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ANNO XXVII N. 327
MAGGIO 2019
105 ANNI DI “RIZZOLI” UNA LUNGA, CALDISSIMA, STORIA DA RACCONTARE NOZZE CON... SORPRESA ANDREA TOMASINI: “AMORE A PRIMA VISTA”
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TOMMASO COSTA “IO, LA CHITARRA E LA GRANDE MELA“
I suoni delle Dolomiti
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I MATRIMONI DEL MESE
ANNA FACCHINI PRESIDENTE S.A.T.
“La montagna mi chiarisce le idee”
GIUSEPPE SLOP IL TRENTINO CHE “SCOPRÌ” URANO CARROZZE E POLVERE QUANDO LE STRADE ERANO BIANCHE SPAZIO OFF CHE CI FA UN FENICOTTERO IN PIAZZA VENEZIA?
ALDO BARONI L’UOMO CHE VEDE CON IL CUORE
IL LIBRO FEDERICA GIULIA MARCHI E “LA GRANDE RUOTA”
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RING di Pino Loperfido
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QUEI STRANI REPERTI ARCHEOLOGICI. LA TERRA STA PROVANDO A DIRCI QUALCOSA?
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l 29 ottobre 2018 la tempesta perfetta si abbatte sulle nostre case e sui nostri amatissimi boschi. In 24 ore, in Trentino Alto Adige e nel vicino Veneto più di un milione e mezzo di metri cubi di alberi vengono abbattuti dalla furia degli elementi. La montagna è sfigurata. Proprio non ce l’aspettavamo questo disastro, eppure è arrivato. Il risultato è desolante. Ma c’è anche dell’altro. Vento, turbini e saette non hanno solo sradicato radici centenarie e scoperchiato solidissimi tetti, ma ci hanno riservato delle piccole sorprese. È la classica storia della polvere sotto al tappeto. Già da un po’ ci stavamo domandando come facesse la ragazza a terminare le sue mansioni giornaliere in così poco tempo. La risposta è arrivata il giorno in cui abbiamo deciso di rimuovere l’enorme persiano di nonna Ida dal soggiorno. Là sotto abbiamo trovato la polvere di mesi. Ci fidavamo della cameriera, così come ci fidavamo di quella Natura che il 29 ottobre ha deciso di voltarci le spalle. Siamo a Campregheri, una frazione del comune di Centa S. Nicolò, a un tiro di schioppo dal Passo della Fricca. Qui la Natura non ci ha solo voltato le spalle, ma ci ha riservato una sorpresina che ho voluto testimoniare in questo articolo e in un video che ho girato sul posto e che potete trovare su Youtube. All’imbocco della strada che porta da Campregheri a Caldonazzo, passando dalla Torre dei Sicconi, si viene accolti da una distesa di rifiuti. Rifiuti di ogni genere: bottiglie, involucri, flaconi, sacchetti. Di tutto di più. Dalla sommità del pendio fino alla strada. Una parte della collina è franata, probabilmente a causa dell’ingrossamento della roggia che passa di lì, portando alla luce questi poco attraenti reperti archeologici. Già, perché si tratta proprio di rifiuti d’epoca, databili all’incirca agli anni Sessanta, Settanta del secolo scorso (tra gli altri, un sacchetto di patatine che costa
70 lire...). Pur essendo passati molti anni, la stragrande maggioranza degli oggetti è ben conservata. Certo, siamo ancora lontani dai tempi di decomposizione di plastica e vetro, che si aggirano tra i 500 e i mille anni. Incuriosito, ho interpellato alcuni residenti. Tutti sapevano della presenza di questa discarica. A quel tempo funzionava così. Non c’erano né differenziata, né tanto meno una raccolta porta a porta. Ogni comunità individuava un sito, scavava una buca, e tutte le famiglie se ne servivano per gettare i propri rifiuti. Quando la buca era colma, la si copriva e ci si spostava da un’altra parte. Sorrido nel pensare al candore con cui questi nostri nonni e padri affidavano alla terra materiali potenzialmente pericolosi e indistruttibili. Svuotavano il secchio, voltavano le spalle e se ne tornavano a casa. Il problema non li riguardava e non avrebbe riguardato nemmeno i propri discendenti. Per loro, non ci sarebbe stato mai nessun problema. Forse erano davvero convinti che la terra del bosco fosse una specie di acido, un potente agente corrosivo capace di digerire qualsiasi tipo di molecola artificiale. Alla faccia dei profeti del “qui una volta era tutta campagna”, dei nostalgici che continuano a ripetere che “una volta, sì, che si viveva in modo sano”. Tornando a Campregheri, pare che il Comune di Centa San Nicolò avesse già segnalato all’Appa (l’agenzia provinciale preposta a questo tipo di servizio) la presenza di questa discarica, ma non è del caso particolare che mi interessa parlare. Quanto del fatto che – se uno più uno fa due – discariche occulte di questo tipo esistono in ogni paese del Trentino. In ogni località italiana. In ogni centro abitato del mondo, immagino. Pertanto quando parliamo di “problema rifiuti”, dobbiamo cominciare ad allargare il tema. Al presente e al futuro dobbiamo aggiungere le problematiche derivanti dalle gestioni passate. Ma c’è anche, infine, una riflessione più filosofica che forse presenta delle affinità con il mondo del soprannaturale. È come se il 29 ottobre la Natura ci avesse lanciato un avvertimento. Un avviso di scadenza. Come un padrone di casa che infila biglietti di sollecito sotto la porta dell’inquilino moroso. Come la scaltra domestica di nonna Ida che pensa di essere molto furba e non sa che, così facendo, risparmia tempo, certo, ma presto o tardi verrà licenziata in tronco.
Il video integrale sarà pubblicato anche sul profilo Facebook della nostra rivista 8
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RING di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi BAD DREIKIRCHE: TRE INCREDIBILI EDIFICI MEDIOEVALI A CIRCA UN METRO L’UNO DALL’ALTRO
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on sono molti i loci amoeni, i luoghi ameni, in cui la natura è percepita in modo speciale: una percezione destinata ad influenzare evocazioni letterarie, convenzioni iconografiche e fotografiche, suggestioni mistiche e religiose. Qualcuno potrà dire che il paesaggio è paesaggio e basta, senza sovrastrutture mentali. Senza il suo involucro verbale, sia esso poetico o analitico, si tratti di descrizione o evocazione, il paesaggio, semplicemente, non è. Perché il paesaggio è molto umanamente un “discorso su”. Tra i tanti antropologi che confermano quanto detto, annoveriamo Claude Levi-Strauss. E ciò dovrebbe bastare. E non vorremmo mai essere come Agostino che, nelle Confessioni, a riguardo di un paesaggio esclama: e gli uomini se ne vanno ad ammirare gli alti monti e i grandi flutti del mare e i larghi letti dei fiumi e l’immensità dell’oceano e il corso delle stelle; e trascurano se stessi. No, noi ammiriamo, ci immergiamo, ci lasciamo trascinare da immagini, visioni e sogni, scoprendo nel paesaggio una parte di noi e dentro di noi una parte del paesaggio. Questo preambolo per parlarvi di un luogo che è considerato magico: Bad Dreikirche, Tre Chiese in italiano ma il termine non rende assolutamente il senso e il significato di quel Bad che vuol dire Bagno nel senso di luogo termale, luogo di cura, luogo sacro. La località si trova in Sudtirolo, nella valle dell’Isarco, a monte del piccolo villaggio di Barbian (Barbiano), quello con il campanile della chiesa di San Giacomo talmente inclinato da incutere una tal paura che dissuade dall’entrare nel sacro edificio. Non è un segreto che i maggiori luoghi magici della nostra regione si trovino in Sudtirolo. Non che il Trentino ne sia privo, ma i nostri cugini hanno saputo “coltivarli” nel tempo, proteggerli, studiarli, proporli al turismo rispettandone l’anima, l’architettura, il senso delle cose, senza il bisogno di pubblicizzarli attraverso il calpestio di migliaia di persone che oscillano, come il vento, alle melodie di qualche canterino. Bad Dreikirche è il luogo la cui descrizione rimanda alla descrizione del cielo e del cosmo e, nello stesso tempo, alla nostra geografia interiore. Perché qui ci sono tre chiese, tre incredibili edifici medioevali a distanza di circa un metro l’uno dall’altro. Come scrisse Carlo Emilio Gadda, il passo s’è smarrito di là dai pioppi, tra i sogni delle lunghe sere. Tre sorgenti curative, di cui due salino-alcaline e una radioattiva, fin dall’età romana hanno reso famosa questa località dove era stanziato un capitolium. Ma già i celtoreti ne conoscevano l’esistenza e approfittavano delle sue salubri acque. Con la cristianizzazione, sulle tre sorgenti
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RING sono state innalzate tre chiese: la più antica – documentata nel 1237 – è dedicata a santa Gertrude, la seconda – del 1315 – a san Nicolò, la terza – del 1422 – a santa Margherita, anche se a questa santa contendono il patrocinio anche Antonio Abate, Caterina, Maddalena e Martino di Tours, i santi raffigurati sull’altare a portelle di cui la chiesa si è dotata attorno al 1500. Da qui il toponimo Drei Kirche; prima il luogo si chiamava semplicemente Wald, bosco, e poi, quando si eresse la prima chiesa, Santa Geltrude Mulgrei im Wald. Nei pressi si trovavano anche tre grotte che fungevano da romitori, luoghi di ritiro e di isolamento ricercati dagli eremiti, tra cui diversi fassani quando nella parrocchia vicina di Villandro era parroco il fassano Vigil Stabe (tra il 1658 e il 1664). A pochi metri dalle chiese sorgeva un ospizio per pellegrini e viandanti (trasformato ora in Gasthof) le cui fondamenta risalgono al 1315; poco sopra si trova il Messnerhof, presso il quale si recuperano le chiavi per aprire le tre porte lignee. Gli interni delle chiese riservano ancora affreschi, qualcuna più, qualcuna meno; l’umidità di secoli non ha certo giovato alla loro conservazione. Ma già il tenere in mano le tre pesantissime quanto antiche chiavi merita un viaggio in questo luogo. Tra le chiese si può passare attraverso lo stretto pertugio e nel camminare non si può evitare di notare le pietre che s’innalzano una sopra l’altra con una tale perfezione da lasciare stupefatti. I tetti lignei, incoronati sulla sommità da tre piccoli campanili che impreziosiscono la scenografia, richiamano le chiese norvegesi. Inutile dire che da qui il panorama sulle Dolomiti è tra i più esaltanti. Nel visitare questo luogo ci si può aiutare con le guide che ne hanno descritto la storia e l’arte, però, per gustarlo veramente e in profondità, bisogna lasciar correre l’immaginazione, definita da Gaston Bachelard “potenza maggiore della natura umana”. E poi siamo sempre più convinti che la storia sia solo un aspetto della fantasia e che senza quest’ultima la nostra vita sarebbe ben povera.
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RING di Tiziana Tomasini
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a mali estremi “SE NON STUDI ANDRAI A FARE IL MURATORE!”, TUONAVANO UN TEMPO I GENITORI. E ADESSO? NON È PROPRIO COSÌ SEMPLICE…
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ino a qualche decennio fa, chi non aveva voglia di studiare si fermava alla terza media e si buttava nel mondo del lavoro. Un salto niente male, ma possibile. Realizzabile. Il lavoro – soprattutto quello duro, fisico – non mancava di certo. Me li ricordo ancora i genitori di alcuni compagni di scuola che per spronare i figli poco dediti a libri e quaderni minacciavano: ”Guarda che andrai a fare il muratore se non studi!” E così succedeva. Ma, in definitiva, che male c’era? Oggi, a sentire una minaccia così, ci vien da ridere. Magari! Si vorrebbe rispondere. Valla tu a trovare un’occupazione così su due piedi, dietro l’angolo. Una mia carissima amica mi racconta – tra lo sconcerto e la desolazione – che il figlio diciottenne, dopo un travagliato percorso scolastico, è in cerca di lavoro. Se la cava bene tra pentole e fornelli e forse questa potrebbe essere la sua strada. In un recente colloquio di lavoro, gli viene chiesto se è proprio questo il mestiere che pensa di fare nella vita, perché per il datore di lavoro è un costo far imparare una professione. Il ragazzo, con la sincera consapevolezza dei diciotto anni, risponde che non può sapere adesso cosa farà nella vita, ma che si sente pronto a provare, ad imparare, a mettersi in gioco. Visitando, a fine colloquio, la cucina di quel grande ristorante, gli viene presentato il capo cuoco. Arriva da lontano, approdato in Italia a bordo dei barconi. Aggrappato alla vita, si getta a capofitto nel lavoro. Comincia come aiuto cuoco, fino ad arrivare al gradino più alto in cucina. Massimo impegno, grande dedizione e serietà. Ed allora ci vien da pensare che forse noi (e per “noi” intendo la generazione dei giovani di oggi) siamo troppo difficili, siamo abituati troppo bene e certi sacrifici – ad esempio in termini di turni ed orari – non ce la sentiamo di farli. Loro invece sì. Ma il diciottenne, di cui sopra? Come è andata a finire? Il ragazzo non è stato chiamato, non ha ottenuto il periodo di prova. Forse doveva mentire e dichiarare che avrebbe fatto quello per tutta la vita. Che quello era lo scopo della sua esistenza. La mia amica è quasi in lacrime. Aveva visto la speranza negli occhi del figlio; quel lavoro poteva essere anche e soprattutto un’opportunità per crescere, per maturare la consapevolezza di una responsabilità. Per diventare grandi. Cercheranno ancora altre strade. Di una cosa è felice: di averlo educato ad essere sincero.
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blues di provincia “LEGNO DA SCHIANTO” , LE AZIENDE DEL LEGNO DA FUORI REGIONE VANNO ALL’INCASSO
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empesta “Vaia”, è allarme bostrico e le aziende del legno slovene, austriache e da fuori regione “gonfiano” i prezzi per smaltire il legname da schianto trentino. E ciò fa sorgere la questione: quanto sono disposte a spendere le comunità ferite per arginare un disastro ecologico che rischia di aggravarsi? Sono tre milioni i metri cubi di alberi caduti, a seguito del tremendo maltempo di ottobre scorso, e ancora non si sa come liberare definitivamente i territori da questi scheletri, in modo da potersi concentrare sulla cura delle cicatrici di quei boschi lasciati spogli. Come fosse caduto un meteorite dallo spazio, “Vaia” ha lasciato “crateri” aperti sui monti del Trentino. Ha scatenato l’attenzione dell’opinione pubblica locale il fatto che aziende estere ed italiane hanno fatto crescere i costi della lavorazione del legname schiantato anche fino al 30%. Alcuni, in un moto di mal riposto “orgoglio” hanno voluto rinverdire i fasti dell’autarchia: «Bene, a lavorare questo legno saranno le segherie trentine!». Peccato che ciò sia letteralmente impossibile: le aziende del legno trentine possono al massimo trattare 700mila metri cubi e ciò non tiene conto del fattore tempo. Ogni giorno che trascorre senza intervenire, aumenta il rischio che proliferi il bostrico, parassita che attacca le piante cadute e che può contagiare anche quelle sane che si trovano nelle vicinanze. L’Università di Trento ha messo in guardia: se il bostrico non viene contenuto, si rischia di raddoppiare la superficie boschiva compromessa. Un autentico disastro, che verserebbe sale amarissimo sulle ferite del Trentino. Gli stessi esperti hanno dichiarato che non si potrà fare a meno di vendere il legname al miglior offerente, perché il tempo scorre e la stagione estiva incombe. Senza contare i problemi ancora irrisolti di trasporto: milioni di metri cubi di legname richiedono decine (forse centinaia) di migliaia di viaggi in tir ed il blocco del Brennero al traffico merci voluto dal Land Tirol riguarda anche il legname, con un ritardo ulteriore e un aggravio di costi ed inquinanti emessi nell’ambiente. Tutto ciò va a pesare in maniera difficilmente sostenibile sulle casse dei piccoli comuni, che dei boschi sono i proprietari e i responsabili del ripristino. Ecco di nuovo l’interrogativo: quanto siamo disposti a pagare per salvare i nostri boschi? Per metterli in sicurezza e poter tornare a guardare avanti?
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RING di Stefano Margheri
caninamente LA PRIMA COSA DA INSEGNARE AL CUCCIOLO ALL’ARRIVO IN CASA? A DOSARE LA BOCCA
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lla domanda su quale comportamento dovremo insegnare al nostro cucciolo, non appena sarà stato accolto in casa, le risposte sono spesso assai disparate. C’è chi si riferisce al mettersi seduto, chi a dare la zampa, chi a non tirare al guinzaglio, e chi a non sporcare all’interno dell’appartamento. Pur considerando quest’ultimo proposito alquanto prioritario, vi sarà un aspetto fondamentale che non dovremo trascurare: insegnare al nostro amico a “inibire” il proprio morso. Infatti, i suoi denti aguzzi, caratteristica della dentizione da latte, e la volontà di appoggiarli ovunque e comunque, potranno rendere la comunicazione alquanto spiacevole, soprattutto se deciderà egli di far sentire la forza delle mascelle proprio sulle nostre mani. L’importanza di intervenire fin da subito su questo processo di apprendimento dipenderà da diversi fattori. In primo luogo, ogni cucciolo dovrà continuare ad apprendere ciò che la mamma e i fratelli avranno attivato a partire dalla quarta/quinta settimana di vita, ossia dal momento in cui si sarà verificata l’eruzione dei denti decidui. Essi, mediante correzioni di blocco ed emissione di guaiti, avranno infatti già spiegato come e con quale intensità sarà possibile interagire con la bocca, interrompendo in modo deciso qualsiasi velleità considerata “sopra le righe”. Di conseguenza, la prosecuzione di questo attento lavoro spetterà proprio a noi, al fine di non vanificare quanto imparato sino a quel momento. La seconda ragione di tale intervento tempestivo si riferirà al tempo che avremo a disposizione, se è vero che l’inibizione del morso avrà una conclusione collocabile attorno alla sedicesima settimana, ossia ai quattro mesi di vita. Oltre tale limite, infatti, complice il passaggio dalla dentizione da latte a quella definitiva, ogni tentativo avrà scarso valore e il grado di acquisizione di inibizione del morso (“ABI, degree of acquired bite inhibition”) sarà difficilmente recuperabile. In aggiunta, l’approccio che il nostro cane avrà verso di noi non potrà essere paragonato alle interazioni con altri soggetti della stessa specie, essendo la nostra cute assai più delicata per composizione ed assenza di pelo. Infine, l’avere accanto un amico a quattro zampe capace di autocontrollare l’intensità del proprio “morso” sarà garanzia di sicurezza nei confronti di chiunque andrà ad interagire con lui, si tratti di famigliari, amici, veterinari, toelettatori, o semplici passanti. Compresa l’importanza di questo tipo di insegnamento,
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RING il successivo interrogativo riguarderà il come fare. Innanzitutto, il detto “meglio prevenire che curare” sarà anche in tale caso perfettamente calzante, giacché starà proprio a noi, nel momento del rilascio di ripetute carezze, interrompere la comunicazione dinanzi a risposte eccessivamente disinibite. Non si tratterà, a ben vedere, di impedire al cucciolo di toccarci con l’ausilio della bocca, quanto piuttosto di trasmettere disappunto ogni qualvolta ciò accadesse in modo troppo irruento. Avvertiti i suoi denti affondare in eccesso, sarà sufficiente sospendere ogni collegamento tattile, incrociando le braccia e mettendoci in piedi. Non appena egli avrà interrotto l’azione in esubero, potremo riprendere il rilascio delle carezze, pronti a rispondere allo stesso modo qualora il livello di guardia venisse nuovamente superato. Nei casi più estremi, con il cucciolo in piena eccitazione, la reazione di indifferenza potrà essere seguita dall’andarcene via per qualche minuto oppure, se muniti di un recinto per cuccioli, nel posizionarlo all’interno in attesa della conclusione dei bollenti spiriti. È bene precisare che queste operazioni dovranno essere svolte in silenzio, senza metterci ad urlare, ad inveire, a sculacciare o altro. Infatti, ogni intervento rumoroso non farebbe che eccitare ulteriormente il nostro amico oppure, nel caso di soggetti sensibili, inducendolo ad avere paura di noi e delle nostre reazioni. Al contrario, l’applicazione della c.d. tecnica del “time out” diverrà funzionale senza alcun coinvolgimento emozionale da entrambe le parti. In appoggio al sistema dell’interruzione, vi sarà quello di proporre a chi ci sta vicino alcuni giochi di gomma dura da addentare, sostituendoli così a mani, caviglie e polpacci. Ricordiamo, infatti, che in questo specifico momento di sviluppo, molti cuccioli avvertono un significativo fastidio proprio a livello dei denti e delle gengive e sarà per essi fondamentale poter scaricare il “prurito” su qualche oggetto idoneo. Vi saranno, poi, alcuni esercizi propedeutici all’impiego corretto della bocca, come il rilasciare un gustoso boccone, tenuto dentro il pugno della mano, solamente quando l’amico che avremo di fronte avrà smesso di mordicchiarci le dita. A sostegno di ciò, potremo anche insegnare al cane a interrompere il morsicare mediante un “comando” vocale specifico; dopo aver estratto un pezzettino di stoffa, come una treccia o un manicotto, e tenuto all’estremità con un movimento ondulatorio, porteremo l’oggetto verso le nostre gambe, pronunciando la parola prescelta (es. “Lascia”) subito seguita dal rilascio di un che di gustoso. Dopo un certo numero di ripetizioni, formate dal collegamento parola/boccone, il nostro amico avrà imparato che, udito quel codice vocale, l’unica risposta sarà quella di smettere di affondare i denti sul pezzo di stoffa. Per tale decisione, non dovremo lesinare coccole e premi di alto valore gustativo. Trascorso un certo tempo, udita la parola specifica, il nostro batuffolo di pelo ometterà di “mordere” quel che avrà in bocca, divenendo d’un tratto morbido e rispettoso. lamiaellie@gmail.com
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RING di Silvia Tarter
di Denise Fasanelli
verde ostinato CORRERE PER TENERSI IN FORMA... RACCOGLIENDO RIFIUTI. DALLA SCANDINAVIA, ECCO IL PLOGGING
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manti del jogging alzate le mani! Quanti amano fare una bella corsetta al mattino presto, oppure alla sera, per scaricare le tensioni di tutta la giornata? Dai social è arrivata una nuova moda: il plogging, che – piccola nota per i più sportivi – aiuta ancor più del jogging a rafforzare la muscolatura e a mantenersi tonici. Di cosa si tratta? Dall’unione della parola running” con “plocka upp”, verbo svedese che significa raccogliere, la semplice corsetta per mantenersi in forma; armati però di guanti e zainetto, o sacchetti (di bioplastica, mi raccomando!), per raccogliere mozziconi, cartacce, lattine, bottigliette e qualsiasi altro rifiuto si incontri lungo il percorso. Una dimostrazione di senso civico, per contribuire a tenere pulite le nostre città con un gesto che non costa nulla, anzi è persino divertente se lo si fa in gruppo. Che poi sia o meno una moda come tante a noi poco importa, quello che conta è il risultato: tenere pulito il luogo in cui si vive e dare il buon esempio, facendolo diventare una pratica contagiosa. Perché noi umani siamo fatti così: abbiamo bisogno di non sentirci soli e di condividere le nostre azioni; solo così ci sentiamo coinvolti e troviamo anche il coraggio di compiere dei gesti che magari riteniamo giusti, ma che ci vergogniamo di fare in pubblico... (quante volte mi è capitato di essere guardata in modo strano o tacciata di integralismo ecologico per aver raccolto rifiuti da terra, buttandoli nel cestino più vicino!). Finalmente, anche un’azione così normale, passando per il canale che ormai pare dettare legge sulle nostre esistenze, ovvero i social, è assurta a moda. Infatti, questo fenomeno è nato proprio così: da un gruppo di appassionati di running scandinavi che nel 2017 ha iniziato a postare su Instagram le foto mentre raccoglievano rifiuti durante la corsa. Da qui il fenomeno divenuto virale e giunto anche da noi. In realtà, già da qualche anno si pratica la corsa all’ultimo rifiuto, potremmo definirla anche così. In Francia ad esempio esiste un gruppo chiamato Run Eco Team, dove si corre mossi dallo slogan “correre per un mondo più pulito”, da cui è nata anche un’associazione che riunisce membri in oltre 100 paesi nel mondo. In Italia invece dal 2015 si organizza la maratona Keep clean and ride, che fa tappa in diversi punti della penisola. Insomma, le iniziative non mancano e sui social si possono trovare innumerevoli gruppi che organizzano giornate dove incontrarsi e correre insieme, raccogliendo al contempo i rifiuti per strada. L’importante, naturalmente, è poi non scordarsi di postare sui social la propria foto, ripresi nei panni di corridori ecologisti.
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lost in glocal DIETRO LA PORTA. STORIE DI VITE SOSPESE
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come un matrimonio il nostro: fatto di alti e bassi, a volte è un idillio, altre bisticciamo e ci piantiamo il muso. Mi sono abituata in fretta al tran tran domestico e a tutte le fissazioni dell’anziana. È davvero intrattabile a volte, forse non si rende nemmeno conto di ferirmi, mi dico che è la malattia, cerco di non lasciarmi turbare ma è difficile quando passi giorno e notte con una persona che si appoggia a te come una bambina. L’età deve averla rimpicciolita, fa tenerezza seduta ricurva, la testa incassata nelle spalle e lo sguardo altrove. Tento di non essere invadente; a volte basta aprire un armadio per attirarmi le sue ire, altre volte mi fa dei regali. Confonde i nomi, i giorni, le ore. Manca della percezione spazio-tempo. Sua figlia passa ogni giorno, controlliamo insieme le medicine, contiamo, segnamo tutto sull’agenda che mi ha dato. È una donna sulla cinquantina, spigolosa nel carattere e nei modi, severa, precisa; ci son voluti mesi perchè andassimo d’accordo. Mi tratta bene anche se non capisce che l’essere amorevole non dipende sempre dai soldi o dai permessi che mi elargisce, quasi non fossero mio diritto. Io lo so di metterli in difficoltà ogni volta che ho bisogno di qualche giornata per me, anche se si tratta di pratiche burocratiche o mediche importanti. Lo vedo che sbuffa, anche se non può opporsi. Sembra non capire che anche io ho delle esigenze, che la mia vita è quasi sempre sospesa in quella bolla che è il mio lavoro di badante. “Badante”, strana parola, ci ho messo molto a capirla ed accettarla, io che al mio paese ero infermiera, prima che l’ambulatorio chiudesse. Ho lasciato mio figlio di otto anni con mio marito e mia madre, ho paura di quel che sarà del nostro legame quando tornerò, anche se mi chiama sempre. È doloroso, mi manca tutto. Ma qui non ho tempo per me, non ho distrazioni. Il paese è piccolo, ci sono tanti anziani e molte donne come me che li accudiscono; con loro ogni tanto ci vediamo per le feste, nel tentativo di sentirci un po’ più vicine a casa. Ci chiamano “foreste”, ci credono tutti un po’ ingenue e rozze. All’inizio non capivo le parole, mi sono anche offesa con il panettiere mentre l’anziana rideva: “Non sei un bosco, sei straniera!”. Mi ha aiutata con l’italiano, era un’insegnante. Mi raccontò di suo padre combattente in Russia ma lei non sa più dove sia la Moldavia ormai: è un essere smarrito, consumata dalla malattia a piccoli morsi. Sua figlia sembra ingelosirsi da quando ha iniziato a confondermi con lei. Io a volte la correggo, a volte sono stanca, sto al gioco. Crede che io mi stia affezionando troppo alla vecchietta, dice: “se ti commuovi ora figurarsi quando tirerà le cuoia!”. Intanto io mi prendo le carezze e tutte le belle parole, fingo che a dirle sia mia madre e lascio che gli occhi mi si bagnino.
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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto in-forma SPUZZA EL BÉCH E PROFUMA LA BÈCA
“S
èra el bech!”. Lui lo guardò interrogativo non sapendo cosa fare. Fare silenzio oppure correre a chiudere il maschio della capra nella stalla? Questione di accenti, grave o acuto, ovvero aperto o chiuso. Dovrebbero insegnarne la differenza sino dalle scuole elementari (primarie si dice adesso, ma io preferisco continuare a chiamarle “elementari”, dato che ti forniscono i primi elementi per capire la realtà), oppure anche – scherzosamente – “alimentari”, dato che ti forniscono i primi “alimenti”. Eppure la maggior parte della gente non sa riconoscere la differenza dell’accento grave o acuto, sulla “e” e sulla “o”. Perché non gliel’hanno insegnato mai, mi dici tu. E come mai, tutta la vita ti sono comparsi davanti questi due accento diversi e non hai mai verificato perché hanno segni diversi? Dico io. Si può vivere egualmente, d’accordo: ma conoscere queste differenze, ci indica come pronunciare correttamente quella parola, diminuisce un po’ il carico della nostra ignoranza e infine evita possibili fraintendimenti. Come, appunto, il caso citato all’inizio. Nel caso del sostantivo “becco”, poi, il nostro dialetto è avvantaggiato sull’italiano. Nel linguaggio nazionale infatti la parola con l’accento chiuso (“bécco”) designa sia il maschio della capra che la parte cornea della bocca degli uccelli; in trentino bèch con la “è” grave è quello degli uccelli; béch con la “é” acuta è il maschio caprino. “Quel che el spuzza come en béch! I dis che la spuzza del béch la sia na cura salutare per i polmoni…”. “Non saprei: so che si dice anche di un maschio umano particolarmente attivo sessualmente…”. “Però se ‘l dis anca d’en por diàol che la sposa la ghe fa i corni: béch e bastonà!”.
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“Se invece lo si usa al femminile, cambia tutto. Una béca non è una donna sessualmente molto attiva ma una che ha il bechét, ossia una parlantina molto sciolta e polemica: insomma una con un caratterino…”. “Sì, la béca l’è una che te bèca: come la me sposa…”. “Non dire così: io la trovo invece una donna molto dolce… La bèca, con la è aperta, è invece una torta molto semplice, che una volta veniva cotta sotto la cenere nei focolari aperti ed era schiacciata e dura; mentre ora viene chiamata così una torta di latte con uvetta e pane….”. ”El m’ha fat vegnir apetito, sior professor. No l’è ancor ora de disnar. L’è doménega: ieri me moiér l’è nada en becarìa, endò che no te trovi, come na volta, carne de béch, a comprar el cunèl. No l’è come quel che arlevéven en ca’, ma l’è abastaza bon. Ancòi se magna polenta e cunèl, che bel!”. “E tu che dicevi che tua moglie è una béca…” “Scherzavo: so ben che l’è brava. Quando i mé amizi i me dis: che brava che l’è la to sposa, te sei stà fortunà, mi ghe rispondo: no l’è question de fortuna: l’ho sposada aposta! Ma adèss, professor el me cava na curiosità: per coss’el che se dis, de zerte verdure, che le è ’nade al béch’?”. “Lo si dice, come sai, delle verdure che sono andate in semenza, ovvero che sono diventate troppo mature, non sono più mangiabili. Ma sai che ci ho pensato anch’io e non ho trovato una spiegazione? Tu cosa pensi?” “No ‘l so gnanca mi: forsi l’è en paragón co le vecie càore che i portava dal béch per véder se i riussiva, per l’ultima volta, a ringiovanirle…”. “Chissà se i nostri gentili lettori ci possono dare una mano…”. renzofrancescotti@libero.it
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trentinoarte di ROBERTO PANCHERI
taccuino d’arte I PRIMI CENTO ANNI DI CESARINA SEPPI Un secolo fa nasceva la più grande pittrice trentina del Novecento
O
rizzonti alti, masse montuose e figure volumetriche, colori violenti, pennellata franca e larga. Questi i connotati della pittura di Cesarina Seppi, almeno fino al completo abbandono del “figurativo”, avvenuto intorno alla metà degli anni Sessanta. A quell’epoca l’artista aveva già alle spalle una lunga e brillante carriera, avviata a vent’anni e conclusasi con la sua morte nel 2006. Tra le donne trentine che hanno dedicato la propria vita alle arti figurative, è colei che ha ottenuto i maggiori riconoscimenti. Cesarina era nata a Trento il 20 maggio 1919. Il padre Cesare era un medico originario di Casez; la madre, Giuseppina Endrizzi, intrecciava tappeti. La futura pittrice trascorse l’infanzia e l’adolescenza fra Trento e Cortina d’Ampezzo, frequentando spesso la montagna e praticando gli sport invernali: fu così che l’ambiente alpino divenne uno dei nuclei fondanti della sua poetica. Si accostò alla pittura giovanissima, ricevendo
Cesarina Seppi, Cesto di frutta in montagna, olio su tavola. Collezione privata
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lezioni da Erminia Bruni Menin. Ottenuto il diploma magistrale nel 1937 proseguì gli studi a Venezia, dove frequentò l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Guido Cadorin. Già nel 1940 venne premiata ai Littoriali femminili della Cultura e dell’Arte di Bologna e fu una presenza costante nelle esposizioni sindacali di Trento e Bolzano. Allestì la sua prima personale nel 1943: p e r l ’o c c a s i o n e venne stampato un opuscolo corredato da uno scritto di Gino Pancheri. Nella sua produzione giovanile è evidente il duplice influsso del magistero di Cadorin e dello stile di Pancheri. Seguiranno nuove esposizioni in Cesarina Seppi nel 1957 varie città e innumedavanti al mosaico per la revoli partecipazioni sede dell’INPS a mostre collettive. Al 1949 risale uno degli episodi più rilevanti della sua carriera, la decorazione a mosaico dell’atrio della stazione ferroviaria di Trento, affidatole dopo un tormentato concorso pubblico. Nel 1957 l’artista realizzò un nuovo grande pannello musivo per la sede dell’INPS di Trento, raffigurante una rievocazione della “città del concilio”. Il Cesto di frutta in montagna qui illustrato è un’inedita testimonianza del gusto per il colore di marca espressionista che caratterizza le nature morte all’aperto di Seppi, tipiche dei primi anni Cinquanta. Nel decennio successivo l’artista avviò una nuova fase creativa, di cui è testimonianza la serie delle “trappole per il sole”, tradotte sia in opere pittoriche che in scultura. Nel 1970 uscì a Milano un volume curato da Marco Valsecchi nel quale veniva presentata la produzione più recente della pittrice, tutta orientata all’informale. Per quanto concerne la scultura, dopo una fase sperimentale dedicata alle “sculture luminose”, dal 1977 Cesarina si interessò alla progettazione di forme tridimensionali in bronzo e in ottone dorato e nichelato. Nel 2002 l’artista donò alla città di Trento la grande scultura in acciaio Corten denominata Fiore lunare, dedicata alla memoria del poeta Marco Pola, che fu installata in piazza Cesare Battisti. Dal 2016 l’opera si può ammirare nel parco del nuovo quartiere delle Albere.
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CALDONAZZO
VALSUGANA, TRENTINO, ITALIA LE NOSTRE VITE SONO FATTE DI STORIE (UN PECCATO NON RACCONTARLE...)
Antonia Arslan - Vito Mancuso Piergiorgio Odifreddi Valerio Massimo Manfredi “Omaggio a Walter Bonatti” Roberto Battiston - Roberto Cotroneo Matteo Righetto - Gek Tessaro Simona Baldelli - Giuseppe Festa Ben Pastor - Antonella Boralevi Franco Stelzer - Karim Franceschi Stefano Bordiglioni - Angelo Ponta Giorgio Salomon - Mario Cagol Francesco Filippi Alessio Zeni - Fernando Orlandi Stefano Borile - Fiorenzo Degasperi Ilaria Senter - Nadia Martinelli Giulio Corradi - Bisca Bis Massimo Libardi - Fabuline Filo ViVa - Musicarte Biblioteche comunali della Valsugana
e con Gabriele Buselli Tiziana Tomasini Federico Premi Mauro Cappelletti Francesco Miorelli Coro La Tor di Caldonazzo Marilena Guerra - Luciana Grillo Stefania Scartezzini Chiara Turrini Corpo Bandistico di Caldonazzo Carlo Martinelli Layla Betti Alberto Faustini Fausta Slanzi Giuseppe Ferrandi Paolo Chiesa Sat Caldonazzo Amnesty International Banca del Tempo dei Laghi Fondazione Dolomiti “Unesco” Fondazione Trentina A. De Gasperi Biblioteche comunali della Valsugana Istituto d’Istruzione “Marie Curie” Soroptimist International club di Trento Centro d’Arte “La Fonte” Associazione Editori Trentini
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mostre e installazioni: Giorgio Salomon - Pietro Verdini
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IX EDIZIONE
Stefania Simeoni - Giorgia Pallaoro Leonardo Lebenicnik
INCONTRI CON L’AUTORE, MUSICA E TEATRO E V E N TO R E A L I Z Z ATO C O N I L C O N T R I B U TO D I
REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
COMUNE DI CALDONAZZO
IL 5XMILLE DELL’IRPEF AL TRENTINO BOOK FESTIVAL - COD.FISC. 02179770223
Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher [ info@trentinomese.it ] Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Claudio Marchesoni, Stefano Margheri, Sandra Matuella, Francesca Mazzalai, Roberto Pancheri, Fabio Peterlongo, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi Progetto grafico: Fabio Monauni
[ fabio@curcugenovese.it ]
Redazione: Trentino Mese Via Missioni Africane 17 38121 Trento Tel. 0461.1924988 Editrice: Curcu Genovese S.r.l. Via Missioni Africane 17 38121 Trento Tel. 0461.1924988 Concessionaria Pubblicità: S.E.T.A. Società Editrice Tipografica Atesina S.p.A. Via Sanseverino, 29 - 38122 Trento Tel. 0461.934494 Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 21 dicembre 1991
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SOMMARIO MAGGIO 2019 Ring
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6 COMMENTI 16 IL DIALETTO INFORMA 18 TACCUINO D’ARTE
Attualità 22
ANNA FACCHINI E LA SAT
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NOZZE CON SORPRESA
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LA STORIA DELLE STUFE “RIZZOLI” QUELLA DANZA TANTO “SPECIALE” I FENICOTTERI ALLO SPAZIO OFF L’UOMO CHE VEDE CON IL CUORE TOMMASO COSTA E GLI U.S.A. FEDERICA E “LA GRANDE RUOTA” CARROZZE E POLVERE GIUSEPPE SLOP E LA SCOPERTA DI URANO MALGA VALLORSARA I SUONI DELLE DOLOMITI LA POESIA DI CODROICO SPECIALE BIRRE ARTIGIANALI
Panorama
80 DE ANDRÉ RIFÀ FABRIZIO 81 NEGRITA 84 MASSIMO RANIERI 86 IL MAGGIO DEI LIBRI 90 ARRIVA IL “GIRO” 92 ORCHESTRA «HAYDN» 94 FESTIVAL DELL’ECONOMIA
Giorno per giorno
96 MOSTRE 102 APPUNTAMENTI DEL MESE
Scoop&news 114 118 119 122
I MATRIMONI DEL MESE TRENTO FILM FESTIVAL TAPIS ROULANT DI MAGGIO GENNARO RICCIO
Rubriche 124 126 127 128 129
LIBRI E LIBRERIE IL TRENTINO DALL’ALTO SAPEVATE CHE? LA RICETTA #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it 23
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trentinoincontri di Pino Loperfido
UN CAFFÈ CON...
Con la collaborazione di Paolo Curcu
ANNA FACCHINI “LA MONTAGNA MI CHIARISCE LE IDEE” È PRESIDENTE DELLA SAT – SOCIETÀ ALPINISTI TRIDENTINI – DA CIRCA UN ANNO. L’HANNO UN PO’ STUFATA I COMMENTI SUL SUO ESSERE DONNA CHE PRESIEDE UN ESERCITO DI 27MILA SOCI. DALL’ALTO DEI 34 RIFUGI DI PROPRIETÀ, FACCHINI DICE CHE IL FUTURO È LA SUA PIÙ GRANDE SFIDA: TRA TECNOLOGIA, E-BIKE, CAMBIAMENTI CLIMATICI, TURISMO CONSAPEVOLE E ALTRO ANCORA
È
l’acronimo preferito dagli amanti della montagna trentini. Il luogo sotto le cui insegne trovano rifugio gli aficionados di sentieri, rifugi e ferrate. Quelli che – per intenderci – di rimanere in casa alla domenica proprio non ce la fanno. Società Alpinisti Tridentini, questo il significato del sodalizio fondato a Madonna di Campiglio 146 anni fa; allora si chiamava Società Alpina del Trentino. Anna Facchini è la nuova presidente della SAT. Ci accoglie molto sorridente nei locali di via Manci a Trento, nel Palazzo che fu della famiglia Pedrotti. Ora è Presidente, ma in SAT è un volto noto da circa due decenni, soprattutto come presidente della Commissione Tutela Ambiente Montano, prima, e Commissione Cultura e Biblioteca, poi. Appena eletta ha messo al primo posto due parole: formazione e cultura. Una bella sfida la attende nei prossimi anni. A darle una mano un consiglio di diciotto membri, il Direttore, Claudio Ambrosi e uno staff di 9 persone. Facciamo capolino anche nella bellissima Biblioteca, gestita da Riccardo De Carli, e nella soffitta, sede dello storico Coro della Sat, splendidamente ristrutturata. Sono tante le domande che ho preparato per lei, non so quali le porrò. Ho una certezza, invece, su cosa quest’oggi certamente non le chiederò. Ovvero, tutto quel che potrebbe riguardare il suo essere donna. A volte l’eccesso di 24
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trentinoincontri zelo nel combattere le discriminazioni, produce nuove più sottili discriminazioni. Nella sala del consiglio della SAT, siamo circondati da una serie di ritratti in bianco e nero; sono gli sguardi arcigni e severi dei presidenti che hanno preceduto la signora Facchini, guidati dal primo in assoluto: Prospero Marchetti. Sono volti seri, ieratici quasi. Tutti rigorosamente di sesso maschile (scusate, m’è scappata…). Allora, Presidente. È la domanda che avevo preparato per la coda dell’intervista, ma gliela pongo per prima. Nel 2022 la SAT festeggerà i 150 anni di vita. State già preparando qualcosa? In senso stretto non ancora. La Commissione Cultura, però, sta già imbastendo una programmazione. In particolare vorremmo rappresentare la SAT nella sua storia. Perdoni l’ignoranza, avete anche una Commissione Cultura? Sì, il nome completo è storico-culturale e biblioteca. Frutto di una fusione con quella storica… In tutto sono tredici commissioni. Non ha qualcosa di “politico” questo tipo di strutturazione? In un certo senso… SAT è una struttura molto complessa, al contrario di quanto si può pensare. Ci sono molti stereotipi su questa realtà. Ci dice il più diffuso? Sentieri più rifugi uguale gite. Un’equazione qualunquistica. Intanto lei è qui già da un anno, o sbaglio? Sì, l’assemblea elettiva è datata 21 aprile 2018. A proposito, l’hanno annoiata abbastanza con la storia che lei è la prima donna che…
La stufa ad olle della biblioteca
La Sala del Consiglio della SAT. I ritratti sono quelli dei precedenti Presidenti del sodalizio
Abbastanza, grazie. Noi non toccheremo l’argomento. Grazie. A parte gli scherzi, io lo dico sorridendo perché tra i tanti complimenti il più diffuso era questo. Io aggiungevo, speriamo di non essere l’unica o l’ultima donna. Le dava fastidio? Specie nei primi giorni avevo – come comprensibile – molti visitatori e negli occhi di qualcuno mi sembrava di leggere i sottotitoli… Poi a distanza di qualche mese la frase è cambiata… E cioè? “Hai preso su proprio una bella rogna…” Un classico “trentino”. D’altra parte 34 rifugi di proprietà, 87 sezioni, 5.500 km. di sentieri e 27.000 soci… A quanto ci risulta, è l’associazione più numerosa che ci sia.
Da far tremare le vene ai polsi. O no? No, i numeri non mi spaventano. I primi mesi usavo il condizionale, oggi non più. SAT ha bisogno di essere gestita come un’impresa. Con tutte le attenzioni e la complessità del fatto che la vera forza qui sono i volontari. Anche lei? Certo, lo sono anch’io assieme ai miei colleghi consiglieri. Perfino i revisori dei conti lo sono. Abbiamo anche 9 dipendenti. Allora come si fa a gestire un’associazione come fosse un’azienda? Mi rendo conto che pretendere efficienza, organizzazione implica a volte delle difficoltà nella gestione. In futuro sarà un argomento da affrontare. Il fine è sempre quello di una sostenibilità economica per tutte le attività: gestione ordinaria, ma
Anna Facchini alla sua scrivania con il Direttore della SAT, Claudio Ambrosi 25
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Il caffè di prammatica
anche ristrutturazioni e altro ancora. Va da sé che la forma associazionistica a volte può mostrare dei limiti. Ma i 34 rifugi sono vostri come gestione o di proprietà… Certo, sono di proprietà SAT. Che così si può definire la più grande catena alberghiera del Trentino. Un altro dei luoghi comuni che sento spesso su SAT è che “stiamo in piedi da soli”, grazie al prestigio acquisito, al grande numero di volontari, ecc. Lei è sposata? Sì… Ma si era detto niente domande personali… Scusi, allora. Va bene, ho anche due figli. D’accordo, chiusa la parentesi per-
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TURISMO
Con il turismo non si può andare verso una crescita quantitativa lineare. Casomai lavorare sulla destagionalizzazione.
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sonale. Cos’è per lei la cultura della montagna? In poche parole. È difficilissimo riassumere in poche parole. Ognuno ha la sua definizione e assegna significati diversi a questa locuzione. È un mix di conoscenze, modalità di frequenza, fruizione. Un esempio su tutti: c’è chi dice che la montagna è sacra e inviolabile e chi invece ammette che dovrebbe avere anche un minimo di – chiamiamola così – resa commerciale. Poi conta molto anche la storia personale. Io ad esempio sono nata a Trento, ma mio papà era della Valle di Fassa. Io la montagna l’ho scoperta grazie a lui. Ed era una montagna vissuta con fatica, penso alla fienagione e ai lunghi inverni. Questa duplice visione – sacra e commerciale – l’avete anche in SAT? Esistono due correnti di pensiero? No. L’orientamento più diffuso è quello di guardare all’ambiente montano con grande rispetto. Con un’attenzione a far sì che siano fatte salve le sue caratteristiche, soprattutto quelle ambientali. E lo sviluppo economico? Qui si aprono tutta una serie di diramazioni possibili e immaginabili. Lo sviluppo può essere strutturale, infrastrutturale, Mi viene in mente il progetto Translagorai, il progetto della Provincia di riqualificare un percorso da 85 km in quota, con un investimento da 3,6 milioni di euro, finito sotto attacco da parte di Mountain Wilderness e di un gruppo di migliaia di persone attraverso un appello on-line. Translagorai nella sua concezione progettuale non danneggia l’ambiente. Servono un’attenzione, vincoli e un impegno nella fase di attuazione. Non a caso, il Consiglio, nella delibera del novembre scorso, ha voluto ridimensionare l’intervento sul sito di Malga Lagorai. La partecipazione
GIOVANI E MONTAGNA
È uno dei nostri obbiettivi strategici. Alcune sezioni sono molto attive in questo senso, altre più tradizionali.
Davanti al ritratto del suo illustre predecessore, Prospero Marchetti (1822-1884)
al tavolo di lavoro istituito dalla Provincia permetterà di seguire dall’interno l’evoluzione. In ogni caso, in SAT abbiamo aperto un bellissimo confronto in merito. Lo scorso ottobre, abbiamo anche organizzato per la prima volta in assoluto una serata aperta anche ai non soci. La parola “rifugio” deriva dal latino “refugere”, luogo di scampo e di sicurtà per chi fugge. Da cosa fugge chi frequenta i rifugi? Inizialmente si fuggiva da una situazione di pericolo... In realtà sono nati anche come presidio territoriale. Dare il segno di una presenza. Alla fine dell’Ottocento, sotto l’Impero Asburgico, era anche un modo per manifestare una forte italiani-
SUONI DELLE DOLOMITI
Quest’anno, mi pare ci sia una proposta di tipo più riflessivo da parte di Trentino Marketing.
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trentinoincontri
DOMANDE FISSE Libro che ha sul comodino: Ne ho più di uno. Citiamo “La ragazza con la Leica” di Helena Janeczek. Numero preferito: Il 21 Colore preferito: Il turchese. Piatto che ama di più: Un classico, polenta e spezzatino. Film dal cuore: “La mia Africa” di Sydney Pollack. Squadra di calcio: Inter. Automobile: Ho una Peugeot 2008. Il viaggio che non è ancora riuscita a fare: Lago Baikal e dintorni in inverno. Un cantante, un gruppo o genere musicale: Vorrei segnalare un interessante gruppo regionale, il Joe Cova P roject. Poi, n atu r a l m e nte il grande Gianmaria Testa. E poi musica classica a tutte le ore. La paura più grande: Dover smettere di sciare. Sogno notturno che fa più frequentemente: Volare sfiorando persone, case, prati, montagne e mare. Se non avesse fatto ciò che fa cos’altro le sarebbe piaciuto fare? Inviata speciale in paesi esteri. tà di un territorio. Al giorno d’oggi dobbiamo guardare ai rifugi come strutture frequentate da alpinisti ed escursionisti che sono certamente cambiati nel loro modo di approcciare la montagna. In cosa sono cambiati? Talune località si raggiungono più facilmente, grazie anche agli impianti a fune. Rifugi che un tempo fungevano da base per escursioni oggi rappresentano un traguardo. L’età media del socio SAT? Secondo me, alta. Avete in programma attività per avvicinare i giovani? È uno degli obbiettivi strategici che ci
Antichi cimeli sciistici nei piani superiori di Palazzo Saracini-Cresseri
siamo posti. Ci sono alcune sezioni che sono molto attive nei confronti delle famiglie, altre che incentivano l’arrampicata sportiva, la mountain bike o l’e-bike. Altre sezioni restano, invece, sostanzialmente più tradizionaliste. Quindi si tratta anche di coniugare tecnologia e tradizione? Dobbiamo investire ancora molto su questo. Penso in questo momento alla doppia frequentazione con gli amici delle due ruote. Un problema molto sentito che però per noi – stante così le nostre competenze – resta complicato affrontare. Quello che possiamo fare intanto è lavorare sulla cultura. Andare in montagna è anche assunzione di responsabilità. Se decido di percorrere un sentiero devo saper valutare le mie capacità e quelle di chi potrei incontrare sui miei passi. Una prerogativa educativa che forse non era la prima preoccupazione dei signori i cui volti sono appesi alle pareti. È cambiato il modo di andare in montagna. E continua a mutare con il passare degli anni. Cosa ha significato per la SAT la devastazione dell’ottobre scorso? Rispondo con un numero: 5600. Sono i chilometri totali di sentieri che ci competono. Bene, nel censimento del disastro, siamo arrivati a contarne 1700 di danneggiati e impraticabili. Considerate le prerogative turistiche di questi luoghi, abbiamo pensato di farci parte attiva nei confronti della Provincia, formando un tavolo di lavoro che si riunisce periodicamente proprio in SAT. È un modo per continuare a
monitorare gli interventi e misurare gli interventi. Si è scoperta l’importanza del sentiero, ora che non è disponibile. Vi è stata un’ulteriore presa di coscienza sul tema cambiamenti climatici? Diciamo che è stata una conferma di quanto andiamo dicendo da una decina di anni a questa parte. Abbiamo fatto un congresso addirittura nel 2007, quando erano in piedi ancora certe teorie negazioniste. Il turismo trentino vanta numeri da record, tuttavia il Trentino non è il
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COS’È LA SAT
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a Società degli Alpinisti Tridentini (SAT) venne fondata a Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872 con il nome di Società Alpina del Trentino. I soci fondatori intendevano promuovere la conoscenza delle montagne trentine, lo sviluppo turistico delle vallate e “l’italianità’” del Trentino. I mezzi per perseguire tali scopi erano: la costruzione di rifugi, la realizzazione di sentieri, i finanziamenti agli albergatori, l’organizzazione delle guide alpine, l’ascensione di cime e la pubblicazione di scritti geografici e alpinistici. Primo presidente fu Prospero Marchetti, vice-presidente Nepomuceno Bolognini. Nel 1920 la SAT divenne sezione del Club Alpino Italiano (CAI), mantenendo caratteristiche di autonomia. Gli anni che portano alla seconda guerra mondiale sono caratterizzati soprattutto dal ripristino dei rifugi, delle opere danneggiate dalla guerra e dall’apertura dell’alpinismo a tutti gli strati sociali con la nascita della SOSAT (Sezione operaia della SAT). Il Soccorso alpino, fondato, primo in Italia nel 1952 con il nome di Corpo Soccorso Alpino SAT, dal 2002 è parte della Protezione civile della Provincia di Trento con il nome di Soccorso alpino del Trentino. Fin dalla sua fondazione la SAT ha intrapreso un’intensa attività editoriale con la pubblicazione di ventisei annuari e oltre 400 pubblicazioni sociali, commemorative e scientifiche. La sede si trova a Trento nel Palazzo Saracini-Cresseri (sec. XVI). La storia della SAT sino al primo dopoguerra si intrecciò strettamente alle vicende politiche e storiche del Trentino. In seguito il venir meno del peso politico dell’associazione venne controbilanciato dalla promozione di un rapporto semplice e a misura d’uomo con la montagna. Il sentiero tracciato dalla SAT fino ai nostri giorni è premiato da un costante aumento di soci, da riconoscimenti e da centinaia di soci che prestano gratuitamente la loro opera per la manutenzione dei sentieri, per iniziative a tutela dell’ambiente montano, per corsi. Il volontariato della SAT è uno dei più preziosi omaggi alle Dolomiti e a tutte le montagne del Trentino.
