TrentinoMese gennaio 2020

Page 1

appuntamenti, incontri e attualità trentina

ANNO XXVIII N. 335

euro 3,00 www.trentinomese.it

GENNAIO 2020

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/TN. Contiene i.p. In caso di mancato recapito inviare al CDM di TRENTO per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

C’ERA UNA VOLTA L’OSPEDALINO UNA SANITÀ CHE OGGI SAREBBE “IMPOSSIBILE”

ANDREA FUSARO UN DOCUMENTARIO SULL’ARTISTA E LE SUE “CREATURE” GIORGIO GALETTO CON LE ALI SOPRA IL MONDO

LA BOTTEGA DELLE ARTI SPAZIO PER IL TEATRO CON “EMIT FLESTI” CARLO ANCONA L’EX MAGISTRATO SI RACCONTA: I RICORDI, I GIOVANI, LA GIUSTIZIA E IL NOSTRO FUTURO

FORTE COLLE DELLE BENNE DA 130 ANNI SULLA COLLINA DI LEVICO TERME FRANCA RIGOTTI 60.000 MOTIVI PER AMARE I LIBRI

Speciale Sp� i

I MATRIMONI DEL MESE

14 pagine di idee per il Vostro giorno più bello

UN RE “TIROLESE” 500 ANNI FA LA MORTE DI MASSIMILIANO

GUIDO MARANGONI L’AUTORE DI “ANNA CHE SORRIDE ALLA PIOGGIA”

RACCONTO D’AUTUNNO LE MAGICHE FOTO DI ALBERT CEOLAN


AUTO SILOP3

500mq. di salotti artigianali Made in Italy in piazza.* A Trento.

VIA TOR RE VER DE

SILVIO PELLICO

TORRE VERDE

CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO

STUDIO BI QUATTRO

*

VIA RO MA GN OS I PIAZZA

A Trento, in Piazza Silvio Pellico, cinquecento metri quadrati di esposizione, tutti a pianterreno, dove divani artigianali - 100% Made in Italy - sono sapientemente ambientati e dove professionisti della comodità sono pronti a cogliere ogni vostra esigenza per sorprendervi con soluzioni “su misura”.

buaonnno!

www.falcsalotti.it

dal 1976

FABBRICA ARTIGIANA SALOTTI


Cerimonia

SALDI DAL 10% AL

50% collezione autunno inverno

ABBIGLIAMENTO DONNA E UOMO ABITI CERIMONIA SPOSO E INVITATI

LAVIS Via Nazionale, 15 | Tel. 0461.246484 negoziobaratto.it

CCIAA DEL 13/12/2019 - dal 03.01.2020 al 02.03.2020

ABBIGLIANENTO UOMO - DONNA


22-23.02.2020

22.02.2020 CL A SS IC ST YL E CO PPA ITA LI A M A ST ER E CI TTA D IN I 23.02.2020 SK AT IN G ST YL E CO PPA ITA LI A M A ST ER E CI TTA D IN I

6ª EDIZIONE

Crediti: Archivio APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi foto R. Merler, D. Mosna, M. Trabalza

Un evento unico organizzato da Trento Eventi Sport e dall’APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi. Una splendida offerta per gli amanti dello sci nordico. Uno speciale weekend all’insegna del benessere e del divertimento. Sabato 22 si terrà la gara di sci nordico in tecnica classica e domenica 23 in tecnica libera, entrambi su percorsi accattivanti per scoprire l’ambiente incontaminato ai piedi delle Tre Cime del Monte Bondone, con le Dolomiti di Brenta sullo sfondo.

QUOTA DI ISCRIZIONE: Tecnica classica o tecnica libera fino al 31.12.2019 € 32 / dal 01.01.2020 al 21.02.2020 € 42 Tecnica classica + tecnica libera fino al 31.12.2019 € 49 / dal 01.01.2020 al 21.02.2020 € 69 Coppa Italia Master e Cittadini: iscrizione tramite il sito FisiOnline e su www.endu.net INFO & REGISTRATION:

Valle , e n o d on

Nordic Ski Marathon

te n o M , o Trent

B

re

ive v a d e r osfe m t a … i ei Lagh

www.skimarathonmontebondone.it | Tel. 0461 216000 – Fax 0461 216016 info@nordicskimarathon.it | accommodation: booking@discovertrento.it

d


Com. CCIAA del 03 dicembre ’19

GARDOLO (TN) – Via Bolzano, 50 t. 0461.961950


trentinocommenti

RING di Denise Fasanelli

di Tiziana Tomasini

lost in glocal UN INVERNO VISTO DALLA VERANDA

O

gni giorno usciva, sempre più ricurva sulla propria spina dorsale, in veranda. Un appuntamento fisso, regolare. Non l’aveva mai considerata una vera e propria stanza in più come facevano altri, ma uno spazio dove l’atmosfera era caratterizzata dalla luce intensa che aiutava a mantenere vive le piante, asciugare il bucato, maturare i frutti dell’orto; un luogo dove faceva caldissimo d‘estate e freddissimo d‘inverno. Lì, dove tutto si vede e tutti ti vedono, dietro alle grandi vetrate apribili poggiate su di una struttura metallica verde inglese, dietro alle spesse tende, verdi anch’esse, si era fermata per un attimo e con lo sguardo aveva inseguito un grosso gatto rosso attraversare la strada e scomparire tra l’erba della campagna, probabilmente a caccia di qualche preda. L’inverno era una stagione dura per tutti, aveva pensato, anche se ora c’è il riscaldamento, anche se ora ci sono un’infinità di comodità che mai si sarebbe sognata di poter avere. La vista sull’orto pulito e ordinato, nel quale scendeva almeno una volta al giorno per togliere le erbacce, assicurarsi che tutto fosse al proprio posto o, più semplicemente, non sentirsi inutile in quella stagione così fredda, la rassicurava. Era divenuto sempre più importante uscire e trovare tutto come lo aveva lasciato, sapere che il sole sarebbe tramontato sotto i suoi occhi un minuto dopo il giorno precedente, avvicinandola di giorno in giorno alla stagione che preferiva: la primavera. Erano stati giorni freddi, difficili. Sulla strada correvano fiumiciattoli d’acqua che il terreno non era riuscito a drenare per l’abbondare delle piogge e delle nevicate, acqua che sarebbe presto ghiacciata, come sarebbe presto ghiacciata l’umidità sui vetri della veranda che ogni mattina l’appannavano, compiendo giochi di luce con il primo sole che sbucava dalle cime innevate e rifletteva piccoli lampi sulla brina nella campagna. Pensava che un tempo, in paese, la neve aveva mille declinazioni: profonda o superficiale, fresca, bagnata, una spolverata, farinosa, ghiacciata, compatta, impaccata, soffice o dura. Mentre le persone che oggi le affollano casa la chiamano solo neve, senza distinzioni. E proprio allora, su quella veranda, tra i figli, i nipoti, la famiglia che negli anni aveva creato, mentre osservava le montagne su cui la neve quell’anno si era impaccata abbondante; esordì dicendo: “I sarà contenti almen i sciatori!” Come se questi sciatori fossero un popolo lontano, a sé stante, come se questi sciatori non fossero proprio i suoi figli, i suoi nipoti, i suoi compaesani, e tutte le persone che si era abituata a veder frequentare il paese poco più su di quello dove era nata e cresciuta, al tempo in cui la neve era allegra o tragica ma non era ancora business. 6

tmgennaio

a mali estremi S.O.S. SCUOLA: “MA COME, PROFESSORESSA: ANCHE AI SUOI TEMPI SI COPIAVA?”

E

cco alcune delle competenze evergreen dello studente tipo: la copiatura dei compiti, il bigliettino volante, le scritte su gambe e braccia… che non passano mai di moda. Arrivano prima a scuola e si avventano sui corridoi con un libro in mano. Anzi, due. Oppure approfittano di quei brevi ritagli di tempo al cambio dell’ora. È la classica copiatura compiti dell’ultimo minuto, bella carica di adrenalina. Strano, esiste ancora e pare non sia stata per nulla spodestata dalle chat di gruppo, nelle quali uno lavora e gli altri scaricano e stampano. Insomma, la copiatura a mano resiste ancora e tiene duro. Convinti di non essere notati, gli studenti, appena passa il prof di turno, chiudono tutto e alla domanda: “Cosa stai facendo?!” rispondono con i vaghi: “Niente” oppure “Ripassando”. “Una volta si chiamava copiatura di compiti”, ho replicato una volta con un sorrisetto ironico al solito gruppettino chino sui libri prima dell’inizio delle lezioni. “Ma come prof, anche ai suoi tempi si copiava?” “Certo! Anzi, possiamo forse dire che i professori più inflessibili e severi su questa pratica studentesca sono stati a loro volta abilissimi esperti..!” Si apre così, sui corridoi di una manciata di minuti prima del campanello, una piacevole discussione sull’arte della copiatura, vecchia e nuova. Si scopre così che vanno ancora di moda i rotolini scritti a mano, fitti fitti ed infilati nelle penne a sfera; che Tizio dell’ultimo banco li aveva piazzati dappertutto, perfino nel termosifone e che Caio si era praticamente tatuato mezzo libro sulle braccia con il pennarello indelebile. Si viene a sapere che i più evoluti hanno l’orologio con la connessione ad Internet, ma i più scrivono ancora sul banco. Tutto per poter aggirare la noiosa attività dello studio. Ma in fondo, se ci pensiamo, scrivere un bigliettino o riportare i concetti sugli arti è a tutti gli effetti una forma di studio. Devi comunque aprire il libro, sintetizzare e trascrivere. Una competenza non di poco conto. Certo, alle volte va bene, alle volte ti beccano. E allora son dolori, che si traducono con un minimo di un voto in meno ad un massimo dell’annullamento della prova. Ma il copiatore incallito non molla quasi mai ed escogita di volta in volta altre strategie di copiatura efficace. Non è un’attività semplice: devi variare e progettare nel dettaglio. Una bella competenza insomma. Ma attenti al professore. Che in un [lontano] passato è stato anche studente. E forse pure copiatore.


RING

trentinocommenti

RING di Fiorenzo Degasperi

di Fabio Peterlongo

scempi ed esempi VORREI ANCHE PER IL TRENTINO LA PACE E LA SAGGEZZA DELL’ANTICO ORIENTE

L’

anno nuovo è arrivato, il 2020, con la sua giovinezza e la sua spensieratezza. E, come tutti i giovani, guarda soltanto in avanti, ignorando Giano bifronte, l’antico dio degli inizi che può guardare il futuro e il passato. E nella notte di Capodanno – ricordando quanto aveva scritto Gianni Rodari – quando tutti a nanna vanno, è in arrivo sul primo binario un direttissimo straordinario, composto di dodici vagoni tutti carichi di doni… Intanto noi pensiamo al dono che vorremmo per gennaio, a quello che si confonde con tanti altri caricati sul primo vagone, portati da una simpatica vecchietta con una scopa che le fa compagnia… Vorrei che le città e i paesi del Trentino assomigliassero tanto a quelli prosperati nelle odierne lande dell’Azerbagian, del Turkestan, del Kirghizistan e dell’Uzbekistan negli anni che vanno dal 750 al 1150 d.C.: i secoli dei Lumi. In quei secoli ci fu una vera e propria fioritura culturale durante la quale l’Asia centrale fu il fulcro intellettuale del mondo. Crocevia delle culture europee – ecco i retaggi greci nell’arte buddista del Gandhara –, di quelle cinesi, indiane e mediorientali, e attraversata dalla Via della Seta, l’Asia centrale era la sola regione del mondo che confinava con tutti gli altri centri appena ricordati, ricchi di tradizioni e stili di vita, e costituiva un ponte temporale e geografico, tramite fra antichità e mondo moderno. Così poteva capitare, nella stessa città, di uscire da una madrasa o da una moschea ed entrare in una chiesa nestoriana, per poi sfiorare un tempio buddista o soffermarsi ad osservare i riti e le abluzioni di fronte ad un tempio induista o sentire i “canti” oscillanti in una sinagoga. Per non dimenticare i riti sciamanici e animisti. E tutto avveniva sotto la chiara e la scura luce del cielo, in un clima di estrema e naturale serenità, senza che a nessuno passasse per la mente che l’altrui luogo di culto valesse meno del proprio. Grazie a queste continue contaminazioni, quella fu un’epoca di eruditi poliedrici, di singoli pensatori che accumularono enormi conoscenze enciclopediche e continuarono poi ad offrire contributi originali in più campi del sapere. Innanzitutto perché rifiutavano, a loro insaputa, il modo di pensare “specialista”, tipicamente occidentale, optando per un sapere che abbracciasse tutto lo scibile, andando al di là della nozione limitante e imprigionante di disciplina. Tutto questo poi confluiva sulla tavola imbandita. Un sorso di tè proveniente dalle boscose colline dell’Assam, un bel piatto di riso pilaf mescolato con dell’ottimo montone kosher o halal, spruzzato con del cinnamono dello Sri Lanka e per finire una mela, quella di un tempo, proveniente dalle valli trentine. Il tutto accompagnato da un buon vino caucasico. Un grande sogno ad occhi aperti.

blues di provincia IL TRENTINO “CLICCATISSIMO” SU GOOGLE. LE IPOTETICHE RAGIONI DI UN INTERESSE

N

ella classifica delle parole più “googolate” dagli italiani nel 2019 c’è anche «trentino». Tra le mete delle vacanze, la dicitura «trentino» si piazza al nono posto, unica “regione” del Nord Italia nelle prime dieci posizioni. Non compaiono «alto adige», «cortina» (nonostante le Olimpiadi) o «riviera romagnola» (nonostante il Papeete). Meglio della stringa «trentino» fanno «sardegna», «calabria», «puglia» e «toscana», oltre a «zanzibar» e «caraibi». Ma la parolina «trentino» fa meglio di «maldive», in decima posizione. Cerchiamo di capire cosa spinge gli italiani a preferire questa nostra piccola “farfalla di monti e boschi” in mezzo alle Alpi alle sabbie paradisiache dell’arcipelago maldiviano. Non si dica che è per una questione di costi: non credo che ormai le Maldive costino molto di più di un “quattro stelle” nostrano. Forse possiamo trovare la chiave interpretativa di questo fatto singolare in una clamorosa assenza dalla “top ten”: quella dell’Alto Adige. Proprio loro, i nostri cugini bravi in tutto, eccezionali nel turismo e nell’accoglienza, dotati di bellezze naturali e sportivo-culturali che sanno valorizzare al meglio, sconfitti nel numero di “click” dal Trentino, che al contrario vive un costante senso di inferiorità, ben motivato da tutti i dati economici, in cui l’Alto Adige ci “straccia” irrimediabilmente. Forse l’immagine dell’Alto Adige risulta respingente verso gli italiani per ragioni di diffidenza etnica in questi tempi di turbo-nazionalismi? Può essere. Oppure, forse, l’Alto Adige risulta troppo conosciuto, troppo prevedibile, nell’immaginario “popolare”, fatto spesso di luoghi comuni: sci, ordine e pulizia, costumi tirolesi, tende a quadretti bianchi e rossi, balconi addobbati con foreste di gerani. L’impressione è che il Trentino resti invece un po’ sconosciuto e quindi più “da scoprire”: propaggine italica sulla Mitteleuropa, del Trentino non si sente mai parlare nelle cronache nazionali se non per il fantasmatico orso. Forse questo stuzzica gli italiani e li spinge a “cliccarci”. O forse è solo l’ottimo lavoro di comunicazione fatto dagli operatori turistici trentini, chissà. Ma se dovessi scommettere, punterei sul fatto che per una volta la nostra “provincialità”, che spesso ci riempie di malinconia, il nostro essere “fuori dal mondo”, “periferia”, sono fattori che hanno giocato a vantaggio del settore turistico. Che poi ciò sia necessariamente un bene per l’integrità della nostra “farfalla di monti e boschi”, questo, beh, è tutto un altro capitolo. 7

tmgennaio


trentinocommenti

RING di Pino Loperfido

perfidie

IN UNA SOLA FOTOGRAFIA, TUTTE LE CONTRADDIZIONI DELLA NOSTRA CIVILTÀ

I

nterporto di Trento. È venerdì 29 novembre, il giorno del famigerato Black Friday, e sono circa le 9.30 del mattino. Mi trovo dallo spedizioniere Bartolini per ritirare un pacco e sono in attesa. C’è molto movimento nel piazzale di carico. In questo giorno magico, si lavora a pieno ritmo per caricare i camion e organizzare i giri di consegna. Nei giorni precedente anche migliaia di trentini hanno ordinato di tutto: televisori, tappeti, quadri, maglioncini, tablet, scarpe, e dio solo sa che altro ancora per non lasciarsi sfuggire le “imperdibili” occasioni offerte dal venerdì nero. Bene, penso. È un bene che il commercio riceva una scossa. Alzando gli occhi, però, vengo catturato dall’inquietante spettacolo della discarica di Ischia Podetti. Erodoto, nelle sue “Storie”, racconta che la piramide di Cheope venne eretta in circa 20 anni. La discarica di Ischia Podetti ha all’incirca quell’età ma, anziché le spoglie di un faraone, raccoglie migliaia di tonnellate di rifiuti (circa 100

ogni santo giorno...). È una specie di “bestia” che fagocita – senza però digerirlo – quel che ai trentini non serve più. Così facendo, sale, sale, sale sempre più su, proprio come una piramide, anzi come una Torre di Babele che però non ha lo scopo di raggiungere il cielo, ma piuttosto quello – molto più pratico – di celare un’emergenza. Acquistiamo sempre di più e, di conseguenza, gettiamo sempre di più. Ci pare una soluzione ragionevole accantonare rifiuti indifferenziati, compitamente triturati e imballati, in questo sciocco modo? Per quanti anni potrà ancora andare avanti? Probabilmente i responsabili, i direttori, i politici interessati hanno una certa età e pensano – a ragione, dal loro punto di vista – che in fondo il problema non riguarderà loro, ma chi verrà dopo di loro. È un classico. Probabilmente è anche uno dei motivi per cui la politica moderna è diventata tanto sterile. Così, in conclusione, possiamo tornare ad osservare la fotografia qui sotto. Il camion è appena stato caricato. Tra pochi minuti gli oggetti saranno consegnati ai legittimi proprietari. Verranno spacchettati, installati, usati per qualche anno e poi, inevitabilmente, finiranno nell’immondizia. È probabile che finiscano proprio su quella collinetta che dista poche centinaia di metri, andando ad alimentare la “bestia”. L’autista in primo piano fuma la sua sigaretta e pare riflettere, un po’ perplesso, sul destino delle cose e su quello degli uomini. Gli archeologi del futuro, studiando la piramide di Ischia Podetti, appena riportata alla luce, si scervelleranno per trovare un senso. Saranno perplessi, proprio come lui.

Interporto di Trento. La foto è stata scattata venerdì 29 novembre, il giorno del famigerato Black Friday

8

tmgennaio


W W W. H AY D N . I T


trentinocommenti

RING di Stefano Margheri

caninamente DA LUPO DIVENNE CANE, DONANDO AIUTO E FEDELTÀ. E TUTTO EBBE INIZIO...

C

i sono tanti modi per definire il nostro amico, ed uno dei più calzanti è certamente quello di considerarlo un “lupo travestito”. Per quanto possa sembrarci strano, soprattutto dinanzi alla molteplicità di razze presenti nelle diverse parti del mondo, l’origine della specie canina sembrerebbe presentare un unico antenato originario: il lupo. Ma come poté un animale tanto selvatico e diffidente trasformarsi in un soggetto che fa oggi della socialità la sua “arma” migliore? Ci sono certamente voluti migliaia di anni e sembra che la storia ebbe inizio con le prime visite dell’allora lupo ai villaggi stanziali ubicati presso le zone sub sahariane, verificando che una tale vicinanza avrebbe sortito indubbi benefici; tra questi, il potersi cibare dei numerosi rifiuti posti all’estremità delle capanne, senza alcun dispendio di energia necessaria a cacciare prede reali. Parrebbe che i primi esemplari che compirono una scelta così ardita furono quei lupi che, per minor predisposizione alla fuga e con un elevato grado di “disinibizione”, furono in grado di rompere la barriera che sino a quel momento li aveva tenuti ben distanti dall’uomo di allora. Una sorta di abbattimento del muro della diffidenza, nella speranza che una tale strategia potesse rivelarsi vincente. E così fu, se è vero che l’uomo primitivo colse fin da subito l’opportunità, capendo che la vicinanza di quelle bestie selvatiche avrebbe garantito protezione nei confronti di altri pericolosi predatori. Nacque così una “mutua alleanza”, ove gli attori coinvolti avrebbero avuto, in maniera differente, significativi vantaggi. Gli accoppiamenti successivi permisero di far nascere esemplari ugualmente “sociali”, nonché specializzati nello svolgimento di mansioni alquanto diversificate; dal cacciare accanto a noi, al difendere la proprietà, sino al condurre gli armenti, nonché proteggendoli da eventuali attacchi. Questo processo di “addomesticamento” si realizzò, più o meno contemporaneamente, in diverse parti del mondo, determinando il sorgere spontaneo di ceppi omogenei per morfologia ed attitudine. A dire il vero, l’uomo fino a quel momento non aveva fatto alcunché, limitandosi a benvolere quel “commensalismo spontaneo” e ad avvalersi degli

10

tmgennaio

RING effetti produttivi che ne sarebbero derivati. Solo molto tempo dopo, la nostra specie incominciò a favorire i c.d. “accoppiamenti mirati”, privilegiando la riproduzione di quei soggetti che meglio di altri garantivano una corretta rispondenza alle esigenze del momento. Il cane divenne, quindi, guardiano, cacciatore, pastore, inseguitore, e compagno di vita. Alla fine del 1800, grazie alla volontà di ufficializzare il lavoro svolto sino a quel momento, nacquero le prime razze canine, intese come insieme di individui della medesima specie, portatori di caratteristiche morfologiche, attitudinali e caratteriali comuni, trasmissibili alle generazioni successive. Con la nascita delle razze la cooperazione cane/uomo divenne primaria, sino al raggiungimento di uno stato di “simbiosi” tipico del rapporto bilaterale tra specie differenti. Se volessimo addentrarci nei meandri della biologia evolutiva, dovremmo parlare di “altruismo reciproco” caratterizzato dall’alternarsi di un interscambio che avrebbe sancito il cosiddetto “patto di stabilità”. I due attori, cane e uomo, avrebbero goduto di effetti positivi, verificando che i “costi” di una tale alleanza sarebbero stati altamente inferiori ai ricavi che ne sarebbero derivati. Solo a metà del ‘900 le prime razze canine presentarono una omogeneità anche strutturale, in ossequio ai criteri di bellezza convenzionale ed estetica. Accanto ai parametri del “lavoro” in sintonia con l’uomo, nacquero le c.d. “razze da compagnia”, divenendo il cane il miglior “partner sociale”. Non soltanto, quindi, funzionale allo svolgimento di attività pratiche, ma anche semplice accompagnatore silenzioso dentro la quotidianità. Così facendo, e trascorrendo sempre più tempo insieme, si ebbe il risultato di una “dipendenza reciproca”, una sorta di impossibilità di stare l’uno senza l’altro. Un percorso, questo, lungo circa 12.000 anni, sebbene gli ultimi studi di natura genetica riterrebbero la presenza di “proto cani” già 100.000 anni fa. La realtà odierna ha condotto al risultato finale, secondo il quale a fronte di cibo, cure e divertimento garantiti al cane, quest’ultimo porterebbe in noi il vantaggio di una vita “naturale” in contrasto con l’artificialità dei tempi moderni. La domanda conclusiva diventerà d’obbligo: ad oggi sono loro, i cani, ad avere più bisogno di noi, oppure saremmo noi, umani, ad essere divenuti “dipendenti” da una creatura creata a nostra immagine e somiglianza? Dal numero di esemplari presenti sull’intero pianeta, calcolabili in diversi milioni, la risposta sembrerebbe scontata: un individuo su quattro, perlomeno nei paesi più “civilizzati”, avrebbe accanto almeno un amico a quattro zampe; e la percentuale, in proiezione futura, potrebbe addirittura salire. Che l’intento sia quello di tornare alle origini? Ai posteri l’ardua sentenza. lamiaellie@gmail.com


G

IN LIBRERIA SILVIA VERNACCINI

CAMMINARE NELLA STORIA

Grandi personaggi alla scoperta del Trentino-Alto Adige Euro 18.00 www.curcugenovese.it

Ripercorrere i passi dei camminatori del passato, con la mente, con le emozioni, con il corpo, è l’obiettivo di questo libro. Attraverso il ricordo di personaggi famosi che nei secoli hanno camminato in Trentino e in Alto Adige, la guida vuole fornire al lettore/ escursionista la possibilità di conoscere il territorio com’era nei tempi addietro, pur restando nel presente. Trentasei personaggi, per altrettanti approfondimenti e itinerari, distribuiti nell’arco della storia e dei territori sono qui proposti in ordine cronologico. Si va da Ötzi a San Vigilio, dal cartografo Peter Anich al poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, dall’abate Antonio Stoppani allo scrittore Robert Musil, dall’archeologo Paolo Orsi al regista altoatesino Luis Trenker, dall’alpinista inglese Elisabeth Tuckett all’esploratrice e disegnatrice Johanna von Isser Großrubatscher..., personalità che consentono di avvicinarsi e di approfondire temi naturalistici, storici, artistici, ma anche scientifici, geografici e folcloristici. Un libro di letture che però non tralascia una sua identità escursionistica: ogni personaggio viene infatti delineato non solo in una semplice biografia, ma anche accompagnandolo lungo un tratto di itinerario, che lo ha visto coinvolto nel suo camminare e nel suo conoscere il territorio. Sono tutti itinerari adatti alle famiglie e godibili senza particolari difficoltà.


trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma “GHE SON, GHE SON: L’È EL BAZILÓN!”

“T

u lo sai che cos’è il bicollo?” “Mi no…”. “Di solito sono io a chiederti se sai il significato di certe parole che non trovo neanche nei dizionari del dialetto. Stavolta sono io a chiederti se sai una parola italiana. Dopo capirai perché…”. ”Il bicollo l’è na specie de ossocollo…” “No”. “Alora l’è un che g’ha el dopiocòl!” “Ma cosa dici?!” “Scusa: un el g’ha el dopioménto e quel altro el pol averghe el dopiocòl…”. ”Sì e tu un mezzocervèllo… Nò, ascolta. Il bicollo è uno degli strumenti del passato più semplici, più utili più diffusi del mondo. Senza di esso sarebbe stato molto più faticoso e dispendioso di tempo andare, ad esempio, a rifornirsi d’acqua alla fontana, portare il latte al caseificio, tirar su muretti, case, e perfino edificare costruzioni immense come la Muraglia Cinese. In Cina, nel passato, trasportavano tutto a mano con questo strumento, anche i sassi e la sabbia per la Grande Muraglia…”. “Ghe son ghe son: l’è el bazilón!” “Bravo. In italiano è detto anche bilanciere. Ma il bilanciere può essere tante altre cose: come la parte di una macchina, di un orologio, o l’asta con cui l’equilibrista varca il vuoto su una fune sospesa…”. “E i ghe ziga: set mat, sbazìlet?” “Esatto. Questo verbo dialettale corrisponde al verbo vacillare, nel linguaggio nazionale. Ma nel dialetto il significato più comune è quello di dire qualcosa di assurdo, di fuori di testa. Ah, ah…”. “Perché ghe vegn da rider sior professor?”

12

tmgennaio

“Mi viene da ridere e anche un po’ mi commuovo, perché penso alla mia fanciullezza. Penso a don Alfredo, un vecchio prete che avevano inviato a sostituire il precedente, giovane, bravo a predicare, che si prodigava per tutti, ma aveva il vizio di possedere una moto, di alzare il gomito, di correre con la moto e cascare. Don Alfredo, invece andava a piedi, non cascava mai, era sempre sorridente e faceva prediche piene di buonsenso e di parole in dialetto…”. “Prediche meze en dialet? Sbazilénte?” “Tranquillo: il Buon Dio conosce bene i dialetti, sa tutti i dialetti del mondo. Cristo raccontava le sue parabole in dialetto nelle polverose strade della Palestina. Il Sioredìo capì benissimo, quando, apparso in un meleto della Val di Non il padrone a muso duro gli chiese: Che fas, cì, sul mé?! Quella volta don Alfredo nella sua predica parlava dell’Annunciazione. Voleva trasmettere ai semplici fedeli di qual paese la meraviglia di quell’annuncio, l’emozione di Maria Vergine all’annuncio dell’angelo: Ed ecco che l‘Angelo Gabriele si accostò a Maria Vergine e le disse: non sbazilare, Maria, perché hai trovato Grazia presso Dio!” “E l’è stà cossita che la Madona non ha sbazilato ed è andata ad abitare dal Bepi Marangon, che l’ha sposata. E la vedevano andare ala fontana, anzi al poz, con due crazidèi tacadi al bazilon, e al casèl con i celeti a portar el lat, tornando de volta coi celeti con zo el buro e el formai. E Sangiusepe el diseva: che brava che l’è la me sposa, Madona! Sa fat, i ghe diseva, bestémiet, tìret zo madone, anca? Ma nò, el ghe sispondeva lu: l’è la me sposa che la se ciama Madona, o anca Maria Vergine. Sbazìlet? I ghe diseva lori. E Sangiusepe: chi vivrà, vedrà”. renzofrancescotti@libero.it


trentinoarte di ROBERTO PANCHERI

taccuino d’arte IL PROFESSORE DI LETTERE CHE AMAVA LA PITTURA Gli acquarelli da riscoprire di Giulio Benedetto Emert

N

ella vecchia sede della Società di Studi Trentini in via Petrarca a Trento era appeso un ritratto a pastello di Giulio Benedetto Emert (1894-1971), che fu a lungo direttore della rivista “Studi Trentini di Scienze Storiche”. L’opera era stata eseguita nel 1940 da una pittrice dilettante, Lydia Zampedri. A tergo del ritratto c’era una dedica autografa dell’autrice: “alla signorina Bice Rizzi, in ricordo del caro Amico”. Nel 2010, al termine del suo mandato alla presidenza dell’associazione, Maria Garbari volle che il pastello fosse consegnato agli eredi di Emert, residenti a Verona: la città perdette in tal modo una testimonianza tangibile dell’affetto che circondava uno dei suoi più raffinati intellettuali. Dopo aver conseguito la laurea a Pisa, Emert insegnò lettere in diverse scuole del capoluogo. Fu anche poeta, critico letterario e traduttore dal latino, mentre i suoi saggi di storia dell’arte sono tuttora un prezioso sussidio per chi

Giulio Benedetto Emert, Paesaggio trentino, 1946. Trento, collezione privata

studia il patrimonio artistico del Trentino. Tra i suoi molti talenti, quello per la pittura ad acquarello è probabilmente il meno conosciuto. Eppure egli aveva raggiunto una notevole abilità in questa difficile tecnica: ne sono prova i due paesaggi qui illustrati, che abbiamo avuto il piacere di esaminare in casa di un suo ex allievo. Il primo è una veduta del lago di Garda e reca in calce la scritta a matita “da Sirmione: il leccio e l’olivo”, accompagnata dalla data “1939”. Il secondo risale al 1946 e raffigura un pendio erboso dominato da un albero solitario. Le opere di Emert non circolano nell’ambiente artistico da moltissimi anni. A suo tempo, tuttavia, esse non mancarono di suscitare benevole recensioni. Nel 1934 Manlio Belzoni dedicò al pittore un articolo sul “Trentino”, riproducendo sette sue vedute, molte delle quali relative alla Val di Ledro. In quella sede il critico rilevò la “straordinaria sobrietà dei mezzi usati ad ottenere i più suggestivi effetti” e “la scelta sempre felice del taglio del

Giulio Benedetto Emert, Veduta del lago di Garda, 1939. Trento, collezione privata

quadro”, pur in assenza di un preciso indirizzo stilistico. Di finissima esecuzione ci sembrano le tavole che Emert realizzò nel 1938 per illustrare il volume di Noemi Stefenelli Vento di primavera, una raccolta di racconti ambientati in Estremo Oriente e in Tunisia. Nell’aprile del 1939 il professore ruppe gli indugi e allestì una propria mostra personale alla Galleria Salvetti di Milano, esponendo una sessantina di acquarelli. Al 1947 risale un bel paesaggio intitolato Specchio a Mezzolago, che si conserva nella collezione d’arte della Regione. Nel 1950 una nuova

mostra personale fu allestita al Lyceum di Firenze, mentre un’esposizione commemorativa si tenne a Trento nel 1972 a cura del poeta Marco Pola. Si può dunque immaginare un’assidua frequentazione dei pennelli da parte del professore, che viveva ritirato in un appartamento di via Roma, ma non disdegnava di dedicare il proprio tempo all’illustrazione libraria. Una conferma ci viene da un trattato di micologia, pubblicato da Giuseppe Bacca nel 1961, che porta nel frontespizio l’avvertenza: “le pitture originali sono del prof. G. B. Emert”. 13

tmgennaio


FIORENZO DEGASPERI

Presepi nel Tirolo storico

Storia delle rappresentazioni natalizie e quaresimali in Trentino, Sudtirolo e Tirolo

IN LIBRERIA o presso i nostri uffici a Trento via Missioni Africane, 17 www.curcugenovese.it


Direttore responsabile: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] Direttore editoriale: Pino Loperfido [ info@trentinomese.it ]

SOMMARIO GENNAIO 2020 Ring

Progetto grafico: Fabio Monauni

[ fabio@curcugenovese.it ]

Redazione: Trentino Mese Via Missioni Africane 17 38121 Trento Tel.  0461.1924988 Editrice: Curcu Genovese S.r.l. Via Missioni Africane 17 38121 Trento Tel.  0461.1924988 Concessionaria Pubblicità: S.E.T.A. Società Editrice Tipografica Atesina S.p.A. Via Sanseverino, 29 - 38122 Trento Tel. 0461.934494 Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 21 dicembre 1991

COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 36,00) A mezzo BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT74 N083 0401 8040 0000 3378 540 PAYPAL: info@curcugenovese.it specificando “Abbonamento a TrentinoMese” BOLLETTINO POSTALE c/c N. 1040747758 Curcu Genovese TM Via Missioni Africane 17 38121 TRENTO DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Missioni Africane 17 Trento Tel. 0461.1924985 ufficioabbonamenti@trentinomese.it

I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU GENOVESE S.r.l., Via Missioni Africane 17 - 38121 Trento Tel 0461.1924988. AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

tm

6 COMMENTI 12 IL DIALETTO INFORMA 13 TACCUINO D’ARTE

In redazione: Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Marina Eccher, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Claudio Marchesoni, Stefano Margheri, Roberto Pancheri, Fabio Peterlongo, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Andrea Vitali

tm

Attualità 16

CARLO ANCONA

25

ANNA E ME

22 LE “CREATURE” DI ANDREA 26 30 32 35 36 40 42 47 50

LA BOTTEGA DELLE ARTI CEOLAN: “RACCONTO D’AUTUNNO” C’ERA UNA VOLTA L’OSPEDALINO FRANCA RIGOTTI A PIEDI NELLA NEVE GIORGIO GALETTO MASSIMILIANO RE “TIROLESE” FORTE DELLE BENNE SPECIALE SPOSI

Panorama 64 64 65 66 68 70 71 72 72

NICCOLÒ FABI TERESA MANNINO GIACOBAZZI SHOW TEATRO IN TRENTINO TUTTA LA DANZA “A CHRISTMAS CAROL” IPNOTIZZATI DA “DRACULA” ADELE PARDI ORCHESTRA “HAYDN”

Giorno per giorno

74 MOSTRE 80 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 88 96 97 99 125

I MATRIMONI DEL MESE PIC NIC “ALLA SCANDINAVA” “FORÈST” ALLA RADIO 50 ANNI FA... ALLE I.T.I. “A… COME LEGNO”

Rubriche 100 102 103 104 105

LIBRI E LIBRERIE TRENTINO DALL’ALTO STRADE DI TRENTO LA RICETTA DEL MESE #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it 15

tmgennaio


trentinoincontri

UN CAFFÈ IN COMPAGNIA DI...

di Pino Loperfido

CARLO ANCONA: “GIOVANI, SIATE PIÙ CONSAPEVOLI!” HA LEGATO IL SUO NOME AI MAGGIORI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI TRANSITATI ATTRAVERSO IL TRIBUNALE DI TRENTO, DAI MORTI DELLA SLOI AL CRAC DI FASSALAURINA, DAL DISASTRO DI STAVA ALLE TANGENTI AUTOBRENNERO. DA UN ANNO HA CHIUSO LA SUA CARRIERA DOPO BEN 42 ANNI DI MAGISTRATURA. IL SUO ELOQUIO È FINE, PIENO DI CITAZIONI. SPUNTANO QUA E LÀ RIFERIMENTI LETTERARI, CENNI DI ANTROPOLOGIA, FISICA, TEOLOGIA, MEDICINA. INSOMMA, È UN VERO PIACERE PORGLI QUESITI E STARLO AD ASCOLTARE

C

i troviamo sotto il diluvio universale di fine novembre, in un bar di Via S. Croce. Una di quelle grosse e grasse piogge monsoniche che sovente dà l’illusione di essere nel profondo Borneo anziché nella città del Concilio. Carlo Ancona non mi offre il canonico caffé che dà il titolo alla rubrica, bensì un cappuccino al latte di mandorla. “Lo deve assolutamente assaggiare”, insiste. È così che mi approccio alla sua contagiosa simpatia e alla sua parlantina schietta e colta. Mi accoglie nella sala riunioni del FilmFestival della Montagna, dacché è membro storico del Consiglio Direttivo. Dopo la toga, la montagna è infatti la sua grande passione. Forse più di una passione che per definirla in modo corretto necessiterei di una parola non ancora inventata. Per il momento mi accontento di rendere l’idea. Abruzzese di nascita, molisano di adozione, 73 anni, Carlo Ancona è sposato con Daniela e ha due figli, Giulia e Claudio. Arriva in Trentino nel 1977 per tre ragioni principali, che probabilmente svelerò nel corso di questa intervista. Quel che è certo è che il 20 dicembre del 2018, a Rovereto, è entrato in aula per le ultime udienze penali della sua carriera. Ancona, che ha legato il suo nome ai maggiori procedimenti giudiziari transitati attraverso il Tribunale di Trento – dai morti della Sloi al crac di Fassalaurina, dal disastro 16

tmgennaio


trentinoincontri di Stava alle tangenti Autobrennero –, ha chiuso la sua carriera dopo ben 42 anni di magistratura. Il suo eloquio è fine, pieno di citazioni. Spuntano qua e là riferimenti letterari e musicali, cenni di antropologia, fisica, teologia, medicina. Insomma, è un vero piacere porgli quesiti e starlo ad ascoltare. Mi verrebbe quasi da dire che a fare il giudice fosse un poco sprecato, ma non trovo il coraggio per dirglielo. Gli chiedo se ricorda l’ultima volta che ci siamo incontrati. È stato nel 2001, alla presentazione del mio libro “Ciò che non si po’ dire. Il racconto del Cermis” (Edizioni Curcu Genovese). Se la ricorda, eccome. Al mio schermirmi (“In fondo è solo un amarcord”), lui ribatte fermo: “Non è un amarcord di poco conto, perché è stata un’esperienza interessante confrontarsi con un tipo di giurisprudenza del concreto”. Gli americani, ci spiega Ancona, dal loro punto di vista, si badi, e solo da quello, hanno avuto ragione ad assolvere i piloti, perché il loro addestramento richiedeva voli radenti. Casomai – aggiungo io – le responsabilità sono state di chi non ha effettuato un adeguato controllo, anche da parte italiana. Lei ci trova quindi qualche pregio nella giustizia americana? Nella canzone “A Silvia” Guccini la definisce: “Nazione di bigotti”. È una giustizia feroce, la loro. Pensiamo al caso di Chico Forti... Sono venuto ad intervistarla con un pensiero in testa che in fondo il giudice sia anche un po’ un giornalista… Fa delle domande… La correggo. Da 11 mesi il “giudice” non c’è più. Non parlo di lei. Dico in generale… Allora la risposta può essere: “Non sempre”. Io ho fatto domande e ho indagato quando ero giudice istruttore, quindi fino al 1989, e quello è stato un periodo mol-

to importante e significativo per la mia vita, non solo professionale. Poi ho fatto altri lavori. Mansioni di controllo. Si riferisce alla separazione tra la parte inquisitoria e quella di verifica attuata dal nuovo codice di procedura penale del 1989? Certo. La ricerca della verità avviene verificando ciò che le parti portano. Il giudice in questo caso non fa domande. Ovviamente ha delle risposte. Niente giornalista, allora. Vediamo... Il giudice è dunque simile ad un prete? Assoluzione, penitenza, ecc… No. Il prete è un eccellente strumento che sostituisce lo psicologo. Effettivamente nella confessione… Il valore della confessione lo si può comprendere studiando la figura di Martin Lutero: l’indulgenza veniva prima del rapporto con Dio. Il giudice deve stare attento a non sostituirsi a Dio. E cioè?

Deve capire che è fallibile, che è assolutamente inadeguato e che amministra una giustizia terrena che, come tale, è molto relativa. Mi tolga una curiosità: il giudice si chiama sempre così anche dopo la pensione? Come i Presidenti del Consiglio? Bisognerebbe andare in giro con una coccarda con su scritto “Non più”. In America usano il termine “formal”. Altrove dicono “emerito”... Bello! Sì, ma emerito, sa, è una cosa importante… Non posso certo paragonarmi al Presidente della Repubblica o al Papa. Quasi un anno di pensione. Posso chiederle cosa ha fatto? Ha presente quella canzone di Battisti che dice “Qualche cosa di sicuro io farò…”? Quindi qualche cosa ha fatto? ...piangerò... No, scherzo. Pian piano mi sono disabituato a lavorare con la tensione e l’attenzione quotidiane che una volta il lavoro mi imponeva. È un lavoro a sua volta? No, lo smontaggio non lo considero un lavoro. Anche perché a faticare ci si mette un po’ di tempo ad abituarcisi. A non faticare ci si mette anche poco. È stato come se l’aspettava? Un po’ meglio. Ovvero? Pensavo di rimanere più crudamente ferito da questa privazione di significato della mia vita. Ha continuato a seguire la giurisprudenza? 17

tmgennaio


trentinoincontri

Sì, e assistendo ad alcuni interventi mi sono reso conto che stavo diventando un mezzo dinosauro. Addirittura. Sì, lo avevo già percepito durante gli ultimi tempi del servizio. Perché non riusciva più ad aggiornarsi? Sì, riuscivo a farlo, ma proprio questo aggiornarmi mi portava a confrontarmi con una realtà che a volte mi sembrava intollerabile. È una questione di mentalità? Lei pensi all’ultima sentenza della Corte Costituzionale sull’ergastolo per i mafiosi: secondo quella sentenza Riina dopo 20 anni avrebbe potuto uscire. E a lei pare strano? Io francamente avrei difficoltà ad accettare qualcosa del genere. Già il fatto che molti terroristi siano usciti molto presto non mi sta molto bene. Secondo me Riina sarebbe tornato a fare quello che faceva. Sentirsi poi imporre certi provvedimenti da Strasburgo...

È vero che l’Italia si regge sulla prescrizione? È lo stigma di una incredibile stupidità. Come la fandonia che viene continuamente propinata dai media che se si toglie la prescrizione processuale, ovvero quella durante il processo… Mi lasci indovinare: i processi si allungherebbero, perché non ci sarebbe più l’urgenza di concluderli? Sì, ma non è vero perché una buona metà delle impugnazioni si fanno solo perché si vuole arrivare alla prescrizione. Può spiegare? Se almeno dopo la prima sentenza di condanna si bloccasse, una buona metà degli appelli non si farebbe più. Mi ricordo di avvocati che venivano in udienza preliminare e dichiaravano impavidamente di “mirare alla prescrizione”. Lo “dichiaravano”? Certo, erano persone corrette… L’eccezione che diventa sistema. Esattamente. Il meccanismo diventa virtuoso perché si avvita su stesso se ci sono molti patteggiamenti, quindi riti abbreviati, i processi diventano tutti più veloci, automaticamente non vi è più convenienza a farli durare a lungo, perché comunque si chiudono prima della prescrizione. E Trento è un’eccezione nell’ambito di queste “eccezioni”? Trento per fortuna è un’eccezione nel panorama nazionale. Bene. Come mai, secondo lei? È una questione di dovizia di risorse, ma soprattutto di civiltà dell’ambiente. Quali altre differenze vede tra la giustizia trentina e quella italiana? Ad esempio, mentre in Italia al penale è riservato il 50% delle attività di un Tribunale, a Trento siamo al 30%. Il resto va al civile. Cosa significa?

IPSE DIXIT VAJONT, 1963 “Tutti sapevano tutto. Quel che non avevano previsto fu la portata di quanto stava per avvenire”.

18

tmgennaio

SLOI, 1977 “Il mio battesimo del fuoco, in tutti i sensi. Ma la vicenda era cominciata di fatto nel 1939...”

