appuntamenti, incontri e attualità trentina
ANNO XXVIII N. 337
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Credits: Domenico Raffa Photography. Vestito: Cristina Senter
MARZO 2020
RADIOTTANTA INSEGUENDO L’ECO DI QUEGLI ANNI FANTASTICI ALFIO GHEZZI IL BISTROT DEL MART. TRA MEMORIA E DESIGN
Eleonora Mezzanotte
IL CONTAGIO DELLA BELLEZZA
SELFIE DAL PASSATO ALLE “GALLERIE” SI VIAGGIA NEL TEMPO
NEL GUINNESS DEI PRIMATI 50MILA ORE: MA COME FANNO AL “MARINAIO”? MARCO PISONI “IN MONTAGNA, NON MI BASTA LA NORMALITÀ”
I MATRIMONI DEL MESE
“SPAZIO 14” TRA TEATRO E LETTERATURA
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Ghiacciaio della Val Senales, sciare fino al 03 maggio Per esperienze uniche in un fantastico scenario montano
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Distante una ventina di chilometri da Merano, la Val Senales s’inerpica partendo dal paese di Naturno. Vallata ricca di cultura rurale, al suo apice si estende il più grande spettacolo naturale alpino della parte occidentale della provincia di Bolzano, il ghiacciaio della Val Senales. L’area sciistica, al confine fra Austria e Italia, è un vero paradiso per gli amanti degli sport invernali. In pochi minuti la funivia vi trasporta fino a 3.212 metri da cui si gode un panorama mozzafiato. Da settembre a maggio le condizioni per sciatori, snowboarder e fondisti sono ideali e c’è certezza d’innevamento. La vasta gamma di piste perfettamente preparate soddisferanno le esigenze dei vacanzieri più attivi e delle famiglie. La funivia porta gli ospiti direttamente all’hotel più alto d’Europa, il Glacier Hotel “Grawand” a 3.212 metri. Dalle finestre delle 36 camere il panorama godibile è fantastico, si possono vedere le vette dell’Ötztal in Austria, delle Dolomiti del Brenta in Trentino così come il maestoso Ortles (3.905 m) e le alte cime della Svizzera. Nel bar e ristorante, potrete viziarvi con drink deliziosi e prelibatezze pronte in pochi minuti.
DIVERTIMENTO
GODIMENTO
PANORAMA
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RING di Fabio Peterlongo
di Tiziana Tomasini
blues di provincia
a mali estremi DITEMI UN PO’: QUANTO È DIFFICILE NEGOZIARE CON GLI ADOLESCENTI?!
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hissà quanti di noi hanno vissuto l’esperienza del fare acquisti in un mercato mediorientale: seduti sui divani, senza guardare l’orologio e davanti a una tazza di tè, a contrattare. All’apparenza suona un po’ come una divagazione dal sapore turistico, ma in realtà – affermano gli esperti – si tratta di una vera e propria arte, antica quanto necessaria anche al giorno d’oggi. Contrattare significa trovare un compromesso che vada a soddisfare le parti, mediando e venendosi incontro. Chi apprende quest’arte, ottiene molto di più dalla vita, sia in ambito professionale che nella sfera dei rapporti interpersonali. Così almeno la pensa anche un famoso docente di negoziazione americano, una specie di guru nel settore. E non serve scomodare la politica internazionale o il classico soggetto da poliziesco, con la contrattazione tra il criminale che tiene in ostaggio un certo numero di persone e il capo delle forze dell’ordine a megafono spianato. Siamo lavoratori dipendenti e vogliamo uno stipendio più corposo? Sul piatto della bilancia dovremo senz’altro mettere più ore di lavoro o includere modalità straordinarie. Siamo insegnanti di lettere? Nelle ore di letteratura dovremo inserire una tantum qualche esilarante lettura umoristica d’autore, per alzare gli indici di gradimento e far apprezzare la materia. Siamo genitori di ragazzi adolescenti? Allora è il caso di imparare subito e in fretta quest’arte. Gli specialisti dell’età evolutiva sostengono infatti che è necessario deporre le armi dell’imposizione genitoriale e dell’ubbidienza su due piedi. Bisogna mettere da parte quelle frasi lapidarie (quanto comode) del tipo: “Qui comando io”, “Questa casa non è un albergo”, “Si fa così, punto!” Con i figli, oggi, si deve contrattare. Allora ne derivano ore interminabili di estenuanti trattive, per arrivare ad un punto d’incontro tra genitore e figlio. Certe trattative sono più semplici di altre: l’orario di rientro a casa, le uscite serali infrasettimanali, il dormire fuori a casa da amici. Altre decisamente più difficili. Personalmente faccio molta fatica a contrattare sul fronte scuola; se vedo un “5”, d’istinto reagisco con un “sei impazzito?” piuttosto che con un “tranquillo, che si recupera!” Poi magari ci ripenso e cerco spazi di riflessione, negoziando, ma pur sempre davanti al libro. Certo negoziare con gli adolescenti è una bella fatica; servono dosi massicce di calma e autocontrollo. Anche perché spesso tutto questo bel percorso di psicologia – se prendi una bella pagella ti prendo il motorino - viene interpretato come “Fai sempre ricatti”. E allora SÍ alla negoziazione, ma con cautela. E con qualche NO ben assestato.
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METTIAMO UN ARGINE AL DETESTABILE E DIFFUSO SPRECO DEL CIBO
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mmaginiamo la classica famigliola trentina che si riunisce al tavolo del pranzo della domenica: al centro del desco, una polenta dorata sprigiona per la casa la sua fragranza. Lì di fianco, la compagnia di crauti, puntine, gulasch, luganeghe. E alla fine di tutto, la nonna serve anche una magnifica torta sbrisolona. Che splendido quadretto! A un certo punto però, accade l’inaspettato: la nonna ha un improvviso crollo nervoso e dopo aver servito con amore i manicaretti, porta via furiosamente un terzo di ciascuna pietanza e lo getta nella spazzatura. Via due luganeghe su sei. Via il trentatrè percento della torta. E, al termine di questo terribile climax, è la polenta ad essere attaccata: un terzo finisce tragicamente sul muro bianco, disegnando un’opera d’arte surreale. Fuor di metafora, questo è ciò che accade nella realtà. Lo spreco alimentare si porta via un terzo del cibo disponibile al mondo. In media ogni anno una famiglia italiana getta nella spazzatura 49 chilogrammi di cibo, per uno spreco economico complessivo di 316 euro per famiglia. Per porre un freno a questa pratica detestabile esistono buone pratiche che sono messe in atto dall’opera di numerosi volontari anche nel nostro territorio trentino. A coordinarne l’attività vi è la onlus Trentinosolidale che ogni giorno raccoglie le derrate invendute presso i supermercati e i piccoli esercenti. Un piccolo esercito di 200 volontari, attrezzati con 18 automezzi, che fanno riferimento a 300 punti di raccolta. Il cibo raccolto viene destinato a 20 istituzioni o associazioni che assistono persone con fragilità socio-economica. Trentinosolidale riesce a raccogliere ogni mese 1500 quintali di cibo. Il presidente Giorgio Casagranda ha spiegato: «Trentinosolidale costituisce un esempio di cittadinanza attiva, coinvolge persone di varie età e provenienza, dai pensionati, agli studenti, a persone sottoposte a sanzione giudiziaria. E spesso le persone che abbiamo assistito, dando loro da mangiare in un momento di crisi, superato il peggio, diventano a loro volta volontari». Insomma, Trentinosolidale rappresenta un sistema non perfetto, ma perfettibile, per affrontare il problema dello spreco di cibo. Per evitare che la “scena da incubo”, in realtà tremendamente veritiera che abbiamo descritto in partenza, continui a concretizzarsi sotto i nostri occhi senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
DOMENICA 15 - 22 - 29 MARZO
APERTO
15.00 | 19.00
GARDOLO (TN) – Via Bolzano, 50 t. 0461.961950
RING
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RING di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi L’UOMO ATTRAVERSO LA VACUITÀ DEI CONFINI; CHE MUOIONO E RISORGONO, SI SPOSTANO, SI CANCELLANO...
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eggendo testi antichi, più o meno sacri, ci si accorge di come, a differenza di oggi, su qualsiasi argomento trattato gli scrittori riuscivano ad andare oltre alla logica del questo o quello. Nemmeno i manichei, così ortodossamente divisi tra bene e male, rimasero ingabbiati nelle rigide sbarre del dualismo. Per gli antichi era: questo e, tanto più in quanto è matematicamente provato, “anche” quello. Oggi, ricordando quanto disse Sir Thomas Browne (Roberto Calasso, I geroglifici di Sir Thomas Browne, Adelphi), l’iniquità dell’oblio sparge alla cieca i suoi papaveri. Inoltre, questi autori, anonimi o assai noti, avevano la grande capacità visionaria di scavalcare perfino il questo e il quello. Soprattutto erano consapevoli che, in questa terra (intesa come universo) siamo solo di passaggio. Siamo viaggiatori, nomadi, pellegrini quindi, sempre e comunque, indipendentemente da dove siamo nati, vissuti e morti. Ce lo ricorda un antico proverbio indiano, quando recita che la Terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli. Ed è strano scoprire, ad esempio, che in ebraico il principio di responsabilità è parola ricavata dalla radice acher, “altro”. La responsabilità è la cognizione del prossimo. E questo “prossimo” è colui che incontriamo nei nostri viaggi, siano essi tra casa e lavoro, tra aula e sala insegnanti, tra strada e piazza, tra deserto e città.
Quando incontro l’altro, io penso che sia un pellegrino come me, un errabondo, un viaggiatore fisico e psichico, uno scavalcatore di confini, di limiti, di orizzonti, di montagne e pianure, di oceani e di sabbie in continuo movimento. Faccio fatica ad immaginarmi l’altro come una persona incontaminata, integra, finita, chiusa nel suo hortus conclusus, accerchiata da mura immaginarie e reali. Scrive un anonimo cristiano del II secolo, contemporaneo al martire Giustino: i cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per il territorio né per la lingua né per i vestiti. Essi non abitano città loro proprie, non usano un linguaggio particolare, né conducono uno speciale genere di vita. […] Abitano le loro rispettive patrie, ma come gente straniera; partecipano a tutti i doveri come cittadini e sopportano tutti gli oneri come stranieri. Ogni terra straniera è patria per loro e ogni patria è terra straniera 1. Lo stesso pensiero lo troviamo nel variegato mondo degli gnostici. Infatti se si vuole ricondurre la Gnosi – ostica, difficile, ermetica filosofia e spiritualità – al suo più irriducibile elemento differenziante, si può dire questo: gnostico è colui che, per una qualche parte di se stesso, si riconosce straniero al mondo. Continuando la scorribanda nelle cose che furono e che sono, forse l’approccio più confacente al nostro modo di pensare errabondo è quello descritto da un autore franco-libanese cristiano, di cultura araba, Amin Maalouf, in L’identità: è la mia esistenza fra due paesi, fra due o tre lingue, fra parecchie tradizioni culturali. È proprio questo che definisce la mia identità. Sarei più autentico se mi privassi di una parte di me stesso? Quando si concepisce la propria identità come la risultante di molteplici appartenenze […] non si tratta più semplicemente di “noi” e di “loro”. O di questo o quello aggiungo io. Pensieri semplici, pensieri che volano alto, pensieri che fanno sembrare certe affermazioni odierne di “radicamento territoriale” così superficiali, vuote, inattuali, volgarmente frivole da chiedersi come mai, in periodo di occidentale infertilità diffusa, la madre ignoranza sia sempre incinta. Dal mondo ebraico possiamo imparare, ad esempio – ma sicuramente anche altri mondi, a me non noti, potrebbero serbarci delle sorprese – che noi siamo uomini e che resteremo per tutta la vita in cerca di noi stessi. Ed è proprio questa ricerca, questa erranza, questo vagabondaggio che ha arricchito il mondo, l’universo, che ci ha fatto andare oltre il qui e il là. Anche perché, la storia ce lo dimostra, i confini muoiono e risorgono, si spostano, si cancellano e riappaiono inaspettati. Dimostrando l’assurdità di una cartografia che parla di Io dimenticando che il mondo è fatto di molteplicità di persone e di pensieri.
A. Giogneto, V,1-2.4-9, in G. Bosio, E. Dal Covolo, M. Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa. Secoli I e II, Società Editrice Internazionale, Torino, 1990, pp. 230-231.
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RING di Pino Loperfido
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DEDICATO AL SIGNOR GUIDO BEZZI, FALEGNAME E PADRE DI MATTIA: UN EROE DEI NOSTRI GIORNI
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uando una persona cara lascia questo mondo si porta dietro – nel regno delle ombre, in una dimensione parallela o in paradiso – il mistero della propria esistenza. Non tutto però. Sono sempre stato convinto, infatti, che chi muore lasci sempre una traccia e un pochino di quel mistero resti con noi. E dal giorno del funerale in poi, si spande tutt’attorno come una pioggia leggera, come una carezza, sui parenti, sugli amici, sui conoscenti disegnando sui volti di queste persone una sorta di stupore. La morte non è certo una novità. Tutti gli esseri umani muoiono presto o tardi, eppure è capace ogni volta di destare, oltre al comprensibile sgomento, un’inaspettata sorpresa in chi resta. Specie se ad andarsene è un ragazzo di 19 anni. Un giovane adulto senza troppi grilli per la testa, maggiore di tre fratelli, famiglia tranquilla e semplice, benvoluta da tutti, che abita in una valle periferica del Trentino. Un giorno di fine estate del 2019 esce di casa sorridendo, sereno, salutando come sempre. Nessuno, a parte lui, sa che si tratta dell’ultima volta. In quella casa non farà più ritorno. Che è successo, dunque? Cosa diavolo è accaduto? Pare che Mattia non abbia sopportato le possibili conseguenze di un ricatto sessuale via Internet. Ulteriori dettagli non sono utili in questa sede. Non è compito mio, infatti, parlare di indagini, prevenzione o, peggio, arrampicarmi su sofismi psicoterapeutici. E non è nemmeno di “lui” che voglio parlare, che riposi in pace povero ragazzo! Questo articolo è dedicato tutto a suo padre, Guido Bezzi, un eroe dei nostri giorni. Oggi il termine “eroe” è uno dei più abusati nel linguaggio comune. “Eroe” è il calciatore Cristiano Ronaldo che fa un goal in rovesciata; eroina è Greta Thunberg che salta la scuola per redarguirci sui problemi dell’ambiente; “eroe” è stato recentemente definito perfino l’attore Kirk Douglas (ne ignoro le motivazioni… forse per via degli eroi che ha interpretato al cinema, boh...). Sul web poi chiunque può a suo modo diventare “eroe” sul proprio profilo Instagram o Facebook postando la foto “giusta” o il post più “figo”. Ma mi sto domandando se ci vuole più coraggio per compiere un pregevole gesto atletico, per girare centinaia di film di successo oppure per 12
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mettere in piazza il proprio dolore allo scopo di provare ad evitarne di nuovi. E poi mi ricordo delle parole di Socrate quando ci dice che il termine “eroe” (ἥρως) deriva direttamente da “eros” (ἔρως) e cioè dall’amore. Cosa ha dunque fatto con esattezza il signor Guido che ha a che fare con l’eroismo e allo stesso tempo riguarda l’amore? È presto detto. Ha deciso di diventare un testimone e di raccontare quanto avvenuto a suo figlio. Ben sapendo che la testimonianza è un dono, ma se non la si usa nella maniera giusta può diventare un peso insopportabile. Un nuovo dolore. Così, superato lo sgomento iniziale, questo umile falegname della Val di Sole, ha cominciato a rendersi conto di come il sacrificio di Mattia si stesse perdendo nei vortici del tempo. Una settimana, un mese e nessuno già ne parlava più. Fine della storia. La morte di un figlio è inaccettabile. Sempre. Ma per Guido la dimenticanza lo è ancora di più. E ha ragione a ripeterlo. Ogni sacrificio degno di questo nome merita ben altra risonanza. E invece chi lo incontra per strada, in quei dannati giorni di settembre, quando non riesce ad evitarlo, si trincera dietro il pudore, che quasi sempre è l’anticamera dell’ipocrisia. Sebbene non abbia colpa quella gente. E sapete perché? È lo sguardo. Lo sguardo di Guido a spaventarla, a sconvolgerne i piani. Lo stupore, l’alone che il mistero della morte di un figlio gli ha disegnato sul volto. Fare i conti con un volto così vuol dire fare i conti anche un po’ con il proprio di destino: di padre e di madre, di fratello e di sorella. Ecco perché chi incontra Guido preferisce evitare. È l’ordine sociale che lo professa, il Potere che lo esige. Ma per fortuna lui ha capito da tempo che il compito di un padre non si esaurisce nel momento in cui quel figlio non c’è più. Chi decide di diventare padre o madre decide di esserlo per sempre. Comunque vada. A qualsiasi costo. Un concetto che può
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RING comprendere appieno solo ed esclusivamente chi di figli ne ha messi al mondo. Gli “altri” – con i loro paramenti sacri, le lauree e le mille specializzazioni – tacciano per sempre. Dopo la morte di Mattia, anziché chiudersi in casa e nel sarcofago del suo dolore privato, anche per dare un significato in più alla tragica scomparsa del figlio, Guido Bezzi ha deciso di offrire la propria testimonianza alla collettività. Di parlare a giovani e a meno giovani, nelle scuole, nelle associazioni, di mettere tutti in guardia di fronte ai rischi che la Rete nasconde nel suo abbagliante e attraente scintillìo. Siamo tutti in pericolo. Nessuno è escluso. Nessuno dica “a me non potrà accadere”. Non si azzardi a farlo. Mai. Scrivo questo articolo nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 2020. La sera prima, al teatro comunale di Pergine Valsugana, ho ascoltato – assieme ad altre cinquecento persone – Guido Bezzi schermirsi pubblicamente (“Eroe, io? No, non lo sono”). Per prima cosa mi torna in mente quella frase del vangelo di Luca (“Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che custodiscono la Parola e producono frutto con perseveranza”). Subito dopo penso che il falegname solandro non avrà il fisico di Ronaldo e nemmeno il carisma di Kirk Douglas, ma penso lo stesso che sia un eroe. Un vero eroe civile. Un eroe dei nostri giorni. Di questi tempi maledetti in cui uno strumento tecnologico può trasformarsi in un’arma e colpirti al cuore quando meno te l’aspetti. Forse sono ancora in troppi a non averlo colto, ma è una vera guerra quella che oggi si sta combattendo nelle case, nelle famiglie, nelle comunità. Telefoni e computer sembrano garantire intimità e privacy, in realtà – se usati senza la dovuta attenzione – sono varchi attraverso i quali il Male può entrare in casa nostra. E lo può fare in qualsiasi momento. Quando meno ce l’aspettiamo. Attaccando chi meno ci aspetteremmo. Ad esempio quel figlio tanto benvoluto, tranquillo, senza grilli per la testa che con tanti sacrifici abbiamo tirato su per diciannove lunghi anni e, stamattina, ci ha salutati uscendo, con un sorriso grande così. E stiamo ancora aspettando che ritorni per la cena. pinoloperfido@gmail.com
di Denise Fasanelli
lost in glocal NON SI ERANO MAI AVVICINATE COSÌ TANTO E ORA LE ATTENDEVA... UN NUOVO RITMO
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gni domenica mattina, appena il sole iniziava a dare un lieve tepore alle giornate, si preparavano con i vestiti, le scarpe e la borsetta “della festa” ed uscivano per la messa. Sembravano ingranaggi sincronizzati di un orologio, un vecchio orologio. Abitudinarie, puntuali, risvegliate all’idea che quella boccata di aria tiepida, tipica dell’iniziare della primavera in città, potesse allungare loro la vita. E anche se i loro passi si facevano sempre più incerti, claudicanti, faticosi, nulla le avrebbe convinte a rimanere a casa. Testarde, tenaci, inflessibili nella loro decisione. Si incrociavano per caso lungo la passeggiata che costeggia il fiume, sotto i grandi platani: un lieve cenno, un sorriso, al massimo una battuta sul tempo ed ognuna proseguiva per la propria strada. Si era ormai perso il conto degli anni, erano cambiate ed invecchiate e lo avevano fatto simultaneamente, ritrovandosi ogni domenica più simili nella disgregazione prodotta dalla vecchiaia, in quel lento mutamento della loro sfiorita bellezza. Capitava che una delle due mancasse quell’appuntamento per i motivi più vari e allora l’altra si arrovellava in un fiume di pensieri fino alla domenica dopo, o quella dopo ancora, evitando che i propri occhi scivolassero sui manifesti funebri o sulla pagina del giornale a loro dedicata, trattenendosi dal chiedere, evitando e posticipando eventuali notizie negative. Era un modo di esorcizzare le proprie paure, una protezione istintiva di sè. Erano nate a distanza di pochi giorni, avevano sempre vissuto, tranne per brevi periodi durante la guerra o per qualche soggiorno estivo, nello stesso quartiere eppure non si erano mai avvicinate così tanto come in quel saluto domenicale tra due, ormai anziane, abitudinarie signore. Per loro, il momento della passeggiata, quale simbolo di autonomia, non era solo un modo per mantenersi attive, era l’emblema della loro autosufficienza. E successe per caso, proprio una domenica dopo la messa, le fece avvicinare e suggerì loro di parlarsi il parroco, centro della loro comunità: quello che aveva sempre risolto problemi, dato buoni consigli, aiutato chi poteva. Parlarono poco ma capirono in fretta che la riduzione della capacità uditiva di una poteva andare perfettamente a braccetto con il peggioramento della vista dell’altra, trovando piacevole questo nuovo ritmo a due. 13
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RING di Stefano Margheri
caninamente COME LO ALIMENTIAMO? TANTI MODI PER GARANTIRGLI PIACERE E SALUTE
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e n’è per tutti i gusti, e non potrebbe essere altrimenti. Con quasi dieci milioni di cani distribuiti sull’intero territorio nazionale, il tema dell’alimentazione destinata al nostro amico ha ormai assunto un’importanza centrale. Addirittura, trattandosi di un “trend” commerciale di alto rilievo economico, le possibilità di cibare chi abbiamo a fianco si sono pressoché moltiplicate, lasciando spesso ciascun proprietario dinanzi al dilemma su quale potrà essere la marca o la tipologia di cibo ideale, tanto per il gusto, quanto per la salute. Nei negozi dedicati agli animali d’affezione, e persino nei supermercati “umani”, potremo essere spettatori di interi scaffali portatori di qualunque tipo di cibo: secco, umido, semi umido, alla carne, al pesce, con la recente aggiunta di menù vegetariani. Ma quale sarà la scelta migliore? La risposta, per quanto possa essere curioso, non sarà mai unanime, ed ascoltando e leggendo i pareri e i suggerimenti ovunque dispensati ci sarà il rischio di farci venire il mal di testa! Provando a sintetizzare, le proposte rivolte al nostro amico riguarderanno tre possibili opzioni: le sempre presenti “crocchette”, la dieta casalinga, e le forme alimentarti di nuova generazione. Riferendoci al cibo preparato, le marche andranno da quelle ormai “storiche”, ad innovate formule proteiche, valutando la tipologia di razza, l’età, il peso, la taglia, le possibili allergie, e le malattie metaboliche. Per ogni esigenza vi sarà la giusta soluzione, dando oltremodo importanza alle necessità gustative, giacché anche il cane potrà preferire un particolare alimento, un certo tipo di proteina, o una specifica consistenza. Per chi intendesse dedicarsi al cibo già predisposto, il suggerimento andrà verso la ricerca di mangimi di media/alta qualità, spesso cifrati con la dicitura “super premium”. Pur intaccando un poco di più il portafogli, la decisione di scegliere un certo tipo di cibo garantirà, a medio/lungo termine, un’ottimale qualità della vita, prevenendo possibili effetti nocivi sul benessere psico – fisico e sulla stessa aspettativa di
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RING sopravvivenza. Meglio, quindi, spendere qualcosa di più per evitare di maggiore la spesa in un futuro prossimo a causa di eventuali problematiche gastro enteriche e metaboliche. I dosaggi presenti sulle confezioni dovranno, poi, essere osservati scrupolosamente, onde scongiurare sovraccarichi di reni, fegato e intestino. Addirittura, nel caso di una quotidianità senza eccesso di energia, si potranno ridurre le razioni di circa il 10-15%, prevenendo un nocivo e disfunzionale incremento del peso corporeo. Accanto ai mangimi preparati dalle grandi case produttrici, vi potrà essere la “dieta casalinga”, spesso accompagnata da un “fai da te” piuttosto rischioso. Infatti, se la scelta ricadrà sul cibo cucinato da noi, importanti consigli potranno essere dispensati dal personale di competenza, si tratti di veterinari, dietologi, o nutrizionisti. Nulla sarà più pericoloso del decidere quotidianamente gli ingredienti della dieta, magari variandoli in continuazione, quasi si trattasse di un umano incline, per natura, a preferire cambiamenti piuttosto frequenti. A differenza nostra, infatti, la flora intestinale del cane richiede una costante abituazione ai medesimi alimenti rischiando, in caso contrario, risposte di sensibilizzazione esibite con feci deformate, dissenterie o difficoltà digestive. Altro aspetto da evitare sarà l’alternanza crocchette - cibo casalingo, fosse soltanto per l’inevitabile difficoltà a trovare un giusto equilibrio tra le diverse componenti. La terza via alimentare riguarda, oggi, nuove diete basate sulle origini “ancestrali” del nostro amico, e quindi rivolte a contenuti fatti di carne, ossa tritate e verdure. Un esempio su tutti, la “dieta Barf”, il cui acronimo significa, con traduzione italiana, “cibo crudo biologicamente appropriato”. E proprio per raggiungere l’appropriatezza di questa forma alimentare bisognerà richiedere il supporto di esperti del settore, dovendosi comprendere il tipo di carne da somministrare, la quantità in base al peso del cane, le accortezze di mantenimento in ambienti freddi, oltre alla necessità di individuare fornitori ai quali rivolgersi per evitare problematiche virali e batteriche. Come sempre accade, vi saranno correnti pro e contro le ipotesi dietetiche proposte, ritenendo alcuni che la giusta crocchetta sarà il rimedio trasversale, propendendo altri per i cibi non “industriali”, e convincendosi altri ancora che il “crudo” sarà la panacea di tutti i mali. Vi saranno, poi, i ferventi vegetariani, secondo i quali soltanto una dieta fatta di proteine vegetali preverrà pericolose forme tumorali in età avanzata. Per trovare la giusta via sarà forse opportuno affidarsi al destinatario dell’alimento ad esso dedicato, giacché sarà proprio lui, attraverso il benessere fisico e mentale mostrato, ad indicarci quanto una sostanza possa essere preferibile ad un’altra. Pelo lucido, feci compatte, peso proporzionato ed equilibrio comportamentale saranno indizi assai utili alla scelta finale. E, in ogni caso, non dimentichiamoci l’importanza del veterinario di fiducia, dispensatore di suggerimenti anti “empirici”. lamiaellie@gmail.com
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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto in-forma “PITOST CHE MIGA ANCA ‘N PIAT DE ORTIGA”
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ior professor: el me diga qualcoss de l’ortiga”. “Ma cosa vuoi sapere?” “Tut quel che gh’è da savér…” ”Ti dico qualcosa dell’Ortica maggiore, Urtica dioica L. Fra le fanerogame è quella ad area più estesa in quanto ha seguìto l’uomo in tutte le sue peregrinazioni. Con le ultime dimore umane sale sino a duemila metri di altitudine. È una delle erbacce che costituiscono la cosiddetta flora ammoniacale, in terreni concimati dagli escrementi e dalle urine degli animali domestici”. “Alora l’è sta’ l’om a sparpaiar le ortighe!” “In un certo senso, sì”. ”Alora le ortighe le s’è afezionade a l’om, come i cagni…” “Se vuoi metterla così…” ”Come i cagni e come i ragni…” “Questa dei ragni affezionati a l’uomo mi giunge proprio nuova…” “Nò, nò: l’è vera. Conossevo un che el se ciamava Evaristo e lo ciamava Risto, e per altro l’era en porcristo…” “Ma la vuoi piantare di fare rime?” “El scusa, professor, ma dopo che ho emparà a farle le me ciapa!” “E va bene, testa di rapa (vedi che hai contagiato anche me!). Fai tutte le rime che vuoi, ci mancherebbe. Mica puoi mettere in croce uno perché fa le rime, altrimenti dovresti mettere in croce anche il padre Dante: nella Divina Commedia le rime sono no stop!” “Difati, l’è lì mi endó che volerìa rivar. Scherzo. Donca, ’sto Risto el s’era nascort che quando el tornava a ca’ gh’era sempre en grant ragn nero sula pariàna bianca. El paréva che ‘l lo spetassa. Cópelo, cópelo la ghe zigava la so’ sposa, terorizada. Ma elo no l’ha copà e quando el
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rivava a casa e’el trovava ‘l ragn el ghe parlava. No a la so’ sposa che l’era scampada, ma al ragn…” ”Mi sa che tu, come ti inventi le rime ti inventi anche le storie più assurde…” “Ma nò, ma nò. I proverbi, l’è vera, me pias enventarli”. “Ma i proverbi li inventa il popolo e, sono anonimi!” “Anonimi, na bela eva! A un svelio come mi, miga n’ensemenì, a ‘n zerto punto ghe ven en ment en proverbi. Per esempi: pitost che miga anca en piat de ortiga. El lo dis, a un el ghe pias, el lo ripete anca ’n altro . L’è cossita che nasse i proverbi del popolo!” “Messa così hai ragione tu. Ma lo sai che con le ortiche si fanno ottimi piatti come gli gnocchi di ortica?” ”El so, el so. Però l’è en piat che sponze…” “Questo non è vero: le ortiche lessate perdono le loro proprietà urticanti e si possono mangiare come spinaci”. “Salo, professor, perché noi da boci ciapéven tante ortigade?” “Perché frequentavate i posti dove crescono le ortiche: ruderi, dintorni di case abbandonate, di stalle, di malghe…” “Nò, la resón l’era n’altra: l’era perché tuti gavéven le braghe corte. I gins per i matelòti da noi no i era ancora rivadi. Putana che ortigade!” “La ragione è perché le foglie d’ortica sono coperte di peli rigidi che contengono delle sostanze velenose. Se li tocchi si rompono e fuoriescono le sostanze urticanti. Le ortiche si difendono così” “Le se difende cossì da chi?” “Da chi se le vuole mangiare. Tu l’hai mai mangiate?” “Nò, ma ho enventà el proverbi: pitòst che miga anca ’n piat de ortiga!” renzofrancescotti@libero.it
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trentinoarte di ROBERTO PANCHERI
taccuino d’arte MARIA MONTENOVESI E L’ARTE RIMOSSA Pittrice di successo nella Roma degli anni Sessanta, oggi dimenticata
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rent’anni fa, il 13 marzo 1990, moriva all’ospedale di Borgo Valsugana una pittrice oggi ignota alla critica, ma che nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta conobbe un discreto successo sulla scena romana: Maria Lotter Montenovesi. Grazie a un felice incontro con Tiziana Colleoni, sua allieva ed erede, mi è possibile qui ricordarla e stilarne un primo profilo. Maria Lotter nasce il 21 aprile 1909 a Roncegno, da Raimondo e Irma Fusinato. Fin da piccola manifesta una predisposizione al disegno, mentre la sorella maggiore Carmela si dedica alla musica. Con la famiglia attraversa i disagi della prima guerra
mondiale e della difficile ricostruzione, senza potersi accostare a una formazione scolastica superiore. Nel 1938 sposa Ottorino Montenovesi, un colto gentiluomo conosciuto alle terme di Roncegno. Docente di paleografia e diplomatica all’Archivio di Stato di Roma, il marito diverrà nel dopoguerra soprintendente archivistico di Roma e del Lazio. Maria si trasferisce così nella capitale, ma torna ogni anno in Valsugana per le vacanze, soggiornando in un bel villino alle porte di Roncegno. Nell’Urbe Maria può finalmente seguire la propria vocazione e frequentare dei corsi di pittura: è allieva di Antonio Barrera e Carlo Grimaldi
Maria Montenovesi, Il galoppatoio di Villa Borghese, olio su tela, 1963. Roncegno, collezione privata
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e dal 1938 al 1943 frequenta l’Accademia di Belle Arti. L’artista trentina espone per la prima volta in pubblico nel 1943 a una collettiva in via Margutta. Poco dopo anche sulla capitale infuria la guerra: durante un bombardamento Maria viene ferita e perde il bambino che porta in grembo. Una Santa Teresa di Lisieux, dipinta per la chiesa del suo paese natale, reca la data del 1945. Nell’ambito della pittura sacra si annoverano anche una Santa Rita da Cascia, eseguita nel 1948 per la parrocchiale di Borgo, e una Madonna della Pace, dipinta nel 1951 per la chiesa romana di San Gregorio Nazianzeno. Nel corso dagli anni Cinquanta la sua pittura trova un più sicuro indirizzo stilistico, di matrice post-impressionista. Il paesaggio di Roma e del Lazio entra a far parte del suo orizzonte poetico: alcuni suoi rapidi abbozzi di soggetto romano verranno illustrati sulla “Strenna dei Romanisti”, il prestigioso periodico fondato nel 1940. Degni di nota sono pure alcuni ritratti, come quello della scultrice toscana Bice Bisordi, del 1957, e quello dell’attore Ubaldo Lay. Nel frattempo Maria partecipa a numerose collettive e nel 1954 organizza nella capitale la sua prima mostra personale: altre seguiranno nel 1960 alla Galleria Barcaccia in piazza di Spagna, nel 1962 alla Camera di Commercio di Trento, nel 1963 a San Paolo del Brasile, nel 1974 alle Terme di Roncegno e l’anno successivo alle Terme
Maria Montenovesi, Autoritratto, olio su tela, 1957. Roncegno, collezione privata
di Levico. Nel 1968 alcune sue opere compaiono alla VI Biennale romana. La sua partecipazione alle collettive continua per tutti gli anni Settanta, tra Roma, Montecatini, Todi, Montecarlo. Nel 1982 è ospite della Casa degli Artisti di Canale di Tenno e vi esegue un ritratto di Giacomo Vittone. Quando nel 1961 il marito morì, Maria era ormai ben inserita nella società romana, tanto che nel 1963 venne aggregata all’Accademia Tiberina. Fu una ritrattista di successo, molto apprezzata dalla committenza aristocratica: eseguì, tra gli altri, i ritratti della contessa Jole Montorsi e della marchesa Giuliana Camera. Nel 1966 posò per lei la principessa Ira von Fürstenberg, all’epoca promettente stella del cinema, e la notizia si diffuse sui rotocalchi. Ma fu una gloria passeggera: come è accaduto a tanti artisti di quella generazione, il suo nome è stato rapidamente rimosso dalla memoria collettiva.
Direttore responsabile: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] Direttore editoriale: Pino Loperfido [ info@trentinomese.it ]
SOMMARIO MARZO 2020 Ring
Progetto grafico: Fabio Monauni
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6 COMMENTI 14 IL DIALETTO INFORMA 16 TACCUINO D’ARTE
In redazione: Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Paolo Chiesa, Marco Consoli, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Claudio Marchesoni, Stefano Margheri, Roberto Pancheri, Fabio Peterlongo, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi
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Attualità 20
ALFIO GHEZZI
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ELEONORA MEZZANOTTE
32 RADIOTTANTA
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MA COME FANNO AL “MARINAIO” MARCO PISONI E IL SUO LIBRO ANDREA LELLI SPAZIO 14 INGEGNERE GLOBETROTTER “SELFIE” DAL PASSATO ITINERARI IN VANOI IL SORRISO DELLA LIBERTÀ LA MASCHERADA DI... LEVICO DAL NOSTRO INVIATO... SPECIALE ORTI E GIARDINI
Panorama
80 UN MESE IN PLATEA 82 JAZZ ‘ABOUT 84 GIORGIO PANARIELLO 85 GIOVANNI ALLEVI 86 DANZA IN REGIONE 88 ANASTASIO 90 EDOARDO BENNATO 92 DEPRODUCERS 94 MUSICA CLASSICA
Giorno per giorno
96 MOSTRE 100 APPUNTAMENTI DEL MESE
Scoop&news 110 115 116 117
I MATRIMONI DEL MESE UN “AQUILA” AD ANDREA CASTELLI IL SABRAGE CON FRANCESCA NEGRI PIERO ANGELA SU RAI REGIONE
Rubriche
118 LIBRI E LIBRERIE 120 LA RICETTA DEL MESE 121 #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it 21
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trentinoincontri Fotografie: Jacopo Salvi
UN MUSEO D’ARTE MODERNA E, AL SUO INTERNO, DUE RISTORANTI CHE PORTANO IL SUO NOME. LA NUOVA SFIDA DELLO CHEF TRENTINO ALFIO GHEZZI PARTE DA ROVERETO. SEMPRE ALL’INSEGNA DI ARMONIA ED ESSENZIALITÀ
ALFIO GHEZZI LA MEMORIA NEL PIATTO di Pino Loperfido
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L
a storia di Alfio Ghezzi mi piace questa volta raccontarla al contrario. Sono nel locale che da poco ha aperto i battenti all’interno della struttura del Mart di Rovereto. Arte figurativa e arte culinaria si danno la mano, insomma, in questo ambiente che pare davvero raccontare una storia, i cui capitoli sono pezzi di design, fotografie d’autore e – naturalmente – i piatti, i magnifici e bellissimi piatti concepiti dallo chef originario di Breguzzo. Intanto usiamo le sue parole per spiegare ai nostri lettori le due anime del locale: “Bistrot” e “Senso”. Il primo più informale il secondo più emozionale. Che dice Ghezzi, possono andare come definizioni? Il bistrot è la declinazione informale del nostro pensiero, una proposta attenta, strutturata per l’intera giornata, da mattina a sera, secondo le esigenze di tutti, per colazione, per una pausa pranzo veloce, una merenda rilassata o uno snack goloso all’uscita di una mostra. E “Senso” che tipo di esperienza offre? “Senso” è il ristorante serale, dove emerge in modo più immediato l’esperienza gustativa ed il pensiero dello chef. La filosofia interpretata dal menù è l’italianità, la semplicità ed il gusto. Il menu comunica il filo diretto con tutte le realtà produttive che lavorano con una spiccata vocazione alla sostenibilità del territorio. È basato su una sola proposta degustazione di sette portate, con la possibilità di fare un percorso più breve a quattro portate, fra cui, una dedicata alla mostra in corso nel museo. Sono proposti anche 3 percorsi di abbinamento con il vino, con le birre e con i succhi o centrifugati. Cosa c’è in questi locali delle sue esperienze precedenti? È evidente che in tutte le nuove esperienza si porta una parte di sé. Ci sono la determinazione e la convinzione di mettere a punto un progetto in un momento di maturità professionale. Come si fa cogliere questa maturità? Senti che ti sta succedendo qualcosa proprio quando doveva succedere. Non prima e non dopo… Ci sono segni che glielo fanno capire? Sono piccole sensazioni che uno avverte dentro e che evolvono. A questo punto Alfio Ghezzi non deve più dimostrare niente a nessuno, mi pare. Fai le cose che vengono e sei contento di farle. Senza esasperarle. Le piace quello che fa?
Di più. Me lo sento legato addosso. Io qui dentro mi sento bene. Respiro un’energia positiva. Ci sto volentieri. E non è casa mia, ma il mio ambiente di lavoro. Tutti elementi che ti fanno capire di star facendo un buon lavoro… Esatto. Le esperienze precedenti? Sono state propedeutiche. Non mancava niente nemmeno lì. Sono delle tappe che ti portano a destinazione. Potrebbe argomentare? Senza la Locanda Margon non avrei potuto realizzare quel che sto facendo a Rovereto. Senza l’esperienza con Andrea Berton non mi sarei realizzato alla locanda. Senza Marchesi non sarei stato pronto per Berton. Tutto si somma. I famosi puntini che si uniscono… Quanto c’è nel suo lavoro di ricerca e quanto di tradizione. E come le piace coniugarli.
