Famiglie Trentine nr. 16

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Periodico dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero

N. 16 - giugno 2003

Assemblea e rinnovo cariche sociali Altri 3 anni nel segno della continuità

SPED. IN A.P. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Taxe perçue - Tassa riscossa - Filiale di TRENTO

abato 8 marzo 2003 la “Sala S Aurora” di Palazzo Trentini in Via Manci a Trento ha ospitato l’Assemblea dei Soci dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Trascriviamo alcuni passaggi della relazione letta dal Presidente uscente Cesare Ciola: «Volevamo “cambiare marcia” per affiancare alle azioni rivolte principalmente alla conservazione della cultura trentina l’attuazione di precisi progetti il cui obiettivo tenda, per quanto possibile, a consentire ai trentini sparsi per il mondo di poter vivere dignitosamente con le rispettive famiglie nella loro terra d’adozione, evitando un ulteriore sradicamento per avere una seppur minimale tranquillità economica. Siamo infatti convinti che il grave momento socio-economico di alcune aree geografiche non deve essere affrontato – se non in una primissima fase – portando i soldi per acquistare il pane o concedendo aiuti “a pioggia”, ma fornendo mezzi e modelli di sviluppo che consentano di attivare un processo economico valido e duraturo. Come dire che non dobbiamo dare la farina, ma le zappe e le sementi per coltivare il grano. Il Trentino può avere molto da insegnare con il suo “modello cooperativo”, con il sistema che un secolo fa lo ha riscattato dalla miseria e dalla povertà e che ora noi vogliamo esportare in altre zone del mondo, dove come interlocutori abbiamo un patrimonio fatto di persone con il nostro stesso DNA. Siamo consapevoli che questo obiettivo non è facile da raggiungere, ma siamo altresì convinti che un’azione costante e convinta porterà certamente vasegue a pag. 2

L’Argentina è sempre al centro della nostra attenzione Visita nel paese sudamericano del Presidente Ciola e dalla Vicepresidente Bonvecchio attenzione verso i nostri L’ emigrati dell’Argentina, per i quali auspichiamo l’uscita

meno una ventina di parenti di Rina Bonvecchio, con un mega striscione tricolore e la scritta “Benvenuti in Argentina” che non può passare inosservato a nessuno!

dalla grave crisi socioeconomica che li ha colpiti negli ultimi due anni, rimane elevata. Il Presidente Cesare Ciola e la Vicepresidente Rina Bonvecchio hanno visitato le varie Famiglie Trentine a fine aprile, proprio mentre il primo turno delle elezioni presidenziali avviava verso la Casa Rosada Nestor Kirchner, già Governatore della provincia di Santa Cruz. Come al solito il viaggio è stato un “tour de force”, perché il numero delle Famiglie è in costante significativo aumento. Dal diario di viaggio del Presidente, proponiamo la consueta sintesi riassuntiva. È il pomeriggio del 24 aprile quando da Verona partiamo con un volo Meridiana alla volta di Roma Fiumicino, da dove partirà il salto intercontinentale verso l’Argentina. Con noi anche Clara Rossatti, nostra collaboratrice e Socio, per verbalizzare le varie riunioni e realizzare un servizio fotografico. Alle 20 saliamo sull’Airbus di Aerolineas Argentinas, quest’anno al completo al contrario dello scorso anno, quando erano occupati meno di metà dei posti. Dopo 14 lunghe ore di viaggio non-stop atterriamo all’aeroporto di Ezeiza, a Buenos Aires: sono le 6 del mattino, le 11 in Italia, del 25 aprile. Espletate le formalità doganali, alle 8.40 ci imbarchiamo alla volta di Cordoba. Anche questo aereo, al contrario dello scorso anno, è al completo: cominciamo ad avvertire piccoli ma significativi segnali che la crisi dell’Argentina è in fase risolutiva. A Cordoba ad attenderci è festa grande: oltre all’immancabile Angelo Cantonati ci sono al-

mo il punto sull’attività della nostra Associazione, fino a che alle 19 andiamo al Circolo Trentino, dove ci aspettano il Consultore della PAT Pio Eduardo Baldissare e Gustavo

Inaugurazione della F.T. di Villa Allende, Ciola e Bonvecchio con il Presidente Carlos Bonvecchio

Lasciamo per un giorno la Vicepresidente ai suoi parenti (ci sono anche due suoi fratelli) che non vede da 12 - 13 anni, mentre noi con Angelo anticipiamo un appuntamento a Rio Ceballos, dalla famiglia Corradini - Ropelato. La signora Bruna Ropelato parla volentieri con noi: è nata a Strigno 75 anni fa ed all’età di 19 anni ha raggiunto il papà in Argentina. È tornata in Italia con il marito (originario di Torri del Benaco) nel 1994 e nel 1998. Il tempo vola e noi torniamo a Cordoba, alla casa di Angelo Cantonati, dove ci attende Norma con la sua consueta carica di simpatia. Pranziamo da loro assieme al Direttivo della Famiglia Trentina, con Dina Bosetti e Luisa Maestri. Nel pomeriggio consegniamo i “fondi di solidarietà” e faccia-

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Cristofolini, coordinatore del Piano straordinario per l’Argentina per la zona di Cordoba. Sabato 26 la giornata inizia di buon mattino, con la colazione in casa Cantonati, dove ci raggiunge la Vicepresidente. Poi subito in macchina per Colonia Tirolesa, dove visitiamo la Scuola primaria Pablo Rueda: alla presenza del Sindaco diamo la notizia dell’avvenuto finanziamento da parte della Regione del progetto per la mensa. Si tratta di un intervento atteso, che consentirà di fornire un pasto caldo a mezzogiorno a circa 150 bambini in un ambiente decoroso. Successivo trasferimento alla vicina Scuola Tecnica, dove prendiamo qualche appunto ulteriore sui lavori per completare un grande locale polivalente, che segue a pag. 3