Che tutto si velocizza in modo impressionante. Tornando a lei l’andare in pensione è stata una sua scelta? No, è stata una scelta legislativa. Un tempo il limite era i 70 anni. Poi fu portata a 72. Berlusconi la innalzò fino ai 75. C’è tutta una vulgata sulle ragioni… Ce la illustrerebbe? Anche no. *** Va bene. Allora passiamo ad altro. Dopo la medicina difensiva e dopo l’insegnamento difensivo ora qualcuno parla anche di giustizia dello stesso tipo… Tutto in questo Paese sta diventando di tipo difensivistico. Se lei va in una qualsiasi Amministrazione comunale a chiedere un’autorizzazione per erigere un muretto le faranno delle difficoltà di ogni genere. Se invece lei ci va con 4 avvocati e 3 architetti che fanno un progetto abietto lei troverà subito accoglienza. Come si spiega? Per il fatto che in quel momento sarà lei a far paura a loro. Paura di decidere? Io parlerei più di paura di scontentare il potente. L’Italia è un Paese di garanzie e che non sa selezionare i propri dipendenti e funzionari. Lei trova che il nostro Paese sia eccessivamente garantista? Ogni giorno che passa di più. E negli anni Settanta, com’era? Un pochino meno di adesso, il che non vuol dire che funzionasse meglio. Però funzionava di più. Mi parli un po’ delle sue origini. Sono nato a Teramo, in Abruzzo. Terra di terremoti. Come vivete questa situazione voi abruzzesi? Come una sorta di perpetua messa alla

STAVA, 1985 “La lentezza dell’operazione trasse in inganno. Prima vi era comunque stata una sapiente opera di copertura...”


trentinoincontri

DOMANDE FISSE Il libro che sta leggendo. Si tratta di una rilettura: “La decadenza dell’Europa occidentale” di Mario Silvestri, terzo volume. Ma è un caso: leggo di tutto. Numero preferito. Il 2. Non mi chieda perché; probabilmente perché è il più piccolo ma diverso da uno. Colore preferito. Quello della faggeta in autunno, rosso carico. Il piatto che ama di più. Sempre quello che il giorno, il caso e la disponibilità mi mette davanti. Meglio se accompagnato da un sorriso. Squadra di calcio? Il Milan della Coppa dei Campioni vinta a Wembley, quasi cinquanta anni fa. Oppure l’Italia del 4 a 3 sulla Germania. Insomma, la mia adolescenza. ln alternativa, quella degli ammogliati al mio paese, del 1981.

Automobile. La Fiat 500 celeste dei miei vent’anni. Il viaggio che non è ancora riuscito a fare. Ad Adua, a capire sul posto (solo lì è possibile, come per l’Ortigara) il perché di una sconfitta che poi si è sempre ripetuta, e così interrogarmi sulle prova. La notte del terremoto dell’Aquila ero a Teramo da mia madre, pochi chilometri in linea d’aria. Sono stati i 20 secondi più lunghi della mia vita… Lei però è anche un po’ molisano… Sì, mi considero molisano perché lo erano i miei genitori. Ma il Molise esiste? Questo è un problema... A parte le battute, quando a Roma si deve prendere il treno per il Molise si fa una certa fatica. Partono sempre da angoli inaccessibili della stazione. Ma quando ha sentito per la prima volta parlare di questa misteriosa

manifestazioni della eterna pigrizia intellettuale e superbia arrogante della classe dirigente italiana. Animali domestici La mia cagnetta Diana. Una setter inglese. Morta, però, nel 1973. Il film del cuore. Rimane “La battaglia di Algeri”, di Gillo Pontecorvo. Ma ve ne sono molti altri vivi nel cuore e stampati nella mente, tanti. Cantante, compositore o gruppo preferito. Francesco Guccini in Italia. Canzone preferita “Cirano”. La coppia Joan Baez-Bob Dylan nel mondo anglosassone. Canzone: “Blowin’ in the wind”. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Non ho mai provato in questo esercizio di proposizione controfattuale. Come diceva Primo Levi, a parte alcuni momenti di rapimento, l’amare il proprio lavoro (cosa che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra; anche se questa è una verità che non molti conoscono. E questo risultato lo ho ottenuto. La cosa che le fa più paura. L’indifferenza. Infatti, ho sempre paura. Il suo sogno notturno ricorrente Non ho un sogno ricorrente. Ma, se lo avessi, non lo rivelerei. terra chiamata “Trentino”? Leggendo la rivista del Club Alpino Italiano. Contrariamente a quanto si può pensare, non ci sono capitato per caso qui. Già allora amavo le montagne e il Filmfestival. Non mi dica: l’abruzzese ha tradito il Gran Sasso? Che vuole farci: la vita è fatta di tradimenti. Suo padre faceva il magistrato. Le ha imposto la scelta professionale? L’ha consigliata o l’ha sconsigliata? A dire la verità mio padre evitava di pronunciarsi su questo. Ha presente quando

Giovanissimo magistrato dopo la tragedia di Stava

l’acqua scende perché segue la pendenza del terreno? Credo di sì. È stata una scelta naturale. Le avrà pur detto qualcosa suo padre quando ha capito cosa stava per fare. Ha avuto la saggezza di non dirmi nulla. Ma cosa avrebbe voluto dirle, secondo lei. Insiste? Insisto. E va bene. Diciamo che la scelta di rimanere in Trentino l’aveva colpito un po’. Poi ha cambiato idea… Quando? Non quando gli ho fatto visitare posti bellissimi come la Val di Genova, ma quando l’ho portato sull’Ortigara. Lì mi ha detto: “Adesso ho capito perché sei venuto qui”. È il momento, sapevo che sarebbe arrivato. Il punto esatto in cui l’intervista avrebbe virato abbandonando i toni leggeri, per raccogliere la testimonianza del Giudice Ancona rispetto ad alcuni grandi casi di cronaca che sono passati tristemente alla storia. Cominciamo, inevitabilmente, con il Vajont del 1963. *** Sono passati tanti anni, eppure se ne parla ancora. I grandi giornalisti dell’epoca – Bocca, Montanelli, Buzzati – tendevano a far apparire quanto avvenuto come una casualità, la forza della Natura. Ho studiato il Vajont perché era l’unico precedente a cui attingere dopo la tragedia di Stava. 19

tmgennaio


trentinoincontri Quali sono, secondo lei, le differenze principali delle due tragedie. Che al Vajont sapevano tutto. E avevano previsto tutto. O quasi. Quel “quasi” sta a dire? Che non avevano previsto la potenza, e quindi la portata, di quanto stava per avvenire. Ma poi, se vogliamo, la verità sta anche nei nomi dei luoghi… Monte Toc è un toponimo che già dice molto. Per non parlare delle “Pozzole” di Stava. Che stava a significare? Che c’erano molte sorgive e quindi il terreno era impermeabile e quindi l’acqua non sarebbe mai permeata di sotto, come qualcuno pensava. Lei ha detto che Stava è stato un’esempio perfetto della banalità del male. Non c’è un paragone con il Vajont. A Stava, ogni giorno si buttava un po’ di fanghiglia. Ha ingannato la lentezza dell’operazione e poi la sapiente opera di copertura che ci fu nel 1975. Che accadde, allora? Arretrarono l’argine dei bacini e quindi prolungarono i tempi di crescita del secondo Rilevato, quello a monte, di almeno un’altra decina di anni. Mi ha sempre colpito come i controlli fossero comunque sempre a rigore di legge. Almeno nella forma. Sì, perché riguardavano aspetti “secondari”, se vogliamo. La qualità dell’acqua restituita dal bacino di decantazione era massima. C’era rispetto per le piante e per tutto il contesto ambientale e paesaggistico. Ma la situazione che si venne a creare fu drammatica. Quindi la legalità, per lo meno quella formale, delle volte non è così importante? Certamente non è decisiva. A Stava rispettando tutto violavano tutto. Ma qualcuno se ne rendeva conto? No. Era l’indifferenza più totale. A parte il Sindaco che nel 1975 aveva sollevato la questione. È vero che qualcuno lo avrebbe voluto come imputato? La Legge italiana è strana. Delle volte punisce non chi non ha fatto nulla, ma chi ha cercato di fare qualcosa. E non è riuscito a fare abbastanza. Come ha vissuto a livello personale tutta la vicenda? Io mi porto addosso la cosiddetta “colpa del testimone” che dice io l’ho visto e non sono riuscito a fare quello che potevo fare. In realtà non potevo fare nulla. 20

tmgennaio

Ne “La Tregua”, Primo Levi scrive che quando i russi arrivarono ad Auschwitz lui, vittima, provò vergogna per tutto quel macello. Il senso di colpa rimane. Tuttavia andare in pensione può essere una bella novità. Le stanno capitando cosa nuove? Sto conoscendo quella cosa meravigliosa che è la realtà umana della SAT. Una tradizione trentina, soprattutto nelle Valli: una di quelle cose che per qualche secondo ti danno la sensazione che vi siano delle speranze. Anche se però dopo Vaia si pone nuovamente il problema della responsabilità rispetto ai sentieri. La tesi è di stampo americano. Il cittadino deve essere tutelato nel suo benessere fisico. Se non puoi farlo lo assicuri con un corrispettivo economico. Ma siamo nel campo civile. E il penale? Beh, pensi agli accompagnatori di montagna, quale io sono. In quel caso vi è un conferimento di fiducia da parte dell’accompagnato. Le è mai successo di avere problemi? Per fortuna no. Ma avrebbe potuto succedere. *** Diamo uno sguardo all’attualità italiana. L’Italia e gli italiani... In Italia abbiamo sostituito il cittadino con la figura dell’assistito. Consumatore assistito. Quali sono i pericoli dell’assistenzialismo? Si crea un assoluto disincentivo alla responsabilità. Nessuno più pensa alle conseguenze di ciò che sta facendo. Anche nell’imprenditoria? Non solo. Ma tragicamente anche nella cultura collettiva. E, se mi permette, nella Cultura, quella con la “C” maiuscola.

Faccio uno spettacolo, giro un film, pubblico un libro che pesa 5 chili non perché sia ispirato o abbia a cuore l’arte, ma perché so che mi arriva il contributo… Poi c’è anche la tanto decantata “quota 100” varata dal Governo. È qualcosa di spaventosamente costoso, soprattutto in termini culturali, più che economici. Siamo tornati ai tempi delle pensioni baby di Mariano Rumor. C’è una svalutazione culturale del lavoro che viene percepito come qualcosa di negativo. “Arbeit macht frei” avevano scritto con il ferro ad Auschwitz… Lì era una bestemmia, ma che il lavoro renda liberi è una sacrosanta verità. La libertà non è stare sopra un albero – come cantava Giorgio Gaber – ma è partecipare alla vita della collettività. In modo consapevole e il più possibile efficace. Dando così un senso alla propria vita. È normale. Tanto normale che sembra non capirlo nessuno… Come nel 1977 nessuno sembrò capire quello che stava accadendo alla Sloi. Lì fu il suo battesimo di fuoco come magistrato, vero? Dal punto di vista professionale fu un successo, la Cassazione su quella sentenza basò un mutamento di Giurisprudenza in materia di reati ambientali. La spaventò quel che accadde? Io mi sono sempre spaventato. Perché? Soprattutto perché mi sono sempre sentito inadeguato. Lei non ha idea di cosa successe quando arrivai a Stava e vidi quel che vidi… Era tutto talmente sproporzionato rispetto alle mie capacità di comprensione. Poi capii una cosa… Cosa? Che gli altri capivano ancora meno di me. E questo la confortò? Alla Sloi ero ancora un ragazzino. Ave-


trentinoincontri vo 29 anni. Mi trovai davanti ad una tragedia cominciata di fatto già nel 1939. Trento doveva fornire di piombo antidetonante l’aviazione tedesca. Poi passarono gli anni, e l’inconsapevolezza fece il resto. Oggi potremmo parlarne a proposito di Taranto. Ma pensiamo anche all’acciaieria di Borgo Valsugana che, se non sbaglio, la vide impegnato. A Borgo nessuno fu in grado di dimostrare un collegamento tra la polluzione e i danni alla salute, dal punto di vista medico. Vi fu un risarcimento solo per il danno psicologico di vivere sotto questa cappa. Non ci si pensa, ma non sempre è possibile dimostrare le cose. *** Ha mai ricevuto minacce? Esplicite e chiare, mai. Mai? No, perché sono anche abbastanza bravo. O forse perché non ne valgo la pena. Passiamo al territorio. Dagli eventi di Fassalaurina 1978, quando il rischio cementificazione fu concreto, sono cambiate le cose in Trentino, oggi? Non mi pare che sia cambiato nulla. Come ho già detto prima, vale la regola che se io chiedo di alzare un muretto mi faranno nero, se invece mi presento con alcune migliaia di metri cubi in evidente violazione del programma edilizio comunale, ovviamente mi fanno fare dieci studi, creano cioè un iter lungo, lunghissimo che alla fine – guarda un po’ – giustifica la concessione della licenza edilizia. E posso cominciare a costruire. Et voilà. E la tempesta Vaia non ci ha insegnato nulla? Ci ha provato, invano. Ha provato a spiegarci che ogni cosa è effimera. Basta un colpo di vento… La montagna non riesce proprio ad inculcarcelo questo senso del limite?

La tragedia di Stava

Non solo. Ma continuiamo a contraddirlo. Ma voglio risponderle anche in un altro senso. C’è stato un solo giorno in cui sono stato contento di essere in pensione. Perché quel giorno mi sono sentito finalmente libero di partecipare ad una manifestazione. Quale? “Friday’s for Future”. Le ha dato speranza? Poca. Ho l’impressione che per gli uomini, sapere che si finirà presto serve soltanto ad accelerare i processi disfattivi. Ad alzare il livello dell’insulto. In tal senso, vede anche un problema generazionale? Non ne sono sicuro. Anche se è vero che c’è uno sfruttamento della rendita di posizione – chiamiamola così – dei 50enni e 60enni che è vergognoso. Contrabbandare poi una misura come quota 100 come occasione di lavoro per i giovani è una farsa. Quello che vedo però è la scarsa informazione e consapevolezza nei giovani. A proposito di giovani e cose “gio-

MUSICA GIORGIO GABER “La libertà non è stare sopra un albero, ma partecipare alla vita della collettività. In modo consapevole”.

LUCIO BATTISTI “Qualche cosa di sicuro io farò… piangerò... No, scherzo. Pian piano mi sono disabituato a lavorare ...”

vani”: qual è il suo rapporto con le nuove tecnologie? Non ci capisco niente. Bene. L’uso dei social è un’ulteriore forma di manifestazione della tragedia in cui viviamo. È vero che sono utili per la comunicazione, ma sono anche strumenti di aggregazione e di consenso in senso incontrollato e irresponsabile. Come potremmo coniugare oggi il “cogito ergo sum” di Cartesio? Parlo, polemizzo, insulto e perciò esisto. Più grossa la dico più vegno considerato e premiato. È paradossale, ma non interessa più se sto dicendo la verità, cose sagge o meno. Da magistrato si è mai interrogato sull’oggettività dell’etica? No. Non lo faccio nemmeno adesso. L’etica è sempre relativa ad un sistema organizzativo. Gli uomini sono specializzati nell’analisi e nello studio. Pensi che meraviglia: noi siamo frutto dell’evoluzione e abbiamo studiato l’evoluzione. Come diavolo abbiamo fatto? È incredibile. A volte mi chiedo se non sia tutta un’illusione. C’è anche questo dubbio? Eh, sì. Stiamo per arrivare ad un momento culminante in cui sapremo tutto. Si riferisce al giudizio universale? No, all’analisi dell’evoluzione del genoma umano. E quando sapremo tutto che faremo? A quel punto non ci sarà più nulla. Come nel finale di “Cent’anni di solitudine” di Gabriel G. Marquez. Aureliano Secondo decifra le pergamene mentre Macondo viene spazzata via dalla faccia della Terra. Sapere tutto significherebbe chiudere tutto, per sempre. E invece abbiamo bisogno che ci rimanga un margine di mistero. Forse è anche per questo che Carlo Ancona declina gentilmente, e con l’ironia che gli è propria, la mia richiesta di fotografie “personali”. Di seguito la breve mail con la quale mi congeda. Mi pare che non ci possa essere miglior chiusura per questa intervista: Mi par di capire che mi sta chiedendo delle fotografie. Meglio di no: il tempo passa, è inutile fingere un ritorno con l’uso di immagini lontane; che magari mi raffigurano mentre sto facendo cose che ora non faccio più, caccia a cinghiali, arrampicate, teatro. Resta il ricordo, certo; perché non siamo fatti di sogni, ma di ricordi. ■ Lasciamoli al loro posto. 21

tmgennaio


trentinoattualità trentinoincontri di Tiziana Tomasini

TUTTE LE CREATURE DI ANDREA L’ISTINTO E GLI STUDI: UN MIX ECCELLENTE E VINCENTE PER IL GIOVANE THOMAS SAGLIA, CHE APPRODA ALLA REGIA CON MOTIVAZIONE, CONSAPEVOLEZZA ED UNA GRANDE CERTEZZA. CON “LE CREATURE DI ANDREA”, DOCUMENTARIO COINVOLGENTE ED APPASSIONANTE SU ANDREA FUSARO, SPERIMENTA LA CONVINZIONE DI AVER INTRAPRESO LA STRADA CHE AVEVA SEMPRE SOGNATO

Q

uello che trapela dalle parole di Thomas, anche solo ad una prima impressione, è un grande entusiasmo per il suo lavoro. Forse perché è nato e scaturito da una grande passione, coltivata negli anni dell’infanzia e poi cresciuta attraverso un percorso di maturazione. Succede, a volte, nella vita. Quel momento in cui le naturali inclinazioni trovano il loro punto di sbocco e sfociano concrete in quelli che credevamo e immaginavamo, forse, come solo dei sogni. Quella che vi presentiamo non è una semplice intervista; è un racconto a cuore aperto. Per capire come un progetto si realizza e per farci oltremodo comprendere quante potenzialità esistono sul nostro territorio.

Cominciamo con le presentazioni: chi è Thomas Saglia? Studi, esperienze, passioni, approdo alla regia. Sono nato a Trento nel 1990. Sono sempre stato appassionato di cinema e, soprattutto, ho sempre amato inventare e raccontare mondi, personaggi e le loro storie. Terminata la parentesi universitaria e ancora incerto su quale mia passione seguire, mi sono avvicinato a una casa di produzione di Trento, la Jump Cut, che mi ha subito fatto “sporcare” le mani col mestiere e mi ha dato grande fiducia. Grazie a questo e all’esperienza al Trento Film Festival, ho deciso di lanciarmi in una nuova avventura presso la redazione di Altrove Reporter, che era appena nata e che si occupa di emigrazione italiana contemporanea. Ho cominThomas Saglia

22

tmgennaio


trentinoincontri ciato a guardarmi attorno per capire che direzione prendere e per fortuna; proprio in quell’anno, si era aperto il bando per l’ammissione alla ZeLIG, una delle migliori scuole di documentario a livello europeo, con sede a Bolzano. Parlo di fortuna perché questa scuola apre le porte solo ogni tre anni e solo a trenta studenti. Sono perciò capitato nell’anno giusto. Ammesso alla ZeLIG, non ho più avuto il tempo di seguire da vicino Altrove Reporter, ma mi sono sempre reso disponibile per supervisionare e formare, dal punto di vista audiovisivo, dando conoscenze di regia, camera e montaggio, i nuovi membri della redazione. Per esempio, adesso sto supervisionando un progetto di documentario che si chiama Project China e che, come suggerisce il nome, riguarda la Cina in Trentino. Parliamo del progetto del film… L’incontro con Andrea Fusaro, il protagonista di questa storia, è avvenuto in un momento di indecisione sul soggetto da portare avanti come film di diploma; il punto di svolta è avvenuto grazie a Osvaldo Maffei, artista e performer che conosco ormai da qualche anno e col quale ho collaborato in passato. È bastato il tempo di un caffè per capire che, al di là di come avrei deciso di procedere, il soggetto sarebbe stato Andrea e la sua vita. In primo luogo, mi ha colpito molto la sua personalità straripante senza alcun filtro ma, soprattutto, il fatto che relazionarsi con lui porta a due scelte: quella di giudicarlo con superiorità e distacco oppure quella di aprirti e calarti totalmente nel suo mondo. Io ho scelto la seconda proprio perché avevo bisogno di mettere in discussione me stesso e da quel momento ho capito che il film sarebbe stato un tentativo di mettere in discussione Andrea verso se stesso, verso il mondo. E naturalmente di raccontare questo percorso. Percorso che fortunatamente sia la scuola che i miei due compagni di viaggio, Giulia Micheli (presa diretta del suono e montatrice) e Luca Zontini (cinematographer), hanno deciso di appoggiare entusiasti con tutta la loro forza e la loro competenza. Ho nominato tante volte Andrea senza spiegare ancora chi sia: lo racconterò parlando brevemente della trama del documentario. Andrea Fusaro è un artista di Rovereto che vive la propria vita fatta di una routine molto serrata, di solitudine e di arte. Nel tentativo di lasciare un segno e di essere ricordato per sempre, Andrea è sempre indaffara-

Andrea Fusaro con Osvaldo Maffei, al lavoro sulla chiesetta pugliese

to nel realizzare quadri da donare a tutta la città. Si entra quindi nel suo mondo, fatto di regole e tempi altri, dove arte e immaginazione si mescolano fino a confondersi. Andrea ha sempre vissuto nel mito di Michelangelo, suo idolo e fonte di ispirazione, e all’ombra della religione. Per questo motivo sente che, per essere completo, anche lui deve avere la sua “Cappella Sistina” da affrescare. Osvaldo (da lui soprannominato Paolo Uccello) ha forse trovato una possibilità per far sì che questo sogno si realizzi in Puglia, ma la strada sarà difficile per i due. Per Andrea, raggiungere questa chiesetta in Puglia, dai cugini di Paolo Uccello, è il sogno di una vita e Osvaldo è disposto ad aiutarlo, ma è cosciente delle difficoltà organizzative e di come talvolta sia difficile far ragionare Andrea; Andrea che vuole realizzare solo il suo Giudizio universale come prima di lui ha fatto il suo idolo Michelangelo. Andrea

dovrà fare i conti con le proprie difficoltà relazionali, dovute sia al passato difficile, ma soprattutto al proprio modo di vedere il mondo, che sembra quasi magico e naif così come lo è la sua pittura; Osvaldo, per aiutarlo, dovrà invece provare a forzare Andrea ed entrare, per una volta, nel suo mondo, nel suo modo di vivere e vedere le cose e accettare di farne parte anche lui come sua creatura, come parte della sua arte. Andrea, come ogni vero artista, ha il suo modo di vedere il mondo. Il film, oltre che un affresco della vita di questa straordinaria persona, segnata dalle difficoltà, è soprattutto il tentativo di capire il significato della sua arte: capire cioè cosa significhi per lui dipingere e, soprattutto, capire perché chiami le sue opere “le sue creature”, frutto della sua mente. Formalmente, questa ricerca/ scelta è resa attraverso un livello metacinematografico, nel quale sogno e realtà

23

tmgennaio


trentinoincontri si confondono. Il livello formale dei sogni prova a dare forma alla mente di Andrea, sempre proiettata alla realizzazione del prossimo obiettivo impossibile. Ogni tanto i “disturbi” della vita di tutti i giorni lo risvegliano, ma poi passano e può riprendere a sognare le proprie gesta. Osvaldo incarna la parte ragionevole e coscienziosa dei due, mentre Andrea sembra vivere in un’altra dimensione esistenziale, fatta di entusiasmo, impeto, genuinità e senza limiti, che trova molta difficoltà a relazionarsi con il mondo pragmatico che tutti noi vediamo e conosciamo. Nonostante questo suo essere al limite, quasi al di fuori di tutto, gli abbia permesso di raggiungere e diventare chi è oggi, è al tempo stesso, anche ciò che gli impedisce di raggiungere la totale serenità e il suo posto nel mondo. Il rapporto fra lui e Osvaldo è quindi esso stesso una rappresentazione del rapporto tra follia e realtà: nonostante i tentativi di Osvaldo di aiutarlo, Andrea è comunque vittima di se stesso, re e prigioniero di quel mondo che lui stesso si è creato. Sotto questo punto di vista, mi rivedo molto in Andrea e questo è un altro dei motivi per cui ho scelto di focalizzarmi su di lui. Dato tutto quello che ho detto finora, il film è quasi autobiografico, se così possiamo dire, perché mi rivedo in molte cose e il mio percorso con lui, di vita e di film, è stato un anno di messa in discussione di me stesso durante il quale anche io ho cercato di capire qual è il mio posto nel mondo. Per quanto riguarda le location, vorrei lasciare alla visione del film, ma posso anticipare che si spazia da Rovereto a Limone sul Garda, da Trento alla Vallarsa e da Calliano a Gioia del Colle in Puglia. Chi sono gli attori? Qual è stato il loro coinvolgimento? Nel campo del documentario si parla di protagonisti e non di attori, in quanto l’essenza del documentario si basa sul filmare la vita delle persone, senza imporre loro ruoli da recitare. In questo senso, chiaramente, Osvaldo Maffei, essendo mio amico e tramite per la chiesetta in Puglia, ha avuto anche un ruolo organizzativo in alcune fasi e senza il suo supporto certamente il film non avrebbe avuto la forma che ha ora. Per quanto riguarda Andrea, ovviamente, ci siamo “impossessati” della sua vita e lui della nostra, condividendo quasi un anno insieme. Siamo così entrati in contatto con tutte le persone che fanno parte del suo universo e che sono diventate quindi 24

tmgennaio

personaggi del film in quanto personaggi della vita di Andrea in quel determinato periodo. Essendo tutte queste persone e non attori, alle quali abbiamo chiesto risorse, tempo ed energie, chiaramente è stato un po’ più difficoltoso, ma tutti ci hanno aperto le porte e ci hanno aiutato a realizzare questa grande epopea trentina. La bellezza del documentario è proprio quella di poter conoscere tante persone, che si aprono con le loro vite e tu, di conseguenza, sei portato a fare altrettanto, in un arricchimento reciproco. Questo ha sicuramente esaudito la mia curiosità e sete di storie e vite. Raccontaci le sorprese lungo il percorso e, se c’è, qualche aneddoto. Quando si condivide così tanto tempo con le persone - e non parlo solo dei protagonisti, ma anche e soprattutto delle persone con cui ho realizzato il film, ovvero Luca Zontini (cinematographer) e Giulia Micheli (editor) - si entra in contatto con tante situazioni e storie diverse, tutte sempre incredibilmente connesse: per esempio, abbiamo scoperto che la madre della montatrice, da giovane, era stata un’operatrice presso la Piccola Opera di Levico, istituto nel quale Andrea è cresciuto. Di aneddoti su Andrea ce ne sarebbero infiniti, essendo lui peculiare e ricco di sorprese. Vorrei cogliere invece questa occasione per raccontare alcuni “dietro le quinte” che mi hanno molto colpito e che mi sono rimasti impressi. Iniziando a passa-

re sempre più tempo con lui, ho imparato a conoscerlo e una delle trasformazioni più straordinarie che abbia mai visto è il cambiamento che avviene in lui quando inizia a dipingere. Se nelle riprese della sua routine o degli impegni quotidiani si dimostrava magari un po’ lento, ma comunque sempre accondiscendente e disponibile alle nostre esigenze filmiche, quando cominciava a lavorare il suo modo di porsi era totalmente differente. Quando entrava nel suo mondo, nella sua catarsi pittorica, quasi si trasfigurava, diventando molto serio e quasi intrattabile. Prendendo molto seriamente il proprio lavoro, esigeva che i suoi tempi e le sue necessità venissero rispettate tanto quanto lo pretendevamo noi in quello che stavamo facendo. Una sua regola, per esempio, è che si dipinge solo fino a quando c’è la luce naturale, poi si deve smettere. Questa dicotomia è esplosa in Puglia, dove è stata un’impresa convogliare i tempi del film con quelli dell’affresco. E il pubblico? Come ha risposto? Per ora, le uniche due occasioni in cui il pubblico ha potuto vedere il film è stato al ViaEmili@DocFest, festival di Modena, dove il film ha vinto proprio il premio del pubblico per la sezione “scuole” e a Bolzano allo ZeLIG Film Fest, durante il quale sono stati proiettati tutti i film di diploma e dove, altrettanto, ha trovato un pubblico molto attento, empatico e divertito. In quest’occasione posso dire che è stato molto apprezzato e sono arrivate altre proposte di proiezione di qui a breve. La cosa più importante per me è – oltre al fatto che il film venga apprezzato – quella di far conoscere, con ironia e profondità, la complessità di Andrea, il suo mondo e dare dignità al suo punto di vista. Ci tenevo che il mio messaggio arrivasse chiaro ed era questa la cosa che mi preoccupava di più, sapendo quanto la figura di Andrea potesse apparire per certi versi controversa. ■


trentinoincontri

di Nicola Tomasi

D

opo un best-seller come “Anna che sorride alla pioggia” (che ha concorso al Bancarella ed ha avuto una decina di ristampe con la Sperling & Kupfer) Guido Marangoni ha pubblicato il suo secondo libro “Come stelle portate dal vento – il mio viaggio tra orizzonti persi e ritrovati,” sempre per la Sperling & Kupfer. E anche in questo caso le pagine dell’ing. informatico, nato a Padova negli anni ‘70, stanno ottenendo una grande attenzione a dimostrazione della forza della sua scrittura che traspare anche nella rubrica che cura ogni settimana sul Corriere della Sera per l’ inserto “Buone notizie”. Quali sono le radici della sua voglia di raccontare? “Tutto nasce da un incontro, l’incontro con mia figlia Anna che, all’annuncio della sua sindrome di Down, avevo confuso con la sua disabilità. L’incontro occhi negli occhi ha cambiato tutto. Dietro all’invadente e brutta notizia della sindrome di Down si nascondeva una buona notizia e la buona notizia era ed è Anna. Questa dinamica, dove spesso la diversità che percepiamo oscura la persona che si nasconde dietro, mi ha cambiato per sempre il modo di guardare a tutte le persone. Ho raccontato tutto questo nel primo libro “Anna che sorride alla pioggia” e negli incontri, presentazioni e spettacoli che ho fatto in giro per tutta Italia, più di trecento”. Ed ora è arrivato il suo secondo libro. “Sì, ogni occasione racchiude decine di incontri. Ogni incontro è una scoperta. La scoperta che tutti, ma proprio tutti condividiamo fragilità e diversità. L’incontro cambia tutto, ma spesso ci

A TRENTO A TEATRO ANNA ED IO IL PRIMO LIBRO DI GUIDO MARANGONI È STATO UN CLAMOROSO BESTSELLER. MENTRE ESCE IL SUO SECONDO LAVORO, CI RACCONTA UN PO’ COME TUTTA QUESTA MAGNIFICA STORIA È COMINCIATA rinunciamo a prescindere. Ho scoperto che gli inciampi sono tantissimi e riguardano tutti, ma proprio tutti e ho scelto di raccontare questo intreccio di storie seguendo una personalissima rosa dei venti. Ogni incontro, ogni abbraccio, ogni sorriso è stato per la conferma che dietro a un brusco cambio di direzione, un porto mancato o dopo una violenta tempesta, si nasconde sempre un nuovo orizzonte da esplorare”. Cosa racchiudono allora queste pagine? “Per me sono come uno scrigno prezioso con alcune storie, alcune tessere che formano un mosaico molto più ampio. Dietro ad ogni storia, dietro ad ogni diversità, cambio di direzione ho incontrato sempre una persona e le rotte sbagliate e aggiustate, le rotte sognate e mai esplorate ci riguardano tutti. Sono pagine che donano grandi sorrisi, ma anche momenti profondi e zone a volte dolorose che spesso non frequentiamo per pigrizia, per inerzia, per imbarazzo. Abitare insieme queste zone ci fa sentire certamen-

te più fragili, ma proprio in questa fragilità scopriamo e proviamo sulla nostra pelle la potenza della condivisione e del sentirci umani”. Un viaggio il suo “fra orizzonti persi e ritrovati” verso quale meta? “Indicare una meta sarebbe molto presuntuoso da parte mia e non lo farò, ma quello che vorrei suggerire è lo scoprire, o meglio, l’intuire che la meta potrebbe essere il viaggio stesso. Questo nuovo punto di vista dona una sana vertigine, nuovi occhi per guardare a ogni singolo incontro che facciamo nella nostra vita e nuovi occhi per

guardare alla nostra diversità, alle nostre fragilità come la nostra più grande opportunità”. Quanto l’ha condizionata il successo ottenuto da “Anna che sorride alla pioggia”? “Non riesco a rispondere in maniera esaudiente a questa domanda perché trovo ancora molto strano, e a volte magico, scoprire che così tante persone si siano ritrovate e riconosciute nel mio racconto, anzi, nel nostro racconto. Non credo di essere stato molto condizionato, ma sicuramente sono sempre sorpreso, meravigliato quando dal mio semplice racconto che parte delle mie fragilità nascoste e viene amplificato dalla diversità esplicita di Anna, gli occhi delle persone si illuminano e in qualche modo si sintonizzano su ciò che in ognuno di noi è più potente. La sindrome di Down di Anna è semplicemente un pretesto per raccontare e condividere dinamiche di fragilità e diversità che riguardano tutti, ma proprio tutti... nessuno ■ escluso”.

25

tmgennaio


trentinoteatro

CHI È DI SCENA?

di Susanna Caldonazzi

LA BOTTEGA DELLE ARTI IN UN ANGOLO DEL CENTRO DI TRENTO TRA PIAZZA DELLA MOSTRA E VIA DEL SUFFRAGIO, LA BOTTEGA DELLE ARTI HA TROVATO UN’IDENTITÀ NUOVA E DEFINITA: UNO SPAZIO PER IL TEATRO ANIMATO DA EMIT FLESTI, COMPAGNIA CHE DAL 2016 HA INIZIATO UNA SECONDA VITA

S

e si cerca il termine “bottega” su un dizionario la definizione che se ne trova racconta di locali a pianterreno, sulla pubblica via, dove gli artigiani esercitano la loro attività. Si legge poi che fino al Rinascimento la “bottega” rappresenta anche uno studio dove gli artisti lavoravano con i loro discepoli e che, più tardi nel tempo, il termine diventa sinonimo di scuola artistica. Forse è proprio questo quel che intendono Annalisa Morsella e Alessio Dalla Costa, anime della compagnia Emit Flesti, quando raccontando la storia della Bottega delle Arti, affermando convintamente: «Il nome di questo spazio c’era già. Ma a noi piace, ci sentiamo proprio una “bottega”». La Bottega delle Arti è in un angolo della città tra Piazza della Mostra e Via del Suffragio ed è da qualche tempo uno 26

tmgennaio

5 - Emit Flesti


trentinoteatro Annalisa Morsella e Alessio Dalla Costa

spazio teatrale gestito dalla compagnia Emit Flesti: «Questo spazio, come il suo nome, sono incidentalmente arrivati a noi – racconta Alessio Dalla Costa –. Avevo un buon rapporto con il precedente gestore e con lui avevamo iniziato a condividere questo spazio. Poi la gestione del Café è cambiata e così ci siamo mossi per poterlo prendere autonomamente in affitto». «Era un peccato – prosegue Annalisa Morsella – che questo spazio aprisse e chiudesse con i cambi di gestione del Café. Siamo felici anche di garantire una presenza costante, un presidio. E questo è un bene anche per il quartiere, che ogni tanto finiva sulle cronache per il “degrado”. In questo modo c’è sempre gente, un via vai costante». «La cosa per noi importante – conclude Dalla Costa – è che abbiamo trasformato questo spazio e ora ha la sua forte identità di spazio teatrale. La collaborazione con il Café de la Paix continua ed è molto piacevole ma si tratta di due realtà separate». Le attività che la Bottega delle Arti sviluppa sono di formazione e di produzione della compagnia Emit Flesti, ma dal 2018 lo spazio è visitato anche dal pubblico, grazie ad una rassegna curata da Giulio Federico Janni della compagnia raumTraum, con il quale Emit Flesti collabora da tempo: «È nata ad un certo punto la proposta di una rassegna – racconta Morsella –: Janni ha visto la possibilità di fare una programmazione alternativa rispetto a quello che c’è già: programmiamo compagnie giovani ed emergenti del panorama nazionale, siamo complementari all’offerta già presente in città». Dodici spettacoli, con uno o due appuntamenti al mese

in cartellone dallo scorso settembre al prossimo maggio; a gennaio, il 10 e l’11, in programma lo spettacolo Mi abbatto e sono felice, un lavoro sulla decrescita felice di e con Daniele Ronco diretto da Marco Cavicchioli. Per l’edizione 2019/20 però un’attenzione particolare è stata riservata alle compagnie locali: «Lo scorso anno le compagnie venivano tutte da fuori regione, quest’anno invece abbiamo deciso di dare spazio anche alle realtà locali proprio in un’ottica collaborativa», continua Morsella. Prosegue Dalla Costa: «La rassegna sta creando un movimento di pubblico che viene ai nostri spettacoli, che riconosce lo spazio come un luogo di teatro. Uno dei nostri allievi ultimamente ha detto che siamo una specie di comunità. Questo ci piace molto: siamo contenti che chi viene qui si senta parte di qualcosa, ci piace avere un’identità chiara». Un’identità che Emit Flesti ribadisce attraverso il motto “meno quantità, più qualità”: «Quello che ci caratterizza – spiega Morsella – è la coerenza che mettiamo in tutto quel che facciamo: l’attenzione nei confronti dell’allievo, anche grazie alla teatroterapia come strumento e non come fine, è la stessa che mettiamo nella selezione dei titoli da mettere in rassegna. Cerchiamo di fare poche cose, ma di farle al meglio. Credo che chi arriva qui per vedere uno spettacolo non è indeciso se andare a teatro o al cinema, cerca “qualcosa di diverso”, sa cosa vuole. Funziona allo stesso modo per la formazione». La formazione è evidentemente il set-

tore che più impegna le energie di Emit Flesti e gli spazi della Bottega delle Arti: «La nostra non è una scuola – raccontano – non facciamo corsi di teatro base. Quello che richiediamo è il livello superiore, dedicato a persone che già abbiano fatto corsi di teatro e lettura interpretata e siano determinate nel voler continuare. Costruiamo i gruppi dopo aver fatto due lezioni di prova, durante le quali gli allievi capiscono se il lavoro che proponiamo è adatto a loro e verifichiamo noi stessi che le persone possano reggere il ritmo. Non ci importano i titoli o le referenze, la nostra è un’attenzione per capire come le cose possano funzionare al meglio. I laboratori che proponiamo sono i corsi di teatro, acting lab adulti e acting lab giovani, i corsi di lettura interpretata,

27

tmgennaio


trentinoteatro il reading lab e lo stage lab, un corso annuale interamente dedicato al Macbeth. L’impostazione è caratterizzata da obiettivi chiari, il lavoro è finalizzato alla messa in scena continua. Non c’è saggio di fine anno, il lavoro è impostato come quello dei professionisti e l’allenamento è quello di sentirsi parte di una compagnia. Spesso inoltre organizziamo workshop con docenti esterni, dove anche noi siamo allievi e impariamo tutti insieme». «Una cosa da dire per capire come lavoriamo – precisa Dalla Costa –: il nostro storico reading lab da quest’anno vola in autonomia. Ci vediamo e ci sentiamo ogni tanto ma molti di loro vengono spesso chiamati a fare letture interpretate e lavorano». Un altro concetto che emerge molto in questa chiacchierata è quello di “complementarietà”: «L’idea di complementarietà ci contraddistingue – spiega Morsella –. In un’ottica anche un po’ più metropolitana credo sia bello incontrarsi e scambiare: chi fa il teatro ragazzi, chi il musical, chi il teatro di ricerca e noi che facciamo quello che ti stiamo raccontando. Abbiamo sempre desiderato questo. Da romana, devo dire che in Trentino a volte si fa fatica. C’è spesso la preoccupazione di conservare il proprio prodotto dalla concorrenza, invece per me più c’è offerta sul territorio più cresciamo tutti. Le realtà teatrali qui sono tantissime rispetto alla popolazione: significa che c’è spazio per tutti». Alessio Dalla Costa e Annalisa Morsella si sono incontrati più volte prima di lavorare insieme in Emit Flesti: «Abbiamo

28

tmgennaio

iniziato a lavorare insieme proprio perché Annalisa mi ha placcato per molto tempo dicendo che avremmo dovuto fare qualcosa» - ride Alessio Dalla Costa. «Nel 2005 lo avevo visto in scena e ero convinta che avrei voluto lavorare con lui!» - aggiunge Morsella. Così nasce Emit Flesti. Anzi, riprende vita, perché il vero atto di nascita della compagnia e del 1999, come compagnia universitaria: «A un certo punto sono rimasto solo io – racconta Dalla Costa – e nel 2016 con Annalisa abbiamo deciso di dare a Emit Flesti una seconda vita: abbiamo sentito entrambi la necessità di stare bene in quello che facevamo, condividendo gli obiettivi al 100%». E il futuro? Dalla Costa: «Per il 2020 abbiamo due grandi attività artistiche. In ordine cronologico: gli “antipasti letterari”, per la stagione del Santa Chiara al Teatro Sociale, sette minuti di introduzione durante i quali parliamo dell’autore e dello spettacolo in scena poco, e Jaques e il suo padrone di Milan Kundera, il nostro nuovo lavoro che debutterà il prossimo 9 aprile all’Auditorium Melotti di Rovereto all’interno del ciclo Altre Tendenze del

Centro Santa Chiara. Milan Kundera ci ha autorizzati e questo ci rende molto orgogliosi perché solitamente non dà i diritti delle sue opere. Abbiamo avuto la mediazione del professor Rizzante, suo allievo, con il quale abbiamo collaborato e che ha reso possibile tutto questo. Certamente si tratta della produzione più impegnativa che realizziamo da quando Emit Flesti è nata e per questo l’obiettivo è che lo spettacolo possa girare in tutta Italia e per questo stiamo decidendo di avere una collaborazione fuori dai confini provinciali per la distribuzione». In relazione alla distribuzione, un’ultima battuta la si dedica proprio al territorio e alle caratteristiche del panorama teatrale: «Forse si tende a considerarsi in una posizione periferica rispetto al resto d’Italia – ipotizza Dalla Costa – o forse c’è un certo timore a misurarsi con il panorama nazionale e quindi i lavori trentini girano meno. Quello che penso però è che generalmente venga sottovalutata la figura dell’organizzatore e invece il territorio dovrebbe coltivare professionalità di questo tipo». Incalza Annalisa Morsella: «Aggiungerei che è anche il sistema ad essere un po’ “viziato”. Non credo che trasformare questo lavoro in un lavoro impiegatizio di compliazione di bandi per nuovi progetti senza investire su nessuno in particolare porti una crescita. I bandi servono a finanziare l’avvio della produzione e il denaro è importantissimo, non fraintendiamo. Però uno spettacolo cresce nel tempo e la fase faticosa è quella successiva: viaggiare con il solo cachet e i rimborsi. È meno remunerativo, ma è il momento più bello per chi decide di fare questo lavoro. Quello che vogliamo iniziare a fare è partire da altri presupposti. Per esempio dalle domande: che impatto può avere questo lavoro? Che interesse può destare? Così si verifica l’impatto che un lavoro può avere, e quindi anche quale vendibilità, ancora prima di immaginare lo spettacolo o cercare i fondi per realizzarlo». ■


A cura ufficio P.R. SETA S.p.a. - Concessionaria di pubblicitĂ

18010203

18010203

18010203 18010203

18010203 18010203 18010203

18010203


trentinofotografia di Fiorenzo Degasperi

RACCONTO D’AUTUNNO ALBERT CEOLAN, FOTOGRAFO, CAMMINATORE, SOGNATORE, RINCORRE LE METAMORFOSI DELLA NATURA E DELL’UOMO NEI LUOGHI PIÙ DISPARATI DEI PAESI CHE, A SETTENTRIONE COME A MERIDIONE, AD ORIENTE COME AD OCCIDENTE, CIRCONDANO LE ALPI

L’

autunno è la stagione dell’equilibrio, dove le forze della vita (primavera ed estate) incontrano le forze del sonno e della morte (inverno). In autunno gli spiriti della natura fanno ritorno alla Madre Terra, vengono riassorbiti dalle radici nel terreno: le foglie che ingialliscono, gli aghi dei larici diventati d’oro, le prime nevicate in montagna e la brina nel fondovalle sono i sintomi di questo cambiamento. La festa d’estate svanisce, ma nell’animo dell’uomo libero non vi è spazio per la malinconia.

