Galliate. Un borgo da scoprire

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Le origini di GALLIATE e il Castello VISCONTEO-SFORZESCO

poter essere utilizzato dalla cittadinanza. Visitando il castello al suo interno, si notano i mutamenti avvenuti durante l’Ottocento; in particolare nella parte orientale sono situati il porticato in stile neorinascimentale e la sala ottocentesca che oggi è adibita ad Aula Consiliare, dove si svolgono durante l’anno varie manifestazioni culturali. Si possono qui ammirare le quattro statue allegoriche (Lavoro, Cuore, Mente, Anima) dello scultore Crivelli e il soffitto riccamente decorato a medaglioni in stucco. Nell’ala sud-occidentale, adibita a Biblioteca, sono visibili eleganti decorazioni pittoriche, ornamenti ed affreschi dei secc. XVII-XIX che abbelliscono la Sala Rosa, la Sala degli Stucchi e la Sala degli Stemmi. Rimangono altri esempi di pitture nelle torri: in quella castellana a nord-est una vasta sala del primo piano conserva una bella volta rinascimentale ad ombrello decorata da affreschi riproducenti gli stemmi dei Visconti e degli Sforza.

Il primo nucleo abitativo - Galliate Vecchio - si costituì in regione Scaglia: qui nel 911, su concessione di re Berengario I, sorse il castello (di cui non rimangono tracce) che venne costruito dagli abitanti per difendersi dalle scorrerie dei barbari. Nel 1057 è testimoniata l’esistenza di un secondo abitato, con relativo fortilizio, situato ad est del borgo primigenio: Galliate Nuovo, come venne chiamato in una pergamena del 1092. Alla fine dell’XI secolo le terre di Galliate erano divise tra due villaggi e due castelli legati a due vescovi in contrasto fra di loro: Galliate Vecchio al Vescovo di Novara e Galliate Nuovo al Vescovo di Milano. Nel 1154 Federico Barbarossa, nemico di Milano e alleato di Novara, distrusse Galliate Nuovo. Nei secoli XIII e XIV Novara tentò di imporre la sua autorità sul Comune rurale: nacquero violenti contrasti risolti con precari compromessi o col ricorso alle armi. I vincoli con Milano diventarono sempre più forti, specialmente quando a metà del Trecento il castello fu ristrutturato da Galeazzo II Visconti, divenendo una strategica base militare dei milanesi. Ampliato dai successori dei Visconti, dopo alterne vicende fu scelto come seconda residenza dal duca Galeazzo Maria Sforza, che tra il 1475 e il 1476 incaricò gli architetti Dainesio Mainerio e Ambrogio Ferrari, di trasformarlo in corte signorile, comoda residenza per le cacce ducali. I lavori, interrotti nel 1476 a seguito dell’assassinio dello Sforza, furono completati solo nel 1496 da Ambrogio Ferrari per volere di Ludovico il Moro. Nel 1532 divenne feudo del ramo Caravaggio degli Sforza e, in seguito, proprietà dei Principi Doria Colonna di Napoli. Nel 1878 venne frazionato tra più proprietari e la parte orientale fu adibita ad asilo infantile fino al 1968. Oggi il castello appartiene in buona parte al Comune e

