Triple Moon II

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La Compagnia della Triplice Luna presenta

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Triple ••• Moon Triple Moon è un incontro ricorrente che si propone di sperimentare diversi metodi di ricerca iniziatica, attraverso la diffusione di pamphlet, riflessioni, musica ed immagini, lasciando al singolo la libertà di scegliere il proprio percorso spirituale, bandendo una volta per tutte elitarismo e specialismi. Non la banalizzazione di ciò che rimane nascosto ai più, ma un semplice invito a guardare tra le righe della realtà.


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Il Guardiano della soglia, Ego e Sé! Ermafrodita Alchemico e Trasfigurazione

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Nel film Zardoz (1974), una sorta di allegoria iniziatica a metà tra il mitologico e il surreale, il protagonista trova la Verità, il mistero della Vita, solo dopo aver incontrato un dio senza volto. E’ colui che in molte dottrine esoteriche viene chiamato Guardiano della soglia. Esso potrebbe essere definito in psicologia come l’Ego conscio che annichilisce il Sè inconscio, imprigionandolo nei recessi della psiche e causando all’individuo ogni sorta di tormento. Solo quando l’Ego lascia libero il Sè di fluire dalle profondità, permettendogli in questo modo di manifestarsi (è l’Iside svelata della Blavatsky, la Persefone e l’Euridice da liberare dall’Ade dei Greci, la Sofia degli Gnostici) e di mettersi sul suo stesso livello, avviene la fusione alchemica dell’Ego maschile con il Sè femminile, rendendo possibile la trasfigurazione sotto l’aspetto dell’Ermafrodita. Non è vi è più dualità, separazione o conflitto; solo l’Unità divina dimora nell’essenza del Figlio dell’Uomo. Il momento della trasfigurazione è quello che le dottrine orientali chiamano Nirvana. In quell’attimo eterno, l’individuo - grazie all’unione della sua parte intellettuale (Ego, lato sinistro del cervello) e della sua parte mistica (Sé, lato destro) in un’unità entità trascendente - pone l’ultimo tassello della Conoscenza, raggiungendo la più elevata vetta della Verità e quindi ammirando tutto dall’alto, come se fosse in cima al monte Everest. In questa retrospettiva, egli vede la connessione tra tutte le cose, e il significato mistico dell’Unità di Tutto, unica chiave che connette il Monoteismo con i culti animisti ancestrali. In questo eterno istante, l’Uomo rinasce come Figlio dell’Uomo nel momento in cui, al culmine della sua conoscenza, il suo Ego e il suo Sé si fonderanno insieme. In questo processo l’Ego razionale (Intelletto) verrà sacrificato, e solo la parte mistica del Sé (Anima) procederà viaggio verso l’ascensione, per poi annientarsi definitivamente nello Spirito (in Dio). In questo momento decisivo, quindi, si passa dal conoscere ogni tassello del mosaico tranne l’ultimo da incastrare ad una tabula rasa di inestimabile valore: persa ogni conoscenza, diverremo vera essenza. Il disfacimento istantaneo di ogni sistema teologico o filosofico o intellettuale è la prerogativa indispensabile per l’accesso alla nuova dimensione: la dimensione del Sé risorto dopo la crocifissione dell’Ego. E’ sorprendente riconoscere anche nel Disegno Divino ai suoi livelli più elevati la necessaria compresenza di morte e rinascita che governa su tutto il Cosmo. In altre parole, nell’attimo della Rinascita, passeremo dal conoscere tutto al non conoscere niente - o ancora meglio: a conoscere il Nulla, a sperimentare il Nulla nel suo concetto più divino-, nella cui luce, specchiandoci, rifletteremo la sua essenza.

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« Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito. » - William Blake

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E’ in questo modo che il Buddha ha sperimentato il Nirvana, è in questo modo che il Cristo ha vissuto la resurrezione. Solo in quel momento saremo entità totalmente spiritualizzate, con una volontà passiva in sintonia con quella attiva di Dio, il quale governa il Tutto. In quel momento e solo allora saremo non più sottomessi al Karma e ai suoi cicli di vita morte e rinascita, ma vibreremo in armonia con la Legge del Dharma, essendo puro spirito e illimitata essenza divina, ormai purificati dal Peccato Originario e di nuovo abitatori dell’Eden.