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Autografo di Fortunato Depero su un prezioso libro di Vetta custodito alla SAT
Wyoming. Il turista alimenta l’economia ma anche l’inquinamento… Non crede che bisognerebbe cominciare a ragionare su possibili limiti a tutto ciò? Questa domanda sfonda una porta aperta, perché “limite” è una delle nostre parole chiave. Occorre sempre avere un senso del limite: in montagna come nella vita di tutti i giorni. Con il turismo non si può andare verso una crescita quantitativa lineare. Casomai lavorare sulla destagionalizzazione potrebbe essere una buona idea. Che senso ha infatti concentrare una stagione, a volte, in poche settimane, con tutti i problemi di viabilità che abbiamo? Cosa chiederebbe ad ogni turista diretto qui da noi, se potesse farlo? Di essere consapevole. Non esiste solo Ferragosto… Per 140 anni si è andati in montagna a piedi. Adesso qualcuno propone assicurazioni obbligatorie per ogni cosa. È proprio così. Si vuole regolamentare tutto, in maniera ossessiva, al fine di garantire sempre le coperture dei rischi. Mi viene da chiedere, però, il mio senso di responsabilità in un contesto simile dove sta? La mia capacità di valutare i rischi che corro? La società ipergarantista non fa certo bene alla coscienza delle persone. E quello della responsabilità – anche civile, in senso giuridico – è un problema forte per SAT. Abbiamo 5600 chilometri di sentieri da monitorare. Quando non rinveniamo le condizioni minime di sicurezza non esitiamo a chiedere la chiusura. Cambiamo argomento, ma non troppo. Quest’anno i “Suoni delle Dolomiti” celebra il suo venticinquennale. Come vi ponete nei confronti di manifestazioni di questo tipo? Quest’anno mi pare ci sia una proposta di tipo più riflessivo, da parte di Trentino Marketing. Si è cercato di costruire questi eventi in accordo con i parchi competenti al luogo del concerto.
Come SAT non venite coinvolti? Si sono poste le basi per partecipare alla pianificazione. Si tratterebbe solo di mettersi attorno a un tavolo al momento della pianificazione. Lei che consiglio darebbe agli organizzatori? Gli eventi, secondo me, possono essere organizzati in due modi. O hai un nome di richiamo o è il luogo ad essere rilevante. Oppure tutti e due, in tal caso gli effetti si sommano. Potrei pensare ad un nome meno altisonante, però costruendogli attorno un evento che valorizza ad hoc il territorio circostante. È solo un esempio. Noi siamo a disposizione. Altro tema di attualità: la futuribile funivia Trento Monte Bondone. Cosa ne pensa? Se mi si parla di Trento-Bondone solo in chiave invernale mi verrebbe da dire “anche no”. Non mi sembra che questa montagna possa rispondere ad un recupero in termini di pura economia invernale. Faccio fatica, d’altro canto, a immaginare uno strumento da porre in mera alternativa al trasporto su gomma. Si è detto niente domande personali: ma qual è il suo approccio personale alla montagna? Mi piace fare attività solitarie che aiutano a mettere in ordine le idee. I viaggiatori inglesi del seicento e settecento la trovavano orribile e mostruosa: per lei la montagna ha una bellezza oggettiva? Secondo me, sì. A cosa si deve? Dico due aspetti. La vertigine dell’altezza e i colori delle diverse ore del giorno. I suoi luoghi dell’anima? Le Pale di San Martino. E la Valle dei Laghi. Buon lavoro, Presidente! Speriamo di non perdere delle simpatie proprio all’ultima risposta.
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trentinoattualità di Pino Loperfido
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Con la collaborazione di Tiziana Tomasini
UNA LUNGA, CALDISSIMA, STORIA DA RACCONTARE SONO FATTE CON L’ACCIAIO E CON IL VETRO: TUTTI MATERIALI CHE SI POSSONO RIUTILIZZARE. EVVIVA LA SOSTENIBILITÀ! MA NON SI TRATTA DI UN FREDDO REDAZIONALE PUBBLICITARIO, BENSÌ DELLA STORIA DI UN’INTERA COMUNITÀ. LE CUCINE A LEGNA: UNA TRADIZIONE CENTENARIA CHE ARRIVA AI GIORNI NOSTRI, A PARTIRE DALL’ATTIVITÀ DEL CAPOSTIPITE, CARLO RIZZOLI Il fondatore, Carlo Rizzoli, comincia come fabbro magnano, prima di concentrarsi sulla produzione delle cucine economiche
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ffrontare un tempo da lupi (nebbia, freddo, vento) per andare a raccontare una storia di stufe sembra un po’ un colmo. Ma va bene lo stesso. Perché ascoltare da Gianluca Rizzoli la storia dell’impresa di famiglia regala una sorta di tepore. Quasi un’anteprima di quel che chiunque prova nella sua cucina o nel suo soggiorno quando si va ad accucciare vicino alla stufa a legna. Ed è bello raccontare l’epopea delle cucine Rizzoli perché non si tratta di un redazionale pubblicitario, bensì della 30
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storia di un’intera comunità. Dacché c’è stato un tempo in cui le imprese davano una direzione alla vita quotidiana, ai paesi, alle persone. E ancora oggi ci sarebbe molto da imparare dalla dimensione umana che fino a poche decine di anni fa caratterizzava le nostre valli. Un calore che si va perdendo, ma che si tenta di riprodurre in quelle stesse cucine di cui ci racconta Gianluca Rizzoli, quarta generazione della famiglia a lavorare in azienda. Ma poi, vivaddio, abbiamo tutti ancora negli occhi la splendida vittoria – e il
magnifico sembiante – di Dorothea Wierer che poche settimane fa, prima italiana a vincere la coppa del mondo di Biathlon, portava sul suo innocuo fucile proprio il nome di questa realtà. Ambasciatrice – assieme allo sciatore Stefano Gross – di un’azienda, ma dell’afflato collettivo di una vera appartenenza territoriale, oltre che umana. Gianluca sottolinea il valore – umano e sociale, ancora prima che commerciale – di questa partnership: “La scelta di sostenere Dorothea Wierer, che vive in Val di Fiemme, e Stefano Gross, fassano,
trentinoattualità
Lo sciatore Stefano Gross
Dorothea Wierer, fresca campionessa mondiale di Biathlon
non è casuale. Rappresenta, infatti, il legame della nostra azienda con il territorio nel quale è nata e si è sviluppata. Inoltre, senza dubbio i due campioni sono molto amati e apprezzati in aree legate a mercati di nostro interesse e in forte espansione. Si pensi all’Austria, dove lo sci alpino è lo sport nazionale, oppure alla Germania, dove il biathlon è molto sentito dalla popolazione e sta acquisendo sempre maggior rilievo”. Ma diamo uno sguardo a come è cominciato tutto ciò... Siamo dunque in val di Fiemme, nell’ormai lontano 1912, con l’attività di fabbro del bisnonno Carlo. Le famiglie a quei tempi, si sa, erano numerose; degli otto fratelli che intraprendono percorsi artigianali diversi (chi il calzolaio, chi il falegname, ecc.), lui segue la sua pas-
sione e prende il diploma di “fabbro magnano”, aprendo bottega nel centro storico di Cavalese. Figura importante quanto indispensabile quella del fabbro, che andava a realizzare svariate opere: dalla ringhiera in ferro battuto – a Cavalese si possono riconoscere i suoi manufatti – alla normale serratura. È in questo contesto che prende avvio la produzione artigianale di cucine a legna, a quell’epoca – inesistente il gas metano – comune attrezzo per cuocere e per scaldare i cibi. Siamo agli albori del primo conflitto mondiale e le dure e dolorose vicende belliche della storia portano inevitabilmente a periodi di sospensione delle attività lavorative. Ma tutto serve. Sia le esperienze, sia i residuati bellici. Non si buttava via niente in tempo di guerra, tutto poteva tornare utile a
Giulio e Carlo Rizzoli da giovani
Giulio, Carlo e il padre Ezio
costruire qualcos’altro. Prodotti fatti a mano, bene indispensabile per la valle ed elemento primo nelle case. I tempi della lavorazione artigianale parlano da soli, tanto sono sorprendenti: tre giorni. E considerando che la tecnologia non era certo quella di oggi, il dato la dice lunga sulla laboriosità della ditta e sull’ingegno di chi vi presta la propria opera. Nonno Rizzoli, classe 1929, arriva in ditta dopo la Seconda guerra mondiale. Le stufe vengono prodotte su ordinazione, con la stessa filosofia dei tempi nostri. Anche adesso, come una volta, tutto è costruito con materiali riciclabili; si tratta di uno dei pochi prodotti esclusivamente ecologici. Ferro e vetro sono riutilizzabili sempre. La cucina “economica” è sempre sotto i riflettori. E anche un po’ oggetto di un paradosso. Da un lato lo Stato
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DUE TESTIMONIAL D’ECCEZIONE
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a diversi anni l’azienda di San Lugano vanta una consolidata partnership con Dorothea Wierer e Stefano Gross, atleti di punta degli sport invernali nazionali. Originaria di Rasun Anterselva, trentina d’adozione, Dorothea Wierer, la campionessa della Nazionale italiana di biathlon, oramai habitué sul podio in Coppa del Mondo. Stefano Gross è uno dei più forti slalomisti della Nazionale italiana, con una vittoria in Coppa del Mondo. “Sono molti gli aspetti e i valori che accomunano la nostra azienda a Stefano e Dorothea. L’ impegno costante, la tenacia, la voglia di migliorarsi e la passione per ciò che si fa. Sposiamo la stessa filosofia. A Dorothea e Stefano un grosso in bocca al lupo da tutti noi!”, ha dichiarato Gianluca Rizzoli, che rappresenta la quarta generazione della Famiglia Rizzoli.
La prima sede dell’azienda in Piazza Ress a Cavalese
ne incentiva l’acquisto e dall’altro, da più parti, si punta il dito contro questi prodotti in quanto sarebbero fonte di inquinamento. In realtà le cose stanno un po’ diversamente. Vi sono informazioni contraddittorie, che richiedono una riflessione. Come per tutto, emergono sia criticità, sia fattori positivi. Le normative attuali, molto severe in fatto di emissione di polveri sottili – hanno portato le ditte produttrici ad un rinnovamento nel settore; di fatto i prodotti attuali hanno performance molto più alte rispetto ai prodotti di 15 o 20 anni fa. Una cucina a legna o una stufa sono prodotti che compri e poi ti tieni per almeno 20 o addirittura 30 anni. Per questo il livello di attenzione è così alto.
Ma dove eravamo rimasti con la storia? Ah, già, all’ampliamento dell’azienda di Cavalese, della sede di piazza Ress. Parallelamente si registra un graduale abbandono delle attività di fabbro per concentrarsi principalmente sulla produzione di cucine a legna. La svolta arriva con l’ingresso di Giulio e Carlo. Siamo nella seconda metà dei Settanta. Un decisivo cambio di mentalità e di prospettive. Anche osservando la società e i suoi mutamenti. La logica conseguenza è stato un ampliamento della gamma di prodotti e quindi da due o tre modelli si è giunti ad una gamma di ben 50 cucine a legna. Ancora oggi, una delle caratteristiche di questa azienda è che produce ogni componente delle proprie cucine a le-
Tre generazioni sotto lo stesso nome. Partendo da sx., Martina Rizzoli, Giulio Rizzoli, Ezio Rizzoli, Carlo Rizzoli, Veronica Rizzoli 32
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gna internamente, mentre di solito si tende a esternalizzare le attività. Di fatto, nella fabbrica entrano i fogli di lamiera, le viti, i vetri, i mattoni e poi si produce a 360 gradi. Le lavorazioni vengono eseguite da moderni e tecnologici impianti di taglio laser, robot di piegatura e saldatura, presse piegatrici e viene realizzata anche la verniciatura. Lo si era capito già da un po’ che gli spazi produttivi non erano più sufficienti. E allora nel 1980 si è concretizzato il trasferimento nella zona artigianale di Cavalese. Primo stabilimento. Nel 1990 è stato costruito un secondo blocco su due piani; dieci anni dopo un’altra palazzina separata dalla sede principale dedicata agli uffici commerciali e il modernissimo showroom. Nello stesso anno è stato fatto un terzo ampliamento, più la costruzione di una palazzina a tre piani. Passano altri tre anni e l’espansione dell’azienda raggiunge livelli record. Rizzoli è andata ad acquistare un altro magazzino separato, utilizzato per il deposito dei semilavorati. Quindi tre unità separate; tutto funziona, certo, ma questo crea anche alcuni problemi logistici. I tempi cambiano. Gli anni passano.
Nel 2014, Rizzoli compie cento anni e diventa maggiorenne. Così, dopo una serie di altalenanti ipotesi – racconta ancora Gianluca – di cui preferiamo non raccontare, ecco che il gioiello ideato da carlo Rizzoli si trasferisce – per un pelo – in territorio altoatesino, nel nuovissimo e strategico impianto di San Lugano. Lo ripetiamo: non stiamo facendo una sterile reclame pubblicitaria, ma stiamo provando a fare il resoconto di un’avventura imprenditoriale che merita di essere ricordata, per almeno due ordini di motivi. Primo: perché il Trentino se lo merita e certe storie vanno celebrate a prescindere. Secondo: per l’esempio. Ovvero affinché chi oggi stia pensando di buttarsi in business simili o anche no, colga quali sono i valori e le qualità richieste affinché quell’impresa duri tanto a lungo nel tempo e sia – il che non guasta – anche redditizia. Ma le vogliamo dire due-parole-due sul prodotto? Diciamole, allora. Nel mercato le cucine a legna Rizzoli sono riconosciute come un prodotto di alta fascia,
sia per caratteristiche e peculiarità, sia per la possibilità di personalizzazione. L’offerta è vasta: un’ampia gamma di cucine a legna, termocucine a legna, cappe aspiranti, stufe e termostufe a legna. Ma non solo: piani in acciaio inox, mobili di complemento e lavelli. Piacevoli anche come elemento d’arredo, le stufe vanno al di là della sola funzionalità; infatti sono esteticamente molto apprezzabili ed apprezzate, proprio perché studiate per inserirsi in un contesto – quello della cucina – che nelle aree montane rappresenta un punto nevralgico della casa: l’ambiente più vissuto, più importante, il luogo di ritrovo di tutta la famiglia e pertanto da valorizzare. Punto basilare è che l’utilizzo della cucina economica, da un punto di vista culturale, prende come riferimento la regione alpina; non va dimenticata la consistente disponibilità di materia prima, cioè la legna. Per un prodotto finito di alta qualità. Da centinaia di anni. Parola di Carlo Rizzoli e di chi negli ultimi centocinque anni ne ha preso il testimone. ■
La sede dell’azienda a Passo S. Lugano 33
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NOZZE CON... SORPRESA di Tiziana Tomasini
Andrea Tomasini e Rossella Gatta il giorno delle nozze
IL SENSO DEL REALITY “AMORE A PRIMA VISTA” È QUESTO: AFFERMÀTI ESPERTI SELEZIONANO COPPIE CHE POTREBBERO FUNZIONARE. SI CELEBRANO LE NOZZE E… RACCONTIAMO LA SINGOLARE ESPERIENZA DI ANDREA TOMASINI, GIOVANE TRENTINO CHE HA PARTECIPATO E SI È SPOSATO. E CI HA RACCONTATO COME È ANDATA…
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entre le statistiche parlano del calo delle unioni – c’è sempre più esitazione a compiere il grande passo – esiste un reality che va decisamente contro tendenza e che da qualche stagione sforna coppie “al buio”, composte cioè a tavolino da un team di esperti: una sessuologa, un sociologo e uno psicologo. Il primo incontro avviene sull’altare, al momento del fatidico “sì”, celebrato con rito civile. Seguono poi trenta giorni di gioie o di dolori – luna di miele e convivenza – monitorati dagli stessi esperti; al termine la coppia deciderà se esistono i presupposti per andare avanti o dire “basta” e divorziare. Una bella sfida insomma, che richiede, oltre alla voglia di mettersi in gioco, anche una consistente dose di coraggio. E di coraggio ne deve aver avuto parecchio Andrea Tomasini, bel trentenne di Vigo Rendena, laureato in Economia a Trento ed impiegato come caporeparto alla Famiglia Cooperativa di Povo. E la sposa? Una bella mora, Rossella Gatta, che vive a Milano, di professione manager in un’azienda. Ma sentiamo cosa ci racconta lui, il protagonista. 34
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Andrea, come è cominciato tutto questo? Esiste un tempo in cui le follie vanno sperimentate, così, di punto in bianco, senza pensarci su. È stato il caso di quella primavera 2017. Una candidatura inviata per gioco si è trasformata in un’incredibile avventura. Ho compilato il form quasi per scherzo, sfidato da mio fratello il quale sosteneva che sarei stato adatto a partecipare ad un esperimento così fuori dal comune. Ho accettato la sfida e, nel riserbo più totale, ho superato i vari step dei provini che mi hanno portato ad essere scelto per partecipare alla terza edizione del programma “Matrimonio a prima vista”.
Tre coppie scelte su un totale di 1600 iscritti. E chi l’avrebbe mai detto? Con che stato d’animo hai affrontato l’esperienza del reality? Ho vissuto l’intero periodo di selezione a cuor leggero, come se si trattasse di una normale attività quotidiana all’interno della mia vita, che era giunta ad un periodo particolare (necessitavo di una svolta, una qualsiasi). È capitata l’opportunità e l’ho cavalcata. Fino in fondo. Fino alla scelta. E poi, un giorno, è arrivata la notizia… Quando mi hanno comunicato, tramite una busta, sotto l’occhio implacabile delle telecamere, che sarei stato uno
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Pranzo romantico sul lago di Levico, ma qualcosa tra i due non va e si vede...
Un’iniziale momento di tranquilla routine
dei prescelti, ho cominciato a realizzare ciò che mi avrebbe atteso. Ero eccitato all’idea di intraprendere un percorso così fuori dal comune. I salti nel vuoto mi attraggono. E i tuoi? Che reazione hanno avuto? A quel punto ho dovuto comunicarlo ai miei genitori. Agli amici. Ai parenti. Come l’hanno presa? Quasi tutti con entusiasmo, soprattutto mamma e papà. Raccontaci del giorno del “sì”. Il matrimonio è stato celebrato nel magnifico parco della Villa Sigurtà a Valeggio sul Mincio, un mese dopo. Mi hanno trasportato al luogo delle nozze senza spiegazioni. Ero all’oscuro di tutto. La località mi era ignota, la sposa era ignota, il futuro era ignoto. Ci siamo sposati in una stupenda giornata di fine settembre. Nel giorno del mio matrimonio ero tranquillo, mi sentivo stranamente a mio agio. Ridevo e scherzavo con tutti, parenti della sposa compresi. E la sposa? L’ho vista per ultima. L’ho conosciuta sull’altare. Quando l’hai vista che impressione hai avuto?
insieme o se divorziare. Abbiamo deciso di non continuare. Non c’erano i presupposti per proseguire una relazione che in fondo non era mai nata, soprattutto a livello fisico, dove non c’è mai stato coinvolgimento. Cosa ti è rimasto di quest’avventura? È stata un’esperienza indimenticabile, che mi ha permesso di capire molte cose su me stesso e che ha risvegliato in me sensazioni sopite da anni. Sono contento di aver avuto il privilegio di vivere un’esperienza così intensa e ricca di emozioni, soprattutto perché non era costruita, ma si trattava al 100% della realtà dei fatti. Hai deciso di mettere la tua storia nero su bianco, raccontandola al grande pubblico. Sì, ho scritto un libro riguardo a questa esperienza e spero di riuscire a pubblicarlo entro la fine dell’anno, così da poter condividere con chi mi ha seguito tutte le emozioni che mi hanno travolto in questo lasso di tempo della mia vita. ■
Impatto buono. Non proprio il mio ideale, ma ci poteva stare. E dopo la cerimonia? Siete arrivati al dunque… Ho sperimentato mille emozioni contrastanti. Viaggio di nozze a Taormina, di 5 giorni; inizialmente positivi. Sembrava esserci feeling, ma immediatamente qualcosa si è rotto, troppo in fretta. Cos’è successo? Nonostante le belle parole, la mia sposa non ha mai dimostrato di essere coinvolta nella pseudo relazione che cercavamo di costruire. Io ho messo tutto il mio impegno per provare a coinvolgerla, ma, complici le risposte contraddittorie di lei, mi sono stufato e dopo qualche settimana il mio entusiasmo iniziale è andato in calando, fino a spegnersi. Spiegaci come è andata avanti la cosa. Il format prevedeva una settimana (scarsa) di viaggio di nozze e successivamente un mesetto di convivenza (a Milano, da lei). Al termine del periodo avremmo dovuto decidere se rimanere
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trentinodanza trentinopanorama di Lara Deflorian
StopGap Dance Company in “Artficial Things” (foto di Chris Parkes)
QUELLA DANZA TANTO “SPECIALE” NEL 2014, ORIENTE OCCIDENTE ARRIVA AD UN PUNTO DI SVOLTA. INIZIA A OPERARE IN AMBITO ARTISTICO A LIVELLO INTERNAZIONALE CONFRONTANDOSI SU DANZA E DISABILITÀ, PARTENDO DALL’INCLUSIVITÀ E ACCESSIBILITÀ, ATTRAVERSO TANTE PROPOSTE. PRESENTIAMO GLI ESITI: UN PROGETTO CONCLUSO, TRE AVVIATI E LA PARTECIPAZIONE A MATERA 2019 CON L’ISTITUZIONE CULTURALE DEL BRITISH COUNCIL
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oco più di dieci anni fa Oriente Occidente ha iniziato ad organizzare, attraverso il Cid - Centro internazionale della danza, alcuni laboratori di DanceAbility finalizzati all’abbattimento di barriere attraverso la danza e il movimento. Dal 2015 Anna Consolati per il festival di Rovereto si sta occupando, in qualità dii project manager, di tutti i progetti internazionali: “Stiamo cercando di lavorare su piani diversi per scardinare preconcetti e immaginari sulla disabilità nell’ambito della danza e della produzione artistica”. In marzo si è recata a Matera, capitale europea della cultura per il 2019, dove è intervenuta nell’ambito del progetto “Movimento libero”, in partnership con il British Council, un progetto sull’accessibilità dell’arte per 36
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riflettere sulla diversità come opportunità e non come limite. L’organizzazione del progetto è affidata al festival Oriente Occidente e per la seconda tappa del progetto a luglio si svolgerà un laboratorio di danza condotto da StopGap Dance Company, una tra le maggiori compagnie al mondo di danza contemporanea, con un cast di artisti abili e con disabilità. Il 19 ottobre StopGap Dance Company ritornerà a Matera per presentare uno spettacolo in prima nazionale. “Quando nel 2014 i direttori artistici del Festival Lanfranco Cis e Paolo Manfrini – ha raccontato Anna Consolati – hanno invitato la compagnia britannica Candoco Dance Company (l’ensemble di danza contemporanea con danzatori disabili più conosciuto, ndr) per noi si è aperto un
mondo. Abbiamo iniziato ad interrogarci partendo dall’inclusività per approdare oggi ad una visione esclusivamente artistica. Lavoriamo sull’estetica dei corpi e i nostri danzatori sono atleti che producono performance di qualità, dentro le loro diverse abilità. Non c’è quindi nessun margine per un approccio pietistico”. Dal 2016 al 2018 Oriente Occidente ha lavorato al progetto europeo Moving Beyond Inclusion, accreditandosi come partner affidabile e riuscendo a produrre, tra i risultati finali, lo spettacolo Bad Lambs della compagnia Balletto Civile di Michela Lucenti, vincitore nel 2017 del premio Danza&Danza. Attualmente il maggiore dei nuovi progetti internazionali che vede coinvolto il festival Oriente Occidente è EBA
Altro progetto europeo è ImPArt, un progetto pilota sull’accessibilità dedicato alla fruibilità senza barriere dell’arte performativa, mentre Spark - Performing arts cooperation project è il titolo del terzo progetto biennale, che prevede l’organizzazione di laboratori internazionali e l’invito rivolto ad artisti disabili a partecipare ai festival come osservatori attivi. “Per quest’anno, infatti, Oriente Occidente ospiterà - ha sottolineato Anna Consolati - 15 artisti con disabilità che vogliono sperimentarsi nella coreografia. Saranno accompagnati da drammaturghi esperti, grazie anche alla collaborazione con la compagnia spagnola La Veronal. Lo stesso Marcos Morau, coreografo e direttore artistico della compagnia, vorrebbe lavorare anche con danzatori
Giornate internazionali delle orchidee
Alcuni artisti durante il laboratorio condotto da Silvia Gribaudi al CID di Rovereto (foto di Gerardo Brentari)
disabili realizzando qualcosa con la comed estetiche nella danza contemporanea. pagnia Candoco”. Nell’ambito formativo questo è un proa Rimanendo sul fronte artistico Oriente blema, poiché in Italia solo a Roma c’è Occidente da anni ha saputo dimostrare un’istituzione a cui possono accedere impegno even. attenzione verso danza e le persone con disabilità in generale... e – lasab. – dom. la disabilità, una questione decisamente tutto ciò per questioni di politiche cultupoco esplorata nel nostro Paese. “Ci stia-orerali. Inoltre nel nostro Paese l’approccio 9–18 mo interrogando sui nuovi codici artistici è ancora esclusivamente sociale, assied estetici della danza contemporanea e stenzialistico, medico, sanitario. Anche questo ci ha ispirato ad andare oltre e ad per questo Oriente Occidente cerca di venerdì accettare la sfida della diversità ha sotun 19: contributo, considerando la > La lunga notte delle orchidee,portare dalle ore una festa per tolineato latutti project manager Anna Condanza come un’arte totale che include i sensi. Fatevi incantare da una serata piena di sorprese. solati. È necessario avere nuovi sguardi ■ anche corpi diversi!”. Collezionisti appassionati ed espositori Vi accompagneranno
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febbraio 2016 ----------------------------------------------------
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Le anime di Spazio Off, qui ritratte in diverse mansioni nella bellissima fotografia di Sima Dehgani. A sinistra, Daniele Filosi impegnato in questioni pratiche. A destra, Mauro Pettorruso e Stefano Detassis paiono sovrintendere
CHE CI FA UN
O R E T T O C I FENZZA VENEZIA? IN PIA
di Susanna Caldonazzi
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n viaggio a Ventotene. La necessità di confrontarsi con i temi della contemporaneità. Un posto dove tornare ad aggiustare le idee. E l’ispirazione è servita. Nasce così “Cosa sono i fenicotteri? Da Ventotene all’Europa”, l’ultimo progetto di Spazio Off, realtà teatrale attiva dal 2005 in un’ex officina meccanica di piazza Venezia a Trento, che a partire dal “Manifesto di Ventotene Per un’Europa libera e unita”, coglie l’occasione dell’appuntamento delle elezioni del 26 maggio per interrogarsi sul futuro significato di essere cittadini europei. Una serie di eventi e spettacoli tra il 5 e il 25 maggio, curati da Maura Pettorruso, regista e drammaturga, Daniele Filosi, organizzatore teatrale e l’attore Stefano Pietro Detassis, anime di Spazio Off e ideatori della kermesse sostenuta da Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento, Fondazione Caritro e Cantina Endrizzi. «Ventotene è un posto molto affascinante – racconta Maura Pettorruso, presidente di Spazio Off – e trascorrendo alcuni giorni sull’isola appare chiaro come ancora oggi gli abitanti siano legati alla storia del Manifesto: è questo ad averci ispirati». Ventotene è una piccola isola dell’arcipelago pontino, a pochi chilometri dalla costa laziale e da sempre considerata luogo di confino: in epoca romana diverse celebri donne vengono mandate lì in isolamento; tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 viene costruito il carcere sull’isolotto di San Stefano, poco lontano da Ventotene, dove vengono rinchiusi gli ergastolani e successivamente i dissidenti politici; infine con il fascismo, Ventotene diventa luogo di confino degli oppositori al regime. Nel 1940 sono quasi un migliaio i confinati sull’isola che, nonostante la frammentarietà della loro estrazione politica – o forse proprio grazie a questa – fanno di Ventotene un importante laboratorio politico. L’anno successivo Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni firmano il famoso Manifesto di Ventotene, che in piena guerra mondiale sogna un’Europa unita e libera e che sarà di grande ispirazione al dibattito sulla fondazione di un’entità sovranazionale nei decenni successivi, fino alla nascita dell’Unione Europea nel 1992. «Ci piace l’idea di occuparci di un tema in controtendenza – spiega Filosi –. In un momento in cui si percepisce un allontanamento generale dall’idea di
Europa unita, recuperiamo il Manifesto di Ventotene rilanciando il dibattito dal punto di vista culturale». Ma cosa c’entrano i fenicotteri con Ventotene? «Sull’isola, insieme a Spinelli, Rossi e Colorni – riprende Maura Pattorruso – c’erano le loro donne. Li avevano seguiti ma non erano considerate “pericolose” quanto loro e quindi avevano un briciolo di libertà di movimento in più, potevano viaggiare verso la terraferma. Fu proprio attraverso questi loro viaggi che il Manifesto di Ventotene si diffuse nel Paese. Viaggiavano verso Roma e verso Milano e fecero circolare quelle idee. Le chiamavano “i fenicotteri di Ventotene”. Si intitola proprio così il testo che ho scritto e che ha dato il via anche alla costruzione dell’intero programma di maggio». Il 5 maggio l’iniziativa prende il via a San Michele all’Adige, negli spazi della Cantina Endrizzi, dove in scena ci sarà La “Conquista della Felicità”. Dialogo tra Bertrand Russell e Cassiopea,
(testo e regia di Maura Pettorruso, con Stefano Pietro Detassis), continua il 9 maggio con un’anteprima del reading I fenicotteri di Ventotene all’interno del programma del Festival Siamo Europa del Servizio Europa della Provincia Autonoma di Trento, e il 10 maggio con “Nostra Italia del miracolo”, spettacolo sulla giornalista Camilla Cederna, scritto e diretto da Giulio Costa e con Maura Pettorruso, alla Libreria Due Punti nel quartiere di San Martino. Dal 15 al 25 maggio invece si riaprono le porte di Spazio Off per una serie di serate con la lettura de “I fenicotteri di Ventotene”, la prima settimana con Maura Pettorruso e Stefano Pietro Detassis, la seconda con Annalisa Morsella e Giulio Federico Janni. Ma i “fenicotteri di Ventontene” ci danno anche l’opportunità di parlare di Spazio Off, nella seconda puntata del nostro viaggio tra le realtà teatrali indipendenti del Trentino. «Spazio Off è uno spazio piccolo e inventato – prosegue Pettorruso – e parecchi anni fa ormai abbiamo deciso di non fare più una stagione vera e propria. Vogliamo invece aprire con dei focus precisi. Abbiamo iniziato quattro anni fa con una serie teatrale e poi continuato l’anno scorso con le due settimane di repliche dello spettacolo su Bertrand Russell, che ci ha dato la conferma definitiva che quello fosse il modo giusto per abitare Spazio Off». Lo spazio di piazza Venezia nasce nel 2005 grazie a uno sguardo insistente su una serranda chiusa ormai da molti anni: «Passavo di là quasi ogni giorno per andare a lavorare con il mio socio di allora, Gianluca Bosio – ricorda Maura –. Ci siamo lasciati incuriosire dal cartello “affittasi” e quando abbiamo visto questo spazio sporco e da sistemare non ci abbiamo pensato due volte. Abbiamo ripulito tutto e allestito uno spazio scenico. Era un’officina meccanica chiusa da molti anni. C’è ancora la buca che il meccanico utilizzava per le riparazioni! Eravamo molto entusiasti, avevamo voglia di avere uno spazio nostro e così abbiamo aperto: teatro, letture, musica, cinema. Facevamo un po’ di tutto e la città ha iniziato ad accorgersi di noi. Nel 2007 è arrivato Daniele Filosi, proprio quando temevamo fosse arrivato il momento di chiudere. Lui aveva in quel momento uno sguardo esterno e ne ha visto le potenzialità, così siamo andati avanti».
Mauro e Stefano in “Addio alle Armi” di Ernest Hemingway 40
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trentinoteatro Nel 2007 Spazio Off inaugura una piccola stagione ad aprile, per concludere all’inizio dell’estate con “Dormono tutti sulla collina”, un monologo ispirato alla vita di Fernanda Pivano, con Maura Pettorruso: «Abbiamo fatto tre repliche, una dietro l’altra – ricorda Daniele Filosi – registrando sold out tutte le sere. Non ce lo aspettavamo, ma è stata la conferma che non lasciare Spazio Off era stata la scelta giusta. Così siamo andati avanti – prosegue Filosi – nel 2009 è arrivato il progetto sulle residenze artistiche e abbiamo continuato con le stagioni fino al 2012. Spazio Off rimane per noi fucina di idee e laboratorio, preferiamo aprire in occasione di progetti come I fenicotteri di Ventotene o la Russelliana». Interrompere la programmazione costante non è significato però smettere di avere un rapporto diretto con il pubblico. «Sei anni fa è nato il progetto 33 Trentini – spiega Filosi – un gruppo di spettatori “speciali” che intraprende un percorso di visione consapevole di spettacoli teatrali, incontra i “maestri” del teatro contemporaneo, viaggia facendo esperienza di festival e teatri in tutta Italia e lo scorso anno anche fuori dai confini nazionali. È un progetto di sviluppo del pubblico che ci ha portati, dopo sei anni, ad avere un centinaio di iscritti totali, suddivisi tra i gruppi teatro, danza e musica. Molti di loro si sono affezionati all’Off e lì si sentono a casa». E le novità di Spazio Off per il prossimo futuro riguardano o coinvolgono proprio i 33 Trentini: «Vogliamo fare dei lavori di ristrutturazione dello spazio – raccontano i gestori dello spazio – e per i progetti ci stanno aiutando proprio alcuni dei 33 Trentini, che hanno le competenze giuste e vogliono essere coinvolti. Vorremmo rendere Spazio Off più confortevole, senza perdere la storia e l’identità. E infine – aggiungono – stiamo immaginando un cartellone curato da loro, nato dalle esperienze che facciamo insieme nei teatri e nei festival. La cosa più importante per noi è fare comunità a teatro». A chiudere la chiacchierata è Stefano Detassis, che riassume il pensiero che guida Spazio Off in una frase: «Lo spettacolo inizia quando si apre il sipario, il teatro quando il sipario si chiude».
Dall’alto, 33 Trentini al Fringe Festival, “La conquista della felicità” (ph Francesca Ferrai) e ancora 33 trentini... 41
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L’UOMO CHE VEDE CON IL CUORE di Maurizio Panizza
DA QUANDO ALDO BARONI È CIECO HA FATTO DELLA SUA VITA UN CANTIERE DI IDEE E DI PROGETTI. “SONO RIUSCITO A REALIZZARE PIÙ COSE DA QUANDO NON VEDO PIÙ – CONFESSA –, RISPETTO A QUANDO CI VEDEVO BENE. È STATA DURA, MA L’HO FATTO CON ENTUSIASMO”
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otrebbe sembrare fin troppo scontato il ricorso alle parole della volpe nel “Piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Già, potrebbe apparire retorico, ma invece è molto utile per introdurre ciò di cui stiamo per raccontare. “Gli uomini – disse la volpe – non hanno più tempo per conoscere. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici”. Fu così, allora, che il piccolo principe addomesticò la volpe e divenne suo amico e quando la partenza fu vicina arrivò il momento del commiato: “Addio” – disse la volpe. “Ti lascio il mio segreto, è molto semplice: ricordati, non si vede bene che con il cuore perché l’essenziale è invisibile agli occhi”. Bello, no? Gli occhi, il cuore, la saggezza, l’amicizia… un’immagine molto suggestiva. Se non che, non è esattamente così, per coloro che sono per davvero sprovvisti della vista, anche
se molto di vero, comunque, c’è negli insegnamenti del “Piccolo principe”. Aldo Baroni, lui che il bene della vista l’ha perduto nel 1993, all’età di 49 anni, è uno di questi “romantici sognatori”. Per lui, il cuore e l’amicizia oggi sono molto più importanti di quanto lo fossero 26 anni fa, e certamente molto più preziosi di come possono apparire agli occhi di qualsiasi persona che può vedere senza rendersi conto, però, di quanto sia grande quel bene. Grande sì, ma non essenziale, a quanto pare. Possibile? Il paradosso ce lo spiega lo stesso Aldo in un’intervista che abbiamo raccolto recentemente a casa sua, a Tenno, nella quale vive da quando, nel 1977, si è sposato con la simpatica signora Cesira. “Pensa – esordisce – che sono riuscito a realizzare più cose da quando sono cieco, rispetto a quando ci vedevo bene. E’ stata dura, sia ben chiaro, ma l’ho fatto con l’entusiasmo di chi scopre, di chi impara, di chi ha da conosce-
re ancora tante cose e tanta gente, partendo innanzitutto da se stesso”. In effetti, da quanto ci racconta Aldo, è fondamentale accettare la propria disabilità. È la vera impresa della vita in particolare per chi, a un certo punto, sprofonda definitivamente nel buio dopo avere conosciuto la realtà del mondo con tutti e cinque i sensi, vista compresa. Lui la retinite pigmentosa, però, la conosceva da tanti anni, fin da poco dopo il matrimonio, dal momento in cui i medici avevano sentenziato l’evoluzione del male che avrebbe via via ridotto sempre di più il campo visivo, fino a giungere alla cecità totale. E così accadde. Nel 1993, in una tiepida sera di primavera, mentre Aldo stava lavorando nell’orto di casa gli sfuggì di mano la vanga che cadde a terra. Piegò subito lo sguardo verso il basso ma non fu in grado di distinguerla fra il terreno. Né, da allora in poi, riuscì più a vedere il sorgere del sole, i tramonti, le persone care, se
stesso allo specchio... “Furono necessari due, tre anni per accettare la nuova condizione – ci racconta Aldo – perché questo significa dover affrontare ostacoli di tutti i generi, materiali, culturali, familiari e mentali. Ovviamente dissi addio al mio lavoro di tecnico di laboratorio presso l’Ospedale
Con il cane Omero, sua fedele guida per 10 anni 42
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Una dimostrazione di massaggio all’aperto
di Arco – continua – e dopo il primo disorientamento decisi di smetterla di piangermi addosso e volli riprendere in mano la mia vita”. In effetti, dopo un po’, Aldo si guardò attorno (in senso metaforico) e iniziò, per così dire, ad affinare gli altri sensi, compreso uno poco considerato che passa sotto il nome di “intelligenza emotiva”, quello che gli esperti definiscono intelligenza del cuore. Un “unicum” responsabile delle emozioni che coinvolgono il nostro autocontrollo, la nostra adattabilità sociale, l’empatia, la sensibilità verso gli altri. Da qui, da questi nobili sentimenti, ebbe inizio nel 1993 la “storia” di Aldo nel buio della cecità. Una storia che contemplava, fra l’altro, pure un corso di mobilità autonoma organizzato gratuitamente dall’Unione Italiana Ciechi per apprendere sia l’uso del bastone, che, soprattutto, la capacità di interpretare l’ambiente e sapersi orientare. A questo punto del racconto il nostro protagonista, al quale non è mancato mai il buon umore, ci svela una scenetta divertente accaduta in occasione della sua prima uscita. “Ero a Riva del Garda, in Viale dei Tigli. Il compito che mi aveva assegnato la mia guida
era quello di girare attorno a uno stabile e ritornare al punto di partenza. Dotato di un bastone bianco con all’estremità una punta sferica di colore rosso, fatti i primi passi dovevo procedere da solo lungo il perimetro del palazzo, ovviamente osservato più avanti dall’operatore. Fu proprio lui – continua Aldo – a raccontarmi successivamente la scena. Io procedevo con prudenza muovendo a destra e a sinistra il bastone in cerca di eventuali ostacoli. Mi fermavo, ascoltavo, cercavo di immaginarmi ciò che avevo di fronte, mentre una coppia di anziani a una certa distanza mi stava osservando”. La donna diceva: «Guarda quello, è cieco». «Macché cieco – rispondeva il marito – sei ammattita? Non vedi come si muove con attenzione? Si capisce bene che sta cercando qualcosa. Quello è il tecnico dell’AGS (l’azienda municipalizzata, Ndr) e ciò che tiene in mano è un bastone speciale che usano loro, con all’estremità uno strumento per rilevare le fughe di gas». Sorride, Aldo, nel raccontarmi questo buffo siparietto avvenuto nel momento di fare i primi passi da cieco. Da lì in poi, comunque, ne ha fatta di strada: ha fatto un corso per ottenere un
Lagorai
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trentinoincontri cane guida (Omero) che poi è rimasto al suo fianco per 10 anni; è entrato nell’Associazione mutuo aiuto di Riva del Garda; per 22 anni è stato parte attiva di un gruppo di volontari che accoglie bambini bielorussi; tuttora viene invitato nelle scuole a portare la sua esperienza e, fra le altre cose, ha pure trovato il tempo per dedicarsi alla cucina: “Prepara un pane eccezionale” – conferma la moglie. Quello, però, che lo ha coinvolto di più è stato un corso di massaggio classico -“svedese”, puntualizza Aldo – che lo ha portato ogni mese in treno (da solo) per ben tre anni, da Rovereto fino a Firenze. “È stato impegnativo – ci confida – ma alla fine ne sono uscito con un diploma e soprattutto con un’esperienza che oggi utilizzo con grande soddisfazione”. Quindi fai sedute di massaggio a pagamento? “Assolutamente no!” – risponde. ”Quando qualcuno ha bisogno, mi presto volentieri, ma lo faccio sempre gratis perché sono convinto che chi riceve, come ho avuto io, deve poi ricambiare. Tutt’al più, invito i mie pazienti a contribuire volontariamente a qualche progetto di solidarietà”. Chiedo un’altra cosa: “Mi hanno detto che ultimamente ti sei dato al podismo, è vero?” Lui sorride non nascondendo un certo orgoglio. “Sì, è vero. Ho risposto ad un richiamo con una sfida. Il richiamo era quello di provare a percorrere una strada che mi permettesse di ritrovare me stesso nella pace e nell’amicizia. La sfida è stata quella di fare il Cammino di Santiago di Compostela”. Così ci racconta delle due imprese compiute. Quella del 2015, lungo il cosiddetto “Cammino inglese” che parte da Ferrol (Spagna) e arriva alla meta dopo 120 chilometri, e quella successiva del 2016 sul “percorso Portoghese”, con tragitto
Lisbona-Santiago. In questo caso la tratta compiuta da Aldo fu di 280 chilometri in 9 giorni. Quali sono state le difficoltà che hai trovato? – chiediamo. “Devo confessarti che i primi giorni è stata veramente dura, sia per la mia inesperienza nell’affrontare lunghi percorsi, sia perché il mio accompagnatore non era preparato per fare da guida a un cieco”. Cosa è successo? “Due, per lo meno, le cose da raccontare. La prima, poco dopo la partenza, per colpa di un marciapiede. Non avendomi avvisato per tempo dell’ostacolo, sono caduto a terra come un sacco di patate”. E il secondo? “Quello è capitato non molte ore dopo, alla sera. Nell’entrare in un ostello dalla porta d’ingresso il mio accompagnatore si è scordato che aveva al seguito un cieco: la durezza del granito dello stipite me lo ricordo ancora adesso. Per fortuna nulla di grave”. Comunque, al di là di questi infortuni di percorso, diciamo così, cosa ti sei portato via del Cammino? “Posso dire che questa è un’esperienza suggestiva da fare almeno una volta nella vita. E chi la fa, trova sempre alla fine quello che cerca. È comunque una prova di fede per tutti, per chi crede e per chi no. Perché è il viaggio, la solitudine, l’incontro con se stessi e il confronto e l’amicizia con altri pellegrini che rafforza il proprio credo”. E tu hai trovato ciò che cercavi? “Ad accomunare tutti quelli che si mettono in cammino, me compreso, è la voglia di vivere un’esperienza che permetta di ritrovare la vera natura dell’uomo, le profondità del proprio cuore, della propria anima, della propria vita. Sì, per me è stato proprio così. Ho capito cosa conta veramente in questo mondo per vivere in pace e ■ in serenità”.
una serata evento
Asparagus8 2019 SABATO 11 MAGGIO Lunedì, 14 Maggio
Menu completo dall’antipasto al dolce, tutto a base di asparagi di Zambana, con l’abbinamento dei vini della Cantina Zeni.
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Vi ricordiamo che fino al 20 maggio continuerà il menù degli asparagi tutti i giorni à la carte o con menù completo
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“IO, LA CHITARRA E LA GRANDE MELA“ di Tiziana Tomasini
UN GIOVANE TRENTINO - “NATO PER L’ARTE DELLA MUSICA E DELLA CHITARRA” - SI LANCIA OLTREOCEANO PER REALIZZARE IL SUO SOGNO: VIVERE E SUONARE A NEW YORK. NO, NON È LA TRAMA DI UN FILM. È L’ESALTANTE ESPERIENZA DI TOMMASO COSTA, CHE CI HA RACCONTATO COME TUTTO QUESTO SIA POTUTO ACCADERE…
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arliamoci chiaro, tanti lo vorrebbero fare. Solo pochi però riescono a compiere il grande salto. L’essenziale è avere un bagaglio ricco di progetti, di speranze e una certa dose di coraggio. E naturalmente qualcosa di solido su cui puntare. Come ad esempio una chitarra. Ma chi è Tommaso Costa? Nato a Trento nel 1988, si è diplomato al Conservatorio “Bonporti” di Trento e successivamente alla Rock Guitar Academy di Milano. Attualmente si sta diplomando al Collective di New York, dove ha avuto l’opportunità di studiare e suonare con i grandi insegnanti offerti dalla questa struttura (Jon Davis, Sean Conly, Ian Froman, Marko Djordjevic, Greg Jones, Sheryl Bailey e molti altri). Il suo primo EP “First Step” è stato pubblicato nel 2019 da Cd Baby e una delle sue registrazioni verrà a breve trasmessa su Rai Radio 1. Già in giovane età ha cominciato a suonare in diverse manifestazioni di musica classica promosse dalla provincia e dal Conservatorio di Trento. A 12 anni suona ad una Masterclass di Alirio Diaz, 46
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che elogia il suo talento definendolo in una dedica scritta “nato per l’arte della musica e della chitarra”. Nel corso degli anni ha tenuto diversi concerti in Italia e a New York in diversi locali (tra cui Legend 54, Live Forum, Grove, Black Hole, M.A.R.T.) suonando con vari progetti e musicisti (Gregory Jones, 69 Strings and Mistery Evanescence Tribute Band). Nel 2010 ha registrato in studio le chitarre per Vittorio Cosma (Sanremo, Mannoia, PFM) in un progetto promosso dal Conservatorio “Bonporti”. Nel 2017 e 2018 collabora con la “Meraviglia Orchestra” per la quale arrangia le parti di chitarra per 4 differenti Shows che sono stati portati a bordo della grande nave da crociera ammiraglia “Msc Meraviglia” nel “Broadway Theater”. A che età e in quale contesto è emersa la tua passione per la musica? La mia passione per la musica è emersa sin da quando ero bambino (4-5 anni). Già allora ero attratto dalla chitarra elettrica e dalla musica. Quali sono stati i tuoi miti, quelli a cui ti sei ispirato?
Ne ho davvero tanti, anche perché non mi fossilizzo mai su un solo genere. Dovendo scegliere, quelli che considero i principali sono: Jimi Hendrix, AC/DC, John Coltrane, Miles Davis, Joe Satriani, John Petrucci, Greg Howe e Mike Stern (ma, come ripeto, la lista potrebbe essere molto più lunga). Quando e in che occasione hai capito che la musica sarebbe stata il tuo futuro? È stata una decisione graduale ma uno degli episodi più significativi è stato dopo aver ascoltato per la prima volta un disco di Joe Satriani. Lì ho deciso che era quello che volevo fare nella vita. Dal Trentino a New York: come è successo? Perché? Sin da ragazzino sono sempre stato attratto dagli Stati Uniti, non solo dalla musica, ma anche dai film. Poi nel 2015, dopo alcuni anni non troppo soddisfacenti a Milano, ho deciso di spostarmi in America per migliorare le mie conoscenze musicali e per vedere una realtà nuova. Quindi, grazie ai consigli di alcuni musicisti, e dopo varie ricerche su
trentinoincontri internet, mi sono iscritto al Collective vincendo una borsa di studio che mi ha permesso di trasferirmi a New York. Quali sono state le tappe determinanti, le tue grandi esperienze dentro e fuori l’Italia? Le esperienze che considero fondamentali sono state le registrazioni con Vittorio Cosma, il Diploma alla Rock Guitar Academy, le esperienze di musica di insieme in classe e live con i docenti del Collective e poi le due stagioni suonando per Msc Crociere. Che tipo di esperienza artistica stai vivendo in questo momento? Attualmente mi sto dedicando molto allo studio del jazz perché è una musica che ho suonato poco nei primi anni del mio percorso. Ma come sempre cerco di spaziare su tutti i generi. Suonare in Italia e suonare in America: che differenza c’è? Le differenze principali che ho notato sono che in America si tendono a fare molte meno prove prima dei live. Inoltre la musica nei locali viene molto presa sul serio dal pubblico (un po’ come noi italiani prendiamo sul serio la qualità del cibo al ristorante), per cui quando si suona dal vivo la pressione è molto maggiore. Inoltre spesso viene chiesto di suonare anche a prima vista o di modificare le cose all’ultimo minuto e ti devi far sempre trovare preparato. Insomma bisogna essere pronti a tutto. In più molti musicisti – contrariamente a quanto avviene in Italia - spaziano un po’ in tutti i generi e si evitano divisioni in base allo stile musicale. La domanda per ottenere il visto è fattore fondamentale per soggiornare negli Stati Uniti. Come ti stai muovendo in questo senso? È difficile ottenerlo? Sì, è difficile ottenerlo, però io sto collezionando tutto il materiale musicale (dischi, composizioni, foto, locandine etc.) che ho prodotto in questi anni con l’obiettivo di ottenerlo. Cosa ti piace degli americani? La grande serietà nel fare musica, il rispetto per le ambizioni altrui e il grande senso del lavoro. Cosa invece ti piace meno o proprio non sopporti? Mi piace meno l’individualismo e la competitività della loro società. Cosa ti manca concretamente del Trentino? Gli amici, la famiglia, le feste i paesaggi e ovviamente il “mood trentino”. Cosa ne pensa la tua famiglia di que-
Maggio 2018. Broadway Theater a bordo della nave MSC Meraviglia, “Born to Rock Show”
sta vita all’estero? Ti hanno supportato o ci sono state delle perplessità? Mi supportano e sono d’accordo anche se si rendono conto che non è una strada facile. Studio, lavoro, passioni artistiche e vita privata. Possono coesistere? Cosa ne pensi? Nel mio caso le prime tre sono tutte collegate perché per essere un musicista professionista bisogna continuare a studiare che è una passione ma anche una disciplina. Per quanto riguarda la vita privata, si può assolutamente conciliare ma ovviamente richiede dei sacrifici. Purtroppo questo è quello che spesso la gente si dimentica, perché per fare il musicista bisogna spesso spostarsi per cui si finisce anche per stare lontani da familiari, amici e relazioni. Hai mantenuto contatti e amicizie in quel di Trento?
