TuttoBallo20
FREEPRESS ON LINE non registrata DIRETTA DA FABRIZIO SILVESTRI - SEGRETERIA DI REDAZIONE PINA DELLE SITE - TUTTOBALLO20@GMAIL.COM - edizione "Stefano Francia EnjoyArt"
July 2020
Riccardo Cocchi Yulia Zagoruychenko The Most Beautiful Dance Couple in the Whole World
TuttoBallo20 - July 2020 In copertina Riccardo Cocchi e Yulia Zagoruychenko 10 volte campioni del mondo danze Latin American
TuttoBallo20 - July 2020. Editore "Stefano Francia" EnjoyArt Direttore - Fabrizio Silvestri Vice direttore - Eugenia Galimi Segretaria di redazione - Pina delle Site Redazione - Marina Fabriani Querzè hanno collaborato: Ernesto Biagetti, Maria Luisa Bossone, Elena Botti, Marco Calogero, Antonio Desiderio Artist Management, Mauri Menga, Gianluca Nardulli Walter Garibaldi, Giovanni Battista Gangemi, Lara Gatto, Danilo Piccini. Foto: Danilo Piccini, Ryan Kenner, Luca Bartolo. Claudia Lundgren. Foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine sociale dei protagonsti.
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A Claudia Castellucci il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia Danza 2020 Drammaturga, coreografa e didatta, Claudia Castellucci è fondatrice con il fratello Romeo, Chiara Guidi e Paolo Guidi della Societas Raffaello Sanzio, compagnia di teatro attiva in tutto il mondo – con spettacoli come Santa Sofia-Teatro Khmer, Giulio Cesare, Genesi. From the Museum of Sleep, Tragedia Endogonidia – tra il 1981 e il 2006, anno in cui si trasforma in Societas, dando luogo a sviluppi distinti per ognuno degli artisti fondatori. Claudia Castellucci presenterà al Festival della Biennale Danza il ballo "Fisica dell’aspra comunione", che andrà in scena venerdì, 16 ottobre, alle 21, presso il Teatro Piccolo Arsenale. Creato con la Compagnia Mòra, nata dalla omonima Scuola di movimento ritmico che si è tenuta a Cesena tra il 2016 e il 2019, il ballo percorre uno schema di movimenti dedotti dal Catalogue d’Oiseaux che Olivier Messiaen compose per il pianoforte tra il 1956 e il 1958, dopo una prolungata osservazione e annotazione sul pentagramma del canto degli uccelli. Il ballo prende a modello la continuità di quel canto, cercando nella danza «un senso di permanenza nell’ “ora”, che sia indifferente alla misura e attento al ritmo soltanto, per rimanere molto più a lungo di un istante in ogni istante Cogliendo, come Messiaen, la vita recondita degli uccelli, tra ramo e ramo, la composizione osserva anche che il volo di questi esseri alati è un moto che va soltanto in “avanti”: questo indica la continuità della linea motoria e la franchezza dello stare e dell’andare di fronte al prossimo», ha spiegato la coreografa. I brani di Messiaen saranno eseguiti dal vivo dal pianista Matteo Ramon Arevalos.
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TUTTOBALLO20|JUNE20
EDITORIALE di Fabrizio Silvestri
Lunedì 15 giugno fine del lock down per teatri e cinema… Privi di programmazione. Molte scuole sono tornate attive, persino con lezioni all’aperto dopo aver sfruttato a pieno i mezzi del web per fare lezioni on line. Mentre le sale cinematografiche riaprono con posti a sedere, ridotti e divisi da separé, i teatri e gli enti lirici che ospitano la danza tradizionale, dovranno aspettare ancora. Da Milano a Roma, passando per Bologna ed arrivando fino a Palermo, le prospettive non sono rosee. Anche se ci sono imprenditori come Cipriani, che presenta al Ravenna festival duetti e assoli tra coniugi, la maggior parte degli artisti del settore è ancora senza lavoro. Durante il lock down il mondo della danza ha cercato di unirsi in associazioni, gruppi, movimenti per sensibilizzare tutti sull’invisibilità del settore; AssoDanza, SOSDanza, Tango senza abbraccio, iniziative che si sono impegnate a riunire la molteplicità dei danzatori e non in un’unica e più efficace voce. Il coreografo Domenico Iannone dalla web radio barese RKO ha presentato DanceOnAir, il programma dedicato alla danza e al teatro fisico con interviste ai protagonisti. Antonio Desiderio Artist Management con la Macario Eventi ha condotto per oltre 4 mesi "La voce della danza" Nel palinsesto dell’emittente web Radio Danza, ha trovato spazio il programma “SOSDANZA”, ospitando 120 artisti e personaggi legati a danza e spettacolo dal vivo, e registrando 25 mila contatti in 18 puntate; personalità che sabato 20 giugno si sono ritrovate al teatro Greco di Roma per l’assemblea costituente di SOS Danza, una rappresentanza che diventi portavoce al Governo del settore. Un settore che continua ad essere orfano di una legge ad hoc che metta nero su bianco lo statuto del danzatore, dell’insegnante, del coreografo e di tutti gli operatori che lavorano nella danza. Oggi più che mai è indispensabile una legge a garanzia degli operatori del settore, soffocati dalla concorrenza scorretta, fatta da maestri inesperti ed improvvisati; una legge che produca regole chiare per maestri e coreografi, una legge che stabilisca una volta per tutte l’esatta descrizione di maestro di danza, coreografo, maître du Ballet. Una legge che stabilisca il percorso di studi da seguire per chi in futuro vuole intraprendere la carriera di insegnante, che preveda corsi di formazione con moduli didattici coreutici, strutturati ad hoc, per chi già lavora nella danza (maestro, assistente o trainer). Per lo sviluppo ed il riconoscimento della professione danza, il settore deve costantemente essere monitorato attraverso i corsi di formazione, come in tutti gli altri mestieri, che rilascino crediti formativi a garanzia della sicurezza del ballerino.
ATTUALITÁ E BALLO FISCO E BALLO
AMICI SPECIALI
LA SCUOLA DI MARIA DE FILIPPI E 12 PERSONAGGI FAMOSI CON LA PASSIONE PER IL BALLO E IL CANTO HANNO SOSTENUTO LA PROTEZIONE CIVILE CON IL PRIMO PROGRAMMA TV COVID.
3X1 VINCENZO, NANCY E UMBERTO AMICI Speciali CovidVersion. Per la squadra Latin Show, Maria ha scelto tre fuori classe: i ballerini Vicenzo Durevole, Umberto Gaudino e
l'insegnante Nancy Berti
NANCY BERTI COREOGRAFA DI AMICI SPECIALI Le coreografie dei Latin Show, Giuliano Peparini e Maria De Filippi le hanno affidate alla cretivtià della coreografa e insegnatnte Nancy Berti, già pluricampionessa della disciplina.
NON MOLLARE MAI... Team dance Laltin show di Amici Speciale in sala prove. Nella classifica finale quarto posto per Umberto Gaudino. Edizione vinta da Irama
ATTUALITÁ E BALLO FISCO E BALLO
Sindrome della capanna: come superare la paura di uscire di casa. di Eugenia Galimi Seppur con mascherine, distanziamento sociale e misure di sicurezza, gli italiani stanno gradualmente riprendendo in mano le proprie vite: c’è chi è tornato in ufficio dopo settimane di smart working, chi ha voluto fare un brindisi per i compleanni trascorsi in pieno lockdown, chi è corso dal parrucchiere e chi ha rimesso piede in un centro commerciale per fare nuovamente acquisti “dal vivo” o in una palestra per rimettere in forma corpo e spirito. Eppure, nonostante si inizi a respirare un po’ di normalità, qualcuno non riesce ancora a godersi questo momento. In questa fase, infatti, molte persone sperimentano il timore di uscire dalla propria abitazione, considerata finora il “rifugio” per eccellenza, e vengono assalite da ansia, angoscia, frustrazione. Questa condizione emotiva è definita “sindrome della capanna” e insorge in seguito a lunghi periodi di distacco dalla realtà, proprio come quello appena vissuto. Cos’è la sindrome della capanna? «La sindrome della capanna, conosciuta anche come sindrome del prigioniero, non è un disturbo psichiatrico ma una condizione che può presentarsi dopo aver trascorso molto tempo in isolamento sociale, all’interno delle mura domestiche» - interviene la psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale Simona Mreule, che conosce da vicino la tematica. Proprio durante il lockdown, infatti, la dottoressa ha preso parte ad un progetto di educazione al benessere psico-fisico-nutrizionale, ideato e coordinato da Marta Ciani, biologa nutrizionista di Udine. L’iniziativa, attiva in Friuli Venezia Giulia, ha coinvolto un team di specialisti che, dallo sport al supporto psicologico fino all’alimentazione, ha offerto un pacchetto gratuito di consulenze a domicilio a tutti i cittadini che ne avevano bisogno. Perché può insorgere? «Purtroppo la chiusura imposta dal governo ha lasciato, in alcuni individui, qualche strascico a livello emotivo. Quello che è successo, e che nessuno aveva mai vissuto prima, ha creato incertezza ed ha messo in discussione le vite di tutti, specialmente di chi è stato colpito da vicino dal virus. In casa, però, ci si è sentiti al sicuro, protetti, lontani dai rischi e dal contagio. Ecco perché oggi, per alcune persone, uscire da questo rifugio può rappresentare un pericolo, può spaventare e intimorire tanto da voler continuare a vivere secondo i principi del lockdown» continua Mreule. «Non si tratta di una resistenza al cambiamento in atto, come molti hanno addotto, ma un vero e proprio stato di ansia nei confronti di ciò che c’è fuori dalla porta di casa». Come si manifesta la sindrome della capanna? L’espressione “sindrome della capanna” sembra risalire addirittura all’Ottocento. Nel XIX secolo, infatti, negli Stati Uniti si sviluppò il fenomeno della corsa all’oro.
I cercatori erano costretti a trascorrere lunghi periodi in capanne, in aree isolate e lontane dalle città popolose, proprio per portare a termine questa fruttuosa attività. Al ritorno alcune di queste persone manifestavano un rifiuto verso la civiltà, ansia, stress e suscettibilità. Da qui è stata coniata l’espressione di cui oggi si sente spesso parlare. «Questa condizione si manifesta con irritazione, nervosismo, demotivazione, difficoltà a prendere sonno. E ancora, c’è il desiderio di voler riprendere il contatto con la realtà esterna ma contemporaneamente si è assaliti da ansia, angoscia, attacchi di panico, timore» continua la psicologa. Ci sono soggetti maggiormente a rischio? Ci sono persone più a rischio o la sindrome della capanna potrebbe potenzialmente colpire chiunque? «Tutti possono tendenzialmente andare incontro a questa condizione emotiva» conferma Mreule. «Tuttavia, coloro che si sono ammalati di Covid-19 o hanno vissuto da vicino questa esperienza, come ad esempio gli anziani e i loro familiari, possono essere particolarmente esposti al rischio di sviluppare un mix di sentimenti negativi relativi alla fase 2. Anche i genitori potrebbero manifestare ansia e paura perché, oltre a proteggere se stessi, devono pensare ai loro figli, piccoli o grandi che siano. E ciò può portare ad uno stato di preoccupazione ulteriore. Infine, chi già prima del lockdown aveva delle difficoltà emotive o qualche disturbo psicologico, ora potrebbe sentirsi maggiormente angosciato e vessato». Come gestire e superare la sindrome della capanna? Come spiega la dottoressa Mreule, esistono alcune semplici strategie da mettere in atto per poter gestire e superare questa condizione emotiva. • Ascoltarsi. Bisogna capire che queste sensazioni nascono in seguito a un lungo periodo di isolamento, che è stata una condizione del tutto nuova per chiunque. Nessuno, prima di allora, aveva mai sperimentato una situazione del genere. Quindi è del tutto normale che qualcuno ci metta un po’ più degli altri a “riprendersi” e a tornare alla normalità. • Cercare supporto nell’altro. Confidarsi con qualcuno che capisca ciò che si prova, senza giudicare, è un buon punto di partenza per abbattere il disagio interiore. • Prendersi cura di sé. Se il lockdown ha azzerato abitudini, vizi e piccoli rituali di piacere, ora si ha la possibilità di prendersi cura della propria persona. Bisogna soddisfare i bisogni personali nella quotidianità. • Stabilire degli obiettivi. È necessario imporsi degli obiettivi a breve-medio termine in modo da scandire le giornate, senza aver tempo per preoccupazioni, pensieri negativi, ansie. In questo senso bisogna cercare di reimpostare una routine giornaliera, che possa far tornare gradualmente alla normalità.
ATTUALITÁ E BALLO
"Con pochissime o nessuna risorsa i nostri bambini si stanno allenando per essere il meglio che possono. Chi non ne sarebbe orgoglioso? Quale insegnante non pregherebbe per avere degli studenti che mostrano così tanta voglia di imparare? Bambini che sono pronti a ballare in qualunque condizione". Sono le parole che accompagnano il video postato su Instagram della Scuola professionale di balletto nigeriano: la foto estrapolata dal video ritrae uno degli allievi mentre si allena in un cortile infangato, sotto la pioggia. "Immagina cosa potremmo ottenere se avessimo di più", è la conclusione del post della Leap of Dance Academy
ATTUALITÁ E BALLO
La Luce della Danza di Elena Botti Sabato 20 Giugno a Roma, si è svolto un incontro organizzato da Renato Greco, Steve La Chance, Stefano Vagnoli e Marcello Sindici, Giacomo Molinari, promotori di un Comitato che avrà lo scopo di ridare vita alla danza e portarla all’evidenza delle Istituzioni. Gli oratori, che si sono succeduti sul palco del teatro Greco per esporre ogni tipo di problematica inerente la danza, preceduta da una parata di sigle, hanno messo da parte il loro body language per lasciare spazio alla comunicazione verbale, e per comprendere come strutturare il futuro della danza, quali obiettivi prefissarsi e come raggiungerli. Ai veterani del settore, quelle proposte sono sembrate un copia e incolla di vecchie proposte avanzate da altre sigle altrettanto blasonate, e discusse più di 20 anni fa. Parole, e buoni propositi hanno fatto un passo a due nello storico teatro Greco, con un piccolo disappunto: alcuni presenti hanno puntato il dito sulla Danza Sportiva, come se danzare in un palazzetto fosse disonorevole, amarezza soprattutto per aver visto che a puntare il dito contro la “figlia di un dio minore”, erano i docenti, che prima di parlare, avrebbero dovuto ricordare la lezione più importante di Maurice Béjart,: “la danza è una… è movimento”. Fino a quando la danza creerà figli e figliastri, producendo rivalità tra idanzatori, nulla sarà possibile. Mancando l’unità di intenti, ognuno di noi dinanzi al CONI sarà Davide di fronte a Golia. Le debolezze del gigante devono diventare le nostre forze… Ma finché questo non accadrà, forse, saremo costretti dalla maledizione della superbia ad incontrarci ogni decennio per parlare delle stesse proposte. Rompiamo l’incantesimo, dando una risposta onesta alla domanda:
perché in Italia la Danza non è mai considerata? Alex Imbrugia, coreografo di Modern e Contemporary, ha tenuto a precisare che la danza è un’arte e non uno sport, alla quale è necessario dare dignità ed un posto rilevante accanto alla cultura e allo spettacolo, di cui in questo momento non fa parte. Brillante l’apporto di Rosanna Pasi, insegnante di lettere, che auspica un progetto sistemico della danza inserito nella scuola, come materia autonoma e forma alternativa di comunicazione. Oggi è necessario ampliare le conoscenze dei giovani, arricchendole con l’arte e la cultura, spesso dimenticate, perché, come anche lei ribadisce, la danza è arte e non sport. Manca una direttiva comune e un progetto organico per il mondo della danza ed è ciò che chiede la relatrice per creare un approccio interministeriale, che si faccia carico del futuro dell’arte. Ritiene, inoltre, necessario che ci siano certificazioni di competenza per chi insegna in tale settore ed autorizzazioni per aprire scuole di danza. La responsabile di AssoDanza, Mirian Baldassarre, che associa oltre duemila scuole italiane di danza, chiede un riconoscimento ufficiale, giuslavorativo e fiscale, a tutela dei gestori e collaboratori delle scuole. Intende operare per ridefinire l’identità costitutiva delle scuole di danza, agendo in favore di un’emersione dell’arte coreutica e di una differenziazione dal mondo sportivo, dove possa essere garantito un futuro lavorativo ai danzatori. Alessandro Rende, insegnante di classico alla scuola dell’Opera di Roma, fa notare che nel mondo della danza sono impegnati circa quattro milioni di utenti, decisamente molti, per i quali propone
Alessandro Rende, insegnante di classico alla scuola dell’Opera di Roma, fa notare che nel mondo della danza sono impegnati circa quattro milioni di utenti, decisamente molti, per i quali propone certificati di competenza con criteri stabiliti da professionisti, con esame finale di abilitazione; l’istituzione di un albo nazionale, il riconoscimento della danza quale realtà formativa artistica e non sportiva che possa garantire, tuttavia, agevolazioni fiscali come nello sport; riconoscimento delle scuole di danza come luogo formativo istituzionale, un tetto massimo di spesa per i docenti esterni alle scuole di danza. Fabio Caiazzo dirigente ASI, ha introdotto l’argomento delle agevolazioni fiscali per la cultura artistica grazie all’istituzione del “Terzo Settore”, che rappresenta un’opportunità per accedere ai fondi per quanto riguarda la cultura artistica. Entrerà in funzione entro il 31 Ottobre 2020. Mauro Ciampi, docente universitario Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Guglielmo Marconi, ha parlato di quanto sia importante la formazione delle nuove generazioni e dell’italianità della danza, mettendo in evidenza che l’art. 5 del Terzo Settore riguarda proprio quest’arte. Emerge, comunque in tutti, la volontà di interloquire autonomamente con il governo, come ha ribadito da Renato Greco, di essere visibili come arte e cultura, svincolandosi dallo sport, e ottenere quanto è negli intendimenti dei maestri e dei Ballerini.