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Divinità di Carne!

Esoterismo Occultismo Comunismo

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La Russia degli Zar, era l’espressione massima nel mondo intero di monarchia conservatrice, arroccata sulle antiche tradizioni anche a livello religioso. Nicola II e la chiesa Ortodossa erano molto legati, la chiesa cattolica si andava allontanando dalla corte e dal paese, e la zarina Alessandra, di origine tedesca, era affascinata da tutte le suggestioni di quell’esoterismo in voga in Germania già da tempo. Figura emblematica di questa realtà fu Rasputin, un contadino rozzo, ignorante e sessuomane, che fino a ventotto anni condusse una vita normale e mediocre fino a che in seguito ad una crisi mistica, iniziò a viaggiare per la russia facendo esperienze religiose in vari monasteri ed entrando in contatto con le personalità spirituali delle campagne, fino a che non iniziò a diventare popolare come guaritore. Frequentò i Chlysty, una setta misteriosa di base cristiana, ma con rituali (come il Radenie) molto più vicini allo sciamanesimo ed al paganesimo. Rasputin, ormai popolare guaritore, venne convocato a corte per guarire Alessio, il figlio dello Zar, da tempo gravemente malato. In quel periodo Rasputin, rinnegato dalla Chiesa Ortodossa, strinse un forte legame con una comunità buddista presente a San Pietroburgo, mantenuta dai giapponesi e dall’impero prussiano in chiave anti russa e anti zarista. Grazie agli insegnamenti della medicina magica tibetana, Rasputin riuscì a guarire Alessio. Nessun’altro medico o maestro del mesmerismo era riuscito nell’impresa. Le leggende su questo monaco maledetto si sprecano, una delle più famose fu la sua previsione rispetto a Marx; dopo aver visto una sua foto cadde in estasi mistica dicendo che avrebbe voluto conoscere quell’uomo al più presto e senza indugio, trattandosi sicuramente di un uomo potente e di grande sapere. Trame di corte e la sua influenza sulla famiglia reale gli costarono la vita. Una congiura di palazzo decise di assassinarlo con un metodo che ha del romanzesco. Il monaco venne avvicinato da una seducente donna che lo invitò a cena, li fu avvelenato col cianuro, ma poiché resisteva al veleno, i congiurati gli spararono. Rasputin però si riebbe: venne così colpito da un nuovo colpo alla schiena, e mentre veniva trascinato verso il cancello del cortile, fu finito con un colpo in fronte. Il suo cadavere fu gettato nel fiume Moika, da cui riemerse il giorno dopo. Ancora più incredibile è il fatto che, secondo l’autopsia, il corpo non presentava più le tracce di veleno ma fu riscontrata acqua nei polmoni: quindi, nonostante tutto, Rasputin fu gettato nel fiuma ancora in vita. Dopo la sua morte, il regno di Nicola II iniziò a sgretolarsi sempre più. La rivoluzione incominciò. L’impero dello Zar giungeva al suo termine e la stagione di Lenin stava per fiorire. Lenin proclamò la pace, tolse alla borghesia benefici e terre, per poi ridistribuirle ai contadini dando tutto il potere ai Soviet. La rivoluzione ormai avanzava trovando pochi oppositori, il palazzo d’Inverno, difeso ormai solamente da un battaglione femminile e da uno di cadetti giovanissimi, venne facilmente occupato. Nacque così il nuovo governo sovietico. Il popolo, inizialmente esaltato per la vittoria, dopo poco tempo iniziò a notare che le cose non erano cambiate poi molto; guerre civili, povertà e fame venivano contrastate con durezza dal nuovo governo che intraprese una pulizia segreta, capillare ed implacabile. Nonostante ciò il mito di Lenin rimase intatto, crescendo anzi, e raggiungendo il suo culmine il giorno del suo stesso funerale. Lenin venne sepolto sulla piazza rossa dentro ad un mausoleo di forma piramidale e tronca, in contrasto con la simbologia classica in cui la punta della piramide indica il collegamento dello spirito con il cielo.