La ricerca parte sempre dal passato, ma non è che ti alzi un mattino e dici “Ho avuto un’idea”. La testa del cuoco lavora un po’ come una grande rete dove rimangono impigliati un sacco di gusti che hai provato, abbinamenti, suggestioni di cucine lontane, una memoria gustativa del passato, legata all’infanzia, fino a idee che vengono osservando oggetti che non c’entrano niente con la cucina. Ecco come nasce l’idea del cuoco. La cosa importante per me è ricercare sempre un equilibrio, una sorta di armonia fra gli ingredienti, o meglio fra i sapori del piatto: dolcezza, sapidità, acidità, amaro… Marchesi divideva la cucina in “timbrica” e “tonale”, la prima scontrosa, la seconda più armonizzata… “Tonale”? “Timbrica”? Amava il jazz Gualtiero Marchesi? Può darsi… Restando sulla metafora, non a tutti i cuochi piace la stessa mu-
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La cantina (a destra) e il privè dello chef, prenotabili per eventi. ©James Ranken
Al Bocuse d’Or Italia, vinto nel 2012
sica. Ci sono chef più rock e altri più classici. Per gli antichi la parola “arte” aveva un’accezione pratica nel senso di abilità in un’attività produttiva, la capacità di fare armonicamente, in maniera adatta. Mi viene in mente la maestria, la capacità di replicare gesti, di governare una materia e di trasformarla. L’arte è secondo me qualcosa che a questo unisce anche l’intuizione, quindi una relazione privilegiata col mondo. Qualcosa che non tutti possono sentire? Proprio così. È compito dell’artista trasmetterla a tutti. Nel suo lavoro lo fa attraverso il cibo. Propone un’esperienza? Un’esperienza che però si basa su un racconto, riportando le persone a un qualcosa che magari non è più consueto. Che differenza c’è tra nutrirsi e de-
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gustare dei piatti in un ristorante come il suo? Sicuramente. Come esseri umani abbiamo un bisogno primario di energia senza la quale non potremmo vivere. Altra cosa è invece vivere un’esperienza… Cioè? Attraverso il cibo poter comprendere la cultura, il territorio, il clima, a stagionalità, molti elementi che ti mettono in connessione con quanto ti sta attorno. Per alcuni questa cosa va in contrasto con la tradizione, in lei invece le cose si fondono. Io non vedo contrasto. Certo è un modo diverso di vedere. Il problema è che la parola tradizione ci riporta sempre in un passato in cui la disponibilità del tempo, dello star bene erano concepiti in modo diverso. Ma uno chef sente anche un qualche tipo di responsabilità nel suo lavoro? Di che tipo, esattamente?
Una sorta di responsabilità la sento nei confronti degli ospiti, certo. Vengono qui per star bene e quindi sento il dovere di accontentarli, attraverso un cibo che sia responsabile, un ambiente che sia adeguato. Alla fine perseguire un lavoro che sia basato anche sull’eccellenza significa anche cercare di essere coerenti con tutti questi elementi. Io non posso solo fare un cibo “buono”. Un ambiente cordiale, un servizio adeguato, luci e acustica corrette: ci vuole una coerenza su tutto ciò. Dove sta andando la cucina moderna, secondo lei? Siamo in un momento felice della cucina. Tutti pensano che stia prendendo delle derive strane, invece io penso che il cuoco odierno sia sempre più centrato sulla relazione uomo-Natura, sul prodotto, sulla terra e quindi sulla necessità di fondare la propria cucina su questo. Altre cose?
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Da bambino a Breguzzo (ultimo a destra)
1985, scuola alberghiera di Tione (al centro con le braccia conserte)
Un ritorno alla semplicità, all’essenzialità, ai gusti, alla sostenibilità… La proliferazione di talent show e trasmissioni tv legate alla cucina vi aiuta o vi danneggia? Direi entrambe le cose. Fino ad un certo punto aiuta; aiuta il pubblico ad avere una cultura un pochino più diffusa. Certo che poi si corre anche il limite di debordare nell’esasperazione, di fuorviare. Cosa vuol dire aprire un ristorante in Trentino rispetto al farlo in un’altra regione italiana? Come sa, io non ne ho mai aperti altrove. Posso dire che il Trentino è una terra straordinaria per tanti motivi, c’è un ambiente unico, un’alta qualità della vita, un turismo responsabile… E rispetto all’Alto Adige? Certamente abbiamo tradizioni diverse, ma io penso che il trentino non abbia nulla da invidiare ai cugini sudtirolesi, forse loro sono più bravi ad esaltare le positività e a silenziare le criticità! Cioè, sono riusciti a… No, siamo noi, la nostra opinione pubblica che non si è interessata. Certe volte si vede solo quel che si vuol vedere… Certo loro sono partiti un po’ prima con il concetto di “accoglienza”. Ma sotto molti aspetti tecnici, ad esempio nei disciplinari legati alla viticoltura, il Trentino non ha nulla da invidiare ai cugini sudtirolesi. Forse dovremmo imparare a comunicare meglio? Sì, forse uno dei problemi sta proprio lì. Il fatto che il “Bistrot” sia all’interno di un museo di questa importanza: è un valore aggiunto o è anche un po’ un onere? Senz’altro un valore aggiunto. Sono in uno straordinario complesso dove emerge il bello, la cultura, l’energia creativa. Questa location si presta perfettamente ad essere un luogo multifunzionale
dove l’arte si lega al cibo e diventa un palcoscenico per eventi e promozioni. Inoltre da marzo organizzerò dei corsi di cucina per divulgare il più possibile il nostro pensiero di cucina, essenziale, responsabile e connessa al territorio. I suoi clienti sono anche visitatori del Mart? Certo, considero il mio locale come la parte finale di un percorso. È legato al Museo attraverso una porta sia fisica che concettuale. Non ultimo, l’interior: aver arredato in questo modo – con i pezzi più belli del design italiano – lega al concetto di modernità. Stiamo progettando anche delle esposizioni vere e proprie. Insomma cerchiamo di usare lo stesso linguaggio del Mart. E i piatti? Anzitutto dedico sempre un piatto alla mostra in corso. Ma è l’essenzialità il trait d’union. Il minimalismo è un’altra cosa? Io preferisco parlare di purezza o, appunto, essenzialità. Se dovesse lanciare un messaggio ai nostri lettori, spiegando perché dovrebbero venire a fare un’esperienza sensoriale nel suo locale?
È un luogo in cui si sta bene, ci si concede un momento per sé, ci sono persone gentili, si valorizza il prodotto, trasformandolo, lasciando un ricordo positivo. Senza capriole o salti mortali. La vita che conduciamo è spesso frenetica: magari un’ora ogni tanto ce la possiamo concedere. Il ristorante dovrebbe proprio riuscire a riempire questo spazio. Riuscite a farlo sempre? Non avviene sempre, inutile negarlo. Però la nostra idea è basata su questo. Regalare dei momenti felici e appaganti. C’è una sensibilità nuova nella ristorazione. E questo ci fa ben sperare. Siamo in chiusura, adesso in questo articolo “al contrario” ci può rivelare perché ha deciso di fare lo chef? Probabilmente per via di alcuni amici di famiglia che erano ristoratori. Da ragazzino i miei genitori mi ci mandavano l’estate. Importante poi anche la figura di mia nonna, con cui ho vissuto. I miei genitori infatti erano emigrati. La vedevo spesso cucinare… Cosa ricordi in particolare di lei? Due cose. La domenica, tornando da messa faceva sempre una cosa: “zucar d’orz”.
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CHI È
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lfio Ghezzi nasce nel 1970 a Breguzzo. Cresce con la nonna e la cucina autentica. È commis di cucina e chef de partie al Miramonti & Majestic di Cortina d’Ampezzo (BL), al St.Hubertus a Madonna di Campiglio (TN), al Regina a Salsomaggiore Terme (PR), al Villa Cortine Palace di Sirmione (BS) e al Due Torri di Verona. Nel 1993 si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia a Trento, ma non finisce gli studi. Di lì a poco è docente di cucina e pasticceria al Cfp Alberghiero Enaip di Tione di Trento fino al 2003. Conosce Ettore Bocchia del Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio (CO). Dopo una parentesi al luxury hotel Jumeirah a Londra, affianca Bocchia sul lago di Como. Incontra Gualtiero Marchesi e trascorre 3 anni a Erbusco (BS) poi al Casinò Les Princes di Cannes e all’Hostaria dell’Orso di Roma. Concluso il triennio “marchesiano”, va al Trussardi Alla Scala da Andrea Berton per 4 anni. Nel 2010 la famiglia Lunelli delle Cantine Ferrari lo chiama alla Locanda Margon a Ravina (TN). Dopo nove anni riceve 2 stelle Michelin. Complice una parentesi in Danimarca, inizia ad avere nuovi stimoli e apre i due ristoranti all’interno del Mart di Rovereto.
Racconti, racconti... Prendeva un tegamino, ci metteva dello zucchero, lo caramellava, aggiungeva delle noci poi lo versava sul tavolo. Quelle erano le nostre caramelle. Poi versava dell’acqua nel padellino, faceva bollire, lo metteva in una brocca con un ramo di salvia e lo raffreddava. Al pomeriggio ce lo dava come bibita. Insomma, una specie di Coca Cola paesana? Infatti. Fatta con il residuo del pentolino… Altri ricordi?
Ecco allora un gioco che possiamo proporre ai lettori. Se andate a trovare Alfio Ghezzi al Bistrot del Mart, a Rovereto, provate a ritrovare nei magnifici piatti che offre oggi il suo menu le tracce del retaggio della sua infanzia. I segni di un passato che Alfio non vuole (e non deve) dimenticare. ■
Altra grande passione di Ghezzi: la montagna 26
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La nonna andava alla fontana di Breguzzo, per lavare e noi bimbi giocavamo intorno. C’era sempre qualcuna che ad un certo punto annunciava che avrebbe fatto gli gnocchi. E quindi? Alla fine li faceva per tutti. Si usava così. Un piatto che le è rimasto in testa da allora? Alla domenica per noi bambini la nonna preparava le farfalle con burro e salvia. Nelle occasioni speciali ci aggiungeva anche un po’ di tonno in scatola. È la sua “Madeleine de Proust”? Sì, mi è rimasta in testa e la faccio anche adesso...
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UN CAFFÈ CON
di Renzo Francescotti
ELEONORA MEZZANOTTE LA RAGAZZA CHE ARRIVA IN ANTICIPO
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trentinoincontri ALL’APPUNTAMENTO PER LA NOSTRA INTERVISTA ARRIVA 10 MINUTI PRIMA DELL’ORARIO CONCORDATO. COSA CHE DI SOLITO NON CI ASPETTIAMO DA UNA DONNA COME LEI... IL SUO PAESE SI CHIAMA CINTE TESINO, È STATA MISS TRENTINO ALTO-ADIGE NEL 2014, ED ORA È PRESENTATRICE DELLA RAI, A TRENTO. SI È LAUREATA IN BENI CULTURALI E ORA STA STUDIANDO PER LA LAUREA MAGISTRALE, CHE DOVREBBE RAGGIUNGERE TRA UN ANNO E MEZZO. È APPASSIONATA DI ARTE E HA COMINCIATO A SCRIVERE QUALCHE BREVE TESTO. DEL MONDO DEL CINEMA DICE CHE...
Credits: Domenico Raffa Photography. Vestito: Cristina Senter
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trentinoincontri Fresca di laurea, alla triennale in Beni Culturali
Festa di compleanno con papà Gianpaolo, mamma Rita e il fratello Federico.
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unica, sia stata dura. Per poter parlare senza nessun accento dialettale, come il suo mestiere di presentatrice richiede, lei ha dovuto frequentare il corso di dizione di Annalisa Morsella, attrice romana molto brava. Eleonora è nata nell’ospedale di Borgo Credits: SoleoShow
L’
appuntamento è a Trento, in un bar del centro. E lei arriva con dieci minuti in anticipo. Incredibile! Sì, perché le giovani donne, di norma, amano farsi attendere, convinte così di farsi in qualche modo desiderare di più. Se poi sono come lei eccezionalmente belle i tempi di attesa si dilatano ulteriormente o addirittura l’appuntamento salta. Di chi stiamo parlando? Ma di Eleonora Mezzanotte, naturalmente, scesa dal suo paese di Cinte Tesino, Miss Trentino Alto-Adige nel 2014, presentatrice della Rai TV. I Viaggiatori del passato – quando il Tesino era un piccolo altopiano di tre paesi che non riusciva a sfamare tutte le bocche dei suoi abitanti, così che gli uomini dovevano partire per fare i perteganti, i venditori ambulanti – descrivevano le donne tesine come belle e disinibite. Belle, d’accordo, ma “disinibite” perché? Perché succedeva che, mentre se i viandanti arrivavano in altri piccoli paesi isolati le donne si ritiravano in casa a spiare dietro le imposte, nel Tesino invece andavano incontro ai viaggiatori e “attaccavano bottone”. Non erano però disinibite perché disponibili ma – in paesi non vigilati dai maschi – erano sentinelle in gonnella che interrogavano gli estranei per cavarne più informazioni possibili.
ll Tesino io lo conosco piuttosto bene: ho fatto la tesi di laurea sulla sua economia silvo-pastorale e da quasi vent’anni, (dall’inizio) sono presidente della giuria del Premio internazionale di scultura “Luci ed ombre del legno”, di cui Eleonora è la più giovane componente, nonché presentatrice della cerimonia di premiazione. Lei è una ragazza speciale, una di Cinte, una fintanaffa. Che cosa?! Vi spiego. Bisogna sapere che gli abitanti di Cinte hanno un modo tutto loro di pronunciare due lettere dell’alfabeto, la “ci” e la “zeta” (ti sposti di poche centinaia di metri, sei nella confinante Pieve e questa pronuncia non esiste). Pronunciano queste due lettere facendole diventare una specie di “effe”. Così il fazzoletto diventa “faffoletto”; il nome di Cinte, Finte; i Cintenazzi, ”Fintanaffi”. Ovvio che la nostra Eleonora, quando è fuori del suo paese, non parla così, e che liberarsi da quella pronuncia così speciale,
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DOMANDE FISSE Il libro che sta leggendo? Al momento i miei testi universitari per prepararmi ai prossimi esami. Il suo numero preferito? Il numero 28. Il suo colore preferito? Sicuramente il rosso!!! Il piatto che ama di più? Melanzane alla parmigiana. Il film del cuore? “Psycho”, l’originale di Alfred Hitchcock, del 1960. La squadra di calcio che tifa? Milan. L’automobile preferita? Mercedes classe A. Il viaggio che non è ancora riuscito a fare? Thailandia. Ha animali domestici? No. Cantante, compositore o gruppo preferito? Michael Jackson, indubbiamente. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Esattamente quello che sto facendo. La cosa che le fa più paura? Le mummie. Il suo sogno ricorrente? Non ne ho uno ricorrente, sogno sempre cose diverse che al mattino faccio fatica a ricordare.
Alle scuole elementari di Cinte Tesino. Foto a destra, di Domenico Raffia
Valsugana 24 anni fa. Suo padre Gianpaolo è un cuoco in pensione che ha lavorato anche a Venezia; sua madre Rita è impiegata postale nel Tesino; suo fratello Federico, dieci anni più grande, è un dipendente provinciale, allestitore di eventi. Ha anche un cugino famoso. Mirco Mezzanotte, che è stato campione di sci-alpinismo. Nel Tesino i bambini non sono chiamati puteloti, matelòti o bagài come nel resto del Trentino ma – alla veneta, confinanti come sono i Tesini con la provincia di Vicenza – tosati, toseti, tosi, ovvero bimbi, fanciulli e ragazzini. “Com’eri da toseta?” le domando, dunque. ”La mia è stata un’infanzia felice. Anche se i primi modelli di telefonino già c’erano e ce li avevano regalati, noi ce li dimenticavamo. Ci cercavamo suonando i campanelli di casa e partivamo in bicicletta facendo mille giri in paese. Oppure giocavamo a corerse-dréo o a scondi-léver. Poi facevamo merenda con pane, marmellata, miele e nutella, bevendo il latte col cacao. Penso che la mia generazione sia stata l’ultima che abbia goduto di una spensieratezza che non appartiene più alle generazioni di adesso. Ne trovo conferma in mio cugino, che ha sette anni meno di me, non ha un attimo libero, dipendente com’è dallo smartphone e dai social network”. Capitolo istruzione: Eleonora ha frequentato le Primarie in paese, le Medie a Castello Tesino, le Superiori a Borgo Valsugana. “Avevo 17 anni – racconta - e, benché tutti mi ritenessero avvenente non avevo mai pensato di partecipare a un concorso di bellezza: neanche sape-
vo della possibilità. Un mio amico fece il mio nome all’agenzia di Sonia Leonardi, dalla quale fui subito contattata. Cominciai come “mascotte”, vale a dire come ragazza che sfila non in competizione, non avendo ancora diciotto anni. La prima volta che sfilai in una selezione per il titolo di Miss Italia fu a Fiera di Primiero. Tutte le ragazze in competizione avevano un trolley con tutta l’attrezzatura per poter sfilare. Io avevo un piccolo zainetto che conteneva solo due zeppe e alcuni trucchi. Mi dovettero prestare i tacchi per poter sfilare…” L’anno seguente, il 2014, Eleonora compì i diciotto anni e poté entrare in competizione. Partecipò alla selezione di Trento e la vinse. Sfilò a Bressanone per il titolo di Miss Trentino-Alto Adige e lo vinse. A Jesolo superò la selezione. Non arrivò però alla finale dove rimasero in 24. Ma anche se non era sta eletta Miss Italia, al suo ritorno i compaesani le si strinsero attorno per festeggiarla: ed Eleonora si riconobbe in quel caldo abbraccio “fintanaffo”. Cinque anni dopo, nel 2019, decise per una seconda partecipazione al Concorso di Miss Italia. Non poté partecipare alla finale regionale avendo di già vinto il titolo. Poté gareggiare però nella “Fascia Sponsor” dove vinse il titolo di Miss BE-MUCH e poté proseguire. Non fu però selezionata per la finale. Nel frattempo però aveva cominciato
Negli studi Rai di Via Perini a Trento 31
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Pezzola dà alla neo presentatrice anche insegnamenti di tipo tecnico: come muoversi nella sala di registrazione; come porsi davanti a una telecamera con tranquillità e sicurezza; come sia fondamentale la memorizzazione dei testi. Le dice cose del tipo: deve esserci confidenza fra te e la telecamera; bisogna avere la capacità di improvvisare quando è necessario; è decisivo avere attorno a te una troupe che ti dia sicurezza. E da chi è composta la troupe? Dal direttore, dal regista, dai tecnici del 32
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tanto…”, dice con voce tranquilla. Lei è una ragazza tranquilla come la sua voce, una voce dal tono soft in questo nostro scenario selvaggio di persone e di macchine urlanti. Neanch’io la vedo camminare tranquillamente nella giungla feroce del Cinema: mi appare come una ragazza che ha la limpidezza dei rivi di montagna, che cammina col passo regolare dei montanari che scalano senza affanno montagne impervie, una ragazza bella, brava e modesta, che arriva in anticipo non solo agli appuntamenti. “E ora cosa mi dici delle tue prospettive, delle tue attese? Cosa vedi nel tuo futuro? “ “Mi sono laureata a Trento con la laurea triennale in Beni Culturali; ora proseguo studiando per la laurea magistrale, che dovrei raggiungere tra un anno e mezzo. Sono appassionata di arte e ho cominciato a scrivere qualche breve testo. Proseguo col mio lavoro di presentatrice alla televisione ma anche di eventi in Trentino. E poi voglio farmi una famiglia mia, i bambini mi piacciono molto.” Ecco, quasi due ore sono passate in tutta scioltezza. Mi mostra sul telefonino le foto che le avevo chiesto: lei da bambina, lei con la sua famiglia; lei quando scalò, col suo fisico affusolato, la parete di granito strapiombante della Cima d’Asta; lei quando divenne Miss Trentino-Alto Adige, quando si laureò; lei che presenta, lei con vaporosi copricapo colorati. Coronati da fiori. Come una creatura botticelliana… ■
Credits: Consuelo Sorsoli Photography
a muoversi su altri versanti. Aveva diciannove anni quando partecipò a un casting nella sede RAI in Via Perini, a Trento. Era stata inviata dall’Agenzia di Sonia Leonardi, una professionista a cui, come confessa, deve molto. Il provino andò bene e dopo qualche settimana questa ragazza trentina cominciò a presentare la prima puntata di “Tapis Roulant”, il programma di varietà culturali del Trentino trasmesso la domenica, che presenta da cinque anni. In questo arco di tempo Eleonora è maturata molto. Importante il ruolo che ha avuto e continua ad avere nei suoi confronti il direttore della Sede di Trento, Sergio Pezzola, bergamasco che la corregge e la consiglia come fosse una figlia. Consigli comportamentali del tipo: devi cercare di imparare da una persona che ne sa molto più di te; non devi interrompere una persona che sta parlando; falla finire! (A proposito di far finire mi viene in mente un episodio raccontatomi da Edda Albertini, la grande attrice trentina di teatro, quando a Roma stava recitando sul palco con Anna Magnani in una commedia straniera, e il pubblico non gradendola rumoreggiava, l’Annarella nazionale interruppe la recita gridando agli spettatori: ”A stronzi, fateci finì!”).
suono e delle luci, dai tecnici di montaggio. Se la Mezzanotte conduce con bravura lo stesso programma da cinque anni significa che è supportata da una valida troupe, ma anche che negli anni è migliorata e cresciuta. Credo sia naturale pensare che questa ragazza tesina ha voluto sperimentare anche altre possibilità, oltre quelle dei concorsi di bellezza o della presentazione televisiva. Ad esempio il cinema. Tre anni fa le si presentò l’occasione di partecipare a un film: accompagnata dal padre andò a Roma per un colloquio con un noto regista. Lui cominciò col dirle che per fare carriera nel cinema non c’è solo la strada faticosa della gavetta… La nostra Eleonora non stentò molto a capire dove il regista voleva parare… E raggiunse lestamente suo padre che l’aspettava fuori. (Qualche tempo dopo il noto regista raggiunse una molto più ampia visibilità, accusato da una serie di donne del mondo del cinema...). L’altra esperienza è molto recente, di qualche mese fa. Questa volta la sede fu Milano. Nella città della Bela Madunina l’ambiente era carico di tensioni da competizione, l’aria era ammorbante. La ragazza scesa da un lontano e montano paese del Trentino (il più piccolo e abbandonato del Tesino) sembrava essere vicina a recitare in un film importante. Ma una famosa presentatrice televisiva le soffiò la parte. Lei per la verità non se la prese troppo: ”La verità è che il cinema non mi interessa più di
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trentinoincontri di Paolo Chiesa
RADIOTTANTA: INSEGUENDO L’ECO DI QUEGLI ANNI FANTASTICI PER CHI ERA RAGAZZO NEI MAGICI ANNI ’80 SONO IL RIFERIMENTO MUSICALE PER ECCELLENZA. NATI NEL 2001, HANNO PORTATO NEL TERZO MILLENNIO LE CANZONI DI QUEL PERIODO. LI ABBIAMO INCONTRATI PER PARLARE DELLA LORO MUSICA MA ANCHE PER RICORDARE DOVE SI SUONAVA IN TRENTINO NEGLI ANNI ’80. MA NON SONO MANCATI I RIFERIMENTI ANCHE AD ALTRI ASPETTI DI QUEGLI ANNI, COME LA GUERRA FREDDA E LE MARCE CONTRO IL NUCLEARE
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a canzone che mi ha accolto la prima volta che sono entrato in una discoteca era “The War Song” dei Culture Club. Era il 1984 e la discoteca era il Lido di Levico Terme. A quei tempi non c’era la musica “da discoteca”; le canzoni che sentivi al Number, al Lido o al Tilt erano quelle “normali” degli artisti di allora: Duran Duran, Spandau Ballet, Madonna, Michael Jackson e via a ballare. Ecco, l’atmosfera musicale di quegli anni colorati e spensierati, oggi si può rivivere nei concerti dei Radiottanta, il gruppo trentino che, come è chiaro dal nome, ripropone meravigliosamente quella musica. Eccoli i Radiottanta: Valerio Bazzanel34
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la alla voce, Renato Labalestra alla chitarra, Diego Moser alle tastiere ed alle programmazioni, Lorenzo Dallapè al basso e Cristiano Dallapellegrina, che nel 2004 è subentrato a Walter Condini, alla batteria. Sono tutti di Trento o di Lavis ed è lì che negli anni ’80 sono nate le amicizie trasversali che li avrebbero poi fatti incontrare. La passione che li accomunava già allora era quella per la musica. Diego (figlio del musicista e compositore Camillo Moser) studiava al Conservatorio, mentre gli altri hanno frequentato le Scuole Musicali o sono stati degli ottimi autodidatti. E tutti, visto che non c’era un posto dove imparare a suonare il pop o il rock, rubavano il
mestiere guardando i live dei Gruppi storici della musica mondiale ma anche le band che suonavano un po’ dappertutto in quegli anni. In quel fantastico decennio a Trento e in provincia c’era un grande fermento musicale e si suonava dappertutto. C’erano un sacco di gruppi e i locali davano un grande spazio alla musica live. “In città ad esempio si suonava al Bar Italia in Piazza Duomo ed al Bar Cavour in Piazza Santa Maria”, racconta Renato. Valerio ricorda invece i locali della musica live fuori dal centro: “si suonava al Pasiel di Cadine ed alla Roccia di Villazzano, ma anche al Vittoria di Vigolo Vattaro ed al Romanda di Levico Terme. E poi c’era il
trentinoincontri
IN ACUSTICO
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omenica 8 e sabato 14 marzo 2020 i Radiottanta suoneranno all’Ice Music Festival nel suggestivo teatro di ghiaccio creato appositamente sul ghiacciaio Presena a 2600 metri di quota sopra il Passo del Tonale. Per noi è una bella sfida”, dice Renato, “perché al posto delle tastiere, della batteria e del basso ci saranno rispettivamente lo xilofono, le percussioni e il rolandofono realizzati appositamente in ghiaccio dall’artista americano Tim Linhard”. E i Radiottanta, ispirati proprio dall’Ice Music Festival, hanno già avuto l’idea di dedicarsi nel 2020 anche ad una dimensione acustica dove proporre le canzoni degli anni ’80 senza l’elettronica tipica di quegli anni ma con l’uso di strumenti come la chitarra a 12 corde, l’Ukulele, il mandolino e le tastiere tradizionali. In ogni caso sarà un piacere andarli ad ascoltare. Chi volesse saperne di più sul mondo dei Radiottanta può scrivere alla mail info@radiottanta.it o consultare la loro Pagina Facebook.
Andrea Fusaro con Osvaldo Maffei, al lavoro sulla chiesetta pugliese
Joy a Pinè che era il vero punto di riferimento soprattutto per la musica New Wave e dove suonavano molti gruppi stranieri famosi. Ci veniva gente non solo dal Trentino ma da tutto il Triveneto e si respirava davvero un’aria internazionale”. Lorenzo ci riporta invece in un mondo dove non esistevano i social: “c’era un periodico cartaceo che si chiamava TAM TAM che avvicinava e faceva comunicare anche a notevole distanza le persone che frequentavano i luoghi dove si suonava. In ogni locale c’era una cassetta dove mettere opinioni e messaggi che sarebbero stati pubblicati sul numero successivo”. Valerio, i cui preferiti erano Peter Gabriel, Bono e David Sylvian, dopo aver studiato pianoforte dai 12 ai 18 anni cominciò a cantare quasi per caso. “Anzi direi per necessità in quanto il gruppo in cui suonavo, i Gayà aveva già un tastierista molto più bravo di me che era Roberto Segato. Altri gruppi dove ho militato sono stati i Giardini da Tea, Formadonda, Miscele d’aria, Oil on Canvas e Point of
Gabriel”. Renato, che ascoltava gli U2, i Tears For Fears, i Duran Duran ed i The Cure ma amava anche i Pink Floyd, iniziò a suonare la batteria a 16 anni per poi passare alla chitarra per una sorta di colpo di fulmine per i Police prima e per gli U2 poi. “Con gli amici di San Pio X a Trento avevamo fondato i Parko con i quali facevamo musica originale sull’onda dei Litfiba. Poi, per scherzo, insieme a Roberto Laino e ad altri amici ho iniziato a suonare negli Articolo3ntino, con cui suono tuttora. Sentiamo ora Lorenzo che negli anni ’80 ascoltava prevalentemente fusion e jazz rock con Miles Davis come preferito: “io ho suonato il basso con vari gruppi: HIFI, Metrò, Baraban, Nursery Cryme che erano un progetto tributo ai Genesis e nel Gruppo Musicale Artegiovane con il quale proponevamo un concerto teatrale con recital”. Diego, appassionato dei Talk Talk, degli A-Ha e di David Sylvian ha suonato nei Giardini da Tea con Valerio ed ha avuto varie collaborazioni pop e rock come quella con gli Ustmanò. “E poi ho suonato in vari
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trentinoincontri gruppi ed orchestre di musica classica”. Cristiano è il più conosciuto dei Radiottanta perché oltre ad aver suonato negli Extreme ed essere andato a Sanremo nel 1987 con un altro artista trentino, Charley Deanesi, è anche il batterista dei Negrita con i quali è tornato al concorso sanremese proprio quest’anno. C’è una data specifica che segna la nascita dei Radiottanta ed è quella del 15 settembre del 2001, quando si sposò Giorgio Eccel, che chiese ad alcuni amici musicisti di suonare alla cerimonia. E quegli amici erano Valerio, Diego, Lorenzo e Walter che si chiesero cosa avrebbero potuto proporre in quell’occasione così importante. E la risposta fu: la loro musica, quella con la quale erano cresciuti e cioè quella dei Talking Heads, degli U2, di Peter Gabriel e di David Bowie. “Quell’esordio”, racconta Valerio, “ci aveva fatto venire un’improvvisa voglia di suonare le canzoni della nostra adolescenza e di divertirci insieme. Nel 2001 gli anni ’80 non erano ancora tornati di moda come è successo poi nel 2003/2004. In questo diciamo che siamo stati dei precursori. Poco tempo dopo entrò nel gruppo anche Renato e i Radiottanta iniziarono a farsi conoscere suonando un po’ dappertutto in Trentino con la prima uscita ufficiale al Funny Pub di Borgo Valsugana. “Fin da subito ci siamo dati delle regole”, racconta Renato, “suonare canzoni rigorosamente del
decennio 1980-1990 e rigorosamente complete senza medley o mixaggi e usare le basi come gli artisti facevano in quegli anni. Abbiamo però aggiunto la batteria tradizionale al posto di quella elettronica e la chitarra in pezzi dove magari non c’era, con il risultato che dal vivo le canzoni sono molto più potenti e più rock”. Valerio aggiunge: “una cosa a cui abbiamo sempre dato grande importanza è la qualità del suono. Per questo abbiamo avuto la fortuna di poter contare sull’aiuto di fonici di altissimo livello come Marco Dal Lago, Giacomo Plotegher, Gianluca Bertoldi, Fabio de Pretis e Massimiliano Salin”. Nel 2004 Walter lasciò il gruppo ed al suo posto come batterista entrò Cristiano. Successivamente il gruppo sentì il bisogno di estendere il repertorio anche alla parte femminile di quegli anni e così nel 2005 entrò nell’organico Monica Broseghini che consentì di proporre le canzoni di Madonna, Cindy Lauper, Annie Lennox, Nena e le altre artiste dell’epoca. “Monica è rimasta nel gruppo fino al 2018”, dice Valerio, “e in seguito la voce femminile del gruppo è stata in vari concerti quella di Arianna Ferrari, di Sara Picone e di Luciana Vaona. In questo momento siamo alla ricerca di una cantante fissa che sia adatta al nostro repertorio”. Ora il gruppo ha raggiunto un affiatamento ed una conoscenza dei pezzi tali che nella sala prove di Gardolo si ritrova solo quan-
do c’è la necessità di inserire dei pezzi nuovi o in vista di occasioni particolari. E questo è un bellissimo modo di vivere la musica in una logica di divertimento e di assenza di stress. In questa chiacchierata con i Radiottanta non potevano non uscire anche alcuni argomenti non musicali di quel decennio come la contrapposizione tra Occidente ed Europa dell’Est e la caduta del muro di Berlino, con l’idea condivisa che le cose potessero diventare migliori in un clima di fiducia e ottimismo per il futuro. L’entusiasmo che in quei giorni pervadeva l’Europa faceva vedere un mondo più positivo anche se poi la guerra dei Balcani riportò purtroppo tutti ad una realtà diversa. E poi Chernobyl e il conseguente movimento di denuclearizzazione del Trentino che spronò la politica a definire la nostra provincia territorio denuclearizzato. ■
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MA COME FANNO AL “MARINAIO”?
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VENTIQUATTR’ORE NON STOP. UNA SPECIE DI RECORD, INSOMMA. LO HANNO STABILITO IL 24 FEBBRAIO SCORSO QUELLI DE “AL MARINAIO” LO STORICO LOCALE A FORMA DI NAVE CHE FA BELLA MOSTRA DI SÈ A TRENTO SUD. L’OCCASIONE È GHIOTTA PER RIPERCORRERE LA STORIA DI QUESTA STRUTTURA E DELLA FAMIGLIA GROFF. ABBIAMO POTUTO COSÌ SCOPRIRE CHE IL CAPOSTIPITE LUIGI FU DAVVERO UN MARINAIO, IMBARCATO PER CINQUE ANNI SULLA CORAZZATA “LITTORIO”... DA LÌ ARRIVIAMO ALLA REALTÀ ODIERNA, CONOSCIUTA ORAMAI OVUNQUE...
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a come fanno al “Marinaio” di Trento a lavorare per cinquantamila ore di fila e a non mostrarne i segni però? Ma come fanno al “Marinaio” a esser sempre così gentili, disponibili e sorridenti anche alle due di notte quando c’è gente in cerca di una pizza da mangiar? In questo mondo senza sicurezze, senza nessuno che ti chieda “come va?”, col cuore dietro al ricordo di chi ha fondato l’azienda, chissà se guarda ancora, da lassù… Se guarda, voglio dire, il suo Giovanni e la sua allegra famiglia, affaccendata all’unisono dietro questa struttura che assomiglia alla carena di una nave, che si è smarrita nella Valle dell’Adige, in cerca di un mare che – a bordo ne sono sicuri – c’era. 38
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trentinoincontri Qualcuno lo ha visto lambire le sponde, da Garniga a Mattarello, ma l’ultima volta è stato qualche milione di anni fa. Giovanni Groff ha 60 anni e l’espressione di chi nella vita è riuscito a centrare gli obiettivi che si era prefissato da ragazzo. Uno di questi è appunto questo edificio moderno nell’architettura e nelle soluzioni edili (dall’ isolazione elettromagnetica, all’ uso di scaglie di zincotitanio per la copertura) posizionato a pochi minuti dal centro storico all’uscita Trento Sud dell’A22. Insieme a Hotel, Bar-Pasticceria, Pizzeria, Tabacchino e Sale riunioni trovano spazio un negozio di vendita e noleggio biciclette e il ristorante-self “Isotta”. Il nome “Al Marinaio”, però, incuriosisce subito. Ma è presto spiegato. Il fondatore Luigi, trentino doc, nato nel 1919, prestò servizio proprio nella Regia marina dal 1939 al 1945, sulla corazzata Littorio. Settantadue mesi in cui oltre ad affrontare guerra matura una straordinaria capacità empatica nei rapporti con gli altri. Sulla Littorio erano in duemila e non arrivarono a conoscersi tutti. Una palestra di umanità di grande importanza per ciò che avrebbe fatto dopo. Tornato dalla Marina lavora un po’ alla Stem, generatori elettrici, fino a che si licenzia perché il nonno Giovanni ha dei problemi di salute. Nel 1954, contro il parere del padre (“Aprire un bar?! Ma è la casa del diavolo!”) Luigi acquista da una parente un terreno vicino alla casa di proprietà che la famiglia possiede a Man, allora in aperta campagna. Cosa deve fari con quel terreno? Beh, un parcheggio. Perché con la sua lungimiranza ha già capito che il traffico lungo la strada europea (l’autostrada non c’era ancora…). Apre un bar e a fianco un negozio di alimentari. Nel 1959, due grandi novità. Nasce il maschietto Giovanni e Luigi decide di tenere aperto non stop, 24 ore su 24. Per quei tempi si tratta di una novità clamorosa. Conferma così le sue doti di innovatore. Il Bar Groff diventa così un punto di riferimento imprescindibile per camionisti e campeggiatori di tutta Europa. Sigarette, giornali, cibo e bevande ad ogni ora del giorno e della notte. All’attività collaborano tutti, mamma Nunziata in testa. Il piccolo Giovanni dà il suo contributo già a 7 anni, saltando su una cassetta di Birra Forst per arrivare alla leva della macchina del caffè. Nel 1967 muore la nonna Luigia Bridi, mamma di Luigi… Dopo 8 anni di servizio ininterrotto si decide di chiudere una
SE 50MILA ORE VI SEMBRAN POCHE...
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inquantamila ore, vale a dire 2.083 giorni che, calendario alla mano, corrispondono a circa 70 mesi e quindi a poco meno di sei anni. Per la precisione dall’11 giugno 2014 al 24 febbraio 2020, quando il Bar-Pasticceria-Hotel “AL MARINAIO” di Trento ha festeggiato le 50mila ore di apertura consecutiva. Un record meritevole di essere iscritto nel Guinness dei primati! Un traguardo che il titolare, Giovanni Groff ha voluto festeggiare a modo suo, “in grande stile”, con un pomeriggio di festa nel corso del quale, accompagnato da moglie, figli, nipoti e dal personale attivo in azienda, ha ringraziato l’affezionata clientela. La data scelta per l’appuntamento è stata lunedì 24 febbraio, quando si sono potute contare esattamente 50mila ore dal giorno in cui Giovanni e la sua famiglia decisero di ampliare l’orario di apertura de “Al Marinaio”, garantendo il servizio 24 ore su 24. La “Festa del record” ha avuto inizio alle ore 16.30, preceduta da un breve momento di riflessione e di ringraziamento affidato alle parole di don Luigi Facchinelli. È toccato poi a Giovanni Groff far rivivere nel suo racconto, stimolato dalle domande del giornalista Fabio Lucchi, la storia di “Al Marinaio” e dell’attività della sua famiglia nella gestione di alcuni “storici” esercizi pubblici della città. Si è proceduto quindi all’iscrizione del record delle 50mila ore nel Guinness dei primati, resa possibile dall’interessamento di Liberio Furlini, noto per aver portato felicemente a compimento più di un’iniziativa di questo genere. A certificare l’impresa è stato, in qualità di pubblico ufficiale, un rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Trento. È stata inoltre presentata ed esposta l’opera del Maestro Orafo Mastro7, realizzata per celebrare questo importante traguardo su incarico della famiglia Groff. Nell’occasione è stata illustrata l’adesione de “Al Marinaio” al progetto “Rondine Cittadella della pace”, organizzazione impegnata per la riduzione dei conflitti armati nel mondo, accogliendo giovani provenienti da questi Paesi. La parte “ufficiale” della festa si è conclusa con un simbolico “taglio del nastro”, che ha sancito l’avvio di una tenace prosecuzione dell’attività e con un brindisi augurale. Stappata una maxi bottiglia personalizzata di spumante Ferrari, si è proseguito quindi con il buffet, allestito in collaborazione con la Confraternita del “Tortel de patate”.
La famiglia Groff oggi. Da sx, la signora Luisa, Luigi, Elisa e Giovanni 39
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IERI mezza giornata per il funerale, ma ahinoi la serranda non si abbassa. Viene chiamato il fabbro che solo dopo un lavoro di scrostatura riesce a chiudere il Bar. Quando nel 1976 – racconta Giovanni – la serranda viene abbassata per la seconda volta in 17 anni, i presenti si accorgono, non senza un certa ilarità, che attaccata sulla serranda c’era ancora il cartello “chiuso per lutto” di 9 anni prima… Due anni prima era successo che Luigi anziché lasciare, aveva deciso di raddoppiare. nel senso che l’arrivo dell’autostrada del Brennero e il tracciato della tangenziale lo aveva spinto ad acquistare un altro terreno e a costruire un secondo “Groff”, che viene subito ribattezzato “Groff nuovo”. Naturalmente con il raddoppio dei locali viene meno, per comprensibili motivazioni di disponibilità forza lavoro, il 24 ore su 24. Ciononostante le frasi “Ci vediamo al Groff nuovo” e “ci vediamo al Groff vecchio” sono tra le frasi più gettonate tra i giovani di quegli anni, specie nei fine settimana. Inevitabile un po’ di confusione. Un giorno arriva una bolla di consegna intestata a un misteriosissimo sig. Pascolaro; lì Luigi capisce che forse è il caso di dare un riferimento più chiaro alla clientela e ai fornitori. Così decide di scrivere sulla facciata l’appellativo con il quale è conosciuto: “Al Marinaio”. Nel frattempo si è aperta la pizzeria e Giovanni comincia a lavorare a tempo pieno e nel 1983 sposa Luisa, una colonna dell’azienda. Pochi anni dopo arrivano i figli Elisa e Luigi che naturalmente non resistono alla tentazione di votarsi alla causa “lavorativi” del Marinaio. Sul finire del secolo si comincia a vociferare di un nuovo spostamento della tangenziale che, guarda caso, pare passerebbe proprio sulla struttura dei Groff. Un problema o un’opportunità? Ma come fanno al Marinaio a non optare 40
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OGGI per la seconda? Con l’intraprendenza e l’entusiasmo che li caratterizza? Cominciano lunghi anni di trattativa con l’ente pubblico, nel bel mezzo dei quali Luigi passa a miglior vita. Il 3 ottobre del 2006, anniversario della sua nascita, viene posata la prima pietra del nuovo “Marinaio”, senza un giorno di interruzione né di cassa integrazione per i dipendenti, si spegne la macchina del caffè da una parte e si prepara la prima tazzina dall’altra. Il desiderio di Giovanni è esaudito. Difficile non essere rapiti dalla linea architettonica del nuovo “Al Marinaio” quando ci si passa accanto. Giovanni racconta che è ispirato alla villa di Curzio Malaparte a Capri. Perché? Beh, era stata progettata dall’architetto trentino Adalberto Libera. Ma il motivo è anche un altro. E cioé la forma inusuale del terreno messo a disposizione dalla Provincia. Lo zinco titanio della copertura esterna ideata dai progettisti Dalla Valle e Franchini richiama un po’ anche il Museo Guggenheim di Bilbao. Ristorante, pizzeria, tabacchi, garnì e tra le attività commerciali viene ospitata con orgoglio la sede di Trento dell’A.N.M.I. L’Associazione Nazionale Marinai d’ Italia che ricorda le origini e la missione di questa azienda. Una “nave” che viene varata il 5 dicembre 2008 – un’altra data non casuale, compleanno di Giovanni… – e da quel
momento non chiude più. Curioso leggerlo, ma è così. Tanto di risparmio su serrature e sistemi d’allarme, verrebbe da dire, scherzando. Sempre aperto. Mai chiuso. Nemmeno un minuto. La pizza fino alle due di notte. Cose che nemmeno in tante città sono così scontate. E le 50mila ore di fila sono lì a testimoniarlo. Mai avuto problemi di notte?, chiediamo a Luigi, il figlio di Giovanni. No, mai. La clientela del Marinaio è da sempre tranquilla, come il mare certe notti d’estate. Le uniche onde sono quelle provocate dallo scafo che naviga verso nuovi e ambiziosi tra■ guardi.
