In Viaggio nel Novarese Percorsi turistici e curiosità
Speciale Natale
In Viaggio nel Novarese
Sommario
Redazione progetto editoriale ATL della Provincia di Novara.
Presentazione 5
Grafica Full Print Srl. Foto Archivio ATL della Provincia di Novara, Diocesi di Novara, Carlo Sguazzini, Filippo Fossati, Mario Finotti, Giorgio Perottino, Francesco Gonzales.
Novara
Cattedrale di Santa Maria 6 Basilica di San Gaudenzio 10 Chiesa di San Nazzaro alla Costa 12 Chiesa di San Pietro al Rosario 14 Chiesa di San Marco 16
Briona
Chiesa di Sant’Alessandro 18 Copertina Polittico della Natività, Gaudenzio Ferrari, Novara, Basilica di San Gaudenzio.
Cameriano - Casalino
Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano
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Galliate
Santuario del Varallino 20
Grignasco
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Maggiora
Chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo
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Momo
Oratorio della Santissima Trinità 23
Prato Sesia
Chiesa Parrocchiale di San Bernardo
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Romagnano Sesia
Chiesa Abbaziale di San Silano 25 Chiesa della Madonna del Popolo 26
Sizzano
Chiesa di San Grato 27
Trecate
Chiesa di San Francesco 28 Natività dipinte nel Novarese 30
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Ecco il nuovo numero de In Viaggio nel Novarese, il magazine che racconta il Novarese, dando spunti di visita e suggerimenti di viaggio sempre diversi. Questo numero è dedicato alle Natività dipinte, una piccola parte di quelle che si possono ammirare nel nostro territorio, perché il momento del Natale sia un appuntamento legato alla riscoperta del nostro patrimonio e alla conoscenza dell’arte locale, attraverso un percorso per immagini che accompagni il visitatore a contemplare opere e soggetti conservati nelle chiese e negli oratori del Novarese e a meditare sul Natale, guidati dalle ricche testimonianze artistiche che, durante i secoli, hanno interpretato il tema della Natività. Un’ipotesi di viaggio dunque, che si potrà compiere in autonomia o approfittando delle aperture straordinarie dei siti, previste per domenica 12 dicembre, con le indicazioni qui contenute.
Continua a seguirci anche su Instagram e Facebook… il nome è semplice da ricordare @atlnovara Buon viaggio nel Novarese e Buone Feste a tutti! La Presidente Maria Rosa Fagnoni
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Novara
Cattedrale di Santa Maria Altare di San Giuseppe A seguito dell’incendio del 1642 che distrusse l’ancona originaria, opera di Tiziano di cui si conservano alcune copie a Prato Sesia e nelle collezioni Civiche di Novara, viene incaricato Carlo Francesco Nuvolone di realizzare la nuova pala d’altare della Natività che viene consegnata nel luglio 1643. Il pittore trae ispirazione da modelli emiliani mutuati dall’opera di Camillo Procaccini e presenti nel territorio milanese e lombardo come anche da reminiscenze correggesche, osservabili soprattutto nella dolcezza della Vergine e nel morbido panneggiare delle figure mosse e animate dalla fonte luminosa proveniente da sinistra e che colpisce il Bambino nella mangiatoia in atteggiamento di affettuoso scambio di sguardi con Maria.
Cappella del Lanino Il dipinto della Adorazione dei Magi, oggi conservato nella Sacrestia detta “del Lanino”, proviene dalla Cappella di Melchiorre Langhi. La tela faceva parte della ricca decorazione della cappella voluta dall’arcidiacono Melchiorre Langhi e fu commissionata a Callisto Piazza tra il 1539 e il 1542. Il tema dei Magi venne scelto con intento di commemorare il Langhi stesso, suo padre Gaspare e suo cugino Baldassarre e andava ad accorparsi con la preesistente dedicazione della cappella a San Bartolomeo, santo raffigurato nel dipinto in atto di presentare il Langhi al cospetto della Sacra Famiglia. Fulcro della scena la figura luminosa del Bambino in atto benedicente; a sinistra di profilo il ritratto di Melchiorre Langhi in preghiera; intorno il corteo dei Magi che muove dal fondo della tela caratterizzato dalle ricche vesti dalla cromia preziosa che riproducono tessuti utilizzati nei primi anni del XVI secolo. Soprattutto nella veste del Re Mago di spalle con il collo di pelliccia e con il preziosissimo abito dove sono presenti motivi decorativi tipici del Cinquecento come la melagrana e il cardo simboli di ricchezza e fertilità.