PERSONAGGI E BALLO
Riccardo e Yulia
"La nostra vita americana tricolore"
di Fabrizio Silvestri
PERSONAGGI E BALLO
Riccardo Cocchi (Terni, 7 dicembre 1976) e Yulia Zagoruychenko (Belgorod Russia, 11 settembre 1981), due vite unite dalla passione per le danze Latino Americane. Italia e Russia, solarità e rigore, hanno creato una coppia eccezionale 10 volte campioni del mondo della specialità. 13 anni fa la loro storia inizia nel Royal Albert Hall, in occasione degli International Championship 2007, nella stessa arena l’anno scorso hanno dato l’annuncio del loro ritiro dalle competizioni avvenuto a dicembre a Miami, dopo aver vinto l’ultimo mondiale.Coppia prima nel ballo e poi nella vita privata, da giugno del 2017 Riccardo e Yulia sono marito e moglie. Entrambi, da oltre 30 anni, Yulia e Riccardo studiano danza. Yulia nel rigore della scuola russa, Riccardo in Italia a Terni dove la passione di mamma e papà hanno contagiato l’ “enfant prodige” . Come tanti ballerini, anche Riccardo, ha iniziato con il liscio unificato e ballo da sala, per poi scegliere definitivamente le danze Latino Americane che lo hanno portato ad essere il numero uno in Italia e nel mondo. Riccardo e Yulia, a distanza di qualche mese (2019) dalla fine della carriera agonistica, come è cambiata la vostra vita? Avevamo programmato di fare un break, a pensare più a noi due come famiglia, e iniziare a fare progetti lavorativi e non; poi il Covid 19, come per tutti, ci ha obbligato a rimanere fermi qui a New York. Nel periodo del lockdown abbiamo sviluppato Koros, una, piattaforma dove facciamo lezioni on line, per sperimentare l’insegnamento a distanza. La nostra vita credo che sia cambiata come quella di ognuno di noi. Abbiamo dovuto rivedere le nostre priorità, abbiamo iniziato a lavorare al progetto Koros, superando tutte le difficoltà che comporta una startup, dalla ricerca di professionisti esperti in nuove tecnologie, alla nostra preparazione; abbiamo studiato e imparato molte cose nuove, il duro lavoro, però, ci sta ripagando con i consensi del pubblico. All’inizio molti erano scettici perché legati all’idea di lezione tradizionale, poi, invece, hanno capito che il concetto di e-lerning anche nella danza possa essere una metodologia per il futuro. Tra una lezione on line ed altri progetti, pensiamo, comunque, di creare una famiglia anche con un Riccardino o con una Giulina… La prima cosa che avete fatto uscendo dal Royal Albert Hall? Appena finita l’ultima gara, siamo usciti per andare, come nostro solito, a festeggiare con qualche amico nel centro di Londra, esattamente a Shake Shack, un fast food inglese… Abbiamo, come al solito, commentato la competizione e la mattina dopo siamo ripartiti. Da campioni in attività a maestri campioni, come sono cambiate le vostre giornate? In realtà ancora non sappiamo se saremo maestri campioni; comunque le nostre giornate, causa Covid-19, sono cambiate drasticamente. Siamo rimasti fermi, abbiamo cercato di mantenerci in forma, abbiamo fatto lezioni on line. Per noi abbiamo pochissimo tempo… Ci dedichiamo molto ai nostri allievi, progettando insieme un percorso professionale da seguire… e poi Yulia, finalmente, ha imparato a cucinare per la mia gioia. Questo aspetto evidenzia la vita normale della famiglia più che la vita di due ballerini in giro per il mondo.
PERSONAGGI E BALLO
Quando ci siamo incontrati a Orlando, qualche anno fa, parlammo molto dell’attenzione che un ballerino deve dedicare all’allenamento, all’alimentazione e alla mente. Ora, da maestri, Tu e Yulia, quali priorità avete? A parte la preparazione atletica per una gara, le nostre priorità sono sempre le stesse: salute, alimentazione sana e allenamento mentale e fisico. Non sembra, ma anche per insegnare bisogna essere allenati. Nel periodo Covid-19, è nata Koros, una piattaforma che ha offerto 10 lezioni dal vivo ogni settimana, con la possibilità di accedere ad un vasto archivio…Le lezioni erano rivolte indistintamente a tutti i ballerini? Come è stata accolta questa iniziativa? All'inizio molti ballerini non credevano che potesse funzionare; invece, dopo le prime lezioni, tutti hanno capito che comunque era un’ ottima alternativa per poter continuare a studiare ed insegnare; hanno incominciato a capire che prima è importante ascoltare, poi osservare attentamente e, alla fine, esercitarsi. Con la dance-learning hanno iniziato ad ascoltare meglio il loro corpo, la direzione del ballo, la fisicità del partner. Abbiamo strutturato le lezioni, in modo che potessero essere fruibile di facile apprendimento, da parte di tutti i ballerini, dal principiante al professionista, usando il linguaggio della danza… Come si coniuga la formazione webinarcon la danza?Come interagisce il maestro con l’allievo? Il maestro e l’allievo in una lezione webinar vivono un rapporto univoco. Ossia, il Maestro mostra e spiega i passi, l’allievo li mette in pratica. La difficoltà potrebbe essere per l’allievo che non ha il feedback del maestro sull’esecuzione, ma rispetto alla lezione frontale, quella dal vivo, l’allievo sviluppa la capacità di ascolto del corpo, migliorando il movimento. Noi usiamo il linguaggio universale della danza per indicare il movimento giusto; chi ascolta esegue ed acquista, cos’, maggiore in se stesso. Secondo voi… la formazione on line può essere un’alternativa idonea a ridurre i danni causati dal Covid-19? Assolutamente sì!E’un'alternativa, secondo me, che tiene in vita la didattica della danza, non essendoci attualmente soluzioni migliori. Noi abbiamo dovuto studiare il modo su come usare i nuovi strumenti tecnologici e su come insegnare on line, anche se Koros non è stata creata come alternativa all’insegnamento frontale, fisico; Kronos nasce per mostrare lezioni a cui non tutti possono accedere fisicamente per i motivi più svariati. La chiusura delle competizioni quale danno ha creato ai ballerini? Lo stop delle competizioni, secondo me, al momento non è un grosso danno per i ballerini, poi bisogna vedere in che maniera ci si riprenderà … Il Coronavirus ha rivoluzionato il ballo come tutte le altre attività; senza pubblico, ad esempio, diventa tutto più complicato. E, chissà, in futuro tutti ci dovremo abituare ad assistere a spettacoli teatrali, di danza e di sport solo dal televisore … Immagino abbiate molte richieste di lezioni private. E non riuscite ad accontentare tutti… Come fate a selezionare le coppie? La selezione solitamente avviene naturalmente per vari motivi. Ad esempio, in questo periodo di lockdown, vivendo a New York, sono avvantaggiati gli americani; quando siamo in Italia, gli italiani e così via… In questo particolare momento siamo noi, attraverso Koros, ad entrare nelle case dei ballerini offrendo un grosso vantaggio… Mentre in futuro sicuramente continueremo a viaggiare, a fare workshop e lezioni private per tutti coloro che avranno voglia di lavorare con noi.
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Quali caratteristiche deve avere una coppia per diventare campione? Una coppia, per diventare campione deve, innanzitutto, “sentirsi coppia”, e non puntare alla prestazione individuale: “ci vogliono due persone per ballare il tango”. quindi è essenziale il rispetto , il dialogo, l’amore… I due partner devono avere lo stesso obiettivo, lo stesso intento. Bisogna avere la giusta predisposizione, aver studiato un proprio metodo ed avere la stessa tecnica; il successo si costruisce con l’80% di mente ed il 20% di talento. E’ importante avere, inoltre, molta determinazione e molta costanza negli allenamenti, se manca una di queste prerogative il risultato vacilla. L'impegno nel medio lungo termine premia, è solo un discorso di anni poiché ogni giorno di crescita è un passo verso il successo. Nel ballo ci sono parecchie persone che si impegnano, poi, però, alla prima sconfitta perdono la direzione e per vari motivi smettono. Io credo che cambiare ballerina/o dopo 1 anno o 2 anni sia controproducente perché, secondo me, affinché una coppia crei il giusto feeling, necessita di almeno 3 anni di tempo, dopodiché inizia ad avere i primi risultati. Io e Julia ci siamo sentiti veramente coppia dopo 5 anni che ballavamo insieme; per creare “unità” in pista, bisogna lavorare in coppia ed in sintonia per almeno 3/5 anni. Dove vi piacerebbe vivere? Riccardo: Attualmente in America, e poi in futuro, in età pensionabile, credo in Italia Julia: In America. Cibo preferito? Riccardo: Ovviamente, Pasta e Pizza Julia: Carne Ballo preferito? Riccardo: tutti e 5 i balli Latino Americani Julia: Rumba in modo particolare, adoro i balli Latino Americani Film preferito? Riccardo: Fantascienza Julia: Commedia Riccardo, un pregio e un difetto di Yulia? Ogni difetto di Julia è sempre un pregio Yulia, un pregio e un difetto di Rick? Il modo in cui mi ama. Come sarà il futuro di Yulia e Riccardo? Avere una bella famiglia, in salute e con due bambini.
PERSONAGGI E BALLO
Antonio Desiderio Artist Management
MAIA MAKHATELI
"La danza è il mio modo di vivere"
PERSONAGGI E BALLO Maia Makhateli nasce a Tbilisi, in Georgia. Cresce in una famiglia di ballerini: il nonno era un famoso danzatore folk; i genitori, Nikoloz Makhateli e Marina Loladze, erano ballerini al Balletto Nazionale Georgiano; il fratello David è stato Principal dancer in Inghilterra presso il Royal Ballet di Londra. Maia inizia gli studi di danza all’Istituto Coreografico Vachtang Chabukiani, nella sua città natale, con l’insegnante Larisa Chkikvishili. All’età di 16 anni insieme ai genitori lascia la Georgia per trasferirsi negli Stati Uniti: il padre apre una scuola di balletto, lei studia alla San Valley Ballet School in Idaho. Dopoaver danzato quattro anni con il Colorado Ballet, nel 2006 passa al Birmingham Royal Ballet, ma poiché trova l’Inghilterrà “tropo fredda e grigia”si presenta all’audizione del Dutch National Ballet. Nella compagnia olandese inizia da Grand Sujet nel 2007, nel 2009 è promossa Soloist e un anno dopo Principal. Ampio il suo repertorio con il Dutch National Ballet, comprendente i maggiori titoli del balletto classico e le coreografie dei grandi autori moderni e contemporanei. Maia ha vinto numerosi premi negli Stati Uniti, tra i quali il Youth America Grand Prix nel 2002; in Georgia nel 20111 è stata insignita del Nina Ananiashvili & Gilbert Albert Star Award; nel 2015 ha vinto l’Alexandra Radius Award. Cosa è importante per un ballerino? Amore, dedizione, forza mentale, obbiettivo, costante fame di miglioramento, autodisciplina, motivazione e mai rinunciare a qualcosa che ami. Qual è il tuo ruolo preferito e perché? Adoro molti ruoli ovviamente alcuni più degli altri. Generalmente i balletti di narrazione sono qualcosa che amo davvero e amo diventare il personaggio e vivere la vita e raccontare la storia attraverso le emozioni attraverso cui quel personaggio che sto interpretando, adoro la sensazione di tutti quei sentimenti con le emozioni, provando a metterle in relazione con la mia vita e le mie esperienze, uno dei ruoli che piu amo è Marguerite Gautier in La signora delle camelie di John Neumeier, è rimasta nel mio cuore, è uno dei ruoli più belli per una ballerina. Oltre questo, anche Odette/Odile nel "Lago dei Cigni". Adoro questo balletto e il ruolo perché racchiude due personalità diametralmente opposte e adoro il fatto che posso essere sia delicata negli atti bianchi che feroce nel terzo atto. Scegliere quale ruolo preferisco è molto difficile, tutti i ruoli sono speciali da vivere attraverso ciò che ti insegnano che è sempre qualcosa di nuovo e ne ho ancora molti sulla mia lista dei sogni da fare! spero che presto non saranno più sogni ma realtà. Raccontaci una delle tue situazioni preferite che hai vissuto con la danza.. Lo scambio di energia che avviene durante l'esibizione tra il ballerino sensazione che è impossibile descrivere a parole.
e
il
pubblico.
La
straordinaria
Prima volta che hai ballato in Italia? Nel 2012 con mio fratello David Makhateli nella performance di gala di Firenze al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino; è stata dedicata a Marika Besobrasova e abbiamo ballato Romeo e Giulietta Torni al Teatro San Carlo a dicembre... Tengo le dita incrociate sul fatto che le cose saranno normali entro dicembre e ci permetteranno di fare ciò che amiamo. Non vedo l'ora di tornare a San Carlo, questo teatro ha uno speciale posto nel mio cuore Cos'è la danza per te? Il mio modo di vivere.
PERSONAGGI E BALLO
MANUELA NAPOLITANO GAETANO IAVARONE
"Abbiamo affrontato tutto insieme, dalle sconfitte al matrimonio." di Fabrizio Silvestri
PERSONAGGI E BALLO Emanuela Napolitano e Gaetano Iavarone, per amici Manu e Tano. Da quando hanno iniziato a ballare nella categoria Junior non si sono mai più separati. Ogni decisione importante, ogni evento della vita l’hanno affrontato sempre insieme. Dalla prima sconfitta fino al matrimonio, avvenuto nel 2019, i due vice campioni italiani nella disciplina Ballroom, hanno sempre guardato alla vita e alla carriera come doni di Dio. Sempre con le valigie pronte, Manu e Tano vivono tra l’Italia e il resto del mondo. Nella classifica mondiale WDC si posizionano tra le 10 coppie più brave del pianeta, un risultato raggiunto con molti sacrifici e rinunce, come ci raccontano in questa intervista.
Per praticare quest’attività immagino abbiate dovuto fare tante rinunce… Qual è stata la più dura da abbracciare?
Ciao Manu, Ciao Tano, come vi siete conosciuti? Inizia Tano... Il nostro primo incontro risale al lontano 1996 ,eravamo due bimbi piccoli , che in comune avevano 4 genitori che seppero intravedere talento per il ballo nei loro figli. Quando si è piccoli, sai, non sempre si hanno le idee chiare, e il ruolo dei genitori è molto importante. Ad oggi potremmo dire che se non fosse stato per loro forse non saremmo qui a fare questa intervista.
Dal 2015 siete la seconda coppia professionista in Italia e semifinalista mondiale, ma anche coppia finalista nelle più prestigiose competizioni internazionali (UK Open Championship, Asian Ooen, storico tour di gare asiatiche, Campionato Europeo) Come si diventa numeri uno nel disciplina Ballroom?
Continua Manu... Ricordo che era una piovosa e fredda giornata d’inverno e per entrambi era il primo giorno in scuola di ballo; facemmo una prova da soli e dal secondo appuntamento il maestro di allora ci accoppiò subito. Abbiamo affrontato tutto insieme, dalle difficoltà dei primi passi, come imparare a riconoscere il tempo musicale, saper accettare una sconfitta agonistica e ritornare a scuola ad allenarsi per fare meglio , superare le difficolta con umiltà e determinazione, al vivere bei momenti che quest’arte sa dare; i nostri primi successi, le vincite e le finali nelle migliori gare internazionali, ed il poter condividere la gioia e l’ amore che si prova, con il proprio corpo e anima, con altre persone . Arrivare al cuore di chi ci guarda è per noi una gioia immensa.
Noi crediamo in primis che tutte le attività agonistiche per essere portate ad alti livelli , hanno bisogno di tante rinunce e sacrifici , ma se fatti con amore e passione diventano allora impercettibili. Ad oggi entrambi possiamo dire che la rinuncia e il sacrificio più grande è stato il dover vivere lontano dalla famiglia ad un età molto giovane (ndr 14-16 anni), affrontando tante difficoltà lontani dai genitori, talvolta nascondendo loro molte problematiche per non farli preoccupare.
Per diventare o almeno aspirare a diventare numeri uno nelle Danze Standard ci vogliono tante rinunce, alla vita mondana, alle vacanze, alle uscite con gli amici, tanti sacrifici, sia economici, privandosi di tante cose per poter studiare di più che fisici, stando giornate intere chiusi in una scuola di ballo ad allenarsi, per rendere tanti movimenti e tecniche il più naturale ed automatico possibile per il proprio corpo; e poi ci vuole tanta fiducia in se stessi e nei propri sogni. Come è una giornata tipo di Manu e Gaetano? Manu... Diciamo che non tutte le nostre giornate sono uguali , poiché ci sono periodi dove ci si ritrova a dover viaggiare di più per le competizioni, show ed insegnamenti, e periodi di ritiro, di preparazione tecnica e fisica per una gara importante; però cerchiamo di bilanciare un pò il tutto per non farci mancare niente.
PERSONAGGI E BALLO
Fate tutto da soli oppure avete dei trainers che vi seguono? Sì, abbiamo il nostro team di preparatori / tecnici che ci assistono e ci aiutano a tirar fuori il meglio di noi nel nostro cammino; bisogna, però, ricordarsi sempre che tutto dipende dal proprio io e dal sapersi ascoltare, come diceva Epicureo “Ciascuno è maestro di se stesso e solo dentro di se trova la ragione delle cose “. Manuela, una brava ballerina quali caratteristiche deve avere? Io credo fortemente che si diventa “BRAVA BALLERINA “ quando si lavora sodo su se stessi, con testa, cuore ed umiltà, e continunando a credere in se stessi, nei propri sogni e in ciò che si vuole diventare.atletica. E per te Gaetano, quali caratteristiche deve avere un ballerino? Per me un bravo ballerino deve avere sicuramente qualità come : passione, coraggio e determinazione.
Seguite una dieta particolare nei giorni di allenamento? E nei giorni di Gara? Sì, seguiamo un’ alimentazione corretta e adatta agli atleti, per il benessere dei nostri muscoli, perché una buona e corretta alimentazione è la base della propria energia e forza muscolare e, quindi, sinonimo di una migliore ed efficiente performance. Non c’è tanta differenza per noi tra giorni di allenamento e giorni antecedenti una gara; l’ unica differenza è che nella giornata di gara mangiamo lontano dall’inizio della competizione (all’ incirca 3 ore prima) e durante il suo svolgimento assumiamo piccoli snack per ricaricare le energie restando leggeri; inoltre, è molto importante bere tanto tra un round e l’altro. Quale tipo di programma d’allenamento seguite? Gli allenamenti devono essere vari, bisogna sempre alternare l’allenamento tecnico , attraverso cui si migliora la tecnica ed il movimento, prima singolar singolarmente per poi sincronizzarli insieme, all’allenamento che noi chiamiamo continuo, durante il quale si amalgama il tutto con la musica e si va oltre la sensazione di sbaglio. Poic’è la giornata di allenamento di simulazione gara durante il quale prepariamo mente e corpo a superare ed andare oltre al dolore fisico e psicologico, e la giornata di preparazione atletica.
Per il vostro look in pista e fuori, vi siete avvalsi di un team di esperti? Non proprio, siamo solo propensi ad unire i gusti personali a quelli che fanno tendenza, circondandoci di persone che ci aiutano ad esaudire i nostri desideri. Voi siete coppia anche nella vita… Maggiori divergenze in pista da ballo o a casa? Assolutamente in ista da ballo se, però, consideriamo che nel momento critico, a causa del coronavirus, la nostra cucina è diventata la nostra pista da ballo, allora i disguidi avvengono anche in casa ridono entrambi… Scherzi a parte, concludiamo consigliando a chi, come noi, sono una coppia nel ballo e nella vita, di separare le due situazioni, e fare in modo che tutti i disguidi che possono nascere in pista da ballo debbano essere costruttivi; qualora non lo fossero bisogna fare in modo che, mettendo il piede fuori dalla sala da ballo, siano stati lasciati li.
PERSONAGGI E BALLO
PIPERNO PIPERNO
LINEUP
FONTANO FONTANO Da questo numero inauguriamo una nuova rubrica "Intervista doppia" a professionisti della danza curata da Giovanni Battista Gangemi. Iniziamo questo confronto tersicoreo con due illustri personaggi della danza contemporanea. Da una parte la Maestra Elsa Piperno, pietra miliare della danza in Italia, che ha introdotto nel 1970 lo studio della danza moderna americana.
Dall’altra il Maestro Joseph
contemporanea.
