Oleggio. Un borgo da scoprire

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Le origini di OLEGGIO e le sue antiche tradizioni

borgo di Oleggio antichissimo: le prime testimonianze abitative sono antecedenti all’epoca romana, così come dimostrato dai ritrovamenti effettuati nella Necropoli rinvenuta in frazione Loreto. Posto al centro di un crocevia importante, metà strada tra Novara Lago Maggiore, su una lieve altura in prossimità del fiume Ticino, naturale via di collegamento di varie civiltà, ebbe importanza strategica nel corso dei secoli.

Celti, Romani, Longobardi, sino ad arrivare ai Conti di Pombia, Visconti, gli Sforza, gli Spagnoli e Savoia, sono stati principali protagonisti delle varie vicende storiche oleggesi.

L’importanza di Oleggio si deve alle numerose antiche tradizioni locali, perpetuate nei secoli ricordo dei vari periodi storici. Tra le molteplici manifestazioni troviamo il Carnevale oleggese, che con le maschere folkloristiche del Pirin della Majn è da annoverare tra più prestigiosi d’Italia, la Processione del Venerdì Santo, che rievoca la Passione di Cristo e, alla domenica delle Palme di Pasqua, la Corsa della Torta, manifestazione durante la quale il borgo torna all’epoca Medievale, con la sfilata in costume a cui fa seguito la celeberrima Corsa della Torta disputata dagli scapoli oleggesi a ricordo di un’eroica battaglia avvenuta in tempo visconteo. mercati storici del Lunedì e del Venerdì, menzionati in una pergamena del 1447 conservata presso l’Archivio Storico Comunale, attiravano già nei secoli passati diversi commercianti, anche grazie al mercato del bestiame; dal 1906, inoltre, si svolge la Fiera Zootecnica, attualmente denominata Fiera Agricola il primo giorno di maggio Oleggio, le Allee cittadine e l’intero centro storico si animano con venditori di prodotti del territorio, animali e attività ricreative.

A causa della carenza di studi specifici, nome di Oleggio rimane ancora avvolto nel mistero. Rusconi sostiene che l’origine del nome Oleggio vada ricercata nella posizione del paese stesso: il centro storico si trova su una collina, indicata con ol mentre con esin viene indicato fiume Ticino: quindi Oleggio potrebbe derivare da collina sul Ticino Altra ipotesi, suffragata dalla tradizione popolare, vorrebbe che Oleggio derivi da V Legio (quinta Legione romana): nel dialetto locale nome viene identificato come Vlesc poi divenuto Oleggio Studi recenti indicano che Oleggio possa derivare anche da ulivetum (oliveto), in base alla presenza di molti ulivi, un tempo diffusi in tutta l’Italia settentrionale. Si tratta comunque di indicazioni che non hanno trovato, sino ad ora, prove che le attestino dal punto di vista storico.

Celti rivestirono grande importanza Oleggio, soprattutto con l’occupazione del territorio gravitante attorno al fiume Ticino. Tra le molte testimonianze, la più importante è quella della necropoli di Oleggio-Loreto, databile dal secolo a.C. sino alla Prima Età Imperiale. Con l’avvento dei Romani e la definizione della limitatio (limitazione del territorio), tra l’89 e 49 a.C. la vita degli oleggesi mutò notevolmente: si assistette alla creazione di un abitato della Strata Maior l’attuale Via Strera, che correva parallela al Ticino collegando via terra Lago Maggiore a Pavia.

Dopo la caduta dell’Impero Romano nel periodo di disordine successivo, si registra una diminuzione delle testimonianze presenti sul territorio, eccezion fatta per la costruzione del castrum (abitato) citato in una pergamena novarese datata al 982. A quest’epoca appartiene anche la prima grande diffusione del cristianesimo a Oleggio, testimoniata dalla presenza di alcune chiese citate per la prima volta nel 973 d.C.: la Basilica di San Michele, la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di Santa Maria in Galnago.

Nel XIII secolo Oleggio venne conferita la dignità di Burgum vennero costruite le mura a protezione del centro abitato, che consentirono anche un più agevole controllo dei confini della sua giurisdizione.

Nel 1301 Oleggio fu occupata per conto di Galeazzo Visconti: la costruzione delle poderose mura viscontee seguirono il tracciato dell’antico vallum romano. borgo si affrancò da Novara e si costituì come Comune autonomo nell’anno 1447 con permissi Viscontei, rimanendo successivamente nella sfera del dominio milanese degli Sforza.

