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ANNO XXII N. 271
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SETTEMBRE 2014
FRANCESCO VOLPI UN SECOLO PASSATO IN VOLO VITTORIO BARBIERI FESTEGGIA I CINQUANT’ANNI DELL’HOTEL MONTANA
MEDITA 2014 RITORNA IL SALONE DEGLI EDITORI TRENTINI PIACERE, ANANSI! INTERVISTA A STEFANO BANNÒ
Carolina Kostner LA CAMPIONESSA MONDIALE DI PATTINAGGIO ARTISTICO CI PARLA DI SÉ E DEI PROSSIMI IMPEGNI: “IL PRIMO È IN SETTEMBRE, ALL’ARENA DI VERONA...”
FOTO GUINDANI
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ono le ventuno e non ho ancora cenato. Mi preparo un piatto di pasta al ragù e lo metto in tavola. In quel momento mi squilla il cellulare. In arrivo una telefonata dal numero 0968.551507. “Che è?” mi domando “Sassari? Catanzaro?” Rispondo che non si sa mai. Una vocina garbata, non si capisce se uomo o donna, ci tiene ad arricchire il mio bagaglio informativo in materia di tariffe luce e gas. Beh, ragazzi, viva-la-cortesia-sempre, ma sono le nove di sera, zio-pero. No guardi, non mi interessa. Sto per mettermi a tavola e c’ho ‘na fame (ma questa parte la penso soltanto...) Quella (o quello?) insiste. “Guardi si tratta di un’offerta vantaggiosissimissima a cui non può proprio dire di no”. E invece io glielo dico un “no”, anzi ribatto che mi trovo benissimo con le mie attuali compagnie di luce e gas e pertanto non mi interessa valutare un altro... Ma la voce mi interrompe e mi chiede “Come mai?” Qui comincio a perdere un attimino il lume. Il sistema nervoso si riattiva molto lentamente, come il motore di un transatlantico quando lo accendi dopo un mese. “Senta signorina (decido di puntare sull’ipotesi donna), le ho detto che non mi interessa, non vedo perché devo stare qui a spiegarle il motivo per cui...” E qui, prima di impegolarmi in un interminabile batti e ribatti, mentre quella attacca a confrontare una serie di costi, ho il classico lampo di genio. No, non metto giù perché non amo la cafonaggine, men che meno al telefono. “Mi scusi, ma lei dove ha preso il mio numero?” Quella tace qualche secondo, quindi sibila un po’ innervosita un “In che senso?” “Nel senso che le ho appena detto: dove ha trovato il mio numero. Chi le ha dato il permesso di chiamarmi? Non sa che esiste una legge sulla privacy?” In effetti, in tempi recenti, non ricordo di aver firmato permessi per l’utilizzazione del mio numero di telefono per informazioni pubblicitarie. Certo se ‘sti qua mi chiamano, “devo” averlo fatto. La voce apre tosto un indagine per mio conto: “Forse ha la tessera fedeltà in qualche supermercato, o i suoi figli – lei ha tre figli, vero? – hanno barrato il quadratino su qualche form in Internet”. Cosa crispio c’entrano i miei figli, adesso? Come fa a sapere che ne ho tre? «Tra l’altro vedo sul computer che lei ha già ricevuto molte altre chiamate commerciali, vorrebbe spiegarmi perché solo con noi lei ha questo atteggiamento?» Quale atteggiamento, scusi? Ma mi faccia capire, voi avete un registro, un fascicolo a mio nome, come nelle indagini della polizia? Stavolta metto giù per davvero. La pasta, ahimé, è oramai fredda come una tomba. Sì... la tomba della nostra riservatezza.
elle librerie impazzano, nelle edicole la fanno quasi da padrone, sul web dilagano. Libri e riviste che insegnano a fare tutto, che dispensano istruzioni di qualsiasi genere per guidare passo passo anche ogni nostra piccola intenzione. Accanto alla manualistica tradizionale, che tratta argomenti definibili ormai come classici – dalla cucina dei poco cotti e molto mangiati al giardinaggio per ogni tipo di pollice – proliferano pubblicazioni che analizzano a tutto tondo la sfera del nostro vissuto, senza esclusione di colpi. Intriganti quelle su come fare sesso arrecando la massima soddisfazione a lui/lei (e a chi sennò? E poi… non c’era già il Kamasutra?), meditative quelle pseudo psicologiche, che pretendono di analizzare la nostra personalità con test dal sapore decisamente poco attendibile (dimmi se preferisci fare la doccia con l’acqua fredda, calda o tiepida e ti dirò chi sei), praticissime quelle che insegnano a pulire e lucidare il cruscotto dell’automobile, senza le quali norme di svolgimento, elencate fase per fase, tale operazione sarebbe risultata assai difficoltosa e poco produttiva. Un capitolo a parte merita l’argomento viaggi. Ormai superate le descrizioni dettagliate degli itinerari stradali, guide e riviste tematiche si lasciano andare a consigli che affossano ogni slancio personale, rivelando dettagli forse eccessivamente particolareggiati. Perché se può essere apprezzabile avere la mappatura completa dei ristoranti di una determinata località, risulta leggermente limitante avere indicazioni anche sulla scelta del tavolo o sul digestivo della casa. L’impressione che se ne ricava è che tutti vogliano insegnare tutto anche a chi richiedeva soltanto qualche informazione di base. Viaggiare, ad esempio, significa anche un po’ scoprire con l’esperienza, utilizzando l’intuito, sperimentando di persona e vivendo in primis quel momento, con quel margine di inatteso che talvolta può farci incorrere in qualche inconveniente ma che più spesso ci regala il gusto della conquista. Lasciare margine alla fantasia ed all’iniziativa personale – senza programmare nel dettaglio ogni proposito – è un concetto di cui bisognerebbe tener conto. Specialmente per quelli della nostra generazione, cresciuta con l’immancabile Manuale delle Giovani Marmotte, che insegnava sì a memorizzare le famigerate tabelline, ma dava anche tutte le indicazioni per decifrare quella misteriosa lingua antica che nessun esperto era riuscito ad interpretare. 10
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RING di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi GRAZIE ALLE PISTE CICLABILI CI RIPRENDIAMO I NOSTRI FIUMI. E I LORO PARCHI
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alvolta basta veramente poco per rivitalizzare un luogo, per renderlo nuovamente parte integrante della vita dell’uomo. Non servono grandi spese e sfarzose parole d’inaugurazione: soltanto affinare e insegnare la capacità di saper “guardare”. Nella nostra provincia uno dei tanti rapporti secolari che si sono interrotti tra l’uomo e la natura è quello tra l’uomo e le sue acque, fiume, torrente, rio. Dai micidiali anni Sessanta l’acqua è vista solo come elemento da sfruttare, da ingabbiare, da ammansire, comunque da tener lontano dall’abitato. A dir il vero fu sotto l’impero austroungarico che al fiume Adige fu fatta prendere un’altra direzione, allontanandolo dalla città di Trento. Tra il 1857 e il 1858 l’alveo venne spostato a occidente, eliminando la grande ansa che passava da Torre Verde e Torre Vanga. Nello stesso tempo fu costruita la ferrovia che segnò la fine del fiume come via commerciale, sebbene ogni volta che dio pluvio aumenta la sua portata lui, il fiume Adige, ci tenta a riprendersi il suo vecchi alveo. Uno dei grandi sbagli effettuati nel recente passato è stata la massiccia cementificazione degli alvei, costringendo l’acqua a scorrere velocemente per gettarsi con tutta la sua portata nel corso a valle, e poi nei fiumi, in una catena che ha portato in questi anni ad improvvise piene. Ad esempio, le ciclabili lungo i corsi d’acqua hanno anche il compito di far riconquistare il rapporto con questo mondo dimenticato e abbandonato, visto che la maggior parte di esse scorrono lungo torrenti e fiumi. È assai raro oggidì vedere ragazzi frequentare l’acqua, eppure, un tempo, riusciva a far volare alta la fantasia, a rinnovare lo stupore di fronte ad un sasso battuto e lavorato dalla potenza dell’acqua, alle correnti che a seconda della pendenza potevano essere più
o meno pericolose, a rincorrere i pesci o cercare di catturare gli ormai sempre più rari gamberi. L’universo fluviale era uno dei tanti mondi dell’apprendimento e dell’iniziazione e moltissimi adulti, un tempo, hanno mosso le prime bracciate in un torrente. Durante l’estate c’erano domeniche in cui intere famiglie andavano agli “urbani” laghetti a Trento, là dove la Fersina si getta nell’Adige, per trascorrervi la giornata, in un popolaresco pic nic socializzante e risparmiatore. Abbiamo quindi accolto con favore la creazione, sul basso Sarca, tra Dro e Arco, località Moletta – nella terra in Summo Laco (Sommolago) –, della riselvagizzazione del torrente, creando golene, meandri, pozze, sbarramenti naturali e rendendo “vivibile” le rive. Fortunatamente niente cemento, niente panchine o peggio ancora, tavolini. In poche ore questi spazi si sono riempiti di ragazzi del posto, di turisti, di gente che transitava sulla ciclabile. Perfino due asini hanno deciso che l’erba lì era migliore di quella lungo la strada. Si vedono coppie con il loro semplice e affascinante plaid stendersi al sole, fanciulli giocare nell’acqua, cani rincorrersi senza che nessuno abbia da alzar la voce. Finalmente si gioca con le immagini infinite che transitano nella fantasia trasformandole in realtà. E tutto questo recuperando ciò che c’era già, grazie anche alla partecipazione di molti enti, tra cui il Comune di Arco, quello di Dro, NagoTorbole, Riva del Garda, il Bim. Tutti interessati a creare il parco fluviale del Sarca – sarebbe più corretto della Sarca, come ci ricorda Tolomeo e poi San Vigilio e così documentato fino al 1144 –, di cui questo evento non è il primo. Basti pensare alla splendida e suggestiva spiaggia al ponte romano di Ceniga, vera oasi naturale di pace e di disfide giovanili. Come in tutte le cose, semplici ma profonde, “bastava poco” verrebbe voglia di dire. Sappiamo che Lavis ha già dato inizio al “suo” parco fluviale, sul torrente Avisio, fiume magico e sacro non solo per i ladini fassani. Gli allievi della locale scuola Media, assieme agli insegnanti, sono già anni che tentano di far tornare nel cuore e nell’anima dei lavisotti il loro fiume: sembra che ci siano riusciti. I primi tuffi nelle chiare acque, il primo sole (assai poco quest’estate) distesi sulla rena, fanno rivivere infantili (lo stupore, il piacere tattile, inebriarsi di aria e di acqua) ma genuini divertimenti. 13
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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto informa LA GAZA CHE FA GAZÈR
Pergine Valsugana
S
ono andato a trovare con mio figlio Lucio l’amico Sergio Abram fin giù presso Gualdo Tadino, ai confini tra Umbria e Marche, in una casa di legno in cui si è trasferito dalla Val di Non. Ribadisco: una perdita secca per il Trentino e l’Anaunia in particolare! Abram è un eccezionale ambientalista, uno sperimentatore dell’agricoltura ultrabiologica, chiamato in tutta Italia a spiegarla, uno spettacoloso esperto della natura e delle specie animali. A lui devo gran parte delle informazioni quando parlo di animali. Dal Trentino, ciao, Sergio. “Che gazèr che fa ‘ste gaze!” È vero, ma in particolare se sono minacciate da gatti domestici o selvatici, volpi, uccelli di rapina: allora le gazze si allarmano e (possedendo un grande varietà di versi, imitando anche quelli di altri animali e degli uomini) levano versi acuti e raschianti, chiamando a raccolta la tribù e finendo con l’allontanare il minaccioso intruso. Della famiglia dei corvidi le gazze sono uccelli di mezza taglia, con un’apertura alare che supera di poco il mezzo metro, il peso che può arrivare ai due etti. Vivono sino a 1800 metri di altitudine; fanno il nido sugli alberi e nei cespugli e una covata annua di treotto uova; vivono sino a 18 anni in libertà, sino a 30 in cattività. Nelle varietà cambiano di nome e di penne: le gazze, dette anche gazze ladre, hanno piume bianche e nere, splendenti; le nocciolaie sono brune screziate di bianco; le ghiandaie (la varietà più
diffusa da noi) sono nocciola, con piume azzurre bianche e nere dalle ali alla coda. Sono uccelli decisamente belli tanto che in dialetto sono via via chiamate gada da le péne bele, gagia bela, gaza bela, gaza rosa, gasa turchina, gaza zeleste e anche ghiagia, ghiaza, iaza, gada, gàdera ecc. Si sa che le gazze rubano (e non confessano in questura né vanno in chiesa a confessarsi) le cose lucenti e colorate, in particolare i gioielli, e le vanno a nascondere nei buchi degli alberi. Quelle sono le gazze ladre. Le altre le nascondono nei buchi degli alberi nocciole e ghiande (trasportandole nel gozzo) e anche castagne (trasportandole nel becco). Talvolta si dimenticano dove le hanno nascoste. Oppure i nascondigli sono trovati dagli schirati (scoiattoli) o dalle glir (ghiri): che cossita i se la polsa e i magna a sbafo. Si racconta di una gazza di Roncegno, famosa per dimenticarsi i nascondigli: l’avevano soprannominata la gada smemorada o anche ”la smemorata di Roncegno”. Un giorno sparì e i Ronzegnari dissero: l’è nada la gada. Un detto che rimase memorabile e che si usa ogni volta che una cosa o una persona se n’è andata e non c’è più niente da fare. Invece la gazza era andata a villeggiare in una malga sopra Roncegno (paese dove, come è noto, se sposa ogni ordegno) che si chiama Trenca. Lì l’acqua era buonissima e la gazza la trencava a gargarozzo. Anche le noci e le nocciole si sprecavano. In più lei, secondo un uso molto diffuso tra le gazze, col suo becco appuntito frugava nelle boazze per pescarvi mosche e vermi. ”Ancor ‘ste gaze le fa gazèr?” Ma non crediate che gazèr derivi da gazza! Infatti gazèr, che sembra trentino, deriva dall’arabo gazarah, che indicava lo sparo di artiglieria in segno di giubilo. Ha dato l’italiano gazzarra. Ora tende a essere sostituito dal termine “movida”. Ma mi me ne frego de la movida, finìla de far gazèr! renzofrancescotti@libero.it
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6 - 14 settembre Duemilaquattordici
trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT
MA PER CORTESIA!
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ccoci qua, alla fine dell’estate, a chiederci di quale estate stiamo parlando. Perché se l’estate è questa io non vedo l’ora che finisca. Ma poiché dopo l’estate arriva l’autunno, tendenzialmente piovoso, vuoi vedere che ci sembrerà di essere ancora in estate!? Cosa volete di più? Non per cadere nella banalità ma qui bisogna dirlo: “No ghè pu le stagiom de na volta”… Frase che per la verità io sento dire da quando sono al mondo perché basta una settimana di caldo o una settimana di pioggia a convincerci che no s’èra mai vist na roba del genere. Ma do mesi de acqua no ‘l l’ha ciapadi gnanca Noè. Però è vero: man mano che il tempo passa ci si accorge che non ci sono più le stagioni di una volta… ma anche tante altre cose non ci sono più! Dove sono finite le cortesie di un tempo? Quella specie di strana solidarietà che c’era ad esempio tra gli automobilisti? Una volta, se per strada c’era la pattuglia dei carabinieri, le macchine che superavano indenni queste forche caudine per chilometri e chilometri continuavano a fare i fari e tu, che viaggiavi in senso opposto capivi e rallentavi. E passavi davanti alle forze dell’ordine così piano che rischiavano di chiederti “c’è bisogno di una spinta?”. Adesso nessuno segnala più né polizia né autovelox… e tu ignaro corri verso la maximulta che poteva essere evitata con un solidale lampeggiare di fari… Pensare che una volta, per eccesso di cortesia, l’automobilista sulla opposta corsia di marcia, ti segnalava che in pieno giorno, magari appena uscito da una galleria, avevi ancora i fari accesi!!! Adesso è obbligatorio tenerli accesi, un tempo era obbligatorio tenerli spenti… ché da sempre l’è meio sparmiar luce con quel che la costa. E anche sull’autobus era buona norma cedere il posto a persone anziane o donne incinte. Adesso chi si siede rimane incollato al seggiolino. Io tempo fa, in piedi sull’autobus, ho detto a un ragazzino “potresti lasciare il posto a quella signora incinta” e lui mi ha risposto “Eh ma sì! E se magari la è sol grassa?” Sembra che tutti siano interessati solo a se stessi, salvo in alcune occasioni dove pare obbligatorio evidenziare l’ovvio. Quante volte è capitato, a voi uomini, di uscire dal barbiere con i capelli corti così e incontrare qualcuno che vi chiede stupito “Set nà dal barber?” Nò, son nà dal meccanico. O magari ti chiede “Te set taià i cavei?” Nò, i me cavei i se taia da soli… Ma che domande sono? E se giri con un braccio ingessato la domanda è “Te set rot el braz?” Nò, ho mes na maia en po’ massa stretta…. E avete provato a comprare una macchina nuova? “At cambià machina” Nò, la ho sol lavada…. Domande ovvie e cortesie poche. Ma resiste ancora qualche cortesia. Capita a volte (ahimè se capita) di abbottonare malamente la maglia, si parte con il bottone sbagliato
e si finisce con avere una chiusura tutta sbilenca. E naturalmente il malcapitato non si accorge e va in giro così, incontrando gente che fa finta di niente, gente che probabilmente pensa “che razza de scoliosi che ghè vegnù”. E quando qualche anima pia lo fa notare sono ore che gira per zità fat su come en zifolòt… Può succedere che dopo un pranzo al ristorante o in mensa, ti rimanga qualcosa tra i denti. Perché quasi mai te lo fanno notare? Neanche le persone con le quali hai una certa frequentazione? Sarà che noi trentini abbiamo questo concetto de no meterghe bèc nei affari dei altri, de lassar che tuti i se rangia per no aveghe rogne, ma se gò na foia de salata ntrà i denti disémelo prima che la taca a butar o che la vaga en somenza!!! Vogliatevi bene!
Loredana
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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, Francesca Negri, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini
SOMMARIO SETTEMBRE2014
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8 COMMENTI 12 IL DIALETTO INFORMA 15 DA DONNA A DONNA
Attualità
18 CAROLINA KOSTNER 23 I 100 ANNI DI FRANCESCO VOLPI
Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987
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L’ESTATE A CANDRIAI
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UNA GUERRA TRA PARENTI
30 VITTORIO BARBIERI E IL “MONTANA” 39 42 44 48 50 52 54 57
GUERRA DI MINE E DI DONNE AGRICOLTURA ETICS IL TRENTINO DEI BAMBINI PARLA ANANSI IL DOLCE MONDO DELLE API GIANLUIGI ZENI I RIFUGI DEL GUSTO SPECIALE SCUOLA
Panorama 60 60 62 69 70 72 78
AUTUNNO TRENTINO TRENTO E LA BAVIERA MODENA CITY RAMBLERS CATINACCIO ROSENGARTEN LE REGINE DEI PASCOLI ORIENTE OCCIDENTE SETTEMBRE ROTALIANO
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trentinoincontri
trentinoincontri
di Gianfranco Gramola
È
stata “bat tezzata” con molti nomignoli: “La Principessa sul ghiaccio, la Fatina, il Cigno (la Farfalla) di Ortisei, Bambi, ecc… Io l’ho sempre vista come una giovane cerbiatta, con lo sguardo tenero, a volte malinconico, a volte gioioso. In realtà Carolina, Caro come la chiamano gli amici, è una ragazza tosta, intelligente e molto prudente nel dosare le parole. Ha dalla sua la consapevolezza dell’età e delle energie a disposizione e vive con semplicità e molta umiltà. La classica ragazza della porta accanto. Carolina Kostner è nata a Bolzano l’8 febbraio del 1987. Figlia di Erwin, falegname e allenatore di hockey, e di Patrizia, ex pattinatrice. Quando scende in pista il suo desiderio più grande, oltre quello di portare a casa un buon risultato, è
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CAROLINA CHE NON SI FERMA MAI LA CAMPIONESSA MONDIALE DI PATTINAGGIO ARTISTICO CAROLINA KOSTNER CI PARLA DI SÉ E DEI PROSSIMI IMPEGNI: “IL PRIMO È IN SETTEMBRE, ALL’ARENA DI VERONA...” quello di trasmettere al pubblico emozioni e di regalare divertimento e un po’ di sana spensieratezza. E Carolina ci riesce benissimo grazie al suo motto “Impegno e dedizione” (che non sono due parole a caso), fra volteggi, piroette e axel con una grazia di movimenti che tocca il cuore. Il tutto con un sotto fondo musicale di Schubert e Ravel. Carolina ha un palmares da far invidia a qualunque atleta: Campionessa mondiale 2012, medagliata altre cinque volte ai Campionati del mondo (2008 e 2013 argento; 2005, 2011 e 2014 bronzo), cinque
volte campionessa europea (2007, 2008, 2010, 2012, 2013), medagliata altre quattro volte ai Campionati europei (argento nel 2009 e nel 2011, bronzo nel 2006 e nel 2014 a Sochi), vincitrice della Finale del Grand Prix di pattinaggio di figura 2011, medaglia di bronzo ai Campionati mondiali juniores del 2003, e sette volte campionessa italiana (2003, 2005, 2006, 2007, 2009, 2011, 2013), Carolina Kostner ha anche concluso le stagioni 20102011 e 20112012 come prima al mondo nella classifica dell’ISU. (Unione internazionale di pattinaggio). Fra i vari riconoscimenti è stata definita “Atleta altoatesina dell’anno 2004, 2011 e 2012”. “Ho iniziato a pattinare a 4 anni, in Val Gardena – spiega la Kostner Nel week end in famiglia, da bambini, è naturale pattinare o sciare come può essere in altre città andare a fare una passeggiata. Poi, mia mamma da giovane era una pattinatrice nazionale e mio padre un campione di hockey”. Chi per primo ha creduto
nelle sue potenzialità? I primi a credere in me sono stati i miei genitori: senza i loro sacrifici non avrei mai avuto l’opportunità di seguire il mio sogno. Quando è esploso il suo talento? Non credo ci sia stato un vero momento. Ma già da piccola imparavo e miglioravo velocemente. Quali sono stati i suoi maestri? Ne ho avuto alcuni ma quello più importante è il Sig. Michael Huth che mi segue da quando avevo 14 e che mi ha insegnato cosa vuol dire pattinare veramente. Quali sono le qualità che deve avere una brava pattinatrice? Pazienza, disciplina, un po’ di pazzia, ti deve piacere stare al freddo, istinto per il ritmo e la musica, amore per la danza e il movimento, coordinazione, coraggio. Durante un’esibizione, quanto conta il sottofondo musicale? Conta quanto gli elementi tecnici. Qual è stata la sua più gran
soddisfazione artistica? Il Bolero di Ravel, il mio programma libero delle ultime due stagioni. Prima di una esibizione, ha dei riti scaramantici? No. Di solito in silenzio saluto il pubblico e ringrazio tutti per essermi venuti a vedere, comunque vada. Ha dei rimpianti? Ovviamente con il senno di poi si è sempre più furbi ma ho sempre preso le mie decisioni con coscienza e la voglia di dare il massimo. Ha vinto un sacco di medaglie. Ha mai dedicato un premio a qualche persona? La mia prima medaglia mondiale l’avevo dedicata a mia zia Martina che è venuta a mancare pochi giorni prima. La popolarità crea più vantaggi o svantaggi? Ci sono due facce della medaglia. Mi sento molto onorata e privilegiata e spesso faccio fatica a credere a quanta gente mi conosce. Quello che per me conta è che, con alti e bassi, ho sempre seguito la mia passione. Nei momenti difficili avrei preferito non essere un personaggio
pubblico. Invece, quando incontro una bambina che mi guarda con gli occhi lucidi per chiedermi un autografo e poi la vedo sparire con un sorriso gigante mi fa piacere. Spero nel mio piccolo di poter smuovere qualcosa per noi giovani in Italia. Cosa ha sacrificato per arrivare al successo? La maggior parte del mio
tempo libero. Tutte le decisioni importanti che ho preso nella mia vita sono state influenzate dal pattinaggio. Ho lasciato la mia famiglia a 14 per allenarmi in Germania. Ho vissuto 5 anni in un collegio. Non ho mai abbastanza tempo per i miei amici e i miei fratelli. Dopo una gara teme di più il giudizio dei suoi genitori,
del suo allenatore o di chi? Di solito di me stessa. Sono molto pignola... Ha delle ossessioni? Non credo. Il complimento più bello che ha ricevuto e da chi? L’abbraccio dei miei genitori dopo aver vinto l’oro mondiale a Nizza. Non servivano parole. Come reagisce alle critiche? Spesso mi toccano. Se sono costruttive sono benvenute. Ha lanciato da poco delle magliette da lei disegnate, una serie esclusiva di tshirt dalle stampe uniche (con il tuo autografo) tempestato di cristalli Swarovski. Ne vuole parlare? E’un grande onore avere la mia linea di tshirt grazie alla collaborazione con l’azienda italiana Fraema e Swarovski Elements che hanno anche confezionato i miei abiti da gara delle ultime tre stagioni agonistiche. Adoro la creatività! C’è un futuro da stilista nei suoi progetti? Non direttamente ma come hobby perchè no!
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trentinoincontri Ha mai partecipato a manifestazioni per solidarietà e beneficenza? Ho partecipato come testimonial assieme anche ad altri atleti a molte raccolte fondi per progetti sociali sui bambini, prima fra tutte dal 2006 l’Associazione “Un sogno per il Gaslini” onlus a favore dei bambini dell’ospedale Gaslini di Genova; a seguire, ad esempio, l’Associazione “Un cuore un Mondo Padova Onlus” a favore dei bambini cardiopatici dell’ospedale di Padova. Ho messo all’asta delle t-shirt disegnate da me e autografate, sempre per la raccolta di fondi a favore di bambini disagiati e maltrattati in tutto il mondo, per Charity Stars, Save the Children e Terres des Hommes. Ho “dato” la mia immagine per la raccolta fondi per il Fai, a seguito del disastro in Giappone del 2011 e del terremoto in Emilia per la raccolta fondi effettuata dal mio sponsor Grana Padano. Sono testimonial della LILT di Bolzano (lega lotta tumori). Spero di non essermi dimenticata nulla, comunque cerco nel mio piccolo di dare una mano a chi ne ha bisogno, penso sia doveroso soprattutto quando sei un personaggio pubblico. A chi volesse avvicinarsi al pattinaggio, che consigli darebbe? È un bellissimo passatempo e una possibilità per restare in forma. Per i bambini posso solamente consigliare di fare sport perché insegna ad accettare la sconfitta che è importante come lezione di vita. Inoltre, è un’occasione per fare movimento con gli amici, per non passare i pomeriggi davanti alla tv. Il pattinaggio è meraviglioso perché non è solo sforzo fisico ma è un modo per esprimersi senza le parole! Un suo sogno nel cassetto? Un giorno di essere mamma. Quali sono i suoi progetti? I miei prossimi progetti: va22
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canza, poi parteciperò a degli spettacoli sul ghiaccio, primo fra tutti “Intimissimi on Ice OperaPop” all’Arena di Verona il 20 e 21 settembre prossimo. I più grandi professionisti dello show business internazionale insieme ai talenti del pattinaggio artistico mondiale su ghiaccio, guidati dalla creatività visionaria di Marco Balich e dall’esperta regia di Francisco Negrin: in primis ci sarò io, oltre a Stephane Lambiel, Anna Cappellini & Luca Lanotte, Qing Pang & Jian Tong, Fiona Zaldua & Dimitry Sukhanov, Robin Szolkowy & Myriam Leuenberger che insieme ad un cast superlativo di altri campioni del pattinaggio su ghiaccio voleranno sui pattini per dare vita ad un appassionante lotta in cui a trionfare saranno le emozioni e le passioni umane. Un suo portafortuna? Una giraffa di gomma (cam-
panellino per la bici) Un peccato di gola che ogni tanto si concede? La torta al cioccolato di mia zia Margherita che è un sogno. È un bene per la mia linea che non la veda spesso! Cosa la rilassa? Un bel bagno caldo! Di cosa ha bisogno per essere felice? Una serata assieme alla mia famiglia. Le vacanze più belle che ricorda? Spero quelle che ancora devo fare! L’ultima volta che ha pianto e perché? Oh, piango spesso. Al Centenario del CONI mi sono commossa a sentire le storie, le fatiche e le gioie dei vari campioni! L’errore che non rifarebbe? Dare fiducia alle persone sbagliate. Quali sono i suoi hobby i suoi passatempi preferiti,
quando non pattina? Adoro andare al cinema, cenare a casa di amici, andare in discoteca. Fa collezioni? Si, colleziono tutti i disegni che mi mandano/regalano i bambini! Qual è il suo motto? Toughts become things, chose the good ones (I pensieri diventano cose, scegli le migliori). Cosa non sopporta? La maleducazione. Quando ha avuto la prima cotta? E l’ultima? A 14 anni. E l’ultima la sto aspettando! Che rapporto ha con la Fede? Credo in modo molto personale. Cosa pensa del nuovo Papa? Mi piace molto. Com’è il suo rapporto con il denaro? Non è la cosa più importante nella vita, ma aiuta averne. Con il successo sono cambiate le sue amicizie? Chi frequenta in particolare? Mi sento di dire che è più nei momenti di “non successo” che cambiano le amicizie. Rimangono quelle vere! La maggior parte del tempo frequento i miei amici e colleghi di allenamento perchè non mi rimane tanto altro tempo. A Oberstdorf ho due carissime amiche delle superiori. A Ortisei Caroline, la mia amica d’infanzia. Chi porterebbe con lei su un’isola deserta? Domanda molto difficile. Forse Johnny Depp! Qual è il suo tallone d’Achille? La riservatezza. Tatuaggi e piercing? No! Ha mai pensato di scrivere un libro autobiografico? Sì, ma penso che non sia ancora il momento giusto. Quali sono le sue paure? Le malattie gravi. Ha dei complessi? ■ Penso di no.
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UN CAFFÉ A CASA DI...
di Silvia Tarter
Un giovanissimo Francesco Volpi, nel 1935, davanti ad un Caproni Ca 310, all’aeroporto Dal Molin di Vicenza
FRANCESCO VOLPI UN SECOLO DALL’ALTO 79 ANNI PASSATI IN VOLO, COME PILOTA CIVILE E MILITARE. ALLE SPALLE 236 MISSIONI DI GUERRA SUL FRONTE RUSSO E NEL MEDITERRANEO. UNA VITA CHE HA COLLEZIONATO INNUMEREVOLI TITOLI, PREMI E RICONOSCIMENTI, CONQUISTATI CON IMPEGNO, SERIETÀ E PRONTEZZA. ORA, FRANCESCO VOLPI STA PER COMPIERE 100 ANNI E CI RACCONTA LA SUA STORIA, DECISAMENTE FUORI DAL COMUNE
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n’elica nel sottoscala incollata ad un paracarro, appena varcata la soglia di casa, conferma che siamo dal Volpi giusto. Ad accoglierci il figlio, Furio, mentre Francesco aspetta in salotto, pronto. Nato nel 1914 a Trento, undici anni dopo che i fratelli Wright volarono per la prima volta con il Flyer, il
primo velivolo a motore, Francesco Volpi è un simpatico signore dallo sguardo che tradisce ancora una certa vivacità. E infatti non è mai riuscito a stare fermo nella sua lunghissima, probabilmente la più lunga in assoluto in Italia, carriera aeronautica, che vanta oltre 10 mila ore di volo. Nel 1935 ha frequentato la
Scuola militare di pilotaggio a Cameri, in Piemonte, divenendo pilota di aeroplano il 25 luglio del 1935 a bordo di un biposto Breda 15S e pilota militare il 25 ottobre dello stesso anno. Laureato in giurisprudenza a Padova nel 1938, ha preferito seguire il richiamo dell’aviazione. Sottotenente pilota della Regia Aeronautica 25
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trentinoincontri nell’ottobre del 1935, negli anni successivi si abilita a 1° pilota dell’Ala Littoria, la prima compagnia aerea di linea italiana. A partire dal 1941 viene mobilitato a compiere operazioni in zone di guerra, assegnato alla 246ª Squadriglia autonoma dei Servizi Aerei Speciali, sul fronte russo da Stalingrado a Bucarest, e nel Mediterraneo, tornando a casa dopo 236 missioni. Tenente colonnello, Commendatore, pioniere dell’aeronautica, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ha ricevuto il diploma d’onore della Federazione Aereonautica Internazionale – F.A.I.; è stato co-fondatore, presidente e presidente onorario dell’Associazione Arma Aeronautica di Trento; co-fondatore e direttore della scuola di pilotaggio dell’Aero Club di Trento, presidente dell’Aero Club di Trento, fondatore e direttore della Scuola di volo in montagna dell’Aero Club di Trento. Il 13 di ottobre compirà 100 anni, e probabilmente, come ogni compleanno da un po’ di tempo a questa parte, lo festeggerà sorvolando la sua città. “Non ho l’intenzione di fare niente di particolare, ma con l’occasione l’ho programmato per quel giorno, come ho fatto tutti gli anni.” Le hanno da poco rinnovato la validità del brevetto per gli ultraleggeri… I brevetti che ho validi sono due: quello degli ultraleggeri mi scade a settembre dell’anno prossimo, invece quello degli aerei normali a settembre di quest’anno e lo rinnoverò. Il brevetto non scade, è una licenza internazionale per volare ma è valida solo se accompagnata dal certificato medico, rilasciato dall’istituto
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“IL MIO SOGNO RICORRENTE? NON SOGNO MAI!” Qual è l’ultimo libro che ha letto? S.A.S. i servizi aerei speciali della Regia Aeronautica 1940-1943, di Massimo Civoli. Riguarda i servizi speciali dove ero arruolato anch’io. Il film preferito? Non mi è mai piaciuto andare al cinema perché odio il fumo e nelle sale cinematografiche si fumava sempre.