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Cattedrale di Santa Maria
Sacrestia del Lanino Nel 1546 la Compagnia di San Giuseppe decise di far affrescare l’omonima cappella a Bernardino Lanino come riportato dal libro mastro della confraternita. Nel 1642 un incendio causò ingenti danni agli affreschi e all’intera cappella con la perdita anche della preziosa ancona di Tiziano. Entro il 1862, a seguito dei lavori antonelliani in Duomo, gli affreschi vennero staccati dal loro supporto murario originale e riposizionati nella Sacrestia Inferiore. Il complesso decorativo del Lanino si colloca nel periodo milanese del pittore dove sono ben presenti gli accenti leonardeschi e un’aura di dolce malinconia ancora intrisa della lezione del maestro Gaudenzio Ferrari. Lanino segue nel ciclo novarese l’iconografia consolidata nei cantieri gaudenziani e diffusa attraverso i cartoni e i disegni pur introducendo lievi varianti: caratteristico nell’Adorazione dei Magi il corteo regale dai colori sgargianti e sontuosi che stride con lo sguardo presago, triste e penoso, della Vergine nei confronti del Figlio che, in atto benedicente, si rivolge ai Magi e alla figura di un canonico di profilo riconoscibile dalla cotta bianca.
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Novara
Basilica di San Gaudenzio Cappella della Natività Ricca la decorazione della cappella, commissionata dal benefattore novarese Girolamo Bollini e dovuta al pennello di Paolo Camillo Landriani detto il Duchino, attivo soprattutto a Milano, dove lavorò per il Duomo dal 1602 al 1617. I suoi affreschi a San Gaudenzio risalgono agli ultimi anni del Cinquecento. Al centro della cappella la Gloria della Vergine Maria; sui fianchi la Presentazione di Maria Bambina al Tempio e la Presentazione di Gesù al Tempio. Nel sottarco e sulle lesene appaiono i simboli mariani: la fontana, la luna, la scala di Giacobbe, la palma, il sole, i gigli. Vegliano dall’alto il profeta Isaia e la Sibilla, personaggi che suggeriscono la certezza che la salvezza è giunta e si invita a pensare a Maria come la via più sicura per arrivare alla redenzione.
Il Polittico di Gaudenzio Ferrari L’altare è dominato dall’imponente capolavoro del pittore valsesiano Gaudenzio Ferrari, a cui il Capitolo di San Gaudenzio commissionò nel 1514 quest’opera per l’altare maggiore dell’antica basilica fuori le mura. L’ancona presenta sei scomparti: tre al piano superiore e tre al piano inferiore. Nel riquadro al centro in alto è raffigurata la Natività, mentre ai lati l’Angelo e la Vergine Annunciata. Al centro in basso al di sotto di due angeli reggicortina appare la “sacra conversazione” della Vergine col Bambino attorniata dai Santi Rocco e Ivo, mentre a destra della Vergine sta il vescovo Gaudenzio e a sinistra il vescovo Ambrogio. Nei due scomparti laterali i Santi Pietro e Giovanni Battista e i Santi Paolo e Eusebio (o Agabio). Nella predella episodi della vita di San Gaudenzio.
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Cappella della Madonna di Loreto All’interno di questa cappella, sulla parete destra è affrescato un Presepio attribuito alla scuola di Bernardino Lanino, proveniente dal soppresso monastero di Sant’Agata. Strappato dalla sua collocazione originaria, venne presumibilmente murato agli inizi dell’Ottocento a seguito delle leggi sulle soppressioni napoleoniche del 1810. L’opera riprende i moduli laniniani nella dolcezza e nella rotondità delle forme e dei profili delle figure; bella l’attenzione alla prospettiva dell’architettura e suggestivo il tramonto sullo sfondo che conferisce una calda luce rosata a tutta la scena.
Novara
Chiesa di San Nazzaro alla Costa Situata sul Colle della Vittoria nei pressi del cimitero urbano, la chiesa è già citata nel 1124, ma dell’originario edificio romanico non rimane nulla. Quella visibile oggi risale alla metà del XV secolo e la sua peculiarità resta negli affreschi, che la rendono un unicum nel panorama artistico novarese del Quattrocento. Tra le bellissime pitture, si ammirano quelle dell’arco trionfale relative alla vita di Gesù, una narrazione per immagini semplice ed immediata pensata per assolvere alla funzione pedagogica di Biblia pauperum e raccontata secondo lo schema classico. Qui, tra le altre scene, spiccano anche una delicata Natività, e l’Adorazione dei Magi, che ci introducono in un mondo fiabesco e raffinato ricorrente nella pittura milanese di fine Quattrocento.