Fontano,
Maestro della Danza e volto della danza
Tra una domanda professionale e una personale cerchiamo di capire quali
sono i valori, le esperienze e le impressioni di due importanti artisti. DUETTO-IN-NERO-spettacolo-foto-Falsini
PERSONAGGI E BALLO
Elsa Piperno
A quanti anni ha iniziato a studiare danza? All’età di 7 anni. Quando i miei genitori non hanno potuto fare a meno di vedermi danzare ovunque, mi hanno iscritta all’Accademia Nazionale di Danza a Roma nel ’49. Subito dopo il Dopo Guerra. Quali sono le caratteristiche che deve avere un buonì danzatore o una brava danzatrice ? Nell’arte non ci sono delle regole. Ci vuole prima di tutto una predisposizione al movimento ed una forte personalità. Quali sono i suoi Coreografi o Coreografe preferite? Martha Graham, Doris Humphrey, Pina Bausch, Ohad Naharin Tra le opere o coreografie che ha diretto, quale preferisce? Le mie coreografie sono sempre nate da una esigenza interiore. Hanno avuto prevalentemente la Donna per la Donna. Cercando di raccontare in maniera oggettiva delle problematiche che da sempre affliggono l’essere femminile . Le coreografie a cui mi sento molto legata : “Cliché” del 1972 e “Strip Mania”, “ In due” con Bob Curtis, “Sul tempo del Mare“ con Joseph Fontano, ed in fine “Aquile e Aquiloni”. Cosa significa Danza Contemporanea? È quella forma di arte che esprime, come hanno iniziato i pionieri, delle tematiche e delle situazioni che attengono all’essere umano nella sua complessità. In che modo si studia e viene costruita una coreografia? Non ci sono delle regole, ci sono delle forme di studio, tra cui composizione, che indica parametri che posso aiutare a strutturarla. Comunque basilare ed indispensabile, la creatività. Cosa manca ai giovani danzatori o alle giovani danzatrici? I giovani hanno tutte le potenzialità. Sono gli adulti che non hanno saputo indicare i giusti valori, c’è troppa superficialità e mancanza di conoscenza del passato e della storia. Cosa si prova prima di salire su un palcoscenico? Emozione, come se fosse sempre la prima volta. E’ più facile fare carriera in Italia o all’Estero? All’estero, pur con le dovute difficoltà, è più facile svolgere la professione del danzatore o del coreografo, prova ne è che la maggior parte dei talenti Italiani sono in compagnie all’Estero. Cosa propone per portare più persone in Teatro? Penso che non ci sia una risposta univoca. La Danza dovrebbe avere una maggiore considerazione nella cultura Italiana ed esigere uno spazio nella pubblicizzazione dei suoi eventi e spettacoli. Qual era il suo sogno da Bambina? È stato sempre quello di fare la danzatrice. Qual è il suo peggior difetto? Io sono una persona eccessivamente perfezionista . E il suo miglior pregio? Affidabilità ed empatia In base a quali caratteristiche sono stati selezionati i danzatori o le danzatrici che hanno messo in scena le rispettive coreografie o allestimenti? Non ho condizionamenti estetici quando scelgo una danzatrice o un danzatore. Per me oltre le capacità tecniche ed espressive è molto importante il carattere perché è quello che ti fa superare tutti gli ostacoli per raggiungere tutti gli obiettivi da me richiesti. Cosa pensa della danza di oggi? Penso che sia ad un Bivio.
Joseph Fontano
A quanti anni ha iniziato a studiare danza? Avevo 15 anni, mentre frequentavo il Liceo, in America, appartenevo al gruppo di Teatro della scuola. A 17 anni mi sono iscritto all’Università per studiare danza con i più grandi professionisti Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon danzatore o una brava danzatrice ? La prima cosa la potenzialità, il talento, la costanza ed avere molta creatività. Quali sono i suoi Coreografi o Coreografe preferite? Martha Graham, Alwin Nikolais, Paul Sanasardo. Tra le opere o coreografie che ha diretto, quale preferisce? Il mio capolavoro il solo “ Solitudine ” nel 1972 con musiche di Erik Satie. Il progetto Body painting , nel 2017 Titolo coreografia “ Body ” Cosa significa Danza Contemporanea? Quello che un coreografo vede e come si vede in un mondo contemporaneo. In che modo si studia e viene costruita una coreografia? Parto da un’idea, scrivo, disegno. Lascio tutto sul tavolo e quando entro in sala, prendendo l’estro dei danzatori, costruisco il tutto, valutando lo spazio, la scena. La musica è l’ultima parte che considero. Cosa manca ai giovani danzatori o alle giovani danzatrici? La pazienza e la costanza allo studio. Non hanno idea della rivoluzione della danza, non hanno vissuto la responsabilità, la consapevolezza , la curiosità, il piacere del rischio. Cosa si prova prima di salire su un palcoscenico? I o prima di danzare mi sdraiavo 20 minuti sul pavimento per rilassarmi. Poco prima di entrare, pensavo a tutt’altro. Il momento magico è quando il mio piede tocca il palcoscenico. E’ più facile fare carriera in Italia o all’Estero? I n Italia c’è poca meritocrazia. È più facile la carriera all’estero se hai talento. Cosa propone per portare più persone in Teatro? Assicurare allo spettatore più spettacoli. Qual era il suo sogno da Bambino? Volevo fare il pittore . il mio idolo era Van Gogh. Volevo essere come Lui. Qual è il suo peggior difetto? Me stesso. Perché non sono mai contento di me stesso. E il suo miglior pregio? Di avere la capacità di credere nella buona fede delle persone. In base a quali caratteristiche sono stati selezionati i danzatori o le danzatrici che hanno messo in scena le rispettive coreografie o allestimenti? I o ricerco la loro disponibilità ad essere se stessi, reali, di dedicarsi a ciò che io chiedo. Cosa pensa della danza di oggi? Quella Americana ha perso molto il suo estro creativo. La danza Europea ha sprazzi della danza in teatro. In Italia ha bisogno di essere riconosciuta.
© Roser Salvador Fàbrega
© Roser Salvador Fàbrega
ESSM AALELURUTGTEE NEET BIBAAE LLB LLOAO L L O
Sempre più italiani chiedono la residenza all'estero, sempre più giovani partono in cerca di futuro oltre confine, con famiglie che li seguono o vivono attaccate ai diversi fusi orari per mantenere i rapporti. La fotografia dell'Italia che emigra è stato un rapporto Italiani nel mondo del 2017 curato della Fondazione Migrantes della Cei. Secondo questo studio 5 milioni d'italiani si sono trasferiti in Europa e nel mondo, con un aumento del 3,3% in un solo anno. A crescere sono soprattutto i giovani con la valigia: nel 2016 se ne sono andati in 48.600 nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, con un aumento del 23,3% rispetto al 2015. E ormai l'8,2 degli italiani vive fuori dai confini nazionali. In questo studio sono inclusi an che giovani artisti che come Federico Maria Nasonte e Federica Salute, coppia nella vita nella danza, ghanno deciso di valorizzare il loro talento in Asia. Ma cosa spinge un giovane a lasciare il Bel Paese? Fede & Fede ci hanno risposto…
FEDERICA E FEDERICO
ESSM AALELURUTGTEE NEET BIBAAE LLB LLOAO L L O
Ciao Fede& Fede… Da quanti anni vivete ad Honk Kong? Viviamo ad Hong Kong da 3 anni e mezzo. È stata una decisione abbastanza difficile, considerato che abbiamo lasciato tanto in Sicilia, la famiglia in primis e la nostra scuola già avviata da 4 anni. Dalla Sicilia ad Hong Kong, una decisione maturata in base a che cosa? Quello che ci ha spinto è stata la nostra voglia di andare avanti e di ricevere in cambio più possibilità e gratificazione, cosa che, purtroppo, la nostra amata terra non offre. Come hanno reagito i vostri genitori a questa decisione? I nostri genitori ci hanno sempre supportato in tutto quello che abbiamo fatto negli anni, ci sono sempre stati vicini in tutte le nostre scelte ed anche questa volta lo hanno fatto, seppur soffrendo; sappiamo bene che non è facile per i genitori stare lontano dai figli a km di distanza, ma ci hanno dato tanta forza e ci hanno spinto a non mollare anche nei momenti difficili. Anche noi siamo stati bravi a dare forza a loro!Manca una distribuzione equa a livello nazionale della formazione, a livello di Alta Formazione Coreutica. Manca il vero significato di docente, di co Secondo te, cosa manca alla danza in Italia? Come vi siete sentiti il primo giorno che vi siete svegliati dall’altra parte del mondo? Probabilmente non ricordiamo neanche bene , forse per via del fuso orario, la stanchezza del nostro primo lungo viaggio, la paura di non comprendere bene ed esprimere bene. Forse non abbiamo realizzato bene subito, forse perché tutto era diverso dalla nostra vita di tutti i giorni, non sapevamo come muoverci! Una cosa sì… ci è sembrato si svegliarsi da un sonno e non ricordarsi bene il sogno fatto! Questa parte della nostra vita la vediamo davvero offuscata! È stato un momento difficile, ma siamo sempre stati vicini l’uno all’altro e ci siamo sempre ascoltati a vicenda. Come è organizzata la vostra giornata tipo? Dipende dal lavoro che abbiamo da fare, non abbiamo un orario di lavoro fisso per cui, ad esempio, quando si lavora il pomeriggio si ci allena la mattina o viceversa, si va in palestra e, da buoni italiani, andiamo a fare la spesa e prepariamo il pranzo e la cena a casa ! Quante ore impegnate nel lavoro e quante nell’allenamento personale? Il nostro non è un lavoro fisso per cui tutto dipende dalle prenotazioni; organizziamo il nostro allenamento di conseguenza che, di solito, è di due/ tre ore al giorno, e dipende anche dalla competizione se è vicina o meno. La danza in Italia è considerata la cenerentola dell’arte. Ad Hong Kong, invece, come viene valutata? Sicuramente la mentalità e la cultura influenzano tantissimo. Per cui quello che realmente apprezziamo qui, è che dai più
piccoli ai più grandi, amano danzare e lo fanno al 100%, amano imparare la tecnica e sfruttano il loro tempo al massimo! Trasferendovi ad Hong Kong, in cosa avete guadagnato e cosa avete perso? Professionalmente parlando, adesso ci sentiamo più gratificati. Abbiamo imparato a VIVERE, abbiamo imparato che nella vita tutto succede per una ragione e abbiamo guadaganto sicuramente maggiore maturità che, probabilmente, non avremmo raggiunto stando a casa, purtroppo quello che Hong Kong ci ha tolto sono i nostri affetti più cari: la nostra famiglia ed i nostri amici. Ma sappiamo che quando torniamo a casa siamo per loro e con loro al 1000x 1000! Ci sentiamo e videochiamiamo ogni giorno loro sono sempre con noi! Chi dei tu ha più nostalgia dell’Italia? In maniera diversa entrambi, ma Federica essendo molto sensibile è quella che ogni tanto ha i suoi momenti di sconforto e butta giù qualche lacrima! In quei momenti di sconforto, le sto vicino e cerco di tirarla su con qualche battuta ironica.
Cosa vi manca di più, a parte il cibo? Come abbiamo già detto la famiglia e gli amici, il cibo italiano cerchiamo in qualche modo di non farcelo mai mancare ma al cuore non si comanda. La famiglia è al primo posto.
In questi ultimi periodi l’Asia è una meta ambita per molte coppie di danza. Quali opportunità offre di concreto ad una coppia giovane come voi? Ci offre la possibilità di lavorare con quello che amiamo fare, di andare in giro per l’Asia e sentirci amati dalle persone. Come state vivendo questo periodo di proteste e covid-19 ad Hong Kong? Per Hong Kong quest’ultimo anno non è stato facile... da giugno 2019 sono iniziate le proteste e quest’anno il Covid 19. Entrambi ci hanno tolto tanto lavoro, ma soprattutto il Covid 19 ci sta tenendo lontano da casa, non torniamo da gennaio e, quando tutto è iniziato qui, abbiamo preferito rimanere per salvaguardare la nostra famiglia e non perdere ulteriormente il lavoro. Adesso siamo più sereni, ma abbiamo avuto un periodo di grande sconforto quando ci siamo trovati qui soli. Il Covid ci ha costretti a posticipare anche il nostro matrimonio, che sarebbe stato il 3 luglio di quest’anno, a giugno 2021.. è stato un grande dispiacere ma siamo stati forti e, insieme, abbiamo superato anche questo! Abbiamo sempre detto che l’amore non si posticipa… c’è ogni giorno! Nel vostro futuro c’è l’ipotesi di tornare a ballare e lavorare in Italia oppure come per molti altri vostri il Bel Paese resta una bellissima località da vacanza? Il nostro sogno è tornare a ballare in Italia e stare vicino alle nostre famiglie. Il resto rimane tutto un punto di domanda! Ci affidiamo al Signore come abbiamo sempre fatto.
EMERGENTI E BALLO
VALERIO DE VITA "SAPER SCEGLIERE IL PROPRIO FUTURO" Non ci improvvisa danzatori. La professione del danzatore dà molte soddisfazioni, ma dietro le quinte di chi fa carriera ci sono molti sacrifici , molte rinunce e la consapevolezza che non basta la tecnica per poter essere un professionista della danza. Proponiamo di seguito la testimonianza del Ballerino Valerio De Vita, danzatore in carriera, che da qualche anno si è dedicato anche all’insegnamento . Quando hai iniziato a studiare danza? Ho iniziato a studiare tardi, avevo 15 anni e decisi di entrare nella scuola di danza che si trovava dietro casa mia. Il mio insegnante di danza moderna, nonchè direttore della scuola, Claudio Vacca, non esitò a buttarmi subito in sala; all'epoca la mia insegnante di classico, Viviana Taloni, non perse tempo a mettermi due mani alla sbarra e tentare di impostare un corpo già pressoché sviluppato. C'è da specificare, infatti, che prima di entrare nella scuola di danza frequentai per 4 anni, a livello agonistico, una scuola di balli di coppia quindi presumibilmente avevo già appreso la disciplina, il rigore, la musicalità e quel certo portamento che distingue i balli da sala. Quando mi proposero di provare l'ammissione per i Corsi Normali dell'Accademia Nazionale di Danza fu una sorpresa, soprattutto per mio padre, che rimase diffidente fino a che non miì vide danzare nel mio primo saggio. L'anno successivo subentrò Francescoì Tavarelli come insegnante di danza e gli ultimi anni che precedettero l'ammissione furono molto intensi: aumentai le lezioni di danza (frequentavo anche i corsi di propedeutica) con le lezioni con i corsi superiori, e l'estate era un momento tanto atteso perchè avevo la possibilità di racimolare un po' di soldi per potermi permettere di andare a studiare allo IALS. In tutto questo, lo studio a scuola non fu mai messo in secondo piano, anzi, mi diede la forza e la motivazione di non trascurarla e di darle il giusto valore fin lì sempre da me sottovalutato. Ricordo ancora i momenti di pausa tra una lezione e l’altra in cui studiavo per le interrogazioni mentre avvenivano di sottofondo la musica, i conteggi, le risate e le strigliate. Uno dei periodi della mia vita più importanti. Adesso sono laureato all’Accademia Nazionale di Danza come docente di tecnica e storia della danza; mi sto specializzando in didattica seguendo dei master di primo e secondo livello riguardo la pedagogia e la psicologia scolastica, ed ho la fortuna di danzare ancora, finché la sciatica permette, per la Compagnia Excursus/PinDoc diretta da Ricky Bonavita, la quale mi consente di sperimentare il mio estro creativo producendo le mie coreografie.
Quali sono i tuoi coreografi preferiti? Mats Ek senza ombra di dubbio è stato il primo ad avermi plagiato. Per me lui è l’essenza di quello che penso sia, per me, la danza. Qualunque balletto vedevo di Ek era come se sfogliassi un libro leggendo perfettamente ogni pagina, ogni frase, parola per parola, compresi i segni di punteggiatura. Poi, col tempo, mi sono appassionato ad altri coreografi come Nacho Duato, Ohad Naharin e Ann Teresa de Keersmaeker ma, alla fine, se ti piace la danza nella sua totalità, anche quelli che non sono nelle tue corde ti piaceranno lo stesso perché fanno parte di te. Quando decisi di specializzarmi nelle tecniche Post Moderne, Trisha Brown fu un personaggio che come Mats Ek mi ha fatto vibrare la pelle. Vederla danzare è come se mi ipnotizzasse con il suo movimento fluido, senza sforzo e senza soluzione di continuità. Rimane, comunque, Mats Ek come mio punto di riferimento. Secondo te, cosa manca alla danza in Italia? Manca una distribuzione equa a livello nazionale della formazione, a livello di Alta Formazione Coreutica. Manca il vero significato di docente, di coreografo e di danzatore. Manca l’equità professionale delle figure artistiche privilegiando la notorietà piuttosto che la qualità. Manca il coraggio nel voler investire sulla cultura e sull’arte. Cosa vorresti dire ai ragazzi o alle ragazze che si approcciano alla danza? Sappiate aspettare i risultati scegliendo i traguardi. Ascoltate l’insegnante anche a costo di discuterci. Non fate danza per diventare famosi, è il vostro lavoro a rendervi famosi non la vostra immagine. Fate parlare il vostro corpo (un pensiero, che costudisco, del mio coreografo, direttore della Compagnia Excursus e amico, Ricky Bonavita). Diffidate da tutto quello che è facile perché è il lavoro che ripaga il giusto impegno.
Come hai vissuto questo periodo Covid-19? “Spaesato” è il termine esatto. Soprattutto perché avevo pianificato già tutto l’anno in corso, sia sul piano artistico che sul piano economico. Mi ha distratto mio nipote, che mi ha dato la possibilità di vivermelo in maniera sana e costruttiva, per cui mi sono rimboccato le maniche ed ho deciso di non abbattermi, perché era una questione di tempo. Esperienze passate mi hanno dimostrato che il tempo, spesso e volentieri, è un’arma efficace per migliorarsi e trovare soluzioni ancora più efficaci. In fondo non ero il solo a provare determinate emozioni, per cui mi incoraggiava il fatto che tutti ci saremmo rimessi in discussione ed in moto per ricominciare da dove ci eravamo fermati. Come hai affrontato la riapertura Scuola di danza? Trovo la riapertura delle scuole di danza un segno molto importante per la società e, purtroppo, ognuno farà i conti con la propria situazione. È impossibile creare un protocollo generale unico per tutte le realtà, perché ognuno ha esigenze diverse; sarà, quindi, stressante riorganizzare con tutte le dovute precauzioni e disposizioni sanitarie. Lo dobbiamo agli allievi, a noi insegnanti e alla politica che ha bisogno di capire l’importanza di queste “realtà scolastiche private”. Pensiamo al qui ed ora, come dice la mia amata cara maestra Laura Martorana, perché senza il presente, non ci sarà il futuro.
di Giovanni Battista Gangemi
Cosa è per te la danza? Decisi di fare danza a 4 anni quando mia sorella Manuela, di 4 anni più grande di me, seguiva i corsi in una scuola di danza. Mi piaceva il senso di comunità che, alla mia età, percepivo come stare insieme e divertirsi in gruppo, mi piaceva la musica e il dover seguire la musica con il corpo. Già ai tempi mi dedicavo autonomamente a creare balletti da far vedere ai miei parenti e questa messa in scena mi piaceva particolarmente. Poi, col tempo e con lo studio, ho capito che la danza è diventata una forma di comunicazione, quell’espressione delle nostre sensazioni ed emozioni che con le parole non potevi spiegare, o meglio, che io non riuscivo a spiegare. Comprendevo sempre di più la magia della comunicazione e l’importanza dell’utilizzo di questa disciplina come forma di educazione e formazione di ogni individuo, e questo aspetto mi ha portato sempre di più a ricercare e non distaccarmene più, facendola diventare parte integrante della mia vita.