30

tmgennaio tmottobre

Anche l’autunno è un tripudio di colori e l’equinozio è il giorno in cui lo sguardo si appaga delle nebbie, del sole che si allontana all’orizzonte, dei raggi che s’insinuano tra gli alberi spogli alla ricerca di personaggi diventati con il tempo fantasia e immaginazione. I mesi che declinano verso il buio del solstizio invernale sono

contraddistinti dalla variabilità della luce: le giornate si rabbuiano e si rinfrescano e lo Spirito dell’Autunno, tanto simile all’Arcangelo Solare venerato dagli antichi Persiani, impone le sue regole. Ci vogliono un occhio e una mente in sintonia con tutto questo per riuscire a racchiudere in uno scatto questi grandi


trentinofotografia

cambiamenti che si ripetono ciclicamente, anno dopo anno, ma che l’uomo inesorabilmente fa sempre più difficoltà a cogliere, a catturare, a trattenere dentro di sé penetrando il senso delle cose oltre il velo delle apparenze. Albert Ceolan, fotografo, camminatore, sognatore, rincorre le metamorfosi della natura e dell’uomo nei luoghi più disparati dei paesi che, a settentrione come a meridione, ad oriente come ad occidente, circondano le Alpi. Così nasce il quarto volume fotografico, Racconto d’autunno/Eine Herbst Erzählung, dedicato al ciclo stagionale dell’anno: 175 pagine, 171 fotografie. È il volume che racconta i riti del ritorno a valle degli animali, riti che preannunciano la discesa del sipario invernale e il ritiro degli uomini e degli animali nelle case e nelle stalle, il raduno degli uccelli prima del lungo viaggio nelle terre calde, i boschi di larice che si addobbano d’oro per onorare il matrimonio della principessa ladina Merisana. È il tempo in cui il drago serpeggia nelle nebbie, scaturisce dalle piovigginose valli alpine, si insinua nelle lande boscose, raccontando storie e leggende di tesori e miniere. È il tempo in cui l’uomo si prepara alle notti della tregenda invernale, quando gli spiriti dei morti ritornano, questuando, sulla terra, alla ricerca di un po’ di calore e di memoria. È il tempo in cui la natura si ribella all’ingordigia dell’uomo, sfiorando con le sue mani i

boschi, spazzando via tronchi secolari: l’occhio sapiente del fotografo ne coglie la tristezza, la melanconia, il senso di colpevolezza, il mea culpa dell’uomo per aver alterato ciò che non doveva essere alterato. Attraverso le fotografie, Albert Ceolan racconta la bellezza dell’universo, la natura trasformata in poesia, usi e costumi saldamente radicati in un passato che è diventato memoria e non vuol diventare soltanto “ricordo”. Un fotografo può decidere cosa mostrare e cosa evitare di far vedere. Io da sempre preferisco fotografare ciò che di bello il mondo ci mette a disposizione. Le sagge parole dell’autore si insinuano nelle nostre coscienze. Di brutture ne abbiamo anche troppe, dal linguaggio della politica al rovinoso paesaggio trasformato dall’ingordigia umana, dall’incuria di ciò che sta fuori di noi che va di pari passo con quella di ciò che sta dentro di noi. Ci vuole un cantore del bello, della bellezza umana e di quella naturale, per farci riflettere su come dovrebbe essere il mondo. Girovagando nei territori e nei

luoghi del fotografo l’Io egoistico e narcisistico, utilitaristico e fine a se stesso, abdica per lasciare il posto all’“Anima”, alla riscoperta dei nostri legami con il passato e con le radici del presente. Ed è proprio questa la grande lezione che traspare dalle fotografie di Albert Ceolan, fotografie che bastano a se stesse, pura bellezza, ma che nascondono dietro questo approccio al mondo il bisogno di riallacciarsi alle trame che segnano il mondo. Le trame formano l’Anima, dietro gli alberi, i prati, gli animali e gli uomini ci stanno Eros, il più bello fra gli immortali, Afrodite la splendida e il bel Desiderio che la segue da quando la dea è nata dalla spuma del mare. Le fotografie sono la materializzazione di una moltitudine di dèi diventati legno, foglia, acqua, ghiaccio, lucherino, salamandra, mucca, capra, cervo, uomo, donna, bambino, burattino, maschera, festa, gioia, vita. Perché … tutto quanto accadrà è degno di nota, verrà riportato. Non necessariamente mettendo in ordine le cose. Una libertà necessaria. ■

Il libro 31

tmgennaio


trentinostoria

C’ERA UNA VOLTA IN TRENTINO AAAAA

di Fabio Peterlongo Con la collaborazione del prof. Dino Pedrotti

OSPEDALINO “GRANDE” OSPEDALE

DALL’APERTURA AVVENUTA IL 7 DICEMBRE 1920 ALLA CHIUSURA DEL 15 GIUGNO 1991: SETTANT’ANNI DI “OSPEDALINO” RACCONTATI ATTRAVERSO UNA MOSTRA FOTOGRAFICA IN CORSO FINO AL 25 FEBBRAIO ALL’AUDITORIUM “SANTA CHIARA” DI TRENTO. LUOGO DEI RICORDI PER MOLTI TRENTINI, L’OSPEDALINO RAPPRESENTA UNA SANITÀ CHE OGGI SAREBBE “IMPOSSIBILE” E LA SUA VICENDA CONTINUA A POPOLARE I RICORDI DI TANTISSIMI TRENTINI 32

tmgennaio


trentinostoria

Il prof. Dino Pedrotti, ex primario dell’Ospedalino, tra i fondatori dell’Associazione Neonatologia Trentina

A

trent’anni dalla sua chiusura, l’Ospedalino di Trento resta un luogo della memoria per molti trentini. Ne viene celebrata la fondazione, avvenuta un secolo fa, attraverso una mostra fotografica organizzata dall’Associazione Amici della Neonatologia Trentina nello “Spazio mostre” dell’Auditorium Santa Chiara. All’inaugurazione della mostra avvenuta il 6 dicembre erano presenti duecento persone, interessate a ravvivare il ricordo dell’Ospedalino, luogo che ha segnato le storie di molti trentini nel secolo passato. Chiuso nel 1991, rappresentò una struttura ospedaliera a suo modo all’avanguardia, poiché raccoglieva gli esiti più fruttuosi non solo della scienza medica ma anche della nuova consapevolezza della “specialità” che caratterizza l’infanzia. Il Novecento fu infatti il secolo in cui si comprese finalmente che i bambini non sono “adulti in miniatura”, come per secoli si è ritenuto e come dimostrava la pratica diffusa del lavoro infantile, ma soggetti speciali in via di evoluzione, che richiedono un approccio più attento alle loro esigenze

di crescita, sia sotto il profilo sociale che sanitario. L’OSPEDALE “ANGELI CUSTODI” L’Ospedalino di Trento, nome confidenziale che abbreviava e addolciva il suo nome ufficiale di “Ospedale Infantile Regionale ‘Angeli Custodi’ di Trento”, era collocato in una struttura nei pressi di via Cervara, per la precisione in via della Collina, a poche decine di metri da piazza Venezia. Quando un bambino stava male, non si correva all’Ospedale Santa Chiara, all’epoca sprovvisto di un reparto organizzato di pediatria, ma all’Ospedalino. I numeri complessivi non sono definiti: si parla di centinaia di migliaia di bambini passati per l’Ospedalino, ma furono certamente diecimila i neonati ricoverati negli ultimi 25 anni di vita della clinica. Fu dunque per decenni il punto di riferimento cittadino, ma anche regionale, per la salute dei bambini. Questo, nonostante i rapporti non idilliaci con i colleghi del Santa Chiara; lo racconta il dottor Dino Pedrotti, neonatologo, ex primario dell’Ospedalino, tra i fondatori dell’Associazione

Neonatologia Trentina: «Avevamo pochissimi rapporti con il Santa Chiara, anche dopo la fusione del 1972. Ci consideravano i “parenti poveri”». UNA STRUTTURA MODERNA Dall’apertura avvenuta il 7 dicembre 1920 alla chiusura del 15 giugno 1991, l’Ospedalino accompagnò la trasformazione di Trento da realtà sostanzialmente rurale a città a vocazione europea. Lo mostrano alcuni dati, in particolare quelli riguardanti i neonati prematuri. Nel 1970, tra i neonati di peso inferiore a 1,5 chili, ne sopravviveva solo uno su 4. Già nel 1990 ne morivano il 5%. Tra i fattori che contribuirono in maniera cruciale a questo drastico calo vi fu proprio la possibilità di rivolgersi ad una struttura pediatrica realmente avanzata per l’epoca. Furono introdotti alcuni accorgimenti molto moderni che incontravano la sorpresa e persino la contra-

rietà dei genitori: ad esempio, un vetro teneva separati la sala in cui stavano i bimbi ricoverati dai genitori con il loro abbraccio caloroso e qualche volta invadente. Mamma e papà dovevano limitarsi a guardare il loro pargolo da

33

tmgennaio


trentinostoria

9 novembre 1924. I primi lettini nel giorno dell’inaugurazione dell’Ospedalino in via della Collina

una certa distanza, per ragioni igieniche, mentre l’infermiera li rassicurava attraverso la vetrata. PROBLEMI LOGISTICI Per Pedrotti il limite principale della struttura era la sua ubicazione: «Se negli anni Venti non c’erano certo problemi di traffico, le cose cambiarono con gli anni Sessanta e la diffusione popolare delle automobili. L’Ospedalino si trovava in cima ad una ripida ed angusta salita che diventava quasi impraticabile d’inverno, causando gravi problemi ai mezzi per le emergenze». L’ex primario ricorda come l’entrata per le ambulanze fosse “troppo bassa” e il paziente dovesse

essere trasportato “a mano” in barella o in incubatrice per diversi metri: «Si parlò persino di realizzare un ascensore o una funicolare nella cava di roccia sottostante, per creare un passaggio alternativo, ma non se ne fece nulla», scrive Pedrotti. Sempre tra i limiti dell’Ospedalino, Pedrotti individua un certo “classismo”, non insolito nelle cliniche dell’epoca: «Chi aveva possibilità economiche oppure chi aveva una mutua che lo consentiva, ricoverava il figlio in un reparto al terzo piano con prima e seconda classe». «TANTI INTERVENTI, FORSE TROPPI» Nel 1991, dopo settant’an-

ni, l’Ospedalino chiuse i battenti: era stato costituito il reparto di Pediatria del Santa Chiara e si era diffusa la presenza sul territorio dei pediatri di base, rendendo il controllo della salute del proprio bimbo sempre più elastico e personalizzato, rendendo obsoleta una clinica pediatrica “omnibus” come era l’Ospedalino, dedicata ad una vasta gamma di situazioni mediche. Scrive Pedrotti: «Si facevano tanti interventi, forse troppi. Negli anni Sessanta si toglievano le tonsille al 5 per cento dei bambini, si prescrivevano un gran numero di scarpe ortopediche e cicli di ginnastica posturale. Tutti i traumi cranici restavano ricoverati sette giorni,

fino a venti se era presente la minima frattura». Un’altra èra geologica insomma, in cui la sanità pubblica non doveva fare fronte ai tagli, alle razionalizzazioni, alle “spending review”. Insomma, l’Ospedalino non esiste più da quasi trent’anni, ma la sua vicenda continua a popolare i nostri ricordi. Ci parla di una Trento che non c’è più, con tantissimi bimbi nati e famiglie numerose, così come ci parla di una sanità molto diversa: forse meno “smart” di quanto sia oggigiorno, ma devota alla salute dei pazienti, anche al costo di spendere tanti soldi, soprattutto perché aveva la responsabilità estrema, quella di prendersi cura della salute dei bambini. ■

Da sx in alto, Lino Caliari, Pietro Nocolaj, Marcello Malossi, Aldo Salvadei, Leo Bertola, Giorgio Defant, Francesco Crosato, Silvio Belli, Gaetano Scilieri e Pietro Lauro 34

tmgennaio


trentinoincontri di Renzo Francescotti

60.000 RAGIONI PER AMARE I LIBRI FRANCA RIGOTTI, NASCE A VIGOLO VATTARO NEL 1960. FIN DA PICCOLA COLTIVA LA PASSIONE PER LA LETTURA DIVORANDO LIBRI DI OGNI GENERE; NON ANCORA VENTENNE DIVENTA LA PIÙ GIOVANE BIBLIOTECARIA DEL TRENTINO, COMINCIANDO A GESTIRE LA NEONATA BIBLIOTECA DEL PAESE: NEGLI ANNI ARRICCHISCE IL PATRIMONIO LIBRARIO, GESTISCE E PORTA AVANTI RICERCHE STORICHE DI NOTEVOLE INTERESSE, METTE IN PIEDI SEMPRE NUOVE INIZIATIVE CULTURALI ATTIRANDO L’INTERESSE DI MOLTISSIMI GIOVANI, OSPITA IL PREMIO DI POESIA “ALICANTE”... E MOLTO ALTRO ANCORA...

C

ol suo nome latino, (essendo attraversato dalla strada romana che congiungeva la Valsugana alla Val d’Adige passando per il piccolo altopiano della Vigolana), a 12 chilometri da Trento, Vigolo Vattaro è un paese di 1700 abitati a 720 metri di altitudine. Lì nel 1960 è nata Franca Rigotti. La piccola Franca era una mangiatrice di libri. Aveva letto tutti i classici per l’infanzia (Senza famiglia, Incompreso, Pel di carota, Il piccolo lord, I pattini d’argento, Piccole donne…). In quinta elementare aveva anche macinato I miserabili nell’edizione originale di centinaia di pagine. Ed era solo agli inizi della sua

lunga marcia attraverso la lettura. Nel 1974 aveva 14 anni e l’età di scegliere i suoi studi superiori. Scelse Ragioneria: “Dopo un paio d’anni di frequenza mi accorsi che era stato uno sbaglio: avrei dovuto scegliere il Liceo Classico o le Magistrali. Una volta diplomata mi sarebbe piaciuto iscrivermi a Lettere. Ma a Trento questa facoltà ancora non c’era e la mia era una famiglia economicamente modesta, che non si poteva permettere di mantenermi all’università fuori provincia. Venne il 1980 e il Comune decise di creare una biblioteca. In paese c’era solo la biblioteca parrocchiale, benemeri-

ta, ma che ormai non bastava più. Fecero il bando per un posto di bibliotecario e lo vinsi. Cominciai a lavorare in Biblioteca il 13 aprile: non avevo ancora vent’anni, li avrei compiuti in ottobre…” Franca Rigotti risultava essere la più giovane bibliotecaria (e bibliotecrio) del Trentino. Era una ragazza di non molte parole, tranquilla, organizzata, infaticabile (mi è sempre sembrata la donna trentina ideale…). Guarda caso tre anni dopo era già sposata, diventando mamma di Chiara, poi cresciuta e laureata in mediazioni linguistiche. Per la Biblioteca c’era da organizzare tutto. Partì dal giro di lettori della biblioteca parrocchiale, già 35

tmgennaio


trentinoincontri affezionati (fidelizzati, si ama dire adesso) alla lettura, potendo contare su un fondo di duemila libri. Cominciò col collaborare con le scuole Elementari e Medie. Invitava in biblioteca le classi leggendo brani dei nuovi scrittori per la gioventù. Intanto aumentava ogni anno il patrimonio librario, con le acquisizioni delle pubblicazioni più moderne, più attuali, andando incontro alle richieste fatte anche dai ragazzi. Crescono i lettori e la Biblioteca si decentra aprendo due punti di lettura, dotati anche di libri propri, uno a Bosentino e l’altro a Vattaro, con otto ore di apertura alla settimana. Cresce la frequenza dei ragazzi, che chiedono indicazioni e consigli; e si mostrano preoccupati quando l’insegnante gli ha assegnato la lettura e il commento d’un libro e di tempo ne è rimasto e poco: ”Facevo loro conoscere due collane: I Corti (edizioni EL) e gli Horts (Edizioni Mondadori). Sono libri di 50, 70 pagine, che affrontano anche tematiche impegnative, ideali per le ricerche: così in breve tempo potevano leggerli e facevano bella figura” mi dice Franca. Era una donna instancabile nell’immaginare e mettere in piedi sempre nuove iniziative culturali: “Io ho la passione per la ricerca storica: una volta all’anno uscivamo con una piccola strenna, autoprodotta, per conto del Circolo Anziani. Ecco qui il numero 1: si parla dell’arte scomparsa del carraio, della nascita della Cassa Rurale in paese, di chi ha lavorato in miniera. E viene fuori la storia dei minatori, Valentino Bailoni e Giovan Battista Fontana, recuperata in un diario del 1894-95, custodito dalla famiglia Fontana…“. Franca mi mostra la trascrizione del diario: una ventina di pagine che rievocano una vicenda di grande interesse, di due giovani del paese che sono riusciti a emigrare a Buenos Aires, ma non ci stanno bene. Hanno notizia che negli USA, nella regione di New York cercano minatori in una miniera di carbone. Ma come arrivarci? Decidono di arrivarci per mare. Riescono a imbarcarsi

36

tmgennaio

Archivio storico: una delle acquisizioni della Biblioteca. Nella foto, piazza del Popolo, Vigolo Vattaro, 1918

su un mercantile. La vita sulla nave è bestiale: attraversano l’Atlantico rotta Est, arrivano a Capo Verde. Qui rimangono stupefatti vedendo per la prima volta dei neri. Sono uomini affamati che chiedono l’elemosina. E i due trentini, pure loro affamati, gli danno almeno le loro patate. Proseguono per le Canarie, arrivano a Lisbona, attraversano una seconda volta l’Atlantico verso Ovest e finalmente sbarcano a New York per finire in una miniera di Mont Carmel... Questo eccezionale documento è recuperato da Franca assieme a molti altri che sono custoditi nella Biblioteca di Vigolo Vattaro. E proseguono le iniziative grazie all’at-

tivismo della direttrice di Biblioteca. Nel 2002 per conto della Provincia (Servizio Beni Librari e Archivistici) fece una ricerca che portò alla pubblicazione dei nomi locali di Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro, Vigolo Vattaro. Franca curò la ricerca tra gli anziani di Vigolo: furono raccolti e spiegati, con la loro storia, 423 toponimi. Dopo i documenti, i diari, i toponimi procede l’esplorazione del territorio con le foto d’epoca: assieme ai ragazzi della Scuola Media la Biblioteca ricostruisce la storia della comunità di Vigolo con una pubblicazione del 2005 che riproduce e contestualizza le vecchie foto riscoperte negli album di famiglia. Del 2007 è un originale, gran bel libro


trentinoincontri

Una delle tante premiazioni del Concorso di Poesia “Alicante” 2006. “Il trasloco dei libri di Geronimo Stilton” con la catena umana composta da tutti i ragazzini delle elementari dalla vecchia sede alla nuova

pubblicato dalla Biblioteca: I legni di Vigolo Vattaro, in collaborazione con il Circolo Arci del paese presieduto da Italo Tamanini, docente universitario, con le foto di Giovanni Bianchini e i testi dell’architetto Gian Maria Tabarelli, proprietario di quel piccolo gioiello che è il Castello di Vigolo Vattaro, dal lui restaurato con amore e bravura professionale. Foto di ballatoi, scale di legno, chiavi di legno per inchiavardare i muri, elementi di costruzioni, ruote da mulino e così via figurano in questa pubblicazione. Purtroppo la maggior parte di questi materiali, compreso il mulino Bailoni con tutta la sua attrezzatura, nell’arco di pochissimi anni, sono scomparsi. Ma almeno, tempestivamente, ne è stata salvata la loro documentazione fotografica e documentata la loro funzione per le future generazioni. La biblioteca ha ospitato molti stages di studenti universitari: tra gli altri – nel

2007-2008 – ha supportato la tirocinante Sara Giacomelli che ha portato a termine uno studio sulle opere artistiche e architettoniche del paese, pubblicato in seguito dal Comune. L’ultimo lavoro (per ora), pubblicato dal Comune nel centenario della Prima Guerra, è Bisòn scampar - Memorie vigolane della Grande Guerra, a cura della Biblioteca Comunale. Infine, citiamo tre documentari realizzati in collaborazione con la Scuola Media e il Museo Storico di Trento, sulla Prima e Seconda Guerra Mondiale e sul Ventennio fascista. Sorprendente il patrimonio di immagini che i ragazzi hanno saputo scovare, imparando anche dai tecnici i segreti del mestiere dell’uso delle immagini. Tutto questo è ovviamente il risultato di un lavoro collettivo che ha coinvolto i ragazzi, gli adulti e gli anziani, oltre le istituzioni del paese e quelle provinciali. Ma che non si sarebbe mai potuto concretizzare senza la regia, l’immaginazione, l’intelligenza, le energie messe in campo da Franca Rigotti. Molto importante, addirittura di portata nazionale, è stata l’avventura del premio di poesia ”Alicante”, che io stesso posso testimoniare in prima persona. Si erano svolte due edizioni di un premio di poesia a livello di paese o poco più quando, nel 1984, mi venne a trovare il professor Italo Tamanini, mio ex alunno, chiedendomi di dargli una mano per lanciare il concorso. Mi spiegò che non aveva un nome e voleva chiamarlo “Alicante” perché il gli suonava bene. Aggiunse che non c’erano soldi, non c’erano strutture, non c’era una Giuria. “Bene – gli riposi – partiamo! Lo allargammo subito a livello provinciale; i premi per i primi tre classificati li procurai io con quadri donati da alcuni dei maggiori

pittori trentini, amici miei. Misi assieme una Giuria prestigiosa multiprovinciale. Le premiazioni le facevamo all’aperto scommettendo sul tempo. L’organizzazione fu del Circolo Arci in collaborazione con la Biblioteca e il Comune. Il quale costruì il sospirato l’Auditorium e subentrò, assieme alla Biblioteca, all’Arci quando questa, dopo venti anni si fece da parte. Fondamentale è stato in tutti questi anni il lavoro organizzativo della Biblioteca per il Premio ”Alicante” che divenne, alternativamente, triveneto per il dialetto e nazionale per l’italiano. È il concorso di poesia più longevo della regione (si è svolta lo scorso anno la 36a edizione), il più prestigioso e dotato di premi, uno dei maggiori del Triveneto e conosciuto anche in campo nazionale. Nel 2016 la biblioteca si ampliò, trasferendosi nei due piani della vecchia sede ristrutturata della Famiglia Cooperativa. E la nostra direttrice di biblioteca si superò organizzando una catena umana dei ragazzi delle Elementari che – attraverso i circa trecento metri di distanza tra la vecchia e la nuova sede – si passavano dei libri. “Vogliamo dare qualche dato in conclusione?” chiedo a Franca. “Certo: nel 2018 i prestiti sono stati 28.883 e sono in continua crescita. I libri in dotazione son arrivati a sessantamila…”. Avete letto bene: sessantamila! Subito dopo i grandi centri del Trentino nella lettura viene un villaggio: Vigolo Vattaro. E questo quando nel nostro Paese più della metà degli italiani non legge neanche un libro all’anno! Una bella soddisfazione per la giovane bibliotecaria non ancora ventenne che, fin da bambina, mangiava a polenta e libri. ■

1981: gli inizi 37

tmgennaio


trentinoitinerari

A PIEDI NELLA NEVE CAMMINARE CON LE CIASPOLE RAPPRESENTA LA PROSECUZIONE DELL’ESCURSIONISMO ESTIVO. SU PERCORSI FACILI È UN’ATTIVITÀ ALLA PORTATA DI TUTTI, ANCHE DEI BAMBINI. ECCO ALCUNE IDEE DI PERCORSI NEL CUORE DEL CATINACCIO-ROSENGARTEN

L’

altopiano del Ciampedie è facilmente raggiungibile anche per i non-sciatori. Due le possibilità: da Vigo di Fassa, con la funivia oppure da Pera di Fassa con 3 comode e veloci seggiovie quadriposto ad ammorsamento automatico. Al Ciampedie, al centro della conca del Catinaccio Rosengarten, patrimonio naturale dell’UNESCO, ci sono 6 rifugi, di cui 5 raggiungibili a piedi a pochi metri dall’arrivo degli impianti, con un’ottima gastronomia e terrazze dai panorami indimenticabili. Qui è possibile vivere la montagna invernale anche senza sci, recuperando un attrezzo dalle origini antiche e camminare sulla neve come i veri pionieri: parliamo delle racchette da neve o “ciaspole”. Questi attrezzi, strumenti indispensabili per muoversi sulla neve già in tempi remoti e utilizzate soprattutto dalle popolazioni nelle zone artiche, hanno una lunga tradizione anche in Trentino. In passato erano indossati da cacciatori, contadini e militari. Alla fine dell’800 i nuovi mezzi di mobilità le fecero scomparire finché, negli ultimi anni, sono state riscoperte a scopo escursionistico. Nel tempo design e materiali sono cambiati, passando da legno e cuoio a metalli e plastiche più leggeri e performanti. Lo scopo però è immutato: spostarsi agevolmente a piedi sulla neve senza sprofondare. 38

tmgennaio

Camminare con le ciaspole rappresenta la prosecuzione dell’escursionismo estivo. Su percorsi facili è un’attività alla portata di tutti, anche dei bambini. È molto simile al passeggiare in montagna; bastano scarponcini impermeabili, bastoncini e le ciaspole ovviamente. Un primo percorso è circolare, attorno all’altopiano del Ciampedie, attraverso il bosco, con scorci panoramici unici sulla Val di Fassa e sui massicci Dolomitici. Il tempo di percorrenza è di circa 1h30’. Uscite con accompagnatore sono organizzate dalla Scuola di Sci di Vigo di Fassa (www.scuolascivigo.com). Un altro percorso facile conduce alla conca di Gardeccia. Questo percorso ha due

punti di accesso. Il primo prevede la salita con la funivia Vigo-Ciampedie. Dall’arrivo si scende fino alla loc. Pian Pecei con la seggiovia. Nel pianoro di Pian Pecei, si attraversa il nuovo tunnel sotto la stazione della seggiovia Vajolet 2, si aggira la stazione della seggiovia Pra Martin, si sale all’esterno del percorso della pista Cigolade e poco dopo si imbocca sulla destra il “Sentiero delle leggende” lungo una strada forestale. Il sentiero conduce in loc. Gardeccia dove si trovano dei punti di ristoro aperti: Baita Enrosadira, Rifugio Gardeccia e Rifugio Stella Alpina Spiz Piaz. Al Rifugio Stella Alpina è anche possibile pernottare. Da qui, ma il percorso si fa più impegnativo, si può proseguire seguendo indicativamente il percorso del sentiero estivo nr. 546 che conduce ai Rifugi Vajolet e Preuss (chiusi in inverno) e da qui è possibile salire fino al Rifugio Passo Principe (aperto nei fine settimana da febbraio a Pasqua se le condizioni nivo/meteo lo consentono), seguendo il fondovalle. Queste due ultime varianti sono però più impegnative ed è bene affidarsi ad una guida. La seconda possibilità è quella di salire con le seggiovie Vajolet 1 e Vajolet 2 da Pera di Fassa. Le seggiovie conducono alla loc. Pian Pecei. Da qui, si aggira la stazione della seggiovia Pra Martin e si imbocca il percorso descritto sopra. ■


Il fiocco blu del rinnovamento Un intervento che completa un ciclo di trasformazione della skiarea. In 2 anni rinnovati 3 impianti su 6 e oggi la skiarea si presenta con due comodi accessi: • da Vigo di Fassa con le scale mobili e la funivia • da Pera di Fassa, lungo la SS48, con le nuove seggiovie Vajolet, utilizzabili anche senza sci, per escursioni a piedi o con le ciaspole. Collegamento con Skitour Panorama Link to the Panorama Ski Tour Rifugi in quota raggiungibili anche a piedi Refuges at altitude reachable on foot Percorsi con ciaspole Snowshoeing routes Baby park con servizio custodia e animazione Playground area and nursery for children Scuola sci direttamente sulle piste Ski school directly on the slopes Noleggio, deposito sci e ski service alla partenza degli impianti Ski hire, storage and ski service at the start of the lifts

area grafica.19 - Foto archivio APT Fassa - Federico Modica, Nicolò Miana, Patricia Ramirez • Archivio Catinaccio Spa - Imago Garage

2019/20 Nuova pista Vajolet 2 Cigolade + Vajolet 2 = 4 km di pista Blu


trentinoincontri di Marina Eccher

CON LE ALI SOPRA IL MONDO QUATTRO CHIACCHIERE CON IL TRENTINO GIORGIO GALETTO, CAMPIONE DEL MONDO DI VOLO A VELA, A PROPOSITO DELLA SUA GRANDE PASSIONE. “NEGLI ANNI, – CI HA CONFESSATO – APPREZZO SEMPRE DI PIÙ L’IMMERSIONE TOTALE NELLA NATURA, CON LA QUALE INTERAGISCI CON ARMONIA E RISPETTO ANCHE PER LA FAUNA”

L’

impegno, il valore, la tenacia, la passione, il talento possono concorrere a fare dei campioni. Alle volte dei capioni del mondo. Un titolo molto importante che sicuramente viene conferito a persone che non conosceremo mai. Ma non sempre è così. Infatti in Valsugana, a Caldonazzo, vive Giorgio Galetto, il campione del mondo di Volo a Vela. Ci conosciamo fin da bambini ed è stato per me un vero piacere e un onore realizzare questa breve intervista, a parziale compensazione di come una così importante carriera, come spesso accade, non sia stata conosciuta e riconosciuta in “patria”. Giorgio Galetto, ma perché ha scelto proprio il volo? Avvicinarmi al volo è stata per me una cosa naturale, in quanto sin da piccolo ho 40

tmgennaio

frequentato gli aeroporti con mio padre e penso di aver fatto il mio primo volo a 5 anni, se non ricordo male. Per diversi anni ho spinto gli alianti fuori e dentro gli hangar, prima di poterci finalmente salire e iniziare il mio percorso formativo. Ho conseguito la licenza di volo prima della patente di guida! Ricordo che mio padre è venuto a prendermi

a scuola, avevo 17 anni e frequentavo le superiori, per andare in aeroporto a fare gli esami. La licenza di volo è solo un attestato formale, ma non ti qualifica come volovelista, serve una grande disciplina per ottenere i primi risultati. Il primo volo da solo, lontano dall’occhio vigile del tuo istruttore, è il momento che nessun pilota potrà mai dimenticare.


trentinoincontri

Tutto contribuisce a costruire il bagaglio di esperienze, dai primi chilometri attorno all’aeroporto fino alle performance più significative. Bisogna sedimentare ogni esperienza perché ogni volo è diverso dall’altro, per le condizioni meteo o per come lo affronti tu in quel giorno particolare. Ci vuole tanta passione per non scoraggiarsi di fronte agli inevitabili errori, perché è uno sport totalizzante, che chiede un percorso lungo che non finisce mai, ma regala dei momenti di pura beatitudine. In un mondo di gratificazioni immediate, io trovo che il volo sia una delle poche cose genuine, vere dove non puoi affidarti a sotterfugi o scorciatoie. Negli anni, apprezzo sempre di più l’immersione totale nella natura, con la quale interagisci con armonia e rispetto anche per la fauna. Mi è capitato più volte di volare assieme alle aquile dalle quali c’è tanto da imparare per sfruttare al meglio le correnti ascensionali, anche se spesso mi è capitato di dover scappare da qualche mamma aquila un po’ nervosa per la mia vicinanza. In questo risiede la magia del volo, che non è mai uguale, ma ti sorprende sempre anche dopo tanti anni. Qual è stato il momento più bello della sua carriera?

Sicuramente la mia prima medaglia d’oro ad un campionato del mondo. Salire sul gradino più alto del podio, sentire l’inno della tua nazione con il tricolore che sventola regala un’emozione indescrivibile. E la seconda volta è ancora più bello!! È una cosa alla quale credo non ci si abitui mai. Però ogni volo regala “il momento più bello” e comunque il più bello in assoluto è il prossimo volo, per l’aspettativa che racchiude. E invece, il momento più brutto? Il volo può essere molto severo con chi lo pratica e, sebbene negli ultimi anni la federazione internazionale si sia impegnata moltissimo per salvaguardare l’incolumità dei piloti e ha creato un pannello di esperti che ha il compito di fornire ai costruttori le specifiche affinché i mezzi rispettino i più alti standard di sicurezza, il pilota è comunque ospite in una dimensione che non gli è congeniale e la catena degli errori che porta all’incidente è sempre in agguato. Perdere un amico in un incidente di volo è straziante e purtroppo capita. E ora? Che programmi ha? Dopo aver vinto il primo campionato del mondo, è esattamente la domanda che mi sono posto. La risposta l’ho trovata pochi mesi dopo durante un “voletto” locale, in autunno, fatto solo per il piacere di stare in volo, guardare le mie splendide montagne e godere dell’unicità del panorama. Quindi si può anche vincere tanto, ma la gioia e la passione del volo non vengono mai meno. ■

IL PALMARES

D

i Giorgio Galetto abbiamo scoperto tantissimi titoli, onoreficenze, traguardi raggiunti, leggendo il suo ricco curriculum. Ecco i suoi risultati sportivi: ha iniziato l’attività agonistica nel 1979. Nazionale Juniores nel 1982-83. Nazionale titolare dal 1984 ad oggi. Ho partecipato ad oltre 100 fra Gare e Trofei. Ha migliorato diversi recor italiani sia di Distanza che Velocità - tuttora imbattuti - Sedici volte campione italiano di Velocità . Tredici volte campione italiano di Distanza. Volo più lungo 1300 km. Ha volato per gare in Europa, Sud America, Autralia, Nuova Zelanda. Due volte Campione del Mondo 1999 e 2011. Istruttore di Volo a Vela a 24 anni come istruttore di primo periodo (la scuola guida del Volo) per arrivare ad essere il coach dei coach in Australia Grazie ai risultati sportivi è stato insignito delle seguenti medaglie ed onorificenze: Medaglia Lilienthal 2012, Cavaliere della Repubblica Italiana, Diploma d’onore della FAI, Medaglia d’oro al valore Atletico, Medaglia d’argento al Valore Atletico, 26 Medaglie di bronzo al Valore Atletico, Distintivo d’oro della Provincia di Bolzano, Nominato “Pioniere del progresso aeronautico nel 2012.

41

tmgennaio


trentinostoria

Il Santuario della Madonna di Senale

Ritratto dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo, Albrecht Dürer

di Andrea Vitali

MASSIMILIANO RE “TIROLESE” 500 ANNI FA MORIVA IL SOVRANO REGNANTE A CAVALLO TRA IL MEDIOEVO E L’EPOCA RINASCIMENTALE, FAUTORE DELLA POLITICA MATRIMONIALE ASBURGICA ED INSIEME IRRIDUCIBILE GUERRIERO, AMANTE DELLE ARMI E DELLA CACCIA

42

tmgennaio


O

trentinostoria

Particolare di uno degli affreschi “massimilianei” che decorano la facciata di Palazzo Geremia a Trento

S

i sono da poco concluse le celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della morte dell’Ultimo Cavaliere, Massimiliano I Imperatore (Wiener Neustadt, 22 marzo 1459 – Wels, 12 gennaio 1519), sovrano illustre regnante a cavallo tra il Medioevo e l’epoca rinascimentale, fautore della politica matrimoniale asburgica (ben due unioni coniugali con il trono di Borgogna e con la signoria milanese, più il matrimonio dei due figli Filippo e Margherita con gli Infanti di Spagna) ed insieme irriducibile guerriero, amante delle armi e della caccia (con un nutrito curriculum di almeno 25 guerre, tra cui quella lunga e sfibrante contro i Veneziani). Soprattutto nel Tirolo del Nord il 2019 è stato costellato da manifestazioni “massimilianee” di ogni sorta (Max 500-2019), con Innsbruck capofila quale regia “Residenzstadt”; anche il Sudtirolo ha voluto celebrare il “grande Asburgo” (che non di rado si tratteneva in battute di caccia tra Bolzano e Caldaro) con mostre storiche (come quella di castel Tirolo) e rievocazioni, mentre in Trentino l’evento è forse trascorso in tono minore, cadenzato soprattutto da conferenze ed incontri culturali a carattere locale. Eppure, come a tutti è noto, il figlio dell’imperatore Federico III d’Asburgo, Massimiliano Re germanico dei Romani dal 1486, si fece incoronare Imperator romanus electus proprio nel duomo di Trento il 4 febbraio dell’anno 1508 dal suo cancelliere, il principe-vescovo di Gurk Matthäus Lang von Wellenburg, dopo aver rinunciato alla discesa a Roma e, forse, ad un progetto di crociata contro gli Osmani che, nel 1469, presso Lubiana erano giunti a minacciare persino i territori degli Asburgo.

Nella città vescovile sull’Adige il re era giunto il 3 febbraio, diretto a Roma per essere incoronato dal pontefice Giulio II (il quale, pur non avendo di lui un alto parere, definendolo addirittura “uno stupido babbeo”, il 12 febbraio ne confermò l’elezione), poi costretto a mutare i suoi piani a causa del blocco viario opposto dalla Repubblica di Venezia al passaggio del suo esercito. Il re dei Romani, nei suoi spostamenti, si tratteneva spesso a Trento. Sulla facciata di Palazzo Geremia, in via Belenzani, il ricco mercante Giovanni Antonio Pona fece affrescare, come si presume, momenti di uno dei soggiorni trentini più significativi del futuro Imperatore, quello dell’ottobre 1501. Uno dei capitoli della lunga inimicizia tra la Francia e l’Austria aveva visto, infatti, il neoduca di Milano, Ludovico il Moro, vassallo di Massimiliano, cadere prigioniero del re francese Luigi XII, il quale nutriva non nascoste mire sul ducato lombardo. Massimiliano, la cui seconda moglie era una Sforza, Bianca Maria, tutore altresì dei due figli di Ludovico, Massimiliano e Francesco Sforza, tentò con il sovrano francese la mossa della proposta di nozze: la figlia di questi, Claudia, sarebbe andata in isposa all’arciduca Carlo, figlio di Filippo il Bello d’Asburgo e nipote dello stesso Massimiliano, ricevendo così in dote il Ducato milanese. Il 12 agosto 1501 il trattato di nozze venne stipulato a Lione e, di conseguenza, il potente primo ministro di Luigi XII, il cardinale Georges d’Amboise si mise in viaggio alla volta della corte asburgica. Fu per accogliere degnamente l’illustre ospite francese che Massimiliano d’Asburgo decise di spostarsi dall’allora modesta residenza della Hofburg di Innsbruck al più digni-

Il “Wappenturm” fatto erigere da Massimiliano I presso la Hofburg (anonimo, 1768): la decorazione araldica (consistente in 54 stemmi), opera del pittore di corte Jörg Kölderer, rappresentava il programma genealogico degli Asburgo agli inizi del 1500 (fonte: habsburger.net)

toso castello vescovile del Buonconsiglio. Lasciata la città dell’Inn agli inizi del mese di ottobre, il 7 Massimiliano era a Bolzano; successivamente proseguì per Trento dove fece solenne ingresso il 12, scortato da un corteo di 300 cavalieri. Poco prima, proveniente da Milano, era giunto a Trento anche il vescovo di Rouen, il cardinal d’Amboise e, il 13 del mese, al Buonconsiglio fu ratificato il contratto di matrimonio tra Claudia e l’arciduca Carlo d’Asburgo con la cessione di Milano alla Francia. Il 17 ottobre il primo ministro francese lasciò la città vescovile, seguito due giorni dopo dallo stesso Massimiliano, il quale nei giorni seguenti – attestano le fonti – si dedicò alla caccia all’orso nella zona di Caldaro, soggiornando tra l’altro anche a Castel Roncolo/Runkelstein. L’8 novembre il re riprese la via del nord, diretto a Lienz. 43

tmgennaio


trentinostoria che, di lì a un anno, il 16 marzo 1494, ad Innsbruck avrebbe unito il re romano a Bianca Maria Sforza, le finanze del ricco Ducato lombardo alle esangui casse erariali dello Stato asburgico, svuotate dalle interminabili guerre in Italia.

L’arciduca Sigmund der Münzreiche con le sue due mogli, Eleonora di Scozia (al centro) e Caterina di Sassonia (albero genealogico di Massimiliano nello Habsburger Saal di Castel Tratzberg

Il rapporto di Massimiliano con le terre tirolesi della corona asburgica si era andato intensificando a partire dal 1490, quando il suo attempato cugino, il duca Sigismondo d’Asburgo, detto il Danaroso (1427-1496), dovette cedergli la reggenza del Tirolo, costretto dai nobili locali e dalla Dieta ad abdicare a causa degli ingenti danni finanziari procurati all’erario statale dalla sua allegra gestione delle risorse e da una distruttiva politica della tensione con Venezia e con i Wittelsbach bavaresi. Quindi re del Tirolo e, dal 1493, alla morte dell’illustre padre Federico III, anche reggente degli “Habsburger Erbländer”, dei territori ereditari degli Asburgo, il giovane sovrano assommava sotto la sua signoria “territori ed interessi che andavano dalla Svizzera sino ai Balcani, dai Paesi Bassi all’Italia, la cui politica di alleanze e matrimoni comprendeva inoltre la Spagna e l’Inghilterra, addirittura la Svezia e la Russia” (Michael Forcher). In questo scacchiere di potere di dimensioni continentali, il modesto Tirolo veniva a costituire, in certo qual modo, il cuore strategico dei domini di Massimiliano. Ed il re, le cui affinità elettive con la gente tirolese una certa letteratura patriottarda ha voluto romanticamente esaltare, non esitò a spegnere, sin dagli esordi del suo governo, le ambizioni di quelle consorterie corporativistiche locali che pur lo avevano portato al potere, dando vita ad un apparato amministrativo di concezione moderna – sulla scorta di quanto appreso in Borgogna negli anni 44

tmgennaio

precedenti. Pur circondandosi di un ristretto consiglio di collaboratori, per lo più provenienti proprio dal Tirolo, Massimiliano pose mano a riforme importanti per la regione, introducendo a vantaggio del ceto contadino la “Erbleihe”, ossia la possibilità di acquistarsi il diritto di cessione ereditaria di poderi e masi siti su terreni principeschi (ben presto imitato in questo da altri grandi proprietari terrieri). Pur essendo Innsbruck la sede “naturale” del suo governo, Massimiliano – quando si trovava in Tirolo – trascorreva poco tempo in città, preferendo piuttosto recarsi altrove per le battute di caccia. La capitale tirolese era soprattutto una stabile base strategica per le casate nobiliari cortigiane e mostrava nelle nuove architetture (il “Wappenturm” o Torre degli stemmi, il Tettuccio d’oro, la rinnovata Hofburg) i segni della volontà di rappresentanza del potere principesco. Le città tirolesi con cui il principe Massimiliano ebbe maggiormente a che fare furono senz’altro le due importanti sedi principe-vescovili di Bressanone e Trento. Bressanone fu nella sfera dei suoi interessi soprattutto durante i venti anni di regno del vescovo sassone, poi cardinale (1503), Melchior von Meckau (14891509) cui egli, nel 1490, affidò temporaneamente la reggenza del governo tirolese. Nel novembre 1493 fu proprio il von Meckau a guidare la delegazione reale a Milano per trattare il matrimonio

Tuttavia, la città vescovile più illustre e maggiormente interessante per la politica massimilianea era fuor di dubbio Trento, posta nel mezzo della Valle dell’Adige, allo snodo delle vie che conducevano verso est attraverso la Valsugana e verso ovest, in direzione del lago di Garda. Culturalmente e politicamente Trento rappresentava la porta meridionale dell’Impero per l’Italia, agli inizi del Cinquecento un importante fulcro di propagazione delle idee umanistiche e rinascimentali italiane verso il Centro Europa. Massimiliano era ben consapevole dei continui tentativi del Papato romano di sciogliere il Principato vescovile tridentino dall’area d’influenza imperiale, mettendo in discussione il secolare diritto del re tedesco di confermare le regalie principesche dei vescovi eletti dal capitolo del duomo. Per questo motivo egli sorvegliava con particolare attenzione le scelte dei canonici capitolari tridentini, al punto che, in occasione dell’elezione episcopale del 1505, impose loro il suo candidato Georg von Neideck, ausiliario del precedente vescovo, Ulrich von Liechtenstein. L’esito della votazione fu favorevole al preferito del re, il quale ottenne senza alcun problema anche il benestare da Roma. Il Neideck era già stato al servizio di Massimiliano prima come segretario ed assessore del tribunale camerale imperiale, poi dal 1501 addirittura in qualità di cancelliere austriaco. Avere Georg von Neideck come principe-vescovo a Trento significava per Massimiliano avere assicurato il controllo sulle frontiere con l’Italia. Ed entrambi i principivescovi, di Trento e di Bressanone, svolsero un ruolo determinante ai fini dell’incoronazione imperiale del loro signore. Quando infatti, nell’inverno tra il 1507 ed il 1508, l’Asburgo si recò a Trento con l’intento di proseguire per Roma, si rese conto che le circostanze


trentinostoria Pieter Paul Rubens, Ritratto ideale di Massimiliano I, 1618 ca. L’imperatore Massimiliano I sulla Martinswand, Moritz von Schwind (1860), Kunsthistorisches Museum Wien

politiche gli erano totalmente sfavorevoli: non avrebbe potuto continuare il viaggio verso sud senza scontrarsi con le truppe francesi, che ormai controllavano Milano, e con l’ingente esercito della Serenissima che, soltanto al castello di Rovereto, aveva schierati ben 10.000 soldati. A Trento invece Massimiliano poteva contare solo su 1000 tra cavalieri e fanti, oltre che su fondi insufficienti a poter intraprendere un’ulteriore guerra. Si risolse perciò per una cerimonia d’incoronazione da tenersi in città: il legato papale, il cardinale Bernardino López de Carvajal, si trovava in Tirolo e avrebbe potuto presiedere la celebrazione previo invio da

