TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”
ANNO XVII N. 04 ƒ 2 015 AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA
EDITORIALE Università: SOS al Paese
ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO / Torino - nr 4 - Anno 17- Dicembre 2015 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi
TUTTO_MISURE - ANNO 17, N. 04 - 2015
IL TEMA: METROLOGIA LEGALE E FORENSE Verifica dei contatori di energia La metrologia forense negli USA Autovelox: giustizia è fatta!
GLI ALTRI TEMI I vantaggi di essere piccoli Nuove norme: misura della pressione del piede
ALTRI ARGOMENTI La visione artificiale Metrologia generale La 17025 - Audit parte VII La misura del Software
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TUTTO_MISURE
ANNO XVII N. 04 ƒ 2015
IN QUESTO NUMERO Il DM 60/2015 e la verifica periodica dei contatori di energia elettrica The Italian decree 60/2015 and the periodic calibration of the electrical energy meters A. Ferrero, V. Scotti
251 La metrologia forense negli Stati Uniti Forensic metrology in the United States T. Vosk
255 Autovelox: giustizia è fatta! Parla il protagonista Autovelox: history of a sentence M. Tribolo
261 La taratura degli strumenti di misura: un tentativo di chiarimento di un problema fondamentale The calibration of measurement systems: trying to clarify a fundamental problem L. Mari
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Editoriale: Università: SOS al Paese (F. Docchio) 245 Comunicazioni, Ricerca e Sviluppo, dagli Enti e dalle Imprese Notizie nel campo delle misure e della strumentazione 247 Il tema: Metrologia legale e forense Il DM 60/2015 e la verifica periodica dei contatori di energia elettrica (A. Ferrero, V. Scotti) 251 Forensic metrology in the United States (T. Vosk) 255 Autovelox: giustizia è fatta! Parla il protagonista (M. Tribolo) 261 Gli altri temi: Misure per l’Industria I vantaggi di essere piccoli. Sistemi di posizionamento ad alta risoluzione e dal design miniaturizzato (G. Poli) 267 Gli altri temi: Nuove norme La misura della pressione plantare nella pratica clinica (L. Scalise, C. Giacomozzi) 271 La pagina di ACCREDIA Notizie dall’Ente di Accreditamento (a cura di R. Mugno, F. Nizzero, S. Tramontin) 275 La pagina di IMEKO IMEKO TC-19 e aggiornamenti sulle attività IMEKO (a cura di P. Carbone) 278 La pagina di A.L.A.T.I. Quante riferibilità delle misure...? (a cura di P. Giardina) 279 Campi e compatibilità elettromagnetica Accreditamento dei laboratori di prova operanti nel settore EMC Condizioni ambientali, assicurazione qualità (C. Carobbi) 281 Visione artificiale Telecamere lineari: linee guida per l’acquisto (a cura di G. Sansoni) 287 Misure e Fidatezza I fattori umani nell’analisi dell’affidabilità e del rischio – Parte I (a cura di M. Catelani, L. Cristaldi, M. Lazzaroni) 291 Tecnologie in campo La scansione a luce bianca, lo ski cross e le guarnizioni in Gore-Tex (a cura di M. Mortarino) 295 Metrologia generale La taratura degli strumenti di misura: un tentativo di chiarimento di un problema fondamentale (a cura di L. Mari) 301 Lettere al Direttore Sul nuovo Sistema Internazionale: Franco Pavese commenta l’articolo di Luca Mari (a cura di F. Docchio) 303 I seriali di T_M: La Misura del Software Quanto è grande un requisito? – Parte IV Misurare i requisiti non-funzionali: IFPUG SNAP (L. Buglione) 305 Manifestazioni, Eventi e Formazione 2016: eventi in breve 308 Metrologia legale e forense Autovelox! Sentenza della Corte Costituzionale e suoi effetti (a cura di V. Scotti) 309 Spazio Associazioni Universitarie di Misuristi Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi 311 Metrologia per tutti L’utilizzo del DOE negli esperimenti di accuratezza (a cura di M. Lanna) 315 Commenti alle norme: la 17025 Audit interno – Parte VII (a cura di N. Dell’Arena) 318 Abbiamo letto per voi 320 Forensic metrology – Scientific measurements and inference for lawyers, judges, and criminalists 320 News 262-272-274-284-286-288-290-292-293-294 300-304-307-314-317-319
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Franco Docchio
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Università: SOS al Paese
University: “mayday” to the Country Cari lettori! Ho riscontri chiari che, se nel mio editoriale scrivo d’Industrie o Enti, o anche solo esprimo pareri d’interesse generale, l’indice di lettura del mio Editoriale è elevato, mentre se tratto temi di pertinenza delle Università, l’audience si riduce. Certo è che non si può parlare d’innovazione tecnologica, progresso scientifico e industriale, progresso culturale, senza tener conto che le Università sono le sedi preposte alla ricerca scientifica e alla formazione dei protagonisti dell’evoluzione delle imprese (i laureati, i Dottori di Ricerca e gli studenti di Master). E allora fa male leggere, su queste colonne (v. pag. 313) l’intervento del Past President del Gruppo Misure Meccaniche e Termiche, Prof. Michele Gasparetto (cui auguro un sereno collocamento a riposo dopo tanti anni di lavoro), con il carnet de doleances relativo al taglio dei Fondi FFO, all’insufficienza del turnover, che di fatto “stritola” la potenzialità dell’erogazione della didattica, alla cancellazione delle immissioni in ruolo dei Ricercatori, alla diminuzione sistematica dei Fondi di Finanziamento Ordinario (FFO) a livelli ante - 1996. Fa ancora peggio (per Docenti Universitari ormai “attempati”, come il sottoscritto) avere la consapevolezza che la propria figura professionale sia drammaticamente svilita e umiliata. Siamo infatti rimasti l’unica categoria di lavoratori dello Stato i cui scatti stipendiali di carriera sono rimasti bloccati da molti anni (in tutti gli altri comparti, inclusi quelli del sistema della Ricerca, sono stati via via sbloccati). Il perdurare di questa situazione, ovviamente, non penalizza molto i Docenti anziani, ma penalizza moltissimo i Ricercatori, costretti a stipendi e a progressioni di carriera che impallidiscono in confronto a quelli dei loro omologhi inquadrati in Università americane o tedesche. E questo è un vero peccato, stante il fatto che i nostri ricercatori, nonostante le ristrettezze dei fondi destinati alla ricerca con cui si devono confrontare, sono in posizione apicale in termini di pubblicazioni scientifiche, e che la nostra didattica (a parte qualche scollamento con le esigenze del sistema produttivo, delle quali i Ministeri sono
ugualmente o più responsabili di noi) consente comunque di “sfornare” laureati ambiti in Italia e all’estero. È di questi giorni l’iniziativa di “disobbedienza civile” dei Docenti Universitari, che protestano contro il blocco degli scatti stipendiali congelando la propria partecipazione al processo di Valutazione della Qualità della Ricerca, avviato per la seconda volta dall’ANVUR (la cosiddetta “viquerre”). Con interi Dipartimenti e Senati Accademici che appoggiano l’iniziativa. Chi vuole leggere questa presa di posizione come un rifiuto di farsi valutare dal sistema, sbaglia: nel mio Ateneo ho fior di colleghi allineati su queste posizioni, la cui produzione e immagine scientifica non hanno nulla da temere rispetto a una valutazione nazionale o internazionale. E allora? Siamo veramente inefficienti? Siamo veramente socialmente inutili, tanto da non meritare attenzione riguardo al ricambio generazionale della nostra “forza lavoro” e al nostro trattamento retributivo? È così superflua e priva di valore la nostra ricerca di base, se i Fondi di Finanziamento diminuiscono costantemente? Dicevo all’inizio che quando scrivo dell’Università pochi mi leggono. E dunque questa volta mi sono lanciato con un titolo che dovrebbe attirare l’interesse di imprese ed Enti. L’Università ha bisogno di sentirsi parte del mondo produttivo, ha bisogno di sentirsi viva e apprezzata dal comparto industriale, delle professioni e degli Ordini. I Docenti e i Ricercatori (o almeno la stragrande maggioranza di essi) vogliono contribuire al progresso culturale, scientifico e sociale del nostro Paese e del mondo, e vogliono (nonostante giudizi d’inefficienza del passato, espressi anche da esponenti governativi!) cercare solidarietà e appoggio nel mondo produttivo. Per questo spero vivamente che non vi fermiate alle prime righe o addirittura al titolo ma, se arriverete fin qui, accogliate il mio invito a commentare l’articolo o a inviarmi “Lettere al Direttore”. Detto questo (negli ormai completati sei anni di Direzione questa è la prima richiesta di aiuto!), auguro ancora una volta a chi mi legge sotto l’albero, in compagnia dei suoi cari, un felice Natale e un proficuo 2016, sperando che sia la volta buona per un deciso cambio di rotta rispetto al passato. E… arrivederci ad A&T! Buona lettura! Franco Docchio
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COMUNICAZIONI, RICERCA E SVILUPPO DA ENTI E IMPRESE
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La Redazione di Tutto_Misure (franco.docchio@unibs.it)
Notizie nel campo delle misure e della strumentazione da Laboratori, Enti e Imprese
del cliente tramite l’applicazione efficace del sistema, compresi i processi per migliorare il sistema stesso e assicurare la conformità ai requisiti del cliente e ai requisiti cogenti applicabili. Tutti i requisiti sono di carattere geneRIASSUNTO rale e previsti per essere applicabili a L’articolo contiene una panoramica delle principali notizie riguardanti risul- tutte le organizzazioni, indipendentetati scientifici, collaborazioni, eventi, Start-up, dei Gruppi di R&S Italiani nel mente da tipo o dimensione, o dai campo della scienza delle misure e della strumentazione, a livello sia teo- prodotti forniti e servizi erogati. rico sia applicato. Le industrie sono i primi destinatari di queste notizie, poi- UNI EN ISO 9001:2015 “Sistemi di ché i risultati di ricerca riportati possono costituire stimolo per attività di Tra- gestione per la qualità – Requisiti“, sferimento Tecnologico. Euro 98,00 + iva (in lingua italiana) – Euro 72,00 + iva (in lingua inglese) UNI – ENTE ITALIANO f) Cultura metrologica: esigenze, stato La norma, disponibile sia in formato elettronico sia in formato cartaceo, DI NORMAZIONE e prospettive g) La normazione CEN sullo smart sarà scontata del 15% ai soci effettivi. Per informazioni: Settore Vendite, Tel. Normativa tecnica “Metrologia: metering 0270024200 (call center dalle 8.30 l’arte della misurazione“ alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00, Qualità: pubblicata dal lunedì al venerdì). la nuova edizione Email: diffusione@uni.com della norma internazionale UNI EN ISO 9001:2015 La norma internazionale UNI EN ISO 9001:2015, che ritira e sostituisce la PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO Sul n. 8 della rivista U&C di settembre UNI EN ISO 9001:2008, specifica i PER ANTARES VISION 2015, edita da UNI, è stato pubbli- requisiti di un sistema di gestione per cato il Dossier “Metrologia: l’arte la qualità quando un’organizzazione: della misurazione“. In questo dossier – ha l’esigenza di dimostrare la prosi parla di alcuni temi centrali relativi pria capacità di fornire con regolarità alla normazione tecnica in ambito prodotti o servizi che soddisfano i metrologico: dai documenti quadro requisiti del cliente e i requisiti cogenVIM (Vocabolario Internazionale di ti applicabili; Metrologia) e GUM (Guida all’espres- – mira ad accrescere la soddisfazione La Società Antares Vision srl, già startsione dell’incertezza di misura), sino up del Laboratorio di Optoelettronica a interessanti applicazioni specifiche dell’Università di Brescia tramite l’Isti(smart meters). In particolare, i temi tuto Nazionale di Fisica della Matetrattati nel Dossier sono: ria, è stata insignita di un prestigioso a) La Commissione Metrologia riconoscimento: “The Elite Award for b) Il Vocabolario Internazionale di Growth Strategy of the Year“. È stata Metrologia (VIM): Passato, presente e infatti riconosciuta l’organizzazione futuro europea con la più significativa stratec) La revisione della Guida all’espresgia organica di crescita internazionasione dell’incertezza di Misura (GUM) le, con livelli brillanti di vendite, profitd) La revisione del Sistema Internazioti e acquisizione di quote di mercato. nale di Unità (SI): una rivoluzione in La Società, recentemente, ha inauguarrivo? rato la nuova sede a Travagliato (Bree) Metrologia legale: questa sconoscia). È specializzata in sistemi di sciuta NEWS IN MEASUREMENT AND INSTRUMENTATION This section contains an overview of the most significant news from Italian R&D groups, associations and industries, in the field of measurement science and instrumentation, at both theoretical and applied levels.
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N. 04ƒ ;2015 AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIE 2015 – INVITO AI RICERCATORI UNIVERSITARI E INDUSTRIALI A PORTARE LE PROPRIE ESPERIENZE AL PROSSIMO EVENTO
teri). Dopo la valutazione del Comitato Scientifico, la comunicazione di accettazione verrà inviata all’autore entro il 31/01/2016. La composizione delle sessioni verrà ufficializzata entro il 28/02/2016. Non è richiesta alcuna memoria scritta per pubblicazione. TUTTO_MISURE dedicherà ampio spazio nel 2016 alle memorie che avranno ottenuto le migliori valutazioni. Per ulteriori informazioni: A&T – Massimo Mortarino (segretario del CS) – Tel. 011/0266700 – Email: mmortarino@affidabilita.eu CEI – COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO
La prossima edizione di A&T (Torino Lingotto, 20-21 aprile 2016) prevede un’importante novità aggiuntiva a livello contenutistico, per quanto riguarda i tre focus principali (oltre a Robotica e Meccanica, il settore “MISURE e PROVE“): le sessioni specialistiche, dedicate a specifiche tematiche, che ospiteranno presentazioni di 15 minuti, a cura di ricercatori e rappresentanti di aziende e mirate esclusivamente ad ambiti applicativi. I temi delle sessioni specialistiche (focus MISURE e PROVE) sono i seguenti: Caratterizzazione materiali, componenti e apparecchiature – Misure Elettriche ed Elettroniche, EMC – Prove ambientali – Prove a fatica – Analisi filtri, fluidi e gas – Tenuta e pressione – Vibroacustica – Simulazione, Virtual testing – Controlli di processo – Controlli qualità in produzione – Misure e Controlli dimensionali – Misure chimico-fisiche – Taratura strumenti. La “call for speech“ ha già raccolto un ampio numero di adesioni. Per consentire tuttavia al mondo dei misuristi Universitari di partecipare, la deadline per l’invio delle testimonianze è estesa al 20 Gennaio 2016. Per proporre la propria testimonianza, inviare via posta elettronica (metrologia@affidabilita.eu): 1. Titolo e riferimenti degli autori; 2. Breve riassunto del contenuto della presentazione (massimo 1.000 carat-
Terminati gli International Joint Meetings CISPR/IEC Si sono conclusi a Stresa gli International Joint CISPR/ IEC Meetings: 350 delegati provenienti da tutto il mondo si sono riuniti nell’ambito dei Comitati CISPR, TC 77, TC 106 e TC 8 per predisporre la normativa mondiale riguardante i sistemi elettrici, la protezione contro i radiodisturbi, la compatibilità elettromagnetica e l’esposizione umana ai campi elettromagnetici. L’incontro mondiale, ospitato dal CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano, ha ottenuto il patrocinio dalla Regione Piemonte ed è stato organizzato con il supporto di alcune tra le più importanti imprese di settore quali ABB, AFJ Instruments, CESI, EMC – Partner, ENEL, GEWISS, NARDA STS, PRIMA Ricerca & Sviluppo, ROHDE & SCHWARZ, SCAME PARRE, SOLIANI EMC, TECNOLAB e WIND Telecomunicazioni e con la collaborazione tecnica di RSE – Ricerca Sistema Energetico. MISURANDO.ORG CERCA NUOVI COLLABORATORI! (DA ENRICO RECCAGNI, IDEATORE E GESTORE DEL SITO)
Dopo circa due anni dalla prima
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visione e controllo e soluzioni di riferibilità per il packaging farmaceutico. I suoi sistemi sono stati selezionati dalle 20 più importanti società farmaceutiche internazionali. www.antaresvision.com.
COMUNICAZIONI, RICERCA E SVILUPPO DA ENTI E IMPRESE
indicizzazione, il forum www. Misurando.org sta raggiungendo un traguardo importante: quasi 1.000 sono gli utenti iscritti! Il sito, che ha come argomento principe la Metrologia e la Taratura, è frequentato mensilmente da più di 5.000 naviganti del web e ciò ci dà enormi stimoli per migliorare continuamente i contenuti del forum, dal punto di vista tecnico sia pratico sia teorico. Come si può evincere già dalla Homepage, alla voce “Concetti generali di metrologia“, i lettori hanno a disposizione una vasta gamma di articoli che possono essere usati per l’apprendimento propedeutico della Metrologia teorica e pratica. Chi non conoscesse ancora il sito è invitato a leggere la presentazione “Misurando, Metrologia & Co“, all’indirizzo www.misurando.org/forum/Tmisurando-metrologia-co. Il sito è in continuo miglioramento, e dunque è gradita la partecipazione di un numero sempre maggiore di professionisti che possano collaborare con il suo staff. Chi ha conoscenza della materia o è un Ricercatore, Ingegnere o Professore universitario, è atteso per aiutare la community a diventare ancora più grande. Per informazioni, si prega di accedere al seguente articolo: Collabora con Misurando (www.misurando.org/forum/Tcollabora-con-misurando). A questo proposito si segnala l’ultimo articolo scritto dall’Ing. Claudia Ruggeri, che introduce nel mondo delle Prove e Misure di Compatibilità Elettromagnetica, descrivendone le peculiarità principali fornite dalla Norma CISPR16 che specifica at trezzature e metodi per misurare disturbi e immunità. L’articolo si trova al seguente link: www.misurando.org/forum/ T-misure-di-compatibilitaelettromagnetica-emc. Mi raccomando: partecipate numerosi!
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METROLOGIA LEGALE E FORENSE
IL TEMA
Alessandro Ferrero 1, Veronica Scotti 2
Il DM 60/2015 e la verifica periodica dei contatori di energia elettrica
THE ITALIAN DECREE DM 60/2015 AND THE PERIODIC CALIBRATION OF THE ELECTRIC ENERGY METERS This article discusses some critical points in the recent Italian decree that regulates the periodic calibration of the electric energy meters, in compliance with the EU Directive 2004/22/CE (MID). These points are discussed with respect to the best practice in metrology and the bylaws in other EU and non-EU countries. RIASSUNTO L’articolo analizza alcuni aspetti critici del recente DM 60/2015 con cui sono regolate le verifiche periodiche dei contatori di energia elettrica attiva, ai sensi del D.Lgs. 22/2007 di recepimento della MID. Le criticità considerate sono discusse anche mettendole a confronto con la buona pratica delle misure e i regolamenti in materia di alcune nazioni europee ed extra-europee. FINALMENTE!
Il 24 marzo 2015 il Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) ha emanato il Decreto n. 60, “Regolamento concernente i criteri per l’esecuzione dei controlli metrologici successivi sui contatori di energia elettrica attiva, ai sensi del Decreto Legislativo 2 febbraio 2007 n. 22, attuativo della direttiva 2004/22/CE (MID)”. Viene spontaneo accogliere questo DM con un: “Era ora!”. In fondo sono passati solo 8 anni dall’entrata in vigore del D.Lgs. 22/2007 di recepimento della MID, e solo 11 anni dalla MID stessa. Esiste già una nuova versione della MID – la direttiva 2014/32/EU – e in Italia si arriva finalmente a stabilire per decreto che anche lo strumento più diffuso in assoluto (circa 30 milioni di contatori installati) e quello sulle cui misure si basano le transazioni economiche di entità complessiva probabilmente più elevata deve essere assoggettato a controlli metrologici periodici come tutti gli altri strumenti. A voler fare i pignoli si potrebbe notare che si parla di controlli metrologici successivi e non di tarature, come la buona metrologia vorrebbe, ma … accontentiamoci! In fondo, motivi per essere contenti ce ne sono. Il primo è ovviamente
LA PERIODICITÀ DEI CONTROLLI
Considerato che il DM 60 fissa i criteri per i controlli metrologici successivi, la periodicità di questi controlli è il primo dato che balza all’occhio. Qui il DM non lascia alcun dubbio: 15 anni per i contatori di bassa tensione (i più diffusi) e 10 anni per quelli di media e alta tensione. Non sono previste riduzioni della periodicità per le verifiche successive alla prima. Francamente, sono intervalli di tempo che suscitano parecchie perplessità. La prima domanda che ci si pone è sulla base di quale criterio siano stati fissati. La raccomandazione R46-1-2013 dell’OIML [1], peraltro implicitamente ripresa dalla MID, recita: “The manufacturer shall provide evidence to support the durability claim”. Sembra logico fissare gli intervalli di taratura in accordo con la durabilità dichiarata dal costruttore. Qual è? E quale evidenza è stata fornita a sostegno del dato dichiarato? Mistero. Peraltro, chiunque si occupi di misure e strumentazione sa bene quanto sia difficile mantenere le prestazioni metrologiche di strumenti elettronici per tempi superiori a qualche anno, soprattutto in strumenti che restano in funzione in permanenza e in condizioni ambientali non controllate e fortemente stressanti: basta pensare alle variazioni di temperatura a cui possono essere soggetti i contatori. Neppure gli strumenti a bordo delle sonde spaziali lanciate ai confini del sistema solare, ben più costosi di un contatore di energia elettrica, riescono a garantire tempi così lunghi. Tanto è vero che
l’affermazione del principio che i contatori di energia elettrica non sono strumenti degli dei, infallibili e immortali, e vanno sottoposti a controlli periodici. Il secondo è che questi controlli debbono essere effettuati da organismi accreditati e che l’organismo italiano di accreditamento è ACCREDIA; quindi non è il distributore a controllare i propri strumenti come, nei fatti, avveniva finora. Il terzo è che per la prima volta si fa riferimento alle raccomandazioni dell’OIML per l’individuazione degli errori massimi ammissibili, ove non fissati da specifiche norme armonizzate. Certamente non è poco. Ma è abbastanza per accontentarsi e applaudire al DM? Secondo noi no. Riconosciuto che il DM è un primo importante passo, non si può non evidenziarne alcune criticità, dal punto di vista sia tecnico sia giuridico, che riteniamo debbano essere superate, in modo da garantire chiarezza e trasparenza, requisiti fondamentali della metrologia tout court e della metrologia legale in particolare, per tutelare la fede pubblica. Nel seguito verranno quindi analizzati i punti salienti del DM, nella speranza che una costruttiva critica tecni- 1 Politecnico di Milano ca e giuridica possa essere utile per alessandro.ferrero@polimi.it un’auspicabile nuova versione rivedu- 2 Avvocato del Foro di Milano veronica.scotti@gmail.com ta e corretta del DM 60.
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vengono tenuti inattivi per la maggior parte del volo, riattivati in prossimità dell’obiettivo e riverificati da remoto. Le perplessità non scemano se si guarda cosa viene fatto in altri Paesi. Nel Regno Unito le verifiche sui contatori sono regolate dal “The Meters (Certification) Regulations 1998” [2] e, salvo diversamente specificato (per contatori elettromeccanici), gli intervalli tra controlli successivi sono di 10 anni. In Canada le misure di metrologia legale sono regolate dal Ministero dell’Industria con un apposito “Electricity and Gas Inspection Act” (disponibile on-line all’indirizzo: http://laws-lois.justice.gc. ca/eng/acts/E-4/index.html), emanato nel 1985 ed emendato l’ultima volta nel 2014. Per i contatori elettronici di energia elettrica è prevista una prima verifica a 6 anni dall’installazione e verifiche successive ogni 4 anni. Per alcuni contatori che soddisfano a condizioni molto più stringenti, la prima verifica è a 10 anni dall’installazione e le successive ogni 8 anni. Balza all’occhio che un contatore elettronico installato in Canada viene verificato 3 volte prima che in Italia subisca una sola verifica. C’è ancora un punto che suscita perplessità. L’art. 8 comma 2 del DM 60 obbliga il titolare del contatore a chiedere la “verificazione” periodica entro la scadenza della precedente. Peccato però che da nessuna parte si faccia obbligo ad alcuno di eseguire la verifica entro un tempo prestabilito. Insomma, se passasse un anno tra la richiesta e l’esecuzione della verifica (e la cosa non sarebbe affatto sorprendente, viste le italiche tempistiche), il contatore resterebbe in funzione per 16 anni senza alcuna verifica. Peraltro, al riguardo, non si può sottacere l’ambiguità della definizione di titolare del contatore che, secondo quanto stabilito dal detto regolamento ministeriale all’art. 2, è la persona fisica o giuridica titolare della proprietà di detto contatore o che, ad altro titolo (quale?), ha la responsabilità dell’attività di misura. Secondo lo schema ordinario tradizionale (quanto meno dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia), il contatore ha sempre costitui-
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IL TEMA
to bene di proprietà del soggetto incaricato della distribuzione dell’energia elettrica. Ciò a prescindere dal trader che si incarica esclusivamente della vendita all’utente finale, percependo un corrispettivo calcolato sulla base delle misure effettuate dal distributore, in relazione all’energia prelevata. Ora, questa nuova definizione, sebbene apparentemente chiara, nasconde alcune insidie sotto il profilo interpretativo. In ordine alla proprietà del contatore, risulta pacifico che la stessa appartenga al soggetto distributore il quale, al momento della richiesta di attivazione di una fornitura di energia non servita da alcun contatore, ne impone l’installazione e provvede al riguardo. Invece, più complessa risulta la successiva definizione di titolare con riferimento a un altro titolo che attribuirebbe la responsabilità dell’attività di misura; in altri termini, quali caratteristiche dovrebbe avere un altro titolo giuridico per attribuire legittimamente la responsabilità dell’attività di misura ad altro soggetto diverso dal proprietario? In mancanza di precise indicazioni normative in tale senso, potrebbe anche verificarsi l’ipotesi in cui il proprietario del contatore (cioè il distributore), mediante un semplice contratto di gestione, deleghi le operazioni di misura, indi i conseguenti oneri (e connesse responsabilità), ad altro soggetto che verrà pertanto considerato, in ragione degli accordi conclusi con il proprietario del contatore, il titolare del contatore ai fini del regolamento in esame. I CRITERI DI VERIFICA
Il DM 60 distingue tra verifica periodica (art. 4) e controlli metrologici casuali (art. 5), che possono essere eseguiti dalle Camere di Commercio casualmente, senza determinata periodicità e senza preavviso (art. 5, comma 1), oppure eseguiti in contraddittorio su richiesta del titolare del contatore o di altra parte interessata nella misurazione (art. 5, comma 2). È assolutamente condivisibile quanto specificato al comma 3 dell’art. 5, e cioè che nei controlli casuali sono effettuate una o più prove previste per la
verifica periodica e gli strumenti di misura impiegati debbono rispettare le medesime prescrizioni previste per le verifiche periodiche (art. 9). Quindi stesse prove e stesse condizioni di prova. Perché allora il comma 4 dell’art. 5 consente che gli errori massimi tollerati in sede di controllo casuale siano superiori del 50% rispetto a quelli stabiliti per la verifica periodica? Di solito uno strumento non si spaventa di un controllo senza preavviso, e la scienza delle misure dice che, a parità di condizioni di misura, il risultato non cambia, ovviamente all’interno dell’incertezza di misura dichiarata. Allora perché questo comma? Si è reso conto il legislatore che così facendo, senza nessuna evidente giustificazione tecnica, alimenta i sospetti dei complottisti in servizio permanente effettivo sulla possibilità del gestore di modificare da remoto i parametri metrologici del contatore? Era davvero necessario questo comma? Mistero ancora una volta. Desta perplessità anche il comma 6, sempre dell’art.5, in cui si stabilisce che i contatori installati prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 22/2007 di recepimento della MID possono subire solo controlli casuali, ma non sono soggetti alle verifiche periodiche. Anche in questo caso non si comprende la motivazione tecnica di questo comma che, come peraltro già anticipato in un precedente articolo [3], rischia di essere travolto da una pronuncia d’illegittimità costituzionale per eccesso di delega da parte del Governo, considerato che nel testo del decreto legislativo è stata introdotta questa specifica deroga non prevista nella legge con cui il Parlamento incaricava l’esecutivo per il recepimento della direttiva MID. In ogni caso, a prescindere da tale (ancora meramente potenziale) declaratoria d’incostituzionalità per eccesso di delega, non si può trascurare il fatto che una simile previsione, che determina un’ingiustificata distinzione tra strumenti identici quanto a categoria e funzione, potrebbe comunque essere disapplicata da parte dei giudicanti in considerazione della sua irragionevolezza e illogicità. Purtroppo, però, le conseguenze in una simi-
N. 04ƒ ;2015 le ipotesi sarebbero opposte a quelle sperate: si creerebbe un vuoto normativo con riguardo ai contatori di energia elettrica attiva ante-MID (quelli previsti dall’art. 22 D.Lgs. 22/2007, mai rimossi dalla loro sede e non soggetti a controlli periodici) poiché, a seguito della disapplicazione di tale disposizione, il giudice non potrebbe ricorrere alla norma che disciplina i contatori MID con l’evidente effetto (ancora più assurdo della disposizione stessa!) di precludere qualsiasi controllo, sia quelli casuali sia quelli in contraddittorio, sui contatori ante-MID. IL LIBRETTO METROLOGICO
Il comma 4 dell’art. 4 prevede l’istituzione del libretto metrologico per ciascun contatore. L’allegato II al DM elenca le informazioni minime da riportare nel libretto. Tra queste ci sono data ed esito della verifica periodica o del controllo casuale. È certamente condivisibile il principio di dotare anche i contatori di un libretto metrologico e riportare nel libretto data ed esito di verifiche e controlli. Preoccupa però che, nelle informazioni minime richieste, non ci siano dettagli su cosa si intende per esito della verifica. Se si richiede solo un’informazione del tipo verifica superata/non superata, non solo questa informazione è inutile nel pianificare controlli successivi (per esempio anticipati rispetto alla verifica periodica se gli errori rilevati sono prossimi al limite massimo ammissibile), ma risulta anche non conforme alle indicazioni della raccomandazione R46-3:2013 “Active electrical energy meters. Part 3: Test report format” dell’OIML [4]. All’art. 4, ad esempio, si trova la tabella indicata in Fig. 1, che raccomanda i valori da indicare nel rapporto della prova di verifica del non superamento degli errori massimi ammissibili. È immediato comprendere che riportare questi valori (o anche solo una parte, se alcune prove si ritiene non siano significative) nel libretto metrologico è assi più utile della semplice indicazione passed o failed. A meno che non si interpreti la verifica come un mero
Figura 1 – Esempio di rapporto di verifica periodica come raccomandato dalla raccomandazione R46-3:2013 dell’OIML
adempimento burocratico, un timbro aggiuntivo da apporre per soddisfare il requisito di una norma non compresa perché non compresa è l’utilità di una taratura periodica nel tenere sotto controllo le prestazioni metrologiche di uno strumento. In tal caso i soldi spesi per la verifica periodica sarebbero gettati al vento. Un ennesimo spreco dei tanti che ci affliggono! GLI ORGANISMI
Questo è un punto delicato che, nella attuale formulazione, risente certamente della stratificazione, nel corso dei decenni, di competenze e ruoli tra i diversi organismi che, a vario titolo, si sono occupati di omologazione, verifica e controllo dei contatori di energia elettrica. Non sorprende, quindi, che il DM non abbia voluto sovvertire lo status quo. In prospettiva futura, però, questa situazione non sembra sostenibile. Il contatore è uno strumento e la verifica periodica è, dal punto di vista metrologico, una taratura a tutti gli effetti. Ne consegue che gli organismi cui sono affidati i controlli non possono
essere altri che i Laboratori di prova e taratura conformi ai requisiti della UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 e accreditati da ACCREDIA che, si ricorda, è l’unico organismo italiano di accreditamento dei Laboratori di prova e taratura. In quest’ottica non si comprende come gli organismi conformi ai requisiti della UNI CEI EN ISO/IEC 17020:2012 (che riguarda gli organismi che eseguono ispezioni), quelli conformi ai requisiti della UNI CEI EN 45011:1999 (che riguarda gli organismi di certificazione di prodotti) e quelli conformi ai requisiti della UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012 (che riguarda gli organismi di certificazione di prodotti, processi o servizi) possano essere considerati come alternativa ai Laboratori accreditati 17025 per l’esecuzione delle verifiche periodiche. Il soddisfacimento dei requisiti della 17020, della 17065 e della 45011, oltre e non in alternativa alla 17025, è certamente utile e auspicabile a ulteriore garanzia d’indipendenza degli organismi. Viceversa, considerarli in alternativa, non solo come comprensibile norma transitoria, ma anche a regime, rischia ancora una volta di alimentare il
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N. 04ƒ ; 2015 sospetto che si voglia costruire un percorso “facilitato”, rispetto agli altri strumenti, per il contatore. E anche questo non va a favore delle garanzie di lealtà della misura che la metrologia legale dovrebbe dare. CONCLUSIONI
Abbiamo iniziato queste brevi note con un “Finalmente!” che qui vogliamo confermare. Il DM 60/2015 era da tempo atteso e colma una lacuna normativa a nostro parere intollerabile. La sua entrata in vigore è quindi assolutamente benefica all’intero settore. Ciò non ci esime, tuttavia, dal mettere in evidenza alcune criticità che, se non rimosse da successive auspicabili modifiche, rischiano d’inficiare l’efficacia di questo decreto nel disinnescare le tante, in parte giustificate, polemiche che hanno accompagnato il recepimento della MID per la parte relativa ai contatori di energia elettrica attiva. Speriamo che le critiche sopra mosse possano costituire un interessante spunto di riflessione utile a rimuovere quelle che, a nostro parere, sono ambiguità e incongruenze della attuale versione del DM 60/2015. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1. International recommendation OIML R46-1-2013 “Active electrical energy meters. Part 1: Metrological and technical requirements“. 2. UK Minister for Science, Energy and Industry, “The Meters (Certification) Regulations 1998”, disponibile on line: www.legislation.gov.uk/uksi/1998/1566/made. 3. Scotti V., “I contatori elettrici: il caso in Parlamento, in attesa di specifiche norme di riferimento”, Tutto_Misure, vol. XVI, n. 1, 2014, pp. 71-72. 4. International recommendation OIML R46-3:2013 “Active electrical energy meters. Part 3: Test report format“.
Alessandro Ferrero è Professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il Politecnico di Milano. Si occupa di misure sui sistemi elettrici di potenza, di elaborazione numerica di segnali, di metodi di valutazione ed espressione dell’incertezza di misura e di metrologia forense. Ha presieduto il GMEE nel triennio 20042007 e la Instrumentation and Measurement Society dell’IEEE nel biennio 2008-2009. Attualmente è Editor in Chief delle IEEE Transactions on Instrumentation and Measurement. Veronica Scotti è avvocato iscritto al Foro di Milano e pratica la libera professione dal 2000, occupandosi di contenzioso giudiziale e stragiudiziale in ambiti che coinvolgono aspetti tecnici, quali urbanistica, ambiente e prodotti CE. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano per materie giuridiche e collabora con associazioni internazionali attive nel campo delle misure (quali IEEE). In diverse occasioni è stata invitata a tenere seminari e tutorial relativi alla metrologia forense e legale. È collaboratrice permanente di Tutto_Misure.
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METROLOGIA LEGALE E FORENSE
IL TEMA
Ted Vosk
Forensic metrology in the United States
METROLOGIA FORENSE NEGLI STATI UNITI
Il presente articolo ha lo scopo di descrivere brevemente i progressi raggiunti dalla metrologia negli USA in ambito forense, soprattutto per quanto riguarda le analisi tossicologiche, in primis l’etilometro. Lo scenario rappresentato nell’articolo dimostra che alcuni tribunali americani hanno ormai riconosciuto valore giuridico alle nozioni di base della metrologia, in specie l’incertezza di misura, attribuendo loro un peso talmente rilevante da divenire parte essenziale della decisione del giudice. Nel contempo viene evidenziato che gli orientamenti delle corti non sono ancora del tutto omogenei: pertanto alcune decisioni ancora non considerano la metrologia e i suoi fondamenti come un elemento importante sebbene i casi da dirimere richiedano attività scientifiche di misura che risultano quindi penalizzate in ragione di una limitata conoscenza della materia da parte dei giudicanti.
SUMMARY
This article aims at briefly describing the progress reached by metrology in the USA in the forensic field, especially regarding toxicology analysis such as BrAC (breath alcohol test). The scenario represented in the article shows how some American Courts have recognized that the fundamentals of metrology have legal weigh, especially regarding uncertainty, so that they become as important as an essential element of the Court’s decision. At the same time, the article highlights that there are no homogeneous trends, because some decisions are still taken disregarding metrology and its basic elements even though cases to solve require measurement activities which are spoiled due to the limited knowledge of Courts about this matter. INTRODUCTION
Forensic metrology is the application of metrology to the investigation and prosecution of crime. Since forensic measurements are not fundamentally different from other scientific measurements, forensic metrology relies upon the same principles as metrology generally. The milieu in which forensic measurements are employed, however, is quite unique. At stake is an individual’s liberty, and those responsible for reviewing the evidence and making determinations are judges, lawyers, police officers and jurors who typically have little scientific background. If forensic science measurements are to facilitate the discovery of truth in the courtroom, then, adherence to sound metrological practices is critical.
include the appearance of papers, texts, talks, seminars, and consensus standards focusing on the application of metrology to forensic measurements. While this permits optimism, though, much work remains. This paper provides a snapshot of the role of forensic metrology in the US criminal justice system. RECOGNIZING FORENSIC METROLOGY
It has been argued by some prosecutors and government forensic scientists that forensic measurements are exempt from metrological requirements because forensic science is governed by different physical principles than other sciences. Whatever those principles may be, they have never been identified. Many responsible for performing and communicating forensic measurements are unfamiliar with metrological science. Even experts in fields such as toxicology or chemistry may be well versed in their discipline while possessing little sophistication with respect to measurement itself. The situation is even worse when law enforcement officers are responsible for these activities. Not surprisingly, some courts have accepted this argument, and ignore metrology altogether in their analysis of forensic measurements2. Most legal professionals have never heard the term metrology, and are completely unaware that there is a field of science dedicated to measurement itself. Accordingly, its principles are easily rejected by many judges and lawyers. One of the impediments to relying upon metrological principles at trial is
Unfortunately, metrological principles have been largely ignored by much of the forensic community, so that the reliability of even simple measurement results is often impossible to determine. This is exacerbated by the fact that “legislators, government officials, judges, lawyers, and juries are not noted for their technical literacy, let alone their understanding of the intricacies of metrology...” and so are ill prepared to act as a check1. The combination of these factors leads to verdicts obtained in reliance upon measured results that are not always supported by the science they are based on as well as statutory, regulatory and case law that undermines adherence to proper metrological requirements. Despite these difficulties, things have begun to improve. Signs of change Attorney/Forensic Consultant
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N. 04ƒ ;2015 WHAT FORENSIC MEASUREMENTS MEASURE
Many forensic measurements are relied upon because of what they tell us about something related to a measurand’s value rather than interest in the measurand itself. An example is measuring the impact angle of a bullet to determine a trajectory. Such measurements are need driven and determined by an investigator. Although not the focus of inquiry, they may play a significant role in its outcome. Other measurements form part of the definition of a crime or provide the basis for sentencing schemes. For example, the determination of a breath alcohol concentration (BrAC). These measurements are driven by law, which determines the measurement to be made and the focus is a particular quantity’s value. Difficulties may be created by the fact that a measurand is specified by lawmakers as opposed to scientists. Consider the example of breath alcohol testing. Different states define the measurand of a breath test differently3. It may be specified alternatively as the concentration of alcohol in one’s blood, alveolar air or end expi-
ratory breath. Because the response of a breath test machine is related to each of these quantities in a different manner, the result reported for a single individual has three distinct possible values depending on jurisdiction. Many forensic scientists and legal professionals do not fully understand the distinctions, which leads to confusion and misrepresentations in courtroom testimony and argument. End expiratory jurisdictions are particularly problematic in as much as the measurand is so under-defined that a given individual may not have a unique BrAC, but instead a set of infinitely many equally “true and correct” BrACs4. In these jurisdictions, not only may a Citizen’s measured BrAC, and hence guilt, be determined by an officer’s testing technique, but two individuals with identical physiological states may be measured to have very different BrACs. This raises significant Constitutional issues involving fairness and due process.