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La tomba di Lenin invece vuole indicare lo sforzo del leader nell’intraprendere la strada verso l’immortalità senza l’aiuto del divino. Il feretro infatti presenta una caratteristica inquietante che fa sembrare il cadavere semplicemente addormentato. Le cellule della pelle sono tenute in vita da un macabro congegno che sostituisce al sangue un liquido particolare che riesce a mantenere vivi i tessuti del leader. Il suo cervello invece, su sua richiesta, fu estratto dal cranio e diviso in 200 finissime lamelle. L’operazione fu affidata a Oscar Foth, professore e teosofo tedesco, caro amico di Lenin, che dopo la sua morte collaborò con le SS fino al 1944, anno della sua morte. Il mausoleo di Lenin può essere visitato, è però proibito sostare davanti alla salma. Di regola, bisogna girare intorno al corpo solo in senso antiorario, rito controiniziatico e simbologia di una discesa agli inferi. Dopo la morte di Lenin, Stalin decise di costruire qualcosa di molto simile ad una religione pagana. Saddam Hussein, da sempre affascinato dalla figura di Stalin, prima di diventare presidente dell’Iraq fece un pellegrinaggio in Russia per visitare i luoghi in cui visse il leader sovietico. Visitò la Dacia in cui visse Stalin, una casa di 12 stanze perfettamente identiche, nella quale vi trovò moltissimi libri di storia di Pietro il Grande oltre che vari manuali di magia nera con delle annotazioni fatte da Stalin stesso, che stava evidentemente facendo ricerche sulla rivelazione dell’avvenire. Stalin in gioventù frequento una scuola Ortodossa in Georgia dove conobbe Georges Ivanovič Gurdjieff, il quale elaborò una sintesi di pensiero che ebbe molto successo in quel periodo e che anche ora continua ad avere grande presa, soprattutto in occidente. Durante la seconda guerra mondiale, Gurdjieff lasciò la russia ed andò in Francia, dove creò un vero e proprio ordine religioso. C’è chi sostiene che fu proprio in quegli anni che svolse per Stalin il ruolo di informatore. Nel 1967, Svetlana, la figlia di Stalin fuggì negli stati uniti e si recò immediatamente da Olga de Hartmann, una delle più vecchie allieve di Gurdjieff, si sposerà infine con Frank Lloyd Wright, noto architetto, vedovo di un’altra allieva del ‘’maestro di danze’’. William Christian Bulliitt, primo ambasciatore americano a Mosca e grande amico dello scrittore Michail Afanas'evič Bulgakov, era solito partecipare ai grandi incontri informali che Stalin teneva con i suoi collaboratori e confidenti, incontri dai quali Bulgakov prese spunto per descrivere le feste grottesche presenti nel suo celeberrimo ‘’Il Maestro e Margherita’’; in uno di quegli incontri, Stalin baciò in segno di rispetto Bullitt che successivamente scrisse: “ Stalin mi ha baciato sulla bocca, ed io ho sentito il soffio dell’aldilà.’’ Lenin morì, Stalin fece in modo che Trockij non arrivasse in tempo al funerale; voleva mostrare di essere l’unico "sacerdote" di questo pseudo rito laico funerario, che segnò la nascita dello Stalinismo. Pronunciò un discorso impersonale, ispirato alla liturgia ortodossa, un vero e proprio sermone. In pochi minuti tutto fu chiaro, Stalin, dopo Lenin, sarebbe diventato l’icona del nuovo verbo. Bulgakov scrisse che Stalin era il diavolo. Due figure molto importanti per Stalin furono: Bonch Bruyevich, un vecchio occultista russo seguace di Rasputin e divenuto poi capo di gabinetto del governo Lenin, e Wollf Grigorevich


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Messing, presentato al Leader come un’uomo con grandi conoscenze mistiche e successivamente messo alla prova da Stalin. La prova consisteva nel far arrivare Messing al suo ufficio con un lasciapassare in bianco. Messing riuscì senza difficoltà a superare tutte le 26 stanze con controlli e guardie che precedevano l’ufficio di Stalin ed una volta raggiunto l’ufficio, Stalin rimase così impressionato dalle sue capacità da chiedergli una previsione rispetto al patto Molotov tra la russia ed Hitler, Messing gli rispose che aveva visto i carri con la stella rossa a Berlino e che il tutto sarebbe avvenuto nel 1945. L’ anno in cui avvenne questo curioso fatto, era il 1939.

