TrentinoMese novembre 2019

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

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ANNO XXVII N. 333

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NOVEMBRE 2019

I MATRIMONI DEL MESE

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Casa e Distillerie ROBERTO LOCATELLI “FELICE DI PERSUADERVI”

FOTO: Francesco Caracciolo

CON IL NASO ALL’INSÙ IL FENOMENO “DRONI” IN TRENTINO”

BOHÉMIENS DI MONTAGNA GLI ARTISTI TRENTINI E LA GRANDE PARIGI

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Classica, ma pure un po’ rap... TEATRO DI MEANO NUOVA PUNTATA DEL VIAGGIO NEL TEATRO

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RING di Denise Fasanelli

di Pino Loperfido

lost in glocal G’HO SEMPRE DA FAR

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e sue mani non stavano mai ferme, nemmeno nell’unico gesto che avrebbe dovuto essere distensivo, quello di portare alla bocca la prima tazza di caffè della giornata. Un fremito lo attraversava dalla testa ai piedi e lo costringeva a spostare il bicchierino dell’acqua, sistemare il cucchiaino che non avrebbe usato. “Buongiorno, come stai?”, chiedeva la barista che conosceva da quando era piccina. “Bene grazie, sempre di corsa”. E in un sorso deciso beveva il caffè, appoggiava le monetine sul bancone salutando, camminava svelto fino al panificio e tornava a casa con il pane e latte della giornata senza perdersi in chiacchiere. A casa appoggiava le chiavi, si sbrigava a rifare il letto, un dovere che gli aveva inculcato la madre fin da ragazzino perchè l’aspetto della camera fosse più ordinato e curato e perchè, diceva lei, scivolare tra le lenzuola sarebbe stato più invitante la sera. Poi era la volta delle piccole e banali faccende domestiche che lo allontanavano dalle proprie pene. Ad ora di pranzo il telefono squillava sempre, a volte si trattava di suo figlio con cui scambiava volentieri quattro chiacchiere sulla vita dei nipoti che vedeva nel fine settimana o sul lavoro, a volte erano venditori che cercavano di tenerlo al telefono per rifilargli qualunque cosa e a cui rispondeva perentorio: “G’ho da far, arrivederci!” Gli capitava di sedersi sul divano a due posti per un attimo, per un’abitudine antica di quando, prima della pensione, rientrato dal negozio e dopo il pasto, si concedeva una pennichella accanto alla moglie che silenziosamente gli stringeva la mano. Era un attimo, si rialzava subito, restio a lasciar correre i ricordi a quei momenti di tenerezza. Viveva uno stato di agitazione perenne, fermarsi per lui significava avvicinarsi alle proprie ferite, sentirne il peso. Si muoveva per casa cercando di fare di tutto proprio per evitare di percepire il nulla. Quel movimento continuo che lo caratterizzava, agli occhi di molti veniva percepito come una malattia, per lui era un modo di esorcizzare l’insostenibile peso del vuoto che la moglie aveva lasciato nella sua vita, un modo di allontanarsi da tutte le cose che non erano potute essere, che non avevano potuto fare, dal silenzio. Non riusciva a trovare pace in altro che non fosse agire, nè il figlio, nè i nipoti o gli amici, erano in grado di strapparlo a questo suo bisogno di non fermarsi, di impegnarsi in qualcosa ogni giorno, si trattasse di spazzare il piazzale piuttosto che qualche piccolo lavoretto di manutenzione o pulizia. Una gabbia che sembrava farsi sempre più piccola e così, accarezzando gli oggetti del salotto, forte di quelle presenze che gli ricordavano il passato, la mano percorsa da tremolii scivolava lungo i contorni che segnavano le assenze. E, nel silenzio, si ripeteva “Devo andare, g’ho da far”. 8

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perfidie

QUESTE NOSTRE IMMOTIVATE PAURE: IL VIAGGIO IN AEREO

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e probabilità di morire in un incidente aereo sono di circa una su 16 milioni. Ciononostante, la paura di volare è un tormento per moltissime persone che, magari per lavoro, in ogni parte del mondo sono costrette a prendere frequentemente questo mezzo di trasporto. Se le probabilità vi paiono troppo alte, vi basti sapere che parlando di automobili, la casistica parla di un incidente ogni 5mila viaggi sulle quattro ruote. Un’enormità. Pensate che è molto più «facile» morire attaccati da uno squalo (solo una probabilità su 3 milioni!). E hai voglia a leggersi le statistiche e a farsi coraggio mentalmente. Già quando stai salendo la scaletta, osservando il velivolo – quelle giunture metalliche vagamente preistoriche –, il cervello ti porta a farti strane domande (“Ma reggerà la pressione questo rottame?” “Come fanno le ali a non staccarsi?”). L’idea di non avere nulla sotto di sè, se non l’aria, è insopportabile quasi a tutti, anche al viaggiatore più scafato. Tant’è che non appena effettuato il decollo – che già lì ci fa urlare al miracolo, dacché non credevamo possibile che potesse avvenire una cosa così senza conseguenze fatali – segretamente, con lo sguardo ci incolliamo ai volti di hostess e steward. Da quel momento in poi saranno le loro espressioni i nostri tranquillanti naturali. I loro visi rilassati, meglio ancora sorridenti, saranno ai nostri occhi garanzia assoluta che ogni cosa in quel volo sta procedendo alla perfezione. Non resta che attendere l’atterraggio. Anzi, no. Perché puntualmente arrivano le turbolenze. No, dai, non è normale una cosa così. Ecco che la paura si riaffaccia e ci inchioda alla poltrona. I sorrisi delle hostess non possono nulla contro il terrore. L’idea che un gigante di acciaio possa saltellare come un pandino sul sentiero del baito degli alpini è intollerabile. Siamo in cielo, per giove, non è possibile! È impensabile che questo volo possa arrivare in fondo. Qualcosa dentro di noi ci fa pensare che la nostra ora sia scoccata. E invece eccoci incredibilmente all’atterraggio, altra operazione che nella nostra immaginazione di viaggiatori sfiniti da ore di tensione è come un’impresa disperata. Va bene il carrello, ma l’avete vista quella rotellina là davanti, a prua, pare la ruota di un passeggino. Insomma, va a finire che atterriamo anche questa volta e ritirando il bagaglio ci ritroviamo a pensare che per tornare a casa dovremo percorrere la statale della Valsugana, una delle più pericolose d’Italia. Statistiche alla mano, dovremmo essere terrorizzati. Ed invece canticchiamo nell’abitacolo, felici dello scampato pericolo.



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RING

RING

di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi TOPONOMASTICA E FUSIONE DEI COMUNI: SCEGLIAMO IL NOME GIUSTO! C’È TUTTA UNA STORIA DA SALVARE

C’

era una volta il nome, una parola composta da varie lettere, ognuna portava con sé un mondo di magia e di storia. Sebbene noi occidentali si sia oggi lontani dall’attribuire alla parola valori che trascendono la materialità – come invece si riscontra nell’ebraico, nell’arabo, nelle scritture orientali –, la memoria storica ci ha aiutato a radicarci nel territorio. Un nome è arrivato fino a noi portando sulle spalle secoli di significati, nominarlo era una sicurezza, era come aprire una porta sull’infinito. Una porta che poteva essere aperta oppure da tenere rigorosamente chiusa, affinché la magia simpatica delle parole non trascinasse con sé esseri ed entità poco desiderabili. Quando si dava un nome ad una persona, segnandolo perennemente con il battesimo, si caricava la stessa di responsabilità verso sé stesso e verso la comunità. Lo stesso discorso vale per i nomi dei paesi, dei laghi, dei fiumi, delle montagne. Dare un nome vuol dire attribuire una genealogia, collegare l’anima di una persona (l’Io psicoanalitico), di un luogo (genius loci), di un evento, alle regole del mondo, alla legislazione dell’universo, collegando il sotto con il sopra e il sopra con il sotto. Pensiamo alla parola “Abramo”, il capostipite delle tre grandi religioni monoteistiche, patriarca della Bibbia. In ebraico vuol dire “ivri”, o “ever”, che significa “altra parte, sponda opposta” (del Giordano o dell’Eufrate). Così, il verbo avar significa “attraversare”. Abramo è dunque simbolicamente colui che sta dalla parte opposta. Abramo varcò infatti un confine geografico e materiale, abbandonando la terra in cui era nato per eseguire l’ordine divino che gli ingiungeva di recarsi lontano. Ma egli si lasciò alle spalle anche e soprattutto il paganesimo, il culto degli idoli, scegliendo di obbedire all’unico Dio, alla sua voce nascosta che non ha volto. Vedete un nome a cosa ci rimanda? Dal versante opposto ci sono parole che non devono essere nominate, come, per gli ebrei, il nome di Dio. Di fronte alle parole che lo compongono si può solo tacere, far silenzio: tacere il Nome diventa uno degli atti più carichi di senso dell’esperienza ebraica, molto lontana da una certa interpretazione moralistica di matrice cattolica che ha ridotto il divieto di pronunciare il Nome di Dio a una rigorosa norma anti-bestemmia.

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Anche per i musulmani il nome di “Allah” (“divinità”) deve rimanere misterioso e inaccessibile. Se è vero che è possibile elencare 99 nomi di Allah, è anche vero che essi dovrebbero essere 100 e che il centesimo dei nomi rimane impronunciato e impronunciabile. Nella cultura trentina, con la fine della civiltà contadina, si sono estinte centinaia di parole di quel vocabolario popolare che ha dato i nomi, nel corso del tempo, a paesi, frazioni, villaggi, piante, fiori, animali, fenomeni atmosferici, oggetti quotidiani. Pensiamo al ladino della val di Fassa. Sono scomparsi antichi lavori come l’agricoltura di montagna, l’allevamento e la transumanza, la lavorazione del legno e la cura dei boschi, la morte in casa/camera (strangòrt) e la maggior parte dei riti legati al sacro. La preghiera che esce da quanto sopra scritto è quella di fare molta attenzione quando si decide di abbandonare il nome di un Comune sostituendolo con uno totalmente privo di significato, di storia, di Io e di Anima. È come mettere al mondo un figlio recidendo ogni ricordo del proprio passato, della propria genealogia, della propria storia. Cerchiamo di non essere pressappochisti o faciloni nel decidere un nome. Come abbiamo detto poc’anzi facciamo in modo che le parole non cadano nel cassetto delle cose perdute. Se con la fine della civiltà contadina e delle comunità rurali si sono estinte, tra le tante, anche quelle parole popolari della flora e della fauna, cerchiamo di non perdere la nostra storia. La parola non è mai sorda, trasmette simboli ed echi di miti e di riti remoti, sfuggiti in seguito alla coscienza e alla percezione culturale del parlante. Quel che pensiamo e nominiamo è sempre il prodotto di lontane esperienze e credenze, spesso irraggiungibili, dei nostri antenati, è legato a miti, favole, riti inaccessibili che tuttavia rimangono uno dei centri nascosti della nostra cultura, del nostro modo di stare al mondo. Se da una parte è giusto razionalizzare i servizi tra i vari Comuni, centralizzandoli evitando sprechi e spese inutili, dall’altra cerchiamo una strada per non ritrovarci, poi, a dire che ci si dimentica del proprio passato quando la prima pietra viene scagliata proprio da chi dovrebbe invece salvare e salvaguardare la potenza e la magia di un nome.


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RING di Tiziana Tomasini

di Fabio Peterlongo

a mali estremi PIENI DI APP IN UNA SOCIETÀ SMARRITA. FACILITAZIONE O COMPLICAZIONE?

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el suo postumo “Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida” Umberto Eco parlava di una società smarrita, persa in tutto quello che proviene dalla rete; l’apparire ad ogni costo ed il soggettivismo sfrenato appaiono come i capisaldi dell’individuo senza più punti di riferimento. Si vive e si convive con tutto quello che proviene da internet, vero o falso che sia. E ci si passa pure gran parte di quel poco tempo libero definibile come tale. Aveva ragione Eco. E stiamo andando anche oltre. Basta dare un’occhiata al nostro cellulare. L’universo delle applicazioni mobili che riempiono ormai i nostri super telefoni non finisce mai di stupirci. Curiosando nel web, si scopre che esistono delle app veramente pazzesche, al limite dell’assurdo. E quello che più spaventa è che ci sono migliaia di utenti che le scaricano. Qualche esempio? Ci sono quelle che riguardano la cura/la salute della persona: la guida al taglio di capelli, il monitoraggio dell’intestino con tanto di diario di… “scarico”, con l’opportunità di condividere sui social. Seguono poi quelle che riguardano la sfera dei sentimenti: ragazze e ragazzi virtuali – ai quali è possibile dare un volto reale – da trasformare in morosi liquidi, da coccolare sul telefono. Come a dire, se il ragazzo non ce l’ho, me lo creo e me lo gestisco io. C’è quella che rileva la presenza di fantasmi con un radar o quella che in caso di incidente stradale ti fa partire la musica preferita verso l’ultimo viaggio. Ma forse pochi sanno cosa propone un’app per incontri extraconiugali. Si tratta di un armadio per nascondere l’amante. Altro che “Cielo, mio marito!” Qui entra in campo la tecnologia più avanzata: un doppio fondo che consente di sopravvivere per ore ed ore attraverso un condotto di aerazione, con acqua e snack, lampada, tablet e maschera per l’ossigeno in caso di attacchi di panico. E nel kit compare anche una tuta da idraulico per uscire indisturbati, senza destare sospetti tra i vicini. Tra quelle classificabili come utili per l’automobilista contemporaneo, l’app per trovare il parcheggio libero. Sempre riferito al mondo caotico della circolazione stradale, sarebbe interessante avere quella che ti rivela quando un veicolo parcheggiato e con il motore acceso si decide finalmente a lasciare lo stallo libero; tu sei lì che aspetti a lato con la freccia (ricevendo le maledizioni da quelli in fila dietro di te) e l’altro – già con la retromarcia inserita – non ci pensa proprio a muoversi. Cerchi di intravedere cosa sta facendo: sta guardando il telefono… una nuova app?

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blues di provincia I GIRI IMMENSI DELLO SPACCIO NELLE PERIFERIE TRENTINE

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o spaccio della droga non finisce, fa giri immensi e poi ritorna. Parafrasando le parole di Antonello Venditti, che però nella canzone del 1991 “Amici mai” si riferiva ai giri che fa l’amore e non ai giri di narcotici, possiamo avere un’immagine efficace di ciò a cui la cittadinanza di Trento ha assistito nel corso degli ultimi anni. Lo spaccio di stupefacenti nella nostra città compie periodicamente un bizzarro giro dell’oca. Si parte, sempre e comunque, da piazza Dante, poi si arriva a Santa Maria Maggiore e alla Portèla. Altro lancio di dadi e si arriva fino al parco Solženicyn, meglio noto come parco Santa Chiara. Ci si allunga fino al parco delle Albere, che sarebbe poi il parco “Fratelli Michelin”. Poi si può proseguire lungo l’Adige ed arrivare alle nuove caselle dello spaccio: le ciclo-pedonali di Lung’Adige Monte Grappa e Lung’Adige Leopardi. In mezzo a tanti ciclisti che saettano per i loro legittimi motivi, è sempre più facile imbattersi in personaggi dall’aria circospetta, che stazionano notte e dì passandosi di mano quelle che sono, non ho dubbi, caramelle all’eucalipto. Chi scrive ne ha visti con i suoi occhi un paio che stavano scavando una buchetta in mezzo ai cespugli che costeggiano la ciclabile sul fiume per nascondere o svelare il loro tesoro. Ma potevano essere degli appassionati di giardinaggio, chi lo sa. Da qualche tempo a questa parte anche il piccolo parco di piazza Cantore in Cristo Re può vantare frequentazioni di un certo calibro, con frequenti schiamazzi alcolici, che probabilmente poco si addicono alla vicina area gioco per bambini, episodi di risse e aggressioni, anche in prossimità della limitrofa sala scommesse. Di lì in poi si ritorna in piazza Dante, completando la nostra partita a dadi nel punto in cui siamo partiti: un po’ esterrefatti ci ritroviamo a contemplare i palazzi delle massime istituzioni trentine. Cercando di capire chi dobbiamo ringraziare per questo gioco dell’oca, la tentazione è proprio quella di prendersela con chi le istituzioni locali le guida. Ma sarebbe disonesto incolpare l’amministrazione e il sindaco, che per prevenire questo tipo di comportamenti hanno armi a dir poco spuntate: ordinanze che restano lettera morta e vigili urbani sotto-organico. Il problema vero è che, a fronte di una domanda di droga che esisterà sempre, esisterà sempre un’offerta. E quando l’offerta può avvenire solo nell’illegalità, gli acquirenti a quei canali si rivolgeranno. Esperienze internazionali di legalizzazione degli stupefacenti hanno dimostrato che la criminalità si può sconfiggere e le strade possono essere ripulite, per altro con grande beneficio dell’erario. È un discorso antico che in Italia va avanti da cinque decenni, ma a cui si risponde sempre con un: «È troppo presto, si vedrà, la società non è pronta, ne riparliamo tra cinquant’anni».



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RING di Stefano Margheri

caninamente GLI SPAZI RISTRETTI POSSONO DARGLI BENEFICIO, GARANTENDO PROTEZIONE E SERENITÀ

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ell’immaginario umano più un luogo sarà ristretto, maggiore potrà essere il disagio di chi vi si trova all’interno. Vi sarà, infatti, un’effettiva impossibilità a muoversi adeguatamente, l’aria potrebbe mancare e il respiro diverrebbe affannato. Questo stato psico fisico andremo a trasferirlo quasi in automatico nei confronti del nostro amico a quattro zampe, ritenendo che una delle prime condizioni di benessere consisterà proprio nel potergli garantire ampi spazi di manovra. Ciò sarà certamente corretto se ci riferiremo alle lunghe passeggiate nei boschi, alle corse in mezzo ai prati e, quando possibile, a qualche nuotata defaticante in un lago alpino. Tuttavia, ritornati a casa, poter disporre di un punto specifico per il giusto riposo diventerà assai proficuo. Dovrà trattarsi di una sorta di “comfort zone”, ove potersi sdraiare e sonnecchiare senza troppi disturbi. Se ubicata in luogo periferico della casa, come nell’angolo del soggiorno, con la luce soffusa ed a distanza dal ripetuto muoversi dei presenti, avremo raggiunto l’obiettivo di un pieno benessere. Questa abitudine sarà ancora più efficace nel caso di famiglie numerose, con bambini di età diverse intenti a giocare e a correre in ogni dove. Dovremo, infatti, insegnare a tutti i componenti del “branco umano” a considerare l’area dedicata al nostro amico come una sorta di “off limits”, facendo in modo che in qualsiasi situazione egli possa sentirsi adeguatamente protetto. Un tale suggerimento diventerà fondamentale nel caso dell’arrivo in casa di un cucciolo, non essendo egli nelle condizioni di gestire azioni ed emozioni in totale equilibrio. Ideale sarà munirsi di una sorta di “recinto box”, composto di un certo numero di moduli metallici variabili in base all’ampiezza dello spazio che avremo a disposizione. All’interno, metteremo la sua ciotola dell’acqua, qualche gioco in gomma dura e una traversina in cotone ove potrà rilasciare i bisogni in nostra assenza. Certamente, lo stare in questo luogo circoscritto dovrà essere insegnato gradatamente, facendo associare il luogo stesso ad esperienze piacevoli come il mangiare la pappa o il far fuoriuscire qualche leccornia da contenitori ad ampiezza variabile. Chiameremo la zona predestinata “posto del benessere”, una sorta di “spa” in cui tutto sarà a disposizione evitando spiacevoli sorprese. Infatti, l’alta curiosità che caratterizza i cuccioli potrebbe indurli in nostra assenza, ovvero nel caso fossimo intenti a 14

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RING fare qualcos’altro, ad assaggiare o mordere oggetti o sostanze inadeguate o nocive, con inevitabile preoccupazione o disappunto da parte dei famigliari. Se adotteremo lo schema del cucciolo al di fuori del recinto soltanto durante l’interazione diretta con lui, ossia quando sarà effettivamente sotto controllo, avremo ridotto le probabilità di problematiche casalinghe quasi allo zero per cento. Inoltre, nei casi di eccessivo caos famigliare, come nel caso di visitatori ed amici, poter farlo partecipare all’evento pur entro una barriera di sicurezza, ci permetterà di vivere il tutto con la dovuta serenità. Se saremo stati costanti, passata qualche settimana, sarà il nostro amico a ricercare il luogo del riposo, non dovendo noi stessi nemmeno chiudere la porticina di entrata. Avrà, in termini etologici, trovato la “tana” ove potersi riparare in ogni situazione potenzialmente eccitante, imparando a controllarsi ed a vivere le emozioni nei modi corretti. Un ulteriore strumento di aiuto sarà il c.d. “kennel”, quei trasportini che, proporzionati alla taglia, permettono ad ogni cane di collocarsi all’interno in pieno relax. Anche in questa ipotesi, sarà importante l’abituazione progressiva allo starvi all’interno, sempre in collegamento con eventi piacevoli. Le prime volte, per facilitare lo starvi senza disagio, sarà importante proporre il recinto, o il kennel, ad immediato seguito di una piacevole passeggiata, in modo da agevolare il desiderio di riposo e sonno. A maggior ragione per i cuccioli, infatti, il tempo dedicato a dormire e a sognare dovrà essere prolungato e privo di disturbi, essendo questo il momento in cui l’ormone della crescita sarà prodotto dalle relative ghiandole. Al contrario, l’impossibilità a raggiungere le fasi del sonno profondo, e di quello dedicato ai sogni, renderà il nostro amico irritabile e di umore variabile, incidendo sulla giusta risposta agli stimoli e sui livelli di apprendimento. Lo stesso “trasportino” diverrà di enorme importanza all’interno della macchina, meglio se nella zona del baule. Qui, durante i viaggi, si tratti di brevi spostamenti o di lunghe traversate, il cane potrà starvi in piena tranquillità, evitando di essere sottoposto alle continue sollecitazioni derivanti dalle immagini in movimento percepite attraverso i finestrini. Oltre a ciò, in caso di brusche frenate, egli avrebbe una protezione ulteriore, non trovandosi catapultato in qualche punto dell’abitacolo. Per chi ama, poi, portare l’amico in vacanza, potranno esservi luoghi o situazioni, come l’aereo, il treno o la nave, ove l’impiego del “kennel” sarà considerato vincolante e ciò in funzione della sicurezza del nostro passeggero. Perché l’abitudine alla “tana” diventi del tutto proficua, sarà importante esporre il nostro amico a recinti e trasportini fin dalla tenera età, evitando di dovergli imporre una condizione del tutto nuova troppo in là negli anni. lamiaellie@gmail.com


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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma EL CAPELAN L’HA FAT NA CAPELADA!

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e guardi le vecchie foto di prima dell’ultima guerra mondiale ti accorgi che tutti i maschi, grandi o piccoli avevano il cappello…” “O la baréta...” “Giusto. Quest’ultima è un copricapo che puoi anche rendere in italiano con berretto, berretta. Ma non sono la stessa cosa. Per esempio in italiano puoi dire il berretto militare, ma in vernacolo non si usa la baréta del soldà, la barèta da alpin: devi dire el capèl. Rispetto al ‘cappello’ la baréta ha un aspetto più dimesso, più ordinario, meno vario: di norma la si usa per indicare il copricapo maschile che ha la forma di coppola…” “Gh’è anca la baréta da not, el capèl da l’ua, che no i usa méterselo de not perché l’è massa embrodegà!” “Certo: è il cappello che non si indossava più, perché troppo logoro. Ma non lo si buttava: non si buttava mai via niente! Lo si tirava fuori quando si andava a vendemmiare. Nelle vendemmie gli uomini e le donne devono mettersi qualcosa sul capo perché ti possono cadere in testa gli acini, il succo dei grappoli schiacciati, gli insetti, le regnatele… Le donne si coprivano i capelli con vecchi fazzoletti da testa, i maschi con cappelli fuori uso…Ci sono infinite fogge di cappelli…”. “…gh’è el capèl dei capelani…”. “Sì, anche quelli. Solo che non portano più cappelli, non li chiamano più cappellani e sono una fauna in estinzione… Una volta, di cappellani ce n’erano invece molti: erano tutti giovani e giocavano perfino al calcio coi ragazzi. Sui campetti dell’Oratorio era famoso il ‘calcio del cappellano’…”. “Sì, quel che m’ha molà Don… (nò, no vòi far la spia!) quando che fevo el ceregòt e avevo spandù l’incenso per tera!”. ”No: era un tiro che faceva il cappellano, alla buona di Dio…”

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“Noi diséven anca a sbregabalón, e de Don... (nò no vòi dir el nome…) che na volta l’aveva fat n’autorete, avén dit: el capelan l’ha fat na capelada! A proposito, perché se dis ‘capelada’, sior professor: cosa ghe ‘ntra el capèl?”. ”Il cappello da prete o da laico, non c’entra. C’entra invece, secondo me, l’organo sessuale maschile. La mia è solo un’ipotesi, ma non trovo altre spiegazioni. Dunque tu sai che in dialetto i bìgoi sono gli spaghetti; e sai anche che bìgol si dice di uno sciocco…” “…sì, d’en ensemenì, d’en pampalugo, d’en macaco!”. “È così. Ma sai perché, figurativamente, si dice così?” “Gàlo a che veder col capèl del bìgol?” “Ci sei molto vicino. Quello che in dialetto viene chiamato così, nel linguaggio anatomico viene chiamato prepuzio. In italiano, ma anche nelle altre lingue, c’è questa contraddizione, questo paradosso. Agli organi sessuali, femminile e maschile, si dà giustamente un enorme importanza . Se ne parla incessantemente: dagli scritti scientifici fino alle barzellette… Attorno agli organi sessuali ruota un’industria smisurata. Di questi organi gli esseri umani, soprattutto i maschi, copertamente o scopertamente, se ne sono sempre vantati. Questo, su un versante. Sull’altro mostrano invece per questi organi disprezzo. Così, figurativamente, designano con riferimenti sessuali le cose che disprezzano. “Sì, perché i è coioni!”. “Vedi che ci caschi anche tu!” renzofrancescotti@libero.it


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trentinoarte di ROBERTO PANCHERI

taccuino d’arte UN BUSTO DI CIAN ALLA BEETHOVENHAUS DI BONN Il capolavoro ritrovato dello scultore toscano che visse a Torbole

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a mostra sui pittori e gli scultori trentini attivi a Parigi, in corso fino al 10 novembre alla Casa degli Artisti di Canale di Tenno, offre la rara occasione di osservare alcune opere di Fernando Ciancianaini, in arte “Cian”. Toscano di origine – era nato a Carrara nel 1888 – questo raffinato artista fu un vero gardesano d’elezione: nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, lasciò infatti la Francia, dove risiedeva, e trovò un porto sicuro a Torbole. Qui si costruì una bella casa in riva al lago, oggi nota come Villa Cian, dove visse e operò con la sua compagna fino alla morte, avvenuta ad Arco nel 1967. Il nome di Ciancianaini è pres-

soché sconosciuto al di fuori di una ristretta cerchia di studiosi e di appassionati, anche perché l’unica esposizione pubblica delle sue opere che si ricordi si tenne a Riva del Garda nel lontano 1956. Nel 2014 Ferdinando Martinelli ne ha tratteggiato una biografia sul periodico “La Giurisdizione di Pénede” ed ora la Casa degli Artisti – che possiede un busto di Giacomo Vittone eseguito da Cian nel 1957 – gli rende omaggio ricordando la sua attività parigina, che rimane tutta da ricostruire in sede critica. Uno dei capolavori dell’artista è senza dubbio il busto di Ludwig van Beethoven, realizzato in terracotta a Parigi in data finora imprecisata:

Fernando Cian in posa accanto a uno dei suoi busti di Beethoven

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Fernando Cian, Beethoven, bronzo. Bonn, Beethovenhaus

esso è visibile in una fotografia d’epoca accanto all’artista in posa. Dell’opera esistono diverse redazioni, una delle quali è passata sul mercato antiquario britannico nel 2008 a un’asta di Bonhams: essa è di particolare importanza perché reca accanto alla firma la dicitura “SALON 1911”, che ci fornisce l’anno della sua esecuzione e la notizia della sua esposizione al Grand Palais. Un’altra versione con lievi varianti, battuta all’asta nel 2011 da Sotheby’s a Londra, è invece segnata “SALON 1923”. L’esemplare più importante della serie, finora non considerato dagli studiosi, è la fusione in bronzo oggi conservata nel giardino della Beethovenhaus a Bonn, la casa natale del grande musicista.

Si tratta di una scultura di 45 cm di altezza, siglata a tergo del basamento “F.C.”. Le severe sembianze di L. van Beethoven sono trasfigurate in una massa metallica tormentata e vibrante che, grazie al magistrale trattamento della folta chioma, appare in tumultuosa espansione nello spazio: in tal modo lo scultore ha inteso evocare il genio creativo del compositore. Dal punto di vista stilistico l’opera si ispira all’arte di Émile-Antoine Bourdelle e in particolare al busto di L. van Beethoven oggi conservato al Musée d’Orsay, risalente al 1903. Come si ricava dal catalogo on-line del museo di Bonn, il busto di Cian entrò a far parte delle sue collezioni nel 1990 per donazione di Pierre Gonce.


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SOMMARIO NOVEMBRE 2019 Ring

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6 COMMENTI 14 IL DIALETTO INFORMA 16 TACCUINO D’ARTE

In redazione: Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Claudio Marchesoni, Stefano Margheri, Sandra Matuella, Francesca Mazzalai, Roberto Pancheri, Maurizio Panizza, Fabio Peterlongo, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi

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Attualità 20

ISABELLA TURSO

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DRONI: CON IL NASO ALL’INSÙ

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ROBERTO LOCATELLI BOHÉMIENS DI MONTAGNA CLAUDIO MOLINARI TEATRO DI MEANO ATTRAVERSO LE TERRE BRISSINESI IL “CONFINE” DI TEZZE SPECIALE CASA SPECIALE DISTILLERIE

Panorama 74 76 78 80 82 84 85 86 88 90

RENATO MORELLI E ZIGANOFF GOLF & PILATES TIROLO IN DANZA L’ULTIMO RIGORE DI BUFFA VIVERE LA MONTAGNA CHE CAMBIA L’ARTE RACCONTATA PERE UBU VINICIO CAPOSSELA ANNAMARIA GELMI ORCHESTRA “HAYDN”

Giorno per giorno

94 MOSTRE 100 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 108 114 116 118 120

I MATRIMONI DEL MESE IL CESTINO “SEABIN” NEL GARDA ANTEPRIMA MERCATINI NATALE VART TALENT X GHEZZI E IL BISTROT DEL MART

Rubriche 124 126 127 128 129

LIBRI E LIBRERIE TRENTINO VISTO DALL’ALTO STRADE DI TRENTO LA RICETTA DEL MESE #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it 21

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trentinomusica

di Fabio De Santi

CLASSICA, MOLTO CLASSICA, E UN PO’ RAP HA UN’ANIMA MUSICALE INQUIETA ISABELLA TURSO. LA PIANISTA E COMPOSITRICE TRENTINA AMA INFATTI UNIRE LE NOTE DEL SUO PIANOFORTE AD ALTRE DIMENSIONI SONORE. DOPO GLI STUDI CLASSICI IN CONSERVATORIO E UN’INTENSA ATTIVITÀ CONCERTISTICA, ISABELLA DA QUALCHE ANNO SI ORIENTA VERSO REPERTORI ETEROGENEI CHE SPAZIANO DAL BAROCCO AL CONTEMPORANEO, CON INCURSIONI NEL MONDO DEL JAZZ, DELLA MUSICA DA FILM, DEL POP E DEL RAP...

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opo gli album “All light” e “Omaggio a Donaggio”, la musicista Isabella Turso annuncia l’uscita, proprio in novembre, del suo nuovo album di piano solo, anticipato dal singolo “Dimples”; il tutto per la rinata etichetta Bluebelldisc Music, guidata da Andrea Natale e con la quale collabora anche in veste di direttore artistico. Il tutto senza dimenticare, se si parla di contaminazioni sonore, la collaborazione con il rapper Dargen D’Amico con il quale ha realizzato l’album “Variazioni”, prodotto da Tommaso Colliva, che mira ad avvicinare il genere hip hop alla musica colta. Una direzione artistica quasi “eretica”, raccontata anche da Isabella Turso in questa intervista realizzata al suo ritorno dalla Cina dove ha suonato a Shanghai. 22

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Isabella Turso, iniziamo dal successo del suo singolo estivo “Dangerous (Busta Rhymes Remix)” si aspettava questo boom di clic legati al video? Non so mai esattamente cosa aspettarmi dal mondo del web, è troppo imprevedibile e in continua trasformazione. In ogni mio esperimento musicale cerco di esprimermi attraverso uno stile sincero, riconoscibile e profondamente mio. La speranza è sempre la stessa: abbracciare un pubblico sempre più ampio, vario, attento e sensibile. Da dove l’idea di questo pezzo? Da qualche anno a questa parte mi sto appassionando al mondo musicale hip hop, specialmente a quello internazionale. Ho ascoltato di tutto, concentrandomi sull’epoca d’oro, gli anni ’90, dai

Beastie Boys, ai Public Enemy, Warren G, Method Man, ma in particolare Busta Rhymes che mi ha colpito per fantasia metrica, flow frenetico ed impeccabile, una carica esplosiva impressionante. Ho cercato di tradurre questa energia dirompente con il mio stile “classico”, divorandomi il pianoforte. “Dangerous” è il secondo tassello, dopo “Get Busy”, del progetto Rapmaninoff: di cosa si tratta? Rapmaninoff è un progetto che sto portando avanti con determinazione e tanta curiosità. Recupero materiale tematico del panorama hip hop e del repertorio di musica colta, li mescolo ai miei temi originali, li rielaboro e reinvento uno stile. Get Busy è la cover del famoso brano di Sean Paul, ho usato la voce di


trentinomusica un amico rapper (che resterà anonimo), il testo è ridotto e loopato, il tema classico del Peer Gynt di Grieg si mescola al mio tema originale, il tutto su una base ritmica ricavata da drums elettronici e percussioni del “pianoforte preparato”. È stato il primo singolo di Rapmaninoff uscito sul mio canale YouTube, con un videoclip molto rappresentativo dello stile “urban e classico”, girato interamente in piazza Gae Aulenti a Milano. Mi par di capire che lei si diverta quindi a rimescolare le carte, e ad abbattere le barriere fra i generi. La parola “divertimento” viene dal latino “divèrtere” che significa volgere altrove, deviare, andare in direzione opposta. La mia interpretazione di divertimento è quindi una deviazione dagli schemi comuni, è fondamentale rimescolare le carte, eliminare le distanze tra generi diversi e scoprirne le affinità più che le divergenze. Le sue ultime produzioni si legano all’etichetta Bluebelldisc Music di Milano: come è nata questa collaborazione? “Bluebelldisc Music è una realtà discografica indipendente rinata recentemente dopo anni di inattività e raccoglie un’eredità molto importante. Tra gli artisti lanciati e prodotti negli anni ’60 e ’70 dal discografico Tony Casetta c’è il grande Fabrizio De André. A ottobre dello scorso anno l’erede Simone Casetta affida al manager Andrea Natale i due storici marchi Bluebell Records e Belldsic Italiana, inaugurando questo importante passaggio del testimone con la mia musica. A dicembre è uscito il mio singolo Disthands/Sicilian Dream per BBD”.

Una delle cover dell'album "Variazioni"

Oltre ad essere nel nuovo catalogo lei è anche direttore artistico di questa label. “Dopo la pubblicazione del mio singolo, mi hanno proposto di occuparmi della direzione artistica, un compito molto impegnativo, ma che sento di poter fare con coscienza, e dedizione. L’industria discografica sta cambiando, è sempre più digital, sempre più schiava delle playlist. Si rischia poco, ci si omologa perché alla disperata ricerca dei numeri, molto spesso a discapito dell’arte. Stiamo costruendo una appassionata squadra di lavoro, al servizio del bello, dell’arte e dell’impresa culturale. Abbiamo già investito su alcuni giovani artisti, alcuni dei quali di prossima imminente uscita”, Si parlava di Youtube e della visibilità on line: quanto è importante per lei la dimensione dei video? Ho sempre dimostrato grande interes-

se per la musica legata alle immagini, ho realizzato molti progetti nel corso degli anni in cui il video è protagonista assieme alla musica. Ma si trattava di concerti e spettacoli dal vivo, quindi con un rapporto diretto e senza filtri con il pubblico. Recentemente ho iniziato a curare e rinnovare il mio canale YouTube, che finora avevo un po’ trascurato. Lei negli ultimi anni ha trovato visibilità anche a livello nazionale: ma quanto è difficile per un musicista trentino trovare spazi fuori dai confini locali? Quanto sia difficile non saprei, sicuramente mettere radici nella mia bella, rassicurante, ricca e affascinante città mi sembrava troppo semplice. Muoversi nella “comfort zone” non è mai stato il mio obiettivo, direi tutto l’opposto. Il movimento crea energia, opportunità, visione d’insieme. E mi diverto di più. Siamo troppo provinciali o è una

In concerto con Dargen D'Amico 23

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trentinomusica questione proprio di dimensioni, di spazi, d’opportunità? Trento potrebbe trasformarsi nella città delle opportunità, perché ha tutte le carte in regola. Le risorse non mancano, ha una vocazione turistico-culturale, è città universitaria. Dovrebbe, potrebbe fare molto di più. Qual’è stata la scintilla che l’ha portata ad avvicinarsi ad amare il piano? Mio padre mi ha trasmesso la sua grande passione per il pianoforte, che suonava ad orecchio. Mi faceva ascoltare i grandi pianisti, Horowitz, Rubinstein, Ashkenazy. Le figure più importanti, gliene lascio citare due o tre, per la sua formazione? La mia insegnante di pianoforte, Marina Cainelli, un punto di riferimento importante durante il percorso di studi in Coservatorio, poi sicuramente la grande pianista Alicia De Larrocha con cui studiai a Barcellona, gli anni successivi al diploma. Fra i personaggi più importanti con cui ha collaborato c’è anche Pino Donaggio… Con Pino si è instaurato un rapporto di stima reciproca, ci sentiamo tutt’oggi ed è un artista che mi ha insegnato ad affrontare il nostro mondo artistico, così instabile e ricco di contraddizioni, con sano distacco e senso critico. Cosa ha pensato quando il 25 dicembre del 2014 ha ricevuto la telefonata di un certo Ennio Morricone? Credevo fosse uno scherzo, ovviamente! Avevo la febbre (cosa che non capitava da anni), e pensavo di avere un’allucinazione. Si presentò dicendo: Buongiorno sono Ennio Morricone, è la signorina Isabella? Ho chiesto al Maestro un secondo per riprendermi e mi sono seduta. Aveva ascoltato il mio arrangiamento dei due temi di Nuovo Cinema Paradiso per pianoforte e archi (gli archi erano stati arrangiati dal figlio Andrea). Mi disse che in quella versione e nel mio modo di suonare, aveva percepito talento e sensibilità. Poi mi fece gli auguri di un sereno Natale. E di fatto, fu il Natale più bello della mia vita. Poi c’è anche l’incontro con Dargen D’Amico che le ha aperto le porte all’universo del rap... Dargen è una persona davvero speciale e un artista unico nel suo genere, va oltre l’hip hop. L’album Variazioni, uscito nel 2017, che ci ha portato in tour per tutta l’Italia ci sta regalando ancora molte soddisfazioni, recentemente ab24

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Da sx, Murubutu, Willie Peyote, Isabella, Dargen D'Amico, Frank Sativa

biamo suonato in Puglia alcuni brani tratti dall’album, in una particolare versione per orchestra di fiati. Oltre la musica quali passioni ci sono nella vita di Isabella Turso? Ho un meraviglioso figlio adolescente che mi appassiona ogni giorno di più. Adoro andare al cinema. E in un’altra vita farò l’etologa: andrò a studiare il comportamento dei gorilla nelle foreste del Ruanda. Che genere di film le piace? “Mi piace il cinema d’autore, Fellini, Wenders, Lynch, Kubrick, Pasolini.. ma anche i thriller alla De Palma”.

Il suo sogno nel cassetto? Il prossimo album con Eminem. Il suo ultimo viaggio legato alla musica si è svolto in ottobre. Si, sono appena rientrata da un viaggio in Cina, a Shanghai, dove ho partecipato ad un evento esclusivo di fronte ad un parterre davvero eccezionale, che mi ha vista coinvolta come pianista solista. Ho suonato con la Shanghai Philarmonic Association Orchestra il brano originale del film “Cashmere - The Origin of a Secret” realizzato per Loro Piana dal regista Luc Jaquet, vincitore del premio Oscar con ■ “La Marcia dei Pinguini”.


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UN CAFFÈ A CASA DI...

di Pino Loperfido e Paolo Curcu

ROBERTO LOCATELLI: “FELICE DI PERSUADERVI” PER PARLARE DELLA PUBBLICITÀ E DELLA COMUNICAZIONE NELL’ERA DEL WEB, MA NON SOLO, SIAMO ANDATI A TROVARE IL PATRON DELLA PLUS COMMUNICATIONS, STORICA AGENZIA DI TRENTO. RICORDANDO GLI ANNI ‘80 E ‘90, ABBIAMO PARLATO DELL’USO DEL CORPO FEMMINILE NELLE RECLAME, DELLA SUDDITANZA DEL TRENTINO RISPETTO ALL’ALTO ADIGE E DI MOLTO ALTRO ANCORA. COMPRESA LA SFOLGORANTE CARRIERA PARALLELA CHE HA VISTO ROBERTO DIVENTARE ARBITRO INTERNAZIONALE DI PALLAVOLO

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ui è uno dei pubblicitari più conosciuti, non solo in Trentino, ma non ama farsi molta pubblicità. Partiamo da questo curioso paradosso per andarlo a trovare nel suo elegante appartamento in città – dove vive con la moglie Monica e la figlia Irene – e per farci raccontare la sua storia, le sue passioni e, naturalmente, il suo lavoro. Si chiama Roberto Locatelli ed è il fondatore della Plus Communications. Salendo le scale, non può non tornarci alla mente un famoso slogan degli anni Ottanta, con cui l’omonimo gruppo alimentare italiano usava reclamizzare i propri prodotti: “Locatelli fa le cose per bene”. Si presume che valga anche per l’occhialuto protagonista di “Un caffè a casa di…” di questo mese. Ma potremo dire di averne la certezza solo al termine della lettura. Nel 1978, Roberto Locatelli ha 18 anni e in un Trentino in cui tutti i ragazzi di quell’età puntavano al posto fisso, possibilmente nel settore pubblico, si innamora della comunicazione. “L’estate lavoravo con la Forestale, alla misurazione delle piante, piano economico, ecc. Con i soldi che guadagnavo mi pagavo i corsi per pubblicitari a Milano, Padova, ecc.”. Per un po’ di tempo fa pratica come designer per alcuni architetti, dopo di che – tra le ambasce dei suoi che avrebbe26

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trentinoincontri ro voluto blindarlo come geometra-delcomune – Sergio Benassi, antesignano del settore, lo chiama al suo fianco. Nei primi anni Ottanta, Roberto diventa socio dando inizio così alla sua fortunata carriera professionale all’interno dell’azienda. Tuttavia, ci sia concesso fare un micropasso indietro, per cercare di capire quale scintilla scatena nella mente del piccolo Roberto la passione per claim e logo aziendali. “Non credo ci sia stato un momento preciso in cui è scattato qualcosa… È come se fossi sempre stato innamorato di questo mondo”. È un bambino curioso, questo sì. Ama parlare e stare con i compagni. “Relazione e capacità argomentativa sono sempre state il mio forte. Un po’ più debole la mia visione organizzativa”. A 18 anni legge “I persuasori occulti” di Vance Packard, un testo profetico sui poteri occulti della pubblicità. Arriva il proverbiale colpo di fortuna: Ettore Zampiccoli, allora direttore dell’Apt del Trentino, gli chiede di fare da consulente esterno per un salto verso agenzie nazionali. Per Roberto sono anni in cui conosce gente come Alberto Cremona, Giorgio Brenna, Leo Burnett, Gavino Sanna e altri importantissimi del settore. “Per me è stata una scuola straordinaria oltre che fondamentale”. Tra gli altri, conosce il compianto Enzo Baldoni, grandissimo copywriter, ucciso in Iraq nel 2004. L’esperienza di quegli anni gli permette di avere un’idea più precisa della professione. È allora che apprende come “le agenzie vivono se riescono a mantenere un equilibrio tra due aspetti: l’insegna e l’impresa. Se punti tutto sulla prima,

Con la moglie e la figlia Irene

il nome, e non controlli la seconda, non puoi farcela”. Questa la ragione per la quale molte aziende pubblicitarie di quegli anni sono scomparse? “Esatto. Molti erano grafici aumentati, diciamo così, più che pubblicitari veri e propri, senza un’apertura olistica”. Si guadagnava in quegli anni? “Certo, e molto. Si viveva ad un altro livello… E l’errore di molti è stato quello di puntare sull’insegna e non investire nei talenti dell’impresa e nelle idee”. A metà degli anni Novanta, Benassi ha un’ottima intuizione: quella di portare il

video nel medicale. “Credo sia stato il primo in Italia a portare le telecamere in sala operatoria”. Sì perché la Plus era anche una casa di produzione video che a quel punto si apprestava a lavorare con giganti internazionali come la Bayer e la Glaxo. Se non fosse che il ciclone Tangentopoli, con i clamorosi arresti di Francesco De Lorenzo e di Duilio Poggiolini, congela la Sanità italiana e obbliga tutte le aziende farmaceutiche ad un blocco delle forniture. Per la Plus è un colpo da ko. Benassi e Locatelli si accordano e quest’ultimo acquisisce il

Arbitro di pallavolo 27

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trentinoincontri ramo di attività. A proposito, che ricordo ha di lui? “Si potrebbe dire che è stato l’unico vero pensatore della comunicazione nel Trentino di quegli anni. Aveva una visione. Era di un’altra categoria. Gliene va dato atto”. Novembre 2004. Roberto si sveglia alle 3 del mattino e si mette al tavolo della cucina. “Mi sono messo a scrivere su un foglio le competenze di tutte le altre agenzie regionali. Una vera e propria mappa. Commercianti, stampatori e poi i limiti e le qualità di ognuno”. Così facendo, tirando le somme, si accorge della presenza di un vuoto: quello relativo alla strategia creativa, con la esse e la ci maiuscole. L’8 gennaio 2005 è una data speciale. Locatelli rifonda la Plus, tenendo il vecchio nome e affrontando così un compito non facile: quello di ridisegnare un percepito di marca. Nel senso che il sentire comune vedeva le agenzie pubblicitarie come i classici prezzolati della politica. La nuova PlusCo. decide di investire sui talenti, con una tendenza alla delega piuttosto marcata. “Ci sono diversi tipi di deleghe. Io credo di essere affezionato a quella vera, nel vero senso della parola. Non è facile”. Com’è lavorare con dei talenti? “I talenti restituiscono tanto, ma pretendono sicurezze e libertà, garanzie e un contraddittorio alto”. Chiediamo come è stato nel tempo il suo rapporto con le Istituzioni e la risposta è spiazzante: “Non è mai esistito. Nel 2005, per poter ricostruire una sorta di reputazione aziendale ho dovuto optare per una cesura netta”. D’altra parte l’obiettivo principale era quello di creare una marca che guardasse oltre i “piccoli” lavori provinciali. Questa era la condizio-

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PUBBLICITARI A TRENTO

In quegli anni, molti erano grafici aumentati, diciamo così, più che pubblicitari veri e propri, senza un’apertura olistica.

