FOTO: LUCA MICH
ANNO XXV N. 309
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NOVEMBRE 2017 9 771724 550805
ISSN 1724-5508
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appuntamenti, incontri e attualità trentina
SEBASTIANO SERAFINI DALLA MODA ALLA MUSICA, CON IL SAPORE D’ORIENTE
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ROSARIO SALA “VAGAMONDO” IN SELLA ALLA SUA MOTO BENEFICA MICHELA PEDRON COME TI DIPINGO IL SUPEREROE
PIETRALBA IL NUOVO LIBRO DI FIORENZO DEGASPERI RACCONTA IL SANTUARIO
DANZANDO CON LA STORIA I BALLI IN COSTUME DEL GRUPPO NONSOLOTEATRO
UN CAFFÈ A CASA DI...
LORENZO DELLADIO: CON LA MONTAGNA AI VOSTRI PIEDI DALL’IDILLIO ALLA LOTTA GLI ANNI DI RENATO CURCIO IN TRENTINO
L’OASI DI VALTRIGONA E GLI ALTRI PROGETTI DEL WWF IN VALSUGANA...
LA SOLIDARIETÀ TRADITA LA VERITÀ SUGLI AIUTI TRENTINI IN CALABRIA NEL 1905
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RING di Pino Loperfido
perfidie
CASO WEINSTEIN: “GRAZIE” A TUTTE QUELLE CHE – A TEMPO DEBITO – HANNO DETTO DI NO
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nsomma, adesso grazie al caso di Harvey Weinstein – il celebre produttore americano finito sotto accusa per aver molestato decine di donne famose in un arco di circa 30 anni – almeno una cosa l’abbiamo capita. Che se sei un’aspirante modellaattrice-cantante e il tuo produttore o possibile pigmalione-aggancio-tramite per arrivare nell’empireo della celebrità ti invita nottetempo nella sua camera d’albergo, dove ti aspetta in accappatoio, con lo champagne e gli ormoni tutti sull’attenti, se davvero ci vai in questa camera, se hai il fegato e l’inconscienza di farlo, puoi essere sicura che il pigmalione là non ti sta aspettando certo per discutere di politica estera. Pertanto prima di venire obnubilata e confusa dalle circostanze – adesso lo sai, sègnatelo – lassù non ci devi andare per nessuna ragione al mondo. Punto. Ma non si voglia qui fare facili ironie sul dolore e sulle sofferenze altrui. Possiamo, seppure a fatica, accettare la circostanza che una moltitudine di attrici e modelle di successo siano state costrette ad offendere la propria dignità, rimanendo scioccate al punto da “ricordarsi” di denunciare i fatti a decenni di distanza. Va bene, può succedere. Possiamo altresì accettare il fatto che molte di queste signore, prima di rimembrare le note brutalità, nel corso degli anni – mentre per una strana coincidenza facevano carriera, aumentando a dismisura le proprie quotazioni professionali – abbiano avuto modo in più occasioni di elogiare e arruffianarsi l’elegante megamanager di turno. Ok, ci può stare. Càpitano tante cose assurde nel mondo… Possiamo in definitiva accettare praticamente tutto. Solo una cosa proprio non ci va giù. Che nel tourbillon mediatico scatenato da questa vicenda nessuno, uomo e tanto meno donna, abbia trovato il tempo e la voglia di spendere una parola che sia una, manco una riga, per le “altre”. Già, proprio loro: quelle che hanno detto “no”. Tutte le ragazzine e signore che, invitate a salire al settantesimo piano del Plaza o dell’Hilton, spinte tra le braccia di una specie di orco arrapato, contravvenendo alle leggi non scritte di un certo show business, hanno risposto “E che sono scema?!”; o che davanti alla proposta indecente hanno avuto la temerarietà di sbraitare: “Vallo a dire a tua sorella, maiale che non sei altro!” e prendendo il proprio bagaglio hanno 8
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RING imboccato fieramente la strada di casa. Le donne coraggiose, queste sì, veramente coraggiose – e devono essercene state molte –, i cui nomi non sono più comparsi su nessun titolo di coda di nessun film; il cui volto resterà sconosciuto a tutte le riviste patinate e a tutti i siti web del mondo. Donne che magari oggi sono importanti solo per il proprio marito e per i propri figli, non hanno un ufficio stampa e nemmeno un profilo instagram; donne che oggi nella propria famiglia godono di un affetto immenso a confronto del quale quello tributato dal pubblico mondiale ad una venerata attrice di Hollywood è niente, una carezza fatta di adulazione leggera come una brezza di primavera. Costoro meritano tutto il nostro orgoglio di uominiche-amano-le-donne perché sono il simbolo di una dignità granitica oltre che atavica, queste sconosciute donne dovrebbero essere il vero vessillo di qualsiasi pretesa femminista, di qualsiasi celebrazione dell’orgoglio del gentil sesso, illustrissima Presidente Boldrini, di ogni slogan delle pari opportunità. Queste signore che anziché recitare con Brad Pitt o con Tom Cruise o con un Belloccio Fighettoni qualsiasi sono finite a fare le casalinghe o le impiegate in un anonimo paesino del Maine o della Brianza, oppure – meglio – hanno fatto carriera, sì, ma in altri settori; nel commercio, nell’informatica, nella ricerca universitaria senza aver “dovuto usufruire” di nessun aiutino, con le sole proprie fottute forze, spaccandosi gli occhi in lunghe ore di studio, senza essere costrette ad inginocchiarsi – né in senso lato né tanto meno in senso stretto – davanti a nessun famigerato signor acca-doppio-vù. A loro va il nostro sentito “grazie”. Grazie da parte degli uomini che non le costringerebbero mai a salire in nessuna camera d’albergo e che non si sognerebbero mai di aspettarle in accappatoio. Grazie di esserci e di nobilitare giorno dopo giorno la metà gentile, fragile e fortissima, di questo stanco e corrotto genere umano.
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trentinocommenti
RING di Stefano Margheri
caninamente NON LO RICONOSCO PIÙ: IL MIO CANE SI È TRASFORMATO IN UN “ALIENO”!
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er chi svolge la professione di istruttore, una simile frase è assai frequente. Il proprietario, dopo aver vissuto insieme al fedele amico i primi mesi di “pacifica” convivenza, si trova di fronte a cambiamenti a dir poco imprevedibili e non soltanto per i mutamenti di aspetto. Raggiunto lo sviluppo sessuale, nella femmina con il primo calore e nel maschio urinando con la zampa sollevata, ogni cane si trova a passare dal “periodo infantile” al cosiddetto “periodo pubertario”, considerato a tutti gli effetti un secondo “periodo critico”. Durante il primo, quello infantile, la criticità sta infatti nel far conoscere al cucciolo il mondo nel quale si troverà a vivere, animato o inanimato che sia, oltre a dover introdurre le buone abitudini che faranno parte di una corretta gestione. Giunti alla pubertà, invece, saranno altri gli aspetti da considerare, dovendo innanzitutto considerare il nostro amico come un “giovane ribelle”. In primo luogo, egli inizierà a ritenere lo spazio in cui vive come un qualcosa da controllare e proteggere, individuando i visitatori come possibili intrusi di cui diffidare. Questo processo spontaneo prende il nome di territorialità, pensando il cane che tutto ciò che lo circonda, ivi compresi i famigliari, siano “risorse” da difendere in caso di necessità. Ugualmente, la suddetta “ribellione” porterà il nostro amico a porre in discussione l’autorevolezza del proprietario, non accettando più come prima le richieste di quest’ultimo. Se fino a qualche giorno addietro diveniva normale rispondere ad un richiamo, eseguire senza esitazione il seduto, o smettere all’istante di interessarsi a un altro cane, con l’avvento del nuovo periodo tutto diverrà più complicato. In altre parole, ogni cane incomincerà a riflettere sulla effettiva posizione di “leader” dei famigliari, quasi provasse piacere ad instaurare una sorta di sfida da proporre ad ogni buona occasione. Quest’altro fenomeno verrà chiamato gerarchizzazione e si riferisce, appunto, al dover comprendere in quale posizione collocarsi all’interno del gruppo sociale di adozione. Un terzo aspetto, e forse il più eclatante, si riferirà al rapporto con il mondo esterno; se, infatti, nei primi mesi di vita il nostro cucciolo avrà mostrato una estrema disponibilità a conoscere chicchessia, si 10
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RING trattasse di persone o di altri cani, la pubertà porterà le prime “antipatie” inaspettate. Potrà, addirittura, accadere che i compagni di gioco di sempre non siano più così graditi, emergendo momenti di tensione o di vero e proprio conflitto fisico. A maggior ragione, se l’interazione avverrà tra soggetti dello stesso sesso, e persino di più se il genere sarà maschile. Con le persone, poi, verrà meno il desiderio di essere accarezzato da chiunque, incominciando il nostro amico a distinguere tra amici e soggetti sconosciuti. In alcuni casi, egli potrà decidere di impiegare la voce, quasi a dire che mantenere una certa distanza potrà risultare la scelta più efficace. Tutto ciò verrà identificato come desocializzazione. L’ultima novità riguarderà il cosiddetto distacco, iniziando il cane ad assumere una maggiore indipendenza ed autonomia rispetto al proprietario, dimostrandosi estremamente interessato ai nuovi ambienti ed alle emanazioni olfattive che andrà a percepire. Ebbene, quest’insieme di sorprese non sarà da intendersi come un cambiamento “patologico”, quanto piuttosto un naturale passaggio temporale, causato da variazioni interne di natura biochimica, chimico – cerebrale ed ormonale. Ciascun proprietario, quindi, dovrà mantenere le abitudini di sempre, rendendo partecipe il fedele amico alle visite casalinghe di estranei e, allo stesso modo, esigendo da lui un corretto comportamento di accoglienza. Le regole di gestione, già introdotte nell’età infantile, verranno applicate con estremo rigore, rimanendo ogni membro della famiglia il referente da ascoltare e rispettare. Ancora, si potranno evitare incontri spiacevoli con gli altri cani, magari limitando i momenti di gioco a ritrovi con soggetti di sesso opposto e di taglia simile; con le persone, invece, si attenderà che sia il cane stesso a proporsi nella conoscenza, omettendo le interazioni fatte di impropria “invasione” corporale. Infine, la nuova autonomia sarà acconsentita con il giusto monitoraggio, scongiurando pericolose fughe verso chissà quale stimolo di interesse. Si dovrà, in altre parole, trovare un adeguato equilibrio tra controllo e concessione, ben sapendo che un’eccessiva restrizione, quanto una sconsiderata autorizzazione, potranno condurre a successivi problemi di relazione. Non ci si dovrà, poi, stupire se la capacità di concentrazione del nostro amico sarà alquanto ridotta, quasi si trattasse di uno studente talvolta svogliato o poco attento. Infatti, quando la tempesta “ormonale” si sarà regolarizzata, lui tornerà a presentare il giusto equilibrio tanto apprezzato in precedenza, sebbene in un’età ancora differente che sarà intesa come “maturità sociale”. Sarà diventato, ad ogni effetto, un soggetto adulto. E tutto l’impegno profuso in precedenza darà senza alcun dubbio i suoi frutti! lamiaelle@gmail.com
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trentinocommenti
RING di Tiziana Tomasini
di Silvia Tarter
a mali estremi
verde ostinato
I MAGHI DELLA STOFFA, TRA I MEANDRI DEL CENTRO STORICO
QUANDO TIRA UNA BRUTTA ARIA... NON BASTA CHIUDERSI IN CASA
hissà quante volte ci saremo incontrati ed incrociati lì, senza saperlo. Noi e voi, con una borsa o un sacchettino in mano. Io in effetti è da anni che ci vado. Lego la bicicletta sempre nello stesso punto e percorro quei gradini che portano verso il basso, in quella parte di città antica, caratterizzata da strutture a volta e muri spessi. La luce giallastra della bottega è quasi sempre accesa; non penso di aver mai trovato chiuso. Lavorano sempre, in tutte le stagioni, senza pause né ferie. Ogni tanto qualcuno parte, ma viene prontamente sostituito da un parente o da un fidato collaboratore. L’attività non si arresta mai. Ancor prima di varcare la soglia, si viene accolti dal rumore delle macchine che vanno a pieno ritmo. E ci credo, con la mole di lavoro che si ritrovano a dover sbrigare. Infatti il laboratorio è sempre pieno, di materiale e di gente. Impossibile non guardarsi intorno: le postazioni sono colme di tanti articoli sovrapposti in ordine di esecuzione, che attendono le loro mani esperte. In questa bottega ho incontrato medici, avvocati, signore in gran tiro. Il fatto è che loro lavorano bene, non c’è niente da fare. E quando tu tiri fuori dalla tua borsa o dal tuo sacchettino il contenuto, non è che ti liquidino con due parole. Prima ti chiedono che tipo di intervento vuoi fare; poi sfoderano gli strumenti del mestiere e valutano attentamente l’esecuzione del lavoro, che ti sintetizzano passo passo, in modo che tutto ti sia chiaro. Una volta dato l’ok, si stabilisce il giorno del ritiro della merce. Loro puntano con uno spillo un fogliettino su cui scribacchiano qualcosa e ti rilasciano la matrice come promemoria. Meglio se il pagamento è anticipato. Questi i dati tecnici. Ma quello che distingue la sartoria “Sultan Tipu” dalle altre – che stanno proliferando in città, l’avete notato? Sarà la crisi… – è determinato da due precisi fattori. Primo. Sono maghi della stoffa in un’epoca in cui pochi sono ormai in grado di eseguire autonomamente una riparazione sartoriale; e chi la insegna più? Una volta si imparava sui banchi di scuola o si tramandava da nonna/mamma a figlia/nipote. Impensabile oggi inserire “taglio e cucito” nei corposi curricola scolastici… e poi chi ha tempo da dedicare a quest’arte di pazienza nei ritmi vorticosi delle giornate? Secondo. Sono maestri di gentilezza. Ogni cliente è speciale e viene salutato con estrema gentilezza, come è lo stile del Bangladesh, il loro paese d’origine. Anche se dietro c’è la fila, non mancano mai di chiedere “come va?” “come stai oggi signora?” e scambiare qualche considerazione sul tempo, sul lavoro, sui figli. Figli che continuano a rompere i pantaloni sempre nello stesso punto, sulle ginocchia. E allora sacchettino e via, in sartoria. Da “Sultan Tipu”.
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on aprite quella porta... e quella finestra, aggiungerei. Qualcosa di simile è stato l’invito del comune di Torino ai suoi cittadini, dopo ripetuti giorni dove in città si è superata di oltre il doppio la soglia di concentrazione di PM 10, il cui minimo consentito è di 50 microgrammi al mc. Il suggerimento per chi vive in città dunque, per far fronte a questa “emergenza inquinamento” (ma se lo sforamento è diventato tanto frequente, – nel 2016 1 capoluogo italiano su 3 ha superato la soglia consentita per legge di 35 giorni – si può ancora parlare di emergenza, come qualcosa di temporaneo?) è tenere chiuse porte e finestre, non uscire a fare attività fisica nelle ore di punta, oltre al ricorso alle limitazioni del traffico delle auto private. Di fronte a questi provvedimenti, sorprende ogni volta l’atteggiamento da “presi alla sprovvista” che si manifesta e porta ad elaborare soluzioni, più o meno efficaci, per tamponare una situazione che presto o tardi tornerà. I blocchi possono aiutare, certo, ma ciò che manca rispetto a queste misure palliative è una presa d’atto seria che il nostro clima sta cambiando e occorrono misure lungimiranti da progettare subito, senza tergiversare e aspettare, come si aspetta la prossima pioggia per tirare un sospiro di sollievo, dimenticare tutto e ricominciare. Una situazione come questa, tra l’altro, rasenta l’assurdo. Non è assurdo doversi chiudere in casa propria, con porte e finestre chiuse? Questa è proprio la metafora della nostra condizione, l’avvio verso un lento, neanche troppo forse, suicidio, per il quale stiamo preparando la nostra tomba. Ormai si sa, l’inquinamento uccide più della guerra. Nella sola Italia si contano oltre 80.000 morti premature all’anno; più di 500.000 in tutta Europa. Morti, che oltretutto hanno un costo: secondo la Commissione Europea infatti gli impatti dell’inquinamento sulla salute pesano dal 2 al 6% del PIL. Non ci sono speranze dunque? Fortunatamente, alcuni segnali positivi nelle città si vedono, come l’installazione di colonnine per la mobilità elettrica, gli incentivi fiscali all’acquisto dell’auto elettrica, il car sharing, il bike sharing (quando i vandali non lo danneggiano), le case passive, i sistemi di riscaldamento e isolamento efficienti... con l’aiuto della tecnologia poi le alternative non mancano. Certo, nessuno di noi può fare tutto e attivarsi su ogni fronte, anche per motivi economici, per impattare meno sull’ambiente, ma occorre fare comunque qualcosa. In primis, è importante convincersi – anche se è pressoché impossibile ignorarlo perché ogni giorno se ne sente parlare fino alla nausea – che è necessario agire, per poter continuare a respirare a casa nostra, nella nostra città, e su questo pianeta.
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RING di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi “TRANSDOLOMITES” E TRENINI DI MONTAGNA: IL TRENTINO SE NE STA ALLA FINESTRA
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osì ilare, d’una ilarità vaga e piena di stordimento, s’era presentato all’ufficio. E, tutto il giorno, non aveva combinato niente. La sera, il capoufficio, entrando nella stanza di lui, esaminati i registri, le carte: - E come mai? Che hai combinato tutt’oggi? Belluca lo aveva guardato sorridente, quasi con un’aria d’impudenza, aprendo le mani. - Che significa? – aveva allora esclamato il capoufficio, accostandoglisi e prendendolo per una spalla e scrollandolo. – Ohè, Belluca! - Niente, - aveva risposto Belluca, sempre con quel sorriso tra d’impudenza e d’imbecillità su le labbra. – Il treno, signor Cavaliere. - Il treno? Che treno? - Ha fischiato. - Ma che diavolo dici? - Stanotte, signor Cavaliere. Ha fischiato. L’ho sentito fischiare…. - Il treno? - Sissignore. E se sapesse dove sono arrivato! In Siberia …oppure oppure …nelle foreste del Congo …Si fa in un attimo, signor Cavaliere!” Il treno, simbolo di libertà, di viaggio, di evasione. In questa splendida novella di Luigi Pirandello la follia si manifesta improvvisa nella vita monotona e grigia di un impiegato che comprende, in un momento di lucidità, la falsità della società che lo circonda. Il treno era caro ai futuristi, simbolo del progresso, del dinamismo, della capacità dell’uomo di accorciare le distanze. Il treno che fa sognare verrà ripreso pure da George Simenon, nel 1961 con “L’uomo che guardava passare i treni”, per raccontare l’evasione dalla triste quotidianità. Il treno, oggi, potrebbe essere lo strumento che può salvarci dalle chilometriche code sulle strade e autostrade. Per andare a sciare in auto a Canazei, per chi proviene da fuori regione – mettiamo da Verona – ci si possono impiegare, di domenica, anche 4 ore all’andata e 4-5 ore al ritorno. 8-9 ore di auto, in colonna, avanzando lentamente come tutti i serpenti, per sciare e divertirsi sì e no 5 o 6 ore (senza contare le code agli impianti). La soluzione di questo caos ricorrente ci sarebbe, proposta già da anni da un gruppo presieduto da Massimo Girardi: in treno da Trento a Penia lungo la val di Cembra, la val di Fiemme e la val di Fassa. Ovvero la Transdolomites. Però la politica nicchia, tentenna, vacilla. Da anni. Tanto che, probabilmente stufo, Massimo Girardi 14
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RING lancerà, per il 2018, una consultazione popolare, mettendo la palla nelle mani dei cittadini “che saranno chiamati in prima battuta a decidere per avere a disposizione il primo vero progetto per la loro storica ferrovia e per decidere loro stessi del proprio futuro”. Quale contorta strada conduce la politica a rifiutare quello che ogni mente lucida farebbe per evitare il collasso del traffico? Intanto i nostri cugini al nord volano sempre di più, anticipando i tempi, investendo oggi per assicurarsi un futuro migliore e soprattutto introiti economici di non poco conto. È infatti di pochi giorni fa l’annuncio, durante un convegno tenutosi a Sondrio – “La mobilità per il futuro della provincia di Sondrio” –, di un accordo tra la Valtellina e la val Venosta per un tunnel ferroviario sotto lo Stelvio. Non solo collegherà le due valli, con tutto quello che vuol dire in termini di scambio turistico, economico, culturale, ecc., ma permetterà al Sudtirolo di accedere, attraverso il Bernina, alla Svizzera, alle sue piste da sci, alle sue valli incantate, al suo turismo. Come dire: la mattina scio sulle immacolate piste di St. Moritz e il pomeriggio mi diverto a fare il selvaggio e l’avventuroso sugli impianti dell’alta val Venosta. E il Trentino? Ovviamente sta alla finestra. Più di centocinquanta anni fa l’impero austroungarico, con la sua capillare rete ferroviaria, aveva avuto già uno sguardo che si perdeva nel futuribile, sebbene la motivazione fosse quasi prettamente militare, con qualche incursione nell’amore come per la tratta Rovereto-Arco: si andava dalla val Gardena al lago di Garda, da Ora a Predazzo, da Bolzano a Caldaro (poi c’erano le cremagliere e le funivie), da Trento a Bassano, tranquillamente seduti in carrozza, leggendo un giornale, fumando (allora si poteva) un buon sigaro, sorseggiando un ottimo bicchiere di vino regionale. È vero, l’assessore alle infrastrutture Mauro Gilmozzi ha intensificato le corse dei mezzi pubblici nelle valli: accogliamo con estremo favore questo passo che ci permette di far turismo di valle in valle senza toccare l’auto e, soprattutto, non avendo più paura di perdere l’unica corriera che ci riporta a valle. Però gli stessi mezzi pubblici su ruota sono condannati inevitabilmente alla coda. A noi, quel treno che fischia, fa veramente sognare tante cose, in primis un Trentino di qualità.
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RING
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RING di Denise Fasanelli
di Fabio Peterlongo
lost in glocal ED È SUBITO INVERNO: STAGIONE DELLE FINESTRE CHIUSE
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primi freddi, nonostante la malinconia di un’estate ufficialmente lontana, si sopportano ancora qua a nord, nonostante l’odore pungente di foglie cadute, uva marcia dolciastra e umidità. I primi freddi segnano una svolta verso un ambiente diverso che ci accompagnerà a lungo. Un ritorno, dopo le allegre e spensierate uscite estive, alla dimensione delle finestre chiuse dietro alle quali tendiamo a raggomitolarci in noi stessi, il ritorno ad un tempo scandito dai ritmi di casa. Sono giornate sempre più brevi, da bere tutto d’un fiato prima del buio. Dopo giorni coloratissimi di un autunno benevolo per i suoi frutti, giorni imbiancati e risvegli sotto cieli tersi di un freddo pungente in cui la natura crea opere d’arte cristalline, dei fiori di gelo suggestivi, strutture di gioielli brillanti che invadono prati e strade. Granellini di ghiaccio bianchi più piccoli di un chicco di riso che si formano sulle finestre delle case con i riscaldamenti o le stufe accese e che osserviamo al risveglio, mentre il sole tarda a passare attraverso gli infissi. Giornate in cui bisogna svegliarsi un po’ prima per sbrinare faticosamente il parabrezza ed evitare spiacevoli ritardi, in cui le automobili slittano su strade ghiacciate, le cime vengono imbiancate, l’aria si fa pulita, i rumori si attutiscono, i vetri si appannano, per la gioia delle molte dita che non sanno resistere e devono disegnare qualcosa. I balconi e davanzali colorati dagli ultimi ciclamini in fiore, mentre negli orti cavoli, radicchio e verze resistono fieri e generosi. Giornate in cui le persone indossano berretti, sciarpe e guanti per non congelarsi, mentre i bambini aspettano trepidanti la prima caduta di neve per dar vita ai loro pupazzi o alle battaglie di palle di neve. Giornate da salutare sfregandosi le mani sotto le alitate amorevoli di madri che ci intiepidiscono. Mani infilate fra il torace e le braccia di innamorati infreddoliti. Atmosfere di labbra che ridono vicino a tazze fumanti di tè o brulè, sotto nasi arrossati in stanze dove le stufe profumano l’ambiente e lo scoppiettio della legna che arde fa compagnia. Comportamenti fuori dal tempo, distanze che si accorciano per scacciare il freddo. Giorni in cui si fa ritorno a gesti semplici, austeri. Risvegli in cui soltanto baci, carezze e cure affettuose scaldano l’atmosfera rendendo meno difficile uscire da sotto i piumoni o le trapunte per affrontare la routine delle giornate che si fanno sempre più grigie, mentre scodelle calde da accogliere a due mani ci riportano un po’ di buonumore e i vestiti messi a scaldare accanto ai termosifoni sono uno dei gesti d’amore più grande, un materno prendersi cura dell’altro.
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blues di provincia TRÈNTO CONTRO TRÉNTO L’ORGOGLIO DI NON DIRSI “LOCAL”
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ro uno dei pochi trentini iscritti all’Università di Trento. I compagni di studi, forestieri per la quasi totalità, ne restavano stupiti: «Ma davvero sei di Trénto?». Pronunciavano la “e” di “Trento” chiusa, sbarrata, direi ermeticamente sigillata, un suono vocalico emesso mal volentieri da due arcate dentali che non si separavano. Io precisavo: «Sì, esatto, sono di Trènto Cèntro...» (Pronunciavo quelle “e” più aperte che potevo, a costo di slogarmi la mandibola.) «...Vedi il lampione su cui stai pisciando le sedici birre scolate perché “a Trento ci si annoia”? Ecco, io ci legavo la bicicletta da bambino. Prima di zampettare felice tutt’intorno, proprio là dove il tuo amico sta dando di stomaco.». Il fatto che esistesse una popolazione giovanile autoctona quasi sconvolgeva i fuorisede. All’inizio non si percepiva una reale differenza culturale, eravamo tutti giovani e basta. Poi la “e” di “Trénto” iniziava a stringersi come presa da una tenaglia. Il solo fatto di essere trentino ti rendeva ai loro occhi una creatura strana, da indagare, per alcuni, da sfottere, per altri. Pensosi, sembravano dirsi tra sé e sé: «Dunque ci sono forme di vita anche qui, non solo Feste della birra». Fortuna che il mio italiano era talvolta migliore del loro e allora potevo fregarli sui verbi. Alcuni di noi sviluppavano il “senso di colpa” del trentino, autentica piaga sociale, perché più provinciale del provinciale: di fronte a tanto cosmopolitismo, si arrabbattavano per sfoggiare una cultura quanto più chic possibile e che mettesse in ombra la loro provenienza aldenera o gardolotta. Questo sfoggio di compìta eleganza spesso s’avvaleva della lettura compulsiva di “Internazionale”, tenuto sobriamente sotto il braccio, in modo che, nascosto, si vedesse. E poi, sciarpette di seta, calici di vino inutilmente pregiato, barbe lunghe e sproporzionatamente curate, come non ci fosse un domani: andare ai ritrovi universitari a Trento era come fare un salto a Capalbio. Ma credo che a Capalbio, la celebre spiaggia frequentata dall’aristocrazia di sinistra, oramai si dicano: «Rilassati, sciogliti un po’, non sei mica in un bar del centro di Trento». È frequentando queste persone che ho avuto l’occasione di sentir pronunciata, da un conterraneo interrogato sulla sua provenienza, l’eufemismo etnico più agghiacciante: «Sono un local». Ma dai, pensavo fossi di Cognola. Il fatto poi che il brioso fuorisede in vena di beffeggiare gli autoctoni non sia tanto un newyorkese, un londinese, un berlinese, quanto piuttosto un cervello in fuga da un qualche villaggio sperduto nel Bellunese dove non splende mai il sole, rendeva la cosa ancor più straniante. E quella “e” sempre più stretta, diventava una specie di buco nero sonoro. “Ma allora sei di Tr(vortice-oscuro-inascoltabil)énto?”.
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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto in-forma DORMIR COME EN GHIR (O NA GHIRA)
È
un animaletto simile allo scoiattolo, ma grigio, lungo una ventina di centimetri, con una coda che ne raddoppia la lunghezza, con l’occhio circondato da occhiaie, tipico degli animali notturni. Il dismorfismo sessuale, ovvero la differenza tra femmina e maschio, è poco evidente, tranne che normalmente il maschio è più grosso. E chi è? Si nutre di vegetali, insetti, nidiacei, uova di uccelli e vive circa nove anni; ama vivere anche presso le abitazioni umane prendendo possesso di soffitte abbandonate e di intercapedini sotto i tetti, arrivandovi con arrampicate sui rami o lungo i fili del telefono; dorme di giorno e va a spasso di notte, tenendoti sveglio coi suoi spostamenti nei nidi sotto i tetti se hai il suono leggero. Sì, ma chi è? Non immagazzina granaglie come fa lo scoiattolo, ma accumula grasso, per cui all’inizio dell’inverno lo vedi bello cicciotto; ce ne sono anche due versioni più ridotte, il quercino (che evidentemente ama vivere sulle querce) e il driomio, con mascherine nere che vanno dagli occhi alle orecchie, un look da classici ladruncoli… Ma insomma, chi è? E vabbè – se ancora non l’avete capito – è il ghiro, nei dialetti trentini ghir, gir, giro, ghira, gril, grila, glir, zir, ziro, gia, gira… “Stente parlando del ghiro ma’scio o anca dela femina?” “No: è questa la curiosità, l’unicità. Ci sono questi nomi che sembrano maschili o femminili, ma invece sono misti, vale a dire che il ghiro nei vari dialetti trentini è chiamato al maschile o al femminile.” “Ma percossa?”
“Non c’è una ragione precisa…” “Ho capì, l’è come per le piante: gh’è el peràr, el pomàr el ziresar; ma anca la brugnara, la nogara, la vigna…” “Coi nomi dialettali di questo animaletto c’è anche da divertirsi. Io, per esempio, dico ghir, gir, zir. E tu?” “Mi digo gia, gira, glir, (sì perché se dis ‘la gril’ anca se l’è en ma’scio…” “Vedi le complicazioni della vita…” “L’è vera: l’è difizil farse capir. Se mi digo: la gira la gira, lu cossa capìsselo?” “Niente di preciso: potrebbe essere anche l’inizio di una canzoncina…” “E enveze l’è en ghiro che l’è nà a farse en giro…”. “Guarda però che non lo puoi vedere se è di giorno: i ghiri di giorno stanno nascosti a dormire e si attivano la notte. Per questo solo in pochi li hanno visti, magari sopra i tetti o nei dintorni, ma solo nelle ore notturne.” ”Zerto. E se digo: ’vago a farme en giro! lu cossa capìsselo?“ “Che tu vuoi andare a spasso…”. ”E enveze no: vòi dir che vago a ciapar en ghiro per magnàrmelo, co la polenta e el tonco!“. “Fatti tuoi, ma non invitare me...”. “Ma lu èlo magari vegetarian o vegan?“ “No, ma non mi sfagiola l’idea che sia tolta la vita a una creatura così graziosa, così dolce, così buona…” “Cossì bona co la polenta!” “La storia è vecchia: da una parte i vegetariani e dall’altra i carnivori, ognuno con le sue ragioni…”. “La mé reson l’è: no son en vegetarian perché non son en cunel. Per star sani bisòn magnar en poch de tut! Diseva i nossi veci. E mi magno en poch de tut: anca i ghiri…”. “Ti mangi un ghiro e poi?“ ”’Po vago a dormir, come en ghir!” renzofrancescotti@libero.it
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trentinocommenti trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT
PIÙ DIPENDENZA CHE INDIPENDENZA!
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a Catalogna vuole l’indipendenza, e di conseguenza la crema catalana vorrà l’autonomia e, a sto punto, il pan di spagna cossa faralo? Scamperalo con na bella insalata russa? Boh! Ma pensiamo alle nostre dipendenze, che la Spagna è lontana. Siamo cellulari-dipendenti. Il cellulare ha cambiato completamente il nostro modo di vivere e di rapportarci con gli altri. Se usciamo senza averlo con noi andiamo subito nel panico e torniamo indietro a prenderlo. E pensare che fino a qualche decennio fa si era senza il telefono in casa e non si aveva nessuna ansia! Credo che pochi di noi siano immuni dalla dipendenza da telefonino e non escludo che fra qualche anno verranno create associazioni e gruppi di sostegno per guarire da questa dipendenza, per disintossicarci dall’uso del cellulare. O forse ci sono già? Alcuni, quelli che non si sono ancora adattati alla tecnologia, hanno il telefonino base, quello senza internet, quello che non è touch screen, che non ha wathsapp, quello che non fa foto o le fa di scarsa qualità. Insomma, quello che serve solo per telefonare. Che retrogradi! E pensare che loro, quelli che il telefonino lo usano solo per telefonare (ma ‘ndo vivei?), sono quelli all’apparenza più normali di tutti: camminano per strada guardando avanti, scrutano il cielo per vedere che tempo fa, guardano l’orologio al polso per vedere l’ora, e se si siedono al bar si guardano in faccia e parlano tra di loro. Che antiquati! Gli altri, quelli che si sono immersi nelle nuove tecnologie, quelli con lo smartphone, sono già di un’altra razza (non so se superiore o inferiore): sempre co sto telefonino in ma-
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no, sempre a controllare se ci sono messaggi, wathsapp, email, e poi ogni eventuale dubbio viene fugato da una immediata ricerca su google, per non parlare di foto da scattare e video da girare e inviare. Sono seduti in gruppo e ognuno “smanetta” con il cellulare, sono in contatto con gente all’altro capo del mondo e non riescono a parlare con chi hanno di fronte…. Ma così va il mondo e anch’io sono ormai in questa categoria, equamente divisa fra iphone e ipad, che ovviamente vanno anche ricaricati: e allora si gira con il caricabatterie da inserire nella presa della corrente, con quello portatile già carico e con quello da inserire nell’automobile… Praticamente fili dapertutt! Nelle nostre case abbiamo fili elettrici che vanno dappertutto: prese della luce multiple nelle quali sono inserite otto derivazioni del computer e due della stampante, per non parlare di lampade alogene, tivù, lettore DVD, play station, deodoranti per ambiente e, all’occorrenza, ferro da stiro e aspirapolvere. Oltre naturalmente ai caricabatteria dei telefoni, uno o più per ogni componente della famiglia… Che stress da ricarica! Per noi donne c’è anche lo stress da ricerca, perchè il telefonino lo spostiamo dalla borsetta, al mobile dell’entrata, alla tasca della giacca… e al momento di uscire di casa non sappiamo dove sia..... E quindi cosa facciamo? Ci telefoniamo! Dal telefono fisso al nostro cellulare... E quando lo sentiamo squillare abbiamo capito dove si trova: nella borsetta che abbiamo in mano! Vogliatevi bene
Loredana
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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Daniele Magagnin, Stefano Margheri, Francesca Mazzalai, Maurizio Panizza, Fabio Peterlongo, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Giada Vicenzi Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987
SOMMARIO NOVEMBRE 2017
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6 COMMENTI 17 IL DIALETTO INFORMA 18 DA DONNA A DONNA
Attualità 22
LORENZO DELLADIO
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SEBASTIANO SERAFINI OASI DI VALTRIGONA IN SELLA ALLA... BONTÀ DANZANDO CON LA STORIA RICORDO DI WALTER MERLER PIETRALBA: IL LIBRO AL MASETTO I GIORNI PIÙ BELLI LA SOLIDARIETÀ TRADITA CURCIO E IL TRENTINO MICHELA PEDRON SPECIALE BOLZANO SPECIALE DISTILLERIE
Panorama
78 DANGELOMELODIES 89 PRELIBATEZZE D’AUTUNNO 90 ARNO LINDSAY 92 LOCANDIERA B&B 96 TUTTO SULLA DANZA 100 P.F.M. 103 LEZIONI DI STORIA
Giorno per giorno COME ABBONARSI:
(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati TM Via Ghiaie, 15 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it
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trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu
UN CAFFÈ A CASA DI...
LORENZO DELLADIO: CON LA MONTAGNA AI VOSTRI PIEDI QUANDO SI PARLA DI SCARPE DA MONTAGNA, DAGLI USA ALL’HIMALAYA, TUTTI CONOSCONO IL MARCHIO “LA SPORTIVA”. È IL FRUTTO DI UNA STORIA FAMIGLIARE LUNGA NOVANT’ANNI E DELL’OPERA INSTANCABILE DI LORENZO DELLADIO, OGGI UNICO PROPRIETARIO DELL’AZIENDA. IMPRENDITORE DINAMICO, PILOTA DI RALLY, INNOVATORE ANIMATO DA UNA VISIONARIETÀ A VOLTE FORSE TROPPO LUNGIMIRANTE PER ESSERE RECEPITA OGGI. IL PROGETTO “PASSO ROLLE” NE È SOLO UN ESEMPIO...
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FOTO: LUCA MICH
os’hanno in comune un imprenditore e un pilota di rally? Molto più di quello che si potrebbe pensare. Sia l’uno che l’altro, ad esempio, devono dimostrare di avere grandi doti di attenzione, al motore o al bilancio, ottimi riflessi seguendo il percorso o l’andamento del mercato che sia, una grande capacità di concentrazione; e poi ancora costanza, caparbietà. Infine, devono sapersi circondare (il pilota di rally ce l’ha proprio seduto al suo fianco) di persone di cui possano fidarsi ciecamente. No, non è un errore di impaginazione, né ci siamo lanciati in un esperimento di metagiornalismo. Stiamo solo incontrando qualcuno che oltre a dirigere un’azienda ai vertici mondiali del settore è anche un campione di rally. Eccolo proprio qui di fronte a noi, con i suoi anni portati in maniera davvero sbarazzina (ne dimostra ampiamente dieci di meno…), Lorenzo Delladio, presidente e amministratore delegato de “La Sportiva”, leader mondiale nella produzione di scarpette d’arrampicata e di scarponi per l’alta montagna. Siamo a Ziano di Fiemme, in una mattina di metà ottobre, quando il sole scalda ancora con cocciutaggine e non ci pensa proprio a mollare la presa del termometro al generale inverno. Lorenzo Delladio ci accoglie sventolando un foglio A4 dattiloscritto fresco di correzioni. “Domani sarà su tutti i giornali”
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trentinoincontri Narciso Delladio e la moglie Luigia Jellici con i figli, Clara, Narcisa, Francesco e Anna
Il Diploma di partecipazione della Fiera di Milano
dice sornione, spiazzando un po’ noi cronisti. Si tratta del comunicato stampa con cui annuncia il ritiro dal progetto per la riqualificazione del Passo Rolle di cui si era fatto capofila in questi ultimi tempi. L’idea era molto chiara e prevedeva intanto di smantellare i vecchi impianti di risalita per ripristinare l’ambiente naturale, primo esempio in Italia a quote superiori i 2000 mt, per realizzare un centro outdoor dove si sarebbero potuti praticare in tutta sicurezza gli sport della montagna, dalle semplici camminate a piedi o con le ciaspole, il free ride, lo scialpinismo, il trekking, il nordic walking, trailrunning, mountainbike, arrampicata, orienteering e chi più ne ha più ne metta. “Evidentemente non sono riuscito a far comprendere agli operatori e alla politica la portata dell’iniziativa e delle opportunità che da essa sarebbero scaturite, per un nuovo e diverso sviluppo turistico”. Insomma, un’occasione perduta per uscire dall’immobilismo che sta paralizzando certe zone turistiche proprio come il Passo Rolle. D’altra parte, basta farci un salto per rendersi conto da soli…
Il giovane Lorenzo nello stabilimento in loc. Piera e...
“Non abbiamo un’offerta sufficiente per attirare un certo target medio-alto di turisti, l’idea del Rolle mi pareva ottima per assolvere a questa mancanza. Avevo anche già trovato i finanziatori… Ma forse era un’idea troppo romantica, non so. Sento di avere quasi un obbligo morale nei confronti di questa terra che è la terra in cui sono nato, mi ha dato tanto e mi sento in dovere di restituirle qualcosa”, conclude. “Ma vedrete”, si lancia in una previsione: “torneranno...”. Il pilota di rally sa bene quando è inevitabile dover puntare il piede sul freno prima che l’auto entri nella curva a velocità troppo sostenuta. Così ora siamo “fermi” e senza passirolle di mezzo pos-
siamo concentrarci sulla straordinaria storia di questa azienda che si chiama “La Sportiva”, che poi è la storia di una famiglia, una grande famiglia dalla Valle di Fiemme. Proprio all’entrata, ci ha colpito un vecchio documento incorniciato che fa bella mostra di sé… Si tratta del diploma di partecipazione alla Fiera Campionaria di Milano, anno 1928, rilasciato alla Ditta “Dell’Addio Ciso”, che immaginiamo stia per Delladio Narciso. “Si tratta del primo documento ufficiale ed è da lì che abbiamo deciso di partire. Tuttavia mi pare ovvio che nonno Narciso avesse cominciato ben prima a produrre i suoi zoccoli, scarponi in pelle per i boscaioli, gli agricoltori e chissà che altro…”
...oggi nell’attuale stabilimento di Ziano di Fiemme 25
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trentinoincontri Adam Ondra, con equipaggiamento La Sportiva, su “Silence”, la via più dura d’arrampicata al mondo
Certo nel 1928 non è da tutti passare da Tesero alla fiera internazionale di Milano; anche fisicamente considerando che non c’è nemmeno una strada vera e propria. Narciso (1890-1976) fa il calzolaio (durante la Prima guerra fornisce i comandi austroungarici), ma in realtà è un instancabile lavoratore a tutto tondo, geniale a suo modo, innovatore, abile con le mani e con il cervello; è infatti anche un capomastro che lavora molto in Alto Adige e si costruisce anche la casa dove poi va ad abitare con l’amata sposa Luigia Jellici (19022015). In più, si inventa anche “taxista”. Acquista con i primi risparmi una Fiat 509 e quindi “andava a prendere le persone alla stazione ferroviaria di Ora o di Predazzo e li portava su in Sella, sul Pordoi o al Falzarego”, racconta Lo-
Francesco Delladio con la piccola Giulia che oggi è responsabile del marketing strategico. A destra, Giulia con il padre Lorenzo 26
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renzo Delladio con malcelato orgoglio. Passano gli anni, se ne va la guerra e si avvicinano i ruggenti anni Sessanta. La richiesta di scarponi è in continua crescita obbligando Narciso ad assumere nuovi dipendenti. Il buon nome della “Calzoleria Sportiva” varca i confini delle valli e si estende alle città di Trento e Bolzano. In azienda adesso c’è Francesco (1927-2015), unico figlio maschio di Narciso e di Luigia, e Anna, la sorella più anziana che faceva anche
da irremovibile e precisissima contabile. Le altre sorelle erano (anzi sono, dato che sono ancora viventi) suor Assunta, al secolo Narcisa, e Clara. La clientela si va diffondendo in tutta la valle e arriva fino a Trento, dove la “Calzoleria Sportiva” fornisce il famoso negozio “Tamanini”. Francesco, che è in azienda praticamente sin dalla più tenera età, tra le altre qualità, ha ereditato da papà Narciso la lungimiranza. È per questo che tra il 1959
e il 1960 con sapiente tempismo inizia i lavori per la costruzione di un nuovo laboratorio alla periferia di Tesero, in località Piera, dove oggi c’è un’estesa zona industriale ma all’epoca, ahinoi, non c’era proprio nulla. Solo un gran bel prato. Francesco deve darsi un gran da fare per convincere gli amministratori comunali a portare acqua, corrente elettrica e tutti i servizi. Un’operazione che all’epoca deve esser parsa cervellotica e che invece diventerà la normalità delle zone artigianali di ogni dove. Ma se urbanizzare il territorio si rivela più difficile del previsto, clamorosamente arduo è convincere i nove operai dell’azienda a trasferirsi dal centro di Tesero a Piera, due chilometri e mezzo che per
questi valligiani tutto d’un pezzo equivalgono ad attraversare l’oceano. È molto, molto difficile convincerli. Nel nuovo e spazioso edificio si iniziano a progettare e fabbricare gli scarponi da sci, sport in forte ascesa e bisognoso di calzature sempre più tecniche. Rapidamente il mercato si apre e Francesco Delladio dopo averne disegnato il logo (la silhouette del Cimon della Pala col sole sullo sfondo), si presenta con il marchio “LA SPORTIVA” prima alla fiera di Milano e successivamente in tutta Europa con un campionario completo sia nell’invernale con scarponi da sci ed alpinismo, con audaci soluzioni tecniche ed estetiche, sia nell’estivo con le tradizionali pedule da montagna.