Sì, mi sento sempre con i miei amici e appena posso cerco sempre di tornare. Un progetto immediato, al quale stai lavorando. Ho in ballo qualche live a Manhattan durante questo mese. Cosa ti aspetti dal domani? Come vedi il tuo futuro? Mi aspetto di lavorare con qualche produzione/orchestra di livello, anche se mi rendo conto di quanto sia competitiva la realtà musicale di oggi. Però cerco di essere positivo e di guardare sempre avanti. Un consiglio ai tanti giovani che oggi guardano all’estero per un’opportunità di vita in più… Consiglio a tutti di fare un’esperienza (anche per brevi periodi) a New York. Penso che ne valga la pena dal punto di vista professionale, artistico e della vita in generale. ■
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trentinolibri di Nicola Tomasi
ALLA RICERCA DELLA
Grande Ruota
FEDERICA GIULIA MARCHI HA PUBBLICATO “LA GRANDE RUOTA” (EDIZIONI CURCU GENOVESE) UN GUSTOSISSIMO LIBRO ILLUSTRATO CHE RACCONTA LA STORIA (E L’IMPRESA) LONDINESE DEL PICCOLO MICHELE: LA CONQUISTA DEL LONDON EYE, LA RUOTA PANORAMICA CHE CONTRADDISTINGUE LA SKYLINE DELLA CAPITALE BRITANNICA
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on capita spesso. Gli autori trentini che scrivono per bambini non sono così numerosi. Ecco che allora, quando ce ne capita uno davanti al microfono, ne approfittiamo per sapere di più su questo tipo di scrittura. Federica Giulia Marchi ha pubblicato da poco “La Grande Ruota” (Edizioni Curcu Genovese) un gustosissimo libro illustrato che racconta la storia (e l’impresa) londinese del piccolo Michele: la conquista del London Eye, la ruota panoramica che contraddistingue la skyline della capitale britannica. Le illustrazioni contenute nell’elegante volume sono di Mercedes Alvarez, affermata artista argentina che ha saputo interpretare con maestria il racconto. Ma sentiamo cosa ha da dirci Federica Marchi sulla sua opera e su di sé... 48
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Federica, quando hai iniziato a scrivere e perché hai deciso di farlo? Ho iniziato con le cartoline alla mia nonna quando ero davvero molto piccola. Voleva gliene scrivessi sempre due da ogni posto in cui andavo in vacanza con i miei genitori. La mia nonna è sempre stata bizzarra e per farla felice le regalavo poesie e le scrivevo storie, ricordandole quanto era importante per me. Lo era e lo è davvero. Forse è grazie a lei che ho coltivato la passione per la poesia. Questa storia è germogliata dalla realtà o è completamente frutto della tua fantasia? Alcuni luoghi del racconto sono reali. A Londra sono stata diverse volte. Dioniso il Bulgaro è liberamente ispirato ad un caro amico fisarmonicista, Renato Morelli, con il quale ho condiviso un
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QUANDO E DOVE
IL LIBRO
CHI È
“L
P
F
a Grande Ruota” verrà presentato a Lavis, nell’ambito del cilco di incontri con l’autore “Maggio dei Libri”, organizzato dal Comune di Lavis. Il giorno in cui i bambini – e i loro genitori – potranno conoscere la storia del piccolo Michele e conoscere di persona Federica Marchi è sabato 14 maggio, alle 14.30, nella Biblioteca di Lavis (Piazzetta degli Alpini 6).
viaggio nella bella Plovdiv. Il cognome di Michele è un omaggio a Napoli e ad un compagno ballerino trasferitosi proprio a Londra, Sir Wetmore Story è un personaggio realmente vissuto ma non posso svelarvi perchè ho scelto proprio lui per il mio racconto... Michele, il protagonista, ha un sogno… Ci racconti un pochino della trama, senza svelare troppo? Michele, come ogni essere vivente in cammino verso la libertà, vuole conoscere se stesso attraverso il mondo. Per conoscersi deve potersi “staccare” un attimo da terra, deve osservare con distacco la realtà, guardando le cose da una prospettiva diversa, quella celeste. Deve “salire in alto”, ma soprattutto, deve ricercare le sue origini. Ecco perché Michele sogna di incontrare il padre e l’Africa: vuole ricongiungersi alle radici, salutare dall’alto la guerra, la storia, il duplice, guardare con gratitudine al mondo e ammirarne la bellezza. Perché, diciamocelo, nonostante tutto il dolore e la follia di come vanno le cose, il mondo
iccoli e grandi lettori vivranno con Michele una magica avventura alla scoperta delle proprie emozioni. Londra, animali esotici, suonatori bulgari e nocciole caramellate: un racconto a dir poco vertiginoso.
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visto dagli occhi di un bambino è pazzesco. Pazzescamente bello. Gli capita di fare degli incontri lungo il cammino: “La grande ruota” è forse una piccola metafora dell’esistenza? “Come in cielo così in terra”. La Ruota non è che il collegamento tra questi due luoghi dentro noi stessi, ai quali attingiamo costantemente anche nelle piccole azioni quotidiane. Non sempre stiamo attenti ma incrociamo migliaia di angeli nelle nostre vite. Anche migliaia di demoni. Tutto è qui per noi, tutto è qui per farci sperimentare, per permetterci di conoscerci e di aiutarci nei nostri intenti più nobili. L’idea che dobbiamo avere un obiettivo per poterci realizzare accomuna molte persone. Anche Michele, piccolo com’è, cede alla tentazione di pensare che dopo che avrà raggiunto la grande Ruota si sentirà più felice. La grande Ruota per la gente è sposarsi, laurearsi, avere figli, fare i soldi... Poi si scopre che tutto ciò che rimane è, beh lo sappiamo, non vorrei svelarlo... La scelta delle illustrazioni e il contatto con l’autrice… Una cara amica che è venuta a trovarmi da Buenos Aires e che si è innamorata
ederica Giulia Marchi è insegnante di musica, direttrice artistica, madre, naturopata, scrittrice. Dal flauto traverso alle percussioni, dalla poesia alla narrativa, dal pianoforte alla passione verso la coralità e la filosofia. Aspirante innamorata, ricercatrice del vero, grata alla vita e alla passione per la lettura, sua fedele compagna di viaggio. Federica Giulia utilizza la sua vocazione per la scrittura per esplorare il mondo emotivo e creare attraverso le parole tessuti di condivisione simbolica che possano avvolgere il sentire umano oltre i limiti dell’inchiostro.
del mio racconto. In Argentina, Mercedes è davvero molto apprezzata come illustratrice e si merita tutto il successo che ha: spero che altri suoi lavori possano approdare in Europa. Nei giorni della pubblicazione a Trento è spuntata una ruota panoramica simile al London Eye (anche se molto più piccola..). Cosa hai pensato quando l’hai vista? Mi ha permesso di ricontattare il desiderio di Michele, dentro di me. Che bello sarebbe poter fare un giro con Sir Wetmore Story almeno una volL’illustratrice, ta all’anno. Beh, Mercedes Alvarez a pensarci bene, anche Babbo Natale non è male. È che bisogna sapere come usarlo. Ci racconti un po’ di te? Sappiamo che sei veramente molto eclettica... Amo suonare il pianoforte e cantare. Ho studiato danza, recitazione... sì, ho in ballo tante cose, progetti anche molto diversi tra loro. Stai pensando ad un secondo libro? Sempre per i più piccoli? Ho già scritto qualcosa, due libri per i piccolissimi (3-5 anni) e un altro racconto che diventerà un audiolibro per le prime classi delle elementrari, con l’accompagnamento del pianoforte. Spero di poterne dare notizia al più presto. ■ 49
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C’ERA UNA VOLTA IN TRENTINO
di Claudio Marchesoni
Carrozza lungo Via Regia a Levico (cartolina dei primi del Novecento)
CARROZZE E POLVERE EPISODI TRATTI DALLA CRONACA DI UN GIORNALE E DAL RESOCONTO DI VIAGGIO DELLO SCRITTORE ALBERT WOLFF, CI RIPORTANO NEL MONDO DIMENTICATO DELLE CARROZZE E ALL’EPOCA DELLE STRADE BIANCHE SULLE QUALI LE RUOTE FACEVANO CREPITARE LA GHIAIA E SOLLEVAVANO UNA SOSTANZA LEGGERA E NOIOSA: LA POLVERE. SOLO L’ENTRATA IN FUNZIONE, NEL 1896, DELLA FERROVIA TRENTO-TEZZE RIDUSSE I TRANSITI STRADALI E L’INCONVENIENTE...
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prile 1870. Davanti alla posta di Levico è fermo il legno postale. A bordo siede una famigliola composta da padre, madre e figlia. Mentre il postiglione entra nell’ ufficio per consegne e ritiri di corrispondenze, passa un prete coi chierichetti recando l’estrema unzione ad un moribondo; com’è consuetudine uno dei chierichetti suona la campanella. Sentendo il tintinnio, i cavalli attaccati alla carrozza si spaventano e si mettono a correre. I passeggeri in pericolo 50
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si lanciano fuori: nella caduta riportano ferite alla testa e la figlia rimane priva di conoscenza per alcuni giorni. La corsa senza freni dei cavalli e della carrozza prosegue
per una decina di chilometri e si arresta solo nei pressi di Pergine. Giornata di festa a Pergine attorno al 1870. Mentre in piazza Municipio si procede
con l’estrazione dei numeri della tombola a favore dei poveri, la banda civica di Trento allieta i presenti con le sue musiche. Le osterie sono affollate e dappertutto regna la confusione. A poca distanza si disputa una partita di balonzina tra la squadra di Trento e quella di Pergine. A sera le carrette cariche di ubriachi sdraiati sulla paglia si avviano verso Trento, seguite dagli omnibus e dalle carrozze private. La strada dei Crozi è intasata da veicoli avvolti dalla polvere. Si sentono ur-
trentinostoria ti, grida, bestemmie, risate. Mentre i cavalli trottano sulla via del ritorno, i musicisti continuano a suonare sul tetto delle carrozze, dando vita ad un quadretto degno di un film di Emir Kusturica. I due episodi, tratti dalla cronaca di un giornale e dal resoconto di viaggio dello scrittore Albert Wolff, ci riportano nel mondo dimenticato delle carrozze e all’epoca delle strade bianche sulle quali le ruote facevano crepitare la ghiaia e sollevavano una sostanza leggera e noiosa: la polvere. Maledetta polvere! Se quella di Pergine, almeno nell’occasione descritta da Wolff, si depositava sulla sgangherata coda di una festa popolare, non altrettanto poteva dirsi di quella di Levico. La borgata era attraversata dalla trafficata strada postale TrentoPrimolano e, conoscendo le esigenze dei viaggiatori, già dal 1837 l’antico albergo “Alla corona” metteva a disposizione dei vetturini e dei carrettieri il fieno e una vasta barchessa. Quando poi nella seconda metà del secolo prese avvio il turismo termale,
Carrozza in transito sulla strada postale della Valsugana nei pressi di Marter (disegno di Hartmann Grossrubatscher, 1835)
la polvere cominciò a costituire un serio problema: le pubblicità sui giornali non ne accennavano e nemmeno le guide sfioravano l’argomento, ma il continuo andirivieni di carri e carrozze sullo stradone ne produceva in gran quantità e rovinava gli effetti delle balsamiche brezze alpine. Che situazione fastidiosa per i membri della bella società arrivati da tutta Europa a passare le acque nella borgata termale! Gli ospiti
degli hôtels allineati lungo la strada non potevano uscire e sistemarsi a conversare fumando un virginia sulle comode chaise-longues, né giocare a carte o dedicarsi ad altri passatempi e nemmeno arrischiarsi a pranzare all’aperto. Solo l’entrata in funzione nel 1896 della ferrovia Trento-Tezze ridusse i transiti stradali e l’inconveniente. Il treno della Valsugana non ebbe soltanto l’effetto di far calare la polvere a Le-
vico. Una conseguenza ben più importante fu quella di ridurre progressivamente il vecchio sistema di trasporti dell’intera valle e di confinare le carrozze sulle strade non toccate dalla ferrovia come i tratti Borgo-Tesino, BorgoRoncegno, Levico-Vetriolo, Caldonazzo-Lavarone, TezzeBassano o sui viali che congiungevano le stazioni agli abitati. Un intero mondo, particolarmente articolato e vivace, cominciava a vacillare.
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IL LIBRO
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uesto articolo è tratto dal libro “Cronache dalla Valsugana dell’Ottocento” di Claudio Marchesoni (Curcu Genovese). Attingendo soprattutto alle cronache dei giornali questo libretto lancia sguardi curiosi dentro la Valsugana del XIX secolo. Riporta in vita incontri-scontri con aquile e orsi, stragi di uccelli, donne in marcia su sentieri malagevoli, andirivieni di carrozze, bei paesaggi e abitati trasandati, annegamenti, matrimoni, finte apparizioni di madonne. I grandi temi ottocenteschi (prosciugamento delle paludi, spedizione del generale Medici, alluvione dell’82, crisi economica, ferrovia) sono evocati di sfuggita. Le vicende qui proposte, marginali rispetto alla grande storia, sono state scelte tra le molte perché adatte a restituire atmosfere, luoghi e situazioni ed a recuperare lo spirito del tempo. Pag. 108 - Euro 14,00 www.curcugenovese.it “Nessuna vallata del Tirolo ha un simile traffico di carrozze” scriveva nel 1878 un cronista locale. Quell’anno erano infatti molte le vetture trainate dai cavalli che facevano la spola giornaliera tra Pergine e Trento e, nella stagione dei bagni, tra Levico e Trento; inoltre da Borgo ne partivano (e naturalmente vi tornavano) sei dirette a Trento, cinque verso Bassano e una verso il Tesino. Quattro compagnie si contendevano e si spartivano il trasporto passeggeri: quella del maestro di posta perginese Giuseppe Pegoretti in società con Vincenzo Palaoro di Borgo e con il signor Bravo da Cittadella, quella dei fratelli Voltolini di Pergine, una terza impresa formata ancora dai fratelli Voltolini, da Giuseppe Taber, oste presso l’antica locanda “Alla croce bianca” di Borgo, e da Giacomo Taverna, maestro di posta a Primolano; infine troviamo nuovamente Vincenzo Palaoro, il quale, oltre che collaborare col Pegoretti e col maestro di posta Agostino de Bellat di Borgo nel recapito della 52
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posta da Trento fino a Primolano, gestiva in proprio il trasporto della corrispondenza e delle persone da Borgo a Castello Tesino impiegando una carrozza trainata da tre muli. Negli anni Ottanta percorrevano le strade della Valsugana anche le vetture dell’imperial-regio maestro di posta Francesco Gennari che offriva ai signori forestieri barrocci, calessi, landò, ceste, sediuoli, timonelle, cocchi,… Per accaparrarsi i passeggeri e mettere in difficoltà i concorrenti scoppiavano vere e proprie guerre tariffarie. Alla fine di maggio del 1877 la compagnia dei fratelli Voltolini fece affiggere a Borgo dei manifesti nei quali annunciava il dimezzamento dei prezzi di trasporto delle persone; il giorno dopo la ditta concorrente Pegoretti-Palaoro fece lo stesso. La conseguenza fu che per percorrere i 34 chilometri da Borgo a Trento bastavano 60 kreuzer; di contro i numerosi passeggeri che si mettevano in viaggio attirati dai bassi prezzi erano spesso costretti a scendere
Annuncio pubblicitario apparso nella Guida ai bagni salutari delle acque minerali rameico-ferruginoso-arsenicali di Levico nel Trentino di C. Melori e G. de Massarellos ( libretto senza data, circa 1888)
dall’omnibus troppo appesantito per permettere al veicolo di procedere lungo le salite. Quando giungevano a Borgo, le carrozze della compagnia Pegoretti-Palaoro deviavano dalla strada postale e si fermavano davanti al nuovo albergo “Valsugana” aperto nel 1877 da Luigi Dall’Oglio sulla riva destra della Brenta, mentre quelle dei fratelli Voltolini sostavano presso l’albergo “Alla croce bianca”. Gli attriti tra trasportatori portarono anche alla costruzione di improvvisati sbarramenti notturni sulla strada postale tra Levico e Borgo con l’intento di danneggiare la concorrenza. Per farsi un’idea delle dimensioni raggiunte dall’or-
ganizzazione dei trasporti in Valsugana prima dell’arrivo della ferrovia, ricordiamo solo che Alessandro Voltolini, l’impresario che aveva preso in gestione il servizio postale della Valsugana da Giuseppe Pegoretti e che costruì nel 1876 l’albergo Voltolini di Pergine, tra il 1867 e il 1875 disponeva di una stalla con 53 buoni cavalli da usarsi per la posta; un annuncio pub-
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Trento, piazza Duomo, carrozza sotto la neve. Sergio Perdomi (1887-1935)
blicitario del 1888 informava che, una decina d’anni dopo, i medesimi fratelli Voltolini erano arrivati a disporre addirittura di 100 cavalli, mentre nella rimessa del nuovo albergo nel 1877 aspettavano la clientela carrozze di ogni tipo, dalle più ordinarie a quelle più sofisticate: tilbury, landau, cap, dumont…. Al servizio di carrozze di linea (omnibus, diligenze, velociferi) che abbiamo ricordato vanno naturalmente accostati i veicoli privati di varia forma, dimensione e nome che trasportavano i viaggiatori diretti
verso Venezia o verso i paesi di lingua tedesca e che si muovevano su itinerari più lunghi. Nella stagione estiva c’erano poi i frequentatori dei bagni di Levico e Roncegno, pronti a vivacizzare la vita della valle con le loro gite. Ecco i gentili ospiti di Roncegno, in qualche caso a dorso d’asino, ma più spesso su carrozze private o messe a disposizione dagli alberghi assieme all’equipaggio, sciamare verso la valle di Sella, Castel Ivano e il Tesino, mentre quelli di Levico preferivano dirigersi verso Caldonazzo,
Carrozze in attesa a Caldonazzo agli inizi del Novecento
Pergine, Borgo e Lavarone: nell’agosto del 1880 si potevano vedere anche sei carrozze di fila tornare da una gita sull’altopiano; in occasione delle sagre, come quella di San Prospero a Borgo, era poi un via vai di diligenze e calessi pieni di bella gente che voleva godere l’animazione della festa. Dal 1896 cominciò dunque a declinare
un mondo di stalle, cavalli e fieno, di vetturali in divisa, di redini e finimenti, di omnibus addobbati con fiori e nastri nel giorno del compleanno dell’imperatore. Gli sbuffi delle locomotive e il vento della modernità che soffiava in altre direzioni ridimensionarono il fastidio della polvere stradale più delle provvidenziali piogge estive. ■
Maurizio Panizza
Contributi storici sulla Grande Guerra di Jeschkeit Volker
Diario familiare Dalle memorie di Luigi Sartori, storie di famiglia, di comunità, di amicizia e di guerra. VALSUGANA, SUD TIROLO, AUSTRIA 1883-1918
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SLOP GIUSEPPE ANTONIO
di Pino Loperfido
IL TRENTINO CHE “SCOPRÌ” URANO
PRETE MANCATO, LASCIA LA NATÌA CADINE PER APPRODARE NELLA FERVENTE COMUNITÀ SCIENTIFICA DEL GRANDUCATO DI TOSCANA. NONOSTANTE UNA VITA FAMILIARE MOLTO MOVIMENTATA, HA INTUIZIONI CHE CONTRIBUIRONO ALLE SCOPERTE SCIENTIFICHE DELLA SUA EPOCA
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pro la porta di questo articolo ragionando su un fatto. Dopo le giravolte spaziali di una superstar delle orbite come Astrosamantha, per trovare il nome di un altro trentino tanto illustre nel campo dell’astronomia e dell’astrofisica dobbiamo fare una capriola pure noi, all’indietro. Duecento anni, per la precisione. Su per giù. Dobbiamo arrivare, cioè, a quel periodo storico che, a cavallo dell’illuminismo, ha visto nascere anche in Trentino una nutrita schiera di scienziati. Non un movimento organizzato, ma grandi personalità che come illuminati cani sciolti, emigrarono in diverse zone della penisola, in cerca di mecenati che sostenessero finanziariamente le loro ricerche. Medici, matematici, astronomi che formarono una comunità scientifica, sparpagliata, ma trentina. Si era nel pieno del secolo dei lumi, delle grandi curiosità tecniche e delle indagini minuziose sui fenomeni naturali. È curioso, ma l’ecumenico e antipositivista Trentino del Concilio non partorirà più scienziati di tale levatura per molto, molto tempo, dall’epoca in cui si
svolgono i fatti che mi accingo a narrare. Qui da noi, l’Illuminismo troverà le porte chiuse a doppia mandata. ••• Giuseppe Antonio Slop nasce a Cadine il 31 ottobre del 1740, nella villa che suo padre Francesco – commerciante della seta a Trento – utilizza assieme alla moglie, Lucrezia Panvini, come residenza estiva e autunnale. Leggenda vuole che
Il sobborgo di Cadine alla fine dell’Ottocento 54
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Lucrezia discenda dallo storico Onofrio Panvinio, segretario del Cardinale Alessandro Farnese. Una famiglia agiata gli Slop, vantano proprietà anche a Martignano, a Gardolo e in via del Macello in città, l’attuale via Mantova. Diciamo pure famiglia nobile, considerato che nel 1760 Maria Teresa decide di conferirle proprio un titolo nobiliare. Solo che anziché Baroni o Conti gli
trentinostoria Slop vengono insigniti del titolo di “von Cadenberg”: più che un titolo, a dire la verità, un certificato di residenza. Ragazzo sveglio, Giuseppe Antonio. Studi classici, ma soprattutto una gran voglia di prendere il mondo e rivoltarlo come un calzino. Sono anni di fermento scientifico e di grandi dispute. Copernicani e tolemaici fanno le ore piccole a furia di discussioni, e il Nostro non si tira certo indietro quando, nelle aule dell’oratorio S. Filippo Neri, si tratta di affermare che le regole di Tolomeo sono in contrasto evidente con la fisica e con l’astronomia. Al contrario, il sistema copernicano ben si adatta con entrambe e – con un po’ di fantasia – riesce a spiegare anche i luoghi delle Sacre Scritture. Conclusi gli studi a Trento, vuoi per la vocazione ecclesiastica, vuoi perché forse trova l’ambiente trentino un po’ moscetto per stare dietro al suo impeto creativo, Giuseppe Slop si trasferisce a Pisa, metropoli del Granducato di Toscana. Si iscrive a Teologia e, tanto per non sbagliare, anche a Legge. Consegue le due lauree nel 1762. Un ragazzo ancora in cerca della sua strada, che si guarda attorno con avidità in attesa dell’illuminazione giusta. Va a Roma, alle Sacre Congregazioni, per l’avvocatura e tutto il resto. Dopo due anni ne ha le tasche piene di diritto canonico e di teologia. Così decide di tornare a Pisa per studiare scienze matematiche e fisiche. E astronomia.
“Novi planetae observationes et theoria”, 1782
La Specola di Pisa. Si noti, sulla sinistra, la Torre pendente in Piazza dei Miracoli
Pisa è la città di Galileo Galilei e il richiamo di una disciplina che “tutte supera in fascino a bellezza” è irresistibile per il ventiquattrenne tirolese. Volevi l’illuminazione? Eccotela l’illuminazione. Di fare il prete non se ne parla, anche perché papà Francesco non è così entusiasta dell’idea e poi ‘sta vocazione non è così profonda come sembrava. Mettere a frutto quella laurea in materie giuridiche avrebbe potuto rivelarsi un’ottima idea, ma a Giuseppe la lampadina gli si accende definitivamente durante un corso di astronomia, tenuto da una superstar del campo: il celebre Tommaso Perelli (1704-1783). Slop è tornato a Pisa con negli occhi una luce nuova: quella delle stelle. Perelli – a dire la verità – è un professore un po’ sui generis, con tanto talento, un nutrito
numero di detrattori e un’allergia cronica all’etichetta. Non fa lezione in piedi sulla cattedra, non si fa chiamare “Capitano, oh mio capitano” dagli studenti, ma un po’ strano lo è lo stesso. Che Slop abbia delle qualità, Perelli lo capisce da subito, tanto che dopo un solo anno intercede presso il Granduca di Toscana in persona. Pietro Leopoldo gli affida il posto di assistente alla Specola, l’osservatorio astronomico di Pisa, che lui non è ancora riuscito a mettere veramente in moto. Ora, non sappiamo se è così, ma è probabile che se Leopoldo non fosse stato figlio di Maria Teresa d’Austria, difficilmente avrebbe assegnato quell’incarico a uno straniero, un tirolese… Tanto è vero che la seconda cattedra di astronomia che Perelli chiede per Slop viene negata in quanto in quell’università c’è la consuetudine di non assumere forestieri. “Quando nel proprio paese non si trova l’eccellenza in una professione – commenta inutilmente Perelli – conviene cercarla altrove”. A Pisa Giuseppe può contare sulla presenza di un altro trentino, il fisico e oftalmologo Felice Fontana (1730-1805) che dal ‘65 insegna Logica nella stessa università. Economicamente, però, Slop non se la cava benissimo. Lo stipendio di assistente non è poi questo gran che. Ciò nonostante, il ragazzo conosce una giovane ragazza inglese e se ne innamora. Elisabetta Dodsworth, questo il suo nome, appartiene a una di quelle famiglie
Felice Fontana 55
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URANO
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ebbene sia visibile anche ad occhio nudo, come gli altri cinque pianeti noti fin dall’antichità, Urano non fu mai riconosciuto come tale a causa della sua bassa luminosità e della sua orbita particolarmente lenta. La sua composizione chimica è simile a quella di Nettuno ma differente rispetto a quella dei giganti gassosi più grandi (Giove e Saturno). Per questa ragione gli astronomi talvolta preferiscono riferirsi a Urano e Nettuno trattandoli come una classe separata, i “giganti ghiacciati”. L’atmosfera del pianeta, sebbene sia simile a quella di Giove e Saturno per la presenza abbondante di idrogeno ed elio, contiene una proporzione elevata di “ghiacci”, come l’acqua, l’ammoniaca e il metano, assieme a tracce di idrocarburi. Quella di Urano è anche l’atmosfera più fredda del sistema solare, con una temperatura minima che può scendere fino a −224 °C. Una delle caratteristiche più insolite del pianeta è l’orientamento del suo asse di rotazione. Tutti gli altri pianeti hanno il proprio asse quasi perpendicolare al piano dell’orbita, mentre quello di Urano è quasi parallelo. Ruota quindi, esponendo al Sole uno dei suoi poli, per metà del periodo di rivoluzione con conseguente estremizzazione delle fasi stagionali.
borghesi d’oltremanica che a quel tempo usavano soggiornare in Toscana, portandosi dietro una gran voglia di cambiamento sociale. Anche per questo la polizia teneva loro gli occhi addosso. Le loro idee erano troppo moderne per i gusti del Granducato. Non evidentemente per Giuseppe Slop che rimane affascinato dal portamento dei Dodsworth e dalla giovinetta di casa. Al punto da sposarla, pare, nel 1866. Non sappiamo per quale motivo Agostino Perini la definirà “brutta e sguaiata”. Per fortuna, pare abbia un’intelligenza sopra la media e una personalità che spesso soggioga quella del marito. Un giorno, in vacanza a Roma, i due visitano, assieme di un gruppo di amici la Galleria Colonna. Ad un certo punto, la comitiva viene richiamata dalle urla civettuole di Elisabetta Dodsworh. Ha scorto il ritratto di un monaco che, a suo dire, è il sosia perfetto di suo marito. Il quadro, 56
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La Domus Galilaeana è collocata nell’antico Palazzo della Specola dello Studio pisano, il primo osservatorio astronomico pubblico della Toscana, la cui costruzione risale al 1734-35
che verrà poi attribuito al Tintoretto, ritrae naturalmente Onofrio Panvinio, il presunto avo illustre dello Slop. A ben guardare, una certa somiglianza c’è… Elisabetta e Giuseppe mettono al mondo ben cinque figli, ma solo dei primi tre abbiamo qualche notizia. E non sono notizie piacevoli… Lucrezia, per dire della prima, sedotta malamente in giovane età, viene costretta a entrare nel convento delle Orsoline a Trento. Ma ben presto giungono notizie ch’ella passa molto tempo nella villa di Cadine e che un tale Waitz l’ha chiesta in sposa. Il professor Slop non sa più che pesci pigliare e chiede spesso conforto al suo amico e collega Fontana. Ad un certo punto pare ci sia di mezzo una gravidanza. L’odissea avrà termine nel 1795, quando si terrà un matrimonio riparatore con un nobile pisano di vent’anni più vecchio. Il secondogenito, Daniele, dopo aver avuto alcune grane con il fisco, si vede sospeso lo stipendio per motivi politici.
Ritratto di Onofrio Panvinio di Jacopo Tintoretto
Ma è Francesco la fonte delle più alte preoccupazioni per i coniugi Slop. Nel 1790 diventa assistente di suo padre, ma resiste solo qualche mese, dopo di che scompare letteralmente da Pisa, così, di punto in bianco. Si viene a sapere che è fuggito al seguito di una ricca signora inglese e prima di partire ha pensato bene di trarre su suo padre una cambiale di 140 zecchini. Lo ritroviamo a Mantova dove è tratto in arresto in quanto sospetta spia francese. Le porte del carcere restano chiuse per tre anni, fino a che Francesco non fa ritorno a casa. Fa un po’ di tenerezza leggere le lettere successive in cui Giuseppe Slop anziché stigmatizzare le avventure del figlio, tende a minimizzarle. A Pisa debbono chiudere non solo un occhio, ma due per accontentare il professore e riaccogliere Francesco alla Specola. ••• La “Specola” è il primo osservatorio astronomico pubblico della Toscana. Era stata costruita nel 1734 su i resti di un’antica torre, ma era entrata in funzione parzialmente solo nel 1746. Dopo Galileo, passa attraverso di essa, quella vocazione a rimirar le stelle che – passando, se vogliamo, per il telefono del fiorentino Antonio Meucci – porterà la Toscana ad ospitare Virgo, l’inferometro, o misuratore di onde, che nel 2015 capterà le onde gravitazionali teorizzate da Albert Einstein, portando in Italia un pezzo del Nobel per la Fisica 2017. Tra un grattacapo e l’altro, la dedizione al lavoro astronomico di Giuseppe Slop è totale e appassionata. Ha a disposizione numerosi strumenti che sa usare alla perfezione e con i quali, ad esempio, determina le coordinate dell’osservatorio. Poi studia assiduamente Saturno e Giove e la loro opposizione per meglio determinarne le orbite. Sforna numerosi
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Frontespizio de “Osservazioni degli astri effettuate a Pisa...”. Come autore compare Francesco Slop
volumi di studi che vengono apprezzati in tutta Europa. Tra il 1769 e il 1771 compie importanti osservazioni sulle comete, calcolandone le orbite. Naturalmente pubblica i risultati, dedicando il libro al celebre astronomo francese, Jérôme Lalande, direttore dell’Osservatorio di Parigi, autore del Histoire Céleste Française, il catalogo più completo del suo tempo con le indicazioni della posizione di 47.390 stelle. I calcoli di Slop sono esatti. I suoi risultati collimano con quelli dello stesso Lalande e di altri eminenti scienziati coevi: César-François Cassini, Leonhard Euler, noto in Italia come Eulero e Friedrich Wilhelm Bessel.
Nel 1779, contravvenendo alla regola del “prima i toscani”, il tirolese Slop viene nominato professore ordinario di astronomia. L’anno seguente, subentra sempre a Perelli nella direzione della Specola che, con i suoi cinque piani, comincia peraltro a dare inquietanti segnali di instabilità strutturale (nel 1826 verrà demolita e seguendo una vecchia indicazione proprio del Perelli, verrà “trasferita” sulla collina di Arcetri, vicino alla Villa “Il Gioiello” di Galileo, dove oggi c’è uno dei più importanti osservatori astrofisici del mondo). Lavoratore instancabile, lo Slop non centellina mai le energie. La sua notorietà cresce in tutta Europa, dando un grosso impulso all’insegnamento dell’astronomia. Gli studenti aumentano di numero. Eppure dal punto di vista retributivo rimane un precario. Così decide di scrivere al Granduca in persona, chiedendogli di mettersi una mano sul cuore… E finalmente il suo stipendio viene adeguato al ruolo. ••• Il 13 marzo 1781, l’astronomo tedesco, naturalizzato britannico, Sir Frederick William Herschel (1738-1822), il fondatore della moderna astronomia stellare, primo descrittore della struttura della galassia, scopre il pianeta Urano. Compie però un piccolo errore di valutazione, considerandolo “una curiosa stella nebulosa o forse una cometa”. Slop si congratula con l’esimio collega, tuttavia resta molto dubbioso sulle affermazioni di quest’ultimo. Compie una serie di ricerche per determinare l’orbita del nuovo astro e trema al pensiero di cosa potrebbe in realtà essere quella che Herchel ha battezzato “stella di Giorgio”, in onore del re di Gran Bretagna Giorgio III. A settembre, assieme ad un gruppo di astronomi, Giuseppe Slop scioglie le ri-
Sir Frederick William Herschel
serve: la Stella di Giorgio è un pianeta. La scoperta è di quelle epocali. Quello che oggi chiamiamo Urano e che nel 1781 viene chiamato, con poca fantasia, Pianeta di Giorgio era stato osservato fin dal 128 a.C., ma sempre scambiato per una stella o qualcosa del genere. Era dai tempi antichi che non si osservava un altro pianeta al di là dell’orbita di Saturno. L’anno dopo Slop pubblica i suoi calcoli e le conclusioni in “Novi planetae observationes et theoria”. Il Pianeta di Giorgio diviene per lui un oggetto di studio costante, del quale riferisce più volte alla Società italiana delle Scienze di cui è membro, e del quale fa menzione nel fitto carteggio che lo vede costantemente in contatto con i più grandi astronomi europei. ••• Ci sono cose di cui non mi capacito. Una di queste è come facessero Galileo o Newton o Keplero a fare le loro osservazioni e ad enunciare le loro teorie in
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LA SALA DELLE CICOGNE E LA MERIDIANA
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ra il 1780 e il 1789, Giuseppe Slop viene chiamato a Firenze dal Granduca per realizzazione di un osservatorio sul tetto dell’Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale (oggi Museo “La Specola”), il più antico Museo scientifico del mondo. Nella parte più alta del torrino ottagonale di Palazzo Torregiani, Slop realizza così la meravigliosa Sala delle Cicogne. Il nome della sala deriva dalla presenza di coppie di cicogne scolpite in volo che sorreggono i pilastri. Giuseppe sceglie questo animale in quanto simbolo della conoscenza, ed inoltre perché due angoli delle pareti della sala sono posizionati sulla direttrice sud-nord e le cicogne sono solite migrare proprio lungo le rotte sud-nord e nord-sud. Sul pavimento della sala un prezioso tesoro scientifico: una meridiana filiare realizzata con una linea metallica (ne esistono solo altri due esempi al mondo, a Bologna e a Budapest), che regola ora e calendario, mentre una fascia di marmo riporta anche i segni zodiacali. È del 1784. Da un’apertura praticata nell’angolo meridionale della sala (foro gnomonico) entra un raggio del sole che si riflette sul pavimento. Man mano che ci si avvicina alle ore 12 il riflesso si approssima alla meridiana fino a sovrapporsi alla linea metallica alle ore 12 precise. Alle estremità della meridiana vi sono due dischi metallici, quello più lontano dalla fessura, è a forma ellittica e il riflesso del raggio del sole si sovrappone qui perfettamente a mezzogiorno del solstizio d’inverno (22 dicembre). Invece, il disco più vicino alla fessura ha la forma di un piccolo punto e qui il riflesso del raggio del sole si sovrappone alle ore 12 del solstizio d’estate (22 giugno), quando il sole si trova al suo zenit. Infine nella sala è presente anche un dispositivo su binario su cui scorre un telescopio in asse con la linea meridiana, chiamato “quarantale”, utilizzato per le osservazioni notturne. (P.L.)
secoli in cui per andare da Milano a Firenze ci volevano trentacinque ore. Cosa pensasse di loro la gente comune e la Chiesa lo sappiamo solo in parte, il resto lo possiamo immaginare. Come se oggi qualcuno si mettesse a costruire una macchina per il teletrasporto. Nella migliore delle ipotesi il popolino doveva supporre che si trattasse di svitati visionari. Eppure non di visioni si occupava Giuseppe Antonio Slop bensì di osservazioni, in particolare quelle che relaziona 58
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nel volume intitolato chilometricamente: “Osservazioni degli astri effettuate a Pisa nella Specola accademica dall’anno 1765 del corrente secolo diciottesimo alla fine dell’anno 1769 date alla luce per ordine e sotto gli auspici di Pietro Leopoldo”. È il 1795. Sul frontespizio, compare anche il nome di Francesco, sebbene sia abbastanza estraneo a quelle osservazioni. Cosa non fa un padre per il bene del figlio… Si susseguono gli studi e le ricerche, sulle eclissi di sole e luna, sui satelliti di Gio-
ve, sulla natura e l’orbita delle comete. Le fonti che ho consultato per scrivere questo articolo sono abbastanza datate. E va precisato che gran parte degli studi di Slop sono ancora inediti, custoditi nella biblioteca dell’Università di Pisa. ••• Nel 1796 assieme ad un nuovo arresto per spionaggio di Francesco, arriva la nomina a barone di Agnano. Questa volta un vero titolo nobiliare, non come quella specie di indicazione geografica protetta (“von Cadenberg”) concessa dall’Imperatrice Maria Teresa. ••• Nel 1799 i francesi occupano il Granducato di Toscana, costringendo Ferdinando III alla fuga in Austria. Giuseppe Slop, evidentemente affascinato dai lumi della ragione, simpatizza subito con gli intellettuali francesi. Anzi, non si limita a simpatizzare, ma si schiera apertamente per gli occupanti. Questa volta la fa fuori dal vaso, perché quando Ferdinando torna in Toscana scortato dalle truppe austriache e spazza via i francesi, Slop viene accusato di “infezione antimonarchica”. Un’infezione che gli fa perdere la cattedra. E anche un po’ la testa. Con la dignità sotto i piedi, Slop tenta di convincere le istituzioni e così a furia di suppliche, giuri e spergiuri, umiliandosi come non mai, nel giugno del 1800 riesce a riprendere l’insegnamento, mettendo da parte gli impeti rivoluzionari e in saccoccia il riacquistato diritto alla pensione di anzianità. Una delle sue ultime ricerche contribuisce in maniera decisiva alla scoperta dell’asteroide Juno 3 o Giunone, compiuta dall’astronomo tedesco Karl Ludwig Harding nel 1804. Chiudo la porta di questo articolo sottolineando che, come avviene per le menti più geniali, una prova della rilevanza scientifica e della bravura di Slop si avrà solo dopo la sua morte, avvenuta nel febbraio del 1808, quando sia l’insegnamento dell’astronomia, sia la ricerca astronomica decadranno profondamente. Il suo successore, alle prese con le sfighe più varie, compreso un disastroso terremoto che inclinerà irreversibilmente la Specola, rimpiangerà più volte le capacità e la maestria di quel Giuseppe Antonio Slop von Cadenberg, barone di Agnano, il trentino che scoprì il pianeta Urano, contribuì a sondare le impenetrabili profondità dello spazio e, perdippiù, tenne a bada una moglie terribile e tre figli ancora più tremendi e imprevedibili. ■
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Accadono cose molto strane nella tranquilla cittadina di Confidence
Il richiamo del male ROMANZO
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MALGA VALLORSARA QUANDO GLI ORSI REGNAVANO INCONTRASTATI SU QUESTE TERRE. UN TRAGITTO CHE FA PARTE DELLE PROPOSTE DEL LOCALE MUSEO ETNOGRAFICO DI MASO SPILZI
Altopiano di Folgaria U
n tempo l’altopiano di Folgaria e Serrada, nato geologicamente all’ombra del Monte Cornetto, del Dosso del Sommo e della Costa D’Agra e Monte Coston, oggi attraversato da una moltitudine di sentieri ma anche di impianti per lo sci invernale, affondava le radici nella ricca e variegata cultura cimbra di cui, purtroppo, oggi si sono perse quasi del tutto le tracce. Sopravvivenze di questa cultura si possono trovare ancora negli antichi riti religiosi e nei toponimi, anche se ormai sull’orlo della dimenticanza. Così, come si sono dimenticate le storie legate a quella che un tempo era l’economia prevalente, quella silvo-pastorale (le greggi di pecore andavano a svernare nel Mantovano), quella del carbone di legna e del commercio di legname. Questo territorio apparentemente così vicino alla valle dell’Adige è in realtà
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raggiungibile soltanto con strade erte e ardue: sia quella che sale da Rovereto tramite il paese di Besenello o per la val di Terragnolo oltrepassando il centro di Serrada, sia per quella che si dilunga da Trento attraverso il Passo della Fricca. Ma forse proprio per questo “isolamento” la Magnifica Comunità di Folgaria, una delle prime comunità medioevali a livello europeo, ha mantenuto un suo certo carattere e dignità. La comunità raggruppa le vicinie, oggi frazioni, di Costa, Serrada, Guardia (l’antica Ward), Mezzomonte, San Sebastiano, Carbonare, Nosellari. Le malghe di Folgaria e delle sue frazioni, nel 1900, erano 10 ed ospitavano 1500 bovini. Nel 1974 ammontavano a 19: malga Parisa, del Sommo/Schwenter, Mora, Fontanelle, Coe, Melignetta (o Milegnetta), Melegna, Zonta (demolita nel 1955 per far posto ad una base Nato), Piovernetta, Pioverna alta, Ortesino, Vallorsara, Lastebasse prima posta, Lastebasse seconda posta, Pra Bertoldo, Grimen, Clama, Cornetto di fuori e Cornetto di dentro. Ad eccezione della malga Sommo che apparteneva agli Spilzi di Costa, le altre erano tutte comunali. Una quantità considerevole se pensiamo al numero di abitanti. Il latte veniva condotto, fin dal 1905, presso il caseificio sociale di Folgaria, sorto vicino al cimitero, a valle del paese, oppure in quelli turnari delle frazioni, come Costa. Nelle malghe si produceva soltanto la ricotta fresca. Altri caseifici sorsero poi
INFO Agritur malga Vallorsara, aperto da di Fiorenzo Degasperi giugno a settembre, monticata. Tel. 0464723165/3290512463, www.malgavallorsara.it nelle frazioni ma ben presto dovettero accentrarsi per essere produttivi e concorrenti sul mercato. Al caseificio le famiglie si disputavano la scotta, il siero del latte, residuo della lavorazione del formaggio. Con quel siero i maiali crescevano in fretta.
LA PROPOSTA DI GITA Da Maso Spilzi, sulla destra una strada forestale – indicazioni per “Rifugio Stella d’Italia” – ci conduce fino alla Malga Mora (m 1453, monticata con ovini). Subito dopo prendiamo sulla sinistra il Sentiero della Pace che ci conduce al famoso stallone della malga Ortesino (m 1453) e alla suddetta malga. Nei pressi troviamo il ristorante Ortesino (Tel. 0464 721374) e la partenza degli impianti di risalita. Un sentiero di recente allestimento ci conduce fino alla malga Vallorsara, m 1511 (indicazioni “Malga Vallorsara”). Tempi: 3 ore andata e ritorno Dislivello: 300 m circa
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ACCESSO STRADALE Malga Vallorsara si raggiunge in auto da Rovereto, via Besenello, proseguendo per Folgaria fino al Passo del Sommo (m 1343). A questo passo si arriva anche da Trento dirigendosi per Carbonare attraverso il Passo della Fricca e poi a destra. Dal Passo si svolta a destra fino al grande parcheggio di Malga Ortesino (3 km dal passo). Dopo 100 m nuovamente a destra per la strada forestale che in 2 km porta all’Agritur di malga Vallorsara. Punto di partenza/arrivo Maso Spilzi (m 1274), subito dopo Folgaria, poco prima del Passo del Sommo, ampio parcheggio. Una delle testimonianze architettoniche più interessanti è sicuramente lo stallone seicentesco di malga Ortesino (starebbe per piccolo orto, ortesin, m 1453, ancora oggi monticata con mucche da latte), proprietà un tempo del conte Fermo Martini, venduta nel 1925 al comune di Folgaria, toccata nel nostro percorso verso malga Vallorsara. Il tragitto non a caso fa parte delle proposte del locale museo etnografico di Maso Spilzi. Si tratta di un elemento importante nella storia del paesaggio alpestre dell’altopiano, testimoniato già nel 1860: è una costruzione in pietra a vista, mirabilmente innalzata con una tecnica elementare ma profondamente sapiente, con unica volta a botte, lunga ben 41m x 11, inserita nel terreno. Il manufatto rientra di diritto nei Beni Culturali della Provincia 62
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Autonoma di Trento anche per la sua atipicità tipologica. Questa immensa distesa di boschi, alternata a pascoli, vedeva le incursioni di una moltitudine di orsi che, da sempre, qui avevano trovato il loro habitat naturale.I nomi di Malga Vallorsara, Bocca di valle Orsara, Bus de la Nef di Val Orsara, Valle Orsara, sono le testimonianze della loro presenza (Valle degli Orsi: nome di caccia, forse per trappole tese agli orsi). Condividevano lo spazio con il solito sabanel, con l’orco, con la donna Berta e con l’uomo selvaggio (BilmonWildmann). Poi c’era anche lei, la vecchia sdentata, la Trott, quella che passava da maso a maso, da malga a malga, spaventando i bambini, terrorizzando le bestie, facendo venir meno il latte o mandandolo in malora, inacidendo i contenitori pieni di pregiato latte. Invece la donna Berta, moglie dell’omo selvadego, era la protettrice di tutte le buone famiglie e si dimostrava particolarmente bendisposta nei confronti di quelle che le portavano rispetto e non la facevano arrabbiare. Guai, infatti, alle famiglie che la offendevano e la disprezzavano. A queste, da quel momento, andava tutto storto e perfino le mucche non davano più latte. Se però queste famiglie si riappacificavano con Berta, e soltanto in questo caso, oppure per benedizione divina, le cose ritornavano come prima. Inutilmente, quando c’erano i temporali e le saette imperversavano tra queste foreste, scosse dal rimbombo dei tuoni, i pastori e i cacciatori sparavano in aria, cercando di colpire le streghe che passavano schiamazzando, dirette a qualche
“Le Guane del Laghetto”, con la stube dei giochi, dove sembra che il tempo si sia fermato (tel. 0439.64007 349.4637596). Inoltre nei dintorni si può optare per una piacevole sosta gourmet all’Albergo Cant del Gal, tel. 0439 62997, presso la Baita La Ritonda, tel. 0439 762223 oppure al soprastante Chalet Piereni (www.chaletpiereni.it), immerso nella pura natura, luogo di relax. Non molto distante troviamo l’agritur Malga Canali (m 1300, tel. 320 832 6226). Dalla Malga, in 40 minuti a piedi, si raggiunge il Rifugio Treviso (m 1631), aperto dal 20 giugno al 30 settembre (tel. 0439 62311). Infine, segnaliamo il Ristorante Al Cacciatore, 0439.762298.
loro sabba. La malga Vallorsara, meta del nostro itinerario, è una cascina oggi completamente ristrutturata. Di proprietà comunale, svolge la funzione di agritur oltre che di stalla (è monticata con bestiame da latte, ci sono maiali, asini, pecore). E’ testimoniata nel 1932 come Maso di Vallorsara ora detto I Francolini (Dizionario Topografico Tridentino). Ma è sicuramente più antica perché già nel 1355 si cita la presenza di Ancius q. Rosati de Valorsaria de Folgarida. ■
MASO SPILZI Maso Spilzi si trova in località Costa, a 2,5 km da Folgaria in direzione Carbonare. Edificato nella seconda metà del XVIII secolo dalla famiglia degli Spilzi rappresenta un esempio unico e originale di insediamento alpestre, una sorta di miscuglio tra residenza signorile e complesso fortificato. Appartiene oggi alla Magnifica Comunità di Folgaria. Oggi ospita il Club House del vicino campo golf, un ristorante, e due percorsi multimediali, il primo dedicato ai Biotopi e alle foreste, collegandosi al vicino biotopo di Echem, e il secondo dedicato alle Tracce dell’uomo sulla neve. Percorsi visitabili nei mesi di luglio e agosto. Comune di Folgaria tel. 0464667243.
