursionismo vigolana trail Vigolo Vattaro. Il tracciato si snoderà sui sentieri e le forestali che salgono e scendono dai massicci della Marzola e della Vigolana. Questa edizione “zero” sarà proposta con la formula non competitiva del Trail Autogestito con due itinerari. Info: www.trentinotrailrunning.it. Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagione 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop. Musica Davide van de Sfroos in conerto LevicoTerme. Ore 21. Palalevico. Grande ritorno del cantautore Laghée. Info: APT Valsugana - Ufficio di Levico Terme, tel. 0461.727700. Musica Canti popolari Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, Via Stoppani, Loc. Lusan. Concerto del Coro Valle dei Laghi. Info: Teatro Valle dei Laghi Fondazione Aida Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it. Musica CONCERTO DELLA BANDA SOCIALE DI ALDENO E DEL CORPO MUSICALE DI VOLANO Aldeno. Ore 20.30. Tendone in Piazza Cesare Battisti. 90° anno di fondazione della Banda Sociale di Aldeno. Info: Comune di Aldeno Tel. 0461.842523; www.comune. aldeno.tn.it. Teatro happy family Trento. Ore 20.45. Teatro S. Marco. Spettacolo di Alessandro Genove-
si. Regia di Dora Fronza. Info: Dora 348.3049585; dorafro@gmail.com.
12 domenica Cultura Pane, vino e pesciolino Riva del Garda. Ore 8.30-16. S. Alessandro, centro sportivo. Tradizionale festa gastronomica. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Cultura Conferenza Tenno. Ore 14. Spazio d’Incontro. Convegno sull’etere nell’alimentazione . Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www. gardatrentino.it. Cultura PALAZZI APERTI. I Municipi del Trentino per i beni culturali Trento. “I recenti restauri del Comune di Trento”. Un programma fitto di appuntamenti e di visite guidate alla scoperta di alcuni edifici da poco tornati allo splendore di un tempo: la Casa del Capitolo in via Belenzani, la Cappella S. Adalberto nel Parco di Gocciadoro, la Casa Patronale di S. Anna a Sopramonte, la Torre civica in piazza Duomo, ma anche il complesso delle Scuole Crispi, dove i lavori di restauro termineranno nei prossimi mesi. Per la partecipazione alle visite di Palazzi aperti è obbligatoria la prenotazione, da effettuarsi presso gli uffici dell’APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, aperti tutti i giorni dalle 9 alle 19. Info: Tel. 0461.884290; ufficio_turismo@comune.trento.it.
trentinoappuntamenti Enogastronomia TREKKING PROPOSTO DALL’ECOMUSEO ARGENTARIO E DALLA STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DEL TRENTINO Martignano. Ore 14. Parco. Un percorso che attraversa una delle zone più suggestive della collina di Trento. Percorso: Maderno, Maso Bergamini (con golosa sosta), Tavernaro, Cave di Pila, antica sede di estrazione della Pietra di Trento, Forte di Civezzano, splendido esempio di architettura militare della Grande Guerra e Maso Cantanghel. Info e prenotazioni: Strada del Vino e dei Sapori del Trentino Tel. 0461.921863; www.stradavinotrentino.com. Escursionismo cammina cammina Vigolo Vattaro. Ore 9.30. Piazza Marzari. All’aperto e in compagnia sui sentieri della Vigolana perché... camminare fa bene ma camminare bene fa meglio! La domenica mattina un “laboratorio benessere” con passeggiata tonificante applicando la tecnica della camminata sportiva e del nordic walking intervallata da momenti di palestra all’aperto e al termine un piccolo aperitivo a Casa Vigolana. Info: www.eventivigolana.com.
Musica 18^ RASSEGNA DI PRIMAVERA Albiano. Ore 20.30. Chiesa di S. Biagio. Concerto corale con il Coro San Biagio di Albiano. Ingresso libero. Info: A.p.T. 0461 683110. Musica GARDA IN OPERA FESTIVAL 2013 Riva e Arco. Concorso lirico per amatori: “Cantanti in opera”. Questo nuovo evento per la stagione 2013 comprenderà concerti, incontri con gli artisti e seminari dedicati alla voce e al mondo del teatro musicale. Info: SMAG Scuola Musicale Alto Garda Tel. 0464.556774; www.smag.coop. Musica CONCERTO DEL CORPO MUSICALE DI TESERO Aldeno. Ore 20.30. Tendone in Piazza Cesare Battisti. Info: Comune di Aldeno; Tel. 0461.842523; www.comune.aldeno.tn.it. Teatro MAGGIO GIOVANI Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Il Teatro delle Quisquilie porta in scena “Sotto Spirito” che affronta il tema della dipendenza e fa vivere al pubblico, attraverso l’occhio dell’alcolista, lo stato di
alterazione, la confusione regnante nella sua mente, l’ebbrezza e la fittizia serenità di quegli istanti. Info: www.centrosantachiara.it.
14 martedì Cultura TRE PASSEGGIATE NEI BOSCHI FORMATIVI PERCORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE Rovereto. Ore 18. Hub Rovereto Via delle Scuole, 24. “Reinventarsi - Percorso per persone fuoriuscite dal mercato del lavoro in cerca di occupazione”.L’appuntamento analizzerà le strategie di ricollocamento, illustrerà le attuali possibilità di finanziamento, bandi, concorsi, contest e insisterà sulla possibilità di guardare alla rete, all’innovazione, alle nuove tecnologie come risorse indispensabili. Una panoramica sulle caratteristiche e le tendenze in atto nel territorio trentino completerà l’analisi. Il percorso vuole modificare l’approccio alla ricerca del lavoro e le prospettive individuali sullo stato lavorativo in essere. Info. tel. 347 0136009 - 328 1255400; info@hubrovereto.it. Cultura Scrivo per volermi bene Zambana vecchia. Ore 20.3022.30. Sede Associazione Mana.
Un percorso di scrittura espressiva per prendersi cura di sé e imparare ad usare la parola scritta come strumento di comprensione nei momenti di difficoltà. Un percorso esperienziale in cui scrivere può diventare uno strumento di trasformazione potente. Conduce Annalisa Borghese, counselor in psicosintesi e saggista. Per informazioni e iscrizioni (min. 8 partecipanti): 329.3559157. Teatro MAGGIO GIOVANI Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Speccatolo con la compagnia Macelleria Ettore con “Nip_ Not Important Person”. Performance, video, voci off, sonorizzazioni e musiche originali costruiscono, nella contaminazione, una drammaturgia sonora in contrappunto, differita, in cortocircuito con l’azione. Info: www.centrosantachiara.it.
15 mercoledì Cultura Presentazione libro PergineValsugana. Biblioteca Comunale. Presentazione del libro di Riccardo Fox: “Il palazzo del diavolo” edito da Curcu&Genovese.
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trentinoappuntamenti Cultura GIANLUCA MECH: DIMAGRISCI CON LA TISANOREICA Cembra. Ore 19. Cànevastore - Cembra Cantina di Montagna. All’interno della rassegna letteraria “Canone Italiano” incontro con l’autore del libro “Dimagrisci con la tisanoreica”.Nel corso della serata l’autore svelerà i segreti della dieta di cui tutti parlano, spiegando i fondamenti scientifici su cui si basa e presentando gustose ricette, che rendono il mettersi a dieta un piacere. Ingresso libero. Info: Cantina La Vis 0461 440150, vinoteca@lavis.com, www.la-vis.com. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Günter Pichler, direttore e Jin Ju, pianoforte. Su musiche di Cascioli, Ludwig van Beethoven e Mozart. Info: www.haydn.it.
16 giovedì Cultura aperitivo neuroscientifico Trento. Ore 18. Barycentro. Vedo, non vedo. I segreti dell’integrazione multisensoriale. Relatore Massimiliano Zampini, in collaborazione con il Cimec e Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Trento. Info: Barycentro Tel. 0461.262802. Musica Concerto Arco. Ore 20.45. Chiesa Evangelica. Ensemblement - Musica strumentale dal duo all’ottetto. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it.
17 venerdì Cultura Presentazione libro Riva del Garda. Libreria Giunti. Presentazione del libro di Riccardo Fox: “Il palazzo del diavolo” edito da Curcu&Genovese.
RivenditE autorizzatE
Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura
Trento – Via Ghiaie 15 – Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00
BOLZANO – Via Bari 15 – Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30
Cultura CONVEGNO Trento. Ore 15. Sala degli Affreschi Biblioteca Comunale. Convegno aperto al pubblico dal titolo. “Quale cultura per i processi di politica territoriale?”. Con Andrea Bocco, Politecnico Torino; Paolo Dalla Sega, Università Cattolica di Milano; Fabrizio Panozza, Libera Università Bolzano. Info: Barycentro Tel. 0461.262802. Teatro GABBIANO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Di e da Anton Cechov, un disadattamento di Woody Neri con Marta Pizzigallo, Woody Neri, Massimo Boncompagni, Gioia Salvatori, Liliana Laera, Stefania Medri, Rosario Petix, Loris Dogana. Con la Compagnia Vanaclù di Arezzo. Info: Tel. 0461 924470; www.teatroportland.it.
18 sabato Cultura SULLE ALI DEL VENTO: LA POESIA PRENDE LA PENNA Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, Via Stoppani, Loc. Lusan. Cerimonia di premiazione del concorso. Info: Teatro Valle dei Laghi Fondazione Aida; Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro GABBIANO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Di e da Anton Cechov, un disadattamento di Woody Neri con Marta Pizzigallo, Woody Neri, Massimo Boncompagni, Gioia Salvatori, Liliana Laera, Stefania Medri, Rosario Petix, Loris Dogana. Con la Compagnia Vanaclù di Arezzo. Info: Tel. 0461 924470; www.teatroportland.it. Tradizione il fiume che non c’è Trento. Ore 15. Quinta edizione della Festa del quartiere di San Martino a Trento. Info: Barycentro Tel. 0461.262802.
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La primavera del Rinascimento L’esposizione si apre con una suggestiva panoramica attorno alla riscoperta dell’Antico, attraverso esempi illustri della “rinascita” fra Due e Trecento, con opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo, Giotto, Tino di Camaino e dei loro successori, che assimilano anche la ricchezza espressiva del Gotico, in particolare di origine francese (Sezione 1: L’eredità dei padri). FIRENZE Palazzo Strozzi Fino al 18 agosto 2013 Orari: tutti i giorni 9.00-20.00 Giovedì 9.00-23.00
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Novecento - Arte e vita in Italia tra le due guerre La mostra comprende quasi un trentennio. Dalla fine del primo decennio del ‘900 alla seconda guerra mondiale. Ma il fuoco è sugli anni ‘20 e ‘30. L’esposizione consente di mettere in luce tutte le tendenze, i movimenti, le avanguardie, i protagonisti, i temi, procedendo non secondo una sequenza cronologica, ma per polarità dominanti.
FORLì Musei San Domenico Fino al 16 giugno 2013
Escursionismo cammina cammina Vattaro. Ore 9.30. Ufficio Turistico. All’aperto e in compagnia sui sentieri della Vigolana perché... camminare fa bene ma camminare bene fa meglio! La domenica mattina un “laboratorio benessere” con passeggiata tonificante applicando la tecnica della camminata sportiva e del nordic walking intervallata da momenti di palestra all’aperto e al termine un piccolo aperitivo alla Pasticceria Bailoni. Info: www.eventivigolana.com. Musica Concerto Tenno. Ore 20.45. Chiesa di San Lorenzo. Cum Laude - Concerto di musica sacra. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it.