Il libro che sta leggendo? “Le otto m o n t a g n e” d i Paolo Cognetti, recente Premio Strega. Il piatto preferito? Spaghet ti di kamut Felicetti con pomodorini freschi, basilico e capperi. Il film del cuore? “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Cantante, compositore o gruppo preferito? “Rolling Sto nes” per sempre... La cosa che le fa più paura? Dover parlare con persone che... ‘’non vogliono capire’’. Ha un sogno notturno ricorrente? Mi ritrovo spesso a vincere il Rally di Montecarlo. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Magari in altri ambiti, ma comunque e sempre l’imprenditore.
Lorenzo Delladio, Reinhold Messner, Giulia Delladio, Francesco Delladio 27
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BOTTAeRISPOSTA
trentinoincontri
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Lorenzo Delladio, oltre a dirigere “La Sportiva” è anche un ottimo pilota di rally. Tra i risultati più importanti alla guida della sua Porsche ricordiamo il primo posto assoluto al rally di San Martino di Castrozza nel 2016 ed il secondo posto assoluto nel 2017
Ok, va bene il lavoro, ma in un uomo anche i magazzini del cuore vanno riempiti quand’è il momento, una contabilità affettiva che Francesco colma un bel giorno mentre si arrampica su una parete del passo Sella. Lì conosce una ragazza di Predazzo, Giuseppina Morandini (1930-2014), che diverrà la donna della sua vita, che gli darà quattro figli: Lorenzo, Luciano, Marco e Claudia. Oggi c’è solo il primo a capo dell’azienda. “Come vanno le cose?”, chiediamo; Lorenzo ci risponde con una specie di scioglilingua. “Siamo troppo piccoli per essere grandi”. In che senso, scusi? “Dobbiamo crescere se vogliamo continuare a rifornire i nostri clienti. Altrimenti presto o tardi si rivolgeranno alla concorrenza”. Rieccolo il pilota di rally. Conosce fin troppo bene i tempi degli avversari e sa che non può alzare troppo 28
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il piede dal pedale del gas, altrimenti bisognerà cedere il podio a qualcun altro. Una preoccupazione che è anche uno dei segreti del successo de “La Sportiva”. Fin dagli anni Settanta, quando l’avvento della plastica nella produzione di scarponi da sci induce l’azienda ad abbandonare il settore, concentrandosi su quello della montagna. Il lavoro non manca e la voglia di creare, di distinguersi e di affermarsi su un mercato sempre più ampio diventa già allora la caratteristica principale e radicata nella famiglia Delladio. Poi negli anni ’80 l’intuizione di spostarsi sul settore arrampicata. Viene ideata e realizzata un’innovativa scarpetta dai caratteristici colori viola e giallo che sarà la capostipite di una lunga serie di prodotti all’avanguardia (come lo scarpone da sci in carbonio) e firmerà, in
breve tempo, il successo mondiale del marchio. È risaputo: quando un’azienda funziona e vende bene, gli spazi non bastano mai. Si è costretti a reinventarsi continuamente, ad investire, a tenere ancora per qualche metro la marcia lunga, senza scalare sulle marce più corte. A metà degli anni Novanta, la sede di Tesero comincia ad evidenziare segni di sotto-dimensionamento rispetto alle nuove esigenze produttive e organizzative. Iniziano pertanto i lavori di realizzazione di un nuovo stabilimento a Ziano di Fiemme, su una superficie di oltre 7.000 metri quadrati. Il posto da cui vi trasmettiamo in questo momento… “Se vogliamo continuare a consegnare tutto quello che ci ordinano dobbiamo tenere sempre aggiornata la rete di distribuzione e iniziare a pensare ad un ampliamento dello stabilimento. In questo settore se ti fermi sei morto”. Commercialmente parlando, s’intende... D’altra parte per crescere del 20% all’anno ed esportare più dell’80% della produzione, in anni in cui la crisi ha aggredito ogni settore dell’economia ci vuole una determinazione spaventosa, qualità che a Lorenzo Delladio pare proprio non mancare. Come un rallysta al nastro di partenza di una gara dalla lunghezza ignota, un’entusiasmante competizione che ha il pregio un po’ sinistro di non finire mai. Ad un pit stop del 2010, è salita a bordo anche Giulia, esponente della quarta generazione della famiglia Delladio, assumendo un importante incarico all’interno dell’ufficio marketing aziendale. Ok, chiudiamo la corsa, pardon, l’intervista, visitando lo stabilimento. Un colpo d’occhio suggestivo, non c’è che dire. È rincuorante vedere così tanti giovani al lavoro, un lavoro “vero” – niente tablet né monitor, solo colla, filo, pazienza e abilità –, un lavoro nel quale con le mani devi creare, tutti movimenti non così diversi da quelli che Narciso e Francesco compivano 50 e 90 anni prima. È segno di una tradizione che salva, che prende il passato per la collottola e, dopo averlo osservato per qualche istante nel presente, lo lancia direttamente nel futuro, grazie anche all’innovazione continua di cui La Sportiva si fa da sempre portatrice. Già, l’innovazione, la tradizione: sono proprio loro i navigatori, le sagge suggeritrici che tutti dovremmo sempre avere al nostro fianco, nel lungo rally della vita. Lorenzo Delladio lo sa da sempre. ■
trentinoincontri di Tiziana Tomasini e Pino Loperfido
Sebastiano Serafini DALLA MODA ALLA MUSICA CON IL SAPORE D’ORIENTE ARTISTA POLIEDRICO E CREATIVO, IL GIOVANE TRENTINO – “SEBA” ANCHE PER I GIAPPONESI – VOLA LONTANO E REALIZZA I SUOI OBIETTIVI. E CI RACCONTA TUTTO IL SUO MODERNISSIMO PERCORSO ARTISTICO, COSA BISOGNA FARE PER AVERE SUCCESSO… E COSA SERVE PER ESSERE SEMPRE IN LINEA CON I TEMPI
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li piace la musica. Maledettamente. Ma gli piacciono un sacco di altre cose, tutte dai toni artistici ed estetici, di ultimo grido. Quindi, per piacere, non chiamatelo cantante o musicista: non gli vanno le etichette, gli sembrano riduttive. Ama presentarsi anche con un alone di mistero, per non svelarsi mai completamente. Sono forse questi elementi a caratterizzare la personalità di chi riesce ad ottenere proprio quello che aveva in mente di fare… e forse anche di più. Tanto da vivere in giro per il mondo con una casa a Tokyo, per esempio. Ma andiamo con ordine. Seba inizia la sua carriera come modello e ben presto si trova catapultato dall’altra parte del pianeta: Cina, Hong Kong e Giappone. Ma dentro di lui sa che la musica è il suo futuro. Racconta di essere stato stonato da bambino, ma 30
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con determinazione e molte lezioni di canto – sia a Trento sia via skype con un maestro americano – raggiunge uno dei suoi traguardi personali. Studia musica attraverso tutorial di ogni genere. E scopriamo che Seba fa tutto
in maniera molto sistematica, con passione e perseveranza. Le sue giornate sono scandite da ritmi precisi, in cui tutto trova spazio: musica, ma non solo. Anche palestra, attenzione alla propria immagine, dieta salutare e tutto quello che fa parte della sua esistenza. Ma torniamo al suo percorso. Fa parte di una band come tastierista e voce di coro. E da quel momento in poi non smette più di evolversi artisticamente. Adora le collaborazioni, perché plasmare elementi diversi in un unico risultato diventa elettrizzante e dà grandi risultati. La più recente è quella con la band di Caldonazzo “Audiospettro”, con parti rap mixate, che ha visto tante partecipazioni illustri per la parte video, come due famosi youtuber. Ecco, anche tutto quello che ha a che fare con i video lo attira da morire: si definisce un po’ diviso tra la musica e l’immagine.
Un clip del video “Akane”, in cui si immagina una scena onirica, con il Castello del Buonconsiglio in mezzo al mare e le onde che si sostituiscono alla montagna...
trentinoincontri Il video girato tra le opere dello scultore Bruno Lucchi
Ma che tipo di musica è la sua? Un pop rock con elementi etici, di nuova generazione. I suoi testi sono caratterizzati da una particolarità: ama cantare e scrivere in giapponese. Si rende conto che questo può piacere come no, ma sperimentare il nuovo fa parte del suo dna. Il suo nuovo album (ma esistono ancora gli album?! Lui afferma di sì, per un mercato che apprezza il disco “fisico”) è sui canali on – line. Un sistema che consente la massima diffusione e la massima visibilità. Del resto, con la grande rete sei ovunque nel mondo, subito. Un mondo che è diventato comodo anche per le comunicazioni. Seba ha girato parecchio, inseguendo le sue passioni: Germania, Barcellona, Amsterdam, Parigi, Londra, America. La sua casa, tutta domotica, è a Tokyo – enorme per i giapponesi, un monolocale per noi – ma girando per Caldonazzo con la band del posto, ci sta facendo un pensierino… E intanto vola in giro per il mondo, trovando ispirazioni. Certo, perché in aereo non dorme mai e con i telefoni spenti si può pensare: sei solo con te stesso, e lì nascono molte sue canzoni. E quando pensa ad una canzone, associa anche
Sebastiano con il gruppo degli Audiospettro
immagini cinematografiche. Tanto che uno dei settori artistici che gli ha dato molte soddisfazioni è proprio la composizione di colonne sonore per film. Ricorda con piacere la canzone principale del film cinese, quella di chiusura. Il suo compito era di raccontare in musica un personaggio triste ed allora aveva pensato ad effetti sonori speciali, in grado di sottolineare ed evidenziare il contesto della pellicola. E se l’immagine – in un film – gioca un buon ruolo, la musica lo fa ancora di più. Pensiamo solo a grandi film che senza quella determinata musica sarebbero incompleti, insipidi. Dopo l’album fresco d’uscita, i suoi programmi futuri guardano ad un nuovo lavoro musicale, un corto ed una colonna sonora. Importanti – ribadisce – le collaborazioni: scambiare, confrontarsi, mixare talenti ed emozioni. E come non citare a questo punto la collaborazione con il celebre scultore Bruno Lucchi, che scopriamo essere anche suo zio. Il video girato con lui è di grande effetto, come risultano efficaci tutte le grandi commistioni di arte che assemblano generi e stili d’arte diversi. Provate a cercare il video su youtube…
Cosa consiglierebbe ad un coetaneo per fare successo come ha fatto lui? Mai dire che è “impossibile”. Oggi, più che mai, tutto è possibilissimo. Tutto molto accessibile e di alta visibilità. Seba ricorda bene il consiglio di un produttore americano, il quale gli aveva detto che per sfondare servono almeno tre di questi quattro elementi: talento, passione, tempo e conoscenze. E lui insiste soprattutto sulla passione. Se hai quella, puoi sfondare. Ma Seba non ha mai avuto delusioni in questo campo? Lui dichiara di aver ricevuto tantissimi NO, ma di averli considerati come motivo di crescita, non di frustrazione. E i social? Come si rapporta con like e follower? Non gli importano i numeri; i social sono solo strumenti. Importanti sono le cose che realizza e che fa. E sono proprio tante. E scommettiamo nemmeno le ultime. Perché in questa sua voglia e curiosità di mettersi in campo c’è quel fattore fondamentale: la passione. ■
La copertina del nuovo singolo 31
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trentinonatura di Paolo Chiesa
Il laghetto di Agnelezza
PARADISI DA TRAMANDARE IL WWF IN VALSUGANA È ATTIVO SIA PRESSO L’OASI DI VALTRIGONA NEL LAGORAI, SIA ALL’INTERNO DELLE SCUOLE, CON ATTIVITÀ DIDATTICHE GRAZIE ALLE QUALI GLI SCOLARI IMPARERANNO CON ALCUNI PROGETTI MIRATI A CONOSCERE IL PROPRIO TERRITORIO OLTRE CHE A RISPETTARLO E TUTELARLO. PER SAPERNE DI PIÙ ABBIAMO INCONTRATO IL RESPONSABILE DELL’OASI DI VALTRIGONA SERGIO BOSCHELE
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er difendere e gestire correttamente un territorio”, ci dice Sergio, “bisogna conoscerlo in tutti i suoi aspetti. In un’ottica di cambiamenti climatici, consumo eccessivo del territorio, inquinamento della terra, dell’acqua e dell’aria è questo il difficile compito che aspetta le nuove generazioni”. E in un territorio come la Valsugana, dove la presenza di realtà inquinanti e di discariche non autorizzate è fonte di timore e apprensione da parte della popolazione, questa iniziativa del WWF di sensibilizzare i più piccoli sul rispetto della 32
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natura e dell’ambiente è sicuramente una delle cose più utili che si possano fare. IL PROGETTO “CONOSCO IL MIO TERRITORIO” Il Progetto “Conosco il mio territorio” è stato pensato per fornire ai più giovani valori ed elementi concreti per stimolare la loro attenzione verso il loro territorio, l’ambiente, la natura. “Le discipline coinvolte nell’ambito scolastico”, prosegue Sergio, “sono le scienze naturali, la storia locale, l’arte, la letteratura, la geografia, la geologia, toccando anche argomenti come l’economia e l’urbanistica, ovvia-
mente in chiave elementare e modulate in base all’età dei bambini coinvolti”. Il percorso riguarda vari temi. “Il mio paese” prevede la conoscenza
Il responsabile dell’oasi di Valtrigona, Sergio Boschele
del proprio paese, del centro storico e della sua storia, dei parchi pubblici, delle attività economiche attuali e passate, delle problematiche dello smaltimento dei rifiuti e del consumo di energia, delle fonti di inquinamento e della biodiversità urbana. “La campagna” cercherà di fornire elementi sul paesaggio agrario attorno al paese, sulle colture agricole antiche e recenti, sull’agricoltura biologica e sulla biodiversità in campagna. “Il fondovalle” partirà dalla conoscenza dell’ambiente di fondovalle, dei corsi d’acqua e degli ambienti umidi, dei boschi di pianura e di ripa, delle
trentinonatura riserve naturali istituite dalla Provincia, della biodiversità presente alle quote più basse e dalla conoscenza dell’attività dell’uomo, dell’urbanizzazione, della regolamentazione dei corsi d’acqua, del ripristino e miglioramento ambientale. “La montagna” prevede la conoscenza dell’ambiente di media e alta montagna, delle foreste di latifoglie e di conifere, delle praterie e delle vette, dei pascoli e delle malghe, dell’Oasi di Valtrigona, della biodiversità alpina oltre alla conoscenza dell’attività dell’uomo in montagna attuale e passata passando dalle malghe e dalla coltivazione del bosco fino al turismo. Sergio Boschele ci spiega come verrà attuato praticamente il progetto: “per ogni classe aderente sono previsti un incontro preparatorio con gli insegnanti e tre incontri in classe: uno preparatorio di formazione con audiovisivi, uno specifico su un tema a richiesta (biodiversità, risparmio energetico, raccolta differenziata o smaltimento rifiuti) e uno conclusivo per l’elaborazione di un prodotto grafi-
co, fotografico o in video. E ci saranno anche due uscite sul territorio”. Nelle varie classi le attività si svolgeranno attraverso l’uso di supporti audiovisivi, pubblicazioni didattiche e incontri con esperti. In collaborazione con gli insegnanti i bambini potranno realizzare interviste agli anziani del paese o agli amministratori per conoscere storie antiche e presenti e tradizioni legate all’uso del territorio. Le uscite saranno volte alla scoperta del centro storico, dei parchi pubblici, delle rive dei fiumi, delle aziende agricole, dei vecchi mulini e delle aree protette come i Biotopi di Roncegno e quello del Fontanazzo di Selva di Grigno. Ci sarà inoltre la visita guidata dell’Oasi WWF di Valtrigona. “A supporto delle attività proposte”, prosegue Sergio, “saranno utilizzati audiovisivi, giochi didattici, mostre e saranno forniti ad alunni ed insegnanti materiali didattici prodotti da WWF”. IL PROGETTO “IL NOSTRO FIUME” Un altro Progetto presentato agli scolari della Valsuga-
na è “Il nostro fiume”, che propone delle attività volte alla conoscenza e allo studio dell’acqua in termini ambientali e fisici (rete idrografica, ambienti umidi, erosione, rocce), di biodiversità (flora e fauna), di uso a favore dell’uomo (acquedotti, fontane, energia idroelettrica) e di storia (alluvioni, sistemazioni idrauliche, antichi usi, tradizioni). Sergio Boschele ci spiega che in questo Progetto sono compresi quattro filoni. “La forza e la geografia dell’acqua” con la conoscenza del ruscello, del torrente e del fiume; degli ambienti
umidi di fondovalle; del ciclo dell’acqua, delle rocce e dell’erosione; dei fossili lungo i torrenti Maso, Ceggio, Coalba e Fumola; della geografia dei corsi d’acqua. “La biodiversità attorno e dentro l’acqua” si occuperà della biodiversità legata all’acqua; dei macroinvertebrati e dell’autodepurazione; della flora delle rive; della fauna attorno e dentro l’acqua; del ciclo degli anfibi; delle aree umide protette. “L’uso dell’acqua” riguarderà le fontane e gli acquedotti e l’uso idroelettrico dell’acqua con centrali e centraline; le
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Malga Valtrigona
antiche attività legate all’uso dell’acqua con i mulini e le fucine; gli allevamenti di pesci; le derivazioni per l’uso agricolo. “La storia dell’acqua” parlerà degli antichi usi dell’acqua; delle alluvioni e delle sistemazioni idrauliche; della letteratura e memoria storica. “Anche in questo Progetto sono previste delle uscite”, spiega Sergio, “alla ricerca delle fontane e delle sorgenti, alla scoperta del più vicino corso d’acqua, alla ricerca di rocce e fossili lungo i torrenti, oltre a delle visite di centrali idroelettriche e di allevamenti di pesci, nonché delle visite alle riserve naturali del Biotopo di Roncegno e di Selva di Grigno”. Alla fine del Progetto verrà proposto a tutte le classi di elaborare una mappa per raccogliere le notizie, i dati e i rilievi acquisiti durante le lezioni e le escursioni per evidenziare la presenza di fontane, sorgenti e zone umide e il tracciato del corso d’acqua vicino alla scuola ma anche le sue peculiarità: flora e fauna, manufatti legati all’uso dell’acqua ed altro. Anche in questo caso per ogni classe sono previsti tre incontri in clas-
se: uno di formazione con audiovisivi, uno specifico su tema a richiesta (biodiversità, rocce e fossili, energia idroelettrica) e uno conclusivo per l’elaborazione della “mappa dell’acqua”. Le uscite sul territorio saranno una lungo il corso d’acqua più vicino e una per studiare lo sviluppo di una tematica specifica (biodiversità, rocce e fossili, visita centrali o allevamenti di pesce).
Un elaborato dello scorso anno scolastico 34
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ALTRI PROGETTI Ci sono anche altre proposte che il WWF fa agli scolari: “La biodiversità dal fondovalle alla montagna” è un percorso didattico sul tema della biodiversità con proposte di attività ed uscite e la realizzazione di una mappa per mettere graficamente in evidenza le principali presenze ambientali e floro-faunistiche dell’area in esame. “La biodiversità in ambiente urba-
no” serve a far conoscere la biodiversità che caratterizza i centri abitati e i relativi dintorni con una proiezione dove si vedono le piante e animali che vivono a contatto con l’uomo, arricchita dalla riproduzione dei richiami di alcune specie di uccelli. Ci saranno anche uscite in ambito urbano e dintorni per osservare le specie animali presenti nei diversi ambienti (centro, parchi pubblici, corsi d’acqua) e su alcune specie caratteristiche di piante presenti soprattutto in parchi e viali. “Come si realizza un erbario” è un’uscita per raccogliere piante e fiori che vegetano negli ambienti di campagna o parchi pubblici attorno alla Scuola effettuata con criteri che garantiscono la conservazione delle piante. Dopo alcune operazioni, da eseguirsi in classe da parte di insegnanti e scolari, è previsto un incontro conclusivo in classe per realizzare l’erbario e per classificare, almeno in parte, le piante raccolte. A tutte le classi partecipanti verrà chiesto di elaborare ricerche, disegni, foto, mappe, poster, erbari o altri prodotti grafici e video che verranno esposti alla fine dell’anno scolastico in un’apposita mostra ■ aperta al pubblico.
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trentinoviaggi ROSARIO SALA, “VAGAMONDO” IN SELLA ALLA SUA MOTO, TRA CUORE E PASSIONE, CI RACCONTA COM’È CAMBIATO IL PROPRIO APPROCCIO AI VIAGGI. L’AVVENTURA IN SOLITARIA LUNGA 22.000 CHILOMETRI DA TRENTO AD HANOI (VIETNAM). UN MOTOVIAGGIATORE CHE HA UNITO LA VOGLIA DI SFIDARE I PROPRI LIMITI A QUELLA DI FARE DEL BENE ATTRAVERSO L’ASSOCIAZIONE “OSKAR FUR LANGTANG” IN NEPAL, DOVE È STATO COSTRUITO UN CONVITTO PER ORFANI DEL TERREMOTO
IN SELLA ALLA... BONTÀ di Denise Fasanelli Dogubayazit (Turchia, monte Ararat)
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osario Sala ha 55 anni, i capelli imbiancati, un fisico longilineo, vestiti sportivi ed il sorriso di un ragazzo. È nato a Trento, dove vive e lavora come geometra tra un’avventura e l’altra. Figlio di una famiglia numerosa composta di sei fratelli e una sorella, ama visceralmente questo territorio e, confessa, non vivrebbe in nessun altro luogo del pianeta. Dopo i figli, Alessandra e Dimitri, il suo più grande amore è la moto. Ha iniziato a 18 anni in sella ad una Vespa e non ha più smesso. Una passione innata e sconfinata che lo sta portando a girare il mondo. Sì, perchè se è vero che esistono vari tipi di motociclisti, lui costituisce sicuramente una categoria a parte. Sembra impossibile credergli quando racconta che, a 40 anni, non era ancora uscito dall’Italia, che sono stati i documentari 36
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a portarlo verso le prime mete europee, come Spagna e Francia, e che tutto il resto è stato una naturale conseguenza. Un uomo che ha smesso presto di fare il turista e ha deciso di “Viaggiare”, con la maiuscola, di mettersi in discussione ed affrontare qualsiasi cosa gli si presenti. A contatto pieno: dimenticando finestrini, portiere e parabrezza per guidare con tutto il corpo, dalla testa ai piedi. E, come ogni motociclista che si rispetti, quello da assaporare in sella è un forte senso di libertà, la voglia di vivere pienamente ogni esperienza. Rosario ha ancora negli occhi le numerose meraviglie assaporate ed ha un cuore grande che probabilmente si misura in numero di giri, un “motore” generoso. E dopo la Spagna, la Francia, il Marocco, i Balcani decide di affrontare la prima impresa: “L’idea di questa prima grande
avventura nasce molti anni fa, quando vidi un documentario sulla Patagonia e la Terra del Fuoco, mi innamorai dei panorami infiniti, dove non si incontra nessuno per chilometri e chilometri, dove la natura è padrona. Un viaggio durato due mesi e mezzo, lungo tutta la cordigliera delle Ande. Suddiviso in due tappe: una da fine ottobre 2012 ai primi di dicembre 2012 e la seconda dalla prima decade di gennaio 2013 alla prima decade di febbraio 2013. Alla fine, ho percorso circa 18000 chilometri. Ho organizzato con l’Associazione Missioni Francescane Trento Onlus due progetti di volontariato sul tema dell’acqua, uno a Lima in Perù ed uno ad Aiquile in Bolivia”. E non si ferma più, Rosario, l’avventura seguente lo porta in sella da Trento a Città del Capo nel 2014-2015: “Ho percorso 23000 chilometri, insieme ad altre
trentinoviaggi Landing (Nagaland, India)
tre moto, partendo il 12 novembre ed arrivando il 13 gennaio, circa due anni di preparazione, fra modifiche al tracciato iniziale per via dell’instabilità politica e la raccolta di fondi per il progetto di volontariato in Tanzania al quale hanno collaborato anche Daniela Paoli e Francesca Mosna. Un bellissimo viaggio, un grande viaggio senza mai avere il minimo timore per la propria sicurezza, con molto campeggio alle volte anche in luoghi aperti”. L’ultimo suo viaggio è stata un’impresa anomala, dove ha sfidato i suoi limiti, alzando ancora una volta l’asticella del possibile. “Un viaggio nel viaggio”, spiega lui, “una crescita interiore che va molto più in là dell’avventura che ho vissuto. Ho percorso in solitaria circa ventiduemila chilometri attraversando Italia, Slovenia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Cina, Pakistan, India, Nepal, Tibet (Cina), Myanmar, Thailandia, Laos, Cambogia per arrivare ad Hanoi, in Vietnam. Con una moto e un carico di circa 4 quintali e mezzo, ho affrontato diversi passi Himalayani oltre i 5000 metri, fra i quali il Khardungla Pass il più alto del mondo, ed altre strade impervie lungo il tragitto. Ho perso 8 chilogrammi, sono passato dai quaranta ai zero gradi, dal deserto alle cime innevate, ho percorso tratti nella giungla e sono rimasto imbottigliato nel traffico delle metropoli. Ho
Dal 1765...
anche conosciuto persone straordinarie e mi sono fatto nuovi amici di cui ho già nostalgia.” All’interno di questo percorso si inserisce anche un progetto di volontariato in Nepal, nella valle del Langtang: “Nell’aprile del 2014 c’è stato un forte terremoto che ha distrutto tutto, hanno perso la vita alcuni alpinisti trentini tra cui Oskar Piazza. A suo nome è stata fondata l’Associazione Oskar fur Langtang. Con la vendita del libro scritto in occasione del viaggio lungo tutta l’Africa abbiamo deciso con gli altri amici co-autori, Francesca Mosna, Daniela Paoli e William Carozza, di devolvere i
proventi per la costruzione di un convitto a Sapryu Besi. Toccare con mano il bene che è stato fatto, vedere i ragazzi che andranno a vivere e studiare lì, è stata un’emozione fortissima, indescrivibile”. E c’è da immaginarsi gli occhi curiosi delle persone che lo hanno visto arrivare da un occidente lontano, con la sua moto carica ed organizzata, il suo equipaggiamento. Un viaggio fatto di momenti di sconforto, solitudine, fatica, qualche lunghezza burocratica ma soprattutto di tanta tanta felicità e soddisfazione. “Ognuno ha un suo modo di concepire il viaggio, ognuno ha i suoi ritmi e le sue necessità, non esiste un modo giu-
di Ferrai Bellucco Alessandra
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trentinoviaggi
L’itinerario Trento-Hanoi
sto, il mio lo è per me ma non per altri. Prima di partire mi sono allenato anche alla solitudine: prendevo moto e tenda e me ne andavo in montagna. Compiere un’impresa in solitaria è molto diverso dal muoversi in compagnia e poi bisogna ricordarsi sempre di essere ospiti, tentare di integrarsi il più possibile. La parola d’ordine è “adattamento”. Anche per questo, nei miei viaggi, preferisco dormire all’aperto che in albergo, mangiare i cibi locali, quelli che mangiano gli abitanti del luogo piuttosto che recarmi nei ristoranti per turisti. Certo, bisogna fare molta attenzione, evitare i rischi inutili ma ogni tanto è necessario sbilanciarsi un poco, proprio come quando si va in moto. Questo è viaggiare: prendere pieno contatto con la realtà e godersela. Mi è capitato di essere ospitato in casa in più di un’occasione durante questo viaggio da persone estremamente generose e curiose: famiglie o studenti, persino i militari mi hanno accolto di buon grado. Ho dormito accanto alla mia moto con
il sacco a pelo o in tenda sotto le stelle che, a certe altitudini, sembrano vicine e molto più grandi, ho passato una notte in baracche fatte di legno con i tetti in lamiera in mezzo alla giungla e su di un terrazzo con gli abiti inzuppati dalla pioggia. Ho condiviso qualche tappa con motociclisti o altri viaggiatori incontrati lungo il tragitto. Insomma, non mi sono fatto mancare nulla, nemmeno la febbre per qualche giorno. Sono anche caduto con la moto, fortunatamente senza riportare gravi danni, solo qualche botta e ammaccatura alle valigie che un meccanico, a Katmandu, con un martello e un pezzo di legno, in una mezz’ora mi ha sistemato per poter proseguire. Della caduta ricordo solo che, dopo aver controllato la moto, sono rimasto 15 minuti in silenzio, frastornato ed emozionato”. Chiedo a Rosario cosa non può assolutamente mancare nella sua valigia, ci pensa un pò su, sorride e mi guarda con aria interrogativa, esclude quello che in valigia non si può mettere e di cui sente
Da sinistra, Valle dei templi di Bagan (Birmania), Karakorum Highway (Cina) e Syabru Besi (Nepal) 38
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nostalgia: “Niente, il camminare sulle mie montagne trentine, le persone a me care e il cibo non lo posso mettere dentro, vero? Allora direi, senza alcun dubbio, la tenda e la moka! Sì, la moka perchè un buon caffè dopo giorni di acqua sporca, rimette al mondo chiunque”. La parte organizzativa è sicuramente la parte più complessa e, nella mia immaginazione, anche quella dove ci si annoia di più. Ma Sala, forte delle sue esperienze ci tiene a smentirmi subito: “Si dice che il viaggio si fa tre volte: quando lo si organizza, quando lo si fa e quando lo si ricorda, ed è assolutamente vero. Non è affatto un momento noioso, anche se c’è molto da fare e programmare. Il fatto è che si comincia a trasformare il sogno in realtà, si inizia a creare una rete, una cosa che di per sé è già un viaggio”. E lo dice mentre è evidente che sta già pensando alla sua prossima impresa, con l’anima pronta a volare sulla strada inseguendo una voglia di vivere che corre forte. “L’intenzione è quella di partire da Città del Capo, questa volta, e salire fino a Trento dalla costa occidentale del continente africano. Però prima voglio concentrarmi sullo scrivere un libro, diviso per aree di viaggio, dell’avventura appena vissuta. Sto raccogliendo tutto il materiale, anche video, e vorrei organizzare una presentazione in un teatro per un sabato nel mese di dicembre. Vorrei impostare la serata come una sorta di tavola rotonda dove coinvolgere anche tutti gli addetti ai lavori che hanno contribuito a rendere possibile quest’impresa, reputo molto interessante che le persone possano chiedere informazioni o curiosità anche agli esperti”. ■
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trentinoincontri di Paolo Chiesa
DANZANDO CON LA STORIA APRE IL MERCATINO DI NATALE ASBURGICO NEL PARCO DI LEVICO TERME E ANCHE QUEST’ANNO UNA DELLE ATTRAZIONI PIÙ INTERESSANTI SARÀ QUELLA DEI BALLI IN COSTUME DEL GRUPPO NONSOLOTEATRO, MOLTO ATTIVO ANCHE COME COMPAGNIA TEATRALE OLTRE AD ORGANIZZARE CORSI DI BALLO PER BAMBINI E DI LINGUE PER TUTTI, CON LA NOVITÀ DI POTER PRATICARE ANCHE ATTIVITÀ SPORTIVE...
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bbiamo incontrato il direttivo dell’Associazione Nonsoloteatro per farci raccontare quello che ha in programma per il mercatino asburgico di Levico Terme ma anche per conoscere meglio questo gruppo che negli ultimi anni ha ampliato il suo campo di intervento proponendo nuove e interessanti attività. Il direttivo è composto dal presidente Efrem Filippi, dal vicepresidente Denis Galter, dalla segretaria Bruna Magnago e dai consiglieri Cristina Prai e Riccardo Vettorazzi. Iniziamo dai balli asburgici. “Già nel 2010”, racconta il presidente Efrem Filippi, “avevo partecipato a una rievocazione storica di balli asburgici ad Arco dove avevo incontrato quella che sarebbe poi diven40
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tata la nostra attuale maestra Cristina Bortolameotti. In quell’occasione mi era venuta l’idea di realizzare qualcosa di simile anche a Levico Terme”. E quel qualcosa è poi diventata la “Levico Imperiale”, cioè la rivisitazione storica della nomina di Levico Terme a Città per volontà dell’Imperatore Franz Josef, che si svolge ogni estate nella città termale. Da quell’esperienza è nata poi nel 2012 l’Associazione Nonsoloteatro. Alcune delle attività proposte oltre alle rievocazioni storiche con i balli asburgici sono la “Lanternata di san Martino” dell’11 novembre e il beneaugurante “Brusar la Vecia” del 31 dicembre. “Ma facciamo molte altre attività”, spiega Efrem, “come il teatro, i corsi di ballo, i corsi di
lingue e da qualche tempo anche l’attività sportiva”. I BALLI ASBURGICI Il 25 novembre ci sarà l’apertura del mercatino asburgico di Natale all’interno del Parco secolare di Levico Terme. E come gli anni scorsi, tra le varie iniziative, ci sarà quella molto apprezzata dell’esibizione di balli asburgici a cura dell’Associazione Nonsoloteatro. Il giorno dell’apertura e tutti i sabati fino al 6 gennaio, oltre al gran ballo di capodanno, si potranno ammirare dame, nobiluomini e ufficiali esibirsi in Walzer, mazurche, polke e quadriglie e sfilare per le vie del centro, con l’atteso momento nel quale si potrà ammirare la principessa
trentinoincontri Sissi, interpretata dalla bravissima Sofia di 13 anni. È forse uno dei momenti di maggior visibilità per questo Gruppo di oltre 30 appassionati che si prepara per tutto l’anno ballando e provando nuove coreografie create appositamente dalla maestra Cristina Bortolameotti. In Valsugana sono state molte le occasioni nelle quali si sono potuti ammirare questi balli a cura di Nonsoloteatro, come alla Festa dei Nonni a Pergine e alla Festa della Castagna a Roncegno. Un grande merito di questo Gruppo è quello di proporre i loro balli in costume anche nelle Case di Riposo per divertire gli ospiti: a novembre in quella di Cadine mentre nel gennaio dell’anno prossimo saranno in quella di Roncegno Terme. IL TEATRO In questo ultimo periodo il presidente Filippi ha lasciato la gestione delle rievocazioni storiche al suo vice Denis Galter e a Cristina Prai, per dedicarsi soprattutto al teatro. Infatti, dopo le rappresentazioni degli anni scorsi, ci sono in ballo molti progetti anche per questo autunno/inverno. “È già pronto uno spettacolo sulla storia di Levico che si intitola «1525»”, ci racconta Efrem, “con il quale verranno portate in scena le vicende che videro protagonista la nostra cittadina durante la cosiddetta Guerra Rustica dei contadini contro Bernardo Clesio. Sarà un momento di cultura, divertimento e riflessione; un esperimento di teatro civile, che speriamo appassioni il nostro pubblico tanto quanto ha appassionato noi nei momenti della sua costruzione”. La regia è di Efrem con la supervisione del fratello Francesco, storico oltre che collaboratore dell’Associazione. Il sogno, neanche tanto segreto, della compagnia teatrale è quello di poter inaugurare con questa commedia la fine dei lavori di restauro di cui è oggetto in questo periodo Castel Selva. “Ma non è finita”,
dice Efrem, “in preparazione c’è un’altra commedia, questa volta solo divertente: si tratta di «Il mio amico Mortimer», con la regia di Stefano Borile”. Un altro progetto che ad Efrem sta molto a cuore è quello di poter iniziare a breve un corso di teatro per bambini.
è anche l’attività che sta partendo in questo ultimo periodo: quella sportiva. Infatti ora chi è tesserato con la Nonsoloteatro potrà praticare corsa e ciclismo iscrivendosi alle varie gare e manifestazioni. Un’opportunità in più che è molto apprezzata dai soci.
I CORSI DI BALLO E DI LINGUE E LA NOVITÀ DELLO SPORT Sono ormai 100 i soci dell’Associazione e dedicate a loro ci sono sempre nuove iniziative e proposte tra le quali, parallelamente ai balli asburgici, spiccano i corsi di ballo liscio per oltre 20 bambini. Ma ci sono anche i corsi di lingue. “Voglio ringraziare pubblicamente la maestra di balli asburgici Cristina Bortolameotti e gli insegnanti di ballo liscio Tommaso e Virginia Bailoni, oltre all’insegnante di inglese Cristina Prai ed a quella di tedesco Giulia Casagrande”, ci tiene a dire il presidente di Nonsoloteatro Efrem Filippi, “sono tutte delle risorse molto importanti del nostro gruppo senza le quali non riusciremmo a realizzare tutti i nostri progetti”. Molto importante
“SIAMO APERTI A TUTTI” Con queste parole il presidente Efrem vuole illustrare la filosofia di questo gruppo. “Oltre agli appuntamenti canonici la nostra Associazione si sta impegnando molto, come previsto dallo statuto, aprendo a nuove esperienze di socialità la nostra sede: è questo il senso dei corsi di ballo per i bambini, dei corsi di lingue e dell’apertura all’attività sportiva. Anche il vicepresidente Denis Galter è sulla stessa lunghezza d’onda: “Il nostro obiettivo è quello di riunire le persone ed aiutarle a stare insieme con divertimento. Ogni corso che viene organizzato non è fine a se stesso ma è in realtà un percorso nel quale ci si può anche fermare per ripetere quello che si è fatto, come succede ad esempio con i balli asburgici. I programmi seguono le esigenze del gruppo: l’importante è stare insieme in maniera simpatica senza l’assillo del risultato ad ogni costo ed ognuno può mettersi in gioco partecipando attivamente all’organizzazione delle varie attività”. La sede dell’Associazione è presso le Ex Scuole Medie di via Slucca de Matteoni a Levico Terme. Per contatti si può telefonare ad Efrem Filippi ai numeri 0461/701352 e 339/1010063 oppure a Denis Galter al numero 348/2662778. Il Gruppo ha anche una Pagina Facebook: “Compagnia Non solo teatro Levico Terme”. ■
Il Direttivo di Nonsoloteatro 41
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trentinoricordo
di Paolo Curcu
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ra l’ormai lontano 1995 quando decisi che era giunto il momento di dedicare la copertina e l’articolo di apertura di Trentino Mese a Walter Merler. Lo conoscevo da sempre, nato anche lui a Cristo Re, anche lui in via Oberziner, cresciuti assieme in quel rione postbellico costruito attorno ad un abbozzo di chiesa. Un rione di gente modesta, di operai, impiegati, piccolo borghesi, dove torme di sconsiderati baby boomers riempivano buche e scheletri di edifici abbandonati, dove l’incoscienza e la stupidità dell’adolescenza ci facevano rischiare la vita ogni giorno. Ricordi sfumati di una giovinezza malgrado tutto spensierata, felice. Dove si costruivano amicizie che sarebbero durate una vita. E così oggi, pensando a Walter, mi sono rinchiuso in ufficio e ho riletto, con commozione e rimpianto, quell’intervista-ritratto stilata dall’abile penna di Giorgio dal Bosco. Cominciava così: “Sulla fronte, quattro rughe
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CIAO, WALTER UN PICCOLO, MA SENTITO RICORDO DI WALTER MERLER, SCOMPARSO DA POCO. ERA UNA DELLE ANIME MUSICALI TRENTINE DEGLI ANNI 60, MA ANCHE IMPRENDITORE DI SUCCESSO NEL CAMPO TELEVISIVO. NEL LONTANO 1995 LA NOSTRA RIVISTA GLI AVEVA DEDICATO UN RITRATTO (CHE RIPROPORREMO SU WWW.TRENTINOMESE.IT) profonde un dito ondeggiano sopra un naso camuso e incorniciato da altre due rughe, stavolta verticali ma anch’esse e magari ancora più profonde, che paiono due parentesi curve. Sotto, due labbra sottili fanno assomigliare la bocca a quella di un salvadanaio. Sopra, gli occhi a spillo, scuri e spenti quando parla, sono vivacissimi e attenti quando ascolta, tanto che le sopracciglia, già ispide, lo diventano ancora di più aguzzando la loro curva ad angolo acuto. Tutt’attorno uno svolazzo di capelli neri, punteggiati d’argento e senza orma né forma, completano il viso”. Ecco, voglio ricordarlo così... ■
E IL LEGNO Nardin si dedica alla lavorazione del legno con cura e passione; il risultato sono dei serramenti unici che rappresentano il perfetto equilibrio tra tradizione, sviluppo e design.
A N E W S PA C E E X P E R I E N C E SOSTITUZIONE FINESTRE? La disinformazione, i luoghi comuni e la capacità di spesa hanno fatto sì che negli ultimi anni il materiale legno fosse sempre più visto come un materiale costoso e necessario di manutenzione. Tuttavia il legno, da sempre materiale da costruzione per antonomasia, rappresenta ancora un sinonimo di solidità, qualità, benessere e calore. NARDIN conosce bene le proprietà di questo materiale eccezionale e si impegna ogni giorno perfezionando i propri prodotti in modo da renderli sempre più duraturi e performanti.
LA MANUTENZIONE Materiale isolante per natura il legno ha la cattiva fama d’essere però un arduo compagno da mantenere; NIENTE DI PIÙ SBAGLIATO! Il legno infatti ha potenzialmente le capacità di durare più di cent’anni senza variare le proprie caratteristiche fisiche e meccaniche e, anche se difficilmente punteremo a mantenere gli stessi serramenti per un tempo così lungo, sappiate che il legno può resistere tranquillamente. La manutenzione, che molti vedono come difficile e complessa, è resa oggi sempre meno impegnativa anche grazie a vernici e olii ecosostenibili che garantiscono la loro immutabilità a lungo. Detto questo un minimo di manutenzione è sempre necessaria e non può che far bene al serramento, di qualunque materiale esso sia.
spesi? Il PVC infatti, sebbene abbia buone qualità isolanti e impermeabili, nasconde molte caratteristiche che difficilmente vengono esposte al potenziale acquirente. Sensibile agli sbalzi di temperatura, alle intemperie e ai raggi solari infatti il PVC tende a perdere le proprie caratteristiche sia meccaniche che estetiche perdendo robustezza e seccandosi e, tornando a parlare di manutenzione, tende ad ingiallire se lasciato privo di manutenzione. I problemi di produzione e smaltimento che affliggono il PVC sono purtroppo talmente complessi e di grande portata da essere spesso ignorati. Ricco di cloro risulta essere un materiale altamente inquinante e gli stabilizzanti utilizzati possono avere effetti molto negativi se rilasciati nell’aria, ad esempio durante un banale incendio domestico. Ecco perché molte prestigiose aziende come Nike, Volvo, AEG, VW e paesi come la Germania, la Danimarca, la Svezia e l’Austria abbiamo iniziato un lento ma inesorabile percorso verso l’eliminazione di questo materiale.