ITINERARIO

Un borgo da scoprire percorso alla scoperta di Oleggio passa attraverso la Porta Pozzolo, la porta Sud di origine medievale, ancora ben conservata dalla quale dipartono due strade in salita: la prima conduce alla Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, l’altra, acciottolata va verso la Via Novara, strada realizzata in epoca Napoleonica che permise, al tempo della sua esecuzione, di agevolare l’ingresso alla Piazza cittadina, cuore del commercio oleggese; tant’è che qui si si può ancora osservare la prèia dal pës la Pietra del pesce antico tavolo in pietra sul quale veniva esposto pesce durante mercati cittadini.

Prima dell’ingresso alla Piazza, sulla destra e al di sopra di una piccola altura, si trova Municipio, all’interno del quale sono visibili resti del castello.

Piazza Martiri della Libertà, storicamente denominata Piazza del Mercato, è cuore nevralgico del borgo, dove sorge il settecentesco Palazzo Bellini le sale di rappresentanza al suo interno conservano stucchi e affreschi di epoca neoclassica, a carattere mitologico bucolico.

Domina la piazza l’alta Torre campanaria detta dei Bagliotti la Torre Civica della comunità sin dall’epoca medievale. Svoltando verso via Verjus, che porta nome del Missionario oleggese Mons. Enrico Stanislao Verjus MSC, primo missionario in Papua Nuova Guinea nel 1885, si scorge in fondo la Costa dei Mazzeri da cui si gode un ampio panorama sulla vallata del

Ticino e dove ubicata la seconda porta medievale ancora oggi conservata a Oleggio, la Porta Est.

All’angolo di Piazza Bertotti si può ammirare la seicentesca Chiesa di Santa Maria Annunciata, sede dell’omonima Confraternita, sorta sul luogo della preesistente Chiesa di Santa Maria in Castello, che conserva al suo interno la pala d’altare dell’Annunciazione di Carlo Francesco Nuvolone, pittore seicentesco di area lombarda.

La Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo che con la sua mole imponente sembra accogliere all’improvviso visitatori, è il risultato dell’intervento di ricostruzione e ampliamento effettuato dall’Architetto Alessandro Antonelli tra 1853 il 1858.

Al suo interno conservato un vero gioiello, Museo d’Arte Religiosa “p. Augusto Mozzetti” di proprietà della Parrocchia ospitato nelle sedi delle ex Confraternite: sono custoditi arredi e suppellettili delle Confraternite e delle Coorporazioni, dipinti, sculture, paramenti stendardi processionali provenienti da Oleggio e dalla Diocesi.

Conclude la visita il Museo Civico Archeologico Etnografico “C. G. Fanchini” uno dei più grandi Musei Etnografici del Nord Italia. Le numerose donazioni collocate in ricostruzioni di ambiente nell’antico Convento dei Frati Riformati, rappresentano una ricca documentazione sulla vita quotidiana sulle attività lavorative dal XIX al XX sec.

Il Museo custodisce anche la Sezione Archeologica con reperti di epoca Golasecchiana, rinvenuti nel Comune di Pombia e della Necropoli di Loreto-Oleggio, testimonianza dei Vertamocori e della loro romanizzazione.

LA PIETRA DEL PESCE

La prèia dal pës si compone di tre parti morfologiche e strutturali differenti: il piano di appoggio e le due colonnine di sostegno. La parte superficiale del piano di appoggio, leggermente inclinato verso la piazza, probabilmente per fare defluire liquidi residui, risulta essere piuttosto liscia e presenta le quattro estremità arrotondate. Le colonnine di appoggio mostrano diametri differenti e hanno anche la funzionalità di rendere rigida l’intera struttura, essendo queste incastrate nel piano di appoggio. Dal punto di vista del materiale è possibile distinguere due tipologie di rocce: piano di granito bianco del tipo Montorfano la colonnina di destra è per la maggior parte di granito bianco con una velatura di granito rosa nella parte più interna. La colonnina di sinistra un microgranito cioè una varietà di granito particolare in cui minerali costituenti non sono così ben visibili ad occhio nudo.

La Pietra del pesce veniva utilizzata nel passato, durante mercati del lunedì del venerdì, per la vendita del pesce pescato nel fiume Ticino e nel Lago Maggiore.