ospita la Biblioteca Civica nella torre e nella manica di sud-ovest, l’ottocentesca Sala Consiliare affacciata sul cortile neoclassico, nella torre di nord-est e nell’ala sud-est le sale espositive e la sala museo dedicato al pilota galliatese Achille Varzi. Malgrado tutte le vicende storiche e i diversi passaggi di proprietà, il castello ha conservato le sue caratteristiche essenziali e tutta la sua imponenza. Le dimensioni stesse ce ne confermano la monumentalità: l’ampio fossato in origine era largo più di 20 metri e lo stesso edificio fu costruito in forma di vasto quadrilatero (108 m x 80 m) con mura merlate di oltre 3 metri di spessore. Agli angoli della rocca si elevano quattro torri che superano di soli cinque metri e mezzo i muri di cortina, accentuando l’aspetto orizzontale dell’edificio. Vi sono, inoltre, altre due torri sui lati maggiori a sud e a nord, contenenti le porte principali d’ingresso con le loro postierle, già munite di ponti levatoi e dei rivellini che servivano da battiponte. Queste due torri presentano beccatelli formati da tre mensole in pietra sporgenti l’una sull’altra, caratteristica quasi unica nel Novarese, mentre merli ghibellini sono posti a coronamento del muro sopra beccatelli lunghissimi. Il muro di cortina del lato di ponente venne distrutto nel secolo XVII da una mina ed ora è sostituito da un altro muro e da fabbricati moderni, tra cui spicca l’edificio in forme neogotiche con annessa torretta, costruito all’inizio del Novecento. L’edificio è stato recentemente restaurato: sono state rinvenute, nelle nicchie interne della parete sud, due decorazioni pittoriche molto simili a quelle dell’artista Galileo Chini, di origini toscane, vissuto nei primi anni del ‘900. Agli inizi del secolo scorso la sala è stata utilizzata come salone per le feste e cerimonie del caffè-trattoria Novarini, che allora occupava la torre sud-ovest. Nel secondo dopoguerra divenne cinema e sala da ballo. Oggi il salone è terminato e dotato di arredi e di impianti per

Il Santuario del VARALLINO

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La chiesa campestre di San Pietro in Vulpiate, più conosciuta come Santuario del Varallino, perché con le sue statue e i suoi affreschi, ricorda in scala ridotta il Sacro Monte di Varallo Sesia, sorge poco fuori dall’abitato di Galliate, verso la vallata del Ticino (nella zona che anticamente ospitava il villaggio di Lupiate). L’attuale edificio, dedicato alla Natività di Maria Vergine, fu costruito nel luogo in cui un tempo si trovava una piccola cappella con l’immagine della Vergine Maria nell’atto di porgere al Bambino una pera: l’affresco, risalente al XV secolo e ritenuto miracoloso, è ancor oggi visibile nel coro della chiesa. La leggenda narra che una nobildonna romana, posseduta dal demonio, si recò alla cappella per chiedere la grazia

della guarigione. Mentre si avvicinava all’edificio, la donna venne sbalzata dalla carrozza, ma non si fece alcun male. Anzi, rialzandosi, si accorse di essersi anche liberata dallo spirito maligno. La matrona attribuì questa liberazione alla benevolenza della Madonna miracolosa, perciò lasciò una cospicua offerta affinché si ingrandisse la piccola chiesetta. A partire dal XVI secolo la cappelletta venne ampliata fino ad assumere le forme attuali; l’esterno del santuario è dominato dalla maestosa facciata realizzata tra il 1886 e il 1894 su disegno del sacerdote e architetto galliatese don Ercole Marietti. L’interno della chiesa, a pianta ellittica, presenta dieci cappelle laterali e un ampio presbiterio, dove sono rappresentati con statue e affreschi i Misteri del Rosario. Sul lato destro si aprono le cappelle dei Misteri della Gioia, sul sinistro quelle dei Misteri del Dolore e nel presbiterio sono raccolti i Misteri della Gloria. Dal secolo XVII al secolo XIX presso il santuario lavorarono numerosi artisti: tra questi i più importanti furono lo scultore lombardo Dionigi Bussola (1615-1687), che realizzò la maggior parte delle statue delle cappelle dei Misteri del Dolore, e il valsesiano Lorenzo Peracino (1710-1789), che ha lasciato il suo capolavoro nella decorazione della cupola, raffigurante l’Incoronazione della Vergine e il Paradiso. Quest’ultimo affrescò anche le cinque cappelle dei Misteri del Dolore (1748-1752) e, dopo la conclusione della decorazione della cupola, il presbiterio (tra 1767 e il 1768), il coro (17681769) e, tra il 1780 e il 1781, con l’aiuto del figlio Giovanni Battista, le due sacrestie, sulle cui pareti sono raffigurati i Misteri della Luce e altri significativi episodi della vita pubblica di Gesù.