D E F O R E S TA Z I O N E E RICICLO La deforestazione dei continenti, da sempre cavallo di battaglia dei nemici del legno, è un altro dei punti su cui vorremmo far luce. Da oltre dieci anni infatti l’utilizzo delle foreste si è evoluto verso criteri di sostenibilità sempre più elevati che portano ad un corretto taglio delle piante adulte e una sostituzione delle stesse con piante giovani. Molte aziende, come la stessa NARDIN, pongono molta attenzione alle essenze utilizzate nella realizzazione dei propri prodotti scegliendo legnami provenienti da boschi controllati e locali. L’attenzione sempre crescente delle aziende coinvolte nell’ambiente legno è dimostrata da una costante crescita della massa forestale europea. Il legno è infatti la risorsa rinnovabile per eccellenza con cicli di vita che variano da 30 a 100 anni, prodotto, ripristinato, smaltito e riutilizzato in simbiosi con l’ambiente. Una materia nobile dalle caratteristiche tecniche ed estetiche ineguagliabili e sulla quale bisognerebbe sempre puntare, non solamente per noi stessi, ma per il benessere comunque e dei nostri figli.
IL PEGGIOR NEMICO Un fattore che porta sempre più persone a scegliere altri materiali per i propri serramenti è sicuramente di origine finanziaria. Il PVC fra tutti risulta essere il materiale più economico sul quale puntare, ma siamo sicuri che i soldi risparmiati siano realmente ben
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PIETRALBA IL SANTUARIO DEGLI UOMINI DEI MONTI
di Fiorenzo Degasperi
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na volta all’anno, fin da piccolo, nella vecchia casa del paese di Vigolo Vattaro, sentivo le voci dei genitori e dei nonni preannunciare il vicino pellegrinaggio al santuario della Madonna di Pinè. Bastavano poche parole per gettare noi fanciulli nella gioia più incontenibile – finalmente un viaggio, finalmente l’aranciata al bar di Pergine Valsugana prima di inerpicarsi sulla montagna pinetana – e, nello stesso tempo, nella consapevolezza angosciosa della lunga, stancante e infinita camminata. Perché, a differenza di oggi, il pellegrinaggio consisteva nell’andata ma anche nel ritorno. E le gambe erano quelle che erano e nemmeno molto lunghe vista l’età. Non eravamo così convinti che la “grazia”, a cui noi bambini non riuscivamo ad attribuire contorni e significati chiari, fosse una valida ricompensa per tutta quella fatica. Poi, durante le lunghe serate invernali, quando eravamo tutti in cucina attorno al focolare perché le altre stanze non erano riscaldate – soltanto i nonni avevano una piccola stufa ad ole –, ogni tanto usciva 44
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IL SANTUARIO MARIANO CHIAMATO WEISSENSTEIN DAI TEDESCHI, BAISSISTON DAI LADINI E DAI TRENTINI DI UN TEMPO un nome: Baissiston. Su quel luogo magico, perché lontano, le parole si rincorrevano una all’altra. Si raccontava – per sentito dire anche dagli anziani – che il santuario era in mezzo a un bosco, che era pieno di avvenimenti prodigiosi, che lì si otteneva la grazia, che il contadino Leonhard aveva visto la Madonna più volte della pastora Domenica Targa. Che la chiesa era alta, come una muraglia calcinata, e i campanili parlavano con il cielo e le campane “ciarlavano” con i pini e gli abeti. Dicevano, gli anziani, che si doveva prendere la corriera fino a Trento, poi il treno fino a Laives, e poi a piedi per quattro o cinque ore fino al Santuario; quindi il ritorno. Almeno due giorni. Bisognava portarsi il cibo e qualche coperta. Noi bambini, in un angolo, facevamo a
finta di non ascoltare ma le orecchie erano ben attente a percepire ogni parola. Ne andava dei nostri piedi, della nostra fatica, delle nostre alzatacce. Però era anche l’occasione per uscire dal paese. Ci si separava per un po’ dal tran tran quotidiano per immergersi nel mondo,
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nella vita sociale. E poi, il Santuario. A letto, sotto le lenzuola, eravamo in quattro: i genitori e noi due figli. Su un materasso di “sfoiazi”, al freddo. E allora, curiosi, noi piccoli chiedevamo dei miracoli, se anche noi avremmo potuto accedere a quella beatitudine in terra senza aspettare l’aldilà, vedere la Madonna, vedere quel benedetto mantello celeste che ogni domenica ammiravamo nella chiesa neoclassica di Vigolo Vattaro, domandandoci se il cielo e le stelle fossero veramente come la pittura sulla scultura lignea.
Le immagini che ci costruivamo, di Baissiston e del viaggio, si sovrapponevano continuamente, s’ingrandivano, aprivano le porte alle storie che raccontava mia nonna sui dintorni del Santuario, lì dove abitavano un gigante e un drago. La tensione aumentava, il desiderio anche. Anni sono passati, ma Baissiston è sempre rimasto nel mio immaginario, nelle mie fantasie. Irrompeva regolarmente nei miei pensieri finché un giorno – avevo diciott’anni – presi il treno e a piedi mi recai al Santuario. Fatica immane, paura di perdermi – allora non c’erano segnavia del Cai o dell’Alpenverein –, attesa. Finché eccola la grande facciata bianca. Era come me la raccontavano da piccolo. Tutto coincideva. Al gigante e al drago ci avrei pensato dopo. Intanto avevo trasformato l’immaginario meraviglioso in realtà.
Euro 10,00 In libreria o sul sito www.curcuegenovese.it Dopo quella prima esperienza ci sono ritornato moltissime altre volte, soprattutto a piedi, dai luoghi più disparati e più lontani, ripercorrendo i sentieri dei ladini delle quattro valli, dei mòcheni, dei cimbri. Ad accogliermi c’era l’allora priore Lino Pacchin – ora al Santuario di Monte Berico a Vicenza – con cui ho condiviso per un periodo un pezzo di strada della mia vita. Scrivere una guida del Santuario mi sembrava un dovere, un omaggio obbligato ai sogni, alle paure, ai desideri e alle fantasie della mia infanzia. E un riconoscimento ai miei genitori e ai miei nonni cimbri, per avermi incuriosito. La curiosità è la leva che fa volare alta la creatività. Di questo gliene sono eternamente grato. ■ 45
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Al Masetto www.endrizzimatrimonio.it
PER RENDERE INDIMENTICABILI I GIORNI PIÙ BELLI DOPO IL FATIDICO SÌ, LA VERA MAGIA DELLA FESTA STA NEL LUOGO CHE ACCOGLIE GLI SPOSI E I PROPRI INVITATI. LA “BOTTAIA” DI ENDRIZZI A SAN MICHELE ALL’ADIGE, ALL’OMBRA DEL CASTELLO DI MOREALE, OFFRE UN’ATMOSFERA UNICA E INDIMENTICABILE. UNA LOCATION DA SOGNO, TRA APERITIVI E BUFFET NEL VERDE E UN PRESTIGIOSO BANCHETTO
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i sono momenti che impreziosiscono le nostre vite, contribuiscono a renderle uniche. Sono eventi legati all’amore, all’amicizia e al lavoro che capitano nei momenti più diversi e che richiedono una preparazione ed un’attenzione adeguate perché spesso sono occasioni che capitano una volta sola. Il matrimonio, ad esempio.
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Oppure una festa di laurea, un compleanno, una ricorrenza. Ma anche un incontro professionale di particolare prestigio. Sono tutte situazioni che meritano la giusta cornice, il vestito più adeguato ed elegante che renda onore all’evento stesso. Ebbene, noi di TrentinoMese siamo andati a scovarlo questo “vestito” che
E PER NATALE TORNA IL ROMANTICO MERCATINO IN VINOTECA
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per chi volesse passare delle vacanze di Natale speciali dalla prima settimana di dicembre, tutti i giorni, sabati e domeniche compresi, potrà passare dalla Vinoteca Endrizzi per preparare con cura i propri regali, scegliendo tra i prodotti di un’offerta davvero prestigiosa. Insomma, la magia del Natale abbinata alla magia del luogo: un connubio vincente capace di scaldare il cuore, anche grazie alle degustazioni che verranno offerte durante la visita.
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INFO
Cantinaendrizzi Cantinaendrizzi
Bottaia di Endrizzi Loc. Masetto, 2 38010 S. Michele all’Adige (TN) Tel. 0461.662672 - Fax 0461.650043 www.endrizzimatrimonio.it vinoteca@endrizzi.it dà più valore ai giorni più belli. Si trova a S. Michele All’Adige, a cavallo tra il Trentino e l’Alto Adige, giusto a due passi dall’uscita dell’autostrada. Poche centinaia di metri e, come per incanto, ci si ritrova in uno spettacolare angolo di Natura in cui si calano a meraviglia splendide architetture storiche. L’edificio è del 1885 e si chiama Masetto, immerso nella cornice bucolica dei vigneti della storica Cantina Endrizzi, all’ombra del maestoso Castello di Monreale. Quando si pensa al luogo ideale in cui ci piacerebbe stare con le persone amate nel giorno più importante della nostra vita è proprio un luogo del genere che prende forma nella nostra mente. Come
in un bellissimo romanzo, anche in un matrimonio lo scenario è fondamentale. E l’antica Bottaia di Endrizzi ne garantisce di indimenticabili. Sì, perché qui in località Masetto sono tante le location a disposizione, uniche e adatte a costruire dei percorsi personalizzati. Perché un evento può essere molto di più dello stare seduto per ore a tavola. Da Endrizzi si fa festa sperimentando un percorso sensoriale, sulle ali della Storia e delle eccellenze del territorio, partendo dagli aperitivi e i buffet tra le viti o sotto un antico porticato, amplificando la suggestione e l’intimità nello spazio sotterraneo della Barricaia, alla luce tenue dei grandi candelabri, Per poi calarsi nella meravigliosa suggestione del banchetto, tra calde botti ottocentesche, degustando gli splendidi vini della Cantina Endrizzi. Manco a dirlo: il consiglio è quello di prenotare con largo anticipo in quanto c’è moltissima richiesta per le date dedicate ai matrimoni. E se avete letto queste due pagine avete anche capito anche il ■ perché!
UNA STORIA DI FAMIGLIA
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a cantina Endrizzi produce vini del Trentino fin dal 1885. Una lunga storia fatta di passioni e di uomini che hanno creduto nel lavoro e nel terroir. Nel corso del tempo, oltre ai vigneti Pian di Castello, Masetto e Kinderleit, tutti allocati a San Michele all’Adige, la famiglia Endrici ha deciso di dedicare il suo sapere enologico anche alla produzione di vini toscani. I vini Endrizzi e i prodotti della Culinaria sono acquistabili presso l’Enoteca, aperta tutti i giorni tranne il martedì.
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DENTRO LA STORIA
di Maurizio Panizza
maurizio@panizza.tn.it
LA SOLIDARIETÀ TRADITA DOPO PIÙ DI CENTO ANNI, UN’INCHIESTA GIORNALISTICA RIVELA L’AMARA VERITÀ SUGLI AIUTI TRENTINI ALLE VITTIME DEL TERREMOTO DI CALABRIA DEL 1905
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orprendendo nel sonno migliaia di persone, il terremoto arrivò all’improvviso con un’enorme potenza distruttiva, scuotendo fin dalle fondamenta i muri delle case e facendo in pochi secondi più di 500 morti e 3000 feriti. Erano le 2.45 della notte tra il 7 e l’8 settembre del 1905, quando il terribile sisma colpì le coste tirreniche della Calabria radendo al suolo centinaia di paesi e mettendo in ginocchio le popolazioni della regione. Molte delle vittime furono dovute al crollo delle case della gente più povera, per lo più costruite con sassi e fango impastato con paglia. La tremenda scossa fu avvertita in tutta l’Italia centro-meridionale, da Roma sino in Sicilia. Purtroppo le terre del Sud non erano nuove a simili disastri, né lo sarebbero state neppure negli anni successivi (tre anni dopo sarebbe toccato a Messina, con più di 100 mila morti), eppure quel terremoto, pur nella sua tragica drammaticità ebbe una 48
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nota positiva. Fu, infatti, la prima volta nella storia che i giornali italiani e stranieri scrissero in diretta, tramite i propri inviati, le cronache di quei giorni atroci dando il via ad una straordinaria gara di solidarietà. Luigi Barzini, storico inviato del Corriere della Sera, scrisse l’11 settembre un editoriale in cui diceva: “In Calabria si muore. I danni del terremoto sono immensi, ma sono le vecchie piaghe della Calabria che li hanno fatti tali e che adesso rendono difficile ripararli”. Era un grido disperato
di soccorso. In effetti, dall’Unità d’Italia in poi non c’erano stati grandi cambiamenti in Calabria. Sotto il governo giolittiano, il ministro Sonnino aveva sì prestato attenzione alla questione meridionale, ma favorendo i potenti ceti agrari sperando che le masse contadine ne avrebbero tratto vantaggio. La formula, piuttosto discutibile, non aveva però funzionato. Il grido d’aiuto, comunque, fu raccolto in molte parti d’Italia e giunse pure al Nord, oltre confine, in Austria, dove in molti paesi del Sud Tirolo “di
Il villaggio Veneto Trentino quasi ultimato. A lato di ogni casa fu predisposto lo spazio per un piccolo orto familiare
parte italiana” (l’attuale Trentino) si costituirono immediatamente comitati per raccogliere fondi in aiuto delle popolazioni terremotate. Il primo a lanciare l’idea fu l’irredentista roveretano Arnaldo Tolomei (fratello del più tristemente noto Ettore, futuro senatore fascista), il quale da Roma scrisse immediatamente all’amico Giuseppe Silli, podestà di Trento, affinché il Trentino non perdesse l’occasione per manifestare la sua “solidale italianità” verso una regione del Regno bisognosa di aiuto. In breve si mobilitarono Trento e Rovereto, ma anche Riva del Garda, Arco e Ala, e la stessa cosa accadde nel vicino Veneto con numerose città fra cui Padova, Verona e
trentinostoria Venezia. In poco tempo, nacque così l’idea di costituire un “Comitato Veneto-Trentino pro Calabria” per poter realizzare insieme un progetto di solidarietà per le popolazioni colpite dal sisma. Il giornale trentino “La Voce Cattolica”, di cui era direttore un giovanissimo Alcide Degasperi, nell’edizione del 9 dicembre 1905 riportava la notizia in cronaca, annotando come i rappresentanti dei singoli comitati riunitisi a Verona, dopo lunga discussione avevano stabilito “che le somme raccolte sarebbero state destinate alla costruzione di un villaggio di case operaie per i poveri da intitolarsi Veneto-Trentino”. Per la città di Trento - si legge - era presente il podestà Giuseppe Silli, per Rovereto l’avvocato Angelo Pinalli, mentre Alessandro Bottesini rappresentava il comitato di Riva del Garda ed Enrico Francescatti quello di Ala. La somma sin lì raccolta ammontava a 174.137 lire. Dopo quell’incontro il Comitato non perse tempo e tramite le autorità calabresi vennero subito interpellate le amministrazioni locali. Dapprima il cospicuo contributo (circa 600 mila euro attuali, ma con un potere d’acquisto enormemente maggiore per l’epoca) venne proposto al piccolo comune di Terrati, il quale però venne presto escluso per via del tentativo di speculare sui terreni da vendersi al Comitato, quintuplicati di valore nel giro di pochi giorni. Determinante fu allora l’intervento del deputato calabrese Luigi De Seta, che convinse il Comitato a scegliere, come destinatario dei fondi, Cetraro, paese di 7 mila abitanti sulla costa tirrenica a circa 20 chilometri a nord di Paola, il quale, a dire il vero, non aveva subito danni significativi come, ad esempio, Piscopio o Stefanaconi. Comunque sia, avviate le trattative con i modi e i tempi dettati dalla situazione, dieci
mesi dopo - il 23 settembre 1906 - gli amministratori di Cetraro presero l’impegno di fornire gratuitamente il terreno su cui edificare il nuovo villaggio in riva al mare. Un terreno all’epoca acquitrinoso e malsano che necessitava di adeguata bonifica. Il Comitato, dal canto suo, avrebbe realizzato, oltre alla scuola e a una chiesa, 18 villette antisismiche in muratura a due piani. Nei mesi successivi i contatti con la Calabria si intensificarono e il Comitato fornì al Comune di Cetraro un primo progetto di ciò che si intendeva realizzare. L’idea originaria prevedeva la costruzione di quattro file di edifici posti a emiciclo attorno alla piazza centrale, a poche centinaia di metri dalla battigia. In seguito, invece, su richiesta dell’Amministrazione comunale si preferì costruire un quartiere più vicino ai gusti e alle tradizioni locali, con piazza centrale di forma rettangolare e gli edifici allineati in file parallele alla strada e alla ferrovia. Ciò che in sostanza è ancora oggi la Marina di Cetraro. I vertici del Comitato Veneto Trentino erano il Sindaco di Venezia, Filippo Grimani, Antonio Guglielmi Sindaco di Verona, Giuseppe Silli Podestà di Trento, il Presidente della deputazione Provinciale di Treviso e, infine, l’ingegnere Beppe Ravà, delegato tecnico quale alto funzionario del Ministero dei Lavori Pubblici. Fu lo stesso Ravà che in data 5 marzo 1907 inviò al Comune di Cetraro copia dello Statuto per l’erezione in Ente morale del Comitato stesso. Il secondo articolo recitava: “Il Borgo che sorgerà su terreno donato dal Comune di Cetraro all’Ente Morale denominato “Comitato Veneto Trentino Pro Calabria”, rimarrà in proprietà dell’Ente stesso e le case verranno concesse in locazione ai naturali meno abbienti del Comune predetto,
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Gli aiuti arrivarono da tutta Italia e pure dall’estero
e preferibilmente ai marinai e pescatori.” Le motivazioni per cui il Comitato riservò a sé il “controllo” sul Borgo le troviamo in un verbale riservato dove si afferma fra l’altro che l’affitto chiesto agli assegnatari sarà molto “tenue” e che “data la non troppa moralità delle amministrazioni locali, si ritiene pericolosa la cessione delle case al comune”. In effetti motivi per dubitare sui destini dell’opera pare ce ne fossero sin dall’inizio, in quanto secondo previsioni riportate da alcuni giornali locali, il costruendo borgo marinaro avrebbe in breve tempo affossato economicamente una comunità già gravata di debiti ancora prima del sisma. Tant’è che i mutui accesi dal Comune per l’acquisto dei terreni su cui sarebbe sorto il villaggio preoccupavano molti concittadini. Nel frattempo, è da dire che un’altra vicenda, ben più grave, era venuta a scuotere i palazzi della politica nazionale. A Roma, infatti, il Governo Giolitti aveva istituito verso la fine del 1906 una Commissione d’inchiesta sulla gestione dei sussidi pro Calabria a capo della quale aveva messo proprio l’ingegner Ravà, delegato esecutivo del Comitato Veneto Trentino. Dagli atti parlamentari della seduta del 16 dicembre 1907 si evince che “l’inchiesta avrebbe do50
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vuto accertare come erano stati erogati nelle Calabrie i fondi raccolti e come si era esplicata l’opera delle autorità a beneficio delle popolazioni colpite dal disastro”. Gli esiti della Commissione non potevano essere più disastrosi. Così si legge nei verbali: “L’inchiesta ha ben potuto accertare che in occasione del terremoto si è infranto il dovere civile dell’onestà e si è profanato il sentimento umano della carità”. Pure l’on. Luigi De Seta, che si era fatto da intermediario per la costruzione del Borgo Veneto Trentino, venne coinvolto nell’indagine in quanto il suo nome appariva più volte nei verbali della Commissione come uno di quelli che “in virtù dell’influenza politica esercitata aveva sperperato il denaro della beneficienza pubblica in favore degli abbienti”. A nulla, comunque, valsero le conclusioni della Commissione d’inchiesta la quale laconicamente testimoniò come nei lavori di ricostruzione “le baracche erano state la provvidenza per i poveri, mentre il restauro delle case la beneficenza per i ricchi”. Alla fine non se ne fece nulla. Il Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti arrivò solo a ribadire una precedente circolare che vietava in modo assoluto le riparazioni di fabbricati appartenenti a persone agiate. Questo fu
l’unico risultato, anche se il provvedimento arrivò quando era ormai troppo tardi. Tornando con la nostra storia a Cetraro, il 31 maggio 1910 il sindaco Ferdinando De Caro portava in Consiglio la notizia che i lavori erano conclusi e che il Comitato aveva stabilito la data d’inaugurazione per il 10 luglio seguente. E’ da dire, però, che non tutto fino a quel momento era filato liscio. Infatti, lo storico Leonardo Iozzi, in una sua ricerca pubblicata nel 1999, ricorda come fin dal settembre del 1909 la controversa questione del Borgo San Marco (così venne chiamato il villaggio) avesse coinvolto l’intera comunità, a tal punto che la polemica si trasformò in lotta feroce e calunniosa. Il mensile “Cetraro Nova”, soffiando sul fuoco, alimentava ulteriormente lo scontro con la Giunta comunale screditando l’opera e parlando addirittura “di assurde mostruosità edilizie, di triste opprimente sistema cellulare, di porcili, di case per una colonia di reclusi, di case con stanze come celle carcerarie, di stanzette soffocanti”. Che la polemica innescata da “Cetraro Nova” fosse un pretesto di bassa lega e la costruzione del Borgo lo strumento per sfiduciare politicamente gli amministratori comunali è evidente, e ciò è dimostrato da un altro giornale, “L’Aurora”, che nelle stesse settima-
ne uscì sostenendo un parere esattamente contrario: “La tecnica, per quanto riguarda l’esecuzione e la bontà dei materiali, è d’una scrupolosità sorprendente. Esteticamente, per chi lo osserva dall’alto, il Borgo è armonioso nella sua semplice e spigliata bellezza”. Alla fine, le continue polemiche e gli attacchi sconsiderati contribuirono al deterioramento dei rapporti fra il Comitato e l’Amministrazione locale. A luglio, infatti, non si fece nessuna festa d’inaugurazione. Il 10 novembre il giornale “L’Aurora” usciva con una notizia inaspettata: “La festa inaugurale, tanto attesa e tanto perseguitata dal fato, non avrà più luogo, ovvero si è già svolta a Roma in Montecitorio. Colà l’impresa costruttrice ha creduto convocare il Comitato esecutivo per consegnare alla sagace direttiva di esso, bello e finito, il nostro borgo S. Marco, che è ora la speranza più promettente della cittadinanza!” Tuttavia, nessuna assegnazione ebbe luogo in quei mesi, in quanto la martellante campagna denigratoria aveva suscitato dubbi e scoramento nei poveri pescatori, sempre più indecisi sulla scelta di una nuova abitazione. Si dovette attendere l’estate del 1912 perché qualcuno accettasse di entrare in quelle case chiuse da più di due anni. Costoro, però, il giorno dopo restituirono le
trentinostoria chiavi affermando che “era impossibile abitarvi perché a imposte chiuse si avvertiva un enorme calore”. Ma non era tutto. I soliti diffamatori, in un impeto distruttivo, arrivarono al punto di sostenere che a Cetraro la classe marinara non esisteva più perché estinta con le emigrazioni verso il Sud America, e che quindi, non potendo dar luogo a quanto previsto dallo Statuto, si doveva incentivare l’arrivo di potenziali assegnatari da fuori. Eppure documenti inoppugnabili confermano ancora oggi che in quegli anni erano più di 40 i pescatori in attività e che una decina rientrarono al più presto dall’Uruguay con le loro famiglie non appena seppero del villaggio in costruzione. Il Comitato - disorientato di fronte a così tanti attacchi strumentali - per non lasciare nulla di intentato decise comunque di intervenire sulle case per far eseguire numerose migliorie. Poi, il 6 novembre 1915, deliberò lo scioglimento dell’Ente e l’assegnazione del patrimonio del Borgo al Comune di Cetraro.
Una veduta dall’alto del nuovo Borgo: diciotto palazzine, una scuola, una chiesa
Era la fine della collaborazione e del progetto di solidarietà veneto-trentino. Per più di dieci anni le palazzine di Borgo San Marco rimasero abbandonate all’incuria del tempo, fino a quando, nell’ottobre del 1922, il Consiglio comunale non deliberò la loro vendita per appianare i deficit di bilancio. L’importo complessivo che l’operazione immobiliare portò nelle casse del Comune di Cetraro fu pari a 274.000 lire, “guadagnando” in tal modo sugli originari costi del terreno e su quanto offerto dal Comitato Veneto Trentino un’ulteriore somma di 75.000 lire, più di 100 mila
euro attuali. Purtroppo con quei soldi non venne mai realizzato nessun edificio pubblico, né la Casa del Marinaio, già promessa in precedenza. Leonardo Iozzi, ricercatore già citato, scrisse nel suo saggio: “Le diciotto palazzine, costruite per essere “concesse in locazione ai meno abbienti” e “preferibilmente ai marinai-pescatori”, finirono, con regolari atti di vendita nelle mani della piccola e media borghesia e dei professionisti”. Così, alla fine di quest’amara storia, al di là delle giuste valutazioni storiche, rimane il fatto inconfutabile che quegli
amministratori comunali si resero responsabili di un atto estremamente grave sotto l’aspetto morale, e l’impressione che si ricava leggendo quei documenti è che la vicenda fu gestita ad arte da diversi soggetti, ognuno interessato per proprio conto a ricavarne qualcosa. Ma ciò che lascia ancor più l’amaro in bocca è il fatto che non furono solo i muri che fecero gridare allo scandalo in quegli anni, ma fu la stessa idea di solidarietà a venire compromessa, una solidarietà disinteressata giunta da molto lontano che però alla fine venne delusa, offesa e tradita. ■
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PASSARONO DI QUI...
di Francesca Mazzalai
Facoltà di Sociologia di Trento, 1968. Gli occupanti e la pausa caffè (Curcio a destra, nel cerchio). Foto tratta da: “Trento 1950-1980. Trent’anni di storia e cronaca” Temi editrice
DALL’IDILLIO ALLA LOTTA “EX BRIGATISTA, EDITORE, SAGGISTA, SOCIOLOGO, TRA I FONDATORI DELLE BRIGATE ROSSE”. COSÌ SI LEGGE SU WIKIPEDIA ALLA VOCE “RENATO CURCIO”. EPPURE DA SAPERE C’È MOLTO DI PIÙ. SOPRATTUTTO SU QUEGLI ANNI CRUCIALI CHE CURCIO TRASCORRE A TRENTO, DOVE FREQUENTA LA NEONATA FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA, QUANDO LUI È SEMPLICEMENTE UNO STUDENTE, COME TANTI ALTRI. ADORA IL TRENTINO, GLI SEMBRA IL LUOGO PIÙ BELLO DEL MONDO. LO STUDIO LO APPASSIONA, È INNAMORATO DI UNA RAGAZZA DI NOME MARGHERITA, CHE LO AMA A SUA VOLTA. EPPURE A UN CERTO PUNTO IN LUI SCATTA QUALCOSA
È
il 30 luglio del 1971. Sembra una tranquilla giornata d’estate.Un venerdì soleggiato, caldo. A Pergine chi può se ne va al lago, in mezzo ai turisti che in quei giorni affollano le rive di Levico e Caldonazzo, lasciando le vie del centro praticamente deserte. Solo pochi indugiano ancora al bar, commentando la notizia di prima pagina dell’Alto Adige: “Scott e Irwin sono scesi sulla Luna”. Si tratta del
quarto allunaggio della storia, ma a differenza dei precedenti qualcosa è andato storto. Il modulo lunare Falcon non si è staccato dall’Apollo 15 come previsto, e l’ansia ha preso il sopravvento. Finché, quasi mezz’ora più tardi, un secondo tentativo è finalmente andato a buon fine. Sfogliando gli stessi giornali si legge anche della sciagura aerea avvenuta in Giappone, dove un Boeing e un caccia si sono scontrati in volo, causando la Margherita Cagol e Renato Curcio
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La facoltà occupata
morte di 162 persone. Le pagine dello sport sono invece dedicate al Meeting Internazionale dei tuffi di Bolzano, con l’avvincente e (in quegli anni immancabile) sfida fra Giorgio Cagnotto e Klaus Dibiasi. Nel frattempo a Pergine le campane della chiesa hanno da poco suonato mezzogiorno. Per l’esattezza sono le 12.10 quando una “128” blu targata Bolzano imbocca la centralissima via Cesare Battisti, fermandosi a poche decine di metri dalla filiale della Banca di Trento e Bolzano. La targa è strana, di cartone, sembra quasi posticcia. Dall’auto scendono tre uomini, mentre l’autista rimane alla guida col motore acceso. Uno dei tre si ferma all’ingresso, prende un giornale dalla tasca e lo apre fingendo di leggerlo, voltato verso la strada. Gli altri due entrano in banca. Armati. Con il volto coperto da una calza di nylon. Mancano venti minuti alla chiusura della filiale, all’interno sono rimasti quattro cassieri e tre clienti. “Mani in alto, questa è una rapina!” gridano i due banditi più forte che possono. A quell’urlo i presenti si guardano increduli. Sta succedendo davvero? In effetti sembra di assistere alla scena di un film. E è pro-
prio ai film che questi rapinatori si sono ispirati. Quello a Pergine è il loro primo colpo in assoluto. Per darsi un tono i novelli banditi sfoderano una Beretta calibro 9 e una pistola a tamburo calibro 38. Nessuna delle due ha il colpo in canna, ma questo il personale della banca non può certo saperlo. “Sa fai’ sti putei?” esclama una donna. “Signora questa è una rapina!” la zittisce uno dei rapinatori. “Ricordo ancora la scena – racconterà anni dopo uno dei banditi – tutti alzano le mani impietriti. Io che per arrivare alla cassa devo aprire un cancelletto di quelli bassi, con l’apertura tipo saloon. Spingo e non si apre, sbatte contro un impiegato il quale, alla terza volta che lo riceve sul ginocchio mi fa: guardi che se lo tira verso di sé forse è meglio. Era terrorizzato. E io più di lui.” Una volta presi i soldi dalla cassaforte (chiusa ma con la chiave infilata nella toppa), i due uomini guadagnano l’uscita e saltano nella macchina che li sta aspettando fuori. Troppo prevedibile scappare verso Trento. Meglio dirigersi verso il lago, dove potranno abbandonare la macchina, prendere una barca e infilarsi in uno dei tanti campeggi confondendosi
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trentinostoria Una rara immagine a colori di Margherita Cagol
fra i turisti. Non prima però di aver consegnato il malloppo al quinto complice (questa volta una donna), che li sta aspettando appena fuori dal centro di Pergine. Quale posto migliore per nascondere i soldi se non il pannolino del bimbo che la donna tiene in braccio? È così che scompaiono nel nulla i 9 milioni di lire prelevati alla filiale di Pergine (che nel ’71 erano una bella cifra) e i rapinatori. In realtà oggi i loro nomi li conosciamo benissimo, a partire dal bambino, Manolo Morlacchi (di appena due anni). La donna è Heidi Peusch, tedesca, scappata qualche anno prima dalla DDR. Il suo compagno (e padre del piccolo Manolo) è Piero Morlacchi detto Pierino. Infine ci sono i due che sono entrati in banca: Mario Moretti, futuro capo delle Brigate Rosse, e il suo complice: Renato Curcio. È proprio Curcio l’unico a conoscere bene la zona. Ha trascorso diversi anni in Trentino, sette per l’esattezza. A partire dal 1962, quando mette piede per la prima volta a Trento. Curcio a quell’epoca non ha ancora compiuto 21 anni ma la sua vita è già stata piuttosto movimentata. Sua madre Jolanda si è trasferita a Roma dalla Puglia per cercare lavoro. E lì che ha conosciuto il futuro padre di Curcio, un ufficiale dell’e-
sercito di nome Renato Zampa (fratello di Luigi Zampa, il regista). Siamo in tempo di guerra, è il 1941. Dopo una breve relazione, i due si perdono di vista. Jolanda non può tenere il figlio con sé e allora lo affida a una famiglia di Torre Pellice, in Piemonte, dove vivono anche i fratelli e la sorella di Jolanda. Il piccolo Renato trascorre dieci anni in quel paesino di montagna. Soffre di sonnambulismo e in piena notte si alza per andare a sedersi sul davanzale della finestra che affaccia sulla strada. Per il resto la sua infanzia trascorre felice. Finchè sua madre Jolanda decide che lo rivuole vicino e lo iscrive al Collegio
Don Bosco di Centocelle, poco distante da Roma. Per Renato, che ha nove anni, la vita cambia di colpo... Il collegio gli sembra una prigione e tenta ripetutamente di scappare. Non mangia non studia. Vuole tornare in Piemonte. L’unico risultato che ottiene è quello di essere bocciato. Viene trasferito di nuovo e affidato questa volta a una famiglia di Imperia. E lì, dopo un nuovo tentativo di ribellione, Renato si rende conto che lottare è inutile. L’unica possibilità di evadere da quella situazione è finire la scuola e diventare indipendente. Ha quindici anni quando chiede alla madre il permesso di iniziare a lavorare. Prima
Bruno Kessler. Fu lui a volere una nuova facoltà universitaria in grado formare dei tecnici capaci di misurare i fatti sociali in modo “scientifico” 54
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come ascensorista in un albergo, poi si mette ad aiutare Jolanda che ha rilevato una pensioncina a San Remo. Lei però insiste che Renato riprenda gli studi. E così, come lui stesso racconta: “Scelsi aprendo un elenco telefonico. Capitò un istituto per periti chimici ad Albenga.” Curcio fa la spola fra Albenga durante la settimana e San Remo per i weekend e le vacanze. Per cinque anni studia “forsennatamente”. Una volta diplomato si presenta alla Pirelli a Milano, ma gli basta un’occhiata alla catena di montaggio per sentire la voglia di fuggire. Rimane un anno a Genova, dove finisce per puro caso cercando un lavoro da cameriere (che non ottiene). Quei dodici mesi li passa come un vagabondo, dormendo dove capita e vivendo di espedienti, finchè qualcuno gli dice: “Tu che sei un tipo con tanti strani interessi, sai che a Trento stanno aprendo una nuova università di sociologia? Secondo me dovresti andarci, è quello che fa per te”. È così che, come racconta Curcio: “Una sera del giugno ’62 arrivai a Trento con cinquantamila lire in tasca, una certa passione per la letteratura, senza sapere nulla di politica e tantomeno di sociologia. Poiché ero abituato a non andare a dormire, cominciai a vagare per la città che, a differenza di Genova, era straordinariamente pulita e ordinata. Le case dipinte, le aiuole curate, le montagne illuminate dalla luna; mi sembrò un paradiso. Questo posto fa per me, decisi all’istante”. La mattina successiva Renato è seduto al Caffè Italia, ad ammirare piazza Duomo. Al cameriere che gli porta il cappuccino Renato dice che sta cercando lavoro. “Se sei capace, qui da fare ce n’è finché vuoi“ gli spiega il ragazzo, suggerendogli di presentarsi all’albergo Panorama. “Dì che
trentinostoria ti manda Ermes, vedrai che ti proveranno…”. “Al Panorama – continua Curcio – venni accolto come se non stessero aspettando che me (“Capita proprio a proposito, i vestiti glieli diamo noi, cominci subito”). Non mi feci pregare: alloggiato, nutrito, vestito e con un ottimo stipendio, fare il cameriere fu una pacchia che durò parecchi mesi”. Curcio nel frattempo non ha dimenticato quella facoltà che gli è stata consigliata, Sociologia. E inaspettatamente, quando si presenta per l’iscrizione, scopre che grazie alla media con cui si è diplomato può richiedere la borsa di studio. Che infatti ottiene. Inizia così l’autunno del 1963, un autunno che sarà ricordato a lungo. Il 10 ottobre di quell’anno una gigantesca frana si stacca dal monte Toc, precipitando nel bacino sottostante: la diga del Vajont. La diga resiste ma l’impatto provoca un’ondata d’acqua gigantesca che oltrepassa il muro e si schianta centinaia di metri sotto, spazzando via tutto quello che trova sulla sua strada. I morti sono quasi duemila. A Dallas, un mese più tardi (il 22 novembre) un uomo identificato come Lee Oswald uccide a colpi di fucile il presidente degli Stati Uniti, John Fizgerald Kennedy. Sempre nel 1963, in Italia dove ci sono state da poco le elezioni - Aldo Moro forma il suo primo governo, di cui Pietro Nenni è vicepresidente, È in quello stesso autunno che inizia la carriera universitaria di Renato Curcio. La facoltà di Sociologia è appena nata. Fino ad allora gli studenti liceali che volevano continuare gli studi dovevano andare fuori: a Milano, a Venezia, a Padova. L’università a Trento non esisteva. A cambiare tutto era stato il presidente della Provincia Bruno Kessler che aveva chiamato a raccolta illustri
Nel maggio 1974 vennero diffuse dagli inquirenti le foto di alcuni dei presunti capi delle Brigate Rosse: il secondo da destra è Renato Curcio. Gli altri tre sono: Piero Morlacchi, Mario Moretti e Alfredo Bonavita.
docenti universitari italiani per elaborare un “Piano urbanistico provinciale” (e fotografare lo stato della popolazione e le risorse del territorio in quel preciso momento) che servisse a pianificare uno sviluppo futuro. Si trattava di un lavoro lungo e soprattutto difficile. Erano pochi i docenti preparati. E proprio questa difficoltà nel raccogliere le informazioni sarà il motivo che spingerà Kessler a volere una nuova facoltà universitaria in grado di formare dei tecnici capaci di misurare i fatti sociali in modo “scientifico”. Così, il 14 novembre del 1962 viene ufficialmente (e festosamente) inaugurata la nuova università di via Verdi. Fra l’entusiasmo generale c’è però chi si chiede cosa c’entri una facoltà simile in una città piccola come Trento, lontana da quei flussi migratori e dalle trasformazioni sociali che gli
Mauro Rostagno 56
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studenti dovrebbero studiare. Ma a questi dubbi non viene dato peso. Nel frattempo la città si prepara ad accogliere i nuovi studenti. L’impatto della popolazione con i giovani provenienti da altre regioni è inizialmente pacifico, ma non molto cordiale. Quell’università appare a molti trentini come una minaccia alle loro tradizioni. A diffondere l’armonia non contribuiscono gli articoli che alcuni studenti cominciano a scrivere sui giornali, lamentando proprio la “scarsa cordialità” dei trentini. Renato Curcio invece non sembra preoccuparsene. A lui il Trentino appare veramente come un sogno diventato realtà: “università gratis, alloggio gratis in una villa liberty nel borgo di Villazzano, tutt’intorno i monti su cui programmavo grandi escursioni: capii che la prima
impressione avuta la notte in cui ero arrivato risultava giustissima: quello era davvero il paradiso.” Le sue giornate in facoltà trascorrono ascoltando le lezioni e “stando zitto moltissimo. Dal punto di vista formativo quello è stato il periodo più importante della mia vita. Nel senso che quell’ambiente stimolò una straordinaria sfida con me stesso. La sfida di riuscire a tenere il passo in una competizione intellettuale dalla quale si poteva emergere in serie A o essere relegati sullo sfondo”. E Renato Curcio sullo sfondo non ci vuole restare. In un primo tempo si lega a una studentessa, Marianella Sclavi (con la quale condivide l’interesse per Sartre) e a Mauro Rostagno (uno dei futuri fondatori di Lotta Continua). Proprio insieme a Rostagno, Curcio dà vita nel 1964 a una ‘casa di studio aperta’ in una casa diroccata lungo l’Adige. Di notte ci dormono solo in tre, mentre di giorno l’accesso è libero. A volte vi si tengono seminari, discussioni, ‘controcorsi’ su temi che in facoltà sembravano essere ‘trascurati’, da Marx a Wittgenstein, a Marcuse. In breve tempo in quella piccola comune si cominciano a radunare decine di studenti e il posto si conquista una brutta fama. Eppure c’è una ragazza che sembra indifferente alle critiche e che quella ‘casa degli stregoni’ la frequenta regolarmente. Timida, carina, molto diligente nello studio e con un grandissimo talento per la chitarra classica (che la porterà a esibirsi anche in Francia), si chiama Margherita Cagol e tra lei e Renato Curcio scatta subito la scintilla. Quell’incontro è destinato a segnare la loro vita per sempre. Ma questo lo scopriremo nella seconda parte della nostra ■ storia.