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that juries tend to be as unfamiliar with them as judges. Educating a jury during a criminal trial, however, is far more difficult than educating a judge pre-trial. This prevents many lawyers, who are themselves unfamiliar with these concepts, from raising them even where they provide valid defenses. The mindset of forensic and legal practitioners has begun to shift in recent years, though. Spurred on by courtroom battles and revelations, and led by groups such as SWGDRUG, the forensics community has begun to recognize the applicability and importance of metrology. Forensic labs are now actively working to put their measurements on a solid metrological foundation. This not only improves scientific work product, but makes it difficult to marginalize metrology in the courtroom.
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collected during the certification process and calculate the value that will be attributed to a solution. In 2005, the Lab modified the spreadsheet but never validated the modified programming. Two years passed before it was discovered that the modified spreadsheet was not properly performing the calculations needed for certification. This called into doubt breath test results statewide, tens of thousands of which were suppressed by courts5.
VALID FORENSIC MEASUREMENTS CALIBRATING FORENSICS
Most technologies relied upon to make forensic measurements have been generally validated. In other words, technologies such as gas chromatography, infrared spectroscopy and LIDAR have been shown to be capable of providing reliable measurements. Proper validation looks at more than just underlying technology, though. It covers the implementation of that technology by a lab and all aspects of the measuring process that may affect measurement results. This includes computers or computer software relied upon. Forensic labs, however, frequently fail to engage in full validation of their measurement processes. Consider the Washington State Toxicology Lab. It creates and certifies simulator solutions as reference standards for use in calibrating breath test machines as well as external standards to check calibration during breath tests. A spreadsheet is “programmed” by the Lab to process data
The importance of calibrating a measuring instrument prior to use is understood even by non-scientists. Many forensic programs, however, never calibrate their measuring instruments. Rather, once an instrument is delivered, single-point adjustments or verifications may be periodically performed, but the relationship between measured and “true” quantity values is never established. Although this significantly undermines the confidence that can be placed in a measurement and inferences based on it, many courts regularly permit such results to be relied upon to deprive Citizens of their liberties. Other courts, however, clearly understand the intricacies and importance of calibration. In State v. Richardson6, a Nebraska court found that evidence of the weight of cocaine possessed was inadmissible because inadequate information concerning a scale’s calibration had been supplied. The Court
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N. 04ƒ ; 2015 explained that general testimony that a Lab’s scales are calibrated annually and checked weekly is not enough. Rather: The foundation needed to be more specific to the particular scale used in this case, such as the time period during which the scale was calibrated prior to the weighing of the cocaine and greater detail regarding the procedures used in the calibration, including specifically whether the scale was tested against a known weight7. Even where labs have calibration programs, they often ignore basic requirements so that reliance upon their results may still undermine the justice system’s truth finding function. The State of Washington has a good breath test machine calibration program. All instruments are calibrated on an annual basis to measure the concentration of alcohol in an aqueous vapor over a range of 0.04 g/210 l to 0.15 g/210 l. Washington has a minor DUI statute, however, that prohibits those under 21 years of age from driving a motor vehicle with a BrAC in excess of 0.02 g/210 l. The reliability of measured values between 0.02 g/210 l and 0.04 g/210 l, however, cannot be determined due to each instrument’s range of calibration. Such results are nonetheless regularly relied upon in the prosecution of minors. An instrument’s bias (systematic error) is an important piece of information for criminal justice purposes. Failure to determine or account for an instrument’s bias increases the likelihood that Citizens will be deprived of their liberty based upon measured results that are artificially elevated or depressed. Unfortunately, few forensic labs determine or account for bias in their results. As a consequence, Citizens around the US are deprived of their liberty or receive enhanced sentences as a direct consequence of measurement results that are artificially elevated or depressed due to bias. In these instances, the results properly adjusted for bias would have actually supported innocence rather than guilt. FORENSIC TRACEABILITY
The first published case in the US to recognize the applicability of metrology to forensic measurements concerned traceability. In City of Seattle v. Clark-Munoz8, a State Toxicologist enacted regulations requiring that results of measurements made by thermometers during the breath alcohol test process be traceable to standards maintained by the National Institute of Standards and Technology (NIST). Unfortunately, he didn’t understand the elements of traceability and so failed to establish it for tens of thousands of breath tests. The State defended the Toxicologist’s actions arguing that he hadn’t intended metrological traceability, but something less stringent. The Trial Court rejected this reasoning that: …it would be remarkably unwise to accept, as the State suggests, that the community in which this language is to be construed is one entirely comprised of toxicologists
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dealing with breath alcohol testing. The scientific community in general uses metrology on a regular basis and, as a whole, abides by certain understandings and protocols… If the citizens of the State of Washington are to have any confidence in the breath testing program, that program has to have some credence in the scientific community as a whole9. The Washington State Supreme Court agreed and adopted the definition of traceability set forth in the International Vocabulary of Basic and General Terms in Metrology10. In a 2011 case out of California, a government forensic scientist was cross-examined concerning traceability in the context of blood alcohol measurements11. Despite the adversarial nature of cross-examination, the defense counsel was able to lead the witness through a lay explanation of traceability and its importance. The examination ended with the criminalist testifying that, unless traceability has been established, any measured value is at least somewhat arbitrary12. During their deliberations, the jury sent a note to the judge asking whether they could consider traceability in evaluating the reliability of the test result, or were they precluded by law from doing so. Predictably, the Court’s reply was that the law, not science, governed analysis of the result. Forensic measurements do not just take place in labs. In State v. Bashaw13, a defendant was convicted of selling drugs within 1,000 feet of a school bus stop. The distance was determined by an officer using a “rolling wheel measurer” that he regularly relied upon but which he had not personally calibrated. On appeal, the
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Court found that the results should not have been admitted because they had not been properly authenticated. Even in the context of relatively simple measurements made in the field, authentication requires evidence that a measured value is what it purports to be. The Court explained that: No comparison of results generated by the device to a known distance was made nor was there any evidence that it had ever been inspected or calibrated. The trial court abused its discretion by admitting the results of the rolling wheel measuring device with no showing whatsoever that those results were accurate14. This is essentially a lay description of traceability being set forth as a requirement for admissibility.
entific standards, presenting a result without its uncertainty creates a substantial possibility that even an expert would be misled by it19. Under Daubert, the magnitude of a result’s uncertainty and whether it has been determined are factors to be considered in deciding admissibility20. The outcome is based on whether a judge considers a result reliable enough to base a verdict on21. In the US, however, juries, not judges, shoulder the ultimate responsibility of weighing evidence and determining what conclusions it supports. Unfortunately, few courts have addressed the issue of whether measured results must be accompanied by their uncertainty when presented to a jury. Amongst those that have, some require that measured results either be accompanied by, or “corrected for”, their UNCERTAINTY uncertainty. Others have balked at IN THE QUEST FOR TRUTH such requirements, naïvely concluding that the inferences supported by a Judges, lawyers and jurors routinely measurement are apparent from the accept the results of forensic measure- results themselves. Most courts, howments as absolutely certain15. There- ever, have yet to decide the issue. after, it is typically quite difficult to get them to understand that all measurements have uncertainty. This is prob- CONCLUSION lematic because “considering or not the uncertainty of a critical result can Forensic measurements are relied make the difference between acquittal upon daily in the US to prosecute and a guilty sentence”16. If factfinders cases from traffic violations to murder. are to properly understand and weigh Unfortunately, many forensic scientists the inferences supported by the results and most legal professionals and of forensic measurements, then they jurors lack an understanding of the must be provided the uncertainty asso- metrological principles required to ciated with those results17. Failing to properly perform and weigh measuredo so renders determinations based ments. While progress is being made, on such results speculative, even if ulti- the situation in the courts is mixed as mately correct, as the conclusions they some recognize the importance of support cannot be understood without forensic metrology while others do their uncertainty. not. In the end, if forensic measureUntil recently, determining the uncer- ments are to facilitate the discovery of tainty associated with forensic mea- truth in the courtroom, then adherence surements was not common in the US. to sound metrological practices is critResults were typically characterized ical. as “accurate and reliable” with no indication of the range of values represented by their uncertainty. Such NOTE characterizations say little about the inferences supported by a result and 1 King B., Chemical measurement and tends to mislead factfinders18. In fact, the law: metrology and quality issues, even where “accuracy and reliability” Accred. Qual. Assur. 6: 236-243, is based on adherence to quality sci- 2001.
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Vosk T., Uncertainty in the Quest for Justice, Wash. Crim. Def. Nov.:12-16, 2013. 3 Vosk T., Forrest A.R.W., Emery A. and McLane L., The measurand problem in breath alcohol testing, J. of Forensic Science 59(3): 811-815, 2014. 4 Vosk T. and Emery A., Forensic Metrology: Scientific Measurement and Inference for Lawyers, Judges, and Criminalists, London: CRC Press, 2014. 5 Vosk T., Chaos Reigning: Breath Testing and the Washington State Toxicology Lab, NACDL Champion, May/ June: 56-62, 2008. 6 State v. Richardson, 830 N.W.2d 183 (Neb. 2013). 7 Id. at 190. 8 City of Seattle v. Clark-Munoz, 93 P.3d 141 (Wash. 2004). 9 Supra, fn.4. 10 Clark-Munoz, at 144-145. 11 Vosk T., Metrological Epistemology in Understanding DUI Scientific Evidence, 389-458, Rochester, NY; Aspatore, 2013. 12 Id. 13 State v. Bashaw, 234 P.3d 195 (Wash. 2010). 34 Id. 15 Gullberg R., Estimating the measurement uncertainty in forensic breath-alcohol analysis, Accred. Qual. Assur. 11: 562-568, 2006. 16 Bich W., Interdependence between measurement uncertainty and metrological traceability, Accred. Qual. Assur. 14: 581-586, 2009. 17 National Research Council, Strengthening Forensic Science in the United States: A Path Forward, Washington, D.C.: The National Academies Press, 2009. 18 Vosk T., Uncertain Justice: Measurement Uncertainty and the Discovery of Truth in the Courtroom, The Judge’s Journal 54(3): 8-11, 39, 2015. 19 Vosk T., Trial by Numbers: Uncertainty in the Quest for Truth and Justice, NACDL Champion, Nov.: 48-56, 2010. 20 Daubert v. Merrell Dow Pharmaceuticals, Inc., 509 US 579, 589 (1993). 21 Id.
Ted Vosk was a Goldwater Scholar in Theoretical Physics and Mathematics at Eastern Michigan University before obtaining his JD from Harvard. He received the President’s Award from the Washington Association of Criminal Defense Lawyers and the Certificate of Distinction from the Washington Foundation for Criminal Justice for his fights to reform forensic science and the law applicable to it. A Fellow of the American Academy of Forensic Sciences, he is an international speaker and the coauthor of Forensic Metrology: Scientific Measurement and Inference for Lawyers, Judges, and Criminalists (see this issue of the Journal, p. 320). Ted lives in Washington State with his wife Kris, the love of his life.
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METROLOGIA LEGALE E FORENSE
IL TEMA
Massimo Tribolo
Autovelox: giustizia è fatta! Parla il protagonista
AUTOVELOX: HISTORY OF A SENTENCE
The main actor of the long-lasting legal action that ended with Sentence no. 113/15 of the Constitutional Court, concerning the necessity of periodical calibrations of automobile speed meters, describes the details of the ten-year experience started in 2005.
RIASSUNTO
Il protagonista della lunga vicenda giudiziaria che ha portato alla ormai famosa Sentenza n. 113/15 della Corte Costituzionale, sull’esigenza della taratura dei misuratori di velocità degli autoveicoli, racconta la storia dell’iter decennale iniziato nel 2005. Con la sentenza n. 113/15, depositata in data 18-06-2015 e pubblicata in GU il 24-06-2015, la Corte Costituzionale, pronunciandosi nel giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 45 del decreto legislativo 30-04-1992, n. 285 (Nuovo codice della Strada), ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del suddetto art. 45, comma 6, nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. Trattasi di sentenza, come potrete immaginare, epocale e che, finalmente, cambiando il Nuovo Codice della Strada, ha messo un punto fermo sull’obbligo di taratura anche dei rilevatori di velocità. Per giungere a tale risultato ci sono voluti, mio malgrado e con tutta la diligenza del caso, ben 10 anni ma, nonostante il lungo tempo trascorso, sono soddisfatto perché alla fine giustizia è stata fatta e posso affermare di vivere in uno Stato di Diritto. Nelle pagine seguenti vi descriverò il lungo iter giudiziario che ho affrontato per giungere alla sentenza della Consulta e concluderò, poi, con l’analisi della sentenza e dei riflessi della sua concreta applicazione. Tutto iniziò in data 27-06-2005 quando stavo percorrendo, a bordo della mia autovettura condotta da mia mo-
le di Taratura che, di fatto, non veniva applicata alla velocità ma agli altri sistemi di misura. Approfondendo la materia, appresi che l’Italia, a differenza di tanti altri Paesi, europei e non, aveva omesso di allinearsi alle normative internazionali all’epoca esistenti (UNI 30012, UNI EN 10012 e le raccomandazioni OIML D19 e D20), tutte norme che, indistintamente, prevedevano l’obbligo di procedere alla taratura degli strumenti di rilevazione della velocità. A fronte di tali conclusioni, e supportato, peraltro, dalla giurisprudenza di merito (vi erano, all’epoca, già diverse pronunce dei Giudici di Pace, nonché la nota sentenza del Tribunale di Lodi 22-05-2000 n. 363) che sosteneva l’illegittimità dell’accertamento della velocità effettuato da rilevatori privi di taratura, mi determinai a proporre opposizione al verbale di accertamento mediante ricorso al Prefetto di Cuneo sostenendo, già in quella sede, l’obbligo di taratura anche in forza della L. 11-08-1991 n. 273 istitutiva del Sistema Nazionale di Taratura. Tale Legge n. 273/91, com’è noto, individua gli Istituti Metrologici Nazionali, ciascuno dei quali nel proprio campo di competenze realizza e conserva i campioni nazionali delle varie grandezze metrologiche individuati
glie, l’Autostrada A6 Torino-Savona, in direzione Torino quando, in località presso il Comune di Mondovì, l’apparecchio AUTOVELOX 104/C2 rilevava una pretesa violazione del limite di velocità decretando che il veicolo, considerata la tolleranza dovuta per l’apparecchio di rilevamento, era condotto a una velocità di 143 km/h ed eccedeva, quindi, di 33 km/h il limite massimo di velocità stabilito dall’Ente proprietario della strada. Venivamo così sanzionati, io quale proprietario e mia moglie quale conducente, in solido tra di noi, per violazione dell’art. 142 comma 8 del CdS con una sanzione dell’importo di € 143,00 e con la decurtazione di 2 punti dalla patente a carico di mia moglie. Ricevuta la notificazione del verbale, iniziai a interrogarmi su quanto mi veniva contestato e mi posi una semplicissima domanda: ma chi mi dice che le velocità che mi viene contestata sia proprio quella effettivamente tenuta dal veicolo? Come fa la Polizia Stradale a sostenere, con tanta certezza, che il veicolo andava alla velocità di 143 km/h? In tale situazione d’incertezza e di fronte a questi più che legittimi dubbi, mi documentai sulla specifica questione relativa alla taratura e appresi che nel nostro ordinamento giuridico esisteva una specifica normativa, ovvero la L. 11-08-1991 n. 273 istitutiva del Sistema Naziona- Avvocato del Foro di Torino
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NEWS
NUOVA SOLUZIONE DI TESTING PER L’AUTOMOTIVE Keysight Technologies, Inc. (NYSE: KEYS) ha recentemente annunciato la nuova TS-8989 Body and Safety Electronics Reference Solution, una soluzione pronta all’uso, basata su moduli PXI, per eseguire test funzionali completi per l’elettronica di sicurezza in ambito automotive. La soluzione di riferimento TS-8989 comprende uno chassis che combina un telaio a 8 slot PXI con un commutatore/carico a 11 slot con un sistema integrato a 8-ch DIO & plsmn; alimentatore a 12 V DC fissi per il controllo del dispositivo. Tutte queste funzionalità sono disponibili in un unico box compatto, che si adatta a qualsiasi sistema a rack standard da 19 pollici, occupando solo 8RU. La soluzione TS-8989 include anche la strumentazione e il software, che aiuteranno i clienti a ridurre il tempo necessario per mettere in campo e ottenere rapidamente il collaudo funzionale di fine linea. “Comprendere i requisiti di test e le sfide del controllo sull’elettronica di sicurezza è fondamentale”, ha detto N.K. Chari, Direttore Marketing e Supporto della Divisione Sistemi di Misura di Keysight Technologies. “Keysight suddivide il test dell’elettronica in ambito automotive in tre aree principali – stimolo, carichi di guida e misurazione – e abbiamo abbinato ogni area con gli strumenti e i software ideali". Nello stimolo, l’M9188A PXI, 16 canali Analogico o DAC, fornisce la simulazione dei sensori di input, come quelli di forza e di posizione. Per la simulazione d’interruttori discreti, come gli interruttori di comando tergicristallo, sono stati aggiunti nella soluzione l’U7177A a 24 canali e la scheda di carico 2A di Keysight, for-
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nendo più canali di commutazione discreti; con carichi definiti dall’utente, gli ingegneri possono cablare i singoli canali. Per simulare i carichi in auto, come i motori dei tergicristalli oppure gli attuatori per componenti elettromeccanici, i progettisti possono selezionare una serie di schede di carico a corrente elevata, con un diverso mix di canali di carico e movimentazione di correnti fino a 40 A. A complemento della soluzione vi sono il multimetro digitale M9183A PXI DMM di Keysight e l’N6951A Advance Power System per alimentare il modulo di controllo. Il software utilizzato è TestExec SL di Keysight, con il supporto di oltre 250 routine progettate per il test dell’elettronica automobilistica, al fine di ridurre ulteriormente i tempi di sviluppo delle procedure di test. Ulteriori informazioni sono disponibili su www.keysight.com/find/ts8989ref.
N. 04ƒ ;2015 nel DM n. 591 del 30-11-1993, e dissemina le unità del Sistema Internazionale (SI) con essi realizzate direttamente o tramite Centri di Taratura accreditati d’idonea valenza tecnica e organizzativa denominati Centri di Taratura del Servizio di Taratura in Italia (SIT). I Campioni Nazionali delle varie grandezze del SI (es. metro campione, unità di tempo, temperatura, pressione, ecc.) sono realizzati e mantenuti presso gli IMP (Istituti Metrologici Primari) sopra menzionati, ora riuniti e denominati I.N.Ri.M. (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica). Il compito di disseminare queste grandezze sul territorio è poi affidato a Centri opportunamente accreditati denominati Centri SIT – Servizio di Taratura in Italia (oggi ACCREDIA. n.d.r.), quindi un Centro SIT è preposto a tarare strumenti ed emettere relativi Certificati di Taratura (Certificati SIT). Questa è l’unica via per ottenere la così detta “riferibilità“ delle misure ai campioni nazionali, definita nella norma UNI 30012 punto 3.22 come “proprietà del risultato di una misurazione consistente nel poterlo riferire a campioni appropriati, generalmente Nazionali o Internazionali attraverso una catena ininterrotta di confronti” (effettuata dai Laboratori Nazionali o Centri SIT). Le Norme UNI EN 30012 (parte 1.a), poi integrate nelle UNI EN 10012, stabiliscono le operazioni da eseguire per garantire la conferma metrologica di uno Strumento di Misura, ove per conferma metrologica si intende “l’insieme di operazioni richieste per assicurare che una funzione di un apparecchio per misurazione sia in uno stato di conformità ai requisiti per l’utilizzazione prevista” (par. 3.1). La conferma metrologica normalmente include: (i) la taratura e la verifica; (ii) ogni aggiustamento o riparazione necessari e la conseguente nuova taratura; (iii) il confronto con i requisiti metrologici per l’utilizzo previsto dell’apparecchiatura; (iv) ogni sigillatura ed etichettatura richiesta. In aggiunta a tali argomentazioni e sempre già di fronte al Prefetto di Cuneo, rilevai come nel giudizio di opposizione sottoposto al Tribunale di Lodi e definitosi con la sentenza sopra indicata venisse disposta Consulenza
Tecnica d’Ufficio sull’autovelox (anche in quel caso si trattava proprio dell’AUTOVELOX MOD. 104C/2), affidata al Dott. Paolo Soardo, all’epoca Direttore dell’Istituto Elettrotecnico Nazionale di Torino (IEN – G. Ferraris) e Presidente del Comitato SIT, di cui mi curai di allegare la relazione tecnica di perizia nella sua versione integrale. Le conclusioni del Tribunale di Lodi, che condivise in toto le conclusioni cui era giunto il CTU Dott. Soardo nella citata perizia tecnica, erano sostanzialmente le seguenti: – uno strumento di misura, per essere attendibile, deve essere tarato con riferimento a campioni nazionali, inizialmente e periodicamente; – nessuna tolleranza forfettaria (cioè il 5% stabilito dalla legge) può sostituire la taratura, unica operazione in grado di rivelare e correggere eventuali errori sistematici e di confermare la conformità dello strumento alle caratteristiche metrologiche richieste; – non può esistere alcun sistema di autocontrollo in grado di sostituire la taratura rispetto a campioni nazionali; – in tema di determinazione dell’osservanza dei limiti di velocità, non possono essere considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature solamente "omologate", ma è necessario che tali risultanze siano riferibili a strumenti la cui funzionalità e affidabilità siano previamente e periodicamente certificate e documentate dagli Enti preposti a tali controlli al fine di eliminare qualsiasi dubbio sulla certezza e attendibilità della misurazione; – tale preventivo controllo risulta ancor più indispensabile se si considera che la misurazione della velocità costituisce accertamento irripetibile: in assenza d’idonea procedura di taratura, la misurazione della velocità risulta assolutamente inattendibile e non idonea a provare la fondatezza dell’accertamento amministrativo. Ebbene, a fronte di tali argomentazioni, a mio avviso più che fondate, la Prefettura di Cuneo, con propria ordinanza del 17-05-2006, respingeva il ricorso ritenendo che alla velocità non fosse applicabile la L. n. 273/91 e mi ingiungeva di pagare la somma complessiva di 321,41 €.
Ritenendo che l’ordinanza del Prefetto di Cuneo fosse errata, presentai avverso la stessa, in data 20-06-2006, ricorso in opposizione di fronte al Giudice di Pace di Mondovì sostenendo, anche in quella sede, le stesse argomentazioni relative all’obbligo di taratura degli apparecchi di rilevazione della velocità. Il Giudice di Pace di Mondovì, tuttavia, con sentenza del 17-02-2007, respinse il ricorso (senza neppure spendere una parola su tutta la questione relativa alla taratura), ridusse la sanzione pecuniaria al minimo edittale, confermando la decurtazione di 2 punti dalla patente e compensò, tra le parti in causa, le spese di lite. A fronte di tale sentenza ed essendo oltremodo convinto della correttezza, in diritto, delle mie difese e del fatto che, in ogni caso, non fosse assolutamente ragionevole che i rilevatori di velocità, come qualsiasi altro strumento di misura (quali, ad esempio, le bilance) non fossero soggetti all’obbligo di taratura, non mollai e proposi appello avverso la suddetta sentenza di fronte al Tribunale di Torino con ricorso del 13-06-2007. Il Tribunale di Torino, tuttavia, con sentenza n. 5533 del 23-07-2008, non solo respinse integralmente l’appello ma, addirittura, in riforma dell’impugnata sentenza, condannò me e mia moglie a rifondere alla Prefettura di Cuneo le spese di lite che liquidò, per il primo grado di giudizio, nella misura di 1.000,00 € e per il secondo grado nella misura di 1.500,00 €, e così per complessivi 2.500,00 €. Quanto alla questione della taratura il Tribunale, nella motivazione della sentenza, così affermò lapidariamente e in maniera del tutto apodittica: “le disposizioni del vigente ordinamento non prevedono in alcun modo, ai fini della validità delle conseguenti rilevazioni, la necessità di una taratura periodica o il rilascio di apposita certificazione”. Ritenendo gravemente errata la suddetta sentenza, lesiva dei diritti miei e di mia moglie, oltre che punitiva in
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ordine alla pesante condanna al pagamento delle spese di lite nella misura di 2.500,00 € (quando, lo rammento, l’oggetto del contendere era la legittimità o meno di una sanzione amministrativa dell’importo di soli 143,00 €), non cedetti e presentai ricorso per cassazione in data 21-10-2009 contenente otto motivi d’impugnazione di cui vi riporto, qui di seguito, solo quelli concernenti il tema in esame: 1. Sull’omessa e/o insufficiente motivazione circa un fatto controverso e decisivo per il giudizio, ovvero sull’avvenuta o meno dimostrazione da parte della Provincia di Cuneo dell’omologazione del rilevatore di velocità autovelox mod. 104/C2 – art. 360 n. 5) c.p.c. 2. Sulla violazione, o comunque, falsa applicazione, di norme di diritto, ovvero dell’art. 2697 c.c. in relazione all’art. 23 L. 24-11-1981 n. 689 e all’art. 205 Codice della Strada – art. 360 n. 3 c.p.c.
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IL TEMA
3. Sulla violazione, o comunque, falsa applicazione, di norme di diritto, ovvero della L. 11-08-1991 n. 273, dell’art. 4 del Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento per i Trasporti Terrestri, Direttore Generale Motorizzazione n. 1123 del 16-05-2005, e ancora delle norme internazionali UNI 30012, UNI EN 10012 e delle raccomandazioni OIML D19 e D20, ove prevedono la taratura periodica per le apparecchiature di rilevazione della velocità autovelox – art. 360 n. 3 c.p.c. 4. Sull’omessa e/o insufficiente motivazione circa un fatto controverso e decisivo per il giudizio, ovvero il regolare funzionamento dell’autovelox, incongruità e/o insufficienza delle argomentazioni svolte in ordine alle prove, per omessa o erronea valutazione delle risultanze processuali – art. 360 n. 5) c.p.c. Nel terzo motivo d’impugnazione, in
particolare, evidenziai l’erroneità dell’impugnata sentenza per violazione delle norme di legge nazionale e internazionale sopra richiamate, e ciò in quanto gli strumenti di misurazione della velocità, ovvero del movimento di un oggetto nello spazio e nel tempo, devono per legge, appunto in base alla citata normativa nazionale e internazionale, essere sottoposti a taratura periodica, rimarcando come la stessa Corte Costituzionale (cfr. Corte Costituzionale, 13-07-2007, n. 277), nel respingere la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Giudice di Pace di Dolo per erronea individuazione della norma indicata come termine di comparazione, in un proprio obiter dictum avesse già chiaramente sancito e riconosciuto l’applicabilità della L. n. 273/91 ai sistemi di rilevazione di velocità. La sentenza del Tribunale di Torino quindi, a mio avviso, aveva violato la
N. 04ƒ ;2015 disciplina dettata dall’art. 2, comma 1, della Legge 11-08-1991, n. 273 (Istituzione del sistema nazionale di taratura), in materia di realizzazione di campioni primari per le unità di misura, ai fini dell’attività di taratura, che, come visto, costituisce una normativa generale afferente al sistema internazionale delle unità di misura e alla quale la Corte Costituzionale aveva fatto esplicito riferimento, riconducendo gli apparecchi di rilevazione della velocità “alla categoria dei campioni primari” (cfr. sentenza n. 277 del 2007). Ebbene, risultando applicabile per la stessa Corte Costituzionale la normativa di cui alla L. n. 273/91 e avendo addirittura lo stesso Ministero dei Lavori Pubblici, Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, con propria nota n. 6050 del 27-09-2000 (cui peraltro fa riferimento la stessa Corte Costituzionale nella sentenza di cui sopra) riconosciuta la necessità della taratura dei misuratori di velocità presso i centri accrediti SIT, ne conseguiva l’erroneità della sentenza che aveva escluso categoricamente la necessità della taratura degli autovelox ai fini della validità delle conseguenti rilevazioni. La sentenza impugnata, aggiungevo ancora nel ricorso per cassazione, aveva altresì violato il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento per i Trasporti Terrestri, Direttore Generale Motorizzazione n. 1123 del 16-05-2005, ove è stato chiaramente previsto l’obbligo di verifiche periodiche di taratura dell’autovelox mod. 104/C2. Invero, l’art. 4 del citato decreto così dispone: “Gli organi di polizia stradale che utilizzano il dispositivo Autovelox 104/C2 sono tenuti a verifiche periodiche di taratura secondo quanto previsto dal manuale d’istruzioni depositato presso questo Ministero e comunque con intervallo non superiore a un anno”. Concludevo, quindi, chiedendo la cassazione della sentenza poiché, come sopra visto, la normativa sopra richiamata, tanto primaria quanto secondaria, prevede proprio l’obbligo di taratura, anche periodica, dello strumento di rilevazione della velocità, e il mancato rispetto della normati-
va vigente in materia aveva viziato il procedimento sanzionatorio con conseguente annullamento del verbale di contravvenzione. La Suprema Corte di Cassazione, Sez. II, con ordinanza interlocutoria n. 17766/14 del 07-04-2014, in forza delle argomentazioni sostenute ai motivi nn. 3 e 4 di cui al ricorso, giungeva, finalmente, a interrogarsi sulla fondatezza concreta dei medesimi e, con un clamoroso overruling (ovvero un mutamento improvviso della giurisprudenza in una materia nella quale, sino a quel momento, aveva sempre sostenuto la non obbligatorietà della taratura per i rilevatori di velocità), sollevava d’ufficio la questione d’illegittimità costituzionale dell’art. 456 del Nuovo Codice della Strada con riferimento all’art. 3 della Costituzione. La Corte di Cassazione, quindi, proprio in forza di quanto affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 277/07, si è determinata nel dover riconsiderare l’intera questione e rivedere i propri precedenti orientamenti e ha riproposto l’accennata questione di costituzionalità ritenendola rilevante e non manifestamente infondata in forza di quattro diversi profili: a. in relazione all’articolo 3 Cost. per l’assoluta ragionevolezza e conseguente disuguaglianza, che contrassegna la detta esclusione dall’applicazione della citata normativa generale, anche internazionale, in tema di misura ricomprendente pure la velocità come unità derivata; b. in relazione alla normativa di cui alla Legge 1-08-1991, n. 273 (Istituzione del sistema nazionale di taratura), che prevede anche la velocità quale unità di misura derivata; c. con riferimento alla normativa comunitaria (Norme UNI EN 30012 – parte 1 come integrate da UNI EN 10012) che prevede il dovuto e relativo adeguamento del nostro ordinamento; d. per la palese irragionevolezza di un sistema che consente di dare certezza giuridica e inoppugnabilità ad accertamenti irripetibili – fonti di potenziali gravi conseguenze per chi vi è sottoposto – svolti da complesse apparecchiature senza che la loro efficienza e buon funzionamento siano
soggette a verifica “anche a distanza di lustri”. E finalmente, dulcis in fundo, è giunta la sentenza della Corte Costituzionale n. 113/15 del 18-06-2015 con la quale, come visto, è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 45, comma 6, Nuovo Codice della Strada, nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. La Consulta, dei quattro diversi profili evidenziati dalla Corte di Cassazione, ha ritenuto inammissibili quelli sub lett. a), b) e c), mentre ha ritenuto fondato quello sub lett. d) in riferimento all’art. 3 Cost. sotto il profilo della palese irragionevolezza della norma impugnata così affermando: “Così come interpretato dalla Corte di Cassazione, l’art. 45 del D.Lgs. n. 285 del 1992 collide con il “principio di razionalità, sia nel senso di razionalità formale, cioè del principio logico di non contraddizione, sia nel senso di razionalità pratica, ovvero di ragionevolezza” (sentenza n. 172 del 1996). Quanto al canone di razionalità pratica, appare evidente che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute a invecchiamento delle proprie componenti e a eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione. Si tratta di una tendenza disfunzionale naturale direttamente proporzionata all’elemento temporale. L’esonero da verifiche periodiche, o successive a eventi di manutenzione, appare per i suddetti motivi intrinsecamente irragionevole. I fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale. Un controllo di conformità alle prescrizio-
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ni tecniche ha senso solo se esteso all’intero arco temporale di utilizzazione degli strumenti di misura, poiché la finalità dello stesso è strettamente diretta a garantire che il funzionamento e la precisione nelle misurazioni siano contestuali al momento in cui la velocità viene rilevata, momento che potrebbe essere distanziato in modo significativo dalla data di omologazione e di taratura”. Ebbene, tale decisione della Consulta va certamente accolta con plauso avendo riportato piena certezza nel sistema di rilevazione delle infrazioni ai limiti di velocità e, conseguentemente, certezza nel diritto. La sentenza della Corte Costituzionale che, come in questo caso, dichiara l’incostituzionalità di una legge o di un atto avente valore di legge, rende la norma inefficace ex tunc e, quindi, estende la sua invalidità a tutti i rapporti giuridici ancora
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IL TEMA
pendenti al momento della decisione della Corte, restandone così esclusi soltanto i “rapporti esauriti” come, ad esempio, quelli decisi con sentenza passata in giudicato, oppure non più operanti, per decadenza o prescrizione. Passando, infine, alla disamina delle prime applicazioni pratiche della sentenza della Consulta, merita evidenziare come molte amministrazioni comunali, al fine di evitare denunce per danno erariale, abbiano sospeso la rilevazione dei limiti di velocità attraverso apparecchiature non tarate rivolgendosi ai LAT (Laboratori di Taratura accreditati da ACCREDIA a tutt’oggi nella misura di tre, e in particolare la TESI srl, il POLITECNICO DI MILANO e l’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALE) per ottenere la regolare certificazione di taratura, nonché, in alcuni casi, abbiano anche sospeso la
notifica dei verbali per infrazioni rilevate con autovelox non tarati in attesa che dal Governo arrivino chiarimenti. Ebbene, come sopra vi dicevo, finalmente giustizia è fatta!
Massimo Tribolo, Avvocato, dopo aver esercitato l’attività forense in primari Studi Legali di Torino, a decorrere dall’anno 2011 offre assistenza giudiziale e stragiudiziale presso il suo Studio in Torino. In ambito professionale, ha maturato esperienza in diritto del lavoro, commerciale e civile, svolgendo attività di assistenza giudiziale e stragiudiziale. Si occupa delle problematiche delle imprese, con specifiche competenze in ordine alle richieste d’indennizzo conseguenti all’eccessiva durata dei processi.
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MISURE PER L’INDUSTRIA
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Gianluca Poli
I vantaggi di essere piccoli Sistemi di posizionamento ad alta risoluzione e dal design miniaturizzato
THE ADVANTAGES OF BEING SMALL The advantages of miniaturized, fast positioning devices based on piezoceramic transduction are described. Applications range from industrial microassembly and ultra-vacuum apparatuses, to research in metrology, photonics and optics. RIASSUNTO Sono discussi i vantaggi dei dispositivi miniaturizzati di posizionamento veloce basati sulla trasduzione piezoceramica. Le applicazioni vanno da quelle industriali (micro-assemblaggio, apparati a ultra-alto vuoto) a quelle di ricerca, come la metrologia, la fotonica e l’ottica. La richiesta di posizionatori sempre più piccoli è in continuo aumento. I micro-assemblaggi industriali, la fotonica, la metrologia laser e ottica, così come gli Istituti di ricerca dotati di apparati in ultra-alto vuoto e con forti campi magnetici, necessitano di sistemi di posizionamento sempre più piccoli e precisi. Anche le applicazioni di tipo commerciale sviluppate presso le Università hanno esigenze simili. Esempi tipici sono la metrologia e i dispositivi di tipo medicale e tutti gli strumenti che necessitano di essere trasportabili. I sistemi di posizionamento basati sui motori piezo di tipo “Inerzia Drives”, rappresentano una valida soluzione. Essi, infatti, sono caratterizzati da un design miniaturizzato, offrono un’elevata risoluzione su corse teoricamente illimitate, sono dotati di un sistema di auto-bloccaggio e per di più hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo. Questi nuovi prodotti piezo forniscono una soluzione praticamente adatta per ogni applicazione per la quale sono necessarie elevata precisione e dimensioni compatte, aspetti questi direttamente legati al principio di funzionamento, che si basa sul fenomeno piezoelettrico. Un attuatore piezoelettrico, infatti, converte l’energia elettrica direttamente in energia meccanica, creando un movimento a livello
sub-nanometrico caratterizzato da tempi di risposta molto brevi e con un’elevata accelerazione. L’effetto piezoelettrico è basato su campi elettrici, per questo motivo questi attuatori non generano campi magnetici, né vengono da essi influenzati, pertanto non sono soggetti a usura. Inoltre, dal momento che questi attuatori non richiedono l’ausilio di lubrificanti, risultano essere adatti anche per le applicazioni in vuoto. PRECISIONE NANOMETRICA SU LUNGHE CORSE
La serie Q-Motion è quindi sinonimo di alta risoluzione a livello nanometrico, con corse teoricamente illimitate e un design miniaturizzato, il tutto a un prezzo competitivo. Inoltre, i sistemi basati sui piezo Inerzia Drives non risultano affatto essere “pigri” come il loro nome potrebbe suggerire. Possono essere azionati a una frequenza di 20 kHz, rendendoli pertanto silenziosi e raggiungendo velocità fino a 10 mm/s. L’EFFETTO STICK-SLIP È RESPONSABILE DEL MOVIMENTO
Il principio di funzionamento dei sistemi basati sui piezo Inerzia Drives è molto semplice (Fig. 2): essi utilizzano l’effetto stick-slip per fare un passo con incrementi di pochi micrometri. L’attuatore si espande lentamente e muove un carrello. Nella seconda parte del ciclo di movimento l’attuatore si contrae così rapidamente che slitta lungo la parte spostata, la quale non può seguire il movimento a causa della sua inerzia, rimanendo pertanto nella stessa posizione. Così come per le unità piezo stepping, le corse sono teoricamente illimitate, inoltre il principio di funzionamento necessita di un solo attuatore per asse, semplificando la configurazione e riducendo i costi. Fondamentalmente il controllo elettrico dei sistemi basati sui piezo Inerzia Drives è semplice; il segnale di uscita assomiglia a un “dente di sega” (Fig. 3).