Il percorso alla scoperta del borgo di Galliate inizia da Piazza Vittorio Veneto. Dopo aver visitato il Castello Visconteo-Sforzesco (si veda pag.2), si attraversa la piazza e ci si trova davanti al campanile, opera del galliatese Ing. Antonio Rigorini (1843-1898). Il progetto, risalente al 1871, prevedeva la realizzazione di una torre campanaria che avrebbe dovuto raggiungere i 93 metri di altezza. I lavori cominciarono nel 1873, ma per mancanza di fondi la costruzione dell’opera si fermò nel 1879 ad un’altezza di 45 metri. Sempre per mancanza di fondi si rinunciò alla copertura delle campane e Rigorini progettò un castello in ghisa e ferro a sostegno delle stesse, collocato sulla sommità del campanile nel 1880. Proprio per la sua incompiutezza il campanile della parrocchiale, dalle linee goticheggianti, con eleganti decorazioni di

archetti a sesto acuto, lesene, rosoni e pilastri che ne movimentano la superficie in cotto, ha da allora costituito un motivo di curiosità e di attrazione per forestieri e concittadini. Superato il campanile si attraversa lo stretto passaggio posto al di sotto dello scurolo della Parrocchiale e ci si trova di fronte al portico della chiesa dell’Immacolata Concezione o “Gêsa Madòna”. L’edificio fu costruito nel 1590, e poi sopraelevato nel 1767, per iniziativa dell’omonima confraternita. La facciata è abbellita da un portichetto che protegge due affreschi ottocenteschi; forse votivo, quello di destra, ricorda un fatto di cronaca del 1836, il naufragio di un battello sul Ticino. L’interno conserva opere di pregio: gli affreschi della cupola (1770) con scene ispirate al capitolo XII dell’Apocalisse, eseguiti dall’artista valsesiano Lorenzo Peracino (sui pennacchi sono raffigurati i quattro cantori biblici della Vergine: San Giovanni Evangelista, Isaia, Salomone, Mosè); il maestoso altare di marmi policromi di Mariano e Antonio Buzzi da Viggiù, poi provvisto della statua lignea dell’Immacolata (1771); la tela della locale Società dei Tessitori con i Santi Severo e Onofrio Anacoreta (Andrea Miglio, 1843); l’antico stendardo parrocchiale. Usciti dalla chiesa dell’Immacolata Concezione si gira a sinistra, costeggiando l’imponente lato della chiesa Parrocchiale SS. Pietro e Paolo per trovarsi dinnanzi alla sua maestosa facciata. La Chiesa risale alla metà del XIX secolo, e sorge sul luogo in cui si trovava la precedente dedicata ai Santi Pietro e Paolo. L’attuale parrocchiale, progettata dal sacerdote-architetto galliatese don Ercole Marietti, è in stile neogotico, a croce latina. Il giorno 12 ottobre 1851 fu posta la prima pietra e in data 11 maggio 1873 l’edificio venne consacrato. La facciata, scandita da lesene e decorata a bande orizzontali, anticipa l’imponente interno che presenta tre navate e una luminosa cupola ottagonale. Nelle navate laterali quattro cappelle a sinistra e quattro a destra, e due grandi cappelle nei transetti sono ornate da numerose tele e

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ITINERARIO Un borgo da scoprire