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Con la gatta Minni

ne necessaria – e forse anche sufficiente – per poter crescere. Diversamente il rischio è quello di un’involuzione. Un livello culturale a cui molte aziende al giorno d’oggi non accettano di allinearsi. Una scelta precisa sulla qualità. “Si fa presto a dirlo, attenzione. Dopo però la qualità devi perseguirla quotidianamente nella capacità operativa”. Cosa ha significato l’avvento del web per voi? “Lo stesso impatto che le tv commerciali di Berlusconi ebbero rispetto alla Rai. Un impatto devastante perché pochi erano attrezzati sul messaggio video e

facevano l’errore di prendere l’approccio grafico e adattarlo al video. Un errore clamoroso”. Una tentazione quella dei servizi web che non ha mai toccato Locatelli. “È la degenerazione dell’uno vale uno”. Prego? “La non-cultura dilagante. Voglio dire, se il tema è l’idea, dove sta l’evoluzione?” Non lo sappiamo. Ce lo dica lei… “Se il tuo mestiere è lo sviluppo dell’idea, è chiaro che devi adattarti ad ogni tipo di media. Molte agenzie hanno semplicemente aggiunto servizi (social, seo, ecc.), ma non è questo il punto. Il

BUSTINE DI ZUCCHERO

TRENTINO MARKETING

Stiamo parlando di bustine da zucchero, non dello spot al Superbowl. Si tratta di una polemica abbastanza sterile.

Credo che strategicamente stiano lavorando bene. Dalla loro hanno la scelta ante litteram legata al web e al digital.

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DOMANDE FISSE Il libro che sta leggendo. In contemporanea: “Platform” di Michel Houellebecq e Sergio Marchionne” di Tommaso Ebhard). Numero preferito. Nessuno in particolare. Colore preferito. Arancio, in dosi contenute. Altrimenti nero. Il piatto che ama di più. Fegato alla veneziana. Il film del cuore. “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Squadra di calcio. Sono calcisticamente laico. Automobile. Audi Q5 Il viaggio che non è ancora riuscito a fare. Tanti. New York, in particolare. Animali domestici. Una micia: Minni. Cantante, compositore o gruppo preferiti. Roberto Vecchioni. I Genesis di Peter Gabriel. Gotan Project. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Architetto. La cosa che le fa più paura. La non cultura dilagante, La cultura dell’uno vale uno. Il suo sogno notturno ricorrente. Sogno sempre sogni differenti. …e, ovviamente, lo slogan pubblicitario preferito? “Just do it” della Nike. tema è riuscire a mantenere la capacità strategica al centro”. La gatta Minni ci interrompe per un momento, forse annoiata da discorsi tanto tecnici, grattando la poltrona. Che abbia un po’ fame? Ma torniamo alla nostra provincia. L’occasione è ghiotta per domandare un parere sulla promozione istituzionale del Marchio Trentino. Secondo Locatelli, com’è la comunicazione di Trentino Marketing? “Credo che strategicamente stiano lavorando bene. Dalla loro hanno questa scelta ante litteram legata al web e al digital, con notevoli risultati. Riguardo poi alla scelta dello sport, può piacere o non piacere, ma il tema è quando pensi ad una regione a cosa pensi?” Creare un elemento differenziante è dunque una scelta vincente?

Da sx, Luca Franceschini, direttore creativo della Plus, Oliviero Toscani e Roberto Locateli

“Sì, ti aiuta perché lo sport non viene inteso come agonismo, ma siamo in un concetto laico dello stesso. È qualificante per un territorio poter rappresentare un pensiero, un’inclinazione”. E che dire della sudditanza psicologica che spesso attanaglia i trentini nei confronti dei cugini südtirolesi? È frutto anche di scelte di marketing differenti? Pensiamo all’offerta enologica, ad esempio. “Dimentichiamo spesso il senso della qualità e dell’appartenenza ad un territorio che al netto della politica e del marketing per gli altoatesini è diverso. Tutto qui. Estremizzando, noi siamo veneti, a confronto. E quello che loro riescono a fare con i vini a noi, per dire, è riuscito con il Trentodoc”. Locatelli ci ricorda a tal proposito la geniale campagna pubblicitaria in cui l’Alto Adige veniva rappresentato da un balcone colmo di gerani in fiore, con il celebre claim “Voi siete qui”. Geniale. “Ognuno ha le sue bellezze e le sue peculiarità. Il Trentino, ad esempio, può vantare un ventaglio di offerta che va dalle Dolomiti al Lago di Garda. Cosa che l’Alto Adige non può fare…” È affascinante vedere come da un pubblicitario, da uno stratega della comunicazione possano arrivare così tante dettagliate indicazioni sul territorio. Quasi che chi fa questo mestiere abbia un po’ anche il polso di una certa situazione economica e sociale. Una sorta di arbitro che giudica secondo un regolamento, autoredatto da anni di esperienza, incontri e confronti, anche ad alto livello. Va bene, va bene, lo confessiamo: il termine “arbitro” ve lo abbiamo propinato

furbescamente, tanto per introdurre una delle passioni extralavorative che ha portato il Nostro a diventare per qualche anno nientemeno che arbitro internazionale di pallavolo. A volte, nella vita si presentano degli incroci (vi ricordate il film “Sliding doors?”) e bisogna avere la capacità di intuirli e il talento di coltivarli. Locatelli, ma come è potuto accadere? “Per fortuna, confessa, semplice fortuna”. “Un mio compagno di quarta superiore un bel giorno mi dice: visto che ti piace la pallavolo, vieni con me a fare il corso per arbitri che c’è sempre

Un caffè a casa di...

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bisogno…” Insomma, la sorte vuole che sia proprio bravo. Il primo a sorprendersi è proprio lui, che mai avrebbe pensato di fare una cosa del genere. Brucia le tappe. “A 18 anni regionale, a 21 serie C, a 24 in serie B, a 28 in serie A2, a 31 in serie A e a 36 internazionale. Boom. Sparato fuori dal cannone, come al circo”. Ma era veramente così bravo da…? “Diciamo che gli osservatori della Federazione erano presenti quasi sempre nelle mie partite migliori. Sapete, ok la bravura, ma un po’ di fortuna ci vuole nella vita”. Come darle torto? “Ho arbitrato per 12 anni in coppia con Paolo Barbero. Un affiatamento senza precedenti che ci ha portato a partite indimenticabili, finali scudetto comprese”. La famiglia sopporta la sua lontananza, lo fa volentieri, anzi, quando il papà è in Tv, la piccola Irene e la signora Monica organizzano dei veri a proprio picnic in soggiorno, per non perdersi nemmeno un suono di fischietto. Una volta tanto, anche l’arbitro ha i suoi ultras. A 49 anni Roberto lascia, sei anni prima, anche a causa degli impegni dell’agenzia, facendosi promettere dalla federazione che lo avrebbero rimpiazzato con un giovane. Ma tornando a bomba alla pubblicità, la domanda è di quelle dirompenti. L’abbiamo tenuta alla fine proprio per questo: quanto conta per un’agenzia il prodotto che il cliente intende promuovere? Vogliamo dire, se si presenta un produttore di armi o di cotton fioc o di qualcosa la cui qualità è notoriamente bassa, che si fa?! “Ci sono aspetti etici che si incontrano e scontrano con la sensibilità di una struttura: ad esempio, le armi o la plastica 30

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o la politica. Sulla qualità del prodotto è legittimo che ci si interroghi, ma non sempre si può intervenire. Il contenuto della comunicazione deve essere correlato a delle argomentazioni oggettive”. Eh, sì, perché non è che un cliente può mettersi a fare proclami senza un fondamento. Nemmeno un politico, se è per quello… Perché poi, specie sui social, di certi aspetti bisogna rendere conto. E se di questi clienti “millantatori” gliene arrivassero 3, 4 di fila? “Allora devi cominciare a farti una domanda. Forse, a quel punto, anche la qualità del tuo lavoro sta tendendo verso il basso”. Un’altra curiosità. Qual è la sua idea dell’uso del corpo femminile in pubblicità? “Credo che la gestione sbagliata di argomenti di vendita – vale per tutti i corpi umani – sia efficace anche nel farsi del male, come cliente intendo. Salvo solo quelle situazioni in cui il paradosso

e l’ironia sono la chiave del messaggio. Mi viene in mente il famoso spot con Rocco Siffredi…”. Come non tirare in ballo, allora, anche la polemica legata alle bustine di zucchero della Val di Fassa, balzate recentemente all’onore delle cronache nazionali. ‘’Na bela femena l’à l cul e l piet sot la pievia” (Una bella donna ha il sedere e il petto non al riparo), questo il messaggio stampigliato… Chiediamo a Locatelli se in questo caso faccia più male che bene al prodotto che, lo ricordiamo, non è lo zucchero in sé, ma l’ambito territoriale. “Mi pare fosse solo uno di dieci messaggi diversi e già questo cambia il giudizio. E poi stiamo parlando di bustine da zucchero, non dello spot al Superbowl. Si tratta di una polemica abbastanza sterile. Anche perché in questa chiave potremmo non poter parlare dei calvi, dei grassi, e così via. Si rischia una deriva buonista, insomma”. Stiamo ora per chiedere quanto ha a che fare con l’arte il suo lavoro... Una domanda tenuta in serbo con cura, convinti di ricevere un’articolatissima e consolatoria risposta. Ma una cocente delusione ci attende… “Zero”, Locatelli è lapidario. “Forse c’entrano culturalmente, nel senso di conoscenza di mondi altri. Arte e comunicazione stanno su poli opposti perché, mentre l’artista è la personificazione della libertà, il creativo dà i migliori risultati quando è costretto in un recinto molto stretto”. Ma voi pubblicitari studiate sempre? Con quali modalità vi aggiornate? “L’aggiornamento di un creativo sta nella capacità che lui ha di vivere la sua vita. Andare a teatro, girare le città. In una parola: essere curioso”. Nient’altro? “Oggi si è aggiunta la conoscenza dei dati e dell’utilizzo dei media. Sapere costruire dei progetti comunicativi che funzionino in maniera diversa su media differenti”. Ci salutiamo ricordando per scherzo alcuni mitici slogan degli anni Sessanta e Settanta: “Il brandy che crea l’atmosfera”, “Zoppas li fa e nessuno li distrugge”, “Dufour. La Caramella che ti piace tanto”, ecc.. Ci danno lo spunto per un ultimo quesito, giusto mentre si sta aprendo l’ascensore. “È ancora possibile oggi inventare slogan che facciano epoca?” Roberto Locatelli sorride perché ha già la risposta. “No, perché non esiste più il Mito. La velocità della vita non ne consente più la creazione”. Peccato. Per un attimo ci avevamo sperato. ■



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CON IL NASO ALL’INSÙ

di Tiziana Tomasini

FENOMENO DRONI, UN ALTRO MODO PER VOLARE ED OSSERVARE. MA CON TANTI LIMITI E MOLTE REGOLE. GLI AEROMOBILI A PILOTA REMOTO (APR), COMUNEMENTE DETTI “DRONI”, SONO IL FENOMENO DEL MOMENTO. MA QUANTE TIPOLOGIE CI SONO? CHI LI USA? PER FARE COSA? NELLA NOSTRA INDAGINE SULLA MANIA DEI DRONI ABBIAMO SORVOLATO QUESTA NUOVA DIMENSIONE, CON UN OCCHIO SU QUELLO CHE CIRCOLA NEI CIELI DEL TRENTINO…

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uante volte ci è capitato di osservare qualcosa di strano in movimento in cielo e di sentirci dire: ”Ah, è un drone!” A metà strada tra intrigante fantascienza e inquietante realtà, questi oggetti volanti guidati dall’uomo stanno conquistando a livello esponenziale l’attenzione del mondo. Sostenuti, affinati e definiti da una crescita tecnologica senza freni, i droni sono a tutti gli effetti il fenomeno volante del momento. Per definizione, sono dispositivi in grado di volare senza avere un pilota a bordo, ma guidati, comandati e diretti da terra o da un altro mezzo in volo. Pensati ed ideati in ambito militare - finalizzati allo spionaggio ed ai bombardamenti - gli Aeromobili a Pilota Remoto nascono dall’evoluzione dei velivoli radiocomandati e in tempi piuttosto recenti hanno fatto il loro ingresso trionfale 32

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nell’ambito civile. Di piccole dimensioni e molto leggero per poter spiccare il volo, il drone si ispira per struttura ad alcune caratteristiche degli insetti, come lo scheletro e le ali, in grado di sfruttare al meglio l’aria e le sue correnti. E che spesso a bordo monta un occhio veramente speciale e tecnologico: la telecamera. Ma quali sono le principali tipologie? Ci sono quelli dotati di eliche, che simulano in toto le caratteristiche di un elicottero; ci sono quelli con grandi ali, simili a piccoli alianti, pensati per sfruttare al meglio le correnti aeree e coprire lunghe distanze; e poi ci sono gli ibridi, che alle sopra descritte caratteristiche associano la capacità – attraverso due/quattro ruote motrici – di muoversi sul terreno ed evitare ostacoli. Usati con diverse finalità da vari soggetti – dalla polizia alla Protezione Civile, dai carto-

grafi ai semplici amatori – si è compreso di dover delimitare l’azione degli APR. Infatti, proprio in virtù di queste grandi potenzialità, è stata resa necessaria la regolamentazione di tali mezzi, capaci ad esempio di intralciare il traffico aereo e di interferire con i radar, con rilevanti conseguenze. Ma di droni si continua a parlare, eccome. Basti pensare alla recente fake news del grande sito di consegne in tutto il mondo, che garantiva massima velocità nel recapitare la merce ordinata grazie all’utilizzo di droni. E in Trentino? Com’è la situazione droni? Cosa si aggira nei nostri cieli? Abbiamo fatto un po’ di domande a Fiorenzo Battisti, amministratore dell’associazione Trentino Droni. Un accenno all’associazione: perché è nata, da quante persone è composta, dove ha sede, dove si allenano

i componenti... L’associazione nasce dall’idea di tre persone con una duplice passione: chi per i droni, chi per i filmati che si possono fare con i droni. Oggi sono da solo. La sede si trova a Scurelle, in Valsugana, ma la sede operativa è a Roncegno Terme. Quando nasce la passione per i droni in Trentino? Più che passione nasce dalla curiosità di capire se si è in grado di pilotare una telecamera volante; perché questo è in definitiva un drone. Anche se potrebbe avere tanti usi che però non vengono incentivati. Oltretutto i regolamenti sono molto limitativi sull’uso. Ricordo e sottolineo che il drone non è un giocattolo: si impara facilmente ma non bisogna sbagliare mai. Quali sono gli aspetti piacevoli di questo hobby? Come ho già detto, il drone non è né un gioco né un


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hobby: dopo avere imparato a pilotarlo bisogna trovare un utilizzo pratico, perché pilotarlo è piuttosto stressante e la tecnologia di un drone è spesso un pericolo per il drone stesso. Piacevoli e soddisfacenti sono i risultati ottenuti nelle riprese; hai un’altra visibilità del mondo e a livello di uso pubblicitario i risultati di immagine sono veramente buoni. Chi è il “dronista” tipo? Per la verità non conosco tanti dronisti: so per certo che tanti hanno abbandonato perché siamo soggetti a troppe regole che rendono difficile esercitare questa attività. Il dronista tipo? Uno che cerca rogne!!!! Cosa consentono di fare questi apparecchi? A quali altezze si arriva? Che distanze si possono coprire? Le prestazioni di un drone dipendono molto dal radiocomando: con un buon radiocomando si può arrivare ai 4 km di distanza, ma per le normative vigenti il drone deve essere a vista e quindi in realtà non si superano i 500 m. Un drone può essere programmato e può compiere dei tragitti prestabiliti, si potrebbe usare per sorveglianza come per consegna di merce in rifugi nel caso di calamità naturali; ma in effetti il tutto contrasta con le normative ENAC [Ente Nazionale per l’Aviazione Civile,

che di recente ha redatto un documento riguardante l’uso privato dei mezzi a pilotaggio remoto] Sono difficili da usare? Quali competenze ci vogliono? Non sono difficili da usare, ma non si è mai certi di tornare a casa con il drone; anche un piccolo drone professionale è dotato molta tecnologia, anche troppa: si deve collegare ad almeno 6/7 satelliti per avere il GPS funzionale e spesso per influenza di campi geomagnetici, “si può perdere la bussola”. E allora la frittata è fatta. Sul nostro sito esiste anche la possibilità di vedere e rilevare l’intensità dei campi geomagnetici, ma spesso questi dati si trascurano o qualche volta cambiano in poco tempo. Per i droni sopra i 300 grammi è necessario possedere una patente, che è parecchio

costosa; prima di sostenere l’esame ti devi istruire praticamente presso delle scuole. E tutto questo costa. Fortunatamente, con le nuove disposizioni, si possono usare senza patente quei droni che pesano meno di 300 grammi e subito i produttori si sono dati da fare per creare droni favolosi a basso peso. Quanto costa un drone? Un drone sotto i 330 grammi costa oggi dai 700 € in su: parlo di droni “professionali” con GPS, programmazione e ritorno automatico; a questo costo si deve aggiungere quello del tablet, il radiocomando, qualche batteria in più e quindi si arriva sempre abbondantemente sopra i 1000 € e non sai se il giorno dopo potrai volare ancora. Il problema non è la spesa iniziale, quanto mettere in conto quello che dovrai spendere in futuro per continuare a volare. Basta un colpo di vento e addio drone. Ci sono regole? E divieti? Ci sono un sacco di regole, penso una ventina di pagine del regolamento ENAC. Le principali sono: si deve vola-

re a vista, non si può volare di notte, il drone deve essere assicurato, si può volare in presenza di persone solo con i “trecentini”, ma le persone non devono essere più di un tot, bisogna fare denuncia alla pubblica sicurezza per effettuare riprese con drone. Diremo che se uno dovesse rispettare rigorosamente le regole non uscirebbe neanche di casa. Cosa consiglierebbe a chi vuole avvicinarsi a manovrare droni? Chi vuole imparare a volare con i droni deve prima sapere che cosa vuole fare in futuro con questa sua esperienza, e prima ancora di prendere in mano un radiocomando di informarsi di tutta la parte burocratica. Se uno poi lo fa per gioco con piccoli droni giocattolo non ci sono problemi, ma è un gioco che dura poco. Come evolverà il futuro di questi macchinari? Io ho sempre sostenuto che un giorno voleremo con i droni, ma con tutte le regole esistenti immaginiamoci se qualcuno osa investire in questa avventura: il drone è o sarebbe un mezzo di trasporto unico, ma se pensiamo solo che bisogna fare la denuncia all’ ENAC per fare la ripresa di un albergo con i droni sopra i 300 grammi, figuriamoci salire e spostarsi con un drone che pesa 500 kg. Ci sarà comunque un futuro ma sarebbe essenziale avere la possibilità di poterlo guidare non solo collegandosi ai satelliti per la funzione GPS, ma anche per la guida, come succede per i ■ droni militari. 33

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trentinoarte di Fiorenzo Degasperi

Parigi, 1979. Gianluigi Rocca disegna lungo la Senna

BOHÉMIENS DI MONTAGNA C’È STATO UN PERIODO FELICE IN CUI GLI ARTISTI TRENTINI ERANO DEI “VAGABONDI” DELL’ARTE, DEGLI ERRANTI, SEMPRE CURIOSI, OSTINATI, ALLA RICERCA CONTINUAMENTE DEL NUOVO O DI CIÒ CHE POTESSE LEGARLI AL FLUIRE DEL MONDO. QUANDO RIENTRAVANO IN TRENTINO PORTAVANO E HANNO PORTATO UNA VENTATA DI GIOIA E DI VITALITÀ. C’È STATO UN PERIODO IN CUI LA CITTÀ CALAMITA PER L’ARTE ERA PARIGI, LA CITTÀ DELLE AVANGUARDIE CHE, COME SCRISSE BAUDELAIRE, POTEVA MOSTRARE CIÒ CHE SUSSISTE DELLA VITA 34

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trentinoarte

Silvio Clerico

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a be’ che la storia, come materia – ma anche come conoscenza – è diventata un optional, la vorrebbero relegata nel dimenticatoio perché “conoscere” da sempre fastidio, perché conoscere vuol dire imparare, attrezzarsi di strumenti che ti aiutano, nella vita, a fare delle scelte. La storia è fondamentale anche nel mondo dell’arte, per uscire dalla stringente logica di una produzione “qui ed ora”, aliena dai crismi della critica, estranea ai valori. La storia va conosciuta soprattutto per uscire da quel sistema che vuole il trentino chiuso all’interno della corona di montagne che circonda il proprio territorio, montagne che invece di unire attraverso gli antichi passi, come avveniva nel passato, s’innalzano come barriere psicologiche, creando al proprio interno un catino illusoriamente “felice”, scevro di confronti, di paralleli. Gli artisti trentini sono centinaia e centinaia, ma invece che operare, ricordando Alexdre Koyré, dal mondo chiuso, quello periferico, all’universo infinito, la modernità, hanno preferito la vecchia cosmologia, basata sull’arcaica concezione geo-antropocentrica, optando per un mondo “feudale” fatto di feudatari, valvassori e valvassini. Ogni valle ha il suo Re e la sua corte, e l’arte è diventata un grande gioco di specchi che rimanda continuamente l’immagine di se stessa non riuscendo a creare rete, connessione, informazione, cultura. Però, chi è uscito dalla corona di monti, ha fatto la storia, chi è rimasto ha fatto soltanto la cronaca. E questo vale ancor oggi. Eppure c’è stato un periodo felice in cui gli artisti trentini erano dei “vagabondi” dell’arte, degli erranti, sempre curiosi,

1921. Cian nel laboratorio di Parigi (Archivio Giuliana Rasmo)

ostinati, alla ricerca continuamente del nuovo o di ciò che potesse legarli al fluire del mondo. Senza citare gli storici Giovanni Segantini e Bartolomeo Bezzi, a partire dalla fine dell’Ottocento fino a non molti anni fa, in maniera sparsa, anarchica, individuale, artisti trentini hanno preso pennello e bagagli e si sono trasferiti in altre città europee per essere dentro l’ambiente in cui si faceva la storia. Magari si fermavano soltanto qualche anno, altri si sono accasati per decine di anni, altri ancora sono morti lì. Ma quando rientravano in Trentino portavano e hanno portato una ventata di gioia e di vitalità che gli hanno permesso di sopravvivere in questo

ambiente, anche chiusi all’interno del proprio studio, ma con lo sguardo vorace che turbava i sensi, consapevoli che il proprio sistema mentale è una specie di dannazione che spinge a un’abiura incessante: occorre sempre inventare un qualcos’altro e questa fatica è un castigo crudele. In quel periodo, la città calamita per l’arte era Parigi, la città delle avanguardie che, come scrisse Baudelaire, poteva mostrare ciò che sussiste della vita. Per non dimenticare, per far conoscere l’età d’oro dell’arte trentina, quando gli artisti, bagagli in mano, andavano a studiare e ad imparare a dipingere e a scolpire lì dove il fuoco della passione

“Scorcio di Parigi”. Silvio Clerico, 1929 (Archivio-Briscoli) 35

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trentinoarte Tullio Garbari

incendiava l’Europa, Roberta Bonazza, coordinatrice della Casa degli Artisti “Giacomo Vittone” a Canale di Tenno – splendido borgo medioevale affacciato sulle acque del Garda – ha pensato bene di allestire una mostra che ricordi tutto questo, che riporti in superficie i viaggi artistici di un tempo e di quelli effettuati pochi anni fa. Parigi. Artisti trentini, 1900-1989 è il frutto di una ricerca inedita che indaga le storie di otto artisti trentini, i quali nel periodo che va dall’alba del Novecento alla caduta del muro di Berlino, hanno trascorso un periodo significativo – quasi tutti più di dieci anni – nella Ville Lumière, il luogo che ha fatto la storia dell’arte del mondo. All’esposizione, che propone quaranta tra dipinti e sculture, si affianca un’ampia pubblicazione con i contributi di chi scrive, Roberto Facchinelli, Ferdinando Martinelli, Alberto Pattini e Paola Pizzamano. La mostra racconta i percorsi personali e le traiettorie dell’anima di Romualdo Prati, Fernando «Cian» Ciancianaini, Silvio Clerico, Tullio Garbari, Paolo Vallorz e Renato Ischia, artisti che nel corso del Novecento hanno scelto Parigi come patria elettiva. Anche se molti di loro hanno già frequentato l’ambiente artistico delle accademie, la partenza per Parigi rappresenta la scelta personale, la direzione precisa dove imprimere il passo e maturare la propria personalità artistica. Per questo lo slancio nel partire è di sola andata e porta con sé la scelta di trasferire la propria vita e la quotidianità nella capitale francese. In mostra si incontrano inoltre due storie, una dei primi anni del Novecento e una della seconda metà del Novecento, più formative e di passaggio che di lunga permanenza: quelle dei pittori Orazio Gaigher e Gianluigi Rocca.

A partire da Romualdo Prati che nel pieno della Bella Epoque (1904) si trasferisce a Parigi iscrivendosi all’Accademia Colarossi e partecipando a diverse esposizioni. Resterà a Parigi fino al 1914, una medaglia d’oro e due d’argento al Salon degli artisti. Da Levico parte per Parigi, Orazio Gaigher, fine ritrattista che nella città della Senna conosce Roberto Fleury e Eugenio Carrière. Fernando Ciancianaini, detto Cian, si forma come scultore a Parigi alla fine degli anni Venti, dove conosce la compagna della sua vita Sara Maccarini e dove pratica l’arte della scultura sotto la guida di Léo Laporte-Blairsy, rinomato scultore e cesellatore francese. Torna a Torbole nel 1939, dove prosegue la sua attività di scultore con una serie di opere pubbliche. Da Arco, dopo l’Accademia di Brera, è il pittore Silvio Clerico a partire per Parigi, dove si sposa nel 1928 e dove muore nel 1969. È ancora Parigi ad affascina-

Parigi, Pont Neuf. Silvio Clerico, 1930 (Archivio Briscoli) 36

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re il pittore di Pergine Tullio Garbari (diciottenne, ha esposto a Ca’ Pesaro con Boccioni, Rossi e Casorati), che vi si trasferisce nel 1931, con il desiderio di un approdo importante nel suo intimo percorso artistico, ma dove muore nell’ottobre dello stesso anno. Il pittore Paolo Vallorz parte nel 1951 da Caldes per tracciare un percorso artistico che consacrerà la sua personale visione della pittura, coniugando sperimentazione e paesaggio dell’anima. Lo scultore di Arco Renato Ischia sceglie Parigi nel 1967: dopo l’Accademia a Firenze, si forma all’Ecole Nationale Superieure des Beaux Arts con Georges Adam, Etienne Martin e René Collamarini, per diventare poi l’assistente di Fenosa Apel-les, grande amico di Pablo Picasso. Resterà a Parigi fino al 1979. Un’altra storia raccontata dalla mostra, ma con discontinuità di permanenza, è quella del pittore Gianluigi Rocca (a Parigi nel 1979 e nel 1980). Durante tutta la durata della mostra sarà in visione continuativa un estratto di 52 minuti di un documentario sul ritorno, nel febbraio del 2018, di Renato Ischia a Parigi, dove lo scultore arcense ha ripercorso i luoghi della formazione artistica e quelli della quotidianità, e incontrato alcuni vecchi amici e compagni d’arte. Il reportage, in bilico tra passato e presente, è stato realizzato da Roberta Bonazza (ideazione e regia) e Luciano Stoffella (riprese e montaggio). Il documentario integrale sarà presentato alla prossima edizione di Pagine del Garda, la rassegna dell’editoria gardesana che si svolgerà dal 9 al 17 novembre al Casinò municipale di Arco. La mostra chiude il 10 novembre. ■ Info: www.casartisti.it

Paolo Vallorz



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Ieri e oggi, al lavoro con Giuseppe Marotta

IL RE MIDA DEL PALLONE di Renzo Francescotti

NATO ALLA “CERVARA” DI TRENTO, APPASSIONATO DI CICLISMO, CLAUDIO MOLINARI SI È TRASFORMATO NEGLI ANNI IN UN VERO E PROPRIA RE MIDA DELLA DIRIGENZA CALCISTICA. OVUNQUE ANDAVA LUI SI REGISTRAVANO SUCCESSI E PROMOZIONI. TANTI I RICORDI E GLI ANEDDOTI. SU TUTTI, UNA CELEBRE TELEFONATA DI GIANNI AGNELLI E L’APPRODO AL SERVIZIO DEL POTENTE GIUSEPPE MAROTTA, ALL’ADISE, ASSOCIAZIONE DEI DIRETTORI SPORTIVI DEL CALCIO. MA COME DIMENTICARE QUEL PICCOLO FAN CHE NEL 1954, DAVANTI AD UN FAUSTO COPPI INFORTUNATO...

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lasse 1940, cresciuto nel rione di Trento della Cervara, a pochi metri dal Convento dei Cappuccini, il ricordo più lontano di Claudio Molinari è quello del 13 maggio 1944, quando il bombardamento più terribile per la città (dopo quello della Portela di nove mesi prima), semi-distrusse il quartiere di San Martino e devastò quello della Cervara, spianando il convento dei Cappuccini. I Molinari sfollarono a Fornace. Nel dopoguerra Claudio aveva otto anni quando vide 38

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arrivare a Trento il Giro d’Italia: lo vide sul curvone, allora in pavé, dove comincia ad impennarsi la Cervara, ai bordi di Piazza Venezia. E solitario in testa c’era un ciclista, “un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”. Un fermo-immagine, un imprinting, un ‘icona per sempre… Fu lì che nacque la passione di Claudio per Coppi. Conoscendolo, sua madre lo portò a incontrare il Campionissimo. Lo poté fare due anni dopo, grazie a conoscenze,

quando l’Airone si spezzò le ali nella caduta di Primolano e fu portato a Trento, al Santa Chiara. Il piccolo Molinari fu immortalato col suo idolo in una fotografia che finì sullo “Sport Illustrato” e sui giornali francesi. Cresciuto, alla sua passione per il ciclismo, che lo porterà anche a gareggiare, seppur con modesti risultati, tra gli allievi nella squadra del mitico Nino Baldo), se ne aggiunse un’altra, che divenne col tempo dominante: quella per il calcio. Aveva dieci anni

quando suo padre lo portò a Milano, assieme a suo fratello Ezio, di due anni più piccolo, a vedere un Milan-Napoli, (il Milan del leggendario trio svedese Gre-No-Li). E vide Liedholm segnare partendo dalla linea di metà campo. Quell’anno, il 1950, assistette anche alla prima partita del Calcio Trento, in Promozione, e che, sempre in quel fatidico anno, vinse il campionato approdando in Serie C. Come tutti i ragazzi anche il nostro eroe giocò al pallone (un pallone spellato dai sassi del fon-


Blauhaus.it

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Giornate internazionali delle orchidee A sinistra, Claudio nel 1954 con Fausto Coppi, sulla copertina de “Lo Sport Illustrato”. Sopra, nel 1994, con Beppe Signori, neo acquisto dell’A.C. Trento

1909). Claudio era anche amico (e lo è tuttora), di Ennio Tonetta, compagno di avventure anche in Spagna e Germadel Convento. Vai a verificare nia, che però abitando in Via e gli amici di Claudio erano San Marco era un Samperòt, a tutti nella parte borghese: non un Zervaròt. Pazienza… Paolo Garbari, figlio del diretStudente al corso di ragionetore del ria del “Tambosi”, dal 1954 scrive giocava. Dopo due ven. – Medio sab.Credito; Paolo – dom. imprinting, una “vocazione”. Morelli e Paolo Pilati, figli di al ’60, Claudio ebbe come La Cervara aveva due anime: avvocati; Franco Masé, ore figlio 9–18 professori Groff di tedesco, una borghese che abitava le di un commerciante; Guido Videsott di diritto; per un Toller, figlio del proprietario ville sparse sulla collina, in anno anche Chiara Lubich, prevalenza nella parte bassa della panetteria che stava prila fondatrice dei Focolarini in venerdì del quartiere; e l’altra popoma del curvone del rione (una di Santità; e Mario Beb> La lunga notte delle orchidee, dalle oreodore 19: una festa per lare che abitava le vecchie casa in cui abitò per qualche ber, il grande poeta religioso tutti i sensi. Fatevi incantare da una serata piena di sorprese. case, in prevalenza nei pressi mese il giovane Mussolini nel appassionato di ciclismo, che Collezionisti appassionati ed espositori Vi accompagneranno attraverso le rarità nella storica Serra III. Nuovamente con noi i coltivatori appassionati di orchidee e cactus, nazionali ed internazionali.

21 edizione

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trentinoincontri Nel 1982, con la famiglia in una foto di qualche anno fa Con l’attaccante dell’Inter Lautaro Martinez e signora

faceva lezione partendo dalla Gazzetta dello Sport con cui entrava in classe. A dire la verità, questo Molinari non era uno studente molto brillante (un anno fu anche bocciato), distratto da troppe cose: in particolare dalle ragazze. Di piacevole aspetto, di facile parlantina, di immediata simpatia, di ragazze, non solo trentine o italiane, ne danzavano nei suoi pressi un tourbillon. Una volta che ne aveva raggiunta una a Monaco di Baviera gli pervenne una lettera in data 26. ott. 1958, firmata dal di lei suo padre, timbrata “Polizeimeister”: gli ordinava di lasciar perdere sua figlia quattordicenne, a scanso di provvedimenti. Lasciò perdere… Buon per lui. Il nostro Claudio si diploma nel 1960: grazie all’appoggio di suo zio Giulio Cainelli, titolare della farmacia Gallo gli offrono un posto in banca. Lui risponde picche: ha già accettato un posto di rappresentante della Lavazza. Gli piace spostarsi in macchina. Le valli dove combina gli affari migliori sono la Val Rendena e la Valle del Chiese: quado arriva da quelle parti le bariste sono tutte eccitate: ”Riva el Molinari, riva el Molinari!”. Fa il piazzista di caffè per quattro anni. Nel 1965, viene assunto come

ragioniere nello stabilimento di costruzioni prefabbricate Kurtain Walls. L’anno dopo si sposa e va a vivere a Calliano con la giovane moglie, Annalisa Aldrighetti, di Nave San Rocco. Nascono le due figlie, Claudia e Michela. La minore, affascinante illustratrice e pittrice, vive a Nogaré, in una casa che è accanto a quella dei suoi, anch’essi trasferiti in quel paesino sulla via per Piné. La maggiore, Claudia, è purtroppo scomparsa in tenera età. “Quando hai cominciato la tua carriera di direttore sportivo calcistico?” gli chiedo. “Abitavo a Calliano da due anni quando mi offrirono di fare il segretario dell’U.S. Calliano, squadra di calcio che militava in Seconda Categoria. Accettai. Vincemmo il campionato e

fummo promossi in Prima Categoria. Mi offrirono di fare il Presidente. Accettai e vincemmo il campionato arrivando in Promozione. Rimasi a Calliano sino al 1974. Successe che mi offrirono di candidarmi alle Comunali nella lista “Unità Popolare”, assieme a un gruppo di giovani di ultra sinistra. Fui eletto. Ma la cosa non piacque molto. Il clima si fece pesante. A fine anno la squadra di calcio retrocesse. Diedi le dimissioni. Nel frattempo avevo conosciuto il dr. Remo Poli, famoso dentista presidente dell’A.C Riva del Garda: lui mi offrì di diventare general manager della squadra rivana. Accettai promettendogli che nel giro di tre anni saremmo

1982. Con i presidentissimi del Tento: Giorgio Grigolli e Ito Del Favero 40

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saliti in Serie D. Mantenni la promessa. Ormai ero un personaggio e fui chiamato dal presidente Malfer – titolare dei Grandi Magazzini di Rovereto – per fare il general manager nella squadra della città che militava in Eccellenza. Vincemmo subito il campionato. Intanto avevo conosciuto Mario David, allora D.S. dell’A. C. Trento, già calciatore del Milan (con cui aveva vinto nel 1963 la sua prima Coppa dei Campioni) e mediano nella nazionale. Quando lo conobbi faceva il direttore sportivo dell’A.C. Trento. Mario mi propose di fare il segretario della squadra. Così nel 1982, dopo 16 anni, tornai a Trento. Trovai casa sopra il curvone sotto San Donà, poco distante dalla Cervara… David chiamò Molinari a fare il segretario della squadra del capoluogo, quando lui passò a dirigere il ”Bologna”. Claudio gli subentrò, essendo presidente Giorgio Grigolli. Fu direttore sportivo del “Trento”, che giocava in “C”, per qualcosa come 14 anni: dal 1982 al 1996. Nel “Trento” allenato da Stevanato c’erano giocatori trentini come Telch, Daldosso, Pallanch e nel girone c’erano squadre dal futuro in


trentinoincontri

Ancora con Giuseppe Marotta

serie ”A”: Vicenza, Monza, Triestina, Padova, Modena, Empoli e Atalanta, che era prima in classifica. Il ”Trento“ la battè per 1-0 (rete di testa del bolzanino Bertinato che si gettò a volo d’angelo). Gian Pacher, nell’articolo sull’Alto Adige dal titolo “Il Trento mai così grande”, scrisse: “Il Trento ha inflitto una dura lezione all’imbattibilità della capolista che ha giocato con alterigia”. Alla fine il ”Trento” fu ottavo. Un giorno di fine luglio del 1991 Claudio Molinari ricevette una telefonata che lo emozionò: Gianni Agnelli, aveva deciso di far giocare al “Trento” una partita amichevole con la Juventus, mantenendo una promessa fatta al presidente Grigolli. La “Juve” però avrebbe dovuto essere ospitata in un ritiro di tre giorni. Rapido e pragmatico com’è nel suo stile Claudio si mise in contatto con l’amico Lino Angeli, proprietario dell’albergo di Alberé di Tenna (dove il “Trento” aveva fatto dei ritiri). All’albergo c’erano ospiti: furono convinti a trasferirsi altrove: “Tuttosport” annunciò con un titolo a piena pagina “L’avvocato va in ritiro”. Agnelli passò a salutare i suoi giocatori ad Alberé , ma non assisté alla partita vinta dalla ”Juve” solo per 2-0. Nel periodo gestito da Molinari, grazie alla sua intraprendenza, giocarono nel “Trento” anche tre giovani giocatori, prestati da squadre di Serie A, che poi finiranno in

nazionale: Luigi De Agostini (’81-82), Beppe Signori (’87-’88), Francesco Toldo (’91-‘92). Ma una storia così bella prima o dopo è destinata a finire. Nel 1991 il Trento retrocesse in “C2”. Iniziò la parabola discendente: ci furono grosse difficoltà soprattutto economiche. Molinari diede le dimissioni nel ’96. Rimase disoccupato per tre anni quando gli arrivò una telefonata da Gaucci: il presidente del ”Perugia gli offriva di fare il D.S. della Sambenedettese, una squadra militante in Inter-regionale, che aveva perso le prime due partite del suo campionato. Il nostro Claudio la prese in mano come D.S. e vinse il campionato... Nel giro di tre anni la portò in “C1”. Nel 1983 Molinari entrò nell’ADISE, l’Associazione dei direttori sportivi del calcio; fu votato per far parte del Consiglio Direttivo; quattro anni dopo era vicepresidente e nel 2017, quando fu eletto presidente Giuseppe Marotta, lui ne è divenuto il braccio destro. Attualmente nel suo frenetico attivismo, nonostante navighi verso l’ottantina, è perennemente in trasferta, in treno o in macchina: tra Bologna, dove ha sede l’ADISE, Milano dove si incontra con Marotta, Roma per l’organizzazione dei corsi per D.S. e i rappresentanti regionali. E via cantando come diceva il giovane Holden. Il 30 ottobre scorso ha ricevuto da Mauro Giacca, il presidente del “Trento” una cartolina con la foto della squadra e una riga lapidaria che recita: ”Al vero e unico D.S. della storia dell’A.C. Trento”. Quanto a lui, infine, mi ha confidato: “Mi piacerebbe concludere questo lungo percorso collaborando col “Trento” in occasione del prossimo centenario, nel 2021…” ■ Buon lavoro, Claudio! 41

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trentinoteatro

CHI È DI SCENA?

di Susanna Caldonazzi

“COSA È IL TEATRO?” SE LO CHIEDE IL TEATRO DI MEANO, ALLA RICERCA DELLA SUA IDENTITÀ, TRA PRODUZIONE E COSTRUZIONE DI COMUNITÀ. RIPRENDE IL VIAGGIO DI TRENTINO MESE TRA GLI SPAZI TEATRALI TRENTINI

“C

redimi il teatro è...” Con tre punti di sospensione il libretto di presentazione della stagione del Teatro di Meano racconta una riflessione che da quasi quattro anni guida lo spazio affidato grazie a un bando pubblico all’Associazione ariaTeatro, già ente gestore del Teatro Comunale di Pergine. «Il bando scadrà nell’estate del 2020 – racconta Denis Fontanari, direttore artistico – e la stagione che abbiamo appena presentato rappresenta l’inizio di un progetto che vorremmo continuare in questo spazio». Nasce quindi da questo desiderio di continuità, unito alla forte vocazione comunitaria di uno spazio teatrale in un quartiere periferico, una stagione che mescola prosa e teatro ragazzi, che vuole valorizzare le produzioni teatrali dei professionisti del territorio, senza tralasciare la tradizione amatoriale trentina. 42

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3 -Teatro di Meano


trentinoteatro Denis Fontanari

«Sono due i punti principali sui quali ci siamo concentrati nella stesura del programma: – spiega Fontanari – l’attenzione per le produzioni locali e il forte dialogo con il territorio. Da un lato quindi iniziamo la stagione con uno spettacolo di Evoé!Teatro che ha trascorso un periodo di residenza a Meano lo scorso agosto. In questi anni a Meano abbiamo capito che questo teatro è un ottimo spazio per produrre: sarà certamente una delle cose che valorizzeremo progettando il futuro, pensando a un prossimo bando. Dall’altro lato è fondamentale il forte dialogo con il territorio: il Teatro di Meano è un teatro di periferia e far sì che diventi uno spazio della comunità, un punto di aggregazione e ritrovo è la risposta a questa questione». Dunque spazio a prosa, stand up comedy e musical in 12 serate con la comicità di Mario Cagol (lo scorso 18 ottobre), le disavventure di quattro amici in “Uno di voi” di TeatroE (18 dicembre), con “Don Chisciotte, l’ultimo viaggio” di raumTraum (11 gennaio), i ricordi degli

