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TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”
ANNO XVIII N. 04 ƒ 2 016 AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA
EDITORIALE Terremoti, traslochi, misure
IL TEMA Misure ottiche di fluidi
GLI ALTRI TEMI ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO / Torino - nr 4 - Anno 18- Dicembre 2016 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi
TUTTO_MISURE - ANNO 18, N. 04 - 2016
Etilometri e incertezza Misure di portata ed energia del vapore Misure della qualità di bottiglie in PET
ALTRI ARGOMENTI La pagina di ACCREDIA La 17025 – Personale – Parte II Il valore della Misura Metrologia...per tutti!
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TUTTO_MISURE
ANNO XVIII N. 04 ƒ 2016
IN QUESTO NUMERO Misure non invasive della velocità di fluidi Non-invasive fluid velocity measurements F. Docchio, I. Bodini, S. Pasinetti
251 Qualità delle bottiglie in PET: tecniche di misura senza contatto Quality of PET bottles: contactless measurement techniques B. Saggin, D. Scaccabarozzi, M. Tarabini, H. Giberti, M. Grazioli, F. Chiesa
271 Introduzione all’analisi di sicurezza per sistemi complessi Introduction to safety analysis for complex systems M. Catelani, L. Ciani
285 Tecnologie in campo Technologies in action M. Mortarino
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Editoriale: Terremoti, traslochi e misure: Metroemergency (F. Docchio) 245 Comunicazioni, Ricerca e Sviluppo, dagli Enti e dalle Imprese Notizie nel campo delle misure e della strumentazione 247 Il tema: Misure ottiche di fluidi Misure non invasive della velocità di fluidi (F. Docchio, I. Bodini, S. Pasinetti) 251 Gli altri temi: Metrologia legale e forense Con l’incertezza di misura un giudice derubrica un reato di guida in stato di ebbrezza (A. Ferrero, V. Scotti) 259 Gli altri temi: Misure per l’ambiente e il costruito Il vapore industriale (F. van der Velden) 267 Gli altri temi: Misure ottiche Qualità delle bottiglie in PET (B. Saggin, D. Scaccabarozzi, M. Tarabini, H. Giberti, M. Grazioli, F. Chiesa) 271 La pagina di ACCREDIA Notizie dall’Ente di Accreditamento (a cura di R. Mugno, S. Tramontin, F. Nizzero) 275 La pagina di A.L.A.T.I. Associazione dei Laboratori Italiani di Taratura A.L.A.T.I (a cura di P. Giardina) 281 La pagina di IMEKO Aggiornamenti sulle attività IMEKO nel 2016 (a cura di P. Carbone) 283 Misure e Fidatezza Introduzione all’analisi di sicurezza (M. Catelani, L. Ciani) 285 Tecnologie in campo Misure 3D per super-vetture, termocamere e aerodinamica in F1, eliminazione armoniche di rete AC (a cura di M. Mortarino) 289 Metrologia generale I risultati di misura (a cura di L. Mari) 297 I Seriali di T_M: Misura del software Metrologia e Contratti – Parte 2: Livelli di Servizio (a cura di L. Buglione) 301 Manifestazioni ed Eventi Eventi nel mondo nel 2017 304 Metrologia legale e forense BREXIT (a cura di V. Scotti) 305 Spazio Associazioni Universitarie di Misuristi Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi 307 Lo spazio degli IMP Metrologia dell’impedenza elettrica (L. Callegaro, V. D’Elia, M. Ortolano) 311 Metrologia...per tutti! Un metodo per migliorare le performance (a cura di M. Lanna) 313 Commenti alle norme: la 17025 La 17025 Personale – Parte 2 (a cura di N. Dell’Arena) 318 Abbiamo letto per voi 320 News 249-284-290-294-298-300-303-306-310-312-317-319
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Franco Docchio
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Terremoti, traslochi e misure: Metroemergency
Earthquakes, relocations and measurements: Metroemergency Cari lettori! logia e nelle Misure. È uno sforzo comune, sia scientifiVi scrivo di nuovo in questa gri- co sia economico, per un affiancamento tematico delle gia mattinata dell’11 novem- Istituzioni deputate alle future ricostruzioni (Ministero dei bre. Oggi è San Martino, noto Beni Culturali, Protezione Civile, Sovraintendenze, non solo per l’uccisione del Regioni e Comuni), mirato a fornire loro tutte le specifidrago, per la divisione del suo che competenze metrologiche necessarie a salvaguarmantello (da “Cappella”, o dare la natura storico/scientifica della Loggia, esempio “mantello corto”, deriva il ter- mirabile di Riferibilità Metrologica Comunale nel mine “cappellano”), per l’effi- Medioevo-Rinascimento per il Mercato degli ’Aridi’ (legumera estate atmosferica che in mi), a quei tempi commerciati ’in volume’. Questa dichiaquesti giorni ha (dovrebbe razione/invito, sottoscritta da tutti noi in indirizzo, avere) il suo culmine. È (un po’ dovrebbe essere fatta circolare nei rispettivi ambiti istitumeno) noto anche per il detto zionali e di conoscenza/competenza nelle prossime due “fare San Martino” che, per tradizione agricola, ha il settimane, cercando di avere/raccogliere adesioni persinonimo di “traslocare”: deriva dal fatto che in questi sonali o delibere istituzionali o societarie di condivisione giorni venivano fissate le scadenze dei contratti di affit- che ci consentano, entro la fine del 2016, di trasmettere to agricoli, al termine dei raccolti e prima dell’inizio ufficialmente quest’elenco di personalità/istituzioni al dell’inverno. Ministero dei Beni Culturali, alle Sovrintendenze alle C’è un partito (e un modo d’intendere la società), negli Regioni e ai Comuni coinvolti nella ricostruzione”. USA, che sta “facendo San Martino”, travolto dai risul- Il mio Caporedattore, Massimo Mortarino, nell’accotati delle elezioni più bizzarre e mediatiche che l’Ame- gliere la proposta con entusiasmo, rilancia: “Personalrica abbia mai vissuto, e che consegnano la sede pre- mente, rielaborando le giuste riflessioni di Paolo, vedo sidenziale più importante del mondo a un personaggio questa iniziativa come una sorta di ’Pronto soccorso di cui è difficile prevedere l’impatto sugli equilibri metrologico’ (chiamiamolo ’Metroemergency’, agnazionali e mondiali. Staremo a vedere! giungo io): una sorta di ’sportello’, costituito da esperti di In casa nostra, purtroppo, tante decine di migliaia di riconosciuti valore e competenza, che possano essere conpersone hanno fatto, e stanno “facendo San Martino” sultati in occasione di qualsiasi tipo di ricostruzione (non (purtroppo senza i loro beni), allontanandosi dalle solo post-terremoti) che comporti anche strumenti, sistemi, zone colpite dal terremoto di Marche, Lazio e Umbria. ecc., inerenti all’ambito metrologico. Un team consultiLasciano paesi letteralmente “sbriciolati”, con l’econo- vo e d’indirizzo, quindi, non un nuovo organismo opemia (e, ovviamente, il turismo) in ginocchio, e con il rativo (a quello devono provvedere i Laboratori, gli Enti, cuore e la testa pieni di disperazione e interrogativi, ecc., a fronte di un giusto compenso, che le amministradovuti al fatto che, se è vero che la falda appenninica zioni pubbliche dovranno prevedere, e in parte già lo fansi sta allargando di 40 cm/secolo, questi disastri sono no). Il caso di Norcia è diverso: un primo passo (nel quale destinati a manifestarsi periodicamente nel tempo. il “pool” offrirebbe un servizio gratuito per il corretto reNel rispetto del momento di dolore di chi, tra i miei letto- stauro e reinstallazione degli antichi ’misuratori’ nella Logri, è direttamente o indirettamente coinvolto con la stra- gia) per lanciare il messaggio della futura disponibilità dei ziante realtà di questi giorni, è giusto che anche la comu- metrologi italiani a ’guidare e orientare’ il recupero e riprinità dei misuristi italiani (e, perché no, anche internazio- stino di antichi strumenti danneggiati. Non pensiamo di nali) si stringa intorno alle vittime e a chi è rimasto, e offra gestirli tutti a livello ’operativo’: quanti strumenti di misura un contributo fattivo mettendo a disposizione le proprie del tempo rovinati ci sono nei campanili italiani…?! E poi esperienze professionali in favore della ricostruzione di quale “cultura” specifica si contribuirebbe a creare, se analcuni luoghi significativi dei paesi distrutti. cora una volta il volontariato togliesse le castagne dal fuoDi questi giorni è un appello di Paolo Vigo, amico e co alla Pubblica Amministrazione…?! Penso invece a un stimato collaboratore, che esorta a metterci insieme per gruppo di esperti, ufficialmente riconosciuto, la ricostruzione della “Loggia delle Misure” o dei “Mer- che provveda gratuitamente a esaminare il sincanti” sul fianco della Basilica di San Benedetto a Nor- golo problema e a fornire le giuste indicazioni cia. “La Loggia – dice Vigo – è senza dubbio un monu- preliminari”. mento di valore storico/metrologico eccelso, e tutti noi Nei prossimi giorni riceverete tutti più ampie e adeguate (metrologi, n.d.r.), uniti dalla comune radice scientifica delucidazioni. Nel frattempo, commentate e “postate” le (e umana), nei nostri molteplici ruoli di docenti/ricer- vostre disponibilità e adesioni a: info@tuttomisure.it! catori ci candidiamo a curarne la futura ’ricostruzione’, personalmente e nei ruoli istituzionalmente ricoperti, coinvolgendo cioè gli Istituti di Ricerca, le Università, le Buona lettura! Franco Docchio Amministrazioni e Associazioni competenti nella Metro-
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La Redazione di Tutto_Misure (franco.docchio@unibs.it)
Notizie nel campo delle misure e della strumentazione Da Laboratori, Enti e Imprese
NEWS IN MEASUREMENT AND INSTRUMENTATION This section contains an overview of the most significant news from Italian R&D groups, associations and industries, in the field of measurement science and instrumentation, at both theoretical and applied levels. RIASSUNTO L’articolo contiene una panoramica delle principali notizie riguardanti risultati scientifici, collaborazioni, eventi, Start-up, dei Gruppi di R&S Italiani nel campo della scienza delle misure e della strumentazione, a livello sia teorico sia applicato. Le industrie sono i primi destinatari di queste notizie, poiché i risultati di ricerca riportati possono costituire stimolo per attività di Trasferimento Tecnologico. NUOVO LABORATORIO ALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA
Nel quadro delle iniziative riguardanti il Progetto di Ateneo “Health & Wealth”, uno dei Progetti di spicco del sessennio del Rettore Sergio Pecorelli, l’Università degli Studi di Brescia ha recentemente allestito un Laboratorio che ospita un sistema di stampa 3D, che impiega la tecnologia di deposizione tramite aerosol (Aerosol Jet). Questo sistema è stato brevettato da Optomec Inc. ed è utilizzato soprattutto nei settori dell’industria manifatturiera per la funzionalizzazione di substrati, il packaging e la stampa di circuiti, componenti passivi integrati, connessioni e sensori.
Il sistema utilizza un nuovo sistema di focalizzazione aerodinamica per depositare con precisione formulazioni fluide e nanomateriali su superfici 2D e 3D. Per raggiungere questo obiettivo, il sistema Aerosol Jet è composto da diversi moduli: un modulo per la generazione dell’aerosol da sospensioni liquide e colloidali, e un modulo per la messa a fuoco e la deposizione dell’aerosol sul substrato. Gli inchiostri e sospensioni utilizzabili possono avere viscosità da 1 cP fino a 1.000 cP permettendo di trattare una vasta gamma di materiali. Nel caso d’inchiostri contenenti metalli, le strutture stampate possono essere post-trattate con un laser in grado di sinterizzare le particelle stampate. La tecnologia Aerosol Jet consente la produzione di linee e punti con dimensioni da circa 10 µm a più di 150 µm, con spessori da decine di nanometri a parecchi micrometri. L’aerosol viene generato utilizzando un nebulizzatore pneumatico; dopo la generazione, il flusso di aerosol è focalizzato mediante la testa di deposizione in modo da formare un flusso coassiale tra il flusso del materiale da depositare e una corrente di gas (Azoto) che funge da guaina. Questo flusso coassiale impedisce il contatto del materiale da depositare con il
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rivestimento interno dell’ugello della testina di stampa, evitando l’intasamento dell’ugello e permettendo di focalizzare il fascio di stampa fino a 10 µm di diametro. L’Università di Brescia ha tra i propri obiettivi la ricerca e il service in settori caratterizzati da piccole serie a elevata tecnologia e customizzazione. A tale proposito l’Università è aperta a progetti con Aziende, Laboratori, Centri di ricerca, Università italiane ed estere. Per informazioni contattare Ing. Mauro Serpelloni, mauro.serpelloni@unibs.it. UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE – LA FABBRICA DEL FUTURO E GO0D MAN, PROGETTO EUROPEO DEL PROGRAMMA HORIZON 2020
Il progetto GO0D MAN mira allo sviluppo e alla realizzazione di tecnologie implementabili in linea di produzione, al fine di prevenire la generazione e la propagazione di difetti in ottica di “Produzione a Zero Difetti” o “Zero Defect Manufacturing”. L’obiettivo finale è quello di definire una strategia produttiva capace di garantire alta qualità del prodotto, senza interferire, anzi migliorando, l’efficienza produttiva dell’intero sistema. Loccioni, Electrolux Professional, Zannini (con anche la sua filiale polacca) e Università Politecnica delle Marche (Italia), Istituto Politecnico di Bragança, Volkswagen Autoeuropa e Uninova (Portogallo), BOC (Austria) e Nissatech Innovation Centre (Serbia) sono le realtà che partecipano al progetto.
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Due Università (Università Politecnica delle Marche e Istituto Politecnico di Bragança) e un Centro di Ricerca (Uninova) con competenze in sistemi di automazione industriale e controllo, sistemi multi-agente, tecniche di misura e di elaborazione dei segnali per il controllo qualità, sono i partner Scientifici del Progetto. Tre i fornitori di tecnologia industriale, esperti nello sviluppo, rispettivamente, di soluzioni informatiche avanzate per l’elaborazione in tempo reale dei dati, di sistemi automatici di controllo qualità e di strumenti di modellazione per i decisori: Nissatech Innovation Centre, Loccioni e BOC. Tre partner industriali, con sedi in tutta Europa, sono identificati come case studies per rappresentare alcune delle principali modalità produttive presenti nel continente: 1) ZANNINI – minuterie metalliche di
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precisione: produzione in lotti di grandi quantità, con procedure automatiche; 2) Volkswagen Auto Europa – automobili: produzione di serie, con procedure sia automatiche sia manuali; 3) Electrolux Professional – attrezzature per cucine professionali: produzione di pezzi personalizzati, con procedure manuali e semiautomatiche. La strategia “Zero Defect Manufacturing” (ZDM) che verrà sviluppata nel Progetto GO0D MAN, basata su tecnologia multi-agente, supporterà la raccolta dati in tempo reale e la diagnosi dei difetti a livello del singolo processo, nonché l’elaborazione d’informazioni a livello globale, utilizzando tecniche di data mining. L’analisi in tempo reale e l’individuazione tempestiva dei difetti, eseguita nelle diverse stazioni di controllo che caratterizzano una linea di produ-
zione multi-stadio, permetteranno di evitare la generazione di difetti e la loro propagazione alle stazioni successive. L’analisi di processo a livello globale consentirà al sistema di essere predittivo (diagnosi precoce di anomalie di processo) e proattivo (auto-adattamento alle diverse condizioni). L’uso efficace di una tale quantità di dati generati è il fattore abilitante chiave per il perseguimento della strategia ZDM. L’analisi dei dati per estrarre conoscenza avrà un impatto sulla qualità del prodotto, sulla riduzione degli scarti, sull’efficienza energetica e di produzione, e conseguentemente sulla riduzione dei costi, in linea con le politiche ZDM. Inoltre, l’utilizzo delle informazioni globali permetterà l’accumulo di conoscenze estremamente rilevanti per un miglioramento del processo conti-
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N. 04ƒ ;2016 nuo secondo criteri di qualità. GO0D MAN è un’Innovation Action di Horizon 2020 e si basa sui risultati raggiunti in altri Progetti di Ricerca Europei sviluppati negli ultimi anni, come GRACE, IDEAS e Self-Learning, che hanno affrontato il tema della produzione zero-difetti a livello di fattibilità e prototipazione. GO0D MAN è un Progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma per la Ricerca e Innovazione Horizon 2020 (2014-2020) all’interno dell’iniziativa FoF – Technologies systems can be inspired by nature”, for Factories of the Future. Contratto ”Forensic metrology”. I video sono classificati come “Expert” N. H2020-FOF-03-2016-723764. e “Classroom”. Un video è presente al momento in quest’ultima categoria relativo alle attività svolte nell’ambito UN NUOVO IMPULSO dei Faculty Course Development PER GLI “EDUCATIONAL VIDEO Award della IEEE Instrumentation TUTORIALS” DELLA IEEE Society. INSTRUMENTATION
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PREPARAZIONE METALLOGRAFICA
AND MEASUREMENT SOCIETY
La IEEE Instrumentation and Measurement Society ha completato la fase di avvio dei nuovi Educational Video Tutorial. I video tutorial sono ora accessibili sia attraverso la piattaforma IEEE TV (https://ieeetv.ieee. org/channels/ims), sia attraverso la pagina Education del sito web della IEEE Instrumentation and Measurement Society (http://ieee-ims. org/evts/tutorials). Di seguito, due immagini delle sessioni di registrazione tenutesi a Catania, durante IEEE SAS 2016, e a Taipei, durante IEEE I2MTC 2016. I video tutorial attualmente presenti offrono una panoramica su diversi aspetti d’interesse per le tematiche tipiche delle misure. Propongono, con un formato più agile e di maggiore impatto, brevi presentazioni offerte da esperti internazionali su argomenti di notevole interesse quali ad esempio: “sensors and sensor networks”, “how sensors and measurement
Invito a sottomettere nuovi Instrumentation and Measurement Educational Video Tutorial La procedura per la sottomissione di nuovi video tutorial è riportata sul sito web della IEEE I&M Society (http:// ieee-ims.org/evts/tutorials). Nel caso in cui, dopo la revisione del materiale sottomesso da parte del Comitato Editoriale, il video dovesse essere accettato, gli autori avranno la possibilità di registrare il loro video durante sessioni di registrazione che saranno organizzate nell’ambito di alcune conferenze della IEEE I&M Society. Per informazioni, contattare l’IEEE I&M Educational Video Tutorial Editor in Chief Prof. Salvo Baglio salvatore.baglio@unict.it.
CRASE presenta la gamma di macchine metallografiche CHENNAI METCO, che si contraddistinguono per la loro qualità abbinata alla semplicità di utilizzo. La costruzione degli strumenti viene curata dalla casa madre in linea con gli standard richiesti dai mercati più esigenti, e ciò permette di ottenere un prodotto dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. La gamma completa comprende tre linee: BAINCUT – troncatrici, BAINMOUNT – inglobatrici e BAINPOL – pulitrici lucidatrici. L’offerta della strumentazione è molto ampia: dalla semplice pulitrice a disco singolo BAINPOL 200 alla troncatrice metallografica di grandi dimensioni BAINCUT XXL, con mole da taglio fino a 600 mm. Tutte le macchine sono corredate di accessori standard o customizzati in funzione di esigenze particolari. Parallelamente viene proposta una vasta scelta di prodotti consumabili, come ad esempio i dischi di taglio o tutto quanto è necessario al processo di lucidatura. Per ulteriori informazioni: www.crase.com.
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MISURE OTTICHE DI FLUIDI
IL TEMA
Franco Docchio 1, Ileana Bodini 1, Simone Pasinetti 2
Misure non invasive della velocità di fluidi Con la velocimetria di particelle per immagini e altre tecniche. Dal convegno A.I.Ve.La. 2016
NON-INVASIVE FLUID VELOCITY MEASUREMENTS FROM THE MEETING OF A.I.VE.LA. 2016 Non-invasive optical measurements to monitor flows of different fluids/mixtures are dramatically emerging for many applications ranging from mechanical, to hydraulic, aviation, automotive, biomedical, agricultural or environmental domains, just to cite a few. Particle image Velocimetry (PIV), together with its Stereo version (SPIV) is among the most promising techniques to measure flows without interference with the fluids under test. The authors report on the contributions presented on the subject to the XXIV meeting of A.I.Ve.La., held in Brescia on October 27th-28th. RIASSUNTO Le misure ottiche non invasive per la misura del flusso di diversi fluidi/miscele stanno drammaticamente evolvendo per numerose applicazioni, a partire dalla meccanica fino a coprire l’idraulica, la fluidodinamica, l’automotive, l’agricoltura, la biomedicina. La Particle Image Velocimetry (PIV), insieme alla sua versione stereo (SPIV) è tra le tecniche non invasive più promettenti per misurare flussi senza interferenza con essi. Gli autori riportano i contributi presentati sul tema al XXIV Convegno dell’Associazione A.I.Ve.La., tenutosi a Brescia il 27-28 ottobre scorsi. TECNICHE INNOVATIVE D’IMAGING PER ANALISI DI FLUSSI MULTIFASE
A. Amoresano, G. Langella – Università di Napoli Federico II Viene presentata una tecnica che combina logica fuzzy e reti neurali per definire una procedura di elaborazione dell’immagine che, scelte le condizioni di sogliatura, permetta di filtrare (riduzione del rumore), classificare, segmentare ed estrarre i contorni più probabili delle immagini. Attraverso queste ultime, considerate come matrici di pixel, diventa così possibile caratterizzare i
liquidi stazionari, identificandone le frequenze proprie di oscillazione, in funzione della natura del fluido e delle sue condizioni di atomizzazione. VISUALIZZAZIONE QUANTITATIVA DI UNA MISCELA OLIO-ACQUA A VALLE DI UNA IMPROVVISA ESPANSIONE MEDIANTE TELECAMERA AD ALTA VELOCITÀ
P. Babakhani, L.P. Colombo, M. Guilizzoni, G. Sotgia, F. Cozzi – Politecnico di Milano Il lavoro descrive l’applicazione della tecnica basata su Particle Image Velocimetry (PIV) per la misura del flusso bifase olio-acqua ad alta viscosità, che fluisce a valle di un’espansione improvvisa. Il regime di flusso studiato è una dispersione di olio in un flusso continuo d’acqua. Sono state considerate sei diverse condizioni operative, realizzate variando la frazione di volume in ingresso di ciascuna fase. Lo studio si propone di utilizzare un metodo diagnostico ottico, basato su una sola telecamera, che fornisce infor mazioni dettagliate, quali velocità istantanea e frazione di fase, riguardo al campo di flusso e alla sua distribuzione spaziale. Il condotto utilizzato per le prove sperimentali (v. Fig. 2) ha una lunghezza totale di 11 m, e la sezione di test è sufficientemente lontana dall’ingresso per assicurare lo sviluppo di un flusso stabile. L’improvvisa espansione inizia a una distanza pari a 6 m dall’ingresso,
parametri geometrici del flusso e la loro evoluzione temporale, identificando le condizioni operative e, in alcuni casi, predicendo fenomeni di guasto. La metodologia è stata applicata a tre diversi e interessanti casi. Il primo riguarda l’analisi di un flusso bifase in pompe centrifughe. Il software elabora le immagini ed evidenzia le interazioni tra le due fasi gassosa e liquida, correlando questo comportamento con la dissipazione di energia, le variazioni di forma e altri parametri. Nel secondo caso, la tecnica è stata applicata per analizzare il comportamento di un dispositivo GDI (iniezione diretta di benzina) al variare della pressione d’iniezione, della temperatura e della densità dell’azoto nella camera di test. In particolare, sono state studiate le caratteristiche morfologiche 1 Dip. di Ingegneria Meccanica del getto (forma e penetrazione) e Industriale, Università di Brescia e l’evoluzione spaziale delle fa- franco.docchio@unibs.it 2 Dip. di Ingegneria dell’Informazione, si liquido/gas. Infine sono stati studiati spray Università di Brescia
Figura 1 – A sinistra: sequenza di spray stazionario. A destra: sequenza dell’iniettore GDI
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Figura 2 – La facility per la misura
dove il diametro del condotto passa da 30 mm a 50 mm. I risultati in termini di velocità mostrano un comportamento parabolico nella direzione radiale, e la frazione volumica in-situ (holdup) media, istantanea, dell’olio mostra un buon adattamento con la ben nota correlazione di Arney. Non si è fatto uso di particelle traccianti, perché le gocce di olio agiscono da tracciante naturale, essendo opache alla radiazione ottica, dunque distinguibili facilmente dalla fase acquosa circostante. SET-UP STEREO-PIV PER MISURE NELLA SCIA DI TURBINE EOLICHE
G. Campanardi, D. Grassi, A. Zanotti, E.M. Nanos, G. Campagnolo, A. Croce, C.L. Bottasso – Politecnico di Milano Questo lavoro descrive la campagna di misure basata sulla tecnica PIV (Particle Image Velocimetry), finalizzata allo studio della scia creata dal modello in scala di una turbina eolica, ed eseguita presso la galleria del vento del Politecnico di Milano, nella camera di prova a strato limite (Fig. 3), di dimensioni 14 m × 4 m. Il modello, avente un rotore di diametro pari a 1,1 m, è stato progettato e sviluppato dalla Technische Universität München. La strumentazione per misure stereo-PIV è composta da un laser Nd:Yag a doppio impulso con energia emessa pari a 200 mJ e da due telecamere con un sensore da 1.952 px × 1.112 px. Tale strumentazione è stata allestita per monitorare le
Figura 3 – Il set-up sperimentale
tre componenti di velocità in piani perpendicolari al flusso, posizionati a diverse distanze dalla turbina, in direzione longitudinale, in modo da monitorare l’intera lunghezza della scia. Per garantire un’elevata risoluzione nella stima della velocità, l’area di misura è stata suddivisa in diverse finestre, con campi inquadrati parzialmente sovrapposti. Il laser e la testa ottica, composta dalle due telecamere collegate rigidamente tra loro, sono stati posizionati su slitte automatiche che hanno permesso il movimento simultaneo del laser e della finestra di misura e una veloce scansione di tutta l’area di misura. In questo modo è stato possibile ottenere rapidamente risultati di elevata qualità per la caratterizzazione del flusso della scia di una turbina eolica.
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IL TEMA
Figura 4 – Il modello 3D (fantasma) di silicone della cavità nasale
zioni numeriche. Pertanto, al Politecnico di Milano, è stato sviluppato un set-up sperimentale basato sulla stereo PIV e su un “fantasma” di silicone che riproduce in modo particolareggiato la cavità nasale di un soggetto sano, in modo che i condotti siano completamente trasparenti alla radiazione ottica, per seguire il flusso di aria che li attraversa.
MISURE DI VELOCITÀ ALL’INTERNO DI CAVITÀ NASALI MEDIANTE STEREO PIV (SPIV)
F. Cozzi, G. Felisati, M. Quadrio – Politecnico di Milano La predizione di pattern di flusso dettagliati in cavità nasali usando la dinamica dei fluidi computazionale (CFD) può fornire informazioni importanti sulla relazione potenziale che intercorre tra le caratteristiche geometriche della cavità nasale del singolo paziente e i problemi di salute dello stesso. Per essere utile nella pratica clinica quotidiana, il modello numerico dovrebbe non solo essere accurato, ma anche in grado di produrre in breve tempo risultati utili. D’altra parte, la complessa struttura di flusso lungo l’intricata geometria della cavità nasale pone alcune sfide per raggiungere questi obiettivi. Per questo diventa cruciale avere dati sperimentali per validare e migliorare le simula-
Figura 5 – L’apparato sperimentale
TRACCIAMENTO DELLA POLVERE PER I SETTORI BIOMEDICO, AGRICOLO ED ENERGETICO
A. Malizia, R. Rossi, L.A. Poggi, J.F. Ciparisse, e P. Gaudio – Università degli Studi Roma Tre gaudio@ing.uniroma2.it I comparti medico, energetico e agricolo hanno, in molte applicazioni, il problema di esplosioni d’impianti a
Figura 6 - Tracciati PIV del flusso all’interno della cavità nasale
Figura 7 – Esempi dei risultati del Dust Tracking WSoftware
causa della mobilizzazione di polveri in determinate condizioni di temperatura e pressione. Il Gruppo di Ricerca di Elettronica Quantistica e Fisica dei Plasmi ha sviluppato una facility (STARDUST-U), che permette una replica sperimentale d’incidenti relativi a mobilizzazioni di polveri e delle loro conseguenze in diverse condizioni di vuoto, pressurizzazione e temperatura. Gli autori presentano i problemi e le performance, oltre a un raffronto della facility attuale con quella precedente per illustrare i miglioramenti apportati e discutere criticamente i risultati. STRUTTURE COERENTI NELLO SCREECH DI JET COASSIALI SUPERSONICI
E. Miguel, T. Pagliaroli, R. Camussi – Università degli Studi Roma Tre, DING, D. Guariglia, C. Schram – Von Karman Institute, Rhode-St-Genese, Belgium Il lavoro descrive lo studio sperimentale di un getto coassiale, in funzione di diversi numeri di Mac, effettuato tramite l’unione della tecnica PIV (Particle Image Velocimetry) e di un array di microfoni. Il flusso secondario è rappresentato da un getto supersonico, espanso in modo imperfetto, il quale genera un pattern di shock-cell complesso. Tale fenomeno si può presentare quando l’ugello di un motore a turboventola lavora in condizioni diverse rispetto a quelle di progettazione. Avviene che, spesso, il pattern di shock-cell generi un interessante, ma indesiderato, ritorno aeroacustico,
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denominato “rumore shock-cell”. In genere, le fluttuazioni di pressione associate a questo meccanismo presentano due diverse componenti nel dominio delle frequenze: un rumore a banda larga associato allo shock e uno screech. Lo screech è composto Figura 9 – Campo di velocità medio normalizzato, la zona grigia da armoniche prodotindica la regione sonica (a); te dalla propagaziocampo di velocità medio normalizzato fissata la fase (b) ne dell’onda d’urto derivante dal passaggio di onde supersoniche all’interno del flusso dell’ugello, generate a loro volta sia dall’interazione dell’onda non lineare instabile del flusso dell’ugello con la struttura shockcell all’interno della colonna del getto, sia dalle interazioni tra le onde non lineari stesse. L’attività sperimentale si è focalizzata sull’aFigura 10 – Primo modo POD calcolato in diverse situazioni di test; nalisi della seconda per i primi 5 casi, una struttura coerente viene chiaramente componente generata visualizzata grazie all’utilizzo della tecnica POD dal meccanismo di feedback creato tra le strutture coerenti comprese tra lo stato getto. In Fig. 9 è riportato il campo di velocità media normalizzato totalimite e le onde stazionarie. Il campo di velocità è stato misurato le (a), e fissata la fase (b). In Fig. 2 tramite la tecnica PIV in prossimità si può osservare l’effetto dei toni della zona in cui il fenomeno di screech dello screech sul flusso del getto. In si sviluppa e agisce. Grazie all’uti- particolare il nucleo del getto semlizzo simultaneo di 8 microfoni di- bra allungato, e al di fuori dello strasposti radialmente rispetto al getto, to limite vengono generati 4 lobi è stato possibile campionare le flut- sonici. Questo fenomeno è indotto tuazioni di pressione nel campo lon- solo nei primi 5 casi del primo modo tano. Le strutture a maggiore ener- POD. gia e coerenza sono state estratte Infine, è stata sviluppata una nuova dal campo di velocità grazie all’uti- tecnica di post-processing, basata lizzo della tecnica POD (Proper sulla soluzione della matrice di autoOrthogonal Decomposition). Co me correlazione degli autovalori, che previsto, è stata individuata una consente di estrarre dai dati originali chiara correlazione tra i modi a mag- relativi alle fluttuazioni di pressione giore energia e i toni solamente l’impronta dello screech. dello screech, il che di- Un esempio dei risultati ottenuti applimostra l’importanza di cando questa avanzata tecnica di filquesto fenomeno sulla traggio sono rappresentati in Fig. 11, dinamica del flusso del dove viene mostrato il raffronto tra il
Figura 8 – Visualizzazione di polveri in movimento
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segnale originale e l’impronta dello screech (Fig. 11.c). MISURE IN LABORATORIO E IN CAMPO SU SONDE FOTOELETTRICHE E SU FLUSSOSTATO A ULTRASUONI ED EFFETTO DOPPLER PER IL CONTROLLO REMOTO DELLA TORBIDITÀ E DELLA VELOCITÀ DI FLUSSO IN UNA MISTURA SABBIA-ACQUA
M. Pellegrini, C. Saccani – Dip. Ingegneria Industriale, Università di Bologna Si descrive un apparato sperimentale e i relativi test sul campo per il controllo remoto della torbidità e della velocità di flusso di una miscela acqua-sabbia, all’interno di una conduttura, con tecniche non invasive e non
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fotoelettrici infrarossi thru-beam, mentre la velocità del flusso è stata monitorata da un flussostato a ultrasuoni ed effetto Doppler. In una prima fase, la coppia di sensori fotoelettrici e il flussostato ultrasonico DopFigura 11 - Decomposizione e ricostruzione del supporto compatto pler sono stati tedi decomposizione integrale e naturale: spettro degli autovalori normalizzati sui modi (a), primi 5 modi calcolati (b), stati in Laboratoconfronto tra il segnale originale e le sue componenti coerenti (c) rio per verificare e rappresentazione dei coefficienti temporali dei modi eventuali problein funzione dell’ordine dei modi (d) mi d’installazione e per verificaintrusive. Il flusso della miscela è pro- re la ripetibilità e l’accuratezza di midotto da un impianto innovativo per il sura. Successivamente ai test prelimicontrollo del fondale marino. La torbi- nari, i sensori fotoelettrici e il flussodità è stata monitorata tramite sensori stato ultrasonico Doppler sono stati
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IL TEMA
BMC (Best Measurement Capability) – pari a 0,2%. Il set di dati è stato a sua volta suddiviso in tre gruppi: 94 misuratori di flusso elettromagnetici, 83 ultrasonici e 69 a turbina; ogni gruppo è stato Figura 12 – Dettagli della strumentazione per il monitoraggio analizzato separatamente di condotte con miscele acqua-sabbia dagli altri e solo alla fine i risultati sono stati confrontati installati in un impianto su scala rea- tra di loro. le. Dato che il flussostato meccanico Il principale obiettivo dell’analisi statinon presenta un’alta affidabilità, è stica è il fattore di correzione C, rapstato individuato e testato come alter- presentato dalla differenza tra la velonativa un flussostato ultrasonico Dop- cità di flusso Q misurata dal Laborapler. torio di taratura (mediante procedure Successivamente due coppie di senso- accreditate e campione certificato di ri fotoelettrici sono state installate e riferimento) meno la velocità di flusso testate su due condutture dell’impian- QM registrata contemporaneamente to. I segnali di torbidità e di flusso dal misuratore di flusso sotto test, minimo prodotti dalla strumentazione espressa come percentuale di quesono stati integrati nella logica del st’ultima. PLC per un controllo automatico dell’impianto. Il lavoro mostra anche come la ripetibilità del flussostato ultrasonico Doppler è affetta negativamente dalla presenza di altri misuratori di flusso ultrasonici presenti in tubature vicine, e installati all’interno di un telaio di acciaio. ANALISI STATISTICA DI DATI SPERIMENTALI DI TARATURA PER MISURATORI DI FLUSSO IN CONDOTTE IN PRESSIONE
A. Lazzarin, E. Orsi, U. Sanfilippo (Politecnico di Milano, DICA – umberto.sanfilippo@polimi.it) Viene proposta un’analisi statistica su dati sperimentali di taratura ottenuti da diversi misuratori di flusso (elettromagnetici, ultrasonici, a turbina) in condotte in pressione. I set di dati sperimentali di taratura analizzati rappresentano l’intero archivio di test di taratura composto dalle prove condotte su 246 misuratori di flusso dal gennaio 2001 all’ottobre 2015 presso il Settore Portate del Laboratorio d’Idraulica “G. Fantoli” del Politecnico di Milano, accreditato come LAT 104, per un intervallo di flusso compreso tra 3 l/s e 80 l/s, avente certificazione CMC (Calibration and Measurement Capability) – prima nota come
te sensori che possono essere installati senza un aumento significativo del costo complessivo. I sensori FBG hanno consentito la realizzazione di un set-up non invasivo interamente rotante con il rotore (compresi i sottosistemi di alimentazione e d’interrogazione), grazie alla quantità limitata di cavi. I sensori sono stati collocati nella parte interna della pala, dove il rapporto segnale-rumore è maggiore e l’interferenza aerodinamica e il carico inerziale assumono valori limitati. Il set-up è formato da cinque sensori di deformazione (quattro per l’intradosso e uno per l’extradosso) e da un sensore di temperatura per la correzione dell’informazione di deformazione. Sono stati eseguiti due tipi di test: nel primo, le pale non rotanti sono state eccitate a mano su un banco prova, per valutare le loro frequenze naturali e i fattori di smorzament o . Nel secondo, le pale sono state monitorate direttamente durante una prova di volo, per verificare l’affidabilità del sistema e la sua Figura 13 – Dettagli del set-up sperimentale influenza sulla naviMISURA DINAMICA gabilità e pilotabilità dell’elicottero. La Fig. 14 mostra un esempio di dati NON INVASIVA acquisiti dal sistema e processati DI PALE DI ELICOTTERO relativi a tre diverse prove con rotaJ. Serafini, G. Bernardini, C. Ficuciello, zione manuale. Diverse procedure di V. Vezzari, L. Mattioni – Dip. Ingegneria, Università Roma Tre Il lavoro descrive l’utilizzo di un numero ridotto di sensori di sforzo basati su reticoli di Bragg in fibra (FBG) per ottenere misure statiche e dinamiche su due diverse pale di rotore in uso sull’elicottero Robinson R22 e sulla sua variante I.R.I. T22. L’obiettivo del lavoro è rappresentato dalla misura delle frequenze naturali, dello smorzamento e degli sforzi per controlli di qualità e monitoraggio (seguendo i criteri di sensori multi-purpose), trami-
Figura 14 – Esempio di segnali acquisiti dal sistema e processati
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eccitazione mostrano diversi picchi nello spettro di risposta del segnale, dovuti al diverso contenuto armonico dell’ingresso. La Fig. 15 mostra i dati acquisiti durante l’intera prova di volo, dall’accensione allo spegnimento.