statue di epoche diverse (dal Seicento all’Ottocento). Tra queste si segnalano: il settecentesco crocifisso con i due angeli nella cappella del fonte battesimale (la prima a sinistra); i due affreschi raffiguranti la Madonna del Latte e l’Ecce Homo (XV - XVI secolo) nella seconda cappella a destra; la riproduzione delle due tele di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, raffiguranti i Santi Pietro e Paolo (XV secolo), nel transetto di destra, dove si ammirano anche la settecentesca tela dei Santi Giusto e Aurelio con uno scorcio del paese e l’ingresso dello scurolo chiuso da una grande cancellata in ferro battuto. Lo scurolo, progettato dallo stesso don Ercole Marietti nel 1889, accoglie le reliquie dei Santi protettori di Galliate, i Martiri Giusto e Aurelio e, dal 2000, la statua e i cimeli del frate francescano galliatese San Giuseppe Maria Gambaro, Martire in Cina. Di notevole impatto visivo, infine, l’altare comunitario, il nuovo ambone e gli stalli lignei realizzati dallo scultore Luciano Gabrielli nel 1994 e il monumentale altare maggiore (1869 circa) dietro al quale si intravede un ampio coro ligneo. Si esce dall’ingresso ovest della Parrocchiale per trovarsi nella piccola piazza dedicata a don Ercole Marietti (già piazza Mercato): da qui, attraversando i portici prospicienti piazza Martiri della Libertà si può ammirare il Palazzo Municipale. L’iter amministrativo per la costruzione dell’attuale edificio comunale ebbe inizio nel 1822 e il progetto fu redatto dall’ing. Francesco Rasario (1825). Nel 1828 i lavori terminarono: il fabbricato comprendeva le prime sei arcate del porticato sull’attuale piazza Martiri della Libertà in prosecuzione della facciata rivolta verso piazza Castello. Nel 1852 venne collocato sul palazzo l’orologio del campanile dell’antica chiesa parrocchiale, in procinto di essere demolito perché 7

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GALLIATE

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tare che raffigura i due santi, si conservano anche un pregevole stendardo processionale di fine Settecento con lo stesso soggetto, due interessanti tele barocche datate 1728 e una delicata Annunciazione. Terminata la visita alla chiesa di Sant’Urbano si svolta a destra in via Canonico Diana. A circa metà della via sorge la chiesa di Sant’Orsola, annessa all’antico convento delle suore Orsoline, che risale al 1637; la chiesa venne poi ristrutturata nel 1741, ma assunse l’aspetto attuale nel 1929. L’edificio, a navata unica, è diviso in due parti da un tramezzo in muratura: quella anteriore era destinata al sacerdote e ai fedeli, mentre la posteriore, con accesso dal convento, ospitava le monache; le suore Orsoline, infatti, osservarono la regola della clausura fino al 1969. All’interno è da notare lo splendido altare ligneo del 1681 (ma per la sua realizzazione furono utilizzate parti più antiche) in cui sono incastonati una ventina di pannelli di altorilievi dorati di varie dimensioni, raffiguranti il mistero della Redenzione. Sopra l’altare, in una nicchia, è racchiusa la statua lignea della Madonna di Loreto. Ripercorrendo al contrario via Canonico Diana, si svolta a destra in via Pietro Custodi e poi a sinistra in viale Beato Quagliotti. Attraversato il viale, ci si dirige a sinistra e si transita davanti al civico n. 55, dove, nel cortile vi è una targa commemorativa e un ritratto che indicano la casa del Beato Quagliotti. Poco oltre, vicino all’Oratorio intitolato al religioso, sorge la chiesa di San Rocco. Costruita a partire dal 1631 sulle rovine di un preesistente edificio campestre, fu per tre secoli la chiesa dell’omonimo Ospedale sino al 1922, data in cui quest’ultimo venne trasferito nell’area odierna. Dal punto di vista architettonico è una delle più belle chiese di Galliate sia per le pulite linee tardo rinascimentali della facciata, sia per l’equilibrata armonia dell’interno a croce greca e dominato dall’ampia cupola centrale. Conserva opere di pregio: nella cappella maggiore, ricca di stucchi, l’antico affresco della Beata Vergine Maria in Trono (antecedente al rifacimento seicentesco della chiesa) e scene mariane affrescate da Lorenzo Peracino (1759) sulla volta del presbiterio; sugli altari laterali destro e sinistro gli affreschi raffiguranti rispettivamente San Rocco intercede presso la Vergine con il Bambino in favore degli appestati e San Francesco da Paola intercede presso Cristo contro la peste bovina, anch’essi dipinti dal Peracino (1759). Sulla facciata statue di San Rocco a destra e San Defendente a sinistra. Proseguendo sulla via Varallino a circa 1250 metri si trova il Santuario del Varallino (si veda pag.4). Si riprende la stessa via per tornare verso il centro e, dopo aver girato a destra in viale Leonardo da Vinci, si giunge in piazza San Giuseppe, dove sorge l’omonima chiesa. La primitiva chiesa campestre di San Giuseppe, di probabile origine quattrocentesca, era sede, almeno dal 1517, di una compagnia devozionale intitolata al Santo. Ristrutturata agli inizi dell’Ottocento dagli abitanti del rione, l’edificio ebbe la sua sistemazione definitiva nel primo dopoguerra, quando fu rialzato e ampliato con l’aggiunta di un luminoso tiburio, di un piccolo coro e della facciata in stile neoromanico. All’interno si possono ammirare gli stucchi del novarese Battista Paniga (1599 - 1600 circa) la cappella della Madonna della Neve, con al centro un pregevole affresco a soggetto mariano, attribuito a Giacomo da Sizzano (1483 circa) e i dipinti che si devono al galliatese Giovanni Pietro Ugazio (risalenti all’inizio del XVII secolo). Proseguendo in direzione “Ospedale”, sulla via XXV Aprile, a circa 500 metri si trova la chiesa della Beata Vergine di Caravaggio o “Madonnina”. Sorta tra il 1902 e il 1911 su progetto di Bernardo Incasale sulle fondamenta di un’antica cappella campestre, venne completata nel 1933 con l’attuale facciata (disegno di Vincenzo Cardano). L’interno, a tre piccole navate, riprende la decorazione della parrocchiale (fregi di Giuseppe Belletti, anni ‘40); sull’altare, ideato da Domenico Groppetti, è rappresentato il gruppo con l’apparizione di Caravaggio; nel coro è collocata una grande tela del pittore valsesiano Lorenzo Peracino raffigurante l’Immacolata,