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Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. Malga Brenta Bassa Foto_Paolo Bisti Luconi
UN QUARTO DI SECOLO DI MUSICA IN QUOTA
I SUONI DELLE DOLOMITI: CENTINAIA DI CONCERTI E ARTISTI, DECINE DI MIGLIAIA DI METRI DI DISLIVELLO PERCORSI A PIEDI, STRUMENTI PORTATI IN SPALLA FINO A RADURE, CONCHE E ROCCE, UN PUBBLICO SEMPRE NUMEROSO CHE ANNO DOPO ANNO HA CONOSCIUTO E AMATO ASSIEME ALLA MUSICA ANCHE LA NATURA DELLA MONTAGNA, DIMOSTRANDO UN GRANDE RISPETTO PER L’AMBIENTE
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bbiamo orologi e timer installati su tutti i nostri dispositivi elettronici. Eppure forse perché travolti dalla frenetica velocità del nostro presente sembra difficile cogliere appieno un tempo come 25 anni. Un quarto di secolo. Il festival I Suoni delle Dolomiti taglia nel 2019 questo importante traguardo e lo fa, come sempre, scegliendo il ritmo più antico che appartiene all’essere umano: quello del camminare. Sì perché sin dalla sua nascita il Festival trentino di musica in quota ha una peculiarità: salire fino ai luoghi dei concerti percorrendo gli itinerari a piedi, magari insieme agli artisti, per poi sedersi in radure o all’ombra di imponenti rocce dolomitiche e abbandonarsi ad altri ritmi: dei suoni e delle musiche provenienti da tutto il mondo. Con questa cadenza, venticinque anni sono molto diversi. Non sono informa-
zioni bruciate, memorizzate velocemente e subito dimenticate nella nebulosa area chiamata “passato”, sono invece emozioni, ricordi, riscoperte, colori, incontri, sono racconti, condivisioni, sono anche prime e ultime volte visto che ogni concerto dei Suoni è irripetibile per il mix di artisti, luoghi e persino contesto meteorologico che lo caratterizza. Nella venticinquesima edizione si ritrova tutto quanto conquistato in questi anni: musiche da tutto il mondo, grandi artisti, sentieri e natura. Ma trova spazio anche il ricordo: è infatti dedicata alla figura di Paolo Manfrini che ha reso possibile tutto questo con la sua visione, con la squadra che ha creato, con le sinergie che ha saputo far crescere e le collaborazioni, gli apporti di professionisti, musicisti e artisti che ha sollecitato negli anni. Il Festival inoltre si allunga e propone appuntamenti fino al 15 settembre,
un’occasione per scoprire un mese particolarmente affascinante in montagna. Autentica novità del 2019 è l’Opera a cielo aperto. Il 31 agosto, ai duemila metri di Pian della Nana in Val di Non nel Gruppo del Brenta viene proposto Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Tutti conosciamo almeno un’aria della grande produzione operistica italiana, la canticchiamo o fischiamo e ora, ecco Musica a Palazzo mettere in scena questo autentico classico. Il primo appuntamento aperto al pubblico, il 30 giugno al Rifugio Micheluzzi in Val di Fassa, è affidato alla musica classica più trasversale e aperta alle contaminazioni con due grandi musicisti internazionali come il violoncellista Giovanni Sollima – artista poliedrico che ha collaborato con grandi musicisti, orchestre, artisti e scrittori, – e il famoso mandolinista Avi Avital, capace di ripor63
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trentinograndieventi tare uno strumento “fuori dal tempo” all’attenzione di tutti, ottenendo addirittura una nomination per un Grammy Award. La musica classica è presente con molti concerti ai Suoni delle Dolomiti. Il 7 luglio ecco i Corni della Scala esibirsi sull’incantevole altopiano roccioso su cui si adagia il rifugio Rosetta Giovanni Pedrotti sulle Pale di San Martino. Un ensemble di undici musicisti, diretti da Angelo Sormani, che da anni propongono un repertorio che va dalla classica alla musica popolare, passando per i ritmi sudamericani e le colonne sonore. Sempre gli strumenti a fiato – gli ottoni – sono protagonisti il 28 luglio in Val di Non a Malga Flavona nel Gruppo del Brenta con i Septura Brass che militano in alcune delle più importanti orchestre europee e d’oltremanica e da anni stanno esplorando e ridefinendo la musica da camera per i loro strumenti, conquistando pubblico e riconoscimenti in tutto il mondo. Imperdibile per gli amanti del genere la performance di due talenti indiscussi di violino e violoncello come la norvegese Vilde Frang e il tedesco Nicolas Altstaedt. È possibile ascoltarli ai Laghi di Bombasèl nel Gruppo del Lagorai il
Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. II Pian della Nana Dolomiti di Brenta - Foto Alessio Pellegrini
4 agosto. Con la classica si salta poi al 21 agosto dove in quel belvedere naturale sulle Dolomiti che è il Monte Agnello in Val di Fiemme si esibisce il Quintetto di fiati dell’Accademia di Santa Cecilia e Royal Concertgebow Orkest, un progetto nato per ricreare nell’ambito del quintetto tutta la ricchezza dei timbri orchestrali e lasciare spazio alle forti personalità individuali dei mu-
sicisti d’eccezione che lo compongono. Poco meno di una settimana dopo, il 28 agosto, è il turno di un progetto decisamente internazionale che riunisce nelle alte quote del Rifugio Antermoia in Val di Fassa strumentisti da Italia, Svizzera, Svezia e Gran Bretagna. Si tratta della violinista Lorenza Borrani, solista nelle più importanti orchestre del mondo e fondatrice del laboratorio di
IL PROGRAMMA, DA GIOVANNI SOLLIMA A MALIKA AYANE 28-29-30.6 Gruppo del Catinaccio, Gruppo del Sassolungo. Trekking. Progetto speciale / SPECIAL project AVI AVITAL GIOVANNI SOLLIMA Sui sentieri con il carisma e la passione di due fuoriclasse della musica 30.6 h 12 Val di Fassa, Rifugio Micheluzzi, Gruppo del Sassolungo AVI AVITAL GIOVANNI SOLLIMA Grandi innovatori per esplorare con violoncello e mandolino i suoni del XXI sec. 7.7 h 12 San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi. Rifugio Rosetta Giovanni Pedrotti, Pale di San Martino I CORNI DELLA SCALA Versatilità ed energia in quota con “il cuore” pulsante di un’orchestra 14.7 h 12 Val di Fiemme, Malga Canvere, Gruppo Viezzena – Bocche ALASDAIR FRASER NATALIE HAAS Tra musica classica e tradizione folk irlandese, magiche sintonie e danze senza tempo
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20.7 h 6 Val di Fassa. L’Alba delle Dolomiti. Col Margherita, Passo San Pellegrino, Gruppo Lusia – Bocche E INTANTO SI SUONA da un’idea di Mario Brunello e Alessandro Baricco con una composizione di Giovanni Sollima. Con Neri Marcorè, Marco Rizzi, Regis Bringolf, Danilo Rossi, Mario Brunello, Florian Berner, Gabriele Ragghianti, Ivano Battiston. Signum Saxophone Quartet 28.7 h 12 Val di Non Malga Flavona, Gruppo di Brenta SEPTURA BRASS Human Nature La musica sempre nuova di un magico settetto d’ottoni 4.8 h 12 Val di Fiemme. Laghi di Bombasèl, Gruppo del Lagorai VILDE FRANG - NICOLAS ALTSTAEDT Violino e violoncello: quando il talento vola in alto 7.8 h 12 Val di Fassa, Buffaure, Colac Buffaure JOSCHO STEPHAN TRIO Pura energia e libertà con la stella del gipsy-jazz
21.8 h 12 Val di Fiemme Località La Porta, Gruppo Cornacci Monte Agnello QUINTETTO DI FIATI DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA E DELLA ROYAL CONCERTGEBOW ORKEST Da Rossini a Nino Rota, il respiro della musica in quota 28.8 h 12 Val di Fassa. Rifugio Antermoia, Gruppo del Catinaccio LORENZA BORRANI, RIIKKA REPO, URSINA BRAUN, CARLA MARIA RODRIGUES, MATS ZETTERQVIST Archi senza confini là dove la montagna si fa essenza 31.8 h 12 Val di Non. Pian della Nana, Malga Tassulla, Gruppo di Brenta Massimo Cagnin, Eugenio Leggiadri Gallani, Lara Matteini, Gabriele Nani, Giovanni Dal Missier, Nicola Fregonese, Federico Furlanetto, Patrick Monticoli. Regia di Patrizia Di Paolo IL BARBIERE DI SIVIGLIA Grande opera per teatro naturale a un passo dal cielo
trentinograndieventi Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. Malga Canvere foto Daniele Lira
studio per musicisti professionisti Spira Mirabilis. Al suo fianco la violoncellista Ursina Braun, gli svedesi Riikka Reppo e Mats Zetterqvist e l’inglese Carla Maria Rodrigues formatasi alla Yehudi Menuhin School e ora viola principale alla San Francisco Opera. Vengono da oltremanica, ma con una spiccata apertura internazionale gli ospiti della Musica Folk. Il 14 settembre al Ciampac in Val di Fassa arrivano i Penguin Cafe, progetto ripartito dalle ceneri dei Penguin Cafe Orchestra dopo la scomparsa di Simon
1-7.9 Campiglio Special Week OMAGGIO IN MUSICA ALLE DOLOMITI DI BRENTA Progetto speciale da un’idea di Gabriele Mirabassi. Musicisti, virtuosi, compositori e mostri sacri, tutti insieme per svelare la complessità straordinaria di un Paese, il Brasile, che è quasi un continente ed è sintesi unica di culture e sguardi sul mondo. 1.9 h 6.30 L’Alba delle Dolomiti Pra Castron di Flavona MARIO BRUNELLO, DIMOS GOUDAROULIS, NAOMI BERRILL, WALTER VESTIDELLO, TONINHO FERRAGUTTI 1-3.9 Gruppo di Brenta Trekking. Progetto speciale MARIO BRUNELLO, DIMOS GOUDAROULIS, NAOMI BERRILL, WALTER VESTIDELLO 2.9 h 21 Madonna di Campiglio Salone Hofer. GABRIELE MIRABASSI, CRISTINA RENZETTI, ROBERTO TAUFIC 3.9 h 12 Camp Centener MARIO BRUNELLO, DIMOS, GOUDAROULIS, NAOMI BERRILL,
Jeffes. Proprio il primo album di Simon Jeffes e compagni nel 1976, “Music from the Penguin Cafe”, è considerato da molti il lavoro anticipatore della world music e non a caso venne pubblicato dalla Obscure Records di Brian Eno. Oggi quell’eredità è stata raccolta da Arthur Jeffes, musicista eclettico che ha riunito sotto il nome di Penguin Cafe Cass Browne dei Gorillaz, Neil Codlind degli Suede, Oli Langford di Florence and the Machine e Darren Berry di Razorlight. Un combo ormai entrato nella leggenda del genere folk è quello del violinista
WALTER VESTIDELLO, JAQUES MORELENBAUM, LULA GALVAO, RAFAEL BARATA 4.9 h 12 Malga Brenta Bassa STEFANO BOLLANI 5.9 h 21 Madonna di Campiglio PalaCampiglio. TONINHO FERRAGUTTI “SOLO”, MONICA SALMASO, TECO CARDOSO, NELSON AYRES, ALMA LIRICA BRASILEIRA 6.9 h 17.30 Madonna di Campiglio COMUNICATO SAMBA Direzione artistica: Gilson Silveira
Alasdair Fraser e della violoncellista Natalie Haas che negli ultimi diciotto anni hanno letteralmente incantato il mondo con le loro incursioni nella musica scozzese muovendosi tra classica e popolare, tra virtuosismi e ritmi danzanti. Il 14 luglio a Malga Canvere in Val di Fiemme. Il 5 settembre prende il via la serie di appuntamenti dedicati alla World Music, di turno la musica brasiliana del Trio in Uno – al rifugio Bergvagabunden in Val di Fassa – ensemble ricco di energia e complicità, capace di creare inedite sonorità in un amalgama unico, vigoroso e raffinato che esplora la musica brasiliana a trecentosessanta gradi. Decisamente diversi gli orizzonti geografici di Russian Renaissance, gruppo che si è guadagnato l’attenzione mondiale aggiudicandosi il prestigioso M-Prize Chamber Arts Competition negli Stati Uniti e che propone un viaggio musicale tra jazz, tango, musica folk e classica, realizzati con gli strumenti della tradizione russa dalla balalaika alla domra e alla fisarmonica (Rifugio la Montanara, Altopiano della Paganella, 8 settembre). Non poteva infine mancare l’Africa con
7.9 h 12 Malga Vagliana YAMANDU COSTA 5.9 h 12 Val di Fassa Rifugio Bergvagabunden, Gruppo Costabella - Cima Uomo TRIO IN UNO Finezza sonora, colori e ricchezza per un nuovo capitolo della musica brasiliana 8.9 h 12 Altopiano della Paganella. Rifugio La Montanara, Dolomiti di Brenta RUSSIAN RENAISSANCE Dalla musica classica alla world music con gli strumenti della tradizione russa 11.9 h 12 Val di Fiemme. Passo di Lavazè, Gruppo Corno Nero – Pala Santa CHESABA Lungo le rotte dei nuovi suoni africani 14.9 h 12 Val di Fassa Ciampac, Gruppo della Marmolada PENGUIN CAFE Oltre i generi musicali, con eleganza e genialità 15.9 h 12 San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi. Villa Welsperg, Val Canali, Pale di San Martino MALIKA AYANE Note e poesia con la stella della musica
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Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. Alba delle Dolomiti_Col Margherita Foto Federico Modica
trentinograndieventi un progetto ricco di sfumature e dal grande valore culturale che tra ritmi tradizionali e nuove musiche, ci fa conoscere l’estrema varietà dell’Africa occidentale in una sorta di viaggio che porta dalla Costa d’Avorio al Sud Africa. A farci da guida sono i Chesaba (11 settembre, Passo di Lavazé in Val di Fiemme) con una miscela eclettica ed esplosiva di suoni di violoncello, kora, n’goni, percussioni, voci e lingue. Per la Canzone d’Autore torna a calcare i verdi pascoli alpini del Trentino Malika Ayane che si esibisce nello straordinario scenario di Villa Welsperg in Primiero, sotto le Pale di San Martino, il 15 settembre. Il programma propone anche l’ormai tradizionale Trekking. Quest’anno le esperienze di più giorni in quota saranno due. Protagoniste della prima tre giorni (28-30 giugno) saranno le cime del Gruppo del Catinaccio e del Sassolungo assieme a due straordinari innovatori come Giovanni Sollima e Avi Avital. Il secondo trekking tocca invece le cime del gruppo del Brenta (1-3 settembre), è inserito nella Campiglio Special Week e vede protagonista il violoncellista Mario Brunello assieme a Dimos Goudaroulis, Naomi Berrill e Walter Vestidello, compagni di sentiero e di strumento. Ritorna ovviamente anche l’Alba delle Dolomiti sul Col Margherita in Val di Fassa, luogo ideale per assistere al sorgere del sole e venir toccati dai suoi primi raggi. Lì prende vita, il 20 luglio alle ore 6, un progetto che unisce musica e narrazione, dal titolo “E intanto si suona”. Un viaggio originale nell’Eu-
ropa di questi ultimi 100 anni, sin da quando la tragedia della Grande Guerra ha travolto gli uomini senza però annientarne del tutto l’umanità, la sensibilità, la capacità di riconoscere bene e male, bellezza e distruzione. Filo conduttore sono la scrittura e la musica, due passioni che resistono alla storia, ma anche il silenzio. Il tutto – nato da una idea di Mario Brunello e Alessandro Baricco – riunisce una composizione inedita di Giovanni Sollima, musiche di Malek Jandali e Arisha Samsamina, l’attore Neri Marcorè, i musicisti Marco Rizzi, Regis Bringolf, Danilo Rossi, Mario Brunello, Florian Berner, Gabriele Ragghianti, Ivano Battiston, Signum Saxophone Quartet, mentre i testi sono di Eleonora Sottili e Emiliano Poddi per la Scuola Holden. Autentico festival nel festival, sempre attento ai grandi interpreti, al dialogo tra innovazione e tradizione, la Campiglio Special Week quest’anno esplora – da un’idea di Gariele Mirabassi – lo straordinario universo culturale e musicale del Brasile. Un paese/continente che diventa protagonista di numerosi eventi a partire dall’1 al 7 settembre. Dopo le due edizioni insieme alla Kremerata Baltica e a Gidon Kremer ora l’orizzonte si sposta a ovest, in una scena sonora capace di fare incontrare musica colta e popolare, grandi compositori e musicisti straordinari, sperimentazioni, produzioni raffinate ed esplosioni di suoni e ritmo. Come il giorno inizia con l’alba anche questa settimana si apre col trascolo-
rare della notte in giorno e un concerto alle ore 6.30 del primo settembre a Pra Castron di Flavona, dove il grande fisarmonicista brasiliano Toninho Ferragutti incontra il violoncellista Mario Brunello in partenza, assieme ai suoi compagni di strumento - Dimos Goudaroulis, Naomi Berrill e Walter Vestidello - per il trekking sulle cime del Brenta. Brunello e compagni si cimenteranno poi con un altro grande esponente della musica brasiliana al rientro della tre giorni in montagna, il 3 settembre a Camp Centener. Lì, davanti a un panorama mozzafiato sarà con loro Jaques Morelenbaum, virtuoso del violoncello e grandissimo arrangiatore, protagonista della musica brasiliana degli ultimi decenni che sarà sui prati del Brenta assieme agli storici sodali Lula Galvâo e Rafael Barata. Gabriele Mirabassi, uno dei massimi virtuosi del clarinetto, che assieme a Cristina Renzetti e Roberto Taufic si esibisce al Salone Hofer di Madonna di Campiglio il 2 settembre (ore 21); Stefano Bollani, pirotecnico e geniale pianista, il 4 settembre porta tutta la sua carica inventiva a Malga Brenta Bassa, in un concerto che si preannuncia – come da consuetudine – esplosivo e pieno di percorsi sonori imprevedibili. Uno strumento complesso, colto e passionale come la fisarmonica, imbracciata da Toninho Ferragutti in un “solo” che si preannuncia imperdibile, con la voce unica di Monica Salmaso accompagnata da Teco Cardoso e Nelson Ayres ci porta nel magico mondo della canzone d’autore brasiliana: questi i protagonisti di un doppio evento imperdibile al PalaCampiglio il 5 settembre alle 21. Spazio ai ritmi travolgenti della tradizione della samba di strada il 6 settembre quando nel centro storico di Madonna di Campiglio si riverseranno i musicisti di Comunicato Samba diretti da Gilson Silveira, mentre la conclusione è affidata a un altro importantissimo artista come Yamandu Costa, oggi considerato unanimemente il più grande interprete della chitarra brasiliana, chiamato a esibirsi come solista anche da importanti orchestre sinfoniche come ad esempio l’Orchestre National de France a Malga Vagliana il 7 settembre. Tutti i concerti avranno inizio alle ore 12 quando non diversamente indicato. Alcuni eventi e i trekking sono a pagamento e per un numero limitato di persone (vedi sito web www.isuonidelledolomiti.it). ■
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NUOVA VOLKSWAGEN
T-CROSS
LA SICUREZZA DIVENTA DI SERIE
NUOVA VOLKSWAGEN T-CROSS È FINALMENTE ARRIVATA: DALLO STILE URBANO E PRATICO DALLE MILLE SFACCETTATURE, È ADATTA PER CHI NON VUOLE PASSARE INOSSERVATO ED È PRONTA A SODDISFARE QUALSIASI ESIGENZA
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una prima occhiata, il City-SUV tedesco presenta una linea spigolosa e quasi mascolina, accentuata dalle nervature presenti lungo la fiancata e dai bordi affilati del suo profilo, caratteristiche riprese anche dal muso dell’auto, grazie a un cofano piatto ma marcato, che ne esalta lo stile giovanile. Dal punto di vista della praticità di guida, la nuova T-Cross presenta una seduta rialzata che permette a chi guida di vedere le cose da un’altra prospettiva: una visuale che fa provare la sensazione di poter avere il controllo su qualsiasi situazione. Tuttavia, al di là del design e della tecnologia, quello che veramente distingue
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T-Cross dal resto delle creature Volkswagen è essere l’unico City-SUV con guida autonoma del secondo livello: di serie, l’auto prevede un sistema di assistenza in grado di mantenere la vettura in fila e alla corretta distanza dall’auto che precede, permettendo quindi di superare con facilità anche le situazioni più critiche. Il pacchetto sicurezza T-Cross prevede diverse opzioni, alcune su richiesta, a partire dal sensore Blind Spot, in grado di segnalare la presenza di altri veicoli nell’angolo cieco del guidatore, che si renderà conto del problema grazie a un LED posizionato sullo specchietto retrovisore. A questo si aggiunge il sistema Adaptive Crui-
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trentinomotori se Control con regolazione automatica della distanza, che permette di mantenere la velocità massima impostata, pur rimanendo nei limiti delle distanze di sicurezza rispetto al veicolo che precede. Di serie, invece, è il sistema Lane Assist che riconosce i movimenti dell’auto e interviene attraverso un’azione correttiva, richiamando l’attenzione del conducente. Di fondamentale importanza anche il Front Assist, il sistema pensato per mantenere sempre la distanza di sicurezza e riconoscere i pedoni, in modo da limitare la gravità dell’impatto e avvertire tempestivamente il conducente. Infine, ulteriore servizio di assistenza al conducente è Fatigue Detection, il sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore: non appena viene evidenziato un comportamento alla guida anomalo, il conducente viene avvisato attraverso segnali ottici e acustici che lo invitano a effettuare una pausa. Per quanto riguarda gli interni, il nuovo SUV tedesco entusiasma per le diverse possibilità di personalizzazione, che permettono di rendere unica l’auto e a chi guida di esprimere la propria personalità fin nel minimo dettaglio. T-Cross mette a disposizione tre differenti pacchetti di design, con la possibilità di personalizzare i colori delle fasce centrali e delle parti interne dei rivestimenti dei sedili, gli inserti decorativi e le coperture della consolle centrale. Altro punto di forza su cui Volkswagen ha deciso di concentrarsi è quello che combina spazio e comfort all’interno dell’abitacolo, rendendo T-Cross un SUV che fa delle esigenze dei suoi passeggeri uno dei suoi principali inte-
ressi. I sedili anteriori offrono tutte le comodità di cui si può avere bisogno, con la possibilità anche di abbattere completamente lo schienale del sedile lato passeggero: un’opzione da non sottovalutare nel caso di trasporto di oggetti lunghi o ingombranti. Dal punto di vista del vano posteriore, T-Cross presenta un’ampia flessibilità: tutti i sedili, infatti, sono scorrevoli e abbattibili, ampliando la capacità di carico dell’auto e andando a sfruttare tutti i 455 litri offerti. Grazie al sistema di luci al LED disponibile per ogni modello dell’auto, T-Cross appare poi luminosa sotto ogni punto di vista. È dotata di serie di fari alogeni e luci diurne al LED, anteriori e posteriori, che si fanno notare per la loro straordi-
naria potenza luminosa, di grande importanza soprattutto in caso di condizioni climatiche avverse. Dal punto di vista della tecnologia, infine, nuova T-Cross presenta numerose possibilità, come Active Info Display, che permette di personalizzare i contenuti visualizzati sul cruscotto tramite il volante multifunzione e il sistema di infotainment. A questa si sommano poi le tecnologie di radio e navigazione, utilizzabili attraverso un touchscreen a colori e caratterizzati da sei altoparlanti e diverse possibilità di collegamento, favorite anche dalla possibilità di utilizzare il sistema Connect di Volkswagen. Per spingersi ancora oltre, la Casa tedesca ha dotato la nuova nata di un sistema wireless charging, che permette di ricaricare comodamente tutti i dispositivi grazie a un’interfaccia USB integrata: ai passeggeri basterà semplicemente riporre il dispositivo nel cassetto portaoggetti anteriore e il sistema di ricarica induttiva provvederà a fare tutto il resto, ricaricando in pochissimo tempo. ■
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LA STAGIONE DEL GELATO RIPARTE DA SERAFINI A LAVIS IL “TEMPIO DEL GELATO” ACCOGLIE L’ESTATE CON GELATI, SORBETTI E SEMIFREDDI, MA NON SOLO. UN’OFFERTA VASTISSIMA TRA DOLCE E SALATO, PER ACCONTENTARE LA GOLOSITÀ E LA VOGLIA DI STARE INSIEME IN OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA
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ome ogni anno, con l’arrivo dell’estate il tempio del gelato artigianale si prepara ad accogliere i suoi ospiti sette giorni su sette: nei mesi di giugno, luglio e agosto, infatti, il Caffè Gelateria Serafini è aperto senza interruzione dal lunedì alla domenica, dal mattino fino a tarda serata. Impossibile sbagliare, impossibile non trovare un momento per concedersi un appuntamento con il gusto e la qualità. L’arte del gelato Da Serafini si può assaporare tutto il gu-
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sto del migliore gelato artigianale (senza emulsionanti, né coloranti) in tanti gusti diversi: dalla frutta alle creme, passando per gusti particolari che si accordano con la stagione: in questo periodo, ad esempio, si possono trovare golosità come ricotta e fichi, sfogliatina, sambuco… Con un gusto e una cremosità impareggiabili, il gelato di Serafini si è classificato fra i migliori d’Italia in più occasioni. Il segreto è semplice: solo ingredienti naturali, materie prime freschissime e di stagione, latte bio trentino, una lavorazione rigorosamente artigianale e tanta esperienza.
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trentinomese IL CARRETTO DEL GELATO Una tradizione d’altri tempi, per celebrare in modo insolito e originale un gelato straordinario. Con il Carretto del gelato, Serafini rende speciali i momenti di festa dei suoi clienti: un banchetto di matrimonio o un evento esclusivo si trasformano in divertimento e allegria, perché il gelato mette d’accordo tutti. Disponibile con sei gusti personalizzabili e all’occorrenza con incluso il servizio di distribuzione del gelato.
Torte artigianali per una festa dolcissima Serafini è anche pasticceria artigianale, con le sue prelibate torte di semifreddo, che si possono ordinare e personalizzare nel gusto e nella grandezza preferita, per rendere speciali feste e ricorrenze, o per chiudere in dolcezza una cena con gli amici. Un trionfo di sapori e colori che solletica la vista e il palato e che rende indimenticabile ogni cerimonia: dalla comunione alla cresima, dal battesimo al banchetto di matrimonio. Finger food da ricevimento Ma il Caffè Gelateria Serafini non è solo gelato: è il luogo perfetto per festeggiare le ricorrenze più importanti... dalla laurea ai compleanni, Serafini mette a disposizione i propri spazi allestendo rinfreschi
a base di speciali finger food personalizzabili secondo le diverse esigenze e decorazioni a tema in un’atmosfera esclusiva ed elegante. Il posto giusto in ogni momento Grazie all’ampia offerta gastronomica e agli spazi eleganti e accoglienti (280 posti a sedere distribuiti tra interno, veranda, terrazza), Caffè Gelateria Serafini è il posto adatto per ogni momento della giornata, dalla colazione fino all’after dinner. Al mattino si può accompagnare l’energia del caffè espresso con una brioche o una fetta di torta casalinga, o fare il pieno di vitamine con una salutare centrifuga; la pausa pranzo è leggera e variegata, con i piatti freddi e le insalate, preparati ogni giorno, le insolite crepe in versione dolce o salata e – perché no? – con un fresco gelato, per nutrirsi bene senza appesantire la digestione. Il gelato è protagonista anche della merenda, mentre i migliori vini e bollicine del territorio sono perfetti per l’aperitivo del mattino o della sera, con la possibilità di assaporare tante etichette in mescita al bicchiere. I migliori liquori e i cocktail di tendenza, anche in versione analcolica o in originali combinazioni con il gelato artigianale, rallegrano il dopocena. Anche grazie all’ampio parcheggio, Serafini è il punto di ritrovo perfetto per famiglie e amici di ritorno dalla montagna o dalla piscina e per allegre serate all’aperto. Persino i turisti ormai lo conoscono e non perdono occasione di fare tappa al “tempio del gelato” per una lunga pausa all’insegna del gusto e della qualità. ■
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Amici Artisti di Renzo Francescotti
“Nudo allo specchio”, 2017, cm 87x57
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ado a trovare Roberto Codroico nel ventre della Trento antica , nella sua casa a pochi passi dalla Piazza Santa Maria in Via San Giovanni, una delle pochissime sopravvissute al bombardamento della Portèla, anche se distrutta a metà. Apre lui il portoncino incorniciato da un arco di pietra (se ne sono salvati solo altri due nella via). È un uomo di buona statura, snello, di piacevole aspetto, dal sorriso facile, non privo di un filo di timidezza, tuttora in possesso di una zazzera ricciuta non grigia o canuta, che mostra parecchi anni di meno dei suoi anagrafici 73. Entriamo nell’edificio medievale, ma di origine romana, stretto ma distribuito su tre piani in cui abita con la moglie Rosaria, trentina, e i figli Andrea e Giacomo. Lui che, oltre ad essere artista è architetto, all’interno ha reiventato gli spazi nel modo più moderno e funzionale: progettando armadi, scansie, ripiani e librerie che salgono sin agli alti soffitti, sfruttando gli spazi al centimetro, con un ordine, un’acribia teutonici. Guarda caso sua madre, Anna Caterina Kersten, tedesca,
POESIA, INTIMITÀ E RIVELAZIONE LA SUA PASSIONE PER IL DISEGNO È NATA QUANDO ERA RAGAZZO. QUELLA DI ROBERTO CODROICO È UNA LINEA CHE GALLEGGIA, DIALOGA, CIVETTA, SI CONFRONTA, IN SPAZI DI COLORI SOLARI E ACQUATICI ha sposato un italiano dagli avi friulani, probabilmente di Codroipo. Roberto è nato in Germania, nell’Assia, a Kassel (città famosa per la sua mostra d’Arte di respiro mondale). A sei anni è arrivato in Italia, a Padova, non sapendo una parola d’italiano. Studiando nella
Città del Santo, andando a frequentare gli studi superiori a Venezia, all’Accademia di Belle Arti per un solo anno e poi, deluso, passando ad Architettura; laureandosi, nel 1977, arrivando a Trento vincitore di un concorso per i Beni Culturali. Infine – dopo aver diretto impor-
“Il rumore delle piante”, 2015, acrilico, cm 63x58 72
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tanti restauri come quelli nel Castello del Buonconsiglio o nel Palazzo delle Albere –, andando in pensione appena possibile, per potersi dedicare esclusivamente all’arte. La sua passione per il disegno è nata quando era ragazzo: “Ho iniziato a dipingere sin da piccolo. Dal ’63 ho iniziato a raccogliere le mie opere e tra queste La signorina Gruber, del’63, una giovane signora bionda che mi piaceva molto, ma che non mi degnava di uno sguardo. Dell’anno successivo è In salotto, un momento di vita famigliare. Nella prima opera, figurativa, (un piccolo lavoro tempera su carta cm 26x20) prevalgono i toni espressionistici, in un sovraffollamento di macchie, di sbarre di colore, dominato dai rossi scarlatti, che toglie respiro alla figura della giovane donna, ritratta a mezzobusto con le braccia incrociate. Nella seconda opera citata, astratta, le suggestioni sono quelle cubiste, per altro maldigerite. Se mastichi anche solo un po’ di storia della pittura ca-
trentinoarte pisci che questo diciottenne va per tentativi. Negli anni seguenti dipinge una serie di figure femminili morbide, sdraiate, in cui filtrano, anzi, piovono le suggestioni di artisti come Picasso, Modigliani, Kirchner, Schiele, Kokoschka… Siamo nel fatidico ’68, ci sono continue occupazioni della facoltà di architettura. Roberto trova il tempo di andare in Svizzera, a Locarno, dove nel 1969 conosce uno dei firmatari del movimento DADA, Hans Richter, e ne diventa amico. Codroico considera Richter il suo maggior maestro. Un giorno a Venezia viene a sapere che è stata allestita una mostra di opere in vetro realizzate dai più importati artisti del tempo di fama mondiale, madrina Peggy Guggenheim. La va a vedere, vi scopre lavori, tra gli altri, di Picasso, Kokoschka, Arp, Ernst, Fontana, Magnelli; e ci sono anche gli altoatesini Markus Vallazza e Robert Scherer. Con quest’ultimo, considerato il maggior artista vivente dell’Alto Adige, che ora ha superato la boa dei novant’anni, diventano molto amici. Espongono assieme in Germania e Italia: tra l’atro ad Ala nel Palazzo Malfatti, che Scherer ha acquistato in un’asta fallimentare. Codroico vi espone una serie di opere fondamentalmente di due generi: quelle presiedute dalla sua inconfondibile linea:
“Ricordi”, scatola, 1970, cm 19x13,5x2,5
sottile, arricciata, fantasiosa, ludica… Linea che galleggia, dialoga, civetta, si confronta, in spazi di colori solari e acquatici. Espone anche le sue “scatole” o “boxes”. Questo artista di madre tedesca, ma in cui prevalgono i geni italiani, mediterranei ha nel gusto del colore (che ha ”rubato” soprattutto dalla grande pittura veneta), nella padronanza e purezza della linea, due delle sue carte migliori da giocare. Della linea Codroico scrive che “scivola silenziosa sul foglio, si interseca a volte bruscamente, altre armonicamente, compone forme e spazi, rapporti e contrasti, ma soprattutto rivela sensazioni ed emozioni. È realizzata in un attimo magico, in uno spazio di tempo assai breve, che però comporta un lungo tempo di concentrazione fisica e mentale”. L’altra sua carta migliore si è rivelata quella della creazione di “scatole”, di ”boxes”, che ha esposto in una serie di mostre corredate da cataloghi negli anni Duemila, culminata con quella dello scorso anno nell’ottobrenovembre, al Palazzo Roccabruna di Trento, dal titolo ”Codroico, dal ’68 ai primi anni Settanta. Dal figurativo all’astratto”, con un catalogo in cui l’artista ripercorre in chiave autobiografica la sua storia pittorica. In quegli anni, nel ’69/’70 arriva
“Sensazioni”, 2016, acrilico, cm 100x70
alle sue ”scatole”. Comincia col colorare pere alla maniera della pop-art; passa poi a rinchiudere in scatole di cartone piccoli oggetti, sostituendole con scatole di legno; e infine trattando creativamente l’esterno oltreché l’interno. Dino Formaggio, il famoso teorico storico dell’arte, scrive: ”Le scatole di Codroico costituiscono una serie di soglie, di passaggi che vanno dal dadaismo alla pittura metafisica, hanno dentro tutta questa storia ma hanno qualcosa di più…”. Luigi Serravalli parla di una mostra di “boxes”, teatrini dove si svolge in maniera correttamente astratta il work in progress dell’artista. Personalmente, nelle scatole di Codroico, che si aprono ci leggo quattro quadri, in cui gli oggetti, di volta in volta
impaginati, sono bloccati e annegati da un colore, nascosti per farli poi riapparire: ci sono l’intimità e la rivelazione, l’oscurità e l’epifania, il senso della storia, della vita che era in ognuno di quelli oggetti. E la loro morte. Un’artista moderno ma mai artificioso, mai abbandonato dalla poesia il nostro Roberto Codroico. ■
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L’ARTE SBOCCIA NEL VIVAIO DALLA COLLABORAZIONE TRA IL SIMPOSIO LUCI E OMBRE DEL LEGNO E FLORICOLTURA RONCADOR È NATO, IN QUESTI ANNI, UN PREMIO SPECIALE CHE PORTA FAMOSI SCULTORI A REALIZZARE OPERE DA ESPORRE NEL VIVAIO DI MEZZOLOMBARDO. QUEST’ANNO TOCCA ALL’ARTISTA ALESSANDRO PRETTO
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are una seconda vita a una materia prima pregiata e nel contempo creare opere d’arte in grado di lanciare messaggi e solleticare sensibilità che vadano oltre l’orizzonte quotidiano. Con questi obiettivi è nato qualche anno fa il Premio Floricoltura Valentino Roncador, nell’ambito del Simposio Luci e Ombre del Legno, la manifestazione artistica che dal 2002 porta scultori di tutte le nazionalità nell’altopiano del Tesino. L’artista vincitore del Premio Roncador viene ospitato l’anno successivo negli spazi del vivaio di Mezzolombardo, per realizza-
re in loco una scultura che poi rimane in visione al pubblico tra fiori e piante verdi. Col tempo, quindi, gli spazi della floricoltura si sono popolati di opere d’arte e il vivaio è diventato uno spazio espositivo che accoglie e sorprende il visitatore, arrivato lì per acquistare piante o attrezzi per il giardino. Uno stupore che lascia il posto all’osservazione e alla possibilità di farsi trascinare dalle suggestioni che scaturiscono passeggiando tra le opere del vivaio. Un’intuizione originale, quella di Matteo Roncador, che è nata per caso: “Era l’estate del 2014 e ci trovavamo
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trentinomese a Castello Tesino in occasione dei “Comuni Fioriti” (Roncador è referente per il nord-est di Asproflor, che organizza la manifestazione): girando per il paese ci siamo imbattuti nelle opere nel Simposio Luci ed Ombre del Legno, l’iniziativa organizzata dal Centro Documentazione del Lavoro nei Boschi, e ne siamo rimasti colpiti. Decine di scultori da tutto il mondo erano riuniti in Tesino per sfidarsi a colpi di scalpello e produrre pezzi unici di arte e cultura, valorizzando sia una risorsa locale, come il legno, sia il territorio. Qualche mese dopo, qui a Mezzolombardo abbiamo dovuto abbattere un Cedrus libani di circa 60 anni. A parte il grande dispiacere, ci siamo chiesti come fare per non sprecare questo legno così pregiato. L’idea è stata subito quella di realizzare una scultura da
mettere in vivaio. Ma a chi commissionarla? Un rapido giro di telefonate e nel giro di qualche giorno sono arrivati in serra Gabriele Bertacchini e Remo Tomasetti del Centro Documentazione del Lavoro
nei Boschi che accolgono l’idea e ci presentano l’artista trentina Lara Steffe”. Dalle mani, dallo scalpello e dalla fantasia dell’artista, nasce l’opera “I Sogni muovono il Mondo” e nasce anche il Premio Floricoltura Roncador che tutti gli anni, alla fine di luglio, viene scelto tra i partecipanti del Simposio Luci e ombre del Legno. A vincere il Premio Roncador nel 2018 è stato lo scultore Alessandro Pretto: sarà lui a realizzare, nei prossimi mesi, la nuova opera da posizionare nel vivaio, per arricchire questo spazio espositivo insolito e carico di rimandi suggestivi. “Le opere – spiega Matteo Roncador – sono accompagnate da una tabella esplicativa, ma ciascun visitatore può leggervi i significati che la sua sensibilità gli suggerisce. Il nostro intento è regalare un’emozione e uno spazio di riflessione che va oltre la quotidianità, anche a chi è venuto qui per acquistare una pianta o del terriccio. L’arte è capace di parlare a tutti”. ■ IL SIMPOSIO LUCI E OMBRE DEL LEGNO Dal 2002 il Centro Documentazione del Lavoro nei Boschi, organizza e promuove il Simposio internazionale di scultura “Luci ed Ombre del legno”. di L’ultima Comune Cerviasettimana (Ravenna) di luglio, artisti provenienti da tutto il mondo vengono invitati a scolpire tra le piazze e le vie dell’Altopiano del Tesino, a contatto con la gente che può domandare e osservare. A ciascun scultore, viene consegnato un tronco di larice alto 1.70 m. In 6 giorni, tale tronco, prenderà forma e nuova vita, secondo la libertà creativa di ciascun partecipante. Al termine della settimana, la Giuria decreta i 3 vincitori. A loro, un premio, un catalogo e la possibilità di esporre in una serie di mostre collettive in giro per il centro-nord Italia.
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ll’alba del nuovo millennio ce n’era solo uno, oggi sono più di 40, ma il dato è in continua crescita e aggiornamento, al punto che è impossibile stabilire con precisione quanti siano. Di cosa stiamo parlando? Ma di loro, dei birrifici artigianali e dei microbirrifici che sono nati negli ultimi anni nella nostra provincia.
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Un numero per certi aspetti impressionanti, che se da un lato delinea il ritratto di un Trentino in fermento (è proprio il caso di dirlo!), dall’altro la dice lunga sulla diffusione di un fenomeno che ha letteralmente rivoluzionato le abitudini degli italiani e dei trentini di bere birra. Alcuni parlano di “moda”, ma dietro alla rapida e travolgente
diffusione di questa passione per le birre artigianali c’è molto di più. C’è la sensibilità di un consumatore più attento a ciò che versa nel bicchiere (e nello stomaco), c’è l’esigenza e anche la pretesa di scegliere in base alla provenienza del prodotto, c’è l’attenzione alle materie prime utilizzate e alle tecniche di produzione, c’è la curiosità di assaggiare assieme a una birra fresca e dissetante anche un pezzo di territorio, della sua storia e delle sue tradizioni. Dall’altra, cioè dalla parte dei produttori, c’è prima di tutto tanta passione – vi sfidiamo a trovare un mastro birraio a cui la birra non piace! –, ma anche tanta voglia di mettersi in gioco, in una fase in cui non è facile trovare lavoro e bisogna crearselo da sé, con intraprendenza e spirito di iniziativa. Anche fantasia, una caratteristica che ai proprietari dei birrifici artigianali trentini non manca di certo. Il Trentino, quindi, non è più
solo sinonimo di vini di qualità, ottimi spumanti e grappe avvolgenti, ma anche di birre artigianali prodotte con ingredienti genuini da filiere locali che ne garantiscono la qualità. La produzione locale è in rapidissima ascesa: si tratta di realtà aziendali piccole, o addirittura piccolissime, guidate nella maggior parte dei casi da persone giovani e dinamiche che hanno deciso di scommettere sulle birre artigianali, fatte di ingredienti di prima qualità, dedizione e pazienza. Realtà diverse, ma legate da un filo comune: le loro birre sono tutte, in maniera diversa, dei potenti descrittori territoriali e sono prodotti unici, proprio perché artigianali e realizzati spesso a partire da materie prime di provenienza locale, o sulla base di ricette tradizionali, o ancora perché nella bottiglia, nell’etichetta o nel nome comunicano un territorio con la sua storia e le sue leggende, con la sua specificità.
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UN TERRITORIO, TANTE BIRRE A
trentinospecialebirreartigianali Nero Brigante - birra artigianale
le sue birre richiamano, invece, la zona degli altipiani. La prima nata in casa Barbaforte è “San Lorenzo”, ispirata alle Golden Ale inglesi: leggera e non invadente è pensata per avvicinare alla birra artigianale chi ancora non conosce questo straordinario prodotto. Il nome è quello del patrono di Folgaria, ma anche della piazza dove si trova il locale di Matteo e famiglia. Poi c’è “Obice”, ispirata alle Indian Pale Ale americane, più impegnativa e decisa. Ambrata, con sentori di resina e arancia, è corposa e con una nota amara in chiusura. Il nome rievoca l’obice,
ta alle American Pale Ale prodotta con malto d’orzo e una generosa quantità di luppolo, soprattutto mosaic, da dove prende il nome. “Trifoglio” è invece ispirata alle Oatmeal Stout e prodotta con malto d’orzo, fiocchi d’avena e vaniglia. Birra scura con 5,6 gradi alcolici. Al naso si sentono profumi di caffè, cioccolato e vaniglia. Il corpo non è eccessivo e rimane discretamente beverina. Uno stile “irlandese”, che è simboleggiato sia dal nome, che dal trifoglio stilizzato in etichetta. La novità di casa Barbaforte è la birra “Aura”, una session Ipa di gradazione leggera, dai profumi agrumati e leggermente balsamici con sentori di pino: a maggio sarà presentata a Beercraft di Castel Mareccio (BZ), poi al festival delle birre artigianali Cerevisia in val di Non e a fine mese al Beerghem di Berga-
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BARBAFORTE, PASSIONE E TERRITORIO Si può riassumere con queste due parole la filosofia che sta alla base del birrificio Barbaforte di Folgaria, nato nel 2013, dopo 9 anni di gavetta casalinga: la passione, maturata nel tempo, di assaporare e brassare birra artigianale, ma anche l’intento di connotare le sue birre sia negli ingredienti che nel nome con un forte legame alla storia e al territorio di Folgaria. Se il nome scelto si ispira a una delle grandi passioni del birraio Matteo per la radice di rafano (cren), la cui parte verde si chiama appunto barbaforte,
un cannone utilizzato anche sull’altipiano di Folgaria durante il primo conflitto mondiale, e quindi l’amarezza della guerra. La terza birra, “Abete”, si ispira alle Extra Special Bitter inglesi ed è creata con un lievito caratterizzante: i profumi intensi, di frutti, caramello e malto, ritornano in bocca, sostituiti poi da un amaro equilibrato e complesso. Chiamata così perché con il suo colore ricorda la corteccia dell’abete rosso di questi boschi. “Quadro” è, invece, ispirata alle Saison belghe, con l’utilizzo di spezie fra cui coriandolo, radice di genziana biologica del Monte Baldo e rafano fresco. In etichetta è raffigurata da un quadro con più quadrati, uno dentro l’altro, che con i quattro lati ricorda le quattro stagioni (come la parola “saison”, appunto). Corposa e amarognola, la quinta birra si chiama “Mosaico” ed è ispira-
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NERO BRIGANTE: MAI SMETTERE DI SPERIMENTARE Se la fermentazione è il processo alla base della birra, a volte capita che anche il mastro birraio sia… in fermento! Per Rudy Zeni, almeno, è così. Partito quasi per caso e per sfida personale, l’ultima generazione della storica Cantina Zeni di San Michele all’Adige, ha cominciato a brassare buona birra artigianale, mosso da passione, studio e voglia di sperimentare. E i risultati sono stati straordinari. Si può dire che Nero Brigante sia davvero un progetto birraio di nuova concezione, cominciato – racconta Rudy – “con esperimenti casalinghi quando ancoBirrificio degli Arimanni - birra artigianale
ra studiavo all’Istituto agrario di San Michele. Nel 2014 mi sono sentito pronto a passare a una produzione artigianale da mettere in commercio e ho acquistato l’attrezzatura. Oggi ne produco circa 100 ettolitri». Il birrificio, che ha sede al Maso Nero di Pressano, è legato a una leggenda locale, secondo la quale il maso era abitato da un figuro burbero e schivo, che in paese chiamavano “Nerobrigante”. A questo personaggio si ispirano le etichette e alcuni dei nomi scelti da Rudy Zeni per le sue birre. Come si sente un affermato vignaiolo nei panni del mastro birraio? «Le differenze tra vino e birra sono sostanziali, ma per entrambi vale il principio che senza competenza, dedizione e qualità delle materie prime non si va da nessuna parte. Produrre una buona birra artigianale è più complesso di quanto si pensi. Ho cominciato perché ero attratto dal fermento di questo settore: mi piacciono le novità, le sfide. Oggi, nonostante una produzione ancora contenuta, le birre Nero Brigante sono riuscite a farsi notare anche fuori dai confini regionali e sono arrivate in Veneto, Emilia Romagna, Toscana, ma anche in Francia e persino in India. Le nostre birre – prosegue Rudy – sono tutte non pastorizzate e non filtrate, contengono quindi lieviti vivi che donano profumi
Matteo Barbaforte, titolare del Birrificio Barbaforte
e sapori che non si trovano nelle birre industriali. Il luppolo è l’unico conservante naturale, il risultato è una bevanda piena di profumi e aromi complessi. Per il futuro l’idea è di legarsi sempre più al territorio, utilizzando materie prime coltivate nelle nostre terre. Un produttore di Predaia in val di Non ci rifornisce di luppolo biologico, mentre in cantiere abbiamo per il futuro il progetto di usare l’acqua del maso». Le prime due birre nate in casa Nero Brigante sono “La 18” e “Fra Diavolo”. La prima è una birra non filtrata ad alta fermentazione, con successiva rifermentazione in bottiglia, proprio come avviene per lo spumante Trento doc. Lo stile segue la tipologia delle birre Pils o Hell ma con una rivisitazione per l’alta fermentazione: una “bionda” dai
1909
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nerobrigante.it
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profumi floreali e vanigliati con un gusto deciso e asciutto. Più decisa, ma di sapore rotondo, è “Fra Diavolo”, birra in stile “Vienna Lager”, non filtrata, ottenuta in alta fermentazione e rifermentata in bottiglia. “Zio Ulrich” è la terza birra: in “stile Weizen”, non filtrata, ad alta fermentazione e rifermentata in bottiglia, ha colore intenso, profumo fruttato con sentore di lievito e sapore ricco e cremoso. BIRRIFICIO DEGLI ARIMANNI, LA LIBERA BIRRA DELLA VALSUGANA Un’altra grande novità nel panorama della birra artigianale made in Trentino è rappresentata dal Birrificio degli Arimanni, che ha aperto i battenti meno di un anno fa a Castel Ivano. Era il giugno
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mo. I numerosi premi e riconoscimenti che le birre di Matteo si sono guadagnate negli anni testimoniano l’altissima qualità dei prodotti Barbaforte.
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Nero Brigante - birra artigianale
del 2018, infatti, quando, dopo alcuni mesi di studio, frequentazione di festival e fiere di settore, ma soprattutto di sperimentazioni di “homebrewing” sottoposte ripetutamente all’assaggio di amici e parenti, Davide Corona e la sua compagna Selena Anesi decidono di lanciarsi in questa avventura imprenditoriale. Come molti colleghi, anche loro sono giovani e mossi da entusiasmo e passione per un mondo ancora in gran parte inesplorato. Alle birre artigianali si sono avvicinati prima da semplici consumatori, rimanendone folgorati. Perché è così: una volta che assaggi un’artigianale, non riesci più a tornare indietro e cominci a desiderare di creare da solo la tua birra ideale. Lo spirito imprenditoriale di Davide e Selena ha fatto il resto. Ed eccoli qui oggi, nel 2019, con una produzione che ha già raggiunto gli 80 ettolitri e che si esprime in due diverse birre, La Garba e La Werra. Da un punto di vista organolettico,
due estremi: La Garba, infatti, è una Pale Ale tutto pasto di ispirazione anglosassone che ha sull’etichetta Monte Lefre e Castel Ivano mentre La Verra (guerra) è una Brown porter con l’immagine del Ponte dell’orco di Ospedaletto, adatta ai dolci o formaggi di malga con una prevalenza di malto, caffè e cioccolato sia come aroma che come gusto. Già da questa prima descrizione, si capisce l’intento del Birrificio degli Arimanni di imbottigliare assieme alla birra anche il territorio dove essa è prodotta, con le sue tradizioni e la sua storia millenaria. Un attaccamento alla dimensione locale che si esprime nei nomi delle birre e nelle etichette, ma anche nel nome del birrificio stesso. Gli Arimanni erano, infatti, i guerrieri Longobardi al servizio dei nobili locali: uomini liberi, che non sottostavano alle leggi feudali e a cui i signori come ricompensa dei servizi prestati in guerra donavano terreni e proprietà. L’obiettivo di dare vita a prodotti legati alla Valsugana ha anche portato Davide e Selena a riscoprire l’eredità dei birrifici trentini di fine ‘800. L’attaccamento convinto al territorio, spiega Davide, muove anche i prossimi obiettivi dell’azienda: “Per ora siamo una brew firm e per scelta ci appoggiamo a un impianto di produzione esterno. Ma l’obiettivo è quello di avere entro il 2019 un nostro impianto e diventare in futuro un vero agri-birrificio, che produce e usa materie prime
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ARTESAN BIRRANTE, LA BIRRA COME PIACE A ME Anche questa è una storia di passione, di idee originali e di voglia di mettersi in gioco per creare qualcosa di nuovo, per creare una birra dal sapore perfetto. È con questi
Birrificio degli Arimanni birra artigianale
obiettivi che Luca Colombari e Michela Giuliani, amanti delle buone birre artigianali, cominciano a mettere le mani in pasta e decidono di sperimentare con lieviti, luppolo, cotte e malto d’orzo… L’obiettivo all’inizio è semplicemente quello di realizzare
una birra che si avvicinasse il più possibile alla loro idea di gusto. Per Luca è anche la naturale prosecuzione di una tradizione di famiglia, visto che lo zio è un “home brewer” convinto e fin da piccolo Luca cresce tra i profumi di mosto d’orzo, frumento e luppolo, guardando lo zio sperimentare ricette nuove e conservare con cura quelle bottiglie col tappo oro, per stapparle assieme ad amici e parenti. Ma il caso vuole che gli esperimenti casalinghi di Luca e Michela riscuotano molto successo tra amici e parenti (gli assaggiatori ufficiali!) e così nel 2016 la coppia si lancia nella prima produzione: Embrumada è la birra di Natale realizzata per il Mercatino di Rovereto. “Una ricetta creata da noi e totalmente da zero – racconta Michela – arricchita di cannella, chiodi di garofano e ginepro, che i visitatori del Mercatino di Natale hanno apprezzato tantissimo… questo ci ha dato la spinta per metterci a fare le cose seriamente”. Partita con l’Embrumada, la beer firm Artesan Birrante si arricchisce poco dopo con l’Ambrata, una birra di stampo belga speziata e robusta, la Bianca, una Blanche con scorze di limone fresco e zenzero e la Chiara, una birra beverina con orzo, frumento e l’aroma erbaceo del luppolo. Birre che “non seguono uno
Luca e Michela, del Birrificio Artesan Birrante
stile particolare o le mode – spiega Michela – ma sono prodotte secondo il nostro gusto. Ogni ricetta è creata procedendo per prove, errori, finché non arriviamo al risultato ricercato”. Oggi Artesan Birrante è anche un pub nel centro di Mori, ma prima Luca e Michela hanno portato le loro birre a bordo di un beertruck, con cui hanno girato tutto il Trentino. Il prossimo traguardo è quello di dotarsi di un impianto di produzione per la birra, in modo da diventare non solo un microbirrificio, ma anche un brewpub a tutti gli effetti. I lavori sono già avviati ed entro il 2020 anche questo obiettivo sarà portato a termine. Nel frattempo, Michela e Luca sono già riusciti a dare alla loro produzione un’impronta ecosostenibile, con l’uso di prodotti ricercati e pregiati, alcuni anche biologici, ma anche applicando i principi dell’economia circolare.
DRINK WORLD, IL TEMPIO DELLA BIRRA ARTIGIANALE La diffusione così larga e capillare del fenomeno “birre artigianali” non sarebbe possibile senza i locali specializzati, che fanno da tramite tra produttore e consumatore finale e hanno un ruolo fondamentale nel far conoscere e apprezzare al grande pubblico birre dai sapori diversi, insoliti, talvolta estremi, spiegandone caratteristiche e tecniche produttive. Raccontare una birra, come è prodotta, perché ha un certo sapore o una certa gradazione non è un compito facile, bisogna essere profondi conoscitori della materia. Come Davide, che da dietro il bancone di Drink World di Mezzolombardo dispensa consigli e racconti sulle oltre cento birre che si possono acquistare e assaggiare nel suo locale. Anche lui si è avvicinato a questo mondo spinto dalla passione. Oggi Drink
IL TUO TERRITORIO... LA TUA LIBERTÀ...
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CASTEL IVANO IN VALSUGANA
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Ricerca, legame con il territorio, sostenibilità. Il Birrificio degli Arimanni è il risultato di un percorso che nasce dalla passione per la birra artigianale, passa attraverso l’amore per il Trentino e per la ricerca dell’eccellenza e si materializza in un prodotto genuino, sorprendente ed innovativo.
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del territorio e a km zero”. Nel frattempo, è in produzione una terza tipologia di birra, che sarà presentata in anteprima nel mese di giugno.
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World, di cui Davide è socio dipendente, è una delle realtà più fornite e specializzate in provincia di Trento, che si compone di un negozio e di uno spazio degustazione dove le birre si possono assaporare e gustare, scoprendo nuovi aromi e sapori sia dal Trentino che da tutto il mondo, da Belgio, Francia, Spagna… Un vero tempio della birra artigianale, dove se si ha la giusta dose di curiosità e passione si può provare una birra nuova alla settimana. “L’idea – racconta Davide – è di creare un punto di riferimento per gli appassionati di birra artigianale, variando ogni mese la selezione di birre proposte in degustazione, per far scoprire nuovi prodotti e sapori con una gamma di birre sempre nuove e diverse: locali, nazionali ed estere”. Vastissimo è l’assortimento di birre in bottiglia, disponibili in più di 100 tipologie differenti, dalle più
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classiche alle più particolari, insolite e sperimentali. Se si è in dubbio su quale scegliere, non c’è problema: Davide è lì apposta per spiegare le caratteristiche di ciascuna birra: aromi, sapori, gradazione, fermentazione, stile… ma anche storia dell’azienda e tecniche produttive. Drink World è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 14 alle 22, mentre il sabato dalle ore 11 alle 19. Sempre aggiornato e sempre in cerca di proporre iniziative interessanti, Davide organizza, negli spazi del Drink World, anche eventi a tema e serate speciali di degustazione di birra artigianale in abbinamento a cibi particolari. L’occasione per passare una serata in compagnia bevendo un ottimo boccale di birra, ma anche per approfondire la conoscenza con il vasto mondo delle birre artigianali e diffondere una cultura della birra di ■ qualità.