Roma della corona imperiale. A questo fine fu il vescovo brissinese, Melchior von Meckau, che si adoperò per convincere Giulio II, senza ottenerne però alcun risultato. Fu così che il 4 febbraio del 1508 il re Massimiliano, accompagnato da principi e conti del Regno e dai rappresentanti delle massime città italiane – tra i quali Niccolò Machiavelli per la Repubblica Fiorentina –, assenti tuttavia i sette principi elettori, il legato papale, la regina Bianca Maria e, per prudenza, persino il vescovo Georg von Neideck, fece solenne ingresso nel duomo per farsi proclamare “Imperatore romano eletto”. Già il giorno seguente divampò la guerra contro i Veneziani nel Cadore e, di conseguenza, venne formata una delegazione che, alla fine di marzo, andasse a parlamentare la tregua nella città lagunare: tra i legati imperiali c’era lo stesso principe-vescovo di Trento von Neideck, il quale partecipò, nel maggio successivo, anche alla prosecuzione delle trattative nel convento di S. Maria delle Grazie presso Arco. In quell’occasione, nel novero degli inviati troviamo anche un umanista trentino che, per qualche tempo, fu “segretario latino” dell’Imperatore, il decano della cattedrale Giacomo de Banissis, o Bannisio. Il Bannisio insieme ad altri umanisti italiani (tra cui l’illustre professore patavino Gerolamo Balbo) costituivano alla corte di Vienna un folto gruppo di giuristi, professori e diplomatici dei cui servigi Massimiliano si avvaleva, convinto che essi potessero contribuire all’esecuzione dei suoi disegni politici ed alla formazione del ceto amministrativo asburgico. Non a caso, fu proprio grazie al loro operato che Massimiliano tentò non solo di ristabilire i fondamenti teorici e giuridici dell’autorità imperiale in Italia, ma addirittura cercò di fondare la visione di un “Papato imperiale” in base alla quale egli stesso sarebbe potuto divenire il successore di Giulio II, accentrando così nelle proprie mani i due

massimi poteri del mondo cristiano europeo. Quando nel 1510 la discesa in campo dei Francesi a fianco di Massimiliano contro Venezia costrinse quest’ultima a ritirarsi dai Domini di Terraferma, Verona venne occupata dagli Imperiali e Georg von Neideck ne fu designato governatore. Nel 1514 il suo successore nell’episcopato tridentino, l’umanista noneso Bernardo Clesio (1484-1539), subentrò nella reggenza della città di Verona fino al 1516 allorquando, in seguito alla pace di Bruxelles, quella ritornò sotto il dominio della Repubblica Serenissima e venne così scritto l’ultimo capitolo dell’estenuante guerra della Lega di Cambrai (1508-1516). Importantissima conseguenza del trattato con Venezia fu pure il definitivo passaggio al Tirolo delle città di Riva e di Rovereto, dei quattro vicariati (Ala, Avio, Brentonico e Mori), nonché dei territori dell’Ampezzano. Proprio a causa dei reiterati fatti bellici, in quegli anni furono frequenti i passaggi del monarca asburgico in territorio trentino ed i soggiorni a Trento sulla via da e per i territori italiani. Ad esempio, come evidenziato da un ciclo di conferenze organizzato tra il luglio e il novembre scorsi a Terzolas, 45

tmgennaio


trentinostoria l’Imperatore nell’aprile del 1516, di ritorno dalle terre lombarde alla volta del Tirolo, oltrepassò il Passo del Tonale e scese nella Val di Sole diretto verso S. Michele, facendo sosta in diverse località solandre e nonese (tralaltro, il 4 maggio Massimiliano concesse al villaggio di Fondo il privilegio di fregiarsi del titolo di borgo). Ed un’ennesima conferenza, tenuta da Emanuele Curzel a Pergine agli inizi di febbraio 2019, sottolineava i rapporti dell’Asburgico con castel Pergine (una delle cui torri porta proprio il nome di Massimiliano). La narrazione massimilianea in Trentino contempla addirittura la presenza di un calice argenteo nella chiesa di Ricaldo, a Piné, donato dal Re dei romani alla parrocchia di S. Pietro in Trento e, successivamente, trasferito sull’altopiano pinaidro all’epoca dell’invasione francese. Se Bolzano e dintorni costituivano per lo più il buen retiro venatorio del Principe tirolese quando si trovava a sud delle Alpi (in particolare castel Roncolo/Runkelstein, all’imbocco della gola sarentina, i cui affreschi della fine del Trecento ne sollecitavano la fantasia cavalleresca) e Trento svolgeva le mansioni di illustre stazione diplomatica di rango sovraregionale, il maggior numero di “Jagdschlösser”, di castelletti di caccia per la ricreazione dell’Augusto si trovavano nel Nordtirolo, spesso non distanti dalla capitale, come ad esempio la Weiherburg da dove il sovrano si spingeva fin sul Karwendel alla ricerca dei camosci. In una di queste battute di caccia nello Oberinntal, non distante dal castelletto di Martinsbühel, una volta accadde che Massimiliano si spingesse in

Ritratto di Bianca Maria Sforza, Ambrogio de Predis (1493), National Gallery of Art, Washington

46

tmgennaio

Massimiliano I e la sua famiglia, ritratto idealizzato, Bernard Strigel (1515): da sinistra Massimiliano (nelle vesti di Cleofa, fratello di S. Giuseppe), i nipoti Ferdinando I e Carlo V, il figlio Filippo il Bello, la moglie Maria di Borgogna (raffigurante Maria di Cleofa) e il nipote Luigi II d’Ungheria

alto tra le rocce, non riuscendo però più a ridiscendere dalla parete a strapiombo. Gridando verso valle, il re ottenne che alla fine un giovane servitore, attraverso un sentiero fin a quel momento rimasto nascosto nella rupe, lo mettesse in salvo, dissolvendosi subito dopo nell’aria. La leggenda, tra storia e devozione, narra che sulla precipite “Martinswand”, a circa 1200 metri di altitudine, fu addirittura un angelo a soccorrere il futuro Imperatore del Sacro Romano Impero di nazione germanica. Il re asburgico, che aveva trasformato la cittadina sull’Inn in un centro di fabbriche di armature e di fonderie di valenza europea, volle che le statue bronzee del suo monumentale sepolcro venissero fuse proprio ad Innsbruck dove rimasero, per essere ancora oggi ammirate nella Hofkirche; mentre il loro augusto committente se ne andò a morire lontano dal suo amato Tirolo, a Wels nell’Alta Austria dove, tormentato da violente febbri e da dolori renali ed alla cistifellea, si spense per sempre al mondo il 12 gennaio 1519. Massimiliano I lasciava un Impero amministrato con visione di ampiezza europea e un Tirolo che, dopo sanguinose guerre, aveva ottenuto i confini che conserverà

sostanzialmente fino al 1918, dotato di un ordinamento regionale, il Landlibell (1511), che per circa tre secoli lo normerà dal punto di vista politico, economico e sociale. L’abile curatore della propria immagine pubblica che, con le tre biografie romanzate vergate dai suoi scrittori più abili, il Theuerdank, il Weißkunig ed il Freydal, farebbe impallidire i nostri politici quotidianamente “cinguettanti” su Twitter e Facebook, secondo la tradizione popolare non seppe convincere però gli avidi osti della città di Innsbruck a condonargli gli ingenti debiti contratti con loro, tanto che essi, nel dicembre 1518, al ritorno da Augusta gli avrebbero sbarrato le porte cittadine costringendolo a continuare il suo viaggio verso est. Nonostante la magnanimità dell’Imperatore, tuttavia i locandieri l’avrebbero certamente scontata se avessero agito così. Dicono gli storici che di fatto il seguito del sovrano si accampò per qualche tempo fuori delle mura fino a che almeno una parte dei debiti venne appianata. Massimiliano già da giorni era colpito da gravi febbri e fu questo il motivo che lo indusse a proseguire verso Vienna, andando incontro all’ultimo atto della sua grandiosa esistenza. ■

B


trentinoattualità trentinoluoghi di Paolo Chiesa

BENNE CHE “FORTE” QUESTO FORTE

E

lisa Corni, responsabile della comunicazione dell’Associazione Forte delle Benne ci racconta la nascita di questo gruppo di appassionati e le attività che vengono svolte al Forte. “L’associazione è nata ufficialmente nel 2017 ed è composta da un gruppo di amici che hanno in comune interessi culturali simili ed una passione per la storia del proprio territorio. In realtà eravamo già attivi su base volontaria nel 2014, quando avevamo chiesto all’allora sindaco Sartori se, visto che il Forte era stato da poco restaurato ed era agibile, potevamo aprirlo noi accogliendo i visitatori e mettendo a disposizione le nostre conoscenze storiche. All’inizio eravamo io, Carolina Cattoni, Francesco Filippi, Paola Vettorazzi e Leonardo Vinciguerra. In seguito si sono uniti Davide Allegri ed Andrea Casna”. E bisogna riconoscere che dopo cinque anni da quell’intuizione, l’associazione ne ha fatta di strada, alcuni del gruppo iniziale hanno preso altre strade ma si sono aggiunti Marco Bortoluzzi, Elide Mula e Stefano Slomp.

IL FORTE COLLE DELLE BENNE DA OLTRE 130 ANNI DOMINA LA VALSUGANA DA UNA COLLINA DI LEVICO TERME. È UNA STRUTTURA CHE NON HA “COMBATTUTO” DURANTE LA GRANDE GUERRA PERCHÉ AVEVA FUNZIONE DI MAGAZZINO. ORA, GESTITO DALL’ASSOCIAZIONE OMONIMA, È DIVENTATO UN PUNTO DI RIFERIMENTO...

VISITE GUIDATE MA NON SOLO. Vediamo allora cosa si fa al Forte delle Benne. Elisa ci spiega che quella delle LO STAFF. Da sx, Elisa, Davide, Leonardo, Alessandro, Carolina, Veronica ed Elide 47

tmgennaio


trentinoluoghi

IL FORTE VENDUTO PER 3.000 LIRE...

I

l Forte Colle delle Benne da quasi 130 anni domina la Valsugana da una collina nei pressi di Levico Terme sulla quale fu costruito tra il 1884 ed il 1890 dal Genio Militare austriaco di Trento su progetto dell’ingegner Julius Vogl. All’epoca si trattava di una Fortezza per molti aspetti “sperimentale” realizzata con criteri costruttivi inediti e rivoluzionari che però si rivelarono ben presto obsoleti. Superato dalle nuove tecnologie belliche, nella primavera del 1915, alla vigilia dell’ingresso in guerra dell’Italia, il Forte venne disarmato e declassato a magazzino per essere abbandonato a se stesso dopo il primo conflitto mondiale. Smantellato delle strutture in ferro agli inizi degli anni ’30 e radiato dal Demanio Militare nel 1931, nel 1933 fu venduto per 3.000 Lire al Comune di Levico Terme. Grazie al recente restauro, l’Associazione Culturale Colle delle Benne ha riaperto la struttura al pubblico, occupandosi delle visite guidate e organizzando attività e manifestazioni di vario genere, dai concerti musicali alle mostre storiche e artistiche. Il Forte è diventato così un punto di riferimento culturale di grande attrattiva sul territorio dell’Alta Valsugana. Sono molti i fattori che ne hanno decretato il successo: la qualità del restauro, la posizione a una quota relativamente bassa che lo rende facilmente raggiungibile sia a piedi che in automobile e l’animazione ricreativa e culturale. A guidare l’attività dell’associazione c’è una visione del Forte come di un contenitore culturale e in quest’ottica si inserisce il progetto Digi-FdBIl Forte digitale, realizzato grazie al co-finanziamento del Comune di Levico Terme e del GAL (Gruppo di Azione Locale) Trentino Orientale. Lo scopo di questo progetto è quello di realizzare una nuova forma di fruizione e visita della struttura, basata su stimoli partecipativi e sull’invito a esercitare la propria curiosità ed a porsi delle domande andando oltre a ciò che è visibile.

48

tmgennaio

visite guidate all’interno del Forte è una delle attività principali dell’associazione. “Oltre ai contributi che riceviamo dalla Comunità di Valle e dalla Cassa Rurale Alta Valsugana, le visite guidate sono anche una delle nostre fonti di entrata. Il Consorzio Levico Terme in Centro fa da mediatore economico e noi che ci occupiamo della gestione culturale organizziamo anche le visite”. “Il Forte delle Benne è anche il primo Forte digitalizzato del Trentino”, ci dice Elisa, “e usando dei tablet e degli smartphone forniti dall’Associazione si può seguire un percorso dedicato alle Fortezze Imperiali o esplorare il Forte con la tecnologia della realtà aumentata. E non potevano certo mancare dei giochi interattivi dedicati ai bambini”. Ma ci sono molte altre cose che vedono il Forte protagonista. “abbiamo avuto eventi organizzati da noi come ad esempio la mostra dedicata a Cesare Battisti geografo o come l’Escape Room, con i visitatori che dovevano risolvere degli enigmi per trovare la via di uscita dalla struttura. Ma ci sono state anche mostre d’arte e fotografiche, eventi musicali e presentazioni di libri. In più ospitiamo anche eventi su proposte esterne”. UN FORTE DIGITALE. Ecco quindi le proposte tecnologiche del Forte delle Benne che è il primo Forte digitale del Trentino. FdB-ART è una mostra d’arte contemporanea interattiva, interamente basata sulla tecnologia della realtà aumentata. Una volta avviata l’app, è sufficiente inquadrare le fotografie in bianco e nero con il logo ART presenti nella struttura per scoprire l’opera d’arte dedicata a quella specifica stanza che si sovrapporrà alla realtà, andando a proporre una rilettura da parte dell’artista. Ci sono inoltre delle schede specifiche che forniscono informazioni aggiuntive riguardanti l’opera, l’artista e la stanza stessa. FdB-Play è l’app che permette di esplorare il Forte in maniera coinvolgente con il gioco WerkSpiele, andando a scoprire alcuni aspetti della vita quotidiana presso la Fortezza. Il medico, il cuoco e


trentinoluoghi l’ingegnere hanno bisogno dell’aiuto del visitatore per recuperare i beni sparsi per il Forte, attraverso una divertente caccia al tesoro basata sulla realtà aumentata. Basta inquadrare con il tablet le provviste per raccoglierle e portarle dove richieste: nell’infermeria, in cucina o nell’officina. Oltre alla coinvolgente caccia al tesoro ci sono quattro missioni ad attendere il giocatore: la riparazione del telegrafo, la comunicazione attraverso gli specchi, la distribuzione delle razioni in mensa e la consegna dei materiali con il montacarichi. In questo modo divertente si può scoprire com’era la vita al Forte più di cento anni fa. Fortezze imperiali è un’app che permette di esplorare il Forte grazie a un sistema basato sui codici QR; una volta attivata l’app, basta inquadrare con lo smartphone uno dei dodici codici presenti all’interno del Forte per vedere comparire un’approfondita scheda tecnica redatta da uno degli storici del Forte. Si possono così ottenere informazioni e approfondimenti sulla specifica stanza o ambiente che si sta visitando. Skies of Manawak è un videogioco cognitivo dedicato ai bambini che allena la mente, diverte e supporta la ricerca. È stato progettato in modo da stimolare in modo divertente le capacità cognitive di base come l’attenzione, la per-

cezione e la memoria che sono alla base di capacità più complesse, quali apprendimento, ragionamento e consapevolezza. Il gioco si basa su importanti ricerche scientifiche che hanno evidenziato come la stimolazione cognitiva aumenti l’apprendimento nei bambini. Skies of Manawak è un gioco inclusivo al centro di una ricerca sui disturbi specifici dell’apprendimento. GLI APPUNTAMENTI. Fino al 6 gennaio il Forte è aperto dalle 13.30 alle 17 ed è raggiungibile anche con un servizio di bus navetta. Fino a quella data, oltre alle visite guidate ed alle varie proposte del “Forte digitale” è possibile visitare il quarto capitolo della Mostra storico-artistica “Paese di Guerra, paese in guerra” sul ritorno negli anni 1919 e 1920 dei profughi civili di Levico Terme che avevano subito lo sfollamento forzato durante la Grande Guerra. “Naturalmente”, ci dice Elisa, “anche dopo le festività natalizie apriamo volentieri il forte a delle visite guidate con gruppi e scolaresche”. In gennaio, febbraio ed aprile sono inoltre in programma un ciclo di sei interessanti incontri naturalistici sul territorio dell’Alta Valsugana dedicati alla scoperta del patrimonio culturale della Valsugana e delle zone circostanti

in collaborazione con il WWF e con la Rete di Riserve Fiume Brenta. In aprile e maggio ci saranno invece quattro incontri del ciclo intitolato: “Ideologie del Novecento. Progetti, realizzazioni” con relatori d’eccezione come Gustavo Corni, Marcello Flores ed Emilio Gentile. Per rimanere aggiornati su queste e sulle altre attività svolte al Forte delle Benne, come quelle dedicate specificatamente alle scuole di ogni ordine e grado, si può visitare la Pagina Facebook dell’associazione o contattare l’Azienda di Promozione Turistica della Valsugana. ■

49

tmgennaio


trentinospecialesposi

Sposi di Tiziana Tomasini

Speciale

CON IL PARTNER DELLA TUA VITA AVETE DECISO DI FARE IL GRANDE PASSO? BENE! ORA NON RESTA CHE ORGANIZZARE IL MATRIMONIO DEI SOGNI

P

er questo ti presentiamo uno speciale tutto da leggere e consultare per trovare spunti, idee, suggerimenti: dalla ricerca dell’abito perfetto per la cerimonia civile o in chiesa, alla pettinatura e al trucco più nuovo e alla moda. Dai look per le invitate, alla lingerie romantica; dalle scarpe(per lui e per lei) ai gioielli da indossare. E poi tutti i consigli più

curiosi per vivere al meglio il tuo giorno più bello con amici e parenti. In questo dossier per argomenti, scopri anche tutte le novità che abbiamo raccolto per te. Certo sposarsi è un grande impegno, prima di tutto organizzativo; occorre trovare i tempi giusti e non in conflitto con il lavoro. Bisogna evitare di giungere al momento del sì senza un briciolo di energia e considerare come

poco produttivo lo stress da cerimonia. In aiuto alle nuove coppie in attesa del sì, arrivano anche le moderne tecnologie. La lista di nozze si manda anche via mail, i promemoria si appuntano sui tablet, gli indirizzi si recuperano anche sullo smartphone. L’ultimissima novità in campo di nozze è la Wedding App, un’applicazione scaricabile da tutti gli invitati per avere informazioni

Trintinaglia Wedding Photo dal 1913 VISITATE IL NOSTRO STAND IN TUTTE LE FIERE SPOSI DELLA REGIONE

I fotografi del tuo matrimonio in tutto il Trentino-Alto Adige Tel. 0461.753263 0461.757351 www.trintinaglia.com BORGO VALSUGANA

RICHIEDETE UN APPUNTAMENTO ANCHE A CASA VOSTRA

50

tmgennaio


UN LUOGO INCANTEVOLE PER GRANDI OCCASIONI

Luogo ideale per fare di ogni occasione un grande evento. Cene aziendali, cerimonie, eventi, riunioni, spettacoli. Mattarello di Trento - LocalitĂ Acquaviva, 10 t. 0461.945582 c. 348.7695028 | www.villabortolazzi.it


trentinospecialesposi dettagliate e precise, nonché per seguire in prima linea lo svolgimento dei preparativi e la luna di miele. Tutto per avere la perfezione nel giorno più bello.

Parola d’ordine: ORGANIZZARSI!

Susat Michela “Arte Del Cucito”

Nasce nel 2012 come sartoria di abiti da sposa, dopo tanti anni di esperienza presso un prestigioso Atelier decide di “mettersi in gioco” per creare capi unici, su misura, personalizzati per realizzare l’abito unico per ogni sposa. Il suo obiettivo è sempre stato quello di realizzare il capo perfetto. Ogni sposa ha il suo gusto, il suo sogno” il suo modo di essere”, e per questo Michela realizza l’abito da zero cercando di conoscere la sposa, capire il suo carattere, la sua personalità, il suo modo di essere per poter avvicinarsi il più possibile a quello che sarà il suo abito. Dopo aver provato vari campioni realizza un disegno dove la sposa capisce come sarà il suo abito. La scelta di pregiati tessuti e pizzi è vasta e tutto si può realizzare. Michela ci tiene ad accogliere le proprie spose, tutto senza impegno, non le interessa il tempo che passa, l’obiettivo è realizzare un sogno!! Crediamoci nei sogni!!! Michela dopo molti sacrifici è riuscita a realizzare il suo di sogno, ha lavorato fino a poco fa in un piccolo e accogliente laboratorio ma adesso vi aspetterà nel suo nuovo negozio a Mezzocorona in via Cesare Battisti 31.

Mezzocorona (TN) - Via Cesare Battisti, 31 cellulare 347.4211211 | michelasusat@hotmail.it facebook.com/Susat Michela Arte del Cucito

52

tmgennaio

Dopo aver deciso di intraprendere il grande passo, occorre scegliere la data migliore, escludendo la sovrapposizione con eventi di carattere pubblico o altre cerimonie, anche interpellando familiari e amici per non incombere nell’incubo degli “impegni irrinunciabili”. Dalla scelta della data in poi, tutto sarà in salita e progressivamente carico di stress; una sorta di conto alla rovescia in cui bisogna pensare a moltissimi dettagli. Ma cosa c’è di veramente urgente da pianificare? Sicuramente la location per la cerimonia ed il ricevimento: la prenotazione dovrà essere tempestiva per ottenere spazi adeguati e non di rimedio. In secondo luogo, andrà stilata una prima lista di nozze, per capire il numero indicativo degli invitati. Poi largo spazio a tutti i professionisti del settore, che andranno contattati per presenza e preventivi: fiorista, fotografo, estetista, sarta, catering… La scelta delle bomboniere e la parte predominante, la scelta dell’abito e degli accessori. Poi via alla lista nozze, con fedi, partecipazioni, menù, abito/trucco. Dopo tante corse e preparativi, regalatevi qualche ora di massaggi, di relax e di riposo. Importante anche fare i conti: stabilire quindi un budget, sentire vari esperti e annotare le situazioni più convenienti. Le partecipazioni vanno consegnate tre mesi prima della cerimonia, andrebbero scritte a mano e consegnate personalmente. Anche il mezzo degli sposi – l’auto d’epoca, la moto, il calesse – va prenotato per tempo e confermato pochi giorni prima dell’evento.

Liste, liste e LISTE (anche sullo smartphone) I vantaggi di mettere nero su bianco, in forma sintetica, tutto quello che riguarda il matrimonio sono molteplici: da una parte consentono di fissare e memorizzare appuntamenti importanti, dall’altra di non far sfuggire nulla, per non incorrere in clamorose dimenticanze. Una grande lista globale conterrà dunque più argomenti, per i quali verranno stilate delle sottoliste, utilissime a sviscerare anche i più reconditi dettagli. La big list potrà poi essere passata a una persona di fiducia, per ricevere collaborazione. Va inoltre ricordata la buona consuetudine di prevedere una formula di ringraziamento da inviare ai partecipanti, avendo cura di segnare i regali ricevuti, personalizzando e comunicando la gratitudine per quanto ricevuto. In sintesi, nella lista andranno annotate date, numeri di telefono, tempi di consegna, possibilmente rispettando l’ordine in cui andranno fatte le cose. Esiste la lista perfetta? Certo, oggi è una realtà. Avere a vostra disposizione una lista di nozze ha indubbiamente un gran valore dal lato pratico, ma soprattutto permette di evitare l’odioso inconveniente di accumulare doppioni nonché di avere la situazione costantemente aggiornata così da poter ringraziare in tempo reale i donatori ed eventualmente rimpiazzare gli oggetti già acquistati che lasciano scoperte alcune fasce di prezzo. E allora, meglio farsi regalare dettagli dell’arredo o puntare su raffinati accessori? Meglio giocare con i sogni o realizzare praticità? Anche se può sembrare eccessivo, la lista di nozze sta diventando sempre più l’occasione per completare un desiderio, realizzare quei sogni. Proprio per questo è ormai di regola personalizzarla come meglio


trentinospecialesposi si crede, senza esitazioni: non solo le tradizionali porcellane e argenterie, ma anche pezzi d’antiquariato, libri, mobili da giardino, viaggi, articoli per i propri hobby. Le varianti della lista di nozze sono però moltissime e si modellano realmente sul carattere della coppia... perché sposarsi è un fatto personalissimo. Ad esempio, una coppia eclettica e fantasiosa può realizzare una lista di nozze pezzetto per pezzetto, aggiungendo agli articoli di uso comune per la cucina, ai piccoli elettrodomestici, ai pezzi in argento, ai soprammobili, tutte quelle ispirazioni che emergono man mano che il sogno comincia a costruirsi.

originali. La tendenza è quello dello stile essenziale, pulito, fresco e gioioso. Le informazioni sono quelle essenziali, impreziosite anche da qualche piccola immagine – che non deve togliere spazio ai dati dell’evento – e da richiami stilistici con l’organizzazione dell’evento. Stili rustici per le location agresti, stili eleganti e perlati per i castelli, stili sbarazzini per le celebrazioni alternative. Anche in questo ambito il fai da te e il green diventano sempre più dominanti, per sottolineare l’unicità della cerimonia e l’impronta unica dei protagonisti.

Le PARTECIPAZIONI, ovvero come presentare l’evento

Figura indispensabile ed imprescindibile. Perché? Perché il matrimonio è composto di tanti piccoli elementi, tutti collegati tra loro in un imprescindibile intreccio. Un po’ come gli ingredienti di una torta, che partecipano in misura importante alla buona riuscita del risultato. Per questo motivo, ogni dettaglio va curato e seguito in modo adeguato, così da consentire il perfetto svolgimento del matrimonio. Sempre più indispensabile, a questo punto, la presenza della figura dell’organizzatore dell’evento (wedding planner), per cogliere ogni sfumatura e non rischiare di sbagliare. Anche perché sposarsi è

Una partecipazione di nozze, in quanto atto formale di presentazione dell’evento, deve essere originale, accattivante, di classe ma contemporaneamente essenziale, in grado di attirare l’attenzione di chi legge. Il colore del cartoncino, i timbri decorativi, la scelta del carattere, le polverine decorative sono elementi basilari per la creazione degli inviti. Personalizzare, in questo caso, è d’obbligo; evitate di scopiazzare da amici e conoscenti, ma piuttosto prendete spunto per costruire idee

Professione WEDDING PLANNER

sempre una favola, che va vissuta come tale. La funzione di questo guru delle nozze è importantissima, perché costruisce a vostra misura e a vostra immagine il percorso, crea il giusto equilibrio tra tutte le voci che compongono l’insieme unitario e non tralascia anche il più piccolo particolare. L’organizzazione del matrimonio resterà così nel cuore della sposa e sovente andrà a ripescare i ricordi non solo della cerimonia ma anche e soprattutto del lungo periodo di preparativi che ha vissuto in molti mesi. Il lavoro del/della wedding planner è totalizzante: tante ore passate con gli sposi per conoscere le loro passioni e tradurle in un evento da non dimenticare.

I paesaggi ideali? QUELLI DA FAVOLA, naturalmente! La location gioca un ruolo fondamentale nello svolgimento del giorno più bello. I luoghi

perfetti per la cerimonia ed il rinfresco non vanno idealizzati, ma creati e pensati su misura per gli sposi. La giusta soluzione deve essere un posto che trasmetta emozioni, che si colleghi ai vissuti dei protagonisti e che costituisca soprattutto un imperdibile scenario per fissare i momenti più belli ed intensi. Premesso questo, la tendenza attuale è quella del matrimonio green, in montagna, tra i vigneti, nelle fattorie. Molto gettonati anche i musei – che spesso mettono a disposizione sale e spazi adeguati – le baite alpine ed i vecchi fienili. Essenziale il raccordo con la vita dei protagonisti; i luoghi possono essere ispirati ad un particolare momento di vita, ad un ricordo d’infanzia, ad un’esperienza vissuta. Sempre nella lista dei favoriti le ville e i castelli, che regalano attimi indimenticabili. Vastissima la scelta, a seconda del numero degli invitati e del filo conduttore dell’evento. Ulti-

ABBIGLIAMENTO DONNA E UOMO ABITI CERIMONIA SPOSO E INVITATI

LAVIS Via Nazionale, 15 Tel. 0461.246484 negoziobaratto.it Cerimonia

53

tmgennaio


trentinospecialesposi mamente vanno fortissimo le location naturali, dal sapore green e bucolico, per risvegliare lo spirito romantico e celebrare il matrimonio calati nell’ambiente.

SPETTACOLI e ATTRAZIONI, per stupire Anche l’intrattenimento degli ospiti si evolve e subisce gli effetti e le tendenze del momento. Se la voglia di nuovo fa al caso vostro, se non vi sentite in linea con il classico trio che suona i classici da matrimonio, potete lasciarvi affascinare dalle novità più divertenti del momento. Animazioni originali e a tema, evoluzioni pirotecniche a grande effetto, artisti e spettacoli che richiamano il tema del matrimonio. Immancabili o quasi i palloncini, che creano un effetto festoso, animando la scena e coinvolgendo dai più piccoli ai più grandi. Di grande gusto anche le scenografie originali, tratte da grandi film: per trasformare l’evento in un magnifico set cinematografico.

Mondo BOMBONIERA, dettaglio ad arte Le bomboniere, si sa, costituiscono un dettaglio importante, capace di descrivere appieno lo stile dell’evento. Anche in questo settore, le novità che fanno capolino e che accolgono sempre più i favori degli sposi, sono quelle ispirate all’ambiente, magari realizzate a mano e con occhio al budget. Moltissime coppie scelgono quindi l’abbinamento ecologia e risparmio, nella chiave della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente. Via libera allora ai materiali riciclati, al fai da te, alle soluzioni creative ed originali. Il primo materiale che sale alla mente e che risponde a queste peculiari caratteristiche è la carta. Ogni elemento deco54

tmgennaio

rativo può essere realizzato anche con carta di giornale e vecchi libri. Ma le idee sono tante e diversificate in questo settore: dalle bomboniere realizzate con vasetti della marmellata ai segnaposto costituiti da piantine. Se siete appassionati di decorazione, lavorate personalmente ogni singolo elemento, in modo da personalizzare e identificare con un tocco di originalità il vostro pensiero verde.

La torta, un “WOW” indispensabile È una delle protagoniste indiscusse, dopo la sposa. Tutti la guardano. E poi compare in tante foto. Certo, la torta costituisce il gran finale ad effetto e, dopo il momento del sì, si può definire il punto forte delle nozze, il momento più atteso. Spesso si riserva a questa frazione basilare della cerimonia una saletta riservata o un punto raccolto, così da creare la giusta atmosfera e l’intimità necessaria per il taglio della torta, simbolo e suggello del matrimonio. Quando viene svelata agli occhi degli invitati, diventa inevitabilmente la protagonista dell’evento. I colori sono quelli delle nozze: bianco, avorio, crema, perla; le altezze quelle desiderate, ma fanno molto tendenza i piani alti, dagli effetti 3D decisamente scenografici e ben visibili nelle immagini. Tante le idee da concretizzare: le decorazioni in pizzo (che magari ricordano l’abito in stile della sposa), le cascate di fiori dolci, le rose bianche disseminate ovunque, i morbidi drappeggi e i giochi cremosi impreziositi dai dettagli in oro e argento.

Diciamolo anche CON I FIORI Chi non conosce il linguaggio dei fiori? Nel giorno del sì, anche i fiori si possono definire come i protagonisti discreti del matrimonio. Delicati e pro-


trentinospecialesposi fumati, colorati e coreografici. Presenti ovunque, in ognuno dei singoli momenti che costituiscono la cerimonia, vanno scelti con cura e minuziosa dovizia, per renderli visibili ma al tempo stesso discreta presenza dai toni dolci e tematici. La passione per l’arte floreale si traduce nei gusti e nelle interpretazioni personali, ma anche in questo campo si fanno sentire le tendenze più recenti e decisamente molto accattivanti, dagli effetti stupefacenti. Il trend al momento parla di stile retrò, definito vintage style, un raffinato intreccio di sobrietà ed eleganza. Sfilano quindi le rose antiche, le peonie, le ortensie, le dalie; campagnoli e genuini i ranuncoli, accompagnanti da foglie di contorno che riportano alla stagione. I colori sono quelli delicati, assolutamente vincenti: il rosa antico, il violetto della lavanda e tutte le sfumature del beige accesi intenzionalmente – ma solo a tratti ben delineati – dai toni accesi e vibranti del porpora, del corallo, del blu e del viola. Il bouquet della sposa, che sintetizza il filo conduttore flo-

reale, riscopre l’abbinamento semplicità e raffinata eleganza e si traduce in un armonico insieme di calle e rose, delle tante versioni delle peonie e dei fiori più rappresentano l’evento.

Il vestito (di lei), ELEMENTO FORTE della cerimonia Diciamocelo. L’abito è l’elemento forte della cerimonia. Rappresenta le nozze, è il primo pensiero della sposa e del suo sogno. Esiste quello perfetto? Certamente, basta scegliere quello che risponda ai criteri necessari per il matrimonio: personalità, sensualità, raffinatezza ed eleganza. Per quante scelgono di indossare un unico vestito per la celebrazione ed il rinfresco, la parola chiave deve anche essere una comodità, in quanto il capo deve essere pratico e semplice da indossare. Il colore, ovviamente, è il bianco in tutte le sue sfumature. Ma c’è chi si lancia anche con il colore – basta guardare le star americane – specie nelle gamme del rosa e dell’azzur-

ro. Scelta cromatica a parte, la sposa deve essere bella e seducente ma senza esagerazioni; la tendenza del momento richiama a forme morbide che esaltano la femminilità, impreziosita e messa in risalto anche da scollature profonde, soprattutto sulla schiena. E se favola dev’essere, la favola si traduce concretamente in tessuto: inserti di pizzo, cristalli dappertutto, nuvole di velo e di tulle. L’abito più gettonato del momento è quello a sirena, che valorizza la scollatura sulla schiena e presenta la coda dell’abito che ricade in morbide forme;

si punta consapevolmente ad un effetto scenico: il corpetto è l’elemento essenziale e si presenta scolpito e quasi intagliato, con giochi di trasparenze e di riflessi. Per le romantiche e le sostenitrici del classico, sfilano la gonna ampia a balze, il monospalla, e lo strascico, anche appena accennato. Fondamentale esaltare il punto vita con preziose cinture o trasparenze sensuali. Sempre apprezzata anche la semplicità, con tagli dritti con mini strascico, per un abito all’insegna della sobrietà e del gusto classico e intramontabile. Il tocco in più?

Primavera | Estate 2020 Web Marketing Trento

Vivi la tua favola nelle fantastiche location del Ristorante Prime Rose. VI ASPETTIAMO IL 17-18-19 GENNAIO ALLA FIERA IDEE SPOSI 2020 A TRENTO FIERE

01_174x100_TrentinoMese_gen20.indd 5

13/12/19 16:39

55

tmgennaio


trentinospecialesposi bianco o comunque a un outfit elegante: scarpe con tacchi alti e sottili, ma anche sandali impreziositi dai dettagli. Sceglietele con o senza plateau, secondo il vostro gusto ma anche a come vi sentite più comode visto che dovrete stare in piedi a lungo, senza perdere il sorriso. Infine per chi proprio non riesce a sopportare i tacchi, quest’anno sono molto di tendenza le sneakers bianche sotto l’abito da sposa. Una scelta forte e coraggiosa, ma di grande tendenza.

L’INTIMO perfetto Il velo in testa, che da qualche stagione è tornato molto in auge, soprattutto se tramandato di madre in figlia. Attente invece a scegliere modelli con scollature eccessive e spalle scoperte se il vostro sarà un rito religioso. Hai deciso di sposarti civilmente e non sai cosa indossare? Rispetto al rito religioso, le nozze in comune hanno meno regole non solo sull’abito degli sposi, ma anche su come si devono vestire gli invitati e su come addobbare il luogo della cerimonia. Quest’anno la tendenza per la sposa che sceglie la cerimonia civile concede molta libertà e permette di spaziare dagli abiti più classici a quelli molto colorati. Via libera, allora, alla fantasia, scegliendo abiti rosa, avorio, azzurri, ma anche

rossi e con stampe floreali, per il giorno più bello. In ambito civile, le statistiche indicano che quest’anno sono in calo i tailleur o i vestiti molto semplici: l’imperativo è quello di puntare su un abito che faccia sognare, sempre e comunque. E per gli accessori? Nessun obbligo: pensate che le scarpe da ginnastica restano tra gli accessori di punta delle spose 2019!

Le scarpe della sposa: FONDAMENTALE DETTAGLIO Vale la pena di sottolinearlo: la sposa deve risplendere in ogni minimo particolare, dalla testa ai piedi, senza tralasciare nulla di curatissimo e prezioso. Elemento importantissimo la scarpa, possibilmente scin-

tillante, preziosa e raffinata. Le calzature giocano un ruolo fondamentale e vanno scelte seguendo lo stile del matrimonio, l’interpretazione dell’evento e naturalmente il look definito dall’abito. Di gran voga il tacco alto – che slancia e valorizza ogni figura – arricchito da un ampio plateau, sempre indicato per mettere in luce la siluette. Dettaglio perfetto è l’intaglio in pizzo o ricamato, impreziosito da cristalli. Sulla cresta dell’onda la scarpa in raso, quella tempestata di gioielli, il sandalo altissimo con tacco a spillo. Alle scarpe col tacco non si può proprio rinunciare nelle occasioni formali e importanti, e in particolare il giorno del proprio matrimonio. Per le amanti delle calzature classiche ed eleganti ci sono diversi modelli adatti all’abito

Fiori Incanto MATRIMONI • BOUQUET LAUREE • EVENTI • HOME PERGINE VALSUGANA viale Venezia 43 Tel. 0461.534952 | fioriincanto@gmail.com

56

tmgennaio

Quando si fissa la data per il fantastico giorno delle nozze, le cose da fare sono davvero tantissime, lo abbiamo visto. Lista nozze, location, bomboniere, le fedi, l’abito da sposa e delle damigelle, le scarpe, il bouquet e molto altro ancora. Ma non bisogna trascurare la biancheria intima. Certo, care donne, siete fortunate. Tutti i grandi marchi che firmano l’intimo femminile hanno uno spazio per la collezione sposa, pensata ed ideata per la donna attenta ai dettagli ed alla propria femminilità. Sotto il vestito quindi, che rappresenta l’essenza più visibile della sposa, la cura per i dettagli deve essere ai massimi livelli: dalla sottoveste alla giarrettiera, dal babydoll al body modellante. Il primo, indispensabile consiglio è quello di provare sempre


www.mastro7.it ♦

MASTRO 7 DAL 1970 È ARTE ORAFA A TRENTO ♦

PLASMIAMO METALLI PREZIOSI, DANDO FORMA A UN’IDEA.

Armonie

Piatte

Storie

Classiche

Incontri

ANCHE COSÌ L’EMOZIONE DI UN MOMENTO SI TRASFORMA IN UN SENTIMENTO DURATURO. LA FEDE CHE INDOSSERAI AL DITO È LA TESTIMONIANZA DELLA FIDUCIA IN UN AMORE CHE È SOLO TUO, SOLO VOSTRO. PER QUESTO MASTRO 7 LA CREA PER VOI, CON LA STESSA CURA CON CUI AVETE COSTRUITO IL VOSTRO AMORE.

MATTARELLO di TRENTO VIA DELLA CERIOLA, 9 t. 0461 945 354


l’intimo scelto sotto l’abito da sposa per evitare sovrapposizioni ed inconvenienti, come la fuoriuscita di spalline o la presenza di cuciture troppo vistose o tagli che segnano i fianchi. La scelta del reggiseno deve tener conto del risalto necessario alla scollatura: non ad effetto scomparsa ma nemmeno troppo esplosivo. Per chi ne avesse bisogno, via libera ai capi intimi modellanti, che garantiscono un effetto dimagrimento immediato, di anche due taglie in meno. E i colori? I colori saranno strettamente coordinati all’abito, con la preferenza verso il bianco, il perla e l’avorio; apprezzabili e di gran moda anche i toni delicati delle tinte pastello. Le calze saranno trasparenti o bianche, meglio se autoreggenti, per un tocco ancora più sensuale. Per la prima notte di nozze, largo ai babydoll trasparenti, ai cor-

setti con un pizzico di audacia ed alle raffinate sottovesti di seta o di pizzo. Infine, se sei un tipo scaramantico, non dimenticare la giarrettiera che dicono porti fortuna, qualcosa di rosso e qualcosa preso in prestito da una persona cara.

Il vestito MASCHILE Anche lo sposo diventa protagonista delle nozze, a cominciare dall’abito. Attualmente esiste un vero e proprio vademecum tutto pensato per lui e per il suo look, che deve tener conto di alcuni elementi fondamentali. Innanzitutto è d’obbligo il tre pezzi, con un richiamo stretto al vestito della sposa. Per gli amanti del classico, largo spazio ai modelli che prevedono il tight in lana, con gilet a cinque bottoni o al gettonatissimo doppiopetto. La camicia di tendenza è rigorosamente

bianca, con polsi doppi. La cravatta si alterna al papillon o al plastron di seta, secondo l’inclinazione e l’impostazione dell’intera cerimonia. Ai dettagli classici, caratterizzati da uno stile sobrio e raffinato, si affiancano le innovazioni e le trovate più ardite, come gli inserti scintillanti sulla giacca da abbinare a qualche richiamo trendy sui polsini e sulla camicia. La scelta tra tradizionale e moderno è esclusivamente personale e personalizzabile; il colore del momento è l’azzurro, ma incontra moltissimi favori anche il classico impreziosito da dettagli nuovissimi e all’ultima moda, come i glitter che richiamano l’abito della sposa. Non trascurabili gli accessori, come l’orologio da polso e le bretelle, che danno un tocco di ricercatezza e di originalità, senza dimenticare il classico stile dello sposo. Largo spazio anche ai tessuti raffinati, proposti in tinte pastello. Per stupire e riconoscersi unici.

I gioielli: TOCCO DI STILE I gioielli costituiscono un elemento essenziale e senza tempo. Linearità ed unicità, gusto classico con tocchi personali; queste sembrano essere oggi le tendenze del look gioielli per gli sposi. Ma attenzione, senza esagerare. Qualcosa di unico e prezioso

EVENT IN THE SOUND MUSICA CON DJ LIVE INTRATTENIMENTO MUSICALE CERIMONIE – MATRIMONI – EVENTI

CELL.

347-1088844

intelinsidelk@gmail.com

58

tmgennaio

event in the sound

sì, ma delimitato da regole precise ed imprescindibili. Niente anelli e bracciali, che finirebbero per togliere alla fede il ruolo da protagonista; niente accessori troppo vistosi, che andrebbero a sottrarre attenzioni al vestito ed allo spazio riservato all’anulare. Via libera invece a gioielli piccoli e discreti, ma scegliendo solo il necessario ed evitando parure eccessivamente impegnative e visibili. Il gioiello va naturalmente a apri passi con l’abito e con l’intero look: se la scollatura è profonda, va delicatamente impreziosita; se la pettinatura è raccolta gli orecchini saranno indispensabile elemento che esalta l’acconciatura. Indispensabile, anche in questo caso, provare preventivamente gli abbinamenti, facendosi consigliare. Se ad esempio l’abito è tempestato di cristalli, giocare al minimo sul fronte preziosi, in modo da non abbagliare eccessivamente ed oscurare lo sposo. Le fedi sono ovviamente le protagoniste dei gioielli degli sposi; molto trendy quelle semplici in oro giallo o bianco, arricchite da un diamante.

CAPELLI e ACCONCIATURA: mix determinante I capelli rappresentano e completano interamente lo stile dell’abito, interpretando appieno la lettura stilistica


Abiti da sposa e cerimonia

GARDOLO (TN) – Via Bolzano, 50 t. 0461.961950


dell’evento. Le parole chiave in fatto di capelli sembrano essere tutte le diverse sfumature delle onde. Ravvivare l’acconciatura con morbidi ed ondulati stili, caratterizza il lato romantico del matrimonio e dona quell’effetto anni ’20 e ’50, tanto caro alle spose di oggi. Lungo o corto che sia il taglio, largo spazio al mosso ordinato. Messi al bando chignon troppo stretti e pieghe troppo tirate, è ora il momento dei capelli sciolti, ad effetto naturale, disposti in onde vintage o trecce decorate con fiori, meglio se freschi e di immediato richiamo agli addobbi ed al bouquet. Per

quante portano i capelli lunghi, si può scegliere di lasciarli cadere naturali sulle spalle o raccoglierli in maniera parziale, sempre però in modo naturale. Sì anche alla coda di cavallo, preferibilmente chiusa, bassa o laterale, che cade morbida sulla spalla. Il tocco di classe è costituito dal pizzo tra i capelli e il ritorno della veletta, accessorio che sostiene la tendenza vintage e dona un tocco di eleganza e di mistero. Naturalmente ogni acconciatura sarà corredata con l’abito indossato, per un riscontro immediato e completo del look sposa. La tendenza acconciature sposa

Unico punto vendita artigianale

di questo 2019/2020 riconferma una maggiore naturalezza, con acconciature all’apparenza poco costruite, create per adornare il volto e definirne il carattere e l’essenza. Un fiorire di semplicità, eleganza, dolcezza, grinta e romanticismo che si mixano tra loro, per dar vita ad un’unica identità in cui ogni sposa ritrova la sua unicità.

con motivi pizzo, strass e glitter, sempre in stretta connessione con l’abito. Anche nel caso di queste fondamentali e molto visibili parti del corpo, la parola d’ordine è eleganza: no a nail troppo impegnative ed esteticamente pesanti, no ad unghie troppo lunghe o dalle forme insolite per non sottrarre attenzione al contesto generale della cerimonia.

Unghie perfette, ANZI SUPER

Il TRUCCO della SPOSA

Inutile dirlo. Mani e piedi devono essere ben curati nel giorno più bello. Contrariamente a quanto si può pensare, questi sono i punti dove si concentra l’attenzione di tutti: dello sposo in primis, ma anche degli invitati, che vorranno ammirare la fede. Per avere unghie bellissime, deve essere realizzata la manicure basic, con un’accurata pulizia dell’unghia e relativa rimozione delle cuticole. Una volta stesa la base la base trasparente ed applicato in seguito uno smalto perlato bianco, si può scatenare la fantasia, decorando l’unghia

Altro elemento fondamentale, il trucco. Il trucco c’è e si vede. Ma deve durare tutto il giorno e quindi va studiato nei minimi particolari, calibrato al look complessivo della sposa e realizzato con prodotti di alta qualità. Resterà un ricordo indelebile, che la protagonista delle nozze rivedrà per sempre nei filmati e nelle foto. Oltre all’effetto visivo, deve essere anche a prova di lacrime, di stress e di flash. La pelle deve essere preparata almeno una settimana prima con un peeling e salvaguardata dai raggi solari. Indispensabile la scelta di una

Un mondo di golosità... per i vostri momenti più dolci! Avvisiamo la gentile clientela che da martedì 7 gennaio a martedì 21 gennaio saremo - CHIUSI PER FERIE -

La Pasticceria Bronzetti, propone una vasta gamma di dolcissime specialità artigianali realizzate con materie prime altamente selezionate per offrirvi solo il meglio dell’arte pasticcera italiana...

