TrentinoMese Ottobre 2011

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

2011 ottobre

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lorenzo dellai A RUOTA LIBERA Due volte nella sua vita ha aperto le porte di casa sua alla stampa. La prima volta è successo una decina di anni fa, la seconda a TrentinoMese

IO, IL TRENTINO E IL FUTURO DI FERRARI

gino lunelli benito mussolini L’ALTRO FIGLIO TRENTINO del duce

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ring di Carlo Martinelli

di Tiziana Tomasini

alla carlona

a mali estremi Tutti buoni e onesti, dato il mortal sospiro

UN testimonial ideale per il Trentino? Tex willer

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a settembrina “perfidia“ di Pino Loperfido sul morire e sul santificare mi stuzzica. E non poco. Perché anch’io medito da tempo sull’argomento. Nel mondo dell’informazione – regionale e nazionale – ogni morte trova massima celebrazione. Fateci caso. Specialmente nei casi di morte accidentale ogni defunto è dipinto come buono, integerrimo, irreprensibile. Una perdita per la comunità e per l’umanità. Ma allora muoiono solo i buoni? Gli individui perfetti? E i peccatori dove sono finiti? Esistono dei necrologi a parte? Si può capire che la perdita improvvisa di un congiunto faccia istintivamente annebbiare le sue male azioni, ma non andrebbe tralasciato un minimo di obiettività. Qualcosa di male avrà pur fatto anche lui! Come qualsiasi essere umano. Il positivo e il negativo, il bianco e il nero, il bene e il male. Dualismi che fanno parte dell’essere umano, filosofeggiati da Platone ad Aristotele, riassorbiti dal Cristianesimo e dall’Umanesimo. Ma oggi pare che con la cessazione del battito cardiaco tutto diventi improvvisamente roseo. Che il necrologio spazzi via le nuvole nere e lasci spazio eterno al sereno. Avrà quel sant’uomo del Bepi combinato qualche malefatta prima di essere schiacciato e travolto dal trattore? Gli sarà scappata qualche bestemmia al bar Sport? Quante ne avrà dette e fatte quel giovane che correva lungo la statale – insensibile alle raccomandazioni - prima di fermarsi accartocciato per sempre sui paracarri? A prescindere dal tipo di morte, andrebbe fatta una valutazione sincera sull’umano passaggio a miglior vita. Ogni uomo racchiude il positivo e il negativo. E, volendo anche farne un sant’uomo – come il Bepi – si potrebbe comunque aggiungere con sincerità che il suo transito terreno ha visto momenti buoni e momenti difficili. E che questi momenti difficili l’hanno messo alla prova, l’hanno fatto soffrire. Momenti magari superati o momenti divenuti scogli insormontabili. Certo, perché la vita è una bella storia, ma sottilmente complicata da situazioni ed eventi che ci condizionano. “Errare umanum est”. Sugli errori umani Dante ci ha scritto una commedia. E i canti del Paradiso sono statisticamente i meno letti. Piace e conforta sapere che tanti hanno sbagliato prima di noi. Piace e conforta la lettura di secoli di errori, nei quali magari ci riconosciamo oggi. Sia personalmente, sia a livello universale. Il peccato esiste. Allora diamo il vero onore al Bepi e, oltre alle rose e ai fiori dell’estremo saluto, aggiungiamo – una volta tanto – un pizzico di sana verità.

are che i testimonial siano sempre più importanti, in un mondo affamato di celebrità capaci di attirare l’attenzione. Ognuno si arrangia come può e come sa. La Regione Marche si è inventata uno spot con Dustin Hoffman che legge in italiano – incespicando come ovvio, giacché la sua madrelingua è altra – le poesie di Leopardi. L’effetto è assicurato e quello spot è bello ed emozionante. C’è poi chi ricorre a veline, attricette, calciatori, deejay, pornostar. A ciascuno il suo. Qui si regala una ideuzza. È gratis. In tempi di ristrettezze economiche, ci si può far pagare per una idea? C’è gente che ne ha decine al giorno e le elargisce, serenamente, senza inutili contrattazioni. C’è chi non ne ha una da anni e si fa profumatamente pagare fingendo di averne. Così va la vita, nell’Italia retrocessa in serie B. Insomma, il Trentino può aspirare ad un testimonial efficace, autorevole, impermeabile a critiche e polemiche? Certo. Si chiama Tex Willer. La lampadina si è accesa quando ci si è imbattuti in una tavola disegnata da Aurelio Galleppini, il mitico Galep, il padre di Tex, in tandem con Flora Graiff, la cartoonist un po’ trentina e un po’ meranese. In sella al cavallo Dinamite, insieme a Tex c’è Kako, il personaggio creato appunto da Flora Graiff. Quella tavola, nata a margine di una intervista in quel di Levico Terme, non è che una conferma. Il Ranger del Nevada, Aquila della Notte, cavalca tra le montagne dell’Arizona, così simili – per ammissione dello stesso Galep, “ispiranti” – alle Dolomiti. E la lampadina si è riaccesa pochi giorni fa quando, a 79 anni, se ne è andato Sergio Bonelli, l’editore delle storie di Tex (e di Zagor, Dylan Dog, Julia, Nathan Never e ancora e ancora…), un gigante della cultura popolare italiana. Sì, Tex Willer, la cui fama non accenna a diminuire di un millimetro, è il testimonial ideale del Trentino. Lui è uno tosto, integerrimo, sta dalla parte dei deboli, combatte le ingiustizie, è uomo sobrio e di poche parole, amico dell’ambiente. Un po’ montanaro, un po’ orso, come a volte – spesso? troppo spesso? – sono i trentini medesimi. Non sappiamo quanto potrebbe costare l’operazione. Ma pensate ad uno dei tanti slogan possibili. “Il Trentino, la casa di Tex”. 11

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ring di Francesca Negri

colpo di tacco IL BON TON (CHE NON C’è) AL RISTORANTE

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ualche giorno fa mi è capitata una di quelle cose che proprio non ti aspetti. Ero ospite di un elegante locale veneto per la presentazione del mio romanzo Sex and the wine e l’aitante chef si era dilettato anche in un menu a tema, ispirato a libro. Al tavolo vicino al mio si accomodano due coppie, intorno ai quaranta, distinte, ben vestite, con aria molto chic e anche un po’ snob. Ad un certo punto, durante la cena, uno dei due uomini sfodera l’iPad e io penso “Dovrà far vedere una notizia o qualcosa al suo amico, cinque minuti e poi lo ripone”. Invece no, vanno avanti a passarsi uno con l’altro il tablet, a cui entrambi fanno fare dei movimenti ondulatori sospetti. Curiosa, mi alzo facendo finta di andare alla toilette e passo dietro le loro schiene, sbirciando il loro iPad. Scopro così che stavano giocando a un gioco di simulazione aerea, durante una cena, accompagnati dalle fidanzate. Le povere sventurate, nel frattempo, se la chiacchieravano tra di loro, penso ormai abituate a questo genere di comportamenti. Non voglio qui avventurarmi nel consigliare alle due ragazze di cambiare accompagnatori, bensì prendere spunto da questo per parlare di tutti i comportamenti scorretti a tavola. Provo a fare un elenco. Parlare ad alta voce, non spegnere il telefonino che suona ogni due per tre, lasciare che i figli rompano le scatole a tutti gli altri commensali (vedi TrentinoMese di agosto 2011), mangiare come animali a bocca aperta, parlare con la bocca piena, tenere il calice del vino sulla coppa invece che sullo stelo, ordinare un piatto solo (triste!), alzare il bicchiere per farsi versare da bere e tenerlo alzato mentre tu glielo versi (e appoggialo sul tavolo 'sto bicchiere!) o alzare il bicchiere per dirti basta (insopportabile). E ancora, guardarsi in giro tutta la sera invece che guardare e interloquire con i propri compagni di cena, stare seduti con le gambe aperte, dire alla lei "Non ordiniamo vino, tanto abbiamo già fatto l'aperitivo", togliersi le scarpe sotto il tavolo (a meno che non sia per fare il piedino), inondarsi di profumo, scrivere continuamente gli sms alle amiche per fare il reportage della serata, usare lo stuzzicadenti. So che sembra impossibile, ma guardatevi in giro quando siete al ristorante e noterete gran parte di questi comportamenti. O forse anche voi, di alcuni, ne siete rei? Come mai accade tutto questo? Per la solita vecchia storia: mancanza di rispetto per se stessi e per gli altri, perdita dell’amor proprio e di tutte quelle buone maniere che, invece, oggi più che mai vanno recuperate. 12

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ring Ma non pensate che anche i ristoranti siano scevri da mancanza di bon ton. Ho lanciato sulla mia pagina di facebook questo sondaggio: “Le cose più antipatiche dei ristoranti e dei ristoratori”. Il risultato, in sunto, è questo: • non sopporto quando non stappano il vino al tavolo • i camerieri improvvisati (tipo quelli che ti sbattono il gomito in faccia per servire il vicino di posto) in ristoranti che si danno arie da "tempio del lusso" • quelli che tentano sempre di non fare la ricevuta fiscale e quelli che non te lo chiedono neanche e non te la fanno • i bagni in disordine e le carte dei vini con tanta roba dentro che poi non c'è • quelli che ti portano acqua e bibite subito, facendo in modo che il piatto arrivi molto dopo, proprio quando tu ormai hai svuotato la bottiglia e quindi sei costretto a ordinare di nuovo da bere • quelli che ti portano via il piatto troppo presto, tipo mentre stai ingurgitando l'ultima forchettata • quelli che vengono al tavolo, ti snocciolano una serie di piatti, non ti danno il menu (perché secondo loro non è chic...) e poi ti salassano quando ti portano il conto (e tu non puoi nemmeno dire nulla perché non hai scelto da un menu con dei prezzi....).


Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo può spendere. Teofrasto

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ring di Pino Loperfido

di Paolo Chiesa

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tendenze del giornalismo moderno: lo scopiazzamento

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he poi c’è chi ti viene a dire che è sempre stato così. Che l’originalità è un concetto inventato in epoca romantica. Le prove? Beh, prendete uno dei non plus ultra della tradizione letteraria, l’Eneide. Che c’entra, dite? Tutto copiato! Qualche prova. La discesa agli inferi di Enea non vi ricorda per caso la stessa azione compiuta da Achille nell’Iliade? (Dante la ri-copierà alla perfezione, anzi oserà ancora di più nella scopiazzatura. Si farà accompagnare dallo stesso autore del testo copiato. Come se qualcuno copiasse “Il nome della rosa” mettendoci dentro per protagonista fra’ Umberto Eco!) Anche la costruzione delle armature nella fucina di Vulcano è la stessa per i due eroi. E poi i naufragi, le battaglie più o meno decisive, indovini e indovine varie: la stessa solfa omerica ripresentata in salsa italica. Con l’avvento del romanticismo, il classicismo – che pretendeva l’assoluta e imperitura prevalenza dei modelli classici ai quali ci si poteva solamente conformare – muore e gli artisti partono all’inseguimento della novità e dell’inedito. Fioriscono così due secoli meravigliosi, pieni di grandi romanzi, drammi e poesie indimenticabili. Come una fiammata che riscalda l’umanità, almeno fino al morire del Novecento. Quando arriva Internet e la fiammata si spegne... (Dice: e che sono arrivati, i pompieri? Quasi.) Miliardi di informazioni iniziano a circolare, a disposizione di chiunque, in qualsiasi istante, in qualunque zona del mondo (a parte la Cina). Il 95% circa di queste informazioni sono assolutamente inutili. Fuffa digitale che però all’occorrenza può rivelarsi utile. Come? Come lo erano fino a qualche anno fa le enciclopedie. Vi ricordate? Andavamo in biblioteca e consultavamo quel che ci serviva. Solo che una cosa è consultare un tomo impolverato e un’altra un bel testo allettante, di cui molto probabilmente nessuno rivendicherà la paternità, copiabile con un velocissimo gesto delle dita. La tentazione fa il giornalista ladro. (Dice: anche lo scrittore. È vero. Ma il libro rimane in giro più a lungo. Le probabilità di essere svergognati aumentano a dismisura). Insomma, forse non tutti se ne sono ancora resi conto, ma il mondo del giornalismo (e ahinoi, in parte anche della letteratura) è pervaso da un copia-incolla frenetico, impulsivo e concatenato, multistratificato. Perché si copia da testi inediti, ma anche da testi copiati a loro volta. L’effetto più evidente di questa tendenza lo vedremo tra non molto. L’abitudine al ragionamento critico e alla formazione delle opinioni verrà sostituita da una comoda, velocissima ricerca su Internet. In compenso, diverremo abilissimi nel camuffare il furto. Solo in quello.

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civiltà trentina Cosa ci dobbiamo aspettare da commesse e impiegati

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osa vi aspettate quando andate al ristorante? Di mangiare bene immagino. Ed entrando in un negozio (supermercato o boutique, non importa)? Di trovare buoni prezzi e buona qualità, vero? E rivolgendovi allo sportello di un ufficio? Ovviamente di avere le informazioni richieste o di risolvere in fretta la pratica. Le tre risposte erano scontate, certo. Non è altrettanto scontato che nelle tre situazioni si venga trattati in maniera educata. A chi non è successo al ristorante di venire serviti con fastidio? O di incappare in una commessa che ti mostra delle maglie sbuffando? O di avere come risposta da un impiegato solo silenzi o, peggio, grugniti? Ci siamo capiti: succede molto spesso. E nemmeno la crisi economica, che scoraggia le persone ad uscire a cena o a fare acquisti, ha provocato un aumento della disponibilità verso chi, in fin dei conti, con il suo spendere determina il tuo guadagnare. Ma, vien da chiedersi: i proprietari e i direttori non catechizzano i dipendenti sul fatto che bisogna essere cortesi e disponibili verso i clienti… e, magari, sorridenti? (Ah, mi dite che spesso sono i padroni i più sgarbati? È vero anche questo. In questi casi non serve un corso di buone maniere per i dipendenti, ma una seduta dallo psicologo per i titolari). Qualcuno dirà che a volte chi lavora in un ristorante/ negozio/ufficio è sgarbato perché ha dei pensieri o dei problemi. Sarà anche vero, ma anch’io che vado a mangiare la pizza/comprare un paio di scarpe/chiedere un’informazione, a volte ho i miei pensieri e i miei problemi. Però cerco di rapportarmi con il mio prossimo mediante l’uso dei: “per cortesia, mi porta una vegetariana?/mi scusi, c’è il 43 di questi mocassini?/per piacere, potrei sapere a che punto è la mia pratica?”. È ovvio che se entro senza salutare e mi presento con un: “Dai! Veloce che g’ho da nar!”, non posso pretendere un’accoglienza a norma di bon ton. Ecco, dunque, qualche consiglio in caso di trattamento poco professionale: 1) farlo presente: “mi scusi, non le sembra di essere un po’ scortese?”; 2) segnalarlo al responsabile: “le faccio notare che la cameriera è stata sgarbata”. Una delle più belle è: “Ma avete fatto dei corsi per essere così maleducati o siete proprio così di vostro?”. Ma forse la migliore delle strategie è quella di cambiare ristorante o negozio e parlarne in giro. Per gli uffici il discorso è diverso: basta di un cin alzare la voce dicendo: “mi faccia parlare con il suo responsabile” (ne hanno tutti uno). Di solito funziona...


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di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi Dalle macerie all’esempio: LA nuova facoltà di giurisprudenza

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gni città è composta da una serie di stratificazioni fisiche fatte di pietra, di vuoti e pieni, di forme e volumi, di segni. Parallelamente ci sono anche le stratificazioni culturali: non si vedono, ma “pesano” in termini di vivibilità, di radici, di memoria e di ricordi. Anche Trento non sfugge a questa pluricittà urbana, ad una molteplicità a metà strada tra visibilità e invisibilità. Ci sono luoghi in cui l’antico e il moderno s’incontrano, creando delicati equilibri. Quando viene “rimaneggiato” uno spazio – ricostruzione, restauro, ecc. – non è facile riuscire a mediare tra passato e contemporaneità. Molte volte l’architetto di turno esplora dimensioni soggettive che, pur affascinanti sotto l’aspetto formale e concettuale, spezzano però le tenui linee che definiscono la continuità formale e soprattutto legano la persistenza della memoria attraverso il tempo. D’altronde, quante volte gli spazi urbani devono soggiacere alla mera funzionalità urbanistica, ai costi e ricavi, alla speculazione edilizia e a quella spirituale? Nel panorama generale si notano anche eccezioni. Progetti che riescono a modulare uno spazio polifunzionale partendo dalle macerie dei precedenti, rispettandone lo spirito, creando un luogo nuovo d’incontro tra le varie città, tra le stratificazioni temporali. È ciò che è successo, esempio degli esempi, nella costruzione della nuova sede della Facoltà di Giurisprudenza in Via Rosmini a Trento, nata sulle ceneri di un edificio precedente all’interno dell’area del Sacro Cuore. Preesistevano degli edifici, alcuni datati 1844, di chiaro stampo asburgico, i quali fungevano da cerniera tra la modernità e l’antichità del centro storico che sorge alle spalle dell’attuale edificio, di un autosilo che scontava la sua anonima esistenza ma anche di un sito archeologico tra i più significativi della città. Ebbene l’architetto svizzero Mario Botta – di cui

apprezziamo la cupola fantascientifica del Mart di Rovereto – ha progettato un nuovo edificio in cui ha racchiuso l’armonia del costruire rispettando gli edifici preesistenti circostanti con la funzionalità di un fabbricato autonomo. Le funzioni distributive sono inserite in due nuclei a scala ai lati del grande piano terra, organizzato come un open space utile anche per spazi studio ed esposizioni temporanee, in una sorta di foyer/agorà aperto anche alla collettività. Ripescando nei caratteri tipologici storici, soprattutto per quanto riguarda le rifiniture esterne, sono stati adottati elementi materici di richiamo al passato, come il rivestimento in pietra naturale, che richiamano il rosso Trento, modulato secondo un sistema di campiture caratteristico che strizza l’occhio alla vicina chiesa di Santa Maria. Dall’alto si apprezzano ancor di più le caratteristiche di questo edificio: si nota infatti un percorso continuativo con il Duomo e il Castello del Buonconsiglio: una promenade architettonica con splendida vista sulla città.

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ring foto panato

di Alberto Folgheraiter

folgore e saette Lasciate a Cesare (per poter dire a Cesare)

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ultima settimana di settembre, poco più di settanta missionari e volontari trentini che operano in America Latina sono arrivati a Trento, invitati dalla Provincia, per una “tre giorni” di studio e di testimonianza alla comunità sul volontariato nel Terzo mondo. Quest’anno è toccato, per l’appunto, all’America Latina, dopo che in anni precedenti tale iniziativa aveva richiamato in patria i missionari dell’Africa e dell’Asia. Un bel progetto con qualche perplessità da parte di chi, cattolico o laico, vede nel finanziamento pubblico (centomila euro girati dalla Provincia al “Centro missionario diocesano” per pagare le spese di viaggio) un vulnus a quella che dovrebbe essere la libertà della Chiesa. Certo, scandalizzano meno centomila euro devoluti dall’ente pubblico per far tornare a casa gli zii, i cugini o i nipoti inviati sulle “rotte del mondo” dei centodiecimila euro spesi per le capre di un monastero della Siria o i trecento e rotti mila euro mandati in Cina per una comunità di giovani dove opera, ecco la giustificazione, un volontario del Vanoi. Eppure, a ben vedere, questi due ultimi stanziamenti, che a suo tempo fecero scalpore, sono meno dirompenti del denaro dato alla diocesi. Perché è ben difficile che i monaci siriaci e i giovanotti cinesi abbiano qualcosa da dire alla Provincia (se non ringraziare, con molti inchini e sorrisi a trentadue denti). foto zotta

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Invece lasciandosi legare il dito con i centomila euro per il viaggio dei missionari e le mani col contributo cospicuo per la costruzione del palazzo che diventerà la “casa della cultura” diocesana – 12 milioni di euro, nevvero? – la diocesi e i suoi vertici si lasciano pure tappare la bocca. Magari non avranno niente o poco da dire sui rapporti tra ISA e Cooperazione, su ex Italcementi ed ex Michelin, ma qualcosa da dire la Chiesa potrebbe pure averlo. E se negli affari di Cesare entrano anche gli “affari” di Dio, addio profezia. C’è voluta la Confindustria e ci sono volute le prese di posizione di sindacati morbidi come la CISL per smuovere, dopo mesi di attesa e vane speranze, i vertici della Chiesa Italiana. Soltanto la sera del 26 settembre 2011 (segnatevi la data) il cardinale Bagnasco, presidente della CEI, ha pronunciato parole inequivocabili sui “comportamenti licenziosi e le relazioni improprie” che da mesi “ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune". "Mortifica dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui", ha detto il numero uno dei vescovi italiani. "Non è la prima volta - continua - che ci occorre di annotarlo: chiunque sceglie la militanza politica, deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda". Parole come pietre che potrebbero costare alla Chiesa italiana la cancellazione del privilegio di non dover pagare l’ICI sui beni (della Chiesa) usati per il culto. Si invocherà la crisi per regolare qualche conto. Ma per il mondo cattolico, anche trentino, il prezzo del silenzio cominciava a essere troppo elevato. In termini di credibilità. Del resto non era stato Gesù Cristo a invitare per primo a dare Cesare quel che è di Cesare? Parafrasando: lasciate a Cesare le sue miserie per poter essere liberi almeno di parlare.




Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]

sommario ottobre2011

In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Miriana Detti, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

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9 commenti

Attualità 18 A casa di Lorenzo dellai

28 Gino Lunelli 34 Il turismo al tempo di internet 38 il segreto della fernanda 38 Gabriele biancardi 40 angeli si diventa 44 Anansi 46 Meravigliosa India 52 Jacopo mazzonelli

Panorama

54 antichi sapori della VAl di non 56 triennale del legno trentino 60 divin ottobre in val di cembra 62 Palcoscenico trentino 64 Una “spoon river” trentina 69 Trento musicantica 70 Società filarmonica

78 Modà in concerto

81 American sound 82 Oldies but goldies

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84 Mostre 88 appuntamenti del mese

Scoop&news

96 I matrimoni del mese 100 un cd per Matteo abbati 101 Franco moscon in “Sposami” 102 Simposio top wine 104 voci da auschwitz 105 manager “in gabbia“

Rubriche

108 Libri e librerie 110 I lettori ci scrivono 112 Cuochi trentini 113 enogastronomia 114 Fotoromanzo

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trentinoincontri di Francesca Negri e Paolo Curcu

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Lorenzo dellai A RUOTA LIBERA Due volte nella sua vita ha aperto le porte di casa sua alla stampa. La prima volta è successo una decina di anni fa, la seconda il 5 settembre scorso – giorno in cui il Trentino festeggiava i suoi 65 anni di Autonomia – a TrentinoMese

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e lo immaginereste Lorenzo Dellai con il grembiule allacciato sopra camicia e pantaloni, intento a spadellare tra i fornelli? Eppure la cucina è la sua grande passione («e mi riesce anche benino, il coniglio è una delle mie specialità»), così come lo sci e i vecchi cartoni animati di Walt Disney. Di sicuro il suo caffé è buonissimo e fa un certo effetto vederlo intento a prepararlo, orgoglioso della sua vecchia moka rosso fuoco. Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento dal 1999, lo scorso 5 settembre ci attendeva affacciato al terrazzino del suo ampio appartamento, all’ultimo piano di una piccola palazzina giallo limone nel centro storico di Gardolo. Assieme a lui la moglie, Lorenza Caracristi, e la figlia più giovane, Angela, 15 anni, che al nostro arrivo era già pronta a infilare la porta per andare a studiare in biblioteca. Gli altri due figli, Giulia (21 anni) e Andrea (20), studiano all’università ed erano fuori, impegnati con gli esami. «L’essere schivi mi pare sia una caratteristica di famiglia, vero presidente?», viene da domandargli vedendo Angela che in un guizzo sparisce tirandosi dietro il portoncino blindato. «Guardi che non è vero che io sono un solitario. Sono gli altri che mi disegnano così, un po’ come diceva Jessica Rabbit…». Cosa c’entra Lorenzo Dellai con la coniglietta tutta curve del film Chi ha incastrato Roger Rabbit lo scopriremo alla fine del nostro pomeriggio in compagnia del presidente. Prima, è il momento di parlare con lui di argomenti più attuali, e magari di fargli uscire cose che, fino ad ora, non ha mai detto in modo così chiaro e tondo. 20

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Il libro che sta leggendo in questo momento? Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta di Andrea Camilleri. Sa, io a casa preferisco leggere libri lontani dalle occupazioni quotidiane. Il piatto preferito? Polpette naturalmente, chiedere per conferma al grande maestro Rinaldo Dalsasso. Mi piacciono fatte in qualsiasi modo, e ovviamente le so anche cucinare. Il film preferito? Non ho una grande cultura cinematografica per la verità, ma i vecchi cartoni animati di Walt Disney sono i film che più di tutto preferisco guardare. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? L’autista delle corriere da piccolo era il mio sogno. Oggi in realtà sono molto felice di quello che ho fatto, non ho altre esigenze. La cosa che le fa più paura? L’acqua, infatti non so nuotare. Il suo sogno ricorrente? Non ne ho, ne faccio tantissimi ma spezzettati e avendo una moglie psicologa evito accuratamente di riferirli. Senta presidente, il 5 settembre 1946 a Parigi veniva firmato l’accordo Degasperi-Gruber, di cui quest’anno ricorre il sessantacinquesimo anniversario, ma ultimamente, leggendo i giornali, la sensazione è che ci si debba quasi giustificare della nostra autonomia. Lei non ha questa sensazione? In effetti è così, ma noi non abbiamo nessuna possibilità di perdere la nostra autonomia, perché oramai è un diritto inalienabile. Per questo, dobbiamo evitare accuratamente di giustificarla un giorno sì e l’altro sì. Mi sono accorto anch’io, e con preoccupazione, del fatto che noi trentini, oggi, abbiamo una coscienza autonomista un po’ debole: un tempo, chi l’autonomia l’aveva conquistata, la sentiva di più come un 21

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«Mi sono accorto anch’io, e con preoccupazione, del fatto che noi trentini, oggi, abbiamo una coscienza autonomista un po’ debole.»

patrimonio collettivo di cui andare fieri, cosa che vorrei ritrovare tra i giovani. Vede, anche se la nostra autonomia fosse gestita malissimo – ma fino ad ora non è mai accaduto – comunque noi non perderemo mai questo diritto. Non dobbiamo quindi giustificarla a nessuno, ma certo dobbiamo difenderla, usarla bene e abbiamo dei doveri di solidarietà verso l’Italia. A proposito di giovani, in Trentino c’è

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un tasso di disoccupazione dimezzato rispetto all’Italia, ma pur sempre di circa il 10%... È un dato positivo, anche in termini europei, ma è comunque una percentuale che non accetto: ci stiamo impegnando per tentare di ridurre questo numero, anche se è chiaro che il Trentino non è un’isola e quindi, trovandosi in un conte-

sto nazionale e internazionale di un certo tipo, risente di questi macro andamenti, che però possiamo temperare con la nostra autonomia. I giovani vanno aiutati. Gli incarichi pubblici, però, alla fine vengono sempre assegnati a persone tutt’altro che giovani e sconosciute. Guardi che il problema della disoccupazione giovanile non si risolve con le poltrone nei posti pubblici. Noi dobbiamo aprire delle prospettive, attraverso la scuola, l’accompagnamento al lavoro, il sostegno di chi si vuole mettere in proprio, e attraverso il finanziamento stage formativi anche all’estero. C’è un pacchetto di misure importanti, che non c’entra con le nomine negli enti pubblici. Diverso è se vogliamo parlare di rinnovamento all’interno della politica. Io non posso dimenticare che a 30 anni ero sindaco di Trento e quindi ritengo fondamentale che la nostra politica debba fare investimenti maggiori sui giovani. Ma attenzione: ci vuole formazione. Prima di avere incarichi importanti io ho avuto la possibilità di fare una gran bella gavetta. L’idea che un cittadino a turno possa fare politica per poi tornare alla sua occupazione originaria una volta finito il mandato è una visione estremamente romantica: la verità è che per fare




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politica ci vuole una professionalità che si impara solo attraverso l’esperienza e la militanza. Se c’è una cosa che ancora i cittadini rimproverano al suo governo è la burocrazia. È una critica giusta? Se il Trentino nel giro di pochissimi decenni è passato dalla fase dell’emigrazione alla ricchezza diffusa e se oggi è ai vertici di tutte le classifiche che misurano qualità della vita e dinamicità sociali ed economiche, se tutto questo è vero allora non può essere che la nostra burocrazia è inefficiente. La burocrazia è una componente fondamentale nello sviluppo di un territorio, quindi smettiamo di dipingerla per quello che non è. Ma è vera un’altra cosa: il ciclo storico oggi è diverso e anche noi dobbiamo

lavorare affinché la pubblica amministrazione (PA) sia sempre più snella e leggera, restituendo alla società funzioni ed ambiti storicamente presidiati dal pubblico perché c’era da uscire dalla povertà, dall’emigrazione, e c’era da acquisire da Roma una serie di poteri. Oggi questo ciclo è maturo, quindi noi da tempo lavoriamo a un programma che preveda proprio la revisione di tutta la PA. Del resto, anche da questa crisi si esce solo se tutti diventano più veloci e competitivi. In questo delicato momento economico, c’è un ambito in Trentino in cui si potrebbe fare di più? In tutti gli ambiti il Trentino deve, non può, fare di più, perché essere orgogliosamente autonomisti e difensori della

propria autonomia non significa essere chiusi fuori dalle cose che accadono attorno noi. È evidente che c’è una grande sfida europea, che arriva da un ciclo economico e sociale che rende chiara a tutti la necessità di una maggiore velocità, di più dinamismo e di innovazione. Per questo motivo dico che in tutti i settori il Trentino non può accontentarsi dei livelli

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«La grande scommessa fin dall’inizio è stato trovare un utilizzo di quelle aree in grado di produrre valore economico sufficiente per finanziare la bonifica.»

molto buoni che ha raggiunto, perché oggi siamo in uno spartito diverso: la competizione è globale. Dobbiamo migliorare i tassi di crescita, quindi lavorare di più, gli imprenditori devono avere più coraggio, e la PA deve riposizionarsi in termini di efficienza e servizio per le imprese e i cittadini. La differenza rispetto ad altri territori è che l’autonomia ci dà 25

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«Se (da Sindaco) avessi lasciato che quell’area andasse venduta all’immobiliarista di turno avremo avuto meno grane...»

gli strumenti per migliorarci. Anche i sacrifici che si devono mettere in atto non vanno fatti perché lo vuole la BCE o perché i mercati lo richiedono, ma piuttosto perché altrimenti i nostri figlie e i nostri nipoti non avranno le nostre stesse opportunità. Insomma, dobbiamo dare ai sacrifici un valore etico. Per questo dico basta piangere sui tagli: oggi dobbiamo pensare alla crescita e tirare fuori dal Trentino tutte le sue potenzialità, in parte ancora non esplorate a causa della nostra proverbiale prudenza, che oggi, forse, in questo particolare momento economico ci fa andare più piano di quanto servirebbe. Il mondo adesso ci chiede più dinamismo e coraggio. Lei parla di potenzialità ancora non esplorate. A cosa si riferisce? I settori su cui possiamo puntare il nostro futuro sono sicuramente la filiera prodotti agricoli e turismo, ma per poterlo fare ci deve essere più sistema. Penso anche all’edilizia, che oggi è in crisi: ritengo che se riuscissimo a portare avanti un’idea nuova, fondata sull’uso del legno, sulla domotica, sul risparmio energetico, mettendo a frutto anche gli investimenti fatti in ricerca, potremmo avere imprese edili competitive soprattutto nel campo della rigenerazione degli edifici, che è poi il business di oggi e di domani. Ma anche qui bisogna riuscire a fare rete. Ci sono poi molti altri settori. Pensiamo all’informatica. In Trentino c’è la possibilità di creare un distretto per l’information tecnology, Telecom ha già portato qui i suoi laboratori, ora lo faranno anche altri. Penso anche a tutto il settore artigianale e industriale, che ha basi notevoli da sviluppare. Insomma, ogni componente 26

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economica del Trentino oggi si trova a un livello buono, ma la realtà esterna ci fa capire che questo non è più sufficiente, che bisogna fare più sistema, che tutti insieme dobbiamo essere più competitivi: le nostre aziende si devono davvero mettere insieme, attraverso reti d’impresa, filiere, consorzi. Nonostante questo, presidente, il Trentino Alto Adige è una regione AAA. Qual è il nostro segreto? Contrariamente a quanto dicono i nostri amici veneti o lombardi, non è la quantità dei soldi pubblici che abbiamo che ci dà questo riconoscimento, perché le agenzie di rating non sono così sciocche da prendere in considerazione solo questo parametro. In questa valutazione sono state prese in considerazione, ad esempio, le performance del nostro bilancio e il rapporto tra spese correnti e spese in conto capitale: il fatto che le spese correnti mettano a disposizione della giunta più di un miliardo di euro che va in spese d’investimento, non correnti, è un dato importantissimo. Poi le valutazioni riguardano l’autonomia finanziaria: ovviamente non lo siamo totalmente, ma le nostre regole di autonomia, il nostro regime finanziario, ci hanno fino ad ora consentito di mantenere un grado di autonomia nei confronti delle vicende finanziarie dello Stato. La tripla A è un giudizio molto importante per noi, non solo perché se ci può servire a raccogliere il denaro necessario per fare investimenti pagandolo di meno, ma soprattutto perché per noi è un vincolo alla virtuosità del bilancio. Lei ha una ricetta per far diventare AAA l'Italia? Paghiamo, in questo momento, non solo le incertezze del governo, ma anche quelle più generali del sistema Italia. Con 2mila miliardi di debito pubblico non ci sono molte alternative: finché non lo riduciamo, qualsiasi obiettivo di virtuosità finanziaria è impossibile. Sono d’accordo con quelli che dicono che bisogna fare un grande sacrificio generale, mettere una patrimoniale molto forte, una tantum, per ridurre il debito e di lì ripartire per recuperare la capacità di fare investimenti e spendere i soldi dove servono, come per le scuole, la ricerca, il welfare europeo, l’innovazione. Naturalmente questo nessuno lo vuole dire, perché un politico che affermi questo è destinato all’impopolarità. Sono però pronto a scommettere che sarà questa, tra pochi mesi, la scelta che verrà fatta: diversamente non è sostenibile. La repubblica

italiana, tutta la finanza pubblica, spende in un anno 800 miliardi di euro, di cui 100 vanno per pagare i debiti, 300 vanno per le pensioni, e solo 400 servono per tutto il resto. È chiaro che andando avanti così non solo non avremo mai la tripla A, ma anche investire dove dovremmo non sarà possibile. Sono in molti, anche tra gli intervistati per la nostra rubrica “Un caffé a casa di”, a dire che il sistema cooperativo trentino se inizialmente è stato fonte di grande aiuto e sviluppo, oggi si deve ripensare perchè probabilmente ha drogato, assopendole, la mentalità trentina e la propensione imprenditoriale. Lei che ne pensa? Quando cambia un ciclo storico non c’è nessuno che sia al di fuori della necessità di cambiamento. Neanche la cooperazione e la politica. Tutti oggi siamo nella necessità di capire che il mondo

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«I settori su cui possiamo puntare il nostro futuro sono sicuramente la filiera prodotti agricoli e turismo, ma per poterlo fare ci deve essere più sistema.»