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Franco Docchio è Professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il Dipartimento d’Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia. Si occupa di misure ottiche, laser industriali, strumentazione elettronica di misura, creazione di società di Start-up. È attualmente Direttore della rivista Tutto_Misure.
Ileana Bodini è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento d’Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia. Si occupa di visione 2D e 3D per applicazioni meccaniche (studio del contatto ciclico ruota/rotaia), diagnostica per mezzo di misure di vibrazione, allestimento e gestione di sistemi di misura in ambienti debolmente controllati e analisi e interpretazione dei dati.
Figura 15 – Segnale derivante dai sensori durante l’intera prova di volo
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Simone Pasinetti è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento d’Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Brescia. Si occupa principalmente di misure su sistemi di riabilitazione robotizzati, di tecniche di visione 2D e 3D senza contatto, di misure biomedicali.
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METROLOGIA LEGALE E FORENSE
GLI ALTRI TEMI
Alessandro Ferrero 1, Veronica Scotti 2
Con l’incertezza di misura un giudice derubrica un reato di guida in stato di ebbrezza La metrologia forense incassa un primo successo
AN ITALIAN COURT REDUCES A CHARGE ON A DUI CASE BASED ON MEASUREMENT UNCERTAINTY For the first time in Italy, to the authors’ knowledge, an Italian court reduces a charge on a DUI case, by considering the measurement uncertainty evaluated on the basis of the manufacturer’s specifications reported on the operating manual, and not on the verification of the employed instrument, as in all previous cases. This paper shows the juridical and metrological motivations that led the court to reduce the charge in this specific case. RIASSUNTO Per la prima volta in Italia, per quanto a conoscenza degli autori, un reato per guida in stato di ebrezza è stato derubricato sulla base di considerazioni metrologiche e della valutazione d’incertezza a partire dalle specifiche di accuratezza fornite dal costruttore nel manuale operativo dello strumento in uso alle forze dell’ordine e non, come finora avvenuto, sulla base di una verifica dello strumento impiegato. Questo articolo discute le motivazioni giuridiche e metrologiche che hanno indotto il giudice a emettere la sentenza. LA METROLOGIA ENTRA IN UN PROCESSO PENALE
Non è la prima volta che affrontiamo il tema della metrologia forense su questa Rivista [1], mettendo in evidenza come la metrologia forense fosse un importante strumento a disposizione del giudicante, se correttamente informato dal consulente tecnico, per giungere a decisioni ponderate che, quando basate su rilievi sperimentali, potessero trovare, nell’espressione dell’incertezza di misura, un importante strumento per decidere quanto ragionevole fosse il dubbio di decisione sbagliata. Si è già visto come le tematiche proprie della metrologia forense siano assai poco, per non dire affatto, praticate nelle aule di giustizia italiane, mentre all’estero la situazione è molto più avanzata [2]. In particolare, un settore in cui la metrologia ha iniziato a far sentire la propria voce negli USA è quello della guida in stato di ebbrezza [2]. Finora, in Italia, i magistrati sono sempre rimasti sordi a que-
ste tematiche, a meno che venisse dimostrato il malfunzionamento dello strumento usato per lo specifico rilievo che aveva portato all’incriminazione dell’imputato. È quindi con soddisfazione che, come corollario a quanto già discusso [1], vi riferiamo quello che, a nostra conoscenza, è il primo caso in Italia in cui un giudice ha accolto le nostre tesi (eravamo entrambi consulenti della difesa), e ha derubricato un reato di guida in stato di ebbrezza da art. 186, II comma, lett. c ad art. 186, II comma, lett. b del Codice della Strada. IL FATTO
controllo di routine durante il quale, come ormai prassi, il soggetto viene sottoposto all’alcol test con l’etilometro in dotazione alle forze dell’ordine. Si tratta del Dräger Alcotest 7110 Standard IR / IR + EC. Alla prima rilevazione effettuata il risultato è pari a 1,56 g/l, mentre nella seconda misurazione il risultato è pari a 1,51 g/l. In considerazione di quanto disposto in materia dal Codice della Strada che, all’art. 186, prevede la pena dell’ammenda da 1.500 € a 6.000 € e dell’arresto da sei mesi a un anno, qualora sia stato accertato un valore corrispondente a un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, oltre ad altre sanzioni (sospensione della patente da uno a due anni e confisca del veicolo, se appartenente al reo), viene dato avvio al procedimento penale volto all’accertamento dei fatti di reato. Al riguardo va opportunamente evidenziato che la fattispecie di reato di guida in stato di ebbrezza, fin dalla sua originaria introduzione nell’ordinamento, poteva essere comunque rilevata e contestata anche sulla base di elementi considerati sintomatici di uno stato alterato del soggetto e delle sue capacità, quali rossore degli occhi, difficoltà di deambulazione e altri eventuali atteggiamenti analoghi del soggetto sottoposto all’accertamento. Tuttora permane la possibilità di valutazione e considerazione di dette circostanze che danno comunque luogo a una sanzione, sebbene di carattere amministrativo (si veda art. 186 comma II lett. a) e non, invece, penale come il caso che ci occupa. Attualmente, a seguito della previsione di speci-
Siamo nel primo entroterra di uno dei paesi del levante genovese. Gigi (il nome è, per ovvie ragioni, di fantasia) sta tornando a casa in sella al suo scooter verso le tre di una notte di 1 DEIB – Politecnico di Milano agosto del 2013. Qualche bicchiere alessandro.ferrero@polimi.it forse lo ha bevuto (si sa, in vacanza, 2 Avvocato – Foro di Milano con gli amici…). Viene fermato per un veronica.scotti@gmail.com
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N. 04 03ƒ ;2016 LA CONSULENZA
Il difensore dell’imputato, nonostante la contestazione della fattispecie di guida in stato di ebbrezza potesse essere censurata sotto diversi profili (anche puramente formali, quali ad esempio l’omesso avviso al presunto trasgressore del diritto di farsi assistere da un legale al momento della conduzione del test), ha ritenuto più op-
portuno e utile richiedere una consulenza tecnica circa l’etilometro, non riguardante lo strumento specificamente utilizzato per l’accertamento, bensì riferita alle regole generalmente applicabili a tutti gli strumenti di misura, ivi inclusa l’incertezza di misura. La consulenza si è articolata su due livelli distinti, benché interconnessi: quello giuridico e quello tecnico. Aspetti giuridici In primis va evidenziato che, in materia di etilometri, si rinviene nel panorama normativo nazionale una regolamentazione che, sebbene apparentemente scarna, consente, sotto il profilo giuridico, il pieno riconoscimento di norme tecniche cui le disposizioni legislative fanno (espresso o implicito) rinvio. In particolare la previsione principale che concerne le modalità attraverso cui condurre l’accertamento della guida in stato di ebbrezza con etilometro e, conseguentemente, i requisiti per la validità di tale strumento, è contenuta all’art. 379 del Regolamento attuativo del Codice della Strada che così dispone: “ … (omissis) … 5. Gli etilometri devono rispondere ai requisiti stabiliti con disciplinare tecnico approvato con Decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione di concerto con il Ministro della Sanità. I requisiti possono essere aggiornati con provvedimento degli stessi Ministri, quando particolari circostanze o modificazioni di carattere tecnico lo esigano. 6. La Direzione generale della M.C.T.C. provvede all’omologazione del tipo degli etilometri che, sulla base delle verifiche e prove effettuate dal Centro Superiore Ricerche e Prove Autoveicoli e Dispositivi (CSRPAD), rispondono ai requisiti prescritti. 7. Prima della loro immissione nell’uso gli etilometri devono essere sottoposti a verifiche e prove presso il CSRPAD (visita preventiva). 8. Gli etilometri in uso devono essere sottoposti a verifiche di prova dal CSRPAD secondo i tempi e le modalità stabiliti dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione, di concerto con il Ministero della Sanità. In
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fiche rigide soglie di tasso alcolemico, il legislatore ha stabilito e regolamentato l’uso di appositi dispositivi destinati alla verifica del livello di alcol nel sangue tale da consentire l’accertamento del rispetto o meno dei parametri imposti dalle norme per l’esclusione (o meno) dello stato di ebbrezza. La prassi diffusa nei vari Tribunali italiani è quella di considerare tali apparecchi di misurazione del tasso alcolemico come macchine infallibili, salvo rare eccezioni volte principalmente a contestare le condizioni del singolo dispositivo utilizzato nella verifica specifica e individuale che presenti anomalie in ordine alle verifiche periodiche. Tuttavia, nel caso in esame, il giudicante, sebbene non riconoscendo pieno valore alle dissertazioni tecniche e giuridiche volte a evidenziare le carenze del sistema di verifiche periodiche, (mancate) tarature e controlli degli etilometri, ha comunque accolto parte della tesi difensiva, non limitandone l’applicabilità al solo caso specifico e facendo riferimento a principi applicabili in via generale a tutti gli strumenti di misura appartenenti a una certa categoria (etilometri ovviamente).
GLI ALTRI TEMI
caso di esito negativo delle verifiche e prove, l’etilometro è ritirato dall’uso”. Il disciplinare tecnico cui la disposizione legislativa fa riferimento, benché antecedente il Regolamento attuativo, è tuttora rappresentato dal DM 196/1990 che impone, oltre alla presenza di targhetta apposta su ciascun etilometro recante informazioni sullo strumento, all’obbligatoria presenza di libretto metrologico e manuale d’uso in lingua italiana per ciascun etilometro, la verifica iniziale ai fini della omologazione e verifiche periodiche successive secondo le istruzioni riportate nel manuale del fabbricante. Sul punto va precisato che la consulenza ha fondato le proprie considerazioni sul manuale del fabbricante in lingua inglese-tedesca, in quanto non è stato possibile rintracciare il manuale in lingua italiana. Nel caso di specie, il fabbricante del Dräger Alcotest 7110 Standard IR / IR + EC dichiara i livelli di deriva dello strumento (ove per deriva deve intendersi la perdita progressiva di capacità di misurazione che caratterizza ciascuno strumento) relativi a un periodo massimo di 6 mesi; oltre tale termine il fabbricante non garantisce nulla, e non è pertanto possibile inferire alcunché circa il comportamento dello strumento e la sua attendibilità. Il manuale prevede, infine, l’esecuzione di verifiche periodiche, in ragione di tale modificazione nel tempo delle caratteristiche dello strumento, raccomandando al riguardo una taratura ogni 6 mesi ed estendendo tale intervallo, come termine massimo, a 12 mesi. Premesso che, come noto, il sistema di taratura nazionale è stato introdotto in Italia con legge 273/1991 e questa prevede la presenza di un unico organismo nazionale deputato all’accreditamento di Laboratori di taratura (oggi ACCREDIA) che, solo a seguito di apposito riconoscimento, possono effettuare tali operazioni e rilasciare i pertinenti certificati, le disposizioni stabilite in materia dal legislatore appaiono del tutto disattese nel sistema di verifica e controllo degli etilometri. Infatti, sia le verifiche iniziali sullo strumento, finalizzate a consentire l’omo-
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Mediante la lettura combinata delle disposizioni normative e del manuale del fabbricante, al quale viene attribuito valore di norma di riferimento, si ricava la disciplina disposta per l’etilometro in questione (infatti le considerazioni qui esposte possono essere esclusivamente riferite all’etilometro Dräger Alcotest 7110 Standard IR / IR + EC specie per quanto riguarda la taratura, in quanto la raccomandazione di effettuare tarature entro certi intervalli temporali è contenuta nel manuale di tale strumento mentre non si può escludere che medesimi suggerimenti siano o meno inseriti in altri manuali per altri dispositivi). Posto che è quindi stabilita per legge la taratura dell’etilometro de quo, si è reso necessario valutare se, sempre con riguardo all’aspetto giuridico, si potesse riconoscere un valore, assimilandole alla taratura, alle operazioni di controllo condotte dal CSRPAD con cadenza periodica su ciascun etilometro, i cui risultati sono documentati dal libretto metrologico associato a ogni specifico dispositivo. Al fine di meglio definire la portata delle norme tecniche, cui l’ordinamento attribuisce efficacia, nel corso della consulenza è stata enfatizzata l’importanza della legge 273/1991 istitutiva del sistema nazionale di taratura che non si limita a prevedere la costituzione di un istituto metrologico ma introduce nell’ordinamento un corpus di altre norme (di natura prettamente tecnica), alle quali deve quindi essere riconosciuta medesima dignità delle disposizioni legislative, e, ulteriormente, non si possono trascurare le disposizioni comunitarie dettate in materia, in specie il Regolamento 765/2008/CE, che, per loro natura, si pongono a un livello superiore rispetto alle leggi nazionali. In via logico-sistematica ne deriva quindi la necessità, per l’etilometro utilizzato per l’accertamento del reato, di una taratura condotta secondo lo schema tipico previsto, peraltro proprio a livello legislativo, in conformità alle regole previste dal sistema nazionale di taratura. Pertanto, in considerazione del fatto che:
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logazione ministeriale, sia i controlli successivi alla messa in servizio, sono effettuati dal Centro Superiore Ricerche e Prove Autoveicoli (CSRPAD) presso il Ministero Trasporti, che non risulta essere nell’elenco dei Laboratori accreditati da ACCREDIA. Nel corso del dibattimento, in particolare in sede di assunzione delle dichiarazioni dei consulenti tecnici della difesa, sono quindi emersi rilevanti elementi a favore della tesi della difesa, che presentano un fondamento sia tecnico sia giuridico, idonei a sostenere l’inattendibilità (o inutilizzabilità) dei risultati dei test condotti con etilometro. Sotto il profilo giuridico, prima ancora che tecnico, si rileva la mancata osservanza di quanto ex lege stabilito. Diversamente rispetto agli autovelox, la cui disciplina ha recentemente visto il riconoscimento della necessità di taratura a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale (sentenza n. 113/2015) che ha colmato un vuoto normativo dovuto alla totale assenza di previsioni legislative sul punto, per quanto riguarda l’etilometro, sia il codice della strada sia il relativo Regolamento attuativo stabiliscono disposizioni concernenti aspetti tecnici atti a garantire il “buon funzionamento” dello strumento anche se le modalità attraverso cui le norme perseguono detto scopo non risultano sempre chiare. Infatti, in questa materia si assiste al ricorso a una duplice tecnica legislativa volta a garantire, comunque, il corretto uso degli etilometri: – assorbimento delle norme tecniche, per quanto riguarda le disposizioni riguardanti i controlli iniziali, ove il legislatore prevede, incorporando nelle norme stesse il relativo contenuto, il protocollo specifico di verifica (di contenuto squisitamente tecnico); – rinvio espresso alle norme tecniche, per quanto riguarda le verifiche periodiche successive alla messa in servizio dello strumento; in specie si rinvia a quanto previsto dal fabbricante che stabilisce le tipologie di controlli cui sottoporre il proprio apparecchio.
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1) Non è stata effettuata alcuna taratura dello strumento che consentisse di correggere l’eventuale deriva e di valutare l’incertezza associata al dispositivo, al fine di valutare l’attendibilità e utilizzabilità in sede processuale dei risultati dei test condotti con tale apparecchio; 2) le verifiche periodiche, che avrebbero dovuto essere condotte sullo strumento (delle quali peraltro nel procedimento in oggetto non è stata data alcuna evidenza), non possono essere assimilate a una taratura per due ordini di motivi: a) non risulta alcuna evidenza dei parametri utilizzati per le verifiche periodiche, posto che la normativa (DM 196/1990) si limita a disciplinare i controlli ante-omologazione; b) non viene rilasciato alcun certificato contenente informazioni equivalenti a quelle menzionate nei certificati di taratura; c) il CSRPAD non è un organismo accreditato nel circuito ACCREDIA; 3) non è stato depositato agli atti il libretto metrologico relativo al dispositivo utilizzato; le misure effettuate con tale strumento non possono essere ritenute attendibili. Aspetti tecnici La parte tecnica della consulenza si è concentrata sulla valutazione dell’incertezza dello strumento, con l’intento di fornire al giudicante la probabilità che, pur avendo lo strumento misurato una concentrazione di alcol pari a 1,51 g/l, la reale concentrazione fosse inferiore al limite di legge di 1,5 g/l. Non essendo disponibile né lo strumento utilizzato nello specifico, per poter procedere a una sua verifica e a una valutazione sperimentale dell’incertezza, né, come sopra evidenziato, un certificato di taratura, si è proceduto con una valutazione di tipo B, basata sui dati forniti dal costruttore nel già citato manuale d’uso. Il manuale d’uso riporta, per il range dei valori misurati, un coefficiente di variazione del 1,5 %, corrispondente a un’incertezza tipo di 0,023 g/l per il valore misurato di 1,51 g/l. Inoltre, sempre per quel range, riporta una
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deriva di ±0,02 g/l per mese trascorso dall’ultima taratura, fino a sei mesi dalla taratura. Non essendo disponibile neppure il libretto metrologico, non è stato possibile stabilire quando fosse stata effettuata l’ultima verifica dello strumento presso il CSRPAD. Si è quindi supposto che fosse trascorso un mese solo da tale verifica (circostanza comunque sfavorevole all’imputato). Ipotizzando, come fatto in [3], una distribuzione di probabilità normale per i possibili valori attribuibili al misurando, i dati forniti dal costruttore portano a valutare, a un mese dall’ultima taratura, un valore minimo dell’intervallo dei possibili valori dato dall’incertezza estesa con K = 2 di 1,45 g/l, ben al di sotto della soglia di legge di 1,5 g/l, per la quale sono previste le sanzioni più gravi. Ovviamente, nel caso in cui sia trascorso più tempo dall’ultima taratura, il valore minimo dell’intervallo dei possibili valori attribuibili al misurando si abbassa ulteriormente, andando sempre di più a favore dell’imputato. Dai valori ottenuti, e trascurando la deriva, è inoltre possibile, sempre nell’ipotesi di distribuzione normale, calcolare la probabilità che, con un valore misurato di 1,51 g/l, il valore del misurando fosse inferiore a 1,50 g/l. Tale probabilità risulta essere del 32,5 %, ben al di sopra di quello che potrebbe essere ritenuto un ragionevole dubbio. Nell’esporre questi dati al giudicante si è comunque enfatizzata la mancanza del certificato di taratura, e quindi che l’ipotesi che il valore misurato non fosse affetto da uno scostamento sistematico non corretto era solo un’ipotesi di lavoro, non convalidata da dati sperimentali (la taratura) e che, di conseguenza, non c’erano elementi per poter escludere con totale certezza che la reale concentrazione di alcol non fosse inferiore a 0,8 g/l. Sulla base delle considerazioni tecnico-giuridiche sopra esposte, la difesa ha insistito per l’inutilizzabilità del risultato del test effettuato con l’etilometro in oggetto, con conseguente richiesta di assoluzione per l’imputato. Va peraltro precisato, per completezza d’informazione, che l’agente che ha contestato il reato, sentito come testimone, ha affermato che l’imputato aveva gli occhi lucidi e l’alito vinoso, quindi implicitamente negando il funzionamento totalmente fuori specifiche dello strumento utilizzato. LA SENTENZA
Il Giudice, ripercorrendo il corso del dibattimento e richiamando, in particolare, quanto riferito dai consulenti della difesa, ha fondato la propria decisione principalmente sul concetto di deriva dello strumento, trascurando, invece, il concetto di taratura, nonché alcune carenze documentali. In particolare, la pronuncia si presta ad alcune censure sia processuali sia tecniche:
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dica la necessità di verifiche periodiche che devono essere effettuate in conformità alle istruzioni fornite dal fabbricante. Siccome, nel caso di specie, il produttore medesimo stabilisce la necessità di tarature periodiche dello strumento e dato che, in virtù del rinvio operato dal legislatore alle disposizioni del fabbricante queste ultime assumono natura di norma di legge, il giudicante avrebbe dovuto considerare tali elementi e dichiarare quindi l’assoluzione del presunto trasgressore, senza esorbitare dai limiti fissati dal legislatore. Tuttavia, la sentenza in esame dimostra un’apertura della giurisprudenza di merito verso i concetti tecnici riferiti a strumenti di misura, nonostante si limiti a valutare positivamente, per ora, il solo aspetto della deriva. In ordine all’incertezza di misura, emblematica della persistente riottosità dei giudicanti verso tale concetto, che sotto l’aspetto terminologico risulta decisamente infelice, è l’affermazione del giudicante il quale definisce tale assunto difensivo inconsistente in quanto esso “postulando l’assoluta incertezza circa la correttezza di qualsivoglia misurazione mediante etilometro, finisce per porre in discussione l’impianto sul quale si fonda l’accertamento del reato in contestazione e, conseguentemente, il criterio a tale fine predeterminato dal legislatore”. Infine, per quanto concerne invece la deriva dello strumento come dichiarata dal fabbricante nel manuale, il Giudice ne riconosce l’importanza e l’applicabilità al caso di specie in senso favorevole al reo e, considerato che il valore misurato era pari a 1,51 g/l, in liminis tra due differenti tipologie di reato, ha positivamente risolto la vicenda con derubricazione del reato originario. Nei fatti, il mezzo viene dissequestrato, l’ammenda da pagare è inferiore e il periodo di sospensione della patente inferiore. Non è l’assoluzione piena sperata dalla difesa, ma, considerate altre sentenze in materia (che mai hanno considerato gli aspetti metrologici), non ci si può lamentare.
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– Sul libretto metrologico: la mancanza del libretto metrologico associato a ogni etilometro, che l’accusa avrebbe dovuto depositare quale completamento delle indagini, determina la carenza di un documento, anzi del documento previsto dalla legge, attestante il regolare e periodico controllo sullo strumento. L’omesso deposito del libretto metrologico determina l’impossibilità, per l’imputato, di verificare la corretta gestione dello strumento utilizzato per l’accertamento, con la conseguente menomazione del diritto di difesa, da un lato, nonché il dubbio circa il funzionamento dell’apparecchio tale da non consentire un accertamento pieno della responsabilità del presunto reo in ordine alla fattispecie contestata con conseguente necessità di valutazione positiva di tale circostanza da parte del giudicante, ovvero a favore dell’asserito trasgressore; – sulla taratura: l’assenza di qualsiasi operazione di taratura sul dispositivo, contrariamente a quanto indicato dal fabbricante nel manuale d’uso che, come prima ricordato, costituisce un riferimento elevato a rango di norma, determina l’inutilizzabilità del risultato dei test e, conseguentemente, il reato non può ritenersi sussistente poiché non può essere confermato il superamento o meno della soglia stabilita dal legislatore. In ultima ipotesi, il presunto trasgressore potrebbe essere incolpato di guida in stato di ebbrezza, come dalla sintomatologia rilevata dagli accertatori e riportata nel verbale, con conseguente riduzione dell’illecito da penale ad amministrativo (fascia 0,5-0,8 g/l); – sulla carenza di documentazione tecnica dello strumento: nel procedimento, l’accusa non ha prodotto alcun documento tecnico che consentisse di superare le eccezioni formulate dalla difesa circa la non conforme gestione, ivi inclusi controlli periodici, del dispositivo di misura; – sulla mancata applicazione di norme di legge: l’impianto normativo riguardante la vicenda depone a favore delle interpretazioni fornite dai consulenti in quanto, come sopra riportato, è il legislatore stesso che in-
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CONCLUSIONI
Come appena ricordato, è la prima volta, almeno a conoscenza di chi scrive, che gli aspetti metrologici vengono presi in considerazione in una sentenza per guida in stato di ebbrezza e i valori misurati dallo strumento corretti sulla base di considerazioni metrologiche. Altre volte c’erano state sentenze favorevoli all’imputato, ma alla base della sentenza c’era sempre stata una perizia tecnica sul singolo strumento, perizia che ne aveva provato il malfunzionamento. Questa sembra essere la prima volta in cui la sentenza si basa su considerazioni teoriche generali e non su accertamenti tecnici relativi a un singolo strumento. Va però notato che l’unico aspetto metrologico colto dal giudicante è quello relativo alla possibile deriva dello strumento. Ancora una volta il concetto d’incertezza – absit iniuria verbis! – non viene recepito. Anzi, invece di recepire quanto la corretta valutazione dell’incertezza di misura rafforzi il risultato della misura e ne quantifichi i limiti di attendibilità, si afferma ancora una volta che “postulando l’assoluta incertezza circa la correttezza di qualsivoglia misurazione mediante etilometro, finisce per porre in discussione l’impianto sul quale si fonda l’accertamento del reato”. Va comunque detto, a onore del vero e del magistrato a cui il processo è stato affidato, Dr. Lepri, che siamo stati ascoltati con evidente interesse, e che sono state poste domande pertinenti e certamente volte a capire i concetti esposti. Se quindi il significato d’incertezza di misura è stato ancora una volta frainteso, data buona parte della colpa al consulente tecnico che non l’ha saputo spiegare nei pochi minuti della propria deposizio-
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N. 04ƒ ; 2016 ne, vale forse la pena interrogarsi ancora una volta su quanto la comunità dei metrologi fa per spiegare e disseminare i concetti base della metrologia al di fuori del piccolo e specifico ambito tecnico. L’importanza delle misure in ambiti che sempre di più esulano dal campo tecnico per coinvolgere il quotidiano è tale da non poter lasciare chi poi ne usa i risultati per prendere decisioni di grande impatto digiuno dei principi base della metrologia. Ciononostante, rispetto a quanto già discusso su questa stessa rivista, oggi stiamo commentando una sentenza che ha almeno parzialmente accolto gli aspetti metrologici. Ovviamente, come sempre, una rondine non fa primavera e una sentenza non fa giurisprudenza. La strada per vedere riconosciuti i valori della metrologia anche in ambito forense è ancora lunga. Ci sembra tuttavia che un primo passo sia stato compiuto, e ci sembra soprattutto che sia stata vincente la sinergia tra il mondo della metrologia e quello della giurisprudenza messa in atto in questa circostanza. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] A. Ferrero, V. Scotti, La metrologia forense, Tutto_Misure, n. 4, 2014, pp. 267-272. [2] T. Vosk, A.F. Emery, E. Fitzgerald, “Forensic Metrology: A primer on scientific measurement for lawyers, judges and forensic scientists”, Taylor & Francis, New York, NY, USA, 2014. [3] T. Vosk, “Trial by numbers”, The Champion, pp. 4856, novembre 2010. Alessandro Ferrero è Professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il Politecnico di Milano. Si occupa di misure sui sistemi elettrici di potenza, di elaborazione numerica di segnali, di metodi di valutazione ed espressione dell’incertezza di misura e di metrologia forense. Ha presieduto il GMEE nel triennio 2004-2007 e la Instrumentation and Measurement Society dell’IEEE nel biennio 2008-2009. È stato Editor in Chief delle IEEE Transactions on Instrumentation and Measurement dal 2012 al 2016. Veronica Scotti è avvocato iscritto al Foro di Milano e pratica la libera professione dal 2000, occupandosi di contenzioso giudiziale e stragiudiziale in ambiti che coinvolgono aspetti tecnici, quali urbanistica, ambiente e prodotti CE. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano per materie giuridiche e collabora con associazioni internazionali attive nel campo delle misure (quali IEEE). In diverse occasioni è stata invitata a tenere seminari e tutorial relativi alla metrologia forense e legale. È collaboratrice permanente di Tutto_Misure.
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MISURE PER L’AMBIENTE E IL COSTRUITO Federico van der Velden
Il vapore industriale Misure di portata ed energia
WATER STEAM: MEASURING IN INDUSTRIAL AND HVAC FACILITIES Water steam has a low thermal conductivity and a great energy transportation capacity (a ratio of 19/1 compared to the energy transportation capacity of water having a temperature reduction of 30 °C). It is also used for sterilization, humidification and energy production. Measuring energy in existing water steam facilities might be difficult, when piping and variable flows do not allow the installation of accurate instruments. RIASSUNTO Il vapore d’acqua è adatto al trasporto e alla produzione d’energia, alla fornitura di servizi termici, di sterilizzazione e umidificazione. Può accadere che gli impianti a vapore esistenti siano caratterizzati da reti di distribuzione inadatte ai requisiti d’installazione previsti per strumenti sufficientemente accurati. L’articolo espone un caso reale relativo a una centrale termica ospedaliera oggetto di analisi per determinare il rendimento di produzione del vapore.
flusso, detta “vena contratta”, corrisponde alla massima velocità e alla minima pressione del fluido ed è situata a valle dell’orifizio. A valle della vena contratta il flusso si espande con conseguente diminuzione della velocità e aumento della pressione fino a un valore massimo, inferiore alla pressione a monte dell’orifizio a causa delle dispersioni d’energia dovute alle turbolenze indotte dal dispositivo. La differenza di pressione del fluido tra sezione di scorrimento non perturbata, a monte dell’orifizio, e vena contratta, permette di determinare il flusso volumetrico e di massa, proporzionale alla radice quadrata della variazione di pressione. La
IL CONTESTO TECNOLOGICO
Il contesto in esame riguarda la produzione d’energia di un generatore modulante di vapore saturo, avente potenza nominale di circa 7 MW. Il vapore prodotto viene misurato da un sistema costituito da un disco a orifizio calibrato (Fig. 1) che fornisce il valore della portata in funzione della pressione differenziale tra ingresso e uscita dell’orifizio. Il segnale del trasduttore di pressione fornisce la misura della portata in base alla funzione Q = k dp1/2 (con k costante), in rapporto al valore di fondo scala certificato dal costruttore e scelto in funzione della portata massima d’esercizio (10 t/h a 10 bar di pressione, con Figura 1 – Schema di un sistema di misura della portata potenza massima di 7 MW). Il sistecostituito da piastra con orifizio calibrato ma determina anche la massa e l’energia del vapore saturo prodotto, in funzione della pressione e/o della cipio di Bernoulli: a parità di portata, vena contratta è un fenomeno fluidodil’aumento di velocità di un fluido com- namico dipendente dalle specifiche temperatura del fluido. porta la diminuzione della sua pressio- geometriche del complesso tubazionene in proporzione al quadrato della orifizio e dal valore della portata che, IL SISTEMA DI MISURA velocità. L’orifizio è costituito da una A ORIFIZIO CALIBRATO placca sottile, forata, installata nella tubazione percorsa dal fluido che è Advice SST srls a socio unico L’orifizio calibrato funziona in base costretto a scorrere attraverso il foro. La Soluzioni, sistemi e tecnologie all’effetto Venturi, conseguenza del prin- sezione di convergenza massima del fevdvelden.@gmail.com
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diminuendo eccessivamente rispetto al valore nominale di progetto previsto per l’orifizio, provoca l’attenuazione del fenomeno di contrazione della vena fluida e della differenza di pressione misurata, con conseguente sottostima dei flussi eccessivamente ridotti rispetto alla portata nominale. I dati relativi al funzionamento del generatore I dati tecnici e d’esercizio del generatore sono riportati nell’elenco seguente: – Potere calorifico inferiore del metano: 9,5505 kWh/st.m³; – Entalpia specifica del vapore a 10 bar: 781 kJ/kg; – Entalpia specifica dell’acqua d’alimento a 115 °C: 482,5 kJ/kg; – Fattore di correzione del contatore di gas: 1,004 st.m³/m³; – Potere calorifico superiore del gas (da fatture): 38,1000 MJ/st.m³ = 56,1553 MJ/kg; – Potere calorifico inferiore del gas (da fatture): 34,3819 MJ/st.m³ = 50,6752 MJ/kg; – Potenza nominale Pn del generatore: 6.977 kW; – Perdite termiche al mantello: 3% di Pn = 209,31 kW; – Spurgo medio giornaliero (400 l/min. per 4 min.): 1.600 kg/giorno; – Pressione del vapore generato: 10 bar;
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– Temperatura fumi esausti: 184,6 °C; – Temperatura aria comburente: 28,2 °C; – Percentuale d’ossigeno presente nei fumi esausti: 2,7%; – Eccesso d’aria (lambda): 1,148352%; – Perdite di potenza al camino: Qs = (0,68/(21-2,7) + 0,01) (184,6 - 28,2) = 7,4%. LA CAMPAGNA DI MISURE
Per valutare l’efficienza del generatore e verificare le indicazioni fornite dai parametri di combustione rilevati, è stata condotta una campagna di misure; non potendo installare uno strumento di riferimento sulla linea di vapore, è stato utilizzato un misuratore non invasivo, a ultrasuoni (con trasduttori installati sulla superficie esterna della tubazione dell’acqua d’alimento del generatore) in grado di misurare la massa d’acqua immessa in caldaia, corrispondente alla quantità di vapore generato (a meno degli spurghi d’acqua necessari per ridurre la concentrazione dei sali disciolti nelle condense e garantire livelli di salinità entro limiti tali da evitare depositi dannosi per il generatore). Le prestazioni tecniche dello strumento utilizzato
economia e finanza è espresso con la sigla “Smc”; trattandosi di una notazione che non rispetta le norme dettate dal sistema internazionale, in questo contesto si preferisce adottare la sigla “m³ st.”, con l’abbreviazione “st.” indicante le condizioFigura 2 – Prestazioni tecniche del misuratore di portata ni di misura “standard”). a ultrasuoni impiegato nella campagna di misure Il rendimento del generatore è calcolato in base al rapporto tra l’energia di trasformazione dell’acqua sono rappresentate in Fig. 2. Le misure sono state effettuate nell’arco in vapore a 10 bar e il consumo corridi cinque giorni, rilevando i consumi di spondente d’energia primaria fornita gas, l’energia totalizzata dal misuratore dal gas metano. In base ai valori acdi vapore, la quantità totalizzata d’ac- quisiti è emerso il dispositivo a orifizio qua immessa nel generatore e la quan- calibrato fornisce indicazioni inferiori tità d’acqua espulsa dal generatore del 19% rispetto alle misure fornite attraverso gli spurghi; densità, entalpia dallo strumento a ultrasuoni installato specifica, massa ed energia del vapore per rilevare il consumo d’acqua d’aligenerato, rilevato dal sistema a orifizio mento, a conferma dei parametri di calibrato, sono state determinate in rendimento dedotti dall’analisi della base alla tabella caratteristica del vapo- combustione. re saturo, in funzione della pressione d’esercizio. I consumi di gas metano sono stati convertiti in “m³ st.” (rif. ALTERNATIVE PER LE MISURE 1.013 mbar e 15 °C) e trasformati in D’ENERGIA NEGLI IMPIANTI MWh in funzione della costante di cor- A VAPORE rezione volumetrica e del potere calorifico inferiore dichiarati dall’ente fornito- Il costo degli strumenti di misura costire (p.c.i. riferito al m³ standard di gas). tuisce un vincolo per progettisti e I valori acquisiti e calcolati sono sinte- installatori. I sistemi a orifizio calibratizzati nella tabella rappresentata in to che determinano i valori di portata Fig. 3 (NdA: Il metro cubo standard in in base alla relazione Q = k dp1/2
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con k costante, sono economici e convenienti a condizione che operino con portate moderatamente variabili nell’intorno del valore nominale di progetto. I sistemi devono anche determinare le variabili di stato del fluido (acqua, vapore saturo o surriscaldato), a monte e a valle del circuito generatore o utilizzatore, per calcolare l’energia, la portata (in massa) e la potenza generata o assorbita. Gli strumenti più diffusi per misurare la portata del vapore, in alternativa ai sistemi a orifizio calibrato, si basano su due principi fisici differenti: i sistemi “vortex” rilevano e contano il numero (proporzionale alla portata) dei vortici generati da un elemento prismatico che perturba il flusso laminare; gli altri tipi di sistemi sono basati sull’effetto “Venturi” indotto da tratti di tubazione aventi sezione variabile o contenenti inserti che modificano gradualmente la sezione di passaggio del vapore, determinando variazioni di pressione più regolari e minori perdite di carico rispetto ai sistemi a orifizio calibrato. Entrambe le alternative operano con flussi non turbolenti, e pertanto devono essere installate in tratti di linea sufficientemente distanti da elementi perturbanti. L’alternativa di misurare la portata del-
Figura 3 – Rappresentazione tabellare di sintesi dei dati relativi alla campagna di misure
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l’acqua d’alimento dei generatori (come nel caso illustrato) o delle condense provenienti dalle utenze, non è proponibile per utilizzatori che disperdono vapore (es. umidificazione degli ambienti). Per realizzare soluzioni economicamente convenienti, aventi prestazioni metriche accettabili, è possibile perfezionare i sistemi a orifizio calibrato corredandoli con sezioni elettroniche configurabili per correlare direttamente il segnale misurato ai valori di portata corrispondenti, rilevati con strumenti di riferimento, in modo da compensare fenomeni difficilmente quantificabili, come la variabilità dell’effetto di contrazione della vena fluida a valle dell’orifizio. Accertata la ripetibilità degli schemi di correlazione, dipendenti dalle caratteristiche geometriche e dimensionali degli orifizi, è possibile realizzare dispositivi a orifizio calibrato con prestazioni migliorate, senza dover rinunciare alla semplicità costruttiva che consente di mantenere i costi competitivi.