Sul Fronte Orientale nel 1942
medico legale di Milano, mentre quello per velivoli leggeri da un medico sportivo locale. Adesso come brevetti sono a posto. Non porta nemmeno gli occhiali? No (ride) Che cosa ha fatto per mantenersi così in salute? Ha cercato di seguire una certa disciplina? Non ho fatto niente per arrivare a questa età, ma non ho fatto neanche niente per non arrivare. Ho fatto la vita che volevo io, un po’ movimentata, avventurosa. E allora, parlo di ottant’anni fa, gli incidenti in aeronautica erano molti più di adesso. Anche oggi però, purtroppo, capitano, come è successo pochi giorni fa ai due Tornado nelle Marche. Nonostante le tecnologie più avanzate, alla fine ad essere determinante è sempre il fattore umano Il fattore umano, senz’altro. Parlano di ali staccate. E’ difficile che si stacchi un’ala. Poi se si stacca cade e non va
Un ritratto di Volpi regalatogli dai suoi amici piloti
Ma la tv la guarda? Sì, se c’è qualche bel documentario.
addosso ad un altro aereo. Chiacchiere ce ne sono un’infinità in quel caso. Purtroppo nella mia vita di aviatore e militare di incidenti di quel genere ne ho visti tanti, perché l’addestramento base di un pilota militare è il volo in formazione, che non è facile. Durante l’addestramento per il volo in formazione succedono spesso delle collisioni, a pochi metri di distanza, fa parte dell’addestramento di un pilota. Durante la sua carriera di aviatore militare ha mai pensato che quel volo poteva essere l’ultimo? Momenti ce ne sono stati tanti. Ho fatto 236 voli di guerra. Ogni volo poteva essere l’ultimo. Non in tutti c’era il combattimento, ma il rischio sì. Ma bisognava farlo… Ma non pesava. Se pesasse una cosa del genere, 236 volte, uno non ce la fa, muore prima. Diventava per me, e anche per gli altri, un’abitudine. Non c’era nessuna emozione particolare. La testa era molto impegnata sì, ma non c’erano emozioni particolari. Le emozioni venivano quando qualcuno spariva e non tornava e questo è successo parecchie volte. Tutto sommato è stata un’esperienza tremenda, ma che nella vita di un uomo ha un valore enorme. Cosa pensa che l’abbia aiutata di più a ritornare sano e salvo ogni volta, oltre, naturalmente a un po’ di fortuna? Molta fortuna. Certo ci vuole uno spirito perfetto, senza dubbio. Un sistema nervoso che funzioni. Poi basta. La voglia di farlo, perché nessuno obbliga. Noi piloti militari italiani non avevamo mai l’obbligo del volo. Uno poteva rinunciare quando voleva, perché non si può
E invece a proposito di musica, che cantante le piace? Di certo non la musica che fanno adesso. Ai miei tempi c’erano Cinico Angelini, Nilla Pizzi, Claudio Villa. Qual è il suo piatto preferito? Riso e pesce. Nel mio freezer non manca mai del pesce. Il sogno ricorrente? Non sogno mai.
mandare in volo uno che non è convinto. Qual è stato il momento peggiore? L’8 settembre del 1943 è stato micidiale per me. Sono stato fatto prigioniero dei tedeschi. Ho fatto un anno intero di guerra col comparto tedesco e sono sempre stato in ottimi rapporti con loro. Mi hanno onorato con la croce di ferro. Ma poi mi hanno fatto prigioniero. La mia prigionia è durata un’ora, è stata romanzesca. È durata un’ora perché ho avuto un lampo di genio che mi ha salvato, sennò non sarei qui a raccontarglielo. Come è successo? Rientravo dal Sud Italia in treno, perché l’aeroporto del nostro reparto era stato preso dai tedeschi. In quel periodo, ero all’aeroporto di Orvieto, che confinava con una divisione corazzata tedesca accampata ai bordi dell’aeroporto. L’8 settembre la divisione corazzata ha occupato l’aeroporto coi carri armati. Quel giorno ho detto ai miei amici: “Ragazzi, ognuno per sé, Dio per tutti, squagliatevela perché non c’è niente da fare”. Io ero in divisa e non potevo assolutamente rimanere vestito così. Alla prima casa di contadini che ho trovato, mi sono fat-
to dare dei pantaloni e una camicia e ho lasciato la mia divisa in cambio. Non ho mai pensato di andare a riprendermela, non saprei neanche dove cercarla in una casa isolata in mezzo alla pianura. Alla stazione di Orvieto ho preso il primo treno in partenza per il Nord. L’idea nostra, del mio reparto, era quella di andare a Sud con gli aeroplani, ma qualcuno ci aveva traditi, aveva detto del nostro progetto e quando siamo andati verso sera per prendere gli aerei e partire di notte abbiamo trovato tutti gli aerei con le gomme sgonfie. È stato fatto apposta bene, perché hanno messo a terra gli aeroplani (S.M.82) senza danneggiarli. I tedeschi infatti ci tenevano molto perché era una macchina che loro non avevano, per loro era un bottino ricco. I danni li abbiamo fatti noi: per non lasciarli intatti abbiamo cominciato a pestarli. Dietro sentivamo che si avvicinavano i carri armati. In fondo c’era un dirupo, che sboccava sulla piana di Orvieto. Abbiamo affrontato il dirupo e ognuno è andato per conto suo. Lì ho trovato la casa dei contadini e sono andato alla stazione di Orvieto. Il treno è arrivato a Vicenza ed è stato circondato dalla Wehrmacht. C’erano tutti ragazzi militari, che tornavano nel Nord. I tedeschi hanno lasciato andare vecchi e donne e hanno trattenuto gli altri, concentrandoli appena scesi dal treno. Io sapevo che sarebbe andata a finire male, come infatti è andata a finire male. Ero in colonna quando un un ferroviere attraversò la fila. Aveva bandierina e berretto e io l’ho preso a braccetto. Bastava un passo falso, in quei giorni la vita di un uomo non valeva niente. Tremava come una foglia quando l’ho preso a braccio. Dice “Ci sparano”. No, gli ho detto, sorrida, fac-
Francesco Volpi, giovane fascista
cia finta di raccontarmi una barzelletta e vedrà che non ci sparano. Sono stato l’unico, che ha avuto quest’idea. Il colpo di genio che l’ha salvata Siamo andati fuori, in una cabina di servizio dove lui andava per cambiarsi perché aveva finito il servizio. Gli ho hiesto se mi dava berretto e bandierina, ma lui non voleva farlo. Aveva una paura matta e aveva ragione. Non veniva da due anni di guerra come venivo io che ci avevo fatto il callo. Ho preso i soldi dal portafoglio e gli ho detto “prendili!”. Mi sono cambiato e sono uscito. Il problema era lasciare la stazione. Ero già stato a Vicenza, sapevo che la stazione aveva un’altra uscita per le merci, oltre alla principale e mi sono indirizzato verso quella. Quando sono arrivato lì, alla porta ho trovato due militari della Wehrmacht. Per fortuna sapevo il tedesco, primo perché ero di Trento e lo sapevano quasi tutti, secondo perché avevo fatto un anno con la Luftwaffe. Sono andato tranquillo verso di loro, vestito da ferroviere e ho salutato. Si vedeva la colonna di soldati. Li hanno concentrati poi tutti nel campo sportivo di Vicenza, e quindi imbarcati il giorno dopo sul treno e spediti in Germania. Questa era la mia sorte. Ho fatto due chiacchiere con le guardie, ho chiesto “cosa succede là?”. Uno mi dice “Scheise Italiener”, e io non potevo dirgli che aveva ragione, ma ho fatto spallucce. Sono uscito col fiato sospeso. È andata bene. C’è voluta fortuna, che passa accanto a tutti, ma che bisogna saper cogliere al volo. Quello è stato uno dei momenti peggiori per me. E la Fortuna, con la F maiuscola, sembra condizionare e determinare anche gli esiti di tante missioni descritte nel suo libro, “Ho dovuto fare la guerra”, (2009), curato da Carmen Calovi, per le stampe dell’Aeroporto Caproni. Audentes fortuna iuvat, dicevano i romani, ma anche la 27
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trentinoincontri fortuna, da sola non basta, se mancano determinazione, coraggio e cervello. E dopo? È tornato a casa? Ho cominciato a risentire della vita che avevo fatto prima. Ho contratto la malaria in Sardegna. Ho fatto anche un anno sul Mediterraneo in guerra, durissimo anche quello. La malaria mi ha picchiato forte e allora non c’erano cure. I medici mi davano per spacciato, perché insieme alla malaria avevo subìto un avvelenamento da piombo. Nel mio reparto i usava la benzina tedesca che ne aveva 100 ottani, mentre quella italianane aveva 90. Quindi i nostri motori erano tarati per quest’ultima. Le esalazioni di piombo erano micidiali. Tornato a casa, a Trento, mi portarono all’ospedale. Mi hanno detto che non c’era speranza: piombo, malaria, esaurimento nervoso. Una commissione di quattro medici seduti intorno al mio letto mi confermò che non c’era niente da fare. Sono morti tutti e quattro... Insomma ha dovuto staccarsi dal volo per un po’. L’esaurimento mi faceva odiare gli aerei. Quando sentivo un aeroplano tremavo. Ero a letto e dovevano calmarmi. Sono stato un anno e mezzo senza volare. Poi però ha fondato l’Aero Club di Trento… Ero a Trento, negli anni ’50. C’era l’aeroporto a Gardolo allora, ma non mi interessavano più gli aeroplani. Poi però, passato quel periodo, è tornato l’amore per l’aeroplano. C’era un Aero Club a Trento ma funzionava male. Da Roma volevano chiudere la scuola, ma sapevano che io ero a Trento, perché allora l’aeronautica civile era retta tutta da persone che avevano fatto la guerra e ci conoscevamo quasi tutti, perché i
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trentinoincontri nostra attività si svolgeva per il 90% sui ghiacciai. Venendo ad argomenti più leggeri, una curiosità: ha mai portato qualche ragazza in volo per fare colpo? Sì, ma non per fare colpo, perché non avevo bisogno di portarle in volo... La sorte mi ha sempre favorito. Anche suo figlio Furio vola, mentre Erio va in barca a vela Mio figlio ha preso la mia passione e ha fatto più di me perché è arrivato al grado massimo di generale, mentre io sono appena tenente colonnello. Lui ha fatto una vita intera nell’aeronautica, ne ha fatto la sua professione perché aveva passione. Erio vive sei mesi in Italia e sei mesi ai Caraibi con la barca a vela. piloti non erano tanti. Sono venuti da Roma sapendo che ero qui e mi hanno contattato per dire, guarda, pensiamo ti faccia piacere se tu ci dai una mano con la scuola. La mano gliel’ho data, ho dato vita a una scuola di volo che era molto rinomata, venivano dall’Italia settentrionale e qualcuno da Roma. La scuola andava bene e ho fatto sempre tutto a titolo gratuito, non ho mai voluto una lira, per un sentimento che è facile capire. In aeronautica ho passato i più begli anni della mia vita. Mi sentivo in debito verso l’aeronautica e verso quelli che erano appassionati e volevano entrarci e li aiutavo con la mia esperienza facendo anche l’istruttore. Come è nata la sua passione? Finito il liceo Prati, non mi sentivo di fare una vita normale. Frequentare l’università, magari passare una vita in ufficio… Io volevo fare una vita un po’ fuori, e ho fatto richiesta per entrare all’Accademia
aeronautica o all’Accademia Navale. Mi sono detto: quella che arriva prima. O una o l’altra. È arrivata prima l’aeronautica, altrimenti sarei diventato marinaio. Quando è stato il suo primissimo volo? Nella primavera avanzata del 1935. Ottant’anni fa... Com’è cambiata la tecnologia aeronautica? Ottant’anni di tecnica aeronautica hanno cambiato tutto. Un tempo l’aeroplano bisognava “portarlo”, il pilota automatico non c’è mai stato finché c’ero io. Noi allievi piloti non pensavamo neanche ci fosse la possibilità un giorno di avere un pilota automatico che assiste all’occorrenza il pilota. Adesso gli incidenti sono molto rari. Quelli militari sono i più frequenti. La tecnica ha fatto passi da gigante, e soprattutto l’attività di controllo del personale e la cura dei materiali. I militari sono coinvolti in più incidenti perché devono addestrarsi per la guerra. Il brevetto militare è molto severo e difficile, tutta un’altra cosa rispetto al brevetto civile. E comunque sia, i controlli che effettuano oggi, noi non ce li sognavamo neanche. Poi sono stato alla scuola dell’Aero Club una quindicina di anni. Dalla scuola sono passati 400 piloti tutti trentini. Adesso non hanno più il brevetto per motivi di età. Poi però l’Areoclub ha chiuso negli anni ’90… A causa di contrasti interni, dopo almeno una quindicina di anni mi hanno stufato. Nel frattempo avevo pensato di costituire l’unica scuola di volo in montagna d’Italia. Abbastanza difficile per la mentalità di allora, dato che la
Mostrando lo studio, Volpi tira fuori qualcuna delle sue medaglie, che conserva gelosamente insieme a foto, attestati, ritratti appesi alle pareti realizzati dagli amici, tra cui Piera Graffer. Non c’è neppure un angolo di muro libero. Mostra due decorazioni al valore militare, medaglia di bronzo e per merito di guerra, una proposta per medaglia d’argento, la croce di ferro tedesca. “Penso di essere l’unico nella provincia di Trento che ce l’ha”, dice orgoglioso. Nelle sue oltre diecimila ore di volo, ha pilotato 49 tipi di aerei diversi, esclusi gli alianti, per ognuno dei quali – a differenza di quanto prevede il regolamento oggi che va a seconda della classe del velivoli – serve l’apposita abilitazione, riportata sul libretto. Dopo la guerra si era anche comprato un bimotore. Nonostante la sua carriera di 7000-8000 ore di volo con i plurimotori, ha dovuto fare l’addestramento anche per quello, racconta, ma alla fine, poiché ci voleva un minimo di ore, l’ha venduto.
Sposato con Edda Dal Lago e rimasto vedovo, ora Francesco Volpi vive da solo. Vengono i figli a trovarlo e talvolta esce a mangiare la pizza con qualche buon amico o amica. Adesso si tiene occupato coltivando l’orto, dove crescono pomodori, melanzane, fagioli, ma anche verdure per l’inverno, sotto ad una serra che si è costruito da sé, come i mobili del salotto. Legge molto, si tiene informato, e, naturalmente, vola ancora. “Volo ogni tanto con un mio amico, un pilota dell’Alitalia in pensione. L’unico paletto che mi hanno messo da due anni è quello che non posso volare da solo. Sono titolare del volo, ma devo avere a fianco un pilota che abbia tutte le abilitazioni necessarie. Ho cercato di superare questa limitazione, ma non ho trovato nessun medico disposto a firmare comunque il brevetto”. E dove le piace volare? La maggior parte della volte sopra il Brenta, è bellissimo: paesaggi meravigliosi, sopra i 3000 metri. Volo una
mezz’oretta, al massimo un’ora. La cosa che le fa più paura? Non ho mai avuto paura di niente, non saprei. E probabilmente è così. La grande curiosità e la voglia di mettersi in gioco, di vivere una vita avventurosa lo ha sempre spinto avanti, a non fermarsi. Mi racconta che quando era bambino scappava dall’asilo, e i maestri dovevano andare a riprenderlo. È sempre stato irrequieto e vivace, come si può intravedere ancora adesso nel suo sguardo, che trasmette allo stesso tempo una grande serenità. Quella di chi è sazio della vita, di un’esistenza piena in cui ha saputo mantenersi bene in equilibrio, anche una volta sceso a terra. “Ne ho viste di tutti i colori. Sono soddisfatto, ho avuto la vita che volevo. L’ho detto anche ai miei figli. Quando morirò non piangete, è morto uno che ha fatto la vita che voleva fare. Di più ■ non potevo chiedere”.
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Maxi Ooh!
La meraviglia della scoperta
Premio di pittura Gita a Luserna
Volano Jazz Big Band
Lucio Gardin
Non sarà stata un’estate meteorologicamente bella, ma gli appuntamenti organizzati dall’Associazione Iniziative Turistiche Candriai Monte Bondone hanno comunque illuminato e riscaldato i cuori di soci, simpatizzanti e villeggianti. Dall’irrestibile Lucio Gardin ai tornei di Burraco e Briscola, dalla Volano Jazz Big Band (davvero big, 18 elementi!) alla strepitosa Loredana Cont passando per il premio di pittura per bambini, il corso di pittura per adulti e finendo con la gita al forte di Luserna. Il Malgone di Candriai, grazie alla preziosa collaborazione con l’Azienda Turismo Trento Monte Bondone, ha ospitato alcune delle manifestazioni. L’associazione il 4 ottobre festeggerà i 25 anni e sarà quindi una grande occasione per ricordare quanto fatto per Candriai ed il Monte Bondone i questi lunghi anni di attività.
Torneo di Briscola
Maxi Ooh! è il nuovo spazio espositivo dedicato ai bambini da 0 a 5 anni. Una parentesi di stupore e meraviglia, un’esperienza tutta da vivere dove i bambini possono coltivare l’attitudine a scoprire, provare e sperimentare in prima persona partendo da quello che sanno fare così bene, ossia toccando, annusando, guardando e ascoltando. Da martedì a venerdì, ore 10.00 - 18.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.00 - 19.00. Tariffa € 2,00 (oltre il biglietto d’ingresso) - € 1,50 per possessori carta membership MUSE. Gradita la prenotazione 0461/270311.
Torneo di Burraco
CANDRIAI ESTATE 2014
Loredana Cont
Festa sociale
MUSE - Museo delle Scienze Corso del Lavoro e della Scienza, 3 38123 Trento www.muse.it
trentinoincontri
trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu
CAMERA CON VISTA SUL NOVECENTO Vittorio con Zia Rita nel 1949
GLI OSPITI DEL BRISTOL E LA BEFFA ALLA CONTESSA
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VITTORIO BARBIERI, CON LA SUA FAMIGLIA, FESTEGGIA I CINQUANT’ANNI DELL’HOTEL MONTANA, A VASON DEL BONDONE, MA ALLE SUE SPALLE HA UNA STORIA CHE MERITA DI ESSERE CONOSCIUTA. ANTESIGNANO DEI MANAGER DELL’OSPITALITÀ, ASSIEME ALLA ZIA RITA ERA ALL’INDIMENTICATO HOTEL BRISTOL DI VIA TORRE VERDE A TRENTO, INSPIEGABILMENTE DEMOLITO NEL 1968. UNA VITA TRASCORSA A LAVORARE NEI MIGLIORI ALBERGHI D’EUROPA, FINO AL RICHIAMO IRRESISTIBILE DELLA MONTAGNA. E QUELLA VOLTA CHE ONASSIS LO SOPRANNOMINÒ...
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i sono luoghi che contengono altri luoghi, situati ad altre latitudini, collocati in altre epoche. L’Hotel Montana di Vason del Bondone è uno di questi luoghi e il perché non può che raccontarcelo il patron Vittorio “Nino” Barbieri, 84 anni portati alla grande, che accoglie con irresistibile signorilità la nostra curiosità di giornalisti a caccia di storie. Fu proprio lui, nel 1964, esattamente mezzo secolo fa, a volere il “Montana”, su quella montagna di Trento dove so32
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leva recarsi a sciare durante gli innevati inverni del dopoguerra. Lo stesso Hotel che oggi è gestito dal figlio di Vittorio, Alberto, dalla moglie Monica e da Martina, la primogenita. Ma per raccontare questa storia dobbiamo partire da molto prima del 1964, ovvero nel 1939 quando appena scolaro, Vittorio Barbieri prende a bazzicare l’albergo che l’intraprendente zia Rita ha iniziato a gestire l’anno prima: l’Hotel Bristol di Trento. Eccolo il luogo contenuto
nel “Montana”, legato al presente con il doppio potente filo della memoria. E qui il viaggio del pensiero si fa davvero avventuroso, perché il racconto si tinge di quelle tinte liberty che richiamano così bene i colori della nostalgia. DAL BRISTOL AD ONASSIS. E RITORNO Vittorio prova a descriverci quello che i suoi curiosi occhi di ragazzo vedevano in quegli anni, prima e dopo la Seconda
ra gli ospiti illustri dell’Hotel guidato da Rita Barbieri ci furono il Kronprinz Guglielmo di Prussia e il principe ereditario Umberto di Savoia, per il quale venne allestito un appartamento speciale. Vi soggiornarono anche Fausto Coppi e Gino Bartali, il poeta Ezra Pound. Ma la clientela più interessante era l’annuale gruppo di nobili del circondario tra cui si ricordano i conti Coreth, il conte Thun, il barone di Cles, il conte Wolkenstein, i baroni Salvotti e gli a Prato di Segonzano. Vi ebbe sede anche il celebre Cenacolo del Conte Melchiorri.
Foto di gruppo della famiglia Barbieri, nel salone d’ingresso dell’Hotel Montana
guerra mondiale. Ovvero le sfarzose sale del Bristol che si riempivano di annoiati, e spesso squattrinati, nobili che scendevano a svernare a Trento abbandonando i propri manieri ai rigori dell’inverno. Scene che avrebbero certamente ispirato un Luchino Visconti o un Federico Fellini. Durante la guerra, il Bristol viene requisito dal Comando Generale delle truppe naziste prima e da quelle alleate poi: inglesi e italiani della Brigata Folgore. Vittorio Barbieri ricorda sorridendo che “i tedeschi lasciarono ogni cosa così come l’avevano trovata. Inglesi e italiani levarono le tende dopo aver allegramente devastato tutto”. Un’epoca si stava chiudendo. La modernità già scalpitava per travolgere quanto era stato: tante ingiustizie, è vero, ma
anche tonnellate di poesia e di umanità. Una sorta di devastante pesca a strascico che Vittorio Barbieri tenta di esorcizzare nei primi anni Cinquanta partendo per un viaggio di iniziazione professionale in giro per il mondo. Vienna, Londra e quindi Amburgo, dove lavorando nello sfarzoso Hotel Vier Jahreszeiten incontra il bel mondo della Vecchia Europa, tra cui Aristotele Onassis, antesignano dei multimiliardari, che più volte ha modo di apprezzare il servizio del trentino, al punto da soprannominarlo – al termine della preparazione di una coreografica arancia al maraschino – der Franzose, “il francese”. Nel 1956, lasciato Onassis alle sue mastondontiche compravendite, Vittorio Barbieri è a Cortina d’Ampezzo, chiama-
Memorabile la truffa di cui fu vittima la contessa Herbestein, a cui due intraprendenti donnine di malaffare sottrassero tutti gli averi, plagiandola con la paura di una Terza guerra mondiale. Vittorio Barbieri e il suo fedele portiere, Livio, misero a soqquadro il Bristol, interrogando tutti gli ospiti a riguardo, ma furono i carabinieri a risolvere l’arcano, scovando la malcapitata in una remota località della Sardegna.
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trentinoincontri to a dirigere il Miramonti Majestic Grand Hotel. Un incarico da far tremare le vene e i polsi ad un ragazzo di ventisei anni. Una responsabilità che, però, viene presa di petto, a testa alta, con la sicurezza del manager più navigato. Sono gli anni in cui a Cortina si danno appuntamento i più bei nomi del jet-set internazionale. Re Leopoldo del Belgio e poi ancora Alberto Sordi, Brigitte Bardot, tutta la ricca borghesia italiana, dai Marzotto ai Falck. Eppure l’incontro ampezzano più emozionante per Vittorio è forse quello con un ufficiale americano con il quale scopre di aver avuto a che fare sulla Linea Gotica, durante i caldi giorni del 1944. Nel 1959, il ritorno da zia Rita al Bristol, in mezzo alla pletora, peraltro sempre più esigua, di conti, marchesi e affini che, tra interminabili partite a carte, qualunquistiche analisi geopolitiche, balli e ricevimenti sono ancora lì che con le unghie e con i denti provano a L’Hotel Vier Jahreszeiten di Amburgo
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“IL TURISMO MINORE È LA SALVEZZA DI CERTI VALORI”
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La reception. Da sinistra, Alberto, Monica e Martina
interrompere lo scorrere di quel tempo cafone. Ma il tempo, si sa, di certe pretese nobiliari se ne frega, e continua il suo viaggio impetuoso. E il curriculum di Vittorio si rimpingua di altre esperienze. Arriva a dirigere più Hotel, da Comano Terme al Beaurivage di Riccione. Nel 1968, invece, lo chiamano i carabinieri e lo informano di essere in possesso di una targa di Cavalierato a suo nome: data la giovane età – secondo loro – non può che trattarsi di un errore. E invece... Nel frattempo, durante gli inverni, appena può, inforca gli sci e si fionda sulle piste del Monte Bondone, quasi obbedendo ad un oscuro, atavico richiamo, un po’ insolito per lui, nato a Pianoro, ridente cittadina inchiodata sui colli bolognesi. E bolognese è anche la donna della sua vita, Maria Luisa Jaffei, laureata in Agraria, per anni Preside della Scuola Media di Lavis.
IL PASSATO DI ZIA RITA Rita Barbieri nasce a Pianoro (Bo) nel 1895. Prima di divenire gerente dell’Hotel Bristol, di proprietà di Chesani, lavora in Costa Azzurra, al lussuoso Negresco di Nizza, quindi al Grand Hotel di Rimini e al Lido Palace Hotel di Riva del Garda. Nel 1954 diviene proprietaria del Bristol e ci lavora fino al 1968, quando vende tutto all’imprenditore Ito del Favero. Muore nel 1974. LA MONTAGNA COME DESTINO La vita spesso è fatta di casi straordinari e di incredibili coincidenze. È proprio questo che la rende tanto imprevedibile e, quindi, bella. C’è quella foto del 1949, zia e nipote sono in gita sulla Paganella e Vittorio punta un dito in direzione del Bondone, laggiù in lontananza, quasi ad indicare il punto in cui, alla vigilia di Natale del 1964 viene inaugurato l’Hotel
A sinistra, il Salone dell’Hotel Bristol. Da notare il lampadario a venti bracci che oggi compare nella Sala da Pranzo del “Montana”. 34
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n anni recenti, il Monte Bondone è sempre stato bersagliato dalle polemiche. Il mese scorso, i locali segretari della UIl, Walter Alotti, e della Cisl, Lorenzo Pomini, hanno parlato di “pozzo senza fondo, malato terminale, montagna schiacciata da altre realtà più attrattive”. Naturalmente Vittorio Barbieri non si scompone, anche se giudica ampiamente restrittiva la visione dei due sindacalisti. “Se dovessi dare ascolto a certi commenti – dice – dovrei chiudere tutto e andarmene”. “Quello che certe voci critiche non comprendono è che località come il Bondone sono collettori di un turismo cosiddetto minore”. Sì, insomma, smettiamola di paragonare la montagna di Trento a Cortina o a Courmayer. “E il turismo minore è il solo a dare vita a valori e tradizioni inalienabili”. Parola di un signore che nel 2012 ha ricevuto al Stella d’Oro degli albergatori e di ospitalità se ne intende sicuramente più di un sindacalista. Montana. Il Monte non è certo quello di oggi, spesso bersagliato dalle polemiche, ma una meta amatissima dai turisti di tutta Italia. Il successo della nuova struttura è immediato. Quella che oggi si chiama fidelizzazione del cliente ha inizio fin dalle prime settimane di apertura. Passano velocemente sei anni ed è già ora di ampliare la struttura, per poter star dietro con dignità alle crescenti richieste. Nel frattempo, il Bristol è stato demolito e l’amatissima zia, anziana e stanca, dopo una vita lavorativa colma di soddisfazioni, si ritira a vita privata. Ma l’arrivo del Montana non riesce certo a fermare l’impeto manageriale di Vittorio che nei mesi estivi continua a dirigere il Beaurivage di Riccione. E non si ferma qui, perché negli anni Ottanta della Milano-da-bere fa alcune stagioni al Palace Hotel di Roncegno e all’Imperial Grand Hotel di Levico Terme. Ma anche al Kyrie di S. Domino, isole Tremiti, e al Maddalena di Lesina (Fg). Il professor Bachelet, dirigente dell’Azione Cattolica (Vittorio Barbieri ha fatto parte della Fuci) lo chiama a dirigere il complesso Domus Pacis di Roma (un paio d’anni dopo, al termine di una lezione, mentre conversa con la sua assistente Rosy Bindi, Bachelet verrà falciato dalle Brigate Rosse). 1964-2014. HOTEL MONTANA, LA STORIA CONTINUA Alberto Barbieri, figlio di Vittorio (gli altri sono Alessandro e Andrea, soci della
Montana Srl) ha preso in mano la gestione dell’albergo di famiglia già da diversi anni. Ad aiutarlo, la moglie Monica e la figlia Martina (l’altro figlio è Matteo). Nel 2000, è stato acquisito il vicino Chalet “Il Caminetto” e sei anni dopo ha avuto luogo una nuova importante ottimizzazione della struttura che oggi offre più di cento posti letto ed ha oltre trenta dipendenti. Pur non essendo più operativo nel senso stretto del termine, Vittorio “Nino” Barbieri e la signora Maria Luisa, com’è facile immaginare, amano trascorrere gran parte del loro tempo al Montana. Le case spesso hanno questo potere di imprigionarti amorevolmente: figuriamoci un hotel di famiglia. Ma siamo al termine del nostro incontro ed è già ora di andare. Storditi dal fiume aneddotico di Vittorio, stiamo per salutarlo, quando con eleganza, più Franzose che mai, ci invita ad alzare lo sguardo verso il soffitto della sala da pranzo. Un imponente lampadario in stile liberty, a venti bracci, fa capolino. È lo stesso che durante i lunghi inverni del primo Novecento illuminava i tavoli da gioco e gli sguardi annoiati dei frequentatori dell’Hotel Bristol. Così tra il vociare di bimbi in coda per il miniclub e il cicaleccio di gruppi di amici che si preparano ad un trekking sulle Tre Cime pare di sentire in lontananza la voce ferma di zia Rita che dà disposizioni al personale, mentre partono le prime struggenti note di un’orchestrina jazz. ■
HOTEL BRISTOL: IL “MISTERO” DI UNA DEMOLIZIONE
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el libro “Tempo in controluce” (Valentina Trentini, Editore) Luigi Lambertini – giornalista e critico d’arte nizzardo –dedica un capitolo all’Hotel Bristol. Racconta di un incontro romano con l’allora sovrintendente alla belle Arti, Nicolò Rasmo, a cui candidamente chiede il motivo per il quale il Bristol venne demolito nel 1968, non appena ebbe finito di leccarsi le ferite dell’alluvione di due anni prima. Come mai non venne tutelato secondo quanto stabilito dalla Legge? Il salone dell’albergo avrebbe potuto essere trasformato in una galleria e le sue grandi finestre divenire vetrine o ingressi di negozi. Sarebbero bastati un po’ di inventiva e sensibilità. Eppure di fronte alle ruspe nessuno mosse un dito né disse una parola. Insomma, il proverbiale rasoio di Occam. Per la gioia di Ito del Favero e per la salute dei suoi bilanci. Infine, ficcante, Albertini chiede a Rasmo come mai perfino lui, non intervenne per aprire quanto meno un dibattito pubblico. “Il Bristol era opera di Guido Rasmo. Mio padre. Ho taciuto solo per una questione di stile”, rispose lui.
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19141918 UNA “GUERRA TRA PARENTI” – 9A PUNTATA
DAL PASUBIO AL CAURIÒL LA GUERRA DELLE MONTAGNE di Alberto Folgheraiter
Alpini del battaglione “Feltre” in postazione sul monte Cauriol
DALLA DICHIARAZIONE DI GUERRA ALLA SERBIA AI MASSACRI SUI VARI FRONTI: COMINCIANDO CON LA GALIZIA (CONFINE POLACCO CON LA RUSSIA) DOVE FURONO MANDATI A MORIRE SETTEMILA DEGLI 11.200 SOLDATI TRENTINI CHE VESTIVANO LA DIVISA DELL'ESERCITO AUSTRIACO. DAL 1915, DOPO AVER CAUSATO LA DEPORTAZIONE DI SETTANTAMILA PERSONE, LA GUERRA DELL'ITALIA CONTRO L'AUSTRIA SI "ANNIDÒ" SULLE MONTAGNE DEL TRENTINO
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er coloro che si fossero persi qualche puntata della “guerra tra parenti, costata dodici milioni di morti”, converrà riepilogare gli avvenimenti che si succedettero nel Trentino austriaco a partire dalla dichiarazione di guerra alla Serbia (28 luglio 1914) seguita al duplice omicidio di Sarajevo (28 giugno 1914) con l’assassinio dell’arciduca Fran36
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cesco Ferdinando e di sua moglie. La morte dell’erede al trono d’Austria aveva innescato un effetto domino difficilmente controllabile. A parole, sia pure ognuno a modo loro, i governanti dell’epoca volevano evitare la guerra totale. Del resto, le teste coronate d’Europa erano tutte imparentate per via di matrimoni, combinati spesso con un occhio di ri-
guardo alla ragion di Stato. Chi decise di accendere la miccia fu una dozzina di ministri e generali i quali si erano preparati alla guerra ormai da anni. Nell’impero austroungarico, per esempio, la leva militare era obbligatoria fin dal 1866. La ferma durava tre anni, ma per altri nove i cittadini abili alle armi svolgevano servizio nella riserva. Il 31 luglio 1914, oltre alle tre già impegnate nell’addestramento, furono richiamate in servizio 19 classi di leva, vale a dire gli uomini fra i 21 e i 42 anni. Nel corso della guerra e con le truppe “scarnificate” dalle carneficine di massa furono precettati i giovani a partire dai 17 anni e gli uomini fino a cinquant’anni di età. A chi oggi avverte un senso di vertigine per l’acquiescenza dei richiamati, sacrificati come agnelli, mandati al massacro per le bizze degli ufficiali di carriera, si può proporre la lucida analisi di Paolino Scalfi Baito, indimenticato maestro elementare di Preore, nella prefazione al suo volume “I Kirsanover” (1993) re-
lativo ai prigionieri di lingua italiana in Russia (ne parleremo diffusamente nella prossima puntata). Scriveva: “Disciplinatamente, i Trentini si presentarono nei centri di raccolta ed attesero che si compisse il loro destino con l’invio al fronte. Infatti, la diaristica e la memorialistica dei Trentini avviati in Galizia contro la Russia o nei Balcani contro la Serbia, ben raramente adombrano i motivi e cause del conflitto che loro stavano vivendo e combattendo. Nella maggioranza delle popolazioni trentine a quel tempo prevalsero il sentimento di obbedienza all’autorità costituita, sia essa politico/amministrativa che religiosa, e anche l’altro derivante da un’educazione scolastica, quasi sempre elementare, imperniata sul culto della Casa regnante. […] Questi militari, siano essi al fronte o in prigionia, nei loro diari ben raramente si pongono il perché dei loro sacrifici e della morte dei propri compagni caduti: è il dovere e basta! Imprecazioni e maledizioni si sprecano contro la guerra, ma ben di rado son rivolte ai regnanti o ai governi che la provocarono. Non diversa è la situazione all’entrata in guerra dell’Italia (1915); le genti costrette a evacuare i paesi, ad abbandonare case, campi e bestiame, per essere disperse nella parte centrale dell’Impero austroungarico, inveiscono sempre contro gli italiani (re, popolo, soldati). A costoro esse fanno risalire la loro tristissima sorte nei campi per profughi in Boemia, in Moravia, nell’Austria superiore”. Le forze armate austriache erano costituite da tre eserciti distinti: l’esercito comune (nel quale confluiva la massa dei soldati di leva); l’esercito nazionale austriaco e l’esercito nazionale ungherese. L’assegnazione delle reclute all’uno o all’altro schieramento avveniva per estrazione. La duplice monarchia (il regno d’Austria e il regno d’Ungheria si erano fusi in un unico impero austroungarico nel 1867) impersonata dal “paterno” imperatore Franz Joseph, riuniva undici nazionalità diverse (austriaci, ungheresi, boemi, slovacchi, polacchi, ruteni, italiani, croati, bosniaci, sloveni e rumeni). Ogni reggimento adottava la lingua della maggioranza delle reclute, tuttavia gli ordini e le indicazioni di comando dovevano essere rigorosamente in tedesco. Tale lingua era insegnata in tutte le scuole elementari dell’impero dove la frequenza era obbligatoria sin dai tempi di Maria Teresa d’Austria (1717-1780).
Prigionieri austriaci condotti ai campi di internamento provvisori
Entro i confini dell’Austria-Ungheria si praticavano cinque religioni diverse. C’erano cattolici, luterani, ortodossi, musulmani ed ebrei. Tenere unito un impero con tante sfaccettature in tempo di pace era un’impresa; in tempi di guerra fu quasi impossibile. Tant’è che, quando (maggio 1915) l’Italia stracciò i patti dell’Alleanza e si schierò a fianco dell’Intesa, l’ira dell’Austria si scaricò anche sulle popolazioni austriache di lingua italiana, sottoposte a una deportazione di massa che gli storici interpretano oggi come un tentativo di pulizia etnica. Per quanto riguarda il Trentino, la prima guerra mondiale visse due periodi distinti. I primi dieci mesi di guerra dell’Austria-Ungheria contro Serbia, Russia, Francia e Inghilterra si possono sintetizzare nella chiamata alle armi di migliaia di contadini e montanari che furono mandati al massacro in Galizia e sui confini orientali. Tanto è vero che degli undicimiladuecento austriaci di lingua italiana del Trentino morti nel corso della prima guerra, ben settemila finirono al cimitero fra la fine di agosto e dicembre del 1914. Furono circa sessantamila i Trentini arruolati con la divisa grigiocenere dell’esercito austriaco. Il secondo periodo cominciò nel maggio del 1915, coincidente con il voltafaccia dell’Italia, quando fu avviata una vasta operazione di polizia con la “cattura” e l’internamento delle personalità di spicco della classe dirigente trentina, credute colpevoli di sentimenti filoitaliani. Nel corso della guerra furono poco meno di duemila gli internati “sospetti”.