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Novara
Chiesa di San Pietro al Rosario
Proprio nel mezzo in basso, ai piedi dei due santi domenicani, il tondo con l’Adorazione dei pastori. La scena è ambientata in un poetico notturno, rischiarata solo dalla figura esile e giocosa del Bambino, che irradia luce e illumina le figure dei pastori e della Vergine. La pennellata fluida e vibrante del Procaccini si muove rapida sui rilievi luminosi delle anatomie e delinea con forza figure e forme che emergono dal buio notturno. Due tele attribuite a Giuseppe Vermiglio (1585-1635) fanno parte della decorazione seicentesca della chiesa del Rosario e collocate nella parte alta del transetto sopra gli archetti delle cappelle laterali. Raffigurano il Riposo durante la fuga in Egitto e l’Adorazione dei Magi. Anche se la qualità non eccelsa delle tele fa propendere
La Chiesa di San Pietro al Rosario (1599-1618), situata in piazza Gramsci fu la sede novarese dell’Ordine Domenicano prima delle soppressioni napoleoniche. Si presenta internamente a navata unica con sei cappelle laterali. Conserva alcune opere di rilievo come la statua della Madonna del Latte, risalente al XV secolo ma ricavata da un preesistente monumento di epoca romana, la Vergine 14
del Rosario di Giulio Cesare Procaccini (1625) ed il ciclo di affreschi sulla vita di San Pietro di Giovanni Mauro della Rovere. La monumentale tela del Procaccini fu commissionata nel 1620 e collocata nella cappella nel 1625. Raffigura la Beata Vergine del Rosario con i Santi Domenico e Caterina e, tutto intorno, avvolti in racemi di rose, quindici tondi con i Misteri del Rosario.
per un corposo intervento della bottega del pittore, sono evidenti nei dettagli gli stilemi dell’artista alessandrino: ne l’Adorazione la luce, proveniente da sinistra, illumina come una lama i rilievi delle figure facendo brillare di bagliori lucenti gli ori delle vesti dei Magi e il pallore lunare degli incarnati del bambino e della Vergine.
Novara
Chiesa di San Marco A destra dell’altare maggiore si ammira una tela raffigurante l’Adorazione dei Magi di autore ignoto, copia del celebre affresco di Gaudenzio Ferrari, oggi conservato presso la Pinacoteca di Brera e proveniente dalla Chiesa di Santa Maria della Pace di Milano.
A sinistra in alto sulla volta una bella Natività anch’essa ripresa da un originale di Gaudenzio Ferrari, a testimonianza dell’interesse nei riguardi della opera del maestro valsesiano scelto come esempio e nume tutelare della pittura novarese del XVI secolo.
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Briona
Cameriano - Casalino
Chiesa di Sant’Alessandro
Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano
L’antica parrocchiale del paese è situata all’interno del cimitero e probabilmente risalente all’XI secolo. Lungo le pareti e le absidi si trovano affreschi del XIV e XV secolo di scuola locale, come l’affresco sulla parete sud nella prima campata della navatella di destra, attribuibile alla bottega di Giovanni De Campo, mostra nella parte superiore un’Adorazione dei Magi, di gusto tardogotico osservabile dai particolari curati e raffinati della scena,
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come il panneggio delle vesti di Maria, le ricche decorazioni degli abiti dei Magi, i dettagli del tetto della stalla e del recinto di vimini intrecciato. Nell’absidiola sud è inoltre visibile una Natività solo abbozzata (sinopia), che rappresenta un raro documento della tecnica pittorica dell’epoca. Qui sono tracciati la Vergine in posizione sdraiata accanto a San Giuseppe e in secondo piano due figure a cavallo in abiti popolari.