Lo spostamento provocato dall’effetto piezo è solo una piccola percentuale della dimensione reale del componente. Per questo motivo il raggiungimento di corse maggiori può risultare complesso e dispendioso. Physik Instrumente ha trovato una risposta, introducendo la serie dei sistemi di posizionamento Q-Motion, migliorando la precedente tecnologia dei motori ultrasonici PILine®, così come quella basata sui motori piezo del tipo stepping drive (Fig. 1). Le unità a ultrasuoni raggiungono velocità elevate con risoluzioni di circa 50 nm, per cui i motori piezo stepping sono adatti Physik Instrumente srl per risoluzioni estreme fino a 0,1 nm, Sales Engineering oltre che per sviluppare forze elevate. g.poli@pi-ws
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GLI ALTRI TEMI
zione di movimento. Questo rappresenta il cuore del movimento. Tuttavia, una buona dose di know-how è necessaria per abbinare il funzionamento al sistema meccanico in modo che sia il movimento lento e non quello veloce ad alimentare il carrello. Nella fase di stick l’attuatore si comporta come qualsiasi altro attuatore piezoelettrico e, in combinazione con un encoder adeguato, può raggiungere una risoluzione di posizione di meno di un nanometro. Essendo i sistemi basati su dispositivi piezo inerziali autobloccanti, in fase di riposo non consumano energia. Nel caso di dispositivi metrologici destinati a un uso mobile, questo sistema permette di ridurre il consumo della batteria. Troviamo Figura 1 – Colmare il divario tra i piezo e i piezo di tipo stepping: esempi di questo tipo anche nella reora è possibile grazie ai sistemi di posizionamento Q-Motion basati sui piezo Inerzia Drives golazione degli obiettivi in dispositivi di misurazione ottici o durante l’inieL’attuatore viene azionato ciclicamen- trae velocemente in una direzione di zione di farmaci nei pazienti per mezte – si espande lentamente e si con- movimento, viceversa per l’altra dire- zo di pompe.
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dello stesso. Il cuore del movimento, l’unità basata su piezo, viene implementato come modulo. Questo rende possibile la realizzazione di lunghe corse oppure di un movimento rotatorio e la possibilità di combinare fra loro singoli assi, mantenendo al contempo bassi i costi d’investimento per l’utente. È possibile inoltre realizzare un design molto compatto. L’attuatore piezoceramico, il suo montaggio e il sensore opzionale di posizione hanno tutti piccole dimensioni e, a seconda delle esigenze applicative, l’interazione con i corrispondenti componenti meccanici si traduce in sistemi di posizionamento ad alta risoluzione e piccole dimenFigura 2 – Un attuatore piezoelettrico sioni. si espande e muove un carrello. PI ha creato la più piccola Nella seconda parte del ciclo del movimento slitta di posizionamento lil’attuatore si contrae così rapidamente che slitta lungo la parte spostata, la quale neare presente sul mercato, non può seguire questo movimento disponibile con una lara causa della sua inerzia, rimanendo ghezza di soli 22 mm e pertanto nella stessa posizione un’altezza di 10 mm (Fig. 4). È adatta per corse di 5, 6, DALLA SLITTA 13 o 26 mm e raggiunge una velociDI POSIZIONAMENTO LINEARE tà di 10 mm/s, sviluppando allo stesAL SISTEMA so tempo una forza di tenuta di 1 N. DI POSIZIONAMENTO A SEI ASSI Quando è equipaggiata con un encoder incrementale può raggiungere Il principio di funzionamento offre una risoluzione fino a 1 nm. anche grande flessibilità nella proget- Questo stadio di precisione miniaturiztazione del sistema di posizionamen- zato può essere utilizzato in una vasta to; esso consente infatti una facile con- gamma di campi di applicazione figurazione dell’attuatore e il controllo (Fig. 5), soprattutto dal momento che è disponibile anche in versione da vuoto; se necessario inoltre può anche essere combinato con altri assi lineari o rotativi senza l’aggiunta di adattatori. Lo spettro di applicazione spazia dalla microscopia alla micromanipolazione, dalla biotecnologia alla tecnologia medica, fino all’automazione. Le versioni non magnetiche Figura 3 – Il controllo elettrico delle unità d’inerzia sono anche disponibili ad su base piezoelettrica è semplice. esempio per l’uso di microIl segnale di uscita assomiglia a un “dente di sega” scopi elettronici. I rotatori di
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Figura 4 – In combinazione con componenti meccanici idonei, il risultato è un sistema di posizionamento di dimensioni molto ridotte. La slitta di posizionamento lineare è larga solo 22 mm
Figura 5 – Gli assi della serie Q-Motion possono essere concepiti come lineari, rotativi o come posizionatori a 6 assi e possono anche essere utilizzati per l’ultra-alto vuoto
precisione miniaturizzati (Fig. 6) sono altrettanto versatili nelle loro possibilità di applicazione: hanno un diametro di 14 mm e raggiungono risoluzioni in un intervallo di 1 µrad. La forza di tenuta dello stadio di posizionamento lineare arriva fino a 8 N in uno stato di diseccitazione, mentre la velocità massima è di 10 mm/s e la rotazione di 70 °/s. Per le applicazioni dove i campioni, i rilevatori, i componenti ottici o gli strumenti devono essere spostati e ruotati nello spazio, la soluzione ideale sono i sistemi di posizionamento a sei assi e a cinematica parallela. Questi SpaceFab (Fig. 7) sono così piccoli che si possono tenere sul palmo della mano.
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N. 04ƒ ; 2015 Figura 6 – Rotatore di precisione con un diametro di soli 14 mm
Figura 7 – Palm-sized, gli SpaceFAB a cinematica parallela hanno sei assi di movimento e sono adatti per applicazioni dove campioni, rilevatori o strumenti devono essere spostati e ruotati nello spazio
Il design è basato su sistemi di posizionamento lineari combinati tra loro e può essere facilmente e velocemente adattato ai requisiti dell’applicazione, per esempio, per uso in alto o addirittura ultra-alto vuoto. I sistemi di posizionamento della serie Q-Motion possono dunque essere impiegati in un gran numero di settori di applicazione, dove precisione, design compatto e miniaturizzato nonché bassi costi d’investimento sono elementi fondamentali. Gianluca Poli si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Bologna. Ha maturato una decennale esperienza nel campo dell’R&S con i componenti e dispositivi piezoelettrici, prima nel mondo della ricerca, poi in quello industriale. Dal 2011 è responsabile commerciale della divisione PI Ceramic di Physik Instrumente srl, mentre dal 2014 riveste anche il ruolo di Sales Engineer per le divisioni PI e PI-miCos per il Nord-Est Italia.
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NUOVE NORME Lorenzo Scalise 1, Claudia Giacomozzi 2
La misura della pressione plantare nella pratica clinica: pubblicata la nuova norma tecnica CEI 62-236
THE MEASUREMENT OF THE PLANTAR PRESSURE IN THE CLINICAL PRACTICE: THE NEW TECHNICAL STANDARD CEI 62-236 The use of devices for the measurement of the plantar pressure, such as pressure sensor matrices, is today increasingly widespread in the clinical practice. These measurement instruments are medical devices and require a specific reference standard for conformity assessment. The Italian Electrotechnical Committee CEI (CT-62) has published the new Technical Norm CEI 62236:2015-01: “Plantar pressure measurement devices (PPMD): measurement performances”. The standard aims at improving the quality of the PPMD measurements and of their clinical efficacy. With respect to the development of suitable instrumental setups, the standard provides, beyond the building and functional requirements, useful instructions for the setting up of the appropriate test instrumentation. RIASSUNTO L’impiego di dispositivi per la misura della pressione plantare tramite matrici di sensori di pressione, è oggi sempre più diffuso nella pratica clinica. Tali sistemi di misura sono dispositivi medici attivi con funzione di misura e richiedono una specifica norma tecnica di riferimento per la verifica di conformità. Il Comitato Elettrotecnico Italiano (Comitato Tecnico CT-62) ha pubblicato la nuova Norma Tecnica CEI 62-236: 2015-01: “Dispositivi di misura della pressione plantare (PPMD): Prestazioni di misura”, che mira al miglioramento della qualità delle misure fornite dai PPMD e dell’efficacia clinica delle stesse e relativamente alla realizzazione di appropriati setup strumentali di controllo, la Norma fornisce, oltre ai requisiti costruttivi e funzionali, anche alcuni interessanti spunti per la messa a punto di strumentazione di test. INTRODUZIONE
L’analisi del movimento è oggigiorno sempre più utilizzata nella ricerca e nella pratica clinica. Alcuni aspetti diagnostici di numerose patologie degenerative, come anche la pianificazione di alcune terapie riabilitative, sono basati su un’accurata analisi del movimento; questo tipo d’indagine assume particolare rilevanza nell’ambito podologico. La distribuzione delle pressioni che si viene a generare durante l’interazione tra piede e suolo è, infatti, in grado di fornire importanti informazioni per individuare le migliori soluzioni cliniche da impiegare soprattutto quando è necessaria la personalizzazione della cura allo specifico paziente, in considerazione delle sue caratteristiche
morfologiche. Tipico è il caso di pazienti affetti da diabete nei quali si possono generare, a livello della superficie plantare, concentrazioni di pressione che possono arrivare, in ragione della severità delle patologie, anche a causare ulcere [1]. A supporto dell’indagine clinica, sono attualmente disponibili numerosi dispositivi che permettono di misurare la pressione di contatto che si realizza tra il piede del soggetto e il suolo (Fig. 1). Nella maggior parte dei casi, tali dispositivi sono realizzati con matrici planari di sensori di pressione che, una volta stese sul pavimento, permettono di determinare le aree di contatto e i valori delle pressioni istantanee di contatto piede-suolo durante tutta la
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fase di svolgimento del passo. La lettura dei valori di pressione misurati sui singoli sensori avviene con frequenze di campionamento (tipicamente ≤ 100 Hz) tali da poter correttamente analizzare tutte le fasi d’interesse (contatto, carico, propulsione e distacco). Dall’analisi delle distribuzioni di tali pressioni, il clinico poi determina la correttezza dell’appoggio e definisce eventualmente gli interventi da realizzare (Fig. 2). Tali interventi mirano a ridurre l’intensità dei picchi pressori e/o i tempi di sovraccarico di specifiche zone, ad aumentare in alcuni casi la superficie di scambio pressorio o a modificare le zone e/o i pattern di carico, attraverso l’impiego di ortesi plantari e/o calzature appositamente realizzate, anche in associazione a terapie fisiche riabilitative. È quindi chiaro come tali sistemi di misura della pressione plantare (PPMD) rientrino a pieno titolo nella categoria dei dispositivi medici attivi con funzione di misura [2] e quindi richiedano una specifica norma tecnica di riferimento indirizzata all’attenzione sia dei costruttori sia degli utilizzatori di tali dispositivi medici, in modo da poter implementare o verificare la conformità ai requisiti essenziali come richiesto dalle Direttive Europee in materia di Dispositivi Medici [3, 4]. La necessità di tale documento normativo era stata già evidenziata in passato [5-7] dalla comunità scientifica che impiega tali dispositivi.
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Dip. Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche, Università Politecnica delle Marche, Ancona l.scalise@univpm.it 2 Dip. di Tecnologie e Salute, Istituto Superiore di Sanità, Roma
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GLOBAL EVO: FAST…FASTER…FASTEST! Limiti prestazionali più estesi per la nuova CMM di Hexagon Metrology Incrementare la produttività e la qualità è diventata regola imprescindibile della nostra vita e delle aziende in cui lavoriamo. Le macchine di misura non fanno eccezione a questa regola e la costante evoluzione dei sistemi di misura di Hexagon Metrology ha consentito di soddisfare via via le crescenti esigenze e aspettative del mercato. Con la nuova macchina di misura GLOBAL EVO, disegnata in collaborazione con Pininfarina, industrial designer di fama internazionale, Hexagon Metrology spinge i confini prestazionali verso nuove frontiere. GLOBAL EVO, presentata in prima mondiale assoluta lo scorso ottobre nell’ambito della fiera EMO di Milano, combina una lunga tradizione di qualità con tecnologie innovative che la consacrano come la macchina di misura più veloce in scansione presente sul mercato e nella propria classe di prodotto. Per questo motivo essa rappresenta la soluzione di misura ottimale per tutte le applicazioni in cui sia richiesto un incremento di produttività in ambito di collaudo dimensionale, ad esempio nel settore automobilistico, aeronautico, della meccanica generale, ecc. Grazie a Compass, un’evoluzione tecnologica che coinvolge tutti gli elementi chiave della macchina, GLOBAL EVO raggiunge altissime velocità di misura in scansione, pur mantenendo ottimi livelli di accuratezza. Maggiore velocità, dunque, per ridurre i tempi di esecuzione dei part-program, ottenere feed-back più rapidi sulla qualità dimensionale delle parti prodotte, e misurare di più. La nuova CMM è inoltre dotata della tecnologia Scan Pilot, che consente di migliorare le prestazioni della macchina nella scansione di profili sconosciuti, anche in presenza di traiettorie complesse e repentini cambi d’inclinazione della superficie. GLOBAL EVO è anche la prima CMM sulla quale sia stata inserita Fly2 Mode, tecnologia di ultima generazione di Hexagon Metrology per l’ottimizzazione delle traiettorie: Fly2 Mode genera e implementa automaticamente il percorso più efficiente tra i punti, garantisce movimenti fluidi e riduce i tempi di esecuzione dei programmi. “GLOBAL EVO punta sul risparmio: sia risparmio di tempo che di denaro,” afferma Anna Maria Izzi, Bridge CMM Product Manager in Hexagon Metrology. “Le tecnologie implementate sulla macchina sono state progettate per la velocità, offrono le migliori prestazioni in scansione e produttività della categoria consentendo di ridurre il tempo dedicato alla misura. La macchina include di serie anche la nostra nuova funzione Eco Mode per il risparmio energetico, sviluppata per ridurre i costi generali di esercizio. Con GLOBAL EVO abbiamo prodotto una CMM capace di supportare le aziende che puntano ad aumentare la produttività mantenendo invariata la qualità”. Per ulteriori informazioni: www.hexagonmetrology.it
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GLI ALTRI TEMI
(PPMD): Prestazioni di misura (reperibile al seguente link: http://webstore.cei web.it/webstoreco pertina.aspx?ID= 13488&PR=NO).
come DM attivo con funzione di misura), e del mantenimento della qualità di tali prestazioni durante il tempo di vita del dispositivo, si focalizza su (i) i set di parametri da misurare; (ii) i requisiti essenziali dei dispositivi di test, per le verifiche su banco e per quelle periodiche in situ; (iii) gli intervalli di tempo tra due successive verifiche; (iv) LA NORMA TECNICA i protocolli di test per ogni specifica 62-236 verifica; (v) i Test Report per la verifiLa norma si rivolge a: ca su banco; (vi) i Test Report per la 1) Fabbricanti, Organismi verifica periodica in situ. Notificati o Terze Parti che devono accertare “su banco” le prestazioni di CONCLUSIONI misura di un PPMD prima Figura 1 – Esempio di misura di pressione di contatto della sua certificazione co- La norma è in vigore in Italia dall’1 nella pratica clinica: a) Set-up di misura; me DM in classe Im (classe febbraio 2015 e si compone di 172 b) Presentazione del dato I con funzione di misura) o pagine. È disponibile presso il Comisuperiori; in questo conte- tato Elettrotecnico Italiano (CEI) ed è sto dev’essere valutata disponibile sia in lingua italiana sia in accuratamente la risposta lingua inglese, in modo da poterne di ciascun sensore del disseminare l’utilizzo in un contesto PPMD. Tutte le parti appli- più ampio e contribuire, a livello intercabili di questa Nor ma nazionale, al miglioramento della devono essere implemen- qualità delle misure fornite dai PPMD tate, unitamente a qualun- e dell’efficacia clinica delle stesse. que ulteriore valutazione Relativamente alla realizzazione di richiesta dalla normativa appropriati setup strumentali di conFigura 2 – a) Distribuzione corretta della pressione plantare; vigente. trollo, la Norma stessa fornisce, oltre b) Picchi di pressione in paziente con artrite reumatoide 2) Fabbricanti o Terze Parti ai requisiti costruttivi e funzionali, che devono accertare “su anche alcuni interessanti spunti per la Su iniziativa dell’Istituto Superiore di banco” le prestazioni di misura di un messa a punto di strumentazione di Sanità, si è quindi avviata con il Co- PPMD immediatamente prima della test, basati sulle esperienze pregresse mitato Elettrotecnico Italiano (CEI, sua messa in servizio, o a intervalli di alcuni esperti del GDL [5, 8]. Comitato Tecnico CT-62 “Apparec- prestabiliti durante il suo ciclo di vita, chiature elettriche per uso medico”, o a seguito di eventi straordinari, guasotto-comitato 62D “Apparecchi Elet- sti, sostituzioni parziali, aggiornamen- RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI tromedicali”) un’iniziativa per la reda- ti, cambiamenti ambientali o altro; in zione di una proposta di norma tecni- questo contesto i test devono essere 1. W. Ledoux, Chapter 20: The Bioca per la caratterizzazione delle pre- effettuati almeno nel numero di sotto- mechanics of the Diabetic Foot. In: stazioni dei PPMD. L’apposito Gruppo aree della superficie del PPMD indi- Foot and ankle motion analysis: clinical treatment and technology. Eds: di Lavoro (GDL PMD), costituito da cato dalla Norma; fabbricanti ed esperti tecnici e clinici 3) Fabbricanti, Utilizzatori, Terze Parti Harris G.F., Smith P.A., Marks R.M.. del settore presenti a livello europeo o Persone Qualificate che devono Publisher: CRS Press, Taylor and Frane coordinato dall’Istituto Superiore di verificare periodicamente il PPMD cis Group, Boca Raton, Florida. Sanità, ha avviato nel marzo 2012 i negli ambienti operativi (ambulatori, 2006, p. 317-346, ISBN-13: 978-0lavori di preparazione della norma tec- cliniche, ecc.) dove viene utilizzato 8493-3971-4. nica. Dopo quasi 18 mesi di lavoro, il nella pratica quotidiana (test di questo 2. Medical devices: Guidance Docudocumento è stato quindi completato e genere vengono identificati nella ment Meddev 2.1/5 “Guidelines relating to the application of: the Council sottoposto a inchiesta pubblica come Norma come test in situ). da procedura CEI; una volta approva- La Norma, che riguarda esclusiva- directive 90/385/EEC on active imto dal CT-62, è stato pubblicato nei mente l’accertamento delle prestazio- plantable medical devices; the Counprimi mesi del 2015 come Norma Tec- ni di misura del dispositivo di misura cil directive 93/42/EEC on medical nica CEI 62-236:2015-01: Dispositivi della pressione plantare medicale devices. Medical Devices with a meadi misura della pressione plantare (PPMD) (classificato dal Fabbricante suring function” European Commis-
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sion - DG Enterprise, 1998 (http:// ec.europa.eu/health/medicaldevices/files/meddev/ 2_1_5____06-1998_en.pdf) 3. Italia. Decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46. Attuazione della Direttiva 93/42/CEE concernente i Dispositivi Medici. Gazzetta Ufficiale n. 54, 6 marzo 1997 - Supplemento Ordinario n. 49. 4. Italia. Decreto legislativo 25 gennaio 2010, n. 37. Attuazione della direttiva 2007/47/CE che modifica le direttive 90/385/CEE per il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi medici impiantabili attivi, 93/42/CE concernente i dispositivi medici e 98/8/CE relativa all’immissione sul mercato dei biocidi. Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 60, 13 marzo 2010. 5. C. Giacomozzi, Hardware performance assessment recommendations and tools for baropodometric sensor systems. Ann Ist Super Sanità 2010, Vol. 46, No. 2: 158-167 (DOI: 10.4415/ANN_10_02_09). 6. C. Giacomozzi, Chapter 11: Potentialities and Criticalities of Plantar Pressure Measurements in the Study of Foot Biomechanics: Devices, Methodologies and Applications. In:
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TORSIOMETRI ROTATIVI PER MISURE DI COPPIA Instrumentation Devices propone una vasta gamma di trasduttori rotativi per misure di coppia realizzati secondo varie configurazioni meccaniche e con differenti tecnologie (telemisura digitale, accoppiamento ottico, trasformatore rotante, slip ring….): – Versioni a doppia flangia, senza cuscinetti e di tipo contact-less; – Esecuzioni ad albero senza contatti striscianti; – Soluzioni ad alta velocità; – Versioni per sperimentazione automotive ed esecuzioni speciali. I modelli disponibili sono raggruppati in due principali categorie e permettono di soddisfare varie necessità, in un range di misura compreso tra pochi Nm e centinaia di kNm fondo scala. La categoria dotata di attacchi meccanici
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Biomechanics in Applications, Ed. Vaclav Klika, InTech Publication, September 2011. ISBN: 978-953-307969-1. (Open access book available at www.intechweb.org/books/ show/title/biomechanics-inapplications, last check August 2015). 7. C. Giacomozzi, N. Keijsers, T.
Pataky et al., International scientific consensus on medical plantar pressure measurement devices: technical requirements and performance. Ann Ist Super Sanità 2012;48(3):259-71. 8. N. Paone, L. Scalise, Pressure sensor matrix for indirect measurement of grip and push forces exerted on a handle. Measurement, vol. 73, pag. 419-428.
Lorenzo Scalise è laureato in Ingegneria Elettronica all’Università Politecnica delle Marche ed è Dottore di Ricerca in Misure Meccaniche per l’Ingegneria. Dal 2000 lavora presso l’Università Politecnica delle Marche, prima in qualità di Tecnico Laureato e oggi come Professore Associato in Misure Meccaniche e Termiche. Si occupa dello studio di metodi di misura per l’uomo, sensori ottici, strumentazione biomedica e tecnologie assistite. È membro del Gruppo Misure Meccaniche e Termiche (GMMT), della IEEE Instrumentation and Measurement Society (IEEE I&M), della Society for Optics and Photonics (SPIE) e della Society of Experimental Mechanics (SEM). Claudia Giacomozzi ha conseguito Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica (La Sapienza, Roma, 1991) e Dottorato di Ricerca in Bioingegneria (Alma Mater, Bologna, 2003). Dal 1991 lavora presso l’Istituto Superiore di Sanità, dove attualmente ricopre il ruolo di Primo Ricercatore presso il Reparto di Valutazione e Qualità delle Tecnologie Biomediche (Dipartimento di Tecnologie e Salute). È membro del CEI, SC 62 (Elettromedicali). Si occupa di aspetti tecnici e regolatori legati ai dispositivi medici impiegati nell’analisi del movimento e alla gestione del software in contesto sanitario. a flangia prevede torsiometri di costruzione compatta e adatti a un’installazione “in-line” su sistemi di trasmissione meccanica. Questi modelli utilizzano tecniche telemetriche ottiche o RF per la trasmissione dei segnali tra rotore e statore; privi di contatti striscianti e cuscinetti, offrono elevata affidabilità e lunga vita operativa senza la necessità di alcuna manutenzione periodica. Hanno la particolarità di poter essere forniti in versione brevettata “dual range”, ossia con due differenti fondi scala di misura selezionabili. La categoria ad albero include vari torsiometri disponibili con diversi tipi di attacchi meccanici: circolari, quadrati, esagonali, ecc. Questi modelli sono disponibili secondo varie tecnologie di accoppiamento dei segnali tra rotore e statore: ottico, trasformatore rotante, slip-ring, ecc.. Anche in questo caso le versioni con accoppiamento
ottico offrono grande affidabilità, lunga vita operativa e minimizzano la necessità di manutenzione periodica. Per ulteriori informazioni: www.instrumentation.it
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Rubrica a cura di Rosalba Mugno 1, Silvia Tramontin 2 e Francesca Nizzero 3
La pagina di ACCREDIA Notizie dall’Ente di Accreditamento THE PAGE OF ACCREDIA ACCREDIA, The Italian National Accreditation Body plays an active role in “TUTTO_MISURE“, as a permanent strategic partner, ensuring a high added-value contribution to the quality of the Magazine, in the context of the measurement and testing sector, for the benefit of the industry.
RIASSUNTO ACCREDIA, l’Ente Unico Nazionale di Accreditamento gioca un ruolo attivo nella squadra di “TUTTO_MISURE“, garantendo valore aggiunto a livello contenutistico per quanto riguarda l’ambito delle misure e delle prove. IAF ILAC ANNUAL MEETINGS 2015
Si sono svolti a Milano dal 28 ottobre al 6 novembre scorso, nella cornice di EXPO 2015, le riunioni annuali delle Associazioni internazionali di accreditamento IAF (International Accreditation Forum) e ILAC (International Laboratory Accreditation Cooperation), organizzate da ACCREDIA con il patrocinio del Padiglione Italia. IAF e ILAC rappresentano la rete mondiale degli Enti di accreditamento degli Organismi di certificazione e ispezione e dei Laboratori di prova e di taratura, che aderiscono agli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento IAF MLA e ILAC MRA, in base ai quali le certificazioni, le ispezioni, le prove e le tarature accreditate sono riconosciute equivalenti sul mercato e accettate, di fatto, in tutto il mondo. Le riunioni hanno visto la partecipazione di oltre 350 delegati degli Enti di accreditamento e di normazione, delle Associazioni internazionali dei soggetti accreditati e dei vari stakeholders di settore, provenienti da oltre 80 Paesi, impegnati in 10 giorni di workshop, seminari e convegni, e si sono conclusi il 6 novembre con le
General Assemblies di IAF e ILAC. Quest’anno l’appuntamento è stato doppiamente significativo per l’Ente Italiano di Accreditamento, dal momento che Emanuele Riva, Direttore del Dipartimento Certificazione e Ispezione di ACCREDIA, è stato ufficialmente investito della carica di Vice Presidente di IAF, per il prossimo triennio fino al 2018. ESITI DELLA VERIFICA DI EA PEER ASSESSMENT
Si è svolto il 1° ottobre scorso a Berlino il Comitato MAC di EA che ha valutato positivamente gli esiti della verifica di full assessment affrontata da ACCREDIA nei primi mesi dell’anno. La delibera del Multilateral Agreement Council prevede che l’Ente mantenga il ruolo di firmatario degli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento (EA MLA), per tutti gli schemi di accreditamento vigenti, incluso quello, recentemente riconosciuto, che riguarda le verifiche per i gas a effetto serra (GHG). Il Comitato MAC non ha chiesto nessuna azione supplementare e la prossima visita di full assessment verrà programmata fra quattro anni, alla naturale scadenza del ciclo di
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valutazione. ACCREDIA è stata dunque confermata competente a operare per l’accreditamento di tutte le attività di valutazione della conformità coperte dagli EA MLA: • Prove di Laboratorio ai sensi della norma ISO/IEC 17025 Testing; • Analisi mediche ai sensi della norma ISO 15189 Medical Examination; • Tarature ai sensi della norma ISO/ IEC 17025 Calibration; • Certificazioni di prodotti e servizi ai sensi della norma ISO/IEC 17065 Product; • Certificazioni di figure professionali ai sensi della norma ISO/IEC 17024 Persons; • Certificazioni di sistemi di gestione ai sensi della norma ISO/IEC 17021 Management Systems; • Ispezioni ai sensi della norma ISO/IEC 17020 Inspection; • Verifiche delle emissioni di gas a effetto serra ai sensi della norma ISO 14065 Verification. Prossimamente ACCREDIA sarà sottoposta alle specifiche valutazioni per entrare a far parte degli Accordi EA che copriranno le attività riguardanti gli Organizzatori di Circuiti Interlaboratorio Proficiency Testing Providers e i Produttori di Materiali di Riferimento Reference Materials Producers, i cui MLA sono in via di definizione.
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Direttore Dipartimento Laboratori di Taratura, ACCREDIA Torino r.mugno@accredia.it 2 Direttore Dipartimento Laboratori di Prova, ACCREDIA Roma s.tramontin@accredia.it 3 Relazioni Esterne, ACCREDIA Roma f.nizzero@accredia.it
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AGGIORNAMENTO ISPETTORI DEL DIPARTIMENTO LABORATORI DI TARATURA
L’8 ottobre scorso, presso la Sala Norberto Bobbio della CURIA MAXIMA di Torino, si è tenuto l’annuale corso di aggiornamento degli ispettori del Dipartimento Laboratori di taratura, a cui hanno partecipato 55 ispettori su 78. I lavori sono stati aperti dal Direttore Generale, Filippo Trifiletti, e sono proseguiti con la presentazione dei nuovi Regolamenti da parte del Direttore del Dipartimento Rosalba Mugno. Altro tema trattato ha riguardato l’esecuzione da parte dei Laboratori accreditati delle tarature interne, intese come tarature di grandezze d’ingresso non accreditate ma che hanno impatto su quelle accreditate proprio perché a esse collegate. Tutti i temi sono stati ampiamente dibattuti a dimostrazione del forte interesse che questi rivestono nel campo della metrologia ma soprattutto della fattiva e fruttuosa collaborazione esistente tra il Dipartimento e i propri ispettori. NUOVI REGOLAMENTI DEL DIPARTIMENTO LABORATORI DI TARATURA
Il Consiglio Direttivo di ACCREDIA del 27 ottobre scorso ha approvato le nuove edizioni dei principali Regolamenti generali e tecnici del Dipartimento Laboratori di taratura. Le revisioni dei documenti rispondono all’esigenza di disciplinare la materia degli accertamenti sperimentali e delle tarature interne, in conformità con quanto richiesto da EA nel corso dell’ultima verifica di peer assessment che ha coinvolto i tre Dipartimenti ACCREDIA a marzo 2015. In particolare, con il termine “taratura interna“ s’intende la taratura i cui risultati influenzano significativamente le CMC (Calibration and Measurement Capabilities) del Laboratorio, ma che non rientra nel suo scopo di accreditamento (e come tale non può essere offerta come servizio di taratura accreditato). Le tarature interne vengono eseguite mediante personale e strumenta-
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zione sotto il diretto ed esclusivo controllo del Laboratorio o dell’organizzazione a cui il Laboratorio appartiene, applicando procedure tecniche valutate positivamente da parte del Dipartimento. In materia di “accertamenti sperimentali“, ACCREDIA considera necessaria la partecipazione di un Laboratorio di taratura a Proficiency Testing o prove valutative e/o Interlaboratory Comparison o Confronti interlaboratorio, laddove disponibili, al fine di dimostrare la competenza, relativamente a ogni settore metrologico accreditato o in accreditamento, e l’assicurazione della qualità dei risultati. I nuovi documenti verranno pubblicati nelle seguenti edizioni: – RG-13 rev. 05 “Regolamento per l’accreditamento dei Laboratori di taratura e dei Produttori di Materiali di Riferimento“; – RG-13-01 rev. 02 “Regolamento per Accreditamento di tarature esterne e di Laboratori di taratura multisito“; – RT-25 rev. 04 “Prescrizioni per l’accreditamento dei Laboratori di taratura“. I documenti sono stati modificati in ottica di omogeneizzazione con le modalità operative degli altri Dipartimenti, in particolare il Dipartimento dei Laboratori di prova. Allo scopo di disciplinare nel complesso la materia degli accertamenti sperimentali, così da favorire la migliore comprensione dei requisiti applicabili, è stato infine emesso il nuovo Regolamento tecnico RT-36 “Prove Valutative Interlaboratorio (PT) e Confronti Interlaboratorio (ILC) per il Dipartimento Laboratori di taratura“. NUOVI REGOLAMENTI DEL DIPARTIMENTO LABORATORI DI PROVA
Il Consiglio Direttivo di ACCREDIA del 27 ottobre scorso ha approvato le revisioni dei principali Regolamenti generali e tecnici del Dipartimento Laboratori di prova, a conclusione del percorso di armonizzazione avviato con la fusione dei Dipartimenti Laboratori di prova e Laboratori di prova per la sicurezza degli alimenti del 1° gennaio 2015. Uniformazione formale, aggiornamen-
to delle definizioni e dei riferimenti normativi e omogeneizzazione delle modalità operative tra i Dipartimenti ACCREDIA, in particolare con il Dipartimento Laboratori di taratura, sono state le modifiche principali che hanno riguardato: – RG-02 rev. 06 “Regolamento per l’accreditamento dei Laboratori di prova“; – RG-02-01 rev. 03 “Regolamento per l’accreditamento dei Laboratori multisito“; – RT-08 rev. 03 “Prescrizioni per l’accreditamento dei Laboratori di prova“; – RT-23 rev. 04 “Prescrizioni per la definizione del campo di Accreditamento“; – RT-24 rev. 02 “Prove valutative“; – RT-26 rev. 04 “Prescrizioni per l’accreditamento con campo di accreditamento flessibile“. È stato inoltre approvato il nuovo Regolamento tecnico RT-35 che definisce gli specifici requisiti applicabili ai Laboratori medici che vengono accreditati ai sensi della norma ISO/IEC 15189:2012. Il documento, in particolare, recepisce le modifiche introdotte dallo standard rispetto alla precedente edizione del 2007 e risulta dall’evoluzione del documento DT-06 “Criteri generali per l’accreditamento dei laboratori medici“. PUBBLICAZIONE DELLE NORME ISO 9001 E ISO 14001
Il 15 settembre scorso sono state pubblicate le nuove edizioni 2015 delle norme ISO 9001 – che ha sostituito la ISO 9001:2008 – e ISO 14001 – in sostituzione della ISO 14001:2004, che entreranno in vigore il 15 settembre 2018, data a partire dalla quale decadranno le certificazioni ai sensi delle precedenti edizioni di norma. Per l’entrata in vigore di entrambe, infatti, IAF International Accreditation Forum ha fissato un periodo transitorio di 3 anni dalla pubblicazione, come deciso dall’Assemblea Generale nel corso dei meetings di Seoul del 2013 e di Vancouver del 2014. Per i propri Organismi, ACCREDIA ha
N. 04ƒ ;2015 Nuovi accreditamenti A partire dalla data di pubblicazione della nuova edizione 2015 della ISO 9001 e della ISO 14001, non saranno più accolte nuove domande di accreditamento che facciano riferimento alla ISO 9001:2008 e alla ISO 14001:2004. Estensioni dell’accreditamento A partire dalla data di pubblicazione della nuova edizione 2015 della ISO 9001 e della ISO 14001, continueranno a essere accettate domande di estensione che facciano riferimento alla ISO 9001:2008 e alla ISO 14001:2004. Organismi accreditati per rilasciare certificazioni ISO 9001:2008 e ISO 14001:2004 Prima di gestire pratiche di certificazione a fronte della nuova edizione 2015 della ISO 9001 e della ISO 14001, gli Organismi devono assicurarsi che – in funzione del livello di competenza – il personale coinvolto (staff operativo, ispettori, Comitati di delibera e per la salvaguardia dell’imparzialità) sia adeguatamente formato sulle novità e sulle implicazioni delle nuove norme. Per accertare l’adeguamento del processo di certificazione alle nuove norme, ACCREDIA ha avviato opportune verifiche di transizione, che sono state svolte già a partire dalla pubblicazione del FDIS (Final Draft International Standard), mentre rilascia i relativi accreditamenti solo dopo la pubblicazione delle norme stesse. Allo scopo, gli Organismi di certificazione sono impegnati a predisporre un adeguato piano di transizione alla ISO 9001:2015 e alla
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elaborato una serie di disposizioni (NdA: “Circolare DC N° 13/2015“ pubblicata sul sito www.accredia.it, nella sezione Documenti del Dipartimento Certificazione e Ispezione) per gestire la transizione degli accreditamenti rilasciati negli schemi Qualità e Ambiente e delle certificazioni emesse dagli stessi soggetti accreditati, di cui si riportano nel seguito le indicazioni principali.
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ISO 14001:2015, di cui si fornisce zione di tre Centri accreditati, (ii) esempio nella “Circolare DC “Capacità“ con la partecipazione di un Centro, (iii) “Umidità relativa“ con N° 13/2015“. la partecipazione di tre Centri, (iv) “Temperatura“ (Termocoppie) con la Nuove certificazioni e rinnovi Per i 3 anni successivi alla data di partecipazione di tre Centri. pubblicazione della nuova edizione Durante la riunione è emersa l’esigen2015 della ISO 9001 e della za di “rivedere“ alcune parti del ISO 14001, saranno valide le nuove documento EA-2/14 (Procedure for certificazioni e i rinnovi emessi a fron- Regional Calibration ILCs in Support te della ISO 9001 sia 2008 sia of the EA MLA), procedura di riferi2015, e a fronte della ISO 14001 sia mento per il gruppo di lavoro, e di 2004 sia 2015. La data di scadenza riflesso il flowchart riportato nell’ANdelle certificazioni ISO 9001:2008 e NEX E, che riassume le attività riguarISO 14001:2004 emesse durante il danti l’organizzazione degli ILC e nel periodo transitorio di 3 anni dovrà quale sono indicati i riferimenti ai però corrispondere alla fine di tale paragrafi del documento e il responsabile della singola attività, al fine di periodo. definire e chiarire meglio i processi con particolare attenzione alle attività Revoche delle certificazioni Dopo 3 anni dalla pubblicazione previste a conclusione avvenuta dei della nuova edizione 2015 della confronti. ISO 9001 e della ISO 14001, cesse- Di particolare interesse per i Laboraranno di valere – e saranno contestual- tori accreditati è la revisione della mente revocate – le certificazioni rila- lista dei PT Providers che rappresenta sciate a fronte della ISO 9001:2008 e un importante documento di lavoro del gruppo e che ha visto il nuovo indella ISO 14001:2004. serimento dell’I.N.Ri.M. (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica) e delRIUNIONI INTERNAZIONALI l’ENEA-INMRI (Istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni IonizzanIl 6 e 7 ottobre scorsi si è riunito a Hel- ti) come PT Provider di ILC. sinki il gruppo di lavoro “LC wg ILC cal“, che si occupa dell’organizzazione dei Confronti Interlaboratorio (ILC) a cui gli Enti europei firmatari dell’accordo MLA sono chiamati a far partecipare i propri Laboratori accreditati a garanzia dell’adempimento dei TUTTO MISURE requisiti previsti dall’EA MLA. Quest’anno, a differenza degli anni precedenti, il gruppo di lavoro è stato particolarmente produttivo. Nel mese di ottobre hanno avuto inizio due Confronti entrambi pilotati dall’Istituto Metrologico Primario Ceco (CMI), il L’abbonamento biennale Vi offre primo per la grandezza “lunghezza“ (taratura di blocchetti pian paralleli 8 numeri cartacei + 8 sfogliabili + fino a 100 mm) e il secondo per la 8 telematici (Tutto_Misure News) grandezza “momento torcente“ (taraPer richiedere le modalità tura di un banco torsiometrico). Al di abbonamento, primo Confronto partecipano tre Centri di taratura italiani e al secondo un telefonare al n° 011/0266700 Centro. Sono nella fase conclusiva di o inviare una e-mail a: organizzazione i confronti che riguarmetrologia@affidabilita.eu dano altre grandezze: (i) “Livello di pressione sonora“ con la partecipa-
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LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”
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Rubrica a cura del Prof. Paolo Carbone (paolo.carbone@unipg.it)
IMEKO TC-19 e aggiornamenti sulle attività IMEKO Misure e strumentazione nel settore ambientale AN INTRODUCTION TO IMEKO
IMEKO, International Measurement Confederation, has been added to the permanent collaborations to the Journal starting from the beginning of 2014. This section contains information about the Association, publications, events and news of interest to our readers.
RIASSUNTO
IMEKO, International Measurement Confederation, è tra i collaboratori stabili della Rivista a partire dall’inizio del 2014. Questa rubrica contiene informazioni sull’Associazione, pubblicazioni, eventi, e notizie di utilità per i nostri lettori. Fra le varie Commissioni Tecniche dell’IMEKO va menzionata l’Imeko TC19, fondata nel 1999. Il TC19 si occupa delle misure e della strumentazione nel settore ambientale e affine. Annovera diverse linee di ricerca che riguardano essenzialmente le più comuni matrici ambientali cioè l’aria, l’acqua e il suolo. Nell’ambito del TC19 si discutono aspetti scientifici teorici e applicativi relativi alle tecniche analitiche, ai metodi strumentali, ai metodi per la valutazione di dati ambientali e alle tecniche per l’assicurazione e il controllo di qualità per le misure di tipo ambientale. L’attività scientifica del TC19, presieduto dall’Ing. Aimé Lay-Ekuakille dell’Università del Salento, è molto intensa: gli ultimi congressi annuali sono stati organizzati a Lecce (2013), Chemnitz – Germania (2014) e Praga – Rep. Ceca (2015), in coincidenza con il congresso mondiale IMEKO. La prossima scadenza è prevista per il 2425 giugno 2016 a Reggio Calabria (VI EnvImeko). Nel 2017, invece, sarà la Giamaica a ospitare il VII EnvImeko. L’attività scientifica associata alle attività del TC19 è ben testimoniata anche dalla presenza di numerose pubblicazioni sul tema delle misure e della metrologia per l’ambiente, liberamente scaricabili dalla base dati
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IMEKO, accessibile all’indirizzo: www.imeko.org/index.php/ proceedings. Ad esempio la base dati contiene più di 80 articoli scientifici pubblicati dal 2013 a oggi e liberamente consultabili. Questa base dati risulta essere una fonte ricca d’informazioni scientifiche che riguardano non solo l’ambito delle misure per l’ambiente, ma anche tutti gli atri settori tecnici oggetto delle attività di IMEKO. Nel 2015, ad esempio, Praga ha ospitato il congresso mondiale IMEKO e 461 degli articoli presentati durante le attività congressuali sono accessibili e scaricabili dal sito menzionato. Si tratta di un patrimonio importante di conoscenze d’interesse per tutta la comunità dei metrologi e dei professionisti della metrologia e quindi anche a favore dei lettori di Tutto_Misure! IMEKO DÀ IL BENVENUTO A TRE NUOVI MEMBRI!