Figura 4 – Interfaccia utente di un’applicazione che determina stato ed entalpia specifica del vapore d’acqua in funzione della pressione e della temperatura
realizzare, a costi competitivi, sistemi per determinare le grandezze richieequiparabili a “scatole nere” opportu- ste. Il passo ulteriore consisterebbe namente configurate per fornire le nella realizzazione di strumenti per il misure desiderate; nelle Figg. 4 e 5 è controllo di processo, caratterizzati rappresentato un esempio applicativo da curve caratteristiche personalizzarealizzato per determinare lo stato e bili in modalità software, con l’ausilio l’entalpia specifica del vapore d’ac- di strumenti di riferimento, in base alle qua, saturo e/o surriscaldato, me- esigenze specifiche. Strumenti simili, diante doppia interpolazione di valo- in prima analisi, non potrebbero esseri tabulati, in base alla pressione e re utilizzati per misure fiscali, ma FISICA, ELETTRONICA, alla temperatura del fluido. Il pro- garantirebbero buona versatilità e poINFORMATICA: MISURE gramma può essere opportunamente trebbero raggiungere livelli di preciCON SOLUZIONI INTEGRATE compilato e memorizzato in un’unità sione sufficienti per svolgere analisi Il trattamento dei segnali acquisiti dai di controllo collegata a sensori che energetiche e di processo in molteplisensori, unito all’elaborazione softwa- acquisiscono i parametri necessari ci ambiti d’impiego. re con tecnologie FPGA (Field Programmable Gate Array) e microproFederico van der Velden, Laureato in Ingegneria meccanica alcessori programmabili, permette di l’Università degli Studi di Brescia, è consulente ed esperto in gestione dell’energia (settore industriale), con esperienza pluriennale nel settorealizzare strumenti adatti a compenre dei servizi energetici, come referente dell’ingegneria dei sistemi di sare fenomeni descritti da leggi fisiche misura, controllo, manutenzione, ottimizzazione, simulazione e gecomplesse o difficilmente esprimibili in stione dell’energia, dedicati a impianti HVAC e di cogenerazione. termini matematici, a condizione che la grandezza misurata sia correlabile univocamente al segnale acquisito. La misura dei flussi di vapore d’acqua richiede dispositivi semplici, robusti e affidabili, corredati con sensori ed elettronica di processo programmata e configurata per determinare automaticamente i parametri di stato del fluido in condizioni liquide e gassose (acqua, vapore saturo o vapore surriscaldato), oltre a determinare i valori di portata ed energia istantanei (kg/s e kW) e cumulativi (t e MWh), in base alla pressione e alla temperatura rilevata a monte e a valle dei sistemi di produzione o dei circuiti utilizzatori. Le tecnologie attuali permettono di
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Figura 5 – Sezione di codice del programma che determina stato ed entalpia specifica del vapore d’acqua in funzione della pressione e della temperatura rilevate
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MISURE OTTICHE B. Saggin 1, D. Scaccabarozzi 1, M. Tarabini 1, H. Giberti 2, M. Grazioli 2, F. Chiesa 2
Qualità delle bottiglie in PET Tecniche di misura senza contatto
QUALITY OF PET BOTTLES: CONTACTLESS MEASUREMENT TECHNIQUES This work describes a method for the quality control of PET bottles manufactured with the Injection Stretch Blow Molding process. The method uses two different procedures: the first is based on the analysis of images of the lower part and on the lateral part of the bottle; the second is based on the absorption of infra-red radiation in order to estimate the bottle thickness. RIASSUNTO In questo lavoro si descrive un metodo per il controllo della qualità di bottiglie in PET realizzate tramite processo di stirosoffiatura. Il metodo utilizza due procedure basate la prima sull’analisi delle immagini, la seconda sulla misura dello spessore utilizzando l’assorbimento della radiazione infrarossa. IL PROBLEMA
Negli ultimi anni il bisogno di ridurre i costi e l’impatto ambientale derivanti dalla produzione delle bottiglie di plastica ha portato a una razionalizzazione delle risorse, con una generale riduzione della quantità di materiale utilizzato. Tuttavia un’eccessiva riduzione dello spessore delle bottiglie aumenta il rischio di difetti produttivi e di rotture, e diminuisce la qualità percepita della bottiglia. La maggior parte delle bottiglie per bevande viene a oggi prodotta mediante il processo di stirosoffiatura (in inglese Injection Stretch Blow Moulding, ISBM). Tale processo è regolato da parametri scelti in base all’esperienza dell’operatore, in quanto non esistono modelli o strumenti che permettano di stimare e/o misurare i parametri della lavorazione, e il tuning del sistema si basa su procedure di aggiustamento iterative. Inoltre, dato che i fenomeni fisici coinvolti nel processo ISBM non sono monitorati e il materiale necessario per costruire le singole bottiglie è in continua diminuzione, piccole variazioni delle condizioni ambientali compromettono solitamente la buona riuscita del processo, costringendo a interventi degli
in direzione circonferenziale. Il tipo e la gravità del difetto suggeriscono le azioni correttive da mettere in atto per una migliore riuscita del processo [1-3] avanzando iterativamente. In letteratura non si trovano studi mirati all’identificazione dei difetti delle bottiglie PET prodotte con il processo ISBM, né tantomeno studi che trattino i sistemi senza contatto per l’identificazione dei difetti delle bottiglie in PET. Il lavoro descritto mira a sviluppare un sistema capace d’identificare e quantificare i difetti della bottiglia, individuando tempestivamente eventuali derive del processo produttivo e consentendo una veloce riconfigurazione dei parametri di processo. Il metodo proposto si compone di due diversi sistemi [4-6]: • un primo sistema per l’identificazione dei difetti delle bottiglie utilizzando metodi di visione; • un secondo sistema per la misura dello spessore utilizzando l’assorbimento della radiazione infrarossa sulla superficie laterale della bottiglia.
operatori per la modifica delle impostazioni di macchina. Di conseguenza, lo sviluppo di una procedura automatica che permetta il controllo in retroazione dei parametri della macchina durante la fase di produzione porterebbe a innumerevoli vantaggi. Una possibile soluzione consiste nello sviluppo di un sistema di controllo in anello chiuso che replichi i controlli della qualità delle bottiglie svolti dall’operatore. L’analisi della letteratura e le indagini preliminari svolte sul campo hanno evidenziato che i principali difetti che si riscontrano sulle bottiglie sono [1-3]: Figura 1 – Alcuni difetti della bottiglia prodotti dal processo ISBM a) introflessione o estroflessione del collo; b) materiale eccessivo sulla base della Si descrivono di seguito il metodo probottiglia; posto, il set-up sperimentale adottato c) fondo non centrato rispetto al cen- per la validazione metrologica e i tro geometrico della bottiglia; risultati delle prove preliminari svolte d) perlescenza dei bordi; in laboratorio. e) petaloide alla base della bottiglia non completamente formato; f) linee di divisione dello stampo trop1 Politecnico di Milano, po evidenti; g) spessore non uniforme delle pareti Dip. di Meccanica bortolino.saggin@polimi.it in direzione assiale; h) spessore non uniforme delle pareti 2 Università di Pavia, SMILAB spa
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TECNICHE DI MISURA
Misura dello spessore senza contatto L’idea alla base del metodo proposto è di misurare lo spessore considerando l’assorbimento della radiazione infrarossa attraverso la superficie laterale della bottiglia, come illustrato in Fig. 2.a). Conoscendo la radiazione emessa da una sorgente (I0) e misurando quella trasmessa al di là della parete (I1), è possibile valutare lo spessore della bottiglia (l) a partire dall’equazione di Lambert-Beer e dalla valutazione del coefficiente di attenuazione del PET. Fondamentale è la scelta della banda di lunghezze d’onda in cui viene eseguita la misurazione: da questa dipende direttamente l’accuratezza nella misura di spessore in quanto il materiale in esame presenta nel campo dal visibile al medio infrarosso il comportamento di materiale parzialmente trasparente. Nel caso in esame è poi necessario considerare gli effetti delle riflessioni multiple all’interno dello spessore della bottiglia e dell’angolo d’incidenza della radiazione a seguito della presenza di zone a diversa curvatura. Il sistema di misura realizzato comprende una sorgente infrarossa e un rivelatore, posti rispettivamente all’interno e all’esterno della bottiglia. Entrambi sono montati in posizione fissa e lo spessore in diversi punti della bottiglia viene ottenuto facendo scorrere quest’ultima su una slitta. La sorgente è una lampada Nickel-Cromo SA727-5 (con temperatura nominale di 1.170 K), mentre il sensore è al Seleniuro di Piombo (PbSe), raffreddato da una cella di Peltier, la cui temperatura è controllata con un PID che garantisce una stabilità termica di 0,02 °C RMS. La radiazione infrarossa è focalizzata sul sensore da una lente che ha lo scopo di ridurre l’area di misura dello spessore. Un potenziometro misura la posizione relativa tra bottiglia e sensore. Nel prototipo realizzato, la misura su diverse generatrici del cilindro viene effettuata ruotando a mano la bottiglia attorno al proprio asse, nell’implementazione in linea l’utilizzo di più sorgenti e sensori in diverse direzioni sarebbe una probabile evoluFigura 2 – a) Principio alla base del metodo proposto; b) Sistema di rilevazione; c) Prototipo del sistema completo di rilevazione
N. 04ƒ ;2016 Identificazione di difetti Il set-up per identificare i difetti non legati allo spessore (ad esempio la perlescenza o il punto d’iniezione non centrato) utilizza due fotocamere per acquisire immagini della vista laterale e della superficie inferiore della bottiglia. Le caratteristiche ottiche delle fotocamere e le distanze dalla bottiglia sono identificate da considerazioni geometriche basilari, imponendo una risoluzione fisica dell’immagine di 0,1 mm e la possibilità di acquisire l’immagine di una bottiglia con capacità di 2 l. La lunghezza focale delle lenti e la distanza tra la fotocamera e la bottiglia sono state calcolate in modo da ottenere un buon compromesso tra profondità del campo e compattezza della struttura. Le distanze delle fotocamere posteriore e laterale dalle bottiglie sono di circa 200 mm. Inizialmente l’analisi si è concentrata sulla base della bottiglia, che risulta essere uno dei punti più critici. La base è stata suddivisa in tre zone: 1) la zona centrale, dov’è stata analizzata la distanza tra il punto d’iniezione e il centro geometrico della bottiglia; 2) la zona intermedia, analizzata per identificare la forma del petaloide; 3) la zona esterna, che può essere affetta da sovrastiro che fornisce un aspetto opaco o perlescente al prodotto finale. Le tre zone sono illustrate nella Fig. 3.a). Nella zona 1 è stato analizzato il difetto di eccentricità del fondo: la misura è stata effettuata interpolando la superficie esterna della bottiglia e cercando il punto d’iniezione osservando i gradienti di luminosità. La distan-
za tra il centro del cilindro esterno e il punto d’iniezione è stata confrontata con il valore misurato con lo stesso metodo su bottiglie giudicate conformi dall’operatore. Nella zona 2 il parametro di riferimento per la misura della qualità è il livello in scala di grigi misurato sulla corona circolare (luminosità funzione dell’angolo, parte sinistra di Fig. 3.d). Lo spettro del segnale misurato (parte destra di Fig. 3.e) mostra un picco in corrispondenza del nu mero di alternanze chiaro/ scuro del petaloide (nel nostro caso 10 alternanze/giro). L’ultimo difetto analizzato è stato la presenza di perlescenza e opacità da sovrastiro. In questo caso il parametro di riferimento è il valore d’intensità luminosa media in direzione radiale. Le bottiglie perlescenti presentano un’area esterna molto più scura, come mostrato nella Fig. 3.b/3.c.
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zione. La Fig. 2 mostra il sistema di rilevazione (b) e il prototipo del sistema (c). L’incertezza del sistema di misura è risultata pari al 6% dello spessore nominale: tale valore è stato ottenuto in Laboratorio misurando provini di PET amorfo con spessore nominale di 0,2 mm. L’incertezza di misura è migliorabile a patto d’incrementare la stabilità termica del sistema, dato che la ripetibilità del metodo nel breve periodo è risultata pari all’1%.
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campioni di bottiglie in PET di differente materiale e spessore, identificando quattro zone a diversa curvatura su ogni bottiglia. Al termine dell’attività sperimentale, le bottiglie sono state tagliate e si è proceduto a misurare lo spessore delle aree misurate con un micrometro (risoluzione 0,002 mm). La Fig. 4 mostra le differenze tra il metodo proposto e il riferimento per due tipologie di bottiglie differenti. Nel caso A (bottiglie in PET riciclato)
Figura 4 – Confronto tra due tipi di bottiglie dei risultati ottenuti dai test statici
si evidenzia una sovrastima dello spessore della bottiglia pari a circa il 25% dello spessore di riferimento: la sovrastima nel caso B è molto meno evidente. La sovrastima dello spessore delle bottiglie in PET riciclato è dovuta al fatto che le proprietà ottiche del materiale riciclato sono diverse da quelle Figura 3 – a) Immagine relativa alle tre zone del materiale vergine e può sopra elencate; b) Bottiglia sovrastressata; essere compensata utilizzando c) Bottiglia non-sovrastressata; proprietà ottiche specifiche per d/e) Segnale ottenuto dall’analisi della corona ogni lotto. (vista dall’alto) e il corrispondente spettro I risultati sperimentali hanno con(linea scura: bottiglia formata correttamente; linea grigia: bottiglia con petaloide difettoso) fermato che è possibile effettuare misure con la bottiglia in movimento (velocità 4 mm/s), in Le analisi della superficie laterale si quanto la differenza tra caso statico e sono limitate all’identificazione del dinamico risulta essere inferiore all’inprofilo esterno della bottiglia, con- certezza del metodo di misura. frontato poi con quello di riferimento. Passando ai risultati ottenuti mediante Qui l’errore è rappresentato dalla di- l’analisi d’immagini, in Fig. 5 mostriastanza tra il profilo esterno misurato mo i risultati ottenuti analizzando botdella bottiglia mal riuscita e una cor- tiglie affette da sovrastiro (curva nera e arancione) e bottiglie conformi agli retta. standard produttivi. Si noti come, nell’area affetta da sovrastiro (raggio IL SISTEMA MESSO ALLA PROVA maggiore di 25 mm), la ripetibilità e la riproducibilità della misura sono sicuIl metodo di misura dello spessore è ramente piccole in confronto alla diffestato validato misurando tre diversi renza tra bottiglie con e senza difetti.
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Bortolino Saggin è Professore Ordinario di Misure Meccaniche e Termiche presso il Politecnico di Milano. Si occupa di progettazione di strumentazione per uso spaziale, in particolare di spettrometri di Fourier operanti nel vicino e medio infrarosso.
Figura 5 – Analisi dei test sovrastress della ripetibilità e riproducibilità (bottiglie sovrastressate: arancione/nere; bottiglie standard: blu/verdi)
IL FUTURO
I risultati sperimentali sono decisamente incoraggianti, e stimolano a testare il prototipo in linea. L’incertezza del metodo proposto è accettabile per l’utilizzo in produzione, e i risultati dei test dinamici hanno evidenziato come, grazie alla prontezza dei sensori utilizzati, sia possibile effettuare una scansione continua del profilo o creare un sistema che sfrutta un array di lampade e ricevitori per effettuare la misura simultanea in più punti, ruotando la bottiglia attorno al proprio asse per misurare lo spessore lungo più generatrici. Anche il sistema basato su immagini può essere adattato al funzionamento in linea utilizzando un pannello di retroilluminazione dedicato. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] D.V. Rosato, A. V. Rosato, D.P. Di Mattia (2004). Blow molding handbook: technology, performance, markets, economics: the complete blow molding operation. Hanser Verlag. [2] M. Bordival, F.M. Schmidt, Y.L. Maoult, V. Velay (2009). Optimization of preform temperature distribution for the stretch blow molding of PET bottles: Infrared heating and blowing modeling. Polymer Engineer-
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ing & Science, 49(4), 783-793. [3] M. Bordival, F.M. Schmidt, Y.L. Maoult, V. Velay (2009). Optimization of preform temperature distribution for the stretch blow molding of PET bottles: Infrared heating and blowing modeling. Polymer Engineering & Science, 49(4), 783-793. [4] D. Scaccabarozzi, B. Saggin, L. Cornolti, M. Tarabini, H. Giberti (2016) Contactless measurement of PET bottles’ thickness. 14th IMEKO TC10 Workshop on Technical Diagnostics 2016: New Perspectives in Measurements, Tools and Techniques for Systems Reliability, Maintainability and Safety, pp. 312-316. [5] M. Tarabini, L. Cornolti, B. Saggin, H. Giberti, D. Scaccabarozzi (2016) Non-contact techniques for the quality analysis of PET bottles. 14th IMEKO TC10 Workshop on Technical Diagnostics 2016: New Perspectives in Measurements, Tools and Techniques for Systems Reliability, Maintainability and Safety, pp. 175-180. [6] B. Saggin, L. Buzzi, L. Cornolti, H. Giberti, M. Tarabini, D. Scaccabarozzi (2016) Non-contact measurement of the temperature profile of PET preforms. 14th IMEKO TC10 Workshop on Technical Diagnostics 2016: New Perspectives in Measurements, Tools and Techniques for Systems Reliability, Maintainability and Safety, pp. 264-269.
Diego Scaccabarozzi è Ricercatore nel campo delle Misure Meccaniche e Termiche presso il Politecnico di Milano. Si occupa di progettazione di strumentazione per applicazione spaziale e caratterizzazione di strumenti che operano in ambienti ostili, in particolare di microbilance per misure di contaminazione su strumenti ottici. Marco Tarabini è Ricercatore nel campo delle Misure Meccaniche e Termiche presso il Politecnico di Milano. Si occupa di misure nel campo della biomeccanica e di progettazione di strumenti di misura in campo biomeccanico. Hermes Giberti è Professore Associato di Meccanica applicata alle macchine dell’Università di Pavia. Si occupa di progettazione di robot a cinematica parallela e dell’ottimizzazione di sistemi di attuazione per applicazioni industriali. Marco Grazioli, Laureato in Ingegneria presso il Politecnico di Milano, in seguito a esperienze lavorative iniziali presso ABB Ricerca e Agusta Elicotteri, attualmente riveste il ruolo di Ricercatore in SMILAB per cui è responsabile R&S nel settore soffiatrici rotative presso la società SMI SpA. Fabio Chiesa, Docente di metrologia, misure e collaudo presso ITS Lombardia Meccatronica; corporate organization manager di SMILAB. Si occupa d’innovazione tecnologica.
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Rubrica a cura di Rosalba Mugno 1, Silvia Tramontin 2 e Francesca Nizzero 3
La pagina di ACCREDIA Notizie dall’Ente di Accreditamento THE PAGE OF ACCREDIA ACCREDIA, The Italian National Accreditation Body, plays an active role in “TUTTO_MISURE”, as a permanent strategic partner, ensuring a high added-value contribution to the quality of the Magazine, in the context of the measurement and testing sector, for the benefit of the industry.
RIASSUNTO ACCREDIA, L’Ente unico di Accreditamento Nazionale, gioca un ruolo attivo nella squadra di “TUTTO_MISURE”, garantendo valore aggiunto a livello contenutistico per quanto riguarda l’ambito delle misure e delle prove. CONGRESSO NAZIONALE DEI LABORATORI DI PROVA Tra le novità, la riduzione delle tariffe, le nuove edizioni degli standard internazionali e dei documenti ACCREDIA Si è svolto a ottobre, in quattro giornate tra Verona e Roma, il Congresso Nazionale dei Laboratori di prova accreditati e degli Ispettori di ACCREDIA, che ha coinvolto circa 750 partecipanti, in rappresentanza dei 1.150 soggetti accreditati, tra Laboratori di prova e medici e Organizzatori di prove valutative interlaboratorio, e dei 320 Ispettori qualificati da ACCREDIA. In virtù di appositi Protocolli d’Intesa con il Consiglio Nazionale dei Chimici e con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri inoltre, ai professionisti iscritti agli ordini territoriali (nel caso degli Ingegneri, solo agli Ispettori) sono stati riconosciuti crediti formativi validi ai fini del loro aggiornamento professionale. Il Presidente Giuseppe Rossi ha sottolineato la crescita costante delle attività di accreditamento, anche nel settore dei Laboratori, dove segnali significativi, proprio perché su volumi
di attività piuttosto ridotti, si registrano per l’accreditamento delle analisi mediche ai sensi della norma UNI EN ISO 15189, specie da parte di grosse strutture ospedaliere. Un aumento di attività che porta benefici per l’intero sistema, dal momento che la minore incidenza di costi fissi dell’Ente e la crescente efficienza operativa hanno consentito una riduzione di costi dell’accreditamento del 2,4%, efficace dal 1° gennaio 2017 con il nuovo tariffario. Tra le novità per i Laboratori, il Direttore del Dipartimento Laboratori di prova Silvia Tramontin ha fornito aggiornamenti sull’implementazione della Domanda di accreditamento online, che consentirà ai Laboratori di prova di effettuare sul web, in un’area riservata del sito di ACCREDIA, la domanda di accreditamento, la variazione anagrafica, la variazione prove e la domanda di estensione (anticipando l’avvio di un progetto, trattato nel corso di specifica presentazione tecnica) riguardante un applicativo informatico per la gestione degli audit nei Laboratori, che permetterà di rendicontare le attività di audit in campo e gestire le attività di post-audit. Significativi gli aggiornamenti internazionali, dal processo di revisione del-
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la norma di accreditamento ISO/IEC 17025 che riguarda anche i Laboratori di taratura e la cui nuova edizione è attesa per l’autunno del 2017, alla pubblicazione dello standard ISO/IEC 17034, il primo per l’accreditamento dei Produttori di Materiali di Riferimento (RMP – Reference Material Producers). Su quest’ultimo punto, in particolare, si segnala che la ISO 17034 è stata pubblicata il 2 novembre scorso. Entro la fine dello stesso mese, in seno alla commissione tecnica CT 052 “Valutazione della conformità” dell’UNI sarà costituito un gruppo di lavoro che valuterà la traduzione italiana del testo della norma in modo che la pubblicazione italiana possa già avvenire in doppia lingua. In conclusione, sono state illustrate le revisioni dei documenti ACCREDIA applicabili per i Laboratori e gli Organizzatori di prove valutative interlaboratorio. Oltre alle nuove domande di accreditamento, ai moduli e alle procedure, negli ultimi mesi sono entrati in vigore i Regolamenti generali e tecnici: • RG-09 rev. 06 “Regolamento per l’utilizzo del marchio ACCREDIA”; • RG-14 rev. 02 “Regolamento per l’accreditamento degli Organizzatori di prove valutative interlaboratorio (PTP)”; • RT-26 rev. 05 “Prescrizioni per l’accreditamento con campo di accreditamento flessibile”; 1
Direttore Dipartimento Laboratori di Taratura, ACCREDIA Torino r.mugno@accredia.it 2 Direttore Dipartimento Laboratori di Prova, ACCREDIA Roma s.tramontin@accredia.it 3 Relazioni Esterne, ACCREDIA Roma f.nizzero@accredia.it
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• RT-27 rev. 01 “Prescrizioni per l’accreditamento degli Organizzatori di prove valutative interlaboratorio”. Gli Atti del Congresso sono pubblicati sul sito di ACCREDIA nella sezione “Pubblicazioni/Materiali didattici”. CONVEGNO DEGLI ORGANISMI DI CERTIFICAZIONE, ISPEZIONE E VERIFICA
Nuovo Codice Appalti, GPP, etica e natura giuridica dell’accreditamento tra i temi dell’incontro Si è svolto lo scorso 23 settembre, a Milano, l’incontro annuale del Dipartimento certificazione e ispezione di ACCREDIA, che ha visto la partecipazione di circa 300 persone, in rappresentanza degli Organismi accreditati e degli Ispettori. In apertura, il Presidente Rossi ha ricordato l’importanza del settore delle verifiche svolte sotto accreditamento, anche per l’economia italiana, il cui valore stimato supera il miliardo di euro, ribadendo che l’affidabilità del sistema è imprescindibile per l’efficacia delle valutazioni di conformità e ha valore prioritario rispetto alla dimensione delle attività stesse. Con lo stesso spirito, ha rivolto i suoi saluti alla platea Claudio Raponi, Segretario del Comitato di Coordinamento Interassociativo (CCI) che riunisce 7 organizzazioni socie di ACCREDIA, presentando le attività del Comitato: sensibilizzare gli attori del sistema, le istituzioni e il mercato sull’importanza delle certificazioni, ispezioni prove e tarature valorizzandone l’accreditamento, e promuovere iniziative divulgative e culturali, in collaborazione con gli Enti nazionali e internazionali interessati alle attività di valutazione della conformità. Interventi di largo respiro sono stati affidati al Prof. Emilio D’Orazio, Direttore Centro Studi Politeia, che ha affrontato il tema dell’etica nelle organizzazioni e nelle professioni, in ottica di gestione del rischio e di protezione della reputazione, e all’Avv. Emanuele Montemarano, che ha presentato il documento sulla natura giuridica dell’accreditamento recentemente approvato dal Consiglio Direttivo di ACCREDIA. Riccardo Rifici, Presidente del Comitato Settoriale di Accreditamento Ambiente, in rappresentanza del Ministero dell’Ambiente, ha illustrato il ruolo dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nelle procedure di Green Public Procurement (GPP), mentre gli impatti del Nuovo Codice Appalti – D.Lgs. 50/2016 sono stati affrontati nella duplice prospettiva della Pubblica Amministrazione, che si affida alle valutazioni di conformità rilasciate sotto accreditamento per la qualifica dei fornitori (intervento di Massimo Tosques di CONSIP) e dell’Ente di accreditamento, sempre più responsabilizzato a garantirne l’affidabilità, soprattutto in settori sensibili come quello delle costruzioni. In ultimo, Gianluca di Ascenzo, Presidente Codacons, ha presentato le novità introdotte dal Regolamento UE
N. 04ƒ ;2016 n. 679 del 2016 (GDPR – General Data Protection Regulation) in vigore dal 25 maggio 2016 e operativo dal 2018, in particolare per i consumatori, che potranno contare su crescenti garanzie per la protezione dei propri dati personali, trattati a vario titolo da ogni tipologia di organizzazione. Il Direttore di Dipartimento Emanuele Riva ha illustrato i nuovi documenti applicabili per gli Organismi accreditati, anche a livello di prescrizioni internazionali, come lo IAF ID 4 sulla Market Surveillance Visit, mentre le conclusioni, di Marina Fantini di LinkedIn, si sono caratterizzate per un’impronta più social, con la presentazione del profilo LinkedIn di ACCREDIA, con cui l’Ente di accreditamento, già su Twitter, vuole comunicare sempre di più anche nel mondo del web 2.0. Gli Atti del Convegno sono pubblicati sul sito di ACCREDIA nella sezione “Pubblicazioni/Materiali didattici”.
NUOVO ACCORDO DI MUTUO RICONOSCIMENTO EA PER I PTP
FORMAZIONE DEGLI ISPETTORI DEL DIPARTIMENTO LABORATORI DI TARATURA
ACCREDIA pronto a firmare l'Accordo internazionale sugli Organizzatori di prove valutative interlaboratorio
A Torino il corso annuale degli Ispettori che collaborano con il Dipartimento Laboratori di taratura Lo scorso 12 ottobre presso la Sala Norberto Bobbio della CURIA MAXIMA di Torino si è tenuto l’annuale corso di aggiornamento degli Ispettori del Dipartimento Laboratori di Taratura di ACCREDIA a cui hanno partecipato 53 (tra Ispettori ed esperti) e 4 Ispettori in formazione. I lavori sono stati aperti dal Direttore Generale Filippo Trifiletti e dal Direttore di Dipartimento Rosalba Mugno, che hanno illustrato i passaggi istituzionali e le novità tecniche dell’ultimo anno e gli sviluppi futuri del Dipartimento e di ACCREDIA in generale. È seguito un intervento da parte del Prof. Emilio D’Orazio dal titolo “L’etica professionale e il problema della gestione delle situazioni di conflitto d’interesse” che ha affrontato la delicata tematica dal punto di vista del dipendente pubblico e del libero pro-
fessionista che viene incaricato di svolgere il ruolo d’Ispettore. La giornata è proseguita con il riepilogo degli aggiornamenti procedurali attuati nel 2016, consistenti per la maggior parte nel consolidamento del le modifiche richieste da EA – European co-operation for accreditation, per risolvere le “Non conformità” notificate nella peer evaluation di marzo 2015. Numerosi e costruttivi sono stati gli interventi degli Ispettori che consentiranno di aggiornare e migliorare le pratiche attuate dal Dipartimento in materia di valutazione della conformità, e che hanno messo ancora una volta in evidenza la fattiva e fruttuosa collaborazione tra il Dipartimento e il proprio team di verifica.
di prove valutative interlaboratorio Si è svolta dal 17 al 20 ottobre scorsi la verifica di ACCREDIA da parte di EA per attestare la competenza dell’Ente nel qualificare gli Organizzatori di prove valutative interlaboratorio (PTP – Proficiency Testing Providers) ai sensi della norma di accreditamento ISO/IEC 17043. Il superamento della verifica è funzionale alla firma del nuovo Accordo di mutuo riconoscimento EA MLA per
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lo schema PTP, che entrerà in vigore ad aprile 2017. La valutazione, condotta da un team ispettivo internazionale in rappresentanza del network dei 36 membri di EA, si è basata sull’analisi della documentazione e delle pratiche di accreditamento dei PTP gestiti da ACCREDIA, su interviste con i funzionari tecnici e con gli Ispettori dell’Ente specializzati nello schema e sull’osservazione in modalità witness della verifica condotta da ACCREDIA su un PTP, tra gli 11 che a oggi operano sotto accreditamento. Il team EA ha rilevato che il sistema di gestione di ACCREDIA è stato sviluppato e adeguato all’ambito di accreditamento dei PTP e che è stato definito un processo efficace per la conduzione delle attività di accreditamento. Inoltre, le nuove edizioni dei documenti ACCREDIA specifiche per lo schema hanno efficacemente implementato le conoscenze acquisite attraverso la partecipazione alle attività dell’EA Laboratory Committee in ambito PTP, dai Workshop al Technical Network. Sulla base dei rilievi formulati, il team di EA ha dato ufficiosamente il via libera affinché ACCREDIA aderisca all’Accordo EA MLA per gli Organizzatori di prove valutative interlaboratorio. Gli esiti della valutazione verranno formalmente discussi al prossimo EA MAC – Multilateral Agreement Council – l’organo di EA che delibera lo status di firmatari degli Accordi EA MLA degli Enti nazionali di accreditamento – per la conferma della partecipazione di ACCREDIA all’intero network degli EA MLA, che già coprono
le Certificazioni di sistemi di gestione (Qualità e Ambiente), di Prodotto e di Personale, le Ispezioni, le Prove, le Tarature e le Verifiche Ambientali. Grazie al nuovo Accordo, dunque, nel 2017 i rapporti di prova emessi dagli Or ganizzatori di prove valutative accreditati da ACCREDIA, godranno di un mutuo riconoscimento internazionale, che ne assicurerà la piena validità all’interno di tutte le economie europee. È inoltre in fase di avvio il Mutuo Riconoscimento per i PTP anche in ambito ILAC, per la definizione del corrispondente Accordo MRA, grazie al quale sarà estesa a livello mondiale l’accettazione dei rapporti dei PTP. ACCREDIA È UFFICIALMENTE COMPETENTE NELL’ACCREDITAMENTO EMAS
Riconoscimento internazionale per l’attività di accreditamento degli Organismi di certificazione che operano ai sensi del Regolamento EMAS Il Forum of Accreditation and Licensing Bodies (FALB) riunitosi lo scorso 21 ottobre a Bratislava ha valutato positivamente il rapporto di verifica delle attività condotte da ACCREDIA per l’accreditamento degli Organismi di certificazione che svolgono le verifiche ambientali EMAS in accordo al Regolamento (CE) n. 1221/2009. I risultati della valutazione sono stati già trasmessi alla Commissione europea per essere messi a disposizione del pubblico. Il Regolamento europeo istituisce infatti un sistema di valutazione degli Enti di accreditamento e abilitazione dei Verificatori Ambientali per la registrazione EMAS, che prevede la verifica regolare, almeno ogni 4 anni, delle loro attività e viene gestito, con il coinvolgimento della Commissione europea, da FALB, il Forum che riunisce gli Enti di accreditamento e di abilitazione di tutti gli Stati membri. ACCREDIA ha dunque superato la prima valutazione di FALB, dal momento che l’attività per EMAS è partita il 1° gennaio 2014 con l’accreditamento dei Verificatori come persone giuridiche (Organismi di certificazione) mentre l’accreditamento dei Verificatori singoli rimane sotto la responsabilità del Comitato per l’Ecolabel e per l’Ecoaudit. A oggi, sono 15 gli Organismi qualificati per svolgere le verifiche ambientali nello
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N. 04ƒ ;2016 MARCATURA CE DEGLI APPARECCHI A GAS
Convenzione con i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Interno per la marcatura CE in ambito di carburanti gassosi Lo scorso ottobre, ACCREDIA ha siglato una convenzione con i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Interno, che affida all’Ente l’attività di verifica e accreditamento degli Organismi di valutazione della conformità che intendono essere notificati per la marcatura CE degli apparecchi che bruciano carburanti gassosi e dei relativi dispositivi di sicurezza, controllo o regolazione. Si tratta di prodotti come caldaie, cucine, forni, barbecue e funghi riscaldatori, ovvero apparecchi che bruciano gas per cuocere, refrigerare, climatizzare, riscaldare ambienti, produrre acqua calda, illuminare o lavare, nonché bruciatori ad aria soffiata e caloriferi, salvo quelli utilizzati nei processi industriali, in ambito aeronautico o ferroviario o destinati all’uso temporaneo nei Laboratori. In base al nuovo Regolamento (UE) n. 426 del 2016, i fabbricanti, prima dell’immissione sul mercato di questi apparecchi e dei loro accessori, devono sottoporsi a una procedura di valutazione della conformità da parte di un Organismo di valutazione della conformità accreditato. Infatti, per gli Organismi che intendono essere notificati per tale attività, l’accreditamento costituirà pre-requisito obbligatorio per ottenere l’autorizzazione ministeriale a operare sul mercato e per la successiva notifica alla Commissione europea da parte delle Autorità Italiane. Per ciascun Organismo che richieda l’accreditamento, ACCREDIA effettuerà una serie di verifiche finalizzate a dimostrare il mantenimento dei requi-
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schema EMAS, ricercabili sul sito di ACCREDIA nella sezione Banche Dati degli Organismi accreditati e riconosciuti.
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siti per l’intero ciclo di accreditamento, che dura 4 anni. Con questa convenzione, i Ministeri rinnovano la fiducia ad ACCREDIA per assicurare un livello uniforme di qualità e competenza nell’attività di valutazione della conformità svolte dagli Organismi accreditati per varie tipologie di prodotti e servizi che necessitano della marcatura CE per circolare sul mercato unico. L’obiettivo condiviso, da una parte, è garantire la conformità di tali prodotti ai requisiti essenziali di sicurezza e proteggere così la salute e l’incolumità delle persone, animali e cose, nonché perseguire l’utilizzo razionale dell’energia, dall’altra, salvaguardare la competitività delle imprese italiane mettendole in condizione di commercializzare gli stessi prodotti sul mercato comunitario e internazionale.
Il CETA, firmato dai vertici delle istituzioni UE e dal premier canadese lo scorso 30 ottobre a Bruxelles, ha l’obiettivo di rafforzare i rapporti commerciali tra Canada e UE, coprendo tutti gli aspetti dello scambio economico tra i Paesi firmatari, dal commercio di beni e servizi agli investimenti, dagli appalti pubblici alla cooperazione in campo normativo, alla protezione delle innovazioni e dei prodotti tradizionali dell’UE. Il CETA prevede anche un Protocollo relativo al mutuo riconoscimento dei risultati delle valutazioni di conformità, che sarà implementato proprio con l’Accordo di cooperazione bilaterale sottoscritto da EA e dallo Standards Council of Canada. In questo modo si garantisce l’accettazione reciproca da parte del Canada e dei 28 Paesi dell’Unione dei
PROTOCOLLO TRA EA E L’ENTE CANADESE DI NORMAZIONE E ACCREDITAMENTO
risultati delle prove di Laboratorio e delle certificazioni di prodotto rilasciate dai Laboratori e dagli Organismi mutuamente riconosciuti da Canada e UE sulla base dell’accreditamento. Il mutuo riconoscimento degli Organismi di valutazione della conformità qualificati in Canada da SCC e in Europa dagli Enti aderenti a EA, e accreditati nei settori previsti dal Protocollo sulla valutazione della conformità previsto dal CETA, permetterà di risolvere eventuali problemi legati alle differenze di regole e standard che sono spesso alla base di ritardi o limiti nell’accesso delle imprese ai merca-
Il mutuo riconoscimento delle valutazioni di conformità è al centro del CETA, l’Accordo Economico tra Canada e UE EA e lo Standards Council of Canada (SCC) hanno firmato un Accordo di cooperazione bilaterale a sostegno del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) l’Accordo Economico e Commerciale Globale tra Canada e Unione europea.