Teatro GABBIANO Trento. Ore 10. Teatro Portland. Di e da Anton Cechov, un disadattamento di Woody Neri con Marta Pizzigallo, Woody Neri, Massimo Boncompagni, Gioia Salvatori, Liliana Laera, Stefania Medri, Rosario Petix, Loris Dogana. Con la Compagnia Vanaclù di Arezzo. Info: Tel. 0461 924470; www.teatroportland.it. Teatro Apparizioni Riva del Garda. Ore 18. La Rocca. Spettacolo con Compagnia delle Nuvole. Info: Tel. 0464 554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Tradizione FESTA DI PRIMAVERA A VALSTORNADA Organizzata dalla SAT Sezionedi Aldeno. Possibilità di pranzo presso il Rifugio. Info: Comune di Aldeno; Tel. 0461.842523; www.comune. aldeno.tn.it.
21 martedì Cultura Scrivo per volermi bene Zambana vecchia. Ore 20.3022.30. Sede Associazione Mana. Un percorso di scrittura espressiva per prendersi cura di sé e imparare ad usare la parola scritta come strumento di comprensione nei momenti di difficoltà. Un percorso esperienziale in cui scrivere può diventare uno strumento di trasformazione potente. Conduce Annalisa Borghese, counselor in psicosintesi e saggista. Per informazioni e iscrizioni (min. 8 partecipanti): 329.3559157. Musica L’OLANDESE VOLANTE Trento. Ore 14.30. Teatro Auditorium. Musica di Richard Wagner. Nel bicentenario della nascita dell’autore, viene proposta, per la prima volta in Europa, un’opera di Wagner per i ragazzi. Adattamento musicale Samuel Sené; regia Lucas Simon; scene Damien Schahmaneche. Info: Centro Servizi Cultura S. Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it. Teatro MAGGIO GIOVANI Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. “Forse tornerai dall’estero” proposto dalla Compagna del Teatro Stabile di Bolzano Testo di esordio nel mondo teatrale di Andrea Montali, giovane scrittore bolzanino. Info: www.centrosantachiara.it.
23 giovedì Cultura Conferenza Trento. Ore 15. Aula 20 di Sociologia, Università di Trento. Conferenza dal titolo: “Soggettività smarrita. Sulle retoriche del capitalismo contemporaneo”, dibattito con l’autore Federico Chicchi. Info: Barycentro Tel. 0461.262802.
trentinoappuntamenti 24 venerdì Folklore Rievocazione storica del voto di S. Abbondio o dei 12 sabati Dro. Colle S. Abbondio e Piazza della Repubblica. Fino al 26 maggio. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Musica TEMPORUM MIRACULA Trento. Ore 20.30. Castel del Buonconsiglio. Serata dedicata ad Arcangelo Corelli nel trecentesimo anno della sua morte. Per informazioni dettagliate scrivere a labirintiarmonici@gmail.com; www.labirintiarmonici.it. Teatro MAGGIO GIOVANI Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Stradanova proporrà “Sacrificio” testo inedito tratto dal romanzo omonimo di Giacomo Sartori. Info: www.centrosantachiara.it.
25 sabato Enogastronomia Sulla brenta con gusto Borgo Valsugana. Vie del centro. Giornata per conoscere e degustare i prodotti tipici della Valsugana. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana, tel. 0461.727740. Per i più piccoli Siamo tutti...Segantini Junior! Arco. Ore 14.30>17.00. Parco arciducale e Rione Stranforio. Giornata di pittura, storie, giochi, animazione. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Teatro QUELLO... BUONANIMA Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”.Commedia di Ugo Palmerini. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale “Comedie a Mezombart” 2013. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
26 domenica Enogastronomia Sulla brenta con gusto Borgo Valsugana. Vie del centro. Giornata per conoscere e degustare i prodotti tipici della Valsugana. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana, tel. 0461.727740. Esposizione 44° Premio Segantini di pittura all’aperto Arco. Ore 8.00>18.00. Via Stranforio. Galleria dedicata all’arte e alla pittura. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Famiglia vigolana in movimento Bosentino. Un’iniziativa legata allo sport, al movimento, alla creativà, all’energia, al gioco e al mettersi in
gioco. Tante associazioni e istruttori si mettono a tua disposizione per farti provare a giocare, per insegnarti un nuovo sport, una nuova disciplina, ma soprattutto per farti divertire, assieme alla famiglia e agli amici, in una cornice ideale con campi sportivi e un parco pieno di verde. Una intera giornata per provare liberamente sport classici come calcio e pallavolo, sport meno diffusi come orienteering e skiroll, attività creative come la giocoleria, oppure giocare e imparare assieme ai Vigili del Fuoco. Senza dimenticare il pranzo con la Pro Loco di Bosentino. Info: www. eventivigolana.com. Famiglia DÜRERWEG. TREKKING CULTURALE IN VALLE DI CEMBRA Valle di Cembra. Trekking culturale adatto a tutti, che da Cembra, tra centri storici e vigneti terrazzati, porta, attraverso l’antica Corvaia e il Ponte di Cantilaga sull’Avisio, al Castello di Segonzano. Gli accompagnatori di territorio vi guideranno alla scoperta di angoli storico-artistici e inediti scorci di paesaggio, con brevi soste lungo il percorso per degustare i vini e i prodotti d’eccellenza del territorio. Per concludere il trekking vi aspetta il pranzo rustico al Castello di Segonzano. Quota di partecipazione: € 15,00; sono previste riduzioni per bambini ed anziani. Info e iscrizioni: A.p.T. Piné Cembra 0461.683110. Folklore FESTA DEL PATRONO: ANNIVERSARIO DELLA II E DELLA V APPARIZIONE Baselga di Piné. Santuario e Comparsa a Montagnaga. In occasione della Festa del Patrono processione da Baselga fino alla Comparsa a Montagnaga in onore della II e della V apparizione della Madonna a Domenica Targa. Programma: alle ore 15 partenza della processione dal piazzale delle scuole medie di Baselga in via del 26 maggio. Alle ore 16 cerimonia religiosa e rinnovo del voto alla Madonna nel prato della Comparsa a Montagnaga. Info: Parrocchia di Montagnaga 0461.557701, A.p.T. 0461.557028.
28 martedì Cultura TRE PASSEGGIATE NEI BOSCHI FORMATIVI PERCORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE Rovereto. Ore 18. Hub Rovereto Via delle Scuole, 24. “Reinventarsi - Percorso per persone fuoriuscite dal mercato del lavoro in cerca di occupazione”.L’appuntamento analizzerà le strategie di ricollocamento, illustrerà le attuali possibilità di finanziamento, bandi, concorsi, contest e insisterà sulla possibilità di guardare alla rete, all’innovazione, alle nuove tecnologie come risor-
se indispensabili. Una panoramica sulle caratteristiche e le tendenze in atto nel territorio trentino completerà l’analisi. Il percorso vuole modificare l’approccio alla ricerca del lavoro e le prospettive individuali sullo stato lavorativo in essere. Info. tel. 347 0136009 - 328 1255400; info@hubrovereto.it. Cultura tiziana stefanelli Lavis. Ore 19. Cantina LaVis, Via Carmine, 7. Tiziana Stefanelli, la vincitrice della fortunata trasmissione televisiva presenterà Le ricette di Masterchef. Costo della serata Euro 20,00 a persona comprensivo di aperitivo in stube. Info: tel. 0461.440150. Cultura Presentazione libro Trento. Associazione Mafalda c/o Grand HotelTrento. Presentazione del libro di Riccardo Fox: “Il palazzo del diavolo” edito da Curcu&Genovese. Cultura Scrivo per volermi bene Zambana vecchia. Ore 20.3022.30. Sede Associazione Mana. Un percorso di scrittura espressiva per prendersi cura di sé e imparare ad usare la parola scritta come strumento di comprensione nei momenti di difficoltà. Un percorso esperienziale in cui scrivere può diventare uno strumento di trasformazione potente. Conduce Annalisa Borghese, counselor in psicosintesi e saggista. Per informazioni e iscrizioni (min. 8 partecipanti): 329.3559157. Musica XX Concorso internazionale per giovani cantanti lirici Riccardo Zandonai Riva del Garda. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it. Musica Conferenza Riva del Garda. Ore 17. Conservatorio Bonporti. Incontri di Analisi e Composizione I compositori - Renzo Banzato. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it.
29 mercoledì Musica XX Concorso internazionale per giovani cantanti lirici Riccardo Zandonai Riva del Garda. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it.
30 giovedì Musica XX Concorso internazionale per giovani cantanti lirici Riccardo Zandonai Riva del Garda. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it.
Cultura festival economia 2013 Sovranità in conflitto. A che livello di governo si possono prendere decisioni fondamentali nel determinare il grado di benessere dei cittadini? Fino a che punto è possibile integrare alcune aree di politica economica e non altre? Quale è il livello di integrazione della politica economica ottimale nell’ambito di gruppi di paesi? E quali cessioni di sovranità vengono imposte dalla costruzione di una unione monetaria? Per info dettagliate: 2013.festivaleconomia.eu.
31 venerdì Cultura festival economia 2013 Sovranità in conflitto. A che livello di governo si possono prendere decisioni fondamentali nel determinare il grado di benessere dei cittadini? Fino a che punto è possibile integrare alcune aree di politica economica e non altre? Quale è il livello di integrazione della politica economica ottimale nell’ambito di gruppi di paesi? E quali cessioni di sovranità vengono imposte dalla costruzione di una unione monetaria? Per info dettagliate: 2013.festivaleconomia.eu. Musica XX Concorso internazionale per giovani cantanti lirici Riccardo Zandonai Riva del Garda. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it. Tradizione Tourlaghi 2013 Fraveggio di Vezzano. Esistono molti modi per andare alla scoperta delle bellezze di un territorio, e la possibilità data ai partecipanti della “Tourlaghi”, la corsa podistica a tappe è sicuramente la più avvincente. Una manifestazione che porta i partecipanti a diretto contatto con alcuni fra gli angoli più belli e suggestivi del Trentino, la Valle dei Laghi, che si distende come un gigantesco tappeto ricamato dai cento colori e che scivola dolcemente sino all’Alto Garda. L’evento si svolge nell’ambito della “Sagra dei portoni”, manifestazione che propone enogastronomia tipica locale, mostre, spettacoli e sport.Info: www.gsfraveggio.it; bressan.mauro@alice.it; 340.9225851. Tradizione SAGRA DEI PORTONI Fraveggio di Vezzano. Manifestazione che propone enogastronomia tipica locale, mostre, spettacoli e sport. Info: GS Fraveggio; cell. 340.9225851; www. gsfraveggio.it.