Sopra, il ritratto di Luigi che campeggia nella sala del “Marinaio”. A sinistra, sempre Luigi con la moglie Nunziata
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“IN MONTAGNA, LA NORMALITÀ NON MI BASTA” MARCO PISONI – AVVOCATO E ALPINISTA – HA RACCOLTO IN UN LIBRO I RACCONTI DI ITINERARI DI FATICA, DI INCONTRI CON PERSONAGGI MEMORABILI, A STRETTO CONTATTO CON LA NATURA, ARMATO SOLO DI CARTINA E BUSSOLA. PESO IMPROBO SULLE SPALLE, TANTI IMPREVISTI E PERICOLI DA AFFRONTARE E VINCERE...
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avora il legno, fa l’avvocato, suona il pianoforte, dirige un coro polifonico, ma la sua grande passione è la montagna, che ama vivere a modo suo. Come? Lo si può scoprire leggendo il suo primo libro, “La sera cala senza rumore”, in uscita per Curcu Genovese in questi giorni. Lui si chiama Marco Pisoni e lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio. La tua passione per questo tipo di escursioni dove ha origine? Credo mi sia stata trasmessa dai miei genitori, che fin da piccolo mi hanno abituato a lunghe camminate e alla pratica dello sci. Mia madre poi è originaria di una località montana (Folgaria) e io da bambino passavo sempre le mie estati al suo paese, nei boschi e in mezzo alle montagne. Poi crescendo mi sono reso conto che la montagna per me non è solo un luogo dove poter godere di paesaggi ameni e di istanti rigeneranti, ma anche un sentimento. Un sentimento di amore e di nostalgia per quei monti in mezzo ai quali sono nato. E l’animo non trova pace e ristoro finché non vi ritorna, finché non può abbandonarsi e immergersi in 42
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essi, respirandone l’incanto e la millenaria saggezza. Le escursioni di più giorni mi danno poi la possibilità si “staccare” dai ritmi ai quali siamo costretti tutti i giorni e mi permettono di entrare in contatto con l’armonia e la bellezza, per uscirne rigenerato e pronto ad affrontare le mille difficoltà e insidie del quotidiano vivere. Come è nata l’idea del libro? L’idea del libro è già da qualche anno che mi frulla in testa, è uno dei progetti che volevo realizzare e finalmente ci sono riuscito. Un libro per cercare di rendere partecipi gli amanti e gli appassionati di montagna di un modo di fare escursionismo se vogliamo per certi versi estremo, ma connotato da una precisa filosofia: lo spirito con cui affronto l’ambiente montano, la flora e la fauna è anzitutto di rispetto e poi di scoperta, cercando sempre di entrare in contatto con la natura, per prendere parte al suo armonioso pulsare; per questo motivo non porto con me gps o altri ausili, ma solo cartina topografica e bussola. Inoltre tutto quello che serve devo riuscire a portarlo sulla schiena. In un territorio che pensavamo completamente antropizzato sei riuscito
a scovare angoli di natura selvaggia.. Come hai fatto? Credo dipenda dal fatto che sono molto curioso e che spesso non mi accontento della “normalità”. Questo mi porta ad avventurarmi, anche da solo, in zone poco conosciute, abbandonando di quando in quando anche il segnavia e affidandomi solo a bussola ed istinto. Consulto poi le mappe e le cartine e vado alla ricerca di zone nelle quali non ci sono né rifugi, né impianti di risalita, né malghe o altre costruzioni e in questo modo riesco ancora a trovare qualche angolo che pare quasi incontaminato. A volte in questo aiuta anche il caso: spesso mi sono trovato a cercare sentieri segnati sulle cartine che invece nella realtà non esistevano, perché abbandonati o perché in disuso ormai da tempo. Cosa pensi dell’atteggiamento dell’uomo contemporaneo nei confronti della Natura? Sono molto preoccupato dalla sete di profitto, che comporta scempio della Natura, dai cambiamenti del clima indotti dall’uomo, testimoniati da inverni sempre più caldi, arretramento dei ghiacciai e fe-
trentinolibri Con il grande amico Sergio Martini
IL LIBRO E LA PRESENTAZIONE
“L
a sera cala senza rumore” verrà presentato alla SAT di Trento, il 25 marzo (Ore 18), alla presenza di Sergio Martini. Negli itinerari raccolti nel volume si legge di una montagna vissuta come passione, come sfida, come luogo di stupore e di amicizia, con un pizzico di sana incoscienza. Itinerari di fatica, di incontri con personaggi memorabili, a stretto contatto con la natura, armato solo di cartina e bussola. Peso improbo sulle spalle, tanti imprevisti e pericoli da affrontare e vincere. La magia del fuoco e del cielo illuminato da migliaia di stelle, il respiro del silenzio, i sussurri dei monti, i colori che soltanto il sole del primo mattino riesce a regalare. Pagine 160 - Euro 15,00
nomeni atmosferici estremi. Allo stesso tempo mi conforta che su questi temi recentemente ci sia stata una più forte presa di coscienza e mi auguro che tutti gli sforzi che vengono profusi in questa direzione non siano tardivi, ma possano davvero contribuire a preservare le meraviglie di Madre Natura. Perché un appassionato dovrebbe leggere “La sera cala senza rumore”? E un non appassionato? Un appassionato dovrebbe leggere “La sera cala senza rumore” perché credo che possa ritrovarvi, almeno in parte, sé stesso e perpetrare quelle stesse emozioni che genera in me la montagna ogni
volta che posso viverla e amarla. Nonostante la fatica, nonostante i pericoli, nonostante le difficoltà o forse anche e proprio per questo. È la magia delle montagne, la gioia della loro conquista, la ricompensa alla fatica, la sfida e la vittoria su di esse. Tutto questo insieme e altro ancora. Si sente nel profondo dell’animo, si vive con gioia e si ricorda con nostalgia quando viene a mancare. E un non appassionato, leggendo “La sera cala senza rumore” potrebbe scoprire qualcosa di nuovo, che forse potrebbe affascinarlo e magari conquistarlo, come succede a me quando posso ascoltare il sibilo del vento, scandire passi di gioia dentro silenzi incomparabili, assaporare acque dolci e pure, rimirare lo splendore di un infinito cielo trapuntato di stelle, carpire il respiro del silenzio, imparare a riconoscere i sussurri dei monti. Che consigli e che raccomandazioni daresti a chi leggerà il libro... Il consiglio è quello di leggere il libro dall’inizio alla fine perché anche se è suddiviso in cinque parti e in ventisei episodi in realtà ha un suo filo logico ed è “costruito” con un crescendo continuo, di emozioni, di situazioni e di descrizioni e la lettura di episodi singoli estrapolati ne farebbe venir meno il senso. La raccomandazione è quella di usare prudenza, che in montagna non guasta mai, di essere ben allenati e preparati e di usare le giuste attrezzature. Volendo ripercorrere qualche itinerario (è il motivo per cui nel libro sono tracciate sommariamente anche le cartine) il consiglio è quello di cominciare da quelli più brevi e semplici; la raccomandazione quella di evitare le situazioni di pericolo nelle quali io mi sono trovato seguendo i consigli riportati nelle cartine. Come è nata la tua grande amicizia con Sergio Martini che firma la prefazione? Ho avuto la fortuna di conoscere Sergio parecchi anni fa e di averlo avuto allora come istruttore di sci alpinismo in parecchie uscite organizzate dalla SAT di Rove-
reto alle quali ho preso parte. Mi hanno colpito fin da subito la grande umanità, l’infinita pazienza e l’umiltà profonda, doti davvero rare in un alpinista del suo calibro. E quando ho scritto il mio libro mi sono sovvenuti naturalmente i bei momenti vissuti assieme a lui. Così, non senza qualche timore, ho recuperato il suo numero di telefono e ho provato a chiamarlo. Dopo qualche incertezza mi ha invitato a casa sua e parlando di montagna, di alpinismo, di questo mondo davvero coinvolgente ci siamo trovati immediatamente in sintonia ed è stato come se il tempo non fosse mai passato. Ci racconti qualcos’altro di te? Famiglia, lavoro, altri hobby... La mia professione è quella di avvocato a servizio di una pubblica amministrazione. Amo lo sport e la vita all’aria aperta, con preferenza per la vacanza itinerante insieme a mia moglie e ai miei due figli. Per i miei spostamenti quotidiani uso una grossa moto, anche d’inverno, tranne quando nevica. Nel tempo libero pratico sci alpino, sci-alpinismo, arrampicata, bicicletta e nuoto. Lavoro il legno, di cui amo il profumo, le venature e la magnifica duttilità e mi sono costruito tutti i mobili di casa e non solo. Infine, mi diletto a comporre musica. Stai già pensando ad un secondo progetto? Si, sto pensando ad un libro dedicato ai viaggi che ho avuto la fortuna di poter fare. Un libro nel quale il viaggio viene presentato e descritto non come fine a sè stesso, ma come scoperta, come dimensione, come incontro, come conoscenza, come arricchimento culturale e spirituale. Come voglia di scoprire, di conoscere e capire persone, abitudini e stili di vita diversi dai miei. Come curiosità di vedere cosa c’è oltre, oltre quel confine, oltre quel fiume, oltre quell’orizzonte, oltre il mio animo nomade e inquieto. Perché la vita è un viaggio continuo, nei luoghi e nei sentimenti, negli incontri e nelle amicizie, nelle esperienze e nei racconti ■ e lascia spesso segni indelebili. 43
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trentinomusica di Nicola Tomasi
IL TEMPO, QUI ED ORA IL CANTAUTORE ANDREA LELLI SI RACCONTA, PARTENDO DAL NUOVO ALBUM CHE USCIRÀ QUESTA PRIMAVERA... TEMA CENTRALE: IL TEMPO. MOLTE LE COLLABORAZIONI, TRA LE QUALI: L’ATTORE MARIO CAGOL E ISKRA MENARINI, STORICA CORISTA DI LUCIO DALLA
È
prevista in primavera l’uscita del nuova album del cantautore milanese e trentino di adozione. Questo nuovo lavoro è frutto di due anni di grande impegno negli studi dell’etichetta SanLucaSound di Bologna. sotto la direzione artistica di Renato Droghetti ( Paola Turci, Paolo Meneguzzi, Taglia 42, Edoardo Bennato..) e la direzione esecutiva di Manuel Auteri. È un lavoro, questo, nel quale si è prestata molta attenzione al connubio tra parole e suoni. Su questi ultimi si è fatta molta sperimentazione, i colori originali sono al servizio dei testi, esaltandone la giusta espressività e significato. I brani saranno dieci, scritti interamente da Andrea (musica e testi), a parte un brano 44
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che vede la partecipazione nella musica dell’inciso dello stesso Renato Droghetti. Meno intimista rispetto al felice album d’esordio ‘Pindaricamente’, in questa produzione le trame contenute nelle liriche sono più dichiarate e Andrea ci racconta come il suo punto di vista non viene meno rispetto al vivere di oggi. A questo punto la domanda sorge spontanea, cosa ci vuoi dire con questo Album ? “Vediamo in una settimana più cose che una vita intera, rispetto a quando il tempo era d’ombra e sabbia”. Comincia così “Il tempo qui ed ora”, la prima traccia dell’album e che molto probabilmente sarà anche il titolo dello stesso ancora in via di definizione. Il tema appunto del tempo risul-
ta essere uno dei più sentiti, la difficoltà che oggi sempre di più abbiamo nel vivere il presente, anche a seguito della tecnologia che spesso è una fonte di distrazione da noi stessi e il nostro sentire, il contrasto esistente tra avere molti contatti e perdere quello principale ed importante e cioè quello con noi stessi. L’importanza delle parole dalle quali ci allontaniamo sempre di più semplificando ed impoverendo un linguaggio che ha necessità di essere recuperato, prima di dimenticarci come descrivere al meglio le nostre emozioni rischiando di perdere anch’esse. E ancora il tempo, inteso come il momento opportuno nel quale dire le parole giuste e dedicarci il tempo necessario. In “Pindaricamente” hai
avuto featuring importanti come quella di Alberto Radius nel brano “ Quelle come te”, qui ci riservi qualche sorpresa? Almeno un paio direi, nel CD fisico ci sarà un’undicesima traccia che vedrà protagonista la voce di Mario Cagol nella lettura di “Sotto e sopra il ponte”, un racconto che ho scritto in seguito alla tragedia del ponte Morandi e che venne esposto nel Dicembre 2018 al palazzo Ducale di Genova, durante la mostra “Quella volta sul ponte” creata dallo stesso Luca Bizzarri. Poi ho avuto il grande onore di duettare in “Scale di grigi”, che sarà il singolo che anticiperà l’album, scritto da me e Renato Droghetti, con Iskra Menarini, storica corista e non solo di Lucio Dalla. Ad
trentinomusica
Iskra è piaciuto da subito questo brano, non finirò mai di ringraziare Manuel e Renato per averglielo fatto ascoltare! Le piacque talmente che acconsentì subito a collaborare, facendolo suo con una performance unica, come lo è la sua voce. Una grande artista con la quale è nata una sinergia che è andata oltre la mia musica e per la quale mi sto impegnando per portarla live nel nostro trentino prossimamente! A proposito di live, ti vedremo presto con la tua band? Insieme a Manuel stiamo iniziando a programmare le date tra cui ci sarà sicuramente quella che mi vedrà con l’immancabile Pindaricaband in autunno a Fico Eataly World in quel di Bologna, le altre date sono in via di definizione. Il calendario sarà reso noto su www.andrealelli.com nonché sulla mia pagina Facebook Andrea Lelli Live. A proposito di Pindaricaband, sono stato molto felice di aver portato in studio a registrare Walter Fortarel e Jacopo Bordigoni, che anche in questa occasione si sono dimostrati assolutamente all’altezza! Non vedo l’ora di riaverli live con questi nuovi brani e con la band al completo insieme a Christian Nicolini e Mirko Gubert. Sappiamo che quest’ulti-
mo anno sei stato molto impegnato anche come autore, raccontaci questa esperienza. È stata una bellissima esperienza quella presso “La bottega degli autori” di Ghedi dove sotto la guida del Maestro Diego Calvetti ha coscritto vari brani insieme ad altri 15 autori selezionati da tutta Italia e seguiti dalla Warner Chappell. L’anno accademico si è concluso il 14 Dicembre scorso ed è arrivato l’importante riconoscimento del premio SIAE come miglior brano dell’anno ‘ Bagaglio a mano’ scritto insieme ad Irene Venturi e Michele Savino. Un’esperienza molto intensa per me, che inevitabilmente si è mescolata condizionando positivamente anche il mio lavoro da cantautore. Ho po-
tuto incontrare e conoscere cantautori importanti durante le sessioni di scrittura che mi hanno dato molti spunti, tra tutti Marco Masini ed il Cile, persone di grande disponibilità ed umiltà, oltre ad essere artisti straordinari. Diego Calvetti è un professionista incredibile che ci ha seguiti con grande attenzione mettendosi a disposizione fin da subito e costringendoci a non accontentarci ma spingendoci a tirare fuori il meglio da noi stessi. È stata una grande ricchezza potermi confrontare con gli altri autori che come me hanno potuto fare questo percorso, tutti molto preparati e con molte cose da dire. È estremamente difficile co-scrivere con persone che non conosci e che hanno tutte modi diversi di comunicare
attraverso la musica ed i testi, ma allo stesso tempo se si è capaci di ascoltare e lavorare in funzione di un pezzo si acquisiscono prospettive nuove che diventano preziosissimi motivi di crescita artistica. È molto importante saper mettersi in gioco e lasciarsi arricchire dal confronto. A tal proposito direi che l’hai messa a frutto proprio bene questa esperienza conclusasi con un premio molto importante, il premio SIAE! È stata una grande soddisfazione che ho diviso con Irene Venturi e Michele Savino, entrambi davvero molto bravi. Tra l’altro ‘Bagaglio a mano’ è un pezzo che uscì proprio dal primo week end in accademia. Appena conosciuti restammo rinchiusi in un’aula per due giorni, dove rischiammo di ‘ammazzarci’ per ogni singola nota o parola, e poi uscì un pezzo che al di là del premio e della grande soddisfazione di averlo ricevuto, credo sia davvero molto bello e spero lo possiate sentire al più presto in radio da qualche big. L’esperienza di autore comunque non finisce assolutamente qui, ho legato con vari compagni di accademia con i quali stiamo lavorando su più fronti a vari pezzi. A Marzo ci rincontreremo a Firenze per lavorare insieme ■ al grande Beppe Dati. 45
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trentinoteatro
CHI È DI SCENA?
di Susanna Caldonazzi
GUARDANDO E VIAGGIANDO NELLO SPAZIO 14 IL GIRO DI TRENTINO MESE TRA I TEATRI DELLA CITTÀ CONTINUA A “SPAZIO 14”, DOVE L’8 MARZO SI CELEBRA LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA ATTRAVERSO LE FIGURE FEMMINILI DEL MONDO DELLA LETTERATURA. SPAZIO 14 È UN LUOGO APERTO, TRA CULTURA E IMPRESA, PRODUZIONE E FORMAZIONE
U
no spazio trovato «passando in bicicletta» che da più di 15 anni è un luogo di formazione e produzione teatrale. Una scuola che offre dai corsi per ragazzi a quelli per adulti, dai laboratori per gli amatori fino a quelli dedicati a chi nel teatro intravede una possibilità professionale. Un’associazione, ma anche un’impresa creativa. È Spazio 14, realtà teatrale attiva a Trento grazie alla compagnia Teatrincorso. «La compagnia è nata nel 1999 – racconta Elena Marino, socia fondatrice, e ancora oggi anima di Spazio 14 insieme a Silvia Furlan – e inizialmente utilizzavamo diversi spazi pubblici legati all’Università. Poi dal 2000 abbiamo deciso di intraprendere un’attività di tipo professionistico e quindi le esigenze sono cambiate. 46
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Da subito abbiamo voluto uno spazio per le produzioni». E siccome a volte il caso assiste le decisioni, attraversare la città in bicicletta può essere un ottimo Silvia Furlan
modo per trovare il giusto luogo: «Era il 2003 e passando in bici abbiamo notato il cartello “affittasi” sulle pareti di quello che oggi è Spazio 14 – prosegue Marino –. Siamo andate a vederlo e ci siamo rimboccate le maniche: c’erano parecchi lavori da fare perché quel posto diventasse uno spazio teatrale». Uno spazio dalle molteplici identità e pronto a cambiare aspetto: «Era stato un circolo e, prima ancora, leggende raccontano che sia stato un garage o un supermercato – continua a raccontare Elena Marino –. Non è troppo chiara la storia ma certo è che abbiamo riorganizzato lo spazio, costruito cose dal nulla e recuperato pezzi che sarebbero diventati rifiuto. Per esempio abbiamo “salvato” le tribune dalla discarica perché erano del
trentinoteatro
Elena Marino
vecchio palazzetto dello sport. Oppure abbiamo avuto sostegno da altre realtà teatrali: una porta è stata un regalo del Teatro delle briciole per esempio. Questo non significa che non abbiamo avuto spese: allora facevo l’insegnante e per diversi mesi il mio stipendio è andato tutto lì. Per una parte dell’attrezzatura – conclude Marino – abbiamo avuto un contributo provinciale, con il quale abbiamo acquistato le americane, i fari e il palco. Il resto lo abbiamo fatto noi». Così prende vita Spazio 14, un luogo che ha due forti anime, quella formativa e quella produttiva: «Paghiamo un affitto ogni mese – continua Marino – così
“Casa di bambole”
abbiamo deciso di affiancare una parte formativa che ci dà sostenibilità ma che, allo stesso tempo si intreccia in modo molto stretto all’attività produttiva della compagnia. Da molti anni ormai la nostra scuola forma attori e attrici che poi spesso prendono la strada del professionismo, riuscendo a trovare posto in seguito in importanti accademie e scuole teatrali del territorio nazionale. Offriamo corsi base sia per adulti che per ragazzi e il nostro laboratorio permanente, il corso più avanzato al quale si accede attraverso una selezione, è frequentato da molti che poi lavorano anche con noi in compagnia. La qualità è alla base di
tutto: investiamo molto anche sui lavori che i corsisti portano in scena ogni fine anno e questo ci è riconosciuto da diversi premi che negli anni abbiamo guadagnato ai concorsi nazionali e internazionali dedicati sia alle scuole di teatro che alle compagnie professionali». Al centro dell’interesse artistico della realtà guidata da Elena Marino e Silvia Furlan c’è la parola: «Il nostro campo d’azione è quello della “parola”, nelle sue varie declinazioni – prosegue Marino: oltre al teatro i nostri interessi sono per la letteratura e la comunicazione». E Elena Marino e Silvia Furlan hanno deciso di utilizzare il teatro anche come
Un mondo di golosità... per i vostri momenti più dolci!
Torte per
lauree
19 marzo
festa del
Papà
8 marzo
festa della
Donna
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trentinoteatro Silvia Furlan in scena
strumento di comunicazione e di questo hanno fatto impresa: «Silvia ed io – dice Marino – dal 2013 siamo anche socie fondatrici di Live Art, una start up nata grazie al bando provinciale “Dall’idea all’impresa”. Si tratta di una vera e propria impresa creativa che si occupa dell’attività commerciale legata alla distribuzione teatrale ma anche di formazione e consulenza ad aziende di vario tipo, utilizzando proprio il teatro come strumento di comunicazione. È stato un passo importante per noi, che troviamo corretto: se c’è una parte commerciale è giusto che a gestirla ci sia una società. Forse se tutti facessero così, il sistema
funzionerebbe meglio». Questo non significa per loro far venir meno il ruolo culturale di un dispositivo come quello teatrale capace, forse come pochi altri, di raccontare il mondo attraverso le parole e quel rapporto unico che si crea tra artista e pubblico ogni volta che uno spettacolo va in scena: «Ci siamo spesso interessate ai temi del femminile – continua Marino – non tanto per un impegno civile ma perché fa parte della nostra identità: siamo donne e la ricerca sul femminile ci interessa». Proprio intorno a questa attenzione di Spazio 14, nasce l’iniziativa organizzata in occasione della Giornata internazionale della Donna, che propone - per sabato 7 e domenica 8 marzo - un breve e intensivo corso di lettura interpretata dedicato alla scrittura delle donne e alle donne nella scrittura, e che si concluderà, proprio nella serata di domenica a partire dalle ore 20, con una lettura aperta al pubblico: «La serata di domenica 8 marzo – afferma Marino – sarà l’occasione per mostrare al pubblico il lavoro del laboratorio ma
“Cibo” 48
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soprattutto un momento ricco di spunti e riflessioni accompagnato da un aperitivo. Nella seconda parte della serata in scena invece lo spettacolo di Silvia Furlan Io spero in meglio, una divertente utopia teatrale per immaginare un modo attivo e positivo per riequilibrare le pari opportunità fra i generi». E dopo la serata dell’8 marzo? Quali sono i prossimi progetti di Spazio 14? «Abbiamo tre nuove produzioni in cantiere: una di teatro-ragazzi e due per adulti. Una di queste ultime è lo spettacolo che già abbiamo presentato in forma di studio alla conclusione dei corsi del 2019 con gli studenti del laboratorio permanente, il nostro vivaio per le produzioni. Il lavoro nasce da Il Misantropo di Moliére. Non sappiamo ancora quale sarà il titolo definitivo ma il lavoro sarà pronto per l’estate. Continueranno inoltre i nostri corsi: public speaking e dizione in primavera, corsi brevi durante l’estate e in autunno riprenderemo con i corsi annuali per i quali è già possibile iscriversi sul sito spazio14.it». ■
Per festeggiare assieme,
la festa di tut te le donne Aperto tutti i giorni TRENTO - Via degli Orti, 19 Tel. 0461.984400 info@orso-grigio.it • www.orso-grigio.it
Aperto tutti i giorni Trento - Via Manci, 45 (incrocio Vicolo della Sat, 6) Tel. 0461.262943 info@antico-pozzo.it • www.antico-pozzo.it
Aperto tutti i giorni TRENTO - Via Milano, 148 Tel. 0461.262022 info@doctrento.it • www.doctrento.it
trentinoincontri UNA STORIA LAVORATIVA E PERSONALE AVVINCENTE, CHE PORTA MIRKO DALLE NOGARE AI QUATTRO LATI DEL PIANETA, MOSSO DALLA VOGLIA DI CRESCERE PROFESSIONALMENTE E DAL PUNTO DI VISTA UMANO. INSOMMA UN GRANDE SUCCESSO. E DELL’ITALIA E DEL TRENTINO COSA NE PENSA? “CREDETEMI, SONO L’ELDORADO!”
INGEGNERE GLOBETROTTER di Tina Ziglio
D
ifficile trovarlo in circolazione. Probabile che sia in giro, ma per il mondo. A soli 46 anni, Mirko Dalle Nogare vanta un’esperienza lavorativa come pochi. Un mix vincente che è frutto della sua determinazione e di congiunture favorevoli; ma anche e soprattutto di voglia di fare e di non risparmiarsi mai. Del resto, il suo studio d’ingegneria non è come tanti altri: se emerge un problema in Siberia, lui prende l’aereo, sistema la situazione e torna a casa col lavoro finito. Tanti altri non sarebbero disposti a farlo. Perito meccanico, si laurea quasi per caso - accompagnavo un amico a iscriversi all’università e mi sono iscritto anch’io - in ingegneria civile indirizzo strutture. Inizia a lavorare con ditte locali come direttore tecnico e project manager. Poi nel 2005 la svolta. Decide di smettere di fare il dipendente e si mette in proprio. Apre uno studio di ingegneria, Dalle Nogare Mirko, e da lì comincia la sua avventura intorno al mondo. Dal 2005 al 2010 raccoglie esperienze in qualcosa come 55 stati diversi: Sudafrica, Arabia Saudita, Russia, India, Indonesia, Malesia, Norvegia… tanto per citarne alcuni. Nel 2010 lavora in un cantiere negli Emirati Arabi. In quella circostanza entra in contatto con un’azienda svizzera che gli offre la
possibilità di lavorare con loro. Valutata come un’ottima opportunità, Mirko non ci pensa troppo: chiude le società in loco e si trasferisce negli Emirati Arabi, per ricoprire il ruolo di manager e consulente. Ma la valigia è sempre pronta. Nel 2012 ottiene un grosso lavoro in Nigeria: realizzare l’aeroporto internazionale. In quel contesto, Mirko rappresentava la ditta nei contatti e nelle relazioni con il governo. Passato un anno, torna nella sua area di competenza, il Medio Oriente. Matura altre esperienze significative negli Emirati Arabi, come quella di general manager. Dopo questa esperienza, capisce che è arrivato il momento di fare un altro salto in avanti. Comincia a fare il libero professionista e apre la società EPCM.expert, nata negli Emirati Arabi ma con sede anche in Nigeria ed un piccolo ufficio anche in Russia. Inizia così la sua libera professione, dove, fra le varie, progetta e realizza ville di lusso. Nel marzo 2019, concluso questo step, decide di tornare a casa per sempre. Ma è proprio a quel punto che lo contatta una grossa azienda tedesca, da 48 bilioni di euro di fatturato, per intenderci. Considerata la sua esperienza in impianti industriali, gli viene offerto il settore vendite per Emirati Arabi, Oman, Kuwait, Bahrain e Egitto. La decisione, presa insieme ai
fratelli, pare non sia stata così semplice. A ottobre 2018 avevano infatti aperto la nuova società, ma quest’occasione si presenta talmente unica che accettano. In aprile 2019 inizia la nuova avventura ed attualmente lavora ancora per loro. Ma già fa capolino una nuova proposta, cioè quella di fare l’agente. Mirko ritiene che sarebbe un colpo unico! Certo, ne ha fatta di strada: la sua EPCM.expert, società di ingegneria con numerose sedi (Italia, Emirati Arabi, Nigeria, Russia e Canada) e poi una società immobiliare, settore che per Mirko è sempre stato una
In Nigeria c’è un cliente e... una guardia del corpo 50
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trentinoincontri
Un hangar progettato e costruito in Nigeria
passione. Parallelamente, continua la sua formazione: sta completando un MBA in Finanza e Banche presso la Swiss Business School di Zurigo. Ma non è tutto. Hanno acquisito anche due piccole aziende che si occupano di manutenzione. E col fratello e un gruppo di amici hanno pure inventato un distillatore che, partendo da frutta e verdura, produce un olio, il BYOL (100% biologico), che viene utilizzato sotto diversi aspetti. Quello che adesso hanno cominciato a commercializzare è un olio per la saldatura. Utilizzato nel processo di saldatura, permette di aumentare la produttività e di diminuire drasticamente il tempo impiegato per la pulizia della torcia e dei pezzi saldai. Difatti BYOL è un “antispatter” con alte proprietà antiadesive e resistente ad alte temperature. Lo affianca BYOT, olio da taglio utilizzato nei processi industriali automatizzati. L’attenzione all’ambiente, anche in questo ambito, non ha confini. La sua esperienza all’estero parla anche e sopratutto di energie rinnovabili e materiali alternativi per la produzione di energia. Certo non deve essere stato facile, a livello umano, trovarsi a contatto con culture tanto diverse… Mirko racconta che quando ha iniziato a lavorare e girare per il mondo, ha cambiato completamente visione delle cose; si è trovato a lavorare con extracomunitari e mi sono trovato ad essere extracomunitario anch’io. Ci si rende conto che bisogna cambiare prospettiva! Questa apertura mentale è diventata la sua ricchezza. Adesso è in grado di interagire con diverse culture e diverse religioni. Tutto questo è la mia ricchezza. E pur ammettendo di aver fatto i soldi (anche se sottolinea di averne persi anche tanti), a livello personale questa ricchezza interiore non ha valore. A un giovane oggi, consiglierebbe subi-
Da sinistra, i tre fratelli Dalle Nogare: Alessandro, Loris (Direttore Generale sede Italia) e Mirko (Amministratore Delegato)
to di andare all’estero a fare esperienza di lavoro. Anche Mirko, partito con un contratto di sei mesi e senza sapere una parola di inglese, ha sviluppato nel tempo quella capacità di comunicazione che ti permette di relazionarti. Se arrivi in cantiere, saluti in russo e chiedi “Come stai?”, l’approccio è diverso, inizi a lavorare in maniera positiva. Questo, dice, è quello che ho imparato in 14 anni in giro per il mondo. Ma lui, si vede uomo di successo? In verità non troppo. Dice di non aver fatto niente di particolare, di fare semplicemente il suo lavoro. Certo, quando la società tedesca è venuta a cercarlo, ha detto wow! Il suo cellulare ha più di 27.000 contatti, un terzo della città di Trento, se ci si pensa. Adesso, a 46 anni, il suo desiderio è mettere a frutto tutta l’esperienza accumulata. Gli abbiamo anche chiesto cosa ne pensa del contesto trentino… Mirko ribadisce di lavorare per ditte locali che operano in ambito internazionale. Ma tornando dall’estero, afferma sicuro e deciso, qui pare l’Eldorado! Ci si lamenta per tante cose, ma se si va a vivere all’estero, il nostro paese è il paradiso terrestre! Basta provare ad andare a vivere e lavorare in India, a Sumatra, in Nigeria. Dove trovi bambini di pochi anni che spaccano pietre per fare sassolini utilizzati per la produzione di piccole quantità di cemento ad uso abitativo, che
vivono e dormono per terra. Racconta che negli Emirati Arabi è bellissimo se hai soldi; ma se non ne hai, sei nel cosiddetto miglio verde, come un condannato a morte! Ogni momento potrebbe essere il tuo momento. Dobbiamo immaginare che Mirko abbia vissuto situazioni difficili. Ce ne racconta una, forse la più forte, cioè quando è stato minacciato di morte in Nigeria. Lì ci sono equilibri molto labili: se fai il passo sbagliato, basta poco per lasciarci le penne. Respinta la richiesta di un ragazzo che voleva fare il suo assistente (ne aveva già uno), questo lo ha minacciato di morte! Il suo bodyguard – Mirko era infatti sotto scorta armata – è andato a prenderlo e… dopo tre mesi di carcere è tornato a chiedere scusa. Tra i progetti futuri, Mirko parla dello sviluppo delle due società esistenti e l’obiettivo di aprirne altre tra qualche anno. Hanno anche una marea di progetti in campo immobiliare. Ma la cosa principale del suo team è portare le società ad un tale livello da essere considerati nel mercato italiano come supporto a livello mondiale nella progettazione e nella direzione lavori. Tra gli altri progetti, magari aprire una sede in Canada, dove c’è un mercato gigantesco per il tipo di servizio che la società di Mirko offre. Perché il momento bisogna viverlo. Ovunque. Anche in giro per il mondo. Parola di Mirko Dalle Nogare. ■ 51
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trentinoincontri
QUEI “SELFIE” DAL PASSATO
PER CHI NON L’AVESSE ANCORA FATTO, ALLE GALLERIE DEL MUSEO STORICO DI TRENTO È POSSIBILE VISITARE LA MOSTRA “USAVAMO LA CINEPRESA: STORIE IN FORMATO RIDOTTO”, UN’ESPOSIZIONE IN CUI IMMAGINI, OGGETTI, SUONI DEL CINEMA AMATORIALE ACCOMPAGNANO IL PUBBLICO LUNGO LA STORIA DEL NOVECENTO 52
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“U
sare la cinepresa”, “riprendere” e essere “ripresi” sono azioni, un tempo comuni a molti, che certamente appartengono al passato. Eppure, esperienza e gesto del “riprendere” altro non sono che la “preistoria” di ciò che oggi facciamo continuamente, usando lo smartphone e postando i nostri video sui canali social. Ecco perché il cinema amatoriale ha una natura simile ai moltissimi materiali che quotidianamente vengono caricati su Youtube, Facebook e gli altri social. Ad essere molto diversa è ovviamente la diffusione e la visibilità che questi prodotti hanno.
La mostra è divisa in dieci sezioni dedicate ad alcune delle principali tematiche che caratterizzano i film amatoriali in Trentino: la vita quotidiana e il tempo libero, i viaggi e il divertimento, la montagna e lo sport, i riti familiari e le trasformazioni del mondo del lavoro, della scuola, della società, dei costumi. I visitatori sono immersi in un’atmosfera sospesa e sono circondati da immagini inedite che appartengono al nostro passato, come la Trento degli anni Cinquanta e Sessanta con l’arrivo delle prime automobili in città, i cortei di Lambrette che portavano i trentini nei luoghi di villeggiatura durante il fine settimana, le spiagge del Lago di Caldonazzo, il Lago di Tovel, quando era ancora rosso, il panorama delle Dolomiti, le città che si espandono, i vecchi mestieri e poi ancora matrimoni, momenti familiari, i primi passi dei figli. Il percorso espositivo è formato da una
sessantina di proiezioni che rappresentano solo una piccola parte delle circa 3000 pellicole conservate presso la Cineteca della Fondazione Museo storico del Trentino. Questo viaggio nel passato, attraverso gli sguardi della gente comune, vuole essere un primo passo per valorizzare tale patrimonio audiovisivo e la sua condivisione con il pubblico: i musei servono anche a questo. Il cinema amatoriale è caratterizzato da un vastissimo campo di produzioni filmiche – che va dal documentario, al cortometraggio fino ad arrivare al film di famiglia ad uso domestico – realizzate in ambito non professionale a partire dagli anni venti fino agli anni ottanta del Novecento. Si è soliti attribuire il formato da 35 mm alle pellicole cinematografiche, il cineamatore preferiva utilizzare i formati più ridotti come il 9,5 mm, il 16 mm, ma soprattuto l’8 mm e il Super 8. Questo tipo di cinema, considerato di
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trentinoincontri
UNA “GALLERIA” DI STORIA E DOCUMENTI
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a oltre dieci anni spazio dedicato alla storia, Le Gallerie, fino all’ottobre 2007, erano due tunnel stradali utilizzati per far scorrere il traffico della tangenziale di Trento. Hanno una superficie di più di 6.000 metri quadrati e sono lunghe 300 metri. Una galleria è colorata di bianco, l’altra di nero. Il bianco e il nero sono i colori di molte fotografie e filmati, che rappresentano fonti della storia e documenti. Le Gallerie, curate e gestite dalla Fondazione Museo storico del Trentino, non sono un museo tradizionale, forse non sono nemmeno un museo. Sono più un laboratorio e un luogo di partecipazione. Uno spazio culturale dove i più diversi linguaggi dialogano per promuovere la conoscenza della storia, per suscitare curiosità e per far sorgere interrogativi. Al momento ospitano tre mostre. Nella bianca “Chiara Lubich, città mondo” e “Il muro infinito: Berlino 1989-2019”, nella nera “Usavamo la cinepresa: storie in formato ridotto”. Sono previste visite guidate gratuite per la mostra “Usavamo la cinepresa: storie in formato ridotto” nel mese di aprile e di maggio. Tutti gli aggiornamenti sul sito: www.museostorico.it Le Gallerie. Piedicastello, Trento Ingresso libero. Martedì-domenica: 9 -18 / lunedì chiuso Informazioni-prenotazioni: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.230482 info@museostorico.it – www.museostorico.it
serie b forse proprio a causa dell’aggettivo “amatoriale” è stato spesso trascurato dalla storiografia e dall’analisi storica. In realtà sono documenti che costituiscono un prezioso strumento per cogliere come sono cambiati il modo di vivere, i riti sociali, i modelli di comportamento, e il modo di rappresentarsi. Le piccole storie in formato ridotto riprese dagli obiettivi delle cineprese incontrano così la grande Storia. La mostra non è fatta di sole immagini. La storia dei formati ridotti è infatti anche strettamente legata all’evoluzione tecnologica. Ecco perché all’interno del percorso espositivo si trovano anche alcuni oggetti che hanno contribuito alla diffusione del cinema amatoriale: dalle prime cineprese a manovella degli anni venti – in cui ciò che contava era la gestualità, il ritmo del movimento della mano del cineamatore che doveva compiere 17 fotogrammi al secondo – alle cineprese automatiche, con lo zoom integrato, più facili da usare degli anni cinquanta, sessanta e settanta. Un’altra categoria di oggetti è legata ai sistemi di riproduzione. I proiettori, lungo il Novecento, diventano più compatti, leggeri, si trasformano in veri e propri oggetti di design che si integrano con l’arredo 54
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di casa. Il cineamatore nel tempo libero approfondisce le tecniche di ripresa e del montaggio: taglierine, giuntatrici, moviole, colle, pellicole sono solo alcuni degli oggetti che si trovano in mostra che compongono la cassetta degli attrezzi per svolgere un hobby che richiedeva grande passione e dedizione. La visita al percorso è accompagnata da una colonna sonora composta da alcuni dei brani più famosi della musica
italiana. Una playlist di dieci canzoni che ripercorrono gli anni di maggior diffusione del cinema amatoriale per ricreare le emozioni e le atmosfere dagli anni ‘50 e ‘70. La mostra, curata dalla Fondazione Museo storico del Trentino, è visitabile fino al 3 maggio 2020 presso gli spazi espositivi Le Gallerie a Trento da martedì alla domenica dalle ore 09:00 alle 18:00 (ingresso libero). ■
ANTONIO SARZO
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trentinoitinerari
di Fiorenzo Degasperi
LADDOVE LA NATURA È SPENSIERATA ALLA SCOPERTA DELLA VALLE DEL VANOI. TRA I LUOGHI PIÙ AFFASCINANTI E PARTICOLARI DEL TRENTINO. TRA AMBIENTE INCONTAMINATO E ANTICHE TRADIZIONI. E NON DIMENTICATE LE CIASPOLE!