Drink World - Beergarden
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di Fabio De Santi
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e la demagogia lusinga le irrealizzabili aspirazioni delle masse, la Themagogia compie l’identica operazione in terreno musicale accarezzando le fantasie di chi vorrebbe rediviva la nostra tradizione cantautoriale più valida e di chi vuole giustificare la sua indulgenza verso la musica contemporanea. Si dice che tradurre è sempre un po’ tradire. Ogni pezzo tradotto qui è un doppio tradimento: verso chi lo ha scritto e verso chi lo canterebbe».Sono queste le parole con le quali il misterioso The André descrive il suo album di debutto “Themagogia. Tradurre, tradire, trappare” che verrà presentato nellive di sabato 11 maggio a Rovereto per lo Spring Food Festival. Dietro la sigla di The André c’è un cantautore senza volto che interpreta con nuovi linguaggi il mondo dell’indie e della trap come se fosse, e non solo per la voce, il Fabrizio De Andrè del terzo millennio. Basti dire che di lui Dori Ghezzi, la compagna di Faber, ha detto: “È bravissimo e intelligente. Ha avuto un’ottima intuizione e la sta esprimendo splendidamente. La sua voce è molto simile a quella di Fabrizio e trovo interessante l’operazione che aiuta a focalizzare meglio i valori espressi nei testi trap, creando anche momenti ironici, ma sempre rispettosi”. Con più di 4 milioni di visualizzazioni sul canale YouTube, The André è diventato presto un fenomeno del webmusicale grazie alle straordinarie versioni di cover d’autore in cui omaggia il grande Maestro immaginando come si sarebbe cimentato ai giorni nostri 82
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THE ANDRÉ RIFÀ FABRIZIO L’11 MAGGIO, A ROVERETO, PER LO SPRING FOOD FESTIVAL, ARRIVA IL MISTERIOSO ARTISTA DI “THEMAGOGIA. TRADURRE, TRADIRE, TRAPPARE” cantando i testi del filone trap.“Themagogia – Tradurre, tradire, trappare” testimonia la seconda fase di questo percorso dove il cantautore ha raccolto i frutti dell’interpretazione dei brani indie e trap
ed ha imparato ad interpretarli creando delle vere e proprie nuove canzoni, traducendone il linguaggio ma mantenendo il suo significato originale. Attorno a questo nuovo concetto di traduzione musicale
nasce la tracklist di “Themagogia” che annovera alcune traduzioni già presentate su YouTube, traduzioni inedite, una nuova rilettura della cover di “Habibi” di Ghali e due inediti. ■
JAMES FERRARO A “MUSICA MACCHINA”
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i chiude con il live “Four Pieces for Mirai “ di James Ferraro, il 15 maggio all’Auditorium Melotti di Rovereto, alle 21, la rassegna Musica Macchina organizzata dal Centro S. Chiara e curata da Marco Segabinazzi. Non è facile condensare in poche righe l’evoluzione di una delle figure più sfuggenti e multiformi dell’elettronica degli ultimi due decenni. Con una produzione sterminata iniziata sotto innumerevoli pseudonimi a metà anni Duemila, proseguendo con il noise ipnotico del progetto The Skaters condiviso con Spencer Clark, fino a una carriera solista che ha visto la stampa musicale attribuirgli l’invenzione di almeno due generi – l’hypnagogic pop e la vaporwave – James Ferraro ha in realtà mostrato una padronanza di stili e forme da far sembrare lo stesso concetto di genere musicale fuori fuoco e superato. Dall’approccio lo-fi al luccicante iperrealismo venato di influenze r’n’b con cui ha raccontato New York e Los Angeles (le città in cui ha vissuto finora), Ferraro ha saputo sviluppare un immaginario estetico estremamente contemporaneo, toccando – tra gli altri – i temi del consumismo e del rapporto con la tecnologia e, con l’album Far Side Virtual nel 2011, illuminando la strada a tutta quella corrente che in vari modi ha declinato l’estetica accelerazionista in campo musicale (da Oneohtrix Point Never a Holly Herndon, ad Amnesia Scanner, per citare solo alcuni nomi). Affascinato da utopie e distopie, James Ferraro ha realizzato nel 2018 il concept album “Four Pieces for Mirai”, primo capitolo di un’epica ambientata in un’oscura era di decadenza tecnologica, che sembra voler restituire la documentazione sonora del declino di una civiltà: sarà questo il materiale di partenza per il live che James Ferraro porterà all’appuntamento finale di Musica Macchina.
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di Fabio De Santi
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er celebrare nel migliore dei modi i loro primi venticinque anni a tutto rock ‘n’ roll e dopo la partecipazione al 69esimo Festival di Sanremo con “I ragazzi stanno bene”, i Negrita hanno deciso di tornare on stage sui palchi di tutta Italia con una serie di concerti nei maggiori teatri italiani e in luoghi di particolare fascino e importanza storica. Fra le tappe del nuovo tour della formazione toscana guidata da Pau anche quella di Trento con il live in cartellone il 12 maggio all’Auditorium S. Chiara organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S.Chiara. Una scelta quella del “25th Anniversary Tour. La Teatrale” che richiama apertamente le date che, nel 2013, li videro protagonisti con 64 sold out consecutivi fra cui anche quello all’Auditorium. Un anniversario del genere, tuttavia, merita qualcosa di più, quindi la band toscana ha deciso di fare le cose in grande, accompagnando i propri fan per tutto il corso del 2019 e mutando il proprio show col passare delle stagioni. La tranche primaverile del tour “La Teatrale” partirà a maggio da Assisi e per dieci serate vedrà i Negrita staccare le spine per calarsi al meglio nell’intimità dei luoghi che visiteranno. In estate, poi, sarà il momento de “La Teatrale Plus”, naturale evoluzione della precedente, in cui il gruppo alternerà brani acustici ed elettrici, in un mix in grado di descriverne al meglio entrambe le anime. Poi giungerà l’autunno, che porterà con sé altri show, altre novità, altra fiesta. “Non sappiamo bene perché – raccontano Pau e compagni - ma più di-
NEGRITA! FRA LE TAPPE DEL NUOVO TOUR DELLA FORMAZIONE TOSCANA GUIDATA DA PAU ANCHE QUELLA DI TRENTO CON IL LIVE IN CARTELLONE IL 12 MAGGIO ventiamo grandi e meno abbiamo voglia di stare a casa. Vogliamo festeggiare tutto l’anno insieme a voi, quindi mettete in valigia abiti adatti a tutte le stagioni. Per l’autunno vogliamo tenervi ancora un po’ sulle spine, ma fidatevi: sarà un party senza fine!”. Lo show teatrale comprenderà tutti i classici dei Negrita, con l’aggiunta di brani che difficilmente, o mai, i nostri hanno eseguito dal vivo in passato, per una scaletta che cambierà per tutto il corso dell’anno. Dopo Sanremo i Negrita hanno pubblicato la raccolta “I ragazzi stanno bene Best
1994 – 2019”con una tracklist fatta di trentadue canzoni fra le quali tre inediti fra cui appunto la traccia che da il titolo al disco. “I tre inediti sono diversi tra loro – hanno spiegato i Negrita in un’intervista rilasciata negli studi di Radio Italia. Noi siamo abbastanza eclettici, abbiamo una curiosità innata, da musicista. Se vedeste le nostre raccolte, scoprireste che siamo musicisti che ascoltano tantissime cose. Purtroppo era inevitabile che alcuni brani siano rimasti fuori. Le tracce non seguono un ordine cronologico. Abbiamo fatto un mix. Ogni
canzone è contraddistinta da un colore che indica l’album di appartenenza.Era essenziale raggruppare i colori della musica e nono solo della grafica”. Nella line up della band da diversi anni anche il funambolico batterista di Trento Cristiano Dalla Pellegrina e proprio sul periodo legato al cambio nella line del vecchio percussionista la band ha raccontato: “Quando il vecchio batterista, 16 anni fa, ha lasciato la band si è aperto un ponte. Abbiamo fatto un viaggio in Sudamerica. Abbiamo raccolto un po’ di stimoli ovunque. Abbiamo mandato cartoline in musica. Il nostro è un percorso singolare: siamo una band italiana che suona in tutto il mondo. Anche per ‘Desert Yacht Club’ dello scorso anno siamo andati nel deserto americano. Il deserto è un luogo fantastico: ti isoli. Il deserto, insieme alla foresta, è un posto dove puoi ritrovare pezzi di te. Poi questi viaggi ci servono per trovare compattezza tra di noi”. Quella compattezza che i Negrita da anni hanno dimostrato di avere anche nella loro dimensione live che li ha fatti diventare una delle più amate rock band italiane. ■ 83
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SOCIALDENT, IL DENTISTA PER TUTTA LA FAMIGLIA A MEZZOLOMBARDO PROFESSIONALITÀ E TECNOLOGIE DI ULTIMA GENERAZIONE PER LA SALUTE E LA BELLEZZA DEI DENTI DI ADULTI E BAMBINI. LA PRIMA VISITA COMPLETA È SENZA IMPEGNO: FISSA SUBITO IL TUO APPUNTAMENTO
ALLA PRIMA VISITA TI PORTA SOCIALDENT! Da oggi Socialdent è a fianco dei suoi pazienti con un servizio in più. Un collegamento in bus navetta che accompagna i residenti di valli e periferie alla loro prima visita presso lo studio dentistico di Mezzolombardo. Attualmente la navetta parte da Borgo Valsugana (passando anche per Levico Terme e Pergine Valsugana) e da Bolzano (con tappe intermedie a Ora e Salorno): per prenotarsi e conoscere giorno e orario basta telefonare allo studio Socialdent comunicando la propria adesione. Per informazioni: 0461 600461 www.socialdentrento.it
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nche i nostri denti si modificano con l’età e l’andare del tempo: cambiano le esigenze di igiene orale e cambiano anche gli eventuali problemi a cui i denti possono andare incontro. L’obiettivo, però, è sempre lo stesso: conservare un sorriso sano e smagliante. Qualunque sia l’esigenza o il tipo di problema, il punto di riferimento è uno solo: Socialdent. Lo studio dentistico di Mezzolombardo, infatti, con il suo team di professionisti specializzati è in grado di rispondere alle necessità di ciascun paziente, avvalendosi di tecniche e strumentazioni di ultima generazione. Oltre a disporre di una strumentazione all’avanguardia tra le più innovative e meno invasive, Socialdent offre anche la possibilità di prenotare una prima visita odontoiatrica approfondita e senza impegno: il futuro paziente ha così la possibilità non solo
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dott. Domenico Alati Direttore sanitario
di appurare lo stato di salute della sua bocca, ma anche di conoscere i medici e la struttura. Socialdent si conferma tra gli studi dentistici più all’avanguardia del Trentino Alto Adige, sia per la preparazione degli specialisti sia per le tecniche utilizzate, che sono all’avanguardia tra le più innovative e meno invasive: la Tac dentale 3D, visualizzando nel dettaglio e in tre dimensioni le caratteristiche strutturali del cavo orale, consente di programmare interventi di implantologia, di individuare malocclusioni e di effettuare una prima visita generale completa e precisa; la laserterapia consente di guarire le malattie parodontali (la comune piorrea) senza ricorrere alla chirurgia tradizionale; gli apparecchi Invisalign® invisibili e non invasivi correggono il cattivo allineamento dei denti, causa non solo di problemi estetici,
ma anche di cattiva masticazione, mal di testa e dolori articolari. I servizi di Socialdent, ovviamente, non finiscono qui, perché lo studio di Mezzolombardo è all’avanguardia in tutti i campi della cura dentale e della prevenzione, sia per adulti che per bambini. La prima visita serve proprio a questo: conoscere il paziente, esaminare caratteristiche e problemi e indicare un piano di trattamenti per risolvere le patologie eventualmente individuate, oppure una serie di appuntamenti per l’igiene orale e la prevenzione, con un preventivo di spesa dettagliato e sicuro. Oltre alle informazioni mediche, lo staff di Socialdent mette anche a disposizione un’ampia gamma di promozioni e convenzioni (vedi box a fianco). Tanti ottimi motivi per prenotare subito una ■ visita per tutta la famiglia!
SCOPRI LE CONVENZIONI Socialdent opera in rapporto continuo con l’Arma dei Carabinieri, le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, l’associazione Acli e quella dei Mutilati e invalidi civili, offrendo tutta una serie di prestazioni agevolate, con sconti rispetto al listino base su molti tipi di intervento (ad esempio impianti, estrazioni dentarie, eccetera). Le convenzioni sono state estese anche a varie assicurazioni e mutue fra cui UniSalute, Mutua Mba e molte altre di sanità integrativa.
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Mezzolombardo (TN) Loc. La Rupe - via Trento, 115-117 t. 0461.600461 www.socialdentrento.it trento@socialdent.it 85
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di Fabio De Santi
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l nome di Massimo Ranieri è entrato ormai da decenni nell’Olimpo dei big della canzone italiana, sia grazie alle sue qualità indiscusse d’interprete, sia per il suo essere artista e uomo sincero, da sempre attento alla gente che gli vuole bene senza alcun atteggiamento da stella presuntuosa come invece capita sempre più di vedere in tanti giovani musicisti di oggi. Ranieri torna a Trento il 23 maggio con lo show, all’Auditorium S. Chiara, alle 21, organizzato da Fiabamusic insieme al Centro S. Chiara. Dopo un tour trionfale, che nel 2018 ha toccato anche gli Stati Uniti ed il Canada, anche il 2019 di Massimo Ranieri sarà nel segno dello spettacolo “Sogno e son desto. 400 volte”proposto in una nuova versione ma sempre con la supervisione di Gualtiero Peirce. Continua così il meraviglioso viaggio dell’istrionico artista, nato a Napoli nel 1951, insieme al
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MASSIMO RANIERI L’INTRAMONTABILE CANTANTE NAPOLETANO, L’ETERNO SCUGNIZZO, TORNA A TRENTO IL 23 MAGGIO CON UN IMPERDIBILE SHOW, ALL’AUDITORIUM suo pubblico in quella che è stata definita come “Una magnifica avventura, sospesa tra il gioco entusiasmante della fantasia e le emozioni più vere della vita”. Resta immutata la formula vincente, con Ranieri interprete dei suoi grandi successi musicali, ma sempre attore e narratore. In questa nuova versione senza perdere di vista il gusto irrinunciabile della tradizione umoristica napoletana e dei colpi di teatro, naturalmente non mancheranno le sorprese. Ma stavolta, soprattutto, Ranieri sarà se stesso ancora di più come evidenziano le note che accompagnano lo spettacolo: “In scena ci sarà un Massimo al 100%, che offrirà al suo pubblico tutto il meglio del suo re pertorio più amato e più prestigioso”. Ad accom pagnarlo un’orchestra format a d a
Max Rosati (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Pierpaolo Ranieri (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (fiati) eStefano Indino (fisarmonica). Durante lo show Massimo Ranieri proporrà alcuni omaggi ad una serie di cantautori ed interpreti della musica italiana ed internazionale come Charles Aznavour, Fabrizio De Andre, e Violeta Parra. In scaletta non mancheranno diversi fra i classici che hanno segnato lacarriera del vocalist partenopeo come “Rose Rosse”, “La vestaglia”, “Mi troverai”, “Resta cu mme” accanto a “Se bruciasse la città”, “Ho bisogno di te”, “Tu si ‘na cosa grande”,“Erba di casa mia”, “La pansè” e “Perdere l’amore”. Ad inizio anno il nome di Massimo Ranieri era stato accostato anche al Festival di Sanremo con un brano inedito regalatogli dal suo Maestro Charles Aznavour. Un’ipotesi che l’artista ed attore ha smentito con decisione in un’intervista al quotidiano La Stampa: “Posso dire di essere arrivato fin qua grazie a Sanremo, il
palco dell’Ariston è benedetto ed al tempo stesso terribile. Lì ho provato sensazioni fortissime. Però ho sempre sostenuto che Sanremo è per i giovani, rappresenta un grande trampolino di lancio, tant’è che ci andai per la prima volta a 17 anni, nel 1968. Io al Festival ho provato abbastanza emozioni, è giusto che adesso le affrontino i giovani”. Oltre le sette note, Massimo Ranieri, pseudonimo di Giovanni Calone, si è fatto amare anche nei panni di attore, conduttore televisivo, doppiatore e regista teatrale. A segnare il suo percorso della sua vita di uomo e di artista il 1966quando, come racconta la biografia dello showman, il pianista Enrico Polito, dopo averlo ascoltato, gli propone un contratto discografico con la Cgd, che lo fa esordire a 15 anni, dapprima con lo pseudonimo Ranieri (nome scelto in quanto già noto alla memoria della gente per il richiamo al principe Ranieri III di Monaco) a cui, dopo le prime incisioni, viene aggiunto il nome di Massimo. ■
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di Sandra Matuella
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a Biblioteca intercomunale Lavis - Terre d’Adige ha aderito a “Maggio dei Libri”, la campagna nazionale nata nel 2011 con l’intenzione di sottolineare il valore sociale dei libri come elemento di crescita personale, culturale e civile: sono tanti gli incontri organizzati presso la Biblioteca stessa, in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis, a partire da venerdì 3 maggio, alle ore 20.30, con la presentazione del libro di Vilma Kaisermann “Selvatica”, edito da Publistampa (2018). In questa occasione, l’autrice dialogherà con Ugo Scala, tra le letture di Clara Kaisermann e gli intermezzi musicali di Cristina Micheletti; giovedì 9 maggio, alle ore 20.30, il musicologo Giusep-
LARGO AL MAGGIO DEI LIBRI TANTI GLI INCONTRI ORGANIZZATI ALLA BIBLIOTECA DI LAVIS, IN COLLABORAZIONE CON LA LIBRERIA LA PULCE D’ACQUA, A PARTIRE DA VENERDÌ 3 MAGGIO pe Calliari presenta “Giostra primavera”, il nuovo libro di Alessandro Tamburini pubblicato da Pequod (2018). Domenica 12 maggio, alle 18, c’è la presentazione del libro di Andrea Vitali “Certe
fortune: i casi del maresciallo Ernesto Maccadò”, (Garzanti, 2019): Fausta Slanzi dialoga con l’autore, poi ci sarà il buffet seguito, alle 20.30, all’Auditorium comunale, dallo spettacolo “Pia-
noforte vendesi”, tratto dal libro di Andrea Vitali per la regia di Raffaele Latagliata, con Adriano Evangelisti, e in collaborazione con la Fondazione Aida. Sabato 18 maggio, alle ore
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n attesa di rivelare altri protagonisti nella sua nuova formula “off” il festival “Distretto 38” punta sull’elettronica degli Amnesia Scanner il duo formato dai musicisti finlandesi Ville Haimala e Martti Kalliala. Gli Amnesia Scanner porteranno la furia electro del loro album di debutto “Another Life” giovedì 16 maggio, alle 21, al Teatro Sanbàpolis. Giunto al quarto anno di vita “Distretto 38”, organizzato dal Centro S. Chiara e curato da Alberto Campo, si discosta momentaneamente dalla dimensione tradizionale del festival, senza abdicare all’intenzione di esplorare il suono elettronico contemporaneo. Deriva da queste premesse la nuova versione “off” nella quale vengono sviluppati in singoli eventi i contenuti tipici della manifestazione, abbracciando sia la sfera del clubbing sia gli orizzonti della ricerca d’avanguardia e alternando nel programma concerti, performance, dj set e occasioni di analisi critica. A rappresentare il fenomeno nel primo degli appuntamenti proposti da “Distretto 38” sono lo statunitense James Ferraro, che anticipando lo show conclusivo della rassegna “Musica Macchina”, in cartellone mercoledì 15 maggio al Melotti di Rovereto, dialoga sull’argomento nel pomeriggio dello stesso giorno, alle 18, nella sala multimediale della Biblioteca Civica della Città della Quercia, con il giornalista Federico Sardo e proprio con gli Amnesia Scanner. I due musicisti finnici sono considerati i massimi esponenti del filone accelerazionista su scala musicale: fama rafforzata l’estate scorsa dall’album
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“Another Life”, dove la dialettica fra l’uomo e le tecnologie digitali è condotta alle conseguenze estreme. Una radicalità d’intenti espressa compiutamente nello spettacolo audiovisivo che proporranno al teatro Sanbàpolis preceduto dalla performance “Exland” dei torinesi Spime.im. “Modo Antiquo” Finlandesi ma di stanza a Berlino, Ville Haimala e Martti Kalliala hanno stregato la critica con il loro Ep di debutto confermando le loro qualità. Il titolo “Un’altra vita “allude alla dialettica uomo/macchina, divenuta molto più serrata con l’avvento del digitale. Amnesia Scanner
trentinopanorama Andrea Vitali
14.30, c’è la lettura animata del libro di Federica Giulia Marchi “La grande ruota”, (Curcu Genovese, 2018), rivolto ai bambini dai 6 agli 11 anni, mentre lunedì 27 maggio, alle ore 20.30, si parlerà di “Sicurezza”, il libro di Michele Nardelli e Mauro Cereghini pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova. Venerdì 31 maggio, alle 20.30, Carlo Curcio presenta il libro del regista e drammaturgo Rocco Sestito “Angeli incerti” per le Edizioni del Faro, con le letture di Vito Catanzaro. La rassegna “Maggio dei Libri” è nata con l’intento di promuovere i libri anche in contesti diversi da quelli tradizionali, per incuriosire e per invitare ulteriormente alla lettura, così la Biblioteca trentina ha organizzato incontri letterari insieme a diverse associazioni di Lavis: lunedì 6 maggio, alle 20,30, l’associazione Diffusione Yoga presenta il libro di Yogananda Paramhansa: “Autobiogra-
fia di uno Yogi” (Astrolabio, 2016). Lunedì 13 maggio, alle 20.30, in Biblioteca c’è la presentazione del libro “Le parole del castello: nomenclatura castellana” a cura di Luigi Maglio e Domenico Taddei, a cura dell’Istituto italiano dei castelli. Venerdì 17 maggio, alle 20.30, c’è la presentazione del libro di Enrico Menestrina “Trento in 50 passi: escursioni a piedi nei dintorni di Trento” (Curcu Genovese, 2018) a cura dell’Associazione SAT Lavis, mentre giovedì 23 maggio alle 20.30 si parlerà del libro di Ischia Marco e Carlo Refatti Presena, “1915-1918: la guerra sul ghiaccio: le memorie di Carlo de Cles, primo tenente dei Kaiserschützen”, a cura dell’Associazione culturale Pontavisio (Comitato storico Ludwig Riccabona, 2018). Il 5 giugno, alle 20.30, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, Massimiliano Pilati dialoga con Marco Ianes, autore del libro “Il nuovo mondo” (Albatros Il Filo, 2018) a cura dell’Associazione culturale Lavistaperta, che propone anche l’appuntamento conclusivo del “Maggio dei Libri” a Lavis, domenica 26 maggio, alle 16, nel Parco urbano, con la presentazione del libro di Maria Luisa Clerico “L’avez del prinzep e l’incantesimo dei folletti del bosco”. ■ 89
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di Lara Deflorian
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inale imperdibile, quello della danza a Rovereto organizzato dal Centro Culturale S. Chiara che prevede il 3 maggio, in collaborazione con il Festival Settenovecento e l’Associazione Filarmonica di Rovereto, lo spettacolo V N Serenade con la musica eseguita dal vivo dall’Orchestra Filarmonica Settenovecento. In questa occasione, e per la prima volta dalla riapertura del teatro Zandonai, l’orchestra suonerà in buca, nel cosiddetto “golfo mistico”, ed eseguirà il dittico composto dalla Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) di Arnold Schönberg e dalla Serenata in do maggiore per archi op. 48 di P. I. Ciaikovski. Lo spettacolo porta la firma della danzatrice, performer e coreografa Cristina Kristal Rizzo, già fondatrice di Kinkaleri formatasi alla Martha Graham School of Contemporary di New York e agli studi di Merce Cunningham e Trisha Brown. Con base a Firenze Rizzo porta avanti un suo percorso di ricerca e nel 2017, in occasione della creazione V N Serenade, affronta il rapporto tra danza e composizione musicale, emancipando le potenzialità espressive del corpo, l’eleganza del gesto, la reversibilità che intercorre nello spazio tra impulso e decisione, tra determinazione e imprevisto in cui l’umano si esperisce come puro potenziale. In scena vedremo 10 danzatori e la stessa coreografa impegnati in due creazioni astratte e se nel pezzo di Schönberg è protagonista una danza viscerale, un susseguirsi di duetti in cui è l’istinto del corpo nell’ascolto musicale a prevalere sul concetto, a disegnare l’immagine dina90
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“V N SERENADE” FINALE IMPERDIBILE PER LA DANZA. A ROVERETO, IL 3 MAGGIO, IN COLLABORAZIONE CON IL FESTIVAL SETTENOVECENTO E L’ASSOCIAZIONE FILARMONICA mica del gesto artistico, nella serenata di Ciaikovski, ispirata al balletto originale che Balanchine creò nel 1934 per gli studenti della Scuola dell’American Ballet Theatre, si percepisce un rapporto più diretto con la forma coreografica dove tutto procede a coinvolgere in un unico istante i processi del pensiero, senza più distinzione
tra materia e forma. “Si è al cospetto di immagini - ha commentato la critica - che, confrontandosi con la partitura musicale, non ne sono semplicemente commento o narrazione visiva ma, nel loro crescendo dinamico, nell’alternanza delle linee e delle forme disegnate nello spazio, nonché nella variazione e reiterazione dei ge-
sti, movimenti e traiettorie, diventano mirabilmente un tutt’uno con essa.” Le luci di Carlo Cerri sono un elemento organico della creazione e i costumi di Laura Dondoli sono pensati come abiti che non chiudono il corpo né lo disegnano, ma contribuiscono cromaticamente all’equilibrio dell’intera visione. ■
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hanks for vaselina” è lo spettacolo di chiusura della rassegna “Altre tendenze” del Centro Santa Chiara, in scena l’8 maggio all’Auditorium Melotti di Rovereto, alle ore 21. Questo lavoro è proposto dalla Carrozzeria Orfeo, gruppo tra i più affermati del teatro contemporaneo italiano, apprezzato anche dalla critica teatrale per i toni crudi, taglienti e, insieme, energici e privi di retorica, con cui solitamente affronta
i temi più scomodi dell’attualità. La regia è di gruppo ed è firmata da Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, mentre la storia originale è del drammaturgo Gabriele Di Luca: “Gli Stati Uniti d’America, con il sostegno dei paesi alleati, hanno deciso di bombardare il Messico, distruggendo tutte le piantagioni di droga e classificando le vittime come “effetti collaterali”, con il pretesto di “espor-
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ieccoci con Sonia di Fiori Incanto. Ne abbiamo parlato nello scorso numero, ma ci ritorniamo volentieri per sottolineare un paio di caratteristiche di questa splendida attività di cui forse non abbiamo dato abbastanza risalto. Condensiamo il tutto in due parole. La prima è “sostenibilità”. Sonia De Tomas aborre la plastica. Già da anni non usa cellophane o simili per incartare le sue magnifiche composizioni floreali. Carta, stoffa, iuta. Tutto ma non quella roba lì, insomma. La seconda parola è “stagionalità”. Forse non tutti sanno che anche nel commercio dei fiori – così come in quello della frutta – si è verificata questa degenerazione della a-stagionalità. Che significa? Che se tu vuoi quel fiore lo puoi avere anche se non è la sua stagione. Magari te lo fanno
Foto di Joe Vettori Photography
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STAGIONALITÀ E SOSTENIBILITÀ DA FIORI INCANTO DI SONIA DE TOMAS I FIORI SONO SEMPRE FRESCHI E DI STAGIONE arrivare da in capo al mondo (spargendo nell’aria un bel po’ di co2), ma te lo danno. Sonia ha detto no. E lo ha fatto con il suo inconfondibile stile. Ad esempio stringendo un accordo con alcune coltivatrici della zona per poter offrire ai propri clienti
la naturalezza e la semplicità dei fiori di campo appena raccolti. E le orchidee sono solo italiane… Non ci credete? Andate a trovarla a Pergine in Viale Venezia e verificate di persona. Al tatto e, soprattutto, all’olfatto. ■
INFO FIORI INCANTO viale Venezia 43 Pergine Valsugana Tel. 0461.534952 fioriincanto@gmail.com
tare” la propria democrazia – spiega l’autore - In questo contesto, due uomini, ognuno alle prese con i rispettivi disagi personali e sociali, decidono di tentare il colpo della vita: invertire il normale andamento della Marijuana, esportandola dall’Italia al Messico. A loro si aggregano due donne, anch’esse con non pochi problemi alle spalle da affrontare, per un viaggio tragicomico”. Quanto a “Thanks for vaselina” “è un titolo allusivo, un omaggio all’unguento che consente il trasporto illegale di droghe oltre frontiera, in “valigie” molto intime”. Così tra spacciatori, donne obese, insicure o vittime del gioco, questo lavoro porta in scena le storie di persone sconfitte, rifiutate e di identità fallimentari. Per la Carrozzeria Orfeo queste storie costituiscono l’occasione per osservare la realtà alla luce delle diversità, diversità accomunate tutte dal fatto di essere in cerca di amore: “Sono incredibili tutti i modi che Dio ci ha regalato per sentire l’amore. Tutti questi intrecci, queste possibilità, le combinazioni. Ognuno con il suo corpo diverso, il suo cuore diverso. Come certi insetti che lottano dentro ai muri e cercano ogni fessura possibile per trovare la luce. L’amore. Attraverso le crepe. Questa lotta è la parte migliore della vita”. Sandra Matuella
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trentinosport
di Nicola Tomasi
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al 29 maggio al 1 giugno il Trentino diventa palcoscenico per le decisive tappe finali del 102° Giro d’Italia. Dopo Gavia e Mortirolo ripartenza da Commezzadura in val di Sole il 29 maggio. Si arriva a San Martino di Castrozza il 31 maggio e il 1 giugno i passaggi della carovana su Manghen e Rolle nel tappone dolomitico. Comitati di tappa già al lavoro sul programma degli eventi di contorno Per tre giornate, il 29 maggio con la partenza di tappa da Commezzadura in Val di Sole, il 31 maggio con l’arrivo di tappa a San Martino di Castrozza e poi il 1 giugno con le decisive ascese di Passo Manghen e Passo Rolle nel corso dell’impressionante tappone dolomitico di oltre 5000 m complessivi di dislivello, il nostro territorio sarà anco-
SI ARRIVA A SAN MARTINO DI CASTROZZA IL 31 MAGGIO E IL 1 GIUGNO I PASSAGGI DELLA CAROVANA SU MANGHEN E ROLLE NEL TAPPONE ra una volta sotto i riflettori delle telecamere che rilanceranno le immagini della gara in tutto il mondo. Che il Giro sia una eccezionale macchina mediatica è risaputo e la conferma è nei dati, di assoluto rilievo, registrati nell’edizione 2018. Oltre 2000 i giornalisti accreditati in rappresentanza di 900 testate internazionali
(tra cui anche alcune delle più importanti televisioni mondiali come BBC e CNN, agenzie come Reuters, Associated Press e la France Presse e quotidiani di livello del Times di Londra che hanno coperto l’evento quotidianamente), nazionali e locali. Le immagini della corsa sono state distribuite in 198
paesi e seguite da oltre 800 milioni di telespettatori. La copertura relativa all’Italia (RAI + Eurosport) ha fatto registrare una media giornaliera di ascolto di 2 milioni e 33 mila telespettatori, mentre il record di ascolti TV del Giro 2018 si è registrato con l’arrivo allo Zoncolan: la salita finale è stata seguita da 3.255.634 tele-
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31 MAGGIO e 1° GIUGNO
SAN MARTINO ARBITRO DEL “GIRO”
IL GIRO D’ITALIA ARRIVA A SAN MARTINO DI CASTROZZA 92
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trentinosport spettatori con uno share del 25%. La Web Community del Giro conta invece oltre 2.800.000 followers attivi sui canali social. LE TAPPE TRENTINE Mercoledì 29 maggio TAPPA N.17 COMMEZZADURA (TN) – ANTERSELVA (BZ) - 180 km Dopo la tappa alpina più faticosa di questo Giro che porterà i concorrenti in vetta a salite storiche come il Gavia (Cima Coppi del 101° Giro) e il Mortirolo dal versante di Mazzo di Valtellina, la gara riparte dal Trentino. E ricomincia da Commezzadura eletta a simbolo della forte volontà di questa valle di recuperare una completa normalità dopo la drammatica e luttuosa alluvione di acqua e fango che ha colpito la vicina Dimaro lo scorso 29 ottobre. Inizialmente in leggera discesa lungo la Val di Sole i territori dell’Alta Val di Non fino al Passo della Mendola. Qui la carovana rosa uscirà dal territorio trentino per scendere verso Bolzano e quindi risalire la Valle dell’Isarco fino a Bressanone ed entrare successivamente in Val Pusteria. Qui attendono i ciclisti le salite di Naz e Terento prima della lunga salita finale fino allo Stadio del Biathlon di Anterselva. Venerdì 31 maggio TA P PA N .19 T RE V ISO – SAN MARTINO DI CASTROZZA (TN) - 151 km Due giorni dopo il Giro farà ritorno in Trentino per il gran finale di una tappa breve, ma con arrivo in salita a San Martino di Castrozza, per la terza volta nella sua storia arrivo della corsa rosa. Una tappa piuttosto movimentata nella prima parte, ma non durissima e che include le salite del Montello e lo strappo del Passo San Boldo prima dell’ascesa finale risalendo tutta la valle di Primiero. Un arrivo in
salita ma che non presenta pendenze impossibili, per una tappa adatta a passisti scalatori. Di certo nulla di confrontabile con quanto attenderà i ciclisti il giorno successivo. Sabato 1 giugno TAPPA N. 20 FELTRE (BL) – CROCE D’AUNE – MONTE AVENA (BL) - 193 KM Alla vigilia della cronometro finale di Verona un tappone dolomitico in grado di capovolgere ogni pronostico e sconvolgere la classifica. I numeri di questa 20a tappa sono da brividi: oltre 5000 m di dislivello e Trentino di nuovo protagonista e decisivo per definire la classifica finale. Dopo soli 32 chilometri dalla partenza da Feltre la prima salita di Cima Campo, poi una volta scesi attraverso il Tesino in Valsugana si sale ancora più alti fino ai 2000 di Passo Manghen e successivamente si affronta il Passo Rolle, con salite lunghe di oltre 15 km e in parte con pendenze oltre il 10-12% prima della salita finale di Croce d’AuneMonte Avena, ultimo arrivo in salita del Giro 2019. Anche in questa tappa il Giro d’Italia attraverserà le zone del Trentino che portano ancora evidenti le tracce dei danni al patrimonio forestale causati dell’eccezionale evento meteo del 29 ottobre scorso. PILLOLE DI STORIA ROSA San Martino di Castrozza sarà per la terza volta sede di arrivo della Corsa Rosa, dopo le tappe del 1982 (nel secondo Giro vinto da Bernard Hinault, successo di tappa dello spagnolo Vicente Belda) e del 2009, quando a imporsi fu Stefano Garzelli nel Giro vinto dall’abruzzese Danilo Di Luca, poi privato dal successo, a favore del russo Dennis Menchov, in seguito alla sua prima squalifica per doping. ■
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trentinopanorama Roberto Cominati
di Daniele Valersi
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i conclude in questo mese la stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, una chiusura in grande stile, con autentici fuoriclasse e programmi di successo garantito. Per la serata dell’8 maggio sale sul podio Michele Mariotti, entrato ormai nell’Olimpo della scena internazionale, nominato “Best Conductor” agli International Opera Awards 2019, al quale si affianca Roberto Cominati, pianista affermato ai massimi livelli, vincitore del premio Busoni all’età di ventiquattro anni. In programma il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 op. 58 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 4 di Anton Bruckner. Composto tra il 1805 e il
ORCHESTRA «HAYDN» PER LA COMPAGINE ORCHESTRALE REGIONALE DUE ULTIMI CONCERTI, CON STRAORDINARI INTERPRETI, L’8 E IL 29 MAGGIO 1806, mentre l’autore stava lavorando anche alla Quinta sinfonia, alla prima versione del Fidelio e al Concerto per violino, il Quarto Concerto fu commentato in un articolo della Allgemeine Musikali-
sche Zeitung (maggio 1809) come “il più ammirevole, il più singolare, il più artistico e difficile di tutti quelli che Beethoven ha scritto”. Tra tutte le sinfonie di Bruckner, la Quarta Sinfo-
nia è l’unica ad avere un titolo, quello di “Romantica”. Su consiglio dei suoi amici il compositore fornì anche delle indicazioni programmatiche per i vari movimenti della sinfonia: una città me-
VIA AL QUARANTOTTESIMO FESTIVAL DI MUSICA SACRA
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l Festival di Musica Sacra, evento unico nel panorama nazionale per il gran numero dei soggetti coinvolti e per la ricchezza della programmazione, giunge quest’anno alla sua 48a edizione con nuclei tematici di grande interesse, che guardano a una grande tradizione come pure alle espressioni artistiche del tempo presente. Grande spazio trovano gli artisti locali, che in questo contesto trovano un momento di particolare valorizzazione, non mancano nemmeno melense di rinomanza internazionale, a dare ulteriore prestigio alla locandina. Numerosi gli appuntamenti del mese in Trentino: la liturgia dei defunti vi è presente in diverse occorrenze, tessendo in tal modo un collegamento con l’edizione precedente: il Requiem di Antonio Lotti a Borgo Valsugana, mondo cattolico e mondo protestante a confronto mediante la rara partitura con orchestra di fiati di Johann Simon Mayr (a Trento e ad Ala) e l’adattamento del celebre Requiem Tedesco di Brahms a S. Michele all’Adige e a Trento. L’Ensemble Arco Antiqua propone un accostamento tra il badiota Giovanni Battista Runcher e il napoletano Pasquale Cafaro, noto operista la cui produzione sacra è invece praticamente sconosciuta. Il calendario del festival si avvale anche di relazioni con numerose realtà come il Festival Effetti Corali (di recentissima fondazione), al quale si deve un innovativo progetto che fonde il colto con il popolare, attraversando il confine tra sacro e profano nella rilettura della “Buona Novella” di Fabrizio De Andrè (nel ventennale della scomparsa) e nella prima assoluta di “Visioni”, pagina per coro misto
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e ottoni del bolzanino Arnaldo De Felice su testi di Aldo Moro (lettera a Papa Giovanni). Anche Musik und Kirche è tra i partner del festival, come pure Trento Musicantica, l’Associazione Organistica trentina “R. Lunelli” (per la presentazione-concerto del volume “L’opera organistica di Laurence Feininger”), l’Associazione Hortus Artieri per un abbinamento con le arti figurative (una mostra in Piazza Duomo a Trento). L’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento si presenta con le Sonate da chiesa di Mozart, programma interamente strumentale; di grande interesse l’esecuzione di opere di Biber, Fischer e Schmelzer da parte dal Fidicinium Ensemble. Non possono mancare le due massime istituzioni didattiche, i conservatori di Bolzano e di Trento che coprono diversi appuntamenti; ai cori del conservatorio “Bonporti” e del liceo musicale coreutico è affidato il primo appuntamento del mese (3 maggio) nella chiesa di Zambana, stesso giorno del primo concerto di Arco Antiqua Ensemble (Arco, chiesa luterana). (D.V.)
Ensemble Arco Antiqua
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Ivan Krpan
dievale all’alba, il richiamo delle trombe, il galoppo dei cavalieri nella foresta (primo movimento); una marcia funebre per il secondo, una caccia seguita dal pranzo dei cacciatori (terzo movimento), una festa popolare nel quarto movimento, ma quest’ultimo fu in seguito completamente rifatto. Non poche furono le revisioni e le modifiche apportate alla Quarta Sinfonia (alcune delle quali anche estranee alla volontà dell’autore), le quali non mancarono di disorientare gli esecutori; fu solo con l’edizione critica di Leopold Nowak (1953) che venne fatta chiarezza nell’intrico dei rifacimenti. Il compositore Giacomo Manzoni fornisce una chiave di lettura attendibile per la musica di Bruckner: “N elle sue partiture s i n fo n i c h e il tempo a volte sembra arrestarsi nel-
la contemplazione, come se volesse tornare all’armonia della natura, all’infinita armonia dell’universo: primo e secondo tema, esposizione e sviluppo, tutto si fonde in un vasto affresco sonoro dove non c’è più lotta ma solo adorazione e fede, olocausto di gioie e di dolore umani all’Ente supremo”. Per il concerto conclusivo del 29 maggio, Min Chung dirigerà l’orchestra regionale e solista al pianoforte sarà Ivan Krpan, vincitore della più recente edizione del “Busoni”. Sono in programma l’Ouverture da “Le nozze di Figaro” e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 20 K466 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Settima Sinfonia (op. 92 ) di Ludwig van Beethoven. Figlio d’arte (del celebre direttore Myun-whun Chung), nato a Saarbrücken (D), Min Chung si è trasferito giovanissimo a Parigi dove ha studiato contrabbasso, violino e pianoforte. In Corea del Sud ha frequentato la Seoul National University, ha debuttato come direttore d’orchestra nel 2007 a Busan, con l’Aloysius Symphony Orchestra (formata principalmente da musicisti provenienti da ambienti svantaggiati); con la stessa orchestra ha tenuto un trionfale concerto al Carnegie Hall (a New York), ripetuto poi al Suntory Hall (Tokyo) e al Seoul Arts Center nel 2012. Tra le numerose formazioni orchestrali del massimo rilievo ha diretto anche la Wiener Kammerorchester in Austria, Hangzhou Philharmonic in Cina e l’Orchestra Nazionale della RAI. Nato a Zagabria nel 1997, Ivan Krpan ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di sei anni sotto la guida di Renata Strojin Richter. Ha proseguito gli studi con Ruben Dalibaltayan presso l’Accademia di Musica di Zagabria; oltre al “Busoni” di Bolzano ha vinto diversi premi in concorsi pianistici internazionali. ■ Min Chung
“Palazzi Aperti I Municipi del Trentino per i beni culturali” Anno 2019 Olle Valsugana: una storia nascosta
Venerdì 17 maggio ore 20.30 – Teatro di Olle Franco Gioppi, Ritratto di un paese Sabato 18 maggio (ritrovo all’ingresso del paese – via Molinari) ore 14.30 – visita guidate alla Fucina Tognolli e a Casa Andriollo Piccolo aperitivo ore 17.30 – inaugurazione della mostra Mostra Olle al femminile Casa Andriollo Sabato 18 maggio: 14.00 – 19.00 Domenica 19 maggio: 14.30 – 18.30 Entrata gratuita COMUNE DI BORGO VALSUGANA
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Informazioni: Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana Tel. 0461 754052 borgo.valsugana@biblio.infotn.it
Biblioteca comunale di Borgo Valsugana Tel. 0461 754052 – borgo.valsugana@bi blio.infotn.it
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di Fabio De Santi
FESTIVAL DELL’ECONOMIA Enrico Letta
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i lega ad un tema di strettissima attualità come quello di “Globalizzazione, nazionalismo e rappresentanza” il filo conduttore della 14a edizione Festival dell’Economia 2019, che si terrà a Trento dal 30 maggio al 2 giugno. Un evento entrato ormai nella storia recente del capoluogo che nelle quattro giornate del Festival dell’Economia si colora di giallo con una serie di appuntamenti che segnano la vita del capoluogo con ospiti legati al mondo dell’economia di rilievo internazionale ed italiano. Il Festival che ha da sempre il suo punto di riferimento nel suo direttore scientifico Tito Boeri, prevede una sessantina di incontri, tra lecture, dialoghi, proiezioni cinematografiche, dibattiti a partire dai libri pubblicati negli ultimi mesi. Ci sarà un’anteprima giovedì 23 maggio alle 15 presso l’Associazione della Stampa Estera di Roma dove Guido Tabellini presenterà i risultati di ricerca volta a capire quanto diverse siano le opinioni degli europei su questioni di interesse comune, fornendo informazioni molto utili per interpretare il voto europeo della dome96
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“GLOBALIZZAZIONE, NAZIONALISMO E RAPPRESENTANZA” IL FILO CONDUTTORE DELLA QUATTORDICESIMA EDIZIONE, A TRENTO DAL 30 MAGGIO AL 2 GIUGNO nica successiva. Giovedì 30 maggio, alle 16.30, apre il Festival, dopo la tradizionale inaugurazione, la lecture del professor James Robinson, dell’Università di Chicago, che, introdotto da Tito Boeri, risponderà alla domanda “Cosa si può fare del populismo?”. Alle 18.30 Alberto Alesina, dell’Harvard University, rifletterà sul rapporto fra immigrazione e stato sociale comparando fatti con percezioni diffuse. Alle 21, nello spazio del Teatro Sociale. Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, si addentrerà nel
James Robinson
rapporto fra istituzioni politiche nazionali, macchina dello Stato e mercato globale. Fra gli appuntamenti di venerdì 31, alle 10, Enrico Letta e Ilvo Diamanti analizzeranno i nuovi scenari che saranno determinati dai risultati delle elezioni europee, fra nazionalismo ed integrazione economica. Alle 11, la professoressa Hilary Hoynes dell’Università di Berkeley, affronterà il tema, molto attuale, del reddito universale di base inaugurando la serie delle lectures dedicate alla memoria di Alan Krueger, il grande economista presente a numerose edizioni del festival, scomparso un mese fa. Nel pomeriggio Jan Zielonka, dell’Università di Oxford, si occuperà degli errori delle élite alle origini del sovranismo e Cas Mudde delle cause dell’ascesa del populismo, mentre la sera, alle 21, il Festival ricorderà Antonio Megalizzi, il giornalista trentino rimasto vittima di un attentato terroristico a Strasburgo. Come sempre il Festival dell’Economia non vive solo nelle sedi che ospitano le molteplici conferenze
ed i dibatti, ma coinvolge anche le piazze e le vie del centro storico di Trento, con numerose e variegate attività, molto apprezzate dal popolo dello Scoiattolo. Ad esempio, Piazza Duomo, cuore pulsante del centro storico di Trento, sarà animata dalla consueta ed apprezzata libreria del Festival, aperta dal 30 maggio al 2 giugno con orario continuato dalle 10 alle 22. Nella piazza ci saranno, inoltre, le postazioni di Rai Radio 1 e Radio 3, l’Infopoint del Festival ed un maxischermo, che permetterà di seguire in diretta i principali eventi. ■
Sabino Cassese
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al 13 aprile sono di nuovo visitabili con guida Castel Valer a Tassullo (più di mille anni di storia e arte racchiusi in uno dei manieri meglio conservati delle Alpi) ed il vicino Castel Nanno, che ha aperto i battenti per la prima volta l’anno scorso. I due gioielli del Comune di Ville d’Anaunia sono visitabili al sabato e alla domenica (solo con visite guidate e ad orari stabiliti) fino al 30 giugno, mentre dal 1° luglio l’apertura sarà giornaliera. La visita guidata dura 60 minuti e per poter accedere al castello è necessario acquistare il proprio biglietto presso la biglietteria organizzata nello splendido Palazzo C. A. Pilati nella piazza centrale del paese di Tassullo. Ogni domenica la visita delle ore 11.30 è dedicata alle famiglie. Il percorso, con-
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AL VIA LA “STAGIONE DEI CASTELLI” IN VAL DI NON DA APRILE A NOVEMBRE È POSSIBILE ENTRARE IN VIA ESCLUSIVA IN UN PATRIMONIO DI CASTELLI PRIVATI SOLITAMENTE CHIUSI AL PUBBLICO sigliato per bambini dai 4 ai 12 anni, sarà articolato come una vera e propria caccia all’indizio. Cartina alla mano, i piccoli ospiti dovranno cercare i particolari raccontati, attraverso indizi storici, dalla guida che, alla fine, li incoronerà e li investirà di uno degli stemmi delle varie famiglie nobiliari rappresentati nel
celebre salone degli stemmi del castello. Dall’8 giugno poi arriva la grande novità 2019: le aperture straordinarie di Castel Coredo e Palazzo Nero con due visite guidate al giorno in compagnia di personale esperto. Un affascinante percorso di scoperta di Coredo, uno dei borghi più antichi della Val di
Non, scrigno di arte e storia come i processi alle streghe avvenuti tra il 1613 e il 1614 proprio a Palazzo Nero. ■ Per informazioni sul calendario e prenotazioni di tutti i 4 castelli: www.castellivaldinon.it APT Val di Non tel. 0463 830133.
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“INCIDERE IL MONDO”: DAL TORCHIO ALLA MODERNITÀ
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antica e sapiente tecnica dell’incisione, così come l’abbiamo sempre conosciuta, oggi è in via di estinzione. Per due motivi: da una parte la difficoltà
da parte degli artisti odierni nell’affrontare un’operazione altamente professionalizzante e ricca di saperi e, dall’altra, l’affermarsi di tecniche legate all’intelligenza artificiale che giocano sull’immediatezza e sulla velocità. Chi sa usare ancora il torchio? chi conosce l’uso degli acidi, delle lastre? Chi sa premere quel tanto che basta per ottenere chiaroscuri, ombreggiature, temperature dei toni e dei colori? Non è un caso che la parola “torchio” sia utilizzata sia dall’arte incisoria che, da tempi immemorabili, dalla cultura vitivinicola. Torchiare: comprimere, spremere. Nel torchio trova la sua
ASTA BENEFICA A FAVORE DELLA LIFC
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l prossimo 4 maggio – alle 10 – è prevista un’asta benefica al Grand Hotel Trento in piazza Dante, 20, a favore della LIFC (Lega italiana fibrosi cistica). Ogni artista partecipante ha donato un’opera a favore di quest’iniziativa, come era già accaduto nel maggio del 2016. In questa occasione gli artisti presenti sono: Gianni Anderle, Martina Angarano, Matteo Boato, Adalberto Borioli, Mauro Cappelletti, Barbara Cappello, Silvio Cattani, Rober to Codroico, Giorgio Conta, Elena Fia Fozzer, Ivo Fruet, Alessandro Goio, Rudolf Haas, Francesca Libardoni, Valentina Niccolini, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Cassia Raad, Paolo Tomio e Pietro Verdini. Vi è quindi la possibilità di acquisire ad una cifra di partenza, anche bassissima, un’opera di un’artista di fama nazionale o anche internazionale. L’asta vuole anche ricordare il pediatra dott. Paolo Pancheri che per molti anni ha seguito gli ammalati di fibrosi cistica ed è scomparso nel periodo di Natale del 2017.
origine anche il termine enogastronomico tedesco törggelen, l’usanza culinaria autunnale diffusa nei masi del Sudtirolo, soprattutto in val d’Isarco e nel Burgraviato, dell’andare a
parlare anche di “alchimisti”. L’artista è un alchimista: lo
mangiare le castagne accompagnate dalla stappatura del
accomunano a quest’ultimo le molteplici conoscenze che
vino novello. L’artista che “torchia” è accomunato quindi
gli consentono di pervenire alla mutazione della materia
al sapiente vinaiolo che spreme gli acini: in entrambi i casi
(del segno) e, nel percorso, di distruggere il concetto di
l’esito è una mutazione, una metamorfosi della materia.
tempo, allargando invece quello di spazio. Chi si immerge
E quando ci troviamo di fronte a persone che, attraverso
nell’incisione si trova ad operare in una dimensione altra,
tradizioni secolari se non millenarie, riescono a modificare
diversa, separata. L’immersione è totale, fisica e psichica.
e trasformare la natura delle cose, ecco allora possiamo
L’utilizzo del corpo, dei muscoli e dei gesti è difficile da capire per chi è estraneo all’ambiente di chi incide. Osservare un artista mentre incide è come assistere ad una danza sufi: le ombre si rischiarano e un alone di spiritualità laica prende e cattura l’anima di questi costruttori di mondi. Anche nel mondo dell’arte, come in quello alchemico, si parla di processi di depurazione, frantumazione, evaporazione, sublimazione verso l’individuazione e la cattura della quintessenza. Il risultato non è mai lo stesso e il cambiamento personale è notevole. L’artista sommo infatti non è tanto colui che infrange le regole, quando colui che varia la consuetudine. E i fogli che escono dal torchio sono la dimostrazione della possibilità di seguire la tradizione
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trentinomostre millenaria e nello stesso tempo elaborare ricerche e soluzioni individuali e innovative. Oggi l’incisione trova un’ulteriore collocazione all’interno dei processi di intelligenza artificiale. Al torchio si sostituisce la macchina, l’idea fisica e manuale è delegata ad una matrice elaborata da un software. L’uomo è esautorato, il prodotto finale è figlio di un processo automatico. Entriamo in un’altra dimensione concettuale, l’arte sta proseguendo su strade inedite tutte da esplorare, di cui non conosciamo ancora la portata e le ricadute sulla creatività umana. È il destino dell’arte? Il nuovo alchimista è il programmatore di software? Idee stimolanti, vie da arrischiare. L’arte del domani è già iniziata e non è di certo quella relegata alla comunicazione social (instagram, facebook, ecc.) bensì quella che, come i frattali di qualche anno fa, nasce nei più avanzati laboratori di ricerca sull’intelligenza artificiale. Su questi temi, fondamentali per capire quale sia la direzione, Alda Failoni e Fiorenzo Degasperi hanno organizzato una mostra evento tesa ad indagare il magico e misterioso mondo che va dall’incisione all’intelligenza
artificiale. Lo stesso titolo è esemplificativo: Incidere
il mondo. Dal torchio all’intelligenza artificiale. La mostra presenta il lavoro di quattordici
artisti che hanno trasformato le loro opere incisorie in un vero e proprio libro d’artista. Si tratta quindi lavori che racchiudono, come uno scrigno, altrettante opere concettuali e materiali. La mostra, allestita presso le suggestive sale dell’Associazione Hortus Artieri di Trento (vicolo dei Birri, a pochi metri da piazza del Duomo), si inaugura venerdì 24 maggio alle 18 e chiuderà il 15 giugno, per trasferirsi successivamente a Fermo, Fano ed Urbino e infine a Rio Pusteria, presso la Galerie 90, sempre accompagnata da un catalogo che stimola la riflessione sul rapporto uomotradizione-intelligenza artificiale. Ecco gli artisti presenti, provenienti da Austria, Sudtirolo, Trentino e Marche: Laura Manfredi, Alex Pergher, Pierina Rizzardi, Mauro Cappelletti, Maurizio Corradi, Alda Failoni, Roberto Pedrotti, Alfredo Bortolomeoli, Lorenzo Bruno, Rossano Guerra, Sandro Pazzi, Riccardo Piccardoni, Athos Sanchini, Sandro Trotti.