Di questi, 1754 finirono nel campo di Katzenau, la “landa dei gatti” di cui si scrisse nelle precedenti puntate. Un anno dopo, il 1° marzo 1916, per ordine del comando militare, lo stesso vescovoprincipe Celestino Endrici (19041940) sarà confinato dapprima nella villa di San Nicolò a Ravina di Trento e, successivamente, internato a Heiligenkreuz in Austria (vedi scheda a pp 36-37). Nei primi mesi di guerra con l’Italia fu avviato l’esodo dalle valli del Trentino meridionale coinvolte nelle operazioni militari. Settantamila Trentini finirono nelle “città di legno” dell’Austria e della Moravia; quarantamila – comprese alcune migliaia di persone dell’Ampezzano – furono “polverizzate” in 264 comuni italiani. Dal 24 maggio al 15 agosto 1915 l’esercito italiano arrivò a Condino, in valle del Chiese e occupò le alture sulla sponda destra della Val di Daone. Quel tratto era difeso, per parte austriaca, dai forti Corno e di Larino facenti parte dello “sbarramento di Lardaro”. Truppe italiane si insediarono ad Ala e, in Vallarsa, fino a Valmorbia. Il villaggio sarà reso celebre da una poesia di Eugenio Montale (“Valmorbia, discorrevano il tuo fondo/ fioriti nuvoli di piante agli àsoli […] Valmorbia, un nome e ora, nella scialba/ memoria, terra dove non annotta”), sottotenente del 158° fanteria Brigata Liguria, premio Nobel per la letteratura (1975). Altre zone conquistate dagli italiani nell’estate del 1915: varie posizioni verso l’altipiano di Lavarone, Borgo Valsugana, il Primiero, Livinallongo e Cortina d’Ampezzo nel bellunese. 37
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trentinolagrandeguerra Fra ottobre e dicembre (1915) fu interamente occupata la Val di Ledro; furono conquistate dai soldati di casa Savoia le pendici settentrionali del monte Baldo e lo Zugna. Nel frattempo, gli Austriaci cominciarono a far affluire nelle fortezze del Trentino quattrocentomila soldati. In gennaio del 1916 il capo di Stato Maggiore austriaco, il generale Conrad, cominciò a predisporre l’offensiva del 16 maggio 1916. Sarebbe passata alla storia come la “Strafexpedition”, la spedizione punitiva nei confronti dell’Italia “infedele”. A tale scopo furono destinate due armate (la III e la XI con 14 Divisioni, per un totale di centosessantamila uomini, mille cannoni, novecento mitragliatrici) del cui comando fu incaricato l’arciduca Eugenio (Ferdinando Pio Bernardo Felice Maria). Il comando generale del “Gruppo Armate del Tirolo Meridionale” fu stabilito a Bolzano. Nei giorni dell’attacco frontale degli Austriaci fra il 15 maggio e il 16 giugno 1916 furono sgomberati dagli italiani vari paesi della Valsugana e della Vallagarina. Gli Austriaci “penetrarono oltre le linee italiane per una profondità massima di quindici-venti chiolometri, minacciando seriamente da tergo il fronte dell’Isonzo. Per la prima volta, il nemico portava la guerra in casa e Cadorna non escluse di
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Cesare Battisti catturato sul Monte Corno
ritirarsi al Piave. L’emozione in Italia fu enorme, sia nell’opinione pubblica, sia nelle sfere politiche e militari. Gli Austriaci, però, furono fermati…” (G. Fait, introduzione a “Non solo armi, Pasubio 1915-1918”, Nicolodi 2002). In verità, una controffensiva russa in Volinia, concordata con gli Italiani, aveva costretto il comando di Vienna a trasferire una parte dell’esercito dal saliente trentino al fronte orientale. La Strafexpedition ebbe quale teatro di
guerra soprattutto il Pasubio. In poco più di due mesi gli italiani perdettero 147.730 soldati; gli austriaci 82.815. Scrive (2002) Camillo Zadra, direttore del Museo Storico Italiano della Guerra, che “a partire dal 1915 [il Pasubio] fu aggredito su ogni versante da due eserciti che lo circondarono di strade, lo imbrigliarono con teleferiche, impianti di rifornimento idrico, elettrico e telefonico, lo traforarono di gallerie chilometriche, lo occuparono con decine di migliaia di soldati, lo attrezzarono per rifornire i combattenti di quanto serviva alla loro sopravvivenza, lo coprirono di baracche, di attendamenti, di ricoveri di fortuna, di depositi di munizioni e, naturalmente, di ospedali e di cimiteri; lo investirono di una potenza distruttiva ancor oggi percepibile”. Gli fa eco Gianluigi Fait: “Dopo la Strafexpedition [il Pasubio] si configurò come una posizione strategicamente decisiva per le sorti del conflitto, soprattutto per gli Italiani. […] In virtù della sua rilevanza strategica acquisita nella primaveraestate del secondo anno di guerra fra Austria e Italia, e rimasta tale fino alla conclusione del conflitto, il fronte del Pasubio registrò una densità di truppe, prevalentemente di fanteria, uguale a quella carsica, nell’ordine di un’intera divisione, per un tratto di fronte
IL VESCOVO CELESTINO ENDRICI INTERNATO IN AUSTRIA
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ato a Don, in alta valle di Non, il 14 marzo 1866 (l’anno della terza guerra di Indipendenza italiana con l’invasione del Trentino da parte dei “Cacciatori delle Alpi”di Giuseppe Garibaldi), Celestino Endrici era figlio di famiglia contadina. Dopo il liceo a Trento, nel 1885 fu inviato a Roma per frequentare l’università Gregoriana quale convittore del pontificio collegio germanico-ungarico. Ottenuta la laurea in filosofia e in teologia, fu ordinato prete nel 1891. Tornato in patria dopo sette anni nella capitale del regno d’Italia, fu insegnante nel seminario vescovile di Trento. Alla morte del vescovo Eugenio Carlo Valussi (1901) si aprì una lunga partita per la successione. Scrive Iginio Rogger (Enciclopedia Treccani): “Per la creazione del nuovo vescovo, la cui nomina spettava all’imperatore Francesco Giuseppe, si ebbero consultazioni informali fin dall’anno 1902. Dopo la morte del Valussi, avvenuta l’11 ottobre 1901 la pratica ufficiale si concluse rapidamente. Erano state sondate in precedenza anche le disposizioni dell’Endrici circa il lealismo statale, circa l’equidistanza fra cristianosociali e conservatori e circa un certo distacco della Chiesa dalla politica. Cosi il governo austriaco fece cadere su di lui la scelta definitiva, sorvolando le preferenze del capitolo di Trento e dell’episcopato metropolitano salisburghese che si erano espresse in favore del provicario mons. J. Hutter, tedesco e conservatore. La
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nomina imperiale è del 3 gennaio 1904, seguita dalla conferma papale il 6 febbraio. Il nuovo vescovo fu consacrato il 13 marzo a Roma dal card. R. Merry del Val e prese possesso della diocesi il 19 successivo. La diocesi di Trento contava allora circa 560.000 abitanti, dei quali quasi un terzo appartenenti al gruppo etnico tedesco con le città di Bolzano e Merano. Il seminario teologico era unico, con superiori e docenti di ambedue i gruppi linguistici”. Scrive ancora Iginio Rogger: “In sintonia con l’azione dell’episcopato austriaco, l’Endrici dovette dedicarsi a un’opera di mediazione, cercando di coalizzare i deputati cattolici per la difesa degli interessi relativi alla scuola, alla moralità pubblica, al matrimonio e allo stato economico della Chiesa. Per un’opera di pacificazione fra i partiti cattolici, dovette patrocinare anche una maggiore distanza del clero dall’azione politica diretta”. Tuttavia, non mancò di accusare “come un fattore antireligioso l’azione aggressiva del Volksbund, l’associazione pangermanista tirolese, che, non contenta di ostruire ogni penetrazione italiana nel Sud Tirolo, considerava sua zona d’espansione tutto il territorio trentino fino alla Chiusa di Verona, moltiplicandovi le scuole tedesche e altre iniziative di infiltrazione”. Lo scoppio della prima guerra mondiale e l’aprirsi del fronte sul lembo meridionale della diocesi di Trento vennero a creare per l’Endrici una situazione oltremodo difficile. È accertato
non superiore ai tre chilometri in linea d’aria (tale, all’incirca, era l’estensione della parte sommitale del massiccio, tra il ciglione dei Sogi a ovest, prospiciente la Vallarsa e l’impluvio della Val Caprara, a est, in direzione della valle di Posina)”. Sul Pasubio si fronteggiarono per tre anni i soldati della Brigata Liguria (per parte italiana) e i Kaiserjäger (per parte austriaca) i quali erano stati trasferiti da poco su quel fronte. Questi ultimi facevano parte di un reggimento fondato nel 1816 e nel quale potevano essere arruolati soltanto i Tirolesi, compresi i Welschtiroler, tirolesi di lingua italiana. Nel 1895, il nucleo originario dei Kaiserjäger era cresciuto fino a comprendere 16 battaglioni. Pertanto fu disposta la suddivisione in quattro reggimenti. Impegnati fin dall’agosto del 1914 sul fronte russo-galiziano, in seguito alla dichiarazione di guerra dell’Italia furono trasferiti sul fronte meridionale e impegnati sul Col di Lana, sul Pasubio e lungo l’Isonzo. Nel corso della guerra furono ben undici le battaglie dell’Isonzo, i tentativi di sfondare la difesa austriaca reiterati da Luigi Cadorna, quel “generale macellaio” che vestiva i panni di comandante in Capo dell’esercito italiano. Si legga, in proposito, la lucida sintesi di Piero Melo-
grani (“Storia politica della Grande Guerra”, 1998) ristampata in occasione del centenario (2014). Lo stesso Giovanni Giolitti (1842-1928), più volte Presidente del Consiglio italiano dichiarò che “si mandavano nell’esercito i figli di famiglia più stupidi, dei quali non si sapeva cosa fare”. E dopo la disfatta di Caporetto (la dodicesima battaglia dell’Isonzo) ribadì che “per due generazioni le famiglie italiane avevano inviato alla carriera militare i discoli e i deficienti”. Altri Trentini, fuoriusciti nel Regno d’Italia allo scoppio delle ostilità con l’Austria, erano stati arruolati quali “volontari irredenti” nell’esercito italiano. Erano 859 e, tra di loro, figurava Cesare Battisti, già deputato socialista a Vienna, noto giornalista e geografo. Volontario nelle truppe alpine, nominato sottotenente, fu “tradito” e catturato dagli austriaci il 10 luglio 1916 sul Corno di Vallarsa. Fu impiccato due giorni dopo, assieme al roveretano Fabio Filzi, pure irredentista, nella fossa del Castello del Buonconsiglio a Trento. L’impiccagione di Cesare Battisti ebbe risonanza internazionale. Per tale ragione il comando generale dell’esercito italiano ordinò il ritiro dalla prima linea del fronte di tutti i “volontari irredenti”. La qual cosa suscitò tra i fuoriusciti dal Trentino una vivace protesta. Al punto che decisero l’aggregazione
che egli non si compromise mai in senso irredentistico, ma fu costantemente vicino alle sofferenze del suo popolo, che veniva eccessivamente gravato anche per il fatto della sua nazionalità italiana. Il vescovo fu presente a salutare tutti i treni dei profughi evacuati dalla zona di operazione. Si interessò alacremente alla sorte degli internati, fra i quali figuravano numerosi membri del clero, deportati talora sulla base di sospetti o indiscriminate accuse di irredentismo. Protestò contro l’ingiustificata minaccia di ritorsioni e ricatti contro la popolazione. Ricusò nettamente ogni dichiarazione o atto che significasse adesione all’impresa della guerra, deludendo grandemente i circoli politici e militari, che gli chiedevano questo in nome del lealismo statale. La tensione crebbe al punto che egli dovette ritirarsi nella villa vescovile suburbana di S. Nicolò, dove dal 1º marzo 1916 visse formalmente confinato per ordine del supremo comando militare che gli tolse ogni
nella “Legione Trentina”. I “legionari” furono 859. Tra di loro, i morti al fronte o in seguito alle ferite furono 132. Dopo aver fermato gli austriaci sui monti di Rovereto (16 giugno 1916), alla fine dell’estate (23 agosto) gli italiani avviarono una controffensiva che culminò (27 agosto) con la presa del monte Cauriòl, nella catena del Lagorai, da parte degli alpini del battaglione Feltre. Scrivono gli alpini di Caoria, nel loro sito internet: “Alle 19,50 del 27 agosto 1916, la vetta del Cauriol cadeva in mano ai resti di uno sfinito plotone del Feltre che, in un ultimo disperato e sanguinoso sacrificio, riuscì a scacciare l’ormai esiguo presidio avversario. Una forza composta da pochissimi e laceri sopravvissuti, al comando dell’intraprendente (ferito alla testa) tenente Schmilauer il quale, in un estremo sforzo di difesa, lanciò contro gli italiani le ultime bombe a mano prima di darsi alla fuga lungo la dirupata cresta occidentale, in direzione di Passo Sadole. Le riserve accorse in ritardo riuscirono solamente ad attestarsi su un frastagliato sperone roccioso ad ovest del Cauriol (quota 2396). Sommità che in seguito prese il nome Piccolo Cauriol. A nulla servirono, se non ad allungare la lista dei morti e dei feriti, i tentativi dei giorni seguenti di rioccupare la montagna da parte delle unità
comunicazione con l’esterno. Per intervento del Nunzio, nel maggio si trasferì a Vienna, dove gli furono sottoposti i capi d’accusa, ai quali egli replicò con estrema fermezza, difendendo quella che era stata la sua neutralità, la sua libertà di pastore e la sua solidarietà con la condizione del popolo. Tutto fu invano, perché il governo austriaco, considerandolo ormai elemento politicamente inaffidabile, gli negò il ritorno in sede e promosse la sua destituzione. Dal giugno 1916 l’Endrici visse relegato nell’abbazia cistercense di Heiligenkreuz, pur riprendendo il contatto epistolare con la sua curia. Siccome la S. Sede non si prestò a chiedere le sue dimissioni, la questione rimase insoluta fino al crollo delle armi austriache. Il 13 novembre 1918 l’Endrici poté rientrare nella sua sede, accolto trionfalmente nel clima dell’Italia vittoriosa”. Celestino Endrici morì a Trento il 29 ottobre 1940. Cinque anni prima aveva subito un attacco cardiaco che ne aveva limitato l’attività pastorale.
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trentinolagrandeguerra imperial-regie, rafforzate dai prestigiosi Landesschützen (le truppe da montagna dell’esercito asburgico). Sino alla sconfitta italiana di Caporetto, il Cauriol restò in mano agli alpini”. Alla conquista del Cauriol, una vetta insignificante dal punto di vista alpinistico, la “Domenica del Corriere”, di Milano, dedicò una delle popolari copertine illustrate da Achille Beltrame (numero del 10 settembre 1916), con la seguente didascalia: “Nella zona di Fassa (Avisio), dopo lotta accanita, gli alpini occuparono l’aspra cima del Cauriol, ergentesi sulle rocce a 2.495 metri. La posizione fu subito rafforzata ed è in nostro saldo possesso. Furono presi al nemico una trentina di prigionieri, fra i quali un ufficiale. (Comunicato del 29 agosto 1916)”. La battaglia del monte Cauriol costò la vita di centinaia di uomini. Soltanto nei cimiteri della valle del Vanoi furono sepolti ottocento fra italiani e austriaci. Tra di loro anche le vittime causate dalle valanghe in quello che fu il più “terribile inverno” del Novecento. Morirono a migliaia, travolti dalle slavine, su tutto l’arco alpino. Nel cimitero di Cusiano, in Val di Sole, dal 22 dicembre 1916 alla primavera del 1917 furono inumate 134 vittime di valanghe. La conquista del monte Cauriol da parte degli Italiani, costrinse gli austriaci a modificare il tracciato della ferrovia della Val di Fiemme la cui realizzazione era stata avviata nell’inverno del 1915 per consentire un rapido rifornimento alla linea del fronte Lagorai-Marmolada. Se ne parlava fin dal 1891. “L’obiettivo di trasportare in ventiquattro ore da Ora alla Val di Fiemme un’intera brigata di fanteria, completa di equipaggiamento e armamento, indusse lo Stato maggiore dell’Impero austroungarico a fare proprio il progetto” (Rolando Cembran, “Un binario per Fiemme”, 2011). Ai lavori per la ferrovia di Fiemme parteciparono seimila tra uomini e donne: quasi quattromila civili, seicento militari e millecinquecento prigionieri russi e serbi. Il primo tratto, Ora-Castello di Fiemme, fu aperto a metà marzo del 1917. Il secondo tratto, Castello di FiemmePredazzo, fu completato il 1° febbraio 1918. Il mancato controllo del monte Cauriol da parte degli austriaci, costrinse l’ing. Orley a modificare il progetto, spostando il tracciato dalla quota degli abitati al fondovalle. Diversamente, la linea ferroviaria sarebbe stata esposta al tiro delle artiglierie italiane dalla vetta del Cauriol. La rotta di Caporetto (24 ottobre 40
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LA “GUERRA DELLE MINE” E LA GUERRA DELLE DONNE di Alberto Folgheraiter
Il treno arriva a Predazzo nella primavera del 1918, alla stazione provvisoria di Predazzo Sud. Terminato il ponte in ferro sul rio Travignolo, il treno arriverá a Predazzo centro
1917), seguita alla dodicesima battaglia dell’Isonzo, aveva fatto arretrare il fronte italiano rendendo, pertanto, meno strategica la zona del Lagorai. La ferrovia di Fiemme restò in esercizio fino al 10 gennaio 1963. L’inverno del 1916 era cominciato con la morte, alle 21 e cinque del 21 novembre, nel castello di Schönbrunn, del vecchio imperatore d’Austria e re d’Ungheria Francesco Giuseppe. Aveva regnato sul trono di Santo Stefano per 68 anni. Fu imbalsamato come tutti gli Asburgo ma qualcosa non funzionò e il nuovo metodo alla paraffina usato per l’imbalsamazione ne alterò i lineamenti rendendo irriconoscibile l’anziano monarca. Franz Joseph I d’Asburgo fu sepolto, come alcuni suoi predecessori, nella cripta della chiesa dei Cappuccini, a Vienna, fra la moglie Elisabetta di Baviera (Sissi) assassinata a
La copertina di Achille Beltrame sul Cauriol
Ginevra nel 1898 da un anarchico italiano e il figlio Rodolfo, principe ereditario, morto suicida a Mayerling nel 1889. Il 30 novembre 1916 le campane di tutte le chiese dell’Impero – quelle rimaste sui campanili ché molte erano state fuse per farne cannoni – annunciarono il funerale del vecchio imperatore e la fine imminente della monarchia degli Asburgo. A “Sua Maestà Apostolica l’Imperatore” Francesco Giuseppe, divenuto “povero peccatore” per essere ammesso nella Cripta dei Cappuccini, succedette il giovane pronipote, Carlo I. Nato nel 1887, divenne erede al trono per una serie di tragiche circostanze, vale a dire per la morte prematura di vari componenti la casa reale, tra i quali suo zio, Francesco Ferdinando, assassinato a Sarajevo il 28 giugno 1914. La morte di Francesco Giuseppe, l’imperatore che con autoritarismo paternalistico aveva mantenuto unito uno Stato multinazionale (scrisse Franz Herre: “Teneva insieme il suo piccolo mondo mentre quello grande si sfasciava”), svelò al mondo le crepe di una crisi statuale civile e militare. Mancavano ormai i beni di prima necessità, in molte città dell’Austria-Ungheria si pativa la fame, mentre le campagne non riuscivano più a fornire, oltre alle derrate alimentari, giovani braccia per le carneficine prossime venture. Carlo I, consapevole del baratro, nell’inverno del 1917 avviò trattative con Francia e Inghilterra nel tentativo di giungere a una pace separata. E con essa, forse, di salvare il trono. Ma la guerra alla quale, per dirla con Franz Herre, “Francesco Giuseppe aveva partecipato con riluttanza e che Guglielmo II e Nicola II avevano iniziato con troppo entusiasmo, sbalzò dal trono le loro dinastie”. ■ (9. CONTINUA)
ALLO SCOPPIO DELLA GUERRA CON L’ITALIA, IL FRONTE CORREVA LUNGO UNA LINEA DI OLTRE CENTO CHILOMETRI, FRA LE VETTE DEI MONTI E LE INSENATURE DELLE VALLI. MIGLIAIA DI UOMINI FURONO MANDATI A MORIRE OLTRE I TREMILA METRI DI QUOTA PER LA CONQUISTA DI UN SASSO O DI QUALCHE METRO CUBO DI GHIACCIO. SOTTO LE VETTE FURONO SCAVATE GALLERIE POI IMBOTTITE DI POLVERE DA MINA E FATTE SCOPPIARE PER DISTRUGGERE INTERI REPARTI. LE DONNE FURONO MILITARIZZATE E USATE COME FACCHINI PER PORTARE ASSI E MATERIALE DA COSTRUZIONE FIN SUI GHIACCIAI
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ino al XIX secolo sarebbero state considerate “terra di nessuno”. Nel corso della prima guerra mondiale, le vette dei monti divennero teatro di scontri sanguinosi, con migliaia di morti ai quali si aggiunsero le vittime delle valanghe e delle intemperie. Per quanto riguarda il Trentino-Alto Adige, nel 1915 la frontiera fra Italia e impero austro-ungarico passava lungo la stessa linea stabilita nel 1866 a conclusione della guerra che aveva consentito all’Italia (pur sconfitta) di annettersi il Veneto. Ed era una linea che seguiva prevalentemente le creste dei monti. Allo scoppio della Grande guerra, pertanto, il fronte si attestò sull’Ortles (3905 m.), sui ghiacciai dell’Adamello e della Presanella e lungo i crinali per uno sviluppo ininterrotto di circa cento chilometri. Il filo spinato correva ad altezze superiori ai tremila metri, per scendere nelle valli Giudicarie, in Valle dell’Adige, lungo le catene del Pasubio e del Lagorai 41
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INGRESSO LIBERO
fin oltre la Marmolada. Nei ghiacciai e nella roccia, dall’Adamello alla Marmolada, furono scavate trincee e caverne. Per contendersi un picco o un brandello di vetta, i due eserciti – italiano e austriaco – non esitarono a forare le montagne e ad imbottirle di polvere nera. La “guerra delle mine” cominciò, per parte austriaca, sul Piccolo Lagazuoi il 1° gennaio 1916; proseguì il 6 e 17 aprile sul Col di Lana (mina austriaca e contromina italiana). L’undici luglio 1916 nuova mina italiana sul Castelletto delle Tofane; a metà settembre 1916 mine e contromine sul Cimon di Tonezza (Veneto). Il 14 gennaio 1917 altra mina austriaca sul Piccolo Lagazuoi. Nel corso dell’anno, prima della ritirata italiana di Caporetto (ottobre 1917) ne saranno fatte esplodere delle altre. In particolare: nuovamente mine sul Piccolo Lagazuoi, sulla Marmolada, sul Col di Lana e Cobricon (luglioottobre 1917). Dieci mine austriache, in rapida successione, furono innescate a fine settembre 1917. A queste rispose una mina italiana, replicata il 22 ottobre. Il 24 dicembre 1917 una mina austriaca fece esplodere il “Dente” italiano sul Pasubio. Si proseguì con altri “botti” (13 febbraio, 24 febbraio, 5 marzo 1918) fino alla devastante esplosione di cinquecento quintali di polvere nera che frantumarono il “Dente” italiano (13 marzo 1918). Questa fu la più grande esplosione verificatasi nel corso della guerra fra Italia e Austria. Per “accendere” le cinquanta tonnellate di esplosivo con le quali fu imbottito il “Dente italiano” furono predisposti dagli Austriaci duecento punti di innesco. Alle 5.27 del 13 marzo 1918 un devastante boato scosse la montagna e le valli circostanti. Vi furono fiamme alte fino a trenta metri e una trentina di esplosioni da gas. La “guerra delle mine”, durata diciassette mesi, non mo-
dificò la situazione sul Pasubio. Causò la morte di 112 militari fra gli italiani e 29 morti fra i Kaiserjäger austriaci. *** Fu chiamata “Guerra bianca”, invece, quella che si combatté alle alte quote dell’Ortles-Cevedale, dell’Adamello-Presanella e della Marmolada. In condizioni proibitive, i genieri approntarono baraccamenti e postazioni. La “guerra bianca” coinvolse anche le donne. In Val Rendena, per esempio, furono impiegate per rifornire di assi e materiale da costruzione il fronte dell’Adamello. Erano reclutate con la promessa di una paga giornaliera di tre corone e di due pagnotte settimanali (dal 1916 il compenso fu dimezzato). Divise in tredici Compagnie, ognuna formata da cinquanta-sessanta elementi, le donne di Rendena salivano lungo la Val di Borzago ai ghiacciai del Lares e del Caré Alto, più volte al giorno e con qualsiasi condizione atmosferica. La loro opera servì per fabbricare una decina di baracche, una cappella e per allestire una funicolare che scendeva fino a Pelugo. La “guerra” delle donne di Rendena, con le assi sulle spalle, è rievocata da un mosaico patrocinato dall’ing. Dante Ongari su una facciata del capitello della Madonna del Rosario (1700, restaurato 1932) a Gìò, sopra l’abitato di Spiazzo Rendena. Non furono le uniche. “Le profughe dei villaggi oltre Condino – scrisse il settimanale irredentista, “La Libertà”, del 17 marzo 1917 – costrette dagli Austriaci a ritirarsi insieme con loro al di là della linea di Lardaro, furono militarizzate in gran numero. Gli Austriaci sottoposero queste infelici senza tetto dal principio della guerra in prima linea, tanto che non poche tra loro - come ammisero i nemici nei loro comunicati ufficiali e nella stampa – rimasero sfracellate dai proiettili, furono travolte da valanghe o morirono assidera-
te sui ghiacciai dell’Adamello. E che cosa dire delle loro condizioni di vita? Basterà ricordare che gli stessi giornali del Tirolo iniziarono, or sono parecchi mesi, un’azione di soccorso per provvedere le “eroine di Creto” di vestiario e di cibo. Lo sfruttamento militare di queste misere profughe trentine è giunto a tal punto che l’imperatore si degnò di conferire a cinquanta di queste “eroine” la croce ferrea al merito”. Diverso il trattamento riservato alle donne di lingua tedesca: “Le tirolesi vengono compensate con due o più corone al giorno e sono adoperate unicamente nelle retrovie, nei magazzini, nei depositi, nelle cucine delle caserme e di rado come portatrici o sterratrici”. Le “portatrici” erano reclutate tra quelle più robuste e senza prole da allevare, tuttavia molte ragazze, anche gracili, si presentarono per chiedere lavoro alla “Direzione per le costruzioni fortificate”. Teresina Terzi, da Borzago, ricordò a chi scrive (1975) che “parecchie giovani, pur avendo soltanto dodici o tredici anni, pur di essere arruolate s’erano imbottite il seno, avevano indossato gonne lunghe e scarpe coi tacchi in modo da sembrare più anziane e robuste”. “Dicevo di avere quindici anni e invece ne avevo soltanto tredici ma avevo bisogno di essere assunta a lavorare presso il comando austriaco di Bondo”, raccontò una donna della Valle del Chiese. Dovevo portare mazzi di filo spinato sulle spalle, con la “bastina” (un cappuccio imbottito di paglia). Si arrivava fino a forte Carriola e anche oltre, con carichi da mezzo quintale alla volta”. Oltre alla paga giornaliera (1 Corona e mezza) “al sabato ci davano la pagnocca” ricordò Teresina Terzi. Era soltanto un tozzo di pane, farina mischiata con la paglia, e pareva parlasse di un grande dono. ■
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di Paolo Chiesa
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n un pomeriggio grigio e piovoso di questa estate “autunnale”, mi ritrovo sulla strada che da Spera in Bassa Valsugana, porta alla Val Campelle, in direzione Rifugio Crucolo, alla ricerca dell’Azienda Agricola di Paolo Paterno, un uomo che mi hanno descritto come un “Guru” dell’agricoltura sostenibile. Poco dopo l’abitato, già sto chiedendo informazioni. Dopo il bivio per la località Torgheli, mio malgrado devo fermarmi di nuovo a chiederne ancora. Una strada secondaria e con un bel
tornante secco di quelli che (non) piacciono a me, e a 700 metri di altitudine arrivo all’Azienda Agricola Biologica “Monti e Cielo”. Alcuni coniglietti liberi mi attraversano la strada e parcheggio sperando di non averne schiacciato nessuno. Entro, e nella zona di stoccaggio dei piccoli frutti biologici prodotti dall’Azienda, trovo Paolo che sta parlando con una coppia di clienti. I tre si confrontano sulla preparazione di marmellate varie, sull’acidità della frutta trentina e sul fatto che quest’acidità scongiura quasi totalmente il pericolo del botulino. Nell’attesa mi guardo intorno tra la cella frigo, alcune arnie di api e scatole di cartone piene di vaschette di mirtilli molto grossi e invitanti. Si vede dalla sua calma nel 44
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AGRICOLTURA ETICA PAOLO PATERNO, DALL’EDILIZIA AI MIRTILLI. OGGI È UNA SPECIE DI GURU DELL’AGRICOLTURA SOSTENIBILE. LA SUA AZIENDA È UN LUOGO DOVE L’APERTURA SOCIALE È LA REGOLA parlare che Paolo ama quello che sta facendo e che ne trae gran soddisfazione. Quando i clienti se ne vanno, ci presentiamo e ci sediamo a fare due chiacchiere davanti a una brocca di acqua e sciroppo di mirtillo. Paolo ha 50 anni e coltiva piccoli frutti dal 2000. In precedenza faceva il muratore per poi passare alla Cooperativa Sociale “La Mano” poi assorbita da “La Strada”. Poi l’inizio come produttore di piccoli frutti che venivano inizialmente consegnati alla Cooperativa Sant’Orsola. E, nel 2008, la decisione di diventare autonomo anche nella promozione e nella vendita dei propri prodotti. La sua è agricoltura biologica fatta con i principi della biodinamica, la filosofia che considera l’azienda agricola come un vero e proprio organismo vivente a ciclo chiuso, inserito nel più grande organismo vivente cosmico, dal quale viene influenzata. Qui i metodi pratici e tecnici favoriscono queste influenze e permettono di avere terreni fertili e vitali e prodotti sani. “Monti e Cielo”, dove nel periodo della raccolta lavo-
rano 15 lavoratori stagionali, produce per la Cooperativa Osiris di Postal, in Alto Adige ed è presente ai mercati contadini di Strigno e di altri paesi della Bassa Valsugana, oltre a rifornire vari G.A.S. (Gruppi di Acquisto Solidale) e a partecipare a fiere ed eventi in provincia e fuori dal Trentino. Paolo parla e mi bastano poche frasi per capire che un Guru lo è davvero. Pesa le parole e cerca di farmi capire per bene quello che pensa. La sua formazione è quella della non violenza e ha conosciuto la moglie Elena a Sarajevo mentre insieme ten-
tavano di dare una mano per contrastare quella maledetta guerra dell’ex Jugoslavia. Paolo, figlio di contadini, mi racconta di quando da bambino, gironzolava per i terreni incolti di questo inizio di montagna e sognava che un giorno ci avrebbe fatto qualcosa di particolare. Ed è proprio su quei terreni che ora sorge la sua Azienda. “C’era un disegno”, dice, “un piano che lo prevedeva. Nella vita si aprono delle finestre e tu da quelle finestre puoi vedere quello che potrebbe accadere domani. L’importante è avere una visione ottimisti-
ca dell’esistenza, poi le cose, semplicemente, succedono”. La nostra chiacchierata spazia da quello che si fa nella sua azienda a quello che si potrebbe fare per migliorare il mondo e devo dire che le due cose si sposano senza problemi. Sì, perché l’idea che Paolo ha di questo posto, dove oltre a coltivare i piccoli frutti si fanno la cura delle api e la produzione di miele, è quella di un luogo dove si possa fare apertura sociale, cioè verso le persone. Ed è per questo che “Monti e Cielo” è diventata anche una fattoria didattica dove l’incontro con piante, alberi, insetti e animali vuole fare scoprire e ascoltare le emozioni di chi la frequenta. Lo stesso vale per i corsi che la moglie Elena tiene sulla lana cotta e cardata, sui cesti in vimini, sul mondo delle api e sulla coltivazione biodinamica. Elena lavora anche part time come insegnante e con i tre figli il suo tempo è ben riempito. Paolo continua
Il laboratorio della lana
a parlare e potrebbe essere un docente di filosofia perché pone domande e riflette con attenzione su ogni sua frase. Per lui l’agricoltura deve andare al di là della produzione. È ovvio che deve farti vivere, ci mancherebbe altro, ma deve essere un modo di vivere positivo per inserirsi in un tessuto sociale che purtroppo è sempre più problematico. “Va bene che ci sia la competizione, ma solo dopo avere sviluppato un lavoro di rete con altre aziende biologiche che permetta il mutuo aiuto, il rafforzamento sul piano etico, la tolleranza e il rispetto dell’esperienza di tutti”. E questa rete, Paolo sta cercando di farla, sia tra gli altri produttori bio, sia all’interno della Fondazione Mach di San Michele all’Adige e della Fondazione Agostino De Bellat di Borgo
Valsugana. Poi facciamo un giro sui terreni impervi dell’Azienda, accompagnati dalla figlia di Paolo, Gemma, il cui nome suona proprio come un buon proposito, in questo ambiente naturale. I filari dei mirtilli sono coperti dalle reti anti insetti per difenderli dalla famigerata Drosophila, l’insetto della frutta che soprattutto nella sua versione Suzuki sta devastando un po’ tutte le coltivazioni tradizionali, figuriamoci quelle biogiche dove l’uso dei pesticidi è una bestemmia. E qui Paolo ti conferma la sua natura tollerante perché dice che la sua idea della non violenza lo spinge a superare il conflitto, anche quello con gli insetti. Arriviamo alla tettoia dove ci sono le pecore e le capre, ma abbiamo visto anche galline e sappiamo che nei paraggi ci sono un cavallo e dei
fantastici “porcheti gingi”, i porcellini d’India molto amati dai bambini. Paolo vola alto mentre mi guida nel podere. “Che bello sarebbe riuscire a realizzare una Fattoria Sociale, con degli inserimenti lavorativi di persone che hanno dei problemi e faticano in questo tessuto sociale e in questo mondo del lavoro, sempre più competitivi e difficili da affrontare”. Concetti sani e idee positive, in questo pomeriggio di un’estate “autunnale”. E tanto per capire l’aria buona che gira in questa famiglia e in questo posto, quando chiedo di fare una foto a tutta la famiglia, Elena si defila dicendo: “la foto bisognerebbe farla alle persone che lavorano tutti i giorni nei campi dell’azienda. Se non ci fossero loro che raccolgono i piccoli frutti, lavorando duro e mantenendo un equilibrio relazionale positivo tra loro e con noi, non apparendo mai all’esterno e dimostrandosi disponibili a ogni cambiamento, noi che siamo i titolari, al mercato contadino non porteremmo niente”. Me ne vengo via da questi Monti e questo Cielo con degli enormi e succosi mirtilli che sono la fine del mondo. Ma anche con la convinzione che in questo posto di conigli e di conflitti superati, si possa fare il pieno non solo di cose buone da gustare, ma anche di buoni pensieri. ■
Passeggiare in Trentino-Alto Adige
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SEMPLICI ITINERARI PER GRANDI E PICCOLI
Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi dell’escursionismo nella nostra regione.
Paolo Paterno mostra, assieme alla piccola Gemma, i mirtilli di produzione
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trare giraffe e rinoceronti! Sempre magico l’incontro con gli orsi, o meglio, con le tre orse: Bel, probabilmente la più vecchia d’Europa ma ancora in splendida forma, e le sorelle Cleo e Cora. In questo momento si stanno
preparando per il lungo letargo, facendo scorta di cibo e al lavoro per costruirsi la tana per l’inverno. L’incontro più emozionante è però probabilmente quello con le linci: quando si entra nell’osservatorio composto
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da grandi vetrate e vedi a pochi metri (se non addirittura pochi centimetri!) questi splendidi “gattoni”… che emozione! Lì vicino si trovano anche le volpi, curiose e attente a tutto quello che succede. E poi ci sono le due lupe, il cui incontro smonta davvero in un attimo lo stereotipo dell’animale cattivo protagonista delle fiabe! Un’ottima occasione quindi anche per ridimensionare nei bambini la paura che da sempre genera il lupo. Recentissima novità è l’introduzione di un esemplare maschio, che si spera si accoppi presto in modo tale che la prossima primavera arrivi qualche cucciolo. C’è poi lo stagno, in cui si possono vedere da vicino specie di uccelli comuni e altri più rari, e una fattoria davvero carina con capret-
Menu di settembre:
n’idea per le prossime giornate da trascorrere in famiglia? Approfittate assolutamente degli ultimi mesi di apertura del Parco faunistico di Spormaggiore, dove i bambini potranno rimanere incantati da orsi, lupi, linci, volpi, ma non solo. Una premessa importante: sono tutti esemplari nati in condizioni di cattività, provenienti da zoo oppure sequestrati a persone che le detenevano illegalmente, che ora vivono in condizioni di seminaturalità in ampi recinti, tant’è che non è sempre scontato riuscire a vederli visto che gli spazi sono grandi e provvisti di tane. L’area in cui si trova il Parco è una bellissima porzione di bosco, resa ancor più magica dai meravigliosi colori autunnali. Per la visita si può seguire un giro ad anello, oppure lasciarsi guidare dalle frecce che indicano la presenza dei
te, pecore, cavallini nani, porcellini d’india e coniglietti. E non dimentichiamo i gufi reali, maestosi e divertenti con il loro collo snodabile, ma anche il gatto selvatico che ti osserva con uno sguardo ammaliante. Per finire la visita non potrà mancare una sosta al parco giochi, con il suo lungo scivolo e tante attrazioni anche per i bambini più piccoli, come le altalene fatte ad orso. Il Parco rimarrà aperto fino al 14 settembre con orario continuato dalle 9.30 alle 18.30, mentre dal 15 al 30 settembre e tutti i weekend di ottobre, oltre che l’1 e 2 novembre, con orario 9.30-13.00 e 14.30-18.30. Biglietto intero 8 €, ridotto 7 € (gruppi di almeno 10 persone, residenti in Trentino, bambini dai 4 ai 14 anni). Biglietto famiglia 18 € (2 adulti + 2 bambini).