Grazie alla sua conformazione e alla sua posizione centrale, veniva anche usata come palco per comizi pubblici per il tradizionale discorso della maschera del Carnevale Pirin durante l’inizio dei festeggiamenti.

PAL AZZO BELLINI

La costruzione attuale, che si affaccia su piazza Martiri della Libertà, è frutto di una vasta ristrutturazione di un edificio di epoca medievale, eseguita nell’ultimo decennio del XVIII secolo dall’architetto Stefano Ignazio Melchioni, di impronta neoclassica. Alla metà dell’Ottocento complesso, appartenente alla famiglia Bellini, comprendeva anche altri edifici disposti attorno quattro cortili e nell’insieme occupava quasi un intero isolato nell’area a ovest della piazza cittadina.

La facciata principale si apre piano terra con un porticato sorretto da colonne. Un balcone sottolinea l’arcata che permette l’accesso al cortile principale. Da qui è possibile raggiungere il piano nobile attraverso lo scalone d’onore, impreziosito da balaustre in pietra scolpita da alcuni affreschi che riproducono statue classicheggianti. L’ambiente principale presenta pareti con finte specchiature marmoree e la volta è abbellita da un tondo dipinto con Ratto di Deianira da parte del centauro Nesso. Tutt’intorno si sviluppa una decorazione a stucco, caratterizzata da girali, ghirlande, vasi dallo stile antichizzante, conchiglie, putti con ali di farfalla grifoni. Stucchi altrettanto ricchi si trovano in una saletta laterale, di minori dimensioni, ingentilita da quattro tondi dipinti con episodi mitologici dedicati Enea Didone. Le decorazioni di queste due sale risalgono al periodo della risistemazione di fine Settecento, mentre gli altri ambienti sono frutto di interventi ottocenteschi. Attualmente palazzo risulta suddiviso tra proprietari privati amministrazione comunale che organizza, negli spazi di propria competenza, mostre d’arte e iniziative di carattere culturale.

installate per uso prettamente civile, sono già testimoniate da un documento del 1472. Numerosi sono stati gli interventi alla cella campanaria nei secoli successivi: quella attuale è da ascriversi all’inizio del XVII sec.

Sulla facciata sud è presente una riquadratura dove era visibile un affresco rappresentante una Crocifissione, oggi perduto. Sulla stessa facciata era presente anche una meridiana rimossa nel corso del XX sec.. Un documento del XIX sec. testimonia la presenza di una scala che dava accesso un altarino; è da ricordare la tradizione che vuole che San Bernardino da Siena predicasse ai piedi del Campanile.

La Torre Civica viene detta anche dei Bagliotti una famiglia novarese impegnata nell’amministrazione del Comune di Novara in epoca tardo medievale.

LA COSTA DEI MAZZERI

La salita gradoni con acciottolato attraverso la porta dei Mazzeri, con l’ingresso ad arco in laterizio a sesto ribassato, conserva una feritoia e un profondo incavo, sede per la chiusura con grata di ferro. Coeva alla porta Pozzolo, uno degli accessi al borgo chiuso dalle mura in età medievale: la Porta est, la porta orientale. Sulla sinistra della costa, con la vista sulla valle, si erge il palazzo dei Mazzeri, potente famiglia oleggese che deteneva il controllo dei permessi per la cerca dell’oro nel Ticino.

Costruito alla fine del XVI secolo, è decorato da cornici e stucchi alle finestre, con timpani spezzati cornici con ghirlande floreali sul prospetto verso la valle e con coppelle di ceramica policroma sul prospetto rivolto verso borgo.

La Chiesa dei SANTI PIETRO e PAOLO

La Chiesa dei Santi Pietro Paolo il risultato di vari interventi ricostruttivi e di ampliamento, durati dal XVIII secolo agli anni ’60 del Novecento, con un sostanziale intervento cura dell’architetto Alessandro Antonelli nel corso del XIX sec. Sono poche le testimonianze che riescono a fornirci dati precisi sulla struttura architettonica della vecchia Parrocchiale, ma, secondo alcune fonti, la costruzione risalirebbe al XVI sec. Nella prima descrizione, tratta dagli Atti delle Visite Pastorali del 1568, si apprende che la cappella dell’altare maggiore, secondo la testimonianza del Vescovo Ferdinando Taverna, fosse ...Pictoris Gaudentii tota ornata”. Un nuovo altare maggiore venne costruito negli anni 1672-1679 con contributo del Comune. La chiesa era preceduta da un porticato con otto colonne in granito, le cui basi sono tutt’oggi conservate presso il giardino della Chiesa Parrocchiale; ad essa erano annessi sud gli oratori del Santissimo Sacramento e l’antico cimitero, mentre nord era posto l’Oratorio del Santissimo Rosario, sedi delle omonime confraternite.