Sono tre i nuovi membri di IMEKO: – JAMAICA: University of West Indies, Kingston – UGANDA: Uganda National Bureau of Standards UNBS, Kampala – UNITED STATES OF AMERICA: National Institute of Standards and Technology, Gaithersburg
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USCITO IL TERZO NUMERO DI ACTA IMEKO DEL 2015
All’indirizzo http:// acta.imeko.org/ index.php/actaimeko/index potete trovare il terzo numero della rivista open-access ACTA IMEKO del 2015. Si tratta del numero che raccoglie i migliori 11 lavori, presentati al 20th IMEKO TC-4 International Symposium and the 18th TC-4 Workshop on ADC and DAC Modelling and Testing e completati con nuovi risultati che li estendono. Il quarto numero di ACTA IMEKO è in preparazione e uscirà prima della fine dell’anno. Buona lettura!
NASCE LA MANIFESTAZIONE ITALIANA DELLA ROBOTICA www.affidabilita.eu Il primo evento espositivo italiano dedicato alla robotica industriale La decima edizione di A&T (Torino, 2021 aprile 2015) si amplierà ulteriormente ospitando A&T – ROBOTIC WORLD, la principale vetrina italiana per il mondo della robotica, grazie alla qualità della sua offerta espositiva e contenutistica.
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Rubrica a cura di Paolo Giardina (garden67@gmail.com
assoalati@gmail.com)
a cura di Massimo Mortarino
Associazione dei Laboratori Italiani di Taratura - A.L.A.T.I. Quante riferibilità delle misure...? A.L.A.T.I. - THE ASSOCIATION OF THE ITALIAN CALIBRATION LABORATORIES This page is devoted to the discussion of associative and technical aspects, the collection of contributions from the Members of the Association, and the formulation of proposals in the framework of the collaboration between the Association and the Accreditation Institution ACCREDIA.
RIASSUNTO Questa rubrica è uno spazio permanente dedicato all’Associazione per discutere temi, raccogliere contributi dagli associati, portare avanti proposte nell’ambito della collaborazione con l’Ente di Accreditamento ACCREDIA.
QUANTE RIFERIBILITÀ DELLE MISURE ESISTONO NEL SISTEMA QUALITÀ ITALIA?
Cari lettori, i padri fondatori del SI (Sistema Internazionale delle unità di misura) immaginavano, forse utopisticamente, un futuro in cui le unità di misura fossero veramente uniche e universalmente riconosciute dai popoli della nostra amata Terra. Ovviamente al di là di territorialismi e campanilismi vari, spesso anche legittimi, oltre agli ultimi tentativi di ridefinizione delle unità fondamentali, che hanno portato, portano e porteranno disomogeneità nei vari continenti, a bocce ferme ci si augurerebbe che almeno all’interno di uno Stato, come ad esempio l’Italia, questi distinguo, o perlomeno queste differenze, non debbano più esistere. E invece esistono e temo, purtroppo, esisteranno ancora per molto tempo. Gli argomenti a supporto di questo timore potrebbero essere tanti e spaziano dalle differenze della metrologia legale rispetto a quella scientifica, ai diversi approcci dei vari Enti normatori
sia nazionali sia internazionali e, non per ultimo, alle non convergenti politiche dei diversi dipartimenti in seno all’Ente unico di accreditamento. Prendendo spunto proprio da questa ultima, volevo brevemente commentare quanto sta succedendo proprio in questi ultimi mesi in seno ad ACCREDIA, in merito alla garanzia della riferibilità delle misure al SI. L’oggetto della discussione sono le “tarature interne”, definite da ACCREDIA-DT come: “Tarature eseguite dal personale del Laboratorio sulla base di procedure documentate che, sebbene non siano parte integrante delle tarature accreditate, sono eseguite su strumenti/campioni utilizzati per la definizione delle grandezze d’influenza e di conseguenza devono dimostrare la stessa affidabilità di tarature esterne accreditate”. Come conseguenza di tale definizione e a seguito di un rilievo che ACCREDIA ha avuto durante l’ultima Peer Evaluation da parte dell’EA del Marzo scorso, il Dipartimento Tarature ha legittimamente equiparato le tarature interne a quelle accreditate, quindi da sottoporre a “validazione” tecnica da parte dell’ente stesso, anche se queste non faranno parte di quelle accreditate, e per le quali il Laboratorio potrà sola-
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mente emettere rapporti di taratura interni solo sulla propria strumentazione e non Certificati di Taratura LAT. Per completezza di trattazione bisogna però dire, come anche ribadito più volte da parte di ACCREDIA-DT, che tutto ciò vale per tutte le grandezze che hanno influenza metrologica nel risultato finale della taratura (ad esempio, le misure dei parametri ambientali nelle misure dimensionali); ma a questo bisogna purtroppo aggiungere che tale “validazione” comporterà costi aggiuntivi da parte del Laboratorio, a causa del fatto che non sempre l’ispettore tecnico, normalmente incaricato delle valutazioni delle procedure, possiede competenze specifiche sulle grandezze che hanno influenza significativa sul risultato delle tarature accreditate. Dall’altra parte non bisogna dimenticare che, a mio modestissimo parere, visto il panorama abbastanza variegato dei Laboratori di taratura accreditati, è prevedibile che tra questi ci sia qualcuno che “spacci” la “validazione” come “valutazione”, anche se non riconosciuta verso l’esterno, creando ulteriore confusione nel mercato che, come noto a tutti, vive molto spesso, se non in maggior percentuale, di tarature non accreditate. Ma qui non voglio parlare di ciò che potrebbe essere oggetto di discussione e analisi futura. Quello che invece volevo evidenziare riguarda sempre l’omogeneità di trattamento dei soggetti accreditati da parte di ACCREDIA. Premetto che sono pienamente d’accordo con lo spirito che sta dietro questo approccio da parte dell’Ente, così come sono altrettanto convinto che i Centri accreditati abbiano le professionalità per dimostrare se una grandezza misurata influenzi o meno il risultato di una taratura (d’altronde è nel DNA di chi si occupa di misure capire cosa influenzi o meno una taratura).
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È altrettanto verosimile che i Centri siano disposti ad accollarsi i maggiori costi derivanti da tale “validazione”: gli stessi, tuttavia, auspicano da parte dell’Ente una maggiore salvaguardia rispetto ad altre visioni di riferibilità delle misure esistenti all’interno dei soggetti accreditati. Con ciò mi riferisco a tutta quella parte dei Laboratori di prova che, pur seguendo la medesima norma dei Laboratori di taratura (ISO 17025), effettuano internamente la taratura della strumentazione, magari utilizzando campioni primari tarati da Laboratori di taratura accreditati in ambito ILAC/EA, ma seguendo metodi di taratura che non sono controllati da nessuno, se non dal loro stesso SGQ. Già questo potrebbe essere oggetto di discussione e confronto, in quanto le tarature fatte in casa da un Laboratorio tolgono una fetta di mercato ai Laboratori accreditati di taratura; ma vorrei restare sul piano tecnico. Siamo sicuri che il Laboratorio di prova accreditato disponga al proprio interno delle competenze necessarie per istruire procedure di taratura consistenti dal punto di vista metrologico, tali da poter dimostrare senza ombra di dubbio l’influenza o meno di quella misura fatta con quello strumento tarato internamente sul risultato finale delle prove? Oltremodo, siamo sicuri che gli ispettori tecnici, sicuramente esperti nei vari settori di prova oggetto di accreditamento, siano altresì esperti nella “valutazione” o “validazione” tecnica delle metodiche di taratura della strumentazione, per poter approvare o meno un’eventuale trascurabilità di una misura nella catena di riferibilità del risultato di una prova? Se fossi nei panni dell’Ente unico di accreditamento, mi porrei qualche domanda in più per sfatare questi dubbi. A queste mie semplici provocazioni qualcuno potrebbe obiettare che le competenze, ove non disponibili, si possono creare (sia per i Laboratori sia per gli ispettori) o che laddove esistono linee guida sulla taratura della strumentazione, queste possono essere utilizzate anche dai Laboratori di prova, oppure che spesso alcune misure in un processo analitico sono trascurabili rispetto ad altre. Sono perfettamente d’accordo con queste obiezioni, ma altrettanto preoccupato della diversità di trattamento riservato ai vari soggetti accreditati, che sono percepiti dal mercato, pur con la propria specificità, nello stesso modo e ai quali l’Ente di accreditamento dovrebbe riservare trattamenti analoghi, se veramente si vuole garantire un’unica riferibilità delle misure, sia a livello nazionale sia internazionale. Alla luce di questi fatti e supponendo che, prima o poi, questa problematica potrebbe essere oggetto di rilievi da parte dell’EA, invito gli amici e colleghi di ACCREDIA a istruire azioni preventive mirate a uniformare questa piccola, ma importante, discrepanza in seno ai soggetti accreditati. “Qualità è la caratteristica più vicina all’attesa del soggetto” – Aristotele Un caro saluto a tutti, alla prossima e buona lettura. Paolo Giardina
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Carlo Carobbi
Accreditamento dei Laboratori di prova operanti nel settore EMC Interpretazione Lista di Riscontro ACCREDIA – Condizioni ambientali, assicurazione qualità
ACCREDITATION OF TEST LABORATORIES OPERATING IN THE EMC FIELD The subject of this article of the column on “Fields and Electromagnetic Compatibility” is to suggest an interpretation of the requirements set in the checklist of the national accreditation body ACCREDIA, when used for the assessment of the electromagnetic compatibility test Laboratories. What is here reported is the result of the knowledge and experience of the author, and it is not, nor is intended to represent the official position of the national accreditation body ACCREDIA. This third article deals with the requirements concerning the environmental conditions and the assurance of the quality of test results (the previous two ones dealt with personnel and test methods). RIASSUNTO Lo scopo di questo articolo della rubrica “Campi e Compatibilità Elettromagnetica” è suggerire un’interpretazione delle verifiche previste dalla lista di riscontro (checklist) ACCREDIA quando applicata ai Laboratori di prova che operano nel settore della Compatibilità Elettromagnetica. Quanto qui riportato è una sintesi della conoscenza e dell’esperienza dello scrivente, non è né intende rappresentare la posizione ufficiale dell’Ente nazionale di accreditamento ACCREDIA. Questo terzo articolo tratta delle condizioni ambientali e dell’assicurazione qualità dei risultati di prova (i precedenti due articoli riguardavano il personale e i metodi di prova). CAMPIONAMENTO, CONSERVAZIONE DEI CAMPIONI E AMBIENTI DI LAVORO Proseguendo l’analisi della lista di riscontro MD-09-01-DL/DS (livello 1, rev. 2) fra i “Metodi di Prova”, oggetto del precedente articolo, e “Esecuzione della prova, registrazioni e assicurazione qualità”, oggetto del presente articolo, troviamo “Campionamento, conservazione dei campioni e ambienti di lavoro”. La maggior parte di questa sezione della lista di riscontro riguarda il campionamento e la conservazione dei campioni. I corrispondenti requisiti non si applicano ai Laboratori EMC, in quanto il campionamento è sempre a carico del cliente e i campioni (gli apparecchi da provare, EUT) non richiedono particolari precauzioni di conservazione (sono apparecchiature elettriche ed elettroniche, non campioni biologici).
Ricordiamo che la missione del Laboratorio è far le prove per i clienti, non per l’Ente di accreditamento! Secondo inciso: l’EUT selezionato dal Laboratorio sarà inevitabilmente molto semplice, ad esempio con pochi cavi, che per funzionare non necessita di un’apparecchiatura ausiliaria. È chiaro che è interesse del Laboratorio complicare il meno possibile la prova in modo da limitare il rischio d’incappare in rilievi. L’ispettore ha comunque facoltà di far pervenire al Laboratorio richieste specifiche riguardanti l’EUT da provare. Lo stesso ispettore può fornire l’EUT. Ad esempio: essendo un organizzatore di circuiti interlaboratorio dispongo di EUT di cui conosco (io sì, ma il Laboratorio no) la grandezza generata (campo elettromagnetico o tensione di disturbo) e potrei richiedere al Laboratorio di eseguire la prova su uno di questi emettitori. In tal modo posso verificare che l’esito della prova sia quello atteso, in termini quantitativi, confrontando il risultato di misura del Laboratorio con il valore di riferimento per l’EUT. Prima o poi lo farò (siete avvisati!). Terzo inciso: l’ispettore può chiedere anche l’esecuzione di una verifica, anziché di una prova (ad esempio NSA o SVSWR della camera anecoica secondo CISPR 16-1-4, oppure uniformità del campo elettromagnetico secondo IEC 61000-4-3) oppure una taratura interna. Nella verifica al livello 1 ACCREDIA è come se fosse un cliente del Laboratorio, e quindi il Laboratorio è come se avesse ricevuto una commessa da ACCREDIA per la prova dell’EUT. Il Laboratorio deve allora apporre sull’EUT un’etichetta con il codice identificativo
Alcuni punti invece si applicano anche ai Laboratori EMC. RT-08, p.to 5.8.2: “Il campione è identificabile per l’intero percorso di esecuzione della prova?” Durante la verifica al livello 1 il Laboratorio deve eseguire una prova su un EUT che di solito è lo stesso Laboratorio a selezionare. Propongo sempre di comunicare al Laboratorio in anticipo, attraverso il piano visita, le prove di livello 1 in quanto il Laboratorio deve disporre dell’EUT del tipo previsto dal metodo di prova (elettrodomestico, apparecchio d’illuminazione, apparecchio della tecnologia dell’informazione, elettromedicale, macchinario per movimentazione terra, ecc.) nei giorni della verifica ispettiva. Primo inciso: è opportuno comunicare le prove di livello 1 non solo per avere un EUT adeguato, ma anche perché il Laboratorio deve poter disporre delle apparecchia- Università di Firenze, ture di prova (ad es. camera anecoica) Dip. Ingegneria dell’Informazione per la verifica anziché per i clienti. carlo.carobbi@gmail.com
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collegato alla (finta) commessa e deve predisporre un corrispondente piano di prova concordato con il cliente (l’ispettore). Nel rapporto di prova che il Laboratorio emetterà per l’EUT provato per il cliente ACCREDIA dev’esserci corrispondenza con il suddetto codice identificativo. RT-08, p.to 5.3.1: “I locali di prova sono dotati di apparecchiature e sorgenti di alimentazione adeguate alle prove richieste?” Qui s’intende verificare se l’impianto di condizionamento del Laboratorio e la sorgente di alimentazione sono adeguati. Per quanto riguarda il condizionamento, in relazione alle prove EMC non ci sono requisiti eccetto che per la prova di scarica elettrostatica, dove la IEC 61000-4-2 (ed. 2) prescrive: temperatura ambiente da 15 °C a 35 °C; umidità relativa dal 30% al 60%; pressione atmosferica da 86 kPa (860 mbar) a 106 kPa (1.060 mbar).
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La ISO 10605 ammette un intervallo di umidità più ampio (dal 20% al 60%) e non prescrive limiti per la pressione atmosferica. In genere il requisito più stringente è l’umidità, non sempre inferiore al 60%. Per la pressione atmosferica ritengo sia più che adeguata l’informazione che si ottiene da un sito web per previsioni meteo, non ritengo sia necessario che il Laboratorio disponga (e tantomeno faccia regolarmente tarare) di un barometro. Per quanto riguarda l’alimentazione vi sono requisiti da rispettare negli specifici metodi di prova (ad esempio per la misura delle emissioni di armoniche di corrente o dell’emissione di tensioni di disturbo condotte) riguardanti il valore della tensione di alimentazione, la distorsione, i disturbi a radiofrequenza. Le apparecchiature di prova EMC dispongono di generatori di alimentazione e reti di disaccoppiamento concepiti per l’uso a fronte dei metodi di
prova pertinenti. Quindi il requisito riguarda più le apparecchiature di prova (la cui verifica di adeguatezza è oggetto di altra sezione della lista di riscontro) che la sorgente di alimentazione del Laboratorio. RT-08, p.to 5.3.2: “Esiste un programma di monitoraggio delle condizioni ambientali del Laboratorio? Gli esiti dei monitoraggi eseguiti sono rintracciabili dalle registrazioni effettuate?” Un Laboratorio di prova EMC non necessita di un monitoraggio continuo delle condizioni ambientali diversamente, ad esempio, da un Laboratorio di taratura per grandezze elettriche. Le condizioni ambientali che si riscontrano tipicamente nei Laboratori di prova (cioè in luoghi chiusi e condizionati) non sono influenti sui risultati delle prove EMC. Fa eccezione la prova di scarica elettrostatica. Quindi, per l’esecuzione di quella prova, è necessario registrare le condizioni ambientali, ad esempio a inizio e
N. 04ƒ ;2015 ESECUZIONE DELLA PROVA, REGISTRAZIONI E ASSICURAZIONE QUALITÀ
Anche per questa sezione si commentano solo i punti applicabili a un Laboratorio EMC, cioè a un Laboratorio che di solito non usa reagenti chimici e materiali di riferimento e quasi sempre esegue prove in sede (categoria 0). RT-08, p.to 5.4.2: “Le modalità esecutive della prova, e delle sue fasi, sono state rispettate?” Ovviamente il Laboratorio deve eseguire la prova come prescritto dal metodo seguendo le indicazioni circa l’allestimento di prova (disposizione EUT e relativi cavi, rispetto di lunghezze dei cavi, distanze dell’EUT dalle apparecchiature di prova, dalle superfici metalliche, dagli assorbitori, uso o meno di piani metallici, impiego di collegamenti a bassa impedenza, ecc.), l’eventuale strategia d’incremento (“escalation strategy”) dei livelli (per le prove d’immunità all’impulso), l’esecuzione di fasi di prova specifiche a seconda del tipo di porte e collegamenti di cui è dotato l’EUT (porte AC, DC, per scambio dati,
per segnali di controllo, cavi schermati e non schermati, cavi di lunghezza superiore a un valore prestabilito, ecc.). A differenza, ad esempio, dei metodi di prova per la sicurezza elettrica, i metodi EMC non richiedono un condizionamento dell’EUT prima di eseguire la prova. Ritengo che abbia molta importanza, ai fini dell’assicurazione qualità dei risultati di prova, l’effettuazione di una semplice verifica preliminare delle apparecchiature di prova prima dell’esecuzione della prova o di sessione di prove che si prevede di svolgere in un certo giorno. Tale verifica può limitarsi all’accertamento dell’esistenza dello stimolo a un livello (per le prove d’immunità) oppure alla misura dell’emissione (per le prove di emissione) prodotta da un generatore di pettine o da un EUT con emissione stabile e messo da parte dal Laboratorio per questo scopo. L’esecuzione e l’esito di tale verifica devono essere registrati, come minimo con la spunta di una casella nel brogliaccio su cui l’operatore registra gli esiti delle varie fasi di prova o su un modulo predisposto e collocato presso l’apparecchiatura di prova (la registrazione includerà la data e la firma dell’operatore che l’ha eseguita). Le apparecchiature impiegate per questa verifica preliminare non necessariamente devono essere tarate né avere particolari prestazioni metrologiche (ad esempio quelle richieste per tarare le apparecchiature di prova). Devono però essere adeguate per stabilire inequivocabilmente che la grandezza misurata è presente e del livello atteso. Per la scarica elettrostatica è sufficiente verificare lo scoccare della scintilla. Se il Laboratorio, per uno specifico metodo di prova, non esegue verifiche preliminari allora faccio un rilievo la cui classificazione sarà “osservazione” se la verifica preliminare è già prevista dal metodo di prova, “commento” se non lo è. Il Laboratorio non ha l’obbligo di prevedere un’azione preventiva a seguito del commento: tuttavia, se decide di non agire, deve difendere le ragioni a supporto di tale scelta. RT-08, p.to 5.4.7: “Campionare un RdP da archivio e verificare che i dati grezzi relativi all’esecuzione della
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fine prova. Se le condizioni ambientali registrate non rientrano negli intervalli previsti dai metodi la prova non può essere eseguita. RT-08, p.to 5.3.2: “Sono sottoposti a taratura i relativi strumenti di monitoraggio?” Se i parametri ambientali hanno influenza significativa sui risultati di prova, allora i relativi strumenti di misurazione devono essere tarati e sottoposti a verifica di adeguatezza all’uso (conferma metrologica). Per quanto fin qui detto la prova di scarica elettrostatica richiede un termo-igrometro (non barometro) tarato nell’intervallo di temperatura e umidità specificato dal metodo di prova (IEC 61000-4-2, ISO 10605), oppure nell’intervallo ristretto (ma compreso in quello specificato dai metodi di prova) in cui si ha la ragionevole certezza che il Laboratorio operi (evidenza ottenibile a seguito di monitoraggio continuo di almeno un anno di temperatura e umidità negli ambienti di prova).
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prova e ai controlli effettuati siano rintracciabili a partire dal rapporto di prova finale e che siano effettuati e registrati, ove previsti, i controlli di processo.” Questo punto costituisce l’essenza delle verifiche previste per le prove campionate da ACCREDIA a livello 2 e si applica anche al livello 1 (che comprende le verifiche dei livelli 2 e 3). Si tratta di verificare che: a) al momento dell’esecuzione della prova a cui si riferisce il rapporto di prova (RdP), il Laboratorio soddisfacesse i requisiti per l’accreditamento, e che b) i dati grezzi registrati in archivio corrispondano a quelli riportati nel rapporto di prova. Per quanto riguarda a), essenzialmente verifico che le apparecchiature di prova fossero in condizioni di taratura valide al momento dell’esecuzione della prova (cioè che la taratura non fosse scaduta) e che il personale che ha eseguito la prova fosse qualificato. Per quanto riguarda b) verifico che quanto registrato a mano nei brogliacci dagli operatori corrisponda a quanto riportato nel rapporto di prova, che sia possibile risalire ai fattori di correzione inseriti nel ricevitore e nel software di gestione della prova e che tali fattori di correzione corrispondano a quelli riportati nei corrispondenti certificati di taratura. Dal rapporto di prova si deve poi poter evincere che la prova è stata eseguita correttamente e rispettando le fasi previste (anche attraverso l’uso di fotografie e descrizioni sintetiche). Credo sia importante che il Laboratorio abbia una posizione difendibile in caso di contestazione da parte del cliente. I metodi di prova impiegati dal Laboratorio devono corrispondere a quelli riportati nello scopo dell’accreditamento, e non deve essere stato fatto abuso del marchio ACCREDIA (ad esempio emettendo rapporti con marchio ACCREDIA a fronte di sole prove non accreditate, fatto gravissimo a cui può seguire la sospensione o la revoca dell’accreditamento). RT-08, p.to 5.4.7: “I calcoli sono sottoposti ad adeguati controlli? Questi controlli sono efficaci? In caso di calcoli effettuati con sistemi automatici (fogli di calcolo, software commerciali o elaborati dal Laboratorio) viene
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durre evidenza di tale validazione. Durante la verifica ispettiva posso ad esempio controllare, oltre a tali evidenze, che il software applichi correttamente il fattore di correzione (scusate il bisticcio…!) chiedendo all’operatore di rifare i calcoli a mano, dal valore grezzo al valore misurato in una prova di emissione. Oppure posso controllare che il software piloti correttamente le apparecchiature di misura per generare la grandezza di stimolo in una prova d’immunità, misurando ad esempio il campo elettromagnetico in un punto della superficie a campo uniforme (UFA). Nel far questo verifico anche le conoscenze dell’operatore, che si trova a far qualcosa di diverso da quello che fa di solito (gli tocca ad esempio fare a mano un conto che altrimenti fa il computer, riconsiderando quindi gli elementi che compongono la catena di misura e il loro effetto nel determinare il valore misurato a partire dal grezzo).
MISURAZIONE OTTIMIZZATA DELLA COPPIA NEI BANCHI PROVA MOTORI Con il sistema di amplificatori di misura PMX, HBM permette all’industria automobilistica di eseguire test più efficienti sui motori. Procedure di misura a prova di errore e controllo preciso del processo sono tra i principali vantaggi offerti da PMX L’obiettivo è quello di ottimizzare ul-
teriormente le prestazioni dei motori, in modo da soddisfare le future normative riguardo all’efficienza in termini di consumi, e consentire progressi innovativi nella tecnica di verifica e lavorazione. Con il sistema di amplificatori di misura PMX, HBM Test and Measurement (HBM) sviluppa una piattaforma tecnica di misura per banchi di prova, precisa e a prova di errore, mirata ad accrescere le capacità prestazionali dei motori.
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Le celle dei fogli di calcolo che contengono formule devono essere bloccate. Anche i fogli di calcolo devono essere validati (l’evidenza della validazione può essere nello stesso foglio di calcolo, applicando le formule a un ingresso che produce un’uscita nota). Circa le cifre significative si applicano considerazioni note e sintetizzate, ad esempio, nel citato paragrafo 7.6 di EA 4/16: “The number of decimal digits in a reported uncertainty should always reflect practical measurement capability. In view of the process for evaluating uncertainties, it is rarely justified to report more than two significant digits. Often a single significant digit is appropriate. Similarly, the numerical value of the result should be rounded so that the last decimal digit corresponds to the last digit of the uncertainty. The normal rules of rounding can be applied in both cases.
cronismo con l’angolo di manovella, per poter determinare la distribuzione della coppia in funzione dei cilindri. PMX genera in tempo reale parametri quali potenza, valori medi e di picco, fino alla regolazione di coppia mediante il regolatore PID. Il sistema di amplificatori di misura PMX, con le sue interfacce di comunicazione aperte, in combinazione con i potenti sensori di coppia HBM, permette l’esecuzione di efficienti processi di verifica nel settore automobilistico.
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controllata preliminarmente e a ogni modifica la validità dei risultati ottenuti? Gli arrotondamenti e le cifre significative sono correttamente gestiti (es. EA 4/16 punto 7.6)?” Questo punto e il successivo: RT-08, p.to 5.4.7.2: “Il software sviluppato dal Laboratorio è validato? È adeguatamente documentato? È protetto da modifiche anche accidentali? Viene rivalidato nel caso di nuove versioni del sistema operativo o di SW di supporto (es. macro di Excel al cambio di release)?” riguardano il corretto uso e la validazione del software. I Laboratori di prova EMC impiegano software per la gestione automatica delle prove e l’applicazione dei fattori di correzione. Se il software è di origine esterna, esso deve essere corredato di una dichiarazione di validazione; se il software è stato realizzato dal Laboratorio allora è il Laboratorio stesso che deve aver validato il software e deve pro-
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Nuove opzioni di filtraggio e scalatura per la misurazione della coppia ne permettono l’esatto impiego nell’esercizio a carico parziale. Il sensore di coppia può essere scalato nel PMX tramite la curva caratteristica polinomiale ad alta precisione o la tabella delle curve caratteristiche con rilevamento automatico del senso sinistrorso/destrorso. Per il PMX HBM ha realizzato il filtro CASMA (Crank Angle Synchron Moving Average) con generazione della media mobile mediante l’angolo di rotazione. Il nuovo design del filtro permette, ad esempio, di generare la media mobile in sin-
Per ulteriori informazioni: www.hbm.com/it/2981/pmxcondizionatore-segnale-per-limpiego-nella-produzione HBM Test and Measurement Fondata in Germania nel 1950, Hottinger Baldwin Messtechnik (HBM Test and Measurement) si è costruita una reputazione come leader mondiale di tecnologia e del mercato nell’industria delle misurazioni e prove. HBM offre prodotti per la catena di misurazione completa, dalle prove virtuali a quelle fisiche. Le sedi di produzione sono situate in Germania, U.S.A., Cina e Portogallo; HBM è presente in più di 80 Paesi nel mondo.
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Nel caso in cui si rendano disponibili prove valutative il Laboratorio è tenuto a partecipare a tali prove, purché chi offre il servizio rispetti i criteri previsti dalla norma ISO/IEC 17043 e dal documento ACCREDIA RT-24. Purtroppo i fornitori del servizio di prova valutativa in ambito EMC non abbondano nel mondo. L’unico Ente, accreditato secondo ISO/IEC 17043 (da A2LA), che offre un estensivo programma di prove valutative in ambito EMC è l’American Council of Independent Laboratories (ACIL, Stati Uniti d’America). ACIL tuttavia offre schemi che coprono solo il metodo ANSI C63.4 (benché lo scopo dell’accreditamento sia esteso anche al metodo CISPR 22), mentre in Europa s’impiegano prevalentemente i metodi IEC/CISPR. Altro Ente accreditato che offre prove valutative in ambito EMC è IFM Quality Services (Australia), però in modo discontinuo visto che il “core business” dell’ente riguarda le prove valutative in ambito sicurezza elettrica. Le stesse prove valutative EMC di emissione condotta e radiata, secondo metodi IEC/CISPR, sono a oggi (mentre sto scrivendo, 25 Ottobre 2015) accreditate (ancora da A2LA) nell’ambito della sicurezza elettrica, il che mi lascia un po’ perplesso vista la differenza tecnica enorme fra le prove EMC e le prove di sicurezza elettrica (il certificato di accreditamento scade il 30 Novembre 2015: vedremo insieme il nuovo certificato, cari lettori, quando questo articolo sarà pubblicato). In Italia (anzi, per quanto ne so io, in Europa) l’Università degli Studi di Firenze in collaborazione con I.N.Ri.M. offre prove valutative in ambito EMC da qualche anno (si veda www.emc.unifi.it/CMprov-p-26.html). Il sodalizio non è accreditato, tuttavia la lista di riscontro non richiede che il fornitore del servizio di prova valutativa sia accreditato ma che rispetti quanto previsto da RT24. In particolare deve rendere disponibile uno schema della prova valutativa che ne descriva tutti gli aspetti salienti: chi è il coordinatore, i criteri di ammissione dei Laboratori che partecipano alla prova valutativa, il metodo di prova a fronte del quale si valuta la prestazione del Laboratorio, il
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For example, if a result of 123.456 units is obtained, and an uncertainty of 2.27 units has resulted from the evaluation, the use of two significant decimal digits would give the rounded values 123.5 units ± 2.3 units”. RT-08, p.to 5.9: “Esistono procedure di controllo della qualità adeguate a garantire un controllo efficace? Sono disponibili le registrazioni? (circuiti interlaboratorio, prove su materiali di riferimento, controlli di processo, prove in doppio, ecc.)? È eseguita un’analisi periodica dei dati ottenuti? Gli esiti di tali attività sono soddisfacenti? I risultati dimostrano la tenuta sotto controllo del processo di prova?”. Durante la verifica, quando mi trovo a questo punto della lista di riscontro, cerco di fare un riassunto mentale di quanto visto (anche andando oltre nella lista di riscontro: la checklist non si compila in ordine dal primo all’ultimo punto ma secondo l’importanza e la logica che l’ispettore attribuisce ai vari requisiti), ad esempio pensando alle apparecchiature di prova, alle tarature, alla valutazione dell’incertezza di misura e a ciò che abbia rilevanza ai fini dell’assicurazione qualità dei risultati di prova. Mi chiedo dunque: il Laboratorio effettua sistematiche verifiche delle catene di misura prima delle sessioni di prova? Il personale è qualificato e ci sono evidenze oggettive circa il mantenimento della qualifica? Il personale ha dato evidenza di conoscere i metodi di prova? Il Laboratorio effettua sistematicamente la conferma metrologica delle apparecchiature di misura? Il Laboratorio ha valutato la ripetibilità con cui è in grado di eseguire le prove? Il Laboratorio ha calcolato l’incertezza di misura? Il Laboratorio partecipa regolarmente alle prove valutative disponibili? Esistono pianificazioni di queste attività? Esistono registrazioni (nella forma di carte di controllo, ma non necessariamente) che confermino quantitativamente che il processo di prova è sotto controllo (es. registrazioni circa la ripetibilità, le verifiche preliminari, i risultati delle tarature)? Ciascuno di questi elementi è una tessera del mosaico “assicurazione qualità dei risultati di prova”. RT-08, p.to 5.9: “Sono rispettati i criteri previsti dal doc. RT-24?”
CAMPI E COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA
campione viaggiante e i criteri con cui sono stabiliti i valori di riferimento, le modalità di elaborazione statistica dei risultati di misura (che devono rispettare quanto previsto dalla norma ISO 13528), le statistiche che s’impiegano per quantificare la prestazione dei partecipanti (ancora da ISO 13528), la reportistica dal Laboratorio al coordinatore e viceversa, come il coordinatore gestisce i reclami dei partecipanti e mantenga la confidenzialità dei risultati e l’imparzialità nei confronti dei partecipanti. RIFERIMENTI
[1] MD-09-01-DL/DS, “Lista di riscontro per la valutazione dei Laboratori (parte tecnica livello 1)”, rev. 2. [2] RT-08, “Requisiti generali per l’accreditamento dei Laboratori di prova”, rev. 2. [3] RT-24, “Prove valutative”, rev. 1. [4] EA guidelines on the expression of uncertainty in quantitative testing, EA4/16 G:2003. [5] Conformity Assessment – General Requirements for Proficiency Testing, First edition, ISO/IEC 17043:2010. [6] Statistical Methods for Use in Proficiency Testing by Interlaboratory Comparisons, ISO 13528:2005. Carlo Carobbi è Ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze, dove insegna Misure Elettroniche. Collabora come ispettore tecnico con l’Ente unico di accreditamento Accredia, sia per il Dipartimento Laboratori di Prova sia per il Dipartimento Laboratori di Taratura. È presidente del SC 210/77B del CEI (Compatibilità Elettromagnetica, Fenomeni in alta frequenza) e membro di gruppi di lavoro internazionali (IEC) che sviluppano e aggiornano norme di Compatibilità Elettromagnetica (EMC). Organizza e gestisce, in collaborazione con altri esperti, prove valutative di misure di Compatibilità Elettromagnetica. Nel 2015 ha ricevuto dalla IEC il 1906 Award per il suo contributo allo sviluppo delle norme EMC.
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NOVITÀ DALLA ROBOTICA Nella conferenza stampa di presentazione di A&T - ROBOTIC WORLD, l’attuale scenario della robotica industriale La Robotica rappresenta veramente una risposta fondamentale alle esigenze competitive dell’industria italiana? L’Italia è pronta per accogliere le sfide della Fabbrica Intelligente? È vero che i robot tolgono posti di lavoro? A questi e altri quesiti, determinanti per il futuro del comparto industriale italiano, hanno cercato di rispondere i sostenitori del progetto fieristico nella conferenza stampa, svoltasi il 9 novembre scorso presso il Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, di presentazione di A&T-ROBOTIC WORLD, la prima manifestazione italiana della Robotica, che si terrà il 20-21 aprile 2016 a Torino, all’interno della 10a edizione di A&T (www. affidabilita.eu), la fiera italiana delle soluzioni e tecnologie innovative per l’industria competitiva. “L’industria della Robotica è fra i principali artefici della rivoluzione industriale in corso – ha esordito Luciano Malgaroli (Direttore generale A&T) – I dati in nostro possesso (fonte UCIMU), relativi all’andamento del settore, indicano che le aziende manifatturiere hanno l’esigenza di cambiare il proprio modo di lavorare. E proprio per soddisfare questa esigenza nasce A&TROBOTIC WORLD, la prima manifestazione italiana dedicata alla Robotica, voluta e progettata insieme ai principali costruttori mondiali di robot industriali, che ne saranno protagonisti, insieme ai system integrator e ai fornitori di tecnologie per l’automazione industriale. Un evento che intende offrire concrete risposte ai bisogni d’innovazione competitiva delle aziende italiane ed estere delle principali filiere produttive: automotive, aerospace, alimentare, ferroviaria, farmaceutica, meccanica, meccatronica”. Secondo recenti dati dell’IFR (International Federation of Robotics), nel 2014 sono stati installati a livello mondiale circa 230.000 robot, oltre il 10% di quelli attualmente operativi in tutto il mondo, a partire dal 1961: la Cina è in testa alla classifica per Paesi (25%), seguita da Giappone, Corea, USA, Germania e Italia. Nel 2016 è prevista un’ulteriore crescita del 15%. “L’Italia risulta non solo ai primi posti della classifica che riguarda i robot in esercizio, ma è da sempre una delle “culle” della robotica mondiale, seconda solo al Giappone: già negli anni ’70 la robotica vantava radici profonde e applicazioni di successo nel nostro Paese – ha continuato Arturo Baroncelli (Presidente IFR) Anche a livello di densità di robot in rapporto agli operatori umani, l’Italia è nelle prime posizioni al mondo con oltre 200 robot ogni 10.000 operatori, quindi al di sopra degli USA. I system integrator italiani, inoltre, sono i migliori al mondo, dato che si tratta di realtà per lo più provenienti dai distretti industriali, quindi dotate di esperienza innovativa acquisita sul campo. La robotica NON toglie posti di lavoro, anzi li consolida, li valorizza (anche economicamente) e spesso li crea”. Le aree italiane a maggiore densità di robotica sono il Piemonte e la Lombardia, in ciascuna delle quali ha sede il 28% delle imprese italiane operanti nel settore: è però il Piemonte a vantare la maggiore quota di fatturato (64%) e di addetti (68%) e sempre in que-
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sta regione risiedono i principali costruttori di robot. “Il punto di forza del Piemonte – secondo Mauro Zangola (Responsabile di programma MESAP – MEccatronica e Sistemi Avanzati di Produzione) – è senz’altro quello di avere all’interno dei confini regionali i principali attori del settore: ricerca, progettazione, produzione, integrazione. Parlando di primato della Robotica nella regione Piemonte, non si può omettere di evidenziare l’importanza dell’area torinese, in cui hanno sede circa i due terzi delle aziende piemontesi operanti in quest’ambito. In tale ottica, la scelta di tenere la prima edizione di A&T-ROBOTIC WORLD a Torino (città che a pieno titolo può puntare a diventare “capitale italiana della Robotica”), nell’ambito di una manifestazione che ha registrato in questi anni una continua crescita, risulta quanto mai appropriata”. Nella foto (da sinistra): Lorenzo Molinari Tosatti, Guido Cerrato, Arturo Baroncelli, Luciano Malgaroli, Giuseppina De Santis, Stefano Serra e Mauro Zangola
“Il robot si presenta come elemento trainante dello sviluppo innovativo, – ha dichiarato Lorenzo Molinari Tosatti (Cluster Fabbrica Intelligente) – come dimostra il numero crescente dei robot collaborativi in esercizio, grazie soprattutto ad alcuni aspetti principali, in grado di offrire formidabili vantaggi all’utenza, industriale e non: disponibilità di manipolatori intrinsecamente sicuri e di celle robotizzate per assemblaggio, sviluppo di sistemi di programmazione sempre più semplici e intuitivi”. E il contributo della Ricerca italiana in tale ottica è di tutto rispetto, come ha confermato Luca Iuliano (Politecnico di Torino), certamente competitivo rispetto ad altri Paesi leader nell’innovazione tecnologica, come USA, Germania, ecc. “L’impegno del Politecnico di Torino nella ricerca in ambito Robotica è consistente e coinvolge svariati Dipartimenti, in stretta e fattiva collaborazione con le aziende. Un’importante linea di ricerca, in questo momento, è quella che mira alla personalizzazione della cella robotizzata sulle caratteristiche del singolo operatore e questo si colloca a pieno titolo nel processo di valorizzazione delle risorse umane che deve contraddistinguere un progresso tecnologico sostenibile”. In questo scenario, il supporto istituzionale è fondamentale. “Siamo lieti di offrire il nostro supporto ad A&T-ROBOTIC WORLD, – ha affermato Guido Cerrato (Camera di Commercio di Torino) – in quanto la Robotica rappresenta da anni uno dei principali obiettivi della nostra attività, soprattutto a livello di formazione (rete “Robotica a Scuola”) e d’internazionalizzazione, che resta un ambito fondamentale, ma richiede di essere affrontato più settorialmente, tramite specifiche modalità di approccio”. Un impegno confermato anche da Stefano Serra (Presidente Protocollo Robotica e ITS Meccatronica): “Partecipiamo in prima linea alla sfida dell’Industria 4.0 (o “Fabbrica Intelligente”), formando ogni anno circa 75 esperti di Robotica, pronti per l’inserimento nel mondo del lavoro”. E, per concludere, da Giuseppina De Santis (Assessore alle Attività Produttive, Energia, Ricerca della Regione Piemonte): “Questa nuova manifestazione, che sfrutta il decennale successo ed esperienza di una manifestazione concreta e di successo come A&T, contribuirà certamente alla promozione della Robotica piemontese, settore sempre più trainante per l’economia regionale. Promuovendo A&T-ROBOTIC WORLD in modo mirato presso potenziali partecipanti stranieri, contribuiremo a rendere sempre più concreti i risultati di una manifestazione che fra i suoi obiettivi principali ha il trasferimento tecnologico”.
