TuttoBallo20
FREEPRESS ON LINE non registrata DIRETTA DA FABRIZIO SILVESTRI - SEGRETERIA DI REDAZIONE PINA DELLE SITE - TUTTOBALLO20@GMAIL.COM - edizione "Stefano Francia EnjoyArt"
June 2020
DECRETO RILANCIO COVID: PARTITA LA FASE 2
DOMENICO CANNIZZARO RACCONTA PERCHÈ SI È DIMESSO DALLA FIDS
VICTORIA ALETTA: "HO DANZATO IL LAGO DEI CIGNI IN STRADA"
MONICA NIGRO: "NEL MIO FUTURO SOGNO UNA BELLA FAMIGLIA"
"IL FLAUTO MAGICO DI PIAZZA VITTORIO VINCE IL DAVID DI DONATELLO"
COSIMO MIRCO MAGLIOCCA TORNA A FOTOGRAFARE I DIVI ITALIANI
ALLENAMENTI DA 5 MINUTI
BELLE D'ESTATE I CONSIGLI DEGLI ESPERTI
PSICOLOGIA
Nicolas Le Riche © Cosimo Micro Magliocca Photographe Patris
Storia di copertina Nicolas Le Riche - étoile Opera de Paris (Sartrouville, 29 gennaio 1972). Foto scattata nel 1999 da Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris alla prima mondiale del balletto scritto dal leggendario coreografo Roland Petit. Ispirato alla prima commedia romantica di Goethe, Clavigo, racconta le agonie di un amante dalla volontà debole diviso tra le offerte del suo cuore e il suo spirito malvagio, che lo spinge a servire i propri interessi, portandolo a rinunciare al vero amore a favore di una vita di dissolutezza. La musica, commissionata da Petit, è composta dal libanese Gabriel Yared, premio Oscar per la colonna sonora del film "Il Paziente Inglese" ("An English Patient"). Jean-Michel Wilmotte adotta un approccio decisamente astratto, strutturando lo spazio con vari pannelli grigi, neri o bianchi che mettono in scena i costumi di Luisa Spinatelli magnificamente, descritti come "la fantasia incontra il neoclassicismo". Partner di Nicolas Le Riche, sua moglie, l'étoile Clairemaire Osta.
TuttoBallo20 - June 2020. Editore "Stefano Francia" EnjoyArt Direttore - Fabrizio Silvestri Vice direttore - Eugenia Galimi Segretaria di redazione - Pina delle Site Redazione - Marina Fabriani Querzè hanno collaborato: Marco Calogero, Antonio Desiderio, Mauri Menga, Walter Garibaldi, Giovanni Battista Gangemi, Lara Gatto, Danilo Piccini. Foto: Cosimo Mirco Magliocca, Danilo Piccini, Federic Frennessen, GDG Press.
É morto Cesare Nissirio storico ufficio stampa del Premio Danza Positano. É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma. É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal direttore. Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia EnjoyArt per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com
A darne la notizia, con una sua stupenda foto, Massimo Capodanno, fotoreporter e blogger, con Positano My Life. Nissirio era la voce del Premio Danza con Alberto Testa, Nissirio è nato a Rodi in Grecia nel 1940, da un padre greco, nato al Cairo, e da una madre italiana, nata in Russia durante una tournée dei genitori ambedue cantanti lirici, amici e colleghi di Enrico Caruso. Ciao Cesare!
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TUTTOBALLO20|JUNE20
LA VITA RIPRENDE ANCHE A PASSO DI DANZA di Eugenia Galimi
Atmosfera da primo giorno di scuola, come tanti ragazzini che si ritrovano dopo le vacanze estive: questa l’aria che si respirava ben prima dell’orario di inizio delle lezioni all’esterno del “Clivia Village” (Villaggio dello Sport ASC) di Reggio Calabria. Un appuntamento atteso sin da quando l’8 marzo quel fatidico DPCM aveva improvvisamente imposto la sospensione di tutte le attività gettando i numerosi “Over50” con uno spirito da teenagers, nello sconforto totale. Persone che, da tempo avevano gustato il piacere di vivere parte delle loro giornate in compagnia degli amici, condividendo la passione per il ballo, socializzando e, nello stesso tempo, cercando di tenere attivi il corpo e la mente. Questo lungo e interminabile periodo di isolamento forzato è stato vissuto da ognuno in maniera diversa: chi l’ha presa con filosofia e ha trovato il modo di riempirsi le giornate con i più disparati interessi, chi l’ha affrontato da buon cittadino ossequioso delle regole, chi invece è andato nel panico sin da subito, reagendo con paura all’evoluzione degli eventi. I mezzi di comunicazione, in questo senso, non hanno svolto un buon servizio: informare, aggiornare, responsabilizzare certamente è stato necessario ma non ci si è preoccupati delle conseguenze che un’enfasi troppo accentuata ha provocato sui soggetti più deboli che sono poi quelli più a rischio. Il clima di terrore ingenerato e rafforzato dalle immagini forti dei camion dell’esercito di Bergamo, dai servizi dei giornalisti che, minuto dopo minuto, hanno fatto la cronaca di questa guerra, come fossero inviati al fronte, hanno profondamente inciso sull’equilibrio psicologico di molte persone di una certa età. Tanti anziani, soprattutto quelli che vivevano da soli, che avevano trovato il modo di stare in compagnia e affrontare il crepuscolo della vita con gioia, si sono trovati, dalla sera alla mattina, reclusi tra le quattro mura delle loro case.
Settimane intere fatte di lunghe giornate vissute nella paura, un incubo dal quale avevano perso la speranza di uscire. E, invece, è arrivato il momento della ripartenza… grazie alla ferma volontà di chi da anni si spende per rendere migliore la vita di questi Amici. L’ASC di Reggio Calabria, con il suo Presidente Antonio Eraclini, in collaborazione con tantissimi professionisti dello Sport delle varie discipline, non ha perso un solo minuto riuscendo a creare le condizioni ottimali per riprendere in totale sicurezza e all’aperto tutte le attività e in particolare la Danza sportiva. Nonostante che, in tutti questi mesi, tutti gli istruttori ASC (che prima dell’apertura del Villaggio, hanno frequentato il corso “Gestione dell’emergenza Covid19”) siano rimasti in contatto via Skype con i loro associati tramite video lezioni o tutorial con l’intento di mantenere vivo il loro interesse e la voglia di non abbattersi, grandissima è stata l’euforia e la gioia di ritrovarsi e molti hanno trattenuto a stento la voglia di riabbracciarsi o anche solo di stringersi la mano per non violare le diverse ordinanze. Tutti in fila, alla giusta distanza con la mascherina a norma, hanno compilato l’autocertificazione, atteso pazientemente la misurazione della temperatura e sanificato le mani con il gel, con la gioia chiaramente visibile sul volto e l’immancabile lacrimuccia negli occhi di molti. Col cuore in gola, in una emozione crescente, ognuno ha preso posizione nel rispetto del distanziamento sociale di 2 metri, previsto per l’attività fisica seguendo alla lettera le indicazioni impartite da insegnanti e collaboratori fino alle note della prima canzone, che come una liberazione hanno prodotto un applauso spontaneo. Tutto è passato, un incubo, un brutto sogno… E’ finalmente ritornato a tutti il sorriso e la voglia di vivere!
FISCO E BALLO FISCO E BALLO FASE - 2
COVID -19
di Lara Gatto
FASE - 2
DECRETO RILANCIO
INDENNITÁ
Il periodo di lockdown, vissuto a casa dell’emergenza Covid-19, ha avuto conseguenze, anche e soprattutto, dal punto di vista economico; molte, infatti, le categorie ed i settori colpiti, che hanno subìto danni e perdite ingenti, e per i quali la ripartenza è tutt’altro che semplice. Lo Stato ha cercato di agevolare ed aiutare, per quanto possibile, con la concessione di agevolazioni e con l’erogazione di un contributo a fondo perduto, tutte le categorie ed i soggetti colpiti, affinché per questi possa esserci un rilancio ed una ripresa economica; i contorni e le caratteristiche di tali aiuti ed agevolazioni, sono contenuti nel “Decreto Rilancio”. Vediamo cosa prevede, soprattutto per un settore a noi vicino:
di Lara Gatto
BONUS SPORT E SALUTE Si conferma il bonus Sport e Salute di 600 euro a favore dei collaboratori sportivi e amministrativogestionali che abbiano un contratto di collaborazione in essere alla data del 23 febbraio 2020 con CONI/CIP/ASD/SSD/FSN/EPS/DSA per i mesi di aprile e maggio 2020. Il bonus non è assoggettato a tassazione.Il bonus non spetta a chi ha in essere un altro rapporto di lavoro dipendente o autonomo o a chi riceva altre indennità previste dai decreti governativi o a chi percepisca il reddito di cittadinanza o di emergenza, pensioni, indennità di disoccupazione (Naspi). Ai soggetti già beneficiari per il mese di marzo del bonus, il nuovo bonus di aprile e maggio 2020 sarà erogato, senza necessità di ulteriore domanda. Si attende ora entro 7 giorni dall’emanazione del presente decreto (19.05.2020), un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze di concerto con l’Autorità delegata in materia di sport, per la definizione puntuale delle modalità di attuazione di questo bonus di aprile-maggio, di presentazione delle nuove domande, i documenti richiesti e le cause di esclusione. Lavoratori sportivi “professionisti” iscritti al Fondo Pensione Sportivi Professionisti (art. 98) .
È previsto per questi lavoratori inquadrati quali “professionisti” ai sensi della legge 91/1981 con retribuzione annua inferiore a 50.000 euro, l’accesso al trattamento di integrazione salariale limitatamente ad un periodo massimo di 9 settimane.
CESSIONE
DL 19/05/2020 N. 34
EMERGENZA COVID-19 (ART.122)
SETTORE SPORT Le principali novità di interesse per il
I crediti d’imposta di cui ai diversi articoli del Decreto rilancio [tra cui: Credito d’imposta per i canoni di
settore SPORT
locazione di immobili ad uso non abitativo (art. 28); Credito d'imposta per l'adeguamento degli
Sospensione dei versamenti (art. 126 e 127) Per
ambienti di lavoro (art. 120); credito d'imposta per sanificazione degli ambienti di lavoro e l'acquisto di
le ASD/SSD entro il 16 settembre 2020, potranno essere versati, in un'unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di quattro rate mensili di pari importo: A)
RITENUTE
DEFINITIVO
D’ACCONTO
per
lavoratori
E
A
TITOLO
dipendenti
dispositivi dì protezione (art 125)] possono essere ceduti ad altri soggetti, inclusi banche e altri intermediari finanziari. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate sono definite le modalità attuative per questa cessione del credito, comprese quelle relative all'esercizio dell'opzione, da effettuarsi in via telematica.
o
assimilati (versamenti delle ritenute alla fonte, di cui agli articoli 23, 24 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, che i predetti soggetti operano in
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
qualità di sostituti d'imposta); B)
Contributi
INPS,
INAIL
ex
ENPALS
Adempimenti e versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per
SANIFICAZIONE E ACQUISTO (ART.125)
l'assicurazione obbligatoria; C) IVA scadente nel mese di marzo aprile e maggio.
Per le addizionali regionali e comunali dovute relativamente ai mesi di marzo, aprile e maggio, il rinvio del versamento è al 16 settembre 2020 (anche con la rateizzazione in quattro rate mensili) è possibile solo se si riscontri una diminuzione del fatturato del 33% rispetto
all’analogo
mese
dell’anno
precedente, (marzo su marzo, aprile su aprile, maggio su maggio).
È riconosciuto un credito d’imposta del 60% delle spese sostenute nel 2020per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati, nonché per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti fino ad un massimo di 60.000 Euro. Il credito spetta a imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore (quindi anche per SSD e ASD). Il credito d'imposta è utilizzabile in sede di dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta di sostenimento della spesa ovvero in compensazione mediante F24. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione decreto “Rilancio”, sono stabiliti i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d'imposta.
FISCO E BALLO
FASE - 2 AMBIENTE DI LAVORO
ADEGUAMENTO (ART.120) È riconosciuto un credito d'imposta in misura pari al 60% delle spese sostenute nel 2020, per un massimo di 80.000 euro, in relazione agli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del virus COVID- 19, compresi quelli edilizi necessari per il rifacimento di spogliatoi e mense, per la realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni, per l'acquisto di arredi di sicurezza, nonché in relazione agli investimenti in attività innovative, compresi quelli necessari ad investimenti di carattere innovativo quali lo sviluppo o l'acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell'attività lavorativa e per l'acquisto di apparecchiature per il controllo della temperatura dei dipendenti e degli utenti. Il credito d’imposta è riconosciuto alle imprese, ai lavoratori autonomi, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore (quindi anche SSD e ASD)ed è utilizzabile in compensazione nel mod. F24, secondo limiti e modalità che verranno definiti con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.
IRAP
VERSAMENTO (ART. 24) Non è dovuto il versamento del saldo dell'IRAP relativa al 2019 (per i soggetti con esercizio sociale coincidente con l’anno solare) o al periodo 2019/2020 (per i soggetti con esercizio sociale a cavallo d’anno), fermo restando il versamento dell'acconto dovuto per il medesimo periodo di imposta che, pertanto, se superiore al saldo genera un credito IRAP che, stante al tenore della norma, diventerebbe non utilizzabile. Si attendono chiarimenti in merito.Non è altresì dovuto il versamento della prima rata dell'acconto dell’IRAP relativa al periodo di imposta successivo a quanto indicato nel paragrafo precedente per le due distinte categorie di soggetti e l'importo di tale versamento è comunque escluso dal calcolo dell'imposta da versare a saldo per lo stesso periodo d'imposta, divenendone pertanto abbuonato.
BOLLETTE ELETTRICHE
RIDUZIONE ONERI Per i mesi di maggio, giugno e luglio 2020, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) dispone la riduzione della spesa sostenuta dalle utenze elettriche connesse in bassa tensione diverse dagli usi domestici, con riferimento alle voci della bolletta identificate come "trasporto e gestione del contatore" e "oneri generali di sistema". L’importo della riduzione verrà applicato direttamente nelle bollette del periodo da maggio a luglio.
IMPIANTI SPORTIVI PUBBLICI
CONCESSIONE O LOCAZIONE (ART. 216) Rinviato al 31 luglio 2020 il pagamento dei canoni di concessione o di locazione sospesi nel periodo compreso tra la chiusura degli impianti e fino al 30 giugno 2020. In alternativa al pagamento in unica rata è possibile pagare ratealmente in 4 rate mensili da luglio a ottobre. Impianti sportivi pubblici in concessione con scadenza della concessione entro il 31 luglio 2023 (art.216). Se il concessionario ne fa richiesta, le parti (Ente
pubblico e gestore) possono concordare tra loro la revisione dei rapporti in scadenza mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio economico-finanziarie anche attraverso la proroga della durata del rapporto.In caso di mancato accordo, le parti possono recedere dal contratto.In tale caso, il concessionario ha diritto al rimborso del valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti, oppure, nel caso in cui l'opera non abbia ancora superato la fase di collaudo, dei costi effettivamente sostenuti dal concessionario, nonché delle penali e degli altri costi sostenuti o da sostenere in conseguenza dello scioglimento del contratto.
CANONE LOCAZIONE
IMPIANTI SPORTIVI “PRIVATI” (ART. 216) La sospensione delle attività sportive disposta con i decreti governativi viene considerata come fattore di sopravvenuto squilibrio dell'assetto di interessi pattuito con il contratto di locazione di palestre, piscine e impianti sportivi di proprietà di soggetti privati.Il conduttore (e quindi il gestore dell’impianto sportivo) ha pertanto diritto a richiedere al proprietario dell’immobile una riduzione del 50% del canone mensile contrattualmente pattuito, limitatamente alle cinque mensilità da marzo 2020 a luglio 2020, salva la prova di un diverso ammontare a cura della parte interessata (gestore o proprietario). Quindi il gestore potrà avanzare richiesta al proprietario per la riduzione del canone così come previsto dalla legge avendo possibilità di recuperare anche eventuali pagamenti di canoni effettuati nei mesi da marzo ad oggi eccedenti il 50% dell’importo mensile originario in applicazione all’attuale disposizione normativa.