La platea del Teatro di Meano

anni d’oro di Broadway (29 dicembre), la storia di Olivetti raccontata da Laura Curino (31 gennaio), l’analisi contemporanea di Evoé! sulle immagini bibliche in “Trilogia, tre atti di vita” (2 novembre), “Due”, una storia d’amore di Rifiuti Speciali (4 aprile). E poi le produzioni ariaTeatro, che a Meano trovano spazio in cartellone il 15 novembre, con “Tempo Orfano”, tratto dalla vera vicenda di Adam, un giovane studente di giurisprudenza che intraprende la strada dell’attivismo in Marocco, e il 13 febbraio con l’unico fuoristagione, “Castagne matte”, una dissertazione sulla follia e sulla sua accettazione da parte della società, a partire da un’indagine storica sul manicomio di Pergine. «Avere in cartellone le produzioni teatrali locali – continua Fontanari – significa per noi iniziare a pensare al futuro, facendo un ragionamento sulle residenze artisti-

che che potrebbero essere attivate a Meano, per tutte le compagnie trentine che non hanno un palco dove poter provare. Ho chiamato questo spazio di pensiero “La fabbrica delle storie”, perché le storie, che per me sono la narrazione dell’animo umano intrecciato ai temi della contemporaneità, sono il filo rosso che caratterizza questa stagione. In molti casi abbiamo cercato e trovato relazioni con associazioni ed enti del territorio. Per esempio la collaborazione con CGIL per lo spettacolo dedicato alla storia di Adriano Olivetti». Accanto a tutto questo, la programmazione si divide tra teatro ragazzi – otto appuntamenti pomeridiani anticipati dalla merenda da fare tutti insieme – e il teatro amatoriale, una serie di sei spettacoli selezionati da TIM, Teatro Instabile di Meano, la compagnia amatoriale del territorio che intreccia una forte colla-

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trentinoteatro borazione con ariaTeatro. «Lo scambio con il territorio – afferma il direttore artistico – è fondamentale come risposta alla posizione periferica di questo spazio teatrale. Il dialogo con associazioni e circoscrizione è intenso e positivo ma il lavoro per far diventare il Teatro di Meano un punto di incontro e aggregazione per la comunità è ancora lungo». Gli ingressi che ariaTeatro dichiara per la stagione 2018/2019 sono 5 mila, tra eventi gratuiti e biglietti venduti; una serie di azioni sono messe in campo per incentivare la partecipazione: «Abbiamo pensato ad agevolazioni economiche – spiega Fontanari – perché vogliamo che il costo del biglietto non sia un limite alla possibilità di venire a teatro. Soprattutto: prezzi agevolati per famiglie numerose e un abbonamento “speciale associazioni” che dia la possibilità ai soci di acquistare un solo abbonamento da usare in condivisione. Infine stiamo pensando a un modo per coinvolgere gli inquilini dei palazzi ITEA che sorgono vicino al Teatro. Lo stesso teatro è stato costruito da ITEA». Infine, il lavoro con le scuole. Prosegue Fontanari: «Anche il mondo della scuola è coinvolto nella nostra proposta. Abbiamo due spettacoli che programmiamo esclusivamente in matinée, uno in italiano e l’altro in inglese, e proponiamo anche le visite guidate del teatro per mostrare ai bambini la struttura e il mondo del teatro dietro le quinte, per concludersi con un breve e divertente pezzo teatrale. Le visite e gli spettacoli possono coinvolgere scuole dalle materne alle medie, quelle che sono presenti sul territorio di Meano e Gardolo, che rappresentano il nostro target privilegiato per ragioni evidentemente territoriali». Il Teatro di Meano racconta oggi la storia di un territorio frammentato e di uno spazio che cerca di diventare un punto di ritrovo e di riferimento intorno a un dispositivo, quello teatrale, che spesso rappresenta un ottimo strumento di narrazione della complessità di oggi. E cosa ci si augura per il futuro? «In conclusione – aggiunge Fontanari – spero che nel prossimo bando possa essere colto che l’obiettivo non deve essere massimizzare il numero degli eventi, ma invece pensare a un progetto, sia in termini produttivi, sia in termini di costruzione di comunità. Per concludere, spero che le decisioni sul bando facciano riferimento ai contenuti, più che ai numeri». ■ 44

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trentinoitinerari

di Fiorenzo Degasperi

ATTRAVERSO LE TERRE BRISSINESI DUE ITINERARI CI CONDUCONO, RIGOROSAMENTE A PIEDI, FACENDOCI INCONTRARE VERI E PROPRI GIOIELLI DI ARTE E CULTURA: L’ABBAZIA DI NOVACELLA E LA CHIESA DI SAN CIRILLO

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l primo itinerario ci immerge nel medioevo monastico, il secondo ci apre le porte di una piccola chiesetta alpestre, il cui interno è un libro aperto sulla speranza dell’uomo, sulla religiosità popolare ma anche sugli usi e costumi di un tempo di queste genti a scavalco tra cultura nordica e cultura mediterranea. Entriamo quindi con passi felpati in quella che è considerata la biblioteca delle Alpi: a Novacella/Neustift, tra libri, chiese circolari e pazzie barocche. C’è un luogo in Sudtirolo dove si può, ancor oggi, provare l’emozione di avvicinarsi ad un monastero medioevale che ha mantenuto nei secoli il suo fascino, inalterato. Ovviamente questa emozione la si può gustare arrivandoci a piedi, percorrendo un antico sentiero, accompagnati dal fruscio delle acque dell’Isarco/ Eisack, immersi tra i meleti coltivati in 46

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modo da offrire alla vista una natura geometrizzata. Poi, improvvisamente, ecco apparire una cortina muraria, con le sue torri circolari. Un possente campanile si erge su tutto, sentinella silenziosa ma pronta a suonare le sue molte campane in caso di pericolo. Proviamo le stesse percezioni sensoriali che, secoli fa, provavano i pellegrini diretti a San Giacomo di Compostela – il monastero ancor oggi è una delle tappe della Jacobsweg pusterese –, o quelli che camminavano verso Roma, calpestando la famosa via germanica di “Stade”, città anseatica della bassa Sassonia, che collegava il monastero benedettino di quella città sul mare del Nord con la città eterna. Il monastero agostiniano di Novacella/ Neustift, fondato nel 1142 dal vescovo di Bressanone Hartwig, si presenta ancora con le sue mura, chiamate mura

INFO Innumerevoli i posti di ristoro a Bressanone/Brixen. A Novacella/Neustift troviamo il gasthof all’interno del monastero, www.abbazianovacella.it. Le visite guidate, a partire da 10 persone, si svolgono da lunedì a sabato alle ore 10, 11, 14, 15 e 16, domenica e festivi la biblioteca è chiusa. Alle ore 11 e alle 15, salvo indisponibilità, sono possibili visite anche per gruppi composti da meno di 10 persone. Ulteriori visite guidate sono possibili alle ore 12 e 13 da metà luglio a metà settembre. Il museo rimane chiuso il lunedì nei mesi invernali (da inizio gennaio a fine marzo). In questo periodo le viste guidate del lunedì sono possibili solo previa prenotazione. Per gruppi è gradito il preavviso. All’entrata del complesso dell’Abbazia è situato il giardino storico, riaperto al pubblico nell’estate del 2004 dopo i lavori di restauro. Il giardino storico fa parte della “clausura” del convento, ciò nonostante è visitabile, a pagamento, tre giorni alla settimana, tel. 0472836189.


trentinoitinerari ACCESSO STRADALE

PERCORSO N.1

Bressanone (m 561) si trova nella valle dell’Isarco, a nord di Bolzano, raggiungibile comodamente con autostrada o, ancor meglio per l’aspetto paesaggistico, con la strada provinciale. Punto di partenza/arrivo Bressanone (diversi parcheggi tra cui il più grande presso l’Acquarena, a nord della città).

Dopo aver visitato i portici, si oltrepassa la Porta San Michele (St. Michaelstor), un tempo chiamata anche Porta scura, adiacente la Torre Bianca della parrocchiale, si prosegue verso oriente, come un tempo facevano i mercanti, i pellegrini e i soldati che si recavano in val Pusteria/Pustertal o nell’alta valle dell’Isarco/Eisacktal, si supera il Ponte dell’Aquila, quindi si svolta subito a sinistra. Il segnavia n 16 ci accompagna fino alla nostra meta, seguendo il torrente Isarco/Eisack, che qui assume le sue caratteristiche originarie di torrente lasciato libero. A metà strada circa, sulla sinistra, nei pressi dell’acqua, si noterà un grande masso: la sua superficie è ricoperta di coppelle preistoriche. Rientro: dalla stessa. Il percorso è effettuabile anche con passeggino oltre che con bicicletta. Diverse sono le alternative per ritornare al punto di partenza, tutte segnalate (dotarsi di cartina).

dei turchi, erette negli anni in cui i turchi terrorizzavano l’Europa. Il monastero è chiamato anche “biblioteca delle Alpi” per via di quelle 96000 opere contenute nei lunghissimi ed elaborati scaffali. Libri sopravvissuti ai grandi incendi del 1190 e del 1303, che distrussero buona parte degli edifici. Nel 1525 la biblioteca fu depredata durante la guerra dei contadini. Solo verso il 1430, grazie alla volontà del prevosto Ulrich II, venne costruita una biblioteca con le coperture delle volte in pietra, quindi meno esposta agli incendi. All’entrata del complesso si viene accolti da una delle rare chiese circolari della regione. Dedicata all’arcangelo guerriero S. Michele, la chiesa affonda le radici nell’età romanica e di quel periodo ha mantenuto la freschezza e la bellezza. Nella forma rispecchia quella ben più imponente di Castel Sant’Angelo a Roma. La sua circolarità rimanda al simbolo universale del serpente che si morde la coda, l’Uroboro (o Ouroborus), antico simbolo egiziano, associato in seguito dall’alchimia e dall’ermetismo alla natura

Il chiostro

Tempi: Ore 2 andata e ritorno Dislivello: Insignificante ciclica delle cose, alla teoria dell’eterno ritorno, dove i riti e le liturgie vengono eseguiti per ripetere ciò che è avvenuto all’inizio del tempo, nel tempo mitico: l’Uno-Tutto del ciclo dell’inizio dopo la fine. Un simbolo equivalente al serpente che si morde la coda scolpito sulla colonna ofitica dell’abside orientale del duomo di Trento. Nascosta e protetta nel corpo vivo della chiesa-torre, troviamo la cappella: è di un’essenzialità architettonica da lasciare senza parole, di sola pietra, nella medioevale convinzione che ogni pietra è un fedele e che la chiesa è formata dalla somma dei fedeli (ecclesia/ ekklesìa, assemblea del popolo). Due strette scalinate, utilizzate rispettivamente per la salita e per la discesa, in un percorso rituale deambulatorio da ovest, il male, verso l’est, la speranza e il Paradiso perduto, tra finestre gotiche, angoli bui e sciabolate improvvise

di luce, ci trasportano in quel mondo medioevale fatto di chiaroscuri, di ombre e di luci, dove l’uomo non è al centro del mondo ma è soltanto il pallido riflesso della volontà celeste. Prima di entrare non ci può sfuggire la cantina vinicola, di cui i canonici possono, ancor oggi, andar fieri. I loro vini provengono dal medioevo e, affinati nel corso dei secoli, oggi si fregiano di premi ottenuti a livello europeo (acquistabili in loco). Una volta superata la porta, ci si imbatte nel pozzo delle meraviglie del mondo, dipinte sulle lunette. Quindi, a destra, la Biblioteca; proseguendo si entra nella grande basilica barocca e rococò: una vera scenografia illusionistica ci viene incontro portandoci dentro un mondo fatto di putti, angeli, nuvole, santi e fedeli. Fu Matthäus Günther, nel 1737, a rendere l’interno pari ad una confezione di confetti rosa. L’interno è una

La chiesa di San Michele 47

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trentinoitinerari DA VISITARE ANCHE...

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opo aver compiuto queste visite, non si può farsi sfuggire, a pochi chilometri dalla città, il grande dispiegamento fortificato di Fortezza/Franzenfeste. Lungo la strada statale del Brennero, sulle sponde del Lago di Fortezza, si erge il Forte di Fortezza (Festung Franzensfeste). Esso rappresenta uno dei 10 Musei Provinciali dell’Alto Adige. La fortezza, fatta di labirinti, scale e cunicoli, è stata costruita tra il 1833 ed il 1838 per volere dell’imperatore Ferdinando I d’Austria, e si estende su una superficie di ca. 20 ettari. Il nome tedesco dell’edificio, Franzensfeste, si deve all’imperatore Francesco (Franz) I d’Austria che governò durante la sua progettazione. Il compito del forte era di garantire la sicurezza della viabilità lungo la strada del Brennero fino all’Alta Valle Isarco. Per la costruzione si è utilizzata una forza lavoro di 3.000 - 4.000 uomini contemporaneamente. All’altezza delle caverne venivano conservate le munizioni, perché l’area sottostante era adibita a caserma. Il Forte di Fortezza è suddiviso in due aree, collegate da una scala composta di 433 scalini. Costruito per fini bellici, in realtà il forte non è mai stato utilizzato con questo scopo. Nei pressi della fortificazione sono presenti anche dei bunker, costruiti nel 1930 dall’esercito italiano per rafforzare il ruolo difensivo dell’edificio. Orario invernale - museo: da novembre 2019 ad aprile 2020 da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 16.00 aperto nei festivi (Pasquetta, 25 aprile, Ognissanti e 26 dicembre) chiusura invernale a gennaio e febbraio! nel vicino villaggio di Tiles. Conduceva una vita scostumata e allegra, volendo assomigliare agli uomini che godevano sicuramente di maggior libertà. Un giorno fu accontentata: si svegliò con la barba. Non riuscendo più a liberarsene, la donna morì di dispiacere. Un tempo nella chiesa esisteva una tela raffigurante santa Cummerno, la santa barbuta, rimasta comunque nell’affresco esterno del XV secolo assieme ai santi Cristoforo, Cirillo, Leonardo con la Madonna con il Bambino e santa

vera e propria pinacoteca, ogni opera è un microcosmo. Il secondo itinerario ci porta sulle pendici del Monte Pascolo del Re, ovvero alla Chiesa di San Cirillo. La chiesa di S. Cirillo, documentata già nel 1283 – rimane la navata romanica –, sorge su di una collina utilizzata fin dalla preistoria come luogo di culto. Da questo luogo provengono un menhir e una grande lastra coppellata ora presso il ristorante Fink a Bressanone. Molte quindi le leggende che aleggiano attorno a questo luogo. Tra esse quella di una ragazza barbuta che abitava 48

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La chiesa di San Cirillo, sul Monte Pascolo del Re

PERCORSO N.2 La passeggiata, denominata St. Cyrillusweg, inizia presso il parcheggio coperto di Via Dante 13, a pochi passi dal centro di Bressanone (m 561). Si segue il segnavia bianco e rosso n 8 che ci conduce fino alla collina boscosa del Pfeffersberg, su cui si erge la chiesetta di S. Cirillo (m 815). Il sentiero, scandito da otto capitelli, è stato nominato “Sentiero dei Santi d’Europa”. Ritorno: dalla stessa; oppure si tocca il maso Breitwieser, quindi si scende al maso Zimmermann, si risale verso la piccola frazione di Pinzago e, con il n. 20A, si ritorna al punto di partenza. Dislivello: 270 m Tempo complessivo: 1 ora e 45 minuti andata e ritorno. Per la variante si calcolino ulteriori 30 minuti.

Maddalena. Assai ricco l’interno: ci si aggira tra affreschi tardogotici e altari barocchi. In passato questa chiesa faceva parte del pellegrinaggio alle sette chiese che sorgono non molto distanti l’una dall’altra: si andava per impetrare tempo favorevole, un ricco raccolto e una buona salute per sé, la famiglia e la servitù; questa pratica è stata ripristinata recentemente. Dalla sommità della collina, splendido panorama sulla conca brissinese e sulle montagne che le fanno da corolla. ■



trentinoattualità trentinostoria

C’ERA UNA VOLTA IN TRENTINO

di Claudio Marchesoni

PER SECOLI AVEVA RAPPRESENTATO L’ULTIMO LEMBO DELLA VALSUGANA TIROLESE, A RIDOSSO DEI DOMINI DELLA SERENISSIMA, E DOPO LA GUERRA DEL 1866 TORNÒ AD OSPITARE LA LINEA DI DEMARCAZIONE TRA L’IMPERO ASBURGICO E IL REGNO D’ITALIA. A CAVALLO DELLA QUALE NE ACCADEVANO DI TUTTI I COLORI...

TEZZE

IL CONFINE DELLE DISFIDE E DELLE “APPARIZIONI” 50

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trentinostoria

inserzione BORGO_84,5x240.qxp 24/10/19 13:33 Pagina 1

Copertina di un opuscolo uscito nel 1906 e dedicato alla ferrovia della Valsugana. La nuova linea, aperta nel 1896, partiva da Trento e finiva al confine austriaco delle Tezze. Solo nel 1910 venne realizzato il collegamento tra Tezze e Bassano che permise ai viaggiatori di raggiungere Venezia senza interruzioni.

STAGIONE TEATRALE 2019 -2020 CIRCUITO TEATRALE TRENTINO

SISTEMA CULTURALE VALSUGANA ORIENTALE

LA RETE PROVINCIALE DELLO SPETTACOLO

STAGIONE DI PROSA DEL COMUNE DI BORGO VALSUGANA in collaborazione con

TEATRO DEL CENTRO SCOLASTICO DI BORGO

A Fastro, sulla strada che da Primolano portava a Feltre, si poteva bere del buon vino spendendo poco. Allettati da tale prospettiva, una domenica di marzo del 1871 alcuni

SABATO 16 NOVEMBRE 2019 / ORE 20.45 Teatro Stabile di Bolzano

LA BANCAROTTA

da La Bancarotta di Carlo Goldoni di Vitaliano Trevisan con Natalino Balasso, Fulvio Falzarano, Massimo Verdastro, Marta Dalla Via, Denis Fasolo, Carla Manzon, Celeste Gugliandolo, Raffaele Musella, Giuseppe Aceto regia di Serena Sinigaglia

TEATRO DEL CENTRO SCOLASTICO DI BORGO

GIOVEDÌ 5 DICEMBRE 2019 / ORE 20.45 Compagnia Corrado d’Elia

NOTTI BIANCHE

foto Filippo Manzini

di Fëdor Dostoevskij progetto, adattamento e regia Corrado d’Elia

TEATRO SOCIALE DI TRENTO

GIOVEDÌ 11 GENNAIO 2020 / ORE 20.30 Produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo

DRACULA

da Bram Stoker con Luigi Lo Cascio, Sergio Rubini, Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana e Alice Bertini regia di Sergio Rubini

Lo spettacolo è riservato agli abbonati alla Stagione teatrale del Comune di Borgo Valsugana 2019/2020

TEATRO DEL CENTRO SCOLASTICO DI BORGO

DOMENICA 19 GENNAIO 2020 / ORE 20.45 Spettacolo di danza, musica e poesia

SERATA ROMANTICA

Balletto del Sud Spettacolo con musiche di Chopin, Adam, Schneitzhöffer, Brahms, Verdi e le poesie di Giacomo Leopardi ideazione e regia di Fredy Franzutti - creazione n° 36 del 2018 coreografie di Michel Fokine, Arthur Saint-Léon, Jean Coralli, Marius Petipa, Jules Perrot, August Bournonville e Fredy Franzutti

TEATRO DEL CENTRO SCOLASTICO DI BORGO

GIOVEDÌ 5 MARZO 2020 / ORE 20.45 Modus Produzioni in collaborazione con Teatro Impiria

BON MARIAGE

Commedia illuministica sul matrimonio fronte e retro con Michele Vigilante, Walter Peraro, Chiara Rigo, Alessia Antinori, Valentina Stevan, Elena Perego regia di Laura Murari e Andrea Castelletti

foto Laila Pozzo

C

on la cessione del Veneto Tezze di Grigno si venne nuovamente a trovare sul confine tra due stati. Per secoli aveva rappresentato l’ultimo lembo della Valsugana tirolese a ridosso dei domini della Serenissima e dopo la guerra del 1866 tornò ad ospitare la linea di demarcazione tra l’Impero asburgico e il Regno d’Italia. I doganieri austriaci e i finanzieri italiani controllavano la trafficata strada postale della Valsugana sulla quale, accanto alle carrozze piene di gente in viaggio, si muovevano carri carichi di granaglie, maiali, pollame, vino, grappa, legname, birra, seta, carbone. Come presso ogni confine che si rispetti non mancavano i contrabbandieri (i locali erano specializzati in sale e tabacco) che le guardie cercavano di individuare e acciuffare. All’ingresso, nel territorio austriaco, gli impiegati della dogana e le guardie costruivano il 18 luglio, genetliaco dell’imperatore Francesco Giuseppe, un arco di trionfo decorato con fiori e scritte per mostrare agli Italiani in arrivo la profonda devozione dei sudditi tirolesi verso l’eccelsa graziosissima apostoli-

ca imperial-regia maestà. In simili occasioni le formalità della frontiera e le frizioni patriottiche si ammorbidivano e dal limitrofo comune italiano di Primolano arrivava gente a gustarsi i festeggiamenti. Come avrebbero potuto resistere nelle lande remote del Canale del Brenta ad occasioni di divertimento come quella organizzata proprio alle Tezze nell’aprile del 1879 per le nozze d’argento dell’imperatore? Quel giorno vennero fatte sventolare due grandi bandiere, una giallo-nera e l’altra bianco-rossa, fu eretto un albero della cuccagna dal quale penzolavano salami stuzzicanti, venne offerto un pranzo ai poveri vecchietti e poi via con mortaretti, bengala, musiche e luci. Qualche volta nell’ordinaria vita di confine facevano irruzione avvenimenti insoliti e meno festosi di quelli ricordati. Nell’agosto del 1867 si diffuse tra le autorità il timore dell’arrivo di una nuova epidemia di colera. Presso il confine fu allora eretta una baracca per la disinfezione tramite affumicatura di merci e persone provenienti dal territorio veneziano. Altri avvenimenti dello stesso periodo ebbero l’onore delle pagine dei giornali: ne riprendiamo due che ci possono restituire lo spirito del tempo.

TEATRO SOCIALE DI TRENTO

SABATO 21 MARZO 2020 / ORE 20.30 Coproduzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino

LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE

musiche originali Teho Teardo regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani

Lo spettacolo è riservato agli abbonati alla Stagione teatrale del Comune di Borgo Valsugana 2019/2020

Informazioni presso la Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana tel. 0461 754052 - email borgo.valsugana@biblio.infotn.it

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IL LIBRO

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uesto articolo è tratto dal libro “Cronache dalla Valsugana dell’Ottocento” di Claudio Marchesoni (Curcu Genovese). Attingendo soprattutto alle cronache dei giornali questo libretto lancia sguardi curiosi dentro la Valsugana del XIX secolo. Riporta in vita incontri-scontri con aquile e orsi, stragi di uccelli, donne in marcia su sentieri malagevoli, andirivieni di carrozze, bei paesaggi e abitati trasandati, annegamenti, matrimoni, finte apparizioni di madonne. I grandi temi ottocenteschi (prosciugamento delle paludi, spedizione del generale Medici, alluvione dell’82, crisi economica, ferrovia) sono evocati di sfuggita. Le vicende qui proposte, marginali rispetto alla grande storia, sono state scelte tra le molte perché adatte a restituire atmosfere, luoghi e situazioni ed a recuperare lo spirito del tempo. Pag. 108 - Euro 14,00 www.curcugenovese.it baldi giovanotti di Tezze, tra i quali dei coscritti, decisero di passare il confine e di farvi una puntata per trascorrere una giornata in allegria. Ingurgitato vino più del necessario, si misero sulla via del ritorno. L’abbondante bevuta cominciava a far sentire i suoi effetti e i giovani avevano perso il senso della misura. Scesero verso Primolano cantando inni patriottici e urlando Viva l’Austria, Morte all’Italia, Morte al Re Vittorio. Giunti nell’abitato cominciarono anche a disturbare un gruppetto di persone che stava giocando a bocce sulla strada. Quelli di Primolano risposero per le rime chiamandoli zuchi de Todeschi. Si riattizzò una vecchia ruggine risalente al 1848: quell’anno degli uomini di Primolano erano arrivati a Grigno e Tezze sventolando il tricolore, ma poco dopo vennero ricacciati dai Tirolesi che per vendetta minacciarono di bruciare il paesino veneto. Stavolta invece si registrarono reciproci scambi di contumelie 52

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che per poco non sfociarono in scontri fisici. Ad un certo punto gli abitanti di Primolano decisero di avvertire le guardie e i giovani di Tezze, ritrovata un po’ di lucidità e resisi conto di quanto stava succedendo, si affrettarono verso il confine. Alcuni riuscirono a tornare in territorio austriaco percorrendo sentieri seconda-

ri, ma undici furono bloccati dai finanzieri, legati assieme e condotti come fossero trofei a Primolano in mezzo al dileggio della folla radunatasi nel frattempo. Il giorno dopo vennero portati a Bassano con varie imputazioni tra le quali offese al re d’Italia e alle guardie, disturbo della quiete pubblica e detenzione di armi. La pretura di Bassano e il tribunale di Vicenza si mostrarono però clementi: assolsero tutti tranne un Minati condannato ad un mese di carcere perché trovato in possesso di una pistola. Le cose si erano risolte con poche conseguenze per coscritti e amici delle Tezze e l’episodio venne riconosciuto di poca rilevanza e archiviato, ritenendo che solo l’annosa rivalità tra i due villaggi di confine avesse portato ad ingigantirlo. Ora il secondo episodio della “frontiera”. Erbezzo è uno dei Tredici Comuni situato nell’alta Valpantena, a nord di Verona. Nell’autunno del 1871 (ma la cosa andò avanti nelle settimane successive) sopra un macigno situato in una radura poco oltre il paese la gente incominciò a vedere la Madonna. A volte appariva da sola, in altri

L’albergo All’Aquila in prossimità della stazione ferroviaria di Tezze (1910 circa)

casi in compagnia di qualche santo o di papa Pio IX; alcune persone la incontrarono mentre si stavano inerpicando su un ripido sentiero e raccontarono di averle porto la mano per evitare che cadesse, altre trovavano sparse sull’erba del prato delle lettere con la scritta Evviva Pio Nono sul trono. Non solo dal territorio veronese, ma anche dal Mantovano e dal Trentino presero ad affluire cortei composti da centinaia di pellegrini commossi, speranzosi e creduloni. Tra coloro che durante la quaresima del 1872 si recarono ad Erbezzo a provare


trentinostoria

Il posto di confine italo-austriaco (cartolina del 1900 circa. Collezione Pavan)

ad incontrare di persona la Madonna ci furono due abitanti di Tezze, i fratelli Giovanni e Tommaso Celli, che si erano fatti accompagnare dall’aiutante Davide Nervo da Solagna. Quest’ultimo si recò ad Erbezzo una seconda volta e parve ritornare entusiasta e convinto che la Madonna apparisse realmente ai pellegrini. Nei giorni successivi, mentre stava lavorando in località Pianello, nel grande prato con fienile e stalla appartenente ai fratelli Celli presso il confine italiano, anch’egli cominciò ad avere visioni celesti. Si sparse la voce e specialmente dal Canale del Brenta e dal Feltrino presero ad arrivare molti pellegrini scalzi e col rosario in mano. Passavano il confine tirolese e si dirigevano verso la proprietà dei Celli. Il Nervo si faceva trovare a capo scoperto e in preghiera e indicava i posti del fienile dove la Madonna appariva. Qualcuno si lasciava prendere dalla suggestione, si buttava a terra e confermava l’apparizione. In un crescendo di afflussi di gente, preghiere, atti di devozione e visioni la cosa andò avanti fino al 24 maggio 1872, quando l’amministrazione italiana schierò sulla

linea di confine un cordone di 50 soldati tra carabinieri e guardie di frontiera, con l’ordine di respingere tutti coloro che dall’Italia cercavano di raggiungere il fienile delle apparizioni. Finalmente l’accaduto pervenne alle orecchie del capitano distrettuale di Borgo che ordinò di sottoporre il Nervo a visita medica per accertarne la salute mentale. Nel frattempo dal commissariato di Bassano erano arrivate informazioni sul suo conto: risultava essere un vagabondo e un fannullone condannato più volte. Fu arrestato e accompagnato aldilà del confine. Il corrispondente dalla Valsugana che scrisse a proposito delle apparizioni delle Tezze si interrogava negli articoli sulle circostanze che avevano consentito ad un impostore di far muovere tante persone e rinveniva nell’ignoranza, nelle condizioni di miseria e nella religiosità ingenua della gente le cause principali dell’accaduto. Qui concludiamo ricordando che assieme al Nervo svanirono le apparizioni e del raggiro rimase un temporaneo ricordo nell’erba calpestata del prato dei fratelli Celli al Pianello. ■

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a nuova nata della casa ceca è il primo modello a dotarsi direttamente del nome ŠKODA, inciso a singole lettere sul portellone posteriore, a sostituzione del tradizionale logo e parte integrante della denominazione del modello. ŠKODA Scala si propone sul mercato con le sembianze di una berlina a cinque porte, compatta ed elegante, che però si caratterizza di uno stile rinnovato, leggermente diverso rispetto all’offerta finora proposta ai suoi consumatori. Eleganza e dinamismo sono quindi le parole chiave che descrivono la nuova nata, caratterizzata da un design scolpito, arricchito da superfici tese che donano all’auto una personalità di carattere e una forte identità. Dando uno sguardo agli esterni, salta subito all’occhio il look moderno e sportivo della nuova ŠKODA Scala, reso più accattivante dalle proporzioni

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perfette e dalle linee fluide, che conferiscono all’insieme un’aerodinamica perfetta. Ammirandola frontalmente, ciò che appare evidente è uno stile di grande impatto, a cui fanno da contorno le tecnologie adottate per i fari, caratterizzati da forme sottili e a freccia, in contrasto con i fari posteriori più affilati che rimandano alla caratteristica forma a “C” tipica di ŠKODA. Per dare un tocco di personalizzazione in più e per rendere ancora più dinamica la nuova Scala, sono disponibili su richiesta gli indicatori di direzione dinamici: oltre che di design, svolgono anche una funzione di sicurezza, in quanto rendono ben visibili agli utenti della strada gli spostamenti della vettura, anche in condizioni atmosferiche sfavorevoli. L’impostazione della nuova ŠKODA Scala è quindi incentrata sull’aerodinamicità, rimarcata anche dalla gamma di cerchi


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trentinomotori in lega disponibili per l’auto: di base, è possibile scegliere tra 16 e 18 pollici, mentre su richiesta è possibile montare anche dei cerchi in lega diamantati in colore nero lucido, un tocco di stile in più per la nuova nata di casa ŠKODA. Non deludono nemmeno gli interni della nuova Scala, pensati per garantire spazio e comfort tanto al conducente quanto ai passeggeri. La capacità minima del bagagliaio è infatti pari a 467 litri, che possono aumentare fino a raggiungere i 1.410 semplicemente abbattendo i sedili posteriori. Ma lo spazio non si limita solamente al vano bagagli: ŠKODA Scala, infatti, presenta una nuova concezione dell’abitacolo, pensato proprio per garantire spazio e comodità ai suoi occupanti. Comfort che si riprende anche per quel che riguarda gli interni anteriori, caratterizzati da un buon mix di ergonomia ed emotività. Uno stile elegante e allo stesso tempo tecnologico, dato che ŠKODA Scala è la prima della sua generazione a essere dotata di un sistema di infotainment: tutte le informazioni e le applicazioni di cui il conducente può avere bisogno, infatti, vengono proiettate su un display indipendente e rialzato, inserito nel suo campo visivo in modo da non distrarlo e da mantenerlo concentrato sulla guida. Non solo: nella versione Style, ŠKODA dota la nuova Scala di un Virtual Cockpit di serie, un display da 10.25 pollici posizionato proprio dietro il volante. Tutte le impostazioni e i dati da visualizzare sono configurabili e personalizzabili da parte del conducente, che ha a sua disposizione cinque diverse schermate. Tra le diverse informazioni che possono essere integrate, la scelta può comprendere dati relativi alla vettura o alla marcia, alle emittenti radiofoniche, ai sistemi di assistenza attivi o alle informazioni di navigazione.

ŠKODA Scala si affaccia sul mercato proponendosi come innovativa anche dal punto di vista della sicurezza: sul nuovo modello, infatti, sono stati inseriti numerosi sistemi di sicurezza e di assistenza che, fino a questo momento, sono stati utilizzati solamente nei segmenti superiori. In questo modo, ŠKODA Scala si propone come uno dei modelli più sicuri nel segmento delle vetture compatte, integrando di serie il sistema di assistenza per il mantenimento della corsia Lane Assistant e il sistema di assistenza radar per la zona anteriore Front Assistant con funzione di frenata di emergenza City. Sempre di serie, è disponibile anche l’Adaptive Cruise Control, il sistema che regola automaticamente la velocità e mantiene la distanza di sicurezza dal veicolo che precede, fino a 210 km/h. Su richiesta, invece, il Side Assistant è in grado di segnalare fino a una distanza di 70 metri i veicoli che si avvicinano da dietro e sono intenzionati al sorpasso,

oppure in corrispondenza dell’angolo cieco. Su richiesta, conducente e passeggeri potranno potranno fare affidamento a fino 9 airbag, di cui uno specificatamente pensato per le ginocchia del conducente. Inoltre, sempre su richiesta, sarà possibile dotare la propria ŠKODA Scala di un sistema di protezione proattiva pensata nei confronti degli occupanti: in caso di impatto imminente, questo sistema sarà in grado di rilevare il rischio, andando a reagire tempestivamente chiudendo i finestrini e pretensionando le cinture di sicurezza dei sedili anteriori.A livello di sicurezza, su richiesta è possibile andare a impostare anche i sistemi di assistenza al parcheggio Park Assistant, che consentono di parcheggiare automaticamente ŠKODA Scala negli spazi di parcheggio paralleli alla carreggiata e trasversali, eseguendo anche manovre d’uscita. Infine, a supporto del conducente, ŠKODA Scala mette a disposizione anche un sistema di rilevamento della stanchezza, avvisando il conducente in caso di affaticamento e consigliandogli una sosta. ■ DORIGONI - Concessionaria ŠKODA Trento - Via Maccani, 154 – Trento Tel. 0461 412 741 www.dorigoni.com vendita.skoda@dorigoni.com Rovereto - Via Parteli, 8 Tel. 0464 038 888 www.dorigoni.com vendita.rovereto@dorigoni.com 55

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ipensare lo spazio in senso assoluto, ritrovare noi stessi in tutto quanto ci circonda, sentirsi in perfetta simbiosi con l’ambiente in cui viviamo. Arredare oggi è tutto questo. Uno

slancio continuo verso l’innovazione, basato sulle solide strutture della tradizione. Ogni elemento ha importanza fondamentale e gioca un ruolo importante: in questa logica che va a mixare razio-

nalità ed estetica, ogni aspetto del living viene coinvolto e diviene protagonista. E allora come non pensare alle zone forti della casa, come soggiorni ed openspace; come non lasciarsi affascinare dalle

avvolgenti atmosfere del bagno; come non declinare gli elementi portanti dei dettagli, che dimostrano la loro personalità, ricchi di particolari incisivi. Le soluzioni vincenti sono quelle che studiano

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nica consente di impostare la frequenza di caricamento del combustibile, regola l’ingresso dell’aria e l’espulsione dei fumi, attiva la limitazione di potenza, provvede alla pulizia dei bracieri e mantiene il vetro pulito più a lungo. Il panorama commerciale offre ampie soluzioni per tutte le esigenze. Osservate tutti i modelli disponibili e fatevi consigliare quale potrebbe essere la soluzione più idonea alle vostre esigenze. Perché il caldo avvolge il nostro vivere bene.

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dità più intime: sicuramente esiste la soluzione fatta su misura per la clientela più esigente. Se parliamo di naturale, confortevole, anallergico e termoregolante non possiamo che riferirci ad un letto, vero compagno del nostro inverno. Le sue caratteristiche, da provare sempre in negozio e da abbinare sempre al materasso, sono presto delineate: morbidezza, leggerezza e sostenibilità, per un’esperienza di benessere unica e ineguagliabile. Oggi si celebra anche il ritorno delle molle in chiave innovativa e le tecnologie nuove per i materiali. Si respira la voglia di tornare alle tradizioni, ma con il supporto delle moderne innovazioni. Per conciliare al meglio passato e presente. Oltre a conciliare il sonno. TRA ARTIGIANATO E DESIGN Sembrano stare su piani diversi, ma in realtà creano un incastro perfetto tra creazioni originali e creatività. E partendo dall’assunto che qualità e creatività devono essere accessibili, il mercato di tendenza propone prodotti funzionali ed esteticamente apprezzabili, in grado di adattarsi a tutti gli ambienti, offrendo un’esperienza di arredo unica. Le ispirazioni etniche, quasi inutile sottolinearlo, sono oggi di gran moda, in qualunque ambiente domestico. Piccoli oggetti, complementi, l’illuminazione studiata e calibrata possono fare la differenza. Per chi ama sentirsi cittadino del mondo anche in casa propria, i sapori esotici rendono effetti caldi ed avvolgenti fili e cordoni intrecciati, che richiamano entrambi gli stili. Questi elementi ornano pouf, lampade e tappeti, personalizzando i dettagli d’arredo. Spazio anche alle tonalità sorprendenti, per farsi notare con tocchi e pennellate esclusive. Basta con l’arredo monotonale e ripetitivo, freddo ed impersonale; l’ambiente di vita va

personalizzato e reso unico con i tesori che raccontano ogni vissuto. BAGNO VUOL DIRE BENESSERE Oggi il bagno è quell’area fondamentale della casa che assomiglia sempre di più ad una zona relax. Un luogo accogliente ed intimo, nel quale occuparsi del proprio benessere. Senza limiti di tempo e spazio. Lo spazio infatti non è e non deve essere assolutamente un problema: anche in


trentinocasa&arredo vissime di gusto vagamente rétro, per personalizzare ulteriormente la vostra stanza da bagno? Uno spazio importante è riservato alle docce: proporzioni decisamente ampie nelle nuove tendenze, per accogliere eventualmente anche saune e bagno turco. Non dimentichiamo i dettagli salienti, come i radiatori a parete, che diventano vere e proprie sculture. Il tutto naturalmente multitasking. Secondo le recentissime statistiche nel settore dell’arredo, il bagno e tutto ciò che lo caratterizza è al primo posto nei sogni di ogni casa dei sogni. Un desiderio finalmente realizzabile.

vani limitati si possono realizzare allettanti proposte, adatte a tutte le esigenze. Le idee più accattivanti sono pensate per venir incontro alle esigenze di tutti, consentendo di realizzare un ambiente su misura. Le parole chiave sono il rispetto dell’ecosistema, la tecnologia e lo stile. Come a dire che si possono limitare i consumi dell’acqua anche in un’ottica super moderna, senza rinunciare a nulla. E parlando di stile, come non accennare alle vasche nuo-

Per chi ama il colore o per una tavola importante e curata

PAROLA D’ORDINE: BIO La ricerca della soddisfazione dell’uomo coniugata al rispetto dell’ambiente è l’approccio etico dei nostri tempi. È il requisito fondamentale del prodotto finale e dei processi produttivi, è la costruzione del valore nel tempo. L’obiettivo primario è quello di ricercare uno stile di vita orientato al benessere e alla sostenibilità, ma anche all’avanguardia sotto tutti i punti di vista, nell’ottica di rappresentare la casa come il bene più importante. L’abitazione rappresenta oggi un luogo in grado di offrire comfort abitativo, ergonomia, avanguardia architettonica e tecnologica, spazi per il relax ed il wellness; insomma un luogo dove vivere con il

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massimo livello di benessere. Per tutto quanto riguarda il nuovo, l’imperativo è la bioedilizia; nelle ristrutturazioni, la scelta è quella di integrare alle strutture preesistenti una ricerca di prodotti ecosostenibili, nella prospettiva di rinnovare con il massimo rispetto per l’ambiente e per il risparmio energetico. Senza tralasciare fattore estetico e modernità.

LO STILE DEI DETTAGLI La personalità di una casa si riconosce nei particolari. Irrinunciabili i tavolini, vero tocco di design in ogni ambiente. Utilità ed estetica sono i concetti fondamentali che si fanno notare. Il gioco è quello di abbinare l’elemento portante agli imbottiti oppure, al contrario, di inserirlo con le sue tipiche caratteristiche in uno stile classico. Tra le idee da

copiare, segnaliamo quelle green: oltre al ficus ed alle piante grasse, c’è tutto un mondo vegetale che arreda e fa stare bene. Nel settore sedie, le ultimissime proposte suggeriscono l’utilizzo dell’essenziale, facendo spazio al legno o materiali naturali. E le linee? Ampia scelta sui binomi comfort e design, per descrivere ogni ambiente. I guardaroba sono sempre più

indispensabili nella frenetica vita postmoderna. Sempre in auge i modelli tradizionali, affiancati dalle composizioni a ponte, capaci di creare soluzioni originali. La gettonatissima cabina (a vista o separata) può trovare spazio anche in pochi metri quadrati. Per tutti esiste una soluzione, quella giusta. I divani sono sempre più confortevoli, grazie alle intuizioni del mercato. Le peni-

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L’ARREDO NATURALE: LA LUCE Come non considerare la luce elemento di vita! Anche nelle lunghe giornate invernali, è fondamentale essere accolti da toni caldi e ben studiati, capaci di illuminare i punti forti delle zone giorno e rendere velate quelle del riposo. Nel mondo del design spopolano le forme lineari ed essenziali, accompagnate da punti luce che mettono a fuoco lo stile essenziale per puntare direttamente sulla luce naturale. Lo

spazio è quindi del vetro, corredato di infissi di nuova generazione che corrispondono alle esigenze della moderna architettura. Il gioco di luci e trasparenze impedisce all’occhio di cogliere strutture forti e massicce, lasciando vagare lo sguardo verso effetti visivi di straordinaria purezza stilistica. Anche le maniglie sono dettagli non trascurabili; di grande effetto quelle perfettamente squadrate ed incastrate direttamente sulla lastra di vetro. L’attenzione del produttore è

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LA TRADIZIONE CHE PARLA AL FUTURO

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nche in un mondo che corre sempre più veloce sull’onda delle tecnologie digitali e dell’automazione, esistono ancora “oasi” in cui si parla il linguaggio della tradizione e in cui gestualità lente e saperi antichi sopravvivono e si tramandano dai genitori ai figli. Accade in Trentino, dove ancora oggi si produce la grappa secondo tecniche vecchie di secoli e con strumenti dai nomi affascinanti che ricordano misteriose e magiche alchimie: alambicchi, storte, flemma, teste e code. E ad 66

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orchestrare il tutto, il mastro distillatore: il protagonista della distilleria, che ha forgiato in anni di lavoro attento la capacità di riconoscere le vinacce migliori e di interpretare sbuffi, sibili e gorgoglii dei suoi alambicchi. È così che nasce la grappa trentina. Certo, col tempo sono cambiate molte cose e la grappa di oggi è un prodotto completamente diverso rispetto al passato, quando i contadini la distillavano in casa in pieno inverno, a partire da vinacce secche e sfruttate, spremute il più possibile

per fare il vino da vendere ai signori. Un’acquavite ruvida e spigolosa, dai sentori di legno bruciato, non certo da sorseggiare a fine pasto, ma piuttosto un rinforzo calorico nella povera alimentazione contadina. Oggi, invece, la grappa del Trentino è un distillato nobile e di qualità (su cui vigila l’Istituto Tutela Grappa, vedi box), ottenuto esclusivamente da uve appena svinate e ricche di mosto e aromi. È proprio questa materia prima freschissima a conferire al prodotto finale quella

morbidezza e aromaticità che l’hanno resa protagonista delle moderne tendenze di consumo. Solo la grappa, dopotutto, è prodotta a partire da una materia prima solida e così pregiata come l’uva da vino. Inoltre, proprio le bucce e i vinaccioli (i semi dell’uva) sono ricchissimi di sostanze aromatiche e oli essenziali in grado di sprigionare morbidezza, rotondità e complessità di gusto e profumi. Negli ultimi anni il mercato è andato quindi crescendo e il merito è dei produttori che sono riusciti da un lato a

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UN TEMPO “CENERENTOLA” DEI DISTILLATI, OGGI LA GRAPPA TRENTINA SI PROPONE IN TUTTA LA SUA QUALITÀ, CONQUISTANDO IL GUSTO E I MERCATI DI TUTTO IL MONDO. LEGATA A TECNICHE E SAPERI ANTICHI, SI PRESTA A NUMEROSE SPERIMENTAZIONI, COME DIMOSTRANO ALCUNI INTERESSANTI PRODOTTI DEI DISTILLATORI LOCALI


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trentinospecialedistillerie comprendere le potenzialità di questo straordinario prodotto, dall’altro a intercettare le richieste di un pubblico sempre più giovane e curioso. In molti scommettono che la grappa del Trentino diventerà presto il nuovo superalcolico di moda, un po’ com’è successo con il Gin. È presto per dirlo, ma di certo il nostro distillato si muove bene sul mercato anche internazionale, nei bar, nei ristoranti e nei salotti. Anche in cucina e nella mixology. Tutto questo senza venire meno alla tradizione: in molte distillerie trentine tempi, metodi e strumenti sono rimasti quelli di un tempo e le moderne tecniche produttive hanno solo perfezionato l’arte antica della distillazione, che ancora oggi – come per gli alchimisti di un tempo – continua con passione nella ricerca della perfetta conservazione degli aromi che la natura regala. “Fare” un’ottima grappa è un mestiere che non si impara a scuola, né sui manuali. Ci vogliono passione ed esperienza. Come racconta Elio Pisoni, che con i fratelli è titolare della storica distilleria a Pergolese nel comune di Madruzzo, “bisogna saper scegliere le materie prime migliori e ‘sentire’ quando è il momento di tagliare le teste e le code della grappa, ovvero quelle due fasi delicate e cruciali della distillazione in cui si valorizza solo il cuore del

distillato. Alcune realtà hanno deciso di automatizzare questi passaggi, noi abbiamo preferito non delegare la fase di taglio ad un computer, ma lasciamo tutto alla sensibilità del mastro distillatore, mio fratello Giuliano”. Grappe così nobili sono anche la base perfetta per continue sperimentazioni: i fratelli Pisoni sono i primi a utilizzare eslusivamente la grappa al posto dell’alcol in una nuova linea di amari. “Gli oli essenziali dei vinaccioli reagiscono in sinergia con i profumi balsamici delle erbe aromatiche e il risultato è davvero eccellente”. Tra le novità c’è “donZio”, amaro che nasce da una selezione di erbe e bacche officinali, infuse per mesi in grappa Pisoni. Avvolgente e raffinato, ideale a fine pasto, liscio o con ghiaccio e anche per i cocktail, è un prodotto innovativo, ma anche un omaggio alla famiglia, per la precisione a don Vittorio Pisoni, celebre sacerdote ed educatore trentino, che gli amici chiamavano semplicemente “Don Zio”. Un richiamo alla tradizione, ma con gli occhi al mercato di oggi, è anche “Grappamara”, armonico infuso di erbe, radici e bacche raccolte ad alta quota, messe in infusione in pura grappa trentina. “Un digestivo insuperabile – racconta Elio – che facciamo ancora oggi seguendo la ricetta data a mio nonno dal dott. Cappelletti”.