Il CAMPANILE DI PIAZZA o TORRE DEI BAGLIOTTI

Il campanile oleggese, situato nell’angolo nord-est della Piazza, non apparteneva a nessun edificio sacro: venne edificato tra il XII e XIII sec. con funzione difensiva militare, come testimoniato dalla posizione dell’ingresso originario (ora tamponato) sulla facciata ovest, situato a circa metri dal piano di calpestio. Il campanile, oggetto di ripetuti interventi di sopralzo, è stato ed è tuttora il simbolo laico della comunità oleggese.

In origine la torre terminava all’altezza dell’attuale orologio; stata sopraelevata nel XV secolo e arricchita su ciascun lato da aperture binate con archi ribassati. Le prime campane,

Don Bertotti, al suo ingresso nella Parrocchia di Oleggio nel 1840, trovò una fioritura di opere ma, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo era piccola e non molto decorosa per la popolazione del borgo. Considerato lo stato di decadenza della vecchia Parrocchiale, l’Arciprete Bertotti, originario di Fara Novarese, cominciò a pensare a una ricostruzione della stessa.

Grazie al lascito testamentario di Rosa Rosari Ved. Mazza, la Chiesa Parrocchiale di Oleggio ricevette la somma di lire 40.000 che permise l’avvio della costruzione della nuova Chiesa.

Il progetto venne affidato all’architetto Alessandro Antonelli, che prevedeva una rotonda del diametro di 42 metri circa e dell’altezza di 52 metri fino alla croce. Una grande calotta con

lucernario avrebbe dovuto sovrastare dodici colonne addossate ad altrettanti pilastri di rinforzo.

9 settembre Sindaco di Oleggio, Avv. Giacomo Tosi, che per disposizione testamentaria della Signora Rosa Rosari Ved. Mazza doveva coadiuvare l’Arciprete nell’impiego del legato, si oppose alla realizzazione del progetto della rotonda. Per mesi Sindaco Arciprete continuarono ad ostacolarsi in un continuo gioco di potere, senza mai giungere a niente di concreto e ritardando sempre di più l’inizio dei lavori. Il 14 giugno 1849 ripartirono finalmente lavori di progettazione. Per Oleggio l’Antonelli tornò allo schema basilicale. Della grandiosa concezione del progetto primitivo non rimase che la dimensione. La prima pietra fu posta il 14 agosto 1853 la nuova Chiesa, dopo tante traversie, venne benedetta e aperta al culto nel 1858.

La Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, soprannominata nel gergo popolare oleggese la Chiesa grande proprio per le sue grandi dimensioni che la rendono più adatta una città che un borgo di provincia come Oleggio, è un maestoso edificio di stile neoclassico pianta basilicale. Internamente suddivisa in tre navate. Le quattro colonne del pronao sono di granito bianco di Montorfano, con base in granito rosa di Baveno. La Chiesa avrebbe dovuto concludersi in un campanile che, forse per la spesa ritenuta eccessiva, fu sostiutuito con l’attuale cella campanaria.

Tutte le finestre sono provviste di vetri istoriati, opera del pittore vetraio Giovanni da Re, che voleva lasciare in questo edifico un ciclo completo di opere prodotte dalla sua Casa d’Arte Dal centro della chiesa, guardando in alto sul timpano della controfacciata si può osservare che grande vano interamente occupato da trionfo dell’Eucarestia voluta a ricordo del Congresso Eucaristico Diocesano celebrato Oleggio il 26-27 agosto 1922 e là collocata nel 1927, anno in cui era ritenuta la vetrata più grande del mondo (72,50 mq).

Più in basso, inserita nella bussola sopra al portale di ingresso, rappresentata Ultima Cena realizzata dal da Re.