La chiesa fu consacrata dal vescovo Bescapè nel 1604; dietro l’altare maggiore si osservano i tre affreschi più antichi della chiesa che raffigurano, rispettivamente, due episodi della Vita di Gesù e il Martirio di Santo Stefano, al quale la parrocchiale è dedicata. Tra questi è interessante la scena con la Natività, databile alla fine del XVIII secolo e ripresa dalla tavola centrale del Polittico di Gaudenzio Ferrari, conservato nella collegiata di Arona. Il pennello dell’anonimo pittore che ha ripreso l’iconografia gaudenziana, delinea con colori pastello l’elegiaca scena con la Vergine che a mani giunte adora il Bambino, assistita da due angeli e da San Giuseppe che con delicatezza sorregge il Bambino seduto sul pagliericcio e conferma la precoce fortuna dell’iconografia gaudenziana nel nostro territorio.
Galliate
Grignasco
Santuario del Varallino
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La chiesa di San Pietro in Vulpiate, più conosciuta come Santuario del Varallino (perché riproduce in scala ridotta il Sacro Monte di Varallo Sesia), ha origine da una modesta cappella medievale. Fulcro della devozione l’affresco della Vergine col Bambino ritenuto miracoloso, intorno al quale l’edificio fu ricostruito nelle forme attuali tra fine ‘500 e metà ‘700. Lungo il perimetro dell’edificio sacro, si affacciano dieci cappelle laterali interamente affrescate e popolate di statue a grandezza naturale. In esse e nell’ampio presbiterio, sono rappresentati i Misteri del Rosario: sul lato destro quelli della Gioia, sul lato sinistro quelli del Dolore, nel presbiterio quelli
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della Gloria; nelle due attigue sacrestie, i Misteri della Luce. La cappella della Natività è arricchita da statue del plasticatore Grazioso Rusca e completata da affreschi di Francesco Antonio Biondi e di Antonio Pelosi. Nella scena la Sacra Famiglia che veglia il Bambino è contornata da alcuni pastori che riprendono nell’abbigliamento dettagli di moda tipici di contadini di fine ‘700; interessante il particolare ad affresco del suonatore di zampogna e la ricostruzione immaginata dal frescante di un grande locale sorretto da ampi archi con mangiatoia che potrebbe ricordare locali analoghi rintracciabili nelle cascine della bassa novarese.
Inserita nel nucleo medioevale del paese, la chiesa di Santa Maria delle Grazie è nota come la «gésa vègia» e ne fu per secoli il fulcro della vita civile. La bella abside semicircolare, con ciottoli a spina ed archetti pensili, denuncia l’antica origine dell’edificio che può farsi risalire alla fine dell’XI secolo. Fu successivamente ristrutturata nel corso del XV e del XVI secolo e ampliata a metà Seicento con l’aggiunta del corpo di fabbrica a sinistra della facciata. A seguito della consacrazione della nuova parrocchiale del Vittone fu progressivamente abbandonata e, alla fine del Settecento, fu divisa in due parti: una di proprietà comunale e l’altra della famiglia Durio che, nel 1989, la donò al Comune.
Conserva al suo interno due importanti cicli di affreschi: quello quattrocentesco, databile intorno al 1489, è attribuito alla bottega di Tommaso Cagnola; l’altro cinquecentesco al pittore novarese Angelo De Canta. Tra le scene affrescate e incorniciate da archi a tutto sesto spicca l’Adorazione dei Magi dove gli accenti gaudenziani, fatti di dolcezza e morbide rotondità di panneggi, si evidenziano in modo chiaro, così da concorrere alla ricostruzione dello stretto rapporto tra il maestro di Valduggia e la sua scuola.
Maggiora
Momo
Chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo
Oratorio della Santissima Trinità
L’ampia aula è un tripudio di stucchi, dorature, bassorilievi e tele dipinte tutte perfettamente concatenate e legate dall’armonia dei volumi e delle proporzioni che fanno della parrocchiale di Maggiora uno dei più nitidi esempi del barocco locale. Una perfetta fusione di architettura, scultura, decorazione e pittura: le lesene che scandiscono lo spazio della navata e dividono le cappelle sono alternate da nicchie con all’interno sculture in terracotta dipinta. Diversi sono gli autori che hanno lasciato le loro testimonianze fra i quali Lorenzo Peracino il Vecchio, Tarquinio Grassi e l’oleggese Cuzzio.
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Nelle cappelle troviamo un trionfo di marmi pregiati e stucchi, va menzionata la Cappella di San Giuseppe dove, incorniciato dalle due cariatidi in stucco e oro, campeggia la tela di Pier Francesco Gianoli con il Riposo durante la fuga in Egitto. Un’opera ricca di suggestioni: guardiamo la bellissima natura morta del canestro con il panno bianco, la gaiezza del Bambino che si protende verso San Giuseppe che gli porge un frutto, l’insolita figura della Vergine con il capo avvolto in un tessuto rigato.