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ti internazionali. Ciò si tradurrà in un vantaggio concreto per le aziende europee e canadesi che vorranno esportare, che si vedranno aprire nuove opportunità commerciali, dal momento che non dovranno sottoporre i propri prodotti o servizi certificati a ulteriori test o controlli nel Paese d’ingresso. L’accordo tra EA e lo Standards Council of Canada “sarà essenziale per so stenere il programma commerciale del Governo canadese e creare eccezionali opportunità per le aziende canadesi che desiderano crescere ed espandersi nel mercato europeo” ha dichiarato John Walter, Amministratore Delegato di SCC, e – ha continuato Andreas Steinhorst, Segretario Esecutivo di EA “dovrebbe essere accolto come un elemento chiave per l’attuazione del CETA e del suo protocollo
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sul mutuo riconoscimento dei risultati delle valutazioni della conformità”. “Favorirà – ha concluso Steinhorst – l’eliminazione dei dazi all’importazione e degli ostacoli tecnici al commercio, facendo risparmiare agli esportatori europei circa 500 milioni di euro l’anno, rafforzando la fiducia dei consumatori nei prodotti che circolano sul mercato”. Questo importante accordo di cooperazione firmato da EA dimostra ancora una volta l’importanza del ruolo svolto dall’accreditamento, quale fattore determinante per l’implementazione delle politiche commerciali e per la libera circolazione a livello globale di beni e servizi che, grazie all’accreditamento, sono sicuri per la salute dei cittadini e garantiscono il rispetto dell’ambiente.
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Rubrica a cura di Paolo Giardina (garden67@gmail.com
assoalati@gmail.com)
a cura di Massimo Mortarino
Associazione dei Laboratori Italiani di Taratura - A.L.A.T.I. Tempistica di consegna dei certificati di taratura dei campioni di riferimento dei Centri LAT A.L.A.T.I. - THE ASSOCIATION OF THE ITALIAN CALIBRATION LABORATORIES This page is devoted to the discussion of associative and technical aspects, the collection of contributions from the Members of the Association, and the formulation of proposals in the framework of the collaboration between the Association and the Accreditation Institution ACCREDIA.
RIASSUNTO Questa rubrica è uno spazio permanente dedicato all’Associazione per discutere temi, raccogliere contributi dagli associati, portare avanti proposte nell’ambito della collaborazione con l’Ente di Accreditamento ACCREDIA.
Cari Lettori di T_M, in tutta onestà, la prima versione di questo articolo aveva un tono molto diverso da quello che ha adesso, poiché portava alla luce una problematica che, per i Laboratori accreditati di taratura, riveste un’importanza cruciale nell’ottica di una corretta offerta dei propri servizi nel pieno rispetto delle regole, a garanzia della catena della riferibilità delle misure di cui i Centri LAT fanno parte, tramite l’accreditamento di ACCREDIA. Poi, dopo un confronto telefonico con l’amico Franco Docchio (che non ci stancheremo mai di ringraziare anche a nome di A.L.A.T.I.), abbiamo appurato che c’era stato un piccolo disguido di comunicazione e quindi possiamo dire che il problema, anche se solo parzialmente, è rientrato. Procediamo con ordine: stiamo parlando di un problema che oseremmo definire atavico, e cioè quello relativo alla tempistica di consegna dei certifi-
cati di taratura dei campioni di riferimento dei Centri LAT da parte dell’INRiM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica); atavico perché sovente discusso ed evidenziato nei tavoli tecnici di lavoro tra i centri LAT, durante i convegni annuali, e portato più volte a conoscenza anche dell’Ente di accreditamento ACCREDIA. Tempo fa, non avendo avuto alcun riscontro oggettivo, su esplicita richiesta di alcuni soci della nostra Associazione è stata inviata una richiesta formale di chiarimenti in merito a tale problematica direttamente all’INRiM e, per conoscenza, ad ACCREDIA (in quanto garante del servizio di accreditamento, oltre che firmatario di una convenzione con INRiM). Non avevamo ricevuto alcuna risposta, apprendendo solo da poco che la risposta dell’Ente non era mai stata recapitata all’Associazione a causa di disguidi tecnici. Poco male, perché proprio mentre ci accingevamo a chiudere la memoria, abbiamo finalmente ricevuto dall’INRiM la risposta tanto attesa, i cui contenuti hanno un po’ calmato gli animi dei nostri associati e che, per dovere
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di cronaca, ci sembra doveroso portare a conoscenza di tutti gli interessati. Riassumiamo di seguito la lettera inviata all’INRiM, scritta a quattro mani con i rappresentanti dei GL (Gruppi di Lavoro Tecnici), e la successiva risposta ricevuta dalla direzione Generale dell’Istituto medesimo. In sintesi, la nostra lettera chiedeva una soluzione al disservizio dovuto “alla mancata consegna dei certificati di taratura dei campioni primari dei Laboratori accreditati contestualmente alla consegna dei campioni stessi, come è prassi in tutto il resto d’Europa”. Questo ritardo, si asseriva, comportava “danni ingenti, sia economici sia d’immagine, ai Laboratori accreditati, impedendo loro di fatto la corretta applicazione delle procedure accreditate, e di conseguenza il mancato rispetto delle convenzioni in essere tra ACCREDIA e i soggetti accreditati per le attività di taratura, e l’impossibilità di rispettare i tempi di consegna verso i clienti. I responsabili del servizio di taratura di INRiM, più volte contattati dai responsabili e titolari dei Laboratori accreditati, hanno mostrato scarsa disponibilità nel ricercare una possibile soluzione del problema, scaricando le responsabilità alla gestione amministrativa, causando la necessità, da parte di molti Laboratori, di approvvigionarsi all’estero”. La lettera chiudeva con un invito a risolvere celermente il problema. La risposta dell’Ente, a firma della Dott. Ines Fabro, nell’interpretare (e apprezzare) la richiesta come un’occasione per il miglioramento delle attività e dei servizi offerti, enuncia che “per rispondere in modo puntuale alla richiesta di riferibilità, assolvendo i compiti della L. 273/91, nel corso
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dell’ultimo anno l’Istituto ha avviato una fase di riorganizzazione generale, dotandosi di una struttura dedicata alla disseminazione dei campioni e delle unità di misura, ampliando l’offerta di servizi e di ILC e rivedendo nel contempo il flusso documentale relativo all’emissione e consegna dei certificati di taratura”. La lettera prosegue con l’assicurazione che, “per quanto riguarda gli interventi di natura gestionale, è in corso la ristrutturazione del servizio amministrativo, con l’obiettivo di ridurre significativamente i tempi di consegna dei certificati di taratura e prova, anche attraverso una progressiva dematerializzazione dei documenti in linea con le indicazioni dell’AgID”. Come si evince dalla risposta, un piccolo ma importante passo è stato
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fatto! Viste e considerate le condizioni in cui si trovano numerose istituzioni pubbliche, tra cui anche gli Istituti di Ricerca, A.L.A.T.I. apprezza lo sforzo dell’INRiM, e si compiace di aver dato il proprio contributo affinché questa problematica venga definitivamente risolta. Alla luce di quanto sopra, si approfitta dell’occasione per ribadire ancora una volta su queste pagine, che la Rivista ci dedica, la necessità di avere una rappresentanza all’interno di ACCREDIA, e ciò potrà essere reso possibile solo se altri Laboratori di taratura decideranno di entrare a far parte della famiglia di A.L.A.T.I. A.L.A.T.I. a oggi rappresenta l’unico posto dove l’interesse dei Laboratori accreditati di taratura (LAT) è rappresentato a pieno, senza oggettive “con-
taminazioni” (non me ne vogliano le altre associazioni di Laboratori) dettate dalla copresenza di altri soggetti accreditati in ambiti diversi dalla taratura che, pur rispondendo spesso alla stessa normativa, hanno problematiche molto differenti dalle nostre. Come A.L.A.T.I. siamo sempre aperti al confronto con chiunque (Istituti, Laboratori o Associazioni varie) volesse condividere le problematiche che coinvolgono i Laboratori di taratura, con la certezza di poter dare sempre il nostro contributo, nei limiti delle nostre capacità. Alla prossima… Paolo Giardina e Carmelo Pollio “Qualità è la caratteristica più vicina all’attesa del soggetto” – Aristotele
LA PAGINA DI IMEKO
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Rubrica a cura di Paolo Carbone (paolo.carbone@unipg.it)
La pagina di IMEKO Aggiornamenti sulle attività IMEKO nel 2016
ricercatori che non hanno la possibilità di frequentare i congressi IMEKO. Ricordo anche che ACTA IMEKO è censita da Scopus, e quindi che gli articoli pubblicati sono indicizzati in quel database, oltre che essere rintracciabili tramite il meccanismo del Digital Object Identifier (DOI). Infine, va osservato che IMEKO abRIASSUNTO braccia il mondo delle misure in tutte IMEKO, International Measurement Confederation, le sue espressioni, e non soltanto in si è aggiunta tra i collaboratori stabili della Rivista ambito elettrico ed elettronico. Ad a partire dall’inizio del 2014. Questa rubrica contiene informazioni sulesempio, tra i principali congressi l’Associazione, pubblicazioni, eventi, e notizie di utilità per i nostri lettori. internazionali sul tema delle misure termiche e di temperatura c’è Tempmeko che, promossa dal TC 12, si Quanti fra noi hanno partecipato, a tarne gli esiti rappresenta un’opportu- svolge ogni tre anni e che nel 2016 si vario titolo, ad attività di volontariato nità per i ricercatori, ma anche per le è svolta a Zakopane in Polonia da in società scientifiche conoscono il imprese e i professionisti che vogliano lunedì 27 a giovedì 30 giugno. valore di queste iniziative. Frequente- aggiornarsi o trovare spunti per nuovi mente l’investimento personale risulta prodotti o servizi: questo è certamenben ripagato: si ha la possibilità di te uno dei modi attraverso i quali conoscere nuovi ricercatori, di strin- viene restituito alla società parte delgere nuovi rapporti di ricerca, di con- l’investimento fatto nella ricerca. Sul frontarsi sulla professione d’Ingegnere sito di IMEKO (www.imeko.org/ e di scienziato, e di cimentarsi in ruoli index.php/proceedings) si trovadi leadership in contesti internaziona- no tutti gli articoli pubblicati negli atti li. IMEKO offre queste opportunità dei congressi IMEKO classificati in TUTTO MISURE attraverso le proprie numerose techni- base alla commissione tecnica di apcal committees (TC) orientate al coin- partenenza. volgimento di tutti i ricercatori che si occupano di un particolare argomenAllo stesso tempo, to di ricerca. Essere coinvolti è semIMEKO è direttamente plice: ogni TC è diretta da un Presiresponsabile di due rividente che coordina le attività e che ste scientifiche, delle suggerisce spunti per il coinvolgimenquali una, ACTA to di tutti gli interessati. Le TC organizIMEKO, è ad accesso zano sistematicamente congressi e L’abbonamento biennale Vi offre libero. L’ultimo numero symposia, sui quali ho spesso riferito 8 numeri cartacei + 8 sfogliabili + in questa colonna. I lavori scientifici della rivista è consultabile all’URL: 8 telematici (Tutto_Misure News) presentati a questi congressi sono poi https://acta.imeko.org/index. resi disponibili all’interno di una base php/acta-imeko. Per richiedere le modalità dati consultabile sul sito web di Va sottolineata un’importante novità di abbonamento, che riguarda ACTA IMEKO: nel futuro IMEKO (www.imeko.org). telefonare al n° 011/0266700 Anche sulla spinta d’indirizzi condivi- potrà accettare anche lavori liberasi a livello internazionale, negli ultimi mente sottomessi dagli autori e non o inviare una e-mail a: anni, il numero di ricerche a sfondo necessariamente preliminarmente premetrologia@affidabilita.eu applicativo è in continua crescita: la sentati a congressi IMEKO. Ciò rapdisponibilità e la possibilità di consul- presenta un’opportunità per tutti i AN INTRODUCTION TO IMEKO IMEKO, International Measurement Confederation, has been added to the permanent collaborations to the Journal starting from the beginning of 2014. This section contains information about the Association, publications, events and news of interest to our readers.
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SISTEMA DI MICROFONO E AMPLIFICATORE RESISTENTE ALL’ACQUA E ALLA POLVERE Il microfono array e preamplificatore mod. 130A24 di PCB Piezotronics, resistente all’acqua e alla polvere, è un sistema di allineamento prepolarizzato a campo libero, raccomandato per applicazioni e ambienti estremi. Si tratta di un sistema da 1/2” (12 mm) prepolarizzato microfono e preamplificatore, con copertura sostituibile, acusticamente trasparente, che rappresenta una valida alternativa alla tradizionale cuffia antivento e una soluzione migliore rispetto alle coperture di protezione in gomma. Il 130A24 ha un’ampia gamma dinamica, da 30 dBA (livello di rumore intrinseco) a 150 dB, ed è dotato di una robusta capsula a griglia in acciaio , simile a quella dei microfoni a condensatore di fascia alta. Il 130A24 rappresenta una scelta eccellente per applicazioni in campo diffuso, misure esterne, applicazioni ad alta umidità o ambienti industriali difficili, dove polvere o schizzi d’olio sono all’ordine del giorno. Le onde di pressione acustica possono essere alterate da oggetti nel campo sonoro, incluso il microfono utilizzato per effettuare le misurazioni. Per ovviare a questo problema, sono stati progettati microfoni a campo libero, per compensare la loro presenza
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nel campo sonoro. Questo fornisce misurazioni accurate all’interno di un campo libero. Anche se il 130A24 è ottimizzato per una risposta piatta in un campo libero, esso è in grado di fornire un’ottima risposta a varie pressioni e nell’ambito di diverse applicazioni microfoniche. I test di certificazione dello strumento Per avere una conferma assoluta delle caratteristiche citate, sono stati commissionati specifici test al laboratorio Cascade Technical Sciences, Inc., che li ha effettuati su tre esemplari di microfoni mod. 130A24. 1. spruzzi d'acqua (IP-X4): i campioni non operativi sono stati esposti per 5 minuti a spruzzi d’acqua, a 180 gradi dalla verticale, utilizzando un ugello con una portata di 10 litri al minuto, senza osservare alcuna infiltrazione. 2. getti d’acqua (IP-X5): i campioni non operativi sono stati esposti per 3 minuti a getti d’acqua, da una distanza di 2,5-3 m, utilizzando un ugello (di 6,3 mm di diametro interno e una portata di 12,5 litri al minuto, senza osservare alcuna infiltrazione. 3. polvere (IP-X5): i campioni non operativi sono stati sottoposti a 8 ore di esposizione alla polvere, a una concentrazione di 2 kg/m3. Non è stato osservato alcun ingresso di polvere. Per ulteriori informazioni: www.pcbpiezotronics.it o contattare PCB Piezotronics srl: info.italia@pcb.com – Tel. 035/201421
MISURE E FIDATEZZA
s Marcantonio Catelani, Lorenzo Ciani
Introduzione all’analisi di sicurezza per sistemi complessi
MEASUREMENT & DEPENDABILITY Safety analysis and devices that implement it, called “Safety Related System”, represent a key issue in system design in order to reduce unacceptable risks with the final aim to protect people, environment and systems from the effects related to one or more sources of harm. In this paper basic concepts about safety analysis and some recalls to the international standard IEC 61508 will be discussed. RIASSUNTO L’analisi di sicurezza e i dispositivi che la implementano, chiamati “Safety Related System”, rappresentano un fattore chiave nella progettazione di ogni sistema al fine di ridurre al minimo i rischi inaccettabili e proteggere le persone, l’ambiente e il sistema stesso dagli effetti legati a una o più fonti potenziali di danno. In questo articolo si introdurranno i concetti base dell’analisi di sicurezza e alcuni richiami alla norma internazionale IEC 61508. LA SICUREZZA E I SAFETY RELATED SYSTEM (SRS)
Nella vita di tutti i giorni siamo costantemente esposti a diversi pericoli. L'ampiezza di questi pericoli va dal piccolo incidente alla catastrofe, che può provocare effetti devastanti sulle vite umane e sull'ambiente. Ogni pericolo viene dunque valutato quotidianamente in base al suo livello di rischio, e alla sua probabilità di accadimento, ma non si riuscirà mai a essere completamente protetti da ogni pericolo. Possiamo dunque proteggerci dai rischi riducendo la loro probabilità di accadimento oppure tentando di limitare la gravità delle conseguenze. Queste misure permettono di ridurre i rischi a un ragionevole e tollerabile livello. Il concetto di sicurezza (safety) viene descritto come “assenza da rischi inaccettabili” e quindi minimizzazione di una condizione che tenga conto della frequenza con cui si manifesta un evento dannoso e della pericolosità, per l’uomo, l’ambiente e il sistema, dell’evento stesso [1]. Un sistema di sicurezza SRS (SRS Safety Related System) è un sistema che implementa le funzioni di sicurezza richieste, ovvero quelle funzioni necessarie per ottenere o man-
tenere il dispositivo sotto controllo in uno stato sicuro [2]. I sistemi di sicurezza hanno il compito di rilevare pericoli e mitigarne le conseguenze, ovvero intraprendere le azioni necessarie per ridurre le conseguenze di un evento pericoloso; essi sono costituiti da tre parti: sensori (sensor), logica (logic solver) e attuatori (actuator), come riportato schematicamente in Fig. 1. Molti standard internazionali forniscono requisiti e linee guida su come progettare, realizzare e manutenere tali sistemi. Uno dei più importanti è lo standard IEC 61508 [2] “Sicurezza funzionale dei sistemi elettrici, elettronici ed elettronici programmabili per applicazioni di sicurezza”. Esso definisce i requisiti per la progettazione e gestione dei sistemi di sicurezza, al fine di ridurre il rischio residuo di incidente, anche in relazione ai limiti architetturali (architectural constraints). La norma è di carattere generale, applicabile a tutti i sistemi correlati alla sicurezza indipendentemente dall’applicazione (trasporti, produzione, …). Essa copre tutte le fasi del ciclo di vita del sistema di sicurezza, dalla fase di progetto a quella di esercizio e manutenzione fino alla dismissione; si applica a tutti i sistemi di sicurezza in cui
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almeno uno dei componenti preveda l’utilizzo di dispositivi elettrici, elettronici o elettronici programmabili (E/E/EP Elettrico/Elettronico/Elettronico Programmabile). Un importante aspetto del SRS è l’integrità di sicurezza (safety integrity), un’espressione utilizzata per indicare la capacità di eseguire, da parte del SRS, una specifica funzione di sicurezza quando richiesto. Lo standard IEC 61508-2 suddivide la safety integrity in due parti: hardware safety integrity, riferita ai guasti hardware di tipo casuale (random failure) e systematic safety integrity, riferita ai guasti di tipo sistematico. Un dettaglio maggiore sulla classificazione dei guasti è riportato successivamente. La safety integrity è inoltre divisa in quattro livelli (SIL – Safety Integrity Level), da SIL1 a SIL4, dove SIL4 rappresenta il livello più stringente. Ciascuno di essi definisce una misura quantitativa della necessaria riduzione del rischio e quindi il grado di affidabilità che il sistema di sicurezza deve raggiungere per poter garantire tale riduzione attraverso l’intervento della safety function. Per ottenere un determinato SIL devono essere soddisfatti tutti i requisiti dell’hardware safety integrity. Essi sono divisi in requisiti di tipo quantitativo e qualitativo come mostrato in Tab. 1 [2]. I primi devono essere considerati per stimare la probabilità di guasto su richiesta (PFD Probability of Failure on Demand) di ogni funzione di sicurezza, e quindi non saranno presi in considerazione in questo elaborato. I requisiti qualitativi sono invece relativi agli architectural constraints, ovvero i
Dip. Ingegneria dell’Informazione, Università di Firenze marcantonio.catelani@unifi.it lorenzo.ciani@unifi.it
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Figura 1 – Schema a blocchi di un SRS-Safety Related System
limiti necessari sull’architettura del sistema che assicurino una sufficiente tolleranza al guasto. Questi ultimi si traducono in un set di requisiti che riducono la libertà del progettista sulla configurazione dell’hardware; essi limitano infatti il SIL ottenibile in base alla tolleranza alle anomalie hardware (Hardware Fault Tolerance HFT) e alla frazione dei guasti sicuri (Safe Failure Fraction SFF) [3-4] di un sottosistema. È importante ricordare, inoltre, che il SIL è relativo alla singola funzione di sicurezza e non all’intero impianto o ai singoli componenti. All’interno di un determinato sistema possono esistere numerose funzioni di sicurezza ciascu-
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na delle quali relativa a un determinato pericolo a cui andrà associato un appropriato SIL. L’insieme dei componenti di ogni sistema di sicurezza dovrà essere tale da rispettare, nel complesso, la classe SIL da raggiungere. CLASSIFICAZIONE DEI GUASTI IN RIFERIMENTO ALLA SICUREZZA
Per un sistema di sicurezza e per i suoi sottosistemi si può fare riferimento alla seguente classificazione dei guasti, in base alle cause e agli effetti [2]. 1) Guasti pericolosi (Dangerous). Il SRS non soddisfa i requisiti in materia di sicurezza. Questi guasti possono inoltre essere suddivisi in: (a) Guasti pericolosi e non rilevabili (DU-Dangerous Undetected). I guasti pericolosi impediscono l'attivazione della funzione su richiesta e sono rive-
lati solo dai test o quando si verifica una richiesta di intervento (cioè il guasto stesso). I guasti DU sono talvolta chiamati guasti inattivi; (b) Guasti pericolosi e rilevabili (DDDangerous Detected). Guasti pericolosi che sono rilevati immediatamente nel momento in cui si verificano, ad esempio, tramite sistemi diagnostici. Il periodo medio di indisponibilità a causa del guasto DD è pari alla media di inattività (MDT Mean Down Time), cioè il tempo medio trascorso da quando il guasto viene rilevato dagli auto-test fino a quando la funzione viene ripristinata. 2) Guasti sicuri (S Safe). Il SRS ha un guasto non pericoloso. Questi guasti possono inoltre essere suddivisi in: (a) Guasti sicuri e non rilevabili (SUSafe Undetected). I guasti non pericolosi che non vengono rilevati dai test automatici;
Tabella 1 – Hardware Safety Integrity Requirements, IEC 61508-2
Requisiti quantitativi
La probabilità di guasto di una funzione di sicurezza dovuta a guasti hardware di tipo random dovrà essere stimata in modo che essa sia minore o uguale al valore del target da raggiungere. La stima dovrà tenere conto di quanto segue: – Architettura hardware (configurazione) – Guasti pericolosi rilevati e non rilevati – Suscettibilità rispetto ai guasti di causa comune utilizzando uno specifico fattore – Diagnostic Coverage dei test diagnostici – Tempi di ripristino per guasti rilevati – Test di prova (test periodici) – La probabilità di guasti non rilevati di ogni processo di comunicazione dati
Requisiti qualitativi
Dovranno essere identificati gli architectural constraints che limitano il SIL ottenibile in base all’Hardware Fault Tolerance (HFT) e alla Safe Failure Fraction (SFF) di un sottosistema
(b) Guasti sicuri e rilevabili (SD-Safe Detected). I guasti non pericolosi che vengono rilevati dai test automatici. In alcune configurazioni l’individuazione precoce dei guasti può impedire un vero e proprio intervento improprio del sistema. I vari modi dei guasti possono essere classificati in base alle cause del guasto: 1) Guasti hardware casuali. Questi sono i guasti fisici in cui il servizio fornito si discosta dal servizio richiesto a causa di degrado fisico dell’elemento. I guasti hardware possono essere ulteriormente suddivisi in: (a) Guasti per usura. Guasti che si verificano all’interno dell’involucro del prodotto. Questi guasti sono chiamati anche guasti primari; (b) Guasti casuali. Guasti che si verificano a causa di eccessive sollecitazioni negli oggetti. Le eccessive sollecitazioni possono essere provocate da cause esterne o da errori umani durante il funzionamento e la manutenzione. I guasti da stress sono chiamati anche guasti secondari. 2) Guasti sistematici. Rappresentano guasti non fisici per i quali il servizio fornito si discosta dal servizio specificato senza alcun degrado fisico del prodotto. I guasti possono essere eliminati da una modifica del progetto o del processo di fabbricazione, delle procedure operative, o della documentazione. I guasti sistematici possono essere ulteriormente suddivisi in: (a) Guasti per errori di progettazione. Nascono nel corso dei processi di fabbricazione, o di installazione e possono essere latenti a partire dal primo giorno di funzionamento. Ad esempio i guasti nei software, i sensori che non distinguono tra vero e falso, i rilevatori del gas che sono installati in un posto
sbagliato, in cui sono vietate la rilevazione della richiesta; (b) Guasti di interazione. Dipendono da errori umani durante il funzionamento o la manutenzione / test. LA NORMA IEC 61508 E IL CONCETTO DI SIL
L’analisi e la valutazione di sicurezza non possono prescindere dallo studio delle prestazioni di affidabilità del sistema e dei sottosistemi costituenti. In particolare, nel caso del sistema di sicurezza costituito da vari sottosistemi (sensore, logica, attuatori o elementi finali), per ciascuno dei guasti occorre la caratterizzazione dello specifico requisito di affidabilità. In funzione delle caratteristiche del componente è possibile determinare se esso può fare parte di un sistema di sicurezza con un determinato valore di SIL. In particolare è possibile definire quattro indici quantitativi che caratterizzano le prestazioni di affidabilità di un sottosistema di sicurezza quali: PFD (Probability of Failure on Demand), PFH (Probability of Failure per Hour), SFF (Safe Failure Fraction) e l’HFT (Hardware Fault Tolerance). Gli indici PFD e PFH, indicano la
probabilità che il sistema di sicurezza fallisca l’intervento in caso di necessità: si fa spesso riferimento ai valori medi di tale indice, ovvero all’average Probability of Failure on Demand (PFDAVG) e all’average Probability of Failure per Hour (PFHAVG). La scelta tra gli indici PFDAVG e PFHAVG dipende dalla frequenza di chiamata all’intervento della funzione di sicurezza demandata al sottosistema hardware. PFDAVG si riferisce ai sistemi di sicurezza in modalità di funzionamento ”low demand” o funzionamento a bassa richiesta o su domanda: per questi sistemi viene valutata la probabilità di funzionamento a fronte di una richiesta (on demand). PFHAVG si riferisce, invece, a sistemi di sicurezza in modalità “high demand” o “continuous mode” per i quali si valuta la probabilità di fallimento per ora. Per ottenere livelli SIL elevati, tali indici devono essere più bassi possibile. In Tab. 2 sono riportati i vari range [2]. A titolo esemplificativo, un dispositivo SIL2 è caratterizzato da una probabilità di guasto su richiesta (valore medio) inferiore a 10-2, il che equivale ad affermare che su 100 richieste di intervento della funzione, una non si verifica.
Tabella 2 – SIL e Average Probability of Failure
Safety Integrity Level (SIL)
Low demand mode
High demand or continuous mode
Average Probability of Failure on Demand
Average Probability of Failure per Hour
(x≡PFDAVG)
(x≡PFHAVG)
SIL4
10–5 ≤ x <10–4
10–9 ≤ x <10–8
SIL3
10–4 ≤ x <10–2
10–8 ≤ x <10–7
SIL2
10–3 ≤ x <10–2
10–7 ≤ x <10–6
SIL1
10–2 ≤ x ≤10–1
10–6 ≤ x ≤10–5
CONCLUSIONI
Questo articolo ha lo scopo d’introdurre il concetto di sicurezza funzionale e i sistemi relativi alla sicurezza fondamentali per ridurre al massimo i rischi che possono essere presenti in qualunque applicazione dall’automotive al nucleare, dal ferroviario all’industria di processo e così via. Nei prossimi articoli si entrerà più nel dettaglio dei parametri per effettuare un’analisi di sicurezza e dei modelli matematici necessari per la verifica del Safety Integrity Level. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] IEC 61508, Electric/Electronic/Programmable Electronic safety-related systems, parts 1-7. Technical report, International Electrotechnical Commission, May 2010.
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MISURE E FIDATEZZA
[2] M. Rausand, A. Høyland, ”System Reliability Theory“ 2nd Edition, J.Wiley & Sons, Inc., Hoboken, New Jersey. 2004. [3] M. Catelani, L. Ciani, V. Luongo, The FMEDA approach to improve the safety assessment according to the IEC61508, Microelectronics Reliability, Volume 50, Issues 9-11, September-
November 2010, Pages 1230-1235. [4] M. Catelani, L. Ciani, V. Luongo, A simplified procedure for the analysis of Safety Instrumented Systems in the process industry application, Microelectronics Reliability, Volume 51, Issues 9-11, September-November 2011, Pages 1503-1507.
Marcantonio Catelani è Professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni dell’Università di Firenze. La sua attività di ricerca si svolge prevalentemente nei settori dell’Affidabilità, della diagnostica e qualificazione di componenti e sistemi, del controllo della qualità e del miglioramento dei processi. Fa parte del CT 56 – Affidabilità – del CEI ed è coordinatore di gruppi di ricerca, anche applicata, delle tematiche citate. Lorenzo Ciani è Assegnista di ricerca post-dottorato presso il Dipartimento d’Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze. La sua attività di ricerca si svolge prevalentemente nei settori dell’Affidabilità, della diagnostica e qualificazione di componenti e sistemi, l’analisi dei rischi e sicurezza di sistemi complessi. Guest editor per la rivista Measurement e Section Editor per la rivista ACTA IMEKO, autore di oltre 90 articoli su rivista e congressi internazionali, ha ricevuto recentemente il premio 2015 IEEE I&M Outstanding Young Engineer Award.
TECNOLOGIE IN CAMPO
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Rubrica a cura di Massimo Mortarino
(mmortarino@affidabilita.eu)
Misure 3D per super-vetture, termocamere e aerodinamica in F1, eliminazione armoniche di rete AC Misure dimensionali e automobili di fascia elevata, monitoraggio termico nelle gallerie del vento, alimentazione pulita in produzione
TECHNOLOGIES IN ACTION The section “Technologies in action” presents a number of recent case studies of industries or institutions gaining profit from the latest innovation in measuring instruments and systems. RIASSUNTO La Rubrica “Tecnologie in campo” presenta un compendio di casi di studio di Aziende e/o istituzioni che hanno tratto valore aggiunto dalla moderna strumentazione di misura. MISURE AL SERVIZIO DELLA PRODUZIONE DI AUTOVETTURE DI ALTA GAMMA
Design svedese e soluzioni tecniche visionarie, così nasce Koenigsegg La società svedese Koenigsegg Automotive AB progetta e sviluppa veicoli realizzati a mano dal 1994 ed è leader di mercato nel settore delle auto sportive esclusive. Sin dalla sua nascita, il percorso di Koenigsegg è stato davvero incredibile: tutto è cominciato il 12 agosto 1994, quando un giovane di 22 anni ha deciso di realizzare il suo sogno d’infanzia. Giovane pieno di passione, ingegno e straordinaria volontà, Christian von Koenigsegg aveva deciso di trasformare il suo sogno in realtà, fondando una propria casa automobilistica. Tutto era contro di lui, ma bisognava cogliere l’attimo. La sua idea era quella di dare vita a un’auto sportiva che, a suo giudizio, non esisteva ancora e avrebbe dovuto trasformarsi in un oggetto del desiderio per i consumatori: due condizioni essenziali per il successo, secondo Christian. L’idea: un’auto leggera di cilindrata media, con un tettuccio rigido a scomparsa. L’auto avrebbe avuto anche un parabrezza a cupola, per offrire visibilità e aerodinamicità ottimali, nonché due grandi prese d’aria sulle fiancate, sotto il baricentro, per garantire
Figura 1 – Auto Koenigsegg: il design svedese incontra soluzioni tecniche visionarie
una maggiore stabilità a velocità elevate. L’auto avrebbe dovuto essere tanto bella quanto accattivante, sia con il tettuccio montato sia in versione roadster, consentendo la chiusura del tettuccio in poche decine di secondi. Christian ha immaginato un’auto che avesse un fascino senza tempo e fosse capace di invecchiare come il vino. Stiamo parlando di un’auto di media cilindrata, che non esisteva all’epoca: così è nata la CC8S. Ogni auto Koenigsegg creata da allora è caratterizzata da questo semplice ma efficace DNA, in linea con la visione originale del proprio ideatore. Cinque modelli e altrettanti Guinness record per auto entrate in produzione più tardi: il marchio Koenigsegg è esploso e si è affermato sulla scena internazionale, dove ha intenzione di rimanere a lungo. Se chiediamo a Chri-
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stian quale sia la sua maggiore ambizione, egli risponde senza esitazione: “Trasformare i sogni in realtà!” Operazioni e strumenti di misurazione Il giorno in cui Koenigsegg è entrato in contatto con Creaform, la società utilizzava attrezzature a noleggio per eseguire le proprie misurazioni. I sistemi di misurazione e scansione erano principalmente utilizzati per l’analisi delle problematiche riscontrate sulla linea di produzione, per la comparazione dei componenti con i disegni CAD, nonché per attività di configurazione, avvio produzione e reverse engineering di attrezzature e parti di ricambio, oltre che fornire dati al CAD, creati con Catia V5R19. I frequenti problemi riscontrati sulle attrezzature a noleggio, i costi e le tempistiche piuttosto lunghe di misurazione ed elaborazione dati, nonché l’obiettivo di disporre internamente di propri dispositivi di misurazione 3D, convinsero Koenigsegg a cercare soluzioni alternative sul mercato. Il distributore svedese MLT Maskin E Laserteknik AB si recò presso la sede di Koenigsegg per una dimostrazione in loco delle tecnologie di misurazione 3D di Creaform. “Dopo aver messo a confronto tutti i sistemi di misurazione disponibili, siamo giunti alla conclusione che le soluzioni e i prodotti Creaform fossero i più adatti a soddisfare i requisiti richiesti per la nostra tipologia di lavoro. Grazie alla minore sensibilità ai movimenti durante le operazioni di rilevamento e scansione, le soluzioni Creaform erano maggiormente adatte a un utilizzo in produzione”, spiega Jon Gunner, Direttore tecnico di Koenigsegg. “Abbiamo deciso di investire nello scanner HandySCAN 3D, nella CMM portatile HandyPROBE di Creaform e nel software d’ispezione PolyWorks”.
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NEWS
UN NUOVO MODO DI FORMAZIONE METROLOGICA Deltamu Italia propone una formazione su misura ritagliata sulle esigenze del cliente e fornita da professionisti con esperienza nel campo dei problemi del contesto industriale. Tutti i docenti sono esperti attivamente coinvolti nello sviluppo della Metrologia, provenienti da comitati di standardizzazione AFNOR e UNI, relatori del Congresso Internazionale di Metrologia, membri del Collegio Francese di Metrologia, membri dell'Associazione GMEE. Gli argomenti trattati dai corsi di Deltamu Italia sono molteplici: Metrologia generale – Metrologia di eccellenza – Incertezza di misura e prova – Metodi di ottimizzazione degli intervalli di taratura – Statistica e capability – Programmi di adattamento sistematico – Formazione partecipativa e avviamento pratico – Casi di studio reali – Supporto prima/dopo la formazione. La Metrologia può cambiare il mondo! “Misurare correttamente per produrre meglio”, dichiara JeanMichel Pou, Presidente fondatore di Deltamu. “La gestione ottimizzata degli strumenti di misura e del processo di misurazione non dovrebbe essere limitata agli interventi a chiamata e all’applicazione di etichette. Liberandola dalle catene di formule preconcette, la metrologia può rappresentare un vero e proprio fattore competitivo”.