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IL TRIDENTE, GARANZIA DI QUALITÀ Se in Trentino la Grappa è sinonimo di qualità, lo si deve soprattutto all’Istituto di tutela della Grappa del Trentino: nato negli anni Sessanta da un’intuizione di cinque distillatori (Bertagnolli, Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti) che avevano compreso l’importanza delle regole di autodisciplina e dei controlli di qualità sulla grappa, è uno dei più antichi istituti di tutela italiani nel settore delle bevande e conta 25 soci, che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. Dopo diversi mandati con presidenza di Beppe Bertagnolli, nel 2018 è stato eletto presidente Mirko Scarabello, che dopo anni di lavoro nel mondo del vino ha dedicato la sua vita alla grappa e oggi è mastro distillatore alla Distilleria Segnana. so l’abbinamento perfetto è con un buon sigaro… provare per credere! Sempre in tema di legno, Cappelletti ha dato vita a Cirmolo, un liquore dal sapore aromatico, risultato dell’infusione di pigne di cirmolo (il profumatissimo pino cembro) in grappa trentina. Ultima novità è Alta Verde: nato nel 2017 per il mercato Usa e distribuito anche in Italia da quest’anno, è un amaro a base di assenzio, arricchito dall’uso di brillanti erbe alpi-

ne, spezie e agrumi. Gli aromi evocano una foresta estiva in tutto il suo splendore verdeggiante e il colore è giallino/ verdino lasciato al naturale; il sapore è piacevolmente amaro. Storia antica e un presente e futuro ricchi di sperimentazioni anche per la Distilleria Zeni di San Michele all’Adige, guidata dai fratelli Andrea e Roberto e dal figlio di quest’ultimo, Rudy Zeni, il più attento alle novità.

Mirko Scarabello

“C’è molto interesse – conferma – verso le grappe invecchiate e affinate in legno, questo richiede un surplus di abilità da parte del mastro distillatore, che deve riuscire a bilanciare la freschezza del distillato originario con la maturità dei sentori conferiti dal legno. La nostra grappa Pini di Teroldego è invecchiata 10 anni in botti di rovere. Il legno, gli scambi gassosi, la lenta ossidazione e il tempo creano una grappa davvero elegante

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Ecco un altro nome storico, nel panorama dei distillati e degli amari trentini: come Pisoni, anche Cappelletti (quella del “magico” Elisir Novasalus) è una realtà che ha alle spalle una storia antica e che oggi è portata avanti da Luigi e Maddalena, la quarta generazione. Da un’attività concentrata sulla raccolta e la conservazione delle erbe per produrre gli amari, dagli anni Cinquanta in casa Cappelletti è arrivata anche la grappa, ovviamente trentina e certificata dall’Istituto Tutela Grappa. Proprio sulla grappa Cappelletti ha puntato molto: “Dall’anno scorso – racconta Maddalena – abbiamo lanciato una nuova selezione di grappe monovitigno invecchiate: Amarone, Teroldego e Traminer, contrassegnate dalla data di fondazione 1906. Sono i risultati di un lungo periodo di questi eccezionali monovitigni a contatto con il legno”. Già, perché proprio in tempi recenti si è visto che la grappa riesce a vestirsi di complessità ed eleganza dopo un invecchiamento in botti di legno. In questo ca-

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trentinospecialedistillerie

e molto fine, che rende onore alla lunga attesa. Al tempo stesso, spiega Rudy, c’è stato un ritorno di interesse all’alta gradazione, che esalta la qualità del prodotto. “Una grappa di Teroldego a 50 gradi o più – spiega – sprigiona al meglio gli aromi, la complessità e il carattere del vitigno di origine: la nostra Teroldego monovitigno raggiunge già i 45° e proprio sulla grappa a pieno grado si concentra attualmente il nostro lavoro come distillatori”. Tra le distillerie trentine che vantano la storia più lunga c’è senza dubbio Segnana, fondata nel 1860 a Borgo Valsugana per opera di Paolo Segnana. Una storia rilanciata dalla famiglia Lunelli, che nel 1982 ha acquistato Distilleria Segnana, portandola ai massimi livelli qualitativi: Segnana è stata la prima distilleria a far parte di Altagamma, fondazione che riunisce le aziende italiane di eccellenza che operano nella fascia più alta del Made in Italy. La vicinanza alle Cantine Ferrari di Ravina garantisce la freschezza delle materie prime, ovvero le vinacce impiegate per la produzione delle bollicine

Ferrari, Chardonnay e Pinot Nero. Solo 127 metri separano la pressatura dell’uva per il Trentodoc dalla camera di distillazione. Inoltre, la ridistillazione della flemma con metodo brevettato Segnana, permette di ottenere una grappa ancora più morbida e più pura, che una volta distillata riposa e affina per diversi mesi o addirittura per anni. Sempre più presenti accanto alle intramontabili grappe giovani, le grappe ambrate Segnana rispondono alle richieste di consumatori che al posto dei rum o dei whisky amano le suggestioni avvolgenti della grappa trentina. Tra i prodotti di punta, Solera Selezione e Solera di Solera, invecchiate con il metodo Solera che prevede l’annuale passaggio della grappa da un livello all’altro di una catasta di cinque piani di botti sovrapposte, mentre Sherry Cask è maturata nelle botti dello sherry. Segnana, Zeni, Cappelletti e Pisoni: quattro aziende che hanno scritto la storia della grappa trentina e che continuano a scriverla: con lentezza e precisione, con passione e metodo, come solo i Trentini ■ sanno fare.

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IL MARCHIO DEL TRIDENTE La Grappa Trentina di origine e qualità garantite è facilmente riconoscibile. Il sigillo con il Tridente, che il consumatore individua facilmente sulla bottiglia, prevede tutta una serie di controlli stabiliti dai produttori soci dell’Istituto di Tutela. Il marchio certifica che la Grappa: · è sicuramente prodotta con vinacce trentine · è stata controllata sia dal punto di vista chimico che organolettico. È quindi sicura per quanto attiene l’aspetto salutistico e perfettamente in linea con i livelli qualitativi previsti dal disciplinare di produzione redatto dall’Istituto e sottoscritto da tutti i 28 soci.

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L'enologo, Stephan Filippi

L’ARTE DI FARE IL VINO CON PASSIONE SORTA NEL 2001 DALLA FUSIONE TRA LE DUE STORICHE CANTINE DI GRIES E DI SANTA MADDALENA, LA NUOVA CANTINA DI BOLZANO HA UNA SEDE AVVENIRISTICA E I SUOI VINI CONTINUANO A MIETERE SUCCESSI... si lavorano le uve e si producono quindi le etichette) e poi l’ingegnoso sistema di produzione verticale che oltre che funzionale e sostenibile, sfruttando la forza di gravità anziché molti kilowattori di energia elettrica, ha il pregio di necessitare di uno spazio perimetrale tutto sommato ridotto, considerate le notevoli potenzialità della Cantina stessa.

INFO CANTINA BOLZANO Via San Maurizio, 36 39100 Bolzano Tel. 0471 27 09 09 Fax 0471 28 91 10 info@kellereibozen.co Il Direttore, Klaus Sparer, nell'Enoteca

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La Cantina di Bolzano, sorta nel 2001 dalla fusione tra le due storiche cantine di Gries e di Santa Maddalena, produce vini moderni, di una modernità che però non tradisce la tradizione, anzi, riesce a valorizzarla e ad adattarla in modo virtuoso ai gusti del consumatore e dell’appassionato dei giorni nostri, nonché alle mutate consuetudini del consumo stesso. Per intenderci, sono vini premiati a livello internazionale, si contraddistinguono per la loro tipici-

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uello che colpisce ad un primo impatto sono proprio l’eleganza, l'originalità e la sontuosità del design e delle linee architettoniche così inusuali eppure così famigliari, come se il progettista della Cantina di Bolzano avesse, utilizzando un antichissimo e segreto dizionario, tradotto in ferro e cemento il millenario connubio tra l’uomo e la vite. Vite che troviamo stilizzata già sull’imponente costruzione a forma di cubo posta al centro di un piazzale con una forma che potrebbe ricordare un anfiteatro; il tutto sormontato da alcuni arditi vigneti pensili. Perfettamente integrata nel territorio circostante, la nuova Cantina di Bolzano, però, oltre ad essere una gioia per gli occhi è anche un mostro di efficienza e avanguardia tecnica: nuovi macchinari, stabilimento con pareti in vetro (a simboleggiare forse la trasparenza con cui


trentinoaltoadige

Veduta serale per la Cantina di Bolzano

tà e il carattere inconfondibile. I nettari bianchi sono freschi, fruttati e aromatici, quelli rossi possono essere descritti come nobili, robusti e complessi. Divisa tra una linea classica e una cru (con indicazione della provenienza), l’offerta della Cantina di Bolzano abbraccia tutti i vitigni della tradizione: si va dai cavalli di battaglia, Lagrein e Santa Maddalena, ai Sauvignon, Merlot, Cabernet, Gewürztraminer, Pinot nero, ecc. Ogni etichetta si può comodamente degustare ed acquistare nell’elegante e spazioso Wineshop, dove personale preparato e cortese è a disposizione per ogni tipo di necessità. La storia di Cantina Bolzano inizia nel 1908, quando 30 viticoltori del quartiere bolzanino di Gries decisero di fondare una cooperativa vinicola con lo scopo di vinificare uno dei vitigni più importanti della zona: l’autoctono Lagrein. Qualche anno dopo, nel 1930 viene fondata da 18 viticoltori un’altra piccola cooperativa a Santa Maddalena, all’interno della quale i soci riuscirono a produrre da uve Schiava l’omonimo vino di grande pregio. Alla base del successo di Cantina Bolzano ci sono i 224 soci viticoltori riuniti nella struttura cooperativa: intere famiglie che da generazioni si dedicano con precisione e passione alla produzione di uva della migliore qualità. Sono gli stessi soci ad eleggere il presidente, carica ricoperta da Michael Bradlwarter dal 2001, anno in cui la fusione tra Cantina Gries e Cantina S. Maddalena ha dato vita a Cantina Bolzano. Il presidente guida l’azienda e rappresenta gli interessi dei soci, dirige il consiglio d’amministrazione e funge da mediatore tra la direzione, i soci membri e l’enologo. Michael Bradlwarter, uomo di grande integrità, è una figura fondamentale perché facilita l’identificazione dei soci con la “loro” cantina e

contribuisce ad accrescere il loro senso di appartenenza. Per produrre in modo costante vini di alta qualità, è fondamentale un interscambio diretto e sistematico tra i soci viticoltori e l’enologo Stephan Filippi. Egli mantiene personalmente i contatti con i soci, offre loro consigli durante il periodo vegetativo della vite e li affianca nelle scelte quotidiane in vigneto, luogo dove nasce la qualità. Il percorso della qualità continua poi in cantina, dove è fondamentale prendere le giuste decisioni: gli oltre 30 anni

di esperienza di Filippi sono una garanzia per il successo della cantina. Un’altra figura chiave di Cantina Bolzano è il Direttore Generale Klaus Sparer, che assicura un orientamento strategico e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. In quanto responsabile vendite ed export, Sparer si impegna anche a posizionare Cantina Bolzano come azienda produttrice di vini di qualità nei mercati mondiali e rappresenta il marchio di Cantina Bolzano nel contesto nazionale ed internazionale. ■

IL VINO CON PIÙ “BICCHIERI” IL LAGREIN TABER È IL PRIMO VINO ALTOATESINO A RICEVERE I “TRE BICCHIERI” PER 20 VOLTE

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uanto fa 20 per 3? La risposta la dà il Lagrein Taber, fiore all’occhiello di Cantina Bolzano che quest’anno ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dei “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso per la ventesima volta. È il primo vino dell’Alto Adige a conquistare per 20 volte l’ambito premio e, quando la qualità diventa la regola, il merito è da ricercare nella perfetta collaborazione tra l’enologo e i soci viticoltori. Se si guarda all’ultima edizione della guida de Il Gambero Rosso si nota subito quanto l’Alto Adige abbia dei livelli di qualità molto elevati, eppure tra i “Tre Bicchieri” conferiti ai vini dell’Alto Adige ne spicca in particolare uno: il Lagrein Riserva Taber di Cantina Bolzano che per la ventesima volta ha ricevuto questo massimo riconoscimento dai degustatori della guida enologica più autorevole d’Italia. È il primo vino altoatesino a raggiungere questo traguardo. Il Lagrein Riserva Taber ha ricevuto per la prima volta i “Tre Bicchieri” nel lontano 1995 e nell’edizione 2020 è l’annata 2017 ad aver conquistato l’ambito premio. Il Taber è considerato uno dei vini di punta di Cantina Bolzano, il fiore all’occhiello che esprime al meglio l’essenza dell’autoctono Lagrein, vitigno che incuriosisce sempre più appassionati di vino in tutto il mondo.

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NUOVA DEFENDER S

eppur pensato per il XXI secolo, il nuovo modello Defender racconterà 70 anni di innovazione e sviluppo, rendendo omaggio alla tradizionale resistenza e solidità di quest’auto.

RESISTENZA CREATA PER RESISTERE A OGNI IMPATTO Realizzata con i nostri materiali più resistenti di sempre e collaudata fino al limite delle sue possibilità. Defender è progettata per resistere nel tempo. Defender è sinonimo di sicurezza: dal suo carattere deciso alle sue superfici essenziali e raffinate, la sua affidabilità è ineccepibile. Altamente desiderabile e decisamente capace. Resistenti, durevoli e molto funzionali, gli interni di Defender testimoniano lo spirito d’avventura dell’auto. Gli elementi strutturali sono realizzati in materiali robusti. Le tecnologie intuitive, simili a quelle degli smartphone, offrono una guida connessa e coinvolgente senza compromettere l’atmosfera dell’abitacolo. Inoltre, tutto è stato progettato pensando alla praticità. Con il passaggio nell’abitacolo*, il sedile anteriore pieghevole opzionale e la

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LE TUE AVVENTURE, LA TUA DEFENDER


DESIGN PROGETTATA CON UNO SCOPO Robusta, resistente e altamente funzionale, Land Rover Defender è una riuscita combinazione di design accattivante e coerenza progettuale. Un design dall’integrità indiscutibile. E una determinazione impareggiabile. TECNOLOGIA DI BORDO SEMPRE PRONTA E SCATTANTE. LA NOSTRA TECNOLOGIA PIÙ INNOVATIVA DI SEMPRE. Grazie al rinnovato design di esterni ed interni e a tutte le ultime tecnologie di assistenza per il conducente e di connettività, la nuova generazione di Defender è destinata a essere un prodotto rivoluzionario per Land Rover. Pensate per le avventure del XXI secolo, le nostre tecnologie sono più intuitive che mai e garantiscono praticità, connettività e visibilità.

console centrale, lo spazio può essere configurato in molti modi, compreso quello più adatto a te. CAPACITÀ INARRESTABILE. OVUNQUE Defender è stata progettata per farti sognare in grande. Puntando più in alto. Andando “Above and Beyond”. Inarrestabile per natura. Defender può affrontare terreni estremi in tutta sicurezza, dalla giungla urbana alle sabbie mobili, fino al ghiaccio.

NUOVO SISTEMA DI INFORMAZIONE E INTRATTENIMENTO Ispirato al tuo smartphone, Pivi Pro è il nuovo sistema di infotainment su touch screen da 10” , offre connettività a 360 gradi e ti dà tutte le informazioni importanti a colpo d’occhio. Il sistema Pivi Pro di Defender è caratterizzato da un layout intuitivo che consente di eseguire attività frequenti e di utilizzare le funzioni più comuni sulla schermata iniziale. È possibile personalizzare il layout e aggiungere ulteriori informazioni o funzioni.

ANCORA PIÙ VISIBILITÀ Allarga i tuoi orizzonti. La tecnologia ClearSight, inclusa nel sistema Surround Camera 3D ottimizzato, migliora notevolmente la visibilità. La Vista suolo ClearSight1 consente di vedere “attraverso” il cofano di Defender. Sono disponibili più viste esterne, tra cui quelle del sottoscocca e delle ruote. Per affrontare ogni terreno in totale sicurezza.

Emissioni CO2 A partire da 199 g/km Consumi Ciclo Combinato a partire da 7.5 l/100 km

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NAVIGAZIONE Il sistema Connected Navigation Pro di Defender apprende i tuoi percorsi preferiti e suggerisce alternative più veloci in caso di ritardi. PNEUMATICI Tra tutte le Land Rover, Defender offre la più vasta gamma di pneumatici. Quelli da 815 mm sono creati per assorbire gli urti, proteggere l’integrità del telaio e migliorare il comfort dei passeggeri. Inoltre, l’ispessimento della parete laterale riduce il rischio di forature.

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Ziganoff Jazzmer Band

di Fabio De Santi

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a “Ziganoff Jazzmer Band” festeggia i suoi primi dieci anni di musica l’8 novembre con un concerto al Teatro Sambapolis di Trento, in un evento organizzato dalla Circoscrizione Oltrefersina. Un progetto che affonda le sue radici nella passione per questi suoni del musicista trentino Renato Morelli attento alla ricerca filologica dei rapporti fra la musica klezmer, il primo jazz, e lo swing zingaro manouche. “Trovai – racconta Morelli a Trentinomese – una testimonianza in questo senso illuminante nella leggendaria figura di Mishka Ziganoff, fisarmonicista ‘forse’ zingaro, di religione cristiana e di lingua yiddish, nato ad Odessa, emigrato (o più probabilmente ‘scappato’ per evitare i Pogrom zaristi) a New York agli inizi del Novecento, dove lavorò con formazioni klezmer e anche del primo jazz”. Oltre che per il suo virtuosismo, è noto anche per la sua incisione nel 1919 del brano Koilen, considerato un prototipo melodico di Bella ciao. Una figura emblematica dunque, che rappresentava un ideale fil rouge non solo fra la musica klezmer, il jazz e lo swing manouche, ma anche con le nostre radici musicali, in quanto il Trentino fece parte fino al 1918 dell’impero Austro-Ungarico e dunque aveva relazioni abitudinali anche con le lontane comunità dell’Europa orientale e con la loro musica: romena, balcanica, ungherese, ucraina, tzigana, klezmer. Nel 2009 Morelli, riprendendo il precedente progetto Destrani in un’ottica più ampia, diede forma al nuovo progetto Ziganoff - jazzmer band ispirandosi proprio alla figura dell’omonimo fisarmonicista di Odessa e giocando sulle parole jazz(klez)mer. Al

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10 ANNI DI ZIGANOFF LA “ZIGANOFF JAZZMER BAND”, GUIDATA L’ECLETTICO RENATO MORELLI, FESTEGGIA I SUOI PRIMI DIECI ANNI DI MUSICA L’8 NOVEMBRE CON UN CONCERTO AL TEATRO SAMBAPOLIS DI TRENTO suo fianco, nella formazione originale Fiorenzo Zeni, Christian Stanchina, di Rossana Caldini, Hannes Petermair e Manuel Randi. Questi straordinari musicisti, maestri nell’improvvisazione jazzistica, poco o nulla conoscevano della musica klezmer, che però affrontarono con grande intelligenza e disponibilità, affinando progressivamente anche questa specificità repertoriale, soprattutto dopo Renato Morelli

la collaborazione con artisti del calibro di Igor Polesitsky (violinista ebreo ucraino, prima viola del Maggio Musicale Fiorentino) e Kalman Balogh (virtuoso cimbalonista ungherese)”. In seguito Randi fu sostituito dal noto chitarrista bolzanino Michele Ometto, mentre Petermair da Gigi Grata. Dietro la sigla di Ziganoff-jazzmer band c’è dunque una delle poche formazioni a livello internaziona-

le, che si dedica sistematicamente alla ricerca dei legami perduti fra la musica klezmer, il primo jazz, e lo swing zingaro manouche, attraverso arrangiamenti originali: ha tenuto numerosi concerti, in Italia e all’estero, partecipando a vari festival internazionali, programmi Rai televisivi e radiofonici, spettacoli teatrali, colonne sonore di film. Ha realizzato progetti musicali, cd e dvd, con il chitarrista bolzanino Manuel Randi, il violinista ebreo-ucraino Igor Polesitsky, il cimbalonista zingaro-ungherese Kalman Balogh. Fra i concerti più significativi di questo 2019 quello dello scorso agosto nella chiesa trecentesca di Santa Maria Assunta a Bominaco (L’Aquila) accanto, come ospite speciale al grande virtuoso zingaro-ungherese di Cimbalom Kalman Balogh, mentre fra quelli in programma domenica 29 dicembre la Ziganoff sarà alla Sinagoga di Gorizia per un evento che rientra nel programma del Festival I suoni e i luoghi, Friuli Venezia Giulia realizzato in collaborazione con la Associazione Amici di Israele di Gorizia. ■


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Foto elenaciurletti.com

di Nicola Tomasi

GOLF & PILATES

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no di quegli incontri che non ti aspetti. O meglio, a cui non avevi ancora pensato. Perché, quando poi te ne parlano, domandi: “Wow, perché non lo avete fatto prima?!”. I protagonisti sono Maria Giulia Prevost Rusca (MG Pilates La forma del benessere - Pilates Club) e Andrea Costa (PGAI), che quest’estate, allenandosi insieme sul green, hanno messo a punto un programma incrociato tra le loro discipline. Maria Giulia con il suo pilates indoor permette infatti di acquisire i corretti schemi posturali e di movimento alla base del golf: la contrazione muscolare deve avvenire secondo una determinata sequenza, la rotazione deve essere controllata e non eccessiva, non solo per migliorare la prestazione, ma anche per evitare lesioni e contrastare l’insorgenza dei dolori classici del golfista. Mettici poi la preparazione internazionale di Andrea come Maestro di golf e si chiude

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il cerchio di un percorso sportivo fantastico, adatto a tutti: nei mesi freddi, allenamento con Maria Giulia per rafforzare la muscolatura profonda e incrementare allo stesso tempo stabilità, flessibilità e mobilità, indispensabili per migliorare lo swing e realizzare drive più lunghi; dalla prima primavera, Maria Giulia Prevost Rusca

con Andrea inizia una lunga stagione di gioco sul green che, grazie alla forma fisica e alla consapevolezza muscolare raggiunta, diventa lo sport ideale per tutti, perfetto per tenersi in forma, divertirsi e rilassarsi profondamente all’aria aperta, spezzando efficacemente il circolo vizioso dello stress.

Per permettervi di apprezzare queste discipline e la loro efficacia congiunta, Maria Giulia e Andrea propongono da adesso fino a primavera pacchetti personalizzati, con offerte promozionali fino a Natale: in particolare è imperdibile il pacchetto di base per principianti che offre tre lezioni di pilates a Trento (via Pilati) o a Levico Terme (loc. Gatto) + tre lezioni di golf presso il Break Point Golf Club a Pergine Valsugana (loc. Maso Grillo) o presso il Golf Club di Folgaria (Loc. Costa - Maso Spilzi) per un prezzo a cui non si può dire di no: 100 euro! Oltre all’allenamento perfetto, hanno creato così anche il regalo di Natale perfetto! Fatelo, prima di tutto, a voi stessi! ■

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Andrea Costa e Maria Giulia Prevost Rusca

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“Folk-s”

di Lara Deflorian

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uesto mese sono ben sei gli spettacoli di danza programmati dal Centro S. Chiara di Trento nei diversi teatri del territorio provinciale. La stagione entra così nel vivo e in primis, il 28 novembre al teatro Sociale di Trento, potremo ben ritrovare la compagnia Abbondanza/Bertoni che presenterà La morte e la fanciulla, titolo dell’omonimo Quartetto per archi in re minore di Franz Schubert. Vincitrice del premio della critica italiana Danza&Danza 2017 e finalista, nel medesimo anno, del premio UBU, questa coreografia vede protagoniste in scena tre instancabili danzatrici, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas e Claudia Rossi Valli, interpreti di una gestualità vera, sulla struggente partitura di Schubert. Antonella Bertoni e Michele Abbondanza in questa prima tappa di una felice trilogia ispirata a grandi partiture musicali tornano alla danza pura, in una creazione che presenta una doppia dimensione: quella orizzontale della coreografia e quella verticale del video. L’umano è presente in scena nel suo ciclo vitale nascitamorte, attraverso la presenza fisica dei corpi integralmenMM Contemporary Dance Company

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TIROLO (E BAVARIA) IN DANZA ALL’AUDITORIUM MELOTTI DI ROVERETO L’APERTURA DELLA STAGIONE È AFFIDATA AD ALESSANDRO SCIARRONI CHE, IL 15 NOVEMBRE, PRESENTA FOLK-S, UNA CREAZIONE ISPIRATA ALLO SCHUHPLATTLER te nudi, proprio come nudi ci si ritrova al cospetto della morte, e attraverso la presenza spirituale dell’occhio invadente del video. Il risultato è un continuo tendere verso la fine vita, un’opera visionaria e trascendentale, sviluppata sulle suggestive musiche eseguite dal vivo, per questo debutto a Trento, dall’Orchestra Haydn nella versione per archi di Gustav Mahler. “Il nostro pensiero torna a posarsi sull’umano e su ciò che lo definisce - scrivono i due autori - la vita e la morte, l’inizio e la fine sono i miracoli della nostra esistenza. Ci sono argomenti così

importanti e trasversali che spesso sono presenti e traspaiono in qualsiasi soggetto si voglia trattare. Sempre il tema del nascere e del morire, del cominciare e del finire, ci ha accompagnato pur nelle multiformi sfaccettature del nostro cercare, immaginare e comporre.” All’Auditorium Fausto Melotti di Rovereto l’apertura della stagione è invece affidata all’artista marchigiano Alessandro Sciarroni che, il 15 novembre, con un gruppo di performer presenta Folk-s, una creazione ispirata allo Schuhplattler, la danza popolare della tradizione bavarese

e tirolese. Trasformata in pratica performativa, l’insieme di movimenti si caratterizza come danza per la regola ripetuta in modo preciso, il gesto ossessivo e la resistenza alla fatica. Alla fine un solo performer riuscirà a rimanere in scena a danzare senza interruzione e sbavature: una sfida questa, che metterà alla prova anche il pubblico presente. A precedere la messa in scena di Folk-s, alle ore 20 al Mart ci sarà un Aperitivo inDanza seguito da un brindisi. Per quanto concerne il circuito provinciale torna in regione la compagnia veneta


trentinopanorama “Serata Romantica”

PER LA PRIMA VOLTA GLI “STOMP” A TRENTO

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onsigliati agli amanti delle percussione, dei suoni e rumori ritmici contemporanei gli Stomp per la prima volta arrivano a Trento, e precisamente il 18 e il 19 novembre all’Auditorium Santa Chiara di Trento. Nata quasi trent’anni a Brighton, in Inghilterra, grazie all’estro creativo di Luke Cresswell e Steve McNicholas, la compagnia degli Stomp si è esibita ancora in regione anni fa a Bolzano. Un’esperienza difficile da dimenticare per la combinazione, ormai oggi non più originalissima, di percussioni e movimento, in cui oggetti quotidiani come scope e bidoni delle immondizie, vengono energeticamente e ritmicamente percossi fino a creare, in termini musicali, una sinfonia intensa. A tutto ciò se si aggiungono battiti di mani e di piedi, in termini di movimento si riesce a Fabula Saltica, protagonista il 9 novembre al teatro Sartori di Ala di Ballades, una coreografia di Claudio Ronda ispirata al lungometraggio Ballando Ballando di Ettore Scola e ispirata quindi alle atmosfere festaiole del sabato sera, vissute dalla gente comune nelle balere. Gli umori, le passioni e gli amori vissuti saranno accompagnati dalla musica di tradizione arricchita da sonorità moderne, eseguita dal vivo da una piccola orchestra. Su ideazione e regia di Fredy Franzutti dalla Puglia il 12 novembre al Palazzo dei Congressi di Riva del Garda, il 13 al teatro Comunale di Tesero e il 15, sempre di novembre, al Cinema teatro di Cles, il Balletto del Sud sarà in scena con Serata Romantica, uno spettacolo che riprende alcune tra le più belle pagine del repertorio romantico di balletti conosciuti come Giselle, La Sylphide, la Bayadere e Les Sylphides, intervallate da brani di Chopin e rime di Leopardi, interpretate dalla voce di Andrea Sirianni. Una miscellanea di stili e artisti dell’Ottocento per inguaribili romantici e amanti del balletto classico. La compagnia di danza contemporanea MM Contemporary Dance Company, associata del Circuito InDanza del Trentino Alto

Adige per il triennio 201820, sarà invece protagonista il 14 novembre al teatro S. Pietro di Mezzolombardo di una serata che si compone di due creazioni firmate da Michele Merola: Gershwin Suite e Schubert Frames. Nel primo il tutto si ispira alle atmosfere e agli umori dei tempi di George Gershwin e alle suggestioni intime provenienti dalle opere pittoriche di Edward Hopper, mentre nel secondo saranno protagoniste le sonate di Franz Schubert, che ben sanno esprimere i sentimenti contrastanti d’amore, la tensione, la malinconia, il rimpianto, ma anche la speranza. La compagnia toscana Versiliadanza proporrà il 17 novembre al teatro Gustavo Modena di Mori Neverland, un evergreen dell’infanzia e quindi un tuffo nel passato, a ritroso nei ricordi, nelle avventure e nei personaggi di una delle storie per bimbi e ragazzi più note e amate al mondo: quella di Peter Pan. Una coreografia di Leonardo Diana di poetico impatto visivo, in cui parlano solo le immagini e il gesto, la musica, il corpo e la danza per una full immersion, fruibile anche dai più piccoli, nel mito dell’infanzia avventurosa e fantasiosa. Per info: numero verde 800 013952 - www. centrosantachiara.it. ■

cogliere l’intreccio tra la sensualità del flamenco e la precisione del tip-tap. E se letteralmente “stomp” significa “camminare con passo pesante”, nel jazz indica un brano veloce e vivace, mentre nella danza identifica movimenti assai ritmati. Ciò che gli Stomp propongono, in veste di ballerini-percussionisti-attori-acrobati, è un mix potente e difficile da definire di danza, teatro e musica della civiltà urbana contemporanea. Inoltre ciò che la compagnia fa in scena rappresenta anche una sfida ecologica allo spreco urbano, che passa attraverso il riciclo, seppur in chiave ironica, dei bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni. Lo show degli Stomp può in sostanza essere definito un circo, un rito tribale, un evento rock e un’opera metropolitana con l’umorismo del cinema muto dato in prestito alla Pop Art. Insomma: assistere ad una tipologia di spettacolo metropolitano di questa portata può essere un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Organizzato da Fiabamusic i biglietti sono acquistabili online sul sito Primiallaprima. (La. De.)

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trentinopanorama

di Fabio De Santi

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n racconto che parte da storie sportive per diventare poi un affresco insieme storico, poetico e anche musicale. È quello proposto nel nuovo spettacolo di Federico Buffa “Il rigore che non c’era” in scena all’Auditorium di Trento venerdì 15 novembre alle 21, nell’appuntamento organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara. Dai riferimenti alla storia di Sendero Luminoso a quella del leggendario bomber inglese George Best e del campione argentino Leo Messi fino al millesimo gol di Edson Arantes do Nascimento in arte calcistica Pelè lo spettacolo ricorda alcune delle figure leggendarie del mondo del calcio. In questo spettacolo Federico Buffa, considerato da molti come il più grande storyteller italiano e capace di riempire puntualmente i teatri anche in Trentino, riprende

IL RIGORE DI FEDERICO BUFFA IN SCENA ALL’AUDITORIUM DI TRENTO, VENERDÌ 15 NOVEMBRE ALLE 21, RICORDANDO ALCUNE DELLE FIGURE LEGGENDARIE DEL MONDO DEL CALCIO la sua avventura teatrale con un testo che parte da storie sportive per diventare poi un affresco insieme storico, poetico e anche musicale. “Il rigore che non c’era - spiega Buffa - è quell’evento, magari improvviso, che ha cambiato la storia di una partita, è quella metafora, magari improvvisa, che ha cambiato la storia di una vita”. In un luogo non collocato nel tempo e nello spazio, personaggi ad un

bivio, davanti ad una scelta, condannati a raccontare e a raccontarsi: Buffa così inizia il suo percorso che passa attraverso storie intrecciate tra loro, come quella di Elis Regina e di Garrincha, il tutto punteggiato dalla musica che sottolinea, impreziosisce e accompagna la narrazione. Sullo sfondo, una casa e la copertina di Sergent Pepper dei Beatles, presente nella scena e nel testo. Da quella

casa compare una sorta di angelo, custode e disincantato, interpretato da Jvonne Giò. In scena con Federico Buffa, uno strampalato attore interpretato da Marco Caronna, regista dello spettacolo, ed un pianista, Alessandro Nidi, compagni di viaggio nello scoprire che quel rigore ha cambiato la storia di tutti. “Il rigore che non c’era” è l’ultimo tassello del percorso del ■ giornalista.

“SCHOOL OF ROCK”, A TRENTO IL 9 E 10 NOVEMBRE

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rriva a Trento, il 9 e 10 novembre, all’Auditorium Santa Chiara “School of Rock” il nuovo musical legato al celebre film che racconta la passione per il rock trasformandola in una commedia irresistibile grazie ad un attore come Jack Black. “School of Rock”, la pellicola diretta nel 2003 da Richard Linklater, e condita da brani di Clash, Doors, Kiss, Cream, Who, Metallica, Bowie e Velvet Underground oltre che delle stesso Jack Black. A quel film si ispira il musical

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“School of Rock” che Andrew Lloyd Webber ha tratto dal film di Richard Linklate e che ha appena debuttato al Sistina di Roma nella sua versione italiana firmata da Massimo Romeo Piparo. Nei panni del celebre chitarrista irriverente Dewey Finn con tutta la sua comicità il bravissimo Lillo, alias Pasquale Petrolo, per questa occasione senza l’inseparabile compagno Greg. Fra le tappe del tour quelle del 19 e 20 aprile, alle 21, all’Auditorium Santa Chiara organizzate da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara. Ad accompagnare Lillo in questa divertente commedia, che è soprattutto un grande omaggio al rock,, un cast di 25 performer e tre band dal vivo, con 14 protagonisti under 14, selezionati tra i 90 allievi dell’Accademia Sistina. Massimo Romeo Piparo, nel panorama del musical italiano, è una firma di piena autorevolezza ed un artista d’intuito: è grazie a lui che gli appassionati hanno potuto applaudire le edizioni italiane di alcuni fra i più grandi titoli internazionali di questo genere e nelle stagioni recenti hanno portato la sua firma alcuni successi memorabili. Il suo istinto teatrale si rivolge ora ad un musical pieno di energia, sulla partitura firmata dal grande Andrew Lloyd Webber: “School of Rock”.


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di Fabio Peterlongo

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er fare rivivere le Alpi in modo sostenibile occorre una strategia capace di fare i conti con i cambiamenti in corso. La montagna è di fronte a radicali trasformazioni ambientali, demografiche e sociali e serve una visione che vada oltre il mero assistenzialismo e la promozione delle piste da sci». Così Valentina Chizzola, ricercatrice per la Fondazione Demarchi, ha presentato il convegno dedicato al futuro dell’arco alpino dal titolo “Vivere la montagna che cambia - Nuove prospettive di welfare per le comunità alpine” che si svolgerà presso la Fondazione il 15 e 16 novembre, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, Società dei territorialisti e Fondazione Caritro. Nel corso della “due giorni” interverranno numerosi esperti che tratteranno i temi salienti della trasformazione della montagna, puntando l’accento sulle nuove forme di welfare comunitario come strategia capace di rivitalizzare l’arco alpino per evitarne lo spopolamento e innovarne il tessuto sociale ed economico. Si parte dall’economia della montagna, che deve mostrare la capacità di differenziarsi, spiega Chizzola: «Ci interroghiamo su quali modelli di

VIVERE LA MONTAGNA CHE CAMBIA SE NE PARLA IL 15 E 16 NOVEMBRE A TRENTO, ALLA FONDAZIONE DEMARCHI IN UN CONVEGNO. LA RESPONSABILE, VALENTINA CHIZZOLA, DICE: «VEDIAMO ALLEANZE IMPENSABILI TRA IMPRENDITORI E NO PROFIT, TRA GIOVANI E ANZIANI, PER NON FAR SPOPOLARE LE MONTAGNE, PUNTANDO SULL’INNOVAZIONE E SUL FARE RETE TRA LE PERSONE» sviluppo alternativo possano essere ipotizzati. Il surriscaldamento globale mette in forse l’agricoltura di montagna, come le tipiche mele del Trentino, che potrebbero non avere più un clima adatto per mantenere gli attuali livelli di produzione. Lo stesso vale per le piste da sci, con l’innevamento naturale che diventerà un fenomeno sempre più raro». Tra i progetti di “Welfare a Km Zero” in

discussione, vi è ad esempio quello di “Comunità frizzante”, che Chizzola ha delineato: «Il progetto pensa allo sviluppo di bevande frizzanti fortemente territoriali che nascono dalle erbe raccolte nel territorio. In questo modo, si sollecitano le comunità a riflettere sull’avvenire anche economico delle aree che si trovano ad abitare». Nel corso degli anni la montagna trentina (ed ancor più

quella altoatesina) si è distinta per aver resistito ai fenomeni di spopolamento massiccio che invece hanno colpito le aree vicine, ha sottolineato Chizzola: «Ma non si deve dare per scontato che questo non accada nel futuro. Perciò occorre pensare a nuovi modelli di comunità, capaci di facilitare il vivere in montagna, già di per sé complesso a causa delle difficoltà logistiche che comporta l’ambiente alpiAna Crismàn

Valentina Chizzola 84

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La sede della Fondazione Demarchi a Trento