COMUNE DI OLEGGIO Ufficio Servizi Socio Culturali e alla Persona Via Novara, 5 28047 Oleggio (NO) Tel. 0321.969846 0321.969875 cultura@comune.oleggio.no.it www.museo.comune.oleggio.no.it

AGENZIA TURISTICA LOCALE DELLA PROVINCIA DI NOVARA

Piazza Martiri della Libertà, 3 28100 Novara Tel. 0321.394059 info@turismonovara.it www.turismonovara.it @atlnovara

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Testi: Jacopo Colombo Disegn i: Marina Cremonini, Susanna Galfré, Gabriele Genini. Progetto: In Viaggio nel Novarese. INFO:
Comune di Oleggio

Il Museo Civico Archeologico Etnografico “C. G. FANCHINI”

Museo dei ricordi, cimeli e attività popolari oleggesi oggi Museo Civico Archeologico Etnografico, intitolato al Cav. Carlo Giacomo Fanchini suo fondatore, nasce ufficialmente 10 ottobre 1974, quando viene inaugurato primo allestimento in Villa Troillet nei locali adiacenti alla Biblioteca Civica Julitta. Tale iniziativa è in realtà il frutto di un paziente lavoro di raccolta e recupero di “vecchie cose che riguardavano la vita, le attività casalinghe, rurali ed artigianali della vecchia Oleggio” iniziato già negli anni ’30 da Enzio Julitta, portato avanti alla sua morte dalla maestra Rina Palestrini e da Carlo Giacomo Fanchini e culminato nella Mostra permanente di ricordi e cimeli locali inaugurata come sezione della Biblioteca il 5 ottobre 1969, che può essere quindi definita non torto il primo vero nucleo del Museo. La sede risulta ben presto insufficiente per far fronte all’intensa opera di raccolta si impone, nel 1979, il trasferimento nei locali del primo piano del Palazzo dell’Asilo Infantile, già convento dei Frati Minori dal 1652 e dal 1895, sede dell’Asilo Infantile gestito dalle Suore della Carità. Museo Civico articolato in due sezioni: la Sezione Etnografica, che vanta una vasta preziosa collezione di oltre 200.000 pezzi, eloquente testimonianza della vita civile, artistica, artigianale agricola di un passato connotato nel territorio, ma in larga parte comune all’esperienza storica delle genti del Nord Italia. Attraverso la quadreria, la galleria dei mestieri delle botteghe, salone dell’abbigliamento, la sala dell’artigianato, la bottega del carradore, le ricostruzioni degli ambienti domestici e la Sezione Agricola, visitatore può ripercorrere gli

aspetti della vita di fine XIX e inizio XX secolo rivivere, nell’ambientazione e negli arredi, le tradizioni e gli usi del territorio.

La Sezione Archeologica, stata allestita con la collaborazione della Soprintendenza per Beni Archeologici del Museo delle Antichità Egizie del Piemonte. Vi sono esposti reperti golasecchiani, databili dal VII al secolo a.C., rinvenuti Pombia reperti provenienti dalla necropoli di Oleggio-Loreto (databili dal II secolo a.C. al IV secolo d.C.), che documentano la presenza dei Vertamocori, un nucleo di abitanti di origine celtica e romana. Completano la collezione un Archivio Storico, una Biblioteca e un Archivio Fotografico consultabili su richiesta.

Museo svolge attività di conservazione, esposizione, catalogazione didattica. Tra servizi offerti al pubblico rientrano le visite guidate, spettacoli, attività culturali e divulgative, percorsi laboratori didattici, la consultazione degli archivi il supporto scientifico per le ricerche.

Il Museo d’Arte Religiosa “ P. AUGUSTO MOZZETTI ”

Museo d’Arte Religiosa di Oleggio è stato istituito nel 1970-71 ad opera del Parroco padre Augusto Mozzetti MSC, presso gli ex oratori della Confraternita, con lo scopo di tutelare conservare le suppellettili provenienti dalle istituzioni oleggesi decadute o dagli edifici sacri abbandonati.

Negli ambienti del Museo, che mantengono la disposizione ottocentesca del coro degli arredi lignei, sono collocati in vetrine in armadi le varie suppellettili. Si possono segnalare la tardogotica scultura policroma della Madonna con Bambino di autore svizzero germanico, dipinto del XVI sec. La Madonna delle rose di Bernardino Zenale e l’affresco della Madonna con Bambino benedicente del XIV secolo, proveniente dalla distrutta chiesa di Santa Maria in Castello. tessuti, databili tra XVI e XX secolo, costituiscono un aspetto molto importante dell’intera raccolta: tra essi si annoverano pianete, piviali, stendardi e altre tipologie in parte non più in uso.

