Le origini di GALLIATE e il Castello VISCONTEO-SFORZESCO
poter essere utilizzato dalla cittadinanza. Visitando il castello al suo interno, si notano i mutamenti avvenuti durante l’Ottocento; in particolare nella parte orientale sono situati il porticato in stile neorinascimentale e la sala ottocentesca che oggi è adibita ad Aula Consiliare, dove si svolgono durante l’anno varie manifestazioni culturali. Si possono qui ammirare le quattro statue allegoriche (Lavoro, Cuore, Mente, Anima) dello scultore Crivelli e il soffitto riccamente decorato a medaglioni in stucco. Nell’ala sud-occidentale, adibita a Biblioteca, sono visibili eleganti decorazioni pittoriche, ornamenti ed affreschi dei secc. XVII-XIX che abbelliscono la Sala Rosa, la Sala degli Stucchi e la Sala degli Stemmi. Rimangono altri esempi di pitture nelle torri: in quella castellana a nord-est una vasta sala del primo piano conserva una bella volta rinascimentale ad ombrello decorata da affreschi riproducenti gli stemmi dei Visconti e degli Sforza.
Il primo nucleo abitativo - Galliate Vecchio - si costituì in regione Scaglia: qui nel 911, su concessione di re Berengario I, sorse il castello (di cui non rimangono tracce) che venne costruito dagli abitanti per difendersi dalle scorrerie dei barbari. Nel 1057 è testimoniata l’esistenza di un secondo abitato, con relativo fortilizio, situato ad est del borgo primigenio: Galliate Nuovo, come venne chiamato in una pergamena del 1092. Alla fine dell’XI secolo le terre di Galliate erano divise tra due villaggi e due castelli legati a due vescovi in contrasto fra di loro: Galliate Vecchio al Vescovo di Novara e Galliate Nuovo al Vescovo di Milano. Nel 1154 Federico Barbarossa, nemico di Milano e alleato di Novara, distrusse Galliate Nuovo. Nei secoli XIII e XIV Novara tentò di imporre la sua autorità sul Comune rurale: nacquero violenti contrasti risolti con precari compromessi o col ricorso alle armi. I vincoli con Milano diventarono sempre più forti, specialmente quando a metà del Trecento il castello fu ristrutturato da Galeazzo II Visconti, divenendo una strategica base militare dei milanesi. Ampliato dai successori dei Visconti, dopo alterne vicende fu scelto come seconda residenza dal duca Galeazzo Maria Sforza, che tra il 1475 e il 1476 incaricò gli architetti Dainesio Mainerio e Ambrogio Ferrari, di trasformarlo in corte signorile, comoda residenza per le cacce ducali. I lavori, interrotti nel 1476 a seguito dell’assassinio dello Sforza, furono completati solo nel 1496 da Ambrogio Ferrari per volere di Ludovico il Moro. Nel 1532 divenne feudo del ramo Caravaggio degli Sforza e, in seguito, proprietà dei Principi Doria Colonna di Napoli. Nel 1878 venne frazionato tra più proprietari e la parte orientale fu adibita ad asilo infantile fino al 1968. Oggi il castello appartiene in buona parte al Comune e
ospita la Biblioteca Civica nella torre e nella manica di sud-ovest, l’ottocentesca Sala Consiliare affacciata sul cortile neoclassico, nella torre di nord-est e nell’ala sud-est le sale espositive e la sala museo dedicato al pilota galliatese Achille Varzi. Malgrado tutte le vicende storiche e i diversi passaggi di proprietà, il castello ha conservato le sue caratteristiche essenziali e tutta la sua imponenza. Le dimensioni stesse ce ne confermano la monumentalità: l’ampio fossato in origine era largo più di 20 metri e lo stesso edificio fu costruito in forma di vasto quadrilatero (108 m x 80 m) con mura merlate di oltre 3 metri di spessore. Agli angoli della rocca si elevano quattro torri che superano di soli cinque metri e mezzo i muri di cortina, accentuando l’aspetto orizzontale dell’edificio. Vi sono, inoltre, altre due torri sui