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Una mano sulle corde della vita

Tra i vasi cerebrali e i suoni in testa: si muovono fra questi due mondi, le giornate e le passioni di Peter Winkler, neurochirurgo di Cornaiano.

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È iniziata con una modesta infanzia contadina a Cornaiano. È proseguita in giro per il mondo, dove Peter Winkler è arrivato ad essere un neurochirurgo stimato e apprezzato. 14.000 interventi più tardi, questo specialista con la passione per la musica proclama la necessità di tornare a una vita dai toni pacati.

Prima c'era lo sguardo rivolto al soffitto ligneo del nobile bar Laurin, in centro a Bolzano, poi l'espressione di stupore, seguita da un sorriso compiaciuto. Peter Winkler tira fuori il cellulare per fotografare l'arazzo che ha appena scoperto, o meglio il motivo disegnato con i nodi: un cervello umano. “Non è affatto male, c’è il tronco encefalico, l’intreccio di vasi sanguigni, ...”: il professore si sente subito nel suo elemento. Winkler è infatti uno dei maggiori neurochirurghi al mondo. Un uomo il cui “posto di lavoro” è la centralina di controllo degli altri. Un uomo che può chiamare “casa” sale operatorie sparse in tutto il mondo, che ha svolto docenze, condotto ricerche e praticato negli Stati Uniti, in Brasile, Sudafrica, Georgia, Portogallo, Finlandia, Svizzera, Germania e Austria e che ora, dopo il pensionamento, viene accolto con tanto di tappeto rosso alla Charité, l’Università di Medicina di Berlino, e si vede conferita la laurea honoris causa a Tbilisi (in Georgia). Nella sua terra di origine, Winkler organizza, per l’ennesima volta, lo “European Medical Forum South Tyrol” (v. infobox).

La solitudine del chirurgo Ben 14.000 operazioni alle spalle, interventi tutt’altro che banali. L’attività del prof. Winkler ruota attorno ai tumori cerebrali e spinali, alle malattie vascolari del sistema nervoso centrale, alle malattie degenerative della colonna vertebrale, al trattamento chirurgico dell'epilessia. “La solitudine del chirurgo operante è enorme. Hai costantemente in pugno la vita degli altri. Più ti avvicini al tronco encefalico, più delicato diventa. Un movimento sbadato e la persona muore, o la sua vita resta segnata per sempre". Winkler potrebbe cantare una litania sull’enorme responsabilità che sente di avere sulle spalle, ma preferisce ricorrere alla musica per elevarsi.

Un musicista autodidatta in sala operatoria “Mi bastano 3 note, e quel blocco andato accumulandosi in sala operatoria dopo dieci ore di intervento, svanisce come d’incanto”, dice l'appassionato musicista. La musica, infatti, attiva il parasimpatico, regalando momenti di quiete e distensione. Succede tutto nel cervello, nel sistema neurovegetativo, il quale funziona autonomamente, senza necessità di un nostro intervento. Imparare a suonare uno strumento, invece, richiede una partecipazione attiva. Winkler suona la batteria, il sassofono, il pianoforte, il clarinetto, la chitarra e, a breve, vorrebbe estrapolare melodie anche dal flauto di Pan. Sempre da autodidatta. I primi passi in questo campo li mosse all'età di 9 anni nella banda musicale di Cornaiano. A quell’epoca, la parte inferiore del clarinetto gli si staccava di continuo. “Giurai a me stesso che mi sarei comprato degli strumenti perfetti, appena ne avessi avuto la possibilità.” Oggi ce l’ha. E produce del gradevole e buon jazz, esibendosi fra l’altro con la “Peter Winkler Jazz Combo”. Quando aveva 17 anni, Winkler voleva andare a

Illustrazioni utili: prima di operare, Peter Winkler era solito spiegare ai pazienti l’intervento con l’aiuto di un disegnino. Nello schizzo a lato ha evidenziato l’area del cervello deputata all’elaborazione della musica

SE FOSSI UN MUSICISTA E SBAGLIASSI UNA NOTA, MAGARI MI ARRABBIEREI, MA NON SAREBBE POI TANTO GRAVE.

Peter Winkler, Neurochirurgo e musicista Graz a studiare jazz. Alla fi ne si ritrovò a studiare medicina. “Se fossi un musicista e sbagliassi una nota, magari mi arrabbierei, ma non sarebbe poi così grave", rifl ette Winkler pensando alle due passioni che lo animano e al fatto che, diventando neurochirurgo, ha perso l’occasione di essere un musicista professionista.

Il rispetto del medico e il timore dei pazienti Winkler non parla mai di paura, "altrimenti non si potrebbe fare questo lavoro”. Ma un certo timore reverenziale sicuramente serve. “Maggiore è la dimestichezza con l’anatomia, più un medico si sente sicuro, con la tecnologia e i computer a fungere solo da aiuti in più”: è questo il suo credo. Di recente Winkler ha scritto di un vaso sanguigno che non era stato ancora descritto: “serve da importante orientamento negli interventi chirurgici”. Non esistono procedure standard negli interventi di neurochirurgia. La persona che ha di fronte, sotto i ferri, è in quel momento “la più importante al mondo”. Winkler non si limita a mostrare rispetto per gli altri. Infonde anche sicurezza ai tanti pazienti angosciati. Il professore abbozza un disegno di anatomia e lo usa per spiegare all’assistito cosa lo aspetti. È un guardarsi negli occhi, alla pari. “Dopo ogni intervento, chiamo personalmente a casa del paziente. All'altro capo del telefono sento letteralmente cadere un macigno dal cuore”, rivela il chirurgo.