è cambiato. Però, dire questo per la cooperazione non vuol dire che abbiamo bisogno di meno cooperazione, vuol dire che anche dentro questo sistema occorre sviluppare di più il gusto di fare le cose, il gusto del rischio. Il cooperatore non è un imprenditore di serie B, anzi, ha dei doveri in più. Certo, anche qui c’è la necessità di un riposizionamento, ma la cooperazione resta comunque una delle dimensioni del Trentino che ci fa essere diversi dagli altri, così come il volontariato e la microautonomia, ovvero usi civici e piccoli Comuni. Da sempre si parla di un rapporto conflittuale con l’Alto Adige. Una volta per tutti, siamo o no in contrapposizione con Bolzano?


trentinoincontri Noi siamo autonomi come l’Alto Adige e insieme all’Alto Adige. La storia ci ha visti sempre intrecciati, anche se abbiamo storie economiche diverse. Prendiamo come esempio il turismo: la provincia di Bolzano ha avuto il maso chiuso e ha visto il proprio turismo innestarsi su di esso cinquant’anni fa, diventando prima un piccolo albergo e poi un grande hotel di qualità. Noi in Trentino abbiamo scoperto il turismo negli anni Sessanta e Settanta e abbiamo costruito da zero una generazione di imprenditori turistici che tira fuori solo oggi un’identità. In altri settori, invece, siamo partiti prima noi, come per quanto riguarda università, ricerca, meccanica e certi ambiti agricoli. Noi non dobbiamo avere nessun complesso di inferiorità nei confronti di Bolzano, ma dobbiamo sapere che la loro esperienza ci insegna che su alcuni settori dobbiamo recuperare in fretta. Settori come il turismo, immagino… Sicuramente. Dobbiamo sforzarci per uscire dall’idea di un turismo di massa. Nel settore del vino è la stessa cosa: negli anni scorsi ci siamo un po’ persi, pensando forse che il nostro ruolo era produrre tanto vino a poco prezzo, mentre invece il nostro target deve essere più alto. A questo proposito molti sostengono che non ci fosse bisogno dei quattro saggi per capirlo. Il lavoro dei quattro saggi è stato molto importante. Quello che penso sul sistema vinicolo locale, comunque, è questo. Abbiamo realtà industriali che è bene che continuino la loro attività perché creano ricchezza, ma il nostro sistema vinicolo deve puntare soprattutto sulla rete tra cantine sociali di territorio e vignaioli. Questa alleanza deve svilupparsi attraverso filiere tipologiche e legarsi

in maniera diversa rispetto ad oggi al turismo. Quindi, nessuno deve essere cancellato o ridotto come ruolo. Produrre vino non è come produrre tondini d’acciaio, lo si fa evocando un’emozione capace di raccontare un territorio: ciò che serve è un nuovo mix di collaborazioni sul piano commerciale e logistico tra cantine sociali che hanno lavorato molto sulla qualità (come Trento, Mori, La Vis, Mezzolombardo, Toblino, Isera) e i vignaioli. Quanto all’area ex Michelin, c’è qualcosa che lei, potendo, cambierebbe? Nulla. I trentini sono molto bravi a demolire ciò che si fa, ma a me pare che lì stia crescendo una parte eccellente di città, come il Museo delle Scienze, che sarà un gioiello. Certo all’epoca, quando ero sindaco, se avessi fatto una scelta diversa avremmo avuto meno grane: se avessi lasciato che quell’area andasse venduta all’immobiliarista di turno avremo avuto meno grane, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Personalmente sono molto contento di ciò che si sta sviluppando. È contento anche di Trento Nord? Di questo non posso dire niente, non posso dare giudizi sui miei successori. Io credo che il sindaco di Trento abbia buone argomentazioni per motivare i tempi trascorsi. So per certo che lì il problema non è semplice, perché la grande scommessa fin dall’inizio è stato trovare un utilizzo di quelle aree in grado di produrre valore economico sufficiente per finanziare la bonifica. L’alternativa era bonificare a carico dell’ente pubblico. Si è scelta la via più difficile, ma più virtuosa e i tempi per percorrerla sono quelli che servono, e chissà se potevano essere più lunghi o più corti. Cosa ci dice, invece, dell’area Italcementi? Questa è un’anticipazione, anche se non so se sarà più tale quando uscirà quest’intervista a ottobre, perché forse l’avremo già resa pubblica. Ormai abbiamo definito l’acquisto di quell’area da parte della cooperazione. Siamo ai preliminari finali. Questo significa che partiremo subito per costruire un nuovo polo scolastico, dove troverà collocazione l’Iti Buonarroti per periti informatici, e un nuovo centro per le imprese dove creeremo il distretto dell’information technology. Insomma, l’area Italcementi sarà uno dei poli dei nuovi istituti tecnici, l’altro è a Rovereto, sta nascendo sulle aree di Trentino Sviluppo e si focalizzerà sui settori della meccanica e della

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«Abbiamo definito l’acquisto di quell’area da parte della Cooperazione. Costruiremo un nuovo polo scolastico, con le Iti e un nuovo centro per le imprese...»

meccatronica. Due esempi innovativi di nuova concezione di istruzione tecnica. Ma Lorenzo Dellai ha del tempo libero? Anzitutto voglio ricordare che i politici sono degli umani. Normalmente i politici hanno una sfera pubblica più ampia, ma come tutte le altre persone hanno una vita privata e familiare. Io poi ho sempre cercato di separare lavoro e famiglia, perché penso che sia la via migliore: sono contrario all’idea totalizzante della politica, porta stress alla famiglia e anche a una spettacolarizzazione della politica che non mi è mai piaciuta. Rivendico quindi i miei spazi di tempo libero, forse oggi più di un tempo: quando ho iniziato a fare il sindaco di Trento stavo in Comune giorno e notte, perché pensavo che altrimenti sarebbe crollato tutto, mentre ora ho capito che posso anche rilassarmi ogni tanto perchè le cose riescono ad andare avanti comunque, anche senza il mio impegno 24 ore su 24. E la sua famiglia come vive tutto questo? Mi considero fortunato da questo punto di vista, la mia famiglia ha capito il senso delle cose che faccio e mi ha sempre accompagnato con molta discrezione. Quindi per svagarsi cosa fa? Sto volentieri a casa, oppure d’inverno mi dedico allo sci, che è il mio sport preferito, mentre d’estate faccio qualche camminata. Stare a casa e cucinare mi diverte un mondo, sono bravo soprattutto a fare il coniglio e mia moglie mi lascia fare perché non sono poi un così cattivo cuoco. Se deve portare fuori a cena sua moglie per festeggiare qualcosa di importante, dove la porta? 27

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trentinoincontri Se cosi fosse credo che le sue aspirazioni a tornare all’attività politica sarebbero più che giuste. Lui può ancora dare un grande contributo al Trentino, anche dando una mano alle nuove generazioni, le quali hanno bisogno di testimoni di esperienza come lui. L’importante è che non abbia tentazioni di rivalsa. Come pensa che i trentini vedano Lorenzo Dellai? Bene… Nonostante siano tempi duri per l’immagine dei politici, debbo dire

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«Il cooperatore non è un imprenditore di serie B, anzi, ha dei doveri in più. Certo, anche qui c’è la necessità di un riposizionamento.»

Figurarsi se le rispondo, con tutti gli amici ristoratori che ho! Diciamo tendenzialmente, per come siamo fatti mia moglie ed io, che preferiamo posti più tradizionali e ruspanti, ma di tanto in tanto andiamo anche nei ristoranti stellati, sen non altro per dare un segno a chi investe in operazioni che sul piano commerciale sono più ardite. Presidente, dove si vede tra 15 anni? Dipendesse da me, mi vedrei presidente della Provincia autonoma di Trento, perché è l’onore più grande che un trentino possa avere. Ovvio che non sarà così, per ragioni oggettive e di necessità di ricambio. Dico questo per dire che non ho disegni o aspirazioni diverse da quelle che faccio, però è evidente che qualcosa farò: finirò di fare il presidente della Provincia nel 2013, anno in cui compirò 53 anni, troppo pochi per mettersi in pantofole. Quindi certamente cercherò di continuare a dare il mio contributo, nei modi che saranno anche un po’ affidati al caso. Vede, da giovane non avevo la ben che minima idea di fare il sindaco di Trento, è capitato davvero 28

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per caso. Da allora ho imparato che le strategie raffinatissime sui ruoli che uno deve esercitare contano poco. E poi, chi lo sa come sarà lo scenario tra qualche anno… Ma tutti sono preoccupati di chi sarà il suo successore. Nonostante quello che dicono talvolta i giornali, in Trentino non c’è una monarchia, non devo abdicare scegliendo un successore. La leadership è di chi se la prende sul campo, non c’è una proprietà transitiva. Io credo che il tempo che ancora c’è di qui al 2013 servirà proprio per valutare le leadership. Nessuno deve essere preoccupato, il Trentino ha sempre saputo indicare i suoi leader, ma mi rendo conto che dopo 15 anni questo processo risulti più difficile perché il ruolo del presidente della Provincia autonoma di Trento è forte. È ovvio che ci si interroghi su come fare a gestirne la successione, ma ci sono tante persone idonee a prendere il mio posto. Grisenti è ancora suo amico? Certo che sì e spero che a ottobre riesca a superare l’ultima questione giudiziaria.

che la percezione che ho gironzolando per il Trentino non è di ostilità nei miei confronti, però temo molto l’effetto Jessica Rabbit. Come scusi? Cosa c’entra Jessica Rabbit con lei? Le spiego. Io temo la caricatura delle persone: di me hanno scritto spesso che sono un solitario, un decisionista, che non mi confronto, che mi arrabbio spesso con chi non la pensa come me. Per fortuna in Trentino l’ambiente è sufficientemente piccolo per conoscerci in tanti e così molti possono capire che, come diceva Jessica Rabbit, io non sono in questo modo, sono gli altri (soprattutto la stampa) che mi disegnano così. Dopo oltre un'ora di chiacchierata il presidente deve scappare. Ad attenderlo c'è una fitta scaletta di eventi per la festa dell'Autonomia. «Oggi è un momento di celebrazione importante per il Trentino», osserva scusandosi di dover correre via per tornare a vestire i panni di politico, sempre sotto i riflettori come Jessica Rabbit, ma con ruoli decisamente diversi e molto più importanti. ■



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trentinoincontri trentinoattualità di Francesca Negri e Paolo Curcu

IO, IL TRENTINO E IL FUTURO DI FERRARI

Gino Lunelli va in pensione. Ma solo in apparenza. L’uomo simbolo di Cantine Ferrari ha in tasca un sacco di progetti. E non le manda a dire a nessuno. Qualche esempio? «La promozione del TrentoDoc? Sagre di paese». E i Trentini? «Mi offendono se dicono che siamo immobiliaristi»

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opo cinquantatre anni in Cantine Ferrari, di cui trenta come amministratore delegato e gli altri come presidente, per Gino Lunelli è veramente ora di voltare pagina. «Il lavoro – afferma non senza emozione - mi ha divertito e dato tantissime soddisfazioni, ma ora mi sono accorto che non ho più gli stimoli e l’entusiasmo di un tempo. Per questo è bene che lasci

il mio posto». E se a succederlo è stato il neanche quarantenne Matteo Lunelli, lui certo non uscirà di scena, anche se ora gli piace ripetere che «il mio futuro è quello di fare il vecchio signore che ha dato quello che ha dato». Ma chi lo conosce sa, invece, che il riposo del “guerriero” sarà breve. Perché Gino Lunelli, classe 1939 ma con uno spirito e un carisma da trentenne, tutto ha nella

testa tranne che di restare con le mani in mano, oppure di mettersi in poltrona e lasciarsi coccolare tutto il giorno dall’amata moglie Francesca. E magari togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa perché, alla sua età, se lo può permettere. Con il cambio di presidenza tra lei e suo nipote Matteo il passaggio generazionale di Cantine Ferrari si può dire completo. Come vorrebbe che diventasse Ferrari tra 20 anni? Vorrei che diventasse un polo del beverage, che abbia nel suo pacchetto di offerta dalla birra alla bevanda non alcolica, quindi vedo Ferrari non più un’azienda ma una conglomerata. Per questo raccomando ai miei nipoti di fare acquisizioni, oltre che sviluppo: certo, questa evoluzione comporterà non solo l’investimento di molti soldi, ma anche molta fatica, molto impegno e una buona dose di rischio. Per raggiungere

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questo obiettivo, bisognerà correre e correre. Del resto, fare quello che già c’è è facile, fare cose nuove ti impegna mentalmente e fisicamente molto di più, però ti dà veramente tante soddisfazioni. E del mondo del vino trentino cosa ne pensa, sinceramente? Ci ho messo mano per decenni e ora non voglio dare giudizi. Negli anni Settanta, Ottanta e Novanta ho lavorato sempre in prima linea, sono stato tra i fondatori dell’Istituto nazionale dello spumante italiano e, tra mille resistenze, anche di quello del Trento Classico, ora TrentoDoc. Ho tentato in ogni modo di far capire che in Trentino c’è una specificità che si chiama, appunto, TrentoDoc, ma non mi pare che questo sia stato recepito. Non mi sembra, insomma, che il Trentino abbia capito che il suo futuro è elitario, perché noi abbiamo colline difficili, costi della terra altissimi, appezzamenti piccoli: per questo non possiamo fare vini da ingrosso, ma dobbiamo puntare sul segmento più alto del mercato e per farlo l’unica via è il nostro metodo classico. Certo le bollicine sono, in generale, sinonimo di glamour, mondanità, ricchezza, ma ci sono anche grandi rossi ritenuti d’elite ed esclusivi, come il Brunello di Montalcino, il Tignanello, il Masseto… Da noi, però, qualche bel rosso come 32

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Teroldego e Marzemino, oppure anche un bianco come il Müller Thurgau, non hanno un ritorno di fascia alta. Nel mondo si sarebbe dovuto lanciare il Trentino come la piccola Champagne d’Italia e invece ci siamo lasciati superare dalla Franciacorta, che ora va in giro a dire che è lei la piccola Champagne italiana. Ci vogliono scelte drastiche. Ovvero? Semplice. In primis domandarsi a chi ci si vuole rivolgere. La risposta dovrebbe essere il quaranta o cinquantenne di buona disponibilità economica, di buona cultura, che non ama le cose chiassose: è questo il target che dovrebbe avere il TrentoDoc. Vendere, però, non è facile, perché il nostro concorrente diretto è lo Champagne, che è il piu grande marchio al mondo come forza e prestigio, più di Coca Cola, Nike, Apple. Combattere contro questo mostro che ha 300 anni di storia non è per niente semplice, però io credo che chi la dura la vince. Noi dovremmo saper “usare” il nostro territorio, che ci dà una nobiltà enorme e una grande credibilità. Qualcuno dovrebbe vigilare su questa famiglia del TrentoDoc, che diventa ogni giorno sempre più grossa, in modo da evitare che qualcuno faccia il furbo, perché altrimenti ci sputtaniamo tutti. Ma come si fa a combattere contro lo Champagne e la sua fama pazzesca?

Beh, certo, se continuiamo ancora a fare le sagre di paese… Dovremmo andare anche noi da 007 e fargli bere in uno dei suo film invece che Bollinger, TrentoDoc! A questo proposito avevo scritto una serie di articoli sul Corriere del Trentino, ai tempi delle riprese sul lago di Garda del film di James Bond “Quantum of Solace”, in cui anche il Trentino era stato coinvolto sborsando un bel po’ di euro (col risultato però di una presenza nel film praticamente invisibile). Nessuno, però, raccolse l’idea e nemmeno i consigli di esperti di product placement che avevo intervistato… Appunto. Senta, perché le Poste Italiane hanno scelto Berlucchi per la loro serie “Made in Italy” e non Cantine Ferrari? Perché hanno pagato. Lo abbiamo fatto anche noi 15 o 20 anni fa. In Umbria state costruendo una cantina che più che altro è un’opera d’arte, destinata a essere visitata da tutto il mondo. E a Trento, non avete intenzione di fare niente di simile per il territorio? È vero. In Umbria sto facendo fare un’opera d’arte straordinaria, l’unica scultura al mondo in cui si vive e si opera, e si trova in una regione che non conosco.


trentinoincontri Avrei voluto farla qui, e invece era a Montefalco che avevamo bisogno di costruire questa struttura. Se solo non mi fosse venuto in mente di coinvolgere Pomodoro… Arnaldo Pomodoro, lo scultore. Con la vostra cantina firma il suo primo e probabilmente unico edificio-scultura. Esatto. Probabilmente, solo per questo verranno a visitarla da tutto il mondo. Non pensavo che il risultato fosse l’opera d’arte forse più bella di Pomodoro e a mio avviso una delle più belle in assoluto al mondo: una scultura a forma di carapace (il guscio della tartaruga, ndr) di 38 metri per 28, con tanto di ziggurat racchiuso all’interno di una scala elicoidale, che sarà adibito a sala degustazione. Davvero, non mi va giù che questa creazione sia in Umbria e non in Trentino. Le toccherà farne un’altra qui… Aspetti un attimo, in Umbria abbiamo speso un sacco di soldi… C’è qualcosa che la infastidisce dei trentini? Mi dà noia che mi dicano che ho fortuna e che non parlino mai di successo… Prima della fortuna, in Ferrari ci sono stati sudore e, grazie al Cielo, successo: questo non è peccato. E poi, non contano niente i milioni di euro che lascio di tasse alla Provincia di Trento, i 200 dipendenti, i 400 conferitori? Lasciamo

stare… Il mio futuro ora è quello di fare il vecchio signore che ha dato quello che ha dato. E poi ci sarà la mia Fondazione, che devo ancora pensare bene: non la vedo assolutamente come una cosa autocelebrativa, bensì come una realtà che aiuti Africa e Brasile, magari anche la Birmania (dove oltre povertà e sottosviluppo e oppressione totale, ci sono stupri, massacri, una criminalità pazzesca) a costruire villaggi e ospedali. Nessuno saprà mai tutto il bene che la Fondazione farà e io, però, ne avrò grande soddisfazione. Certo, sarebbe più facile costruire qualcosa di bello qui in Trentino, ma alla fine lo troverei autocelebrativo: qui, insomma, sarebbe un orpello, lì invece è una necessità. Forse poi è rimasto scottato dall’esperienza del Monte Bondone… Sono nato in Bondone, lo amo, ma adesso mi sento fuori luogo perché non è il mio Bondone di quando ero bambino. Ci ho dedicato tempo, soldi, fatica. Ho ancora casa in Vason, ma da dieci anni, dopo tutte le arrabbiature prese con quel famoso progetto, non vado più, preferisco Madonna di Campiglio dove sono un turista: non come sul Monte Bondone, che sento come un mio nido. Oggi ho paura che mi venga il magone ad andarci. Ci racconti come andò col progetto del Monte Bondone.

Era l’inizio degli anni Novanta. Bonazza, Rossi, Delfavero, Marangoni, Rangoni e io decidemmo di fare un progetto di rilancio di tutto il monte: lo affidammo a grandi professionisti e spendemmo tantissimi soldi. La spina dorsale del progetto era un grande impianto che partiva dal soprapasso al di là della stazione delle corriere di Trento, dove era prevista la costruzione di 800 posti auto sotterranei, mentre sopra sarebbe partito un grande impianto di risalita che avrebbe toccato Sardagna, Vaneze e Vason. Dalla città, insomma, si sarebbe arrivati in Vason in 18 minuti e le Viotte sarebbero diventate il regno del fondo. Non ci era nemmeno passato per l’anticamera del cervello di speculare sul Bondone, la nostra intenzione era di regalre alla città e al Comune di Trento un progetto fatto da professionisti. Invece, siamo stati spianati, sbeffeggiati, ci hanno detto che volevamo mettere le mani sul Bondone, dopo averle messe sulla città. Il rilancio della montagna, però, è stato avviato negli ultimi anni. Cosa ne pensa? Bisognerebbe capire che la base di tutto è che è Trento a dover diventare una stazione invernale, da cui poter andare un giorno in Bondone, un giorno in Paganella, un altro giorno ancora a Miola di Pinè a far pattinare i bambini… Trento poteva insomma diventare come Innsbruck o

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trentinoincontri Grenoble, e invece niente. Dopo 20 anni dai nostri studi, hanno speso decine di milioni di euro per il rilancio del Bondone e i risultati quali sono? A mio avviso, gli esiti sono solo spese pazzesche per affossarlo, invece che per migliorarlo. Prima ha accennato al fatto di essere stato accusato di aver messo le «mani sulla città»... Mah, sa com’è la gente… Mi viene da ridere. Sono leggende, battute, acrimonia, chiacchiere. Se mi danno dello speculatore, mi offendo. Io sono un imprenditore, quindi io creo. Non ho mai costruito nulla, ho sempre riadattato. Il mio piccolo patrimonio immobiliare sono case di cinquecento, trecento anni che ho riadattato e rimesso in funzione. Perciò mi sento anche benemerito del fatto che tanti palazzi del centro storico siano tornati al loro splendore abbellendo la città, grazie a me. E, badi bene, per farlo non ho mai ricevuto contributi. L’attività immobiliare non è il mio core business, rappresenta solo un buon investimento, una buona “pensione”. Del resto, gli altri hanno l’Inps, io ho le case – butta lì sornione, ridendo -. Il mio mestiere, però, è fare bevande, vino, acqua, grappe. Quando gli si osserva che i trentini vedono i Lunelli come una famiglia di immobiliaristi, Gino Lunelli si adombra. Più che disappunto, il suo è rammarico profondo.

Casca dalle nuvole, è sorpreso, quasi preso in contropiede, tanto che, prima di prendere seriamente la cosa, più volte ripete che si stà solo scherzando. Alla fine si convince che non è così e inizia a parlare. «La cosa mi disturba molto. In vita nostra i miei fratelli ed io abbiamo lavorato solo per costruire Cantine Ferrari, che poi è diventata la ditta più famosa del Trentino Alto Adige. Alla fine degli anni Cinquanta avevamo già capito la forza dell’origine, quindi fin da subito sulle nostre etichette abbiamo messo la scritta Trento. Ho preso in mano Ferrari che non era niente e nessuno. In 50 anni il buon Giulio Ferrari, da cui rilevammo la cantina, era arrivato a fare 10mila bottiglie all’anno, mentre già nel 1958, quando ho iniziato a lavorare con

Indro e gino: SeparaTi alla nascita Negli anni Novanta, per Ferrari Incontri, i Lunelli avevano invitato il giornalista di Fucecchio a Trento, per un incontro al Palazzo della Regione. Indro Montanelli, nell’occasione, aveva conquistato tutti con la consueta verve, dispensando le sue memorabili frecciatine a destra e a sinistra. Tra i plaudenti, proprio lui, Gino Lunelli, che qualche anno e qualche rughetta dopo – con il buon Indro passato a miglior vita – avrebbe tradito una certa somiglianza con il grande polemista toscano.

mio padre che era un grande commerciante, la cantina aveva due operai e un enotecnico e facevamo circa 40mila bottiglie. Poi, nel 1981 abbiamo raggiunto quota un milione di pezzi, nel ‘91 3 milioni, nel ‘99 4 milioni, e nel 2007 abbiamo superato i 5 milioni di bottiglie, diventando la più grande cantina spumantistica d’Italia. Portiamo in giro il nome del TrentoDoc e del Trentino in Italia e nel mondo e poi ti senti dare dell’immobiliarista?». Non solo, a dire il vero… La nomea è anche quella del tirchio, o, almeno, del parsimonioso. Non mi sembra proprio di esserlo e davvero non so da dove possa essere nata questa cosa. Certo, non sono uno “spandon”: sono trentino e l’essere oculati è tipico della nostra mentalità. E da buon trentino, l’aspetto religioso è molto importante per lei, tanto che è presidente dell’Unione cristiani imprenditori e dirigenti (Ucid). La nostra famiglia è cattolica. A un certo momento nella tua vita, coi capelli bianchi, se poi oltrettutto raggiungi un certo grado di tranquillità economica, viene naturale dare un valore a tutto questo fare e alla propria attività. Ma sentirmi dire che sono immobiliraista perché «son mez paron de Trent», mi offende! A dirla tutta, immobiliarmente io sono il più grosso viticoltore del Trentino Alto Adige, con 110 ettari di proprietà. Alcuni di questi ettari circondano Locanda Margon, a Ravina, il ristorante stellato della famiglia Lunelli dove ai fornelli da quasi due anni c’è Alfio Ghezzi che, in occasione del pranzo-intervista con Gino Lunelli, aveva infilato una serie di prelibatezze da grangourmet, tra cui una strepitosa versione di rognone. Locanda Margon è il primo e unico ristorante di proprietà della famiglia Lunelli, ma nella loro storia c’è un’altra esperienza, seppur indiretta.

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trentinoincontri Gli spazi dove trovava collocazione il ristorante Roma sono suoi e, dopo alcuni anni di gestione, Battista Polonioli è stato costretto a trovare un’altra location, ovvero Villa Madruzzo. Con la chiusura del Roma per i trentini si è perso un importante centro di aggregazione in centro storico, non trova? Lei pensa davvero che si sia perso qualcosa? Secondo me no, personalmente ritengo che con la gestione Polonioli il Roma fosse diventato un ristorante da corsa. L’unico a lasciare un segno in quel locale è stato il Marietto Bort. Del resto, Villa Madruzzo le sembra una cosa importante? Giudico l’operato di Polonioli abbastanza comune, poco originale. Da vecchio trentino non mi sento di aver tolto nulla alla città con la vicenda del Roma… Anzi, al posto del Roma ho regalato cinque bellissimi negozi alla città, per non parlare poi di piazzetta Lunelli, che abbiamo totalmente ristrutturato di tasca nostra e che ritengo una vera bomboniera di cui tutti i trentini possono andare orgogliosi. In tutta questa vita di successi, seppur invidiati dai più invece che ammirati, c’è qualcosa che si rammarica di non essere riuscito a fare? Non una, ma tante. Come tutti, ho dei sogni non realizzati, ma non posso dirli. E c’è ancora qualche sogno nel cassetto? Con la Fondazione potrò fare cose umanitarie, culturali, artistiche, etc. Io, per esempio, ho un debole per l’arte. Villa Margon, ad esempio, è stata una mia fissa finché non sono riuscito a comperarla dal Baron Salvadori. Adesso ho Po-

modoro. Mi piace l’arte, però mi pongo sempre questo problema: i miei soldi è giusto che vadano in opere d’arte o nel ripristino delle stesse, con la povertà che c’è in giro? Il mio vero sogno nel cassetto è diffondere il microcredito, che è l’unica via di sviluppo per i Paesi poveri, uno dei fattori fondamentali. Non ho più l’età e non ho le capacità per intraprendere quest’impresa: dovrò farmele o acquistarmele, ma questo è il mio sogno. Sua moglie cosa dice di questa sua passione umanitaria? Mia moglie mi segue anche se siamo vecchietti. In Africa si incontrano dei personaggi straordinari, incredibili, io non saprei mai fare quello che fanno loro. A me, che fa schifo tutto e sono un signorinello viziato, i missionari e suore mi dicono semplicemente: «Tu non preoccuparti, fai quello che sai fare: sai fare commercio, sai fare soldi?

Fai quello, al resto ci pensiamo noi». In queste persone c’è una saggezza straordinaria. In Trentino c’è saggezza? Io lamento del Trentino il fatto che non ami le sue tradizioni. Stiamo distruggendo il vecchio Trentino e nessuno ha la sensibilità per accorgersene. Siamo stati per troppi secoli talmente poveri, che in questi ultimi 20 anni abbiamo avuto una repulsione del vecchio e quindi anche la nostra antica architettura l’abbiamo voluta distruggere con costruzione moderne insensate. Invece che ripristinare, si è abbattuto tutto e costruito col cemento. In Alto Adige questo non è successo, forse perché il loro maso chiuso ha difeso fortemente le loro tradizioni. Se qualcuno le chiedesse di dare una mano al Trentino in veste di consulente, lei rifiuterebbe? Sì, perché per queste cose ci vogliono i giovani. Gino Lunelli tutto sembra tranne un anziano signore dedito al dolce far niente. Sprintoso e iper attivo, gaudente e gioioso, sprizza energia da tutti i pori. Ci saluta infilandosi dentro un'elegante Audi berlina e la cosa ci suona strana: «Gino, scusi, dov'è finita la sua Porsche?», domandiamo. «Quando ero ragazzo e con i miei amici vedevamo in giro anziani signori al volante di Porsche, Ferrari e altri tipi di macchine simili, pensavamo che fossero inadeguati, che volessero fare i giovincelli senza più poterlo essere. Così, quando ho compiuto 70 anni ho venduto la mia Porsche e ho acquistato un'auto che ritengo più adeguata alla mia età...», risponde ridendo. Poi ingrana la marcia e corre via scattante, come uno che la gioventù ce l'ha nel cuore e lì non potrà mai invecchiare. ■ 35

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trentinoattualità di Tiziana Tomasini

Il turismo al tempo di internet Un tempo le vacanze… Oggi digitiamo la destinazione ed in tempo reale possiamo acquistare il biglietto per un viaggio da sogno. O magari da incubo? Proposte e fregature on line, commenti di viaggio in rete – più o meno rispondenti al vero – e lo specchio del Trentino, così come lo vedono i turisti fuori provincia. Con qualche sano avvertimento delle agenzie di viaggio…

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n tempo le vacanze erano un evento, da programmare e fissare sul calendario di casa di anno in anno. In periodo primaverile, i quotidiani proponevano intere pagine pubblicitarie di pensioni ed hotel rigorosamente sull’Adriatico; ogni inserzione riportava le caratteristiche della struttura – tre stelle, sul mare, pensione completa, parcheggio e

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serata danzante inclusi – alla modica cifra di… In calce all’annuncio, il recapito telefonico. Quanti anni veneti e romagnoli abbiamo trascorso seguendo questo percorso! Certo, per le prime volte, ci si doveva accontentare dell’immaginazione. Che alle volte giocava brutti scherzi. Il salone descritto era in realtà una saletta, la vista mare richiedeva il binocolo o sforzi di

collo per intravedere l’acqua, le stanze non proprio spaziose come descritte. Ma l’accoglienza e il clima marino risolvevano tutto. Ed era la “vacanza”. I viaggi oltre confine erano mète per pochi eletti. Costosi, poco adatti alle esigenze familiari, organizzabili solo da alcune agenzie specializzate. Visti, permessi, passaporti, vaccinazioni, bagaglio. Tutti

vincoli rilevanti, da richiedere un’adeguata preparazione. Con un altro vincolo rilevante, la lingua. Ricordiamo che fino a qualche decennio fa l’inglese non lo masticavano poi in tanti e non era ancora lingua internazionale. Insomma, viaggiare per il mondo era una gran bella impresa. Con la crescita esponenziale delle comunicazioni, molto è cambiato. Tutto è cambiato. I fedelissimi delle vacanze adriatiche adesso prenotano via internet, naturalmente dopo aver visionato sullo schermo ogni spazio, ogni angolo, ogni visuale della struttura. Dopo aver letto il menù della giornata e valutati posizione ed intrattenimenti. Dopo aver confrontato albergo con albergo. Dopo un’accurata ricerca in rete.


trentinoattualità

È proprio tutto vero?

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ra inevitabile che il sospetto della truffa si impadronisse anche delle recensioni di viaggio on line. In fondo cosa ci vuole a creare un’opinione? Basta collegarsi e formalizzare esperienze positive o negative su questa o quella struttura. Magari suggerite dalle stesse aziende. Le stelle degli hotel – che in agosto cadono romanticamente insieme ai desideri – si possono aumentare, perché no? Così, alberghi di due stelle si trasformano in resort di cinque. Naturalmente pagando. Pare esista un mercato stellare (da 5 a 10 dollari a stelletta), finalizzato all’imbroglio dei poveri naviganti. Così, paradossalmente, i siti nati proprio per consigliare e per offrire la possibilità di evitare fregature, innescano il sospetto del raggiro. Come fare a distinguere il vero dal falso? Ci hanno pensato i soliti Americani. Un gruppo di studiosi della Cornell University – attraverso un sistema di analisi linguistica e psicologica – è riuscito a individuare fino al 90% degli imbrogli. Come? Due consigli su tutti per stanare le truffe. Le false recensioni vengono gonfiate di superlativi (bellissimo, accoglientissimo, organizzatissimo … ), ed i falsi viaggiatori parlano sempre in prima persona, a dimostrazione di aver vissuto davvero l’esperienza di viaggio. Futuri viaggiatori, siete avvisati. Le fregature viaggiano veloci. Il consigliere di viaggio può anche rovinarvi le ferie, catapultandovi dall’hotel super lusso alla stamberga, in tempo reale. Del resto, non è una novità. Pare che anche i racconti di viaggio di Marco Polo non siano poi così veritieri … E i viaggi oltre confine? Con le offerte last minut o last second il grande viaggio è alla portata di molte tasche. Senza più tante pianificazioni, si intravede un periodo di ferie, si decide e tac! Il proprio nome compare già nella lista dei passeggeri. Trolley alla mano, da soli o in compagnia, si parte. INTERNET E LE AGENZIE DI VIAGGIO. CONFLITTO, CONVIVENZA O COLLABORAZIONE? E le agenzie? Stanno a guardare questa rivoluzione o si sono attrezzate? E come? Come è cambiata la gestione del viaggio? Quanto e co-

me ha inciso la rivoluzione di internet nel loro mondo? Lo abbiamo chiesto a Daniele Bonazza, titolare dell’agenzia “Gitan Viaggi” di Trento. Nel suo studio luminoso sul lungo Fersina - circondato da pc, telefoni di ogni generazione e poster di paesaggi mozzafiato - racconta che i trentini, rispetto ai viaggiatori delle altre regioni italiane, hanno un atteggiamento molto più guardingo ed accorto nei confronti delle prenotazioni on line e non svelano facilmente i propri dati bancari necessari per poter confermare tali prenotazioni. L’agenzia viaggi rimane un solido punto di appoggio, pur nella con-

sapevolezza che internet è comunque concorrenziale. Internet ha informato il potenziale viaggiatore, il quale oggi si reca in agenzia con le idee chiare, già informato, con informazioni dettagliate su tutto il conoscibile del settore. “Internet – dice – ci ha dato una bella svegliata … Il cliente che entra in agenzia ne sa almeno quanto noi se non di più, dobbiamo essere sempre all’altezza delle più specifiche richieste”. Perfino l’ampia fascia dei viaggiatori di mezza età è più informata rispetto ad un tempo, sa dove vuole andare e cosa trovare. “Ed Internet ci ha dato una grande mano”, perché consente a noi titolari di essere informati sempre, in tempo reale. Inoltre Internet consente ai giovani di essere autonomi nella prenotazione di un biglietto ferroviario o aereo, sollevando noi da queste semplici pratiche. Ma …Esiste un ma. Esplorare in Internet non è semplice. E spesso non vengono valutati importanti fattori, che possono seriamente compromettere la buona riuscita del viaggio. E se fino a tre anni fa molti erano “viaggiatori fai da te”, oggi quegli stessi sono ritornati in agenzia. Specialmente per il lungo raggio. I voli non vanno solo prenotati ma periodicamente controllati fino alla conferma, poche ore prima. Le informazioni sul bagaglio (peso, quantità, tipo) vengono spesso tralasciate, la lista dei documenti necessari non sempre è precisa e dettagliata, e le variabili relative al paese di destinazione passano magari in ordine inferiore, gli errori sono irrimediabili. Risultato. Una serie di fallimenti. A cui spesso l’agenzia è stata chiamata a porre rimedio. Qualche esempio? Il salvataggio di quella ragazza che aveva prenotato su Internet un solo volo per Okland, salvo poi accorgersi che l’Okland prenotata era quella vicino a San Francisco e non

- «Le camere sono vecchiotte e i cuscini del letto sono troppo sottili» - «Nei corridoi abbiamo notato che alcuni degli ospiti dell’Hotel (Trento) non erano persone molto educate… Un meeting starnazzante sulla hall del piano a ridosso della porta dell’ascensore, ovviamente bloccata» - «Bello l’hotel, ristorante un po’ ostile» - «Ogni camera è a tema, con sauna per due e doccia idromassaggio» - «Torbole, che vento!» - «Peggior ostello che abbia mai alloggiato» - «Terrible service in good location, certainly not welcoming!» 37

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trentinoattualità

La pagella in rete

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e valutazioni dei turisti riguardo alla struttura alberghiera oggetto di giudizio seguono una scala di apprezzamento che va da TUTTO a PESSIMO, attraverso i gradi intermedi di ECCELLENTE, MOLTO BUONO, NELLA MEDIA, SCARSO. Naturalmente – per il raggiungimento dell’obiettivo principale (un mix di divertimento, comfort e novità) va specificato anche il tipo di viaggio e la compagnia. In coppia è romantico il bed & breakfast, la famiglia si orienta verso il villaggio con tutti i servizi (non solo igienici), il viaggiatore solitario punta all’ostello o alla stanza per la notte. E le classifiche dei migliori di Trento e dintorni? Sul sito www.tripadvisor.it ne troviamo un elenco copioso, più di 50. I primi dieci della città sono: Villa Madruzzo Best Western Quid Hotel Grand Hotel Trento Hotel America Hotel Aquila d’Oro Hotel Vela Hotel Buonconsiglio Hotel Adige Bad & Breakfast al Duomo di Trento Hotel Sporting Trento Digitando “città di Trento” sul sito www.opodo.it, due segnalazioni: Grand Hotel Trento Best Western Quid Hotel Trento. Ma le sorprese non sono finite. Il sito www.ABCTurismo. it, alla richiesta di strutture alberghiere a Trento, stila una classifica che comprende 33 hotel. Sì, proprio 33 e proprio a Trento. Una coincidenza numerica? O soltanto spiritosa? Per restare in tema, “trotterelliamo” alla scoperta delle prime posizioni di questa classifica dei best del centro. Hotel Accademia Albergo Garnì San Giorgio Della Scala Albermonaco Hotel America Hotel Everest Hotel Vela Hotel Buonconsiglio Aerhotel Barone Rosso Aquila d’Oro. in Nuova Zelanda … Oppure la prenotazione in pieno periodo estivo di un hotel a Palma che poi ha dichiarato l’over booking, costringendo gli sventurati a passare la notte in spiaggia, in attesa di trovare altre soluzioni in loco. In un caso come questo, l’appoggio dell’agenzia sarebbe giunto provvidenziale, atto a garantire la prenotazione in un hotel a pari condizioni. In pratica il cliente ha capito 38

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che quel 10% pagato in più assicura sicurezza e garanzia. “Abbiamo salvato tanta gente … certo non siamo più venditori di cataloghi. Siamo sempre informati e sempre disponibili. E’ il nostro punto di forza. Le otto ore lavorative non esistono più. Siamo reperibili 24 ore su 24, sabato e domenica inclusi. Solo così possiamo offrire al cliente quella sicurezza e quella garanzia che ci richiede.” E

prima di congedarci, consiglia di visitare il sito www. viaggiaresicuri.it , curato dalla Farnesina di Roma. In questo sito possiamo trovare indirizzi ed informazioni indispensabili e relative al Paese che si desidera visitare, ambasciate italiane incluse. INTERNET E IL TRENTINO. RICERCA IN RETE Il Trentino su Internet esiste, e alla grande. Oltre ad esistere, resiste in mezzo a tante proposte di viaggio. Un grazie sentito all’orso e, in vista della sua prossima introduzione sui suoli nostrani, al lupo. Navigando nelle acque tranquille dei siti dedicati alle vacanze [abbiamo visitato www.tripadvisor.it, www.opodo.it, www.turistipercaso.it , www.booking. it], siamo ricercati per l’aria buona (?), i canederli, il verde e almeno un miliardo di altre stranissime cose che a noi locali non passerebbero in mente neanche dopo aver letto l’intera produzione letteraria e teatrale di Andrea Castelli. E poi basta con le località cult degli anni dell’oro. In tempi di vacche magre ci si ingegna come può. Il nuovo “turista fai da te” fa sapere dai social network che ha cambiato direzione. Ha girato l’angolo, e ha scoperto che San Lorenzo in Banale è quello che fa per lui. Alloggi più economici, tranquillità diurna e notturna. Pochi negozi, con l’indispensabile. Altro che centri commerciali! Quelli se li sciroppa tutto l’anno, almeno ogni sabato pomeriggio, e se è brutto tempo o manca qualcosa, anche la domenica. L’albergo lo vuole a conduzione familiare, col proprietario che alloggia di fianco e che consiglia la gita per il giorno dopo, magari il giro delle frazioni. Sì, adesso il turista richiede la semplicità, stracarico degli eccessi della città. E noi, cittadini rassegnati, scopriamo grazie all’enne-

simo viaggiatore che scrive i suoi resoconti di viaggio su internet che a Lavarone soggiornò Sigmund Freud e che intorno alle placide acque del lago trasse ispirazione per le sue opere; in zona si organizza un pomeriggio pedestre sulle tracce dello psicologo. Pomeriggio del quale si parla un gran bene. E poi si continuano a commentare i castelli. Noi che forse i nostri castelli li abbiamo visitati suppergiù alla scuola elementare, loro li conoscono loggetta per loggetta. Simpaticissimo il “tour tra castelli e canederli” che porta al Thun e al Beseno con l’intermezzo goloso delle palle di pane e speck. Sempre sulla tastiera di tutti i girovaghi a spasso per il Trentino, gli animali. Dai selvatici sopra citati, ai quadrupedi che nitriscono e sui quali è bello farsi condurre sui sentieri, agli inaspettati, come i caprioli avvistati dalla stanza dell’albergo di primo mattino. Altro vantaggio di andare a letto presto. Con la geografia quasi sempre ci siamo. Quasi. Dal sito si alza la voce di uno che dice di aver prenotato a Trento così in


trentinoattualità giornata può recarsi anche a Trieste. Ancora il ponte, dannazione! Ha fatto più vittime culturali lui della televisione degli ultimi sei mesi. Non mancano i ciclisti, popolo di macinatori di strada sulle due ruote. Molto apprezzata la ciclopista della Valsugana, che collega il lago di Caldonazzo con Bassano. 80 chilometri di paesaggi. E poi gli amanti dei contrari. Leggiamo di una donna che dichiara di amare il mare come niente altro al mondo, rimasta folgorata dalla freccia montana di Cupido, che in quel mentre si aggirava ad Andalo. Hotel attrezzati, trasporti puntuali, passeggiate, centro sportivo, tornei di briscola, concerto degli alpini e, a suo dire, la vera chicca: il giro dei masi. Ma se pensate che basti, godetevi i commenti di chi

Trento, l’Ostello della Gioventù

si è iscritto al tour che va dal castello di Ora a Cavalese; imperdibili le sensazioni di chi ha visto le casette di legno lungo questa strada con la vendita diretta – per mano dello stesso contadino - dei pomi, ehm… delle mele. (Beh, ma non succede un po’ ovunque? Il pescato-

“Sono di Milano, voglio respirare...”