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Vanoi
è una valle incantata che è rimasta tale nel corso dei secoli: quella del Vanoi, dove leggenda e storia si confondono. Il lavoro dell’uomo ha plasmato il territorio falciando i prati, tagliando gli alberi, scavando miniere, erigendo tabià per il fieno e le bestie, costruendo case dalla caratteristica ritonda, una piccola abside sporgente in cui sono collocati il focolare e il camino, e decorate dai piòl, i ballatoi lignei su cui venivano appese le pannocchie di mais. Sulle facciate delle case e lungo i sentieri del lavoro innumerevoli affreschi, ex voto, capitelli e piccoli santuari segnano la presenza del sacro che irrompe nella quotidianità: ai santi, alle sante e a dio si affidavano 56
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le vite, dalla nascita alla morte e oltre. Il nostro percorso si dilunga attraverso un sentiero che collega un arcaico paese, Zortea (m 1028, toponimo derivante dalla proprietaria di un maso, Dorotea, poi de zortea nel 1544), con il lago di Calaita, tra draghi, streghe e acque fredde, transitando per rifugi, malghe e immense foreste, accompagnati dal vento e con le aguzze guglie delle Pale di San Martino che fanno da scenografia. Siamo in una laterale del Vanoi, nella Valle del Lozen. Un tempo queste terre appartenevano alla potente famiglia tirolese dei Welsperg: qui operarono per secoli i minatori venuti dalla valle dell’Inn e nel periodo invernale, lungo i torrenti, centinaia di buschiéri
trascinavano il legname a valle, giù per le tempestose acque del Vanoi, poi per quelle del Cismon e della Brenta, fino a Venezia, dove i tronchi si trasformavano in navi della Repubblica Marinara e in fondamenta degli innumerevoli palazzi e chiese della città lagunare. Risalendo antichi sentieri selciati alle pendici del Coston, tra masi sparsi, incontriamo svariate testimonianze legate alla religiosità popolare, tra cui il seicentesco Capitello della peste, ai Masi del Lozen, una piccola cappella che conserva ancor oggi gli affreschi originali
trentinoitinerari PER DORMIRE E MANGIARE
del frescante itinerante Zuan Battista Costoia, originario dell’Agordino. Ovviamente non può mancare la Madonna con il Bambino, affiancata sui lati del capitello da santi e vescovi protettori, la cui presenza su questa terra era invocata quotidianamente dalle genti del luogo. I Masi di Lozen sono famosi dal punto di vista architettonico perché in queste costruzioni si possono osservare le influenze venete – le finestre ad ogiva – e quelle tirolesi – i fienili in legno blockbau –. Poco oltre, a quota 1200 metri, troviamo il maso-agritur Santa Romina con l’omonima cappella. La santa eremita romana, morta nel 324 d.C. e il cui nome
è assai raro nell’arco alpino, affianca sempre papa Silvestro. E forse non è un caso che a pochi chilometri da qui si erga, subito dopo il Passo Gobbera, su di uno sperone roccioso, il piccolo santuario dedicato al santo papa cacciatore di draghi. Il santuario, assieme alle chiese e cappelle di San Giovanni (Mezzano), di San Vittore (Tonadico) e di Santa Romina (ruderi, Bedolè, Fiera di Primiero), forma la famosa Crosèra, ovvero un quadrato “magico” posto ai confini del Primiero a difesa dal Male, dal Diavolo, dall’infinita schiera di draghi, streghe e stregoni e dal Mazarol, l’homo selvadego. Agritur e cappella formano un’oasi verde di pace e relax. D’altronde un tempo i boscaioli, i cacciatori e i viandanti diretti per ardui sentieri al Passo Rolle, toccando l’ospizio di San Martino, di protezione avevano proprio bisogno mentre transitavano per la malga di Lozen (m 1487), oggi trasformata in agritur, e per quella di Doch, ora un raffinato chalet.
Nel soprastante lago di Pisorno (m 2010) viveva l’Auselòn, il ruba bambini, un terribile drago-uccello sempre pronto a staccarsi in volo per planare là dove qualche genitore disperato l’aveva chiamato a voce un po’ troppo alta per spaventare i bambini. A dir il vero si narra anche che, se il bambino si comportava bene, l’Auselòn lo riportava indietro. E se non bastasse questa presenza inquietante, lì, nelle cime che ci accompagnano nella salita, sono state relegate le strie, le streghe. Quassù sono state imprigionate le maladonne, incatenate all’acqua dai voleri del Concilio di Trento che relegò in ogni luogo lontano streghe, stregoni e donne malvagie. Si racconta che il povero prete di Canal San Bovo, capoluogo del Vanoi, vi fosse salito con degli amici. Una volta in riva al lago si fecero prendere dal gioco del rimpiattino con i sassi. E dai uno, dai due, dai tre, incresparono continuamente la superficie. Terminato l’insano
FOTO: ALCAMEDIA
Agritur Malga Lozen (m 1487), aperta tutti i week end, le festività e nel periodo estivo. L’Agritur è anche fattoria didattica, con percorsi riguardanti la vita della malga, passata e attuale, e gli antichi mestieri della fienagione, della mungitura e il ciclo dal latte al formaggio. Le attività sono rivolte soprattutto a scolaresche e gruppi organizzati in spazi coperti e attrezzati. Agritur Maso Santa Romina (m 1200), località Zortea, a pochi chilometri dal lago di Calaita, dove si coltivano erbe aromatiche e officinali. www.masosantaromina.com e, a poca distanza dal Lago di Calaita, lo Chalet Nel Doch, www.chaletneldoch.com. Lo Chalet è un vecchio maso completamente ristrutturato mantenendo le caratteristiche originali e oggi attivo come esercizio rurale”. Eco-Baita Natura Spensierata in Località Simbolda https://www.naturaspensierata.it/ e l’Hotel Serenella a Zortea http:// www.albergoserenella.net.
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trentinoitinerari ZORTEA, LA STANZA DEL SACRO
Craspe tradizionali del Vanoi
gioco, sulla via del ritorno a casa i tre vennero sorpresi da un temporale così violento da obbligarli a chiedere ospitalità in una malga, nella quale pernottarono senza tuttavia riuscire a dormire, tanto assordanti erano i tuoni e accecanti i fulmini provocati dalle streghe come punizione per essere state disturbate. Si narra che alcune di queste streghe furono catturate: un patibolo fu elevato a Molaren di Mezzano e un altro a Tonadico e le Tre Sane, le belle donne dallo sguardo ammaliatore, vi furono bruciate vive. Non si sa se fossero le streghe del lago di Pisorno o le Lede della Val Canali, quelle che abitavano ai piedi della Fradusta. Si racconta che ancor oggi nel Vanoi – al port dei Serai, nei pressi del pilon dei Reversi (dopo Caoria, verso il Rifugio Refavaie) –, nelle notti di luna piena s’incontrino tutte le streghe, anche quelle che abitano sulle pendici del Bedolè e lungo il corso del Travignolo, le streghe raccoglitrici di erbe del Monte Pavione e quelle che si trasformarono in lontre e che divennero così il simbolo dei quattro Comuni del Primiero e del Vanoi: Imer, Tonadico, Mezzano e Canal San Bovo. E se non bastasse, il laghetto sottostante cima Folga – Scanaiol-Folga, sottogruppo del Lagorai – rientra nei cosiddetti “laghi sonori” che preannunciano tempeste e bufere. Come ricorda don Lorenzo Felicetti nel suo Leggende del Trentino, non vi si possono gettare sassi, nemmeno per scherzo, perché è il modo più sicuro per scatenarle le bufere. E quassù, quando nascono, sono davvero impetuose e il vento che 58
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s’alza corre giù per i pendii fino a Pieve, Mezzano e Imer, gettando scompiglio tra boschi e case e rendendo la gente irascibile e nervosa. È questo un percorso che ci immerge nella storia e nella leggenda, accompagnati da una scenografia tra le più spettacolari delle Dolomiti, e che può prevedere delle soste in diversi punti di ristoro per gustare le prelibatezze della ■ valle.
Tra le tante attività organizzate dall’Ecomuseo del Vanoi per far conoscere il territorio della valle sotto tutti i suoi aspetti – culturali, economici e folklorici –, va menzionata a Zortea la Stanza del Sacro. Nella vecchia scuola della piccola frazione, al primo piano, sono raccolti i segni della religiosità popolare: un conservatorium della memoria nel quale il tesoro custodito è appunto la memoria stessa, al di là del valore materiale degli oggetti esposti. L’allestimento permanente del piccolo museo propone il calendario agricolo e quello agiografico, oggetti della cultura materiale, detti popolari, filastrocche e rime, il tutto legato al mondo dei santi e a quello dell’agricoltura-allevamento. Durante l’estate vengono allestite esposizioni temporanee sempre legate al Sacro. La Stanza del Sacro è aperta durante i mesi estivi o tutto l’anno su richiesta. Info: Ecomuseo del Vanoi, tel. +39 0439 719106, www.ecomuseo.vanoi.it
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di Jacopo Tomasi
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iportare alla luce il caso di Gino Sandri per alcuni è portare al dominio dell’arte un artista dimenticato perché buttato nelle immondezze dei manicomi; per me è riproporre all’attenzione dell’homo sapiens sapiens il problema di come sia potuto accadere il phénomène humain del manicomio». Con queste parole lo psichiatra Vittorino Andreoli spiega l’importanza di dare visibilità, ai giorni nostri, alla figura e all’opera di Gino Sandri. A riaccendere i riflettori sulla sua storia è il libro appena uscito, a cura di Paolo Conti, La libertà mi sorrida (Erickson 2020, 280 pagine, 22 euro), che presenta un’ampia e inedita raccolta di disegni e scritti di Gino Sandri, offrendo uno spaccato fedele di un’esperienza artistica e umana unica nel suo genere.
IL SORRISO DELLA LIBERTÀ TALENTO PRECOCE, NEL 1924 GINO SANDRI VIENE INTERNATO IN UN ISTITUTO PSICHIATRICO, DOVE CONTINUA A DISEGNARE. LE SUE OPERE SONO UNA TESTIMONIANZA UNICA DELLA REALTÀ MANICOMIALE. LA SUA STORIA È RIPORTATA ALLA LUCE DA UN LIBRO CHE SARÀ PRESENTATO L’11 MARZO A TRENTO Gino Sandri (1892-1959) è stato un disegnatore di grande talento, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Apprezzato illustratore, collabora già a vent’anni con le case editrici Hoepli e Barzini. Nel 1924, per iniziativa delle milizie fasciste, viene internato in un istituto psichiatrico e scompare dall’attenzione di critica e pubblico. Durante l’esperienza manicomiale, Sandri continua comunque a
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disegnare e a scrivere, scegliendo come soggetti elettivi i volti e le vite di persone ferite dalla malattia e dall’abbandono, vittime, come lui, di un’istituzione emarginante e violenta. La storia di Sandri è controversa, se è vero che, come ricorda il biblista Gianfranco Ravasi nelle pagine introduttive del libro, il regime fascista «amava rubricare come folli i pensatori e gli attori liberi nella scena cupa della repressione». In manicomio, dove Sandri morirà abbandonato nel 1959, il disegno lo impegna, lo tiene vivo. «Il talento artistico – scrive Ravasi – lo difende da un abbrutimento disperato nella segregazione impostagli». E ciò che disegna (e scrive) rappresenta un documento straordinario sull’istituzione manicomiale, che in Italia vedrà la fine nel 1978 grazie alla Legge 180 (anche se molti Istituti sono
rimasti in funzione fino a metà degli anni Novanta e ancora oggi diverse realtà psichiatriche riproducono modelli manicomiali). In quasi trent’anni di reclusione, sono oltre 500 i ritratti realizzati da Sandri in manicomio (anche se il numero si riferisce solo ai ritratti ritrovati, ed è plausibile pensare che fossero in realtà di più). In essi Sandri si rivela come una sor-
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ta di «anti Lombroso», come fa notare lo psichiatra Giorgio Bedoni. A differenza del padre della criminologia moderna, egli infatti non tratteggia «tipi degenerati, grotteschi criminali e uomini di genio», ma «figure dolenti di vinti perduti alla vita». «Il modo con cui l’artista tratteggia la follia dei degenti negli ospedali psichiatrici è intriso di una dolente pietas», dice anche Ravasi, che sottolinea come i ritratti di Sandri siano «generati da un coinvolgimento diretto e sofferto con la somma tristezza da cui si sentiva circondato e di cui egli stesso era vittima». Se al Sandri «illustratore» è stata tributata negli ultimi anni
una certa attenzione, sia pure tardiva, da parte della critica, il Sandri «scrittore» è ancora del tutto sconosciuto. L’iniziativa promossa da Erickson intende colmare, almeno in parte, questa lacuna, offrendo per la prima volta una selezione, oltre che delle opere, anche degli scritti dell’autore, dai quali emergono una sensibilità acutissima e un’originale capacità introspettiva nel testimoniare la drammatica vicenda degli internati in manicomio. Proprio per ricordare la figura di Sandri, gli spazi della rinnovata sede Erickson di Gardolo (via del Pioppeto 24) ospiteranno dall’11 marzo al 24 aprile 2020 una mostra (con ingresso gratuito) dedicata all’artista, con l’esposizione di 26 opere. L’11 marzo è in programma l’inaugurazione e alle 17.30 si terrà un incontro aperto alla cittadinanza per riflettere sul rapporto tra condizione umana e linguaggio artistico. Sarà presente Daniela Rosi, docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, già responsabile culturale del Centro Franca Martini ed esperta di Outsider Art.. ■
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C’ERA UNA VOLTA IN TRENTINO di Claudio Marchesoni
Contadini che ballano in un’incisione cinquecentesca di Albrecht Dürer. A sinistra, un’immagine della Confraternita dei Ciusi e dei Gobj attuale
Don Giuseppe Grazioli ritratto da Eugenio Prati
LA MASCHERATA DEI CIUSI E DEI GOBJ
A LEVICO
1874. A LEVICO I PROBLEMI DI ORDINE PUBBLICO ERANO ASSENTI O FACILMENTE CONTROLLABILI E IL CONTRASTO TRA SIGNORI E POPOLANI MENO AVVERTITO. LA MASCHERATA POTÉ SVOLGERSI SENZA INTOPPI E NELL’ALLEGRIA GENERALE. POCO DOPO MEZZOGIORNO...
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a piazza della chiesa era gremita di spettatori arrivati anche da Pergine, da Borgo e dal restante circondario; altre persone si accalcavano nei vani delle finestre, sui tetti delle case e persino sul campanile. Tutti erano lì per assistere all’antica contesa dei Ciusi e Gobj. Anche se la cosa può apparire insolita, non ci troviamo a Trento in occasione della festa di San Vigilio, ma a Levico durante il carnevale del 1874. Nella città del Concilio la manifestazione carnevalesca, già ampiamente illustrata da Michel’Angelo Mariani nel 1673, era andata in disuso e nel corso dell’Ottocento le autorità 62
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La piazza di Levico dove si tennero le mascherate dei Ciusi e Gobj in un’immagine dei primi del Novecento
trentinostoria
La mascherada dei Ciusi e Gobj a Trento (da Die österreichisch-ungarische Monarchie in Wort und Bild - Tirol und Vorarlberg).
non ne permettevano la riproposizione, temendo potesse trasformarsi in un focolaio di disordini. Non tutti si rammaricarono della scomparsa: nel 1853 apparve sul settimanale L’ape un articolo che considerava un incontrastabile progresso la cessazione di “quel fare e quell’abito sguaiato, indecente, e più ancora la ginnastica rapina del paiuolo che ogni anno mieteva qualche vittima”. Cinque anni dopo Tito de’ Bassetti manifestava dispiacere mentre attribuiva l’abbandono della manifestazione alla fiacchezza signorile che aveva lasciato libero campo alla “maschia vigoria dei rustici e dei popolani; nel che si spiega – continuava – la ragione per la quale al presente una tal mascherata sia rimasta un desiderio più della plebe, che delle clas-
si civili, e perciò appunto sia stata dismessa. Peccato!...” Invece a Levico i problemi di ordine pubblico erano assenti o facilmente controllabili e il contrasto tra signori e popolani meno avvertito. La mascherata poté svolgersi senza intoppi e nell’allegria generale. Poco dopo mezzogiorno arrivò da Selva il corteo con la banda in testa. Comparvero poi i tre gruppi: i Ciusi, i Gobi e i Masnadieri, i cui re sedevano su carrozze decorate per la speciale circostanza. I Ciusi erano agghindati in maniera elegante, mentre i Masnadieri indossavano un abbigliamento che ricordava i briganti del Meridione d’Italia. La rappresentazione durò fin dopo le tre del pomeriggio e nel frattempo in un grande paiolo era stata cotta la polenta. Ad un certo punto
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trentinostoria Borgo con Castel Telvana alla fine dell’Ottocento
IL LIBRO
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uesto articolo è tratto dal libro “Cronache dalla Valsugana dell’Ottocento” di Claudio Marchesoni (Curcu Genovese). Attingendo soprattutto alle cronache dei giornali questo libretto lancia sguardi curiosi dentro la Valsugana del XIX secolo. Riporta in vita incontri-scontri con aquile e orsi, stragi di uccelli, donne in marcia su sentieri malagevoli, andirivieni di carrozze, bei paesaggi e abitati trasandati, annegamenti, matrimoni, finte apparizioni di madonne. I grandi temi ottocenteschi (prosciugamento delle paludi, spedizione del generale Medici, alluvione dell’82, crisi economica, ferrovia) sono evocati di sfuggita. Le vicende qui proposte, marginali rispetto alla grande storia, sono state scelte tra le molte perché adatte a restituire atmosfere, luoghi e situazioni ed a recuperare lo spirito del tempo. Pag. 108 - Euro 14,00 www.curcugenovese.it i Masnadieri si raggrupparono e con voci intonate cantarono un brano dell’opera di Giuseppe Verdi adatto alla circostanza: I masnadieri appunto. Nel corso della festa si esibirono per il divertimento dei presenti anche due pagliacci, un arlecchino e delle coppie vestite come ai tempi in cui i Levegani litigavano con la gente di Asiago per il possesso delle malghe di Vezzena. Fin dal suo arrivo la banda si era sistemata su un’apposita tribuna dove suonava per accompagnare le danze dei Ciusi e Gobj e quelle della gente. Tra i ballerini tutti notarono un novantenne che arditamente si cimentava nelle manfrine in barba alla veneranda età. La polenta finalmente cotta fu tagliata a fette e distribuita ai presenti e qualcuno se la portò a casa. Nel 1875 lo spettacolo non si ripeté. Le cause della momentanea cancellazione non si conoscono con precisione, ma vanno forse individuate nei drammatici eventi che Levico stava vivendo: quasi 500 persone si accingevano 64
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quell’anno ad emigrare verso il Brasile; era necessario pensare alla ricostruzione del centinaio di case andate a fuoco in via dell’Ospizio nel settembre del 1874 e curare che procedessero i lavori per la nuova chiesa. I Ciusi e Gobj ritornarono a Levico per la seconda e ultima volta nel 1876, alla presenza di una folla strabocchevole, nonché del capitano e del commissario distrettuale arrivati in carrozza da Borgo per assistere alla
mascherata. Una maschera a cavallo andò loro incontro e ritornò poi al galoppo ad annunciarne l’arrivo. Tra lo scoppio dei mortaretti lo spettacolo ebbe inizio e proseguì con lo svolgimento solito e con la consueta distribuzione finale di polenta. Anche per il resto della Valsugana le cronache segnalano qualche festa di piazza, più contenuta e modesta rispetto a quella di Levico. A Telve nel 1876, dopo anni di abbandono, venne organizzata la mascherada dei mattelli: dodici giovani mascherati, accompagnandosi con musiche, giravano per le case raccogliendo farina e formaggio, in piazza cuocevano quindi la polenta e la distribuivano ai poveri. A Strigno l’ultima domenica di carnevale arrivarono masche-
La mascherata dei Ciusi e Gobj ( illustrazione tratta da Sulla antica mascherata trentina detta la polenta dei Ciusi-Gobj, 1858, di Tito de’ Bassetti)
re da Villa Agnedo in groppa a cavalli ed asini. Ciò che però non mancava in tutta la valle nel corso dell’Ottocento erano i balli. I proclami e i provvedimenti che nei secoli precedenti avevano tentato di impedire l’uso delle maschere e la partecipazione a feste da ballo erano stati messi da parte; il ballare e l’andare in maschera non erano più considerati usanze che dispiacevano alla divina Maestà e portavano danno alle anime, causando inoltre risse, inimicizie, odi e spesso la morte (così si poteva leggere in provvedimenti delle comunità di Cinte e Pieve Tesino del 1638). Ora si ballava con maggior disinvoltura. Nel 1877 si tennero a Borgo il ballo della banda, quello degli artieri e quello dei pompieri; il martedì grasso tutti a Scurelle al seguito della banda di Borgo a ballare in piazza. Anche nei balli Levico si distingueva: già dal 1870 nel teatro comunale si tenevano veglioni danzanti a favore dei lavoratori e dei poveri, durante i quali suonava la banda in uniforme. Due balli a favore della Società di mutuo soccorso si tennero in teatro anche nel 1877 e altri, più esclusivi, vennero organizzati da privati. Poi il mercoledì delle ceneri tutti in chiesa ad espiare ascoltando le prediche del francescano padre Policarpo, il quaresimalista di turno. ■
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LA NUOVA JAGUAR F-TYPE QUATTRO CILINDRI DI UNA VERA SPORTIVA ANCORA PIÙ AGILE ED EFFICIENTE
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on l’introduzione dei nuovissimi motori a benzina quattro cilindri Ingenium, Jaguar si appresta ad aumentare il fascino della nuova F-TYPE. Si allarga in questo modo la pluripremiata famiglia della sportiva Jaguar, che ora parte dal modello entry-level a quattro cilindri fino ad arrivare alla F-TYPE SVR, la supercar per tutte le stagioni da oltre 320 km/h di velocità massima. L’abbinamento tra la due posti Jaguar interamente in alluminio con l’avanzato propulsore 2,0 litri sovralimentato da 300 CV conferisce a questa vettura dal DNA sportivo una maggiore agilità oltre a una maggiore efficienza ed affidabilità. Il suo temperamento unico la rende una F-TYPE a tutti gli effetti. Con una velocità massima di 249 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h di soli 5,7 secondi, questa versione mantiene
Questo motore Ingenium da 300 CV non è solo il più potente quattro cilindri mai prodotto da Jaguar, ma è anche il propulsore con la più elevata potenza specifica di qualsiasi altra unità presente sulla F-TYPE: 150 CV per litro. Questa versione è anche la più efficiente di tutta la gamma F-TYPE, grazie ad un risparmio di carburante del 16% rispetto al V6 da 340 CV e alle emissioni di CO2 di soli 163 g/km nel ciclo combinato europeo. PROPULSORE Il nuovo motore 2,0 litri Ingenium a benzina da 300 CV di Jaguar Land Rover è la più potente unità a quattro cilindri che l’azienda abbia mai prodotto. Caratterizzato da una suite di tecnologie all’avanguardia, offre eccezionali livelli di prestazioni, raffinatezza ed efficienza. Prestazioni, risposta ed efficienza: avanzata tecnologia di sovralimentazione Per la prima volta assoluta Jaguar Land Rover, ha integrato il collettore di scarico con la testata. Il refrigerante che fluisce nel collettore attraverso i condotti riduce i tempi di riscaldamento e quindi il consumo di carburante e le emissioni. AVANZATI SISTEMI DI ASSISTENZA ALLA GUIDA La nuova F-TYPE offre una suite di tecnologie progettate per aiutare e supportare il guidatore e rendere ogni viaggio più facile, più sicuro e più piacevole. inalterate le aspettative prestazionali della F-TYPE. L’elevata coppia massima di 400 Nm del motore sovralimentato, generata a partire da 1.500 giri/min., insieme al cambio Quickshift a otto velocità, offre una risposta eccezionale a tutti i regimi.
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ARTE FIERA ARTE FIERA
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dal nostro inviato MARCO CONSOLI
° EDIZIONE
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a 44a edizione di Arte Fiera, organizzata da BolognaFiere ha confermato il successo della manifestazione che ha registrato una crescita delle presenze di circa il 5 per cento rispetto al numero già cospicuo dell’anno passato, consolidandosi punto di riferimento per i collezionisti e gli appassionati d’arte. L’edizione 2020 – la seconda guidata da Simone Menegoi e da Gloria Bartoli come vicedirettrice, ha accolto i visitatori nei padiglioni 15 e 18 del Quartiere fieristico di Bologna con la proposta artistica di 155 gallerie: 108 nella Main Section, 47 nelle tre sezioni curate e su invito: Fotografia e immagini in movimento Focus e Pittura XXI, per un totale di 345 artisti coinvolti. 38 i partner e gli sponsor
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di questa edizione e 350 i collezionisti ospitati. Consenso unanime di pubblico ed espositori per la qualità complessiva della fiera e, in particolare, per le nuove sezioni curate e su invito: Focus (incentrata sulle ricerche artistiche della prima metà del XX secolo e del secondo dopoguerra) e Pittura XXI (dedicata agli artisti emergenti e mid-career che lavorano con questo medium).
Molte e qualificate le presenze della Main Section; riconfermata l’importanza di Fotografia e immagini in movimento, la sezione che rappresenta le tendenze della fotografia e del video. 5 i Premi assegnati durante Arte Fiera 2020: Premio per la pittura Mediolanum all’artista Michael Bauer (Galleria Norma Mangione, Torino); Premio Wide a due opere dell’artista Armin Linke (Galleria Vistamare, Pescara); Premio A Collec-
Boccanera gallery
BOLOGNA tion al duo The Cool Couple (MLZ Art Dep, Trieste); Premio Rotary alla galleria Pinksummer di Genova e all’artista Luca Trevisani; Premio ANGAMC 2020 conferito a Roberto Casamonti, fondatore della Tornabuoni Arte. Sempre centrale in Arte Fiera l’offerta del public program: la mostra L’opera aperta a cura di Eva Brioschi, che ha coinvolto le istituzioni pubbliche e private dell’Emilia-Romagna nell’ambito del ciclo Courtesy Emilia-Romagna; Oplà. Performing Activities a cura di Silvia Fanti (Xing), il programma di live arts di Arte Fiera con gli artisti Luca Vitone, ZAPRUDER filmmakersgroup e Alessandro Bosetti; Welcome, il progetto speciale dell’artista Eva Marisaldi che ha accolto i visitatori all’ingresso del padiglione 18 con un’installazione di grande levità e poesia. LA GALLERIA Boccanera gallery ha presentato ad Artefiera 2020 Bologna l’”iperrealismo emozionale” del trentino Andrea Fontanari e i lavori del serbo Nebojša Despotović Boccanera Gallery ha partecipato alla sezione Pittura XXI a cura di Davide Ferri presentando il dialogo dei due talentuosi pittori che appartengono alle due diverse generazioni della galleria.
Andrea Fontanari è nato a Trento (IT) nel 1996. Vive e lavora tra Trento e Venezia. Dipinge momenti che mettono a fuoco una nuova visione dell’ordinario. Ha vissuto in quelle stanze, ha dormito in quel letto, ha osservato quelle scale, ha lasciato quei luoghi, li ha dipinti nel suo studio e restituisce dipinti straordinari che partono da un intento iperrealistico e - lavorando per sottrazione - ci lasciano alla natura della luce e del colore. Nebojša Despotović è nato a Belgrado (SRB) nel 1982. Vive e lavora tra Berlino e
Treviso e attinge al patrimonio iconografico collettivo e personale recuperando vecchie fotografie e immagini. Ritagli di giornale, libri, manuali e riviste diventano il punto di partenza da cui l’artista crea i suoi quadri. La ricerca di Despotović, attenta alla definizione e alla rappresentazione del concetto di identità, salva solo apparentemente le immagini dall’oblio del tempo. Ricoperte e alterate con la pittura, le scene narrate acquisiscono un carattere indefinito e superato che appartengono a un tempo remoto.
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a sezio è la prim intera i, r r e F e ata di David l , dedic I, a cura lia o all’estero L’obiettivo de X X a r u . a a li It e g Pitt in n e , a d r a fiera lavoro em p o ne di un a pittura cont noramica del zionale e a pa all livello n di ire una mente è di offr mid - career, a ntato il lavoro to t e g e e li, s i pro a t re n n p XI ha merge ernazio ni ar tisti e nale. Pittura X ran par te int n a li g g de zio interna mid - career, in gere dall’inizio i t in is ip t d r a . 30 iato a llerie nno iniz tati da 19 ga c he h a n e s e r a, p Duemil 5 69
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ilano Moda Donna Autunno/ Inverno 20/21 (18-24 febbraio 2020) ha visto in calendario 56 sfilate, 96 presentazioni, 2 presentazioni su appuntamento e 34 eventi in calendario di cui 27 eventi moda e 7 eventi
culturali moda per un totale di 188 appuntamenti. Hanno debuttato per la prima volta nel calendario di Milano Moda Donna Ports 1961, Gilberto Calzolari e Vìen. Hanno presentato per la prima volta: Moon Boot, Giordano Torresi e Patrizia Pepe, Alexandra Moura, Marco Rambaldi e Simona Marziali-MRZ. Inoltre nell’ambito di un percorso di mentoring e sostegno ai designer emergenti,
il Camera Moda Fashion Trust insieme a CNMI ha supportato la sfilata di Act n. 1 e la presentazione di Flavia La Rocca, vincitrice del premio Franca Sozzani Green Carpet Fashion Award for Best Emerging Designer 2019. Sono tornati a sfilare a Milano Moncler e Philpp Plein, entrambi con una collezione co-ed e a presentare Roberto Cavalli e Romeo Gigli. In calendario le sfilate di Gucci, Alberta Ferretti, Max Mara, Prada, Fendi, Moschino, Tod’s, Salvatore Ferragamo, Versace, Missoni, Bottega Veneta, Laura Biagiotti, Giorgio Armani ed altre case di moda.
NA N O D A D O M MILANO er un filate) p 2 s 5 1 ie p I: p N o LEZIO a di 2 d E COL prensiv m o nsivi di (c TOTAL E compre signer i FIL AT i, n S h io c 6 z r 5 e a e ll • i 5 4 co er 7 3 m ket, 5 d totale d ENTA ZIONI p ion Hub Mar ani archi afric R ES l Fash • 9 6 P ner italiani a r cinesi, 5 sud NTO per 2 m cial E ig e s TAM sign 5 de ni, spe si, 8 de I SU APPUN (inaugurazio e r e h g Un A ZION eventi moda stre) ES EN T da (mo • 2 PR ENTI di cui 27 ti culturali mo V en • 3 4 E etc) più 7 ev , t n e ev
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AMMETTE
UN RITO CHE NON
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o sempre pensato alla sfilata come a un accadimento magico capace di sprigionare incantesimi. Un’azione liturgica che sospende l’ordinario, caricandolo di un sovrappiù di intensità. Una processione di epifanie e pensieri dilatati che si accomodano in una diversa partizione del sensibile.
In questa festa che si nutre di attesa, il mio pensiero trova la sua forma e si fa pubblico. Annoda ossessioni e spinte antigravitazionali. Sosta sull’improbabile. Accarezza quella nostalgia d’umano che altri chiamano imperfezione. Cuce, con la precisione dell’amore, ogni più piccolo dettaglio della scena per offrirlo a una comunità di interpreti. C’è l’incanto del dono, in questo rito che non ammette repliche. C’è la promessa di una consegna preziosa. Le luci si spengono. Gli adunanti sostano in attesa, con mani aperte. Tutto tace perfettamente, per accogliere i miei battiti storti e le mie vertigini. 72
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A questa tribù di spettatori emancipati offro la mia poetica. Che ne facciano interrogazione profonda. Che mi aiutino a comprenderla. Potranno tradurla o tradirla. Usarla per ridestare domande sopite. Oppure semplicemente respingerla, in assenza di varchi di compassione. Il dono è materia viva, un rebus il cui significato non appartiene a nessuno. Anche oggi abiteremo questo rito, per me sacro. Un corteo di passi disegnerà lo spazio, come rintocchi nel tempio. Misteriose imbastiture presteranno il loro giuramento alla luce. Una partitura di note magnificherà profezie impresse su corpi in movimento. C’è tuttavia qualcosa che, in questa cerimonia, solitamente rimane sepolto: lo sforzo del partoriente che accompagna il tremore della creazione; il ventre materno in cui la poesia, da forma a forma, fiorisce. Ho deciso quindi di alzare un velo su ciò che ama nascondersi. Che esca dall’ombra quel miracolare di mani sapienti e di respiri trattenuti. Che si faccia visibile quell’intelligenza collettiva che cura la gestazione, con brivido che infuria. Che si costruisca un trono per quell’alveare scalcagnato e un po’ folle che ho scelto come casa. Perché quella è la casa che venero: il varco benedetto attraverso cui la bellezza esce dal guscio.
Tutte le foto di questa pagina sono: GUCCI
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I bottoni a forma di rubinetto, le tasche che riproducono le cassette delle lettere, vecchie tappezzerie riprodotte su giacche e pantaloni, moquette e pavimenti sono i protagonisti di ambienti da portare sempre con sé nella vita di tutti i giorni, incipit di un percorso visuale. Il colore è sempre uno dei protagonisti delle collezioni Ultrachic, ma meno urlato e caratterizzato da accenni ironici che definiscono l’anima di questa collezione dalla forte personalità. La palette colori spazia dal giallo al verde, dal nero al rosa, dal rosso al giallo, sino ad arrivare a fantasie che mixano colori e tessuti impreziositi da applicazioni, loghi e stampe che raccontano la vita e i pensieri quotidiani della donna Ultrachic. Gli accessori come le borse, sono rigorosamente in eco-pelle, scatole in cui raccogliere ricordi, sogni, ma anche qualcosa di più piccante, i segreti inconfessabili di ogni donna. La donna Ultrachic è una 'MISS GIRL POWER’, una donna matura, che ha una sua storia, una vita, una donna intelligente per essere inutilmente banale, ma che non vuole mai dimenticare la ragazza che è sempre stata. Nasce così la collezione Ultrachic, colorata, divertente, elegante e raffinata, un viaggio che ci porta a scoprireelementi stilistici unici, indossati da una donna divertente, irriverente, di una eleganza contemporanea, consapevole del proprio stile caratterizzato da abbinamenti audaci e inaspettati.
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Marco Coin, creatore del brand Epilrose.
L’effetto di questo trattamento lo si avverte già dalle prime sedute, la cui durata va dai 3 minuti per un baffino ai 40 minuti per entrambe le gambe: i peli sono mano a mano più radi e sottili. Il percorso necessario per ottenere un risultato soddisfacente è di 10/12 sedute con cadenza mensile. Radicati in Trentino e presenti in una ventina di centri estetici, il metodo e le apparecchiature Epilrose offrono notevoli vantaggi sia per i clienti finali che per i titolari dei saloni. I clienti hanno la garanzia di rivolgersi alla consulenza e alla professionalità di personale specializzato e competente. Gli operatori dei centri estetici, invece, hanno l’opportunità di offrire tecnologie
di ultima generazione con macchinari sempre e perfettamente funzionanti grazie alla formula del noleggio operativo offerta appunto da Epilrose, che comprende oltre al percorso formativo un supporto pubblicitario. «La nostra formula di noleggio operativo – spiega ancora Marco Coin – si sviluppa su più giornate, dove questa tecnologia non rientra in carico nei cespiti del centro estetico ma dà la possibilità di detrarre fiscalmente tutto il costo, essendo questo considerato un servizio. Epilrose è responsabile della totale manutenzione, delle consegne e dei ritiri presso i centri affiliati. Forniamo inoltre formazione agli operatori che diventano “Epil specialist” e offriamo loro un supporto commerciale negli aspetti del marketing e della comunicazione. Ad esempio organizziamo giornate a porte aperte “Epil Day”, dove si offre una consulenza e una proposta di acquisto vantaggiosa di un percorso epilatorio». Epil Rose, insomma, è una garanzia sotto tutti gli aspetti: efficacia, sicurezza, professionalità e soprattutto pelle liscia come un petalo di rosa. L’estate si avvicina: durante il mese di marzo rivolgiti presso i centri affiliati, riceverai una consulenza gratuita e una proposta vantaggiosa su un “pacchetto epilazione”. ■ #epilrose
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i tratta di un istinto naturale quello dell’uomo per la terra. La passione per il verde, nel mese di marzo, è quasi una questione indispensabile, necessaria. Come l’aria tiepida che si comincia a respirare. Riporta alla rinascita della natura, un ciclo naturale che si ripete in tutto il suo splendore. Tutti allora a decorare balconi, adornare
È finalmente primavera
davanzali, ripensare l’orto ed abbellire il giardino. Andando a riscoprire anche il valore sociologico del coltivare. Sì, perché se occuparsi del proprio giardino diventa un ritaglio personale e quasi intimistico, prendersi cura di un orto o di una porzione di orto significa condividere con altri passioni, tecniche e modalità di gestione. Con la
grande soddisfazione di veder crescere i frutti del lavoro. Individuale e collettivo. BULBI, CHE PASSIONE Quando la voglia di colore in casa ritorna con tutta la sua intensità, è il momento di decorarla con le tonalità della primavera. Tulipani, narcisi e giacinti accenderanno l’ambiente domestico, arric-
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trentinoorti&giardini chendo di luce l’arredamento. La tendenza di oggi guarda all’alternativo, all’inconsueto, al particolare. Ed allora bando ai vasi tradizionali per dare spazio a bottiglie di vetro, bicchieri e contenitori di latta. Se proprio vasi e vasetti sono la vostra passione, scegliete l’unicità dei materiali: terracotta, porcellana o anche tessuto. Senza dimenticare il classico cristallo. Prima di trasferire i fiori nel vaso, ricordate di accorciare adeguatamente gli steli e di eliminare le foglie che si troverebbero immerse nell’acqua. Dopo aver disposto la composizione di fiori nel contenitore prescelto, posizionateli in un luogo fresco del locale, lontano dalla luce diretta del sole, dai caloriferi e dalle correnti d’aria. Le vostre creazioni possono trovare posto anche in luoghi meno consueti del solito: il vano di una libreria, l’angolo tranquillo della cucina, l’ingresso o una rientranza del corridoio. LA SEMINA La bella stagione è ormai alle porte; le giornate si allungano e il sole comincia a far senti-
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cime? Anche in questo caso, attenzione a non esagerare, nemmeno con le produzioni naturali. Grazie a determinati prodotti ricchi di azoto, le piante hanno sì una crescita molto rigogliosa, ma ciò non vuol dire che siano in grado di attivare quei meccanismi di difesa indispensabili per contrastare il menico numero uno: gli insetti.
COSÌ TI GESTISCO IL TERRENO Attenzione a come si pianta: vietati gli innesti troppo fitti, perché con la crescita lo spazio diventa necessario e vitale. Si tratta anche di una questione di ossigeno: se non circola aria a sufficienza, le piante tendono ad ammalarsi. Per la propagazione, è necessario utilizzare solo piante sane, con semi provenienti da colture garantite e certificate. Di fondamentale importanza poi applicare il principio della rotazione, piantando elementi diversi rispetto a quelli coltivati nello stesso posto l’anno precedente. E il con-
PROFUMI E SAPORI IN CUCINA: LE ERBE AROMATICHE Sono facili da coltivare e sono indispensabili in cucina, oltre ad essere un profumato punto verde della casa. La location ideale è il davanzale della finestra, quindi anche l’effetto visivo riveste la sua importanza. Tra marzo e aprile i pollici verdi si possono scatenare RESENTI: SIAMO P SEPPE SAN GIU FIERA DI 21-22 MARZO
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re i suoi tiepidi raggi. A marzo, quando le nostre prime piante saranno germogliate e cresciute, potremo passare a sistemarle sul balcone, in attesa dell’eventuale ulteriore passaggio nell’orto. E per chi non ha tempo di pazientare in attesa dei tempi (magari lunghi) di germinazione e vuole vedere risultati concreti subito, ecco le specie che danno immediate soddisfazioni: rucola, ravanelli, fagioli e fagiolini. Prima della semina, il terreno va mantenuto pulito ed arieggiato, vangandolo e arricchendolo con un concime organico, per favorire l’attività microbica. Naturalmente va sempre utilizzato un terriccio di buona qualità, meglio se specifico per ogni tipo di esigenza. Attenzione anche all’irrigazione: evitare di bagnare sopra la chioma, cioè lungo il fusto e sulle foglie, per non incorrere in spiacevoli inconvenienti, come ad esempio lo sviluppo di funghi. La soluzione ottimale consiste nel bagnare la zona verde attraverso un sistema di irrigazione goccia a goccia; questo sistema, oltre ad evitare
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dell’utilizzo, tranciate con decisione la parte necessaria senza incidere in maniera eccessiva, in modo da evitare danni importanti alle erbe in vaso.