Valerio De Vita
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maria meoni
confessioni di una event manager Dietro un grande evento di danza, spesso non si conosce la realtà: impegno, passione, organizzazione. Sono un'organizzatrice di eventi da ben 10 anni. Personalmente mi ritengo molto fortunata perché il mio lavoro coincide con la mia passione: la Danza; passione che ho fin da piccola, fin da quando il mio papà accendeva il giradischi, metteva su un disco di musica classica, ed io ballavo in salotto a piedi nudi. Perciò non ho mai vissuto i vari sacrifici ed i vari impegni come tali, anzi, ho sempre voglia di mettermi in gioco.. Organizzare eventi è una professione che desta molta curiosità: come ci si muove, che tipi di contatti bisogna avere…tantissime domande a cui a volte è difficile dare una risposta, in quanto ogni evento è diverso, come differenti sono le dinamiche che ne accompagnano la creazione ed i diversi problemi che possono sorgere. Vi chiederete quali sono, allora, gli ingredienti per la riuscita di un evento? Beh, tanta anzi tantissima pazienza, calma, organizzando tutto almeno un anno prima. Organizzo soprattutto Festival, ossia stage di danza con spettacoli dal vivo e concorsi di danza. Seguo delle compagnie emergenti e junior, e da quest'anno ho creato una rete per la distribuzione di spettacoli con la rassegna “Il Teatro IncontraLive Performing”. I tempi di preparazione di un evento possono essere molto lunghi, durare diversi mesi, se non addirittura più di un anno, soprattutto per i grandi eventi. Questo perchè le cose da preparare sono molte, quindi saper gestire al meglio il tempo che resta è un aspetto fondamentale. I miei Festival spaziano da nord a sud Italia: Jesolo Dance Festival –Jesolo (sempre fine luglio e primi di agosto), Pinzolo in danza-Pinzolo ( a Giugno), Salento in danza-Lecce (fine agosto primi di settembre). A questi si aggiungono concorsi di danza, corsi di formazione per avviamento professionale riconosciuti – Padova e rassegne compagnie emergenti nei teatri. Il mio focus è dare la possibilità alle future giovani promesse di studiare e lavorare qui in Italia e di non doversene andare per ottenere una formazione adeguata. Concludendo, un buon event manager deve saper rimanere nascosto nell'ombra e monitorare, o meglio, tirar le fila dell'evento, come un bravo burattinaio: coordinare da bravo regista, dietro le quinte. www.mariameoni-eventi.it
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i n o i s u F e v o Nu IN COMPAGNIA DI WHITE PUZZLE
di Federico Altieri
Il viaggio al centro della musica ha come obiettivo quello di riuscir a far entrare il fruitore in una dimensione parallela, una dimensione catartica. Forse non tutti sanno che al giorno d’oggi noi non ascoltiamo tutto ciò che l’industria musicale ci propone, ma una piccolissima parte. Il motivo? Il nostro orecchio sceglie cosa ascoltare. Cosa intendo dire con questo? Per puri motivi commerciali, la curva di apprendimento del nostro apparato uditivo ha subito, nel corso degli ultimi anni, una graduale ma imponente flessione, perdendo completamente di vista il concetto di musica. Infatti alla domanda “sapete dirmi quanti gruppi rock forti oggi influenzano le classifiche mondiali?”, la risposta è “Il rock è morto”. È qui che entriamo in gioco noi, quei produttori di musica elettronica che per troppo tempo hanno dovuto assistere ad innumerevoli epiteti senza senso, del tipo “la musica elettronica non è musica. Voi non suonate, il rock è musica”. Beh, cari lettori, non è proprio così. In questo periodo ho avuto l’onore ed il privilegio di collaborare con un grande musicista, Andrea Casta che, ad oggi, risulta essere il più grande violinista elettronico d’Italia. Avete letto bene, violinista elettronico! Che meraviglia miscelare quella che è un’arte classica, un’arte antica, un’arte rock, un’arte…(perché di questo parliamo) con un’arte contemporanea. Si aprono, così, nuovi orizzonti completamente inesplorati. Da questa fusione di sonorità è nata Poison, il nostro nuovo singolo, che vi invito ad andare ad ascoltare, come se vi metteste di fronte ad un puzzle dove i due tasselli mancanti si incastreranno perfettamente, anche se non appartengono l’uno all’altro. Magari un giorno anche il rock avrà questo privilegio, però qualcuno deve fonderlo, e guardare avanti. La magia sta tutta lì!
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Un modo nuovo di vivere la natura
Natusumba© è la vita nel benessere sia fisico che mentale un insieme di coreografie e meditazione per l'armonia psico-fisica
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NatuSumba benessere fisico e mentale La disciplina Natusumba©, nasce da un progetto di Bernardo Lafonte e Lorenzo Ralimsa per un percorso che vede la Line Dance e la meditazione uniti e finalizzati al miglioramento della vita, nell’aspetto fisico, mentale e spirituale. NatuSumba è l'unione di due parole: Natu sta a significare Natura e Sumba è un’isola incontaminata dell'Indonesia. Partner ufficiale è Accademia Kronos onlus e "Stefano Francia " EnjoyArt
4 Obiettivi
Benefici
Benessere Fisico, con coreografie ispirate ai quattro elementi della natura: acqua, aria, terra e fuoco per migliorare il sistema cardio-respiratorio, tonificare e scolpire il corpo, ed entrare nell'armonia della natura. Benessere Mentale, combattendo e allontanando lo stress con la meditazione . Benessere del'Anima, accrescendo il livello dell'autostima. Benessere della Vita, con immersioni continue con le coreografie e la meditazione nei suoni e linguaggi della natura. noi siamo parte integrante della natura e solo in essa possiamo riscoprire
NatuSumba© 3 settori Primo settore: NatuSuma© Line Dance: coreografie di danza ispirate ai quattro elementi della natura. Secondo settore: meditazione con musica registrata a 432Hz. Terzo settore: famiglia di natuSumba© per vivere insieme l'esperienza NatuSumba© nei suoi molteplici aspetti.
Migliora la qualità della vita armonizzando il corpo, la mente e l’anima. Aiuta a vincere le paure allontanando i motivi dello stress. Brucia le calorie e scolpisce il corpo. Ricarica il nostro essere di energia positiva. Aiuta a riscoprire il valore della natura in tutti i suoi aspetti. Scolpisce e tonifica il tuo corpo. Allontana lo stress e le tue paure. Ti ricarica di energia positiva. Migliora la qualità della tua vita. Lo stato di forma armonica con il corpo, la mente e lo spirito.
NatuSumba© la mission Donare benessere fisico e spirituale e nello stesso tempo un messaggio per la difesa della terra nel rispetto della natura. Proteggendo la natura proteggiamo noi stessi. Amare la natura è amare se stessi. Rispettare la Natura è rispettare se stessi. I sogni si realizzano con l’energia della natura incanalata dentro di noi. Le paure, lo stress della vita quotidiana si risolvono stando contatto con la natura motivo principale della creazione. Noi siamo figli della natura che ci ha generato. La natura che ci circonda è stata creata per noi ma non è di nostra proprietà. Noi siamo ospiti e in quanto tali dobbiamo rispettare tutto ciò che ci viene offerto. Vivere nell’energia della natura significa migiorare la nostra vita sempre piu in pericolo a causa dello stress
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Musico Terapia Ciro Vinci pianista - compositore - musicoterapista
SBSAEALNLUEUSTTSEEE ERE EBBEAALLBLLAOOL L O L'universo intero, per dirla come Albert Einsteinsi, muove in una danza: dalla rotazione dei pianeti intorno al sole, ai rituali sciamanici degli indios, alla danza di corteggiamento delle gru… ogni movimento porta in sé la natura stessa della vibrazione che è origine ed essenza di tutto il cosmo. L’acronimo DMT (danza-movimentoterapia), conosciuta anche con il nome di danza musicoterapia, è una forma di arteterapia che utilizza la musica ed il movimento come cura e mezzo terapeutico per l’anima. Facendo riferimento alle ricerche psicocorporee contemporanee va delineandosi il percorso sperimentale proposto in questo articolo. Partiamo dalla musica. Fin dal passato si è riconosciuto il valore fondamentale della musica per un benessere interiore e fisico, identificato soprattutto nella capacità di rilassamento e allontanamento di stati di tensione o agitazione e, ancora oggi, sebbene la musicoterapia ricettiva non sia riconosciuta come pratica scientifica, ne viene raccomandato l'utilizzo in alcune situazioni parafisiologiche. L’ansia da palcoscenico, ad esempio, rappresenta un fenomeno ampiamente diffuso tra le persone che svolgono professioni artistiche, proprio a causa delle tensioni a cui sono esposte durante le loro frequenti esibizioni in pubblico. Persino il grande maestro di danza Mikhail Baryshnikov ha riconosciuto pubblicamente di soffrirne, nonostante il suo incredibile successo. Charles Darwin ha identificato questa reazione di “lotta o fuga” come un meccanismo naturale che ha permesso agli umani di sopravvivere e di evolversi, fuggendo dal pericolo o combattendo fino alla morte. Il subconscio innesca la sua risposta come se si potesse morire davvero anche ballando di fronte agli altri. Una ricerca di Stephanie J. Hanrahansu su un gruppo di danzatori professionisti svedesi, sui quali erano stati valutati gli effetti di un mental training di quattro mesi, ha rilevato come molti di essi applicassero spontaneamente diversi tipi di visualizzazioni, utilizzate per acquisire sicurezza, calmare se stessi o ripassare la coreografia dietro le quinte prima di entrare in scena. I danzatori furono in grado di riconoscere l’efficacia dell’immagine mentale più comunemente usata, sebbene non venisse utilizzata da loro in maniera sistematica.
In base alla nostra esperienza, il cervello è in grado di raggruppare gli stimoli sensoriali in unità d'informazione (chunk). Gli elementi scelti generano immagini, le quali possono essere richiamate in qualunque momento, influenzando il comportamento e le decisioni dell'individuo impegnato in quel particolare contesto. Cosa c’e di più indicato di una musica in sottofondo per favorire tale processo? Purtroppo, ad oggi, le ricerche in questo ambito sono ancora molto scarne, nonostante la letteratura in merito abbia già evidenziato quanto delle competenze mentali appositamente sviluppate da un atleta, così come da un danzatore, possano generare una sensazione di maggiore benessere generale, una diminuzione dell’ansia e quindi un maggiore controllo dei propri stati emotivi e fisici, migliorando la performance. Funge da ispirazione e supporto al training, per il superamento di condizionamenti e/o ansia da prestazione, una selezione di musiche originali afferenti alla sfera della musicoterapia ricettiva, composte in via sperimentale per favorire nella fase iniziale il rilassamento ed il superamento dello stress; successivamente il processo della visualizzazione di immagini mentali, infine la percezione e la concentrazione finalizzate alla ricarica energetica. La melodia dei suoni offerti, scevri da temi o motivi ricorrenti (che indurrebbero a concentrarsi solo su di essi), consentono all’ascoltatore di perdersi nel viaggio individuale alla ricerca di uno stato di estremo benessere; l’armonia è modulata in modo efficace; l’accompagnamento dei frammenti musicali è al pianoforte; ogni brano ha una durata superiore ai 3 o 4 minuti poiché, durantel ’ascolto della musica, il nostro cuore “si sintonizza” con i ritmi proposti e questo processo di sincronizzazione fisiologica richiede circa cinque minuti per attivarsi, quindi una traccia più breve non avrebbe lo stesso effetto rilassante. Passiamo al movimento. La danza è, tradizionalmente, basata su un’estetica preziosa. Le crescenti aspettative tecniche mettono a rischio di infortuni i ballerini, lo dimostra l’attenzione odierna sull’ipermobilità articolare. Prima della lezione, gli esperti della medicina della danza insistono sul fatto che i ballerini dovrebbero fare allungamenti dinamici: “Sappiamo dalla scienza che lo stretching statico indebolisce temporaneamente i muscoli, ostacola il coordinamento, riduce
l’equilibrio e l’altezza dei salti”, afferma il Dr. Nancy Kadel ( presidente della Performing Arts Medicine Association –PAMA- fino al 2016 ed attualmente co-presidente della Dance/USA Task Force on DancerHealth), la cui missione è quella di mantenere la salute, la sicurezza e il benessere dei ballerini professionisti in Nord America. “ ..i ballerini dovrebbero fare qualcosa in più oltre la lezione per ridurre il rischio di lesioni” afferma Kadel. Gli studi dimostrano che i ballerini che completano i programmi con un lavoro aerobico supplementare mostrano un miglioramento delle prestazioni estetiche: un miglior controllo del centro, minor affaticamento e, di conseguenza, miglior performance sul palco “. La DMT, proposta in via sperimentale in questo contesto, non è solo un’arte applicata ma offre uno spazio di improvvisazione, espressione e creazione. La funzione creativa viene descritta dagli esperti come una “sintesi magica” (S. Arieti), in cui parti diverse di noi collaborano. Potremmo chiamarle parti consce e inconsce, o anche, parti “folli” (impulsive, incongruenti, incomprensibili) e strutturate, (cioè quelle che usiamo per rapportarci e adattarci alla realtà). E’ in questo senso che va inteso il processo creativo come integrativo. La Danza “Creativa” fa scoprire l'energia che fluisce e danza dentro il corpo, in qualsiasi condizione fisica si trovi il ballerino. E’ il risveglio di scioltezza ed elasticità e di confidenza e fiducia nel proprio corpo. L'immaginazione e la creatività, incontrano il movimento e donano nuova vita al linguaggio delle emozioni. Ciò consentirebbe al danzatore di muoversi spontaneamente all’interno del setting emozionale, lasciandosi trasportare alle musiche originali, questa volta attraverso la scelta di melodie che seguono ritmi moderati finalizzati a sciogliere i movimenti ed a tonificarli, liberando la voglia di esprimersi e danzare senza condizionamenti. I temi trattati nel percorso sperimentale di Training e Danzaterapia creativa con accompagnamento di Musicoterapia ricettiva, sono gli strumenti consigliati per riequilibrare corpo e mente e rappresentano un valore aggiunto al bagaglio professionale di qualunque danzatore.
SBSAEALNLUEUSTTSEEE ERE EBBEAALLBLLAOOL L O
CONSAPEVOLEZZA
la consapevolezza corporea aiuta a identificare qualsiasi problema
di Giovanni Battista Gangemi
Con l'espressione consapevolezza corporea si intende uno stato di coscienza e percezione dei propri movimenti e meccanismi corporei non mediate. Rientra nel più ampio spettro dei meccanismi neurali di coscienza, ed il suo raggiungimento può essere legato, talvolta, alla pratica della meditazione, in quanto pratica capace di portare l'essere umano ad una maggiore autoconsapevolezza. In senso fisico, essa è definita dalla temperatura corporea, dalla presenza di stati di affaticamento, dalla coordinazione nei movimenti e,
in generale,
dalle sensazioni che attengono al corpo. Gli elementi della consapevolezz corporea sono:
BENESSERE E BALLO Interocezione: si intende con questo termine la percezione delle informazioni "interne", quali il respiro, la peristalsi gastrointestinale, il senso di fame e sazietà, ma anche la cognizione del dolore e delle altre emozioni. Mediante l'interocezione il corpo comunica il proprio stato di salute ed efficienza fisica: infatti, i circuiti neurali che forniscono queste informazioni sono in connessione diretta con quelli che governano i processi di regolazione corporea; Esterocezione: in opposizione alla prima, è la percezione delle sorgenti esterne di informazione; Schema corporeo: la coordinazione dei movimenti delle diverse parti del corpo e la loro relazione con l'ambiente. Essa si concretizza attraverso l'integrazione senso-motoria delle diverse percezioni e fonti di informazione corporee ed emotive; Infine, la consapevolezza corporea è anche intrecciata alla capacità di identificare, descrivere e nominare i propri sentimenti e le proprie emozioni. E’ un processo corporeo che implica un uso raffinato ed integrato degli apparati sensoriali, ed è la funzione che ci differenzia dagli animali. In ogni momento, il corpo si prende la responsabilità di quanto sta accadendo e, tramite “l’osservazione” del corpo, si ottengono moltissime informazioni sul processo in atto. La consapevolezza corporea è uno degli elementi molto utili per ottenere benessere e prevenire problematiche; potrebbe essere anche definita come la capacità di sentire il proprio corpo, di percepire le posture, di prendere nota delle posizioni e degli atteggiamenti errati. È la capacità di ascoltarsi con attenzione e rendersi conto se, mentre stiamo facendo qualcosa con il corpo, lo stiamo facendo correttamente o scorrettamente. È la capacità di concentrarsi sul respiro e sull’intensità degli sforzi cardiaci e, non ultimo, è la capacità di saper capire quando è efficace continuare a fare o non fare qualsiasi cosa con il proprio corpo. La consapevolezza corporea può aiutarci ad identificare qualsiasi problema che, in seguito, potrebbe provocare delle lesioni o problematiche di salute prima che ciò si verifichi. Consapevolezza corporea e autoconsapevolezza sono decisamente un vantaggio per ottenere equilibrio e benessere in tutti gli aspetti della nostra vita. La consapevolezza corporea è fondamentale per identificare problematiche di salute prima che si verifichino. Lavorare su di sé ed esplorare i nostri aspetti profondi non è semplice ma è possibile. Invito tutti ad intraprendere un percorso di consapevolezza corporea e autoconsapevolezza autogestita e guidata da figure professionali competenti. Può sembrare normale e scontato avere consapevolezza corporea, eppure è curioso notare che molte persone non l’abbiano; inoltre è curioso notare che pochi strutturino un percorso e addestramento finalizzato alla consapevolezza corporea. Qui di seguito vi descrivo uno dei tanti esercizi utili per allenare la consapevolezza corporea e capire se l’abbiamo oppure no. Anche questo semplice esercizio ha bisogno di essere applicato più volte e con costanza per ottenere i migliori risultati. Il nostro corpo è il più importante mezzo d'espressione che abbiamo, è il contenitore delle nostre emozioni, del nostro vissuto, dei credi e delle convinzioni, ma anche della nostra energia, della vitalità e della nostra anima-essenza! La volontà di prendere coscienza di noi stessi è uno step necessario di crescita per ogni individuo. L'immagine che abbiamo del nostro corpo può essere sostenuta oppure alterata da noi stessi in base a ciò che abbiamo appreso durante il processo di crescita.
E TTEE BEE ABBL ALA LOL LL OO SASAR ALLTUU
A I Z I R T A P
I T T O L SA LIBERTÀ CREATIVA FORMA - CONCETTO – IMMAGINE A chi le chiede di del suo processo creativo artistico Patrizia Salotti risponde: “Dipingendo immagino me riflessa nello specchio , dipingendo astratti sento un senso liberatorio perché sopra quella tela posso fare qualsiasi cosa , come se buttassi un secchio di vernice su una parete e non preoccuparmi di sporcare ovunque.iniziare a muovere la mano senza sapere cosa stia dipingendo ed aspettare la sorpresa, come una bambina scartando un regalo. Il mio astratto non pensato, ma altrettanto amato”.