lati maggiori a sud e a nord, contenenti le porte principali d’ingresso con le loro postierle, già munite di ponti levatoi e dei rivellini che servivano da battiponte. Queste due torri presentano beccatelli formati da tre mensole in pietra sporgenti l’una sull’altra, caratteristica quasi unica nel Novarese, mentre merli ghibellini sono posti a coronamento del muro sopra beccatelli lunghissimi. Il muro di cortina del lato di ponente venne distrutto nel secolo XVII da una mina ed ora è sostituito da un altro muro e da fabbricati moderni, tra cui spicca l’edificio in forme neogotiche con annessa torretta, costruito all’inizio del Novecento. L’edificio è stato recentemente restaurato: sono state rinvenute, nelle nicchie interne della parete sud, due decorazioni pittoriche molto simili a quelle dell’artista Galileo Chini, di origini toscane, vissuto nei primi anni del ‘900. Agli inizi del secolo scorso la sala è stata utilizzata come salone per le feste e cerimonie del caffè-trattoria Novarini, che allora occupava la torre sud-ovest. Nel secondo dopoguerra divenne cinema e sala da ballo. Oggi il salone è terminato e dotato di arredi e di impianti per
Il Santuario del VARALLINO
2
3
4
La chiesa campestre di San Pietro in Vulpiate, più conosciuta come Santuario del Varallino, perché con le sue statue e i suoi affreschi, ricorda in scala ridotta il Sacro Monte di Varallo Sesia, sorge poco fuori dall’abitato di Galliate, verso la vallata del Ticino (nella zona che anticamente ospitava il villaggio di Lupiate). L’attuale edificio, dedicato alla Natività di Maria Vergine, fu costruito nel luogo in cui un tempo si trovava una piccola cappella con l’immagine della Vergine Maria nell’atto di porgere al Bambino una pera: l’affresco, risalente al XV secolo e ritenuto miracoloso, è ancor oggi visibile nel coro della chiesa. La leggenda narra che una nobildonna romana, posseduta dal demonio, si recò alla cappella per chiedere la grazia
della guarigione. Mentre si avvicinava all’edificio, la donna venne sbalzata dalla carrozza, ma non si fece alcun male. Anzi, rialzandosi, si accorse di essersi anche liberata dallo spirito maligno. La matrona attribuì questa liberazione alla benevolenza della Madonna miracolosa, perciò lasciò una cospicua offerta affinché si ingrandisse la piccola chiesetta. A partire dal XVI secolo la cappelletta venne ampliata fino ad assumere le forme attuali; l’esterno del santuario è dominato dalla maestosa facciata realizzata tra il 1886 e il 1894 su disegno del sacerdote e architetto galliatese don Ercole Marietti. L’interno della chiesa, a pianta ellittica, presenta dieci cappelle laterali e un ampio presbiterio, dove sono rappresentati con statue e affreschi i Misteri del Rosario. Sul lato destro si aprono le cappelle dei Misteri della Gioia, sul sinistro quelle dei Misteri del Dolore e nel presbiterio sono raccolti i Misteri della Gloria. Dal secolo XVII al secolo XIX presso il santuario lavorarono numerosi artisti: tra questi i più importanti furono lo scultore lombardo Dionigi Bussola (1615-1687), che realizzò la maggior parte delle statue delle cappelle dei Misteri del Dolore, e il valsesiano Lorenzo Peracino (1710-1789), che ha lasciato il suo capolavoro nella decorazione della cupola, raffigurante l’Incoronazione della Vergine e il Paradiso. Quest’ultimo affrescò anche le cinque cappelle dei Misteri del Dolore (1748-1752) e, dopo la conclusione della decorazione della cupola, il presbiterio (tra 1767 e il 1768), il coro (17681769) e, tra il 1780 e il 1781, con l’aiuto del figlio Giovanni Battista, le due sacrestie, sulle cui pareti sono raffigurati i Misteri della Luce e altri significativi episodi della vita pubblica di Gesù.