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Rubrica a cura di Giovanna Sansoni (giovanna.sansoni@unibs.it)
Telecamere lineari: linee guida per l’acquisto Sensibilità, risoluzione, frequenza d’acquisizione, tipo di applicazione
utilizzare illuminatori di potenza e numero adeguati, con un inevitabile aumento dei costi. Infine, specialmente nel caso del riconoscimento di difetti a basso contrasto, è necessario rimuovere le variazioni di guadagno e di offset nelle risposte dei singoli pixel, e ciò innalza il tempo di RIASSUNTO elaborazione in modo proporzionale La rubrica sulla visione artificiale vuole essere un “forum” per tutti i lettori alla numerosità dei pixel. della rivista Tutto_Misure interessata a componenti, sistemi, soluzioni per la In questi casi applicativi, è da valutavisione artificiale in tutti i settori applicativi (automazione, robotica, agroa- re accuratamente se non sia più effilimentare, controllo di qualità, biomedicale). Scrivete alla Prof. Sansoni e cace (i) scegliere una telecamera sottoponetele argomenti e stimoli. lineare, nella quale è presente una singola linea di pixel (tre per i modelli a colori) e (ii) sincronizzare l’acquiImmaginia- numero non trascurabile di elementi sizione linea per linea mediante encomo di esse- difettati. Questo problema è normal- der per formare l’immagine bidimenre all’inter- mente “mascherato” da apposite pro- sionale (Fig. 1). no di una cedure di filling tramite le quali il valocartiera, o re del pixel difettoso viene sostituito di un lami- via software da quello dei pixel vicini. LE TELECAMERE LINEARI natoio o di Per l’applicazione che stiamo consiun’azienda derando tuttavia, l’approccio si rivela La tecnologia produttiva di questi ditessile, e inefficiente in termini di tempo di cal- spositivi è così sofisticata da essere in che vi sia la necessità di eseguire un’i- colo, e sovente non consente di rile- grado di produrre telecamere lineari spezione sul materiale alla ricerca di vare il difetto. con risoluzione oltre i 16.000 pixel che difetti. Il materiale si presenta avvolto non presentano pixel difettosu grossi rulli che vengono srotolati a si. A tempi di esposizione una certa velocità. La larghezza dei necessariamente bassi è posrulli è significativa (ad esempio sibile contrapporre sistemi 50 mm), la velocità di scorrimento del d’illuminazione che, anziché materiale alta (1,5 m/s) e i difetti da illuminare un’area ampia, si riconoscere piccoli (0,2 mm). Questo limitano a concentrare l’intipo di applicazione richiede un sistetensità lungo la linea di acma di visione con alte risoluzioni: per quisizione e forniscono imFigura 1 – Configurazione del sistema di visione intercettare il difetto minimo è necessanel caso di utilizzo di telecamera a matrice magini di buona qualità con e di telecamera lineare rio avere a disposizione almeno 4 costi accettabili. Inoltre i valopixel sulla lunghezza del difetto, il che ri di guadagno e di offset di determina una risoluzione pari a In secondo luogo il tempo di esposi- ciascun pixel possono essere regolati 10.000 pixel nella direzione perpendi- zione delle telecamere dev’essere tramite l’hardware del dispositivo, e colare allo scorrimento del materiale. tenuto a livelli bassi, per evitare che il questo consente di ottenere uniformità Nel caso si propenda per l’utilizzo di movimento dell’oggetto comporti im- dei livelli di grigio in tempi molto ritelecamere a matrice sarà necessario magini sfuocate. A bassi valori del dotti. impiegare più dispositivi affiancati, tempo di esposizione si accompagna Una telecamera lineare è composta di come riportato in Fig 1. Uno dei pro- la necessità d’illuminare l’intero cam- una singola linea di sensori. Durante il blemi di questa soluzione sta nel fatto po inquadrato a livelli di luminosità tempo di esposizione ciascuno accumuche fra i molti pixel di ciascun senso- adeguati a ottenere una buona quali- la una carica fotoelettrica proporzionare è alta la probabilità di avere un tà delle immagini. Si devono quindi le alla luce emessa dalla scena. Al terARTIFICIAL VISION The section on Artificial Vision is intended to be a “forum” for Tutto_Misure readers who wish to explore the world of components, systems, solutions for industrial vision and their applications (automation, robotics, food&beverage, quality control, biomedical). Write to Giovanna Sansoni and stimulate discussion on your favorite topics.
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MEGLIO IL CLIENTE ESIGENTE MA FIDELIZZATO! Nuova sede di Kistler Italia, per incrementare i servizi alla clientela L’inaugurazione di una nuova e più ampia sede rappresenta generalmente un indicatore di sviluppo per ogni azienda. Non sfugge a questa regola di mercato Kistler Italia, che si è recentemente trasferita nella nuova e prestigiosa sede milanese, estesa su una superficie più che tripla rispetto alla precedente. Un trasferimento che scaturisce dalle esigenze di espansione e sviluppo dei servizi alla clientela della filiale italiana del Gruppo Kistler, dalla quale viene coordinato e gestito il business della Regione Sud Europa e Middle East.
“L’area di competenza di Kistler Italia è molto vasta e importante e comprende oltre 1.000 clienti di oltre 30 Nazioni: Italia, Penisola Iberica, Ticino, Balcani, Grecia, Turchia, Azerbaijan, Iran e tutta la Penisola Arabica (Oman, Qatar, Kuwait, ecc.)”, dichiara Roberto Gorlero, Managing Director-Regional Manager Southern Europe & Middle East Region. “La nostra regione Sud & MEast a livello EMEA vanta il maggiore tasso di crescita percentuale – continua Gorlero – e, a livello complessivo, un fatturato secondo solo a quello della regione centrale (Germania – Austria – Svizzera). Siamo peraltro primi a livello di gruppo come volumi di vendita riguardo ad alcune applicazioni e questi dati ci confortano riguardo al rispetto del piano di crescita regionale per i prossimi 5 anni, molto ambizioso a livello sia di fatturato sia di personale. Grazie certamente al livello d’innovazione, qualità e affidabilità dei nostri prodotti, frutto di continui ingenti investimenti in termini di ricerca & sviluppo, ma anche alla varietà e qualità dei servizi offerti ai clienti, in fase di pre- e post-vendita. E proprio la necessità di rendere sempre migliori e tempestivi i servizi, che rappresentano la chiave di volta del nostro successo, costituisce uno dei motivi principali di questo nostro investimento nella nuova sede milanese”.
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Nell’ottica di rispondere ancora più tempestivamente alle esigenze della clientela, nella nuova sede è stato creato un Laboratorio di taratura interno, gestito e controllato da quello centrale accreditato. “Il nuovo Laboratorio contribuisce ad abbattere le tempistiche di taratura, a tutto vantaggio dei clienti, che devono fare a meno degli strumenti inviati in taratura all’esterno per tempi molto ridotti rispetto a quanto avveniva in passato”, dice Roberto Vegliach, Responsabile del Laboratorio di Kistler Italia. “Abbiamo, inoltre, potenziato il numero dei tecnici impegnati nella manutenzione e assistenza ai clienti, anche remota e on-site, e siamo in grado di effettuare tarature di vari strumenti, in particolare nell’ambito della misura di pressione e forza, ma anche di altre grandezze fisiche non sufficientemente coperte nel nostro Paese, come la carica elettrica”.
La nuova sede, inoltre, ha consentito a Kistler Italia di potenziare notevolmente la logistica e il servizio commerciale, altri aspetti importanti dell’organizzazione. “La maggioranza dei nostri clienti è caratterizzata da un elevato spessore tecnico e specialistico: ciò richiede, da parte del fornitore o aspirante tale, un’elevata preparazione del personale, a partire da quello commerciale”, dice Alberto Rigon, Responsabile Commerciale per il Canale Diretto. “Una preparazione più pratica che teorica, che comprende anche e soprattutto i processi, per poter indirizzare subito il cliente verso la soluzione più adatta a soddisfare la specifica problematica o esigenza. Pensiamo, ad esempio, ai clienti del settore Automotive, ambito nel quale Kistler offre strumenti e soluzioni riguardanti tutte le fasi di sviluppo e produzione, dai test di laboratorio fino all’assemblaggio dei veicoli. Ma anche a molti altri settori industriali, dall’Aerospace all’Elettrodomestico, dalla Biomeccanica allo Stampaggio di materie plastiche, ecc. Una clientela che adotta metodi innovativi, come la Lean Production, molto esigente ma disposta alla fidelizzazione, a fronte di forniture di costante elevato livello“. Kistler è molto attenta alle continue richieste di qualità provenienti dai vari mercati e si propone come vero e proprio “problem solver” per i clienti, mettendo a frutto una strategia organizzativa fondata su alcuni punti fondamentali: innovazione di prodotto, sviluppo di nuovi prodotti e applicazioni specifiche, eccellenza del servizio. “Questo è il segreto della nostra crescita, soprattutto nel mercato italiano ma anche in tutta l’area South Europe e Middle East”, conclude Gorlero. “Una crescita così forte da rendere necessaria la prossima apertura di nuove sedi dirette in Paesi dove finora era presente solo una nostra struttura commerciale, come l’Iran, e il potenziamento di altre sedi già esistenti, come quella portoghese, spagnola, turca, balcanica. Nel nostro Paese c’è però qualcosa di più”, conclude Gorlero, ”il centro di eccellenza tecnico, che supporta tutti i clienti della Region offrendo supporto telefonico (inclusa l’hotline 7/7) e, in alcuni casi, assistenza diretta in campo in ogni regione”.
Figura 2 – I filtri colore trilineari utilizzati nelle telecamere lineari
mine del tempo di esposizione le cariche della linea vengono trasferite in un registro a scorrimento, tradotte in tensione elettrica e successivamente amplificate e digitalizzate. Le due fasi (accumulo delle cariche e lettura del registro) avvengono in pipeline, in modo da minimizzare i tempi di formazione dell’immagine. La frequenza alla quale l’insieme dei processi avviene determina il frame rate della telecamera, misurato in kHz. Valori tipici del frame rate per applicazioni veloci sono nell’ordine dei 200 kHz, che equivalgono a 5 µs per linea. Le telecamere lineari a colori sono composte da più linee di pixel, con filtri colore diversi su ciascuna linea o su diversi pixel lungo la stessa linea, a seconda del pattern colore utilizzato. La configurazione tipica è mostrata in Fig. 2, e fa riferimento a un sensore trilineare, nel quale i filtri rosso, verde e blu sono disposti per righe. Le diverse linee di colore vengono attivate in ritardo l’una rispetto all’altra, al fine di compensare il movimento dell’oggetto e assicurare che la porzione della superficie acquisita sia la stessa per tutte e tre le linee. Attenzione: le lenti da utilizzare per l’acquisizione del colore devono presentare una bassa aberrazione cromatica, per evitare che vari il piano di focalizzazione con le lunghezze d’onda, il che porterebbe al formarsi di frange colorate nell’intorno dei bordi dell’immagine. Le telecamere lineari utilizzano tipicamente illuminatori lineari, composti da una linea di LED, che vengono orientati in modo da evidenziare al meglio i dettagli ai quali si è interessati, e in dipendenza del tipo di materiale. Ad esempio, l’ispezione di materiale trasparente trae vantaggio da un’illuminazione backlight, che consente d’intercettare piccoli difetti in trasparenza. Nelle applicazioni per le quali è d’interesse intercettare il colore, sarà un’illuminazione in riflessione, fatta posizionando l’illuminatore a un alto angolo rispetto alla superficie. I PARAMETRI FONDAMENTALI
La scelta di una telecamera lineare deve tenere in considerazione tre elementi fondamentali, che sono, nell’ordine, la sensibilità, la risoluzione e la frequenza. La sensibilità esprime il numero di fotoni che “diventano” carica elettrica e quindi valore dei livelli di grigio/colore prodotti. La scelta di un dispositivo sulla base della sensibilità dichiarata sui data sheet è, nella pratica, piuttosto rischiosa: la sensibilità necessaria è il risultato di molti fattori, fra i quali il tipo di superficie da ispezionare, il livello d’illuminazione del sistema, il tipo di lente utilizzata, l’apertura numerica della lente. L’approccio migliore rimane quello di valutare in modo sperimentale i livelli di luminosità che effettivamente ottimizzano la qualità dell’immagine e solo a valle effettuare l’acquisto.
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La risoluzione della telecamera dipende dalla risoluzione spaziale richiesta dall’applicazione. Questa viene determinata considerando la dimensione del campo inquadrato (lungo la direzione parallela alla linea dei pixel) e la dimensione del dettaglio più piccolo che il sistema deve riconoscere o misurare. Ad esempio, se la prima è pari a 400 mm e la seconda a 0,1 mm, considerando che il rilievo affidabile del dettaglio impone che almeno 4 pixel gli corrispondano, la risoluzione richiesta risulta pari a 12.000 pixel. Il mercato offre un’ampia scelta di dispositivi, con risoluzioni comprese fra i 2 kpixel fino a 16 kpixel, ed è quindi possibile optare per l’utilizzo di un singolo dispositivo e per la combinazione di più dispositivi, montati in modo da coprire l’intero campo nella direzione della linea di acquisizione. La frequenza di acquisizione (line rate) è il rapporto fra la velocità di movimentazione dell’oggetto e la risoluzione spaziale. Se per il caso precedente si suppone che l’oggetto transiti sotto la telecamera con velocità di 1,5 m/s, il frame rate risulterà pari a 15.000 [mm/s]/400 [mm]*12.000 [pixel] = 45.000 [pixel/s], cioè 45 kHz. Le telecamere lineari, al pari di quelle a matrice, presentano una relazione inversa fra la risoluzione e il frame rate, e tuttavia è ampia la gamma di dispositivi con ottime risoluzioni (8 kpixel) e alti frame rate (80-120 kHz). LE APPLICAZIONI
Le applicazioni che richiedono l’impiego di telecamere lineari sono quelle che richiedono acquisizioni ad alta velocità e/o ad alta risoluzione in aree di lavoro ampie. Oltre a quelle citate all’inizio della rubrica, vanno citate le ispezioni di binari o strade, oppure la topografia di superficie e l’imaging satellitare. Altri impieghi tipici sono quelli in cui si è in presenza di materiale in caduta, come nelle applicazioni di classificazione di documenti postali. Infine, la tecnologia a scansione lineare è richiesta per l’ispezione di wafer di silicio, celle solari, circuiti stampati, tutti esempi nei quali è indispensabile ottenere immagini ampie e prive di difetti. CONCLUDENDO
L’utilizzo di una telecamera lineare sembrerebbe un’inutile complicazione rispetto alle telecamere a matrice ma così non è, specialmente quando l’oggetto sia largo, in movimento continuo, e se i requisiti di qualità dell’immagine o di risoluzione siano particolarmente stringenti. La scelta va fatta a valle di un’accurata fattibilità, anche sperimentale, tramite la quale sia possibile definire gli elementi apparentemente di contorno (in realtà essenziali), quali i sistemi d’illuminazione, la geometria di ripresa e le ottiche. Il mercato offre un’ampia gamma di prodotti fra i quali scegliere per ottenere il giusto compromesso fra prestazioni e budget.
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NEWS
GRANDE SUCCESSO PER LA LTF A EMO 2015 Durante la recente fiera EMO 2015 (conclusasi lo scorso 10 ottobre a Milano), oltre 500 visitatori, provenienti da diversi Paesi e operanti in vari settori di attività nel comparto della meccanica e della lavorazione dei metalli, hanno manifestato grande interesse per la strumentazione di precisione e controllo presentata dalla LTF spa di Antegnate (BG). Un’ulteriore conferma dell’apprezzamento da parte di un pubblico sempre più vasto, dopo il riconoscimento ufficiale di qualità da parte di UCIMU (Unione dei Costruttori Italiani di Macchine Utensili), per gli strumenti, le soluzioni e i servizi proposti dall’azienda bergamasca In scena allo stand, accolta con grande favore dagli esperti nel settore della metrologia e fiore all’occhiello della rinomata linea MICROTECNICA, la nuova serie di Sistemi ottici bi-dimensionali per la misurazione automatica in tempo reale di pezzi e componenti. Di nuovissima ideazione, Micro-Genius è il risultato dell’innovazione del tradizionale concetto alla base del proiettore di profili e degli ordinari strumenti ottici di misura, che consente una misurazione precisa, immediata e completamente automatica di una svariata gamma di componenti nei vari settori industriali. La flessibile struttura modulare, il campo di misura in funzione delle diverse esigenze, la facilità e intuitività dei programmi di misura e la possibilità di ottenere risultati istantanei hanno conquistato l’entusiasmo degli operatori del controllo qualità.
trollo dello strumento e dello svolgimento del ciclo di misura. Diversi modelli di durometri per prove Rockwell standard e superficiali, Brinell e Vickers, dotati di penetratori e provini, set di pesi e accessori per ogni esigenza di utilizzo. Rinnovata linea di microdurometri per la determinazione della microdurezza Vickers e Knoop, disponibili nelle versioni, rispettivamente, ottico-digitali o computerizzate per la lettura automatica dell’impronta. Ultimo contributo in favore di una sempre più crescente automazione del prodotto, il nuovo Microdurometro CNC, con 5 assi motorizzati e controllati da un software di misura sviluppato per le esigenze più sofisticate nel campo della microdurezza. BORLETTI - Strumenti di misura e Controllo: dal 1896 rinomato marchio della strumentazione di precisione. Ancora oggi LTF mantiene alto lo standard di qualità che ha sempre contraddistinto questo storico brand, fondendo tradizione e moderna tecnologia. Un programma completo di comparatori, micrometri, calibri, squadre, blocchetti pianparalleli, alesametri, banchi di controllo, rugosimetri, piani di riscontro, truschini, righe di controllo, misuratori di altezze e di profondità, ecc. STORM - Strumenti di misura e controllo: calibri analogici e digitali in vari modelli e dimensioni, da 160 mm a 3.000 mm, truschini, goniometri, guardiapiani e righe di controllo, livelle a bolla d’aria lineari e quadre, parallele a croce, squadre e piani di riscontro.
Grande appeal anche per le tradizionali e consolidate linee di strumenti di misura: MICROTECNICA - Proiettori di Profili: oltre 15.000 esemplari, utilizzati nelle officine e nelle sale metrologiche in oltre 50 Paesi, contraddistinti da alta affidabilità e precisione ottico/meccanica. Lenti e specchi ad alta definizione, distorsione ottica fino allo 0,02%, valori che si traducono in elevata luminosità ed eccezionale nitidezza di visione. Movimenti della tavola di misura con precisione pari a +/- (2,5 + L/100) µm, sono garanzia di estrema accuratezza nel rilievo delle dimensioni dei pezzi e particolari meccanici. Ampia gamma di strumenti per tutte le esigenze di misura con schermi di proiezione da 350-400-450-600-760-1.000-1.500 mm e ricco corredo di accessori, per consentire la massima funzionalità e versatilità d’impiego. I modelli “giant”, Cyclop e Maximus, dotati di apparecchiature speciali di realizzazione LTF, sono particolarmente ambiti nel settore aerospaziale per il controllo di giranti e palette per turbine. GALILEO – Durometria: dalle versioni più essenziali, con comparatore a doppia scala, allo stato dell’arte della gamma digitale, dotata di un sofisticato software e display touch screen per il con-
Certificati di Taratura Accredia e Rapporti di prova Due ampie sale metrologiche, in condizioni di temperatura e umidità costantemente controllate, costituiscono il Centro di Taratura ACCREDIA LAT N° 067 di Antegnate, dal 1993 accreditato per la certificazione di un’ampia gamma di strumenti di misura e controllo, campioni dimensionali (blocchetti pianparalleli, calibri a corsoio, micrometri, comparatori, ecc.), campioni di rugosità e, unico in Italia, per la taratura dei proiettori di profili. Equipaggiato con i dispositivi più avanzati, macchine 3D e attrezzature per il collaudo di precisione, tra cui un Durometro Campione Primario GALILEO, il Laboratorio di Prova LTF offre inoltre la possibilità di certificare durometri, provini di durezza e penetratori per prove Rockwell, Brinell e Vickers. Per ulteriori informazioni: www.ltf.it
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MISURE E FIDATEZZA
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Rubrica a cura di Marcantonio Catelani 1, Loredana Cristaldi 2, Massimo Lazzaroni 3
I fattori umani nell’analisi dell’affidabilità e del rischio – Parte I
MEASUREMENT & DEPENDABILITY We discuss some concepts regarding the historical development of the reliability with particular respect to the aspects concerning the errors of the organizations managing the systems and human operators. RIASSUNTO In questo numero della Rubrica vengono introdotti alcuni concetti riguardanti lo sviluppo storico dell’affidabilità con particolare riguardo agli aspetti che concernono gli errori delle organizzazioni che gestiscono i sistemi e degli operatori umani.
È un’esigenza dell’essere umano interrogarsi sull’origine delle cose; questa domanda è quella che di solito coglie gli studenti quando, nell’affrontare i problemi che vengono loro posti, scoprono che lo strumento di analisi che sono chiamati a utilizzare non è “scolpito nella pietra” ma presuppone in realtà un concetto o una teoria che vanta un numero finito di lustri: e un numero finito di lustri vanta la teoria dell’affidabilità. La comparsa del termine Reliability risale di fatto al 1800 ma, sembrerà strano, esso era inteso come un termine astratto riferito alle qualità morali delle persone, non certo alla prestazione di un dispositivo, di un sistema o di un impianto industriale [1]. Responsabile di questo neologismo sembra essere il poeta inglese Samuel T. Coleridge, padre, insieme a William Wordsworth, del movimento romantico inglese [1, 2]: “He inflicts none of those small pains and discomforts which irregular men scatter about them and which in the aggregate so often become formidable obstacles both to happiness and utility; while on the contrary he bestows
all the pleasures, and inspires all that ease of mind on those around him or connected with him, with perfect consistency, and (if such a word might be framed) absolute reliability”. Coleridge utilizzò questo termine nel 1816, per descrivere l’amico e poeta Robert Southey. Dal 1816, a partire quindi da questa prima qualitativa e astratta definizione, il concetto di affidabilità si è esteso a macchia d’olio a tutti i settori scientifici seguendo così lo sviluppo sociale, culturale e, ovviamente, tecnologico. È interessante mettere in evidenza quando l’estensione sia stata vista come una necessità da inquadrare in modo organico e quantitativo all’interno di una disciplina univoca. D’ingegneria dell’affidabilità come disciplina scientifica, s’iniziò a parlare dalla metà degli anni ’50 del secolo scorso alla fine di un percorso che ha inizio con la nascita del concetto di produzione di massa di oggetti, di manufatti (giusto per citare un esempio emblematico si pensi al modello T della Ford nel 1913) [1, 3]. Ovviamente, parlando di produzione di massa, le teorie di partenza non potevano che essere la probabilità e la statistica, teorie che, all’inizio del ‘900, con 200 anni di esperienza alle spalle sembravano, a ragione, gli strumenti ideali per trattare i dati empirici come risultanze di esperimenti aleatori [1, 3]. Il momento storico che ha determinato
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una vera e propria svolta industriale e l’affermarsi della “rivoluzione elettronica” è la nascita del tubo a raggi catodici: è, infatti, grazie a tale invenzione che l’affidabilità ha affermato il proprio rango di disciplina [4]. Il tubo a raggi catodici sarà da una parte elemento chiave del secondo conflitto mondiale ma dall’altra causa principale di guasti delle “moderne” apparecchiature (gli apparati che ne erano muniti richiedevano una frequenza d’interventi manutentivi cinque volte più elevata delle altre apparecchiature). Alleati da una parte e Tedeschi dall’altra hanno giocato di fatto sul tavolo dell’innovazione tecnologica parte dei destini del secondo conflitto mondiale. Non dimentichiamo, infatti, che sul fronte tedesco sarà Lusser, l’ingegnere che lega il suo nome alle V1, a occuparsi dell’analisi sistematica delle relazioni tra errori di sistema e componenti guasti introducendo così il concetto, oggi scontato, dell’anello debole della catena. Possiamo, quindi, dire che la disciplina nasce in ambito militare e in questo ambito si focalizzeranno i rapporti tra il Ministero della Difesa americana e le industrie elettroniche fino alla nascita dell’Advisory Group on Reliability of Electronic Equipment (AGREE) nel 1952 con l’obiettivo di suggerire
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Università degli Studi di Firenze marcantonio.catelani@unifi.it 2 Politecnico di Milano loredana.cristaldi@polimi.it 3 Università degli Studi di Milano e INFN - Sezione di Milano massimo.lazzaroni@unimi.it Alcuni degli argomenti trattati discorsivamente in questa Rubrica possono essere ulteriormente approfonditi in [1]
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misure atte a definire apparecchiature progettate per essere affidabili, a contribuire ad attuare programmi condivisi dal Governo Americano e dalle aziende produttrici di componenti elettronici per l’analisi dell’affidabilità dei componenti (questo punto è cruciale perché ha visto nascere i primi handbook) e a contribuire a diffondere la cultura dell’affidabilità [5]. Sia consentita, a questo punto, una nota polemica da parte degli autori: l’affidabilità e le metodologie atte a misurarne il livello in modo quantitativo oltre che qualitativo, sono state subito individuate dalle aziende come proprietà strategica di componente e/o di sistema, così come strategiche sono le implicazioni sulla manutenibilità e sul monitoraggio. Nonostante ciò, in ambito universitario, queste tematiche sono spesso declinate in modo non strutturato e solo per le componenti di competenza all’interno de-
NEWS NUOVO SISTEMA DI ACQUISIZIONE DATI
System 9000 di Micro-Measurements (distribuito in Italia da Luchsinger srl) è un nuovo sistema di acquisizione dati, versatile e destinato a prove dinamiche e ad applicazioni di misura. Il sistema base comprende uno scanner a dodici canali di acquisizione dati, espandibile fino a un massimo di 48 canali sincronizzati. I canali estensimetrici accettano configura-
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gli insegnamenti che ne ravvisano l’utilità. Ciò non gioca certo a favore della diffusione della cultura dell’affidabilità auspicata, addirittura, dopo il secondo conflitto mondiale. Il termine affidabilità è però nato dall’esigenza di racchiudere nella parola alcune specifiche caratteristiche umane e, se è pur vero che nell’interazione delle diverse parti che compongono sistemi complessi (sia esse hardware che software), l’affidabilità e la sicurezza degli stessi giocano il ruolo cruciale, non sono in nessun modo da trascurare i fattori organizzativi e umani. È l’esperienza maturata purtroppo alla luce degli incidenti avvenuti in campo civile (si pensi alla diga del Vajont) e industriale (l’incidente di Seveso e di Chernobyl giusto per citare due esempi) che ha chiaramente dimostrato che anche i fattori organizzativi e umani sono componenti assolutamente non trascurabili e da modellizzare
zioni a quarto, mezzo e ponte intero, con completamento ponte per 120, 350 e 1.000 ohm. I dati vengono elaborati tramite un avanzato processore digitale a 24-bit e il filtraggio viene eseguito con filtri Finite Impulse Response (FIR), per garantire un’eccellente reiezione del rumore e stabilità e precisione di misura insuperabili. Lo scanner 9000-16-SM comunica con un computer (PC) host, tramite una connessione Ethernet DHCP con configurazione automatica dell’IP. Il software StrainSmart® permette di configurare, controllare e acquisire i dati provenienti dal System 9000. In opzione sono disponibili un modello con uscite analogiche (con banda DC da 19,8 kHz) e una scheda di auto-taratura (tracciabile NIST) in grado di fornire una sorgente di ten-
nell’analisi del rischio, per tutto il ciclo di vita di un sistema. Il controllo statistico di processo, l’analisi dell’affidabilità già nelle fasi di design e, non ultimo, l’avanzamento tecnologico, hanno contribuito in modo determinante al raggiungimento di elevati standard di sicurezza in particolare in applicazioni quali il nucleare, l’aerospaziale e l’off-shore. Di conseguenza, l’importanza relativa degli errori delle organizzazioni che gestiscono i sistemi e degli operatori umani è significativamente aumentata. Ciò spiega la notevole attenzione all’integrare il fattore umano nelle analisi del rischio e nelle procedure di valutazione dell’affidabilità [1, 6, 7]. È nata così la Human Reliability Analysis (HRA) non come disciplina a sé stante ma come strumento nella ricerca sinergica per la sicurezza dell’uomo, dell’ambiente e del sistema. Nel momento in cui si cerca di cattu-
sione accurata, utile per tarare il guadagno e la deviazione di ogni canale. Caratteristiche del System 9000: – 12 canali estensimetrici; – Schede di espansione per 4 canali non estensimetrici; – Sensori supportati: Estensimetri, Trasduttori estensimetrici, Segnali in tensione ad alto livello, Termocoppie, Trasduttori piezoelettrici; – Fino a 50.000 campioni al secondo; – Compatto e robusto; – Alimentazione DC 11-32 VDC; – Interfaccia Ethernet; – I/O digitale. Per ulteriori informazioni: www.luchsinger.it
N. 04ƒ ;2015 [1] Zio E., Reliability engineering: Old problems and new challenges. Reliability Engineering & System Safety, ISSN: 0951-8320, Volume 94, Issue 2, Pages 125-141 (February 2009), doi:10.1016/j.ress.2008.06.002. [2] Engell J., et al. Coleridge S.T. Biographia Literaria. In: Engell J., Bate W.J., editors. The collected works of Samuel Taylor Coleridge. New Jersey, USA: Princeton University Press; 1983. [3] Saleh J.H., Marais K. Highlights from the early (and pre-) history of reliability engineering. Reliab Eng Syst Saf 2006;91:249-56. [4] Lazzaroni M., Cristaldi L., Peretto L., Rinaldi P. and Catelani M., Reliability Engineering: Basic Concepts and Applications in ICT, Springer, ISBN 978-3-642-20982-6, e-ISBN 978-3642-20983-3, DOI 10.1007/978-3642-20983-3, 2011 Springer-Verlag, Berlin Heidelberg.
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BIBLIOGRAFIA
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rare, all’interno di un modello, il fattore umano si è chiamati a fare i conti con le difficoltà legate alle poche e soggettive informazioni disponibili nonché alla loro interpretazione: tutti fattori che potremmo definire a elevata complessità e incertezza [5]. Tuttavia, nel tempo, sono stati proposti un discreto numero di metodi sia qualitativi sia quantitativi per inserire i fattori organizzativi nella valutazione del rischio [8-14]. I modelli attualmente disponibili sono basati, in linea di principio, sull’interazione tra operatori umani e simulatori virtuali. Per catturare l'intera gamma di quelle che vengono definite “Performance Shaping Factors” (PSF) umane durante lo svolgimento di un determinato compito si è soliti affidarsi a prove ripetute dove si cerca di forzare l’occorrenza di situazioni favorevoli all’errore. Resta però poco chiaro come tali procedure possano influenzare la verosimiglianza dello scenario creato rispetto all’ipotetico scenario reale. Nel prossimo numero della rubrica si cercherà di approfondire ulteriormente, per quanto possibile, gli aspetti legati alle tecniche di PSF.
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NUOVO MICROFONO RANDOM PER ALTE FREQUENZE Grazie all’esclusivo nuovo microfono da 0,5” a incidenza casuale (Random), mod. 377A21, la PCB Piezotronics Inc. è in grado di fornire una risposta a tutte le applicazioni in campo diffuso dov’è necessaria una misura precisa delle alte frequenze, oltre la soglia dell’udibile umano. In un campo diffuso, varie onde di pressione sonora arrivano contemporaneamente da diverse direzioni, generando riflessioni e moltiplicando le sorgenti. Il microfono a incidenza casuale (o Random) media tali contributi acustici fornendo un’accurata misura del suono risultante. Questi microfoni sono spesso utilizzati per misurare il rumore all’interno dell’abitacolo delle autovetture o delle cabine degli aeroplani, dove il campo acustico è diffuso a causa di più superfici riflettenti. I costruttori di autovetture e aeroplani valutano la qualità del suono al fine di apportare miglioramenti all’interno dell’abitacolo e della cabina, in grado di ridurre al minimo i livelli di rumore ai quali i passeggeri sono esposti. Altre applicazioni comuni per questo microfono includono il monitoraggio ambientale, test in camera riverberante, acustica delle stanze, o di tutti gli ambienti confinati dove si manifestano riflessioni del suono o sono presenti alte frequenze in campo diffuso. La novità peculiare del microfono 377A21 è rappresentata dall’estensione in frequenza da 3 Hz a 25 kHz (oltre la gamma udibile), caratteristica decisamente inusuale per un microfono da campo diffuso. Il 377A21, infatti, unisce i vantaggi dei microfoni da 0,5” con quelli dei microfoni da 0,25” permettendo una misura fino a 160 dB (come un microfono da 0,25”) pur mantenendo un livello di rumorosità di fondo pari a 19 dB(A), tipica dei microfoni da 0,5”. Per ulteriori informazioni: www.pcbpiezotronics.it
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NUOVO AMPLIFICATORE UNIVERSALE FUTEK Advanced Sensor Technology Inc., azienda leader mondiale nelle soluzioni di misura di forza, torsione, coppia mediante celle di carico estensimetriche, presenta il nuovo amplificatore universale USB520. L’unità si interfaccia direttamente con ingressi estensimetrici mV/V, ingressi analogici +/-10 V, in corrente, 0-20 mA, Encoder digitali, TTL, con caratteristiche di linearità di 0,001% FS, risoluzione a 24 bit e sampling rate 4.800 sps. Pensato in modo specifico per le misure di forza nei processi indu-
striali di assemblaggio, con caratteristiche di stabilità nel tempo, consente di monitorare costantemente il processo con tutte le funzioni del software SENSIT. Ogni giorno affrontiamo le esigenze di misura in svariati settori dell’industria e della ricerca, fornendo le soluzione più performanti in termini di qualità, accuratezza e affidabilità con costi realmente competitivi. Le caratteristiche uniche di questo amplificatore sono all’altezza delle prestazioni delle celle di carico Futek: sinonimo di costante attenzione per l’innovazione volta al miglioramento del risultato delle misure. Per maggiori informazioni: https://youtu.be/_ZFLPGj19wE www.dspmindustria.it
INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ NELLE MISURE DI DUREZZA CRASE è il Distributore Ufficiale Italiano di EMCO-TEST, il più grande produttore di tester di durezza con le tecnologie più efficienti d’Europa, il cui successo ha origine dalla visione di Karl Maier nel costruire durometri che “non sanno semplicemente fare tutto, ma fanno tutto semplicemente”. Strumenti di prova semplici, che ricoprono le funzioni più complesse. Fondata nel 1954 e poi guidata da Ernst Alexander Maier, EMCO-TEST è diventata leader tecnologico nel settore degli strumenti di misura, ben oltre i confini austriaci. Una pietra miliare della sua storia, nel 1989, è stata l’invenzione del controllo ad anello chiuso per applicare il carico di prove di durezza: come risultato, tutti i metodi di prova e molti livelli di carico sono stati, per la prima volta, realizzati con un solo misuratore di durezza universale. La presente rivoluzionaria invenzione è stata brevettata non solo in Europa ma anche negli USA e in Giappone, e costituisce la base della tecnologia per tutti i moderni durometri. Nel 1966 è stata fondata dal dipartimento delle prove di durezza una società indipendente (EMCO-TEST Prüfmaschinen GmbH), che occupa presso la sede di Kuchl (Austria) circa 50 dipendenti, responsabili del
successo ottenuto sul mercato internazionale. Con partner commerciali esclusivi in tutto il mondo, l’azienda opera in 44 Paesi. La gamma di prodotti EMCOTEST è su misura per tutte le esigenze relative alla prova dei materiali, da singoli campioni e piccole misurazioni seriali fino agli strumenti completamente automatizzati per test nei cicli di produzione. Massima qualità combinata a massima efficienza nell’applicazione dei metodi di prova standardizzati a livello internazionale, come Rockwell, Brinell, Vickers e Knoop. Grazie a questo lavoro altamente specializzato, nel corso degli anni sono state create innumerevoli macchine innovative, capaci di cambiare in modo significativo il settore degli strumenti di misura. Per maggiori informazioni: www.crase.com
RADIOGRAFIA DIGITALE IN AMBITO CONTROLLI NON DISTRUTTIVI La radiografia digitale (CR Computed Radiography) nasce con lo scopo di agevolare il sistema di archiviazione dell’immagine radiografica, che rappresenta un limite del sistema con pellicola tradizionale, e soprattutto permette di effettuare post-elaborazioni dell’immagine dopo l’esposizione, ottimizzando i contrasti e aumentando la latitudine di posa, ovvero la capacità delle pellicole di mantenere a una determinata densità radiografica più spessori. Con la radiografia digitale è possibile effettuare misurazioni molto precise delle imperfezioni rilevate o del componente (misure lineari, diametri e area), inserire note, commenti e identificare il campione sottoposto a prova con specifica di parametri e condizioni di esecuzione del test. Il sistema CR può essere inoltre utilizzato per valu-
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tare la qualità dei giunti saldati: nel campo delle fusioni è molto utile per ottenere un’immagine completa nei vari cambi di sezione del getto, oppure nei componenti assemblati e circuiti elettrici/elettronici permette di definire il posizionamento preciso degli inserti o degli organi di collegamento. Nel settore automotive e aerospace questo sistema viene utilizzato per valutare imperfezioni nei materiali compositi, soprattutto nella fibra di vetro e nella fibra di carbonio. Il Sistema CRx Vision di GE, installato presso i Laboratori TEC Eurolab, è costituito da uno scanner di acquisizione con risoluzione laser 35 µm, che riduce i tempi di scansione a circa 60’. Le pellicole ai cristalli di fosforo hanno supporti flessibili o rigidi, utilizzabili in funzione della tipologia di prodotto o componente da scansionare, e le dimensioni del film sono adattabili alla superficie da esaminare. Infine la station di elaborazione consente l’ottimizzazione dell’immagine con filtri digitali, la misurazione di lunghezze e aree, l’inserimento di marker di riferimento; è possibile inoltre, grazie al formato digitale, ingrandire le immagini e archiviarle in formato .jpg, per facilitarne la visualizzazione e le elaborazioni. Per ulteriori informazioni: www.tec-eurolab.com
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Rubrica a cura di Massimo Mortarino (mmortarino@affidabilita.eu)
La scansione a luce bianca, lo ski cross e le guarnizioni in Gore-Tex Applicazioni di misura allo sport e all’automotive
TECHNOLOGIES IN ACTION The section “Technologies in action“ presents a number of recent case studies of industries or institutions gaining profit from the latest innovation in measuring instruments and systems. RIASSUNTO La Rubrica “Tecnologie in campo“ presenta un compendio di casi di studio di Aziende e/o istituzioni che hanno tratto valore aggiunto dalla moderna strumentazione di misura. DA HEXAGON METROLOGY: SISTEMI ROBOTIZZATI PER SCANSIONE A LUCE BIANCA
di Levio Valetti (Hexagon Metrology Marketing & Communications Manager Commercial) Un controllo di processo totalmente automatizzato per componenti di carrozzeria automobilistica Efficienza del ciclo produttivo, rigoroso rispetto delle tempistiche di consegna, controllo accurato della qualità del processo e del prodotto, attenta e m o tivante gestione delle risorse umane a tutti i livelli. Sono solo alcuni dei principi che regolano il quotidiano svolgersi ed evolversi delle attività di PMC Automotive, nell’area
industriale nata intorno a uno dei principali insediamenti italiani del gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles): Melfi. PMC Automotive nasce da una joint venture tra due importanti gruppi specializzati nella fornitura di componenti per l’industria dell’auto, Proma e Magnetto, da anni legati ai principali produttori automobilistici mondiali. I rinnovati piani industriali di FCA e le prospettive di significativa ripresa della produzione hanno indotto gli azionisti dei due gruppi a unire le for ze e rilevare alcuni stabilimenti sorti in tempi passati in prossimità dei principali siti produttivi, trasformandoli in unità operative per la fornitura di alcuni componenti del corpo vettura.