“S

ono di Milano, voglio respirare. Voglio concedermi una vacanza tra le montagne. Voglio trovare i prati, le piste da sci ed un hotel con tutti i comfort. Sauna, piscina, intrattenimento, gite organizzate. Mi collego ad Internet e digito www.Booking.com. È questo, a detta dei più assidui viaggiatori online, il sito migliore e più affidabile per scegliere dal tuo pc la tua sistemazione alberghiera. La videata è chiara ed intuitiva. Cerca hotel in Italia. Dove? Digito Madonna di Campiglio (i soliti milanesi) ed inserisco la data di arrivo e partenza, un wekend di dicembre, il 10 e l’11, due persone per una notte. Invio. 44 hotel trovati a o vicino a Madonna di Campiglio, 12 disponibili. Il primo è l’Hotel Palù, con punteggio “Buono, 7.5” ottenuto da 18 giudizi del cliente. Ma l’elenco può essere ordinato per tante altre esigenze: prezzi, stelle, posizione, valutazione clienti ecc. Di ogni hotel ci sono chiare ed esaustive indicazioni per valutarne pregi e difetti, una fornita galleria fotografica, i prezzi (che il sito garantisce i più bassi) e, come detto, i giudizi del cliente. Giudizi, badate bene, che il cliente può inviare solo dopo aver effettivamente soggiornato in quella struttura e quindi molto affidabili. La prenotazione è veloce e, dopo il pagamento, ti puoi stampare il voucher che presenterai al momento del check in. Chi ha utilizzato Booking.com conferma l’affidabilità e la serietà di questo sito.

re col pesce, il malgaro col formaggio … ) In ogni caso, anche in questa gita, graditissima la robusta merenda a base di salumi e formaggi trentini. Con strudel per finale. L’accoglienza è buona, dicono i turisti. I titolari delle strutture alberghiere – dalla pensione al resort - sono definiti “cortesi”, “disponibili”, “premurosi”, “efficienti”. Meno entusiasmi sul personale, con picchi negativi di tutto rispetto, come “le cameriere sono scorbutiche e poco adatte a trattare con la gente” e “personale abbastanza indisponente”. In verità va detto che spesso tali lavoratrici sono straniere, magari senza troppa confidenza con l’italiano; risulta chiaro che comunicare senza sapere la lingua è una bella impresa per tutti. Però un sorrisino in più si potrebbe anche fare … quello rimane ancora internazionale e porta pure le mance.

vicino all’autostrada”. Ma la struttura che raccoglie più recensioni (ben 117) è l’ostello di Trento. Si parte - scolasticamente parlando – da un sei meno, “per una notte può andare”, “è vicino ad autobus e treno”, all’innominabile, a quello che peggio di così non si può dire di un posto. “’na skifez!”, “orribile!”, “siete avvisati, evitate assolutamente questo posto”. I motivi, a ben guardare, sono più o meno simili e ricorrenti, indice che i commenti potrebbero essere veritieri. Niente comfort, inclusi gli asciugamani e il sapone; colazione da campo profughi; frequentato principalmente da barboni. Persino il vantaggio della vicinanza alla stazione citato sopra diventa un disagio per il rumore dei treni e per la gente poco affidabile che circola in zona. Ciliegina sulla torta, il personale estremamente scortese. Pare che la “Giovane Europa” debba farne di strada. O salire sul treno della vicina stazione e andare a vedere come sono gli altri ostelli d’Europa. Di quella vecchia Europa, con più esperienza e con la voglia di accogliere i giovani, che non hanno tanto da spendere ma richiedono il minimo indispensabile. Come un asciugamano pulito in bagno. ■

LA CITTà DI TRENTO E il suo OSTELLO E gli alberghi in città? Cosa si dice? Dove lo mandereste voi un conoscente di passaggio? I commenti dei turisti sono mediamente positivi, in certi frangenti larghi e abbondanti – “bellissima location”, “ambienti straordinari”, “ci torneremo!” – in altri più misurati – “perfetto per affari”, bello ma lontano dal centro”, “colazione al di sotto delle aspettative ma 39

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trentinoattualità

di Renzo Francescotti

L’

allora quasi scono sciuto Benito Mussolini arrivò a Trento il 6 febbraio 1909, chiamato da Cesare Battisti a fare il segretario della Camera del Lavoro (Il Segretariato del Lavoro), a dirigere il settimanale “l’Avvenire del Lavoratore” e, successivamente, a fare il caporedattore del quotidiano socialista di Battisti, “Il Popolo”. Aveva 26 anni e veniva dalla natìa Predappio in cui aveva lasciato Rachele, la futura moglie, che era andata ad abitare nella casa dei genitori di Benito: era stato più volte in galera in Italia e Svizzera da cui era stato espulso. Arrivò a Trento “co le pezze sul cul”, come dicevano i compagni socialisti trentini. Che si vergognavano di un segretario della Camera del Lavoro così malvestito: fecero una colletta, gli comprarono un vestito e un cappello. La “tana” dei socialisti a Trento era la saletta interna, tinta di rosso, dell’Osteria “Due Garofani”, nei pressi delle antiche Mura. Un’osteria (tuttora esistente) ubicata in un posto emblematico se è vero davanti si affacciava sulla borghese Via Mazzini e, dietro, sulle Androne, il rione più proletario di Trento. Quasi a simboleggiare le due anime del socialismo trentino: quella borghese di Battisti, Avancini, Piscel e quella proletaria. Nell’osteria “Due Garofani” avvenne la consegna del vestito e del cappello nuovi. Il giovane Mussolini li prese, li scagliò terra, li pestò coi piedi davanti agli stupefatti compagni ed esclamò: “Ecco: prima erano i vestiti di un borghese, ora sono quelli di un rivoluzionario!” Il futuro Duce avrebbe passato poco più di sette mesi da “rivoluzionario”, nella Trento asburgico-cattolica in cui si stava affermando il 40

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il segreto della fernanda benito mussolini Arrivò nel 1909 a Trento “co le pezze sul cul”, come dicevano i compagni socialisti trentini. BENITO RIBELLE: L’ALTRO FIGLIO TRENTINO del duce, nacque da una relazione con una delle due geishe del bar zanella... giovane Alcide Degasperi, più grande di lui di due anni. Se ne andrà lasciando un sacco di debiti da lui contratti con compagni e osterie, o da lui causati: come le perdite subìte da “Il Popolo” per i ricorrenti sequestri a causa dei suoi violenti articoli anticlericali; o i “chiodi” lasciati lì ai “Due Garofani” ma anche nel territorio extracittadino.

Come alla trattoria di Sopramonte gestita da quella famosa cuoca che era l’Ambrosina Peterlana: la quale se ne ricorderà molti anni dopo, nel 1936, quando i fascisti in piena autarchia raccoglievano le fedi matrimoniali d’oro (dando in cambio fedi di ferro), a sostegno del Governo, e pronuncerà la storica frase: “Ghe darò la me fe-

Fernanda Oss, di Trento, mamma di Benito Ribelle, nato nel 1910

de quando che Mussolini el me pagherà i disnari che el me resta!” O a San Michele all’Adige, dove il Benito Ribelle (come era chiamato il giovane Mussolini, con sua soddisfazione) aveva ordinato un paio di scarpe al calzolaio Manin, ovviamente senza pagare. E alle rimostranze del calzolaio i compagni socialisti del paese, vergognandosi per lui, avevano fatto una colletta e gliele avevano pagate loro. Oltre che debiti, il futuro Duce lasciò in Trentino una serie di storie con donne e, come vedremo tra poco, un figlio in arrivo, concepito poco prima della sua espulsione dalla provincia. Si sa che Mussolini ci provava con tutte, anche se non tutte gli dicevano di sì. Gli disse di no, ad esempio, una ragazza del paese che lui aveva invitato a ballare durante la festa del primo maggio di quell’anno. Al rifiuto il Benito fece una piazzata, insultandola, andandosene sbattendo la porta. Questi due episodi, entrambi successi a San Michele, li raccontava il padre socialista di Ferdinando Tonon – uno di più famosi antifascisti trentini, tuttora vivente – e da lui li ho raccolti.


trentinoattualità

Ida Dalser, di Sopramonte

Il libro di Fabrizio Castellini

E arriviamo alla storia del figlio trentino quasi sconosciuto. Di Benito Albino, il figlio di Ida Dalser, si sa ormai tutto o quasi, dopo i libri e i filmati realizzati su sua madre e lui. Ma la storia del primo figlio trentino di Mussolini, nato sei anni prima di Benito Albino, figlio di Fernanda Oss è pressoché sconosciuta. L’ha ricostruita pazientemente Fabrizio Castellini nel libro “Il ribelle di Predappio”, edito da Mursia nel 1996. Io l’ho ripresa nel mio romanzo storico “Lo Spazzacamino e il Duce” (LoGisma, 2006), nel capitolo “ I figli del caprone”, che mette in scena la storia delle due donne trentine del giovane Mussolini e dei due figli battezzati col nome de padre. Siamo nella primavera del 1909: nel cuore di Trento, in Largo Carducci, è aperto Bar Zanella gestito da due sorelle, Bianca e Fernanda Oss: sono due donne (la prima, sposata) molto belle tanto che il bar è anche detto “delle Gheishe”. Nell’attigua Via San Pietro c’era la sede della Camera del Lavoro. Nel bar arriva un giovane dai baffetti neri, le tasche sformate da di libri e giornali, mostrante un incipiente calvizie quando si toglie il cappello e ha due grandi occhi nero-lucenti che bucano le persone, specialmente le donne. È il giovane Mussolini che presto li punta ostentatamente su Fernanda,

un anno più giovane di lui. La corte si fa insistente, Fernanda non pare insensibile: inizia una storia d’amore. Benito va a trovare in casa la ragazza che vive con la madre Virginia, vedova, in un vecchio edificio in Via dei Cappuccini. A pianoterra abitava Maria Sboner, allora bambina, intervistata da Fabrizio Castellini quando lei aveva 86 anni che ha raccontato: “La camera da letto della ragazza era proprio sopra la nostra cucina. Si sentivano quindi distintamente i passi di Benito e poi lo scricchiolare del letto e anche quello che i due innamorati si dicevano durante i loro incontri, perché non si curavano di parlare sottovoce…” La storia durò solo qualche mese e si interruppe quando Mussolini dovette abbandonare il Trentino nella prima metà di settembre.

Fernanda era però, anche se da poco, incinta. Benito avrebbe voluto abortisse, ma lei rifiutò. Quando le sue condizioni furono difficili da nascondere Fernanda Oss partì per Innsbruck dove fece la cameriera. Il bambino nacque nell’ospedale del capoluogo del Tirolo, il 19 maggio 1910: sua madre gli mise il nome di Benito Ribelle. Secondo le testimonianze di chi lo vide in fotografia il bambino era molto bello, molto somigliante al padre. Ma nacque malato, contagiato, divenne cieco. Dal libro di Castellini si apprende come il ribelle di Predappio aveva tentato di suicidarsi due anni prima di arrivare a Trento, nel 1907 quando faceva l’insegnante elementare a Tolmezzo, presso Udine. Era convinto di essersi beccato la sifilide e che sarebbe morto pazzo. Un amico lo salvò dal suicidio. Poi scoprì che non si trattava di sifilide, ma di un’altra malattia luetica, gonorrea o scolo. In ogni caso, irresponsabilmente continuò ad avere rapporti con tutte le donne che poteva, senza usare protezioni. Benito Ribelle Oss morì il 18 luglio 1912 all’ospedale di Trento: il referto medico parla di malattia fondamentale: poliartrite reumatica; causa immediata della morte: endouretrite acuta. Fu una malattia ereditata quella che portò il bambino a

Certificato di nascita del piccolo (Bonitus) rilasciato dall'ospedale di Innsbruck

morire prima a due anni? Non lo sapremo mai con certezza. Dopo la nascita del bambino Fernanda andò ad abitare in una casa vecchia e malsana a Villazzano, paese in cui nessuno la conosceva; scrisse a Mussolini annunciandogli l’evento, chiedendogli di poterlo raggiungere in Romagna col bambino. Ma lui non ci pensava nemmeno; ormai abitava stabilmente con Rachele da cui aveva avuto la primogenita Nedda: per lui quella di Trento era stata solo una delle sue infinite e storie con donne. Fernanda si ammalò di tisi. Morì a 38 anni il 22 febbraio del 1922. Virginia , sua madre visse sino al 1936: a Trento dissero che era morta “la suocera del duce”. Alle sue amiche intime raccontava (pietosa bugia) che sua figlia Fernanda era stata sposata da Mussolini; mostrava la sua foto e quella di Benito Ribelle, indicava il letto in cui aveva dormito “il Capo del Governo”. Diceva che il duce le mandava mensilmente un assegno come aveva fatto con Fernanda. Ma erano probabilmente patetiche vanterie. La prima sicuramente, se è vero che Fernanda Oss era morta prima della Marcia su Roma, prima che Mussolini divenisse il Duce; e quando le era morto il bambino non aveva i soldi per il funerale che fu fatto a spese pubbliche; e lei morì malata e in miseria. Mentre è possibile che il duce mandasse un assegno alla madre, come avveniva per donne con cui aveva avuto storie e anche figli (come con Ida Dalser), o con loro parenti che gli avevano scritto delle loro condizioni di indigenti. Cinismo e spietatezza (basterebbe pensare alla fucilazione di suo genero Galezzo Ciano) si coniugavano con paternalismo e populismo in quest’uomo che a Trento aveva vissuto da giovane una delle sue stagioni è più intense e con Fernanda Oss, forse, uno dei ■ suoi amori più intensi. 41

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trentinoattualità di Tiziana Tomasini

Angeli si diventa

C

i vuole un bel coraggio a scrivere un articolo sul Nucleo Elicotteri Trentino a due anni dalle celebrazioni del cinquantesimo. Ne hanno parlato in tanti. I quotidiani locali, i mensili, le riviste specializzate in tema di volo. Li hanno visti in tanti. Il museo dell’aeronautica “Gianni Caproni” ha allestito una mostra interattiva sul cuore pulsante dell’elisoccorso. Con tantissimi visitatori. Un successo. Sì, perché l’elicottero è un mezzo che non ha mai smesso di incantare, ci fa stare col naso all’insù, immobili per il tempo di passaggio o di manovra; fermi, ad osservarlo. In qualunque contesto. Sarà l’aria sollevata, sarà l’assordante frastuono, sarà la finalità umanitaria, sarà il fascino leonardesco del volo umano. Sarà la conquista del cielo, che ancora ci manca. Ciò non toglie che sull’argomento sia stato detto tutto. Veramente tutto. E allora cosa pretendiamo di proporre oggi al lettore? Numeri, incarichi e tempi di missione? Assolutamente no. Vogliamo solo raccontare cosa può succedere alla sede del Nucleo Elicotteri in un fine settimana estivo. Un fine settimana torrido, con l’asfalto che spara centinaia di gradi. Osservare quasi in ombra (ombra? 42

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Al Nucleo Elicotteri tutto “ruota” – seguendo le circolari geometrie del velivolo – intorno a due chiari e solidi princìpi. Emergenza ed esperienza. Obiettivo costante e comune di chi opera sull’elicottero è la salvezza dell’individuo. Ma chi sono, dove, come e quanto lavorano gli uomini con le ali? Ecco la sintesi di un febbrile fine settimana di agosto Un miraggio) i racconti, i movimenti, le corse, le pause, i ritorni di chi pratica l’elisoccorso. Due frazioni di giornata, un frammento di ore di chi ha deciso che questo era ed è il suo lavoro, che questa era ed è la sua missione. “Dalle otto in poi all’aeroporto, ultimo edificio rosso”. Così ci scrive il comandante Bruno Avi in un fine agosto torrido. Il cancello automatico – laggiù in fondo, negli spazi ampi di Trento Sud – si schiude e lascia fuori il mondo. Qui

tutti operano secondo il ritmo dell’emergenza. L’obiettivo è uno. Il recupero tempestivo di chi è in gravi difficoltà ed il conseguente affidamento alle adeguate cure sanitarie. Incontro subito un equipaggio pronto ad intervenire. Molto disponibili a raccontare ed a raccontarsi, ma con la radio sempre accesa. L’equipe è composta da cinque persone. Il pilota comandante, il tecnico verricellista, il medico anestesista, l’infermiere professionale ed il tecnico


lo staff

N

on volevamo dare numeri. Diamo solo nomi e cognomi. Nella nostra breve permanenza al Nucleo Elicotteri abbiamo conosciuto: • Il Comandante Bruno Avi • Il secondo pilota Fabrizio Degol (una seconda presenza straordinaria, in fase di addestramento) • Il medico anestesista e rianimatore Mattedi Alberto • L’infermiere Massimo Filippi • Il soccorso alpino, oggi rappresentato da Roberto Daz • Il motorista Baldessari Giordano. Tra i corridoi e visibili in foto di gruppo, tanti volti, tanti nomi. Tra tutti, ricordiamo i piloti Marco Abbagnale e Massimo Cappuccio.

del soccorso alpino. Tutti perfettamente pronti ad intervenire. Sia per il soccorso primario – direttamente sul paziente – sia per il soccorso secondario – ossia il trasporto di un infermo dall’ospedale periferico all’ospedale centrale. Spiegano subito che nessuno di loro è lì per caso. I turni sono di 12 ore. Tutti gli anni frequentano corsi specifici per conoscere problematiche e per fornire in itinere quella preparazione tecnica indispensabile per poter operare a bordo, per potersi muovere a bordo in nome della sicurezza personale e di quella altrui. Ognuno di loro ha il proprio posto all’interno dell’abitacolo. Il proprio posto e la propria posizione, il proprio casco con cuffie e microfono per poter comunicare. Colpisce il giubbotto super accessoriato dell’infermiere, con dentro… ma cosa c’è dentro in quelle cento tasche? Semplice, tutto l’occorrente per il primo intervento. E un elemento fondamentale, unico e

La centrale operativa del 118

imprescindibile, che li accomuna tutti. L’esperienza. Nessun novizio, lunga storia professionale per tutti. Tanti voli, tanta pratica, tanta base per agire. E alla svelta. Un esempio su tutti, il tragitto TrentoVerona, che viene coperto in quindici minuti; e gli altri spostamenti interregionali sono tutti inferiori al quarto d’ora. In una regione montuosa l’utilizzo dell’elicottero per l’emergenza acquista una valenza considerevole. I tempi di percorrenza stradale verso gli ospedali centrali avrebbero in molti casi reso vano ogni intervento. Oggi si interviene direttamente sul luogo di chiamata e si provvede agli spostamenti dagli ospedali periferici – Tione, Cles, Arco, Cavalese – a quelli centrali – “S. Chiara” di Trento, Bolzano, Verona. Se ne deduce che esiste anche la collaborazione con le altre province in caso di emergenza. A Verona ad esempio esiste, climaticamente parlando, il problema nebbia che impedisce il decollo, ed allora talvolta viene richiesto l’intervento di Trento. Incidenti: Roccia, parapendio o biciCletta Mentre sorseggiamo un caffè nella saletta predisposta per i pasti del personale, scopriamo che gli incidenti stradali costituiscono il grosso del lavoro. Seguono i malori improvvisi e la montagna. In realtà per quest’ultima l’evoluzione tecnologica delle comunicazioni ha facilitato enormemente il recupero di chi frequenta le alte quote. Pensiamo solo a quanti andavano ad arrampicare – oltretutto meno attrezzati rispetto ad oggi (alcuni

Per informare sull’attività e sulla tipologia dell’attività, nella mattinata di sabato – fino al nostro arrivo nel primo pomeriggio – gli interventi del soccorso in volo sono stati nell’ordine: • Un malore in montagna • Un arresto cardiaco a Mazzin • Una crisi epilettica in val di Cembra • Un malore in Vallarsa • Un problema cardiaco al Lago Nambino Il resto, è storia di tutti i giorni.

ricordano avventurieri in parete col filo da stendere!) – senza la possibilità di comunicare infortuni, generiche difficoltà e complicazioni che fanno comunque parte degli sport alpini. Un tempo, chi restava incrodato – magari anche ferito – doveva attendere che il compagno scendesse a valle per allertare i soccorsi. Oggi, con una telefonata, si interviene praticamente in tempo reale. Scopriamo inoltre che l’infortunio è anche stagionale. Chiariamo, sintetizzando. Chi si fa male e quando? In periodo estivo, i gitanti sulle vette, i motociclisti, i cercatori di funghi; d’inverno gli sciatori e le vittime delle valanghe; in autunno i traumi rurali dei contadini, tra cui spiccano i trattori che si rovesciano; in primavera i ciclisti, le bike sui sentieri e gli appassionati del parapendio. Dici parapendio e subito pensi al famoso “Becco d’aquila”, mèta di molti appassionati del genere estremo, anche stranieri. Veniamo a sapere che su Internet il suddetto luogo regionale è ai primi posti 43

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trentinoattualità

Attimi importantissimi

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alla chiamata all’arrivo in loco è questione di minuti. Pochi, pochissimi minuti. L’individuazione ed il recupero dell’infortunato richiede velocità e concentrazione sulla tipologia dell’intervento, sia per le fasi di primo soccorso, sia per la rapida organizzazione e predisposizione del trasporto all’ospedale specializzato. Dopo gli attimi delicati quanto rapidi del recupero, l’equipe posiziona l’infermo a bordo, che viene costantemente seguito da medico ed infermiere. A questo punto il pilota è pronto a ripartire. Il mezzo – imponente e massiccio sul suolo – si risolleva rapido e leggero nell’aria, accompagnato dagli istanti acusticamente fragorosi della partenza. La destinazione è una ed obbligata. Il ricovero e le cure presso una struttura idonea alla patologia ed alle problematiche riscontrate. Poi si ritorna alla base, naturalmente pronti a ripartire. Anche subito. A muoversi verso altre destinazioni, a recuperare altre difficoltà. Anche direttamente in volo. Non a caso, vengono definite “missioni” di volo. Ma tu chiamale, se vuoi , anche solo “missioni”.

nelle classifiche. Anche di interventi. E l’intervento non è sicuramente così semplice. Non potendo atterrare, si utilizza il verricello e si provvede al recupero dell’infortunato del caso o dell’inesperto sospeso tra le rocce. Ecco, allora, la fondamentale la presenza e l’esperienza del personale di soccorso alpino, che ha l’incarico di calarsi con fune, recuperare l’individuo, adagiarlo nel mezzo e portare le necessarie cure. Turismo elicotteristico E il turismo? Cioè l’uso turistico dell’elicottero, così tanto in voga, per fini paesaggistici? Il comandante ritiene che tale uso an44

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drebbe regolamentato, disciplinato da regole precise per mezzi e persone, per stagioni e per sobrietà di criteri. Più che vietare, dare regole precise. Intervista sospesa, bisogna intervenire... Molte le collaborazioni col soccorso di terra. La centrale operativa del 118, i Vigili del Fuoco, i gruppi cinofili, i nuclei dei sommozzatori e subacquei. E gli esempi non mancano. Come quella volta che si è riusciti ad intervenire in tempo in quello che viene definito il caso più grave, l’ematoma extra durale; oppure quella volta che… Stop. Tutti si interrompono. C’è una chiamata urgente. La nostra equipe è chiamata ad intervenire. Tutti fuori.

Al doppio segnale radio, il team d’intervento è già a piedi del mezzo. Un’altra chiamata, contemporane , e l’altra squadra è pronta a salire a bordo del secondo velivolo. Casco in mano, quindi sulla testa, mentre le pale cominciano a girare. Sono saliti a bordo e le pale sono sempre più veloci, fino a scomparire come elementi singoli, formando un unico cerchio grigio. Gli elicotteri si alzano. La forza dell’aria sollevata spinge con forza i capelli, rende l’erba piatta, fa dimenticare l’equilibrio, il senso dello spazio e la percezione del suono. Per pochi secondi. Poi scompare alla vista. Quindi, il silenzio. Dalle finestre insonorizzate e condizionate dell’aeroporto il mondo si è fermato. Un silenzio irreale, sono tutti ormai lontani, sul campo. Rimane solo il cigolio degli elicotteri da lavoro riportati nell’hangar. Ormai ci muoviamo bene tra i velivoli e gli uffici. Scriviamo, scrutiamo il cielo, ascoltiamo se tornano. Rientriamo nell’hangar. Gli elicotteri a riposo sono maestosi. Giallo dominante, di rosso rigate le parti laterali della cabina. Dentro l’abitacolo, tutto è incomprensibile, fatta eccezione per la funzione ovvia dei seggiolini. Strumentazione estremamente complessa e variegata, fatta di luci, quadranti, misuratori, rilevatori, quantificatori e migliaia di altri tasti, e migliaia di bottoni. E la radio. Per circa un’ora segue il silenzio. Interrotto solo da uno dei due mezzi che rientra per il rifornimento del carburante. Poi riparte. Dopo circa un’ora tornano alla base. Sudati, sempre sorridenti. “Cosa è successo?” Chiediamo. “Un malore, uno shock anafilattico, un altro malore” rispondono. Seguiamo il comandante ed un pilota in ufficio. Va fatto il verbale della missione. Dettagliato nei modi e nei tempi. Mentre il pilota scrive ed ogni tanto conferma sorridendo, Bruno Avi ci mostra l’archivio degli incartamenti che riguarda ogni singolo membro dell’equipaggio. La sua storia professionale, il suo iter lavorativo, e l’incessante aggiornamento che li coinvolge tutti, puntualmente. Prove continue su diversi tipi di elicotteri, prove teoriche, prove pratiche. Anche chi ha moltissime ore di volo e fior di brevetti nel curriculum, deve periodicamente sottoporsi ad esame. Una missione impegnativa, oltre ai turni della pratica. Ma chi c’è qui dentro, operativo, significa che c’è veramente. Con il fisico e con lo spirito. ■ Pronto a ripartire, sempre.


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di Gianfranco Gramola

A

nansi, all’anagrafe Stefano Bannò, nasce a Trento il 14 maggio del 1989 da genitori siciliani. Fin dall'infanzia, dimostra un'inclinazione naturale verso la musica e in particolare verso la composizione. Dal suo primo contatto con le sette note, all’età di 9 anni, impara gradualmente a suonare chitarra, basso e percussioni e a 13 anni scrive la sua prima canzone, “No Racism“, mostrando precocemente il suo impegno sociale e politico. Due anni dopo fonda i Buffalo Soldiers e inizia a esibirsi in live in tutto il Trentino Alto Adige. Nel 2006 si trasferisce in Irlanda, dove scopre nuovi aspetti della sua musica e della sua vita. Durante la permanenza all’estero, suona per le strade di Londra, Dublino, Galway e Kilkenny. Nel 2009 esce il suo primo album solista “Anansi” e nell’ottobre del 2009 suona con Roy Paci & Aretuska, a New York e nel New Jersey. Nel 2011 Anansi è in gara al 61° Festival di Sanremo nella sezioni giovani con il brano “Il Sole dentro” contenuto nel suo nuovo album “Tornasole”. “Avevo circa 13/14 anni – spiega il cantante di Povo – quando ho cominciato a strimpellare. Ho iniziato un po’ per gioco, in maniera quasi scherzosa, quasi in modo da fare mio e assorbire e mettere in pratica quello che ascoltavo. Poi mi sono appassionato seriamente e, pian piano, è diventata una professione”. Qualcuno in famiglia le ha trasmesso la passione? Mio zio Luigi è sempre stato vicino alla musica e agli inizi è stato lui che mi ha trasmesso questa bellissima passione. Poi è stato decisivo il fatto che un mio cugino, nonché 46

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Il reggae, la mia vita Stefano bannò, in arte Anansi, è Un giovane artista trentino, umile, disponibile e con tanta voglia di esprimersi attraverso la musica. L’esperienza a sanremo, gli studi in irlanda e un ricordo dell’amata sicilia mio miglior amico e mio mentore da sempre, quando avevo 13 anni mi ha dato una musicassetta di Bob Marley dal titolo “Catch a Fire”. Ascoltare questi ritmi esotici mi ha cambiato la vita. L’ambiente dove vive, ha influenzato molto la sua fantasia? Abbastanza. Però la cosa fon-

damentale è stato il fatto di viaggiare e di conoscere tanti posti diversi e altre culture in giro per il pianeta. Sono stato in Irlanda, in Inghilterra, negli Stati Uniti dove ho fatto qualche live, ho girato tutta l’Europa. Ho suonato con Roy Paci che mi ha insegnato e influenzato molto. Tutto questo è stato un pro e basta.

Nell’arco della giornata qual è il momento più creativo? In realtà non c’è un momento preciso. Spesso quello che favorisce la scrittura delle canzoni è un semplice dialogo, come quello che stiamo intessendo io e te in questo momento. Succede qualcosa in politica, succede qualcosa nella cronaca, qualsiasi fatto o evento succeda, si discute in maniera critica ovviamente, ogni cosa crea dei presupposti per creare un testo. Accanto a ciò, è importante immedesimarsi e, magari, compiere un viaggi mentali. Nasce prima la musica o le parole? A volte prima la musica e a volte prima le parole e spesso tutte e due insieme. Non c’è una regola fissa o un metodo da seguire. È una cosa che accade spontaneamente. Anansi è un nome d’arte legato ad un ragno africano, vero? Si! Sono molto interessato alle leggende che lo riguardano. Ma tutto è legato fondamentalmente a un aneddoto: un pomeriggio, in Irlanda, mi ero appisolato e ho fatto un sogno popolato da ragni; c’era anche un tizio sulla cui testa si era appoggiato appunto un ragno. Da qui, a prendere il


trentinoattualità nome di quel ragno specifico, il passo è stato breve. Come ricorda l’esperienza di Sanremo? Ovviamente mi sono sentito come un pesce fuori d’acqua. Ho suonato in una manifestazione tanto importante, da solo, con i Pitura Freska, per cui è stata una specie di sfida. In realtà questo mondo ti insegna molto, anche che ci sono anche aspetti negativi da cui tenersi alla larga. Un personaggio che l’ha colpito molto? Gianni Morandi: l’ho trovato una persona genuina. Mi sono reso conto che nel fare questo tipo di lavoro, devi ridere per forza, come sotto contratto. In Morandi ho visto un sorriso e un modo di fare molto naturali. È una persona eccezionale. Chi sono stati i suoi maestri? Bob Marley, sicuramente. Tra i contemporanei, Ben Harper, artista poliedrico che mi ha insegnato tutto. Il mio genere non è soltanto il reggae, ma in qualche modo cerco di avvicinarmi a certe sfumature e Harper è la prova vivente che la musica può avere davvero mille sfaccettature. Com’è nata la sua amicizia con “The Bastard Sons of Dioniso”? Ci siamo conosciuti parecchi anni fa... (non mi ricordo più in quali circostanze). Abbiamo partecipato insieme ad

un concorso, il Festival Acustico, qui a Trento al Centro Musica. Loro arrivarono primi ed io terzo. Dopo la premiazione siamo andati tutti al parco Santa Chiara di Trento a fare una jam session improvvisata e lì abbiamo preso un po' confidenza. Poi mi hanno invitato a fare una intro nella versione iniziale della loro canzone “Amor carnale”. Com’è nato il brano “Il sole dentro”? Si tratta di una canzone all’insegna della positività, nata un po’ per gioco; un pezzo molto semplice che inizialmente era scritto in inglese; traduzione è venuta fuori in seguito. E il gospel “King of Kings”? King of Kings è un pezzo che ho scritto tanto tempo fa e parla di Gesù non tanto come emblema della religione cristiana, ma come personaggio storico. In qualche modo mi sembra che quest’uomo abbia dato una svolta e abbia creato dei presupposti su cui vivere in maniera diversa rispetto all’epoca in cui ha vissuto, aldilà delle interpretazioni e della creazione di istituzioni che non hanno niente a che fare con quella che è la mia spiritualità, più che fede. In definitiva, cos’è per lei la musica? La musica è come una grande enciclopedia che ci dà conoscenza e offre una miriade

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di modalità per esprimere il sapere. Prima del musicista, ha fatto qualche lavoro? Suonare è sempre stata la mia passione e ho sempre portato avanti questa voglia di esprimermi, anche a livello locale. Inoltre il fatto di aver suonato con Roy Paci ha fatto di questa cosa la mia professione. Per un po' ho fatto il maestro di scuola elementare ad Aldeno, grazie al diploma preso in Irlanda. Quindi a 19 anni mi sono trovato ad insegnare a questi bambini di 10 anni e l’ho trovato molto formativo. Dopo ho lavorato per Religion Today, dato che ho una grande passione per le religioni e la traduzione di alcuni film sottotitolati, dall’inglese all’italiano. Se non avesse fatto il cantante, quale sarebbe stato il suo futuro? Io sono tutt’ora iscritto all’Università di Lettere classiche. Non so quale sarebbe stato o sarà il mio futuro… forse l’insegnante. Qual è stato l’incontro che le ha cambiato la vita? L’ho già detto più volte: quello con Roy Paci. A 13 anni conoscevo molto bene Goran Kuzminac, che abitava a Villazzano; sua figlia era una delle mie migliori amiche. Lui stesso mi ha costruito una chitarra che uso ancora adesso live. Goran mi ha invitato ad aprire un suo concerto qui

a Trento. Allora avevo 13 o 14 anni. Quindi il fatto di essere spronato da un musicista che ha visto la musica dall’alto, in qualche modo mi ha dato un incoraggiamento, la forza di credere nelle mie capacità e il desiderio di andare avanti n questa avventura musicale. Come ricorda la sua infanzia trentina? Ho tanti bei ricordi della mia infanzia. Un’infanzia serena, spensierata come tanti ragazzi della mia età in una Trento un po’ più tranquilla. Ricordo con piacere anche la Sicilia, la terra dei miei genitori. Per parecchi mesi all’anno scendevo giù, quando ero ragazzino e con la famiglia andavo a trovare tutti i parenti e mi godevo le bellezze dell’isola. Hai fratelli e sorelle? Ho un fratello che vive in Inghilterra e suona il pianoforte. Che lavoro fanno i tuoi genitori? Mio papà fa il grafico da parecchi anni e mia mamma è una dipendente della Provincia, ma in realtà lavora per la scuola. Un’ultima domanda: cos’è per lei la felicità? La felicità è... la felicità. Non credo vi possa essere altra risposta. Secondo me è sbagliato porsi una domanda come quella che mi hai appena fatto. Se ci fosse una via, un segreto o una ricetta per essere felici, allora lo saremmo tutti. Non credi? ■

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trentinoviaggi di Miriana Detti

Viaggio nel cuore del Rajasthan, regione a nord di questa nazione immensa: emozioni, colori, contraddizioni

INDIA

Agra, Taj Mahal

Indimenticabile e incredibile

V

iaggiare, una passione che permette di immagazzinare ricordi ed emozioni, fotografie indelebili da portare con sé per il resto della vita. Vi è un luogo nel mondo che è cosi ricco di emozioni, colori, contraddizioni, che rischierà addirittura di disorientarvi: l'India. Ecco a voi quindi il Rajasthan, regione a nord di questa nazione immensa. Questo è un percorso nelle città più significative del Rajasthan, di una decina di giorni. Al vostro arrivo a Delhi, una megalopoli di 13 milioni di abitanti, vi renderete subito conto di essere in un mondo, pieno di contraddizioni e con stili di vita diversi da quelli europei. Quello che a noi sembra diverso e incomprensibile, in questo 48