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NUOVE CMM MULTISENSORE Il leader nelle soluzioni di misura e produzione Hexagon Manufacturing Intelligence ha presentato oggi le sue più recenti macchine di misura a coordinate multisensore (CMM): le nuove Optiv Performance 663 e 664 Dual Z. La concezione multisensore della linea Optiv Performance permette svariate configurazioni per operazioni di misura a contatto, senza contatto e a scansione, in un unico sistema. Si possono eseguire controlli dimensionali con il sensore più adeguato all’elemento da misurare, senza dover ripetere il posizionamento del pezzo e, quindi, risparmiando tempo prezioso. Basate sulla stessa tecnologia della CMM di grande successo Optiv Performance 443, le nuove Optiv presentano una struttura in granito dalle vibrazioni ridotte, con guide meccaniche lineari precise su tutti gli assi, motori di precisione dotati di sistema di recupero del gioco e compensazione termica integrata. Ne risulta un livello di qualità strutturale che consente alle macchine l’impiego anche in ambienti di produzione. Con la Optiv Performance 663, che vanta una corsa di misura di 610 x 610 x 305 mm, e la Optiv Performance 664, che porta la corsa Z a 405 mm, aumenta ulteriormente la gamma di pezzi che può essere misurata. Per garantire un impiego ottimale dell’intero volume di misura, i nuovi modelli possono essere dotati di Optiv Dual Z, l’opzione Hexagon che offre loro due assi verticali indipendenti per i sensori ottico e a contatto. Questo impedisce al sensore inattivo di ostacolare il movimento della macchina, lasciando accessibili gli elementi geometrici in profondità nel pezzo, per una partprogrammazione
più semplice e un minimo rischio di collisione. Optiv Performance 663 e 664 Dual Z offrono anche una soluzione semplice e rapida per la misura di pezzi a simmetria di rotazione: gli elementi geometrici distribuiti sul pezzo sono resi accessibili con l’impiego di una tavola rotante automatica. L’opzione Optiv Dual Rotary aggiunge un secondo grado di libertà per la rotazione del pezzo. “I nostri clienti chiedono macchine sempre più versatili e questi nuovi modelli sono stati creati proprio per soddisfare questa esigenza” afferma Wolfram Fröhlich, Commercial Product Manager di Hexagon Manufacturing Intelligence. “È un sistema di misura avanzato, in grado di gestire svariate operazioni di misura e verifica, che aiutano gli utenti a trovare il posizionamento ottimale dei sensori e del pezzo per una prestazione di misura superiore ai limiti attuali”. Disponibile come opzione sulle Optiv Performance 663 e 664 Dual Z è anche MMS PULSE, sistema di monitoraggio della CMM. Impiegando una rete di sensori per monitorare la temperatura, le vibrazioni, l’umidità e lo stato della macchina, MMS PULSE offre agli operatori un quadro più completo dell'ambiente. Per ulteriori informazioni: www.hexagonmetrology.it
PICCOLI E VELOCI: ASSI ROTATIVI A ULTRASUONI I motori piezoelettrici a ultrasuoni rappresentano spesso la scelta migliore, perché sono piccoli, veloci e silenziosi e, inoltre, dotati di un sistema di auto-bloccaggio in assenza di corrente, mantenendo il carico da movimentare. Non necessitano di freni aggiuntivi e in fase di riposo non generano calore. PI (Physik Instrumente) presenta tre nuovi assi rotativi adatti per applicazioni che richiedono velocità elevate (U-622.03, U-624.03 e U-628.03), in grado di raggiungere velocità fino a 720° al secondo, con un comportamento stop-start molto dinamico. Il design compatto, con una lunghezza di 20, 30 e 50 mm e un’altezza di soli 10, 12 e 19 mm, permette loro di essere facilmente integrati anche in spazi molto piccoli. Essi, inoltre, dispongono di coppie (rispettivamente di 5, 10, e 25 mNm) con una rotazione maggiore di 360° e sono
disponibili in versioni compatibili con il vuoto (fino a 10-6 hPa). Nei sistemi rotativi a ultrasuoni, un motore piezoelettrico circolare agisce direttamente sulla piattaforma rotante: non essendo necessari componenti meccanici, come ad esempio riduttori, le unità sono praticamente esenti da usura e, nel contempo, estremamente affidabili. Inoltre l’encoder incrementale integrato consente di effettuare una misura diretta del controllo di posizione e della ripetibilità. A seconda della versione, il movimento minimo incrementale è pari a 0,03, 0,006 e 0,003 gradi. Per ulteriori informazioni: www.physikinstrumente.com/ product-detail-page/u-622-703081.html E-mail: g.poli@pi.ws
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TECNOLOGIE IN CAMPO
gestiscono lo scambio di produzione. Poter disporre di qued’informazioni con il sto sistema ci offre flessibilità e tempi computer e memorizza- di risposta brevi per approfondire e no i parametri dei sen- analizzare problematiche inerenti al sori sulla CMM. En- controllo dimensionale ed effettuare trambi i sistemi fanno analisi qualitative”. leva sulla tecnologia Scarica il video: integrata TRUaccuracy, https://www.youtube.com/ che garantisce misura- watch?v=OJ6n4aZVqPY zioni a elevata preci- Per ulteriori informazioni: sione in condizioni ope- www.creaform3d.com rative reali, indipendentemente da vibrazioni, Figura 2 – Lo scanner metrologico HandySCAN 3D è in grado di effettuare fino a 480.000 misurazioni instabilità o differenze TERMOCAMERE PER MIGLIORARE al secondo, con una precisione fino a 0,030 mm termiche presenti nel- L’AERODINAMICA IN FORMULA 1 l’ambiente. Il laser scanner portatile HandySCAN Lo scanner HandySCAN 3D e la L’aerodinamica è una componente 3D offre una risoluzione e una preci- CMM portatile HandyPROBE sono estremamente importante per tagliare sione eccezionali, il tutto in un unico oggi usati dalla società svedese prin- il traguardo in Formula 1. Per migliodispositivo portatile. Può essere utiliz- cipalmente per operazioni di control- rare le prestazioni delle auto da zato in tutte le fasi del ciclo di vita del lo qualità nel settore automobilistico, corsa, ogni team di F1 è supportato prodotto: dalla sua ideazione alla misurazione di componenti e assiemi da un intero esercito di progettisti, progettazione, alla produzione, fino mediante comparazione con il CAD, meccanici e ingegneri, ma il miglioraalla manutenzione e a eventuali ri- per la risoluzione di diverse proble- mento delle prestazioni va ben oltre matiche, oltre che per il reverse engi- l’ottimizzazione del motore. parazioni. neering. Koenigsegg L’aerodinamica studia l’interazione utilizza, ad esempio, il dell’aria in movimento con un oggetsistema di rilevazione to solido, in particolare al fine di moHandyPROBE per la ta- dificare la forma di un oggetto perratura, per rilevare con ché possa attraversare l’aria offrenprecisione i punti nomi- do la minima resistenza. In F1 l’aenali e poi utilizzarli co- rodinamica è un fattore critico, e l’ame riferimento durante ria che scorre sopra la carrozzeria la scansione che gli viene anche sfruttata per creare operatori effettuano con deportanza nelle curve e migliorare altre prestazioni: ad esempio, per HandySCAN 3D. Jon Gunner è soddi- veicolare l’aria direttamente nelle sfatto dell’investimento effettuato Figura 3 – Senza posizionamenti o necessità nei sistemi di fissaggio, la CMM HandyPROBE offre un’incredibile Creaform: flessibilità e praticità di misurazione “Secondo quanto stiIl sistema di misurazione portatile mato, dopo soli 6 mesi CMM HandyPROBE, valida alternati- dall’acquisto avevamo va ai sistemi di misurazione tradizio- già recuperato circa la nali, è un dispositivo a triangolazione metà dei costi sostenuti wireless, che offre una libertà di movi- per il noleggio delle atmento totale e può essere utilizzato trezzature. Le soluzioni per misurazioni singole o ripetute di di Creaform offrono un’aldiversi componenti. La CMM viene ta precisione, unita alla Figura 4 – Nell’ambito del controllo qualità rilevata dal tracker ottico “C-Track”, i facilità di utilizzo dei o progettazione, HandySCAN 3D consente agli utenti cui sensori rilevano la posizione esat- dispositivi, che risultano di ottimizzare i tempi di produzione, aumentando ta del HandyPROBE, acquisiscono e in questo modo impiein questo modo la redditività. Sopra, scansione di una Koenigsegg Regera trasmettono immagini in tempo reale, gabili anche nei reparti
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all’interno di questo ambiente altamente sensibile. Mantenere una temperatura costante durante i test significa ottenere risultati coerenti, mentre il superamento della temperatura ideale può causare un’usura anticipata dei componenti. “Ecco perché usiamo le termocamere per monitorare scrupolosamente il modello in scala alFigura 5 – In una galleria del vento viene prodotto l’interno della galleria un flusso d’aria di una certa velocità che investe del vento,” spiega Georil modello in scala di un veicolo di F1 ge Trigg, Systems Team Leader Aerodynamics prese d’aria laterali del motore e nei della Red Bull Racing. “Le termocamecondotti di raffreddamento del siste- re ci forniscono immagini ma frenante. termiche dettagliate del modello in scala e ci perLa gestione termica mettono di identificare in nella galleria del vento anticipo i problemi di surCome per molte scuderie, anche in riscaldamento”. Red Bull Racing la galleria del vento riveste un ruolo essenziale nel pro- La criticità prio programma di sviluppo in F1. del monitoraggio Nella galleria del vento, un modello termico in scala di una vettura di F1 viene sot- Red Bull Racing ha installatoposto a un flusso d’aria di una certa to due termocamere FLIR velocità. Si tratta di un metodo com- A310 all’interno della sua provato per studiare gli effetti aerodi- galleria del vento. La FLIR namici delle nuove caratteristiche di A310 è una termocamera progettazione e per validare i pro- fissa, utilizzata per un’amgetti prima dell’implementazione sul- pia gamma di attrezzature la vettura reale. critiche e di valore: essa inLa messa a punto della galleria del tegra un sensore microbolometrico non vento, al fine di ottenere risultati accu- raffreddato all’ossido di vanadio (VOx), rati e ripetibili, è molto complessa. La che produce immagini termiche nitide gestione della temperatura del model- a 320 x 240 pixel, rendendo visibili diflo in scala nella galleria del vento ferenze di temperatura anche di soli riveste un’importanza particolare 50 mK. “Per quest’applicazione abbiamo scelto le termocamere FLIR, perché non esisteva alcun prodotto migliore sul mercato in grado di assicurare un tale livello di accuratezza a un prezzo ragionevole”, afferma George Trigg. Figura 6 – Le immagini dettagliate del modello, “Queste termocamere offerte dalle termocamere, permettono ci hanno permesso di d’identificare in una fase iniziale i problemi derivanti dal surriscaldamento utilizzare la galleria del
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TECNOLOGIE IN CAMPO
vento in condizioni ottimali, fornendo ai nostri esperti di aerodinamica uno strumento su cui poter fare costantemente affidamento”. Requisiti della termocamera Sebbene FLIR A310 possa essere utilizzata in molte applicazioni di monitoraggio critico, la scelta è stata attentamente ponderata. “La termocamera doveva essere compatta e integrarsi accuratamente nel tessuto strutturale della galleria del vento, al fine di ridurre al minimo l’interferenza con il flusso d’aria”, spiega Trigg. “La FLIR A310 è molto compatta, e quindi perfetta per questo scopo; inoltre essa s’integra facilmente con i sistemi già in nostra dotazione”.
Figura 7 – La termocamera FLIR A310
La termocamera doveva anche soddisfare altri requisiti fondamentali: sensibilità, velocità di cattura dell’immagine e accuratezza. “Per proteggere la nostra attrezzatura abbiamo individuato una soluzione in grado di fornire immagini pressoché in tempo reale e di elevata accuratezza”, conclude George Trigg. Collaborazione proficua La scelta di FLIR A310 per il progetto galleria del vento si fonda sulla stretta collaborazione tra FLIR e il team Red Bull Racing. Fin dal 2014, i team integrano le termocamere FLIR in molteplici ambiti, in fabbrica e in pista, nella manutenzione elettrica, per i banchi di prova e la sicurezza sul
N. 04ƒ ;2016 nelle moderne strutture di produzione. Negli anni passati, tutti i carichi che venivano connessi alle linee di alimentazione AC erano puramente resistivi, come lampadine e radiatori, oppure semplici carichi induttivi, come motori AC a velocità costante. Questi tipi di carico assorbivano correnti sinusoidali dalle linee di alimentazione AC e non dovevano essere problematici sotto il profilo delle armoniche. Infatti le società di servizi richiedono alle fabbriche che impiegano parecchi motori d’installare condensatori, così da portare il fattore di potenza dell’impianto da induttivo a quasi unitario; in caso contrario, esse applicano al servizio un sovrapprezzo Figura 8 – Valutazione della temperatura dello pneumatico per kWh. Oggi una porzione FLIR per le ispezioni sempre maggiore di carichi connessi in ambito automobilistico alla rete AC assorbe correnti non sinuLe termocamere FLIR sono ampiamen- soidali, ad esempio gli alimentatori te utilizzate nei reparti di ricerca e svi- impiegati nei computer. La Fig. 9 luppo dell’industria automobilistica. mostra lo schema circuitale d’ingresso Le termocamere aiutano a produrre di un tipico alimentatore monofase. automobili più efficienti, più sicure e Quando il ponte di diodi dell’alimenpiù performanti, e contribuiscono ad tatore viene sottoposto a una tensioaccorciare il time to market di nuovi ne alternata, questa viene raddrizzamodelli affidabili. La termografia con- ta dal ponte e il condensatore si carisente agli ingegneri automobilistici di ca quasi fino al picco della tensione migliorare i progetti dei sistemi air- AC raddrizzata. Il risultato è una bag, validare l’efficienza dei sistemi forma d’onda di corrente contenente di riscaldamento e raffreddamento, armoniche multiple, come mostrato quantificare l’impatto della temperatu- in Fig. 10. ra sull’usura degli pneumatici, effet- Tali armoniche causano un certo tuare controlli di qualità su accoppia- numero di conseguenze indesiderate. menti, saldature e molto altro ancora. In primo luogo, esse non trasmettono
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campo, fino alle valutazioni della temperatura degli pneumatici ai box. L’alta qualità del prodotto e l’approccio innovativo che FLIR esprime nello sviluppo di nuove soluzioni per le sfide della F1 si sposano perfettamente con la volontà di Red Bull Racing di oltrepassare i confini della tecnologia attuale nello sviluppo della sua vettura.
TECNOLOGIE IN CAMPO
potenza, introducendo uno spreco di energia che viene dissipata sotto forma di calore senza aumentare la potenza AC fornita. Le armoniche aumentano la corrente RMS del 50% circa e producono un riscaldamento eccessivo di elementi quali cavi, contatti, fusibili e interruttori magnetotermici, facendo aumentare i costi a causa dell’impiego di fusibili e interruttori più grandi e di linee elettriche sovradimensionate. Se la corrente totale delle armoniche è sufficiente per distorcere la forma d’onda dell’alimentazione, il corretto funzionamento delle apparecchiature può essere compromesso. La distorsione armonica può causare anche il riscaldamento eccessivo dei motori a induzione, oltre a vibrazioni e consumo dei cuscinetti, condizioni queste che possono portare al guasto della strumentazione. Le armoniche influenzano il fattore di potenza, ovvero il rapporto tra la corrente utile e la corrente totale. Ad esempio, se la corrente RMS è del 50% più grande della corrente utile, il fattore di potenza equivale a 0,67. Cosa si può fare? Ovviamente le armoniche della corrente in ingresso a qualsiasi unità sono problematiche. Per ingressi monofase a bassa potenza la soluzione ideale sarebbe un dispositivo elettronico di correzione del fattore di potenza. Questi dispositivi, disponibili come moduli di potenza fino ad approssimativamente 1 kW, forzano la corrente d’ingresso a essere sinusoidale e in fase con la tensione per mezzo di appositi circuiti PWM.
Per maggiori informazioni: www.flir.eu/automotiveinspection ELIMINARE LE ARMONICHE DI RETE AC
di Gerald Hovdestad (Behlman Electronics) Fornire un’alimentazione pulita agli apparati è più importante che mai
Figura 9 – Stadio d’ingresso di un alimentatore monofase (Fonte: Behlman Electronics)
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NOVITÀ NELLA MODELLAZIONE MULTIFISICA E PROGETTAZIONE DI APP COMSOL, fornitore leader di soluzioni software per la modellazione e la simulazione multifisica e per la progettazione e la distribuzione di app di simulazione, ha presentato le ultime novità introdotte in COMSOL Multiphysics®, COMSOL Server™ e COMSOL Client ai partecipanti della 12a Conferenza annuale COMSOL di Monaco. COMSOL s’impegna nel cercare sempre di offrire l’ambiente multifisico più efficiente e robusto in ambito meccanico, acustico, fluidodinamico, termico e chimico. “Per rispettare questo impegno, il team di sviluppo si assicura che ogni aggiornamento del software offra solutori, strumenti di mesh e funzionalità fisiche più efficienti”, commenta Bjorn Sjodin, VP del Product Management di COMSOL, Inc. Svante Littmarck, Presidente e CEO di COMSOL Inc., ha illustrato alcuni esempi di come gli utenti usano le app di simulazione per diffondere l’utilizzo della simulazione multifisica all’interno della propria azienda. “Questi casi di studio ci danno un’idea di come i nostri clienti traggono vantaggio dalla costruzione e dalla distribuzione di app di simulazione”, ha raccontato Littmarck nel suo keynote. “L’Application Builder e COMSOL Server™ sono strumenti di cui le organizzazioni hanno biso-
gno per rendere la multifisica accessibile a tutti”. L’Application Builder ha consentito agli specialisti di simulazione di creare app multifisiche, basate sui loro modelli dettagliati, attraverso interfacce utente cui è possibile accedere facilmente, tramite COMSOL Client o un web browser collegato a un’installazione locale di COMSOL Server™. App personalizzate possono essere create per chiunque, tecnici, staff di supporto, progettisti, fino agli addetti al servizio clienti, che possono compiere iterazioni nel progetto e generare report molto rapidamente. L’ultimo aggiornamento della suite include il nuovo Rotordynamics Module, pensato per supportare i tecnici nell’analisi di vibrazioni, dovute a forze centrifughe, e di altri effetti giroscopici nelle macchine rotanti. Questo nuovo prodotto sarà usato per verificare che le vibrazioni di un rotore siano contenute entro limiti di progetto accettabili, fornendo funzionalità per valutare velocità critica, eccentricità e performance dei cuscinetti. Questo modulo interesserà in particolare chi lavora nell’ambito della progettazione di turbine, turbocompressori, macchine elettriche e pompe, nel settore automobilistico, marino, aerospaziale, energetico e di produzione di elettrodomestici. Per scaricare l’ultima versione del software COMSOL Multiphysics® e di COMSOL Server™ o per aggiornare la vostra installazione: www.comsol.it/product-update
MISURA DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE La misura della pressione differenziale è indispensabile nel monitoraggio delle camere bianche, nel controllo dei filtri aria, nelle misure di flusso (in abbinamento a un tubo di Pitot o di Darcy), nel controllo del condizionamento e della ventilazione di precisione. Delta OHM propone per questa misura la serie di trasmettitori HD404T, che è in grado di misurare pressioni relative rispetto all’atmosfera o differenziali nel range da 50 a 1.000 Pa (0,2” H2O a 4” H2O). I trasmettitori HD404T utilizzano un sensore al silicio di tipo “micromachined” compensato in temperatura, che presenta un’eccellente linearità, ripetibilità e stabilità nel tempo. Il segnale di uscita dal sensore è amplificato e convertito in un’uscita analogica standard in corrente (4-20 mA) e in una in tensione (0-10 V). È possibile scegliere mediante un dip switch tra due range di misura, in modo da selezionare il fondo scala ottimale. Nella serie HD404T è disponibile uno speciale circuito di auto-zero, che periodicamente equalizza la pressione differenziale all’ingresso del sensore e ne corregge l’offset; i trasmettitori dotati di questo circuito sono insensibili alla posizione di montaggio. Il circuito di autozero compensa l’invecchiamento e lo scostamento dello zero del sen-
sore al variare della temperatura. È disponibile l’opzione “display”, in cui la pressione viene visualizzata su un display. La versione “radice quadrata” risulta utile nel caso il trasmettitore sia collegato a un tubo di Pitot o Darcy, in quanto l’uscita risulta direttamente proporzionale alla velocità del flusso d’aria. È possibile visualizzare la velocità del flusso d’aria calcolato. La versione SR è configurabile dall’utente. È possibile impostare il coefficiente del tubo di Pitot o Darcy utilizzato, i parametri per il calcolo della velocità (temperatura del flusso d’aria, pressione barometrica, pressione statica differenziale all’interno della condotta), l’unità di misura della velocità (m/s o ft/s) e il fondo scala della velocità per l’uscita analogica. I trasmettitori sono pronti all’uso e vengono forniti tarati di fabbrica su 3 punti. Per ulteriori informazioni: www.deltaohm.com
PRODUTTIVITÀ NELLA STAMPA 3D DI METALLI La produzione additiva Renishaw è un processo fortemente innovativo, che permette di realizzare pezzi meccanici in metallo compatto direttamente da un modello CAD 3D, utilizzando un laser a fibra ottica ad alta potenza. La RenAM 500M è la macchina di produzione additiva dedicata alle produzioni di serie. I pezzi sono realizzati partendo da polveri metalliche finissime, depositate in strati di spessore variabile tra i 20 e i 100 µm e fuse in atmosfera inerte con laser da 500 W. Questa tecnica produttiva trova interessanti applicazioni nella produzione d’impianti medici personalizzati, nella creazione di componenti ultraleggeri per l’aeronautica e l’automobilismo sportivo, nella progettazione di scambiatori di calore super-efficienti, strutture per protesi dentali e inserti per lo stampaggio a iniezione con canali di raffreddamento conformi. Una caratteristica comune a tutte le macchine di produzione additiva Renishaw è la capacità di trattare in sicurezza anche materiali reattivi, come il titanio e l’alluminio, grazie a un sistema di gestione delle
polveri che limita al minimo il contatto dell’operatore. Il 95% delle polveri è inoltre riutilizzabile, grazie a un sistema di ricondizionamento dedicato: una delle innovazioni fondamentali della RenAM 500M è rappresentata dalla setacciatura delle particelle metalliche integrata direttamente all’interno della macchina, caratteristica che permette un ulteriore aumento di produttività e sicurezza di utilizzo. La flessibilità di produzione dei particolari realizzati con questa tecnologia permette ai progettisti di estendere la loro libertà di definire forme e strutture e andare oltre i limiti imposti dai processi produttivi tradizionali, superando le barriere imposte dallo stampaggio e dall’asportazione di truciolo. Altro vantaggio importante è rappresentato dall’assenza di lead time: la produzione si realizza direttamente dal modello CAD, senza necessità di attrezzaggi, studi di lavorazione e di percorso macchina. In questo modo Renishaw permette di ottimizzare il processo produttivo e arrivare sempre per primi sul mercato. Per maggiori informazioni: www.renishaw.it
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monofase D’altra parte, quando si raddrizza sopra de- una potenza trifase, le armoniche scritta non sono ridotte rispetto al raddrizzamenfunziona. to di una potenza monofase. La Tab. S e b b e n e 1 mostra l’effetto di un raddrizzamenpossano es- to multifase con un filtro di rete a bobisere impie- na “ideale”. Utilizzando la Tab. 1, gati tre con- può essere determinato il numero di vertitori mo- fasi richiesto per limitare il contenuto Figura 10 – Forma d’onda in uscita a un ponte di diodi (Fonte: Behlman Electronics) nofase al armonico. Il soddisfacimento delle posto di norme MIL-STD-1399 richiede 18 fasi, un trifase, le quali producono 36 raddrizzamenIl progetto di questi dispositivi può quando l’ingresso è a stella e il carico ti d’impulso. In questo caso, la prima essere integrato in ogni alimentatore, è simmetrico, il problema emerge armonica è la trentacinquesima e il tramite i parecchi schemi circuitali esi- quando il livello di potenza è molto suo contributo è del 2,9%. stenti. Sono disponibili anche sorgen- alto e il collegamento richiesto è a Quando viene impiegato un trasforti AC da banco a bassa potenza con triangolo. Senza il neutro, l’utilizzo di matore alimentato da una trifase, si correzione del fattore di potenza, che tre convertitori di frequenza monofase può configurare l’unità per avere possono essere impiegate in fabbrica è molto più difficile, e occorre la mas- un’uscita multifase. Ad esempio, se il per fornire un’alimentazione pulita sima attenzione per assicurare che la secondario del trasformatore avesse alle workstation di test. potenza sia accuratamente bilanciata una configurazione a stella e una a L’impiego di convertitori individuali ha fra le fasi. triangolo, si avrebbero in totale 6 fasi il vantaggio di permettere la variazioTabella 1 – Effetto di un raddrizzamento multifase con un filtro di rete a bobina “ideale” ne dell’uscita a ogni stazione, senza influenzare in alcun modo le armoniche sulla linea elettrica in ingresso. Ad esempio, gli alimentatori - convertitori di frequenza AC Behlman PF Series per banchi di test e rack (forniti da Aviatronik nel territorio italiano) possono essere utilizzati in qualunque zona del mondo e simulare ogni alimentazione esistente, persino quella avionica o nautica. Si seleziona semplicemente la frequenza necessaria, si sceglie un campo di tensione, si digita la tensione desiderata e si è pronti a effettuare i test con il supporto di un’onda sinusoidale pulita in uscita, bassa distorsione armonica, alta efficienza ed eccellente regolazione di carico e di linea. Come alternativa agli alimentatori AC multipli a bassa potenza, può essere impiegata una singola unità ad alta potenza per distribuire la corretta alimentazione in una struttura che non necessita del controllo individuale per ogni banco. Un esempio di ciò potrebbe essere un convertitore trifase ad alta potenza da 120 kVA, con ingresso trifase da 60 o 50 Hz che converte l’uscita a 50 Hz, 60 Hz o 400 Hz per distribuirla nelle aree di test o di produzione. Tuttavia, con questo approccio ad alta potenza, la semplice correzione
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gettato anche numerosi sistemi di controllo e visualizzazione analogici e digitali per la flotta sottomarina statunitense. Molti di questi sistemi sono ancor oggi utilizzati. Attualmente Jerry è Direttore dell’Ingegneria COTS della Behlman Electronics e può essere contattato all’indirizzo di posta elettronica jerryh@behlman.com, oppure tramite il suo sito web www.behlman.com. La distribuzione sul territorio italiano dei prodotti Behlman Electronics è stata affidata ad Aviatronik: www.aviatronik.it. Figura 11 – Schema a blocchi di un convertitore di frequenza (Fonte: Behlman Electronics)
in uscita. Un secondario con tre gruppi di configurazioni a stella e tre gruppi di configurazioni a triangolo, opportunamente sfasate, avrebbe un totale di 18 fasi in uscita. Un’uscita a 18 fasi raddrizzata è considerata come avente 36 raddrizzamenti d’impulso, dato che impiegherebbe 36 diodi, come mostrato in Fig. 11. Con così tanti impulsi, il filtro a bobina diventa ragionevolmente piccolo ed è facilmente realizzabile. Non molte apparecchiature hanno la capacità di fornire 18 fasi con 36 raddrizzamenti d’impulso. Una di queste è il BL+ 120, prodotto da Behlman Electronics e distribuito in Italia da Aviatronik. Il BL+ 120 (Fig. 12) è un convertitore di frequenza a 120 kVA, che implementa un trasformatore d’ingresso speciale in grado di fornire 18 fasi in uscita, filtrate e raddrizzate con un raddrizzamento a 36 impulsi, con la DC risultante fornita a un inverter. Questo può produrre onde sinusoidali a bassa distorsione dai 45 ai 500 Hz e fino a 2.000 Hz quando richiesto. La tensione d’ingresso può spaziare da 120/208 V fino a 277/480 V, con collegamento a stella e a triangolo. L’unità è disponibile con tensione e frequenza fissa e con il controllo, sia manuale sia remoto (RS232, IEEE488, USB, Ethernet), dei due parametri.
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In sintesi Nelle applicazioni di progettazione, produzione e test, dato che una percentuale sempre crescente di elettricità scorre attraverso carichi che assorbono correnti non sinusoidali, i problemi causati dalle armoniche di rete AC stanno ricevendo sempre maggiore attenzione, essendo un fattore critico della qualità dell’alimentazione. Chiaramente gli ingegneri di oggi devono essere consapevoli dell’impatto negativo delle armoniche di rete AC sui loro sistemi, così come delle soluzioni disponibili per affrontare il problema. Inoltre, per far sì che i prodotti superino gli stringenti test richiesti per soddisfare i requisiti statunitensi Energy Star o i requisiti europei CE e VDE, una sorgente di alimentazione corretta e accurata è una necessità. Jerry Hovdestad ha ottenuto il BEE dal College di Manhattan e il MSEE dalla NYU. Ha accumulato oltre 45 anni d’esperienza nella progettazione elettronica analogica e digitale e, agli inizi della sua carriera, ha lavorato sui convertitori D/A per i radar di tracciamento a terra degli F111. Ha pro-
Figura 12 – Convertitore di Frequenza Behlman BL+ 120 (Fonte: Behlman Electronics)
METROLOGIA GENERALE
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Rubrica a cura di Luca Mari (lmari@liuc.it)
I risultati di misura Un’esplorazione
GENERAL METROLOGY In this permanent section of the Journal our colleague and friend Luca Mari, world-recognized expert in fundamental metrology and member of several International Committees, informs the readers on the new development of the fundamental norms and documents of interest for all metrologists and measurement experts. Do not hesitate to contact him! RIASSUNTO In questa Rubrica permanente il collega e amico Luca Mari, internazionalmente riconosciuto quale esperto di metrologia fondamentale e membro di numerosi tavoli di lavoro per la redazione di Norme, informa i lettori sui più recenti temi d’interesse e sugli sviluppi di Norme e Documenti. Scrivete a Luca per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione! Tra i suoi (pochi o tanti) meriti, il Vocabolario Inter nazionale di Metrologia (VIM) ha contribuito a fare un po’ di ordine nella terminologia della misurazione, a partire dal significato di “misura”. In alcune occasioni le lingue storico-naturali come l’italiano e l’inglese tendono a non distinguere l’azione dal suo risultato, come nel caso di “decisione”: è sia l’azione del decidere sia ciò che è deciso, così che ci si affida al contesto per eliminare l’ambiguità. Questa situazione si presenta anche per “misura”, e per l’inglese “measure”, che nel suo uso abituale denota sia il processo del misurare (“in Laboratorio è in corso una misura”) sia il risultato che si ottiene da tale processo (“questa misura è maggiore di quella”). Il VIM ha scelto di mantenere lessicalmente distinti l’azione dal suo risultato. Nella versione inglese si è addirittura deciso di non usare il sostantivo “measure” (cosa che tra l’altro mette ulteriormente in evidenza, se ce ne fosse ancora bisogno, che il termine “weights and measures” – come nella traduzione ufficiale di “Bureau international des poids et mesures” (BIPM):
“International Bureau of Weights and Measures” – è un residuo di un passato in cui il misurare aveva a che vedere principalmente con grandezze geometriche/dimensionali e quindi i pesi non erano misure). L’unica eccezione a questa regola è per il termine “material measure”, reso in italiano con “campione materiale”, con “misura materiale” come termine ammesso. Nella traduzione italiana del VIM si è riconosciuta l’ampia diffusione del termine “misura” e si è quindi deciso per esempio di tradurre “measuring instrument” e “measurement unit” con “strumento di misura” e “unità di misura” rispettivamente. Il principio rimane – si riconosce che il termine “misura” è troppo ambiguo per essere usato come tale – ma lo si è interpretato in modo flessibile, impiegando “misura” solo con una specificazione: “strumento di -”, “unità di -”, e così via. La distinzione fondamentale tra l’azione del misurare e il suo risultato è stata resa nella stessa logica: il processo si chiama “misurazione” e l’esito che se ne ottiene “risultato di misura”, traducendo in questo modo gli originali inglesi “measurement” e “measurement result” (NdA: Una nota che è in effetti un’opinione personale. Come dichiara il JCGM Charter, il VIM è un “guidance document”, non una nor-
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ma tecnica: dunque questa flessibilità adottata nel tradurre il VIM in italiano è coerente con lo spirito del VIM stesso. Per la stessa ragione ritengo che termini non problematici nel loro significato come “processo di misura”, invece di “misurazione”, e “risultato di una misurazione”, invece di “risultato di misura”, siano perfettamente accettabili). Su questa base terminologica possiamo cominciare la nostra esplorazione a proposito di cosa sia un risultato di misura. Facciamoci aiutare ancora una volta dal VIM: vedremo che ne emerge un quadro forse non del tutto ovvio. La misurazione è un “processo volto a ottenere sperimentalmente uno o più valori che possono essere ragionevolmente attribuiti a una grandezza” (definizione 2.1 del VIM): una misurazione ha dunque lo scopo di produrre informazione nella forma di valori, dove un valore (di grandezza) è un “numero e riferimento che congiuntamente costituiscono l’espressione quantitativa di una grandezza” (def. 1.19). Sono plausibilmente utili qui due precisazioni. La prima precisazione. “Numero e riferimento” è un’espressione non così esplicita, introdotta per tener conto del caso di grandezze/proprietà solo ordinali, ma per la gran parte delle grandezze fisiche può essere intesa nel senso usuale di prodotto di un numero e di un’unità di misura (si veda al proposito anche la Nota 1 alla def. 1.19): è dunque un valore di lunghezza per esempio 0,123 m. La seconda precisazione. Il termine “valore” ha significati molteplici e complessi (una persona di valore; un’azienda ha lo scopo di generare valore; la giustizia è un valore irrinunciabile; ...), ma in questo si rimanda all’uso specifico della matematica: data una funzione f tale che y = f(x), y è il valore che si ottiene per
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l’argomento x dalla funzione f (per esempio 9 è il valore della funzione x2 per l’argomento x = 3, e così via). La misurazione è perciò una particolare forma di valutazione – cioè appunto di attribuzione di valore – che ha come argomento il misurando, la “grandezza che si intende misurare” (def. 2.3). Tornando alla definizione di “misurazione” riportata sopra, il tema cruciale è nella precisazione “uno o più valori”: perché quel “uno o più”? Cercando un chiarimento nella definizione di “risultato di misura”, “insieme di valori attribuiti a un misurando congiuntamente a ogni altra informazione pertinente disponibile” (def. 2.9), la questione si ribadisce, attraverso la precisazione che un risultato di misu-
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SERVIZI INTEGRATI PER LO SVILUPPO DELLA QUALITÀ TOTALE
Affidabilità, processi capaci e sotto controllo, efficienza, riduzione di scarti e sprechi sono fattori sempre più determinanti per il successo di un’azienda, che pertanto deve implementare metodologie volte al miglioramento continuo, in ottica di qualità preventiva, spostando il focus dal controllo della qualità alla certezza che la qualità sia insita in tutto il processo produttivo. TEC Eurolab mette a disposizione le proprie competenze nell’ambito di materiali, prodotti e processi per portare i propri
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METROLOGIA GENERALE
ra è un insieme di valori, quindi appunto uno o più di essi, e si arricchisce di una specifica che non è presente nella definizione di “misurazione”: “congiuntamente a ogni altra informazione pertinente disponibile”. Parrebbe insomma che, quanto a cosa sia un risultato di misura, il VIM ammetta tre opzioni, di complessità crescente: (i) è un valore di grandezza (attribuito al misurando); (ii) è un insieme di valori di grandezza; (iii) è un insieme di valori di grandezza congiuntamente ad altra informazione. Qual è il punto? La Nota 2 alla def. 2.9 ci fornisce un primo chiarimento: “Qualora l’incertezza di misura sia considerata trascurabile per un determinato scopo, il
risultato di misura può essere espresso indicando il solo valore misurato. In molti campi, questo è un modo comune per esprimere il risultato di misura”. Il riferimento è a un nuovo concetto, quello di “valore misurato di una grandezza”, che il VIM definisce come “valore di una grandezza che rappresenta un risultato di misura” (def. 2.10) (con la scelta del termine “valore misurato” il VIM si è distaccato dalla GUM, che, con terminologia statistico-probabilistica, parla invece di “stima” del misurando). In accordo all’opzione (i), un’espressione come: • lunghezza (oggetto A) = 0,123 m cioè: • misurando = valore misurato è dunque un corretto risultato di misura, della lunghezza dell’oggetto A,
clienti verso l’obiettivo della qualità totale: non solo qualità esterna (verso il cliente finale) ma anche interna, relativa a tutte le varie transazioni che avvengono all’interno dell’azienda. Questo percorso passa attraverso l’analisi della capacità del processo produttivo, in funzione dei requisiti imposti dal cliente, a breve e a lungo termine, monitorando eventuali derive che porterebbero nel tempo a produrre campioni non conformi. Si utilizza quindi la statistica inferenziale per definire, valutare e quantificare la variabilità di un processo e la sua centratura rispetto a un valore di riferimento (requisito del cliente). La misura della capacità di un processo produttivo viene definita per mezzo d’indici statistici, come ad esempio Cp e Cpk. L’indice Cp (indice di capacità potenziale) definisce il livello di performance di un processo quando è centrato nell’intervallo di tolleranza, ed è definito come il rapporto tra l’intervallo di tolleranza e sei volte la deviazione standard del processo, detta anche tolleranza naturale del processo. La pratica industriale ha definito alcuni valori limite di Cp: Cp ≥ 1,33 (il processo è soddisfacente); 1 ≤ Cp < 1,33 (il processo è accettabile); Cp < 1 (processo inadeguato). L’indice di Cp è funzione solo della variabilità di processo e non tiene conto della posizione della media rispetto ai limiti di specifica. L’indice Cpk fornisce indicazioni sulla centratura del processo, confrontando la distanza tra il centro del processo e il limite
di specifica più vicino con la dispersione. Tali indici, insieme a dati storici relativi a non conformità, possono evidenziare quali fasi del processo risultano più “deboli”, dunque più a rischio di eventuale failure. A partire da queste valutazioni, processi già avviati ma non del tutto sotto controllo, o comunque con bassi indici di capacità, possono essere analizzati e migliorati attraverso la conduzione di una FMEA di processo. La metodologia FMEA, inoltre, è oggi largamente impiegata nelle fasi di campionature di nuovi prodotti: è parte integrante del PPAP, con lo scopo d’individuare a monte le possibili fasi critiche di processo, determinarne le cause di malfunzionamento e intervenire preventivamente con lo scopo di ridurle o eliminarle, abbattendo il costo della non qualità. Dai risultati dell’analisi FMEA emergono le fasi del processo sulle quali occorre intervenire mediante la creazione d’istruzioni operative, procedure e/o miglioramento del controllo. In questa fase TEC Eurolab mette a disposizione le più moderne e sofisticate strumentazioni di Laboratorio e la propria esperienza, per accompagnare il cliente nella stesura e attuazione di un efficace ed efficiente control plan. Ad esempio, soprattutto nelle fasi di campionatura e messa a punto del processo produttivo, può risultare importante il contributo offerto dall’analisi tomografica, sia per il controllo dell’integrità del pezzo e del suo stato difettologico, sia in termini di analisi del rispetto delle quote a disegno attraverso l’attività di CAD comparison. Di Luca Passani e Michela Giovanardi Per ulteriori informazioni: www.tec-eurolab.com
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basata sulle informazioni disponibili” (def. 2.36) (tralascio in questa sede qualsiasi commento a proposito di questo concetto di “insieme di valori veri”...). In effetti, questa modalità di presentazione di un risultato di misura è già in accordo all’opzione (iii) sopra, data la probabilità di copertura che accompagna l’intervallo di valori, per esempio [0,1225; 0,1235] m, e che fornisce dunque “altra informazione”. L’opzione (ii) – risultato di misura come insieme di valori – si presenta dunque plausibilmente nei casi semplificati in cui l’intervallo di copertura è ampio a sufficienza da rendere la probabilità di copertura praticamente pari a 1, e quindi operativamente trascurabile. La Nota 1 alla def. 2.9 ci fornisce la chiave di lettura per interpretare in modo generale l’opzione (iii): “Generalmente un risultato di misura contiene informazioni pertinenti circa l’insieme dei valori di una grandezza, per esempio che alcuni di questi possono essere maggiormente rappresentativi del misurando rispetto ad altri. Tale informazione può essere espressa nella forma di una funzione di densità di probabilità”. L’idea è dunque che un risultato di misura sia direttamente una distribuzione di probabilità, di cui l’insieme dei valori citato costituisce il supporto. Il Supplemento 1 della GUM ha sviluppato questa idea, mostrando in particolare come risolvere il problema della propagazione delle distribuzioni per via numerica, attraverso il metodo Monte Carlo, invece che con complesse e non sempre applicabili tecniche analitiche. Le leggi della fisica si suppongono applicate a valori di grandezze, una condizione che ha giustificato la scelta di adottare valori singoli o al più coppie (valore misurato, incertezza tipo) come risultati di misura. Il metodo Monte Carlo, basato sulla non problematica disponibilità di risorse di calcolo, mostra come calcolare funzioni su distribuzioni di probabilità, e quindi fornisce uno strumento per applicare le leggi della fisica a distribuzioni di probabilità. Il quadro che emerge da questa mol-
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purché l’incertezza di misura possa essere trascurata in relazione agli scopi per cui si sta misurando. In effetti, anche un’informazione di questo genere non assume l’assenza d’incertezza e la precisione massima del risultato: un valore misurato come 0,123 m ha un significato operativo ben diverso da 0,1230000000 m (stiamo trattando di questioni sperimentali, non di matematica...), dato che assume un definito numero di “cifre significative” nel valore numerico riportato. Benché in modo implicito, il valore 0,123 m porta un’informazione fino all’ordine di 10–3 m ma non oltre, e non dice nulla sui decimi di millimetro, che dunque rientrano in una fascia d’incertezza, per esempio strumentale oppure di definizione. In un caso di questo genere un comportamento metrologicamente corretto prevede che nell’uso del valore misurato ci si limiti alla precisione effettivamente disponibile: se per esempio si dovesse stabilire la conformità alla specifica: 0,1230 m ≤ misurando ≤ 0,1231, se ne dovrebbe concludere che l’informazione disponibile non è sufficiente per decidere. Detto altrimenti, in questo caso e per questo scopo, l’incertezza di misura, pur non essendo riportata esplicitamente, non è comunque trascurabile. Peculiarmente, solo in una nota (la prima parte della citata Nota 2 alla def. 2.9) il VIM dichiara che “generalmente un risultato di misura è espresso come un unico valore misurato e un’incertezza di misura”. È questa la posizione della GUM, che assume appunto che i risultati di misura siano coppie (valore misurato, incertezza tipo) e su questa base sviluppa un contesto concettuale e matematico per la propagazione (dei valori misurati e) delle incertezze di misura. La GUM stessa mostra come, da una coppia (valore misurato, incertezza tipo) attraverso l’incertezza estesa, si possa ricavare un insieme di valori di grandezza, dunque in accordo all’opzione (ii) indicata sopra, nella forma di un intervallo di copertura, un “intervallo che contiene l’insieme dei valori veri di un misurando con una probabilità stabilita,
METROLOGIA GENERALE
teplicità di opzioni è di notevole flessibilità, concettuale e applicativa. Con generalizzazioni progressive, abbiamo visto che un risultato di misura può essere: – un singolo valore di grandezza, il cui numero di cifre significative porta l’informazione sull’incertezza di misura; – una coppia (valore misurato, incertezza tipo); – un intervallo di valori, assunto con probabilità praticamente unitaria; – un intervallo di copertura con la sua probabilità di copertura; – una distribuzione di probabilità. La scelta dipende certamente dal contesto e dagli scopi per cui si misura, ma plausibilmente anche dalla cultura e dalla sensibilità metrologica di chi misura. Non c’è ragione per supporre che a priori e in ogni caso un’opzione sia la migliore. RIFERIMENTI
[1] JCGM 100:2008, Evaluation of measurement data – Guide to the expression of uncertainty in measurement (GUM, originally published in 1993), Joint Committee for Guides in Metrology, 2008: www.bipm.or g/en/publica tions/guides/gum.html. [2] JCGM 101:2008, Evaluation of measurement data – Supplement 1 to the “Guide to the expression of uncertainty in measurement” – Propagation of distributions using a Monte Carlo method: www.bipm.or g/en/publica tions/guides/gum.html. [3] JCGM 200:2012, Vocabolario Internazionale di Metrologia (VIM) – Concetti di base e generali e termini associati, 3a ed (versione 2008 con correzioni minori), Joint Committee for Guides in Metrology, 2012; versione trilingue En, Fr, It: www.ceiweb.it/it/lavori-nor mativi-it/vim.html; versione bilingue En, Fr con annotazioni: http://jcgm.bipm.org/vim. [4] JCGM Charter: www.bipm.org/utils/en/pdf/ JCGM-charter.pdf.