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Il Golem!

Uomini, argilla e Dio

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"I Tuoi occhi videro il mio golem e nel Tuo libro erano scritti tutti i giorni a me destinati prima che ne esistesse uno" ( Salmo 139 : 16 )

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Fra i bui vicoli della Praga cinquecentesca un sussurro nunzio di sangue e dolore serpeggia fra le orecchie del popolo ebraico, giungendo così al rabbino Jehuda Lőw ben Bezalel, mistico e rettore della scuola talmudica. In sogno, cercando una possibilità di difendere la sua gente, a egli arriva la risposta:

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Ata Bra Golem Dewuk Hachomer W’tigzar Zedim Chewel Torfe Jisrael

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"Crea un Golem di argilla e annienta la malvagia canaglia divoratrice di Ebrei." Vien detto. Decifrando la corrispondenza numerica arcana delle parole Rabbi Loew crea dall'argilla un Homunculus senz'anima, servo fedele del suo creatore. Sulla sua fronte, per dargli vita, vien scritto Emet, verità. Fra i bui vicoli della Praga cinquecentesca un sapiente si mette così al posto di Dio e crea un nuovo Adamo. Qualche secolo prima, fra i cabbalisti tedeschi, si narra la leggenda ( contenuta nel Sefer Gematriot, XIII secolo ) di due mistici, i quali crearono un uomo sulla cui fronte era scritto Emet e che disse loro : “Soltanto Dio ha creato Adamo, e quando volle che Adamo morisse cancellò la aleph di “emet” ed egli restò “met”, morto. Così dovete fare anche voi con me, e non dovete più creare un altro uomo, affinchè il mondo non degeneri nell’idolatria”. Emet e Met, verità e morte, e se "Iahvè Elohim Emet", Dio è verità, cancellando la lettera aleph la formula diventa "Dio è morto".


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Nelle varie leggende che compongono il mito del golem si può trovare una parte interessante di interpretazione dell'esistente. Emet è una parola che in ebraico risulta infatti molto simile a quella per indicare Adamo, e da ciò come da alcuni versi talmudici ne si consegue che il golem non rappresenta il precursore del robot, la macchina antropomorfa al servizio dell'uomo, come vorrebbero molte semplificanti interpretazioni contemporanee, ma il vero e proprio prototipo della nascita del uomo. La creazione del gigante d'argilla da parte dell'uomo è speculare quindi alle creazione dell'uomo da parte di Dio. Come si crea l'essere dal non-essere? Come si crea L'uomo (per quanto senz'anima) dall'argilla? Se il principio di tutto è il verbo Jahvè (Io sono/io sarò a seconda delle interpretazioni del tetragrammaton), così il principio del golem è verbo e parola, poiché nella bocca gli vien messo uno dei nomi segreti di Dio e sulla fronte Emet, andando a formare la frase "Io sono Verità". Nel talmud "golem" significa “informe” nell'accezione che verrà data da Bataille della parola, ovvero è una "messa in movimento delle forme" una forma del tutto in potenza. Per dar forma all'informe è necessaria secondo le leggende la parola. Golem è quindi sinonimo di immanenza, l'informe che dà origine al tutto, mentre Emet e Met,ovvero la parola, sono la trascendenza che determinano il reale ma che allo stesso tempo lo portano al di là di spazio e tempo. La parola quindi come principio fondante dell'universo - "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio". Se Dio è verbo l'uomo è verbo e parola (entrambe logos) la cui forma prototipica è il golem, che comincia a prendere atto della sua stessa esistenza tramite la "verità" incisa sulla fronte, ovvero la verità del Divino che si esplica mediante atto. Percorrendo questa tortuosa strada è necessario dare un'interpretazione dualistica della metafora linguistica "golemica" . Se consideriamo Jahvè come ente solo generatore di conseguenza la nascita del golem è speculare e prototipica a quella dell'uomo, ovvero il creatore da forma al creato mediante la parola, e può distruggere esso mediante un'altra parola, ne si consegue che la leggenda di Rabbi Loew è quella dell'uomo che si fa creatore determina la morte di Dio, mettendosi al posto di esso e subendone la punizione. Un avvertimento quindi ai pericoli in cui si può incorrere a causa della follia creatrice dell'uomo post-religioso, che con le sue sovrastrutture bestemmia Dio imitandolo e viene schiacciato da esse. Se invece analizziamo Jahvè in quanto prima persona singolare "Io Sono", allora la forma golemica “essere più verità” è la presa d'atto che Dio e uomo sono uno la conseguenza necessaria dell'altro, e la creazione di Rabbi Loew è una delle infinite creazioni dell'uomo-Dio, così come la sua distruzione ("Jahvè elohim met"- "Io Sono Morte") diviene metafora della perpetua possibilità distruttrice umana dell'esistente. Un discreto supporto a questa tesi arriva dal prosieguo della leggenda di Praga : il golem senz'anima si ribella al suo creatore, dimostrando così di possedere un'Io interiore che lo qualifica come ente autodeterminato- "mi rivolto dunque sono"- e non come mero artificio dell'uomo. Un'altro mito narra di un certo Baal Shem, di nome Rabbi Elias, che generò in Polonia un Golem che crebbe a tal punto che il rabbino non poté più arrivare alla sua fronte e cancellare la prima lettera. Allora escogitò questo espediente: nella sua qualità di servitore il Golem doveva togliergli gli stivali; pensava infatti di poter cancellare la lettera dalla fronte quando il Golem si fosse chinato, e così accadde effettivamente; ma quando il Golem