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enorme paese che conta 1 miliardo e 200 mila abitanti è invece la normalità. Bastano un paio di giorni per passare dai bazar medioevali nella “vecchia Delhi”, ai musei, tra un traffico composto da auto, moto, risciò, mucche e altri animali. Da vedere assolutamente il Red Fort (forte rosso), testimonianza dell’impero Moghul, la Jama Masjid, la più grande moschea dell’India, la Humayun Tomb, un magnifico mausoleo che ricorda, in piccolo il famoso Taj Mahal di Agra, l’Indian Gate illuminato la sera, il Gandhi Memorial, la casa del parlamento e del Presidente dell’India. Uno Stato in crescita economica, dove la religione Hindu la fa da padrone e determina stili di vita e comportamenti. Lasciate Delhi

e dedicate la parte più importante del viaggio alla regione del Rajasthan, dove entrerete davvero in contatto con l’India più autentica. Con i suoi 56 milioni di abitanti il Rajasthan è la regione indiana più ricca per luoghi da visitare. È il più grande dei 28 stati federati dell’India, e viaggiare al suo interno, benché servita da una discreta rete stradale, comporta sempre lunghi tempi di percorrenza. Per percorrere 250 km dovrete considerare che saranno necessarie dalle 5 alle 6 ore di viaggio, perché il traffico caotico, la presenza di animali di ogni tipo sul percorso (dalle mucche ai cammelli) uniti ad uno stile di guida decisamente unico e senza regole, contribuiranno a mantenere


Jaipur, tipica haveli

Menù di ottobre:

la velocità molto bassa. Se decidete di fare un viaggio individuale, il primo consiglio è di prenotare una vettura con un buon autista. Sono molte le agenzie locali specializzate in questo servizio che potrete prenotare direttamente dall’Italia via email (scegliete quelle certificate dal Ministero del Turismo indiano). Assolutamente necessaria in auto l’aria condizionata, specie se il vostro viaggio sarà in estate, in cui il termometro arriva a 45 gradi. La stagione migliore per visitare l’India è da ottobre a marzo. Il vostro primo impatto col Rajasthan sarà a Jaipur, il capoluogo, definita la “ città rosa”, per il colore caratterizzante gli edifici. Nel suo cuore non potete perdere il City Palace, che ospita la famiglia reale e, che vi farà comprendere l’opulenza della vita dei Maharaja. Un labirinto di ricchezza fatto di cortili, giardini, edifici, collocato al centro della parte vecchia della città. Al suo fianco si possono vedere i 7 piani del Chandral Mahal che è ancora oggi la residenza della famiglia

Pushkar, il lago sacro

reale. Passate poi al famoso “palazzo dei venti” (Hawa Mahal). Si tratta di una struttura, destinata alle donne, che può essere descritta come un alveare di finestre, Queste, infatti, potevano osservare quello che accadeva all’esterno, la vita della città dalle mille finestrelle di questo palazzo, senza essere però viste dall’esterno. Ma arrivando a Jaipur da Delhi, incontrerete la città di Amber, che ospita il famoso “Forte” eretto sulla roccia. 4 sono i settori ai quali si accede da un’imponente scalinata che porta al palazzo principale. Tra gli interni da non perdere l’appartamento privato del Maharaja, ma ogni angolo dell’Amber Fort è ricco di mosaici, sculture, intarsi di incredibile bellezza, specchi, vetri, legni pregiati e dettagli che vi rapiranno. Nella parte bassa c’è anche un lago, che nel periodo delle piogge è ricco di acqua e crea un effetto a specchio del forte. Jaipur va visitata e scoperta anche percorrendo a piedi le sue strade, caotiche e pittoresche. Qui bisogna visitare una

Rotolo di salmerino e patate affumicate con crema di zucca gialla e mele al nosiola *** Tagliatelle fresche alla farina di castagne, crema di formaggi d’alpeggio, tartufo nostrano e tuorlo d’uovo marinato

Castel Pergine

delle tantissime gioiellerie e laboratori di pietre preziose. L’area di Jaipur è legata alla lavorazione delle pietre preziose. La vostra serata non può che terminare, con una cena allo Spice Court nel cuore di Jaipur, una “oasi” in stile inglese con giardino e locali interni nascosti al traffico della città. Una cucina indiana di alta qualità, ma con un menù anche di cucina internazionale in un contesto rilassante che vi rinfrancheranno dopo una giornata ricca di emozioni. Da Jaipur, destinazione Bikaner. Circa 6 ore di viaggio che vi permetterà di conoscere il vero volto della regione. Attraverserete villaggi e città minori e siccome la popolazione vive, lavora e socializza all'aperto avrete occasione di vedere veri affreschi di vita quotidiana. Bikaner, è una polverosa città del deserto, un luogo lontano dalle rotte turistiche ma decisamente imperdibile. Da visitare il Forte, Jungarth Fort, antica residenza dei Maharaja, con il maggior numero di

Involtino di maiale con ripieno di radicchio e noci, salsa di mele cotogne e tortino di patate *** Millefoglie di mousse di cachi con salsa al vin santo e melograno Prezzo del menù con i vini esclusi: Euro 34,00 con i vini abbinati: Euro 45,00

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trentinoviaggi

Udaipur, vista della città

affreschi e pitture di ogni altro palazzo o forte dell’India. Si distingue perché non è arroccato su alture, ma imponente con i suoi 986 m di mura di cinta e 37 bastioni. All’interno, un’infinità di palazzi finemente decorati in pietra formano insiemi di cortili, balconi, torri e finestre. In alcuni ambienti i soffitti sono decorati con foglie d’oro e perfettamente conservati. Materiali preziosi usati ovunque, a testimonianza della ricchezza dei Maharaja. Bikaner custodisce anche due templi giainisti che lasciano senza parole: ricche sculture di pietra gialla ed affreschi con colori sgargianti si accompagnano ad arabeschi floreali. Il Bhandasar Temple porta con sé una leggenda secondo la quale per costruirne le fondamenta, al posto dell’acqua vennero usati 40.000 kg di burro liquefatto. I Maharaja di Bikaner hanno lasciato importanti testimonianze sotto il profilo degli immobili e degli edifici costruiti e se volete una conferma di questo, dirigetevi al Lallargh Palace, a soli 3 km dal centro. Un immenso palazzo in arenaria rossa grandioso in ogni suo dettaglio. Per conoscere in ogni particolare la storia di tutti i Maharaja succedutisi a Bikaner, il luogo ideale è di certo il Laxmi Niwas Palace, che fino al 2003 è stato residenza dei Maharaja e nelle cui sale si può assaporare tutta la loro storia. E’ stato trasformato in hotel di lusso mantenendo intatti gli ambienti e tutti i decori oltre che gli arredi. Avrete occasione in questo modo i pernottare e cenare in un luogo magico e singolare, vivendo per qualche ora come un Maharaja. Affreschi, dipinti, sale con i trofei di caccia, foto e testimonianze dell’importanza dei Maharaja nella storia del Rajasthan sono collocate in ogni zona del Palazzo. Prima 50

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di lasciare Bikaner, fate una deviazione in uno luogo decisamente inconsueto. 30 km a sud di Bikaner, a Deshnok, troverete il famoso “Tempio dei Topi”, Karni Mata Temple. Per gli occidentali è sconcertante, ma per gli indiani questo luogo è meta di pellegrinaggio. Il tempio è invaso da topi che in questo luogo sono sacri e si dice reincarnino dei cantastorie in grado di regalare fortuna ai visitatori, specie se avrete la chance di esser “calpestati” da uno dei 20.000 roditori sacri. Il paesaggio circostante cambia profondamente nel viaggio da Bikaner verso Jaisalmer, e infatti si entra in un’area desertica. Jaisalmer è chiamata “città d’oro” per via del colore degli edifici, e la principale attrazione è costituita dal suo forte, che più di ogni altro rievoca gli antichi splendori del deserto e le esotiche piste delle carovane di cammelli. Sono 99 i bastioni che circondano le strette vie interne del forte, ancora oggi abitato. All’interno si trovano negozi, bancarelle di tessuti, ricami, e ogni altro articolo artigianale. Le strette stradine interne al forte, percorribili solo a piedi sorprendono, per l’elevato numero di persone che

Jaisalmer, il forte

sbucano da ogni dove accompagnati da molte motociclette e dalle immancabili e intoccabili mucche. Da non perdere, oltre al tempio giainista, una bellissima haveli (casa tipica) costruita oltre 300 anni fa, al cui ingresso si trovano grandi elefanti in pietra, con decori spettacolari. L’area desertica va visitata con il più antico ed affidabile mezzo di trasporto: il cammello. Si trovano facilmente dei tour in cammello, che in un paio di ore vi portano sulle dune di sabbia modellate dal vento per vedere il tramonto ai confini col Pakistan. Ci sono molte possibilità di alloggio a Jaisalmer, un’ottima soluzione è il Gorbandh Palace, grandioso edificio che si sviluppa su due piani attorno a giardini perfettamente curati e un’ampia piscina. Offre camere per ogni esigenza ed un ristorante all’altezza delle aspettative di ogni viaggiatore. La gentilezza del personale corona la permanenza in questa città dorata. Un'altra tappa fondamentale: la città di Jodhpur della quale si rimane incantati già mentre ci si avvicina. Collocata su una collina alta 125 metri, è chiamata la “città Blu” per il caratteristico colore azzurro-blu delle case. Di questo colore venivano infatti dipinte inizialmente solo le case dei bramini, ovvero le persone più importanti e della casta più elevata. Oggi è diventata un’usanza. La visita, deve iniziare dal Mausoleo, una elegante costruzione di marmo bianco sulla piccola collina di fronte al forte. Costruito nel 1899, è un insieme di cupole con una vista impareggiabile.Da qui in pochi minuti si arriva al Mehrangarh Fort, il forte della città. Così ben organizzato da ricevere un importante riconoscimento dall’Unesco. È un luogo che non lascia indifferenti. Bastioni circolari alti dai 6 ai 36 metri, appare come un naturale prolungamento della collina. Ci sono 7 portali di accesso e qui è piacevole aggirarsi tra le stanze, scoprire gli angoli e gli innumerevoli oggetti esposti. Poi d'obbligo l'immersione nella caotica parte della città vecchia con il mercato, a fianco alla Torre dell’Orologio, Sardar Market. Ogni stradina è caratterizzata da una specifica merceologia: scarpe tradizionali, tessuti, dolci, argenteria e artigianato. L’ultima parte è dedicata ai cereali ed alle spezie. E’ poi necessario trovare un luogo tranquillo e silenzioso dove recuperare le energie. Ed allora l’hotel Ajit Bhawan è la vostra soluzione. Sede, in una parte dell’edificio, tutt’oggi della residenza della famiglia reale, è immerso nel verde di un rigoglioso giardino. Questo elegante



trentinoviaggi e raffinato hotel offre camere di varie tipologie tutte magnificamente e modernamente arredate, curate nei particolari, seguendo lo stile architettonico e di finiture tipicamente indiano. Potrete anche rilassarvi nella bella piscina, e apprezzare l’ottima cucina del ristorante. Nuovo trasferimento: destinazione Udaipur, lungo il tragitto va fatta una sosta al meraviglioso tempio di Ranakpur. La strada che collega queste due città è tortuosa ed immersa nella foresta rigogliosa. Lo spettacolo del paesaggio cambia enormemente fino ad arrivare al tempio detto “a quattro facce” di Ranakpur, costruito nel 1439. 29 le sale sorrette da 1444 colonne tutte diverse ed interamente scolpite, trasferiscono una sensazione di spazio ed armonia. Si prosegue poi verso Udaipur, chiamata la “città bianca”, poiché il colore predominante degli edifici è il marmo bianco prelevato dalle cave che numerose si trovano in Rajasthan. La città è caratterizzata da un insieme di 4 laghi collegati tra loro che rendono il panorama generale elegante e romantico. Gli ampi specchi d’acqua dei laghi riflettono le mille luci e gli eleganti profili dei palazzi, dando la sensazione di essere in una fiaba. La popolazione è orgogliosa e fiera della propria storia, fatta di sacrificio, devozione infinita al Maharana, figura unica nel panorama dei 29 regnanti Maharaja nello stato del Rajasthan, prima dell’indipendenza e superiore al potere dei singoli Maharaja delle altre città. La famiglia reale vive ancora oggi in una parte del palazzo “City Palace”, da vedere il suo

Jodhpur, negozio di stoffe e tessuti artigianali

museo. Qui sono ospitate ricche collezioni di oggetti, e le varie stanze con sontuose decorazioni. Dal cortile reale si accede ad una serie di edifici dove specchi e vetri accompagnano dipinti e mosaici di incredibile bellezza, ma sarà soprattutto il panorama della città, dei suoi laghi e delle isole a colpirvi. Una sensazione fiabesca che potrete portare ai massimi livelli, anche di romanticismo, raffinatezza, eleganza, trascorrendo la vostra serata e la notte al Leela Palace Hotel, affacciato sul lago Pichola di Udaipur. Arrivare nella hall di questo splendido e lussuoso hotel è già un’emozione. Si attraversa il lago a bordo di una piccola imbarcazione. Dal momento in cui entrerete sarete coccolati, seguiti con discrezione, gentilezza e professionalità oltre ogni possibile immaginazione, sino a ritrovarvi con la disponibilità di un maggiordomo a voi riservato per qualsiasi esigenza. La efficiente spa si potrà prendere cura di voi, ma il solo passeggiare nei curatissimi giardini in riva al lago vi rigenererà. Un elegante ristorante capace di proporre un menu indiano selezionato

e di alta cucina, chiuderà la vostra giornata in un clima di grande fascino e magia. Dopo Udaipur il viaggio prosegue verso Pushkar. Vi sembrerà di fare un salto indietro nel tempo. agli anni 70 quando sembrava che tutto fosse permesso. Ma questa città porta con sé cose ben più importanti, nella cultura e nel credo religioso, infatti è meta di moltissimi fedeli induisti che immergendosi nel lago, che caratterizza il centro abitato, praticano la loro fede e si purificano. Questa città è meta di questo pellegrinaggio perché qui vi è l'unico tempio al mondo dedicato a Brahama, che per gli induisti è il creatore ed il signore del mondo. Intorno al tempio oggi vi è l'affollarsi di negozietti, bancarelle, proposte di ogni genere. Pushkar è anche famosa per il Festival dedicato ai Cammelli. Ultima tappa alla scoperta del Rajashtan è il luogo più conosciuto, per il suo Taj Mahal, il mausoleo più imponente costruito per amore: la città di Agra. Preparatevi sempre ad una lunga coda, ma l'emozione di questo mausoleo di marmo bianchissimo con intarsi e mosaici di pietre preziose è davvero speciale. La maestosità della costruzione vi catturerà portandovi a scoprirlo in ogni suo angolo. La sola architettura è motivo sufficiente per avventuravisi. Potrete poi ammirarlo anche dalle stanze del Forte di Agra, a pochi chilometri, che si presenta maestoso, in pietra mista tra arenaria rossa e marmo bianco. Da queste stanze il maharaja, recluso dal figlio che ne voleva il potere, ammirava in solitudine il mausoleo fatto costruire e dedicato alla sua amatissima moglie. Il Forte merita una visita. Termina così il viaggio nel Rajasthan, terra infinitamente bella, ricca di una cultura che saprà sempre sorprendervi, anche per la splendida ospitalità e cordialità del popolo indiano. L'India, forse più di ogni altro paese, lascia emozioni difficili da descrivere, che si riassumono bene nello slogan voluto dal Ministero del turismo ■ indiano: “Incredibile India”!!

Info Tutte le informazioni per organizzare il vostro viaggio sono disponibili presso l’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano a Milano, tel. 02.804952, email Info@IndiaTourismMilan.com,sito internet www.IndiaTourismMilan.com Bikaner, Laxmi Nivas Palace 52

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ato a Trento nel 1983, Jacopo Mazzonelli è figlio d’arte: suo padre Diego è uno dei più importanti artisti trentini viventi, (uno dei fondatori e teorico di Astrazione Oggettiva); suo fratello Federico, di qualche anno più grande di lui, è critico d’arte. Jacopo si è diplomato in musica e pianoforte all’Accademia Internazionale TE MA di Milano, ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento a Bolzano (tra le altre cose, insegna alle Scuole Medie). Avrebbe voluto fare il musicista, il compositore. Poi la sua vita ha preso un’altra piega: quella dell’artista (diciamo, per semplicizzare) “concettuale”. La svolta avvenne quando compose delle musiche di commento a certi capolavori del muto come Alexander Nevsky di Ejzenštejn, dopo aver visionato le pellicole e ascoltato la colonna sonora di Prokofiev. Confessa di esserne stato “folgorato”. Le partiture musicali di un Gygörgy Ligeti o di un John Cage lo

Jacopo mazzonelli Avrebbe voluto fare il compositore. Poi la sua vita ha preso un’altra piega: quella dell’artista “concettuale”. opere sorprendenti, spiazzanti, dolorose, che costringono a ridefinire le idee Seguendo la lezione di marcel duchamp hanno portato non a comporre anche lui musica ma a traghettare le loro impervie e spiazzanti architetture, il loro “concettualismo”, nel campo dell’arte visiva. Con tutto questo – come si vedrà – Jacopo video-artista, artista-concettuale, creatore di installazioni è inscindibile dalla sua formazione di musicista, dagli archetipi musicali. Benché la sua attività creativa e espositiva sia quella di un giovane ventottenne sono orami numerose le sue esposizioni. Tra le altre, collettive a Trento (alla Galleria Civica), a Rovereto (Mart), a Verona, Milano, Bologna, Benevento, Roma e all’estero a Praga; personali a Trento, Rovereto, Genova , Bologna e all’estero ad Amsterdam. Di lui si sono occupati giovani critici come Andrea Viliani, Daniele Capra, Marco Tomasini, Daniela Cascella, Elena Lydia Scipioni. Per Jacopo come per tanti artisti contemporanei che lavorano nelle infinite possibilità del “concettuale” l’antesignano, l’apripista , l’artista di culto non può che essere (implacabilmente) Marcel Duchamp: il pittore francese che, passato attraverso la lezione di

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Cézanne e dei Fauves, il cubismo e il futurismo matura la convinzione che la pittura dovesse essere sempre di più un fatto intellettuale, teorico e non qualcosa di puramente fisico, visivo. Di qui invenzione del Ready made, con manufatti i più disparati tolti dal loro uso, dal loro contesto, per essere ricontestualizzati con effetti spaesanti, spiazzanti, mentalmente disarticolanti, anticipando di almeno mezzo secolo la pop art e l’arte concettuale. È quello che fondamentalmente fa il nostro Jacopo, con la sensibilità angosciata contemporanea, con le sue radici di musicista, utilizzando i nuovi totem tecnolo-


trentinobottegad’artista

gici (funzionanti o decomposti per essere ricomposti in sintassi nuove), portando la sua ricerca alle estreme declinazioni. Facciamo qualche esempio, pescando nelle sue opere dalle “radici musicali”. In Diapason (2009) – il piccolo strumento metallico che serve ai direttori di orchestra o di coro a dare il “la”agli esecutori – diventa un ingombrante oggetto di ferro, ad altezza di un uomo, inservibile perché dà un suono sgangherato. Un omaggio al paradosso, all’irrazionale ma anche ad un oggetto ingigantito, monumentalizzato che è caro ad ogni musicista. Pavane for a dead child (Pavana per un bambino morto) è un assemblaggio che ricostruisce una bara da bambino, con un coperchio che ricorda quello d’un pianoforte e una piccola finestra illuminata con una minuscola tastiera infantile. Una “scul-

tura” (per dire così) di una semplicità elementare, ma intensa di pathos come forse nessuna altra di Jacopo. L’installazione più complessa, più “ingombrante” ha per titolo Organica. Vediamo un pianoforte sventrato, ridotto alla sol cordiera. Sul retro un meccanismo percuote le assi della cassa armonica; i botti si fondono alle risonanze delle corde del piano mentre un bicchiere illuminato che contiene un liquido giallo vibra anch’esso in sintonia coi botti. Rumori, risonanze, effetto luminoso, movimento liquido non si fondono, ma i giustappongono recitando ognuno la propria parte dissonante (ma in qualche modo anche assonante). “E che vor dì?”, direbbero a Roma. Vuol dire tante cose se non ti ostini ad essere inchiodato. Vuol dire ad esempio, che le cose cambiano, mutano, si decompongono, vengono distrutte, private della vita per cui erano state realizzate, muoiono come può morire un pianoforte. Vuol dire che una cosa (ma anche una persona, sebbene Mazzonelli di norma rappresenti un mondo non abitato da esseri umani) non è la stessa cosa se la privi del suo ruolo, se la cambi di contesto. E tuttavia continua in qualche modo ad esistere, a relazionarsi con altre cose, aggregandosi in altre realtà non prima immaginate (ma immaginabili, soprattutto dall’artista), sorprendenti, spiazzanti, dolorose, che ti costringono a cambiare, a ridefinire le tue idee, i tuoi giudizi, i tuoi concetti. E soprattutto a rinunciare ai pregiudizi, ai preconcetti. È questo il tipo di operazione, solitaria, al limite della nevrosi, impervia, dolorosa che compiono operatori artistici come Jacopo Mazzonelli, invitando il fruitore a sbloccarsi mentalmente. “La mente – diceva Einstein – è come un paracadute: se non la apri non funziona…” ■

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ttobre, tempo di raccolta, tempo di mele e di sapori genuini in Val di Non. È proprio durante questo mese così ricco di frutti della terra che la valle trentina celebra la sua ricchezza enogastronomica attraverso due eventi assolutamente da non perdere per chi ama la buona tavola e i sapori tradizionali. Partiamo dalla mela (non poteva essere altrimenti nella patria italiana della mela DOP) che verrà festeggiata sabato 8 e domenica 9 ottobre a Casez (in alta Val di Non) in occasione di “Pomaria” l’ormai famosissima Festa della Mela della Val di Non. Oltre a poter gustare i prodotti delle “Strade dei Sapori Trentini” il pubblico potrà partecipare attivamente a tante attività proposte per grandi e piccoli: raccogliere le mele direttamente dall’albero, apprendere i segreti dello strudel nelle speciali lezioni di cucina, partecipare alle cacce al tesoro tra le vie del paese, eleggere la mela più buona e bella del reame e tanto altro ancora. L’edizione 2011 di “Pomaria” riserva inoltre tante novità. A partire dal testimonial che quest’anno

Capitale del gusto in ottobre, la Valle di non diventa capitale del gusto, celebrando la sua ricchezza enogastronomica attraverso due eventi assolutamente da non perdere per chi ama la buona tavola e i sapori tradizionali sarà Edoardo Raspelli, il simpatico conduttore televisivo del programma “Melaverde” di Rete 4 che arriverà a “Pomaria” nel pomeriggio di domenica 9 ottobre. Altra novità da segnare in agenda riguarda il “Gran Galà di Pomaria” che quest’anno si svolgerà non più al sabato ma venerdì 7 ottobre nella splendida cornice rinascimentale da poco riaperta al pubblico di “Casa de Gentili a Sanzeno”. Ogni anno “Pomaria” dedica un momento della festa alla solidarietà proponendo agli ospiti di partecipare a questa cena preparata dai migliori chef

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della valle e il cui ricavato va devoluto in beneficienza. Per l’edizione 2011 “Pomaria” ha scelto di sostenere il progetto “scompensi cardiaci” attivato dal presidio ospedaliero

di Cles. Dulcis in Fundo tra le tante novità di quest’anno arriva “A Pomaria in Treno” che offrirà a tutti la possibilità di raggiungere Casez lasciando l’auto a casa e

La LAVANDA è per eccellenza un antisettico e cicatrizzante naturale, si utilizza per lavare ulcere e ferite, allevia il dolore delle bruciature e disinfiamma le irritazioni cutanee da punture di insetti. Balsamica, l’essenza viene assunta per inalazione o vapori per velocizzare la cura delle malattie dell’apparato respiratorio. Favorisce la digestione, il sonno oltre ad essere un calmante ed un riequilibrante naturale.

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usufruendo delle corse della Ferrovia Trento-Malè. Domenica 9 ottobre per tutta la giornata e in concomitanza con le principali corse in arrivo da Trento e dalla Val di Sole verranno infatti attivati dalla stazione di Dermulo collegamenti bus navetta gratuiti per Casez. Alle ore 9.30 di domenica inoltre dalla stazione del trenino di Trento partirà una corsa speciale “Il Viaggio di… Gusto”: a tutti i passeggeri a bordo la “Strada della Mela delle Valli di Non e Sole” offrirà una golosa colazione a base dei prodotti tipici delle due valli trentine: un ottimo pretesto in più per lasciare l’auto po-

steggiata a casa e giungere a “Pomaria” in treno! (Possibilità di prenotazione biglietti: Stazione FTM di Trento, tel. 0461.238350). La tradizione culinaria della Val di Non non è certamente solo mela. Per conoscere gli ingredienti della tradizione contadina nonesa e riscoprire le antiche ricette di una volta ogni anno viene proposta la

rassegna enogastronomica “Gli Antichi Sapori della Val di Non”. Fino al 16 ottobre dieci tra i più preparati ristoratori della zona invitano gli ospiti ad assaporare gli antichi piatti d’un tempo, poveri negli ingredienti ma ricchi per gusto e tradizione, combinati in dieci menù ognuno dei quali servito in altrettanti locali tipici della Val di Non. Il risultato sono dieci proposte una più allettante dell’altra, non solo per varietà ma anche per il prezzo: un pranzo o una cena completa dall’antipasto fino al dolce e al caffè (naturalmente d’orzo come vuole l’usanza contadina) costano all’ospite infatti solamente 35,00 euro comprensivi di vini Doc Cavit e grappa Marzadro. Solo per fare qualche esempio delle prelibatezze che saranno proposte ricordiamo i tradizionali tortiei di patate per gli antipasti, gli Gnocchi di patate crude smalzadi e i ravioloni di grano saraceno per i primi, la polenta e “limozi”, lo stinco al forno e i bolliti misti tra i secondi. Si conclude in dolcezza con dessert come lo Smorn del Kaiser, lo strudel di ricotta e pere o la classica Torta di frigoloti accompagnati dai prodotti del sottobosco. Per tutte le informazioni su “Pomaria” e sugli “Antichi Sapori della Val di Non”: APT Val di Non tel. 0463 830133 info@visitvaldinon.it www. ■ visitvaldinon.it

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orna in autunno a Trento la Triennale Internazionale del Legno. Dopo la prima edizione del 2008, un appuntamento che si conferma come punto di incontro fondamentale per raccontare ad un vasto pubblico un mondo di tradizione, innovazione e design nella cultura della casa. Protagoniste dell’evento, che si terrà a Trentofiere in via Bomporto nei giorni di 14-15-16 e 21-22-23 ottobre, saranno

100 aziende trentine, pronte a mostrare il meglio della produzione del legno. L’iniziativa promossa dall’Associazione artigiani e piccole imprese del Trentino presieduta da Roberto De Laurentis pone in primo piano il dinamico mondo degli artigiani trentini del legno: “Per gli artigiani le due grandi risorse del Trentino sono la pietra e il legno; con la Triennale Internazionale – spiega De Laurentis – ci dedichiamo a quest’ultimo promuovendo un bene vivo”. 58

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Legno protagonista A ottobre, la Triennale Internazionale del Legno mostra a Trento il meglio della produzione artigianale delle aziende trentine Dalle costruzioni all’arredamento, la Triennale si presenta come un grande appuntamento per tutti, ricco di eventi e di curiosità con mostre, convegni, seminari, esposizioni e una straordinaria rassegna di prodotti artigianali in legno provenienti dal Giappone: saranno visitabili il giardino della tradizione zen e una autentica “Stanza del tè”. Un’occasione imperdibile per ammirare prodotti artigianali unici, nei quali la perfezione tecnica incontra una tradizione millenaria. In questo contesto, grande è l’attesa per la conferenza che sabato 22 ottobre (ore 10) vedrà parlare al Mart il grande architetto giapponese Shigeru Ban, maestro della leggerezza e del riciclaggio. Uno speciale spazio sarà dedicato alla culla trentina: un oggetto di grande significato simbolico che sarà reinventato da 22 architetti e 22 artigiani, uniti in un unico filo conduttore che coinvolgerà anche il mondo della scuola. Un importante evento collegato si terrà nella storica sede di Palazzo Roccabruna in Trento, con la mostra “Troni e sgabelli. Sedie trentine del Novecento”. La Triennale, Gaul e l’Anno delle Foreste È stata un’opera lignea di Ro-

berto Boninsegna, scultore di Predazzo, socio dell’Associazione Artigiani, che parteciperà alla Triennale Internazionale del Legno, il premio che è andato a Gianluca Cavalli, vincitore della “Leggendaria Charly Gaul”, corsa che il 31 luglio ha rievocato tra Trento e il Bondone l’impresa del campione lussemburghese nel 1956. Un premio originale e dal significato profondo, in questo 2011 che l’ONU ha proclamato “Anno Internazionale delle Foreste”. Il programma La Triennale Internazionale del Legno, grande esposizione organizzata dalla Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, vanta un ricco programma di eventi: • le produzioni in legno di imprese artigiane trentine; • le culle “storiche” in legno del Museo degli Usi e Costumi della gente Trentina a confronto con 22 culle “contemporanee”; • una straordinaria rassegna di produzioni in legno giapponesi; • la rassegna di progetti e realizzazioni di recenti edifici in legno, realizzati in Trentino; • gli stand dei soggetti istituzionali; • il percorso delle essenze

lignee presenti nei boschi del Trentino e la esposizione delle macchine/robot tagliaboschi; • le progettazioni e i lavori in legno delle Scuole professionali e degli Istituti d’arte del Trentino; • lo stand librario specialistico interamente dedicato alle tematiche del legno; • la esposizione organizzata in Trento, via SS.Trinità, a Palazzo Roccabruna, dalla Camera di Commercio: “Troni e sgabelli. Sedie trentine del Novecento”. ■

Opera n. 41 Modello Pagoda a cinque piani del Tempio Horyuji]


DiVin Ottobre 14 | 16 – 21 | 23 OTTOBRE 2011

Altopiano Piné, Colline Avisiane, Faedo, Val di Cembra Due fine settimana ricchi di eventi che vi faranno assaporare il nostro territorio.

www.stradedelvinodeltrentino.it Comunità della Valle di Cembra


Un autunno di eventi in Valsugana e Lagorai 2 OTTOBRE | Bieno, zona campo sportivo

FESTA DEL RADICCHIO

2 OTTOBRE | Telve Valsugana, vie del centro

SAGRA DI SAN MICHELE saperi - sapori - tradizioni 2 OTTOBRE | Telve Valsugana

3TBIKE – Gara di MTB

16 OTTOBRE | Caldonazzo, vie del centro

FESTA DEI SAPORI D’AUTUNNO 22 - 23 OTTOBRE | Roncegno Terme, vie del centro

FESTA DELLA CASTAGNA 5 - 6 NOVEMBRE | Castelnuovo

SAGRA DELE PEZATE DE AGNELO Azienda per il Turismo VALSUGANA Lagorai Terme Laghi Tel. 0461 727700 info@valsugana.info

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dal 19 novembre al 6 gennaio

Parco secolare degli Asburgo www.levicotermeincontra.com

Natale a Corte CALDONAZZO

dal 26 novembre al 24 dicembre

Magnifica Corte Trapp www.nataleacorte.it

Il villaggio delle meraviglie PERGINE VALSUGANA Vie del Centro Storico

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dal 12 novembre all’ 8 gennaio

Foto: ŠLucillo Carloni

per gli orari di apertura consultare i siti dei Mercatini Azienda per il Turismo VALSUGANA Parco delle Terme, 3 38056 Levico Terme (TN) Tel. 0461 727700 info@valsugana.info

www.valsugana.info


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www.stradedelvinodeltrentino.it

“Divin Ottobre“

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iVin Ottobre è l’iniziativa che unisce l’enogastronomia con la passione per la natura, le tradizioni e la storia. L’evento autunnale della Strada del vino e dei sapori Colline Avisiane, Faedo,Valle di Cembra giunge quest’anno alla sua 5° edizione, proponendo 10 iniziative enogastronomiche che faranno scoprire angoli nascosti del territorio e 4 pacchetti turistici che permetteranno ai turisti di regalarsi un finesettimana a contatto con la natura. Si parte venerdì 14 con Autunno Pinetano una rassegna enogastronomica dedicata ai farinoi, piatto tipico della tradizione pinetana,ed ai sapori autunnali abbinati ai vini trentini; la manifestazione proseguirà fino a domenica 16. Sabato 15 è caratterizzato da Tra Vigneti E Sapori Trentini un’iniziativa che unisce la Valle di Cembra all’Altopiano di Pinè: dopo un delizioso pranzo a base di prodotti autunnali del pinetano, ci si sposterà a Lisignago per visitare un’antica chiesetta e poi a Cembra per degustare in un vigneto i vini di un’azienda locale. Questa proposta verrà ripetuta anche sabato 22 ottobre. La serata del 15 è invece caratterizzata dall’inaugurazione di La Civilta’ Delle Fasce : una mostra sul territorio 62

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Dal 14 al 16 e dal 21 al 23 ottobre dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline Avisiane alla Valle di Cembra, si avrà infatti la possibilità di percorrere un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi ligure ed i suoi legami con i terrazzamenti cembrani, attraverso manualità e gestione del territorio; proseguirà fino al 23 ottobre. Domenica 16, non c’è che l’imbarazzo della scelta! A Faedo, a Pinarte A Faedo, mentre i grandi degusteranno prodotti e vini del territorio, i più piccoli si cimenteranno in un laboratorio artistico che li porterà alla creazione di un mosaico. L’iniziativa verrà ripetuta anche domenica 23. A Cembra avrà luogo Passeggiando In Valle Di Cembra, una passeggiata tra i vigneti che prevederà anche la

visita ad un’acetaia e una merenda a base di salumi, vini e “pinzoti”, sfiziosità cembrana e che terminerà con la ricerca dell’uva dimentica dalla vendemmi appena terminata. A Faver si terrà invece Tra Storia E Natura: dopo un delizioso pranzo durante il quale si degusteranno piatti e prodotti tipici trentini, ci si potrà immergere nella natura e nella storia, andando a visitare un biotopo e successivamente i ruderi di un edificio celtico. Il pomeriggio si concluderà con un’ottima merenda! A Piscine di Sover, infine, avrà luogo Ischiazza

E L’avisio una passeggiata caratterizzata dall’ “esplorazione“ di un paese abbandonato, Ischiacia. Il secondo weekend si apre venerdì 21 con Congiunzioni Divino un viaggio di gusto tra i vini ed i sapori trentini presso un ristorante di Giovo. Il sabato sarà invece caratterizzato da arte e cultura. Al mattino, a Grumes, avrà luogo Il Paesaggio Manu… Facto un convegno sul paesaggio di ieri e l’agricoltura di domani, con riflessioni sull’agricoltura biologica e sulla manualità legata al territorio. Il DiVin Ottobre terminerà domenica 23 ottobre con Caneve Fonde un trekking urbano per le vie del centro storico di Lavis. Il percorso sarà caratterizzato da 6 tappe nelle caneve del paese, dove i produttori locali vi faranno degustare i migliori vini del territorio abbinati ad una selezione di specialità gastronomiche. Per informazioni: Cell. 3457054561. www.stradedelvinodeltrentino.it. Facebook: DIVIN OT TOBRE oppure Strada del vino e dei sapori Colline Avisiane, Faedo e Valle di Cembra. ■



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di Antonia Dalpiaz

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a quindicesima edizione di “Palcoscenico Trentino- Concorso Mario Roat” con 8 spettacoli (di cui cinque in concorso) proposti al Teatro Cuminetti alle 20.45, aprirà il suo sipario sabato 22 ottobre con due spettacoli realizzati da due Istituti di Trento. Una scelta che mette in luce la volontà della Co.f.as. di lavorare in sinergia con i giovani, per creare gli attori-spettatori del futuro, attivando corsi e colalborazioni proficue all’interno delle scuole. Il primo dei due spettacoli, “C’è carta per te”, è stato scritto da Silvano Zammatteo, docente dell’Istituto Tecnico Commerciale “Tambosi” di Trento. Il testo, sfrutta una situazione reale venutasi a creare all’inizio dell’anno scolastico, utilizzando anche i dialoghi creati dagli stessi attori, diretti dal prof. Rodolfo Dell’Anna. Nella stessa serata, l’Istituto Enaip “Villazzano” propone

Rumori fuori scena “Palcoscenico TrentinoConcorso Mario Roat” aprirà il suo sipario il 22 ottobre con due spettacoli realizzati da due Istituti di Trento “La giostra della memoria” di Sergio Bailo che cura anche la regia. Prendendo spunto dal romanzo di Marquez “Cent’anni di solitudine”, i ragazzi si confronteranno in scena sul vero senso della “memoria”. Sabato 29 ottobre, appuntamento a concorso con la filodrammatica “Amicizia” di Romeno, diretta da Bruno Vanzo in “Rumori fuori scena” di Michael Frayn. Una commedia esila-

rante che porta lo spettatore a confrontarsi con quanto avviene in scena e dietro le quinte ad opera di una malconcia compagnia teatrale. “Amleto in salsa piccante” di Aldo Nicolaj è il titolo dello spassoso allestimento realizzato dal Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano, diretto da Maria Zini, che si esibirà il 5 novembre. Gossip e verità nascoste si alterneranno nella cucina del castello di Elsino-

re, dove cuochi e camerieri racconteranno, a modo loro, la tragedia di Shakespeare. Sabato 12 novembre, la filo di Ora, diretta da Angelo Melchiori interpreterà “La luna degli attori” di Ken Ludwig per la traduzione di Antonia Brancati. Anche questo testo punta alle divertenti avventure di una compagnia teatrale allo sbaraglio, convocata dal grande Frank Capra per il suo prossimo film. “Parenti serpenti” di Carmine Amoroso è invece l’amaro volto della comicità. Un testo che fa emergere ipocrisia e falsità al’interno delle famiglie apparentemente “perbene”. Sarà in scena il 19 novembre con il Circolo Culturale Filodram■ matico di Ischia.