San Francesco, San Carlo, l’Angelo Custode, Tobia e l’Arcangelo Raffaele (1768); nella sacrestia sono conservate alcune tavolette votive dipinte.

giudicato pericolante. Sulla sommità della facciata è visibile un grande gallo, antichissimo simbolo del borgo. La parte più recente del municipio risale al 1888 e s’innesta sul fabbricato del 1828 fra la sesta e la settima arcata del porticato; il progetto di ristrutturazione e ampliamento venne realizzato dal geometra Federico Pallavicini. Superato il municipio si imbocca via Manzoni fino all’incrocio con via Matteotti. Da qui si svolta a destra e si raggiunge piazza San Gaudenzio dove si può ammirare la statua dell’omonimo Santo. Un tempo a protezione dei cinque ingressi del borgo di Galliate, Missanghèra, Bortinate, Porta San Pietro, Porta di Gesano e Porta Nuova, vi erano le “croci”, ossia colonne votive di granito, sormontate dall’effige di un santo o da una croce. L’unica rimasta nella zona di origine è questa di Missanghèra, con la statua del protettore del rione, San Gaudenzio: venne collocata nel 1758 su un alto basamento di granito rosa al centro dello slargo antistante l’antico ingresso del borgo (ora Piazza San Gaudenzio); più recentemente è stata spostata di pochi metri per ragioni di viabilità. La statua, simbolo del rione, è in arenaria bianca o basaltite, con mitria e pastorale; le vesti sembrano mosse dal vento in un gioco compositivo di drappeggi di grande effetto scenografico, tanto da renderla monumento unico nel suo genere a Galliate. Si segnala che al numero civico n. 40 di via A. Varzi è indicata, con una targa commemorativa, la casa del grande pilota automobilistico galliatese Achille Varzi. Sempre nella stessa via, al civico n. 41, è visibile l’antico forno consortile costruito nel 1912 e dismesso nel 1951. Si riprende l’itinerario, ripercorrendo al contrario via Matteotti, fino a che sulla destra non appare la chiesa di San Gaudenzio, situata all’angolo con Via Manzoni. La chiesa venne costruita dagli abitanti del rione Missanghèra nel secolo XVII (la prima pietra fu posta nel 1649), ma assunse le forme attuali dopo la metà dell’Ottocento quando divenne sede dell’antica confraternita del Santissimo Sacramento. La facciata dalle linee neoclassiche è del 1879; il campanile, forse il più artistico tra quelli galliatesi, fu progettato da don Ercole Marietti (1891). Il suo interno è dominato dal grande crocifisso ligneo del chierico milanese Pietro Frasa (1712); da notare il ricco altare di marmo nero con intarsi policromi (1732) proveniente