60

tmgennaio

LAVIS (TN) - Via Cembra, 1 Tel. 0461.240102 www.pasticceriabronzetti.com Orario: lun-merc-gio-ven-sab 7.30-12.30/15.00-19.30 Domenica: 7.30-12.30. Chiuso il martedì


trentinospecialesposi truccatrice, che vedrà preventivamente l’abito scelto, coglierà lo stile del matrimonio ed agirà di conseguenza. Labbra e occhi devono essere ben bilanciati tra di loro: chi ha occhi profondi e importanti, andrà ad alleggerire il trucco delle labbra; chi invece punta a mettere in risalto proprio queste ultime, alleggerirà gli occhi con tonalità chiari e naturali. Esistono anche alcuni semplici strategie per un trucco efficace e resistente. Largo ai toni di fondo del giallo, che meglio resistono agli scatti dei fotografi; attenzione a coordinare matita e rossetto per le labbra; tenere sottomano cipria e gloss.

La COLONNA SONORA La musica non può mancare neanche nella più semplice delle cerimonie, a partire dalla chiesa fino al momento del ballo. Le note valorizzano i momenti clou, li fissano nella memoria ed esaltano le emozioni. Ma come scegliere la colonna sonora delle nozze? Indubbiamente esistono

tracce che più si addicono a seconda della tipologia del matrimonio. Per il rito civile, le più richieste sono le canzoni d’amore, che magari hanno segnato indissolubilmente il legame tra i due innamorati. Per la cerimonia religiosa, è sempre attualissima la classica marcia nuziale di Mendelssohn per l’ingresso della sposa e quella di Wagner all’uscita degli sposi; all’offertorio, la struggente Ave Maria di Schubert. Durante il ricevimento, via libera ai generi preferiti ed ai ritmi più vivaci, avendo l’accortezza di non eccedere con il volume, per non penalizzare le conversazioni tra invitati. Vanno sempre fortissimo le compilation vintage dagli anni ’60 in poi, per la gioia di tutti gli invitati, anche i più datati.

Il VIAGGIO dei SOGNI Il viaggio di nozze rimane, da sempre, il momento più atteso dagli sposi, a rafforzare un legame che parla di fuga romantica, dopo il grande evento. Le mete più gettonate

rimangono i paradisi tropicali e le destinazioni poco battute, come la Nuova Zelanda, il Perù, la Provenza, il Mozambico, la Birmania. Il viaggio, ovunque sia, è il momento più atteso perché dopo tanti preparativi e tanto stress, dopo tanti appuntamenti e il lunghissimo giorno del sì, arriva finalmente l’ora di fare i bagagli e partire. Ma dove andare? L’estero rimane in vetta alle destinazioni top, con mete che assecondano i sogni degli sposi. Ma anche

I L

Sistemi per il riposo dal letto al piumino Produzione di letti artigianali in Cirmolo e Abete. Fatti a mano e su misura per te.

SCONTI FINO AL

P I A N E TA

l’Italia riacquista importanza, specie con soggiorni di lusso tra ville d’epoca, stazioni termali e hotel di charme. Sempre trendy le crociere, gli atolli sperduti ed anche le alternative destinazioni (come ad esempio l’Irlanda) da percorrere in camper. Nelle liste di nozze compaiono con sempre maggior frequenza le quote viaggio: gli invitati mettono a disposizione chilometri di luna di miele, per rendere leggero il viaggio più bello della vita. Per il viaggio più

D E L

R I P O S O

50% 9/2

dal 4/1. al 2

Via 4 Novembre 40/B Mezzolombardo - TN | T. 0461 601126 61

tmgennaio


trentinospecialesposi bello della vita, le agenzie propongono esclusivi pacchetti per il tuo viaggio indimenticabile, con un’ampia scelta di destinazioni, quelle tra le più rinomate. Itinerari da sogno tra natura, storia e tradizione, ai quattro angoli del mondo: dagli entusiasmanti Stati Uniti al misterioso Egitto, dalle placide Hawaii fino all’Africa più selvaggia. Per suggellare il sogno.

Identikit della SPOSA CONTEMPORANEA Ma quali caratteristiche ha la sposa del 2020? È decisa e pronta a sfidare ogni convenzione in nome dei suoi valori, ma contemporaneamente sognatrice e romantica secondo l’iconografia classica; è pratica ed amante della tradizione ma è attratta anche da quel tocco di improvvisazione che rende tutto più vero e contemporaneo. I grandi esperti di stile sostengono che oggi non esiste più il concetto univoco di “ sposa”, che si è ampliato a quello della “donna che si sposa” e che deve prevedere elementi classici ed originali. I look studiati saranno caratterizzati da fattori base, capaci di adattarsi ai diversi momenti: più d’effetto durante la cerimonia e più liberi per i momenti successivi, in modo da concedere maggiore libertà e movimento.

Sono stata invitata… COSA MI METTO? Sei stata invitata a un matrimonio, ma non sai come vestirti? L’impresa non è semplice, soprattutto se vuoi fare bella figura: l’abbigliamento e gli accessori sono fondamentali, e devono essere eleganti e possibilmente nuovi, non ancora visti dagli altri invitati. Perfetti in tutte le stagioni i colori chiari o le stampe, ma a patto che siano discrete e non vadano a sovrastare la sposa. Vanno benissimo colori come il rosa, il blu, il verde; da evitare assolutamente il bianco (riservato alla sposa), il nero e il viola (soprattutto se sei una dei testimoni). Per gli accessori via libera alla fantasia, solo fai attenzione alla location quando scegli la scarpa, che deve essere adatta al luogo per non rischiare di trovarti con i tacchi che affondano nella sabbia o il plateau che ti rende instabile su un prato. Per quanto riguarda trucco e capelli basta giocare con la fantasia, ma sempre cercando di farsi notare con stile, senza strafare.

Tradizioni e TRADIZIONI Ogni paese ed ogni cultura si caratterizza per i suoi riti benaugurali; per il matrimonio, abbiamo individuato quelli più importanti, ai quali si presta maggior attenzione. Il lancio

del riso – che simboleggia la fertilità - e il volo delle colombe bianche – felicità per la coppia – sono forse i riti più comuni, più famosi e più celebrati nel mondo. Oltre a questi, compare una miriade di consuetudini, anche a livello locale e regionale, che coinvolge gli sposi. Con la cerimonia della sabbia ad esempio (in cui si mescolano due polveri diversamente colorate)si celebra l’unione di due sfumature; La cerimonia del tè, di importazione cinese, trova successo anche in Italia – specie per un ricevimento informale – e viene riadattata secondo usanze e consuetudini locali. Suggestiva anche la cerimonia dell’accensione delle candele, in cui la luce illumina l’unione della coppia; in questo caso, due candele sottili ne accendono una grande, che simboleggia la vita insieme. Gli animi più ecologisti sceglieranno anche di piantare un albero insieme, mentre i più romantici

opteranno per raccogliere in una scatolina piccoli ricordi dei momenti passati insieme e della cerimonia (come ad esempio il tappo dello champagne) come inizio di un nuovo cammino.

Ultimi dettagli da NON DIMENTICARE Proponiamo alcuni piccoli dettagli per vivere nel migliore dei modi non solo il giorno stesso del matrimonio, ma anche tutto il periodo di preparativi che lo precede. Innanzitutto la comodità: si può essere belli anche senza soffrire troppo, altrimenti il ricordo della giornata rischia di essere offuscato da questi elementi negativi. Si dice “qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu” ma non vuol dire che non possiate aggiungere il vostro ”qualcosa” personale. Nella stesura degli inviti, i futuri sposi avranno cura di essere precisi su luo-

“Come le Nozze, anche il Viaggio resta indelebile nel tempo, gioca con le ore attraverso i meridiani, vai oltre ogni limite dove ogni minuto non subirà cambiamento, scoprirai che viaggiando il tempo non finirà mai. Come scegli la destinazione anche la coppia va voluta, ama più di prima, ama la persona al tuo fianco, perché il Viaggio più importante prevede accanto a te un complice, questo Viaggio incommensurabile si chiama Vita!”

... Per il tuol viaggio di nozze

Torrefranca Travel

Tour Operator e Agenzia di Viaggi S.r.l.s. Mattarello (TN) Via G. Catoni n. 51 0461 944855 agenzia@torrefrancatravel.it

Fondo di garanzia: Garanzia Viaggi S.rl. nr. A/84.1911/1/2018 | Iscrizione registro imprese: TN228184 - Licenza: nr. 28 del 09.02.18

62

tmgennaio


ghi e tempi, lasciando indicazioni anche sul percorso. Se la stagione è bella ed avete programmato una location all’aperto, tenete sempre in considerazione il cosiddetto “piano B”, ovvero un luogo coperto in caso di maltempo. Visionatelo preventivamente ed assicuratevi che il personale sia attrezzato in questo senso. Nel giorno che dovrà essere indimenticabile, non mancate di mettere a disposizione degli invitati carta e penna, per lasciare – nero su bianco – le impressioni sul vostro evento. L’intrattenimento degli ospiti dovrà prevedere giochi per adulti e per bambini, senza tralasciare i particolari del gran finale, con palloncini, fuochi d’artificio ed il mitico lancio del bouquet.

Il matrimonio GREEN La novità arriva sull’onda dei grandi cambiamenti climatici, coinvolgendo molto le nuove generazioni. Nel momento di fare i conti con le grandi scelte della vita, si considerano le forti tematiche attuali. La tradizione cede così il passo ai matrimoni ecologici, etici e solidali in cui gli sposi condividono con gli ospiti i propri valori e risparmiano. Nell’ultimo anno, le ricerche di idee per matrimoni sostenibili sono cresciute in maniera esponenziale, subito seguiti da quelli nel verde. E non è un caso: le nuove generazioni sembrano puntare più su quello che fanno invece che per quello che posseggono ed esibiscono.

Del resto, le esperienze si possono condividere sui social, specialmente quando si tratta di eventi unici, ecologici, salutari, naturali ed etici. Ma come si realizza un matrimonio ecosostenibile ? Il primo elemento è la location. I luoghi più desiderati sono immersi nella natura: punti panoramici, litorali, spiagge, rifugi alpini, agriturismi e vigneti. L’impronta verde si comunica a partire dalle partecipazioni: stampate su carta riciclata, realizzate in digitale o con inchiostri atossici. E tornano persino gli inviti scritti a mano, a testimoniare il massimo desiderio di personalizzare. I valori e le convinzioni sopra elencate influenzano l’intera gamma delle scelte stilistiche: le fedi sono realizzate con pietre “pulite” e non trattate; l’allestimento privilegia materiali poveri e di riciclo e i fiori sono stagionali e del territorio. Una soluzione ancora più green e di grande impatto visivo è il noleggio di piante in vaso: alberi verdi a cespuglio e piante lavorate e potate in forme speciali trasformano gli spazi nel rispetto della natura, mettendo al bando i fiori recisi. Anche a tavola c’è voglia di sperimentare formule a basso impatto ambientale. Abbasso la plastica, viva l’impatto zero. Per gli sposi contemporanei la messa a punto del menù risponde al bisogno di autenticità e di genuinità. Ecco allora comparire le prime proposte vegane e vegetariane, da postare su Instagram. Si fa strada con sempre maggior convinzione quindi il bio, con il pane che diventa il grande protagonista sulle tavole, richiamando ricette locali e tradizioni. Non mancano spunti per la cucina più naturale, che privilegia le specialità alimentari (vino, olio, miele e marmellate fatte in casa) che sottolineano ancora una volta il legame e la passione verso un territorio che va salvaguardato ed esaltato, in tutti i suoi aspetti. ■

FRANZINELLI IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL MONDO CASA – GIARDINO

LISTA NOZZE REGALI UTILI E DI QUALITÀ

PARCHEGGIO PRIVATO GRATUITO NEGOZIO CASALINGHI TRENTO – Via Calepina, 55 – Tel. 0461 980210 NEGOZIO GIARDINAGGIO TRENTO – Via Roggia Grande, 14 – Tel. 0461 230377 NEGOZIO FERRAMENTA TRENTO – Vicolo de Liceo, 13 – Tel. 0461 220161

63

tmgennaio


trentinopanorama

di Fabio Da Santi

U

na vera e propria esperienza in cui immergersi totalmente, lasciandosi trasportare da due ore ininterrotte di musica. Un movimento continuo in cui le parole e il suono si mescolano perfettamente con un nuovo immaginario visivo. La scoperta, e il conseguente stupore, di un mondo in cui al centro di tutto rimane la musica per un emozionante viaggio ricco anche di quelle sperimentazioni sonore che caratterizzano il suo nuovo album “Tradizione e tradimento”. Sono queste le credenziali del nuovo live di Niccolò Fabi che approda l’8 gennaio all’Auditorium S. Chiara di Trento. Cuore del live i brani del nuovo disco del cantautore romano “Tradizione e Tradimento” e

NICCOLÒ FABI CUORE DEL LIVE I BRANI DEL NUOVO DISCO “TRADIZIONE E TRADIMENTO” E LE CANZONI DEL SUO REPERTORIO, RIPROPOSTE IN UNA NUOVA VESTE le canzoni del suo repertorio, riproposte al pubblico in una nuova veste musicale. Sul palco insieme a Niccolò Fabi (voce, chitarra e piano) presenti gli amici e colleghi

Roberto Angelini (chitarre, Arp e cori), Pier Cortese (chitarre, Ipad e cori) Alberto Bianco (basso, chitarre e cori) Daniele “mr. coffee” Rossi (synth, piano e moog)

e Filippo Cornaglia (batteria, elettronica e glockenspiel). “Tradizione e tradimento” è un album che parla di scelte e che rappresenta esso stesso una scelta: quella di

TERESA MANNINO: “SENTO LA TERRA GIRARE”

“V

ivo chiusa in un armadio, per mesi, anni. Un giorno decido di uscire, apro le ante e un piccolo raggio di luce artificiale mi acceca, esco e provo ad aprire gli occhi, li apro e leggo che il principe Harry si sta sposando e che l’asse della terra si sta spostando. Mi butto stranamente sulla notizia meno glamour. Com’è possibile che l’asse terrestre stia variando? Fuori dall’armadio scopro che il mondo va a rotoli, rotoli di carta igienica. Allora, cerco delle strategie: non uso più rotoli, di nessun tipo, chiudo l’acqua mentre mi insapono, tengo spente le luci dell’albero di Natale, vendo la macchina e faccio l’orto sul balcone. Ma ciò non migliora la situazione del pianeta e in più mi sono complicata la vita. La strategia deve essere un’altra. Decido di richiudermi nell’armadio, ma l’armadio non è più lo stesso, dentro quell’armadio sento la Terra girare”. Sono queste le parole scelte da Teresa Mannino per tratteggiare i contorni del suo “Sento la terra girare”, in scena il 10 gennaio all’Auditorium Santa Chiara nell’ambito del tour che la vede in alcuni dei principali teatri italiani. Lo spettacolo, scritto da

64

tmgennaio

lei stessa insieme a Giovanni Donini, mette in evidenza la sua comicità graffiante, leggera, intelligente e insieme irresitibilmente sottile. “Sento la terra girare” è uno spettacolo che mette in evidenza le qualità di questa solare presenza del panorama comico tricolore capace di coniugare una raffinata tecnica attoriale con una capacità d’improvvisazione spontanea e originale Teresa Mannino ritorna in scena con uno show capace di fotografare alla sua maniera la realtà di oggi vista dagli occhi di chi scopre un mondo diverso: “ Siciliana fortemente legata alla sua terra, laureata in filosofia, la Mannino ha studiato teatro a Milano, diventata la sua città d’adozione. La sua comicità graffiante, leggera e sottile la porta ad aggiudicarsi con i suoi accattivanti monologhi, la conduzione della prima serata di “Zelig” con Mr. Forest su Canale 5 nel 2013. Questo dopo l’esperienza formativa di cinque edizioni di Zelig Off , dal 2007 al 2011, presentato con Federico Basso ma il percorso artistico della Mannino si snoda tra esperienze comiche di palcoscenico, piccolo schermo e grande schermo senza dimenticare la dimensione legata ai suoi programmi radiofonici sempre di grande successo.


trentinopanorama

GIACOBAZZI: “NOI. MILLE VOLTI E UNA BUGIA”

S’

scrivere solo quando si è mossi da una reale ispirazione e necessità. Scritto e registrato tra Roma e Ibiza il disco è il risultato di un lavoro corale che vede alla produzione artistica Niccolò Fabi insieme a Roberto Angelini e Pier Cortese, storici amici e compagni di viaggio e di palco. Determinante sui tre brani, “Amori con le ali”, “Nel blu” e “A prescindere da me”, la collaborazione, dal suo studio di Ibiza, con Costanza Francavilla, musicista e produttrice romana. Yakamoto Kotsuga, produttore e compositore di colonne sonore, ha invece caratterizzato l’arrangiamento di “Io sono l’altro”. Un lavoro che era stato anticipato dal singolo e dal video “Io sono l’altro” un brano che appare particolarmente ispirato nelle sue liriche: “Esiste un’espressione In Lak’ech che nella cultura Maya non è solo un saluto ma una visione della vita – spiega Niccolò Fabi. Può essere tradotta come “io sono un altro te” o “tu sei un altro me”. Che si parta dalla mistica o dalla fisica quantistica si arriva sempre alla conclusione che l’altro è imprescindibile nella nostra vita e

che siamo solo particelle di un tutto insondabile. Allora l’empatia diventa non solo un dovere etico, ma l’unica modalità per sopravvivere, l’unica materia che non dovremmo mai dimenticarci di insegnare nelle scuole>. Per Fabi dunque conoscere e praticare i punti di vista degli altri è una grammatica esistenziale, come riuscire ad indossare i loro vestiti, perché sono stati o saranno i nostri in un altro tempo della vita. Più di 90 canzoni, 9 dischi di inediti, 2 raccolte ufficiali, 1 progetto sperimentale come produttore, 1 disco di inediti con la super band FabiSilvestriGazzè, 2 Targhe Tenco per “Miglior Disco in Assoluto” (vinte per i suoi ultimi due album) e dopo 20 anni di musica Niccolò Fabi è oggi considerato uno dei più importanti cantautori italiani. Tanta musica nel percorso del cantautore, tanta sperimentazione e un avvicinamento sempre più evidente alla musica d’oltreoceano. È un percorso artistico incentrato sulla ricerca della libertà espressiva quello che in questi anni ha inseguito il cantautore romano e ne sono dimostrazioni gli ultimi due album pubblicati, “Una somma di piccole cose” e per ultimo, appunto, “Tradizione e tradimento”. ■

intitola “Noi. Mille volti e una bugia”, in scena giovedì 16, alle 21, all’Auditorium nella serata organizzata da Fiabamusic in collaborazione con il Centro S. Chiara, l’ultimo spettacolo di Giuseppe Giacobazzi . “Noi. Mille volti e una bugia” scritto da Giacobazzi insieme a Carlo Negri, che ne cura anche la regia, è una sorta di dialogo, interiore ed esilarante, legato a venticinque anni di convivenza a volte forzata. “Venticinque anni – racconta il comico – fatti di avventure ed aneddoti, situazioni ed equivoci, gioie e malinconie, sempre spettatori e protagonisti di un’epoca che viaggia a velocità sempre maggiore. Dove in un lampo si è passati dalla bottega sotto casa alle “app” per acquisti, dal ragù sulla stufa ai robot da cucina programmabili con lo smartphone”. Il tutto vissuto dall’uomo Andrea e raccontato dal comico Giacobazzi in uno spettacolo che con ironia e semplicità cerca di rispondere ad una domanda: “Dove finisce la maschera e dove inizia l’uomo?”, che poi è il problema di tutti, perché tutti noi conviviamo quotidianamente con una maschera. Come in uno specchio, o meglio come in un ritratto (l’omaggio a Dorian Gray è più che voluto), dove questa volta ad invecchiare è l’uomo e non il ritratto. Sono proprio questi i “Noi ” che vediamo riflessi nei nostri mille volti (i rimandi letterari non mancano, dal già citato Wilde a Pirandello, da Orwell a Hornby), convivendo, spesso a fatica con la bugia del compiacerci e del voler piacere a chi ci sta di fronte. Andrea Sasdelli, in arte Giuseppe Giacobazzi:, comico romagnolo doc, è stato per anni tra i personaggi di punta di Zelig, trasmissione tv che lo vede protagonista in tutte le edizioni, fin dal 2006. Il suo debutto sul palco risale invece al 1993 mentre nel 2001 pubblica il suo primo libro di quelle che lui ama definire “povesie”, “Sburoni si nasce”, mentre nel 2008 esce “Una vita da paura” che diventa un best seller. Lanciato dal piccolo schermo Giacobazzi ha però sempre puntato sulla dimensione teatrale. Fabio De Santi

65

tmgennaio


trentinopanorama

di Susanna Caldonazzi

A

gennaio anche i teatri di Rovereto sono ricchi di appunta menti. Quattro le serate di programmazione al Teatro Zandonai che prendono il via con Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi a inaugurare il 2020 del teatro roveretano con una scrittura originale che prende ispirazione dallo spirito dell’opera di Cervantes. Donchisci@tte – questo il titolo del lavoro diretto da Davide Iodice – porta in scena un corpo a corpo disperato e comico tra il cavaliere errante e il suo fedelissimo contro un mondo sempre più virtuale dove il nemico sono le multinazionali e dove ancora, ciò che muove, è l’amore per una Dulcinea intrappolata in una webcam. Melodie e vitalità si intrecciano invece in Il pipistrello, l’operetta di Strauss portata in scena allo Zandonai da Corrado Abbati e la sua compagnia il 15 e il 16 gennaio. Il 24 gennaio invece l’esilarante commedia che sbanca i botteghini d’Europa, Il test della Sycamore T Company, con Roberto Ciufoli e Benedicta Boccoli. Chiude il mese di gennaio del Teatro Zandonai, Cermis. Ciò che non si può dire il racconto del Cermis di Pino Loperfido interpretato da Mario Cagol.

“DONNE DI ORIGINE CONTROLLATA” IL 21 GENNAIO A RIVA DEL GARDA, UNA BRILLANTE SERATA SUL MONDO DELLE DONNE IN UN MONOLOGO DELL’ATTRICE FRANCESCA REGGIANI All’Auditorium Melotti, invece, gennaio inizia con la danza della giovane compagnia italo-spagnola Kor’sia: The lamb, spettacolo vincitore del Berner Tanzpreis, è uno dei lavori più significativi della compagnia che sa unire danza contemporanea, consapevolezza scenica e riferimenti cinematografici. Il 16 gennaio sempre all’Auditorium Melotti, per il ciclo “Altre tendenze” del Centro Santa Chiara, in scena Overload di Sotterraneo, lavoro ispirato al personale dramma dello scrittore americano David Foster Wallace, che coinvolge il pubblico attivamente mettendo al centro la capacità (o meno) di concentrarsi sulle emozioni degli altri. Altro appuntamento al Melotti dedicato al teatro contemporaneo è quello del 30 gennaio, con Cuore di Cane di TPE – Teatro Pie-

“That’s Amore”

66

tmgennaio

“Ciò che non si può dire il racconto del Cermis”. Il 29 gennaio al Teatro Zandonai di Rovereto

monte Europa, un adattamento del romanzo di Michail Bulgakov in cui lo scienziato Filippovic opera trapianti tra esseri umani e animali. Andrà invece in scena ad Ala, il 17 gennaio, That’s Amore di Marco Cavallaro, una commedia con innesti musicali, una moderna favola sul bisogno di amare e di amarsi per affrontare la vita. Il giorno seguente, un omaggio a Pirandello della Accademia Perduta Romagna Teatri arriva invece a Roncone, in Val Giudicarie: la voce di Ferruccio Filipazzi e la musica di Claudio Fabbrini offriranno al pubblico la produzione letteraria più immediata di Pirandello:

le novelle. Il 21 gennaio a Riva del Garda, una brillante serata sul mondo delle donne in un monologo dell’attrice romana Francesca Reggiani: D.O.C. Donne di origine controllata. Lavis celebra la Giornata della Memoria con qualche giorno d’anticipo al Teatro Auditorim di via Filzi con Il violino di Auschwitz, un reading musicale con Anna Lavatelli e Alessandra Sonia Romano. Il 31 gennaio invece al Teatro di Ala, Il venditore di sigari di Amos Kamil, diretto da Alberto Oliva, che tratta un tema capace di attraversare i decenni e diventare estremamente attuale: l’odio che scaturisce dal pregiudizio. ■


trentinopanorama

di Fabio De Santi

S

i apre con il concerto del 30 gennaio (organizzato da Sidera S.r.l. per il suo 30° anniversario), alle 21, al Palarotari di Mezzocorona il nuovo anno dei Like Floyd la formazione trentina che rende omaggio ai leggendari Pink Floyd. Un evento che avrà anche i colori della solidarietà con l’intero ricavato devoluto in favore delle Associazioni Onlus: il Papavero di Bolzano e l’Associazione Amici Hospice Trentino di Trento. In questa occasione i Like Floyd, che da sempre accompagnano il loro nome con la sigla “A Pink Floyd Story”, presenteranno il loro nuovo spettacolo, di cui avevano dato un primo assaggio ai Ciucioi di Lavis lo scorso autunno, intitolato “Like The Wall”. Si tratta di un live show sviluppato e realizzato in ono-

LIKE FLOYD IL 30 GENNAIO, ALLE 21, NEGLI SPAZI DEL PALAROTARI DI MEZZOCORONA LA COVER BAND TRENTINA RENDE OMAGGIO AI LEGGENDARI PINK FLOYD re all’album dei Pink Floyd “The Wall” che quest’anno compie quarant’anni: “Uno spettacolo – spiegano i Like Floyd . composto da una prima parte ove suoneremo un nostro personale “The best of Pink Floyd”, seguendo una seconda parte ove verrà la-

sciato spazio ai pezzi da noi scelti dall’album “The Wall”, assieme ai filmati video del personaggio Mr. Floyd da noi ideato e realizzato e che verranno proiettati di pari passo alla scaletta del concerto, in un tripudio di musica, luci, colori, immagini, suoni, laser

GIULIANO CARMIGNOLA E MARIO BRUNELLO

L

a stagione 2020 della Società Filarmonica di Trento, nella continuità con le precedenti, vuole offrire al suo pubblico la sintesi di un mondo musicale dinamico e creativo, fatto di artisti, stili esecutivi, interpretazioni, tecniche, tendenze, mode, costumi, scoperte, estro personale. È una programmazione degna delle migliori sale del panorama internazionale; particolarmente ricca è la rappresentazione dell’universo cameristico, che racchiude una lunga serie di appuntamenti raffinati con artisti tra i migliori nei loro specifici campi strumentali: Isabelle Faust, Renaud Capuçon, Antje Weithaas, Sayaka Shoji, Vladimir Mendelssohn e i fratelli Hagen fra gli archi, i quartetti Modigliani, Arod e Fiesole, la clarinettista Sabine Mayer, gli ensemble costituiti da alcune prime parti delle orchestre di Santa Cecilia, del Concertgebouw, del Teatro alla Scala; in questo panorama si distingue il Nevermind Ensemble del clavicembalista Jean Rondeau, impegnato nei Quartetti Giuliano di Carl Philipp Emanuel Bach intercalati da ConCarmignola trappunti di Bach padre. Tutti i concerti avranno luogo alle ore 20.30 nella sala di via Verdi 30. Il primo appuntamento dell’anno nuovo (martedì 14 gennaio) è con il celebre violinista Giuliano Carmignola e l’altrettanto noto Mario Brunello (al violoncello piccolo), accompagnati dall’Accademia dell’Annunciata, che apriranno la stagione con le partiture immortali di Bach e di Vivaldi. Daniele Valersi

e fumi che tutto avvolgono”. On stage al Palarotari ci saranno il batterista Claudio Torresani, il bassista Romano Benedetti, le tastiere di Marcello Depaoli e Giacomo Gamberoni, le chitarre Fender Stratocaster e voci di Gianluca Rossi e Nicola Pedron, la chitarra acustica e voce di Andrea Debiasi, il sassofono e percussioni di Angel Ballester Veliz, i cori con la voce maschile di Efrem Chini e le tre voci femminili di Elisa Olaizola, Giovanna Poletti e Linda Redolfi. Fin dalle sue origini il progetto “Like Floyd - A Pink Floyd Story ha come obbiettivo il riscoprire un percorso musicale e discografico lungo 50 anni con il desiderio di riprodurre con la massima fedeltà le sonorità, le suggestioni e le atmosfere dei concerti live della mitica formazione britannica. Il gruppo che ha le sue radici in Val di Non è nato sulle ceneri dei “Joung Lust” proprio nel 2017 anno in cui si celebravano i cinquant’anni dall’uscita del primo disco dei Pink Floyd. Gli show dei Like Floyd oltre la qualità della musica proposta sono sempre stati accompagnati da un’importante componente coreografica. ■ 67

tmgennaio


trentinopanorama

di Lara Deflorian

I

l nuovo anno si aprirà alla danza con tante proposte variegate del cartellone regionale organizzato dal CSC S. Chiara di Trento. Ma a farla da padrona sarà sicuramente la compagnia statunitense Ailey II, che per la prima volta si esibirà in regione il 21 gennaio al teatro Comunale di Bolzano. Compagnia giovanile annessa all’Alvin Ailey American Dance Theater, è stata fondata dal grande Alvin Ailey, artefice di quella black dance così vera, sensuale e fisica. Oggi l’Ailey è diretta da Troy Powell, celebre ballerino newyorkese della compagnia senior e insegnante di riferimento della Ailey School di Manhattan. Il programma messo in scena a Bolzano vedrà quattro diversi titoli, tra cui due brani noti firmati dall’attuale direttore Robert

DANZA IN REGIONE TANTE PROPOSTE VARIEGATE DEL CARTELLONE ORGANIZZATO DAL CENTRO SERVIZI “S. CHIARA” DI TRENTO. TRA I TOP: LA COMPAGNIA AILEY II Battle, Takademe e The Hunt per soli sei uomini; il pulsante ed eccentrico Where There Are Tongues del coreografo sud afric ano Bradley Shelver, noto insegnante di tecnica Horton alla Joffrey Ballet School e l’audace Breaking Point

della coreografa giamaicana Renee I. McDonald sui suoni degli Audiomachine. Il nuovo anno del Sociale di Trento inizia con un’importante presenza: il Ballet British Columbia. Da Vancouver il 28 gennaio la compagnia Canadese, diretta da Emily

Molnar, chiamata a dirigere quest’anno il prestigioso Nederlands Dans Theater, danzerà un trittico diversificato per genere e stile, firmato da tre coreografe donne: l’israeliana Sharon Eyal, l’americana Aszure Barton e la canadese Crystal Pite, ex collega di

DAL 26 GENNAIO, TORNANO I “CONCERTI DELLA DOMENICA”

A

nche per il 2020 ritornano puntuali i graditi appuntamenti dei “Concerti della domenica”, da qualche anno in carico alla Società Filarmonica di Trento che, oltre alla sala, mette a disposizione lo staff organizzativo. A partire dal 26 gennaio e fino al 22 marzo la sala di via Verdi 30 ospiterà ogni domenica mattina (alle ore 10.30) solisti e gruppi di alto livello interpretativo, tutti strepitosi nelle loro diversità stilistiche e tematiche. Col titolo “Onde antiche e moderne” i trombonisti del Mascoulisse Quartet domenica 26 gennaio inaugurano la programmazione; musicisti dinamici e creativi, i quattro sanno catturare il pubblico con vitalità contagiosa, esprimendo inoltre una presenza autorevole sul palco. Il Mascoulisse Quartet nasce nel 2007 per volontà di Stefano Belotti, Davide Biglieni, Alberto Pedretti, Emanuele Quaranta, diplomati in Trombone nei Conservatori di Brescia e Bergamo. Centinaia sono i concerti tenuti finora in importanti rassegne e festival in Italia, Europa, Stati Uniti, Hong Kong e Macao, con programmi sempre innovativi. A Trento il Mascoulisse propone brani della tradizione antica, del repertorio classico e brani contemporanei; sono in programma partiture di Hassler, Gabrieli, Praetorius, Canonici, Mozart, L. Sandrini, Rossini, Rosa, Lindberg. Il Mascoulisse vanta molte collaborazioni con artisti di fama internazionale, quali Stefan Schulz (Berliner Philharmoniker), Michel Becquet, Christian Lindberg, Vincent Lepape. Importante per

ogni singolo componente è stata l’esperienza orchestrale in alcuni fra i più importanti teatri mondiali sotto la direzione di direttori quali Daniel Barenboim, Zubin Mehta, Ennio Morricone, Yury Temirkanov. Un impegno esercitato anche a fianco dei grandi interpreti della musica contemporanea e pop, lavorando con etichette discografiche e televisioni quali Sony, EMI classica, Radio3 RAI. Sarà poi la volta del quartetto Bellanöva (2 febbraio), chiamato a esplorare con il linguaggio della modernità le danze e le canzoni delle tradizioni popolari dell’Oltrepò Pavese. Ma ne riparleremo nel prossimo numero. Daniele Valersi

Mascoulisse Quartet 68

tmgennaio


trentinopanorama “Light’s heroes”

Molnar al Ballet Frankfurt. Il giovane collettivo italo-spagnolo Kor’sia il 12 gennaio all’Auditorium Fausto Melotti di Rovereto presenterà The Lamb, una creazione che trae spunto da un evento miracoloso: il ritrovare la vista dopo la cecità. Grazie a corpi fiammeggianti che sulla scena officiano misteriosi rituali, tutto sembra possibile. A Trento al teatro SanbàPolis il 17 gennaio prenderà il via la sezione di danza centrata sulla verticalità. Con Fragilità. Manuale di giardinaggio la compagnia Cafelulè proporrà uno spettacolo aereo, dove le coreografie disegnano traiettorie invisibili, d’impatto visivo, in uno spazio incantato e senza tempo. E se il 17 gennaio al teatro Parrocchiale di Cles l’ironica Silvia Gribaudi, interprete del solo R.OSA_10 esercizi per nuovi virtuosismi, porterà in scena l’espressione del corpo della donna e del ruolo sociale che esso occupa con un linguaggio “informale” nella relazionale con il pubblico, il 18 gennaio al teatro di Brentonico e il 19 gennaio al polo dell’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana, si esibirà il Balletto del Sud. Serata Romantica è il titolo dello spettacolo presentato che riprende alcune tra le più belle pagine del repertorio romantico di balletti conosciuti come Giselle, La Sylphide, la Bayadere e Les Sylphides, in-

tervallate da brani di Chopin e rime di Leopardi, interpretate dalla voce di Andrea Sirianni. Il pubblico sarà invece parte attiva il 24 gennaio al teatro Parrocchiale di Cles con la compagnia torinese EgriBiancoDanza, protagonista di Light’s Heroes, un Choreogame per otto danzatori protagonisti delle dinamiche dei videogiochi, che tenterà di coinvolgere i ragazzi delle scuole elementari e medie in un rapporto coreografico. Sempre la compagnia EgriBiancoDanza, diretta da Susanna Egri e Raphael Bianco, il 28 gennaio al Pala Congressi di Riva del Garda presenterà lo spettacolo Dance Dance Dance, portatore di un messaggio di speranza in cui il danzare, ovvero l’agire, aiuta a superare le difficoltà e a conquistare nuove dimensioni di consapevolezza. Il 25 gennaio, al teatro Modena di Mori, andrà in scena il Balletto di Roma con Male Variations, tre coreografie firmate da Itamar Serussi Sahar e Andrea Costanzo Martini, mentre il 26 gennaio, al teatro Sartori di Ala, ancora due danzatori del Balletto di Roma saranno i protagonisti de L’albero dei sogni, creato da Valerio Longo, in cui musica e danza attivano un immaginario fatto di visioni, sia interiori che esteriori, attraverso una connessione tra mondo terreno e ultraterreno. ■

Tutti i giorni

baccalà

in varie e gustose versioni!

TRENTO - Corso Alpini, 14 Tel. 0461 825300 info@hoteleverest.it DOMENICA APERTO

69

tmgennaio


trentinopanorama

di Fabio De Santi

D

opo il grande successo del musical “Il principe ranocchio” (3 tour nazionali, oltre 50.000 presenze in tutta Italia e due candidature agli Italian Musical Awards come migliori musiche e spettacolo originale) la Compagnia Bit ha puntato su una nuova produzione originale “A Christmas Carol - il Musical”. Composta interamente nel nostro Paese e in italiano, “A Christmas Carol”, il celebre canto di Natale di Charles Dickens, rivisitato in versione musical verrà proposto a Trento lunedì 6 gennaio all’Auditorium S. Chiara alle 17.30. Un musical tutto natalizio scritto e diretto da Melina Pellicano mentre le liriche sono di Marco Caselle che ne ha curato, insieme a Stefano Lori, anche le musiche. A portare in scena quella che è considerata come la più conosciuta e commovente storia di Natale un cast artistico di venti elementi che si muovono fra effetti speciali, musiche originali, centocinquanta costumi ad arricchire le scenografie. Melina Pellicano, regista e autrice del libretto, ha raccontato come nell’adattamento al musical ha voluto essere il più fedele possibile al romanzo perché

70

tmgennaio

A CHRISTMAS CAROL IL CELEBRE CANTO DI NATALE DI CHARLES DICKENS, RIVISITATO IN VERSIONE MUSICAL VERRÀ PROPOSTO A TRENTO LUNEDÌ 6 GENNAIO ALL’AUDITORIUM la scrittura di C. Dickens è già di per sé molto teatrale. La storia è ambientata alla vigilia di Natale, nella Londra del 1843, e tutti si accingono a festeggiare la ricorrenza. Quella notte mr. Scrooge riceve la visita del fantasma del suo defunto socio Jacob Marley che gli annuncia la visita di tre spiriti. Lo spirito dei Natali passati gli mostra gli errori della sua vita passata; lo spirito del Natale presente gli fa vedere la felicità che il Natale sprigiona, mentre lo spirito dei Natali futuri gli mostra l’orrendo destino che lo aspetta qualora non cambiasse il suo modo di vivere.

Dopo la visita degli spiriti, Scrooge si risveglia la mattina di Natale profondamente cambiato nell’anima. D’ora in poi, festeggerà il Natale e non perderà nessuna occasione per fare del bene. La contrapposizione tra la solitudine e l’agiatezza di Scrooge e la serenità e la modesta situazione sociale degli altri personaggi comunica che la ricchezza d’animo è la vera ricchezza. Il Natale rappresenta, dunque, il momento adatto per riflettere e per cambiare in positivo. “Certo c’è qualche differenza nella vicenda e nei personaggi – spiega la regista – ma sempre nel rispetto del

racconto originale. Questo è stato voluto ed è un piccolo modo personale per rendere omaggio allo scrittore”. Il protagonista di “A Christmas Carol” mr. Ebenezer Scrooge compie una trasformazione, un cambiamento importante proprio la notte della vigilia di Natale. Quel Natale che può essere un’occasione in cui potersi fermare a riflettere, un momento per porsi in maniera propositiva verso il cambiamento. Il Natale diventa un’occasione per un coraggioso atto di trasformazione, che molti di noi vorrebbero fare ma che spesso ■ dimenticano.


trentinopanorama

di Susanna Caldonazzi

È

una tradizione, quella del balletto i primi giorni dell’anno. E per onorarla, a dare il via al nuovo anno all’Auditorium Santa Chiara di Trento, è in programma il 2 gennaio alle 21, Russia eterna, del Russian National Show “Gzhel”: direttamente dalla Piazza Rossa di Mosca, una rappresentazione della cultura e delle tradizioni del popolo russo, attraverso una compagnia, l’unica al mondo, ad unire folk, balletto e music-hall in un solo spettacolo. Sempre all’Auditorium, l’atmosfera natalizia continua fino al 6 gennaio, quando in programma alle 17.30 c’è A Christmas Carol, il famoso canto di Natale di Charles Dickens, in una versione musical tutta italiana diretta da Melina Pellicano con le musiche di Marco Caselle e Stefano Lori. Dal 9 al 12 gennaio in scena al Teatro Sociale – da giovedì a sabato alle 20.30, domenica alle 16 – la coppia Sergio Rubini - Luigi Lo Cascio che, dopo il successo di Delitto e Castigo, recupera un altro grande capolavoro letterario: Dracula. Sempre il 9 gennaio, al Teatro Comunale di Pergine, Mai Morti di Renato Sarti per il Teatro dell’Elfo, un viaggio attraverso la nostra storia recente raccontata da un “fascista mai pentito”: un monologo che spazia tra fatti storici e di attualità interrogando lo spettatore sul senso della parola “antifascismo”. Il 10 e 11 gennaio, sempre alle 21, alla Bottega delle Arti, lo spazio di Passaggio Teatro Osele, lo spettacolo Mi abbatto e sono felice di Daniele Ronco, un lavoro ispirato ai temi della decrescita felice. Il 10 gennaio è una serata ricca di proposte per gli amanti

IPNOTIZZATI A DATRENTO A TEATRO “DRACULA” DAL 9 AL 12 GENNAIO IN SCENA AL TEATRO SOCIALE, LA COPPIA SERGIO RUBINI - LUIGI LO CASCIO CHE, DOPO IL SUCCESSO DI DELITTO E CASTIGO, RECUPERA UN ALTRO GRANDE CAPOLAVORO LETTERARIO del teatro: oltre a Daniele Ronco, infatti, in programma Luisa Merloni con Farsi fuori, una riflessione sui temi della maternità, al Teatro Portland alle 21; Orfeo ed Euridice di César Brie al Teatro di Villazzano alle 20.45 e infine la comica Teresa Mannino con Sento la terra girare alle 21 al Teatro Auditorium. Il giorno seguente, per chi non rinuncia alle battaglie contro i mulini a vento, una rivisitazione contemporanea del Don Chisciotte, che racconta, attraverso gli stilemi del surreale, del comico e del

poetico, il viaggio dell’essere umano verso la felicità. Don Chisciotte, l’ultimo viaggio di Angelo Maria Tronca è in programma al Teatro di Meano alle 20.45. Mercoledì 15 gennaio il Teatro Stabile del Veneto arriva a Pergine con un grande classico: Il malato immagnario di Molière, alle 20.45. La stessa sera, alle 20.30 al Teatro Sociale, uno spettacolo fuori abbonamento, dal forte risvolto sociale: uno spettacolo che racconta la storia di Helene, una bambina che non vede, non sente e non parla, nata

in una famiglia dove ad accoglierla ci sono lo sgomento, il dolore, la frustrazione di aver avuto la figlia che non ci si aspettava. Una storia vera, che racconta la scoperta della lingua dei segni – in questo caso tattile – e offre una riflessione sui limiti e sulle possibilità per superarli. Venerdì 17 gennaio si apre invece la stagione di danza verticale Gravità zero, al Teatro Sanbàpoils, con la Compagnia Cafelulé. Dal 23 al 26 gennaio al Teatro Sociale, La classe, uno spettacolo prodotto da Accademia Perduta Romagna Teatri, Goldenart Production e Società per Attori e sostenuto da Amnesty International, firmato da Vincenzo Manna per la regia Giuseppe Marini: un lavoro arrabbiato che ritrova nella scuola un microcosmo da cui partire per una riflessione sui conflitti sociali contemporanei. Il 28 gennaio, invece, al Teatro Sociale per la Stagione InDanza, il Ballet British Columbia, per chiudere un mese a teatro con la danza, esattamente come si è cominciato. ■ 71

tmgennaio


trentinopanorama

di Fabio De Santi

T

rae ispirazione dalle forme e dalle suggestioni dell’opera barocca di Henry Purcell “Dido and Aeneas”, calate in una sensibilità contemporanea, il nuovo disco della violoncellista Adele Pardi. “PerDido”, composto da dodici brani a cui si aggiunge una bonus track pubblicato dalla label Barnum for Art di Max de Aloe, nasce dall’intreccio fra l’opera du Henry Purcell e le continue peregrinazioni musicali della musicista nata a Milano ma ormai trentina d’adozione. “Questo lavoro – racconta lei - è nato dal desiderio di raccontare due storie d’amore immortali: quella tra Didone ed Enea e quella tra la musica e il teatro. È un’opera jazz, classica, pop, elettronica, un musical, una storia, un

ADELE PARDI: “COME DIDONE” NUOVO DISCO PER LA VIOLONCELLISTA TRENTINA D’ADOZIONE. “PERDIDO”, COMPOSTO DA DODICI BRANI A CUI SI AGGIUNGE UNA BONUS TRACK percorso di vita personale, la sintesi di tutti i generi musicali che mi hanno nutrita in questi anni”. Fitta la schiera di musicisti della nostra regione, ma non solo che

l’hanno accompagnata in quello che Adele Pardi definisce un “folle” progetto: il quintetto jazz Seven Steps: Vittorio Cuculo (sax), Pietro Corbascio (tromba),

Lorenzo Vitolo (piano), Tancredi Emmi (contrabbasso/ basso elettrico), Bruno Tagliasacchi Masia (batteria), l’Ensemble Arstudium: Stefano Bellini (violino), Piercar-

“HAYDN: 60 ANNI E OLTRE”. E ALTRO ANCORA...