MondoMerlot 2011

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onto alla rovescia per MondoMerlot 2011, la più importante manifestazione enogastronomica nazionale che si svolge sul territorio trentino. La rassegna, punto di riferimento importante per quanti si occupano di Merlot, quest’anno avrà luogo dal 21 al 23 ottobre p.v., mentre il concorso nazionale Merlot d’Italia si svolgerà nella settimana precedente. MondoMerlot nata ad Aldeno dodici anni fa è andata via via crescendo grazie alla qualità dell’offerta nei vari momenti della manifestazione che ha portato alla ribalta del Trentino una serie di figure di prima grandezza del mondo enoico internazionale. Anche questa edizione ospiterà la Mostra dei Merlot d’Italia (teatro comunale di Aldeno) con oltre cento etichette nazionali , i Top Merlot e una sezione dedicata agli storici “bordolesi trentini”. A Trento (Palazzo Geremia) e a Rovereto (Palazzo Piomarta, di fronte al MART) i due eventi prestigiosi di questa edizione rispettivamente con la premiazione dei vincitori del concorso enologico e con un “talk-tasting” esclusivo dove sei grandi enologi nazionali presenteranno i loro “capolavori”.

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Ospiti di questi momenti Adua Villa, noto volto televisivo di Rai e Sky e i giornalisti della rivista nazionale “Civiltà del bere” che coordineranno i lavori. Oltre a questo una serie di degustazioni curate da Trentino Marketing Spa, dall’Associazione Italiana Sommeliers del Trentino (verticale di Merlot francesi), da Antonio Garofolin, da Carlo Guerrieri Gonzaga e Luciano Rappo. La ristorazione sarà curata dagli chef e dagli studenti Alta Formazione Professionale “Tecnico Superiore di Cucina e della Ristorazione” di Tione che prepareranno una serie di gustose proposte nelle giornate di sabato 22 e domenica 23 ottobre. Un appuntamento quindi di grande intensità e qualità. Da non perdere. Info: www.mondomerlot.it


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Trento_08/10/2011_05/02/2012

Orari di apertura: martedì - domenica, 10.00 - 18.00 Lunedì chiuso – Ingresso gratuito Opening Hours: Tuesday - Sunday, 10:00 am - 6:00 pm Closed on Monday – Free Entrance Fondazione Galleria Civica Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento Via Cavour 19 - 38122 Trento - T +39 0461 985511 - F +39 0461 237033 info@fondazionegalleriacivica.tn.it - www.fondazionegalleriacivica.tn.it In collaborazione con | In collaboration with

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Spoon river è trentina L

a Compagnia dell’Attimo, fondata da Alex Franchini nel 1995, mette in scena teatro scritto da autori mondiali viventi; per quanto possibile, preferisce produrre “prime”, nazionali o mondiali, in base alla considerazione che centinaia di compagnie si rivolgono al repertorio o comunque a testi già collaudati. Oltre a questa caratteristica, la Compagnia dell'Attimo ha sperimentato più volte il teatro in lingua straniera; durante lo scorso anno la manifestazione "Diverse Parole Diverse" ha visto la partecipazione di 10 testi provenienti da paesi diversi, in seguito sono stati interessati al punto da venire a Rovereto per assistere alla rappresentazione. Fino ad oggi sono stati recitati copioni in albanese, marocchino, argentino, croato e

La Compagnia dell’Attimo metterà in scena lunedì 31 ottobre il nuovo libro di AntoneLla bragagna romeno – accogliendo come attori ed istruendo i nuovi arrivati nel nostro territorio. Questo ha permesso loro di mantenere dei contatti con la propria cultura, ed ai loro concittadini di assistere ad

Elisa Da Costa

uno spettacolo nella propria lingua. All’inizio di quest’anno una iniziativa della Compagnia ha coinvolto 38 gruppi in tutta Italia: all’unisono, alle 18 del 27 gennaio, Giorno della Memoria, tutti hanno letto alcune pagine di “Fratture” di Irit Amiel, editore Keller di Rovereto; l’iniziativa è stati segnalata da moltissimi media dell’intero Paese. Ora arriva una importante conclusione della attività 2011. La Compagnia ha chiesto alla poetessa Antonella Bragagna di scrivere un certo numero di brevi liriche ispirate all’Antologia di Spoon River, ma basate sul “Libro dei Defunti” della Parrocchia di San Marco di

Rovereto; cercando in altri termini di ricostruire la storia di Rovereto dal 1650 al 1850 attraverso piccole note sulla gente che vi abitava. Il testo è stato pubblicato in un libro, intitolato “La morte ci colse vivi - Antologia del Leno”, pubblicato da Curcu & Genovese. Il risultato sarà presentato al pubblico al teatro Melotti il ■ 31 ottobre.

Dal 1765...

di Ferrai Bellucco Alessandra

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Provincia autonoma di Trento Assessorato all’Industria, Artigianato e Commercio Assessorato alla Cultura, Rapporti europei, Cooperazione Comune di Trento Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento Palazzo Roccabruna Università degli Studi di Trento. Facoltà di Ingegneria CNR Ivalsa Trentino Sviluppo Habitech Distretto tecnologico trentino per l’ambiente

Cento aziende trentine mostrano il meglio della produzione artigianale del legno.

Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina Confartigianato Nazionale Legno Arredo TASK Traditional Arts Super College of Kyoto KASD Kyoto Architectural Super College of Design Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Trento Ordine degli ingegneri della Provincia di Trento Collegio geometri della Provincia di Trento

INGRESSO GRATUITO Troni e sgabelli Sedie trentine del Novecento Palazzo Roccabruna dal 14-23 ottobre 2011 orario: martedì-venerdì 10.00-12.00/15.00-18.00 sabato e domenica 10.00-18.00 lunedì chiuso www.palazzoroccabruna.it

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Trento Fiere via B. Bomporto. Trento apertura: venerdì, sabato e domenica dal 14 al 23 ottobre 2011 orario: 10.00-22.00 inaugurazione: venerdì 14 ottobre, ore 18.00 www.triennaledellegno.it

Il legno in fiera. Un mondo di eventi, curiosità ed emozioni.


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Festa della castagna Castione di Brentonico 22-23 ottobre

Week end fra i castagneti del Monte Baldo

XXII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico

Rovereto, Auditorium “Melotti” 3-8 ottobre Un viaggio nella storia dell’Uomo

Viaggiare nello spazio e nel tempo è un sogno che diventa realtà alla XXII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, evento organizzato dal Museo Civico di Rovereto insieme al periodico specializzato Archeologia Viva. Venti le nazioni presenti, che proporranno più di 130 film dedicati alla ricerca archeologica, storica, paletnologica, antropologica e comunque aventi come scopo la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. Sullo schermo dell’Auditorium “Melotti” appariranno le affascinanti immagini del Taj Mahal, i resti della cultura Moche in Perù, il tesoro di Priamo, le grandi sculture di pietra a Sichuan

dell’impero Han in Cina, le vestigia del più grande sito romano di oggi: Leptis Magna in Africa, le rovine di Pompei. Sono solo alcuni dei luoghi, dei monumenti e dei reperti che caratterizzano la storia dell’uomo e delle grandi civiltà. Da non perdere nel corso della serata finale la proiezione del film pluripremiato “Zanzibar musical club” di Philippe Gasnier e Patrice Nezan. I film concorreranno al Premio "Città di RoveretoArcheologia Viva", attribuito secondo votazione del pubblico. Inoltre, alcune opere realizzate non prima del 2008, parteciperanno al X Concorso “Premio Paolo Orsi” presieduto da una Giuria Internazionale. Nella serata conclusiva sarà proiettato in anteprima il film “L’ aquila e il serpente. In Iran sulle tracce del mito”, prodotto dal Museo Civico di Rovereto.

I “Marroni di Castione” sono castagne di alta qualità, dal sapore inconfondibile, riconosciute dal marchio dell’Associazione Tutela Marroni di Castione. Durante i giorni della festa è possibile degustare i marroni, assaggiare il pasto tipico trentino, dolci a base di castagne, vino e brulè. Nei portici del paese si può assistere a lavorazioni tipiche artigianali, intrattenimenti musicali e mostre a tema o partecipare alle visite guidate ai secolari castagneti. In particolare sabato 22 ottobre sarà effettuata la premiazione della Ia rassegna

di Arte Grafica Umoristica La castagna del sorriso, le cui vignette sono esposte fino al 18 ottobre a Brentonico (Palazzo Baisi) ed a Castione il 22 e 23. Vignettisti di caratura nazionale (Vettori, Tubino, Bortolotti) saranno a disposizione del pubblico per buffi ritratti "on the road". Sempre sabato 22 verranno proclamati i vincitori del concorso Castagne e vino per scegliere il miglior abbinamento fra due eccellenti prodotti trentini. Week-end enogastronomici: menù a base di castagne sono serviti dai ristoranti dell’Altopiano di Brentonico nei fine settimana di ottobre. Bus navetta gratuito Brentonico-Castione. Per raggiungere comodamente il cuore della festa.


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www.ilvillaggiodellemeraviglie.com

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ettembre 2011 – Definite finalmente le date ufficiali della seconda edizione di Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie, con grandi sorprese e tanti ingredienti in più per un Natale incantato che durerà dal 12 novembre all’8 gennaio 2012. Pergine Valsugana e la Valle dei Mòcheni rinnovano un invito speciale e, quest’anno si rivolgono in modo particolare ai bambini, che dovranno essere i veri protagonisti del Villaggio delle Meraviglie, con progetti dedicati, coinvolgimenti diretti e nuove animazioni. “Stiamo lavorando con entusiasmo a questa seconda edizione di una manifestazione che sta crescendo ancora e che riserverà molte sorprese – racconta Luigi Ochner, Presidente C.O.P.I (Consorzio Commercianti di Pergine) – e il valore aggiunto del Villaggio delle Meraviglie 2011-2012 è dato dall’unione di tutte le associazioni per la promozione delle attività in calendario, di cui il mercatino di Natale è soltanto una conseguenza”. Il Presidente C.O.P.I Luigi Ochner sottolinea poi l’importanza dei Consorzi, evidenziata di recente anche dall’Assessore Olivi in un’intervista: “Rappresentia-

Il Villaggio delle Meraviglie Perzenland & La Valle Incantata: tante novità, grande spazio ai piccoli. Dal 12 novembre all’8 gennaio 2012 la seconda edizione... mo una grande risorsa per la valorizzazione dei centri storici e per noi è una gratificazione dare il nostro contributo a titolo volontario. E a proposito dell’impegno dei volontari, da sottolineare la costanza e la responsabilità della pro loco di Pergine, del Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni e di Pergine Spettacolo Aperto e delle Associazioni di Pergine”. Primo appuntamento ufficiale di presentazione della seconda edizione di Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie è stato il MITO (Meeting Internazionale Turismo Organizzato), al PalaLevico di Levico Terme sabato 3 settembre: workshop, anteprima eccellenze espositori e guida sul

territorio per tour operator e CRAL aziendali. Nella stessa giornata, alla presenza di 70 operatori turistici, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Perzenland & La Valle Incantata - Il Villaggio delle Meraviglie al Castello di Pergine. L’ubicazione de Il Villaggio delle Meraviglie resterà invariata, confermata anche per quest’anno la sezione “Mercatino della Solidarietà”, per il quale è stata comunicata la disponibilità di alcuni altri posti e l’invito alle associazioni no-profit che non l’hanno ancora fatto, di aderire all’iniziativa e allestire la propria “casetta”. Fra alcune delle anteprima dell’edizione 2011-2012, la presenza “fantastica” dei Krampus, fra leggende e realtà, il concorso delle “Fiabe Scolpite” (che coinvolgerà i bambini in un percorso tra la fiaba e la tradizione con coinvolgimenti didattici), mostre dedicate al Natale, musiche e animazioni folkloristiche. Ci saranno poi i Ciocco-days che occuperanno 2 week-end di novembre e dicembre, durante i quali una casetta di cioccolato Caffarel ospiterà degustazioni, cioccolateria e produzione in diretta di gianduiotti. Domenica 4 dicembre sarà ospite al gran completo il gruppo di adulti e bambini Schuhplat-

Un momento della presentazione ufficiale a Castel Pergine

tler Tramin. Sabato 10 dicembre serata magica che con la Feuer Nacht che illuminerà con la suggestione di fuochi, torce e candele e fantastiche rievocazioni il paese e ancora, il 18 dicembre una vaporiera d’epoca arriverà da Bassano del Grappa con 500 viaggiatori a bordo che saranno accompagnati con banda e sfilata in costume a visitare il Villaggio delle Meraviglie. Un’esposizione di vini santi e passiti, la sfida La Volp e la Gallina fra sindaci e tanto altro ancora. Vi saranno poi effetti scenografici e installazioni luminose che coinvolgeranno due elementi preziosi del territorio, il Castello di Pergine e il Lago di Caldonazzo: lo gnomo Perzenland, mascotte del progetto, farà di tutto per farsi notare e per guidare gli ospiti fino al suo ■ Villaggio. 69

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www.haydn.it

poesia in musica Con la fantasia sinfonica “Aus Italien” di Strauss si inaugura, il 12 ottobre, la 52a Stagione concertistica dell’Orchestra Haydn. Prosegue la campagna abbonamenti

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ennst du das Land, wo die Zitronen blühn?” – il celeberrimo verso goethiano è la chiave di approccio dei tedeschi all’Italia. Fin dal Seicento i giovani aristocratici compivano un viaggio in Italia per allargare il loro orizzonte culturale; il grand tour ha un posto di rilievo nel costume delle classi dirigenti del Settecento europeo, ma è nell’Ottocento che la moda dell’Italia esplode in larga misura (anche se le masse si potranno permettere un viaggio al sud delle Alpi

solo dopo la seconda guerra mondiale). In parte la moda dell‘Italia è determinata dalla pubblicazione del Viaggio in Italia di Goethe, in parte da una mutata situazione politica. È solo nell’Ottocento che sarà possibile per un borghese dell’Europa centrale compiere un viaggio di piacere di una certa durata. Fra i due secoli cambia anche il guisto del viaggiatore: mentre Goethe e Winckelmann venivano in Italia soprattutto alla ricerca del ‘classico‘, già Stendhal, Berlioz o Mendelssohn andavano

a caccia dell’esotico. L’Italia vista dalla grande borghesia europea è paese di barcarole, briganti e tarantelle, un cliché da cui non si è ancora riscattata. Dall’aprile al giugno 1886 anche Richard Strauss, poco più che ventenne, visiterà l’Italia e vi scriverà un lavoro sinfonico di ampie proporzioni. Il suo punto di partenza è confessatamente la Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn. Ma l’Italia di Strauss è più chiassosa e colorita di quella del fanciullo prodigio benedetto da Goethe e rimanda a un

quadro che Strauss probabilmente conosceva, La Piazza delle Erbe di Verona dipinta da Adolph Menzel, rutilante di uomini e colori. Al classicheggiante Mendelssohn Strauss oppose difatti una “fantasia sinfonica” Aus Italien: ancora imparentata con la sinfonia tradizionale per via del taglio in quattro tempi, ma già composta nello spirito di Friedrich von Hausegger e del suo libro La musica come espressione. Non più musica assoluta, bensì musica a programma: il poema sinfonico. ■

“Autunno Pinetano” Alla Riscoperta dei Sapori

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er l’Altopiano di Pinè si tratta di un evento che non ha precedenti per il numero consistente dei ristoranti che hanno aderito. In 12 Chef si sono riuniti nell’Associazione Cuochi Trentini Altopiano di Piné, hanno creato il piatto del territorio – i farinoi pinaitri – e fino al 16 ottobre daranno via alla prima rassegna enogastronomica dal titolo “Autunno Pinetano” - Riscoperta dei Sapori dell’Altopiano di Piné con la quale intendono esaltare e fare ritrovare ai trentini il gusto della cucina e della gastronomia locale. I 12 Chef, che convergono su una cucina basata sui prodotti di stagione che utilizzi le produzioni di qualità del territorio, tutti i giorni proporranno menù con materie prime coltivate, lavorate o prodotte in zona. Formaggi locali, lucanica nostrana, pancetta di Piné, patate e verze di montagna, miele di rododendro e piccoli frutti. Protagonisti assoluti saranno i farinoi pianitri, ricorrente in tutti i menù proposti. Un primo piatto di pasta ripiena, preparato esclusivamente con prodotti locali, che fungerà da ambasciatore del territorio. Anche il pinetano potrà vantare

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il suo piatto tipico come espressione gastronomica della propria identità territoriale. I menu sono esclusivi e sono studiati in ogni dettaglio appositamente per la rassegna gastronomica. L’Altopiano di Piné, che dista poco più di 10 km da Trento, non solo racchiude un paesaggio straordinario in ogni stagione dell’anno, ma è in grado di proporre una ricca e variegata proposta culinaria grazie alla creatività dei molti Chef che, con passione, declinano in nuovi piatti i prodotti del territorio, che si possono assaporare nell’atmosfera cordiale e accogliente delle rispettive strutture. Info: 331.3972841.


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TRENTO MUSICANTICA

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i è aperta lo scorso 8 settembre per proseguire con una serie di eventi anche nel mese di ottobre la 25a edizione del Festival Internazionale Trento Musicantica. Un Festival giunto al traguardo del quarto di secolo che rinnova la sua offerta, non senza le difficoltà di sempre, ma con il consueto entusiasmo e confortato dal costante successo decretato da un pubblico affettuoso e numeroso. In venticinque anni sono giunti a Trento gli ensembles più celebri della musica antica e anche molte formazioni meno note ma non per questo meno degne e il lavoro di costruzione di proposte nuove, di momenti alti di riflessione musicologica e di inediti connubi ha sempre rappresentato un unicum nel panorama italiano. Oltre

La venticinquesima edizione del Festival internazionale È partita l’8 Settembre scorso e prosegue fino all’11 Novembre ai concerti il Festival ha offerto ed offre anche in questa edizione al pubblico conferenze, convegni internazionali, presentazioni di libri, mostre di strumenti e di codici, registrazioni di CD, produzioni multimediali, liturgie in latino, corsi residenziali di canto liturgico, visite guidate: un caleidoscopio di iniziative di qualità con anche una forte valenza didattica e di formazione. E anche quest'anno, nella ricorrenza del quarto di secolo come ricordato, il Festival offre un calendario particolarmente ricco, che affronta momenti nuovi e significativi della storia musicale dal medioevo al Settecento e che vede la partecipazione di gruppi specializzati di

alto valore artistico. Dopo gli appuntamenti di settembre il primo evento di ottobre è quello di sabato 8 alle 21 (Trento, Badia di San Lorenzo), con “La Spagna del Medioevo. Culto e cultura” che avrà per protagonista la Schola Antiqua Dir. Juan Carlos Asensio Palacios. Sarà la Chiesa di San Francesco Saverio ad ospitare il concerto di sabato 29 ottobre, sempre alle 21, con le composizioni di Giovanni Legrenzi (16361690) e la sua opera “Officina Musicum”, concerti musicali per uso di chiesa, e nell’occasione a dirigere l’opera sarà il dir. Riccardo Favero. A chiudere il Festival Internazionale Trento Musicantica, venerdì 11 novem-

bre nella cornice della Badia di San Lorenzo, il concerto “Thesaurus Musicae Sacrae” con il Gruppo vocale e strumentale del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento; coordinatore: Roberto Gianotti. Un viaggio nella lunga tradizione della musica per la liturgia cattolica e per la devozione dei laici, in quel “thesaurus musicae sacrae” (tesoro della musica sacra) che ha conquistato Laurence Feininger e lo ha fatto convertire al cattolicesimo. Un itinerario perché quella bellezza possa ancora risplendere e attirare, in un mondo moderno sempre più devastato da interesse, comodo ■ e piacere effimero.

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Classica armonia

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opo Canadian, Spanish, Gomalan, B oston, N ord ic , Mnozil, un altro dei mitici ensemble di ottoni, ormai una tradizione per aprire la seconda parte della Stagione. Gli ottoni dell’orchestra Royal Concertgebouw si sono sempre esibiti da soli, in concerti con vari organici e senza essere costituiti in un vero e proprio “Brass ensemble”. La cura del suono, la ricerca dei fraseggi, la varietà delle dinamiche, la precisione ritmica, qualità indiscusse della Royal Concertgebouw Orchestra, si ritrovano quindi naturalmente nelle esibizioni del Brass ensemble. Venerdì 14 spazio al Quar-

Si riallaccia, con il concerto della Royal Concertgebouw Orchestra Brass nel segno “Dal Barocco al contemporaneo” di venerdì 7 ottobre, il filo sonoro della Stagione della Società Filarmonica di Trento tetto vincitore Premio Borciani 2011: la Società Filarmonica di Trento, dopo aver ospitato molte volte il Quartetto Italiano, riserva da sempre un concerto ai vincitori di questo prestigiosissimo concorso. È la Classic Art Ensemble con il trombettista Gabor Boldoczki ad essere protagonidta del concerto del 21 ottobre con un programma di sala che prevede l’esecuzione di composizioni di: F. Schubert, F. Mendelssohn,

C. Gounod, J. Francaix, G. Vukan, J.B. Arban. Nato nel 1976 nella città ungherese di Szeged Gábor Boldoczki è un talento trombettistico strepitoso, salutato dalla Süddeutsche Zeitung quale successore di Maurice André. Dopo aver suonato con numerosissime orchestre, ha entusiasmato il pubblico in occasione del suo debutto presso il Wiener Musikverein nell’ambito delle prestigiose Settimane Musicali di Vienna. ■

Villa Verdi: omaggio al “cigno di busseto”

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arte ufficialmente venerdì 7 ottobre con la piéce di teatro musicale “Villa Verdi”, dichiarato omaggio alla musica del maestro di Bussetto (G. Verdi), la stagione 2011/2012 del Teatro Valle dei Laghi organizzata da Fondazione Aida/Teatro Stabile d’Innovazione, con la Comunità Valle dei Laghi, che raggruppa i Comuni di Calavino, Cavedine, Lasino, Padergnone, Terlago, Vezzano, in collaborazione con la Cassa Rurale Valle dei Laghi, APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e Consorzio Pro Loco Valle dei Laghi. Un calendario ricco e variegato che offre, fino a maggio 2012, più di sessanta appuntamenti culturali che spaziano dalla prosa al teatro per i ragazzi e le scuole, dalla danza alla

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musica e al cinema accomunati da un unico obiettivo: consolidare il Teatro Valle dei Laghi quale centro culturale che abbia nelle premesse la sinergia di associazioni ed enti locali e nei risultati la compartecipazione a esperienze diverse e significative che si rivolgono ad adulti, giovani, ragazzi e al mondo della scuola. La programmazione è quindi l’esito tangibile di una sfida intrapresa oltre due anni fa, creare un polo culturale per tutta la comunità della Valle dei Laghi attraverso un “fare insieme” risolto in dialoghi tra istituzioni e territorio. Le tessere per le rassegne saranno acquistabili dal 5 ottobre presso la biglietteria del teatro il mercoledì dalle 17 alle 20.



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www.iocasa.tv

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ervono i preparativi per la terza edizione di “Io Casa Riva del Garda”. La prima fiera del Trentino Alto Adige interamente dedicata a Bioedilizia, Costruzione e Interior Design è in programma nei fine settimana del 15 e 16 e del 22 e 23 ottobre nel quartiere fieristico di Riva del Garda (TN). Forte del successo garantito da oltre 10milavisitatori certificati nella passata edizione, “Io Casa Riva del Garda” quest’anno punta a confermare di essere il luogo d’incontro ideale fra chi è alla ricerca di idee per la casa e chi è in grado di offrire soluzioni convenienti. “Io Casa Riva del Garda” rappresenta tutto il “mondo casa” con aziende di arredo per interni ed esterni, impiantistica, bioedilizia, soluzioni per il risparmio energetico e agenzie immobiliari. Per offrire ai visitatori un panorama di soluzioni ancora più completo sarà approntato anche un innovativo progetto legato alla domotica. La singolare soluzione del percorso obbligato che si snoda fra i padiglioni consentirà al pubblico interessato di visi-

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Viva la casa Torna nei fine settimana del 15-16 e 22-23 ottobre la rassegna IO CASA Riva del Garda, Con un’edizione ancora più ricca di proposte e di servizi per il visitatore

tare l’esposizione completa. Visto il gradimento ottenuto nell’edizione precedente, verrà riproposto il settore dedicato alle agenzie immobiliari. Chi cerca casa potrà richiedere direttamente in fiera preventivi e confrontare proposte, fissando appunta-

menti per visitare l’immobile individuato, anche tra un fine settimana e l’altro di manifestazione. Altro servizio offerto, e vera novità di quest’anno, la possibilità per il visitatore di usufruire di un servizio gratuito e “su misura” di consulenza per

l’arredo e la bioedilizia, grazie alla presenza in fiera di professionisti ed esperti del settore, disponibili a suggerire qualificate ed innovative idee e soluzioni personalizzate. Per i dettagli: IO CASA Riva del Garda - www.iocasa.tv – info@guegi.it ■


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vestire alla grande la “Piccola Vienna” di Levico Terme. un tuffo nel mondo dell’abbigliamento tirolese: Vestiti, borse e capi di lana cotta, loden e i celebri dirndl. Ma anche una Vasta scelta di capi per chi cerca maglieria moderna di pregio

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bbene sì. Esiste un modo per appassionarsi al settore dell’abbigliamento. Alla “Piccola Vienna” di Levico Terme è possibile trovare un vasto assortimento di capi di moda a cui è impossibile resistere. In linea con le ultime tendenze femminili, vestiti per tutte le età e per tutte le taglie, anche le morbide. E poi ancora, maglieria di alta qualità, cashmere, lana e lana cotta. Adesso che l'inverno è alle porte, perché ad esempio non provare, dalla “Piccola Vienna” uno degli

Info Piccola Vienna Via Regia, 4 Levico Terme Tel. 339.8184812

splendidi giacconi norvegesi di lana ricamati a mano? O scegliere nella vasta scelta di pile di ogni tipo, adatti ad ogni circostanza? Insomma, alla “Piccola Vienna” di Levico Terme si adatta a meraviglia il celebre detto “Provare per credere”. Ma in questo negozio esiste anche un’altra opportunità, quella di rivedersi indosso quei bei vestiti tirolesi che si vedevano in giro una volta, che la modernità ha, invano, tentato di togliere di mezzo. Per sperimentarlo basta recarsi, e tuffarsi nel mondo dell’abbigliamento tirolese. Vestiti, borse e

capi di lana cotta, maglieria di qualità, loden, i celeberrimi dirndl: tante occasioni per mettersi addosso capi pregiati che, magari, mai e poi mai avremmo immaginato di indossare. E sono tanti i turisti, ma anche i residenti che frequentano assiduamente il negozio della signora Ma-

ria Grazia, segno di un’attenzione sempre crescente da parte della clientela rispetto ad un abbigliamento di alta qualità, disponibile peraltro – contrariamente a ciò che si potrebbe supporre – a prezzi tutt’altro che stratosferici, bensì accessibili a quasi tutte le tasche. Qui si possono trovare solo capi rifiniti artigianalmente e per questo motivo unici, nel senso che è garantito che non ne può esistere uno uguale ad un altro. Davvero un gran bel vedere certi maglioni da sci, o i pantaloni in pelle di cervo, le borse di lana cotta, e poi ancora, i cappelli, la maglieria tipica da bimbo. Vestire bene è un diritto di tutti e la “Piccola Vienna” regala a tutti la splendida opportunità di farlo in un modo originale,unico e indimenticabile. La signora Maria Grazia, con i suoi splendidi abiti, sarà a disposizione della clientela durante i Mercatini di Natale di Piazza Fiera a Trento. ■ 77

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IL RITORNO DELLA

LEGNA Info

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ggi in Cina circolano 20 milioni di autoveicoli, una stima autorevole vuole che nel 2025 (fra 15 anni) i veicoli che circoleranno in Cina saranno 250 milioni. Questo semplicissimo dato indica inequivocabilmente che il prezzo dei carburanti e dei combustibili di origine petrolifera non calerà mai più. Non solo, ma sarà sempre tendenzialmente in costante aumento. Questo dato di fatto sta spingendo università, ricercatori e aziende a sviluppare e mettere in commercio apparecchiature che possano produrre energia utilizzando risorse diverse, magari rinnovabili, da 78

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Scaldare spendendo meno grazie alle modernissime stufe a pellets: per smettere di dipendere in tutto e per tutto dai capricci del prezzo del petrolio e per godere di un calore ecologico e naturale quelle di origine petrolifera. In quest’ottica sta tornando ad essere apprezzato il combustibile che dagli albori dell’uomo fino a 50 anni fa era l’unico combustibile (con il carbone) utilizzato per produrre energia termica: il legno (più comunemente: “la legna”). Negli ultimi anni “la legna” è ricominciata ad essere utilizzata per scaldare le nostre

case in una forma innovativa e funzionale: è arrivato il “pellet” di legno. Il pellet è un cilindretto del diametro di circa 6 mm. e lungo fino a circa 2 cm. Esso è ottenuto industrialmente trafilando ad altissima pressione della segatura di legno che per effetto della lavorazione si compatta in quei cilindretti che oramai tutti conosciamo. Oggi le stufe a pellets sono

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“noi e l’ambiente“ L’hotel regina elena di Caderzone terme, esempio virtuoso di riscaldamento ecologico. E non solo...

La doppia caldaia a pellets installata da Trentino Energia Verde all’Hotel Regina Elena di Caderzone Terme. Doppia caldaia, una piccola per uso estate e una piu grande per uso inverno

entrate in molte case: sono eleganti e fanno arredamento, sono pulite, danno la sensazione del calore dei “fogolari” di una volta. I “pellets”, sono acquistabili anche nei supermercati e forniti in comodi sacchetti di plastica da 15 chilogrammi, sono pratici da stivare e utilizzare, bruciando non fanno fumo ne polveri sottili. Vista la validità della soluzione “pellets” oltre alle stufe oggi ci sono anche caldaie a pellets, di varie potenze, che hanno trovato la piena soddisfazione, sia economica che funzionale di chi le usa. Negli ultimi mesi è stato introdotto nel mercato un nuovo prodotto che utilizza i “pellets” quale combustibile:

il bruciatore. Il bruciatore a pellets, ad un primo esame, assomiglia in tutto e per tutto ad un comune bruciatore a gasolio o a gas, tant’è che il bruciatore installato, a gasolio o gas, può essere semplicemente sostituito con uno di pari potenza a pellets, mantenendo inalterata la la sua funzionalità e capacità di produzione di energia termica. Nessuna modifica è invece richiesta alla caldaia in caso di sostituzione del bruciatore. Di pari semplicità è l’alimentazione dei pellets necessari per la combustione, infatti il loro accumulo non richiede né cisterne, né vasche, né tanto meno particolari tubazioni, ma semplicemente

Il Parco Hotel Terme Regina Elena di Caderzone Terme ha ottenuto il riconoscimento “Qualità Parco", ideato dal Parco Naturale Adamello Brenta, per l'impegno nell atutela dell’ambiente e il legame con il territorio. Tra le tante cose: • l’hotel viene riscaldato con due nuove caldaie a pellets: ecologici ed economici, fatti con legno al 100%. Bruciando hanno basse emissioni di anidride carbonica; • viene prodotta energia elettrica con i pannelli fotovoltaici; • la parte restante di energia proviene da fonti rinnovaili al 100% (certificazione Trenta); • Il riscaldamento è supportato da due stufe a olle in cermica; • viene sostenuta un’agricoltura poco impattante, come la biologica, biodinamica, eco-consapevole; • la cucina lavora per i propri ospiti con l'attenzione che si riserva a un familiare, utilizzando solo prodotti di alta qualità; • naturalmente lo staff dell'Hotel provvede a raccogliere in modo differenziato i rifiuti e, negli ultimi anni, la loro produzione è stata ridotta; • sono sostenitori di Slow Food; danno una mano ad Emergency con il 5 per mille; • cercano di creare un ambiente di armonia, condividendo il proprio pensiero e la propria visione del mondo. www.reginaelena.com un contenitore quale un bidone di acciaio, un mastello di plastica, una cassa, ecc. dove versare alcuni sacchi di pellets che verranno gradatamente risucchiati per alimentare il bruciatore. La funzionalità del bruciatore è garantita come quella dei comuni bruciatori a gasolio o a gas, ma il risparmio economico è significativo: esso è stimato a circa il 60% del

costo del gasolio e al 40% del costo del gas. È opinione degli esperti che chi utilizza ancora un impianto con il bruciatore a gasolio (soprattutto) dovrebbe attentamente valutare questa alternativa. Per ulteriori informazioni contattare, senza nessun impegno, il 320.5331247. Indirizzo mail: energiaverde.tn@gmail. com. ■ 79

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essuna band italiana meglio di loro nel 2011 un anno che li ha consacrati come il gruppo di punta dell’anemica scena pop rock italiana grazie alla loro partecipazione al Festival di Sanremo ma non solo. Loro sono i Modà attesi a Trento l’8 ottobre per il primo evento della nuova stagione live organizzato dalla Showtime. La tappa di Trento fa parte della tranche invernale del “Viva I Romantici Tour 2011” iniziato la scorsa estate e arrivato dopo la pubblicazione dell’album omonimo. Quella del Palasport sarà dunque l’occasione per tastare dal vivo lo spessore di una band, impostasi all’attenzione del grande pubblico lo scorso anno col singolo “Sono Già Solo”. Un successo che è

i Modà scaldano trento il gruppo Al palatrento, sabato 8 ottobre: una tappa trentina fa parte della tranche invernale del “Viva I Romantici Tour 2011” stato consolidato grazie alla partecipazione alla sessantunesima edizione del Festival di Sanremo, con il brano “Arriverà” (eseguito insieme ad Emma), che si è aggiudicato il secondo posto nella categoria dei cosiddetti Big. Dietro il nome dei Modà c’è progetto di Francesco "Kekko" Silvestre (voce), Enrico Zapparoli (chitarra acustica), Diego Arrigoni (chitarra elettrica), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria). Dopo una lunga esperienza nei live e con la stessa passione per il pop-rock, nel 2004 arriva il primo contratto discografico ed il primo sin-

golo “Ti amo veramente” che permetterà ai Modà di farsi ascoltare anche attraverso numerosi eventi radiofonici live. Nell'autunno dello stesso anno esce il secondo singolo Dimmi che non hai

paura seguito finalmente dal primo album di inediti “Ti amo veramente” che, grazie ai fan acquisiti con i live, entra di diritto in classifica radiofonica e di vendita. Nel 2005 i Modà partecipano al Festival di Sanremo (sezione giovani) con il brano “Riesci a innamorarmi”, che riscuote un grande consenso di critica e di pubblico. Nel 2008 il ritorno alle origini più rock di "Ti amo veramente" con il nuovo album "Sala d'attesa" dal quale vengono estratti i singoli Sarò Sincero e Meschina. Nel 2010 con il decisivo passaggio alla nuova etichetta discografica Ultrasuoni, i Modà si confermano definitivamente come il gruppo rivelazione dell'anno e si fanno conoscere al grande pubblico proprio con il singolo “Sono già solo”, primo vero successo radiofonico della band. Il resto è storia recente. ■

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ono i musicisti americani Bill Toms, Israel Nash Gripka e Bob Malone accompagnati dalle loro band i protagonisti della rassegna “Musica d’oltre oceano” proposta fra ottobre e novembre dall’associazione Nota Bene di Borgo Valsugana. Tre concerti, che si svolgeranno all’Auditorium di Borgo, con i quali Nota Bene ritorna alle origini come spiegano: “Avevamo infatti iniziato nel 2002 proprio con una rassegna di artisti americani, per poi passare a rassegne con artisti italiani o tributo band. Siamo certi che i tre artisti che abbiamo scelto per questa nostra rassegna sapranno soddisfare non soltanto gli appassionati della musica americana (che sia rock o blues, r&b o country) ma tutti coloro desiderano passare una serata ascoltando dell'ottima musica suonata da artisti eccezionali”. “Musica d’oltre oceano” si

american sound Bill Toms, Israel Nash Gripka e Bob Malone i protagonisti della rassegna “Musica d’oltre oceano” proposta dall’associazione Nota Bene apre sabato 15 ottobre con il live della Bill Toms Band direttamente da Pittsburgh (Pennsylvania). Bill Tome ha realizzato nella sua carriera solista 5 notevoli albums. Noto ai più come chitarra solista da 19 anni degli Houserockers di Joe Grushecky, è nome conosciutissimo nel giro degli amanti la musica di Bruce Springsteen. Venerdì 28 on stage ci sarà la band

guidata da Israel Nash Gripka che si è fatto conoscere per l’album “New York Town”, ispirato a Ryan Adams e il successivo “Barn Doors & Concrete Floors” disco segnato da un sound roots-rock e country rock con rimandi ai Rolling Stones di Exile on Main Street. Dalle montagne Ozark della campagna Missouri per le giungle di cemento di New York City,

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uesta volta gli Oldies but Goldies hanno preso a prestito il mitico autobus del “Magical Mistery tour” beatlesiano, e ripercorreranno in questo simbolico viaggio le tappe fondamentali dell’evoluzione del rock inglese degli anni ’60, proponendo dal vivo, in oltre due ore di spettacolo, una trentina di storiche hits in occasione del concerto “Magical History Tour”, in programma all’Auditorium S. Chiara il 29 ottobre alle 21, nell’ambito di Solidarte. Un spettacolo quasi filologico perché i singoli brani verranno presentati, spiegati ed illustrati con filmati ed immagini originali dell’epoca, con una narrazione attenta sì all’aspetto strettamente musicale, ma ancor di più alle straordinarie trasformazioni socio culturali verificatesi nel decennio. “Non si tratterà – spiegano i musicisti della band di Trento

Oldies but goldies in oltre due ore di spettacolo, una trentina di storiche hits in occasione del concerto “Magical History Tour”, in programma all’Auditorium S. Chiara il 29 ottobre alle 21 – quindi di una semplice carrellata di grandi successi dei favolosi anni ’60, ma ci sarà spazio per numerose “chicche” adatte anche ai palati più fini degli appassionati del genere”. Cosi accanto ai classici di Beatles, Rolling Stones e Who, saranno protagonisti della serata personaggi e gruppi indimenticati, quali Procol Harum, Kinks, Spen-

cer Davis Group, Cream, Eric Burdon, Bee Gees, Donovan, tanto per citarne alcuni. Una bella occasione dunque anche per conoscere la dimensione di una band come gli Oldies But Goldies nata nel 1990 dall’idea di Maurizio Salandini e Saverio Mirabassi di proporre un rock targato anni ’60 e ’70 attraverso cover version La formazione

storica comprendeva un altro chitarrista ed un batterista ma ora la line up vede Alessandro Galvagni al basso e Carlo Mirabassi alla batteria. Il gruppo prende parte a numerose manifestazioni ottenendo in più occasioni la definizione di Band “Evergreen “ e vicendo anche nel 2000 il concorso Double Generation, nel 2006 Concentratissimo Rock. ■

Itinerari jazz: il quartetto di John Abercrombie

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ono tre gli appuntamenti , uno alla fine di ottobre e due a novembre, per l’edizione 2011 del Festival “Itinerari Jazz” che si ripropone nella sua parte ospitata all’Auditorium Melotti di Rovereto. Il primo evento live sarà quello di sabato 29 con il quartetto di John Abrecrombie mentre a novembre Itinerari Jazz ospiterà le performance della band di Eddie Palmier e di Gianluca Petrella che sarà impegnato on stage in un progetto su Nino Rota. Apertura affidata al John Abercrombie Quartet che accanto al chitaRrista vedrà Mark Feldman, violino; Thomas Morgan, contrabbasso e Joey Baron, batteria. La feconda collaborazione tra John Abercrombie e Mark Feldman affonda le proprie radici nel 1998, quando il chitarrista registrò “Open Land” con una formazione di prestigio, che comprendeva Kenny Wheeler alla tromba e Joe Lovano al sax tenore. Il felice connubio di chitarra e violino ricorda illustri precedenti storici, come Eddie Lang e Joe Venuti, Django Reinhardt e Stéphane Grappelli, ma si pone su direttrici proprie, coerenti con la vicenda artistica di Abercrombie. Negli anni successivi, tale incontro si focalizzò in questo quartetto dagli equilibri splendidamente controllati, tra arditi contrasti dinamici e preziosi impasti timbrici. Con

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l’apporto del batterista Joey Baron, maestro nell’uso melodico e dinamico del proprio strumento, e dei contrabbassisti Marc Johnson prima e Thomas Morgan poi, la formazione maturò un proprio carattere inconfondibile, fatto di intenso dialogo tra strumenti e di lirismo che si sposa con la ricerca più avventurosa. Ne sono prezioso documento i dischi registrati dal 2003 in poi per l’etichetta Ecm.