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CELLE DI CARICO SUBMINIATURA PER PROCESSI DI ASSEMBLAGGIO Negli ultimi anni è costantemente cresciuta l’esigenza di monitorare i processi di assemblaggio, per garantire la totale qualità dei prodotti. I test in linea di produzione richiedono tempistiche estremamente contenute, per stare al passo con la sempre crescente produttività delle macchine automatiche. FUTEK Advanced Sensors Technology Inc., leader mondiale nelle soluzioni di misura di Forza, Torsione e Coppia, aggiunge alla sua vasta gamma un nuovo modello, dedicato alle misure di processo e controllo di qualità. Con il preciso obiettivo di raggiungere rigidezze assiali e risposte in frequenza senza confronti: 42 kHz (natural frequency), con misura a partire dalla DC (0 Hz), come per ogni cella estensimetrica. La cella di carico LCM-100 (diametro 9,5 mm, spessore 4,2 mm) è stata sviluppata per le misure simultanee di forza (multi-punto) con interasse di 10 mm. Realizzata in acciaio 17-4PH con attacchi filettati M3x0,5, la nuova cella soddisfa tutte le
esigenze di misura che richiedono dimensioni subminiatura. Le sue applicazioni più ricorrenti riguardano il settore elettronico, l’assemblaggio di componenti plastici e il medicale. Fra le principali caratteristiche della cella di carico LCM-100: – Range di misura da +/-10 N a +/-125 N trazione/compressione; – Alimentazione 5 Vdc; – Uscita elettrica +/-5 V o digitale USB. Per ulteriori informazioni: https://goo.gl/nKclry - Email: info@dspmindustria.it
NUOVO SENSORE A CONTATTO DIGITALE AD ALTA PRECISIONE La nuova Serie GT2 rinnova e migliora in modo consistente la gamma di sensori digitali a contatto Keyence. La sua testina “a matita” (appena 8 mm di diametro) è il frutto di una tecnologia inimitabile, in grado di garantire elevata precisione (1 µm) e risoluzione (0,1 µm) e rilevamenti impeccabili in qualsiasi applicazione. La testina, dotata del sistema Scale Shot II (nuovo sistema di rilevamento brevettato, totalmente esente da errori d’inseguimento), vanta la massima precisione della propria classe nell’intero campo di misurazione, anche in caso di spostamenti ad alta velocità. Il sistema Scale Shot II, inoltre, rende immune il sensore da eventuali perdite di posizionamento e instabilità, garantendo rilevamenti impeccabili in qualsiasi situazione. I nuovi cusci-
netti lineari a sfere consentono alla testina di lavorare per oltre 150 milioni di cicli. La struttura è a tenuta di polvere, impermeabile e resistente agli olii (tipo NEMA 13/classificazione IP67G) e ciò permette d´installarla in qualunque ambiente, minimizzandone la manutenzione. La semplicità d’installazione è garantita dal corpo sottile del sensore, che quindi può essere montato su tutta la sua lunghezza; l’impiego di un’apposita staffa rende superflua la maschera asolata. Il collegamento fra il connettore relé e l’unità amplificatore è realizzato mediante un cavo per robot, flessibile e tagliabile a piacere. È disponibile anche un cavo resistente agli olii. Il sensore è facilmente personalizzabile: utilizzando il software applicativo dedicato GT-Monitor 2, è possibile ottenere dati in conformità con il target d’ispezione; il software consente inoltre di configurare facilmente le impostazioni per vari calcoli. Infine i modelli a flangia e ad aria e un’ampia gamma di testine sensore rendono la Serie GT2 ideale per qualsiasi applicazione e ambiente operativo. Per ulteriori informazioni: www.keyence.it
NUOVE SOLUZIONI DI TEST PER APPLICAZIONI AUTOMOTIVE Keysight Technologies ha presentato, in occasione di Automotive Testing Expo, svoltasi a Novi (Michigan - USA) dal 25 al 27 ottobre scorsi, oltre 50 delle sue più recenti soluzioni di progettazione e collaudo dedicate al settore automotive. Le soluzioni presentate permettono ai progettisti di garantire prestazioni elevate e il massimo livello di sicurezza ai componenti e moduli destinati al settore automobilistico, che abbracciano diversi domini tecnologici: collegamenti wireless e a onde millimetriche, sistemi digitali ad alta velocità, sistemi di potenza e a elevata efficienza energetica, ecc. Keysight ha esposto tre nuove soluzioni di test dedicate al settore automobilistico: – simulazione di target radar E8707A, pensata per aiutare i progettisti di sistemi avanzati di assistenza alla guida; – verifica della conformità eCall E6950A, per effettuare sia i test funzionali sia le prove di conformità agli standard eCall; – mini tester in-circuit U9403A, che massimizza la copertura dei test combinando metodologia di collaudo funzionale e quella in-circuit. “Keysight è stata entusiasta di poter incontrare tutti i principali attori del mercato automobilistico e del settore energia in occasione di Automotive Testing Expo, per discutere insieme delle diverse sfide progettuali e del collaudo riguardanti le future automobili a guida autonoma ed elevata efficienza energetica”, ha affermato Siegfried Gross, vice presidente e general manager della business unit Automotive and Energy Solutions di Keysight. “I nostri tecnici più esperti hanno illustrato un’ampia gamma di dimostrazioni tecnologiche dedicate alle soluzioni per la progettazio-
ne e il test, che possono aiutare i clienti a superare le sfide legate allo sviluppo di soluzioni di mobilità, per rendere il nostro mondo più sicuro, ecocompatibile e confortevole”. Keysight ha inoltre presentato numerose altre soluzioni dedicate al test in ambito automobilistico, tra cui: Soluzioni per la verifica dei bus di comunicazione usati nei veicoli con capacità di trigger veloce e analisi per i nuovi protocolli CXPI, BroadRReach automotive Ethernet, FlexRay, SPI, CAN, CAN-FD e LIN – Smart Bench, una soluzione personalizzabile che abbina software e strumenti da banco per migliorare la produttività dei progettisti elettronici, favorendo l’innovazione a costi sostenibili – Soluzioni per l’analisi dei sistemi elettrici di potenza delle auto, per ottimizzare gli alimentatori AC/DC e l’efficienza dei carichi elettronici destinati ai sistemi elettromeccanici dei veicoli e ai veicoli ibridi ed elettrici – Soluzioni per il collaudo dei dispositivi elettronici di potenza per auto, che aiutano i progettisti elettronici a massimizzare l’efficienza, la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi elettrici per applicazioni automobilistiche – Test in produzione delle centraline elettroniche avanzate, con la soluzione di riferimento per applicazioni automobilistiche sicure TS-8989 e la nuova soluzione versatile U9403A Mini in-circuit test – Strumenti di test portatili Keysight, tra cui analizzatore a microonde palmare FieldFox, misuratore LCR palmare, oscilloscopio palmare, termocamera TrueIR, ecc. – Servizi di manutenzione e supporto di Keysight, che offrono tarature accreditate conformi a tutte le normative del settore. Per ulteriori informazioni sulle soluzioni di test di Keysight dedicate al settore automobilistico: www.keysight.com/find/automotive
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GUFPI-ISMA Luigi Buglione
Metrologia e Contratti Parte 2: Livelli di Servizio
Prendendo spunto in particolare dal primo degli obiettivi ora esposti, alcune parole meritano una particolare attenzione. “Negoziare” un obiettivo “raggiungibile” implica: – una discussione e un accordo tra le parti contrattuali; RIASSUNTO – una definizione “misurabile” di proQuesto secondo articolo basato sulle nuove linee guida GUFPI-ISMA sul corcesso/i stabile/i, basata pertanto su un retto uso di “Principi, Assunzioni e Best Practice Contrattuali” (vol.1, 2016), repository di dati storici della/e orgatratta il tema dei Livelli di Servizio, analizzando come attualmente sono trattanizzazione/i; ti e come le best practice suggeriscono potrebbero/dovrebbero essere gestiti. – un aggiornamento periodico – basato su tali dati storici – dei “target”, ovverosia delle soglie definite per delimitare INTRODUZIONE un medico – letti a sistema – di poter ciò che è concordato tra le parti e ciò formulare una diagnosi (prima) e un’e- che invece non è ritenuto valido. Proseguiamo la nostra disamina del- ventuale prognosi (poi). Misuriamo e l’applicazione di buoni principi di misu- analizziamo – anche tanto – ciò che ci Alcune “bad practice” dalla realtà della razione ai contratti (ICT e non) [2] par- accade nel privato senza troppa diffi- contrattualistica – particolarmente acuilando questa volta di Livelli di Servizio coltà, pertanto il costo/opportunità è te nel nostro Paese – sono ad esempio: (LdS). Nella vita di tutti i giorni appli- positivo: ciò che diventa interessante – il ridotto livello di negoziazione tra le chiamo regolarmente la misurazione in analizzare a nostro avviso è come Parti – spesso un Cliente propone di modo non intrusivo, perché compren- poter ricondurre tali normali “buone fatto un contratto “tipo” che il Fornitore diamo che non potremmo farne altri- pratiche” giornaliere anche nelle prassi accetta senza che si costruisca insieme menti: “quanto” è l’avverbio che impli- contrattuali in modo concreto, partendo l’agreement. Il Codice Civile invece ricitamente ripetiamo in continuazione dall’osservazione di realtà aziendali chiede che “ciascuno dei contraenti deper noi, ma spesso non per i fatti azien- anche tramite le attività condotte in ve contribuire nei modi e nelle forme dali, di un progetto o di un’attività di la- audit/appraisal periodici. utili a realizzare l’oggetto del contratto” voro. Secondo ITIL (IT Infrastructure Library) [3], (art. 1346 C. Civ.); La resistenza a misurare è forte spesso il principale framework di gestione dei – la misurabilità spesso viene applicata per la percezione di essere conseguen- servizi (IT e non) – è il principale input non sui fenomeni di reale interesse del temente misurati nel nostro lavoro; tutta- per la famiglia ISO 20000 – gli obiettivi contratto bensì su aspetti replicati dalle via, se non misuro, come posso miglio- primari del processo di gestione dei livel- pratiche di quel dato settore merceolorare i risultati del mio fare? Da qualche li di servizio (Service Level Management) gico, senza una raccolta dati storica anno, aprendo una bolletta del gas, dovrebbero essere i seguenti: reale (prassi del “copia & incolla”); della luce o di un’utenza telefonica, tro- – negoziare i service level agreement – ne deriva che i target sono spesso viamo un foglio che riporta i “livelli del (SLA) raggiungibili, assicurando che “standard” senza essere calati nel conservizio”, ovverosia a quale “livello” questi siano raggiunti; testo specifico di un dato progetto e/o (quanto) un servizio deve essere corri- – essere responsabile di assicurare che di una determinata combinazione orgasposto da un Fornitore a un Cliente/ tutti i processi di gestione del servizio IT, nizzativa e tecnologica (es: livelli di proUtente. Possiamo conoscere pertanto i tutti gli operational level agreement duttività “standard”, senza altresì con“limiti” (target) per non passare a un’al- (OLA) e tutti i contratti di subfornitura fronti con benchmark esterni di settore, tra fascia di tariffazione e i consumi sto- siano appropriati per i traguardi del nel caso ICT quelli ISBSG) [4]; a livello rici dal passato, l’eventuale regolarità livello di servizio concordati; dei nostri pagamenti (qualora fossimo i – effettuare il monitoraggio e produrre Clienti/Utenti) e ancora altro. report sui livelli di servizio (LdS o SL – GUFPI-ISMA - Gruppo Utenti Quando leggiamo un’analisi medica, Service Levels), effettuare regolarmente Function Point Italia analizziamo molti parametri (sangue, riesami del servizio con i clienti e iden- Italian Software Metrics Association luigi.buglione@gufpi-isma.org colesterolo, urine, ...) che permettono a tificare i miglioramenti richiesti. METROLOGY AND CONTRACTS - PART 2: SERVICE LEVELS The second paper based on the new GUFPI-ISMA guidelines on the proper use of “Principles, Assumptions and Contractual Best Practices” (vol. 1, 2016), deals with Service Levels, analysing how they are currently managed and how most known best practices suggest they could/should be governed.
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ISO si suggerisce la suddivisione dei progetti in “domini funzionali” [9] per confrontare elementi omogenei e quindi poter effettuare a seguire stime consistenti e con un ridotto margine di errore; – ancora, parlando di valori-soglia (thresholds), l’ulteriore anomalia spesso risiede nel trovare la definizione di una e non due soglie (superiore e inferiore, UCL – Upper Control Limit – e LCL – Lower Control Limit), come normalmente avviene nel mondo manifatturiero e nelle prassi consolidate di Total Quality Management (TQM). Basta osservare una normale “carta di controllo” (control chart) per comprendere l’obiettivo ultimo del SLM: definire e aggiornare periodicamente ciò che le parti considerano “stabile” e ciò che va normato (non necessariamente con una penale) quale punto di attenzione fuori dalle soglie definite. Ancora, molte organizzazioni gestiscono le soglie come un elemento di On/Off, invece di graduare – a mo’ di semafori – fasce di attenzione (RYG: Red-Yellow-Green or RAG: RedAmber-Green) i valori rilevati per un dato parametro. Si desume pertanto la mancanza (spesso) di una “Experience Base” [5] o di una SKMS (Service Knowledge Management System) [3][6] con i dati storici dell’organizzazione per poter (ri)calcolare periodicamente tali soglie; – la conoscenza a volte scarsa della lingua inglese si riverbera spesso in una non ottimale applicazione dei concetti d’interesse. Ad esempio, Service Level Agreement (SLA) si riferisce non alla misura applicata per monitorare un fenomeno, bensì all’accordo (documento) che norma un determinato aspetto da misurare poi con una o più misure. Ciò spesso sfocia in un elenco (semplicistico) di misure (senza definizioni puntuali) non legate tra di loro in rapporti causa-effetto, con la conseguenza di misurare troppo o troppo poco, ma con poco ritorno informativo. Un esempio semplice per chiarire il concetto: misurando due “dati” (misure di base) A e
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B, il loro rapporto (A/B o B/A) rappresenta un’“informazione” (misura derivata), con un valore informativo aggiuntivo. Conoscendo il valore di una generica “quantità” Q e del relativo tempo di lavoro T, il loro rapporto potrebbe esprimere una produttività P (Q/T) o il tempo di rilascio (T/Q), con valori informativi diversi e complementari. Due misure di base, quattro elementi di gestione informativa al costo di raccolta dei due soli dati di origine; – quali misure/indicatori usare? Anche qui la pratica del “copia & incolla” osser vabile in molti capitolati tecnici spesso porta a non sfruttare l’opportunità di applicare il buon senso, ovverosia l’applicazione dell’analisi EAM (Entità-Attributo-Misura) insieme alla tecnica BMP (Balancing Multiple Perspective) per costruire e aggiornare un piano di misurazione bilanciato tra le diverse prospettive d’interesse degli stakeholder di quel progetto (come in una Balanced Scorecard - BSC). Un punto di partenza è sicuramente quello di avere un’analisi basata sugli obiettivi, magari applicando la tecnica GQM (Goal-Question-Metric) di Vic Basili [8]; – quante misure/indicatori usare? Una regola di buon senso è quella di misurare poco ma di tutto ciò che interessa, come fosse (in campo dietologico) una buona dieta bilanciata: qualcosa del progetto, del prodotto/servizio, degli asset da impiegare, e via dicendo. “A measurement plan is not a plan of measure” e in uno SLA la definizione di un Service Level (SL – LdS: Livello di Servizio) dev’essere ovviamente precisa, ben definita, non ambigua, al fine di evitare potenziali conflitti e cattive relazioni tra le Parti durante la vita di un contratto. Cosa è una LOC (Line of Code)? Linea fisica o logica? Con o senza commenti? A seconda della definizione deriveremo numeri diversi, e in carenza di una corretta e puntuale definizione iniziale, il problema sarà innanzitutto tecnico (elementi non corretti per una stima e pianificazione delle attività) e conseguentemente organizzativo e contrattuale. Cosa è un Function Point? Cosa misura? Tutto il progetto o solo i requisiti utente funzionali (FUR) di un prodotto software? Quale versione è quella adottata nel
contratto? Sembrano dettagli inutili, ma spesso si pone maggiore attenzione alle tecnologie rispetto alle metodologie, quando servono entrambe per poter governare un progetto; – la regola giornalistica delle ‘5W+H’ (Who, What, Why, When, Where, How) [7] può essere rafforzata con una seconda H (How Much), relativa proprio alla domanda con cui abbiamo iniziato questo articolo, il “quanto” che serve misurare per prendere decisioni, ovverosia quei due limiti (threshold) e il valore intermedio che rappresenta la “stabilità” di un processo; – ancora, prima di parlare di misurazione e di precisione metrologica, un aspetto non meno importante è come bilanciare opportunamente il contenuto dei LdS tra le Parti contrattuali, essendo il contratto “un accordo tra le parti”. Fornire requisiti ‘lavorabili’ e sufficientemente dettagliati è un task sicuramente a carico di un Cliente, necessario per poter ingaggiare il Fornitore di turno, ma spesso i LdS risultano interamente a carico di un Fornitore. Nei prossimi numeri commenteremo ulteriori aspetti derivati dall’analisi delle nuove “linee guida contrattuali” GUFPIISMA [1], per evidenziare come una corretta applicazione degli aspetti di misurazione permetta a un decisionmaker di disporre di dati, informazioni e conoscenze (trend) il più possibile oggettivi e utili per prendere decisioni consapevoli che tengano in debito conto anche i rischi da individuare, gestire e prevedere in un progetto. “Facts do not cease to exist because they are ignored”. (Aldous Huxley)
Figura 2 – Principi, Assunzioni e Best Practice Contrattuali (PABPC), Vol.1 [1]
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[1] GUFPI-ISMA, Principi, Assunzioni & Best Practice Contrattuali (Vol.1), Feb 2016, URL: www.gufpi-isma.org/ newsito/areasoci.html#pabc. [2] Buglione L., Metrologia e Contratti Parte 1: Misurare per Gestire, Tutto Misure, #02/2016, L 2016, URL: https://goo.gl/w2cXxY. [3] Axelos, ITIL v3 Refresh 2011, Service Design (SD), 2011, www.axelos.com. [4] ISBSG, D&E Repository v15, Feb 2016, www.isbsg.org. [5] ISO/IEC, IS 15939:2007, Measurement process. [6] ISO/IEC, IS 20000-1:2011, Infor-
NUOVO PROFILORUGOSIMETRO: DUE STRUMENTI IN UNO! Cosa misurare è deciso da specifiche e disegni; come misurare è frutto dell’esperienza maturata nel corso degli anni. Le richieste sempre più esigenti dei clienti (in primis automotive e aerospace, ma anche oleodinamica e settore del bianco), portano ad avere tolleranze sempre più ristrette: per essere competitivi occorre misurare in modo accurato, ripetibile e riproducibile, portando quanto più possibile l’influenza dell’operatore prossima allo zero. Le difficoltà sorgono quando occorre misurare dove non si vede e ciò che non si vede, vale a dire all’interno dei pezzi, e la qualità delle superfici interne ed esterne. Per la misura dei profili interni la soluzione più semplice e meno costosa è sempre stata quella di sezionare il pezzo, metterlo sotto il proiettore ed eseguire le misure, con le incertezze del caso. Per quanto riguarda le superfici, invece, si attua un confronto con campioni di rugosità. Quando sono richieste una maggiore precisione e l’oggettivazione delle misure eseguite, è necessario utilizzare due strumenti: un profilometro, per la misura dei profili, e un rugosimetro, per la misura delle superfici, che tuttavia richiedono personale qualificato e addestrato all’uti-
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mation Technology – Service Management. Part 1: Service Level Management System Requirements [7] Pfleeger S.L., Lessons learned in building a corporate metrics program, IEEE Software, IEEE Computer Society, Vol. 10 No. 5, May 1993, pp. 67-74, URL: http://ieeexplore.ieee.org/ document/210606/. [8] Basili V., G. Caldiera, and H.D. Rombach, “Goal Question Metric Approach,” Encyclopedia of Software Engineering, pp. 528-532, John Wiley & Sons, Inc., 1994, URL: https://goo.gl/3KUxRj. [9] ISO/IEC, IS 14143-5:2004, Information technology -- Software measurement -- Functional size measurement --
Part 5: Determination of functional domains for use with functional size measurement.
lizzo di strumenti da Laboratorio, oltre a laboriose operazioni per posizionare il pezzo e azzerare lo strumento, difficilmente eseguibili in produzione. La IMTS, azienda svizzera specializzata nella produzione di misuratori di profili e misuratori di rugosità abbinati, presenta al mercato italiano i suoi profilorugosimetri di alto livello tecnologico. Il T4HD e il T4HD XL sono strumenti compatti, robusti, precisi e facili da programmare. Il braccio tastatore con riconoscimento automatico USB, l’azzeramento e la ricerca automatica dello zenit e la velocità dell’esecuzione delle misure, unita alla chiarezza della reportistica, rendono lo strumento unico nel suo genere.
definire i vari profili e diametri sia interni sia esterni. L’asse Y CNC permette l’identificazione automatica dei punti più alti o più bassi su pezzi di tornitura, quindi si posiziona la tavola Y senza che l’operatore debba effettuare ulteriori operazioni manuali. La taratura dello strumento avviene con un ciclo automatico, tramite un master avente una sfera calibrata di 6 mm, fornita in dotazione con lo strumento.
Luigi Buglione è Presidente di GUFPI-ISMA (Gruppo Utenti Function Point Italia - Italian Software Metrics Association) e Direttore IFPUG Conference & Education. Attualmente lavora in qualità di Process Improvement and Measurement Specialist presso Engineering Ingegneria Informatica spa. È Associate Professor presso l’École de Technologie Supérieure (ETS) di Montréal. Per ulteriori info: www.gufpi-isma.org
Essendo uno strumento CNC, il software effettua misurazioni automatiche in serie senza la presenza di un operatore, riducendo in tal modo le possibilità di errore umano. Grazie alla sua robustezza e compattezza, lo strumento può essere utilizzato direttamente in produzione da qualsiasi operatore, con estrema semplicità. I prodotti IMTS vengono distribuiti in Italia dalla RAMICO srl di Torino, una nuova realtà nel mercato italiano degli strumenti di misura.
La tecnologia T4HD permette, grazie al braccio tastatore bidirezionale con doppio pennino, di effettuare rilievi di profilo Per ulteriori informazioni: sia verso l’alto sia verso il basso, in un’u- www.ramicosrl.com nica seduta di misura, in modo da poter
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2017 eventi in breve Segnalazione di manifestazioni ed eventi d’interesse 2017
21-23 febbraio
Porto, Portugal
10th International Joint Conference on Biomedical Engineering Systems and Technologies
15-16 marzo
Wotton U.E., UK
LAMDAMAP - Laser Metrology, Coordinate Measuring Machine and Machine Tool Performance
http://www.euspen.eu/events/lamdamap-12th-international-conference-exhibition
19-23 marzo
Los Angeles, USA
OFC - The future of optical networking and communications
http://www.ofcconference.org
27-30 marzo
Kauai, Hawaii
IEEE INERTIAL 2017
http://2017.ieee-inertial.org
4-6 aprile
Malaga, Spain
15th International Conference on Renewable Energies and Power Quality (ICREPQ'17)
http://www.icrepq.com
5-7 aprile
Barcelona, Spain
4th International Conference on Control, Decision and Information Technologies (CoDIT)
http://codit2017.com
24-27 aprile
Prague, Czech Republik
Optical sensors, in: SPIE Optics and Optoelectronics
https://spie.org/EOO/conferencedetails/optical-sensors
3-5 maggio
Torino, Italia
A&T - Affidabilità & Tecnologie, Robotic World 2017
www.affidabilita.eu
7-10 maggio
Rochester, Minnesota, USA
12th Annual IEEE International Symposium on Medical Measurements and Applications (MEMeA)
http://memea2017.ieee-ims.org
22-25 maggio
Torino, Italy
2017 IEEE International Instrumentation and Measurement Technology Conference
http://2017.imtc.ieee-ims.org
22-25 maggio
St. Petersburg, Russia
38th Progress in Electromagnetics Research Symposium (PIERS)
www.piers.org/piers2017StPetersburg
28-31 maggio
Montreal, Canada
IEEE International Symposium on Olfaction and Electronic Nose (ISOEN) 2017
http://isoen2017.org
30 maggio-1 giugno
Helsinki, Finland
IMEKO TC3, TC5 and TC22 International Conference 2017
http://conferences.imeko.org/index.php/tc3-5-22_2017/2017
11-14 giugno
Redondo Beach, USA
IEEE Intelligent Vehicle Symposium (IV)
http://iv2017.usc.edu
19-21 giugno
Edinburgh, Scotland
IEEE 26th International Symposium on Industrial Electronics 2017 (ISIE 2017)
www.isie2017.org
21-23 giugno
Padova, Italy
4th IEEE International Workshop on Metrology for Aerospace
www.metroaerospace.org
4-7 luglio
Thessaloniki, Greece
14th Intl. Conference on Nanoscience and Nanotechnologies
www.nanotexnology.com/index.php/nn
10-12 luglio
San Juan, Puertorico
2017 IEEE Summer Topicals Meeting Series
www.photonicstopics.org
24-28 luglio
Copenhagen, Denmark
17th NUSOD Conference
www.nusod.org/2017
25-29 luglio
Guilin, China
8th International Conference on Computational Methods (ICCM2017)
www.sci-en-tech.com/ICCM2017
6-10 agosto
San Diego, USA
Optics + Photonics for sustainable energy
http://spie.org/conferences-and-exhibitions/optics-and-photonics/ optics-and-photonics-for-sustainable-energy/conferences
28 agosto-1 settembre
Ilsan, Korea
The 2017 World Congress on Advances in Structural Engineering and Mechanics (ASEM17)
www.i-asem.org/new_conf/asem17.htm
28 agosto-1 settembre
Ilsan, Korea
The 2017 World Congress on Advances Nano, Bio, Robotics and Energy (ANBRE17)
www.i-asem.org/new_conf/anbre17.htm
29 agosto-2 settembre
Glasgow, Scotland
IMEKO AMTCM 2017, Advanced Mathematical and Computational Tools in Metrology and Testing
www.enbis.org/news/617
4-7 settembre
Munich, Germany
Third International Conference on Enhanced Spectroscopies (ICES 2017)
www.lmu.de/ices2017
13-16 settembre
Modena, Italia
Congresso Annuale GMEE
http://www.gmee.org
13-16 settembre
Modena, Italia
Congresso Annuale MMT
http://www.gruppomisuremt.it
2-5 ottobre
Teddington, UK
EUNORM 2017
http://www.npl.co.uk/events/2-5-oct-2017-eu-norm-2017
23-25 ottobre
Lecce, Italy
IMEKO International Conference on Metrology for Archaeology (Metroarcheo2017)
www.metroarcheo.com
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http://www.biostec.org
METROLOGIA LEGALE E FORENSE
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Rubrica a cura dell’Avv. Veronica Scotti (veronica.scotti@gmail.com www.avvocatoscotti.com)
BREXIT Precisazioni sulle affermazioni di UKAS
LEGAL AND FORENSIC METROLOGY This section intends to discuss the great changes on Legal Metrology after the application of the D.lgs 22/2007, the so-called MID directive. In particular, it provides information, tips and warnings to all “metric users” in need of organizations that can certify their metric instruments according to the Directive. This section is also devoted to enlightening aspects of ethical codes during forensic activities where measurements are involved. Please send all your inquiries to Ms. Scotti or to the Director! RIASSUNTO Questa rubrica intende discutere i significativi cambiamenti in tema di Metrologia Legale a seguito dell’entrata in vigore del D.lgs 22/2007, altrimenti detto Direttiva MID. In particolare, vuole fornire utili informazioni, consigli e ammonimenti a tutti gli “utenti Metrici” che si rivolgono per reperire informazioni su Enti e organizzazioni notificate per la certificazione del loro prodotto/strumento secondo la Direttiva. La rubrica tratta anche di aspetti etici correlati allo svolgimento di misurazioni legate ad attività in ambito forense (CTU, CTP). Scrivete all’Avv. Scotti o al Direttore, e verrete accontentati! Un tema attuale come la questione BREXIT non poteva certo lasciare indifferente il mondo delle misure, in considerazione, soprattutto, del fatto che l’appartenenza di uno Stato all’Unione Europea o meno può determinare effetti sulle certificazioni rilasciate in osservanza di adempimenti derivanti da direttive UE. In particolare, quello che è interessante valutare concerne la perdurante efficacia delle certificazioni provenienti da organismi notificati dalla Gran Bretagna con riferimento alla direttiva MID (o altre direttive Nuovo Approccio). Sul punto ho pubblicato, nel mese di giugno scorso, un breve commento su Linkedin (https:// w w w. l i n k e d i n . c o m / p u l s e / brexit-quale-futuro-per-i-notified-bodies-veronica-scotti? trk=mp-author-cardche) che sinteticamente rileva la seguente problematica: Gli organismi notificati, al fine della validità delle certificazioni emesse,
qualora operanti in ambiti disciplinati da direttive NA o dalla direttiva MID, devono avere sede in territorio UE. Tale requisito verrebbe meno nel momento in cui l’Inghilterra, in attuazione del referendum (la cui piena e completa efficacia è attualmente dibattuta, in ragione del ricorso accolto dalla Alta Corte d’Inghilterra che ha statuito la necessità di una decisione parlamentare che autorizzi il Governo a gestire in via diretta i negoziati con la UE per l’uscita della Gran Bretagna), procedesse a rendersi totalmente indipendente e autonoma rispetto all’Unione Europea e divenendo, pertanto, Paese Extracomunitario. In tale ipotesi le certificazioni emesse potrebbero mantenere la validità originaria? Ulteriormente, nel caso di prosecuzione dell’attività da parte dell’organismo di certificazione, sarebbe riconosciuta efficacia ai documenti dal medesimo rilasciati? Per quanto concerne la prima questione, la certificazione assume valore nel
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momento in cui è rilasciata e conserva la propria validità fino a scadenza; ne deriva che l’efficacia e la valenza delle certificazioni emesse da organismi notificati aventi sede in GB non può essere disconosciuta. Più dibattuta risulta, invece, la seconda circostanza in quanto l’organismo di certificazione avente sede legale in GB e notificato da tale Paese per le direttive UE Nuovo Approccio si troverebbe sprovvisto della copertura istituzionale obbligatoria per tale tipo di attività. A modesto parere di chi scrive, il venir meno di uno dei requisiti necessari per la validità delle certificazioni rilasciate in attuazione di quanto stabilito dalle direttive UE determina l’invalidità di documenti emessi dall’Ente di certificazione successivamente all’uscita dalla UE del Paese originariamente Membro. Pertanto, contrariamente a quanto dichiarato dall’UKAS e riportato nel precedente numero di Tutto_Misure nella rubrica “La pagina di Accredia”, sebbene per la maggior parte delle certificazioni riferite alla valutazione di conformità rispetto a standard di natura volontaria l’affermazione circa la perdurante validità delle attività svolte da organismi accreditati UKAS corrisponda al vero, lo stesso non può dirsi circa le materie oggetto di regolamentazione europea a mezzo specifiche direttive che, in particolare per quelle NA, prescrivono tassativamente che l’organismo sia notificato dal Paese Membro in cui ha sede. Presumibilmente tale problematica verrà risolta a mezzo appositi trattati e convenzioni che verranno siglati da GB e UE nell’ambito dei negoziati volti alla regolamentazione della Brexit ma, fino a tale momento e in assenza d’idonee previsioni sul punto, il quadro resta confuso e incerto. In specie, l’incognita maggiormente rischiosa riguarda coloro i quali abbiano in
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Non si può al riguardo trascurare il fatto che la maggior parte degli organismi di certificazione prevede, in ragione del periodo di validità dei certificati, una durata del rapporto contrattuale di anni 3. Nel caso in cui il contratto con l’ente di certificazione sia stato recentemente concluso, ne deriverebbe la sua inefficacia per il restante periodo, con diritto della parte “lesa” di richiedere eventuali rimborsi o indennizzi in forza della intervenuta circostanza.
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menti così rilasciati, potrebbe determinare la non utilizzabilità di detti certificati ai fini dell’attestazione di conformità del prodotto a quanto stabilito dalle direttive europee emanate in materia. Infine, anche i rapporti contrattuali intrattenuti con organismi di certificazione aventi sede in GB da soggetti coinvolti a vario titolo nella commercializzazione di prodotti a marchio CE in ambito UE potrebbero subire conseguenze derivanti dalla Brexit.