Baccalà mantecato con sedano fritto, mela verde e cialda di mais *** Gnocchi di polenta al carbone con rafano, anguilla e cipolla marinata ***
Gratis bambini fino ai 3 anni compiuti e portatori di handicap. Il biglietto comprende anche la visita della casa del Parco Orso situata a Spormaggiore presso il palazzo Corte Franca. AL PARCO DI PANEVEGGIO PER SENTIRE DA VICINO IL BRAMITO DEI CERVI IN AMORE Visto che quest’estate non è stata clemente con il tempo, speriamo in un settembre ed un ottobre miti e soleggiati, per godere delle infinite bellezze che offre il nostro territorio. E allora perché non visitare uno dei tre splendidi parchi naturali (Parco di Paneveggio - Pale di San Martino, Parco naturale Adamello Brenta e Parco dello Stelvio) che ci sono in Trentino e che organizzano tante attivi-
tà anche in questo periodo dell’anno? Noi siamo stati recentemente a visitare il Parco di Paneveggio: ad una ventina di minuti d’auto da Predazzo, direzione Passo Rolle, si trova uno dei tre Centri Visitatori. Un luogo incantato, immerso in una magnifica foresta di abeti rossi chiamata “Foresta dei violini” perché il suo legno si presta perfettamente per il lavoro certosino dei più noti liutai. Lì si hanno diverse possibilità, a seconda dell’età dei piccoli visitatori: sempre affascinante il recinto dei cervi, una grande area delimitata dove è possibile ammirare da vicino un branco di questi splendidi animali in semi-libertà, così come il sentiero Marciò, un facile itinerario ad anello di un’oretta senza barriere (quindi percorribile anche con i pas-
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Un appuntamento assolutamente da non perdere in questo periodo dell’anno sono legati ai bramiti, cioè i richiami del cervi maschi nel periodo della riproduzione, inconfondibili “muggiti” che riecheggiano nelle foreste e nelle valli trentine ad inizio autunno. L’emozione di ascoltarli al buio, magari a breve distanza, è assolutamente da provare. Il Parco di Paneveggio organizza tre eventi speciali per l’occasione: sabato 21, 28 settembre e 5 ottobre. Dopo una breve presentazione di questo animale verrà effettuata una facile escursione per riconoscere i segni della sua presenza e le caratteristiche del suo habitat. E per finire escursione notturna con l’ascolto dei bramiti. Ritrovo alle 15 presso il Centro visitatori. Quota di partecipazione 7 euro, prenotazioni allo 0439 765973. ■
Editori, autori e librai incontrano i lettori VENERDÌ 26 SETTEMBRE Ore 10.00 Ore 11.00 Ore 12.00
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Apertura mostra Inaugurazione ufficiale EDITORI E LIBRAI A SINGOLAR TENZONE. Parlando di ebook, self publishing, Amazon… LA FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO presenta una nuova serie di pubblicazioni dedicate ai diari di combattenti trentini durante la 1a Guerra Mondiale Interviene Quinto Antonelli “La Sezione trentina della Biblioteca comunale di Trento e l’editoria locale antica” Interviene Mauro Hausbergher IL MARGINE PRESENTA “Lo schiaffo di don Milani. Il mito educativo di Barbiana” di Piergiorgio Reggio Interviene Vincenzo Passerini CENTRO DOCUMENTAZIONE LUSERNA presenta “Sette volte bosco sette volte prato. Leggende piante, animali e lingua cimbra” di Paola Martello Interviene Paola Martello Martalar Letture musicate a cura di ariaTeatro. Denis Fontanari, attore Emanuele Dalmaso, sassofonista Letture musicate a cura di ariaTeatro. Denis Fontanari, attore Emanuele Dalmaso, sassofonista Chiusura mostra
SABATO 27 SETTEMBRE Ore 10.00 Ore 10.00
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Bruno Lucchi espone a Ore 22.00
Apertura mostra “Tante storie da ascoltare” lette ai bambini da Carol Medina e Matteo Cova, volontari in Servizio civile presso la Biblioteca comunale di Trento PUBLISTAMPA presenta “Boemia andata e ritorno” di Wolftraud de Concini L’autrice dialoga con Ferdy Lorenzi Interviene Matteo Lorenzi CURCU & GENOVESE presenta “Le formiche di Fabio Vettori” Interviene Maurizio Scudiero REVERDITO EDITORE presenta “La voce della paura” di Loreta Failoni Interviene Renzo Fracalossi GRUPPO EDITORALE TANGRAM presenta “L’orto dei bambini. Creare e coltivare un orto in famiglia e a scuola. Guida per bambini, genitori, nonni e insegnanti.” L’autrice Morena Paola Carli dialoga con il pubblico EDIZIONI 31 presenta “Diari di uno Scairanner” di Dario Pedrotti Interviene Herbert Lorenzoni “Letture musicate” a cura di ariaTeatro. Denis Fontanari, attore Emanuele Dalmaso, sassofonista “Letture musicate” a cura di ariaTeatro. Denis Fontanari, attore Emanuele Dalmaso, sassofonista NICOLA SORDO - cantinbanco, cantautore e cantattore - propone “Sordosolo: un microfono, una chitarra e un Sordo. Solo” Chiusura mostra
DOMENICA 28 SETTEMBRE Ore 10.00 Ore 10.00
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Apertura mostra “Tante storie da ascoltare” lette ai bambini da Carol Medina e Matteo Cova, volontari in Servizio civile presso la Biblioteca comunale di Trento CURCU & GENOVESE presenta “Cambiamente” di Corrado Ceschinelli Interviene Veronica Loperfido VITA TRENTINA presenta “Vescovo sulle strade del mondo” di Monsignor Luigi Bressan Marco Zeni dialoga con l’autore REVERDITO presenta “La setta” di Alex Boller Interviene Daniela Zanetti GRUPPO EDITORALE TANGRAM presenta “Il prato si racconta attraverso le favole di Lucia Coppola” L’autrice dialoga con Elena Dorigatti VALENTINA TRENTINI, EDITORE presenta “In lungo, in largo. Due traversate del Trentino. A piedi” di Gigi Zoppello Interviene Carlo Martinelli EDITRICE RENDENA presenta “La Guerra Bianca in Adamello: i diari dei protagonisti dell’epoca”. Intervengono Marco Gramola e Piergiorgio Motter “Letture musicate” a cura di ariaTeatro. Denis Fontanari, attore Emanuele Dalmaso, sassofonista “Letture musicate” a cura di ariaTeatro. Denis Fontanari, attore Emanuele Dalmaso, sassofonista Chiusura della terza edizione di Medita
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trentinoincontri generi musicali, in particolare sono appassionato di musica black, quindi dei vari Marvin Gaye, Bob Marley, Stevie Wonder, Curtis Mayfield, Michael Jackson e tanti altri. Il mio miglior punto di
di Nicola Tomasi
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tefano Bannò alias Anansi nasce a Trento nel 1989 da genitori siciliani. Fin dall’infanzia, dimostra un’inclinazione naturale verso la musica e in particolare verso la composizione. Dal suo primo contatto con la musica all’età di 9 anni, impara gradualmente a suonare chitarra, basso e percussioni e all’età di 13 anni comincia a cimentarsi nella composizione dei suoi primi pezzi originali. Due anni dopo fonda i Buffalo Soldiers e inizia a esibirsi in live inizialmente in tutto il Trentino Alto Adige e poi in tutto il Nord Italia. Nel 2006 si trasferisce in Irlanda, dove scopre nuovi aspetti della sua musica e della sua vita artistica. In giugno 2009 esce il suo primo album solista “Anansi” con Distar Records. Nel 2011 Anansi partecipa al 61° Festival di Sanremo nella sezioni giovani con il brano “Il sole dentro” contenuto nel suo secondo album di inediti “Tornasole” uscito per Atlantic/Warner Music e ricco di diverse collaborazioni fra cui Frankie HiNRG, Bunna degli
IL DISCO
PIACERE, ANANSI! A 13 ANNI, STEFANO BANNÒ, IN ARTE ANANSI, COMINCIA A CIMENTARSI NELLA COMPOSIZIONE DEI PRIMI PEZZI ORIGINALI. ORA È AL TERZO ALBUM: “INSHALLAH” Africa Unite e gli amici Bastard Sons Of Dioniso. Quest’anno esce il suo terzo album, “Inshallah”. TrentinoMese lo ha incontrato e gli ha posto qualche domanda. Come è nato questo album? Potresti raccontarci come si è svolta la tua ricerca? Da dove viene il
titolo “Inshallah”? “Inshallah” è nato a tre anni di distanza dal mio ultimo album “Tornasole”. Sono stati tre anni non facili, perché le cose con la mia vecchia casa discografica non sono andate esattamente come avrei voluto e mi sono trovato spesso da solo durante la lavorazione del disco. In più ho attraversato anche alcune vicissitudini personali e
IN PRINCIPIO FU L’IRLANDA...
M
entre frequenta l’ultimo anno di scuola superiore ed ha ancora 17 anni, Stefano suona in un pub di Carlow ogni lunedì sera per guadagnarsi qualche soldo, fingendo di essere maggiorenne. Durante la sua permanenza all’estero, suona nelle strade di Londra, Dublino, Galway e Kilkenny, sempre in viaggio con uno zaino e una chitarra. Si esibisce con il cantautore Joe Cleere e si unisce alla band reggae di Kilkenny Ghost Town. Suona in giro per il sudest d’Irlanda e registra il suo primo album solista. Tra agosto e ottobre 2008 Anansi collabora con l’etichetta indipendente tedesca Big Belly Records e scrive il pezzo “Love me or leave me alone”, la sua prima uscita ufficiale.
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NOME OMEN?
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i trova in Irlanda quando sceglie il suo pseudonimo e la sua scelta è confermata da uno strano sogno sui ragni. Anansi è infatti una creatura della mitologia afrocaraibica descritta come un ragno che può assumere qualsiasi sembianza desideri. All’apparenza piccolo e debole, riesce sempre ingannare i suoi nemici con la sua proverbiale astuzia, mai con la violenza...
familiari che mi hanno spinto ad affidarmi a una volontà esterna alla mia. Da qui il titolo “Inshallah” che in arabo significa “se Dio vuole”. Musicalmente il disco spazia molto e non è facilmente etichettabile con un genere musicale… Ci viene spontaneo chiederti quali sono i tuoi riferimenti principali in campo artistico… Ho sempre ascoltato diversi
album è frutto di una profonda elaborazione personale, un viaggio nell’anima rinnovata di Anansi che, attraverso diversi generi della black music e qualche incursione nel pop, ripercorre le tappe della propria maturazione musicale e umana. La supervisione e la coproduzione artistica di questo nuovo album sono state affidate al maestro Fio Zanotti che ha saputo preziosamente arricchire e completare il lavoro di Anansi. Alcuni brani del disco vedono inoltre la partecipazione di grandi musicisti italiani quali Alberto Marsico all’hammond, Paolo Legramandi al basso, Davide Ghidoni alla tromba, Stefano Pisetta alla batteria e Gnu Quartet.
riferimento rimane sempre Ben Harper, che a mio avviso è la summa di tanta buona musica bianca e nera. Come sono nate le collaborazioni presenti nel disco? Sono frutto di amicizie durate negli anni oppure si tratta di artisti che hanno voluto credere nel tuo nuovo progetto? Alcune collaborazioni sono nate grazie all’aiuto del mio produttore Piero Fiabane, che ha coinvolto Alberto Marsico, Paolo Legramandi e gli Gnu Quartet, i quali avevano già lavorato a “Tornasole”. Stefano Pisetta è un mio concittadino e abbiamo già avuto modo di lavorare insieme. Con Ghemon la collaborazione è nata per il fatto che sono sempre stato un suo grande fan e ho avuto modo di conoscerlo qualche anno fa e di rivederlo altre volte in giro per l’Italia. Quali opinioni hai sul panorama musicale italiano attuale? C’è meritocrazia fra gli artisti che riescono ad emergere? Ti rispondo con una domanda... C’è meritocrazia in altri settori in Italia? La musica viaggia di pari passo con tutta la società. ■
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di Tiziana Tomasini
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ato dalla sinergica collaborazione tra Comune di Croviana, Associazione Apicoltori e Fondazione Mach, il MMape – le cui due M della sigla si riferiscono rispettivamente a Mulino e Museo – si trova ubicato in un contesto ambientale davvero fiabesco, al limitare del centro abitato: tanto verde montano, acqua che scorre, strutture lignee che riconducono alle forme esagonali tipiche dell’alveare. Dell’antico edificio rurale atto alla macinazione (risalente al 1600), rimane la solida struttura muraria e la grande ruota a pale ancora in funzione, maestosa nel suo incessante movimento rotatorio. Tutto il resto è dedicato all’ampio universo dell’apicoltura, dal percorso produttivo alle aree destinate alla lavorazione (smielatura); dalla mostra interattiva che include interessanti elementi storici dell’attività di chi nei secoli si è dedicato in valle (ma non solo) a questo peculiare settore alle sale dedicate alla didattica. Inaugurato ufficialmente nel corso del luglio 2014 alla presenza delle autorità di valle e
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IL DOLCE MONDO DELLE API IN UN ANGOLO DELLA VAL DI SOLE SI TROVA IL MUSEO DEDICATO AL LABORIOSO INSETTO: UN MIX DI TRADIZIONE, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DI LABORATORI PER ESALTARE L’IMPORTANTE RUOLO ECOLOGICO E PRODUTTIVO DELL’APE della Provincia, questo singolare museo – che è anche la sede dell’Associazione Apicoltori delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi si caratterizza anche e soprattutto per la simbiosi tra l’elemento contemplativo e l’elemento pratico: nella caratteristica sala d’accesso – in cui troneggia imponete la pala del mulino – i percorsi si differenziano e si diramano in due precise direzioni. Da una parte trovano spazio due locali che si distinguono per essere a completa disposizione degli apicoltori, atti a consentire le
elaborate operazioni di smielatura; in un’altra area si snoda invece il percorso più propriamente museale, con una miscellanea di informazioni base sulla vita dell’insetto. Si parte da una vera e propria carta d’identità dell’ape e si prosegue via via seguendo la naturale crescita organica e sociale di questo insetto. Interessanti le riproduzioni delle celle reali e dello sviluppo completo dell’ape, dallo stadio di uovo a quello di larva, fino alla formazione adulta, con un effetto speciale davvero particolare,
da consentire al visitatore di ricostruire il percorso evolutivo del settore. Apprezzabile la sala video, per cogliere in versione filmato ogni fase del mondo delle api, offrendo così l’opportunità al visitatore di rielaborare le informazioni raccolte lungo il percorso. Approfonditi momenti di riflessione sono proposti dalla sezione che riguarda la ca-
INFO
I il caratteristico ronzio dell’animale a far da sottofondo. Inserti tematici forniscono particolareggiate informazioni sui significati della danza delle api; da nuovissime e tecnologiche apparecchiature si possono percepire profumi e fragranze. Immancabili in mostra le classiche attrezzature destinate alla produzione, dalle più datate alle recentissime: ecco campeggiare un’arnia rudimentale, ricavata da un tronco d’albero; poco oltre i modelli attuali e gli indumenti necessari per l’apicoltore, così
l MMape offre ai singoli ed ai gruppi, oltre alla visita del museo, la possibilità di assistere alla smielatura e di degustare il prodotto nonché di acquistare i prodotti delle api. Si trova a Croviana, in val di Sole, in via Molino 1. Gli orari fino alla prima settimana di settembre sono i seguenti: lunedì e giovedì 9.30/12.30; martedì, mercoledì e venerdì 16.00/19.00; sabato e domenica 15.00/19.00. Il mercoledì smielatura dalle 20.30 alle 22.30. Per i periodi successivi, si potrà consultare il sito www. mmape.it , attualmente in fase di allestimento.
tegoria dei nemici dell’ape: certamente l’orso – che l’iconografia rappresenta tradizionalmente con le zampe nell’alveare – ma forse, in modo più incisivo, l’uomo. L’utilizzo di pesticidi nell’agricoltura e gli stravolgimenti creati dai massicci interventi sulla natura a livello mondiale, hanno messo a repentaglio la sopravvivenza di questo animale, senza il quale il processo di impollinazione (l’80% della quale è a carico degli insetti) non potrebbe avvenire. E senza tale procedimento, sarebbero a rischio altissime percentuali di colture. Una problematica da non sottovalutare, che porterebbe – a prescindere dalla veridicità delle affermazioni attribuite ad Albert Einstein sulle ridotte aspettative di vita del genere umano senza le api – a gravi scompensi produttivi. Oltre all’impollinazione, va ricordata la produzione di molti sottoprodotti, che fanno parte della nostra esistenza: non solo miele, ma cera, polline, propoli, veleno, con largo impiego nella medicina omeopatica e nei prodotti di bellezza, tanto da parlare di vera e propria “farmacia delle api”. Il grido d’allarme arriva anche da Francesco Moratti, presidente dell’Associazione Apicoltori e nostra guida speciale nelle sale del Museo: i censimenti confermano dati inquietanti, con cali di produzione determinati da alcune variabili, tra le quali spiccano i cambiamenti climatici e questa stagione, particolarmente piovosa. Anche in virtù di queste dinamiche, tale Associazione riassettata, ripensata e ricomposta in tempi recenti, che attualmente conta più di 140 apicoltori solo in val di Sole – sostiene l’attività e tutela l’apicoltura, mettendo in rete tutti quelli che operano nel settore. Maglie importanti di una catena che va salvaguardata per la sopravvivenza di quel grande habitat che è il mondo. ■
Autunno in
Vigolana
Settembre 2014 6 settembre
Escursione sulle Tracce della Grande Guerra
7 settembre
Festa della Madonna del Feles a Bosentino
13 settembre
Escursione sulle Tracce della Grande Guerra
14 settembre
Vigolana Bike e Vigolana Baby Bike giornata dedicata alla mountain bike
20 settembre
Escursione sulle Tracce della Grande Guerra
28 settembre
Trofeo Gigi e Fabio Giacomelli circuito SAT di corsa in montagna
Ottobre 2014 4 ottobre
Festa della Pera di Vattaro
18 e 19
Festa della Castagna di Centa San Nicolò
ottobre dal 10 ottobre al 9 novembre
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trentinobottegad’artista
trentinobottegad’artista
di Renzo Francescotti
SCAVANDO NEL LEGNO NUDO DA PICCOLO, GIANLUIGI ZENI TRAFFICAVA CON GLI SCALPELLI NEL LABORATORIO DI SUO PADRE, IN PRIMIERO, SULLE ORME DI RICCARDO SCHWEIZER. STRIZZANDO L’OCCHIO ALLA POP ART
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“Madre”
alendo dalla Valsugana ti arrampichi per una valle che è come un canyon scavato dal Cismon e di colpo la valle si apre avendo come sfondo lo scenario dolomitico delle Pale di San Martino. Che posto da artisti, pensi, alzando lo sguardo verso i prati, i boschi, le cattedrali di dolomia con al centro il Cimon della
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Pala, un piccolo Cervino delle Dolomiti. Primiero non è un paese, ma una pleiade di paesi, ognuno che termina dove comincia l’altro. Che sia una terra d’artisti lo confermano i fatti. Di Mezzano è Riccardo Schweizer, il più grande di tutti, scomparso nel 2004, di cui ero amico, su di lui scrivendo varie volte rivelando cose fondamentali del tutto inedite. A un tiro di schioppo, a Transacqua, è nato e lavora Simone Turra, quarantacinquenne scultore affermato. E di Mezzano sono i due cugini scultori in legno, Matteo e Gianluigi Zeni. E di quest’ultimo che questa volta mi accingo a parlare. Gianluigi è nato nel 1996: aveva quindi diciotto anni quando il suo famoso compaesano Riccardo Schweizer scompariva alla soglia degli ottant’anni. Da piccolo Gianluigi andava nel maso di sua nonna in mezzo agli animali domestici, alle piante, alla natura. Cresciuto, trafficava con gli scalpelli nel laboratorio di suo padre, anch’egli scultore in legno. Poi gli studi all’Istituto d’Arte di Pozza di Fassa, la laurea breve all’Accademia di
itinerante che premia i primi tre classificati del Simposio Internazionale. Nell’ope ra segnalata al Simposio di quest’anno, “La regina” appare una creatura femminile dalle grandi ali di farfalla. Si respira aria di leggenda dolomitica. La scultura realizzata nel legno di cirmolo (il legno che l’artista preferisce per la sua morbidezza, la sua plasticità) conferma ulteriormente una tecnica matura e suggestiva. Tuttavia, c’è forse un eccesso di ricerca della piacevolezza, del gusto decorativo. Dei Simposi del Tesino e della mostra itinerante, Gianluigi dice che sicuramente gli hanno dato la possibilità di farsi conoscere, fornendogli nuove idee e spunti per crescere. Molto convincente Gianluigi ci si mostra quando declina temi moderni, attuali, giovanilistici. In alcune di queste sculture fa un parco uso del colore, concentrandolo su certi dettagli rivelatori, lasciando il resto alla bellezza del legno nudo con le sue vene. In altre sculture, invece, come in “Omaggio a Klimt” fa squillare le policromie. Ma c’è una precisa ragione: innamorato, come confessa di essere di Klimt, scolpisce una figura femminile che sfoggia un costume con le coloratissime e inconfondibili decorazioni klimtiane. C’è in questo ”Castello di Wolkenstein”
Belle Arti di Verona, il ritorno a Mezzano per dedicarsi a tempo pieno alla scultura, riuscendo tuttavia a strappare il tempo per arrampicare sulle amate Pale. Il Simposio del Tesino “Luci ed ombre del Legno”, conosciuto come il più bel Simposio di scultura in legno d’Italia, gli dà soddisfazioni e notorietà: vi partecipa tre volte e incassa due segnalazioni (2010 e 2014) e un secondo posto (2013). In
quell’occasione, nella motivazione della Giuria sulla sua opera premiata, “Tu puoi”, si legge tra l’altro: “In una composizione plastica che strizza l’occhio alla Pop Art, declina un linguaggio graffiante di satira di costume, in cui lo sbiadito ragazzo in jeans viene ammonito da un pappagallo filosofo.” La scultura, assieme ad altre quattro, ha viaggiato in diverse città italiane nella mostra
GABBANA BOTTEGA D’ARTE
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1965-2014
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giovane scultore un’insolita quanto apprezzabile vena ironica. Così in “Dialogo con una rana” (2013) in cui forse lo stesso giovane in jeans che abbiamo visto dialogare col pappagallo, si china per osservare una rana. O in ”Da consumarsi preferibilmente il…” in cui il giovane artista scherza addirittura con la morte, raffigurata come un avvoltoio aggrappato alla spalla di un uomo. Di norma gli artisti lavora per cicli, in ricerche he durano anni: ho chiesto a Gianluigi Zeni a che cosa si sta dedicando in questo periodo: al tema della metamorfosi, mi ha risposto. È un tema che interessa particolarmente i giovani se è vero che è lo stesso a cui si sta dedicando la giovane Stefania Simeoni, di cui ho tracciato il profilo nell’ultimo numero di “TrentinoMese”. Altri progetti? “Una mostra nella mia valle… La strada è ancora lunga e non so se ci sarà mai una fine. Ma ho molte energie e moltissima voglia di fare…” ■
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trentinoattualità Madonna di Campiglio Val Rendena Trekking nei pressi del Rifugio Segantini (FOTOTECA TRENTINO MARKETING FOTO DI CARLO BARONI)
I RIFUGI DEL GUSTO
Campiglio Val Rendena Rifugio G. Segantini Val D’Amola Pranzo in rifugio FOTOTECA TRENTINO MARKETING FOTO DI CARLO BARONI
IN 45 STRUTTURE LA STAGIONE SI PROLUNGA FINO AL 5 OTTOBRE E PER TRE WEEKEND GLI ESCURSIONISTI AVRANNO LA POSSIBILITÀ DI AGGIUNGERE AD UN’ESPERIENZA ENOGASTRONOMICA CHE ESALTA LE PRODUZIONI DEL TERRITORIO NUOVE OCCASIONI PER SCOPRIRE LE TERRE ALTE DEL TRENTINO
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rolungare la stagione in quota fino alla prima settimana di ottobre, offrendo all’escursionista l’opportunità di vivere e scoprire la montagna nel passaggio da una stagione all’altra, quando regala silenzi e suggestioni uniche, con i colori vivi dell’estate che iniziano a lasciare spazio a quelli più caldi dell’autunno, i cieli tersi e limpidi che dilatano l’orizzonte, le condizioni cli56
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matiche ideali per incamminarsi lungo un sentiero. Sono questi gli intenti dei soggetti che promuovono “I Rifugi del Gusto”, un progetto ideato e sostenuto dall’Assessorato all’agricoltura, foreste, turismo e promozione della Provincia di Trento, dall’Associazione Gestori Rifugi del Trentino, dalla Sat, dall’Accademia della Montagna e da Trentino Marketing, con la partnership della Distilleria
Marzadro. Dal 20 settembre al 5 ottobre, 45 strutture rimarranno aperte per accogliere e offrire ospitalità agli escursionisti nell’ambiente incontaminato delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità, dal Brenta alle Dolomiti di Fassa, alle Pale di San Martino. Questa iniziati-
va vuole in primo luogo valorizzare una preziosa risorsa del nostro territorio, i rifugi alpini, che, pur mantenendo intatta la propria identità, si sono nel tempo trasformati in spazi ricettivi organizzati, in grado di accogliere gli amanti della montagna in un’atmosfera che favorisce
Dolomiti di Brenta Rifugio F. F. Tuckett FOTOTECA TRENTINO MARKETING FOTO DI DANIELE LIRA
la socializzazione e la conoscenza della vita in quota grazie anche alla collaborazione dei gestori, alpinisti esperti sempre pronti a fornire utili consigli per le escursioni. In ognuno dei rifugi coinvolti l’ospite potrà assaporare, come nelle precedenti edizioni, un menù, creato appositamente da ciascuna struttura che, per soli 20 euro, propone un primo, un secondo ed un dolce, per poi concludere il pasto con caffè e un sorso di Trentino Grappa. Ma la novità in questa quinta edizione de “I Rifugi del Gusto” è data da una serie di attività capaci di integrare la proposta enogastronomica, che esalta i prodotti e le ricette della tradizione trentina, con le suggestioni offerte dal territorio e dalla storia dei luoghi e delle montagne attorno al rifugio. Per ciascuna delle strutture è stata creata una proposta weekend molto accattivante, che prevede escursioni in compagnia di una Guida Alpina o di un Accompagnatore di territorio, cena e pernottamento in rifugio, colazione, il pranzo al sacco per l’uscita della domenica e soprattutto le attività a tema. Il tutto al costo di 49 euro.
Sono ben otto le tematiche declinate nelle attività proposte, aggiungendo valore all’esperienza indimenticabile di un soggiorno in un rifugio alpino. Gli amanti dei racconti possono infatti ascoltare fiabe e leggende dedicate al mondo della montagna, o imprese di alpinisti di fama internazionale dalla viva voce dei protagonisti, oppure testimonianze di storici della Grande Guerra. Per esempio al rifugio Baita Cuz in Val di Fassa si può ascoltare la narrazione della “Leggenda di Re Laurino”. Al rifugio Selvata, ai piedi del Campanil basso nelle Dolomiti di Brenta, il racconto “Il Lago Rosso” dedicato al
lago di Tovel, al Negritella sul Ciampedìe per “La leggenda di Similuce”. Gli alpinisti Franco Perlotto, Tone Valeruz, Elio Orlandi, Manolo, Luisa Jovane e Heinz Mariacher, “si raccontano” rispettivamente ai rifugi Tuckett nel Gruppo di Brenta, Stella Alpina in Catinaccio, Brentei nelle Dolomiti di Brenta, Pradidali e Capanna Cervino nelle Pale di San Martino. Di Grande Guerra si parla insieme agli storici Fernando Larcher, Maria Piccolin Vittorino Tarolli, Giuseppe Ferrandi, e Luca Girotto nei rifugi in prossimità dei principali teatri del conflitto in Trentino: Stella d’Italia e Malga Campo sugli altipiani di Folgaria
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Lavarone Luserna, Contrin in Val di Fassa, Trivena e Brigata “Lupi di Toscana” nel Gruppo dell’Adamello, Alpe Pozza “Vincenzo Lancia“ in Pasubio e Barricata sull’altopiano della Marcesina. Chi preferisce lo sport può cimentarsi nell’arrampicata ai rifugi del Gruppo di Brenta Tosa “Tommaso Pedrotti”, Val d’Ambiéz “Silvio Agostini” e Grostè “Giorgio Graffer”, oppure nell’orienteering a Malga Kraun sul Monte di Mezzocorona, Potzmauer sui monti di Cembra, Carlettini in Val Campelle nel Lagorai. Gli appassionati di enogastronomia possono imparare a cucinare in rifugio alcuni piatti della tradizione trentina: i canederli nei rifugi Lago di Nambino sopra Campiglio, Caltena in Primiero e Capanna Passo Valles al confine fra Trentino e Bellunese; lo strudel di mele al rifugio Monte Baldo e al Montanara sopra Molveno; gli strangolapreti nei rifugi Alpenrose sopra San Lorenzo in Banale, Fonteghi in Primiero e Des Alpes sul Col Rodella in Val di Fassa. I più curiosi, infine, possono approfondire i temi dell’astronomia o del valore dei ghiacciai e della loro influenza sul territorio, rispettivamente nei rifugi Velo della Madonna nelle Pale di San Martino, Alimonta nel Gruppo di Brenta, Roda di Vaèl in Val di Fassa, mentre per la glaciologia nei rifugi Val d’Amola “Giovanni Segantini” ai piedi della Presanella, Viel dal Pan in Val di Fassa, Dodici Apostoli “Fratelli Garbari” nel Gruppo di Brenta, Pian dei Fiacconi in Marmolada, al rifugio Val di Fumo nel gruppo dell’Adamello e Fazzon sopra Pellizzano. La lista completa dei rifugi che aderiscono all’iniziativa, così come le proposte vacanze e tutte le informazioni sono disponibili al link www. visittrentino.it/irifugidelgusto. ■ 57
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trentinospecialescuola GRANDI E PICCINI INIZIANO UN NUOVO ANNO: NUOVE TENDENZE, MA ANCHE ALCUNE CONFERME
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enza dubbio le vacanze estive producono esiti positivi sul nostro benessere; è importantissimo attenuare obblighi e doveri e godere appieno degli svaghi che la bella stagione estiva riesce ad offrire. In periodo vacanziero il pensiero principale è divertirsi, che peraltro non significa necessariamente tralasciare ogni attività…
le località turistiche, anche nostrane, mettono in campo diversificate quanto allettanti attività didattiche e sportive, tutte da provare e da annoverare tra le esperienze di arricchimento personale. Date queste premesse, è facile partire con entusiasmo, per affrontare al meglio la nuova avventura scolastica. Ma per alcuni, accanto all’eccitazio-
ne per le novità, si manifesta qualche segnale di ansia… Come si concretizza? I sintomi sono facilmente riconoscibili: cefalea, tensioni addominali, sintomi generali di indisposizione per quanti mostrano di “soffrire” per problematiche legate alla scuola. Per i nuovi scolari che affrontano il passaggio dalla scuola materna alla scuola
primaria, le insicurezze sono dovute al timore del nuovo ed al distacco con la famiglia; gli studenti più grandi intravedono già gli esami di fine anno, senza contare poi la paura dei brutti voti e la generale preoccupazione di deludere; sono tutti sentimenti derivati magari da precedenti esperienze negative o da situazioni di ra-
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UNA PARTENZA GRINTOSA Dopo il riposo notturno, l’organismo – specie quello dei giovani – ha bisogno di ricaricarsi, per affrontare con l’energia giusta l’impegno scolastico. Nutrizionisti e dietologi sono concordi nell’affermare la fondamentale importanza della prima colazione, per tutti ma specialmente per bambini e ragazzi. Un calibrato apporto di nutrienti facilita la ripresa dell’attività intellettiva; la colazione ideale deve costituire circa il 20% dell’apporto giornaliero calorico, con precise proporzioni per tutti gli alimenti coinvolti. Un primo pasto esemplare è composto da una bevanda calda - che può essere latte, the o caffè
(d’orzo per i più piccoli) – e da carboidrati come pane, biscotti, prodotti da forno; immancabili gli zuccheri, che si trovano nel miele e nella marmellata. L’errore di recarsi a scuola a stomaco vuoto – vuoi per la fretta, vuoi per una presunta inappetenza – porta conseguenze facilmente riscontrabili: disattenzione, sonnolenza, cali di rendimento. Fondamentale in questa fase mattutina anche l’esempio dei familiari: l’abitudine a sedersi a tavola per una buona prima colazione deve cominciare dagli adulti, esempio costante per i più piccoli. ZAINI, CARTELLE ED ACCESSORI L’evoluzione della cartella per la scuola sembra non conoscere fine: le vetrine delle cartolerie e dei negozi specializzati nel settore espongono di anno in anno simpatiche novità, che abbracciano le nuove tematiche ed i nuovi soggetti decorativi del momento, pur con grande attenzione alle (spesso ingenti) quantità da contenere ed alla crescita fisica dei figli. I modelli trolley, dotati di rotelle scorrevoli per un trasporto più agevole, hanno il grande pregio di sollevare la schiena da carichi eccessivi, dannosi specie in fase di crescita e di formazione scheletrica e muscolare; i suddetti modelli si
prestano anche al trasporto tradizionale sulle spalle, qualora la quantità del materiale trasportato fosse occasionalmente meno importante. La scelta dell’articolo va fatta responsabilmente, tenendo conto – se possibile – della trasportabilità e del gradimento dello scolaro. COSA MI METTO? Comodità e praticità le parole chiave per l’abbigliamento scolastico, con una particolare attenzione alle mode ed agli accostamenti cromatici, elementi di attenzione fin dalla più tenera età. Archiviati momentaneamente i grembiulini, ormai relegati agli asilotti, l’età scolare richiede indumenti di facile vestibilità, di portabilità e di intercambiabilità. Tessuti morbidi e senza troppi vincoli, da indossare in modo autonomo – le corse del mattino richiedono praticità più che raffinata perfezione – sembrano la miglior soluzione. Le vetrine autunnali presentano un’ampia gamma di indumenti che piacciono tanto ai giovani, che hanno prezzi per tutte le tasche e che hanno il grande vantaggio della comodità. Felpe, pantaloni ampi ed informali e scarpe da ginnastica costituiscono un classico dello studente moderno. Attenzione agli eccessi: le esagerazioni dettate dalla moda possono costitu-
ire un problema in ambiente scolastico; meglio essere moderatamente trendy. L’USO DEL COMPUTER L’utilizzo della tecnologia in età scolare è positivo e produttivo se considerato quale calibrata e ben dosata integrazione ed approfondimento delle più tradizionali attività didattiche. La ricerca, la scrittura di testi collettivi, la raccolta di notizie tematiche realizzate con i mezzi informatici apporta un accrescimento significativo e diversificato dei modi più tradizionali di imparare ed apprendere se considerati supporto e non fondamento. Incentiva la socializzazione e consente di prendere sempre maggior confidenza con le nuove tecnologie, che sono parte integrante di ogni attività lavorativa. E per il tempo libero? Quanto e quale spazio lasciare per i giochi al computer? Anche in questo caso sta all’adulto valutare la possibilità di mettere dei freni – cosiddetti “filtri” – ed inserire nel pc dei figli programmi adatti all’età degli utenti. Concordare insieme il tipo di giochi e gli spazi temporali per eseguirli pare ancora la miglior soluzione, per rispettare mode ed idee ma anche per porre i limiti necessari, lasciando altri spazi ad altre ed alternative tipologie di divertimento. ■
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dicali cambiamenti, che – in quanto sconosciuti – sono la causa prima di manifestazioni di ansia. Cosa si può fare per rendere l’inizio veramente positivo? Quali atteggiamenti devono assumere le famiglie per sostenere sia dal punto di vista psico – fisico i propri figli impegnati nel complesso mondo scolastico? Per sollevare, almeno in parte, gli animi di tutti coloro che sono – direttamente o indirettamente – coinvolti nel mondo della scuola, presentiamo un breve e sintetico vademecum, da tenere sempre a portata di mano.