Le maratone congressuali da pensionato Si è tolto di dosso una grande responsabilità anche quando, nel marzo 2021, a capo dell’Università privata Paracelsus di Salisburgo, è andato uffi cialmente in pensione. "Qualche

volta mi viene ancora la tentazione", ammette il 66enne: ma ora tocca agli altri, a cui intende mettere a disposizione il suo sapere e la sua vasta esperienza. Ha già formato 1000 neurochirurghi. Non divulgando solo nozioni, ma anche consigli su come aff rontare i rischi e riuscire a resistere alla pressione. Al solo sentire la parola “pensionato”, Winkler sussulta. Pur potendo ora godersi il lusso di fare quel che vuole, continua infatti a cercare ambienti positivi, in cui poter continuare a dare. Lo si ritrova quindi a congressi e simposi, negli auditori e, sempre più spesso, a Monaco, nuova città d’adozione. La moglie gestisce nel capoluogo bavarese una scuola di danza classica; dei fi gli, nessuno ha seguito le orme in medicina. La fi glia Anna-Babette è ballerina all'English National Ballet di Londra; i due fi gli maschi hanno successo negli aff ari.

Un'infanzia bella e terribile Ciò che lega il professore plurititolato di oggi al fi glio di contadini di ieri è una vita modesta e riservata. Winkler descrive la sua infanzia come bella e terribile. Amara, a causa della prematura morte del padre. "Mia madre fu una “madre coraggio”. Crebbe 8 fi gli da sola. Eravamo economicamente autosuffi cienti: una vigna, un campo da coltivare, bestiame. Avevamo un piccolo podere, ma non dovevamo rischiare di perderlo. Il diff uso atteggiamento pretenzioso di oggi non riesce a digerirlo. “Non c’è proprio un bel niente che mi spetti! Me lo devo guadagnare, invece!”: il suo motto è sempre stato questo. Fu infatti questa enorme ambizione a valere al mezzo orfano una borsa di studio della Repubblica Austriaca al talento. Studente con il massimo dei voti. Un alto profi tto emerso sin dalla scuola media. Winkler era fi nito sotto un carro durante una vendemmia e fu costretto a rimanere a casa da scuola per sei mesi. “Eppure conclusi l'anno con i voti migliori di tutta la classe”, racconta strizzando l’occhiolino. Gli piace andare a fondo delle cose. Una scrupolosità che gli ha giovato ovunque, “perché all'estero bisogna rendere il doppio”. LA SOLITUDINE DEL CHIRURGO CHE OPERA È ENORME. HAI COSTANTEMENTE IN PUGNO LA VITA DEGLI ALTRI.

Collegamenti mentali Winkler si destreggia con disinvoltura tra nomi, numeri, luoghi e storie, molto più di quanto un ascoltatore riesca a fare. Lo fa grazie ad espedienti mnemonici, collegando abilmente fra loro le diverse informazioni. Scrive anche un diario personale: "È fantastico perché ti riporta subito indietro ai momenti descritti nelle pagine. All’atmosfera. Scorrere la galleria di Outlook, invece, non ti dà certe emozioni". A 66 anni guarda ora più indietro che avanti. Venire in Alto Adige, per lui, è come compiere un viaggio nel passato. Lo legano a questa terra i fratelli e le sorelle, i nipoti e l’uva. La sua irrequietezza interiore lascia sempre più spazio a una stabilità interiore. Possiede una casa, a Monaco di Baviera. Ma Winkler la vede diversamente: "Ciò che possiedo davvero è quanto trova spazio nel bagagliaio del mio maggiolone VW: due sassofoni, un clarinetto e, volendo, persino la mia batteria".

Congresso sanitario e Jazz&Wine a Cornaiano

Il Prof. Dr. Peter A. Winkler è uno dei maggiori neurochirurghi al mondo. Nel suo paese natale, Cornaiano, il luminare organizza in ottobre il convegno medico “European Medical Forum South Tyrol”, che reca il suo nome (Prof. Winklers Gesundheitstreff) e vede la partecipazione di specialisti di primo livello. L’incontro sarà seguito dall’evento Jazz&Wine nell’ambito del quale lo stesso Winkler si esibirà al sassofono e alla batteria, accompagnandosi a celebri jazzisti internazionali riuniti nella “Peter Winkler Jazz Combo”. Univ.-Prof. Dott. med. Peter Winkler: il trattamento chirurgico di tumori cerebrali e spinali, malattie vascolari del sistema nervoso centrale e malattie degenerative della colonna vertebrale erano all’ordine del giorno della sua attività medica.

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