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corso un percorso di certificazione con un organismo notificato avente sede legale in GB (l’ipotesi è equivalente anche nel caso in cui l’organismo operi su territorio italiano a mezzo di filiali autorizzate poiché la sede legale di riferimento resta inglese), considerato che, qualora l’attività finale, consistente nell’emissione del certificato, venga eseguita successivamente alla Brexit, in assenza di apposite convenzioni e accordi volti a riconoscere validità a tali docu-
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METROLOGIA LEGALE E FORENSE
SENSORI DI FORZA KISTLER: DA 0-100 N A 0-700 KN
SERVIZI DI TARATURA COMPETITIVI
La tecnologia piezoelettrica consente di misurare con un unico sensore forze dell’ordine di Newton e forze di tonnellate. La forza applicata sull’elemento sensibile al cristallo di quarzo genera, all'uscita del sensore, una carica elettrica e proporzionale che viene convertita dall'amplificatore di carica. I sensori di forza Kistler possono essere associati a un amplificatore per avere una tensione o una corrente d’uscita proporzionale alla forza applicata. Essi possono essere anche utilizzati con pannelli di misura Kistler (serie maXYmos) che consentono l’acquisizione, elaborazione e rappresentazione grafica della forza di processi, quali test di prodotto, calettamenti, cianfrinature, ecc. La vita a fatica di un sensore piezoelettrico è lunghissima, di gran lunga superiore a quella dei normali sensori estensimetrici, grazie al fatto che la misura non dipende dalla deformazione. La tecnologia piezoelettrica è oggi largamente impiegata per misurare grandezze fisiche meccaniche (forza e coppia, pressione) in regime quasi-statico, quando la misura si può protrarre per decine di secondi o minuti. L’elevatissima linearità dei sensori di forza piezoelettrici consente di misurare con un unico sensore forze inferiori all’1% del fondo scala del sensore, apprezzando un errore molto piccolo. Di pari passo gli amplificatori e i pannelli di forza Kistler sono in grado di riscalare l’amplificazione, in modo da garantire sempre la massima risoluzione su forze grandi e piccole, permettendo così l’utilizzo di un unico sensore dove altre tecnologie ne richiederebbero tre o più. Ciò consente, nella stragrande maggioranza delle applicazioni, di ridurre il numero di sensori utilizzati e standardizzare un modello di cella di carico per vari range. Inoltre la vita a fatica, “virtualmente infinita”, permette una riduzione drastica, fino al totale azzeramento, dei pezzi di ricambio, il cui mercato è praticamente nullo. Cionondimeno, le flange di accoppiamento assicurano la praticità per un uso immediato. Le celle di carico sono disponibili in varie taglie, divise in vari range di misurazione: Compressione delle forze da 0-100 N a 0-700 kN – Ogni sensore offre un range di misurazione estremamente ampio – Certificato di calibrazione per 3 range di misurazione: 100%, 10% e 1% – È opzionale la taratura ISO 15075 – Adattabilità meccanica con flange su entrambe le estremità – Facilmente montabile in tiranti o sistemi di piantaggio o spinta – Fattore della sicurezza contro il sovraccarico fino a 100, quando vengono utilizzati i range più bassi.
Nel tempo, anche gli strumenti migliori necessitano di manutenzione e la taratura garantisce che il Vostro strumento sia sempre come quando Vi è stato consegnato la prima volta. Abbiamo sviluppato un’enorme capacità multivendor: sono migliaia gli strumenti che siamo in grado di tarare come da specifica del costruttore, e la lista si allunga di giorno in giorno. Vi garantiamo che gli strumenti che ci affiderete saranno sempre tarati in maniera corretta. Per saperne di più: www.rohde-schwarz.it/it/ service_and_support
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SPAZIO ASSOCIAZIONI UNIVERSITARIE MISURISTI
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Rubrica a cura di Franco Docchio, Pasquale Daponte e Nicola Paone
Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi Notizie da GMEE e GMMT mento di Measurement. Silva illustra l’iter seguito per l’ingresso in SCOPUS della rivista ACTA IMEKO. Thomson Reuters ha pubblicato gli indicatori per l’anno 2015 per le riviste ISI d’interesse dell’Associazione; le prestazioni della maggior parte delle riviste sono migliorate.
THE ITALIAN UNIVERSITY ASSOCIATIONS FOR MEASUREMENT This section groups all the significant information from the main University Associations in Measurement Science and Technology. RIASSUNTO Questa rubrica riassume i contributi e le notizie che provengono dalle maggiori Associazioni Universitarie che si occupano di Scienza e Tecnologia delle Misure. GMEE: GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE
Il giorno 12-9-2015, alle 9.40, si è riunita l’Assemblea dell’Associazione Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche presso la Sala del Consiglio di Palazzo Paolo V, Corso Garibaldi, Benevento. Di seguito riportiamo un riassunto dei lavori. In apertura, il Presidente Dario Petri informa l’Assemblea sugli eventi d’interesse dell’Associazione. Illustra inoltre all’Assemblea che sono venuti a mancare i colleghi Felice Cennamo, Paolo Cappa e Istvan Kollar. L’Assemblea esprime le più vive condoglianze alle famiglie dei Colleghi scomparsi. I soci Ferrero e Rapuano sono stati eletti nell’IEEE IMS AdCom. Inoltre, lo stesso Ferrero ha terminato il suo incarico come Editor in Chief delle TIM. L’Assemblea si congratula con Ferrero e Rapuano per il successo conseguito, e con Ferrero per gli importanti successi nella promozione e valorizzazione della Rivista. Il chapter italiano della IEEE I&M Society ha vinto il Best Chapter Award. L’Assemblea si congratula con Angrisani, attuale chair, e con gli altri officers. I soci Tellini e Rapuano sono stati eletti rispettivamente Vice-chair e Tesoriere della IEEE Italy Section. L’Assemblea si congratula con Tellini e Rapuano per l’incarico conseguito.
Sono disponibili i nuovi video tutorial della IEEE-I&M Society nel sito web della Society: http://ieee-ims. org/evts/tutorials o nella sezione IMS della IEEE TV https://ieeetv. ieee.org/channels/ims. L’iniziativa è coordinata dal socio Salvo Baglio che illustra l’attività svolta. La IEEE-I&M Society ha avviato una iniziativa di ricognizione di brevetti in ambito I&M; maggiori informazioni sul sito della Society: http://ieeeims.org/content/im-societymember-patents. È pervenuto l’invito alle unità accademiche del GMEE a partecipare al Cluster nazionale sull’energia come unità del consorzio ENSIEL (Consorzio interuniversitario nazionale per energia e sistemi elettrici). Landi illustra i dettagli della partecipazione. Betta evidenzia la necessità di presentare progetti che vedano una pluralità di Atenei collaborare insieme. Le proposte progettuali del bando PRIN sono state selezionate: tra le proposte in ambito GMEE, è stato approvato un progetto coordinato da Carbone. Docchio informa che è stato approvato un altro progetto PRIN che vede coinvolta la sede di Brescia come partner, coordinato da Enrico Primo Tomasini di Ancona. ACTA IMEKO: Carbone illustra lo stato dell’arte, in particolare lo Special Issue dopo MetroArcheo 2015 e le statistiche. Daponte illustra le attività poste in essere per il riposiziona-
Relazione del Presidente uscente sul triennio 2013-2016 Petri relaziona sulle attività del GMEE nel triennio 2013-2016, ricordando inizialmente lo stato della ricerca in Italia e le risorse destinate. Il GMEE è presente oggi con 43 Unità operative (di cui 37 universitarie e 1 straniera) e 186 soci, di cui 112 ordinari di diritto e 60 soci juniores; il numero di questi ultimi è in calo rispetto ad alcuni anni fa, ma si è stabilizzato negli ultimi due anni. Illustra anche l’andamento della scuola Gorini, l’attenzione e l’impegno del GMEE per la Terza missione, anche attraverso Tutto_Misure e la partecipazione alla costituzione di Deltamu Italia. Proiettando l’analisi al prossimo futuro, Petri auspica la rivitalizzazione della commissione didattica e una sempre maggiore attenzione alla crescita dei giovani ricercatori. Petri termina la relazione triennale ringraziando il Segretario e tutti i soci per il sostegno avuto durante il proprio mandato come presidente dell’Associazione. Elezione del Presidente per il triennio 2016-2019 (art. 19 dello Statuto e art. 13 del Regolamento) Su proposta di Petri, l’Assemblea elegge all’unanimità come Presidente del GMEE per il prossimo triennio Daponte, il cui mandato avrà inizio al termine dell’Assemblea. franco.docchio@unibs.it
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Elezione del Segretario per il triennio 2016-2019 (art. 19 dello Statuto e art. 14 del Regolamento) Su proposta di Petri, l’Assemblea elegge all’unanimità come Segretario del GMEE per il prossimo triennio Carbone, il cui mandato avrà inizio al termine dell’Assemblea. Elezione dei componenti gli organi del GMEE a) Rappresentante dei Soci Sostenitori nel Consiglio Direttivo (art. 24 dello Statuto e artt. 5 e 18 del Regolamento). Su proposta di Petri, l’Assemblea conferma all’unanimità Annarita Lazzari quale Rappresentante dei Soci Sostenitori nel Consiglio Direttivo. b) Rappresentante dei Soci Ordinari nel Consiglio Direttivo (artt. 5 e 17 del Regolamento). Petri ricorda che in questa posizione è tradizione del GMEE eleggere un socio senior non strutturato nel SSD ING-INF/07. Propone quindi di confermare Roberto Buccianti, che viene eletto all’unanimità. c) Rappresentanti di Unità Operative nel Consiglio Direttivo (art. 16 del Regolamento). Per quanto riguarda i rappresentanti delle Unità Operative, l’Assemblea approva di considerare confermati gli attuali rappresentanti, a meno che le sedi interessate non inviino una segnalazione di variazione. d) Membri eletti della Commissione di Coordinamento (artt. 7 e 21 del Regolamento). Petri ricorda all’Assemblea la recente modifica del Regolamento dell’Associazione per quanto riguarda la composizione della Commissione di coordinamento. Informa, inoltre, che ha ottenuto disponibilità a far parte della Commissione da parte dei seguenti soci: Andria, Catelani, Landi, Narduzzi, Sardini, Parvis. Chiede poi all’Assemblea se vi siano altri candidati tra i presenti. Non risultando proposto alcun altro candidato, propone quindi all’Assemblea di votare i nominativi sopra riportati, che vengono votati all’unanimità. e) Membri eletti della Commissione Didattica (artt. 6 e 20 del Regolamento). Petri ricorda i criteri utilizzati - e discussi con il Segretario - per individuare i candidati per la Commissione didattica, ossia, considerare docenti di I o
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SPAZIO ASSOCIAZIONI UNIVERSITARIE MISURISTI
II fascia, possibilmente garantendo una equa distribuzione geografica e privilegiando soci non coinvolti nella precedente Commissione. Propone quindi all’Assemblea la seguente lista: Rovati, Macii, Fort, Cristaldi, Carullo, Cataliotti, Ferrigno, Cataldo, D’Arco. Dopo breve discussione l’Assemblea vota all’unanimità questi membri quali componenti la Commissione didattica. Savino chiede la creazione di un database dei corsi di misure. f) Membri del Comitato Etico e Deontologico (art. 22 del Regolamento). Petri propone all’Assemblea di eleggere membri del Comitato Etico e Deontologico Benetazzo, Savino, Ferraris, anche in virtù della loro attiva partecipazione alla stesura del Codice Etico e Deontologico dell’Associazione. Dopo breve discussione l’Assemblea vota all’unanimità il Comitato, indicando Ferraris quale coordinatore. g) Nomina dei Revisori dei Conti (art. 21 dello Statuto). Petri propone all’Assemblea i seguenti nominativi (approvati) quali revisori dei conti: Teresa De Ianni, Antonella Palombi e, come sostituto, Paolo Palummo. h) Nomina del Tesoriere (art. 17 dello Statuto). Petri propone all’Assemblea di confermare come tesoriere Ferrero. L’Assemblea riconferma l’attuale tesoriere all’unanimità. Situazione nazionale alla luce delle iniziative ministeriali, CUN e ANVUR Petri illustra brevemente le recenti iniziative ministeriali. In particolare, ricorda che sono state avviate le procedure per l’ASN, mentre quelle relative al PRIN e alla VQR dovrebbero essere nelle fasi finali. Betta illustra alcuni dettagli relativi agli indicatori previsti nel bando per l’ASN. Landi e Andria chiedono chiarimenti sui titoli e su come verranno valutati. Stato delle iniziative: Sito web dell’Associazione, Tutto_Misure, Borse, Premi, Deltamu Italia Petri ricorda che il Consiglio Direttivo ha approvato la realizzazione di un nuovo sito internet per la gestione delle riunioni annuali, affidando la responsabilità della gestione del contratto a Daponte.
Docchio presenta un breve rendiconto sullo stato della Rivista Tutto_Misure, illustrando i principali dati relativi ai contributi editoriali ricevuti e sollecitando nuovi contributi. La Rivista sta vivendo un periodo di forte ascesa, a fronte degli investimenti contenutistici e promozionali attuati negli anni. Intervengono Ferrero e Carbone. Il primo suggerisce d’insistere con SCOPUS, mentre il secondo concorda con la richiesta del DOI per gli articoli della rivista. Silva evidenzia le caratteristiche fondamentali per l’inserimento in SCOPUS, sottolineando le difficoltà attuali dell’inserimento di una Rivista divulgativa. Petri informa che il Premio di dottorato Offelli ha ricevuto quest’anno 5 domande. La Commissione ha conferito il premio a Grazia Barchi dell’Unità di Trento. Petri informa che la borsa di studio per ricerca all’estero ha quest’anno ricevuto solo la domanda di Gianni Cerro dell’unità di Cassino. La Commissione ha ritenuto la domanda meritevole di essere accolta. L’Assemblea si congratula con i due vincitori. Daponte illustra la proposta d’istituire il Premio Felice Cennamo alla migliore presentazione orale tenuta da un ricercatore non strutturato socio dell’Associazione durante la Riunione Annuale. L’Assemblea unanime approva. Su invio di Petri, Ferrero informa l’Assemblea sugli sviluppi della collaborazione con DeltaMu e sulle attività di Deltamu Italia. Ferrero ha partecipato assieme a Benetazzo alla giornata di studio organizzata da DeltaMu a Clermont Ferrand, il 9 giugno 2016, in occasione dell’uscita del libro “Smart Metrology: Dalla Metrologia degli Strumenti alla Metrologia delle Decisioni”. La giornata è stata interessante, e ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, tutte provenienti dal mondo industriale. Per quanto riguarda Deltamu Italia, sono stati presi numerosi contatti con potenziali clienti, ma non sono ancora stati acquisiti contratti. Viene suggerito che i membri del GMEE a conoscenza di realtà industriali potenzialmente interessate alla formazione e alla consulenza in ambito metrologico si adoperino per metterle in contatto con l’Ing. Lazzari, che potrà presentare loro la nuova realtà.
N. 04ƒ ;2016 Giornata della Misurazione Petri invita Docchio a illustrare brevemente la proposta di una Giornata della Misurazione maggiormente focalizzata sulle esigenze del mondo industriale. Docchio evidenzia che non c’è traccia della “Giornata della Misurazione” nel programma della Riunione del 2016 e che continuerà a investigare la possibilità d’introdurre la GdM come evento inserito in A&T a Torino. Savino ribadisce che è necessario continuare con la GdM e la sua finalità, continuando a organizzare il CD insieme alla GdM. Segue ampia discussione. Scuola per addottorandi “Italo Gorini” 2014 Muscas relaziona l’andamento dell’ultima edizione della Scuola Gorini. 27 iscritti da 14 sedi, il 67% proveniva da 5 sedi. Entrate 10.450,00 €, uscite 9.715,00 €. La sede per l’edizione 2017 della Scuola sarà Catania. Baglio illustra i dettagli organizzativi. Ferrero suggerisce di coinvolgere i dottorandi di altri settori, come in passato. Vi era anche un legame tra i giovani e una cross fertilization tra aree culturali. Petri sollecita l’Assemblea a considerare possibili soluzioni per organizzare la Scuola per il triennio 2018-2020 e auspica candidature delle Unità operative che ancora non l’hanno ospitata. Congresso annuale 2017 Petri ricorda all’Assemblea che il Congresso annuale 2017 si terrà a Modena, nella settimana 11-16 settembre. Responsabile dell’organizzazione sarà Luigi Rovati. Nei giorni immediatamente precedenti alla riunione è previsto il congresso RTSI della IEEE Sezione Italia. Petri invita caldamente i soci a cogliere l’occasione per sottomettere lavori scientifici o proposte di sessioni speciali a questa conferenza. Daponte illustra i punti di contatto con i colleghi del GMMT. Per l’organizza-
zione del Congresso GMEE 2018 è pervenuta la disponibilità della sede di Bologna. Petri invita l’Assemblea ad avanzare altre candidature. Proposta di definizione del Body-of-knowledge Petri invita Carbone a presentare una proposta di progetto per identificare le aree di competenza del GMEE, così le unità interessate potrebbero realizzare documenti di carattere didattico. L’iniziativa potrebbe essere coordinata dalla Commissione didattica. Segue ampia discussione con approvazione della proposta. Varie ed eventuali Ferrero ricorda che bisogna votare per le nuove cariche dell’IEEE, ma è importante in particolare votare per l’emendamento costituzionale. Daponte illustra le linee guida della prossima presidenza, che riguardano: a) il monitoraggio della situazione giovani e della loro produzione scientifica; b) l’ottimizzazione incontri dei CD e Commissioni dell’Associazione; c) il Forum delle Misure, come evento nazionale in cui inserire la riunione del GMEE e del GMMT; d) i Premi congiunti per i giovani del GMEE e GMMT; e) il progetto d’informatizzazione dei servizi del GMEE; f) la diffusione della cultura metrologica; g) il Book of Knowledge e il materiale didattico; h) la proposta di accreditamento per le attività di formazione del GMEE; i) la riorganizzazione della Giornata della Misurazione; j) la rivisitazione della scuola addottorandi “I. Gorini” del GMEE tenuto conto anche di eventuali attività d’internazionalizzazione della scuola; k) l’invito a operare con “buon senso” nelle future commissioni per la ASN.
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Ferrero introduce una nuova iniziativa su una futura norma. Il costo sarebbe a carico di Deltamu Italia. Si inizierebbe con una “guida”. Betta ritiene che l’argomento sia più relativo a una “guida” che a una “norma”. Buccianti suggerisce di non passare a una norma.
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Socio del GMEE e Professore Associato dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha preso servizio presso la stessa Università come Professore di Prima Fascia nel SSD ING-INF/07 Misure Elettriche ed Elettroniche. Il Prof. Rovati era stato, fino al 2001, Ricercatore Confermato presso l’Università degli Studi di Brescia, con ampie e apprezzate attività di ricerca all’interno del locale Laboratorio di Optoelettronica. Nella sede di Modena, con l’aiuto della Sede di Brescia, ha fondato e tuttora dirige il Laboratorio di Optoelettronica UniMORE, e vanta numerose attività di ricerca e Trasferimento Tecnologico presso le sedi di Modena e di Reggio, nonché nel Polo Tecnologico di Mirandola. È attualmente Vicedirettore del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni di Modena. Al neo Professore di Prima Fascia, e all’amico personale, le più vive congratulazioni da parte del Direttore di T_M, anche a nome dell’Unità di Brescia del GMEE! PUBBLICATA LA COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE PER L’ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE NEL SETTORE CONCORSUALE MISURE
È stata pubblicata la composizione della Commissione per valutare i candidati all’Abilitazione Scientifica Nazionale nel settore concorsuale 09/E4 Misure, che raggruppa i SSD ING-INF/07 Misure Elettriche ed Elettroniche e ING-IND/12 Misure MecPRESA DI SERVIZIO caniche e termiche, composta dai seguenti Professori di Prima Fascia: DEL PROF. LUIGI ROVATI Marcantonio CATELANI, Alfredo COME PROFESSORE DI CIGADA, Carmine LANDI, Dario PRIMA FASCIA ALL’UNIVERSITÀ PETRI, Bernardo TELLINI. DI MODENA E REGGIO EMILIA Ai neo Commissari i nostri auguri di un Il 7 novembre u.s. il Prof. Luigi Rovati, proficuo lavoro!
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CREAFORM CRESCE E CAMBIA SEDE CENTRALE Creaform, leader globale delle soluzioni di misurazione 3D portatili e dei servizi d’ingegneria, annuncia il trasferimento della propria sede presso l’Innoparc di Lévis (Canada), per sostenere la propria crescita. Il trasferimento, che comporta un investimento di 20 milioni di dollari, mira a triplicare la propria capacità produttiva e all’assunzione di un numero significativo di nuovi dipendenti. La nuova sede, come ha annunciato la direzione durante un meeting con tutto il personale, si svilupperà su un’area doppia rispetto a quella attuale, passando da 3.500 a 7.000 metri quadrati. Il progetto di transizione è stato realizzato con la partnership di Group Commercial AMT, il cui presidente, Jacques Tanguay, avrà l’onore di aprire la cerimonia d’inaugurazione della nuova sede. L’azienda ha decuplicato le proprie vendite negli ultimi decenni. “E non abbiamo intenzione di rallentare: il nostro obiettivo è quello di raddoppiare le vendite entro i prossimi cinque anni” spiega Martin Lamontagne, co-fondatore, vice-presidente e Business Unit Manager di Creaform. “Avevamo la necessità di ampliare la nostra sede, per aumentare
la produzione di piattaforme tecnologiche 3D innovative e diversificate”. “L’investimento nell’Innoparc ci permette di ampliare gli uffici, modernizzare le nostre strutture e integrare tecnologie innovative”, aggiunge Fanny Truchon, Vice President of Operations di Creaform. “I nostri dipendenti ne sono soddisfatti ed entusiasti!”. La nuova struttura offrirà un ambiente di elevata qualità al team Creaform: il risultato di un progetto architettonico integrato, che fonde comfort e funzionalità ed è situato vicino a un’estesa area verde di 650.000 mq, dotata di piste ciclabili e aree dedicate al tempo libero. “Creaform continuerà a supportare Lévis, la nostra casa, che ci ha offerto un’opportunità e rimane ancora la location ideale per far crescere la nostra azienda”, conclude Lamontagne. Il sito è stato scelto per la sua posizione strategica, vicina ai principali nodi di collegamento stradale e ai principali servizi di Quebec City. La nuova sede sarà operativa a partire da novembre 2017. Per ulteriori informazioni: www.creaform3d.com
MISURARE LA DISTANZA CON I SENSORI LASER: LUCE BLU O ROSSA? Le tecnologie ottiche di misura svolgono un ruolo di rilievo nella meccanizzazione/automazione dei processi produttivi e ispettivi. Le tecnologie a triangolazione laser più moderne consentono di effettuare misure veloci, molto precise e affidabili di spostamento, posizionamento dei macchinari e sui componenti prodotti. A seconda delle caratteristiche richieste dall’applicazione, questi sensori operano con una luce laser blu o rossa. II principio a triangolazione laser permette di rilevare la distanza su un’ampia gamma di superfici e materiali e consente di effettuare diverse tipologie di misurazione: spostamento, distanza e posizione, tramite i laser a triangolazione con spot puntuale; oppure misurazioni di profili o gap, tramite l’utilizzo di profilometri laser in grado di proiettare una linea laser continua. I sensori possono essere equipaggiati con luce laser blu o rossa, con i vantaggi e gli svantaggi che le contraddistinguono. Quella dei laser rossi è una tecnologia comprovata a partire dagli anni ’90 e fornisce misure molto precise e veloci per svariate applicazioni in diversi settori industriali. Micro-Epsilon ha sviluppato ulteriormente questa tecnologia, presentando alcuni anni fa un’an-
teprima mondiale: la tecnologia a luce laser blu per sensori a triangolazione laser. La tecnologia a laser blu viene utilizzata quando la luce laser rossa raggiunge i propri limiti: a differenza di quest’ultima, infatti, in molti casi la luce laser blu non penetra l’oggetto sottoposto a misurazione, proiettando invece un punto o una linea netta. I laser blu, pertanto, rendono possibile effettuare misure affidabili su oggetti di natura biologica o semi-trasparenti e sono consigliati anche nel caso in cui i target di misura raggiungano l’incandescenza. Ciò grazie alla maggiore distanza spettrale e all’insensibilità della luce blu alle radiazioni rosse emesse dall’oggetto rovente, che potrebbero invece fornire segnali anomali qualora si utilizzasse un laser rosso. Tuttavia i sensori con luce laser rossa raggiungono classi laser più elevate e forniscono un’intensità luminosa maggiore rispetto a quelli blu, molto utile nel caso in cui il target di misura sia caratterizzato da una superficie scura: aspetto importante nel processo produttivo degli pneumatici in gamma, soprattutto durante la fase di estrusione, dove la superficie assorbe una gran quantità di luce. Mentre la luce laser blu verrebbe “inghiottita” dalla superficie nera, quella rossa viene sufficientemente riflessa. In presenza di metalli lucidi e superfici ruvide, il laser rosso recupera maggiori informazioni fruibili per la generazione di un valore medio, mentre la luce blu consente di ottenere risultati più precisi su superfici lisce. Per ulteriori informazioni: www.luchsinger.it
ETICHETTE SPECIALI PER LA METROLOGIA Laser Lab, azienda specializzata nelle marcature e incisioni con raggio laser, presenta le proprie etichette destinate al campo della metrologia, delle verifiche periodiche e di tutti i settori in cui è necessaria un’identificazione permanente. – Etichette di verifica periodica e sigilli di garanzia adesivi tagliati e incisi con raggio laser, destinati a essere applicati sui distributori di carburante o altri misuratori posti all’esterno e soggetti a elevate sollecitazioni chimico/fisiche. Queste etichette presentano caratteristiche tecniche di alto livello e sono realizzate su un materiale di ultima generazione, resistente a temperature comprese tra –40 °C e +200 °C. I dati che compongono l’etichetta sono incisi nel materiale e risultano completamente inalterabili, indelebili e resistenti. Il layout è totalmente personalizzabile e sono distruttibili quando si rimuovono, pertanto anticontraffazione (D.M. n. 182 del 28/03/2000 e successive modifiche). – Etichette di verifica periodica e sigilli di garanzia stampati su materiale ultradistruttibile, che garantiscono semplicità di utilizzo e versatilità e rispondono a tutti i parametri previsti dal D.M. n. 182.
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Sono particolarmente idonee per gli operatori che effettuano le verifiche periodiche su strumenti di misurazione (bilance, registratori di cassa e misuratori del gas) generalmente ubicati in ambienti interni e pertanto protetti da situazioni stressanti. – Etichette metrologiche, tecniche e datari, totalmente personalizzabili e in grado di adattarsi a molteplici usi. Realizzati su materiali di alta qualità e in diversi colori, con formati, testi e loghi su misura, permettono un'identificazione permanente e possono contenere anche barcode alfanumerici. Tutte le etichette Laser Lab sono economicamente competitive, di facile e veloce utilizzo, in grado di semplificare il lavoro degli utilizzatori. Consegne in 24-48 ore e fornitura anche di piccole serie. Per maggiori informazioni su tutti i servizi: www.laser-lab.it
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Luca Callegaro 1, Vincenzo D’Elia 1, Massimo Ortolano 2
Metrologia dell’impedenza elettrica il progetto Aim QuTE
IL PROGETTO
La misura dell’impedenza elettrica è centrale in elettrotecnica, elettronica, sensoristica, e per la determinazione delle proprietà elettriche e magnetiche dei materiali. Il valore di un’impedenza è intrinsecamente un numero complesso dipendente dalla frequenza. I misuratori commerciali d’impedenza, spesso ponti automatici LCR (acronimo per induttanza, capacità, resistenza), possono misurare impedenze di modulo e fase qualsiasi, in un’ampia gamma di frequenze. La velocità di misura è elevata, ma l’accuratezza è limitata a livello di 10-4 o peggiore. La taratura dei misuratori d’impedenza avviene mediante campioni materiali d’impedenza: resistori, condensatori e induttori. Questi rappresentano un singolo valore d’impedenza “puro”, ovvero reale o immaginario, tipicamente decadico; la loro massa è dell’ordine di chilogrammi, e la taratura di un misuratore può richiederne anche una ventina. Assicurare la riferibilità della misura d’impedenza [1] è quindi un processo costoso, lento (le misure sono difficilmente automatizzabili) e intrinsecamente limitato: la determinazione dell’errore dello strumento avviene solo su pochi punti del piano complesso, disposti sull’asse reale o su quello immaginario. Ben poco è dato sapere sul comportamento dello strumento nella misura di un’impedenza di modulo e fase qualsiasi. Il progetto di ricerca “Automated impedance metrology extending the quantum toolbox for electricity” (Aim QuTE) è un Joint Research Project dell’European Metrology Research Programme (EMRP), un programma di finanziamento europeo gestito dall’European Association of National
Metrology Institutes (EURAMET). Il progetto, della durata di tre anni e recentemente conclusosi, ha coinvolto dodici partner europei, di cui dieci Istituti nazionali di metrologia, un Istituto designato, e un Centro di taratura. L’obiettivo di Aim QuTE è appunto l’implementazione di una riferibilità primaria per la misura dell’impedenza elettrica di qualsiasi valore nel piano complesso. L’articolazione di questa implementazione ha richiesto: – la realizzazione di ponti di confronto d’impedenze digitali, ovvero basati su elettronica mixed-signal (convertitori analogico-digitali e digitale-analogici) per la sintesi e la misura dei segnali elettrici nel circuito del ponte. Particolare attenzione è stata posta nel mantenere una semplicità circuitale e nell’automazione del processo di misura. Tra i diversi approcci, di particolare rilievo quello basato su sorgenti Josephson, generatori di tensione quantizzata e intrinsecamente riferita alle costanti fondamentali di natura; – la realizzazione di campioni d’impedenza “impuri” (ovvero, con angoli di fase diversi da 0° e 90°), di valore non decadico, di particolare stabilità (e quindi termostatati); – un confronto internazionale tra i partner del progetto, effettuato impiegando i campioni impuri come campioni viaggiatori; – una formazione “sul campo” degli operatori del partner esz AG, un importante Centro di taratura tedesco, per verificare la robustezza dei sistemi costruiti e la fattibilità di un trasferimento tecnologico verso i Laboratori di misura aziendali.
principi di funzionamento differenti) e automatici [3-4], che consentono di misurare impedenze di valore arbitrario con incertezze dell’ordine di parti in 105 - 106 nel campo di frequenza acustico, un livello di accuratezza comparabile con quello delle attuali capacità di misura dichiarate per impedenze pure. Uno dei due ponti [4] è stato trasportato presso esz AG per la formazione e la verifica della funzionalità in ambiente industriale. La Fig. 1 mostra la particolare compattezza e semplicità costruttiva del ponte digitale. Il progetto Aim QuTE è ora formalmente concluso, ma l’attività presso INRiM e gli altri partner prosegue, con l’obiettivo di ampliare il campo di misura e di migliorare l’accuratezza e semplicità d’uso degli strumenti sviluppati. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
[1] Sito web del progetto Aim QuTE: https://www.ptb.de/emrp/ sib53-home.html [2] L. Callegaro, “Traceable measurements of electrical impedance”, IEEE Instrum. & Meas. Magazine, vol. 18, n. 6, pp. 42-46, Dec. 2015. [3] L. Callegaro, V. D’Elia, M. Ortolano, F. Pourdanesh, “A ThreeArm Current Comparator Bridge for Impedance Comparisons Over the Complex Plane”, IEEE Trans. Instr.
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Istituto Nazionale di Ricerca
INRiM, tra i partner principali del pro- Metrologica, Torino getto e responsabile del work-packa- l.callegaro@inrim.it ge “Ponti digitali”, ha realizzato due 2 Politecnico di Torino, ponti d’impedenza digitali (basati su Dip. Elettronica e Telecomunicazioni
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Meas., vol. 64, p. 1466-1471 (2015). [4] L. Callegaro, V. D’Elia, M. Kampik, D. B. Kim, M. Ortolano, F. Pourdanesh, “Experiences With a Two-Terminal-Pair Digital Impedance Bridge”, IEEE Trans. Instr. Meas. vol. 64, p. 1460-1465 (2015).
ACQUISIZIONE DATI: NUOVI CAMPI D’APPLICAZIONE PER SOMATXR DI HBM
Il robusto sistema di acquisizione dati SomatXR della HBM è progettato, in particolare, per prove su strada di macchine per edilizia, macchine agricole, veicoli anti-mine e nei test estivi e invernali su veicoli stradali. HBM ha sviluppato specificatamente il nuovo amplificatore di misura universale MX840B-R per compiti di misura variabili, che richiedono l’impiego di diversi trasduttori. L’amplificatore di misura dispone di otto canali per il collegamento di oltre 16 diverse tecnologie di trasduttori. Con quattro canali e una cadenza di misura fino a 100 kS/s per canale, SomatXR MX411B-R è lo strumento ideale per misurazioni molto dinamiche, come quelle di vibrazioni o prove d’urto, nelle quali i dati di misura dei processi dinamici devono essere acquisiti con precisione. Il nuovo modulo SomatXR MX471B-R permette di connettere il sistema di acquisizione dati a una rete CAN. Quattro interfacce, configurabili individualmente, ricevono dati CAN, SAE J1913, CCP o xCP-on-CAN. È inoltre possibile inviare nel CANbus valori misurati analogici, acquisiti con altri amplificatori di misura SomatXR. Con questi tre nuovi prodotti il sistema SomatXR comprende ora già sei moduli. Per ulteriori informazioni: www.hbm.com/it/4256/ robusto-sistema-per-acquisizione-dati-somatxr
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Figura 1 – Il ponte digitale d’impedenza costruito dall’INRiM, fotografato durante la trasferta presso esz AG
Luca Callegaro è Primo Ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) di Torino. È responsabile del programma di ricerca “Metrologia dell’ampere” della Divisione Nanoscienze e Materiali. Dal 2015 è Chairman per il Technical Committee on Electricity and Magnetism (TC-EM) dell’European Association of National Metrology Institutes (EURAMET).
ACCELEROMETRI MEMS PER IMPIEGHI OEM Instrumentation Devices Srl, specializzata nelle soluzioni di misura e analisi per la sperimentazione scientifica e industriale, offre una gamma di ac cele rometri MEMS, ad alte prestazioni, elevata stabilità e basso rumore, per impieghi in apparecchiature OEM per strumentazione, navigazione, monitoraggio sismico, ecc. Disponibili con uscita analogica amplificata (±4 V) o in frequenza, in accordo al campo di misura, gli accelerometri offrono banda passante tra zero e 4 kHz. Il range operativo di temperatura è compreso tra -55 e + 125 °C, con limite a breve termine fino a 175 °C. Questi piccoli accelerometri monoassiali di tipo capacitivo micromachined sono realizzati in un package sigillato, di tipo LCC o J-Lead, per montaggio superficiale su PCB. I fondi scala di misura disponibili sono: ±2, ±5, ±10, ±25, ±50, ±100, ±200 e ±400 g. Provvisti di numero di serie che ne permette la tracciabilità, sono anche disponibili con foglio di taratura che indica offset, fondoscala, linearità, risposta in frequenza e assorbimento. Per ulteriori informazioni: www.instrumentation.it
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Rubrica a cura di Michele Lanna (info@studiolanna.it)
Un metodo per migliorare le performance del processo di misura
rischio – Principi e linee guida” fornisce principi e linee guida per la gestione del rischio. Tra le tecniche ampiamente usate in diversi settori merceologici, tra cui il settore aerospaziale e quello automotive, una tecnica principe per la gestione del rischio è la FMEA, che permette di raggiungere una pluralità di obiettivi: 1) esaminare completamente il proRIASSUNTO cesso o le parti più critiche del proIn questa Rubrica il collega e amico Michele Lanna, esperto di metrologia, cesso (es. realizzazione di nuove taratura, accreditamento industriale, discute aspetti d’interesse per la mag- prove o tarature); gior parte degli utenti industriali delle misure, con terminologia semplice e 2) identificare tutti i “malfunzionaimmediata, e facendo riferimento alle più importanti e recenti Norme. Scri- menti” potenziali, le loro cause e gli vete a Michele per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi effetti sul risultato o sul Cliente; di discussione! 3) identificare le azioni correttive più idonee a correggere preventivamente “La prima regola è di non accettare prima volta il concetto di “rischio” e la il processo, senza incorrere in non conformità, e quindi ridurre i costi. mai nulla per vero, senza conoscerlo sua valutazione. evidentemente come tale. La seconda, Anche nella gestione dei Laboratori il di dividere ogni problema preso in normatore ha introdotto questo conesame in tante parti quanto fosse pos- cetto (cfr. ISO/IEC 17025 p.to 4,12 – LA FMEA E SUA ARTICOLAZIONE sibile e richiesto per risolverlo più Azioni preventive) e alla nota 2 dice: agevolmente. La terza, di condurre or- “Oltre al riesame delle procedure La FMEA (acronimo di Failure Mode dinatamente i miei pensieri comin- operative, l’azione preventiva può and Effect Analysis – Analisi dei modi ciando dalle cose più semplici e più comportare l’analisi dei dati, compre- di guasto e degli effetti) è una tecnica facili a conoscersi, per salire a poco a si l’analisi delle tendenze e dei rischi di analisi sistematica orientata a evipoco, come per gradi, sino alla cono- e i risultati di prove valutative”). Spes- denziare e correggere in fase prevenscenza delle più complesse. E l'ultima, so si dà poca importanza a questa tiva le potenziali debolezze del prodi fare in tutti i casi enumerazioni tan- nota o non se ne coglie appieno la cesso e quindi le cause che possono to perfette e rassegne tanto complete, valenza in termini di possibili azioni, generare problemi aventi sul risultada essere sicuro di non omettere metodi e criteri applicabili. Vogliamo to del processo, durante la realizzanulla”. qui soffermarci sull’ ”analisi dei ri- zione dello stesso (FMEA di processo). Consente d’individuare una lista (Cartesio: Discorso sul Metodo) schi”. In un precedente articolo avevo tratta- di potenziali problemi che possono to la possibile applicazione del DOE avere impatto sul risultato, partendo PREMESSA in metrologia, dimostrando come tec- dalle fasi di processo che le realizzaniche preventive, nate e applicate in no. La criticità dei difetti potenziali Le tecniche di gestione della qualità si settori merceologici diversi, potessero viene valutata numericamente in otticaratterizzano oggi in modo crescen- essere adottate (come strumenti pre- ca cliente, e quindi è possibile stabilite come strumenti preventivi, permet- ventivi) anche nella gestione dei Labo- re priorità d’intervento correttivo pritendo d’intervenire a monte dei pro- ratori di prova e taratura. In questo ma che il difetto si realizzi. blemi. La prevenzione e previsione breve scritto si vuole rimarcare il con- Ha mosso i primi passi nei decenni dei problemi porta valore aggiunto, cetto, parlando di uno strumento che precedenti, nel settore aerospaziale, consentendo il risparmio di tempo e può concorrere al miglioramento del- codificata nella MIL STD 1629 A del risorse. D’altra parte le norme dei l’efficacia gestionale, all’interno di un 1980 e poi riconsiderata anche nella SAE J1739 del 2009, ed è stata apsistemi di gestione, a partire dalla Laboratorio. ISO 9001:2015, introducono per la La UNI ISO 31000 “Gestione del plicata nella realizzazione di manuMETROLOGY FOR EVERYONE In this permanent section of the Journal our colleague and friend Michele Lanna, leading expert in metrology, calibration, accreditation of companies, will discuss topics of interest for the majority of industrial measurement users, in simple and immediate terms, with reference to the most recent Norms. Write to Michele to comment his articles and to propose other subjects!