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divenne nuovamente argilla, tutto il suo peso cadde sul rabbino seduto sulla panca e lo schiacciò.

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Schiacciando il suo creatore il golem con in fronte la parola Met si fa tutto morte - "Dio è morto", la morte del creatore per mano del creato, "Dio è morte/ Io sono morte" il creato che si fa Dio e distrugge l'esistente. Ammettendo queste teoria, bisogna considerare la possibilità che in questa continua traslazione fra creatore e creato il superamento di Dio da parte dell'uomo sia ormai un fatto, ma il superamento dell'odierno uomo-Dio venga prima o poi effettuato da uno dei suoi figli. Tanti anni son passati a Praga, gli ebrei vengono ancora oppressi, il golem riposa spento in una stanza. C'è chi dice che si desti ogni tanto e guardi verso il cimitero ebraico, chi invece racconta che ogni trentatre anni si risvegli e getti scompiglio nel ghetto ebraico. Rabbi Loew, ormai centenario, non pensa più a lui; si volge verso la giovane nipote che porge a lui una rosa, la annusa e muore.

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Kirillov: "Egli verrà e il suo nome sarà uomo-Dio". Stavrogin:"Dio-uomo?" Kirillov: "Uomo-Dio, in questo sta la differenza". (Dostoevskij).

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Il Voodoo!

Loa, Veve e schiavitù

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Reperire informazioni riguardo a questo misterioso culto è un'impresa assai ardua, poichè fin dall'antichità gran parte delle tradizioni voodoo vengono tramandate quasi unicamente in forma orale, conseguenza di anni di oppressione e schiavitù. Il termine voodoo significa "spirito", deriva dalla lingua della tribù africana dei Fon, originaria del Dahomey meridionale, luogo in cui nacque questo culto. Il voodoo è la comunicazione con il mondo invisibile, con le forze soprannaturali. Significa aprire un contatto con il mondo ultraterreno. La componente rituale è difatti molto presente e deve essere attuata in modo preciso e da figure ben definite: gli houngan e le mambo, rispettivamente sacerdoti e sacerdotesse ai quali è affidato il compito di mantenere un rapporto con gli spiriti detti "Loa" ("mistero"). Essi sono molto numerosi e caratterizzati da diversi tipi di personalità, simboli, canzoni e danze sacre. Sono suddivisi in tre grandi categorie: Rada, i più benevoli e associati al colore bianco (Legba, Loko, Ayizan, Anaisa Pye, Dhamballah Wedo, ecc...); Petro, i più violenti e associati al colore rosso (Ezili Dantor, Marinette, Met Kalfu, ecc...); Ghede, legati ai morti, alla fertilità e associati ai colori nero e viola ( Ghede Doubye, Ghede Linto, Ghede Loraj, Ghede Masaka, Guédé Nibo). I simboli che rappresentano i diversi Loa sono detti "veve" e vengono tracciati sul terreno durante i rituali nei quali i sacerdoti vengono posseduti dai Loa. La gente accorre al suono dei tamburi e dei canti, sul terreno vengono dipinti i veve, successivamente l'houngan o la mambo, accendono delle candele per ciascuno di questi, si inginocchiano mentre girano le