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i chiamano HV 350 e KS 430 le due innovazioni di prodotto 2014 che quest’anno Internorm, l’azienda austriaca leader in Europa nella produzione di serramenti, ha lanciato sul mercato, arricchendo ulteriormente la propria gamma di serramenti. In particolare, la doppia finestra in legno-alluminio HV 350 grazie al suo quadruplo vetro (optional) presenta elevati valori di isolamento termico con un UW fino a 0,99 W/m2K nella versione standard ed un valore massimo fino a UW 0,68 W/m2K con l’apposito vetraggio speciale. HV 350 è disponibile in tutti gli stili di design Internorm. Per il sistema oscurante si può scegliere tra veneziane, tende plissettate o duette®. Come tutti i sistemi di doppie finestre di Internorm anche HV 350 è disponibile con oscuramento I-Tec motorizzato a zero consumo d’energia. A sua volta, la nuova porta alzante scorrevole KS 430 in PVC e PVC-alluminio amplia l’assortimento Internorm relativo alle porte alzanti scorrevoli, che lo scorso anno ha registrato un notevole successo di pubblico Veneziana fotovoltaica
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di Fabio De Santi
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arà Piazza Cesare Battisti ad ospitare quest’anno, nelle giornate del 19, 20 e 21 settembre, “Autunno Trentino” il festival autunnale dei sapori della cucina a Trento. Una manifestazione organizzata dal Consorzio Trento Iniziative, insieme a Comune di Trento, Strada del vino e dei Sapori del Trentino e collaborazione con Apt Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi. Autunno Trentino si propone sempre come una vetrina privilegiata dell’enogastronomia trentina, capace di esaltare la ricchezza e la diversità delle produzioni dell’intero territorio grazie anche al coinvolgimento delle Strade del Vino e dei Sapori del Trentino. Tutta la città si animerà di colori, suoni e soprattutto gusti dell’autunno attraverso gli
AUTUNNO TRENTINO DAL 19 AL 21 SETTEMBRE, IL FESTIVAL AUTUNNALE DEI SAPORI DELLA CUCINA A TRENTO stand dei produttori, degustazioni e i sapori degli chef più conosciuti del territorio trentino. Nel pieno centro storico della città di Trento un festival dedicato a chi ama scoprire, vivere e gustare il meglio delle produzioni enogastronomiche del territorio Trentino. Un’occasione per incontrare i produttori presenti in piazza per raccontare e fare assaggiare il frutto del
loro lavoro, lasciarsi tentare da piccole e dolci tentazioni, ma anche per degustare, in maniera ragionata, una selezione della migliore produzione enologica. Dai prodotti alla cucina, il passaggio è breve. A rotazione ogni giorno uno chef proveniente dai territori tracciati dalle Strade del vino e dei Sapori del Trentino proporrà nel ristorante in piazza un menù appositamente
studiato per far conoscere le interpretazioni in cucina dei prodotti gastronomici di eccellenza del Trentino. Sono tre le novità principali di questa edizione di Autunno Trentino. La prima riguarda il Gourmet “Felicetti”, presso il quale degustare le prelibatezze di alcuni dei migliori chef del nord Italia con un filo conduttore dedicato alla cucina di montagna. C’è poi il Ristorante “La Trentina”, per chi preferisce gustare una proposta veloce, ma 100% trentina che non avrà che l’imbarazzo della
TRENTO E LA BAVIERA: DIECI ANNI DOPO
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dieci anni dalla sua ultima edizione ritorna “Trento e la Baviera”, l’evento che si terrà a Trento dal 12 al 28 settembre. “Trento e la Baviera” giunta alla sua terza edizione nasce sulla scia del precedente storico di Andrea Dall’Armi, fondatore dell’ originale Oktoberfest Bavares. L’obiettivo è quello di creare una sinergia ed uno scambio culturale tra il Trentino e Baviera nei loro aspetti più caratterizzanti (spettacolo, gastronomia, prodotti tipici). Quindi la manifestazione, oltre che essere un punto di incontro e di divertimento, servirà anche a avvicinare culture, usi e costumi di due realtà diverse (Trentino e Baviera) però sempre legate da molti aspetti in comune. Musica, divertimento e gastronomia si intrecceranno nelle giornate di “Trento e la Baviera” nel-
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lo spazio dell’Interporto a Trento Nord in via Innsbruck sotto la grande tensostruttura di 3.000 metri quadri. All’evento “Trento e La Baviera” si lega una nuova proposta musicale dedicata alle band della nostra provincia. La sigla è quella di “Carovana Rock”, un contest live che si svolgerà nello spazio di tre concerti pomeridiani e due nella fascia serale, con il vincitore che avrà a disposizione un montepremi di ben mille euro in contanti. Ad inaugurare “Trento e la Baviera”, venerdì 12 settembre il concerto dei Merrick, alle 21. Il giorno successivo dalle 13 spazio all’animazione con banda tirolese per tutto il pomeriggio, mentre alle 21 spazio al concerto degli Alpen Boys. Domenica ha le forme del “Family Day” con, sempre dalle 11, animazione, giochi, gonfiabili
scelta presso questo ristorante mentre la Boutique del Gusto “Strada Vino Trentino sarà, un luogo di incontro, dove poter scoprire i sapori che caratterizzano il Trentino, parlare con i produttori ed acquistare una selezione di prodotti trentini. Non mancherà poi anche per quest’anno Chef in Strada, kermesse curata da Francesca Negri, che metterà di fronte alcuni chef trentini, che dovranno dimostrare non solo la propria abilità ai fornelli ma anche sfoderare tutto il proprio estro nella realizzazione di una proposta culinaria. Nel cartellone di Autunno Trentino ritroviamo anche Cucinando con le stelle: i tre vincitori del contest “La cucina di montagna” avranno la possibilità di mettersi alla prova sotto la guida esperta di uno tra i migliori chef del Trentino: Federico Parolari dell’Osteria a le 2 spade. Nelle tre giornate di Autunno Trentino in piazza Battisti ci saranno anche gli stand dei produttori trentini e enote-
ca, dalle 10.30 alle 22.30, mentre per gli appassionati di sport da non perdere l’aperitivo con i campioni della Dolomiti Energia Basket, che quest’anno affronteranno il massimo campionato. In programma anche l’incontro “Dal grappolo al sabrage”, sabato alle 11: un incontro durante il quale, in compagnia di un sommelier e di un produttore, avrete la possibilità di scoprire come e da dove nasce il Trentodoc, lo spumante metodo classico trentino. A fine appuntamento verrà sciabolata una bottiglia di Trentodoc. Fra le iniziative che si intrecciano con Autunno Trentino anche la 57a Mostra Micologica, presso la sala della tromba di via Belenzani dove gli esperti del gruppo micologico “Bresadola” saranno presenti per consulenze. Saranno ben undici i ristoranti del centro convenzionati che propongono, nei giorni di Autunno Trentino, menù dedicati alla manifestazione. ■
e tanto divertimento per le famiglie e i piú piccoli. Alle 15 concerto del Corpo Musicale “Città di Trento”, mentre alle 22 si balla con la diretta proposta da Radio StudioPiù. Anche il secondo week end della festa si aprirà il 19, alle 17.30, con il concerto serale degli Alpen Boy, sabato 20 spazio alla musica giovane, dalle 14, con la prima semifinale del “Carovana Rock Band Contest“; alle 21 verrà proposto il concerto della Dolomiten Bier Band. Domenica 21, dalle 15 concerto della Banda Musicale di Folgaria e in serata dalla diretta a cura di Radio VivaFm. L’ultima settimana di Trento e la Baviera coprirà lo spazio di quattro giornate a partire da giovedì 26 settembre quando dalle 16.30 si terrà la seconda semifinale del Carovana Rock Band Contest, live seguito da una serata dedicata agli universitari. Venerdì 26 settembre, torneranno ad esibirsi in serata i Merrick mentre sabato, dalle 14, è prevista la terza semifinale di Carovana Rock, seguita alle 21 dal concerto della Dolomiten Bier Band . La chiusura di domenica 28 con il terzo Family Day, alle 11, propone anche la finalissima del contest “Carovana Rock Band” e alle 21 il concerto degli Articolo 3ntino, con il gran finale al ritmo delle canzoni in dialetto trentino che hanno trasformato il gruppo guidato da Roberto Laino in una delle band di culto della scena musicale provinciale. Tutte le informazioni e il programma in ogni dettaglio si trovano sul sito web ufficiale dell’evento www.trentoelabaviera.it.
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egoista e con poche idee sul futuro da garantire a milioni di ragazzi. Nato nel 1949 a Vigolo Vattaro, il Coro Vigolana è diretto dal M° Matteo Micheloni ed ha pubblicato tre cd. La band dei Ruinscream è composta da Andrea Marchesoni (batRuinscream
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teria), Graziano Campaldini (chitarra solista, accompagnamento e voce), Giordano Stenghel (chitarra solista) e Federico Antoniolli (basso e voce). Nata a Trento nel 1990, Stefania Scartezzini è voce narrante e recitante in spettacoli e manifestazioni culturali territoriali e nazionali, figurazione speciale in film di registi noti quali Spano, Corsicato, Vicari, Diritti. Da tre anni è presenza fissa al Trentino Book Festival. Dal canto loro, i Modena City Ramblers stanno percorrendo lo Stivale con le canzoni del “Venti Tour” legato al cd live del concerto con 31 canzoni che ripercorrono l’intera carriera della combat folk band più famosa d’Italia, ancora oggi necessaria per continuare a portare in giro
messaggi e contenuti di responsabilità civile, che allora come oggi sono più che mai attuali e irrisolti. Per la prima volta nella loro carriera i Ramblers registrano e pubblicano un album, per immortalare il momento più importante e coinvolgente della loro attività, ovvero il concerto e il coinvolgimento del pubblico, sempre altissimo da vent’anni a questa parte. Oltre al live i Modena anche on stage continuano a puntare sul loro ultimo doppio album di inediti “Niente di nuovo sul Fronte Occidentale” uscito su Mescal. Un titolo forte ed esplicito che ben illustra il fil rouge delle canzoni del disco. ■
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affidata al folk rock barricadero dei Modena City Ramblers la colonna sonora del terzo “Arci Summer Festival” che si svolgerà il 12 settembre al Prabi parco “Free Climbing” di Arco . Ad aprire la serata, dalle 21, la performance fra musica e parole ”1914-2014 L’urlo della rovina - Atto unico per coro, gruppo rock e voce sola” . Una produzione del Trentino Book Festival, in un intreccio di canti folk, brani hard rock e letture che ha come protagonisti la band dei Ruinscream, il Coro Vigolana e l’attrice Stefania Scartezzini. “Il ricordo della guerra si gonfia spesso di retorica, quasi che un per un evento tragico come un conflitto mondiale possa avere senso perpetrarne il ricordo e basta – spiega Pino Loperfido ideatore dello spettacolo – non bisogna dimenticare come le generazioni che nel 1914 partirono verso il fronte siano state segnate dal Male della Storia, ingannate, assassinate dai desideri delle grandi potenze europee”. Una considerazione che si riflette ad un presente in cui le generazioni del 2014 sono ingannate dai desideri delle grandi lobbies economiche e da una classe politica deludente, arrivista,
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l nuovo corso continua! Questo il motto di una fiera che lo scorso anno si è presentata a pubblico e professionisti di settore con un format completamente rinnovato. Una 5^ edizione che di fatto è stata un’edizione “zero”; una manifestazione rivisitata nel layout e particolarmente curata nell’allestimento. Parte quindi dagli ottimi risultati del 2013 (87 aziende presenti e +15% di visitatori presenti) la 6^ edizione di “Io Casa Riva del Garda”, appuntamento dedicato a design, arredo e bioedilizia, in programma dal 3 al 5 ottobre 2014 presso il quartiere fieristico di Riva del Garda (Trento). Riva del Garda Fierecongressi SpA, unico organizzatore dal 2013, ha saputo leggere la contemporaneità, dando vita ad un evento innovativo in cui la parte espositiva incontra i contenuti più attuali. Due anime distinte che permetteranno al visitatore di entrare in contatto con le aziende del “mondo casa” maggiormente attente ai processi di trasformazione. Ad un padiglione d’ingresso dedicato ad aziende e realtà che consentono di approfondire più da vicino gli aspetti
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he non si tratti del “solito” ristorante salta subito all’occhio non appena si getta uno sguardo sulla carta dei Grill. Amedeo, il titolare e chef del Ristorante “Alla Mostra” di Trento, ha alle sue spalle decenni di esperienza, non solo nel mondo dell’enologia, ma nella gastronomia a tutto tondo, dall’inizio al termine della filiera. Tanto è vero che ancora oggi è lui che personalmente si occupa di scegliere le “materie prime” con le quali verranno deliziati i clienti. Una ricerca attenta e minuziosa, dalla Val di Gresta (ortaggi) alle Giudicarie (formaggi), alla Rendena (salumi) fino alla Val dei Mocheni (piccoli frutti). Ma dicevamo delle carni. Amedeo propone solo quelle di migliore qualità, preparate in maniera rigorosa. Si va dal classico filetto di manzo, alla Black Angus, all’esotico Asado che richiede ben tre ore e mezza di cottura... Amedeo e i suoi figli (David è cuoco e Melanie cura la parte amministrativa) hanno rilevato
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Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi di escursionismo, indicando tempi e dislivelli delle mete proposte e volgendo una particolare attenzione alle passeggiate adatte anche a famiglie con bambini e passeggini. 35 itinerari scelti per la loro bellezza, la tranquillità, l’interesse storico-archeologico, il fiabesco, il naturalistico. 20 passeggiate in Trentino, 15 in Alto Adige, effettuabili quasi tutte nell’intero arco dell’anno, indipendentemente dalle stagioni...
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piatti di terra contornati dalla tradizionale Polenta di farina gialla di Storo, accompagnati da una generosa e ricercata carta dei vini. Particolarmente apprezzate e degne di nota, le oltre quaranta pizze cotte in forno a legna. Da segnalare la pluripremiata Pizza Taggiasca, con bufala campana, pomodorini e naturalmente olive di Taggia. Ma anche il panzerotto al lardo, una golosità colma di ogni bendidio (gorgonzola, zucchine, radicchio, noci, ecc.) Un capitolo a parte merita la pasta: preparata rigorosamente a mano, come nelle migliori cucine tradizionali. Una caratteristica che è sempre più raro trovare nei ristoranti di oggi giorno. E che dire della carta dei vini? La pluridecennale espe-
rienza di Amedeo nel mondo dell’enologia non poteva non influenzare la composizione della cantina de “Alla Mostra”, dove le etichette non sono banali, bensì ricercatissime e proposte a prezzi molto interessanti. Insomma, se avete letto fin qui, è fin troppo evidente che il ristorante “Alla Mostra” merita una visita per un pranzo di lavoro, per una festa in famiglia o semplicemente per regalarsi un pranzo o una cena diversi, magari portandosi dietro alcuni amici. Li stupirete piacevolmente. ■ RISTORANTE ALLA MOSTRA Piazza Mostra, 13 Trento Tel. 0461.230787
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a qua molte opportunità di escursione alla scoperta di tutto il gruppo del Catinaccio. C’è la comoda passeggiata pianeggiante percorribile anche spingendo il passeggino, trekking, fino alle vie attrezzate e scalate in parete. Vi sono oltre 20 rifugi di cui 6 a pochi passi dall’arrivo degli impianti. In alcuni è possibile pernottare. Il Ciampedie è particolarmente indicato per la famiglia. All’arrivo della funivia si trova un grande parco giochi con personale esperto e qualificato a cui affidare i bimbi per concedersi al totale relax. Da non perdere i percorsi tematici: • il Sentiero della Foresta, lungo il sentiero 540 Ciampedie-Gardeccia con numerosi punti informati sulla natura di alta montagna (adatto anche ai passeggini); • il Sentiero delle Leggende, la strada forestale Pian Pecei-Gardeccia, dove si trovano i riassunti di sei leggende legate al Catinaccio. Ogni settimana, il Museo Ladino di Fassa organizza escursioni accompagnate per famiglie con bambini
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in Trentino di cui 11 in Val di Fassa e ben 5 nel Catinaccio/ Rosengarten prolungano l’apertura fino all’inizio dell’autunno. Nei rifugi aderenti, per tutta la durata dell’evento, vi sarà un menu a prezzo fisso (20,00 euro) accompagnato da un calice di vino ed un bicchiere di grappa rigorosamente Trentini. Inoltre nei giorni 20-21 e 27-28 settembre e 4-5 ottobre vi sono delle proposte weekend specifiche (www.fassa.com). ■ INFORMAZIONI: Catinaccio Impianti a Fune Vigo di Fassa Tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it
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www.finstral.com
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on FIN-Project inizia una nuova era nel campo dei serramenti ad alte prestazioni. Si tratta di una vera e propria rivoluzione tecnologica per permettere di avere delle finestre dalle prestazioni eccezionali e dal design unico come testimoniano le foto in questa pagina. L’innovativo programma FINProject ha permesso di realizzare la migliore finestra in alluminio, attualmente presente sul mercato europeo in fatto di isolamento termico (Uw di 0,83 W/m2K di trasmittanza termica). Con FIN-Project di Finstral è possibile realizzare numerose soluzioni creative e personalizzate per le abitazioni che desiderano uno stile unico ed inconfondibile. Particolarmente apprezzate sono le aperture di grandi dimensioni. Sono pratiche e facili da maneggiare e valide nelle prestazioni isolanti. Dal punto di vista estetico la nuova finestra in alluminio Finstral si caratterizza per un disegno dalle linee leggere e pulite nel segno del design che le conferisce un’eleganza senza tempo adatta ad ogni stile.
QUI IL GREGGE È SOVRANO DAL 12 SETTEMBRE AL 5 OTTOBRE 2014, LA VAL DI FIEMME SI INCHINA ALLE REGINE DEI PASCOLI, FRA BANCHETTI, SPETTACOLI E “RICEVIMENTI”
LE REGINE DEI PASCOLI Fra gli eventi che anticipano la Desmontegada delle capre, Cavalese propone, venerdì 12 settembre, una divertente “Pedalata golosa”. Nella mattina di sabato 13 settembre, “Caprinvista” accompagna a Malga Agnelezza per una merenda fra i pastori. Al pomeriggio, una visita guidata accompagna al Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, con degustazioni di prodotti tipici, in abbinamento ai vini e alla birra delle valli di Fiemme e Cembra. Seguono un concerto di musica folk, il” Magnifico Aperitivo” di Stefano Tait nel Palazzo della Magnifica Comunità e, dalle 19.00, la “Polenta biota” del Ristorante La Stua, in piazza Dante.
LA DESMONTEGADA DE LE CAORE Domenica 14 settembre, già dalla mattina, Cavalese si prepara ad accogliere le caprette, allestendo stand gastronomici, concerti, feste danzanti, sfilate di carri, dimostrazioni dei lavori di un tempo e personaggi della tradizione locale, nonché il “Mercato de La Desmontegada”. I bambini partecipano ai “Laboratori per piccoli pasticcioni” con il maestro pasticcere della Bottega Le Cose Buone di Paolo (ore 11.00, 12.00, 13.00). Alle 14.30 la folla si accalca per acclamare le capre con le loro bizzarre decorazioni floreali. Quindi vengono eletti e premiati la capra e il caprone più belli.
LA DESMONTEGADA DE LE VACHE Domenica 5 ottobre, alle 11.00, entrano in scena le mucche di Predazzo con vistosi campanacci e raffinate acconciature tessute fra rami di abete. Applausi scroscianti, lungo le vie del centro storico, accompagnano il loro trionfante ritorno dai pascoli. Il paese è animato da rievocazioni di antichi mestieri, mercatini, carri di contadini, giovani pastori, musicanti e degustazioni di prodotti locali. Questa edizione sarà particolarmente appetitosa poiché sarà organizzata in concomitanza con il Festival Europeo del Gusto che porterà a Predazzo, dal 3 al 5 ottobre 2014, i sapori della “Trenogastronomia”. Le degustazioni della tradizioni ripercorrano idealmente gli antichi binari del trenino della Val di Fiemme. ■ Info: www.visitfiemme.it
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
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a Val di Fiemme festeggia le regine dei pascoli domenica 14 settembre con la “Desmontegada de le caore” e domenica 5 ottobre con la “Desmontegada de le vache”. Capre e mucche tornano dai pascoli alti, con un latte che profuma di fiori, per offrire un nutrimento sano e delizioso e prelibati formaggi d’eccellenza. Attorno a queste due sagre che richiamano migliaia di visitatori sono proposti eventi, degustazioni, fra pedalate golose, laboratori per piccoli pasticcioni, ma anche visite a caseifici, stalle e malghe. Nei ristoranti si affacciano piatti chilometri zero, con ricotte, yogurt e formaggi caprini o formaggi vaccini come il “Puzzone” del Caseificio Sociale di Predazzo e Moena e il “Formae Val Fiemme” del Caseificio Sociale di Cavalese che, per i suoi alti valori proteici e la sua ricchezza di calcio e fosforo, è stato battezzato il Formaggio dei Mondiali di Sci Nordico Fiemme 2013. Queste prelibatezze, fiore all’occhiello della “Strada dei Formaggi delle Dolomiti”, sono promossi e proposti dal club “Tradizione e Gusto” della Val di Fiemme. ASPETTANDO
Sezione tecnica del sistema FIN-Project con triplo vetro ad alte prestazioni termiche.
L’INIZIO DI UNA NUOVA ERA FINSTRAL PRESENTA LA NUOVA GAMMA DI FINESTRE IN ALLUMINIO AD ALTE PRESTAZIONI
Nell’immagine sopra si nota come le finestre scorrevoli Finstral si integrano perfettamente nello stile moderno dell’abitazione esaltando lo spazio abitativo.
Una delle recenti abitazioni realizzate in provincia di Trento con il sistema Fin-Project in alluminio.
SICUREZZA E COMFORT NELL’APERTURA FIN-Project è equipaggiata con i punti di sicurezza che garantiscono un’elevata protezione contro lo scardinamento dell’anta per i tentativi di furti. Oltre a ciò nel FIN-Project l’apertura a ribalta è dotata di movimento ammortizzato e di sistema antivento già di serie. RICCHE DOTAZIONI ACUSTICHE CONTRO IL RUMORE Già a partire dalla versione base, FIN-Project offre valori di isolamento acustico molto buoni che possono arrivare con il modello anta accoppiata e vetri prestazionali fono-isolanti, fino ad un valore Rw di 46 decibel.
A FAVORE DELL’AMBIENTE Scegliere FIN–Project significa contribuire attivamente alla protezione ambientale in quanto tutti i serramenti della gamma FINProject sono stati studiati in modo da poterne consentire il recupero ed il futuro riciclo. Ricordiamo a tal proposito che Finstral dal 1999
è certificata a favore della natura con l’ottenimento della ISO 14001 della tutela ambientale. Ogni serramento FINProject viene realizzato su misura sulle indicazioni del cliente. Maggiori informazioni www.finstral.com oppure 0464-83.00.28 ■
Pratiche, funzionali e ad alto risparmio energetico, le finestre della nuova collezione Finstral vengono realizzate tutte su misura ed anche per uno o due pezzi. A tutto vantaggio delle esigenze del cliente. 73
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Hamburg Ballet
trentinopanorama
di Lara Deflorian
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n questi giorni ha preso il via, a Trento e Rovereto, la 34esima edizione del festival Oriente Occidente che affronta quest’anno il tema del corpo in conflitto: un “corpo a corpo” che coinvolge il singolo e la società e che può rimandare quindi allo scontro bellico della Prima guerra mondiale, di cui quest’anno si festeggia il centenario. Gli artisti ospiti di questa nuova edizione arrivano dell’Europa, dall’Africa Candoco Dance Company
ORIENTE OCCIDENTE
Candoco Dance Company
LA 34ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL AFFRONTA QUEST’ANNO IL TEMA DEL CORPO IN CONFLITTO: UN “CORPO A CORPO” CHE COINVOLGE IL SINGOLO E LA SOCIETÀ E PUÒ RIMANDARE ALLO SCONTRO BELLICO... Subshariana, dal Venezuela e dal Medio Oriente e, nel proseguo della presentazione pubblicata sul precedente numero di TrentinoMese, possiamo innanzitutto ricordare che, per tutta la durata del Festival (dal 30/8 al 6/9) nel centro storico di Rovereto,
si può assistere ad azioni di danza di comunità che si trasformano in una sorta di flash mob di massa attraverso il coinvolgimento di circa 150 persone non professioniste, assieme ai danzatori della compagnia inglese Protein, fondata nel 1997 dall’italia-
no Luca Silvestrini e dalla svizzera Bettina Strickler. Dall’Africa giungono poi la compagnia Baninga (1/9), diretta dal giovanissimo coreografo congolese DeLaVallet Bidiefono, impegnata in uno “spettacolo politico” di forte impatto emotivo, e il gruppo
A piedi tra cultura, storia e gastronomia
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OSWALD STIMPFL
LE PIÙ BELLE
MALGHE DELL’ALTO ADIGE 74
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61 ESCURSIONI ADATTE A TUTTI
sudafricano Via Katlehong Dance (2/9), diretto da Vusi Mdoyi, protagonista di una fusione di vari tipi di danza, dalla street dance indigena al tip tap, in una sorta di musical dai ritmi e colori africani. A seguire troviamo il coreografo israeliano con sede in Francia Emanuel Gat (3/9), mentre dall’Italia arriva il Balletto Civile (4/9), gruppo nomade guidato da Michela Lucenti, che presenta un work in progress con l’intreccio di movimenti e musica. Un gradito ritorno a distanza di anni è quello di Virgilio Sieni (5 e 6/9), attualmente direttore della sezione Danza della Biennale di Venezia, il quale presenterà due lavori: il primo è un progetto speciale che ha visto l’adesione di sei regioni italiane e oltre 200 interpreti per la realizzazione di 27 quadri coreografici ispirati al Vangelo secondo Matteo, di cui due sono stati realizzati in Trentino, grazie alla collaborazione del festival Oriente Occidente e del CID. Esercizi di primavera è invece il titolo della seconda creazione in programma, centrata sull’antropologia del gesto attraverso il dualismo esercizio-dinamica. Grande attesa c’è per il coreografo belga Wim Vandekeybus (5/9), “vecchia” conoscenza del Festival e sempre apprezzato per il
suo stile ben definito. Con la sua compagnia Ultima Vez presenta What the body does not remember (Ciò che il corpo non ricorda), un lavoro di grande successo del 1987 rimontato, che gioca sul contrasto tra attrazione e repulsione. A tal proposito in un’intervista ha recentamente espresso: “Il tema è il riflesso dimenticato nel nostro corpo. Qualcosa che facciamo senza che la razionalità intervenga. Sono gli istinti dimenticati”. Oriente Occidente prosegue poi con la compagnia vincitrice della scorsa edizione del concorso coreografico Danz’è Kinesis Danza (7/9) e con il già conosciuto e apprezzato ensemble israeliano Vertigo Dance Company (7/9), che presenta un lavoro sulla perdita del controllo attraverso l’indagine del roteare e dell’avvitarsi nello spazio. Da non perdere è, infine, l’esibizione della compagnia inglese Candoco Dance Company (8/9), che mette in scena creazioni commissionate ad importanti coreografi contemporanei come Hetain Platel, Javier De Frutos e Thomas Hauert. Caratteristica di questo ensemble, fondato nel 1991 dalla danzatrice Celeste Dandeker costretta all’utilizzo della sedia a rotelle in seguito ad un incidente sul lavoro, è di integrare nei suoi spettacoli danzatori disabili e non disabili, al fine di riuscire a spostare i confini della danza contemporanea e cambiare la concezione delle persone su cosa è la danza e su chi può danzare. Il fulcro non è quindi sottolineare la diversità e la compassione per i diversamente abili, ma è la danza e il danzare. L’ultima segnalazione riguarda l’esibizione delle stelle dell’Hamburg Ballet, che il 30 ottobre presentano alcune coreografie di John Neumeier in occasione della riapertura della storico teatro Zandonai di Rovereto. ■
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trentinopanorama
Cris Jarrett
trentinopanorama Brigitte Canins e Ivo Rizzi
di Nicola Tomasi Brigitte Canins
SETTIMANA MOZARTIANA 2014 L’ASSOCIAZIONE MOZART ITALIA A ROVERETO, ALA, BORGO VALSUGANA, FOLGARIA, NOGAREDO, RIVA, VILLA LAGARINA. DALL’11 AL 14 SETTEMBRE namento), ai giovani musicisti di domani (con preziose opportunità di formazione e di scambi culturali, come lo stage corale-orchestrale estivo Sommerphilharmonie). Lo fa lavorando ad alto livello e ad ampio raggio, grazie anche a una solida rete di rapporti e di collaborazioni internazionali. Soprattutto lo fa nell’arco di tutto l’anno, anche se il “focus” della sua attività è rappresentato dalla Settimana Mozartiana, che
ogni anno affronta un tema diverso. La Settimana Mozartiana 2014 indagherà, da prospettive diverse, il tema del “pianoforte”: dalle rivisitazioni jazzistiche di temi mozartiani da parte del grande pianista americano Cris Jarrett (Rovereto, Sala Filarmonica, giovedì 11 settembre ore 20.45), all’esplorazione dell’influenza mozartiana sulla formazione del giovane Beethoven e sull’evoluzione della forma musicale
François-Joël Thiollier
QUANDO IL PERICOLO DIVENTA OPPORTUNITÀ
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alire e scendere da una montagnola, camminare su un tronco, affrontare una sassaia, per un bambino molto piccolo (0-3 anni) è difficile e può essere anche pericoloso, se sperimenta tutto questo da solo; accanto ad un adulto, invece, può diventare un’opportunità per testare le proprie potenzialità, per prendere consapevolezza dei propri limiti e per superarli. Di questo si parlerà nel corso del seminario “Diritto al rischio – Dai divieti alle opportunità”, che si terrà a Brentonico, il 26 e 27 settembre. Tra i relatori: Laura Malavasi, pedagogista e formatrice di Carpi, e Maria Antonietta Nunnari, responsabile pedagogico dei servizi per la prima infanzia del Comune di Torino. Verranno illustrati studi ed osservazioni
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sul valore del rischio, inserito in un contesto educativo programmato, e sugli effetti positivi rispetto alla crescita dell’autostima e dell’autonomia dei piccoli. Chi interverrà a Brentonico potrà visitare il giardino del nido, dove la teoria è già realtà. Lo spazio all’aperto è stato, infatti, progettato per aiutare i piccoli a riconoscere e gestire i pericoli, sia in natura che nella quotidianità, in cui può imbattersi. Il seminario è organizzato dalla cooperativa La Coccinella di Cles in collaborazione con il Centro Studi Erickson. A conclusione delle due giornate verrà rilasciato un attestato di frequenza. Iscrizioni e informazioni all’indirizzo: www.formazione. erickson.it
della variazione con lo straordinario pianista francese François-Joël Thiollier (domenica 14 settembre ore 20.45, Auditorium Melotti di Rovereto), al concerto della pianista giapponese Yuko Hisamoto impegnata in un raffinato confronto tra i linguaggi pianistici mozartiano e chopiniano (Villa Lagarina, venerdì 12 settembre ore 17.00; Riva del Garda, domenica 14 settembre ore 17.00); dal Convegno Internazionale di studi mozartiani sul tema “I Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart” (Rovereto, sabato 13 settembre ore 9.30-‐12.30), al concerto della Musisches Gymnasiums Orchester Salzburg diretta dall’ottimo Markus Obereder e con, solista d’eccezione, la sempre magnifica Anna Kravtchenko con un’interessante associazione tra il KV 414 di Mozart e l’op. 21 di Chopin (Rovereto, Melotti: venerdì 12 settembre ore 20.45; Borgo Valsugana, giovedì 11 settembre ore 20.45; a Folgaria, sabato 13 settembre ore 20.45). Le proposte non finiscono qui. Il calendario offre anche un imperdibile concerto del Quintetto Stadler (clarinetto e quartetto d’archi, protagonisti a Nogaredo sabato 13 settembre ore 17.00 e ad Ala domenica 14 settembre ore 11.00) e uno stage di
perfezionamento pianistico con François-Joël Thiollier (Rovereto, 13 e 14 settembre). Infine gli appuntamenti con i Mozart Boys&Girls: il Quartetto Jazz “4 di picche” (giovedì 11 settembre ore 17.00, Rovereto in Piazza Loreto) e, nell’ambito dell’apprezzato gemellaggio con i 100 Mozartkinder della Sassonia e della Repubblica Ceca, il concerto dei mozartiani più giovani a Palazzo Lodron di Nogaredo (venerdì 12 settembre ore 11.00), fino alla straordinaria Festa della Musica a Bentivoglio-Bologna (vivace e articolato pomeriggio musicale organizzato dalla sezione di Mozart Boys&Girls dell’Associazione “Il Temporale” di Bentivoglio). Last but not least, l’attesa e festosa Tafelmusik (Rovereto, Ristorante Novecento, sabato 13 settembre ore 20.00), dove la buona musica del Quintetto Indaco, del pianista Corrado Ruzza e dei cantanti Brigitte Canins, Alessandro Calamai e Ivo Rizzi renderà indimenticabile l’annuale incontro tra mozartiani provenienti da tutto il mondo. Che cosa si può aggiungere? Solo un caloroso invito alla partecipazione e i riferimenti per informazioni più dettagliate e per le pronotazioni: www. mozartitalia.org/news -‐ infoami@mozartitalia.org -‐ tel 0464.422719. ■
Un viaggio in mezzo alla natura
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Una balconata panoramica sulle Dolomiti a pochi minuti dal fondovalle, raggiungibile con la funivia da Vigo di Fassa o con le seggiovie da Pera di Fassa. 6 rifugi a pochi metri dagli impianti, passeggiate ed escursioni di ogni difficoltà, parco giochi con custodia bimbi, percorsi tematici.
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CENTRO ESCURSIONI MONZONI COSTABELLA Moena, Passo San Pellegrino, Seggiovia Costabella Un museo a cielo aperto
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a musica rende le persone più ricche. Fin dal 1991 l’Associazione Mozart Italia è impegnata a promuovere, organizzare, inventare eventi rivolti allo studio e all’approfondimento dell’opera e della figura di Mozart (con autorevoli convegni, apprezzate pubblicazioni, piacevoli visite guidate), agli amanti della musica (con una vasta gamma di concerti e interpreti di spessore internazionale), ai giovani talenti (con i prestigiosi concorsi internazionali AUDIMozart! e Valperga, oltre che stage di perfezio-
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Numerose testimonianze ben conservate delle postazioni della Prima Guerra Mondiale (19141918). I Monzoni sono definiti il museo geologico e mineralogico più interessante d’Europa. Alcuni percorsi: Costabella-Passo delle Selle (facile). Alta Via Bepi Zac (via attrezzata). Alta Via Federspiel (via attrezzata), CostabellaFuchiade (facile).