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FINSTRAL investe in Trentino A Rovereto un nuovo salone di vendita
Un nuovo stabilimento industriale per l’azienda leader dei serramenti
Mercedes-benz Autoindustriale. L’inaugurazione alla presenza del sindaco della città, Miorandi
La nuova sede di Rovereto
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opo aver ottenuto nel 2008 il mandato per il Basso Trentino come Officina Autorizzata MercedesBenz a Rovereto, la concessionaria Autoindustriale, per poter offrire un servizio completo ai propri clienti, l’anno scorso ha iniziato a ristrutturare l’officina della Città della Quercia e a creare un nuovo salone di vendita per vetture nuove. Due settimane fa l’inaugurazione di questa nuova struttura, che ha significato per Autoindustriale un investimento di circa 500mila di Euro, e una riorganizzazione ragionata del Il sindaco Andrea Miorandi e il personale, con i dieci collaboratori titolare Alois Baumgartner che sono stati distribuiti tra vendita, officina, magazzino e accettazione. L’obiettivo precipuo di Autoindustriale è certamente quello di servire la zona di Rovereto e dell’Alto Garda con le vendite di vetture e veicoli commerciali e di supportare i clienti Mercedes-Benz con un’officina all’avanguardia e con personale preparato. Ma guardiamo ai risultati. Già nei primi tre mesi dell’anno, la filiale rinnovata ha registrato un aumento del fatturato in officina pari al 25% rispetto agli stessi mesi nel 2012. L’inaugurazione ha registrato un buon successo, alla presenza anche del Sindaco della Città, Andrea Miorandi. Sia il salone che i nuovi modelli presentati hanno ottenuto grandi apprezzamenti. In rappresentanza di Mercedes-Benz Italia erano presenti Gianluigi Riccioni, responsabile vendite MercedesBenz Italia, e il District Manager, Thomas Fuso Nerini. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di Rovereto e di questo momento: “In tempi in cui ci sono concessionarie di automobili che chiudono, Autoindustriale ha il coraggio e la forza di investire e aprire un nuovo salone per migliorare ancora di piú il servizio ai suoi clienti.” 106
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n un periodo economico incerto, in cui l’economia ristagna e molte aziende sono in difficoltà, è positivo segnalare che l’azienda Finstral, leader a livello europeo nella produzione di finestre ed infissi ad alte prestazioni, con un sano realismo ed una certa dose di ottimismo stia investendo per il proprio sviluppo. Lo sta facendo con la costruzione di due nuovi capannoni industriali: uno a Scurelle in Provincia di Trento ed uno a Renon in Provincia di Bolzano I lavori nel nuovo stabilimento di Scurelle sono già iniziati e saranno terminati presumibilmente a gennaio 2014. Il nuovo edificio progettato secondo le più recenti tecniche costruttive sorgerà a fianco della fabbrica attuale con il conseguente ampliamento degli spazi logistici e produttivi delle linee esistenti. L’investimento previsto per la realizzazione del nuovo sito industriale è stato stimato da Finstral in circa 10 milioni di euro tra capannone, impianti e macchinari. La nuova struttura produttiva sarà dotata di un modernissimo impianto per la costruzione dei vetri speciali, tra cui la produzione di lastre temprate e la realizzazione di innovativi sistemi di vetrocamere, che permetterà all’azienda di ampliare la propria gamma di offerta per i vari mercati in cui opera e per soddisfare la richiesta del mercato sulla sicurezza e il risparmio energetico. A tal proposito, una particolare attenzione è stata posta all’ambiente e alla sua salvaguardia. La costruzione sarà dotata di un ampio impianto fotovoltaico per la produzione di una parte dell’energia necessaria alla lavorazione del vetro e la stessa struttura del fabbricato sarà realizzata con materiali e tecnologie a basso impatto ambientale per il maggior rispetto di chi ci lavora e per la natura.
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“Bewine”, vignaioli in mostra a Trento Buon compeanno, piccole colonne! Il coro festeggerà i suoi primi venticinque anni partecipando a “Un testo per noi”
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un anno importante questo 2013 per il Coro Piccole Colonne di Trento. L’ associazione diretta da Luciano Anesi, e che ha in Adalberta Brunelli il suo direttore artistico, festeggia infatti i suoi primi venticinque anni. Un quarto di secolo che il Coro Piccole Colonne, formato attualmente da una trentina di bimbi e bimbe con età compresa fra i cinque e i tredici anni, festeggerà all’insegna del concorso “Un Testo per noi” guardando anche al “Festival della Canzone europea dei Bambini” che si svolgerà nel 2014. Arrivano dall’Italia e dalla Slovenia i testi vincitori del concorso internazionale «Un Testo per noi», organizzato dal Coro Piccole Colonne in collaborazione con il Comune di Ledro e con il contributo della Provincia autonoma di Trento e della Regione Trentino-Alto Adige. Il concorso, biennale e giunto alla dodicesima edizione, invita le classi delle scuole primarie a creare il testo di una canzone attraverso un lavoro di gruppo coordinato dagli insegnanti. Lo scopo è avvicinare in modo creativo al mondo della musica gli alunni delle scuole primarie, incoraggiare la creazione di nuove canzoni per bambini che costituiscano un efficace mezzo di comunicazione permanente, contribuire alla conoscenza reciproca di culture diverse e promuovere l’amore per il canto corale. La Giuria della dodicesima edizione del Concorso, formata da educatori, giornalisti e musicisti, si è riunita a Milano nella sede de “Il Giornalino” e ha selezionato otto vincitori – tutti a pari merito – fra i circa 200 testi arrivati nei mesi scorsi alla sede del Coro Piccole Colonne e provenienti da Italia, Belgio, Croazia, Germania, Malta, Slovenia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Argentina. Diversamente dalle precedenti edizioni del concorso, la direzione artistica ha deciso che i nominativi dei vincitori a cui andranno i premi speciali assegnati da Il Giornalino e dalla Fondazione “Mariele Ventre” saranno comunicati in occasione della conferenza stampa che precederà il Festival della Canzone europea dei Bambini, manifestazione
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l 19, 20 e 21 aprile è stato un fine settimana all’insegna del vino al padiglione fieristico di Trento, per la Mostra Mercato dei Vignaioli. “Bewine” l’invito dei quaranta vignaioli del Trentino che hanno partecipato alla manifestazione, ovvero “bevine”, all’italiana oppure be wine, quindi essere vino, se letta all’inglese. Il senso comunque è “essere vino insieme”, hanno detto i vignaioli dell’Associazione trentina. Giovani o meno giovani infatti, tutti in gruppo per presentare i propri prodotti, venduti ai visitatori a un prezzo più conveniente. Una mano aperta il loro simbolo, con cinque dita rosso vinaccia come il colore predominante delle cinque valli trentine da cui provengono, dove la vite è la regina del paesaggio. Oltre a loro, una decina di viticultori giunti da tutta Italia e tanti artigiani che hanno allietato i palati dei visitatori con le loro prelibatezze. In ognuna delle tre giornate infatti, chef trentini hanno proposto un piatto tipico della Strada del Vino. La crescente attenzione verso il mondo dell’enogastronomia ha coinvolto anche il pubblico, attraverso giochi e attività per i più piccoli, ma mettendo ai fornelli anche gli adulti.
che concluderà il concorso il prossimo anno nelle giornate del 4, 5 e 6 aprile 2014 a Locca di Concei nel comune di Ledro. Tutti i testi vincitori sono stati affidati ad artisti della musica leggera italiana, che li trasformeranno in nuove canzoni per bambini. Novità di questa edizione del Concorso è la collaborazione del M.o Vince Tempera. Come per le passate edizioni è confermata la presenza degli altri artisti: Franco Fasano, Alterisio Paoletti, Paolo Baldan Bembo, Efisio Burranca, Marco Mojana e Adalberta Brunelli. Nei prossimi mesi, quando gli artisti avranno musicato i testi vincitori, le Piccole Colonne impareranno le canzoni per poi interpretarle e registrarle a Povo di Trento, presso lo studio di registrazione “Studio 33”, e dare vita ad un nuovo cd. Ma sul fronte delle novità discorafiche proprio Adalberta Brunelli ha annunciato che per festeggiare i suoi primi venticinque anni di attività, le Piccole Colonne hanno anche in programma la registrazione e l’uscita di un doppio album contenente sia le canzoni nate dal concorso che un nuovo repertorio di canti natalizi. Senza dimenticare il concerto evento che si terrà martedì 25 giugno in Piazza Duomo, in occasione delle Feste Vigiliane, nel corso del quale non mancheranno piacevoli sorprese e ospiti speciali. 107
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Vigolo Vattaro fa rima con “Alicante” “Con mani di donna” approda in Veneto
ritorna il prestigioso concorso di poesia dialettale
Il libro di luciana grillo presentato a conegliano
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uindici marzo, incontro con Luciana Grillo e presentazione del suo libro “Costruire letteratura con mani di donna”, a cura del Soroptimist club di Conegliano – Vittorio Veneto nelle accoglienti sale del Résort Le Betulle, per ricordare che ormai, per tradizione consolidata, il mese di marzo è dedicato alle donne. Serata piacevole con un’amica speciale, disponibile, attiva, sempre in prima linea per quanto riguarda i diritti delle donne. Luciana ci ha accompagnate in un viaggio nella scrittura femminile, nelle storie delle autrici che nel corso del ‘900 hanno contribuito alla costruzione della società contemporanea. Il ricavato del libro di Luciana sarà devoluto all’istituto Au Rayon de Soleil di Lome, Togo, Istituto che ospita bambine e ragazze alle quali è garantita una vita in ambiente sereno ed una buona formazione e cultura. Ma chi sono le bambine e le ragazze che Luciana aiuta? Hanno dai 12 ai 18 anni ed i loro sogni sono quelli di diventare impiegate, avvocati, dirigenti di banca, ostetriche, hostess ecc., sono i sogni di tutte le ragazze del mondo... ma per loro sono un po’ più lontani. Questo progetto richiede un grande sforzo per il futuro di giovani ragazze, che potranno lavorare per la loro terra e la loro gente. Promosso sempre dal Soroptimist Club di Treviso, ha avuto luogo l’incontro, aperto alla cittadinanza, sul tema della letteratura costruita “Con mani di donna”, trattato in una apprezzata pubblicazione da Luciana Grillo di Trento, nota per la sua attività culturale e portato a Treviso, a cornice della presentazione del nuovo romanzo “Centauro di carta” di Alessandra Jesi Soligoni. L’Assessore alla Cultura Stefano Pimpolari ha ricordato l’impegno di Alessandra, espresso attraverso la numerosa produzione di opere per ragazzi e adulti e nella progettazione di itinerari letterari che hanno dato vita ad un” Gruppo di lettura” operativo da un decennio in città. Successivamente, hanno preso la parola le due relatrici, Luciana Grillo ed Elena Filini. Luciana, con la sensibilità e la competenza che le appartengono, ha compiuto una attenta analisi del romanzo “che si legge tutto d’un fiato e che emoziona il lettore, posto al centro della scena, spettatore di momenti di vita famigliare, di solitudini, di affetti, di passioni”. 108
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igolo Vattaro rinnova il suo appuntamento con la poesia con la trentesima edizione di “Alicante”, il concorso promosso dalla biblioteca intercomunale con il patrocinio del Comune di Vigolo Vattaro e la collaborazione del Consorzio Turistico della Vigolana. Il concorso è a tema libero, e possono essere inviati dei testi sia in italiano che in dialetto. L’edizione di quest’anno sarà riservata esclusivamente ai dialetti della zona del Triveneto (ad eccezione di friulano e ladino). Per i testi in dialetto è necessario riportare accanto anche la traduzione in italiano. Ciascun poeta potrà partecipare con tre poesie inedite, mai segnalate o premiate in passato, e che non potranno essere inviate a nessun altro concorso fino al momento della premiazione. I testi dovranno pervenire in cinque copie dattiloscritte all’indirizzo postale: Biblioteca Intercomunale, Vigolo Vattaro 38049 (TN). Ogni copia dovrà indicare nome, cognome, indirizzo e numero di telefono del partecipante. Il termine ultimo per presentare gli scritti è entro e non oltre lunedì 20 maggio 2013. La giuria incaricata di eleggere il testo migliore sarà composta da Renzo Francescotti, il presidente, Giovanni Benaglio, Mario Meneghini, Lilia Slomp Ferrari e Umberto Zanetti. Ai componimenti migliori verranno assegnati i seguenti premi: un premio del valore di 1000 euro per il primo classificato, di 625 euro per il secondo e di 500 euro per il terzo (tutti i premi sono da considerarsi al lordo delle ritenute di legge). I poeti segnalati riceveranno invece delle targhe artistiche. Se i premi non potessero essere ritirati personalmente dai vincitori, rimarranno comunque a disposizione dell’organizzazione, per essere ritirati in un secondo momento. Al concorso non potranno partecipare i poeti vincitori della precedente edizione di Alicante dedicata ai dialetti del Triveneto. La premiazione si svolgerà nell’ambito di una manifestazione culturale sabato 27 luglio a Vigolo Vattaro, alle 20.30, presso la nuova sede municipale in Piazza del Popolo. Nel corso della serata i testi premiati e segnalati verranno letti pubblicamente. Alla fine, tutti i testi vincitori saranno riuniti e pubblicati in un volumetto. E-mail vigolo.vattaro@biblio. infotn.it tel. 0461.845001
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Il coro di Bolognano vince Insieme Cantando lageder: per vocazione e per passione una “Summa” di successo per Alois Lageder, da Magrè al Convivium di Firenze
Concerto di scolari e alunni a riva del garda
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enerdì 12 aprile le giovani voci degli studenti delle scuole elementari e medie hanno allietato la quiete primaverile di Riva del Garda. All’Auditorium della Chiesa di San Giuseppe si è svolto il concerto Insieme Cantando, che da anni riunisce i cori di diversi Istituti. In ordine si sono esibiti la classe quinta della Scuola primaria S. Alessandro, le classi terza b e terza c della G. Segantini di Arco, tutte e cinque le classi della scuola Primaria di Bolognano e le cinque di Vigo Cavedine. A seguire, a intrattenere gli spettatori le note della “Damiano Chiesa Band”. Conclusione in bellezza con le voci di tutti i cori riuniti in un’unica esibizione. Il pubblico ha apprezzato la serata, che ha visto trionfare, infine, il coro della Scuola Primaria di Bolognano. La serata è stata organizzata da SMAG, la Scuola Musicale dell’Alto Garda, in collaborazione con il Comune di Arco e il Comune di Riva del Garda.