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COME TI DIPINGO IL SUPER EROE
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prima vista ti pare poco più di una ragazzina e rimani stupito quando ti confessa che ha 37 anni e una figlia, Venice, che frequenta la prima della scuola primaria. Allora osservi alcune foto mentre è al lavoro, ad esempio quella dove sta dipingendo di carminio il cranio di un cervo: ha un’espressione da ragazzina sorridente ma concentrata, di una che è presa (ciapada, per dirla con un’intensa, intraducibile parola trentina) da quello che sta facendo. E al contempo si diverte (il massimo per un artista). E capisci che cos’è che la mantiene così giovane. Michela Pedron è nata a Mezzocorona, ha abitato e studiato per anni a Venezia dove undici anni fa ha conseguito la laurea in Arti Visive e Discipline per lo Spettacolo ad indirizzo Pittura. Ha esposto in Italia e all’estero, vincendo numerosi premi, negli ultimissimi anni avendo successo in Giappone. Gabriele Libardoni, sottolineando la sua naturale sintonia col mondo attuale, da testimone del tempo, scrive: “Nelle sue opere sfila una parata di icone contemporanee composta da elementi glamour, optical, new-new-pop, che si ispirano direttamente all’immaginario della generazione cresciuta con le riviste patinate alla Cosmopolitan…” Michela ama lavorare per te-
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NELLE OPERE DI MICHELA PEDRON SFILA UNA PARATA DI ICONE CONTEMPORANEE COMPOSTA DA ELEMENTI CHE SI ISPIRANO DIRETTAMENTE ALL’IMMAGINARIO DELLA GENERAZIONE CRESCIUTA CON I FUMETTI matiche, per cicli: passando dall’uno all’altro quando pensa di aver esaurito lo scavo. Il primo ciclo è quello dedicato ai Supereroi, iniziato quando aveva poco più di vent’anni: ”L’11 settembre 2001 ero in un supermercato per la spesa quando gettai gli occhi su un maxischermo. Vi appariva un grattacielo fumante: pensai che fosse il trailer di un nuovo film: quando sarebbero comparsi i Supereroi: Batman, Superman, Spiderman a evitare la catastrofe? Poi mi accorsi che si trattava di una tragedia vera. La gente pregava…”. Nella riflessione su quella tragedia filtra l’infanzia dell’artista, con le sue paure e i suoi sogni, i terrori e l’aspettativa dell’happy end propria dell’essere umano, soprattutto dei ragazzi. Quado tutto sembra perduto e trionfa la disperazione la gente prega: si affida a Dio, al Santo. Ed ecco la serie dei Supereroi: come l’ampia tela ad acrilico (cm 100x120, 2009), “His Hero” in cui viene rappre-
sentato Batman. Ha un’espressione assorta, intensa, severa. La stessa della nostra Michela, che si raffigura anche lei come un Supereroe, e appare addirittura triste. Insomma i Supereroi sono per lei una cosa seria, molto seria: così come la realtà drammatica in cui tutti siamo immersi. Un altro ciclo spinto avanti nei primi anni del 2010 è quello degli “Skull”, dei teschi. Per capirlo a fondo
bisogna tener presente l’imprinting da bambina: Michela ha un nonno di 96 anni, Carlo, che adora: è stato cacciatore e tassidermista, ovvero imbalsamatore. La bambina Michela entrando nella casa di nonno Carlo trovava trofei di caccia, ma soprattutto animali imbalsamati. E dava loro un nome, dialogava con loro. Cresciuta si procurò dei teschi di ungulati nei mercatini e iniziò il ciclo “Deer skull”: un’operazione di esplicita derivazione ”pop-artistica”, coi suoi colori squillanti presi dalla pubblicità, che le servono per decorare, travestire, manipolare i trofei. Per quali ragioni? Se ne potrebbero trovare tante, ognuno la sua, ma a mio avviso tre sono prevalenti: il piacere decorativo; il traghettamento di un’eredità ancestrale nel nostro mondo della pubblicità, del consumismo; e infine (la ragione più seria, più meditativa, più filosofica: il mascheramento della morte. Perché questi trofei, anche se vorrebbero essere l’esibizione di altrettante “vittorie”, in effetti esibiscono macabri reperti di morte… Ma il ciclo più vasto nella produzione di Michela Pedron è quello degli animali (a cui
trentinoamiciartisti quello sugli “Skull” è comunque in qualche modo legato). Da piccola ha potuto tenere in casa un grillo, due canarini, due pappagallini, due pesci rossi, un’anatra. Sognava di tenere anche un cane ma sua madre non volle. Così Michela poté realizzare il suo sogno solo verso i trent’anni, in una famiglia sua, allevando Giancarlo, un carlino che ha dipinto in ”My dog”. Michela, nella sua passione viscerale per gli animali, cominciò nel 2005 a dipingere piccoli animali: raganelle, topolini, tartarughine, porcellini, farfalle… Poi passò agli uccelli, passeri e corvi. E sempre gli sfondi sono dipinti a retino, a puntini (ovvio il riferimento a Lichtenstein), a pois, a dischetti colorati. Ma non si tratta solo di uno sfondo; questi elementi geometrici archetipici come è il cerchio, entrano nel quadro, occupano lo spazio. Proviamo ad immaginare come sarebbero vuote e desolate tele come “A sparrow” 1 e 2 (acrilici cm 100 x100, 2013), che dipingono un passero nero su un ramo nero, se non fossero illuminati spazialmente e mentalmente da coloratissimi dischetti. Sono tele realizzate con la magistrale perizia in possesso di que-
sta artista, fatta di eleganza e applicazione tenace: ”I pois sono nella mia arte un elemento ricorrente, li trovo esteticamente belli, mi piacciono le superfici ritmiche, decorate a motivi uniformi. Credo molto all’estetica nelle mie opere; credo che l’arte deva affrontare temi impegnativi, ma non svincolati dal bello.” Così non c’è da stupirsi se tele come queste siano piaciute ai Giapponesi, per secoli produttori di incisioni ispirate alla natura estremamente raffinate. La Pedron volò la prima volta nel Paese del Sol Levante nel 2012 : ne rimase affascinata. Vi tornò l’anno dopo per starci un mese e mezzo, visitando innumerevoli Musei e Gallerie d’Arte. A due di queste piacquero i suoi lavori e la invitarono a esporli. Così la nostra Michela, quest’anno, è stata protagonista di due personali: una alla “Hiro Gallery” nel centro di Tokyo e un’altra alla “Art For Thought Gallery” a Izakogen e Izukava in una penisola a sud di Tokyo. Sono state esposizioni di successo e la nostra Michela è stata invitata per il prossimo anno, di nuovo alla ”Hiro Gallery”. Sayonara, Michela! E mandaci una cartolina! ■
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a cura di Daniele Magagnin
LA GALLINELLA ROSSA Sabato 4 novembre, ore 16.30, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia C’era una volta una gallinella rossa che viveva in una fattoria con i suoi pulcini... Accanto alla gallina, sempre laboriosa e tenace, ci sono il maiale, il topo, l’agnello, l’anatra, il gatto, o altri animali di fattoria, ma tutti hanno un denominatore comune: nessuno di questi animali aiuterà la gallinella a preparare la terra, a piantare e innaffiare il grano, a mieterlo e trebbiarlo, a portarlo al mulino e a fare il pane. Tutti troppo pigri o troppo impegnati a fare altro. Solo nel finale, quando il pane viene sfornato caldo e profumato vorrebbero mangiarlo... LUCA BARBAROSSA IN CONCERTO Martedì 7 novembre, ore 21.00, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia
Cantautore sopraffino, conduttore radiofonico divertente e scanzonato, direttore artistico e trascinatore: Luca Barbarossa è davvero un artista poliedrico. Reduce dal successo di agosto del concerto per Amatrice, in ricordo e sostegno delle vittime del recente terremoto nel Centro Italia, ed insignito del riconoscimento «A muso duro» del Premio «Pierangelo Bertoli» per essersi distinto nelle sue opere sui temi dell’anticonformismo e dell’indipendenza intellettuale, il cantautore, accompagnato dalla sua band, proporrà al Cristallo un 60
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TEATRO DI SPESSORE, FIERA D’AUTUNNO E L’INAUGURAZIONE DEI MERCATINI NOVEMBRE IN ALTO ADIGE ALL’INSEGNA DEGLI ULTIMI EVENTI DELLA TRADIZIONE AUTUNNALE, LA RASSEGNA FIERISTICA PIÙ DATATA, SPETTACOLI TEATRALI PER GRANDI E PICCOLI, EVENTI DI RIFLESSIONE E APPROFONDIMENTO, IL CONCERTO DI BARBAROSSA E IL WINEFESTIVAL concerto dove rivisiterà alcuni suoi brani classici e farà ascoltare i pezzi del suo nuovo disco. Un concerto-evento dallo stile unico di questo maestro della musica italiana. FIERA D’AUTUNNO PER VIVERE E SENTIRSI BENE, 70° EDIZIONE Fiera Bolzano, ore 9.30-18.30 È la fiera storica del Trentino Alto Adige, visitata ogni anno da oltre 40.000 visitatori da tutto il Trentino Alto Adige. Un’offerta ricchissima di prodotti e novità per migliorare il proprio stile di vita. Partecipare a questa fiera ha tre grandi vantaggi per l’espositore, che viene ripagato dell’investimento fatto grazie alla vendita diretta al pubblico, guadagna e fa pubblicità al proprio punto vendita. Questi i settori principali: Home. A casa: un ampio sguardo sulle tendenze dell’arredamento: dal mobile classico al complemento di design, dall’artigianato tradizionale alle moderne tecnologie. Vita65+: un intero settore dedicato agli over 65 con prodotti e servizi per la salute e la nu-
trizione, i viaggi e la mobilità, l’abitare e la sicurezza, diritti e sociale, finanza e assicurazioni, formazione e competenze. Biolife: la fiera dell’eccellenza regionale biologica. Maggiori informazioni: Biolife. LE INSIDIE DELLA CORRUZIONE. INCONTRO CON PIERCAMILLO DAVIGO Giovedì 9 novembre, ore 20.30, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia Incontro con Piercamillo Davigo, Presidente della II Sezione Penale presso la Corte di Cassazione, modera Pasquale Profiti, sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Trento. Quanto la corruzione permea la vita quotidiana dei cittadini? Quanto è necessario un cambiamento di passo, un nuovo stile di vita che risponda all’esigenza collettiva e personale di onestà e correttezza. Dopo oltre un quarto di secolo dallo scandalo di “Mani Pulite”, uno dei suoi proagonisti, Piercamillo Davigo, già PM del pool di Milano e ora Presidente di sezione
della Corte di Cassazione, mette in guardia sulle insidie della corruzione, sostenendo l’importanza di una riforma della legge in materia ed evidenziando come attualmente la repressione non funzioni sia per la mancanza di utili strumenti investigativi per individuare corrotti e corruttori, che per l’ineffettività della sanzione penale: “Sulla corruzione oggi la popolazione è rassegnata perché pensa che tutti la facciano franca. Praticamente nessuna condanna è stata eseguita: il 96% delle condanne è nei limiti della sospensione condizionale della pena, per la parte fino a 3 anni è previsto l’affidamento ai servizi sociali e per l’1% è intervenuto l’indulto che ha ridotto le pene”. Ed intanto la corruzione è stata e rimane tra le cause non secondarie dell’incontrollato debito pubblico italiano. Cosa fare per cambiare? QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO – TEATRO STABILE DI BOLZANO Bolzano: Teatro Comunale (Sala Grande), Turno A gio-
SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO vedì 9 novembre ore 20.30, Turno B venerdì 10 novembre ore 20.30, Turno C sabato 11 novembre ore 20.30, Turno D domenica 12 novembre ore 16.00 Brunico: Haus Michael Pacher lunedì 20 novembre ore 20.30 Bressanone: Forum mercoledì 22 novembre ore 20.30 Merano: Teatro Puccini lunedì 27 novembre ore 20.30 Vipiteno: Teatro Comunale lunedì 4 dicembre ore 20.30 Hinkfuss, un regista sperimentale e megalomane, tenta di mettere in scena uno spettacolo costringendo i suoi attori a improvvisare la parte sulla base di pochi elementi tratti da un breve racconto di torbida gelosia siciliana. Ma il conflitto tra regista e compagnia esplode inevitabilmente, mentre il pubblico rumoreggia perplesso e scandalizzato: tra divertimento da commedia e discussioni sull’arte teatrale gli attori riescono a cacciare il regista dal teatro e continuano la recita da soli. Con risultati sorprendenti. Ecco la trama di Questa sera si recita a soggetto, un happening teatrale scritto da Pirandello nel 1929 durante il suo esilio volontario a Berlino, dopo lo scioglimento della Compagnia del Teatro d’Arte, da lui fondata, diretta e finanziata. Dall’esperienza capocomicale appena conclusa e dal contatto con l’effervescente scena berlinese dominata dall’espressionismo, che ben presto avrebbe visto affacciarsi gli astri di Brecht e Weill, era maturata la terza commedia della trilogia pirandelliana “del teatro nel teatro”, cominciata nel 1921 con Sei personaggi in cerca d’autore. Questa sera si recita a soggetto nasce con un intento polemico e si regge in funambolico equilibrio tra una piccola storia italiana di provincia e l’Europa del teatro dei grandi registi come Max Reinhardt. Una prepotente
dialettica di suoni, di luci, di colori, di passioni elementari, dove alla fine trionfa la magia del teatro. Un capolavoro di caos organizzato, un testo spiazzante, moderno e antico allo stesso tempo. Vedere questa commedia è un po’ come assistere di nascosto alle prove di uno spettacolo, con l’enorme vantaggio che la drammaturgia è progettata e scritta da un autore Premio Nobel per la letteratura.
Filo di Tesero. Un musical caratterizzato, oltre che per le celebri melodie, da coralità e fisicità: oltre 2000 finora gli spettatori, 22 gli interpreti, 12 le canzoni, 10 le coloratissime coreografie dove canto, danza e dialoghi si fondono in uno spettacolo vivace e frizzante.
MERANO WINEFESTIVAL Merano, Kurhaus dal 10 al 14 novembre Numerosi e selezionati produttori di vino italiani ed esteri presentano e propongono la degustazione delle loro migliori produzioni, accompagnate dalle prelibatezze dei maestri dell’arte gastronomica insieme a un’offerta unica di birre artigianali e grappe, provenienti dai migliori birrifici e distillerie.
VINOCULTI VIVERE IL VINO Tirolo, fino al 14 novembre Tirolo invita all’autunno dei buoni sapori, un periodo eccezionale per incontrare il top dei vini mondiali e della gastronomia: dalla tradizione contadina alle più raffinate squisitezze. Il tutto in una cornice di curiosità, allegria ed avventure nell’incantevole atmosfera del paesaggio alpino d’autunno. Questo particolare incontro col vino e con tutto ciò che lo accompagna aiuta a scoprire la vera cultura e lo stile di vita più autentico del Sudtirolo.
IN SETTE CERCAN MOGLIE Domenica 12 novembre, ore 16.30, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia Oregon, 1850. Nel profondo West Adamo Pontepee scende al villaggio dalla sua fattoria in montagna per vendere pelli, acquistare il necessario per l’inverno – perché no? – anche prender moglie. Con questa scena e l’inconfondibile introduzione musicale la storia di Milly e di Adamo, dei sei fratelli di quest’ultimo e del loro tentativo di far colpo sulle ragazze al ballo del villaggio, ma ha il suo culmine con un rocambolesco rapimento, al pari di quanto i Romani fecero con le Sabine secoli prima. Riusciranno i fratelli di Adamo, tra scazzottate, sparatorie e una valanga sfiorata per un pelo a trovare la propria sposa? «In sette cercan moglie», trasposizione teatrale del celebre film «Sette spose per sette fratelli» basato sul racconto di Stephen Vincent Benét, è la nuova produzione teatrale-musicale della
IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Bolzano, Teatro Comunale Teatro Studio, dal 16 novembre al 3 dicembre (con esclusione dei giorni 20, 21, 22 e 27, 28, 29 novembre) ore 20.30, domenica ore 16 L’esplorazione e la valorizzazione dei talenti locali attraverso il confronto con artisti di caratura nazionale e internazionale avviene anche grazie a Il senso della vita di Emma, un testo nuovo scritto da Fausto Paravidino per lo Stabile di Bolzano. Questo inedito romanzo teatrale presentato a Bolzano dal 16 novembre al 3 dicembre, verrà diretto e interpretato dallo stesso Paravidino con otto interpreti della Compagnia Regionale 2017, iniziativa dello Stabile di Bolzano, del Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento e del Coordinamento Teatrale Trentino. E proprio con questa commedia da quest’anno il progetto della Compagnia Regionale conoscerà una tournée nazionale che la porterà nelle principali piazze italiane.
LE SORELLASTRE Sabato 18 novembre, ore 16.30, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia C’è un ballo tra pochi giorni, un ballo importante. È il re che l’ha voluto. È la regina che ha invitato tutte le dame del reame. E la posta in gioco è molto alta. Non è ufficiale, ma si dice in giro che alla fine della serata il principe sceglierà la sua futura sposa. Vanna e Gianna sono elettrizzate, cercano di scegliere degli abiti raffinati, di camminare con eleganza, di trovare il modo di distinguersi dalle altre. Peccato che la loro caratteristica più evidente, che spicca subito all’occhio di ogni potenziale corteggiatore e che istantaneamente lo scoraggia dal compiere anche un minimo passo, sia la loro bruttezza. Vanna e Gianna sono brutte. E sgraziate. E non particolarmente simpatiche. Però non lo sanno, non se ne rendono conto. La sorte poi, si sa, premierà quella Cenerentola che, agli occhi delle sue sorellastre e per dirla con le parole di Gianni Rodari, non merita niente di più che “restare zitella e far la guardia alla pentola”. Quello che però nessuno sa è che la sorte premia anche Vanna e Gianna, che al ballo – inspiegabilmente – hanno fatto colpo su un duca e un cameriere. Quindi che importa se Cenerentola sposa il principe? Per una volta il lieto fine c’è. Per tutte e tre. SONGS FOR ETERNITY Domenica 19 novembre, ore 21.00, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia Ute Lemper scrisse: “Sono stata invitata il 27 gennaio 2015, il giorno della liberazione di Auschwitz ben 70 anni fa, a cantare canzoni dei Ghetti e dei Campi di concentramento. Per questa commemorazione della Shoa a Roma sono stata contattata da Francesco Lotoro che ha dedicato la sua vita alla ricerca di canzoni e musiche scritte 61
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SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO nei campi di concentramento. C’è un ampio repertorio e c’è bisogno che venga ricordato per l’eternità. Come tedesca, nata dopo la Guerra, sposata ad un uomo ebreo qui a New York da 20 anni, sono da sempre legata alla storia, terribile, dell’Olocausto. È mia responsabilità e dovere etico onorare la cultura del popolo ebreo e stimolare il dialogo su questo orribile passato. Questa è una missione che ho iniziato già nel 1987”. MERCATINO DI NATALE DI BOLZANO Bolzano, Piazza Walther dal 23 novembre al 6 gennaio Le più belle idee regalo in una calda atmosfera natalizia. Per l’appuntamento più atteso dell’anno Bolzano, da sempre punto di incontro della cultura mediterranea e mitteleuropea, si trasforma e si veste dei suoni e dei colori del Natale: centinaia di luci illuminano le vie del centro storico e nel sottofondo si odono le tradizionali melodie dell’Avvento. Piazza Walther ospita le caratteristiche casette in legno del “Christkindlmarkt”; gli espositori propongono tipici addobbi in vetro, legno e ceramica, tante idee regalo all’insegna della più genuina tradizione artigianale. IL SOGNO DI SOLIMAN Dal 23 novembre fino al 7 gennaio 2018. Bressanone, Palazzo Vescovile, alle ore 17.30, 18.30 e 19.30 (domenica e giorni festivi anche alle ore 20.30) Il Palazzo Vescovile di Bressanone si trasformerà in uno scintillante show di luci e di musica: videoproiezioni animate piene di colori ed immagini in movimento daranno vita alle meravigliose facciate storiche e racconteranno la storia di Soliman, l’elefante di Bressanone, e del suo fantastico viaggio nel magico mondo dei sogni. Lo show di luci è stato ideato dagli artisti di luce francesi “Spectaculaires - Allumeurs d’images”. 62
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MIA LOTO, UNA STORIA AL FEMMINILE Martedì 21 novembre, ore 21.00, Teatro Cristalllo Uno spettacolo musicale con ampi spazi di riflessione sulla violenza contro le donne, con molti brani inediti etno-pop di questo gruppo che lavora insieme da ormai tanti anni con lo scopo di trasmettere quanto una grande passione possa aiutare a superare i momenti difficili nella vita di una donna. L’amore per la musica e per l’arte intende avvolgere il pubblico in uno spettacolo coinvolgente ed intenso. Lo spettacolo è composto da musica, proiezioni e danza. MERCATINO DI NATALE DI VIPITENO 24.11.2017 - 06.01-2018 Nel centro di Vipiteno, cittadina medievale a vocazione commerciale, domina la famosa Torre delle Dodici, completamente illuminata a festa per il periodo natalizio. Intorno ad essa, nella città vecchia, si estende il mercatino di Natale specializzato in prodotti agricoli e in prelibatezze tipiche regionali. Qui si trovano raffinate qualità di formaggio, deliziosi salumi e tipi di cioccolato, nobili vini e liquori, dolci tradizionali, ma anche tisane di erbe e prodotti biologici delle fattorie alpine locali. MERCATINO DI NATALE DI BRESSANONE 24.11.2017 - 07.01-2018 Con l’Avvento inizia a Bressanone un periodo speciale. Le luci natalizie immergono la città medioevale in un’atmosfera di gioia e d’attesa per il periodo più bello dell’anno. Al mercatino di Natale di Bressanone nel cuore della città, gli espositori aprono giornalmente i loro stand offrendo artigianato tipico: presepi, sculture in legno, ceramiche fatte a mano, candele, sfere e angioletti in vetro, e naturalmente le specialità gastronomiche dell’Alto Adige.
MERCATINO DI NATALE DI BRUNICO 24.11.2017 - 06.01-2018 Immergetevi nel magico mondo del Mercatino di Natale di Brunico e lasciatevi ammaliare dalla straordinaria atmosfera creata da luci e dolci melodie. Assaporate il delizioso profumo dei biscotti al panpepato, dello Zelten, del vin brulè e del thè bollente, mentre passeggiate attraverso i banchetti artisticamente decorati. Tra innovative idee regalo e pregiati prodotti altoatesini di qualità, l’artigianato rinasce a nuova vita, conferendo al mercatino di Natale di Brunico un tocco particolare di tradizione e modernità. MERCATINI DI NATALE DI MERANO 24.11.2017 - 06.01-2018 Atmosfera, luogo d’incontro, varietà gastronomica, design. Caratteristiche che rendono i Mercatini di Natale a Merano unici fra gli altri. Radicata tradizione locale che sa aprirsi alle novità. Proposte gastronomiche, artigianato, decorazioni, eventi, concerti e animazione per bambini in un clima ricco di atmosfera, emozioni e sensazioni natalizie. NATALE NELLE DOLOMITI - MERCATINO DI NATALE San Candido mostra l’avvento come una volta: antichi valori, usanze vissute, un’atmosfera fiabesca. Visitate il nostro magico mercatino natalizio! Con artigianato locale e specialità gastronomiche. Il paese più romantico delle Dolomiti immerso in un clima di festività! Chiese e monumenti adornati con luci e decori natalizi. IN BICICLETTA VERSO LA LIBERTÀ Venerdì 24 Novembre 2017, 18.00, Bolzano Teatro Cristallo Una serata omaggio alla bicicletta, in occasione dei 200 anni dalla sua creazione. Il collezionista Arnaldo Loner,
con il suo ricco repertorio di immagini, la storica dell’arte Paola Bassetti e Franca Toffol della Commissione provinciale pari opportunità accompagneranno in un viaggio tra le illustrazioni dei secoli XIX e XX dedicate alle donne in bicicletta, preziose per la cura nella rappresentazione, la bellezza grafica, ma soprattutto perché testimoniano la corsa verso la libertà e l’emancipazione che le donne hanno intrapreso anche a cavallo delle due ruote. ANNA DEI MIRACOLI Domenica 26 novembre, ore 16.30, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia Una storia di grande impatto emotivo, tratta da un fatto vero, realmente accaduto nell’Alabama della fine ‘800, da cui è stato tratto il famosissimo film interpretato da Anne Bancroft e Patti Duke “Anna dei miracoli” che si aggiudicò due Premi Oscar. RITORNO A BARBIANA. SULLE TRACCE DI DON MILANI Giovedì 30 novembre, ore 20.30, Bolzano Teatro Cristallo via Dalmazia Nel 2017 ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di don Lorenzo Milani e dell’uscita di Lettera a una professoressa. La figura del priore di Barbiana ancora brucia. Tornare a Barbana, alle radici di quell’esperienza è oggi necessario non solo a chi insegna ma anche a chi intende ragionare sui compiti dell’educare oggi. ASFALTART MEETS MERANER WEIHNACHT Dal 29 novembre al 6 gennaio 2018, Merano centro Asfaltart, affermato festival meranese dell’arte di strada, incontra l’atmosfera natalizia del Mercatino con spettacoli itineranti lungo la passeggiata. Da meravigliose maschere a divertenti show clownistici, l’arte di strada si vestirà del magico tema della luce. ■
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SERAFINI SUL PODIO DELLE MIGLIORI GELATERIE D’ITALIA
VERO E PROPRIO “TEMPIO” DEL GELATO ARTIGIANALE, SERAFINI SI CONFERMA AL TOP DELLE GELATERIE ITALIANE E INVITA I SUOI OSPITI A SCOPRIRE TUTTE LE GOLOSE SPECIALITÀ INVERNALI E IL PANETTONE FARCITO AL GELATO
S INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
erafini è ufficialmente sul podio delle migliori gelaterie italiane: lo ha stabilito la quinta edizione del concorso nazionale targato Gastronauta, la celebre piattaforma web specializzata in cultura gastronomica. Una nuova e importante conferma per la storica gelateria di Lavis, che ha ritira-
Rocco e Luciana Serafini ritirano il premio dal giornalista Davide Paolini alla fiera Milano Golosa 64
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trentinomesestyle to il meritatissimo premio lo scorso 16 ottobre durante la fiera Milano Golosa, direttamente dalle mani del giornalista e conduttore radiofonico Davide Paolini. Merito della qualità inopinabile del gelato Serafini, certo, ma merito anche della grande partecipazione dei tanti affezionati clienti, che ogni giorno a migliaia si sono collegati a internet per votare la loro gelateria preferita. Questo testimonia la capacità innata di Serafini non solo di produrre un gelato artigianale senza pari, ma anche di co-
ro, riesce ad arrivare a tutti, in tempo reale e sempre più lontano. Una passione e un’esperienza che si è trasmessa dai genitori ai figli e che cresce ogni giorno. Tradizione e modernità vanno a braccetto e si respirano fin dal primo ingresso nel locale: l’esperienza maturata nella capitale austriaca ha creato spazi accoglienti di sapore viennese, dove non ci si sente clienti, ma ospiti e dove ogni desiderio gastronomico può essere esaudito. Perché Serafini non è solo gelato: l’offerta è vastissima e cambia con le stagioni. I
Luciana e il figlio Roberto
ospiti solo il meglio. Passione, ricerca e materie prime di altissima qualità: per la famiglia Serafini sono i fondamenti di una produzione di eccellenza, per gli ospiti sono la garanzia di un’esperienza di gusto indimenticabile da condividere con le persone più care.
IL PANETTONE AL GELATO SERAFINI municarlo con successo, tramite il sito web e i social, che sono costantemente aggiornati sulle novità più appetitose e sugli eventi in programma al Caffè Gelateria Serafini. Da oltre 40 anni Rocco Serafini e la moglie Luciana selezionano latte bio trentino, frutta di stagione e prodotti di prima qualità, per produrre ogni giorno un gelato fresco e genuino: oggi, grazie alle intuizioni fondamentali dei figli Roberto, Stefano e Lorena e alle nuove tecnologie, questo gusto unico e inconfondibile, unito all’amore e alla passione della famiglia Serafini per il proprio lavo-
protagonisti del momento sono brioche calde con gelato, waffle, torte, semifreddi, crêpe, fondute, cioccolate in tazza, cioccolate calde con gelato e panna, the e tisane. Ma anche centrifugati di frutta e verdura fresche, perché ogni stagione è buona per tenersi in forma. Ogni accostamento, ogni combinazione di ingredienti è frutto di una precisa ricerca e di un aggiornamento continuo, l’attenzione ai dettagli è tratto caratteristico sia al momento della preparazione che della presentazione al tavolo. Nulla, insomma, è lasciato al caso, ma tutto è sapientemente studiato, per offrire agli
Il panettone non può mancare sulla tavola delle feste: la specialità natalizia della Gelateria Serafini è un panettone artigianale di alta pasticceria con glassa alle nocciole farcito di cremoso gelato e confezionato con graziose decorazioni a tema. Un’esperienza sensoriale senza pari. Prenotatelo e ritiratelo entro l’8 dicembre: potrete poi conservarlo comodamente in freezer e servirlo quando preferite.
INFO:
GELATERIA SERAFINI Lavis - Via Cembra, 27 T. 0461.245148 Gelateria Serafini 65
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trentinospecialedistillerie di Giada Vicenzi
GRAPPA TRENTINA. DISTILLATO DI EMOZIONI DA BEVANDA DI RINFORZO PER GENTE DI MONTAGNA, A PREZIOSO DISTILLATO DA DEGUSTARE CON MISURA E PIACERE: SE LA GRAPPA TRENTINA HA TROVATO UN POSTO TRA I PALATI PIÙ RAFFINATI, LO SI DEVE A IMPRENDITORI E AZIENDE CAPACI DI GUARDARE LONTANO, MA RESTANDO SALDAMENTE ANCORATI AL TERRITORIO E ALLA TRADIZIONE
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radizione, metodo, territorio, innovazione: sono questi i capisaldi attorno a cui si declina la qualità inconfondibile della grappa trentina. Un prodotto che affonda le radici nella storia, un’arte tramandata dai genitori ai figli, per generazioni. E che, tuttavia, ha saputo rinnovarsi negli anni, tenendo il passo con i tempi e con i cambiamenti dello stile di vita dei consumatori. Importante rinforzo alimentare in una dieta che prevedeva polenta o poco più, per secoli la grappa ha fornito energia a famiglie intere di contadini, che in genere la distillavano in casa. D’altra parte, buttare via le vinacce dopo la vinifi-
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cazione sarebbe stato poco sensato. Ecco perchè, nell’immaginario comune, la grappa è stata sempre considerata un distillato tipicamente contadino, dal sapore forte e con sentori legno bruciato: questa è anche la ragione del secolare confinamento alle zone di produzione, il nord Italia a ridosso dell’arco alpino. Mentre in Europa e Sud America si diffondevano il cognac, l’armagnac o il brandy (distillati del vino), il whisky e la vodka (distillati di cereali), il rum e la cachaça (distillati della canna da zucchero), il calvados, lo slivovitz o lo schnaps (distillati di frutta), in alcuni casi con profili qualitativi eccellenti, la grappa italiana restava re-
legata al consumo locale e casalingo. A metà ‘800, tuttavia, in Italia e soprattutto in Trentino si comprese che anche la grappa sarebbe potuta diventare un distillato al pari degli altri, se non superiore. Solo la grappa, dopotutto, poteva vantare una materia prima così nobile: la vinaccia, ovvero le bucce dell’uva dopo che questa è stata spremuta per fare il vino. In tempi recenti, finalmente, la grappa è riuscita a scrollarsi di dosso una volta per tutte il cliché di rude distillato da montanari infreddoliti, conquistando un posto di primo piano nei bar, nella ristorazione e nel salotto di casa, senza
distinzioni di luogo, genere o età. I dati dimostrano che – crisi a parte – negli ultimi anni il mercato della grappa trentina è andato crescendo e il merito sta proprio nella capacità dei produttori locali di interpretare le richieste di un pubblico sempre più attento, giovane, ma anche femminile, senza mai venir meno ai capisaldi elencati all’inizio: che sia bianca o aromatica, giovane o invecchiata, in Trentino la grappa è sinonimo di qualità. Metodici e rigorosi come solo i Trentini sanno esserlo, i distillatori locali hanno fatto della qualità una vera missione, di cui l’Istituto Tutela Grappa è garante e supervisore (vedi box). In provincia di
trentinospecialedistillerie Trento la grappa è un settore importante per l’economia, basti pensare che solo qui si produce il 10% del totale nazionale, vale a dire circa 4 milioni di bottiglie, distillando ogni anno qualcosa come 25 mila tonnellate di vinacce. Il risultato sono distillati sublimi, conclusione ideale di un pasto o accompagnamento perfetto a un momento di relax e riflessione. Tra le distillerie trentine che vantano la storia più lunga c’è senza dubbio Segnana, fondata nel 1860 a Borgo Valsugana per opera di Paolo Segnana, che alla fine dell’Ottocento, quando il Trentino faceva ancora parte dell’Impero Asburgico, andava di maso in maso a distillare le vinacce col suo carro carico di pentole e alambicchi. Nei suoi oltre 150 anni di storia, Segnana è sempre rimasta fedele ai propri valori, quali il legame con il Trentino, l’utilizzo esclusivo del metodo di distillazione discontinuo a bagnomaria di vapore e la freschezza delle vinacce. Questa preziosa eredità non ha impedito alla famiglia Lunelli, che ha rilevato la distilleria nel 1982, di proporre un modo nuovo di vivere la grappa, facendone un distillato moderno, di singolare fascino nella sua mescolanza di storia e di innovazione. Carica di storia e di successi, Segnana è oggi una distilleria all’avanguardia, che sorge accanto alle Cantine Ferrari a Ravina di Trento.
Solo 127 metri separano la pressatura dell’uva per produrre le celebri bollicine Ferrari Trentodoc dalla camera di distillazione, dove le vinacce arrivano ancora pregne di mosto e di aromi, inopinabile garanzia di freschezza. Grazie alla sensibilità per la sostenibilità che guida le più importanti decisioni del Gruppo Lunelli, come quella di convertire al biologico tutti i vigneti di proprietà, la famiglia Lunelli ha, dallo scorso anno, a riposo in distilleria anche grappa biologica, “figlia” di quelle uve coltivate senza uso di prodotti di sintesi (tutti i vigneti di proprietà Lunelli da quest’anno sono certificati biologici). Dal 2013, inoltre, Segnana è entrata a far parte di Altagamma, la fondazione che riunisce le aziende italiane di eccellenza che operano nella fascia più alta del mercato e che, distinguendosi per innovazione, qualità, e prestigio, esprimono al meglio la cultura e lo stile italiani. Segnana è stata la prima distilleria a entrare in un consesso tanto esclusivo, affiancandosi a marchi simbolo del Made in Italy nei settori della moda, del design, della gioielleria, delle moto, dell’ospitalità e, appunto, dell’alimentare. Un ingresso che, se da un lato consacra la qualità e la raffinatezza delle grappe Segnana, dall’altro regala un’aureola aristocratica al più italiano dei distillati. “È stato un traguardo estremamente significativo
L’attesa attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi Franç ois de La Rochefoucauld
PERGOLESE (TRENTO) l Via S. Siro, 7/a Tel. 0461.564106 l Fax 0461.563163 info@pisoni.it l www.pisoni.it Due generazioni della famiglia Pisoni 67
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Matteo, Camilla e Marcello Lunelli, Distilleria Segnana
Roberto, Andrea e Rudy Zeni
per noi” – ha commentato Marcello Lunelli, presidente di Segnana – “perché ha coronato il nostro impegno volto a creare grappe sempre più moderne, morbide e affascinanti, alternativa di alto livello ai distillati di importazione. Fondamentale in questo senso è stato il lungo lavoro in distilleria sulle nostre grappe affinate in legno, a partire da Solera Selezione e Solera di Solera, che continuano a darci grandissime soddisfazioni”. Binomio solo all’apparenza antitetico, tradizione e innovazione sono gli aspetti che
sivamente ai cugini Beppe e Livia Bertagnolli e, infine, alla figlia di quest’ultima Martina Bosetti e al nipote di Beppe, Franco Bertagnolli: la quinta generazione. Smontato l’equazione “grappa = bevanda rude per soli uomini”, Bertagnolli ha dato il suo contributo nell’introdurre sul mercato un prodotto di grande complessità, raffinato e morbido, apprezzato anche dai palati femminili. Il tutto a partire da vinacce freschissime, appena svinate e ricche di mosto, distillate con alambicco discontinuo a bagnomaria alimentato a va-
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maggiormente caratterizzano Distilleria Bertagnolli, la più antica distilleria di famiglia del Trentino, che negli anni è riuscita a rinnovarsi in modo straordinario e si presenta oggi con un’immagine giovane e dinamica. Cinque generazioni per arrivare a creare la moderna distilleria che ha sede a Mezzocorona e che ha avuto i natali nel lontano 1870, quando Edoardo Bertagnolli e Giulia de Kreutzenberg cominciarono a distillare le loro vinacce in Piana Rotaliana. Di padre in figlio, l’azienda si è trasmessa prima a Giuseppe, poi a Mario e Franco, succes-
pore, un metodo che c’è solo in Trentino e che consente di mantenere intatti profumi e aromi. E la qualità delle grappe e dei distillati Bertagnolli è certificata e attestata da premi e riconoscimenti internazionali. Pur mantenendosi fedele alla tradizione e alla sua storia centenaria, Distilleria Bertagnolli evolve costantemente per incontrare il futuro. Tutti i prodotti sono stati oggetto di un accurato restyling, compresi l’iconico best-seller Grappino® Bertagnolli e la celebre K24 Grappa Riserva 24 mesi barrique, tra i primi esempi di grappa barricata
Distillata secondo la migliore tradizione trentina, seduce per la complessitĂ e la suadente avvolgenza.
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Vignaioli & Distillatori in Grumo www.zeni.tn.it
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in Italia. Imperdibili la Collezione Grappe Classiche (7 grappe monoviarietali) e la Collezione Gran Riserve (5 grappe premium), top di gamma che ripropone in nuove confezioni e ricette la migliore tradizione trentina. “Sotto il profilo qualitativo – spiega Martina Bosetti – la grappa è pronta a misurarsi coi suoi più illustri competitor come whisky, cognac e rhum, ma anche a soddisfare le aspettative di un consumatore sempre più curioso, attento ed esigente. Per crescere e imporsi a livello internazionale bisogna trasmettere al mondo l’immagine dell’italian spirit: grappa come rito e stile di vita italiani, collegato all’eleganza e alla moda”. Sempre nell’ottica di aprirsi a un mercato in continua evoluzione, Bertagnolli organizza eventi divulgativi, corsi, degustazioni e aperitivi a tema. “Promuovere la cultura della grappa e rinnovarne il consumo portando anche le nuove generazioni e le donne a scoprirne l’eleganza e la finezza – conclude –, è l’obiettivo che vogliamo raggiungere”. Non molto distante, nel comune di San Michele all’Adige, ha sede un’altra distilleria, che ha fatto la storia della grappa trentina: la Distilleria Zeni, guidata dai fratelli Andrea e Roberto e dal figlio di questi, Rudy, che portano avanti una tradizione famigliare lunga più di un secolo. Distillatori prima ancora che vignaioli, fu il bisnonno Roberto ad avviare il primo impianto in epoca austroungarica e a commer-
ciare la sua grappa. L’attività commerciale riprese poi negli anni Settanta con i nipoti Andrea e Roberto, che ripresero a distillare le vinacce fresche del loro Teroldego, prima riattivando l’alambicco a cotta giornaliera e adottando poi il tipico impianto di distillazione trentino “Tullio Zadra” con due alambicchi a bagnomaria a metodo discontinuo. La fortuna di essere affermati vignaioli, con la materia prima in casa, è che la distillazione inizia immediatamente dopo la vendemmia, quando vengono scelte le migliori vinacce, che senza alcuna torchiatura si distillano lentamente. Ne risultano grappe dalle notevoli componenti aromatiche e dal gusto morbido e rotondo, declinate in diverse tipologie: le monovitigno (Teroldego, Chardonnay, Müller, Moscato Rosa e Nosiola) riposano per almeno un anno in botti d’acciaio, mentre la Pini di Teroldego s’affina per dieci lunghi anni in preziosi carati di legno. I concetti espressi per la preparazione, la distillazione e l’imbottigliamento delle grappe, sono applicati in maniera uguale nella preparazione delle acqueviti di frutta, raccolta a mano nelle campagne del Trentino e rigorosamente selezionata: marasche, prugne, mele cotogne, ribes e mele regalano acqueviti di grande vivacità e freschezza, profumate e delicate. Saldamente radicata nella tradizione, anche la Distilleria Zeni ha però investito su un’innovazione costante: “È cambiato il gusto – spie-
Beppe e Livia Bertagnolli
LoRo.
Dal 1870, il Grappino è solo Bertagnolli.