P

er l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento l’anno nuovo inizia in compagnia della bacchetta di Felix Bender, che il 4 gennaio dirige al Paladolomiti di Pinzolo (ore 21) l’ultimo dei concerti di Capodanno, affiancato dal soprano Silvia Micu; sono in programma pagine di Gaetano Donizetti (dal “Don Pasquale”), Amilcare Ponchielli (dalla “Gioconda”), Franz Lehár, Johann Strauß jr, Émile Waldteufel. L’unico appuntamento di gennaio della stagione sinfonica è per mercoledì 29 (Trento, Auditorium, ore 20.30), con Marco Angius alla direzione e la prima esecuzione assoluta di “Background checks” di Fabio Cifariello Ciardi; sono in programma inoltre “Pavane pour une infante défunte” di Maurice Ravel, Carnival op. 9 di Robert Schumann, SiegfriedIdyll (da Traume per violino e piccola orchestra) di Richard Wagner; la parte solistica è affidata a Stefano Ferrario, primo violino di spalla dell’orchestra regionale. “Background checks” è una delle quattro partiture commissionate dalla Fondazione Haydn, nel progetto “Haydn: 60 anni e oltre” in occasione del sessantesimo anniversario dell’orchestra; in questa pagina il compositore trascrive strumentalmente le inflessioni e i ritmi della voce parlata, in questo caso quella di Barack Obama. È lui stesso a presentare la sua nuova opera: “Il 5 gennaio 2016, alla Casa Bianca, Barack Obama dedica uno dei suoi ultimi discorsi da presidente ai «background checks», il controllo dei dati giudiziari che

72

tmgennaio

negli Stati Uniti dovrebbe sempre precedere la vendita delle armi. È un Obama che non sembra leggere appunti e neanche il teleprompter, il «gobbo» utilizzato dagli oratori per non distogliere lo sguardo dagli spettatori. Ne risulta un discorso unico, toccante, appassionato, interrotto da attimi di inaspettata commozione. Il Washington Post lo definirà «amazingly emotional». Il mio «Background checks» tenta di indagare quel momento con una sorta di «lente acustica»: trasferendo in partitura le inflessioni, i ritmi, le pause della voce di Obama in un fitto contrappunto fra l’orchestra, il video e l’audio originale del discorso. Un tributo proposto anzitutto con un senso di sincera riconoscenza”. Interessato alla percezione, alla memoria e all’uso della tecnologia applicata a diversi fenomeni che raccontano il nostro presente, Fabio Cifariello Ciardi si dedica alla musica strumentale, a quella elettroacustica e alla creazione di opere multimediali. Daniele Valersi

Silvia Micu


trentinopanorama Giovanni Sollima

La soluzione per i Vostri rifiuti di cantiere!

Die Lösung für Ihre Baustellenabfälle!

NUOVA APERTURA ANCHE A MERANO

SERVIZI AMBIENTALI UMWELTDIENSTE Rottamazione veicoli lo Torri (violino), Emanuela Bungaro (viola), Nicola Segatta (violoncello), le vocalist Elisa Venturin, Giulia Albertazzi, Serena Marchi, Damiana Dellantonio, Irenerì, la producer Noirêve, il fonico Giacomo Plotegher e la grafica Karen Stenico. Rappresentata a Chelsea (Londra) per la prima volta nel 1689 (330 anni fa) in un convitto per sole ragazze, “Dido and Aeneas” trae spunto dall’episodio virgiliano della storia d’amore tra Didone ed Enea arricchito però di personaggi fantastici e “shakespeariani” come folletti, spiriti, streghe e pirati. PerDido è un album di radice classica, immerso in atmosfere jazz con influenze che provengono dal pop, dall’elettronica e dal folk. Ci sono gli archi, il quintetto jazz, le vocalist e una dj. La mia voce è il fil rouge dell’intero lavoro. Cuce assieme i vari episodi musicali con le parole di Tate. Nella mia trasposizione non ci sono voci maschili. Il personaggio di Enea viene rappresentato dal suono della tromba, dolce e insieme fragile e risoluto. “Mi ha sempre affascinato la figura di Didone, incarnazione insieme della minaccia e della doloro-

NEUERÖFFNUNG AUCH IN MERAN

Fahrzeugverschrottung

SERVIZI AMBIENTALI UMWELTDIENSTE

Smaltimento rifiuti Müllentsorgung Valorizzazione Wertstoffsammlung e recupero rifiuti und 4/A Wertstofftrennung F.lli Santini Srl/GmbH a socio unico, Via Giotto Giottostrasse, Bolzano 39100 Bozen, Italy Numero verde 800-726-116 Grüne Nummer, T +39 0471 195195 • F +39 0471 201792 Consulenza ambientale Umweltberatung www.fllisantini.it • info@fllisantini.it Corsi Sicurezza Kurse für Sicherheit Santini Servizi Srl/GmbH a socio und unico, Via Giotto 4/A Giottostrasse, Bolzano 39100 Bozen, Italy e Ambiente Umwelt

sa grandezza della passione d’amore. È una regina, una principessa fenicia, la fondatrice della città di Car- Rottamazione veicoli Fahrzeugverschrottung tagine, astuta, coraggiosa e Numero verde 800-726-116 Grüne Nummer, T +39 0471 195195 • F +39 0471 201792 www.santiniservizi.it • info@santiniservizi.it regale, ma è anche la figura Smaltimento rifiuti Müllentsorgung Gruppo Santini Spa, Giottostr. 4/a 39100 Bozen Tel. +39 0471 195195 • Fax. +39 0471 201792 virgiliana dell’incostanza e Valorizzazione • info@grupposantini.com Wertstoffsammlung www.grupposantini.com dell’abbandono al sentimenReseco Srl/GmbH, Via Giotto 4/A Giottostrasse, Bolzano 39100 Bozen, Italy e recupero rifiuti und Wertstofftrennung Numero verde 800-726-116 Grüne Nummer, T +39 0471 661200 • F +39 0471 674931 to, debole donna preda dewww.resecorecycling.it • info@resecorecycling.it gli dei e delle sue passioni, Consulenza ambientale Umweltberatung Gestione Ambiente Srl/GmbH a socio unico, Via Giotto 4/A Giottostrasse, Bolzano 39100 Bozen, Italy polo negativo di una serie di Corsi Sicurezza Kurse für Sicherheit Numero verde 800-726-116 Grüne Nummer, T +39 0471 195195 • F +39 0471 201792 tensioni e opposizioni”. www.grupposantini.com • consulting@grupposantini.com e Ambiente und Umwelt Un lavoro questo che è un Eco Eduction Srl/GmbH a socio unico, Via Giotto 4/A Giottostrasse, Bolzano 39100 Bozen, Italy punto di approdo per Adele verde 800-726-116 Grüne Nummer, T 4/a +39 0471 195195 • F +39 0471 201792 GruppoNumero Santini Spa, Giottostr. 39100 Bozen www.grupposantini.com • info@ecoeducation.it Pardi cantante, violoncelliTel. +39 0471 195195 • Fax. +39 0471 201792 sta, compositrice e attrice. www.grupposantini.com • info@grupposantini.com Il palcoscenico è il suo habitat naturale, il luogo dove meglio si esibisce come attrice, cantando al violoncello la propria musica. ESEGUIAMO I SEGUENTI SERVIZI: Nel suo percorso artistico Rottamazione Veicoli troviamo anche i corsi al Emissione pratica PRA con cancellazione veicolo C.E.T. di Mogol tra il 2010 e Ritiro del mezzo presso il cliente il 2011, la vittoria, nel 2012, WIR BIETEN FOLGENDE DIENSTE AN: del Festival Acustico e il Verschrottung des Fahrzeuges Premio Pavanello - GiovaAbmeldung beim Kraftfahrzeugamt ni Cantautori seguita dalla Abholung des Fahrzeuges direkt beim Kunden registrazione del primo Ep “Regalami un’ora. Assieme alla cantautrice e producer romana Chiarastella Calconi è parte di Kitchen Machine: Societa’ soggetta di all’attivita’ di edirezione e coordinamento di Gruppo SpaGiotto via Giotto – 39100 Bolzano.Das DasUnternehmen Unternehmen unterSocieta’ soggetta all’attivita’ direzione coordinamento da partedadiparte Gruppo SantiniSantini Spa via 4/a 4/a – 39100 Bolzano. untersteht und der Leitung und Koordination derSantini GruppeAG Santini • CF &02754960215 P.IVA 02754960215 & MwSt.Nr. 500.000i.vi.v v.e.Gesellschaftskapital Gesellschaftskapital steht der Leitung Koordination der Gruppe • CFAG & P.IVA St.Nr.St.Nr. & MwSt.Nr. Cap.Cap. soc.soc. 500.000 - -v.e. Ufficio Registro imprese: CCIAA BZ,diNumero di iscrizione 02754960215 • Eintragung die Handelskammer Bozen, Eintragungsnummer 02754960215 02754960215 un duo acustico - elettronico Ufficio Registro imprese: CCIAA BZ, Numero iscrizione 02754960215 • Eintragung in dieinHandelskammer Bozen, Eintragungsnummer CF & P.IVA 01535160210 St.Nr. & MwSt.Nr. Banca Cassa di Risparmio di Bolzano al femminile. Con Kitchen CF &Cap. P.IVA 01133050219 St.Nr. & MwSt.Nr. personalizzata: Banca Cassa Rurale di Bolzano Ag.3 Per un’offerta soc. 100.000 € Ges. Kap. Bank Sparkasse Bozen Cap.Ufficio soc. 500.000 i.v. - v.e.CCIAA Ges. Kap. Raiffeisenkasse 3 Registro €imprese: BZ, Nr. d. iscr. 01535160210 BankIBAN IT 39 T 06045Bozen 11616Ag. 000000021000 Machine pubblica l’Ep Uff. reg. impr. C.C.I.A.A. BZ 01133050219 Eintr. HK BZ IBAN: IT 86 Y 08081 11603 000303000702 Für ein persönliches Angebot: “Kitchen Machine Start” e l’album “26, The Plaza Apartments, Venezia, Hawaii”. ■

NUOVO CENTRO ROTTAMAZIONE VEICOLI

NEUES VERSCHROTTUNGSZENTRUM FÜR FAHRZEUGE

Numeroverde-GrüneNummer

800 726 116

0471 195195

Societa’ soggetta all’attivita’ di direzione e coordinamento da parte di Gruppo Santini Spa via Giotto 4/a – 39100 Bolzano. Das Unternehmen untersteht der Leitung und Koordination der Gruppe Santini AG • CF & P.IVA 02754960215 St.Nr. & MwSt.Nr. Cap. soc. 500.000 i.v - v.e. Gesellschaftskapital

73

tmgennaio

Societa’ soggetta all’attivita’ direzione e BZ, coordinamento da parte di Gruppo•Santini Spainvia 4/a – 39100 Bolzano. Das Unternehmen unterUfficio Registro di imprese: CCIAA Numero di iscrizione 02754960215 Eintragung dieGiotto Handelskammer Bozen, Eintragungsnummer 02754960215 steht der Leitung und Koordination der Gruppe Santini AG • CF & P.IVA 02754960215 St.Nr. & MwSt.Nr. Cap. soc. 500.000 i.v - v.e. Gesellschaftskapital Ufficio Registro imprese: CCIAA BZ, Numero diCFiscrizione 02754960215 • Eintragung in die Handelskammer Bozen, Eintragungsnummer 02754960215 & P.IVA 01713030219 St.Nr. & MwSt.Nr. Banca Cassa Rurale di Bolzano


trentinomostre

IL “CASO” DEL SIMONINO FA ANCORA RUMORE

L

o sapevate che la città di Trento, per secoli, è stata gravata da una universale maledizione? La maledizione le fu tolta dopo ben seicento anni, dopo che nel

1965 il vescovo Alessandro Maria Gottardi, acquisiti gli approfonditi studi di monsignor Iginio Rogger, soppresse il culto del Simonino. Correva il 1 febbraio 1967 e la Consulta rabbinica italiana cancellò per la città di Trento la parola herem (o cherem, la stessa maledizione pronunciata contro Baruch Spinoza per le sue derive libertine), ossia l’interdizione agli ebrei a risiedervi. Chi conosce l’importanza delle “parole” per la religione ebraica potrà capire la rilevanza di una maledizione, di un anatema lanciato dai rabbini come reazione alla strage di una trentina di ebrei messi al rogo per mano del principe vescovo Giovanni Hinderbach nel 1475. Quel bambino di due anni e mezzo, Simone

PELLEGRIN: “SEMBIANZE AGLI OCCHI MIEI”

U

n intervento site-specific – omaggio dell’artista agli spazi espositivi della Galleria Civica di Trento, fino al 26 gennaio – e oltre 30 opere in gran parte inedite o realizzate per l’occasione compongono la mostra Sembianze agli occhi miei, il cui titolo prende a prestito un celebre verso d ell ’ U l tim o canto di Saffo di Giacomo Leopardi. Le recenti tele rappresentano la prosecuzio ne di quella indagine sugli elementi costitutivi del colore - la luce, le ombre, le profilature e le opacità, le gradazioni - che dagli esordi negli anni Settanta ha caratterizzato la ricerca dell’artista, fino ad arrivare a una dimensione più ampia e rarefatta come quella rappresentata in mostra. In esposizione anche il trittico Linee, realizzato nel 1978 e accostato a un lavoro del 2019 in cui la geometria lineare dell’opera giovanile si trasforma in una indefinita e impalpabile sfumatura. La personale di Gianni Pellegrini dà conto dell’incessante e continuo impegno di uno degli indiscussi protagonisti del mondo culturale trentino, confermando la vocazione della Galleria Civica e il suo legame con il territorio.

Unverdorben, trovato morto annegato in una roggia presso il mercato cittadino della conceria sito in quella che oggi è piazza Cesare Battisti, non morì per mano della comunità

e l’esofago. Come si vede i tirolesi – i trentini e quelli del

ebraica avida del sangue innocente e vergine per chissà

nord accarezzati dalle umide acque dell’Inn – furono tra i

quali culti oscuri da praticare durante la Pesach, la Pasqua

primi in Europa ad aprire la strada verso la persecuzione

ebraica; semplicemente il fanciullo scivolò nell’acqua, lì

della comunità ebraica ashkenazita, seguiti poi dalla città

perì e fu mangiato dai ratti. Ma la chiesa lo santificò e il

di Milano. Il risultato fu che a Trento gli ebrei scomparvero

suo culto si estese molto nell’area tedesca. Qualche anno

– e sparirono quindi commercianti e finanzieri, potenziali

prima nel vicino

finanziatori di attività economiche –, mentre a Bolzano la

Tirolo, a Rinn, presso

comunità ebraica prosperò notevolmente fino al XVIII secolo.

Hall, degli ebrei di

Ebbene su quanto avvenuto a Trento il Museo

passaggio erano

Diocesano di Trento ha allestito una splendida mostra:

il fanciullo Andreas

L’invenzione del colpevole. Il “caso” di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia,

Oxner e di averlo poi

attualizzando la problematica perché, oggi, si potrebbe

macellato secondo le

dire una clamorosa fake news del passato, nella quale si

prescrizioni religiose

intrecciano sentimenti antiebraici, esigenze devozionali e

ebraiche, tagliando

ambizioni di politica ecclesiastica. L’esposizione intende

l’aorta, la trachea

richiamare l’attenzione del pubblico su una delle pagine più

stati ingiustamente accusati di aver ucciso

74

tmgennaio


trentinomostre oscure dell’antisemitismo, per stimolare la riflessione sui meccanismi di “costruzione del nemico” e sul potere della propaganda. A distanza di più di mezzo secolo dalla sua abolizione, la mostra intende fare il punto sul “caso” di Simone da Trento e diffondere una più ampia conoscenza di questa delicata e attualissima vicenda tardo-medievale. L’augurio espresso da Monsignor Lauro Tisi, Arcivescovo di Trento, è che questa mostra possa divenire per tutti, a cominciare dalle comunità cristiane, un monito fortissimo a vigilare perché nessuno osi ammantare del nome di Dio ciò che invece ferisce inesorabilmente l’uomo e il credente. La mostra, che si estende su due diversi piani di Palazzo Pretorio, prestigiosa sede del Museo Diocesano Tridentino, presenta al pubblico più di settanta opere, alcune delle quali concesse in prestito da importanti musei e istituti culturali nazionali e stranieri. Con un linguaggio accessibile a tutti – ma senza abbandonare il rigore storico e scientifico, garantito dal contributo di illustri studiosi e da prestigiose collaborazioni istituzionali - la mostra ricostruisce il contesto culturale della Trento del XV secolo e le circostanze che condussero all’accusa di omicidio rituale. Ampio spazio è dedicato alla vasta e multiforme produzione artistica generata nel corso dei secoli dal culto del “beato” Simonino: dipinti, sculture, bassorilievi, ex voto, reliquiari, disegni, incunaboli istoriati, xilografie, incisioni e fotografie testimoniano la fortuna e la vitalità di una devozione durata quasi cinquecento anni. Particolare attenzione è infine riservata all’illustrazione dei protagonisti della revisione del ‘caso’ di Simonino e alle motivazioni che condussero all’abrogazione del culto nel 1965. L’esposizione presenta inoltre una sala multimediale, curata da Aurora Meccanica, che intende evidenziare i meccanismi che portarono all’”invenzione” del colpevole: immagini, suoni, testi desunti da documenti storici accompagnano il visitatore in un percorso emotivo e coinvolgente. La mostra, infine, è arricchita da un video con interviste di approfondimento e da un filmato che testimonia l’ampia diffusione dell’immagine del falso ‘beato’ nelle chiese del Trentino, delle regioni circonvicine e di quelle dell’Italia centrale.

ARCO Mostre MERCATINI DI NATALE AD ARCO Apertura: da venerdì 15 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Piazza 3 Novembre. Il centro storico dell’asburgica cittadina apre le porte alle quasi 40 casette in legno, ricche di souvenir e idee regalo d’impronta artigianale, come le calde pantofole in stile tirolese, guanti e cappelli in lana o simpatiche decorazioni per il vostro Albero di Natale. www.gardatrentino.it.

BONDO Mostre LIFESCIENCES Apertura: da sabato 21 dicembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Sella Giudicarie. Antica Chiesa di San Barnaba. Esposizione di Alessandro Togni.

BORGO VALSUGANA Mostre GEOGRAFIE DEL CORPO E DEL PAESAGGIO Apertura: fino a domenica 5 gennaio 2020. Spazio Klien. Una mostra su Riccardo Schweizer che vuole riportare l’attenzione sul grande artista del Primiero che fu allievo di Picasso e visse l’atmosfera dell’avanguardia del primo dopoguerra in Costa Azzurra dove si erano ritirati artisti come, appunto, Picasso, Chagall, e tanti altri. Molte altre opere saranno ospitate a Palazzo Ceschi e lungo le vie del centro storico per condurre sino alla Cappella dell’Ospedale dove si trova la pala d’altare dipinta da un giovanissimo e precubista Schweizer: “San Lorenzo in gloria”. Inaugurazione: 7 dicembre ore 11 Spazio Klien.

BRENTONICO Mostre IL VIAGGIO DI MONTE BALDO Apertura: da sabato 22 giugno 2019 a domenica 31 maggio 2020. Palazzo Eccheli Baisi. Esposizione a cura di Rodolfo Taiani e Anna Vittoria Ottaviani. Ingresso gratuito. Per informazioni su aperture e orari www.museostorico.it, www.comune.brentonico.tn.it, 0464 395059.

CAMPITELLO DI FASSA Mostre MERCATINI IN VAL DI FASSA Apertura: da sabato 7 dicembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Passeggiando per il centro si potrà respirare la tipica atmosfera natalizia passando tra le tipiche casettine in legno. www.fassa.com.

CANALE DI TENNO Mostre FRANCO PIVETTI Apertura: da domenica 17 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Casa degli Artisti “Giacomo Vittone”.Mostra antologica. Informazioni: 0464 502022, info@casartisti. it, www.casartisti.it.

CAVALESE Mostre DOMUS MAGNA. IL PALAZZO DELLA MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME DAL MEDIOEVO A OGGI Apertura: fino a lunedì 13 aprile 2020. Piazza Cesare Battisti, 2. A sette anni dall’apertura al pubblico il palazzo si svela. Informazioni: 0462 340812, palazzo@mcfiemme.eu. Mostre MAGNIFICO MERCATINO Apertura: da domenica 1 dicembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Presso il giardino di uno dei più bei palazzi rinascimentali di tutto il Trentino, nell’antico Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, si trovano le tradizionali casette in legno, abbellite da lanterne e decorazioni che assieme a musica, concerti ed animazione, ricreano un’atmosfera unica. www.visitfiemme.it.

CLES Mostre PRESEPI DI INCANTO A PALAZZO Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Palazzo Assessorile. L’allestimento dei presepi artigianali nelle stanze affrescate del prestigioso Palazzo Assessorile rappresenta un mirabile connubio fra arte e tradizione. Informazioni: 046 662091, cultura@comune.cles.tn.it.

LEDRO Mostre IL VILLAGGIO DI NATALE DEL GIGANTE Apertura: da sabato 7 dicembre 2019 a domenica 5 gennaio 2020. Avete mai sentito parlare del Gigante Gilli? Passate a visitare la sua casa a Bezzecca e scoprite tante curiosità su questo grande personaggio. Informazioni: www. vallediledro.com.

LEVICO TERME Mostre MERCATINO DI NATALE A LEVICO TERME Apertura: da sabato 23 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Parco secolare degli Asburgo. Un luogo incantato dove grandi e piccini saranno coccolati e potranno lasciarsi trasportare dalle emozioni. Informazioni: www.visitlevicoterme.it.

75

tmgennaio


trentinomostre

RICHARD ARTSCHWAGER IL MART PRESENTA LA SUA PRIMA ESPOSIZIONE ANTOLOGICA IN ITALIA

OSSANA Mostre OSSANA, BORGO DEI PRESEPI Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Centro paese. Un suggestivo percorso parte da una suggestiva STELLA COMETA allestita nel centro di Ossana, si snoda lungo le stradine e i vicoli del borgo fino alle imponenti mura di CASTEL SAN MICHELE. Informazioni: 0463 751301 , info_ossana@virgilio.it.

PREDAZZO

I

l percorso espositivo, studiato come un labirinto aperto, evidenzia con circa 80 opere, dai primi anni Sessanta del Novecento al primo decennio del Duemila, i principali nuclei della ricerca di Artschwager: dalle strutture in legno e formica ai dipinti su celotex, dalle sculture in setole di nylon ai “corner pieces”, senza dimenticare le opere in crine e i blp di piccola dimensione o ambientali ai quali l’artista lavora dal 1968 in poi. Nella sua lunga e articolata carriera, Artschwager costruisce con le sue sculture e i suoi dipinti un percorso unico nell’arte del XX Secolo, in equilibrio fra artigianalità e industrializzazione, volto alla comprensione dello spazio, degli oggetti quotidiani e delle persone che lo abitano. La retrospettiva curata da Celant è l’occasione per uno straordinario viaggio nell’opera di un artista che ha ripensato l’oggetto e il campo operativo dell’arte. A Rovereto saranno presentati i principali capolavori di Artschwager grazie ai generosi prestiti di alcune delle maggiori Collezioni del mondo come Whitney Museum of American Art (New York), Broad Art Foundation (Los Angeles), Tate (Londra), Fondation Cartier pour l’art contemporain (Parigi), Fondazione Prada (Milano), Emanuel Hoffmann Foundation (Basilea), Museum Ludwig (Colonia) e alla collaborazione di alcune tra le più prestigiose gallerie internazionali come Gagosian (New York), Georg Kargl (Vienna), David Nolan (New York), Xavier Hufkens (Bruxelles), Sprüth Magers (Berlino) e Galleria Artiaco (Napoli). In Italia, fino al 2 febbraio, la mostra sarà poi ospitata nei Paesi Baschi dal 28 febbraio al 10 maggio.

76

tmgennaio

Mostre 10 LIBRI PER RACCONTARE LE DOLOMITI Apertura: da sabato 22 giugno 2019 a venerdì 10 gennaio 2020. Museo Geologico delle Dolomiti, Piazza SS. Filippo e Giacomo 1. Una mostra in dieci tappe racconta la cronaca di una scoperta: quella del territorio dolomitico. In collaborazione con la Biblioteca Comunale di Predazzo. Fino al 10 gennaio 2020. tel. 0462.500366 (in orario di ufficio) / museo.predazzo@muse.it. Mostre IL MONDO MISTERIOSO DELLE GROTTE NELLE DOLOMITI Apertura: da sabato 22 giugno 2019 a venerdì 31 gennaio 2020. Museo Geologico delle Dolomiti, Piazza SS. Filippo e Giacomo 1. Un suggestivo allestimento presenta gli studi sulle principali grotte nelle Dolomiti e racconta delle creature mitiche che le abitano. In collaborazione con il Museum Ladin Ursus ladinicus di San Cassiano. Prenotazione obbligatoria t. 0462 500366 - museo.predazzo@muse.it.

RIVA DEL GARDA Mostre TESTIMONIANZE FIGURATIVE DAL TERRITORIO TRA XIV E XIX SECOLO Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Mag, Museo Alto Garda. Tre sezioni permanenti dedicate alla Pinacoteca, Storia e Archeologia, mostre temporanee e visita al Mastio. Informazioni: 0464 573869, www.museoaltogarda.it. Mostre FERMOIMMAGINE. L’EVOLUZIONE DELLA GARDESANA OCCIDENTALE DA 22 A 2 RUOTE Apertura: fino a domenica 19 aprile 2020. MAG Museo Alto Garda. La mostra intende documentare la storia della costruzione della SS 45 bis, per tutti la Gardesana Occidentale, mettendola a confronto con il suo status attuale. Informazioni: 0464 573869,info@museoaltogarda.it.

Mostre DIVERSITÀ DI SGUARDI Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Piazza Garibaldi. Mostra allestita su diciotto barriere antintrusione del Villaggio del Gusto in piazza Garibaldi. Ingresso libero. Informazioni: www.cultura.trentino.it.

ROVERETO Mostre RICHARD ARTSCHWAGER Apertura: da venerdì 11 ottobre 2019 a domenica 2 febbraio 2020. Mart. Presenta la più ampia esposizione mai realizzata in Europa dedicata a Richard Artschwager (1923-2013). Un importante progetto internazionale affidato al curatore Germano Celant, in collaborazione con il Guggenheim di Bilbao che ospiterà la mostra la prossima primavera. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@ mart.trento.it. Mostre DANZARE LA RIVOLUZIONE Apertura: da sabato 19 ottobre 2019 a domenica 1 marzo 2020. Mart. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@mart. trento.it. Mostre TUUUMULTUM! Apertura: fino a domenica 29 marzo 2020. Casa d’Arte Futurista Depero. Esposizione a cura di Nicoletta Boschiero e Duccio Dogheria. L’esposizione indaga il rapporto tra arte e musica nel corso del Novecento, con particolare riguardo a precisi momenti storici posti a confronto. Informazioni: 0464 431813, info@mart.trento.it. Mostre GRAECIA CAPTA. DIARIO FOTOGRAFICO DI GIULIANO ZANDONATI Apertura: da mercoledì 20 novembre 2019 a domenica 23 febbraio 2020. Museo Storico Italiano della Guerra. Presenta una selezione di immagini realizzate nel corso della Seconda guerra mondiale sul fronte greco da Giuliano Zandonati, capitano d’artiglieria del 9° reggimento artiglieria della divisione Brennero. Informazioni: www. museodellaguerra.it. Mostre ARCHIVIO DI NUOVA SCRITTURA. LA COLLEZIONE DI PAOLO DELLA GRAZIA Apertura: da venerdì 22 novembre 2019 a domenica 1 marzo 2020. Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Esposizione a cura di Nicoletta Boschiero e Duccio Dogheria, una produzione Mart Rovereto e Museion Bolzano. Ingresso gratuito. Informazioni 0464 438887 - 800 397760, info@mart.trento.it.


trentinomostre Mostre GLI EROI DEL QUOTIDIANO Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Mart. Una mostra itinerante dedicata al Calendario dell’Arma dei Carabinieri con tavole di Mimmo Paladino e testi di Margaret Mazzantini. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@ mart.trento.it. Mostre MERCATINO DI NATALE A ROVERETO Apertura: da sabato 23 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Il centro storico di Rovereto si riempie di colori, suggestioni, atmosfere vivaci per il FestivalNatale di Rovereto. Nel mercatino, naturalmente sarà possibile trovare prodotti gastronomici, dolci, oggettistica, abbigliamento. Per maggiori informazioni 0464.430363. Mostre PROSPETTIVA BAUHAUS Apertura: fino a domenica 5 gennaio 2020. Biblioteca civica. Mostra bibliografica a cura di Danilo Curti-Feininger, Giuseppe Calliari e Maurizio Scudiero. Informazioni: 0464 452500, bibliotecacivica@ comune.rovereto.tn.it. Mostre MOZART. TRA POP-ART E PIN-UP Apertura: da giovedì 12 dicembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Biblioteca Civica “G. Tartarotti. Esposizione di tavole e disegni ispirati a Mozart di Milo Manara, Giuseppe Bacci, Fabio Vettori e Maria Prodi. Informazioni: www. visitrovereto.it.

SAN MICHELE ALL’ADIGE Mostre DAL CASSETTONE DELLA BISNONNA Apertura: fino a giovedì 30 aprile 2020. Museo degli usi e costumi della gente trentina. Tessuti e indumenti della collezione AIFo. Informazioni: 0461 650314, info@ museosanmichele.it.

SARNONICO Mostre IL PRINCIPIO - LA PERFEZIONE DEL MONDO LOLA Apertura: fino a venerdì 10 gennaio 2020. Via Cesare Battisti 4/b Balance973. Mostra fotografica, Ingresso libero. Informazioni: www. lolarodrigo.com.

STENICO Mostre #PROUDTOSHARE - LA MOSTRA BIOSFERA, IL NOSTRO FUTURO Apertura: da sabato 14 dicembre 2019 a domenica 17 maggio 2020. Castello. La mostra è dedicata alla

Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”.Un “progetto strategico” - presente nel Piano di Gestione - con cui la Riserva di Biosfera vuole condividere con le comunità residenti e gli ospiti del territorio le straordinarie espressioni del secolare rapporto fra uomo e natura nelle Alpi Ledrensi e Judicaria. Informaizoni: 0465 771004, info@buonconsiglio.it.

TIONE DI TRENTO Mostre MARIO ROMANO RICCI. SCULTURA, DELLA NATURA UNIVERSALE Apertura: da sabato 14 dicembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Centro Studi Judicaria. La “prima” volta della scultura a Judicaria è dedicata a Mario Romano Ricci, toscano di Sansepolcro residente in Trentino da lungo tempo, per un certo tratto anche al Bleggio. In questo modo dopo la pittura, l’acquarello, il disegno, la grafica, la fotografia, anche la scultura riceve il suo giusto spazio nel Centro Studi Judicaria al XIV evento di JudicarArte. Informazioni: 0465 322624, centrostudi@judicaria.it.

TRENTO Mostre WILDLIFE Apertura: fino a domenica 12 gennaio 2020. MUSE, Corso del lavoro e della scienza. Le monumentali sculture animali di Jürgen LinglRebetez. La prima mostra italiana dello scultore tedesco Jürgen Lingl-Rebetez, che ritrae con una originale tecnica di intaglio specie animali tanto carismatiche quanto fragili. Informazioni: www.muse.it. Mostre USAVAMO LA CINEPRESA: STORIE IN FORMATO RIDOTTO Apertura: fino a domenica 3 maggio 2020. Le Gallerie, Piazza di Piedicastello. Un viaggio nel passato attraverso gli sguardi della gente comune. Immagini, oggetti, suoni del cinema amatoriale accompagnano il visitatore lungo la storia del Novecento. Informazioni: www.museostorico.it. Mostre COSMO CARTOONS Apertura: da domenica 21 luglio 2019 a domenica 14 giugno 2020. MUSE, Corso del lavoro e della scienza. L’esplorazione dell’Universo tra scienza e cultura pop. Mostra originale che racconta l’esplorazione spaziale e l’allunaggio, con rimandi all’arte e in particolar modo al fumetto. Info: tel. +39 0461 270311, www.muse.it. Mostre GIANNI PELLEGRINI. SEMBIANZE AGLI OCCHI MIEI Apertura: da sabato 21 settembre 2019 a domenica 26 gennaio 2020. Galleria Civica, Via Belenza-

IL CAOS E L’ORIGINE DEL MONDO OPERE DI LORENZO NARDELLI PER “ARTE AL GRAND HOTEL”

S

i è inaugurata il 29 novembre scorso un’esposizione personale di opere di Lorenzo Nardelli. Proposta dal Movimento Arte Timbrica del noto artista trentino di adozione milanese Aldo Pancheri e dal Centro d’Arte La Fonte diretto da Waimer Perinelli, stimato giornalista e apprezzato critico teatrale, sarà visitabile a Trento, in piazza Dante 20, fino al 20 febbraio. Lorenzo Nardelli nel suo curriculum artistico annovera una serie di esposizioni personali e collettive di cui la prima si è svolta nel 2009 a Mantova presso la Galleria Arianna Sartori Arte a cura di Fulvio Nardelli e Aldo Pancheri. Segue poi nel dicembre del 2014 la collettiva “La Bellezza nell’Arte e nel Cinema, Teatro dei Dioscuri” all’interno del Complesso Sant’Andrea al Quirinale a Roma. Nella collettiva “Welcome to the jungle” presso lo Spazio della Fondazione Tadini a Milano nel 2016 e nel 2017 la personale “Il caos non esiste è solo un ordine più complesso” di Francesco Ruggiero, Antigallery a Roma. Nardelli fa quindi parte di quella grande schiera di artisti che scoprono la propria vocazione avendo già un percorso lavorativo e ambientale assolutamente diverso da quello dell’arte. Basti pensare a Alberto Burri, medico che scopre la propria vocazione di artista in una prigione degli Stati Uniti. Le opere esposte in piccola parte si riferiscono a un iniziale naturalismo di radice lombarda tanto che si potrebbero avvicinare alle opere di Carlo Mattioli e tecnicamente sono eseguite con la pittura ad olio. La maggior parte delle opere esposte sono dei trittici composti da fogli in A4 usati alla Camera dei Deputati per comunicazioni o delibere su atti parlamentari. Questo tipo di tecnica mista su carta rende totalmente libero l’artista da precedenti suggestione dell’arte moderna e contemporanea. Ne deriva un mondo estremamente complesso e variegato. Potrebbe pensare a Klee per molti soggetti recuperati dall’infanzia ma fondamentalmente è una cosa del tutto nuova che bisogna guardare con occhi nuovi. Aldo Pancheri

77

tmgennaio


trentinomostre ni. Esposizione a cura di Margherita de Pilati. Informazioni: www. mart.trento.it. Mostre DENIS RIVA Apertura: da giovedì 17 ottobre 2019 a sabato 29 febbraio 2020. Via San Martino 52 Cellar Contemporary. Avanzato stato di composizione. L’artista presenta una serie di lavori inediti su carta - la sua materia d’elezione -, su tela, e su tavola, frutto della sua ricerca presente, in cui la creatività accumulata “avanza” incessantemente per essere proiettata nel futuro. Informazioni 0461/1481271, info@cellarcontemporary.com. Mostre WARS. RACCONTARE LA GUERRA: MOSUL E GLI ALTRI Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Le Gallerie, Piedicastello. La mostra WARS nasce dall’omonimo concorso fotografico internazionale, diretto da Fabio Bucciarelli e voluto con Montura. Ingresso libero. Informazioni: 0461.230482, www.museostorico.it. Mostre LINDA CARRARA - CHÔRA Apertura: da venerdì 25 ottobre 2019 a sabato 4 gennaio 2020. Via Alto Adige 176, Boccanera Gallery. Seconda personale di Linda Carrara (1984, Bergamo). A cura di Giuseppe Frangi. Mostre 100 MARCHI - BERLINO 2019 Apertura: da sabato 9 novembre 2019 a domenica 9 febbraio 2020. Le Gallerie, Piedicastello. Esposizione di Tommaso Bonaventura ed Elisa Del Prete. Ingresso libero. Informazioni: 0461.230482, www. museostorico.it. Mostre IL MONDO DI LEONARDO: CODICI INTERATTIVI, MACCHINE E DIPINTI Apertura: fino a domenica 23 febbraio 2020. Palazzo delle Albere. La mostra - un innovativo percorso alla scoperta della poliedrica figura di Leonardo da Vinci - è realizzata da Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo grazie al sostegno di Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento e MUSE - Mu-

seo delle Scienze. Informazioni: 0461270311. Mostre MERCATINO DI NATALE A TRENTO Apertura: da sabato 23 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Piazza Fiera. Le oltre 90 casette di legno con artigianato locale e tipicità gastronomiche, il grande Albero di Natale in Piazza Duomo, le attrazioni per le famiglie in Piazza Santa Maria Maggiore, le luminarie e tanti eventi in programma trasformano Trento nella “Città del Natale”. www.mercatinodinatale.tn.it. Mostre BEYOND DRIFTING: IMPERFECTLY KNOWN ANIMALS Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Castello del Buonconsiglio. La mostra fotografica dell’artista Mandy Barker dedicata alla salvaguardia del pianeta. Informazioni: 0461 233770- 0461 492811 info@buonconsiglio.it. Mostre MERCATINO DI NATALE DEL VOLONTARIATO E DELLA SOLIDARIETÀ Apertura: da venerdì 29 novembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Via Garibaldi. Le associazioni senza fine di lucro vendono i loro prodotti per sostenere le proprie attività e/o finanziare progetti solidali. Informazioni: www.trentocultura.it, www.discovertrento.it. Mostre AVVENTO. LUCE DA LUCE Apertura: fino a mercoledì 29 gennaio 2020. Il Duomo. Il Capitolo della Cattedrale ospita in Aula San Giovanni la compagine dell’UCAI di Bergamo. Informazioni: www. cultura.trentino.it. Mostre IL CAOS E L’ORIGINE DEL MONDO Apertura: fino a giovedì 20 febbraio 2020. Grand Hotel. Esposizione di Lorenzo Nardelli. I due curatori della mostra, Pancheri e Perinelli, svelano che «la sua è una pittura stesa con la violenza graffita dell’Art Brut, con mezzi e messaggi non convenzionali nella ricerca di equilibri difficili.

Mostre IL GIARDINO INCANTATO DEL CASTEL DEL BUONCONSIGLIO Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2020. Castello del Buonconsiglio. Anche quest’anno la magia del Natale è protagonista al Castello del Buonconsiglio di Trento con i giardini di Castelvecchio e con la Loggia di Romanino illuminata e decorata a festa. Fino al 6 gennaio gli spazi verdi davanti alla caffetteria e la Loggia saranno un magnifico luogo natalizio ispirato al tema delle stelle. Informazioni: 0461 233770- 0461 492811, info@ buonconsiglio.it.

Mostre FIRST STEP Apertura: da sabato 14 dicembre 2019 a sabato 4 gennaio 2020. Boccanera Gallery in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e l’Università degli Studi di Verona, aderisce all’iniziativa FIRST STEP, ospitando negli spazi della Project Room la mostra intitolata ...è tentare sopportare ogni fatica con gli artisti Marco Berton e Anna Ulivi, studenti dell’Accademia di Belle Arti di Verona. Curatori della mostra sono Luca Frildini, Sara Maffei, Carlotta Manzotti, studenti dell’Università degli Studi di Verona. 340 5747013, www.arteboccanera.com.

Mostre IL RITORNO DELLE PRINCIPESSE Apertura: fino a domenica 8 marzo 2020. Castello del Buonconsiglio. Esposizione, un dipinto di Jakob Seisenegger. Del pregevole insieme rimane oggi solo questa tavola, tornata, dopo un lungo restauro, curato dalla Soprintendenza per i beni culturali di Trento, alla sua antica dimora, il Castello del Buonconsiglio. Informazioni: 0461 233770- 0461 492811, info@buonconsiglio.it.

Mostre JAMES BROWN, A LONG STORY Apertura: da martedì 17 dicembre 2019 a martedì 31 marzo 2020. Studio d’Arte Raffaelli. Lo Studio d’Arte Raffaelli presenta una panoramica sul lavoro di uno degli artisti con cui collabora da più tempo, l’americano James Brown, che dagli anni Ottanta a oggi ha attraversato continue fasi di sperimentazione, dal graffitismo, all’arte primitiva, alla scultura totemica, all’astrazione. Informazioni: 0461 982595, infor@ studioraffaelli.com.

Mostre C’ERA UNA VOLTA... L’OSPEDALINO DI TRENTO Apertura: da sabato 7 dicembre 2019 a martedì 25 febbraio 2020. Centro Servizi Culturali Santa Chiara, Sala Mostre, via Santa Croce, 67. Storie di bambini e di mamme, di cure, di speranze e di vita, 19192019. Inaugurazione 6 dicembre, ore 17. Info: www.neonatologiatrentina.it, info@neonatologiatrentina.it, 0461.917395. Mostre L’INVENZIONE DEL COLPEVOLE Apertura: da venerdì 13 dicembre 2019 a lunedì 13 aprile 2020. Museo Diocesano Tridentino. Mostra dedicata al ‘caso’ di Simonino da Trento, un bambino presunta vittima di omicidio rituale ebraico, venerato per secoli come ‘martire’ innocente. Informazioni: 0461 234419, info@museodiocesanotridentino.it.

Mostre TULLIO GARBARI - PRIMITIVISMO E MODERNITÀ Apertura: da sabato 21 dicembre 2019 a domenica 23 febbraio 2020. Palazzo delle Albere. Il Mart presenta a Palazzo delle Albere una selezione di opere di Tullio Garbari provenienti dalle raccolte provinciali e conservate nelle Collezioni museali. Informazioni: 0461 496914, serv.attcult@provincia.tn.it. Mostre IL NATALE DEI BAMBINI Apertura: da lunedì 23 dicembre 2019 a lunedì 6 gennaio 2020. Piazza Santa Maria Maggiore. Il Villaggio del Natale, un piccolo regno dove i bambini e le loro famiglie potranno vivere la vera magia natalizia, incontrare gli aiutanti di Babbo Natale, giocare in compagnia, scrivere le letterine dei desideri, ascoltare incantevoli fiabe e molto altro ancora. informazioni: www.trentocultura.it, www. discovertrento.it.

VALLE DI FIEMME Mostre ZHDAT’ - PAESAGGI DI OGGI STORIE DI IERI Apertura: da sabato 13 luglio 2019 a domenica 26 gennaio 2020. Palazzo della Magnifica. Fabio Pasini presenta ed interpreta i luoghi della memoria della Prima Guerra Mondiale. Venerdì 26 agosto alle ore 17.30 incontro con l’autore. www.palazzomagnifica.eu.

78

tmgennaio


2020

EURO 15,00

DEI

IL NUOVO LISTINO

PREZZI COMMERCIALI

DEGLI IMMOBILI IN TUTTI I COMUNI DEL TRENTINO

Regole di mercato e consigli pratici

CURCU GENOVESE

www.curcugenovese.it

Disponibile nelle migliori edicole e librerie oppure inviando l’ordine a: vendite@curcugenovese.it


trentinoappuntamenti 1 MERCOLEDÌ

BUON ANNO NUOVO CON LA COMICITÀ E LA MUSICA

N

uovo live per Niccolò

Fabi che approda l’8

gennaio all’Auditorium S. Chiara di Trento. Cuore del live i brani del nuovo disco del cantautore

romano “Tradizione e Tradimento” e le canzoni del suo repertorio, riproposte in una nuova veste musicale. S’intitola “Noi. Mille volti e una bugia”, in scena giovedì 16, alle 21, all’Auditorium nella serata organizzata da Fiabamusic in collaborazione con il Centro S. Chiara, l’ultimo spettacolo di Giuseppe

Giacobazzi.

Teresa Mannino e il suo “Sento la terra

girare”, in scena il 10 gennaio all’Auditorium Santa Chiara nell’ambito del tour che la vede in alcuni dei principali teatri italiani. Lo spettacolo, scritto da lei stessa insieme a Giovanni Donini, mette in evidenza la sua comicità graffiante, leggera, intelligente e irresitibilmente sottile. A gennaio anche i teatri di Rovereto sono ricchi di appuntamenti. Quattro le serate di programmazione al

Teatro Zandonai che prendono il via con Alessandro

Benvenuti e Stefano Fresi a inaugurare il

2020 del teatro roveretano con una scrittura originale che prende ispirazione dallo spirito dell’opera di Cervantes.

Donchisci@tte.

Opera composta interamente nel nostro Paese e in italiano,

A Christmas Carol, il celebre canto di Natale di Charles Dickens, rivisitato in versione musical verrà proposto a Trento lunedì 6 gennaio all’Auditorium S. Chiara alle 17.30.

Musica ORHCESTRA LABIRINTI ARMONICI Arco. ore 17.00. Casinò Municipale. Concerto: solisti: Giulia Bolcato, soprano, e Alex Magri, tenore. Dirige: m.o Giovanni Costantini. Costi Ingresso unico 12,00 Euro. Informazioni: 0464 516830, info@ comune.arco.tn.it. Per i più piccoli L’ECO GIOCO DELL’OCA Trento. ore 14.30. Piazza Santa Maria Maggiore. Mix tra spettacolo ed intrattenimento che mira a promuovere lo sviluppo di una cultura eco-sostenibile nel pubblico dei più piccoli, futuri custodi del pianeta. Informazioni: www. trentocultura.it, www.discovertrento.it.

2 GIOVEDÌ Danza RUSSIAN NATIONAL SHOW -GZHEL Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Fondato nel 1988 a Mosca dall’Artista del Popolo della Federazione Russa Vladimir Zakharov, il Russian National Show “Gzhel” porta in scena un caleidoscopio di danze nazionali esaltando l’antico folklore del popolo Russo. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo tratto da Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis di Pino Loperfido / regia di Mirko Corradini / con Mario Cagol / musiche in scena Alessio Zeni. Informazioni e prenotazioni: www.ilraccontodelcermis.it.

3 VENERDÌ Musica CONCERTO DI CAPODANNO - ORCHESTRA HAYDN Cavalese. Ore 21. Palafiemme. Concerto, Felix Bender direttore e Silvia Micu soprano. Informazioni: www.haydn.it.

4 SABATO Musica CONCERTO DI CAPODANNO - ORCHESTRA HAYDN Pinzolo. Ore 21. Paladolomiti. Concerto, Felix Bender direttore e Silvia Micu soprano. Informazioni: www.haydn.it. Musica FELIX BENDER E SILVIA MICU Pinzolo. Ore 21. Paladolomiti. Concerto di Capodanno con: Felix Bender, direttore d’orchestra; Silvia Micu, soprano; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Informazioni: www.haydn.it.