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tra mille Visioni del nostro tempo

S

i è inaugurata da pochi giorni alla Galleria Civica Segantini di Arco, Palazzo Panni, la mostra personale di Federico

Pietrella, artista

nato a Roma nel 1973 e operante per molto tempo tra la città capitolina e quella ambrosiana. Il suo esordio risale al 1998, quando prende parte alla collettiva Rumori impercettibili al Salon Privè Arti Visive della città eterna. Ha poi proseguito la sua indagine utilizzando un’originale tecnica dove la pittura e la fotografia recitano sullo stesso palcoscenico, mescolando i due elementi con modalità che l’artista ha sperimentato e sviluppato già da diversi anni, a partire dalla fine degli anni Novanta quando dipingeva le tele con i timbri datari.

In mostra, racchiusi sotto il titolo di “Der

Spaziergang” ci sono alcuni lavori datati a partire dal 1997 fino ad oggi. Opere che sono il frutto del suo abitare da alcuni anni a Berlino. Lì, nella città nuova delle grandi

Willy Verginer: In hoc signo

L

a teoria di scultori gardenesi hanno saputo, in questi ultimi anni, aggiornare il proprio alfabeto iconografico senza tradire il proprio passato, le radici e la memoria che hanno fatto di questa valle uno dei luoghi privilegiati della lavorazione del legno. A questo non sfugge nemmeno Willy Verginer, già noto alle cronache dell’arte trentine, il quale ha inaugurato una sua nuova personale presso la Galleria Arte Boccanera di Trento (chiude il 3 dicembre). In quest’occasione ha presentato otto sculture lignee lavorate a tutto tondo, seguendo la tradizione classica di intagliare la materia prima per far scaturire immagini al limitar del verismo, appartenenti al creato. Immagini a cui vengono attribuiti valori e riconoscimenti di pensieri, idee e sogni. In questa mostra, scrive Meneghelli, Verginer riduce il proprio prontuario cromatico alla nudità del legno e alla velatura del grigio-viola, cioè al confronto tra la luce e l’ombra, tra l’occultamento e la rivelazione. Queste otto figure si offrono come momenti di riflessioni su altrettante problematiche. Siano esse la presenza di una colomba/ spirito santo oppure di altri elementi che possano connotare la funzione di quel momento. La fonte ispirativi la trova comunque e sempre dentro di sé: “c’è dentro di me un bisogno fondamentale di creare e raccontare che spinge a portare alla luce le nuove creazioni.

imprese architettoniche ed ingegneristiche, dei quartieri radical-chic che convivono con le casbah turche e delle

del suo percorso artistico: il rapporto con il tempo, la

recenti immigrazioni medioorientali, l’artista ha saputo

dimensione illusionistica, l’utilizzo mai banale di strumenti

distinguersi per una sensibilità curiosa e lucida in grado di

e materie semplici.

leggere con straordinaria visione il nostro tempo.

L’artista l’avevamo visto a Rovereto, chiamato dalla Galleria

Grandi paesaggi monocromi con tocchi di matericità e

De Anesi, nel 2009 quando si era divertito a scolpire sul

interventi espressionisti, evidenziando il gusto per una

campo da bocce del Circolo Operario Paganini, un segno

trascrizione mimetica della realtà, ottenuta quest’ultima

reiterato: una data, anzi, tante date. Erano le scadenze di

con una pignola e certosina costruzione dell’immagine,

un piano di ammortamento di un mutuo. In quell’occasione

nella sua traduzione pittorica dove niente è lasciato al caso,

aveva voluto dire che il tempo soggiace alle regole

all’azzardo ma tutto è studiato, progettato, controllato. Nei

economiche. La ripetizione del segno porta ad una

suoi lavori esposti a Palazzo Panni – la mostra è curata

duplice sensazione: dell'opera si percepisce il tempo che

da Giovanna Nicoletti – si mescolano gli aspetti salienti

giorno dopo giorno è stato necessario per quel lavoro e la

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trentinomostre funzione del tempo nello spazio. "Parto da una immagine fotografica che è l'istante" aveva detto l’artista "e ne dilato l'estensione perché quell'attimo è fatto di tanti istanti". Ad Arco parla di paesaggi, di passeggiate all’interno di un ambiente urbano e naturale di cui la città di Berlino ha sempre saputo coniugare in modo armonico. La mostra chiude il 15 gennaio. A Trento troviamo due artisti rivani, due generazioni a confronto: Gianni

Pellegrini alla Numero Due Arte Contemporanea (chiude il 15 ottobre) e Michele Parisi alla Galleria Il Castello (chiude l’11 novembre). Gianni Pellegrini proviene dal gruppo storico trentino di Astrazione Oggettiva ed è approdato in questi ultimi anni in una raffinata ricerca pittorica e segnica condotta all’interno di uno spazio concettuale contrassegnato da molti limiti: quello della riconoscibilità, dell’astrazione e dei segni che appaiono e scompaiono come fossero ombre e fantasmi. Questi segni hanno una vita propria che l’artista sa controllare perché ne è l’artefice, il creatore, colui che ha saputo concettualizzare la materia. Inoltre è il depositario del colore: lui ne conosce le formule, gli amalgama, le variazioni cromatiche. Michele Parisi è un giovane che ha già al suo attivo diverse mostre personali e collettive importanti, non ultima quella tenuta recentemente, assieme a Gianni Pellegrini, Mauro Cappelletti, Rolando Tessadri, Ennio Finzi, Carlo Nangeroni, a Borgo Valsugana e a Castel Ivano. I paesaggi colorati di Michele Parisi sono quelli dell’anima. Una pittura velata, nata dalle nebbie del tempo, nasconde, mimetizza, copre un paesaggio che noi, in queste condizioni, vediamo come fatto di macchie, grumi, evanescenti e lattiginose figure e forme. Un silenzio profondo avvolge il tutto. Sono costruzioni di mondi in piccolo, giardini in miniatura. Le modalità di procedere lo fanno assomigliare ad un pittore cinese che realizza nelle sue opere una riduzione e la creazione di un artificio che rendono la natura dipinta più vera della natura stessa. Un tipo ideale, per così dire mitico, può essere realizzato solo grazie a pazienti artifici.

Arco Mostre La grande guerra sull’Altissimo Apertura: da domenica 7 novembre 2010 a lunedô 21 novembre 2011. Casinÿ Municipale - Mostra fotografica. Mostre Vivere altrove Apertura: da domenica 7 novembre 2010 a lunedô 21 novembre 2011. Casinÿ Municipale - Storie di migranti nel Basso Sarca Trentino. Mostra multimediale. Mostre Federico Pietrella Apertura: da domenica 11 settembre 2011 a domenica 15 gennaio 2012. Palazzo Panni. In mostra, racchiusi sotto il titolo di “Der Spaziergang” ci sono alcuni lavori datati a partire dal 1997 fino ad oggi. Info: tel. 0464-516161.

Calceranica Mostre ACQUA TERRA COMUNITA’ Apertura: fino a lunedô 31 ottobre. Mostra multimediale sulla miniera. Parco minerario. Martedô, Mercoledô, Giovedô, Sabato dalle 9.00 alle 12. Venerdô, Sabato, Domenica dalle 15.00 alle 18. Lunedô 15 agosto dalle 9.00 alle 12.00 - dalle 15.00 alle 18. Ingresso libero. Info: tel. 0461-706101.

Canale di Tenno Mostre Nicolas Dorosz Apertura: fino a venerdô 7 ottobre. Casa degli Artisti “G. Vittone”. “Sette anni in Trentino”. Info: tel. 0464-516161.

Grumes Mostre Grumestieri: la civiltê delle terrazze Apertura: da sabato 15 a domenica 23 ottobre. Sala Le Are. Tutti i giorni 20-22. Domeniche 1518 e 20-22.

Levico Terme Mostre “Sette Artisti Trentini a Levico Terme” Apertura: da venerdô 16 settembre a domenica 16 ottobre. Mostra dedicata all’arte della scultura che vede la partecipazione di Laurina Paperina e Federico Lanaro. L’esposizione resterê aperta dalle ore 10.00 alle 18.00, presso il giardino del Grand Hotel Imperial di Levico Terme, in via Silva Domini 1. Info: tel. 0461.982595.

Nago Mostre “Il fotogramma” Apertura: da sabato 24 settembre a domenica 6 novembre. Forte Superiore. Mostre fotografiche a cura de “Il fotogramma”. Info: tel. 0464-516161.

Riva del Garda Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdô 25 marzo a martedô 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostre Storia: il lago, gli uomini, i tempi Apertura: fino a martedô 1 novembre. La Rocca - Museo Civico, Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo. Archeologia dell’Alto Garda. Mostre “Gramodaya” Apertura: da sabato 28 maggio a venerdô 28 ottobre. Villino Campi - Mostra itinerante sulla sostenibilitê ambientale India-Trentino. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Mostre Alessandro Oppi Apertura: da venerdô 8 luglio a domenica 30 ottobre. Museo La Rocca - 1910 viaggio intorno al Garda. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Mostre “L’Enigma” Apertura: da domenica 11 settembre a martedô 1 novembre. Astoria Park Hotel. Mostra collettiva sul tema della mela. Info: tel. 0464-516161. Mostre Gianni Pellegrini Apertura: fino a sabato 15 ottobre. Numero Due Arte Contemporanea. Gianni Pellegrini proviene dal gruppo storico trentino di Astrazione Oggettiva ed Å approdato in questi ultimi anni in una raffinata ricerca pittorica e segnica condotta all’interno di uno spazio concettuale contrassegnato da molti limiti: quello della riconoscibilitê, dell’astrazione e dei segni che appaiono e scompaiono come fossero ombre e fantasmi. Mostre VEDERE IL MONDO / VEDERE MONDI Apertura: da sabato 24 settembre a domenica 9 ottobre. Galleria Civica “G. Craffonara”. Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda. La fotografia di Paolo Parma. tutti i giorni, 15.30 - 18.30. Info: tel. 330.239131.

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trentinomostre Ronzo Chienis

TULLIA FONTANA A TORRE MIRANA

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ullia Fontana “ Lula”, una delle più affermate pittrici trentine esporrà alla Torre Mirana di Palazzo Thun a Trento dal 7 al 22 ottobre. Nata a Strigno ma residente a Carzano, poco distante da Borgo Valsugana questa artista trentina laureata a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Venezia ha maturato il suo fare pittorico attuale passando da un esercizio di suggestioni espressionistiche alla realizzazioni di icone classiche, di icone “contaminate”, e infine alla attuale pittura di paesaggi e fiori. “Fiori e paesaggi” è appunto il titolo della mostra di Tullia Fontana. I fiori di “Lula”come ha scritto Renzo Francescotti - non sono descrittivi ma barocchi, carnali, simbolici. Appaiono ingigantiti: talvolta una sola corolla occupa tutto il quadro. Sono soprattutto le peonie a magnetizzare la nostra artista; ma non mancano altre varietà floreali. L’eleganza del segno circolare o serpeggiante di Tullia Fontana, di suggestioni liberty compare anche nei paesaggi, nelle componenti vegetali, nelle grandi lune che campeggiano nei notturni, talvolta raddoppiandosi. Nei paesaggi più originali le case, le cose sono avvolte da un’atmosfera misteriosa, quasi metafisica. La mostra nella Sala Thun di Torre Mirana, aperta dal lunedì al venerdì (dalle 16 alle 19 e il martedì e giovedì anche dalle 10 alle 12) sarà inaugurata il 7 ottobre alle ore 18.30, presentata dallo scrittore e critico Renzo Francescotti che a Tullia Fontana ha dedicato una monografia.

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Fiere MOSTRA MERCATO DEI PRODOTTI BIOLOGICI ED INTEGRATI Apertura: da sabato 17 settembre a domenica 9 ottobre. Prodotti ortofrutticoli di qualitê, attenzione alle pratiche dell’agricoltura biologica e integrata, eventi, laboratori, mostre, mestieri antichi e le professioni dell’artigianato. Info: tel. 0464-802915.

Rovereto Mostre Look today. Gli ultimi sessant’anni Apertura: da venerdô 1 aprile 2011 a domenica 12 febbraio 2012. Mart corso Bettini 43 - a cura di Gabriella Belli. Orari: mart-dom 10-18, ven 10-21. Numero verde 800 397760. Mostre Gino Severini 1883-1966 Apertura: da sabato 17 settembre 2011 a domenica 8 gennaio 2012. MartRovereto, Corso Bettini, 43. Coproduzione del Mart e dei MusÄes d’Orsay e de l’Orangerie di Parigi. Infoline 800 - 397760 0464 438887. Orari: lunedô, martedô, mercoledô, giovedô, sabato e domenica 10:00 - 18:00, venerdô 10:00 - 21:00. Ingresso: Intero: 8 Euro Ridotto: 5 Euro. Ridotto scolaresche: 1 Euro a studente. Mostre Silvia Giambrone e Liliana Moro Apertura: da venerdô 23 settembre a sabato 19 novembre. Galleria Paolo Maria Deanesi. Paolo Maria Deanesi Gallery presenta una mostra con due artiste italiane che appartengono a generazioni diverse e condividono un approccio plastico e concettuale nell’esplicitamento delle loro pratiche artistiche. gio, ven, sab 16-20; altri giorni su appuntamento. Info: tel. 0464-439834.

Tione Fiere RASSEGNA DELL’EDITORIA GIUDICARIESE Apertura: da venerdô 30 settembre a domenica 9 ottobre. SALE EXPO del Centro Studi Judicaria. Esposizione e vendita libri di argomento giudicariese. Orario d’apertura: da venerdô 30 a domenica 2 ottobre per l’intera giornata Da lunedô 3 a domenica 9 ottobre ore 15-18. Info: tel. 0465-702626.

Trento Mostre Willy Verginer Apertura: fino a sabato 3 dicembre. Arte Boccanera, via Milano. La teoria di scultori gardenesi hanno saputo, in questi ultimi anni, aggiornare il proprio alfabeto ico-

nografico senza tradire il proprio passato, le radici e la memoria che hanno fatto di questa valle uno dei luoghi privilegiati della lavorazione del legno. A questo non sfugge nemmeno Willy Verginer, giê noto alle cronache dell’arte trentine. Info: 0461.984206, www.arteboccanera.com. Mostre Erbaria Apertura: da sabato 3 settembre a domenica 20 novembre. Gigantografie di piante e fiori del fotografo Piergiorgio Migliore. Inaugurazione: venerdô 2 settembre, ore 18. La mostra, una sorta di erbario atipico composto da gigantografie realizzate in digitale che ritraggono la pianta intera o parti di essa, lega la bellezza dei soggetti ritratti alla conoscenza scientifica e culturale delle piante esposte. Alle foto si accompagnano libri e stampe botaniche antiche, fogli di erbari storici e curiositê legate ai possibili usi tradizionali delle erbe. Info: tel. 0461.270337. Mostre Michele Parisi Apertura: fino a venerdô 11 novembre. Galleria d’arte Il Castello, via degli Orbi 25. Una pittura velata, nata dalle nebbie del tempo, nasconde, mimetizza, copre un paesaggio che noi, in queste condizioni, vediamo come fatto di macchie, grumi, evanescenti e lattiginose figure e forme. Orari: 10-12.30 / 16-19.30; Lun mattina chiuso. Mostre Consuelo Longhi Exhibition Apertura: fino a lunedô 31 ottobre. Civico 66, Via San Martino, 66. Secondo compleanno della libreria Rileggo. Orario: giovedô 18/22, venerdô 16/20 e sabato 10/12.30-16/20. Mostre FRANCO ONDERTOLLER Apertura: da sabato 1 a lunedô 31 ottobre. Il pittore trentino espone in questi giorni una nutrita serie di paesaggi e nature morte. La rassegna Å stata allestita nella sede


trentinomostre

Mostre Riccardo Resta Apertura: da sabato 1 a mercoledô 12 ottobre. Studio Arte Andromeda, via Malpaga 17 - Ingresso gratuito. “Umanoremoto - Mere Figure Nere”. Tutti i giorni dalle 17 alle 19. Mostre Nedko Solakov Apertura: da venerdô 7 ottobre 2011 a domenica 5 febbraio 2012. Fondazione Galleria Civica Trento, via Cavour 19 - mostra a cura di Andrea Viliani. All in (My) Order, with Exceptions. Orari: mar-dom 10-18. Lun chiuso. Ingresso gratuito. Tel: 0461 985511. Mostre Il libro che non c’È Apertura: da sabato 8 ottobre a domenica 6 novembre. Bookique CaffÄ Letterario, Parco la Predara. Via Torre d’Augusto 29. Artisti vari. Ore 16-23. Mostre James Brown Apertura: da giovedô 13 ottobre a mercoledô 30 novembre. Studio d’arte “Raffaelli”, Palazzo Wolkenstein. Eclipse, questo il titolo della mostra, che si richiama al titolo delle opere esposte, mette in evidenza gli esiti del suo lavoro degli ultimi anni. Nelle sale di Palazzo Wolkenstein verranno esposti quadri a tecnica mista e collage su carta intelata di formato medio, piccoli acquerelli su carta e alcune opere di grande dimensione. Ore 10/12.30-17/19.30, dal martedô al sabato. Info: tel. 0461-982595. Mostre Troni e sgabelli. Sedie trentine del Novecento Apertura: da venerdô 14 a domenica 23 ottobre. Palazzo Roccabruna. Nei giorni della Triennale, da martedô a venerdô 10.00-12.00; 15.00-18.00; sabato e domenica 10.00-18.00. Lunedô chiuso. Info: www.triennaledellegno.it. Mostre Una storia a ricamo Apertura: fino a lunedô 7 novembre. Museo Diocesano - La ricomposizione di un raro ciclo boemo di fine Trecento. Ingresso libero alla mostra. La recente restituzione da parte del Museum of Fine Arts di Boston di un prezioso pannello a ricamo, realizzato intorno al 1390-1391, ha permesso al museo di ricomporre il pi¥ esteso ciclo figurativo di ricami boemi di quest’epoca che ancora si conservi: quello raffigurante scene della vita di San Vigilio, patrono di Trento. ? stato ultimato il restauro della brusta mancante: il museo puÿ ora presentare al pubblico questo straordinario e

raro corredo con una mostra, di taglio fortemente didattico, incentrata sulla raffinata committenza di Giorgio Liechtenstein. Orario: 9.30-12.30/14.30-18. Martedô chiuso. Info: Tel. 0461 234419. Mostre Non ancora Italia Apertura: fino a domenica 9 ottobre. Torre Vanga - piazza della PortÅla 1. Orario: 10.00 - 18.00 (chiuso il lunedô). Temi risorgimentali dell’arte in Trentino. La mostra si inserisce nell’ambito delle celebrazioni del 150í anniversario dell’Unitê d’Italia ed Å dedicata alla produzione artistica dell’epoca, ispirata in modo particolare ai fermenti risorgimentali che, come nel resto d’Italia, infiammarono il popolo Trentino. A cura della Soprintendenza per i Beni Storicoartistici in collaborazione con il Mart. Ingresso libero.

Vezzano Mostre Sotto coperta! Emilio Salgari: la scrittura come immagine Apertura: da sabato 1 a domenica 9 ottobre. Teatro valle dei Laghi. Mostra realizzata con la consulenza di Claudio Gallo, uno dei massimi esperti dell’opera salgariana, che indaga sul ruolo dell’immagine nella letteratura di Emilio Salgari. Ancora ragazzo egli abbozzava abbordaggi, combattimenti e probabilmente, pi¥ avanti negli anni, tracciava le mappe dei territori in cui ambientava le sue intriganti storie indicando le tappe principali del viaggio che avrebbero compiuto i suoi protagonisti. Formata da 64 pannelli l’esposizione si compone di materiali inediti, fotografie, disegni, manifesti e altro ancora. Info: tel. 0461.340158.

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Villa Lagarina Mostre SEBBEN CHE SIAMO DONNE... Apertura: fino a sabato 22 ottobre. Mostra curata da Angela Madesani, a Palazzo Libera. Organizza: Promart. Info: tel. 347.5308211.

Zambana vecchia Mostre Carlo Devigili - Opere recenti Apertura: da sabato 24 settembre a domenica 16 ottobre. Associazione MANA, via Molini. Info: tel. 0461.242187 - 346.0014586.

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trentinoappuntamenti

sapori d’autunno e tante note musicali

S

ono i sapori di autunno, i profumi delle specialità enogstronomiche dell’autunno le protagoniste di ottorbe. Tanti gli eventi legati ad esse. A

partire dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline

Avisiane alla Valle

di Cembra, dove si avrà

infatti la possibilità di percorrere un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. A Caldonazzo, invece, il 16 ottobre, Sapori

d'Autunno grande

festa per le vie del centro storico, con bancarelle ed esposizioni varie. Passando in Valle

di Non, la

stessa diventa capitale del gusto, celebrando la sua ricchezza enogastronomica

oliver twist

O

liver Twist (titolo originale in inglese: Oliver Twist; or, the Parish Boy's Progress) fu il secondo romanzo pubblicato da Charles Dickens. Apparve in prima edizione a puntate mensili sulla rivista Bentley's Miscellany, dal febbraio 1837 all'aprile 1839, con illustrazioni di George Cruikshank. È una delle opere più celebri e influenti di Dickens. Fu il primo romanzo in lingua inglese ad avere come protagonista un ragazzo e uno dei primi esempi di romanzo sociale. Inedita per l'epoca fu anche la rappresentazione fortemente anti-romantica della vita dei delinquenti e dei poveri. Attraverso un rovesciamento del romanzo di formazione e un dissacrante umorismo nero, il romanzo analizza i mali della società inglese ottocentesca: la povertà, il lavoro minorile, la criminalità urbana, e la intrinseca ipocrisia della cultura vittoriana. Oliver Twist è stato utilizzato come soggetto per molti adattamenti cinematografici e televisivi. I più celebri adattamenti per il grande schermo sono Le avventure di Oliver Twist di David Lean del 1948, Oliver! di Carol Reed del 1968 e il film omonimo di Roman Polanski del 2005. Nel 1988 la Walt Disney Pictures ha realizzato un film di animazione ispirato al romanzo, Oliver & Company.

attraverso due eventi assolutamente da non perdere per chi ama la buona tavola e i sapori

tradizionali: Pomaria

“Musica d’oltre oceano” proposta dall’associazione Nota Bene a Borgo Valsugana.

e Antichi Sapori.

Tornano i Modà in Trentino. Il gruppo al Palatrento,

Allla ribalta anche le sette

sabato 8 ottobre: una tappa trentina fa parte della tranche

note, con una grande scelta di concerti, soprattutto di

invernale del “Viva i Romantici Tour 2011”.

musica classica.

Per le esposizioni, nei fine settimana del 15-16 e 22-23

Con la fantasia sinfonica “Aus Italien” di Strauss – ad

ottobre, ecco la rassegna Io

esempio – si inaugura, il 12 ottobre, la 52a Stagione

un’edizione ancora più ricca di proposte e di servizi per il

concertistica dell’Orchestra

Haydn.

Prosegue la campagna abbonamenti. La venticinquesima edizione del Festival internazionale

Musicantica è partita l’8 Settembre scorso e

Casa Riva del Garda, Con

visitatore. Per il teatro, da segnalare l'’inizio della Stagione del Teatro della Valle

dei Laghi a Vezzano e, il

primo ottobre, al teatro parrocchiale di Caldonazzo, la

prosegue fino all’11 Novembre.

messinscena di Oliver

Si riallaccia, con il concerto della Royal Concertgebouw

Roberto Marafante, con la Compagnia dei ragazzi di San

Orchestra Brass nel segno “Dal Barocco al contemporaneo” di venerdì 7 ottobre, il filo sonoro della

Twist, curata dal regista

Patrignano di S. Vito di Pergine.

Da non perdere anche “Palcoscenico

Stagione della Società Filarmonica di Trento

Trentino- Concorso Mario Roat”

Per la musica più “leggera”, Bill Toms, Israel Nash

aprirà il suo sipario il 22 ottobre con due spettacoli realizzati

Gripka e Bob Malone i protagonisti della rassegna

da due Istituti di Trento.

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tmottobre


trentinoappuntamenti 1 sabato Cultura Presentazione libro Tione. Ore 17.30. SALE EXPO del Centro Studi Judicaria. “Le Giudicarie, Fauna alpina” di A. Rossi e S. Zanghellini, ed. Curcu & Genovese. “Presentazione opere vincitrici” della X edizione del Premio Papaleoni. Info: tel. 0465-702626. Enogastronomia Il Trentino tra gli Asburgo e i Savoia Mori. Orchestrine, suonatori, giocolieri, mostre e “i ciclisti di una volta” animano il percorso enogastronomico con i piatti della tradizione trentina. La “Ganzega d’Autunno” riscopre e valorizza le tradizioni, le usanze e la gastronomia della gente trentina a cavallo tra l’ottocento ed il novecento. Info: tel. 0464-430363. Esposizione Minerali, fossili e pietre lavorate Trento. Padiglione Trento Fiere, via Bomporto - la manifestazione è proposta dal Gruppo Mineralogico e Paleontologico Trentino. Oggi si classifica nei primi 10 posti a livello nazionale per la sua qualità. Esposizione ECOFIERA DI MONTAGNA Tione. il più importante ed attesissimo evento fieristico giudicariese d’autunno, dedicato all’economia di montagna ed allo sviluppo sostenibile nelle aree montane. La manifestazione giunta alla sua 12° edizione, rappresenta un’importante occasione commerciale

e promozionale per chi sa essere protagonista diretto sul mercato. Info: tel. 0465-702626. Esposizione RASSEGNA DELL’EDITORIA GIUDICARIESE Tione. SALE EXPO del Centro Studi Judicaria. Esposizione e vendita libri di argomento giudicariese. Orario d’apertura: da venerdì 30 a domenica 2 ottobre per l’intera giornata. Da lunedì 3 a domenica 9 ottobre ore 15-18. Info: tel. 0465-702626. Folklore BlogFest RIVA DEL GARDA. Centro storico. Blogger Festival Raduno. Blogger Festival. Teatro “Liolà” RIVA DEL GARDA. Teatro comprensoriale - h 20.45. Ottobre a Teatro. Filodrammatica San Martino, Fornace. Info: tel. 0464-516161.

Sala per banchetti e cerimonie Trento c/o Aeroporto “G. Caproni” tel. 0461/944999

2 domenica Cultura Presentazione libro Tione. Ore 16.30. SALE EXPO del Centro Studi Judicaria. “Ludovico Lodron, l’eroe di famiglia” di Alois Moriggl, ed. Il Chiese. “Opera Omnia” di G.B. Sicheri, ed. Circolo G.B. Sicheri. Presenza di esperti sulle erbe officinali. Info: tel. 0465-702626.

Musica AL5 - Per non dormire Trento. Ore 19-24. Officine Monzani. Via Ragazzi del ’99. A cura di Germano Wolf. Info: tel. 349.7447668.

Esposizione Minerali, fossili e pietre lavorate Trento. Padiglione Trento Fiere, via Bomporto - la manifestazione è proposta dal Gruppo Mineralogico e Paleontologico Trentino. Oggi si classifica nei primi 10 posti a livello nazionale per la sua qualità.

Teatro Oliver Twist Caldonazzo. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio di Caldonazzo. L’Associazione Culturale Nitida Stella e la Comunità di San Patrignano sono liete di invitare la comunità alla rappresentazione. Opera di Charles Dickens. Riduzione e adattamento di Roberto Marafante. Ingresso libero.

Esposizione ECOFIERA DI MONTAGNA Tione. il più importante ed attesissimo evento fieristico giudicariese d’autunno, dedicato all’economia di montagna ed allo sviluppo sostenibile nelle aree montane. La manifestazione giunta alla sua 12° edizione, rappresenta un’importante occasione commerciale e promozionale per chi sa essere

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trentinoappuntamenti Concilio, Lions ClubTrento Clesio e Lions Club Trento Host, organizzano il convegno dal titolo “L’amministratore di sostegno: una figura innovativa a tutela delle persone fragili”. Interverranno i Relatori Avvocato Patrizia Corona Presidente dell’Ordine degli Avvocati diTrento, l’Avvocato Massimo Zanoni Presidente dell’Associazione Comitato per l’Amministratore di Sostegno in Trentino e come moderatore l’Avvocato Andrea Bolner. Info dettagliate: 340.2932533.

Folklore Sagra di San Michele Telve Valsugana. Vie del centro. Saperi, sapori e tradizioni. Info: tel. 0461-706101. Teatro Il Corsaro Nero: il sogno di Salgari Sarche. Ore 16.30. Teatro di Sarche, riprende le gesta del corsaro filtrate dai sogni di vita dell’eroe Emilio. Una vita normale, con moglie, figli e tante pagine da scrivere che, vista attraverso la lente del Corsaro, si carica di riverberi fantastici. Con l’aiuto del pubblico, intrappolato anch’esso in quest’avventura, le vicende prenderanno forma e si materializzeranno portando a riflettere sulla possibilità di rendere speciale una vita normale. Info: tel. 0461.340158. Folklore BlogFest RIVA DEL GARDA. Centro storico. Blogger Festival Raduno. Blogger Festival.

3 lunedì Cultura Conferenza ARCO. Auditorium Palazzo Panni h. 20.30. Conferenza-ascolto. “La Vienna di Mahler e Freud”: il canto della terra. Info: tel. 0464-516161.

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Cultura Presentazione libro Trento. Ore 18. Sala della Sat, Via Malpaga. Presentazione con Pietro Dal Prà de “Dove pensano gli Asini” di Valentina Musmeci (Curcu & Genovese).

4 martedì Cultura “Viaggio tra le mie letture” Trento. Ore 18. Biblioteca comunale di via Roma. Con Andrea Castelli.

Organizzato dal servizio Biblioteche della Provincia di Trento. Racconto romanzato delle letture della formazione dell’attore trentino. Cultura Memorandum di pace Rovereto. Ore 18.30. Campana dei Caduti, Colle di Miravalle. 86° anniversario del primo suono di Maria Dolens. Info: tel. 0464-430363. Cultura Convegno Trento. Ore 19.30. Grand Hotel Trento. I Lions Club Trento del

Cultura Presentazione libro ARCO. Auditorium Palazzo Panni - h. 20.30. Biblioteca per...la Pace 2011. “La veggente di Ofis: una cosmica danza della pace”. Presentazione del libro di Mario Bolognese. Info: tel. 0464-516161.

5 mercoledì Musica Duo Sonora Mente Trento . Ore 17. Sala Fondazione Caritro. Via Dordi 8. Con Monique CIola e Edoardo Bruni. Concerto in onore di Lia de Finis.

6 giovedì cultura CONFERENZA Trento. Ore 17. Centro “Rosmini”, via Dordi, 8. “Tra crisi e internet.


Come cambia il giornalismo”, con Mario Morcellini. Info: tel. 0461239994.

7 venerdì Musica ENSEMBLE CAMERISTICO “SERGIO GAGGIA” Caldonazzo. Ore 21. XIV° Edizione Incontri Internazionali MUSICA DI MEZZA ESTATE 2011. S.Sisto. Organizza: Il Comune di Caldonazzo-La Civica Società Musicale-Associazione Cultura in Musica Limes. Musica Royal Concertgebouw Orchestra Brass Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Dal Barocco al contemporaneo. Info: tel. 0461-216000. Teatro Villa Verdi Vezzano. Ore 20.45. Teatro valle dei Laghi. Piéce di teatro musicale; dichiarato omaggio alla musica del maestro di Bussetto Giuseppe Verdi.

8 sabato Cultura Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea” Trento. Itinerario archeologico nel centro di Trento, dal S.A.S.S. a Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana. L’incontro è a cura dei Servizi Educativi della Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e del Museo Diocesano Tridentino. Il ritrovo è alle 16 presso il S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sas, in piazza Cesare Battisti. La quota di partecipazione è di 4 euro incluso l’ingresso ai siti archeologici, previa prenotazione entro le ore 12 del giorno dell’iniziativa al numero 0461 230171.

Cultura Giornata del Contemporaneo Rovereto . Centro Culturale “Casa Tani”, via Rialto. “Parole, immagini, suoni e rumori... futuristi nel 3° millennio”. dalle ore 18 alle 22.30: performance.

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Esposizione RASSEGNA DELL’EDITORIA GIUDICARIESE Tione. SALE EXPO del Centro Studi Judicaria. Esposizione e vendita libri di argomento giudicariese. Orario d’apertura: da venerdì 30 a domenica 2 ottobre per l’intera giornata Da lunedì 3 a domenica 9 ottobre ore 15-18. Info: tel. 0465-702626.

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Esposizione motorissima Trento. Trento Fiere. Auto moto mostra scambio ricambi d'epoca. Aperto dalle 9 alle 18. Musica LA SPAGNA NEL MEDIOEVO Trento. Ore 21. Badia di San Lorenzo. Schola Antiqua, dir. Juan Carlos Asensio Palacios. Concerto per “Trento Musicantica 2011”. Musica Modà in concerto Trento. Ore 21. Palasport. Nessuna band italiana meglio di loro nel 2011 un anno che li ha consacrati come il gruppo di punta dell’anemica scena pop rock italiana grazie alla loro partecipazione al Festival di Sanremo ma non solo. Teatro “Quando se vol viver en paze” RIVA DEL GARDA. Teatro comprensoriale - h 20.45 Ottobre a Teatro. Filo Bastia, Preore. Info: tel. 0464-516161.

9 domenica Esposizione RASSEGNA DELL’EDITORIA GIUDICARIESE Tione. SALE EXPO del Centro Studi Judicaria. Esposizione e vendi-

... accesso diretto all’alta via di Merano

ad oltre 1.500 m di quota nel cuore del parco naturale Gruppo di Tessa accesso diretto all’Alta Via di Merano discesa a Valle passando per la cascata di Parcines (cascata piu alta dell’Alto Adige) escursioni nella Val di Tel alla “Zielalm” ed al Rifugio Cima Fiammante ascensione alla vetta della Cima di Tel (Zielspitze - 3.006 m) escursione circolare all’Orenknott (2.258 m)

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Cultura Presentazione libro Rovereto. Ore 18. BluLibri, Via Portici. Mariapia Veladiano presenta “La vita accanto” (Einaudi), finalista premio Strega.

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Cultura Presentazione libro ARCO. Auditorium Palazzo Panni - h. 20.30. Biblioteca per...la Pace 2011. “Il cerchio di Panikkar”. Presentazione del libro di Francesco Comina. Info: tel. 0464-516161.

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14 venerdì Cultura Musica e interpretazione RIVA DEL GARDA. Conservatorio Bonporti - h. 16. Incontri di analisi e composizione. Le Analisi di Antonio Tarallo. Info: tel. 0464-516161. Enogastronomia DIVIN OTTOBRE Valle di Cembra. Colori e sapori d’autunno. DiVin Ottobre è l’iniziativa che unisce l’enogastronomia con la passione per la natura, le tradizioni e la storia. Dal 14 al 16 e dal 21 al 23 ottobre dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline Avisiane alla Valle di Cembra, si avrà infatti la possibilità di percorrere

un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: Cell. 345-7054561. Esposizione Triennale Internazionale del Legno Trento. In mostra a Trento il meglio della produzione artigianale delle aziende trentine. Trentofiere in via Bomporto. Orari: 10.00-22. INGRESSO GRATUITO. Folklore AUTUNNO PINETANO Baselga di Pinè, Bedollo e Montagnaga di Pinè. L’iniziativa enogastronomica nata dalla comune volontà di 12 albergatori e ristoratori aderenti all’Associazione Cuochi Trentini Altopiano di Piné, che vi farà riscoprire la cucina e la gastronomia dell’Altopiano. Info: tel. 0461-557028. Musica Merel Quartet Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Mary Ellen Woodside e Meesun Hong, violini, Alexander Besa, viola; Rafael Rosenfeld, violoncello. Info: tel. 0461-216000.