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er due giorni Magré è diventato punto d’incontro dei vignaioli d’eccellenza, rinomati a livello nazionale e mondiale. Anche quest’anno, il 6 e 7 aprile nella piccola frazione altoatesina si è tenuto Summa, il consueto appuntamento organizzato dal viniviticoltore Alois Lageder, riservato esclusivamente agli operatori del settore. In 2000 tra giornalisti e viticultori provenienti da 34 paesi del mondo hanno affollato il paese per una full immersion enogastronomica tra cantine e vigneti, con degustazioni delle migliori etichette della zona, tra cui le nuove annate di Lageder. Non solo vino, ma anche assaggi di olii d’oliva d’autore e nuove ricette di pastasciutte dove tradizione e contemporaneità si fondono. Oltre a un momento di conoscenza e degustazione dei prodotti, Summa vuole essere soprattutto un’occasione di riflessione e approfondimento su un settore in crescita. Nel ricchissimo calendario quindi anche una serie di seminari e presentazioni. Insomma, davvero una summa di successo.
Un successo che si perpetua da anni per la famiglia altoatesina Lageder, la cui storia è intrecciata a quella della vitivinicoltura sin dal 1823. L’attuale proprietario della tenuta di Magré, Alois, è il maggiore produttore vitivinicolo biologico-dinamico dell’Alto Adige, e si distingue dai suoi predecessori per una filosofia fondata sull’idea di una coltivazione sostenibile, che sappia unire tradizione e innovazione. Infatti, i quasi 50 ettari di vigneti della proprietà vengono lavorati secondo i principi rigorosi della coltivazione biologico-dinamica. –Questo metodo di coltivazione del vigneto è il più coerente con le leggi della biosfera e restituisce al vitigno il massimo del suo equilibrio naturale con la terra e il cosmo, ha spiegato Lageder lo scorso 17 aprile al Convivium di Firenze, un atelier gastronomico noto per l’altissima qualità dei prodotti, che ha riservato uno spazio speciale al produttore altoatesino. Naturalmente, l’intervento è stato seguito da una degustazione di otto annate diverse di vino simbolo dell’azienda altoatesina il pregiato Löwengang Chardonnay. 109
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birre artigianali: “CI SIAMO ANCHE NOI!” Strada del Vino e dei Sapori in assemblea Martedì 16 aprile, alla presenza di un centinaio di associati e numerosi rappresentanti delle istituzioni trentine
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ella prestigiosa cornice delle Cantine Ferrari si è tenuta la prima assemblea ordinaria della neonata Strada del Vino e dei sapori del Trentino, frutto della fusione delle cinque associazioni precedentemente operanti sul territorio provinciale. La relazione introduttiva del neoeletto presidente Francesco Antoniolli ha rimarcato l’importanza del risultato raggiunto con l’unificazione e l’impegno profuso in questo primo trimestre di attività per organizzare la struttura, suddividendo il lavoro tra i coordinatori per aree operative e cercando di ottimizzare l’impiego delle risorse economiche. Ciò, tuttavia, non ha comunque impedito di mantenere inalterata l’operatività anche in questa fase di avviamento. Antoniolli ha sottolineato come in questa fase sia stata data priorità ai soci organizzando un fitto calendario di incontri, il cui scopo era quello di spiegare i contenuti e gli obbiettivi della fusione e la definizione di una rinnovata mission che permetta alla Strada del Vino di travalicare i confini amministrativi dei territori di provenienza e farsi portabandiera del territorio trentino nel suo insieme. Infine, il presidente Antoniolli si è soffermato su due aspetti molto importanti: quello del rapporto con gli altri soggetti deputati alla promozione e alla valorizzazione del territorio trentino e della necessità di porre sempre più attenzione alla sostenibilità economica dei progetti e alla ricerca dell’autofinanziamento. Al termine dell’assemblea gli ospiti hanno potuto brindare con un calice di Trentodoc Ferrari degustando una selezione dei prodotti ittici di Trota Oro e un risotto agli asparagi proposto dal Ristorante Da Pino.
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il Birrificio Val Rendena di Giustino dei fratelli collini
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ell’articolo “A tutta birra” – pubblicato sul numero di aprile – avevamo esordito descrivendo un panorama produttivo inaspettatamente vasto su tutto il territorio trentino. A conferma di questa fresca e piacevole novità tutta nostrana, in continua evoluzione, la presenza di un altro birrificio da menzionare per la produzione della bionda più amata. Si tratta del “Birrificio Val Rendena S.r.l.” di Giustino, nato da un’idea dei fratelli Claudio e Paolo Collini sul solido spunto della tradizione familiare. Dai racconti dei nonni materni e paterni allo slancio produttivo il passo è breve; dopo alcune maturate esperienze anche in Germania (storica patria della birra), nel novembre 2012 si alzano i boccali di quella che viene definita la prima cotta. Il segreto del successo sta nella ricerca della qualità: ingredienti genuini e garantiti, a cominciare dall’acqua di diretta provenienza dalla sorgente di Vadajone, nel cuore delle Dolomiti di Brenta. Le tipologie produttive spaziano dalla classica bionda di stile bavarese (Brenta Bräu Helles Tradition) all’ambrata di ispirazione austriaca (Brenta Bräu Lager Vienna); dall’inconfondibile birra dal corposo gusto di frumento (Brenta Bräu Weizenbier) alla locale Bira da l’Ors, tratta direttamente dalle ricette dei nonni. Lo stabilimento si trova a Giustino, in via del Martalac’ 1 (tel.0465503337 oppure info@birrificiovalrendena.it); in questa sede è presente un punto spaccio e vendita al dettaglio. Non resta che degustare.
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Primo Premio al capannone Rigotti L’amazzonia di Lucianer: ricordo di un cronista La riserva degli Uomini del fiume raccontata in un video dal compianto lorenzo Lucianer
per il suo colore “sostenibile”
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l capannone delle autodemolizioni dei fratelli Rigotti in località Vela di Trento, si è aggiudicato il primo premio del concorso architettonico annuale Award 2012, per il lavoro di riqualificazione della colorazione esterna, sulla base di un progetto dell’architetto trentino Enrico Ferrari. Il premio, presentato a Roma a marzo, è un importante riconoscimento organizzato dal Colorificio San Marco in collaborazione con il Consiglio nazionale degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori, ed è rivolto ad architetti e Università del panorama nazionale, per tentare di valorizzare il problema del colore in architettura, tema che è sempre più in stretta relazione con l’ambiente. L’edizione 2012 era articolata nelle due sezioni: “Il colore e la città contemporanea” cui ha partecipato il capannone dei Rigotti e “Il colore e la storia”. Ora il fabbricato dei fratelli giudicaresi rimane a rappresentare un esempio positivo di inserimento sostenibile di architettura industriale nel paesaggio circostante, sul territorio regionale. L’attenzione verso l’elemento cromatico, che se mal progettato può risultare uno degli aspetti maggiormente impattanti e stonati in un contesto sia urbano, sia naturale come in questo caso, è un primo passo verso un’edilizia che cerchi di tenere sempre più in considerazione la convivenza con il territorio, evitando di stravolgerne eccessivamente l’aspetto.