dall’antica parrocchiale, così come gli splendidi stalli del retrostante coro e i busti reliquari in legno. L’attuale decorazione interna è opera di Giulio Cesare Mussi (metà del XX secolo). Procedendo oltre, sempre lungo via Matteotti, si transita davanti al civico n. 23: nel cortile si trova una lapide nera che ci ricorda che Re Vittorio Emanuele II trascorse qui la notte tra il 3 e il 4 giugno 1859, alla vigilia della Battaglia di Magenta durante la Seconda Guerra d’Indipendenza. Proseguendo oltre, si raggiunge, al centro del rione di Porta Nuova, la chiesa di Santa Caterina, dedicata ai Santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria e sede dell’omonima confraternita galliatese, costituitasi nel maggio del 1563. L’attuale edificio, costruito su un antico oratorio, attestato sin dal 1454 e demolito nel 1753, fu consacrato nel 1755 e venne dotato di due altari, quello maggiore (poi sostituito nel 1817), con la statua della Madonna della Cintura e uno laterale, dedicato a San Bovo, patrono del bestiame e presente anche nella grande pala d’altare. L’interno, luminoso e dalle delicate linee curve, presenta un coro ligneo, e uno splendido pavimento in mosaico a tessere policrome, con motivi geometrici e floreali. Interessanti le tele alle pareti e lo stendardo processionale della confraternita (XVIII secolo). Dopo aver visitato la chiesa si svolta a sinistra in via Gambaro: al civico n. 41 è indicata, con una targa commemorativa, la casa del Martire San Giuseppe Maria Gambaro. Si percorre tutta la via fino all’incrocio con via Gramsci: qui si svolta a destra e ci si trova su viale Dante, di fronte alla chiesa di Sant’Antonio, sede della più antica congregazione galliatese (1551), la confraternita dei Santi Dionigi e Antonio Abate, che nel 1634 prese il nome di Arciconfraternita della Buona Morte. L’edificio fu costruito tra il 1750 e il 1753 davanti alla porta di Gesano o di San Giovanni su una costruzione preesistente. Rivolta verso levante, conserva l’originaria facciata settecentesca in cotto a vista; l’interno, a navata unica, fu provvista dell’attuale altar maggiore solo nel 1816; un secondo altare dedicato a Sant’Anna, si trova nell’omonima cappella lungo la fiancata meridionale; alle pareti diverse tele di pregevole fattura. Interessante il settecentesco stendardo processionale con i Santi protettori Antonio e Dionigi. Lasciata alle spalle la chiesa di Sant’Antonio si prosegue su viale Beato Quagliotti fino all’incrocio con via Pietro Custodi: qui si svolta a sinistra, dopo pochi passi, si scorge, sempre sulla sinistra, la chiesa di Sant’Urbano. L’ edificio, posto al centro del rione di Porta San Pietro, era un tempo sede della confraternita dei Santi Urbano e Rocco. Venne costruito tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento in linee tardo manieristiche; ingrandito mezzo secolo dopo, fu completato nel 1844 con la realizzazione della facciata in stile neoclassico dalle linee semplici e con un affresco centrale sotto al timpano che rappresenta la Vergine e i Santi Urbano e Rocco. Nella chiesa, oltre alla pala d’al-

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Una passeggiata nel PARCO

Diverse sono le opportunità di vivere il territorio galliatese attraverso passeggiate o escursioni a piedi, in bicicletta e a cavallo nel vicino Parco Naturale della Valle del Ticino, ricco di memorie storiche, ingegnose opere idrauliche e archeologie industriali. Quello del Ticino è il parco fluviale più grande di Europa istituito nel 1978 per conservare e salvaguardare la flora e la fauna dei territori che costeggiano il fiume; è stato inoltre riconosciuto dall’Unesco, nel 2002, come riserva della Biosfera MAB rientrando a pieno titolo nella rete globale delle riserve di Biosfera.