Scopriti intenditore. Basta un attimo per passare da un generico grappino a quello con la maiuscola: l’unico, l’originale, il Grappino firmato Bertagnolli. Basta un sorso per apprezzarlo. E un istante per diventare intenditore. bertagnolli.it
BEVI RESPONSABILMENTE
trentinospecialedistillerie ga Rudy – e l’attenzione del consumatore si è rivolta negli anni a grappe più affinate e invecchiate. Al tempo stesso, però, c’è stata una riscoperta della tradizione con un ritorno alla gradazione alta, che conferma ed esalta la qualità del prodotto. Una grappa di Teroldego a 50° o più rivela meglio di altre tutti gli aromi, la complessità e il carattere del vitigno di origine: la nostra Teroldego monovitigno raggiunge già i 45° e proprio sulla grappa a pieno grado si concentra attualmente il nostro lavoro. In questo senso, la tecnologia moderna aiuta molto e siamo sempre alla ricerca di metodi per migliorare la fermentazione, la velocità e la temperatura. In particolare, con la tecnica dell’eliminazione dei vinaccioli, riusciamo a togliere ulteriormente quella componente legnosa che potrebbe alterare la grappa finale. È un lavoro certosino, che testimonia la nostra attenzione alla qualità. La ricerca costante è imprescindibile, per aprire alla grappa tutti i possibili orizzonti di consumo e diffusione”. Fatta di tradizione e sapienza è anche la storia della Distilleria F.lli Pisoni, che ha sede a Pergolese nel comune di Lasino, in un’area tra le più vocate alla coltivazione della vite e alla distillazione. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: documenti dell’epoca del Concilio di Trento
ISTITUTO DI TUTELA GRAPPA DEL TRENTINO
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ato nel 1969 da un’intuizione di cinque distillatori (Bertagnolli, Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti) che avevano compreso l’importanza delle regole di autodisciplina e dei controlli di qualità sulla grappa, oggi l’Istituto conta 27 soci, di cui 20 distillatori, che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. Compito dell’Istituto è valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e qualificarla con un apposito marchio d’origine e la scritta “Trentino Grappa”. In questo modo l’Istituto offre al consumatore la garanzia di una indiscutibile qualità, certificata dalle analisi della Fondazione Mach e dalla Camera di Commercio di Trento. L’Istituto vigila sull’osservanza del disciplinare e promuove iniziative e studi per il miglioramento della produzione e la diffusione della Grappa trentina in Italia e all’estero. Il Consiglio è composto da Giuseppe Bertagnolli (presidente), Rudy Zeni e Luigi Cappelletti (vice), Mirko Scarabello, Alessandro Marzadro, Luigi Cappelletti, Carlo Pezzi, Bruno Pilzer, Giuliano Pisoni, Bernardino Poli, Carlo dell’Elmo Saracini, Rudy Zeni (consiglieri), Gianfranco Chiomento e Giulia Zanoni (segreteria). I soci sono: Angeli, Bailoni, Bertagnolli, Borgo Vecchio, Cappelletti Antica Erboristeria, Casimiro, Crucolo, Dallavalle Rossi d’Anaunia, Fondazione Mach, Francesco S. Massenza, Giori Distillati Trentini, Giovanni Poli, Marzadro, Maxentia, Paolazzi, Paolazzi Vittorio, Pezzi, Pilzer, Pisoni F.lli, Pravis, Riserva dell’Elmo Saracini, Segnana, Tarter, Vettorazzi F.lli, Zeni, Zuccatti.
menzionano un certo Carlo Antonio Pisoni, fornitore di vini e acqueviti per la corte del principe vescovo Madruzzo. Anche in tempi più recenti, comunque, i Pisoni, allievi dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige sin dalla sua fondazione nel 1874, hanno sempre prestato la massima La famiglia Marzadro
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attenzione alla qualità dei loro prodotti ma anche all’originalità, coniugando la tradizione e la storia con la ricerca e l’innovazione, grazie anche al moderno e capiente impianto di distillazione, che permette di gestire quantitativi importanti. La regola aurea dei fratelli Pisoni è semplice, ma ferrea: utilizzare una materia prima di ineccepibile qualità e freschezza. “La vinaccia è molto deperibile e va distillata velocemente – racconta Elio Pisoni: per noi i tempi di distillazione seguono quelli della vendemmia (i Pisoni sono anche produttori di eccellenti spumanti Trentodoc, ndr). Cominciamo a fine agosto, per concludere poco dopo metà ottobre”. Così, da cenerentola dei superalcolici, per merito di produttori come Pisoni, la grappa trentina ha surclassa-
to tutti gli altri distillati italiani. “Del resto il Trentino – conferma Pisoni – è la zona più vocata per il vino e la grappa, che in virtù dell’accentuata escursione termica acquistano una marcata acidità. Oggi la grappa trentina è entrata a pieno titolo fra le eccellenze dell’agroalimentare italiano e ne segue il trend positivo”. La parte del leone tra i prodotti della distilleria la fanno, oltre alle monovitigno, le grappe classiche e invecchiate, come la vellutata Schweizer e l’avvolgente Stravecchia. Se a grappe speciali come Clessidra, Fior di roccia e la biologica Chiave di Volta è affidato il compito di raccontare la fedeltà dei Pisoni alla storia e la loro attenzione all’ecosistema, la ricerca di questi anni si rivolge in maniera decisa verso l’alta gradazione, sintesi perfetta fra tradizione artigianale e innovazione tecnologica e inopinabile garanzia di qualità. Un’altra tappa obbligata nel mondo della grappa trentina è Distilleria Marzadro, che vede i natali nel 1949 a Brancolino d’Isera per opera di Attilio Marzadro. Una professionalità e un impegno che si sono conservati intatti anche oggi, con la terza generazione dei fratelli Stefano, Andrea, Anna e Fabiola, ma sempre nell’ottica di un’innovazione costante. Attualmente Marzadro è una realtà aziendale di medie dimensioni, con un team dirigenziale molto giovane e 75 dipendenti, che commercia in tutto il mondo prodotti di vera eccellenza. Acqueviti, grappe, liquori, creme… la gamma di prodotti di Marzadro è davvero vasta e capace di rispondere a tutti i gusti ed esigenze. Il prodotto più rappresentativo è sicuramente Le Diciotto Lune, grappa stravecchia di alta qualità prodotta con le migliori vinacce trentine distillate nel tipico alambicco e lasciata affinare per un minimo di diciotto mesi in piccole botti
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ASSOCIAZIONE DONNE DELLA GRAPPA
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n’associazione nazionale e tutta femminile, che dal 2001 si dedica alla promozione della grappa e che è stata fondata da un gruppo di imprenditrici del settore e giornaliste. Insegnare l’arte dell’assaggio della grappa e i suoi impieghi in cucina, promuovere un consumo consapevole, incoraggiare la crescita e lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile mediante la condivisione di esperienze. Queste, in sintesi, le attività di un’associazione che dalla Sicilia al Trentino conta oggi oltre 300 socie: produttrici, operatrici tecniche, imprenditrici, giornaliste, barladies e consumatrici. Insieme rappresentano una forza di mercato, un grande spunto culturale, un approccio nuovo a una tecnica antica e la conferma di come le donne siano oggi estimatrici attente e preparate di questo prodotto affascinante. Il Consiglio di amministrazione è composto da Elisa Belvedere (presidente), Anna Gozio (vicepresidente), Livia Bertagnolli, Mariacarla Bonollo, Valeria Luparia (consigliere) e Alessandra Gatti (segretaria generale).
di legni pregiati. Il risultato è un blend finale dal profumo etereo e dal gusto rotondo, che unisce in maniera inconfondibile le caratteristiche del legno e della grappa. Innovatori per definizione, i fratelli Marzadro hanno puntato su nuovi prodotti e su una nuova comunicazione, nell’assoluto rispetto della qualità e dei sistemi di lavorazione tradizionali. Dopo Anfora 43°, rivoluzionaria grappa affinata per dieci mesi in anfore di terracotta e lanciata nel 2015 per celebrare il decennale di costruzione della nuova distilleria, quest’anno la novità è rappresentata da Riserva Botte Porto. “Edizione speciale delle Diciotto Lune – racconta Alessandro Marzadro –, Riserva Botte 74
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Porto nasce da un periodo di invecchiamento aggiuntivo di 18 mesi, in botti utilizzate in precedenza per l’affinamento del vino Porto. Un sperimentazione che ha dato risultati eccezionali dal punto di vista qualitativo: l’ulteriore affinamento evidenzia un contrasto grappa-legno più netto, mentre il profumo delicato e il sapore pieno, elegante e con retrogusto fruttato, richiamano molto quello del Porto già contenuto in queste botti”. Non sono una distilleria, ma se si parla di tradizione non si può non descrivere l’Antica Erboristeria Cappelletti, quella del «magico» Elisir Novasalus e dell’intramontabile Amaro Trentino. Da un’attività concentrata sulla raccolta e la conservazione
Maddalena e Luigi Cappelletti
delle erbe, da cui sono nati i primi amari, negli anni Cinquanta in casa Cappelletti è arrivata anche la grappa. La scelta di non distillare dà il vantaggio di poter scegliere la grappa della migliore qualità. Sono chiaramente grappe trentine, garantite e certificate dall’Istituto Tutela Grappa del Trentino, che grazie alla materia prima freschissima e alla lavorazione rispettosa si propongono con un connubio di aromi e con una morbidezza impensabili in passato e che hanno conquistato via via anche il pubblico giovane e femminile. La grappa più rappresentativa di Cappelletti, arrivata attorno agli anni Settanta, è Cadevita: «aca de vita», acqua di vita. Una grappa trentina dal sapore deciso, ottenuta dalla distillazione con metodo discontinuo tradizionale delle vinacce fresche secondo un disciplinare rigoroso. Da Cadevita deriva Cadevita Riserva, invecchiata 24 mesi in botti di rovere. Ci sono poi le grappe monovitigno e le grappe aromatizzate e arricchite di erbe e radici delle montagne trentine. Da circa tredici anni in azienda sono arrivati Maddalena e Luigi, a portare il testimone che fu prima di Giuseppe, Ferrante e Gianpaolo. Con loro l’azienda è ripartita con piglio deciso, ma misurato, studiando i cambiamenti del mercato e andando a proporsi con prodotti nuovi anche oltreo-
ceano. Anche Cappelletti ha puntato con decisione verso nuove filosofie e frontiere di consumo. “Abbiamo proposto grappe più morbide e avvolgenti – racconta Maddalena – cercando sempre il mix perfetto tra l’aroma e la giusta gradazione. Senza dimenticare capisaldi come Elisir Novasalus e Amaro Cappelletti Trentino, abbiamo spaziato verso le tendenze attuali: in particolare Specialino, il nostro bitter alcolico arricchito di erbe alpine e spezie, è la base ideale per cocktail vivaci e stimolanti, perfetti come aperitivo. Le nuove frontiere di consumo non devono essere un tabù, ma uno stimolo al rinnovamento: possiamo raggiungerle senza perdere di vista la tradizione e la lavorazione artigianale e la nostra storia lo dimostra perfettamente”. Insomma, ne è passato di tempo da quando i distillati caserecci erano venduti di contrabbando e la grappa era sinonimo di contadini dalle guance rubizze e calzoni rattoppati. Da allora molte cose sono cambiate. E se adesso la grappa trentina ha trovato un posto anche sulle tavole e tra i palati più raffinati, lo si deve soprattutto a queste donne e a questi uomini, capaci di guardare lontano e di inventare il futuro con coraggio, ma soprattutto con i piedi ben piantati per terra, irrimediabilmente fedeli al territorio e alla tradizione. ■
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sieme, formano un “bosco” parallelo. Il secondo, Dangelo (Milano, 1932), è un artista storico che tuttora frequenta il contemporaneo costruendolo giorno dopo giorno: surrealista di “nascita”, è diventato l’ideatore e l’animatore di quel movimento denominato “Arte Nucleare”, movimento determinante per lo sviluppo dell’arte europea
contemporanea. Ebbene, i due artisti si sono uniti per intraprendere assieme una parte del viaggio della vita – artistica e non – approdando, per iniziare, alla Galleria Scoglio di Quarto a Milano. Per l’occasione sarà presentato un libro/catalogo di 144 pagine a colori dall’intrigante titolo di “Dangelomelodies”. Nel volume sono presenti
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due testi di Gianni Cuzzoni e Maurizio Scudiero e due ritratti (asimultanei) di Filippo Soddu, dipinti in omaggio ai due amici. Dopo l’esperienza milanese sarà il turno dell’approdo in Trentino, dove i due artisti proporranno nuovi allestimenti tra pittura, scultura, libri/oggetto ed hand-made a due mani. Come dire, aprire le porte dell’arte all’irruenza creativa nomade e ondulatoria di una processualità che affonda le proprie radici nella ricchezza creativa e fantastica di quel “far arte” tipico e fortunato delle neoavanguardie artistiche del trentennio che va dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. Loro, Lome e
Dangelo, attraversano i territori artistici ed estetici con estrema leggerezza (che non vuol dire assolutamente superficialità), semplicemente avanzando in alto, in basso, di lato o, ritornando indietro, in punta di piedi. Perché l’arte non viaggia soltanto lungo una linea retta e progressiva, bensì in modo sussultorio ed ondulatorio. Giustamente Maurizio Scudiero fa notare che “qui siamo su un altro piano operativo dal momento che questa mostra non è costituita da una semplice addizione di opere dell’uno e dell’altro… così… a fronteggiarsi nelle sale ma vede anche un consistente corpus di cose fatte dai due artisti assieme, a due mani”. E si tratta di cose freschissime dove ognuno riesce a contribuire, come un equilibrista, proprio per non invadere lo spazio dell’altro… e il risultato è che, alla fine, non vi è più uno spazio dell’uno e uno spazio dell’altro, ma uno spazio omogeneo dove l’uno e l’altro vivono sinergicamente. Filippo Soddu è un milanese (classe 1973) che mescola pittura e collage seguendo un percorso concettuale in cui l’azione dell’artista si registra sulla tela nella fase conclusiva. Le aggregazioni di materia che si condensano sulla superficie pittorica sono infatti la testimonianza di un’azione di distruzione e ricostruzione simbolica dell’universo. Una mostra intrigante, un connubio che solletica le migliori parti del palato degli amanti dell’arte, nella consapevolezza che soltanto nel frequentare calderoni bollenti in cui immergersi si può poi uscire trasmutati in qualche cosa d’altro. Come dire, lavorare assieme è bello, piace, ci si diverte, s’impara l’uno con l’altro. Il 18 novembre l’esposizione si sposterà a Loppio di Mori. Per info-Tour e libro catalogo, Ed. La Maddalena, rivolgersi a: info@boscodeipoeti.it ■ Pipipi, cm 17,5x17,5x3
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l Mercatino di Natale di Levico Terme, giunto alla sedicesima edizione, è un evento unico nel suo genere per l’incanto della sua ambientazione: si svolge infatti nel Parco Secolare degli Asburgo, il più importante giardino storico trentino che nel 2016 è entrato a far parte della rete dei Grandi Giardini Italiani. Per un richiamo ai tempi della belle époque, alla quale risale la costruzione del Parco, durante il Mercatino verranno rievocate le romantiche atmosfere del periodo asburgico con sfilate e balli di corte con figuranti in costume. Il Mercatino di Natale di Levico Terme è composto da oltre 60 casette in legno che colorano i suggestivi viali alberati del Parco, con espositori selezionati tenendo in considerazione le eccellenze di prodotti artigianali ed enogastronomici. I buongustai potranno acquistare i sapori della tradizione, assaggiare piatti gustosi cucinati al momento e brindare alle feste con un bel bicchiere di vin brûlé, mentre gli amanti dello shopping non avranno che l’imbarazzo della scelta tra decorazioni natalizie e oggetti artigianali in pelle, vetro, legno e tessuto. Il Mercatino è reso speciale anche dal programma di eventi e di intrattenimenti, pensato per far
LA MAGIA DELLE FESTE A LEVICO TERME DAL 25 NOVEMBRE AL 6 GENNAIO A LEVICO TERME TORNA L’IMPERDIBILE APPUNTAMENTO CON IL MERCATINO DI NATALE ASBURGICO divertire gli amanti delle festività natalizie di tutte le età: esibizioni musicali con la rassegna di cori di montagna “InCanto Sotto la Neve”, spettacoli pirotecnici serali, passeggiate in pony e in carrozza, incontri con Babbo Natale sul suo Trono, la fattoria degli animali e il Villaggio degli Elfi, dove i più piccoli possono cimentarsi in attività creative gratuite. Insomma, tanto divertimento, ma non solo: gli spaventosi Krampus saranno pronti a rincorrere tutti coloro che non si sono comportati bene nel pomeriggio del 7 dicembre! Non mancheranno gli appuntamenti apprezzati dai più golosi per scoprire da vicino i segreti delle preparazioni di prodotti e piatti della tradizione, come la Festa della Polenta del 26
novembre e del 10 dicembre, del Formaggio di Malga del 3 e del 17 dicembre, del Miele e della Patata l’8 e il 9 dicembre. Anche l’artigianato artistico sarà protagonista dal 7 al 10 dicembre con il Simposio EncontrArte, con scultori che lavoreranno dal vivo tronchi in legno per aggiungere statue a grandezza naturale nel bel presepe della Natività esposto in Piazza della Chiesa. E per rievocare in modo tradizionale il simbolo per eccellenza del Natale, l’appuntamento è per il 24 e il 26 dicembre, quando centinaia di figuranti daranno vita al suggestivo Presepe Vivente partendo dai Giardino Salus per arrivare all’anfiteatro del Parco. Il programma completo del Mercatino è disponibile al
sito www.visitlevicoterme.it, per aggiornamenti costanti dal Parco: f Visit Levico Terme – Il Mercatino ■ di Natale Asburgico ORARI DI APERTURA DEL MERCATINO DI NATALE A LEVICO TERME Tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
25, 26 novembre 1, 2*, 3, 7, 8, 9*, 10, 15, 16*, 17, 22, 23, 24 dicembre Dal 26 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni dalle 10 alle 19 * dalle 10.00 alle 22.30 con fuochi artificiali alle ore 21.30
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a trattoria Biancospino di Via Pont dei Vodi porta in tavola tutti i sapori e i profumi della generosa stagione autunnale, con una vasta scelta di pietanze presentate in ricette creative pensate per soddisfare tutti i palati. Gli amanti della cucina nostrana potranno deliziarsi provando i funghi porcini con castagne al lardo e crema di Teroldego, oppure il filettino di maiale aromatizzato alla birra su un letto di mele, o ancora, tra i primi piatti, i canederlotti alla Trentina in foglie di verza su salsa al puzzone di Moena; le tagliatelle ai finferli e salsiccia; gli spätzle allo speck e burro raccolti in un cestino di Trentingrana, o infine gli spaghetti alla chitarra con broccoli, pancetta affumicata e crema di burrata. Tra i secondi, da provare l’intramontabile tortel di patate con affettati, formaggio e contorno di fagioli, o in alternativa un grande classico come il ramerino di bolliti misti con verdurine lesse e salse. Prodotti freschi, rigorosamente di stagione e il più possibile a km 0, come ci spiega il titolare Roberto Piancastelli, tutti da accompagnare con pane fatto in casa tutti i giorni. Anche per gli amanti del pesce però non mancano le proposte gustose e raffinate: tra gli antipasti troviamo la caprese di bufala, gamberi, pomodoro e cipolline di Tropea caramellate o una polentina rosticciata con baccalà mantecato e granella di frutta secca, per
PRELIBATEZZE D’AUTUNNO LA TRATTORIA BIANCOSPINO: UN POSTO TRANQUILLO IMMERSO NEL VERDE DELLA CAMPAGNA, A POCHI PASSI DALLA ZONA INDUSTRIALE DI SPINI DI GARDOLO. UNA RICCA VARIETÀ DI PIATTI DI TERRA E DI MARE E DI SPECIALITÀ DI STAGIONE, TUTTI DA GUSTARE IN UNA PIACEVOLE SERATA IN COMPAGNIA un tripudio di sapore; e ancora, tra i gustossissimi primi da assaporare ci sono il risotto con i gamberi mantecato al Trento Doc, le tagliatelle paglia e fieno con vongole, olive taggiasche e cicale, le mezze maniche al baccalà in bianco speziato. Le prelibatezze continuano con secondi saporiti come il filetto di salmone in panure di olive e pistacchi su rosti di patate o il filetto di branzino all’Altemasi padellato con cicoria e salsa di sedano, e per finire il classico e sempre apprezzato baccalà alla livornese. Un ricco menù da accompagnare con vini trentini o birre artigianali e da concludere coccolandosi con un dolce goloso, per sugellare una cena speciale. Aperta tutti i giorni, sia a mezzogiorno che alla sera, la trattoria Biancospino è il luogo adatto per trascorrere
la pausa pranzo dal lavoro con i colleghi o per un aperitivo a fine giornata; alla sera l’atmosfera si fa ancora più calda e accogliente, l’ideale per una serata romantica, una divertente cena tra amici, o semplicemente per ritagliarsi un momento di svago lontano dai rumori della città. Nel fine settimana inoltre la cena è accompagnata dalla musica live, da romantiche note spagnoleggianti di chitarra o duetti di artisti, oltre a tante altre proposte pensate per rendere ancora più speciale il vostro momento di convivialità. Tutti gli eventi si possono visualizzare in anticipo sulla pagina Facebook o sul sito del locale, dove è anche possibile prenotare direttamente un tavolo. Ma oltre che per una serata del fine settimana da passare in compagnia la trattoria Biancospino è an-
che il posto perfetto per festeggiare eventi importanti, come un compleanno, una laurea oppure cene e pranzi aziendali di fine anno. Tra la sala interna e la confortevole veranda in legno il ristorante può ospitare infatti fino a 90 coperti. Lo spazio insomma non manca, così come la cordialità del personale. Il sorriso sempre pronto, infatti, è l’ingrediente principale di questo delizioso locale. ■
INFO Via al Pont dei Vodi, 39 Spini di Gardolo (Trento) Tel. 0461 961038 Cell. 381.173711 trattoria@biancospino.info www.biancospino.info Trattoria Biancospino
Orari d’apertura: 11-15 dal lunedì alla domenica e 18-23 dal mercoledì alla domenica.
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di Fabio De Santi
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lberto Campo, direttore artistico della rassegna Transiti organizzata dal Centro S. Chiara, ha scelto un’artista di rilievo internazionale come Arto Lindsay per il primo evento in cartellone il 13 novembre al Teatro Sanbàpolis di Trento. Newyorkese di nascita, ma segnato in profondità dall’esperienza compiuta in età infantile al seguito dei genitori missionari in Brasile, condensa in musica l’essenza di quel tragitto esistenziale: da un lato si coglie il riverbero del furore post punk che agitava la Lower East Side di Manhattan a fine anni Settanta, dall’altro è nitida l’eco del tropicalismo di Caetano Veloso e Tom Zé (dei quali non a caso è stato produttore). Chitarrista autodidatta e cantante sui generis Arto Lindsay dice di sé: “Sono
ARTO LINDSAY IL 13, L’ARTISTA CONDENSA IN MUSICA IL TRAGITTO ESISTENZIALE CHE L’HA PORTATO DA NEW YORK AL BRASILE. A SEGUIRE, IL 23, WILLIAM BASINSKI sempre stato un musicista interessato ai cambiamenti, alle trasformazioni, alle interazioni e alle contaminazioni che possono nascere fra generi molto differenti”. Del suo ultimo disco “Cuidado Madame” il sito Sentireascoltare scrive: “Encyclopedia of Arto, era un’antologia a due facce,
nel senso che sul un lato A era un classico greatest hits con il meglio della recente produzione solista di marca etno-pop e con una performance grezza per voce e chitarra. Cuidado Madame arriva dopo questa sorta di punto a capo, a mescolare le carte sovrapponendo e mettendo
CORY HENRY STELLA DI “JAZZ’ABOUT”
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ono tre gli eventi live di novembre per la rassegna Jazz’About proposta dal Centro Santa Chiara, a partire da quello nel segno di Sun Ra in programma, il 3, all’Auditorium di Trento, La leggenda di Herman Poole Blount, alias Sun Ra, morto ormai quasi venticinque anni fa, vive ancora. Vive grazie a Marshall Allen, suo storico collaboratore fin dalla fine degli anni ’50; vive grazie alla forza di una musica che è jazz, ma è anche invocazione, visione, follia, destrutturazione, intensità assoluta, schegge di poesia, è momenti di tenerezza così come di furie esaltanti ed allucinate. Il 27, sempre all’Auditorium spazio a Thundercat che ha delle credenziali davvero notevoli. Come strumentista, è di gran lunga uno dei migliori bassisti elettrici in circolazione. Il 30, Jazz’About si sposta al Teatro Sanbàpolis con il live di Cory Henry uno dei satelliti in libera uscita da quella meravigliosa, esplosiva galassia di jazz-ma-non-solo che sono gli Snarky Puppy. Nella sua sortita da solista si fa accompagnare da The Apostles, un gruppo di strumentisti di altissimo livello preparati alla perfezione sugli alfabeti jazz e funk. Il risultato colpisce al cuore e alla pancia, rendendo l’ascolto un’esperienza di totale gioia e coinvolgimento. Per la seconda parte della serata, quando le ora si fanno piccole, si entrerà nel mondo della leggenda Goldie: l’uomo che ha rivoluzionato la drum’n’bass e la musica elettronica, facendo incrociare i ritmi urbani più taglienti e le frequenze basse più profonde e minacciose su una trama dove aleggiano spesso e volentieri più o meno in filigrana inquietanti dilatazioni jazz, ambient e di blues “spaziale”.
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insieme le diverse anime del suo eclettico titolare: ad emergere la collaborazione con un gruppo di percussionisti candomblé (con tutte le approssimazioni del caso quando si descrive un rito di tradizione antica e complessa in poche righe: una sorta di voodoo in salsa brasiliana) ma soprattutto del suo amore per James Blake, D’Angelo e l’hip-hop di Earl Sweatshirt e Kendrick Lamar”. Il 23 sempre a Sanbàpolis on stage ci sarà William Basinski: in origine clarinettista di scuola accademica, l’artista statunitense crea paesaggi sonori traendo ispirazione dal minimalismo di Steve Reich, dall’ambient music di Brian Eno e dai principi della musique concrète (ad esempio con la manipolazione di nastri magnetici, impiegata per realizzare la quadrilogia “Disintegration Loops”: apice della sua carriera). Così facendo, ha definito un codice comunicativo al tempo stesso sperimentale ed emotivamente coinvolgente: lo conferma la suite “For David Robert Jones”, concepita in memoria di Bowie, che abbinata alla composizione omonima dà forma sia al disco “A Shadow in Time” sia all’esibizione dal vivo. ■
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di Fabio De Santi
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aura Morante, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Natalino Balasso, Francesco Pannofino, Fausto Paravidino, Jurij Ferrini e Geppi Cucciari. Sono questi alcuni dei protagonisti della Stagione Teatrale 2017-2018 di Rovereto ospitata nello spazio del Teatro Zandonai. Anche quest’anno attori e compagnie prestigiosi per un cartellone vario, accattivante e stimolante, che mira a confermare un percorso culturale di indubbia valenza artistica. L’obiettivo è quello di andare oltre il successo già ottenuto con la passata Stagione, con oltre 405 abbonamenti staccati su 450 posti a disposizione e 6790 spettatori complessivi. Brillantezza e ritmo caratterizzano il programma, che pone grande attenzione alla contemporaneità dei testi, alle mutazioni nei
LOCANDIERA B&B A ROVERETO, CON LA PROSA S’INIZIA IL 13 NOVEMBRE CON LO SPETTACOLO CON PROTAGONISTA LAURA MORANTE. MA C’È ANCHE L’OTTIMO “POLVERE” comportamenti sociali, alle sensibilità delle generazioni nel corso di mezzo secolo. Con una novità significativa: nel programma c’è anche il Concerto di Fine Anno con l’Orchestra Haydn il 29 dicembre prossimo. S’inizia
il 13 novembre con lo spettacolo “Locandiera B&B” con protagonista Laura Morante e proseguirà fino al 5 aprile 2018 con la chiusura affidata a Geppi Cucciari ed il suo monologo “Perfetta”. «La Locandiera B&B» di
Edoardo Erba viene portato in scena dal Nuovo Teatro in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana. A dirigere, Laura Morante, Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini, Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli
“QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO” CON LO “STABILE”
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nsieme a “Il senso della vita di Emma” di Fausto Paravidino in cartellone al Cuminetti di Trento, dal 1 al 12 novembre, la Stagione @GrandeProsa a novembre propone in cartellone al Teatro Sociale “Questa sera si recita a soggetto” di Luigi Pirandello. Dal 15 al 19 la cornice del Sociale ospiterà la nuova produzione del Teatro Stabile di Bolzano per la regia Marco Bernardi, le scene di Gisbert Jaekel e i costumi di Banci mentre il ruolo di attori principali è affidato a Patrizia Milani e Carlo Simoni. Hinkfuss, un regista sperimentale e megalomane, tenta di mettere in scena uno spettacolo costringendo i suoi attori a improvvisare la parte sulla base di pochi elementi tratti da un breve racconto di torbida gelosia siciliana. Ma il conflitto tra regista e compagnia esplode inevitabilmente, mentre il pubblico rumoreggia perplesso e scandalizzato: tra divertimento da commedia e discussioni sull’arte teatrale, gli attori riescono a cacciare il regista dal teatro e continuano la recita da soli. Con risultati sorprendenti. Ecco la trama di “Questa sera si recita a soggetto”, un happening teatrale scritto da Pirandello nel 1929 durante il suo esilio volontario a
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Berlino, dopo lo scioglimento della Compagnia del Teatro d’Arte, da lui fondata, diretta e finanziata. Dall’esperienza capocomicale appena conclusa e dal contatto con l’effervescente scena berlinese dominata dall’espressionismo, che ben presto avrebbe visto affacciarsi gli astri di Brecht e Weill, era maturata la terza commedia della trilogia pirandelliana “del teatro nel teatro”, cominciata nel 1921 con “Sei personaggi in cerca d’autore”. Questo testo, che lo Stabile di Bolzano porta in scena nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dalla nascita del grande autore siciliano, nasce con un intento polemico e si regge in funambolico equilibrio tra una piccola storia italiana passata e provinciale e l’Europa del teatro dei grandi registi come Max Reinhardt. Un’intensa dialettica tra il Pirandello scrittore anteguerra, innestato ancora nel verismo regionale, e il drammaturgo innovatore che si proietta con calcolata audacia nella novità dell’esperimento scenico. Una prepotente interazione tra suoni, luci, colori e passioni elementari, dove alla fine trionfa la magia del teatro. Un capolavoro di caos organizzato, un testo spiazzante, moderno e antico allo stesso tempo.
trentinopanorama “Polvere”
e Roberto Salemi è Roberto Andò. In un’antica villa che sta per essere trasformata in albergo, Mira si ritrova coinvolta in una strana cena organizzata dal marito con ambigui uomini d’affari. Il marito non si è presentato e tocca a lei gestire una serata di cui non capisce clima e finalità. Col procedere della notte, il gioco si fa sempre più pericoloso e ineluttabile e ci si chiede che parte abbia Mira e se sia davvero così
ingenua e sprovveduta come ha lasciato credere. Venerdì 24 novembre, sempre 20.45, la compagnia Scena Verticale propone “Polvere” un dialogo tra uomo e donna nell’ambito del progetto “Tutto comincia con un grido. Non lasciamolo cadere nel silenzio” di e con Saverio La Ruina e Cecilia Foti. Le botte sono la parte più fisica del rapporto violento di coppia; l’uccisione della donna la parte conclusiva. Ma c’è
un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. A chiudere il mese di novembre, mercoledì 29 e giovedì 30, la Compagnia Corrado Abbati porta allo Zandonai “La vedova allegra” di Victor Léon e Leo Stein, musiche di Franz Lehàr, adattamento e
regia di Corrado Abbati. La Vedova Allegra è un capolavoro di genuina ispirazione dove i protagonisti sono coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in una operetta, al termine si ricompone nel migliore dei modi con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e l’aitante diplomatico Danilo”. ■
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MONTE BONDONE #FAMILYVILLAGE DIVERTIMENTO PER PICCOLI E GRANDI SCIATORI! SCIARE IN FAMIGLIA A MEZZ’ORA DALLA CITTÀ: NEVE GARANTITA, SICUREZZA E UNA MONTAGNA DI SERVIZI pi di attesa agli impianti ridotti quasi a zero. I 70 ettari di piste sono infatti sinonimo di tranquillità anche per i bambini e i principianti che hanno bisogno di acquisire confidenza con lo sci e lo snowboard, impostando la curva senza paura di avere sciatori troppo vicini. Inoltre, il particolare sistema della seduta della nuova e modernissima seggiovia Montesel mette in sicurezza anche i bambini più piccoli. PER I SERVIZI a portata di mano: a pochi passi dalle piste da sci, troviamo i parcheggi gratuiti, i ristoranti, gli ski© Rosselli
opo una settimana a ritmi intensi tra lavoro e scuola, ciò di cui una famiglia ha bisogno non è che di trascorrere un po’ di tempo insieme in tranquillità, divertendosi sulla neve, sulle montagne del nostro bellissimo Trentino. In tutto questo a mezz’ora dalla città di Trento ricordiamo il Monte Bondone. Perché ci piace? Ve lo diciamo subito….
bar, i maestri di sci, i noleggi a disposizione delle famiglie e dei piccoli campioni. PER IL DIVERTIMENTO, con un vero e proprio #familyvillage ricreato sulla piana di Vason, con il Kinderheim dedicato ai bambini più piccoli dai 3 ai 10 anni, la musica l’aggregazione, tutto questo garantito NIGHT&DAY… con la novità di questa stagione invernale: oltre all’ormai consueto all’appuntamento del giovedì, da quest’anno si raddoppia al martedì dalle 20.00 alle 22.30, a partire dal 26 dicembre 2017, per
unire l’emozione di sciare sotto le stelle ammirando dall’alto le luci della città al divertimento di un vero e proprio apres ski all’aperto. MA CI PIACE ANCHE PER I PREZZI! Lo skipass stagionale adulto costa 309,00 € in prevendita fino al 17.12.2017 ed a partire da 69,00 € per i bambini residenti nel Comune di Trento ed altri Comuni convenzionati, grazie al contributo messo a disposizione dalle amministrazioni per i giovani e le famiglie. Il buono è scaricabile online! ■
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di Lara Deflorian
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onostante manchi più di un mese a Natale, per quanto concerne la danza in questo novembre saranno ben due gli appuntamenti con lo Schiaccianoci, la favola natalizia venuta al mondo nel 1891 più amata e rappresentata al mondo, nonché tra i balletti classici più rivisitati, secondo stili e generi diversi e soprattutto secondo reinterpretazioni psicologiche differenziate. La versione che sarà proposta al Palazzo dei Congressi di Riva del Garda il 21 novembre sarà interpretata dalla compagnia NatiScalzi DT e porta la firma innovativa dei giovani danzatori e coreografi Tommaso Monza e Claudia Rossi Valli. Rappresentato recentemente a Rovereto nell’ambito del festival Oriente Occidente sotto la definizione di “opera fantastica in atto unico, per ensem-
DANZANDO AL RITMO DEL TEMPO L’APPUNTAMENTO MENSILE CON INDANZA AL MELOTTI DI ROVERETO SARÀ IL 30 NOVEMBRE CON BTT - BALLETTO TEATRO DI TORINO, CHE PROSEGUE NEL CAMMINO ARTISTICO INTRAPRESO ANNI FA... ble di danzatori e tappeto elastico”, questo Schiaccianoci “propone un tuffo tra desideri e memorie – come ha scritto il duo creativo – partendo da quel punto nel tempo in cui la magia del Natale era ancora così vera e speciale in noi… nella nostra pièce i danzato-
ri si ritrovano davanti ad un proprio sé riflesso: un invito a ricordare chi siamo stati e chi immaginavamo di diventare…. Ciò che presentiamo è mondo vero ed onirico al tempo stesso, tragicamente comico, paradossalmente sincero, dove i sogni tornano
a bussare alla porta del presente fino a farci credere che siano divenuti reali”. La seconda versione dello Schiaccianoci, che potremo veder rappresentata al teatro Comunale di Bolzano il 22 novembre, è invece quella decisamente più classica di
LA DANZA IN VERTICALE
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a contaminazione tra danza aereo-acrobatica e contemporaneità circense sviluppata soprattutto in verticale sembra essere un campo prediletto dai francesi, poiché per la rassegna di spettacoli in scena al teatro Sanbàpolis organizzata dal CSC S. Chiara in collaborazione con il CID di Rovereto e con il festival Oriente Occidente, le tre compagnie in programma arriveranno tutte da oltralpe. S’inizierà il 17 novembre con l’ensemble di Lione Rêve de Singe protagonista dello spettacolo Auprès de mon arbre (Vicino al mio albero), in cui tre performer interagiscono con un unico elemento posto al centro della scena: un suggestivo albero di metallo e legno. L’interazione con questo elemento rappresenta un dialogo di corpi e di articolazioni che si toccano, si sfiorano, si pongono in armoniosa relazione attraverso l’incontro tra il naturale e il sovranaturale e movimenti con prese acrobatiche e tecniche di danza-scalata e di giocoleria dei tre protagonisti che si arrampicano, rimangono sospesi, scivolano, giocano. Il 2 febbraio del prossimo anno si esibiranno, sempre al Sanbapolis, il duo franco-catalano Daraomaï protagonista di un viaggio, un incontro tra culture diverse e una ricerca d’identità tra illusione e realtà. I movimenti coreografici si sviluppano anche qua su di una grande struttura a prisma triangolare, un labirinto di ferro nel quale il duo protagonista
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si muove ondeggiando e volteggiando sfidando la forza di gravità. La rassegna di danza verticale si concluderà il 9 marzo con la compagnia dal nome particolare Leve un peu les bras! che presenterà un’esperienza di coabitazione in cui quattro interpreti utilizzano le loro capacità fisiche e artistiche per saltare, “volare”, arrampicarsi e condividere uno spazio. Questo spettacolo proverà a convincere il pubblico della forza dell’esperienza di vivere insieme e di come una coesione ci renda più forti. (L.D.)
trentinopanorama
Amedeo Amodio creata nel 1989, sempre sulle splendide note di Ciaikovski. Grazie a Daniele Cipriani e al suo impegno nel recuperare il repertorio italiano del balletto della seconda metà del ‘900, si potrà assaporare questa originale coreografia che si sviluppa attraverso quadri rapidi e improvvisi, con un linguaggio che dal classico più puro arriva alla scomposizione della break dance e con le scenografie e gli affascinanti e colorati costumi firmati da Emanuele Luzzati. Di tutt’altro genere sarà invece lo spettacolo in scena al teatro Sociale di Trento il 28 novembre, interpretato e realizzato da sette fratelli uniti dalla passione per il flamenco, le arti marziali, il tip tap e la magia circense, che compongono la compagnia spagnola Los Vivancos. Aeternum è il titolo della loro ultima creazione che potremo vedere a Trento e che unisce arte e virtuosismo con grandi effetti visivi e scenici, nati dalla collaborazione artistica di Daniele Finzi Pasca, creatore per il Cirque du Soleil, e di
Julie Hamelin, co-fondatrice di Cirque Eloize e del celebre compositore Fernando Velazquez. L’appuntamento mensile con InDanza all’Auditorium Melotti di Rovereto sarà invece il 30 novembre con BTT - Balletto Teatro di Torino, che prosegue nel cammino intrapreso molti anni fa, mantenendo le proprie radici di formazione neoclassica con un repertorio che rispecchia questa eredità. La compagnia piemontese presenterà il trittico Il corpo sussurrando, che include brani della coreografa newyorkese, di origini mongole, Yin Yue, dell’israeliano Itzik Galili e un lavoro nato dall’esigenza creativa dei danzatori del BTT su musiche elettroniche intervallate dall’arpa live di Federica Magliano. Infine, per quanto concerne la rassegna che vede coinvolti i teatri regionali più periferici, al teatro Puccini di Merano l’11 novembre a al FORUM di Bressanone il 12 novembre, potremo vedere la compagnia Naturalis Labor fondata e diretta da Luciano Padovani, impegnata nella messa in scena di Naveneva di Silvia Bertoncelli, creatrice di un gioco di composizione e scomposizione che prende spunto anche dal Binomio fantastico di Gianni Rodari, per presentare l’immaginario marino raccontato ai ragazzi attraverso la danza. Info: 800.013952 - www.centrosantachiara.it ■ 99
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Vino, cultura, territorio In occasione di “Trentodoc. Bollicine sulla città” Palazzo Roccabruna propone “Bollicine in alta quota tra malghe e rifugi”, un gustoso appuntamento per scoprire piatti tradizionali della cucina di montagna: GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE 2017 MALGA ALTA DI PELLIZZANO - VALLE DI SOLE - Ore: 19-22 SABATO 25 NOVEMBRE 2017 RIFUGIO SEROT - RONCEGNO - VALSUGANA - Ore: 12-15; 18-22 GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2017 RIFUGIO FUCIADE - SORAGA - VALLE DI FASSA - Ore: 19-22 SABATO 2 DICEMBRE 2017 RIFUGIO TRIVENA - BREGUZZO- GIUDICARIE - Ore: 12-15; 18-22 Inoltre: • Il 4 novembre dalle 15 alle 22 degustazioni enologiche con i vignaioli del Trentino per l’evento “Trent’anni trentini. Buon compleanno vignaioli!” • Dal 9 all’11 novembre “I piatti delle Confraternite”: degustazione di ricette storiche in versione originale a cura delle Confraternite della Noce del Bleggio, della Carne Salada “della Busa”, del Tortel de Patate, dei Gnocchi di Patate con le Sardele, dello Smacafam, del Tonco de Pontesel, dello Sguazet, de stofiss, della Polenta de Patate di Lavarone e dei Dolci Trentini. Prenotazioni in orario d’ufficio: Palazzo Roccabruna - Trento, via SS. Trinità tel. 0461 887101 www.palazzoroccabruna.it
trentinopanorama Evgeni Bozhanov
di Daniele Valersi www.haydn.it
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a stagione sinfonica 2017-2018 dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento prosegue con la bacchetta di Marco Angius, che il 15 novembre (Trento, Auditorium S. Chiara, ore 20.30) dirigerà la compagine regionale in brani di Joseph Haydn (Sinfonia n. 99), Arnold Schönberg (Sinfonia da camera n. 2 op. 38), Johannes Brahms (Variazioni su un tema di Haydn op. 56a); momento centrale della serata sarà la prima esecuzione assoluta di “Dyscrasic Morphing”, brano commissionato al compositore Marco Uvietta dalla Fondazione Orchestra Haydn. Professore associato di Musicologia e Storia della musica presso l’Università degli Studi di Trento, Marco Uvietta si è laureato con lode in musicologia al DAMS di Bologna. Ha studiato composizione con Renato Dionisi; dopo essersi diplomato in Musica corale e direzione di coro e in Composizione al conservatorio “G. Verdi” di Milano si è perfezionato all’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma sotto la guida di Azio Corghi. Le sue composizioni sono state interpretate da Clemens Schuldt
EVGENI BOZHANOV LA STAGIONE 2017-18 DELL’ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO PROSEGUE CON LA BACCHETTA DI MARCO ANGIUS, IL 15 NOVEMBRE. IL 22 EVGENI BOZHANOV AL PIANOFORTE DIRETTO DA C. SCHULDT prestigiose formazioni da camera (Quartetto Prometeo, Quartetto Arditti, Ensemble Musicattuale, Ensemble dell’Accademia Neue Musik-Bolzano, Duo Novalis di Vienna, Monteverdi Cello Octet); parallelamente alla composizione svolge attività di ricerca musicologica. Marco Angius è un direttore di riferimento per il repertorio musicale contemporaneo; ha diretto l’Ensemble Intercontemporain, Tokyo Philharmonic, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino e molte altre com-
Marco Angius
pagini di grande prestigio. È fondatore dell’Ensemble Algoritmo, con cui ha vinto il Premio del Disco Amadeus 2007 e con cui ha realizzato numerose registrazioni. Con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ha inciso tutta l’opera per violino e orchestra di Ivan Fedele e, con l’Ensemble Prometeo, l’integrale degli “Imaginary Landscapes” di John Cage. Con Evgeni Bozhanov al pianoforte e con la direzione di Clemens Schuldt, l’orchestra regionale sarà nuovamente in auditorium (ore 20.30) il 22 novembre, per la prima esecuzione italiana di “Nymphéa reflection” della compositrice finlandese Kaija Saariaho, cui seguirà la Sinfonia n. 33 K319 di
Wolfgang Amadeus Mozart e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 op. 73 di Ludwig van Beethoven. Nato in Bulgaria nel 1984, Evgeni Bozhanov inizia la sua formazione musicale all’età di sei anni; a dodici debutta con un concerto di Mozart, iniziando così una precoce carriera concertistica. Nel 2001 si trasferisce ad Essen in Germania e ben presto si impone come uno dei più interessanti talenti di oggi. È risultato vincitore ai concorsi pianistici internazionali “Sviatoslav Richter” di Mosca, “Queen Elisabeth” di Bruxelles e “Van Cliburn” di Fort Worth, Texas. Clemens Schuldt, dopo aver vinto il concorso “Donatella Flick” nel 2010, ha svolto il ruolo di direttore assistente presso la London Symphony Orchestra. Attivo in campo operistico, ha collaborato ad allestimenti in Europa, Asia e Australia. Invitato presso compagini orchestrali tra le più prestigiose fin dall’inizio della sua carriera, attualmente è direttore principale dell’Orchestra da camera di Monaco; ha già diretto l’Orchestra Haydn nel 2015. ■ 101
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di Fabio De Santi
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uando si evoca il nome della Premiata Forneria Marconi inevitabilmente si apre la porta ad una delle formazioni più importanti di sempre del rock tricolore, capace di portare il suo battito sonoro in tutto il mondo. Ora la Pfm torna in azione con un nuovo disco e un tour che approderà anche a Trento con la data in programma il 23 novembre all’Auditorium Santa Chiara. La Pfm il 27 ottobre ha pubblicato il suo nuovo album d’inediti “Emotional Tattoos” lavoro anticipato dal singolo “Quartiere latino”. Un album che è stato in due versioni differenti (una italiana e una inglese) e che arriva a ben quattordici anni di distanza dall’ultimo disco d’inediti di una delle band più amate del rock italiano. La canzone «Quartier generale» è arrivata nella rotazione radiofonica
P.F.M. LA STORICA BAND TORNA CON UN NUOVO DISCO E UN TOUR CHE APPRODERÀ ANCHE A TRENTO, IL 23 NOVEMBRE ALL’AUDITORIUM in Italia, mentre nel resto del mondo sarà in radio “Central District” la versione inglese del singolo che, con un testo completamente differente, sottolinea una diversa sensibilità dei Paesi a cui si rivolge, evidenziando una distanza culturale che non è solo
geografica, raccontando due facce della stessa medaglia. “Emotional Tattoos” s’annuncia come un album non solo al passo con i tempi, ma proiettato nel futuro fin dall’immagine di copertina creata da Stefano e Mattia Bonora con la direzione artistica di ArtKa-
demy, Concept Aereostella. “Sulla copertina si vede una fantastica nave spaziale guidata da Franz Di Cioccio e Patrick Djivas, – commenta la band – una nave che ci porta in luoghi mai esplorati prima, accompagnando il pubblico nel nuovo mondo Pfm, dove la musica non ha solo un’identità ma si evolve e abbraccia molti generi». Un concerto che segna un ritorno particolarmente atteso dagli amanti del prog rock della ■ nostra provincia.