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DEG 26 KASWALDER MILENA – COLLE 27 ARCO UNITÀ D’ITALIA 19 ASPE Roveré della Luna .M RI 27 ENDRIZZI MARCO via Feldi, 24 17 18 VIA LOMERI VIA G gere le comunità: «Vediamo 28 GRUPPO ALPINI Cassa Rurale 4 26 PIAZZA 29 SCUOLA ELEMENTARE Via Ros Pro Loco Roverèdellaluna nuovi protagonisti e nuove SPAGNA VIA MILAN 30 COLLER PIERRE Via Rosmini, 3 O 28 20 alleanze prima impensabili. I 9 IN TEATRO M OS 25 24 A. R 10 Come quella che di recente VIA VIA 4 29 a NOVE 30 BRE FILOD 1 MLA ha unito il mondo dell’imprenVIA F. P 23 TI U A 2 DISSEGN IZZ R VIA ditoria e quello del sociale e INI 3 PREGHE DI FEL 22 1 LA FILODRAMMATICA “I SIMPATICI” P.zza Unità d’Italia A del no profit. Tra i progetti che 27 VIA 4 ENDRIZZ RON O C O 2 DISSEGNA EMMA e CAMILLA via Feldi, 17 EZZ M verranno presentati al conve5 MITTERH 3 PREGHENELLA ELIANO e ELIDE via Roma, 8 6 DISSEGN 26 gno ve n’è uno, ad esempio, 4 ENDRIZZI CLAUDIA via Degasperi, 3 7 PREGHE in Valle Stura che intende ri5 MITTERHOFFER GIORGIA via Indipendenza, 59 8 ZADRA M 6 DISSEGNA RENATO via G. Verdi portare attività commerciali 9 VITTELL 9 9 9 9 7 PREGHENELLA 9 10 10 10 10 a 10 ALBERTO a a via G. a Verdi, 4 a 10 “ LA MA in aree spopolate, riattivando 1 LA FILODRAMMATICA 1 LA FILODRAMMATICA “I1SIMPATICI” LA FILODRAMMATICA 1P.zza LA “I SIMPATICI” FILODRAMMATICA Unità d’Italia “I SIMPATICI” P.zza 1 LA Unità FILODRAMMATICA “I P.zza SIMPATICI” d’Italia Unità d’Italia P.zza“IUnità SIMPATICI” d’Italia P.zza Unità d’Ita 8 ZADRA MARCO via Verdi, 5 1117NARDO 2 DISSEGNA EMMA 2 DISSEGNA e CAMILLA 2 DISSEGNA EMMA via Feldi, e CAMILLA 2EMMA DISSEGNA 17 e via CAMILLA Feldi, EMMA17 2via eDISSEGNA CAMILLA Feldi, 17 via EMMA Feldi, e CAMILLA 17 via Feldi, Comune l’imprenditoria locale a benePREGHENELLA 3 PREGHENELLA ELIANO 3e PREGHENELLA ELIDEELIANO via Roma, 3 PREGHENELLA e ELIDE ELIANO 8 viae Roma, ELIDE ELIANO 3 PREGHENELLA via 8 Roma, e ELIDE 8 viaELIANO Roma, e8 ELIDE via Roma, 8 Roveré della Luna 9 VITTELLESCHI VITTORIO via Molini,330 12 KELLER 4 ENDRIZZI CLAUDIA 4 ENDRIZZI via Degasperi, 4 ENDRIZZI CLAUDIA3via CLAUDIA 4 ENDRIZZI Degasperi, viaCLAUDIA Degasperi, 3 4 ENDRIZZI via3Degasperi, CLAUDIA 3 via Degasperi, 3 5 ficio delle popolazioni e dei 10 “ LA MAGNIFICA COMUNITÀ DEL MEZZEL“ (Franca Ghidoni) Via Mezzel, 3 5 MITTERHOFFER 5 MITTERHOFFER GIORGIA 5 MITTERHOFFER via Indipendenza, GIORGIA 5 MITTERHOFFER via GIORGIA 59Indipendenza, via GIORGIA 5Indipendenza, MITTERHOFFER 59 via Indipendenza, 59 GIORGIA59 via Indipendenza, 59 13 ZADRA 6 DISSEGNA RENATO 6 DISSEGNA via G. 6 DISSEGNA Verdi RENATO via 6RENATO DISSEGNA G. 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In que8 ZADRA MARCO8 via ZADRA Verdi, MARCO 85ZADRA viaMARCO Verdi, 8 ZADRA 5via Verdi, MARCO 5 via 8 ZADRA Verdi, 5MARCO via Verdi, 5 KELLER-SEBASTIANI P.zza F.lli Bronzetti, 6/a 9 VITTELLESCHI9 VITTORIO VITTELLESCHI 9via VITTELLESCHI Molini, VITTORIO 30 9 VITTELLESCHI via VITTORIO Molini, via 30VITTORIO Molini, 9 VITTELLESCHI 30via Molini, VITTORIO 30 via Molini,15 30 TAIT IV sto senso è cruciale l’apporto 7 12 10 “ LA8 MAGNIFICA 10 “ COMUNITÀ LA MAGNIFICA 10 “ LA DEL MAGNIFICA COMUNITÀ MEZZEL“ 10 “ LA MAGNIFICA (Franca COMUNITÀ DEL MEZZEL“ Ghidoni) 10 DEL COMUNITÀ “ LA (Franca MEZZEL“ ViaMAGNIFICA Mezzel, Ghidoni) DEL (Franca 3MEZZEL“ COMUNITÀ Via Ghidoni) Mezzel, (Franca DEL Via 3 Ghidoni) Mezzel, MEZZEL“ 3Via(Franca Mezze 13 ZADRA CATERINA Via Dante Alighieri, 16Bronzetti GIULIV 11 NARDON MARIA 11 NARDON AUGUSTA 11MARIA NARDON P.zza AUGUSTA F.lli 11 MARIA Bronzetti NARDON AUGUSTA P.zzaMARIA F.lli Bronzetti P.zza 11AUGUSTA NARDON F.lli Bronzetti P.zza MARIA F.lliAUGUSTA BronzettiP.zza F.lli 6 di mentalità differenti, spiega 12 KELLER-SEBASTIANI 12 KELLER-SEBASTIANI P.zza 12 KELLER-SEBASTIANI F.lli Bronzetti, 12 P.zza KELLER-SEBASTIANI 6/a F.lli Bronzetti, P.zza 12 F.lliKELLER-SEBASTIANI Bronzetti, 6/aP.zza F.lli 6/aBronzetti,P.zza 6/a F.lli Bronzetti, 6/a 14 17 SALEM 5 5 5 5 5 PRESEPE PRO LOCO P.zza Unità d’Italia I 11 D 13 ZADRA CATERINA 13 ZADRA Via Dante 13 CATERINA ZADRA Alighieri, CATERINA Via 13 Dante 8ZADRAAlighieri, Via CATERINA Dante813 Alighieri, Via ZADRA Dante 8CATERINA Alighieri,Via 8 Dante Alighieri, 8 R E 15 TAIT IVAN Via Milano, 18 14 PRESEPE PRO 14LOCO PRESEPE P.zza 14 PRO PRESEPE UnitàLOCO d’Italia 14 PRO P.zza PRESEPE LOCO UnitàP.zza d’Italia PROUnità LOCO 14 PRESEPE d’Italia P.zza Unità PROd’Italia LOCO P.zza Unità d’Italia Chizzola: «Vediamo ai nostri VIA V 18 BERTI A 15 TAIT IVAN Via15Milano, TAIT IVAN 18 15 TAIT Via Milano, IVAN15Via 18 TAIT Milano, IVAN18 Via Milano, 15 TAIT 18IVAN Via Milano, 18 PIAZZA 76 7 616 GIULIVO 7 7 via D. 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no». Per questo è necessario puntare a forme innovative di welfare che coinvolgano gli abitanti, unendoli in una rete di reciproco sostegno: «Pensiamo a progetti che nascono “dal basso” e che non siano solo le riflessioni dei ricercatori. Tra le idee che accompagniamo nei progetti di welfare km zero c’è ad esempio il progetto “Vip - Very informal people”, con il quale persone “normali”, come baristi, assicuratori, vigili, parrucchieri, hanno dato disponibilità a formarsi per essere in grado di assistere e sostenere i tantissimi che incontrano e che mostrano di avere delle problematicità. Ci sono le solitudini, le separazioni, la perdita del lavoro… Queste persone cercano ed ottengono strumenti per saper rispondere in maniera positiva ai segnali di preoccupazione che gli altri sollevano». Si può diventare in questo modo “protagonisti” ed artefici di un clima sociale più accogliente ed umano anche nelle piccole realtà locali. La popolazione si è dimostrata, forse un po’ a sorpresa, attenta e sollecita a cogliere questi stimoli, come mostrano anche i numeri. «Nel 2018 più di 8mila persone si sono attivate nei nostri progetti – ha sottolineato Chizzola. È il segno che l’interesse popolare c’è. Questo tipo di progettazioni ha l’ambizione di arrivare dove il welfare pubblico non riesce più ad arrivare». La crisi economica

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di Fabio De Santi

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e suggestioni che attraversano i secoli della pittura da Monet a Van Gogh, raccontata da Marco Goldin, con le musiche composte ed eseguite dal vivo da Remo Anzovino. Sono i protagonisti dello spettacolo “La grande storia dell’impressionismo” in scena il 24 novembre all’Auditorium di Trento. Goldin, il maggiore esperto di impressionismo del nostro Paese, conduce qui poeticamente lo spettatore per mano nella Francia degli ultimi decenni dell’Ottocento, con il suo modo unico di raccontare l’arte, semplice ma mai banale, scandagliando emozione e conoscenza, e mettendo insieme parole, immagini e musica. Al suo fianco sul palco Remo Anzovino (Nastro D’Argento 2019 – menzione speciale Musica dell’Arte), uno dei principali esponenti della scena musicale contemporanea che ha composto le musiche originali dello spettacolo che eseguirà dal vivo al pianoforte, e sullo sfondo le esclusive scenografie video create dai videomaker Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii. Fatti, personaggi, quadri, luoghi e soprattutto l’elogio Remo Anzovino

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L’ARTE RACCONTATA LA PITTURA, DA MONET A VAN GOGH, RACCONTATA DA MARCO GOLDIN, CON LE MUSICHE COMPOSTE ED ESEGUITE DAL VIVO DA REMO ANZOVINO della natura attraverso paesaggi che la scenografia video, affidata ai ledwall in mezzo ai quali Goldin racconterà, come se si trovasse in una grande scatola colorata, rilancerà di continuo con immagini straordinarie che sono state appositamente girate in Provenza, sulla costa del mar Mediterraneo, nella foresta di Fontainebleau, sulle spiagge di Normandia, sulle scogliere a picco sul mare del Nord e in Bretagna. Un linguaggio visivo che unirà immagini delle opere d’arte, loro particolari, disegni, fotografie d’epoca e scattate al giorno d’oggi e soprattutto brani di video che daranno il senso dei luoghi nei quali gli impressionisti hanno lavora-

to. Il racconto si svilupperà in cinque momenti, in 120 minuti di spettacolo: Goldin, facendo ricorso al suo narrare sempre fluido ed empatico, con le parole che generano continue immagini, accompagnerà tutti dapprima nella foresta di Fontainebleau, dove i giovani impressionisti, da Monet a Pissarro, da Renoir a Sisley, si incontravano a metà degli anni Sessanta per dipingere nei boschi. L’amore nei confronti del paesaggio farà da contrappunto a tutto il percorso, anche quando, e sarà il secondo momento della narrazione, si entrerà nel decennio successivo, quello canonico dell’impressionismo. Periodo in cui prenderanno il via, da quella memorabile

del 1874 nello studio di Nadar, le esposizioni impressioniste, con l’ingresso sulla scena parigina della pittura anche di Cézanne, Degas e Gauguin, o di figure femminili come Berthe Morisot o l’americana Mary Cassatt. La meraviglia del fiume, i disgeli lungo la Senna, le alte scogliere di Normandia, le sue spiagge e il mare, daranno la possibilità a Goldin, nel terzo tempo del suo racconto, di parlare della crisi dell’impressionismo e della fine del dogma della pittura di plein-air in Monet. Prima dei due momenti conclusivi, riservati a due straordinari artisti che hanno portato fino alle estreme conseguenze la crisi dell’impressionismo: Vincent van Gogh e Paul Gauguin. Al suo fianco quel Remo Anzovino considerato da critica e pubblico uno dei più originali e innovativi compositori in circolazione. Ha composto le musiche per i maggiori capolavori del cinema muto collaborando con le più prestigiose cineteche e partecipando ai principali festival internazionali. ■ Marco Goldin


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di Fabio De Santi

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opo un mito del jazz come Bill Frisell, ascoltato ad ottobre. la rassegna Transiti organizzata dal Centro S. Chiara al Teatro di Sanbàpolis venerdì 15 novembre propone un’occasione forse unica e irripetibile legato ad un nome imprescindibile del post punk americano come quello dei Pere Ubu. Preceduta dal disco uscito in estate, che mutua il titolo dal classico “hard boiled” di Raymond Chandler “The Long Goodbye”, potrebbe essere la tournée con cui i Pere Ubu si accommiatano definitivamente dal proprio pubblico dopo un’avventura artistica gloriosa, ispirata originariamente – come dichiarava il nome scelto – all’Ubu Roi; antieroe “patafisico” creato dal simbolista francese Alfred Jarry. Presentando l’album, David Thomas - fondatore e leader della band di Cleveland, archetipo monumentale

PERE UBU IL TEATRO DI SANBÀPOLIS, VENERDÌ 15 NOVEMBRE, PROPONE UN’OCCASIONE FORSE UNICA E IRRIPETIBILE CON UN VERO MITO DEL ROCK del post punk statunitense ha affermato: «È un riepilogo di tutte le storie e le canzoni proposte in modi differenti dai Pere Ubu nell’arco di 40 e passa anni che fornisce risposte alle domande formulate da noi stessi durante questo tempo, consegnandole a quella che io considero sia la loro destinazione definiti-

va». I Pere Ubu sono nati a Cleveland (Ohio) nel 1975 per iniziativa di David Thomas (ex dei Rocket from the Tombs). Di loro si è scritto: “Sono stati tra gli alfieri della nascita della new wave prima e dell’alternative rock poi, e sono generalmente considerati uno dei complessi più rivoluzionari del rock contemporaneo. Il

loro album d’esordio “The Modern Dance” uscito nel 1978 è considerato un lavoro seminale per la nascente new wave made in Usa: composizioni rock di anarchico minimalismo che si dispiegano tra rumorismi e cacofonie sorrette da strutture che rimandano al blues-rock deviato di ■ Captain Beefheart.

CORY WONG: ROVERETO, SABATO 16 NOVEMBRE

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ra le punte di diamante della stagione musicale del Centro S. Chiara troviamo le proposte sonore di Jazz’About, rassegna curata anche quest’anno da Denis Longhi, diventata ormai appuntamento imprescindibile per chi vuole dare uno sguardo più approfondito sulla scena contemporanea. Giunta alla quinta edizione, Jazz’About è ripartita con i primi quattro concerti da ottobre a dicembre - di una stagione che anche quest’anno metterà in contatto Trento e Rovereto, per un entusiasmante percorso fra le “nuove” vibrazioni della musica jazz. Jazz’About si conferma una fra le rassegne più attente al pubblico più giovane, grazie ad una programmazione inclusiva che in questi ultimi anni ha fatto registrare numeri importanti di partecipazione. In questo quinquennio Jazz’About si è affermata come una rassegna stabile, con una costante crescita di pubblico, e con un grandissimo potenziale». Dopo l’apertura del 27 ottobre al Teatro Sanbàpolis di Trento, con il jazz del futuro del progetto The Comet Is Coming, sabato 16 novembre, Jazz’About si trasferirà a Rovereto. Sul palco dell’Auditorium “Melotti” salirà Cory Wong componente dei celebratissimi Vulfpeck, lui è un perfetto esempio di “Nile Rodgers 2.0”: il suo uso della chitarra ritmica in chiave funk è infatti assolutamente magistrale, efficacissimo. Ma da band leader lo si può

apprezzare ancora di più: una tecnica strabiliante, una vera conoscenza anche degli alfabeti jazz e blues, una naturale e fiammeggiante predisposizione a sedurre il pubblico, ad essere istrione, unendo doti tecniche di altissimo livello con la capacità, spontanea ed immediata, di andare dritto all’obiettivo, al cuore e alla pancia di chi ascolta. I Vulfpeck sono un gruppo funk statunitense fondato nel 2011.

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di Fabio De Santi

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inicio Capossela “Di città in città… (e porta l’orso)”: è questo lo slogan di “Ballate per uomini e bestie”, il nuovo spettacolo del cantautore che il 22 novembre sarà all’Auditorium S. Chiara. Dopo la serie di concerti-atti unici e gli importanti live all’estero andati in scena nei mesi estivi, con l’avvio dell’autunno Capossela, come un orsante, porterà il suo spettacolo di città in città, per esibirlo nei più importanti teatri classici, di tradizione ed enti lirici italiani. Capossela presenterà dal vivo il suo nuovo progetto discografico, “Ballate per uomini e bestie” (La Cùpa/ Warner Music), undicesimo lavoro in studio uscito lo scorso maggio, un’opera di grande forza espressiva che guarda alle pestilenze del no-

VINICIO CAPOSSELA IL NUOVO SPETTACOLO DEL CANTAUTORE È PREVISTO PER IL 22 NOVEMBRE, ALL’AUDITORIUM S. CHIARA stro presente travolto dalla corruzione del linguaggio, dal neoliberismo, dalla violenza e dal saccheggio della natura. Con il nuovo spettacolo, pensato appositamente per i teatri, Capossela proporrà dal vivo un canzoniere che, evocando un medioevo fan-

tastico fatto di bestie estinte, cavalieri erranti, fate e santi, mette in mostra le similitudini e il senso di attualità che lo legano profondamente alle cronache dell’oggi. Alle creature che popolano l’ultimo album del cantautore si uniranno come in una danza

i personaggi e le storie di alcuni dei suoi grandi successi in un intreccio che darà vita a un viaggio nel nostro presente, nelle fratture e nelle malattie del nostro mondo, alla ricerca di possibili cure. Ad accompagnare Capossela sul palco ci saranno:

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i lega alla cosiddetta “terza corrente” la rassegna “Ai Confini e Oltre” che guarda al movimento artistico nato negli anni Cinquanta del secolo scorso negli Stati Uniti, impegnato a costruire un terreno di incontro fra musica classica e jazz. L’intento dei protagonisti era quello di evidenziare la valenza del jazz come “musica d’arte”, superando il concetto allora dominante di una musica solo ‘leggera’, ‘da ballo’ come era considerato lo swing. Primi attori di questo movimento furono Miles Davis, Gil Evans, George Russell e il Modern Jazz Quartet, affiancati da compositori, direttori d’orchestra come Gunther Schuller e Leonard Bernstein. Da allora, le sperimentazioni in questa direzione si sono moltiplicate. Un esempio ne sono i progetti di Uri Caine su Mahler, Bach e Mozart. Il programma della rassegna intende sottolineare alcuni caratteri della “terzacorrente”: il suo essere musica da camera, dove l’apporto degli strumenti percussioni è limitato o assente; la sua predilezione per colorì timbrici capaci di accostare ai fiati caratteristici del jazz gli archi; una rilettura della tradizione classica ottocentesca in veste jazzistica. Dopo gli appuntamenti di ottobre la rassegna, il 7 novembre alla Sala Filarmonica di Trento, ore 20.30, vede sul palco il nuovo gruppo di Saverio Tasca sotto la sigla di AlterArco. “Il progetto AlterArco si fa strada nella mia mente – racconta Saverio Tasca – quasi per caso: alcuni anni fa avevo risposto

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all’invito di suonare da solo in una piccola chiesetta, ma a due settimane dal concerto decisi invece di raccogliere dei musicisti provenienti daunia orchestra giovanile per avere un timbro più ricco. L’impatto sul pubblico e su me stesso fu così convincente che pensai di farlo diventare un mio progetto stabile! Credo che il segreto stia nella distanza presente tra le percussioni a tastiera (marimba e vibrafono) e gli archi”.


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Alessandro Asso Stefana (chitarre), Niccolò Fornabaio (batteria), Andrea Lamacchia (contrabbasso), Raffaele Tiseo (violino) e Giovannangelo De Gennaro (viella e aulofoni). Con queste parole Vinicio Capossela racconta lo spettacolo: “Dopo la palestra degli “atti unici” in luoghi e titoli che hanno declinato i temi delle “Ballate per uomini e bestie”, arriva il teatro, luogo di rappresentazione dell’immaginario. Lo spazio scenico buio, come le grotte di Lascaux, da andare a riempire con bagliori, stralci di affreschi e strofe per rileggere il mondo con gli strumenti della poesia, della filosofia e della denunzia”. Un viaggio quello del cantautore nella terra in un momento in cui uomini e bestie non si distinguono nemmeno nel genere umano. “Una cantata tra le creature che inizia dalle pitture rupestri e arriva all’evo medio prossimo e venturo attraverso un bestiario di varia umanità. Danze macabre al tempo della peste, nuove e antiche tentazioni, santi e inquisizioni nel rogo digitale. Il medioevo romantico e irragionevole dei preraffaeliti, le

fiabe giocattolesche e fantasticanti di asini che diventano cantanti, sirene che diventano ballerine”- Nel concerto i ricordi di Marajà corruttori di innocenti; storie di rose e di figlie di fate, di carceri e di gabbie da zoo, tentativi di evasione e continue trasformazioni delle forme in divenire. “Le Pleiadi e la galassia a spirale portata sul dorso da una chiocciola. L’orsa della costellazione del cielo e l’orso buffone degli orsanti, figura ludica e cristologica che ci porta tutti in giro di città in città sul baraccone da fiera, in luogo di fierezza. E poi l’inverno, l’inverno dell’umanità, della guerra mai finita. L’inverno di un’orchestrina che suona nella neve di Auschwitz accompagnando festosamente l’immolarsi di sempre nuovi capri espiatori e una madonna umile, fatta di conchiglie, per chi in mare non trova sepoltura. Una mareggiata di poveri cristi che non rinunciano a essere uomini vivi Ovunque protetti nella metamorfosi continua e incessante che è la vita e che non lascia intatti uomini, bestie, natura e animali. Nemmeno in teatro“. ■ 89

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di Fiorenzo Degasperi

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artista Annamaria Gelmi ritorna alle origini. Lo fa con una grande installazione, collocata ad Albiano, il paese del porfido. E, di porfido ovviamente, è formata la scultura che si erge verso il cielo. Quattro triangoli/vele si succedono l’uno all’altro, quattro a destra e quattro a sinistra e, in mezzo, un piccolo sentiero lastricato colorato di rosso, il colore del sangue, della vita, della rigenerazione. D’altronde lo stesso porfido è una pietra nata dall’impetuoso e infuocato vulcano che milioni di anni fa ha dato vita alla catena del Lagorai. Una pietra rossa come la lava, rossa come il sangue e la vita, rossa come tutto ciò che muta e si trasforma. L’installazione predisposta per il Comune ha tutto il sapore delle architetture magiche e incantate che l’artista disegnava delicatamente trent’anni fa sulla carta di riso, rincorrendo le atmosfere borgesiane e mediorientali nate da torri di babele, labirinti, ziggurat, torri, archi, absidi (architetture sacre per eccellenza). Elementi architettonici e archeologici che rimandavano ai labirinti e ai meandri dell’uomo e della mente, alla sua sacralità e religiosità, in cui però al centro non c’era nessun Minotauro ma soltanto il senso di dispersione, di abbandono, di perdita del Sé, dell’erranza del pensiero. Eravamo in un periodo – si può dire “storico”? – in cui imperversava il postmoderno, l’amalgama e il mescolamento di passato e presente, le scorribande tra cronaca e storia. Oggi Annamaria Gelmi ha costruito un’ennesima piramide, una pietra triangolare che nasce dalla terra e si perde nel cielo. Il triangolo è uno 90

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PIETRA PUNTATA VERSO IL CIELO

Annamaria Gelmi

AD ALBIANO, PAESE DEL PORFIDO, ANNAMARIA GELMI HA COSTRUITO UNA PIETRA TRIANGOLARE CHE NASCE DALLA TERRA E SI PERDE NEL CIELO... dei simboli geometrici più semplici – soltanto in seguito diventerà Stella di David e simbolo femminista – ma ricco di significati emblematici. La prima formazione in pietra, risultante dalla disposizione di lastre a forma di triangolo, compaiono già negli scavi della prima età della pietra a Lepenski Vir sul Danubio (secolo VII a. C.) mentre le incisioni triangolari su ossa

sono ancora più antiche. Simbolo femminile, immagine della Trinità per Sant’Agostino – nonostante inizialmente l’abbia condannato per via della sua origine manichea –, utilizzato dal barocco come “occhio onniveggente”, in Annamaria Gelmi diventa la potenza della pietra porfirica in tutte le sue sfumature cromatiche che si erge dalla Madre Terra per diventare

una punta che addita ciò che sta sopra di noi. Ci indica una strada o soltanto ci consiglia di osservare il grande racconto delle stelle (e quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: a che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo infinito seren? poeta Giacomo Leopardi). L’opera ha un forte impatto scenografico, magico e richiama, per via di quel sentiero/pertugio stretto che ti costringe a strusciare, le famose pietre della fertilità, dove le donne di un tempo (dalla preistoria fino agli inizi del Novecento) strisciavano il ventre affinché la potenza della pietra portasse fertilità e fecondità. Anche in terra trentina. Chissà se qualche fanciulla fresca di matrimonio ripeterà l’arcaico gesto che ha accompagnato per secoli i propri avi. Molto più semplicemente l’artista ha voluto giocare con le forme e i volumi, utilizzando la pietra locale dall’antica storia, proiettando nella geometria il fascino di una presenza che potrebbe intrigare, diventare fautrice di misteri ed enigmi arcani che vanno ben al di là dell’aspetto semplicemente artistico ed esteriore. ■


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di Daniele Valersi

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ono tre gli appuntamenti che questo mese riserva al pubblico dell’Associazione Filarmonica di Rovereto. Il 7 novembre (ore 20.45) la sala di Corso Rosmini vedrà il Quartetto Lyskamm esibirsi nel Quartetto op. 18 n. 6 di Ludwig van Beethoven, in «7’» di Emanuele Casale e nel Quartetto n. 6 di Béla Bartók. Costituito da Cecilia Ziano, Clara Franziska Schötensack (violini), Francesca Piccioni (viola) e Giorgio Casati (violoncello), il quartetto è stato fondato nel 2008 al Conservatorio di Milano. È ormai una realtà affermata nel campo della musica da camera italiana e non solo, fatto sta che nel 2016 il Borletti Buitoni Trust ha assegnato al “Lyskamm” il premio speciale per la musica da camera intitolato alla memoria di Claudio Abbado. Lo scenario si sposta al Teatro Zandonai per il recital del soprano Serena Gamberoni

HÈSPEROS PIANO TRIO IL MENU DI NOVEMBRE DELL’ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO e del basso Nicola Ulivieri, accompagnati al pianoforte da Corrado Ruzza (il 14 novembre). Il programma, che comprende duetti e arie d’opera dal Settecento al Novecento, non è stato reso noto per volontà degli artisti stessi, che lo introdurranno durante lo svolgimento dello spettacolo. Si ritorna quindi nella Sala della Filarmonica, con la

La Pasticceria Bronzetti, propone una vasta gamma di dolcissime specialità artigianali realizzate con materie prime altamente selezionate per offrirvi solo il meglio dell’arte pasticcera italiana...

grande musica protagonista assoluta nella serata del 27 novembre: l’Hèsperos Piano Trio, formato da Filippo Lama (violino), Stefano Guarino (violoncello), Riccardo Zadra (pianoforte), eseguirà il Trio op. 70 n. 1 “Gli spettri” di Ludwig van Beethoven e il Trio di Maurice Ravel. Nella mitologia classica Hèsperos è la personificazione della stella

della sera; il trio data la sua nascita al 2009. In occasione del suo esordio, Quirino Principe ha scritto: “I tre solisti hanno dato l’impressione che oltre non si possa andare nella decifrazione del mistero musica e dei suoi segreti di fabbricazione alchemica”. Da allora, un’intensa carriera concertistica ha condotto l’Hèsperos Piano Trio nelle più famose sale da concerto italiane, quale protagonista di una tournée in cui propone l’integrale dei trii di Beethoven. ■

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di Daniele Valersi

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a stagione della Società Filarmonica di Trento gratifica sempre il suo pubblico con proposte di alta qualità: per il 5 novembre (ore 20.30) è in locandina il concerto di Sol Gabetta (violoncello) e Nelson Goerner (pianoforte), impegnati nell’interpretazione di tre brani originariamente composti per violino e pianoforte, qui trascritti per violoncello e pianoforte: la Sonatina n. 1 op. 137 n. 1 D. 384 di Franz Schubert (arrangiamento di Sol Gabetta), la Sonata n. 1 op. 78 di Johannes Brahms (trascrizione di Paul Klengel) e la Sonata in la maggiore di César Franck (trascrizione di Werner Thomas-Mifune). Sol Gabetta ha raggiunto notorietà internazionale dopo la vittoria del ‘Crédit Suisse Young Artist Award’ nel 2004 e il de-

OTTETTO “VOCES8” LA SOCIETÀ FILARMONICA DI TRENTO GRATIFICA SEMPRE IL SUO PUBBLICO CON PROPOSTE DI ALTA QUALITÀ. SI COMINCIA IL 5 NOVEMBRE CON UN DUO... butto con i Wiener Philharmoniker diretti da Valery Gergiev. Negli anni seguenti, senza mai fermarsi, ha moltiplicato la sua fama e ha fondato “Solsberg”, un proprio festival cameristico in Svizzera. Chiamata da tutte le migliori orchestre e direttori più esi-

genti, Sol Gabetta ha confermato un talento sbalorditivo, un’energia contagiosa capace di ammaliare il pubblico; suona un violoncello di Matteo Goffriller del 1730 (Venezia). In una delle pause dei suoi impegni sinfonici Sol Gabetta arriva a Trento assieme a

uno dei più ricercati partner pianistici, Nelson Goerner. Pianista argentino (nato nel 1969), dopo aver vinto nel 1990 il primo premio al Concorso di Ginevra Goerner è ospite regolare delle sale da concerto in Europa (Salzburg Festival, Schleswig-Holstein,

ORCHESTRA “HAYDN”: LA SESSANTESIMA STAGIONE SINFONICA

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Timothy Redmond a condurre l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento nel concerto che vede, in “prima” assoluta, l’esecuzione di “Sinfonia - après Haydn 104” di Mauro Cardi, una delle quattro partiture contemporanee commissionate dalla Fondazione Haydn per la sessantesima stagione sinfonica. Completano il programma “Three Studies from Couperin” di Thomas Adès, altro brano in chiave di rivisitazione dei classici, quindi la Sinfonia Hob. I:104 “London” di Joseph Haydn, la pagina dalla quale Cardi ha preso l’avvio per il suo lavoro. Tre le date di questo programma che preannuncia con congruo anticipo il vero compleanno dell’orchestra regionale (che sarà nel 2020): il 12 novembre a Bolzano, il 13 a Trento (Auditorium, ore 20.30) e il 14 a Tione (Auditorium, ore 20). Mauro Cardi è socio fondatore della Scuola di Musica di Testaccio (a Roma) e, dal 1988, è socio di Nuova Consonanza; insegna Composizione presso il Conservatorio dell’Aquila, tiene seminari e laboratori in Italia e all’estero. La sua “Sinfonia (après Haydn 104)” gli è stata commissionata con il sostegno della SIAE (nell’ambito del progetto “Classici di oggi 2018-19”) ed è nata quale omaggio all’Orchestra

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Haydn, per il 60° anno dalla sua fondazione. Niente di meglio delle sue stesse parole per presentarla: “La Sinfonia n.104 (“London”) di Franz Joseph Haydn è uno dei capolavori assoluti del repertorio sinfonico. L’idea di questo lavoro nasce in un periodo di appassionata rilettura di opere classiche. La motivazione della scelta non risiede certo nel tentativo di attualizzare o trascrivere la “104” per adattarla alla sensibilità contemporanea, ma nel tentativo di penetrare, da compositore, nei meccanismi più intimi del pensiero dell’autore, traendone ispirazione per un’opera originale. Da questa distanza storica sono ricercati possibili paralleli, ma soprattutto frizioni e tensioni stilistiche e formali: un entrare e uscire dal mondo armonico, timbrico e motivico haydniano, in qualche modo per stabilire un contatto critico, un dialogo a distanza con l’autore. E la “104”, con le sue sorprendenti aperture, con i suoi gesti scultorei e gli abbandoni improvvisi, con i suoi estrosi cambi di registro e con la sua mutevole orchestrazione costituisce un repertorio inesauribile di ispirazione. Il mio lavoro è una sorta di analisi viva dell’opera haydniana, riletta attraverso una lente Mauro Cardi deformante che agisca soprattutto


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Sol Gabetta e Nelson Goerner

Verbier, Musikverein di Vienna) e oltre oceano. Due giovani interpreti saranno signori del palco l’11 novembre: il violinista Gennaro Cardaropoli e il pianista Alberto Ferro. In programma Ludwig van Beethoven - Sonata n. 9 op. 47, “A Kreutzer”, Johannes Brahms - Scherzo dalla Sonata “F.A.E.”, Igor Stravinskij - Suite Italienne e Nino Rota - Improvviso in re minore. Il grande pubblico ha iniziato da poco a conoscere il nome di Gennaro Cardaropoli, nato nel 1997, fresco vincitore di prestigiosi

concorsi internazionali: il Concorso “Arthur Grumiaux” e il “Premio Abbado” per citarne solo due. Conosce già le grandi sale dei vari continenti, ha già visitato col suo strumento diversi paesi d’Europa, la Russia, Africa, Cina, Israele e Stati Uniti. In Italia si è fatto conoscere interpretando il Concerto di Caikovski con l’Orchestra “Verdi” di Milano diretta da Zhang Xian. Il suo violino è stato costruito da G.B. Guadagnini nel 1783 ed è suonato con un archetto appartenuto a Franco Gulli. Nel 2016 a Berlino ha incontrato un altro giovane talento italiano, Alberto Ferro e da allora i due musicisti formano un duo stabile, già vincitore della prima edizione di Fortissimissimo 2017. Il 26 novembre toccherà all’ottetto “Voces8”: Andrea Halsey, Eleonore Cockerham (soprani), Chris Wardle, Barnaby Smith (controtenori), Blake Morgan, Sam Dressel (tenori), Rob Clark (baritono) e Jonathan Pacey (basso). Sin

sul fronte armonico, per allargarlo fino a spingerlo altrove, decontestualizzandolo, nonché sulla temporalità, per sospendere, o al contrario per esaltare, l’agogica haydniana: una sorta di teatro di gesti musicali nei quali ritrovare quei percorsi creativi che più mi appartengono”. Alla guida dell’Orchestra Haydn ritorna poi Ottavio DanOttavio Dantone

Gennaro Cardaropoli e Alberto Ferro

dal 1948, anno della fondazione del celeberrimo Deller consort, la vocalità inglese ha saputo imporre in tutto il mondo uno stile e un repertorio assolutamente originale e spesso insuperabile. Una tradizione che viene degnamente onorata oggi dai Voces8, gruppo a cappella che sta letteralmente spopolando nelle sale di tutto il mondo. Il loro repertorio procede dal Rinascimento fino ai nostri giorni, alternando autori classici e non, inglesi, americani, italiani o francesi, testi originali o abilmente arrangiati

alternando stilemi colti, jazz e pop. Una musica vocale che ama appropriarsi in continuazione dei toni propri alla musica strumentale, abbandonandosi allo scorrere lungo e quieto degli accordi per imboccare subito dopo i percorsi virtuosistici di ritmi vorticosi e arzigogolati. L’ottetto dei “Voces8” si è formato nel 2003 e si è subito affermato in tutto il mondo per equilibrio sonoro, precisione assoluta d’intonazione e ritmica. Tutti i concerti hanno luogo nella Sala della Filarmonica (in via Verdi 30) alle 20.30. ■

tone, direttore tra i massimi nel campo dell’interpretazione storicamente informata, con “Danza delle Furie” e “Danza degli spiriti beati” da “Orphée et Eurydice” di Christoph Willibald Gluck, la Sinfonia Hob. I:80 di Joseph Haydn e la Sinfonia n. 29 K 201 di Wolfgang Amadeus Mozart. Il concerto avrà cinque repliche: a Bolzano il 19 novembre, a Trento il 20, quindi il 21 a Milano, al Teatro Dal Verme il 21 (per uno scambio di ospitalità con l’Orchestra “I Pomeriggi Musicali”), al Teatro Sociale di Como il 22 e infine nuovamente al Teatro Dal Verme il 23 novembre. Ottavio Dantone nel 1986 ha ottenuto il premio di Basso continuo al Concorso di Parigi e l’anno successivo è stato premiato al Concorso di Bruges, primo artista italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti in campo clavicembalistico. Dal 1996 è direttore artistico dell’Accademia Bizantina di Ravenna; negli ultimi anni ha gradualmente affiancato alla sua attività di solista e leader di ensemble cameristici quella di direttore d’orchestra, estendendo il suo repertorio al periodo classico e romantico. Profondo conoscitore della prassi esecutiva sei-settecentesca, tiene regolarmente corsi di perfezionamento di clavicembalo, musica da camera, basso continuo e improvvisazione. Con l’Orchestra Haydn Ottavio Dantone ha debuttato al Rossini Opera Festival di Pesaro (nel 2007) dirigendo “Le nozze di Teti e di Peleo” e l’”Edipo a Colono”. Dal 2011 è ospite regolare dell’orchestra regionale, sempre nella doppia veste di organista / clavicembalista e direttore. Daniele Valersi

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A cura ufficio P.R. SETA S.p.a. - Concessionaria di pubblicità

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a F i e r a d ’A u t u n n o quest’anno spegne 72 candeline, mantenendo l’entusiasmo di una ragazzina. È questo il suo segreto: amatissima, al passo con i tempi e sempre un vulcano di idee. L’appuntamento con la sua offerta varia, attraente e all’insegna del vivere bene è dal 21 al 24 novembre, in contemporanea con Biolife, la fiera dei prodotti biologici d’eccellenza. L’ambiente in cui viviamo ha un’enorme influenza sul nostro benessere e sul nostro comportamento. È per questo che il tema dell’abitare (bene) e dell’arredare hanno un ruolo sempre più importante: la Fiera d’Autunno, con il settore Arredo, si pone come importante punto d’incontro e di ispirazione per tutti coloro che vogliono creare o trasformare i luoghi del quotidiano. Small.living. dreams è la mostra principale del salone di quest’anno, organizzata in collaborazione con l’architetto Ute Oberrauch e interamente dedicata all’interessante trend delle tiny-small-micro-smart-Houses. Di cosa si tratta? Di piccole case dei sogni: abitazioni molto piccole, ma funzionali e soprattutto sostenibili ed ecologiche. Costruite in materiali come il legno, la plastica e il vetro, sono casette molto pratiche, in quanto spesso fornite di ruote che le rendono facilmente trasportabili. Non richiedono inoltre adempimenti burocratici, né

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FIERA D’AUTUNNO 2019 AUTUNNO ALL’INSEGNA DEL VIVERE BENE allacciamenti tecnici: anche l’efficienza energetica è un aspetto fondamentale nella progettazione di queste nuove micro-abitazioni. Ad attendere i visitatori ci sarà insomma un percorso emozionante, pensato per ispirare nuovi modi di abitare anche la casa tradizionale, attraverso l’amore per i dettagli, la multifunzionalità, l’utilizzo in verticale degli spazi e un’efficace progettazione di spazio e luce. VIVERE.SANO.OGGI Al c entro del se t tore Sani&Vital, il settore della Fiera d’Autunno dedicato al benessere e alla cura della persona, c’è l’Isola della Salute dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige con sette stand tematici, percorribili sotto forma di “sentiero della salute”. L’attenzione è rivolta ad ar-

gomenti molto attuali quali la corretta alimentazione, l’esercizio fisico – attraverso prodotti e servizi per senior attivi – e la cosmesi naturale, perché si sa che anche l’occhio vuole la sua parte. IO. TU. NOI. INSIEME COMUNITÀ Chi vuole avere maggiori informazioni su come aiutare gli altri all’interno di un’associazione o di un’organizzazione, può trovare quello che cerca alla terza edizione della Fiera del Volontariato dell’Alto Adige, sempre nell’ambito della Fiera d’Autunno. Oltre 40 diverse associazioni si presentano a turno nei quattro giorni di fiera attraverso la loro attività volontaria: un’occasione per promuovere l’impegno sociale, il servizio a favore del prossimo ed il futuro inserimento nel mondo del volontariato di altre persone interessate. L’evento è organizzato dalla Ripartizione Politiche sociali della Provincia in collaborazione con la Caritas, il Comune di Bolzano, la Federazione per il Sociale e la Sanità, il CSV Alto Adige e la Croce Bianca.

BIOLIFE: UN VIAGGIO NEL MONDO DEL BIO Biolife è la piattaforma più importante dell’arco alpino per prodotti biologici certificati di qualità: 200 aziende di medie e piccole dimensioni provenienti da tutta Italia e dall’estero, con circa 2.500 prodotti che, dal 21 al 24 novembre, presentano l’intera varietà del fiorente mercato biologico, dalle specialità alimentari alla cosmetica naturale e all’eco-tessile. Si tratta di un punto d’incontro colorato e stimolante per tutti coloro - professionisti e privati - che condividono la passione per il biologico e apprezzano l’autenticità e la qualità delle specialità proposte, nonché il contatto diretto con i produttori. ■ FIERA D’AUTUNNO 2019 insieme a BIOLIFE BOLZANO 21–24 novembre 2019 Ulteriori informazioni www.fierabolzano.it/ fieraautunno/


PIEDICASTELLO

VIA SOLTERI S.DONÀ VIA DEGASPERI


trentinomostre

QUANDO LA MATERIA INANIMATA SI FA ARTE

A

vevamo deciso di aspettare per i lavori di riqualificazione, per farci prima un’idea globale di come far rivivere il parco

Bastie – ha detto

durante la presentazione il sindaco Claudio Soini – vogliamo, sulla base di questa indagine, costruire un progetto organico, un percorso anche per il futuro, dal quale anche le future amministrazioni potranno attingere; e che questo il più possibile condiviso con i cittadini. Ala, la città della seta e dei velluti, ci accoglie con le sue meandriche vie su cui si affacciano splendidi palazzi barocchi. Ma la nostra meta è oltre. Passeggiamo verso la montagna, verso il Parco Bastie. Lì, non c’è soltanto un lembo di verde pubblico

LINDA CARRARA: “CHÔRA”

B

occanera Gallery ha aperto la stagione espositiva a Trento con la seconda personale di Linda Carrara (1984, Bergamo) negli spazi espositivi in Via Alto Adige 176. Boccanera presenta così la più recente ricerca pittorica della giovane artista, un lavoro mirato al superamento delle funzionalità rappresentative della pittura, dove essa diventa il soggetto nascosto dei suoi lavori, poiché mezzo che garantisce proprietà divergenti rispetto alla realtà. Le immagini di Linda sono caratterizzate da una sintassi instabile e libera, in cui trovano posto silenziosi smarrimenti poetici e reali contraddizioni prospettiche. “Chôra” è il titolo della mostra curata da Giuseppe Frangi, un termine tratto dal Timeo di Platone che indica quello spazio, per certi versi indicibile, in cui la forma dispiega la propria azione. Con un gioco di parole: è lo spazio della forma in “formazione”. Ed è proprio nel concetto di formazione, della materia, di un ipotetico paesaggio o della pittura stessa, che la Carrara si destreggia e abita, mostrandoci una serie di opere che tendono all’idea di luogo e paesaggio nel quale lo spettatore sarà invitato a camminare.

ma un vero e proprio museo all’aperto. Anzi, per essere più precisi, una

hanno bisogno di sentirsi “gruppo”, di spartire con i vicini

galleria di sculture in pietra.

aspettative, desideri, sogni e utopie. Così, Remo Forchini

Sono ferme, immobili,

e Mario Cossali, hanno pensato bene di dare il via ad una

come tante sentinelle,

serie di “Simposi

di scultura”, – gli altri

presenze calde (nonostante

si sono tenuti nel 2014 e nel 2017 – ovvero chiamare di

il rigore freddo della pietra)

volta in volta alcuni scultori non a collocare i loro lavori

perché sembrano alter ego

nel prato (sarebbe un abbandono), ma di utilizzare il prato

dei nostri Io e delle nostre

come laboratorio all’aperto in cui operare sulla materia

Anime. Apparentemente

inanimata, trasformandola, lentamente ma sapientemente,

sono collocate a casaccio,

in un’opera d’arte. Nell’intenzione dei curatori c’è l’intento

in realtà ognuna ha

di superare il confine fra pubblico e mondo dell’arte,

costruito, con il tempo,

mettendo direttamente in contatto i visitatori con gli scultori

una sorta di aurea, di alone, di terra “sacra” che permette

all’opera svelando i retroscena della nascita di una scultura

al visitatore di gustarle al meglio, di saziarne gli occhi e la

e permettendo anche quell’interazione con l’artista al lavoro

mente.

che raramente accade: di solito si ammirano le loro opere

Ogni anno nuove sculture si aggiungono. Le prime, le

finite in un museo, dove è impossibile dialogarvi, toccarle,

seconde, le terze, non sono state lasciate sole. Tutt’altro.

vederle mutare.

Le sentinelle, per quanto isolate, distanti l’una dall’altra,

Inoltre gli artisti partono da un bozzetto presentato

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trentinomostre precedentemente ai curatori. Non è detto che alla fine del lavoro l’esito sia il medesimo di quello previsto nel disegno iniziale. Nello scolpire la pietra e nel creare forme un artista si può trovare di fronte a bivi, a dover fare delle scelte o a decidere di seguire altre strade rispetto al preventivato. È per questo che il Simposio offre un’esperienza artistica completa, più ricca di quella che si può avere solo osservando delle opere concluse. Il simposio solitamente si tiene in settembre e quest’anno sono stati invitati a questa edizione, all’insegna della linea verde, dei giovanissimi artisti, ad eccetto di Matteo Cavaioni, veronese, classe 1973. Gli altri sono la milanese Eleonora Confalonieri (1995), Rebecca Giani di Empoli (1996), il fiemmese Davide Vanzo (1994) e il primierotto Matteo Zeni (1991). La presenza costante dell’elemento femminile a questi Simposi sfata anche il pregiudizio che scolpire la pietra sia soltanto una “cosa da uomini”: la delicatezza dell’intervento va di pari passo con la precisione e la creatività, offrendoci opere assai intriganti. Per fare tutto questo l’iniziativa ha coinvolto i più disparati enti della città del velluto, nella consapevolezza che l’arte, in una città tanto splendida e suggestiva, con una storia antica e di pregio, possa essere il volano per rilanciare il turismo. Città di confine – come lo è sempre stata – potrebbe arrogarsi il diritto di fare da ponte tra la cultura mediterranea e quella nordica, come è accaduto per secoli quando qui si fermavano carri e zattere a caricare la seta e i velluti, lasciando una ricchezza ancor oggi palpabile nei marmi e nelle pietre che compongono i palazzi. “Ala ha avuto un grande impulso – ha detto Remo Forchini alla presentazione dell’evento – dalla ristrutturazione del suo centro storico, che ne ha fatto uno dei fulcri della cultura. Ma non ci si può poggiare solo sul passato, la bellezza di Ala va attualizzata e il Simposio è nato per coniugare l’aspetto storico a quello contemporaneo”. “Gli scultori, la loro giovinezza, quello che faranno, corrispondono al nostro sogno”, rimarca Mario Cossali, “quello di creare un parco dell’arte ad Ala”. Le opere presenti al Parco Bastie sono opere uniche, e quelle collocate precedentemente non sono mai state toccate da vandalismi, segno che anche la gente capisce il loro valore.

ARCO Mostre MERCATINI DI NATALE Apertura: da venerdì 15 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Piazza 3 Novembre. Il centro storico dell’asburgica cittadina apre le porte alle quasi 40 casette in legno, ricche di souvenir e idee regalo d’impronta artigianale, come le calde pantofole in stile tirolese, guanti e cappelli in lana o simpatiche decorazioni per il vostro Albero di Natale. www.gardatrentino.it. Fiere PAGINE DEL GARDA Apertura: dal 9 al 17 novembre. Salone delle Feste del Casino. XXVII edizione della Rassegna dell’Editoria Gardesana organizzata dall’associazione Il Sommolago in collaborazione con il comune di Arco.