Figura 1 – Il sistema per scansione a luce bianca WLS400A
Uno stabilimento completamente rinnovato Carlo Mandirola è il responsabile sviluppo, lancio e messa a punto delle attività del nuovo stabilimento. “La recentissima ristrutturazione e riconversione di questo sito produttivo ci ha permesso di fruire di nuove tecnologie produttive, gestionali e di assicurazione della qualità e di puntare a un elevato grado di efficienza e competitività, in linea con le moderne logiche del WCM (World Class Manufacturing). La nostra produzione è concentrata su alcune importanti componenti del corpo vettura, per l’esattezza le ossature laterali, i passaruota e la struttura portante del parabrezza di due nuovi modelli di vettura (Jeep Renegade e Fiat 500 X) prodotti da FCA nel sito di Melfi, e su questi abbiamo concentrato lo sviluppo di metodi, impianti e logistica produttiva in ottica di flusso teso e produzione snella“. Lo stabilimento è altamente automatizzato in tutte le fasi produttive di maggiore valore tecnologico: una fabbrica quasi interamente robotizzata, dove le macchine svolgono compiti ripetitivi ma, nello stesso tempo, necessitano di elevata ripetibilità, per garantire la dovuta performance qualitativa. “Il nuovo piano industriale di FCA ha
Figura 2 – Carlo Mandirola e gli operatori dei sistemi di misura di PMC Automotive
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Ancora Carlo Mandirola: operare quindi su due tipologie diver“Dal punto di vista qualitati- se di componente per due diverse vo la competitività di un’a- linee di prodotto. zienda come la nostra si basa su due fattori fondamentali: la qualità del pro- FSS & HBM - MISURE dotto e la qualità del proces- AL SERVIZIO DELLO SKI CROSS so. La prima rappresenta il valore percepito dal cliente e Prestazioni ottimizzate grazie ne determina la fiducia nei ai sistemi di acquisizione nostri confronti; la seconda e analisi dei dati di misura ci rende competitivi in termi- Disciplina olimpica a partire dai gioni di efficacia ed efficienza. chi di Vancouver del 2010, lo ski In questa logica Hexagon cross è una disciplina particolarmente Metrology, con il suo più re- spettacolare, come si è visto durante Figura 3 – La sala metrologica di PMC Automotive cente prodotto, il sistema a le giornate finali dei Giochi Olimpici fornito una spinta significativa ai volu- luce bianca WLS400A robotizzato, ci di Socˇi 2014. mi produttivi – continua Mandirola – e darà modo di tenere sotto stretto e La squadra francese si è comportata questo ha comportato un radicale continuo controllo la qualità del pro- in modo realmente brillante e la bancambiamento dei metodi, l’ammoder- dotto/processo, per garantire la mas- diera tricolore ha dominato il podio namento delle infrastrutture, il conse- sima tempestività d’intervento in modo quando Jean-Frédéric Chapuis guente massiccio incremento degli da prevenire l’insorgere di derive o ricevette la medaglia d’oro, Arnaud impianti dedicati alla produzione e difettosità“. Bovolenta d’Arêche-Beaufort degli addetti alla produzione, l’amquella d’argento e Jonathan Midol pliamento delle aree logistiche e l’otti- Valutazione della qualità quella di bronzo. mizzazione dei processi“. L’assicura- dimensionale zione della qualità, in termini sia di in tempo reale prodotto sia di processo, è ovviamen- Installata nel cuore dello state una componente irrinunciabile in bilimento produttivo, la cella una moderna realtà come PMC. Lo di misura di Hexagon Metrostabilimento di Melfi dispone oggi di logy si compone di un robot tre sistemi di collaudo dimensionale Kuka a bordo del quale è Hexagon Metrology: una macchina di installato il sensore per scanmisura gantry DEA, recentemente ag- sione a luce bianca. La rapigiornata con il software di misura PC- dità di posizionamento del DMIS CAD++, un braccio orizzontale robot, unita alla capacità del DEA Vento e, ultimo acquisto da poco sensore di raccogliere granentrato in funzione, un sistema a luce dissime quantità di punti con Figura 5 – Uso delle maniglie strumentate bianca WLS400A, installato a bordo pochi scatti fotografici tridi(2ª porta dalla destra) nel campo di allenamento di un robot Kuka. mensionali, permette in podella squadra francese di ski cross chi minuti di ricava(Foto del Dipartimento Sport e Scienze della FFS) re un’analisi accurata e significativa della superficie del compo- La HBM ebbe l’opportunità di partecinente da misurare, e di forni- pare al progetto di ottimizzazione re in tempo reale gli elemen- delle prestazioni intrapreso dalla Feti necessari per valutare la derazione Francese Sci (FFS). “In quequalità e la stabilità del pro- sto genere di competizioni, lo start è particolarmente critico e ha un notecesso. I risultati di output compren- vole impatto sul resto della gara. dono la misura di elementi e Allo scopo di migliorare le nostre prel’analisi di superfici in forma stazioni a tale livello, abbiamo realizdi mappe colore e sezioni. zato un sistema per analizzare il comLa cella dispone di due tavo- portamento degli atleti quando hanno le rotanti sulle quali sono le mani sulle maniglie di start. Per quemontate attrezzature promi- sto, abbiamo utilizzato la tecnologia Figura 4 – La cella robotizzata per la verifica in produzione dei componenti di carrozzeria scue di sostegno dei pezzi e HBM“, nota Nicolas Coulmy, diret-
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zione completa per af- gnature. Ogni sensore era munito di frontare l’intero proble- due estensimetri incollati, per misurama, dal sensore all’e- re la forza esercitata in due direzioni laborazione delle mi- perpendicolari. Per garantire l’integrisurazioni, quindi la in- tà del dispositivo, si dovette porre parvitammo a unirsi al pro- ticolare attenzione alla struttura delle getto. La HBM propose uscite assiali con connettori standard una soluzione tecnica di mercato, in modo che i cavetti non ben adatta allo scopo e passassero dalla zona del cancello di ci mise in contatto con start in cui gli sciatori si posizionano“. la Astrym, alla quale af- La forza esercitata sulle maniglie al fidammo lo sviluppo momento della partenza è elevata. del sistema di registra- L’applicazione fu progettata per una zione“. forza totale di 200 daN o 100 daN Figura 6 – Cancello di start strumentato durante lo studio La soluzione HBM com- per ogni maniglia. dinamico e cinematico della partenza dello ski cross. prendeva sensori a La registrazione nell’applicazione FFS (Foto del Dipartimento Sport e Scienze della FFS) estensimetri per basse è relativamente semplice, con appena temperatore del Dipartimento Sport e Scienze ture, un sistema di della FFS. acquisizione dati SoMat Inizialmente, la FFS ha lavorato sulla e il software per analisi tecnica di partenza, con un ergome- dati nCode GlyphWorks. tro nella sala di addestramento. Al In questo sistema, il fine di rilevare i dati per il successi- sensore richiedeva uno vo livello, si vollero eseguire queste sviluppo speciale, prove in condizioni reali di gara, su come spiega Désarmontagne ricoperte di neve. Ciò ri- maux: “Insieme alla FFS chie deva la strumentazione delle e con l’assistenza di maniglie di start, per registrare e poi Claude Nanjod, noto elaborare i valori di forza forniti dai esperto in meccanica di sensori. alta precisione, progettammo, sviluppammo e Soluzione di misura costruimmo un elemenFigura 7 – Maniglie munite di estensimetri per rilevare a prova di neve e ghiaccio to sensore cilindrico le deformazioni durante lo studio iniziale dinamico e cinematico. Per assicurare il successo operativo, personalizzato, da in(Foto del Dipartimento di Sport e Scienze della FFS) la FFS chiese il supporto della Des-I-D, serire fra il supporto società diretta da Pierre Désar- delle maniglie per gli maux, dotata di elevata specializza- sciatori e il telaio 4 canali dati (due sensori per ogni zione nella gestione dei progetti. di bloccaggio maniglia) e senza alcun requisito Questa società sostiene progetti ad di queste metrologico o vincolo dinamico di alto potenziale innovativo e fornisce i m p u maggiore importanza. “Sebbene si la gestione di progetti complessi o trattasse di un’operazione tecnicamulti-disciplinari. L’esperienza del mente semplice, esisteva un direttore con la Salomon-Amer e la vincolo significativo. Il sua conoscenza dell’ambiente spinsesistema di acquisizione ro la FFS a contattare la Des-I-D. dati doveva essere Le cose si muovevano rapidamente, impiegato all’aperto come spiega Désarmaux: “Iniziammo in montagna e con a redigere il programma funzionale frequenti spostamendei requisiti, in cui si definivano chiati, per cui doveva ramente le aspettative della FFS. L’apessere compatto e aliplicazione richiedeva l’installazione mentato a batteria. Dodi sensori di forza sulle maniglie e la veva inoltre essere in registrazione ed elaborazione delle grado di resistere a coninformazioni ricevute. Conoscendo da dizioni ambientali ostili Figura 8 – Alloggiamento della robusta unità lungo tempo la HBM, sapevo che quecome il freddo, gli urti, di registrazione SoMat della HBM (Foto del Dipartimento di Sport e Scienze della FFS) sta società avrebbe trovato una solul’umidità e la neve“,
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afferma Désarmaux. Per soddisfare queste necessità fu scelto il SoMat, grazie alla sua portabilità e capacità di funzionare a temperature di -20 °C. Fu una scelta particolarmente felice, poiché esso è disponibile in un’ampia gamma di varianti e con configurazione scalabile, grande o piccola, senza menzionare anche l’opzione per una futura espansione. Estremamente facile da usare: nCode GlyphWorks La Astrym, sotto contratto per lo sviluppo del software applicativo, ha già creato numerose applicazioni con i prodotti HBM, come la misurazione delle vibrazioni su una motrice ferroviaria (per scopi di manutenzione) e la misurazione delle deformazioni di una grande pressa da 65.000 tonnellate. “La HBM rappresenta per noi un vero partner. Oltre a fornirci prodotti di alta qualità, ci supporta nella commercializzazione e ciò significa molto per un’azienda giovane come la nostra,“ annuncia Sylvain Tremouilhac, Manager della Astrym. Il software applicativo sviluppato dalla Astrym fu completato su un PC tradizionale, insieme al software di parametrizzazione ed elaborazione fornito e installato dalla HBM. Innanzitutto fu definita la parametrizzazione comprendente numero di canali, scalature, unità di misura, incertezze, frequenza di acquisizione (500 Hz), formato di registrazione dei dati, ecc. I dati registrati furono analizzati usando il software nCode GlyphWorks. “Volevamo un software facile da usare, potente a livello di elaborazione e caratterizzato da una buona funzionalità di relazionamento, poiché lo scopo delle prove era quello di produrre risultati facili da analizzare senza perdere tempo nella conversione e gestione dei dati“, nota Tremouilhac. Durante la dimostrazione alla FFS, la Astrym sviluppò in appena 15 minuti una procedura di analisi con GlyphWorks: la stessa procedura aveva richiesto due giorni di lavoro con il foglio di calcolo Microsoft Excel®. Una caratteristica particolarmente degna di nota del GlyphWorks è la
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TECNOLOGIE IN CAMPO
capacità di gestire ogni prova individuale (o sua fase) e di assegnare automaticamente il nome e la data ai file; il modo più pratico per individuarli in occasione di una successiva elaborazione dei dati. Durante le prove sul campo di gara, i software GlyphWorks e SoMat erano installati su un robusto tablet, per controllare e visualizzare direttamente i risultati dell’analisi. EL-SY & KEYENCE NERO SU NERO? NO PROBLEM! RICONOSCIMENTO DI PEZZI NERI SU FONDO NERO NEL SETTORE AUTOMAZIONE, GRAZIE AI SISTEMI DI VISIONE ARTIFICIALE
La EL-SY di Settimo Torinese (TO) opera da diversi anni nel settore industriale producendo, su specifica del cliente, prototipi, attrezzature e soluzioni “chiavi in mano“ complete per svariati campi di applicazione. Il pro-
cesso produttivo si avvale di tecnologie di progetto e lavorazione integrate che consentono di ottimizzare i tempi di consegna delle attrezzature, ottenute integrando sistemi commerciali e parti progettate su misura. Fra i sistemi realizzati dal settore Automazione di EL-SY vi sono attrezzature singole o linee complete per la produzione di air-bag; macchine per assemblaggio automatico a una o più stazioni di lavoro, per fanali e proiettori, specchi retrovisori e cinture di sicurezza; macchine per il collaudo funzionale di centraline elettroniche; movimentazioni automatiche per linee di produzione; attrezzature singole o
linee complete per la produzione di ammortizzatori e d’inflators. EL-SY si propone non solo come realizzatore, ma anche come partner nello sviluppo di attrezzature industriali, offrendo l’esperienza e la collaborazione del proprio personale, specializzato nell’ottimizzazione sia tecnologica sia economica dei progetti, in Italia e all’estero. L’attività svolta comprende tutte le fasi della realizzazione, dal progetto al collaudo finale, e si articola in tre settori principali: elettronica industriale, automazione e software. Un’applicazione di precisione in campo automotive Recentemente EL-SY ha automatizzato il riconoscimento dei difetti di posizionamento in una linea di assemblaggio automatica destinata al settore automotive: la principale esigenza era quella di controllare su un proiettore le guarnizioni in Gore-Tex montate manualmente su un carrello di posizionamento. Le dimensioni delle guarnizioni sono di circa 40 x 20 mm2. “La difficoltà maggiore consiste nel fatto che le guarnizioni, di colore nero, sono montate su un proiettore Rover di alta gamma“, spiega Vincenzo Ruffa, capocommessa del progetto presso ELSY. “La cadenza dell’ispezione non è particolarmente impegnativa, trattandosi di circa 70 pezzi/ora“. Nell’applicazione in oggetto sono stati quindi installati due sistemi LumiTrax, che funzionano alternativamente in base al tipo di guarnizione: sulla linea vengono infatti montate sia la guarnizione di destra sia quella di sinistra su due stazioni separate. Quando viene posizionato il pezzo destro, entrano quindi in funzione due telecamere, mentre
altre due controllano il pezzo sinistro. In precedenza, le membrane potevano essere posizionate in modo erroneo, nonostante gli operatori avessero una sagoma rettangolare di riferimento da rispettare. Da quando è stata integrata la nuova telecamera con sistema CA-DRW5X LumiTrax gli operatori fanno maggiore attenzione, perché in caso di errore la macchina non fornisce il segnale di fine ciclo e la stessa operazione dev’essere ripetuta parecchie volte, fino a quando l’esito non è positivo. Questa maggiore attenzione fa sì che le membrane siano posizionate correttamente, fin dalla prima operazione. Una scelta confermata dai test effettuati EL-SY è giunta alla scelta del sistema LumiTrax dopo avere effettuato con
successo alcuni test comparativi di produzione con altri sistemi. “Conoscevamo già i sistemi Keyence e le loro qualità, poiché abbiamo utilizzato in altri progetti le telecamere CV5000 di generazione precedente al LumiTrax“, spiega Vincenzo Ruffa. “Ciononostante, abbiamo predisposto una serie di test specifici, che il sistema LumiTrax ha superato senza problemi. Questo ha confermato la bontà della nostra scelta“. Le ragioni che hanno portato ancora una volta EL-SY a scegliere la tecnologia Keyence sono riconducibili alle elevate prestazioni e al bassissimo tasso di errore. “Il rapporto prezzo/ prestazioni è risultato estremamente favorevole“. Per la programmazione dei LumiTrax, Keyence ha fornito un supporto iniziale, rendendo rapidamente autonomi i tecnici EL-SY. “I sistemi LumiTrax sono entrati in funzione nella primavera del 2015, dopo una fase di startup ridotta al minimo (perché la linea era già in produzione) e hanno cominciato a lavorare senza alcun problema“, afferma Ruffa. “L’esperienza pluriennale che abbiamo accumulato con i prodotti Keyence ha facilitato l’ingresso in azienda dei nuovi sistemi“. Keyence, leader per l’innovazione nel campo della visione artificiale, da oltre 30 anni offre sistemi di visione artificiale ad alta velocità e alte prestazioni, che sono oggetto di miglioramenti continui e oggi consentono massima facilità d’uso e stabilità per le applicazioni più difficili. In ambito automotive, nello specifico, Keyence è molto presente, con applicazioni in grado di effettuare ispezione e tracciatura di vari componenti, risolvendo problematiche ed esigenze in ottica di miglioramento competitivo.
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TECNOLOGIE IN CAMPO
Integrazione di telecamera, illuminazione e algoritmo d’ispezione Con la nuova funzione LumiTrax, i sistemi di elaborazione delle immagini diventano ancora più semplici da usare. Il sistema utilizza la nuovissima telecamera CV-X 200 Keyence ad altissima velocità e l’illuminazione a segmenti ad alta velocità per acquisire il pezzo target. Si tratta di un metodo d’imaging totalmente nuovo, in cui vengono analizzate più immagini acquisite, con luci accese, da diverse direzioni per poter generare le immagini di forma (irregolarità) e texture (modello). Questo consente di eliminare l’influenza della variabilità dei pezzi e i disturbi dell’ambiente che impediscono ispezioni stabili: rispetto al passato, quando quest’attività richiedeva molto tempo ed esperienza, ora chiunque può eseguire senza difficoltà l’elaborazione delle immagini, anche senza possedere conoscenze particolari. Un nuovo algoritmo riduce il tempo e l’impegno necessari per l’acquisizione delle immagini per le ispezioni.
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NEWS
CELLE DI CARICO PER PESATURA DI CARICHI SOSPESI Con le nuove celle di carico di trazione Z16A, HBM offre una soluzione eccellente per la pesatura di carichi sospesi. Le celle possono essere impiegate, ad esempio, per la misurazione gravimetrica di livello o il dosaggio con serbatoi di processo sospesi. La cella di carico di trazione Z16A, costruita in acciaio inossidabile, è disponibile nei carichi nominali di 7,5 t e 15 t. In entrambe le
varianti di classe di precisione D1 e C3 è disponibile con conformità OIML R60. La cella è inoltre provvista d’incapsulatura ermetica, ottenendo così il tipo di protezione IP68/IP69K che ne consente l'utilizzo in ambiente umido. Grazie all'introduzione della forza perfezionata, la Z16A è totalmente idonea per il montaggio sospeso in bilance ibride, bilance per serbatoi, per nastri di trasporto e di dosaggio. La cella di carico è provata CEM secondo OIML R60 (2006). L'adattatore opzionale Z16A M36x3 permette una semplice integrazione meccanica; in alternativa sono disponibili giunti a occhiello. Per circuiti a 6 fili sono disponibili diversi cavi, di lunghezza ammissibile alla verifica. Questa flessibilità riduce i costi d’installazione, senza influire sulla classe di precisione della cella di carico. Per ulteriori informazioni: www.hbm.com/it/4642/z16cella-di-carico-per-trazione
NUOVO MICROFONO DA 0,5” AD ALTA FREQUENZA PCB Piezotronics Inc. ha presentato recentemente il nuovo microfono ICP® da campo libero, mod. 377A06 ad alta frequenza, disponibile in pronta consegna. Nonostante si tratti di un microfono da 0,5”, esso possiede una risposta in frequenza lineare fino a 40 kHz, come un microfono da 0,25”. La sua bassa sensibilità (12,6 mV/Pa) evita la saturazione del segnale che si verifica a frequenze superiori a 20 kHz, tipica dei microfoni ad alta sensibilità (50 mV/Pa). Il 377A06 rappresenta un’ottima alternativa alla classica soluzione con microfono e preamplificatore da 0,25", rispetto al quale sfrutta il vantaggio di possedere un rumore intrinseco molto più basso, 21 dB(A), tipico dei microfoni da 0,5”. Queste caratteristiche lo rendono particolarmente adatto in tutte le applicazioni in cui sia necessario misurare con precisione le alte frequenze. Le applicazioni più comuni per questo nuovo microfono comprendono: monitoraggio ambientale, test su avvisatori acustici e allarmi sopra i 140 dB, Sonic Boom, sirene ferroviarie e tutti i casi dove sia necessario valutare il contributo delle
alte frequenze. La PCB Piezotronics Inc. produce e commercializza una serie completa di microfoni e preamplificatori a condensatore prepolarizzato (elettrete) ed esternamente polarizzato (200 V). I microfoni prepolarizzati utilizzano cavi coassiali standard e sono conformi alla tecnologia ICP®. È cosi possibile condividere alimentatori e condizionatori di segnale già utilizzati con altri sensori ICP®, quali: accelerometri, sensori di forza e pressione. Questa intercambiabilità può comportare un notevole risparmio di costi per canale e ridurre il tempo di set-up. Tutti i prodotti PCB sono coperti da garanzia e godono della politica di TCS (Total Customer Satisfaction). Per ulteriori informazioni: www.pcbpiezotronics.it
NUOVE TERMOCAMERE PER R&S IN AMBITO INDUSTRIALE Le termocamere FLIR sono utilizzate per catturare e registrare in tempo reale la distribuzione termica e le sue variazioni, consentendo a Ingegneri e ricercatori di visualizzare e misurare con precisione i profili termici, la dissipazione, le perdite e altre problematiche connesse alla temperatura in attrezzature, prodotti e processi. In particolare, la nuova termocamera FLIR A6700sc è ideale per le attività di ricerca e sviluppo in ambito industriale, per le applicazioni che richiedono una migliore qualità d’immagine, maggior sensibilità e un frame rate più elevato rispetto a quello ottenibile con una termocamera dotata di un sensore non raffreddato. FLIR A6700sc incorpora un sensore raffreddato all'antimoniuro d’indio (InSb) che opera nella lunghezza d’onda compresa tra 3 e 5 micrometri. È inoltre disponibile una versione a banda larga che opera nella lunghezza d’onda 1-5 micrometri. Entrambe le versioni producono immagini nitide da 640x512 pixel.
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Con elevata sensibilità termica <20 mK (!), la termocamera è in grado di evidenziare i dettagli sull’immagine e dare con precisione le informazioni sulla differenza di temperatura. La sincronizzazione e un meccanismo di triggering della camera estremamente precisi rendono le nuove termocamere ideali per le applicazioni che richiedono alta velocità ed elevata sensibilità. Operando in modalità SNAPSHOT, la FLIR A6700sc registra contemporaneamente tutti i pixel di una scena: ciò è particolarmente importante nel monitoraggio di oggetti in rapido movimento, dove una termocamera standard produrrebbe sfocature. La termocamera supporta fino a 480 frame al secondo operando in modalità windowing. Utilizzando un’interfaccia GigE Vision™ standard per trasmettere sia i comandi sia video digitali dinamici, FLIR A6700sc è una termocamera realmente “plug and play”. Sono disponibili opzioni personalizzate di cold filtering per rilevazioni e misurazioni spettrali specifiche. Per ulteriori informazioni: www.flir.it
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METROLOGIA GENERALE
Rubrica a cura di Luca Mari (lmari@liuc.it)
La taratura degli strumenti di misura Un tentativo di chiarimento di un problema fondamentale
GENERAL METROLOGY In this permanent section of the Journal our colleague and friend Luca Mari, world-recognized expert in fundamental metrology and member of several International Committees, informs the readers on the new developments of the fundamental norms and documents of interest for all metrologists and measurement experts. Do not hesitate to contact him! RIASSUNTO In questa Rubrica permanente il collega e amico Luca Mari, internazionalmente riconosciuto quale esperto di metrologia fondamentale e membro di numerosi tavoli di lavoro per la redazione di Norme, informa i lettori sui più recenti temi d’interesse e sugli sviluppi di Norme e Documenti. Scrivete a Luca per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione! Cari lettori! Suppongo che tutti voi, esperti di metrologia, concorderete che la taratura è un’operazione necessaria per la misurazione: anche il miglior strumento di misura, se non tarato, non è in grado di produrre risultati di misura, ma solo indicazioni. Per esempio un voltmetro a lettura analogica può essere descritto come un trasduttore che assume in ingresso una tensione elettrica e fornisce in uscita la posizione angolare di un ago su una scala graduata. È solamente grazie alla taratura dello strumento che la posizione angolare, cioè appunto l’indicazione, viene fatta corrispondere a una tensione, l’uscita attesa. Nonostante questo ruolo fondamentale, cosa caratterizzi specificamente una taratura – cioè quali condizioni debbano essere soddisfatte perché una certa operazione possa essere considerata una taratura – è tuttora oggetto di discussione. È in particolare interessante quello che è successo nel passaggio tra la seconda e la terza edizione del Vocabolario Internazionale di Metrologia (VIM), pubblicate rispettivamente nel 1993 e nel 2008: la definizione di “taratura”
(“calibration” in inglese) è stata modificata in modo piuttosto significativo, e questo cambiamento è stato forse quello che ha generato la maggior quantità di critiche verso il VIM3. Naturalmente non sono definizioni che possono insegnare le buone pratiche nell’uso degli strumenti, ma la metrologia è un campo di conoscenza così trasversale che anche qualche idea chiara sui concetti coinvolti nelle questioni operative è generalmente utile. È plausibilmente questa la ragione più concreta per cui otto importanti organizzazioni internazionali si sono accordate per lavorare insieme nel Joint Committee for Guides in Metrology (JCGM) alla realizzazione, appunto, del VIM. Nel caso della taratura, poi, c’è ben altro in gioco che solo idee chiare: una definizione condivisa è necessaria, perché la riferibilità metrologica dei risultati di misura è condizionata al fatto che lo strumento impiegato sia stato tarato mediante un campione a sua volta tarato, e così via a risalire lungo la catena di riferibilità fino al campione primario e quindi alla definizione dell’unità della grandezza in considerazione. Concretamente, nei manuali di qualità aziendali la (ri)taratura periodica degli strumenti di misura è tipicamente dichiarata come una condizione per mantenere la certificazione di processo, tema sulla cui
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importanza non è necessario spendere altre parole. Studiamo dunque il problema. IL PROBLEMA
Confrontiamo le definizioni di “taratura” nel VIM2 e nel VIM3: VIM2 (6.11): “insieme di operazioni che stabiliscono, in condizioni specificate, la relazione tra valori di grandezze indicate da uno strumento di misura o un sistema di misura, o tra valori rappresentati da una misura materiale o un materiale di riferimento, e i corrispondenti valori realizzati da campioni” VIM3 (2.39): “operazione eseguita in condizioni specificate, che in una prima fase stabilisce una relazione tra i valori di una grandezza, con le rispettive incertezze di misura, forniti da campioni di misura, e le corrispondenti indicazioni, comprensive delle incertezze di misura associate, e in una seconda fase usa queste informazioni per stabilire una relazione che consente di ottenere un risultato di misura a partire da un’indicazione” (Una nota linguistica per gli interessati: il VIM2 non fu mai formalmente recepito in Italia, e quindi non ne esiste un testo ufficiale in italiano. Ho tradotto il testo sopracitato dalla definizione inglese: “set of operations that establish, under specified conditions, the relationship between values of quantities indicated by a measuring instrument or measuring system, or values represented by a material measure or a reference material, and the corresponding values realized by standards”. Viceversa, il VIM3 è stato formalmente adottato e tradotto in italiano; l’originale inglese della definizione di cui sopra è: “operation that, under specified conditions, in a first step, establishes a relation between the quantity values with measurement uncertainties provided by measurement standards and correspond-
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ing indications with associated measurement uncertainties and, in a second step, uses this information to establish a relation for obtaining a measurement result from an indication”). (Una nota linguistica per tutti, ripresa testualmente dall’edizione italiana del VIM3: il termine “calibrazione” non dovrebbe essere usato per designare la taratura). Il problema a proposito della nuova definizione è stato sovente posto a partire dal cambiamento più evidente: perché – ci si chiede – per la taratura si considerano ora necessarie due “fasi”, quando fino a meno di dieci anni fa la stessa taratura era considerata un’operazione “one shot”? E poi, la seconda fase è davvero ancora parte della taratura? Non è già misurazione? Una nota nel VIM3 stesso riconosce l’ammissibilità di questo problema (di questa... confusione?): “Spesso, solamente la prima fase citata nella presente definizione è interpretata come taratura”. Dunque? Una sola fase o due fasi? UN TENTATIVO DI CHIARIMENTO
Per trovare la risposta al nostro problema suggerisco di partire dalla definizione di un concetto operativamente ancora più fondamentale, quello di risultato di misura, anch’esso modificato nel passaggio da VIM2 a VIM3: VIM2 (3.1): “valore attribuito a un misurando, e ottenuto mediante una misurazione” VIM3 (2.9): “insieme di valori attribuiti a un misurando congiuntamente a ogni altra informazione pertinente disponibile” A mio modesto parere, questo è il buon esempio di una situazione in cui il lettore avrebbe ragioni per spazientirsi e per reclamare una maggiore chiarezza da parte di chi scrive queste definizioni: perché il VIM3 parla di un insieme di valori? e cosa dovrebbe o potrebbe essere questa “altra informazione pertinente”? Avendo il privilegio di essere parte, ormai da qualche anno, del gruppo di lavoro che sviluppa il VIM, penso di poter proporre un’interpretazione non completamente apocrifa: secondo il VIM3 un risultato di misura non può essere, in generale, un valore di grandezza,
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perché deve tener conto dell’incertezza di misura, e – se si può dire così – “inglobarla”. Dunque un risultato di misura potrebbe essere un intervallo di valori (dunque un particolare insieme) oppure una distribuzione di probabilità di valori (dunque un particolare insieme con ulteriore informazione, appunto della forma di una pdf/pmf). E infatti il VIM3 ha introdotto un nuovo termine, “valore misurato”, per designare il singolo valore che potrebbe essere scelto come rappresentativo dell’intero risultato di misura. Insomma, più o meno, ciò che il VIM2 chiamava “risultato di misura” il VIM3 lo chiama “valore misurato”. Torniamo allora alla taratura, e – a questo punto l’enigma è praticamente svelato – alla questione dell’informazione sul contributo all’incertezza di misura portato dalla taratura (potremmo chiamarlo proprio “incertezza di taratura”): mentre il VIM2 non pareva porsi il problema, il VIM3 riconosce che una taratura che non fornisca informazione sull’incertezza di taratura è in pratica incompleta, e quindi tale incertezza va presa in considerazione. (Una nota storica per gli interessati: Il VIM1 (1984), che pure definiva “taratura” praticamente come poi lo avrebbe fatto il VIM2, include la seguente nota: “Il risultato di una taratura permette la stima degli errori d’indicazione dello strumento di misura (...)”, pur poi dimenticandosene nella definizione. Una plausibile ricostruzione: il VIM2 ha risolto questa incongruenza eliminando la nota e tralasciando del tutto l’incertezza di taratura; il VIM3 ha provato a risolvere il problema in modo opposto, includendo il contenuto della nota nella definizione e ponendo finalmente il problema dell’incertezza di taratura.) La stessa cosa si può ripetere in termini più formali, in riferimento alla relazione matematica che connette i valori x di grandezza realizzati dai campioni e i valori y delle indicazioni dello strumento da tarare, e poi i valori y e i valori z attribuiti al misurando. Se, come secondo il VIM2, la relazione tra x e y è una funzione scalare, y = f(x) (nell’esempio sopra, posizione angolare dell’ago = f(tensione elettrica del campione)), a meno del dettaglio della condizione di monotonicità la funzione f è invertibile senza problemi, e
quindi la taratura può consistere nell’unica operazione di costruzione della funzione f stessa: il valore z del misurando sarà ottenuto semplicemente come f–1(y). Ma se invece, come secondo il VIM3, la relazione tra x e y è una funzione non-scalare, che tiene conto anche dell’incertezza di taratura, e quindi la sua rappresentazione grafica non è più una curva ma una “fascia”, allora l’inversione di tale funzione non è un’operazione solo formale, e richiede l’intervento dell’esperto responsabile della taratura. Richiede cioè una seconda fase nel processo di taratura. Il gruppo di lavoro del JCGM incaricato di sviluppare il VIM ha messo a disposizione sul web una versione “annotata” del VIM3, che contiene alcuni interessanti commenti. Uno di questi riguarda proprio la definizione di “taratura”: “The VIM3 definition of calibration extends the previous (VIM2) one-step definition. For practical reasons a second operational step is introduced in order to facilitate assigning a measured value and measurement uncertainty to an item being measured by the calibrated measuring instrument. In the past this second step was usually considered to occur after the calibration. Both steps together facilitate in a practical way the demonstration of metrological traceability of measurement results (measured values and associated measurement uncertainty) obtained when using the measuring instrument after it has been calibrated”. È convincente la spiegazione che ho proposto? Sarò grato ai lettori che vorranno inviarmi i loro commenti su questo delicato e importante tema, anche in vista della progettazione della prossima edizione del VIM. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. JCGM 200:2012, Vocabolario Internazionale di Metrologia (VIM) – Concetti di base e generali e termini associati, 3a ed. (versione 2008 con correzioni minori), Joint Committee for Guides in Metrology, 2012; versione trilingue En, Fr, It: www.ceiweb.it/it/ lavori-normativi-it/vim.html; versione bilingue En, Fr con annotazioni: http://jcgm.bipm.org/vim
LETTERE AL DIRETTORE
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Rubrica a cura di Franco Docchio (franco.docchio@unibs.it)
Sul nuovo Sistema Internazionale Franco Pavese commenta l’articolo di Luca Mari
LETTERS TO THE DIRECTOR This section contains letters, comments and opinions of the readers. Please write to Tutto_Misure! RIASSUNTO In questa rubrica vengono pubblicate lettere dei lettori della Rivista. Continuate a scrivere e a dire la vostra sui principali temi della ricerca, della didattica delle misure e dello sviluppo industriale! Caro Direttore, ho letto con molto piacere l’articolo su Tutto_Misure sulla SI in due parti di Luca Mari, scritto con la chiarezza che ben conosciamo dei suoi scritti. Ho notato che, inevitabilmente, egli ha colto il punto più critico della nuova proposta: la pretesa che i valori numerici assegnati alle costanti siano definitivi perché sarebbe impossibile misurarli nuovamente una volta entrate in vigore le nuove definizioni delle unità SI (Système Internationale, in francese). Egli ne dà una possibile soluzione nel caso che nuove misure siano basate su sistemi di misura indipendenti. Penso che sia utile ai lettori prendere in considerazione un’altra possibilità, più semplice. La mia posizione personale riguardo alla proposta di “Nuova SI” è stata inizialmente molto critica [1], soprattutto riguardo alla questione del pericolo di “neocolonialismo” [2] nel senso illustrato da Sergio Sartori (forse perché la nostra origine e frequentazione metrologica è stata a lungo comune nell’IMGC del CNR) e riguardo all’uso dei dati CODATA per la scelta dei valori numerici esatti da assegnare alle costanti [3] e a problemi formali nella definizione [4]. Oggi sono sostanzialmente favorevole alla proposta perché elimina ogni specifica realizzazione dalla definizione, purché una serie di questioni vengano enunciate più correttamente [5], e
altre rese esplicitamente note agli utilizzatori, in linea con la richiesta 2014 del CGPM. Tra queste ultime appunto molto importante è la possibilità futura di effettuare nuove misure indipendenti dei valori delle costanti, possibilità che viene esclusa per la pretesa circolarità del procedimento (posso evitare di rispiegare il significato di molti termini grazie alla chiarezza di Luca Mari). La possibilità che vedo nasce da una caratteristica specifica del processo metrologico nella scelta delle unità di misura che Luca Mari definisce “ragionevole”: “mantenere l’ampiezza, (in inglese: magnitude) dell’unità definita in precedenza”. Questo criterio, che si può indicare come “criterio di continuità”, è caratteristico della metrologia ed è fondamentale. Se esso non è soddisfatto, il risultato è che i valori numerici misurati usando le nuove unità non coincidono, per gli stessi identici misurandi, con quelli misurati con le unità precedenti: una complicazione enorme, che implica fattori di conversione il cui uso, come ben sa chiunque li abbia usati, può portare molto facilmente a errori. Un caso molto comune nella SI si è avuto quando il grado Celsius ha cambiato ampiezza (magnitude) passando da quella del “grado centigrado”, con valore del punto di ebollizione dell’acqua 100 °C esatto, alla stessa ampiezza del kelvin, con valore (inesatto) dello stesso punto
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99,996… °C non coerente col precedente. Perciò la Nuova SI, che mantiene le stesse unità base della versione attuale, definisce come valori esatti delle costanti (fondamentali e non) usate nelle nuove definizioni i valori numerici ottenuti usando le attuali unità di misura, stando a significare che le loro ampiezze rimangono invariate. Pertanto i campioni di misura usati sinora (purché stabili nel tempo) consentono, secondo la nuova definizione, di ottenere “esattamente” i valori definiti delle costanti, e quindi sono campioni validi, o meglio che rimangono validi per un periodo futuro. Quanto lungo è questo periodo futuro? E lungo per il “breve periodo di tempo” che la VIM assegna alle misure ripetibili, cioè quel tempo durante in quale non vi sarà evidenza di cambiamenti di valore di quei campioni, o d’incoerenza tra le nuove misure e quelle che hanno portato ai valori definiti per quelle costanti. Il ragionamento sembra complicato, ma in realtà è lapalissiano (che è diverso da circolare). Però Luca Mari potrebbe tirarmi le orecchie perché ho scritto “esattamente”, ma le virgolette servivano appunto a implicare che ciò non è esattamente vero. Infatti una misura qualsiasi è sempre affetta da errore e quindi da incertezza. Perciò nessuno potrà mai ottenere esattamente il valore assegnato a una costante, se non come il valore giudicato statisticamente più probabile nell’ambito di una dispersione dei valori misurati. Infatti CODATA raccomanda dei valori con un’incertezza associata. La compatibilità metrologica dei risultati (vedi VIM) è possibile, la coincidenza è casuale perché la definizione è una convenzione, che per le nuove definizioni, a mio avviso, porta a un altro interessante problema formale. Ma
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LETTERE AL DIRETTORE
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
4. F. Pavese, Rounding and notation, namely when using stipulations in the definition of measurement units, Measurement, TC21 Special Issue, 46 (2013) n. 9, ISSN 0263-2241, p. 3725-3729. 5. F. Pavese, Problems in implement-
1. F. Pavese, Some reflections on the proposed redefinition of the unit for amount of substance and of other SI units, ACQUAL 16 (2011) 161-165. 2. F. Pavese, How much does the SI, namely the proposed “new SI”, conform the spirit of the Metre Treaty?, ACQUAL, 19 (2014) 307-314. 3. F. Pavese, Some problems concerning the use of the CODATA fundamental constants in the definition of measurement units, Metrologia 51 (2014) L1-L4.