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er ricordare il giornalista caposervizio della TRG RAI di Trento Lorenzo Lucianer, scomparso lo scorso autunno, la sede RAI proietterà – il 26 maggio alle 9.45 – il suo ultimo documentario, realizzato nel 2011: “Cabòclos, Uomini del fiume”, girato in Amazzonia con la collaborazione delle Associazioni Amazônia Onlus e Associazione Trentino Insieme. Le immagini raccontano la vita dei Cabòclos riberìños, ovvero gli uomini di fiume, un’etnia dall’identità ibrida, un incrocio tra indios originari, colonizzatori europei, schiavi neri di cui spesso non c’è traccia da nessuna parte, dimenticati da burocrazia e registri dell’anagrafe. Esclusi dalla vita sociale delle grandi metropoli, i Cabòclos sono stati costretti a nascondersi sulle rive dei fiumi o nelle favelas periferiche della città di Manaus, dove conducono la loro esistenza in una routine di droga e violenza. La loro realtà viene svelata nel filmato dal brasiliano Elton Lèite, detto Eliño, che attraversando chilometri in battello lungo gli affluenti del Rio delle Amazzoni, ci conduce fino alla riserva Xixuaù, una piccola oasi in questa storia di emarginazione dove, da una nuova comunità di famiglie che vogliono liberarsi da paludi e favelas, sta sorgendo un progetto di turismo eco compatibile, nel cuore di una delle aree più ricche di biodiversità di tutta l’Amazzonia e dove si contano ben 60 mila specie di piante, mille di uccelli, 300 di mammiferi. Una ricchezza fragile che fa gola a tanti, in cerca di legname da commerciare e nuove fonti di carburanti fossili. Per preservarla, nel 1992 è nata l’Associazione
Amazônia, con il sostegno economico dello scozzese Christopher Clark, innamorato dell’Amazzonia a tal punto da lasciare definitivamente la sua terra e il cui destino ha finito con l’incrociarsi con quello di Eliño, per dar vita al comune progetto di una riserva nel cuore della foresta. È la speranza di restituire un futuro agli uomini del fiume grazie a un’idea di economia basata su un turismo rispettoso della loro foresta. Dal Brasile l’Associazione è arrivata anche a Milano e Londra. Anche il Trentino dà il suo contributo. Dal 2005, infatti, l’Associazione Trentino Insieme supporta Amazônia fornendo materassi e nuove attrezzature per la cucina della comunità e le nuove malocas, gli alloggi costruiti per i turisti. 111
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VITICOLTURA-ENOLOGIA: SEI NUOVI LAUREATI Trento inCanta 2013, Aperte le iscrizioni
Discusse a San Michele all’Adige le tesi delle lauree triennali
Le audizioni saranno il 10, l’11 e il 12 giugno a Pergine Valsugana
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opo il grande successo dell’edizione 2012, premiata da un grande afflusso di pubblico e dall’apprezzamento degli addetti ai lavori, prende il via la nuova edizione di Trento inCanta - Festival canoro città di Trento, organizzato da BRA Editor, con la direzione artistica di Roby Benci e la direzione musicale di Pino Putignani; alla guida del festival si riconferma così la coppia Benci-Putignani della passata edizione, all’insegna del motto “squadra che vince non si cambia”. La kermesse musicale, giunta alla sua settima edizione, inaugura un nuovo corso all’insegna di tante novità. Si conferma la partnership tra Trento inCanta e il circuito Grandi Festival italiani, che raccoglie i più importanti concorsi del paese, con la direzione musicale di Vince Tempera. Tra le novità più interessanti, un’inedita prospettiva che coinvolgerà i concorrenti più brillanti: i vincitori di Trento inCanta potranno essere selezionati, assieme ai finalisti degli altri concorsi del circuito Grandi Festival italiani, per partecipare a Casa Sanremo (evento collegato al Festival della Canzone italiana), che si terrà al Palafiori della città ligure negli stessi giorni della kermesse più prestigiosa della musica italiana. Per quanto riguarda Trento inCanta sono confermate le due categorie di artisti in gara, una dedicata agli interpreti di cover ed una rivolta ai cantautori desiderosi di proporre i pezzi composti da sé. Trento inCanta rappresenta una vetrina di assoluto prestigio e di rilievo nazionale per tutti gli appassionati di canto che vogliano cimentarsi su di un palco, che anno dopo anno si è confermato come uno degli eventi di punta del panorama musicale trentino. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 maggio. Tutte le informazioni relative alle modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.trentoincanta.it. 112
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sistemi naturali brevettati dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele per ridurre le malattie della vite sono stati trattati nelle tesi di due dei sei studenti che il 27 marzo si sono laureati in viticoltura ed enologia presso il Palazzo della ricerca e della conoscenza. Si tratta di due biofungicidi: un nuovo ceppo di Ampelomyces quiqualis per fronteggiare l’oidio e il Trichoderma atroviride SC1 contro i patogeni del legno in vivaio. Gli altri argomenti trattati nelle tesi discusse spaziano dalla valutazione degli aspetti ambientali delle cantine, all’esperienza di vinificazione di uve Lugana, dalle prove sperimentali per contenere il Botrytis cinerea con interventi a verde, allo studio del comportamento della Vitis berlandieri. I sei nuovi laureati in viticoltura ed enologia sono: Andrea Benvenuti di Mezzolombardo, Paolo Cantarella di San Germano dei Berici (Vicenza), Mattia Cobelli di Verona, Marco Malvezzi di Bergamo, Chiara Masiero di Breva di Piave, Johannes Messner di Bressanone. Il corso di laurea è attivato dal consorzio interuniversitario comprendente la Fondazione Edmund Mach, l’Università di Trento (Facoltà di Ingegneria), l’Università di Udine (Facoltà di Agraria) e la Fachhochschule di Wiesbaden, sede di Geisenheim. Tutti gli aspiranti cantanti che decidano di mettersi alla prova sui palchi della manifestazione verranno coinvolti nelle audizioni, che andranno a selezionare i migliori candidati, su indicazione di una giuria di qualità composta da professionisti del settore. Le audizioni si svolgeranno il 10, l’11 e il 12 giugno presso il Teatro delle Garberie di Pergine Valsugana. I cantanti che supereranno questa prima fase, parteciperanno poi alle semifinali: esse si terranno sabato 22 giugno a Pergine Valsugana e domenica 21 luglio in piazza Piedicastello a Trento. La finalissima della settima edizione di Trento inCanta si terrà invece sabato 5 ottobre.
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www.gruppomezzacorona.it
AL VINITALY, ALPE REGIS, L’ULTIMO GIOIELLO DELLA CANTINA ROTARI Al Vinitaly di Verona, riscontri positivi da partE di consumatori, media e operatori per lo speciale millesimato dedicato agli amanti della buona cucina e del buon vivere
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l nome, AlpeRegis, evoca la figura regale di Rotari, il grande Re longobardo famoso per il suo Editto, e rappresenta un forte richiamo al territorio alpino e dolomitico che ha contribuito a renderlo leggendario, fissando le sue gesta nella storia. Proprio le Dolomiti sono state l’immagine del padiglione Trentino, riscuotendo un generale positivo apprezzamento per una caratterizzazione territoriale molto efficace. AlpeRegis è prodotto a base esclusivamente di uve Chardonnay, una varietà che ha trovato nell’area dolomitica le ideali condizioni per la perfetta espressione del suo carattere. Viene vendemmiato rigorosamente a mano, selezionando direttamente in vigna i grappoli migliori. AlpeRegis è proposto nella versione “Extra Brut” per esprimere al meglio il territorio e tutto il lavoro svolto in vigna e poi in cantina. È un Trentodoc franco, realizzato evitando l’utilizzo di liqueur troppo invadenti e lasciando spazio agli aromi tipici del territorio e della varietà e a quelli ottenuti in seguito alla lunga rifermentazione in bottiglia. AlpeRegis si pone come obiettivo quello di rappresentare al meglio il fascino dello stile Rotari e le potenzialità uniche della denominazione Trentodoc, dando modo al tipico contesto alpino del Trentino di essere riconosciuto ed esaltato nel calice.
VARIETÅ E VINIFICAZIONE AlpeRegis nasce da un’attenta selezione dei migliori Chardonnay coltivati sulle pendici più soleggiate del Trentino, riuscendo ad ottenere le migliori partite dai vigneti situati ad altitudini quasi montane. Il clima alpino con le sue giornate calde, poco umide e le notti fresche, assieme ad un terreno unico, ricco di minerali, ideale per la coltivazione della vite permettono una perfetta maturazione delle uve che alla raccolta manifestano ricchezza aromatica superiore e naturale acidità, rendendo questo prodotto una delle più alte espressioni della spumantistica trentina. AlpeRegis è ottenuto seguendo rigorosamente il tradizionale “Metodo Classico”, che consiste nell’effettuare la seconda fermentazione in bottiglia, nel rispetto del disciplinare “Trentodoc”. Il vino base fermenta principalmente in acciaio e solo una piccola percentuale in legno, utilizzando barrique con tostature leggere, in modo da apprezzare al meglio il vino senza coprire il frutto dello Chardonnay con note di legno troppo invasive. La maturazione sui lieviti di oltre 48 mesi è il momento in cui AlpeRegis comincia a formare il suo carattere, dando vita a numerose piccole bollicine e a fragranti aromi molto complessi e persistenti. AlpeRegis, come detto, è stato voluto come Extra Brut e questa scelta consente di cogliere tutto il carattere del vitigno di origine e del territorio, offrendo al palato soprattutto il gusto della particolare lavorazione. CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE Perlage elegante, omogeneo e persistente, colore giallo tenue con sfumature paglierine molto delicate. Profumo che colpisce per le sue note varietali intense ed eleganti di frutta matura, mela golden e ananas, dovute alle notevoli escursioni termiche durante la maturazione dell’uva. Inoltre, ricercate note fruttate e aromi di crosta di pane date dal lungo affinamento in bottiglia completano questo importante bouquet aromatico. Di sapore intenso, fragrante ed equilibrato, con stile asciutto e minerale tipico di uno spumante di montagna e degno della migliore tradizione Trentodoc. Finale con note di frutta secca, noci e nocciole, lungo e persistente. ABBINAMENTI È un prodotto complesso che può essere abbinato perfettamente alla migliore cucina italiana ed internazionale. Particolarmente adatto per essere gustato con crudità di mare, scampi crudi e ostriche, con ricchi piatti a base di pesce, risotti, e secondi piatti anche a base di carne. 113
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Loredana Rossetto e consorte sul podio La banca della città ha premiato 107 giovani
I due coniugi Trentini chiudono in bellezza la stagione Porsche Sci Club Italia
Occasione e cornice consuete per l’appuntamento della Cassa Rurale di Trento. Il 12 aprile, al Grand Hotel Trento, 107 giovani hanno ritirato il premio allo studio. Tra loro 78 laureati e 29 diplomati
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uota 100 è stata superata. Seppur di misura ma è stata superata. Ed è stato un primo motivo di soddisfazione non solo per il dato, ma soprattutto perché riflette l’impegno nello studio di un numero sempre maggiore di giovani. Alcuni giorni fa sono stati 107 i giovani che hanno ritirato il premio allo studio della Cassa Rurale di Trento. Diplomati e laureati, soci e figli di soci della banca della città, sono stati i protagonisti di una passerella caratterizzata da applausi e da un pizzico di emozione ripensando ai tanti momenti che loro hanno contrassegnato il cammino formativo, nella secondaria superiore o all’Università. Cornice consueta e di gran classe al Grand Hotel Trento, per un appuntamento diventato una piacevole consuetudine. L’organizzazione è stata curata dal Gruppo Giovani Soci dell’istituto di credito cooperativo. Un’occasione per premiare e per conoscere i giovani che hanno portato a termine con successo una tappa o l’intero percorso formativo. “Ricordate però – è stato detto loro – che gli esami nella vita non finiscono alle superiori o all’Università. Le prove che vi attendono saranno altrettanto impegnative ma i risultati scolastici servono per forgiare il carattere e la consapevolezza dei propri mezzi”. Centosette i premiati: 78 laureati (39 con 110 e lode), 29 diplomi di maturità o di istituto professionale. Tipologia di premio differente: viaggio studio di quattro giorni in Sicilia, alla fine di aprile, oppure un buono da utilizzare alla scuola di lingue straniere Clm Bell. 114
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trentini, Loredana Rossetto (foto) e Giovanni Conci sono stati i protagonisti della stagione appena conclusa del Porsche Sci Club Italia. Loredana si aggiudica il gradino più alto del podio femminile, grazie alle ottime prestazioni ottenute sia nelle prove di sci, sia nelle prove auto in tutte le tappe del Porsche Sci Club Italia: da Cavalese a Cortina, da Madesimo a Courmayeur. Loredana Rossetto si aggiudica anche la vittoria assoluta nel Criterium, la classifica che somma i punteggi ottenuti durante la stagione sia sugli sci, nelle gare di slalom Gigante, sia in auto, nelle prove con la propria Porsche. “Una stagione davvero eccezionale, grazie alla scelta delle tappe, ai consigli del nostro direttore tecnico, il campione mondiale Peter Runggaldier e alla neve che quest’anno non è mai mancata” commenta Loredana Rossetto “ Ma il Porsche Sci Club non è solo agonismo: io e mio marito Giovanni lo frequentiamo da tanti anni ed effettivamente è bellissimo andare a sciare con quelli che oramai sono diventati amici e con cui riusciamo a condividere numerose attività anche dopo la chiusura della stagione sciistica”. A congratularsi con i “bravi studenti” i vertici dell’istituto di credito cooperativo: il presidente Giorgio Fracalossi, il suo vice Italo Stenico, la nutrita rappresentanza del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale. Con loro anche il direttore generale, Michele Sartori. Presenti anche l’assessore alla cultura, turismo e politiche giovanili del Comune di Trento, Lucia Maestri, e il direttore generale della Federazione Trentina della Cooperazione, Carlo Dellasega. Un po’ tutti hanno sottolineato la “valenza importante di questa idea. Davvero una bella occasione di incontro e di conoscenza tra i giovani e la Cassa Rurale”. La serata non ha vissuto solamente di parole, di premi e di strette di mano. C’è stato tempo anche per le risate grazie agli sketch del cabarettista Diego Parassole, volto noto della trasmissione Zelig.