STRUTTURE RICETTIVE The Residence Galliate via Monte Nero 73/A Tel. 0321.861109 Affittacamere The Residence Due Via Monte Nero, 73/A Tel. 0321.861109 Affittacamere Villa San Martino Via San Martino, 116 Tel. 346.3886173

Appuntamenti

INFORMAZIONI B&B Mambly Loc. Ponte Ticino Str. Vic Varazzo, 3 Tel 0321.862115 331.3199604 Camping La Playa Loc. Ponte Ticino Str. Vic Mezzanino Tel. 0321.861054 (con ristorante)

Stazione di Galliate House - Locazione Turistica Via Adua 10 giuliano.serafini@hotmail.it Agriturismo Pesco Selvatico Via XXV Aprile, 183 Tel. 0321.864227 (solo ristorazione)

RISTORANTI, PIZZERIE, TRATTORIE Bar Mama’s Drink’s & Restaurant Piazza Martiri della Libertà, 21 Tel. 0321.1836955

Lion House Via Ticino, 114 Tel. 0321.861370

Muzzica Via Antonio Gramsci, 26 Tel. 0321.864630

Beerbacco Via Gramsci, 1 Tel. 340.9848097

Hostaria d’Argascia Via Matteotti, 20/22 Tel. 0321.866266

Pizzeria Benvenuti al Sud Via della Repubblica, 13 Tel. 388.8843522

Verde Azzurra Bar Ristorante Viale Beato Quagliotti, 60 Tel. 0321.1517886 ristocaffe@verdeazzurra.it

Osteria del Borgo Via P. Custodi, 5 Tel. 349.1603750

Osteria 50 Viale Leonardo Da Vinci, 54/56 Tel. 0321.1646784

Spring Sushi Via Monte Nero, 81 Tel. 0321.863735 - 371.3048324

Sfizio Piadina Viale Leonardo Da Vinci Tel. 0321.862872

The Kitchen Inn Via Monte Nero, 73 Tel. 0321.865491

New Pub La Soliva Cascina Soliva, 3 Tel. 0321.862610

Brasserie Villa Gianna Via Trieste, 89 Tel. 331.7747500

Gelami Caffè e Bistrot Largo Remo Rabellotti, 16 Tel. 320.8883386

Nuovo Lago Maggiore Località Ponte Ticino Tel. 0321.862759

Pizzeria La Bella Matilde (d’asporto) Viale Teresa Orelli, 10 Tel. 353.3043674

Galle’ Pizza e Grill Via Leopardi, 14 Tel. 0321.866771 - 347.4085943 Wild River Risto One Loc. Ponte Ticino Str. Vic Varazzo, 6 Tel. 0321.866770 – 334.6205991 Bar Trattoria Cavallino Via Varallino, 27 Tel. 0321.862197 - 0321.806708

Di grande interesse… … il Naviglio Langosco, realizzato nel sec. XVII dal Conte Guido Langosco, interessato ad utilizzare le acque del fiume per alimentare risaie, azionare mulini e piste per la sbucciatura del riso. …il Centro Parco situato presso la Centrale idroelettrica «Guido Davide Orlandi», testimonianza di archeologia industriale, impreziosita da particolari architettonici e decorazioni, costruita nel 1903, produce oggi energia pulita. …l’area attrezzata delle Sette Fontane, il cui nome deriva dalle sette risorgive che vi sgorgano, già ricordato come luogo di svago fin dal 1850. …Villa Fortuna che sorge in posizione dominante sulla vallata del Ticino. Della sua esistenza si ha già testimonianza nel Seicento; nel 1859 servì da quartiere generale per Vittorio Emanuele II in occasione della battaglia di Magenta. All’esterno l’oratorio di epoca settecentesca dedicato alla Beata Vergine Addolorata e all’interno la chiesa di San Carlo.