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I nuovi vasi e relativi sottovasi vanno posizionati secondo la luce richiesta. Indispensabile pensare anche al concime, riferendoci a prodotti completi di tutti gli elementi nutritivi. Si può optare per un concime da aggiungere all’acqua delle annaffiature ogni dieci/ quindici giorni oppure usare un concime in granuli dalla
durata di alcuni mesi. Nelle fioriere più grandi è consigliabile inserire alcune manciate di letame trattato, disponibile nelle rivendite specializzate. GIARDINO DI PRIMAVERA Forse i meno esperti in fatto di verde non sanno che esistono fiere, manifestazioni ed
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nelle due classiche modalità: acquistare piantine già formate – con grandi risultati in poco tempo – o partire dal seme, inserendo l’aromatica prescelta ed effettuando quindi la semina. Importante e fondamentale la scelta del vaso. Nei classici vasetti di plastica acquistati nei supermercati le piantine appassiscono e muoiono spesso; per ovviare a questo problema e avere a disposizione un angolo sempre verde e profumato, basta travasare le piantine in contenitori più adatti, che consentono al vegetale una corretta traspirazione ed idratazione. Attenzione a non innaffiarle troppo, in quanto alcune varietà non amano troppa acqua. Al momento
IL BALCONE DI PRIMAVERA: ISTRUZIONI PER L’USO Prima di adornare le parti esterne, osservate la luna. Se è crescente, quello costituisce il momento migliore per mettere a dimora i bulbi delle piante a fioritura estiva come dalie, iris, anemoni, gigli e ranuncoli. L’elemento fondamentale è costituito dal terriccio: alla base dovrà trovare posto uno strato di ghiaia o argilla; in superficie terra leggera. Mai pressare troppo il terreno intorno ai semi. Predisposti i vasi e relative semine, è giunto il momento di predisporre il balcone o il terrazzo per la nuova stagione. Vanno controllati i vasi, eliminata la terra ormai inservibile, predisposto un programma di irrigazione.
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edizioni dedicate interamente alle piante. In questi contesti, trovano spazio anche le nuove tendenze nel disporre i fiori e nell’arredare un giardino, per ottenere effetti unici e speciali. Curiosando sui siti che presentano queste novità, si scopre innanzitutto che esistono tante tipologie di verde. Qualche esempio? Piante aromatiche e per l’orto, piante tropicali, piante da ombra, arbusti comuni ed insoliti, piante grasse e rampicanti, piante commestibili e tantissimi altri vegetali. Tra le novità più recenti, le piante di frutti di bosco, fantastiche per arredare il giardino di
fiori e di frutti profumati. A corredo di queste immense varietà, l’artigianato artistico di alta qualità: casette per uccellini e scoiattoli, oggetti di ferro battuto, ceramiche decorate in modo fiabesco, oggetti dal gusto vintage e retrò. Nell’ambito di queste fiere trovano posto interessanti laboratori per bambini, futuri “piccoli giardinieri”. Qui i giovanissimi potranno sperimentare con mano ed apprezzare un mondo, per alcuni ancora sconosciuto. COLTIVARE A SETTORI, PERCHÉ NO? Coltivare in grandi cassoni è
un metodo molto diffuso. Nato dall’esigenza di chi dispone di spazi ristretti ed angusti ma non vuole rinunciare al verde, questa variante molto alternativa quanto allettante ha conquistato anche chi gli spazi li ha. Questo non solo per l’effetto visivo e prettamente estetico; coltivare a cassoni ha anche dei grandi vantaggi. Uno su tutti il fatto di non doversi piegare: disporre questi contenitori in posizioni diverse dal piano terra permette di seguirle con maggior facilità. Nei cassoni inoltre si verifica una maggior protezione dagli attacchi dei parassiti. Ma il vero piacere sta nel modellare l’orto a proprio piacere, adattando ogni centimetro disponibile secondo la fantasia di chi crea. Se poi si è pratici di bricolage, si possono creare cassoni alternativi e dalle forme più strane e particolari. Va considerato che l’orto in cassoni è anche a misura di bambino, con tante opportunità per lavorare con il verde. Ideale per ravanelli, carote, spinaci ed insalatine, l’orto a mo’ di fioriera è la tendenza del momento. LE AIUOLE SONO IN FIORE L’aiuola va preparata almeno una settimana prima dal lavoro di posa dei fiori. Va
vangata in profondità ed è necessario ripulire la terra da tracce di vecchie piante, radici o sassi. Se il terreno appare sodo e compatto, conviene alleggerirlo con terriccio più leggero per renderlo morbido e permeabile. Ma quante piante servono? Di solito si tende ad acquistare più piante del necessario, perché non si considera lo spazio di fioritura tra una pianta e l’altra. E se al momento dell’impianto l’aiuola sembra scarna e poco ricca, nel giro di poche settimane sarà riempita in modo completo, senza troppi affollamenti. In primis vanno posizionate le piante più grandi, lasciando loro lo spazio necessario. Quindi via via quelle di media misura, per finire con le più piccole. Una particolare attenzione va posta ai colori, che devono essere armonici tra di loro. Anche le rampicanti sono ideali per arricchire e deco-
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rare una pergola, un arco o una ringhiera. Bisogna però distinguere tra quelle piantabili anche in vaso e quelle che tendono a lignificare, come il glicine e la boungavillea. IL GIALLO SOFFICE DELLA MIMOSA Forse non tutti sanno che la mimosa – simbolo della festa della donna – è una pianta australiana che si è adattata molto bene ad alcune regioni climatiche del nostro Paese. Si tratta di una varietà di acacia, che nel suo paese d’origine raggiunge anche i trenta metri di altezza; in Italia raggiunge al massimo i dodici metri. La sua particola-
rità sono i caratteristici fiori gialli disposti a grappolo. Per questo è molto decorativa e ideale per creare macchie di colore e segnali di primavera. Per crescere necessita di un clima mite e temperato, come quello delle zone costiere d’Italia. Se avete intenzione di coltivarla in vaso, controllate in prima battuta lo stato delle radici: se appaiono disposte lungo la metratura del vaso, occorre rinvasarla in un contenitore più grande. Quelle recise e ricevute in mazzo vanno tolte dalla carta della confezione e messe a bagno in acqua pulita e inacidita con succo di limone. Dopo questa operazione, vanno posizionate
in piena luce ma lontano da fonti di calore. Per idratarle usiamo uno spruzzino e le bagnamo di tanto in tanto. LA SEMPLICITÀ DELLE ERBACEE PERENNI Fioriscono in estate queste erbacee perenni robuste e rustiche, originarie dell’America centrale e settentrionale; le foglie sono di color verde scuro, i fiori sono molto simili alle margherite, in quanto presentano un corposo disco centrale e petali colorati. Chiarito questo, la semina ottimale è da intravedersi agli albori della primavera, tra febbraio e marzo. Chi vuole provare
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a farlo in casa – nel classico ed estetico vassoio da semina – non ha che da riempirlo con del terriccio preventivamente setacciato. Si andrà a riempire per uno spessore di qualche centimetro, poi si presserà il terriccio con un mattarello da cucina. Si arriva dunque al momento di disporre a mano i semi, avendo cura di distanziarli tra loro in prospettiva della crescita. Effettuata questa operazione, si ricopre il tutto con dell’altro terriccio setacciato. Si bagna e si nebulizza a più riprese finché la terra non è ben umida. Il nostro vassoio va collocato in zona luce, vicino ad una finestra, in un ambiente di circa 18/20°C; dopo dieci giorni andrà spostato all’aperto. Una volta fuori, bisognerà posizionarlo al riparo dalla pioggia ma alla luce del sole. In caso di notti ancora particolarmente fredde, coprire il vassoio con del tessuto apposito ■ per piante.
La primavera è alle porte. Coglila. In Floricoltura Roncador la primavera è pronta per essere colta.
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Gioele Dix
di Fabio Lucchi
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edici diversi titoli, per un totale di venti serate in quindici teatri della provincia. È la ricca offerta del Coordinamento Teatrale Trentino che anche nel mese di marzo propone agli appassionati dello spettacolo dal vivo un cartellone di elevata qualità artistica, con nomi di primo piano della scena nazionale. Si parte all’insegna della comicità con “That’s amore”, una frizzante “commedia degli equivoci” di Marco Cavallaro che sarà in scena a Mezzolombardo (martedì 3), a Tesero (mercoledì 4 marzo) e Tione (giovedì 5). Il sipario si alzerà giovedì 5 anche a Borgo Valsugana dove è in calendario “Bon mariage”, una scrittura teatrale di Andrea Castelletti che l’autore definisce “commedia illuministica sul matrimonio fronte e retro”. Giovedì 5 marzo a Pergine e il giorno successivo a Pinzolo “Supermarket. A modern musical tragedy” ci accom-
UN MESE IN PLATEA IL COORDIMENTO TEATRALE TRENTINO OFFRE UN RICCO CARTELLONE PER IL MESE DI MARZO: NOMI DI GRANDE ATTRATTIVA, SUI PALCHI DI TUTTO IL TRENTINO pagnerà nel territorio dell’ironia e della satira, della risata esplosiva e liberatoria. Uno spettacolo nel quale il co-autore e regista Gipo Gurrado fa rivivere le nostre nevrosi e le nostre quotidiane manie. Venerdì 6 marzo a Cles sarà in scena invece Daniele Ronco con “Mi abbatto e sono felice”, un monologo ecosostenibile a impatto am-
bientale zero, autoironico e dissacrante. “Vorrei essere figlio di un uomo felice” è il titolo di un altro monologo, quello che Gioele Dix porterà sabato 7 marzo al teatro di Brentonico raccontando alla sua maniera l’odissea del figlio di Ulisse, Telemaco. Una vicenda letteraria e umana che ruota attorno all’idea della
paternità, sia essa ignorata, perduta, cercata o ritrovata. Tornerà sui palcoscenici del Trentino Simone Cristicchi che sarà martedì 10 a Riva del Garda e mercoledì 11 ad Ala con “Esodo”, il racconto appassionato e commovente che, tra canzoni e immagini, riporta alla memoria il dramma di circa 300 mila persone che scelsero di lasciare le loro
“MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE” E ALTRO ANCORA
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l mese di marzo a teatro a Trento si apre con il capolavoro di Arthur Miller che vede protagonista Alessandro Haber nei panni del commesso viaggiatore Willy Loman, nella storia della crisi di un lavoratore e della sua scalata in un mondo capitalista, illusorio e impietoso. Morte di un commesso viaggiatore, una produzione Goldenart, Teatro Stabile di Bolzano e Teatro Stabile del Veneto, è in programma dal 5 all’8 marzo al Teatro Sociale di Trento. Il 6 marzo al Teatro Portland arriva la nuova produzione di Elementare Teatro, Humana, dopo il debutto in cartellone al Teatro Zandonai di Rovereto il 3 marzo, attualissimo lavoro sul tema della malattia e del diritto alla cura diretto da Carolina De La Calle Casanova. Per il ciclo “Altre Tendenze” del Centro Santa Chiara, Trascendi e sali, lo spettacolo di e con Alessandro Bergonzoni in cui la comicità si unisce all’indignazione, sarà sul palco del Teatro Sociale il 12 marzo alle 20.30. Il 13 e il 14 marzo alle 21, per gli appassionati di teatro del capoluogo, alla Bottega delle Arti in Passaggio Teatro Osele c’è Resta, di Silvia Marchetti con Giulio Federico Janni, storia di un insegnante indurito dalla solitudine e dalla vita, dedito alla letteratura e ai suoi studenti,
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“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”
trentinopanorama Giobbe Covatta
terre natali, in Istria e Dalmazia, destinate a non essere più italiane all’indomani del Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947. Un altro protagonista di primo piano della scena teatrale e televisiva sarà in scena mercoledì 11 marzo ad Aldeno, dove Giobbe Covatta nel suo monologo “Scoop” dimostrerà che “la donna è superiore all’uomo” attraverso le probanti testimonianze di personaggi esperti dell’argomento, fra i quali Dante Alighieri, Giacomo Casanova e D’Artagnan. Venerdì 13 l’atten-
zione si sposta su Tesero per “8 sfumature di Giulietta”, uno spettacolo scritto e diretto da Riccardo Rombi che prende lo spunto da “Romeo e Giulietta” di Shakespeare per riscrivere il famoso “dialogo del balcone” alla maniera di Molière, Pinter, Beckett, Pirandello, Feydeau, Goldoni e Woody Allen. Lo stesso giorno, al Teatro “Valle dei Laghi” di Vezzano Ferruccio Filipazzi renderà omaggio a Luigi Pirandello leggendo “Tre novelle” del grande scrittore siciliano. Sabato 14 i riflettori si accenderanno a Fiavé su “Mia moglie parla strano” con Barbara Bertato e Alfredo Colina interpreti di una coppia che deve affrontare retroscena familiari dal sapore agrodolce. A Brentonico invece sarà in scena “D’amore e di lotta”, uno spettacolo con musica e danza che prende lo spunto da “Diario”, un libro del poeta-sindacalista Antonio Vargiu. Sabato 21 marzo ad Aldeno Chiara Mascalzoni con il monologo “Sic transit gloria mundi” si chiederà: “E se il prossimo papa fosse donna?”, trattando in modo divertente e fantasioso il tema del maschilismo del mon-
che improvvisamente si sente messo sotto processo dai suoi stessi allievi per il suicidio di una di loro. Dal 19 al 22 marzo in scena al Teatro Sociale Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, una co-produzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino dal celebre romanzo di Mark Haddon, per la regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani e le musiche di Teho Teardo: il lavoro è un delicato sguardo sul mondo dell’autismo in cui il protagonista, un quindicenne con le sindrome di Asperger, indaga sulla morte del cane della sua vicina imitando il suo “Macbeth, le cose nascoste”
do occidentale. Si affronterà un tema di scottante attualità anche a Ledro con “Fake”, uno spettacolo che intende denunciare la diffusione di false informazioni a livello internazionale. “Le verità di Bakersfield” vedrà in scena martedì 24 a Mezzolombardo Marina Massironi e Roberto Citran, alle prese con un testo di Stephen Sachs che mette a confronto due vicende uma-
ne lontanissime fra loro che si incontrano nello scenario di una America percorsa da forti divari sociali. Sabato 28 sarà invece il teatro di Preore a ospitare Oscar De Summa con il monologo “La sorella di Gesucristo”, la storia della reazione inaspettata e improvvisa di una ragazza, vittima di una violenza sessuale. ■
Marina Massironi e Roberto Citran
eroe, Sherlok Holmes e lasciando emergere le contraddizioni della società. Il 20 marzo la stand up comedy di Francesco De Carlo arriva al Teatro di Pergine con un nuovo spettacolo su amore e populismo. Il teatro ospiterà invece il 28 marzo Macbeth, le cose nascoste, di Angela Dematté e Carmelo Rifici con Tindaro Granata, un’indagine che si avvale di due psicoanalisti junghiani nel tentativo di ritrovare la connessione tra pulsioni, paure e desideri alla base dell’opera shakespeariana ma anche di tutta la letteratura che racconta l’animo umano. Per il teatro ragazzi, l’8 marzo a Meano alle ore 17, in scena Cipì, storia di un passerotto curioso e ribelle che vuole vedere il mondo. Lo stesso giorno al Teatro Portland, alle 11 e alle 16.30, lo spettacolo di burattini di Luciano Gottardi Pentolina, pentoletta, pentolaccia. Domenica 15 marzo alle 16 invece al Teatro di Villazzano, Fagioli con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj, spettacolo per bambini e bambine dai 3 anni che si ispira alla fiaba Jack e il fagiolo magico: in scena ci sono due cantastorie vagabondi che si muovono tra cambi di ruolo, canzoni, piccole magie alla ricerca di giochi e di qualcosa da mettere sotto i denti.
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Lattuce
di Fabio De Santi
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ono tre gli appuntamenti racchiusi nelle rassegne Jazz’About e Transiti proposti dal Centro S. Chiara in questo mese di marzo, a partire da quello del 5 marzo al Melotti di Rovereto con i Lattuce. Una storia, quella dei Lattuce, nata nel 1992, coi membri della band ancora minorenni, ma già studenti di un programma speciale nel prestigiosissimo Berklee College of Music di Boston; una storia nata grazie al mutuo amore per il funk, per gli Earth, Wind & Fire, per le sperimentazioni più irregolari e visionarie di Herbie Hancock; una storia che è cresciuta e diventata virale semplicemente grazie al passaparola (e grazie anche alla feroce motivazione: “Abbiamo passato tutta la
JAZZ’ABOUT TRANSITI LE RASSEGNE PROPOSTE DAL CENTRO S. CHIARA, A PARTIRE DALL’APPUNTAMENTO DEL 5 MARZO AL MELOTTI DI ROVERETO CON I LATTUCE prima parte della nostra carriera a bussare alla porta di ogni singolo jazz club dicendo ‘Ehi, fateci suonare’, così, dal nulla”). In tutti questi anni i singoli componenti hanno fat-
to esperienze professionali di livello (turnisti per gente del calibro di John Scofield, Lady Gaga, Dave Matthews), ma hanno sempre voluto portare avanti il loro amore
originario. Con risultati strepitosi. Una popolarità ormai su scala mondiale. E candidature al Grammy come Best Contemporary Instrumental Album, come accaduto col
UN NUOVO CD PER BARBARA BERTOLDI
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ensate a quando si scopre un nido di rondini seguendo con lo sguardo il volo dei genitori premurosi o si ascolta il loro verso nelle sere estive, recuperare questo repertorio, che ha accompagnato parte della mia infanzia e poterlo suonare ha rappresentato un po’ lo stesso magico stupore. Mi auguro che chi ascolterà questo cd possa provare una sensazione simile ritrovando un passato genuino di cui forse abbiamo bisogno per alleggerirci da una vita sempre più complicata e magari “volare”, proprio come una rondinella”. Sono queste le parole che usa la violoncellista trentina Barbara Bertoldi per raccontare il suo nuovo cd “Se fossi una rondinella” uscito per l’etichetta Velut Luna.
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Dieci composizioni, da “La dosolina” a “L’è tre ore che sono chi sotto” in cui la voce e lo strumento di Barbara Bertoldi s’intrecciano alla perfezione . Dedicato al ricordo della madre “Se fossi una rondinella” porta la Bertoldi a ringraziare sia “gli amici compositori, che mi hanno donato la loro arte”, insieme al maestro Armando Franceschini, “instancabile motivatore”, Ferdy Lorenzi per l’affettuosa disponibilità e l’amica “colta e preziosa” Piera Gasperi. “L’idea per questo cd – ci ha raccontato Barbara Bertoldi – è nata durante il Natale del 2018: ad un concerto del coro Valsella ho avuto un risveglio di proustiana memoria…la mia infanzia in famiglia, ultima di cinque figli in una casa dove la musica era molto importante, beneficiavo delle passioni musicali dei fratelli più grandi. Loro ascoltavano le cassette del coro della Sat, una meraviglia che mi è rimasta nel cuore per anni”. Da qui Barbara ha deciso di cercare dei brani compositori a cui ha chiesto di curare gli arrangiamenti per le canzoni che aveva scelto: La Dosolina, Gran Dio del cielo, ‘Ndormenzete popin, E col cifolo del vapore, La casa del mio ben, La sposa morta, il maritino, la Madonina,Ninna Nanna e L’è tre ore che son chi sotto. “ Per me – sottolinea la vicoloncellista – è stato davvero bellissimo cantare questi testi per diversi motivi; il ricordo degli ascolti passati e la poesia presente in queste brevi storie in cui si ritrovano i racconti della generazione dei miei genitori, storie vere, forti, piene di immagini”.
trentinopanorama Enrico Malatesta
LEGGENDE IN MUSICA: APRONO I KHORAKHANÈ
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loro ultimo lavoro sulla lunga distanza, “Elevate”. Il 7 marzo il Basement dell’Auditorium Melotti diventa il terreno per tre performance che riflettono sulle relazioni tra spazio, suono e movimento, dalla collaborazione tra David Toop e Rie Nakajima agli interventi di Enrico Malatesta e Luciano Maggiore. Non è facile condensare in poche righe il contributo di David Toop alla cultura musicale sperimentale degli ultimi decenni: dal 1970 il compositore e musicista inglese ha infatti sviluppato una sua personale ricerca a cavallo tra composizione,
ascolto e critica che l’ha portato a confrontarsi con la musica improvvisata, il rock, l’elettronica, la performance e la sound art – tutto questo parallelamente alla scrittura (tra i suoi libri ricordiamo il fondamentale Ocean of Sound, 1995), l’insegnamento e la curatela di mostre. Osmosi fra musica e immagini: questo offre il progetto chiamato Jerusalem In My Heart, il 27 marzo al Teatro Sanbàpolis di Trento, composto dal filmmaker canadese Charles-André Coderre e dal pluristrumentista e cantante di origine libanese Radwan Ghazi Moumneh, contitolare del leggendario studio di registrazione Hotel2Tango. Combinando sonorità in cui echi della tradizione araba fluttuano in ambienti elettronici a proiezioni di diapositive e video in 16 millimetri, il duo esplora una dimensione audiovisiva dalle qualità oniriche. Creato inizialmente per produrre performance a soggetto, solo in un secondo tempo gli artisti di Montréal hanno cristallizzato su disco il proprio lavoro, cosa accaduta ancora lo scorso anno con “Daqa’iq Tudaik”, terzo album della serie, edito come i precedenti dall’influente etichetta Constellation. ■ Radwan Ghazi Moumneh
ono tre gli eventi, impreziositi dal concerto di una band leggendaria per il rock italiano come “Le Orme” in aprile, racchiusi nella rassegna “Leggende in musica. Percorsi musicali della Canzone d’Autore in Italia”. Si tratta di rassegna musicale che ripercorre alcune delle più importanti pagine della musica d’autore Italiana, attraverso musica e testi, al Teatro Comunale di Pergine, organizzata da Sonny Boy Management, Mpl Communication e Fiabamusic. L’Italia del post boom economico e del post sessantotto ha rappresentato la base di partenza per lo sviluppo delle connessioni tra società civile e musica, tra giovani generazioni e modalità di espressione artistica che travalica i confini generazionali. Attraverso le canzoni di Lucio Battisti, dello storico gruppo di rock progressive Le Orme e con i testi di Fabrizio De Andrè, si delinea un progetto che racconta ai New Millenials e Nativi Digitali la generazione dei Baby Boomers, i giovani degli Anni ‘70, nati nell’epoca del boom economico. S’inizia sabato 21 marzo, alle 21, con i KhoraKhanè che propongono la Buona Novella di De Andrè e alcuni dei
suoi più grandi successi. Una tra le più significative e importanti raccolta di racconti in versi di Fabrizio De André, uscita nel 1970, viene rielaborata in questo spettacolo curato dal Maestro Fabio Battistelli. Il concerto porta sul palcoscenico Fabrizio Coveri (voce solista), Luca Ravagni (clarinetto) e il gruppo musicale Khorakhanè, che vede Matteo Scheda alla chitarra, Pier David Fanti alla batteria, Nicoletta Bassetti al violino, Enrico Pelliconi alle tastiere e alla fisa, Gianluca Ravaglia al contrabbasso. La regia riprende i testi dell’album di Faber e crea uno spettacolo che tocca le corde del cuore: un omaggio teso ed emozionante ai testi e alla musica del “poeta” di Via del Campo. La Buona Novella sarà introdotta da quattro delle Canzoni più famose del cantautore genovese e seguita da ulteriori sei, per completare uno spettacolo di quasi due ore che non è solo un tributo a De Andrè, ma una rivisitazione in chiave moderna delle sue migliori e più note composizioni.
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di Fabio De Santi
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quello con Giorgio Panariello l’evento clou di questo mese di marzo, in regione, sul fronte degli spettacoli in Trentino. Il comico toscano sarà il 23 marzo all’Auditorium S. Chiara con il suo nuovo one man show “La favola mia” porterà nei teatri di tutta Italia nell’appuntamento organizzato dalla Showtime Agency. Per Giorgio Panariello questo 2020 è un anno speciale sia perché supererà la soglia delle sessanta primavere sia perché festeggerà i vent’anni di carriera dal grande successo di «Torno sabato», il varietà televisivo andato in onda su Rai . Dopo aver conquistato le platee di tutta Italia accanto agli amici di sempre Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, il comico toscano si prepara a tornare con “La favola mia”, un one man show in pieno stile «Panariello». Uno spettacolo che viene presentato all’insegna di tante risate, un pizzico di irriverenza, attualità e grandi classici del suo repertorio: questi gli ingredienti di «La favola mia» in cui Panariello racconta e si racconta riper-
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LA “FAVOLA” DI GIORGIO PANARIELLO L’EVENTO DEL MESE SARÀ IL 23 MARZO ALL’AUDITORIUM S. CHIARA: “LA FAVOLA MIA”, ONE MAN SHOW IN PERFETTO STILE “PANARIELLO”... correndo in una veste inedita e attuale i vent’anni che lo hanno visto protagonista tra teatro, cinema e piccolo schermo. “Quello che si sta per aprire - racconta Giorgio Panariello - sarà un anno speciale e non potevo scegliere un modo migliore di festeggiarlo se non trovando il palco del teatro e il calore del pubblico. Ho fatto di tutto nella mia carriera, dal cinema alla tv, ma il teatro resta sempre un posto speciale per me, un luogo in cui guardi la gente negli occhi e riesci a vivere a pieno il legame che si crea”. Sulle forme dello show “La favola mia” l’artista fiorentino spiega: “Questo spettacolo racconta la favola di un ragazzino della Versilia con il sogno di diventare un artista. Non sa ancora cosa sarà: un cantante, un attore, un clown o un trapezista ma di sicuro non quello che la vita gli aveva messo in serbo, e cambiare le carte in tavola non è stato semplice. E adesso che è giunto a 60 anni e la sua favola è diventata realtà, questo ragazzino ha voglia di raccontarsi e di raccontare come tutto è stato possibile:
gli esordi difficili, come sono nati i suoi personaggi, dove li ha incontrati, da cosa ha preso spunto per i suoi monologhi, cosa ha trovato divertente ma anche cosa lo ha fatto soffrire. Perché, come in ogni favola che si rispetti il lieto fine non è sempre così scontato. Ed è per questo che ho deciso di raccontarvi «la favola mia”. Fra i volti più attesi del suo repertorio anche quello irresi-
stibile di Mario il bagnino che in questa occasione però non sarà nell’abituale tranquillità del suo “Bagnomaria” a Forte dei Marmi ma sarà impegnato ad Greta a salvare il mondo dall’inquinamento del mare e dell’atmosfera e andrò a presentarsi all’Unione Europea dove terrà un discorso, alla sua maniera, per cercare di perorare la causa ambientalista. ■
FILARMONICA DI ROVERETO
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a stagione dell’Associazione Filarmonica di Rovereto ha in programma tre appuntamenti di grande interesse tanto per i programmi quanto per gli interpreti. Il giovane cornista roveretano Achille Fait e i suoi partner Elena Faccani (violino, viola) e Claudio Voghera (pianoforte) si esibiscono il 2 marzo in “Romantico”, con due autori che si collocano sulla vetta di questa prodigiosa corrente artistica: Robert Schumann e i suoi “Adagio e Allegro” op. 70 per corno e pianoforte e “Märchenbilder” op. 113 per viola e pianoforte, quindi il Trio op. 40 per violino, corno e pianoforte di Johannes Brahms. I giovani sono protagonisti assoluti il 10 marzo, con un programma di raro ascolto e del massimo interesse: col titolo “Affetti e scherzi serenissimi” la classe di Canto barocco del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “F. E. Dall’Abaco” di Verona si esibisce in musiche della compositrice Barbara Strozzi. Le musiciste italiane, soprattutto veneziane, nel Seicento erano richieste in tutta Europa; viaggiavano come i musicisti uomini e alternavano il lavoro
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di Fabio De Santi
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iovanni Allevi porta a Trento il suo “Piano solo tour” in cui lascia spazio alle emozioni del pianoforte senza aggiunta di altri strumenti o di sovrapposizioni sonore. L’appuntamento è quello del 17 marzo alle 21 all’Auditorium S. Chiara nel live organizzato dalla Showtime Agency. Il pianista e compositore marchigiano in questo tour punta su di una scaletta in cui alterna le atmosfere seducenti delle ultime composizioni ai brani più celebri della sua ormai ventennale carriera. Considerato come un enfant terrible della musica classica contemporanea Allevi è diventato un vero e proprio personaggio ben oltre le sette note per la sua capacità di portare la musica colta ad una cerchia di pubblico assai vasto e fatto anche di giovani. Allevi è infatti considerato un musicista pop che partendo da due diplomi con il massimo dei voti in Pianoforte al Conservatorio di Perugia e
GIOVANNI ALLEVI IL PIANISTA E COMPOSITORE ALTERNA LE ATMOSFERE SEDUCENTI DELLE ULTIME COMPOSIZIONI AI BRANI PIÙ CELEBRI. APPUNTAMENTO, IL 17 MARZO A TRENTO in Composizione al Conservatorio di Milano ha costruito la sua fortunata carriera fatta già di undici album a partire da “13 dita”, uscito nel 1997, passando per “Joy”, “Evolution”, “Alien” e “Equilibrium”. Nell’ ultimo cd “Hope”, uscito lo scorso novembre, intreccia il suo inconfondibile pianoforte alla formazione composta dal Coro dell’Opera di Parma, dall’Orchestra Sinfonica Italia-
di compositrici a quello di esecutrici e cantanti. A Barbara Strozzi sono attribuite otto raccolte di brani musicali, dedicate nel frontespizio a mecenati e protettori diversi. L’artista, per numero di composizioni, è stata la prima compositrice di cantate di tutto il Seicento, senza avere un committente fisso. Spazio al moderno, quindi, con un dovuto omaggio a Beethoven nel 250° anniversario della nascita: venerdì 20 il duo costituito da Nurit Stark (violino) e Cédric Pescia (pianoforte) è impegnato in pagine di Ernest Bloch (Sonata n. 2 “Poème mystique”), Ludwig van Beethoven (Sonata n. 10 op. 96) e Ferruccio Busoni (Sonata seconda op. 36a). Gli interpreti possono vantare un affiatamento cameristico fuori dal comune, affinato da anni di vita musicale insieme. L’accostamento dell’ultima sonata del genio di Bonn a due capolavori del Novecento storico consente di apprezzare l’aspetto visionario di Beethoven, la cui influenza si estende ben oltre i limiti cronologici del secolo in cui è vissuto. Busoni (per sua stessa ammissione) guarda a Beethoven, in particolare all’op. 109 per pianoforte da cui mutua la struttura generale. Si consideri inoltre che la sonata busoniana avrebbe dovuto intitolarsi “Sonata - Quasi una fantasia”, chiaro riferimento
na e dal Coro dei Pueri Cantores della Cappella Musicale del Duomo di Milano. “Questo disco - ha spiegato Allevi - ha preso forma attraverso un lavoro durato tre anni, ho cercato di rivolgere lo sguardo verso l’alto, verso il sacro, proprio mentre la società ed il mondo vanno sempre più verso il disincanto. Io credo che la nostra vera natura sia angelica”. A dimostrazione dello
spirito musicale che da sempre contraddistingue Allevi il remix sperimentale uscito lo scorso Natale di “The answer of love” in una versione Edm realizzata insieme a di Kharfi. Il brano, nato per Coro polifonico e Orchestra d’Archi, sullo spunto della celebre Ninna Nanna di Brahms, si è vestito di elettronica, grazie ad uno dei più promettenti deejay sulla scena italiana. ■
all’op. 27. Il “Poème mystique di Bloch”, brano molto impegnativo per gli esecutori, ha un carattere serio e pacato, che vuole trasmettere speranza e ottimismo; ispirato al credo nella fratellanza dell’umanità e nell’universalità della fede, racchiude quale inserto la melodia gregoriana “Credo in unum Deum”. Daniele Valersi
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di Lara Deflorian
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er la stagione della danza, organizzata dal CSC Santa Chiara, a distanza di poco più di dieci anni ritorna il 3 marzo al teatro Sociale di Trento, la compagnia d’oltreoceano Hubbard Street Dance Chicago, con quattro coreografie imperdibili. Fondata nel 1977 da Lou Conte, con i suoi 22 danzatori questa compagnia statunitense si caratterizza per la sua versatilità ed certa eterogeneità. Da quasi dieci anni è diretta da Glenn Edgerton, danzatore dalla carriera internazionale con il Joffrey Ballet e il Nederlands Dans Theater, che unisce nuovo e vecchio continente. A Trento la Hubbard Street Dance Chicago proporrà un collage di brani diversi per cifra stilistica: potremo ritrovare il coinvolgente “evergreen” Echad del coreografo israeliano Ohad Naharin; potremo
DANZA U.S.A. A TRENTO E A ROVERETO UNA SERIE DI APPUNTAMENTI DA NON PERDERE. A PARTIRE DALLA COMPAGNIA D’OLTREOCEANO HUBBARD STREET DANCE CHICAGO vedere il duetto sui messaggi impliciti ed espliciti del nostro corpo A Picture of You Falling, firmato dalla canadese Crystal Pite; avremo il corale Out of Your Mind dell’astro nascente della coreografia spagnola Alejandro Cerrudo; scopriremo, infine, il lavoro della giovane statunitense Royn Mineko Williams che,
con Cloudline, trasporterà il pubblico in un mondo da sogno. Dalla California arriverà, invece, il 13 marzo all’Auditorium Melotti di Rovereto la compagnia Bodytraffic che, in poco più di dieci anni di vita, è diventata una delle realtà made in USA più apprezzate. Per la prima volta in tournée nel no-
stro Paese, questa compagnia è diretta da Lillian Rose Barbeito e il programma proposto risulta alquanto allettante per le firme prestigiose di cui si compone. O2JOY è il titolo del primo pezzo proposto creato da Richard Siegal, un brano ironico sulla musica jazz che vede la contaminazione del linguaggio accademico con
BALLETTO DI ROMA: UNA FINESTRA SU UN MONDO “ARCAICO”
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n pianoforte e alcuni strumenti adagiati a terra, questa è l’ambientazione di Arcaico, la nuova produzione del Balletto di Roma che il 25 marzo potremo vedere nell’ambito della rassegna di InDanza al teatro Comunale di Pergine. Davide Bombana, già danzatore e coreografo di fama internazionale, è l’autore di questo spettacolo che si caratterizza per una presenza fisica e sonora importante, quella dei danzatori e dei musicisti presenti in scena, che s’incontrano e “scontrano” dando vita ad un microcosmo fatto di ritmi, colori e segni insoliti. “Arcaico – spiega Davide Bombana in una sua video-intervista – è nato dal mio desiderio di collaborazione con la pianista e compositrice Katia Pesti.” Da questo si capisce come la musica, che sarà eseguita naturalmente dal vivo anche a Pergine, abbia un ruolo centrale. In seguito ad una ricerca fatta sul suono a Bali, Katia Pesti è venuta a contatto con la musica balinese e gli strumenti asiatici, che l’hanno affascinata e convinta ad utilizzarli in una sua composizione. “Per il titolo Arcaico – spiega ancora Bombana – sono stato ispirato dalla forma e dal suono che producono questi strumenti antichi ed è quindi qualcosa che viene dal lontano passato, come forma di rito.” Il tutto si concretizza in una creazione contemporanea, coprodotta da Fabbrica Europa,
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con azioni coreografiche, pianoforte, percussioni e canto, questi ultimi prodotti ed eseguiti dal cantante africano Gabin Dabire. Per la costruzione coreografica Davide Bombana spiega come la scelta sia ricaduta su cinque danzatori del Balletto di Roma con una certa ricettività, maturità artistica ed una personalità pronunciata: “A loro io ho proposto dei passi, delle combinazioni o degli stati d’animo che avevo
trentinopanorama l’hip hop sincopato. A seguire Dust, del coreografo d’adozione inglese Hofesh Shechter, è un pezzo “vibrante” per sei danzatori, realizzato sulla traccia sonora elettronicaritmica, composta dallo stesso Shechter. Il californiano con origini israeliane Barak Marshall è, invece, l’autore di And at midnight, the green bride floated through the village square…, una creazione velata di humor nero che si ispira ad una storia di vita reale vissuta da una numerosa famiglia yemenita. Infine, l’ultimo pezzo proposto porta la firma della danzatrice e coreografa emergente americana Micaela Taylor, segnalata nel 2019 dalla rivista Dance Magazine come una delle “25 coreografe da tenere d’occhio nel mondo”. A precedere lo spettacolo della Bodytraffic, sempre il 13 marzo alle ore 20 al Mart di Rovereto, sarà proposto l’assolo Galuco di Sabrina Fraternali, una sorta di “aperitivo” della serata di InDanza. Per questa pillola coreografica, Fraternali si è ispirata al libro Água viva della scrittrice brasiliana Cla-
“Butterfly”
rice Lispector, in cui una pittrice traduce la propria arte in scrittura. In Glauco il testo si fa corpo e lo spettatore è immerso in uno spazio ipnotico, sempre mutevole, fluido. E ancora per la grande danza il 17 marzo al teatro Comunale di Bolzano potremo assistere ad una rara parentesi classica della stagione, con il Yacobson Ballet e la messa in scena di Giselle, il balletto romantico per antonomasia. Fondata e diretta a San Pietroburgo da Leonid Yacobson
in mente e poi, attraverso la loro sensibilità, ho scelto la traiettoria da seguire per il confezionamento finale.” Questo spettacolo attinge a mondi lontani e dona allo spettatore suggestioni intrise di atmosfere esotiche. “Può essere considerato come un invito verso una società in cui ci si possa accettare più serenamente – conclude Bombana – questo progetto riunisce danza, canto e musica, tre elementi che si fondono insieme in modo armonico.” Info: numero verde 800 013952 - www.centrosantachiara.it. Lara Deflorian
circa 50 anni fa, questa compagnia è stata la prima “privata”, ovvero la prima ad essere slegata da un teatro d’opera. Diretta oggi da Andrian Fadeev, già Primo ballerino del Balletto Mariinsky, la compagnia è interprete, sin dalla sua nascita, dei grandi titoli del repertorio romantico, imperiale e del Novecento. Tra questi figura anche Giselle, balletto del 1841 nato sulla musiche di Adolphe-Charles Adam e ripreso, nella coreografia, da Marius Petipa. Le vicende narrano una storia d’amore, tradimento e redenzione, tra gioiose feste contadine e il bianco stuolo di Willi, impalpabili quanto spietate. Per la rassegna Gravità Zero il 20 marzo al teatro SanbàPolis di Trento potremo ammirare il collettivo internazionale di artisti circensi, nato alcuni anni fa a Torino, Kolektiv Lapso Cirk. Presenterà 11, un lavoro ironico
e surreale che racchiude al suo interno alcune discipline del circo, come il palo cinese, il verticalismo, l’equilibrio su sedie, arricchite dai linguaggi della danza e della parola. Infine, per quanto concerne il circuito regionale della danza, il 10 marzo al teatro Comunale di Tesero, l’11 marzo al teatro San Pietro di Mezzolombardo, la Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei sarà protagonista di Butterfly, con una drammaturgia musicale che alterna i brani originali di Puccini, alle composizioni di Luca Vianini. Lo spazio scenico è diviso tra una Butterfly sospesa, collocata in uno spazio-tempo astratto e puro, e un palcoscenico animato da dodici danzatori che di Butterfly rappresentano le viscere, il grido di dolore, la presa di coraggio fino al gesto estremo dell’Harakiri. Info: numero verde 800 013952. ■ 89
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di Fabio De Santi
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è anche una data a Trento, quella del 28 marzo al Teatro Sanbàpolis, fra quelle del nuovo tour del cantautore rapper Anastasio, che è stato fra i protagonisti più applauditi della 70° edizione del Festival di Sanremo che si è svolto lo scorso febbraio. Un live che prende il nome dal disco “Atto Zero” uscito proprio dopo la fine della kermesse sanremese e che contiene anche il brano sanremese dal titolo “Rosso di rabbia” di cui è autore del testo e co-autore delle musiche. Sul palco dell’Ariston Anastasio nella serata dedicata ai duetti ha cantato insieme alla Premiata Forneria Marconi e proprio su questa strana coppia fra rap
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ANASTASIO IL CANTAUTORE RAPPER È STATO FRA I PROTAGONISTI PIÙ APPLAUDITI DELLA 70° EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO. ARRIVA A TRENTO PER PRESENTARE IL SUO ULTIMO ALBUM: “ATTO ZERO” e rock il cantante si è espresso così tramite social: «Ho appena finito le prove con la Pfm. A tratti non ci credo manco io. Porteremo sul palco di Sanremo la nostra versione di “Spalle al muro”, brano di Mariella Nava interpretato magistralmente da Renato Zero in un Sanremo 1991, sono sicuro che vi sorprenderà». Anastasio, all’anagrafe Marco Anastasio, nato a Meta in provincia di Napoli nel 1997, si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alla vittoria nel talent X Factor due anni fa. Il suo singolo “La fine del mondo” ha ottenuto un doppio disco di Platino ma a colpire durante il talent erano state le sue reinterpretazioni di capolavori come “Another Brick in The Wall” dei Pink Floyd e di “Generale” di Francesco De Gregori. Proprio
sull’esperienza ad X Factor, in un’intervista a Rolling Stone, Antastasio ha raccontato: «Quando mi si è presentata l’occasione ero molto titubante, ho accettato solo perché mi è stato assicurato di poter presentare un pezzo mio ogni volta. Non credo molto alla dinamica talent, ci sono andato come un male necessario perché volevo fare le cose in grande. Fosse per me metterei una serie di brani su YouTube, come ho sempre fatto, senza nemmeno registrarli in Siae. Ma alla fine i benefici sono stati grandi: ho allargato in maniera esponenziale la mia platea di ascoltatori, e per ora sono rimasti nonostante la fine dello show». Il rifacimento dei classici è uno dei motivi per cui è più apprezzato da pubblico e critica, come ha dimostrato la sua performance in prima serata su Raiuno, nel corso della trasmissione Una storia da cantare dedicata a Fabrizio De André, in cui ha riproposto la sua versione di “La guerra di Piero” vista dal punto di vista di un giovane soldato au-
striaco. Ad anticipare quello che è il suo primo disco le note del brano “Il fattaccio del vicolo del Moro presentato in anteprima proprio sul palco di X Factor questa volta però in qualità di ospite: «Il Fattaccio – racconta lui - è liberamente ispirato al monologo teatrale scritto dal poeta romano Amerigo Giuliani, poi portato alla ribalta da Gigi Proietti, che io ho adattato il testo alla musica, il tappeto sonoro è stato steso insieme a Stabber, sulla chitarra strimpellata da Raffaele Lombardo». Una canzone che è la confessione in prima persona di un assassino, che Anastasio sa interpretare con grande delicatezza e intensità. L’album “Atto Zero” conterrà tutte le diverse anime e sfaccettature che da sempre contraddistinguono Anastasio: l’energia del rap puro e semplice, la freschezza dei suoi vent’anni e l’incisività della sua vena poetica che guarda alla lezione del cantautorato italiano. Biglietti in prevendita nel circuito PrimiAllaPrima. ■
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C’È ARIA DI NOVITÀ ALLA RINOMATA PASTICCERIA BRONZETTI MARCO DI LAVIS
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ria nuova da Pasticceria Bronzetti Marco… Il rinnovo degli ambienti, la realizzazione di nuovi spazi per la clientela ed un’offerta in più, la caffetteria. Il tutto sempre e soltanto nel nome della qualità e dello stile. Innanzitutto il rinnovo strutturale degli ambienti, pensato per creare un’atmosfera più accogliente e personalizzare in maniera più incisiva questo importante punto di riferimento per gli appassionati dell’arte dolciaria. Ma attenzione, non è un rinnovo qualunque; tutto è stato progettato e pensato per il benessere dell’amata clientela. Il calore del legno domina il locale ed è arricchito da elementi d’arredo di gusto retrò; citiamo la bellissima e scenografica seduta alta – un solaio di un convento di suore che risale a duecento anni fa – che va a rendere l’elemento spazio speciale e indimenticabile. Non vogliamo svelare troppo, ma diciamo solo che la vetrina è un delizioso pezzo retrò di stampo francese e che molta parte dell’arre-
PASTICCERIA BRONZETTI MARCO ARIA DI PRIMAVERA, ARIA DI NOVITÀ, PROFUMO DI CAFFÈ… do presente è costituito da pezzi d’epoca ristrutturati. Insomma un tocco di classe, che rende la pasticceria una vera e propria boutique, dalle specialità offerte alla ricerca strutturale e logistica dello stile. L’altra importante novità riguarda il nuovo settore caffetteria. Si tratta di un’idea nata lentamente, “chicco dopo chicco”, pensata per accompagnare la clientela verso una degustazione sempre più completa dei prodotti. Una coccola in più per il cliente, che oltre alla vastissima offerta dolciaria può assaporare la bevanda che per antonomasia meglio si accompagna alle specialità in esposizione. Anche in questo ambito, la Pasticceria Bronzetti Marco di Lavis ha voluto curare ogni minimo dettaglio. La macchina da caffè è una Cimbali superautomatica, una garanzia che è anche un concentrato di tradizione e innovazione; la materia prima, il caffè, è frutto di una collaborazione con il territorio e presenta una qualità eccellente, a bassa to-
statura. E la presentazione? Unica nel suo genere: una tazzina artigianale dell’Inghilterra, che rende molto british questa nuova offerta dal profumo di caffè. Insomma un concept di caffetteria che parla di stile e qualità, in ottima armonia con il contesto dolciario. Oltre alle novità degli ambienti rinnovati e del caffè, si è lieti di comunicare che fervono i lavori in preparazione della Pasqua. Da citare assolutamente le immancabili creazioni in cioccolato, come le uova con sorpresa personalizzata (prenotabili) nelle versioni standard – fondente ed al latte – e quelle particolari, come ad esempio il cioccolato “biondo”, al gusto di caramello. Tutta la cioccolateria viene naturalmente presentata in una grande varietà di forme, classiche e a tema. E i lievitati? Sono ormai sei le tipologie, che spaziano dalle tradizionali e farcite a quelle senza lattosio. Ci saranno anche gusti più “primaverili” da assaggiare e da gustare, con novità tutte da scoprire…
Ultima perla da presentare per la primavera, le torte nuziali. La Pasticceria Bronzetti Marco è sempre alla ricerca di nuove tendenze senza trascurare la tradizione. Un mix vincente, che segue le mode del momento esaltando l’alta qualità del prodotto, con il top degli ingredienti di base. Un settore di grandi soddisfazioni, per i momenti più signifi■ cativi della vita.