USO NON ABITATIVO (ART. 28) Le imprese e i lavoratori autonomi con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019, spetta un credito d'imposta nella misura del 60% dell'ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell'attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all'esercizio abituale e professionale dell'attività di lavoro autonomo, a condizione che abbiano subìto una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel mese di riferimento (marzo 2020 rispetto a marzo 2019, aprile 2020 su aprile 2019, maggio 2020 su maggio 2019) di almeno il 50%.Si ritiene che in tale disposizione possano rientrare anche le SSD. Il credito d'imposta spetta anche agli enti non commerciali (e quindi le associazioni), compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione al canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell'attività istituzionale. L’importo del credito d’imposta è commisurato ai canoni effettivamente versati nei mesi di marzo, aprile e maggio. Il credito d'imposta è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi oppure in compensazione e non è assoggettato a tassazione.
COVID E BALLO
DI SANDRO MALLAMACI
di Sandro Mallamaci
Analisi del rischio
Dopo aver atteso con ansia il via libera del Governo, finalmente il 25 maggio si sono potute riprendere molte attività che da mesi erano state sospese. Tra queste le palestre e i centri sportivi in genere. Si riprende ma attenendosi a precise disposizioni emanate dagli organi di governo con la consulenza del Comitato Tecnico Scientifico. Disposizioni contenute nei DPCM in particolare quello dello scorso 17 maggio. Parola d'ordine: distanziamento. Sì, perché la regola unica individuata ed imposta è quella del cosiddetto distanziamento sociale. Cerchiamo di capire da cosa scaturisce questa indicazione. Quando i primi giorni dell'anno è scoppiata l'emergenza coronavirus ci si è trovati ad affrontarla per la prima volta in assoluto. È vero che in effetti si trattava di una emergenza sanitaria, ma i tempi ed i modi con i quali si è manifestata ha preso di sorpresa tutti, soprattutto il Sistema Sanitario Nazionale. La vera emergenza, pertanto, è stata quella di dover fronteggiare più che un virus, per quanto aggressivo e violento, la richiesta di cure ospedaliere da parte di molte persone in tempi molto ristretti. I responsabili del Ministero competente e le diverse Aziende Sanitarie Locali non erano strutturati e organizzati per rispondere adeguatamente a queste richieste. Sui motivi che hanno determinato questa inadeguatezza non ci vogliamo soffermare. È stato necessario quindi affrontare questa imprevista situazione e prendere le conseguenti decisioni. In sostanza si è provveduto a fare una classica analisi di valutazione del rischio e, a seguito di questa, adottare le misure per ottenere gli obiettivi attesi. Tutto trasparente per il cittadino comune che non si è dovuto preoccupare di capire il fenomeno, né di analizzare i rischi, né di prendere decisioni. Se ci pensiamo questi sono invece compiti ed oneri che normalmente sono in capo ai datori di lavoro o ai responsabili del servizio di protezione delle aziende, e sono ben conosciuti da tutti i lavoratori ormai da parecchi anni, da quando è stata promulgata la famosa legge 626 del 94, successivamente integrata e modificata. In molti si sono trovati alle prese con il DVR, Documento di Valutazione dei Rischi nei luoghi di lavoro, ma questa normativa non riguardava tutte le attività ma solo quelle con determinate caratteristiche in termini di tipologia di attività e di numero di lavoratori dipendenti. Di questi tempi, invece, di sicurezza sono chiamati ad occuparsene obbligatoriamente un po' tutti. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio 2020 ha consentito quindi la ripresa dell'attività sportiva di base e dell'attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati,(…) ma nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento. Per garantire il rispetto di queste prescrizioni sono state emanate apposite linee guida a cura dell'Ufficio per lo Sport. In sostanza il processo di valutazione del rischio covid si è sviluppato secondo i criteri canonici richiamati all’art.15 del D.Lgs del 9 APRILE 2008, N. 81 che riguarda le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. I principali sono: la valutazione di tutti i rischi; la programmazione della prevenzione; l’eliminazione dei rischi e, se non è possibile, la loro riduzione al minimo; la limitazione al minimo del numero dei soggetti che sono, o che possono essere, esposti al rischio; l’informazione e la formazione adeguate e conseguenti direttive adeguate. Dato lo stato di emergenza e i tempi strettissimi per prendere decisioni, ovviamente in un primo tempo non si è dato il giusto spazio al confronto con la cittadinanza. Dovendo procedere all’analisi del rischio si è considerata l’eventualità che l’accadimento in questione (contagio) potesse comportare conseguenze negative sul sistema sanitario, che a sua volta è legata anche alla probabilità che si verifichi l’evento. Oltre al necessario processo di analisi, hanno giocato un ruolo importante gli aspetti soggettivi di chi ha avuto la responsabilità di effettuarlo, fortemente influenzati dalla percezione personale e soprattutto dall’aspetto psicologico del valutatore, che ha dovuto procedere alla stima della probabilità del contagio, e della gravità e la quantificazione dell’effetto dello stesso. Trattandosi di un virus altamente contagioso, questa probabilità è stata ritenuta molto alta. Si è cercato di circoscrivere l’ambito di analisi, tenendo conto dei differenti contesti territoriali e dei diversi ambiti economici, considerando che l’attivazione del processo di gestione del rischio aveva come obiettivo quello di preservare la vita dei cittadini, ma contemporaneamente di preservare la vita economica e sociale dell’intera nazione. La probabilità che si potesse correre il rischio di un contagio nel caso del covid quindi è stata individuata nella possibilità che si potessero verificare una serie di eventi, ovvero il contatto tra un soggetto infetto ed altri, oppure in situazioni di assembramenti con aumento della probabilità del contagio. L’obiettivo che gli analisti si sono quindi posti è stato quello di ridurre al minimo questa possibilità. La soluzione è stata trovata e condivisa dalle autorità competenti nell’imporre regole che fondamentalmente garantiscono il distanziamento dei soggetti ed evitano il formarsi di assembramenti. Le linee guida a cura dell'Ufficio per lo Sport non sono altro che lo strumento attraverso il quale il valutatore/decisore ha dato ai diversi soggetti le istruzioni su come attuare correttamente le prescrizioni per ridurre il rischio di contagio. Nell’applicare le misure previste però è richiesta una sorta di ulteriore valutazione che deve tenere conto delle specificità delle possibili azioni e dei diversi luoghi. Restano a carico del singolo responsabile una serie di adempimenti di non semplice attuazione. Nell’ambito delle attività sportive, e in particolare quelle svolte in palestre e in centri sportivi, in osservanza delle disposizioni richiamate nelle linee guida dell’Ufficio dello Sport del Ministero, la A.S.C. ha messo a
COVID E BALLO
disposizione degli associati un documento di valutazione del rischio specifico molto ben strutturato secondo il seguente schema: considerazioni generali riferimenti normativi norme generali misure di prevenzione gestione di persona sintomatica protocollo di regolamentazione revisioni la sicurezza sul lavoro nelle associazioni sportive Questo documento contiene tutte le informazioni utili per poter svolgere le attività in piena sicurezza senza tralasciare alcun dettaglio. Molta attenzione deve essere data alla parte che riguarda le misure di prevenzione che sono ben individuate, per esempio nell’obbligo per i tesserati di autocertificazione attestante lo stato COVID negativo, di non essere sottoposto a misure di quarantena, nel distanziamento personale, nell’obbligo di utilizzare mascherine ed altri DPI necessari. L’esatta individuazione delle figure responsabili, dell’attuazione delle Misure Tecniche e di quelle organizzative, quali norme comportamentali, procedure di accesso, utilizzo dei dispositivi di prevenzione del contagio, tenendo conto anche dei diversi scenari come ad esempio la presenza esclusiva nell’impianto sportivo di persone tesserate per la medesima società ovvero la compresenza nell’impianto di diverse entità giuridiche. Sono date anche istruzioni dettagliate in merito alle modalità di informazione con la previsione dell’affissione di locandine informative e cartellonista circa il corretto comportamento da tenere nei diversi spazi di uso comune, la predisposizione di segnaletica, di materiali di comunicazione. Risalto è dato anche alla formazione intesa come attività fondamentale per la comprensione degli interventi di prevenzione attuati nel sito sportivo o per evitare il rischio di contagio da COVID Dettagliate indicazioni riguardano, in linea generale la gestione entrata/uscita degli operatori sportivi e di altri soggetti nei siti sportivi, finalizzata a favorire orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, servizi igienici, locali di attesa, locali dedicati alle attività sportive, locali di ristoro, ecc.), consigliando una attenta analisi dei lay-out e dei percorsi. Un documento che non tralascia alcun aspetto del problema, dalla gestione dei casi sintomatici, alle turnazioni, alle attività di pulizia, a quella di sanificazione, all’ impiego di dispositivi che riducono l contatto (es. guanti, abbigliamento da lavoro/attività sportiva, mascherine, etc.), alle precauzioni igieniche personali. Indicazioni specifiche sono fornite in una sezione dedicata alle palestre con la previsione di poter essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore di 37,5 °C. Consigli su come organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 1 metro (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere), anche regolamentando l’accesso agli stessi, i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza, almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica, almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa). È comunque previsto che ogni organizzazione sportiva debba procedere alla valutazione del rischio del proprio sito e definire le necessarie misure di prevenzione e protezione finalizzate alla gestione del rischio stesso sulla base di un’accurata analisi delle specificità delle attività che vi si svolgono. Una attenta e responsabile analisi del rischio covid garantisce la continuità delle attività sportive in tutta sicurezza e serenità da parte degli associati che in maniera disciplinata e con la necessaria cautela possono così riprendere a divertirsi, socializzare e mantenere in forma il corpo e la mente. E allora, si parte…. in tutta sicurezza!
COVID E BALLO
COVID e BALLO: Il parere del Presidente del Comitato Provinciale di Reggio Calabria ASC , Dottor Antonio Eraclini Ogni giorno il Comitato Provinciale ASC di Reggio Calabria Città Metropolitana, che rappresenta solo nel territorio provinciale più di 400 associazioni e circa 55 mila tesserati, raccoglie disperate richieste di aiuto e infinite incertezze da parte delle proprie associazioni affiliate, dalle famiglie degli atleti, dagli atleti, dai dirigenti, dai tecnici e da tutte le figure del mondo sportivo. La posizione del nostro ente preposto alla promozione dello sport ci mette nelle condizioni di essere vicino quotidianamente ad ogni associazione sportiva, condividendo le gioie i risultati le aspettative e i dolori. Oggi, con immenso rammarico, ne raccogliamo solo i dolori! Dare Voce alla sofferenza delle tante realtà sportive, che causa virus, non hanno svolto alcuna attività e si vedono senza alcuna entrata derivante da quote mensili associative o sponsorizzazioni di alcun tipo, diventa prioritario e vitale per questo ente e per tutte le realtà sportive che rappresenta. Fra tutte le preoccupazioni che agitano le associazioni spicca il problema affitto, c’è la concreta possibilità che a settembre, tante di queste associazioni non avranno una sede dove svolgere la loro attività sportiva ed altre non esisteranno più. Nel nostro Paese, il ballo ha un enorme successo, basti pensare che vi sono più di diecimila maestri in attività, migliaia di competitori, cinque milioni di persone che frequentano, o che hanno frequentato, una scuola di danza sportiva. Questa disciplina, inoltre, nel corso degli ultimi tempi è in forte espansione, anche grazie alle numerose trasmissioni televisive (ad es. Ballando con le Stelle) che ne promuovono le caratteristiche, oltre che per la disponibilità del Comitato Olimpico Internazionale ad elevare alla dignità di discipline olimpiche almeno dieci danze. Nella maggior parte dei casi chi inizia a praticare questo sport, lo fa per divertimento, per mantenersi in forma e per socializzare. Dunque, non per gareggiare. In sostanza è possibile affermare che la danza sportiva altro non è che la trasformazione in ballo, solitamente di coppia, da disciplina artistica in disciplina sportiva, che dispone di proprie regole, come tutti gli sport, competizioni e gare agonistiche.
Per la fase 2 e 3 i tempi sono ancora incerti ma dalle ultime direttive pare che le disposizioni viaggino su una linea quasi definita che prevede protocolli serrati difficili da attuare come ad esempio: Distanziamento Sociale Accesso su prenotazione Controllo degli accessi e delle uuscite Controllo delle temperature e mascherine Rivalutazione degli Spazi all'aperto • Viste le difficolta sopra elencate e prendendo atto che questi protocolli saranno molto severi ed alcune associazioni non potranno rispettarli per mancanza di spazio, il Comitato ASC di Reggio Calabria ha pensato di chiedere in affitto una struttura privata al centro della città (il Clivia Reggio Village), dove prima del lockdown veniva svolto prettamente lo sport del calcio, e trasformarla - solo per il periodo che vedrà la nuova normalità prendere il sopravvento - in una palestra all’aperto dove le attività di fitness di danza e tutti quegli sport che potranno essere praticati in totale sicurezza avranno i loro spazi, abbiamo, inoltre, pensato di andare incontro a tutte quelle associazioni, ludoteche o altro che lavorano con il mondo dell’infanzia per garantire uno spazio a chi non ne ha per tornare a rivivere il rapporto di socialità con i loro piccoli, progettando dei Centri Ricreativi Estivi. Oltre al Centro Sportivo Clivia Reggio Village il Comitato ha promosso la propria idea di un contenitore che possa coinvolgere tutte le realtà sportive e ricreative affiliate da adattare a qualsiasi tipo di spazi esterni a disposizione delle associazioni. Concludo mandando un messaggio a tutto il mondo sportivo chiedendo di avere pazienza e di usare il tempo che abbiamo avuto a disposizione in questi mesi per ripartire con nuove idee e nuove prospettive.
MONICA L'ÉTOILE ITALIANA DEL BALLROOM
MONICA NIGRO LA LA BALLERINA BALLERINA CHE CHE HA HA CONQUISTATO CONQUISTATO IL IL MONDO MONDO CON CON TECNICA, TECNICA, STILE STILE ED ED ELEGANZA ELEGANZA SI SI RACCONTA RACCONTA IN IN UNA UNA INTERVISTA INTERVISTA
FABRIZIO SILVESTRI
PERSONAGGI E BALLO Monica Nigro, prima étoile italiana nel Ballroom, con Valerio Colantoni occupa il podio internazionale delle danza di coppia. Vive tra Milano e Hong Kong. La sua eleganza, il suo fascino, la sua
bravura
sono
diventate
caratteristiche
di
un
anime
giapponese nella serie d’animazione “Welcome to the Ballroom”. Nell’ epoca della zoomania l’abbiamo incontrata, e ci ha detto che resterà sulle piste da ballo ancora per anni. Conosciamola meglio… Monica, tu vivi tra l'Italia e Hong Kong... scelta dettata da cosa? Diciamo che vivo tra Italia, Hong Kong e resto del mondo… viaggio tantissimo... Innanzitutto in Italia perché amo l'Italia, c'é la mia famiglia, gli amici; Hong Kong e resto del mondo, diciamo, sono stati una scelta lavorativa. Conosci la serie d’animazione "Welcome to the Ballroom"? Sì, meravigliosa! L'ho scoperto qualche anno fa in Giappone... veramente come fumetto; poi ho saputo da poco che c’è una versione anime, un cartone animato insomma… Secondo noi, i disegnatori di questo cartoon “Welcome to the Ballroom” hanno creato un tuo avatar, la bellezza di una delle protagoniste ti rappresenta, siamo certi che si sono ispirati a te... É una delle considerazioni più belle... direi che é un onore... non male essere d'ispirazione per un personaggio di "Welcome to the Ballroom" Credo sia una storia molto interessante: un giovane che si rifugia nella danza per sfuggire al bullismo; riuscire ad arrivare ai giovani, con un argomento cosi importante, è una bellissima idea e poi sapere che una delle ballerine ha i tuoi caratteri fisionomici… (sorride divertita) Monica, tu balli da quando eri bambina, secondo te, come è cambiato il mondo della danza? Si, ballo da quando avevo 4 anni. Il cambiamento più grande, credo, sia stato la divisione in federazioni; la danza era molto forte quando si gareggiava tutti insieme, senza distinzione...amatori in idsf e professionisti in wdc.... Ora, diciamo che ci sono troppe distinzioni, sigle, troppi titoli da distribuire che rendono la danza meno forte ...tutti corrono ad avere un titolo, invece che impegnarsi ad essere grandi ballerini... 5. Monica oggi, sei sul podio della classifica mondiale con Valerio Colantoni. Nel corso della tua carriera hai cambiato più volte partner. Per Monica Nigro, quali caratteristiche deve avere un ballerino? Si, ho avuto, generalmente, partnership lunghe quando ho smesso di crescere in altezza. Santini 2/3 anni, Krapez 12 anni e ora con Valerio siamo al quinto anno. Innanzitutto determinazione e devozione, ma la cosa fondamentale é credere nella coppia al 100%. A me piace molto quando in pista ho un partner con una personalità ben chiara. Capacità di comunicare e scendere a compromessi senza essere egoisti, altra caratteristica da non sottovalutare. Monica tu sei una protagonista mondiale della danza. Come si arriva ad essere un' étoile della danza sportiva? Come tutti gli sport, e l'arte fatta ai massimi livelli, richiede un impegno fisico e personale molto alto. Come ci si arriva? Per esperienza personale posso dire con perseveranza, duro lavoro, bisogna cercare di migliorare ogni giorno, bisogna cercare informazione e ispirazione in qualsiasi forma d'arte, non bisogna mai abbattersi, nessuno può fermarti se non te stesso. Quindi fino a quando il tuo, e solo tuo cuore, e la tua mente ti dicono di continuare, fà di tutto per abbattere i limiti e vai oltre a quello che credevi fosse impossibile. Nulla è impossibile!