Un tuffo nella Storia attraverso l’architettura

ROMANICA CAMPESTRE

L’itinerario, percorribile in bicicletta o in auto, ci permette di scoprire alcuni tra tanti oratori romanici di Oleggio disseminati sul territorio comunale.

Partendo dall’Oratorio della Natività di Maria Vergine in frazione Gaggiolo, toponimo di origine longobarda che significa “luogo cinto da siepi”, si può scoprire uno dei paesaggi che, tra quelli disposti sulla sommità della collina, rappresenta sicuramente uno dei più caratteristici di Oleggio.

La chiesa a navata unica conserva preziosi cicli di affreschi databili tra XII XX secolo.

Proseguendo sulla strada per Mezzomerico, presso l’area cimiteriale, si può visitare l’antichissima

Basilica di San Michele già citata nel 973 d.C. e ricordata come prima Pieve e Parrocchiale del borgo di Oleggio, che conserva fascino quasi immutato delle chiese romaniche, grazie ai preziosi cicli pittorici conservati e presbiterio sopraelevato con cripta sottostante.

Proseguendo verso Via Sempione in direzione Marano Ticino, si trova l’Oratorio campestre di Santa Maria in Galnago ad aula unica e abside semicircolare, con affreschi databili tra l’XI e XVIII secolo. Al suo interno era custodita l’antica statua tardogotica raffigurante la Madonna con il Bambino, ora conservata presso Museo d’Arte Religiosa di Oleggio.

Percorrendo la Via Strera, imboccando la strada sterrata che conduce alla Valle del Ticino, dopo aver attraversato in località San Donato ponte sul Canale Regina Elena, si prosegue sulla strada campestre che conduce all’Oratorio di San Donato custodito all’interno del bosco. L’area è circoscritta lungo quella che un tempo era l’antica strada del Porto di Oleggio strategica per il controllo del territorio. La zona di interesse archeologico, poiché nella stessa sono state rinvenute fondamenta di mura antiche, monete e abitazioni.

L’edificio religioso riporta in facciata una caratteristica rappresentazione ad affresco della peste manzoniana ricordo dell’uso a lazzaretto del sito nei secoli passati.

Oratorio della NATIVITÁ DELLA BEATA VERGINE in Gaggiolo

Sorge su una verde altura adiacente la Provinciale ed raggiungibile attraverso un’ampia scalinata che conduce direttamente al sagrato. La chiesa, dalle fondazioni molto antiche, sarebbe addirittura coeva alla monumentale basilica di San Michele e presenta al suo interno un interessante ciclo pittorico databile tra XII e XVI secolo. Al centro del piccolo Oratorio, nel cuore del presbiterio, si erge l’artistico altare maggiore settecentesco in marmi policromi dedicato alla Beata Vergine Maria delle Grazie. Dietro al suddetto altare si possono ammirare affreschi più antichi raffiguranti Ciclo dei mesi firmati dal magister Gujelmus de Orta tra il XII e XIII sec., mentre nelle pareti della navata possibile osservare, accanto ai Santi a un’Annunciazione, la bellissima Crocifissione della scuola dei De Bosis di Novara del XV sec.

Basilica di San Michele

Documentata in due pergamene datate al 973 982 d.C., la Basilica di San Michele è stata un importante centro di culto micaelico. In un documento del 1133 riconosciuta come Pieve mentre nel 1347 viene indicata come prima Chiesa Parrocchiale del borgo di Oleggio. Sorge al di fuori del centro abitato cittadino, ospitata all’interno del recinto cimiteriale a partire dal XIX sec., a seguito dell’Editto Napoleonico.

La Basilica presenta pianta regolare a tre navate con absidi semicircolari; la facciata è rivolta ad ovest scandita da sottili lesene raccordate da archetti pensili che si ripetono anche sulle fiancate e sulle absidi. L’asimmetria della porta centrale è dovuta all’esistenza, in origine, di una costruzione più antica di cui rimangono resti nel sottosuolo antistante la facciata.