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trentinopanorama REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE
www.festadellospeck.it www.mercatodelpane.it PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ASSESSORATO ALLA CULTURA
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Il primo fine settimana di ottobre sarà anche quest’anno all’insegna del gusto con due protagonisti d’eccezione: lo Speck Alto Adige IGP (indicazione geografica protetta) e il pane e i prodotti da forno con il Marchio di Qualità Alto Adige. Dal 4 al 5 ottobre, a Santa Maddalena, in Val di Funes, avrà luogo la tradizionale Festa dello Speck Alto Adige, ormai giunta alla sua dodicesima edizione. Al centro dell’evento, che di anno in anno vede aumentare il numero di buongustai provenienti dall’Italia e dall’estero, prelibatezze a base di speck, musica tradizionale, lo Speck Cinema, un mercato contadino e divertimento per i più piccoli. L’inaugurazione ufficiale della festa con il taglio della baffa di speck avrà luogo sabato 4 ottobre alle ore 12. Seguirà l’incoronazione della nuova Regina dello Speck la domenica alle ore 13. Da non perdere, sempre la domenica, anche la lotteria della Festa dello Speck con numerosi premi e la distribuzione gratuita di pezzi di speck da parte delle Reginette dello Speck degli anni passati. La festa nasce da un’iniziativa comune dell’Associazione Turistica Val di Funes, del Consorzio Tutela Speck Alto Adige e dell’EOS
COMUNITÀ DI VALLE DELLA VALLAGARINA
COMUNE DI ROVERETO
COMUNE DI ALA
COMUNE DI BORGO VALSUGANA
COMUNE DI VILLA LAGARINA
UN UNICO FINE SETTIMANA A SANTA MADDALENA, IN VAL DI FUNES, ALL’INSEGNA DEL GUSTO CON DUE PROTAGONISTI D’ECCEZIONE: LO SPECK ALTO ADIGE E IL PANE CON IL MARCHIO QUALITÀ ALTO ADIGE
– Organizzazione Export Alto Adige ed è supportata da tutte le associazioni della vallata. Dal 3 al 5 ottobre scendono in piazza, precisamente in Piazza Duomo a Bressanone, anche 20 panettieri e pasticceri altoatesini, che proporranno i loro numerosi tipi di pane e prodotti da forno con il Marchio di Qualità Alto Adige, a garanzia della loro
provenienza e qualità controllata. I visitatori avranno inoltre la possibilità di informarsi sul progetto Regiograno e di degustare il pane e i prodotti da forno con grano locale. L’inaugurazione ufficiale del Mercato del Pane e dello Strudel Alto Adige si svolgerà venerdì 3 ottobre alle ore 12.30 sul palco centrale. Quest’anno l’evento vuole
dare particolare attenzione al processo di panificazione, con un’ “Officina del Pane”, all’interno della quale il pubblico potrà cimentarsi nell’antica arte del fornaio e provare a fare il pane. ■ Il programma dettagliato di entrambi gli eventi è reperibile online alle pagine web: www.festadellospeck.it www.mercatodelpane.it
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COMUNE DI NOGAREDO
FESTA DELLO SPECK, MERCATO DEL PANE E DELLO STRUDEL
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trentinopanorama iPad
www.settembrerotaliano.it
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ettembre Rotaliano si ripropone in grande stile come evento principe che chiude l’estate trentina. L’appuntamento proposto dalla Pro Loco Mezzocorona si svolgerà nel centro rotaliano nelle giornate di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 settembre. Anche quest’anno dunque La Pro Loco di Mezzocorona invita i visitatori ad un percorso enogastronomico variegato e gustoso. Tre giorni per scoprire angoli suggestivi, portoni, strade e piazze, animati di musica, allegria e divertimento. Grandi e piccini saranno invogliati a conoscere le specialità trentine proposte dalle associazioni di volontariato, partecipare a giochi, visitare mostre, assistere a spettacoli, rapiti da un’atmosfera gioiosa e coinvolgente. Ad inaugurare Settembre Rotaliano 2014, venerdì 5 settembre dalle 19, a Palazzo Conti Martini , sarà l’apertura ufficiale della 24ª edizione “Alla Scoperta del Teroldego”, dedicata al Teroldego Rotaliano D.O.C. , vino Principe della Piana Rotaliana. E a seguire brindisi con il Principe dei Vini Trentini. Alle 20 al Parco De Barbieri spettacolo “Clown” proposto dalla Croce Rossa Italiana. Serata dedicata ai più piccini
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SETTEMBRE ROTALIANO L’APPUNTAMENTO PROPOSTO DALLA PRO LOCO MEZZOCORONA SI SVOLGERÀ NELLE GIORNATE DI VENERDÌ 5, SABATO 6 E DOMENICA 7 SETTEMBRE
con clown e dott. Clown fra foto, disegni, giochi e clownerie. In Piazza della Chiesa, dalle 20.30, musica con dj e a seguire il trascinante live dei Defenders: una cover band tutta da vedere e ascoltare. Fitta la serie di appuntamenti di sabato 6 che si apre alle 13, in Piazza della Chiesa con “Mezzo Street Boul-
der”: gara di arrampicata in un contesto urbano a cura del Gruppo Rocciatori Piaz. Nella stessa location, alle 19, spazio alla musica coinvolgente dei Santi Bailor fra Jazz, Rythm & Blues Band. I Santi Bailor sono tre musicisti professionisti che sanno intrattenere il pubblico con musica jazz ed altri generi musicali.
Alle 19.45 si esibirà la Banda Sociale di Tesero fondata nel 1817. Alle 21, da non perdere, in Piazza della Chiesa, il concerto della Portofino Band Una formazione decisamente eccentrica nata nel 2007 che sa animare con entusiasmo e professionalità le piazze di tutta Italia. La miscela travolgente della Portofino Band unisce liscio tradizionale, latino americano e rock melodico. L’ultimo giornata del Settembre Rotaliano, domenica 7 settembre, si apre alle 11 in Piazza della Chiesa con l’Aperitivo in Piazza realizzato con la collaborazione di associazioni ed esercenti accompagnato dal concerto della Mille Lire Dixieland Band. Nel pomeriggio sempre in Piazza della Chiesa, alle 15.30, il concerto dei Bier Kamikazen fatto di musica Tirolese Oktober Fest. Da non perdere, il concerto dei Repeatles, una delle migliori tribute band italiane dei Beatles. I The Repeatles sono una tribute band di Merano inspirata ai Beatles, che nasce nel 2003 con alla chitarra, piano e voce Thomas Gutweniger nella parte di John Lennon, al basso e voce Igor Ferrazzi alle prese con Paul McCartney e alla batteria Manuel De Vito nella parte di Ringo Starr. ■
Stampa della Provincia APP realizzata dall’Ufficio ia “Incentivi PAT ” è la nuova e alle imprese gli incentiv far conoscere ai cittadini autonoma di Trento per pubblici ori sett vari dai ione nomiche messi a disposiz le sostegno delle attività eco in un unico luogo tutte ” ti darà modo di trovare PAT vi enti “Inc a. ntivi ince della Provinci gli mi tissi mol o ione. Son plice sistema di navigaz Stampa della Provincia a dall’Ufficiologi informazioni con un sem APP realizzat a è la nuovason tipo alla e lti “Incentivi PAT” rivo o gli incentivi a divisi in base a chifar conoscere ai cittadini e alle impreseione raccolti, catalogati e sud igaz Navdai autonoma di Trento perllo più adatto a te! Buona one settori pubblici vari osizi que disp a che trovare omiche messi a le d’intervento… Non rest sostegno delle attività econ in un unico luogo tutte
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are PAT” ti darà modo di trov incentivi della Provincia. “Incentivi one. Sono moltissimi gli gazi navi di ma siste plice informazioni con un sem alla tipologia e ti rivol sono chi a ivisi in base raccolti, catalogati e sudd to a te! Buona Navigazione che trovare quello più adat d’intervento… Non resta
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Provincia autonoma di Trento oll
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Provincia autonoma di Trento
trentinomostre
INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE
E
chi ha mai detto che l’arte contemporanea non si è posta il problema del suo rapporto con il sacro? Anzi, forse più di altri momenti storico-
artistici, il presente ha visto una forte, talvolta inedita, componente di pensiero che ha approfondito le tematiche riguardanti il sacro. Non il religioso, sia ben chiaro, ma il sacro, che è un pensiero molto più infinito, universale e meno propagandistico che non l’arte religiosa, legata quest’ultima, purtroppo, all’effimero, al quotidiano, al contingente. Con il rinascimento, dove si è posto l’uomo al centro del mondo, il sacro ha dovuto fare armi e bagagli e trasferirsi altrove. Non è scomparso, tutt’altro. Come gli antichi dèi, il sacro, dopo il rinascimento, si è rifugiato nei fiumi sotterranei per poi emergere prepotentemente in situazioni diverse, non per “rinascere” ma semplicemente per “esserci”. Pensiamo alle riflessioni teoriche e pratiche di artisti come William Congdon, figlio dell’action painting,
trentinomostre Riccarda Turinna dal titolo Infinito
Presente.
ANNAMARIA TARGHER MONTAGNA SUBLIME
Elogio della relazione (chiude il 10
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mesi, sempre presso il Museo Diocesano, dell’Arte e
el piano nobile della settecentesca dimora alpestre di Maso Spilzi di Costa di Folgaria (fino al 7 settembre), si colloca un compendio dell’ultimissima produzione di Annamaria Targher indissolubilmente legata al tema della montagna. Alle carte di piccolo formato della serie Mucche, si affiancano i più recenti lavori ad olio e collage relativi ai Caprioli. Nella coscienza di non essersi mai ritratta, l’artista ha individuato nel corso degli ultimi anni quegli animali che più sembrano rappresentarla e garantire la presenza di quel cordone ombelicale che la lega tenacemente al proprio territorio. Le Mucche sono amate per il loro aspetto placido, ameno, consolante: colte con rapidi, ma puntuali segni a grafite, vengono tuttavia distolte dalla loro quotidiana e incessante ruminazione mediante l’inserimento di ritagli di giornale. Sono riproduzioni di oggetti “nobili” del design, della moda, in una sorta di sfida tra la bellezza insita nella natura e quella talora imposta invasivamente dall’uomo. Annamaria Targher è donna della contemporanea e la totale separazione dell’ animale dalla marcia incessante della globalizzazione, le pare, a tratti, anacronistico o, piuttosto, impossibile.
novembre). Una mostra che si affianca, visto il tema trattato, con la più grande esposizione in corso in questi persuasione. La strategia delle immgini dopo il concilio di Trento (chiude il 29 settembre). Con questa mostra il Museo Diocesano estende per la prima volta alla produzione artistica contemporanea la riflessione circa il senso dell’immagine sacra nella società odierna. L’iniziativa espositiva, che vanta opere d’artisti di livello internazionale, intende offrire il proprio contributo al dibattito - oggi molto vivo, come attesta la presenza del padiglione della Santa Sede alla 55 Biennale di Venezia intorno al complesso dialogo tra arte e spiritualità. Ma al prevalere del ruolo ‘strumentale’ dell’arte sacra non può che corrispondere il progressivo depotenziamento del suo carattere simbolico. Indebolendo la capacità dell’immagine di rinviare ad una molteplicità di significati, così da attivare percorsi interpretativi diversificati, l’incontro tra uomo e Dio attraverso l’arte si fa sempre più complesso e improbabile. Infinito Presente. Elogio della relazione pone l’accento sulla dimensione dell’incontro che l’arte può favorire,
oppure di Hermann Nitsch sul rituale della messa, o ancora
piuttosto che su un
le tante esperienze di artisti legati alla natura intesa come
suo improbabile ruolo
figlia di Dio o come cordone ombelicale tra la terra e il cielo, ecc. O, per non andare molto lontani, al concetto di luce in Carlo Andreani, alle ultime opere di un Bruno Colorio, ai fantastici totem di Adolf Vallazza.
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Per quanto l’artista sia lontano dalla pratica religiosa, occupandosi di sacro e della sua simbologia, è un homo religiosus, nel senso più ampio del termine. Il suo scopo è quello di scrutare l’uomo portatore di credenze religiose
CAVALESE Mostre TERRA IN MONTANIS PHOTO ALBERT CEOLAN Apertura: da martedì 26 agosto a domenica 14 settembre. Palafiemme. Orario: tutti i giorni ore 9-12/16-21.
persuasivo. La mostra intende recuperare il carattere di limen dell’immagine: un diaframma che schiude la relazione tra finito e infinito, visibile e invisibile, che apre al dialogo con la dimensione
che ispirano e orientano il suo comportamento, i suoi
spirituale, profonda, della vita di ogni uomo. E lo fa
atti, la sua vita e che danno un senso alla sua situazione
focalizzando l’attenzione su un tema centrale, quanto
nel cosmo, aiutandolo a comprendere la sua condizione
complesso: la Croce. Divenuta nella storia dell’Occidente
umana. Molte opere contemporanee riescono a fuggire
simbolo per eccellenza dell’identità cristiana, essa
l’iconografia massificata di un religioso depotenziato e che
racchiude un significato universale che riguarda tutti,
ha perso la sua forza vitale. Non è raffigurando la Madonna
indipendentemente dalla singola scelta di fede: evocando
o il Cristo che si compie un’arte sacra. Quella è un’arte
la sofferenza, il dono gratuito della vita di Cristo per la
religiosa e come tale cade sotto l’egida della propaganda e
salvezza dell’uomo, la Croce traccia linee di congiunzione
di questa ne assume le caratteristiche e i procedimenti.
tra umano e divino, materiale e spirituale, morte e vita. In
Un tema molto interessante questo sull’arte sacra/arte
mostra opere di Kenjro Azuma, Mats Bergquist, Lawrence
religiosa. Recuperato e proposto al grande pubblico dal
Carroll, Tullio Garbari, Anna Maria Gelmi, Marco La Rosa,
Museo Diocesano Tridentino grazie ad una bella mostra
Mirco Marchelli, Hidetoshi Nagasawa, Mimmo Paladino,
curata da Andrea Dall’Asta, Domenica Primerano e
Georges Rouault, Ettore Spalletti.
CLES Mostre BURATTO, FILI, BASTONI MARIONETTE E BURATTINI DAL CINQUECENTO ALL’ARTE CONTEMPORANEA Apertura: fino a domenica 28 settembre. Palazzo Assessorile. L’esposizione è curata da Pietro Weber e Marcello Nebl, con la collaborazione dei collezionisti Vittorio Zanella e Rita Pasqualini. “Buratto, fili, bastoni” presenta una selezione di oltre cinquecento pezzi da una delle principali raccolte mondiali di marionette e burattini, la collezione Zanella/Pasqualini dal Museo di Budrio (Bo). In esposizione non solo marionette, burattini e pupi delle principali dinastie di burattinai italiane, ma anche scenografie, preziosi teatrini come quello regio appartenuto a Vittorio Emanuele II, antichi bagagli da lavoro di burattinai, case giocattolo, ombre ed oggetti di scena. Orario: ore 1012/15-19. Aperture serali, dalle 20 alle 22, durante le manifestazioni di piazza. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0463.662091 / 0463.421376; www.comune.cles.tn.it.
COSTA DI FOLGARIA Mostre MONTAGNA SUBLIME ANNAMARIA TARGHER Apertura: fino a domenica 7 settembre. Museo di Maso Spilzi, S.S. 350. Mostra personale.Orario: mart.ven. 16/19, sab.-dom. 10-12/16-19.
FOLGARIA Mostre A COLPI DI MATITA LA GRANDE GUERRA NELLA CARICATURA Apertura: da sabato 19 luglio a domenica 7 settembre. Maso Spilzi. Mostra a cura di a cura di Danilo Curti-Feininger e Rodolfo Taiani. Orario: da martedì a venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19. Lunedì chiuso. Info: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.230482; info@ museostorico.it.
LEVICO Mostre FORTE PURA SALUBRE ACQUA: MOSTRA SUL TURISMO TERMALE NELL’ARCO ALPINO: LEVICO TRA XIX E XX SECOLO Apertura: fino a domenica 28 settembre 2014. Villa Paradiso. Le fonti di acqua minerale hanno costituito e continuano a rappresentare un’importante risorsa naturale del territorio alpino. Oltre all’imbottigliamento e alla commercializzazione delle acque, numerose località hanno conosciuto una significativa e radicale trasformazione urbanistica, socio-economica e socio-culturale per effetto del costante incremento del flusso turistico attratto dall’efficacia delle cure idroponiche e dalla salubrità dei luoghi. È quanto accaduto anche in Trentino, dove, ad esempio, l’abitato di Levico Terme si è mutato da borgo a vocazione fondamentalmente rurale a vero e proprio centro urbano sul modello di altre famose stazioni termali mitteleuropee quali Bad Gastein, Ischl, Franzensbad, Marienbad. La mostra Forte pura salubre acqua intende illustrare questo passaggio, soffermandosi soprattutto sul periodo compreso fra gli anni settanta dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale. Orario: Da martedì a venerdì ore 14-19; martedì e giovedì anche ore 10-13; sabato, domenica e festività ore 10-13/14-19. Chiuso il lunedì (escluso il 1° maggio e il 15 agosto 2014). Ingresso libero. Info: Biblioteca comunale di Levico Terme Tel. 0461.710206; levico@ biblio.infotn.it.
LEVICO TERME Mostre FORTE, PURA, SALUBRE ACQUA Apertura: da martedì 1 aprile a domenica 28 settembre. lla Paradiso nel Parco delle Terme. Mostra sul turismo termale nell’arco alpino. Info: APT Valsugana, ufficio di Levico Terme Tel. 0461.727700.
LUSERNA Mostre LA FAUNA DELLE ALPI IL RITORNO DEI GRANDI PREDATORI Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Con la mostra annuale la Fauna delle Alpi - il ritorno dei grandi predatori, curata da Thomas Conci della THC Design & Exhibit , il Centro Documentazione vuole promuovere una maggiore conoscenza dell’ambiente alpino approfondendo, non solo il rapporto tra la natura (paesaggio, ambiente, fauna, flora) e la comunità locale, ma soprattutto il tema dei grandi predatori (lince, orso, lupo, ...) che
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APPUNTI DI UN VIAGGIO A VEZZANO E A PADERGNONE
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n occasione dell’iniziativa “Tutti i colori della pace” organizzata dai Comuni di Vezzano e di Padergnone, giovedì 4 settembre alle ore 18.30 sarà inaugurata la mostra “Appunti di un viaggio”, collettiva che vede la partecipazione di Luciano Civettini, Eleonora Cumer, Claudio Foradori e Cristina Zanella. Giunto oramai alla dodicesima edizione, “Tutti i colori della pace”, che l’Amministrazione Comunale di Vezzano in collaborazione con il Comune di Padergnone promuove in occasione del rinnovo del voto a S. Valentino fatto nel lontano 1944, vanta un’agenda costellata di appuntamenti: fra questi, la mostra collettiva “Appunti di un viaggio”, che rimarrà aperta in concomitanza con gli eventi della rassegna. Nata dalla volontà degli artisti di dare una loro personalissima visione dell’idea del viaggio, l’esposizione sarà ospitata negli ampi spazi del Teatro Valle dei Laghi di Vezzano. Viaggi diversi di personalità artistiche lontane tra loro, seppur vicine del modo d’intendere l’esperienza del viaggio, messa a confronto in un tacito dialogo che li spinge a guardare al cammino percorso fino ad ora, riscoprendone affinità e sintonia di cuori. E se gli affettuosi personaggi di Luciano Civettini ci raccontano di atmosfere ovattate avvolte da una nebbia sottile che sale guardinga dal passato, confondendo i profili dei ricordi che si fanno via via diafani e inafferrabili, le silhouette di Eleonora Cumer fissano con caratteri indelebili il racconto incalzante di un viaggio che non è più nella memoria d’infanzia, bensì in un passato prossimo venturo, rude eppure pacato, martellante nei suoi silenzi ripetuti. Le istantanee di Cristina Zanella sono scattate con l’entusiasmo del viaggiatore, tra le brume dell’alba e i vapori della sera, quando le asperità atmosferiche si fanno medium della natura e il dettaglio dell’orizzonte si dipana tra le trame di luce. È ad un passato che affonda nell’oblio della notte dei tempi, quello di Claudio Foradori, quando il tempo si scioglieva nel crogiuolo della creazione e il magma prendeva via via la forma primitiva; la costruzione di un tempo, che della vita è arbitro e giudice. Quattro voci, quattro percezioni. Tra loro si dipana sinuoso il cammino dell’arte, a cui giunsero per strade diverse, e che ora percorrono insieme, sui sentieri di Vezzano. La mostra, curata da Chiara Radice, rimarrà aperta nel mese di settembre in concomitanza con gli eventi previsti nel calendario dell’iniziativa “Tutti i colori della pace” presso gli spazi del foyer del Teatro Valle dei Laghi, via Stoppani, località Lusan, Vezzano. Info: tel. 0461.340158
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trentinomostre stanno tornando sulle montagne alpine. Orario: 10-12.30 e 14-18. Info: www.lusern.it. Mostre ALFABETO DELLA GRANDE GUERRA - 26 LETTERE PER NON DIMENTICARE Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Mostra curata dall’arch. Roberto Festi, per ricordare e far riflettere sull’immane conflitto mondiale di un secolo fa, che ha comportato la perdita della vita di milioni di soldati di ogni nazione, ma anche di vittime civili. Ventisei bare (tante quante le lettere dell’alfabeto) si trasformano in vetrine che contengono 26 oggetti originali legati al tema della guerra; e ogni bara è dedicata, in ordine alfabetico, ad un soldato (di ventisei nazioni diverse) che ha partecipato al conflitto. Info: www.lusern.it.
MEZZOCORONA Mostre MOSTRA DEL TEROLDEGO Apertura: da venerdì 5 a domenica 7 settembre. 24° mostra “Alla Scoperta del Teroldego”. Nell’elegante corte di Palazzo Conti Martini, avrete l’opportunità di conoscere il Teroldego Rotaliano D.O.C., nobile vino autoctono ed apprezzare le sue qualità, sia nella modalità Wine Bar che Self Tasting. Per info dettagliate consultate il sito: www. settembrerotaliano.it.
MOENA Mostre 1914-1918 “LA GRAN VERA” LA GRANDE GUERRA: GALIZIA, DOLOMITI Apertura: da domenica 13 luglio a lunedì 1 settembre. Teatro Navalge. La mostra tematica sulla Grande Guerra, farà riferimento al fronte austro-russo, alla guerra in montagna sulle Dolomiti di Fassa e al suo impatto sulle popolazioni locali. Verrà esposta al pubblico la collezione “Fedespiel-Caimi” che comprende uniformi, cimeli, reperti, album fotografici, arricchita da ulteriori reperti appartenenti a collezioni private. Orario: tutti i giorni 10-12.30/15-19; giovedì e domenica anche 21-23. Info: www.istladin.net.
NAGO TORBOLE Mostre NAGO-TORBOLE PHOTOFESTIVAL Apertura: da sabato 27 settembre a domenica 12 ottobre. Forte Superiore. Più di due settimane dedicate alla fotografia all’interno delle quali saranno proposte svariate attività non solo riservate agli esperti del settore. L’evento si propone di essere un importante momento di scambio tra esperti e simpatizzanti dell’arte fotografica che avranno così l’occasione di avvicinarsi a contenuti e lavori sia della fotografia
amatoriale che di quella professionistica. Il programma completo della manifestazione con le indicazioni delle date e degli orari delle mostre, degli incontri e dei workshop, sarà consultabile sul sito dedicato: www. nagotorbole-photofestival.it.
PERGINE VALSUGANA Mostre FORME IN FERRO FORGIATE DA PAOLO BELLINI Apertura: da sabato 26 aprile a domenica 2 novembre. Castel Pergine. Più di trenta opere dell’artista lungo un percorso tra le due cinta murarie, nel giardino interno, nella sala d’entrata, nella Cantina Rosa, nella Prigione della Goccia e nella Sala del Trono. Inoltre alcuni dipinti si trovano nella sala da pranzo. Info: Castel Pergine - www.castelpergine.it.
PIEDICASTELLO Mostre LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO Apertura: da lunedì 28 luglio 2014 a domenica 14 giugno 2015. Le Gallerie. Due gallerie, una bianca e una nera, due tunnel stradali in disuso. Una superficie di oltre 6.000 metri quadrati diventata sede espositiva originale e suggestiva gestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Info: www.museostorico.it. Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: da fino a domenica 30 dicembre 2018. Trento. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.00-18.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione. museostorico.it.
RIVA DEL GARDA Mostre AREONATURA. LO SGUARDO DI TULLIO PERICOLI SUL PAESAGGIO DELL’ALTO GARDA Apertura: da sabato 22 marzo a domenica 2 novembre. MAG Piazza C. Battisti, 3/A. A bordo di un aereo da turismo Tullio Pericoli ha sorvolato, in una mattina di fine novembre 2013, il territorio dell’Alto Garda, con l’intento di cogliere, per la prima volta dal cielo, la forma che il paesaggio gli avrebbe potuto
restituire da quel particolare punto di vista. Durante il volo sono state scattate numerose fotografie di quella zona che dalla Valle dei Laghi si estende fino alle rive settentrionali del Garda. È attraverso la personale suggestione “aerea” e l’aiuto delle immagini fotografiche che Pericoli - nei mesi successivi - ha creato un ciclo di tavole che saranno esposte al MAG dalla primavera all’autunno prossimi. Si tratta di circa sessanta opere su carta di diverse dimensioni e tecniche (olii, acquerelli e matite). Il titolo della mostra, Areonatura, è un neologismo ideato dall’artista per raccontare l’esperienza di un volo fatto per meglio decifrare la forma di quel particolare paesaggio. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre QUANDO IL GARDA ERA UN MARE Apertura: da sabato 23 agosto a mercoledì 10 settembre. Sala Civica “G. Craffonara” Giardini di Porta Orientale. Mostra dedicata alla splendida avventura della “Bertolazzi Film” di Peschiera del Garda a cura di Franco Delli Guanti e Ludovico Maillet. Orari: tutti i giorni 10-13.30/17-20.30. Info: Franco Delli Guanti, 330 239131, info@ mediaomnia.it.
ROVERETO Mostre TAVOLARA E DEPERO LA MANIFATTURA DELLE CASE D’ARTE Apertura: fino a domenica 14 settembre. Casa d’Arte Futurista Depero - Via Portici, 38. Mostra a cura di Nicoletta Boschiero e Manolo De Giorgi. Orario: martedì/domenica ore 10-18. Luned’ chiuso. Info e prenotazioni: 800.397760 - Tel. 0464.431813; info@mart.trento. it - www.mart.trento.it. Mostre ALVARO SIZA - INSIDE THE UMAN BEING Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. La mostra è a cura di Roberto Cremascoli, con la partecipazione di Álvaro Siza e di Chiara Porcu, responsabile da oltre vent’anni dell’Archivio dell’architetto portoghese, e con il progetto di allestimento firmato dallo studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos. Il percorso espositivo racconta l’itinerario artistico e professionale dell’architetto a partire dalle vicende storiche del suo paese, il Portogallo uscito da un lungo periodo di dittatura. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www. mart.trento.it/alvarosiza. Mostre SCENARIO DI TERRA Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. Scenario di terra è il nuovo progetto che il Mart dedica al paesaggio, inteso come uno dei luoghi d’ele-
zione dell’esperienza umana. Sviluppata dai curatori del Museo, l’esposizione poggia su un nucleo di opere provenienti dalla collezione permanente e su una selezione di materiali dai fondi archivistici del Mart, completati da prestiti e produzioni inedite. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www.mart. trento.it/scenarioditerra. Mostre MOSTRA DI ARTE AFRICANA Apertura: da sabato 30 agosto a sabato 6 settembre. Sala Espositiva Roberto Iras Baldessari - Viale Portici, 25. Mostra a cura Associazione Comunità Senegalese del Trentino. Orario: martedì-venerdì ore 17-21; sabato e domenica 1012/17-21; chiuso lunedì. Info: Tel. 0464.434875. Mostre TRANSUMANZE Apertura: da martedì 9 a martedì 23 settembre. Sala Espositiva Roberto Iras Baldessari - Viale Portici, 25. Mostra a cura di Fabio Vettori. Orario: martedì-venerdì ore 17-21; sabato e domenica 1012/17-21; chiuso lunedì. Info: Tel. 0464.434875. Mostre LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014 Apertura: da sabato 4 ottobre 2014 a domenica 20 settembre 2015. Mart. Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Info: Mart Rovereto www.mart.trento.it/guerra.
TRENTO Mostre ARTE E PERSUASIONE. LA STRATEGIA DELLE IMMAGINI DOPO IL CONCILIO DI TRENTO Apertura: da venerdì 7 marzo a lunedì 29 settembre. Museo Diocesano Tridentino. Mostra interamente dedicata al rapporto tra il concilio di Trento (1545-1563) e le arti figurative. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento, ripercorre due secoli di arte in Trentino e mette a fuoco le principali funzioni assunte dalle immagini sacre, alle quali veniva assegnato il compito di informare, convincere, catturare l’attenzione e commuovere. Una storia sul potere della comunicazione visiva attraverso le opere di grandi artisti del passato. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.
REMO GOZZI UN NATURALISTA A RONZONE
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er la prima volta in Valle di Non, Romeo Gozzi, pittore naturalista, espone nelle sale dei Musei di Ronzone, una serie di opere nelle quali ritrae il mondo magico della natura e dei suoi abitanti. Forcelli e galli cedroni, caprioli, camosci e scoiattoli sono i soggetti ricorrenti nel loro suggestivo habitat e consentono all’artista di Laives di esprimere una sua personale originalità in ogni opera nella quale imprime una carica di emozioni, un’atmosfera di calma e serenità, un movimento continuo di animali in uno scenario incomparabile. La sua pennellata è morbida, ma piena di vigore e la sobrietà nel segno e nel colore è il pregio fondamentale di una pittura limpida e ricercata, ricca di fresca e viva originalità Romeo Gozzi è attratto dalla Natura nei suoi aspetti più esaltanti ed ha instaurato con essa un colloquio personale che tocca i vertici della poesia e del lirismo. Una passeggiata nell’arte che conta, di facile e immediata lettura che rimarrà aperta fino al 5 ottobre. (c.r.)
DIEGO BRIDI A TRENTO, SALA DELLA TROMBA
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iego Bridi, pittore autodidatta trentino, esporrà le sue pere recenti a Trento, nella Sala della Tromba, fino al 10 settembre. Fin dai primi anni della sua giovinezza, Bridi si prefigge di realizzare la sua grande passione: la pittura, autentico e travolgente interesse che lo coinvolge con la mente e l’anima da più di quarant’anni. I suoi primi dipinti a tempera rimangono oramai preziosi ricordi di gioventù; piano piano, con prudenza, si avvicina alla tecnica che maggiormente lo attrae: la pittura ad olio. Negli anni, sempre alla ricerca di nuove emozioni, sperimenta con grande soddisfazione l’acquarello.
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trentinomostre Mostre MOSTRA COLLETTIVA ARTISTI TRENTINI Apertura: fino a domenica 14 settembre. Via Madruzzo n. 33. Artisti in mostra: Orazio Gaigher, Fortunato Depero, Roberto Iras Baldessari, Guido Polo, Ernesto Giuliano Armani, Riccardo Schweizer, Luigi Bonazza, Piero Coelli, Eraldo Fozzer, Bruno Colorio, Umberto Moggioli, Winkler Othmar, Remo Wolf, Camillo Rasmo, Ernesto Piccoli, Metodio Ottolini, Ines Fedrizzi, Regina Disertori, Gianfranco Campestrini, Alcide Davide Campestrini, Ernesto Alcide Campestrini, Elmo Ambrosi, Giuseppe Angelico Dallabrida. Info: info@sbadige.com. Mostre LINGUAGGI PLASTICI DEL XX SECOLO Apertura: fino a domenica 21 settembre. Galleria Civica - via Belenzani, 44. Mostra collettiva in cui saranno esposte diverse opere dello scultore Mauro De Carli, a cura di Michelangelo Lupo. Info: www.mart.trento.it. Mostre PHILIP TAAFEE RANGAVALLI 1989/2014 Apertura: fino a martedì 30 settembre. Studio d’Arte Raffaelli. La mostra raccoglie opere liberamente ispirate alla tradizione indiana. Info: www.studioraffaelli. com; studioraffaelli@tin.it.
Mostre BIODIVERSITART MAURIZIO BOSCHERI Apertura: fino a domenica 7 settembre. Muse. Fra le tavole esposte sarà possibile ammirare animali tipici delle foreste del Bhutan, i lemuri del Madagascar, giaguari e uccelli del Paradiso, i colorati turachi africani, il gigantesco cobra reale, e la foresta pluviale primeva di Sinharaja in Sri Lanka, un luogo antichissimo, intatto e ricco di specie endemiche. Ma anche i nostri galli forcelli delle montagne, i martin pescatori, i lupi grigi che stanno tornando a popolare le nostre montagne, nonché un’alba sulle Alpi con cervi maestosi al pascolo sui prati. Orario: martedìvenerdì: 10-18; sabato-domenica: 10-19. Info: www.muse.it. Mostre INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Apertura: da lunedì 23 giugno a lunedì 10 novembre. Museo Diocesano Tridentino - Palazzo Pretorio - Piazza Duomo, 18. Mostra a cura di Andrea Dall’Asta, Domenica Primerano, Riccarda Turrina. Orari: dal 23 giugno al 30 settembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 9.30-12.30/14.3018.00; sabato e domenica: 10-13/1418. Dal 1 ottobre al 10 novembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30/14.00-17.30; domenica: 10-13/14-18. Giorni di chiusura: ogni martedì, 1 novembre. Info: Tel. 0461.234419;info@muse-
“VINO DENTRO”: ARRIVA LA “PRIMA” IL FILM TRATTO DAL LIBRO DI FABIO MARCOTTO
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l film di Ferdinando Vicentini Orgnani, tratto dal romanzo “Vino Dentro” di Fabio Marcotto (Edizioni Curcu & Genovese) è pronto. La prima della pellicola – realizzata in collaborazione con la Trentino Film Commission – avverrà nelle sale l’undici settembre. Un cast di tutto rispetto, quello scelto da Orgnani, che vede nomi come Vincenzo Amato, Giovanna Mezzogiorno, Pietro Sermonti, Lambert Wilson, Daniela Virgilio. La storia è quella di Giovanni Cuttin, sedicente astemio e semplice funzionario di banca, incontra il Professore e i suoi tre assistenti. Un sorso di Marzemino bevuto insieme è sufficiente perché le porte di un mondo nuovo gli si schiudano davanti: in breve, diventa direttore della sua filiale e raffinato esperto di vini, ossessionato dal collezionismo di pregiatissime bottiglie. La moglie Adele fa presto a scoprire le sue tresche. Una mattina, però, il commissario Sanfelice bussa alla sua porta perché Adele è stata trovata morta e lui è l’unico sospettato...
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odiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre TRENTINO IN POSA. FOTOGRAFIE DI GIOVANNI PEDROTTI ALLA VIGILIA DELLA GRANDE GUERRA Apertura: fino a domenica 12 ottobre.Torre Vanga e Palazzo Roccabruna. Il Trentino come appariva prima della Grande Guerra nelle immagini scattate da Giovanni Pedrotti. Orari Torre Vanga: 10--18. Lunedì chiuso. Orari Palazzo Roccabruna: dal martedì al venerdì: 10-12|15-18. Sabato: 10-18. Domenica e lunedì chiuso. Info: Soprintendenza dei Beni storico-artistici della Provincia Autonoma di Trento Tel. 0461.492101; Palazzo Roccabruna - Camera di Commercio Tel. 0461.887101. Mostre RINASCIMENTI ECCENTRICI Apertura: da sabato 12 luglio a domenica 2 novembre. Castello del Buonconsiglio. Dosso Dossi al Castello del Buonconsiglio. Orario: chiuso il lunedì, 10.00-18.00. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre L’ULTIMO GIORNO DI PACE 27 LUGLIO 1914 Apertura: da venerdì 25 luglio a domenica 12 ottobre. PalazzoTrentini. Orario: lunedì-venerdì ore 10-18; sabato ore 9-12. Ingresso libero. Info: Società di Studi Trentini di Scienze Storiche Tel. 0461.314208;
segreteria@studitrentini.it. Palazzo Trentini Tel. 0461.213219; presidenza@consiglio.provincia.it. Mostre ARRASTUS Apertura: fino a domenica 7 settembre. Cantine di Torre Mirana (Palazzo Thun) - Via Belenzani 3, angolo via Manci, 2. Mostra di quadri olio su tela e tecniche miste curata da Mario Cossali. Orario di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20 - sabato e festivi ore 10-12.30/15-20. Per catalogo e informazioni: Antonello Serra 339.281190; antonello.serra@ yahoo.it oppure Ufficio Cultura del Comune di Trento Tel. 0461.884345.
Mostre MOSTRA DIPINTI RECENTI DI DIEGO BRIDI Apertura: da lunedì 1 a mercoledì 10 settembre. Sala della Tromba Via Cavour. Orario: tutti i giorni ore 10-12/17-19.30. Info: www.diegobridi.it; info@diegobridi.it.