PERSONAGGI E BALLO Tu sei considerata una delle più eleganti ballerine al mondo, come curi il tuo look, hai un team che ti segue? Grazie! Innanzitutto ho degli sponsor che mi seguono, Chrisanne Clover per gli abiti, International Dance Shoes per le scarpe e Lella Milano per le acconciature. Ho sempre avuto la passione per gli abiti; sono ormai 15 anni che disegno i miei abiti e cerco di avere idee nuove anche per l'acconciatura. Cerco ispirazione un po’ ovunque: libri di moda, sfilate, post di designer, film, musical... Ti piacerebbe un giorno oltre che insegnare diventare una stilista di moda? É sempre stato un mio sogno, chissà, magari un giorno diventerà realtà. Rimanete sintonizzati e avrete notizie... Consigli sul look e make-up da dare alle giovani ballerine? Dunque, bisogna sempre tenere ben chiaro cosa sta bene su di noi, in base alla forma del proprio viso, sia per l'acconciatura che per il trucco, oltre ai colori della carnagione, occhi e capelli. Credo sempre che eleganza e leggerezza siano la chiave per un look perfetto. Mai esagerare, il dettaglio fa la differenza non la quantità. Tu e Valerio come gestite gli allenamenti? Abbiamo due tipi di allenamenti, tecnici e stamina (resistenza fisica) e li alterniamo in base alle gare in programma. Maggiore studio tecnico, se dobbiamo cambiare coreografie o approfondire e migliorare le azioni. Ad un mese da una gara importante, ci concentriamo sulla resistenza fisica; ogni giorno sviluppiamo stamina con diverse metodologie per non renderla noiosa, perché sappiamo che la stamina non piace a nessuna, ma noi riusciamo a farla senza troppa sofferenza. (Sorride) E quando sei da sola come ti alleni? Io mi dedico ad esercizi a corpo libero per essere muscolarmente forte ma, allo stesso tempo, pratico lo yoga, che amo a livello fisico e mentale; aiuta molto e lo consiglio a tutti, anche ai non ballerini. La combinazione di queste due attività mi permette di essere forte e flessibile, connubio perfetto per un ballerino. 1Il Tuo ballo preferito Bella domanda! Indubbiamente il tango e adoro anche il Valzer Inglese.. Quello più difficile, complicato da eseguire? A livello tecnico tutti diventano complicati, se fatti cercando la perfezione col partner. Credo Valzer Inglese. Ma anche QuickStep a livello di coordinazione, direi, non semplice . Come hai scelto la disciplina Ballroom piuttosto che Latin o altri stili? Io credo sia stata una scelta naturale. Sono sempre stata “standardista”. Comunque, essendo una persona curiosa, ho ballato anche latini, hip hop. C'e' stato un periodo dove avremmo voluto fare con il mio ex ballerino i 10 balli, ma poi abbiamo deciso di dedicarci al 100% ad una sola disciplina, e diciamo anche che ha influito molto l’aspetto finanziario, si spende molto per fare bene due discipline. Cosa mangia Monica Nigro? Mangio un pò di tutto.... Non mi privo di nulla.. Credo che bisogna mangiar sano ed in quantità che non superino il vizio. Riesco a gestirmi bene. Poi, si riesce a capire con il tempo, in base alle gare, quando mangiare di più o di meno, perché da ballerino si bruciano tante calorie, e per essere in forma bisogna nutrirsi in modo intelligente. Nel futuro di Monica Nigro cosa c'è? In futuro, finita la mia carriera competitiva (ne avrò ancora per un po'), sicuramente lavorare nel mondo della danza, aiutare tanti ballerini e condividere le mie conoscenze e l'amore per la danza. Nuovi progetti su cui sto lavorando, spero, prendano vita, una bella famiglia e, perché no, un cane.
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Monica Nigro - Gala Awards "Stefano Francia EnjoyArt" 2018 Premiata con Valerio Colantoni come Miglior Coppia 2018
PERSONAGGI E BALLO
VICTORIA ALETTA:
in in Calle Calle Verdi Verdi di di Barcellona Barcellona ho ho ballato ballato
il "Lago dei Cigni" E SU INSTAGRAM IL VIDEO DIVENTA VIRALE
Fabrizio Silvestri
PERSONAGGI E BALLO Durante la quarantena, in tutto il mondo sono accadute cose belle e brutte. Noi vogliamo raccontarvene una bella che riguarda la danza. Quando la passione prende il sopravvento, anche una via di Barcellona può diventare palcoscenico: tutù, scarpette con la punta e si va in scena in Calle Verdi per rappresentare il "Lago dei Cigni”, con protagonista una ballerina italiana: Victoria Aletta. La via di Barcellona ha fatto da scenario ad un'esibizione toccante e sulle note incantate del "Lago dei Cigni" di Pëtr Il'ič Čajkovskij, la giovane ballerina, sospesa sulle punte, ha volteggiato professionalmente per il pubblico affacciato ai balconi e finestre della città della catalogna, ricreando tutta la poesia del balletto. Un momento di pura magia come ci racconta la danzatrice fiorentina.
Victoria, su Instagram, un suo video mentre balla in Calle Verdi di Barcellona "il lago dei Cigni", è diventato virale. Lo ha fatto per avere successo? “Successo”? Per me il successo è quando le cose davvero cambiano, per me sarà un successo se dopo questa emergenza sanitaria gli artisti saranno valorizzati come meritano. In Italia, a causa di questa pandemia, è stata disposta la chiusura di compagnie e teatri... anche a Barcellona che, oltretutto, necessita di finanziamenti per la cultura. Il successo sarà quando il governo di un Paese investirà su tutti gli artisti. Penso che adesso il video stia inviando un forte messaggio, non per le visualizzazioni o i likes, ma per i commenti, per le emozioni che la musica e la danza possono trasmettere e... creare un armonia unica. Per questo invito tutti ad andare a teatro: il teatro ci porta in un’ altra dimensione. Come è nata questa "Classical Dance Street"? Noi, a Barcellona, nella strada dove vivo, alle 20 applaudiamo per le persone che in questo momento stanno lavorando durante l’emergenza sanitaria… facciamo giochi, cantiamo e balliamo. Il giorno prima del video ho saputo dal mio compagno che il giorno dopo sarebbe stato il giornata mondiale della danza, i miei vicini mi hanno chiesto con insistenza di ballare un classico per loro. Credo che questa idea sia nata grazie ad un insieme di idee di gruppo, con la speranza di emozionarci tutti insieme e dimenticare per alcuni minuti questo momento cosi difficile. Qual è il suo balletto preferito? Non ho un balletto preferito, mi piacciono tutti e le novità ancora di più. Comunque, per me, i più belli sono: Lago dei cigni, Romeo e Giulietta e The Lady of Camellias.
© Roser Salvador Fàbrega
Da qualche anno Lei lavora al Ballet de Barcelona. Come mai è andata via dall'Italia e come è maturata la scelta di vivere e ballare in Spagna? Non è stato per niente facile stare lontana dalla mia famiglia, anzi...ancora mi mancano i pranzi in famiglia della domenica e non solo... L’affetto e l’amore di una madre e di un padre non potranno mai essere sostituiti. Ho fatto solamente l’audizione. Era la mia audizione decisiva, ne avevo fatte altre 3 prima. Quindi, se non mi avessero presa in Spagna, penso che avrei frequentato l’università. Avevo 19 anni quando me ne andai di casa. La Spagna è bellissima e non avevo mai vissuto in una città sul mare come Barcellona. Il Ballet di Barcellona è un'ottima compagnia, c’è un buon ambiente ed è bene organizzata, erano in programmazione molti spettacoli, adesso purtroppo rimandati. Lavoro anche in una scuola di danza aperta nel 1988 la DAVID CAMPOS SCHOOL. È stata anche una compagnia di danza dal 1990, adesso chiusa.
PERSONAGGI E BALLO A quanti anni ha inizio a ballare? Faccio danza dall'età di 3 anni e mezzo, fino a quando la mia mamma mi portò all'età di 5 anni in una scuola di danza classica seria, sita nella mia città, Firenze. La SAD di Laura Checcuci Lisi. La mia insegnante, da bambina, per anni è stata Donatella Locchi, brava maestra; grazie a lei ho un carattere molto combattivo. Dopo ho lavorato con la direttrice della scuola Laura Checcuci, un’artista e perfezionista, e con maestri come Raffaella Renzi, Christophe Ferrari, Charles Jude, Elizabeth Platel, Nicolas Le Riche e molti altri. Quale percorso di studi ha effettuato? Di danza ho finito gli studi alla Sad metodo Marika Besobrasova di Montecarlo della scuola Princess Grace. Nell’ ambito scolastico ho frequentato il liceo linguistico, dove mi sono diplomata. Ho frequentato per un anno la facoltà di psicologia presso una università online, ma poi non ho avuto più tempo. Cosa significa per una giovane ballerina come lei, danzare all'estero piuttosto che in Italia, lontano da tutti i propri affetti? Come ho detto prima non è stato facile, ma bisogna guardare le cose positive delle situazioni. Sono all'estero e posso rappresentare il mio Paese, l’Italia, un paese unico, meraviglioso; poi vivere in un paese diverso è aprire la mente, a livello culturale significa acquistare tantissimo. Qui, in Spagna, siamo molti stranieri e in compagnia, è meraviglioso. Penso che vivendo fuori ed avendo viaggiato, ho la mente aperta e molto curiosa. In Italia sono sicura che ritornerò: è la mia terra, ma per adesso sto bene qui. Ovviamente per le vacanze estive non potrò mai rinunciare alla Costiera Amalfitana, come ogni anno, da tradizione da quando ero bambina. Per il momento il lavoro mi permette di avere vacanze estive ogni anno.
© Roser Salvador Fàbrega
Dove ha trascorso il periodo di quarantena? A Barcellona. Potevo approfittare di tornare in Italia, però gli aeroporti, in questo momento, ho preferito evitarli.ù Come è stato per lei... cosa ha fatto per mantenersi in forma? Non sono in forma, non salto, non faccio una variazione non ho resistenza in questo momento. Sto facendo riposare il mio corpo dopo giornate di 8 ore di massacrante lavoro: sono sicura, me ne sarà grato. Adesso faccio un’ ora di lezione al giorno più un’ora di workout. Questo lockdown lo sto passando per conoscermi, a livello artistico e non: dipingo ( male ), leggo, ascolto buona musica, cucino e coltivo anche un orto. Adesso approfitto per riposare e, tantissime volte nei momenti più vuoti, mi faccio sempre la solita domanda: vale la pena di vivere correndo come macchine? Sono due mesi che sono a casa e spero che dopo questa emergenza sanitaria, qualcosa cambi. Lavorando all'estero è inevitabile fare un paragone con l'Italia... Le sue considerazioni ? Come posso fare paragoni, se in Italia non ho mai lavorato a livello professionale? I due paesi penso si assomiglino molto; ovviamente l’Italia ha la Scala, l’Opera di Roma ed il san Carlo di Napoli. Qui? Compania Nacional di Madrid e Ballet de Barcelona. Tornerebbe a ballare in Italia? Certo! È il mio Paese. Sarebbe un onore.
© Roser Salvador Fàbrega
PROFESSIONI E BALLO
COSIMO MIRCO MAGLIOCCA
torno a fotografare l'italia
"Le Quinte - Lago dei Cigni" Bol'šoj Ballet - Teatro Petruzzelli - Bari © Cosimo Mirco Magliocca Photographer Paris
PSSARALOLUFUTETESE SEEI OBBNAAILLLELOOB A L L O
© Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris Uno dei maggiori fotografi di produzioni teatrali parigini, dopo aver immortalato le più grandi étoile ed artisti francesi, ha deciso di ritornare in Italia per raccontare i nostri talenti. Mirco Magliocca, pugliese, nativo di Barletta, è animato, sin da bambino, da un forte senso di libertà ed indipendenza, che ritrova e vive in pieno in una sua grande passione: la fotografia. Inizia, dunque a coltivare quest'arte prestissimo, dai tempi della scuola, durante i quali trascorre tutto il suo tempo nei laboratori scolastici messi a disposizione, in cui imparerà tecniche e segreti legati al mondo della fotografia. Con il tempo, ciò che era una passione, un sogno di bambino, pian piano prende forma, e diventerà una vera e propria attività, vitale e concreta, che porterà Mirco a collezionare un susseguirsi di successi, oltre i confini nazionali. A metà degli anni '90, infatti, si trasferisce a Parigi e, quindi, nella Ville Lumière, da cui era sempre stato attratto, trovandosi completamente immerso nel magico mondo dei palcoscenici del teatro e dell'Opera. Da qui inizierà un successo inarrestabile: dapprima la Comédie Française gli affiderà i primi servizi fotografici e, nello stesso tempo, l'Opéra national de Paris chiede la sua collaborazione; in tal modo, il bagaglio artistico di Mirco si arricchisce ed affina, egli ha, infatti, l'onore e la "fortuna" di fotografare i maggiori artisti dell'ambiente sul palcoscenico, in pose e situazioni eccezionali. Successivamente vivrà un'altra importante esperienza con i Corazzieri francesi, e con il Gran Palais, dove troverà l'ispirazione per produrre reportage per Fiac, Saut Hermès, Paris Photo ecc; anche il direttore del teatro de Capitole a Toulouse, Christophe Ghristi gli affiderà la fotografia delle proprie opere in seguito Dominique Pitoiset prossimo direttore l'opera di Dijion e il Teatro Petruzzelli di Bari reclamano i suoi servizi fotografici, ed insieme a lui altre compagnie teatrali si affideranno al suo genio ed alla sua capacità, nell'immortalare, tramite la fotografia, le rappresentazioni e le tournèè sui palcoscenici dei più grandi teatri mondiali, per poter poi illustrare importanti libri di storia.
PSSARALOLUFUTETESE SEEI OBBNAAILLLELOOB A L L O Varie sono anche le esposizioni organizzate,
per
mostrare
la
bellezza e l'arte della sua fotografia, come
ad
esempio
dell'Opera",
"Le
Eroine
prevista il 6 ottobre
2020 presso Mediateca di Touluse, a cura del Comune di Toulouse e il Teatro del Capitole.atica. Mirco non è semplicemente un fotografo: egli è il poeta della fotografia. © Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris
© Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris
Tanti, dunque, i successi di colui che potremmo definire l'"Artista della fotografia italo-francese" e che decide, dopo anni ed anni di successo e di esperienza al di là delle Alpi, di tornare in Italia e mettere a disposizione tutta la propria Arte per apprezzare e farci apprezzare i nostri grandi talenti nazionali; ma cos'ha di particolare l'arte, la fotografia di Mirco, che lo rende un artista eccezionale?
La fotografia, di per sé immortala gli attimi, le espressioni, le luci ma la sua fotografia completa gli attimi ed i imprimendogli significato, effimeri,
un
anche
senso,
agli
forse,
attimi ma
un più solo
apparentemente, più insignificanti... e questo per una dote innata dell'artista: la
capacità
quello
di
donare
dell'anima,
a
movimento, qualcosa,
la
fotografia, che di per sé è statica. Mirco non è semplicemente un fotografo: egli è il poeta della fotografia.
© Cosimo Mirco Magliocca Photographe Paris
gesti immortalati, rendendoli magici,
©
P SSARALOLUFUTETESE SEEI OBBNAAILLLELOOB A L L O
© Cosimo Mirco Magliocca Photographer Paris
SERIE TV E BALLO
Serie fenomeno web con 11 milioni di visualizzazioni è pronta per sbarcare in tv.