CRISTOFORO GORNO, DA “RAI STORIA” A TRENTO
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li antichi in Tv. Come la televisione racconta i greci e i romani”: è questo il tema dell’incontro con Cristoforo Gorno che si terrà lunedì 13 novembre alle 16 al Dipartimento di Lettere e Filosofia in via Gar a Trento. Un appuntamento quello con Gorno, autore e conduttore sul canale RaiStoria del programma “Cronache dall’antichità”. L’evento “Gli antichi in Tv. Come la televisione racconta i greci e i romani” è co-organizzato dal Laboratorio di Storia (LabSA) e quello teatrale (Laboratorio Dionysos). «Si tratta di un seminario – spiegano Maurizio Giangiulio e Giorgio Ieranò, responsabili scientifici dell’incontro – aperto in cui, con l’aiuto di un competente, smontiamo dall’interno i meccanismi del linguaggio della divulgazione televisiva, valutando sia gli schemi o gli stereotipi culturali che sostengono certe rappresentazioni massmediatiche del mondo antico sia la specificità, anche tecnica, degli accorgimenti che la tv deve o può mettere in campo per fare divulgazione storica sull’antichità. Cristoforo Gorno è un autore televisivo che si è dedicato alla divulgazione storica e scientifica, tra i suoi programmi più noti anche Gaia (Raitre) Atlantide e Impero (La7) Il Tempo e la Storia (Raistoria). Gorno si è laureato in Storia delle Religioni del Mondo Classico, seguendo la sua passione universitaria ha ideato e condotto per Raistoria il programma Cronache dall’Antichità, venti puntate sui grandi
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personaggi e sugli avvenimenti decisivi della storia greco-romana, dalle Guerre Persiane alle Idi di Marzo, dai giochi di Olimpia ad Attila, raccontati con indagini sul campo e con l’uso diretto delle fonti antiche. La buona accoglienza di Cronache dall’Antichità ha reso possibile proseguire il racconto applicando lo stesso schema ad un altro periodo storico, è nato così Cronache dal Medioevo, in onda su Raistoria dall’autunno 2016. Ha pubblicato due romanzi con Aliberti: “Nelle mani di un Dio qualunque” e “Io me io mi salvo”.
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di Daniele Valersi
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a Società Filarmonica di Trento per questo mese riserva tre appuntamenti cameristici di grande attrattiva per il suo pubblico (Sala della Filarmonica, via Verdi, ore 20.45). Giovedì 9 il baritono Luca Pisaroni, con Christian Koch al pianoforte, interpreta pagine di Vincenzo Bellini Gioachino Rossini, Francesco Paolo Tosti, George Gershwin, Cole Porter, Richard Rodgers - Oscar Hammerstein. Protagonista versatile, tra i più affascinanti sulla scena internazionale fin dal suo debutto (all’età di 26 anni, con la Filarmonica di Vienna e Nikolaus Harnoncourt), Luca Pisaroni è apparso in molte delle più rinomate sale da concerto, teatri dell’opera e festival. In campo concertistico ha interpretato tra l’altro il “Requiem di Mozart e il “Miserere” di Pärt con la Los Angeles Philharmonic e la Nona Sinfonia di Beethoven con il Concentus Musicus Wien. Nell’ambito dei recital è spesso accompagnato dal pianista austriaco (nonché direttore e tenore) Christian Koch, collaboratore stabile presso lo Stadttheater Klagenfurt, direttore assistente di Rene Jacobs, Pierre Boulez e Daniel Harding, presente in veste d’accompagnatore al Salzburg Festival, l’Aix-en-Provence Festival e le Wiener Festwochen. Il 17 novembre sarà la volta del Trio Altus (Klaidi Saha-
OTTETTO OXALYS TRE APPUNTAMENTI CAMERISTICI DI GRANDE ATTRATTIVA PER LA SOCIETÀ FILARMONICA. SI PARTE GIOVEDÌ 9 CON IL BARITONO LUCA PISARONI
Luca Pisaroni
Trio Altus
tçi violino, Sandro Laffranchini violoncello, Andrea Rebaudengo pianoforte); sono in programma: Ludwig van Beethoven - Trio op. 70 n. 2, Alfredo Casella - Sonata a tre op. 62, Robert Schumann - Trio n. 2 op. 80, Leonard Bernstein – Trio. Nato in un luogo magico non solo per l’Italia, il Teatro alla Scala di Milano, il Trio Altus iniziava a esibirsi nel 2010, debuttando proprio alla Scala con il Trio di Leonard Bernstein. Da allora hanno percorso l’Europa suonando in diverse città, in celebri sale come quella della Tonhalle di Zurigo; hanno ampliato il loro repertorio verso il Novecento, facendo tesoro
delle singole esperienze. Klaidi Sahatçi, già primo violino di spalla presso l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, è stato (dal 2009 a oggi) primo Konzertmeister alla Tonhalle Orchester Zürich; Sandro Laffranchini ha suonato come primo violoncello del Teatro e della Filarmonica alla Scala e quale primo violoncello ospite della London Symphony Orchestra; Andrea Rebaudengo è collaboratore della cantante Cristina Zavalloni e dell’ensemble “Sentieri selvaggi” diretto da Carlo Boccadoro. Gli strumentisti dell’ottetto Oxalys saranno impegnati, giovedì 23 novembre, in “Serenata in vano” di Carl
Nielsen, “À huit” di Jean Françaix e nell’Ottetto di Franz Schubert. Fondato nel 1993 da un gruppo di studenti del Conservatorio di Bruxelles, Oxalys è oggi una delle formazioni da camera di spicco nel panorama musicale internazionale. Ensemble a organico variabile, accoglie anche altri artisti quando si rendono necessari per la realizzazione di particolari progetti. Il pubblico delle sale del Concertgebouw di Amsterdam, del Kennedy Center di New York, della Filarmonica di San Pietroburgo hanno decretato un successo solido alle loro proposte artistiche; il gruppo è ospite di alcuni fra i più celebri festival europei e si esibisce spesso anche in America, negli Emirati Arabi, ■ in Cina e Giappone.
Christian Koch 103
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di Fabio De Santi
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accontare “Guardando ad Oriente” il confronto millenario tra culture da sempre in relazione tra loro come nel caso de l’Oriente plurale dell’antica Roma , l’elefante di Carlo Magno, San Francesco e il Sultano, la Cabala e l’Oriente di Cristoforo Colombo che si rivela il suo contrario. È questo uno degli obiettivi delle “Lezioni di Storia” che proseguiranno fino al 26 novembre, tutte le domeniche alle 11. Guardare a Oriente è un modo per sottrarsi ai tanti pregiudizi reciproci, spesso alimentati dalla strategia comunicativa di chi pensa di trarre vantaggio speculando sulle nostre paure. Non solo guerre e scorribande ma anche molteplici occasioni di scambi fecondi e amichevoli. Il primo appuntamento di novembre è quello di domenica 5 al Teatro Sociale con Anna Foa, che ha insegnato Storia moderna all’Università di Roma La Sapienza. in un incontro sul tema “1486 - Cabala ebraica, cabala cristiana”. Misticismo e magia. Durante l’Umanesimo la cultura cristiana si appropria della tradizione cabalistica ebraica facendone uno dei principali fondamenti del mito di un’antica sapienza
Domenico Quirico
LEZIONI DI STORIA AUTORI E FILOSOFI RACCONTANO IL CONFRONTO MILLENARIO TRA CULTURE DA SEMPRE IN RELAZIONE TRA LORO: QUIRICO, FARINELLI, FOA E ALTRI comune tanto agli ebrei che ai cristiani. Domenica 12 al Teatro Zandonai Franco Farinelli si occuperà di “1492 - Colombo: cercare l’Oriente attraverso l’Occidente”: Cristoforo Colombo è il primo dei moderni perché è il primo ad applicare al mondo il modello cartografico con la pretesa che sia il mondo ad adeguarsi alla mappa e non viceversa. La terra che Colombo tocca diventa un Nuovo Mondo perché è l’esito di un inedito rapporto tra modello e realtà. “1590 - La moda guarda all’Oriente” è il tema di cui parlerà Maria Giuseppina
Franco Farinelli
Muzzarelli, che insegna Storia medievale e Storia del costume e della moda all’Università di Bologna, domenica 19 alla Sala della Filarmonica di Trento. Al centro dell’Orientalismo sta l’idea della differenza profonda fra Occidente ed Oriente; questo anche nel campo della moda: l’Occidente apprezzava cambiamenti, tessuti pesanti e corpetti opprimenti; la moda orientale proponeva, o si immaginava che lo facesse, abiti poco strutturati e fogge immutabili. Nel Cinquecento due grandi rivoluzioni, la stampa e le scoperte geografiche favorirono la conoscenza a distanza e in Occidente
ci si cominciò a vestire all’orientale. A chiudere le “Lezioni di Storia”, il 26 allo Zandonai di Rovereto, il giornalista e scrittore Domenico Quirico porterà il pubblico nel mondo dell’Isis con “2014 - ISIS, nascita di un nuovo califfato”. La ricostruzione del Califfato a Mosul non è un semplice episodio nella guerriglia globale dei movimenti fondamentalisti. Segna il tentativo esplicito di capovolgere la storia recente imponendole un nuovo Tempo: riavvolgere il filo della storia per riportarla dinamicamente al suo Tempo perfetto, puro. Non utopia, ma tempo politico in cui si colloca un progetto di società “perfetta” ferocemente totalitaria. ■
Maria Giuseppina Muzzarelli 105
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“FOGOLINO CONTEMPORANEO”
IL RITRATTO: DALLA CINA “F ALLA NIGERIA
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ue mostre autunnali per perdersi in territori artistici stimolanti e trasversali. L’una, all’apparenza, agli antipodi dell’altra, in realtà nate dallo stesso humus
di innamoramenti e incantamenti. La prima è allestita presso lo Studio d’Arte Raffaelli a Trento (Via Marchetti 17) e narra di un incontro tra la calligrafica sapienza pittorica della cinese Hu Zi con uno storico maestro della musica: Wolfgang Amadeus Mozart. Ma non solo. Hu
Zi, nelle sue tavole
dalle decise e robuste trasparenze scaturite da un sapiente uso dell’acquerello – ecco qui le sue radici orientali –, somma i ritratti di Mozart con quelli di personaggi dell’ambiente musicale che l’hanno affascinata, come Liam Gallagher, Kurt Cobain e Jarvis Cocker, per arrivare ad un grande ritratto del barone Wolkenstein, il costruttore del palazzo trentino dove si espongono le sue opere e dove, si narra, Mozart ha suonato facendo rimbalzare le note da muro a muro, complice un eco
ogolino Contemporaneo” è una mostra con opere di Sergio Decarli, Adriano Fracalossi, Igor Molin Roberto Segati e Marina Zanon, esposta alla Galleria Fogolino di Trento fino al 15 novembre. Una proposta che vuole essere un omaggio al pittore M.Fogolino (1438-1558?) e che prende spunto da un lato dall’ importante mostra a lui dedicata in questi mesi è dedicata al Castello del Buonconsiglio e dall’altra evidentemente dal nome della Galleria stessa: nome che è dovuto dall’aver avuto sede, per circa un decennio, a partire dalla sua fondazione nel 1966, in una sala presso Palazzo Sardagna il cui soffitto era decorato da affreschi del Fogolino. Come si può intuire dal titolo è un progetto espositivo che non vuole avere una impostazione storica o filologica, ma dove cinque artisti contemporanei esplorano e reinterpretano immagini, motivi e tematiche in assoluta libertà e nel modo e con le tecniche che ritengono più opportune. Così, nella mostra, possiamo incontrare le superfici materiche, raffinate e preziose, ma sempre con una loro vitale corporeità di Sergio Decarli a fianco delle figure allegoriche di A. Fracalossi in una serie di variazioni ispirate dagli affreschi di Casa Cazuffi.
accattivante e ammaliatore. Uno sguardo alla pop art americana, un pizzico di
anche nelle delicate trasparenze e velature, che si sommano
espressionismo nordico
via via che la figura si struttura, andando a colpire lì dove il
– i ritratti di Kokoschka, le
tratto fisiognomico coincide con il carattere e la personalità
sintetiche figure di Georg
del soggetto. Questa pratica poetica la si assapora ancor di
Grosz o le spigolose
più nei lavori “Mozart Geburtshaus”, riproduzione della casa
figure di Egon Schiele – e
natale di Mozart. Grandi finestre di stile boemo il cui interno
i corpi diventano presenze
non può essere penetrato dall’occhio dello spettatore: il nero
concrete. Soprattutto dal
e il marrone lasciano alla fantasia il compito di immaginare
tratteggio dei visi traspare
l’interno, noi ci accontentiamo di soffermarci all’esterno. La
il carattere dei personaggi
mostra è accompagnata da un catalogo con testi della stessa
messi su di un palcoscenico
Hu Zi e di Antonio Carlini.
personale: volti pensierosi,
La seconda mostra ci conduce nel mito e nel culto dei
conturbanti, scrutatori di
gemelli. Il fenomeno dei gemelli è stato, fin dai primordi,
anime, irrequiete personalità.
oggetto di grande curiosità e fascino, come segno della natura
Se i soggetti sono tutti
sorprendente e incontrollabile. Pensiamo alla Mesopotamia,
occidentali, Hu Zi non tradisce la sua peculiare arte che
dove la coppia gemellare si riteneva positiva chiamando in
trova l’origine nelle terre orientali: l’acquerello. La maestria
causa gli stessi dèi Ishtar e Samash, Lulal e Latarak, Eà e
tecnica è evidente, non solo nei decisi tratti della pennellata
Adad, ecc., creando in cielo la costellazione dei “Gemelli
– affascinanti quegli occhi grandi e sgranati che richiamano
Maggiori” dell’antico zodiaco. Nello Sri Lanka si pensa che
l’arte romanica o quella più arcaica dei sasanidi iranici – ma
la nascita dei gemelli sia dovuta all’unione tra una donna e
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trentinomostre un leone. In Grecia c’erano Castore e Polluce. Tommaso e Antonio Decarli della Galleria Argo di Trento (Via Dietro le Mura) hanno messo in cantiere una splendida mostra di sculture
Yoruba della Nigeria che ci
raccontano il culto dei gemelli in quella terra. In Nigeria, il popolo Yoruba ha una percentuale di nascite gemellari superiore alla norma, circa quattro volte rispetto a qualsiasi altro luogo sulla terra. In lingua Yoruba ibeji significa gemello (ibi significa nato, eji due) ed il termine viene utilizzato per indicare una scultura creata in memoria (inanimate memorials secondo Richard Lander) di un gemello nato morto o deceduto in giovane età. Un ibeji viene commissionato dai genitori di una coppia di gemelli quando uno o entrambi i bambini muoiono: si crede che la scultura simboleggi il gemello morto e che sia depositaria della sua anima. I genitori non possono commissionare la figura ad uno scultore di loro scelta; essi, infatti, devono consultare un sacerdote (babalawo) che, a sua volta, interrogherà l’oracolo (Ifa) al fine di individuare lo scultore incaricato di intagliare l’ibeji. Una volta che la scultura viene portata a termine, utilizzando il tipo corretto di legno (ire ona), lo scultore provvede a sottoporla ad un lavaggio rituale (agbo), passo necessario prima di poterla consegnare ai genitori del bambino defunto. L’ibeji (o la coppia d’ibeji) verrà quindi posto accanto al letto della madre o su di un apposito altare dedicato al culto dei gemelli; alla madre spetta la cura dell’ibeji: essa deve provvedere a nutrirlo con un impasto di fagioli e olio di palma, lavarlo, ricoprirlo con polvere di legno, utilizzata per proteggere i bambini dalle malattie, colorare la testa con blu indigo, abbellirlo con collane e braccialetti di perline o di metallo. Alla morte della madre, se entrambi i gemelli sono deceduti, le due sculture vengono abbandonate, perché nessuno potrà più prendersene cura; se l’ibeji è solo uno, perché a morire era stato solo un gemello, il fratello superstite subentra alla madre nella cura dell’ibeji e dovrà custodirlo fino alla propria morte. Le sculture esposte, dall’antico fascino, portano in superficie una cultura profonda e, per noi, purtroppo, lontanissima. Agli amanti dell’arte queste opere ricorderanno che qui si trovano le origini cubiste e picassiane dell’arte contemporanea.
ARCO Mostre SEGANTINI E I SUOI CONTEMPORANEI. TEMI E FIGURE DELL’OTTOCENTO Apertura: da sabato 15 luglio a domenica 5 novembre. MAG Arco, Galleria Civica G. Segantini. Mostra a cura di Alessandra Tiddia, Mart. Info: www.museoaltogarda.it.
BORGO VALSUGANA Mercati NATALE A BORGO VALSUGANA Apertura: da sabato 25 novembre a domenica 31 dicembre. Presso Piazzale D. Alighieri, Piazzetta Ceschi e Piazza Martiri. Stand commercio: sabato, domenica e festivi. Ore: 10-19.00. Stand gastronomia: sabato e domenica. Ore 10-22.30. Anche Borgo Valsugana, come gli anni scorsi, proporrà i propri mercatini di Natale: bancarelle per la presentazione dei prodotti gastronomici della tradizione e la loro vendita e passeggiate dedicate alla scoperta dei Presepi, creati appositamente per la manifestazione. Inoltre, ci sarà a disposizione una pista di pattinaggio, in modo da poter praticare una delle più famose attività natalizie con la propria famiglia. Per maggiori informazioni: Giacomo Nicoletti 347.3476901; info@visitborgovalsugana.it.
CAVALESE Mercati MAGNIFICO MERCATINO DI NATALE Apertura: da venerdì 1 dicembre 2017 a sabato 6 gennaio 2018 .Si chiama Magnifico, non solo per una ragione squisitamente estetica, ma anche perché incornicia l’antico Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. Nel Magnifico Mercatino di Natale, a Cavalese, si passeggia in un giardino incantato, illuminato dalle candele e animato da spettacoli, laboratori d’arte e weekend tematici che riscoprono antiche tradizioni come le lavorazioni di lana, legno, erbe e miele, ma anche le danze popolari, i krampus e i costumi d’epoca. Le romantiche casette invitano a curiosare tra pantofole di lana cotta, cose di casa dal sapore antico, creazioni artistiche di legno, vetro e rame, vasi di ceramica con manici di legno, strudel, spiedini caramellati, waffel, succhi di mela e di mirtillo, e tentazioni della tradizione. Info: www.visitfiemme.it.
ISERA Mostre SCOPRIRE MONDI Apertura: da sabato 11 novembre a domenica 3 dicembre. Mostra degli artisti Gaio-Giovanazzi curata da Claudio Mattè. Orario: 1214 / 18-21.
LEVICO TERME Mercati MERCATINI DI NATALE A LEVICO TERME 25 sabato. Il Mercatino di Natale di Levico Terme ha il sapore di una favola antica che prende vita nel Parco secolare degli Asburgo, un luogo incantato dove si può ancora godere dell’autentico spirito del Natale. Un’oasi naturale che nel periodo natalizio abbraccia con calore le tradizionali casette di legno nascoste tra gli alberi secolari tinti di bianco dai fiocchi di neve. Le luci soffuse che ricoprono come un mantello gli alberi del parco delle Terme vi faranno da guida lungo i vialetti che vi condurranno a scoprire questo luogo incantato. Per maggiori dettagli: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700.
LUSERNA Mostre DINOMITI: RETTILI, FOSSILI E DINOSAURI NELLE DOLOMITI Apertura: fino a domenica 5 novembre. Centro Documentazione Luserna. L’obiettivo principale della mostra è far conoscere, ad un vasto pubblico, reperti di eccezionale importanza, non solo per bellezza, ma soprattutto per significato scientifico e rarità. Attraverso questi fossili, composti in prevalenza da resti scheletrici e impronte, è possibile presentare la storia dell’evoluzione dei rettili nelle Dolomiti dalle prime tracce risalenti al Carbonifero-Permiano, fino alla scomparsa dei dinosauri alla fine del Cretaceo. Una sezione della mostra consente, inoltre, un approfondimento della storia geologica degli Altipiani Cimbri, con l’individuazione dei siti di particolare rilevanza e loro presentazione. Orario: tutti i giorni con orario: 1012.30 e 14-18 (nel mese di agosto con orario 9.30-12.30 e 14-18.30). Info: www.lusern.it. Mostre GRANDE GUERRA E SATIRA - CARTOLINE AUSTROUNGARICHE DALLA COLLEZIONE DI ROLANDO PASQUALINI Apertura: fino a domenica 5 novembre. Centro Documentazione Luserna. mostra, che si compone di 64 cartoline presentate cronologicamente, consente di cogliere, attraverso questo eccezionale e rapido mezzo di comunicazione, i cambiamenti che avvennero nella satira di propaganda in funzione degli eventi bellici e politici che andavano via via compiendosi negli anni della Grande Guerra. A cura dell’Associazione Culturale Chiarentana. Orario: tutti i giorni con orario: 10-12.30 e 14-18 (nel mese di agosto con orario 9.30-12.30 e 14-18.30). Info: www.lusern.it. 107
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trentinomostre PERGINE VALSUGANA Mercati PERZENLAND: MERCATINI DI NATALE A PERGINE VALSUGANA Apertura: da sabato 11 novembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Vie del centro storico, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Pergine Valsugana celebra la leggenda di gnomi ed elfi che nel periodo dell’Avvento, scendevano a valle per offrire giochi, preziosi, decori e dolcezze di Natale. Il mercatino è anche una festa con cori, musici e giocolieri, spettacoli, luci e colori oltre a piccoli laboratori, mostre e degustazioni per le vie del centro. Info: www.visitvalsugana.it. Mostre ROGER RIGORTH - SENSE OF BELONGING Apertura: da sabato 22 aprile a domenica 5 novembre. Castello. Mostre di sculture di Roger Rigorth a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Saranno esposte circa 20 opere. Orario: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 22.00, lunedì dalle 17.00 alle 22.00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www. castelpergine.it.
RIVA DEL GARDA Mostre NUOVI SGUARDI GARDESANI Apertura: da sabato 1 luglio a domenica 5 novembre. Museo. Saranno esposte le opere di Edoardo Delille, Gabriele Galimberti e Paolo Woods, curate dalla storica della fotografia e photo-editor Giovanna Calvenzi. Info: www.museoaltogarda.it; info@museoaltogarda.it.
ROVERETO Mostre UN’ETERNA BELLEZZA - IL CANONE CLASSICO NELL’ARTE ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO Apertura: da domenica 2 luglio a domenica 5 novembre. Mart. Mostra a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari. Attraverso capolavori assoluti del primo Novecento, Un’eterna bellezza propone un percorso tra le opere dei maestri dell’arte italiana che guardano al passato e al canone classico come fonti di ispirazione. Il percorso espositivo è articolato in sette sezioni: Metafisica del tempo e dello spazio; Evocazione dell’antico; Ritorno alla figura. Il ritratto; Il nudo come modello; Paesaggi; Poesia degli oggetti; Le stagioni
della vita. In mostra oltre cento opere di alcuni tra i più significativi protagonisti dell’arte italiana: Carrà, Casorati, de Chirico, de Pisis, Savinio, Severini, Sironi ma anche Bucci, Cagnaccio, Donghi, Dudreville, Funi, Malerba, Marini, Martini, Marussig, Oppi e Wildt. Orario: martedì-domenica 10-18; venerdì 10-21. Lunedì chiuso. Info: www.mart.tn.it. Mostre FOCUS - LA RIVISTA COME LUOGO DI RICERCA ARTISTICA: IL PORTALE CAPTI Apertura: fino a domenica 28 gennaio 2018. Mart. Una mostra dedicata alle principali riviste sperimentali del secondo Novecento conservate nell’Archivio del ‘900 del Mart, digitalizzate e consultabili sul portale Capti. A corredo delle riviste sono esposti numerosi documenti provenienti dagli archivi personali dei protagonisti dell’editoria sperimentale del secondo Novecento, come Enrico Baj e Stelio Maria Martini: lettere, componimenti, manoscritti e dattiloscritti preparatori, fotografie e menabò originali, nonché materiali a meta strada tra documento e opera d’arte. Info: www.mart. tn.it/focuscapti.
Mostre FERITI. IMMAGINI DELLA GRANDE GUERRA Apertura: da domenica 29 ottobre 2017 a domenica 25 febbraio 2018. Rovereto. In 25 immagini, che fanno parte dell’archivio fotografico del Museo della Guerra, viene offerto uno spaccato degli effetti devastanti degli scontri e delle esplosioni sul corpo dei soldati sia dell’esercito italiano che di quello austro-ungarico impegnati sul fronte italo-austriaco. Orario: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Info: www. museodellaguerra.it.
TRENTO Mostre LA CONSISTENZA DELLE COSE Apertura: fino a domenica 5 novembre 2017. Sala Thun di Torre Mirana, Via Belenzani 3. Il titolo si riferisce alla nostra relazione con gli oggetti, intesi sia come artefatti che come oggetti naturali. Alcuni di questi hanno una funzione simbolica a livello sociale, altri appartengono ad una nostra esperienza più personale. In generale il nostro rapporto può dipendere dall’uso che ne facciamo, ma altre volte la nostra attenzione cade su essi semplicemente per la forma e per la materia di cui sono costituiti. La
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CAPAREZZA
RUSSIAN STARS - LO SCHIACCIANOCI
Sei serate in cui ascoltare per la prima volta nel nostro Paese i brani del suo ultimo album “Get Up!”, che nei quindici mesi trascorsi dalla sua uscita ha riscosso un ampio successo di pubblico e critica. Accanto a nuovi successi come You Belong To Me, in scaletta ci sarà spazio per le hit che hanno segnato i suoi trentacinque anni di carriera come Summer of ‘69 , Heaven , Run To You , Please Forgive Me.
Importantissima tappa a Verona della grande mostra internazionale multimediale Van Gogh Alive – The Experience che celebra il grande pittore, ritenuto a giusto titolo padre fondatore dell’arte moderna. La visita della mostra consente di immergersi in un ambiente illuminato esclusivamente dalle immagini delle opere del grande maestro, così nitide e reali da coinvolgere emotivamente il visitatore e farlo sentire totalmente inserito nel contesto delle opere (effetto immersivo).
Caparezza torna live con un nuovo tour nei palazzetti
Per la prima volta in Italia, arrivano i Russian Stars: alcune stelle della danza classica russa si aggiungono all’organico del Moscow State Classical Ballet: Olga Pavlova, Alexey Konkin, Sergei Skvortsov, Olga Doronina, Sergei Fedorkov. Artisti eclettici, formati in patria e scelti accuratamente dalla maestra, etoilè e produttrice Liudmila Titova, che sarà la loro capofila e impreziosirà il cast con le sue performance.
BOLZANO Palasport 16 novembre 2017 ore 21
VERONA Piano Nobile della Gran Guardia Dal 22 novembre al 28 gennaio
PADOVA Kioene Arena (ex PalaFabris) 2 dicembre 2017 ore 21.30
TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 4 gennaio 2018 ore 21
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trentinomostre mostra vuole interpretare questa molteplicità di condizioni attraverso le opere degli artisti del gruppo. Orario: ore 10-12/16-19. Info: www. lacerchia.it; lacerchia@virgilio.it Mostre FOGOLINO CONTEMPORANEO Apertutra: da sabato 21 ottobre a mercoledì 15 novembre 2017. Galleria Fogolino, via Santissima Trinità 30. Orario: lunedì dalle 16.00 alle 19.00 da martedì a sabato 1012 / 16-19, domenica chiuso. Una esposizione in cui cinque artisti, Sergio Decarli, Adriano Fracalossi, Igor Molin, Roberto Segati e Romina Zanon, interpretano con sguardo contemporaneo l’opera del Maestro vicentino Marcello Fogolino, a cinquecento anni di distanza dalla sua presenza sul territorio trentino. La rassegna, promossa da Promart, è corredata da un catalogo con testi di Federica Giobbe. Info: www.promartrento.net; Tel. 0461.234482.
Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.00-18.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre VIAGGI E INCONTRI DI UN ARTISTA DIMENTICATO - IL RINASCIMENTO DI FRANCESCO VERLA Apertura: da sabato 8 luglio a lunedì 6 novembre. Museo Diocesano Tridentino. Il percorso espositivo presenta gran parte delle opere mobili di Francesco Verla, alcune delle quali restaurate per l’occasione: si tratta di dipinti a tema religioso - soavi pale d’altare e graziosi quadri votivi - e di alcuni pannelli a grottesca, una tipologia ornamentale all’epoca richiestissima e per la quale Verla era molto versato. L’esposizione avrà un’articolazione sul territorio con rimandi ai cicli affrescati da Verla nella chiesa di San Pantaleone a Terlago e sui prospetti esterni di Casa Wetterstetter a Calliano. Orario: lun, mer, giov, ven, sab, dom: 10.00-13.00 / 14.00-18.00. Giorni di chiusura: ogni martedì, 1 novembre. Biglietto € 5 intero (€ 4 residenti), € 3 ridotto. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. Info: www.museodiocesanotridentino.it; Tel. 0461.234419.
Mostre SUL SET. FOTOROMANZI, GENERE E MODA NELL’ARCHIVIO DI FEDERICO VENDER Apertura: da venerdì 8 settembre a domenica 10 dicembre. A Palazzo delle Albere l’opera di un grande fotografo di levatura internazionale: tra ricerca artistica e cultura di massa, una seducente esposizione dall’Archivio Fotografico Storico. Orario: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00 - dal sabato alla domenica dalle 10.00 alle 19.00 - lunedì chiuso. Ingresso libero. Mostre SPACE GIRLS, SPACE WOMAN. LO SPAZIO VISTO DALLE DONNE Apertura: fino a domenica 7 gennaio 2018. Museo Caproni, via Lidorno. A Trento, mostra fotografica su chi sogna il proprio futuro nello spazio e chi oggi contribuisce alla realizzazione dei programmi spaziali. Orario: da martedì a venerdì: 10-13 / 14-18. Sabato e festivi: 10-18. Lunedì chiuso. Mostre ARCHIMEDE. L’INVENZIONE CHE DIVERTE Apertura: fino a domenica 7 gennaio 2018. Muse - Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Tra exhibit interattivi, ricostruzioni di macchinari e video multimediali, il percorso al museo racconta le intuizioni di Archimede, geniale inventore e matematico della classicità, nel campo della tecnologia meccanica - tanto fenomenali da renderlo l’antesignano del genio e dell’inventore - e offre testimonianze della civiltà tecnico-scientifica del III secolo a.C., periodo durante il quale visse lo scienziato: sullo sfondo, le relazioni tra Siracusa e Alessandria d’Egitto, la città in cui Archimede e numerosi uomini di cultura soggiornarono in quell’epoca. Dopo un excursus storico e un focus sulle principali invenzioni e ricerche, l’esposizione approfondisce anche la seconda rinascita di Archimede, che avviene a partire dal XIII secolo con la progressiva riscoperta dei suoi scritti, e l’influenza esercitata su studiosi e geni rinascimentali del calibro di Leonardo da Vinci e galileo Galilei. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 10-19. Biglietto intero € 10, ridotto € 8. Info: museinfo@muse.it; Tel. 0461270311.
“SCOPRIRE MONDI” CON GAIO E GIOVANAZZI
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a mostra si intitola “Scoprire Mondi” e raggrupa una serie di opere degli artisti Annamaria Gaio e Diego Giovanazzi, curata da Claudio Mattè. Un’esposizione particolare in quanto itinerante, con partenza da Isera, si toccheranno poi paesi di Brentonico, Volano, Ala, Trento, per poi concludersi nel Natale 2018 all’Urban Center di Rovereto. Si parte dunque a Isera, dal 11 novembre, ore 18, al 3 dicembre” (orari 12-14 sera 18-21). Sono previsti anche due eventi. Il 24 novembre con la presenza di Federico Samaden (preside istituto alberghiero) “Educare e Scoprire” Arte il bello del arte,collegato al bello e alla scoperta del educare i figli. Il giorno dopo, 25, ”Wain and More” (orari 12-14 sera 18-21). Altri eventi in via di definizione. Si proseguirà poi il prossimo anno, dalla primavera. I testi critici sono di: Mario Cossali e Maurizio Scudiero. Info: 320.0248085. “Due artisti, Gaio e Giovanazzi, il desiderio di condividere il frutto del loro lavoro recente, la mia disponibilità, la mia passione per l’arte, l’entusiasmo scaturito dalle parole scambiate in un incontro recente ci hanno portato ad immaginare questa mostra di opere inedite che presentiamo in prima assoluta al pubblico trentino. Una passione, quella per l’arte, che ci ha portato a coinvolgere in questo percorso interlocutori inattesi: non solo amici, appassionati critici d’arte e curatori, ma anche attori, fotografi, artigiani, imprenditori, che hanno sentito l’urgenza e l’opportunità di costruire assieme un evento stimolante, un’opera aperta. Così l’ipotesi iniziale si è trasformata in un evento collettivo, un’opportunità per valorizzare le comunità nelle quali viviamo e nelle quali operiamo spesso in modo creativo, nonostante questa attitudine alla creatività possa a volte non essere compresa pienamente”. (Claudio Mattè)
Mostre JACOPO MAZZONELLI - TO BE PLAYED AT MAXIMUM VOLUME Apertura: da sabato 7 ottobre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Galleria Civica. Mostra personale. La musica incontra le arti visive in un’ampia mostra personale dedicata al giovane artista trentino. A cura di Margherita De Pilati e Luigi Fassi. Info: www.mart.tn.it.
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trentinoappuntamenti
LA MAGIA DEI TEATRI, ASPETTANDO IL NATALE
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aura Morante, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Natalino Balasso, Francesco Pannofino, Fausto Paravidino, Jurij Ferrini e Geppi Cucciari. Sono questi
alcuni dei protagonisti della Stagione Teatrale 2017-2018 di Rovereto ospitata nello spazio del Teatro Zandonai. Insieme a “Il
senso della vita di Emma”
di Fausto Paravidino in cartellone al Cuminetti di Trento, dal 1 al 12 novembre, la Stagione @GrandeProsa a novembre
propone in cartellone al Teatro Sociale “Questa sera si recita a soggetto” di Luigi
Pirandello. Dal 15 al 19 la cornice del Sociale ospiterà la nuova produzione del Teatro Stabile di Bolzano per la regia Marco Bernardi. Nonostante manchi più di un mese a Natale, per quanto concerne la danza in questo
DOMENICO QUIRICO
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omenico Quirico (Asti, 18 dicembre 1951) è un giornalista italiano. Reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l’altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come Primavera araba. Nell’agosto 2011 viene rapito in Libia e liberato dopo due giorni. Il 9 aprile 2013, mentre si trova in Siria come inviato di guerra, di lui si perde ogni traccia. La prima notizia del suo rapimento giunge il 6 giugno quando viene diffusa la notizia che Quirico è ancora vivo. Viene infine liberato l’8 settembre 2013, dopo 5 mesi di sequestro, grazie ad un intervento dello Stato Italiano, e infine riportato a casa. Nel 2015 con Il grande califfato vince la sezione saggistica del Premio Brancati. Nel 2016 il documentario Ombre dal Fondo diretto da Paola Piacenza è il film di chiusura delle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia, presentato fuori concorso. Nel filmato, di fronte alla telecamera, Domenico Quirico ripercorre il suo rapporto con il giornalismo e il rapimento in Siria.
novembre saranno ben due gli appuntamenti con lo
Schiaccianoci, la
favola natalizia nata nel 1891 più amata e rappresentata al mondo, nonché tra i
(Variazioni su un tema di Haydn op. 56a); momento centrale della serata sarà la prima esecuzione assoluta di “Dyscrasic Morphing”, brano commissionato al compositore
e soprattutto secondo
Marco Uvietta dalla Fondazione Orchestra Haydn. Quando si evoca il nome della Premiata Forneria Marconi inevitabilmente si apre la
reinterpretazioni psicologiche
porta ad una delle formazioni più importanti di sempre del
differenziate. La versione
rock tricolore, capace di portare il suo battito sonoro in
che sarà proposta al Palazzo
tutto il mondo. Ora la Pfm torna in azione con un nuovo
balletti classici più rivisitati, secondo stili e generi diversi
dei Congressi di Riva del Garda il 21 novembre sarà interpretata dalla compagnia NatiScalzi DT. La stagione sinfonica 2017-2018 dell’Orchestra Haydn di
Bolzano e Trento prosegue con la bacchetta di Marco
Angius, che il 15 novembre (Trento, Auditorium S.
disco e un tour che approderà anche a Trento con la data in programma il 23 novembre all’Auditorium Santa Chiara. A chiudere il ciclo delle “Lezioni di Storia”, il 26 allo Zandonai di Rovereto. il giornalista e scrittore
Chiara, ore 20.30) dirigerà la compagine regionale in
Domenico Quirico “porterà” il pubblico nel
brani di Joseph Haydn (Sinfonia n. 99), Arnold Schönberg
mondo dell’Isis con “2014 - ISIS, nascita di un nuovo
(Sinfonia da camera n. 2 op. 38), Johannes Brahms
califfato”.
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trentinoappuntamenti 1 MERCOLEDÌ Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www. centrosantachiara.it.
2 GIOVEDÌ Musica CINEMA FUTURISTA Rovereto. Ore 21.30. Cinema Futurista: Emilio Galante, flauto/ Tiziano Popoli, tastiere. Omaggio al Futurismo con Marinetti Song Book di Tiziano Popoli (presentato per la prima volta nel 2016 al MART), e due corti di Corrado D’Errico, “Stramilano” e “Ritmi di Stazione”. Ingresso libero. Info tel. 349.7296496; www.trentinojazz.com. Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www. centrosantachiara.it.
3 VENERDÌ Musica SUN RA ARKESTRA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. La leggenda di Herman Poole Blount, alias Sun Ra, morto ormai quasi venticinque anni fa, vive ancora. Vive grazie a Marshall Allen, suo storico collaboratore fin dalla fine degli anni ‘50; vive grazie alla forza di una musica che è jazz, ma è anche invocazione, visione, follia, destrutturazione, intensità assoluta, schegge di poesia, è momenti di tenerezza così come di furie esaltanti ed allucinate. A legare il tutto, una precisa “filosofia cosmica” che rende unico ed inimitabile il mondo sonoro di Sun Ra: un mondo con un coraggio che andrebbe preso ad esempio anche (...e soprattutto?) oggi, ma pure con una ricchezza melodica ed armonica debordante, sprigionata al massimo della potenza dagli arrangiamenti - mai scontati, mai banali - e in parte anche dall’humour, dalla teatralità, dalla presenza scenica della band. Sia come sia, oggi come allora, un’esperienza assolutamente unica nel panorama musicale. A partire da quello jazz. Nell’ambito di Jazz’About. Intero € 24, Ridotto € 18: Info: www.centrosantachiara. it; mumero verde: 800.013952 .
Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www. centrosantachiara.it. Teatro ULTIMO ATTO (SENZA FINE) Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di Loris Seghizzi con la Compagnia “Scenica Frammenti. Nell’ambito di “La bella stagione 2017-2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 18. Sala Rosa, Palazzo della Regione - Piazza Dante, 16. Presentazione del libro: “Nel nome dell’umanità - Un patto sociale mondiale tra tutti gli abitanti della Terra” di Riccardo Petrella ed. Il Margine. Introduce Roberto Savio (giornalista, fondatore di Inter Press Service IPS) e modera Daniela Sicurelli (Università di Trento). Ingresso gratuito.
4 SABATO Benessere NOTE D’AUTUNNO Pozza di Fassa. Dalle ore 18.30 alle 20.30. QC Terme Dolomiti. Gli ospiti potranno rilassarsi e godere di un momento speciale: verranno offerte caldarroste in giardino, accompagnate da degustazioni di cioccolata ed infusi di benessere dell’Azienda Agricola Fiores, a base di erbe piante officinali biologiche ad alta quota. il tutto reso ancora più magico da musica dal vivo. Info: QC Terme Dolomiti - Tel. 0462.091117; info@qctermedolomiti.it; www.qctermedolomiti.it. Enogastronomia I SAPORI DI GIOVO Giovo. Maso Pomarolli e Agritur Ai Serci. Alla scoperta dei sapori della Valle di Cembra. Programma: alle 9.30 ritrovo al parcheggio dell’Agritur Ai Serci e passeggiata attraverso la piccola frazione per raggiungere l’Agritur Maso Pomarolli, gustare un aperitivo genuino a base di frutta prodotta dall’Agritur e scoprire i segreti del sistema agrituristico, con visita al “sentiero del melo antico”, che contiene ben 54 varietà di mele. A seguire passeggiata nella campagna per rientrare all’Agritur Ai Serci ed assaporare un gustoso pranzo. A seguire possibilità di incontrare gli animali della fattoria. Quota di partecipazione: € 20,00, pranzo incluso; quota ridotta per bambini. Iscrizione obbligatoria entro le 18 del giorno precedente. Info e iscrizioni: assessore.ambiente@ comune.giovo.tn.it.
Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www. centrosantachiara.it. Teatro MASSA VECIO PER ME FIOLA Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo di Loredana Cont con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Nell’ambito della 22ª Rassegna di teatro amatoriale “Ottobre a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’È TUT SO PARE! Villa Lagarina. Ore 21. Teatro “Carlo Baldessari”. Spettacolo di e con la Filodrammatica Associazione “Noi” di Marco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TERRA PROMESSA 1939 OPZIONI (SCENE DALL’ESILIO SUDTIROLESE) Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Josef Feichtinger (trad. Elisabetta Squarcina) con la Filodrammatica di Laives. Nell’ambito della 21ª edizione di Palcoscenico Trentino, fase il Concorso - Premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della 11ª rassegna di Teatro Amatoriale “Palcoscenico Telvato”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro LA SALUTE L’È TUT S. Lorenzo Banale. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi TILL EULENSPIEGEL Meano. Ore 20. Teatro di Meano, Via delle Sugarine 22. Spettacolo di e con Luciano Gottardi. Produzione I Burattini. Presente in letteratura fin dal Quattrocento, soprattutto come burlone scanzonato, il personaggio di Till Eulenspiegel è stato elevato a eroe nazionale fiammingo e proprio in questa veste fu reso popolarissimo nell’Ottocento dal romanzo di Charles Coster, che ne colloca le avventure sullo sfondo delle lotte per l’indipendenza fiamminga al tempo di Filippo II. Età consigliata dai 4 anni. Info: www.teatrodimeano.it. Tradizione EXPO DOMANI SPOSI Levico Terme. PalaLevico. Sesta edizione della fiera dedicata al giorno più bello e indimenticabile per ogni coppia. Sono previsti vari momenti di animazione e spettacoli, sfilate di abiti da sposa con tutti gli accessori, abiti da cerimonia, per adulti e bambini: sfilate e dèfilé di moda con abiti da sposa e da cerimonia; star chef, i ristoranti presenti in fiera proporranno delle degustazioni nuziali. Apertura dalle 10 alle 19. Ingresso gratuito. Info: www.bsifiere.com.
5 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA - 1486 CABALA EBRAICA, CABALA CRISTINA CON ANNA FOA Trento. Ore 11. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana, 19. L’ingresso a tutte le lezioni sarà libero fino ad esaurimento posti.I biglietti potranno essere ritirati a partire dalle
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trentinoappuntamenti ore 10.00. Info: Tel. 0461.496914; www.laterza.it. Musica SCUOLA D’ASCOLTO DELLA MUSICA ORGANISTICA 2017 Trento. Ore 16.30. Chiesa parrocchiale di Cristo Re. Incontri con l’organo e la sua musica allo strumento Ciresa-Zeni. Programma a sorpresa dedicato a giovani e famiglie con visita all’organo. Ingresso libero e gratuito. Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro ragazzi PICABLO Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Uno spettacolo che punta ad avvicinare i bambini a Picasso perché entrambi condividono creatività, fantasia e tanta immaginazione. Età consigliata: 6-12 anni. Per info e biglietti: tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it.