INFO Pasticceria Bronzetti Marco LAVIS (TN) Via Cembra, 1 Tel. 0461.240102
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i sono pochi artisti capaci di fare la storia del cantautorato italiano come Edoardo Bennato. I suoi dischi dal 1973, anno di “Non farti cadere le braccia” alla doppietta unica del 1980 con “Uffà! Uffà!” e “Sono solo canzonette” passando per “I buoni e i cattivi”, “Io che Tullionon Garbarisono l’imperatore”, “La torre di Babele” e “Burattino senza fili” sono considerati dei must della musica tricolore intrecciando la note con la forza dei suoi testi. Dopo diversi anni di assenza dal Trentino Edoardo Bennato ritorna sul palco dell’Auditorium S. Chiara nel concerto in programma il 20 marzo nell’ambito del suo ”Rockin’ with Peter Pan on Tour 2020” nella data organizzata da Fiabamusic insieme al Centro S.Chiara. In questo 2020 si festeggiano i quarant’anni dall’uscita leggendario “Sono solo canzonette”, l’album che consacrò il successo di Edoardo Bennato portandolo, primo in Italia, a riempire gli stadi con i suoi concerti. E ancora oggi Edoardo continua a dire quello che gli va con i testi delle nuove canzoni, come “Ho fatto un selfie”, tormen-
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EDOARDO BENNATO DOPO DIVERSI ANNI DI ASSENZA DAL TRENTINO RITORNA IL 20 MARZO CON IL NUOVO: ”ROCKIN’ WITH PETER PAN ON TOUR 2020” tone dell’estate appena trascorsa, o sul palco, durante i suoi live che sfiorano sempre le tre ore di pura energia. E con grinta, passione e tanta voglia ancora di trascinare il pubblico, è nato il nuovo progetto live “Rockin’ with Peter Pan on Tour 2020”, un tour tra marzo ed aprile del 2020 nei teatri più prestigiosi d’Italia fra cui appunto quello di Trento. Un concerto che si annuncia ad alto contenuto rock & blues: dai brani dall’album “Sono solo canzonette”, uscito fra l’altro lo stesso anno di “Uffà” un altro dei suoi must, ai grandi classici che hanno segnato il percorso di un cantautore
rimasto sempre fedele a se stesso nonostante anni difficili. On stage al suo fianco la B Band, la formazione ormai consolidata, formata da Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso), Roberto Perrone (batteria) insieme al Quartetto Flegreo. Valentina MattiussiIn scaletta anche “Ho fatto un selfie” un brano che ha fatto rumore, anche perchè legata proprio ad un suo selfie con Matteo Salvini circolata l’estate scorsa sui social, e sul quale in una recente intervista è intervenuto lo stesso Bennato: “Io mi diverto a ironizzare sia su me stesso,
come ho fatto ad esempio in passato con Rinnegato e Cautautore, che anche sulla situazione di inquisizione, di caccia alle streghe. Ironizzo sui censori, e quindi era l’occasione giusta per ridicolizzare anche questo atteggiamento di moralisti da strapazzo che viviamo in questo momento. Del resto, l’Italietta di oggi come quella di due, venti o quarant’anni fa, è collodiana: basta guardare le prime pagine dei giornali e ci trovi i gatti e le volpi che promettono quello che non possono mantenere”. Belle le parole scritte su Rockol al suo riguardo: “Dei suoi 73 anni, Edoardo Bennato 53 li ha passati sul palco con in braccio una chitarra, e magari un’armonica vicina alla bocca. Il rock italiano l’ha praticamente inventato lui, unendolo alla tradizione della nostra canzone d’autore. E l’ha usato per cantare di guerra, di politica, ma anche e soprattutto della sua radice più profonda, quella partenopea. Per uno nato al civico 55 di una periferia napoletana, nella città in cui il 55 significa proprio ‘musica’, era difficile non finire a fare quel mestiere lì”. ■
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e percezioni si dilatano in Trentino sulle piste innevate della Val di Fiemme, dove lo sguardo incontra le cime delle Dolomiti UNESCO. Qui, dal 7 al 15 marzo 2020, entra in scena il re di tutti i festival nella neve, il Dolomiti Ski Jazz, con la sua rassegna enogastronomica Dolomiti Food Jazz. Per nove giorni la musica nera nata a New Orleans va a sposarsi con i panorami “ultra white” della Val di Fiemme. Fra i più attesi i jazzisti di fama mondiale i sassofonisti afroamericani Vincent Herring e Jesse Davis. Nel programma del Dolomiti Ski Jazz spicca anche il nonetto di Michele Francesconi e Francesca Bertazzo pronto a evocare le melodie indimenticabili di Hollywood e Broadway composte da Jimmy Van Heusen. I concerti prendono vita ogni giorno sulle piste da sci all’ora di pranzo, con ingresso gratuito. Mentre alla sera approdano nei teatri e nei pub della Val di Fiemme. Dal 7 al 15 marzo il Dolomiti Ski Jazz si assapora anche a tavola, grazie alla terza edi-
DOLOMITI SKI JAZZ, ADESSO… TI MANGIO IL 7 MARZO 2020, DALLE PISTE DA SCI DELLA VAL DI FIEMME DECOLLA IL FESTIVAL PIÙ APPETITOSO DELL’ARCO ALPINO, FRA LE PERFORMANCE DI GRANDI JAZZISTI E SQUISITI MENÙ MUSICALI zione della rassegna Dolomiti Food Jazz, fra melodie di formaggi, vini trentini e birra a km zero. Ispirandosi al grande jazz, gli chef di ristoranti e rifugi della Val di Fiemme scatenano performance saporite. Si va dal piatto Billie Holiday, al piatto Louis Armstrong, passando per effervescenti jam session di Trentodoc e fantasiosi ensemble di formaggi di malga. L’accordo multisensoriale fra
Dolomiti Ski Jazz e Dolomiti Food Jazz crea una nuova alchimia di musica, neve e sapore. Quando sfuma il jazz, sulle piste da sci della Val di Fiemme prendono quota i concerti delle band europee ospiti del Fiemme Ski Festival che regalano un nuovo ritmo allo sci dal 14 al 21 marzo 2020. Come detto tutti i concerti sono gratuiti, tranne quelli di Vincent Herring (biglietto intero euro 15 - ridotto euro 10), Alan Farrington; Jesse Davis + Penta Big Band; Michele Francesconi, Francesca Bertazzo & NPO (biglietto intero euro 10 - ridotto euro 8), Abbonamento: Fidelity Card euro 25 (ingresso a tutti i concerti nei teatri), Riduzioni per giovani 12-25 anni, over 65 e tessera “In Cooperazione”. Bambini fino a 12 anni: gratis. IL PROGRAMMA DEL DOLOMITI SKI JAZZ: www.visitfiemme.it/it/italian-styleand-events/eventi/dolomitiski-jazz/programma-dolomitiski-jazz. ■
INFO ApT Val di Fiemme Tel. 0462 241111 info@visitfiemme.it www.visitfiemme.it
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di Fabio De Santi
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occherà anche Trento con lo spettacolo del 31 marzo al Teatro Sociale il viaggio tra musica e scienza, nel segno di “Dna”, lo spettacolo nato dall’incontro dei Deproducers con Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. “Dna” è la nuova opera originale dei Deproducers, progetto nato dall’incontro tra Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Max Casacci dei Subsonica e Riccardo Sinigallia, quattro straordinari produttori discografici capaci di creare un connubio senza precedenti tra musica e scienza. “Dna” dal vivo è un emozionante spettacolo in cui i panni del front-man sono vestiti da un filosofo ed evoluzionista: «partiremo dalle origini della vita per arrivare a spiegare la logica perversa delle mutazioni genetiche come il cancro e capire come sconfiggerlo» – racconta il prof. Telmo Pievani, filosofo, biologo esperto nella teoria dell’evoluzione E narratore d’eccezione accanto alla
DEPRODUCERS IL 31 MARZO, AL TEATRO SOCIALE DI TRENTO, UN VIAGGIO TRA MUSICA E SCIENZA, NEL SEGNO DI “DNA”, SPETTACOLO NATO DALL’INCONTRO CON L’AIRC voce di Riccardo Sinigallia nel raccontare i testi scritti insieme a Vittorio Cosma. Grazie a brani musicali inediti, immagini suggestive e una scenografia costruita ad hoc, una conferenza scientifica diventa uno spettacolo live insolito, coinvolgente ed appassionante rivolto ad un pubblico eterogeneo amante della Musica e delle origini della vita. È musica che si insinua tra i sensi di chi l’ascolta, accompagnando le parole
e aiutando a comprenderle meglio, in una complessa – quanto naturale – sinergia che dimostra la capacità dei Deproducers di utilizzare gli strumenti dell’uomo per spiegare i meccanismi delle cellule. Chitarra, basso e tastiere si scambiano continuamente i ruoli per dare voce all’evoluzione della vita. Si racconta la storia che accomuna ogni essere umano, dalla formazione delle prime cellule alla comparsa dell’Ho-
STEFANO MARGHERI
mo sapiens, fino alle nuove conquiste della genetica. Lo spettacolo “Dna”, legato all’omonimo cd, è un viaggio in teatro alla scoperta del valore della ricerca scientifica, sia come strumento fondamentale contro il cancro, sia come metafora del processo di miglioramento di se stessi attraverso la conoscenza. “Dna” ha una durata di circa 70 minuti ed è diviso in capitoli dedicati ciascuno a uno specifico tema. ■
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a location - a un passo dalla città e comodamente raggiungibile da ogni punto di riferimento – parla già di tranquillità e di sapori genuini, da assaporare nel delizioso contesto della Valle dell’Adige. Cosa c’è di più bello che gustare le pietanze preferite in un luogo tranquillo, calato nel contesto della natura? Il titolare Roberto Piancastelli ha come parole d’ordine freschezza e stagionalità: questo significa proporre piatti che seguono il ritmo naturale delle stagioni, con l’utilizzo di prodotti che vanno ad esaltare le tipicità di ogni periodo dell’anno. Fondamentale, neanche a dirlo, l’attenzione alle materie prime utilizzate. E poi la presentazione: i piatti sono ben curati e studiati nei particolari e nei dettagli da uno chef che vanta grande esperienza nel settore culinario. Le modalità del servizio offerte alla clientela assecondano ritmi più snelli per il pranzo e moderatamente più slow per la cena. Sfilano così menù di terra e menù di mare con pesce freschissimo; alla sera e al sabato, tante ed articolate proposte estrapolate dal menu alla carta. Esiste inoltre l’opportunità di gustare piatti al di fuori del menù. Ma quali sono i fiori all’occhiello della Trattoria Biancospino? Se parliamo di carni, non possiamo non citare la Tartare di Black Angus al coltello con
TANTE NOVITÀ TUTTE DA GUSTARE LA TRATTORIA BIANCOSPINO DI VIA AL PONT DEI VODI 39 DI SPINI DI GARDOLO RIAPRE LE PORTE ALLA PRIMAVERA E SI PRESENTA AGLI APPASSIONATI DELL’ARTE CULINARIA CON TANTE APPETITOSE SPECIALITÀ. COSA ASPETTATE?! cipolla rossa, crema di rafano e rosso d’uovo; le classiche fettuccine al ragù di lepre impreziosite dal sapore del finocchio e la grigliata mista di carne con le verdure grigliate e patate con buccia al forno. Se invece parliamo di pesce, possiamo spaziare dagli intramontabili tagliolini allo scoglio e dal saporito risotto con gli scampi al gustosissimo gran fritto misto con verdure pastellate. Sempre in pole position, grigliata mista e il filetto di salmone in crosta di patate e porri spadellati. Per gli irriducibili della tradizione, Piancastelli propone naturalmente anche carne salada, tortel di patate un evergreen come la pizza. Ma sul podio delle delizie stagionali non possono mancare i protagonisti della primavera:
gli asparagi. Questa particolare specialità stagionale si può assaporare in tutte le portate, a partire dall’antipasto e dal contorno arrivando ad allietare i primi e i secondi piatti. Qualche esempio per solleticare il palato? Asparagi in salsa bolzanina con uova e speck; paccheri con punte di asparagi verdi e mazzancolle al limone; capretto alle erbette con asparagi; filettino di maiale rosa bardato con pancetta; crema delicata agli asparagi su filetto di merluzzo. Se avete già in mente pranzi per Pasqua e Pasquetta, preparatevi con menù davvero speciali! E l’intrattenimento? Voce fondamentale per la Trattoria Biancospino, che presenta coinvolgenti serate live e musica dal vivo per la gradita clientela. Ma non è tutto: la Trattoria Biancospino è anche il luogo perfetto per celebrare i momenti più importanti con i propri amici e familiari. Si possono prenotare tavoli – all’interno ed all’esterno – per festeggiare compleanni, battesimi, cerimonie di laurea e tutto
quello che va celebrato in compagnia. Riassumendo, buona tavola, tranquillità & divertimento, feste e musica. Il tutto nell’ottica di professionalità e simpatica accoglienza. ■
Orari d’apertura: dal lunedì al sabato dalle 11.00 alle 15.00 e dalle 18.30 alle 22.30 da mercoledì a domenica dalle 18.30 alle 23.00 Chiuso lunedì e martedì sera e la domenica a pranzo
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di Daniele Valersi
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n programma attraente per gli archi dell’Orchestra Haydn, che il 2 marzo si esibiscono al Teatro Comunale di Tione (ore 20) guidati da Stefano Ferrario, in veste di primo violino di spalla e di maestro concertatore: Serenata op. 20 di Edward Elgar, Intermezzo dalla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Serenata op. 22 di Antonín Dvorák. Compositore tra i più rappresentativi del mondo britannico, per lungo tempo non adeguatamente valorizzato, Elgar si distingue per esprimere soprattutto, una personalità nobile e artistocratica; la sua vena è di apprezzabile schiettezza e il suo pensiero musicale si informa a quella sobrietà e dignità di concezione tipica del vero gentleman inglese di campagna. L’intermezzo sinfonico della “Cavalleria rusticana” (tra ottava e nona scena) ha avuto molta fortuna anche al di fuori del repertorio operistico grazie al suo carattere orchestrale, interamente basato sull’uso degli archi. Qualche curiosità: lo ritroviamo come sottofondo al tragico finale del film “Il padrino - Parte III” e, sempre in ambito cinematografico, è stato anche usato nei titoli di testa del film “Toro scatenato” di Martin Scorsese. Tra i caratteri pe culiari della Serenata di Dvoràk si coglie l’intento di tornare agli ideali classici che avevano
POMERIGGI MUSICALI L’ORCHESTRA “HAYDN” DI TRENTO E BOLZANO ESEGUE E OSPITA UNA SERIE DI ENSEMBLE E SOLISTI DI GRANDE LEVATURA INTERNAZIONALE. tanto coinvolto l’autore nella prima giovinezza, inducendolo a prendere le distanze dagli influssi wagneriani che avevano influenzato le sue opere “Alfred” (1870) e “Re e carbonaio” (1871). Stefano Ferrario è nato nel 1973 a Busto Arsizio (Varese), si è diplomato al Conservatorio di Milano, perfezionatosi successivamente con Salvatore Accardo, Rainer Kussmaul e altri; si è inoltre diplomato in direzione d’orchestra. Ha suonato come solista e come camerista in diverse, importanti sale. Dal 2004 è primo violino solista dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Il 4 marzo la stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn ospita l’orchestra “I Pomeriggi Musicali di Milano” con Federico Mondelci in veste di direttore e di solista al sassofono (Trento, Auditorium, ore 20.30); sono in programma “Omaggio a Fellini” - Suite per sassofono e orchestra di Nino Rota (arrangiamento di Roberto Granata), “Pastorale d’Eté” di Arthur Honegger, Concertino da camera per sassofono e orchestra di Jacques Ibert e “ScaraKristof Barati
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mouche” per sassofono e orchestra di Darius Milhaud. A quaranta anni dalla scomparsa di Nino Rota e a cento anni dalla nascita di Federico Fellini viene proposto un concerto incentrato sul saxofono e presentato da uno dei solisti più celebri e attivi. Il sassofono è uno strumento particolarmente legato alla tradizione musicale francese, non possono pertanto mancare brani di autori di grande significato nel panorama francese del primo Novecento, epoca nella quale lo strumento ha trovato ampio riscontro nel repertorio d’arte. Honegger compose la
sua “Pastorale d’été”, breve poema sinfonico per orchestra da camera, nell’agosto del 1920 a Wengen, nell’Oberland bernese. Il 30 marzo l’orchestra Haydn, il suo direttore principale Arvo Volmer e il violinista Kristof Barati saranno impegnati invece in una trasferta a Ferrara (Teatro Comunale, ore 20.30), il cui programma rende omaggio all’immortale Ludwig van Beethoven nel 250° anniversario della sua nascita; saranno eseguiti la Sinfonia n. 2 op. 36 e il Concerto per violino e orchestra op. 61. ■
FILARMONICA DI TRENTO
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a stagione della Società Filarmonica di Trento propone per questo mese tre appuntamenti all’altezza delle aspettative, a cominciare da quello con il giovane talento emergente di Claire Huangci (giovedì 5 marzo, ore 20.30), pianista vincitrice del celebre Géza Anda Competition di Zurigo nel 2018, ospite a Trento grazie a un’intesa con “Steinway Prizewinner”. Sono in programma la Sonata n. 14 K457 Sabine Meyer
trentinopanorama Eleonora Wegher e Maddalena Giacopuzzi
di Daniele Valersi
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i concludono questo mese a Trento “I concerti della domenica”, diventati ormai elemento distintivo della vita culturale cittadina. I concerti hanno luogo nella sala della Filarmonica (alle ore 10.30). Il recital delle pianiste Eleonora Wegher e Maddalena Giacopuzzi (1° marzo) valorizza i due Steinway presenti in sala con due grandi pagine di quella cultura russa dell’Ottocento, affiancate da un brano contemporaneo in prima esecuzione assoluta: la Suite dallo “Schiaccianoci” di Cajkovskij, quella da “Cinderella” di Sergeij Prokof’ev e “Double piano” di Andrea Vezzoli. Tocca poi all’orchestra “I Filarmonici di Trento”, che l’8 marzo propone pagine di Mendelssohn (Concerto per violino e orchestra op. 64) e Schubert (Sinfonia n. 3 D. 200) insieme al direttore Alessandro Arnoldo e a Teofil Milenkovic quale violino solista. L’Orchestra si è costituita nel 1999 per riservare uno spazio specifico ai cultori della musica e ai giovani (diplomandi o diplomati) desiderosi di bilanciare lo studio del repertorio
CONCERTI DELLA DOMENICA IL PRIMO CONCERTO, ALLA FILARMONICA, DOMENICA 1 MARZO: È IL RECITAL DELLE PIANISTE ELEONORA WEGHER E MADDALENA GIACOPUZZI e le pubbliche esecuzioni. Ad affiancare l’orchestra per l’esecuzione di uno dei più amati e perfetti concerti per violino è il giovane Teofil Milenkovic, nato a Frosinone nel 2000 in una famiglia ricca di musica. Un talento straordinario confermato da oltre 30 primi premi vinti in vari concorsi nazionali e internazionali e da una carriera iniziata a soli quattro anni di età. Alessandro Arnoldo, nato a Trento, ha compiuto gli studi musicali e si è diplomato in direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano sotto la guida di Daniele Agiman.
di Wolfgang Amadeus Mozart, una selezione da “Soirées musicales” di Robert Schumann, i 13 Preludi Op. 32 di Sergeij Rachmaninov. Quindi venerdì 13 marzo il celebre violinista Renaud Capuçon, con Guillaume Bellom al pianoforte, intrattiene il pubblico della sala di via Verdi 30 con un programma interamente dedicato a Ludwig van Beethoven, nel 250° anniversario della nascita; vengono eseguite le Sonate per violino e pianoforte n. 2 (op. 12 n. 2), n. 5 op. 24 “La Primavera” e n. 7 op. 30 n. 2. Da non perdere è il concerto del 24 marzo con la straordinaria clarinettista Sabine Meyer, in trio con Nils Mönkemeyer (viola) e William Youn (pianoforte), che offrono un’articolata compilazione comprendente brani dagli Studi in forma di ca-
Un’altra prima esecuzione assoluta è in cartellone per il 15 marzo: sul palco l’organista Simone Vebber e il percussionista Alessandro Bianchini; la composizone è “Matching machines” di Marco Uvietta, completano il programma “Rebonds B” di Iannis Xenakis, Preludio e Fuga BWV 539 per organo di Johann Sebastian Bach, “Ground III” per organo e percussioni di Thierry Escaich, oltre a un brano improvvisato al momento dai due artisti. Si conclude in bellezza il 22 marzo con il Trio Amsterdam (Saverio Gabrielli vio-
lino, Talia Erdal violoncello, Daria Ionkina pianoforte); sono in programma il Trio con pianoforte n. 1 op. 32 di Anton Arensky e il Trio op. 67 di Dmitri Shostakovic. Il Trio Amsterdam richiama sin dal nome il nuovo spirito europeo e internazionale che anima il mondo giovanile della musica. Tre artisti diversi per formazione, lingua e nascita che si incontrano in una grande città internazionale e realizzano un loro preciso progetto artistico, sintetizzando le esperienze in una visione estetica unica. ■
none op. 56 (nell’arrangiamento di J. Michaels), i “Fantasiestücke” e “Märchenerzählungen” di Rob er t S chumann, l e Variazioni K360 e il Trio K498 “Dei birilli”di Wolfgang Amadeus Mozart, oltre a “Ich habe in Deinem Auge”, “Geheimes Flüster n hier und dort”, “Widmung” di Schumann-Liszt. Daniele Valersi
Claire Huangci 97
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CONTRAPPUNTI FIGURATIVI DI SCHERER E DI CODROICO
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iovedì 12 marzo, alle 18, si inaugura a Palazzo Trentini una mostra assai particolare. In esposizione le opere di due artisti tra di loro
ANDREA FONTANARI “CIÒ CHE VEDO”
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arà visitabile alla Galleria Civica di Trento fno al prossimo 24 maggio la mostra di Andrea Fontanari, organizzata da Boccanera Gallery e curata da Alfredo Cramerotti e Margherita de Pilati. Forti di una profonda conoscenza tecnica, molti artisti contemporanei si dedicano alla pittura rappresentando la realtà che li circonda nel modo più fedele possibile. Attraverso una selezione di quattordici autori, di cui Andrea Fontanari è l’unico under 30, l’esposizione della Galleria Civica presenta alcune tra le esperienze più significative della figurazione italiana. In questi dipinti, persone e oggetti della quotidianità popolano ambientazioni dalle atmosfere sospese, fiabesche, sensuali, che sorprendono il visitatore e invitano lo sguardo a perdersi nella trama dei dettagli. Info: www.arteboccanera.com
assai lontani come poetica, tecniche e regole estetiche:
Roberto Codroico, trentino, e Robert Scherer, sudtirolese. È vero che una salda amicizia li lega da un’eternità ma affinché l’accostamento di opere profondamente diverse tra di loro non sia del tutto casuale, gratuito, bisogna che esse si lascino abbracciare da una chiave di lettura che vada al di là delle proprie autonomie
professionali. Nasce così Contrappunti. I luoghi dell’arte, un titolo musicale, intrigante, laterale, che ci permette di cogliere elementi comuni ed elementi assai lontani tra di loro. Bisogna spiccare il volo e, dall’alto, lanciare o sguardo verso la terra per
rapporti con il mondo – dell’arte e dell’universo – bisogna
assaporare i veri significati
richiamare il concetto tutto romantico di affinità elettive,
reconditi del contrappunto.
di goethiana memoria. Nel romanzo si narra la tormentata
Soltanto la visione globale
relazione tra due coppie, mettendo in scena il conflitto tra
coglie le infinite sfumature
natura e istituzioni, tra scelta e destino, tra la normale morale
di percorsi individuali,
e la forza irresistibile e distruttiva della passione amorosa.
percorsi apparentemente
I nostri artisti già da molti anni hanno scelto di condividere
distanti, differenti, talvolta
una parte del cammino. Qui, sulle pareti delle arcaiche sale
discordanti, ma sviluppati
di Palazzo Trentini, va in scena il duetto di due individualità
all’interno della stessa
apparentemente lontane tra di loro, in realtà scaturite dallo
cornice, dello stesso
stesso vulcano e trascinate dall’infuocata lava del “fare
contesto. D’altronde l’arte
arte”. È un canto a due voci che esalta la dignità dell’arte
ci ha insegnato che sono
e la nobiltà e ineluttabilità del fare artistico nei confronti di
le molteplici vie e personalità che arricchiscono il panorama
un mondo sempre più unidimensionale, per citare Herbert
e sono proprie le differenze che fanno emergere le anime
Marcuse.
delle cose, dell’uomo.
E non è un caso che proprio durante il periodo del
Quando due artisti decidono di percorrere assieme tratti
romanticismo sia esploso, in musica, il contrappunto, arte di
di strada, al di là delle divergenze stilistiche e dei diversi
combinare con una data melodia (canto dato) una o più altre
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trentinomostre melodie contemporanee più o meno indipendenti, che si dicono “contrappunti” al canto dato (Enciclopedia Treccani). Ebbene, le distanze artistiche, le diversità di pensiero, le differenze estetiche tra Roberto Codroico e Robert Scherer sono eluse da un’amicizia pluriennale, da una frequentazione che ha ridotto i contrasti e le contraddizioni, che ha scavalcato gli stili per offrirsi invece come momento di riflessione, di confronto, di meditazione, di vivaci paragoni. Per comprendere questa amicizia bisogna rifarsi al Terzo libro di Enoch – il patriarca rapito da Dio – al capoverso 29 quando, per descrivere le funzioni di due persone (in realtà due principi della corte celeste), narra: L’uno è vestito di una toga regale, l’altro è vestito di una toga regale. L’uno è avvolto in un manto di venustà, l’altro è avvolto in un manto di venustà. L’uno è cinto di un serto di maestà, l’altro è cinto di un serto di maestà… L’aspetto dell’uno è aspetto di fulmini, l’aspetto dell’altro è aspetto di fulmini… Le ali dell’uno sono ampie come il firmamento, le ali dell’altro sono ampie come il firmamento… e si potrebbe continuare per righe e righe, in questo incredibile vortice letterario riguardante l’identità e l’uguaglianza. Ed è con questo spirito che bisogna affrontare questa esposizione. Di stanza in stanza, di opera in opera, le note del contrappunto si perdono in lontani echi, le antiche pietre del palazzo assorbono le distonie e le dodecafonie. Qui non c’è nessun connubio, nessun scambio, nessuna tormentata relazione come avviene tra Carlotta ed Eduardo, tra Ottilia e il Capitano. Qui ci sono soltanto pittura e materia musicale, solo una serie infinita di contrappunti artistici. L’arte come salto, capriola, rimbalzo. L’arte come disegno, scatola magica, vetro, acquerello, mosaico. Ogni opera è un luogo in cui avvengono delle narrazioni. Racconti singoli, che rimandano ad altre storie, talvolta fini a se stessi, che rimangono sospesi in attesa di ulteriori sviluppi. Due vite, due realtà – vere o virtuali questo lo lascio decidere al pubblico di visitatori – che si divertono ad incrociarsi, a rincorrersi, ad intrecciare legami e avventure. Se vogliamo, il calore mediterraneo sfiora delicatamente le brumose terre nordiche, l’astratto sognatore si infrange, come le delicate onde riposanti, sulle durezze della figurazione espressionista. La mostra è accompagnata da un esaustivo catalogo a cura di Fiorenzo Degasperi e chiude al 30 aprile.
BORGO VALSUGANA Mostre LUCI ED OMBRE DEL LEGNO - XVI EDIZIONE Apertura: fino a sabato 7 marzo. Spazio Klein. Dal Simposio del Tesino - Trentino - una mostra di scultura in legno. Opere di DINO DAMIANI, IONEL ALEXANDRESCU, GIANANGELO LONGHINI, STEFANIA NICOLO. Con la partecipazione di CARLO SCANTAMBURLO. Informazioni: http://www. luciedombredellegno.it.
BRENTONICO Mostre IL VIAGGIO DI MONTE BALDO Apertura: da sabato 22 giugno 2019 a domenica 31 maggio 2020. Palazzo Eccheli Baisi. Esposizione a cura di Rodolfo Taiani e Anna Vittoria Ottaviani. Ingresso gratuito. Per informazioni su aperture e orari www.museostorico.it, www.comune.brentonico.tn.it, 0464 395059.
CAVALESE Mostre DOMUS MAGNA. IL PALAZZO DELLA MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME DAL MEDIOEVO A OGGI Apertura: fino a lunedì 13 aprile 2020. Piazza Cesare Battisti, 2. A sette anni dall’apertura al pubblico il palazzo si svela. Informazioni: 0462 340812, palazzo@mcfiemme.eu. Mostre IL REALISMO MAGICO NELL’ARTE SARDA. LA COLLEZIONE DE MONTIS Apertura: fino a lunedì 13 aprile 2020. Palazzo della Magnifica comunità di Fiemme - Cavalese. A cura di Beatrice Avanzi, Mart Rovereto. In collaborazione con Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito, da un’idea di Vittorio Sgarbi. Informazioni: 0462 340812, www.mcfiemme.eu.
GARDOLO Mostre GINO SANDRI, UN ARTISTA DA RISCOPRIRE Apertura: da mercoledì 11 marzo a venerdì 24 aprile. Sede Erickson, via del Pioppeto 24. mostra (con ingresso gratuito) dedicata all’artista, con l’esposizione di 26 opere. www.erickson.it.
LOCCA DI CONCEI Mostre LEDRO IN FESTA. MOSTRA FOTOGRAFICA Apertura: fino a domenica 1 marzo. Centro culturale. Mostra fotografica con l’esposizione di: Giorgio Ceriani, Alessandro de Guelmi, Morenza Donati, Remigio Fedri-
gotti, Carmen Ferrari, Mariù Festi, Paola Malcotti, Renzo Mazzola, Fabrizio Novali, Stefania Oradini, Marilyn Tiboni. La mostra sarà visibile in occasione dei concerti in programma. Informazioni: www. vallediledro.com.
PIEVE TESINO Mostre EMILIA FIETTA, L’ULTIMA DEI BADALAI Apertura: fino a martedì 31 marzo 2020. Per Via. Museo Tesino delle stampe e dell’ambulantato. La mostra racconta la storia di Emilia Fietta attraverso stampe e oggetti appartenuti o prodotti dalla famiglia Fietta Badalai. Informazioni: info@museopervia.it www.museopervia.it.
RIVA DEL GARDA Mostre FERMOIMMAGINE. L’EVOLUZIONE DELLA GARDESANA OCCIDENTALE DA 22 A 2 RUOTE Apertura: fino a domenica 19 aprile 2020. MAG Museo Alto Garda. La mostra intende documentare la storia della costruzione della SS 45 bis, per tutti la Gardesana Occidentale, mettendola a confronto con il suo status attuale. Informazioni: 0464 573869,info@museoaltogarda.it.
ROVERETO Mostre IMAGO TRIDENTINA Apertura: fino a venerdì 15 maggio 2020. Palazzo Alberti Poja. La cartografia storica del Trentino dagli archivi territoriali. Informazioni e dettagli: www.visitrovereto.it. Mostre DANZARE LA RIVOLUZIONE Apertura: da sabato 19 ottobre 2019 a domenica 1 marzo 2020. Mart. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@mart. trento.it. Mostre TUUUMULTUM! Apertura: fino a domenica 29 marzo 2020. Casa d’Arte Futurista Depero. Esposizione a cura di Nicoletta Boschiero e Duccio Dogheria. L’esposizione indaga il rapporto tra arte e musica nel corso del Novecento, con particolare riguardo a precisi momenti storici posti a confronto. Informazioni: 0464 431813, info@mart.trento.it. Mostre ARCHIVIO DI NUOVA SCRITTURA. LA COLLEZIONE DI PAOLO DELLA GRAZIA Apertura: da venerdì 22 novembre 2019 a domenica 1 marzo 2020. Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Esposizione a cura di Nicolet-
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GLI ACQUERELLI DI ANITA ANIBALDI AL SOCIAL STONE DI TRENTO
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ella saletta del Social Stone a Trento, è stata inaugurata la mastra di acquerelli di Anita Anibaldi. Numeroso il pubblico degli ammiratori di questa artista trentina, con la significativa presenza di Andrea Robol, consigliere comunale, già assessore alla Cultura del Comune di Trento e di Simonetta Dellantonio, presidente della Circoscrizione dell’Oltrefersina. Il presentatore della mostra, lo scrittore e critico Renzo Francescotti ha ricordato di essere stato il primo a scrivere di Anita, allora giovanissima, sulla rivista “Regioni Panorama” di Bolzano, una quarantina di anni fa. Da allora questa eclettica artista ha compiuto molta strada: come poetessa premiata, autrice di fiabe e racconti, disegnatrice, pittrice, illustratrice di numerosi libri suoi e di altri autori. Ultima la pubblicazione , molto attuale, ”La tana del lupo” (Curcu Genovese Editore), di racconti fortemente realistici, in cui la Annibaldi offre il meglio di sé come narratrice e disegnatrice: Francescotti ha sottolineato l’eccezionale poliedricità di questa artista. Quanto ai suoi acquerelli ha spiegato come questo genere di pittura sia da molti sottovalutato, ritenuto un genere minore, da lasciare alla velleità delle ragazze di buona famiglia nel passato e ai pittori della domenica nel presente. Invece grandi artisti hanno praticato l’acquerello, da Dürer a Turner, da Cézanne, a Kandinskij , da Klee a Picasso. Francescotti ha poi chiarito come, a suo avviso, tra i temi prediletti dalla Annibaldi per i suoi acquerelli (paesaggi, nature morte, ritratti) egli preferisca questi ultimi, in cui l’artista dipinge le figure di famigliari (la sorella, le figlie, la baby sitter). Come certe pittrici quali l’americana Mary Cassat, vissuta a lungo a Parigi esponendo con i grandi impressionisti.
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ta Boschiero e Duccio Dogheria, una produzione Mart Rovereto e Museion Bolzano. Ingresso gratuito. Informazioni 0464 438887 - 800 397760, info@mart.trento.it. Mostre CI VUOLE UN FIORE Apertura: fino a domenica 23 agosto 2020. Fondazione museo civico di Rovereto. La flora del Trentino: ieri, oggi e domani. Mostra curata da Giulia Tomasi della sezione Botanica della Fondazione, con il coordinamento di Alessandra Cattoi e Alessio Bertolli e la supervisione scientifica di Filippo Prosser. Informaizoni: 0464 452800, museo@fondazioneMCR.it. Mostre ATTILIO LASTA. LA VITA E L’ARTE ATTRAVERSO DOCUMENTI INEDITI Apertura: fino a domenica 1 marzo. Biblioteca civica “G. Tartarotti”. Mostra a cura di Warin Dusatti. Informazioni: 0464 452500, bibliotecacivica@comune.rovereto.tn.it. Mostre BELLUM DI PAOLO ALDI Apertura: fino a lunedì 13 aprile. Fondazione Opera Campana dei Caduti, Colle di Miravalle. La mostra sarà aperta tutti i giorni, festività comprese, fino al 13 aprile. Informazioni: http://www.fondazioneoperacampana.it/it/. Mostre LA FOTOGRAFIA HA 180 ANNI! Apertura: da giovedì 20 febbraio a domenica 31 maggio. Mart. Il libro illustrato dall’incisione al digitale. Italo Zannier fotografo innocente. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@mart.trento.it. Mostre I DIARI YERVANT GIANIKIAN ANGELA RICCI LUCCHI Apertura: da giovedì 20 febbraio a domenica 31 maggio. Mart. Il museo presenta oggi l’ultima produzione entrata a far parte delle Collezioni: I diari di Angela. Noi due cineasti. Capitolo secondo (2019): il racconto dell’esperienza cinematografica complessa e personale con cui Gianikian e Ricci Lucchi hanno custodito e ricucito le storie più tragiche del Novecento. Ingresso libero e gratuito. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@mart.trento.it. Mostre IRAQ: UNA FERITA APERTA Apertura: da venerdì 28 febbraio a domenica 7 giugno. Museo storico italiano della Guerra. Nel febbraio 2017 il fotografo inglese Giles Duley ha visitato l’ospedale di EMERGENCY a Erbil per mostrare al mondo cosa è successo a Mosul. Informazioni: 0464 438100, info@museodellaguerra.it.