OPERA: PAESE FANTASMA
E TTEE BEE ABBL ALA LOL LL OO SASAR ALLTUU
#TUTTOBALLO20
Salotti è nata a Terni, in Umbria, nel 1966, ma la sua famiglia è originaria dell'Abruzzo. Nella sua fanciullezza, la pittrice, invece di giocare con gli amici, trascorreva il tempo libero nella casa dello
zio
immobile,
Bruno,
anch'egli
ipnotizzata,
per
pittore, osservare
come dal pennello di Bruno prendesse forma
qualcosa
di
reale.
Nessuna
domanda aveva la risposta giusta, così grande era la simbiosi tra l'artista e la sua creazione. Salotti si rende conto improvvisamente
che
qualcosa
di
nuovo, una sorta di richiamo ancestrale
Tu
all'interno della sua anima la spinge a dipingere percependo che l'espressione artistica avrebbe segnato per sempre la sua vita.
Inizia
il
suo
impegno
nel
mondo
dell'arte, con il consenso del pittore Victor Bussoletti, gratificando il suo umile
spirito
di
artista
autodidatta,
invitandola a continuare a dipingere. Nel 2007 Salotti incontra Giovannino Montanari,
"il
pittore
delle
cupole
d'oro", in uno dei più bei borghi umbri. Giovannino
Montanari,
presidente
dell'associazione Arte per l'Arte e della MoWi
artCommunication
vedendo
le
sue opere la spinge ad uscire dal suo ostinato
anonimato,
organizzando
eventi
Montanari, culturali,
l'ha
spesso invitata ad esporre le sue opere ma si è sempre rifiutata di esporre i dipinti a causa della sua timidezza e cupidigia. Oggi, maturando la sua coscienza artistica, l'artista ha deciso di esprimersi e presentare le sue opere al pubblico. Salotti Artista riesce sempre a stupire il pubblico, le sue Opere, apprezzatissime, riscuotono il favore della Critica, espresso con lode ed encomio da esperti del settore. Talento e capacità insieme ad una profonda e sincera umiltà, rendono Salotti una figura esponenziale nel mondo dell'Arte. Fare arte significa esprimere dapprima se stessi e il mondo che ci circonda che costantemente influenza non solo il vasto universo degli artisti ma anche quello degli amanti dell’arte, dei professionisti del settore, dei curiosi, insinuandosi principalmente nel loro modo di guardare, osservare, percepire l’opera d’arte in sé e il messaggio in essa contenuto: Salotti riparte dalla predominanza del colore che, come una pagina nuova, si offre allo spettatore in attesa che ciascuno di noi vi imprima il suo pensiero, la sua visione, il suo personale mondo delle emozioni.
A SSARALTLUEUTTEEE BEEA BLBLAAOLLLLOO
TRA SOGNO E REALTA'
di Sandro Mallamaci
Spogliatoio di un palazzetto dello sport. Lui alle prese con il suo abito, cercando di rispettare le regole dettate dalla Federazione, dovendo sempre essere sobrio ma anche elegante, con poche mosse lo indossa ed è pronto. Lei, attrezzata di tutto l’occorrente, sta stirando il suo vestito ampio, perché ci tiene ad apparire perfetta; lo indossa e si siede sulla panchina per truccarsi quasi a memoria, usando fondotinta e cipria, e disegnando la linea degli occhi con l’eyeliner nero. È una giornata importante. La finale del campionato di categoria. Si sono impegnati molto tutto l’anno per raggiungere questo obiettivo. Loro sono una coppia in pista ma anche nella vita. Condividono tutto. Sono l’uno complementare all’altra. Quello che prova lui lo sente anche lei. È questo il segreto del loro affiatamento. Gli spalti sono gremiti. Si sentono gli applausi. La tensione comincia a salire. Manca poco alla chiamata. Lei è pronta. Esce dallo spogliatoio e nel corridoio trova lui ad aspettarla con un sorriso rassicurante. Dalla pista del palazzetto si sentono le note di un valzer. Sarà questo il primo ballo della loro prova. Lui le si avvicina e le da un bacio. Poi la prende per mano e si avviano verso il sottopasso. Prima di uscire dal tunnel chiudono gli occhi e fanno un respiro profondo per scaricare la tensione. Ma quando li riaprono un brivido percorre i loro corpi. Due ali di personaggi strani sembrano indicare loro il percorso. Sono persone vestite in maniera inconfondibile.
SASAARLLTUUE TTEE BEE ABBL ALALOLLLOO Dame che indossano ampie e ingombranti gonne sostenute da una struttura rigida, agghindate da merletti, fiocchi e pizzi, con la vita stretta da corsetti, con un portamento eretto ed elegante, con strane acconciature alte e stravaganti con lunghi nastri, fiori, frutta, riproduzioni di oggetti vari; tutte con in mano un ventaglio e accessori di piume di struzzo, che sembrano essere molto di moda. Gli uomini con lunghe giacche quasi fino al ginocchio, lasciate aperte per lasciare intravedere i lussuosi gilet ricamati, indossati sopra la camicia, con pantaloni aderenti e fino al ginocchio; tutti con un’enorme parrucca in testa, con i volti incipriati, per apparire con la pelle marmorea, e creme colorate su guance e labbra. Tra il mormorio stupito di questi che a loro volta guardano con stupore l’abbigliamento della coppia: lui che indossa un frac e lei col suo abito di seta morbida e i capelli raccolti. Si inoltrano nella sala guardandosi intorno. È maestosa: lunga molte decine di metri, quasi non si percepisce la distanza dalla parete opposta. Non lo sanno, ma si trovano nel luogo più spettacolare e sfavillante di una delle più lussuose regge d’Europa, nella galleria degli specchi; un salone enorme che si affaccia sui magnifici giardini attraverso 17 grandi finestre arcuate fronteggiate da altrettante finte porte, decorate di specchi, composti da 357 riquadri smussati ai lati e incorniciati d’ottone cesellato e dorato, che ampliano otticamente la galleria all’infinito. Come immersi in un film da favola, sono in un luogo dove tutto è portato allo sfarzo estremo: affreschi, stuccature, decorazioni, che con le luci soffuse dei candelabri di cristallo, sistemati lungo i lati della sala per tutta la lunghezza, ricoperti d’oro e raffiguranti bambini e donne che li sostengono, fanno assumere al tutto un’atmosfera magica.Ad impressionare la coppia contribuisce anche il bellissimo blu lapislazzuli con cui è dipinto il cielo negli affreschi, che avvolgono la grande volta a botte con scene allegoriche per celebrare i successi politici e militari del sovrano, a cui sono appesi 20 imponenti lampadari di cristallo. L’anima artistica dei ballerini si lascia incantare dalla bellezza e dai particolari architettonici; l’occhio di lui si sofferma su uno dei capitelli delle colonne della sala che sono decisamente particolari, formati da singolari figure intrecciate, il gallo, il giglio e il sole. Tutto è arricchito da decorazioni in stile Rococò che decorano le pareti. Incrociano gli sguardi, come per domandarsi se tutto quello fosse vero. Giunti al centro della sala si ritrovano in un vasto spazio libero, opportunamente predisposto, circondato da banchetti e poltrone argentati, in stile barocco come tutto il resto degli arredi, su cui sono accomodati molti personaggi dall’aspetto inconfondibile, tra cui spicca, seduto su quello che sembra un trono tutto dorato, il padrone di casa che, con un cenno del capo, in direzione di una delle tre porte poste a lato della sala, dà il via alla musica intonata da 24 violini e numerosi oboi, gli orchestrali sistemati nel salone adiacente. È un valzer viennese che suonato da quell’orchestra ha uno strano effetto. I due cominciano a ballare, come trascinati da un incantesimo, volteggiando sul parquet abbracciati tra l’ammirazione dei presenti. Il brusio della strana folla pian piano si allontana, la sala comincia a roteare e , come un vortice tutto si confonde. I due sono immersi solo nella musica, che li rende un unico corpo. Chiudono gli occhi ed eseguo le figure con perfezione ed eleganza a memoria. Quando il valzer termina uno scrosciante applauso li fa tornare alla realtà. Aprono gli occhi e sono al centro della pista del palazzetto. Tutto intorno il pubblico in piedi in una standing ovation e, al posto degli imparruccati personaggi, la severa giuria pronta a proclamarli vincitori del trofeo. Potere dell’amore, della musica e soprattutto della danza…
CINEMA E BALLO
LA DANSE DE MATISSE di Pina Delle Site “Il mio obiettivo è rappresentare un'arte equilibrata e pura, un'arte che non inquieti né turbi. Desidero che l'uomo stanco, oberato e sfinito ritrovi davanti ai miei quadri la pace e la tranquillità” Questo diceva Matisse quando realizzò la sua opera d’arte “La Danse” … questo è ciò di cui l’umanità intera ha bisogno oggi! Con il cerchio della vita, l’artista sembrava avesse previsto tutto, angoscia, paura, solitudine ma, nello stesso tempo, sembrava aver trovato la soluzione, quella più semplice, ma anche più forte da offrire all’uomo moderno: la danza rappresentata nella pittura. La pandemia mondiale ha purtroppo messo l’umanità in ginocchio; a fatica stiamo cercando di rialzarci ed a fatica stiamo accettando le nuove abitudini di vita, la nuova vita. Il periodo del lockdown per alcuni aspetti è stato si, il momento della scoperta e riscoperta di alcune situazioni piacevoli che non conoscevamo, di attività che nel chiuso delle quattro mura molti di noi non avevano mai praticato, c’è stato il tempo di dedicarsi un po’ di più a se stessi…ma dopo un po’ abbiamo iniziato a soffrire, soprattutto per la mancanza di contatto umano, per la mancanza di contatto tra il sé e l’universo intero … sembra quasi che non si viva più, ma ci si lascia vivere, sembra che la vita, quella sino ad ora scontatamente vissuta, si sia interrotta. Ed ecco l’opera d’arte di Matisse, La Danse, che ci offre la visione di 5 figure umane che danzano su una superficie che è il confine tra cielo e terra, luoghi non definiti né chiaramente rappresentati sulla tela, ma desumibili dai colori con cui vengono rappresentati: azzurro il cielo e verde la terra, e la non rappresentazione dei luoghi, non è altro che uno dei significati della danza: essa è, infatti, libertà, comunione con l’universo intero; attraverso la danza l’uomo si sprigiona dalle paure, dai pregiudizi, dai confini delle costrizioni… Le figure danzano, in eterno movimento, con grazia, delicatezza ed armoniosità, qualità che solo la danza possiede in modo completo; e danzano in cerchio, figura che rappresenta non solo continuità, ma anche eternità, figura dove tutto inizia e tutto finisce per poi ricominciare; figura che ritroviamo in tutte le danze che esaltano un ritorno alle origini (si pensi alle danze popolari in cui la figura del cerchio è sempre presente )… la danza è vita, essa è armonia. Si può notare, inoltre, come tra le due figure in primo piano ci sia uno stacco tra le mani; esso indica che la vita a volte si può interrompere, ma è un non essere momentaneo, poiché il protendersi delle mani, una verso l’altra, indica un ritorno alla vita nonché il formarsi di uno spazio pronto ad accogliere qualcosa di nuovo: la danza è rinascere ogni volta, è rigenerarsi, è movimento eterno, ma è anche accoglienza del nuovo, sempre pronta a farti mettere in discussione, sempre capace di creare il confronto… Ed i danzatori danzano nudi, senza inibizioni … la danza libera l’uomo dal pregiudizio, ma lo veste di umanità… Matisse non ha vissuto la nostra epoca ed il nostro tempo, non ha vissuto questa pandemia mondiale, ma la sua è un’arte del nostro tempo; è stato l’artista che meglio ha rappresentato il connubio tra arte-pittura e danza, raccontando la danza attraverso la pittura e la pittura attraverso la danza. Concludiamo offrendo uno spunto di riflessione attraverso un’ipotesi forse anche azzardata: l’artista ha avuto, in un certo senso, bisogno della danza per poter realizzare la propria opera di pittura e per comunicare ciò che voleva dire; non è, allora, quest’ultima debitrice nei confronti dell’Arte di Tersicore? Non si riconferma essa, ancora una volta, Madre di tutte le Arti? Matisse ci ha dato, attraverso il cerchio della vita, la risposta!
Particolare del dipinto "La Danse", 1910 - Henri Matisse
V SSAIAALLGUUGTTIEE EEE BBBAAALLLLLLOOO
Brasile Tradizione tra musica e danza
Brasile! Già il nome, nell’immaginario collettivo, evoca una terra di sole, spiagge, palme, musica…e danza. Eh si, qui realmente non capisci se il ritmo nasce prima o dopo dei brasiliani, o se semplicemente i brasiliani sono il ritmo stesso. Stili differenti, molti dei quali arrivano dall’Africa, insieme agli schiavi che, per più di tre secoli, sono stati trasportati verso le Americhe, e che poi incontrano i ritmi giunti con i portoghesi prima, e gli altri europei dopo, dando origine ai balli di salone. Sicuramente, tra i balli nati da ritmi africani il più famoso è il Samba. Le origini del nome sono incerte, l'ipotesi più accreditata è che derivi da un dialetto angolano Semba, che significa "movimento fatto con l'ombelico", riferito al modo in cui si ballava. Intorno alla prima metà del 1800 diventa un nome, conosciuto soprattutto nel nord e nordest del Brasile, che denomina una serie di ritmi, con la stessa origine africana, ma diversi, sia per il posto specifico o tribù di provenienza, sia per il posto dove invece nasce, in Brasile. Il Samba arriva un po’ più tardi, a fine ‘800 a Rio de Janeiro, allora capitale del Paese, quindi terra di opportunità economiche, portato dai neri immigrati da Bahia, che si stabilirono vicino al porto soprattutto negli odierni quartieri di Gamboa e Saude, i più poveri adiacenti al porto stesso. A Rio andavano allora di moda i balli arrivati con la corte portoghese, primo tra i quali il Valzer, che cedette in breve tempo il passo alla Polka. Ma il primo ballo veramente carioca, può essere considerato il Maxixe, nato a Rio de Janeiro intorno al 1870 e dal quale avrà poi origine il Samba da Gafiera. E’ proprio questo il ballo di cui raccontiamo un po’ la storia e le caratteristiche. Esso inizia a consolidarsi intorno al 1940 e conosce il periodo di “massimo splendore” nel 1950, influenzato, oltre che dal Maxixe, alle grandi orchestre americane, che suonavano una musica adatta ai balli di salone. Il nome ha origine dal locale ove originariamente si ballava: la Gafiera (che forse trae la sua origine dalla parola francese ‘gaffes’ ), posto dove si commettevano gaffes. Le Gafiere erano cabaret e locali nel centro e nei sobborghi di Rio de Janeiro, che nascevano spontaneamente per le classi meno agiate della popolazione, che non trovavano spazio nei più sontuosi balli aristocratici, normalmente tenuti nei saloni degli hotel di lusso.
di Alessandra Maria Venditti
PH. CLAUDIA LUNDGREN
V SSAIAALLGUUGTTIEE EEE BBBAAALLLLLLOOO
I versi ed i ritornelli del Samba erano per lo più di origine popolare anonima e gli strumenti, che accompagnavano tali versi, erano soprattutto percussioni e strumenti a corda. Figura tipica del Samba da Gafiera era il “Malandro” (ndr. presentato in testa all'articolo), parola abbastanza simile al nostro malandrino, ma qui in una accezione propria: un giovane vestito con completo bianco, maglietta a strisce orizzontali bianca e rossa o bianca e nera, scarpe bianche e nere oppure marroni e nere e un cappello Panama o, comunque, di paglia. Il Malandro aveva sempre un coltello in tasca, e la mano sul coltello, sempre pronta all’uso dello stesso. L’andamento molto tipico, camminava sempre su una linea immaginaria, ma cadenzato, con una gamba che quasi andava a nascondere l’altra. Un eterno seduttore, un latin lover carioca, un bullo sensuale. Questo atteggiamento si rifletteva sullo stile del ballo, dove era sempre l’uomo a condurre, in modo che la partner si sentisse protetta. La dama viene esibita al salone ma nello stesso tempo viene impedito che un altro uomo le chieda di ballare. Un ballo molto elegante e con un ritmo marcato, ma con "malandragem".
PH. CLAUDIA LUNDGREN
SVSAIAALLUGUTGTEIE EE BBAALLLLOO
L’artista plastico FIVO, brasiliano di MinasGerais, ma di origine italiana, ha rappresentato (di fianco) per noi il Malandro,
Agli inizi il samba di Gafiera non era accettato dalle classi più ricche, in quanto considerato contro gli usi e costumi dell’epoca poiché, a differenza del Samba no pè che si balla individualmente, o de la roda de samba, che si balla in circolo, la Gafiera è un sensuale ballo a due. Col passare del tempo la danza si è evoluta, tanto nella eleganza e tecnica, quanto nelle composizioni e musiche, con autori che hanno lasciato una eredità culturale unica; vale ricordare Noel Rosa, Dorival Caymmi, Cartola, Donga e Pixinguinha.
Finalmente il samba nel 1930 viene dichiarato musica nazionale e la élite culturale brasiliana ne riconosce il valore: il samba è l'identità di tutto il popolo brasiliano.
Una curiosità: il primo samba inciso si chiama Pelo Telefone, mi sembra un titolo assolutamente attuale in questi tempi di chiusura forzata.
CINEMA E BALLO
CLAY
PROGETTO ARTISTICO DI LUCA DI BARTOLO
CINEMA E BALLO
Clay nasce in occasione del DAP Festival 2017, festival di danza contemporanea a Pietrasanta (LU), con l'incarico dato all’AD Studio di Alberto Desirò, supportato dal sottoscritto per la creazione di una documentazione artistica dell'intero evento. Ci trovavamo ospiti a casa dello scultore svedese JørgenHaugenSørensen, uno dei tre artisti impegnati nella preparazione dell’opera “The Crowd”, coreografia di Sebastian Kloborg con musica di KimElweg, entrambi danesi. La coreografia per 4 danzatori e 10 allievi del festival, aveva l'intenzione di raffigurare il bisogno umano di appartenere ad una società, ad una famiglia, alla fede ed anche alla morte, ma anche che cosa significa starne fuori, da soli ed il bisogno di solitudine. L'ispirazione per il pezzo era nata attraverso la scultura di JørgenHaugenSørensen ‘The Crowd’. La scultura riprodotta in vetroresina, suddivisa in più parti, sarebbe stata ricomposta attraverso la rimozione di alcune delle 'figure', sostituite da ballerini durante lo spettacolo, rendendo scultura e ballerini una sola unità. In tale contesto, un pomeriggio, Jørgen e la moglie Eli Benveniste, anch’essa scultrice, avevano avuto l’idea di sperimentare con tre dei quattro danzatori, utilizzando bende, cerotti e argille di diversi colori applicati sui loro corpi. Il tutto avvenne all'interno dello studio, ex cappella intonacata a calce, un ambiente semplice ma affascinante, con un altare sul fondo, una porta sul fronte e due piccole finestre ai lati di essa. Fu una sorta di gioco tra bambini adulti, c’era chi giocava con la creta e chi col suo corpo! È da questo che nasce l’intera serie di fotografie che ha dato forma a CLAY.