Gli affreschi che ornano le pareti della chiesa costituiscono una straordinaria documentazione dell’arte novarese tra la fine del XV secolo e i primi decenni del secolo successivo. Le immagini presenti nei diversi registri dell’abside, nella campata presbiteriale e nelle altre tre campate che compongono la navata, senza tralasciare gli archi e i sottarchi che le separano formano una straordinaria moltitudine di scene ispirate dalle Sacre Scritture, una Biblia pauperum straordinariamente ricca che trasmette al visitatore il senso del fervore devozionale, avente come punti focali la Trinità, la Vita di Cristo e il Giudizio Universale. Riguardo i pittori che hanno realizzato i cicli affrescati all’interno dell’oratorio, è concorde da parte della critica l’attribuzione alla bottega dei Cagnola molto attiva nel novarese tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. La scena della Natività è inquadrata (a sinistra) in un ambiente naturale, con molti alberi e in lontananza si vedono alcune cime di montagne; a destra, invece, è dipinta una semplice capanna con pilastri e travature in legno con il tetto coperto di paglia. Giuseppe è inginocchiato con le braccia incrociate sul petto. La Madonna, anche lei inginocchiata, ha le mani giunte come in una preghiera ed è in adorazione del Figlio appena nato posto sul risvolto dell’ampio manto blu, iconografia molto diffusa in area piemontese. Il pastore che assiste alla scena, in abiti cinquecenteschi, con farsetto bordato di pelliccia bianca completa la scena che nella semplice impaginazione suggerisce un’atmosfera di serenità e di meraviglia.
Prato Sesia
Romagnano Sesia
Chiesa Parrocchiale di San Bernardo
Chiesa Abbaziale di San Silano
La chiesa risale al XIV secolo, ma si ha notizia che tra il XVII ed il XVIII secolo fu ampliata, assumendo l’aspetto che ha ai giorni nostri. L’attuale facciata risalente al 1870 è stata progettata da Ercole Marietti. Internamente la struttura è a tre navate con sei altari in marmo barocchi. Alla destra dell’altare maggiore è situato l’altare di San Giuseppe con una tavola della Natività databile tra il 1590 e il 1592, opera di Petrus Renulfus, pittore natio di Romagnano Sesia, che nella Diocesi novarese ha lasciato questa sola tela
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poiché si recò a lavorare nelle Marche, dove invece rimane testimonianza di molte altre sue opere. Il quadro presenta un’iconografia tradizionale ma singolare nella disposizione delle figure. Il Bambino è il punto centrale della scena; intorno Maria, San Giuseppe, un pastore e un angioletto in adorazione. Un personaggio impugnante una mazza ferrata e slegato dall’azione principale è raffigurato sullo sfondo. L’opera è una delle copie della tela di Tiziano andata perduta nell’incendio del Duomo di Novara.
Il pregevole olio su tela attribuito a Raffaele Crespi, padre di Giovanni Battista Crespi detto iI “Cerano”, è stato eseguito alla fine del Cinquecento; un’opera dai colori pacati e delicata composizione, in forte contrasto con l’ambientazione notturna. I personaggi del Presepe sono illuminati da chiaroscuri
di luce che provengono da Gesù Bambino, sovrastati da due putti che reggono il cartiglio con l’iscrizione Gloria in Excelsis Deo. A fare da corona alla Sacra Famiglia alcuni pastorelli in atteggiamento sereno e contemplativo.
Romagnano Sesia
Sizzano
Chiesa della Madonna del Popolo
Chiesa di San Grato
Quest’olio su tela è attribuito a Tarquinio Grassi che lo avrebbe eseguito sul finire del Seicento. Raffigura il Riposo durante la fuga in Egitto in cui Giuseppe e Maria contemplano con tenerezza domestica il Bambino che tende le braccia verso i putti che sormontano la scena, porgendogli dei frutti colti in alto da un albero. Sulla destra un angelo di schiena tiene per una corda un asino e in basso a destra si notano un bastone, una zucca fiasco e un cestino.