ARCO Mostre NUOVI OSPITI IN GALLERIA Apertura: fino a domenica 15 settembre. Galleria Civica G. Segantini, Via Segantini 9, Arco (Tn). Le opere di Segantini della Cassa Rurale Alto Garda ospiti d’eccellenza negli spazi dedicati all’artista arcense. Accanto alle sale con gli originali di Segantini e le postazioni interattive, rimane visitabile il percorso espositivo Segantini e i suoi contemporane i. Temi e figure dell’Ottocento, di cui sarà disponibile a partire dal 5 aprile il relativo catalogo. Apertura: ore 10.00-18.00 (lunedì chiuso). Informazioni: http://www.museoaltogarda.it. Mostre LA GRANDE MOSTRA FOTOGRAFICA DEL POPOLO Apertura: da mercoledì 1 a giovedì 23 maggio. Casinò di Arco. Foto e cartoline dal 1887 al 1977 e riviste, fumetti e dischi anni ‘50 e ‘60. Torna al Casinò di Arco l’appuntamento con la Grande mostra fotografica del popolo organizzata da Sergio Matteotti. Per informazioni 377 4958911.
BEZZECA Mostre MOSTRA DI SCULTURA Apertura: da sabato 20 aprile a sabato 4 maggio. Biblioteca, Bezzecca (Tn). Opere del corso 2018-2019 di Leder Legn. Orario di apertura della biblioteca, dal martedì al venerdì ore 14.30-18.30, sabato ore 9.12 e 14.30-18.30. Informazioni: www.vallediledro.com. .
CANALE DI TENNO Mostre ABITARE LA NOTTE Apertura: fino a domenica 12 maggio. Casa degli Artisti «Giacomo Vittone», Canale di Tenno (Tn). Fotografie di Wolftraud Schreiber de Concini. Orario: tutti i giorni escluso il lunedì dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 / Inaugurazione sabato 2 marzo con inizio alle ore 18. Ingresso libero. Informazioni: www. casartisti.it. Mostre ARTE DONNA. L’ALTRA METÀ DEL NOVECENTO IN TRENTINO Apertura: fino a domenica 16 giugno. Casa degli Artisti «Giacomo Vittone», Canale di Tenno (Tn). Per la prima volta in Trentino una mostra esplora il contributo delle donne all’evoluzione delle arti figurative del Novecento. Un’ampia selezione di opere -57, tra pittura, scultura e incisione- create da dodici artiste durante l’intero arco del secolo scorso consente di fare luce su un capitolo finora trascurato della storia dell’arte moderna, non solo a livello locale. Orario: aperta al pubblico dal 3 marzo al 16 giu-
gno tutti i giorni escluso il lunedì dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 / Inaugurazione sabato 2 marzo con inizio alle ore 18. Ingresso libero. Informazioni: www.casartisti.it. Mostre SCULTURE - VITA, CONTRASTO, IDENTITÀ Apertura: fino a domenica 12 maggio. Casa degli Artisti «Giacomo Vittone». Nella sala delle Lunette di Casa degli Artisti prende il via la mostra di chiusura del tredicesimo corso di scultura tenuto dal maestro scultore Giovanni Cesare Guella e organizzato dalla Scuola, un’entità in seno al Comitato Valorizzazione Pranzo, che da anni è impegnato a creare occasioni di crescita culturale per la frazione del Tennese. www.casartisti.it.
CLES Mostre LA MONTAGNA DI EUGENIO DALLA FIOR Apertura: fino a domenica 16 giugno. Palazzo Assessorile. Un percorso espositivo dedicato a chi ama la montagna proprio nell’anno del turismo sostenibile, rivolto a tutti i viaggiatori che si spostano a ritmi slow e a stretto contatto con la natura, lontano dalla frenesia di tutti i giorni. Piccoli passi, lenti e corti, che chi ama la montagna ne conosce la bellezza. Informazioni: 0463 662091 cultura@comune. cles.tn.it, www.comune.cles.tn.it. Mostre MOSTRA MERCATO DELL’AGRICOLTURA “MAGGIO A CLES” Apertura: da mercoledì 1 a giovedì 2 maggio. Cles paese. La più grande fiera dedicata all’agricoltura della Val di Non. Una grande esposizione dedicata agli appassionati di agricoltura e giardinaggio ma anche alle famiglie e ai bambini. La fiera di Cles ospita, inoltre, le più importanti novità del settore, le macchine agricole, il mercato delle piante da frutto, animali da cortile e focus dedicati alle tecniche della coltivazione dell’orto fatto in casa. Anche le attività didattiche per i più piccoli la rendono un interessante laboratorio a cielo aperto per grandi e bambini. Per maggiori informazioni e tutto il programma su: www.apriledolcefiorire.com.
LEVICO TERME Mostre EXPO VALSUGANA LAGORAI Apertura: da sabato 4 a domenica 5 maggio. Palalevico, dalle 9.00 alle 19.00. Ingresso gratuito. Nella splendida cornice del lago di Levico a Levico Terme il 4-5 maggio 2019, si svolgerà la tradizionale mostra mercato della Valsugana e del Trentino Orientale e alla quale si guarda con rinnovato entusiasmo, ricca di nuove proposte per gli operatori e per chi vorrà cono-
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trentinomostre scere questo territorio. Cuore della fiera sarà il PALALEVICO, la struttura fieristico-congressuale che si trova a ridosso del lago, mentre gli spazi esterni, di cui alcuni coperti, si trovano adiacenti alla struttura. Per maggiori informazioni: BSI FIERE | www.bsifiere.com | tel. 0461 751252 | info@bsifiere.com - info@palalevico.com.
NAGO Mostre ARS FOEMINA: DENSITÀ DEI SEGNI, PROFONDITÀ DEI SENSI Apertura: da venerdì 12 aprile a mercoledì 31 luglio. Forte Superiore, Nago (Tn). Inaugurazione venerdì 12 aprile alle ore 19.30. Esposizione delle opere di 11 artiste: Gabriella Bais, Ines Fedrizzi, Elena Fia Fozzel, Rosanna Job, Francesca Lorenzi, Claudia Mageli, Laura Marcolini, Daria Santoni, Virginia Sartori, Rosanna Zen, Annamaria Rossi Zen. A cura di Paola Cassinelli.Informazioni: www. associazioneandromeda.com .
PREDAZZO Mostre LA NATURA IN MOVIMENTO Apertura: fino a domenica 2 giugno. Museo Geologico delle Dolomiti, Piazza SS. Filippo e Giacomo 1, Predazzo (Tn). Orario: ore 10.00-12.30 e 16.00-19.00 / lunedì chiuso. Frane, valanghe e alluvioni: conoscere per prevenire” organizzata nell’ambito del progetto europeo LIFE FRANCA che si occupa di promuovere l’anticipazione e la comunicazione del rischio alluvionale nelle Alpi. informazioni: museo.predazzo@muse.it .
RIVA DEL GARDA Mostre LA FORMA DELLO SPORT Apertura: fino a domenica 3 novembre. Museo Riva del Garda, piazza Cesare Battisti 3/a, Riva del Garda (Tn). Architetture e imprese sportive a Riva del Garda nella prima metà del Novecento. A cura di Chiara Del Senno, Daniela Pera. Una nuova mostra dedicata alle architetture e attività sportive che hanno caratterizzato la costruzione dell’identità della città di Riva del Garda fin dall’inizio del se-
colo scorso accoglierà i visitatori del MAG durante la stagione 2019 del Museo Alto Garda. Il progetto espositivo incrocia trasversalmente due dei principali fondi delle collezioni del MAG: quello dedicato all’architetto Giancarlo Maroni e quello dello scultore rivano Silvio Zaniboni, entrambi molto attivi tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. Informazioni complete: www. museoaltogarda.it. Mostre NATURA MORTA, L’ANIMA DELLE COSE Apertura: da sabato 20 aprile a mercoledì 8 maggio. GALLERIA CIVICA “CRAFFONARA” | RIVA DEL GARDA. Frutti, fiori e oggetti sono stati rappresentati nella loro intrinseca bellezza fin dall’antichità. Il Gruppo Amici dell’Arte con questa mostra collettiva intende ridare vita ad oggetti e dettagli che nel loro abituale contesto rimangono nascosti. Tecniche usate: grafica, acquarello, olio, tecniche miste, scultura e mosaico. Gruppo Amici dell’Arte, informazioni: 0464 573917. Mostre CASUALIA Apertura: da sabato 11 a mercoledì 29 maggio. GALLERIA CIVICA “CRAFFONARA” | RIVA DEL GARDA. Mostra bi-personale di Alda Baglioni e Adriano Dai Campi. Inaugurazione sabato 11 maggio ore 18 presso Galleria Craffonara, Giardini di Porta Orientale, a Riva del Garda. Ingresso libero. Informazioni: Gruppo Amici dell’Arte 3395245896, www.amicidellarteriva.it.
ROVERETO Mostre LA LUNA. E POI? Apertura: fino a domenica 21 luglio 2019. Palazzo Parolari, Borgo S. Caterina. 50 anni dall’allunaggio: storia e prospettive dell’esplorazione spaziale. A cura di Fondazione MCR in collaborazione con Eclipse Events con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana con la partnership di SSERVI e NASA. Informazioni ed orari di visita in: www.fondazionemcr.it.
Mostre PASSIONE. 12 PROGETTI PER L’ARTE ITALIANA Apertura: fino a domenica 8 settembre. Mart - Corso Bettini, 43. Mostra A cura di Daniela Ferrari e Denis Isaia, in collaborazione con Fondazione VAF. Per un intero semestre, la mostra occuperà entrambe le gallerie dedicate alle esposizioni temporanee, al primo e al secondo piano. www. mart.trento.it. Mostre VERSO IL FRONTE RUSSO Apertura: fino a domenica 16 giugno. Museo Storico Italiano della Guerra, via Castelbarco 7, Rovereto (Tn). Mostra fotografica / Immagini e impressioni di Aldo Salvadei (1941-42). La mostra resterà visitabile fino al 16 giugno 2019, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Informazioni: tel 0464 438100, info@museodellaguerra.it. Mostre FOCUS - LA DONAZIONE PABLO ECHAURREN Apertura: fino a domenica 23 giugno. Mart, Corso Bettini, Rovereto (Tn). Artista indipendente, militante politico e intellettuale, Pablo Echaurren (1951) ha esplorato nella sua lunga carriera la pittura, l’illustrazione, la ceramica, il graphic design, la scrittura, la performance. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta è protagonista del movimento giovanile degli Indiani metropolitani, inizia a interessarsi all’editoria futurista, si afferma come fumettista. Alla sua poliedrica attività il Mart dedica un focus incentrato sui documenti e sulle opere donate al museo. www.mart.trento.it. Mostre COME UN FILM. IL CINEMA POST FUTURISTA DEGLI ANNI ’30 Apertura: fino a domenica 20 ottobre. Casa D’Arte Futurista Depero, Via dei Portici 38. Mostra a cura di Nicoletta Boschiero e Federico Zanoner. Informazioni: www.mart. tn.it/comeunfilm. Mostre EDGAR CARACRISTI: SUL RETRO Apertura: fino a domenica 5 maggio. Spazio Orizzonte degli even-
ti, PIazza Malfatti 13. Aperta da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00 / lunedì dalle 15.30 alle 19.00. Mostra di Edgar Caracristi..
SAN MARTINO DI CASTROZZA Mostre L’ALPINA DOLOMITI VINTAGE BIKE RACE Apertura: da giovedì 30 maggio a sabato 1 giugno. Due giorni di mostre e eventi dedicati al ciclismo d’epoca precedono l’11ma edizione della Alpina Dolomiti Vintage Bike Race, in programma sabato 1 giugno alle ore 9:00. La pedalata ciclistica a carattere non competitivo di circa 20 km, interamente su strade bianche, si svolgerà a Passo Rolle e porterà i partecipanti a scoprire paesaggi spettacolari, come la Val Venegia e Baita Segantini. Info: www.sanmartino.com .
TORBOLE SUL GARDA Mostre ARMATE IN MINIATURA Apertura: da sabato 20 aprile a mercoledì 30 ottobre. Ex Colonia Pavese. Collezioni del Museo della Guerra di Rovereto. Orario di apertura Martedì-Domenica | ore 16-22. La mostra, ospitata negli spazi dell’ex colonia Pavese a Torbole sul Garda, racconta i diversi impieghi dei modelli nel settore militare, attraverso oggetti e documenti provenienti dalle collezioni del Museo della Guerra di Rovereto, con importanti prestiti da parte di associazioni e privati. In primo piano il rilievo culturale del modellare, che esce dal contesto tecnico ed entra in quello del gioco e del tempo libero. Informazioni: www. museodellaguerra.it.
TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA, 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 giugno 2019. Le Gallerie, Piedicastello. Orario: Da martedì a domenica, ore 9.00-18.00. Chiuso il lunedì. Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre L’ULTIMO ANNO: 1917-1918 Apertura: fino a domenica 19 maggio 2019. Gallerie Piedicastello. Nella Galleria Nera, 300 metri di installazioni, scenografie, approfondimenti, filmati e documentari originali dell’epoca ripercorrono l’ultimo anno della Grande Guerra. Orario: da martedì a domenica, dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.
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trentinomostre Mostre GENOMA UMANO - QUELLO CHE CI RENDE UNICI Apertura: fino a domenica 9 giugno 2019. Muse - Museo delle Scienze. La mostra Genoma umano affronta interrogativi importanti per tutti e sui quali, oggi, si concentra un settore importante e promettente della ricerca in campo biologico. È un viaggio tra le nuove sfide offerte dalla genomica, sui rischi e le opportunità generati dall’applicazione delle nuove conoscenze ad ambiti sensibili come quello della salute. Grazie a un percorso interattivo e immersivo, attraverso video e multi-proiezioni e con l’aiuto di altri linguaggi come quello artistico, si affrontano tre questioni fondamentali: quanto conta il DNA, quali altri fattori intervengono nella sua definizione (ad esempio ambiente e stili di vita), come e quanto possiamo intervenire per modificarlo. Info: www.muse.it. Da martedì a venerdì: 10-18. Sabato e festivi: 10-19. Lunedì: chiuso. Mostre FERRO, FUOCO, SANGUE! Apertura: fino a domenica 30 giugno. Gallerie Piedicastello, piazza di Piedicastello. Dopo l’allestimento a Palazzo Chiericati di Vicenza, arriva ora alle Gallerie una mostra di emozioni, di verità, che fanno realmente “vivere la Grande Guerra”, trasformando una “epopea,” conosciuta dai più solo attraverso i libri di storia, in quello che la guerra in realtà fu: “Ferro, fuoco e sangue”. Attraverso le fotografie di Giuliano Francesconi la mostra ci parla di paura, di fango, di fame, di sete, di freddo, degli orrori vissuti da milioni di uomini scaraventati in prima linea a scoprire un mondo severo e ignoto. Orario: da martedì a domenica 9.00-18.00. Ingresso libero. Info: www.museostorico. it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre OSTRICHE E VINO. IN CUCINA CON GLI ANTICHI ROMANI Apertura: fino a venerdì 31 maggio. S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, Piazza C. Battisti, Trento. L’esposizione getta uno sguardo sulle abitudini alimentari e la cucina in età romana sulle sponde dell’Adige. Orario: da martedì a domenica ore 9.00-13.00 e 14.00-17.30. Informazioni: www. cultura.trentino.it. Mostre TERRA MALA. VIAGGIO NELLA TERRA DEI FUOCHI Apertura: da venerdì 8 febbraio a lunedì 6 maggio. Museo Diocesano Tridentino. Terra Mala. Viaggio nella Terra dei Fuochi è un intenso reportage fotografico di Stefano Schirato che affronta, con immagini espressive e potenti, il dramma umano e ambientale di un’area della Campania nota alle
cronache come “Terra dei Fuochi”. Orario: 9.30-12.30 / 14.00-17.30; domenica 10-13/14-18. Giorno di chiusura: ogni martedì, Pasqua. Info: Tel. tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it; info@museodiocesanotridentino.it. Mostre SALVATORE CAPOSSELA Apertura: fino a martedì 31 dicembre. Centro Commerciale Bren Center di Trento, all’interno del Caffè Zurigo. La mostra permanente contiene opere raffiguranti alcuni Scorci di Trento riprodotti in atmosfere sognanti con giochi di luci ed ombre che aggiungono un tocco di romanticismo e calore alle piazze e le vie più belle di questa nostra città. Lo potete trovare presso il suo studio/atelier all’imbocco di Via S. Bernardino n. 30/1 a Trento. Per informazioni telefonare al numero 347 2413964 o andare sul sito www.salvatorecapossela.it oppure salvatorecapossela@live.com. Mostre COLORI FLUTTUANTI: LA CARTA MARMORIZZATA TRA ORIENTE E OCCIDENTE Apertura: fino a venerdì 3 maggio. Castello del Buoncongilio, Via B. Clesio, Trento. Orario: Orario: 9.30-17.00, ingresso gratuito, chiuso il lunedì / Inaugurazione: venerdì 1 marzo 2019 ore 17.30 / In occasione di M’illumino di meno, al termine dell’inaugurazione, è proposta una visita ‘pilata’ alla mostra da parte del curatore). Al Castello del Buonconsiglio la mostra che racconta la storia della carta marmorizzata nel corso dei secoli. Nei fine settimana il visitatore potrà partecipare a laboratori e creare le proprie coloratissime carte marmorizzate. Ingresso libero. www.buonconsiglio.it. Mostre MATRISLINGUA DI VALENTINA ROSELLI Apertura: fino a sabato 4 maggio. Impact Hub, Via Sanseverino 95. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. L’entrata è libera. Proprio nei giorni in cui si dà il benvenuto alla primavera, in occasione dell’ Earth Hour del WWF Impact Hub propone un’esposizione dei disegni di Valentina Roselli. Informazioni: trento.impacthub. net. Mostre A TU PER TU. MAURO DE CARLI E PIERMARIO DORIGATTI Apertura: fino a domenica 12 maggio. Galleria Civica Trento, Via Belenzani 44, Trento. Mostra a cura di Margherita de Pilati. Maestro e allievo, Mauro De Carli (19442008) e Piermario Dorigatti (1954) sono i protagonisti di un dialogo tra scultura e pittura che mette in luce gli elementi di continuità e le differenze nell’opera dei due artisti trentini. A loro è dedicata una
LEGGERI COME LE PIETRE, PESANTI COME LE PAROLE LEONARDO LEBENICNIK - MASSIMO LAZZERI
“C’
è sempre qualcuno quando hai bisogno” breve, incisiva, positiva, la poesia con cui Massimo Lazzeri interpreta liberamente la scultura di pietre e ferro “Settimo Grado” di Leonardo Lebenicnik. Il settimo grado è quello più vicino al cielo, dove il corpo e la mente si librano fino a spiccare il volo ma....il ferro piegato di Leonardo ed il verso di Massimo ci mettono in guardia e contemporaneamente ci rassicurano: se non hai le ali, meglio essere prudente. Scultore e poeta sono due anime diverse unite per la mostra di Palazzo Geremia nata dalla collaborazione del Comune di Trento, di Marina Eccher, assessore del Comune di Caldonazzo, Waimer Perinelli del Centro d’Arte La Fonte e Trento Film Festival. L’evento è stato inaugurato l’11 aprile a Palazzo Geremia a Trento. Lebenicnik, 49 anni, di origine bosniaca, scultore e scrittore è un introspettivo in conflitto amoroso con la materia grezza. Niente scalpello, nessuna fusione di cera o bronzo, non modella la creta, è un concettuale che usa la materia di cui è fatta la Terra: roccia, pietra, legno. Usa il ferro, prodotto dall’uomo, trasformandone la funzione. Lo usa per unire, sostenere, separare. In “Porfido piangente” i cubetti pendono come lacrime dai tondini scuri e restano sospese. Massimo Lazzeri, trentino, è un attore e regista teatrale, cantautore e naturalmente poeta con alle spalle un volume “Quasi Poesie, ma soprattutto d’amore” con cui ha esordito nel dicembre del 2017. Il contenuto delle riflessioni è certo, sicuro, il tratto leggero come quello di Filippo Bampi che l’ha illustrato a penna biro. “Mi piace scrivere” dice Lazzeri. Alcuni suoi testi teatrali sono diventati spettacoli, alcune poesie parole per canzoni. È direttore artistico del Teatro San Marco di Trento. La mostra resterà aperta negli orari di Palazzo Geremia fino al 14 maggio.
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trentinomostre mostra di approfondimento che conferma l’impegno della Galleria Civica a documentare e promuovere le eccellenze del territorio all’interno di un programma espositivo incentrato sui linguaggi della contemporaneità. Informazioni: www.mart.trento.it. Mostre THE FATE OF EMPIRES Apertura: da giovedì 4 aprile a mercoledì 31 luglio. Studio d’Arte Raffaelli, Via Livio Marchetti, 17 Studio d’arte Raffaelli Trento. Arrivano con la primavera trentina gli artisti Andrew Gilbert, Umar Rashid (Frohawk Two Feathers) e Jarmila Mitríková & Dávid Demjanovi - che lavorano in coppia - in “The Fate of Empires”, iconica mostra nelle due gallerie Studio d’Arte Raffaelli e Cellar Contemporary che affronta con libera nterpretazione i temi del colonialismo, del costume militare e del folklore. Informazioni: tel. 0461 982595, email info@studioraffaelli.com. Mostre LEGGERI COME LE PIETRE PESANTI COME LE PAROLE Apertura: fino a martedì 14 maggio. Palazzo Geremia. LO SCULTORE E IL POETA Leonardo Lebenicnik - Massimo Lazzeri. Orario di apertura del Palazzo comunale. Forme scultoree di Leonardo Lebeni nik Testi poetici di Massimo Lazzeri a cura di Waimer Perinelli. Info: www.trentofestival. it; tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre MANI ALL’OPERA. DONNE LAVORATRICI TRA ‘800 E ‘900, DA TRIESTE A ... Apertura: fino a sabato 4 maggio. Sistema bibliotecario di ateneo. Biblioteca di scienze. Povo. Le fotografie esposte colgono il duro lavoro delle donne, che tra enormi difficoltà, ma con capacità e determinazione si impegnarono in vari mestieri, mettendo a frutto i propri talenti, anche per fronteggiare situazioni di povertà. L’obiettivo è dunque quello di illustrare le dinamiche di emancipazione femminile attraverso il lavoro nei differenti contesti, da Trieste a Udine, a Matera, a Trento. Le immagini fotografiche resteranno esposte in tale sede nel periodo 11 aprile - 4 maggio e verranno poi trasferite a Palazzo Istruzione a Rovereto dove rimarranno dal 6 al 16 maggio. Informazioni: 0461 281510, bibliotecascienze@ unitn.it, www.unitn.it/biblioteca/. Mostre I VENTAGLI DELLE MONTAGNE Apertura: fino a sabato 11 maggio. Palazzo Roccabruna. La collezione di ventagli promozionali del Museomontagna, a cura di Cristina Natta-Soleri, Daniela Berta, Veronica Lisino Progetto allestitivo di Marco Ribetti, Andrea Lerda. In-
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formazioni: info@Email info@trentofestival.it, www.trentofestival.it. Mostre IL NON VISIBILE Apertura: fino a sabato 11 maggio. Centro Color, Via dei Paradisi, 7. Esposizione di Matteo Cozzio, a cura di Gianluigi Rocca e Nicoletta Tamanini. Informazioni: www. centrocolortrento.it. Mostre TEX A TRENTO. SETTANT’ANNI A CAVALLO DELLA STORIA ITALIANA Apertura: fino a domenica 5 maggio. Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, via Calepina. Apertura tutti i giorni ore 10.00-12.00/16.00-19.00. L’Associazione Museo Storico in Trento organizza un evento (incontro + mostra) su Tex Willer, il più longevo personaggio del fumetto italiano. Informazioni: http://fondazione. museostorico.it.
Mostre DONATO SAVIN. STELE Apertura: da martedì 23 aprile a domenica 19 maggio. Palazzo Thun - Cortile. Esposizione a cura di Aldo Audisio e Daria Jorioz. Informazioni sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Mostre L’UOMO DI NUVOLE E LANA Apertura: da venerdì 26 aprile a domenica 19 maggio. Palazzo Trentini. L’ultimo dei pastori d’altura. Fotografie e testi di Gianluigi Rocca. Informazioni sul sito http:// trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre AMAZIGH: BERBERI DEL MAROCCO Apertura: da sabato 27 aprile a mercoledì 15 maggio. SPAZIO ARCHEOLOGICO DEL SASS. ESPOSIZIONE A CURA di Luciano D’Angelo. Informazioni sul sito http:// trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre MARIO MICOSSI LE MONTAGNE INCANTATE Apertura: da sabato 27 aprile a lunedì 20 maggio. Torre Mirana. AMERICAN DRAWINGS. Esposizione a cura di Giancarlo Pauletto. Informazioni sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it.
Mostre NOT IN MY PLANET Apertura: fino a lunedì 3 giugno. MUSE, Corso del lavoro e della scienza, Trento. Fotografie di Mandy Barker. Una serie di opere fotografiche della pluripremiata fotografa Mandy Barker: immagini di grande impatto visivo composte da rifiuti - sfuggiti al riciclaggio - finiti nelle acque del mare e infine sulle coste. Obiettivo, catturare l’attenzione e far riflettere su uno tra i principali problemi che affliggono i nostri giorni: l’inquinamento e l’incredibile abbondanza di rifiuti. L’esposizione è frutto della collaborazione con il Servizio Gestione Rifiuti della PAT, per la lotta all’inquinamento da plastica. Informazioni: https://www.muse.it. Mostre LA VOCE DELLE DOLOMITI Apertura: da venerdì 19 aprile a domenica 1 settembre. Palazzo delle Albere. Mostra fotografica di Alessandro Gruzza. Informazioni sul sito http://trentofestival. it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it.
Mostre DON PIERO SOLERO 1911 1973 Apertura: da sabato 27 aprile a lunedì 20 maggio. Palazzo Geremia, spazio espositivo. “Cappellano del Gran Paradiso”. Alpino, alpinista, fotografo, scrittore. Informazioni sul sito http://trentofestival. it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre GROKCH, ESORCISTI HIMALAYANI Apertura: da sabato 27 aprile a domenica 5 maggio. Montagna libri, Piazza Fiera. Esposizione di Emanuele Confortin. Informazioni sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre SRADICATI Apertura: da sabato 27 aprile a domenica 5 maggio. Studio d’Arte Andromeda. Illustratori per il bosco. Informazioni sul sito http:// trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre 33A RASSEGNA INTERNAZIONALE DELL’EDITORIA DI MONTAGNA Apertura: da sabato 27 aprile a domenica 5 maggio. Piazza Fiera.
Dal 1987 la rassegna MontagnaLibri, vetrina internazionale dedicata all’editoria delle vette, è diventata una delle mani¬festazioni più seguite e poliedriche del Trento Film Festival, con un migliaio di volumi tutti da sfogliare e un program¬ma di incontri quotidiani con gli autori più noti e seguiti. Oltre agli scrittori, la mon¬tagna ha sempre ispirato anche gli artisti che l’hanno rappresentata ricorrendo ai differenti linguaggi. Tutti i giorni: 10.0021.00. Informazioni sul sito http:// trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre VIETNAM: DIAMO ACQUA AL FUTURO Apertura: da lunedì 29 aprile a mercoledì 15 maggio. CCI - Centro per la Cooperazione Internazionale. Esposizione a cura di Alberto Pinna. Informazioni sul sito http:// trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@trentofestival.it. Mostre INCIDERE IL MONDO. DAL TORCHIO ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE Apertura: da venerdì 24 maggio a sabato 15 giugno. Associazione Hortus Artieri di Trento (vicolo dei Birri, a pochi metri da piazza del Duomo). Curatori ed organizzatori: Alda Failoni e Fiorenzo Degasperi. La mostra evento è tesa ad indagare il magico e misterioso mondo che va dall’incisione all’intelligenza artificiale. La mostra presenta il lavoro di quattordici artisti che hanno trasformato le loro opere incisorie in un vero e proprio libro d’artista. Si tratta quindi lavori che racchiudono, come uno scrigno, altrettante opere concettuali e materiali. Inaugurazione venerdì 24 maggio ad ore 18.00. www. hortusartieri.com.
VAL DI SELLA Mostre ARTE SELLA - PERCORSI ESPOSITIVI Apertura: fino a martedì 31 dicembre. L’Area di Malga Costa è visitabile dalle ore 10 alle ore 17. Ingresso all’area di Malga Costa: 8 euro / Il giardino di Villa Strobele ed il Percorso ArteNatura non sono visitabili / Nonostante la riapertura dell’Area di Malga Costa, il lavoro di ricostruzione di Arte Sella è ancora lungo ed impegnativo, in particolare per quanto riguarda il giardino di Villa Strobele e il Percorso ArteNatura. È possibile aiutare concretamente la ricostruzione di Arte Sella effettuando una donazione con bonifico bancario c/c bancario presso Cassa Rurale Valsugana e Tesino intestato ad Associazione Sostenitori di Arte Sella IBAN IT36W0810234401000041050846 Sito web: www.artesella.it.
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TRENTO
CAPITALE MONDIALE DEL VOLLEY RITRATTI DI PROTAGONISTI, STORIE DI UOMINI
trentinoappuntamenti
MONTAGNA E ECONOMIA: DA UN FESTIVAL ALL’ALTRO
S
i lega ad un tema di strettissima attualità come quello di “Globalizzazione, nazionalismo e rappresentanza” il filo conduttore della 14a edizione
Festival dell’Economia, che si terrà a Trento dal 30 maggio al 2 giugno.
Un evento entrato ormai nella storia recente del capoluogo che nelle quattro giornate del Festival dell’Economia si colora di giallo con una serie di appuntamenti che segnano la vita del capoluogo con ospiti legati al mondo dell’economia di rilievo internazionale ed italiano. Centoventisette film in programma, di cui 27 in concorso, 144 appuntamenti, tra serate evento, incontri, mostre e convegni: sono queste le coordinate della 67a edizione del Trento
Film Festival che si tiene
ANDREA VITALI
P
er venticinque anni svolge l’attività di medico condotto del paese di Bellano. In campo letterario esordisce nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore (Premio Montblanc per il romanzo giovane) ispirato da vicende narrategli proprio da suo padre. Nel 1996 vince il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il vero successo giunge nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane Cavour e Premio Bruno Gioffrè 2004), romanzo corale e polifonico le cui affabulazioni, ricche di stilemi del linguaggio parlato, coprono cinquant’anni di vita paesana fino ai turbolenti anni settanta. L’immaginario narrativo di Vitali si colloca sulle sponde del lago e racconta una provincia fatta di personaggi comuni e nel contempo esemplari, sulla scia di scrittori come Mario Soldati e Piero Chiara. Tuttavia il medico di Bellano, pur riconoscendo i propri debiti nei loro confronti, preferisce rifarsi soprattutto all’arte di “raccontar storie” di Giovanni Arpino. Nel 2004 gli è stato assegnato il Premio Dessì, sezione narrativa, per il romanzo La signorina Tecla Manzi. Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà, che è stato finalista anche al Premio Stresa. Nel 2008 ha vinto il Premio Boccaccio per tutta la sua produzione narrativa e in particolare per La modista, con cui ha ottenuto anche il Premio Hemingway.
dal 27 aprile al 5 maggio. La più antica rassegna internazionale di cinema e culture di montagna torna
dell’Orchestra
con un ricchissimo programma
una chiusura in grande stile, con autentici fuoriclasse
Haydn di Bolzano e Trento,
legato ai cambiamenti climatici,
e programmi di successo garantito. Per la serata dell’8
ecologia, cammino lento e alpinismo
maggio sale sul podio Michele Mariotti, entrato ormai
senza dimenticare che quest’anno
nell’Olimpo della scena internazionale, nominato “Best
è il Marocco ad essere il Paese ospite della sezione
Conductor” agli International Opera Awards 2019, al quale
“Destinazione…” un invito alla scoperta del territorio e delle
si affianca Roberto Cominati, pianista affermato ai massimi
genti di questo affascinante Paese nordafricano.
livelli, vincitore del premio Busoni all’età di ventiquattro anni.
La Biblioteca intercomunale Lavis - Terre d’Adige ha aderito
In programma il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4
a Maggio
dei Libri, la campagna nazionale nata
op. 58 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 4 di Anton
nel 2011 con l’intenzione di sottolineare il valore sociale dei
Bruckner.
libri come elemento di crescita personale, culturale e civile:
Finale imperdibile, quello della danza a Rovereto
sono tanti gli incontri organizzati presso la Biblioteca stessa,
organizzato dal Centro Culturale S. Chiara che prevede il 3
in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis,
maggio, in collaborazione con il Festival Settenovecento
a partire da venerdì 3 maggio. Tra gli ospiti, lo scrittore
e l’Associazione Filarmonica di Rovereto, lo spettacolo
Si conclude in questo mese la stagione sinfonica
dall’Orchestra Filarmonica Settenovecento.
lombardo Andrea
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Vitali.
V N Serenade con la musica eseguita dal vivo
trentinoappuntamenti 1 MERCOLEDÌ Cultura TRENTO FILM FESTIVAL | 67^ EDIZIONE Trento. Centro storico. Il primo e più antico festival internazionale di cinema dedicato ai temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione. Ricca rassegna di ospiti, film, eventi e mostre. “Destinazione...Marocco”. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Cultura MONTAGNE DI STELLE Trento. Ore 21. Terrazza delle Stelle (Viote monte Bondone). Un’opera sonora e musicale visionaria, da ascoltare guardando le stelle e la luna. Le “voci” della scienza, della poesia, della mistica, della filosofia, della musica e della fantasia si fondono, in una partitura unitaria, per regalare all’osservatore, mentre guarda le stelle, una visione unica, suggestiva, emozionale. Un viaggio nello spazio infinito del cielo e dell’anima. Informazioni: www. reteriservebondone.tn.it, 0461 216000, info@discovertrento.it . Folklore FESTIVAL DEL LATTE E DELLA LANA LevicoTerme. Centro storico. Durante l’evento potrete scoprire, apprendere, assaggiare e vivere in prima persona tutto ciò che riguarda il mondo del latte, della lana e i suoi derivati a km 0. Parteciperanno alcune malghe della zona, in particolare quelle legate al Formaggio Vezzena. Durante il festival sarà possibile partecipare a laboratori per grandi e piccini e ci saranno vari show cooking. Per i più piccoli saranno presenti anche gli animali della fattoria. Info Consorzio Levico Terme in Centro,info@levicotermeincontra.com, www.visitlevicoterme.it.
2 GIOVEDÌ Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 67^ EDIZIONE Trento. Centro storico. Il primo e più antico festival internazionale di cinema dedicato ai temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione. Ricca rassegna di ospiti, film, eventi e mostre. “Destinazione...Marocco”. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Bieno Valsugana. Ore 20.30. 3nto. Locanda del Gusto dal 1848, Via Milano, 10. Presentazione del libro di Enrico Galvan: “Il richiamo
del male” ed. Curcu Genovese Srl. Info: www.curcugenovese.it Cultura UN MONDO SENZA INSETTI Pergine. Ore 20.30. Sala Rossi della Cassa Rurale Alta Valsugana, Piazza Serra. Conferenza. Interviene: dr. Paolo Fontana, Fondazione Edmund Mach (FEM), entomologo ed apidologo. Organizza: Cortili di Pace. Informazioni a disposizione sul sito www.cortilidipace.it. Cultura INDIMENTICABILE KUKUCZKA Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara. A 30 ANNI DALLA TRAGEDIA DEL LHOTSE, CHI LO HA CONOSCIUTO BENE CI FA RIVIVERE LA SUA ECCEZIONALE EPOPEA Hervé Barmasse e Luca Calvi dialogano con Celina Kukuczka, Krzysztof Wielicki. Con la partecipazione di Fulvio Mariani. Informazioni: info@trentofestival.it, www. trentofestival.it. Cultura LA MONTAGNA NELL’ANTICHITÀ - CONVEGNO INTERNAZIONALE Trento. Sala conferenze della Società degli Alpinisti Tridentini Palazzo Saracini-Cresseri | Via G. Manci 57 - Trento. Ingresso libero. Il Convegno Internazionale “La montagna nell’antichità”,proposto dalla Delegazione del Trentino - Alto Adige dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica), ha luogo a Trento, nel Palazzo SaraciniCresseri sede della SAT, nei giorni 2-4 maggio 2019, e rientra nel quadro delle molteplici proposte di Trento Film Festival. Informazioni: info@trentofestival.it, www.trentofestival.it.
Toni Rizzi de Poldin, guida alpina, soccorritore e mineralogista della val di, sarà presentato nell’ambito di TrentoFilmFestival e Montagna Libri con la presenza del giornalista Piero Badaloni che ha curato la prefazione. Informazioni: www. trentofestival.it .
intermezzi musicali di Cristina Micheletti. Organizzato dalla Biblioteca intercomunale Lavis - Terre d’Adige tutti gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis. Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it.
Cultura SELVATICA Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro di Vilma Kaisermann “Selvatica” (Publistampa, 2018). Dialoga con l’autrice Ugo Scala letture di Clara Kaisermann,
Cultura QUEL VULCANO DI HUMBOLDT Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara. Serata evento con Reinhold Messner con Ariane Benedikter, Massimo Bernardi,
3 VENERDÌ Cultura A TU PER TU CON LE MUSE Nago. Ore 21. Forte Superiore, Nago (Tn). Dialogo con le protagoniste di Ars Foemina. Introduzione di Daria Santoni.Informazioni: www.associazioneandromeda.com. Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 67^ EDIZIONE Trento. Centro storico. Il primo e più antico festival internazionale di cinema dedicato ai temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione. Ricca rassegna di ospiti, film, eventi e mostre. “Destinazione...Marocco”. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Cultura “LE STAGIONI DI TONE” Trento. ore 16.30. Parco dei Mestieri della Montagna. Presentazione libro. Il racconto della vita di
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trentinoappuntamenti Telmo Pievani, Veronica Lisino, Filippo Thiery, Julio Velasco. DALLE ALPI AL CHIMBORAZO, L’INCREDIBILE ATTUALITÀ DI UNO SCIENZIATO-ESPLORATORE INGIUSTAMENTE DIMENTICATO. Informazioni: info@trentofestival. it, www.trentofestival.it. Cultura A TU PER TU CON LE STELLE Trento. Ore 21. Terrazza delle Stelle - Viote del Bondone. Osservazioni astronomiche sia ad occhio nudo che con il telescopio con la guida degli esperti del MUSE. La Terrazza delle Stelle alle Viote del Monte Bondone offre a tutti gli appassionati di astronomia la possibilità di conoscere la bellezza del cielo notturno. Grazie a potenti telescopi e alla guida degli esperti operatori del MUSE, le finestre dell’Universo si aprono per scoprire le stelle del firmamento. Osservazioni sia a occhio nudo che con il telescopio. Informazioni: www. reteriservebondone.tn.it, 0461 216000, info@discovertrento.it . Cultura LA MONTAGNA NELL’ANTICHITÀ - CONVEGNO INTERNAZIONALE Trento. Sala conferenze della Società degli Alpinisti Tridentini Palazzo Saracini-Cresseri | Via G. Manci 57 - Trento | Ingresso libero. Il Convegno Internazionale “La montagna nell’antichità”,proposto dalla Delegazione del Trentino - Alto Adige dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica), ha luogo a Trento, nel Palazzo SaraciniCresseri sede della SAT, nei giorni 2-4 maggio 2019, e rientra nel quadro delle molteplici proposte di Trento Film Festival. Informazioni: info@trentofestival.it, www.trentofestival.it.
Info: www.teatro-zandonai.it; Tel. 0464.425569. Folklore FONTANE FIORITE Rovereto. Centro storico. Flower show di allestimento delle fontane di Piazza del Nettuno, Piazza delle Erbe e Largo Foibe. Il floral designer, vincitore del contest Fontane fiorite, abbina fiori, piante e materiali in modo originale per rendere speciali le fontane del centro con scenografie e composizioni ad effetto. Performance artistiche, esibizioni di danza e allestimenti floreali ti sorprenderanno nelle vetrine dei negozi del centro. Alle 16.00 in Piazza Erbe dj set floreale con Mark Pyson dj. Informazioni: 0464.430363. Musica ENSEMBLE ARCO ANTIQUA Arco. ore 21.00. Arco, Chiesa Luterana. Concerto all’insegna del Festival di Musica Sacra. Con Valeria La Grotta, soprano / Aurelio Schiavoni, controtenore in registro di contralto / ENSEMBLE ARCO ANTIQUA (orchestra barocca con strumenti originali o copie) / Guido Trebo, direttore. www.festivalmusicasacra.eu. Teatro NARRABALDO Brentonico. Ore 21. Cinema Teatro Monte Baldo, Brentonico (Tn). NARRABALDO - Festival di letteratura musicata e recitata. L’uomo perduto. Narra Tersite Rossi, Suona Antonio Bertoni, Legge Maura Pettorruso. Informazioni: Comune di Brentonico - Ufficio Cultura e Biblioteca Comunale, Via don Federico Roberti 5/a, Brentonico (TN), Tel. 0464.395059-394027, cultura.istruzione@comune.brentonico.tn.it.
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Cultura LEONARDO DA VINCI, “SANT’ANNA METTERZA” Rovereto. Ore 17.30. Sala conferenze Fondazione Caritro di Rovereto. Leonardo da Vinci, “Sant’Anna metterza”. Indagini sulla committenza e sulla destinazione originaria di un capolavoro con Bernd Roeck Università di Zurigo. Informazioni: 0464 436663, organizzazione@ agiati.org.
Cabaret FESTIVAL ON ICE Trento. Ore 21. PalaGhiaccio Via Fersina, 15. Spettacolo a cura del Circolo Pattinatori Artistici Trento. Ispirati dalle atmosfere dei film ambientati in Marocco e dalle numerose pellicole girate negli studios di Ouarzazate i bambini e gli atleti della società di pattinaggio artistico di Trento si esibiranno in uno spettacolo su ghiaccio accompagnati. Informazioni: info@trentofestival. it, www.trentofestival.it.
Danza CRISTINA KRISTAL RIZZO VN SERENADE Rovereto. Ore 21. Teatro Zandonai. Un dittico di Cristina Kristal Rizzo nel quale la danza di matrice postmoderna dialoga con la grande musica: la Notte trasfigurata di Arnold Schönberg e la Serenata in do maggiore per archi di Tchaikovsky. Eseguite live dall’Orchestra Filarmonica Settenovecento, le partiture sono fonti e partner dei corpi in VN Serenade.
Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 67^ EDIZIONE Trento. Centro storico. Il primo e più antico festival internazionale di cinema dedicato ai temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione. Ricca rassegna di ospiti, film, eventi e mostre. “Destinazione...Marocco”. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it.
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Cultura CASTELLANDO Ponte Arche. ore 09.00. Castellando, un tour guidato per adulti tra collezioni e antiche residenze nobiliari, arredi e vecchie mura, simboli di potere del Principato Vescovile di Trento o delle famiglie più prestigiose del territorio. Matteo, la nostra guida, vi condurrà tra le collezioni delle residenze signorili di Castel Stenico, una volta casa del Principe Vescovo di Trento e Castel Campo, corte nobiliare di una delle famiglie più prestigiose del territorio. Si visiterà la Pieve di San Lorenzo a Vigo Lomaso, una delle più antiche del Trentino, a sullo sfondo Castel Spine, rocca del 1200. Informazioni: 0465 702626. Cultura PALAZZI APERTI - I LUOGHI DEL TURISMO A TORBOLE Torbole sul Garda. ore 15.30. Il Comune di Trento organizza e presenta la XVI edizione di “Palazzi aperti”, un’occasione straordinaria di visitare e “vivere” edifici, palazzi, chiese e luoghi del nostro territorio che spesso sono chiusi al pubblico o poco noti.Ritrovo alle 15.30 presso Casa del dazio (El Casèl) - Porto di Torbole. Gradita la prenotazione: associazionebenach@gmail.com nago@biblio.infotn.it 0464 505181. Cultura LA MONTAGNA NELL’ANTICHITÀ - CONVEGNO INTERNAZIONALE Trento. Sala conferenze della Società degli Alpinisti Tridentini Palazzo Saracini-Cresseri | Via G. Manci 57 - Trento | Ingresso libero. Il Convegno Internazionale “La montagna nell’antichità”,proposto dalla Delegazione del Trentino - Alto Adige dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica), ha luogo a Trento, nel Palazzo SaraciniCresseri sede della SAT, nei giorni 2-4 maggio 2019, e rientra nel quadro delle molteplici proposte di Trento Film Festival. Informazioni: info@trentofestival.it, www.trentofestival.it. Cultura PER CHI CI CAMMINA ACCANTO Trento. Ore 10. Grand Hotel Trento. Asta benefica a favore della LIFC. Ogni artista partecipante ha donato un’opera a favore di quest’iniziativa. In questa occasione gli artisti presenti sono: Gianni Anderle, Martina Angarano, Matteo Boato, Adalberto Borioli, Mauro Cappelletti, Barbara Cappello, Silvio Cattani, Roberto Codroico, Giorgio Conta, Elena Fia Fozzer, Ivo Fruet, Alessandro Goio, Rudolf Haas, Francesca Libardoni, Valentina Niccolini, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Cassia Raad, Paolo Tomio e Pietro Verdini. Vi è quindi la possibilità di acquisire ad una cifra di partenza, anche bassissi-
ma, un’opera di un’artista di fama nazionale o anche internazionale.. Folklore FONTANE FIORITE Rovereto. Centro storico. Flower show di allestimento delle fontane di Piazza del Nettuno, Piazza delle Erbe e Largo Foibe. Il floral designer, vincitore del contest Fontane fiorite, abbina fiori, piante e materiali in modo originale per rendere speciali le fontane del centro con scenografie e composizioni ad effetto. Performance artistiche, esibizioni di danza e allestimenti floreali ti sorprenderanno nelle vetrine dei negozi del centro. Alle 16.00 in Piazza Battisti il concerto del gruppo Old Times. Informazioni: 0464.430363. Folklore MEZZI PAZZI A PERZEN 5° RADUNO Pergine Valsugana. Stadio del Ghiaccio. Raduno Auto e Moto, tuning storiche e tutto ciò che riguarda i motori. Info: Associazione Mezzi Pazzi, tel. 3274427875. Musica DANZE - CONCERTO SINFONICO DA BRAHMS A DVO ÀK Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Orchestra Filarmonica Settenovecento, Direttore Alessandro Maria Carnelli. Un progetto dell’Associazione Filarmonica di Rovereto in collaborazione con Festival Settenovecento e il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Informazioni: www.settenovecento.it. Musica MESTIZO SAXOPHONE QUARTET Rovereto. ore 11.00. Giardino Bridi de Probizer. Concerto con aperitivo. Festival Settenovecento. Informazioni: www.settenovecento.it. Musica ENSEMBLE ARCO ANTIQUA Brentonico. ore 21.00. Chiesa SS. Pietro e Paolo. Concerto all’insegna del Festival di Musica Sacra. Con Valeria La Grotta, soprano / Aurelio Schiavoni, controtenore in registro di contralto / ENSEMBLE ARCO ANTIQUA (orchestra barocca con strumenti originali o copie) / Guido Trebo, direttore. www.festivalmusicasacra.eu. Teatro CLASE DE FER Lavarone. Ore 21. Cinema teatro Dolomiti. La rassegna di teatro amatoriale Lavarone a teatro si chiuderà, come consuetudine, con la commedia messa in scena dalla Filodrammatica “San Floriano” di Lavarone per la festa del patrono S. Floriano: il testo scelto quest’anno è “Clase de fer”, adattamento in dialetto di Pietro
trentinoappuntamenti Runggatscher di Classe di ferro di Aldo Nicolaj. Informazioni: tel. 0464.783832 / fax 0464.783059 / lavarone@biblio.infotn.it. Teatro SUORPRESA - UN SANTO VARIETÀ Meano. Ore 20.45. Teatro di Meano, Via delle Sugarine 22, Meano (Tn). Produzione Giovane Compagnia TTM Musical (Trento). Sette suore squattrinate con la passione per lo spettacolo decidono di mettere in scena un varietà per raccogliere i fondi necessari a seppellire le loro quattro consorelle nel freezer, morte avvelenate da una zuppa di pollo preparata dalla cuoca del convento. Informazioni: www.teatrodimeano.it. Teatro “ATTENTI AL PARROCO!” Arco. Ore 20.45. Teatro Oratorio “S. Gabriele”.Spettacolo di Ernesto Paternoster, Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NARRABALDO Brentonico. Ore 18. Bar Dal Ghingo. NARRABALDO - Festival di letteratura musicata e recitata. Mila, Narra Pasquale Ruju, Suona Matteo Turella, Legge Alessio Dalla Costa .Informazioni: Comune di Brentonico - Ufficio Cultura e Biblioteca Comunale, Via don Federico Roberti 5/a, Brentonico (TN), Tel. 0464.395059-394027, cultura.istruzione@comune.brentonico.tn.it.
5 DOMENICA Cultura TRENTO FILM FESTIVAL 67^ EDIZIONE Trento. Centro storico. Il primo e più antico festival internazionale di cinema dedicato ai temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione. Ricca rassegna di ospiti, film, eventi e mostre. “Destinazione...Marocco”. Il programma completo e dettagliato è pubblicato sul sito http://trentofestival.it; Tel. 0461.986120; info@ trentofestival.it. Cultura LA STRADA DEL PAMIR. IN BICICLETTA SUI GRANDI ALTIPIANI DELL’ASIA CENTRALE Trento. Ore 21. Sala della Filarmonica Via Giuseppe Verdi, 30. Dal Tagikistan al Kirghizistan lungo la Pamir Highway, una delle strade più alte del mondo, fino ai 4.600 m. del Passo Akbaital: un viaggio in bici al confine con la Cina e con l’Afghanistan sulla la Via della Seta. Informazioni: info@trentofestival. it, www.trentofestival.it.