Tutta la muratura esterna caratterizzata dall’utilizzo di ciottoli di fiume laterizi disposti a

spina di pesce e dal riutilizzo di tegoloni di origine romana. All’interno sono riconoscibili grandi pilastri della navata centrale con archi semicircolari, la struttura a capriate del tetto, il catino absidale, presbiterio soprelevato e la cripta sottostante con volte a crociere poste su pilastrini.

Di notevole importanza l’unitarietà degli affreschi romanici, realizzati dopo la metà del XI sec., ai quali si aggiunsero altri interventi pittorici distribuiti tra XIV XVIII secolo.

Oratorio del GALNAGO O MADONNA DELLA MERCEDE

Sulla strada che da Oleggio porta a Marano Ticino, si innalza l’antichissimo monumentale Oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata in Galnago. La facciata consegna antiche testimonianze pittoriche, tra le quali emergono, accanto ai Santi alle scene del Nuovo Testamento, le immagini del Creatore della Vergine Annunciata, titolare della chiesa. All’interno dell’Oratorio campeggia nel catino absidale il Cristo Pantocratore attorniato dagli Apostoli. Di interesse notevole, nell’angolo sud-est, la Madonna del latte dipinta da Joannes Maria De Rumo (XVI sec.) e l’antica statua lignea della Vergine Maria (XIII sec.), un tempo custodita presso questo Oratorio, ora conservata nel Museo di Arte Religiosa “A.Mozzetti”. La chiesa di Santa Maria in Galnago è rimasta per secoli ed tuttora uno dei grandi gioielli dell’arte romanica presenti sul territorio.

Oratorio di SAN DONATO

In prossimità della vallata del Ticino si innalza tra boschi l’antico Oratorio di San Donato. Questo sito, lontano dal centro, fu luogo di sepoltura di numerosi oleggesi, bellinzaghesi e cameresi nel corso delle grandi pestilenze scoppiate tra XVI XVII secolo: ne è testimonianza la colonna in granito collocata in prossimità dell’Oratorio. Di origine medievale, l’interno della chiesa presenta un unico altare dedicato a San Donato vescovo, mentre la facciata, interamente dipinta ad affresco nel XVIII secolo dal pittore oleggese Carlo Morino, raffigura il lazzaretto un tempo situato nei pressi dell’Oratorio. È possibile osservare una colonna con la croce, indicante il luogo dell’antico cimitero, utilizzato per la sepoltura al tempo della peste. Alcune ipotesi parlano di questo sito come il luogo nel quale sarebbe sorto l’antico borgo di Oleggio, altri invece sostengono che la storica battaglia di Scipione contro Annibale, avvenuta sulle sponde del Ticino, si sia disputata proprio nei pressi di San Donato.

Una passeggiata nel PARCO DEL TICINO

Dalla Chiesa Parrocchiale in località Loreto, prende avvio il percorso naturalistico alla scoperta di rogge, mulini baragge e campi inseriti nel Parco del Ticino, ricco di memorie storiche idrauliche e industriali.

Il Santuario della Beata Vergine Assunta di Loreto di impianto cinquecentesco, è frutto della devozione locale e del contributo delle Coorporazioni oleggesi che, grazie alle offerte, ne permisero l’erezione. Al suo interno, tra le molte, sono conservate due pregevoli opere del pittore Pier Francesco Mazzuchelli detto Il Morazzone

L’ex Filatoio Mylius un importante esempio di archeologia industriale per la lavorazione del baco da seta, risalente ai primi decenni del XIX secolo, che sfruttava salto della Roggia Molinara per la trasmissione telo dinamica dei movimenti. Un edificio che conserva quel fascino carico di ricordi delle persone che hanno lavorato tra quelle mura.

La Roggia Molinara scavata nel XIV sec., prende il nome dai numerosi mulini sorti lungo il suo corso per sfruttare la forza motrice dell’acqua. Lungo la via dei Mulini, percorrendo la Roggia da Nord Sud, si possono osservare le tipiche costruzioni sorte tra XV il XVIII secolo: Mulino di Marano, Mulino Bruciato o della Resiga (per il taglio dei tronchi),