15 sabato Enogastronomia DIVIN OTTOBRE Valle di Cembra. Colori e sapori d’autunno. DiVin Ottobre è l’iniziativa che unisce l’enogastronomia con la passione per la natura, le tradizioni e la storia. Dal 14 al 16 e dal 21 al 23 ottobre dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline Avisiane alla Valle di Cembra, si avrà infatti la possibilità di percorrere un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: Cell. 345-7054561. Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige interamente dedicata a Bioedilizia, Costruzione e Interior Design. Info: www.iocasa.tv . Esposizione Triennale Internazionale del Legno Trento. In mostra a Trento il meglio della produzione artigianale delle aziende trentine. Trentofiere in via Bomporto. Orari: 10.00-22. INGRESSO GRATUITO. Esposizione Mercatino delle Pulci ARCO. Piazza - h. 8.00>19. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Info: tel. 0464-516161. Gastronomia Simposio Top Wine 2950 Sass Pordoi. Rifugio Maria sulla vetta del Sass Pordoi ovvero la Terrazza delle Dolomiti, ospiterà come di consueto il simposio Top


trentinoappuntamenti Wine. I vini, in abbinamento ai migliori prodotti della terra trentina, saranno ancora una volta protagonisti ai 2.950 m del Sass Pordoi. www.canazei.org. Info: tel. 0462-609500 . Musica Bill Toms Band BorgoValsugana. Ore 21. Auditorium. “Musica d’oltre oceano” si apre sabato 15 ottobre con il live della Bill Toms Band direttamente da Pittsburgh (Pennsylvania). Opera lirica ROMÉO ET JULIETTE Trento. Ore 20.30. Tragedia lirica in cinque atti, libretto di Jules Barbier e Michel Carré, dalla tragedia Romeo and Juliet di William Shakespeare. Musica di Charles Gounod. Info: tel. 0461-213811. Teatro “Il senatore Fox” RIVA DEL GARDA. Teatro comprensoriale - h 20.45 Ottobre a Teatro. Filodrammatica GAD Città di Trento. Info: tel. 0464-516161. Tradizione LA CIVILTA’ DELLE FASCE Grumes. Ore 20. Inaugurazione della mostra sul territorio ligure e sui suoi legami con i terrazzamenti cembrani, attraverso manualità e gestione del territorio. Apertura: dal lunedì al sabato: 20.00 - 22.00 e domenica: 15.00 - 18.00 e 20.00 22. Ore 20.30: Tavola rotonda sulla “Civiltà delle Terrazze”,un incontro fra i sistemi agricoli e sociali della Liguria e della Valle di Cembra, e fra i diversi aspetti della gastronomia del territorio per uno sviluppo sostenibile. Info: tel. 0461-688003. Info: tel. 0461-557028.

16 domenica Enogastronomia DIVIN OTTOBRE Valle di Cembra. Colori e sapori d’autunno. DiVin Ottobre è l’iniziativa che unisce l’enogastronomia con la passione per la natura, le tradizioni e la storia. Dal 14 al 16 e dal 21 al 23 ottobre dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline Avisiane alla Valle di Cembra, si avrà infatti la possibilità di percorrere un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: Cell. 345-7054561. Enogastronomia PINARTE A FAEDO Faedo. ore 15. L’Hotel Faedo Pineta vi aspetta per un pomeriggio all’insegna di arte e prodotti enogastronomici, adatto sia ad adulti che bambini. Info: tel. 0461-650233 . Info: tel. 0461-557028. Enogastronomia TRA STORIA E NATURA Faver. Ore 12. Dopo un delizioso pranzo presso il Ristorante Ponciach, vi immergerete nella natura e nella storia, visiterete infatti un

biotopo e scoprirete i resti di un vecchio edificio celtico. Il pomeriggio si concluderà poi con un’ottima merenda! Info: tel. 0461-683166 . Info: tel. 0461-557028. Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige interamente dedicata a Bioedilizia, Costruzione e Interior Design. Info: www.iocasa.tv . Esposizione Triennale Internazionale del Legno Trento. In mostra a Trento il meglio della produzione artigianale delle aziende trentine. Trentofiere in via Bomporto. Orari: 10.00-22. INGRESSO GRATUITO. Gastronomia Festa dei sapori d’autunno Caldonazzo. vie del centro. Con il finire dell’estate, arriva a Caldonazzo la prima Festa d’Autunno, rassegna che porterà in passerella tanti prodotti da gustare, ma anche un ricco calendario di intrattenimenti per riscoprire profumi e costumi della tradizione. Info: tel. 0461-706101. Opera lirica ROMÉO ET JULIETTE Trento. Ore 16. Tragedia lirica in cinque atti, libretto di Jules Barbier e Michel Carré, dalla tragedia Romeo and Juliet di William Shakespeare. Musica di Charles Gounod. Info: tel. 0461-213811.

20 giovedì Cinema The doors - “when you’re strange” Trento. Ore 21. Cinema Astra, Corso Buonarroti. Film su The Doors.

21 venerdì Enogastronomia DIVIN OTTOBRE Valle di Cembra. Colori e sapori d’autunno. DiVin Ottobre è l’iniziativa che unisce l’enogastronomia con la passione per la natura, le tradizioni e la storia. Dal 14 al 16 e dal 21 al 23 ottobre dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline Avisiane alla Valle di Cembra, si avrà infatti la possibilità di percorrere un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: Cell. 345-7054561. Enogastronomia CONGIUNZIONI DIVINO Giovo. Ore 20. “Un percorso di gusti e sapori accompagnati dai prodotti e dai vini del Trentino”, facendo del menù un’esperienza che lo racconta e lo condivide. Una serata speciale presso Maso Franch, in compagnia della Macelleria Paolazzi e all’azienda vitinicola Villa Corniole. Info: tel. 0461-245533.

Benessere in cucina. Da oltre 25 anni con i forni a vapore Miele La nuova tendenza in cucina è verso un’alimentazione sana, leggera e naturale. Ormai è provato che il vapore è il metodo di cottura che meglio valorizza e mantiene le proprietà nutritive, il colore, la consistenza di molti alimenti, addirittura esaltandone il sapore. Da oltre 25 anni, Miele dispone di una tecnica di cottura al vapore all’avanguardia, che si caratterizza per un principio molto importante: la generazione del vapore fuori dal vano di cottura. In questo modo solo la quantità di vapore necessaria, modulabile a seconda dell’alimento, confluisce all’interno del vano di cottura permettendo di raggiungere ottimi risultati in termini di qualità, di sapore e anche di aspetto e consistenza degli alimenti. Ma anche dal punto di vista della praticità, i forni a vapore Miele non hanno nulla da invidiare agli altri strumenti di cottura, anzi: poiché nulla può andare bruciato o andare oltre il grado di cottura, mentre si cuociono anche contemporaneamente patate e pesce, lo chef può dedicarsi tranquillamente ad altro. E al termine, le teglie d’acciaio si caricano direttamente in lavastoviglie e per asciugare il forno dalla condensa basta una semplice passata. Il forno a vapore può essere naturalmente usato anche per riscaldare piatti già pronti, per scottare le verdure e preparare conserve. I forni a vapore Miele DG sono disponibili in diverse varianti da incasso, per adeguarsi ad ogni cucina. Ogni elemento è pensato fin nel minimo dettaglio, come ad esempio la possibilità di cuocere contemporaneamente diverse portate. Nessun altro forno permette di preparare tutte le portate di un menù per molte persone in modo così comodo, distribuendole su vari livelli, senza contaminazione di odore né di sapore. A seconda del modello, sono disponibili programmi specifici, che gestiscono in automatico la sequenza di introduzione degli alimenti, segnalate da apposite indicazioni sul display che invitano l’utente a introdurre gli alimenti nel giusto ordine e al giusto livello. Al momento di servire, ogni portata sarà perfetta. Un’interessante alternativa al forno a vapore è rappresentata dai forni multifunzione della generazione H 5000 arricchiti dall’innovativa modalità di cottura con aggiunta di vapore. Ne è un esempio il modello H 5241 B, ispirato alle cucine professionali, che permette di raggiungere standard di perfezione senza precedenti e risultati da veri chef. Nel forno multifunzione H 5241 B, il vapore avvolge la pietanza al momento giusto, rendendola croccante fuori e tenera dentro. In particolare la modulazione del vapore all’interno del vano forno permette un’ottima doratura. I risultati sono sorprendenti: pane e dolci come dal panettiere, carne morbida e gustosa, con una tecnologia semplice ed intuitiva. Il controllo elettronico della temperatura indica sia il calore interno che la temperatura consigliata, e sono disponibili ben 8 differenti modalità di cottura tra cui scegliere. Tra queste la cottura ventilata Thermovent Plus molto funzionale per cuocere su più livelli con risultati uniformi e sempre eccellenti: grazie alla resistenza anulare attorno alla ventola, il calore si sprigiona direttamente dal cuore del forno, distribuendosi in maniera omogenea all’interno del vano. Un forno estremamente capiente, con un vano di ben 76 litri e 5 livelli di inserimento. Per agevolare la pulizia, il vano, le teglie e la griglia sono in PerfectClean, uno speciale affinamento della superficie con particolari qualità antiaderenti e antigraffio. Settembre 2011

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trentinoappuntamenti Esposizione Triennale Internazionale del Legno Trento. In mostra a Trento il meglio della produzione artigianale delle aziende trentine. Trentofiere in via Bomporto. Orari: 10.00-22. INGRESSO GRATUITO. Scopri i migliori vini del Trentino ogni giovedì e sabato dalle 17.00 alle 21.00

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

I GIOVEDÌ DELL’ ENOTECA

22 sabato

Ogni giovedì alle 18.00 un incontro dedicato ai prodotti trentini. Consumazione: 5,00 €

Giovedì 6 ottobre I VINI BIOLOGICI IN TRENTINO

Giovedì 13 ottobre PINOT NERO: ESPRESSIONI TRENTINE DI UN GRANDE VITIGNO

Giovedì 20 ottobre MARZEMINO: L’AUTOCTONO TUTTO DA SCOPRIRE

Giovedì 27 ottobre “DOLCE COME IL MIELE” - IL MIELE DEL TRENTINO

IL SABATO CON IL PRODUTTORE Ogni sabato alle 18.00 un appuntamento con i produttori trentini.

Sabato 1 ottobre LA QUALITÀ SI GIUDICA NEL BICCHIERE LE CARATTERISTICHE DI SEI GRANDI BIANCHI ITALIANI Cantina: Cavit –Trento

Sabato 8 ottobre LA VAL DI GRESTA: L’ORTO BIOLOGICO DEL TRENTINO A cura del Consorzio ortofrutticolo Val di Gresta (Ronzo Chienis – TN)

Sabato 15 ottobre LA POLENTA IN TRENTINO: IL MAIS SPIN DELLA VALSUGANA A cura del Consorzio per la tutela e la valorizzazione della farina della Valsugana (Borgo Valsugana – TN)

Sabato 22 ottobre LE PATATE: TESORI DI MONTAGNA A cura di Co.P.A.G (Dasindo di Lomaso – TN)

Sabato 29 ottobre MIELE, UNA ”MONTAGNA” DI DOLCEZZA Degustazione dei mieli del concorso “I mieli del Trentino”

EVENTI 8-9; 15-16; 22-23 ottobre

Sapori d’autunno Tre fine settimana in compagnia dei sapori trentini con i menù degli chef locali e le musiche di J. Futura Orchestra

MOSTRA 14 - 23 ottobre

Troni e sgabelli Sedie trentine del Novecento La sedia nell’interpretazione di otto maestri trentini del design Per scoprire le altre iniziative dell’Enoteca: www.enotecadeltrentino.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38100 Trento - tel. 0461/887101

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Musica Classic Art Ensemble Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Gabor Boldoczki, tromba. Info: tel. 0461-216000.

Cultura Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea” Trento. Itinerario archeologico nel centro di Trento, dal S.A.S.S. a Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana. L’incontro è a cura dei Servizi Educativi della Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e del Museo Diocesano Tridentino. Il ritrovo è alle 16 presso il S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sas, in piazza Cesare Battisti. La quota di partecipazione è di 4 euro incluso l’ingresso ai siti archeologici, previa prenotazione entro le ore 12 del giorno dell’iniziativa al numero 0461 230171. Enogastronomia DIVIN OTTOBRE Valle di Cembra. Colori e sapori d’autunno. DiVin Ottobre è l’iniziativa che unisce l’enogastronomia con la passione per la natura, le tradizioni e la storia. Dal 14 al 16 e dal 21 al 23 ottobre dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline Avisiane alla Valle di Cembra, si avrà infatti la possibilità di percorrere un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: Cell. 345-7054561. Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige interamente dedicata a Bioedilizia, Costruzione e Interior Design. Info: www.iocasa.tv . Esposizione Triennale Internazionale del Legno Trento. In mostra a Trento il meglio della produzione artigianale delle aziende trentine. Trentofiere in via Bomporto. Orari: 10.00-22. INGRESSO GRATUITO. Esposizione Mostra dei Merlot d’Italia Aldeno. Teatro comunale. Aldeno e il Merlot si ripresenteranno anche quest’anno insieme a fine ottobre; sarà l’ ottava edizione di questa manifestazione che, anno dopo anno, ha saputo ritagliarsi

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uno spazio sempre più importante nel panorama degli eventi nazionali dedicati al vino. Info: tel. 0461-842523. Folklore “LUI E COLEI” Riva del Garda. Astoria Park Hotel. Evento sposi con ingresso gratuito al pubblico dalle 11 alle 19. L’evento sarà inaugurato da Sonia Leonardi alle 11. Tra i visitatori che parteciperanno all’Evento Sposi sarà estratto il fortunato vincitore a cui sarà messa a disposizione gratuitamente una Limousine Lincoln Town Car per la data delle proprie nozze. Programma dettagliato dell’evento su www. adarosabalzan.it. Folklore festa della castagna Roncegno Terme. Dalle 10. Vie del centro. Si inizia alle 10 con una escursione fra i boschi, mentre nel pomeriggio il paese si anima con bancarelle, caldarroste e fumante vin brulè. Poi canti e balli folkloristici e animazione; dalle ore 20.30 musica dal vivo e ballo. Tel: 0461 727700.

23 domenica Enogastronomia DIVIN OTTOBRE Valle di Cembra. Colori e sapori d’autunno. DiVin Ottobre è l’iniziativa che unisce l’enogastronomia con la passione per la natura, le tradizioni e la storia. Dal 14 al 16 e dal 21 al 23 ottobre dall’Altopiano di Pinè a Faedo, dalle Colline Avisiane alla Valle di Cembra, si avrà infatti la possibilità di percorrere un viaggio di gusto, tra colori e sapori d’autunno visitando cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: Cell. 345-7054561. Enogastronomia CANEVE FONDE Lavis. Ore 15.30-16.00-16.30. Un trekking urbano, guidato, alla scoperta del centro storico di Lavis, caratterizzato da 6 tappe nelle caneve del paese, dove i produttori locali vi faranno degustare i migliori vini del territorio abbinati ad una selezione di specialità gastronomiche. Info: cell. 345-7054561. Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige interamente dedicata a Bioedilizia, Costruzione e Interior Design. Info: www.iocasa.tv . Esposizione Triennale Internazionale del Legno Trento. In mostra a Trento il meglio della produzione artigianale delle aziende trentine. Trentofiere in via Bomporto. Orari: 10.00-22. INGRESSO GRATUITO.


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Folklore “LUI E COLEI” Riva del Garda. Astoria Park Hotel. Evento sposi con ingresso gratuito al pubblico dalle 11 alle 19. Tra i visitatori che parteciperanno all’Evento Sposi sarà estratto il fortunato vincitore a cui sarà messa a disposizione gratuitamente una Limousine Lincoln Town Car per la data delle proprie nozze. Programma dettagliato dell’evento su www.adarosabalzan.it. Folklore festa della castagna Roncegno Terme. Dalle 10. Vie del centro. Si inizia alle 10 con una escursione fra i boschi, mentre nel pomeriggio il paese si anima con bancarelle, caldarroste e fumante vin brulè. Poi canti e balli folkloristici e animazione; dalle ore 20.30 musica dal vivo e ballo. Tel: 0461 727700. Musica Festival Corale Trento. Ore 21. Sala SOSAT Coro Euphonia Coro Audiemus.

24 lunedì Esposizione Mostra dei Merlot d’Italia Aldeno. Teatro comunale. Aldeno e il Merlot si ripresenteranno anche quest’anno insieme a fine ottobre; sarà l’ ottava edizione di questa manifestazione che, anno dopo anno, ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più importante nel panorama degli eventi nazionali dedicati al vino. Info: tel. 0461-842523.

26 mercoledì Cultura I tre libri della vita Trento. Ore 21. Bookique Caffé Letterario, Parco la Predara. Via Torre d’Augusto 29. Incontro con lo scrittore Pino Loperfido. Musica Orchestra “Haydn” Trento. Ore 20.30. Auditorium. György G. Ráth, direttore. Peter Lang, pianoforte. Programma: Joseph Haydn: Sinfonia n. 67 in

27 giovedì Cinema Body & Soul Trento. Ore 21. Cinema Astra, Corso Buonarroti. Film-documento sul pianista jazz Michel Petrucciani..

28 venerdì Musica Israel Nash Gripka Borgo Valsugana. Ore 21. Auditorium. La band guidata da Israel Nash Gripka che si è fatto conoscere per l’album “NewYorkTown”, ispirato a Ryan Adams e il successivo “Barn Doors & Concrete Floors” disco segnato da un sound roots-rock e country rock con rimandi ai Rolling Stones di Exile on Main Street.

Nel regno incantato di Casez la festa per la regina delle mele.

29 sabato Cultura Presentazione libro ARCO. Auditorium Palazzo Panni - h. 10. “Fuori dai vetri: antologia poetica 1990-2010”.Presentazione del libro di Flavio Angelini. Info: tel. 0464-516161. Musica CONCERTI MUSICALI PER USO DI CHIESA Trento. Ore 21. Chiesa San Francesco Saverio. GIOVANNI LEGRENZI: Oficina musicum, dir. Riccardo Favero. Concerto per “Trento Musicantica 2011”. Musica John Abrecrombie Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Melotti. Quartetto Jazz. Musica Oldies but Goldies Trento. Ore 21. Questa volta gli Oldies but Goldies hanno preso a prestito il mitico autobus del “Magical Mistery tour” beatlesiano, e ripercorreranno in questo simbolico viaggio le tappe fondamentali dell’evoluzione del rock inglese degli anni 60, proponendo dal vivo, in oltre due ore di spettacolo, una trentina di storiche hits in occasione del concerto “Magical History Tour”,in programma all’Auditorium S. Chiara nell’ambito di Solidarte.

tel. 0463.830133

Esposizione Mostra Merlot d’Italia Aldeno. Teatro comunale. Aldeno e il Merlot si ripresenteranno anche quest’anno insieme a fine ottobre; sarà l’ ottava edizione di questa manifestazione che, anno dopo anno, ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più importante nel panorama degli eventi nazionali dedicati al vino. Info: tel. 0461-842523.

fa maggiore, Hob. I: 67. Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto per pianoforte e orchestra n. 22 in mi bemolle maggiore, K 482. Johannes Brahms: Serenata n. 1 in re maggiore, op. 11. Info: tel. 0461-213811.

Degustazioni e laboratori “Cogli la prima mela!” “Pom’arte” concorso d’arte estemporanea “La mela più...di Pomaria” L’angolo dei bambini e la fattoria degli animali Artigianato e antichi mestieri Gran gala di beneficienza Mercatino dei prodotti del territorio

www.pomaria.it

Esposizione Capra pezzata mochena Centrale di Bedollo. Dalle ore 8. Premiazione delle categorie esposte dei soggetti iscritti al registro anagrafico nazionale. Info: tel. 349.3911803.

31 lunedì Teatro La morte li colse vivi Rovereto. Ore 20.30. Auditorium Melotti. Spettacolo tratto dal libro omonimo di Antonella Bragagna, basato sul “Libro dei Defunti” della Parrocchia di San Marco. Con la Compagnia dell’Attimo.

... con la straordinaria partecipazione del giornalista Edoardo Raspelli

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trentinoattualità questo mese due matrimoni sulla rubrica dedicata ai fiori d’arancio

i matrimoni del mese

il matrimonio di chiara e Luca

Lei Nome: Chiara Anni: 27 Nata a: Rovereto Residente a: Mori Occupazione: Operaia Vestito di: Marta Sala Scarpe di: Marta Sala Parrucchiere: HLC di Rovereto Estetista: Veronica Miotto

Lui Nome: Luca Anni: 29 Nato a: Rovereto Residente a: Mori Occupazione: Operaio Vestito di: Fashion Gallery Scarpe di: Fashion Gallery Barbiere: Salone Mini di Mori

Servizio fotografico a cura di: Ivo Gentilini 98

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Matrimonio: Religioso Data: 16 luglio 2011 Luogo: Villa Lagarina Fiori: Rose blu di Fioreria Girasole Lista di nozze: Vallagarina Tour di Rovereto Anello per lei/lui: Pierpaolo Omodeo Orafo di Rovereto Invitati: 100 Ricevimento: Maso Toresella Bomboniere: Personalizzate Viaggio: New York - Miami Durata: 14 giorni Vivranno a: Mori


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trentinoattualità il matrimonio di Paola e Andrea

vuoi vedere il tuo matrimonio pubblicato in questo spazio? scrivi a redazione@trentinomese.it

Come segna tavoli è stato creato un cartellone con le varie foto degli sposi. Per festeggiare con gli amici gli sposi hanno organizzato un cartellone fotografico dove apporre firme e dediche per gli sposi.

Lei Nome: Paola Anni: 24 Nata a: Trento Residente a: Civezzano Occupazione: Fisioterapista Vestito di: Marta Sala Scarpe di: Dolce & Gabbana (Clan - Trento) Parrucchiere: Salone Ten’s (Trento) Estetista: Estetica Norma (Madrano)

Lui Nome: Andrea Anni: 33 Nato a: Cles Residente a: Cles Occupazione: Avvocato Vestito di: Boggi Scarpe di: Richmond (Le Follie - Affi) Barbiere: Salone Profili di Ivana (Cles) 100

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trentinoattualità

Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina, Trento

Matrimonio: Civile Data: 3 settembre 2011 Luogo: Palazzo Assessorile Cles Fiori: Orchidee e rose bianche forniti da TrentinFlora - Cles Anello per lui: Gioielleria Valentini Trento Anello per lei: Gioielleria Valentini Trento Invitati: 95 Ricevimento: Villa Lieto Giorno - Lasino Bomboniere: Nuova Coral - Trento Torta nuziale: Gelateria Bologna - Mori Catering: Menù Service Intrattenimenti: Gruppo di 3 fisarmonicisti, gruppo jazz e dj Viaggio: Stati Uniti d’America e Isola di Guadalupe Durata: Tre settimane Vivranno a: Cles 101

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Al Mart un’opera di Annamaria Gelmi MaTTeo AbaTTi è la nuova scommessa della Gulliver Studio Production Venerdi 16 settembre a Pergine ha presentato il suo primo CD

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i chiama Matteo Abatti ed è la nuova scommessa della Gulliver Studio Production. Venerdi 16 settembre a Pergine ha presentato il suo primo CD firmato Gulliver Studio, munito di chitarra, voce e loop station proporrà del classici dei Poliice, Lenny Kravitz, U2, Negrita, Afterhours e non mancheranno di certo gli inediti che stanno riscuotendo svariate critiche positive come, “Sei con me, il senso per me, i battiti del cuore” e il tormentone estivo “Nella mia testa”. C’è, sul quale si stà elaborando anche una versione cantata in spagnolo. “Matteo – dice Alex Carlin – ha già abbracciato il pubblico perginese, in occasione del concerto dei The Bastard Sons of Dioniso lo scorso luglio, quando prima della rock band si è esibito in acustico sullo stesso palco. Il ragazzo piace, è genuino e sicuro di sè, sà scrivere e

Con la donazione di “Oltre il tempo”, 2011, si rinnova il Parco delle Sculture del Mart

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naugurato nel 2008, il parco mette in dialogo gli spazi esterni del Mart con un giardino che offre al visitatore uno sguardo suggestivo sulla scultura contemporanea. “Oltre il tempo”, realizzata con il contributo della Sparkasse, è un’opera monumentale in acciaio corten e bronzo. L’artista suggerisce come chiave di lettura quella di una “porta come memoria degli antichi miti di passaggio legati ai vari stati della vita: nascita, pubertà e morte.” Una serie di lettere e numeri in rilievo sulla sfera in bronzo simboleggiano la memoria e la scrittura, ma anche l’orizzonte del sapere umano. La scultura “Oltre il tempo” di Annamaria Gelmi mostra un esplicito riferimento visivo a canoni architettonici, e si pone in naturale dialogo con la vicina opera “Epistilyum”, di Giuseppe Uncini, allestita nel 2010 e realizzata appositamente per questi spazi. suonare bene, sono orgoglioso di aver iniziato questo viaggio assieme a lui”. Musicista, cantautore, interprete, Matteo Abatti debutta come professionista nel 2007 a Bologna in concerto con Gianni Morandi e la cantante americana Cheryl Porter. Nel 2006 si laurea a pieni voti presso la facoltà di lettere e filosofia di Trento con una tesi su Luigi Tenco dal titolo “Ognuno è libero, Luigi Tenco e la nascita della canzone d’autore in Italia”. Nel 2006 inizia una breve ma fondamentale collaborazione artistica con il cantautore Bruno Lauzi, accompagnandolo nella presentazione trentina del suo romanzo “Il pompelmo levigato”. Incide due dischi con la cantante Cheryl Porter e nel 2008 si aggiudica il primo premio all’edizione del concorso canoro trentino “Trentoincanta” nella categoria “big” e viene premiato da Gatto Panceri. L’album può essere acquistato presso i punti vendita Leonardelli Elettrodomestici, a Pergine Valsugana,Arco e Borgo Valsugana. Per maggiori informazioni www.gulliverstudio.it.

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moscon PROTAGONISTA DI ”SPOSAMI” Radio italia: GLI EFFETTI DI UN GRANDE SUCCESSO

Franco, trentino, ha molti film al suo attivo

NOTE ITALIANE NEL MONDO, in archivio la XIII edizione

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un bilancio oltre ogni più rosea previsione quello che và in archivio per l’edizione 2011 , la tredicesima, di “Note Italiane…nel Mondo” l’evento, firmato Radio Italia, ideato e coordinato da Alessandro Raffaelli, che si è svolto lo scorso 3 settembre nella splendida cornice Piazza Fiera a Trento. Oltre diecimila gli spettatori accorsi per assistere allo show presentato in maniera brillante da Francesca Leto e Mauro Marino, voci di Radio Italia, e che ha visto alternarsi sul palco tredici protagonisti della musica leggera tricolore. Ad entusiasmare il pubblico le esibizioni dei Modà, Emma, Annalisa, Luca Carboni, Max Pezzali le stelle in un cast ricchissimo composto anche da Grido, Matia Bazar Luca Barbarossa, Luca Dirisio, Virginio, Luca Carboni, Stadio, Simona Molinari e Luca Napolitano. Fra i momenti clou della serata anche la premiazione dei Modà che hanno ricevuto da Alessandro Raffaelli (il momento nella foto qui in allegato) una targa conferita “Al gruppo che ha avuto maggior successo discografico del 2011”, si parla di oltre trecentomila copie vendute, e consegnata a nome del Comune di Trento. Alessandro Raffaelli nel fotografare il successo della kermesse sottolinea l’importanza delle partnership e degli sponsor che hanno reso possibile, con un perfetto lavoro di squadra, la realizzazione dell’evento offerto gratuitamente al pubblico e guarda già all’edizione del 2012: “Il grande successo di quest’anno ci da la carica per gettare fin d’ora le basi per l’edizione 2012, anche se ogni anno diventa sempre più difficile organizzare un evento complesso come questo. Ci auguriamo – ringraziandoli di cuore – di avere ancora al nostro fianco gli sponsors e i partners che hanno reso indimenticabile l’evento”.

ul set di “Sposami” hanno fatto capolino molte comparse trentine, ma una in particolare la noteremo più degli altri quando ci godremo la fiction in tv. Si tratta di Franco Moscon, quaranta film al suo attivo, che in “Sposami” vestirà il ruolo di parroco che officerà uno dei tanti matrimoni organizzati dai wedding planner protagonisti della storia e interpretati da Daniele Pecci e da Francesca Chillemi. La carriera di attore di Franco Moscon è iniziata per caso, quando negli anni Settanta si trovava a Roma per il servizio militare. «Un giorno mi trovavo a Manziana, alla periferia della Capitale, per effettuare delle manovre militari – racconta – . Tra i miei comilitoni c’era anche Antonello Venditti che, a un tratto, sentiamo esclamare in romanesco “A Federì, te possino! Che stai a fa’”. Era Federico Fellini, con in testa un cappellaccio di paglia, seduto su una panchina fuori da una trattoria nel centro di Manziana, intento nella lettura di fogli di carta scritti a macchina. Stava aspettando il regista Giorgio Simonelli per pranzare con lui a suon di pasta alla Matriciana e coda alla Vaccinara». Fu proprio Simonelli a proporre a Moscon il suo primo ruolo nel cinema: «Gli serviva qualcuno che interpretasse la parte di un Peones nel film “I due figli di Ringo” con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, e io non me lo feci dire due volte»». Da quel momento in poi Franco Moscon verrà ricontattato per altri film, come la serie televisiva “La Freccia Nera” con Loretta Goggi e “Nell’anno del Signore “ con Alberto Sordi , Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Claudia Cardinale ed Enrico Maria Salerno, per la regia di Luigi Magni. In Italia e all’estero sono ormai quaranta le pellicole a cui ha partecipato il trentino Moscon (protagonista anche di 15 spot pubblicitari), recitando al fianco di grandi attori come Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, Horst Tappert (l’Ispettore Derrik), Fritz Wepper. E ovviamente non è mancato nemmeno in tutti i film girati in Trentino Alto Adige, tra cui anche “La guerra sulle montagne”, “I figli strappati”, “Vincere” di Marco Belloccio con Giovanna Mezzogiorno, e, per ultimo, la serie televisiva “Sposami”.

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MARTINA GRASSI RAGAZZA SPETTACOLO l’enogastronomIa più alta che ci sia...

LA BELLA D’ITALIA, il concorso organizzato da promoevent, giunto alla 30a EDIZIONE: UN TITOLO NAZIONALE IN TRENTINO

Simposio Top Wine 2950, al Rifugio Maria, sulla vetta del Sass Pordoi

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imposio Top Wine 2950, questo il nome dell’evento enogastronomico da ricordare per l’autunno. Sabato 15 ottobre 2011 al Rifugio Maria, sulla vetta del Sass Pordoi, si svolgerà la tredicesima edizione della manifestazione nata dalla collaborazione fra la Società Incremento Turistico Canazei, i Sommeliers di Fassa e Fiemme e l’Associazione Vignaioli del Trentino. È l’appuntamento enogastronomico probabilmente più alto al mondo e, grazie alla sua collocazione sulla vetta del Sass Pordoi, il Top Wine 2950 è riuscito ad unire l’arte naturale delle Dolomiti, oggi patrimonio dell’umanità, con l’arte e la cultura dei prodotti dei Vignaioli del Trentino. La manifestazione si propone come opportunità di accrescimento della cultura enologica di ognuno, con la possibilità di un confronto diretto con 30 produttori, in una cornice naturale fra le più suggestive al mondo. Il legame con il territorio sarà forte anche quest’anno, con la confermata presenza di prodotti di qualità come i salumi di Martin Speck, i formaggi del Caseificio di Campitello ed i prodotti da forno del Panificio Boninsegna. La degustazione si svolgerà sugli oltre 400 metri quadrati del Rifugio Maria con la possibilità di usufruire della struttura riscaldata all’esterno dove gustare la cucina del rifugio. In alta quota il vino dovrebbe esaltare tutte le sue caratteristiche. Una degustazione al Rifugio Maria, ai 2.950 metri del Sass Pordoi, offre l’occasione per verificare questo teorema. La manifestazione può essere l’occasione, se le condizioni meteo lo permettono, per una bella escursione autunnale nel Gruppo del Sella, in modo da abbinare l’enogastronomia ed il contatto con la natura ritornata selvaggia con i mesi 104

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rande successo, sabato 17 settembre, per le bellezze del Trentino alla Finale Nazionale della Bella d’Italia che si è svolta a Scalea in Calabria. Agguerrita la concorrenza, oltre 100 ragazze presenti alla finale, provenienti da tutte le regioni di Italia. Diversi sono stati i passaggi davanti alla giuria, che ha voluto conoscere le ragazze oltre all’aspetto fisico. Nello splendido scenario dell’hotel Santa Caterina di Scalea Martina Grassi ha vinto il titolo di Ragazza Spettacolo Italia 2011, mentre Maria Vittoria Toniatti ha ricevuto la nomination per la Finale della Bella d’Italia delle Nevi 2012. Grande soddisfazione anche per l’agente regionale del Concorso Massimo D’Achille che ha visto riconosciuto il duro lavoro svolto durante l’estate con le diverse selezioni effettuate sul territorio. autunnali. Qualche idea? Dal Rifugio Maria verso il Rifugio Boè e ritorno. Un’escursione facile, che richiede circa 2,5 ore andata e ritorno. Oppure, per compiere un percorso ad anello e un po’ più impegnativo (3-4 ore), dal Rifugio Maria, una volta raggiunto il Rifugio Forcella Pordoi, salire sulla cima del Piz Boè al Rifugio Capanna Fassa, di qui scendere il versante nord-ovest del Piz Boè verso il Rifugio Boè per rientrare alla Forcella Pordoi e risalire al Rifugio Maria. Da tenere presente che tutti i rifugi saranno chiusi e che sarà necessario accertarsi della transitabilità dei sentieri in quanto verso la fine di ottobre a quasi 3000 metri di quota, possono essere già innevati. Per le escursioni è comunque necessaria l’attrezzatura da montagna (calzature e abbigliamento adeguato). Il Rifugio Maria è raggiungibile in 4 minuti con la funivia dal Passo Pordoi e dall’arrivo della funivia si accede direttamente alla terrazza panoramica del rifugio. La partecipazione al Simposio Top Wine 2950 ha un costo di 25,00 euro e comprende il biglietto a/r in funivia, la degustazione ed il ricordo personalizzato della manifestazione. Non è richiesta la prenotazione. Informazioni: tel.0462.608811 – tel.0462.601178 www.canazei.org - www.vignaioli.trentino.it


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Da Castel Thun alla magica Sardegna Giuseppina “gioia di vivere”

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a chiamano ed è conosciuta come "Giuseppina gioia di vivere”: gli stessi figli le dicono che, un domani che non ci sarà più – fra duecento anni – scriveranno che è deceduta sì, ma è vissuta felice, facendo in modo che tanta gente nel leggerlo potrà dire: “Allora, sono in tempo anch’io?” La risposta è sì, perché vivendo in tal modo tutto intorno risplende. Magica è stata la festa organizzata dalla sua amica farmacista Anna Scarafoni che, nella sua casa a Bolzano, immersa in un bel verde, ha ospitato tutti con allegria, gioia e serenità. Mentre l’altro incontro, svoltosi nel rinnovato Castel Thun, nel seguire lo spettacolo teatrale, è stato incantevole grazie ad Antonio Massena ed alla regista Cristina Giambruno dell’Aquila.

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Racchette di solidarietà VOCI DA AUSCHWITZ sul treno della memoria Il Piano Giovani di Zona della Vigolana ha aderito FIN dal 2009 al progetto

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l primo Treno della Memoria è partito nel gennaio del 2005 con a bordo 650 ragazzi piemontesi e 50 leccesi, guidati dai giovanissimi educatori di Terra del Fuoco. Da allora hanno viaggiato con il Treno oltre 10mila giovani provenienti da tutta Italia e il progetto si è arricchito fino a diventare un percorso educativo che accompagna i ragazzi per tutto l’anno scolastico. I due momenti centrali del viaggio sono la visita guidata al ghetto ebraico di Cracovia e quella agli ex campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz– Birkenau. Le giornate a Cracovia sono arricchite da attività diurne di group-building e serali di intrattenimento artisticoculturale, come il teatro e la proiezione di film. Il progetto Treno della Memoria in provincia di Trento, che dal 2008 porta ogni anno a Cracovia 400 giovani trentini è sostenuto dalle Politiche Giovanili della Provincia autonoma di Trento e viene realizzato attraverso i Piani Giovani di Zona, realtà territoriali che contribuiscono alla buona riuscita del percorso individuando i giovani educatori e sostenendo i partecipanti durante i momenti di approfondimento e di dialogo con il territorio. Il Piano Giovani di Zona della Vigolana ha aderito dal 2009 al progetto. È consuetudine che i ragazzi al ritorno dal viaggio organizzino una serata di restituzione dell’esperienza alla comunità di provenienza ma i ragazzi che hanno partecipato all’edizione 2011 hanno accettato di aderire ad un progetto più ampio, proposto dallo sportello del PGZ, che prevedeva l’allestimento di un recital di brani sulla Shoah. Così, il 13 maggio i ragazzi sono andati in scena, al teatro parrocchiale di Vigolo Vattaro, presentando una serie di letture tratte dalla sterminata bibliografia dedicata 106

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con l’Us Ronzone Sportinsieme

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n successo confermato per la settimana tennistica di Cavarono organizzata dall’US Ronzone Sportinsieme con la preziosa disponibilità e collaborazione della Val di Non Sport Gestion, di Giorgio Borzaga e di Lia Alessi. La manifestazione si è svolta sui campi del Centro Sportivo di Cavarono con una novantina di presenze nelle diverse gare caratterizzate da una giusta dose di agonismo e di rivalità peraltro sempre dentro i confini della schietta amicizia e dell’aggregazione come vuole questo appuntamento che riesce ad abbinare lo sport alla solidarietà per i bambini di uno dei Progetto UNICEF 2011. Alla premiazione dei numerosi vincitori di categoria è intervenuto il Presidente della Val di Non Sport Gestion Maurizio Zini. È seguito un buffet offerto dalla direzione del Bar Giulia. Il singolare maschile è stato vinto dal bolzanino Albert Bernhard davanti al milanese Fabrizio Zacchera. Successo tutto “noneso” nel doppio femminile con Giulia Battocletti, da anni in classifica in questo torneo per l’UNICEF e Sandra Bergamo su Elena Santini e Erika Meneghini. Ancora “la Giulia” sul podio più alto con Stepan Laimer nel doppio misto mentre la piacevolissima sorpresa di quest’edizione è venuta dalla giovanissima coppia bolzanina formata da Pietro Bonmassari e Christiam Munter (nella foto) che si è aggiudicata il doppio maschile vincendo l’impegnativo match finale con Claudio Sicher e Ivo Dalpiaz. all’olocausto. La loro voce ha accompagnato gli spettatori attraverso brani tratti da “IL SILENZIO DEI VIVI” di ELSA SPRINGER – per raccontare la deportazione, il viaggio, il treno e l’arrivo al campo, dall’Istruttoria di Peter Weiss con “Il canto dei Bunkerblock ed Il canto dei Forni” per raccontare la prigionia e lo sterminio. Il recital è stato replicato il 26 agosto a Bosentino. A chiusura della serata, dopo un breve dibattito con il pubblico, vi è stato un momento di intensa emozione quando un anziano signore ha chiesto il microfono e con grande semplicità e serenità, dopo essersi complimentato con i ragazzi, ha detto loro: “Anch’io sono stato prigioniero ad Auschwitz”, creando lo sconcerto fra di loro. Ed ancora… “Le vostre immagini mi hanno riportato in un mondo in bianco e nero, privo di colori, fra il freddo e la disperazione”.