VERMIGLIO Mostre MICHELANGELO GALLIANI / ANDREW GILBERT - FORTE COMUNE 1914/2014 Apertura: fino a domenica 28 settembre. Forte Strino. A cent’anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, a Forte Strino si inaugura una doppia personale, in collaborazione con le gallerie trentine Buonanno Arte Contemporanea e Studio d’Arte Raffaelli, che presentano quest’estate gli artisti Michelangelo Galliani e Andrew Gilbert. L’intento comune è proprio quello di rappresentare il dolore, il senso di precarietà, la memoria e la speranza che sono parte dell’esperienza di guerra, attraverso una visione giovane e tuttavia già matura. Orario: giugno, luglio, settembre 9.30-12.30/14.30-17.30. Dal 19/07 al 31/08 orario continuato 9.30-18.30. Info: info@vermigliovacanze.it; buonannoac@virgilio.it; studioraffaelli@tin.it; www.vermigliovacanze.it; www.buonannoac. com; www.studioraffaelli.com.
VIGO DI TON Mostre LA SEDUZIONE DEL CLASSICISMO Apertura: fino a domenica 9 novembre. Castel Thun. Orario: 1018. Info: www.buonconsiglio.it oppure Castel Thun Tel. 0461.492829.
trentinoappuntamenti
trentinoappuntamenti
TANTE LE OCCASIONI PER IL TEMPO LIBERO
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ll’insegna del gusto l’arrivo dell’autunno in Trentino, proprio con l’evento così chiamato che torna in un week end settembrino: da venerdì
19 a domenica 21. Ecco, dunque, il “Autunno
Trentino” il festival autunnale dei sapori della cucina a Trento. Per la musica classica, è tempo anche della
Settimana Mozartiana, che si svolgerà dall’11 al 14 settembre. Grandi nomi ed eventi a Rovereto, Ala, Borgo Valsugana, Brentonico, Folgaria, Nogaredo, Villa Lagarina. Tra i grandi protagonisti di questa edizione, François-Joël Thiollier,
Anna Kravtchenko e Chris Jarrett.
Andiamo sulla danza. Ariva una nuova edizione del festival Oriente
Occidente; la 34esima
puntata del festival affronta quest’anno il tema del corpo in conflitto: un “corpo a corpo” che coinvolge il singolo e la società e può rimandare allo scontro bellico...
ANNA KRAVTCHENKO
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ata nel 1976, Anna Kravtchenko inizia a studiare pianoforte alla età di cinque anni. Ha studiato con il Maestro Leonid Margarius all’Accademia pianistica Internazionale di Imola, dove è stata ammessa “Ad Honorem”. Nel 1992, a soli 16 anni, vince il prestigioso concorso pianistico internazionale “Ferruccio Busoni” di Bolzano, dopo ben cinque anni che il primo premio non veniva assegnato. Harold C. Schonberg, critico americano, giurato di quell’edizione, scrisse: “Il suo suono radioso e le sue poetiche interpretazioni potevano a volte portare gli ascoltatori alle lacrime» (New York Times Magazine). La Kravtchenko ha suonato per le maggiori istituzioni musicali europee. Ha suonato, inoltre, con la BBC Philharmonic Orchestra, la Swedish Radio Symphony, la Baltimora Symphony Orchestra Orchestra , l’Orchestra da Camera della Radio Bavarese, l’Orchestra da Camera di Losanna, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI ecc. Nel 2006 esce in cd per la DECCA un recital interamente dedicato a Chopin, e nello stesso anno Anna vince negli USA l’International Web Concert Hall Competition. Il suo ultimo CD per la DECCA con tutto Liszt è stato recensito con cinque stelle e l’assegnazione del Cd del mese sulle principali riviste italiane. Nel 2010 la Deutsche Grammophon ha selezionato quattro incisioni di Anna per inserirle nel cofanetto “Grande Classica”e”Classic Gold” pubblicati nel maggio 2010. Insegna al Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano.
In Val di Fiemme, l’epiteto reso famoso da un noto critico d’arte… è un complimento. La
Desmontegada delle Caore
di Cavalese. Dal 12 settembre al 5 ottobre
Mostra dell’editoria Trentina, autori e librai che operano in tutta la provincia di Trento si daranno
2014, la Val di Fiemme
appuntamento dal 26 al 28 settembre, in piazza Fiera a
si inchina alle regine dei
Trento. Incontri, presentazioni, tavole rotonde, spettacoli e
pascoli, fra banchetti,
le opere incredibili di Bruno Lucchi...
spettacoli e “ricevimenti”. Saranno i Modena
City Ramblers
a chiudere l’Arci Summer
Infine, Settembre
Rotaliano si ripropone
in grande stile come evento principe che chiude l’estate trentina. L’appuntamento proposto dalla Pro Loco Mezzocorona si svolgerà nel centro rotaliano nelle
Festival, il 12 settembre ad Arco. Ad aprire la serata,
giornate di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 settembre.
”1914-2014 L’urlo della rovina” con Ruinscream, Coro
Piccola postilla altoatesina: dl 4 al 5 ottobre, a Santa
Vigolana e Stefania Scartezzini.
Maddalena, in Val di Funes, avrà luogo la tradizionale
Naturalmente, ricordiamo anche il grande evento editoriale di questo settembre. Medita 88
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Festa dello Speck Alto Adige, ormai giunta alla sua dodicesima edizione
1 LUNEDÌ Danza DANZE DI VITA QUOTIDIANA Rovereto. Ore 18. Giardino ex-dame inglesi. Spettacolo con Franca Zagatti. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. comune.rovereto.tn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 18. Giardino Ex-Dame Inglesi. Danze di Vita Quotidiana condotto da Franca Zagatti. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 18. Centro Internazionale della Danza. Gaga Dance Workshop condotto da Keren Lurie Pardes, Rebecca Hytting e Sharon Eyal. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Trento. Ore 21. Teatro Sociale. Audelà con la Compagnie Baninga. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it.
2 MARTEDÌ Danza DANZE DI VITA QUOTIDIANA Rovereto. Ore 18. Giardino ex-dame inglesi. Spettacolo con Franca Zagatti. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. comune.rovereto.tn.it. Danza VUSI MDOYI Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Via Sophiatown - Via Katlehong Dance (Sudafrica). Per la rassegna Oriente Occidente. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Via Sophiatown con Via Katlehong Dance. Per informazioni dettagliate visitate il sito www. orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 21. CID-Centro Internazionale della Danza. Workshop di Danza Africana Contemporanea condotto da DeLaVallet Bidiefono. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 18. Giardino Ex-Dame Inglesi. Danze di Vita Quotidiana condotto da Franca Zagatti. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it.
Musica HUMUS IN CONCERTO Trento. Ore 21. Giardino S. Chiara - Via S. Croce, 67. Nell’ambito della rassegna “I martedì delle band”.Ingresso libero. Info: www. centrosantachiara.it. Musica SHAMANES CARLOS SANTANA TRIBUTE BAND Alba di Canazei. Ore 14. Ciampac. Bruno Festini voce; Michele Ometto chitarra; Roberto Gorgazzini tastiere; Maurizio Conta basso; Sandro Giudici batteria; Jesus Alvarez percussioni e voce; Ray El Molinero percussioni e voce; Ivo Cestari percussioni. Info: www. trentinojazz.com.
3 MERCOLEDÌ Danza ORIENTE OCCIDENTE Trento. Ore 21. Teatro Sociale. Plage Romantique con Emanuel Gat Dance. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it.
4 GIOVEDÌ Cultura LETTURE A CREPAPELLE DI CASTELLO IN CASTELLO 2014 Trento. Ore 20. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. Una serata di reading con i quattro narratori della Compagnia Bandus che ci aiuteranno a scoprire, con le loro voci, il mondo meraviglioso della letteratura. E ci faranno sorridere con la lettura delle pagine più belle ed esilaranti tratte dai capolavori dell’umorismo. Info: www. buonconsiglio.it. Danza MICHELA LUCENTI Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Balletto Civile (Italia). Per la rassegna Oriente Occidente. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. n-erme con il Balletto Civile. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it.
5 VENERDÌ Cultura ECHI DI PACE Rovereto. Ore 20. Colle di Miravalle - Campana dei Caduti. Con il grugppo “Trentino Storia Territorio”. Percorso per immagini ed emozioni che racconta e suggerisce esperienze dinamiche da un territorio travolto da una a cento guerre. Ingresso libero. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it.
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Per info aziende: amministrazione@trentinocoupon.it Cultura GIORNATA DELL’AUTONOMIA Trento. A partire dalle ore 11. Sala Depero, presso il Palazzo della Provincia. Celebrazioni dell’accordo De Gasperi-Gruber. Sono previsti gli interventi di Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provinciale, Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle Autonomie locali e del presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi. Successivamente vi sarà la consegna a Romano Prodi del premio internazionale Alcide De Gasperi, con la lectio magistralis del professore bolognese, introdotto da Paolo Pombeni direttore dell’istituto storico italo-germanico di Trento. Info: www.provincia.tn.it. Cultura GIORNATA DELL’AUTONOMIA Trento. Ore 17. Palazzo Trentini. Inaugurazione della mostra a fumetto “Il Volo dell’Aquila - storia dell’Autonomia trentina” a cura dello studio d’arte Andromeda di Trento. Info: www.provincia.tn.it. Danza ANNUNCIO DELL’ANGELO ULTIMA CENA Rovereto. Ore 18. Mart. Virgilio Sieni. Per la rassegna Oriente Occidente. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. comune.rovereto.tn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 17-21. CID-Centro Internazionale della Danza. Masterclass la Zattera di Nessuno condotto da Piera Principe. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Trento. Ore 21. Teatro Sociale. What the Body Doen Not Remember con Ultima Vez. Per informazioni dettagliate visitate il sito www. orienteoccidente.it.
Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 18. Mart. Annuncio dell’angelo / Ultima cena; progetto Vangelo secondo Matteo. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Enogastronomia SETTEMBRE ROTALIANO Mezzocorona. 3 giorni di festa per scoprire il paese di Mezzocorona e la sua enogastronomia. Per programma dettagliato consultate il sito: www.settembrerotaliano.it. Esposizione MOSTRA DEL TEROLDEGO Mezzocorona. 24° mostra “Alla Scoperta del Teroldego”. Nell’elegante corte di Palazzo Conti Martini, avrete l’opportunità di conoscere il Teroldego Rotaliano D.O.C., nobile vino autoctono ed apprezzare le sue qualità, sia nella modalità Wine Bar che Self Tasting. Per info dettagliate consultate il sito: www.settembrerotaliano.it. Musica LA SBANDATA 2014 Lizzana. Oratorio. Spettacoli di musica e majorettes organizzati dal Corpo Bandistico “don G. Pederzini” di Lizzana. Per il programma dettagliato www. bandalizzana.it. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Musica GIORNATA DELL’AUTONOMIA Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Concerto dell’Orchestra popolare delle Dolomiti. Info: www. provincia.tn.it. Per i più piccoli NOTTE AL MUSEO - MUSEO DELLA MUSICA. CORO SANT’OSVALDO Roncegno Terme. L’attività è rivolta a ragazzi di età compresa fra 6 anni compiuti e i 16 anni per
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trentinoappuntamenti un numero massimo di 15 partecipanti. L’orario di permanenza al Museo è dalle 20:00 alle 9:00 del giorno successivo. I venerdì avranno tematiche differenti, a rotazione mensile, seguendo l’ordine delle sale del museo (Sala Europa, Africa, Roncegno, Asia-America-Oceania). Per informazioni e iscrizioni: inviare una mail, indicando la data scelta, a accademia@corosanosvaldo.com oppure telefonare al numero 345.8714426 . Teatro GIORNATA DELL’AUTONOMIA Trento. Ore 18.30. Teatro Cuminetti. “Bisogna avere un cuore tenero e la mente dura” lettura scenica sulla figura di Sophie Scholl, a cura della 4 A del liceo linguistico “Sophie Scholl di Trento. Info: www.provincia.tn.it. Tradizione PALIO DELLE CONTRADE RIEVOCAZIONE STORIA E SFIDA ARCHIERISTICA Trento. A ricordo dei festeggiamenti che seguirono la Battaglia di Calliano, quando - il 10 agosto 1487 - ai piedi di Castel Beseno il Principato Vescovile di Trento e le connesse forze della Confederazione Tirolese ottennero una storica vittoria sulla Serenissima Repubblica di Venezia, arrestandone
trentinoappuntamenti
definitivamente l’espansione versoTrento. Info: Associazione Culturale Amici della Città di Trento| tel. 331 1738849; www.amicitta.com.
6 SABATO Cultura CON KAFKA ATTRAVERSO RIVA Riva del Garda. Ore 9-11.30. Lungolago d’Annunzio. Ricostruzione del racconto ‘Il Cacciatore Gracco’ sui luoghi ispiratori di Riva del Garda. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Cultura FESTIVAL - NOTE DAL GARDA Riva del Garda. Ore 21. Auditorium Chiesa San Giuseppe.Il concerto del Maestro Uto Ughi. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Danza ESERCIZI DI PRIMAVERA Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Virgilio Sieni. Per la rassegna Oriente Occidente. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it.
Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 09-13. CID-Centro Internazionale della Danza. Masterclass la Zattera di Nessuno condotto da Piera Principe. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Esercizi di primavera con la Compagnia Virgilio Sieni. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Enogastronomia SETTEMBRE ROTALIANO Mezzocorona. 3 giorni di festa per scoprire il paese di Mezzocorona e la sua enogastronomia. Per programma dettagliato consultate il sito: www.settembrerotaliano.it. Esposizione MOSTRA DEL TEROLDEGO Mezzocorona. 24° mostra “Alla Scoperta del Teroldego”. Nell’elegante corte di Palazzo Conti Martini, avrete l’opportunità di conoscere il Teroldego Rotaliano D.O.C., nobile vino autoctono ed apprezzare le sue qualità, sia nella modalità Wine Bar che Self Tasting. Per info dettagliate consultate il sito: www.settembrerotaliano.it.
Musica LA SBANDATA 2014 Lizzana. Oratorio. Spettacoli di musica e majorettes organizzati dal Corpo Bandistico “don G. Pederzini” di Lizzana. Per il programma dettagliato www.bandalizzana. it. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Musica ROVERETO MOZARTIANA Rovereto. Ore 16. Piazza Rosmini, Loggia Cassa di Risparmio. Visita guidata a cura del M° Fulvio Zanoni e del Dott. Giorgio Raponi. La visita guidata permetterà di riscoprire alcuni tratti suggestivi e sorprendenti di una piccola città che ha saputo coniugare modernità e memoria. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. comune.rovereto.tn.it. Musica CONCERTO D’AUTORE DI PAOLA ARIANO Rovereto. Ore 18. Casa Mozart Palazzo Diamanti, Via della Terra, 48. Immagini in volo è il titolo del CD, che raccoglie parte delle opere della pianista e compositrice Paola Ariano e che esprime gli angoli più nascosti di una sensibilità raffina-
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Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30
ta e appassionata che parte dall’esperienza della musica classica per approdare ad un uso del sistema tonale e modale assolutamente personale. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Musica CONCERTO Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro. FaRe Jazz Big Band di Pergine - Omaggio a Attilio Donadio già Direttore della stessa Big Band. Info: www.trentinojazz.com. Musica MALEDETA LA SIA QUESTA GUERA Segonzano. Ore 21. Castello a Piazzo. In occasione del centenario della Grande Guerra, il Coro San Biagio, la corale Vox Cordis di Fornace e la filodrammatica San Martino di Fornace propongono un evento musical-teatrale con canti storici e spaccati di vita quotidiana. La storia narra eventi accaduti ad Albiano, prima e durante la guerra, tratti da testimonianze orali e scritte degli anziani del paese, da articoli di quotidiani e libri, in una sinergia di canto e recitazione. Ingresso libero. Info: Coro San Biagio www.corosanbiagio.eu. Tradizione PALIO DELLE CONTRADE RIEVOCAZIONE STORIA E SFIDA ARCHIERISTICA Trento. A ricordo dei festeggiamenti che seguirono la Battaglia di Calliano, quando - il 10 agosto 1487 - ai piedi di Castel Beseno il Principato Vescovile di Trento e le connesse forze della Confederazione Tirolese ottennero una storica vittoria sulla Serenissima Repubblica di Venezia, arrestandone definitivamente l’espansione versoTrento. Info: Associazione Culturale Amici della Città di Trento| tel. 331 1738849; www.amicitta.com.
7 DOMENICA
FRANCESCO RENGA
CLAUDIO BAGLIONI
SUBSONICA
Sul palco Francesco Renga ha una straordinaria presenza, fisica e vocale. Procede spedito attraverso cambi di registro, passaggi vocali complicatissimi ed emozionanti momenti di spettacolo. Dopo i concerti di maggio, in autunno arriva Tempo Reale Tour, prodotto da F&P Group con date in tutta la penisola.
Baglioni, il suo super-gruppo di 13 polistrumentisti, l’intera squadra di 90 carovanieri, ritornano sulla strada, con il pensiero guida di un tour che va incontro alla gente, dopo aver percorso già 6 mila chilometri, per 31 concerti e 90 ore di musica, in un eccezionale repertorio con tutti i più grandi successi e gli inediti dell’album “ConVoi”. Per un secondo giro altrettanto lungo e favoloso e una rappresentazione che è spettacolo, concerto, recital, musical, happening e racconto.
Live tutta l’energia delle potenti Subsonica Vibes, per uno show innovativo, sorprendente, inimitabile!
TRENTO Palatrento 5 novembre 2014 ore 21
VERONA Palasport 15 novembre 2014 ore 21
TRENTO Teatro Auditorium S. Chiara 24 ottobre 2014 ore 21.00
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CESARE CREMONINI Quattordici concerti da ottobre a novembre in tutta Italia, durante i quali Cesare riproporrà al pubblico molti dei suo maggiori successi dal 1999 ad oggi e i brani del nuovo lavoro “Logico”, il sesto album di inediti in uscita il 6 maggio, anticipato da “Logico #1” attualmente il brano più trasmesso dalle radio italiane.
TRENTO Palatrento 25 novembre 2014 ore 21
Cultura TRENTO VEG 2014 Trento. A partire dalle 10. Parco Santa Chiara. Festival Antispecista Vegan del Trentino. Cibo e bevande vegan, conferenze, libri, lotteria, workshop, stand, raccontastorie. Info: www.eticanimalista.org. Danza CORPOREAMENTE Rovereto. Ore 17. Teatro alla Cartiera. Angelo Egarese e Elena Salvestrini. Compagnia Kinesis Danza (Italia). Per la rassegna Oriente Occidente. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. comune.rovereto.tn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Trento. Ore 21. Teatro Sociale. Vertigo 20 con la Vertigo Dance Company. Per informazioni detta-
gliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 17. Teatro alla Cartiera. CorpoREAmente con KinesiS Danza. Per informazioni dettagliate visitate il sito www. orienteoccidente.it. Enogastronomia SETTEMBRE ROTALIANO Mezzocorona. 3 giorni di festa per scoprire il paese di Mezzocorona e la sua enogastronomia. Per programma dettagliato consultate il sito: www.settembrerotaliano.it. Esposizione MOSTRA DEL TEROLDEGO Mezzocorona. 24° mostra “Alla Scoperta del Teroldego”. Nell’elegante corte di Palazzo Conti Martini, avrete l’opportunità di conoscere il Teroldego Rotaliano D.O.C., nobile vino autoctono ed apprezzare le sue qualità, sia nella modalità Wine Bar che Self Tasting. Per info dettagliate consultate il sito: www.settembrerotaliano.it. Musica LA SBANDATA 2014 Lizzana. Oratorio. Spettacoli di musica e majorettes organizzati dal Corpo Bandistico “don G. Pederzini” di Lizzana. Per il programma dettagliato www.bandalizzana. it. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Tradizione PALIO DELLE CONTRADE RIEVOCAZIONE STORIA E SFIDA ARCHIERISTICA Trento. A ricordo dei festeggiamenti che seguirono la Battaglia di Calliano, quando - il 10 agosto 1487 - ai piedi di Castel Beseno il Principato Vescovile di Trento e le connesse forze della Confederazione Tirolese ottennero una storica vittoria sulla Serenissima Repubblica di Venezia, arrestandone definitivamente l’espansione versoTrento. Info: Associazione Culturale Amici della Città di Trento| tel. 331 1738849; www.amicitta.com. Tradizione ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 15. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Tradizione MARCIALONGA RUNNING Moena. È una gara di 25 Km tra Moena e Cavalese che unisce il marchio Marcialonga a un percorso unico nel suo genere. A questo si aggiunge lo spirito tipico della granfondo invernale. La competizione podistica di 25,50 chilometri
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parte da Moena (Piaz de Sotegrava) per giungere sul traguardo di Cavalese in Val di Fiemme, ripercorrendo in gran parte il tracciato della ormai mitica Marcialonga invernale. Info: www.marcialonga.it. Tradizione 19^ MAGNALONGA DELL’ALTAVALLAGARINA Volano. Ore 9.30. Partenza da Volano ed arrivo a Besenello. Info 346.6859667; www.lamagnalonga.org; info@lamagnalonga.org.
8 LUNEDÌ Danza TRIPLE BILL Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Javier de Frutos, Thomas Hauert, Hetain Patel, Candoco Dance Company (Inghilterra). Per la rassegna Oriente Occidente. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Triple Bill con Candoco Dance Company. Per informazioni dettagliate visitate il sito www. orienteoccidente.it.
11 GIOVEDÌ Cultura DIALOGHI SULLE IMMAGINI: L’ARTE SACRA VISTA DALLE DIVERSE CONFESSIONI RELIGIOSE Trento. Ore 17.30. Incontro-dibattito sulla questione delle immagini nelle principali tradizioni cristiane. Partecipazione libera e gratuita. Iniziativa in collaborazione con L’Ufficio Ecumenismo e Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Trento. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.
Musica SETTIMANA MOZARTIANA Rovereto. Ore 17. Piazza Loreto: “Mozart Boys&Girls: Jazz quartet “4 di picche” con Andrea Citroni: chitarra; Luciano Sorcinelli: basso; Luca Perri: batteria; Amedeo Vigagni: pianoforte. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia. org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Melotti. Chris Jarrett, pianoforte. Concerto Jazz “Omaggio a Mozart. Variations on Mozart by Chris Jarrett”. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia. org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Borgo Valsugana. Ore 20.45. Auditorium. Musisces Gymnasium Salzburg: Markus Obereder, direttore e Anna Kravtchenko, pianoforte. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia. org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org.
12 VENERDÌ Danza THE DISAPPEARING SHOW Borgo Valsugana. Spettacolo di danza a Malga Costa - Arte Sella Info: APT Valsugana, ufficio di Borgo Valsugana - tel. 0461.727740. Famiglia FESTA DEL BACCALÀ Trento. A partire dalle ore 19. Presso il Centro Kaire - Convento di San Bernardino. Gran ritorno dell’antica festa del baccalà. Una preziosa tradizione rivisitata dall’Associazione Trentina Nuovi Orizzonti onlus. Degustazione gran gourmet € 30,00 a persona bevande escluse. Posti limitati solo su prevendita. Info e contatti ac-
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trentinoappuntamenti
trentinoappuntamenti dell’antica Tridentum romana, dal S.A.S.S. a Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana. Il ritrovo è alle ore 15.30 presso il S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sass, in piazza Cesare Battisti. Partecipazione 4 euro, prenotazione obbligatoria entro le ore 12 del giorno dell’iniziativa tel. 0461.230171, max 35 partecipanti. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.
quisto biglietti: Tel. 0464.800002 Cell. 339-4955108; nuoviorizzonti. tn@gmail.com. Folklore FESTA GRANDA 2014 Pergine Valsugana. Centro Storico. Mostre, concerti, feste in piazza. Tradizionale festa. Info: APT Valsugana, Ufficio di Pergine; tel. 0461.727760; pergine@ visitvalsugana.it. Folklore FESTIVAL DEL MAIS Levico Terme. Centro storico. Info: APT Valsugana, ufficio di Levico Terme - tel. 0461.727760. Musica MUSISCHES GYMNASIUM SALZBURG Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Melotti. Marcus Obereder direttore; Anna Kravtchenko pianoforte. Per la Settimana Mozartiana. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Musica III ARCI SUMMER FESTIVAL Arco. Ore 21. Viale delle Palme. ‘Semi nel vento’ con Casa del Vento. Un appuntamento in acustico per l’anteprima del progetto del gruppo Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Musica WORKSHOP DI IMPROVVISAZIONE AL PIANO Riva del Garda. Ore 17.30. Conservatorio “Bonporti”. Docente: Chris Jarrett. Per informazioni e iscrizioni: infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Nogaredo. Ore 10.30. Palazzo Lodron. 100 Mozartkinder (dalla Germania e dalla Repubblica Ceca). Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia.org - Associazio-
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ne Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Villa Lagarina. Ore 17. Palazzo Libera. Yuko Hisamoto, pianoforte. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia.org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Melotti. Musisches Gymnasium Salzburg: Markus Obereder, direttore e Anna Kravtchenko, pianoforte su musiche di Mozart e Chopin. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia.org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Teatro 100 RINTOCCHI DI PACE Rovereto. Ore 20. Colle di Miravalle - Campana dei Caduti. Spettacolo di teatro e musica, diversi linguaggi dialogano insieme per una cultura di Pace. Ingresso libero. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Tradizione NOTTI BIANCHE 100 - NOTES ON A SUMMER NIGHT! Torbole sul Garda e Nago. Ore 19. Vie del centro. Strade del paese percorse da artisti e musicisti... vi aspetta una notte bianca di puro divertimento! Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it.
13 SABATO Cultura ALLA SCOPERTA DI TRIDENTUM. LA CITTÀ SOTTERRANEA Trento. Ore 15.30. Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea è un itinerario archeologico nel centro di Trento che porterà alla scoperta dei principali siti archeologici
Cultura PER ACQUA E PER TERRA SUI PASSI DI J.W. GOETHE Riva del Garda. Ore 9.10. Stazione pullman. In perfetto stile goethiano, il professor Franco Farina racconterà il paesaggio gardesano con le parole di Goethe. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Danza THE DISAPPEARING SHOW Borgo Valsugana. Spettacolo di danza a Malga Costa - Arte Sella Info: APT Valsugana, ufficio di Borgo Valsugana - tel. 0461.727740. Famiglia FESTA DEL BACCALÀ Trento. A partire dalle ore 19. Presso il Centro Kaire - Convento di San Bernardino. Gran ritorno dell’antica festa del baccalà. Una preziosa tradizione rivisitata dall’Associazione Trentina Nuovi Orizzonti onlus. Degustazione gran gourmet € 30,00 a persona bevande escluse. Posti limitati solo su prevendita. Info e contatti acquisto biglietti: Tel. 0464.800002 Cell. 339-4955108; nuoviorizzonti. tn@gmail.com. Folklore FESTA GRANDA 2014 Pergine Valsugana. Centro Storico. Mostre, concerti, feste in piazza. Tradizionale festa. Info: APT Valsugana, Ufficio di Pergine; tel. 0461.727760; pergine@ visitvalsugana.it. Folklore FESTIVAL DEL MAIS Levico Terme. Centro storico. Info: APT Valsugana, ufficio di Levico Terme - tel. 0461.727760. Musica CONVEGNO DI STUDI MOZARTIANI Rovereto. Dalle 9 alle 13. Casa Mozart - Palazzo Diamanti. I concerti per pianoforte e orchestra di Mozart. Coordinatori Rudolph Angermüller e Giuseppe Calliari; Relatori Rudolph Angermüller, Giuseppe Calliari, Orazio Sciortino, Giovanni Bietti, Marco Vincenzi, YasuhiroTsukada. Per la Settimana Mozartiana. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it.
Musica INCONTRO CON IL PIANISTA FRANÇOIS-JOËL THIOLLIER Rovereto. Dalle 15 alle 18. Sala Filarmonica. Stage per giovani pianisti. Per la Settimana Mozartiana. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. comune.rovereto.tn.it.
16.45 una speciale visita guidata al Santuario della Madonna di Loreto alla Grotta di Villazzano (Trento). La visita sarà condotta dalla dott.ssa Lorenza Liandru. Ritrovo presso l’ingresso della chiesa; la partecipazione è libera e gratuita. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.
Musica WORKSHOP DI IMPROVVISAZIONE AL PIANO Riva del Garda. Ore 10. Conservatorio “Bonporti”. Docente: Chris Jarrett. Per informazioni e iscrizioni: infoami@mozartitalia.org.
Danza THE DISAPPEARING SHOW Borgo Valsugana. Spettacolo di danza a Malga Costa - Arte Sella Info: APT Valsugana, ufficio di Borgo Valsugana - tel. 0461.727740.
Musica SETTIMANA MOZARTIANA Nogaredo. Ore 17. Palazzo Lodron. Stadler Quintett: Bruno di Girolamo - clarinetto; Elio Orio: 1° violino; Claudia Lapolla: 2° violino; Manuela Matis: viola; Laura Manca: violoncello. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia. org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Rovereto. Ore 20.30. Ristorante Novecento. Tafelmusik - A cena con Don Giovanni con la partecipazione straordinaria di Brigitte Canins-soprano, Alessandro Calamai-baritono, Ivo Rizzi-baritono, Corrado Ruzza-pianoforte. Info e programma dettagliato su: www. mozartitalia.org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Folgaria. Ore 20.45. Auditorium. Musisches Gymnasium Salzburg: Markus Obereder, direttore e Anna Kravtchenko, pianoforte su musiche di Mozart e Chopin. Info e programma dettagliato su: www. mozartitalia.org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Tradizione ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 15. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it.
14 DOMENICA Cultura ARTE E PERSUASIONE. ITINERARI SUL TERRITORIO A VILLAZZANO (TRENTO) Trento. Ore 16.45. Nell’ambito dell’iniziativa Arte e persuasione: itinerari sul territorio, il Museo Diocesano Tridentino propone per domenica 14 settembre alle ore
Famiglia FESTA DEL BACCALÀ Trento. A partire dalle ore 19. Presso il Centro Kaire - Convento di San Bernardino. Gran ritorno dell’antica festa del baccalà. Una preziosa tradizione rivisitata dall’Associazione Trentina Nuovi Orizzonti onlus. Degustazione gran gourmet € 30,00 a persona bevande escluse. Posti limitati solo su prevendita. Info e contatti acquisto biglietti: Tel. 0464.800002 Cell. 339-4955108; nuoviorizzonti. tn@gmail.com. Folklore LA DESMALGADA Bedollo. Dalle ore 10. Centro Polifunzionale di Centrale. Mucche e cavalli tornano alle loro stalle al termine dell’alpeggio estivo nelle malghe in quota. La Desmalgada è una festa nel segno delle più antiche tradizioni della montagna. I malgari bardano a festa il loro bestiame con fiori e campanacci per poi scendere a valle. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Folklore FESTA GRANDA 2014 Pergine Valsugana. Centro Storico. Mostre, concerti, feste in piazza. Tradizionale festa. Info: APT Valsugana, Ufficio di Pergine; tel. 0461.727760; pergine@ visitvalsugana.it. Folklore FESTIVAL DEL MAIS Levico Terme. Centro storico. Info: APT Valsugana, ufficio di Levico Terme - tel. 0461.727760. Musica 6^ GRAN FESTA DELLA FISARMONICHE Grumes. Dalle ore 11. Rifugio Poztmauer. 6^ edizione del Festival della Fisarmonica per una giornata all’insegna della buona musica delle fisarmoniche abbinata alle pietanze tipiche della montagna trentina preparate dal Rifugio Poztmauer. Ospite speciale Marco Lo Russo, insegnante, musicista e concertista di fama internazionale. Un’intera giornata fra artisti e appassionati di fisarmonica. Info: Rifugio Poztmauer 333.7771211.
Musica WORKSHOP DI IMPROVVISAZIONE AL PIANO Riva del Garda. Ore 10. Conservatorio “Bonporti”. Docente: Chris Jarrett. Per informazioni e iscrizioni: infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Ala. Ore 11. Palazzo Pizzini. Stadler Quintett: Bruno di Girolamo - clarinetto; Elio Orio: 1° violino; Claudia Lapolla: 2° violino; Manuela Matis: viola; Laura Manca: violoncello. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia.org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Riva del Garda. Ore 17. Auditorium del Conservatorio. Yuko Hisamoto, pianoforte. Info e programma dettagliato su: www.mozartitalia.org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@ mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Melotti. Francois-Joël Thiollier, pianoforte. Omaggio a Mozart. Info e programma dettagliato su: www. mozartitalia.org - Associazione Mozart Italia Tel. 0464.422719; infoami@mozartitalia.org.
18 GIOVEDÌ Enogastronomia AUTUNNO TRENTINO Trento. Nel pieno centro storico della città di Trento un festival dedicato a chi ama scoprire, vivere e gustare il meglio delle produzioni enogastronomiche del territorio Trentino. Autunno Trentino è una vetrina privilegiata dell’enogastronomia trentina, capace di esaltare la ricchezza e la diversità delle produzioni dell’intero territorio grazie anche al coinvolgimento delle Strade del Vino e dei Sapori del Trentino. Tutta la città si animerà di colori, suoni e soprattutto gusti dell’autunno attraverso gli stand dei produttori, degustazioni e i sapori degli chef più conosciuti del territorio trentino. Fino al 21 settembre. Info e programma dettagliato su www. autunnotrentino.com
19 VENERDÌ Cultura RADICI: DALLA TERRA AL CIBO Grumes. Ore 20.30. Teatro Le Fontanelle. Incontro con Sergio Valentini, responsabile del progetto dei presidi Slow Food del Trentino Alto-Adige, e Walter Nicoletti, giornalista ed esperto di agricoltura. Info: Sviluppo Turistico Grumes Tel. 0461.688003.
Danza ORIENTE OCCIDENTE Trento. Teatro Cuminetti. CID-Cantieri. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it. Tradizione COPPA DEL MONDO SKIROLL - ZIANO Ziano di Fiemme. La Val di Fiemme corre da sempre veloce con gli sci, e quest’anno lo fa anche in chiusura d’estate con gli ski roll. La FIS Roller Skiing World Cup sarà il Test Event per i Campionati del Mondo di Ski Roll Fiemme 2015. L’ultima stagione invernale, con Campionati del Mondo di Sci Nordico Junior & Under 23, Universiade e Tour de Ski, ha confermato come gli organizzatori fiemmesi ci sappiano fare con le discipline nordiche, e se Predazzo è la patria del Salto sugli sci e Lago di Tesero quella del Fondo, Ziano di Fiemme si appresta a diventare la culla degli ski roll, visto che sarà il fulcro di questo evento. Anche il 20 e 21 settembre. Info: www.fiemmeworldcup.com. Cultura BITM - BORSA INTERNAZIONALE DEL TURISMO MONTANO Trento. Come di consueto gli eventi principali saranno, oltre al workshop internazionale e la mostra-mercato “Salone Vacanze Montagna”, i convegni che negli ultimi anni si sono consolidati quali importanti momenti di approfondimento. Info e programma dettagliato su www.bitm.it
20 SABATO Cultura GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2014 Trento. Ore 16. Anche quest’anno il Museo Diocesano Tridentino parteciperà alle Giornate Europee del Patrimonio proponendo alle ore 16.00 una speciale visita guidata all’esposizione Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento. È questa l’ultima occasione per visitare la mostra, che chiuderà lunedì 29 settembre. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it. Cultura RILKE PROMENADE Arco. Ore 9. Palazzo Panni. Passeggiata letteraria sulla rupe di Castel d’Arco. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it.
Cultura BITM - BORSA INTERNAZIONALE DEL TURISMO MONTANO Trento. Info e programma dettagliato su www.bitm.it
21 DOMENICA Cultura GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2014 Trento. Ore 16. Anche quest’anno il Museo Diocesano Tridentino parteciperà alle Giornate Europee del Patrimonio proponendo alle ore 16.00 una speciale visita guidata all’esposizione Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento. È questa l’ultima occasione per visitare la mostra, che chiuderà lunedì 29 settembre. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it. Cultura BITM - BORSA INTERNAZIONALE DEL TURISMO MONTANO Trento. Info e programma dettagliato su www.bitm.it Musica GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE ONU Rovereto. Ore 20. Colle di Miravalle - Campana dei Caduti. Concerto e lettura a cura del Coro Amicizia di Volano. Ingresso libero. Info: Comune di Rovereto Tel. 0465.452253 - 452256; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Tradizione CRONOSCALATA TESEROPAMPEAGO Pampeago. La salita “rosa” di Pampeago torna protagonista. Mille metri di dislivello in mountain bike. Ritrovo alle 8.00 e inizio della gara alle 9.30 per gli oltre 150 atleti che vorranno cimentarsi con questo impegnativo percorso che da piazza Nuova in Tesero raggiunge il rifugio Zischgalm a Passo Pampeago.