SAN MICHELE ALL’ADIGE Mostre DAL CASSETTONE DELLA BISNONNA Apertura: fino a giovedì 30 aprile 2020. Museo degli usi e costumi della gente trentina. Tessuti e indumenti della collezione AIFo. Informazioni: 0461 650314, info@ museosanmichele.it.
STENICO Mostre #PROUDTOSHARE - LA MOSTRA BIOSFERA, IL NOSTRO FUTURO Apertura: da sabato 14 dicembre 2019 a domenica 17 maggio 2020. Castello. La mostra è dedicata alla Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”. Un “progetto strategico” - presente nel Piano di Gestione - con cui la Riserva di Biosfera vuole condividere con le comunità residenti e gli ospiti del territorio le straordinarie espressioni del secolare rapporto fra uomo e natura nelle Alpi Ledrensi e Judicaria. Informaizoni: 0465 771004, info@ buonconsiglio.it.
TRENTO Mostre ANDREA FONTANARI CIÒ CHE VEDO NUOVA FIGURAZIONE IN ITALIA Apertura: fino a domenica 24 maggio 2020. BOCCANERA GALLERY. Esposizione. Informazioni: info@ arteboccanera.com. Mostre USAVAMO LA CINEPRESA: STORIE IN FORMATO RIDOTTO Apertura: fino a domenica 3 maggio 2020. Le Gallerie, Piazza di Piedicastello. Un viaggio nel passato attraverso gli sguardi della gente comune. Immagini, oggetti, suoni del cinema amatoriale accompagnano il visitatore lungo la storia del Novecento. Informazioni: www.museostorico.it.
Mostre COSMO CARTOONS Apertura: da domenica 21 luglio 2019 a domenica 14 giugno 2020. MUSE, Corso del lavoro e della scienza. L’esplorazione dell’Universo tra scienza e cultura pop. Mostra originale che racconta l’esplorazione spaziale e l’allunag-
trentinomostre gio, con rimandi all’arte e in particolar modo al fumetto. Info: tel. +39 0461 270311, www.muse.it.
Mostre BEYOND DRIFTING: IMPERFECTLY KNOWN ANIMALS Apertura: fino a domenica 19 aprile 2020. Castello del Buonconsiglio. La mostra fotografica dell’artista Mandy Barker dedicata alla salvaguardia del pianeta. Informazioni: 0461 233770- 0461 492811, info@ buonconsiglio.it. Mostre IL RITORNO DELLE PRINCIPESSE Apertura: fino a domenica 8 marzo 2020. Castello del Buonconsiglio. Esposizione, un dipinto di Jakob Seisenegger. Del pregevole insieme rimane oggi solo questa tavola, tornata, dopo un lungo restauro, curato dalla Soprintendenza per i beni culturali di Trento, alla sua antica dimora, il Castello del Buonconsiglio. Informazioni: 0461 233770- 0461 492811, info@buonconsiglio.it. Mostre CHIARA LUBICH CITTÀ MONDO Apertura: fino a lunedì 7 dicembre 2020. Fondazione Museo storico del Trentino. Le Gallerie di Piedicastello. Una mostra dedicata ad una donna di cui è in corso la causa di beatificazione - riconosciuta come una delle figure più influenti del Novecento. Informazioni: 0461 230482, info@museostorico.it. Mostre L’INVENZIONE DEL COLPEVOLE Apertura: da venerdì 13 dicembre 2019 a lunedì 13 aprile 2020. Museo Diocesano Tridentino. Mostra
dedicata al ‘caso’ di Simonino da Trento, un bambino presunta vittima di omicidio rituale ebraico, venerato per secoli come ‘martire’ innocente. Informazioni: 0461 234419, info@museodiocesanotridentino.it. Mostre JAMES BROWN, A LONG STORY Apertura: da martedì 17 dicembre 2019 a martedì 31 marzo 2020. Studio d’Arte Raffaelli. Lo Studio d’Arte Raffaelli presenta una panoramica sul lavoro di uno degli artisti con cui collabora da più tempo, l’americano James Brown, che dagli anni Ottanta a oggi ha attraversato continue fasi di sperimentazione, dal graffitismo, all’arte primitiva, alla scultura totemica, all’astrazione. Informazioni: 0461 982595, infor@ studioraffaelli.com. Mostre PREMIO ILLUSTRI Apertura: fino a mercoledì 11 marzo. Impact Hub, Sanseverino. La mostra, presentata a BASE Milano, arriva all’Impact Hub di Trento con una selezione di opere tra cui troviamo le firme dei vincitori dell’edizione 2019: Alice Piaggio, Gianluca Folì, Daniela Tieni, Francesco Bongiorni, Philip Giordano e Riccardo Guasco. Informazioni: https://trento.impacthub.net. Mostre GROTT 30. L’ARTE DI CIRILLO GROTT (1960 - 1990) Apertura: fino a sabato 7 marzo. Palazzo Trentini. A 30 anni dalla scomparsa, un percorso in 68 opere nei 30 anni di attività artistica dello scultore e pittore di Guardia (Folgaria). Ingresso libero. Informazioni: 0461 213111, segreteria@ consiglio.provincia.tn.it.
zoni: http://www.mart.trento.it/ ciochevedo. Mostre IL MURO INFINITO: BERLINO 1989-2019 Apertura: da sabato 22 febbraio a domenica 3 maggio. Fondazione Museo storico del Trentino. Le Gallerie di Piedicastello. Una mostra fotografica realizzata in occasione del 30° anniversario della caduta del Muro di Berlino e nata dalla collaborazione fra il Comune di Pordenone, il CRAF di Spilimbergo e la Fondazione Museo storico del Trentino. Informazioni: 0461 230482, info@museostorico.it. Mostre AMALGAMA Apertura: da lunedì 24 febbraio a venerdì 6 marzo. Spazio FoyEr, Via G. Galilei 26. Prima tranche di Amalgama progetto internazionale di grafica di Fermin Santos Lopez. Informazioni: www.teatrodivillazzano.it. Mostre BEYOND THE PLASTIC Apertura: da venerdì 28 febbraio a martedì 30 giugno. Muse. Sviluppo sostenibile, creatività e partecipazione per un pianeta oltre la plastica: un’originale installazione artistica, “Nautilus”, di Valentina Furian, e la mostra “A Collection for Life Beyond the Plastic”,con gli arazzi realizzati in plastica riciclata dal Maestro tessitore Giovanni Bonotto, aprono una nuova sfida per l’ambiente e per tutti noi. Informazioni: 0461 270311, museinfo@muse.it.
Mostre CIÒ CHE VEDO. NUOVA FIGURAZIONE IN ITALIA Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 24 maggio. Galleria Civica, Via Belenzani, 44. Esposizione a cura di Alfredo Cramerotti e Margherita de Pilati. Informai-
Mostre DREAMS NEVER END Apertura: da venerdì 27 marzo a sabato 16 maggio. Boccanera Gallery, ia Alto Adige, 176. Esposizione personale di Cristian Avram. Informazioni: www.arteboccanera.com.
Mostre #CIRCULAR EVOLUTIONS - CASETTE ILLUMINATE AL MUSE Apertura: da domenica 13 dicembre a domenica 15 marzo. Muse. Dall’Orto Botanico di Milano al MUSE - Museo delle Scienze di Trento, passando per Videocittà a Roma: è l’incredibile viaggio delle casette di Eni gas e luce che arrivano a illuminare il MUSE con l’installazione Circular Evolutions, inaugurata oggi e che sarà visitabile fino a marzo 2020. Informazioni: 0461 270311, museinfo@muse.it.
VILLA LAGARINA Mostre OLTRE LA COSA Apertura: da sabato 25 gennaio a domenica 1 marzo. Palazzo Libera. Das Ding, è quella cosa che si cerca e che non si smette mai di cercare. Oltre la cosa, è anche oltre la soglia: l’immersione e l’adagiarsi in quella pittura opalescente capace d’imporsi sull’oscurità. Mostra personale di Annamaria Targher. www.annamariatargher.it.
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trentinoappuntamenti
LA MUSICA E IL TEATRO PER TORNARE SERENI...
È
quello con Giorgio
Panariello l’evento
clou di questo mese di marzo, in regione, sul fronte degli spettacoli in Trentino. Il comico
toscano sarà il 23 marzo all’Auditorium S. Chiara con il suo nuovo one man show “La favola mia”, che porterà nei teatri di tutta Italia nell’appuntamento organizzato dalla Showtime Agency. Giovanni
Allevi porta
a Trento il suo “Piano solo tour” in cui lascia spazio alle emozioni del pianoforte senza aggiunta di altri strumenti o di sovrapposizioni sonore. L’appuntamento è quello del 17 marzo alle 21 all’Auditorium S. Chiara. C’è anche una data a Trento, quella del 28 marzo al Teatro Sanbàpolis, fra quelle del nuovo tour del cantautore
rapper Anastasio, che è stato fra i protagonisti più applauditi della 70° edizione del Festival di Sanremo che si è svolto lo scorso febbraio. Un live che prende il nome dal disco “Atto Zero” uscito proprio dopo la fine della
MARINA MASSIRONI
I
niziò gli studi di recitazione alla fine del 1982, e circa due anni dopo ebbe le sue prime scritture teatrali. Nel frattempo sposatasi con il collega Giacomo Poretti, intraprese con questi l’attività cabarettistica creando un duo noto con il nome di Hansel & Strüdel. Il sopravvenuto divorzio da Poretti, e il successivo legame con l’autore e sceneggiatore Paolo Cananzi in essere dal 1994, non fece cessare tuttavia la collaborazione artistica con l’ex marito, nel frattempo divenuto parte del trio Aldo, Giovanni e Giacomo: a partire dai primi anni 1990 e fino all’inizio degli anni 2000, Massironi ha lavorato con il trio comico dapprima in televisione, poi a teatro e infine al cinema; proprio il suo film d’esordio, nel 1997, fu in loro compagnia in Tre uomini e una gamba, partecipando successivamente a Così è la vita e Chiedimi se sono felice. Nel frattempo, nel 1999 recita in Fuori dal mondo con Silvio Orlando e Margherita Buy, mentre nel 2000 vince sia il Nastro d’argento, sia il David di Donatello come migliore attrice non protagonista per Pane e tulipani.
kermesse sanremese.
Dopo diversi anni di assenza dal Trentino Edoardo
Bennato ritorna sul palco dell’Auditorium S. Chiara
nel concerto in programma il 20 marzo nell’ambito del
allettante per le firme prestigiose di cui si compone.
suo ”Rockin’ with Peter Pan on Tour 2020” nella data
Per il teatro, “Le verità di Bakersfield” vedrà
organizzata da Fiabamusic. Dalla California arriverà, invece, il 13 marzo all’Auditorium Melotti di Rovereto la compagnia
Bodytraffic che, in
confronto due vicende umane lontanissime fra loro che si incontrano nello scenario di una America percorsa da forti divari sociali.
è diventata una delle realtà
Osmosi fra musica e immagini: questo offre il progetto
made in USA più apprezzate.
chiamato Jerusalem In My Heart, il 27 marzo al
Per la prima volta in tournée nel è diretta da Lillian Rose Barbeito e il programma proposto risulta alquanto
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Marina Massironi e Roberto Citran alle prese con un testo di Stephen Sachs che mette a
poco più di dieci anni di vita,
nostro Paese, questa compagnia
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in scena martedì 24 a Mezzolombardo
Anastasio
Teatro Sanbàpolis di Trento, composto dal filmmaker canadese Charles-André
Coderre e
dal pluristrumentista e cantante di origine libanese
Radwan Ghazi Moumneh, contitolare del leggendario studio di registrazione Hotel2Tango.
trentinoappuntamenti 1 DOMENICA Musica ALICE Trento. Ore 17. Teatro Sociale. Un’opera dedicata alla follia, dove Alice, una ragazzina dalle buone maniere, cerca l’evasione dalla vita di società e si ritrova in un mondo sottosopra, dove tutti hanno perso la ragione ma nessuno sembra saperlo! Informazioni: 0461 213834 Numero verde 800 013952, info@ centrosantachiara.it. Musica CONCERTO LIRICO OPERA CONTEST Villazzano. Ore 16. Teatro. Confronto e incontro tra cantanti lirici ancora non professionisti. Informazioni: 0461 - 913706, info@teatrodivillazzano.it. Musica DISTANT VOICES, STILL LIVES Rovereto. ore 16.30. Mart. Francesco Dillon violoncello, Emanuele Torquati pianoforte. Informazioni: 0464 438887 - 800 397760, info@ mart.trento.it. Musica DUO GIACOPUZZI - WEGHER 2 PIANOFORTI Trento. ore 10.30. Sala Filarmonica. Concerti della domenica. Informazioni: 0461985244, info@ filarmonica-trento.it. Teatro MISTO CON LA SPUMA Trento. Ore 16. Teatro San Marco. Spettacolo tratto da Georges Feydeu - Stefano Benni - Dario Fo (adattam. dialettale di Brunetto Binelli). “’L Filò da la Val Rendena” di Pinzolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi FEDROESOPOLAFONTAINE. FAVOLE Locca di Concei. ore 16.30. Centro culturale. Spettacolo Teatrino dell’erba matta (Savona). Età consigliata dai 3 anni. Info Comune di Ledro tel. 0464.592729, comune@ comune.ledro.tn.it .
2 LUNEDÌ Musica ROMANTICO Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Concerto Elena Faccani violino, viola, Achille Fait corno, Davide Cabassi pianoforte. Informazioni: 0464 435255, associazionefilarmonica1@tin.it. Musica STEFANO FERRARIO E GLI ARCHI DELL’ORCHESTRA HAYDN Tione di Trento. Ore 20. Cinema Teatro Comunale. Stefano Ferrario, maestro concertatore e Gli Archi dell’Orchestra Haydn. Informazioni e biglietti: www.haydn.it.
Musica BEREGOVSKI QUARTET Trento. Ore 21. Museo Diocesano Tridentino. Concerto di musica klezmer. Per informazioni è possibile contattare il Museo Diocesano Tridentino al numero 0461.234419. Sito web: museodiocesanotridentino.it.
3 MARTEDÌ
0461 213834 Numero verde 800013952, info@centrosantachiara.it. Musica FEDERICO MONDELCI Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara. Concerto con: Federico Mondelci, direttore e solista; Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano. Informazioni e biglietti: www.haydn.it.
Danza HUBBARD STREET DANCE CHICAGO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. A Picture of You Falling, Cloudline, Echad Excerpt from Decadance/ Chicago, Out of Your Mind. Compagnia di lunga tradizione fondata da Lou Conte nel 1977, l’Hubbard Street Dance Chicago è, nell’ambito della danza contemporanea, una compagnia esemplare e da imitare. Informazioni: www.centrosantachiara.it.
Teatro THAT’S AMORE Tesero. Ore 20.45. Cinema Teatro. LA BILANCIA PRODUZIONI IN COLLABORAZIONE CON ESAGERA. Spettacolo di Marco Cavallaro con Marco Cavallaro, Claudia Ferri, Marco Maria Della Vecchia, regia di Marco Cavallaro. informazioni: 0462 815040, comune@pec. comune.tesero.tn.it.
Musica STRAPPATEMPO: LA MIRABOLANTE AVVENTURA DELLA STORIA DELLA MUSICA Trento. ore 09.00 e 11.00. Sala Filarmonica. Pipa e Pece e Milano Saxophone Quartet. Informazioni: 0461985244, info@filarmonica-trento.it.
Musica LETTUCE Rovereto. Ore 21.30. Auditorium Melotti. Concerto all’interno della rassegna Jazz’About. Informazioni e biglietti: https://www.centrosantachiara.it.
Teatro THAT’S AMORE Mezzolombardo. Ore 21. Cinema Teatro. LA BILANCIA PRODUZIONI IN COLLABORAZIONE CON ESAGERA. Spettacolo di Marco Cavallaro con Marco Cavallaro, Claudia Ferri, Marco Maria Della Vecchia, regia di Marco Cavallaro. informazioni: 0461 609315, info@ comune.mezzolombardo.tn.it. Teatro HUMANA Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. ElementareTeatro co-produzione Compagnia CampoverdeOttolini. Informazioni: 0464 452159, cultura@comune.rovereto.tn.it.
4 MERCOLEDÌ Cultura CAMMINARE NELLA STORIA: GRANDI PERSONAGGI ALLA SCOPERTA DEL TRENTINO ALTO ADIGE Trento. ore 17.00. Biblioteca Comunale, Sala Affreschi. Presentazione libro di Silvia Vernaccini con Danilo Fenner. Organizza pro Cultura. Info: silvia.vernaccini1@ gmail.com. Musica FEDERICO MONDELCI ROTA, HONEGGER, IBERT, MILHAUD Trento. Ore 20.30. Auditorium. Direttore e solista:Federico Mondelci, Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano. Informazioni:
5 GIOVEDÌ
Teatro THAT’S AMORE Tione di Trento. Ore 21. Cinema Teatro Comunale. LA BILANCIA PRODUZIONI IN COLLABORAZIONE CON ESAGERA. Spettacolo di Marco Cavallaro con Marco Cavallaro, Claudia Ferri, Marco Maria Della Vecchia, regia di Marco Cavallaro. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Arthur Miller / Regia Leo Muscato / Con Alessandro Haber, Alvia Reale. Teatro stabile di Bolzano. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro SUPERMARKET. A MODERN MUSICAL TRAGEDY Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Gipo Gurrado e Livia Castiglioni. Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro BON MARIAGE Borgo Valsugana. Ore 20.45. Teatro Centro Scolastico. Commedia illuministica sul matrimonio fronte e retro / Liberamente ispirato a diverse opere teatrali e filosofiche / Di Andrea Castelletti. Informazioni e biglietti: www.comune.borgovalsugana.tn.it, modusverona.it.
6 VENERDÌ Teatro UN’ESTATE DA TURISTA Castelnuovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Andrea Midena Associazione Culturale “I Toni Marci” di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TU DANZAVI PER ME Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Gigliola Santoro “I Cattivi di Cuore” di Imperia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Arthur Miller / Regia Leo Muscato / Con Alessandro Haber, Alvia Reale. Teatro stabile di Bolzano. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro SUPERMARKET. A MODERN MUSICAL TRAGEDY Pinzolo. Ore 21. Cinema Teatro Paladolomiti. Spettacolo di Gipo Gurrado e Livia Castiglioni. Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro HUMANA Trento. Ore 21. Teatro Portland. ElementareTeatro co-produzione Compagnia CampoverdeOttolini. Informazioni: www.teatroportland.it. Teatro MAREMMA MAIALA Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Valerio Di Piramo / Gruppo Teatrale Prove de Teatro di Calliano. Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@compagniadilizzana.it. www.sipariodoro.it. Teatro TU DANZAVI PER ME Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Dalle testimonianze di Gigliola Santoro / Regia e adattamento di Gino Brusco / I Cattivi di Cuore, Imperia. Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@compagniadilizzana.it . Teatro BERTOLDO Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo da Giulio Cesare Croce / Filodrammatica San Martino di Fornace. Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@ compagniadilizzana.it . Teatro LA Q-PROD: STASERA OVULO Arco. Ore 21. Teatro. Spettacolo per la Stagione “Cantiere Teatro”. 103
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trentinoappuntamenti Di Carlotta Clerici / Con Antonella Questa / Regia Virginia Martini. Informazioni e biglietti: www.comune.rivadelgarda.tn.it.
7 SABATO Musica “HAPPY CHEESE” CON ROARING CATS Predazzo. Ore 12. Rifugio Passo Feudo, Ski center Latemar Predazzo. Mo van der Does (clarinetto, sax), Cesare Mecca (tromba), Davor Stehlik (chitarra), Samuele Ghezzi (voce), Gediminas Stepanavi ius (sousaphone). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@ visitfiemme.it. Musica ALAN FARRINGTON “NO SMOKING” Predazzo. Ore 21. Cinema Teatro Comunale, Predazzo. Alan Farrington (voce), Roby Soggetti (pianoforte), Marco Cocconi (basso elettrico), Riccardo Biancoli (batteria). Informazioni: Info: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@visitfiemme.it. Musica THE BIG JAM SESSION Predazzo. Ore 23. Poldo Pub. Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica. deflorian@visitfiemme.it. Musica MORETTA PLAYS BEETHOVEN Trento. Ore 17.30. Sala Sosat. Primo concerto in occasione del 250° anniversario della nascita (1770-2020). Informazioni: www. arsmodi.it/katharsis-2020. Musica DAVID TOOP & RIE NAKAJMA, LUCIANO MAGGIORE, ENRICO MALATESTA Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Evento all’interno della rassegna Musica Macchina 2019/2020. Informazioni: https://www.centrosantachiara.it. Musica LONG LIVE THE QUEEN Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. I Break Free, tributo Queen n°1 in Europa. Rivivi le emozioni di un concerto dei leggendari Queen in questo grande spettacolo tributo! Rivivi la leggenda! Informazioni e prevendite: www.primiallaprima.it. Teatro TOVARISC - MILIARDARI SENZA UN SOLDO Civezzano. Ore 20.45. Teatro Luigi Pirandello. Spettacolo di Jaques Deval con la Compagnia “GAD Città di Trento”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.
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Teatro PER EN PIAZER, CHE DISPIAZER Verla di Giovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Andrea Tasin Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Giustino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Loredana Cont Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro VAMPADE D’ISTÀ Olle. Ore 20.45. Teatro S. Domenico Savio. Spettacolo di Antonia Dalpiaz Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro G’HO NA FIOLA... BELISSIMA Lavis. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Valerio Di Piramo - trad. dialettale e adattam. di Valerio Bombardelli Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN DIAOL PER CAVEL Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro San Gottardo. Spettacolo di Cinzia Berni e Roberto Marafante - trad. dialettale di Federico Gozzer Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro FRATELLI E SORELLE Lizzana. Ore 20.45. Teatro San Floriano. Spettacolo di Andrea Visibelli Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IMPOSSIBILE NAR D’ACCORDO Serravalle. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont Compagnia “Filogamar” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE ME TOCA TUTE Avio. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di di Loredana Cont. Compagnia Teatrale “La Nogara” di Cogollo di Tregnago (VR). Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro LA SERVA AMOROSA Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Carlo Goldoni. Compagnia Teatrale “La Barcaccia” di Verona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro LA BADANTE DEL NONO Vallarsa. Ore 20.45. Teatro Sant’Anna. Spettacolo di Fabio Svaldi Filodrammatica “El Lumac” di Piazze di Bedollo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SCOMMESSA Castellano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Aldrea Oldani. Gruppo Teatrale Rumo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO NE RESTA CHE VIVER Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Paolo Scottini “Fomefilò” Filodrammatica Ledrense di Ledro in collaborazione con Proloco di Molina. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO Coredo. Ore 21. Teatro Dolomiti. Spettacolo liberamente tratto da “L’Hotel du bon repos” di Saint Garnier e Philippe Bonnieres - adattam. dialettale di Giorgio Clementi. Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL MORT EN CASA Predazzo. Ore 21. Teatro Dolomiti. Spettacolo di Camillo Vittici. Filodrammatica “I Rusteghi” di Avio. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Arthur Miller / Regia Leo Muscato / Con Alessandro Haber, Alvia Reale. Teatro stabile di Bolzano. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro VORREI ESSERE FIGLIO DI UN UOMO FELICE Brentonico. Ore 21. Teatro Monte Baldo. Spettacolo di e con Gioele Dix. Informazioni e biglietti: www. trentinospettacoli.it. Teatro SCENARI VISIBILI: PATRES Villazzano. ore 20 e ore 21.30. Teatro. Di Saverio Tavano / Con Dario Natale e Gianluca Vetromilo / Regia Saverio Tavano / Con il supporto della Regione Calabria,
sistema delle Residenze Teatrali Calabresi. Informazioni: Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro TEATRO DEI PIEDI VERONICA GONZALES Canal San Bovo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo visuale, internazionale. Tel. 0439 719041 o via fax 0439 308114, Mail: infovanoi@sanmartino.com. Tradizione WINTER RACE 2020 San Martino di Castrozza. Passo Rolle - Fiera di Primiero - Tonadico - Siror - Dintorni di Primiero - Val Canali / Passo Cereda - San Martino di Castrozza. 8^ Edizione. Un evento unico ed esclusivo con circa 80 vetture costruite entro il 31 dicembre 1976. Maggiori informazioni su http://www. winterace.it/it/ .
8 DOMENICA Enogastronomia CRASPAMAGNA DOLOMITICA Valle di Vanoi. ore 09.00. Zortea. Quinta edizione della CraspaMagna Dolomitica, una giornata con le racchette da neve, tra natura e gastronomia, alla scoperta della Valle del Vanoi, uno dei luoghi più affascinanti e incontaminati del Trentino. Tel. 0439 719041 o via fax 0439 308114, Mail: infovanoi@ sanmartino.com. Musica CURLY FROG & THE BLUES BRINGERS Bellamonte Lusia. Ore 12. Baita la Morea, Ski area Bellamonte Lusia. Samuele Ghezzi (voce, sax), Francesco Mosna, PaoloTiago Murati (chitarra), Andrea Ruocco (contrabbasso), Alessandro Ruocco (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@visitfiemme.it. Musica SAM MORTELLARO TRIO Cavalese. Ore 21. Palazzo della Magnifica Comunità. Sam Mortellaro (pianoforte), Andrea Ruocco (contrabbasso), Alessandro Ruocco (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@visitfiemme.it. Musica BELLE RIPIENE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Commedia musicale diretta da Massimo Romeo Piparo con Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo. Informazioni e prevendite: www. primiallaprima.it. Per i più piccoli CIPÌ Meano. Ore 17. Teatro. Spettacolo con Enrico Ferrari, Fabio Slemer / Regia Selene Farinelli. Alle ore 16.30 merenda per tutti con suc-
trentinoappuntamenti co e biscotti! Informazioni: www. teatrodimeano.it. Per i più piccoli PENTOLINA, PENTOLETTA, PENTOLACCIA Trento. ore 11 e ore 16.30. Teatro Portland. Spettacolo di burattini a guanto di e con: Luciano Gottardi. Età consigliata: a partire dai 3 anni. Informazioni e prenotazioni: www.teatroportland.it. Teatro NE VEDEM AL BAR Trento. Ore 16. Teatro San Marco. Spettacolo di Massimo Lazzeri Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro NON DIRMI CHE NON SEI FELICE Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Menegoldo Perridini. Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ARMONICAMENTE DAL FRONTE Tiarno di Sotto. Ore 17.30. Palestra. Spettacolo di e con Associazione Culturale “2GiGa” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo di Arthur Miller / Regia Leo Muscato / Con Alessandro Haber, Alvia Reale. Teatro stabile di Bolzano. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it.
9 LUNEDÌ Musica BETTY VITTORI TRIO Cavalese. Ore 21. Cheers Bar. Betty Vittori (voce), Felice Cosmo (tastiere), Federica Zanotti (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica. deflorian@visitfiemme.it.
10 MARTEDÌ Danza BUTTERFLY Tesero. ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo della Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei sarà protagonista di Butterfly, con una drammaturga musicale che alterna i brani originali di Puccini, alle composizioni di Luca Vianini. Info: numero verde 800 013952 www.centrosantachiara.it.. Musica MARCO ‘FURIO’ FORIERI & SKA-J Pampeago. Ore 12. Rifugio Zischgalm, Ski center Latemar. Marco ‘Furio’ Forieri (voce, sax), Edoardo Brunello (sassofoni), Mar-
cello Faggionato (tromba), Frank Martino (chitarra), Mauro Zulian (tastiere), Daniele Vianello (basso elettrico), Alan Liberale (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica. deflorian@visitfiemme.it.
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11 MERCOLEDÌ Cultura LA LIBERTÀ MI SORRIDA Gardolo. Ore 17.30. Sede Erickson, via del Pioppeto 24. Una riflessione sul rapporto tra condizione umana e linguaggio artistico partendo dall’esperienza di Gino Sandri. Sarà presente Daniela Rosi, docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, già responsabile culturale del Centro Franca Martini ed esperta di Outsider Art. Inaugurazione della mostra dedicata a Gino Sandri. È gradita la prenotazione. Tel. 0461 993963, E-mail: lalibreria@erickson.it. Musica MARCO ‘FURIO’ FORIERI & SKA-J Passo San Pellegrino. Ore 14. Rifugio Fuciade. Marco ‘Furio’ Forieri (voce, sax), Edoardo Brunello (sassofoni), Marcello Faggionato (tromba), Frank Martino (chitarra), Mauro Zulian (tastiere), Daniele Vianello (basso elettrico), Alan Liberale (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@ visitfiemme.it.
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Societa’ soggetta all’attivita’ di direzione e coordinamento da parte di Gruppo Santini Spa via Giotto 4/a – 39100 Bolzano. Das Unternehmen unter105 steht der Leitung und Koordination der Gruppe Santini AG • CF & P.IVA 02754960215 St.Nr. & MwSt.Nr. Cap. soc. 500.000 i.v - v.e. Gesellschaftskapital
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trentinoappuntamenti 12 GIOVEDÌ Musica MILA OGLIASTRO QUARTET Bellamonte Lusia. Ore 12. Chalet Valbona, Ski area. Mila Ogliastro (voce), Simone Cosso (chitarra), Emanuele Valente (contrabbasso), Giorgio Griffa (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@ visitfiemme.it. Musica THE BIG JAM SESSION Cavalese. Ore 21. Wine Bar Bellavista. Concerto. Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@visitfiemme.it. Teatro ALLIBITO SRL: TRASCENDI E SALI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Trascendi e sali di e con Alessandro Bergonzoni / Regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi / Scene Alessandro Bergonzoni / Produzione Allibito srl. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it.
13 VENERDÌ Danza BODYTRAFFIC Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Bloom di Daniele Ninarello / Gershwin Suite di Michele Merola e Cristina Spelti. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Musica FIORENZO ZENI QUARTET Pampeago. Ore 12. Chalet Caserina, Ski center Latemar. Fiorenzo Zeni (sassofoni), Michele Giro (pianoforte), Marco Stagni (contrabbasso), Michele Vurchio (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@visitfiemme.it. Musica MICHELE FRANCESCONI, FRANCESCA BERTAZZO & NPO. “THE JIMMY VAN HEUSEN SONGBOOK” Castello di Fiemme. Ore 21. Sala Polifunzionale, Castello di Fiemme. Michele Francesconi (pianoforte, arrangiamenti, direzione), Francesca Bertazzo (voce, chitarra, arrangiamenti, composizioni), Paolo Trettel (tromba, flicorno), Gigi Grata (trombone), Stefano Menato (sax alto, clarinetto), Fiorenzo Zeni (sax tenore), Giorgio Beberi (sax baritono, clarinetto basso), Stefano Colpi (contrabbasso), Enzo Carpentieri (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@ visitfiemme.it. Teatro L’ULTIMO BOTTONE (QUEI DUE!) Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Eduardo De Filippo
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Compagnia dell’Eclissi di Salerno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Teatro EN DIAOL PER CAVEL Noarna - Nogaredo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo tdi Cinzia Berni e Roberto Marafante - trad. dialettale di Federico Gozzer con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro LA CENA DEI CRETINI Valfloriana di Casatta. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Francis Veber con la Filodrammatica di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro ONESTI SE NASSE, FURBI SE DEVENTA Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont. Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RESTA Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo Di Silvai Marchetti / Giulio Federico Janni. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@ raumtraum.it. Teatro L’ULTIMO BOTTONE (QUEI DUE!) Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Eduardo De Filippo / Regia di Marcello Andria / Compagnia dell’Eclissi, Salerno. Informazioni: Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@compagniadilizzana.it.
14 SABATO Musica THE NIGHT DREAMERS Bellamonte Lusia. Ore 12. Baita Ciamp de le Strie, Ski area. Simone Garino (sassofono), Emanuele Sartoris (pianoforte), Dario Scopesi (basso), Antonio Stizzoli (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica. deflorian@visitfiemme.it. Musica VINCENT HERRING & SOUL CHEMISTRY Cavalese. Ore 21. Auditorium Palafiemme. Vincent Herring (sax alto), Mike Le Donne (pianoforte), Essiet Okon Essiet (contrabbasso), Joris Dudli (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@ visitfiemme.it. Musica ARIANNA FERRARI IN TOUR Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Arianna Ferrari (cantante trentina) e la sua compagnia di Fill presentano il nuovo album “Hey Fill!”. Informazioni: www.primiallaprima.it. Teatro LE GALINE DEL SIOR GÜNTHER Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo da “Agenzia matrimoniale” di Stefano Palmucci. Compagnia “Aldebaran”
Teatro EN DIAOL PER CAVEL Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Cinzia Berni e Roberto Marafante - trad. dialettare di Federico Gozzer. Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI DI ARLECCHINO Civezzano. Ore 20.45. Teatro Luigi Pirandello. Spettacolo di e con Enrico Bonavera. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PIRATI DE MONTAGNA Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Stefano Borile con la “Filolevico” di Levico Terme. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro MEZZANOTTE E UN MINUTO Villazzano. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Sergio Marolla con il “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SI, MA CON PERMESO Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Erman Franco Dalpiaz con la Filodrammatica di Tassullo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BOSIE CHE POESIE Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di e con Loredana Cont. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BENVENUTI A BALUK! Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Spettacolo di Neil Simon. Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA BADANTE DEL NONO Serravalle. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Fabio Svaldi. Filodrammatica “El Lumac” di Piazze di Bedollo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro LA SIGNORA E IL FUNZIONARIO Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Aldo Nicolaj Compagnia dell’Eclissi di Salerno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MAREMMA MAIALA Trambileno. Ore 20.45. Auditorium Moscheri. Spettacolo di Valerio Di Piramo con il Gruppo “Prove de Teatro” di Calliano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TRE SORELLE E UN IMBRANATO Vallarsa. Ore 20.45. Teatro Sant’Anna. Spettacolo di Aldo Lo Castro con la Compagnia “Virtus in Arte” di Malè. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro G’HO ‘NA FIOLA BELISSIMA! Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Valerio Di Piramo trad. dialettale di Valerio Bombardelli. Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SE FUS NAT EVA PRIMA DE ADAMO? Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con Mariagrazia Ianeselli e Franco Kerschbaumer. Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ONORANZE FUNEBRI MALCONTENTI (WWW. SCAMPAMORTE.COM) Prezzo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Italo Conti. Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA CHE VEGNA SERA Coredo. Ore 21. Teatro Dolomiti. Spettacolo di Antonia Dalpiaz. Gruppo Filodrammatica “Coredano” di Coredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ATTENTI AL PARROCO! Lavarone. Ore 21. Teatro Cinema Dolomiti. Spettacolo di di Ernesto Paternoster. Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro AGENZIA MATRIMONIALE Vermiglio. Ore 21. Teatro Polo Culturale. Spettacolo di Stefano Palmucci - trad. in dialetto trentino. Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo.
trentinoappuntamenti Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RESTA Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo Di Silvai Marchetti / Giulio Federico Janni. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@ raumtraum.it. Teatro MIA MOGLIE PARLA STRANO Fiavè. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con Barbara Bertato e Alfredo Colina / Regia di Corrado Accordino. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro POSAINOPERA COMPANY: D’AMORE E DI LOTTA Brentonico. Ore 21. Teatro Monte Baldo. Spettacolo di Antonio Vargiu / Direttore artistico Paola Posa. Info: posainoperacompany.it, www.trentinospettacoli.it. Teatro PANIKOMMEDIA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Regia di Circo Paniko / Messa in scena Adrian Schvarzstein. Produzione Circo Paniko. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro MEZZANOTTE E UN MINUTO Vilazzano. Ore 20.45. Teatro. Compagnia teatrale Piccolo Teatro Pineta. Di Sergio Marolla / Regia Angelo Torrice. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it.
15 DOMENICA Musica WINFRIED GRUBER QUINTET Cavalese. Ore 12. Baita Tonda, Alpe Cermis. Winfried Gruber (voce, pianoforte), Primus Sitter (chitarra), Karl Sayer (contrabbasso), Malgorzata Miriam Szymecka (batteria). Informazioni: APT Val di Fiemme: tel. 0462 241111, e-mail: monica.deflorian@visitfiemme.it.
Per i più piccoli ROSA PINOCCHIO Trento. Ore 16. Teatro San Marco. Spettacolo di Lorena Guerzoni. Associazione Teatrale “Figli delle Stelle” di Ospedaletto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
miero e Birra Bionoc’ e alle 18.00 - La Mia Enoteca HappyCheese Après ski Formaggi di Primiero e vini del Trentino . Informazioni: www.sanmartino.com.
Per i più piccoli NEL GRANDE OCEANO BLU Gardolo. Ore 16.30. Teatro Gigi Cona. Il musical. Compagnia TTM di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.
Teatro LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon / Traduzione di Emanuele Aldrovandi / Regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it.
Per i più piccoli FAGIOLI Villazzano. Ore 16. Teatro. Racconti per attori e altri animali. Di e con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj. Per i bambini dai 3 anni. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Per i più piccoli MOZTRI! INNO ALL’INFANZIA Nago. ore 16.30. Casa della Comunità. Luna e Gnac Teatro (Bergamo). Età consigliata dai 6 anni. Info Biblioteca tel. 0464.505181, nago@biblio.infotn.it. Teatro PANIKOMMEDIA Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Regia di Circo Paniko / Messa in scena Adrian Schvarzstein. Produzione Circo Paniko. Informazioni: www.teatrodipergine.it.
17 MARTEDÌ Musica GIOVANNI ALLEVI Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Concerto. Prevendite in www.ticketone.it .
18 MERCOLEDÌ Enogastronomia HAPPY CHEESE 2020 San Martino di Castrozza. ore 11.30 e ore 18.00. Alle ore 11.30 - Rifugio Tognola HappyCheese Sound Ski&Taste Formaggi di Pri-
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Teatro KOHLHAAS Meano. Ore 20.45. Teatro. Teatro Professionale / Di Marco Baliani e Remo Rostagno. Informazioni: www.teatrodimeano.it. Teatro LA BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Spettacolo di Davide Calabrese, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it.
20 VENERDÌ Danza KOLEKTIV LAPSO CIRK: 11 Trento. Ore 20.30. Teatro Sanbapolis. Collettivo internazionale di artisti di circo creato nel 2016 a Torino - che racchiude al suo interno discipline di circo (palo cinese, verticalismo, equilibrio su sedie), arricchite dai linguaggi della danza e della parola. Informazioni: www. primiallaprima.it . Musica EDOARDO BENNATO Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara. Concerto. Informazioni: www.primiallaprima.it.
Teatro ARGANTE - MALÀ DE COCOMBRIE Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale S. Sisto. Spettacolo da “Il malato immaginario” di Molière - trad. dialettale di Rosanna Gasperi e adattamento di Matteo Pasquali. Filodrammatica di Caldonazzo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL CORNUTO IMMAGINARIO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Molière. “Teatro dei Pazzi” di San Donà di Piave (VE). Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro IL MEDICO PER FORZA Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Molière. Compagnia “GAD - Città di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ASPETTANDO JO Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Claude Magnier / Compagnia Teatrale La Barcaccia Verona. Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@ compagniadilizzana.it . Teatro LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon / Traduzione di Emanuele Aldrovandi / Regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro BARTLEBY Trento. Ore 21. Teatro Portland. Teatro Invito - coproduzione Teatro della Cooperativa. Di Herman Melville / Traduzione Luca Radaelli / Con Luca Radaelli e Gabriele Vollaro. Informazioni: www.teatroportland.it.
info@radiodolomiti.com www.radiodolomiti.com 348 5140444 Radio Dolomiti-Trento Radio Dolomiti 22/11/2019 18:07:10
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trentinoappuntamenti Teatro FRANCESCO DE CARLO LIVE 2019 Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Ciclo “Stand up Comedy”. Di e con Francesco De Carlo. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro COWORKING - OVVERO LA VITA È PRECARIA Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Roberto Marafante / Regia Roberto Marafante / Cast da definire. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro IL CORNUTO IMMAGINARIO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo tratto da Molière / Traduzione in veneziano di Paola Sabina Doretto e Flavio Scaranto. Informazioni: Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@compagniadilizzana.it . Teatro FAME MIA - QUASI UNA BIOGRAFIA Arco. Ore 21. Cantiere 26. Spettacolo di Annagaia Marchioro / In collaborazione con Gabriele Scotti. Informazioni e biglietti: www. comune.rivadelgarda.tn.it.