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fatti complessi (es. settore automotive: cfr. Manuale AIAG su FMEA), dove i parametri di qualità e affidabilità sono determinanti per rispondere alle specifiche del cliente. La possibile estensione ai processi metrologici rappresenta un’opportunità (non è una prescrizione della ISO/IEC 17025!) che intendiamo proporre per migliorare l’efficacia dei processi di misura di un Laboratorio. È semplice e intuitiva, anche se richiede l’acquisizione di una mentalità rivolta sempre più alla prevenzione, al pensare “prima”, quindi ad anticipare il verificarsi dei problemi. Permette di raggiungere una pluralità di obiettivi: 1) prevedere e prevenire i problemi anziché correggerli; 2) effettuare analisi complete dei processi, utili per trovare facilmente elementi di miglioramento, molto spesso a costo zero; 3) valorizzare tutta l’esperienza precedentemente maturata nella gestione dei processi, utilizzando gli elementi positivi e negativi; 4) coinvolgere tutto il personale che opera all’interno del Laboratorio; 5) ridurre i costi attraverso un’analisi preventiva dei processi stessi, senza attendere che si verifichino effetti indesiderati; 6) sistematizzare e utilizzare tutte le informazioni, sia interne al Laboratorio sia provenienti dall’esterno, per accelerare il processo di miglioramento; 7) creare un meccanismo analitico permanente, che non si limiti ad analisi sporadiche e limitate nel tempo, quindi non pienamente efficaci, ma sia autoalimentante e consenta il miglioramento continuo. Di cosa c’è bisogno per effettuare una FMEA? Innanzitutto creare un gruppo di lavoro, le cui dimensioni non costituiscono un vincolo, purché siano rappresentate tutte le competenze specifiche del processo. In secondo luogo, la conoscenza del metodo FMEA, acquisibile dalla lettura della norma (es. MIL STD 1629A) o dalla lettura di Guide elaborate in settori merceologici specifici (es. automotive). Inoltre la conoscen-
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za di alcune tecniche di gruppo, spesso già note e utilizzate nel problem solving, quali il brainstorming, il diagramma C-E (Causa-effetto o di Ishikawa), i criteri di raccolta dati e loro interpretazione. Infine la capacità d’individuare e promuovere azioni di miglioramento del processo esaminato, dopo averne individuato gli elementi deboli o critici. Per spiegare meglio come applicare la FMEA, rispondiamo a queste semplici domande: – Cos’è la FMEA? – Chi fa la FMEA? – Come si svolge un’analisi FMEA? – Quando e dove va effettuata la FMEA? – Perché fare una FMEA? Cos’è la FMEA? Abbiamo già detto che è una tecnica preventiva, cioè da adottare prima di pianificare il processo (es. per nuove prove o tarature). Essa permette di considerare, per ogni parte del processo di misura (es. preparazione misurando, settaggio apparecchiature, ecc.) cosa si potrebbe verificare e quindi l’impatto che può esserci sulla misura. Essa prevede un’analisi esaustiva del processo, in tutte le componenti (es. uomini, apparecchiature, metodi, ambiente di lavoro, misurando, materiali) non solo in termini di sintomi del problema, ma anche di cause del problema e di possibili effetti. L’analisi, per poter dare valore aggiunto, deve poter valutare, basandosi sui dati storici esistenti, desunti dalle attività di prova o taratura in precedenza svolti dal Laboratorio, la valenza in termini d’importanza del potenziale problema. Si basa su analisi oggettive, basate sui dati ai quali attingere. Innanzitutto l’analisi va effettuata su tutto il processo di misura, con riferimento a tutte le sue componenti, come in precedenza detto. Per poter essere seguita efficacemente, bisogna raccogliere tutta la documentazione necessaria. In molti Laboratori si usa il cosiddetto “quaderno di Laboratorio” o documento similare, che registra tutti i risultati del processo di misura, e permet-
te – su base storica – di ottenere dati sul trend. Inoltre bisogna disporre di tutti i dati provenienti dal cliente (es. reclami, informazioni circa la misura e suoi parametri significativi, ecc.). Per ogni singolo sottoprocesso va seguita la stessa sequenza utilizzata nel problem solving: innanzitutto i sintomi del problema, che nella FMEA si chiamano “modi di guasto”, a voler indicare ciò che potrebbe accadere, sulla base delle conoscenze, dell’esperienza maturata nella gestione di quel processo e dei dati disponibili. Il secondo passo è quello di collegare ogni modo di guasto con l’effetto che può produrre. A questo punto si procede a una sistematica ricerca delle cause del modo di guasto, da compiere con la tipica tecnica del brainstorming (tempesta di cervello). Una volta individuate tutte le potenziali cause di ogni modo di guasto, è bene esprimere – sempre basandosi sull’esperienza o su processi similari – qual è il peso dei modi di guasto sull’effetto. È qui che la FMEA passa da ipotesi a certezze, basate sulla conoscenza delle esigenze del Cliente e sull’impatto all’interno del processo del Laboratorio. Per ogni causa del modo di guasto devono essere rilevate sia la probabilità di accadimento, sia il grado di rilevabilità della possibile causa, sia l’effetto del modo di guasto sul cliente o all’interno del processo di misura. La scala di misura di quanto detto è da specificare per ognuno degli aspetti da quantizzare (probabilità, rilevabilità, gravità). Chi effettua la FMEA deve darsi una possibile scala, che di solito è graduata da 1 a 10, sia per la probabilità, sia per la rilevabilità, sia per la gravità, anche se le modalità di misurazione sono diverse: 1) Probabilità – È la misura di quanto potrebbe essere probabile l’accadimento di quel fenomeno, misurato da 1 a 10: valori bassi (1 o 2 o 3) nel caso in cui la probabilità sia remota, valori intermedi (4 o 5 o 6 fino a 7) nel caso di probabilità che possano assumere una frequenza significativa, probabilità molto alta (8 o 9 o 10) nel
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prima i valori di RPN maggiori e successivamente quelli minori. Bisogna tenere presente che vale sempre il principio di Pareto, cioè il maggiore miglioramento è assicurato da pochi RPN ma significativi per peso. La FMEA si basa su una puntuale analisi preventiva del processo di misura, considerando tre aspetti significativi: le cause dei modi di guasto che generano modi di guasto, che a loro volta inducono effetti.
Figura 1
Cosa sono le cause dei modi di guasto, i modi di guasto e gli effetti? a) Modi di guasto, cioè cosa si potrebbe presentare (essendo una tecnica preventiva, la FMEA induce il metrologo a porsi la domanda: cosa potrebbe succedere?). Essi rappresentano il sintomo di un potenziale problema; b) Cause del modo di guasto, cioè che cosa potrebbe determinare quel modo di guasto. La considerazione di tutte le possibili cause dei modi di guasto conferisce completezza all’analisi effettuata; c) Effetti del modo di guasto, cioè i potenziali impatti all’interno del processo o sul cliente. Chi fa la FMEA? La FMEA, come detto, è una tecnica di gruppo, che si
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caso in cui il potenziale problema sia inevitabile. 2) Rilevabilità – È la valutazione critica di quanto sia efficace il sistema di controllo adottato dal Laboratorio. Si applica alle cause del modo di guasto individuate. Si possono verificare le seguenti situazioni: – sono rilevabili e quindi ci si accorgerebbe di esse se si dovessero verificare; – non sono rilevabili, in quanto il sistema di controllo predisposto non prende in considerazione la rilevazione della specifica causa. Altra considerazione, relativa alla rilevabilità, è quella relativa alla sua efficacia: potrebbe essere stato adottato un buon sistema di controllo, ma dispendioso e poco efficace, rispetto a un altro molto più efficace. Facciamo un esempio: il controllo di un parametro al 100% è certamente più efficace rispetto a quello effettuato a campione, anche se più costoso. Meglio ancora un controllo sul processo di misura basato su un controllo di tipo statistico (es. adozione di una carta di controllo o attraverso indici di capacità del processo). L’analisi critica, quindi, della rilevabilità si deve concretizzare in un’analisi di tipo binario: a) è possibile accorgersi della causa del problema, rilevarla e quantizzarla; b) non è possibile accorgersi della causa del problema, non rilevarla né quantizzarla. L’analisi del sistema di controllo adottato permette di valutarne l’efficacia. 3) RPN – Indice di Priorità di Rischio – dei tre valori di probabilità, gravità e rilevabilità, da considerare per ogni causa del modo di guasto, se il prodotto ne manifesta. Questo valore è un indicatore della “febbre” del processo: quanto più è elevato, tanto più è urgente intervenire in modo da ridurre i potenziali problemi. 4) Il ciclo di attività non si limita alla ricerca dei modi di guasto e dei suoi effetti, ma permette d’individuare anche quali possibili “rimedi” adottare nel caso in cui si dovesse verificare il problema. Queste azioni dovrebbero permettere di ridurre la possibilità di accadimento. Per la ricerca di soluzioni migliorative si considereranno
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basa sulla valorizzazione dell’esperienza e delle competenze possedute da tutti coloro che gestiscono il processo di misura. In un piccolo Laboratorio (spesso composto da due persone o poco più) la FMEA sarà condotta da tutti. In un Laboratorio di prove o taratura il gruppo FMEA coinvolgerà certamente il responsabile tecnico, il responsabile qualità e l’operatore/i preposto/i all’effettuazione della prova/taratura. Come si svolge un’analisi FMEA? Innanzitutto va riconsiderato che cosa generi una misura (output del processo). In Fig. 2 si schematizza il processo di misura, considerando gli input al processo e gli output dallo stesso. Per ognuno degli input del processo di misura devono essere considerati tutti i possibili problemi (modi di guasto) che possono crearsi, basandosi sui dati esistenti, desunti da prove o tarature effettuate, sulla propria esperienza e competenza e su quanto risulta dai feedback da parte dei clienti. Va seguito passo-passo l’iter indicato più avanti, da applicare per ogni processo o sottoprocesso, rispondendo alle domande in esso riportate: a) Quali potenziali problemi possono verificarsi? b) Quali possono essere i potenziali effetti del problema e che peso hanno per il cliente o all’interno dei processi del Laboratorio? c) Quali sono le cause dei modi di
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guasto e con quale frequenza potrebbero verificarsi? d) Che cosa si può fare per prevenirne il verificarsi e accorgersi di essi? e) Quanto è efficace il metodo di controllo? f) Cosa può essere fatto per migliorare preventivamente il processo? In sintesi, per svolgere una FMEA bisogna: 1) analizzare preventivamente (quindi in fase di pianificazione del processo) il rischio insito nel processo di misura; 2) individuarne i fattori critici; 3) quantizzarne (su base oggettiva) i fattori di rischio; 4) adoperarsi preventivamente per il miglioramento delle cause dei fattori di rischio, rimuovendole; 5) attivare azioni preventive adeguate alla riduzione del rischio, e quindi al miglioramento permanente del processo. Innanzitutto va individuato il processo (o i processi) al quale applicare la FMEA: nel nostro caso può essere l’intero processo di misura considerato o una sua parte (es. preparazione campione o esecuzione prova, ecc.). In secondo luogo, vanno messi a fuoco tutti i possibili problemi/ostacoli che si possono incontrare nel processo. A questo punto bisogna chiedersi quali possano essere gli effetti dei modi di guasto del processo, per passare subito dopo a quantizzarne il peso. Un’analisi non va alla radice se non si individuano le cause per poi rimuoverle o attenuarne gli effetti; la ricerca completa di esse è un passo qualificante di tutto l’iter FMEA. La frequenza di accadimento delle cause, anch’essa espressa in termini quantitativi, è il passo successivo da compiere. La domanda successiva da porsi riguarda le azioni di prevenzione e/o di rilevazione delle cause messe in atto e quanto questo metodo sia efficace. Limitarsi a una semplice analisi del processo e a una metrica attraverso la quale stabilire l’importanza dei potenziali problemi è riduttivo e vanificherebbe gli sforzi di analisi. A seguito di un’accurata analisi del processo, in tutte le sue componenti,
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l’azione immediatamente seguente è quella di ricercare soluzioni migliorative (sempre preventive), da adottare innanzitutto per gli RPN maggiori e poi per gli altri. Queste azioni possono avere impatto su due aspetti: – sulla probabilità di accadimento – Proporre rimedi significa modificare il processo. Questo rimedio porta il significativo vantaggio di eliminare alla radice il potenziale problema, apportando al processo le modifiche più consone. Si prefigura come un vero e proprio “irrobustimento” del processo, che diventa più “forte” nei confronti di potenziali problemi di tale rilevanza da comprometterne l’operatività; – sulla rilevabilità – È di solito la soluzione più veloce, da attuare per ottenere subito risultati o perché non sono prefigurabili azioni correttive/migliorative che modifichino la probabilità di accadimento. Consiste nel rafforzare il sistema di controllo, rendendolo più idoneo a rilevare potenziali problemi. Presenta il vantaggio di poter mettere in atto abbastanza rapidamente azioni correttive o di miglioramento, anche se questo richiede un costo (spesso elevato: basti pensare a quanto costi passare da un sistema di controllo a campione a uno al 100%!). La FMEA si può ritenere conclusa quando le azioni di miglioramento sono state implementate e hanno permesso di raggiungere gli obiettivi di miglioramento dichiarati. I valori RPN (Risk Priority Number) devono essere confermati a seguito dell’implementazione delle azioni proposte. Il processo di miglioramento non termina certamente con la semplice implementazione delle azioni previste, ma costituisce il primo passo di un riesame continuo (a cadenze prestabilite) del processo, per verificare se esso possa essere ulteriormente migliorato o meno. Infine (ma è la parte più qualificante del processo!) quali azioni migliorative (sempre di tipo preventivo) possono essere messe in atto e quanto queste azioni risultano efficaci (valutate attraverso un nuovo calcolo dell’RPN,
calcolato dopo aver implementato le azioni previste). Quando e dove va effettuata la FMEA? La FMEA va effettuata sul processo di misura relativo alle prove o tarature effettuate. Può essere svolta su tutto il processo o su quelle prove o tarature ritenute più critiche, sia per mancanza di esperienza sia perché si utilizzano nuove apparecchiature di prova o taratura. Essa dev’essere riveduta periodicamente, a frequenze prestabilite, in modo da poter valorizzare al meglio l’esperienza maturata dal Laboratorio; deve rappresentare, se adottata, uno strumento permanente di gestione, evitando sporadicità di adozione che non permettono di risolvere i problemi alla radice. Perché fare la FMEA? Anche se non prescrittiva, è un potente strumento di miglioramento preventivo (quindi a costo zero, o quasi) che permette di risparmiare tempo nella ricerca di cause di problemi, una volta verificati, ed evitare errori. Essa, come detto, aiuta a considerare non solo le specificità di ogni singola componente (es. uomini, apparecchiature, ecc.), ma anche le loro interazioni. CONCLUSIONI
La FMEA è uno strumento efficace per ridurre il rischio. Non è certamente l’unico che permette di soddisfare i requisiti previsti dalla norma ISO/IEC 17025, ma merita una menzione per la sua capacità di analisi sistematica del processo, senza trascurare alcun potenziale elemento, e nel contempo realizzare il miglioramento a costi bassi. Essa dà i suoi migliori risultati quando è utilizzata insieme ad altri strumenti per il controllo e il miglioramento del processo, quali carte di controllo, indici di capacità del processo e, eventualmente, anche l’applicazione del DOE al processo di misura. Le applicazioni della FMEA, da me effettuate in diversi Laboratori di
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[1] MIL STD 1629 Rev. A – 1980: “Procedures for performing a failure mode, effect, and criticality analysis”. [2] SAE J1739 – 2009 “Potential fai-
lure mode and effect analysis”. Riportata nel Manuale AIAG, valido per i fornitori del settore automotive. [3] UNI EN ISO 31000 – “Gestione del Rischio – Principi e Linee Guida” – 2010. [4] D.H. Stamatis – “Failure mode and effect analysis – From Theory to Execution” – 1995 – ASQ Quality Press. [5] Carl S. Carlson – “Effective FMEAs: Achieving Safe, Reliable, and Economical Products and Processes Using Failure Mode and Effects Analysis” – Ed. Wiley – 2012. [6] Islam H. Afefy – “Reliability-Centered Maintenance Methodology and
NUOVI ASSI LINEARI ALTAMENTE DINAMICI
I nuovi direct drives magnetici forniscono numerosi vantaggi rispetto ai classici sistemi motorizzati, in particolar modo per quanto riguarda l’usura e la dinamica. Lavorando senza l’interposizione di alcun sistema di trasmissione, quale ad esempio un riduttore, essi escludono a priori limitazioni tipiche, come il gioco meccanico, riducendo l’attrito e garantendo maggior precisione. Nello stesso tempo i costi si abbattono e l’efficienza aumenta. Inoltre le loro eccezionali caratteristiche includono elevate corse e velocità e una durata maggiore nel tempo. I nuovi assi lineari ultracompatti V-522, V-524 e V-528 della serie PIMag® di PI (Physik Instrumente) raggiungono velocità fino a 250 mm/s e frequenze di scansione di circa 10 Hz. Grazie all’azionamento senza attrito, questi assi possono lavorare a ritmi costanti con corse di 5, 10 o 20 mm. I cuscinetti a rulli incrociati a guida forzata permettono loro di raggiungere una precisione di 1 µm. Durante la fase di progettazione è stato studiato con attenzione il modo per evitare il movimento dei cavi: questa caratteristica rende gli assi lineari particolarmente adatti anche per applicazioni di scansione che richiedono alte accelerazioni e velocità costante. Essi possono inoltre essere impiegati nella produzione di semiconduttori o di display a schermo piatto, così come nella tecnologia medica, nella metrologia e nella fotonica, in campo sia industriale sia scientifico. Sulla base dei sistemi di posizionamento standard della serie PIMag®, PI è inoltre in grado di offrire soluzioni personalizzate a singolo o multi-asse, facilmente adattatabili all’applicazione rispettando le esigenze richieste. Per ulteriori informazioni: https://www.physikinstrumente.com/en/products/ linear-stages-and-actuators/stages-with-linearmotors-friction-free-magnetic-direct-drive/v-522v-524-v-528-high-dynamics-pimag-linearstage-1200206
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Application: A Case Study” – Engineering, 2010, 2, 863-873. [7] Potential Failure Mode & Effects Analysis – AIAG – 4a Edizione – 2008. [8] Quality Digest – “Failure Mode and Effect Analysis – A Tutorial – A step-by-step examination of implementing FMEA”. [9] K. Calvert – “Smart Metrology – The Next Step in Speeding up Development Cycles” – Tech Talks Ag. 2014. [10] A. Weckenmann, P. Krämer, G. Akkasoglu – “Metrology-base for scientific cognition and technical production” – Scientific Net – 2012.
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prova e taratura, confermano la validità del metodo. Tutte le azioni di miglioramento possono “rafforzare” il processo di misura, permettendogli di acquisire potenzialità maggiori, per rispondere efficacemente ai requisiti del Cliente e/o agli standard normativi.
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CELLE DI CARICO PER PESATURA DI CARICHI SOSPESI La cella di carico di trazione Z16A di HBM. costruita in acciaio inossidabile, è disponibile nei carichi nominali di 7,5 t e 15 t. In entrambe le varianti di classe di precisione D1 e C3, è disponibile con conformità OIML R60. La cella è inoltre provvista d’incapsulatura ermetica, ottenendo così il tipo di protezione IP68/IP69K che ne consente l’utilizzo in ambiente umido. Grazie all’introduzione della forza perfezionata, la Z16A è totalmente idonea per il montaggio sospeso in bilance ibride, bilance per serbatoi, per nastri di trasporto e di dosaggio. La cella di carico è provata CEM secondo OIML R60 (2006) e resistente a un carico fino a 10 V/m. L’adattatore opzionale Z16A M36x3 permette una semplice integrazione meccanica; in alternativa sono disponibili giunti a occhiello. Per circuiti a 6 fili sono disponibili diversi cavi, di lunghezza ammissibile alla verifica. Questa flessibilità riduce i costi d’installazione, senza influire sulla classe di precisione della cella di carico. Per ulteriori informazioni: www.hbm.com/it/4642/z16-cella-di-carico-pertrazione
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COMMENTI ALLE NORME
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Rubrica a cura di Nicola Dell’Arena (ndellarena@hotmail.it)
La 17025 Personale - Parte Seconda Addestramento e conoscenze del personale di Laboratorio
COMMENTS ON STANDARDS: UNI CEI EN ISO/IEC 17025 A great success has been attributed to this interesting series of comments by Nicola Dell’Arena to the Standard UNI CEI EN ISO/IEC 17025. RIASSUNTO Prosegue con successo l’ampia e interessante serie di commenti di Nicola Dell’Arena alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. I temi trattati sono: La struttura della documentazione (n. 4/2000); Controllo dei documenti e delle registrazioni (n. 1/2001 e n. 2/2001); Rapporto tra cliente e Laboratorio (n. 3/2001 e n. 4/2001); Approvvigionamento e subappalto (n. 3/2002 e n. 1/2003); Metodi di prova e taratura (n. 4/2003, n. 2/2004 e n. 3/2004); Il Controllo dei dati (n. 1/2005); Gestione delle Apparecchiature (n. 3/2005, n. 4/2005, n. 3/2006, n. 4/2006, n. 1/2007 e n. 3/2007); Luogo di lavoro e condizioni ambientali (n. 3/2007, n. 2/2008 e n. 3/2008); il Campionamento (n. 4/2008 e n. 1/2009); Manipolazione degli oggetti (n. 4/2009 e n. 2/2010), Assicurazione della qualità parte 1.a (n. 4/2010), parte 2.a (n. 1/2011), parte 3.a (n. 2/2011); Non conformità, azioni correttive, ecc. parte 1.a (n. 4/2011), parte 2.a (n. 1/2012), parte 3.a (n. 2/2012), parte 4.a (n. 3/2012), parte 5.a (n. 4/2012), parte 6.a (n. 1/2013), parte 7.a (n. 2/2013), parte 8.a (n. 3/2013), parte 9.a (n. 4/2013), parte 10.a (n. 1/2014); Audit interno parte 1.a (n. 2/2014), parte 2.a (n. 3/2014), parte 3.a (n. 4/2014), parte 4.a (n. 1/2015), parte 5.a (n. 2/2015), parte 6.a (n. 3/2015), parte 7.a (n. 4/2015); Riesame parte 1.a (n. 1/2016); Riesame parte 2.a (n. 2/2016); Personale parte 1.a (n. 3/2016). OBIETTIVI
Il paragrafo 5.2.2 prescrive tre requisiti sullo stesso argomento. Il primo afferma “la Direzione del Laboratorio deve formulare gli obiettivi per quanto concerne il titolo di studio, l’addestramento e le conoscenze del Personale del Laboratorio”. Su questo primo requisito ho già detto che cosa fare nella prima parte: bisogna aggiungere che il titolo di studio e le conoscenze devono essere congruenti con la prova/taratura. Tra le conoscenze non bisogna dimenticare, per moltissime prove/tarature, la statistica, l’incertezza di misura, i
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dispositivi e le apparecchiature che si utilizzano. Il secondo afferma “il Laboratorio deve avere politiche e procedure per identificare le esigenze di addestramento del Personale e per assicurare l’addestramento stesso”. Come al solito la norma chiede al plurale: politiche e procedure. Per le politiche va bene, e in questo caso basta riportare nel manuale della qualità che cosa si vuole fare. Per le procedure, invece non va bene. In questo caso basta una sola procedura gestionale che riporti: tipologia di addestramento, modalità, tempi, risorse da impiegare, Personale interessato e responsabilità. Il terzo afferma “il programma di addestramento deve essere collegato ai compiti presenti e futuri del Laboratorio”. Sui compiti presenti non c’è nulla da dire: si possono programmare all’inizio
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dell’anno, durante il riesame della Direzione, oppure si possono organizzare quando se ne presenta l’occasione. Sui compiti futuri bisognerebbe stabilire un arco temporale. A volte già un programma a due anni riesce con difficoltà: figuriamoci quelli a più anni. Del resto, una programmazione di corsi fino a tre anni si può tentare. POSIZIONE DI ACCREDIA SUL PARAGRAFO 5.2.2
Per i Laboratori di prova riporta la semplice frase “si applica il requisito di norma”. Per i Laboratori di taratura, invece, ACCREDIA mette molta più “carne al fuoco”: infatti prescrive che ci siano un Responsabile del Laboratorio e un Sostituto per ogni grandezza da accreditare. La prima “a valle delle azioni di formazione e di addestramento, la proposta della Direzione di nomina del Responsabile del Laboratorio e del suo Sostituto deve essere valutata positivamente da ACCREDIA sulla base delle evidenze circa le competenze e le abilità del candidato”. Era necessario precisare tutto ciò? A mio parere no, perché la norma è chiara sull’argomento. La cosa buona di questo requisito aggiuntivo è che ACCREDIA valuta la professionalità, la capacità e l’abilità del Responsabile e del Sostituto. La seconda riguarda la nomina del Sostituto rimandando a un altro requisito dello stesso documento, e precisamente al punto 4.1.5 j) che verrà illustrato in un prossimo articolo. Il terzo, che riporto integralmente “per gli scopi di valutazione dell’efficacia delle attività di formazione e addestramento, il Laboratorio può utilizzare questionari, interviste, quiz, domande aperte, confronti di misura tra operatori”. Non commento: a mio parere questo requisito avrebbe potuto essere risparmiato.
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POSIZIONE DI ACCREDIA SUL PARAGRAFO 5.2.3
Per i Laboratori di prova ACCREDIA riporta la semplice e laconica frase “si applica il requisito di norma”. Per i Laboratori di taratura, oltre alla stessa frase, aggiunge: “specificando che il Laboratorio deve chiaramente definire il ruolo, l’impegno, le responsabilità e i limiti in relazione alle attività svolte da tutto il Personale a contratto”. Non aggiungo nulla.
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Il paragrafo 5.2.3 è formato da due requisiti. Tutto il paragrafo è il più stupido dei requisiti che mi è capitato di commentare e applicare nella mia vita con la qualità. Il primo requisito afferma che “il Laboratorio deve utilizzare Personale che è dipendente dal Laboratorio (o ad esso legato da un contratto) o sotto contratto con il Laboratorio”. La norma prevede due tipologie di Personale: dipendente e non dipendente (sotto contratto), senza aggiungere nulla sulla durata del contratto stesso. La mancanza del Personale può essere permanente o temporanea (malattia o ferie). Nella realtà italiana il requisito è pleonastico, inutile e incomprensibile. L’ultima Legge, chiamata “Jobs Act”, ha peggiorato la situazione nei riguardi di questo requisito. In Italia tutti devono lavorare con un contratto: per un periodo c’è stata la distinzione tra contratto a tempo determinato e a tempo indeterminato. Capisco che in altri Paesi la situazione sia diversa da quella italiana e che il requisito possa risultare valido, idoneo e applicabile. Era proprio necessario prescrivere che il Personale debba essere dipendente? Il Personale a contratto (per un mese o sei mesi) fa saltare tutto il sistema qualità, preparazione, organizzazione e programmazione dei corsi, ecc. Questo requisito mi ricorda tanto quello del subappalto in franchising. Il secondo requisito afferma che “quando sono impiegati sia tecnici aggiuntivi o a contratto che Personale con ruolo chiave, il Laboratorio deve garantire che tale Personale sia supervisionato e sia competente e operi in accordo con sistema qualità del Laboratorio”. Ci risiamo. Chi sono i tecnici aggiuntivi? Chi è il Personale con ruolo chiave? Può essere il Responsabile del Laboratorio, visto che la norma non dice nulla? Sgombriamo subito il campo da qualsiasi dubbio: il Responsabile del Laboratorio dev’esserci e non può essere sotto contratto. Vediamo, invece, cosa bisogna fare. La norma prescrive che “tale Personale sia supervisionato”. Leggo lo Zingarelli e, con mia grande e amara sorpresa, scopro che non riporta il verbo supervisio-
nare, ma solo i sostantivi supervisione e supervisore. Rileggo la norma in inglese e trovo il termine “supervise” che si traduce con “sorvegliare” e “sovraintendere a”. Quindi il Laboratorio deve sorvegliare le attività del Personale sotto contratto e conservare le registrazioni. La norma prescrive che il Personale “sia competente”: ci mancherebbe altro che non lo fosse! In questo caso il Laboratorio deve valutare la competenza e poi conservarne le registrazioni. La norma prescrive che il Personale “operi in accordo col sistema qualità del Laboratorio”. Qui la situazione si complica se il Personale opera per la prima volta con il sistema qualità; in caso contrario, è sufficiente un semplice corso di addestramento sulle registrazioni e modalità adottate dal Laboratorio. Torniamo all’accreditamento. Gli organismi lo concedono dopo avere verificato che il Laboratorio: 1) operi con un sistema qualità conforme alla ISO 17025; 2) possegga attrezzature e apparecchiature adeguate e adatte alla prova/taratura; 3) disponga di Personale provvisto di adeguata e valida competenza. Ora, se mancasse il Personale e si dovesse ricorrere a quello sotto contratto, come farebbe l’organismo a concedere l’accreditamento? Il Laboratorio diventa più credibile e serio se, all’atto del riesame della richiesta, annuncia con chiarezza la propria intenzione di rinunciare alla prova/taratura, oppure di subappaltare la medesima a un Laboratorio accreditato che ha Personale alle proprie dipendenze.
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PERSONALE DIPENDENTE
COMMENTI ALLE NORME
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Il nuovo switch elettronico per micro interruzioni per test in ambito automotive LV124 – E10+E13 e LV148 – E48-09, mod. TOE 9261 Toellner, rappresenta la prima scelta per la generazione di micro interruzioni in tensioni di alimentazione, e per testare la parte elettrica/elettronica di qualsiasi veicolo, secondo gli standard. A seconda del modello, le correnti fino a 100 A possono essere commutate a una tensione fino a 60 V. Verificando sistemi elettronici di potenza di veicoli secondo gli standard, è necessario interrompere momentaneamente le tensioni di alimentazione. Utilizzando il MicroSwitch TOE 9261 è possibile commutare in modo continuo operazioni <10 µs. Ogni sorgente di tensione fino a 60 V con un appropriato rating di corrente può essere collegata all’ingresso. Utilizzando un generatore di funzioni esterno, il flusso di corrente può essere interrotto utilizzando lo switch di potenza S1. È possibile scaricare il circuito di carico utilizzando un altro switch interno S2 e, inoltre, può essere selezionata una configurazione per interrompere la linea di ritorno negativa del carico (interruzioni di terra). In aggiunta, quattro segnali di controllo (S3-S6) consentono uno switch preciso, interruzione del segnale e linee di controllo in qualsiasi direzione di corrente. Il controllo di questi switch è sincrono con S1. Per ulteriori informazioni: www.burster.it
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T U T T O _ M I S U r E Anno XVIII - n. 4 - Dicembre 2016 ISSN: 2038-6974 Sped. in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Torino Direttore responsabile: Franco Docchio Vice Direttori: Alfredo Cigada, Pasquale Daponte Comitato di redazione: Nicola Giaquinto, Claudio Narduzzi, Loredana Cristaldi, Pasquale Arpaia, Bernardo Tellini, Bruno Andò, Lorenzo Scalise, Gaetano Vacca, Rosalba Mugno, Carmelo Pollio, Michele Lanna, Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino, Silvia Docchio
redazioni per: Storia: Emilio Borchi, Riccardo Nicoletti, Mario F. Tschinke, Aldo Romanelli Le pagine delle Associazioni Universitarie di Misuristi: Franco Docchio, Pasquale Daponte, Nicola Paone Le pagine degli IMP: Maria Pimpinella Comitato Scientifico: ACCREDIA (Filippo Trifiletti, Rosalba Mugno, Emanuele Riva, Silvia Tramontin); ACISM-ANIMA (Roberto Cattaneo); AEIT-ASTRI (Roberto Buccianti); AIPT (Paolo Coppa); AIS-ISA (Piergiuseppe Zani); ALATI (Paolo Giardina); ALPI (Lorenzo Thione); ANIE (Marco Vecchio); ANIPLA (Marco Banti, Alessandro Ferrero); AUTEC (Gabriele Bitelli), CNR (Ruggero Jappelli); GISI (Sebastian Fabio Agnello, Renato Uggeri); GMEE (Pasquale Daponte); GMMT (Nicola Paone); Gruppo Misuristi Nucleari (Stefano Agosteo); GUFPI-ISMA (Luigi Buglione); IMEKO (Paolo Carbone); INMRI – ENEA (Pierino De Felice, Maria Pimpinella); INRIM (Diederik Sybolt Wiersma, Paolo Vigo, Franco Pavese); ISPRA (Maria Belli) Videoimpaginazione e Stampa: la fotocomposizione - Torino Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 204 del 3/3/1999. I testi firmati impegnano gli autori. A&T - sas Direzione, redazione, Pubblicità e Pianificazione Via Principi d’Acaja, 38 - 10138 Torino Tel. 011 0266700 - Fax 011 0266711 E-mail: info@affidabilita.eu Web: www.affidabilita.eu Direzione Editoriale: Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale di testi, articoli, pubblicità e immagini pubblicate su questa rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc. ABBONAMENTO ANNUALE: 40 EUrO (4 numeri cartacei + 4 sfogliabili + 4 numeri telematici) ABBONAMENTO BIENNALE: 70 EUrO (8 numeri cartacei + 8 sfogliabili + 8 numeri telematici) Abbonamenti on-line su: www.tuttomisure.it L’IMPOrTO DELL’ABBONAMENTO ALLA PrESENTE PUBBLICAZIONE È INTErAMENTE DEDUCIBILE. Per la deducibilità del costo ai fini fiscali fa fede la ricevuta del versamento effettuato (a norma DPR 22/12/86 n. 917 Art. 50 e Art. 75). Il presente abbonamento rappresenta uno strumento riconosciuto di aggiornamento per il miglioramento documentato della formazione alla Qualità aziendale.
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Electrical Impedance: Principles, Measurement, and Applications fornisce una panoramica moderna e apprezzata della scienza della misurazione dell’impedenza elettrica e delle sue applicazioni in metrologia, nella lettura dei sensori e nella caratterizzazione di dispositivi e materiali. Fornisce ampia documentazione sulla teoria, sui metodi pratici e sulla modellizzazione. L’autore illustra le principali tecniche di misura d’impedenza, mettendone in luce le applicazioni pratiche. Il volume contiene numerosi schemi di set-up di misura, diagrammi e illustrazioni di campioni e dispositivi. Offre anche un elenco di riferimenti bibliografici a pubblicazioni, recenti e passate, riguardanti i dispositivi, i metodi e le problematiche di riferibilità. Il volume contiene le principali definizioni delle quantità relative all’impedenza, alcuni teoremi di particolare interesse, il problema della rappresentazione dell’impedenza, e introduce il problema della definizione d’impedenza. Elenca dispositivi, circuiti e strumenti utilizzati come componenti di set-up di misura dell’impedenza. Classifica i principali metodi di misura dell’impedenza, con dettagli della loro implementazione per specifiche definizioni d’impedenza.
L’autore Luca Callegaro è Primo Ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) di Torino. È responsabile del programma di ricerca “Metrologia dell’ampere” della Divisione Nanoscienze e Materiali. Dal 2015 è Chairman per il Technical Committee on Electricity and Magnetism (TC-EM) dell’European Association of National Metrology Institutes (EURAMET).
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