THE SMILING - LA SERIE SEI PUNTATE DA 45 MINUTI
di Marco Calogero
SERIE TV E BALLO
Deborah Polliotto: "Spesso i titoli e i prestigiosi traguardi hanno un sapore non sempre dolce, come appaiono agli occhi della gente". Da un’idea basata su vita vera è nato un prodotto dal sapore internazionale. Tutto ha inizio da un trailer. Il successo fu immediato: milioni di visualizzazioni accompagnate da numerosissimi commenti entusiasti. Ad una risposta
ma solo un grande sforzo produttivo, su una serie che finora ha avuto il merito e la fortuna di coniugare grande qualità e grande successo di pubblico. Fenomeno nata dal web al punto da essere riuscita a registrare 11 milioni di visualizzazioni ed
momenti di difficoltà della sua vita con i vari retroscena del mondo della danza. "Spesso i titoli e i prestigiosi traguardi hanno un sapore non così dolce e trionfante come appaiono agli occhi della gente che ci ammira" dice la
tanto positiva, conseguì la realizzazione della prima stagione della serie "The Smiling", formata da 5 episodi 10
essere pronta a sbarcare in tv. Tra i protagonisti, Deborah Polliotto, ballerina professionista nel mondo
protagonista. "The Smiling la Serie" è questo: Vita vera raccontata dalle persone che l’ hanno vissuta.
minuti l'uno. Un grande investimento e, allo stesso tempo, un 'importante scommessa; nessun aiuto, nessuno
agonistico delle danze latino americane con una esperienza a livello internazionale e nazionale: racconterà in prima persona
Quali sono i particolari avvenimenti che saranno raccontati?
sponsor, nè product placement
Sin da piccola ho dovuto far fronte a delle difficoltà che hanno generato conseguenze poco piacevoli, dal bullismo a particolari "vizi" di persone adulte. Oltre alla parte danza, verrà affrontato l' argomento delle arti marziali dov’è protagonista Danilo Fanfano, mio marito. Ci sarà un intrecciarsi di storie vissute realmente e vicende di cronaca, in pratica una serie ricca di contenuti. Parli di retroscena del mondo del ballo, a cosa ti riferisci? Nella serie si racconterà non solo della
parte degli allenamenti e competizioni, ma anche di tutto quello che ci sta dietro, la parte positiva e non. Oltre ai sacrifici che ogni atleta deve vivere ci sono anche compromessi da affrontare e conseguenze alle scelte prese. Ma dovrete vedere "The Smiling la Serie" per scoprirli. Nelle scene i protagonisti sono tutti attori ? Nella parte danza, come in quella delle arti marziali, ci sono maggiormente ballerini ed alcuni di loro si improvvisano attori per piccole parti con grande
successo, scoprendo un ulteriore talento. Qual è il futuro di The Smiling la serie? Questo progetto è ancora ad oggi in lavorazione; stiamo attendendo risposte dai probabili canali televisivi per la distribuzione . "The Smiling la Serie", programmata in 4 stagioni, è una sfida con una morale: "Non mollare mai!" affermazione con un grande significato, soprattutto in questo periodo che stiamo vivendo.
SERIE TV E BALLO
Welcome to the Ballroom Manga scritto e disegnato da Tomo Takeuchi, serializzato sul Monthly Shōnen Magazine di Kōdansha dal 5 novembre 2011. Nel 2017 è diventata una serie animata prodotta da Production I.G, e trasmesso in Giappone tra l'8 luglio e il 16 dicembre 2017. Negli Stati Uniti i diritti sono stati acquistati da Kodansha Comics USA. I 24 Episodi in Italia sono trasmessi da Amazon Prime. Tatara Fujita è un ragazzo che non ha sogni, ma cerca di trovare qualcosa che possa perseguire per tutta la vita. Essendo vittima di bullismo ed estorsione, viene salvato da un uomo di nome Kaname Sengoku, un istruttore di danza che lo salva da un pestaggio. Tatara scopre così la danza sportiva , se ne innamora e diventa un buon competitore. Molti personaggi sono ispirati ai protagonisti del Ballroom moderno, tra questi si riconoscono i campioni italiani Monica Nigro e Valerio Colantoni.
SSPAARLLOUUFTTEEES SEEI OBBNAAILLLELOOB A L L O
Antonio Desiderio "VADO SEMPRE ALLA RICERCA DI NUOVI TALENTI"
N AIA LLELL OBO A L L O SPSARALOLUFUTETSEES EIEOBB Il mondo dello spettacolo e delle sue stelle da sempre affascina. Dietro ogni grande artista, però, non dobbiamo mai dimenticare che esiste una figura eclettica che deve possedere precise doti organizzative ed artistiche, a cui è affidato il delicatissimo compito di seguire, lanciare e promuovere i suoi artisti nel miglior modo. Se volessimo dare un nome a tutto ciò, potremmo parlare di Antonio Desiderio, affermato manager internazionale di danza e mix di arte, preparazione e management. Antonio, come ti sei avvicinato a questo mondo e come mai hai scelto proprio la danza come campo d’attività principale? “Sono nel mondo del teatro da sempre: mio padre era un ex dipendente del Teatro dell’Opera di Roma. Ho iniziato a vedere gli spettacoli di opera e balletto da bambino. Con il passare del tempo la curiosità è diventata grande passione per lo spettacolo. Da sempre amante della musica, ho studiato pianoforte, che è stato il primo "veicolo" per avvicinarmi alla danza. L’incontro con il ballerino Sergio Marocchi è stato per me determinante. Non ho mai danzato, ma cominciai a frequentare la sua scuola da spettatore; è stato lui a farmi conoscere questo mondo: i titoli del repertorio ballettistico, la struttura di una lezione di danza, le differenze dei vari stili. Ho a seguito deciso di specializzarmi nell’accompagnamento delle classi di danza, prendendo delle lezioni specifiche, unitamente ai miei studi universitari di giurisprudenza. A seguito della laurea ho conosciuto un cantante lirico che voleva un' assistente personale, ma che avesse conoscenze artistiche e, nel mio caso, anche giuridiche. Ho iniziato cosi a girare quasi tutti i teatri del mondo. A seguito, è sopraggiunto l’étoile Giuseppe Picone che è stata la prima di tante altre collaborazioni con importanti nomi venuto a seguito." Cosa fa il manager di spettacolo? "Le attività sono molte e varie. Si comincia in genere da un progetto pensato fatto ad hoc per l’artista, oppure si affianca un giovane talento per lanciarlo su larga scala (come ad esempio sto facendo in questo momento e che, a breve svelerò, per presentarlo a tutti!!!). Manager ed artista sono uniti da un contratto con mandato di rappresentanza che autorizza il rappresentante ad agire in nome e per conto del rappresentato. È attraverso questo strumento giuridico che vengo autorizzato al trattamento dei dati sensibili dell’artista, alla diffusione della sua immagine e ai suoi riferimenti fiscali ed economici. Il dialogo aperto con l'artista è il principio massimo della mia etica professionale, in quanto non bisogna mai dimenticare che è sempre l’artista ad andare in scena e per ogni progetto deve quindi essere sicuro di farlo." Hai lavorato e lavori ancora con i veri big della danza. Ci sono state collaborazioni a te particolarmente rimaste nel cuore? Di sicuro, primo tra tutti, Giuseppe Picone di cui nutro da sempre grande stima professionale, oltre che personale.
Oggi dirige il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli in maniera impeccabile, ricevendo sempre tanti consensi. Un’altra persona a me molto cara è il Professor Aldo Masella, storico, critico di danza e regista teatrale, al quale, con immensa umiltà, anni fa feci la prefazione del suo libro “Le parole della danza”, all’interno del quale ha dedicato un capitolo alla mia persona. In ultimo, ma sempre tra i miei primi pensieri, Maria Grazia Garofoli, ex direttore del corpo di ballo dell’Arena di Verona, a cui devo il mio lancio professionale. È stata la prima a darmi fiducia all’interno di un teatro che era all'epoca interamente contro di me, nel 2008. La ringrazio profondamente e pubblicamente per essere sempre la grande professionista, la grande amica e confidente, pronta sempre ad aiutarmi in mille imprese, come l'ultima condivisa, della Tournee in Cina di Lago dei Cigni, con sue coreografie in cui abbiamo fatto 25 recite in 9 città cinesi! Come hai gestito i tre mesi di lockdown? "Ho cancellato, come tutti, 3 mesi di lavoro tra produzioni e concorsi, ma ho cercato di essere comunque produttivo, anche durante questo tempo. Con l'amico e collega Vincenzo Macario Eventi, abbiamo infatti creato un talk show da me condotto su piattaforma Instagram, chiamato "LA VOCE DELLA DANZA". Lo abbiamo creato dapprima per intervistare tutti i grandi personaggi della danza 3 volte a settimana poi, vedendo i grandi ascolti ricevuti, abbiamo pensato di creare una sezione speciale di questo talk unicamente per le scuole di danza, dando così la possibilità a tutti di dire la loro in questo difficile momento, scambiando importanti consigli o idee, specie prima e durante la fase 2 del Covid 19. Sono venute fuori tantissime idee condivise, e questo ha funzionato sul principio per cui abbiamo creato questo progetto: essere tutti uniti e coesi in questo difficile momento, e sono felice di esserci riuscito. Inoltre, sempre per essere attivi in questo periodo, l'esigenza pressante di un riconoscimento del nostro settore e di una promulgazione fatta a 360 gradi, mi hanno spinto insieme a Vincenzo Macario, Stefano Forti ed Angelo Spampinato, alla creazione di una piattaforma chiamata ITALIA DANCE NETWORK, una vera e grande associazione della Danza a garanzia del settore Culturale del Mondo della Danza, dove professionisti del settore, sono a disposizione dei propri associati, offrendo un supporto alle didattiche dell'insegnamento, uno studio legale e commerciale atti a tutelare al meglio l'identità professionale di questo settore da troppo tempo bistrattato. Gli obiettivi che l’Associazione si prefigge di raggiungere sono, infatti, dare voce, supporto e tutela a tutti i professionisti, scuole ed eventi, legati a quest’arte. Cosa ti senti di consigliare a un giovane in questo momento? "Di non mollare e non arrendersi, né ora, ne mai. Questo momento ci ha messi a dura prova e continuerà a farlo ma dobbiamo fronteggiarlo a testa alta. Siamo italiani, quelli che si sono sempre rialzati. Lo faremo anche stavolta e daremo al Mondo intero un motivo in più per continuare a parlare di noi."
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DOMENICO CANNIZZARO "IO, BALLO DA SOLO"
LA LA FIDS FIDS DI DI NUOVO NUOVO SOTTO SOTTO ACCUSA? ACCUSA? INTERVISTA DI MARCO CALOGERO
LA PROVOCAZIONE DEL FINALISTA MONDIALE WDSF TEN DANCE DOPO LE DIMISSIONI DALLA FIDS.
Domenico, lei ha iniziato da bambino con i dieci balli, quale marcia in più deve avere un ballerino per potersi dedicare a due discipline sorelle ma con tecniche diverse? Si, ho iniziato da piccino con le 10 DANZE. Devo dire che, anche se trattasi di due discipline messe insieme, 5 DANZE STANDARD e 5 DANZE LATINO AMERICANE, io le ho sempre considerate un'unica disciplina, anzi, una terza disciplina dopo, appunto, le Standard e le Latine separatamente. Studiare, praticare e competere in entrambe le discipline implica senz'altro un doppio dispendio fisico, economico, mentale nonché temporale, ma è anche vero che il ballare una disciplina aiuta e facilita la pratica dell'altra. Credo che ci sia una compensazione, un'elasticità muscolare migliore, un portamento più completo. Per arrivare a questa completezza, così come ci sono arrivato io, occorre però avere dietro, fin da piccoli, due grandi fattori determinanti: un grande sostegno dei genitori ed una grande predisposizione al sacrificio.
C'è stato un periodo in cui pensava di voler smettere, e quale aspetto del suo carattere le ha dato la forza di continuare?
Non mi sono mai trovato in una situazione del genere e, credo, neanche si possa parlare di fortuna. La danza per me ha sempre rappresentato una "missione"; evidentemente non ho mai trovato durante il mio cammino nulla che potesse richiamare maggiormente la mia attenzione. Ammetto che ho incontrato tanti ostacoli, come alcune "ingiustizie" o "illeciti" che purtroppo, mi hanno, accompagnato talvolta, ma il mio carattere mi porta a superare ogni ostacolo dandomi una carica esplosiva che mi fa andare più avanti, ancora più forte. Posso dire che senza questi imprevisti, forse, non sarei il "Campione" che sono oggi. La danza sportiva richiede molto sacrificio, all'estero il sacrificio è lo stesso o esistono delle dinamiche più facili da affrontare? La danza sportiva ITALIANA è sempre stata la più vincente, la storia di questo sport parla chiaro, ma credo che i ballerini italiani sia ancora più vincente, il nostro carisma e la nostra vena artistica hanno sempre fatto il resto, e ci hanno reso i più BRAVI e FORTI al MONDO.
ATTUALITÁ E BALLO
Ho avuto la fortuna di praticare molto all'estero, Inghilterra, Russia e nei Paesi dell'Est in generale, fin dalle categorie giovanili; ho vissuto in Russia, in Lettonia, ed ho constatato che in quelle zone una disciplina artistica o sportiva è sinonimo fin da sempre di professione e studio, come per esempio in Italia lo è la scuola dell'obbligo. I bambini lì, così come i ragazzi, crescono con un'altra forma mentis, e probabilmente vivono molto più seriamente lo sport della Danza. In Italia mediamente si aspira a diventare da grandi, avvocati, dottori, ingegneri ecc. Nell'est probabilmente si ambisce a diventare, da grandi, pattinatori, ballerini, circensi ecc. Aver praticato all'estero senz'altro mi ha aiutato tantissimo. Aggiungo, la nostra Federazione Italiana Danza Sportiva, com'è oggi, con tutti i suoi meccanismi contorti, non aiuta certo i talenti italiani, anzi, li allontana. Il 2019-2020 è stato in netto calo, più della metà rispetto alle stagioni agonistiche precedenti. Questo significa che qualcosa non va proprio bene. Nel 2020 al Campionato Italiano Assoluto FIDS, in alcune categorie, vi era la partecipazione di una sola coppia di atleti. Non si è mai visto niente del genere negli anni passati. Alcune tra le altre Federazioni nazionali straniere, stanno avendo, invece, un netto aumento di atleti, specialmente YOUTH e AMATORI; bisognerebbe iniziare a prendere spunto da qualcuna di esse. Nel periodo del lockdown, ha mantenuto la voglia di allenarsi costantemente, oppure ne ha approfittato per potersi rigenerare? Sono sincero, ho fatto molta fatica a non allenarmi, ed oggi confesso di aver infranto, dopo un periodo di quarantena, qualche piccola regola, ma sempre con attenzione e senza danneggiare nessuno. Disponendo di una struttura propria, ed essendo convivente con la mia ballerina, non appena si è presentato il minimo spiraglio siamo scappati subito nella scuola di danza. Ad oggi invece siamo in pieno svolgimento degli allenamenti, ed abbiamo ripreso il nostro ritmo completamente. Allenarsi, per me, vuol dire rigenerarsi. Quanto è importante il look di un ballerino e cosa comporta trascurare la propria immagine? Il look di un ballerino è senza ombra di dubbio al primo posto: non può esistere un bravo ballerino senza un buon look. Questi due aspetti camminano di pari passo, come lo spazio-tempo, e sono indissolubili. Penso che "Il look fa il ballerino, ma la danza non fa il look". Motivo per cui il ballerino deve prestare molta attenzione nel crearsi un proprio look, idoneo al livello in cui compete, senza tralasciare alcun minimo particolare o dettaglio. Se il look non è perfetto, meglio non entrare in pista. Domenico, un detto dice " Tutto si evolve e noi non dobbiamo pretendere di rimanere fermi", come si è evoluto lei e la danza sportiva negli ultimi anni? Sono da sempre stato per l'evoluzione in generale, non mi è mai piaciuto essere tradizionalista. La Danza Sportiva è uno sport che si è evoluto al pari, e forse anche più, di qualunque altro sport. Ho avuto la fortuna di competere in TRE generazioni fino ad oggi, YOUTH, AMATORI e PROFESSIONISTI, in cui il ballo è cambiato tanto.
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Si dice che forse siamo noi talenti ad evolvere la Danza stessa, attraverso le nostre "inventive" involontarie, ma sono sicuro che un atleta deve essere al passo coi tempi rispetto agli altri atleti che trova in competizione. Personalmente i miei avversari rappresentano per me un punto di riferimento, come io lo rappresento per loro. Questo crea i presupposti per un'evoluzione continua ed una competizione piena di stimoli e voglia di vincere. Domenico, si parla delle sue dimissioni nella federazione che ha rappresentato per anni… Perché questa decisione? E c'è amaro in essa? Si, mi sono dimesso dalla FIDS dopo la recente ed illecita mia estromissione dalla Lista degli ATLETI di Interesse Nazionale. Nonostante io sia attuale Finalista al Campionato del Mondo 10 DANZE a Novembre 2019, nonostante non vi siano più stati, per l'emergenza COVID 19, altri Mondiali nel 2020, ed avendo peraltro saltato il Campionato Italiano Assoluto 2020 per comprovate ragioni di salute, la FIDS ha ha ritenuto, violandone il regolamento che io non dovessi essere di INTERESSE NAZIONALE, dopo solo qualche mese in cui ho rappresentato L'ITALIA in Finale nel Mondo.