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“LUI E COLEI” Manager in gabbia e leoni ruggenti

un Evento Sposi All’Astoria Park hotel di Riva del Garda

Durante l’Autunno Trentino, Brennercom ha aggiunto un suo “tocco di colore“

Sabato 22 e domenica 23 ottobre, all’Astoria Park Hotel di Riva del Garda, avrà luogo il primo evento sposi “Lui e Colei” con ingresso gratuito al pubblico dalle 11 alle 19. L’evento sarà inaugurato da Sonia Leonardi sabato 22 alle 11. Tra i visitatori che parteciperanno all’Evento Sposi sarà estratto il fortunato vincitore a cui sarà messa a disposizione gratuitamente una Limousine Lincoln Town Car per la data delle proprie nozze. Programma dettagliato dell’evento verrà pubblicato su Facebook/AdaRosaBalzan. it e www.adarosabalzan.it

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urante l’Autunno Trentino, svoltosi come di consueto nei due weekend centrali di settembre, Brennercom ha aggiunto un suo tocco di colore all’iniziativa mettendo in scena un’azione di comunicazione originale e inaspettata. Piazza Cesare Battisti ha infatti ospitato una gabbia di circa tre metri per due contenente una coppia di manager “alienati” che, come recitava un’ironica targhetta, rappresentavano la categoria dei “manager in cattività telefonica, prigionieri di internet e del mondo ICT”; insomma, quelli che hanno un operatore telefonico che gli rovina la vita! Fuori dalla gabbia, liberi nella città, portavano il verbo alla folle i Businesslions di Brennercom, rappresentanti della categoria dei manager ruggenti che hanno fatto la “scelta telefonica” giusta. L’iniziativa, divertente e impattante, è stata pensata e organizzata dall’agenzia di pubblicità Plus Communications di Roberto Locatelli (in foto la coppia creativa, Luca Franceschini, art director, e Annalisa Curcu, copywriter, con uno degli “ingabbiati”) a sostegno dell’omologa campagna stampa con il manager-leone ruggente. Sotto le maschere da leone si nascondevano quattro attori del teatro Portland: Francesco Montrone, Marcello Morgese, Marco Petrolli e Gabriele Zanon. Della stessa compagnia anche i due attori rinchiusi in gabbia, Matteo Cortelletti (in foto) e Christian Traficante, tutti entusiasti dell’iniziativa anche se provati fisicamente. Il peso importante dei mascheroni di peluche pare infatti abbia fatto saltare qualche cervicale! “La scelta di attori professionisti è stata fondamentale” ci dice Luca Franceschini, “Per la riuscita dell’iniziativa, era infatti molto importante che leoni

e ingabbiati seguissero un protocollo di comportamento condiviso con noi e recitassero bene i loro ruoli. È stato divertente e interessante interagire con i ragazzi, dal momento del casting, fino alle prove generali in teatro prima dell’evento con vestiti e maschere, per verificare insieme come era meglio muoversi, sia nella gabbia che in strada.” Annalisa Curcu aggiunge: “Ringraziamo Denisa Gollino, che si è occupata con noi della gestione e organizzazione dell’operazione, e soprattutto Brennercom per averci dato fiducia, permettendoci di mettere in scena le nostre idee liberamente. Sembra la solita frase fatta, ma è molto sentita perché il nostro lavoro è entusiasmante soprattutto quando i clienti ci permettono di farlo fino in fondo.”

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Il Circuito “Dolomiti Golf Cup” Storie di uomini, memoria e comicità Il palinsesto regionale di ottobre della sede rai di trento

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adio e televisione: mamma Rai corre incontro ai gusti e alle abitudini degli ascoltatori con un’offerta che sa accontentare un po’ tutti. Per quanto riguarda la programmazione regionale su Radio2 della Struttura di Trento, il palinsesto prevede, tra le altre cose, il martedì pomeriggio, alle 15, “La vita meravigiosa” (a cura di Tiziana Raffaelli) , un viaggio nella cultura e ricerca scientifica trentina. Il programma invita gli scienziati trentini a raccontare, in toni divulgativi ma rigorosi, i contenuti dei loro studi e delle loro possibili applicazioni. Segue, alle 15.15, la riduzione radiofonica del volume di Luigi Sardi, a carattere storico, “1915. Monti Scarpazi. Il Trentino nella grande guerra”. Con la lettura affidata ad un’attrice si racconta, attraverso i giornali dell’epoca, il dramma del Trentino nel periodo che va dall’agosto del 1914 al 23 maggio 1915, dall’attentato di Sarajevo all’Italia che dichiara guerra all’AustriaUngheria. Il mercoledì, alle 15.00, a settimane alterne, va in onda “Kontiki”, contenitore radiofonico di attualità culturale. Il venerdì pomeriggio si propone “Attenti a noi due”, programma comico-satirico scritto e interpretato da Lucio Gardin e Loredana Cont. I “due”, in particolare, propongono gags e “siparietti” di tipica espressione trentina.

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conclusa la 20a edizione

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l Circuito Dolomiti Golf Cup si è articolato in 22 tappe da aprile a settembre in tutti i golf del Trentino, dell’Alto Adige e anche in Veneto, Lombardia, Liguria e Toscana, facendo conoscere le Dolomiti attraverso i manifesti di Franz J. Lenhart e i nostri green. Sabato 24 settembre si è tenuta al Golf Club Verona la gara finale, in una bellissima gionata di fine estate che ha portato risultati migliori rispetto a quelli dell’anno scorso. Vinante e Buffatto, i campioni del 2010, hanno dovuto cedere il passo a Francesco de Mozzi - del Golf Club Tesino - vincitore della Finale della Dolomiti Golf Cup 2011 con il 1° Netto nella 1° Categoria totalizzando 38 punti (già vincitore come 1° lordo nel 1999 e nel 2009) assieme a Simone Campana del Golf Club Asolo, 1° Lordo con 33 punti. Demozzi ha battuto per un solo punto Federigo Cunaccia del golf Rendena, aggiudicandosi anche 6 giorni di ospitalità per due persone al Chia Laguna Resort, come il primo Lordo e gli altri due primi netti. Terzo con 36 punti Diego Amplatz del golf Fassa. In 2^ Categoria Jonas Eisath del golf Freudenstein ha vinto il 1° Netto con 41 punti, lasciando alle sue spalle di 3 punti Alessandro Avanzo del Tesino e di 6 punti Ola Hansson di Folgaria. In 3^ Categoria ha primeggiato alla grande Federico Gatti del golf Arzaga con 45 punti superando di 4 lunghezze Francesco Giacomini di Carlomagno e di 6 Luigi Corbelli di Salsomaggiore. Daniela De Nardo del golf Cà della Nave ha vinto con 30 punti il 1° Lady, mentre Lino Ghidoni di Reggio Emilia con 35 punti ha vinto il 1° Senior.

Alle 15.30 va in onda “The Doors. L’infinito e le porte della percezione” programma, curato da Ugo Slomp, che propone in occasione del 40^ anniversario della morte di Jim Morrison, un itinerario di esplorazione del territorio musicale dei Doors. Per il piccolo schermo, il consueto appuntamento domenicale è con “Terra di montagna”. Il 2 ottobre (alle 10) si ricorda, tra le altre cose, la tragedia del Vajont. Quando, alle 22.39 del 9 ottobre 1963, una frana gigantesca si staccò dalle pendici del monte Toc. I morti furono quasi 2.000, ma migliaia furono i sopravvissuti che finirono sfollati nei paesi limitrofi. Anche dal Trentino partirono alcuni assistenti sociali sia della Regione che della Provincia. A distanza di quasi 50 anni il ricordo di quei giorni è ancora vivo nella memoria di Lucia Fontana e Rina Perghem che operarono in quei luoghi. Domenica 16 ottobre , in apertura, per la serie di musicisti trentini realizzata da Ugo Slomp, va in onda un ritratto di Giuseppe Nicolini, una figura carismatica del mondo corale trentino, legato al paese di Prèssano e al suo Coro Sociale. Uno sguardo, infine alla mostra, allestita al Castello del Buonconsiglio fino al 13 novembre 2011, che racconta il complesso e incessante movimento di persone, cose e saperi che hanno dato vita alle grandi civiltà dell'antichità.


S A B A T O 8 . 15 . 2 2 . 2 9 O T T O B R E Quattro appuntamenti per un gustoso itinerario in centro con le confraternite enogastronomiche trentine per vivere il meglio dei prodotti autunnali del territorio SABATO 8 Piazza Loreto dalle 17 alle 19.30

SABATO 15 Piazza Erbe dalle 17 alle 19.30

SABATO 22 Piazza Erbe dalle 17 alle 19.30

SABATO 29 Piazza Loreto dalle 17 alle 19.30

LE NOCI DEL BLEGGIO a Cura della Confraternita della Noce del Bleggio con le note della Banda Musicale di S.Lorenzo e Dorsino

LO SGUAZET a Cura della Confraternita del Sguazet di Albiano con le note del Corpo Bandistico di Coredo

a Cura della Vulnerabile Confraternita dello Stofiss dei Frati di Rovereto con le note della Banda Folkloristica di Telve

a Cura dell’Associazione Tutela Marroni di Castione

LE REGINE DELL’AUTUNNO

LA TRADIZIONE È SERVITA

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Il libro del mese

Bookique, un caffÈ letterario per trento Il locale gestito da marco rosi: una piacevole e fresca novità

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l posto è molto suggestivo. Siamo all’ombra di Torre Aquila, a San Martino. “L’unico angolo del Trentino da dove non si vedono le montagne” scherza Marco Rosi, gestore della Bookique, il nuovo caffé letterario approntato dal Comune di Trento e affidato proprio al giovane sociologo. Due grandi ambienti interni (bar a piano terra con spazio lettura e palchetto per esibizioni canore e muscali e “libreria” al piano superiore) e una piazzetta esterna, con tanto di teatro a gradoni e un grazioso lavaman ristrutturato. Una libreria un po’ sui generis, la Bookique. Nulla di commerciale, anche se i libri uno li può acquistare, magari durante uno dei numerosi incontri con l’autore (o con l’editore) che vi vengono ospitati. E nel bagno (chiamato toiletteratura) una trovata geniale: chi vuole può depositarvi il libro più brutto letto in vita sua o negli ultimi tempi... Intanto, perché questo nome: Bookique? È facile da ricordare. E poi il posto che io sognavo doveva contenere libri di qualità. Cosa intende per “qualità”? Titoli che non seguono le mode o le manovre dei grandi gruppi editoriali o dei premi letterari. Da chi è composto il vostro pubblico? Come reagisce nello scoprire le vostre peculiarità? La nostra clientela è abbastanza giovane e proviene prettamente dalla città. Al di fuori non ci conoscono ancora (Bookique ha aperto i battenti solo a giugno di quest’anno... Ndr.) Inzialmente si sorprendono un po’, ma poi imparano a conoscerci e partecipano alle nostre iniziative. Allora, buon viaggio, Bookique! 110

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Il nuovo romanzo di luisa gretter adamoli racconta la vita di alfonsina Gonzaga Madruzzo. L’epoca che si rivive è quella che si dipana dalla fine del Rinascimento alla prima metà del XVII secolo

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l titolo è accattivante. Stuzzicano, incuriosiscono quei "tre punti di rosso". Colore intenso, carnale che sembra dare, in una triplice gamma di toni, l’impronta al racconto: ma in relazione a che cosa, visto che qui si tratta di storia e non di un film di Dario Argento? L’autrice non è nuova a narrazioni che si sviluppano attraverso il racconto di vicende personali e di quotidiani eventi famigliari, radicati però nella più grande storia dell’umanità. La scrittura di Luisa Gretter Adamoli ama la storia e riesce a farla amare ai suoi lettori narrando con leggerezza di immagini, come pure di linguaggio, le vicende che ne sono venute a far parte: storie nella storia. Leggerezza, sì, ma non certo superficialità o dilettantismo. Come un aggraziato balcone fiorito appoggiato su solide colonne, anche le vicende personali narrate in chiave letteraria con integrazioni e collegamenti atti a creare il romanzo, poggiano su fatti storici di assoluta autenticità, documentati. L’interesse che l’autrice nutre per lo sviluppo della grande storia connessa soprattutto al nostro territorio, nasce dalla passione abbinata a quella sua sensibilità nel cogliere lo stimolo anche più lieve, impercettibile a chi guarda l’insieme. Concentrare l’attenzione su quel dettaglio diventa necessità e non pesa indagare, raccogliere, prendere appunti, confrontare, rimettere anche in discussione quanto non apparisse del tutto valido, come non dispiace passare tanto tempo dentro archivi di stato e privati a consultare documenti, lettere, note, attestati, diplomi, visitare biblioteche, parrocchie… L’epoca che si rivive è quella che si dipana dalla fine del Rinascimento alla prima metà del XVII secolo. Il principato vescovile di Trento rappresentato dai Madruzzo, la dinastia dei Gonzaga di Novellara e Bagnolo in Piano e di quelli di Mantova, la grande Casa d’Asburgo, lo spirito della


trentinolibreria Maria Piccolin Per non dimenticare - Figli di Fassa morti nella Grande Guerra Regione Trentino Alto Adige Le vicende del passato, quando vengono correttamente approfondite, si rivelano sempre utili per trarne insegnamenti preziosi per il futuro. È questo l’intento del libro scritto da Maria Piccolin per ricordare ed onorare i caduti fassani sul fronte orientale durante la Prima Guerra mondiale, di cui tra due anni ricorrerà il primo centenario: “Per non dimenticare… Figli di Fassa morti nella Grande Guerra” pubblicato in ladino nel 2007 e adesso finalmente tradotto in italiano su iniziativa dell’Assessorato regionale per le Minoranze linguistiche. Il volume raccoglie il censimento dei caduti fassani nella Prima guerra mondiale e offre una ricostruzione storica della società ladina di quell’epoca.

Loretta Zanella Ritorno al padre Ibiskos Editrice Risolo Ritorno al padre è una storia che ripercorre la vita di un uomo, dalla sua infanzia fino all’epilogo. Nell’attraversare il suo percorso ci sono state le vicissitudini della vita: l’infanzia difficile e tragica, la voglia di riscatto dopo, la svagatezza dell’età adulta e gli ultimi anni vissuti con la figlia, il genero e gli amati nipoti. Anni belli ed intensi fino all’arrivo della malattia, chiamata da loro "signor Alzheimer". Questa fase finale della sua vita è stata caratterizzata dall’amore, dall’ironia, dalla felicità e dall’afflizione, ma sempre nell’ambito di una certa “normalità” del vivere quotidiano. Loretta Zanella è nata a Cogolo di Pejo nel 1952. È alla sua prima opera letteraria.

Controriforma e il governo spagnolo stanno sullo sfondo, ma da comprimari di vicende accuratamente ricostruite in base ai costumi, ai comportamenti, alle condizioni sociali e politiche. I personaggi sono tutti realmente esistiti e quanto può essere ricondotto ad invenzione ben si inserisce nella trama dei fatti documentati. La figura della protagonista, Alfonsina Gonzaga Madruzzo, e la sua psicologia sono ricostruite con grande attenzione – con amore si può dire – tanto che la forza del carattere ne emerge con chiarezza e la sua personalità risulta vincente. In ogni caso, il percorso di tutti i personaggi è descritto e presentato con notevole attenzione, facendo ricorso anche all’uso sapiente del dialogo attraverso il quale si svela l’animo e si manifestano sentimenti, attese, paure. La lettura del romanzo è resa piacevole anche da una precisa descrizione di ambienti e luoghi, quasi un’affascinante scenografia attraverso la quale si scivola, senza fatica, nell’atmosfera di allora. Oltre al rosso, un altro colore si affaccia, con discrezione

Classe 5SA del Liceo scientifico "L. Guetti" di Tione (a cura di) Giudicariesi in Russia 1914-1920 Fondazione Museo Storico del Trentino Catalogo dell’omonima mostra realizzata dalla classe 5SA del Liceo scientifico Lorenzo Guetti di Tione, con il coordinamento dei prof. Renato Paoli e Silvano Bonomi. Il percorso è dedicato all’esperienza dei soldati giudicariesi sul fronte orientale (Galizia-Bucovina) durante la prima guerra mondiale. Attraverso numerosi documenti originali, fotografie, memorie, diari, lettere e reperti, si è ricostruita in forma “narrativa” la dolorosa partenza dei soldati, la vita militare nelle trincee galiziane, i combattimenti, la prigionia in Russia, il coinvolgimento nella guerra civile nelle steppe siberiane, il travagliato ritorno attraverso gli oceani. Non una storia dei grandi personaggi, ma l’esperienza vissuta di uomini comuni, dei loro sentimenti e delle loro passioni, dei loro pensieri e delle loro azioni.

ma persistente, nell’intreccio: il giallo. Piccoli e grandi misteri, intrighi, sentimenti rivelati o repressi affiorano nel racconto creando la classica tensione, la voglia di scoprire come andrà a finire. Ma qual è il dettaglio che ha smosso il racconto? A Riva del Garda, una delle principali "location" di cui si narra nel romanzo, durante i lavori di restauro alla barocca, bellissima chiesa dell’Inviolata, sotto una pesante pietra tombale fu trovata: … tra poveri resti di ossa, una piccola cassa chiusa che venne trasportata sul piano pavimentale della chiesa. Non fu difficile aprirla: il coperchio non oppose resistenza alcuna, anzi! Pareva fosse lì, in una lunga attesa, proprio aspettando il momento d’essere dischiuso. All’interno nulla di intrinseco valore. Fra altre piccole cose, un ditale d’argento annerito ed una ciocca di capelli di un rosso ormai spento… (Elisabetta Postal)

Luisa Gretter Adamoli

Tre punti di rosso L’affascinante e misconosciuta vita di Alfonsina Gonzaga Madruzzo

Curcu & Genovese (Euro 14, pagine 272)

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c’è posta! Lettere e commenti: redazione@trentinomese.it

Il “tacCo” È fuori luogo in un agritur Gentile Direttore, premesso che il “tacco” è forse un po’ fuori luogo in un agritur posto in mezzo al bosco, vogliamo rispondere all’acido e corrosivo commento comparso su TrentinoMese di settembre, dal titolo “Come scegliere chi vi deve consigliare un ristorante”. Siamo rimasti allibiti, e non solo noi, di fronte all’arroganza con cui è stato schiaffeggiato il nostro lavoro. Al mattino saliamo all’agritur (tutte le mattine percorriamo quell’impervia strada sterrata che è così da una vita e speriamo rimanga tale anche se a qualcuno non piace che di notte – nel bosco – ci sia il buio...) e prepariamo il menu, diversificato giorno per giorno, preparato con i prodotti della nostra Azienda o comunque ricercati nelle piccole realtà produttive dei dintorni. Ci piace, infatti, poter gustare e far gustare ai nostri ospiti la passione dei sapori semplici. (Per questo crediamo che ad essere offesi siano state anche queste persone che lavorano duramente...). Chi frequenta l’Agritur “I Giardini della Torre” (e non “Il Giardino della Torre dei Sicconi”) sa tutte queste cose e ci apprezza proprio per questo. Un peccato che l’antipasto con Tortel di patate e lardo della Valle di Non con frutta fresca che accompagna un omaggio di formaggio di malga, un primo con spatzle bianchi freschi e speck prodotto dalla macelleria Paolazzi di Caldonazzo e porri; un secondo di filetto di manzo (non “bistecchina”) con zucchine alla menta, melanzane al basilico e peperoni in agrodolce, tutto raccolto nell’orto... Un vero peccato che tutto questo ben di dio non abbia soddisfatto la giornalista. Non abbiamo nessuna presunzione né di essere i migliori (ci mancherebbe...) né di sapere già tutto. Abbiamo aperto da poco e dobbiamo lavorare ancora molto. Per fortuna i complimenti che riceviamo ci danno il coraggio e la forza di proseguire in quest’avventura. Invitiamo tutti i lettori a venire a provare la no stra cucina, tanto per verificare di persona se quanto scritto nell’articolo corrispondeva a verità o meno. Per info: igiardinidellatorre@email.it oppure, pagina dedicata, su www.agriturismotrentino.com. Alessia Baldessari e Alessandro Marchesoni Quando un articolo danneggia un’azienda Egregio signor Direttore ho letto, poco tempo fa su Trentino Mese, alcune righe di Francesca Negri in cui tracciava un quadro negativo di quello che personalmente, come tutti gli amici che vi ho portato, ritengo un piccolo gioiello: l’agriturismo alla Torre dei Sicconi a Caldonazzo. Sarà più esperta di noi e comunque sui gusti non si discute ma, a differenza di chi chiacchiera al bar che di solito fa danni limitati, chi scrive su un giornale dovrebbe


trentinolettere pensarci su due volte. La signora Negri ha rischiato di danneggiare gravemente lo sforzo di due giovani che, quando li ha visitati, avevano appena avviato una coraggiosa attività agrituristica in un luogo dove la clientela non è di passaggio, bisogna conquistarsela: un rischio non indifferente. È un locale che può cercare di essere redditizio forse solo qualche mese all’anno, e anche questo non aiuta. Il posto è piccolo, non si poteva fare altrimenti, ma magnifico, perciò come spesso accade con le cose magnifiche, non è a lato di un’autostrada: in questo caso serve percorrere una stradina bianca nel bosco (orrore!). L’offerta non è varia come quella dell’Autogrill: in effetti l’agriturista è tenuto a concentrarsi sui prodotti di propria produzione. I ragazzi in questione lo fanno bene: cucinano cose semplici in modo ottimo e con buona presentazione, abbinandoli ad una linea di vino biologico fantastico, sempre auto prodotto. La sera lavorano solo su prenotazione, ma è ovvio che se passa qualcuno e c’è ancora posto, offrono quello che è disponibile. Infine, ripeto, è il primo anno di un’avventura: fossero tanti quelli che vogliono provare a fare qualche cosa di coraggioso, a cercare di inventarsi un lavoro, a rischiare. Probabilmente, conoscendo la loro curiosità e voglia di fare, avrebbero gradito tutti i consigli di un’esperta come la Negri che, quella sera, poteva tranquillamente elargire: la pubblica lapidazione invece (le parole sono pietre dicevano..) peraltro per motivi assurdi, è stato un gesto che non riesco neppure ad aggettivare. Maurizio Valentinotti Chi vi deve consigliare un ristorante... Caro Direttore, Vorrei esprimere il mio parere su quanto scritto dalla Signora Francesca Negri sull’Agritur “I Giardini della Torre” di Caldonazzo, pensiero apparso su Trentino mese di settembre. Prima di tutto la Sig.ra Negri dichiara che per molti il “rapporto peso-qualità-prezzo” è sinonimo di mangiare bene, ma non per tutti è così. Sorge spontanea una domanda: cosa significa per lei mangiare bene?! Un ristorante con immenso parcheggio e a ridosso di una comoda uscita autostradale? Una sala ampia con 20 o 30 o 50 tavoli? Un menu composto da quante portate? Ciò, perché sinceramente mi sfugge il motivo reale per il quale non abbia gradito l’agritur “I Giardini della Torre”… sottolineando nuovamente il fatto che di AGRITUR trattasi. Con questa denominazione si intende un locale a gestione famigliare che deve necessariamente proporre piatti preparati con la maggioranza di ingredienti di propria produzione e perciò la scelta può variare giornalmente a seconda dei prodotti. Detto questo, credo che all’articolo in questione manchi l’unica cosa sensata da dire, visto l’argomento: ERANO BUONI I PIATTI DEGUSTATI, O NO?! IL PREZZO ERA ADEGUATO O INADEGUATO?! (tortel de patate e lardo, spatzle allo speck, “bistecchina“ di manzo con verdure, non mi sembra male… ) Altrimenti sembra un parere un po’ fazioso. Carissima Sig.ra Negri, è certo che lei troverà in città in mezzo allo smog e sotto tanti lampioni accesi, circondati da meravigliose strade asfaltate, ampi locali che fanno al caso suo. Mentre io INVITO tutti a visitare, magari assieme ai loro bimbi, “I Giardini della

Torre”, per vedere i toccare piante ed aromi, trascorrere del tempo in mezzo al verde e – perché no? – degustare ottime e genuine pietanze. Alberto One, o più semplicemente, un Cuoco. P.S. Una piccola nota riguardo al pesce. Dopo 20 anni di lavoro posso garantire che il 60 per cento di chi mangia pesce, se ben cucinato, non distingue quello fresco da quello decongelato. Di questa fascia di persone fa sicuramente parte la Signora Negri. Ho girato le vostre lettere alla diretta interessata invitandola ad una risposta. Il Direttore Paolo Curcu Gentili Signori, vorrei sottolineare il fatto che nel mio editoriale a cui fate riferimento non ho mosso critiche culinarie o di location a “I Giardini della Torre”, perché il tema dell’editoriale non era la mia esperienza enogastronomica a “I Giardini della Torre”, ma "Come scegliere chi deve consigliarvi un ristorante" e in questo contesto è stato citato come caso dell’ultimo punto dell’elenco di come deve essere chi vi suggerisce un ristorante, ovvero una persona che dichiari se nel locale che vi sta consigliando ci è stata oppure lo ha solo sentito nominare. L’agritur in questione, infatti, mi era stato indicato da conoscenti che però non mi avevano specificato il fatto (perchè non ci erano stati personalmente, ho scoperto dopo) che ci fosse un menu unico con solo un antipasto, un primo e un secondo, offerta molto limitata che mi avrebbe portata probabilmente a non scegliere quel posto per quell’occasione, visto che eravamo in sei persone e non potevo pretendere che tutti fossero disposti ad accettare un menu così ristretto. E al momento della mia prenotazione, uno o due giorni prima, nessuno mi aveva fatto presente della limitata offerta, che non potevo nemmeno verificare su internet, visto che il locale è nuovo e non dispone ancora di sito web. Chi pensa che offerte un po’ più ampie in menu siano da autogrill, mi pare che offenda il lavoro di tutti gli altri ristoranti e agritur che invece hanno scelto di dare ai loro clienti un ventaglio di piatti maggiore, seppur magari non sterminato (cosa solitamente da rifuggire). Ed è proprio perché frequento spesso agritur e trattorie, in Trentino Alto Adige come in molte altre parti d’Italia, il motivo per cui mi sono trovata spiazzata di fronte alla proposta de “I Giardini della Torre” dei Sicconi: solitamente nelle strutture agrituristiche dove sono capitata mi è sempre stata data l’opportunità di spaziare tra almeno due o tre piatti di ogni sezione del menu (antipasti, primi, secondi, dolci). Laddove mi sia trovata a prenotare in locali con menu unici, al momento della prenotazione sono sempre stata avvisata della cosa dal titolare o cameriere che riceveva la mia telefonata. Auguro a “I Giardini della Torre” grande successo, ma visto che me ne avete dato l’occasione, ne approfitto per consigliare ai due giovani gestori di specificare il loro genere di proposta a chi prenota e anche di considerare di ampliare un pochino la loro offerta, per accontentare ancora di più i gusti di una clientela che spero per loro sarà col tempo sempre maggiore. Francesca Negri

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trentinoricette

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DEL BLEG I C NO LE E O S A M PATATE DEL LO

LE TAGLIATELLE CASERECCE ALLE NOCI DEL BLEGGIO, CON PATATE MONTAGNINE DEL LOMASO, RADICCHIO DELL’ORSO E PANCETTA AFFUMICATA RICETTA PER 6 PERSONE INGREDIENTI: Tagliatelle alle noci gr.600 Radicchio dell’orso gr.300 Patate "Montagnine" del Lomaso gr.150 Panceta affumicata gr.100 Noci del Bleggio gr.30 Trentingrana gr.40 Burro di malga gr.50 Sale fino e pepe di macinino q.b. Tagliare a julienne la pancetta affumicata e farla soffriggere in un saltiere con il burro di malga, una volta soffritto aggiungervi il radicchio dell’orso precedentemente pulito, lavato e tagliato a piccoli pezzi, per ultimo aggiungervi le patate cotte e tagliate a cubetti.

Cuocere le tagliatelle alle noci in abbondante acqua salata, scolarle e saltarle con del burro spumeggiante , le noci tagliate a pezzettoni e il Trentingrana, disporre nel fondo del piatto prescelto il condimento e riporvi sopra le tagliatelle spadellate. RICETTA PASTA ALIMENTARE ALLE NOCI INGREDIENTI: Farina di semola di grano duro gr.400 Uova intere gr.280 Noci del Bleggio gr.40 Aceto di vino gr. 10 Sale fino gr. 3 Acqua q.b.

Per prima cosa tritare le noci e poi mescolarle alla farina di grano duro, aggiungervi le uova, l’Aceto e il sale fino e impastare fino che risulterà un impasto omogeneo e liscio, se necessita aggiungere un filo di acqua all’impasto. Coprire con della pellicola trasparente e lasciar riposare almeno un paio di ore prima di tirare la pasta e fare tagliare le tegliatelle. ricetta dello Chef Patron Lucio Fruner albergo ristorante Bellavista Villa Banale

I GNOCCONI DI PATATE DEL LOMASO RIPIENI CON FORMAGGI D’ALPEGGIO, SPADELLATI CON FINFERLI E NOCI DEL BLEGGIO RICETTA PER 6 PERSONE INGREDIENTI: Gnocconi di patate "Montagnine" gr. 1000 Finferli gr.240 Sugo di carne gr.150 Noci del Bleggio gr.40 Petali di Trentingrana gr.60 Burro di malga gr.50 Erba cipollina gr.15 Spicchio di aglio n°1 Olio extra vergine d’oliva Agraria del Garda q.b. Sale fino e pepe q.b. Pulire e lavare accuratamente i finferli, spadellarli con un filo di olio d’oliva del Garda e uno spicchio di aglio intero,aggiustare di sapore con sale e pepe di macinino, una volta trifolati togliere lo spicchio di aglio e aggiungervi il sugo di carne, le noci del Bleggio e l’erba cipollina tagliata a piccoli anelli. 114

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Cuocere i gnocconi in abbondante acqua salata, disporli nel piatto prescelto e versarvi sopra il condimento preparato in precedenza, per ultimo grattugiarvi i petali di Trentingrana. RICETTA GNOCCONI DI PATATE DEL LOMASO CON FORMAGGI D’ALPEGGIO: INGREDIENTI: Patate “Le Montagnine” gr.800 Farina bianca gr.60 Fecola di patate gr.120 Uova intere gr.60 Trentingrana grattugiato gr.40 Sale fino q.b. Fonduta di formaggi d’alpeggio q.b. Cuocere le patate con la buccia, appena cotte scolarle e pelarle, schiacciarle con lo schiacciapatate, aggiungervi la farina e la fecola precedentemente setacciate, il Trentingrana, l’uovo e un pizzico di sale,

lavorare velocemente l’impasto. Con l’aiuto di un mattarello stendere l’impasto ad uno spessore di circa mezzo centimetro, fare delle strisce di una lunghezza di tre centimetri,pennellare con dell’uovo sbattuto posizionarvi in centro la fonduta di formaggi e richiuderli così da creare dei cilindri chiudendoli bene nelle due estremità. ricetta dello Chef Patron Rudi Bianchi ristorante Poggio Imperiale Bleggio Sup.


trentinoenogastronomia

ristoranti

in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it

la berlera

Da GUIDO

IL LOCALE NELLA ROCCIA

Da GUIDO: CHEF NUOVO, VITA NUOVA ALL’EX CHIESA

La location in cui è inserito il ristorante “La Berlera” è assolutamente particolare: un edificio antico collocato a ridosso del dosso di San Bartolomeo, nella piana tra Riva del Garda e Arco, dove nel 1925 vennero ritrovati numerosi reperti risalenti al 18001600 a.C.. Dall’ampia corte esterna, all’ombra delle berlere, lo sguardo si perde nel verde dei vigneti e degli ulivi. «La nuova gestione a cura della B&G – recita il sito web – si prefigge di valorizzare le peculiarità alimentari tipiche della zona, aggiungendo alla splendida cornice visiva la dimensione del gusto». La mia esperienza a La Berlera, però, non ha raggiunto culinariamente parlando il livello dello charme del luogo. Accolte da una ciotolina di insalata di farro come saluto della cucina (non deliziosa), l’amica con cui mi trovavo ed io abbiamo passato in rassegna i tanti invitanti piatti in menu e, dopo un po’ di indecisione, abbiamo optato per una tartare di carne salada con zucchini marinati al limone del Garda (deludente rispetto alle nostre aspettative) e il fritto croccante di ortaggi ed erbe spontanee con sorbetto all’alloro (un po’ troppa pastella, ma comunque sfizioso e gustoso). Dopo gli antipasti, arrivano in tavola i primi ordinati, ovvero il risotto al basilico (con una persistente nota di limone inaspettata) e degli strangolapreti con funghi porcini che, sinceramente, non ho trovato molto ben riusciti. Simpatico lo “Scartosso de avanotti” (ovvero le aole fritte) polenta al “sisam” e formaggio Vezzena, decisamente buoni i dolci, come la mousse di yogurt con fragole fresche. Non male la carta dei vini, con prezzi correttissimi ed etichette interessanti e talvolta poco commerciali (provate il Lugana Metodo Classico di Zenato), cortese il servizio e suggestiva l’ambientazione: il locale è tutto scavato nella roccia e sarebbe ancora più di charme se ci fosse un po’ più di studio delle luci. I prezzi vanno dai 9 agli 11 euro per gli antipasti, dai 10 agli 11 euro per i primi, dai 14 ai 18 euro per i secondi, dai 6 ai 10 euro per i dolci. Interessanti i prezzi dei menu degustazione, dai 22 ai 32 euro.

Diciamolo pure. Durante i primi mesi della sua apertura il ristorante Da Guido, ovvero l’ex ristorante Chiesa di Trento, nei giardini San Marco, aveva incontrato parecchie critiche. Da luglio, però, ai fornelli è arrivato uno chef di lunga esperienza e la musica pare sia proprio cambiata. Almeno questa è la sensazione data dalla mia esperienza fatta di recente. Il locale è rimasto pressoché invariato rispetto alla storica gestione precedente e pranzare o cenare negli spazi esterni è sempre un piacere e un relax. Forse il servizio ha ancora bisogno di un po’ di collaudo, soprattutto

nei momenti di tutto esaurito, ma i piatti che escono dalla cucina sono semplici, puliti e ben fatti. Nel mio pranzo da Da Guido ho avuto modo di assaggiare una battuta di bue piemontese alla tartara ben fatta, dove il gusto di un’ottima materia prima veniva ben esaltato, quindi “I dolomitici”, ovvero casunziei di rape rosse al burro versato e semi di papavero gustosi e leggeri (nonché serviti in quantità generosa), e per chiudere un controfiletto di bue piemontese al vino rosso con finferli gratinati al taleggio di altrettanta genuinità e pulizia di sapori. In menu anche piatti di pesce di mare e di lago, grandi salumi nazionali come il culatello e una ricerca della materia prima di alta qualità dichiarata con nomi e cognomi nel menu. Un esempio? Il riso è della Riserva San Massimo, una delle riserie biologiche top d’Italia. Anche il prezzo è stata una piacevole sorpresa: 35 euro, comprensivi di due calici di vino, acqua e caffè (accompagnato da piccola pasticceria).

Ristorante La Berlera Loc. Ceole, 8/B Riva del Garda (TN) Tel. 0464.521149 Chiuso il martedì

RISTORANTE DA GUIDO V. Marchetti, 9 TRENTO (TN) Tel. 0461.262418 Chiuso la domenica

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

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Provincia autonoma di Trento

LE GRANDI VIE DELLE

CIVILTÀ

RELAZIONI E SCAMBI FRA IL MEDITERRANEO E I L C E N T R O E U R O PA D A L L A P R E I S T O R I A ALLA ROMANITÀ

Trento Castello del Buonconsiglio 1 luglio - 13 novembre 2011

Monaco di Baviera Archäologische Staatssammlung 15 dicembre 2011 - 27 maggio 2012

Castello del Buonconsiglio monumenti e collezioni provinciali

Info Castello del Buonconsiglio Via Bernardo Clesio, 5 - Trento T. 0461 233770 - 0461 492829 info@buonconsiglio.it www.buonconsiglio.it Statua femminile V Sec. a.C. Pomezia Museo Archeologico Lavinium

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