Dal Direttore Caro Pavese, pubblico qui più che volentieri la tua lettera, che aggiunge informazione preziosa ai già preziosi contributi di Luca Mari su questa Rivista. Non ho la vostra esperienza per cimentarmi nello specifico del tema che esponi, e per questo ho immediatamente inviato all’amico Luca la lettera con richiesta di formulare la risposta più adeguata. Purtroppo Luca è impegnato nella stesura di un articolo su un’importante rivista di filosofia, il Journal for General Philosophy of Science, che uscirà con un numero speciale sul nuovo SI (segno dei tempi che filosofia e metrologia uniscano gli sforzi?). Mi ha promesso che, non appena concluse le sue fatiche, si documenterà per risponderti al meglio. Cari saluti! Franco
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quello è un problema diverso, per cui mi fermo qui. Franco Pavese (già Direttore di ricerca presso IMGC-CNR (poi I.N.Ri.M.)
PRIMO ANALIZZATORE PALMARE COMBINATO A 50 GHZ Keysight Technologies ha recentemente aggiunto sei nuovi modelli a onde millimetriche alla propria famiglia di analizzatori portatili FieldFox. Il modello di punta è il primo analizzatore portatile combinato del settore in grado di fornire una copertura in frequenza fino a 50 GHz. Con più funzionalità integrate rispetto a simili analizzatori, FieldFox può sostituire tre o quattro strumenti a singola funzione, da banco o portatili, che sono tipicamente utilizzati per la manutenzione e la risoluzione dei problemi di sistemi operanti a frequenze in banda Ka o superiore. “In soli 3,2 kg di peso, i nuovi modelli FieldFox offrono misure accurate quanto quelle effettuate dagli strumenti da Laboratorio, consentendo al personale sul campo di caratterizzare completamente i sistemi radar e satellitari più complessi”, ha dichiarato Dan Dunn, general manager Keysight per gli analizzatori portatili RF e microonde. “Inoltre un analizzatore
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ing new measurement unit definitions of the SI using fundamental constants, XXI IMEKO World Congress, August 30-September 4, 2015, and ENBIS Congress, 6-10 September 2015, Prague, Czech Republic; submitted to Measurement.
zatori di onde millimetriche FieldFox di Keysight pesano fino a tre kg in meno rispetto a unità simili di altre marche. Gli analizzatori sono ottimizzati per le prove sul campo. L’involucro completamente sigillato (senza ventole o prese d’aria) è conforme ai requisiti della normativa US MIL-PRF28800F Classe standard 2 ed è anche stato testato per soddisfare i requisiti MIL-STD-810G per il funzionamento in ambienti esplosivi (Metodo 511.5, Procedura 1). Gli analizzatori FieldFox sono stati testati anche per soddisfare i requisiti IP53 della norma IEC/EN 60529 in materia di protezione da polvere e acqua. Gli analizzatori offrono una vasta gamma di funzionalità software aggiornabili, consentendo agli utenti di scegliere le caratteristiche di cui hanno bisogno inizialmente e aggiungerne altre in seguito. Alcuni esempi includono voltmetro vettoriale, misure dei cavi TDR, misuratore di potenza integrato, misure degli impulsi, analizzatore di spettro time gating, analizzatore d’interferenza (con spettrogramma) e ricevitore GPS.
combinato FieldFox fornisce funzionalità e valore senza precedenti, a circa la metà del costo di un qualsiasi strumento da banco equivalente”. Tre modelli di analizzatore combinato coprono 32, 44 o 50 GHz e forniscono analisi di spettro, analisi vettoriale di rete e testing di cavi e antenne, in un’unica e robusta unità portatile. I tre modelli di analizzatore di spettro coprono la stessa gamma di frequenze. In tutti e sei i nuovi modelli, le misure di spettro sono fino a otto volte più veloci rispetto a quelle realizzate con Per ulteriori informazioni: analizzatori comparabili. Gli analiz- www.microlease.com
LA MISURA DEL SOFTWARE
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GUFPI-ISMA Luigi Buglione
Quanto è grande un requisito? Parte IV – Misurare i requisiti non-funzionali: IFPUG SNAP
WHICH IS THE SIZE OF A REQUIREMENT? PART IV – MEASURING NON-FUNCTIONAL REQUIREMENTS: IFPUG SNAP Quantifying NFRs (Non-Functional Requirements) is the second step to get a better estimate of effort and cost for a project. Not everything can be sized using a FSM method (“what”), but it is needed also to take a look to the “how” to do things, that is the NFR-side. This paper will introduce the origin of the IFPUG SNAP (Software Non-functional Assessment Process) technique, born with the aim to complement a FPA (Function Point Analysis) count, but that can be used also independently from FPs, e.g. in “zero FPs” maintenance projects. RIASSUNTO La quantificazione dei NFR (Non-Functional Requirements) rappresenta il secondo passo per stimare sempre meglio l’impegno e i costi di un’attività progettuale. Non tutto può essere ovviamente dimensionato usando un metodo FSM (“cosa”), ma è necessario anche porre attenzione al “come” realizzare le cose, e ciò rappresenta il lato-NFR. Questo articolo introdurrà l’origine della tecnica IFPUG denominata SNAP (Software Non-functional Assessment Process), creata per complementare un conteggio FPA (Function Point Analysis), ma che è possibile usare anche in modo indipendente, in presenza di progetti di manutenzione a “zero FP”. INTRODUZIONE
Nello scorso numero abbiamo introdotto il tema dei requisiti non-funzionali (NFR – Non-Functional Requirements) di un prodotto, relativi al “come” un prodotto (software) debba comportarsi [1-2], presentando il modello di qualità del software proposto dall’ISO, la norma ISO/IEC 25010:2011 [3]. Tale norma, che aggiorna il precedente standard ISO/IEC 9126-1:2001 [4], propone un modello a tre livelli con (a) caratteristiche, (b) sotto-caratteristiche, ciascuna delle quali propone un set di (c) misure (v. Fig. 1). Diversamente dal “cosa” (requisiti utente funzionali – FUR), il “come” (NFR) realizzare un prodotto o un servizio è variabile nel tempo e, nel contesto ICT, ciò è reso ancor più variabile in funzione dei cambiamenti legati alle tecnologie di riferimento in un dato periodo. Basti pensare all’intro-
duzione delle GUI (Graphical User Interfaces) negli anni ‘90 e quella relativamente recente di smartphone e tablet con touchscreen che propongono una modalità aggiuntiva (tattile) per inserire i dati rispetto alla tradizionale tastiera, o ancora al riconoscimento vocale nelle ricerche effettuate ad esempio con Google o altri motori di ricerca. Altri possibili esempi? Il cloud computing, la Virtual Reality, e via dicendo. Tali modalità “aggiuntive” rappresentano un lavoro ulteriore per il team di sviluppo: come valutare e decidere quale sia il budget da stanziare e prevedere per il prossimo progetto? Estendendo il quoting di Tom Demarco sulla necessità di misurare, avevamo già sottolineato la necessità prima di conoscere per definire ciò che è utile/opportuno misurare. La normativa ISO è ovviamente la “stella polare” che aiuta – tramite un consenso mondiale su un dato tema – a fornire la
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definizione da cui muovere, a cui si è recentemente aggiunto un glossario comune sui NFR prodotto da COSMIC (www.cosmic-sizing. org) e IFPUG (www.ifpug.org), ovverosia le due principali associazioni sulla misurazione del software, con l’obiettivo di raffinare ulteriormente le definizioni già presenti [5]. Il glossario propone tra l’altro una classificazione analoga allo schema “ABC” [5] come osservabile in Fig. 2, che conferma una tripartizione in NFR di prodotto (FUR, NFR) e altri NFR legati al “progetto” che contiene e gestisce il “prodotto”. IFPUG SNAP: COSA NON MISURA UN “FUNCTION POINT”?
Concentriamoci sul secondo blocco da sinistra (Fig. 2), quello dei NFR di prodotto. La soluzione proposta dall’ISO con la famiglia 25000 (c.d. “SQuaRE” – Software product Quality Requirements and Evaluation) è quella d’individuare un set di misure per caratteristica/sotto-caratteristica, collegando ciascuna misura ai processi del modello SPICE (ISO/IEC 155042:2004, ora passato a una nuova numerazione, serie 33000). Muovendo da tale tassonomia, IFPUG nel 2007 ha deciso di proporre una seconda unità di misura per i NFR, organizzandola in un set di 4 categorie e 14 sotto-categorie (inizialmente 17) per ciascuna delle quali è possibile calcolare un numero di SP (SNAP Points), in modo simile a quanto visto con i FP
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LA MISURA DEL SOFTWARE
Figura 1 – ISO/IEC 25010:2011: (sopra) qualità interna-esterna; (sotto) qualità in uso
Per ogni NFR è possibile applicare un numero variabile di sotto-categorie, da una a molte (in genere non oltre le 5-6). Un semplice esempio: considerando in un conteggio funzionale un processo di stampa di un biglietto aereo (conteggiato con IFPUG FPA come EO – External Output), questo sicuramente ha verifiche sui campi immessi e stampati (§1.1 – Data Entry Validation), gestione della GUI (§2.1 – User Interface), possibile help-online in termini di content, non di funzionalità (§2.2 – Help), modalità anche in touchscreen (§2.3 – Multiple Input Method), produzione del biglietto in modalità multi-canale (§2.4 – Multiple Output Method), gestione di tabelle di decodifica (§3.2 – Database Changes), e via dicendo. Alcuni suggerimenti pratici: calcolare e gestire il numero di SP per sottocategoria e non come totale generale (le scale di misurazione non sono proporzionali tra di loro), considerando le 14 sotto-categorie pertanto come misure indipendenti a cui sommare eventualmente la quindicesima sottocategoria, rappresentata dalla misura funzionale con i FP. PERCHÈ MISURARE LA QUALITÀ E NON FERMARSI ALLA VALUTAZIONE?
Figura 2 – Glossario Comune COSMIC/IFPUG: tassonomia dei requisiti NFR
(Function Points). Il metodo SNAP (Software Non-functional Assessment Method) ora giunto alla versione 2.3 (maggio 2015) [4] nasce come completamento della tecnica IFPUG di dimensionamento funzionale del software: quello che non è conteggiabile con i FP dovrebbe poterlo essere con gli SP. La figura seguente (Fig. 3) presenta il modello nella versione attuale. Per ogni categoria è definita una SCU (SNAP Counting Unit), quasi sempre
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coincidente con i processi elementari (EP – Elementary Process) della tecnica FPA, con alcuni parametri di complessità (Bassa/Media/Alta). Applicando uno dei parametri di complessità (di norma 2 o 3 per ogni sottocategoria) si determina il livello di complessità dell’attività e, determinando a quanti elementi applicare tale valutazione, si procede poi al calcolo del numero di SP, secondo i casi calcolato o assegnato.
Da un punto di vista di un Asset Manager, quello che non viene misurato non rappresenta un “asset” ammortizzabile per un’organizzazione nell’attivo del proprio bilancio di esercizio. Nel mondo FPA è ormai normale parlare di “baseline” intendendo quella funzionale, ovverosia basata sul numero di FP censiti nel tempo, al pari di LOC o di altre unità di misura. Finora però per gli aspetti “qualitativi” il tipico modo di gestire tali attività è stato, nella contrattualistica, di determinare gli effort (in ore o giorniuomo) da corrispondere tra le parti, ma non di misurare per censire tali “non-funzionalità” in una seconda baseline. Tra i possibili motivi è annoverabile certamente un’immaturità del settore ICT nella misurazione degli intangibili e NFR in generale, e anco-
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NEWS
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LA MISURA DEL SOFTWARE
BANCO PROVA PER LA SCATOLA “NAV SELECTOR” IN AMBITO AVIONICO
Figura 3 – IFPUG SNAP: caratteristiche e sotto-caratteristiche (v2.3, 2015)
ra i NFR visti erroneamente come “addendum” agli aspetti funzionali e non con una propria “dignità” (p. es.: il VAF nella tecnica FPA come detto in altri articoli era un “aggiustamento” del valore funzionale, quindi subordinato alla funzionalità). Ma, come detto, sono molti i casi di progetti a “zero FP” che vale la pena esplorare ora con nuove tecniche dal lato NFR. Nei prossimi numeri della Rivista proseguiremo l’analisi del metodo IFPUG SNAP, con ulteriori esempi pratici. Al momento SNAP è l’unica tecnica che tenta di codificare una nfsu (non-functional sizing unit) per i requisiti nonfunzionali di prodotto, ma può rappresentare uno stimolo per studiare e produrre nuove misure in ambito NFR. “What you can count doesn’t count for much. What you cannot count counts for everything”. (Albert Einstein) RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. Buglione L., Quanto è grande un requisito? Parte III: Requisiti Non-Funzionali, Tutto Misure, 03/2015, Ottobre 2015, URL: http://goo.gl/TxWra5 2. ISO/IEC, IS 9126-1:2001 – Software engineering -- Product quality -Part 1: Quality model 3. ISO/IEC, IS 25010:2011 Systems and software engineering -- Systems
and software Quality Requirements and Evaluation (SQuaRE) – System and software quality models 4. IFPUG, SNAP (Software Non-Functional Assessment Process) APM v2.3, May 2015, URL: www.ifpug.org 5. COSMIC/IFPUG, Glossary of terms for Non-Functional Requirements and Project Requirements used in software project performance measurement, benchmarking and estimating, v1.0, September 2015, URL: www.ifpug.org; www.cosmicsizing.org 6. Buglione L., Boundary or not Boundary? That’s the (asset) question!, ISBSG IT Confidence 2015 Conference, Florence (Italy), Oct 19 2015, URL: https://goo.gl/U2NWrO
Luigi Buglione è il Presidente di GUFPI-ISMA (Gruppo Utenti Function Point Italia - Italian Software Metrics Association) e Direttore IFPUG Conference & Education. Attualmente lavora in qualità di Process Improvement and Measurement Specialist presso Engineering Ingegneria Informatica spa. È Associate Professor presso l’École de Technologie Supérieure (ETS) di Montréal. Per ulteriori info: www.gufpi-isma.org
In ambito avionico, la scatola “Nav Selector” smista i segnali degli apparati di navigazione (VOR1, VOR2, ILS, ADF, DF, HOMING) ai relativi strumenti di visualizzazione presenti sul cockpit del pilota e/o del co-pilota. Attraverso di essa, il pilota e il copilota selezionano gli apparati da visualizzare. Il sistema è composto da un’unità centrale di commutazione e due pannelli di comando, posizionati sul cockpit. La verifica dell’unità di commutazione prevede il controllo dell’efficienza di tutti i commutatori presenti nell’unità e della logica di commutazione. L’esecuzione manuale di tale verifica è relativamente semplice, ma si presenta lunga e soggetta a errori, dovuti a distrazione dell’operatore. Aviatronik ha realizzato il banco prova AVK-1206N/S che, automatizzando ogni operazione, velocizza la procedura di verifica e annulla gli errori introdotti dall’operatore. Il banco è completamente indipendente e dotato di tutto l’hardware necessario per il funzionamento del Nav Selector, comprensivo dell’alimentatore 115 VAC/400 Hz a +28 VDC. Il software applicativo gira su un Panel PC di tipo industriale, dotato di schermo touch screen da 15”, ed è sviluppato su piattaforma LabVIEW™. Per ulteriori informazioni: www.aviatronik.it
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MANIFESTAZIONI EVENTI E FORMAZIONE
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2016 eventi in breve Segnalazione di manifestazioni ed eventi d’interesse 2016
1-5 febbraio
Trento, Italy
IEEE School on Future Energy Systems
http://events.unitn.it/en/ieeesfes2016
21-23 febb
Roma, Italy
9th International Conference on Biomedical Electronics and Devices (BIODEVICES 2016)
www.biodevices.biostec.org
4-6 marzo
Singapore
2nd Annual World Congress of Smart Materials-2016 (WCSM-2016)
www.bitcongress.com/wcsm2016
14-18 marzo
Dresden, Germany
Design, Automation, and Test in Europe
www.date-conference.com
14-17 marzo
Taipei,Taiwan
2016 IEEE International Conference on Industrial Technology (IEEE ICIT 2016)
www.icit2016.org
16-19 marzo
Rila Mountain, Bulgaria
XIII International Congress “MACHINES. TECHNOLOGIES. MATERIALS 2016”
www.mtmcongress.com
17-18 marzo
Benevento, Italy
1st IMEKO TC-4 International Workshop on Metrology for Geotechnics
www.metrogeotechnics.org
20-21 aprile
Torino, Italy
Affidabilità & Tecnologie 10a edizione - ROBOTIC WORLD 1a edizione
www.affidabilita.eu
20-22 aprile
Catania, Italy
2016 IEEE Sensors Applications Symposium (SAS)
http://sensorapps.org
4-6 maggio
Madrid, Spain
International Conference on Renewable Energies and Power Quality (ICREPQ’16)
www.icrepq.com
12-14 maggio
Benevento, Italy
11th IEEE International Symposium on Medical Measurements and Applications
http://memea2016.ieee-ims.org
30 mag-3 giu
Nottingham, UK
EUSPEN’s 16th International Conference & Exhibition
www.euspen.eu/OurEvents/Nottingham2016.aspx
30 mag-2 giu
Budapest, Hungary
DTIP 2016: Design, test, integration and packaging of MEMS-MOEMS
www.dtip-mems.org
7th
5-9 giugno
Perugia, Italy
CIMTEC 2016 -
6-8 giugno
Chongqing, China
5th Annual World Congress of Advanced Materials-2016 (WCAM-2016)
www.bitcongress.com/wcam2016/default.asp
15-17 giugno
Roma, Italy
3rd International Conference on “Nanogenerators and Piezotronics (NGPT)”
www.ngpt.uniroma2.it
22-23 giugno
Firenze, Italy
3rd International Workshop in Metrology for Aerospace
www.metroaerospace.org
27-28 giugno
Milano, Italy
IMEKO TC10 Workshop on New Perspectives in Measurements, Tools and Techniques for system’s reliability, maintainability and safety
www.imekotc10-2016.deib.polimi.it
5-8 luglio
Thessaloniki, Greece
13th international Conference on Nanosciences & Nanotechnologies
www.nanotexnology.com/index.php/nn
10-14 luglio
Trento, Italy
18th International Conference on Transparent Optical Network (ICTON 2016)
http://icton2016.fbk.eu
11-13 luglio
Newport Beach, USA
2016 IEEE Summer Topical Meeting Series
www.photonicstopics.org
19-21 sett
Benevento, Italy
XXXII Congresso del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche (GMEE 2016)
www.gmee.org
19-21 sett
Benevento, Italy
XIV Congresso del Gruppo Misure Meccaniche e Termiche (GMMT 2016)
www.gruppomisuremt.it
29-30 sett
Roma, Italy
First IEEE International Symposium on Systems Engineering
http://ieeeisse.org
2-5 ottobre
Benevento, Italy
2nd IMEKOFOODS “Metrology Promoting Objective and Measurable Food Quality and Safety”
www.imekofoods.org
9-13 ottobre
Roma, Italy
AMBIENT 2016, The Sixth International Conference on Ambient Computing, Applications, Services and Technologies
www.iaria.org/conferences2016/AMBIENT16.html
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Forum on New Materials
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http://2016.cimtec-congress.org/5th_international_conference_ smart_and_multifunctional_materials_structures_and_systems
METROLOGIA LEGALE E FORENSE
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Rubrica a cura dell’Avv. Veronica Scotti (veronica.scotti@gmail.com www.avvocatoscotti.com)
Autovelox! Sentenza della Corte Costituzionale e suoi effetti
LEGAL AND FORENSIC METROLOGY This section intends to discuss the great changes on Legal Metrology after the application of the D.lgs 22/2007, the so-called MID directive. In particular, it provides information, tips and warnings to all “metric users” in need of organizations that can certify their metric instruments according to the Directive. This section is also devoted to enlightening aspects of ethical codes during forensic activities where measurements are involved. Please send all your inquiries to Ms. Scotti or to the Director! RIASSUNTO Questa rubrica intende discutere i significativi cambiamenti in tema di Metrologia Legale a seguito dell’entrata in vigore del D.lgs 22/2007, altrimenti detto Direttiva MID. In particolare, vuole fornire utili informazioni, consigli e ammonimenti a tutti gli “utenti Metrici” che si rivolgono per reperire informazioni su Enti e organizzazioni notificate per la certificazione del loro prodotto/strumento secondo la Direttiva. La rubrica tratta anche di aspetti etici correlati allo svolgimento di misurazioni legate ad attività in ambito forense (CTU, CTP). Scrivete all’Avv. Scotti o al Direttore, e verrete accontentati! LA SENTENZA
Come eloquentemente rappresentato dal protagonista della vicenda, Avv. Tribolo (pag. 261), l’iter giudiziale che ha condotto alla pronuncia d’incostituzionalità della norma che disciplinava gli autovelox, trascurando controlli periodici e taratura, è stato piuttosto lungo e complesso ma, fortunatamente, grazie alla pervicace (giusta) convinzione e intuizione del collega, è giunto a un’importante conclusione. Ma si tratta davvero di una conclusione o è forse meglio dire che potrebbe essere considerato un nuovo (periglioso) inizio? Finalmente, a seguito di tale pronuncia, i concetti ben noti ai misuristi hanno trovato dignità giuridica e sono entrati a pieno titolo nel novero delle attività necessarie, per legge e non solo per buona prassi, per una corretta gestione degli strumenti di misura e un loro idoneo utilizzo. Tuttavia, rileggendo quanto stabilito
espressamente dalla Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità della norma “nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura”, sembra mancare, sotto il profilo giuridico, una doverosa precisazione relativa a elementi che potrebbero dare origine ad accertamenti comunque non conformi, quanto a elementi tecnici, sebbene svolti nel rispetto e in applicazione della nuova disposizione di legge (ovvero accertamenti mediante autovelox tarati). A stretto rigore legale va evidenziato che la pronuncia prevede l’obbligo – retroattivamente applicabile – (come ben rammentato dall’Avv. Tribolo) per le pubbliche amministrazioni di sottoporre a taratura gli autovelox: ne deriva che, nel caso di utilizzo di apparecchi non assoggettati a taratura, le violazioni così rilevate non
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possano essere considerate legittime con la conseguente loro invalidità che, in ogni caso, non sarà mai operante ex se in via automatica ma necessiterà, comunque, di un ricorso in opposizione a sanzione amministrativa (sic!) promosso dal “trasgressore” volto a ottenere l’annullamento. Come noto, la procedura di taratura di uno strumento non esaurisce il suo effetto con la semplice effettuazione dei test ed esposizione dei risultati all’interno di un certificato di taratura, ma esplica la sua più utile funzione mediante un uso costante delle informazioni trasfuse nel certificato che rappresentano un elemento essenziale dell’attività di misurazione stessa. Infatti, quale sarebbe l’utilità di una taratura (indi del relativo certificato) se il documento attestante detta operazione venisse ben conservato in un cassetto e pronto a essere esibito in caso di necessità (ad esempio dinanzi a un giudice)? Sotto il profilo tecnico nessuna, mentre sotto il profilo giuridico tale modalità operativa sarebbe (anzi è) perfettamente in linea con quanto stabilito dall’odierna legge, modificata a seguito della pronuncia della Consulta, talché gli autovelox solo perché muniti di certificato di taratura risulterebbero ancora una volta inattaccabili, con buona pace delle prassi e delle metodologie riconosciute per una corretta attività di misura. Certamente non si intende qui sminuire o ridurre la portata innovativa e l’apporto fondamentale che detta sentenza introduce nel panorama normativo nazionale ma semplicemente si ritiene utile evidenziare che, sebbene apparentemente la vicenda possa sembrare conclusa, in realtà pone ancora problematiche da risolvere. A ben vedere, la sentenza della Corte Costituzionale ha accolto solo parzialmente le motivazioni della Corte
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di Cassazione, che ha promosso il giudizio di costituzionalità della norma “incriminata”, limitandosi a giudicare la norma sulla scorta dell’osservanza del principio di ragionevolezza, trascurando del tutto la normativa di riferimento, in specie la legge istitutiva del sistema di taratura e le connesse normative tecniche di settore (peraltro citate nell’ordinanza della Corte di Cassazione)1. In effetti, tali disposizioni potrebbero ritenersi implicitamente assorbite nelle argomentazioni che hanno dato luogo alla pronuncia. Tuttavia, visto che detti motivi sono stati disattesi espressamente, risulta evidente che il giudicante ha compreso (o ha inteso comprendere) solo parzialmente i concetti (e le relative norme imperative e non) sottesi alle attività di misura, quasi assimilando le verifiche periodiche di funzionalità alle attività di taratura. EVOLUZIONE: PROSPETTIVE
La pronuncia in esame, oltre all’effetto retroattivo2, attraverso un’interpretazione estensiva e audace da parte dei giudici chiamati in futuro a valutare eventuali ricorsi, potrebbe comunque condurre all’assorbimento, all’interno del nostro ordinamento, di quelle che sono le buone prassi (di cui alle norme tecniche citate nella sentenza della Corte Costituzionale e poste a base delle argomentazioni della Corte di Cassazione nell’ordinanza di rimessione 17766/2014) con conseguente annullamento di verbali che, sebbene originati dall’uso di apparecchiature tarate, non riportino alcuna valutazione circa le informazioni fornite dal certificato di taratura. In effetti, già da diverso tempo (come riportato in un mio precedente commento all’ordinanza della Corte di Cassazione – si veda n. 1/2015 T_M), è invalsa nelle PA (soprattutto nei Comuni che si dotano di apparecchiature autovelox fisse e mobili) l’abitudine di sottoporre a taratura gli strumenti utilizzati per il rilevamento d’infrazioni al Codice della Strada, vista la
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METROLOGIA LEGALE E FORENSE
(seppur minima) possibilità di un vittorioso ricorso del trasgressore fondato sulla carenza di tali elementi. Ora, considerata questa prassi delle PA, che ha superato e ha anticipato la sentenza della Corte Costituzionale, quest’ultima potrebbe apparire quasi superflua ma, in realtà, anche allo scopo di riconoscere un certo pregio
destinati a delicati accertamenti (tipo autovelox) parzialmente conforme a norme tecniche, con conseguente lesione del diritto di difesa per i soggetti destinatari di sanzioni. Una simile situazione si verificherebbe nel caso in cui, nonostante l’avvenuta taratura degli autovelox, gli operatori non tenessero conto dei risultati riportati nel certificato di taratura, ovvero nel caso in cui, applicando alla lettera quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, ci si limitasse alla sola verifica della presenza del certificato per il singolo strumento trascurando del tutto le informazioni che il medesimo fornisce. Pertanto, al fine di rendere effettiva, in senso sostanziale, la portata innovativa della pronuncia della Consulta, le successive interpretazioni delle norme dovrebbero essere orientate a tenere conto delle disposizioni di legge, nonché di fonti normative atipiche (quali le norme volontarie), che regolamentano l’ambito degli strumenti di misura, in attuazione dei principi di trasparenza, buona fede, buon andamento e legittimo affidamento nei confronti dell’oalla pronuncia in esame e al fine di perato della Pubblica Amministrazionon frustrare il prezioso risultato giuri- ne, alla luce delle disposizioni contedico cui è giunto tale percorso, una nute nella Carta Costituzionale. possibile (e utile) interpretazione della norma potrebbe proprio essere quella che richiama integralmente la norma- NOTE tiva tecnica, sebbene di natura volontaria. Infatti, un’interpretazione, a 1 In realtà la Corte Costituzionale è cura dei futuri giudicanti, che ricorra chiamata a giudicare la legittimità ad altre fonti normative (quali le nor- delle norme disposte dal legislatore me di cui alla legge 273/91 e norme alla luce dei principi fissati nella CarEN ivi richiamate) che disciplinano le ta Costituzionale. Quindi risulta preattività di taratura consentirebbe d’in- cluso un controllo delle normative cludere i diversi concetti legati a tale volontarie così come non è tenuta al attività, compreso l’uso del certificato controllo dei precetti disposti dalle e delle informazioni in esso contenute. varie normative imperative salvo il Diversamente, ovvero nel caso in cui caso in cui siano contrastanti e irragli effetti della sentenza si riducessero gionevoli sempre in osservanza dei al solo accertamento del periodico valori costituzionalmente protetti. svolgimento delle attività di taratura e 2 Come ampiamente ricordato l’effetalla presenza del relativo certificato, to retroattivo consente l’annullamento si rischierebbe nuovamente di ritro- di verbali di contestazione elevati con varsi dinanzi a una situazione para- apparecchiature non verificate e non dossale come quella già argutamente tarate in quanto la nuova disposiziorappresentata dalla Corte di Cassa- ne di legge, come riformata dalla zione: gestione conforme alle norme Corte Costituzionale, prevede l’obblitecniche delle bilance nei mercati rio- go di sottoporre a verifica e taratura nali e gestione di strumenti di misura gli autovelox.
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Rubrica a cura di Franco Docchio, Dario Petri e Alfredo Cigada
Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi Notizie da GMEE e GMMT
THE ITALIAN UNIVERSITY ASSOCIATIONS FOR MEASUREMENT This section groups all the significant information from the main University Associations in Measurement Science and Technology. RIASSUNTO Questa rubrica riassume i contributi e le notizie che provengono dalle maggiori Associazioni Universitarie che si occupano di scienza e tecnologia delle misure. GMEE: GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Assemblea dell’Associazione GMEE Il giorno 12-9-2015, alle 9.00, si è riunita l’assemblea dell'Associazione Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche, presso il polo regionale di Lecco del Politecnico di Milano, Via Gaetano Previati, 1/c. Di seguito riportiamo un riassunto dei lavori. Il Presidente Dario Petri comunica all’Assemblea che il collega Giovanni Betta è stato eletto Rettore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Seguono le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro da parte dell’intero Consiglio. Comunica poi che sono stati recentemente pubblicati gli indicatori bibliometrici relativi al 2014 per le riviste d’interesse del GMEE: rispetto all’anno scorso si rileva, in generale, una sostanziale conferma o un ulteriore, anche se contenuto, miglioramento. È stata pubblicata la versione definitiva del bando VQR. Il NIST ha finanziato un progetto di ricerca dell’Università del Sannio coordinato dal socio Sergio Rapuano. Il progetto è sulla sicurezza delle pistole elettriche della polizia americana. Infine il socio Carlo Carobbi ha ricevuto l’International Electrotechnical Commission (IEC) 1906 Award. Il premio è assegnato annual-
mente agli esperti che hanno fornito un contributo di particolare rilievo nello sviluppo delle norme internazionali nel settore elettrotecnico. In questo caso la nomina al premio è pervenuta dal TC 77 - Electromagnetic Compatibility. Situazione nazionale alla luce delle iniziative ministeriali, CUN e ANVUR Petri ha informato il Consiglio che l’8 maggio 2015 si è tenuto un incontro a Milano, presso i locali del Politecnico, tra i rappresentanti dei SSD afferenti al Macrosettore 09/E. Ha quindi illustrato il documento contenente il resoconto di tale riunione e le azioni che sono state proposte. Stato del sistema universitario Petri ha comunicato che, quest’anno, lo stanziamento nazionale per l’Università (FFO) è stato pari a 6.339 milioni di euro, inferiore al valore del 2004 e, in termini reali inferiore al valore del 1996 (si veda la figura a lato). La riduzione dello stanziamento nazionale ha comportato la riduzione delle assegnazioni ai singoli Atenei, la cui entità varia anche per effetto della quota premiale. Ha comunicato anche che è stata abolita la cosiddetta ricostruzione della carriera: i nuovi assunti sconteranno un grave ritardo nella progressione stipendiale; gli stipendi universitari, unici in tutto il comparto statale del personale non contrattualizzato, sono bloccati ormai da cinque anni.
Inoltre, ogni quattro professori ordinari che cessano dal servizio, gli atenei possono assumerne solo uno; fino all’anno scorso era possibile l’assunzione di un solo ordinario uno ogni dieci. A causa di questi provvedimenti, nei prossimi cinque anni si avranno circa quattromila pensionamenti (v. grafico a pag. 223 del no. 3/2015 di T_M) con solo mille rimpiazzi. Abilitazioni È disponibile la bozza di regolamento per le abilitazioni 2015-17. Secondo questa bozza, (i) le “mediane” saranno sostituite da “valori di soglia”; (ii) le domande saranno “a sportello” ed esaminate con scadenze bimestrali; (iii) se le commissioni non terminano le valutazioni entro tre mesi saranno sostituite; (iv) i commissari dovranno candidarsi; per il settore concorsuale 09/E4 dovrebbero essere 3 o 4 GMEE e 1 o 2 GMMT; (v) i valori determinati dall’ANVUR per la produttività scientifica dei candidati saranno comunicati direttamente agli interessati. Il regolamento dovrà essere approvato dalle Commissioni cultura di Camera e Senato dopo l’analisi del CUN. Si prevede che sarà pubblicato in primavera 2016.
franco.docchio@unibs.it
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VQR 2011-14 È stata pubblicata la versione definitiva del bando VQR. Le procedure di valutazione dovrebbero partire a breve. Petri è stato nominato membro del GeV. Stato delle iniziative: Sito web dell’Associazione, Tutto_Misure, Borse, Premi Lazzaroni ha informato l’Assemblea che, sul sito del GMEE, è in fase di aggiornamento l’elenco dei membri e dei responsabili di sede. Docchio ha illustrato all’Assemblea la nuova versione online della rivista, che non è più inviata in formato cartaceo ai soci GMEE a partire dal numero 2/2015. Vengono presentate statistiche sui principali indicatori di accesso alla rivista. Il bilancio della rivista è per la prima volta in attivo dopo alcuni anni di passivo. Petri ha riferito all’Assemblea che per il Premio di dottorato Carlo Offelli è pervenuta solo la domanda del socio Marco Prioli del Politecnico di Milano. La Commissione, composta come previsto dal regolamento, valutato l’elevato livello scientifico della tesi ha quindi conferito il Premio Carlo Offelli 2015 al socio Marco Prioli. Sono invece pervenute due domande per la borsa di ricerca all’estero. La Commissione, composta come da regolamento, ha valutato molto positivamente entrambe le domande e, al termine dei lavori, ha deciso a maggioranza di assegnare la borsa di studio per l’estero 2015 a Guglielmo Frigo dell’Università di Padova. L’Assemblea si è congratulata vivamente con i vincitori. Scuola per addottorandi "Italo Gorini” Baglio ha relazionato sulla Scuola “Italo Gorini” che si terrà a Catania dal 21 al 25 settembre 2015. Ha illustrato sinteticamente l’andamento delle iscrizioni, il programma e il budget della prossima edizione della scuola, maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.gorini2015catania.it. L’Assemblea si è complimentata per l’ottimo lavoro svolto dagli organizzatori. Muscas ha poi informato che l’edizione 2016 si terrà dal 5 al 9 settembre
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2016 a Cagliari presso la locale Università. L’Assemblea ha preso atto. Giornata della Misurazione 2015 e proposte per il 2016 Petri ha invitato Savino a relazionare sulla giornata della Misurazione 2015 e sulla organizzazione della giornata della misurazione 2016. La giornata 2015 è stata anche quest’anno molto interessante. L’interesse è stato elevato, tuttavia si è notata una scarsità dei colleghi più giovani. Inoltre, Domenico Mirri, deus exmachina dell’organizzazione, ha fatto sapere di non poter assicurare il suo contributo per l’edizione 2016. Al termine della Giornata è stata affrontata la questione e, ferma restando la volontà di mantenere la Giornata della Misurazione (GdM) per il suo importante apporto culturale e di conoscenza, sono state esaminate diverse proposte di riorganizzazione. Fra queste, quella che ha trovato maggiori consensi è stata di associarla ai convegni GMMTGMEE, eventualmente allungando la durata di detti convegni. Il Presidente ha ringraziato Savino e Mirri per il lavoro svolto e ha espresso loro l’apprezzamento unanime dell’Assemblea. Congresso annuale 2016 Petri ha ricordato all’Assemblea che la Riunione Annuale 2016 si terrà a Benevento organizzata dall’Unità GMEE dell’Università del Sannio. Daponte ha presentato brevemente la proposta, che prevede di fissare la riunione il 19-21 settembre. L’Assemblea ha approvato. Indagine sui giovani ricercatori Petri ha invitato Daponte a relazionare sui risultati dell’analisi nazionale richiesta dal Consiglio Direttivo in merito alla presenza di soci giovani nelle Unità del GMEE. Daponte ha poi illustrato i risultati dell’indagine. È seguita un’approfondita discussione in cui sono intervenuti Betta, Flammini, Landi, Leccese, Savino. Dall’analisi emerge, tra l’altro, la riduzione degli allievi di dottorato, l’innalzamento alla fascia degli associati della stabilizzazione, la necessità di frequenti sessioni di abilitazione.