Ho deciso, quindi, di "denunciare" ufficialmente con documentazioni ciò che di ILLECITO succede nella FIDS di oggi, agli organi competenti, dopodiché mi son dimesso. Oggi, all'interno della FIDS, vi sono al "comando" personaggi già puniti dal CONI, radiati o addirittura puniti dalla legge, indagati od in attesa di giudizio da parte della giustizia ordinaria. Insomma, una situazione alquanto scandalosa e macabra, ai danni di centinaia di ballerini ed atleti. Se la sentirebbe di rappresentare un ruolo politico nella danza sportiva? Se si, quale mansioni porterebbe avanti con un progetto? In questo momento sono concentrato alla conquista del Titolo Mondiale e sono in piena attività agonistica, ma credo che in un futuro quando non competerò più, non escluderei (non lo so, forse..) un eventuale mio ruolo politico nella Danza Sportiva. Il ruolo che comunque desidererei avere è quello di presiedere una Federazione e, magari, con l'esperienza positiva e negativa che da Campione ho fatto sulla mia pelle, vorrei riuscire a "proteggere" questo sport in ITALIA e proteggerne anche tutti i suoi "ATLETI". Cosa che non sta avvenendo attualmente. Domenico infine, un messaggio da parte sua ai nostri lettori, sostiene che sia importante la comunicazione fuori dal pubblico dei palazzetti ? Certo! La comunicazione è l'anima di tutto, e la Danza Sportiva vive assolutamente di comunicazione. Ne ha tanto bisogno, oggi più di prima e, rispetto ad altri sport storici, la Danza è ancora troppo giovane. Non ha nulla da invidiare a nessun altro sport esistente; semmai, potrebbe essere addirittura un esempio per gli altri in termini di sportività tecnica, artistica e mentale, ma la comunicazione avrà, negli anni a venire, un ruolo importantissimo e centrale. Ringrazio Voi della rivista TUTTO BALLO per il grande contributo che offrite a questo SPORT, attraverso la Vostra informazione.
A SSARALTLUEUTTEEE BEEA BLBLAAOLLLLOO
Rome. The smaller square of Pietralata Mixed media, acrylic, on convas 100x100 cm (2016)
G I O V A N N I N O
M O N T A N A R I
I L
P I T T O R E
D E L L E
C U P O L E
“Un incontro casuale ed inaspettato. L’arte voleva un altro attore”.
A SSARALTLUEUTTEEE BEEA BLBLAAOLLLLOO All’anagrafe di Terni risulta come Giovanni Vianello, ma le sue opere le firma come Giovannino Montanari, un omaggio alla madre; enfant prodige, inizia a dipingere come autodidatta, e lascia gli studi universitari per dedicarsi al suo immenso amore per i viaggi, intraprendendo la carriera all’interno di una compagnia aerea. Vive in molte città del mondo, dove prende anche parte ad alcune azioni umanitarie. Viene casualmente notato da Giuseppina Travaglio dell’Associazione Culturale “Zoe” di Potenza della quale fa parte anche Teknè, galleria che si occupa di mostre ed esposizioni di arte moderna. Giuseppina Travaglio di lui scriverà: “Un incontro casuale ed inaspettato. L’arte voleva un altro attore”. Un fortunato, nonché fortuito incontro, nel bellissimo e storico palazzo di Cesi, mi permetteva di ammirare un’opera molto materica ma resa “leggera” da pochi tratti decisi. Un’opera realizzata da un giovane studente di liceo di qualche anno fa e tenuta in un angolo come dolce ricordo di gioventù. Giovannino Montanari è di animo sensibile e spirito modesto. Il suo lavoro ed i molti viaggi effettuati nel corso della sua vita, gli hanno consentito oggi di riprendere in mano i colori e riportare sulla tela il bagaglio di bellezza ed emozioni che, fino ad anni fa, non aveva condiviso con nessuno. Le sue opere, che parlano di bellezza, di architetture, di amore, di voglia di vivere, incantano e fanno sognare. La rete, poi, gli apre le strade, ed il Montanari, conosciuto ed apprezzato dalla prestigiosa
Associazione "ItaliaArte" di Guido Folco, con sede a Torino,
ricomincia a viaggiare ma, stavolta, in compagnia delle sue tele e per importanti mostre in Italia e all'estero. Divide la sua vita tra L'Italia e la Germania: Cesi (Terni), Francoforte ed Amburgo; è molto
apprezzato
nella
Repubblica
Popolare Cinese, dove ha già partecipato ad importanti mostre. É presidente della MOWI Art Communication, Associazione no profit per divulgare l'arte nel mondo, supportando artisti dei quattro continenti; promuove mostre d'arte nei più bei musei in Italia e nel mondo. Attualmente la MoWi Art è impegnata ad organizzare una mostra itinerante in Russia, ma i ben noti eventi hanno bloccato tutte le opere a San Pietroburgo...
Vice
Presidente
Associazione
no
di
Arte
profit,
per
formata
L'Arte, da
un
affiatato team di professionisti, in grado di promuovere con competenza e passione la raffinatezza
del
Made
in
Italy,
che
rappresenta una sintesi unica di arte, cultura, storia... ma soprattutto "modo di essere e di vivere" Arte in tutta la sua bellezza: pittori, scultori, cantanti, ballerini, artisti di strada, circensi… un progetto ardito che da anni viene seguito da un team di amici dell'artista. www.giovanninomontanari.de
SSATALOLUURTTI EAE EE BB AA LL LL OO
MARGOT
FONTEYN
"Dama della Regina, Regina della Danza" di Fabrizio Silvestri
STORIA E BALLO Margot Fonteyn, nome d' arte di Peggy Hookham, è nata il 18 maggio 1919 a Reigate, località a sud di Londra. Iniziò i suoi studi di danza a Shangai e li completò a Londra con la grande maestra, Serafina Stafieva, alla celebre scuola del Sadler' s Wells. Figlia di madre brasiliana e padre inglese, Peggy trascorse la sua infanzia tra la Cina e il Sud America. Dalla madre ereditò la vivacità del temperamento ed i bellissimi grandi occhi; dal padre controllo e riservatezza, prettamente britannici. A questi caratteri peculiari lei aggiunse il tratto aristocratico, la nobiltà del portamento. Arrivò ad affermarsi presto in teatro; il suo primo ruolo come “Fiocco di Neve” nello “Schiaccianoci”, aveva la morbidezza che, poi, sarebbe stato il carattere distintivo di tutta la sua carriera. Nel 1935, appena sedicenne, fu nominata prima ballerina erede di Alicia Markova (Londra, 1º dicembre 1910 – Bath, 2 dicembre 2004 - onorificenza DBE 1963); nel 1939 interpretò “Giselle”, “Lago dei cigni” e “Bella addormentata”. Due sono stati gli incontri magici nella vita della Fonteyn: Il primo con il coreografo Frederick Ashton (Guayaquil, 17 settembre 1904 – Eye, 18 ottobre 1988), che confezionò per lei i ruoli-chiave del suo repertorio nei balletti “Apparitions” (1936), “Dante Sonata” (1940) , “Symphonic Variations” (1946), “Cinderella” (1948), “Daphnis and Chloé” (1951), “Sylvia” (1952) e soprattutto “Ondine” (1958) e “Marguerite and Armand” (1963).
L'altro personaggio, destinato ad apparire nella costellazione dei divi del balletto e nella vita di Margot, fu Rudolf Nureyev. Il furore dionisiaco di Rudy si sposava alla grazia delicata della Fonteyn, che ne temperava gli eccessi, ammorbidendo i contorni. Insieme ottennero i successi più clamorosi della loro carriera: l'indimenticabile “Lago di Nervi” (1962) e le serate all' Opera di Roma nel giugno 1964, per il passo a due del “Corsaro” e, appunto, il lungo duo del recitar danzando di “Marguerite and Armand”. Una delle ultime apparizioni di Margot Fontayne, come racconta Alberto Testa (nda danzatore, coreografo, critico di danza e insegnante, Torino, 23 dicembre 1922 – Torino, 4 ottobre 2019) “fu a Mantova nel 1988 nel programma televisivo “Festa a Corte”, era magrissima, pallida, con difficoltà a camminare per un' artrosi, con complicazioni di una sciatica dolorosa che le rese penosa persino la sola apparizione in scena. Aveva preso l' impegno con gli organizzatori e non volle mancare alla parola data. Venne perciò a Mantova con il marito Roberto Arias, paralizzato, ex ambasciatore del Panama presso la corte inglese”.
STORIA E BALLO
L'incidente che colpì il marito accadde nel 1964. Margot era a Spoleto con Nureyev ed il Royal Ballet di Londra, per provare il balletto “Raymonda”, quando accadde che un rivale politico attentò in Inghilterra alla vita di Arias. Nella sua autobiografia, Margot racconta della sua corsa pazza, in macchina, da Spoleto all'aeroporto, per raggiungere il marito ferito e poi costretto dalla paralisi alla immobilità, pressoché assoluta, in una sedia a rotelle. Nel giugno del 1986, a Milano, ricevette il “Premio Porselli - Una vita per la danza”, “dama della regina, regina della danza”, come riportava la motivazione. Erano gli anni in cui splendeva la stella Carla Fracci, danzatrice che Margot definiva figlia. La Fonteyn ha dominato il mondo della danza senza esserne dominata, oltrepassandolo indenne dai marasmi, trasparente, diafana, quasi giocando con se stessa, come con la sua ombra in Ondine. La Fonteyn non voleva stupire, non ricercava effetti pirotecnici; la sua tecnica era equilibratissima, misurata, purissima, favorita dalle squisite proporzioni fisiche e dalle linee musicalissime. Alla fine degli anni ’70 Margot Fonteyn si ritirò dalle scene per andare a vivere a Panama, accanto al marito. Ammalatasi di cancro, morì nel 1991. Dalle sue vicissitudini (la prigione, l’assistenza a suo marito paralizzato, la lotta contro il tumore), Margot trasse la sua propria filosofia: “La cosa più importante che io abbia imparato in tutti questi anni è la differenza tra fare il proprio lavoro seriamente e vivere la propria vita seriamente. Nel primo caso è imperativo e, nel secondo, disastroso”.
“I grandi artisti sono persone che trovano la via per essere se stessi nella loro arte. Ogni sorta di presunzione causa la mediocrità, nell’arte come nella vita”.
PS AS IL CU OT LE OEG IBAA LE L BO A L L O
COUNSELING
DANZA
RESILIENZA di Giovanni Battista Gangemi
PSSASAILLCUUOTTLEEOEEG IBBAAALELLLBOOA L L O L’integrazione del Counseling con la danza è un percorso di evoluzione e crescita personale che promuove la salute ed il benessere della persona. Attraverso il movimento, l’espressione corporea e la consapevolezza sono compendiati gli aspetti dell’energia, dell’espressione di sé della relazione interpersonale. I movimenti del corpo, siano essi lenti o meccanici, leggiadri o fluidi, sono indicatori di come le persone sono, si sentono e vivono nella quotidianità. La Danza facilita la persona a dare libero sfogo alle emozioni represse, promuovendo una trasformazione dell’individuo, consentendogli di acquisire una maggiore consapevolezza tra la dimensione fisica e psichica; coinvolge, inoltre, oltre al lavoro con il corpo, la voce, la creatività, la fantasia, aiutando la persona ad apprendere, riapprendere e costituire nuove modalità relazionali. Quanto più si va oltre se stessi come individui condizionati, tanto più si scopre la libertà, raggiungendo livelli poco frequentati di vitalità ed estasi. Quindi, in un percorso di danza, si possono focalizzare e migliorare aspetti problematici della vita personale. Fare dell’attività fisica è altamente consigliato a tutti per un benessere psicofisico, e la Danza può rappresentare una valida alternativa ad altre attività di fitness. La Danza promuove "la consapevolezza" del corpo e permette, attraverso il movimento, un contatto più profondo con noi stessi. Ai benefici fisici che il movimento ha sull'apparato cardio-respiratorio e muscolare, si aggiungono quindi i benefici, non meno importanti, relativi alla sfera psicologica; la Danza, infatti, offre uno spazio tempo in cui, interrotta la routine quotidiana, qualsiasi persona può attingere l’energia derivata. Dal rapporto corporeo in contatto con la musica. Dalla scoperta della propria creatività. Da una maggiore conoscenza di sé, attraverso l’apertura al simbolico. Molte persone vivono il tradimento del corpo, non tanto nella malattia, quanto nel disagio del confronto con un corpo che rifiutano, perché lontano dai canoni estetici imposti dai mass media. La Danza facilita l’accettazione del proprio corpo, induce ad usarlo invece che a rifiutarlo, a viverlo nella sua dimensione comunicativa e creativa. Differentemente dagli esercizi di ginnastica o di quelli delle discipline sportive, che presuppongono movimenti predeterminati e obbligati, nella Danza una persona può assumere, in tutta scioltezza e consapevolezza, le posizioni del corpo che più agevolmente permettono di togliere le tensioni muscolari. Gli obiettivi che si propone la danza sono: • migliorare il benessere psicofisico, • migliorare le relazioni interpersonali, • apprendere nuove modalità comportamentali, • liberare le tensioni psichiche e fisiche, • acquisire una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo, • migliorare l’autostima, • acquisire una maggiore capacità di movimento e coordinazione, • rilassamento, • trovare un centro di stabilità e serenità personale, • migliorare la fiducia di se stessi e, non per ultimo, tanto divertimento. La Danza è libertà di movimento, creatività, espressione di sé, gioia e divertimento. Quando penso ai danzatori, agli artisti in generale, mi viene immediatamente in mente l’espressione “combatti contro i mulini a vento”, per esemplificare l’idea che una persona lotti contro il potere, contro il “muro di gomma”, e in questo senso, l’idea del Don Chisciotte che ha una visione di un bizzarro o pazzo cavaliere animato dall’idea di combattere per una giusta causa, armandosi grottescamente contro il potere ed i privilegi, che spesso sono sordi e ben ovattati, imperscrutabili o circondati da un nido di vespe. Alcuni sottolineano come Don Chisciotte abbia buoni princìpi; ciò è del tutto in linea con quanto professato dai precetti della cavalleria errante; questo non lo rende un Robin Hood, anzi, la savia pazzia che lo possiede si dimostra palese nella sua ortodossia, quando afferma che egli non può intervenire nelle zuffe di coloro che non sono cavalieri come lui. Da ciò ho rivisto un popolo di artisti e danzatori, tanti Don Chisciotte, che si armano per cambiare. La visione critica delle condizioni del Paese che si manifesta, per le aree del territorio attraverso immagini drammatiche, di un territorio alla deriva, oggetto di un teatro vuoto, disoccupazione, indifferenza verso questa professione e verso tutte quelle professioni artistiche. Se è chiaro il malessere vissuto sul territorio, occorre anche chiedersi come mai tanti gruppi, singole persone, associazioni, non solo resistono in condizioni talvolta estreme, ma producono dei dinamismi anche con traiettorie di crescita e benessere. A dimostrazione che i giovani che decidono di fare dell’arte una professione, hanno espresso e sono capaci di esprimere forme di resilienza che, accanto a tante difficoltà, hanno consentito non solo il coraggio di cambiare una mentalità retrograda, ma il coraggio di resistere ad una terra che offre poco e, potremmo dire, una sopravvivenza ed al tempo stesso lo sviluppo. Riuscendo a creare, a re- inventare un lavoro, la voglia di emergere… Tenendo conto di tutte le difficoltà che possiamo trovare nella nostra Italia, una popolazione che possiede una struttura di personalità la cui caratteristica distintiva è la resistenza. Da un punto di vista non solo mio, la resistenza può evolvere in resilienza nel momento in cui permette alla persona non solo di non cedere, sotto i colpi della vita ma, addirittura, se possibile, di costruire un equilibrio maggiormente adattivo e funzionale. La capacità che ci rende capaci di sopportare un evento critico, contrapponendovi una forza possibilmente uguale ma contraria, è la resistenza; la capacità di utilizzare la forza critica che ci ha investito, per trarne nuova forza vitale, è ciò che ci rende resilienti. Il processo di resilienza, rappresenta qualcosa in più della mera sopravvivenza a un trauma; ha a che fare con la capacità di esperire il dolore e trasformarlo in forza, di sentire la rabbia ed usarla come motore per il cambiamento, creando un futuro di speranza dalle ceneri della disperazioni. Resilienti non si nasce, ma lo si può diventare, attraverso un processo dinamico in cui le caratteristiche personali della situazione si condizionano reciprocamente. Forse, per meglio differenziare la resistenza dalla resilienza, dobbiamo fare riferimento alla flessibilità, che permette di realizzare un virtuoso processo di adattamento continuo. Flessibilità, quale capacità di creare forza dalla debolezza, di accettare la fragilità, la mancanza, l’imperfezione. Come direbbe Huxley “La vita non è quello che ci accade, ma quello che facciamo con ciò che ci accade”. Se non abbiamo potere contro ciò che ci capita, abbiamo però la responsabilità di costruire e ricostruire mediante quello che la vita ci ha dato in sorte. Si arriva a cambiare se stessi, visto che non si possono cambiare le circostanze. La resilienza non è, dunque, un fenomeno individuale, ma anche relazionale sociale. Il ruolo del contesto sociale, tuttavia, non deve mai essere interpretato come senso di delega delle nostre responsabilità alla società o agli altri.