80

tmgennaio

Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi

Musica SING THE GLORY IN CONCERTO Pozza di Fassa. Ore 21. Chiesa Parrocchiale. Concerto della corale “Sing The Glory” di Rovereto nella chiesa parrocchiale di Pozza. Informazioni: www.cultura.trentino.it. Per i più piccoli LA STORIA DEL LUPO LULÙ Meano. Ore 17. Teatro. Spettacolo con Klaus Saccardo e Andreapietro Anselmi. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodimeano.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR ... TIRIO Casatta diValfloriana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo da “L’Holte du bon respos” di Saint Garnier e Bonnieres - adattam. in dialetto di Giorgio Clementi. Informazioni: www.cofas.it. Teatro LA PAZIENZA DEL SIGNOR PREVOSTO Preore. Ore 21. Teatro “Casa Mondrone” Tre Ville. Spettacolo da “La pazienza del sciour curat” di Luigi Galli. Informazioni: www.cofas.it. Teatro DO PÈI ‘NTE NA SCARPA Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz. Informazioni: www.cofas.it. Teatro THE POZZOLIS FAMILY Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Alice Mangione e Gianmarco Pozzoli della THE POZZOLIS FAMILY tornano insieme sul palco con la nuova edizione del loro dissacrante spettacolo. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it. Tradizione NOTTE BIANCA Trento. Centro storico. Apertura serale di alcuni negozi in centro storico e musica nei locali. Informazioni: www.trentocultura.it, www.discovertrento.it.

5 DOMENICA Musica CANTA DELLA STELLA SOVER Piscine di Sover. Ore 16. Torna l’antica “Canta della Stella”: la carovana dei Magi e dei pastori porta gli antichi canti natalizi di Sover e l’augurio per il nuovo anno fra le vie e nelle case di Piscine di Sover. informazioni: 333 9856590, www.corolavalle.com. Musica CANTA DELLA STELLA CEMBRA Cembra Lisignago. Ore 19. Tradizionale Canta della Stella per le vie del centro di Cembra con l’esecuzione dei canti tradizionali. In-


trentinoappuntamenti formazioni: 0461 557028, www. corolavalle.com. Per i più piccoli PICCOLO ASMODEO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. E’ una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viaggio sulla terra di un piccolo diavolo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi AVANTI... PERMESSO. LA VERA STORIA DI L’ALTRO & QUELL’ALTRO Spiazzo. Ore 17.30. Teatro parrocchiale. Spettacolo di Silvano Antonelli, Monica Mattioli e Monica Parmagnani / Animazione oggetti Cinzia Airoldi / Con Monica Mattioli / Regia di Silvano Antonelli e Monica Mattioli. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro ragazzi NON PASSARE PER IL BOSCO Smarano. Ore 17. Sala concerti. Spettacolo, compagnia Estro Teatro. www.cultura.trentino.it.

6 LUNEDÌ Musica CONCERTO ITINERANTE AI MERCATINI DI NATALE Arco. ore 15.30. Centro storico. Concerto con la Banda “Valletta Dei Liberi Falchi”. Per i più piccoli PICCOLO ASMODEO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. E’ una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viaggio sulla terra di un piccolo diavolo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it.

ci facciamo compagnia piedeTrentinoMese_174x65.indd 1

Teatro A CHRISTMAS CAROL - IL MUSICAL Trento. Ore 17.30. Teatro Auditorium. L’incantevole e magico Musical di Natale. Una nuova produzione originale “A Christmas Carol - il Musical”,composta interamente in Italia e in italiano. Informazioni e prevendite: www.primiallaprima.it.

8 MERCOLEDÌ Musica NICCOLÒ FABI Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Una vera e propria esperienza in cui immergersi totalmente, lasciandosi trasportare da due ore ininterrotte di musica. Cuore del live i brani del nuovo disco del cantautore romano “Tradizione e Tradimento” e le canzoni del suo repertorio, riproposte al pubblico in una nuova veste musicale. Biglietti acquistabili su www.ticketone.it.

9 GIOVEDÌ Musica CALEIDOSCOPIO Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Simone Rubino, percussioni. “I concerti di Simone Rubino sono un fuoco d’artificio di colori e di precisione ritmica, sempre caratterizzati da uno stile molto sensibile e affascinante”. Informazioni: 0464 435255, associazionefilarmonica1@tin.it. Teatro DRACULA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo, da Bram Stoker / Adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini. Dopo il successo di Delitto e castigo, la coppia Luigi Lo Cascio - Sergio Rubini torna a immergersi in un altro grande capolavoro della letteratura mondiale. Informazioni e biglietti: www. centrosantachiara.it. Teatro MAI MORTI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di

Renato Sarti / con Bebo Storti / Regia di Renato Sarti / Produzione Teatro dell’Elfo in collaborazione con Teatro della Cooperativa. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro DONCHISCI@TTE Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo liberamente ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel Cervantes / Di Nunzio Caponio / Con Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi / Adattamento e regia Davide Iodice / Scene Tiziano Fario. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it. Teatro SU CO LE RECE! E OCIO! Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. SU CO LE RECE... E OCIO! è un campanello d’allarme, un invito ad essere sempre attenti specialmente in questi tempi in cui i truffatori sono quanto mai scaltri e in piena attività. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it.

10 VENERDÌ Cabaret SENTO LA TERRA GIRARE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo di Teresa Mannino. Informazioni: www.primiallaprima.it. Danza KOR’SIA: THE LAMB Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Regia: Mattia Russo e Antonio de Rosa / Coreografia: Mattia Russo e Antonio de Rosa in collaborazione con gli interpreti.Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro FARSI FUORI Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di Luisa Merloni. Con Luisa Merloni e Marco Quaglia. Informazioni: www.teatroportland.it. Teatro DRACULA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo, da Bram Stoker /

Adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini. Dopo il successo di Delitto e castigo, la coppia Luigi Lo Cascio - Sergio Rubini torna a immergersi in un altro grande capolavoro della letteratura mondiale. Informazioni e biglietti: www. centrosantachiara.it. Teatro MI ABBATTO E SONO FELICE Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo di Daniele Ronco (ispirandosi a La decrescita felice di Maurizio Pallante). Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@ raumtraum.it. Teatro ORFEO E EURIDICE Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Testo e regia César Brie / Con Giacomo Ferraù e Giulia Viana. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it.

11 SABATO Cabaret COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Gardolo. Ore 20.45. Teatro Gigi Cona. Spettacolo di Loredana Cont. Informazioni: www.cofas.it. Musica MISERIA DELUXE: TANGO PIRATA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Produzione La Miseria Deluxe, con Donatello Brida (fisarmonica e voce), Filippo Bonini Baraldi (violino), Omuba (tuba). Informazioni e biglietti: www.teatrodipergine.it. Musica ORCHESTRA HAYDN E CORO DELLA SAT Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Concerto STRAORDINARIO PER I 100 ANNI DELLA NASCITA DI ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it.

info@radiodolomiti.com www.radiodolomiti.com 348 5140444 Radio Dolomiti-Trento Radio Dolomiti 20/10/2019 17:27:25

81

tmgennaio


trentinoappuntamenti Per i più piccoli STORIA IN CASSETTA (DELLA FRUTTA!!!) + LABORATORIO “TESTE DI SUGHERO” Trento. Ore 10. Teatro Portland. Teatro e laboratorio per piccoli spettatori speciali che hanno grande voglia di scoprire come la bellezza si nasconda nelle piccole cose. Dopo il racconto “Leone e Topolino” verranno costruiti piccoli burattini animati dall’alto. Pensato per i bambini e le bambine dai 3 ai 6 anni. Informazioni: 0461 924470, info@teatroportland.it.

Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE! Villazzano. Ore 20.45. Teatro. La storia di due uomini che si dilettano a parlar male delle donne in generale e delle loro consorti. Informazioni: 0461 - 913706, info@ teatrodivillazzano.it.

Teatro DRACULA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo, da Bram Stoker / Adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini. Dopo il successo di Delitto e castigo, la coppia Luigi Lo Cascio - Sergio Rubini torna a immergersi in un altro grande capolavoro della letteratura mondiale. Informazioni e biglietti: www. centrosantachiara.it.

Teatro ONESTI SE NASSE, FURBI SE DEVENTA Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Loredana Cont. Informazioni: www.cofas.it.

Teatro MI ABBATTO E SONO FELICE Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo di Daniele Ronco (ispirandosi a La decrescita felice di Maurizio Pallante). Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@ raumtraum.it. Teatro DON CHISCIOTTE, L’ULTIMO VIAGGIO Meano. Ore 20.45. Teatro. Teatro Professionale / Spettacolo di Angelo Maria Tronca / Con Christian Renzicchi, Max Meraner, Letizia Cardines. Informazioni: www.teatrodimeano.it. Teatro STENDAP Tezze di Grigno. Ore 20.45. Teatro comunale. Stand up - a ruota libera / Spettacolo di e con Mario Cagol. Informazioni e biglietti: www.comune.borgo-valsugana.tn.it.

Teatro PER EN PIAZER CHE DISPIAZER Povo. Ore 21. Cinema Teatro Concordia. Spettacolo di Andrea Tasin. Informazioni: www.cofas.it.

Teatro VAMPADE D’ISTÀ Cembra-Lisignago. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PAZIENZA DEL SIGNOR PREVOSTO Sopramonte. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Luigi Galli - trad. Alessandro Parisi. Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAREVA NA BELLA IDEA Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MEIO MIGA CHE MASSA Giustino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Fabio Valle Filodrammatica di Fondo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

DOLOMITI TI SVEGLIA

una mattina tutta da ascoltare! dal lunedì al venerdì dalle 6.00 alle 9.00 con Francesca Bertoletti

piedeTrentinoMese_francesca_174x65.indd 3

82

tmgennaio

Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo da “L’Holtel du bon respos” di Saint Garnier e Bonnieres - adattam. in dialetto di Giorgio Clementi, compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NE VEDEM AL BAR Olle. Ore 20.45. Teatro S. Domenico Savio. Spettacolo di Massimo Lazzeri, Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL MATRIMONIO ERA IERI Molveno. Ore 20.45. Sala congressi. Spettacolo di Giuseppe Della Misericordia Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TRE SULL’ALTALENA Coredo. Ore 21. Teatro Dolomiti. Spettacolo di Luigi Lunari, Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi ABBRACCI Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Due Panda stanno costruendo la casa, ognuna la propria. Si incontrano. Si guardano. Si piacciono. E poi? Come si fa a esprimere il proprio affetto? E’ necessario in una scuola d’abbracci. Informazioni, biglietti, abbonamenti: www.teatrotelaio.it.

12 DOMENICA Per i più piccoli MIC CIRC FRATILOR Giustino. Ore 17.30. Teatro comunale. Spettacolo di strada e clownerie. Teatro Il Telaio - Samovar Teatro di e regia di Luca Salata con Davide Salata e Luca Salata.

Informazioni: 0461 420788, www. trentinospettacoli.it. Per i più piccoli ZAC_COLPITO AL CUORE Mori. ore 16.30. Teatro Sociale Gustavo Modena. ATGTP Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata - Il Laborincolo, PaneDentiTeatro di e con Marco Lucci, Entrico De MEo e con Simone Guerro. Vincitore PREMIO EOLO AWARDS 2016 come migliore novità teatro di figura. Informazioni: 0464 916229, cultura@comune. mori.tn.it. Teatro DRACULA Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo, da Bram Stoker / Adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini. Dopo il successo di Delitto e castigo, la coppia Luigi Lo Cascio - Sergio Rubini torna a immergersi in un altro grande capolavoro della letteratura mondiale. Informazioni e biglietti: www. centrosantachiara.it. Teatro G’HO ‘NA FIOLA BELLISSIMA! Trento. Ore 16. Teatro San Marco. Spettacolo di Valerio Di Piramo (traduzione in dialetto trentino e adattamento di Valerio Bombardelli). Informazioni: www.cofas.it. Teatro DO PÈI ‘NTE NA SCARPA Grumes. Ore 16. Via delle Fontanelle Grumes Teatro “Le Fontanelle” Altavalle. Spettacolo di Antonia Dalpiaz. Informazioni: www.cofas.it. Teatro FO... NA SERATA (I TRE BRAVI E LA MARCOLFA) Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo, due atti unici di Dario Fo Filodrammatica di Civezzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

info@radiodolomiti.com www.radiodolomiti.com 348 5140444 Radio Dolomiti-Trento Radio Dolomiti 22/11/2019 18:07:10


trentinoappuntamenti Teatro TUTI AL CENTRO BENESSERE Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Spettacolo di Franco Kerschbaumer Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro ROCLÒ, IL CIRCO SEGRETO DEGLI OGGETTI ABBANDONATI Aldeno. Ore 10. Teatro Comunale. Teatro per le scuole riservato alle elementari e medie. Informazioni: 0461 842523, segreteria@comune.aldeno.tn.it.

15 MERCOLEDÌ

Teatro ragazzi ABBRACCI Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Due Panda stanno costruendo la casa, ognuna la propria. Si incontrano. Si guardano. Si piacciono. E poi? Come si fa a esprimere il proprio affetto? E’ necessario in una scuola d’abbracci. Informazioni, biglietti, abbonamenti: www.teatrotelaio.it.

Cultura INSIEME MA SOLI. PERCHÈ CI ASPETTIAMO SEMPRE PIÙ DALLA TECNOLOGIA E SEMPRE MENO DAGLI ALTRI Trento. Ore 17.30. Libreria Ancora Artigianelli. Presentazione del libro di e con Sherry Turkle. Informazioni: didatticatn@arcivescoviletrento.it.

Teatro ragazzi LA LUNA SULL’UOMO Meano. Ore 17. Teatro. Testo e regia Carolina de La Calle Casanova / Con Federico Vivaldi. Informazioni: www.teatrodimeano.it.

Cultura CHIEDERE E ACCETTARE L’AMICIZIA Trento. Ore 20.30. Teatro Arcivescovile. Incontro con con Maurizio Schoepflin. Informazioni: didatticatn@arcivescoviletrento.it.

Teatro ragazzi ASTOLFO SULLA LUNA Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Testo, regia e scene di Emanuele Conte / Con Graziano Sirressi. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro ragazzi NATO IERI Villazzano. Ore 16. Teatro. Regia Giacomo Ferraù / Drammaturgia Giacomo Ferraù e Giulia Viana / Con Andrea Pinna, Libero Stelluti, Giulia Viana. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro ragazzi POLLICINO Arco. ore 16.30. Auditorium Oratorio. Teatro dell’Orsa (Reggio Emilia). Età consigliata dai 3 anni. Info Comune di Arco tel. 0464.583619, cultura@comune.arco.tn.it .

13 LUNEDÌ Per i più piccoli HUGS - ABBRACCI Trento. Ore 10. Teatro Cuminetti. Spettacolo per bambini. Ingresso spettacolo previa prenotazione: Euro 5 - eventuali laboratori gratuiti. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800-013952, info@ centrosantachiara.it.

14 MARTEDÌ Musica ACCADEMIA DELL’ANNUNCIATA Trento. Ore 20.30. Società filarmonica. Concerto: Riccardo Doni, cembalo e direzione, Giuliano Carmignola, violino Mario Brunello, violoncello piccolo. Informazioni: info@filarmonica-trento.it.

Cultura L’ILLUSION COMIQUE DI PIERRE CORNEILLE Trento. Ore 17.30. Tridentum. S.A.S.S. In questo capolavoro del teatro barocco, scritto nel 1635, Corneille ci offre con il personaggio burlesco di Matamore, che ostacola l’amore tra Clindor e Isabelle, una variazione sul tema del capitano smargiasso e guascone di ascendenza classica. A cura di Paolo Tamassia docente di Letteratura francese all’Università di Trento. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Informazioni: www.centrosantachiara.it. Cultura TÈ AL MUSEO - SCRITTORI IN TRINCEA Rovereto. Ore 16. Museo storico italiano della Guerra. Sei in quinta superiore?Ti piacerebbe affrontare la storia del Novecento in modo originale e coinvolgente? Ti aspettiamo al Museo della Guerra per quattro nuovi appuntamenti pensati apposa per te! Informazioni: 0464 438100, info@museodellaguerra.it. Teatro IL MALATO IMMAGINARIO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Oggetto originale e regia Marco Zoppello / Con Sara Allevi, Anna De Franceschi, Michele Mori, Stefano Rota, Marco Zoppello. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro ANNA DEI MIRACOLI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Uno spettacolo fuori abbonamento, prodotto dal Teatro Franco Parenti per l’Associazione Lega del Filo d’Oro. Informazioni: www. centrosantachiara.it.

Teatro IL PIPPISTRELLO Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Operetta di Johann Strauss / Su libretto di C. Haffner e R. Genée / Con la Compagnia Corrado Abbati e il Balletto di Parma. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it. Teatro ROCLÒ, IL CIRCO SEGRETO DEGLI OGGETTI ABBANDONATI Aldeno. Ore 10. Teatro Comunale. Teatro per le scuole riservato alle elementari e medie. Informazioni: 0461 842523, segreteria@comune.aldeno.tn.it. Teatro IL PIPISTRELLO Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo con la Compagnia Corrado Abbati. Informazioni: 0464 452159, cultura@comune. rovereto.tn.it.

16 GIOVEDÌ Cabaret NOI - MILLE VOLTE E UNA BUGIA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo comico di Giuseppe Giacobazzi. Informazioni e prevendite: www.primiallaprima.it. Teatro IL PIPPISTRELLO Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Operetta di Johann Strauss / Su libretto di C. Haffner e R. Genée / Con la Compagnia Corrado Abbati e il Balletto di Parma. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it. Teatro ANNA DEI MIRACOLI Tione di Trento. Ore 21. Cinema Teatro Comunale. Per l’Associazione lega del Filo d’Oro. Di William Gibson / Adattamento e regia di Emanuela Giordano / Con Mascia Musy, Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci e Laura Nardi. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro SOTTERRANEO: OVERLOAD Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Overload, concept e regia Sotterraneo / In scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro IL PIPISTRELLO Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo con la Compagnia Corrado Abbati. Informazioni: 0464 452159, cultura@comune. rovereto.tn.it. Teatro ELEVATI E LAVATI Mezzolombardo. Ore 21. Cinema Teatro San Pietro. COMPAGNIA TEATRO BINARIO 7. Spettacolo di Barbara Bertato, Alfredo Colina e Paola Galassi con Barbara

Bertato e Alfredo Colina, regia di Paola Galassi. Informazioni: 0461 609315, info@comune.mezzolombardo.tn.it.

17 VENERDÌ R.OSA 10 ESERCIZI PER NUOVI VIRTUOSISMI Cles. Ore 21. Cinema Teatro parrocchiale. PRODUZIONE ASSOCIAZIONE CULTURALE ZEBRA, LA CORTE OSPITALE, SILVIA GRIBAUDI PERFORMING ARTS. Informazioni: 329 0213251, cineteatrocles@gmail.com. Danza FRAGILITÀ, MANUALE DI GIARDINAGGIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sanbapolis. Nell’ambito della Stagione Danza 2019/2020, curata da Emanuele Masi, tornano i tre appuntamenti dedicati alla danza verticale e al nuovo circo, raccolti quest’anno all’interno della rassegna denominata GRAVITÁ ZERO. Questo il primo, Compagnia Cafelulè. Informazioni: www.centrosantachiara.it. Per i più piccoli NANNA AL MUSEO Trento. Ore 20. Muse. L’emozione di trascorrere un’intera notte tra avventure e spettacoli scientifici e infine coricarsi tra orsi, leoni, dinosauri e balene. Informazioni: 0461 270311, museinfo@muse.it. Teatro ELEVATI E LAVATI - STORIE D’AMORE IN ASCENSORE Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Barbara Bertato, Alfredo Colina, Paola Galassi / Regia di Paola Galassi / Con Barbara Bertato e Alfredo Colina. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro THAT’S AMORE Ala. Ore 21. Teatro G. Sartori. Spettacolo di Marco Cavallaro / Con Marco Cavallaro, Claudia Ferri e Marco Maria Della Vecchia / Regia di Marco Cavallaro. Informazioni e biglietti: www.comune.ala.tn.it. Teatro L’ UOMO E IL MARE DI PLASTICA ALLE RADICI DI UN SOGNO Predazzo. Ore 20.45. Cinema Teatro Comunale. CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE DI SERGIO PROCOPIO, spettacolo di e con Sergio Procopio. Uno spettacolo che parla dell’uomo, quell’uomo che messo di fronte all’immensità e alla bellezza della natura non capisce il suo ruolo di custode e ne fa scempio. Informazioni: 0462 502808.

83

tmgennaio


trentinoappuntamenti 18 SABATO Danza SERATA ROMANTICA Brentonico. Ore 21. Cinema Teatro Monte Baldo. Balletto del Sud Spettacolo con musiche di Chopin, Adam, Schneitzhöffer, Brahms, Verdi e le poesie di Giacomo Leopardi. Informazioni: 0464 392088, brentonico@biblio.infotn.it. Teatro ELEVATI E LAVATI - STORIE D’AMORE IN ASCENSORE Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Barbara Bertato, Alfredo Colina, Paola Galassi / Regia di Paola Galassi / Con Barbara Bertato e Alfredo Colina. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it.

Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Villa Lagarina. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Loredana Cont Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro BERTOLDO Storo. Ore 20.30. Teatro dell’Oratorio. Spettacolo di Giulio Cesare Croce Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Teatro GLI UOMINI VENGONO DA MARTE, LE DONNE DA VENERE Lavis. Ore 21. Teatro Auditorium. Sèettacolo con Debora Villa / Scritto da Paul Derwandre. Informazioni: www.comune.lavis.tn.it.

Teatro NE VEDEM AL BAR Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Massimo Lazzeri Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Teatro TRE NOVELLE. OMAGGIO A PIRANDELLO Roncone. Ore 21. Teatro parrocchiale. Spettacolo di Ferruccio Filipazzi / Con Ferruccio Filipazzi - la voce che racconta e Claudio Fabbrini - la musica. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it.

Teatro NON DIRMI CHE NON SEI FELICE Calceranica. Ore 20.45. Teatro S. Ermete. Spettacolo di Menegoldo Perridini Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Teatro I MORTI NO I PAGA LE TASSE Meano. Ore 20.45. Teatro. Una divertente commedia in dialetto trentino. Produzione Compagnia “Strapaes” di San Giacomo di Laives (BZ) / Di Nicola Manzari / Regia di Lina Lisciotto. Informazioni: www.teatrodimeano.it.

Teatro G’HO ‘NA FIOLA BELISSIMA Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Valerio Di Piramo - trad. e adattam. dialettale di Valerio Bombardelli Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro IL MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE (R) Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale Gustavo Modena. Compagnia Nazionale di Improvvisazione, in esclusiva per l’Italia lo spettacolo più rappresentato al mondo. Informazioni: 0464 916229, cultura@ comune.mori.tn.it.

Teatro EL CONVENTO DEL SANTO SPIRITO Castelnuovo. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Filodrammatica di Telve. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro TRE SULL’ALTALENA Romallo. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Luigi Lunari. Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PIAZZA ROSSA Segonzano. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Claudio Morelli. Filodrammatica di Canezza. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

84

tmgennaio

Teatro VAMPADE D’ISTÀ Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BENVENUTI A BALUK Preore. Ore 21. Teatro Casa Mandrone. Spettacolo liberamente tratto da “Fools” di Neil Simon Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro EN DIAOL PER CAVEL Povo. Ore 21. Teatro Concordia. Spettacolo di Cinzia Berni e Roberto Marafante Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro OH... CHE BELLA GUERRA! Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Luigi Lunari Compagnia “GAD - Città di Trento”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi LA STORIA DEL LUPO LULÙ Olle. ore 16.30. Teatro parrocchiale. Spettacolo per la rassegna “A teatro con mamma e papà” del Sistema Culturale Valsugana Orientale. Drammaturgia Klaus Saccardo / Con Klaus Saccardo e Andreapietro Anselmi / Regia di Poyraz Turkay. Informazioni e biglietti: www.comune.borgovalsugana.tn.it, www.ariateatro.it.

19 DOMENICA Danza SERATA ROMANTICA Borgo Valsugana. Ore 20.45. Teatro Centro Scolastico. Spettacolo di danza, musica e poesia / Con musiche di Chopin, Adam, Schneitzhöffer, Brahms, Verdi e le poesie di Giacomo Leopardi. Informazioni e biglietti: www.comune.borgovalsugana.tn.it. Musica IL SENTIMENTO NEL TEMPO INTEGRALE PIANISTICO DI MOZART 3° CONCERTO Rovereto. ore 11.00. Casa Mozart. Concerto, Laura Licinio, pianoforte. Informazioni: 0464.422719, infoami@mozartitalia.org. Per i più piccoli MOZART, NINETTE E LA DANZA Rovereto. ore 11.00. Sala Filarmonica. Elisabetta Garilli voce recitante, Serena Abagnato illustrazioni in tempo reale, Giulia Carli danza e mimo Quartetto d’Archi dell’Orchestra Filarmonica Settenovecento. Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart. Informazioni: 0464 435255, associazionefilarmonica1@tin.it. Per i più piccoli CAPPUCCETTO ROSSO! Mori. ore 16.30. Teatro Sociale. A teatro con mamma e papà. Spettacolo con Gianluca Gabriele, Amalia Ruocco, Daria Menichetti, regia, drammaturgia, coreografia Luana Gramegna. Informazioni: 0464 916229, cultura@comune. mori.tn.it.

Per i più piccoli STORIE DA MANGIARE Lavis. Ore 17. Auditorium Comunale. Biancaneve e i sette nani (o meglio... i sette pani) e La principessa sul pisello! Informazioni: franchini@comunelavis.it. Teatro SE FUSA NAT EVA PRIMA DE ADAMO? Trento. Ore 16. Teatro San Marco. Spettacolo di e con Mariagrazia Ianeselli e Franco Kerschbaumer Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I MORTI NO I PAGA LE TASSE Coredo. Ore 17. Teatro San Marco. Spettacolo di Nicola Manzari Compagnia “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi CAPPUCCETTO E IL LUPO Storo. Ore 17.30. Teatro parrocchiale. Spettacolo di Giampiero Pizzol / Con Laura Aguzzoni, Giampiero Bartolini, Raffaella Bettini e Giampiero Pizzol. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro ragazzi LE MARIONETTE DELLA GIULLARA Trento. ore 11 e ore 16.30. Teatro Portland. Ciclo “PoPoPo - Porta i Popi al Portland!...”. Spettacolo di e con Michela Cannoletta / Età consigliata: a partire dai 3 anni. Informazioni e prenotazioni: www. teatroportland.it. Teatro ragazzi VASSILISSA E LA BABA JAGA Drena. ore 16.30. Sala Polivalente. Spettacolo con Ilaria Gelmi (Parma). Età consigliata dai 4 anni. Info Comune di Drena tel. 0464.541170, info@comune.drena.tn.it .

20 LUNEDÌ Musica IL MILANO SAXOPHONE QUARTET Trento. Ore 10.30. Società filarmonica. Concerti della domenica. Informazioni: info@filarmonica-trento.it.

21 MARTEDÌ Musica OTTETTO DI STRUMENTISTI DEL TEATRO ALLA SCALA Trento. Ore 20.30. Società filarmonica. Concerto. Informazioni: info@filarmonica-trento.it.


trentinoappuntamenti Teatro TANGO DEL CALCIO DI RIGORE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Giorgio Gallione / Con Neri Marcorè, Ugo Dighero e con Rosanna Naddeo, Fabrizio Costella, Alessandro Pizzuto. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro D.O.C. DONNE DI ORIGINE CONTROLLATA Riva del Garda. Ore 21. Sala Garda, Palazzo dei Congressi. Spettacolo scritto da Francesca Reggiani, Valter Lupo, Gianluca Giuliarelli / Con la partecipazione di Linda Brunetta / Con Francesca Reggiani. Informazioni e biglietti: www.comune.rivadelgarda.tn.it.

22 MERCOLEDÌ Musica BAROCCO Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Concerto del vincitore del Premio Bonporti 2019, in collaborazione con Accademia di Musica Antica. Informazioni: 0464 435255, associazionefilarmonica1@tin.it. Musica MANICOMIC Tesero. Ore 20.45. Cinema Teatro Comunale. RIMBAMBAND, scritto da Raffaello Tullo con Raffaello Tullo, Renato Ciardo, Nicolò Pantaleo, Vittorio Bruno, Francesco Paliarulo, regia di Gioele Dix. informazioni: 0462 815040, comune@pec.comune.tesero.tn.it.

23 GIOVEDÌ Teatro LA CLASSE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Vincenzo Manna / Regia Giuseppe Marini. Accademia Perduta Romagna Teatri, Goldenart e Società per Attori. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it.

24 VENERDÌ Musica ANNA LAVATELLI: IL VIOLINO DI AUSCHWITZ Lavis. Ore 21. Teatro Auditorium. Reading musicale con Anna Lavatelli e l’originale violino della Shoah suonato dalla violinista Alessandra Sonia Romano. Informazioni: www.comune.lavis.tn.it. Musica ROLY PORTER LETTERA 22 Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti. Basement. Informazioni: cultura@comune.rovereto.tn.it. Per i più piccoli TWELFTH NIGHT - OVVERO LA NOTTE PIÙ MAGICA Roncegno. ore 10.30. Teatro. Produzione Teatro Delle Garberie e AriaTeatro, in collaborazione

con Associazione Nice To Meet You. Informazioni: www.cultura. trentino.it. Teatro MARE MORTO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Officina Trento, drammaturgia e Regia Simone Gandolfo. Informazioni: www.teatroportland.it. Teatro LA CLASSE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Vincenzo Manna / Regia Giuseppe Marini. Accademia Perduta Romagna Teatri, Goldenart e Società per Attori. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro EDIPUS Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo di Giovanni Testori / Con Silvio Barbiero. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@ raumtraum.it. Teatro IL TEST Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo di Jordi Vallejo / Traduzione Piero Pasqua / Con Roberto Ciufoli, Benedicta Boccoli, Simone Colombari, Sarah Biacchi. Informazioni e biglietti: www. teatro-zandonai.it. Teatro UOMO-DONNA ISTRUZIONI PER L’USO Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Mente Comica, spettacolo di e con Fiona Bettanini e Diego Ruiz regia di Pino Ammendola e Nicola Pistoia. Informazioni: 0461 842523, segreteria@comune.aldeno.tn.it. Teatro LIGHT’S HEROES CHOREOGAME Cles. Ore 21. Cinema Teatro Parrocchiale. Choreogame è uno spettacolo ispirato alle dinamiche dei videogiochi che tenterà di coinvolgere i ragazzi delle scuole elementari e medie in un rapporto coreografico, con l’obiettivo di creare un percorso che abbia come risultato finale la possibilità di entrare in contatto con le dinamiche della coreologia. Informazioni: 329 0213251, cineteatrocles@ gmail.com.

25 SABATO Cultura “TRENTO INCONTRA CHIARA LUBICH” RICORRENZA UFFICIALE DEL CENTENARIO Trento. Ore 16. Centro Mariapoli Cadine. evento centrale dell’anno. “Trento incontra Chiara Lubich”: la figura di Chiara, la sua Opera, la sua attualità. Informazioni: 0461 439147 info@centenariolubichtrento.it.

Danza MALE VARIATIONS Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale Gustavo Modena. BALLETTO DI ROMA. Informazioni: 0464 916229, cultura@comune.mori.tn.it. Per i più piccoli C’ERA UNA VOLTA UN CALZINO + LABORATORIO “I CALZINI SELVAGGI” Trento. Ore 10. Teatro Portland. Teatro e laboratorio per piccoli spettatori speciali che hanno grande voglia di scoprire come la bellezza si nasconda nelle piccole cose. Informazioni: 0461 924470, info@teatroportland.it. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Predaia. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo tratto da Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis di Pino Loperfido / regia di Mirko Corradini / con Mario Cagol / musiche in scena Alessio Zeni. Informazioni e prenotazioni: www. ilraccontodelcermis.it. Teatro LA CLASSE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Vincenzo Manna / Regia Giuseppe Marini. Accademia Perduta Romagna Teatri, Goldenart e Società per Attori. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro EDIPUS Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo di Giovanni Testori / Con Silvio Barbiero. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@ raumtraum.it. Teatro ALCUNE COSE DA DIRE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Ciclo “Stand up Comedy”. StandUp Night di e con Francesco Giorda / Produzione Teatro della Caduta. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro CAPPUCCETTO E IL LUPO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Una banda musicale di angioletti vuole raccontarvi la storia di Cappuccetto Rosso. Informazioni, biglietti, abbonamenti: www.compagniabella.com www.centrosantachiara.it. Teatro ONESTI SE NASSE, FURBI SE DEVENTA Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Informazioni: franchini@comunelavis.it. Teatro IL MATRIMONIO ERA IERI Cembra-Lisignago. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Giuseppe Della Misericordia Filodrammatica “S. Rocco” di Na-

ve S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO Sopramonte. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo da “L’Holte du bon respos” di Saint Garnier e Bonnieres - adattam. in dialetto di Giorgio Clementi Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ODIO SBIANCHEZAR Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Spettacolo di Luciano Zendron. Filodrammatica “ACS - Punto 3” di Canale di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Viarago. Ore 20.30. Teatro parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CONOSCEREBBE SCOPO MATRIMONIO Romallo. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Roberto Franco - trad. dialettale di Tiaziana Dolzani ed Ernesto Paternoster. Filodrammatica “La Sortiva” di Denno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PAZIENZA DEL SIGNOR PREVOSTO Civezzanoo. Ore 20.45. Teatro Luigi Pirandello. Spettacolo di Luigi Galli - trad. Alessandro Parisi Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FO... NA SERATA (I TRE BRAVI E LA MARCOLFA) Gardolo. Ore 20.45. Teatro Gigi Cona. Spettacolo di due atti unici di Dario Fo Filodrammatica di Civezzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VAMPADE D’ISTÀ Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON DIRMI CHE NON SEI FELICE Olle. Ore 20.45. Teatro S. Domenico Savio. Spettacolo di Menegoldo Perridini. Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

85

tmgennaio


trentinoappuntamenti Teatro SE FUS NAT EVA PRIMA DE ADAMO? Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro S. Domenico Savio. Spettacolo di e con Mariagrazia Ianeselli e Franco Kerschbaumer Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL MEDICO PER FORZA Ravina. Ore 20.45. Teatro Demattè. Spettacolo di Molière Compagnia “GAD - Città di Trento”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL CONVENTO DEL SANTO SPIRITO Povo. Ore 21. Teatro Concordia. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FROTTOLE MONDIALI Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo da “Vinsanto” di Roberto Giacomozzi. Compagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

26 DOMENICA Danza L’ALBERO DEI SOGNI Ala. Ore 21. Teatro G. Sartori. Direzione artistica di Francesca Magnini / Recital musicale di Riccardo Joshua Moretti / Coreografie di Valerio Longo / Danzatori Paolo Barbonaglia e Giulia Strambini. Informazioni e biglietti: www.comune.ala.tn.it, www.ballettodiroma.com. Per i più piccoli STORIA DI UN PALLONCINO. CON LA TESTA TRA LE NUVOLE CON I PIEDI PER TERRA Storo. Ore 17.30. Cinema Oratorio Concordia. Stilema Unoteatro di e con Silvano Antonelli. Informazioni: 0465 681200, comune@ comune.storo.tn.it. Teatro LA CLASSE Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo di Vincenzo Manna / Regia Giuseppe Marini. Accademia Perduta Romagna Teatri, Goldenart e Società per Attori. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro CAPPUCCETTO E IL LUPO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Una banda musicale di angioletti vuole raccontarvi la storia di Cappuccetto Rosso. Informazioni, biglietti, abbonamenti: www. compagniabella.com; www.centrosantachiara.it. 86

tmgennaio

Teatro MACEDONIA Lavis. Ore 17. Auditorium Comunale. Compagnia Teatro del Corvo. spettacolo di cantastorie, pupazzi e burattini, con musica dal vivo. Informazioni: franchini@ comunelavis.it. Teatro LA CASA DI DAVID Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Giorno della Memoria 2020. Informazioni: 0461 842523, segreteria@comune.aldeno.tn.it. Teatro FROTTOLE MONDIALI Grumes. Ore 16. Teatro Le Fontanelle. Spettacolo da “Vinsanto” di Roberto Giacomozzi. Compagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IMPOSSIBILE NAR D’ACCORDO Trento. Ore 16. Teatro San Marco. Spettacolo di Loredana Cont Compagnia “Filogamar” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro W ROBIN! Gardolo. Ore 16.30. Teatro Gigi Cona. Spettacolo di Gigliola Brunelli Filodrammatica “S. Genesio - Junior” di Calavino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

27 LUNEDÌ Musica CONCERTO PER LA MEMORIA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Ziganoff Jazzmer Band / Reading di Flora Sarrubbo / A cura di Comune di Pergine Valsugana / In collaborazione con Coordinamento Teatrale Trentino. Informazioni e biglietti: www.teatrodipergine.it. Musica QUARTETTO MASCAGNI Trento. Ore 10.30. Società filarmonica. Concerti della domenica. Informazioni: info@filarmonica-trento.it.

28 MARTEDÌ Danza BALLET BRITISH COLUMBIA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Bedroom Folk / BUSK (estratto) / Solo Echo. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Danza DANCE DANCE DANCE Riva del Garda. Ore 21. Sala Grande, Palazzo dei Congressi. Direzione artistica Susanna Egri e Raphael Bianco. Informazioni e biglietti: www.comune.rivadelgarda.tn.it.

Teatro LA CASA DI DAVID Cles. Ore 20.30. Biblioteca pubblica comunale. Giorno della Memoria 2020. Informazioni: 0463 422006, cles@biblio.infotn.it.

29 MERCOLEDÌ Musica CORDE RESONANTI Arco. Ore 20.45. Palazzo dei Panni. Omaggio nel 250° anniversario della nascita. PROGETTO DEL PROF. MARCO TONIATTI. Concerti per pianoforte, ma non solo, con presentazione critica nell’ultimo mercoledì del mese. Ingresso libero. Per informazioni Comune di Arco: 0464.583619. Musica MARCO ANGIUS - RAVEL, SCHUMANN, WAGNER, CIFARIELLO CIARDI Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Direttore: Marco Angius, Stefano Ferrario violino, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800-013952, info@centrosantachiara.it. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Il racconto del Cermis di Pino Loperfido / Con Mario Cagol / Regia Mirko Corradini / Musiche in scena Alessio Zeni. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it.

Teatro ART Coredo. Ore 17. Teatro Dolomiti. Spettacolo di Yasmina Resa e spettacolo “T.I.M. - Teatro Instabile Meano”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NA FIOLA DA MARIDAR Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Stefano Palmucci. Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro SE FUS NAT EVA PRIMA DE ADAMO? Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro San Gottardo. Spettacolo di e con Mariagrazia Ianeselli e Franco Kerschbaumer. Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi STORIA DI UN PALLONCINO Bersone - Valdaone. Ore 17.30. Teatro Comunale. Con la testa tra le nuvole, con i piedi per terra.. Spettacolo di e con Silvano Antonelli. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it.

MERCOLEDÌ 29 GENNAIO 2019 Rovereto Teatro Zandonai. Ore 20.30 Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it.


trentinoappuntamenti Teatro I.A NESSUNO MI AMA OFFLINE Predazzo. ore 10.30. Teatro. Produzione AriaTeatro. Compagnia dei Somari e Teatro delle Garberie di e con Klaus Saccardo illustrazioni dal vivo Giorgia Pallaoro musica dal vivo Candirù. www.cultura. trentino.it.

30 GIOVEDÌ Musica LIKE THE WALL Mezzocorona. Ore 20.30. PalaRotari. “Il nostro nuovo spettacolo intitolato “Like The Wall” è stato sviluppato e realizzato in onore all’album dei Pink Floyd “The Wall” che quest’anno compie quarant’anni. Informazioni: 0463 616399, info@ mezzacorona.it. Teatro ALLE RADICI DI UN SOGNO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Laura Curino e Gabriele Vacis / Con Laura Curino / Regia di Gabriele Vacis. Informazioni: www. teatrodipergine.it.

e Scampia. Informazioni: cultura@ comune.rovereto.tn.it. Teatro URLANDO FURIOSA - UN POEMA ETICO San Lorenzo in Dorsino. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Domenico Ferrari, Riccardo Piferi, Riccardo Pippa e Rita Pelusio / Con Rita Pelusio / Regia di Riccardo Pippa. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro IL SOGNO POSSIBILE Meano. Ore 20.45. Teatro. Teatro Professionale / Di Laura Curino e Gabriele Vacis. Informazioni: www.teatrodimeano.it. Teatro IL VENDITORE DI SIGARI Ala. Ore 21. Teatro G. Sartori. Spettacolo di Amos Kamil / Traduzione di Flavia Tolnay / Con la collaborazione di Alberto Oliva / Con Gaetano Callegaro e Francesco Paolo Cosenza / Regia di Alberto Oliva. Informazioni e biglietti: www.comune.ala.tn.it, www. mtmteatro.it.

Teatro CUORE DI CANE Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Spettacolo di Michail Bulgakov / Con Licia Lanera e Qzerty / Luci Vincent Longuemare. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it.

Teatro MIO PADRE ERA COME UN FIGLIO PER ME Varone. Ore 21. Chiesetta del Pernone. Spettacolo di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via. Informazioni e biglietti: www.comune. rivadelgarda.tn.it.

Teatro I.A NESSUNO MI AMA OFFLINE Levico. ore 10.30. Teatro Monsignor Caproni. Produzione AriaTeatro. Compagnia dei Somari eTeatro delle Garberie di e con Klaus Saccardo illustrazioni dal vivo Giorgia Pallaoro musica dal vivo Candirù. Informazioni: 0461 710211, oratorio.levico@gmail.com.

Teatro ELISABETTA DELLANTONIO E GIUNLUCA ARZANI, CHEF A TEATRO Tesero. Ore 20. Cinema teatro comunale. Show cooking con i ragazzi di The Staff. Cena accompagnata da performance teatrali. Informazioni: 348 2875130, info@ associazioneatti.it.

Teatro CAMILLO OLIVETTI. ALLE RADICI DI UN SOGNO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Olivetti è la storia di Camillo, il pioniere, l’inventore, l’anticonformista capriccioso e geniale che fonda, agli inizi del Novecento, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodipergine.it.

31 VENERDÌ Cultura INCONTRO CON PIETRO MARCELLO Rovereto. Ore 18.30. Auditorium Fausto Melotti. Pietro Marcello nasce a Caserta nel 1976. Frequenta l’Accademia di Belle Arti dove studia pittura. Autodidatta, tra il 1998 al 2003 realizza il radiodocumentario Il tempo dei magliari e i suoi primi cortometraggi, Carta

Teatro ragazzi SAGGIO TEATRO RAGAZZI DI FINE CORSO Calceranica. Ore 20.30. Teatro San Ermete. Spettacolo Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

GLI APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 1 SABATO Musica JULIA KENT, RAMON MORO & PAOLO SPACCAMONTI VS VAMPYR Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Il tradizionale appuntamento con la sonorizzazione originale di un film onora nella circostanza la memoria di Carl Theodor Dreyer, rappresentato da un caposaldo della sua produzione: “Vampyr”. Informazioni: www.centrosantachiara.it.

Teatro PHOEBUSKARTELL Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo, soggetto e regia Michele Segreto / Assistente alla regia Ettore Oldi / Con Gabriele Genovese, Giancarlo Latìna, Michele Mariniello, Marco Rizzo, Matteo Vignati, Alfonso de Vreese. Informazioni e biglietti: www. teatrodivillazzano.it.

2 DOMENICA Cabaret UN ANATROCCOLO IN CUCINA Bondone. Ore 17.30. Sala Consiliare Multiuso. Spettacolo comico senza parole / Liberamente ispirato a “Il brutto anatroccolo” di Hans Christian Andersen / Di e con Simone Lombardelli / Regia di Dadde Viscont. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Musica VOICE LANSCAPE Rovereto. ore 16.30. Mart. Concerto: Elisa Bonazzi voce, Stefano Malferrari pianoforte. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@ mart.trento.it. Per i più piccoli MOMO. UN EROE BAMBINA Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Tratto dal romanzo di Michael Ende / Regia di Luciano Gottardi / In scena Laura Mirone, Veronica Risatti. Dalle ore 15 laboratori: Segnalibri di carta a forma di piuma. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Per i più piccoli I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE Nago. ore 16.30. Casa della Comunità. Teatro Glug (Arezzo). Età consigliata dai 6 anni. Info Biblioteca tel. 0464.505181, nago@biblio.infotn.it . Per i più piccoli MOZTRI Lavis. Ore 17. Auditorium comunale. Compagnia Luna e Gnac. spettacolo d’attore, disegno dal vivo, pupazzi e ombre. Informazioni: franchini@comunelavis.it. Teatro MOON AMOUR - L’AMORE E ALTRI DISASTRI Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro comunale. Dedicato a chi, nonostante tutto, continua a volersi bene. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodipergine.it.

3 LUNEDÌ Musica ADRIANO DEL SAL Trento. Ore 10.30. Società filarmonica. Concerti della domenica. Informazioni: info@filarmonica-trento.it. Musica BELLANÖVA: BALLANDO DAGLI APPENNINI ALLE ALPI Trento. ore 09-11. Società filarmonica. Concerti. Informazioni: info@filarmonica-trento.it.

4 MARTEDÌ Per i più piccoli CAPPUCCETTO ROSSO Pergine Valsugana. ore 09 e ore 11.00. Teatro comunale. produzione Compagnia la luna nel letto / Associazione culturale Tra il dire e il fare con i danzatori della Compagnia EleinaD, drammaturgia, regia, scene e luci Michelangelo Campanale, coreografie Vito Cassano. Informazioni: 0461 511332 (martedì - venerdì 17.00 - 20.00, sabato 10.00 - 13.00), info@teatrodipergine.it. Teatro PENSACI GIACOMINO Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo di Luigi Pirandello / Con Leo Gullotta. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it.