BORGO VALSUGANA Mostre LACRIME DI RESINA Apertura: fino a venerdì 22 novembre. Palazzo Ceschi. Borgo Valsugana ricorda Vaia. Mostra fotografica di Alberto Pattini. Informazioni: www.comunitavalsuganaetesino. it, www.valsuganacultura.it.

BRENTONICO Mostre IL VIAGGIO DI MONTE BALDO Apertura: da sabato 22 giugno 2019 a domenica 31 maggio 2020. Palazzo Eccheli Baisi. Esposizione a cura di Rodolfo Taiani e Anna Vittoria Ottaviani. Ingresso gratuito. Per informazioni su aperture e orari www.museostorico.it, www.comune.brentonico.tn.it, 0464 395059.

CADINE Mostre FORTE CADINE - BUS DE VELA Apertura: fino a sabato 30 novembre. Il Forte Cadine-Bus de Vela, recentemente insignito del Marchio per il patrimonio europeo, sarà aperto al pubblico da aprile a novembre. Dal 20 aprile al 3 novembre aperto tutti i giorni (ore 10.00-18.00) tranne il lunedì. Informazioni: http://fondazione. museostorico.it. Mostre PARALLEL STORIES. WILLIE BESTER - MITRIKOVA & DEMJANOVIC Apertura: fino a domenica 3 novembre. Forte Cadine. Le opere di Willie Bester, si confrontano con le opere del duo di artisti slovacchi Mitrítová &Demjanovi. Questo raffronto fa scaturire una rifessione storico-sociologica sulle tracce lasciate rispettivamente dall’Apartheid in Sudafrica e dal regime sovietico nell’Est Europa. Informazioni: www.museostorico.it.

CALDES Mostre COLLEZIONE CAVALLINI SGARBI Apertura: fino a domenica 3 novembre. Castel Caldes. Esposizione, «80 capolavori, da Niccolò dell’Arca a Francesco Hayez, rivelano la storia di una infinita e appassionante caccia amorosa.» Apertura da martedì a domenica ore 10.00 - 18.00 / Tutti i Venerdì di luglio e agosto ore 10.00 - 22.00 / La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso). www.buonconsiglio.it .

CANALE DI TENNO Mostre PARIGI E GLI ARTISTI TRENTINI 1900-1989 Apertura: da sabato 21 settembre a domenica 10 novembre. CASA DEGLI ARTISTI “GIACOMO VITTONE”.Mostra di pitura e scultura. Salone e avvolti: «Parigi e gli artisti trentini. 1900-1989», mostra di pittura e scultura. In coincidenza della Giornata europea del patrimonio artistico Un omaggio alla dimensione senza confini dell’arte. Informazioni: 0464 502022, www.casartisti.it. Mostre DIS-CORRENDO SULLA FANTASIA. L’ESPRESSIONE OLTRE LE PAROLE Apertura: fino a domenica 10 novembre. Casa degli Artisti “Giacomo Vitone”. Esposizione di opere realizzate da ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Informazioni: tel. 0464.583619, cultura@comune.arco.tn.it. Mostre MERCATINI DI NATALE A CANALE DI TENNO Apertura: da sabato 23 novembre a domenica 15 dicembre. Il Mercatino di Natale del borgo medievale di Canale di Tenno offre la possibilità di vivere l’incanto del Natale in un’atmosfera unica. A pochi chilometri dal Lago di Garda, Canale è una località suggestiva, un borgo inserito nel prestigioso club dei Più belli d’Italia. Informazioni: www.gardatrentino.it.

CAVALESE Mostre DOMUS MAGNA. IL PALAZZO DELLA MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME DAL MEDIOEVO A OGGI Apertura: fino a lunedì 13 aprile 2020. Piazza Cesare Battisti, 2. A sette anni dall’apertura al pubblico il palazzo si svela. Informazioni: 0462 340812, palazzo@mcfiemme.eu. Mostre MAGNIFICO MERCATINO Apertura: da domenica 1 dicembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020.

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trentinomostre

CAPOSSELA “RILEGGE” LA CITTÀ DI TRENTO UNA NUOVA SERIE DI OPERE DEDICATE ALLA CITTÀ DEL CONCILIO

Presso il giardino di uno dei più bei palazzi rinascimentali di tutto il Trentino, nell’antico Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, si trovano le tradizionali casette in legno, abbellite da lanterne e decorazioni che assieme a musica, concerti ed animazione, ricreano un’atmosfera unica. www.visitfiemme.it.

CLES Mostre URSUS - STORIE DI UOMINI E DI ORSI Apertura: da domenica 7 luglio a domenica 3 novembre. CLES (TN) - PALAZZO ASSESSORILE. Inaugurazione 06 luglio, ore 18.00. Ingresso libero. PRO LOCO DI CLES - UFFICIO TURISTICO, 0463 421376, info@prolococles.it - prolococles.it.

LAVIS

L’

atelier di Salvatore Capossela si trova all’imbocco di Via S. Bernardino n. 30/1 a Trento. L’eclettico artista ha ultimamente dedicato una serie di lavori alla città di Trento. Vediamo come descrive questa sua produzione la cristica d’arte Patrizia Giambrone. Salvatore si esprime con forme e cromatismi mutevoli nel tempo. Il suo linguaggio pittorico è espressione dei diversi stati d’animo, delle emozioni. passioni, sensazioni che vive e riesce con maestria a tradurre in forme e colori. In questo suo ultimo periodo creativo, l’artista si spinge oltre la materia, oltre il tangibile, oltre ciò che si può definire razionale. Nel suo sentire non tutto è spiegabile con la ragione, con regole matematiche! Salvatore ama pensare, e ne ha la certezza, che ciò che ci circonda abbia un qualcosa di spirituale e si entusiasma, come un bambino, nel credere che le figure dei suoi quadri, che dipinge con grande trasporto, siano creature parlanti, sussurranti con un’anima. La fantasia è un supporto benefico per la mente e per la vita. I portici di piazza Duomo, così come da lui interpretati, fieri di sostenere abitazioni antiche pregne di storia, e di assurgere al ruolo di testimoni secolari, amano ascoltare curiosi, intriganti, i pettegolezzi sussurrati, i litigi scherzosi tra il vecchio campanile del Duomo e il dio Nettuno... I fiocchi di neve, lenti e copiosi ammantano il paesaggio invernale, mentre le stelle splendenti, ricami preziosi, rendono magiche le notti d’estate. La luna, sempre complice, dà un tocco finale a un paesaggio incantato. Tutto rievoca ricordi infantili, emozioni…ciò che non è più e ciò che di bello esiste e può esserci ancora. Cromatismi di figure danzanti che raccontano la realtà di favola di un alchimista del colore. (Patrizia Giambrone) Info: www.salvatorecapossela.it

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Mostre A TESTA IN GIÙ, INSEGUENDO L’ACQUA NEL BUIO Apertura: da sabato 26 ottobre a domenica 17 novembre. Sala davanti al Caffè Matteotti. Orario dalle ore 17.30 alle 20.00. Ingresso libero con raccolta di offerte per il progetto “Solidali per la solidarietà”.Informazioni: tel. 0461.248140, sportecultura@comunelavis.it. Mostre SIAMO TUTTI TESTIMONI, L’UMANITÀ ALLE PRESE CON I CAMBIAMENTI CLIMATICI Apertura: da martedì 5 novembre a domenica 22 dicembre. Atrio Biblioteca. Ciclo “Montagna, Uomo e Clima”. Ingresso libero con raccolta di offerte per il progetto “Solidali per la solidarietà”. Informazioni: tel. 0461.248140, sportecultura@comunelavis.it.

LEVICO TERME Mostre MERCATINO DI NATALE A LEVICO TERME Apertura: da sabato 23 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Parco secolare degli Asburgo. Un luogo incantato dove grandi e piccini saranno coccolati e potranno lasciarsi trasportare dalle emozioni. Informazioni: www.visitlevicoterme.it.

LUSERNA Mostre FRATELLO LUPO Apertura: fino a domenica 3 novembre. Museo Centro Documentazione Luserna. L’alleanza uomo/ cane per la vita. La mostra è stata pensata con una particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi, per sensibilizzarli su questa tematica e orientarli a un corretto e rispettoso rapporto con il mondo animale.

Informazioni: 0464 789638, info@ lusern.it, www.lusern.it. Mostre 1919. IL RITORNO DEI PROFUGHI Apertura: fino a domenica 3 novembre. Centro documentazione Luserna. La mostra è dedicata al ricordo dei profughi trentini, in particolare dei profughi di Luserna, che proprio un secolo fa, al principio del 1919, fecero ritorno nei paesi dai quali erano stati allontanati anni prima a causa del conflitto tra Austria e Italia. Attraverso suggestive immagini d’archivio, diverse delle quali inedite, si racconta così un capitolo importante, per quanto doloroso, della storia locale trentina. 0464 789638, info@lusern.it, www.lusern.it.

MOENA Mostre MERCATINI IN VAL DI FASSA Apertura: da sabato 30 novembre a mercoledì 25 dicembre. Passeggiando per il centro si potrà respirare la tipica atmosfera natalizia passando tra le tipiche casettine in legno. www.fassa.com.

PERGINE Mostre E-VENTO DI GIULIANO ORSINGHER Apertura: fino a lunedì 4 novembre. Castel Pergine, Via al Castello 10. Mostra delle opere di Giuliano Orsingher a cura di Cristina Pagliaro. Informazioni: www.fondazionecastelpergine.eu, www. castelpergine.it.

PERGINE VALSUGANA Mostre MERCATINI DI NATALE A PERGINE VALSUGANA Apertura: da sabato 9 novembre a domenica 6 gennaio. Perzenland e la Valle Incantata. Il Villaggio delle Meraviglie di Pergine torna per questa 10° edizione con un programma per tutte le età e di tutto interesse: giochi e attrazioni per i più piccoli, animazione per gli adulti, un ampio programma musicale e mostre a tema natalizio ma soprattutto con il suggestivo Mercatino di Natale dei Canòpi, i leggendari gnomi minatori. www. visitvalsugana.it.

PIEVE TESINO Mostre LUTERO PER VIA Apertura: da domenica 14 luglio a domenica 3 novembre. Museo Per Via. Ambulanti e stampe in Trentino e in Valsugana al tempo della Riforma a cura di Alessandro Paris e Massimo Rospocher. Informazioni: www.museopervia.it.


trentinomostre PREDAZZO Mostre 10 LIBRI PER RACCONTARE LE DOLOMITI Apertura: da sabato 22 giugno 2019 a venerdì 10 gennaio 2020. Museo Geologico delle Dolomiti, Piazza SS. Filippo e Giacomo 1. Una mostra in dieci tappe racconta la cronaca di una scoperta: quella del territorio dolomitico. In collaborazione con la Biblioteca Comunale di Predazzo. Fino al 10 gennaio 2020. tel. 0462.500366 (in orario di ufficio) / museo.predazzo@muse.it. Mostre IL MONDO MISTERIOSO DELLE GROTTE NELLE DOLOMITI Apertura: da sabato 22 giugno 2019 a venerdì 31 gennaio 2020. Museo Geologico delle Dolomiti, Piazza SS. Filippo e Giacomo 1. Un suggestivo allestimento presenta gli studi sulle principali grotte nelle Dolomiti e racconta delle creature mitiche che le abitano. In collaborazione con il Museum Ladin Ursus ladinicus di San Cassiano. Prenotazione obbligatoria t. 0462 500366 - museo.predazzo@muse.it.

RANGO DI BLEGGIO Mostre MERCATINI DI NATALE A RANGO Apertura: da domenica 17 novembre a domenica 29 dicembre. Solo qui i Mercatini di Natale sono ambientati nelle vecchie case contadine, eccezionalmente aperte per l’occasione. Nelle cantine, nelle vecchie stalle, nei portici e nelle soffitte si incontrano bancarelle colme di prodotti tipici locali e delle meraviglie dell’artigianato locale. Ma anche osterie dove gustare piatti tipici e le migliori specialità gastronomica della tradizione contadina trentina. .

RIVA DEL GARDA Mostre TESTIMONIANZE FIGURATIVE DAL TERRITORIO TRA XIV E XIX SECOLO Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Mag, Museo Alto Garda. Tre sezioni permanenti dedicate alla Pinacoteca, Storia e Archeologia, mostre temporanee e visita al Mastio. Informazioni: 0464 573869, www.museoaltogarda.it. Mostre LA FORMA DELLO SPORT Apertura: fino a domenica 3 novembre. Museo Riva del Garda, piazza Cesare Battisti 3/a, Riva del Garda (Tn). Architetture e imprese sportive a Riva del Garda nella prima metà del Novecento. A cura di Chiara Del Senno, Daniela Pera. Una nuova mostra dedicata alle architetture e attività sportive che hanno caratterizzato la costru-

zione dell’identità della città di Riva del Garda fin dall’inizio del secolo scorso accoglierà i visitatori del MAG durante la stagione 2019 del Museo Alto Garda. Il progetto espositivo incrocia trasversalmente due dei principali fondi delle collezioni del MAG: quello dedicato all’architetto Giancarlo Maroni e quello dello scultore rivano Silvio Zaniboni, entrambi molto attivi tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. Informazioni complete: www. museoaltogarda.it. Mostre LA FERITA DELLA BELLEZZA. ALBERTO BURRI E IL GRANDE CRETTO DI GIBELLINA Apertura: da sabato 22 giugno a domenica 3 novembre. Museo Riva del Garda, piazza Cesare Battisti 3/a. Al MAG di Riva del Garda, una rilettura del percorso dell’artista a partire dall’opera di Land Art più grande al mondo. Mostra a cura di Massimo Recalcati. In collaborazione con Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. www. museoaltogarda.it. Mostre ARTISTI PER ARRIGO Apertura: da sabato 28 settembre a mercoledì 20 novembre. GALLERIA CIVICA “CRAFFONARA”. Mostra collettiva in omaggio ad Arrigo Colorio. Informazioni: Centro Culturale “La Firma”,0464 573917. Mostre FERMOIMMAGINE. L’EVOLUZIONE DELLA GARDESANA OCCIDENTALE DA 22 A 2 RUOTE Apertura: fino a domenica 19 aprile 2020. MAG Museo Alto Garda. La mostra intende documentare la storia della costruzione della SS 45 bis, per tutti la Gardesana Occidentale, mettendola a confronto con il suo status attuale. Informazioni: 0464 573869,info@museoaltogarda.it.

CLAUDIO CAVALIERI E LA “NATURALBERO” DIALOGO CON LA NATURA, DAL 6 AL 21 NOVEMBRE

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pere piccole e piccolissime sulla Natura e l ‘Albero saranno esposti dal 6 al 21 novembre presso lo Spazio Foyer di Via Galilei a Trento. Una settantina di opere principalmente con il legno dipinto interpretano la Natura e l’Albero, risultato, “NaturAlbero”. Le opere in mostra sono dagli anni Sessanta ai giorni d‘oggi una piccola antologica di opere SmallArt di Claudio Cavalieri. Opere da parete, installazioni, sculture, assemblaggi quasi tutto creato con il legno dipinto, trovato nel bosco, scarto di segheria, di cantieri edili, scarti e schegge che riprendo vita. Claudio realizza delle pitto-scultura che risentono molto delle avanguardie del ‘900 e la pittura materica degli anni 50. La mostra sarà presentata da un testo di Roberta Fiorini di Firenze, una delle curatrici di Spazi Simultanea di Firenze, perché Cavalieri è un socio dello Galleria dal 2012. Durante la mostra Cavalieri realizzerà un laboratorio creativo per il pubblico.

Mostre LA MISURA DEL TEMPO. SETTE SECOLI DI CALENDARI Apertura: fino a venerdì 8 novembre. Archivio storico comunale. Mostra di calendari e misuratori del tempo dalla collezione Persicostampa di Cremona. informazioni: www.comune.rivadelgarda.tn.it. Mostre LA CASA DI BABBO NATALE A RIVA DEL GARDA Apertura: da sabato 30 novembre a martedì 31 dicembre. La Casa di Babbo Natale si trova nell’antica Rocca, antico castello circondato dalle acque del lago di Garda, a Riva del Garda (Trento), ed è pronta ad accogliere i bambini con le loro famiglie, nelle numerose stanze dedicate al Natale. Informazioni: www.casadibabbonataleriva.it.

Roberta Fiorini e Claudio Cavalieri

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trentinomostre SIROR Mostre MERCATINO DI NATALE DI SIROR Apertura: da domenica 1 a domenica 22 dicembre. Primo appuntamento con i mercatini di Siror, il Christkindlmarkt più antico di tutto il Trentino. Aperture ore 10.30: dal 07/12/2019 al 08/12/2019 e dal 14/12/2019 al 15/12/2019 e dal 21/12/2019 al 22/12/2019 ore: 10:30. Informazioni: www.sanmartino.com/IT/mercatini-di-natale.

TRENTO

ROVERÉ DELLA LUNA Mostre QUI IL FUTURO È SEMPRE STATO PRESENTE Apertura: fino a martedì 31 dicembre. Cantina Roveré della Luna Aichholz, Via IV Novembre. Mostra della Cantina Roveré della Luna Aichholz nell’ambito del suo centenario. Info: www.csrovere1919.it. Mostre CANTINA ROVERÉ DELLA LUNA AICHHOLZ Apertura: fino a martedì 31 dicembre. Via IV Novembre, 9. Cantina Aichholz. Mostra dedicata alla storia della Cantina, del territorio della Bassa Atesina e della viticoltura e cooperazione trentina. Informazioni: info@csrovere1919.it.

ROVERETO Mostre FOCUS | SARA ENRICO. THE JUMPSUITE THEME Apertura: fino a domenica 10 novembre. Mart, Corso Bettini. Esposizione a cura di Denis Isaia. Informazioni: www.mart.trento.it. Mostre SIRIO GALLI. TACCUINO GRIGIOVERDE 1940-42 Apertura: da venerdì 12 luglio a domenica 10 novembre. Museo Storico Italiano della Guerra, via Castelbarco 7. Mostra fotografica dedicata a Sirio Galli, artista originale da poco riscoperto grazie alla figlia Loretta che ha donato proprio al Museo di Rovereto il suo “Taccuino grigio-verde” insieme ad altri appunti, documenti e fotografie che documentano la sua permanenza in Albania tra il 1940 e il 1942. Informazioni: www.museodellaguerra.it. Mostre HUMAN RIGHTS? CLIMA ART CAN SAVE THE WORLD Apertura: fino a martedì 31 dicembre. Campana dei Caduti, Colle di Miravalle. 167 artisti provenienti da 35 nazioni parteciperanno all’evento espositivo dedicato al tema dell’e-

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mergenza climatica.Info: http:// www.fondazioneoperacampana.it. Mostre RICHARD ARTSCHWAGER Apertura: da venerdì 11 ottobre 2019 a domenica 2 febbraio 2020. Mart. Presenta la più ampia esposizione mai realizzata in Europa dedicata a Richard Artschwager (1923-2013). Un importante progetto internazionale affidato al curatore Germano Celant, in collaborazione con il Guggenheim di Bilbao che ospiterà la mostra la prossima primavera. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@mart.trento.it. Mostre DANZARE LA RIVOLUZIONE Apertura: fino a domenica 1 marzo 2020. Mart. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@mart.trento.it. Mostre MERCATINO DI NATALE A ROVERETO Apertura: da sabato 23 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Il centro storico di Rovereto si riempie di colori, suggestioni, atmosfere vivaci per il FestivalNatale di Rovereto. Nel mercatino, naturalmente sarà possibile trovare prodotti gastronomici, dolci, oggettistica, abbigliamento. Per maggiori informazioni 0464.430363.

SANTA MASSENZA Mostre VITE DI LUCE. NATALE 2019 Apertura: da sabato 30 novembre a domenica 22 dicembre. Centro paese. Ricco programma di appuntamenti e laboratori creativi per bambini accompagnati da un ricco Mercatino di Natale selezionato; i nostri espositori sono tutti artigiani, il FATTO a MANO da noi è d’obbligo. Aperture: dal 30 novembre al 1 dicembre, dal 7 all’8 dicembre, dal 14 al 15 dicembre e dal 21 al 22 dicembre a Santa Massenza nella Valle dei Laghi. Informazioni: Pro Loco Santa Massenza 0461 216050, info@discovervalledeilaghi. it, www.vitediluce.com.

Mostre SALVATORE CAPOSSELA Apertura: fino a martedì 31 dicembre. Centro Commerciale Bren Center di Trento, all’interno del Caffè Zurigo. La mostra permanente contiene opere raffiguranti alcuni Scorci di Trento riprodotti in atmosfere sognanti con giochi di luci ed ombre che aggiungono un tocco di romanticismo e calore alle piazze e le vie più belle di questa nostra città. Lo potete trovare presso il suo studio/atelier all’imbocco di Via S. Bernardino n. 30/1 a Trento. Per informazioni telefonare al numero 347 2413964 o andare sul sito www.salvatorecapossela.it oppure salvatorecapossela@live.com. Mostre LÀ DOVE C’ERA LA MICHELIN Apertura: fino a martedì 31 dicembre. Biblioteca universitaria centrale - Buc. Un presidio della memoria che riprende il materiale proposto nel 2013 a palazzo Trentini. Informazioni: 0461 283011, BibliotecaCentrale@unitn.it. Mostre WILDLIFE Apertura: fino a domenica 12 gennaio 2020. MUSE, Corso del lavoro e della scienza. Le monumentali sculture animali di Jürgen LinglRebetez. La prima mostra italiana dello scultore tedesco Jürgen Lingl-Rebetez, che ritrae con una originale tecnica di intaglio specie animali tanto carismatiche quanto fragili. Informazioni: www.muse.it. Mostre USAVAMO LA CINEPRESA: STORIE IN FORMATO RIDOTTO Apertura: fino a domenica 3 maggio 2020. Le Gallerie, Piazza di Piedicastello. Un viaggio nel passato attraverso gli sguardi della gente comune. Immagini, oggetti, suoni del cinema amatoriale accompagnano il visitatore lungo la storia del Novecento. Informazioni: www.museostorico.it. Mostre SIDIVAL FILA. OPERE Apertura: da sabato 13 luglio a lunedì 4 novembre. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18. Mostra personale dell’artista brasilia-

no Sidival Fila, frate minore francescano e voce tra le più autorevoli dell’arte contemporanea a livello internazionale. Artista dalla straordinaria capacità creativa, Sidival Fila è presente con l’opera Golgotha anche alla 58ˆ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, attualmente in corso nella città lagunare. Ulteriori info: www. museodiocesanotridentino.it. Mostre FILI D’ORO E DIPINTI DI SETA. VELLUTI E RICAMI TRA GOTICO E RINASCIMENTO Apertura: da domenica 14 luglio a domenica 3 novembre. Al Castello del Buonconsiglio la mostra che racconta la storia dei tessuti sacri attraverso quadri e preziosi velluti e ricami tra Quattro e Cinquecento. Informazioni: www. buonconsiglio.it. Mostre COSMO CARTOONS Apertura: da domenica 21 luglio 2019 a domenica 14 giugno 2020. MUSE, Corso del lavoro e della scienza. L’esplorazione dell’Universo tra scienza e cultura pop. Mostra originale che racconta l’esplorazione spaziale e l’allunaggio, con rimandi all’arte e in particolar modo al fumetto. Info: tel. +39 0461 270311, www.muse.it. Mostre GIANNI PELLEGRINI. SEMBIANZE AGLI OCCHI MIEI Apertura: da sabato 21 settembre 2019 a domenica 26 gennaio 2020. Galleria Civica, Via Belenzani. Esposizione a cura di Margherita de Pilati. Informazioni: www. mart.trento.it. Mostre LITANIE LAURETANE Apertura: fino a domenica 3 novembre. Aula San Giovanni, Cattedrale di San Vigilio. Mostra fotografica di Nicola Zaccaria. Mostre DOGON Apertura: da martedì 1 ottobre a venerdì 8 novembre. Centro per la cooperazione internazionale, Vicolo San Marco, 1. Cooperare in Mali con il popolo della Falesia. Ingresso libero e gratuito dal lunedì al venerdì. Info: www.aclitrentine. it/ipsia, ipsia@aclitrentine.it. Mostre INTERPOLAZIONI Apertura: da venerdì 4 ottobre a lunedì 4 novembre. Centro Psicoanalisi Jonas. Esposizione di Fran Bobadilla, pittore spagnolo vive e lavora a Firenze; il suo territorio espressivo comprende il rapporto tra la rappresentazione dello spazio architettonico e i fenomeni della natura: luci, ombre, percezione.. Informazioni: trento@jonasonlus.it.


trentinomostre Mostre FABIO STEDILE... PASSI DELL’ANIMA OLTRE LE VETTE Apertura: fino a giovedì 7 novembre. Biblioteca della montagna, Sat Via Manci, 57. Mostra temporanea a cura di Erica Valenti per ricordare il grande alpinista. informazioni: 0461-980211, sat@biblio.infotn.it. Mostre 48 68 DUE ANNI DI POSTERZINE Apertura: fino a martedì 12 novembre. Impact Hub, Via Sanseverino 95. Mostra che raccoglie le illustrazioni create in due anni di residenze d’artista a BASE. Informazioni: https://trento.impacthub.net. Mostre DENIS RIVA Apertura: da giovedì 17 ottobre 2019 a sabato 29 febbraio 2020. Via San Martino 52 Cellar Contemporary. Avanzato stato di composizione. L’artista presenta una serie di lavori inediti su carta - la sua materia d’elezione -, su tela, e su tavola, frutto della sua ricerca presente, in cui la creatività accumulata “avanza” incessantemente per essere proiettata nel futuro. Info: 0461/1481271, info@ cellarcontemporary.com. Mostre WARS. RACCONTARE LA GUERRA: MOSUL E GLI ALTRI Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Le Gallerie, Piedicastello. La mostra WARS nasce dall’omonimo concorso fotografico internazionale, diretto da Fabio Bucciarelli e voluto con Montura. Ingresso libero. Informazioni: 0461.230482, www.museostorico.it. Mostre LINDA CARRARA - CHÔRA Apertura: da venerdì 25 ottobre 2019 a sabato 4 gennaio 2020. Via Alto Adige 176, Boccanera Gallery. Seconda personale di Linda Carrara (1984, Bergamo). A cura di Giuseppe Frangi. Mostre STAVA, 19 LUGLIO 1985 Apertura: da venerdì 25 ottobre a domenica 10 novembre. Spazio Archeologico S.A.S.S. Il progetto ripercorre i tristi eventi di quell’anno, riprendendo i contenuti del percorso didattico realizzato dalla Fondazione Stava 1985 presso il Centro “Stava 1985”, a Stava, e accompagnandoli con alcune tra le immagini più toccanti e iconiche raccolte dall’archivio fotografico di Dino Panato. Informazioni: www. centrosantachiara.it. Mostre CAVALIERI E LA NATURALBERO Apertura: da mercoledì 6 a giovedì 21 novembre. Spazio Foyer di Via Galilei. Dialogo con la Natura. Una settantina di opere principalmente con il legno dipinto interpretano la

Natura e l’Albero,risultato, “NaturAlbero”. Le opere in mostra sono dagli anni ‘80 ad i giorni d ‘oggi una piccola antologica di opere SmallArt. Esposizione di Claudio Cavalieri..

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Mostre 100 MARCHI - BERLINO 2019 Apertura: da sabato 9 novembre 2019 a domenica 9 febbraio 2020. Le Gallerie, Piedicastello. Esposizione di Tommaso Bonaventura ed Elisa Del Prete. Ingresso libero. Informazioni: 0461.230482, www. museostorico.it. Mostre MERCATINO DI NATALE A TRENTO Apertura: da sabato 23 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Piazza Fiera. Le oltre 90 casette di legno con artigianato locale e tipicità gastronomiche, il grande Albero di Natale in Piazza Duomo, le attrazioni per le famiglie in Piazza Santa Maria Maggiore, le luminarie e tanti eventi in programma trasformano Trento nella “Città del Natale”. www.mercatinodinatale.tn.it.

VAL DI SELLA Mostre ARTE SELLA - PERCORSI ESPOSITIVI Apertura: fino a martedì 31 dicembre. L’Area di Malga Costa è visitabile dalle ore 10 alle ore 17. Ingresso all’area di Malga Costa: 8 euro / Il giardino di Villa Strobele ed il Percorso ArteNatura non sono visitabili / Nonostante la riapertura dell’Area di Malga Costa, il lavoro di ricostruzione di Arte Sella è ancora lungo ed impegnativo, in particolare per quanto riguarda il giardino di Villa Strobele e il Percorso ArteNatura. È possibile aiutare concretamente la ricostruzione di Arte Sella effettuando una donazione con bonifico bancario c/c bancario presso Cassa Rurale Valsugana e Tesino intestato ad Associazione Sostenitori di Arte Sella IBAN IT36W0810234401000041050846 Sito web: www.artesella.it.

VALLE DI FIEMME Mostre ZHDAT’ - PAESAGGI DI OGGI STORIE DI IERI Apertura: da sabato 13 luglio 2019 a domenica 26 gennaio 2020. Palazzo della Magnifica. Fabio Pasini presenta ed interpreta i luoghi della memoria della Prima Guerra Mondiale. Venerdì 26 agosto alle ore 17.30 incontro con l’autore. www.palazzomagnifica.eu.

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Mostre I MESI Apertura: da sabato 28 settembre a domenica 10 novembre. Palazzo Libera. Esposizione di Matteo Boato. Orari mostra: ven / sab / dom e festivi: 10:00 - 18:00. Informazioni: www.matteoboato.net.

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trentinoappuntamenti 1 VENERDÌ

LA MUSICA, TRA IL CALCIO E I GRANDI DELL’ARTE

L

e suggestioni che attraversano i secoli della pittura da Monet a Van Gogh, raccontata da Marco

Goldin, con le musiche composte ed eseguite

dal vivo da Remo Anzovino. Sono i protagonisti dello spettacolo “La grande storia dell’impressionismo” in scena il 24 novembre all’Auditorium di Trento. Dopo un mito del jazz come Bill Frisell, ascoltato ad ottobre. la rassegna Transiti organizzata dal Centro S. Chiara al Teatro di Sanbàpolis venerdì 15 novembre propone un’occasione forse unica e irripetibile legato ad un nome imprescindibile del post punk americano come quello dei Pere

Ubu.

“Di città in città… (e porta l’orso)”: è questo lo slogan di “Ballate per uomini e bestie”, il nuovo spettacolo del cantautore Vinicio

Capossela che il 22

novembre sarà all’Auditorium S. Chiara. La stagione della Società

Filarmonica di Trento gratifica sempre il suo pubblico con

proposte di alta qualità: per il 5 novembre (ore 20.30) è in locandina il concerto di Sol Gabetta (violoncello) e Nelson Goerner (pianoforte), impegnati nell’interpretazione di tre brani originariamente composti per violino e pianoforte. Un racconto che parte da storie sportive per diventare poi un affresco insieme storico, poetico e anche musicale. È quello proposto nel nuovo spettacolo di Federico

Buffa “Il rigore che non c’era”

in scena all’Auditorium di Trento venerdì 15 novembre alle 21, nell’appuntamento organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara.

102

tmnovembre

Federico Buffa

Enogastronomia GARDA CON GUSTO GOURMET EXPERIENCE Riva del Garda. Palavela. Degustazioni, Show Cooking stellati, aperitivi con gli Chef ed esperienze enogastronomiche con i prodotti del territorio. Informazioni: Garda Trentino S.p.A - Azienda per il Turismo, 0464.554444.

2 SABATO Enogastronomia GARDA CON GUSTO GOURMET EXPERIENCE Riva del Garda. Palavela. Degustazioni, Show Cooking stellati, aperitivi con gli Chef ed esperienze enogastronomiche con i prodotti del territorio. Informazioni: Garda Trentino S.p.A - Azienda per il Turismo, 0464.554444. Musica SAX E PIANO Trento. Ore 17.30. Sala Sosat, Via Malpaga, 17. Concerto con: Emiliano Rodriguez, sax / Massimo Folliero, pianoforte. Musiche di R. Molinelli, D. Salvatore, A. Dulbecco, G. Sollima. Informazioni: www.arsmodi.it/katharsis-2019. Musica CORO AZZURRO DI STRADA, CORO L’ARNICA Dorsino. Ore 16. Concerto itinerante. Informazioni: www.azzurrodistrada.it. Musica DUO ELLIPSIS Trento. Ore 17.30. Sala Sosat. Concerto con Alessandro Deiana, chitarra / Alberto Cesaraccio, oboe. Musiche di Boutros, Kovats, Yupanqui, Cesaraccio, J. L. Merlin, Piazzolla. Ingresso libero. Informazioni: www.arsmodi.it/katharsis-2019/. Teatro TRILOGIA, TRE ATTI DI VITA Meano. Ore 20.45. Teatro. Da un’idea drammaturgica di Paolo Grossi, un trittico in tre atti: comico, drammatico e tragico che analizza con precisione la declinazione contemporanea di tre immagini bibliche: ULTIMA CENA, GIARDINO DELL’EDEN E PASSIONE DI CRISTO, in tre diverse situazioni di vita dove l’essere umano è in relazione con altri e con se stesso trovandosi o perdendosi nella ragnatela dei rapporti interpersonali. Informazioni: www.teatrodimeano.it. Teatro AGLI ANTIPODI DEL TEMPO MIGLIORE Trento. Ore 20.45. Teatro S. Marco. Spettacolo di Elisabetta Marcantonio. Associazione Direzione Ostinata di Bolzano. Nell’ambito della rassegna “Il Concorso - Premio Mario Roat”. Info: Co.Fa.s.

Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro BENVENUTI A BALUK Riva del Garda. Ore 20.45. Sala della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo liberamente tratto “Fools” di Neil Simon - trad. di Jacopo Roccabruna Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro EL CONVENTO DEL SANTO SPIRITO Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale di Telve. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it.

3 DOMENICA Enogastronomia GARDA CON GUSTO GOURMET EXPERIENCE Riva del Garda. Palavela. Degustazioni, Show Cooking stellati, aperitivi con gli Chef ed esperienze enogastronomiche con i prodotti del territorio. Informazioni: Garda Trentino S.p.A - Azienda per il Turismo, 0464.554444. Teatro NON C’È PROBLEMA S.R.L.: UP & DOWN Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo con Paolo Ruffini e gli attori della compagnia Mayor Von Frinzius. Informazioni: www.primiallaprima.it. Teatro ragazzi I TESORI NELLA VALIGIA Cognola. Ore 16.30. Teatro. Le avventure di Pippi e i suoi amici Tommy e Annika. La vita nella città cambia con l’arrivo di una bimba divertentissima, buffa e coraggiosa, che porta con sé un’enorme valigia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi FIABE E LEGGENDE DELLE DOLOMITI Meano. Ore 17. Teatro. Lo spettacolo mette in scena fiabe, leggende e racconti della tradizione dolomitica, tra cui i Giganti di Pitcevert, il Fuso d’Oro, La Strega Casara, La Caora barbantana, Lo Schratl e La Miniera di Valcava. Spettacolo di e con Luciano Gottardi. Informazioni: 0461 511332, info@teatrodimeano.it. Teatro ragazzi FIABE AFRICANE Trento. ore 15.30 e 17.30. Teatro San Marco. Spettacolo per bambini, un’attrice originaria di Capo Verde e un attore del Ghana narrano la storia del bue Blimundo. Informazioni: www.teatrosanmarco.it.


trentinoappuntamenti 5 MARTEDÌ Musica QUARTETTO DI FLAUTI MARTINI DI BOLOGNA Roncegno. Ore 21. Salone delle Feste, Casa Raphael / Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto con: Sara Dall’olio e Judit Hantos, flauti dolci / Angela Troilo, contralto, arpa e flauti dolci, cornetto / Daniele Salvatore, flauti dolci e traversiere, pipe end tabor, chitarra rinascimentale. Musiche di Primavera, Dell’Arpa, Kircher, Sartorius, Schickhardt. Informazioni: www. arsmodi.it/casa-raphael-2019. Musica BENJAMIN BRITTEN: RITRATTO DELL’AUTORE DA CUCCIOLO Trento. ore 09.00. Sala Filarmonica. Benjamin Britten: ritratto dell’autore da cucciolo. Racconto e voce: Luca Scarlini. Pianoforte: Francesca Aste. Informazioni: 0461 985244, info@filarmonicatrento.it. Musica MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI SHOW Pergine. Ore 20.45. Piazza Garibaldi. Spettacolo di e con Massimo Lopez e Tullio Solenghi, musica dal vivo con la Jazz Company diretta dal maestro Gabriele Comeglio. Informazioni: 0461 511332, info@ teatrodipergine.it. Musica SOL GABETTA E NELSON GOERNER Trento. Ore 20.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Concerto: Sol Gabetta, violoncello; Nelson Goerner, pianoforte. Info: info@filarmonicatrento.it; Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it.

6 MERCOLEDÌ Musica VIAGGIO NELL’UNIVERSO Trento. ore 09.00 e ore 11.00. Sala Filarmonica. Spettacolo Stefano

ci facciamo compagnia piedeTrentinoMese_174x65.indd 1

Rattini, organista, Giacomo Anderle, attore e Christian Lavarian, astronomo. Informazioni: 0461985244, info@filarmonica-trento.it.

7 GIOVEDÌ Musica SAVERIO TASCA E ALTERARCO Trento. Ore 20.30. Sala Filarmonica. Concerto con: Saverio Tasca, vibrafono / Mauro Spinazzè, violino / Josè David Fuenmayor Valera, violino / Simone Siviero, viola / Giulio Padoin, violoncello. Informazioni: www.trentinojazz.com, info@sonataislands.com . Teatro 19 LUGLIO 1985 Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Alle 12:22:55 del 19 luglio 1985 una colata di fango travolge la Val di Stava: alberi, case, persone, strade vengono spazzati via. Una catastrofe senza salvezza. Più di 30 anni dopo, il teatro di OHT guarda alla vicenda come momento epifanico dell’ambiguo rapporto tra l’uomo e il paesaggio di montagna e lo celebra in una “tragedia alpina”. Informazioni: 0461 213834, 800 013952, info@ centrosantachiara.it. Teatro EVOLUTION DANCE THEATER: THE MAGIC OF LIGHT Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Creato nel 2018 per festeggiare i dieci anni di storia della compagnia, The Magic of Light è lo spettacolo che raccoglie e reinterpreta alcune delle coreografie più sorprendenti firmate da Anthony Heinl. Informazioni e prenotazioni: www.teatrodipergine.it.

8 VENERDÌ Cultura FORÈST...ALLORA SOGNAVO D’ANDARE LONTANO Volano. Ore 20.30. Scuola musicale Jan Novak, Aula Magna. Pre-

sentazione del libro di Ilaria Senter (Curcu Genovese Edizioni). Dialoga con l’autrice la Professoressa Bruna Senter. Cultura MESE MONTAGNA - TAMARA LUNGER Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Scendere per salire. Un viaggio ricco di emozioni che parlerà dei diversi modi di vivere la montagna, raccontandola attraverso serate, film, libri, mostre da alpinisti ed esperti internazionali, ma anche attraverso le esperienze di semplici conoscitori o amanti di questo affascinante mondo. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@ discovervalledeilaghi.it; www.discovervalledeilaghi.it; www.mesemontagna.it. Musica IL CANTO. MAESTRO DI EQUILIBRIO. Trento. Ore 17. Palazzo Festi. Avvicinarsi al canto con la sapienza del corpo. Orazio Benevoli Missa Pastoralis a otto voci. Evento all’interno di Trento MusicAntica 2019. www.cultura.trentino.it. Musica BONPORTI ANTIQUA ENSEMBLE Trento. Ore 21. Piazza Dante, Abbazia di San Lorenzo. La Vertigine della Selva. Evento all’interno di Trento MusicAntica 2019. www. cultura.trentino.it.

Musicantica 2019 - XXXIII edizione / Mirabilia. Ingresso libero / Per informazioni n. verde 800 013952. Musica ZIGANOFF JAZZMER BAND Trento. ore 20.30. Teatro Sanbapolis. Un progetto che affonda le sue radici nella passione per questi suoni del musicista trentino Renato Morelli, attento alla ricerca filologica dei rapporti fra la musica klezmer, il primo jazz, e lo swing zingaro manouche. Informazioni: www.sanbapolis.tn.it. Musica TILL BRONNER E ANTONIO FARAÒ TRIO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Concerto Jazz. Informazioni: FaRe Jazz A.P.S., www.farejazz.it, www.valsuganajazztour.it. Per i più piccoli MIGRARE ALLA RICERCA DI UN FUTURO Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Centro giovani. Evento all’interno del progetto “Costruiamo Ponti”, che nasce da uno scambio di idee tra un gruppo di giovani residenti sull’Altopiano della Vigolana dopo avere vissuto diverse esperienze di volontariato, in Italia e all’estero. Informazoni: www.vigolana.com.

Musica DAVID LINX & ANTONIO FARAÒ TRIO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Un progetto che propone un programma eclettico, toccando vari generi, dal jazz alla musica brasiliana e la musica pop. Informazioni e prenotazioni: www. teatrodipergine.it.

Teatro 19 LUGLIO 1985 Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Alle 12:22:55 del 19 luglio 1985 una colata di fango travolge la Val di Stava: alberi, case, persone, strade vengono spazzati via. Una catastrofe senza salvezza. Più di 30 anni dopo, il teatro di OHT guarda alla vicenda come momento epifanico dell’ambiguo rapporto tra l’uomo e il paesaggio di montagna e lo celebra in una “tragedia alpina”. Informazioni: 0461 213834, 800 013952, info@ centrosantachiara.it.

Musica LA VERTIGINE DELLA SELVA Trento. Ore 21. Badia di San Lorenzo. Evento nell’ambito di Trento

Teatro INTERNO CON CADAVERE Tesero. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo di Aldo Nicolaj.

info@radiodolomiti.com www.radiodolomiti.com 348 5140444 Radio Dolomiti-Trento Radio Dolomiti 20/10/2019 17:27:25

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trentinoappuntamenti Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro OHT OFFICE FOR A HUMAN THEATRE: 19 LUGLIO 1985 Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Alle 12:22:55 del 19 luglio 1985 una colata di fango travolge la Val di Stava: alberi, case, persone, strade vengono spazzati via. Una catastrofe senza salvezza. Più di 30 anni dopo, il teatro di OHT guarda alla vicenda come momento epifanico dell’ambiguo rapporto tra l’uomo e il paesaggio di montagna e lo celebra in una “tragedia alpina”. Informazioni e biglietti: www. centrosantachiara.it. Teatro DER BOXER Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele, Via Suffragio, 53. Spettacolo di e con Michele Vargiu / Musiche di Elva Lutza / Gianluca Dessì, chitarra / Nico Casu, tromba e voce. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it. Teatro LA DONNA PIÙ GRASSA DEL MONDO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo teatrale. Centro Teatrale MaMiMò. Informazioni: www. teatroportland.it. Teatro SHOW CON MASSIMO LOPEZ & TULLIO SOLENGHI Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo di e con Massimo Lopez & Tullio Solenghi con la Jazz Company diretta dal M. Gabriele Comeglio. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it.

9 SABATO Cabaret RIDI E LASSA RIDER Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Ridere è sicuramente il modo migliore per staccarsi momentaneamente dalle tensioni e dai problemi della quotidianità. Spettacolo di e con Loredana Cont. Informazioni: 0461 - 913706, info@ teatrodivillazzano.it. Cultura ASIA. OMBRE E INTRIGHI NELLA BRESCIA CHE CONTA Riva del Garda. ore 10.30. Biblioteca civica. Il terzo appuntamento per il Festival Giallo Garda è con “Asia. Ombre e intrighi nella Brescia che conta”; incontriamo l’autore Roberto Van Heugten. Letture a cura di Paola Raggi. Modera Lorenzo Bernasconi. Informazioni: 0464 573806, biblioteca@comune.rivadelgarda.tn.it.

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Enogastronomia SGNOCOLADA DE SAN MARTIN Sagron Mis. Tradizionale cena a base di gnocchi per festeggiare il santo patrono di Sagron Mis. Prenotazione obbligatoria al 3402598121 (Flavio), 60 posti disponibili. Info: www.sanmartino.com. Musica SARAH DAVACHI KNN Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti. Concerto all’interno dell’evento Musica Macchina. Informazioni: cultura@comune.rovereto.tn.it, www.comune.rovereto.tn.it. Teatro HUMANA Sant’Anna diVallarsa. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo, nuova produzione di Elementare Teatro. Informazioni: www.elementareteatro.it. Teatro LA SIARPA DE LA SPOSA Trento. Ore 20.45. Teatro S. Marco. Spettacolo di Gabriella Scalfi. Associazione Culturale Libero Teatro di Grumes. Nell’ambito della rassegna “Il Concorso - Premio Mario Roat”. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro EL TESTAMENT DELA ZIA Roveré della Luna. Ore 20.30. Teatro parrochiale. Spettacolo di Lorenzo Dalmonech Filodrammatica di Verla. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro PER EN PIAZER... CHE DISPIAZER Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Andrea Tasin. Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Cembra-Lisignago. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Loredana Cont Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro LA SEDIA Sopramonte. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con Mario Cagol. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro BERTOLDO Folgaria. Ore 20.30. Cinema Teatro “Paradiso”. Spettacolo di di Giulio Cesare Croce. Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it.