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offerte, poi iniziano ad urlare e pregare, mentre i cori e le altre voci incitano la gente ad unirsi a danzare. Quando il sacerdote o la sacerdotessa cominciano a dimenarsi, è il segnale che il Loa si sta manifestando e spesso anche le altre persone coinvolte vengono possedute. L'energia che si crea smuove tutti in danze frenetiche, fino a che la calma giunge e i canti diventano più dolci. I partecipanti alla cerimonia fanno richieste agli spiriti e i sacerdoti fungono da tramite. Gli esseri umani e i Loa dipendono gli uni dagli altri; i primi portano cibo ed altre offerte; i secondi proteggono, guariscono e portano fortuna. Il sacrificio animale viene eseguito, a volte, come offerta per i Loa che lo richiedono. All'animale, che può essere una gallina, una pecora, una capra o un cane, viene incisa la carotide. Il sangue raccolto in un recipiente verrà in parte bevuto dal sacerdote. La principale divinità voodoo è Bondye, rappresentato come una figura maschile e considerato il creatore supremo della materia, ma esso non entra mai in contatto con il mondo terreno e non interviene in nessun rituale. I voduisti credono che ogni persona abbia un'anima composta da due entità: "gros bon ange" (grande angelo guardiano) e "ti bon ange" (piccolo angelo guardiano). Il secondo dei due lascia il corpo durante il sonno e quando avviene una possessione. Il culto del voodoo è così radicato nella popolazione, che nella repubblica cubana vengono effettuati, spesso su commissione della gente comune, rituali propiziatori nei confronti del leader politico comunista Fidel Castro, che seppur anziano e costantemente malato, ancora oggi governa incontrastato. Molti Loa sono associabili a dei corrispettivi santi cattolici, questo è per via dell'imposizione del cattolicesimo sopra i riti e le credenze native. Ad Haiti in particolare, un insieme di leggi per gli schiavi del 1685, impediva di praticare la propria religione, imponendo il battesimo e la conversione al cattolicesimo. I voduisti presero allora a riunirsi sulle montagne, per celebrare i propri riti e contemporaneamente aggiravano i controlli sostituendo le raffigurazioni delle proprie divinità con santi e madonne cattolici, facendosi inoltre battezzare e presenziando a tutte le funzioni religiose cattoliche. Fu proprio dalle montagne che partì la loro rivolta, con l’houngan e schiavo Dutty Boukman che il 14 agosto 1791 diede il via alla rivolta degli schiavi, che tenuti insieme dalla fede comune, dopo molti scontri sanguinosi, ottennero nel 1803 la libertà e l’indipendenza dai francesi, e ancora oggi questa data è una festività nel mondo voodoo. Oggi oltre 60 milioni di persone praticano il voodoo nel mondo, principalmente in Togo, Benin, Ghana, Haiti e Repubblica Dominicana.

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Loa e Veve


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CONSIGLI! Letture e ascolti

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Lettura consigliata: Anatema di Zos - Austin Osman Spare

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Ascolto consigliato: TASADAY - L'eterna Risata

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Questa fanzine è prodotta e finanziata dalla Compagnia Della Triplice Luna e si pone come mezzo di comunicazione per racchiudere incontri mensili, progetti musicali ed artistici che verranno di volta in volta presentati ad un pubblico sensibile verso gli argomenti trattati. La versioni digitali della rivista sono scaricabili gratuitamente in pdf da:

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