Collaborazione con DeltaMu Il Presidente ha invitato Ferrero a relazionare sullo stato dell’iniziativa. L’organizzazione francese DeltaMu ha ottenuto un finanziamento, con rimborso a 24 mesi, per costituire la srl in Italia, alla quale il GMEE potrebbe fornire supporto scientifico-intellettuale. Con il supporto dell’A&T è stata avviata un’indagine di mercato mirata a identificare l’ampiezza di un potenziale mercato italiano per attività analoghe a quelle svolte in Francia da DeltaMu. I risultati dell’indagine hanno mostrato l’interesse delle aziende per la proposta per cui DeltaMu ha deciso di procedere con l’iniziativa. Riguardo alla costituzione della nuova società, DeltaMu intende iniziare l’attività nel 2016. Ci si aspetta quindi un impegno da parte del GMEE già dai prossimi mesi e sarà necessario attivarsi per definire le modalità di partecipazione del GMEE alla nuova Società. Fermo restando che l’approvazione finale del protocollo, dello statuto e della partecipazione del GMEE alla nuova società dovrà essere fatta dall’Assemblea dei Soci del GMEE, che verrà appositamente convocata in via telematica secondo le procedura prevista dallo statuto, l’Assemblea, visti i tempi molto stretti previsti per rendere la nuova società operativa, ha dato delega al CD d’interagire con DeltaMu Italia per istruire quanto sopra elencato, da portare poi all’approvazione dell’Assemblea. L’Assemblea ha dunque deliberato di dare mandato al Consiglio Direttivo di procedere con l’iter di definizione della nuova società. Riorganizzazione delle Linee di ricerca, modifiche del regolamento ed elezione dei Coordinatori Il Presidente ha illustrato all’Assemblea gli aggiornamenti alla proposta di riorganizzazione delle linee di ricerca rispetto alla versione approvata durante l’Assemblea di Ancona. A seguito della discussione e approvazione della variazione delle denominazioni delle linee di ricerca (che presentano una struttura simile a quella del programma europeo Horizon 2020) nel Regolamento, l’Assemblea ha eletto i nuovi coordinatori delle stesse propo-
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sti dal Consiglio Direttivo (v. pag. 222 – quest’anno lo stanziamento globale del no. 3/2015 di T_M). a favore dell’Università, il cosiddetto FFO, è stato pari a 6.339 milioni di euro ed è quindi tornato sotto il valoMISURE re del 2004; in termini reali sotto il MECCANICHE E TERMICHE valore del 1996. – è stata abolita la cosiddetta ricoAssemblea del Gruppo Misure struzione della carriera, cosicché i Meccaniche e Termiche MMT nuovi assunti sconteranno un grave Il giorno 12-9-2015, alle 9.40, si è ritardo nella progressione stipendiale; riunita l’assemblea del Gruppo Na- – gli stipendi universitari, unici in tutto zionale di Misure Meccaniche e Ter- il comparto statale del personale non miche, presso il polo regionale di contrattualizzato, sono bloccati ormai Lecco del Politecnico di Milano, Via da cinque anni; Gaetano Previati, 1/c. – sono state definitivamente bloccate Elezione del Presidente del Gruppo le immissioni in ruolo dei ricercatori; per il quadriennio 2015-19 – ogni quattro professori ordinari penNel corso della seduta, il Presidente sionati è possibile assumerne solo uno Michele Gasparetto, che lascerà il e, fino all’anno scorso, solo uno ogni servizio attivo a partire dal 1° novem- dieci. bre c.a., ha rassegnato le dimissioni Il risultato di questi ultimi due provvedalla Presidenza dal Gruppo. dimenti è che nel giro dei prossimi cinLe elezioni che que anni avremo circa quattromila sono seguite han- pensionamenti di ordinari con solo no visto l’afferma- mille rimpiazzi, che l’età media dei zione (all’unanimi- ricercatori, ora pari a più di 48 anni, tà con una sola supererà i cinquantadue anni. astensione) di Ni- Anche l’apparente migliore situazione cola Paone del- del ruolo dei professori associati è l’Università Politec- dovuta a una legge ad hoc che ha nica delle Marche. imposto di utilizzare parte del FFO Paone ha ringraziato l’Assemblea per per le loro assunzioni, senza peraltro la fiducia accordatagli e ha rivolto un prevedere stanziamenti aggiuntivi. particolare ringraziamento a Enrico L’unica nota positiva è che si sono infiPrimo Tomasini, la cui guida, visio- ne svolte, dopo 5 anni di blocchi dei ne e ispirazione sono stati elementi concorsi, le prime due tornate della essenziali per la sua crescita. Ha poi ASN per posti di professore associato e toccato brevemente alcuni dei princi- ordinario; per quanto riguarda le Misupali temi che saranno oggetto di at- re Meccaniche e Termiche. Tuttavia: tenzione del GMMT, quali l’interazio- 1. sono stati abilitati per posti di assone col Gruppo Misure Elettriche ed ciato 12 concorrenti, di cui a oggi Elettroniche (GMEE), la crescita, la risultano inquadrati solo 5 associati; presenza in sedi oggi non coperte, un concorso, ad Ancona, è in atto; l’abilitazione Scientifica Nazionale 2. sono stati abilitati 7 concorrenti per (ASN) e la Valutazione della Qualità posti di ordinario ma a oggi nessun della Ricerca (VQR). Il neo-eletto Pre- nuovo ordinario è stato inquadrato. sidente ha poi proposto il Prof. Paolo 3. Per quanto riguarda infine le nuove Castellini come Segretario del posizioni di ricercatore a tempo deterGMMT, eletto per acclamazione. minato i nuovi ricercatori che hanno La situazione del Gruppo preso servizio sono: Michele Gasparetto ha messo in evi- a. Giorgio BUSCA, denza come la legge 240/10 e le MILANO POLITECNICO; varie leggi intervenute sul turnover b. Eduardo PALERMO, abbiano provocato e stiano provo- ROMA “La Sapienza”; cando una notevole contrazione degli c. Stefano ROSSI, TUSCIA; organici dell’università italiana. Tra le d. Diego SCACCABOROZZI, note dolenti: MILANO POLITECNICO;
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e. Emiliano SCHENA, ROMA Campus Biomedico; f. Marco TARABINI, MILANO POLITECNICO. Il Presidente ha ricordato l’importanza, per tutti i docenti, di disporre di un’identità informatica univoca. A tal proposito, siamo tutti già stati invitati a registrarci nel sito ORCID, per la VQR. Emanuele Zappa viene incaricato di predisporre una breve guida per l’uso di ORCID. FFO 2015 Le risorse assegnate nel 2015 sono le minori assegnate dopo il 2006 per cui le Università “premiate” hanno visto scendere le assegnazioni di qualche percento; quelle “non premiate” scendere le assegnazioni in maniera drammatica. Per esempio Messina e Palermo hanno visto diminuire le assegnazioni, rispetto al 2008, di più del 30%; Roma La Sapienza e Napoli di più del 20%, Ancona, Padova, Milano, Brescia tra il 5 e l’8%, è andata bene solo a Torino e Bergamo dove sono aumentate rispettivamente del 7 e dell’11%. Contingente assunzionale Non si parla di nuove risorse, ma di possibilità di spendere parte delle risorse assegnate per assumere. La quota minima di turnover di legge è del 30% dei punti organico con una media nazionale pari al 50%, ma una serie di obblighi, non ultimo l’obbligo di ricollocare il personale delle dismesse Provincie, ha ridotto le assegnazioni utilizzabili. Sviluppo delle Sedi Gasparetto ha sottolineato che le sedi stanno diminuendo e non aumentando. Ha tuttavia riconosciuto diversi colleghi si stanno adoperando con determinazione per preparare allievi validi che siano in grado di promuovere nelle sedi le Misure Meccaniche e Termiche, auspicando che vengano riservate risorse per il loro inquadramento. A loro tutti gli auguri e l’appoggio del Gruppo. Gianluca Rossi, in qualità di Presidente del TUCEP, ha riferito della disponibilità di risorse per la mobilità internazionale dei soci, e ha suggerito di considerare l’adesione delle varie sedi al TUCEP. Stefano Debei ha
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riferito che il CISAS seleziona e organizza stages nell’ambito del programma di progetto e sviluppo di un elicottero robotico per l’acquisizione d’immagini e il rilievo altimetrico sulla superficie del pianeta Marte. Data e luogo del prossimo Congresso di Misure e sua organizzazione Come da tradizione GMEE, nell’anno di passaggio delle consegne dal Presidente al vice-Presidente, il congresso si tiene nella Sede del nuovo Presidente e quindi, nel 2016, si
terrà a Benevento, sede di Pasquale Da ponte. La proposta della Sede è di fissare la riunione da lunedì 19 a mercoledì 21 settembre. Per informazioni è già aperto il sito www.misure2016.unisannio.it. La novità della prossima edizione è quella di anticipare l’inizio del la riunione alla mattina e posticipare la fine al pomeriggio al fine di poter inserire La Giornata della Misurazione all’interno della riunione congiunta. Nell’occasione i
Proff. Giovan Battista Rossi e Nicola Paone sono nominati rappresentanti del GMMT per l’organizzazione della giornata, il cui contenuto vorrà essere per il 50% di carattere culturale e per il 50% sull’innovazione. Il Presidente ha infine ricevuto l’incarico di valutare la possibilità di organizzare la riunione del gruppo per il 2017 in Sardegna, verificando la disponibilità di Riccardo Vallascas.
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NUOVO SOFTWARE PER SISTEMI DI TARATURA In occasione di EMO 2015, svoltasi a Milano nello scorso ottobre, Renishaw ha presentato un nuovo pacchetto software per i propri sistemi di taratura, CARTO 1.1, che supporta misure lineari, angolari e di rettilineità, con attivazione tramite tasti, posizionamento e in remoto (TPin). Il pacchetto include Capture ed Explore, con funzioni di acquisizione e analisi per l’interferometro laser XL-80 e un nuovo sistema di database che salva e organizza i dati in modo automatico, per semplificare le operazioni e consentire all’utente di confrontare rapidamente i dati con i risultati storici. Capture è stato introdotto nel pacchetto CARTO come applicazione avanzata e ottimizzata per l’acquisizione dati. L’applicativo fornisce le seguenti funzioni: – L’orientamento del movimento della macchina viene rilevato automaticamente, per ridurre i rischi di errore umano durante il processo; – L’interfaccia utente è molto intuitiva e consente ai nuovi utilizzatori di acquisire dati rapidamente, senza bisogno di particolari competenze; – Per rendere più agevole la navigazione, tutte le funzioni base sono contenute in un’unica schermata; – Le sequenze degli obiettivi ISO-10360 possono essere create automaticamente, in modo da semplificare le impostazioni dei test più complessi. Explore porta tutti i vantaggi del software di analisi dati XCal-View nel pacchetto CARTO, assicurando le seguenti funzionalità: – Possibilità di ricerca dei test nel database, attraverso vari criteri, rendendo più comodo per l’utente il controllo storico dei dati; – Possibilità di sovrapporre più serie di dati sulla stessa schermata, per effettuare un confronto visivo; – I risultati dei test possono essere utilizzati per creare file di compensazione degli errori lineari; – Si possono creare report dei test in cui è possibile aggiungere il logo aziendale e personalizzare alcuni elementi, come ad esempio lo spessore delle linee dei grafici. L’interfaccia utente di CARTO è molto chiara e intuitiva per consentire anche agli utenti inesperti d’iniziare a raccogliere e analizzare dati in pochissimo tempo, senza seguire corsi di formazione o leggere manuali voluminosi. L’elevato livello di personalizzazione dell’intero pacchetto consente di adattare Capture ed Explore alle esigenze specifiche di ciascun utente. Sono previsti ulteriori sviluppi di CARTO, con l’aggiunta di funzioni quali misure rotative, dinamiche e di planarità. CARTO release 1.1 può essere scaricato gratuitamente dal sito: www.renishaw.com/carto.
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Per ulteriori informazioni sui prodotti Renishaw di taratura e monitoraggio delle prestazioni: www.renishaw.com/calibration.
NUOVA SONDA DI VISIONE SENZA CONTATTO La nuova sonda di visione (RVP) di Renishaw aumenta la capacità multisensore delle macchine CMM con i sistemi di misura a 5 assi REVO, aggiungendo le ispezioni senza contatto alle normali scansioni a contatto ad alta velocità e alle funzioni di misura delle finiture delle superfici, già presenti nel sistema. In alcuni casi, le ispezioni senza contatto offrono diversi vantaggi rispetto alle tecniche a contatto di stampo tradizionale. Le lamine di metallo sottili, i componenti che presentano una grande quantità di fori di piccole dimensioni (anche 0,5 mm) e altri pezzi che per varie ragioni non possono essere misurati con il sistema a contatto, possono invece essere ispezionati a fondo con un sistema RVP. Il sistema si compone di una sonda e di una serie di moduli, intercambiabili automaticamente con tutte le altre opzioni già disponibili per REVO. I dati provenienti da più sensori vengono inviati automaticamente come riferimento a uno zero comune. Tale flessibilità consente di selezionare l’utensile più adatto per ispezionare un’ampia gamma di elementi, all’interno della stessa piattaforma CMM. Per ulteriori informazioni: www.renishaw.it.
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Rubrica a cura di Michele Lanna (info@studiolanna.it)
L’utilizzo del DOE negli esperimenti di accuratezza
METROLOGY FOR EVERYONE In this permanent section of the Journal our colleague and friend Michele Lanna, leading expert in metrology, calibration, accreditation of companies, will discuss topics of interest for the majority of industrial measurement users, in simple and immediate term, with reference to the most recent Norms. Write to Michele to comment his articles and to propose other subjects! RIASSUNTO In questa Rubrica il collega e amico Michele Lanna, esperto di metrologia, taratura, accreditamento industriale discute aspetti d’interesse per la maggior parte degli utenti industriali delle misure, con terminologia semplice e immediata, e facendo riferimento alle più importanti e recenti Norme. Scrivete a Michele per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione! PREMESSA
Riprendiamo a parlare di ISO 5725 e delle modalità per fare esperimenti di accuratezza. La norma ISO 5725-1 titola al punto 4: “Esperimento di accuratezza”. Sono descritti i passi da compiere per ottenere risultati di prova da parte del Laboratorio o – nel caso di più Laboratori coinvolti – nell’ambito di prove interlaboratorio. Una delle tecniche ormai consolidate per effettuare esperimenti, anche di accuratezza, è il Design of Experiments (DOE), sempre più applicato per una serie di utilizzi, in particolare come tecnica di problem solving per problemi complessi. La norma UNI EN ISO 3534-3:2014 “Progettazione di Esperimenti” tratta nel dettaglio i suddetti aspetti. La sua applicazione in metrologia può portare a significativi benefici e non solo nel campo degli esperimenti di accuratezza. L’INTERVISTA Abbiamo rivolto a Mario Vianello, docente al Politecnico di Torino – Ingegneria dell’Autoveicolo e consulente di DOE, alcune domande, per poter indi-
viduare i migliori usi di questa disciplina in metrologia. Che cos’è il DOE? Il DOE, detto anche Experimental Design, può essere definito come il più potente (ma anche più costoso) metodo di problem solving mediante un piano di prove sperimentali. Esso individua le grandezze veramente influenti nel fenomeno in esame. Data la sua impostazione per “livelli” (ossia i 2-3 valori fissi che ciascuna grandezza in gioco assume durante le prove), esso è in grado di evidenziare la presenza di eventuali interazioni, ma in generale presenta lo svantaggio di non poter utilizzare le prove già disponibili in azienda, perché tutte le prove che presentino qualche grandezza con valori diversi dai livelli per essa adottati devono essere scartate. Tuttavia questo intoppo può essere superato rimpiazzando il DOE con la Regressione Multipla, che è una metodologia simile al DOE, ma operante con valori fisici nel continuo (e non per livelli), cosicché può utilizzare le prove disponibili in azienda e risultare di gran lunga più economica del DOE, ma con la contropartita di non essere in grado, almeno in generale, di evi-
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denziare la presenza di eventuali interazioni. La Regressione Multipla può condurre, da sola, alla soluzione del problema, ma costituisce anche una tipica attività preliminare (cosiddetta di screening) prima di avviare un DOE vero e proprio: e, in questo senso, potrebbe essere considerata come parte integrante della metodologia DOE. Nonostante sia disponibile in svariati software di larga diffusione (es. Minitab), nelle aziende è meno nota e meno impiegata di quanto meriterebbe. Il DOE può anche essere impiegato con l’utilizzo di software di simulazione del fenomeno indagato. In questi casi si parla di “DOE simulato”. Lo scopo è di trovare la soluzione “ottimizzata” con un numero minimo di prove, ovvero, in questo caso, di elaborazioni al computer. Quali norme ne regolano l’applicazione? Esplicitamente o implicitamente tutti i “corpi” normativi attuali considerano la metodologia DOE come un riferimento strategico per le aziende. Basti citare le ISO 9000 (e, in particolare, la UNI ISO/TR 10017:2003 “Guida alle tecniche statistiche per la ISO 9001:2000” 2a ediz.), le VDA (Verband der Automobilindustrie), ecc. Esistono molti Manuali sulla metodologia DOE, ma è piuttosto limitato il numero di quelli che abbiano valenza normativa. Tra questi meritano di essere citati, per esempio: – UNI EN ISO 3534-3:2014 “Progettazione di Esperimenti”; – ANFIA AQ 014, Manuale di EXPERIMENTAL DESIGN, Gennaio 1999; – AIAG THE-6, Reliability Methods for Improved Product Dependability White Paper del 2001: quest’ultimo non è un manuale specifico per il DOE, ma ben lo colloca nell’ambito delle attività di prevenzione. Va aggiunto che, specialmente quando si deva impostare e gestire un DOE
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fici potrebbero riguardare concezione, progettazione e realizzazione dello strumento di misura (ma qui siamo nel campo classico di applicazione del DOE!). Quali accorgimenti adottare prima della sua applicazione in un Laboratorio? A fronte di un determinato problema, prima di attivare uno studio con metodologia DOE, bisogna innanzitutto accertarsi che non sia possibile applicare altri strumenti metodologici più economici e con pari probabilità di successo. Dopodiché è bene ipotizzare un primo piano di prove sperimentali di massima sul quale verificare che, anche in relazione con il valore dei benefici attesi, i costi da sostenere e i tempi di attuazione siano accettabili e compatibili con il budget disponibile. Bisogna inoltre evidenziare con cura tutte le potenziali grandezze esterne (ma anche interne) che, di volta in volta, possono alterare i risultati (dette noise factor o fattori di disturbo) e definire in anticipo il modo migliore di gestirle durante le prove, eventualmente pianificando di ricorrere a tecniche di Robust Design. Quali competenze deve avere chi applica il DOE? Sostanzialmente servono due ordini di competenze. Il primo richiede un minimo di concetti statistici per l’analisi della variabilità: deviazione standard, varianza (esterna o between e interna o within e rapporto F di Fisher fra le due), devianza (o sum of squares): tutte grandezze che servono per poter interpretare con cognizione di causa i risul-
tati dell’Analisi della Varianza (ANOVA). Il secondo riguarda invece i Piani Fattoriali Ridotti o Frazionari (Fractional Factorial Plan) che devono essere “ortogonali” (nel senso che ogni livello di ciascuna grandezza in gioco deve comparire nel piano lo stesso numero di volte di tutti gli altri). Se si opera esclusivamente con il DOE simulato, potrebbe essere sufficiente soltanto quest’ultima competenza (dato che, per definizione, tutte le grandezze richieste in input sono influenti), mentre, quando si opera con un DOE sperimentale, sarebbe bene che, come già detto, ai due ordini di competenze si aggiungesse anche un po’ di training on the job. Come impostare l’applicazione del DOE in Laboratorio? L’applicazione del DOE richiede la messa in atto delle seguenti azioni: a) pianificazione delle prove sperimentali il cui scopo è quello di determinare le condizioni sperimentali e la successione delle prove più idonee alla rilevazione degli effetti sulla risposta del sistema delle grandezze che possono influenzarla; b) esecuzione delle prove; c) analisi dei risultati delle prove, volta alla determinazione dell’insieme ottimale dei valori da assegnare alle grandezze riconosciute influenti; d) esecuzione delle prove di verifica, che si rendono necessarie per le inevitabili semplificazioni introdotte ai passi precedenti. Per poter applicare il DOE è bene provvedersi di un software adeguato alle proprie esigenze (per es. Minitab),
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sperimentale (e non simulato), non è sufficiente lo studio di un manuale o la semplice frequenza a un corso di formazione, ma è consigliabile avvalersi del supporto di persone che abbiano effettuato un training specifico e abbiano poi maturato un minimo di esperienza pratica. A cosa serve il DOE? Il DOE serve a individuare (con un rischio prestabilito di sbagliare, detto significatività statistica) le grandezze realmente influenti in un determinato fenomeno fisico del quale si desidera approfondire la conoscenza. A tal fine, fa ricorso all’Analisi della Varianza (ANOVA). Ovviamente, una volta fatto questo, il DOE, mediante l’Analisi delle Medie (ANOM), fornisce anche i valori più opportuni da assegnare alle variabili risultate influenti per avvicinarsi il più possibile agli obiettivi prefissati. Merita aggiungere che, di solito, il fenomeno indagato non è ben noto, altrimenti non varrebbe la pena di ricorrere a uno strumento così costoso come il DOE. E ciò comporta “scommesse” in sede d’impostazione. Da questo punto di vista, la metodologia include gli accorgimenti preventivi per evitare di spendere soldi senza benefici e alcune verifiche finali sulla validità dei risultati ottenuti prima di una loro adozione sistematica. Può servire in Metrologia e quali risultati può dare? In Metrologia già l’Analisi R&R, che prevede il confronto fra riproducibilità (legata all’Operatore) e ripetibilità (legata allo strumento), può essere proficuamente affrontata con l’Analisi della Varianza, che è uno degli strumenti matematici di base per la metodologia DOE. Più in generale, in Metrologia, il DOE potrebbe essere utile per mettere i Ricercatori in grado di testare modelli analitici e, specificamente, per stabilire quali attività operative (controlli, pulizia, azzeramento iniziale, ecc.) e/o ambientali (temperatura, umidità, polvere, vibrazioni, campi elettromagnetici, ecc.) influiscano maggiormente sulla validità dei risultati di un determinato strumento di misura. Il tutto, naturalmente, al fine di migliorare i risultati a costi accettabili. In un ambito più ampio, gli stessi bene-
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PRIMI SUCCESSI A LIVELLO INDUSTRIALE PER I MATERIALI PIEZOELETTRICI LEAD-FREE DI PI CERAMIC Basato su una versione modificata del titanato di bismuto e sodio (BST), il PIC700 risulta essere particolarmente indicato per applicazioni industriali
poi definire piani annuali con cui affrontarli, cominciando dai più facili e passando a quelli più difficili quando i Team si siano rodati e affiatati. È anche importante che i risultati via via ottenuti vengano registrati e resi agevolmente disponibili, per non perderne la memoria e non dover ripetere ricerche già fatte, ma soprattutto per costruire una spirale virtuosa di crescita della conoscenza. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. Galgano A., LA QUALITÀ TOTALE: il Company Wide Qualità Control come nuovo sistema manageriale, IL SOLE 24 ORE Libri, 1991. 2. Bhote K.R., WORLD CLASS QUALITY: la qualità facile con la tecnica della progettazione degli esperimenti, Le Guide de IL SOLE 24 ORE Mananel campo degli ultrasuoni (MHz), così come per applicazioni quali sonar o idrofoni. La temperatura massima di esercizio è di 200 °C. PI Ceramic può produrre una quantità di materiale per ciclo pari a circa 50 kg, dal quale si possono ricavare fino ad alcune decine di migliaia di componenti, considerando le dimensioni tipiche ottenibili dai processi di pressatura standard. “L’ulteriore sviluppo del materiale deve ora essere condotto in stretta collaborazione con i clienti. Abbiamo già ottenuto primi riscontri positivi usandolo come trasduttore a ultrasuoni di potenza commerciale e ci aspettiamo che il PIC700 si dimostri altrettanto utile anche in altre applicazioni. Abbiamo però notato che questo nuovo materiale si comporta in modo differente rispetto a quanto solitamente otteniamo con quelli PZT. Considerando ciò, è preferibile che l’esatta collo-
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gement, IL SOLE 24 ORE Libri, 1992. 3. Galetto F., QUALITÀ: alcuni metodi statistici da manager, 3a Edizione, CUSL, Pier Giorgio Trassati, 1997. 4. ANFIA, Manuale di EXPERIMENTAL DESIGN, ANFIA QUALITÀ 014, Gennaio 1999. 5. E. Katok – “Using Laboratory Experiments to Build Better Operations Management Models” – Foundations and Trends in Technology, Information and Operations Management Vol. 5 No 1-2011. 6. “Uncertainty Associated with Microbiological Analysis” – Appendix J – STWG Part 3 – Uncertainty 7-8-06. 7. R. Thelena, J. Schulz, P. Meyera, V. Sailea – “Approaching a sub-micron capability index using a Werth Fibre Probe System WFP” – Institute for Microstructure Technology, Research Centre Karlsruhe, 76646 Eggenstein, Germany. cazione dei materiali piezoelettrici senza piombo venga individuata in stretta collaborazione con gli utenti finali”, afferma Eberhard Hennig, responsabile dello sviluppo di questi materiali in PI Ceramic. Per ulteriori informazioni: www.pionline.it PI Ceramic in breve PI Ceramic, considerata leader mondiale nel campo degli attuatori piezoelettrici e dei sensori, possiede un’ampia gamma di competenze nello sviluppo e nella fabbricazione di componenti ceramici funzionali combinati con apparecchiature di produzione state-of-the-art ed è in grado di garantire alta qualità, flessibilità e tempestività delle consegne. I prototipi e le produzioni in piccole serie di componenti piezoelettrici personalizzati sono disponibili dopo brevi tempi di lavorazione. PI Ceramic ha inoltre una capacità produttiva automatizzata di attuatori piezo con medie dimensioni e grandi serie. PI Ceramic, filiale di Physik Instrumente (PI) GmbH & Co. KG, è situata nella città di Lederhose, Thuringia, Germania.
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COMMENTI ALLE NORME
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Rubrica a cura di Nicola Dell’Arena (ndellarena@hotmail.it)
La 17025 Audit interno - Parte settima Le norme CFR, ANSI, UNI e CEI EN
COMMENTS ON STANDARDS: UNI CEI EN ISO/IEC 17025 A great success has been attributed to this interesting series of comments by Nicola Dell’Arena to the Standard UNI CEI EN ISO/IEC 17025. RIASSUNTO Prosegue con successo l’ampia e interessante serie di commenti di Nicola Dell’Arena alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. I temi trattati sono: La struttura della documentazione (n. 4/2000); Controllo dei documenti e delle registrazioni (n. 1/2001 e n. 2/2001); Rapporto tra cliente e Laboratorio (n. 3/2001 e n. 4/2001); Approvvigionamento e subappalto (n. 3/2002 e n. 1/2003); Metodi di prova e taratura (n. 4/2003, n. 2/2004 e n. 3/2004); Il Controllo dei dati (n. 1/2005); Gestione delle Apparecchiature (n. 3/2005, n. 4/2005, n. 3/2006, n. 3/2006, n. 4/2006, n. 1/2007 e n. 3/2007); Luogo di lavoro e condizioni ambientali (n. 3/2007, n. 2/2008 e n. 3/2008); il Campionamento (n. 4/2008 e n. 1/2009); Manipolazione degli oggetti (n. 4/2009 e n. 2/2010), Assicurazione della qualità parte 1.a (n. 4/2010), parte 2.a (n. 1/2011), parte 3.a (n. 2/2011); Non conformità, azioni correttive, ecc. parte 1.a (n. 4/2011), parte 2.a (n. 1/2012), parte 3.a (n. 2/2012), parte 4.a (n. 3/2012), parte 5.a (n. 4/2012), parte 6.a (n. 1/2013), parte 7.a (n. 2/2013), parte 8.a (n. 3/2013), parte 9.a (n. 4/2013), parte 10.a (n. 1/2014); Audit interno parte 1.a (n. 2/2014), parte 2.a (n. 3/2014), parte 3.a (n. 4/2014), parte 4.a (n. 1/2015), parte 5.a (n. 2/2015), parte 6.a (n. 3/2015).
con l’alinea c), quando non prescrive che la competenza in essa prevista dev’essere posseduta solo dal personale tecnico; non chiarisce (paragrafo 5.2) che la qualificazione dev’essere riservata solamente al Capo gruppo. Nasce da questa norma la qualificazione del personale tecnico. LE NORME 30011
Le norme 30011, tutte relative alla gestione dell’audit, nella terza parte (30011-3) prescrivevano i requisiti per gli ispettori. Esse prevedevano la differenza di modalità di richieste tra il Capo gruppo (qualificazione) e tecnici (semplice addestramento e conoscenza della materia). Per i tecnici non c’erano esami da superare per poter partecipare all’audit, che invece venivano richiesti per il Capo gruppo. LA NORMA 19011
LA NORMA CEI EN 45003
La 45003, che doveva essere applicata dagli organismi di accreditamento, prescrive nell’apposito paragrafo 5: “i requisiti degli ispettori di valutazione” cioè del personale che dovrà valutare il Laboratorio per dare l’accreditamento. Essi sono: a) avere conoscenza dei requisiti di legge delle procedure e dei requisiti per l’accreditamento pertinenti; b) avere un’approfondita conoscenza dei metodi di valutazione e dei documenti di valutazione pertinenti; c) possedere un’appropriata
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competenza tecnica sulle specifiche tarature, prove o tipi di tarature o prove per le quali viene richiesto l’accreditamento e, ove attinente, sulle procedure di campionamento a esse associate; d) essere dotato di efficacia comunicativa, sia per iscritto che verbalmente; e) essere libero da qualsiasi pressione commerciale, finanziaria o di altra natura, o da conflitti d’interesse che possano spingerlo ad agire in modo non imparziale o discriminatorio; f) non avere offerto ai Laboratori attività di consulenza che possano pregiudicarne l’imparzialità relativamente alle decisioni e alla procedura di accreditamento. Il paragrafo 5.2 richiede la qualificazione degli ispettori. La 45003 non accenna alla distinzione tra ispettore tecnico e di sistema; annulla la differenza tra Capo gruppo e tecnici; crea confusione, soprattutto
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Le tre norme della 30011 sono state sostituite con la sola 19011 (attualmente in vigore) dal titolo “Guidelines for auditing management systems”, ovvero linee guida per il sistema di gestione dell’audit. Al capitolo 7, dal titolo “Competenza e valutazione degli auditor” la norma prescrive numerosi requisiti che l’auditor deve possedere. Tutto il capitolo parla di auditor e non di tecnici, e la differenza è enorme e si capisce solo dalle definizioni riportate nel capitolo 3 della medesima norma. Il punto 3.8 definisce auditor (auditor) la “persona che conduce un audit”, e al punto 3.10 esperto tecnico (technical expert) la “persona che fornisce conoscenze o esperienze specifiche al gruppo di audit”. Al punto 3.9 riporta la definizione di gruppo di audit (audit team) come “uno o più
N. 04ƒ ;2015 auditor che conducono un audit supportati, se necessario, da esperti tecnici”. Da tutta la norma non si capisce la netta differenza che esiste tra le due figure professionali: come si legge dalla definizione, l’esperto potrebbe non far parte del gruppo e si dovrebbe occupare solamente della materia di sua competenza. Con le definizioni la norma diventa chiarissima sui due ruoli di auditor ed esperto. VALUTAZIONE DELL’AUDITOR
Il capitolo 7 riporta l’appendice A e i seguenti 6 paragrafi: 7.1) generalità; 7.2) determinazione della competenza dell’auditor; 7.3) definizione dei criteri di valutazione dell’auditor; 7.4) selezione del metodo appropriato di valutazione dell’auditor; 7.5) conduzione della valutazione dell’auditor; 7.6) mantenimento e miglioramento della competenza dell’auditor. L’appendice A riporta una serie di
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NEWS
HEXAGON METROLOGY DIVENTA HEXAGON MANUFACTURING INTELLIGENCE Allo scopo di riflettere la crescita delle proprie competenze e soluzioni per la produzione industriale integrata, il leader industriale globale Hexagon Metrology ha rinnovato il proprio marchio ed è ora Hexagon Manufacturing Intelligence. Con questo cambiamento le attività del gruppo si allineano ancora di più alla strategia generale di Hexagon: offrire soluzioni di Information Technology sviluppate intorno ad applicazioni software e volte al miglioramento della qualità e della produttività nell’intero ciclo manifatturiero. In qualità di fornitore leader di sistemi di misura, Hexagon Metrology si prefigge di offrire soluzioni per il controllo qualità, costruendo un ampio portfolio di strumenti di metrologia attraverso l’innovazione e continue acquisizioni. Gli investimenti della società nella ricerca e sviluppo hanno prodotto rivoluzioni tecnologiche che, prima, hanno spostato la misura dalla sala metro-
esempi sulle competenze e abilità da richiedere agli auditor nelle specifiche discipline di applicazione dei sistema qualità. La norma prescrive nel punto 7.2.3.4 “conoscenze e abilità aggiuntive” e nel punto 7.2.5 “un’esperienza di audit aggiuntiva” per il responsabile del gruppo (Capo gruppo). Inoltre tengo a precisare che la norma non prevede la qualificazione (corso di 40 ore e superamento di esame finale) per il responsabile, a differenza delle norme precedenti: tuttavia il Laboratorio dovrà valutare la persona che effettua l’audit in base a criteri qualitativi e quantitativi. Tra i criteri qualitativi la norma cita “l’aver dimostrato durante la formazioneaddestramento o sul posto di lavoro, il comportamento personale, le conoscenze o la messa in pratica delle abilità”. Tra i criteri quantitativi “gli anni di esperienza lavorativa e d’istruzione, il numero di audit condotti, le ore di formazione-addestramento di audit”. Diversamente da prima ci dev’essere
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COMMENTI ALLE NORME
una valutazione interna basata su criteri oggettivi e soggettivi (leggermente pericolosi) al posto del riconoscimento di un ente esterno indipendente. CONCLUSIONE
Torniamo sui motivi che mi hanno costretto ad allungare la trattazione. Orbene, se il personale tecnico dovesse fare l’esperto non sarebbe necessario un addestramento, ma sarebbe sufficiente la sola conoscenza della prova o taratura; se il personale tecnico dovesse fare l’auditor, esso dovrebbe essere formato, addestrato e valutato. Inoltre l’esperto deve verificare solamente la capacità tecnica del Laboratorio per quella specifica prova taratura, oppure la corretta attuazione della procedura di prova taratura approvata dall’organismo di accreditamento e non gli aspetti di sistema. Spesso quando ci sono più auditor la situazione non è così netta come dovrebbe essere.
logica all’ambiente di produzione e, succes- nostro marchio è il passo successivo di quesivamente, hanno portato i dati di misura nel sta evoluzione,” spiega il Presidente e più ampio processo operativo della fabbri- CEO di Hexagon Manufacturing Intelligenca. Le recenti acquisizioni, tra cui gli spe- ce, Norbert Hanke. “I nostri clienti cialisti di CAD/CAM Vero Software e gli hanno bisogno di rapidità e fiducia e queesperti di controllo statistico di processo Q- sto è il motivo per cui preferiscono sistemi DAS, hanno ampliato ulteriormente la gam- integrati e soluzioni offerte da un unico forma di prodotti della Società per comprende- nitore, che danno loro l’efficienza di prore tecnologie produttive più complete. Da cesso necessaria per competere ed essere qui la decisione di adottare il nuovo marchio leader nei propri settori. Come Hexagon Hexagon Manufacturing Intelligence. Manufacturing Intelligence, siamo nella “L’approccio della nostra azienda è quello posizione ideale per supportare queste di ascoltare i clienti ed evolvere per soddi- aspirazioni. Siamo andati oltre la sola sfare le loro esigenze, e il cambiamento del acquisizione dei dati della metrologia tradizionale, consentendo ai clienti di analizzarli e sfruttarli per decisioni più informate: quello che noi definiamo il processo di rilevare, pensare, agire. Intendiamo focalizzare le attività di ricerca sull’unione di queste competenze, per offrire ai nostri clienti un approccio produttivo in cui la qualità guidi la produttività, oltre a continuare a sviluppare le nostre competenze distintive nella metrologia dimensionale”. Per ulteriori informazioni: www.hexagonmi.com
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T U T T O _ M I S U r E Anno XVII - n. 4 - Dicembre 2015 ISSN: 2038-6974 Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Torino Direttore responsabile: Franco Docchio Vice Direttori: Dario Petri, Nicola Paone Comitato di redazione: Nicola Giaquinto, Claudio Narduzzi, Loredana Cristaldi, Pasquale Arpaia, Bernardo Tellini, Bruno Andò, Lorenzo Scalise, Gaetano Vacca, Rosalba Mugno, Carmelo Pollio, Michele Lanna, Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino
redazioni per: Storia: Emilio Borchi, Riccardo Nicoletti, Mario F. Tschinke, Aldo Romanelli Le pagine delle Associazioni Universitarie di Misuristi: Franco Docchio, Dario Petri, Alfredo Cigada Le pagine degli IMP: Maria Pimpinella Comitato Scientifico: ACCREDIA (Filippo Trifiletti, Rosalba Mugno, Emanuele Riva, Silvia Tramontin); ACISM-ANIMA (Roberto Cattaneo); AEIT-ASTRI (Roberto Buccianti); AIPT (Paolo Coppa); AIS-ISA (Piergiuseppe Zani); ALATI (Paolo Giardina); ALPI (Lorenzo Thione); ANIE (Marco Vecchio); ANIPLA (Marco Banti, Alessandro Ferrero); AUTEC (Gabriele Bitelli), CNR (Ruggero Jappelli); GISI (Sebastian Fabio Agnello, Renato Uggeri); GMEE (Dario Petri); GMMT (Nicola Paone); Gruppo Misuristi Nucleari (Stefano Agosteo); GUFPI-ISMA (Luigi Buglione); IMEKO (Paolo Carbone); INMRI – ENEA (Pierino De Felice, Maria Pimpinella); INRIM (Massimo Inguscio, Paolo Vigo, Franco Pavese); ISPRA (Maria Belli) Videoimpaginazione e Stampa: la fotocomposizione - Torino Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 204 del 3/3/1999. I testi firmati impegnano gli autori. A&T - sas Direzione, redazione, Pubblicità e Pianificazione Via Palmieri, 63 - 10138 Torino Tel. 011 0266700 - Fax 011 5363244 E-mail: info@affidabilita.eu Web: www.affidabilita.eu Direzione Editoriale: Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale di testi, articoli, pubblicità e immagini pubblicate su questa rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc. ABBONAMENTO ANNUALE: 40 EUrO (4 numeri cartacei + 4 sfogliabili + 4 numeri telematici) ABBONAMENTO BIENNALE: 70 EUrO (8 numeri cartacei + 8 sfogliabili + 8 numeri telematici) Abbonamenti on-line su: www.tuttomisure.it L’IMPOrTO DELL’ABBONAMENTO ALLA PrESENTE PUBBLICAZIONE È INTErAMENTE DEDUCIBILE. Per la deducibilità del costo ai fini fiscali fa fede la ricevuta del versamento effettuato (a norma DPR 22/12/86 n. 917 Art. 50 e Art. 75). Il presente abbonamento rappresenta uno strumento riconosciuto di aggiornamento per il miglioramento documentato della formazione alla Qualità aziendale.
NEL PROSSIMO NUMERO • I Laboratori di prova • Misure ottiche di cellule spermatiche bovine • La 17025 • La misura del software E molto altro ancora...
ABBIAMO LETTO PER VOI
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La Redazione di Tutto_Misure (franco.docchio@unibs.it)
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FORENSIC METROLOGY – SCIENTIFIC MEASUREMENTS AND INFERENCE FOR LAWYERS, JUDGES, AND CRIMINALISTS Ted Vosk and Ashley F. Emery 466 pp. – CRC Press (2014) ISBN: 978-1439826195 Prezzo: € 83,00 (cop. rigida), € 58,10 (eBook)
Il libro definisce il framework metrologico necessario per ottenere conclusioni convincenti basate sui risultati di misura e le inferenze che questi risultati supportano. Con queste conoscenze, ricercatori e non ricercatori possono cimentarsi in analisi critiche di misure forensi su un ampio spettro, comprendere al meglio ciò che i risultati di misura rappresentano, preparare con successo e presentare testimonianze e/o casi che contengono tali risultati, riconoscere pratiche di misura di bassa qualità e impedire che queste condizionino la ricerca della verità nelle aule dei tribunali.
Gli autori Ted Vosk è Avvocato penale e consulente legale/forense. Ha guidato, nell’ultimo decennio, la riforma delle pratiche forensi nello Stato di Washington e le leggi che governano l’uso delle evidenze che producono. Ha ricevuto l’Attestato presidenziale dall’Associazione degli avvocati difensori penali e il Certificato di merito dalla Fondazione Washington per la Giustizia criminale. Ashley F. Emery è Professore di Ingegneria Meccanica all’Università di Washington. È stato Preside associato al Collegio degli Ingegneri, e Direttore per il Programma di Trasporto termico della National Science Foundation. Le sue aree di interesse sono il trasporto termico, la dinamica dei fluidi, gli stress termici, la frattura, il design e l’interpretazione degli esperimenti, e l’inferenza Bayesiana.
LE AZIENDE INSERZIONISTE DI QUESTO NUMERO A&T - Robotic World
p. 286
AR Europe
3a di cop.
Aviatronik
4a di cop.-307
Cibe
p. 268
Kistler Italia Labcert LTF LTTS
pp. 288 p. 250 pp. 282-290 p. 256
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pp. 266-294
Microlease-Keysight Techn. pp. 244-260-304
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TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”
ANNO XVII N. 04 ƒ 2 015 AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA
EDITORIALE Università: SOS al Paese
ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO / Torino - nr 4 - Anno 17- Dicembre 2015 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi
TUTTO_MISURE - ANNO 17, N. 04 - 2015
IL TEMA: METROLOGIA LEGALE E FORENSE Verifica dei contatori di energia Le metrologia forense negli USA Autovelox: giustizia è fatta!
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