Bar Ristorante Pizzeria L’Angolo Via Pietro Custodi, 53 Tel. 370.3748955 Ristorante Villa Pedrini Reg. Ponte Ticino, 1 Tel. 0321.861629 Ristorante Vecchia Dogana Reg. Vulpiate Vecchia, Via Varallino Tel. 347.0784478 (solo su prenotazione)

Le Sette Fontane Località Sette Fontane Tel. 0321.864392 Pizzeria Il Capriccio 2 Via Pietro Custodi, 58 Tel. 0321.806763 La Cazola Via SS. Martiri, 16 Tel. 338.3469334

Ristorante Mambly Loc. Ponte Ticino, Str. Vic. Varazzo, 3 Tel. 331.3199604

Pizzeria Al Solito Posto (d’asporto) Viale Cavour, 68 Tel. 0321.862965

La Rambla y el Chiringuito V.le Beato Quagliotti, 36 Tel. 0321.861427 – 333.7867977

Da Edo’s Piazza Martiri della Libertà, 13 Tel. 324.0514111

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Pizzeria da Enrico (d’asporto) Viale Dante Alighieri, 80 Tel. 353.3043674 Pizzeria Le Tre Farine (d’asporto) V.Le Leonardo Da Vinci, 25 Tel. 329.1619666 Pizza Express (d’asporto) Via Varallino, 1 Tel. 0321.866802 Instanbul Kebap Viale Quagliotti, 72 Tel. 0321.236034

Galliate Un borgo da scoprire

Per conoscere le manifestazioni in programma è possibile consultare i seguenti siti: www.comune.galliate.no.it e www.prolocogalliate.it

Dolci e prodotti tipici

A Galliate i dolci tipici sono i Gramolini, preparati con zucchero, farina, burro, uova, uvetta, lucidati all’uovo e ricoperti di fine granella di zucchero. I gustosi dessert sono confezionati nei laboratori di pasticceri artigianali nel corso di tutto l’anno, ma soprattutto in occasione della ricorrenza di San Giuseppe, festeggiata il 19 marzo. Altra particolarità locale è il Baragieu, storico vino galliatese, ormai assunto tra i miti del tempo che fu. Trattasi di un vinello anemico, prodotto ancora oggi da pochi cultori, con uve delle vigne di baraggia.

Sport e tempo libero

Centro Sportivo: Via Leopardi, 14 Campo Sportivo: Via Adamello, 38 Palestra Comunale: Via Custoza Palazzetto dello Sport: Via Mazzini Palestra Scuola Media: Largo Piave Piscina Comunale: Largo 2 Agosto Campetti esterni da basket e volley: Via Custoza Numerose attività sportive ed escursioni possono essere praticate nel nostro territorio. Per informazioni è possibile consultare il sito del comune www.comune.galliate.no.it e il sito del Parco del Ticino www.parcoticinolagomaggiore.it

Fondazione Angelo Bozzola

Spazio espositivo con circa duemila opere dell’artista Angelo Bozzola Vicolo Visconti, 4; Tel. 0321.862777 Pres. Lino Bozzola: 335.6152501 info@fondazioneangelobozzola.it – www.fondazioneangelobozzola.it

Visite guidate al Castello

Il tesoro di Ludovico Il Moro, fantasmi e custodi misteriosi sono alcuni degli ingredienti che l’immaginario popolare abbina al Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate. L’occasione per incontrare storia e leggenda nelle suggestioni architettoniche di questa imponente fortificazione viene offerta dal Comune di Galliate. Durante l’anno è possibile visitare il Castello e il Museo “Achille Varzi”. Nelle giornate di sabato e domenica i volontari del Gruppo Storico Archeologico Galliatese e del Gruppo Dialettale Galliatese aprono il Castello offrendo una prima informazione turistica. Per informazioni consultare i seguenti siti: www.comune.galliate.no.it, www.prolocogalliate.it, oppure scrivere a: sociocult@comune.galliate.no.it; info@prolocogalliate.it Tel. Ufficio Cultura Comune di Galliate 0321.800761; 0321.800763. A.T. Pro Loco Galliate: 0321.864764

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città di

GALLIATE


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