Danzatori: Ana Sendas, Thomas Johnansen Elena Martinez Ibar https://www.lucadibartolo.it/fotografia/progettiartistici/progetti-artistici-clay/ https://vimeo.com/395213059/8585e9036c
CINEMA E BALLO
Dance Marathons. Quelle pazze... pazze... maratone di ballo
di Giovanni Fenu
Nel suo romanzo del 1935 eloquentemente intitolato Non si uccidono così anche i cavalli? Horace McCoy narra l’avventuroso viaggio di due giovani – Robert e Gloria – che, giunti a Hollywood in cerca di fortuna, prendono parte ad una maratona di ballo. Dalle pagine del libro traspare una lucida analisi di queste manifestazioni; l’autore ci fornisce un’accurata descrizione di tutta la variegata umanità che prende parte a queste gare danzanti e, malgrado il finale non sia roseo, restituisce al lettore un’efficace testimonianza di questa mania in voga negli Stati Uniti degli anni Venti e Trenta. Eh già, perché occorre risalire al 30 marzo 1923 per assistere alla prima maratona di ballo “ufficiale” di cui si abbia nota. La mette in atto, presso la modesta “Audubon Ballroom” di New York, la trentaduenne texana Alma Cumings che balla pressoché ininterrottamente per ben 27 ore: dalle 18:57 di sabato 30 marzo alle 21:57 di domenica 31 marzo, esibendosi in un mix di fox trot, walzer e altri balli e cambiando sei partner e svariate paia di scarpe. L’esibizione della Cumings dà il via a una vera e propria esplosione di “maratone danzanti” in giro per gli States, con ballerini, o presunti tali, intenti a strappare il record alla giovane texana. Cosa che puntualmente avviene quando il 12 aprile 1923 Helen Mayer di Cleveland stabilisce un nuovo strabiliante primato danzando per ben 52 ore e 16 minuti. È un’America, questa, che danza per passione, per divertimento, per mettersi alle spalle il difficile periodo bellico e festeggiare al meglio i prosperosi anni Venti che sembrano garantire, ai giovani in particolar modo, un benessere infinito. Ed è così che le "dance marathons" sublimano questa apoteosi del vizio, del divertimento e, allo stesso tempo, però, fanno un po’ scadere il valore dell’arte tersicorea. Per partecipare a queste maratone, infatti, non occorre –anche se ciò non guasta – avere chissà quali doti ballerine, quanto piuttosto una forte passione e un’eccellente resistenza fisica. D’altronde in gare che richiedono molte ore, quando non addirittura giorni, da trascorrere ballando o almeno trascinando i piedi per restare in movimento, è inevitabile che la qualità della danza passi inesorabilmente in secondo piano. Se fino alla fine degli anni Venti la passione per il ballo guida i ballerini, a partire dai primi anni Trenta, in concomitanza con il crollo di Wall Street del 1929, è l’aspetto economico a motivare i partecipanti e gli organizzatori che, fiutato il business, trasformano le maratone di ballo in veri e propri spettacoli ai quali fanno da cornice una serie di eventi che preparano il terreno alla sfida vera e propria. Sponsor, orchestre più o meno famose, fanno da apripista e da specchietto per le allodole nei confronti del pubblico che, pagando un prezzo irrisorio, può dimenticare per un po’ i problemi quotidiani che la “Grande depressione” ha portato con sé, magari sorseggiando un po’ di whisky di contrabbando. Ricchi premi, anche di ben 5.000 dollari o di 1.500, richiamano una gran folla di ballerini o presunti tali allettati dagli alti montepremi e dalla possibilità di avere, per qualche giorno, vitto e alloggio garantito, cosa non certa in quegli anni difficili. Non deve quindi meravigliare se a Chicago, nel 1930, si tiene una gigantesca maratona di ballo che si protrae per ben 2780 ore, circa 116 giorni, un’adunata oceanica che dimostra l’enorme successo che ormai riscuotono tali eventi. Il regolamento, d’altronde, non è ferreo: basta ballare, o trascinarsi in movimento, per 45 minuti ogni ora, con un quarto d’ora di pausa durante il quale i ballerini possono mangiare, rilassarsi o camminare. Il che fa sì che in molti casi queste gare diventino delle vere e proprie sfide ad eliminazione diretta, nel senso che vince chi, letteralmente, sopravvive alla fatica e ai malori che non di rado colgono i ballerini, qualcuno anche fatalmente. Alla fine degli anni Trenta il fenomeno delle maratone di ballo va scemando: vuoi per una legislazione che inizia a vietarle, vuoi per i sempre maggiori malori che si verificano in tali estenuanti prove, gli appassionati sembrano gettare la spugna. Il tutto, però, durerà un paio di decenni. Nel 1969, infatti, l’uscita sugli schermi cinematografici statunitensi del film “Non si uccidono così anche i cavalli?”, diretto dal regista Sidney Pollak e tratto dal già citato romanzo di McCoy, riaccende l’interesse per le maratone di ballo. Sull’euforia del successo della pellicola, molti studenti universitari “rispolverano” queste manifestazioni a scopi benefici; ed è così che, nel corso degli anni Settanta, hanno luogo tali esibizioni con l’intento di raccogliere fondi da destinare a organizzazioni umanitarie. E così, tra favorevoli e contrari, pian piano si torna in pista per nuove, estenuanti, appassionanti, Dance Marathons.
CINEMA E BALLO
CINEMA E BALLO
Tobia: “Quando l'Arte si Anima & l'Animazione diventa Arte”. di Gianluca Nardulli
Il cortometraggio “Tobia il nostromo del tempo - Reboot Edition”, è la nuova opera audiovisiva prodotta e diretta dalla pluripremiata regista e scrittrice Caterina Ponti. È la prima realizzazione italiana di un nuovo format, da noi battezzato “Multivisione”, che miscela, in modo sapiente ed equilibrato, diverse arti: la pittura, la scrittura, la musica e la cinematografia. Facendo ricorso ad un’animazione volutamente “sperimentale”, vi è un coinvolgimento di quadri animati ed immagini “live action”, che crea un incontro di arti arricchiti da musica “a tema” che, a sua volta, fruisce di una parte narrativa recitata in modo magistrale ed attraente. Un’assoluta novità per il mondo dell’audiovisuale. L’incipit, nonché frase di lancio, è “Quando l'Arte si anima & l'Animazione diventa Arte”. “Tobia il nostromo del tempo - Reboot Edition”, è uno “Sperimental Art Animation Short” tutto Made in Italy arricchito dal “FRUSSS - Full Range Ultra Stereo Sound System” di mia personale brandizzazione. Il “Tobia” citato nel titolo è il nome di un fanciullo, un bambino “speciale” dei nostri giorni che, in una dimensione fantastica, sospesa tra il reale ed il sogno (che sfocia anche nell’incubo venato di allucinazione) vive un’avventura carica di elementi e di situazioni ai confini della realtà; oltrepassando i limiti della sua stessa fervida immaginazione, Tobia fronteggia insidie ed ostacoli incredibili e poliformi, con l’obiettivo di fermare il tempo che scorre per tutti, inesorabile ed inarrestabile. In una lotta che sembra disperata ed impari, si scontra da solo con figure bizzarre e pericolose, trovandosi al centro di avventure fantastiche ed oniriche. Il piccolo Tobia tenta l’impossibile, servendosi dell’energia più possente e duratura che ha dentro di sé : l’Amore, nelle sue molteplici accezioni. Il fanciullo in una notte di stelle e sonno profondo, incontra in sogno un’insidia che lo minaccia, lo insegue e lo bracca. Infine lo porta a vedere il suo volto di bambino diventare quello di un ragazzo, di un uomo, di un vecchio, poi di mute spoglie. Per fortuna è soltanto un sogno, ma la paura si è svegliata con lui. Forse per la prima volta Tobia ha compreso la brevità dell’esistenza, col suo incalzare stretto del tempo. Nella mente scorre l’immagine del suo volto che invecchia e muore, ripetutamente. La famiglia dorme, non c’è nessuno che possa consolarlo. Il tempo, la chiave di tutto è il tempo. Tobia scende dal letto e si dirige verso il vecchio orologio a pendolo. Ne osserva le lancette che si spostano inesorabili ed inarrestabili. Nel quadrante vede riflesso il suo volto: mentre le lancette scorrono in avanti lo rivede cambiare in quello di ragazzo, uomo, vecchio, e poi defunto. Mosso da un impulso inspiegabile, le sue manine afferrano le lancette. Tobia comincia una lotta contro il tempo. È duro e doloroso, ma alla fine il tempo si ferma. Tobia è felice, trionfante. Ma se il tempo è fermo, allo spazio cosa succede? Tobia precipita subito in un vortice di alterazioni e di allucinazioni, un labirinto popolato da creature bizzarre molto pericolose. Tobia deve combattere corpo a corpo contro mille ostacoli. È tutta colpa del tempo, che non scorre più. Eppure, una via d’uscita deve esserci. Basta correre ed aprire una porta… “Tobia...” è stato presentato con successo come “Evento Speciale” in anteprima circa un anno fa, all’edizione 2019 del noto “Fantafestival” capitolino. Caterina Ponti ha ricevuto presso Palazzo Merulana il Premio “A.A. Fantascienza Cercasi”, con la motivazione: "per l'uso innovativo del linguaggio unito all'immagine animata". Il soggetto, la sceneggiatura ed i disegni di stile originale, sono del poliedrico artista, Paolo Di Orazio. La storia è una favola moderna ma gotica alla Poe, che richiama il “fanciullino" pascoliana. L'animazione, gli effetti speciali ed il montaggio di “Tobia” sono di Nicola Barnaba (anch’egli, per altro, regista di cortometraggi e lungometraggi); il commento musicale è di Gianni Caratelli. La voce narrante è di Eva Ricca, da 50 anni tra le più apprezzate e prolifiche attrici, doppiatrici e direttrici di doppiaggio del nostro Paese. Gli spettatori, gli addetti ai lavori ed i giornalisti che hanno già potuto vedere questo corto, hanno espresso giudizi molto positivi ed assai lusinghieri. “Tobia” è stato ufficialmente selezionato dal “B.A.F.F. - Busto Arsizio Film Festival - Sezione Corti” che quest’anno è stato rimandato a data (ancora) da destinarsi. Non mi resta, quindi, che augurare una "buona visione" a tutti …
CINEMA E BALLO
Caterina Ponti : regista e produttrice di talento! La regista/produttrice di "TOBIA IL NOSTROMO DEL TEMPO - REBOOT EDITION" Caterina Ponti ha fatto il suo ingresso nel mondo dello spettacolo e della cultura in giovanissima età, come fotografa, regista e produttrice di video-documenti, documentari didattici, riprese televisive, interviste ad ospiti nazionali ed internazionali di una serie di eventi e festival cinematografici. Ha collaborato al lancio internazionale di alcuni films hollywoodiani girati in Italia (“DAYLIGHTTRAPPOLA NEL TUNNEL” di Rob Cohen con Sylvester Stallone, “U-571” di Jonathan Mostow, con Matthew McConaughey, “HANNIBAL” di Ridley Scott con Anthony Hopkins). È Direttrice Artistica di “ONDADONNAWOMANWAVE”, manifestazione cinematografica, culturale, multimediale, a carattere sociale di respiro internazionale, dal marzo 1999. Ha partecipato in qualità di “Special Extra”, in “piccoli ruoli” in alcuni film: “DOUBLE CROSS on COSTA’S ISLAND”, ed i già citati “DAYLIGHT”, “U-571”, “HANNIBAL”. Dopo essere stata ospite in studio di TELE + per la diretta televisiva esclusiva dei Premi Oscar 2001, è stata testimonial della kermesse benefica intitolata “I BAMBINI DEL PLANET PER I BAMBINI DEL MONDO”, con la CPP e Planet Hollywood - Roma (2001). Nel giugno 2002, la Giuria del “Premio Internazionale Pasquale Rotondi ai Salvatori dell’Arte” (Sassocorvaro) le ha attribuito il Premio Speciale in qualità di “produttore e distributore multimediale di successo dedita alla divulgazione della cultura e dei sentimenti”; il Premio Speciale le è stato consegnato dal compianto notissimo sceneggiatore/scrittore/poeta Tonino Guerra. Ha ideato e co-diretto la prima edizione di "VALENTINE'S DAYS" nel 2004, un’inedita kermesse multi-mediale realizzata sul territorio del Montefeltro (Marche), terra di S. Valentino Martire, di cui è stata nominata dalle autorità ed istituzioni locali “Madrina”. È co-autrice, assieme a me, di vari soggetti e sceneggiature per lungometraggi e cortometraggi. È stata contributor di vari libri-monografici realizzati in occasione della rassegna “PRIMO PIANO SULL’AUTORE” di Assisi. Con “MEDITERRANEO MARE DI VITA”, il primo film documentario italiano di 'EDUTAINMENT' da lei diretto, prodotto e co-ideato (insieme al sottoscritto), la Ponti ha conquistato nel 2012 tre riconoscimenti internazionali: il Premio Speciale del “Roma Film Festival”, il Premio Speciale all’Innovazione del 32° “Fantafestival” capitolino e la Medaglia ‘Con il Rotary incontro al Mondo - Rotary International’ ricevuta dal Rotary Club Rimini Riviera. Nel 2013 ha realizzato la “THE DIRECTOR’S CUT” del suo acclamato MMDV. Nel 2014 ha scritto e pubblicato il suo romanzo d’esordio di genere fictional thriller "IL PERICOLO NON È IL MIO MESTIERE MA MI SEGUE COME UN'OMBRA", parzialmente ambientato nella sua Regione natia, la Sardegna. Nel Dicembre 2014, la Ponti è stata insignita del prestigioso Premio Domenico Meccoli "ScriverediCinema" "Speciale 100 Anni", per il suo film-documentario "Mediterraneo Mare di Vita", consegnatoLe in occasione della 33a edizione della Rassegna "Primo Piano sull'Autore". La Ponti il 4 Ottobre 2017 ha ricevuto il Premio dell’ “Associazione Culturale Comandante Raimondo Bucher” ed il riconoscimento del Comune di Arzachena, a seguito della “premiere sarda” della s.m. “THE DIRECTOR’S CUT” del suo “MEDITERRANEO MARE DI VITA”, realizzata presso l'Auditorium locale con il Patrocinio del Comune ed in collaborazione con l'Ass.ne Comandante R. Bucher. “MMDV” è stato selezionato dalla prossima edizione dell’Aqua Film Festival capitolino. Ha recentemente pubblicato la prima edizione del libro autobiografico “RICORDI MA NON SOLO” scritto dalla madre Simonetta Sotgiu, da poco scomparsa, cui “TOBIA...” è dedicato
STORIA E BALLO
OLGA YOSIFOVNA PREOBRAZHENSKAYA San Pietroburgo, 2 febbraio 1871 – Parigi, 27 dicembre 1962
LA MADRE DELLA "LYRIC DANCE" prof.sa
Maria Luisa Bossone
SSTAAOLLURUTITAEE EE BBAALLLLOO
Ol'ga YosifovnaPreobrazhenskaya, conosciuta come Olga Preobrajenska, è nata il 2 febbraio 1871, a San Pietroburgo. Nasce con la spina dorsale storta, e per tutti i medici dell’epoca la piccola non potrà mai diventare ballerina. Ma il sogno di diventare danzatrice non abbandona mai la piccola Olga; per anni i suoi genitori cercarono invano di iscriverla ad una scuola di danza, ma puntualmente ogni commissione di selezione la respingeva come candidata. Dopo tre anni di tentativi, a 8 anni, Olga viene accettata nella Scuola Imperiale di Balletto, è il 1879. Nonostante i suoi difetti fisici, la Preobraženskajasi si impegna moltissimo, seguendo l'addestramento dei maestri istruttori, Marius Petipa, LevIvanov e Anna Johansson. La sua resilienza le fece sviluppare una rotazione a 180°, il desiderio più ambito di ogni ballerino, e una punta di piede eccellenti, nonostante la sua schiena curva rimanesse fastidiosa. Era anche naturalmente espressiva, portando nuova vita ad un repertorio "trito" ed esibiva la desiderata morbidezza e grazia di una ballerina. Oltre al suo amore per la danza, la Preobraženskaja aveva una musicalità che la rendeva unica: studiava canto, eseguiva arie d'opera e suonava il pianoforte magistralmente; tutte queste doti le fecero sviluppare inconsapevolmente un suo stile di danza particolare, codificato nel tempo come Lyric Dance. Preobrajenska inizia la sua formazione nel 1879 presso la Imperial Theater School di San Pietroburgo, con gli insegnanti Christian Johansson, LevIvanov e Marius Petipa . Dopo la laurea, inizia a prendere lezioni dall'insegnante italiano Enrico Cecchetti, e nel 1889 si unsce al Balletto Mariinsky, guadagnandosi dopo un anno il titolo di prima ballerina. Lavora con i più grandi coreografi del tempo, da Petipa a Ivanov e Michel Fokine. L'ampio repertorio di Preobrajenska comprendeva ruoli da protagonista in Coppélia , La Fille mal gardée , Esmeralda , Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata e LesSylphides . A differenza delle sue colleghe del tempo, MathildeKschessinska e Anna Pavlova, Preobrajenska era famosa per la sua recitazione drammatica, per la creatività lirica delle sue esibizioni e il suo amore per l'improvvisazione, caratteristiche che l'hanno resa una delle ballerine preferite dai critici e dal pubblico, apprezzata per la sua versatilità; era, infatti, sempre a suo agio nel ballare qualsiasi ruolo che le veniva proposto, sia dalle produzioni classiche che d'avanguardia. Nel 1921, dopo la rivoluzione russa e l'instaurazione dell'Unione Sovietica, Olga Preobrajenska emigrò e insegnò per due anni a Milano, Londra, Buenos Aires e Berlino, prima di stabilirsi definitivamente a Parigi con la grande comunità bianca emigrata all’inizio del secolo scorso; sono questi gli anni in cui la popolarità di Preobrajenska cresce nei teatri dell’Europa e Sud America. Sebbene fosse già un’abile ballerina, Preobrajenska, per tutta la sua carriera, continua a prendere lezioni dai migliori insegnanti internazionali, lavorando diligentemente per migliorare, padroneggiare e approfondire le possibilità espressive della danza. La passione per la tecnica e l’attenta analisi del movimento, diventano i punti di forza apprezzati da tutti i suoi allievi, a partire da quelli che hanno frequentato l’Imperial Theater School, negli anni in cui vi ha insegnato (1901-1902 e 1914-1921 durante il quale la scuola fu ribattezzata Petrograd State Ballet School). Come istruttrice, ha contribuito a formare le generazioni future di ballerini russi, tra cui Agrippina Vaganova , creatrice del metodo Vaganova, diventato fondamentale nella scuola coreografica russa. Nel 1922 Preobrajenska emigrò dalla Russia , insegnando a Milano, Londra, Buenos Aires e Berlino prima di trasferirsi a Parigi nel 1923. Qui fondò una scuola di balletto, dove tenne lezioni fino al suo pensionamento nel 1960. Dalla sua accademia sono usciti molti ballerini di talento, tra cui Irina Baronova e Tamara Toumanova (due delle tre "baby ballerine" dei Balletti Russi di Monte Carlo), Igor Youskevitch, Milorad Miskovitch, Margot Fonteyn, Maurice Béjart, Alberto Alonso, Tatiana Dokoudovska. Olga Yosifovna Preobrazhenskaya muore il 27 dicembre 1962 a Saint-Mandé, in Francia, all’età di 91 anni. È sepolta nella sezione ortodossa del Cimitero russo di SainteGeneviève-des-Bois.