CINEMA E BALLO
CINEMA E BALLO
L’Orchestra di Piazza Vittorio, l’ensemble di musicisti
Così come la musica, il film è un percorso libero,
che racchiude tutto il mondo, vince la 65esima
denso di riferimenti a generi e stili diversi che si
edizione dei David di Donatello 2020 come “Miglior
sposano, fino alla rivisitazione, con le tecniche del
Musicista” per “Il Flauto Magico di Piazza Vittorio”,
teatro barocco e lirico europeo, con le sue macchine
una travolgente riscrittura dell’opera di Mozart, primo
teatrali e i suoi trucchi artigianali, fondali dipinti e
film musicale multietnico della storia del cinema.
arredi poveri di cartapesta, armonizzati visivamente
“É curioso - afferma l'orchestra - che in questo
con l’aiuto delle moderne tecniche cinematografiche.
momento storico venga premiata una moltitudine, che
In questi ultimi tempi, caratterizzati da narrazioni
in un periodo in cui si ha grande paura delle
fuorvianti, il messaggio di integrazione, convivenza e
aggregazioni vinca questo premio l’emblema di quello che è una moltitudine di persone felici assieme che fanno un percorso di grande sacrificio e amore. Dedichiamo questo premio a tutti i musicisti che in questo momento soffrono". Diretto da Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu, prodotto da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia e interpretato dagli stessi musicisti dell'Orchestra, accanto a Petra Magoni, Violetta Zironi e Fabrizio Bentivoglio, “Il Flauto Magico di Piazza Vittorio”, la cui colonna sonora è stata scritta e rielaborata da Leandro Piccioni e Mario Tronco, con la produzione artistica di Pino Pecorelli, è una favola visionaria e ultrapop, ambientata in una Piazza Vittorio che si anima come per magia durante la notte. I giardini della piazza, dopo l’orario di chiusura,
scambio culturale, che da sempre caratterizza tutta la produzione artistica dell’OPV, trova nella favola del “Flauto Magico di Piazza Vittorio” una sintesi chiara ed immediata, che rende evidente il reciproco arricchimento umano ed artistico di cui sono portatrici culture e tradizioni diverse, capaci, nell’incontro, di integrarsi attraverso lo scambio sia musicale che umano. Un messaggio, oggi più che mai necessario ed universale. Nata nel 2002 sulla spinta di artisti, intellettuali ed operatori culturali con la volontà di valorizzare l’omonima Piazza dell’Esquilino di Roma, per antonomasia il rione multietnico della città, l’Orchestra di Piazza Vittorio, ideata e creata da Agostino Ferrente e Mario Tronco, ha accolto dalla
dal tramonto fino all’alba, diventano il luogo dove
sua nascita oltre 100 musicisti provenienti da ogni
tutto può accadere e dove tutto effettivamente
parte del mondo e da ambiti musicali differenti, la
accade. I suoi abitanti si trasformano in principi,
maggior parte dei quali ha trovato, proprio
maghi, regine e sacerdoti in un caledoscopio di suoni
nell’Orchestra, un’occasione di riscatto, ed ha
colori e lingue diverse.
acquisito la cittadinanza italiana.
SSAIANLLEUUMTTEAE EEE BBBAAALLLLLLOOO C L’Orchestra di Piazza Vittorio, tra le sue ultime produzioni, vanta una versione inedita del Va’ pensiero di Giuseppe Verdi, inclusa nel repertorio de “L’Orchestra di Piazza Vittorio all’Opera”, concerto che propone le arie tratte dalle opere che, negli ultimi dieci anni di attività, l’Orchestra ha reinterpretato (Il Flauto Magico e il Don Giovanni di Mozart, la Carmen di Bizet), traendo ispirazione dai musicisti dell’Ottocento che, nei vicoli di Napoli, rappresentavano le partiture di maggiore ispirazione popolare per coinvolgere le classi meno abbienti. L’Orchestra promuove la ricerca e l’integrazione di repertori musicali diversi, per dare vita ad un nuovo “suono del mondo”; ha all’attivo cinque dischi e oltre 1400 concerti in tutto il mondo: New York, Hammamet, Vienna, Los Angeles, San Francisco, Santa Cruz, Londra, Parigi, La Rochelle, Lione, Barcellona, Melbourne, Lisbona, Oporto, Colonia,Sarajevo...L’OPV è nata in seno all’Associazione Apollo 11, ed è stata ideata e creata da Mario Tronco e Agostino Ferrente.
Il Flauto di Piazza Vittorio SCHEDA FILM Italia Francia 2017 Regia: Marco Tronco, Gianfranco Cabiddu Cast: OPV, Ernesto Lopez Maturell, Violetta Zironi, ElHadjiYeri Samb, Petra Magoni. Fabrizio Bentivoglio Coreografie: Piergiorgio Milano Muisca: Leandro Piccioni Un film musicale in 8 lingue, dove i musicisti della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio rivisitano e re‐interpretano l’opera di Mozart, arricchendola e adattandola ad un setting moderno, ognuno secondo le proprie tradizioni e culture musicali. Tutto avviene nei giardini di Piazza Vittorio, che si animano per magia durante la notte. Contrariamente a quanto accade nell’Opera di Mozart, i personaggi femminili possono cambiare il corso degli eventi ed assumere un ruolo decisivo. Piazza Vittorio, dopo l’orario di chiusura, dal tramonto fino all’alba del giorno, diventa il luogo dove tutto può accadere e dove tutto effettivamente accade, come in una favola. Così come la musica, il film è un percorso libero, denso di riferimenti a generi e stili diversi che si sposano, fino alla rivisitazione, con le tecniche del teatro barocco e lirico europeo, con le sue macchine teatrali e i suoi trucchi artigianali, fondali dipinti e arredi poveri di cartapesta, da armonizzare visivamente con l’aiuto delle moderne tecniche cinematografiche.
SCUOLA E BALLO di Giovanni Battista Gangemi di Giovanni Battista Gangemi
di Giovanni Battista Gangemi
LA FORMAZIONE NELL'ARTE SRC: SCUOLA DI RECITAZIONE DELLA CALABRIA
Coordinata da Giorgio Colangeli e patrocinata dal Giffoni Film festival, la scuola ha ridato al territorio un’offerta formativa di altissimo livello dedicata a coloro che vogliono intraprendere, con serietà e dedizione, la professione dell’attore in tutte le sue declinazioni espressive.
SCUOLA E BALLO La SRC - Scuola di Recitazione della Calabria, ideata e diretta da Walter Cordopatri, rappresenta un punto di riferimento artistico, sociale e culturale per l’intera Regione. La scuola, coordinata da Giorgio Colangeli e patrocinata dal Giffoni Film festival, ha ridato alla Calabria un’offerta formativa di altissimo livello dedicata a coloro che vogliono intraprendere, con serietà e dedizione, la professione dell’attore in tutte le sue declinazioni espressive. La struttura si colloca presso il Polo Solidale per la Legalità “Francesco Vinci” a Cittanova Provincia di Reggio di Calabria, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Cittanova che ha offerto i locali, rendendo possibile, così, la crescita e lo sviluppo delle diverse attività della scuola, in modo esponenziale. La SRC, Scuola di Recitazione della Calabria, vuol essere la struttura formativa di riferimento regionale per l’arte della recitazione e per l’insegnamento della professione dell’attore. I corsi, a numero chiuso e con frequenza obbligatoria, prevedono lezioni teoriche e lezioni pratiche, ed offrono ai propri allievi una formazione attoriale completa a 360 gradi; una formazione come occasione di verifica di eventuali connessioni fra teatro, cinema e vita quotidiana, in modo da poter ricavare utili insegnamenti sia sopra un palcoscenico, tradizionalmente intenso, sia davanti ad una macchina da presa, sia nella vita di tutti i giorni. Basandosi proprio su quest’ultimo punto, vista la chiusura delle scuole prevista dal decreto, causa Covid-19, la Scuola di Recitazione della Calabria ha iniziato, sin da subito, con la formazione a distanza, dando possibilità ai docenti ed agli allievi di rimanere in contatto e di svolgere le attività di formazione. Ogni classe ha continuato senza sosta, tra le mille difficoltà, a studiare, a confrontarsi, a rimanere collegati alla quotidianità della vita e ad imparare a vivere il qui ed ora, a vivere le varie emozioni che, giorno dopo giorno, crescevano, senza dimenticare la speranza di tornare alla vita sociale ed all’abbraccio con gli amici e con gli stessi docenti. Entriamo nel vivo della scuola, raggiungendo telefonicamente il Direttore Walter Cordopatri e il Coordinatore Didattico Giorgio Colangeli . Dopo molte interviste a nomi illustri della danza e del canto, oggi mi trovo in questo “caffè” virtuale, a conversare, da una parte con l’illustre Giorgio Colangeli, una pietra miliare dei palcoscenici e del cinema Italiano; dall’altra parte Walter Cordopatri, non solo un giovane attore professionista, ma anche un giovane Direttore di una scuola di recitazione, agli inizi della sua carriera; due personalità che condividono un sogno: la passione e la professione artistica. Maestro Colangeli, cosa serve per fare bene l’Attore? Credo che per fare questa professione ci voglia prima di tutto passione, perché il nostro è un lavoro forte e fragile contemporaneamente. Poi bisogna stare attenti ai canoni della moda, anche se ogni attore impone la sua fisicità, la propria bellezza e la propria voce . Cos’è il Personaggio? Il personaggio dipende dal diverso Iter: il personaggio teatrale e il personaggio del cinema. In teatro il personaggio viene costruito durante le prove, varia dall’idea che ha in mente il Regista, varia dalla forma del Teatro stesso. Durante le repliche viene perfezionato e a volte anche totalmente cambiato. Nel cinema è una costruzione che avviene in tempo reale, nel momento in cui parte la ripresa del film. Il personaggio nel cinema è costruito anche in base alla scenografia, agli oggetti che ha in scena. Nel cinema la propria prestazione è molto “interrotta” dal montaggio, dal post produzione del film stesso. Non bisogna dimenticare che il personaggio è qualcosa che hai dentro, trovando le affinità, imparando ad amarlo, cercando di farlo entrare dentro se stessi. È mai capitato che interpretasse personaggi lontani dalla sua personalità? Ne ho svolti tanti, lontani dal mio carattere, dalla mia personalità. Ho cercato di percepire tramite l’utilizzo delle emozioni, riportando la mia emozione sul personaggio, facendo gioco sul fatto che la fantasia e l’agire spesso possono essere una linea sottile che li divide.
S C U O LA AR TEE BEA LB LAOL L O Il lavoro dell’attore può diventare alienante? Si, quando l’artista si svilisce nel gesto della ripetizione, ma, può essere anche terapeutico, dipende molto dalla personalità dell’attore. Di certo è più sicuro di altri lavori, che spesso ti portano alla ripetizione quotidiana del gesto e della ripetitività, potremmo dire che sotto questo aspetto, il lavoro dell’artista ti “protegge”. Perché c’è la possibilità di cambiare spesso il personaggio, l’azione, può saltare la mediazione personaggio e porsi come soggetto o oggetto della comunicazione attraverso la realizzazione di un’azione performativa, che si svolge in tempo reale e in luogo che la determina, nel qui ed ora, con accrescimento della qualità e della quantità del piacere. Da due anni è coordinatore didattico della Scuola di Recitazione della Calabria. Come si identifica in questa figura di coordinatore didattico? L’insistenza di Walter mi ha convinto. Ho molta stima di Walter, è un giovane attore con molte idee innovative, che ama con passione questo mestiere. Io, realmente, non mi sento molto appartenente alla formazione. Forse, perché io inizio all’età di trent’anni, quasi per gioco, a fare l’attore, e in seguito sono entrato nell’arte professionale di questo mestiere. Mi sento ancora più allievo che docente, perché c’è sempre da imparare, pur essendo molto portato all’insegnamento. Essere coordinatore didattico della Scuola di Recitazione della Calabria, mi stimola e mi gratifica, è la cosa migliore che potessi fare, sono lì a rappresentare un esempio importante, un obiettivo per gli studenti. Cosa vorrebbe dire ai ragazzi o alle ragazze che studiano recitazione? Di non smettere mai di sognare. Credo molto nei giovani. Faccio il tifo per loro. Hanno scelto un mestiere nobile Cosa manca all’attore di oggi? Forse, potrebbe mancare un po’ di teatro, perché molti di loro sono attirati dall’audio – visivo. In particolare, credo che manchi il Teatro della parola. Cosa consiglierebbe ai docenti della varie Scuole di Recitazione? Insistere su quello dove i ragazzi sono meno preparati, per equilibrarli sulle loro capacità e abilità. Dare una varietà nella formazione offerta. Essere di stimolo alla ricerca del nuovo attore in formazione. Cosa si prova ad essere premiato come migliore attore? Una grande emozione. il Primo premio, fu un premio collettivo, per il film di Ettore Scola “La Cena”, premiato con il Nastro di Argento come miglior attore non protagonista. Ma quello che sento più vicino e che mi ha gratificato, è stato nel 2006 come attore non protagonista, per il Film di Alessandro Angelini “L’aria salata”. Uno perché era la prima edizione del “Festival del Cinema di Roma “, secondo perché sono romano. L’ho vissuto con tante emozioni, anche discordanti tra di loro. Avevo grandi preoccupazioni, per uscire allo scoperto, perché non ero protetto da un personaggio, ma ero io, Giorgio Colangeli. Contemporaneamente ero ricco di emozioni positive, perché un premio ti fa dire che tutto ha funzionato, mette tutto in armonia. Ti approvi. Walter Cordopatri, l'altra figura importante nella SRC, è un giovane attore, Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, nella sua giovane carriera, vanta molti lavori sia nel teatro che nel cinema. In particolare, “ La notte non fa paura”, nel quale riveste due ruoli quello di attore - sceneggiatore, ottenendo il premio come miglior Attore esordiente 2015 – Premio Omero al Festival di Scilla. Oltre al cinema anche serie televisiva “ZeroZeroZero”, diretto da Stefano Sollima che lo porta sul tappeto rosso del Festival di Venezia. Il suo successo più grande è stato ideare e dirigere oggi la SRC: una scuola di recitazione nella sua terra natale. Una realtà nata da un sogno: quello di ridare alla Calabria ed ai calabresi, una vera e propria scuola di recitazione, con un’offerta formativa di altissimo livello, punto di riferimento artistico, sociale e culturale. La formazione non si è fermata nemmeno con il Covid-19, anzi le lezioni - come ci racconta - ha permesso un maggior legame famiglia/scuola, oltre che con gli allievi. E quando gli chiedo del futuro, gli occhi si illuminano e mi racconta che gli aspiranti attori possono fare una pre-audizione dal 30 Maggio al 15 Luglio, inviando un video della durata massimo di 3 minuti, nel quale si presentano completando la registrazione con un monologo o poesia inviando all'indirizzo email della scuola. Chi supera le pre-audizioni accederà alle Audizioni ufficiali, che si volgeranno ogni sabato dal 5 Settembre al 28 Novembre.