Cultura ETTORE SOTTSASS E GINETTE CARON Val di Sella. ore 11. Villa Strobele e Malga Costa. Presentazione della ricostruzione delle opere di Kengo Kuma e Michele De Lucchi, inaugurazione dell’opera Fontanella Sottsass di Ettore Sottsass. Presentazione dell’opera Il viaggio della parola di Ginette Caron e incontro con l’artista. Prenotazione obbligatoria per la partecipazione alla Lectio Magistralis, chiamando il numero 0461.751251. www. artesella.it. Cultura COSA SONO I FENICOTTERI? DA VENTOTENE ALL’EUROPA Trento. Spazio Off e dintorni. Cos’è Ventotene? Cos’è un manifesto? Cos’è l’Europa? Da qui nasce ‘Cosa sono i fenicotteri?’, tre settimane di eventi per parlare di Europa, diritti, sogni e futuro. Spettacoli, incontri, dibattiti, presentazioni di libri per riflettere sul nostro passato, sul nostro presente e il nostro futuro di cittadini europei. Eventi dal 05 al 25 maggio. Informazioni: info@spaziooff.com, 333 2753033. Enogastronomia BAITI EN FESTA Palù di Giovo. Trekking gastronomico di 5 km tra le baite di campagna e i muretti a secco nel comune di Giovo alla scoperta dei sapori del territorio, per la promozione dei prodotti made in Val di Cembra a km zero, accompagnato da canti della tradizione montanara e da laboratorio per bambini a cura di Il Girasole. Il percorso si rinnova nel paese di Palù di Giovo e alla tappa finale, grande concerto di musica italiana a cura del gruppo Stella. Informazioni: www.cembranidoc.it. Folklore MEZZI PAZZI A PERZEN 5° RADUNO Pergine Valsugana. Stadio del Ghiaccio. Raduno Auto e Moto, tuning storiche e tutto ciò che riguarda i motori. Info: Associazione Mezzi Pazzi, tel. 3274427875.
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Musica CONCERTO D’ORGANO Villa Lagarina. ore 11.30. Chiesa di Santa Maria Assunta. Guido Pellizzari, organo. Festival Settenovecento. Informazioni: www. settenovecento.it.
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trentinoappuntamenti Musica CONCERTO PER PIANOFORTE SOLO Rovereto. ore 16.30. Mart. Calogero Di Liberto, pianoforte. Festival Settenovecento. Informazioni: www.settenovecento.it.
ra e Biblioteca Comunale, Via don Federico Roberti 5/a, Brentonico (TN), Tel. 0464.395059-394027, cultura.istruzione@comune.brentonico.tn.it.
Musica ORCHESTRA D’ARCHI DELLA SMAG ARCO. Ore 20.45. Santuario S. Maria alle Grazie. Scuola Musicale Alto Garda in concerto. 47ª edizione della Pasqua Musicale Arcense, il festival di musica classica e sacra eseguita nei luoghi più significativi del territorio da formazioni di natura e di provenienza diversa: orchestre, ensemble e cori che propongono una offerta assai variegata di programmi musicali. Informazioni: Ufficio stampa dei Comuni di Arco e di Riva del Garda, Michele Comper 339.1525 376.
Cultura AUTOBIOGRAFIA DI UNO YOGI Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. L’associazione Diffusione Yoga presenta il libro di Yogananda Paramhansa (Astrolabio, 2016). Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@ biblio.infotn.it.
Musica ENSEMBLE ARCO ANTIQUA Pomarolo. Ore 20.30. Chiesa di Savignano. Concerto all’insegna del Festival di Musica Sacra. Con Valeria La Grotta, soprano / Aurelio Schiavoni, controtenore in registro di contralto / ENSEMBLE ARCO ANTIQUA (orchestra barocca con strumenti originali o copie) / Guido Trebo, direttore. www.festivalmusicasacra.eu. Teatro CLASE DE FER Lavarone. Ore 21. Cinema teatro Dolomiti. La rassegna di teatro amatoriale Lavarone a teatro si chiuderà, come consuetudine, con la commedia messa in scena dalla Filodrammatica “San Floriano” di Lavarone per la festa del patrono S. Floriano: il testo scelto quest’anno è “Clase de fer”, adattamento in dialetto di Pietro Runggatscher di Classe di ferro di Aldo Nicolaj. Informazioni: tel. 0464.783832 / fax 0464.783059 / lavarone@biblio.infotn.it. Teatro NARRABALDO Brentonico. Ore 16. Biblioteca comunale. NARRABALDO - Festival di letteratura musicata e recitata. Narrabaldo a scuola. Narrano le ragazze e i ragazzi delle scuole medie, Suona Mauro Tonolli, Legge Mannalisa Morsella. A seguire premiazione. Informazioni: Comune di Brentonico - Ufficio Cultura e Biblioteca Comunale, Via don Federico Roberti 5/a, Brentonico (TN), Tel. 0464.395059-394027, cultura.istruzione@comune.brentonico.tn.it. Teatro NARRABALDO Brentonico. ore 11. Palazzo Baisi. NARRABALDO - Festival di letteratura musicata e recitata. Le nostre solitudini, Narra Piergiorgio Pulixi, Suona Giampaolo Campus, Legge Michele Comite. Informazioni: Comune di Brentonico - Ufficio Cultu-
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6 LUNEDÌ
Cultura FAMILY SCHOOL Rovereto. Ore 20.30. Università Palazzo Piomarta, Corso Bettini, 84. Nella mente di un adolescente con Paola Venuti. Il tema dell’adolescenza - Agire con ragione, Pensare con Sentimento. Entrata libera senza iscrizione. Informazioni: 0464 452221, progettogiovani@ comune.rovereto.tn.it. Teatro NON SPARATE SUL POSTINO Trento. Ore 20.30. Teatro S. Marco. 23° MEETING “LA SCUOLA A TEATRO” - organizzato dalla Co.F.As. in collaborazione con gli Istituti di Scuola Superiore Provinciale e l’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento. Spettacolo di Derek Benfield con il Liceo “Giovanni Prati” di Trento. A seguire “LETTERA_MENTE DIVERSI” di e con il Liceo Linguistico “Andrea Maffei” di Riva del Garda. Tel. 0461.237352; info@cofas. it; www.cofas.it.
7 MARTEDÌ Cultura “ALLA RICERCA DI SE STESSI” Zambana Vecchia. Ore 20.30. Presso Associazione culturale “MANA”,Piazza Umberto Nobile, 1 - loc. Zambana vecchia Terre D’Adige (TN). Ingresso libero e gratuito. Per informazioni contattare: Satya Veronique Charmont 339 1145059, laviadicristallo@gmail.com, www. laviadicristallo.org. Folklore SIMPOSIO DI SCULTURA Besenello. Centro storico. Tredici artisti animeranno il centro storico del paese scolpendo dei tronchi grezzi di pino cembro per trasformarli in splendide sculture. Il tema scelto per questa quinta edizione del Simposio è “La Musica scolpita” per stimolare il dialogo tra una forma d’arte visiva e una forma d’arte uditiva: ovvero la scultura e la musica, entrambe arti performative. Informazioni: Apt Rovereto e Vallagarina 0464.430363.
Musica TRIO SASSOFONO-FLAUTOPIANOFORTE Roncegno. Ore 21. Salone delle Feste, Casa Raphael / Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto con: Emma Nicole Pigato, sassofono / Giuliana Cravin, flauto / Sara Scatto, pianoforte. Musiche di Purcell, Koechlin. Ingresso gratuito con offerta libera. Per info: Palace Hotel Casa Raphael, tel. 0461 772000, www.arsmodi.it/ casa-raphael-2019. Musica I MARTEDÌ DEL CONSERVATORIO Trento. Ore 20. Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento e Riva del Garda. Durante l’anno accademico 2018/2019 l’Aula Magna del Conservatorio di Trento ospiterà la rassegna I martedì del Conservatorio: stagione concertistica che vede come protagonisti gli studenti e le studentesse del Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento e Riva del Garda. Informazioni: 0461 - 261673, segreteria@ conservatorio.tn.it, http://www. conservatorio.tn.it. Teatro OGGI, IERI, L’ALTRO IERI Trento. Ore 20.30. Teatro S. Marco. 23° MEETING “LA SCUOLA A TEATRO” - organizzato dalla Co.F.As. in collaborazione con gli Istituti di Scuola Superiore Provinciale e l’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento. Spettacolo di e con il Liceo Linguistico “S.M. Scholl” di Trento. A seguire “WOMAN PARTY - le donne di Shakespeare” di Marco Paoli con il Liceo Internazionale Arcivescovile di Rovereto. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
8 MERCOLEDÌ Folklore SIMPOSIO DI SCULTURA Besenello. Centro storico. Tredici artisti animeranno il centro storico del paese scolpendo dei tronchi grezzi di pino cembro per trasformarli in splendide sculture. Il tema scelto per questa quinta edizione del Simposio è “La Musica scolpita” per stimolare il dialogo tra una forma d’arte visiva e una forma d’arte uditiva: ovvero la scultura e la musica, entrambe arti performative. Informazioni: Apt Rovereto e Vallagarina 0464.430363. Musica MICHELE MARIOTTI E ROBERTO COMINATI Trento. Ore 20.30. Auditorium, via S. Croce, Trento. Concerto con: Michele Mariotti, direttore; Roberto Cominati, pianoforte; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Musiche: LUDWIG VAN BEETHOVEN. Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol maggiore, op. 58 ANTON BRUCKNER Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggio-
re. Info: www.haydn.it; n. verde 800.013952; info@haydn.it. Musica RAFFA & THEBLUEBIRDS LAB Trento. Ore 21.30. Bookique, Via Torre D’Augusto 9, Trento. Concerto con: Stefano Raffaelli, piano/ livelectronics / Nana Kofi, freestyle / Sehrat Akbal, voice-baglama / Bbeta, livelectronics. Nana Kofi è un rapper africano, Serhat Akbal è un cantante e musicista turco, Bbeta un dj e liveperformer D’N’Bass. Raffa&TheBluebirds è un laboratorio aperto, lo scopo è sperimentare linguaggi e forme nell’elettronica. Ingresso gratuito / info@trentinojazz.com / Bookique n. 342.7011498. Teatro THANKS FOR VASELINA Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Ancora una volta la compagnia Carrozzeria Orfeo, da sempre attento occhio critico verso la società contemporanea, si concentra sulle dinamiche, i paradossi e le ipocrisie del nostro tempo, con uno sguardo sì presente, ma non moralistico. Spettacolo tagliente, con un linguaggio crudo, che racconta la storia di esseri umani sconfitti e abbattuti, illusi da questo mondo e poi abbandonati in un angolo. Dedicato a tutti i familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari. Drammaturgia Gabriele Di Luca, regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, con Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Francesca Turrini e Pier Luigi Pasino. Per informazioni n.verde 800013952, www.centrosantachiara.it. Teatro TRIEB Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano, Via U. Giordano 6. Compagnia Controora. Spettacolo di teatro danza / Idea e regia Natascia Belsito / Creato con Andrea Deanesi e Fannj Oliva / Interpreti Andrea Deanesi, Fannj Oliva e Natascia Belsito. Informazioni: www.teatrodivillazzano.it. Teatro L’AMORE È Trento. Ore 20.30. Teatro S. Marco. 23° MEETING “LA SCUOLA A TEATRO” - organizzato dalla Co.F.As. in collaborazione con gli Istituti di Scuola Superiore Provinciale e l’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento. Spettacolo da Aristofane con il Collegio Arcivescovile “Endrici” di Trento. A seguire “FAHRENHEIT 2019” con l’Istituto Tecnico Tecnologico “Buonarroti-Pozzo” di Trento. Tel. 0461.237352; info@cofas. it; www.cofas.it. Teatro FRAME Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti. Spettacolo che si ispira all’universo pittorico di Edward Hopper, pittore statuniten-
trentinoappuntamenti se che ben rappresentò l’America interiore degli anni ‘50. Informaziooni: 800 013952, info@centrosantachiara.it.
9 GIOVEDÌ Cultura GIOSTRA PRIMAVERA Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro di Alessandro Tamburini “Giostra primavera” (Pequod, 2018). Dialoga con l’autore Giuseppe Calliari. Organizzato dalla Biblioteca intercomunale Lavis - Terre d’Adige tutti gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis. Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it. Cultura SIAMO EUROPA - FESTIVAL 2019 Trento. Piazza Fiera. Terza edizione. Informazioni: 0461 495088, siamoeuropa.provincia.tn.it. Enogastronomia ROVERETO SPRING FOOD FESTIVAL Rovereto. Centro storico. Piatti gourmet per le vie di Rovereto con i food truck di primavera. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Informazioni: roveretostreetfood@gmail.com. Folklore SIMPOSIO DI SCULTURA Besenello. Centro storico. Tredici artisti animeranno il centro storico del paese scolpendo dei tronchi grezzi di pino cembro per trasformarli in splendide sculture. Il tema scelto per questa quinta edizione del Simposio è “La Musica scolpita” per stimolare il dialogo tra una forma d’arte visiva e una forma d’arte uditiva: ovvero la scultura e la musica, entrambe arti performative. Informazioni: Apt Rovereto e Vallagarina 0464.430363. Teatro RADICE QUADRATA DI GABER Trento. Ore 20.30. Teatro S. Marco. 23° MEETING “LA SCUOLA A TEATRO” - organizzato dalla Co.F.As. in collaborazione con gli Istituti di Scuola Superiore Provinciale e l’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento. Spettacolo di e con l’Istituto “Martino Martini” di Mezzolombardo. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
10 VENERDÌ Cultura SIAMO EUROPA - FESTIVAL 2019 Trento. Piazza Fiera. Terza edizione. Informazioni: 0461 495088, siamoeuropa.provincia.tn.it.
Enogastronomia ROVERETO SPRING FOOD FESTIVAL Rovereto. Centro storico. Piatti gourmet per le vie di Rovereto con i food truck di primavera. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Informazioni: roveretostreetfood@gmail.com. Escursionismo ADVENTURE AWARDS DAYS Tenno. Gli Adventure Days sono prima di tutto un’occasione per ritrovarsi e condividere la propria passione: per il viaggio, per la natura, per uno stile di vita diverso. Due giorni di esperienze da vivere, di storie da condividere, di sogni da cui lasciarsi ispirare, di amici con cui bere una birra e organizzare un’avventura, Canale di Tenno, con il suo titolo di borgo tra i piu` belli d’Italia, Arco, capitale dell’outdoor, e gli angoli piu` suggestivi del territorio del Garda Trentino saranno il palcoscenico privilegiato di un ricco programma di appuntamenti. Adventure Awards 347.4801571. Folklore SIMPOSIO DI SCULTURA Besenello. Centro storico. Tredici artisti animeranno il centro storico del paese scolpendo dei tronchi grezzi di pino cembro per trasformarli in splendide sculture. Il tema scelto per questa quinta edizione del Simposio è “La Musica scolpita” per stimolare il dialogo tra una forma d’arte visiva e una forma d’arte uditiva: ovvero la scultura e la musica, entrambe arti performative. Informazioni: Apt Rovereto e Vallagarina 0464.430363. Musica LUMINOSO ORIENTE Rovereto. Ore 20.45. Sala Conferenze della Fondazione CaRiTRo. Sguardi ad Est tra il Seicento italiano e la tradizione Sevdah. Festival Settenovecento. Informazioni: www.settenovecento.it. Musica FANFARA DELLA GUARDIA NAZIONALE DEL CASTELLO DI PRAGA IN CONCERTO Arco. Ore 20.45. Salone delle Feste del Casinò Municipale. Evento in collaborazione con l’associazione culturale Amici della Boemia e della Moravia di Ledro. Informazioni: Ufficio stampa dei Comuni di Arco e di Riva del Garda, Michele Comper 339.1525 376. Teatro CAMPANILANDO Trento. Ore 20.30. Teatro S. Marco. 23° MEETING “LA SCUOLA A TEATRO” - organizzato dalla Co.F.As. in collaborazione con gli Istituti di Scuola Superiore Provinciale e l’Assessorato alla Cul-
tura della Provincia autonoma di Trento. Spettacolo, 4 atti unici di Achille Campanile con Istituto Agrario di S. Michele all’Adige. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
11 SABATO Cultura SIAMO EUROPA - FESTIVAL 2019 Trento. Piazza Fiera. Terza edizione. Informazioni: 0461 495088, siamoeuropa.provincia.tn.it. Cultura PROGETTA IL TUO ORTO GIARDINO Meano. ore 09-17. Parco Villa Salvadori-Zanatta. Laboratorio di progettazione del proprio orto/ giardino, come creare, abbellire e personalizzare uno spazio con Stefano Delugan. Informazioni: www. ortoinvilla.com, 3203281114. Enogastronomia ROVERETO SPRING FOOD FESTIVAL Rovereto. Centro storico. Piatti gourmet per le vie di Rovereto con i food truck di primavera. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Informazioni: roveretostreetfood@gmail.com. Escursionismo ADVENTURE AWARDS DAYS Tenno. Gli Adventure Days sono prima di tutto un’occasione per ritrovarsi e condividere la propria passione: per il viaggio, per la natura, per uno stile di vita diverso. Due giorni di esperienze da vivere, di storie da condividere, di sogni da cui lasciarsi ispirare, di amici con cui bere una birra e organizzare un’avventura, Canale di Tenno, con il suo titolo di borgo tra i piu` belli d’Italia, Arco, capitale dell’outdoor, e gli angoli piu` suggestivi del territorio del Garda Trentino saranno il palcoscenico privilegiato di un ricco programma di appuntamenti. Adventure Awards 347.4801571. Folklore SIMPOSIO DI SCULTURA Besenello. Centro storico. Tredici artisti animeranno il centro storico del paese scolpendo dei tronchi grezzi di pino cembro per trasformarli in splendide sculture. Il tema scelto per questa quinta edizione del Simposio è “La Musica scolpita” per stimolare il dialogo tra una forma d’arte visiva e una forma d’arte uditiva: ovvero la scultura e la musica, entrambe arti performative. Informazioni: Apt Rovereto e Vallagarina 0464.430363.
Musica CONCERTO CORALE E BANDISTICO Locca di Concei. Ore 20.30. Centro Culturale, Locca di Concei (Tn). Concerto della banda della Guardia del Castello di Praga e della Polizia della Repubblica Ceca al completo che eseguirà un concerto insieme al Coro Cima d’Oro. Parteciperanno al concerto due cantanti lirici del Teatro Nazionale di Praga: il soprano Miroslava Casarova e il basso Frantisek Zahradnicek con arie di alcune opere famose. Informazioni: www.vallediledro.com. Musica ENSEMBLE QUADRO RARO Ala. ore 11.00. Palazzo de’ Pizzini - Sala della Musica. Alla riscoperta dell’opera compositiva di Giovanni Francesco Giuliani. Informazioni: www.settenovecento.it. Musica ADVENTURE AWARDS DAYS - TREKKING E CONCERTO AL TRAMONTO Tenno. Ore 15.00. Trekking con concerto d’archi al tramonto by Artime Quartet. “Into the wild” e altre colonne sonore (concerto ore 18.30). Un trekking insieme agli Accompagnatori di Media Montagna in mezzo ai boschi e alla natura, per guadagnarsi con le proprie gambe un concerto al tramonto, accompagnati dagli Artime Quartet, il quartetto d’archi che suonerà le colonne sonore dei nostri sogni più belli. Adventure Awards 347.4801571. Musica THE ANDRÉ Rovereto. ore 21.00. Concerto live all’interno di Spring Food Festival. Dietro la sigla di The Andrè c’è un cantautore senza volto che interpreta con nuovi linguaggi il mondo dell’inde e della trap come se fosse, e non solo per la voce, il Fabrizio De Andrè del terzo millennio. www.rovereto-street-food. webnode.it. Musica GRUPPO VOCALE ARMONIA Trento. Ore 20.30. Chiesa di S. Maria Maggiore. Manifestazione realizzata in proprio dal Gruppo Vocale Armonia di Trento in collaborazione con l’Amministrazione Comunale dell’Altopiano della Vigolana, della Proloco di Centa San Nicolò ospitata dal Festival di Musica Sacra. Con GRUPPO VOCALE ARMONIA / Stefano Rattini, organo / Mariano Ognibeni, direttore. www.festivalmusicasacra.eu. Teatro NUBICUCULIA Brentonico. Ore 21. Cinema Teatro Monte Baldo. Gruppo Teatro Brentonico / Con Alessandra, Daniela, Elena, Emanuele, Giuseppe, Iacopo, Javier, Maria Vittoria, Mario, Mario, Mattia, Stéphanie, Vittoria / Regia di Michele Comite / Coreografia di Hillary Anghileri.
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trentinoappuntamenti Sotto la guida dell’attore, regista e formatore Michele Comite - e grazie alla preziosa collaborazione dell’artista Gigi Giovanazzi e della coreografa Hillary Anghileri - gli aspiranti attori metteranno in scena un adattamento attualizzato de Gli Uccelli di Aristofane. Informazioni: Tel. 0464.395059-394027, cultura.istruzione@comune.brentonico.tn.it. Teatro PORN UP COMEDY Trento. Ore 21. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele, Via Suffragio 53. Storie vere e seghe mentali. Spettacolo di e con Lisa Moras / Regia Michele Ciardulli / Light&multimedia Alberto Biasutti / Scenografie Stefano Zullo / Disegni Loris Dogana. Vincitore Premio Giovani Realtà Del Teatro 2015. Relazioni virtuali, incontri al buio, storie d’amore di un giorno nell’epoca 2.0. Ingresso riservato ai tesserati Emit Flesti - tesseramento gratuito in loco. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it. Teatro OLTRE I CONFINI - EBREI E ZINGARI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Uno spettacolo di e con Moni Ovadia. Moni Ovadia Stage Orchestra, Clarinetto Paolo Rocca ed Ennio D’Alessandro, Fisarmonica Albert Florian Mihai, Cymbalo Marian Serban, Contrabbasso Petre Nicolae. Informazioni: www. settenovecento.it. Teatro VARDA TI, NO AVERIE MAI DIT, NO! Fiera di Primiero. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio di Pieve. La Compagnia Teatrale “El Feral” presenta la 24^ Rassegna Primiero Teatro 2019. Compagnia Teatrale “El Feral” (TN). Commedia brillante in tre atti in dialetto primierotto. Regia: Giavanni Battista Turra. Info: www.sanmartino.com.
12 DOMENICA Cultura CERTE FORTUNE: I CASI DEL MARESCIALLO ERNESTO MACCADÒ Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro di Andrea Vitali “Certe fortune: i casi del maresciallo Ernesto Maccadò” (Garzanti, 2019) dialoga con l’autore Fausta Slanzi seguirà buffet. Seguirà h. 20.30 - Auditorium comunale spettacolo “Pianoforte vendesi” tratto dal libro di Andrea Vitali per la regia di Raffaele Latagliata. con Adriano Evangelisti. In collaborazione con Fondazione Aida. Organizzato dalla Biblioteca intercomunale Lavis - Terre d’Adige tutti gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis. Informazioni: 110
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0461-246412, e-mail: zambana@ biblio.infotn.it. Enogastronomia ROVERETO SPRING FOOD FESTIVAL Rovereto. Centro storico. Piatti gourmet per le vie di Rovereto con i food truck di primavera. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Quattro giorni di street food con pietanze preparate e servite al momento, concerti live e giochi per bambini. Informazioni: roveretostreetfood@gmail.com. Escursionismo ADVENTURE AWARDS DAYS Tenno. Gli Adventure Days sono prima di tutto un’occasione per ritrovarsi e condividere la propria passione: per il viaggio, per la natura, per uno stile di vita diverso. Due giorni di esperienze da vivere, di storie da condividere, di sogni da cui lasciarsi ispirare, di amici con cui bere una birra e organizzare un’avventura, Canale di Tenno, con il suo titolo di borgo tra i piu` belli d’Italia, Arco, capitale dell’outdoor, e gli angoli piu` suggestivi del territorio del Garda Trentino saranno il palcoscenico privilegiato di un ricco programma di appuntamenti. Adventure Awards 347.4801571. Musica NEGRITA IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce, Trento. Concerto dei Negrita. Informazioni: http://www. fiabamusic.it. Musica COUNTDOWN CORALE Trento. ore 11.00. MUSE, Corso del lavoro e della scienza, Trento. Rassegna di cori per il decennale delle Dolomiti Unesco. Concerto Coro La Valle di Sover. Informazioni: https://www.muse.it. Musica SCUOLE MUSICALI / ORCHESTRA SCUOLE MUSICALI TRENTINE Trento. Ore 20.30. Chiesa di S. Maria Maggiore. Chiese aperte. Momenti di musica sacra proposti dalle scuole musicali. www.festivalmusicasacra.eu. Teatro PORN UP COMEDY Trento. Ore 18. Bottega delle Arti, Passaggio Teatro Osele, Via Suffragio 53. Storie vere e seghe mentali. Spettacolo di e con Lisa Moras / Regia Michele Ciardulli / Light&multimedia Alberto Biasutti / Scenografie Stefano Zullo / Disegni Loris Dogana. Vincitore Premio Giovani Realtà Del Teatro 2015. Relazioni virtuali, incontri al buio, storie d’amore di un giorno nell’epoca 2.0. Ingresso riservato ai tesserati Emit Flesti - tesseramento gratuito in loco. Info e prenotazioni: tel. 391.3100779, prenotazioni@raumtraum.it.
Teatro VARDA TI, NO AVERIE MAI DIT, NO! Fiera di Primiero. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio di Pieve. La Compagnia Teatrale “El Feral” presenta la 24^ Rassegna Primiero Teatro 2019. Compagnia Teatrale “El Feral” (TN). Commedia brillante in tre atti in dialetto primierotto. Regia: Giavanni Battista Turra. Info: www.sanmartino.com. Tradizione FIERA DI SANTA CROCE 2019 Trento. Centro storico. L’antica “Fiera delle Scale” si ripropone nel il centro storico di Trento con le tradizionali scale, ma anche con gerle, prodotti artigianali in ferro e rame, articoli per l’agricoltura, fiori e sementi. Dalle 7 alle 19.
13 LUNEDÌ Cultura LE PAROLE DEL CASTELLO: NOMENCLATURA CASTELLANA Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro a cura di Luigi Maglio e Domenico Taddei a cura dell’Istituto italiano dei castelli. Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it. Musica PARCO SAN MARCO: BENE COMUNE Trento. ore 15.00. Parco San Marco. Appuntamento musicale a cura degli studenti del liceo musicale Bonporti. L’appuntamento fa parte delle iniziative contenute nel patto di collaborazione sottoscritto dall’associazione scuola dell’infanzia Tambosi, dall’associazione studio d’arte Andromeda, dalla libreria Due Punti, dall’associazione culturale LinguAttiva, dal ristorante Terramia e dal Comune di Trento. L’appuntamento è aperto a tutti. Informazioni: 0461 884106 Email: servizio.benicomuniegestioneacquisti@comune.trento.it .
14 MARTEDÌ Cultura IL LIBRO COME NON L’AVETE MAI LETTO Borgo Valsugana. ore 16.15. Biblioteca comunale, Via XXIV Maggio. Presentazione di una panoramica di libri, accuratamente selezionati tra le recenti pubblicazioni del mercato editoriale, che comprende racconti, romanzi di narrativa, classici e loro rivisitazioni, ma anche albi illustrati e graphic novel specifici per bambini e per ragazzi. Saranno analizzati linguaggi ed illustrazioni, con particolare riferimento ad autori ed illustratori riconosciuti, e sarà offerta una visione generale delle case editrici italiane che negli ultimi anni stanno lavorando seriamente per produrre libri di qualità. Ad ogni partecipante sarà rilasciata la bibliografia completa, distinta per fascia di età. In-
gresso libero. Informazioni: www. valsuganacultura.it. Musica MARTINA FREZZOTTI: RECITAL PIANISTICO Roncegno. Ore 21. Concerto con Martina Frezzotti, pianoforte. Musiche di Bach, Chopin, Mendelssohn. Ingresso gratuito con offerta libera. Informazioni: www.arsmodi.it/casa-raphael-2019.
15 MERCOLEDÌ Cultura MUSE A TUTTO LIBRO Trento. Ore 20.30. MUSE, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Ciclo di incontri con autori che, partendo dalla presentazione di libri di recente pubblicazione, affronta temi scientifici e sociali contemporanei e di interesse pubblico. “A mente fredda” di Matteo Cerri conduce Samuela Caliari. Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria su www.eventbrite.it. Cultura FAMILY SCHOOL Rovereto. Ore 20.30. Università Palazzo Piomarta, Corso Bettini, 84. Un passo oltre: ricordando l’adolescenza. Agire con ragione, Pensare con Sentimento. Entrata libera senza iscrizione. Informazioni: 0464 452221, progettogiovani@ comune.rovereto.tn.it. Musica JAMES FERRARO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Concerto. Affascinato com’è da utopie e distopie, James Ferraro ha realizzato nel 2018 il concept album Four Pieces for Mirai, primo capitolo di un’epica ambientata in un’oscura era di decadenza tecnologica che sembra voler restituire la documentazione sonora del declino di una civiltà. Ed è proprio questo il materiale di partenza per il live che James Ferraro porterà all’appuntamento finale di Musica Macchina, realizzato in collaborazione con Distretto 38. Biglietto intero Euro 5. Per informazioni n.verde 800013952, www.centrosantachiara.it. Musica MACK Trento. Ore 21.30. Bookique, Via Torre D’Augusto 9, Trento. Concerto con: Federico Squassabia, tastiere / Marco Frattini, batteria / Mattia Matta Dallara, campioni, elettronica. MACK è un vortice di hip hop ed elettronica formato da tastiere galleggianti, bassi profondi, intense tessiture ritmiche e freestyle rap. Ingresso gratuito / info@trentinojazz.com / Bookique n. 342.7011498 . Musica L’OPERA PER TASTIERA Trento. Ore 18.30. Sala Filarmonica, Via Verdi. Conferenza-Concerto con presentazione del volume “L’Opera per tastiera” di Laurence Feininger. A cura di: Alberto
trentinoappuntamenti Delama. Intervengono: Cosimo Colazzo, Marco Gozzi.. www.festivalmusicasacra.eu.
16 GIOVEDÌ Cultura AMEDEO BALBI Trento. Ore 20.30. Aula Grande, FBK Sede, FBK-Trento. Un ciclo di conferenze in “prima serata” con alcuni tra i più popolari comunicatori della scienza italiani, che parleranno di temi scientifici di forte interesse e attualità, dialogando con il pubblico. “Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita”. Informazioni: cisa@fbk.eu. Cultura IL BONDONE COME LO VORREI Trento. Ore 20.30. MUSE, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Tre serate di informazione e di riflessione sul tema dell’impianto di collegamento veloce tra la città di Trento e il Monte Bondone: questa è l’ultima. MUSE - Museo delle Scienze e Comune di Trento danno spazio al confronto, grazie alla presentazione di studi, testimonianze dirette e approfondimenti dal punto di vista naturalistico e architettonico. L’iniziativa è dedicata in particolare ai cittadini di Trento, principali utilizzatori dell’impianto e - quindi - soggetti aventi maggior titolo per partecipare alle riflessioni sulla sua realizzazione. Ingresso libero. Informazioni: www.muse.it. Musica CANTORIA SINE NOMINE, LABIRINTI ARMONICI, COMPLESSO CORELLI Trento. Ore 21. Sala Filarmonica, Via Verdi. Concerto all’interno del Festival Musica Sarca. www.festivalmusicasacra.eu. Teatro EMIT FLESTI: ARANCE E CALICANTUS Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano, Via U. Giordano 6. Spettacolo teatrale, drammaturgia Alberto Frapporti / con Alessio Dalla Costa e Annalisa Morsella / Musiche dal vivo di Yuri Beretta. info@teatrodivillazzano.it, 0461 - 913706.
17 VENERDÌ Benessere ARCOZEN - CITTÀ DEL BENESSERE Arco. ore 15.00. Centro storico. Manifestazione dedicata al benessere psicofisico e alle filosofie orientali. Arco Zen vuole offrire un’importante palcoscenico ai settori Olistico, del Wellness, dell’Oriente, della Meditazione, dello Yoga, della Danza, delle CampaneTibetane, delle performance sul palco con un importante spazio dedicato ai bambini. ArcoZen farà diventare Arco per tre giorni
la capitale del benessere con l’obiettivo di coinvolgere il territorio nel suo insieme. Informazioni: Assocentro 327.7162265. Cultura VIAGGI TRA LE RIGHE Rovereto. ore 10.30. UN PROGETTO DEL LICEO ROSMINI ROVERETO. Presentazione libro L’altalena di Giulia, con Riccardo Guetti. Cultura TRENTO IN 50 PASSI: ESCURSIONI A PIEDI NEI DINTORNI DI TRENTO Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro di Enrico Menestrina Trento in 50 passi: escursioni a piedi nei dintorni di Trento (Curcu Genovese, 2018) a cura dell’Associazione SAT Lavis. Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it.
18 SABATO Benessere ARCOZEN - CITTÀ DEL BENESSERE Arco. Ore 10. Centro storico. Manifestazione dedicata al benessere psicofisico e alle filosofie orientali. Arco Zen vuole offrire un’importante palcoscenico ai settori Olistico, del Wellness, dell’Oriente, della Meditazione, dello Yoga, della Danza, delle CampaneTibetane, delle performance sul palco con un importante spazio dedicato ai bambini. ArcoZen farà diventare Arco per tre giorni la capitale del benessere con l’obiettivo di coinvolgere il territorio nel suo insieme. Informazioni: Assocentro 327.7162265. Cultura PERGINE COMICS EDIZIONE 2019 Pergine. ore 10.30. Piazza Municipio e Piazza Fruet . Pergine Comics, edizione 2019. Info: APT Pergine Valsugana pergine@visitvalsugana.it. Cultura LA GRANDE RUOTA Lavis. Ore 14.30. Biblioteca. Lettura animata del libro di Federica Giulia Marchi “La grande ruota”. (Curcu Genovese, 2018) rivolto ai bambini dai 6 agli11 anni. Organizzato dalla Biblioteca intercomunale Lavis - Terre d’Adige tutti gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis. Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it. Cultura ALLA SCOPERTA DEL PALAZZO DEL LICEO DA VINCI Trento. ore 14.30. Via Cristoforo Madruzzo 24, 38122 Trento. Visite guidate al Collegio-Seminario-Liceo dell’Istituto “Da Vinci”. Saranno proposte due visite guidate accompagnate dal coro e dagli studenti della scuola. Per
l’occasione sarà aperta la cappella del Collegio-Seminario e la chiesa dell’Immacolata. Pagina web: http://liceodavincitn.it/, 0461 984099, segr.liceodavinci@scuole. provincia.tn.it. Famiglia VISITA GUIDATA ALLA GROTTA DEL CALGERON Grigno Valsugana. Ritrovo presso la stazione Fs di Grigno alle ore 08:45 di ogni sabato. Si percorre un sentiero nel bosco con un dislivello di circa 200 metri e dopo 30 minuti si raggiunge l’ingresso. Dopo pochi metri a bordo di un canotto si supera un laghetto e si prosegue a piedi per circa 400 m. Durata della visita: circa 3 ore complessive. Costo 15,00€ a persona. Per visite fino a sei persone € 90,00. Il materiale tecnico (canotto e casco) viene fornito dall’organizzazione. Per informazioni e prenotazioni telefonare a Mirco 327.9184910. Musica NOTE DI MAGGIO Revò. Ore 20.45. Chiesa di S. Stefano. Coro Maddalene di Revò, Coro Santa Lucia di Magras, Bonporti Antiqua Ensemble. Speciale 500 anni della Pieve di Santo Stefano. Concerto all’interno del Festival Musica Sarca. www.festivalmusicasacra.eu. Musica INSIEME VOCALE VOX CORDIS DI AREZZO Trento. Ore 21. Sala Filarmonica, Via Verdi. Omaggio a Fabrizio De Andrè. Con Elisa Pasquini, soprano / Morena Morico, flauto / Andrea Romani, clarinetto basso / Raffaele Damen, fisarmonica / Insieme vocale vox cordis di Arezzo (Lorenzo Donati, direttore). Concerto all’interno del Festival Musica Sarca. www.festivalmusicasacra.eu. Per i più piccoli UNA NOTTE AL PARCO Primiero-Tonadico, Passo Rolle. Villa Welsperg - Val Canali. Esplorare, gustare, sperimentare ... una notte, e due giorni, immersi nella magia del Parco Naturale di Paneveggio - Pale di San Martino alla scoperta della natura e degli animali che lo abitano. In programma una golosa caccia al tesoro, un laboratorio di cucina, la magia di una cena sotto le stelle, un’avventurosa notte in sacco a pelo, una colazione con i sapori della Strada dei Formaggi delle Dolomiti e le gustose mele trentine, trekking con gli asini con percorso kneipp e un’indimenticabile passeggiata notturna guidata alla ricerca di suoni e profumi di montagna. Info e prenotazioni: Tel. 389 4885911 segreteria@sanmartino.com. Teatro “IL RITORNO IN CITTÀ DI PETER PAN” Castelnuovo. Ore 18. Teatro di Castelnuovo. Spettacolo per bam-
bini a cura di Compagnia Teatrale “GeniAttori” di Castelnuovo. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
19 DOMENICA Benessere ARCOZEN - CITTÀ DEL BENESSERE Arco. Ore 10. Centro storico. Manifestazione dedicata al benessere psicofisico e alle filosofie orientali. Arco Zen vuole offrire un’importante palcoscenico ai settori Olistico, del Wellness, dell’Oriente, della Meditazione, dello Yoga, della Danza, delle CampaneTibetane, delle performance sul palco con un importante spazio dedicato ai bambini. ArcoZen farà diventare Arco per tre giorni la capitale del benessere con l’obiettivo di coinvolgere il territorio nel suo insieme. Informazioni: Assocentro 327.7162265. Cultura EDUARDO SOUTO DE MOURA Val di Sella. ore 11.30. Villa Strobele e Malga Costa. Inaugurazione dell’installazione e Lectio Magistralis.Prenotazione obbligatoria per la partecipazione alla Lectio Magistralis, chiamando il numero 0461.751251. www.artesella.it. Famiglia PEDALATA PER LA VITA EDIZIONE 2019 Pergine Valsugana. ore 09.30. Tradizionale appuntamento in sella dell’AIL -Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mielomaTrentino Onlus. La Pedalata è un percorso cicloturistico non competitivo aperto a tutti i cittadini senza limiti di età. Il ritrovo è fissato alle ore 8.00 a Pergine Valsugana presso la Caserma dei Vigili del Fuoco, in viale dell’Industria 4, mentre la partenza è prevista per le ore 9.30. Info: www.ailtrentino.it. Musica COUNTDOWN CORALE Trento. ore 11.00. MUSE, Corso del lavoro e della scienza, Trento. Rassegna di cori per il decennale delle Dolomiti Unesco. Concerto Coro Monte Iron di Ragoli. Informazioni: https://www.muse.it. Musica INSIEME VOCALE VOX CORDIS DI AREZZO Trento. ore 11.15. Chiesa di S. Maria Maggiore. Omaggio a Fabrizio De Andrè. Con Elisa Pasquini, soprano / Morena Morico, flauto / Andrea Romani, clarinetto basso / Raffaele Damen, fisarmonica / Insieme vocale vox cordis di Arezzo (Lorenzo Donati, direttore). Concerto all’interno del Festival Musica Sarca. www.festivalmusicasacra.eu.
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trentinoappuntamenti 20 LUNEDÌ Musica BONPORTI ANTIQUA ENSEMBLE Trento. Ore 21. Chiesa S. Chiara. BONPORTI ANTIQUA ENSEMBLE del Dipartimento di musica antica del Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento e Riva del Garda / Classe di Canto Rinascimentale e Barocco di Lia Serafini (Roberto Gianotti, coordinatore / Serena Nardelli, Giulia Seganfreddo, soprani - Federico Florio, Zoreslava Vynnyk, contralti - Mauro Cristelli, Matej Velikonja, tenori Ervino Gonzo, Niccolò Porcedda, bassi - Marco Fracassi, organo Pietro Prosser, Loredana Callovi, liuti / Marco Longhini, direttore). Concerto all’interno del Festival Musica Sarca. www.festivalmusicasacra.eu.
21 MARTEDÌ Musica LA VECCHIA MITRAGLIA PICCOLA ORCHESTRA DI MUSICA POPOLARE Roncegno. Ore 21. Salone delle Feste, Casa Raphael / Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto de La Vecchia Mitraglia con: Rodica Marian e Giovanni Kezich, violini / Antonella Vanzo, flauto e clarinetto / Laura Gasperi, fisarmonica / Silvia Cesco e Giorgio Cappelletto, chitarre / Boris Sclauzero, percussioni / Ezio Pesavento, contrabbasso. Musiche popolari. Ingresso gratuito con offerta libera. Per info: Palace Hotel Casa Raphael, tel. 0461 772000, www.arsmodi.it/ casa-raphael-2019. Per i più piccoli PARCO SAN MARCO: BENE COMUNE Trento. Ore 10. Parco San Marco. Letture e giochi con i bambini della scuola dell’infanzia Tambosi a cura della libreria Due Punti, la libreria Seggiolina Blu e l’associazione Culturale Lingua Attiva. L’appuntamento fa parte delle iniziative contenute nel patto di collaborazione sottoscritto dall’associazione scuola dell’infanzia Tambosi, dall’associazione studio d’arte Andromeda, dalla libreria Due Punti, dall’associazione culturale LinguAttiva, dal ristorante Terramia e dal Comune di Trento. Informazioni: 0461 884106, servizio. benicomuniegestioneacquisti@ comune.trento.it.
22 MERCOLEDÌ Musica SARAH STRIDE TRIO Trento. Ore 21.30. Bookique, Via Torre D’Augusto 9. Concerto con: Sarah Stride, voce / Kole Laca, live electronics / Frank Martino, chitarre. Ingresso gratuito / info@trentinojazz.com / Bookique n. 342.7011498 .
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23 GIOVEDÌ Cultura PRESENA 1915-1918: LA GUERRA SUL GHIACCIO: LE MEMORIE DI CARLO DE CLES, PRIMO TENENTE DEI KAISERSCHÜTZEN Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro di Ischia Marco e Carlo Refatti, a cura dell’Associazione culturale Pontavisio (Comitato storico Ludwig Riccabona, 2018). Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it. Musica MASSIMO RANIERI Trento. Ore 21. Teatro Auditorium Santa Chiara. SOGNO E SON DESTO 400 volte, ideato e scritto da Gualtiero Peirce e Massimo Ranieri Dopo un tour trionfante in tutti gli Stati Uniti e Canada continua Sogno e Son Desto, lo spettacolo di Massimo Ranieri che si rinnova in una nuova versione. E continua così il meraviglioso viaggio dell’istrionico artista insieme al suo pubblico. Una magnifica avventura, sospesa tra il gioco entusiasmante della fantasia e le emozioni più vere della vita. Orchestra formata da : Max Rosati (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Pierpaolo Ranieri (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (fiati), Stefano Indino (fisarmonica). Per informazioni n.verde 800013952, www.centrosantachiara.it.
24 VENERDÌ Cultura CORPI COSTRETTI Rovereto. Ore 18. Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Palazzo Istruzione, C.so Bettini, Rovereto (Tn). Incontro con Rosella Postorino. Ciclo Attraversamenti: Momenti d’incontro con la letteratura. Organizzazione Università di Trento Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, a cura di Rapsodia / Emiliano Visconti. Info: 0464.808608, dipartimentopsc@ unitn.it, webmagazine.unitn.it. Enogastronomia CEREVISIA Fondo. Palanaunia. Il Festival delle Birre Artigianali del Trentino. Info e programma dettagliato su www. cerevisiafestival.com.
25 SABATO Enogastronomia NOTTE VERDE E CENA IN BIANCO E VERDE Rovereto. Ore 17. Centro storico. La Notte Verde anima il centro storico di Rovereto con attività per i più piccoli e per gli adulti. Assicurati un posto per la Cena in bianco e verde per vivere una serata di primavera davvero magica! La Notte Verde anima il centro storico di Rovereto con attività per tutti i gusti: intrattenimenti, installazioni, conferenze e laboratori dedicati
quest’anno al Benessere, alla bici e alle biotecnologie e declinati secondo i valori della green economy e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Apt Rovereto e Vallagarina 0464.430363. Enogastronomia CEREVISIA Fondo. Palanaunia. Il Festival delle Birre Artigianali del Trentino. Info e programma dettagliato su www. cerevisiafestival.com. Enogastronomia TUTTI #FUORI LA GRANDE FESTA DELLE PRO LOCO DEL TRENTINO Pergine Valsugana. Pergine - Per un fine settimana il Parco ai Tre Castagni di Pergine si trasforma in un grande ristorante all’aria aperta. In ogni angolo una Pro Loco propone un piatto della tradizione della sua zona, con un vino locale in abbinamento. informaZIONI: Apt Valsugana 0461.727700. Famiglia VISITA GUIDATA ALLA GROTTA DEL CALGERON Grigno Valsugana. Ritrovo presso la stazione Fs di Grigno alle ore 08:45 di ogni sabato. Si percorre un sentiero nel bosco con un dislivello di circa 200 metri e dopo 30 minuti si raggiunge l’ingresso. Dopo pochi metri a bordo di un canotto si supera un laghetto e si prosegue a piedi per circa 400 m. Durata della visita: circa 3 ore complessive. Costo 15,00€ a persona. Per visite fino a sei persone € 90,00. Il materiale tecnico (canotto e casco) viene fornito dall’organizzazione. Per informazioni e prenotazioni telefonare a Mirco 327.9184910. Musica ENSEMBLE VOCALE AD MAIORA / CORO ANTICHE ARMONIE DI BERGAMO San Michele all’Adige. Ore 21. Chiesa Parrocchiale. Concerto all’interno del Festival Musica Sarca, con Ilaria Ospici, soprano / Denis Bacis, baritono / Lucrezia Slomp e Antonio Maria Fracchetti, pianoforte / ENSEMBLE VOCALE AD MAIORA, CORO ANTICHE ARMONIE DI BERGAMO (Giovanni Duci, maestro del coro) / Alessandro Arnoldo, direttore. www. festivalmusicasacra.eu. Per i più piccoli SIAMO TUTTI SEGANTINI JUNIOR! Arco. ore 14.30. PARCO ARCIDUCALE E RIONE STRANFORIO | ARCO. Giornata tradizionalmente dedicata ai bambini, con l’evento “siamo tutti Segantini junior”: un pomeriggio per ascoltare le fiabe dei Bandus! i narratori e per disegnare tutti insieme al parco arciducale. In caso di pioggia le storie e i disegni si faranno al coperto in spazio indicato dall’organizzazione. Servizio attività culturali interco-
munale di Arco e Riva del Garda 0464.583511. Teatro CAVALLERIA RUSTICANA Villazzano. Ore 20.30. Teatro di Villazzano, Via U. Giordano 6. Associazione Aurona. Opera originale di Pietro Mascagni / Regia Mirko Corradini / Direttore-maestro concertatore Claudio Vadagnini / Maestro collaboratore Luca Schinai / Cori Lirico G.Verdi Bolzano, EstroLirica / Orchestra Aurona / Con Pinuccia Mangano, Elena Serra, Victoria Burneo Sanchez, Walter Franceschini, Nester Martorell Perez, Robert Lomax. Informazioni: www.teatrodivillazzano.it. Tradizione BOSKAVAI Imèr - Primiero. La Boskavai è un evento che coinvolge l’intera Valle di Primiero, tra carovane e sfide sportive. Un’animata manifestazione dedicata all’attività boschiva ed ai cavalli, utilizzati un tempo per i lavori di esbosco. Prove di abilità di tiro del tronco con cavalli e Triathlon del Boscaiolo con suggestiva rievocazione storica per le vie del paese. Info: ApT San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi, tel. 0439 62407.
26 DOMENICA Cultura L’AVEZ DEL PRINZEP E L’INCANTESIMO DEI FOLLETTI DEL BOSCO Lavis. Ore 16. Parco urbano di Lavis. Presentazione del libro di Maria Luisa Clerico, a cura dell’Associazione culturale Lavistaperta.. Enogastronomia CEREVISIA Fondo. Palanaunia. Il Festival delle Birre Artigianali del Trentino. Info e programma dettagliato su www. cerevisiafestival.com. Enogastronomia TUTTI #FUORI LA GRANDE FESTA DELLE PRO LOCO DEL TRENTINO Pergine Valsugana. Pergine - Per un fine settimana il Parco ai Tre Castagni di Pergine si trasforma in un grande ristorante all’aria aperta. In ogni angolo una Pro Loco propone un piatto della tradizione della sua zona, con un vino locale in abbinamento. informaZIONI: Apt Valsugana 0461.727700. Enogastronomia GOLOSE BAITE Brentonico. Scopri le baite dell’Altopiano di Brentonico, tra i profumi, i colori e le tradizioni del Monte Baldo. Una passeggiata per buongustai, arricchita da aneddoti, poesie, racconti e spiegazioni di esperti storici e botanici. La musica accompagnerà le ghiotte portate nelle 4 soste, per concludere la giornata con un concerto del Coro Soldanella. Informazioni: Ufficio Turistico di Brentonico 0464
trentinoappuntamenti 395149 o scrivi a brentonico@visitrovereto.it. Musica COUNTDOWN CORALE Trento. ore 11.00. MUSE, Corso del lavoro e della scienza, Trento. Rassegna di cori per il decennale delle Dolomiti Unesco. Concerto Coro Croz da la Stria si Spiazzo. Informazioni: https://www.muse.it. Musica ENSEMBLE VOCALE AD MAIORA / CORO ANTICHE ARMONIE DI BERGAMO Trento. Ore 11. Sala Filarmonica. Concerto all’interno del Festival Musica Sarca, con Ilaria Ospici, soprano / Denis Bacis, baritono / Lucrezia Slomp e Antonio Maria Fracchetti, pianoforte / Ensemble vocale ad maiora, coro antiche armonie di Bergamo (Giovanni Duci, maestro del coro) / Alessandro Arnoldo, direttore. www.festivalmusicasacra.eu. Tradizione BOSKAVAI Imèr - Primiero. La Boskavai è un evento che coinvolge l’intera Valle di Primiero, tra carovane e sfide sportive. Un’animata manifestazione dedicata all’attività boschiva ed ai cavalli, utilizzati un tempo per i lavori di esbosco. Prove di abilità di tiro del tronco con cavalli e Triathlon del Boscaiolo con suggestiva rievocazione storica per le vie del paese. Info: ApT San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi, tel. 0439 62407.
27 LUNEDÌ Cultura SICUREZZA Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro di Michele Nardelli e Mauro Cereghini “Sicurezza” (Edizioni Messaggero Padova, 2018). Organizzato dalla Biblioteca intercomunale Lavis Terre d’Adige tutti gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis. Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it.
28 MARTEDÌ Musica DUO ORI & ANADYA: DUE CUORI UN CANTO Roncegno. Ore 21. Salone delle Feste, Casa Raphael / Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto con: Maria Vittoria Jedlowski, chitarra e voce / Anadya Wouters, voce, cajon, harmonium. Musiche classiche, canzoni e storie musicali per incoraggiare il canto del cuore. Per info: Palace Hotel Casa Raphael, tel. 0461 772000, www.arsmodi.it/ casa-raphael-2019.
Musica ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO Tione. Ore 20.30. Chiesa Parrocchiale. Concerto all’interno del Festival Musica Sarca, con ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO (Vincenzo Quaranta, maestro concertatore). www.festivalmusicasacra.eu.