LYRIC DANCE
La danza lirica è uno stile di danza che racchiude in sé vari generi: danza classica , jazz , acrobazie , moderne e hip hop , mantenendo la propria autonomia. Secondo varie ricerche questo stile di danza è stato fortemente associata a stati d'animo emozionali visualizzati in modo chiaro, attraverso
rapidi movimenti strutturati da strategie
coreografiche; l'accento sulla visualizzazione virtuosistica del ballerino narra testi di canzoni, ed è eseguita da gruppi che ballano all'unisono.A differenza del passato lo stile “Lirico” è di solito ballato su un ritmo più veloce del balletto, ma ridotto rispettoal Jazz. La danza “lirica” attualmente è utilizzata nei concorsi di danza, comeil popolare show televisivo “So You Think You Can Dance” (SYTYCD).La danza lirica è uno storytelling basato sulla connessione emotiva, fortemente influenzato dal balletto.La danza Lirica non deve essere confusa con la danza contemporanea, termine generico che racchiude gli stili di danza più specifici sotto di essa. La danza lirica, invece, è uno stile di danza molto specifico della categoria jazz.
SPORT E BALLO
Katarina Witt (Berlino Est, 3 dicembre 1965) Campionessa olimpica sul ghiaccio. Alla fine degli anni 80, contribuĂŹ alla notorietĂ della disciplina presentando in una competizione una coreografia sulle musica di "Bad" di Michael Jackson.
DANZA SU GHIACCIO di Pina Delle Site
S PSSOAARLLTUUTTEEE BEEA B LBLAAOLLLLOO Ogni
volta
che
si
ammira
una
specialità,
sia
essa
artistica, in senso lato, che sportiva, non si può fare a meno di ricondurre tutto alla danza; ed è così anche per una disciplina particolare, nota a tutti: il pattinaggio. Esso
nasce,
diversi
secoli
fa,
nei
Paesi
Bassi,
per
ghiacciate;
naturalmente,
come
molte
altre
attività, si evolve nel tempo, sino a divenire una vera e propria
pratica
aspetti
e
sportiva
caratteri
che,
appropriandosi
diversi,
genererà
la
poi
di
nascita
di
varianti e specialità con caratteristiche proprie. Quello
che
analizzeremo
particolare
aspetto
del
in
questa
pattinaggio
artistico
un
(o
di
ad
Olimpici
invernali
olimpico
essere
incluso sin
ufficiale
nel
nel
dal
programma
1908,
1976,
anno
e che
dei
Giochi
divenuto
sport
vede
la
coppia
Lyudmila Pakhomova e Alexandr Gorshkov (nella foto) aggiudicarsi,
per
prima,
interessa,
allora,
artistico?
Diciamo
sede, sulle
in
un’analisi linee,
dato
per
modo
medaglia
che sui
rotazioni,
su
un
ma
non
del
sulle
regole
forse
cosa
in
questa
sulle
figure,
ecc.
,
trascurato,
chiaramente
ci
pattinaggio
faremo,
movimenti,
aspetto
scontato,
d’oro;
particolare
subito
tecnica
sulle
soffermeremo
la
ma a
ci
volte
evidente,
che
riguarda il ruolo e l’influenza che l’Arte Tersicorea ha esercitato su questa particolare forma di pattinaggio. É
interessante,
infatti,
raccontare
che
il
ballo
che
tutti
gli
“spettacoli”
realizzati
sulle
piste ghiacciate, sono il frutto della creatività di veri e propri
coreografi
della
danza,
e
che
coloro
che
eseguono le coreografie non sono semplici pattinatori, bensì dei
“particolari ballerini”, che assumono la postura
ballerini,
corpo,
ma
non
per
solo
per
garantire
trasmettere
lo
stesso
gli
equilibri
feeling,
del
fatto
di
sguardi e gesti che caratterizza le coppie protagoniste dei
balli
da
sala
adeguandoli,
e
rappresentano ed Gli
stessi
indossati
abiti, dai
leggeri
per
pattini;
di
che
di
essi
naturalmente,
al
emulano tipo
di
i
movimenti
disciplina
che
al tipo di ambiente in cui si muovono. ad
esempio,
ballerini
facilitare uguale
dei i
sono
balli
da
ispirati
ispirazione
agli
sala,
anche
su
ghiaccio
movimenti
anche
il
abiti
se
più
e
su
trucco
e
l’acconciatura, le musiche… C’è
stata,
riferibile
in
agli
tentativo,
realtà, anni
una
’70,
piccola
durante
soprattutto
da
parentesi
cui
si
parte
è
storica
assistito
delle
al
squadre
sovietiche, di allontanare il ballo su ghiaccio dalla fonte originaria
di
ispirazione,
il
ballo
da
sala,
cercando
di
arricchirlo di elementi drammatici che gli conferivano un aspetto più propriamente teatrale; cambiano quindi le
performance,
cambiano
le
musiche,
cambia
lo
spettacolo vero e proprio. Sarà l’ISU (Judging System, il Sistema
di
giudizio
che
giudica
le
discipline
del
pattinaggio di figura), negli anni successivi, a riportare il ballo su ghiaccio a ricongiungersi alla propria origine, quella
appunto
dei
balli
da
sala,
ed
a
sancire
il
forte
legame esistente tra le due attività, attraverso vere e proprie Alla
regole e restrizioni.
luce
di
quanto
detto,
possiamo
allora
farci
una
domanda: il pattinaggio artistico, il ballo su ghiaccio, sono
più
vicini
al
pattinaggio
come
attività
competizione,
sport
ferree
spesso
specialità
del
in
ed
senso
un
assoluto
grande
esagerato,
che
pattinaggio
ad
senso a
essi e
volte
essere
hanno
spirito ha
di
portato
protagonista
della cronaca, per motivazioni non certo piacevoli;
tuonò in
ambente sportivo, ad esempio, lo scandalo in cui fu coinvolta la pattinatrice Tonya Harding, che nel 1994
fu complice di
un’aggressione ai danni della pattinatrice Nancy Kerrigan, in seguito
alla
quale
Campionati
ancora
gli
quest’ultima
nazionali, di
fu
costretta
lasciando
conquistare
atteggiamenti
il
titolo
“poco
a
così
ritirarsi
alla
nazionale;
sportivi”
di
dai
Harding
vari
furono
Tonya,
che
provocarono la sua parabola ascendente, in quanto punita dai giudici. Ma se il vincere a tutti i costi non sempre paga, vari sono
anche
gli
esempi
contraddistingue
lo
centinaia di piacevoli
di
sport,
quella e
competizione
grazie
a
cui
si
è
sana
che
assistito
a
gare nel corso degli anni.
In cosa, invece, il pattinaggio artistico risulta più vicino alla danza? É evidente che, alla luce delle osservazioni fatte, possiamo affermare, senza alcun dubbio, che dall’Arte di Tersicore esso ha appreso gli aspetti più belli; che la danza
ha concesso “in
prestito” alla nostra disciplina sui pattini, tutto ciò che le è servito danza
per diventare la specialità che ha
“dato
anima”
ad
poi è diventata; che la
un’attività
fatta
forse
solo
di
tecnica e di sforzo fisico, oltre che di competizione … Cos’è allora il pattinaggio artistico?
su
ghiaccio si ispira ai balli da sala, in modo particolare al ballo liscio,
dallo
regole
l’opportunità
sede,sarà
figura), nella variante di danza su ghiaccio, primo sport invernale
appreso
questa
una
finalità pratica: potersi spostare da un luogo all’altro su distese
Certamente,
sportiva
fine a se stessa, oppure sono più assimilabili alla danza?
E’ danza fatta in modo particolare, da ballerini accessori e “scarpette particolari”,
che indossano
in una “sala particolare” e
su una “superficie particolare” fatta di ghiaccio. Ancora una volta la danza si conferma
essere “La Madre di Tutte le Arti”,
da cui tutte le Arti traggono origine, apprendono, si ispirano ed a cui ritornano!
SSAPALELUTUTTTEAE CEEOBBL AIALLELLOOB A L L O
Duets and Solos MARIO BRUNELLO E BEATRICE RANA CON LE STELLE DELLA DANZA
SSPAAELLTUUTTTAEECEEO LBBIAALELLLBOOA L L O
Si esce dalle giornate buie dell’emergenza a riascoltare virtuosi della musica e a rivedere étoile del balletto con una speciale serata di musica e danza intitolata, con semplicità, DUETS AND SOLOS, a cura di Daniele Cipriani, con la consulenza musicale di GastónFournier-Facio. Sarà in scena il 18 luglio 2020, ore 21.30, alla Rocca Brancaleone, nell’ambito del Ravenna Festival in collaborazione con Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova – Festival del Balletto di Nervi. La linfa vitale riprende a scorrere e a rianimare la scena italiana, ma vigono severe regole di distanziamento sociale; si riparte, quindi, con due grandi musicisti, la pianista Beatrice Rana e il violoncellista Mario Brunello, con étoiles della danza che danzeranno un programma di assoli: il francese Hugo Marchand dell’Opéra di Parigi, l’italiano Matteo Miccini del Balletto di Stoccarda e lo spagnolo Sergio Bernal, già del Ballet Nacional de España. Ma ci saranno anche degli straordinari passi a due, con quelle armoniose intrecciature, non certo socialmente distanziate, che i passi a due nel balletto classico spesso richiedono, con i partner avvinghiati, attorcigliati tra di loro. Ma niente paura, è tutto assolutamente regolare poiché verranno presentati da due coppie di étoiles che sono coppie anche nella vita. A Daniele Cipriani, ideatore e curatore dello spettacolo, lo spunto venne guardando le cosiddette "coppie stabili" che cenavano tranquillamente al ristorante senza alcun pannello divisorio: “Fortunatamente, nel mondo della danza, ci sono molti ballerini che fanno coppia e tra loro, anche diverse étoiles, come le coppie che danzeranno a Ravenna: Silvia Azzoni/Alexander Ryabko (Hamburg Ballet, italiana lei, ucraino lui) e Iana Salenko/Marian Walter (Opera di Berlino, ucraina lei, tedesco lui) che, quindi, potranno tranquillamente toccarsi, abbracciarsi e stringersi senza contravvenire ad alcuna regola.” Si dà il caso, inoltre, che diverse note coreografie, assoli e passi a due, furono create su pagine musicali per pianoforte e/o violoncello, che verranno quindi eseguite dal vivo da Brunello e dalla Rana; ed ecco che è stato possibile mettere insieme un interessante programma su celebri brani di grandi compositori, in cui due arti sorelle, quelle di Euterpe e di Tersicore, si intessono, ognuna mantenendo la propria cifra, ma formando un’unica stoffa. Grazie alla magia che solo l’arte sa regalare, si può parlare eccezionalmente di “passi di musica, note di danza”. Tra i coreografi spiccano i nomi di Fokine, ma anche di celebri autori del ‘900 o contemporanei.
Tra le curiosità, una moderna Morte del Cigno al maschile (coreografia di Cue), interpretata da Sergio Bernal, che il pubblico potrà apprezzare accanto alla tradizionale Morte del Cigno di Fokine interpretato da Iana Salenko (musica di Saint-Saëns). Bernal non mancherà comunque anche di regalarci uno dei quei suoi roventi brani iberici che mandano il pubblico in visibilio. Hugo Marchand è l’interprete di Suite of Dances di Robbins (musiche di Bach), balletto originariamente creato per Mikhail Baryshnikov, mentre Matteo Miccini interpreta un assolo da SSSS di Clug (musica di Chopin). Una coppia al maschile (di cui farà parte Bernal) interpreterà Folia de Caballeros, originale passo a due maschile (musica di Corelli, coreografia di Bernal/De Luz), in cui i due “caballeros” danzano a distanza senza toccarsi mai. Per i passi a due “in famiglia” possiamo aspettarci Thaïs di Roland Petit (musica di Massenet), interpretato da Salenko/Walter mentre la coppia Azzoni/Ryabko sarà interprete di Nocturnes di Neumeier (musica d Chopin) e Sonate di Scholz (Rachmaninoff). I momenti di sola musica comprenderanno la Quadrille per violoncello e pianoforte (dal secondo atto dell’opera Not Love Alone) di Rodion Shchedrin, interpretato da Mario Brunello e Beatrice Rana; quest’ultima interpreterà pure Aria (dalle Variazioni Goldberg) di Bach e La Valse di Ravel. Una serata dove, malgrado il distanziamento ancora richiesto in questo momento, si può essere insieme: arti diverse, artisti diversi, pubblico in sala. DUETS AND SOLOS esprime la felicità di una scena, fino a poco fa dormiente, come la Principessa Aurora nella fiaba, e il balletto che tutti conosciamo, la quale, spezzato il sortilegio, si risveglia da un lungo sonno in una magica notte di mezz’estate.
SSAOALLDUUATTEEE EBE ABBLAALLLOLLOO M
GUSTO E STILE La Moda nella danza sportiva presentata da
TRADIZIONE O PROIEZIONE SUL NUOVO CHE AVANZA? Anche il mondo del ballo non sfugge a questo dualismo. Tuttavia a Roma c'è un atelier che sa coniugare benissimo tradizione e moderno, fondendoli col suo stile inconfondibile apprezzato da tutti i danzatori che hanno avuto modo di toccare con mano, qualità e competenza.
UMORE ESTIVO Manufatti realizzati con sapienza dalle mani esperte dello stilista Maurizio Jovine, che ha creato la maison Jovine Dance. Fondata più di dieci anni fa, Jovine Dance ha avuto sempre maggiori consensi nel mondo del ballo, affermandosi come punto di riferimento per molti danzatori; le creazioni spaziano tra latino e caraibico, tra standard e tango, tra classico e modern
TROPPO TRENDY! Oggi Jovine Dance mette in evidenza la pura bellezza dell'abito e del danzatore che non ha più bisogno di nascondersi dietro allo scintillio di invadenti strass: “Gli strass devono essere solo dei delicati punti luce e non un invadente luccichio che distrae l'occhio dalla bellezza dell'abito e dalle perfette movenze dei danseurs. Abito e danzatore devono apparire come un corpo unico che sinuosamente ammaliano e generano emozioni in coloro che li ammirano”. Questo afferma Jovine Maurizio, che è sempre alla ricerca dellaì perfezione e della assoluta qualità dei materiali usati. Si, strizziamo l'occhio al nuovo che avanza, ma salvaguardiamo ma salvaguardiamo la preziosa qualità della tradizione manufatturiera italiana.
KY N U F E C N Tony Attinà A U N E L : by Eltogroup 0 2 0 2 I L L E AP C COLORANO IL POST COVID A D O M SSAEAALLUUTTEYE EE BB AA LL LL OO B
In
questo
momento
difficile,
ed
anche
considerevolmente
imortante, vista la pandemia covid19, le aziende hairstylist sono riuscite, non in tempi brevi e grazie ai dispositivi di protezione, a rimettersi in discussione per la “donna moderna” che anche in un periodo di crisi come questo, si ricorda e vuole sempre essere in voganella forma e colore dei propri capelli.
La mia esigenza di ripartire in questo momento è basata su : ”l’estate all’insegna del colore”. Negli ultimi dieci anni le tendenze colore della moda capelli sono molto
cambiate,
perché
sono
cambiate
le
esigenze
delle
consumatrici finali, per non parlare delle tinte e tagli “homemade” degli
ultimi
mesi
che
hanno
creato
molta
confusione
e
disastri
nelle teste delle più agguerrite.
L’hairstylist, o parrucchiere, si è rivelata una figura importante nella routine dello stare a casa per coloro che non sanno bene cosa vogliono, pero’ hanno sempre bisogno di sentirsi “diversi”, hanno bisogno di dare una sferzata alla loro giornata, hanno bisogno semplicemente di provare il piacere di andare dal loro fidato coiffeur.
Questa estate 2020, indirizzata
verso
multitonali,
non
a
tendenze
caso
,ma
cromatiche,
ne
sono
convinto,
affinché
gli
è
intrecci
le sfumature ben graduate e gli abbinamenti audaci
donino intensità, naturalezza e grinta. Basta solo decidersi e scegliere. Dal 2019 fino ad oggi, il trend si è saturato di la
sua
colori
rosso,
carica dei
ed
vedendo come protagonista il
ramato,
intensità
che
paradisi
,
fatta
tropicali,
di
come
pastello e audace del coral,
sfumature ad
esempio,
proclamato
in tutta
ricordano
i
la
versione
colore
pantone
dell’anno. Anche nel caso dei palette
ricca
di
capelli biondi o biondo platino
sfumature
dolci,
armoniose
e
vedremo una
naturali,
fino
a
versioni di maggiore impatto e ardite. Le due tendenze da definizione sono quella dei biondi glaciali e quella dei butter blonde (biondo color burro) Una grande rivincita, a mio avviso, per le more, che non dovranno piu’
rinunciare
necessariamente
al
proprio
colore,
come
in
passato, ma potranno arricchirlo, grazie ai progressi creati negli anni, per le sfumature sia calde che fredde. Mi
riferisco
ad
effetti
glace, oppure gli e il blu denim .
come
il
intrecci come
total black ed il color marron color tabacco, caramello rosato
Per completare lo scenario, chiaramente, non possono mancare le estroverse
proposte,
naive,
smodate
ed
elettriche
dei
colori
funky; capeggiati da giallo scuro, neon orange, rosa, le versioni pastello e, per chi lo desidera, il tocco di classe in bellezza con il glitter. Ci tengo a sottolineare che la tendenza dei capelli decolorati è una moda che non accenna a fermarsi e, fino ad oggi, chi non lo ha ancora fatto, ci sta sicuramente pensando.
SSBAAELLAUUUTTTEEY EEE BBBAAALLLLLOOO
0 2 0 2 H C R E E T I M H M U D S E I Y C T I U T A S E I L B O I T N . E A M N A I T B A C TRAT N I E R I U G E S E DA di Alessia Luna Pentivolpe
La
pelle
cutanei.
è
il
nostro
Essa
ci
fa
organo
barriera
interagire
con
ed
è
formata
l’ambiente
da
epidermide,
esterno,
di
sottocutaneo
conseguenza
smog,
e
anamnesi
radicali
liberi,
cambiamenti climatici sono alcuni tra i fattori che possono alterare il suo equilibrio.
Per questa estate 2020 le beauty-terapist consigliano trattamenti olistici (vegan friendly) ed hitech da eseguire in cabina. Dopo un’attenta anamnesi cutanea, valutiamo, insieme al cliente, se “necessaria” una pulizia viso, per poi indirizzare verso un trattamento specifico della pelle, più un mantenimento domiciliare. Il sole e i raggi UV disidratano la pelle; in questi casi noi consulenti di bellezza ci aggiorniamo per
soddisfare
la
clientela.
Nel
nostro
centro
estetico
,
ELTO
GROUP
TIGI
SALON,
stiamo
consigliando trattamenti rivitalizzanti OLOS, a base di collagene, acido ialuronico, plankton SPF, che, disidratano la pelle in profondità ristabilendo il Film idrolipidico. I trattamenti in cabina possono essere associati alla tecnologia, come la Radiofrequenza, dotata di un manipolo, che emette onde elettromagnetiche, generando calore stimolante le cellule del derma, per una pelle più liftata, compatta e distesa. Dona al viso un aspetto fresco,giovane e naturale! In parole semplici, noi professionisti del settore saremo sempre a disposizione per la cura della vostra pelle, perché è fondamentale avere sempre un viso più curato da esibire.