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TERZA CONVENTION MEDIOCREDITO A RIVA L’incontro del 12 aprile scorso – al quale hanno partecipato numerosi esponenti del credito cooperativo – si è focalizzato sul tema della “banca di frontiera”
Franco Senesi e il coach di Trentino Volley, Radostin Stoytchev
Da sinistra, Leopoldo Scarpa, Franca Belli e Franco Senesi
L’economista Rudi Bogni
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uesta è una crisi lunga e seria, dalle radici psicologiche prima che economiche e finanziarie, che chi fa banca vive sulla propria pelle – ha affermato l’economista Rudi Bogni. Un modello economico che continua a mettere uno contro l’altro padri e figli, figli e nonni, non è sostenibile. Occorrono obiettivi politici – dichiarati o impliciti – chiari e condivisi, e non contraddittori come accade attualmente. Mi fa piacere che oggi si riscopra il modello cooperativo sia a livello economico che sociale”. Le “frontiere” di Mediocredito Tra le tante frontiere che le banche devono superare in questo periodo, il direttore Leopoldo Scarpa ne ha selezionate tre: le imprese, che sempre più devono fare i conti con la scarsità di risorse (i due terzi dell’indebitamento proviene dalle banche), le banche, che devono affrontare calo di ricavi e aumento di costi, e la sfida della crescita, che impone una sempre migliore selezione dei progetti e un aumento dell’efficienza. “Mediocredito è una banca efficiente – ha detto Scarpa – ma in futuro occorrerà essere ancora più rigorosi, e lavorare ancora di più per favorire la crescita nei nostri territori”.
Mediocredito anche nell’ultimo anno ha proseguito nella sua azione di compensazione ed integrazione dei prodotti e servizi offerti dal sistema di credito cooperativo, sempre più presente nell’attività della banca. I principali filoni su cui si è incentrata l’attività del 2012 hanno riguardato l’accompagnamento all’internazionalizzazione delle imprese, anche attraverso specifiche convenzioni con Sace per le garanzie e la finanziaria Simest per il credito agevolato, entrambe agenzie controllate dalla Cassa Depositi e Prestiti, e il finanziamento di investimenti sul territorio come la green economy e le energie rinnovabili e la finanza di progetto. Ci sarà la luce in fondo al tunnel? Forse è ancora presto per dirlo. Diego Pellizzari, vicedirettore di Mediocredito, nell’illustrare le strategie dell’istituto, ha preferito prudenzialmente affidarsi ad una immagine raffigurante un quadro del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich dal titolo evocativo: “come un viandante sul mare di nebbia”. Intanto Mediocredito rafforza lo spirito di squadra, e cerca spunti anche nello sport. Per questo ha invitato a Riva il coach di Trentino Volley Radostin Stoytchev, appena tornato da Cuneo dopo una vittoria molto sofferta, giocata sul filo dei punti al tie-break nella semifinale dei playoff: “proprio quella di Cuneo è stata la dimostrazione che si può vincere quando c’è squadra, anche se abbiamo giocato male”. Un segreto? “Crederci fino all’ultimo”. 115
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il libro del mese Dialetto: una lingua con una marcia in più PRESENTATO il volume “IL DIALETTO INFORMA 2” di renzo Francescotti
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ella sala di rappresentanza di Palazzo Geremia a Trento è stato presentato l’ultimo libro di Renzo Francescotti “Il dialetto informa 2”. Pubblicato da Curcu & Genovese, fa seguito al primo volume uscito poco più di un anno fa e raccoglie i “pezzi” usciti in una fortunata rubrica settimanale, con l’aggiunta di una decina di capitoletti inediti. Il volume è introdotto da una significativa prefazione, non di un letterato, ma del Sindaco di Trento Alessandro Andreatta e impreziosito da una quindicina di eleganti tavole della pittrice Anita Anibaldi. Introdotti da Renzo Luca Carrozzini – vicepresidente della “Pro Cultura”, organizzatrice della serata – hanno parlato Alessandro Franceschini e il Sindaco che, riprendendo la sua prefazione, ha detto: “Renzo Francescotti ci restituisce le parole dialettali in un disegno sorprendentemente vivo del nostro dialetto. In queste pagine ogni termine è storia e attualità, passato e presente, simbolo della nostra identità collettiva e, parallelamente, di una dimensione più intima, familiare.” Alessandro Franceschini, docente universitario e giornalista, ha tra l’altro detto. “È bello leggere questa raccolta perché Francescotti ci propone un dialetto riscattato da ogni sovrastruttura folkloristica. È bello leggere questo libro perché in esso Francescotti compie un gesto di grande generosità, cercando costantemente di sviluppare un discorso (nel senso cartesiano del termine) con il lettore”. Sono poi intervenuti a portare il loro saluto l’illustratrice Anita Anibaldi, Massimo Dalfovo già azzurro della pallavolo e dirigente sportivo, amico di lunga data dell’autore che, alla fine, ha ribadito l’importanza di considerare il dialetto come “una lingua in più con una marcia in più.”La serata è stata completata dalle professionali letture di Arrigo Dalfovo, Luca Pedron e Chiara Turrini, del Gruppo recitativo “Neruda”. 116
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il ligure Mario Piaggio racconta il trentino alto adige in mountain bike. Tanti percorsi, fotografie, schede e suggerimenti utili
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n Trentino mi portarono, ancora bambino, i miei genitori su indicazione del maestro di scuola che qualche decennio fa colonizzò di genovesi un piccolo (allora) paese di Fiemme, Carano, e che mi insegnò a rispettare ed amare la montagna, questa montagna, e la sua gente, aprendomi la strada verso la scoperta di luoghi meravigliosi. Era iniziato un rapporto destinato a durare. Con un’intensità che è andata sempre crescendo negli anni, di pari passo con la passione per la bicicletta; in parallelo è aumentata la conoscenza di questi luoghi, fatta soprattutto sulle due ruote, prima con la bici da corsa e poi con percorsi fuori strada che, limitando la velocità, avevano anche il pregio di farmi provare sensazioni nuove, in un contatto più stretto e coinvolgente con la natura e gli ambienti. La raccolta comprende 18 itinerari scelti con il criterio cui ho accennato, non so se i più belli, ma certo tra quelli che più di altri mi hanno colpito e appassionato. I primi 3 itinerari, localizzati all’estremità sud orientale del Trentino, uniscono al già notevole valore paesaggistico (il Pasubio e gli altipiani di Folgaria e Lavarone) altri motivi di interesse nella continua presenza di memorie storiche, sviluppandosi su strade militari realizzate a cavallo della prima guerra mondiale e, in generale, molto vicino alla linea del fronte. Percorrendo le splendide forestali dell’Alta Val di Non e del Lagorai nord orientale, tra luminosi lariceti e fitte abetaie, specchi d’acqua, alpeggi e malghe isolate, i tre itinerari che seguono (4÷6) si faranno apprezzare per la suggestione di ambienti tra i più puri e incontaminati del Trentino. Caratteristiche che potranno essere colte anche con le brevi escursioni a piedi che vengono proposte al biker, a completamento dei due itinerari del Lagorai. Gli ultimi due itinerari trentini (7÷8), localizzati nelle vicinanze della Val di Fassa al confine con il bellunese, si faranno ricordare
trentinolibreria Paola Rosà e Antonio Senter (regia di) Un ingegnere in cucina: dal Trentino al sud del mondo il fuoco pulito di Dale Andreatta Fondazione Museo Storico Metà della popolazione mondiale cucina bruciando legna o carbone e il fumo dei fornelli inefficienti causa la morte di oltre due milioni e mezzo di persone l’anno. Per salvare vite umane, ridurre inquinamento e deforestazione e aiutare miliardi di donne nei paesi in via di sviluppo, una comunità di ingegneri, artigiani, designer, e operatori di ong si ritrova negli Stati Uniti a scambiarsi esperienze e competenze. Al Centro di ricerca Aprovecho in Oregon e alla conferenza Ethos di Seattle arrivano da Ohio e Germania, da Illinois e Uganda. Dale è uno di loro. Nato in Ohio da genitori entrambi figli di trentini emigrati a inizio Novecento, l’ingegnere Dale Andreatta è appassionato di applicazioni pratiche: «La scienza è come gli scacchi: c’è uno schema rigido, ma puoi anche lavorare di inventiva».
Marco Forni Una parola negli occhi Edizioni Forme Libere
Remo Tamanini Trentino da scoprire 5 Edizioni 31
In un ambiente alpino, coronato dalle guglie dolomitiche, si muovono personaggi molto particolari: un raccoglitore di rifiuti, un becchino, un ragazzo che scrive con gli stuzzicadenti, gli adepti di una setta misteriosa che rapiscono i bimbi appena nati. Ma la vera protagonista è la lingua, in tutte le sue variabili: lingua scritta, parlata, dialetti, lingue antiche, infantili, libri, manoscritti, disturbi linguistici. Un romanzo dalla struttura molto contemporanea, dove tante piccole storie apparentemente scollegate si susseguono e s’intrecciano in una vicenda intricata. Tutto ruota attorno a una misteriosa setta che rapisce i bambini appena nati e li rinchiude in luoghi segreti, dove guardiani severissimi cercano di crescerli senza che possano scambiare una sola parola con i loro simili. Un libro ricco, complesso, scritto con uno stile originalissimo.