Teatro VARIAZIONI ENIGMATICHE Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Eric-Emmanuel Schmitt “T.I.M. - Teatro Instabile Meano”. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro NON DIRMI CHE NON SEI FELICE Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Menegoldo Perridini. Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro EN FUGA COL CATETERE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Eva de Rosa e Massimo Canzano. Filodrammatica “Teatro a Zambana”. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro PAREVA NA BELLA IDEA Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont Filodrammatica di Viarago. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro 19 LUGLIO 1985 Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Alle 12:22:55 del 19 luglio 1985 una colata di fango travolge la Val di Stava: alberi, case, persone, strade vengono spazzati via. Una catastrofe senza salvezza. Più di 30 anni dopo, il teatro di OHT guarda alla vicenda come momento epifanico dell’ambiguo rapporto tra l’uomo e il paesaggio di montagna e lo celebra in una “tragedia alpina”. Informazioni: 0461 213834, 800 013952, info@ centrosantachiara.it. Teatro CIÀCERE, ZIGHI E REBALTÒN... TUTI MATI E GNANCA UNO DE BON! Nave San Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Andra Cortelletti Compagnia “Follie d’Autore” di Cirè di Pergine. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro TI POSSO SPIEGARE Roncegno. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli. “Filobastia” di Preore. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro DER BOXER Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele, Via Suffragio, 53. Spettacolo di e con Michele Vargiu / Musiche di Elva Lutza / Gianluca Dessì, chitarra / Nico Casu, tromba e voce. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it.

Teatro PER EN PIAZER, CHE DISPIAZER Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Ciclo “Autunno a Teatro - Undicesima Rassegna”. Spettacolo di teatro amatoriale con filo SANT’ERMETE di Calceranica. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro BURATTINI TIM TUM TAM Ospedaletto. ore 16.30. Teatro Comunale. Spettacolo per la rassegna “A teatro con mamma e papà” del Sistema Culturale Valsugana Orientale. Di Maurizio Corniani, con Maurizio Corniani ai burattini e Francesco Borghi alla batteria. Informazioni: www.cornianiteatro.it. Teatro SCHOOL OF ROCK Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Con la prestigiosa firma di Massimo Romeo Piparo debutta in Italia “School of Rock”, il musical che Andrew Lloyd Webber ha tratto dal film di Richard Linklater del 2003. Informazioni: www.fiabamusic.it. Teatro ragazzi STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo per bambini. Informazioni: 0461 213834, 800-013952, info@centrosantachiara.it. Cultura 145° FONDAZIONE MACH San Michele all’Adige. Celebrazioni ufficiali alla presenza delle autorità, con attività aperte al pubblico. Programma completo su www.fmach.it.

10 DOMENICA Musica BRANI FAMOSI, IMPROVVISAZIONI E VISITA GUIDATA Trento. ore 15.00. Chiesa parrocchiale. Appuntamento nell’ambito della “Venticinquesima Edizione della Scuola d’Ascolto della Musica Organistica”.Informazioni: 0461 934080 - 335 6932381, stefano. rattini61@gmail.com. Musica PINOCCHIO, STORIA DI UN BURATTINO Trento. ore 15.30 e 17.30. Teatro San Marco. Con Matteo Ferrari / Musica e libretto di Enrico Tiso / Direzione del M.o Alessio Tasin / Regia e adattamento di Matteo Ferrari / Civica Banda di Borgo Valsugana. Informazioni: www.teatrosanmarco.it. Per i più piccoli HANSEL E GRETEL Terragnolo. Ore 17. Teatro parrocchiale. Spettacolo presentato dalla compagnia Progetto Zattera. Informazioni: www.elementareteatro.it.


trentinoappuntamenti Per i più piccoli CHECKPOINT CHARLIE Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Chiesetta del Redentore. Evento all’interno del progetto “Costruiamo Ponti”, che nasce da uno scambio di idee tra un gruppo di giovani residenti sull’Altopiano della Vigolana dopo avere vissuto diverse esperienze di volontariato, in Italia e all’estero. Informazoni: www.vigolana.com. Teatro 19 LUGLIO 1985 Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Alle 12:22:55 del 19 luglio 1985 una colata di fango travolge la Val di Stava: alberi, case, persone, strade vengono spazzati via. Una catastrofe senza salvezza. Più di 30 anni dopo, il teatro di OHT guarda alla vicenda come momento epifanico dell’ambiguo rapporto tra l’uomo e il paesaggio di montagna e lo celebra in una “tragedia alpina”. Informazioni: 0461 213834, 800 013952, info@centrosantachiara.it. Teatro OHT OFFICE FOR A HUMAN THEATRE: 19 LUGLIO 1985 Trento. ore 16.00 e ore 20.30. Teatro Sociale. Alle 12:22:55 del 19 luglio 1985 una colata di fango travolge la Val di Stava: alberi, case, persone, strade vengono spazzati via. Una catastrofe senza salvezza. Più di 30 anni dopo, il teatro di OHT guarda alla vicenda come momento epifanico dell’ambiguo rapporto tra l’uomo e il paesaggio di montagna e lo celebra in una “tragedia alpina”.Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro SCHOOL OF ROCK Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Con la prestigiosa firma di Massimo Romeo Piparo debutta in Italia “School of Rock”, il musical che Andrew Lloyd Webber ha tratto dal film di Richard Linklater del 2003. Informazioni: www.fiabamusic.it. Teatro ragazzi STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo per bambini. Informazioni: 0461 213834, 800-013952, info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi FIABE AFRICANE Trento. Ore 16. Teatro comunale. La storia del bue Blimundo, un piccolo viaggio alla scoperta di una cultura lontana. Informazioni: 0461 511332, info@teatrodipergine.it. Teatro ragazzi CATTIVINI Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di e con “Kosmocomico Teatro” di Locate Triulzi (MI). Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it.

Teatro ragazzi HÄNSEL E GRETEL Villazzano. Ore 16. Teatro. Con Luciano Gottardi / Spettacolo di pupazzi con musiche dal vivo. Per i bambini dai 3 anni. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro ragazzi ACCADUEO Dro. ore 16.30. Teatro parrocchiale. Spettacolo di Giallomare Minimall Teatro (Firenze). Età consigliata dai 3 anni. Info Biblioteca comunale, tel. 0464.504444, dro@ biblio.infotn.it. Cultura 145° FONDAZIONE MACH San Michele all’Adige. Celebrazioni ufficiali, con attività aperte al pubblico. Programma completo su www.fmach.it.

11 LUNEDÌ Musica GENNARO CARDAROPOLI E ALBERTO FERRO Trento. Ore 20.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Concerto: Gennaro Cardaropoli, violino, Alberto Ferro, pianoforte. Info: info@filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

12 MARTEDÌ Musica GIANNI ALBERTI, SASSOFONO IVAN RONDA, ORGANO Trento. ore 09.00. Sala Filarmonica. Concerto. Informazioni: 0461 985244, info@filarmonica-trento.it. Musica MY FAVORITE STRINGS Roncegno. Ore 21. Sala del Caminetto, Casa Raphael. Concerto con Silvia Cesco, chitarra. Musiche di Sanz, Arolas, Villa Lobos. Informazioni: www.arsmodi.it/ casa-raphael-2019.

13 MERCOLEDÌ Cultura L’AFRIQUE C’EST CHIC Trento. Ore 20.30. Muse. “L’Afrique c’est chic” di Michelangelo Bartolo conduce Osvaldo Negra. Diario di viaggio di un medico impegnato da anni in missioni umanitarie in Africa. Informazioni: 0461 270311, museinfo@muse.it. Cultura MESE MONTAGNA - PIETRO BAGNARA Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Due uomini, due storie, una grande passione. Un viaggio ricco di emozioni che parlerà dei diversi modi di vivere la montagna, raccontandola attraverso serate, film, libri, mostre da alpinisti ed esperti internazionali, ma anche attraverso le esperienze di semplici conoscitori o amanti di questo affascinante mondo. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle

dei Laghi Tel. 0461.216000; info@ discovervalledeilaghi.it; www.discovervalledeilaghi.it; www.mesemontagna.it. Musica TIMOTHY REDMOND Trento. Ore 20.30. Auditorium. Concerto con: Timothy Redmond, direttore; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Informazioni e biglietti: www.haydn.it.

14 GIOVEDÌ Cultura POLVERE DI STELLE Trento. Ore 20.30. Muse. L’arte dell’astrofotografia di Luca Fornaciari. Click di sera. Un ciclo di appuntamenti sui temi della conservazione, esplorazione e arte dello scatto ospiteranno i più apprezzati fotografi naturalisti del panorama nazionale. Informazioni: 0461 270311, museinfo@muse.it. Cultura DIGNITÀ Trento. Ore 17.30. Vigilianum, Via Endrici 14. Conferenza con Vera Zamagni. Informazioni: 0464 452500, bibliotecacivica@comune.rovereto.tn.it. Musica TIMOTHY REDMOND Tione di Trento. Ore 20. Auditorium. Concerto con: Timothy Redmond, direttore; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Informazioni e biglietti: www.haydn.it. Teatro LA CAMERA AZZURRA Pergine. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo. Due amanti, Tony e Andreè, ex compagni di scuola oggi quarantenni ed entrambi sposati, si incontrano nella camera azzurra... Informazioni: 0461 511332, info@teatrodipergine.it. Teatro DESTINATI ALL’ESTINZIONE Trento. Ore 21. Auditorium. Spettacolo comico di e con Angelo Pintus. Informazioni e prevendite: www.primiallaprima.it.

15 VENERDÌ Cultura IL CODICE DEBUSSY Riva del Garda. ore 10.30. Biblioteca civica. Il quarto e ultimo appuntamento per il Festival Giallo Garda è con “Il codice Debussy”, incontriamo l’autore Lorenzo Della Fonte. Accompagnamento al pianoforte del maestro Alessandro Trebeschi. Modera Laura Marsadri. Informazioni: 0464 573806, biblioteca@comune.rivadelgarda.tn.it. Cultura MESE MONTAGNA - FAUSTO DE STEFANI E FRANCO PERLOTTO Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Solitari e solitudini. Un viaggio ricco di emozioni che parlerà dei diversi modi di vivere

la montagna, raccontandola attraverso serate, film, libri, mostre da alpinisti ed esperti internazionali, ma anche attraverso le esperienze di semplici conoscitori o amanti di questo affascinante mondo. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@ discovervalledeilaghi.it; www.discovervalledeilaghi.it; www.mesemontagna.it. Cultura FESTIVAL METEOROLOGIA Rovereto. Il centro storico di Rovereto ospiterà la quinta edizione del Festivalmeteorologia: un’opportunità concreta di conoscere da vicino la meteorologia, di esplorare le sue basi scientifiche, di approfondire le implicazioni economiche, culturali e sociali e il dialogo costante con le più varie discipline. Per maggiori informazioni 0464.452111. Danza FOLK -S- SCIARRONI Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti. La fonte ispiratrice di Folk-s è lo Schuhplattler, una danza popolare della tradizione bavarese e tirolese. Informazioni: cultura@ comune.rovereto.tn.it. Musica PERE UBU Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Concerto all’interno di Transiti. Un’occasione forse unica e irripetibile. Annunciata dal disco uscito in estate, potrebbe essere la tournée con cui i Pere Ubu si accommiatano definitivamente dal proprio pubblico dopo un’avventura artistica gloriosa. Informazioni: 0461 217445, cultura@operauni.tn.it. Teatro CHI HA PAURA DELL’ARTE? Terragnolo. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Aporia Teatro, che torna in scena sul palco di Piazza dopo essere nato in residenza teatrale lo scorso anno proprio presso la medesima sede. Teatro NON DIRLO A NESSUNO Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Bomba d’acqua. Parcheggio allagato. Ester e Lisa rimangono bloccate in ufficio il venerdì sera con il temibile Barzaghi, quello strano. I tre nascondono segreti che non possono dire a nessuno, quali? Informazioni: 0461 - 913706, info@ teatrodivillazzano.it. Teatro TEMPO ORFANO Meano. Ore 20.45. Teatro. Vera vicenda umana di Adam, giovane che studia giurisprudenza e percorre la strada dell’attivismo nella sua città natale, in Marocco. Spettacolo di e con Chiara Benedetti. Informazioni: 0461 511332, info@teatrodimeano.it.

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trentinoappuntamenti Teatro FEDERICO BUFFA. IL RIGORE CHE NON C’ERA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Informazioni e prevendite: www.federicobuffa.com, www. primiallaprima.it.

16 SABATO Cultura PRESEPI NEL TIROLO STORICO. KRIPPEN IM HISTORISCHEN TIROL Rio Pusteria. Ore 17. Galerie90. Edizioni/ Herausgäber Curcu Genovese, presentazione libro. Informazioni: info@curcugenovese.it. Cultura FESTIVAL METEOROLOGIA Rovereto. Il centro storico di Rovereto ospiterà la quinta edizione del Festivalmeteorologia: un’opportunità concreta di conoscere da vicino la meteorologia, di esplorare le sue basi scientifiche, di approfondire le implicazioni economiche, culturali e sociali e il dialogo costante con le più varie discipline. Per maggiori informazioni 0464.452111. Musica LUDUS QUARTET Trento. Ore 17.30. Sala Sosat. Concerto: Ivo Crepaldi, violino / Andrea Ferroni, violino / Alexander Monteverde, viola / Ivo Brigadoi, violoncello. Musiche di di Sollima, Shostakovich, Bruni. Informazioni: 392.6911279. Musica CORY WONG Rovereto. Ore 21.30. Auditorium Melotti. Nei celebratissimi Vulfpeck, Cory Wong è un perfetto esempio di “Nile Rodgers 2.0”: il suo uso della chitarra ritmica in chiave funk è infatti assolutamente magistrale, efficacissimo. Concerto all’interno della rassegna Jazz’ About. Informazioni: cultura@comune.rovereto.tn.it. Musica SERATA MUSICALE CON IL CORO CASTION Lavis. Ore 20.30. Auditorium Comunale. Ciclo “Montagna, Uomo e Clima”. Serata musicale con il coro di montagna “Castion” di Faver che ci farà vivere un viaggio, in groppa alle sette note, con i loro canti di montagna. Informazioni: www.comune.lavis.tn.it. Musica BIG ONE THE EUROPEAN PINK FLOYD SHOW Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Musica con Big One (tribute band Pink Floyd). Informazioni e prevendite: https://www.primiallaprima.it. Teatro NON DIRLO A NESSUNO Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Bomba d’acqua. Parcheggio allagato. Ester e Lisa rimangono bloc-

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cate in ufficio il venerdì sera con il temibile Barzaghi, quello strano. I tre nascondono segreti che non possono dire a nessuno, quali? Informazioni: 0461 - 913706, info@ teatrodivillazzano.it. Teatro NON DIRMI CHE NON SEI FELICE Trento. Ore 20.45. Teatro S. Marco. Spettacolo di Menegoldo Perridini. Circolo culturale Filodrammatico di Ischia. Nell’ambito della rassegna “Il Concorso - Premio Mario Roat”.Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro BEATA ZOVENTÙ Roveré della Luna. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Maurizio Nicastro - traduzione dialettale di Franco Kerschbaumer. Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro GLI ARISTOMATTI Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Musical scritto da Michele Longo Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro MEDICO PER FORZA Valfloriana di Casatta. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Molière. Compagnia “GAD - Città di Trento”. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro EL COSIN DAL AUSTRALIA Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Andrea Oldani Filodrammatica “La Sortiva” di Denno. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro LA CENA DEI CRETINI Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Francis Veber. Filodrammatica di Laives. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DEL’AMOR Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro NA GABIA DE MATI Folgaria. Ore 21. Cinema-Teatro “Paradiso”. Spettacolo di Gabriele Bernardi. Gruppo Teatrale “La Zinzola” di Folgaria. Info: Co.Fa.s.

Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro ORARIO D’UFFICIO Meano. Ore 20.45. Teatro. Un musical di grande impatto scenico e coreografico, con scene che spaziano dal drammatico al comico in un susseguirsi energico di risate ma anche di fastidioso amaro in bocca. Direzione musicale Anita Bertagnoli, coreografie Martina Lazzari. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodimeano.it. Teatro LA MUSA Romagnano. Ore 20.45. Teatro parrocchiale. Compagnia teatrale trentina Cassiel Project. Spettacolo di Iddo Netanyahu. Informazioni e prenotazioni: 346.7210476. Teatro ragazzi SPAVENTATI PANETTIERI Roncegno. ore 16.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con il Duo Meroni Zamboni. Informazioni e biglietti: www.comune.borgovalsugana.tn.it, www.collettivoclown.com.

17 DOMENICA Cultura FESTIVAL METEOROLOGIA Rovereto. Il centro storico di Rovereto ospiterà la quinta edizione del Festivalmeteorologia: un’opportunità concreta di conoscere da vicino la meteorologia, di esplorare le sue basi scientifiche, di approfondire le implicazioni economiche, culturali e sociali e il dialogo costante con le più varie discipline. Per maggiori informazioni 0464.452111. Musica MATINÉES IN CASA MOZART Rovereto. ore 11.00. Casa Mozart. Concerto esibizione integrale presso Casa Mozart dal titolo “Mozart e il pianoforte” prima parte di otto parti con Maddalena Piccirillo al pianoforte. Informazioni: Apt Rovereto e Vallagarina 0464.430363. Per i più piccoli LA RISCOSSA DEL CLOWN Trambileno. Ore 17. Auditorium di Moscheri. Spettacolo di Madame Rebiné. Informazioni: www. elementareteatro.it.

Zinzola” di Folgaria. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro ragazzi PENTOLINA, PENTOLETTA, PENTOLACCIA Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Spettacolo “I Burattini” di Luciano Gottardi. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro ragazzi JACK E IL FAGIOLINO MAGICO Meano. Ore 17. Teatro. Spettacolo per bambini, dai 4 anni in su, con Irene Busoi e Mirko Corradini. Produzione TeatroE. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodimeano.it. Teatro ragazzi I TRE PORCELLINI Trento. ore 15.30 e 17.30. Teatro San Marco. Spettacolo di e con Alessio Kogoj e Giacomo Anderle / Produzione I Teatri Soffiati. Informazioni: www.teatrosanmarco.it. Teatro ragazzi GLI OMINI ROSSI E BABBO NATALE Nago. ore 16.30. Casa della Comunità. Spettacolo di Compagnia Mattioli (Milano). Età consigliata dai 3 anni. Info Biblioteca tel. 0464.505181, nago@biblio. infotn.it.

18 LUNEDÌ Musica SPECIAL ADAPTATIONS Trento. ore 19.30. Al Porteghet. Concerto con: Alex Levine, guitar / Andrea Jimmy Catagnoli, alto saxophone / Ben Rolston, double bass / Arturo Garra, clarinets / Stephen Boegehold, drums and cymbals / Stefano Grasso, pitched and unpitched percussions. Ingresso libero. . Teatro STOMP Trento. Ore 21. Auditorium. Torna in Italia “Stomp” lo spettacolo più travolgente del mondo che racchiude nelle sue forme danza, teatro e musica. Informazioni e prevendite su: www.primiallaprima.it.

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Teatro LE GALINE DEL SIOR GÜNTHER Grumes. Ore 16. Teatro. Spettacolo da “Agenzia matrimoniale” di Stefano Palmucci. Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it.

Musica JACOPO MAZZONELLI: UNUSUAL MUSICAL INSTRUMENTS Trento. ore 09.00. Sala Filarmonica. Concerto su strumenti rari dalla collezione dell’artista. Informazioni: 0461 985244, info@ filarmonica-trento.it.

Teatro NA GABIA DE MATI Folgaria. Ore 21. Cinema-Teatro “Paradiso”. Spettacolo di Gabriele Bernardi. Gruppo Teatrale “La

Musica ENSEMBLE ROSSO PORPORA Trento. Ore 21. Castello del Buonconsiglio. L’amoroso e crudo stile.


trentinoappuntamenti Walter Testolin dirige l’ensemble Rosso Porpora, in un itinerario tra le articolazioni creative dei madrigali di Luca Marenzio. Evento all’interno di Trento MusicAntica 2019. www.cultura.trentino.it. Musica RECITAL VIOLINISTICO Roncegno. Ore 21. Sala del Caminetto, Casa Raphael. Concerto con Roberto Arnoldi, violino. Musiche di Bach, Paganini, Locatelli, Ysaye. Informazioni: www.arsmodi.it/casa-raphael-2019. Musica L’AMOROSO & CRUDO STILE Trento. Ore 21. Castello del Buonconsiglio, Sala delle Marangonerie. Evento nell’ambito di Trento Musicantica 2019 - XXXIII edizione / Mirabilia. Concerto con Ensemble Rosso Porpora, direttore Walter Testolin. Ingresso libero / Per informazioni n. verde 800 013952. Teatro ORESTEA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Drammaturgia e traduzione dal greco Simone Derai, Patrizia Vercesi. Regia Simone Derai, produzione Anagoor 2018. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800 013952, info@centrosantachiara.it. Teatro STOMP Trento. Ore 21. Auditorium. Torna in Italia “Stomp” lo spettacolo più travolgente del mondo che racchiude nelle sue forme danza, teatro e musica. Informazioni e prevendite su: www.primiallaprima.it. Teatro LA BANCAROTTA Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo di Vitaliano Trevisan, tratto da La Bancarotta di Carlo Goldoni. Con Natalino Balasso. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it.

20 MERCOLEDÌ Cultura MESE MONTAGNA MAURIZIO BELLI E FULVIO GIOVANNINI Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Alaska 2019. La sfida finale. Un viaggio ricco di emozioni che parlerà dei diversi modi di vivere la montagna, raccontandola attraverso serate, film, libri, mostre da alpinisti ed esperti internazionali, ma anche attraverso le esperienze di semplici conoscitori o amanti di questo affascinante mondo. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@discovervalledeilaghi.it; www.discovervalledeilaghi.it; www.mesemontagna.it. Musica OTTAVIO DANTONE Trento. Ore 20.30. Auditorium. Concerto con: Ottavio Dantone, direttore;

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Informazioni e biglietti: www.haydn.it. Teatro LA BANCAROTTA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo tratto da La Bancarotta di Carlo Goldoni, di Vitaliano Trevisan. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodipergine.it. Teatro BON MARRIAGE Mezzolombardo. Ore 21. Cinema Teatro San Pietro. MODUS PRODUZIONI IN COLLABORAZIONE CON TEATRO IMPIRIA. Liberamente ispirato a diverse opere teatrali e filosofiche di Andrea Castelletti, commedia illuministica sul matrimonio fronte e retro. Informazioni 0461 609315, info@ comune.mezzolombardo.tn.it.

21 GIOVEDÌ Cultura CONFLITTO Rovereto. Ore 17. Palazzo Fedrigotti - Sala Convegni. Conferenza con Michele Colasanto. Ingresso gratuito. Informazioni: 0464 452500, bibliotecacivica@comune.rovereto.tn.it. Teatro VENTO DA NORD PergineValsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo, la storia di un uomo indimenticabile, vissuto tra le rocce e l’arte. Il regista Mario Vanzo attraverso la ricerca della trasparenza ha voluto rappresentare l’anima e lo spirito libero di Alfredo Paluselli: così è nato lo spettacolo Vento da Nord. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@ teatrodipergine.it. Teatro LA SCUOLA DELLE MOGLI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Molière, regia Arturo Cirillo. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800 013952, info@ centrosantachiara.it.

22 VENERDÌ Cultura L’UNIONE FA LA FORZA Borgo Valsugana. Ore 21. Teatro del Centro Scolastico di Borgo. Incontro con Alessandro (Sandro) Campagna, ex pallanuotista. Quanto è importante un clima di fiducia per ottenere risultati? E’ vero che il talento si nasconde anche nei contesti più difficili? Come riconoscerlo? Ingresso libero. Informazioni: 0461 758700, comune@ comune.borgo-valsugana.tn.it. Cultura MESE MONTAGNA ANGELIKA RAINER Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Vertical Dreams/Sogni

verticali. Un viaggio ricco di emozioni che parlerà dei diversi modi di vivere la montagna, raccontandola attraverso serate, film, libri, mostre da alpinisti ed esperti internazionali, ma anche attraverso le esperienze di semplici conoscitori o amanti di questo affascinante mondo. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@discovervalledeilaghi.it; www.discovervalledeilaghi.it; www.mesemontagna.it. Musica DANI FAIV Arco. Ore 20.30. Spleen. Concerto con Dani Faiv + 3 Upload bands. Informazioni: www.uploadsounds.eu. Musica VINICIO CAPOSSELA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Vinicio Capossela in concerto, per promuovere il nuovo album “Ballate per uomini e bestie”. Informazioni: http://www.fiabamusic.it. Per i più piccoli JAMIGRANTS Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Centro giovani. Evento all’interno del progetto “Costruiamo Ponti”, che nasce da uno scambio di idee tra un gruppo di giovani residenti sull’Altopiano della Vigolana dopo avere vissuto diverse esperienze di volontariato, in Italia e all’estero. Informazoni: www.vigolana.com. Teatro LA SCUOLA DELLE MOGLI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Molière, regia Arturo Cirillo. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800 013952, info@ centrosantachiara.it. Teatro IL CANTO DI PENELOPE Lavis. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo di e con Michela Embriaco. Lo spettacolo propone il percorso artistico sui temi legati al ruolo delle donne e agli stereotipi che le riguardano nella società contemporanea e nella storia. Informazioni: www.comune.lavis.tn.it. Teatro VOGLIO ESSERE INCINTO Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele, Via Suffragio, 53. Spettacolo di e con Mirko Corradini / Drammaturgia Ornela Marcon e Mirko Corradini. Informazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it. Teatro CIELO NERO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu. Cada Die Teatro. Informazioni: www.teatroportland.it.

23 SABATO Cultura L’ARTE DELLA FUGA Rovereto. Ore 18. Mart, Corso Bettini. Ciclo Arcipelago Suite. Incontro con Gary Bartz+Maisha, conduce Damir Ivic. Informazioni: www.centrosantachiara.it. Musica N.A.N.O. Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Concerto con N.A.N.O. + 3 Upload bands. Il Molin de Portegnach si colora delle splendide atmosfere del N.A.N.O. per #UploadOnTour! Informazioni: www. uploadsounds.eu. Musica GARY BARTZ - MAISHA Rovereto. Ore 21.30. Auditorium Melotti. Concerto all’interno dell’evento Jazz’ About. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro MISTERO BUFFO, PARTI FEMMINILI Trambileno. Ore 20.30. Auditorium di Moscheri. A rendere omaggio al capolavoro di Fo e Rame sarà Lucia Vasini. Si tratta di un appuntamento particolarmente desiderato dai direttori artistici di Elementare Teatro. Lo spettacolo verrà messo in scena in occasione della vicina Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che ricorre proprio il 25 novembre.Informazioni: www. elementareteatro.it. Teatro A QUEL PAES Roveré della Luna. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo speciale dei 100 di fondazione di Giancarlo Degasperi. Filodrammatica “I Simpatici” di Roverè della Luna. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro LA LOCANDERA Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo ispirato al testo di Goldoni e riadattato in dialetto trentino da Matteo Pasqualini. Filodrammatica di Caldonazzo. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro DO PÈI ‘NTE NA SCARPA Sopramonte. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro NA GABIA DE MATI Pomarolo. Ore 20.30. Auditorium. Spettacolo di Gabriele Bernardi. Gruppo Teatrale “La Zinzola” di Folgaria. Info: Co.Fa.s.Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro FO ‘NA SERATA Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di due atti unici di Dario Fo (“I tre bravi” - “La Marcolfa”). Filodrammatica di Civezzano. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro TONI MARCI... MA FRESCHI Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”.Spettacolo di Andrea Midena. Associazione Culturale “I Toni Marci” di Trento. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Telve. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Gabriele Bernardi Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro LA SIARPA DE LA SPOSA Nave San Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Gabriella Scalfi. Associazione Culturale “Libero Teatro” di Grumes. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro IMPOSSIBILE NAR D’ACCORDO Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Loredana Cont Compagnia “Filogamar” di Cognola. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro LA SCUOLA DELLE MOGLI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Molière, regia Arturo Cirillo. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800 013952, info@ centrosantachiara.it. Teatro VOGLIO ESSERE INCINTO Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele, Via Suffragio, 53. Spettacolo di e con Mirko Corradini / Drammaturgia Ornela Marcon e Mirko Corradini. Informazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it. Teatro ragazzi AVANTI PERMESSO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Questa è la storia di due omini: l’Altro e di Quell’altro che vivono in due armadi. L’Altro è infastidito da Quell’Altro perché fa un sacco di cose diverse, inusuali ed occupa perfino una parte della sua scena. Riusciranno a conoscersi meglio ed a diventare amici? Venite a scoprirlo! Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi ROSE NELL’INSALATA Scurelle. ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto dall’omonimo libro di Bruno Munari / Con Irina Lorandi, Riccardo Colombini / Progetto, testo e regia di Riccardo 108

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Colombini. Informazioni e biglietti: www.comune.borgo-valsugana. tn.it, www.schediateatro.it.

24 DOMENICA Cultura LA GRANDE STORIA DELL’IMPRESSIONISMO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo con Marco Goldin. Informazioni e prevendite: www.primiallaprima.it, www.ticketone.it. Per i più piccoli I SEGNI DELLA STREGA Sant’Anna di Vallarsa. Ore 17. Teatro. Spettacolo dedicato alle famiglie e proposto dalla compagnia Campo Teatrale. Informazioni: www.elementareteatro.it. Teatro APORIA TEATRO: INDISPARTE Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano. Spettacolo con Alessio dalla Costa e Gelsomina Bassetti / Regia Stefano Cordella / Drammaturgia originale Carolina de la Calle Casanova / Da un’idea di Gelsomina Bassetti / Fonico Gianluca Agostini / Progetto luci Andrea Coppi. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro LA SCUOLA DELLE MOGLI Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo di Molière, regia Arturo Cirillo. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800 013952, info@ centrosantachiara.it. Teatro ragazzi I TRE PORCELLINI Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di e con “I Teatri Soffiati & Finisterrae Teatri” di Trento. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro ragazzi INSIDE Roncegno. Ore 16. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Lorena Guerzoni. Associazione Teatrale “Figli delle Stelle” di Ospedaletto. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro ragazzi IL MISTERO DI NATALE Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Spettacolo di Pio Vajente. Compagnia “Attori per Caso” - Filodrammatica di Laives. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it. Teatro ragazzi CURIOSA ADUNATA NEL BOSCO Calceranica. Ore 17. Teatro “S. Eremete”. Spettacolo di Camillo Avi. Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro ragazzi AVANTI PERMESSO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Questa è la storia di due omini: l’Altro e di Quell’altro che vivono in due armadi. L’Altro è infastidito da

Quell’Altro perché fa un sacco di cose diverse, inusuali ed occupa perfino una parte della sua scena. Riusciranno a conoscersi meglio ed a diventare amici? Venite a scoprirlo! Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800-013952, info@ centrosantachiara.it. Teatro ragazzi LA BOTTEGA DELL’ARIA Pergine Valsugana. ore 16.30 e 17.30. Tetro comunale. Spettacolo di e con Camilla da Vico e Giacomo Anderle, regia e drammaturgia Giacomo Anderle. Adatto a bambini da 0 a 5 anni. SUL PALCO // MASSIMO 60 SPETTATORI A REPLICA. Informazioni 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodipergine.it. Teatro ragazzi AVANTI, PERMESSO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. “Avanti...Permesso” è la storia comica e poetica dell’incontro tra due diversi tra loro. Compagnia Teatrale Mattioli. Informazioni, biglietti: www.centrosantachiara.it.

25 LUNEDÌ Musica SWING FRIENDS Trento. ore 19.30. Al Porteghet. Concerto con: Giampaolo Casati, tromba / Gianluca Tagliazucchi piano / Aldo Zunino, contrabbasso / Enrico Tommasini, batteria. Ingresso libero.

26 MARTEDÌ Musica RECITAL ARPISTICO Roncegno. Ore 21. Sala del Caminetto, Casa Raphael. Concerto con Silvia Cagol, arpa. Musiche di Dussek, Krumpholtz, Chopin, Faurè. Info: www.arsmodi.it/casa-raphael-2019.

Teatro TERRY Trento. Ore 10. Teatro Cuminetti. Terry, frutto di un lavoro di ricerca di un team di attori, psicologi e pedagogisti, affronta il fenomeno del bullismo e porta allo svelamento della psicologia e della mentalità del bullo. Ingresso spettacolo previa prenotazione: Euro 5 - eventuali laboratori gratuiti. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it.

27 MERCOLEDÌ Cultura MESE MONTAGNA - MARCO FURLANI E ALESSANDRO GOGNA Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Valle della luce. Alpinismo nelle valli della Sarca e dei Laghi. Un viaggio ricco di emozioni che parlerà dei diversi modi di vivere la montagna, raccontandola attraverso serate, film, libri, mostre da alpinisti ed esperti internazionali, ma anche attraverso le esperienze di semplici conoscitori o amanti di questo affascinante mondo. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@discovervalledeilaghi.it; www.discovervalledeilaghi.it; www.mesemontagna.it. Musica ALLA SCOPERTA DELLA MUSICA KLEZMER CON ZIGANOFF, JAZZMER BAND Trento. ore 09.00 e ore 11.00. Sala Filarmonica. Concerto, il gruppo propone un’antologia di musica popolare strumentale degli ebrei dell’Europa orientale. Informazioni: 0461985244, info@filarmonicatrento.it.

Musica VOCE8 Trento. Ore 20.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Concerto: Andrea Halsey (1. soprano), Eleonore Cockerham (2. soprano), Chris Wardle (1. controtenore), Barnaby Smith (2. controtenore), Blake Morgan (1. tenore), Sam Dressel (2. tenore), Rob Clark (baritono), Jonathan Pacey (basso). Info: info@filarmonicatrento.it; Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it.

Musica CORDE RESONANTI Arco. Ore 20.45. palazzo dei Panni, Via Segantini. Ciclo “Corde Resonanti”. Omaggio nel 250° anniversario della nascita. PROGETTO DEL PROF. MARCO TONIATTI. Concerti per pianoforte, ma non solo, con presentazione critica nell’ultimo mercoledì del mese. Ingresso libero. Informazioni: 0464.583619, cultura@comune.arco.tn.it.

Teatro LEZIONI DI FAMIGLIA Trento. Ore 10. Teatro Cuminetti. Laura e Matteo hanno una figlia sedicenne con cui da tempo non riescono a relazionarsi. Decidono di rivolgersi alla giovane Agata che promette di dare loro delle “Lezioni di Famiglia” per aiutarli a riallacciare i contatti con la figlia. Ce la faranno? Ingresso spettacolo previa prenotazione: Euro 5 - eventuali laboratori gratuiti. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it.

Teatro KEBAB Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Al principio degli anni 2000 tre ragazzi romeni - Madalina, Voicu e Bogdan - abbandonano le luci, i buoni odori e le persone care della loro terra d’origine per realizzare i propri sogni in Irlanda. Spettacolo di Giannina Carbonariu, regia di Riccardo Bellandi. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), 0461 090615, info@teatrodipergine.it.


trentinoappuntamenti 28 GIOVEDÌ Danza LA MORTE E LA FANCIULLA Trento. Ore 20.30. Teatro sociale. Spettacolo vincitore del Premio della critica italiana Danza&Danza 2017 costruito sull’omonimo quartetto di Franz Schubert in re minore. Compagnia Abbondanza e Bertoni. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800 013952, 0461 213817, info@centrosantachiara.it. Musica YOUNG TALENT CONCERT Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Giovani solisti interpretano i concerti di Mozart con orchestra. Informazioni e prenotazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro SARAJEVO MON AMOUR Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano. Spettacolo Di Gianmarco Busetto / con Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi. Produzione Farmacia Zoo: E’. Info: www.teatrodivillazzano.it. Teatro W LE DONNE Lavis. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo di Riccardo Rossi e Alberto Di Risio. Informazioni: www. comune.lavis.tn.it.

29 VENERDÌ Cultura LA SOCIETÀ E L’IMPROVVISAZIONE Trento. Ore 16. Sala Conferenze Fondazione Caritro.Tavola rotonda, presentazione libri e perfomance artistica. Con la partecipazione di Roberta Cuel, Mirko Manetti, scrittore, improvvisatore professionista, Gabriele Zanon, Attore improvvisatore, comico dell’associazione I Toni Marci, Fabio Fapanni, direttore musicale di palcoscenico, Fondazione Arena di Verona. Vinicio Carletti, psicologo e psicoterapeuta. Entrata libera. Informazioni: 370 3645266, giardinodellearti@gmail.com.

Cultura INCONTRO CON PIETRO MARCELLO Rovereto. ore 18.30. Auditorium Melotti. Ingresso libero. Informazioni: cultura@comune.rovereto.tn.it. Cultura MESE MONTAGNA REINHOLD MESSNER Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Il fascino dell’impossibile. Un viaggio ricco di emozioni che parlerà dei diversi modi di vivere la montagna, raccontandola attraverso serate, film, libri, mostre da alpinisti ed esperti internazionali, ma anche attraverso le esperienze di semplici conoscitori o amanti di questo affascinante mondo. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@ discovervalledeilaghi.it. Musica MISA FLAMENCA Rovereto. Ore 20.30. Chiesa di San Marco. Uno spettacolo suggestivo, di grande impatto emotivo: le voci profonde di Momi de Cadiz e di Pedro Sanz cantano le preghiere della Misa con la religiosità e l’emozione più intensa, accompagnate dalla chitarra di Antonio Españadero. Teatro FAHRENHEIT 2019 Trento. Ore 20.45. Teatro S. Marco. Spettacolo di Ilaria Andaloro e Fabio Gaccioli liberamente ispirato a “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury. Istituto Tecnico Tecnologico “Buonarroti” di Trento. Spettacolo fuori concorso, serata finale e delle premiazioni. Nell’ambito della rassegna “Il Concorso - Premio Mario Roat”. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; info@cofas.it.

30 SABATO Cultura CONDIVIDERE, VIAGGIARE, SCRIVERE, LEGGERE Pieve di Bono. Ore 21. Biblioteca pubblica comunale. Incontro con

Claudio Pelizzeni, travel blogger, e Marco Cantoni, Booktuber. Ingresso libero. Informazioni: 0465 674128, pievedibono@biblio.infotn.it. Musica RUSSIAMERICA Trento. Ore 17.30. Sala Sosat. Concerto: Sabrina Dente e Annamaria Garibaldi, pianoforte a quattro mani. Musiche: Stravinski: Sagra della Primavera - Gershwin: Rapsodia in Blu. Informazioni: 392 6911279. Musica RABIH BEAINI & TOMOKO MUKAIYAMA MARTA DE PASCALIS Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Origini libanesi e residenza a Berlino (dopo alcuni anni trascorsi in Italia), Rabih Beaini è DJ, compositore, producer e label manager. Mosso dall’amore per il jazz e le avanguardie, nella veste di Morphosis ci ha fatto conoscere e amare il suono denso e scuro della sua techno immaginifica. Informaizoni: cultura@comune.rovereto.tn.it. Teatro APRITI IL CIELO Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano. Spettacolo scritto e diretto da Silvia Marchetti / Con Gelsomina Bassetti, Giulio Federico Janni, Michele Pirani / Management e distribuzione Theatron2.0. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro A QUEL PAES Roveré della Luna. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo speciale dei 100 di fondazione di Giancarlo Degasperi. Filodrammatica “I Simpatici” di Roverè della Luna. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro NA GABIA DE MATI Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Gabriele Bernardi. Gruppo Teatrale “La Zinzola” di Folgaria. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www. cofas.it; info@cofas.it.

Teatro GLI ARISTOMATTI Cembra-Lisignago. Ore 20.30. Teatro Comunale. Musical Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro ONORANZE FUNEBRI MALCONTENTI (WWW. SCAMPAMORTE.COM) Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Italo Conti. Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra”. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro FO... ‘NA SERATA (I TRE BRAVI E LA MARCOLFA)” Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di due atti unici di Dario Fo. Filodrammatica di Civezzano. Info: Co.Fa.s. Tel. 0461.237352; www.cofas.it; info@cofas.it. Teatro ragazzi PIÙ VELOCE DI UN RAGLIO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo: c’era una volta un gessaio che aveva tanti asini, magri, brutti e sporchi e tra tutti questi asini ne aveva uno che era il più brutto di tutti. Ma quando il padrone gridava: “Avanti focoso!”... Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800-013952, info@ centrosantachiara.it.

DICEMBRE 1 DOMENICA Cabaret POTTED POTTER Trento. Ore 17. Teatro Auditorium. Spettacolo comico di Daniel Clarkson and Jefferson Turner. Regia di Richard Hurst. Con Davide Nebbia, Mario Finulli. Informazioni e prevendite: www.showtimeticket.com.

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI JESSICA CON EMANUEL, DI DEBORA CON FRANCESCO E DI LARISA CON CRISTIAN

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Jessica Età: 32 Nata a: Borgo Valsugana Residente a: Pieve Tesino Parrucchiere: Salone Karisma - Pieve T. Truccatore: Stella Borsato - Ivano F. Testimone: Zahra Occupazione: Estetista

Lui Nome: Emanuel Età: 36 Nato a: Trento Residente a: Pieve Tesino Barbiere: Hair generation - Pieve T. Testimone: Fabio Occupazione: Operaio forestale

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photography www.trintinaglia.com

Matrimonio: Religioso Data: 10 agosto 2019 Luogo: Pieve Tesino Banchetto: Castel Ivano Catering, pasticceria: Trentino Catering - Mezzolombardo Numero invitati: 160 Fiori location: Patrizia Cova - Levico Terme Fiori chiesa, bouquet: Floreale - Pieve Tesino Anelli: Gioielleria Pasa - Lentiai (Bl) Animazione: C. Jclo Fitness dance and fun Viaggio di nozze: Giappone, 10 giorni Vivranno a: Pieve Tesino

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Irene

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Matrimonio: Data: Luogo celebrazione: Banchetto: Invitati: Torta: Anelli: Allestimenti Floreali: Damigelle: Viaggio di nozze: Andranno a vivere:

Religioso 22 giugno 2019 Villazzano di Trento Hotel Scoiattolo - Baselga di Pinè 80 Pasticceria Bronzetti - Lavis Mosele Gioielli - Trento I Toni dei Fiori - Villazzano Sabrina, Lucia, Chiara, Mascia, Rita e Sonia Ibiza e Formentera Trento


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Nome: Debora Anni: 30 Nata a: Trento Residente a: Trento Testimoni: Anna e Evelyn Occupazione: Impiegata

Nome: Francesco Anni: 32 Nato a: Trento Residente a: Trento Vestito: Fashion Gallery - Trento Testimoni: Stefania e Alberto Occupazione: Educatore

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Nome: Larisa Anni: 27 Nata a: Romania Residente a: Carisolo Vestito: Fashion Gallery - Trento Scarpe: Fashion Gallery - Trento Parrucchiere e trucco: Nella e Angela del Centro Estetico Venere - Forio D’Ischia (Na) Testimone: Joana Occupazione: Servizi turistici

Nome: Cristian Anni: 32 Nato a: Tione Residente a: Bocenago Vestito: Fashion Gallery - Trento Scarpe: Fashion Gallery - Trento Barbiere: Picasso - Ischia Testimone: Manuel Officiante: Fabio Occupazione: Ristorazione

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo celebrazione: Banchetto: Catering e pasticceria: Invitati: Anelli: Bomboniere: Torta: Viaggio di nozze: Andranno a vivere a:

Civile 29 settembre 2019 Ischia (Napoli) Ischia (Napoli) Hotel Myage 135 Moneghini - Pinzolo Fatte dalla mamma Pasticceria Calise Zanzibar, 15 giorni Tione

Servizio fotografico: Fabio Dalvit e Joe Parisi Trento

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IL CESTINO SEABIN NEL LAGO DI GARDA DOPO LA SGAMBATA IN BICI, TUTTI AL VARTALENT!