Il più antico documento che ricorda l’oratorio di San Grato risale al 1564, anche se le caratteristiche gotiche nella decorazione absidale lo fanno risalire a un paio di secoli prima. L’edificio è costituito da tre navate, con copertura a capriate e facciata è a capanna con grande oculo centrale. Al suo interno, nell’unica absidiola rimasta, sono visibili dei frammenti di affreschi riconducibili alla bottega del Cagnola, databili intorno agli anni ’80 del Quattrocento. I resti della Natività ricordano l’affresco con la Madonna dell’Umiltà conosciuta anche come Madonna della Febbre di
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Gionzana, tanto che si suppone che sia stato utilizzato per la realizzazione il medesimo cartone. Al centro del catino absidale il Cristo Benedicente sovrasta la scena della Natività, alla quale assiste anche Santa Anastasia; alla sua destra è visibile il frammento di una giovane donna, probabilmente intenta a lavare il Bambino; un pastore si affaccia dal muretto posteriore, sullo sfondo alcune montagne e qualche pecora, oltre ad una minuscola figura di pastore intento a suonare lo zufolo, su cui viene portato l’annuncio di un angelo che sorregge un cartiglio con la scritta “Anuncio vobis”.
Trecate
Chiesa di San Francesco La chiesa fu consacrata nel 1514; ad una struttura esterna austera e spoglia fa da contraltare un interno riccamente decorato, ad aula unica con sei cappelle laterali, un transetto piuttosto corto ed un presbiterio quadrato dotato di un coro rettangolare sul fondo. Diverse vicende si sono succedute nel corso dei secoli, portando l’edificio a un forte degrado; tra il 1985 e il 1990 venne però condotta una grande opera di restauri, restituendo alla comunità questo gioiello secentesco. Diversi artisti illustri hanno decorato il suo interno dalla fine del Cinquecento all’inizio del Settecento, a partire dal Cerano, autore degli affreschi del presbiterio, e successivamente si sono avvicendati i fratelli Lampugnani, il Montalto, e poi ancora i fratelli Nuvolone. Proprio Giuseppe Nuvolone è l’artefice di due opere di importanti dimensioni, quali l’Adorazione dei Magi e l’Adorazione dei pastori. La prima si presenta con una rassegna di personaggi abbigliati sontuosamente, mentre la seconda, di più modesta fattura, trova il probabile intervento di un collaboratore di bottega.
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Natività dipinte nel Novarese Domenica 12 dicembre 2021• Aperture straordinarie NOVARA Cattedrale di Santa Maria Piazza della Repubblica Dalle 15.00 alle 18.00
MOMO Oratorio della Santissima Trinità Strada Provinciale 229 Dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 16.30
Basilica di San Gaudenzio Via San Gaudenzio Dalle 11.30 alle 17.30
PRATO SESIA Chiesa Parrocchiale di San Bernardo Via Fra’ Dolcino 1 Dalle 11.00 alle 17.00
Chiesa di San Marco Via Negroni Dalle 9.00 alle 17.00 Chiesa di San Nazzaro alla Costa Colle della Vittoria Dalle 10.30 alle 16.30 BRIONA Chiesa di Sant’Alessandro Presso Cimitero di Briona Dalle 9.00 alle 17.00 CAMERIANO - CASALINO Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano Via Castello 4 Dalle 10.30 alle 17.00 GALLIATE Santuario del Varallino Via Varallino Dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00 GRIGNASCO Chiesa di Santa Maria delle Grazie Piazza Pinet Turlo Dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 16.30 MAGGIORA Chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo Piazza Caduti Dalle 12.00 alle 18.00 30
ROMAGNANO SESIA Chiesa Abbaziale di San Silano Via Gen. Ragni 24 Dalle 11.30 alle 18.00 Chiesa della Madonna del Popolo Via Novara Dalle 8.00 alle 18.00 SIZZANO Oratorio di San Grato Via G. Mazzini 31 Dalle 10.00 alle 12.00 TRECATE Chiesa di San Francesco Via Francesco Sforza Dalle 10.00 alle 12.00 È obbligatorio l’uso della mascherina ed evitare assembramenti.
Con il Patrocinio della Diocesi di Novara Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici Si ringraziano le Parrocchie, i Comuni, le Associazioni e i Volontari per la collaborazione.
L’elenco sempre aggiornato degli eventi natalizi è disponibile sul sito www.turismonovara.it
Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale della Provincia di Novara Piazza Martiri della Libertà, 3 - interno Castello - Novara tel. +39 0321 394059 - info@turismonovara.it - www.turismonovara.it @atlnovara Progetto: In Viaggio nel Novarese