Quinta e ultima guida per gli amanti del Trentino da godere a piedi o in mountain bike, con l’affascinante alternativa invernale delle ciaspole, quando la neve ci regala un silenzio irreale. Trentini e non riescono a trovare angoli sconosciuti o semplicemente meno frequentati. In questa quinta proposta c’è stato uno spostamento di intenti verso le tante strutture turistiche del Trentino, in primis funivie e rifugi. La loro presenza sul territorio apre possibilità anche per chi non è allenato, è in zona per tempi brevi o non ha preparazione tecnica e dimestichezza. O, semplicemente, non è in età adatta. L’apertura in questa ottica facilita: è giusto che tutti possano vivere giorni a contatto con la natura senza necessità fisiche da atleti. Primi percorsi: Pejo - Senter dei Todeschi; Maddalene - Cima Olmi; Maddalene - Monte Pin; Pres Rifugio Denza; Lago e Val Barco; Brenta: Lago e Monte Ritort; Adamello - Rif Lobbia - Mandrone...
sia per le caratteristiche del percorso che, in modo particolare, per gli scenari mozzafiato delle architetture di roccia della Marmolada e delle Pale di San Martino. In Alto Adige, al confine con la Val di Fiemme, si svolge l’itinerario successivo (9) che porta con un percorso un po’ atipico alla scoperta di un incantevole laghetto e di uno dei luoghi più suggestivi dell’intera regione, il canyon del Bletterbach, di eccezionale valore scientifico. I due itinerari che seguono (10÷11), negli immediati dintorni di Bolzano, si caratterizzano per la varietà del percorso, in un paesaggio sempre particolarmente dolce e riposante, rallegrato da colorite leggende locali. E si ricorderà anche il clima di mistero che avvolge una modesta elevazione raggiunta dal primo percorso, nota come gli Stoanerne Mandln. Con i tre itinerari successivi (12÷14) si entra nel cuore delle Dolomiti centrali. Il primo, molto vario nella continua alternanza di forestali e sentieri, tocca panoramiche malghe e laghi incastonati nel fantastico scenario dello Sciliar. Gli altri due, localizzati nei dintorni di Ortisei e in quelli di Funes, presentano lunghi tratti in mezzo ai vasti alpeggi distesi ai
piedi delle Odle e del Sass da Putia, con la costante offerta di panorami tra i più caratteristici e ripaganti dell’intero arco dolomitico. L’itinerario 15 si svolge al confine settentrionale delle Dolomiti, tra Valdaora e il lago di Braies, e permette di scoprire valli e montagne isolate e poco frequentate, che si rivelano peraltro di grande interesse paesaggistico e ambientale. Gli ultimi tre itinerari riguardano convalli di Pusteria e Venosta. Il primo (16) si sviluppa sulle forestali del versante destro della Valle Aurina, con magnifiche vedute sulle vette più a nord di tutta l’Italia, e ben si presta ad essere completato con una facile escursione a piedi per raggiungere un grande lago alpino in alta quota, di rara bellezza. Il secondo (17) porterà alla scoperta di una delle valli più aspre e selvagge dell’Alto Adige, la Val di Fosse, con un percorso bici + piedi che arriva sotto l’imponente cima dell’Altissima, sul Passo Gelato, a godere di uno scenario grandioso, indimenticabile. L’ultimo itinerario, infine, si svolge sulle sterrate e i sentieri di Stelvio, a poca distanza dall’Ortles di cui regala straordinarie vedute, ed è, a mio giudizio, una delle avventure più affascinanti che si possano vivere in mountain bike nel Trentino Alto Adige. (m.p.) Mario Piaggio Mountain bike in Trentino Alto Adige 18 itinerari con profilo altimetrico, cartine e splendide fotografie
Curcu & Genovese (Euro 15,00, pagine 220)
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Papà separati: uniti oltre le difficoltà Rai tre incontra i ricercatori per parlare di cibo e tecnologia con Enrico Bertolino e Andrea Brunello
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omenica 12 maggio alle 9.45 per la quinta puntata di “Terre di Montagna” su Rai 3 Enrico Bertolino e Andrea Brunello incontrano i ricercatori dell’unità di ricerca “Itc for good” della Fondazione Bruno Kessler, per parlare del problema del cibo. Secondo la Fao infatti, ogni anno nei paesi industrializzati si sprecano 100 chili di cibo a testa, mentre contemporaneamente, dall’altra parte del mondo più di un miliardo di persone non hanno accesso al minimo nutrimento. Sprecare cibo è quindi un problema etico, ma anche energetico e di risorse e per contribuire ad ovviare a cui la Fondazione Bruno Kessler ha ideato Bring the food, un’applicazione per smartphone o computer che permette a chi gestisce un ristorante, un servizio di catering o un supermercato di segnalare le eccedenze di cibo, per metterle a disposizione in breve tempo di associazioni di solidarietà o organizzazioni umanitarie. Nella sesta puntata invece, il 26 maggio sempre alle 9.45, andrà in onda “Non solo materiali innovativi“, dove Bertolino e Brunello dialogheranno con i ricercatori delle Unità di ricerca MTLab (MicroTechnologies Laboratory), PAM-SE (Plasma, Advanced Materials and Surface Engineering) e MiNALab (Micro Nano Analytical Laboratory), per riflettere su come gli studi condotti dalla Fbk sulle nuove tecnologie facciano già parte ormai della nostra quotidianità. Stavolta il protagonista del programma “BIANCO & NERO”invece non sarà lo sci, ma un evento davvero speciale: un duello d’altri tempi in una palestra d’eccezione a 3000 metri di quota sul ghiacciaio Presena. Il campione del mondo di fioretto in carica Andrea Cassarà, vincitore della coppa del mondo 2012, medaglia d’oro all’olimpiade di Londra e leader del ranking internazionale 2012 sfiderà a colpi di fioretto Giorgio Avola, un giovane emergente della scherma mondiale, medaglia d’oro olimpica a Londra e nono nella classifica assoluta di specialità. Claudia Morandini ci terrà aggiornati e ci racconterà il vincitore di questa sfida straordinaria tra i ghiacci. Infine, il già citato documentario di Lucianer, di cui parliamo in un’altra pagina. 118
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una cena diventa l’occasione per dare voce ad una categoria sempre più in difficoltà
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er me questa è stata davvero una serata speciale, una di quelle che ricorderò e che mi fanno stare bene, perché credo di aver fatto qualcosa di buono: ho sentito storie che mi hanno toccato nel profondo. Storie di disperazione, ma anche di speranza. Posso solo immaginare cosa significhi essere allontanati dai propri figli.” A parlare è Demetrio Guagliardi, gestore e titolare del ristorante messicano Cueva Maya di Piazza Duomo, che ieri ha ospitato 15 soci del Capst – Centro Aiuto Padri Separati Trentino – ed ha offerto loro gratuitamente una cena completa. Nato nel 2012, il Capst accoglie circa 40 soci e fino ad oggi ha trattato Rocco d’Alessandro, Cristina una cinquantina di casi. Zanghellini e Demetrio Guagliardi Con il sostegno di specialisti (psicologi e avvocati in particolare) aiuta ad affrontare il dramma della separazione dai figli, che spesso implica anche fortissimi disagi economici per i papà. “È triste, ma purtroppo in moltissimi casi, giudici ed avvocati approfittano di una legge che privilegia le madri esacerbando situazioni già dì per sé difficili.”, racconta Rocco D’Alessandro, uno dei soci fondatori del Capst. “Chi arriva da noi lamenta molto spesso problemi economici: ci sono persone che hanno perso il lavoro e, dovendo provvedere da soli al proprio sostentamento, a quello della ex moglie e dei figli, non sanno più come fare. Le istituzioni dicono che gli aiuti ci sono e sono quelli per i poveri. Nessuno però considera che l’edilizia agevolata molte volte per i papà separati non è accessibile, perché il reddito di partenza è nella media e non viene fatta una verifica per capire quanto rimane delle entrate una volta tolti gli assegni di mantenimento, gli alimenti e l’affitto di una seconda casa dopo che la prima è stata assegnata alla ex moglie.” “A chi chiede cosa significa per noi questa serata – aggiunge uno dei papà – rispondo che per la prima volta ho capito che non sono solo e che c’è una luce, una speranza, qualcuno a cui sta a cuore la mia situazione e fa passi concreti per aiutarmi a risolverla.” L’iniziativa è stata promossa dall’agenzia di comunicazione Manifattura Creativa, di Cristina Zanghellini.
trentinoenogastronomia
ristoranti
in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.
Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it
OSTERIA SAN ROCCO LA SEMPLICITà BEN FATTA A DUE PASSI DA TRENTO
LA MONTAGNA CHE DELIZIA
Si inizia dal pane fatto in casa a capire che si tratta di una trattoria sì, ma di quelle che amano fare le cose per bene. E l’Osteria San Rocco di Sardagna è sicuramente stata una delle sorprese più interessanti di questi ultimi mesi (e non posso dire di aver visito pochi locali in questo periodo). Una piacevole scoperta perché qui è di casa una semplicità ben fatta, con ancora il menu letto dal taccuino, il sorriso e la simpatia sempre pronti e spontanei, uno stile casalingo verace, d’altri tempi. La proposta cambia di giorno in giorno e spazia tra carne e pesce, tra tipicità e creatività. Pochi piatti, molti dei quali fatti in casa come i ravioli, la pasta all’uovo, le marinate di verdure e di pesce, i dolci e, come si diceva, il pane. E proprio dalle verdure marinate sono partita nell’assaggio degli antipasti: cipolline, radicchio, peperoni, carciofi accompagnati da foglioline di menta e da uovo sodo erano un tripudio di semplicità e, al contempo, di gusto. Stesso “effetto” anche per lo sformato di melanzana con cialde di Trentingrana, davvero saporito. Poi, ho fatto un tuffo nel pesce con i bigoli con particolari sarde spagnole. Devo dire discreti, ma sicuramente migliorabili. Meglio le costine di maiale (porzione davvero abbondante) accompagnate da delle eccezionali patatine arrosto, mai gustate di così deliziose fino a quel momento. Tra i secondi c’è molta proposta di pesce di mare, mentre tra i dessert spicca il tiramisù. L’ambiente informale, la cortesia del servizio e anche la piacevole sorpresa di trovare l’introvabile birra artigianale altoatesina Pustertaler hanno aggiunto un punto in più a questo locale a due passi dalla città. I piatti costano circa 10 euro l’uno.
OSTERIA SAN ROCCO Sardagna (Tn) Tel. 0461.983917 347.7692109 Chiuso la domenica sera e il lunedì
Agritur La Trisa
cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥
All’Agritur La Trisa di Giustino, in Val Rendena, si respira aria di grande genuinità. A farla da padrone, qui, terra del mais Marano di Storo è, ça va sans dire, la polenta servita nei modi più tradizionali come con il formaggio Spressa fuso, con crauti e cotechino, con spezzatino, con funghi quando è stagione, oppure rivisitando un pizzico le antiche ricette, come nel caso della polenta e latte dolce, che a La Trisa si serve con una pallina di gelato al fior di latte fatto in casa. Da leccarsi i baffi. I primi sono tutti fatti in casa, dai canederli al rotolo di patate con spinaci alla trentina, ma il piatto forte, oltre alla polenta, qui è sicuramente la carne, visto che proviene tutta da animali allevati in azienda, vacche di razza Rendena, che conserva un sapore e un profumo unico, raro nel panorama culinario. In un contesto del genere pare scontato dire che tutti i prodotti di allevamento e i suoi derivati sono certificati bio, ma c’è di più. Grazie alla dedizione e alla passione della famiglia Cosi, legata alla terra e alla zootecnia dal 1920, non solo è nata La Trisa, ma anche l’azienda agricola Fattoria Antica Rendena, che si occupa anche della produzione di yogurt da agricoltura biologica, il primo del Trentino, e da metà aprile ha anche aperto una fattoria didattica dove grandi e piccini potranno trascorrere una giornata speciale visitando la stalla, l’allevamento di bovini di razza Rendena, partecipando al laboratorio di preparazione dello yogurt oppure scegliendo il percorso legato al latte, per scoprire tutte le fasi del suo impiego, dalla produzione alla trasformazione. In cantina non mancano buoni vini trentini e anche la Birra del Brenta e la Birra dell’Orso, produzioni artigianali da assaggiare. Con 15 euro a testa si esce sazi. E molto contenti. Agritur La Trisa Via Manzoni, 50 38086 Giustino Tel. 0465-502591 Apertura stagionale tutti i giorni (da Pasqua a fine giugno e da ottobre a dicembre solo nei fine settimana)
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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi Flora Graiff
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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.