DANZA E SPORT
MO SSANALDLUO UTTEE EBE ABBLAAL LOLLLOO
Passo a due come inizio d' incontro
di Pina Delle Site
SSAOALLNUUDTTOEE EEE BBBAAALLLLLLOOO M In questo incontro mensile, vogliamo porre l’attenzione sull’aspetto rituale della danza, in particolare sul significato che la stessa assume, come preambolo degli incontri sportivi. All’inizio di ogni gara sportiva, infatti, soprattutto di squadra, si assiste ad un clima di grande concitazione, arricchito di cori, musiche, presenza di striscioni ed incitamenti, tutti atti ad incoraggiare la propria squadra del cuore, affinché sconfigga quella avversaria e ad esaltare, comunque, la forza e la capacità dei giocatori propri idoli. Ma, per alcuni sport, c’è molto di più; il clima festoso sopra descritto fa, infatti, da cornice a quella che è una vera e propria introduzione alla gara sportiva: la danza rituale. Prendiamo ad esempio il Rugby: è uno sport duro, competitivo, di concentrazione e forza, praticato da giocatori che sono uomini duri, senza paura; si assiste, infatti ad uno scontro in campo fra veri e propri titani, forzuti, tutti massa e muscoli. Ma le gare di questo famoso sport di forza, dal lontano 1905, si aprirono, ad opera degli “All Blaks”, nazionale ufficiale neozelandese, con la performance dell'Haka, tipica danza del popolo Maori; sia i movimenti di questa danza, che le parole pronunciate con forza, a tratti anche con violenza, risultano molto suggestive: l’espressione del viso diviene dura, si digrignano i denti, si spalancano gli occhi, si mostra la lingua, si muovono ritmicamente le gambe e si battono petto ed avambracci… insomma, ogni parte del corpo cerca di comunicare qualcosa, cerca di fare la propria parte. A ciò si aggiungono le parole: il giocatore di sangue maori più anziano, infatti, recita, urlando, un ritornello, ripetuto durante tutta l’esibizione, le cui parole feroci, forti, forse a tratti violente, servono a dare carica ai giocatori, affinché non possano temere l’avversario.
Leader: Ringa pakia! Batti le mani contro le cosce! Uma tiraha! Sbuffa col petto. Turi whatia! Piega le ginocchia! Hope whai ake! Lascia che i fianchi li seguano! Waewae takahia kia kino! Pesta i piedi più forte che puoi!
Leader: Ka mate, ka mate - È la morte, È la morte!
Squadra: Ka ora Ka ora È la vita, è la vita!
Leader: Ka mate, ka mate È la morte, È la morte!
Squadra: Ka ora Ka ora È la vita, è la vita!
Tutti: Tēnei te tangata pūhuruhuru Questo è l'uomo peloso Nāna i tiki mai whakawhiti te rā - Colui che ha fatto splendere il sole su di me A Upane! Ka Upane! Ancora uno scalino, ancora uno scalino, Upane Kaupane un altro fino in alto, Whiti te rā,! Il sole splende! Hi! Alzati
A partire da quel momento, tale rituale è diventato parte integrante di tutte le gare, estendendosi anche ad altri sport, come ad esempio la pallacanestro, oppure presentandosi, grazie ad altre squadre di Rugby, attraverso le caratteristiche di danze simili, ma aventi sempre lo stesso significato: la Kailao (Isole Tonga), la Siva Tau (Isole Samoa), la Cibi (Isole Figi), i Pacific Islanders, che eseguono il rituale creando una combinazione delle suddette tre danze di guerra. Tornando comunque all’Haka, con cui la tradizione è cominciata (ma la considerazione vale anche per i rituali praticati, appunto, dalle altre squadre), c’è da puntualizzare che questo tipo di danza, che identifica un po’ la natura del popolo Maori, sebbene sia stata considerata per molto tempo solo e soltanto una danza di guerra, immagine che certamente si rispecchia in campo, in chiave naturalmente ludica e non cruenta, tra nemiciavversari (in senso buono, “combattendo” essi una “guerra sportiva”), in realtà non ha solo questo significato; essendo infatti una danza in cui ogni parte del corpo gode di libertà di movimento, è essa espressione di stati d’animo e di tutti i sentimenti che il giocatore prova in quel momento, non solo in veste di “combattente”, ma anche e soprattutto di essere umano: anche il guerriero impavido, vera e propria macchina da guerra, violento ed impenetrabile, esprime la propria sensibilità attraverso la danza: la danza come incitazione al coraggio, la danza come valorizzazione di se stessi, la danza come buon auspicio, la danza che esorcizza la paura…il potere della danza, presente ovunque!
SSAOALLNUUDTTOEE EEE BBBAAALLLLLLOOO M
Di natura diversa, meno “violenta”, senza tensione, ma animate da leggerezza, gioia e festosità, si presentano, invece, le esibizioni delle Cheerleaders, le atlete conosciute come le simpatiche “Ragazze Pon Pon” che, con le loro esibizioni, introducono i match delle gare sportive. Il cherleading, fatto di acrobazie costruite con elementi di ginnastica e danza, vide la luce oltreoceano verso la fine dell’ottocento, con una radice originariamente tutta al maschile: sembra, infatti, che nascesse dall’abitudine degli spettatori, durante le partite, di dar vita a vari cori e, successivamente quello che noi conosciamo come “coro da stadio” fu guidato ed organizzato da uno studente, Johnny Campbell, i cui cori continuarono ad essere usati quando l’Università del Minnesota diede vita ad una vera e propria squadra tutta al maschile. A partire da quel momento nacquero varie squadre di cheerleading a sostegno di squadre di sport ufficiali e, contemporaneamente e gradualmente si trasformarono, passando da una composizione maschile ad una composizione prettamente femminile, con una uniforme che le identificava, ed arricchendosi di coreografie fatte di passi di danza ed acrobazie sempre più suggestive e difficoltose. Senza dubbio ognuno di noi avrà visto, almeno una volta nei film americani (che ci hanno fatto conoscere meglio le cheerleaders), gruppi di belle ragazze intonare ritornelli ed eseguire balletti all’inizio di partite, che si disputavano generalmente all’interno delle Università o dei licei dove, addirittura, c’era una vera e propria selezione per entrare nelle squadre delle cheerleaders, simbolo ed ambizione di ogni fanciulla… Pian piano il cheerleading passò dall’essere una semplice moda del mondo studentesco, all’ essere riconosciuto come vera e propria attività sportiva, a richiedere che l’attività venisse svolta, come tutti gli sport, in piena sicurezza, a dar vita a veri e propri campionati tanto da organizzarsi in federazioni ufficiali, prendendo piede anche in Europa. E’ chiaro, dunque, che con il tempo cambia lo spirito stesso con cui nasce la pratica del cheerleading, all’inizio incitamento da parte di belle ragazzine che, munite di pompon, con canotta e gonnellino, cantano e si muovono con l’intenzione di trasmettere carica e motivazione ai giocatori della squadra (e, perché no, di catturare con la propria esibizione l’attenzione di qualche bel ragazzo… magari della squadra stessa), poi, da rituale quasi simbolico delle gare sportive del mondo studentesco, diventa qualcosa di più competitivo, forse più professionale, considerata la cura e la difficoltà maggiore che denotano le coreografie; e cambia anche l’ immagine delle cheerleaders, dapprima considerate delle “semplici allegrotte ragazze”, che poi diventano vere e proprie professioniste, sottoposte ad ore ed ore di sacrificio ed allenamento …si assiste, insomma, ad una inversione di tendenza del fenomeno poiché sembra quasi che le coreografie ed i numeri praticati dalle cheerleaders non fungano più da semplice supporto o cornice al match sportivo, ma acquistano la loro autonomia “rubando” quasi la scena principale dello spettacolo. Al di là di tutto, comunque, è interessante notare come in entrambe i casi, sebbene con caratteristiche e modalità diametralmente opposte, la danza è un rito; rito che trasmette forza, emozione, determinazione, gioia, adulazione ma, soprattutto è simbolo di buon auspicio…e quindi perché no? la danza è anche un buon portafortuna nelle sfide quotidiane!
MODA E BALLO
M O D A
B A C K
TO ELEGANCE! Valentino Collezione Primavera/Estate 2020 Donna
SST TOORRI IAA EE BB AA LL LL O O di Marianna Bonavolontà Se c’è una cosa buona che dobbiamo riconoscere al coronavirus, è che ha costretto tutti a pensare. Il lockdown è servito per fare analisi ed esami di coscienza anche ai grandi brand del settore moda, quel settore che rischia 2500 miliardi di dollari, il suo valore attuale, se non si prendono precauzioni. Fino ad oggi il fast fashion, con quasi 32 miliardi di euro di fatturato, si è confermato come modello di business con maggior successo nel panorama attuale della moda, caratterizzato da una crescita sempre più incisiva ed una sfida tra colossi della moda a colpi di outfit. Modello utile per alcuni versi, che ha però coinciso con un lento declino della moda luxury, depauperando il concetto stesso di moda. L’acquisto compulsivo, l’accumulo senza senso, l’arraffare per il gusto di avere e la corsa alle tendenze, hanno stancato anche i fashion addit più agguerriti, e c’è voluta la quarantena per renderci conto di quanto tutto questo sia inutile. Lo stesso pensiero che fanno le case di moda più autorevoli, a partire dal messaggio forte e chiaro di Giorgio Armani, che ha dichiarato quanto l’Alta Moda si sia fatta sopraffare dal vortice delle collezioni fast, a cui mancava tutto: sostenibilità, artigianalità e tradizione in primis. Se si vuole andare avanti, si deve fare un passo indietro e riscoprire i valori che ci hanno resi famosi nel mondo: qualità, ricercatezza, eccellenza. Lo sguardo al passato non è rivolto allo stile, non solo almeno, ma si tratta di un concetto filosofico molto più profondo: quello del ritorno alle collezioni pensate, una per stagione, ridare il valore a un capo seguendo i criteri della sostenibilità, rispetto per l’ambiente ed il lavoro dell’artigianato. La moda riprenderà possesso delle sue virtù cardinali, i valori che un tempo erano sacrosanti.
Prudenza: fino ad oggi la moda è stata responsabile del 10% delle emissioni di diossido di carbonio e utilizza ogni anno 1,5 bilioni di litri d’acqua. La prudenza insegnerà a discernere il bene scegliendo mezzi adeguati per raggiungerlo. La moda prudente saprà decidere con sano realismo e non si farà più condurre dai facili entusiasmi, non avrà paura di andare contro una cultura che ha dimostrato solo essere fallimentare. Giustizia: basta prodotti sottocosto e lavorazioni industriali. La scelta di oggi dovrà optare per una moda handmade, artigianale, che contenga l’amore. La giustizia è la volontà di riconoscere al prossimo ciò che gli è dovuto, che si merita. Fortezza: è la capacità di non fermarsi alle prime difficoltà, di non scoraggiarsi se dinanzi al cambiamento ci sarà ancora qualcuno preso dall’acquisto compulsivo. La parola chiave è perseverare nella ricerca dell’eleganza senza tempo, quella di qualità che producono le piccole realtà locali, seppur con una visione globale. Temperanza: abbiamo constatato che lasciare le nostre pulsioni libere di esprimersi ci ha fatti diventare schiavi del nulla. In questo momento sono la personalizzazione, l’ecologia e il sociale i cardini su cui puntare con un impegno ascetico che alleni la volontà di perseguire il cambiamento, attivando l’intelligenza a valutare ciò che può nuocere a noi ed all’ambiente. Il consiglio per questa nuova era? Back to elegance! Acquisti consapevoli, riscoperta dell’handmade, e ricerca di uno stile personale unico che si distacchi dall’omologazione e dal mondo che fino ad oggi ci ha voluto tutti uguali. Un abbraccio bohemiano.
https://www.mariannabonavolonta.com/
MAKE-UP E BALLO
MAuri Menga Trucco d'Estate Con uno sguardo alla primavera, la parola d'ordine per la pelle è: freschezza. E' necessario creare una base invisibile ed impalpabile; la materia, in questo caso il prodotto, non si deve né vedere né sentire sulla pelle. Il viso ed il colorito dell'incarnato dovranno essere in trasparenza; ci vogliono degli accorgimenti per un procedimento ben preciso: bere molta acqua per idratare la pelle ed usare un primer per illuminarne e minimizzarne i pori, andando a creare un effetto molto più compatto del tessuto. Potete utilizzare una bb cream, un fondotinta minerale oppure un fondotinta semiliquido diluito con una crema veicolante e, una volta applicato e fatto aderire, vi darà un'uniformità incredibile. Per creare dei volumi sul viso andremo a lavorare con dei blush mat di un tono più scuro; sotto l'osso zigomatico e sullo zigomo utilizzeremo un fard luminoso nelle tonalità pastello, dunque: rosa, pesca o salmone. Per le sopracciglia avremo due tendenze: a Parigi impazzano le sopracciglia bleached, un po' in controtendenza; ma da New York a Londra, passando per Milano, nella maggior parte dei casi, le sopracciglia vengono lasciate naturali ma ben pettinate, ma mai eccessivamente perfette o disegnate. Da un po' di tempo non si parlava di trucco delicato; quest'anno, invece, ritroveremo delicatezza ed un effetto di purezza negli occhi. Per truccare gli occhi utilizzeremo due gradazioni di rosa che non si discostino troppo una dall'altra.
Applicate il colore più tenue nella parte interna dell'occhio e, con il colore leggermente più scuro, sfumate verso l'esterno. Al centro della palpebra, applicate un ombretto tipo salmone chiaro o pesca chiaro per creare un punto luce; lo stesso effetto si può creare lasciando tra il primo ombretto ed il secondo ombretto uno spazio vuoto. Tale tecnica dello spazio vuoto dona anche un effetto modaiolo che più primaverile non si può! Possiamo dare un po' di intensità all'occhio con una matita infracigliare nera, che andrà a riempire gli spazi vuoti tra ciglia e ciglia, dando una maggiore profondità allo sguardo. All'interno dell'occhio, potremo utilizzare una matita kajal di colore viola per dare un tocco di mistero allo sguardo. Utilizziamo del mascara, ma non troppo, per non rompere l'effetto di freschezza e delicatezza dello sguardo. Passiamo ora alle labbra: dovremo dare alla bocca un effetto idratato, quanto basta per avere un'immagine di very fresh look; labbra, dunque, dai colori poco accennati con effetto finish glossy, per dare un tocco primaverile all'insieme del volto. Per questa primavera il look dei capelli sarà fatto da un raccolto disordinato con inserimento di nastri o di fiori, quasi a ricordare le famose principesse della Walt Disney.
HAIR E BALLO
? k r a D o d l o G : o n a t Cas
LE CELEBRITIES PREFERISCONO... di Ernesto Biagetti
I colori dell’estate? Diciamo innanzitutto che, specie tra i capelli biondi, si riconfermano molte delle tendenze primaverili, a cui se ne aggiungono di nuove, che premiano sia le tonalità calde dell'ambra e del miele, sia quelle più fredde e raffinate del beige e color vaniglia. Il castano si riconferma ancora una volta colore della stagione, apprezzato sia nella sua versione golden sia in quella più "dark", interpretata in questa stagione da un divino caramello scuro, apprezzatissimo anche dalle celebrities. Per i rossi, le tinte più cool saranno quelle che attingono dalle cromie del rame e della cannella, per un mix originale e raffinato che unisce dolcezza e carattere. Biondo sabbia. Come anticipato, l'estate vive di rendita, riconfermando molte delle tendenze colore della primavera, tra cui i colori pastello, simile al beige hair, dal leggero tocco pescato, ideale per le donne, dalla base chiara o cenere e dalla carnagione chiara e dal sottotono non troppo caldo. Sarà però il biondo sabbia il trend principe tra le gradazioni più fredde del blonde. Si tratta di una colorazione nude, estremamente soft e delicata, in grado di suggerire luminosità al viso, grazie a qualche sfumatura più decisa sui toni del burro; il tutto per un look elegante e super chic, dall'anima dolce e per niente algida. Si presta alla perfezione con una base cenere o castana chiara, sia come tinta uniforme su tutta la chioma, sia come balayage da concentrarsi maggiormente su punte e lunghezze, lasciando intravedere una piccola porzione di respiro alla radice per un look ancora più trendy e glam, come ci insegna la top model Karlie Kloss, affezionata da sempre a tagli medi di grande fascino. È un colore indicato soprattutto per chi sfoggia un incarnato nude o chiaro, ma sarebbe meglio evitarlo se si ha una carnagione lunare e dal sottotono freddo o un colorito olivastro, che richiede invece tinte più calde e avvolgenti. Biondo ambrato. Tra le gradazioni più calde è, senza dubbio, il biondo ambrato o warm amber ad avere la meglio. Si tratta di una vecchia conoscenza perché è stato uno dei top trend della primavera, divenuto famoso in tutto il mondo grazie al celebre bob di Jennifer Lopez, taglio evergreen amatissimo che non conosce battute d'arresto. È un biondo caldo, sui toni del caramello chiaro, che si arricchisce di vibranti sfumature ton sur ton, per un look caleidoscopico ed avvolgente, ideale per la stagione estiva. Risulta una scelta vincente per le chiome bionde dalla base non troppo fredda e quelle castano chiare, dalla carnagione media e dal sottotono caldo. Perfetto sia sui tagli corti e medi, come ama portarlo Emma Marrone, lasciando intravedere un po' di ricrescita scura, sia con capelli lunghi, specie in versione balayage per capelli baciati dal tocco gentile del sole. Bronde dorato. Un'altra tendenza sempre molto amata riguarda il mix di castano e biondo. La versione di bronde promossa dalla moda capelli dell'estate 2020 è quella dorata, perfetta per illuminare il viso, creare giochi cromatici e dare movimento a chiome castane troppo piatte e monocromo. Lo sfoggia in modo divino la super top Gigi Hadid, su una taglio lungo dallo styling wavy, che enfatizza ulteriormente il gioco armonioso di luci ed ombre, creando un colore caldo e vibrante, perfetto per l'estate. Potete optare per una versione più decisa, avvicinandovi maggiormente alle cromie dei biondi dorati, oppure avvicinarvi a tonalità più scure, per un classico castano gold dall'effetto delicato ma fashion, che il sole estivo renderà ancora più luminoso in modo del tutto naturale. Tra i capelli rossi è senza dubbio la tonalità rame ad avere la meglio. In particolare, è la colorazione warm copper, la gradazione di rosso vincente secondo la moda capelli dell'estate. Si tratta di un mix di nuance ramate e color castagna, indicato sia per chi sfoggia capelli rossi sia per le castane che desiderano regalare un twist originale e di carattere alla propria chioma. E che cosa, se non con un irresistibile tocco di rosso rame? Il risultato è un castano ramato morbido ed avvolgente, da sfoggiare solo sulle lunghezze per un effetto più light oppure sull'intera chioma.
https://www.ernestobiagetti.it/
BENESSERE E BALLO
ALLENAMENTI DA
5
MINUTI
DA FARE TUTTI I GIORNI Esercizi di mobilizzazione e stretching per collo, spalle e schiena. Esercizi da ripetere durante le piccole pause caffè, per gestire meglio lo smart working.