5 MERCOLEDÌ Musica BENEDETTO LUPO Trento. Ore 20.30. Società filarmonica. Concerto per pianoforte. Informazioni: info@filarmonicatrento.it. Musica IL VIOLONCELLO DI BEETHOVEN Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Concerto: Vashti Hunter violoncello, Nicholas Rimmer, pianoforte. Informazioni: 0464 435255, associazionefilarmonica1@tin.it. Teatro VISITE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Ideazione e regia Riccardo Pippa / Di e con Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Maria Vittoria Scarlattei, Matteo Vitanza. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro THE NIGHT WRITER. GIORNALE NOTTURNO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Testo, scene e regia Jan Fabre / Drammaturgia Miet Martens, Sigrid Bousset. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it.

87

tmgennaio


trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI DEBORA CON TIZIANO, DI ELISA CON LUCIANO E DI STEFANIA CON GIACOMO

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Debora Età: 26 Nata a: Trento Residente a: Nave S. Rocco Scarpe: Calzature Carlin - Pergine Parrucchiere: Styliris - Trento Truccatore: Styliris - Trento Testimoni: Alessia e Marco Occupazione: Parrucchiera

Lui Nome: Tiziano Età: 28 Nato a: Trento Residente a: Mezzocorona Barbiere: La moglie Testimoni: Daniel e Matteo Occupazione: Geometra

88

tmgennaio


trentinomatrimoni Matrimonio: Religioso Data: 24 maggio 2019 Luogo: Nave San Rocco Banchetto e torta: Maso Toresella Numero invitati: 100 Fioreria Rosa - Lavis Fiori e bouquet: Il regno delle Api - Cunevo Bomboniere: Anelli: Obrelli - Lavis Catering, pasticceria: Prime Rose Torta: Pasticceria Bologna - Mori Lista nozze: “Idea Viaggi� - Mezzocorona Video: Mec Video - Mezzocorona Animazione: Event in the sound Viaggio di nozze: Seychelles e Dubai, 15 giorni Vivranno a: Mezzocorona

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photography www.trintinaglia.com

89

tmgennaio


trentinomatrimoni Matrimonio: Religioso Data: 26 maggio 2019 Luogo celebrazione: Pressano Banchetto: Prime Rose - Levico Terme Invitati: 130 Bomboniere: Artigianali Anelli: Oreficeria Chistè - Mezzocorona Allestimenti Floreali: Michela Fiori - Mezzocorona Video: Mec Video - Mezzocorona Animazione: “Oltre la Festa” - Trento Viaggio di nozze: Messico e Bahamas, 16 giorni Andranno a vivere: Lavis

90

tmgennaio

Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it


trentinomatrimoni

Lei

Lui

Nome: Elisa Anni: 30 Nata a: Trento Residente a: Lavis Parrucchiere: Lady Line - Lavis Truccatore: Elisa Eccel Testimoni: La sorella Michela e l’amica Sara Occupazione: Impiegata

Nome: Luciano Anni: 30 Nato a: Mazara del Vallo Residente a: Lavis Barbiere: Salone 4 - Lavis Testimoni: Gli amici Fabrizio e Guido Occupazione: Tecnico Sanitario di Radiologia Medica

91

tmgennaio


trentinomatrimoni

Lei

Lui

Nome: Stefania Anni: 25 Nata a: Cles Residente a: Campodenno Vestito: Elisa Moratti Scarpe: Calzature Carlin - Pergine V. Parrucchiere: Vanity Club - Mezzolombardo Truccatore: Luana Morelli Occupazione: Coadiuvante aziendale

Nome: Giacomo Anni: 33 Nato a: Trento Residente a: Campodenno Vestito: Fedrizzi Moda - Mezzolombardo Scarpe: Fedrizzi Moda - Mezzolombardo Barbiere: Vanity Club - Mezzolombardo Occupazione: Imprenditore agricolo

92

tmgennaio


trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo celebrazione: Banchetto: Catering e pasticceria: Invitati: Anelli: Fiori e bouquet: Animazione : Animazione bimbi: Video: Soprano cerimonia: Damigelle e paggetto: Viaggio di nozze:

Religioso 3 agosto 2019 Ivano Fracena Castel Ivano Prime Rose - Levico T. 110 Obrelli - Lavis Cinzia Fonso Flowers Gisella Zambito Lula Calamita Silvio Maestrelli Francesca Bortoli Giulia, Sofia e Mattia Dubai e Maldive, 11 giorni

Servizio fotografico: “Studio Iride� di Daisy Facinelli Wedding Planner: Cinzia Fonso Wedding www.cinziafonso.it

93

tmgennaio


trentinoscoop&news

PREMIO “PAOLO PRODI” A VINCENZO LAVENIA PASSA PER IL TRENTINO LA COMUNICAZIONE DIGITALE ANCHE LA CELEBRE “NIKE”, HA SCELTO “SCREEN LINE” DI BESENELLO

N

ike il famoso brand di abbigliamento sportivo conosciuto a livello mondiale, ha scelto la società trentina ScreenLine per la comunicazione digitale dei propri negozi presenti sul territorio nazionale. L’azienda con sede a Besenello è specializzata nella produzione ed installazione di schermi per la video proiezione professionale; inoltre è anche esclusivista nazionale dei famosi led trasparenti Nexnovo che sono stati scelti dal brand americano. Oltre a questi settori, l’azienda è anche uno dei due distributori ufficiali italiani dei videoproiettori professionali della EPSON. Screen Line fondata nel 1985 da Bruno Gomarasca insieme ad un socio, ha sempre operato nel settore degli schermi da proiezione. In 35 anni di attività è divenuta una delle prime aziende in Europa sia per qualità dei prodotti che per innovazione. Grazie a questa notevole esperienza, la struttura con sede a Besenello può vantare un notevole bagaglio di referenze di installazioni schermi in tutto il mondo. Dalle tele per gli home cinema per le abitazioni di personaggi famosi, fino ai grandi schermi installati in sale meeting, enti pubblici, grandi gruppi aziendali, strutture alberghiere e teatri. 94

tmgennaio

CONSEGNATO GIOVEDÌ 5 DICEMBRE ALLA FBK DI TRENTO

È

Vincenzo Lavenia, docente di Storia moderna all’Università di Bologna e autore dell’opera Dio in uniforme. Cappellani, catechesi cattolica e soldati in età moderna (Bologna, Il Mulino, 2017), il vincitore del “Premio Paolo Prodi” 2019, assegnato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento. Il riconoscimento in memoria di Paolo Prodi, fondatore dell’Istituto Storico Italo-Germanico (FBK-ISIG) e suo primo direttore, è stato conferito lo scorso 5 dicembre presso la sede FBK di via Santa Croce, 77 a Trento. L’evento ha preso il via alle 15 con i saluti introduttivi del presidente FBK Francesco Profumo e del direttore FBKISIG Christoph Cornelissen. In tale occasione, dopo la presentazione del relatore da parte di Marco Bellabarba (FBK-ISIG e Università di Trento), Vincenzo Lavenia ha tenuto una lectio sul tema analizzato nell’opera premiata con l’obiettivo di ripercorrere il pensiero teologico cattolico sulla guerra, e al tempo stesso, di calarlo nella storia quotidiana di coloro che combatterono le guerre. In chiusura, gli interventi di Thomas Camilleri (Università di Trento), “L’Archivio personale di Paolo Prodi presso l’Università di Trento”, e di Francesca Sofia (Università di Bologna), “Paolo Prodi e la storia costituzionale”. Il Premio Paolo Prodi viene assegnato ogni due anni, alternativamente a una tesi di dottorato o a una monografia già pubblicata ed è promosso dalla Fondazione Bruno Kessler in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, l’Università degli Studi di Trento e il Centro Studi per la Storia Costituzionale Paolo Prodi di Bologna. L’edizione 2019 prevedeva l’attribuzione del premio alla monografia ritenuta più meritevole su uno dei temi, propri della ricerca prodiana: la storia delle Chiese in età moderna e/o contemporanea; i rapporti tra Stati e Chiese nella prima età moderna; la storia della Riforma e le sue ripercussioni in età moderna e/o contemporanea. Una nota importante: un prodotto della gamma dall’azienda di Besenello denominato “Arena” è utilizzato per la proiezione all’interno dei simulatori dei più importanti gruppi automobilistici mondiali, dai team di formula uno e da alcune delle più grandi compagnie aeree mondiali. Oltre alla produzione di schermi su cui poggia la percentuale maggiore del fatturato, l’azienda di Besenello ha voluto implementare la gamma prodotti proponendo i display led, un prodotto innovativo che permette una comunicazione digitale di alto livello.


trentinoscoop&news

TRE TESI NEL NOME DI VALERIA SOLESIN 120 ANNI DI SAIT: OMAGGIO A EMANUELE LANZEROTTI LE INIZIATIVE SONO PARTITE IL 23 NOVEMBRE SCORSO, A ROMENO

ALLA PRESENZA DELLA MADRE DELLA RICERCATRICE SCOMPARSA, PREMIATI I LAVORI DI 12 GIOVANI UNIVERSITARI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA. TRE I LAVORI “TRENTINI”

Da destra Marina Mattarei, Roberto Simoni, Mariagrazia Sironi, Renzo Tommasi

I

l mondo della cooperazione di consumo trentina si è dato appuntamento stamani a Romeno, nell’alta Valle di Non. Lì è sepolto da vent’anni l’ing. Emanuele Lanzerotti (Romeno 1872, Masnago 1955) fondatore del Sait, e da lì hanno preso avvio le iniziative per i 120 anni di vita dell’ente, nato esattamente il 23 novembre 1899. La figura di Lanzerotti – che a Romeno, suo paese natale, ha fondato anche la Famiglia cooperativa, la Cassa Rurale e la latteria sociale – è stata ricordata dalla nipote Mariagrazia Sironi, la quale ha raccontato tratti di vita vissuta mettendo in luce anche le caratteristiche umane e familiari del fondatore di Sait. A cominciare dal ritratto della moglie Emma, nobile di una famiglia di Taio, che ha condiviso profondamente le idee e le iniziative del marito, divenendone anzi la più ascoltata consigliera. La celebrazione è iniziata al cimitero di Romeno, con una preghiera del parroco don Giuseppe Seppi, la deposizione di una corona portata dal presidente di Sait Roberto Simoni e dalla presidente della Cooperazione Trentina Marina Mattarei. Particolarmente simbolica anche la deposizione di alcuni semi, per iniziativa della nipote, “affinché il seme della cooperazione continui a germogliare”. Nella sala “Lanzerotti” della locale filiale della Cassa Rurale gli interventi istituzionali e le relazioni dello storico Renzo Tommasi, che ha tracciato la biografia di Lanzerotti soffermandosi sulle molteplici attualità del personaggio, le sue iniziative, i successi e anche gli insuccessi, le difficoltà che ha incontrato e le incomprensioni di una società che forse non era sufficientemente preparata ad accettare le sue innovazioni.

La Microsoft House, sede milanese di Microsoft Italia, ha ospitato, il 28 novembre scorso, l’evento conclusivo della terza edizione del Premio Valeria Solesin, concorso rivolto a studentesse e studenti di 35 tra le più prestigiose Università italiane, pubbliche e private, ispirato agli studi della giovane ricercatrice veneziana, tragicamente scomparsa nell’attentato al teatro Bataclan di Parigi del 13 novembre 2015. Il premio, promosso da Forum della Meritocrazia e Allianz Partners, e realizzato con il Patrocinio del Comune e della Citta Metropolitana di Milano, è un riconoscimento alle tesi che hanno saputo indagare con sguardo originale e innovativo al tema de “Il talento femminile come fattore determinante per lo sviluppo dell’economia, dell’etica e della meritocrazia nel nostro paese”. Dodici i vincitori di questa edizione, i cui lavori sono stati selezionati dal Comitato Scientifico su 46 candidature pervenute da tutta Italia. Otto le tesi vincitrici che hanno affrontato argomenti di natura sociale, di politica pubblica e istituzionale, focalizzando l’attenzione su temi come stereotipi di genere, diseguaglianze nella rappresentanza e confrontando diversi modelli di empowerment femminile nei paesi europei. I restanti quattro vincitori hanno invece analizzato l’impatto del talento femminile nel mondo dell’imprenditoria e nelle performance aziendali, con uno sguardo anche al doppio ruolo delle donne, divise fra famiglia e lavoro. Sono 3 i ragazzi premiati dell’Università di Trento (Facoltà di Sociologia ed Economia): Serena Vitale con una tesi comparativa sui modelli di congedo parentale Italia/ Germania; Anna Zamberlan con una tesi sulle disuguaglianze di genere e classe sociale nei contesti istituzionali Edoardo Siciliano con una tesi sulla presenza femminile nelle aziende familiari

95

tmgennaio


trentinoscoop&news

Vladimir Pacl

CHI RICORDA I PIC NIC ALLA SCANDINAVA? QUANDO – OBBEDENDO AL “RICHIAMO DELLA NATURA” – SI ORGANIZZAVANO IN VAL DI NON. CELEBRI QUELLI ORGANIZZATI DA VLADIMIR PACL

U

na giornata intera di sole in mezzo alla neve, nel bosco immerso nel più assoluto silenzio; il vero contatto con la natura nella sua espressione più sincera e genuina. Solo così il fumo e lo smog, i rumori assordanti, l’aria opprimente della città diventano elementi lontani di un mondo lontano lasciato anche per un solo giorno ma per vivere meglio, per godere delle cose e dei benefici che la natura in montagna sa offrire abbondantemente. Fra cielo, sole e neve una passeggiata con gli sci da fondo, un pranzo turistico consumato in uno spiazzo tra gli alberi; profumate salsicce, prelibato speck locale, un pezzo di formaggio nostrano e naturalmente un buon bicchiere di vino. Allegria e gioia di vivere, il saper cogliere e godere ancora dei vantaggi che solo una giornata trascorsa così riesce a dare a chi è volontariamente fuggito dalla città lasciando a casa, anche per qualche ora soltanto, pensieri e grattacapi. Poche ma chiare parole, immagini limpide ed eloquenti per descrivere un “pic nic alla scandinava” con Vladimir Pacl; questa usanza è molto in voga nei paesi nordici dove il fondo è nato e cresciuto prima di dilagare in tutta Europa per un proficuo uso del tempo libero, per continuare una attività fisica che riesca a combattere l’abdicazione di tutti agli impegni di ogni genere per il quieto vivere. Eppure la vita sedentaria cui siamo spesso, anche volontariamente costretti, ci obbliga 96

tmgennaio

a ritornare indietro per riprendere attività lasciate perdere erroneamente in passato. Dopo una giornata di sport, di movimento, anche l’organismo acquista nuova vitalità, nuovo vigore e la settimana in ufficio o in fabbrica sembra meno lunga, forse anche meno pesante con il pensiero rivolto alla domenica successiva nella quale si ritornerà a godere in pieno i vantaggi che l’attività sportiva può dare. I “pic nic alla scandinava” organizzati dall’Ufficio Turistico di Ronzone, iniziavano a fine inverno, un periodo ideale per simili scampagnate, e continuavano finchè resistevano all’incalzare della primavera le ultime roccaforti della neve nell’Alta Valle di Non, dalle Regole, al Penegal, al Macaion. In questo mondo che cambia sempre più in fretta si sentiva maggiormente il bisogno di vivere all’aria aperta e a dire “si” al richiamo della natura; le scampagnate con gli sci erano effettivamente una finestra aperta sul tempo libero perchè ricche di molteplici vantaggi, perché stimolavano interessi che sono principalmente quelli di vincere la noia, di cercare un’ondata innovatrice per il divertimento della famiglia, per lo svago collettivo sano e apportatore di benessere per l’organismo inquinato. Sono anche una affermazione delle attività di svago come valore positivo, come momento concesso all’uomo per esprimere la gioia di vivere proprio nell’ambiente e nella cornice più idonea che era quella della montagna ancora pura e silenziosa, ricca di ogni genere di vantaggi fisici e mentali. Carlo Recla


trentinoscoop&news

LUNELLI PRESIDENTE DI “ALTAGAMMA” “FORÈST”: GENERAZIONE DEI “NIRVANA” IL ROMANZO DI ILARIA SENTER NEL PALINSESTO RADIOFONICO RAI DI QUESTO MESE Stefania Scartezzini

L

a programmazione radiofonica, a diffusione regionale sulle frequenze di Radio1, della Struttura Programmi della Sede RAI di Trento, prende il via dal 1 gennaio e si protrarrà fino alla fine di marzo 2020. Il martedì, alle 12.25: “Smart up”... Nuove applicazioni per l’ambiente. Tredici puntate per scoprire le start up create da ricercatori ed operatori trentini, riguardanti gli aspetti di conservazione ambientale. Segue, alle 12.40: “La generazione dei Nirvana”. Il romanzo di formazione “Forèst” (Curcu Genovese Edizioni), di Ilaria Senter, in un adattamento radiofonico in tredici puntate intreccia le storie di tre personaggi, in un confronto generazionale che coinvolge gli ultimi ottant’anni. Alle 13.20 va in onda: “Cambi e ricambi”, programma che racconta un Trentino che si rinnova, si adegua, si reinventa. Il martedì si conclude (inizio ad ore 13.40) con: “Storie di luce, vivere con successo la cecità”. Adattamento radiofonico dei libri “I ciechi non sognano il buio. Vivere con successo la cecità” e “Controluce” di Mauro Marcantoni. Il mercoledì si apre, alle 12.25, con: “A piedi nudi sul palco: dilatazione progressiva dello spettacolo”. Incontri con il teatro, il cinema, l’arte e la poesia. Una carrellata sui progetti e le programmazioni di tutte le manifestazioni artistiche regionali. Alle 12.45 si propone: “VivinTrentino”. Tredici puntate dedicate a tematiche di pubblico interesse relative alla realtà provinciale. Alle 13.20: “Custodi della montagna. Volontariato dal mondo SAT”. Un programma per ascoltare dalla voce di chi è volontario SAT in che modo si può valorizzare il territorio e la cultura di montagna in tutte le sue sfaccettature. Conclude le trasmissioni del mercoledì, iniziando alle ore 13.40: “Il sommario”, spazio dedicato alla comicità trentina dove ospiti surreali, guidati da

IL CEO DI CANTINE FERRARI SUCCEDE AD ANDREA ILLY

L’

Assemblea dei Soci di Fondazione Altagamma, che dal 1992 riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana, ha ufficialmente approvato ieri il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione per il triennio 2020-2022. Matteo Lunelli (Presidente e CEO, Cantine Ferrari), già Vice Presidente negli ultimi due mandati triennali, viene nominato Presidente di Fondazione Altagamma e succede così ad Andrea Illy (Presidente, illycaffè) che nel corso del suo mandato ha portato i Soci della Fondazione da 76 a 110. “Il Made in Italy” ha dichiarato Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma, “continua ad avere uno straordinario potere evocativo legato ai nostri territori, al nostro saper fare e al nostro stile di vita. Tuttavia, gli scenari macroeconomici richiederanno alle aziende Altagamma di saper intercettare un nuovo consumatore, che sarà sempre più asiatico, giovane, digitale e attento ai valori di cui la marca è ambasciatrice. Internazionalità, sostenibilità e contemporaneità sono dunque i tre pilastri strategici che ispireranno le nostre attività nei prossimi tre anni”.

Mario Cagol, propongono idee innovative. Il venerdì, alle 12.25, si apre con: “Dame damént: dimmi come parli, comprensione delle reciprocità”. Il programma attraverso dialoghi di contesti quotidiani, ripropone l’uso della terminologia più radicata sul territorio, dai modi di dire ai proverbi, passando attraverso le conversazioni più popolari. Alle 12.40: “Alla scoperta del Trentino. Luoghi e simboli del territorio”. Ciclo di tredici incontri per raccontare i luoghi, la cultura, i personaggi che sono divenuti simbolo della comunità trentina. Alle 13.20: “Terre di confine”. Il programma si propone di costruire un ponte ideale fra due realtà a statuto speciale (Trentino e Sicilia), ricche di cultura, natura, tradizioni, sogni e speranze. Il venerdì si chiude (inizio ad ore 13.45) con: “Enrosadira: i colori delle dolomiti” programma che si occupa di cultura, sport, sci ed ambiente alpino. Infine lo spazio domenicale, su RADIODUE con inizio alle 14, è occupato da: “Musically. La vostra musica, le vostre idee”. Racconto dedicato alla musica e a quanto questa sia parte della vita dei tredici ospiti del programma. 97

tmgennaio


trentinoscoop&news

LA RECITA DEI POETI DI VILLA S. IGNAZIO GIUSEPPINA E LA FESTA DELL’AMICIZIA

AL “CENTRO ROSMINI”, HANNO ESORDITO IN GRUPPO IN UN APPLAUDITO RECITAL

UNA GIORNATA IN DOLCE ARMONIA

G

iuseppina, circondata da modelle e vallette, si è cimentata nell’organizzare la tradizionale festa dell’amicizia, e come ogni anno, sempre più numerosi, gli amici raggiungono Trento dalle più svariate località d’Italia e dall’estero per trascorrere una giornata in dolce armonia. La Nostra sembrava essere il filo di una collana di cui tutti gli amici ne erano le perle, li teneva tutti uniti in un continuo crescendo di gridolini, sorrisi facendo tintinnare i calici, poi un improvviso scampannellare ed ecco arrivare saltellante e gioioso Babbo Natale accolto festosamente con applausi, che unitosi vallette e Giuseppina attorniavano i tavoli, gli invitati allacciavano le mani fra loro esplodendo nel fatidico “vogliamoci tanto bene”, promettendosi di rivedersi, prevedendolo con larghissimo anticipo, al Grand Hotel Trento nel novembre 2020.

D

Seduti: Edith, Ilse, Stefania, Umberto, Romina, Maria Clara, Giorgio; in piedi: Tatiana, Lia, Sofia, Giuseppina, Joyce,Ale, Jenny

Seduti: Ossanna, Paola,Ettore, Renato e Tessaro; in piedi: Lia, Sofia,Tatiana, Joyce e figlia, Giuseppina, Debby, Ale e Jenny

98

tmgennaio

a ventun’anni si tengono a Villa S. Ignazio sulla collina Est di Trento, dei corsi di poesia che sono unici in Italia: unici quanto meno per la formula: sono gratuiti; hanno un numero chiuso a venti posti (con qualche modesto sforamento); sono previsti sedici incontri da febbraio a maggio, dodici dei quali impiegati non a studiare ma a scoprire e metabolizzare sei poeti di varie epoche e paesi, ”invitati”. Gli ultimi quattro incontri sono dedicati a “esercizi di scrittura poetica”, con una plaquette in trentacinque copie numerate a mano che raccoglie un testo a tema, scritto da ciascun frequentante. I corsi di poesia sono condotti da Renzo Francescotti, decano dei poeti trentini. Due sono i principali obbiettivi di questi corsi: imparare a riconoscere la poesia autentica e, se esiste un nucleo di creatività, individuarlo e svilupparlo. È così accaduto in questi oltre vent’anni che parecchi corsisti abbiano partecipato a concorsi di poesia e siano stati premiati, abbiano pubblicato la loro prima raccolta di versi e abbiano proseguito su questa strada. Al “Centro Rosmini” di Trento dieci di loro, di vari centri abitati del Trentino, hanno esordito per la prima volta in gruppo in un applaudito recital, presentati sempre da Francescotti: si tratta di Sergio Abram, Anita Anibaldi, Fernanda Beozzo, Sebastiano Beozzo, Giorgio Brentari, Serena Casagrande, Laura Moser, Clara Kaisermann, Giovani Battista Tomasi. Ha arricchito la recita con interventi musicali al pianoforte elettronico uno dei corsisti, Sebastiano Beozzo, studente di Conservatorio.


trentinoscoop&news

ECCO COME 50 ANNI FA DIVENTAMMO “MECCANICI” NEL 1969 SI DIPLOMANO ALLE I.T.I. BUONARROTI DI TRENTO. OGGI RICORDANO... E SI RITROVANO

E

ra il 1969. L’uomo sbarcava sulla luna. Che Guevara simboleggiava ideali di libertà sui poster dei ragazzi. In Vietnam infuriava una guerra che qualcuno vendeva come di liberazione. Nelle radio e nei jukebox Beatles e Rolling Stone duellavano armati di chitarre. Lambretta e Vespa si sfidavano su quale fosse lo scooter più di tendenza. Era il 1969. Trentadue ragazzi completavano il percorso di studi superiori e si diplomavano, chi con lode e chi meno. Periti industriali a indirizzo meccanico, presso l’Istituto Tecnico Industriale M. Buonarroti, al tempo dislocato nell’omonima strada che scorre parallela al fiume Adige. La classe: 5a Meccanici A. Erano anni in cui gli insegnanti non si limitavano ad impartire nozioni e cognizioni, ma infondevano insegnamenti di vita. Docenti che proseguivano ciò che i genitori elargivano a casa, nelle famiglie. Professoressa Briani in Zuccali, ing. Bortolotti e ing. Sincovich; don Botteri e don Passerini; il preside Viola. E gli insegnanti di materie “pratiche”: Grecchi, Mazzalai, Tonezzer. Che fra un truschino e una lima, un cubilotto ed un tornio, da un alato ti preparavano alle successive sfide lavorative e professionali, ma nel contempo ti formavano alle ben più importanti prove della vita. Ed altri ancora che sono rimasti e rimarranno negli annali della scuola trentina quali pilastri dell’istruzione, sia scolastica che umana. Siamo al 2019. I ragazzi di allora si sono ritrovati periodicamente, circa ogni dieci anni, fino a pochi giorni

fa, per festeggiare la ricorrenza del 50° dal termine degli studi e per suggellare un’amicizia che il tempo non ha minimamente intaccato. Negli anni i contatti e le frequentazioni sono proseguiti anche al di fuori degli annuali appuntamenti di ritrovo nel ristorante di turno, arricchendo ed alimentando l’iniziale amicizia diventata quasi un rapporto fraterno. Sono trascorsi cinquant’anni, il ’69 sembra ieri e i ragazzi di allora sono diventati prima genitori, poi alcuni nonni: in pratica vecchi, o meglio ancora anziani. A parte qualche ginocchio birichino e scricchiolante, una prostata fastidiosa che ti sveglia nottetempo e schiene sempre più doloranti, lo spirito è rimasto quello di allora. Lo stesso spirito goliardico che caratterizzava le lunghe giornate di scuola nelle aule e nei laboratori, al tempo sia al mattino che nel pomeriggio. Era il tempo del Giro al Sas, immancabile appuntamento del tardo pomeriggio, passerella e camminamento dove si scambiavano i compiti, si facevano progetti, sia del fine settimana che quelli più impegnativi del futuro. Erano gli anni in cui Claudio Baglioni cantava, in una canzone che è più poesia che canzone, “i vecchi che non sono mai cresciuti…” Alcuni compagni di allora nel frattempo sono venuti a mancare ma senza retorica si può affermare che sono presenti nei cuori dei loro compagni.

99

tmgennaio


trentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

DEDICATO AL RAPPORTO TRA L’UOMO E IL CANE PRESENTATO IL LIBRO “CUSTODI DEL CUORE” DI STEFANO MARGHERI

RICALCARE LE ORME DEI CAMMINATORI DEL PASSATO, CON LA MENTE, CON LE EMOZIONI, CON IL CORPO È UNO DEGLI OBIETTIVI DEL LIBRO “CAMMINARE NELLA STORIA. GRANDI PERSONAGGI ALLA SCOPERTA DEL TRENTINO ALTO ADIGE” DI SILVIA VERNACCINI

S

V

enerdì 29 novembre 2019, presso l’Aula Magna dell’Oratorio del Duomo, si è svolta la presentazione del libro “Custodi del cuore. Storie di vita tra l’uomo e il cane” (Curcu Genovese). Autore Stefano Margheri, istruttore cinofilo ed esperto di comportamento del cane il quale, accompagnato dalla giornalista Fausta Slanzi, ha affrontato i contenuti di un’opera dedicata ad episodi di vita reale con protagonisti il miglior amico a quattro zampe e, appunto, l’uomo comune. Il cane, quindi, come sostegno alla quotidianità, consolatore silenzioso, compagno di avventure, fonte di riflessioni esistenziali, ispiratore di emozioni ed amore. Ogni singolo capitolo si rivolge a fatti realmente accaduti, ove principi di etologia comparata, filosofia e biologia evolutiva, vengono richiamati e interpretati in un linguaggio divulgativo ed esplicativo. Il cane spiegato nel suo modo di pensare, imparare, intuire e ricordare, evidenziando come molti meccanismi cognitivi siano in realtà assai comuni alle due specie protagoniste. Come l’uomo, anche il cane è in grado di emozionarsi, di soffrire, gioire, provare collera e paura e, come l’uomo, anche il cane si avvale di strategie votate alla conservazione e alla sopravvivenza. I numerosi presenti, almeno un centinaio di persone, hanno partecipato con domande e riflessioni inerenti il miglior amico, evidenziando una volta di più come questo compagno di vita sia ormai divenuto essenziale. A termine della serata, un brindisi condito da formaggio e cioccolata, in richiamo al primo racconto dell’opera. 100

tmgennaio

ono trentasei i personaggi, trentini e tirolesi, ma anche austriaci, inglesi, cechi e francesi che la nuova guida di Silvia Vernaccini descrive nel loro passaggio in TrentinoAlto Adige. Ricalcare le orme dei camminatori del passato, con la mente, con le emozioni, con il corpo è infatti l’obiettivo del libro Camminare nella storia. Grandi personaggi alla scoperta del Trentino Alto Adige (pp. 208 euro 18). Attraverso il ricordo di pittori, poeti, scrittori, geologi, alpinisti, registi, pubblicitari, giornalisti, etnografi che nei secoli hanno camminato nella regione, l’autrice – da sempre impegnata nella conoscenza e valorizzazione del territorio – vuole fornire al lettore/escursionista la possibilità di avvicinarsi senza confini a questa “macroregione”. Trentasei personaggi, per altrettanti approfondimenti e itinerari,


trentinolibreria Maria Annita Baffa Un angelo a Bisanzio. Ragazze albanesi nella Calabria degli anni Settanta Sensibili alle foglie Sei ragazze di Calabria, di un tempo in bilico fra tradizione e modernità quando, a metà degli anni settanta del Novecento, fu aperta l’Università della Calabria, sulla collina di Arcavacata a Cosenza. Sei giovani che, attraverso lo studio universitario, cercano di spingere le loro esistenze oltre il cerchio della vita di paese da cui provengono, oltre i muri della mentalità maschilista e talvolta patriarcale. Partecipi delle lotte di quegli anni per il diritto allo studio e per il futuro del Meridione. Le situazioni della vita universitaria, di studio, di maturazione personale e politica, sono narrate attraverso la sensibilità di Sofia, che proviene da un paese arbëresh, di antico insediamento albanese. Sofia riflette sul suo presente e lo rispecchia nel mondo, che pur vuole lasciare, del suo passato e del suo paese, non senza la mesta nostalgia per ciò che - come l’infanzia - è destinato a tramontare.

Tullio Reina Guglielmo e Maria. Una storia ai confini del Nord-Est fra il 1938 e il 1945 Reverdito Testimonianza dell’amore per la memoria, sedimentatasi nel tempo attraverso il recupero appassionato e fedele di narrazioni raccolte dalla voce dei protagonisti, la storia si dipana tra Slovenia, Istria e Venezia Giulia sullo sfondo delle drammatiche vicende che hanno interessato quelle zone alla vigilia e nel corso del secondo conflitto mondiale. Un giovane carabiniere siciliano, superando pregiudizi etnici e sociali, s’innamora di una ragazza slovena con la quale si trova a condividere tormentate esperienze, segnate da scelte difficili e da episodi drammatici (la guerra in Albania, In questo libro/ la fuga dall’Istria, intervista, in cui l’otto per la settembre, prima volta la violenza di ricordi biografici si tedeschi e titani, dramma della Risiera die intrecciano con ilriflessioni sull’esistenza San chedel confermano come, anche sulSaba), presente mo nei momenti più bui da ogni persona, pur incattivita da odi e conflitti, possono sprigionarsi scintille di umanità lasciando spazio alla speranza e alla vita.

distribuiti nell’arco della storia e dei territori e qui proposti in ordine cronologico per evidenziarne anche l’evoluzione ambientale e sociale, lo sviluppo dei trasporti – a piedi, sul carro, in carrozza, con l’omnibus, le messaggerie postali, la ferrovia... – e la diffusione dei saperi. Si va dal 3.300 a.C. al 2005, dal cacciatore Ötzi sul Similaun all’etnografo Giuseppe Šebesta promotore del Museo di San Michele all’Adige, passando per Vigilio vescovo di Trento ed evangelizzatore delle genti pagane della Rendena, Simone Baschenis di Averaria affrescatore lombardo itinerante, il botanico/farmacista Francesco Calzolari, il cartografo Peter Anich. Personaggi famosi, alcuni giunti in Trentino-Alto Adige sulla scia magari del Grand Tour, e altri meno noti: tra i primi il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, l’abate Antonio Stoppani autore de Il Bel Paese, lo scrittore Robert Musil, il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, l’archeologo Paolo Orsi, il cantore dei Monti Pallidi Karl Felix Wolff, tra i secondi l’esploratrice inglese Elisabeth Tucket, la disegnatrice Johanna von Isser Großrubatscher, Carl Anton von Lutterotti appassionato di

Riccardo Mazzeo Esistenze rammendate Mimesis Il libro cerca di dimostrare due tesi. La prima consiste nell’attualizzazione di due concetti apparentati, il “rammendo” freudiano e il “sinthomo” lacaniano, con cui i due psicoanalisti hanno identificato una possibilità di salvezza per le persone che hanno “perso il filo” della propria esistenza. Una vita, per restare tale, deve mantenere annodati i tre fili dell’immaginario, del simbolico e del reale. Quando uno di essi si spezza, si scivola nella psicosi a meno che non si riesca a effettuare un “rammendo” che preservi dalla patologia, dal farnetico, dalla fuoruscita dall’ordine del linguaggio. Rammendi del genere sono stati operati da tre grandi scrittori i quali, privati di un intercessore paterno che li immettesse nel circuito della Legge, hanno compensato tale mancanza con le loro creazioni letterarie: James Joyce, a cui Lacan ha dedicato il Seminario XXIII del 1975/76; Gustave Flaubert, su cui Jean-Paul Sartre ha incentrato “L’idiota della famiglia”; Marcel Proust, che condivise un destino analogo.

cultura popolare, il paesaggista Frédéric Bourgeois de Mercey, il micologo solandro Giacomo Bresadola, il pittore di guerra Francesco Rizzi e altri. Tutte personalità che consentono comunque di avvicinarsi e di approfondire temi naturalistici, storici, artistici, ma anche scientifici, geografici e folcloristici riguardanti la nostra regione e non solo. Un libro di letture che però non tralascia una sua identità escursionistica: ogni personaggio viene infatti delineato non solo in una semplice biografia mirata al suo essere in Trentino o in Alto Adige, ma anche accompagnandolo con un approfondimento a lui legato e con un itinerario – sempre e comunque di facile percorrenza – che lo ha visto coinvolto nel suo camminare e nel suo conoscere quel dato territorio. Pagine che mirano a far immedesimare il lettore in un’epoca, in un luogo, in una persona. In linea con il nuovo trend escursionistico anche questa guida cerca dunque di integrare aspetti culturali e letterari con altri più ambientali e turistici, perché camminare e conoscere rappresentano un binomio ormai divenuto inscindibile. Viaggiare, camminare, apprendere per entrare in relazione con luoghi e persone. Silvia Vernaccini

Camminare nella storia Grandi personaggi alla scoperta del Trentino-Alto Adige

Curcu Genovese pag. 208 - Euro 18,00

101

tmgennaio


trentinofocuson

Trentino visto dall’alto Coordinate: 46°04’23.65”N 11°06’41.42”E Altitudine: 309 m s.l.m.

BUON NATALE CON IL “PANETTONE” DEL DÒS

Dòs Trènt o Doss Trento Il nome originario del Doss Trento è Monte Verruca. Si tratta di un nome assegnato dai coloni romani che ricorda senza dubbio alcuno la strana forma del monte che, se osservato dall’alto, assomiglia proprio ad una fastidiosa verruca. I romani diedero tale nome presumibilmente osservando il monte dalla località di Sardagna, dalla quale si ha una chiara visione della particolare conformazione collinare. A tal proposito, in una delle lettere che Flavio Magno Aurelio 102

tmgennaio

Cassiodoro scrisse per conto di Teodorico il Grande si parla, senza indicarne esplicitamente il luogo, se non che vi scorre l’Adige, di un Verruca castellum la cui descrizione è generalmente accettata essere quella del Doss Trento, pur non essendovi prove conclusive in merito. Assieme al Dosso di San Rocco e al Dosso Sant’Agata formano i “tre denti” dell’antica Tridentum romana. Il Doss Trento è stato ritratto nel 1495 dal pittore Albrecht Dürer nell’acquerello Trintperg.

50 m.


trentinolosapevate? Ancilla Marighetto (Cortina 1927 - Trento 1945) È stata una partigiana italiana, medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Col nome di battaglia “Ora”, fu attiva nella Resistenza nella zona del Tesino.

Strade di Trento Per saperne di più:

Mauro Lando Trento nuova Le sue strade, le sue storie Curcu Genovese pag. 392, Euro 25,00

VIA A. MARIGHETTO “ORA” | RIONE MAN

L’

area del rione Man compresa tra via Menguzzato, via Mach e via di Madonna Bianca ha in via Marighetto un vero e proprio asse urbano. La strada percorre infatti la parte centrale molto edificata di tutta la zona e, con le sue articolazioni, giunge presso le tante case ed i vari complessi edilizi. L’area di via Marighetto ha avuto una forte urbanizzazione a partire dagli anni Settanta del secolo scorso successivamente alla costruzione delle torri del rione Madonna Bianca. La differenza sostanziale tra i due settori dell’estrema collina sud del territorio urbano è che Madonna Bianca, costruita sulla base di un vero e proprio piano urbanistico, si presenta come un quartiere ordinato, mentre il territorio di via Marighetto è stato costruito in modo intensivo con una viabilità inadeguata, tutta impostata sull’asse centrale. Anche all’interno dell’area di via Marighetto vi sono delle differenze nell’impianto edilizio. In particolare la zona più a monte, con fronte anche su via Men-

guzzato, è caratterizzata da residenze da due a quattro piani dotate spesso di giardini ed orti, talvolta ampi e con la presenza di qualche negozio. La parte sottostante, accanto ad edifici di dimensione tradizionale circondati da giardini, presenta grandi complessi. L’edificazione in questo caso si è articolata in orizzontale evitando la presenza di condomini che in altre zone della città si sono sviluppati in altezza. In particolare vanno segnalati tre complessi, pressoché adiacenti, costruiti su un’area di proprietà Bertagnolli e che si affacciano sulla sottostante via di Madonna Bianca. Il primo, denominato Fontedoro come un maso poco distante, si avvia dal numero civico 36 ed è articolato su 8 edifici diversi e staccati tra di loro. Progettati dall’architetto Sergio Giovanazzi sono stati costruiti a partire dal 1972 e sono stati denominati utilizzando i nomi di piante e fiori alpini quali Arnica, Negritella, Stella alpina, Genziana, Rododendro, Cardo rosso, Lupinella, Erica. Poco più a sud è presente l’altro grande

complesso residenziale che si avvia con il numero civico 96: è stato progettato dall’architetto Giulio Cristofolini con concessione edilizia del 1973: si presenta articolato su due schiere con edifici di tre piani. Il successivo, con avvio dal numero civico 116, è ancora dell’architetto Cristofolini che nel suo progetto ha confermato l’impostazione su due schiere, ma in questa occasione con edifici a terrazza articolati su tre balze. La concessione edilizia è del 1974. Via Marighetto racchiude anche due importanti edifici “originari”: uno è il maso “Fonte d’Oro” che si articola su più edifici con avvio dal numero civico 123 nella parte più meridionale della strada. È un maso antico registrato già nelle mappe comunali del 1855 e che nell’Ottocento è passato dalla proprietà Cazzuffi, a quella Cuppellon e Gadotti. Nel Novecento è individuata la proprietà Zambaldi. È stato ristrutturato nei primi anni Novanta del secolo scorso su progetto dell’architetto Giorgio Piffer e trasformato in una residenza.

103

tmgennaio


trentinocucina

LO STRUDEL ALLE MELE Con salsa al caramello e mele saltate

in libreria o sul sito www.curcugenovese.it

Ingredienti per 2 strudel Per la massa gr 250 burro gr 285 zucchero sale e buccia di limone 1⁄2 bustina di zucchero vanigliato gr 150 uova intere gr 575 farina 1⁄2 bustina di lievito

Per il ripieno gr 600 mele renette gr 70 zucchero vanillina q.b. gr 60 pane leggermente tostato in burro gr 30 pinoli gr 40 uva sultanina gr 3 cannella in polvere Rhum q.b. + buccia e succo di limone Per la salsa al caramello e le mele gr 100 zucchero di canna poca acqua e succo di limone gr 200 panna fresca gr 30 burro gr 150 cubetti di mela gr 30 liquore alle mele gr 20 distillato di ciliegie

Procedimento per la massa Ammorbidire il burro con lo zucchero, aromatizzare con sale e buccia di limone, creare la fontana classica con la farina mescolata al lievito, le uova ed il burro ammorbidito con lo zucchero. Amalgamare senza surriscaldare la massa. Riposare in frigo per almeno 1 ora. Procedimento per il ripieno Pelare le mele e tagliarle a pezzettoni, condire con lo zucchero e gli aromi. Passare in forno preriscaldato a 160 °C. per 15 minuti. Raffreddare. Tirare la pasta frolla sottilmente in un rettangolo da 40 cm per 25. Sistemare nel centro il ripieno freddo ed accartocciare. Lucidare con tuorlo mescolato a poco latte. Cuocere in forno preriscaldato a 160 °C. per 35 minuti. Procedimento per la salsa al caramello e le mele Cuocere lo zucchero al caramello biondo ed aggiungere poi la panna leggermente riscaldata. Raffreddare. Rosolare il burro e lo zucchero di canna, versare le mele a cubetti e sfumare con il distillato. Presentazione Tagliare lo strudel a fetta spessa ed accompagnare con la salsa al caramello e le mele spadellate. Decorare con foglia di menta e fettina di mela appassita in forno.

104

tmgennaio


# trentinomese

#TRENTINOMESE CONTEST: RIFLESSI INCANTATI DELLA VAL DI FASSA OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE!

@moena_valdifassa_officialpage Al secondo posto: Moena, Val di Fassa

@ralfbrunel Al primo posto: Campitello di Fassa

@rifugioaltissimo Al terzo posto: Rifugio Altissimo, Garda Trentino (Foto di Alessandro Viesi)

IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

S

eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

105

tmgennaio


ABBÒNATI A TRENTINOMESE 12 NUMERI A 24 € ANZICHÉ 36 €

CAMPAGNA

2020

✓ Per riceverlo sempre e puntualmente a casa o, se è più comodo, ricevere i buoni per ritirarlo direttamente presso la tua rivendita di fiducia; ✓ Per avere diritto ad uno sconto del 15% sui libri Curcu Genovese acquistati presso i nostri uffici in via Missioni Africane a Trento; ✓ Per ricevere uno tra questi regali: Alberto Folgheraiter “I Villaggi dai rami di rovo”

1

Maurizio Capobussi “Splendido Sudtirolo dalle mille emozioni”

2

+ 3

Matteo Scoz “Cicatrici”

Fabio Chiocchetti “I Misteri del Cjaslir”

Per abbonarti puoi: 1) Recarti a Trento in via Missioni Africane, 17 (8.30-12.30) 2) Telefonare allo 0461.1924985 oppure al 0461.1924987 3) Inviare una mail a ufficioabbonamenti@trentinomese.it 4) Visitare il sito www.trentinomese.it

appuntamenti, incontri e attualità trentina


A LAVIS ITAS CI METTE LA FACCIA Samuele Carlotta

Jess

ica

Stefano

Romedio

Terry

Christian

Eleono

ra

Stefania

Davide

Alessandra

dro

Alessan

Alice

Gigi

Maria

Moira

Enrico

Pao

lo

Salvato

Romina

re

FATTOR ASSICURAZIONI SNC Agenti di Lavis Via F. Filzi, 27 - Tel. 0461 241525 agenzia.lavis@gruppoitas.it Subagenzie Albiano - Via Sant’Antonio, 34 - Tel. 0461 687141 Cembra - Via Roma, 3 - Tel. 0461 680138 Zambana - Corso Roma, 3/A - Tel. 0461 245635 gruppoitas.it


Prenditi le tue sicurezze

Con le finestre Internorm Proteggere il proprio spazio di vita è un obiettivo primario. Le tecnologie Internorm rendono la finestra un ottimo investimento, per un futuro pieno di certezze. PVC ad alta riciclabilità, legno da forestazione sostenibile, guscio in alluminio esterno, aerazione degli ambienti a finestra chiusa, oscuranti integrati per controllare la luce offrono massimo comfort e perfetta salubrità. Il triplo vetro incollato con tecnologia esclusiva Fix-O-Round, le 3 guarnizioni isolanti, i sistemi di chiusura consentono risparmio energetico e sicurezza impareggiabili, dando la massima trasparenza e solidità al tuo ambiente di vita. Scopri sui siti internorm.com e finestreinternorm.it come scegliere la finestra più adatta alle tue esigenze. Il Partner qualificato Internorm ti darà ciò che desideri, con una posa eccellente nei tempi stabiliti.

Esponiamo al Klimahouse di Bolzano dal 22.01.20 al 25.01.20. Stand D26/14. Showroom di Trento Via Bolzano, 34 38121 Trento Tel. 0461 957547

www.internorm.com

Si può avere tutto solo con una finestra Internorm. Numero 1 in Europa I Oltre 25 milioni di finestre installate I Una gamma di oltre 150 modelli I Una rete qualificata di più di 200 [Partner] in Italia e 1300 in Europa


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.