23 MARTEDÌ Tradizione SIMPOSIO DI SCULTURA LIGNEA Grumes. Per le vie del paese si sentono risuonare i colpi dei mazzuoli sugli scalpelli, che lentamente incidono le vene dei ceppi; sotto gli avvolti si spande il profumo di resina e sotto le mani degli scultori il legno prende forma. Info: Sviluppo Turistico Grumes Tel. 0461.688003.
24 MERCOLEDÌ Cultura ARTE E PIETÀ NELLA CHIESA TRIDENTINA Trento. Ore 15. Alessandra Galizzi Kroegel presenta al pubblico il recente libro Paolo Prodi Arte e pietà nella chiesa tridentina (Il Mulino, 2014) e ne discute con l’autore. L’incontro è strettamente legato
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trentinoappuntamenti alla mostra Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento. Ingresso libero. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.
25 GIOVEDÌ Cultura DIALOGHI SULLE IMMAGINI: UN CONFRONTO TRA LE GRANDI RELIGIONI MONOTEISTE Trento. Ore 17.30. L’incontro dibattito mette a confronto i rappresentanti di diverse religioni sul tema delle immagini e della loro proibizione. Partecipazione libera e gratuita. Iniziativa in collaborazione con L’Ufficio Ecumenismo e Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Trento. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it.
26 VENERDÌ Cultura MEDITA - MOSTRA DELL’EDITORIA TRENTINA Trento. P.zza Fiera. Editori, autori e librai incontrano i lettori. Ingresso libero. Ore 10-22. Info: AET Associazione editori trentini www.editoritrentini.it.
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Cultura SEMINARIO Brentonico. “Quando il pericolo diventa opportunità”. Tra i relatori: Laura Malavasi, pedagogista e formatrice di Carpi, e Maria Antonietta Nunnari, responsabile pedagogico dei servizi per la prima infanzia del Comune di Torino. Verranno illustrati studi ed osservazioni sul valore del rischio, inserito in un contesto educativo programmato, e sugli effetti positivi rispetto alla crescita dell’autostima e dell’autonomia dei piccoli. Anche il 27 settembre. Iscrizioni e informazioni all’indirizzo: www. formazione.erickson.it.
27 SABATO Cultura MEDITA - MOSTRA DELL’EDITORIA TRENTINA Trento. P.zza Fiera. Editori, autori e librai incontrano i lettori. Ingresso libero. Ore 10-22. Info: AET Associazione editori trentini www.editoritrentini.it. Cultura ALLA SCOPERTA DI TRIDENTUM. LA CITTÀ SOTTERRANEA Trento. Ore 15.30. Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea è un itinerario archeologico nel centro di Trento che porterà alla scoperta dei principali siti archeologici dell’antica Tridentum roma-
na, dal S.A.S.S. a Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana. Il ritrovo è alle ore 15.30 presso il S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sass, in piazza Cesare Battisti. Partecipazione 4 euro, prenotazione obbligatoria entro le ore 12 del giorno dell’iniziativa tel. 0461.230171, max 35 partecipanti.. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Musica CONCERTO DELL’ENSEMBLE DI VIOLONCELLI CONCORDIA Trento. Ore 18. Nell’ambito della rassegna musicale “Il Terzo Suono”,l’associazione Lucilla May presenta al Museo Diocesano Tridentino un concerto del “Quartetto di Violoncelli Concordia”.In programma musiche di Georg Christoph Wagenseil (1715-1777), Saverio Mercadante (1795-1870), Ignaz Lachner (1807-1895), Auguste Franchomme (1808-1884). Esecuzione con strumenti copia di originali e accordatura storica. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.
28 DOMENICA Cultura MEDITA - MOSTRA DELL’EDITORIA TRENTINA Trento. P.zza Fiera. Editori, autori e librai incontrano i lettori. Ingresso libero. Ore 10-22. Info: AET Associazione editori trentini www.editoritrentini.it.
GLI APPUNTAMENTI DI OTTOBRE 3 VENERDÌ Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. London Brass (John Barclay, Andrew Crowley, Gareth Small, Dan Newell, trombe; Lindsay Shilling, Richard Edwards, Byron Fulcher, David Stewart, tromboni, Richard Bissill, corno e Oren Marshall, tuba. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.
5 DOMENICA Folklore 9^ FESTA DEL RADICCHIO DI BIENO Bieno Valsugana. Festa dedicata al radicchio. Info: APT Valsugana, ufficio di Castello Tesino - Tel. 0461.727730.
trentinomatrimoni PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI CRISTINA E GIANLUCA, DI STEFANIA E MASSIMO
I MATRIMONI DEL MESE
trentinomatrimoni Servizio fotografico a cura di: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it
Matrimonio: Religioso Data: 21 giugno 2014 Luogo: Chiesa di S. Eusebio - Torra di Taio Invitati: 100 Ricevimento: Ristorante Baita Sette Larici - Sfruz Fiori e Bouquet: Florist Wedding & Event Planner - Taio Bomboniere: Mieli Thun - Vigo di Ton Torta: Pasticceria Da Ettore - Coredo Viaggio: Grecia - Kos Durata: 10 giorni Vivranno a: Taio
Lei Nome: Cristina Anni: 34 Nata a: Cles Residente a: Taio Occupazione: Impiegata Parrucchiere: Vanity Club - Mezzolombardo Vestito: Marta Sala - Mezzocorona Estetista: Estetica Centro Kadò - Taio
Lui Nome: Gianluca Anni: 37 Nato a: Montecchio Maggiore (Vi) Residente a: Taio Occupazione: Impiegato Vestito: Marchi Abbigliamento - Verona Barbiere: HairStyle Kadò - Taio 96
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trentinomatrimoni Matrimonio: Religioso Data: 26 luglio 2014 Luogo: Ville di Giovo Invitati: 130 Ricevimento: Ristorante Da Pino - S. Michele all’Adige Fiori e Bouquet: Fioreria Tondin - Cembra Bomboniere: Fai da te Torta: Pasticceria Bologna - Mori Anelli: Oreficeria Pocher - Trento Viaggio: Sardegna in camper Durata: 25 giorni Vivranno a: Ville di Giovo Curiosità: Con il matrimonio è stato celebrato anche il battesimo della piccola Laura
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Lei Nome: Stefania Anni: 31 Nata a: Arbus (Ca) Residente a: Ville di Giovo Occupazione: Commessa Parrucchiere: Hair Club da Alessio - Lavis Truccatore: Hotel Fior di Bosco - Masen di Giovo Vestito: Marta Sala - Mezzocorona Scarpe: Calzature Pedrotti - Trento
Lui Nome: Massimo Anni: 32 Nato a: Torre del Greco (Na) Residente a: Ville di Giovo Occupazione: Magazziniere Vestito: L’abito dei sogni di Marianna Michelon Scarpe: Calzature Pedrotti - Trento Barbiere: Salone Quattro - Lavis
Servizio fotografico a cura di: Fotostudio 2000 - Lavis www.fotostudioduemila.com 98
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ANNA MARTANI IN MOSTRA A PINÉ NON VOLTIAMOCI DALL’ALTRA PARTE
INAUGURATA A SERRAIA DI PINÉ IL 2 AGOSTO SCORSO
LA GRANDE GUERRA PER IMMAGINI
A TRENTO, UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE A COLPI DI MATITA, CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEI MINORI
UNA SERIE DI DOCUMENTARI, ACCANTO ALLE CONSUETE RUBRICHE, NELLA TRASMISSIONE “TAPIS ROULANT”
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o sfruttamento sessuale dei minori è un fenomeno agghiacciante che sta dilagando ovunque, anche nelle nostre piccole città di provincia. Secondo le stime dell’UNICEF, quasi 3.000 bambine e bambini ogni giorno entrano nel mercato mondiale del sesso; dunque le nuove reclute dello sfruttamento minorile sono circa un milione all’anno. Tremembé Onlus congiuntamente all’Assessorato alla Cooperazione internazionale della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con altre Entità italiane e brasiliane, ha promosso una campagna che intende offrire un momento di riflessione su questo dramma e portare nuova linfa alla campagna promossa in tutto il mondo da ECPAT. Lo strumento utilizzato per richiamare l’attenzione su questo raccapricciante fenomeno è la satira, scelta perché mezzo espressivo incisivo e fortemente comunicativo capace di mostrare le contraddizioni del comportamento umano, mettendone in luce le assurdità, le aberrazioni e le contraddizioni, e perciò promuovendone il cambiamento. Le vignette proposte sono state scelte secondo i criteri del bando internazionale promosso dallo Studio d’Arte Andromeda di Trento. Le opere vengono messe a disposizione di chi vuole riflettere su questa tematica, esaminarne le implicazioni e combattere questa violenza. Per info: armando.tre@gmail.com
È
arrivata dal Mantovano, dalla Bassa Padana terra di grandi pittori naïves come Ligabue e Ghizzardi, Anna Martani, per sposarsi con Tullio Gasperi, maestro di Serraia di Piné e in seguito divenuto uno dei più interessanti pittori trentini. Tullio che ha festeggiato recentemente i suoi novant’anni in buona forma, fa parte del gruppo di pittori La Cerchia, con diverse mostre organizzate dal Comune di Serraia e dall’Apt. Questa per Anna Martani, pittrice naïf autentica, aperta a Serraia di Piné il 2 agosto scorso, è la prima organizzata per lei da un Ente è pubblico (ma di tante altre Anna è stata protagonista, in Trentino e fuori regione). All’inaugurazione hanno parlato Lorenza Biasetto, direttrice dell’Apt di Piné e Cembra, il sindaco di Serraia, Ugo Grisenti, il maestro Bruno Svaldi e lo scrittore e critico d’arte Renzo Francescotti. Amico da lungo tempo di Anna Martani e di suo marito Tullio, sui quali ha scritto molte volte e li ha presentati in varie mostre, Francescotti ha preferito parlare della Martani in termini di artista “ingenua”, ovvero ”candida”. Così come ingenui e candidi sono i suoi pensieri lirici che lei scrive sul retro dei suoi quadri. I paesaggi coloratissimi e luminosi della sue terre padane, così come quelli montuosi del Trentino dove è venuta a vivere, sono i soggetti delle sue tavole, vedute sognanti filtrate dalle fantasie dell’infanzia. Anna, ha spiegato Francescotti, non è una pittrice realistica, ma, in qualche modo, surreale: dipinge cavalli minuscoli come cani, dipinge le figure in primo piano più piccole di quelle in secondo piano, dipinge grappoli di uva pendenti dalle vigne, giganteschi, fuori scala. Sta in questo sovvertimento delle regole, in queste “sorprese” il fascino di questa pittrice, oltre che nei suoi colori gioiosi. I suoi quadri soni delle cromoterapie. In questo nostro tempo così drammatico e disperato c’è più che mai bisogno dei “sogni” di Anna Martani, ha concluso il presentatore.
ome sempre, molto ghiotto il programma della trasmissione “Tapis Roulant”, prodotta dalla struttra regionale della Rai di Trento. Nella puntata di domenica 7 settembre, (ore 9.45 circa) si comincia con “In fuga dalla guerra”, un film-documentario che racconta di relazioni, di intrecci tra persone di nazionalità e cultura diversa, tenuti ancora in vita dagli stessi figli dei protagonisti. Storie di coraggio e solidarietà, aneddoti, coincidenze per ricordare che “l’essere stati profughi”, è realtà di tante persone che ancora oggi ogni giorno incrociamo sulle nostre strade. Segue un ritratto di Luigi Senesi, ovvero la storia di un giovane pittore, che nel Trentino agli inizi degli anni ’60 dipinge la realtà rifiutando le imposizioni delle tendenze artistiche del momento. È l’inizio di un percorso personale e coerente che porta il giovane artista ad abbandonare l’amata pittura di figura, per approdare negli anni ’70 al colore puro. Il 23 e 24 agosto scorso, si è svolta al Passo Paradiso la festa della Fratellanza che, In occasione del centenario dallo scoppio della Grande Guerra, ha assunto lo straordinario valore simbolico di un ”pellegrinaggio di pace”, richiamando migliaia di persone nei luoghi che videro la sofferenza e la morte di tanti soldati su entrambi i fronti. Le telecamere della Sede Rai di Trento sono andate a riprendere ed immortalare i momenti salienti di questo evento, per non dimenticare che attraverso la fratellanza ci può essere una vera crescita per tutti senza distinzioni di razza o provenienza .
DALLE BOCCE SOLIDARIETÀ PER L’AUTISMO AD AMBLAR, IN VALLE DI NON
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onto alla rovescia per una manifestazione che l’US Ronzone Sportinsieme firma per l’edizione numero 34. Unico nel suo genere in regione, questo impegno che abbina felicemente lo sport delle bocce alla solidarietà concreta, esaurisce con gli ultimi appuntamenti di settembre la lunga maratona disputata sulla corsia del bocciodromo Conca Verde di Amblar, messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale, da anni oramai vicina con disponibilità a questa iniziativa che parla il linguaggio dell’amicizia sincera nei confronti dei bambini. Quest’anno, dopo molteplici interventi a favore dei vari Progetti Unicef, l’organizzazione ha deciso di devolvere l’intero ricavato alla Fondazione Trentina per l’Autismo e più precisamente alla realizzazione di Coredo in Val di Non, dove verrà costruito il Centro “Sebastiano”, unica struttura in Italia per aiutare persone e famiglie, un passo avanti decisivo nel servizio di aiuto agli autistici. I “bocciofili dal cuore buono”, come oramai vengono definiti i protagonisti di questa ultratrentennale iniziativa di Ronzone, diventano dunque protagonisti anche di questo nuovo intervento che potrebbe avere anche un seguito. Nella puntata di domenica 21 settembre, ecco la quarta puntata di un ciclo di 13 appuntamenti dedicato alla “Grande Guerra in Trentino”, in occasione del centenario dallo scoppio. La serie viene realizzata con la collaborazione della Fondazione Museo Storico di Trento e si avvale dei migliori esperti locali. La puntata è dedicata alla catena difensiva costruita dal Regno d’Italia per fronteggiare l’imponente cintura difensiva austriaca e sostenere il piano strategico dell’esercito italiano che, sotto il comando del generale Luigi Cadorna, prevedeva di intraprendere un’azione, al fine di contenere gli austro-ungarici nel loro saliente, incentrato sulla città di Trento e sul fiume Adige Continua, infine, l’appuntamento con le originarie ricette del trentino raccontate, riproposte e reinterpretate. La puntata è dedicata agli “Gnocchi di segala con ragù di lucanica trentina” e la ricetta è presentata dallo chef Francesco Antonioli.
Lucio Gardin con Francesco Antoniolli 100
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“30 PITTORI PER UN POETA” CAPPELLI E COPRICAPI: CHE PASSIONE!
UNA MOSTRA A LEVICO TERME
GIUSEPPINA A FIRENZE, A PALAZZO PITTI, ALLA GALLERIA DEL COSTUME
È
notorio che Giuseppina adora i cappelli, peraltro sempre più in voga nell’alta moda; quindi ha colto l’occasione per farsi trovare a Firenze, a Palazzo Pitti, alla galleria del costume, ove era in bella mostra il cappello tra arte e stravaganza, appunto per ammirare la genialità di tanti modelli da maison dei vari Christian Dior, Coco Chanel, Yves Saint Laurent, Prada, Ferrè e altri artisti del copricapo. Alla fine, compiaciuti ed entusiasti, tutti sono ritornati alle loro case con il desiderio di possedere e indossare un cappello.
1. Maddalena, Nadia, Teresa, Sharon, Sara, Marta. 2. Dolores, Martina. 3. Stefy, Giuseppina, Chiara, Renata. 4. Dany, Lara, Adalgisa, Giuseppina, Lorena. 5. Maria, Aida, Franca, Giuseppina. 102
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(foto Eugenio Del Pero RESPIRART)
UN TOTEM TRENTINO DIALOGA CON I PELLEROSSA AL PARCO D’ARTE RESPIRART IN VAL DI FIEMME
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opo il successo a Riva del Garda, è stata la volta di Levico Terme, in agosto, nelle sale restaurate dell’ex Cinema Città, ad ospitarla. Si tratta di un esposizione di grande novità, che non ha precedenti in Trentino: 30 artisti degli Amici dell’Arte di Riva - una storica Associazione che ha quasi settant’anni di vita) - si sono impegnati per settimane alla realizzazione di opere d’arte ( pitture, incisioni, sculture, mosaici, tecniche miste, arte tessile ecc.) ispirate ad un unico poeta, Renzo Francescotti, e alle liriche tratte dal libro “Lóvi solagni- Lupi solitari” (Curcu & Genovese), un poema di 350 pagine definito dalla critica nazionale come il libro di poesia in dialetto trentino più significativo di sempre. Le poesie scelte e interpretate dai 30 artisti sono state raccolte in un catalogo ed esposte assieme ai testi che hanno ispirato. Alla presentazione della manifestazione a cui hanno collaborato varie associazioni, presenziata da un numeroso pubblico giunto anche dall’Alto Garda, assieme a Francescotti erano presenti il vicesindaco di Levico Terme, Laura Frainzingher, la presidente de Consiglio Comunale, Silvana Campestrin, Guido Orsingher consigliere comunale incaricato per le attività culturali, il presidente degli amici della poesia di Riva, Luigi Meregalli, il presidente del Gruppo Pensionati, Marco Francescatti,il presidente dell’Associazione “Chiarentana”, Gianbeppe Moschen. Hanno letto alcune poesie che hanno ispirato opere d’arte Aurelio Micheloni della “Chiarentana” e Elisa Gasperin del Gruppo “Neruda”.
La famiglia di Gordon Dick, con l’opera SIAMO TUTTI CONNNESSI
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n totem nero svetta sul monte Agnello. A realizzarlo non è stato l’indiano del Canada Gordon Dick, ma il trentino Sandro Scalet. Fra i due artisti, ospiti della sesta Manifestazione d’arte contemporanea nella natura RespirArt 2014, è avvenuto uno scambio sorprendente di storie ed esperienze. Il Parco d’arte RespirArt Pampeago, uno dei più alti al mondo, racconta anche identità di popoli attraverso materiali, simboli e forme d’arte moderne. Sabato 2 agosto, Nives Meroi ha inaugurato le nuove installazioni d’arte. “È meraviglioso questo parco - ha commentato la celebre alpinista e scrittrice - perché affida alla montagna le sue opere d’arte, con rispetto e umiltà”. Per creare l’installazione artistica “Siamo tutti connessi”, Gordon Dick ha scelto il cedro, un legno a lui familiare. Davanti alla sua opera c’è solo un punto dove si legge la perfetta connessione fra i simboli che la compongono. “Per notare il collegamento con la natura – ha spiegato l’artista pellerossa – il camminatore deve rallentare il suo passo”. Il suo invito è quello di vivere una completa simbiosi con l’ambiente circostante, procedendo con passo lento. L’indiano del Canada, attraverso l’arte, sta restituendo una storia al popolo indigeno Nuu-chah-nulth, poiché per circa cent’anni nella sua riserva è stata vietata ogni espressione artistica. Sandro Scalet, artista di Tesero, ha creato l’installazione d’arte moderna Totem, per esprimere il profondo legame con la montagna del popolo trentino. L’opera innalza verso il cielo forme geometriche che
Nives Meroi e Fausta Slanzi a RESPIRART
dialogano tra loro, fino a sublimarsi in una sfera di cristallo. Il fuoco, il legno di larice e la terra rossa del monte Cornon sono i tre elementi che raccontano la storia del popolo della Val di Fiemme. “Nei nostri paesi il fuoco ha sempre generato paura. Bastava un incendio a mandare in cenere il lavoro di una vita – ha spiegato l’artista. Però, ci siamo sempre rialzati, dandoci una mano e ricostruendo insieme. Ho deciso di utilizzare il fuoco, bruciando la superficie del Totem, per ricordare la nostra storia che comunque deve molto a questo elemento fondamentale per la sopravvivenza”. Mentre la sfera di vetro continuerà a riflettere Sandro Scalet con il suo Totem le mutazioni climatiche, pioggia, il vento e la neve completeranno il percorso artistico del totem. “Noi artisti di RespirArt - ha precisato Scalet - vogliamo che il tempo trasmuti i colori e le forme di ogni opera, perché la vita stessa è trasformazione”. Il Parco d’Arte RespirArt è aperto fino a novembre, con accesso libero e gratuito. Si raggiunge con 20 minuti di cammino in salita, partendo dal parcheggio della seggiovia La Tresca di Pampeago (località di Tesero in Val di Fiemme). Molte opere saranno visibili anche durante l’inverno dalla pista da sci Agnello dello Ski Center Latemar. Il Parco RespirArt ha organizzato anche concerti all’aperto nel Teatro all’aperto del Latemar, davanti a Baita Caserina. Giovedì 14 agosto, si è tenuto il concerto “Il tango incontra Pablo Neruda”, con il Carlos Gardel Trio e la voce recitante di Roberta Kerschbaumer. Giovedì 21 agosto, Gianluca Campi, il “Paganini” della fisarmonica, ha dedicato alla Val di Fiemme il “Concerto per la Valle dell’Armonia”. INFO: www.latemar.it; www.respirart.com 103
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IL LIBRO DEL MESE
IL BELLUNESE MARIO IRAL VINCE IL SIMPOSIO DEL TESINO “LUCI OMBRE DEL LEGNO” DEL TESINO E BIENO CON 24 ARTISTI
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efinito ”il più bel Simposio di scultura in legno d’Italia”, giunto alla sua XIII edizione , il Simposio internazionale “Luci ombre del legno” del Tesino e Bieno ha visto la partecipazione di 24 artisti, selezionati su una novantina, di sette nazioni. Dislocati nei quattro Comuni di Castello, Pieve Cinte Tesino e Bieno gli artisti selezionati hanno avuto cinque giorni per realizzare le loro sculture in legno, sotto gli occhi di centinaia di spettatori vivamente interessati. Ha avuto un notevole lavoro la Giuria presieduta da Renzo Francescotti, scrittore e critico d’arte, di cui facevano parte fra gli atri, anche gli infaticabili organizzatori Remo Tomasetti e Franco Bertacchini e la giornalista TV Nicoletta Tamanini, esperta d’arte. Alla fine questo il verdetto. Primo premio a Mario Iral di Belluno con l’opera “Pagina ruvida”. Secondo premio a Dino Damiani di Grignasco (Novara) con l’opera “Debutto”. Terza piazza per il trentino di Mezzano di Primiero Matteo Zeni, con l’opera “Decido io!”. Segnalati, in ordine alfabetico, Federico Bernard di Cognola (Trento) con “Deus ex machina”; Hiristova Neli (Bulgaria) con ”Variety””; Umberto Righero di Pavone Canavese (Torino) con “Empatia musicale”; Gianluigi Zeni di Mezzano di Primiero (Trento) con “La regina”. A conferma della sorprendente crescita della maturità di giudizio del pubblico, che i primi anni premiava opere di gusto scontato, lontanissime da quelle scelte dalla Giuria, quest’anno, come l’anno scorso, è avvenuto che la scelta dell’opere vincitrice sia stata identica tra Giuria e pubblico. Quest’anno c’è stata anche la novità del premio speciale PEFC assegnato a Livio Tasin di Tenno con l’opera “Ragazza in punta”. Anche quest’opera, come le altre premiate, riprodotte in un apposito catalogo arricchito di testi critici curati da Renzo Francescotti, sarà esposta il prossimo anno in una mostra itinerante in alcune regioni italiane. 104
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NON È CASUALE LA PUBBLICAZIONE, PER IL GRANDE PUBBLICO TRENTINO E ITALIANO IN GENERALE, DI QUESTA GUIDA SCRITTA DA OSWALD STIMPFL: LE PIÙ BELLE MALGHE DELL’ALTO ADIGE. 61 ESCURSIONI ADATTE A TUTTI. L’AUTORE È INSTANCABILE CAMMINATORE, ALLA CONTINUA RICERCA DELLE CARATTERISTICHE CHE HANNO RESO FAMOSA QUESTA TERRA
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räuter significa erbette, altresì odori. Sono le erbette, tra i diversi elementi, che impreziosiscono un pascolo. E non tutti i pascoli di montagna hanno le stesse erbette. Altitudine, collocazione solare, composizione del terreno, cura del prato stesso, sono fattori che concorrono poi a influenzare la qualità del latte e del formaggio. Quindi, sulla tavola più o meno imbandita delle malghe, si possono trovare delle differenze notevoli nella gastronomia che offrono. Sta nella bravura della cuoca evidenziare le qualità e i sapori del luogo, come sta nella secolare cura dei prati e dei pascoli la primaria capacità di saper allevare. L’allevamento, in Alto Adige, è pratica millenaria e non ha mai smesso di svolgere un ruolo fondamentale ancor oggi all’interno dell’economia della provincia così come nell’economia familiare dei bauern, dei contadini. Le montagne dell’Alto Adige sono disseminate di una miriade di piccole e grandi malghe, la maggior parte in funzione. Malghe che concorrono a formare il panorama culturale e naturale di questa provincia, a salvaguardare le terre alte, ad ospitare i viandanti e gli escursionisti, offrendo loro le migliori qualità gastronomiche. Se c’è la malga, c’è il lavoro, ci sono le famiglie, ci sono gli
Francesco Bellù, Giulio Veroi Per non confondere i funghi Um die Pilze nicht zu verwechseln Panorama
Francesco Curci Benessere quotidiano Manuale di TAI CHI Edizioni del Faro
Opera fondamentale, completamente bilingue italianotedesco, che non può mancare nella libreria del bravo ricercatore di funghi. Grazie al nuovo glossario micologico, minuziosamente redatto da Francesco Bellù, e all’abbondanza di immagini ricche di particolari, la classificazione delle specie fungine diventa più chiara anche ai meno esperti. Oltre che dalle angolazioni classiche, i funghi sono stati fotografati – con luce naturale e senza flash – anche in sezione, così da evidenziarne le caratteristice tecniche, quali il colore della carne e i suoi eventuali viraggi, il rapporto gambo-lamelle e la larghezza delle stesse, ecc. Il volume, inoltre, è corredato da un parere scientifico sulla commestibilità, tossicità e pericolosità di ogni specie rappresentata, e non da una semplice elencazione di luoghi comuni che spesso conducono a seri inconvenienti talvolta anche mortali.
Conoscere sé stessi e valorizzare le proprie risorse per vivere meglio e in modo consapevole la propria vita quotidiana. A questo conduce il Tai Chi, antica arte marziale taoista proposta come percorso di crescita personale. Il presente manuale è dedicato sia a chi si avvicina per la prima volta al Tai Chi, sia a chi già pratica e desidera accrescere la propria esperienza tramite spunti filosofici ed esercizi pratici orientati al benessere quotidiano. Il testo si basa sul metodo della scuola “Energia e Forma”, elaborato dal maestro di Tai Chi Francesco Curci insieme a un team di psicologi. L’ascolto, la gestione delle emozioni e il cambiamento sono le tre tappe fondamentali di un percorso psicocorporeo che mira a migliorare la qualità della vita quotidiana in ogni ambito della propria esistenza.
animali, c’è la manutenzione ambientale, la pulizia del bosco, la conservazione dei prati, la produzione di formaggi, la tradizione artigianale e, non ultimo, la salvaguardia dei valori stessi fondanti una comunità. Non è quindi casuale la traduzione e pubblicazione, per il grande pubblico trentino e italiano in generale, di questa guida scritta da Oswald Stimpfl: Le più belle malghe dell’Alto Adige. 61 escursioni adatte a tutti. L’autore è assai noto nell’ambiente sudtirolese, instancabile camminatore e frequentatore delle montagne come dei fondovalli, alla continua ricerca delle caratteristiche che hanno reso famosa questa terra. Autore di numerose guide che indagano e ci presentano gli aspetti meno noti e più affascinanti di questa terra in montanis, con questo lavoro ci conduce per mano nelle storie delle malghe e, soprattutto, nella gastronomia che ognuna di esse offre. Perché lo stesso piatto cambia di valle in valle, seguendo le inclinazioni e l’estro di chi sta in cucina ma anche assecondare le variabili culturali e naturali del pascolo stesso. 61 escursioni, a partire dalla val Venosta fino a toccare l’alta Pusteria e la valle di Sesto, toccando valli poco note come quella di Planoil o di Racines, altre più famose come l’altopiano di Siusi o le spettacolari scenografie delle Dolomiti. Per ogni escursione sono segnalati le vie, quella più breve oppure quella più remunerativa, i tempi e i dislivelli, le varianti e le particolarità del luogo, i nomi dei proprietari, i numeri telefonici e le date di apertura e
Andreas Latzko Uomini in guerra Keller Un romanzo in sei episodi: dalla partenza per il fronte al ritorno a casa passando per l’arrivo in prima linea, il battesimo del fuoco, l’assalto notturno, la disfatta... Lo scrive un ufficiale dell’esercito austro-ungarico inviato sul fronte italiano e diventa subito un best seller, tradotto in 19 lingue, nonostante sia bandito da tutte le potenze belligeranti. La sua forza è incontenibile. Racconta il fronte, le illusioni dell’inizio ma soprattutto il dramma della prima linea e della guerra, ogni guerra. Non ci risparmia nulla. Non lo fa in ritardo ma prima degli altri, nel 1917, quando ancora i soldati sono mandati in massa all’assalto delle trincee nemiche. E per questo è probabilmente il primo libro di denuncia della carneficina della Grande Guerra. Persino Hitler e i nazisti decidono che quest’opera scomoda deve scomparire e la bruciano nei roghi dei libri del 1933.
chiusura dell’alpeggio. Molte di queste malghe riaprono anche l’inverno nei fine settimana oppure durante le vacanze natalizie e pasquali, offrendo agli amanti della montagna e delle escursioni la possibilità di arrivarci con le ciaspole, oppure semplicemente passeggiando – molti percorsi vengono appositamente battuti –, per poi scendere con gli slittini, in un’impareggiabile avventura e con una serie di panorami tra i più belli dell’arco alpino. Percorsi adatti a tutti quindi, passeggiate che ci fanno capire la difficoltà del vivere in montagna ma anche la felicità consapevole di tale scelta, materializzata nel grande sorriso dei proprietari quando ti accolgono sulla porta della propria malga. E ti raccontano, tra un piatto e l’altro di delizie – la carne proviene dai propri masi a fondovalle e la selvaggina è tutta locale –, di cui non mancano assolutamente i dolci e gli sciroppi fatti in casa, storie e leggende portate dal vento. Oswald Stimpfl
Le più belle malghe dell’Alto Adige
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trentinoscoop&news trentinolosapevateche?
Volti nella Storia
la frase
Per saperne di più:
“Dalla vita ho ricevuto l’onore e la responsabilità di rappresentare il Paese in competizioni olimpiche, un’emozione che non dimenticherò mai.”
Si trasferì a Roma a 15 anni, e quattro anni dopo poté esercitare la sua attività sportiva grazie al Gruppo Sportivo Carabinieri. Qualche mese prima di arruolarsi aveva già fissato il nuovo record italiano (il primo di una lunga serie).
50MILA LIRE
Come atleta della Nazionale di nuoto (e atleta di punta) Guarducci guadagnava 50mila lire al mese, una somma che non sarebbe stata sufficiente neppure per prendere in affitto un monolocale in periferia.
Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it
IL POSTO DI STE ONESTÀ
La finale di Montreal 1976
«C’erano campioni», ricorda Guarducci, «che si prendevano qualche vantaggio, che avrebbero poi pagato in termini di salute». In quegli anni esplose lo scandalo delle nuotatrici della Germania Est, cariche di ormoni maschili.
POPOLARITÀ
CARABINIERI
Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.
Wikipedia it.http://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Guarducci
Nasce a Trento, l’11 luglio del 1956, in una casa della zona sud, in via Palestrina, all’epoca piena campagna.
Fu il primo atleta italiano a conquistare una certa popolarità grazie al nuoto. Prima di lui si conoscevano Paolo Pucci, esperto nelle brevi distanze, Angelo Romani, abile nei 400 e negli 800 sl e Carlo Pedersoli (noto anche come Bud Spencer), primo connazionale a nuotare i 100 sl sotto il minuto.
Il ristorante
IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI
sul web Sito ufficiale www.marcelloguarducci.it
MARCELLO GUARDUCCI (1956) ETÀ
trentinoristorante trentinoscoop&news
TECNICA
BOICOTTAGGIO
Le Olimpiadi di Mosca sono il suo grande cruccio, perché gli fu proibito di prendevi parte per via del famigerato e un po’ ipocrita boicottaggio politico contro l’ex Urss, per cui furono fermati gli atleti della squadre militari. Mesi e anni di preparazione e di allenamenti furono così vanificati. A loro, Pietro Mennea dedicò il suo libro di memorie.
Era opinione unanime tra gli allenatori delle nazionali di allora e i giornalisti sportivi che Guarducci era l’atleta con la migliore tecnica di nuotata nello stile libero veloce.
RECORD
Furono ben 17 i record stabiliti, tra italiani ed europei. 23 quelli di staffetta.
Con l’amico Pietro Mennea
POLITICA
Alle elezioni europee del 2014, si è candidato per Scelta Europea del futuro ministro Stefania Giannini.
hanno scritto di lui «Marcello Guarducci era meno dotato atleticamente rispetto ai grandi velocisti con cui dovette scontrarsi nella sua carriera internazionale; tuttavia, ben pochi potevano vantare la sua perfetta tecnica di nuotata. Guarducci è stato il vero ambasciatore del nuoto italiano tra il 1975 e il 1985: successe a Novella Calligaris nei cuori della gente e grazie alla sua esuberante presenza seppe sempre conquistare la ribalta
APERITIVI GOURMET A TRENTO, CON AMPIO SPAZIO PER FARE MEGLIO C’è un nuovo posto a Trento, in centro storico. Si chiama “Il posto di Ste” e ad aprirlo, un paio di mesi fa, è stato il giornalista Stefano Bertoni, omonimo dello chef di Castel Toblino. Dopo una vita trascorsa come addetto stampa per un ente pubblico, ecco il cambio di vita per seguire una grande passione: quella del cibo e del vino di qualità. Aprire un esercizio pubblico non è mai facile, specie per un neofita, ma non riesco a perdonare a Stefano il fatto di averci servito i suoi taglieri di salumi e formaggi senza nemmeno un piattino in cui dividerci le cose. Per il resto, va premiato l’impegno nel ricercare cose buone, che si sublima in uno speck altoatesino da far girare la testa dalla bontà. In sostanza si tratta di un bar gourmet sui generis (ad esempio, il caffè è solo del tipo americano) dove fare un aperitivo stuzzicando taglieri o panini di qualità (e ogni tanto qualche gustoso piatto freddo), anche se per la fretta del mezzogiorno i tempi di servizio andrebbero un po’ rivisti. Il locale ha un bancone iniziale, una seduta su sgabelli e poi, attra-
TE EDIZRI ZA ONE
versando un corridoio ancora troppo spoglio e che forse potrebbe essere sfruttato per altri posti a sedere, c’è una saletta con alcuni tavolini. Cantina da migliorare, birre curiose. Prezzi, in generale, corretti. lo spazio per fare meglio c’è, sono certa anche la voglia. Avanti tutta, Stefano! IL POSTO DI STE Largo Carducci, 55 38122 Trento Tel. 335.6800965 Aperto dalle 7 alle 21 Chiuso la domenica.
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trentinolavignetta
Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi
T COME “TESORETTO”
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Curcu&Genovese Associati s.r.l. - Südtiroler Studio s.r.l. - Riproduzione vietata
no dei tormentoni della politica italiana si chiama Tesoretto. In passato alcuni ministri hanno fatto credere che questa “paccata” di miliardi extra sarebbe stata raggranellata con pesanti tagli ai costi della politica o con la lotta senza quartiere contro gli evasori fiscali. Purtroppo, questo Tesoretto, negli annunci destinato a ridurre le tasse di tutti i cittadini, finora si è sempre rivelato un miraggio. Perciò ha fatto bene Matteo Renzi a non evocare alcun astratto Tesoretto e a promettere un più concreto bonus da riconoscere solo ai lavoratori dipendenti con un reddito inferiore a 26 mila euro E così, senza l’immaginifico e illusionistico annuncio del Tesoretto, il premier è riuscito a trovare i miliardi necessari per arricchire la busta paga di 11 milioni di italiani di 80 euro al mese.
FLORA GRAIFF
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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della
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show room cucine
classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.
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