Il percorso alla scoperta del borgo di Galliate inizia da Piazza Vittorio Veneto. Dopo aver visitato il Castello Visconteo-Sforzesco (si veda pag.2), si attraversa la piazza e ci si trova davanti al campanile, opera del galliatese Ing. Antonio Rigorini (1843-1898). Il progetto, risalente al 1871, prevedeva la realizzazione di una torre campanaria che avrebbe dovuto raggiungere i 93 metri di altezza. I lavori cominciarono nel 1873, ma per mancanza di fondi la costruzione dell’opera si fermò nel 1879 ad un’altezza di 45 metri. Sempre per mancanza di fondi si rinunciò alla copertura delle campane e Rigorini progettò un castello in ghisa e ferro a sostegno delle stesse, collocato sulla sommità del campanile nel 1880. Proprio per la sua incompiutezza il campanile della parrocchiale, dalle linee goticheggianti, con eleganti decorazioni di
archetti a sesto acuto, lesene, rosoni e pilastri che ne movimentano la superficie in cotto, ha da allora costituito un motivo di curiosità e di attrazione per forestieri e concittadini. Superato il campanile si attraversa lo stretto passaggio posto al di sotto dello scurolo della Parrocchiale e ci si trova di fronte al portico della chiesa dell’Immacolata Concezione o “Gêsa Madòna”. L’edificio fu costruito nel 1590, e poi sopraelevato nel 1767, per iniziativa dell’omonima confraternita. La facciata è abbellita da un portichetto che protegge due affreschi ottocenteschi; forse votivo, quello di destra, ricorda un fatto di cronaca del 1836, il naufragio di un battello sul Ticino. L’interno conserva opere di pregio: gli affreschi della cupola (1770) con scene ispirate al capitolo XII dell’Apocalisse, eseguiti dall’artista valsesiano Lorenzo Peracino (sui pennacchi sono raffigurati i quattro cantori biblici della Vergine: San Giovanni Evangelista, Isaia, Salomone, Mosè); il maestoso altare di marmi policromi di Mariano e Antonio Buzzi da Viggiù, poi provvisto della statua lignea dell’Immacolata (1771); la tela della locale Società dei Tessitori con i Santi Severo e Onofrio Anacoreta (Andrea Miglio, 1843); l’antico stendardo parrocchiale. Usciti dalla chiesa dell’Immacolata Concezione si gira a sinistra, costeggiando l’imponente lato della chiesa Parrocchiale SS. Pietro e Paolo per trovarsi dinnanzi alla sua maestosa facciata. La Chiesa risale alla metà del XIX secolo, e sorge sul luogo in cui si trovava la precedente dedicata ai Santi Pietro e Paolo. L’attuale parrocchiale, progettata dal sacerdote-architetto galliatese don Ercole Marietti, è in stile neogotico, a croce latina. Il giorno 12 ottobre 1851 fu posta la prima pietra e in data 11 maggio 1873 l’edificio venne consacrato. La facciata, scandita da lesene e decorata a bande orizzontali, anticipa l’imponente interno che presenta tre navate e una luminosa cupola ottagonale. Nelle navate laterali quattro cappelle a sinistra e quattro a destra, e due grandi cappelle nei transetti sono ornate da numerose tele e
5
6
ITINERARIO Un borgo da scoprire
statue di epoche diverse (dal Seicento all’Ottocento). Tra queste si segnalano: il settecentesco crocifisso con i due angeli nella cappella del fonte battesimale (la prima a sinistra); i due affreschi raffiguranti la Madonna del Latte e l’Ecce Homo (XV - XVI secolo) nella seconda cappella a destra; la riproduzione delle due tele di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, raffiguranti i Santi Pietro e Paolo (XV secolo), nel transetto di destra, dove si ammirano anche la settecentesca tela dei Santi Giusto e Aurelio con uno scorcio del paese e l’ingresso dello scurolo chiuso da una grande cancellata in ferro battuto. Lo scurolo, progettato dallo stesso don Ercole Marietti nel 1889, accoglie le reliquie dei Santi protettori di Galliate, i Martiri Giusto e Aurelio e, dal 2000, la statua e i cimeli del frate francescano galliatese San Giuseppe Maria Gambaro, Martire in Cina. Di notevole impatto visivo, infine, l’altare comunitario, il nuovo ambone e gli stalli lignei realizzati dallo scultore Luciano Gabrielli nel 1994 e il monumentale altare maggiore (1869 circa) dietro al quale si intravede un ampio coro ligneo. Si esce dall’ingresso ovest della Parrocchiale per trovarsi nella piccola piazza dedicata a don Ercole Marietti (già piazza Mercato): da qui, attraversando i portici prospicienti piazza Martiri della Libertà si può ammirare il Palazzo Municipale. L’iter amministrativo per la costruzione dell’attuale edificio comunale ebbe inizio nel 1822 e il progetto fu redatto dall’ing. Francesco Rasario (1825). Nel 1828 i lavori terminarono: il fabbricato comprendeva le prime sei arcate del porticato sull’attuale piazza Martiri della Libertà in prosecuzione della facciata rivolta verso piazza Castello. Nel 1852 venne collocato sul palazzo l’orologio del campanile dell’antica chiesa parrocchiale, in procinto di essere demolito perché 7
AGENZIA TURISTICA LOCALE DELLA PROVINCIA DI NOVARA Piazza Martiri della Libertà, 3 28100 - Novara Tel. 0321.394059 info@turismonovara.it www.turismonovara.it @atlnovara
COMUNE DI GALLIATE Piazza Martiri della Libertà, 28 28066 Galliate (NO) Tel. 0321.800761-763 sociocult@comune.galliate.no.it www.comune.galliate.no.it
città di
GALLIATE
ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO DI GALLIATE
Via Mameli, 16 28066 Galliate Tel. 0321.864764 info@prolocogalliate.it www.prolocogalliate.it