29 MERCOLEDÌ Cultura IL SUONO E LA MUSICA, LE PAROLE E IL LINGUAGGIO Trento. ore 16.30. Centro genitori e bambini - via al Torrione 10. incontro aperto per genitori e bambini da 0 a 6 anni a cura della scuola musicale “I Minipolifonici”.Quarto incontro del nuovo ciclo Bambini e genitori al centro, iniziativa che offre la possibilità di confrontarsi su tematiche educative specifiche della prima infanzia e durante il quale i bambini assieme ai genitori possono vivere momenti di gioco e scoperta affiancati dal personale che opera all’interno della struttura. Per motivi organizzativi è necessaria la prenotazione. Informazioni: 0461 261414, asilonido. centrogenitori@comune.trento.it. Musica MIN CHUNG E IVAN KRPAN Trento. Ore 20.30. Auditorium, via S. Croce. Concerto con: Min Chung, direttore; Ivan Krpan, pianoforte; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Musiche: WOLFGANG AMADEUS MOZART Concerto per pianoforte e orchestra n. 20 in re minore, K 466, LUDWIG VAN BEETHOVEN Sinfonia n. 7 in la maggiore, op. 92. Info: www. haydn.it; n. verde 800.013952; info@haydn.it. Musica SONATA ISLANDS KOMMANDOH Trento. Ore 21.30. Bookique, Via Torre D’Augusto 9. Concerto con: DJ Fana / Emilio Galante, flauto / Giovanni Venosta, tastiera / Alberto Turra, chitarra / Stefano Grasso, batteria. Il nuovo progetto di Sonata Islands Kommandoh si basa sulle musiche elettroniche di DJ Fana, rielabolandole dal vivo con gli strumenti acustici attraverso un sistema che mette in gioco l’improvvisazione e che ricorda per certi versi i percorsi creativi di Nik Bartsch e dei suoi Ronin, che ECM ha portato al successo internazionale. Ingresso gratuito / info@trentinojazz.com / Bookique n. 342.7011498 . Musica CORDE RESONANTI Arco. Ore 20.30. Palazzo dei Panni, via Segantini. Ciclo Corde Resonanti. Musiche di J. Brahms, F. Chopin, F. Schubert con Giovanna Trentini, violoncello e Midori Kuhara, pianoforte. Ingresso libero. Informazioni: tel. 0464.583619 /
fax 0464.583615 / cultura@comune.arco.tn.it o info@comune. arco.tn.it. Musica ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO Rovereto. Ore 20.45. Chiesa di San Marco. Concerto all’interno del Festival Musica Sarca, con ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO (Vincenzo Quaranta, maestro concertatore). www. festivalmusicasacra.eu.
30 GIOVEDÌ Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Centro storico. Torna il grande dibattito sui temi dell’economia. Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia. IL TEMA 2019 - GLOBALIZZAZIONE, NAZIONALISMO E RAPPRESENTANZA. Potete trovare informazioni e il programma completo su: https://2019.festivaleconomia.eu. Cultura LIBRINPARCO Arco. Centro storico e Casinò Municipale. Una festa dedicata al libro nelle sue molteplici declinazioni, con incontri, dibattiti e laboratori. La cittadina, dominata dallo splendido castello ammirato e dipinto da Dürer e raccontata dal giovane Rilke, ospiterà case editrici indipendenti provenienti da tutt’Italia che proporranno le loro pubblicazioni e verrà animata da incontri, dibattiti, laboratori. Informazioni: LibrinpArco, Tel. 0461269623, www.librinparco.it. Musica ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO Terlano. Ore 20. Chiesa parrocchiale. Concerto all’interno del Festival Musica Sarca, con ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO (Vincenzo Quaranta, maestro concertatore). www.festivalmusicasacra.eu. Musica RICCARDO ZANDONAI - 26° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI Riva del Garda. F.A. Bonporti”, Largo Marconi, 5. CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI. Info: www. musicarivafestival.com. Tradizione FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro di Levico Terme. Il centro storico di Levico Terme si veste di fiori in tutte le loro forme e colori! Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno sbocciano tante attività lungo le vie del centro storico: dimostrazioni e laboratori creativi gratuiti per grandi e bambini, scoprirete installazioni di giardini, vetrine e ospitalità in fiore... Bancarelle a tema, show cooking,
degustazioni, spettacoli e tanto altro... Azienda per il Turismo Valsugana | +39 0461 727700 | info@ visitvalsugana.it.
31 VENERDÌ Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Centro storico. Torna il grande dibattito sui temi dell’economia. Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia. IL TEMA 2019 - GLOBALIZZAZIONE, NAZIONALISMO E RAPPRESENTANZA. Potete trovare informazioni e il programma completo su: https://2019.festivaleconomia.eu. Cultura LIBRINPARCO Arco. CENTRO STORICO E CASINÒ MUNICIPALE | ARCO. Una festa dedicata al libro nelle sue molteplici declinazioni, con incontri, dibattiti e laboratori. La cittadina, dominata dallo splendido castello ammirato e dipinto da Dürer e raccontata dal giovane Rilke, ospiterà case editrici indipendenti provenienti da tutt’Italia che proporranno le loro pubblicazioni e verrà animata da incontri, dibattiti, laboratori. Informazioni: LibrinpArco, Tel. 0461269623, www.librinparco.it. Cultura ANGELI INCERTI Lavis. Ore 20.30. Biblioteca. Presentazione del libro di Rocco Sestito “Angeli incerti”.(Edizioni del Faro, 2018) dialoga con l’autore Carlo Curcio letture di Vito Catanzaro. Organizzato dalla Biblioteca intercomunale Lavis - Terre d’Adige tutti gli incontri sono organizzati in collaborazione con la Libreria La Pulce d’acqua di Lavis. Informazioni: 0461-246412, e-mail: zambana@biblio.infotn.it. Musica UN GIRO IN MUSICA Fiera di Primiero. Ore 20.45. Centro paese. Concerto in rosa dei The DartS, blues e rock n roll cover band. Speciale Giro d’Italia. Info: www.sanmartino.com. Musica RICCARDO ZANDONAI - 26° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI Riva del Garda. F.A. Bonporti”, Largo Marconi, 5. CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI. Info: www. musicarivafestival.com. Tradizione FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro di Levico Terme. Il centro storico di Levico Terme si veste di fiori in tutte le loro forme e colori! Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno sbocciano tante attività lungo le vie del centro storico: dimostrazioni e laboratori creativi gratuiti per grandi e bambini,
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trentinoappuntamenti scoprirete installazioni di giardini, vetrine e ospitalità in fiore... Bancarelle a tema, show cooking, degustazioni, spettacoli e tanto altro... Azienda per il Turismo Valsugana | +39 0461 727700 | info@ visitvalsugana.it.
GLI APPUNTAMENTI DI GIUGNO 1 SABATO Benessere PARCO SAN MARCO: BENE COMUNE Trento. Ore 10. Parco San Marco. Yoga con Fazia e Tania. L’appuntamento fa parte delle iniziative contenute nel patto di collaborazione sottoscritto dall’associazione scuola dell’infanzia Tambosi, dall’associazione studio d’arte Andromeda, dalla libreria Due Punti, dall’associazione culturale LinguAttiva, dal ristorante Terramia e dal Comune di Trento. Informazioni: 0461 884106 Email: servizio.benicomuniegestioneacquisti@comune.trento.it. Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Centro storico. Torna il grande dibattito sui temi dell’economia. Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia. IL TEMA 2019 - GLOBALIZZAZIONE, NAZIONALISMO E RAPPRESENTANZA. Potete trovare informazioni e il programma completo su: https://2019.festivaleconomia.eu. Cultura LIBRINPARCO Arco. CENTRO STORICO E CASINÒ MUNICIPALE | ARCO. Una festa dedicata al libro nelle sue molteplici declinazioni, con incontri, dibattiti e laboratori. La cittadina, dominata dallo splendido castello ammirato e dipinto da Dürer e raccontata dal giovane Rilke, ospiterà case editrici indipendenti provenienti da tutt’Italia che proporranno le loro pubblicazioni e verrà animata da incontri, dibattiti, laboratori. Informazioni: LibrinpArco, Tel. 0461269623, www.librinparco.it. Cultura RICONOSCI IL SELVATICO Meano. ore 09-17. Parco Villa Salvadori-Zanatta. Riconoscimento delle piante selvatiche e produzione di un preparato derivato da una pianta presente nel nostro orto/giardino, con Stefano Delugan. Informazioni: www.ortoinvilla.com, 3203281114. Cultura LA NATURA DEL PENSIERO Val di Sella. ore 11. Malga Costa. Evento con Michele De Lucchi, Olivo Barbieri e Vittorio Gallese. Prenotazione obbligatoria per la partecipazione alla Lectio Magistralis, chiamando il numero 0461.751251. www.artesella.it.
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Famiglia VISITA GUIDATA ALLA GROTTA DEL CALGERON Grigno Valsugana. Ritrovo presso la stazione Fs di Grigno alle ore 08:45 di ogni sabato. Si percorre un sentiero nel bosco con un dislivello di circa 200 metri e dopo 30 minuti si raggiunge l’ingresso. Dopo pochi metri a bordo di un canotto si supera un laghetto e si prosegue a piedi per circa 400 m. Durata della visita: circa 3 ore complessive. Costo 15,00€ a persona. Per visite fino a sei persone € 90,00. Il materiale tecnico (canotto e casco) viene fornito dall’organizzazione. Per informazioni e prenotazioni telefonare a Mirco 327.9184910. Folklore NOTTE ROSA Transacqua. Ore 19. Piazza San Marco. In occasione del Giro d’Italia 2019, il Comitato Iniziative di Transacqua organizza: dalle ore 19.00: apertura stand gastronomico abbinato alla migliore birra; dalle ore 21.00: concerto della band Pentagono Music Project, la migliore musica italiana. Info: www.sanmartino.com. Folklore VERSO L’ALPEGGIO Canal San Bovo - Valle del Vanoi. Due giorni dedicati alla pastorizia e alla transumanza con incontri, laboratori didattici, allestimenti a tema, passeggiate, degustazioni di specialità gastronomiche e l’immancabile mercatino artigianale e dei prodotti tipici. L’evento festeggia il passaggio delle greggi di pecore accompagnate dai pastori e guidate dai loro cani, che dalle zone più calde della pianura, dove hanno trascorso l’inverno, risalgono per i pascoli estivi diretti verso la montagna. Info: www. sanmartino.com . Montagna PASSAGGIO DELLA 20^ TAPPA DEL GIRO D’ITALIA Passo Rolle, San Martino di Castrozza, Primiero. Le Pale di San Martino non sono mai state così rosa! Passo Rolle, San Martino di Castrozza e Primiero saranno sede del passaggio della 20^ tappa dell’edizione del Giro d’Italia numero 102. Tappone dolomitico di oltre 5.000 m di dislivello con le salite di Cima Campo, Passo Manghen, Passo Rolle e la salita finale di Croce d’Aune-Monte Avena. Info: www.sanmartino.com. Musica SALUTANDO IL GIRO Mezzano di Primiero. Ore 17. Piazza Fontana. Concerto Scuola Musicale di Primiero. Salutando il Giro con la musica Rock, Blues & Jazz della Scuola Musicale di Primiero in collaborazione con il Sabato del Mondo. Info: www. sanmartino.com.
Musica RICCARDO ZANDONAI - 26° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GIOVANI CANTANTI LIRICI Rovereto. Teatro Zandonai. Finale del Concorso, concerto lirico. Info: www.musicarivafestival.com. Tradizione FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro di Levico Terme. Il centro storico di Levico Terme si veste di fiori in tutte le loro forme e colori! Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno sbocciano tante attività lungo le vie del centro storico: dimostrazioni e laboratori creativi gratuiti per grandi e bambini, scoprirete installazioni di giardini, vetrine e ospitalità in fiore... Bancarelle a tema, show cooking, degustazioni, spettacoli e tanto altro... Azienda per il Turismo Valsugana | +39 0461 727700 | info@ visitvalsugana.it.
2 DOMENICA Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Centro storico. Torna il grande dibattito sui temi dell’economia. Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia. IL TEMA 2019 - GLOBALIZZAZIONE, NAZIONALISMO E RAPPRESENTANZA. Potete trovare informazioni e il programma completo su: https://2019.festivaleconomia.eu. Cultura LIBRINPARCO Arco. CENTRO STORICO E CASINÒ MUNICIPALE | ARCO. Una festa dedicata al libro nelle sue molteplici declinazioni, con incontri, dibattiti e laboratori. La cittadina, dominata dallo splendido castello ammirato e dipinto da Dürer e raccontata dal giovane Rilke, ospiterà case editrici indipendenti provenienti da tutt’Italia che proporranno le loro pubblicazioni e verrà animata da incontri, dibattiti, laboratori. Informazioni: LibrinpArco, Tel. 0461269623, www.librinparco.it. Cultura OFFICINADIDUE - L’URLO DI VAIA Val di Sella. ore 15. Malga Costa. Incontro con gli artisti e presentazione dell’opera. L’Urlo di Vaia è un’opera sonora creata dagli artisti Vera Bonaventura e Roberto Mainardi di Officinadidue. Ingresso Giardino di Villa Strobele ed Area di Malga Costa e Cattedrale Vegetale: 8 euro a persona. www. artesella.it. Folklore VERSO L’ALPEGGIO Canal San Bovo - Valle del Vanoi . Due giorni dedicati alla pastorizia e alla transumanza con incontri, laboratori didattici, allestimenti a tema, passeggiate, degustazioni di specialità gastronomiche e
l’immancabile mercatino artigianale e dei prodotti tipici. L’evento festeggia il passaggio delle greggi di pecore accompagnate dai pastori e guidate dai loro cani, che dalle zone più calde della pianura, dove hanno trascorso l’inverno, risalgono per i pascoli estivi diretti verso la montagna. Info: www. sanmartino.com . Musica SONATA ISLANDS: LETTER TO EVANS Rovereto. Ore 21.30. Circolo Operaio Santa Maria, Via Santa Maria 18. Concerto con: Emilio Galante, flauto / Giuliano Cramerotti, chitarra / Stefano Colpi, contrabbasso / Gianlorenzo Imbriaco, batteria. Ingresso gratuito. Informazioni: info@trentinojazz.com / Circolo Operaio Santa Maria n. 388.8125948 . Musica CONCERTO PER LA FESTA DELLA REPUBBLICA Riva del Garda. ore 11.00. In occasione della Festa della Repubblica il Comune di Riva del Garda propone il 2 giugno il tradizionale concerto con il Corpo bandistico cittadino nel cortile interno della Rocca. Informaizoni: Concerto Corpo Bandistico Riva del Garda, tel. 0464.556774. Musica LOREDANA BERTÈ Rovereto. Ore 21. Palazzetto dello Sport, Via Piomarta. Concerto. Info e prevendite su: www.loredanaberte.it. Tradizione FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro di Levico Terme. Il centro storico di Levico Terme si veste di fiori in tutte le loro forme e colori! Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno sbocciano tante attività lungo le vie del centro storico: dimostrazioni e laboratori creativi gratuiti per grandi e bambini, scoprirete installazioni di giardini, vetrine e ospitalità in fiore... Bancarelle a tema, show cooking, degustazioni, spettacoli e tanto altro... Azienda per il Turismo Valsugana | +39 0461 727700 | info@ visitvalsugana.it.
3 LUNEDÌ Per i più piccoli PARCO SAN MARCO: BENE COMUNE Trento. ore 10.30. Parco San Marco. Giochi e attività con i bambini della scuola dell’infanzia Tambosi in collaborazione con le studentesse del liceo musicale coreutico Bonporti.Allestimento delle aiuole con la collaborazione dell’Ufficio parchi e giardini del Comune. Informazioni: 0461 884106, Email: servizio.benicomuniegestioneacquisti@comune.trento.it.
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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, DUE REPORTAGE DI NOZZE: ZAHRA CON STEFANO E DI ELISABETTA CON MAURIZIO
I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Zahra Nata a: Teheran (Iran) Residente a: Trento Vestito: Maison Mojgan (Iran) Scarpe: Due Leoni - Trento Parrucchiere: Farahnaz Hadipoorbarzegar Testimone: Zivile Occupazione: Ricercatrice Unitn
Lui Nome: Stefano Nato a: Trento Residente a: Trento Vestito, scarpe: Fedrizzi - Mezzolombardo Barbiere: Salone 97 - Trento Testimone: Piercarlo Occupazione: Dirigente societÃ
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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Giorgio Zamboni @giorgiozamboni www.gioegiozamboni.it
Matrimonio: Data: Luogo: Numero invitati: Banchetto: Catering: Fiori e bouquet: Anelli: Torta: Damigelle: Viaggio di nozze: Vivranno a:
Civile 23 marzo 2019 Villa de Mersi - Villazzano 60 Villa Bortolazzi - Acquaviva Villa Bortolazzi - Acquaviva Nadalini - Trento Easy Gold - Trentoottica Superstore - Trento Giulia, Morvarid, Morvarid e Melorin Giappone, 15 giorni Povo - Trento
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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo celebrazione: Invitati: Banchetto: Anelli: Pasticceria e Torta: Allestimenti Floreali: Wedding planner: Bomboniere: Damigelle:
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Religioso 30 marzo 2019 Caltron, Cles 100 Grand Hotel - Molveno Gioielli Angeli - Cles Zaffiro - Rovereto Claudia Antolini flower designer Claudia Antolini wedding planner A cura della sposa Emily, Alice e Sofia
Servizio fotografico: Diego Marini www.marinidiego.it
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Nome: Elisabetta Anni: 37 Nata a: Cles Residente a: Cles Vestito: Arte del Cucito - Mezzocorona Scarpe: Calzature Carlin - Pergine Parrucchiere: Salone Immagini - Cles Truccatrice: Estetica La Perla - Cles Testimone: La sorella, Sabrina Occupazione: Assistente Studio Dentistico
Nome: Maurizio Anni: 40 Nato a: Cles Residente a: Cles Vestito: Fox Moda - Cles Scarpe: Due Leoni - Trento Barbiere: Barberos - Cles Testimone: Gianni, amico d’infanzia Occupazione: Titolare autofficina
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...E CONTINUA IL TRENTO FILM FESTIVAL PARTITO COME DI CONSEUTO A FINE APRILE, OFFRE OTTIMI SPUNTI ANCHE NEI PRIMI GIORNI DI MAGGIO
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entoventisette film in programma, di cui 27 in concorso, 144 appuntamenti, tra serate evento, incontri, mostre e convegni: sono queste le coordinate della 67a. edizione del Trento Film Festival che si tiene fino al 5 maggio. La più antica rassegna internazionale di cinema e culture di montagna torna con un ricchissimo programma legato ai cambiamenti climatici, ecologia, cammino lento e alpinismo senza dimenticare che quest’anno è il Marocco ad essere il Paese ospite della sezione “Destinazione…”, un invito alla scoperta del territorio e delle genti di questo affascinante Paese nordafricano. Un’edizione con diversi momenti di richiamo, con nomi celebri del mondo dell’alpinismo, del cinema, della cultura e dello spettacolo, e con un programma cinematografico di alto livello che ha come sfondo la montagna e le sue culture, l’avventura e l’esplorazione. Il Trento Film Festival guarda ai temi dell’ambiente, dei cambiamenti climatici e della ricerca scientifica finalizzata a una vita sostenibile fino alla scoperta della natura che ci circonda attraverso il camminare lento, la riflessione sulle nuove frontiere dell’alpinismo e delle nuove pratiche in montagna. Nel cartellone di 127 film ci sono 27 (15 lungometraggi e 12 cortometraggi) provenienti da 18 Paesi diversi che concorreranno alle Genziane d’Oro e d’Argento. «Dai documentari ai lungometraggi, dai classici restaurati alle sperimentazioni contemporanee, dal cinema internazionale a quello locale – spiega il responsabile della programmazione cinematografica del Trento Film Festival, Sergio Fant – la selezione 2019 ci racconta le montagne come sensibili punte di iceberg del pianeta Terra, nell’anno in cui si è svegliata la coscienza delle giovani generazioni
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per il riscaldamento globale e i rischi ambientali». Oltre alle tradizionali sezioni, la 67a edizione sarà caratterizzata dai programmi speciali “Amici fragili” dedicato ad alberi e boschi, ispirato dalla catastrofica tempesta sulle Dolomiti di fine ottobre 2018 in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco e con il contributo dei Fondi Comuni di Confine. Fra le proiezioni speciali del Festival oltre alla presentazione dei restauri di “Der Kampf Ums Matterhorn” di Mario Bonnard e Nunzio Malasomma con l’accompagnamento dal vivo del maestro Marco Dalpane e dell’ensemble Musica nel buio, del classico del cinema di montagna d’oltralpe “Premier de cordée” e del cult movie sovietico “Dead Mountaineer’s Hotel” la sezione conta anche il film di chiusura della 67a edizione, sabato 4 maggio: l’impressionante “Aquarela” del maestro del cinema documentario Victor Kossakovsky. Dopo la recente tragedia sul Nanga Parbat, con la morte dei due alpinisti Tom Ballard e Daniele Nardi, il festival renderà omaggio alla memoria dell’inglese e dell’italiano con la riproposizione del documentario “Tom” di Elena Goatelli e Angel Luis Esteban Vega insieme al cortometraggio “Da zero a ottomila”, la storia di Daniele Nardi di Stefano Ardito. Il Filmfestival propone anche un ricordo del cineasta trentino Francesco Dal Bosco, scomparso ad inizio anno, con la riproposizione del suo “Apocalisse” del 2010. Nello spazio “Destinazione… Marocco” saranno a Trento la cantante Malika Ayane a Mohammed Al Achaari, poeta e romanziere, giornalista e uomo politico marocchino, Ministro della Cultura dal 2002 al 2007. La Ayane, a Trento, venerdì 3 maggio, dopo aver già in diverse occasioni incantato il pubblico trentino, in questa occasione si racconterà fra ricordi e memorie legate anche all’esperienza maturata con la onlus Oxfam Italia. Fabio De Santi
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SAN LEONARDO, SEMPRE MIGLIOR ROSSO ITALIANO COSTRUIRE IL FUTURO… CON LA CONOSCENZA
BISSATO IL SUCCESSO DEL 2018 SULLA RIVISTA “CIVILTÀ DEL BERE” I Marchesi Carlo e Anselmo Guerrieri Gonzaga
TRA LE TANTE PROPOSTE DI MAGGIO DELLA STRUTTURA RAI DI TRENTO
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ome sempre, molto interessanti e approfonditi, oltre che ben curati, i contenuti proposti dalla struttura programmi della Rai di Trento. Il programma “TAPIS ROULANT”, in onda domenica 26 maggio, (ore 9.45 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30) prevede: “COSTRUIRE IL FUTURO… CON LA CONOSCENZA”. L’ottavo appuntamento della serie di conferenze realizzate da FBK in collaborazione con l’ Università di Trento, ci porta a conoscere il genoma editing, una tecnica rivoluzionaria che promette di cambiare radicalmente la nostra visione del Dna. Ci guideranno gli interventi di Francesco Profumo, presidente di Fbk, e di Anna Cereseto, capo del team di ricerca che ha condotto questo straordinario studio. Moltissime le applicazioni legate alla riscrittura del codice genetico, non ci resta che andare a scoprirle. ”IL DISEGNO NEL PIATTO”. Il programma che esplora le più recenti tendenze estetiche nel campo della cucina d’autore vede protagonista lo chef Mattia Piffer ed una sua opera d’arte. “BRAND TERRITORIALE MARCHI E BREVETTI”. Il brand oggi non riguarda solo le multinazionali e le grandi aziende, ma anche le piccole realtà economiche e interi territori. Ma quali sono gli elementi che contribuiscono a creare un’identità territoriale? Se ne è parlato nel corso di un seminario tenutosi a Trento e organizzato dalla Camera di Commercio, che ha un apposito ufficio per registrare marchi e brevetti. Il Trentino,
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er la seconda volta consecutiva, la nota rivista enologica “Civiltà del Bere” ha insignito – grazie al San Leonardo 2014 – la Tenuta San Leonardo di Borghetto di Avio, del riconoscimento di “Miglior Vino Rosso Italiano 2019” nella loro Top Guide Vini. Questo importante traguardo è stato ottenuto dopo aver sommato tutti i punteggi delle maggiori guide dei vini del bel paese, ex equo con il Sassicaia 2015 dei Marchesi Incisa della Rocchetta. Successivamente, sabato 6 aprile, il prestigioso produttore trentino ha presenziato al Palazzo della Gran Guardia a Verona per OperaWine, Finest Italian Wines: 100 Great Producers, esclusivo evento che ogni anno offre la possibilità di conoscere i 100 migliori produttori italiani, selezionati dalla famosa rivista americana “Wine Spectator”. Quest’anno San Leonardo ha presentato l’annata 2013.
per proporsi sui mercati globali, punta soprattutto su ambiente e innovazione. “TRENTINO A TEATRO”. Il teatro come spettacolo e veicolo di cultura non conosce crisi né subisce le mode. Da secoli è un potente strumento di comunicazione. Il primo teatro trentino sorse a Rovereto alla fine del Settecento, seguìto dal Sociale di Trento, nato esattamente 200 anni fa. Ma oltre alle preziose architetture dei teatri all’italiana, il teatro è anche un formidabile canale di comunicazione sociale, animazione territoriale, coinvolgimento popolare, come dimostrano le centinaia di spettacoli messi in scena ogni anno dalle compagnie filodrammatiche amatoriali trentine nei piccoli teatri di città e valli trentine. 121
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RIGOS E PANIZZA ORO NEL “TRANSPLANT” PARTY IN ALLEGRIA. VENTAGLI INCLUSI...
IMPRESA SPORTIVA NEL RINNOVATO CORAGGIO DI VIVERE...
SEMPRE ORIGINALE LA NOSTRA AMICA GIUSEPPINA
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iuseppina – sempre con un alto senso del dovere, e solidi principi di una fede di altri tempi e anche di grande fede cristiana –, ha nel suo DNA la consapevolezza e il desiderio di trasmettere gioia ad ogni persona che incontra sul suo cammino, sia nella città di Trento che nei suoi andirivieni in località vicine e lontane. Ritornata da una veloce escursione a Madrid e Siviglia, dopo aver fatto incetta di diversi ventagli artigianali, ha deciso di organizzare una festicciola nella sua casa accogliente di calore e amore, piena di fiori, e di amici veri che facevano pendant con i fiori. Un party in allegria, al cui termine, armati di ventagli, i presenti hanno alzato i calici inneggiando al valore di volersi bene concretizzandolo con un abbraccio finale.
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Dall’alto: 1. Margit, Andrea, Giuseppina, L. Martinez, Franca, Giorgia e, in ginocchio, Angela 2. Manuela, Andrea, Debby, Giuseppina, Mariolina, Beatrice 122
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ncora una volta lo sport è strumento di Amicizia e di Solidarietà, un rinnovato coraggio di vivere con entusiasmo che rappresenta un elemento importante nella vita che si rinnova. Ci piace segnalare ancora una volta l’impresa sportiva di due amicitrapiantati ai recenti campionati internazionali svoltisi a Filzmoos in Austria. Erminio Rigos, popolare barista di Fondo e Marco Panizza di Vermiglio hanno gareggiato sulle nevi austriache, mettendo in campo – ancora una volta – abilità non certo minori di altri atleti, facendo “man bassa” di successi che hanno arricchito il medagliere azzurro. Rigos e Panizza sotto il vessillo del Transplant Sport Club Alto Adige Sudtirol, trapiantati di rene a Verona già una decina di anni fa, con orgoglio e determinazione si cimentano negli sport invernali riuscendo a lasciare sempre un segno positivo carico di speranze e di ulteriori aspettative. Con la loro bravura ed ovviamente con esperienza ormai ampiamente collaudata, hanno messo il sigillo più autorevole a questo ulteriore impegno agonistico. Sono tornati dalla trasferta di fine stagione agonistica con ben tre ori conquistati da Erminio Rigos nel gigante e Marco Panizza nella corsa con le ciaspole e nello sci da fondo. Da segnalare poi un bronzo per Rigos nella corsa con le ciaspole e tre argenti tutti al collo di Eugen Vikoler (gigante, ciaspolee sci nordico). Quest’ultimo il terzo componente della squadra azzurra (quattro in totale) in rappresentanza dell’Italia. (C.R.)
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JUVENTUS FESTEGGIA CON FERRARI TRENTODOC TULLIO SERAFINI È IL NUOVO PRESIDENTE DELL’APT DI CAMPIGLIO
L’ECCELLENZA DI CASA LUNELLI PER L’OTTAVO SCUDETTO CONSECUTIVO
NOMINATO IL 19 APRILE SCORSO
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una settimana di distanza dall’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, il Cda, rinnovato per la metà dei membri, si è riunito per procedere alla nomina del nuovo presidente. I componenti, ritrovatisi il 19 aprile scorso nella sala rincontri del Comune di Pinzolo a Madonna di Campiglio, hanno indicato il nome del campigliano Tullio Serafini che ha assunto il compito di guidare Apt per il prossimo triennio. Serafini rappresenta, nel Cda di Azienda per il Turismo, il Comune di Tre Ville nell’ambito del quale sta portando avanti il suo secondo mandato amministrativo con il ruolo di assessore al turismo, sport, grandi eventi, decoro urbano e rapporti con il personale in servizio a Madonna di Campiglio. Ha fatto parte del Consiglio di amministrazione
possibile ora acquistare la bottiglia in edizione limitata con cui hanno celebrato la vittoria i campioni bianconeri Juventus ormai oltre la leggenda, conquista l’ottavo scudetto consecutivo e il 37mo assoluto, a ben cinque giornate dalla fine del campionato. La squadra di Massimiliano Allegri, ormai inarrestabile, ha celebrato già in occasione della 33esima giornata di serie A lo storico traguardo di Campione d’Italia 2019 con Ferrari Trentodoc. Erano pronti per i festeggiamenti i grandi formati di Ferrari dedicati all’occasione, con un’etichetta speciale su cui campeggia il disegno dello scudetto, il logo Juventus e l’hashtag #W8NDERFUL, che i giocatori hanno stappato dando il via ad una grande festa. È il quarto anno consecutivo che Juventus suggella le sue vittorie con le bollicine Ferrari Trentodoc grazie a una partnership sinonimo di un orgoglio tutto italiano, nel segno della storia e dello stile che entrambe le società rappresentano a livello internazionale. Anche le Juventus Women di Rita Guarino, che hanno brindato il secondo scudetto consecutivo che le incorona Campionesse d’Italia 2019 con bollicine Ferrari.
di Apt anche nei sei anni passati. Dal 2013 al 2016 ha operato all’interno del Comitato esecutivo. Cecilia Maffei, rappresentante del Consorzio operatori economici di Pinzolo-Val Rendena, è stata riconfermata alla vicepresidenza. “Sono molto onorato e grato di aver ricevuto la fiducia del Consiglio per ricoprire una carica così importante e di responsabilità – afferma il neopresidente Serafini – e ringrazio il presidente uscente Adriano Alimonta per il lavoro che con attaccamento, impegno e professionalità ha svolto nei tre anni passati. Trovo una macchina ben rodata con uno staff di persone professionalmente preparate e appassionate al lavoro che in Azienda per il Turismo viene svolto per il territorio. Mi ha fatto molto piacere, oggi, la presenza in Cda dell’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni che ha voluto dare il proprio saluto e testimoniare la vicinanza della Provincia alla nostra destinazione”.
Tullio Serafini 123
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GENNARO RICCIO SCRIVE E... AIUTA GLI ORFANI PRESENTATO L’11 APRILE SCORSO LA NUOVA FATICA LETTERARIA DEL SIMPATICISSIMO CARABINIERE (ORA IN PENSIONE) E SCRITTORE
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re le qualità principali di Gennaro Riccio. La prima è la prolificità della sua scrittura, l’impressionante flusso di dialoghi e aneddoti che è capace di riversare in pochi giorni sulla tastiera del computer. La seconda è un talento inspiegabile di psicologo empirico; a lui basta parlare qualche minuto con una persona per tracciarne subito un profilo (e studiare una dedica ad hoc da vergare sul frontespizio di uno dei suoi libri oppure una sorta di stornello in dialetto napoletano, rigorosamente in rima). La terza è forse la più importante, ed è la generosità. Anche i proventi di questa sua ultima fatica letteraria – intitolata “La grandezza dell’amore con anema, core e mente” – avrà scopi di solidarietà. Salernitano di nascita, trentino d’adozione, il carabinierescrittore (ora solo scrittore, dacché è in pensione) come sempre destina il ricavato delle vendite all’associazione degli orfani dei carabinieri caduti, alla quale Riccio ha già versato oltre 80 mila euro. Una cifra importante per uno scopo importante.
Gennaro Riccio, maresciallo dell’Arma in pensione, ha devoluto nel corso degli anni oltre 80mila euro agli orfani dei carabinieri caduti
Gennaro Riccio con la moglie e il figlio, alla serata dell’11 aprile scorso
“La grandezza dell’amore” è stato presentato nel corso di una serata evento l’11 aprile scorso, alle 18, al Teatro dei Salesiani di Trento. Come di consueto Gennaro ha voluto accanto a sé gli amici di sempre e un gruppo di attori che hanno messo in scena alcuni passi del libro. Tra i presenti, il Commissario del Governo, Sandro Lombardi, il Comandante provinciale dell’Arma, Luca Volpi, l’ex vicecomandante dei carabinieri, gen. c.a. Giovanni Radici. Non mancava nemmeno l’amico Guglielmo Avolio, Presidente del Tribunale di Trento. Tra la folla, anche l’attuale Presidente della Prima Sezione del Tribunale, Giuseppe Serao e il Questore di Trento, Giuseppe Garramone, l’ex Presidente dell’A22, Andrea Girardi e l’attuale Presidente degli Alpini trentini, Maurizio Pinamonti. La serata si è conclusa con il rituale firmacopie, in cui Gennaro Riccio ha messo in pratica le sue enormi doti di rimatore e psicologo, regalando ad ognuno una dedica personalizzata e indimenticabile. (P.L.)
Dall’alto a sx, il Comandante provinciale dell’Arma, Luca Volpi, gli attori impegnati in scena, Guglielmo Avolio, Giovanni Radici e ancora Avolio 124
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“LA TANA DEL LUPO” DI ANITA ANIBALDI ECCO LA FESTA DELLE FAMIGLIE NUMEROSE LO SCORSO 22 APRILE, A RIVA DEL GARDA, LA PRIMA FESTA TERRITORIALE
PRESENTATO DALLA PRO CULTURA, L’ULTIMO LIBRO DELL’ARTISTA Sergio Abram, Anita Anibaldi e Renzo Francescotti
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i è svolta nel pomeriggio di lunedì 22 aprile a Riva del Garda la prima festa territoriale dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, per incontrare le famiglie della zona ed avviare il nuovo progetto sperimentale di divisione del territorio, seguendo lo schema delle Comunità di Valle. Per essere più vicini agli associati e potersi confrontare con gli enti locali, è stata scelta la prima famiglia delegata per l’Alto Garda e Ledro, Alice e Filippo Civettini Poi questo progetto sperimentale verrà esteso a tutto il territorio provinciale, contando sulla disponibilità delle famiglie associate, e magari potrà anche essere replicato a livello nazionale. Alla presenza dei segretari nazionali (famiglia Magistri) e dei coordinatori provinciali (Federica Betta e Massimo Sebastiani), è stato organizzato un pomeriggio di festa ed anche di confronto, cui hanno preso parte anche il Vicesindaco Mario Caproni ed il Consigliere Giuseppe Giuliani, in rappresentanza del Comune di Riva del Garda, che ha patrocinato l’iniziativa. Sono usciti molti spunti, che verranno poi portati avanti a livello locale dalla famiglia Civettini ed a livello provinciale grazie alla famiglia Sebastiani, oltre ad un pomeriggio di festa e tanto divertimento per tutti i bambini presenti. Di seguito si riportano alcuni link web utili, relativi all’attività dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose ed al progetto ora attivato nell’Alto Garda e Ledro: https://www.famiglienumerose.org/ https://www.famiglienumerose.org/parte-il-nuovo-progettoanfn-in-trentino/ https://www.famiglienumerose.org/alice-e-filippo-civettinifamiglia-delegata-per-lalto-garda-e-ledro/
l lupo è stato il protagonista, più che mai d’attualità, nella sala del Centro ”Rosmini” di Trento, dove la “Pro Cultura” ha presentato l’ultimo libro di Anita Anibaldi , ”La tana del lupo”, pubblicato da Curcu Genovese. Uscito in un’elegante veste illustrata dalla stessa Anibaldi è questo il quarto libro dell’autrice, dopo “Mylo. Le avventure di un merlo” e “La fuga delle Alpi”, racconto a fumetti. Lo ha ricordato Renzo Francescotti, autore della prefazione, che ha inquadrato questa storia della Anibaldi nella millenaria letteratura che ha come protagonista il lupo, nelle favole, nelle leggende, nella fiabe, nei romanzi moderni come “Zanna Bianca” di Jack London. Francescotti, nella sua veste di critico d’arte, oltre che letterario, ha poi sottolineato l’eccezionale bravura di disegnatrice dell’autrice, è nota anche come pittrice e illustratrice: un caso molto raro quello dello scrittore-pittore, che ha pochi precedenti illustri come quelli di Wiliam Blake, Dante Gabriele Rossetti e Dino Buzzati. È poi intervenuto Sergio Abram, autore di un testo introduttivo, naturalista noto con molte sue pubblicazioni tra cui la poderosa Animali delle Dolomiti. Abram ha parlato del senso di libertà che il lupo esprime in ogni azione, anche al costo della vita. Un sentimento che l’autrice ha saputo rappresentare molto bene, assieme ai rapporti famigliari e del branco, che avrebbero molto da insegnare a quelli umani. Brevi squarci di lettura sono stati interpretati con la loro riconosciuta professionalità da Chiara Turrini e Arrigo Dalfovo, del Gruppo ”Neruda”. Un dialogo tra il pubblico, l’autrice e i due relatori ha concluso la molto varia e interessate serata organizzata dalla storica “Pro Cultura”.
Chiara Turrini
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IL LIBRO DEL MESE
MATTARELLA PLAUDE AL LIBRO DI CORTESI SODDISFAZIONE PER L’AUTORE DE “IL VOLTO DI DIO NELLO SPECCHIO DELLA MULTICULTURALITÀ”
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scito da pochi mesi per i tipi di Curcu Genovese, il saggio di Lorenzo Cortesi, “Il volto di Dio nello specchio della multiculturalità” continua a far parlare
di sé. Ultima occasione, una lettera giunta nientemeno che dal Palazzo del Quirinale a Roma, dove il libro è stato molto apprezzato dal Presidente Sergio Mattarella. Questo il testo della missiva: “Gentile Dottor Cortesi, il Presidente della Repubblica. Nell’esprimerLe vivo apprezzamento per l’iniziativa editoriale, che affronta un tema a Lei molto caro, come il multiculturalismo nell’epoca della globalizzazione e dei grandi movimenti migratori, in cui nuove sfide e interrogativi si affacciano prepotentemente sulla scena mondiale, il Presidente Mattarella Le invia i più cordiali saluti e auguri di buon lavoro, ai quali aggiungo con piacere i miei personali”. Il libro affronta il tema di una società globalizzata, che si configura sempre più come mosaico di culture e fedi differenti si pone con urgenza la necessità di elaborare un nuovo modello antropologico da porre alla base di una visione complessiva del mondo capace di valorizzare la ricchezza della diversità senza rinunciare alla tutela delle identità specifiche di ciascuna tradizione storico-culturale. Per realizzare un pluralismo autentico che possa affrontare con successo le numerose sfide della quotidianità non è però sufficiente affidarsi a strumenti di carattere giuridico-sociologico, ma occorre coinvolgere la sfera dell’interiorità umana e del vissuto individuale e collettivo. In quest’ottica assume una rilevanza fondamentale il tema del rapporto con la dimensione trascendente e della percezione della divinità, che costituisce un aspetto irrinunciabile dell’esistenza per molti milioni di credenti, soprattutto extraeuropei. Questo volume raccoglie l’ambiziosa sfida di presentare i valori costitutivi della società laica occidentale e dello Stato di diritto in una forma compatibile con la visione fortemente sacralizzata della realtà che caratterizza altre culture, in particolare quella islamica. 126
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UN VIAGGIO ATTRAVERSO LE SFIDE QUOTIDIANE DI MADRE NATURA: ECCO COME SI POTREBBE DEFINIRE QUESTO NUOVO LIBRO ILLUSTRATO DI ANITA ANIBALDI, DEDICATO AL PIÙ TEMUTO, MA PIÙ AMATO TRA I FELINI...
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è il lupo cattivo della favola: superior stabat lupus, inferior agnus. L’abbiamo imparata in tanti, nel facile latino di Fedro, la storia del lupo che moltiplica le accuse contro la bestiola e, nonostante l’agnello gli dimostri la falsità di tutte, alla fine lo divora. C’è anche il lupo cattivo nella fiaba di Cappuccetto Rosso (nelle tante versioni: di Perrault, dei fratelli Grimm, di Italo Calvino…), una fiaba freudiana, truculenta, in cui il lupo si mangia Cappuccetto Rosso e sua nonna e c’è un cacciatore che con un’ascia uccide e sventra il lupo, ma per fortuna arriva il lieto fine. C’è il lupo buono (femmina) nella leggenda romana di Romolo e Remo che salva i due gemelli. C’è il cane Buck, nel romanzo di Jack London, che conosce il male e il bene degli uomini e alla fine, dopo che gli uccidono l’amato padrone, obbedisce al richiamo della foresta e ridiventa lupo. C’è – in un altro romanzo di London – il lupo Zanna Bianca che fa il cammino inverso: da lupo diventa cane. E ci sono gli innumerevoli lupi che popolano la letteratura: i lupi russi di tanti racconti e romanzi; i lupi norvegesi dei ro-
trentinolibreria Paolo Morando Prima di Piazza Fontana Laterza
Giulia Costa La partenza di molti, il ritorno di pochi New Book Edizioni
Milano, 25 aprile 1969: due ordigni scoppiano alla Fiera campionaria e all’Ufficio cambi della Banca Nazionale delle Comunicazioni della Stazione centrale, provocando una ventina di feriti. È il primo atto della campagna di attentati da parte dei neofascisti di Ordine Nuovo, che pochi mesi dopo porterà a Piazza Fontana. Ma l’Ufficio politico della Questura, fin dalle prime ore, punta solo verso gli anarchici: esattamente come accadrà con Pietro Valpreda per la strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. A condurre le indagini sono il commissario Luigi Calabresi e i suoi uomini, gli stessi che si troveranno nel suo ufficio la notte della morte di Giuseppe Pinelli, nome che nell’inchiesta spunterà di continuo, come pure quello di Valpreda, che già qui si profila come futuro capro espiatorio. Nel giro di pochi giorni vengono arrestati tre giovani e una coppia di noti anarchici milanesi...
Una storia tragica, rimasta nei ricordi di Giulio, che nel 2000 è diventato un diario scritto a mano su un quaderno passato ad amici e vicini di casa. Oggi, grazie alla volontà dei familiari, allo stimolo del Coro Pasubio nel quale ha cantato diversi anni e con il sostegno economico del Comune di Vallarsa è diventato un libro edito da NewBook edizioni di Rovereto. Aveva 19 anni Giulio Costa quando il 3 gennaio 1941 si dovette consegnare al Distretto Militare di Trento, lasciando la sua casa a Costa di Vallarsa per andare in guerra. Dal Pasubio che loInhaquesto visto nascere si è trovato sull’isola libro/intervista, in cui per la diprima Corfùvolta l’8 settembre 1943 quando, tra il ricordi biografici si intrecciano sentimento comune che la guerra con riflessioni sull’esistenza e sulsarebbe presto finita, iniziato il suo calvario. presente delè mo Giulio Costa ha portato dentro se questa storia lui, partito ragazzo dal paesino di Vallarsa, si è trovato in mare e in giro per l’Europa potendosi salvare aiutato dalla fede e dall’esperienza dei lavori in malga che lo ha aiutato a sopravvivere nei momenti bui.
manzi di Selma Lagerlöf; i lupi italiani dei romanzi marsicani di Ignazio Silone… E ora ci sono i lupi di Anita Anibaldi. Quando Anita mi parlò della sua intenzione di scrivere un racconto con protagonisti questi animali, pensai che si trattasse di un libro per ragazzi del genere fiabesco: come Mylo (1982), Le avventure di un merlo (1985), La fuga delle Alpi (2016). Invece, già dall’attacco, questo La tana del lupo appare qualcosa di molto diverso: “I lupi percorrevano il bosco in lungo in largo. Il capo branco si muoveva velocissimo e libero. La femmina più giovane si allontanava spesso dal branco sparso nella piana
Giulio Viviani L‘ offerta della vita. Maria Domenica Lazzeri, l’«Addolorata» di Capriana: racconti e testimonianze Vita Trentina In Maria Domenica Lazzeri (1815-1848), la figlia del mugnaio di un piccolo paese della Val di Fiemme morta a 33 anni dopo una vita di vera umiltà, possiamo trovare una testimone e un simbolo di tanta fatica affrontata da innumerevoli donne delle nostre valli. Un esempio di tante persone “minori”, talvolta giudicate “inutili” che hanno lungamente sofferto e offerto a Dio il loro dolore. Quella della Meneghina è una piccola grande storia di carità e di santità quotidiana (come direbbe Papa Francesco), una storia di salvezza dalla quale Dio non è rimasto estraneo o spettatore. Nella preghiera, dall’incontro con il Signore tanti uomini e donne, come la stessa Lazzeri, hanno attinto la forza per affrontare croci pesanti, altrettanti cirenei al seguito di Gesù sulla via del Calvario.
boschiva. Rimaneva perciò indietro rispetto agli altri lupi: ogni volta che era stanca, si accucciava tra la vegetazione odorosa del sottobosco. Il maschio non la perdeva di vista. La aspettava…” Niente a che vedere con le fiabe questo racconto londoniano della Anibaldi, sprofondato nella natura, dal taglio realistico, spoglio, crudo sino a toccare il crudele, alieno dalle astrazioni, concentrato sui cinque sensi, soprattutto sull’olfatto, fondamentale nei lupi. Un racconto per ragazzi? Certo, ma ancor più forse per adulti. E a ragazzi e adulti offre tanti spunti di riflessione su un tema più che mai attuale (i lupi li abbiamo ormai sotto casa…), sui problemi di convivenza con gli uomini, sulla socialità che hanno in comune con noi, sull’animalità che noi abbiamo in comune con loro. Anita dimostra di aver bene studiato l’argomento e di spunti di riflessione e discussione ce ne offre molti. L’efficacia naturalistica del suo stile letterario si assomma, si raddoppia con la bravura dei suoi disegni affidati al bianco e nero (come la fotografia classica, come il grande cinema muto). E sono estremamente rari gli scrittori che sono anche pittori e disegnatori (mi viene in mente Dino Buzzati e non so chi altri). Ma quanto è brava la nostra Anita! Renzo Francescotti Anita Anibaldi
La tana del lupo
Curcu Genovese (Euro 15,00)
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Trentino visto dall’alto Coordinate: 46°25’34.68”N 10°41’54.96”E Altitudine: 2603 m s.l.m.
IL LAGO DEL CARESER E LA VAL DE LA MARE
Dal Careser alla Val de la Mare Il lago del Careser è un bacino artificiale che si trova nel comune di Peio. Fu realizzato nel 1931 al fine di sfruttare le acque provenienti dal ghiacciaio del Careser a fini idroelettrici. Il lago è generato da una diga a gravità arcuata in calcestruzzo alta 58 metri e collegata alla centrale di Malga Mare che sfrutta un salto di 635 m utilizzando una turbina Pelton per una potenza massima di 12 MW e una 128
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produzione annua di 27,7 GWh. Le acque in uscita dalla centrale vengono poi convogliate insieme a quelle del Noce verso la centrale di Pònt a Cogolo. Il lago è punto di passaggio per numerosi percorsi escursionistici, ad esempio verso la Val de la Mare (a sinistra, nella foto), una vallata laterale che si inerpica verso le pendici del Monte Cevedale.
250 m.
trentinolosapevate Narciso, Pilade e Oreste Bronzetti I fratelli Bronzetti sono tra i più noti patrioti trentini del Risorgimento. Ci sono circa 35 strade e piazze in Italia intitolate loro. Una perfino nelle Filippine.
Strade di Trento Per saperne di più:
Mauro Lando Trento nuova Le sue strade, le sue storie Curcu Genovese pag. 392, Euro 25,00
VIA F.LLI BRONZETTI | RIONE SAN GIUSEPPE
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na delle tre strade parallele che legano tra loro via Perini e via Vittorio Veneto all’interno del rione San Giuseppe: ecco cosa è via Fratelli Bronzetti, denominata nel 1921. A differenza delle altre due, ossia via Rovereti e via Mattioli che ospitano molti edifici residenziali, il percorso di via Bronzetti è segnato da solamente quattro edifici tutti pieni di storia oltre che di persone. Il tutto all’interno di un’area caratterizzata da edilizia economico popolare e da un edificio pubblico. Va ricordato che a tracciare la strada è stata la costruzione nel 1906 della caserma Perini allora denominata “Caserma al Fersina” dove l’esercito austroungarico acquartierò i “cacciatori tirolesi”, ossia gli Schützen militari. Proprio dalla caserma, poi diventata italiana ed intitolata nel 1935 a Luigi Cadorna, ma più conosciuta come caserma di via Perini traggono origine i due caseggiati presenti sul lato est della strada a partire dall’incrocio con via Perini. Infatti, costituiscono l’ampliamento realizzato nel 1909 per ospitare il reparto dei mitraglieri. Ampliato negli anni Ottanta in altezza con l’aggiunta del terzo piano e del sot-
totetto, il primo edificio sul fronte est, al numero 1, negli ultimi decenni ha accolto uffici del Comune di Trento e per un lungo periodo è stata la sede della Polizia municipale e dei servizi sociali. Terminata la costruzione in via Maccani nel rione di Campotrentino di un grande centro servizi del Comune, nel luglio 2009 i vigili urbani hanno lasciato libera la vecchia sede di via Bronzetti. Qui dal settembre 2012 ha traslocato la Circoscrizione e sono stati aperti anche ambulatori ed altri servizi. È però in previsione una radicale ristrutturazione dell’edificio e delle sue pertinenze. Più oltre, dopo l’incrocio con via Fabio Filzi è presente un lungo edificio a tre piani, anch’esso comunale, che raggiunge via Vittorio Veneto. Qui nel 1953-1954 l’amministrazione comunale ha proceduto ad una completa ristrutturazione ed elevazione del complesso per ricavarvi una ventina di alloggi economico popolari. Significativa è la motivazione che si legge nella delibera del Consiglio comunale del 12 settembre 1952 con cui all’unanimità si autorizzò l’investimento. Vi si legge che “la crisi degli alloggi in Trento, nonostante gli sforzi finora compiuti da enti, istituti, cooperative, è sempre lontana dalla soluzione tanto che troppe sono ancora le famiglie costrette a vivere con grave disagio in ambienti inabitabili e che, minacciate o colpite da sfratto, non riescono a trovare una qualsiasi sistemazione”. Con la ristrutturazione di quell’edificio si fece un piccolo passo in avanti per la soluzione di quel grave problema. Sul lato ovest via Bronzetti accompagna l’edificio di avvio del primo dei grandi investimenti di edilizia economico popolare messi in campo dall’amministrazione comunale nel 1919 e completati nel 1929 comunemente chiamati “Casoni”.
Lungo via Bronzetti, via Damiano Chiesa e via Filzi venne infatti edificato un complesso di tre caseggiati rettilinei, intitolati a Fabio Filzi, in cui ora complessivamente sono presenti 73 alloggi. Più oltre, dopo l’incrocio con via Filzi, via Bronzetti accompagna fino a via Vittorio Veneto un fianco del grande complesso comunemente denominato “Vaticano”, edificato tra il 1928 e 1929 e dedicato a Cesare Battisti. Va ricordato che via Bronzetti è a senso unico dagli incroci con via Perini e via Filzi, mentre poi è a doppio senso fino a via Vittorio Veneto. Lungo i marciapiedi, dove ci sono spazi per parcheggi, è alberata con piante di acero.
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L’ORZOTTO PERLATO mantecato con finferli nostrani e Casolet Solandro
in libreria o sul sito www.curcugenovese.it
Ingredienti per 6 insalate Per il carpaccio Ingredienti per 6 persone Per il soffritto gr 30 olio extravergine del Garda gr 5 aglio gr 30 scalogno gr 180 orzo perlato gr 400 finferli l. 2 brodo di vitello
Per mantecare gr 100 Casolet della Val di Sole gr 30 burro gr 20 Trentingrana Per guarnire 6 cialde di Trentingrana gr 5 porri fritti maggiorana in foglie fondo emulsionato
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Procedimento Soffriggere in olio di oliva l’aglio e lo scalogno, aggiungere l’orzo precedentemente messo a bagno, sfumare con il vino bianco e continuare la cottura con il brodo di vitello. A parte spadellare i finferli aggiungendoli poi all’orzo. Continuare la cottura per 35 minuti. Aggiustare di sale. A cottura completa mantecare con Casolet, burro e Trentingrana. Presentazione Sistemare l’orzotto in piatti singoli, nappare con fondo emulsionato, decorando con porro fritto, cialda di grana e rametto di maggiorana.
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#TRENTINOMESE CONTEST: SAN MARTINO DI CASTROZZA AL TRAMONTO OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE!
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IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO
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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e
pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!
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