Molaccia (per la frantumazione dei sassi), Mulino Nuovo Mulino vecchio. Il ponte di Oleggio ultimo superstite di architettura reticolare costruito nel 1889, collega la sponda piemontese con quella lombarda. È rimasto l’unico e originale testimone tra tanti ponti che dal Lago lungo tutto il corso del Fiume Ticino si possono incontrare, perché gli altri hanno subito gravi danneggiamenti a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Un tempo nei pressi del ponte sorgeva il Porto natante, che consentiva di traghettare sulle due sponde del fiume uomini, animali cose, attestato già nel 1415 quando Filippo Maria Visconti ordinò che le entrate del pedaggio andassero ai comuni di Oleggio di Lonate Pozzolo. Poco più a Sud, l’antico imbocco del Naviglio Grande che grazie allo Sperone divide le acque del Ticino canalizzandole. Naviglio Grande è la prima opera del genere essere realizzata in Europa nel 1177 storicamente è più importante dei Navigli milanesi, utilizzato per trasportare a Milano via acqua le merci e soprattutto famoso marmo bianco di Candoglia, con cui venne costruito Duomo di Milano.

Dolci e prodotti tipici

A Oleggio, tra tanti prodotti tipici si possono citare Brüšiti che, a differenza del più noto Tapulone di Borgomanero, sono preparati con carne trita di manzo e maiale o di cavallo. Tra dolci tipicamente oleggesi si può annoverare Büsaró pasta di pane guarnita con uva Americana, o ciliegie, o fichi, o semplice zucchero, che durante la cottura in forno caramellano conferendo un caratteristico sapore.

Tapiti sono biscotti del Carnevale oleggese, codificati per la prima volta ad inizio ‘900 dalla famiglia Fortina detti Sait con ricetta originale rimasta ancora segreta.

Sono legati alla maschera oleggese Pirin che, secondo la leggenda, li avrebbe donati avvelenati Barnabò Visconti per liberarsi dei suoi soprusi nei confronti dei cittadini oleggesi. piccoli biscotti secchi e tondi sono preparati con un impasto di farina e bicarbonato. Si ricordano, infine, vini delle Cantine dei Colline Novaresi azienda nata dal matrimonio con la più antica Cantina Sociale d’Italia, quella di Oleggio, fondata nel lontano 1891, che, pur consapevole di un passato così ricco di storia e tradizione, guarda con grande attenzione al futuro.

Museo Civico Archeologico Etnografico “C. G. FANCHINI”

Vicolo Chiesa, 1 Tel. 0321.91429

museocivico@comune.oleggio.no.it www.museo.comune.oleggio.no.it

Museo d’Arte Religiosa “P. A. MOZZETTI”

Piazza Bertotti, 1 Tel. 349.1537792

mar.oleggio@gmail.com www. maroleggio.wordpress.com

STRUTTURE RICETTIVE

Hotel Villa Delle Rose****

Via Gallarate, 136 Tel. +39 0321.960224

www.hotelvilladellerose.net

info@hotelvilladellerose.net

Aerhotel Malpensa***

Via Gallarate, 35 Tel. +39 0321.960253

www.aerhotelmalpensa.net info@aerhotelmalpensa.net

Hotel Oleggio Malpensa***

Via Verbano, 19 Tel. +39 0321.93301

www.hoteloleggio.com

Agriturismo Cascina Aguzza

Via Filatoio, Tel. +39 0321.992587

www.agriturismoaguzza.it benvenuto_961@libero.it

Agriturismo La Farazzina

Via Farazzina, 6 Tel. +39 339.4787815 lafarazzina@gmail.com

AGRITURISMI SOLO RISTORAZIONE

Agriturismo Cascine BellinI

Via C.ne Bellini, Tel. +39 0321.1995193 +39 349.1294096 enricaleonardi@libero.it

Agriturismo Helianthus

Via Vallata Ticino, Tel. +39 340.5554308 www.helianthus-agriturismo.it info@helianthus-agriturismo.it

Case Vacanze La Bellotta

Via Vecchia Ticino, 35 Tel. +39 349.4374345

www.labellotta.it info@labellotta.it

B&B Paola**

Via Novara, 90 Tel. +39 0321.992149 +39 346.9741228 paolabboleggio@gmail.com

B&B Rest House 15 min. to Malpensa** Via Monte Rosa, 3 Tel. +39 348.7269753 grazia.massara@virgilio.it

Agriturismo Cascina dei Peri Via Termini, 12 Tel. +39 347.2524514 cascinaperi@libero.it

INFORMAZIONI Comune di Oleggio
Un borgo da scoprire
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Oleggio
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