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Tradizione EXPO DOMANI SPOSI Levico Terme. PalaLevico. Sesta edizione della fiera dedicata al giorno più bello e indimenticabile per ogni coppia. Sono previsti vari momenti di animazione e spettacoli, sfilate di abiti da sposa con tutti gli accessori, abiti da cerimonia, per adulti e bambini: sfilate e dèfilé di moda con abiti da sposa e da cerimonia; star chef, i ristoranti presenti in fiera proporranno delle degustazioni nuziali. Apertura dalle 10 alle 19. Ingresso gratuito. Info: www.bsifiere.com.
6 LUNEDÌ Teatro DELUSIONIST ‘’ NO STAND UP COMEDY’’ Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. No stand up comedy in cui si ride per non ridere con Natalino Balasso e Marta Dalla Via. Per info e biglietti: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it.
7 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Borgo Valsugana. Ore 17.30. Teatro polo scolastico A. Degasperi. Conferenza: “L’innovazione non tecnologica: dalla fabbrica auto-
matizzata alla fabbrica lenta. Il rapporto tra cultura e industria” con Giovanni Bonotto. Nell’ambito di “Incontri in Valsugana”. Cultura GIOVANNI BONOTTO BorgoValsugana. Ore 17.30. Polo Scolastico Via A.Degasperi. Incontri in Valsugana a cura delle Casse Rurali. L’innovazione non tecnologica: dalla fabbrica automatizzata alla fabbrica lenta. Il rapporto tra cultura e industria. Info: www.visitvalsugana.it. Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL - DUO VIOLINOFISARMONICA Roncegno Terme. Ore 21. Palace Hotel. Marco Martinello: violino; Omar Francescato: fisarmonica su musiche di Tartini, Piazzolla, Francescato... Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000. Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www.centrosantachiara.it.
8 MERCOLEDÌ Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www.centrosantachiara.it.
9 GIOVEDÌ Enogastronomia CHEF A TEATRO: QUANDO IL CIBO SI FA SOLIDALE Tesero. Ore 20. Teatro Comunale. Show cooking. Lo Chef Paolo Donei di Malga Panna, assieme ai ragazzi di The Staff e con la partecipazione degli studenti di Enaip Trentino,prepareranno dal vivo, davanti al pubblico, raffinati piatti che verranno subito assaggiati dagli ospiti comodamente seduti ai loro tavoli. Biglietto unico: cena + spettacolo 28 €. Per info e prenotazioni: Tel 348.2875130; info@ associazioneatti.it. Musica LUCA PISARONI Trento. Ore 20.45. Società Filarmonica. Luca Pisaroni, baritono e Christian Koch, pianoforte su musiche di V. Bellini
trentinoappuntamenti Da Sei ariette: Vanne, o rosa fortunata, Belle Nice, che d’amore; Almen se non poss’io; Per pieta, bell’idol mio; G. Rossini: Il rimprovero, L’ultimo ricordo, La speranza, La lontananza; F. P. Tosti: La serenata; Ideale; Sogno; Vorrei morire; L’Ultima Canzone; G. Gershwin: They All Laughed; Embraceable You; Just Another Rhumba; C. Porter: In The Still Of The Night, I Get A Kick Out Of You So In Love, Begin the Beguine; R. Rodgers & O. Hammerstein: I have dreamed Some enchanted evening - This nearly was mine Info: www.filarmonica-trento.it. Musica COEZ Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis, Via della Malpensada. Coez aprirà a novembre al Teatro SanbàPolis la rassegna di “musica indipendente” «SanbaClub». Info: www. centrosantachiara.it. Musica ORAZIO BENEVOLI. MESSA A OTTO VOCI PURPUEA ET BYSSUM Trento. Ore 21. Chiesa San Francesco Saverio. Gruppo vocale Laurence Feininger, Corale Città di Trento, direttore Roberto Gianotti. Corale Polifonica dell’Università di Trento, direttore Marco Gozzi. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www. centrosantachiara.it.
10 VENERDÌ Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www. centrosantachiara.it. Teatro PARTITO GIALLONERO E RITORNO TRICOLOR Mezzocorona. Ore 20.45. Palarotari. Spettacolo di Claudio Morelli. Co.F.As. - Federazione dei Cori - Federazione dei Corpi Bandistici Fe.C.C.Ri.T. Ingresso gratuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MIA ILIADE Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con Andrea Castelli. “La mia Iliade: un sogno-progetto tenuto nel cassetto per anni: raccontare l’Iliade. Molto prima di
Baricco e dopo un grande professore che alle medie, negli anni sessanta, fece innamorare di Omero il timido Castelli: l’amato-temuto prof. Antonio Clauser”.
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Societa’ soggetta all’attivita’ direzione e BZ, coordinamento da parte di Gruppo•Santini Spainvia 4/a – 39100 Bolzano. Das Unternehmen unterUfficio Registro di imprese: CCIAA Numero di iscrizione 02754960215 Eintragung dieGiotto Handelskammer Bozen, Eintragungsnummer 02754960215 steht der Leitung und Koordination der Gruppe Santini AG • CF & P.IVA 02754960215 St.Nr. & MwSt.Nr. Cap. soc. 500.000 i.v - v.e. Gesellschaftskapital Ufficio Registro imprese: CCIAA BZ, Numero diCFiscrizione 02754960215St.Nr. • Eintragung in die Handelskammer Banca Bozen,Cassa Eintragungsnummer & P.IVA 01713030219 & MwSt.Nr. Rurale di Bolzano02754960215
trentinoappuntamenti Teatro BERTOLDO Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della Rassegna teatrale Tam Tam. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL POR PERO Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Achille Campanile con la Compagnia Teatrale “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Nell’ambito della 25ª Rassegna teatrale “Amici del Teatro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL GATTO IN TASCA Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di George Feydeau con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Nell’ambito della Rassegna “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Nell’ambito della 13ª edizione di “Preore a Teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di e con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Nell’ambito della 10ª rassegna teatrale “Foie e Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro MAMME ROVENTI Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di David W. Christner con la Compagnia “GAD - città di Trento”.Nell’ambito della 21ª edizione di Palcoscenico Trentino, fase il Concorso - Premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della 11ª rassegna di Teatro Amatoriale “Palcoscenico Telvato”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RIDI E LASSA RIDER! Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con Loredana Cont. Nell’ambito della 27ª rassegna teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Teatro LA SEDIA Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Mario Cagol. Nell’ambito della 9ª rassegna di teatro amatoriale “Autunno a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE! Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”.Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Nell’ambito della 30ª rassegna di teatro amatoriale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE E... IL MONSIGNORE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della 30ª edizione de “L’alegra ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO POL ESSER...!!! Arco. Ore 21. Auditorium “Giovanni Paolo II”. Spettacolo di Giovanni Battista Turra con la Compagnia Teatrale “El Ferale” di Primiero. Nell’ambito della rassegna teatrale “Su e zo dal palco”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL PRINCIPE REMENGO Marco di Rovereto. Ore 20.30. Teatro. Ovvero sia “Al temp dele cicogne... storie de amori e de rogne” di Graziano Ferrari con il Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PITOST CHE EN FUNERAL Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Elio Fox con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MEIO MIGA CHE MASSA Folgaria. Ore 21. Teatro “Paradiso”. Spettacolo di Fabio Valle con il Gruppo Teatrale “La Zinzola” di Folgaria. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE NUOVE AVVENTURE DEI MUSICANTI DI BREMA Trento. Ore 16. Teatro Sanbàpolis. Spettacolo con testi di Gigi Bertoni con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori. Regia Alberto Grilli. Età consigliata: dai 4 anni . Info: www.centrosantachiara.it.
12 DOMENICA Teatro IL SENSO DELLA VITA DI EMMA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Angelica Leo, Jacopo Bicocchi e con gli attori della Compagnia regionale 2017. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro MEIO MIGA CHE MASSA Folgaria. Ore 21. Teatro “Paradiso”. Spettacolo di Fabio Valle con il Gruppo Teatrale “La Zinzola” di Folgaria. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE NUOVE AVVENTURE DEI MUSICANTI DI BREMA Trento. Ore 16. Teatro Sanbàpolis. Spettacolo con testi di Gigi Bertoni con Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori. Regia Alberto Grilli. Età consigliata: dai 4 anni . Info: www.centrosantachiara.it.
13 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Università degli studi di Trento. Gli antichi in Tv - Come la televisione racconta i greci e i romani. Incontro con Cristoforo Gorno. Autore e conduttore di “Cronache dall’antichità” (RaiStoria). Sarà un seminario aperto in cui, con l’aiuto di un competente, smontiamo dall’interno i meccanismi del linguaggio della divulgazione televisiva, valutando sia gli schemi o gli stereotipi culturali che sostengono certe rappresentazioni massmediatiche del mondo antico sia la specificità, anche tecnica, degli accorgimenti che la tv deve o può mettere in campo per fare divulgazione storica sull’antichità. Teatro ARTO LINDSEY Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis. Newyorkese di nascita, ma segnato in profondità dall’esperienza compiuta in età infantile al seguito dei genitori missionari in Brasile, condensa in musica l’essenza di quel tragitto esistenziale: da un lato si coglie il riverbero del furore post punk che agitava la Lower East Side di Manhattan a fine anni Settanta, dall’altro è nitida l’eco del tropicalismo di Caetano Veloso e Tom Zé (dei quali non a caso è stato produttore). Chitarrista autodidatta e cantante sui generis, dice di sé: “Sono sempre stato un musicista interessato ai cambiamenti, alle trasformazioni, alle interazioni e alle contaminazioni che possono nascere fra generi molto differenti”. Info: www.centrosantachiara.it.
Teatro LOCANDIERA B&B Rovereto . Ore 20.45. Teatro Zandonai. Uno studio su La Locandiera di Carlo Goldoni con Laura Morante, Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini, Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli, Roberto Salemi. Regia Roberto Andò. Info: Tel. 0464.452255; www.comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.
14 MARTEDÌ Musica DOMENICO BELLI. ORFEO DOLENTE Trento. Ore 21. Castello del Buonconsiglio. Bonporti Antiqua Ensemble del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento. Posti limitati. Info: www.centrosantachiara.it. Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL - ARMONICA 2017 Roncegno Terme. Ore 21. Casa Raphael. Concerto Saggio finale degli “Amici dell’armonica a bocca”. Per info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.
15 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Concerto con Marco Angius, direttore; Orchestra Haydn su musiche di J. Haydn: Sinfonia n. 99 in mi bemolle maggiore, Hob. I: 99; A. Schönberg: Kammersymphonie n. 2, op. 38; Marco Uvietta: Dyscrasic Morphing; J. Brahms: Variazioni su un tema di Haydn, op. 56a. Info: www.haydn.it. Teatro MY LIFE Villazzano.Ore 20.45. Teatro di Villazzano, via U. Giordano 6. Spettacolo con Emilia Bonomi, Laurent Gjeci. Regia Mirko Corradini. Bob, un uomo felicemente sposato e all’apice del successo lavorativo scopre, nello stesso momento, di essere affetto da un tumore in stadio avanzato e di essere in attesa del suo primo figlio, che non riuscirà a vedere crescere. Posto di fronte allo choc della malattia Bob fa una scelta, tenta delle azioni, si entusiasma, si abbatte, corre, si ferma, sbaglia, capisce, perde, trova. Messa in relazione ad una nascita, la malattia si tinge di colori inaspettati, si fa viaggio nella scoperta, vive, in modo inopinato, una forma di quella vita che le sarà negata. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it
16 GIOVEDÌ Enogastronomia CHEF A TEATRO: QUANDO IL CIBO SI FA SOLIDALE Mezzolombardo. Ore 20. Teatro San Pietro. Show cooking. Lo Chef
trentinoappuntamenti Alfredo Chiocchetti assieme ai ragazzi di The Staff, prepareranno dal vivo, davanti al pubblico, raffinati piatti che verranno subito assaggiati dagli ospiti comodamente seduti ai loro tavoli. Biglietto unico: cena + spettacolo 28 €. Per info e prenotazioni: Tel 348.2875130; info@associazioneatti.it. Teatro QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Happening teatrale scritto da Pirandello durante il suo esilio volontario a Berlino, è la terza commedia della trilogia del “teatro nel teatro”. Un capolavoro di caos organizzato, un testo spiazzante, moderno e antico allo stesso tempo. C’è un regista megalomane che tenta di mettere in scena uno spettacolo costringendo i suoi attori a improvvisare la parte sulla base di pochi elementi tratti da un breve racconto di torbida gelosia siciliana. Lo spettacolo procede attraverso una prepotente interazione tra suoni, luci, colori e passioni elementari, dove alla fine trionfa la magia del teatro. Spettacolo per la regia di Marco Bernardi con Patrizia Milani e Carlo Simoni, e con Corrado d’Elia, Giampiero Rappa, Irene Villa. Produzione Teatro Stabile di Bolzano. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro POKER Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. La prima commedia di Patrick Marber, ex cabarettista, autore del più recente “Closer”,uno dei must della nuova drammaturgia inglese una creazione perfetta, leggera, crudele e molto, molto divertente.Lo spettacolo con sei attori è composto da due tempi per una durata complessiva di due ore circa. Info: Teatro Comunale di Pergine Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.
17 VENERDÌ Danza AUPRÈS DE MON ARBRE Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis. Mutuando il titolo dalla canzone di George Brassens Auprès de mon arbre, lo spettacolo unisce le arti del circo e della danza-scalata. E’ un incontro sulla cima di un albero, un dialogo di corpi che si toccano, si sfiorano, si pongono in armoniosa relazione. Tre performer arrampicano, rimangono sospesi, scivolano e giocano. E l’albero, di metallo e di legno, svela i suoi segreti e la sua storia, con il passare delle stagioni. Info: www.centrosantachiara.it. Musica TRIO ALTUS Trento. Ore 20.45. Società Filarmonica. Klaidi Sahatçi, violino; Sandro Laffranchini, violoncello; Andrea Rebaudengo, pianoforte
su musiche di L. van Beethoven: Trio in Mi bem. magg. op. 70 n. 2; A. Casella: Sonata a tre op. 62; R. Schumann: Trio n.2 in Fa magg. op. 80; L. Bernstein: Trio. Info: www. filarmonica-trento.it. Teatro NUOVO EDEN Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di e con Jessica Leonello con la Compagnia “Chronos 3”. Nell’ambito di “La bella stagione 2017-2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Luigi Pirandello per la regia di Marco Bernardi con Patrizia Milani e Carlo Simoni, e con Corrado d’Elia, Giampiero Rappa, Irene Villa. Produzione Teatro Stabile di Bolzano. Info: www.centrosantachiara.it.
18 SABATO Benessere NOTE D’AUTUNNO Pozza di Fassa. Dalle ore 18.30 alle 20.30. QC Terme Dolomiti. Gli ospiti potranno rilassarsi e godere di un momento speciale: verranno offerte caldarroste in giardino, accompagnate da degustazioni di cioccolata ed infusi di benessere dell’Azienda Agricola Fiores, a base di erbe piante officinali biologiche ad alta quota. il tutto reso ancora più magico da musica dal vivo. Info: QC Terme Dolomiti - Tel. 0462.091117; info@qctermedolomiti.it; www.qctermedolomiti.it. Musica IN-CANTIAMO LA VALLE Giovo. Ore 20.30. Teatro di Verla. XVII edizione della rassegna canora dei cori della Valle di Cembra. Ingresso libero. Info: corocastion@ libero.it. Teatro LA MIA ILIADE Scurelle. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con Andrea Castelli. “La mia Iliade: un sogno-progetto tenuto nel cassetto per anni: raccontare l’Iliade. Molto prima di Baricco e dopo un grande professore che alle medie, negli anni sessanta, fece innamorare di Omero il timido Castelli: l’amato-temuto prof. Antonio Clauser”. Musica THE ENGLISH GARDEN / FRANCESCA ASTE Trento. Ore 17.30. Sala SOSAT, Via Malpaga 17. Concerto con Francesca Aste al pianoforte su musiche di Britten, Cardew, Skempton. Info: www.arsmodi.it/katharsis-2017.
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trentinoappuntamenti Musica IL PIANTO D’ORFEO: UN RITRATTO DI ORFEO NELL’OPERA DI MONTEVERDI E CONTEMPORANEI Trento. Ore 21. Castello del Buonconsiglio. Ensemble Scherzi Musicali, direttore Nicolas Achten. Nell’ambito della 31ª edizione Trento Musicantica. Posti limitati. Info: www.buonconsiglio.it. Teatro NUDA E PER POCHI SOLDI Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Nell’ambito della Rassegna teatrale Tam Tam. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL PRINCIPE REMENGO Villa Lagarina. Ore 21. Teatro “Carlo Baldessari”. Ovvero sia “Al temp dele cicogne... storie de amori e de rogne” di Graziano Ferrari con il Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Nell’ambito della 21ª edizione di Palcoscenico Trentino, fase il Concorso - Premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO VE CAPISSO PÙ Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica di Telve. Nell’ambito della 11ª rassegna di Teatro Amatoriale “Palcoscenico Telvato”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della 9ª rassegna di teatro amatoriale “Autunno a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA FAMIGLIA DELL’ANTIQUARIO Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della 30ª rassegna di teatro amatoriale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con la Compagnia Teatrale “S. Siro” di Lasino. Nell’ambito della Rassegna Teatrale a Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro COSSÌ NO’L VAL Arco. Ore 21. Auditorium “Giovanni Paolo II”. Spettacolo di Luciano Lunghi con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Nell’ambito della rassegna teatrale “Su e zo dal palco”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Marco di Rovereto. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MEIO MIGA CHE MASSA Pomarolo. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Fabio Valle con il Gruppo Teatrale “La Zinzola” di Folgaria. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL PRINCIPE REMENGO Villalagarina. Ore 20.30. Teatro. Ovvero sia “Al temp dele cicogne... storie de amori e de rogne” di Graziano Ferrari con il Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Luigi Pirandello per la regia di Marco Bernardi con Patrizia Milani e Carlo Simoni, e con Corrado d’Elia, Giampiero Rappa, Irene Villa. Produzione Teatro Stabile di Bolzano. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro BECCO DI RAME Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Adattamento drammaturgico Ira Rubini con Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco. È la storia di un’oca che ha perso il suo becco lottando contro la volpe per difendere il pollaio. Il veterinario del paese è riuscito a salvarla dopo un lungo intervento e ha ricostruito il suo becco con una protesi di rame. Il dottore ha poi deciso di raccontare ai bambini questa storia a lieto fine, che dimostra come possa essere straordinaria ed emozionante la vita, quella vera, che a volte ci mette davanti a prove difficili, che possono però renderci ancora più forti e anche migliori di prima. Lo spettacolo tratta temi importanti come quelli della diversità, della disabilità e dell’importanza di essere accolti,
accettati e desiderati nonostante una fisicità o un’abilità diverse rispetto a quelle ritenute “normali”. Età consigliata: dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it.
19 DOMENICA Musica CHORO DE RUA Rovereto. Ore 19.30. Circolo Operaio Santa Maria, Via Santa Maria 18. Barbara Piperno, flauto; Marco Ruviaro, chitarra e mandolino. Ingresso libero. Info: www.trentinojazz.com. Per i più piccoli L’ARMANDONE DELLA PIMPA Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Tratto dalle strisce di Altan, l’Armandone della Pimpa è un’occasione insolita per scoprire il personaggio di Armando e ripercorrere le tappe della storia di Pimpa, che a quarant’anni dalla prima pubblicazione sul Corriere dei Piccoli continua a divertire ed emozionare. Età consigliata: dai 3 anni. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro VA, VA VA, VAN BEETHOVEN Civezzano. Ore 16. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della XI Rassegna teatrale per ragazzi “Il Grillo Parlante” spettacolo della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus di Torino. Ingresso: adulti € 5,00, ragazzi fino a 12 anni € 3,00. Abbonamento per 4 spettacoli: adulti € 16,00, ragazzi fino a 12 anni € 10,00. Info: filocivezzano@ gmail.com, www.filocivezzano.it. Teatro VA, VA, VA, VAN BEETHOVEN Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di e con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus di Torino. Nell’ambito della Rassegna “Il Grillo Parlante”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo di Luigi Pirandello per la regia di Marco Bernardi con Patrizia Milani e Carlo Simoni, e con Corrado d’Elia, Giampiero Rappa, Irene Villa. Produzione Teatro Stabile di Bolzano. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro BECCO DI RAME Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Adattamento drammaturgico Ira Rubini con Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco. È la storia di un’oca che ha perso il suo becco lottando contro la volpe per difendere il pollaio. Il veterinario del paese è riuscito a salvarla dopo un lungo intervento e ha ricostruito il suo becco con una protesi di rame. Il dottore ha poi deciso di raccontare ai bambini questa
storia a lieto fine, che dimostra come possa essere straordinaria ed emozionante la vita, quella vera, che a volte ci mette davanti a prove difficili, che possono però renderci ancora più forti e anche migliori di prima. Lo spettacolo tratta temi importanti come quelli della diversità, della disabilità e dell’importanza di essere accolti, accettati e desiderati nonostante una fisicità o un’abilità diverse rispetto a quelle ritenute “normali”. Età consigliata: dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it.
21 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Dalle 17.00 alle 19.00. Sala conferenze - Fondazione Caritro via Calepina 1. “Psicosi”: incontri a tema inseriti all’interno del progetto FARe- formarsi assieme responsabilmente. Info: www.fareassieme.it; Tel. 0461.902884; progettofaressmtn@apss.tn.it
22 MERCOLEDÌ Enogastronomia CHEF A TEATRO: QUANDO IL CIBO SI FA SOLIDALE Pergolese di Lasino. Ore 20. Teatro Parrocchiale. Show cooking. Lo Chef Federico Parolari dell’Osteria a Le Due Spade, assieme ai ragazzi di The Staff, prepareranno dal vivo, davanti al pubblico, raffinati piatti che verranno subito assaggiati dagli ospiti comodamente seduti ai loro tavoli. Biglietto unico: cena + spettacolo 28 €. Per info e prenotazioni: Tel 348.2875130; info@associazioneatti.it. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Concerto con Clemens Schuldt, direttore; Evgheni Bozhanov, pianoforte su musiche di Kaija Saariaho: Nymphéa reflection, per orchestra d’archi; W.A. Mozart: Sinfonia n. 33 in si bemolle maggiore, K 319; L. van Beethoven: Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore, op. 73 “Imperatore”. Info: www. haydn.it. Teatro PUEBLO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Ascanio Celestini, istrionico “narratore teatrale”, torna a mettersi alla finestra e ad immaginare le storie delle persone, senza conoscerle. Storie che la gente comune vive nei bar, oppure sui marciapiedi o in fabbrica. È la periferia, intesa come margine del mondo. Qui vive Violetta, giovane cassiera in un supermercato, che per uscire dalla monotonia del quotidiano immagina di essere una regina e crea un “reame” immaginario dove incontra persone che raccontano le loro storie. Info: www.centrosantachiara.it.
trentinoappuntamenti 23 GIOVEDÌ Musica OXALYS Trento. Ore 20.45. Società Filarmonica. C. Nielsen: Serenata in vano per archi e fiati; J. Françaix: À huit, per archi e fiati; F. Schubert: Ottetto, per archi e fiati. Info: www.filarmonica-trento.it. Musica PFM Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. L’unico concerto in regione della Premiata Forneria Marconi che il 27 ottobre ha pubblicato il suo nuovo album “Emotional Tattoos”. Un disco anticipato dal singolo “Quartiere latino”. Teatro WILLIAM BASINSKI Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis. In origine clarinettista di scuola accademica, l’artista statunitense crea paesaggi sonori traendo ispirazione dal minimalismo di Steve Reich, dall’ambient music di Brian Eno e dai principi della musique concrète (ad esempio con la manipolazione di nastri magnetici, impiegata per realizzare la quadrilogia “Disintegration Loops”: apice della sua carriera). Così facendo, ha definito un codice comunicativo al tempo stesso sperimentale ed emotivamente coinvolgente: lo conferma la suite “For David Robert Jones”, concepita in memoria di Bowie, che abbinata alla composizione omonima dà forma sia al disco “A Shadow in Time” sia all’esibizione dal vivo. Info: www. centrosantachiara.it.
24 VENERDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trambileno - Fraz. Moscheri. Ore 20.30. Auditorium comunale. L’associazione Steval in collaborazione con il comune di Trambileno presenta il libro “Echi nel silenzio” di Andrea Contrini. Un meraviglioso libro alla scoperta del tratto di fronte italiano-austriaco durante la Grande Guerra, dal Garda al Pasubio, raccontato con quasi duecento fotografie a colori suddivise in capitoli in ordine geografico e con relative didascalie e testi del ricercatore storico Fernando Larcher. Teatro POLVERE Rovereto . Ore 20.45. Teatro Zandonai. Dialogo tra uomo e donna nell’ambito del progetto Tutto comincia con un grido. Non lasciamolo cadere nel silenzio di Saverio La Ruina con Saverio La Ruina e Cecilia Foti. Le botte sono la parte più fisica del rapporto violento di coppia; l’uccisione della donna la parte conclusiva. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spe-
gne il sorriso e la capacità di sognare. Info: Tel. 0464.452255; www. comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.
25 SABATO Benessere NOTE D’AUTUNNO Pozza di Fassa. Dalle ore 18.30 alle 20.30. QC Terme Dolomiti. Gli ospiti potranno rilassarsi e godere di un momento speciale: verranno offerte caldarroste in giardino, accompagnate da degustazioni di cioccolata ed infusi di benessere dell’Azienda Agricola Fiores, a base di erbe piante officinali biologiche ad alta quota. il tutto reso ancora più magico da musica dal vivo. Info: QC Terme Dolomiti - Tel. 0462.091117; info@qctermedolomiti.it; www.qctermedolomiti.it. Folklore SFILATA DELLA CORTE ASBURGICA Levico Terme. Ore 14. Parco secolare degli Asburgo. Sfilata della Corte Asburgica e ballo di innaugurazione del Mercatino per tornare indietro nel tempo e ammirare la famiglia asburgica nella splendida cornice del parco. Info: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com - Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Musica HIGH VOLTAGE SYMPHONY II Albiano. Palazzetto dello Sport. Dopo il successo della prima edizione del 2014 ritorna in due serate il grande progetto realizzato dall’Ass. High Voltage con il Coro San Biagio di Albiano e il Coro della Messa Rock. Sul palco saliranno circa 110 artisti selezionati tra musicisti e coristi che interpreteranno brani scelti tra i migliori del rock internazionale. Il tutto in una scenografia con effetti luce e pirotecnici speciali e con il mixaggio di ingegneri del suono specializzati. Ingresso: € 17,00. Info: 347.9758327, highvoltagealbiano@ gmail.com. Musica CONCERTO JAZZ / DUO ZAMUNER Trento. Ore 17.30. Sala SOSAT, Via Malpaga 17. Concerto con Emilia Zamuner, voce e Paolo Zamuner, pianoforte su musiche di Gershwin, Ellington, Baker, Charles. Intero € 6 - Ridotto € 4 (per i soci Ars Modi) - Gratuito per i minorenni. Info: www.arsmodi.it/katharsis-2017. Musica CORI DI MONTAGNA Levico Terme. Dalle ore 17. I cori del Trentino (Incanto sotto la neve) si esibiranno lungo le vie del centro storico di Levico. Per maggiori informazioni: APT Valsugana - ufficio di Levico Terme Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it .
Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della 25ª Rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di e con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Nell’ambito della Rassegna “Bruno Palaoro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROMEO E GIULIETTA L’AMORE È SALTIMBANCO Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Marco Zoppello con “StivalaccioTeatro” di Scorzè (VE). Nell’ambito della 13ª edizione di “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MEGLIO SOLE CHE MALE ACCOMPAGNATE Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Nell’ambito della 10ª rassegna teatrale “Foie e Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL ROMPIBALLE Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Francis Veber (trad. Filippo Ottoni) con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Nell’ambito della 21ª edizione di Palcoscenico Trentino, fase il Concorso - Premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MIA ILIADE Trambileno. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con Andrea Castelli. “La mia Iliade: un sogno-progetto tenuto nel cassetto per anni: raccontare l’Iliade. Molto prima di Baricco e dopo un grande professore che alle medie, negli anni sessanta, fece innamorare di Omero il timido Castelli: l’amato-temuto prof. Antonio Clauser”. Teatro PITOST CHE EN FUNERAL Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Elio Fox con la Compagnia “Filogarmar” di Cognola. Nell’ambito della 11ª rassegna di Teatro Amatoriale “Palcoscenico Telvato”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro QUEL CHE NO SE FARIA PER L’EREDITÀ Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Edoardo Scarpetta - adattam. dialettale di Riccardo Gottardi con la Filodrammatica “Nuova Ribalta” di Segonzano. Nell’ambito della 27ª rassegna teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BERTOLDO Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della 9ª rassegna di teatro amatoriale “Autunno a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Nell’ambito della 30ª rassegna di teatro amatoriale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BARUFE IN FAMEGIA Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Nell’ambito della 30ª edizione de “L’alegra ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VAGO... MA TORNO! Arco. Ore 21. Auditorium “Giovanni Paolo II”. Spettacolo da “I tre testamenti” di Giuseppina Cattaneo - trad. e adattam. dialettale di Giusy Zanvettor con la Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Nell’ambito della rassegna teatrale “Su e zo dal palco”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE ALEGRE COMARI DE... Avio. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare - trad. e adattam. di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito del 12° Memorial Alberto Salvetti. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE E... IL MONSIGNORE Ziano di Fiemme. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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trentinoappuntamenti Teatro LA FAMIGLIA DELL’ANTIQUARIO Folgaria. Ore 20.30. Teatro “Paradiso”. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA REGINA DELLE NEVI PICCOLA OPERINA ROCK Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo con Giuseppe Ciciriello, Deianira Dragone, Piero Santoro, da un’idea di Enrico Messinaregia Enrico Messina. La Regina delle Nevi è forse la più bella fiaba di Hans Christian Andersen; certo la più complessa e sfaccettata. Racconta di un’amicizia, tenerissima, tra due bambini: Gerda e Kay. E di come la piccola Gerda, resasi conto della “perdita” del suo caro e amato compagno di giochi, sia pronta a mettersi in cammino per cercarlo. La “crisi” provocata dalla scomparsa dell’amico diventa per lei l’occasione di abbandonare il mondo protetto dell’infanzia per avventurarsi in quello incerto e conflittuale dell’adolescenza. Un viaggio fantastico in cui la bambina sarà capace di superare ogni ostacolo, inoltrandosi in situazioni imprevedibili e impreviste, incontrando figure straordinarie. Un percorso interiore di crescita e costruzione della propria identità. Età consigliata: dai 6 anni. Info: www.centrosantachiara.it.
26 DOMENICA Enogastronomia FESTA DELLA POLENTA Levico Terme. Ore 15. Parco Asburgico delle Terme. Festa della polenta con degustazione del nostro piatto più tipico cucinato da esperti “polentari” armati del tipico paiolo di rame. Per ulteriori informazioni: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@ levicotermeincontra.com - Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Famiglia STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Uno spettacolo che ha riscosso e continua a riscuotere grande successo: una fiaba un po’ noir che cattura non solo l’attenzione dei bambini per la semplicità del linguaggio usato ma colpisce anche l’emotività, grazie alle riflessioni che ne scaturiscono.Lo spettacolo - con due attori e un musicista - è muto. Durata: 55 minuti circa. Età consigliata: dai 5 anni e per un pubblico di famiglie. Info: Teatro Comunale di Pergine Tel. 0461.511332; info@ teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.
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Musica HIGH VOLTAGE SYMPHONY II Albiano. Palazzetto dello Sport. Dopo il successo della prima edizione del 2014 ritorna in due serate il grande progetto realizzato dall’Ass. High Voltage con il Coro San Biagio di Albiano e il Coro della Messa Rock. Sul palco saliranno circa 110 artisti selezionati tra musicisti e coristi che interpreteranno brani scelti tra i migliori del rock internazionale. Il tutto in una scenografia con effetti luce e pirotecnici speciali e con il mixaggio di ingegneri del suono specializzati. Ingresso: € 17,00. Info: 347.9758327, highvoltagealbiano@ gmail.com. Musica THREE BRANCHES Rovereto. Ore 19.30. Circolo Operaio Santa Maria, Via Santa Maria 18. Achille Succi, clarinetto basso; Francesco Saiu, chitarra elettrica; Giacomo Papetti, contrabbasso. Ingresso libero. Info: www.trentinojazz.com. Teatro LA REGINA DELLE NEVI PICCOLA OPERINA ROCK Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo con Giuseppe Ciciriello, Deianira Dragone, Piero Santoro, da un’idea di Enrico Messinaregia Enrico Messina. La Regina delle Nevi è forse la più bella fiaba di Hans Christian Andersen; certo la più complessa e sfaccettata. Racconta di un’amicizia, tenerissima, tra due bambini: Gerda e Kay. E di come la piccola Gerda, resasi conto della “perdita” del suo caro e amato compagno di giochi, sia pronta a mettersi in cammino per cercarlo. La “crisi” provocata dalla scomparsa dell’amico diventa per lei l’occasione di abbandonare il mondo protetto dell’infanzia per avventurarsi in quello incerto e conflittuale dell’adolescenza. Un viaggio fantastico in cui la bambina sarà capace di superare ogni ostacolo, inoltrandosi in situazioni imprevedibili e impreviste, incontrando figure straordinarie. Un percorso interiore di crescita e costruzione della propria identità. Età consigliata: dai 6 anni. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro BON DÌ BON AN, DAME NA BONA MAN Grumes. Ore 16. Teatro “Le Fontanelle”.Spettacolo tratto da “Buon anno porco mondo!” di Corrado Vallerotti con “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della 12ª Rassegna Teatrale a Grumes 2017/2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
27 LUNEDÌ Musica THUNDERCAT Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Assieme a Flying Lotus, non a caso suo strettissimo amico e collaboratore, uno dei musicisti-chiave per capire dove sta andando la musica black contemporanea. Nonché, con la sua band, un performer dal vivo trascinante e fiammeggiante. Nell’ambito di Jazz’About. Info: Intero € 24, Ridotto € 18; www. centrosantachiara.it; numero verde 800.013952 .
28 MARTEDÌ Laboratorio MA COSA FA MIO FIGLIO NELLA RETE? USO E ABUSO DEL WEB Trento. Ore 20.30. Presso Ass. A.M.A. Punto Famiglie via Taramelli 17. Laboratori gratuiti a numero chiuso - max 20 partecipanti per ogni laboratorio. “Ma cosa fa mio figlio nella rete? Uso e abuso del web”. Formazione e confronto in gruppo per genitori di adolescenti. Con Giulia Tomasi e Matteo Kettmaier, psicologi. Info: www.automutuoaiuto.it Danza AETERNUM LOS VIVANCOS Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Sette fratelli uniti dalla passione per il flamenco, ma anche per le arti marziali, il tip tap e la magia circense. Elías, Judah, Josua, Cristo, Israel, Aarón e Josué compongono Los Vivancos, l’ensemble trascinatore di folle, successo planetario dal 2007. E se 7 Hermanos, il loro primo spettacolo, è stato prodotto e coreografato in famiglia, per la loro seconda avventura creativa, Aeternum, si sono avvalsi della collaborazione artistica di Daniele Finzi Pasca, creatore per il Cirque du Soleil, di Julie Hamelin, co-fondatrice di Cirque Eloize e del celebre compositore Fernando Velazquez... Info: www. centrosantachiara.it.
29 MERCOLEDÌ Teatro JA Rovereto. Ore 18. Auditorium Melotti. Installazione performativa ispirata da Josef Albers, l’artista tedesco che ha avuto un ruolo di primo piano nel trasmettere i principi del design moderno del Bauhaus negli Stati Uniti. Il pubblico sarà posto a confronto con uno spazio senza attori attraverso tredici esperimenti visivi e sonori. Info: www.centrosantachiara.it.
Teatro LA VEDOVA ALLEGRA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Victor Léon e Leo Stein su musiche di Franz Lehàr, adattamento e regia di Corrado Abbati. La Vedova Allegra è un capolavoro di genuina ispirazione dove i protagonisti sono coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in una operetta, al termine si ricompone nel migliore dei modi con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e l’aitante diplomatico Danilo. Info: Tel. 0464.452255; www. comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.
30 GIOVEDÌ Danza IL CORPO SUSSURRANDO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Compagnia storica del nostro panorama, il BTT Balletto Teatro di Torino, vanta oltre trentacinque anni di attività e un repertorio variegato con titoli proposti sia da autori emergenti coltivati in seno all’ensemble, sia da nome illustri della scena contemporanea. Uno spaccato viene riprodotto con il trittico Il corpo sussurrando che include brani della coreografa newyorkese, di origini mongole, Yin Yue, dell’israeliano Itzik Galili con il suo blockbuster ‘al femminile’ Chameleon e un lavoro nato dall’esigenza creativa dei danzatori del BTT su musiche elettroniche intervallate dall’arpa live di Federica Maglian. Info: www.centrosantachiara.it. Musica CORY HENRY & THE FUNK APOSTLES E GOLDIE DJ SET Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada. Cory Henry è uno dei satelliti in libera uscita da quella meravigliosa, esplosiva galassia di jazz-ma-non-solo che sono gli Snarky Puppy. Nella sua sortita da solista si fa accompagnare da The Apostles, un gruppo di strumentisti di altissimo livello preparati alla perfezione sugli alfabeti jazz e funk. Il risultato colpisce al cuore e alla pancia, rendendo l’ascolto un’esperienza di totale gioia e coinvolgimento. Per la seconda parte della serata, quando le ora si fanno piccole, si entra nel mondo della leggenda Goldie: l’uomo che ha rivoluzionato la drum’n’bass e la musica elettronica, facendo incrociare i ritmi urbani più taglienti e le frequenze basse più profonde e minacciose su una trama dove aleggiano spesso e volentieri più o meno in filigrana inquietanti dilatazioni jazz, ambient e di blues “spaziale”. Info: numero verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.
trentinoappuntamenti Teatro JA Rovereto. Ore 18. Auditorium Melotti. Installazione performativa ispirata da Josef Albers, l’artista tedesco che ha avuto un ruolo di primo piano nel trasmettere i principi del design moderno del Bauhaus negli Stati Uniti. Il pubblico sarà posto a confronto con uno spazio senza attori attraverso tredici esperimenti visivi e sonori. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro LA VEDOVA ALLEGRA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Victor Léon e Leo Stein su musiche di Franz Lehàr, adattamento e regia di Corrado Abbati. La Vedova Allegra è un capolavoro di genuina ispirazione dove i protagonisti sono coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in una operetta, al termine si ricompone nel migliore dei modi con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e l’aitante diplomatico Danilo. Info: Tel. 0464.452255; www. comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it. Teatro CITTÀ INFERNO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Danza e recitazione per un racconto senza tempo ispirato alla vita del carcere femminile. Con: Rachele Canella, Melania Genna, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti, Demi Licata, Elisabetta Mazzullo, Daniela Vitale. Info: Teatro Comunale di Pergine Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.
GLI APPUNTAMENTI DI DICEMBRE 1 VENERDÌ Teatro JA Rovereto. Ore 18. Auditorium Melotti. Installazione performativa ispirata da Josef Albers, l’artista tedesco che ha avuto un ruolo di primo piano nel trasmettere i principi del design moderno del Bauhaus negli Stati Uniti. Il pubblico sarà posto a confronto con uno spazio senza attori attraverso tredici esperimenti visivi e sonori. Info: www.centrosantachiara.it.
2 SABATO Danza IL LAGO DEI CIGNI, BALLETTO DI SAN PIETROBURGO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Il lago dei cigni, oggi forse il balletto più famoso del mondo, continua a mantenere intatto tutto il suo fascino per l´atmosfera lunare
che accompagna l´apparizione di Odette, per il doppio ruolo di Odette-Odile, cigno bianco e cigno nero, per l´eterna lotta fra il Bene e il Male. Un fiore all’occhiello per il Balletto di San Pietroburgo con le favolose e incantate musiche di P.I. TCajkovskij e su coreografie di Marius Petipa. Info: www.centrosantachiara.it. Musica FIATO AL NOVECENTO! / QUINTETTO OROBIE & PATRIZIA SALVINI Trento. Ore 17.30. Sala SOSAT, Via Malpaga 17. Concerto con: Patrizia Salvini, pianoforte; Valentina Noris, flauto; Davide Bresciani, oboe; Santo Manenti, clarinetto; Alessandro Valoti, corno; Martina Lando, fagotto su musiche di Ligeti, Poulenc, Rota. Intero € 6 Ridotto € 4 (per i soci Ars Modi) - Gratuito per i minorenni. Info: www.arsmodi.it/katharsis-2017. Teatro JA Rovereto. Ore 18. Auditorium Melotti. Installazione performativa ispirata da Josef Albers, l’artista tedesco che ha avuto un ruolo di primo piano nel trasmettere i principi del design moderno del Bauhaus negli Stati Uniti. Il pubblico sarà posto a confronto con uno spazio senza attori attraverso tredici esperimenti visivi e sonori. Info: www.centrosantachiara.it.
3 DOMENICA Musica STOPPING TRIO Rovereto. Ore 19.30. Circolo Operaio Santa Maria, Via Santa Maria 18. Andrea Burani, batteria; Giacomo Marzi, contrabbasso; Giulio Stermieri, piano Rhodes. Ingresso libero. Info: www. trentinojazz.com. Musica ROMANIA MIA Pergine Valsugana. Teatro Comunale, Piazza Garibaldi 5/g. Ore 16.00 inaugurazione mostra, ore 17.00 concerto musica klezmer, balcanica e romena. Ingresso: € 12 intero, € 10,50 ridotto, € 9 ridotto Amici del teatro. Info: www. teatrodipergine.it. Teatro JA Rovereto. Ore 18. Auditorium Melotti. Installazione performativa ispirata da Josef Albers, l’artista tedesco che ha avuto un ruolo di primo piano nel trasmettere i principi del design moderno del Bauhaus negli Stati Uniti. Il pubblico sarà posto a confronto con uno spazio senza attori attraverso tredici esperimenti visivi e sonori. Info: www.centrosantachiara.it.
5 MARTEDÌ Teatro L’ORA DI RICEVIMENTO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Stefano Massini con Fabrizio Bentivoglio, regia Michele Placido. Il professor Ardeche è un insegnante di materie letterarie. Un disilluso, un cinico, uno spietato osservatore e un lucidissimo polemista. Fra le sue passioni svettano Rabelais e il Candide di Voltaire. Peccato che la sua classe si trovi nel cuore dell’esplosiva banlieue di Les Izards, ai margini dell’area metropolitana di Tolosa: un luogo in cui la scuola, al di là di Rabelais e di Voltaire, è una trincea contro ogni forma di degrado. Info: Tel. 0464.452255; www. comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.
6 MERCOLEDÌ Teatro L’ORA DI RICEVIMENTO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Stefano Massini con Fabrizio Bentivoglio, regia Michele Placido. Il professor Ardeche è un insegnante di materie letterarie. Un disilluso, un cinico, uno spietato osservatore e un lucidissimo polemista. Fra le sue passioni svettano Rabelais e il Candide di Voltaire. Peccato che la sua classe si trovi nel cuore dell’esplosiva banlieue di Les Izards, ai margini dell’area metropolitana di Tolosa: un luogo in cui la scuola, al di là di Rabelais e di Voltaire, è una trincea contro ogni forma di degrado. Info: Tel. 0464.452255; www. comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.