IL SOSTEGNO DI VOLVO AL PROGETTO LIFEGATE PLASTICLESS

GIUSEPPINA E LE SUE AMICHE A PRANZO AL RISTORANTE “LA MINGLA”

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a nostra Giuseppina, fucina di idee, ha organizzato con alcune amiche, con la consueta verve, una piacevole sgambata ciclistica nel centro di un piccolo paesino situato sul lago di Garda. I passanti nel vederle pedalare e scampanellare elegantemente vestite, si fermavano ad osservare, qualcuno applaudendo e altri con qualche esclamazione ne esaltavano la fresca e spumeggiante vitalità. Alla fine si sono ritrovate tutte nel piccolo caratteristico ristorante “La Mingla”, situato nel cuore del centro storico di Gargnano (Bs), per gustare i manicaretti del titolare e chef Marco Baroldi, tutti prodotti stagionali di alta qualità di terre lombarde a km zero. Infine tra allegri gridolini e risatine hanno chiuso la serata dedicando un applauso ed un brindisi all’eclettico, versatile, prezioso amico Marco Consoli, direttore e organizzatore per il decimo anno consecutivo del Vartalent canoro in Trento.

Dall’alto, Marco, Maria, Giuseppina e Alberta; con Marco Consoli alla finale di Vartalent e con Paola 116

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Da sx a dx Adalberto Mosaner, Sindaco di Riva del Garda - Giacomo Bernardi, Presidente del Consiglio Amministrativo di Lido SpA - Daniele Pastorello, titolare della concessionaria Volvo Pastorello di Trento Massimo Rondoni, Marketing Operations Manager Volvo Car Italia

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partire dallo scorso anno, la filiale italiana di Volvo ha sposato la causa del progetto LifeGate PlasticLessper la riduzione delle plastiche nel mare effettuando nel 2018 la posa di tre dispositivi Seabin (nei porti di Marina di Varazze, Marina di Cattolica e Venezia Certosa Marina). Nel 2019 il progetto si è ampliato: sono stati 12 i dispositivi installati nel corso dell’anno grazie al contributo di alcuni dei concessionari più attivi della rete ufficiale Volvo in Italia, non solo in altri punti chiave dei litorali italiani ma anche – in questa seconda metà dell’anno – in alcune città lacustri. Proprio in tale ottica va letta la posa avvenuta oggi del dispositivo Seabin nelle acque di Porto San Nicolò di Riva del Garda alla presenza di una rappresentanza di Volvo Car Italia e del titolare della concessionaria Volvo di Trento, Daniele Pastorello, nonché di alcune Autorità locali, tra le quali Adalberto Mosaner, Sindaco di Riva del Garda. Alla base del convinto sostegno all’iniziativa da parte della concessionaria Volvo Pastorello di Trento – grazie al quale Riva del Garda è la seconda città lacustre Italiana dopo Como a dare la propria adesione all’estensione del progetto LifeGate PlasticLess – è la sensibilità alle tematiche ambientali propria di Fabio e Daniele Pastorello, esempi virtuosi di imprenditori attivamente presenti sul proprio territorio. La concessionaria Pastorello, che rappresenta Volvo a Trento dal 2007, costituisce un’eccellenza nell’interpretare la cura che Volvo ha verso il cliente e verso l’ambiente nel quale l’azienda opera.


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MAURIZIO PASSEROTTI TERMINA IL MANDATO 13 MESI DOPO: “VAIA, UNA FERITA PROFONDA” IL LAVORO CHE ATTENDE CHI SI OCCUPA DI PATRIMONIO FORESTALE

CONSOLE GENERALE DI ROMANIA PER IL TRENTINO ALTO ADIGE

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l termine del mandato diplomatico, in qualità di Console Generale di Romania per il Trentino Alto Adige, Maurizio Passerotti ha voluto congedarsi con un ringraziamento. Questo il testo che ha divulgato: “A tutte le persone che mi hanno aiutato a portare a termine positivamente questo prestigioso incarico, che mi era stato affidato dal Governo Romeno e da quello Italiano nel 2008: è stato un grande onore per me rappresentare la Romania e la sua comunità presso le Istituzioni Italiane! Una comunità che si è bene integrata nella società del Trentino Alto Adige, ma senza perdere i legami storici e culturali con la Madrepatria, i cui valori vengono trasmessi con impegno anche alle nuove generazioni! La foto ricordo è proprio quella con i giovanissimi romeni nel corteo per le strade di Trento, in occasione della Festa dei Popoli dell’anno scorso. Saluto con un abbraccio e una invocazione: Viva l’Italia! Viva la Romania!”

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apis Roulant” in onda domenica 10 novembre (ore 9.15 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle 22.30) prevede: “Alle radici della Cooperazione”. Un viaggio alle radici della Cooperazione trentina per capire l’evoluzione futura di questo modello economico. “Il disegno nel piatto”. Il programma che esplora le recenti tendenze estetiche nel campo della cucina d’autore, vede protagonista lo chef Giovanna Linardi. “Alla scoperta del trentino. luoghi e simboli del territorio”. In questa seconda puntata della serie partiremo dall’area archeologia di San Martino Lomaso fino ad arrivare all’esposizione storica del Libro fondiario e del Catasto di Trento per scoprire i segni e il significato dei confini territoriali nel tempo. “Le carte della geografia”. Le carte geografiche hanno la magia dei luoghi che raccontano. Nell apuntata di domenica 24 novembre si comincia con “Vaia, una ferita profonda”. A distanza di 13 mesi molto è stato fatto, ma moltissimo altro lavoro attende chi si occupa di patrimonio forestale. Ci siamo recati nelle valli di Fiemme e Fassa e nell’Alpe Cimbra: attraverso le parole di tecnici, progettisti ambientali e diverse altre figure, siamo riusciti a capire di più di quanto accadde, ma anche cosa ci dobbiamo attendere per il prossimo futuro sotto il profilo forestale e non solo. ”Il giardino dei Ciucioi”. I Ciucioi, un giardino, una perla che dopo un restauro durato 21 anni è oggi riemerso in tutta la sua meraviglia architettonica esoterica. L’ideatore, il visionario che lo progettò nel 1860 fu Tommaso Andrea Bortolotti, regalando una fantastica scena di mura merlate,

di balconi pensili, di serre e di terrazze che nonostante le ingiurie del tempo decorano l’ultima falda meridionale del colle detto il Paion, che sovrasta Lavis a pochi chilometri da Trento, con una varietà appariscente, di linee e di colori. Nel giardino si trovavano magnifiche piante rare ed esotiche: palme, magnolie, aranci, limoni, nespoli ed erbe aromatiche, che dopo il restauro, potranno presto rifiorire… “145 anni di storia della Fondazione Edmund Mach”. Un viaggio all’interno della Fondazione Edmund Mach che, in occasione del 145° anno dalla fondazione dell’Istituto, ha aperto le proprie porte ai cittadini. “Diari della piazza”. La galleria di personaggi trentini d’attualità, dedica la puntata odierna a Monica Cappelletti, giovane promessa del tennis trentino, che partecipa ai tornei dell’International Tennis Federation. Dalla sua Caldonazzo, insegue con duro impegno il sogno di vittorie prestigiose su tutti i campi. 117

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A PRIMIERO È TEMPO DI MERCATINI DI NATALE GRANDI NOVITÀ PER I DIECI ANNI DI PERZENLAND

DA NON PERDERE IN PARTICOLARE IL CARATTERISTICO EVENTO DI SIROR

TORNANO CAPRE MÒCHENE, CANÓPI, KRAMPUS, LA FEUERNACHT E...

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ieci anni fa nasceva il progetto di valorizzazione del centro storico di Pergine Valsugana in un periodo magico come quello natalizio. L’idea era quella di creare un evento che andasse oltre il classico mercatino di Natale, includendo alla natura commerciale una forte componente culturale con tanti rimandi e omaggi alle tradizioni della Valle Incantata. Il risultato? Il brand “Perzenland & La Valle Incantata” ha ottenuto la denominazione di EVENTO CULTURALE EUROPEO, oltre che essere oggi conosciuto in tutto il Nord Italia. Infatti la cittadina di Pergine Valsugana, che ha sorpreso molti visitatori con la sua atmosfera raccolta e suggestiva, è diventata una meta turistica per le vacanze invernali, accogliente dalle festività di novembre fino all’Epifania. Era il 2010 e oggi, giunti al decimo anno consecutivo, sono diverse le novità che riguarderanno l’edizione in arrivo. Intanto il calendario: si inaugura sabato 9 novembre e si prosegue per tutti i weekend con aperture alla Vigilia di Natale e Santo Stefano, per arrivare fino all’Epifania, giornata di festa conclusiva. Una delle novità collaterali di quest’anno è l’apertura del Castello che sovrasta Pergine: per la prima volta da molti decenni, il maniero è aperto e visitabile dal 29 novembre al 6 gennaio 2020 così come è funzionante il Ristorante e l’Hotel annessi. Motrice di tutto il C.O.P.I, il consorzio dei commercianti di Pergine la cui vicepresidente Nadia Delugan si fa da portavoce di un messaggio di presentazione: «Il Mercatino di Natale dei Canòpi di Perzenland & la Valle incantata è nato, all’insegna della qualità e punta soprattutto all’identità del territorio e delle sue persone”. 118

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rofumi di spezie, musiche natalizie, luci soffuse, colori e sapori torneranno anche quest’anno ad avvolgere le vie dei principali abitati di Primiero che si apprestano a festeggiare il Natale con una serie di mercatini tra i più caratteristici di tutto il Trentino. Da non perdere in particolare il Mercatino di Natale di Siror che, in occasione della ventiseiesima edizione, vedrà la partecipazione di oltre quaranta espositori che presenteranno ai visitatori i loro prodotti: dagli addobbi natalizi ai presepi in legno, dai preziosi ornamenti in pizzo agli artistici ricami. Non mancheranno poi le tentazioni di gola con le numerose specialità gastronomiche salate e dolci come il tipico Brazedel di Siror, lo Zelten trentino, le frittelle di mele e il vin brulé. Il Mercatino di Natale di Siror vi aspetta domenica 1° dicembre, nei weekend di sabato 7 e domenica 8, sabato 14 e domenica 15 e sabato 21 e domenica 22 dicembre dalle 10.30 alle 18.30. Il Natale ai piedi delle Pale di San Martino sarà poi protagonista anche dell’Angolo artigianale natalizio di Imer, un mercatino allestito alle ex Sieghe completamente dedicato alle idee e agli oggetti artigianali. Anche in questo caso l’appuntamento è in tutti i sabati e le domeniche di dicembre (fino a Natale). Davvero numerosi gli eventi correlati, con laboratori, degustazioni e racconti dedicati oltre ad un concerto in programma il 15 dicembre. Ma non finisce qui! Anche le vie di Fiera di Primiero e San Martino di Castrozza torneranno a vivere l’atmosfera del Natale con “Fiera di Natale” e “Benvenuto Inverno”, con allestimenti riservati a gastronomia e artigianato, l’ideale per trascorrere qualche ora in compagnia al termine di una giornata passata sulle splendide piste della skiarea San Martino di Castrozza Passo Rolle. Proprio a questo proposito da non perdere l’offerta Free Ski Day, in programma sabato 14 e domenica 15 dicembre, giornate in cui i maestri delle Scuole di sci del Trentino saranno a disposizione per lezioni collettive gratuite di 2 ore nelle discipline di sci, fondo e snowboard.



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VARTALENT X, IL FESTIVAL CANORO D’ITALIA VENERDÌ 27 E SABATO 28 SETTEMBRE LE SERATE FINALI DEL GRANDE EVENTO

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a fatto davvero centro con un grande successo sia di pubblico che di qualità dello show proposto il Festival Canoro d’Italia “Vartalent “ che ha celebrato quest’anno la sua decima edizione. Due le serata di “Vartalent X” che si sono svolte venerdì 27 e sabato 28 settembre nella prestigiosa cornice del Teatro Sociale di Trento. Il Festival “Vartalent” ha proposto alcuni fra i migliori talenti italiani in una kermesse organizzata dalla Marco Consoli Produzioni per una manifestazione che ha scoperto durante il suo percorso tanti giovani artisti che oggi hanno carriere in tutto il mondo. A scrivere il suo nome nell’albo d’oro di Vartalent quest’anno è stata Giulia Toschi, cantante faentina di 19 anni che si è aggiudicata il primo posto in questa edizione speciale. “Sono emozionata e contentissima di questo risultato” ha commentato “riuscire a convincere gli esperti giurati ed emergere su 16 concorrenti tutti assolutamente bravi e diversi per stile e sonorità è stata una grande soddisfazione personale, che mi motiva a seguire il percorso artistico che ho intrapreso oramai da 10 anni con il mio maestro Gabriele Bertozzi. Sono grata a Marco Consoli ed a tutto lo staff per l’organizzazione meravigliosa e per l’accoglienza”. Proprio Marco Consoli, ideatore. patron e anima da sempre della manifestazione, è riuscito a rendere questa edizione un evento da incorniciare: due serate di gala allo storico e prezioso Teatro Sociale di Trento, giochi di luci e ledwall curati da Iiriti - che dominavano una scenografia curata da

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esperti floral designer quali floricoltura Nadalini e incredibili contenuti video a cura di Wasabi. Niente è stato lasciato al caso. In giuria, a fianco di Marco Consoli, Sabrina Modena, Luca Sala, Josip Grabovac e assistente di giuria Katia Ciurletti. Altra grande vincitrice di Vartalent X è stata la conduttrice Monica Barreca: le sue trasformazioni sul palco – 5 cambi d’abito per serata e 10 parrucche – grazie alla collaborazione con The Serendipity – hanno incantato il pubblico e hanno consacrato una presentatrice di spessore nazionale. Fra i tanti commenti ricevuti: “Monica è stata apocalittica, istintiva, genuina, comunicativa, intelligente, ironica, colta”. Vartalent, che ha trovato come media partner il supporto di Trentinomese e di Trentino Tv, è stato realizzato con la collaborazione della Provincia di Trento, del Comune di Trento, del Centro Musica Trento e del Centro Servizi culturali Santa Chiara. La serata del 27, sotto la sigla di “Vartalent X - Tridentum Auto” è stata all’insegna della grande festa per i dieci anni di “Vartalent” e ha avuto le forme del primo grande evento glamour in Trentino e il pubblico si è reso protagonista al pari dei protagonisti sul palco. Proprio sul palco una band, i “The giggers”, ha entusiasmato e animato lo spettacolo coinvolgendo il pubblico e gestito brillantemente e live tutti i momenti di raccordo dello show. Le esibizioni dei 16 concorrenti in


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gara sono state di altissimo livello tecnico ed emozionale ed hanno consacrato il progetto Vartalent quale concorso fra i più importanti e prestigiosi d’Italia. Alla fine della serata un colpo di scena. Il patron Marco Consoli ammette tutti alla finale senza nessuna eliminazione. Monica Barreca e Marco Consoli hanno ripercorso, con i protagonisti, le nove edizioni precedenti commentando fotografie e video proiettati sui maxi schermi. Sul palco del Sociale sei i vincitori delle edizioni precedenti presenti: Maire Busco 2010, Federica Monterosso 2014, Joey 2015, Giulia Pellegrini 2016, Andrea Verde 2017 e Sara Geier 2018. I vincitori, con le loro esibizioni, hanno dato il senso al progetto dimostrando il valore dell’idea fin dalla prima edizione. Tre i momenti moda della serata: i due dedicati al marchio “La Cles - fahion” di Margherita de Cles con le modelle Over 40 e quello dedicato alle proposte di Modaclub con una delle grandi novità della decima edizione: gli urban boys and girls. La serata di sabato, “Vartalent X - Itas” ha visto in uno show di gran classe esibirsi tutti e sedici i concorrenti con brani e look differenti rispetto alla prima serata. “L’emozione del primo giorno – racconta Marco Consoli a Trentinomese – ha dato spazio alla consapevolezza di poter dare il massimo su quel palco e ci sono riusciti tutti. Tutti i protagonisti dello spettacolo erano impeccabili nel look grazie anche alla collaborazione con Mytho parrucchieri ed estetica”. Come da tradizione il nome del vincitore è stato annunciato da Luiz Henrique Belmiro, presentatore di Vartalent per ben otto edizioni e concorrente della prima edizione, in collegamento skype dal Brasile. Sara Geier passa il testimone a Giulia Toschi che entra nell’olimpo dei vincitori di Vartalent. Fabio De Santi 121

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AL “DORIAN GRAY” LA PITTURA DI ANIBALDI AL MART APRE IL BISTROT DALLE DUE ANIME

“UNA DONNA CHE SORPRENDE PER I SUOI MOLTI INTERESSI E LE CAPACITÀ”

UNA NUOVA AVVENTURA PER LO CHEF STELLATO ALFIO GHEZZI

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a aperto i battenti il 22 ottobre la nuovissima esperienza di Alfio Ghezzi, lo chef stellato che per i prossimi sei anni occuperà i locali della caffetteria del museo, rinnovati di recente dall’architetto Mario Botta. Assieme allo studio Baldessari e Baldessari l’archistar ha pensato a un percorso made in Italy nel design del XX secolo. In sintonia con le collezioni d’arte ospitate dal museo. Una nuova avventura, dunque, per il professionista trentino, già alla Locanda Margon di casa Lunelli. Al Mart ecco allora un locale double face: bistrot di giorno, dining di sera, che sevirà piatti che si ispirano alle collezioni e alle mostre del Mart facendo leva sugli insegnamenti dei maestri storici di Alfio Ghezzi, Marchesi e Berton. Due le anime del locale: il bistrot per le colazioni “con piatti veloci, lievitati, torte da credenza e salumi, per dare ai visitatori a qualsiasi ora del giorno la possibilità di mangiare qualcosa che si leghi al territorio e che abbia una connessione con il paesaggio”, e il ristorante gourmet, con piatti che “si ispirano alle opere delle collezioni e delle mostre in corso, una mia interpretazione delle opere del Mart”, ha dichiarato lo chef. Il Direttore del Mart, Gianfranco Maraniello, riguardo a questa nuova avventura, ha dichiarato che “è motivo di enorme soddisfazione poter contare sulla qualità della prospettiva culturale che Alfio Ghezzi ha voluto proporre per il Mart, condividendo un orizzonte che riguarda non solo il Museo ma una sua più ampia visione territoriale”. 122

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aletta gremita al “Dorian Gray”, in Viale Trieste a Trento, per la vernice alla mostra di pittura di Anita Anibaldi. L’ha presentata Renzo Francescotti, in dialogo con l’artista, che ha ricordato come nel lontano 1974 scrisse per primo sulla giovane pittrice sulla rivista “Regioni Panorama”, diretta dallo scomparso poeta Cesare Guglielmo, stampata a Bolzano e diffusa anche fuori regione. Anita realizzava in quegli anni soprattutto incisioni (acqueforti e acquetinte), tecniche apprese all’Accademia Cignaroli di Verona. Quest’artista trentina è una donna che sorprende per i suoi molti interessi e le capacità: pittrice, disegnatrice, illustratrice, poetessa, scrittrice di libri di fiabe e racconti… La mostra al “Dorian Gray” – ha spiegato Francescotti – è una piccola antologica che visualizza vari momenti del percorso pittorico della Anibaldi e le varie tecniche da lei utilizzate (disegni, oli, acquerelli…). Varie anche le tematiche: i quadri famigliari, i paesaggi, la natura vagheggiata o violata, i conflitti etnici…La Anibaldi si rivela un’abile disegnatrice, dal segno duttile ed elegante ma che sa anche divenire forte e deciso quando le tematiche lo richiedano. In conclusione è stata sottolineata l’eccezionalità della sua duplice veste di pittrice e scrittrice, un fatto raro nella panoramica culturale odierna e del passato (si possono ricordare i casi di William Blake e Dino Buzzati). Ha chiuso la Anibaldi, parlando dei suoi ultimi due libri illustrati, ”La fuga delle Alpi” e “La tana del Lupo”, entrambi editi da Curcu Genovese, spiegando quali sono stati i motivi per cui li ha scritti, la loro attualità.


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IL FENOMENO, I FENOMENI: “TRENTINO” È SPORT IL FESTIVAL DELLO SPORT: PIÙ DI 350 OSPITI DA TUTTO IL MONDO, OLTRE 140 APPUNTAMENTI, 65MILA PRESENZE

Ilaria D’Amico e Gigi Buffon

Da sinistra: Alessandro Andreatta Sindaco di Trento, Maurizio Fugatti presidente della Provincia, Urbano Cairo presidente di RCS MediaGroup, Vincenzo Nibali, Maurizio Rossini, Gianni Valenti vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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embrava insuperabile, il successo della prima edizione, e invece Il Festival dello Sport “Il fenomeno, i fenomeni” ha conquistato il cuore degli sportivi: dal 10 al 13 ottobre scorsi sono arrivati a Trento oltre 350 ospiti che hanno preso parte a oltre 140 appuntamenti, tutti gratuiti, coinvolgendo l’intera città in un’immensa festa dello sport. Organizzato da La Gazzetta dello Sport e dal Trentino (Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Trentino Marketing, Apt di Trento), con il patrocinio del Coni e del Comitato italiano paralimpico, Il Festival dello Sport 2019 ha totalizzato 65mila presenze agli eventi: tutte le sale gremite, comprese le nuove location, i camp nelle piazze animatissimi, le quattro mostre allestite ad hoc piene di visitatori. Altissima la qualità di contenuti, con nomi di primissimo piano dello sport nazionale e internazionale che si sono raccontati calamitando anche l’attenzione della stampa, con quasi 400 giornalisti accreditati. I talk e le interviste hanno raggiunto anche il pubblico in collegamento, grazie agli streaming in diretta, su Gazzetta.it e sul sito ilfestivaldellosport.it, e alle dirette Facebook. Dice Urbano Cairo, presidente di RCS MediaGroup: “Questo Festival intitolato ai fenomeni è stato a sua volta un fenomeno. Fenomenale il palinsesto e la sfilata di ospiti, fenomenale la risposta appassionata del pubblico. Mi complimento con Gianni Valenti, la redazione e lo staff Gazzetta ed RCS per lo straordinario risultato, e ringrazio il Trentino e le istituzioni locali che hanno saputo ospitare nel migliore dei modi questo grandissimo evento.”

Arrigo Sacchi

Urbano Cairo, Claudio SALA, Renato ZACCARELLI, Eraldo PECCI 123

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“LIBERAMENTE INSIEME” PER ANFFAS LA VITA “GLUTEN FREE” DI ELEONORA MARIELLA LA FONDATRICE - CON L’AMICA ELENA D’ALESSANDRO - DEL BLOG «PANE, AMORE E CELIACHIA», PROTAGONISTA DI UN VIDEO MOLTO PARTICOLARE...

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esempio di un’amicizia senza confini: Eleonora ed Elena, una pubblicitaria e l’altra architetto, amiche dall’età di 15 anni. Oggi la prima, barese di origine, vive a Rovereto e l’altra è rimasta a Bari, ma questo non le ha fermate. Dopo la diagnosi di celiachia di Elena e di quella della figlia Giorgia, hanno iniziato a scambiarsi ricette senza glutine, da cui è nato il blog «Pane, amore e celiachia», occasione per condividere ricette, ma anche esperienze e consigli sull’universo senza glutine. I video di Eleonora ed Elena sono on line dal 21 ottobre sulla pagina Facebook di Schär e sul sito www.lamiavitaglutenfree.it. Eleonora ed Elena sono due delle protagoniste del progetto Schär “La mia vita GLUTEN FREE” in cui 7 personaggi molto diversi tra loro per stile e passioni e che di celiachia ne sanno qualcosa, raccontano la propria vita quotidiana; per dimostrare che oggi essere celiaci non costituisce un limite per condurre una vita serena e gioiosa, ma può essere un’opportunità per realizzarsi. Il nuovo progetto del brand nasce con l’intento di dimostrare come oggi sia più semplice vivere una vita normale e di successo, affrontando positivamente la patologia. Il racconto in parole ed immagini della vita quotidiana attraverso l’esperienza personale non può che essere di esempio positivo a chi si confronta ogni giorno con le esigenze del vivere senza glutine. Gli altri protagonisti sono: la beauty influencer Martina Luchena, l’ex rugbista oggi conduttore TV, Martin Castrogiovanni, lo chef Valerio Braschi, la travel blogger Vittoria Laghi, le food blogger Elena ed Eleonora e la pilota di motocross Rossella Comparato.

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TRE GIORNI DI FESTA E DI EXPO. UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE

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gli albori di un autunno mite e piacevole, in una location di grandi spazi e di forte effetto scenografico ha avuto luogo un evento espositivo e di vivace intrattenimento in nome della solidarietà. Grande soddisfazione, ottima partecipazione, risposte positive. E non poteva essere che così. Gli ingredienti c’erano tutti: i suggestivi luoghi del Parco e la Piazza delle Albere, il divertimento assicurato per adulti e bambini con dj set, musica live, gonfiabili, animazione, food truck; decine di bancarelle di oggettistica creativa e gli stand espositivi delle attività di volontariato. Non potevano mancare il vaso della fortuna e l’area dedicata ai più piccoli, con un vero e proprio “villaggio incantato”. All’interno del mercatino erano presenti quattro laboratori artigianali: lavorazione della lana grezza, pittura artistica di quadri, realizzazione di piccole ciotole e costruzione di acchiappasogni in ceramica. La presenza del mercatino nel cuore della manifestazione è stata di grande importanza, a testimonianza del fatto che l’impegno nel volontariato e verso i ragazzi disabili si concretizza anche nel mettere a disposizione il proprio tempo a favore degli altri, arricchendo l’esperienza e favorendo l’integrazione. Una tre giorni intensa (da venerdì 27 a domenica 29) per questa prima edizione di “Liberamente Insieme on the road - un weekend tutto da vivere”. L’evento ha coinvolto, oltre al Laboratorio Sociale Anffas, numerose associazioni: Il Paese di OZ, Malattie Rare, Centro Antiviolenza Trento (Coordinamento Donne ONLUS), i ragazzi di San Patrignano. “Un’esperienza stupenda questa prima edizione – la definisce chi c’era, impegnato nei laboratori – dove si respirava una bella energia; ci sentivamo tutti uniti da uno spirito comune, con tanta voglia di condividere emozioni positive e di divertirci”. Nella consapevolezza di fare qualcosa di concreto per gli altri. È stato un weekend tutto da vivere, come recitava lo slogan della variopinta locandina. E assolutamente da ripetere. (Tiziana Tomasini)


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TUTTI I PERCORSI DI CORRADO CHIARELLI DOPO VAIA, LE SCUOLE RIPIANTANO GLI ALBERI

SURREALISTA, PREDILIGE SOGGETTI DI CARATTERE SOCIALE

SUCCESSO PER LA “FESTA DEGLI ALBERI” CON GLI ALUNNI DELLE SCUOLE DI PRIMIERO E VANOI, NELL’AMBITO DEL PROGETTO LACRIME DI RESINA

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anti giovani emozionati, con un alberello in mano, hanno ridato vita in questi giorni ai boschi colpiti dalla tempesta Vaia. Qualcuno ha dato persino un nome al suo larice: ‘batuffolo’, ‘Gino’, ‘Pino’, ‘Giorgio’ ma anche ‘soffio di vento’. Sono solo alcuni dei nomi di fantasia scelti dai ragazzi. Ad un anno dalla tempesta che ha stravolto il territorio, gli alunni delle scuole di Primiero e Vanoi, sono stati i protagonisti di una originale “Festa degli alberi” che si è tenuta in questi giorni, in varie zone del Primiero e Vanoi. In seguito alla tempesta, in zona è nato il progetto “Lacrime di resina”, promosso dalla Consulta dei Giovani del Comune di Primiero San Martino di Castrozza che ha organizzato diversi progetti per raccogliere fondi destinati alla ricostruzione dei sentieri danneggiati. Tra le varie iniziative, è stato proposto inoltre alle Scuole, di mettere a dimora un certo numero di piante fornite dal vivaio provinciale in un’area indicata dai custodi forestali

ittore autodidatta, Corrado Chiarelli ha saputo individuare nel corso di una lunga carriera artistica, alcuni movimenti capaci di imporsi all’attenzione del pubblico. Figura di spicco nell’allora “Ars 95” (Gruppo Artisti nonesi), ha continuato a procedere sulla strada di approfondimento e di ricerca prediligendo, da surrealista, soggetti interpretativi di carattere sociale quasi a voler combattere le molteplici ingiustizie del mondo di oggi. In un periodo di attività a tutto ritmo, accantonati i soggetti tradizionali, spinto anche dagli apprezzamenti e dalle positive critiche delle prime opere, Chiarelli ha dato sfogo lasciando esplodere tutta lo sua fantasia in un nuovo e originale filone d’arte. Materia prima lo carta di giornale trattata, distesa, incollata, colorita per poi assumere forma e sostanza per evidenziare il soggetto prescelto; ma nella sua ultima personale a Cavareno, presso la Cassa Rurale, Chiarelli ha ulteriormente stupito con opere realizzate con tasselli di vetro abilmente incastonati tra di loro con effetti di luce che vibrano e giocano nell’incanto di calde tonalità a conferma della validità artistica in continua espansione del pittore di Romeno (C.R.)

del Comune di Primiero San Martino di Castrozza, Mezzano, Imèr e Canal San Bovo, durante la consueta Festa ecologica che solitamente viene organizzata nel periodo autunnale. 500 sono state le piantine messe a dimora dagli alluni delle materne, primarie e secondarie di primo grado. Dalla Val Canali con la primaria di Tonadico e San Martino di Castrozza, alla presenza del sindaco di Primiero San Martiuo di Castrozza, Daniele Depaoli, fino a Mezzano e Imèr in località Scudelle. Il Vanoi con tutto il polo scolastico ha organizzato la festa a Caoria in zona Rebrut. Durante ogni giornata, i giovani hanno percorso un tratto a piedi con i Custodi forestali che hanno spiegato quanto accaduto nella notte del 29 ottobre 2018 prima di passare alla piantumazione nelle zone indicate. 125

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IL LIBRO DEL MESE

“LE CIAVI DEL PARADIS” PRESENTATO IL LIBRO IN VERSI DI GIOVANNI BATTISTA TOMASI

NEL MEMOIR “BAUMAN E MAGGIE”, NEL RIPERCORRERE UNDICI ANNI DELLA PROPRIA VITA CARATTERIZZATI SIA DALL’AMICIZIA CON IL SUO AMICO BAUMAN, COME PURE DALLA PRESENZA DELLA GOLDEN RETRIEVER MAGGIE, RICCARDO MAZZEO RIESCE A TOCCARE IL CUORE DEL LETTORE...

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uesto racconto è una storia d’amore che l’autore ha vissuto, tra il 2006 e il 2017, con il grande pensatore Zygmunt Bauman e la golden retriever Maggie. Come scrive Elif Shafak nel suo ultimo romanzo “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi”, “Per chi si è innamorato, e ne diviene il centro esatto, il mondo non è più lo stesso; di lì in poi, può solo girare più veloce”, e in effetti la scoperta del sociologo “dell’immaginazione, dei sentimenti, dei rapporti umani e dell’esperienza interiore”, e di una cagnolina dolcissima, capace di rendere la vita tale da risultare “come essere in vacanza, però meglio”, modificano significativamente la vita dell’autore, la impreziosiscono, ne ampliano gli orizzonti. Con il pensatore e la cagnolina, arrivati insieme nella sua vita e morti insieme 11 anni dopo, Maz-

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uasi un centinaio di persone hanno gremito la Sala consiliare del centro civico San Vigilio di Mattarello per la presentazione del libro di versi in dialetto Le ciavi del Paradis di Giovanni Battista Tomasi. Meglio conosciuto come “Giobata”, Tomasi è un ”Matarelòt”, che ha festeggiato i suoi 80 anni alla grande pubblicando il suo primo libro di poesia. Ha aperto la serata il presidente della Circoscrizione Michele Ravagni, felicitandosi con l’autore, il relatore, i partecipanti alla presentazione e un pubblico mai così numeroso nella Sala. Renzo Francescotti, scrittore e critico, ha spiegato come la pubblicazione del libro di Tomasi sia frutto de corsi di poesia che da 21 anni si tengono a Villa S. Ignazio di Trento, che Tomasi ha frequentato negli ultimi due anni; il conduttore è il prefatore e curatore del libro, Renzo Francescotti; autrice della copertina è la pittrice e scrittrice Anita Anibaldi, corsista da molti anni; lettori i tre corsisti di lunga data e poeti, Giorgio Brentari, Clara Kaisemann e Laura Moser. Il presentatore ha individuato nella silloge dialettale di Tomasi sei principali tematiche: l’infanzia, il paese, gli affetti famigliari, la natura, l’amore per gli animali, le meditazioni esistenziali. Notevole la ricerca e l’uso dei termini dialettali “doc” (come li ha definiti il relatore), alcuni probabilmente specifici di Mattarello. Era tra il pubblico Lilia Slomp Ferrari, cresciuta a Mattarello nella Ca’ Rossa, citata nella prefazione come la maggior poetessa trentina vivente, in lingua e dialetto. Molto applauditi gli interventi musicali degli Iron Strings. L’autore ha concluso la riuscitissima serata, recitando a sua volta alcune poesie e regalando a tutti i presenti una copia del suo libro. 126

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Serena Valorzi e Mauro Berti Cercami su Instagram Reverdito

Mauro Neri Le mille e una leggenda del Trentino Athesia

In tempi feroci, oggi come ieri, le coscienze devono decidere se stare dalla parte dei carnefici o delle vittime. Se fingere di non vedere la vittima, come fanno il sacerdote e il levita della parabola evangelica, oppure soccorrerla e accoglierla, come fa il samaritano. Le vittime di questa stagione feroce sono i profughi e i migranti, umiliati e offesi, torturati e assassinati nei lager libici, lasciati annegare nel Mediterraneo, respinti e uccisi da muri e da leggi disumane, feriti dai razzismi, sfruttati. Ma ci sono, ovunque, anche i samaritani che soccorrono e accolgono, si oppongono alla disumanità, si battono per la giustizia e l’uguaglianza, credono nella fraternità. Praticano la buona accoglienza che valorizza i talenti di chi è accolto. Tengono viva la speranza. Ovunque ci sono coscienze che si oppongono alla ferocia, talvolta a prezzo della vita.

Il libro è un accorato invito a guardare oltre le immagini sorridenti, seducenti e apparentemente spensierate che i nostri ragazzi (e non solo) pubblicano e guardano di continuo sui social network. In quest’epoca di Big Data e narcisismo, controllo, selfie erotici, coppie online, profilazione e algoritmi complessi, Internet viene a cercarci e ci trova più soli, iperconnessi, influenzabili, a volte aggressivi e con emozioni e pensieri mutati, ma sempre tanto desiderosi di essere visti. Con un linguaggio semplice e colorato di tanti esempi, facilmente condivisibile anche con in i più In questo libro/intervista, cuigiovani, per la gli autori accompagnano in un viaggio alla primaci volta ricordi biografici si intrecciano ricerca di nuove sull’esistenza chiavi interpretative con riflessioni e sul e nuove possibilità, per mo essere davvero le persone presente del che vorremmo essere e gli adulti di cui hanno davvero bisogno. Serena Valorzi è Psicologa e Psicoterapeuta. Mauro Berti è Formatore nell’ambito dei risvolti sociali delle moderne Tecnologie della Comunicazione, oltre che Vice Ispettore presso la Polizia Postale.

1.001 leggende nate nel corso dei secoli nei filò, nelle locande e nei castelli del Trentino. 1.001 frammenti di storia popolare, di emozionanti vicende, di fantastiche creature create dall’immaginazione di anziane donne e di arguti contastorie grazie ai quali è giunto fino a noi il “cuore più profondo” del popolo trentino. Senza finzioni, senza convenzioni, senza pudori. La rabbia contro i potenti; una religiosità genuina e concreta; un desiderio innato di dare e di darsi spiegazioni a fenomeni naturali incomprensibili (frane, terremoti, valanghe, incendi, pestilenze, carestie…): sono state queste le micce che hanno innescato le fantasie di uomini e donne dal Medioevo fin quasi ai nostri giorni, rendendoli portavoce di un popolo alla ricerca malgrado tutto della propria felicità. 1.001 messaggi in bottiglia che ci arrivano da tutte le valli del Trentino, da tutti i borghi e i villaggi sparsi ai piedi delle Dolomiti galleggiando sulle onde del tempo che passa.

zeo comprende gli aspetti vitali di una disciplina, la sociologia, che aveva fino allora considerata arida, e si apre a un mondo, quello della natura, che aveva sempre preferito, prima, guardare solo da lontano, dalla città percepita come unico luogo degno di essere abitato. Il libro racconta questi anni intessuti di trasformazione gioiosa, di venerazione per il Maestro e di tenerezza incommensurabile per la bestiola, di condivisione e di slanci, di gloria, perfino, nella stesura dei due libri a quattro mani con Bauman, e la storia che viene raccontata, gremita di vicende personali e di incontri con alcuni fra i più grandi intellettuali del nostro tempo, è punteggiata di riflessioni filosofiche e letterarie che spaziano dal contributo imprescindibile alla comprensione del mondo offerto da Bauman ad alcuni cani fondamentali dei romanzi di Kundera, Houellebecq, Lansdale, Coetzee.

Comincia così: Naturalmente non ci sono molti punti in comune fra uno dei pensatori più grandi del nostro tempo e una cagnolina la cui intelligenza poteva raggiungere, al massimo, quella di un bambino di due anni, ma posso dire che queste due creature, il sociologo Zygmunt Bauman e la mia golden retriever Maggie, sono state le più importanti per me in questi ultimi 11 anni insieme a mia moglie e ai miei figli e che, da prospettive fra loro incommensurabili e differenti quanto possono esserlo Marcel Proust e Katy Perry, mi hanno insegnato tantissimo e dischiuso mondi che senza la loro intercessione non avrei mai potuto visitare, assimilare, vivere. (...) Bauman, dal canto suo, mi ha spalancato le porte del più vasto mondo, dell’umanità nel suo complesso. Ero centrato esclusivamente sull’individuo e mi interessavano soltanto la letteratura e la psicanalisi lacaniana: le storie di singole persone, o meglio personaggi, che nel dipanarsi delle vicende narrate nei romanzi palesavano la loro ambivalenza, le spinte contrastanti, le molteplicità che li abitavano...

Riccardo Mazzeo

Bauman e Maggie Il pensatore e la cagnolina venuti dall’Est

Curcu Genovese pag. 156 - Euro 15,00

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trentinofocuson

Trentino visto dall’alto Coordinate: 46°22’23.24”N 11°02’57.27”E Altitudine: 445-553 m s.l.m.

I “FIORDI” DI SANTA GIUSTINA

Il lago di Santa Giustina È un bacino artificiale situato al centro della Val di Non, in Trentino. È alimentato principalmente dalle acque del torrente Noce. Il lago è il maggiore bacino artificiale del Trentino e quello con il maggior volume d’acqua tra tutti i laghi della regione[1]. La capienza dell’invaso è di 182 milioni di metri cubi, e le sue acque vengono impiegate per azionare le turbine da 34.5 MW della centrale elettrica sotterranea di Taio. L’imponente diga di Santa Giustina, alta 152,50 m, 128

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venne inaugurata nel 1951 e al tempo era la più alta d’Europa. La costruzione richiese 5 anni di lavoro e più di 110mila mc di calcestruzzo. Nei pressi della diga, la gola è scavalcata anche dal ponte della SS. 43 e quello della ferrovia TrentoMalé-Mezzana, inaugurata nel 1964 in sostituzione della preesistente tranvia che aveva anch’essa un ponte dedicato. Affluenti di sinistra del Noce sono il Barnes che forma la valletta di Bresimo ed il Pescara che scende dai paesi di Lauregno e Proves.

400 m.


trentinolosapevate? Annibale Apollonio (Cortina 1848 - Trento 1915) Ingegnere, fu l’artefice del primo piano regolatore della città.

Strade di Trento Per saperne di più:

Mauro Lando Trento nuova Le sue strade, le sue storie Curcu Genovese pag. 392, Euro 25,00

VIA ANNIBALE APOLLONIO | RIONE BOLGHERA e, nonostante la forte presenza di automobili in sosta sui due lati, i marciapiedi sono alberati con piante di acero. IL TITOLARE Annibale Apollonio era ingegnere presso il comune di Trento dal 1878, stilò il piano regolatore della città: realizzò fra l’altro piazza Dante e il primo impianto idroelettrico. Fu tra i soci fondatori della SAT e fece costruire il Rifugio Tosa alla Bocca di Brenta, il primo del sodalizio: è suo il disegno della tipica forma «a cubo»

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n prossimità del fianco dell’ospedale Santa Chiara, via Annibale Apollonio chiude l’urbanizzazione della zona est del rione Bolghera. La strada si avvia da largo Medaglie d’Oro ed arriva fino alla collina collegandosi con via Crosina Sartori che passa dietro il complesso ospedaliero. Nel suo tragitto vi confluiscono le vie Anzoletti, Ranzi e Brentari, le quali hanno origine all’interno della lottizzazione. La strada è fiancheggiata nel lato nord da alcune case a due piani in forma di villette attorniate da giardini, così come era l’impianto originario della cosiddetta “città giardino”. Va segnalata la presenza, all’angolo tra via Apollonio e via Brentari, dell’edificio a due piani costruito nel 1955 da Pasquale Massaro, ossia dall’ingegnere capo dell’amministrazione comunale. Il progetto venne da lui stesso elaborato. Nella parte più direttamente vicina alla collina si trova un capitello in cui era collocato un piccolo quadro raffigurante la Madonna Ausiliatrice. Il quadro da tempo non è stato più ritrovato ed al suo posto è stata affissa la fotografia di un’immagine dell’Ausiliatrice. Tullio Rensi nel suo libro sulla Parrocchia di Sant’Antonio da Padova (via Sant’Antonio) scrive che il capitello risale al diciassettesimo secolo. A fianco

dell’edicola vi sono edifici ora ristrutturati che costituivano un nucleo agricolo originario la cui presenza è comunque segnata nel Catasto urbano austriaco elaborato nel 1855. Una testimonianza raccolta dall’autore segnala che fino agli anni Cinquanta del secolo scorso nello spazio interno a quel gruppo di case si apriva un pozzo da cui veniva attinta l’acqua potabile. Va infine ricordato che sul versante sud della strada è presente solo l’ospedale

dei primi rifugi della SAT (nelle Dolomiti è ancor oggi in questo stile il Rifugio Taramelli in Val di Fassa). Per incarico della SAT studiò a fondo il Gruppo di Brenta, del quale definì, con Alberto De Falkner, la toponomastica e disegnò, con Michele Sardagna, un’accurata carta topografica (Carta topografica del gruppo dell’Adamello e del gruppo di Brenta). Partecipò alla prima ascensione della Brenta Alta (con G. Rossaro e le guide Matteo e Bonifacio Nicolussi, 1880). 129

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I CAPPELLACCI RIPIENI ALLE VERZE e luganega trentina al burro di erbette e Trentingrana

in libreria o sul sito www.curcugenovese.it

Ingredienti per 4 persone Per la pasta gr 500 farina 00 gr 80 bianco d’uova gr 100 acqua poco sale e poco olio di oliva Per il ripieno alle verze gr 600 verze sane e pulite gr 50 olio extravergine gr 50 scalogno gr 5 aglio 1 foglia di alloro gr 200 salsicce nostrane di puro suino dl. 1 vino Chardonnay sale e pepe di macinino

Procedimento per la pasta Amalgamare gli ingredienti, riposando la massa per almeno 30 minuti. Tirare la pasta sottilmente, segnare con coppapasta da cm 7, mettere il ripieno nel centro, bagnare con pennello di acqua e ricoprire con altra pasta. Togliere eventuali tracce di aria con una spazzola per farine, coppare e rigirare comprimendo a forma di un cappello argentino. Cuocere in abbondante acqua salata.

Per guarnire erbette fritte salamella a fette

Procedimento per il ripieno alle verze Sminuzzare le verze e stufarle in olio di oliva con scalogno, aglio ed alloro. Bagnare con vino bianco, coprire con acqua immettendo le salsicce. Cuocere a fuoco lento per 70 minuti. Aggiustare di sapore con sale e pepe. Procedimento per il burro alle erbe Cuocere il burro fino al colore nocciola, spegnere con l’acqua di cottura dei cappellacci, aggiungere gli stessi ed emulsionarli, profumare con il trito di erbette e il Trentingrana. Presentazione Adagiare nel centro del piatto i cappellacci, nappare con il burro emulsionato. Guarnire con erbette fritte e salsicce a fettine.

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# trentinomese

#TRENTINOMESE CONTEST: LAGO DI BRAIES: RIFLESSI INIMITABILI OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE!

@mattiabonavida Al secondo posto: Piz Fassa, 3150 m. Val di Fassa

@vaanessaberlanda

@nikkkkkkk

Al primo posto: Lago di Braies

Al terzo posto: Val San Nicolò, Val di Fassa

IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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Per abbonarti puoi: 1) Recarti a Trento in via Missioni Africane, 17 (8.30-12.30) 2) Telefonare allo 0461.1924985 oppure al 0461.1924987 3) Inviare una mail a ufficioabbonamenti@trentinomese.it 4) Visitare il sito www.trentinomese.it

appuntamenti, incontri e attualità trentina


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