LERIA DOTT. VA
FERRARA
BENESSERE E BALLO
Benvenuta piano
“fase
rientrare
due”! e
L’emergenza
lentamente
si
“covid”
torna
sembra
alla
piano
normalità.
Si
possono riprendere le attività all’aperto, l’esercizio fisico, e
il
nostro
working
corpo
ha
lavorare
migliora
permesso
a
tranquillamente
giornate
di
lavoro
di
giorno
tantissimi
più
da
casa,
lunghe
in
di
giorno.
poter
ma
e
Lo
smart
continuare
molti
a
lamentano
faticose,
causa
gli
“stravolgimenti” cui si sono dovuti adattare. E così, collo e schiena iniziano a soffrire in modo particolare, e situazioni latenti
a
proporvi
uscire
degli
allo
scoperto.
esercizi
di
In
quest’articolo
mobilizzazione
e
vorrei
stretching
per
collo, spalle e schiena, da ripetere magari anche durante le piccole pause caffè, in modo da gestire meglio questa nuova situazione. Cominciamo!!!
Rotazioni del collo : portando un
lato
la
e
testa
tornare
disegnare dei semicerchi con il collo,
sul
petto
indietro.
e
ruotando
Cercare
di
lentamente non
far
verso
cadere
la
testa posteriormente, poiché in persone con anche piccoli
Allungamento della colonna : della
problemi, si possono risvegliare vertigini.
testa,
colonna
Rotazione delle spalle: anteriore
e
movimento
posteriore, della
circondurre
ponendo
scapola,
le
spalle,
particolare
ravvicinandola
in
senso
attenzione
il
più
al
possibile
“tirare”,
movimento
Ripetere
il
lo
sterno
tornare
fino
ad
movimento
alla
fino
fino
a
sentire
posizione
allungare ad
il
la
iniziale.
tratto
allungare
dorsale, il
tratto
lombare, risalire.
Allungamento della “catena posteriore” :
Allungamento dei muscoli del collo: lateralmente,
il
verso
alla colonna vertebrale.
destro
trazionarla
cervicale
Ripetere risalire.
e
posizionare le mani sulla base
portandolo
a
allungare il braccio
90°,
inclinare
la
testa
tenendo
le
allungare
le
gambe
tese,
braccia
stese,
lasciare
il
facendole
piegarsi in avanti
collo
morbido,
poggiare
le
ed
mani
a
sulla spalla sinistra, spingere la mano destra in fuori (come
terra, in una posizione comunque confortevole (si deve sentire
se volessimo premere su un muro) e la testa verso la spalla
tirare
sinistra. Ripetere con l’arto controlaterale.
dolore).
Allungamento delle braccia: stese
sopra
prendere
la
una
testa,
con
mano
i
portare
palmi
nell’altra
e
le
rivolti
mani
in
verso
spingere
il
verso
alto, cielo, l’alto.
braccia
a
90°,
muscoli
unire
le
del
mani
e
dorso:
sollevare
spingerle
verso
le
fuori,
inarcare il dorso come se si volesse creare una “gobba”, in modo
da
allungare
e
sentir
tirare
i
muscoli
sotto
le
portare
le
scapole.
Allungamento dei muscoli cervico-dorsali:
braccia indietro sulla schiena e unire le mani; creare una tensione spingendo le mani verso terra e la testa sul petto, modulare
la
stessa
con
i
movimenti
della
testa,
spostandola verso un lato o l’altro, in base alla zona che si vuole trattare.
IO CORRO SULLA STRADA, MOLTO PRIMA DI DANZARE SOTTO LE LUCI. (MUHAMMAD ALI)
le
gambe
lentamente
e
le
spalle
dritti
e
ma
senza
stendere
la
sentire colonna
indietro. Eseguire questi esercizi dopo il lavoro, ed alcuni di essi anche durante,
conto,
dei
colonna, Ritornare
aiuterà
a
non
irrigidirsi
troppo,
tenersi
elastici
ed
aiutare il corpo a sopportare un carico di cui non ci si rende
Ripetere 6 volte alternando la posizione delle mani.
Allungamento
la
ma
tenuto
risultare logorante.
tutto
il
giorno,
diverse
ore
al
giorno
può
CIBO E BALLO
50 SFUMATURE DI ROSSO
Tutto quello che avreste voluto sapere sulle ciliegie e non avete mai osato chiedere.
di Pina Delle Site foto: Danilo Piccini
CIBO E BALLO
GIUGNO È IL MESE CHE CELEBRA IL TRIONFO DI UN FRUTTO CHE É UNA VERA E PROPRIA DELIZIA: MISS CILIEGIA Dal sapore irresistibile, le ciliegie, definite “luculliane” poiché, sembra, introdotte in Italia da Lucullio, oltre ad essere belle nell’aspetto, in tutte le loro varietà, e buone per il palato, apportano notevoli benefici per la salute e soprattutto sono molto indicate per coloro i quali, come tutti gli sportivi, si sottopongono a lunghe e faticose sedute di allenamento. E vediamo, in modo semplice e sintetico perché: innanzitutto esse sono formate in gran parte da acqua, per cui, oltre ad essere dissetanti, hanno un ottimo effetto diuretico, importante per il nostro organismo; sono ricche di diversi sali minerali, in modo particolare di potassio e magnesio, l’uno considerato un buon regolatore della pressione arteriosa e fondamentale in alcuni processi, come la contrazione muscolare, l’altro importante per il metabolismo dei grassi, per il benessere del sistema nervoso e per la costruzione scheletrica; da sottolineare, inoltre una buona presenza di Vitamina C, a difesa del sistema immunitario, ed importante nell’assimilazione del ferro. Grazie ai loro componenti, esse manifestano proprietà anti-infiammatorie ed anti-ossidanti, funzionali alla cura ad esempio del diabete, di malattie cardiovascolari o di alcune patologie tumorali. Oltre a tutti questi ottimi benefici, le ciliegie, grazie al loro basso indice glicemico, ed avendo un alto indice di sazietà, risultano essere adatte a chi segue una dieta dimagrante (100 g di ciliegie apportano, infatti 63 Kcal) e, soprattutto, come accennato, possiedono proprietà e caratteristiche che aiutano tantissimo i nostri cari amici atleti, ballerini e sportivi in genere; non è un mistero, infatti, che gli allenamenti duri e faticosi a cui essi si sottopongono, anche quotidianamente, possano facilmente generare infiammazione e dolore muscolare, dovuti, appunto, alla pressione cui i muscoli sono sottoposti durante gli sforzi. Gli studi più recenti hanno dimostrato che le ciliegie, ed in particolare il loro succo, sono in grado di accorciare i tempi di ripresa dei muscoli dopo l’allenamento; altri studi hanno dimostrato le proprietà antinfiammatorie delle ciliegie, le stesse proprietà possedute da veri e propri farmaci anti-infiammatori (ibuprofene); sembra, infatti che le sostanze di cui le ciliegie si compongono, siano in grado di inibire un enzima presente nei processi infiammatori; altri studi ancora, hanno dimostrato i benefici delle ciliegie sul sistema cardiovascolare dell’individuo e sul mantenimento di un buon livello di colesterolo nel sangue. Da non dimenticare, inoltre, le tisane a base di ciliegie, dall’ottimo potere drenante e disintossicante, utili alla salute del fegato, di supporto nel contrastare l’insorgenza della cellulite ed importanti per avere una pelle liscia, giovane ed idratata. Che dire quindi? Sembra che le ciliegie abbiano tutte le caratteristiche e siano uno dei cibi più adatti a chi ha a cuore la cura e la salute del proprio corpo, soprattutto quando questo sia duramente sottoposto a sforzi ed allenamenti di un certo tipo…ed ecco, quindi, qualche suggerimento per gli amici sportivi, per piccole coccole (ampiamente meritate) post allenamento, nutrienti, semplicissime da preparare e salutari. foto: Danilo Piccini
Coppa Cremosa alle Ciliegie: In una coppa mettete, foto: Danilosecondo Piccini la quantità desiderata: • Yogurt greco bianco 0% grassi • Ciliegie denocciolate (intere o frullate) • 1 cucchiaino di miele o 1 cucchiaio di succo d’acero • Una manciata di mandorle tritate (facoltativo) • Pezzettini di cioccolato fondente Trionfo di frutti di stagione In una coppa mettete, secondo la quantità desiderata: • Ciliegie denocciolate • Fragole a pezzetti • Pesca a pezzetti • Due cucchiaini di succo di limone • 2 cucchiaini di zucchero di canna o 1 cucchiaino di zucchero semolato • Foglioline di menta Mattonella di ciliegie: • Yogurt greco alla ciliegia oppure yogurt greco bianco a cui aggiungerete ciliegie denocciolate con un cucchiaino di miele o di succo d’acero; • Biscotti integrali o ai cereali • Succo di ciliegia Procedimento: disponete in una terrina i biscotti, ammorbiditeli bagnandoli con succo di ciliegia; disponetevi sopra lo yogurt con le ciliegie e ricoprite con altri biscotti sbriciolati e succo di ciliegia; ponete la terrina in congelatore per un’oretta al massimo perché il tutto solidifichi leggermente (se si preferisce, si può tenere la mattonella semplicemente in frigo). E allora…buon appetito!!! Tu quale sceglieresti, dopo ore ed ore di prove e di allenamento per una coreografia un pò “tosta”?
Pensiero del mese DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE
WWW.SOLOMENTE.IT Il Covid 19 ha bloccato tutte le manifestazioni che prevedevano assembramenti a marzo e aprile, di conseguenza anche la Giornata mondiale della danza del 29 aprile 2020 è stata diversa. Non hanno potuto avere luogo i tanti festeggiamenti dal vivo che ogni anno vengono organizzati da enti, scuole e associazioni in ogni nazione. Si è comunque celebrato virtualmente, in modalità online. Tutti lontani ma allo stesso tempo vicini, accomunati da una comune passione: la danza. Un'arte che emoziona sempre, in ogni forma e manifestazione, si adatta a tutti e non ha limiti di età, sesso, razza o religione. C'è la danza professionale e quella amatoriale, c'è chi balla in casa e chi frequenta le sale, c'è chi si allena ogni giorno e chi ogni tanto si scatena in solitudine. Che sia danza classica, hiphop, samba o tango, ognuno ha la sua disciplina preferita. Il ballo è liberatorio e soprattutto grande stimolatore di endorfine, le molecole della felicità. Durante il lockdown i ballerini non si sono fermati, anzi! Hanno frequentato le piattaforme come On Dance, nata da un'idea di Roberto Bolle, e Danzoom, oppure le classi internazionali su YouTube, prima fra tutte quella di Tamara Rojo (Artistic director English National Ballet). Hanno ballato e continuano a ballare. Anche noi abbiamo ballato sui balconi e dentro le case, hanno ballato gli infermieri alla fine dei loro estenuanti turni, hanno ballato i bambini, hanno ballato gli anziani. Hanno ballato dilettanti e professionisti, uniti in una danza collettiva che ha reso più leggeri questi mesi difficili. Perché la danza è pura emozione e non si ferma, mai.
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TUTTOBALLO 20 | BACHECA
LIBRI
MUSICA
Lettere a un giovane danzatore Maurice Béjart (Autore) I. Berruyer (Traduttore) Lindau - 2017
Blue AngelsBallroom Latin The Golden Collection
La mia vita Isadora Duncan (Autrice) Maria Borgese (Traduttore) Castelvecchi - 2019
Blue AngelsBallroom Dancing The Golden Collection HTTPS://PLAYER.BELIEVE.FR/V2/3661585018384
Preparazione alla danza. Allineamento specifico per esibirsi al meglio in qualunque tipo di danza Eric Franklin (Autore), M. Paolucci (Traduttore) Gremese - 2017
Ingiosivalle MILONGA PARA TI...
Le produzioni Always Pomodoro Studio sono disponibili sulla piattaforma belive e sul sito https://www.pomodorostudio.net/
Storia della danza di Carl Sach (Autore) T. De Mauro (Traduttore) Il Saggiatore - 2020
NOVITA' L’arte ai tempi del Corona Virus. “Dillo Alla Danza“ è la compilation che unisce la musica al ballo ed è disponibile su tutti i digital store dal 29 aprile. L’idea nasce da Fabrizio Silvestri, giornalista e autore Rai, presidente dell’Associazione “Stefano Francia”EnjoyArt, con la collaborazione del Pomodoro Studio Always. Dopo aver cancellato fisicamente i festeggiamenti, del 29 aprile, Giornata Mondiale della Danza, gli organizzatori hanno deciso, nella stessa data, di omaggiare ugualmente la dea Tersicore con la pubblicazione della prima compilation “Music Dance Word Day”. “Dillo Alla Danza”, da contest si è trasformata, così, in compilation: una raccolta di 10 canzoni dedicate alll’arte coereutica, una preghiera in musica che giovani artisti rivolgono all’universo come gesto di devozione, richiamo simbolico dell’antichità, per omaggiare gli dei. Le 10 tracce di “DILLO ALLA DANZA” faranno ballare tutti: esperti, appassionati, intenditori e semplici amanti della danza; ognuno sceglierà il proprio stile di musica e, con la propria coreografia, esprimerà la propria emozione. “Ci piace pensare, nonostante le distanze imposte dal periodo, che l’arte, la musica, la danza, possano tenere unite le nostre anime producendo in ogni artista la forza di ricominciare, più forte e uniti di prima” ha detto il Direttore artistico Fabrizio Silvestri; un concetto, questo, avvallato anche dal presidente della Pomodoro Studio Always, Bernardo La Fonte, che ha aggiunto: “La musica è la voce dell'anima, il ballo è l'espressione del corpo e l'arte nei suoi molteplici aspetti è il ponte verso una qualità della vita migliore ". Gli artisti che hanno accettato di rendere omaggio alla danza con la loro arte sono: Alessia Annesi, Deborah Italia, Roberto Funaro, Michele Longo, Giulia Muti, Blue Angels, Roberto Caprari, Hyra e Lorenzo Sebastianelli. La copertina dell’album è una gentile concessione da parte dell’artista Roberto Funaro “La Ballerina Africana”, opera in china e acquerello. Se anche tu hai un’emozione da esprimere, “Dillo Alla Danza” è la compilation per ballare con te… “Dillo Alla Danza” è disponibile su tutti i digital store.
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June 2020
OTTO BUBENICEK "Pas de trois - Canon in D major" Coreografie JIRI BUBENICEK Teatro Petruzzelli - Bari
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