7 GIOVEDÌ Teatro DUE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Il racconto delle mille paure di una coppia in procinto di sposarsi, affidato a due attori di grande successo, soprattutto sul grande schermo e in televisione. Lui è Marco, interpretato da Raoul Bova che ritorna su un palco dopo quasi vent’anni, e lei è Paola, un’esplosiva Chiara Francini. Spettacolo di irresistibile comicità, è il botta e risposta di una coppia di oggi che prova a riflettere con coinvolgente autoironia sulla vita in comune. In una stanza vuota, dove Marco è alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, i due giovani evocano facce e personaggi del loro futuro e del loro passato. Info: www.centrosantachiara.it.
8 VENERDÌ Teatro DUE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Il racconto delle mille paure di una coppia in procinto di sposarsi, affidato a due attori di grande successo, soprattutto sul grande schermo e in televisione. Lui è Marco, interpretato da Raoul Bova che ritorna su un palco dopo quasi vent’anni, e lei è Paola, un’esplosiva Chiara Francini. Spettacolo di irresistibile comicità, è il botta e risposta di una coppia di oggi che prova a riflettere con coinvolgente autoironia sulla vita in comune. In una stanza vuota, dove Marco è alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, i due giovani evocano facce e personaggi del loro futuro e del loro passato. Info: www.centrosantachiara.it.
9 SABATO Teatro DUE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Il racconto delle mille paure di una coppia in procinto di sposarsi, affidato a due attori di grande successo, soprattutto sul grande schermo e in televisione. Lui è Marco, interpretato da Raoul Bova che ritorna su un palco dopo quasi vent’anni, e lei è Paola, un’esplosiva Chiara Francini. Spettacolo di irresistibile comicità, è il botta e risposta di una coppia di oggi che prova a riflettere con coinvolgente autoironia sulla vita in comune. In una stanza vuota, dove Marco è alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, i due giovani evocano facce e personaggi del loro futuro e del loro passato. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro UNA STORIA SOTTOSOPRA Trento. Ore 16. Teatro Sanbàpolis. Spettacolo di Andrea Buzzetti, Enrico Montalbani, Carlotta Zinicon Andrea Buzzetti, Carlotta Zini. Due personaggi surreali abitano su piani diversi, si muovono su lati opposti e osservano le cose da due diversi punti di vista. Ognuno vive la propria vita abitudinaria con le proprie certezze, le proprie paure, con il timore e la curiosità di incontrare gli altri. Poi, un bel giorno, l’incontro. Complice un gatto rossiccio che “abita” entrambi i piani e li mette, loro malgrado, in una indiretta comunicazione, gli spazi si capovolgono e i punti di vista si incrociano in uno spazio rovesciato, nuovo, condiviso, in cui parole raccontate con gli occhi e parole disegnate su fogli di carta bianca diventano storia. Un spettacolo in continua trasformazione visiva, dove gli oggetti e gli spazi cambiano aspetto a seconda degli occhi di chi guarda. Età consigliata: dai 2 anni. Info: www. centrosantachiara.it.
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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE LE NOZZE DI ARIANNA CON FABIO
IL MATRIMONIO DEL MESE Lei Nome: Arianna Età: 30 Nata: Trento Residente: S. Lorenzo Dorsino Vestito: Pronovias Scarpe: Pronovias Parrucchiere: Hollywood H&B - Sclemo Truccatore: Hollywood H&B - Sclemo Occupazione: Estetista
Lui Nome: Età: Nato: Residente: Vestito: Scarpe: Barbiere: Occupazione:
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Fabio 31 Tione di Trento S. Lorenzo Dorsino Baratto - Lavis Baratto - Lavis Hollywood H&B - Sclemo Operatore edile
trentinomatrimoni Matrimonio: Data e Luogo: Invitati: Ricevimento: Fiori e Bouquet: Anelli: Bomboniere: Viaggio di nozze: Durata: Vivranno a:
Religioso 3 giugno 2017, Dorsino 130 Villa di Campo - Campo Lomaso Fioreria Belliboni - Ponte Arche Oreficeria Cattoni - Ponte Arche Fedrizzi - Ponte Arche America, Caraibi 14 giorni S. Lorenzo Dorsino
Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it
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LA QUINDICESIMA CASTAGNATA ALLA BUSA “A ZIMBAR HORN”, IL CORNO DELLE ALPI TRA GLI APPROFONDIMENTI DELLE TRASMISSIONI DI RAI REGIONE
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a Rubrica Provinciale “VivinTrentino” in onda domenica 5 novembre ore 9.15 su RAI3 prevede, in apertura, “Sentieri Cimbri”, filmato dedicato ai quattro sentieri tematici sull’Alpe Cimbra di Luserna. Di lunghezza compresa tra i 2 e i 10 chilometri, in autunno si colorano di spettacolari tonalità calde e accese. A seguire: “Alto Garda”, narra di come il lago più grande d’Italia, sin dall’antichità meta di visitatori in cerca di sole, offra al turista nelle stagioni più impensate, un ristoro fatto di profumi, colori e paesaggi d’estate prolungata, grazie anche ad uno straordinario clima sub mediterraneo. Domenica 12 novembre, invece, si comincia con “Meccatronica: Il Futuro nasce a Rovereto”. A seguire “Festa della castagna”. Sempre il 12 novembre, ma alle 9.45 (e in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30, “Tapis Roulant”) “Girar per boschi: il giallo dei larici sopravissuti oltre cinque secoli”: l’autunno offre uno spettacolo unico: i larici cambiano colore assumendo una tinta giallo oro per alcuni giorni. Per “A zimbar horn” si parlerà dell’Alpenhorn o, in italiano, corno delle alpi, come si deduce dal suo nome ha una diffusione nelle alte terre, principalmente di lingua tedesca. “VivinTrentino” del 19 novembre ci porta ad “Arte Sella, gioiello d’autunno”. Domenica 26 novembre, spazio a 122
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u nel 1537, due anni prima della sua morte, che il più famoso principe vescovo di Trento, Bernardo Clesio, riuscì ad ingabbiare il torrente Fersina, costruendo due chiuse a Ponte alto e una più in basso a Ponte Cornicchio, alle porte della città. Con l’occasione derivò dal torrente la Roggia Grande che forniva forza idrica ai laboratori artigianali delle città. Là dove il Fersina fu deviato sorse il piccolo rione della Busa, il primo rione industriale di Trento. Lo scorso anno la Castagnata non si poté tenere e sembrava che la sua storia fosse conclusa. Ma per l’impegno dei suoi organizzatori, guidati da Maria Rosa Maistri, già presidente della Circoscrizione San Giuseppe – Santa Chiara e della prof. Giovanna Mora, presidente degli ”Amici delle Cave”, la Castagnata ha potuto riprendere il suo cammino quindicinale, appuntamento alla fine di ottobre, con distribuzione di castagne arrosto, vin brulè e bibite. Inoltre con tutta una serie di attrazioni culturali e ricreative: poesia dialettale, musica, visita guidata, giochi per bambini, scambio di libri usati. C’è stato l’apprezzato concerto multietnico con il gruppo “Incontri musicali” e l’attesa recita dei più noti poeti dialettali trentini, Antonia Dalpiaz, Renzo Francescotti, Luisa Gretter Adamoli, Lilia Slomp Ferrari e Corrado Zanol. Infine, la visita guidata condotta dal professor Renzo Francescotti, storico del rione nei suoi libri “Gente di quartiere” e “I rioni di Trento”, che ha, fra l’altro, mostrato la cascata di Ponte Cornicchio e la Centrale omonima, inaugurata nel 1890, una delle prime in Europa, facendo inoltre scoprire il tratto iniziale della Roggia Grande del tutto nascosto. “Alle radici dell’Autonomia: le Regole di Spinale-Manèz”. Usi civici, beni collettivi, interesse comune: tre pilastri del secolare autogoverno del Trentino trovano ancora efficace applicazione, dopo secoli, nel territorio di Treville (Ragoli, Preore e Montagne), nelle Giudicarie. Le antiche Regole di Spinale e Manéz governano ancor oggi la gestione di un territorio di montagna incuneato tra le vette del Brenta. Per “Tapis Roulant”, ecco “La memoria del ghiaccio”, dcumentario sul ghiacciaio dell’Adamello. Per chiudere, “Il disegno nel piatto”, con lo chef Federico Parolari ed una sua opera d’arte, e “Dove osano le aquile”, riflettori sull’Aquila Basket, realtà sportiva che ha alle spalle un modello manageriale innovativo e vincente.
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VINCONO FABIO POZZI E VITTORIO GIOVANELLI I NOVANT’ANNI DEL CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO 30 SETTEMBRE: MOSTRA, INCONTRO A PIÙ VOCI E VEGLIA IN CATTEDRALE
SI È CONCLUSA LA 26ª EDIZIONE DEL CIRCUITO “DOLOMITI GOLF CUP”
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l Circuito Dolomiti Golf Cup si è articolato in 12 tappe da aprile a settembre nei golf del Trentino, Sudtirolo, Veneto, Lombardia e Liguria facendo conoscere le Dolomiti attraverso il patrocinio della Fondazione Dolomiti-UNESCO, del CONI, della Federazione Italiana Golf e con i manifesti di Franz J. Lenhart. Questa Finale è stata dedicata a due amici golfisti che hanno partecipato assiduamente sin dai primi anni alle tappe e alle finali della Dolomiti Golf Cup e che da quest’anno non sono più con noi: Haig Uluhogian di Parma e Carla Ferraro Paniz di Padova. Ci piace immaginarli giocare tra i prati e le nuvole del Paradiso, ma ci sono mancate la loro allegria e gioia di vivere. Al Circuito nel 2017 hanno partecipato più di 1200 golfisti e in questi 26 anni ha fatto giocare più di 34 mila golfisti in 362 tappe tenutesi in 10 regioni. Sabato 30 settembre si è tenuta la Finale del Circuito al Golf Club Verona dove, Vittorio Giovanelli, del golf di Asolo con 33 punti, ha vinto il Circuito Dolomiti Golf Cup 2017, aggiudicandosi il 1° Lordo e anche il
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hiesa trentina in festa il 30 settembre scorso, per i novant’anni del Centro Missionario diocesano. Quasi un secolo di impegno di uomini e donne – religiose e religiosi, preti, laici, volontari – in terra di missione e in Diocesi, celebrato in due momenti, nel capoluogo: all’Oratorio del Duomo, alle 15, l’inaugurazione della mostra “La missione fa 90” e alle 17.30 un incontro a più voci, sul tema “Evangelizzare oggi”: sono intervenuti, tra molti testimoni, anche il vescovo Lauro Tisi e il vescovo missionario Giuseppe Sandri. In serata, alle 20, in cattedrale, la tradizionale veglia di preghiera alla vigilia dell’inizio di ottobre, mese proiettato sulla Giornata Missionaria Mondiale di domenica 22. Durante la veglia, monsignor Tisi ha rinnovato il mandato a quanti sono rientrati in Trentino per qualche giorno di riposo o cure mediche e sono ora prossimi al ritorno in missione. Fondato nel 1927 da don Giacomo Dompieri, allora prete ventinovenne (Grumo, 1898), su incarico del vescovo Celestino Endrici, il Centro Missionario (la sede è nel capoluogo, in via S. Giovanni Bosco), diretto attualmente da don Beppino Caldera (foto sopra), ha svolto nei decenni un duplice compito. In primo luogo far crescere la sensibilità missionaria come parte essenziale dell’attività pastorale, attraverso i gruppi di animazione sul territorio. In parallelo, il Centro ha sempre tenuto un ponte solidale con tutti i missionari trentini nel mondo, quelli appartenenti a congregazioni religiose, ma anche i tanti preti diocesani che, dopo le aperture del Concilio Vaticano II, hanno chiesto e accolto l’invito a svolgere, per un periodo della loro vita, servizio in terre lontane. I 227 missionari trentini sono così distribuiti: Africa 65; America 121; Asia 16; Europa 20; Oceania 5.
driving contest maschile alla buca 13, assieme a Fabio Pozzi del golf Lazzate che, con 35 punti, ha conquistato il 1° Netto di 1ª Categoria (aveva vinto lo stesso premio nel 2015). Il trentino Giorgio Giglio del golf Folgaria (2° campo) ha vinto il 1° netto di 1ª categoria con 39 ottimi punti (aveva vinto nel 2015 il 2° netto di 3ª cat. con 32 punti), superando di tre punti il 2° classificato, Giuseppe Peirano del Garden Golf, che a sua volta ha battuto di un punto Stefano Vittone del golf Settimo. Gabriella Segna del golf Dolomiti ha vinto con 35 punti il 1° netto della 3ª categoria e anche i due colpi più vicini alla buca 2 e 7, facendo incetta di premi. Ha staccato di un punto Verena Pomella di Petersberg che, a sua volta, ha superato di due punti Bruno Amlesu. Birgit Unterhofer con 32 punti del golf Carezza ha primeggiato tra le Lady con 32 punti, mentre con lo stesso punteggio ha vinto il 1° Senior Filippo Colombetti, mentre il 1° Porsche se lo è guadagnato Sergio Costa con 38 punti. Hanno fatto gli onori di casa Bruno Amlesu Ad di TOSHIBA che ha premiato assieme a Sergio Costa, organizzatore del Circuito.
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“PIGOTTA”: FRANCESCA DALLAPÈ TESTIMONIAL GIUSEPPINA IN SELLA AD UNA RUGGENTE “ROSSA”
OLTRE 30MILA BAMBINI AIUTATI A CRESCERE DALL’UNICEF
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iuseppina ha organizzato una pizza party presso il Bouganville dell’amica Lucia, per onorare e festeggiare alcuni amici di lunga data, possessori di Ferrari, Porsche e Jaguar. L’abbigliamento delle amiche invitate doveva essere completato di un qualsiasi accessorio di colore rosso. Giuseppina ha dato il via all’incontro arrivando con la sua “Rossa“ a due ruote. Lo spirito della festa si è prolungato di fronte ad un giropizza, accompagnato da buonumore, amicizia, gaudio, vita e soprattutto amore. Perché come diceva Oscar Wilde: “Una vita senza amore è un giardino senza sole e fiori”.
Dal basso a dx in senso orario, Nicoletta, Miki, Max, Sara, Diana, Valeria, Nonna, Jenny e il suo amore, Rita, Giuseppina e Claudio
Da dx, Giuseppina, Rita, Valeria, Nadia, Sara e nonna Valeria 124
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L’assessore Chiara Maule, la Presidente dell’Unicef trentina Lucia Rigotti e Francesca Dallape con la piccola Ludovica
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a Pigotta è in dialetto lombardo la bambola di pezza del dopoguerra, fatta di stracci, un regalo che le nonne realizzavano con le proprie mani per darlo ai nipotini. Nel 1999 è nata la Pigotta dell’UNICEF, la bambola di pezza che vuole rappresentare un bambino bisognoso di aiuto e di cure in un Paese in via di sviluppo. Negli anni essa è diventata un simbolo di solidarietà che unisce chi la realizza, chi la adotta e infine i bambini che, grazie al sostegno dato all’UNICEF, saranno salvati. Le Pigotte nascono dalla fantasia e creatività di nonne e nonni, genitori, volontari e bambini che presso le associazioni, i centri anziani, le case, le sedi dell’UNICEF e le scuole di tutt’Italia si adoperano perché la bambola di pezza continui ad essere una speranza di futuro per tutti quei bambini che rischiano di non averlo. Per una cifra minima di 20 Euro per ogni Pigotta adottata, l’UNICEF può fornire a un bambino un kit salvavita per un parto sicuro, antibiotici, una zanzariera, Vitamina A e vaccini. Interventi che riducono drasticamente il pericolo di mortalità nei primi cinque anni di vita di un bambino. Il Comune di Trento regala dal 2003 una Pigotta ad ogni mamma residente nel Comune che registra la nascita del proprio figlio negli uffici dello Stato Civile, aderendo così al progetto “Per ogni bambino nato, un bambino salvato”. Il 20 ottobre l’assessore Chiara Maule e la Presidente dell’Unicef trentina Lucia Rigotti hanno consegnato a Francesca Dallape la pigotta “Camilla”. Francesca, coinvolta in qualità di neo mamma di Ludovica, si è dichiarata particolarmente felice di sostenere iniziative di solidarietà, in modo particolare se sono rivolte ai bambini e per questo ha ringraziato Unicef.
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FABRIZIO LORENZ È IL NUOVO PRESIDENTE ITAS CHIARA TONINI: MOSTRA CON NUOVE FANTASIE CON UN PENSIERO ALLA RICOSTRUZIONE DEL RIFUGIO DISTRUTTO DALL’INCENDIO LA SCORSA ESTATE
Da sinistra, Luciano De Carli, Livio Ferrari, il Sindaco Ugo Grisenti, le giovani nipoti di Chiara e Chiara Tonini
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gni anno, Chiara Tonini esprime con una o due mostre la propria arte pittorica e di ceramista. Lo ha fatto anche nel corso dell’estate 2017 su invito dell’Amministrazione Comunale Pinetana presso la sala mostre di via Battisti. Tutto è stato disposto dai suoi cari amici che ormai Le sono debitori della generosità e della disponibilità della sua famiglia che ha, aveva, donato alla SAT ed alla Comunità Pinetana quel rifugio Tonini, che un improvvido incendio ha distrutto in poche ore. Mentre Chiara e Desiree s’impegnavano nel decorare ceramichevasellame – piatti particolari – alcuni tavolinetti da salotto, quadri con cornucopie, fiori in armoniose composizioni, mazzi squillanti di fiori variopinti, quadri con corolle delicate, gli amici hanno ridipinto le pareti, disposto i pannelli, appeso molte tele già pronte e sistemato i supporti per le ceramiche. Quindi la mostra è stata una esposizione corale che il sindaco. Ugo Grisenti ed il relatore Mattia Boschini hanno sottolineato “quale omaggio estivo” alla Comunità pinetana, già ricca di manifestazioni e di eventi importanti. La presentazione delle opere è stata fatta con cura ed emozione dal prof. Antonio Gasperi. Oltre alla relazione, che ha messo in mostra la qualità dei dipinti, ha composto nelle settimane precedenti, anche una musica in occasione dell’incendio del rifugio Tonini, musica che voleva esprimere la sorpresa, il dolore, ma anche la volontà di ripresa, della Comunità che era stata privata di “un proprio gioiello”, il rifugio diretto da Ciso da Hana e Narciso. Ai presenti è stato distribuito un cartoncino con raffigurata un’opera di Chiara e, sul retro, l’intervento del prof. Gasperi. È toccato poi allo scultore prof. Emilio Picone, ormai pinetano ad
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abrizio Lorenz è il nuovo presidente della capogruppo ITAS Mutua, eletto all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione riunitosi l’11 ottobre a Trento. Ad introdurre i lavori del Consiglio d’Amministrazione odierno è stato il Vice Presidente Vicario Giuseppe Consoli, che ha proposto ai consiglieri la nomina di Lorenz come nuovo Presidente: compito della nuova presidenza sarà quello di guidare le attività del Gruppo ITAS fino all’assemblea generale del prossimo aprile, in cui verrà eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione. Il CdA ha effettuato la scelta in un clima di serena collaborazione e trasparenza, nel segno di una condivisione di un sistema di valori propri della Compagnia. Gli obiettivi del CdA pongono inoltre in primo piano il rafforzamento del ruolo dei consiglieri, per garantire al Consiglio la forte regia delle azioni in vista delle sfide future. Il neo eletto ha dichiarato: “La nomina a Presidente di ITAS Mutua mi riempie d’orgoglio ed emozione. L’elezione di oggi va intesa come un passaggio fondamentale per dare stabilità a ITAS e restituire fiducia e credibilità ad un gruppo dalle radici profonde. Ritengo vi sia stata un’assunzione di grande responsabilità da parte del Consiglio di Amministrazione nella sua interezza ed è mio fermo proposito favorire un suo ruolo attivo in tutte le future scelte strategiche della Compagnia”. honorem, illustrare l’opera ceramica di Chiara e Desiree con la dominanza dei rossi, violacei, turchese e rosacei. Ha voluto evidenziare la lunga pratica ed impegno che la ceramica impone, sia nella preparazione, nel dare il colore per ottenere tinte volute o immaginate, quindi nell’atto finale della cottura. Il grande ufficiale Ennio Radici ha voluto ricordare che CHIARA con la sua arte s’è meritato anche il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. La poetessa Nadia Martinelli ha letto alcune liriche, scritte sempre da Chiara, ed ha recitato una propria composizione, in cui ha citato i diversi fiori ed erbe, che hanno sempre ispirato Chiara nelle sue tele come nelle ceramiche. Fra il pubblico le due nipoti Veronica e Matilde, poi non solo amici, ma pure altri artisti e tanti turisti che hanno apprezzato l’arte di Chiara e l’omaggio che il Comune di Baselga di Pinè, per mezzo del proprio sindaco, ha voluto riservare a quest’artista, che, fino ad un recente passato, organizzava corsi di disegno e pittura per adulti, per gli alunni delle Scuole locali e per i giovani turisti. Luciano De Carli 125
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VALENTINI E SUSAT CAMPIONI SOCIALI IL 4 E L’11 NOVEMBRE I PAPÀ ENTRANO “IN GIOCO” UN PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE GRUPPO FAMIGLIE VALSUGANA
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i chiama “Papà in gioco” ed è il progetto vincitore del Bando per le Pari Opportunità del 2016, è stato ideato e organizzato dall’Associazione Gruppo Famiglie Valsugana. L’iniziativa ha suscitato molto interesse e curiosità rispetto alla novità di trovare i papà al centro della “scena”: molti sono stati quelli disposti a regalare una testimonianza di cosa per loro significhi essere genitori, contribuendo alla realizzazione di un video documentario sull’evoluzione del ruolo del padre curato da Cooperativa Sociale Relè. Nel frattempo è partito un percorso itinerante di laboratorigioco condotti in prima persona dai papà del territorio dell’Alta Valsugana e Bersntol: sono proprio loro infatti ad ideare le attività nei 7 laboratori che si svolgeranno durante tre sabati consecutivi (28 ottobre, 4 e 11 novembre), mettendo a disposizione le proprie competenze e passioni per condividerle con altri nuclei familiari del territorio e creare un momento di cura/ gioco tra padri e figli al di fuori delle mura domestiche. Le giornate del 4 e 11 novembre vedranno come protagonisti i papà Marcello Pasquale di Levico, Alex Faggioni di Calceranica, Nicola Salvemini di Pergine e Ivan Boneccher di Baselga di Piné. Gli argomenti dei laboratori saranno tra i più svariati: i bambini impareranno come realizzare dei piccoli oggetti con l’argilla, scopriranno modi speciali di lettura creativa accompagnata da strumenti, si sbizzarriranno nella creazione di bellissime costruzioni con i lego, alleneranno la fantasia creando manufatti artistici con materiali di recupero e naturali. La partecipazione ai laboratori è gratuita e aperta a tutti, non solo ai papà ma anche a mamme, nonni, zii!!! È necessario iscriversi perchè i posti disponibili sono limitati. A conclusione del progetto, sabato 16 dicembre, si terrà una festa durante la quale verranno assegnati dei premi speciali per i papà più meritevoli e sarà proiettato il video documentario. Il programma potrebbe subire variazioni, ogni cambiamento sarà tempestivamente comunicato su www.papaingioco.com. 126
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AGLI ARCHIVI LA 37ESIMA EDIZIONE DELLA MARATONA BOCCIOFILA
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uattro vittorie su 14 gare della maratona, compresa l’ultima nel premio APT Val di Non, hanno portato il più giovane dei bocciofili a conquistare il titolo assoluto nella manifestazione dell’US Ronzone Sportinsieme. Federico Valentini di Tassullo ha vinto alla grande e meritatamente assicurandosi la targa con medaglia d’oro davanti a due bolzanini di tutto rispetto e protagonisti da anni della maratona, vale a dire Romano Brusco e Alcide Donegà. Sul gradino più alto del podio, nella classifica femminile, bella affermazione della rotaliana Carla Susat che ha vinto con ottimo punteggio distanziando le dirette avversarie, tutte altoatesine, come Carmen Minotti, Bruna Zatta e ex equo Angela Mosca. Così ha chiuso i battenti l’ennesima edizione della popolare e tradizionale maratona bocciofila che, all’insegna della passione sportiva, abbinato allo spirito altruistico, ha registrato sulle corsie del bocciodromo “Conca verde di Amblar ben 480 presenze di giocatori e giocatrici provenienti da tutta la regione, ai quali nel corso dell’estate si sono aggregati anche sportivi extraregionali in vacanza nel Trentino. Si è parlato di bocce per ben 37 anni nel settore organizzativo dell’US Ronzone Sportinsieme e dal 2000 l’azione della maratona era rivolta ai bisogni dei bambini dell’UNICEF. L’edizione conclusasi recentemente, comprese quelle dei tre anni precedenti, ha scelto come soggetto di interesse valligiano Casa Sebastiano, centro di riferimento per bambini autistici realizzata a Coredo e già operante. Complessivamente la maratona della solidarietà ha portato alla Fondazione Trentina per L’autismo l’importante somma di ben 15mila euro.
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UN COMPLEANNO DA NON DIMENTICARE I TRENT’ANNI DEL SOROPTIMIST INTERNATIONAL CLUB DI TRENTO
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renta anni fa nasceva a Trento il Soroptimist International club. Era il 110° dell’Unione Italiana e nacque su idea di Gemma Cagnodo de Pretis che era entrata in contatto con il club di Milano. La Madrina fu l’avvocata Adriana Pasquali, del Soroptimist club di Bolzano, l’avvocata Alda Rimer Pontara fu la prima presidente del neonato club trentino. Dal 1987 tante cose sono cambiate, in città, in Italia, nel mondo. Il Soroptimist club di Trento è stato sempre attivo, sia in campo internazionale – sostenendo le donne dei Paesi in via di sviluppo sia dal punto di vista dell’istruzione che della salute – che in campo nazionale e provinciale. Gli obiettivi, nel corso di un trentennio, non sono cambiati, ma è cambiato il modo di realizzarli e sono cambiati gli strumenti: dalla lettera spedita a tutte le socie all’e-mail, dal sostegno semplicemente economico a donne in difficoltà ai corsi di formazione per imprenditrici, dal concerto per raccolta fondi alla partecipazione al fundraising di studentesse roveretane. E così via, rispondendo generosamente all’appello annuale della Presidente Internazionale e alle richieste della Presidente Nazionale in caso di calamità. Ma cos’è il Soroptimist? È un’organizzazione mondiale di donne impegnate in attività professionali e manageriali, disposte a mettere a disposizione di chi ha meno le loro competenze e conoscenze. Il loro impegno è per un mondo dove tutte le donne possano attuare il loro potenziale individuale e collettivo, realizzare le loro aspirazioni e avere pari opportunità di creare nel mondo comunità pacifiche. Il Soroptimist club di Trento, nei trent’anni di vita, si è dedicato a iniziative di vario genere, ha aderito ai due grandi progetti nazionali grazie ai quali ogni anno una giovane donna laureata ha frequentato un breve master sulla leadership alla Bocconi di Milano e ogni due anni una musicista ha partecipato al prestigioso concorso nazionale “Talenti femminili per la musica”; nel 2007/2009 ha aderito
al tema nazionale “Pax per Aquam” con un concorso destinato alle scuole della nostra provincia. Seguendo l’esempio di altri club, nel 2004 ha realizzato il gemellaggio con il Soroptimist Club di Tournai, in Belgio: non solo scambi di cortesie e visite, ma anche solidarietà in occasione – ad esempio – del terremoto del 2016 in Centro Italia. Quanto all’attività sul territorio, insieme a Convegni e Conferenze che hanno toccato i temi più vari – e ne cito solo alcuni: Alcool: uso e abuso; Il dono del cordone ombelicale; Affidamento e Adozione; La politica del figlio unico in Cina; La condizione delle donne nei Paesi africani; La medicina di genere; La violenza sulle donne, ecc. – il club trentino ha organizzato per cinque volte il Concorso Letterario per i giovani “Parole senza frontiere”, con il sostegno della P.A.T., ha pubblicato la ricerca “Miti e riti dei Paesi mediterranei”, ha predisposto una lapide nel Famedio del Cimitero in ricordo delle donne intellettuali trentine vissute fra l’‘800 e il ‘900 (a cui ha dedicato anche una pubblicazione), ha elargito una borsa di studio ad una giovane archivista per la sistemazione di tutti i documenti presso il Museo Storico, da ben sette anni partecipa attivamente alla realizzazione del Trentino Book Festival, al quale sono intervenute anche cariche nazionali. Nei suoi primi trent’anni, il Soroptimist club di Trento ha espresso due Vicepresidenti Nazionali ed una Coordinatrice Nazionale delle attività culturali. Socie del club sono state membri del Forum Trentino per la Pace, della Commissione Provinciale Pari Opportunità, del Consiglio delle Donne del Comune di Trento Per festeggiare il compleanno, il club ha invitato tre donne che hanno dimostrato capacità e determinazione e che, con la loro testimonianza, possono essere un valido esempio per tutte le giovani donne: l’imprenditrice Serenella Antoniazzi, la regista Katia Bernardi, la giudice della Corte Costituzionale (e socia fondatrice del club) Daria de Pretis. Accanto a loro, l’Assessora Sara Ferrari. Luciana Grillo
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IL LIBRO DEL MESE
A TENNA L’ARTE HA INVASO IL PAESE CON LEONARDO LEBENICNIK
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estate che ci siamo lasciati alle spalle ha avuto dei colori davvero particolari a Tenna in Valsugana: i colori di un modo di fare e proporre opere artistiche calate nel cuore del paese a stretto contatto con la quotidianità dei suoi abitanti e la curiosità dei tanti turisti che lo visitano. Le vie del centro di Tenna infatti hanno ospitato “Quando l’arte invade il paese - Leonardo Lebenicnik” una mostra davvero unica nel suo genere sotto le forme artistiche e scultoree in legno, pietra e ferro. Dal 1 luglio al 30 settembre Tenna si è trasformata così per tre mesi in una vera esposizione scultorea a cielo aperto grazie a questa particolare e riuscita iniziativa organizzata dall’A.P.T. Valsugana Lagorai insieme al Comune di Tenna. Quarantatré le opere esposte nelle strade di Tenna, opere scolpite nel legno e in altri materiali da Leonardo Lebenicnik un artista nato a Tuzla in Bosnia e residente da alcuni anni proprio a Tenna. Quelle di Leonardo Lebenicnik, sono sculture formate da composizioni di due principali materiali del pianeta terra, la terra (oltre a roccia e pietre) e il legno, che accosta in un contesto introspettivo forte e profondo. Tenna è diventata quindi per tre mesi, fra lo stupore e l’attenzione del pubblico anche attraverso una serie di visite organizzate una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto in cui le opere di Leonardo Lebenicnik si sono calate nelle forme delle vie del paese. Le sue sculture di legno, sasso e ferro grezzo, che hanno titoli particolari come quelli di “Porfido piangente”, “Evoluzione” o “Amnesia” hanno affascinato e colpito i tanti visitatori che hanno “invaso”, così come le opere, l’abitato di Tenna. Ogni pezzo forgiato dalla creatività di Leonardo Lebenicnik rappresenta infatti un momento di vita e lui stesso spesso ha raccontato ai visitatori de “Quando l’arte invade il paese” la genesi delle sue “creature”. 128
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“TUTTI RUSSANO NELLA STESSA LINGUA” È UN CONTENITORE DI ESISTENZE, CHE RACCHIUDE STORIE MULTIETNICHE UNITE DAL FILO CONDUTTORE DELLA DIFFERENZA INTESA COME BELLEZZA; TRACCE DI CULTURE DIFFERENTI, MA INTERSECATE
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n ponte tra culture, la trasposizione su carta di due vite: una mamma, serba, che racconta alla figlia, italiana, spezzoni del suo passato, che parla della sua patria con amore smisurato, che narra quasi recitando meravigliose storie con protagonisti i personaggi della sua infanzia e che piange ricordando quelle bombe che le hanno spezzato il cuore e distrutto la terra natìa. E una figlia, che immagazzina, ascolta, elabora e arricchisce; assorbe i dettagli, li fa suoi, si emoziona, si sente parte di quelle terre e di quelle narrazioni, non vuole che vengano dimenticati mai e decide di immortalarli nelle pagine di un libro. Questo libro. Un libro che è un contenitore di esistenze, che racchiude storie multietniche unite dal filo conduttore della differenza intesa come bellezza; tracce di culture differenti ma intersecate, vita vissuta, famiglia mista, amore, guerra. Trentino e Serbia si mescolano in un unicum. La diversità insomma, fisica o
trentinolibreria Anna Maria Ercilli Orlo blu youcanprint Le parole precorrono il tempo, camminano parallele alle presenze evocate nel ritmo assegnato dei versi. Il dubbio si palesa, non risolve, libera l’incertezza nelle sequenze della natura. La ricerca del significato accompagna la visione di un oltre pittorico, quadri e cinema, miti e animali intrecciano incontri che non spiegano, guardano si sfiorano e passano oltre, oltre un confine mobile che rispecchia tutto il creato. Anna Maria Ercilli è nata a Trento dove risiede. Soggiorna per alcuni anni in Liguria. Lavora nel Servizio Sanitario. Si interessa di volontariato. Ha pubblicato: Abbraccio (Alcione), Il dono inquieto (Rebellato), Piccole lame (Ibiskos), Dall’aria, alla terra, all’oblio (Laboratorio delle Arti), La porta di Tàriso (Joker). Antologie: La poesia nel Trentino-Alto Adige, Donne in poesia, Controparole, La conservazione dell’oggetto poetico, La parola convocata, Poesia in azione, Navigando nelle parole, Hospite, Rane, L’uomo, il pesce e l’elefante, Con gli occhi di un cane, E tuttavia ti cerco, d’Acqua è il mio nome, Viaggi di Versi.
Marco Monzani, Marcello Paiar, Maristella Paiar Femminicidio. Abuso e violenza: riconoscere e intervenire Reverdito Il libro analizza in dettaglio il fenomeno del femminicidio indagando le variabili psicologiche, criminologiche e legali implicate. Un testo sia per i professionisti dell’area socio-sanitaria come medici, psicologi, assistenti sociali ed educatori, sia per chi si occupa dell’area legale come avvocati, criminologi e giudici. Il fenomeno viene affrontato con un linguaggio tecnico ma immediato, facendo riferimento alle più recenti ricerche In questo libro/intervista, in cui per la scientifiche in materia. Permette una prima volta si intrecciano lettura idealericordi anchebiografici per le vittime e per riflessioni e sul icon famigliari che sull’esistenza vogliono comprendere al presente del mo meglio questo fenomeno anche da un punto di vista giuridico.
culturale, da tempo immemore causa di emarginazione da parte di chi si auto-definisce, arrogantemente, normale, solo perché in maggioranza. Ma normale deve essere invece convivere con la differenza senza volerla eliminare. È ora di insegnare ai nostri figli che nella diversità non c’è paura, ma bellezza, forza, occasione di comprendere e imparare. Siamo un pianeta di matite multicolore, tolleriamoci l’un l’altro per convivere nella stessa scatola. Vi presento “Tutti russano nella stessa lingua” – come insegna Malcolm X – Racconti che scoprono un mondo altro, bello e inconsueto. Personaggi divertenti, a volte tristi, mai spaventosi. Racconti per bambini piccoli ma anche per bambini grandi, da leggere prima di dormire, per svegliarsi la mattina consapevoli che i modi di vivere la vita sono tanti, variegati e belli lo stesso. Ad accompagnare i testi le illustrazioni uniche di Eliseo Franchini e le traduzioni in serbo di Snezana Petrovic. Perché un buon libro deve essere non solo piacevole all’udito ma compiacere anche gli altri sensi. E perché questi racconti possano raggiungere anche chi li ha ispirati. A mia madre, dunque, fucina di ricordi, e a mia figlia, perché diventi cittadina del mondo apprezzando le unicità di chiunque incontrerà sul suo cammino. Laureata in giornalismo nella splendida Trieste, tra letture in spiaggia, passeggiate sul mare e giornate di Bora, Elena Chiusole ha ottenuto alla discussione della tesi il massimo dei voti. Poi la specialistica a Bologna, al Dams, dove ha conseguito la
Massimo Lazzeri Quasi poesie ma soprattutto d’amore Valentina Trentini, Editore Mi piace scrivere. Scrivo testi teatrali e canzoni, oltre a brevi testi più emozionali che non so definire. Alcuni testi teatrali sono diventati spettacoli, attori e attrici sul palcoscenico. Alcune canzoni sono state incise e cantate in pubblico. I brevi testi più emozionali invece non hanno mai visto la luce, nel senso che sono rimasti rinchiusi in un armadietto per periodi più o meno lunghi. Canzoni non sono, perché non hanno musica, poesie nemmeno. Quindi sono quasi poesie. E quasi tutte parlano d’amore. Erano mie, ora sono di tutti. Sono libere, e libero è il lettore di farne l’uso che vuole: leggerle per conto proprio sul divano, dedicarle alla persona amata, fotografarle e mandarle col cellulare, oppure – anche se l’idea non è molto originale – sceglierne dei frammenti, scriverli su un pezzo di carta e incartarci un cioccolatino.
laurea magistrale in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale. Sportiva – ex tennista – e mamma, Elena si divide tra lo studio medico in cui lavora come segretaria, la famiglia, le amiche. Lo sport e la scrittura sono da sempre passioni irrinunciabili mentre lettura e film riempiono i momenti liberi che Elena condivide col compagno Nicola: li accomuna la passione per il cinema e la sera banchettano a pane e recensioni mettendo in piedi lunghissimi dibattiti. Nato nel 1981 a Tione di Trento, Eliseo Franchini è cresciuto a fianco del nonno disegnando e progettando i suoi giocattoli e modellando il rame nell’officina di famiglia, facendone lampadari e suppellettili. Più di tutto creavano farfalle. Diplomato all’istituto d’arte in decorazione pittorica, ha lavorato come illustratore creativo a Trento. Erano i primi anni del nuovo millennio e il disegno a mano libera, utilizzando matite ed aerografo, iniziava a lasciare il passo al pc ed ai primi programmi di elaborazione grafica. Pur amando il lavoro dell’illustratore, i ritmi e la commercialità dell’ambiente gli andavano stretti. Decise quindi di tornare all’origine, nell’officina di famiglia, a lavorare i metalli, ma la sua naturale indole per il disegno e l’arte non lo abbandonavano. Chiusole Elena - Franchini Eliseo
Tutti russano nella stessa lingua Storie dell’altro mondo Curcu & Genovese (Euro 15,00)
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trentinolosapevate trentinoscoop&news La frase “Il muraglione che serra Piazza Fiera dal lato settentrionale accoppa le fabbriche che si accavallano dietro e vi toglie la luce [...] come si potrebbe mantenere la caratteristica intrinseca di detto muraglione e portare al sole le misere abitazioni retrostanti?”
Volti nella Storia Per saperne di più:
Giorgio Wenter Marini: pittura, architettura, grafica, a cura di Maurizio Scudiero, Rovereto, 1991 Giorgio Wenter Marini: 1890-1973: gli anni di Trento, Galleria di Arte Moderna e Contemporane Fogolino, Trento, 2000.
GIORGIO WENTER MARINI (1890-1973) ETÀ L’architetto, decoratore insegnante Giorgio Wenter Marini nacque l’8 febbraio 1980 a Rovereto, figlio di Giuseppe Wenter e Maria Marini.
LA FORMAZIONE Dal 1902 frequentò la Scuola Reale Elisabettiana di Rovereto. Tra i suoi insegnanti ci furono Cristoforo Adami, Luigi Cimèl e Cesare Coriselli. Dopodiché, si iscrisse al Politecnico di Vienna, dove si interessò in particolare delle decorazioni classiche e
“TROPPO TEDESCO”
INSEGNANTE
Poiché il suo cognome “Wenter” era considerato troppo tedesco a Roma, decise di aggiungere anche quello della madre, Marini per l’appunto.
Nel 1928 Giorgio Wenter Marini fu licenziato dalla provincia per via degli esuberì e si diede quindi all’insegnamento del disegno professionale, lavorando presso la Scuola d’arte industriale di Cortina d’Ampezzo. Qui si dedicò anche a realizzare diversi progetti di decorazione a graffito per edifici locali. Nel 1931, invece, andò a insegnare alla Regia Scuola professionale del mobile e del merletto di Cantù; dopodiché diresse l’Istituto d’Arte Pietro Selvatico a Padova.
RESTAURO A BOLOGNA Nel 1916 iniziò un’importante collaborazione con lo studio di Marcello Piacentini, a Bologna, dove lavorò al progetto di restauro del centro storico della città.
DI NUOVO A TRENTO Finita la guerra, tornò a Trento per lavorare al Commissariato per le Belle Arti, ma dall’anno successivo passò all’Amministrazione provinciale, per provvedere alla manutenzione degli edifici.
DECORATORE
rinascimentali. Completò gli studi alla Regia Scuola Tecnica di Monaco di Baviera, dove nel 1915 si laureò in ingegneria e architettura.
IL CIRCOLO ARTISTICO Nel 1912 è tra i fondatori del Circolo artistico trentino insieme a Luigi Bonazza, Luigi Ratini, Oddone Tomasi, Cesare Covi ed Ettore Sottsass senior.
I PRIMI LAVORI Appena laureato svolse il praticantato a Stenico, lavorando alla ricostruzione del borgo a seguito di un incendio. Con lo scoppio della guerra però fu costretto a fuggire in Italia; se ne andò così a Roma, dove lavorò presso il Palatino insieme all’archeologo e architetto Giacomo Boni e al Museo di Villa Giulia.
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Da libero professionista, nel frattempo si occupò anche delle decorazioni di alcuni caffè di Trento, così come del caseficio dell’Istituto agrario di San Michele e di casa Bresadola ad Arco. Suoi sono anche i graffiti della chiesa della Madonna del Carmelo a Rovereto.
POLEMICA A S.ILARIO Nel 1922 progettò un ampliamento dell’Istituto educativo provinciale di S. Ilario, a Rovereto. Il suo progetto, per i canoni estetici, venne criticato in quanto considerato ancora una volta troppo tedesco. Per questo, il Comune fece bloccare i lavori, che vennero poi ripresi dopo l’intervento del Circolo artistico trentino e il sopralluogo delle Belle Arti.
ULTIMI ANNI A VENEZIA Nel 1935 si trasferì a Venezia ad insegnare architettura e costruzioni presso l’Istituto Statale d’Arte, di cui diventerà direttore dal ’53. Insegnerà anche architettura degli interni, arredamento e decorazione alla facoltà di Architettura. Dal ’57 al ’61 collaborò inoltre per la Soprintendenza per i monumenti della città.
PUBBLICAZIONI Scrisse diversi saggi durante la sua vita. Fra le varie opere ricordiamo Avviamento alla composizione (1947), Eugenio Prati pittore e Bartolomeo Bezzi pittore, (1956) scritti insieme a Riccardo Maroni.
LA FINE Giorgio Wenter Marini morì il 24 novembre 1973 a Venezia. L’Archivio in suo onore è oggi conservato all’Università IUAV di Venezia.
Hanno detto di lui: “Si avvale di un linguaggio scarno in cui le composizioni di masse, i singoli elementi architettonici, come anche la decorazione e i materiali utilizzati cooperano nell’armonia dell’insieme. Un sistema idiomatico fatto di materia e colore locale che –sebbene mostri tutti i suoi limiti si articola per contaminazioni e si arricchisce di evocazioni d’ambiente, sospeso tra valori tradizionali e istanze di cauto rinnovamento”.
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