DALLA “DOLCE VITA” ALLO “SPREAD” il dizionario del Mondo di Kako per capire la crisi
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ltri tempi, quelli in cui l’Italia era esportatrice di parole: allegro, amore, belcanto, bravo, cappuccino, canzoniere, ciao, dolce vita, espresso, mamma mia, mozzarella, pandoro, panettone, pizza, spaghetti, vespa, viola. Un campionario verbale all’insegna della bellezza, del gusto e della giovialità. E ora? Ora, con la crisi, è cambiato tutto. Ora siamo noi ad importare parole, costretti in ciò dalla necessità di definire bene le sfaccettature di una dimensione sconosciuta, complessa, spigolosa, a tratti drammatica. Perciò le new entry nel nostro vocabolario non potevano che essere indigeste, sia nel suono che nel senso: default, spending review, spread, e così via. Vero è che la crisi ha ormai reso tali “paroloni” familiari a tutti. Ma siamo sicuri di averne compreso appieno il significato? Proprio da questo dubbio è nata l’idea di realizzare - a beneficio di giovani, educatori e genitori - un Dizionario della Crisi, ossia un mix di vignette satiriche e brillanti schede per rendere più “amichevoli” i termini gergali e l’“inglesorum” che fanno dell’economia una materia astrusa. A scandire il ritmo del Dizionario è Kako, il simpatico personaggio creato da Flora Graiff, il bimbo più impertinente del fumetto italiano. Suoi compagni di avventure sono un’amica peperina, Milla, e un inseparabile cagnetto, Dado. Cosa fanno i nostri piccoli eroi? Dai discorsi dei grandi “rubano” i tormentoni della crisi e poi li “riciclano” nei loro giochi punteggiati da capriole lessicali, battute corrosive e trovate stralunate. Nello stravolgere i “paroloni” dell’economia, il frullatore ludico mette a nudo il reticolo di inconcludenze, contraddizioni, ipocrisie e demagogie su cui, talvolta, sembra reggersi il mondo degli adulti. Con Kako & c. alla fine si sorride, ma il sorriso ha un retrogusto amaro.
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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi
A come Assunzione
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osto che l’assunzione è l’atto che corona l’iter di chi cerca un impiego, qual è il primo passo che deve compiere? Naturalmente la presentazione della domanda con allegato il curriculum vitae, il documento che è alla base di tutto. Ricerche specifiche hanno accertato che il selezionatore dedica mediamente all’esame di un curriculum appena 30 secondi, un tempo che corrisponde alla lettura di sette righe e mezza. Tradotto in concreto: una scorsa veloce a tutto e uno sguardo attento solo a una, due voci. È perciò di fondamentale importanza per il candidato riuscire ad attirare l’attenzione del selezionatore sugli elementi che possano interessarlo davvero. Ma come? Soprattutto redigendo il curriculum in modo da evidenziare i propri punti di forza. In questa prospettiva, il candidato dovrà valutare se sia più conveniente elencare le singole voci (percorso scolastico, esperienze formative e lavorative, referenze, ecc.) in ordine di importanza anziché in sequenza cronologica. Una cura particolare dovrà poi essere riservata alla formattazione: nell’era delle immagini, infatti, l’appetibilità grafica può fare la differenza tra i curricula in lizza. Ancora un’annotazione. Tra quanti si sono esercitati a dare consigli su come scrivere e cosa includere in un curriculum, figura anche una poetessa, la polacca Wisława Szymborska, premio Nobel nel 1996. I suoi suggerimenti, connotati da una sublime ironia, meritano di essere meditati: “Cambiare paesaggi in indirizzi / e malcerti ricordi in date fisse. // Di tutti gli amori basta quello coniugale, / e dei bambini solo quelli nati. // Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu. / I viaggi solo se all’estero. // Scrivi come se non parlassi mai con te stesso / e ti evitassi. // Sorvola su cani, gatti e uccelli / cianfrusaglie del passato, amici e sogni.”
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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli
DALL’ARGENTINA AGLI STATI UNITI... DEL TRENTINO
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volte basta un particolare - un piccolo, apparentemente insignificante particolare -, per restituirci una storia di ben diverse dimensioni. Succede anche in questo caso: da uno splendido libro fotografico tedesco dedicato alla passione del calcio a Buenos Aires - non a caso definita “die Welthauptstadt des Fussballs”, la capitale mondiale del calcio - spunta l’immagine delle targhe incollate al muro, piastrelle sul cemento, all’interno dello stadio del Club Atletico Colegiales, una delle sessanta squadre della capitale argentina. Sta di fatto che l’occhio cade sulla formella dedicata ad uno dei sostenitori della compagine: Claudio Tamanini. Azzardiamo, certi di non sbagliare. Figlio di emigrati trentini in Argentina. L’occasione di ripescare altri immagini: quelle di due emigrati della val di Non, l’uno a Toronto, alla guida di un camion e l’altro in un allevamento di galline, negli Stati Uniti. In questo caso immagini dell’emigrazione degli anni Sessanta del secolo scorso, quando l’ondata di chi lascia il Trentino in cerca di lavoro e fortuna si sta esaurendo. L’occasione per ricordare, a chi si fosse distratto, cosa è stata l’emigrazione trentina. Iniziata come emigrazione di mestiere, fatta di competenze, specializzata per aree geografiche in giro per le strade di mezza Europa. Si parla dei venditori ambulanti di stampe del Tesino, dei ramai e calderai solandri, degli arrotini della Rendena, degli spazzacamini della val di Non, del Banale e del Bleggio, dei fabbricanti di seggiole di Sagron e Mis e così via. L’emigrazione trentina cambia drammaticamente a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, quando la grande crisi europea, la debolezza dell’economia locale, il dilagare delle malattie della vite e del baco da seta e alcune catastrofi naturali spingono molti
ad emigrare, anche verso destinazioni extraeuropee. Basti un dato: tra il 1870 e il 1888 partono verso il continente americano quasi 24 mila trentini, mille muoiono, duemila sono rimpatriati. Santa Catarina, Rio Grande do Sul, Paranà, São Paulo, Minas Gerais, Espirito Santo, Nova Trent, Santa Maria do Novo Tyrol sono i luoghi del Brasile dove approdano altri 25 mila trentini. Flussi minori verso Argentina (magari i Tamanini che poi contribuiscono a realizzare lo stadio del Club Atletico Colegiales) e Uruguay, mentre è notevole, l’emigrazione verso l’America settentrionale, dove negli anni Venti del secolo scorso erano presenti circa 40 mila trentini che avevano trovato lavoro nel settore minerario e in quello industriale, soprattutto in Pennsylvania, Colorado, Wyoming, Massachusetts. Gli Stati Uniti del Trentino...
La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.
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LAVORO Chi non lavora non fa l’amore cantava Adriano Celentano, ma oggi sono ben altre le preoccupazioni degli italiani. Tanti i proverbi trentini e molto curiosa l’origine della parola Il concerto del primo maggio: Chi non lavora non fa l’amore cantava Adriano Celentano, e tornava a casa a mani vuote da una moglie arrabbiata, perché il marito aveva passato due giornate a scioperare. Il mese di maggio tradizionalmente si apre in musica con il concerto per la festa dei lavoratori. A Roma per l’occasione dal 1990 si suona tutti gli anni nella Piazza di porta San Giovanni. L’istituzione della festa dei lavoratori il primo giorno di maggio è legata al ricordo di una manifestazione operaia del 1886 a Chicago che fu violentemente repressa. Quattro anni dopo a Parigi il Congresso della Seconda Internazionale decise di organizzare una grande manifestazione che avesse luogo contemporaneamente in molte città per far sentire la richiesta di diritti dei lavoratori, come la riduzione dell’orario di lavoro da portare alle otto ore giornaliere. Poiché la scelta della data cadde sul primo giorno di maggio da quel momento se ne celebra ogni anno la ricorrenza. politica. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” recita l’articolo 1 della Costituzione italiana, che venne approvato nella sua interezza il 22 marzo 1947, dando finalmente un’identità alla nascente Repubblica. Una curiosità: il primo a voler inserire un riferimento al lavoro nel articolo in testa alla Costituzione fu Aldo Moro.
Proverbi: Il popolo trentino, dalla radicata tradizione contadina, vanta tra le caratteristiche della sua componente identitaria anche la “laboriosità”, che viene valorizzata anche da numerosi proverbi “a tema”. Ne riportiamo qualcuno: I diss quei da gardun che se fa pù en do che en’un!, ovvero: “si lavora meglio in due”. Quando el sol el tramonta, i aseni i se emponta, ovvero “Quando il sole tramonta, i fannulloni cominciano a lavorare”. Chi laora pian, laora ancoi e laora doman, ovvero: “Chi lavora lentamente, lavorerà oggi e domani”. Chi no fa no fala, ovvero: “Chi non fa nulla non sbaglia”. La casa col fogolar e la dòna che sapia filàr, ovvero: “Un uomo necessita di una casa accogliente e una donna che sappia lavorare”. L’etimo. Vocabolario : lavòro, deriva dal latino labor, oris che significa fatica. Da qui si originano tutti i derivati delle lingue romanze: labors in provenzale, labeur in francese, labor in portoghese e per l’appunto lavoro in italiano. Dalla letteratura antica derivano invece i modi di dire “durar fatica” e “operar faticando”. In alcuni dialetti italiani, specialmente al Sud, si usano ancora infatti le espressioni “faticare”, andare a faticare”, al posto di lavorare a andare a lavorare. La parola lavoro si usa anche per indicare un’opera di mano o d’ingegno umano, il prodotto che risulta dall’azione concreta del far fatica. Una parola di origine dialettale che viene utilizzata come sinonimo è poi il termine travaglio, derivante dal francese travailler, che si sente ancora in qualche parlata siciliana ad esempio, travagghiari, e piemontese: travajè.
Film. Il lavoro è anche un tema che si è sempre prestato ad essere modellato dalla creatività dei registi. Indimenticabile il primo film sonoro (ma non ancora parlato) di Charlie Chaplin del 1936 “Tempi moderni”, una satira della condizione degli operai in fabbrica, alienati dai ritmi di lavoro frenetici e ripetitivi. L’immagine più emblematica è quella di Charlot incastrato tra gli ingranaggi di una macchina Negli Stati Uniti quando il film uscì, Chaplin venne infatti accusato di fare propaganda comunista. Venendo in Italia per citare qualche altro film sul lavoro troviamo: Il posto di Ermanno Olmi del 1961, e tra i più recenti La febbre di Alessandro D’Alatri (2005), La ricerca di felicità di Gabriele Muccino (2oo6), Tutta la vita davanti di Paolo Virzì (2008).
ARTE.“La fiumana”, nota opera di Giuseppe Pellizza da Volpeda, è un olio su tela ora esposto alla Pinacoteca di Brera. Dipinto a cavallo tra due secoli, nel 1898, seguendo la tecnica del divisionismo, l’opera è divenuta un emblema della lotta sociale dei lavoratori. Il quadro ritrae una “fiumana” di persone in un paese di campagna durante uno sciopero. Esiste anche una versione successiva del dipinto risalente al 1901 e intitolata “il Quarto stato” che si trova al Museo del Novecento sempre a Milano. Ecco le parole che usò lo stesso autore per descrivere la propria opera “Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d’una giornata d’estate, due contadini s’avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall’ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune...”. 123
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