21 SABATO Musica LA BUONA NOVELLA DI FABRIZIO DE ANDRÈ Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Una tra le più significative e importanti raccolta di racconti in versi di Fabrizio De André, uscita nel 1970, rielaborata dal Maestro Battistelli e interpretata dai Kho- rakanè. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Musica POP X Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Pop X torna in tour e vira verso l’arcipelago caraibico più noto. “Antille” è il titolo del nuovo album, in uscita il 28 febbraio per Bomba Dischi.. Teatro ARGANTE - MALÀ DE COCOMBRIE Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale S. Sisto. Spettacolo da “Il malato immaginario” di Molière - trad. dialettale di Rosanna Gasperi e adattamento di Matteo Pasquali. Filodrammatica di Caldonazzo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL MATRIMONIO ERA IERI Segonzano. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Giuseppe Della Misericordia. Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. 108
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Teatro LIBERI - NELLA LIBERTÀ DELLA NATURA Tesero. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Michele Longo Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero - Centro Danza Tesero Associazione Ale4M. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IN NADAL DI M... Giustino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Brunetto Binelli con la Filodrammatica di Giustino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro EN DIAOL PER CAVEL Olle. Ore 20.45. Teatro S. Domenico Savio. Spettacolo di Cinzia Berni e Roberto Marafante - trad. dialettale di Federico Gozzer con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro S. Gottardo. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
Teatro PAREVA NA BELLA IDEA Ravina. Ore 20.45. Teatro Demattè. Spettacolo di Loredana Cont. Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ATTENTI AL PARROCO! Predazzo. Ore 21. Auditorium “Casa della Gioventù. Spettacolo di Ermesto Paternoster. Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon / Traduzione di Emanuele Aldrovandi / Regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro COWORKING - OVVERO LA VITA È PRECARIA Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Roberto Marafante / Regia Roberto Marafante / Cast da definire. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it.
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Teatro TRE SULL’ALTALENA Lizzana. Ore 20.45. Teatro S. Floriano. Spettacolo di Luigi Lunari Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.
Musica ALLY JOYCE POWER TRIO Moena. Ore 12. Chalet Valbona. Concerto con: Ally Joyce, voce, chitarra acustica / Loredana Repele, tastiere / Lele Zampierini, batteria. Concverto gratuito. Informazioni: www.fassa.com.
Teatro LA PAZIENZA DEL SIGNOR PREVOSTO Serravalle. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Luigi Galli - adattam. Alessandro Parisi. Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro LIBERI - NELLA LIBERTÀ DELLA NATURA Tesero. Ore 17.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Michele Longo. Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero - Centro Danza Tesero Associazione Ale4M. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro LA CENA DEI CRETINI Mori. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Francis Veber Filodrammatica di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO! Castellano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo liberamente tratto da “L’Hotel du bon repos” di Saint Garnier e Philippe Bonnieres - adattam. dialettale di Giorgio Clementi. Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro IN NADAL DI M... Giustino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Brunetto Binelli. Filodrammatica di Giustno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon / Traduzione di Emanuele Aldrovandi / Regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Informazioni e biglietti: www. centrosantachiara.it.
Teatro ragazzi NEL GRANDE OCEANO BLU Meano. Ore 17. Meano. Spettacolo. Regia, adattamento e traduzione Martina Lazzari / Scene, costumi e pupazzi Alice Zaniboni. Ore 16.30 merenda per tutti con succo e biscotti! Informazioni: www.teatrodimeano.it.
23 LUNEDÌ Cabaret GIORGIO PANARIELLO 2020 Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara. Il 2020 sarà un anno speciale per Giorgio Panariello che compie 60 anni e festeggia i 20 anni di carriera dal grandissimo successo di “Torno sabato”! ...E non poteva che scegliere il palco per celebrare questi importanti traguardi con un nuovo imperdibile tour. Info www. centrosantachiara.it.
24 MARTEDÌ Musica BOHEMIAN RHAPSODY Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Concerto Live Tribute / Produzione LiveMusicalSrl. La Compagnia del villaggio. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it. Musica MUSICHE DAL MONDO Roncegno. Ore 21. Casa Raphael / Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto con Giacomo Parimbelli alla chitarra. Musiche del folklore e della tradizione, eseguite su chitarre storiche e d’autore. Informazioni: www.arsmodi.it/ casa-raphael-2020/.
25 MERCOLEDÌ Musica BOHEMIAN RHAPSODY Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Concerto Live Tribute / Produzione LiveMusicalSrl. La Compagnia del villaggio. Informazioni e biglietti: www.teatro-zandonai.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 18. Sede Sat, Via Manci. “La sera cala senza rumore” di Marco Pisoni (Curcu Genovese). Con l’autore e Sergio Martini. Teatro BALLETTO DI ROMA: ARCAICO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Coreografie Davide Bombana / Musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Katia Pesti. Informazioni e prenotazioni: www.teatrodipergine.it.
26 GIOVEDÌ Musica IL PIPISTRELLO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Prende il via a marzo la nuova stagione di OPERETTA. Compagnia Corrado Abbati. Informazioni: www.centrosantachiara.it.
trentinoappuntamenti 27 VENERDÌ Musica JERUSALEM IN MY HEART Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Concerto all’interno dell’evento Transiti. Osmosi fra musica e immagini: questo offre il progetto chiamato Jerusalem In My Heart, composto dal filmmaker canadese Charles-André Coderre e dal pluristrumentista e cantante di origine libanese Radwan Ghazi Moumneh, contitolare del leggendario studio di registrazione Hotel2Tango. Informazioni: 0461 217445, cultura@operauni.tn.it. Musica NASHVILLE Canazei. Ore 21.30. Kaiserkeller Pub. Concerto con: Peter “Little Pete” Gruber, chitarra, voce solista / Peter “Pistol Pete” Soder, chitarra elettrica, voce / Alois “Big Daddy” Gruber, basso / Thomas “Hitman” Schneider, batteria, percussioni, voce. Informazioni: www.fassa.com. Musica THE CINELLI’S COUNTRY BAND Pozza di Fassa. Ore 12. Baita Cuz, Ski area Buffaure. Concerto con: Charlie Cinelli, chitarra, voce / Roberto Dassala, basso, voce / Thomas Vinatzer, steel guitar / Enrico Tommasini, batteria. Informazioni: www.fassa.com. Teatro QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Dale Wasserman - trad. Giovanni Lombardo Radice. Compagnia “GAD - Città di Trento”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ODIO SBIANCHEZAR Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Luciano Zendron. Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Info: Co.F.As.
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Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TONIN BELAGRAZIA Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Carlo Goldoni. Compagnia “Giorgio Totola” di Verona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL SENTIERO Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo di e con Gelsomina Bassetti / Regia Maura Pettorruso / Scenografia Gelsomina Bassetti / Luci Claudio Zanna. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it.
28 SABATO Musica ANASTASIO Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Marco Anastasio, classe 1997, non ama parlare di sé. Preferisce scrivere ciò che pensa e tirarlo fuori con l’urgenza del periodo in cui viviamo attraverso una scrittura originale, fatta di energia e rime. Informazioni: www.centrosantachiara.it . Musica NASHVILLE Passo San Pellegrino. Ore 12. Baita Paradiso, Ski area San Pellegrino. Concerto con: Peter “Little Pete” Gruber, chitarra, voce solista / Peter “Pistol Pete” Soder, chitarra elettrica, voce / Alois “Big Daddy” Gruber, basso / Thomas “Hitman” Schneider, batteria, percussioni, voce. Informazioni: www.fassa.com. Musica MATTEO RIGOTTI E MAURO TONOLLI: DUO CHITARRISTICO Brentonico. Ore 21. Teatro Monte Baldo. Concerto. Informazioni: www.trentinospettacoli.it.
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Musica RITA Villazzano. Ore 20.30. Teatro di Villazzano. Concerto lirico. Associazione Aurona / Con Victoria Burneo Sanchez, Nester Martorell Perez, Walter Franceschini. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it. Teatro EL SIOR PARON BORTOLO Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di e con Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IN NADAL DI M... Giustino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Brunetto Binelli Filodrammatica di Giustino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro DIECI SOTTO UN TETTO Castelnuovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Lorena Guerzoni Associazione Teatrale “Figli delle Stelle” di Ospedaletto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro G’HO NA FIOLA BELISSIMA Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Valerio Di Piramo - trad. dialettale di Valerio Bombardelli. Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL MARITO DI FIGLIO Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Daniele Falleri. Gruppo Teatrale Rumo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro UN MARITO IDEALE Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Spettacolo di Oscar Wilde Gruppo Teatrale Tuenno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SARTOR PAR FEMENE Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo da Georges Feydeau Compagnia Stabile del Leonardo di Treviso. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro LE GALINE DEL SIOR GÜNTHER Trambileno. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo da “Agenzia matrimoniale” di Stefano Palmucci. Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro TI POSSO SPIEGARE Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Adriano Bennicelli e Michele La Ginestra. “Filobastia” di Preore. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro 7 MINUTI Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Stefano Massini “T.I.M. - Teatro Instabile Meano”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FAR LISSIA Lavarone. Ore 21. Teatro Cinema Dolomiti. Spettacolo di e con Compagnia Teatrale “La Racola” di Folgaria. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
info@radiodolomiti.com www.radiodolomiti.com 348 5140444 Radio Dolomiti-Trento Radio Dolomiti 22/11/2019 18:06:26
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trentinoappuntamenti Teatro VAGO OLTRE Ala. Ore 20.45. Teatro G. Sartori. Monologo brillante di e con Loredana Cont. Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@ compagniadilizzana.it. Teatro IL SENTIERO Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele. Spettacolo di e con Gelsomina Bassetti / Regia Maura Pettorruso / Scenografia Gelsomina Bassetti / Luci Claudio Zanna. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it. Teatro LA SORELLA DI GESUCRISTO Preore - Tre Ville. Ore 21. Casa Mandrone. Spettacolo di e con Oscar De Summa. Informazioni e biglietti: www.comunitadellegiudicarie.it. Teatro VA’ PENSIERO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Marco Martinelli / Ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro MACBETH, LE COSE NASCOSTE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Di Angela Demattè e Carmelo Rifici / Tratto dall’opera di William Shakespeare. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro UN MARITO IDEALE Lizzana. Ore 20.45. Teatro San Floriano. Spettacolo di Oscar Wilde / Traduzione di Federico Odorizzi / Regia di Francesco Leonardi / Gruppo Teatrale Tuenno. Informazioni: Compagnia di Lizzana, tel. 0464.480686 / prenotazioni@compagniadilizzana.it.
29 DOMENICA Musica THE CINELLI’S COUNTRY BAND Moena. Ore 12. Chalet Valbona, Ski area Alpe Lusia. Concerto con: Charlie Cinelli, chitarra, voce / Roberto Dassala, basso, voce / Thomas Vinatzer, steel guitar / Enrico Tommasini, batteria. Informazioni: www.fassa.com. Per i più piccoli IL PIFFERAIO DI HAMELIN Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Daniele Debernardi / scene Lucia Giorgio, Rosalba Marsala, Daniele Debernardi. Informazioni: www. teatrodipergine.it.
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Teatro ARGANTE - MALÀ DE COCOMBRIE” DA “IL MALATO IMMAGINARIO Caldonazzo. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale S. Sisto. Spettacolo da “Il malato immaginario” di Molière - trad. dialettale di Rosanna Gasperi e adattamento di Matteo Pasquali. Filodrammatica di Caldonazzo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IN NADAL DI M... Giustino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Brunetto Binelli. Filodrammatica di Giustno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
31 MARTEDÌ Musica LARGIMOSA BELTÀ Roncegno. Ore 21. Casa Raphael / Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto con: Arianna Lanci, mezzosoprano / Emanuela Di Cretico, flauti dolci / Mikari Shibukawa, arpa barocca. Musiche di Monteverdi e altri autori del Seicento italiano. Informazioni: www.arsmodi. it/casa-raphael-2020/.
GLI APPUNTAMENTI DI APRILE 1 MERCOLEDÌ Musica ARVO VOLMER (DIRETTORE), KRISTOF BARATI (VIOLINO) Trento. Ore 20.30. Auditorium. Concerto con: Arvo Volmer, direttore: Kristof Barati, violino; Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano. Informazioni e biglietti: www.haydn.it. Teatro ROMEO & JULIET Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di William Shakespeare / Adattamento Jens Molander / Regia Bruno Rigobello. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it.
2 GIOVEDÌ Musica SNARKY PUPPY Trento. Ore 21.30. Teatro Auditorium. Concerto all’interno della rassegna Jazz’About. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro GLI IPOCRITI: BELLA FIGURA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Yasmina Reza / Traduzione Monica Capuani / Regia Roberto Andò. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it.
Teatro DUE. UNA STORIA D’AMORE Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Manuela Fischietti / Con Stefano Pietro Detassis e Manuela Fischietti. Informazioni: Informazioni su: www.teatrodimeano.it. Teatro TEATRO CARCANO: DOVE SONO LE DONNE? Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Michela Murgia / Drammaturgia sonora eseguita dal vivo da Francesco Medda Arrogalla / Produzione Teatro Carcano. Informazioni su: www.teatrodipergine.it.
3 VENERDÌ Musica B.L.U.E. - IL MUSICAL IMPROVVISATO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo. Informazioni e prevendite: http://www.fiabamusic. it/blue_musical/. Musica RITMO E DANZA DEL CUORE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Con la danzatrice Nuria Sala Grau / Federico Sanesi e John Prabhakar Salins (percussioni), Corrado Bungaro (viola d’amore a chiavi), Giuliano Cramerotti (chitarra), Carlo La Manna (contrabbasso) / A cura di ArtEventi. Informazioni e biglietti: www.teatrodipergine.it. Teatro GLI IPOCRITI: BELLA FIGURA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Yasmina Reza / Traduzione Monica Capuani / Regia Roberto Andò. Informazioni e biglietti su: www.centrosantachiara.it. Teatro I WILL SURVIVE Trento. Ore 21. Teatro Portland. Testo Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli / Con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli. Informazioni: www.teatroportland.it. Teatro SIPARIO D’ORO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Serata delle premiazioni della 39^ edizione di Sipario D’Oro, e Match di improvvisazione teatrale con la Compagnia Nazionale di Improvvisazione.I nformazioni: www.sipariodoro.it.
4 SABATO Cabaret TEO TEOCOLI: TUTTO TEO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo. Informazioni e biglietti: http://www.fiabamusic. it/tuttoteo/.
Musica WILLIAM T & THE BLACK 50’S Alba di Canazei. Ore 12. Rifugio Ciampac, Ski area Ciampac. Concerto con: William “Crazy Legs” Telser, voce, chitarra acustica / Roland “Johnny” Novak, chitarra / Michele “El Barber” Bottiglieri, basso / Patrick “Mad” Prasch, batteria, standup drums. Informazioni: www.fassa.com. Musica L’EUROPA: UN FILO CHE VIENE DA LONTANO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Sesta Stagione di Musica per Banda / Direttore Claudio Dorigato / Musiche di autori vari / Banda sociale di Pergine. Il filo infinito di Paolo Rumiz propone un itinerario storicoletterario sulla prima vera idea di Europa. Informazioni: www.teatrodipergine.it. Teatro GLI IPOCRITI: BELLA FIGURA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Yasmina Reza / Traduzione Monica Capuani / Regia Roberto Andò. Informazioni e biglietti: www.centrosantachiara.it. Teatro PERT - VITA E MIRACOLI DEL PARTIGIANO SANDRO Brentonico. Ore 21. Teatro Monte Baldo. Un tour per la liberazione 2020 scritto da Giuseppe Rapè e Aldo Rapè, di e con Aldo Rapè. Informazioni: www.trentinospettacoli.it. Teatro I.N.P.S. L’INCREDIBILE NOTTE DEI PIRATI STRAORDINARI Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Gruppo teatrale Gianni Corradini. Regia Cristian Corradini / Di Andrea Visibelli. Informazioni e biglietti: www.teatrodivillazzano.it.
5 DOMENICA Musica LUCA OLIVIERI & BAND Passo San Pellegrino. Ore 12. Chalet Cima Uomo, Ski area San Pellegrino. Concerto con: Luca Olivieri, voce, chitarra / Franz Bazzani, tastiere / Alessandro Tosi, basso / Cesare Valbusa, batteria. Informazioni: www.fassa.com. Teatro GLI IPOCRITI: BELLA FIGURA Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo di Yasmina Reza / Traduzione Monica Capuani / Regia Roberto Andò. Informazioni e biglietti su: www.centrosantachiara.it.
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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo celebrazione: Banchetto: Invitati: Torta: Anelli: Allestimenti Floreali: Video: Animazione: Viaggio di nozze: Andranno a vivere:
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Religioso 21 settembre 2019 PenÏa Hotel Renè - Pozza di Fassa 110 La Golosaries - Canazei Gioielleria Tonini - Predazzo Florart - Pozza di Fassa Nicola I Pazedins Zanzibar, 10 giorni Campitello di Fassa
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trentinoscoop&news
“LUNELLI” FA BRINDARE IL GRANDE SPORT UNA FESTA CON... CAPPUCCETTO ROSSO
A BERLINO, AI LAUREUS WORLD SPORTS AWARDS 2020
GIUSEPPINA E IL SUO PARTY A BASE DI FRAGOLINE CAMPANE E BOLLICINE
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iuseppina, in questo freddo periodo, con grande verve e fantasia, ha organizzato un party sempre nella sua piccola casa piena di freschezza e vitalità. Il tema è stato “Cappuccetto rosso”, molto apprezzato, in occasione dell’arrivo degli amici Salvatore e Natalya che coltivano e producono a Napoli (udite, udite…) fragoline di bosco che maturano nel periodo invernale. Un ululato ha accolto gli ospiti, seguito dall’arrivo di Giuseppina, abbigliata in rosso, da moderna Cappuccetto rosso. Molto apprezzate le fragoline, accompagnate da coppe di bollicine. Il pomeriggio è stato tutto un crescendo di frizzanti sorrisi e serenità, quella serenità dettata da raggi di luce che emergono nel buio che incita ad inneggiare il grande rispetto per il miracolo della vita.
Dall’alto, 1) Sabrina, Mery, Eleonora; 2) Giuseppina in red; 3) Sara, Lory, Andrea e Carmen; 4) Giuseppina, Claudio e Rosy. 116
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Laureus World Sports Awards hanno scelto le etichette del Gruppo Lunelli per il prestigioso evento di premiazione che si è tenuto a Berlino il 17 febbraio al Verti Music Hall. Si è brindato infatti con le pregiate bollicine Trentodoc Ferrari e gli eleganti vini fermi delle Tenute Lunelli. Non è la prima occasione in cui le Cantine Ferrari e le Tenute Lunelli accompagnano i Laureus Sports Awards, ma questa edizione è stata molto speciale, in quanto rappresenta il ventesimo anniversario della manifestazione. Durante l’evento gli ospiti, tra cui Hugh Grant, Nadia Comaneci, Michael Johnson, Boris Becker, Lewis Hamilton, Francesco Totti e Alessandro Del Piero, hanno brindato ai vincitori con le bollicine Ferrari Maximum Blanc de Blancs, ultimo nato in Casa Ferrari, il cui concept è #ToTheMaximum, un invito a vivere ogni momento al suo massimo, in perfetta connessione con il tema della serata. La cerimonia di premiazione e il party sono stati accompaLuis Figo gnati anche dai vini e Matteo Luneli delle Tenute Lunelli, il Pietragrande 2018, Trentino Bianco D.O.C e il Teuto 2016, Costa Toscana I.G.T. Laureus è un’organizzazione globale che celebra l’eccellenza sportiva e utilizza la forza dello sport per trasformare la vita di bambini e ragazzi. Oltre ai premi per la miglior performance del 2019, è stata consegnata una statuetta Laureus anche al momento sportivo più emozionante degli ultimi 20 anni.
trentinoscoop&news
UNA GUIDA PER I BENEFICIARI DEI FONDI ANDREA CASTELLI PREMIATO CON L’AQUILA L’AQUILA DI SAN VENCESLAO, SIMBOLO DELLA CITTÀ DI TRENTO, ALL’ATTORE, IN OCCASIONE DEI SUOI 70 ANNI
C
onsegnata, il 24 febbraio scorso, all’attore e scrittore Andrea Castelli l’Aquila di San Venceslao, simbolo della città di Trento, nel corso di una cerimonia svoltasi a palazzo Geremia. “In tutti questi anni - ha detto il sindaco Alessandro Andreatta - è stato il punto di riferimento di ogni compagnia, di ogni attore, di ogni autore teatrale trentino. La sua presenza ha contribuito a tener alto il livello artistico e a educare il gusto del pubblico. I suoi successi, i premi di cui è stato insignito - l’ultimo, quello come miglior attore, assegnato da una giuria di esperti - gli applausi nei teatri italiani (dal Goldoni di Venezia al Piccolo di Milano al Bellini di Napoli) ci hanno riempito d’orgoglio. Perché hanno reso giustizia a un talento che non ha mai rinunciato all’indipendenza e alla distanza da ogni tipo di
UNI E PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO PUBBLICANO UNA GUIDA DI SUPPORTO ALLE IMPRESE
È
disponibile da oggi la seconda prassi di riferimento frutto di un accordo stipulato tra UNI Ente Italiano di Normazione e Provincia autonoma di Trento finalizzato alla redazione e approvazione di una serie di prassi che supportino le pubbliche amministrazioni che, da un lato vogliano migliorare l’efficienza e l’efficacia delle proprie attività di controllo e, dall’altro, semplificando i controlli rivolti alle aziende, promuovano l’attività imprenditoriale e la competitività del proprio territorio. Si tratta della prassi UNI/PdR 76 Linee guida di supporto alle imprese beneficiarie di incentivi europei, nazionali, regionali e provinciali: la “fascicolazione della documentazione di progetto”. Il documento fornisce, alle imprese che ottengono l’accesso a fondi pubblici a sostegno dello sviluppo imprenditoriale, indicazioni pratico-operative e organizzative per una corretta ed efficiente gestione degli obblighi informativi e documentali legati all’erogazione del finanziamento stesso. Si tratta di fondi che possono essere erogati sia nell’ambito di iniziative puramente provinciali o regionali, sia - ed è questo il caso cui si riferisce in particolare la prassi - nell’ambito di iniziative che scaturiscono dall’utilizzo di fondi strutturali e di investimento europei, tra cui il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Info: Luisella Pozzani - luisella.pozzani@uni. com 02.70024471. potere, un talento che non è mai stato collaterale a niente e a nessuno: qualità queste proprie dell’arte, che per definizione non può avere né padrini né padroni. Il quadro non sarebbe completo se in questo breve excursus non comparisse la persona che l’ha sempre seguita, sostenuta e pungolata in tutti questi anni: ovvero Sua moglie Nicoletta Girardi, compagna di vita oltre che di tante imprese artistiche. E infine non posso non menzionare il suo radicamento, il suo amore per Trento, che è sempre stata la casa da cui partire e a cui tornare, anche quando opportunità artistiche interessanti avrebbero potuto portarlo lontano dai luoghi che hanno alimentato la sua ispirazione”. 117
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trentinoscoop&news
SERGIO ANESI È IL NUOVO PRESIDENTE FISO SCIABOLATORI (SABREUR) SI DIVENTA. PAROLA DI FRANCESCA NEGRI
FEDERAZIONE DI ORIENTEERING
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A TERMENO (BZ) LA PRIMA TAPPA DEL 2020 PER DIPLOMARSI SABREUR CON SABRAGE ACADEMY. A SEGUIRE MILANO, BORMIO (SO) E GROSSETO
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mparare l’arte del Sabrage, la sua storia e lo straordinario mondo dello Champagne e delle altre grandi bollicine metodo classico del mondo, dal Franciacorta al Trentodoc, dal Cava al Méthode Cap Classique. Nasce con questo obiettivo la prima e unica Sabrage Academy italiana, da un’idea della giornalista e wine tutor Francesca Negri, da sempre impegnata nella comunicazione “unconventional & enthusiast” del mondo del vino e conosciuta dal grande pubblico come Geisha Gourmet (il suo blog) e i suoi libri, dai romanzi Sex and the wine e Tutta colpa di un Ruinart Rosé a VINO prêt-à-porter, manuale pronto da indossare per vestire i panni di una wine lover in men che non si dica, edito da Mondadori (Rizzoli Illustrati). «Sabrage Academy nasce dalla voglia di divulgare il rito del Sabrage, farne capire il significato e il valore, in un momento storico in cui sciabolare 118
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ergio Anesi è stato eletto, il 22 febbraio scorso, a Bologna, nuovo presidente della FISO, la Federazione di Orienteering. Il trentino ha ottenuto 725 voti ed ha ringraziato la folta base che lo ha eletto. “Per me si tratta di una soddisfazione enorme - spiega il neo presidente che è nato il 21 giugno 1952 e risiede a Baselga di Pinè in provincia di Trento - e voglio ringraziare le società per la partecipazione massiccia e per le preferenze che mi sono state riconosciute. La squadra che mi affianca sembra all’altezza del compito che ci aspetta, ma anche i non eletti avranno un ruolo di supporto”. Anesi ha più volte espresso alcuni concetti che sono già diventati la sua mission per il prossimo quadriennio: “Credo nell’unione e nella condivisione del lavoro. La FISO racchiude in se valori importanti che condivido. In questi mesi da Commissario Straordinario ho potuto apprezzare questo movimento che racchiude un grande potenziale”.
è diventato più che altro uno spettacolo se non un “fenomeno da baraccone”», racconta Negri. Il primo corso 2020 di sabrage si è tenuto a Termeno (BZ), presso l’Hostaetter Garten, il 6 febbraio. In marzo, il giorno 13, ci si sposta a Milano, da Testina Eventi e Testina Milano (quota di partecipazione 250 euro a persona): dopo il corso, sarà offerto un menu tutto a base di specialità tipiche milanesi, tra risotti, ossobuco, Rostin e California, in un ambiente informale ma di gran gusto. A Grosseto, precisamente a Istia d’Ombrone, alla Tenuta di Poggio Cavallo, il 9 maggio e il 12 settembre (quota di partecipazione 280 euro a persona): l’antico borgo, un tempo cuore pulsante di una delle più belle tenute della Maremma Ottocentesca, grazie ad un lavoro di attento restauro, accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera autentica che regalerà al nostro corso spazi e momenti speciali: dopo la lezione si potrà prendere parte a degustazioni guidate di prodotti e, a seguire, ci sarà una cena tipica toscana, firmata dalla nuova gestione del ristorante di Tenuta di Poggio Cavallo, guidata da Cinzia Carcano, ristoratrice di lungo corso, proprietaria anche del ristorante La taverna del panfilo a Montalcino (SI).
trentinoscoop&news
ANAUNIAFIL 2020 COLLEZIONISTI A CLES COSTRUIRE IL FUTURO… CON LA CONOSCENZA ANCHE PIERO ANGELA NEL ROTOCALCO TELEVISIVO “TAPIS ROULANT”
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l seguito rotocalco televisivo Tapis Roulant (in onda domenica 1 marzo alle 9.45 circa su RAI3 regionale ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle 22.30) prevede “COSTRUIRE IL FUTURO…CON LA CONOSCENZA”. Nella prima puntata della nuova serie, gli ospiti saranno quelli delle grandi occasioni: Piero Bianucci affiancherà Piero Angela, proponendoci un racconto incentrato sulle scienze di lunga vita. “BIANCO & NERO”. La settima puntata del ciclo dedicato al mondo della neve ed alle discipline che ruotano intorno ad essa, ci porta a scoprire le piste dell’Alpe Cimbra. Spazio infatti alla due giorni di Coppa Europa femminile di sci alpino, andata in scena proprio a Folgaria, e agli straordinari risultati della biathleta Dorothea Wierer. “FARE IMPRESA IN TRENTINO”. Tra innovazione, autonomia, spirito imprenditoriale, passaggio generazionale, meccatronica, green economy, una fotografia del fare impresa in Trentino. La trasmissione del 15 marzo, si apre con ”PISTE E GESTI TECNICI”. A guidarci in questo ciclo di programmi la celebre sciatrice Anastasia Cigolla. Si parte dalla pista “Salizzona” di Folgaria e, parlando di gesti tecnici, di carichi sugli sci. “COSTRUIRE IL FUTURO … CON LA CONOSCENZA”. Nel secondo appuntamento con “Costruire il futuro” si parlerà della sanità e del suo sviluppo fra dieci anni. Il 2030 come orizzonte da esplorare, cambiamenti sostanziali nell’approccio alle terapie e alle diagnosi mediche. ”BIANCO & NERO”. L’ottava puntata del rotocalco dedicato alla divulgazione di tematiche relative agli sport invernali della provincia di Trento ci porta a scoprire la ski area di San Pellegrino. Domenica 29 marzo, abbiamo “BIANCO & NERO” . Il rotocalco dedicato alla neve ed alle discipline che ruotano
GRANDE APPUNTAMENTO PER DOMENICA 22 MARZO
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a nuova edizione dell’”ANAUNIAFIL” conferma le proporzioni che ha assunto la manifestazione clesiana con un susseguirsi di successi, sprone determinante per lo staff del presidente Mascotti. C’è una pazienza certosina, una profonda conoscenza ed un continuo e preciso aggiornamento per arrivare a risultati concreti in grado di dare soddisfazioni agli appassionati del collezionismo. La passione per i francobolli, accentuata e specializzata specie nel settore delle tematiche ha incontrato gli interessi di un pubblico sempre più vasto che per quanto concerne la Valle di Non può beneficiare nel Circolo Filatelico di Cles che si presenta puntuale ogni anno denominata “Anauniafil“ domenica 22 marzo nelle sale dell’Oratorio San Rocco del capoluogo anaune. Il circolo del presidente Ferruccio Mascotti affronta questo ulteriore impegno con alle spalle una serie di meritati successi che lo hanno portato ad inserirsi con pieno merito tra le migliori società del Triveneto. A Cles gli appassionati potranno incontrare colleghi di tutta la regione e non solo quelli che trattano soprattutto i minuscoli quadretti multicolori ma che collezionano anche numismatica, cartoline, libri, stampe ecc. L’invito a partecipare, il presidente lo rivolge non solo ai collezionisti ma anche alle famiglie, ai giovani, agli stessi bambini considerando la raccolta di francobolli un prezioso ed indiscusso veicolo di cultura ed un vincolo di amicizia attraverso corrispondenza, scambi e concorsi. (Carlo Recla).
intorno ad essa approda, in occasione della nona puntata, nel Comprensorio sciistico San Martino di Castrozza. ”COSTRUIRE IL FUTURO … CON LA CONOSCENZA”. Il genoma umano e la storia dell’uomo raccontata dalla scienza che lo studia, è il fulcro della terza puntata di “Costruire il Futuro con la conoscenza”. ”PISTE E GESTI TECNICI”. Il secondo appuntamento con la serie sarà con il mitico Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio, teatro della 3TRE, gara di Slalom di Coppa del Mondo, dove hanno trionfato i più grandi campioni della storia dello sci. Per il gesto tecnico parleremo invece, in omaggio alle caratteristiche della pista stessa, di “presa di spigolo”. 119
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IL LIBRO DEL MESE
PREMIO PER IL MIGLIOR LIBRO SUL VINO ITALIANO UNA NUOVA INIZIATIVA DELLA BIBLIOTECA BRUNO LUNELLI
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l vino che è tra le voci più rilevanti del pil con un giro d’affari che nel 2019 è stato valutato tra i 12 e i 13 miliardi di euro ed è tra gli ambasciatori nel mondo del miglior made in Italy sarà, da quest’anno, anche il protagonista di un premio letterario. La Biblioteca Bruno Lunelli (www. brunolunellilibrary.it), aperta nel 2019 nel complesso di Villa Margon (Ravina di Trento) per iniziativa di Franco e Marcello Lunelli, ha infatti bandito un premio che porta il suo nome e riservato a titoli, di contenuto sia scientifico sia letterario, che, editi nel nostro paese, riguardino, il vino italiano. Ci sarà un unico vincitore al quale andranno 5 mila euro. Sarà proclamato da una giuria che è presieduta da Marcello Lunelli e della quale fanno parte: Oscar Farinetti, Chiara Maci, Matteo Marzotto, Luca Nicolini, Alessandro Saviola, Luca Segrè, Fabio Tamburini. Il premio Biblioteca Lunelli avrà cadenza annuale e per la prima edizione saranno presi in considerazione dai giurati i titoli pubblicati tra l’1 luglio 2018 e il 31 dicembre 2019. Il vincitore sarà scelto e proclamato entro il 30 aprile del 2020. Info: www.brunolunellilibrary.it; 3355764936 Franco e Marcello Lunelli
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LORETA FAILONI E GABRIELE BIANCARDI, VOLTI NOTI NEL PANORAMA CULTURALE TRENTINO E NON SOLO, PROPONGONO QUINDICI RACCONTI CHE CI FANNO RIFLETTERE UN PO’ SULLA VITA, SUI SUOI CASI TANTO VARI E DIVERSI. IL TUTTO RACCOLTO IN UN LIBRO, ILLUSTRATO DA RUDI PATAUNER, SOTTO L’EMBLEMATICO TITOLO DI “VITE NEL KAOS”
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l bar Kaos, si intrecciano le storie di vita di tante persone. Ognuno ha i propri pensieri, ognuno ha i propri problemi. Un crocevia di varia umanità, un affresco di personaggi che lascia intendere che ognuno di loro possiede storie interessanti da raccontare. Sfilate di solitudini umane, di fallimenti, tormenti ma anche sorrisi e speranza, si alternano ai tavoli di un bar, luogo della socialità e dell’allegria, e ci suggeriscono come in realtà molti di noi per la maggior parte del tempo indossino una maschera, per celare un’identità o una ferita con cui si fa fatica talvolta a convivere.
trentinolibreria Massimo Pala Spirito libero. Oltre i limiti dell’essere Reverdito
P. D. Blacksmith Canto dell’acqua Giunti
Chi sono gli “spiriti liberi”? Sono persone uguali a noi? O solo vagamente simili a noi? Oppure sono addirittura molto vicini a noi? Magari noi stessi, senza saperlo, siamo “spiriti liberi”. La risposta, con un linguaggio che evolve e diviene quasi universale, prova a darla questo libro. A volte con racconti di storie di “vita vissuta” da gente comune, a volte percorrendo sentieri generati da esperienze personali, attraverso riferimenti noti, tratti dalla filmografia internazionale che il lettore può sentire propri, magari scoprendo di potersi rispecchiare in essi, in qualcosa di nuovo, al contempo semplice ma profondo, perché lo “spirito libero” ovunque passi, fuori o dentro di noi, lascia sempre nell’anima un segno profondo. Scoprirsi spirito libero allora può dare un senso ai dubbi dell’anima, può essere una scoperta inaspettata ed illuminante...
È estate e Belinda ha ormai iniziato una nuova vita: lavora in un bar sul lago di Piné e vive il suo sogno d’amore con Micha, il leader dei giovani cermanni. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando Rashid viene aggredito da un gruppo di naguish e, come se non bastasse, un Vedente ha profetizzato il crollo della diga di Santa Giustina, che potrebbe causare enormi danni se Micha e la triade non faranno qualcosa. È ormai chiaro che Avval sia tornato e che sia più forte di prima. Intanto In questo libro/intervista, cui per la sotto la superficie del lago, in Detlev spia prima volta ricordia biografici si intrecciano Belinda tenendosi distanza. Sa di non con riflessioni sull’esistenza sul non poterle offrire una vita normalee ma presente del amo riesce proprio dimenticarla e la tentazione di fare qualcosa per riaverla è forte... ma il cuore di Belinda per chi batte davvero? Tra amori impossibili, scottanti delusioni e ardue conquiste, la resa dei conti sta per cominciare. L’ultimo capitolo della saga di B-loved.
I due autori del libro, Gabriele Biancardi e Loreta Failoni
Quindici racconti che ci fanno riflettere sulla vita, sui suoi casi tanto vari e diversi, sulle diverse esperienze delle persone, ciascuna con il proprio Kaos dentro di sé. Per la mitologia greca, come spiega il gestore del bar, il kaos indicava infatti lo spazio aperto, il vuoto da cui tutto ha avuto inizio. Un vuoto riempito di storie.
Mario Cerato Le radici dei boschi. La questione forestale nel Tirolo italiano durante l’Ottocento Publistampa Due secoli fa, all’inizio dell’Ottocento, i montanari del Tirolo italiano ricavavano dai boschi gran parte di quanto era loro necessario per sopravvivere. Il libro documenta l’evoluzione del rapporto fra le autorità governative, le popolazioni e le loro foreste durante il XIX secolo. Attraverso molte storie avvenute nei più disparati ambiti territoriali viene ricostruita la storia forestale del Trentino. Vengono trattati molti argomenti: la rilevanza economica e sociale dei boschi, l’organizzazione forestale, la custodia dei boschi, le interazioni fra bosco e attività agricole, le utilizzazioni del legname, della legna e dei prodotti ricavabili dai boschi, le ricchezze (lecite e illecite) che dai boschi si generavano e, infine, le innovazioni tecniche avvenute negli ultimi decenni del secolo nel governo delle foreste.
Quasi a bilanciare la seriosità degli argomenti affrontati nei racconti del libro, le simpatiche biografie dei due autori proposte nell’aletta di copertina. Le riproponiamo qui. Loreta Failoni nata prima dell’allunaggio ma dopo Albert Einstein, ha insegnato matematica per molti anni. Ora si occupa di libri, spettacoli e di cinema. Il suo romanzo d’esordio, La bisettrice dell’anima, che l’ha condotta in tutta Italia e negli USA, ha vinto molti premi tra cui il prestigioso Firenze per le culture di pace, dedicato a Tiziano Terzani. Ama la pianura e vive in montagna. Ama la scienza e i numeri e si occupa di teatro. Gabriele Biancardi nato prima di Woodstock, ma dopo Elvis Presley. Ha un pensiero filosofico molto preciso: “Lavorare meno, lavorare tu”. Voce della radio dal 1980, scrive per il teatro, e ha pubblicato due romanzi. Suona in due gruppi e fa lo speaker di volley. Vegetariano per scelta, sempre per scelta rispetta chi invece non lo è. Ama il mare e vive in montagna. Ama il pianoforte e suona la batteria. Entrambi gli autori sono al loro terzo romanzo, il primo scritto a quattro mani.
Loreta Failoni - Gabriele Biancardi
Vite nel Kaos
Curcu Genovese pag. 112 - Euro 14,00
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trentinocucina
I TORTELLI AL MIRTILLO NERO con finferli trifolati e speck croccante
in libreria o sul sito www.curcugenovese.it
Ingredienti per 4 persone Per la sfoglia gr 200 di farina 00 gr 40 tuorlo d’uovo gr 40 polpa di mirtillo nero poco vino rosso Per il ripieno gr 200 polpa di vitello cotta gr 100 finferli spadellati gr 20 Trentingrana gr 2 prezzemolo tritato gr 50 ricotta nostrana gr 50 speck arrostito
Per il condimento gr 30 burro gr 30 olio di oliva gr 5 aglio gr 100 funghi finferli gr 30 speck
Procedimento per la sfoglia Amalgamare la farina con i tuorli d’uova, la polpa di mirtillo ed il vino rosso. Quando la massa è liscia e compatta, riposare avvolta in un canovaccio per 20 minuti. Tirare al mattarello sfogliandola il più sottile possibile, tagliare a quadrati da cm 6x6, inserire il ripieno, ripiegare ed accartocciare i tortelloni. Procedimento per il ripieno Sminuzzare tutti gli ingredienti al coltello legandoli con il Trentingrana e poca ricotta nostrana. Procedimento per il condimento finale Soffriggere l’olio ed il burro, aggiungere i finferli filettati e lo speck tagliato finissimo. Cuocere per pochi minuti. Aggiustare con sale e pepe. Presentazione Cuocere i tortelloni in acqua salata, disporli a raggiera decorandoli nel centro con i finferli spadellati. Condire con Trentingrana e decorare con maggiorana fresca.
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# trentinomese
#TRENTINOMESE CONTEST: I CIGNI SUL LAGHETTO GHIACCIATO OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE!
@luca.eugeni Al secondo posto: Alpe di Siusi, Val Gardena
@maxdecimomeridio Al primo posto: Lago di Dobbiaco
@icaro1969 Al terzo posto: Rifugio Caduti all’Adamello, Parco Naturale Adamello Brenta
IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO
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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e
pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!
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2020
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Maurizio Capobussi “Splendido Sudtirolo dalle mille emozioni”
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Matteo Scoz “Cicatrici”
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