SSBAAELLAUUUTTTEEY EEE BBBAAALLLLLOOO
MAKEUP SUMMER
Seguendo l’istinto, guardando gli occhi di questa ragazza, ho pensato a dei colori solari, come possono essere quelli del mare e dell’alba estiva. In particolare ho usato un blue ed un arancio, che sono dei colori che non appartengono alla stessa famiglia, ma miscelandoli sono riuscito a creare un accostamento molto piacevole, senza cadere nell’ eccesso o nella eccessiva stravaganza. Nella scelta di questo trucco mi sono ispirato anche agli anni ’80 dove il colore era per eccellenza protagonista, dove gli ombretti arrivavano al limite delle sopracciglia ed il taglio dell’occhio veniva allungato senza creare delle vere e proprie sfumature ma, piuttosto, usando degli ombretti a degradè, creando delle nuances di colori. I fard venivano leggermente più marcati e la bocca delineata senza avere un tratto molto marcato. Sull’onda degli insegnamenti dei miei maestri, che insistevano sul fatto che il trucco non fosse solo tecnica ma un’espressione artistica, vale a dire che il buon truccatore si lascia colpire da un particolare e da lì sviluppa la propria “tela” e, contestualmente, ascolta le sensazioni trasmesse dalla persona che sta truccando, incontrando così l’esigenza ed il gusto della Cliente, che esplicita la propria aspettativa del make-up attraverso sguardi , parole, gestualità e scelta del profumo. Questa miriade di segnali che vengono lanciati nella direzione del truccatore ricettivo ottengono come risultato la creazione di lavori non pianificati, ma che prendono vita e forma durante il loro sviluppo.
Mauri Menga
www.mauri-makeup.com
SSBAAELLAUUUTTTEEY EEE BBBAAALLLLLOOO Ecco la nostra modella al naturale. Abbiamo una ragazza con un bel viso, ma con qualche piccola imperfezione da risolvere. Andremo, ora, per piccoli passi a valorizzare il suo volto.Con il camouflage andremo a creare una base perfetta e resistente all’acqua. Ci stiamo, infatti, anche occupando di un make-up estivo che dovrà essere resistente anche al sudore e all’acqua. Esso ci aiuterà anche a coprire tutti quei piccoli inestetismi che la pelle presenta. Per una maggior durata dell’ombretto, consiglio sempre di applicare l’ombretto base con un pennellino preventivamente inumidito con l’acqua.Questo sicuramente darà una durata superiore alle aspettative, facendo in modo che l’ombretto non sbiadisca o si formino le famose “pieghette” dovute alla sudorazione della palpebra. Tenendo ferma la palpebra con una lieve pressione del dito, applicheremo l’ombretto con il pennello previamente inumidito. Si consiglia di applicare l’ombretto muovendosi dal lato esterno al lato interno della palpebra. Ricordiamo che l’ombretto dovrà aderire alla rima cigliare. Una volta applicato l’ombretto, con il polpastrello lo faremo aderire con una lieve pressione. Questo farà in modo che abbia una resistenza impeccabile per tutta la giornata. Con un eyeliner andremo a sottolineare l’occhio creando una maggior intensità e profondità. Quando si applica l’eyeliner ci aiuteremo con un pennellino specifico, con questo metodo avremo una linea molto più sottile e precisa senza appesantire lo sguardo. Con l’aiuto di un pennellino a lingua di gatto, intriso di ombretto nero, andremo a sfumare il nostro eyeliner. Questo darà un effetto più morbido e allo stesso tempo aiuterà a sollevare lo sguardo. Come si vede nella foto, dovrà essere un piccolo triangolo che non deve superare la piega dell’occhio. Con l’aiuto di un pennellino a lingua di gatto, intriso di ombretto nero, andremo a sfumare il nostro eyeliner. Questo darà un effetto più morbido e allo stesso tempo aiuterà a sollevare lo sguardo. Come si vede nella foto, dovrà essere un piccolo triangolo che non deve superare la piega dell’occhio. Sottolineate lo sguardo con l’aiuto di una matita morbida. Il colore dovrà essere sempre in armonia con l’ombretto applicato sulla palpebra. Con lo stesso pennellino usato per la sfumatura andremo a sfumare la matita applicata alla palpebra inferiore, questo aiuterà ad ingrandire lo sguardo, creando contrasto con l’iride così da accentuarne il colore. Sicuramente una matita per le sopracciglia ci aiuterà in alcuni a riempirne i vuoti, in altri a delinearle creando degli sguardi più sofisticati oppure ci aiuterà ad alzare l’arcata sopraccigliare, creando un completamento più armonioso dello sguardo. Con un colore contrastante andremo a riempire la palpebra superiore per completare l’armonia cromatica dell’occhio. Per un tocco più fashion l’ombretto arancio è stato applicato anche al lato inferiore ed esterno dell’occhio. Come nella foto, si ottiene l’effetto di enfatizzare la sfumatura allungata verso l’esterno. Indispensabilmente, applicate sufficientemente mascara per ottenere l’effetto di uno sguardo più profondo. Quando applicate il mascara ricordatevi di farlo dal basso verso l’alto spingendo le ciglia all’esterno, questo vi permetterà di allungare visivamente l’occhio. Ricordatevi che le ciglia dovranno essere ad effetto pettinato e non agrumi. Delineiamo le labbra con una matita naturale per non creare contrasto con il rossetto, che avrebbe conseguenze estetiche sgradevoli e volgari. Tutto deve avere un armonia e senso del buon gusto. Quando applichiamo la matita, ricordiamoci, che dovrà essere applicata dall’esterno verso l’interno in maniera tale da arrotondare il labbro superiore creando un effetto più voluminoso e morbido. Sfumate, con l’aiuto di un pennello per le labbra, la matita muovendovi dall’esterno verso il centro della bocca. Questo darà uniformità alle labbra. Successivamente, applicate un rossetto o un gloss a Vs. piacimento rispettando sempre l’armonia dei colori. Ecco il nostro trucco completato. Come vedete nella foto, si tratta di un trucco semplice da effettuare, che aiuterà a valorizzare tutti i vostri lineamenti.
SSBAAELLAUUUTTTEEY EEE BBBAAALLLLLOOO
CAPELLI CORTI O LUNGHI?
di Ernesto Biagetti
È il momento di dare freschezza al nostro viso, bisogna donargli autenticità con scelte coraggiose e spesso drastiche. Il taglio lungo sta tramontando e si sta scoprendo che sempre meno donne rimangono ancorate al passato... Molte celebrity, ad esempio, si sono riappropriate, con un taglio alla loro chioma, di un aspetto più fresco, esaltando anche la loro personalità, come ad esempio la nostra Monica Bellucci (foto Instagram) che ci ha colti tutti di sorpresa, con un look nuovo, corto, fresco con una linea attenta ai particolari del viso. Una forte attenzione si pone alle nuove linee
carré,
leggere
sulle
punte
e
perfette
per
tutte
le
tipologie di viso, vanificando, cosi, la convinzione che il lungo sia sempre bello per tutti. La conferma ci arriva dall’America con una star d’eccezione, Cindy Crawford (foto instgram) che, con un taglio deciso alla sua folta chioma e con la realizzazione di un carré, è diventata, in una manciata di minuti, molto più giovane di quanto sia. Sembra avere l’età di sua figlia! (foto). Questo è anche
l’anno
delle
chiome
ricce,
con
un
ritorno
alle
acconciature voluminose degli anni ’80 e ’90, per un look estivo fresco e moderno. Oggi ci sono molte novità offerte dalle aziende del settore che, con i loro prodotti, danno supporto a tutti i vari tipi di Styling, esaltando sia il riccio naturale
che
permanente!).
permanentato Da
usare
(sì
molto
ragazze, in
è
questo
tornata periodo
la le
protezioni solari che preservano il capello dallo sbiadimento del
colore
riparazione
e
dalla
del
secchezza, capello
,
unitamente
soprattutto
a per
prodotti le
di
amiche
fedelissime che usano ancora la piastra (mi raccomando, usiamola solo una volta a settimana!!!), ottenendo, così, un successo garantito.
Un altro aspetto su cui porre l’attenzione è il colore:
basta
con
il
grigio,
ora
è
molto
apprezzato, da tantissime donne, il rame in tutte le sue sfumature e varianti, abbinato ad un trattamento vegano a base che
renderà
nutrita
e
la
nostra
lucente.
colorazione
e
taglio
di erbe tintorie,
chioma
Un
buon
ci
aiuterà
più
corposa,
trattamento a
non
di
passare
inosservate, indecise o anonime, e farà di voi persone decise, che sanno stare al passo con i tempi. Dedicate, quindi, più attenzione all’immagine e
parlatene
bellezza,
che
con
il
sarà
in
vostro grado
consulente di
proporvi
di una
soluzione mirata e giusta per esaltare ciò che ci piace, o nascondere quello che non ci piace. Se proprio non vi dà fiducia…cambiatelo! Siamo
nella
fase
della
rinascita,
impariamo
volerci bene e a voler bene ai nostri capelli…
https://www.ernestobiagetti.it/
a
CIBO E BALLO
MIRTILLI: I BENEFICI DEL BLU
di Pina Delle Site Carissimi amici, questo mese parliamo delle caratteristiche e dei benefici apportati da una famosa bacca, “piccola perla blu” per eccellenza: il mirtillo. Esso è un frutto molto versatile, in quanto
si
può
gustare
sotto
forma
di
marmellata,
di
succo,
di
frullato,
di
topping
che
accompagna spesso il gelato al cioccolato o la buonissima cheesecake, o, semplicemente, al naturale, spesso insieme allo yogurt, per allietare le nostre colazioni. Svariate sono le proprietà benefiche di questo piccolo frutto: previene le infezioni urinarie, è alleato della salute del cuore, della memoria e, soprattutto, è conosciuto perché migliora la circolazione sanguigna; ha, quindi, proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e vasodilatatorie, analizziamo, in modo semplice e sintetico il perché: la piccola e preziosa bacca, è ricca di vitamina A e C (in quantità maggiore), ma anche di sali minerali e di vitamine B1, B2 PP (in quantità minore); questi elementi sono molto importanti in quanto, grazie alla loro presenza, il mirtillo acquisisce il suo potere antiossidante; ciò significa che, rallentando il processo di invecchiamento cellulare, migliorano le attività cognitive, diventando alleati della memoria; essendo inoltre i mirtilli ricchi di vitamina C, la loro assunzione migliora la circolazione sanguigna, poiché tale sostanza rinforza i capillari; la loro assunzione è quindi di grande aiuto nel trattamento dei disturbi circolatori e di fragilità capillare anche a carico della retina. Un altro aspetto importante da sottolineare, è che tutte le sostanze contenute nei mirtilli, contrastano la formazione delle placche aterosclerotiche sulle pareti dei vasi sanguigni, contrastando, quindi, il colesterolo e, conseguentemente, tutti i disturbi da esso derivanti. Ma le
proprietà
di
questo
frutto
non
si
esauriscono
qui:
esso
viene
utilizzato
anche
nel
trattamento delle infezioni urinarie ed intestinali, in quanto le sostanze contenute nel mirtillo impediscono che i colibacilli si attacchino alle pareti dell’intestino e della vescica. E allora, cari amici, perché il mirtillo è un frutto versatile? Semplice: grazie a tutte le proprietà elencate, la sua assunzione è adatta a tutti, a grandi, piccoli, giovani e meno giovani, ma soprattutto, grazie anche all’energia che trasmette, a tutti gli
amici
sportivi
a
cui
la
piccola
perla
dà
una
marcia
in
più,
sia
prima
che
dopo
gli
allenamenti. Il caldo estivo è arrivato…la fatica aumenta… per molti di noi gli allenamenti continuano, per altri inizia il periodo del riposo…non ci resta che gustare un bel succo di mirtillo fresco o, perché no, un dissetante frullato di mirtillo con ghiaccio e qualche foglia di menta…e gustiamoci la nostra estate… E per i nostri pranzi le nostre cene estive, parlando di versatilità: la confettura di mirtillo è ottima ad accompagnare formaggi e carni…uniamo l’utile al dilettevole!!!
BEVANDE E BALLO di Danilo Pentivolpe bartender
Cocktail d'amore SUMMER 2020
La fase 4 del Covid19 ha portato alla riapertura di bar e ristoranti, portando gli operatori del settore dell'ospitalità a studiare un cambiamento senza precedenti. Dal 18° secolo ad oggi è diventato ormai impossibile. Immaginare il mondo della Mixology senza Gin. Alcune delle migliori bevande come il Martini e le sue varianti, un Gimlet, oppure un Aviation sono capisaldi consolidati, veri e propri simboli dei bar. Da diversi anni, molti clienti-appassionati hanno sviluppato un interesse per quello che è il lavoro del barista, interessandosi di cosa realmente si occupa, e che crea intorno a sè colori, profumi, forti shakerate e sorrisi smaglianti: il cocktail, il più delle volte creato sui gusti personali dei clienti , anche di quelli più abitudinari e seguaci delle classiche ricette internazionali. Il poter "ricreare" tra le mura domestiche la stessa situazione, con tanto di abito da cocktail, sta diventando una necessità per coloro che hanno sempre amato "giocare" all'ora dell'aperitivo, oppure nel dopocena, ambendo a creare quell’ atmosfera di cui solo gli operatori del settore sono capaci. Ciò nonostante, con la semplice reperibilità di prodotti ed attrezzature, ci si può cimentare in un mondo, dalla cultura ampio, a servizio di tutti coloro che si considerano appassionati.
Negroni
Gin&Tonic
60 ml GIN GIN 30 ml (tazzina da ACQUA TONICA (q.b) caffè) BITTER CAMPARI 30 ml VERMOUTH ROSSO 30 ml Preparazione: versare tutti gli
Preparazione:
ingredienti riportati, nell’ordine, nel
bicchiere e versate prima il GIN,
bicchiere,
ghiaccio ed infine l'acqua tonica e
aggiungere
ghiaccio,
prendete
un
mescolare e guarnire con una
mescolate. Guarnire con fetta di
fetta d'arancia.
limone o lime
e r n e o B c
a l e t u a C
La creatività nel mondo dei drink va oltre ogni confine geografico, mentale e tematico. I drink possono essere ispirati ad un amore, ad una emozione, ma anche ad un oggetto, ai luoghi del cuore e ad un film amato. Per scovare i bartender in Italia durante questa estate, potete affidarvi ad una app gratuita, scaricabile dal link www.blueblazer.it/app.
Pensiero del mese DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE
WWW.SOLOMENTE.IT È arrivata l'estate, tempo di vacanze, sole, mare, relax, divertimento e... musica da ballare. Ci sarà quest'anno la possibilità di scatenarsi a piedi nudi sulla sabbia? Credo che ognuno di noi porti dentro di sé il ricordo di quella canzone, di quel ballo, di quella danza liberatoria priva di pensieri, di quella notte magica al chiaro di luna; e di quella sera iniziata guardando il tramonto del sole sul mare, con la compagnia degli amici e le note che piano piano iniziano a spandersi nell'aria fresca. Poi un crescendo di emozioni, con le scarpe che volano via insieme alle preoccupazioni, seguendo il ritmo con i passi e con il cuore in un unico battito. Un ballo di libertà, senza costrizioni fisiche o mentali, chiudendo gli occhi appena qualche secondo per assaporare meglio quella sensazione di benessere, un benessere assoluto, difficile da descrivere a parole. Si può ballare per ore, con la musica giusta. Ci si ritrova poi un po' cambiati, stanchi ma allo stesso tempo rigenerati. Ancora pieni di energia per cercare le scarpe, dimenticate chissà dove, sotto una luce argentea, e per tornare a casa felici.
https://www.solomente.it/
TUTTOBALLO 20 | BACHECA
Libri "Danzatore" e "attore" sono termini che evocano tradizioni ed istituzioni teatrali, culture e contesti diversi. Individuando momenti storici di particolare rilievo dal ballet d'action di Noverre al Tanztheater di Pina Bausch - si pone la questione della separazione fra teatro e danza, accogliendo la sfida di artisti nella ricerca ancora viva di "ciò che muove gli uomini e non il modo in cui si muovono". Partendo dalla premessa del bel danzare e dell'imitazione della natura nel XVIII secolo e della pantomima nel balletto ottocentesco, si sottolineano accanto a stili e codici i gesto e l'espressione. Nel panorama europeo del Novecento - dove si intrecciano ricerche ed esperienze tra movimento e azione - si evidenzia la centralità del pensiero-in-movimento di Laban e la trascendenza di Nizinskij. Questa antologia, suddivisa in quattro parti, alterna studi storici e teorici a biografie ed interviste, in una rilettura destinata non solo agli studenti universitari e ai danzatori, ma anche a coloro che intendono confrontarsi con una delle tematiche scottanti nel mondo del teatro.
Musica “Dillo Alla Danza“ è la compilation che unisce la musica al ballo ed è disponibile su tutti i digital store L’idea nasce da Fabrizio Silvestri, giornalista e autore Rai, presidente dell’Associazione “Stefano Francia”EnjoyArt, con la collaborazione del Pomodoro Studio Always. Dopo aver cancellato fisicamente i festeggiamenti, del 29 aprile, Giornata Mondiale della Danza, gli organizzatori hanno deciso, nella stessa data, di omaggiare ugualmente la dea Tersicore con la pubblicazione della prima compilation “Music Dance Word Day”. “Dillo Alla Danza”, da contest si è trasformata, così, in compilation: una raccolta di 10 canzoni dedicate all'arte coreutica, una preghiera in musica che giovani artisti rivolgono all’universo come gesto di devozione, richiamo simbolico dell’antichità, per omaggiare gli dei. Le 10 tracce di “Dillo Alla Danza” faranno ballare tutti: esperti, appassionati, intenditori e semplici amanti della danza; ognuno sceglierà il proprio stile di musica e, con la propria coreografia, esprimerà la propria emozione. “Ci piace pensare, nonostante le distanze imposte dal periodo, che l’arte, la musica, la danza, possano tenere unite le nostre anime producendo in ogni artista la forza di ricominciare, più forte e uniti di prima” ha detto il Direttore artistico Fabrizio Silvestri; un concetto, questo, avvallato anche dal presidente della Pomodoro Studio Always, Bernardo La Fonte, che ha aggiunto: “La musica è la voce dell'anima, il ballo è l'espressione del corpo e l'arte nei suoi molteplici aspetti è il ponte verso una qualità della vita migliore ". Gli artisti che hanno accettato di rendere omaggio alla danza con la loro arte sono: Alessia Annesi, Deborah Italia, Roberto Funaro, Michele Longo, Giulia Muti, Blue Angels, Roberto Caprari, Hyra e Lorenzo Sebastianelli. La copertina dell’album è una gentile concessione da parte dell’artista Roberto Funaro “La Ballerina Africana”, opera in china e acquerello. Se anche tu hai un’emozione da esprimere, “Dillo Alla Danza” è la compilation per ballare con te… “Dillo Alla Danza” è disponibile su tutti i digital store.
TuttoBallo20
FREEPRESS ON LINE non registrata DIRETTA DA FABRIZIO SILVESTRI - SEGRETERIA DI REDAZIONE PINA DELLE SITE - TUTTOBALLO20@GMAIL.COM - edizione "Stefano Francia EnjoyArt"
July 2020
Per contattare la redazione scrivete a tuttoballo20@gmail
ph. gentile concessione Daniele Cipriani Entertaiment
"DUETS AND SOLOS" MARIO BRUNELLO E BEATRICE RANA CON LE STELLE DELLA DANZA 18 LUGLIO 2020 FESTIVAL DI RAVENNA