Famiglie Trentine


ASSEMBLEA segue da pag. 1

lidi risultati, con ricadute positive sulle comunità dei nostri emigrati. Il raggiungimento di un simile risultato contribuirebbe ad onorare il debito morale che noi trentini abbiamo verso i nostri conterranei che – lasciando la terra natìa in epoche ed in contesti diversi – ci hanno permesso di raggiungere la ricchezza e la solidità economica attuale. Dal 6 aprile 2002 siamo cresciuti ed abbiamo imparato a camminare con le nostre gambe, rafforzando una linea operativa autonoma e pluralistica, libera da collegamenti con singoli esponenti o singole aggregazioni politiche locali, pur non rinnegando gli ideali autonomistici e cristiani che in passato hanno motivato la nascita e la vita dell’Associazione. Siamo tuttavia convinti che in talune sedi istituzionali la vita delle associazioni sia condizionata dall’esistenza di precisi contatti con persone referenti, che possano ascoltare le legittime richieste, delle quali diventano portavoce. Da più parti ci sono giunti messaggi ed inviti per la fusione delle due Associazioni operanti nel campo dell’emigrazione trentina, ma da parte nostra dobbiamo constatare che i tempi non sono maturi. Riteniamo che una eventuale richiesta di unificazione debba venire in modo plebiscitario dalla base, ma questo appare inverosimile quando ci troviamo di fronte FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO

Direttore Responsabile: Cesare Ciola Redazione: Rina Bonvecchio Gianna Copat Nara Detomedis Sergio Festi Giancarlo Filoso Oscar Lenzi Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento Registro Stampa n. 999 del 12.05.1998 Sped. in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Filiale di Trento Piazza Silvio Pellico, 12 38100 Trento (Italia) Tel. 0461 987365 - Fax 0461 264081 e-mail: info@famiglietrentine.dre Stampa: Publistampa Arti Grafiche s.n.c. Via Dolomiti, 12 Pergine Valsugana (Trento)

Famiglie Trentine

– ad esempio in Brasile – a personaggi che ricoprono cariche istituzionali quali Consultori della Provincia Autonoma di Trento, ma che non si dimenticano di ribadire in sedi ufficiali che per loro prima viene l’appartenenza all’altra Associazione e solo in subordine il ruolo di tramite tra Giunta Provinciale e intero mondo dell’emigrazione, loro affidato dalla Legge, o che nella loro città si rifiutano di concedermi l’incontro che avevo chiesto nel corso di visite istituzionali per presentare la nostra diramazione locale riconosciuta dalla Provincia Autonoma di Trento e per fare il punto su tutta l’emigrazione trentina! Noi continueremo a lavorare nel modo che abbiamo dimostrato, con chiarezza e trasparenza, con criteri di efficacia ed efficienza, leali verso le istituzioni che ci garantiscono le indispensabili risorse economiche, convinti dell’utilità del pluralismo delle associazioni che vuole essere stimolo reciproco, possibilità di accogliere sensibilità ed operatività diverse, senza farsi coinvolgere e senza accogliere ed alimentare contrasti o sterili polemiche. Troviamo nella Provincia un interlocutore attento alla nostre esigenze, tuttavia non ancora del tutto persuaso che siamo una Associazione seria e motivata che opera in modo oculato e preciso. Siamo consapevoli di essere una piccola Associazione, ma non per questo secondaria o di poco conto. Notiamo, specie negli ultimi tempi, l’assenza di una volontà politica decisa nel mondo dell’emigrazione, che penalizza fortemente i nostri concittadini all’estero e l’immagine dell’emigrazione in Trentino. Siamo convinti che se si è sicuri e convinti delle iniziative che si vanno ad intraprendere, bisogna andare avanti, con il coraggio e l’entusiasmo che devono servire a controbattere a sterili contestazioni e proteste». Numerosi gli interventi degli ospiti e dei soci: per la Consigliera regionale Caterina Dominaci l’emigrazione è una tematica che coinvolge tutti. Lei ha potuto conoscere personalmente le comunità trentine del Nord America che rappresentano un’isola linguistica che conserva inalterato il dialetto trentino. Raccomanda di avvicinare i giovani e di fornire informazioni sulla nostra provincia; alcuni di loro sono tornati ed hanno por-

tato una ventata di cosmopolitismo, molti di loro hanno fatto ritorno in un paese impoverito di rapporti umani. Nel rinnovare il suo impegno a favore dell’emigrazione e dichiarandosi disponibile a farsi portavoce delle nostre istanze, invita l’associazione ad impegnarsi a migliorare la comunicazione e ad allacciare rapporti e contatti con tutte le comunità trentine. Il rapporto di profonda collaborazione tra emigrati trentini e friulani è stato ricordato dal Consigliere Claudio Taverna, che ha orgogliosamente ricordato le sue origini. Taverna ha garantito l’impegno in Consiglio

Momenti dell’Assemblea

provinciale anche perché si sente particolarmente vicino all’emigrazione, essendo lui stesso figlio di emigrati, ed ha auspicato che le discriminazioni delle quali l’Unione è stata vittima diventino un retaggio del passato, con una Provincia Autonoma si deve impegnarsi affinché ci sia equità tra le Associazioni. Renato Tonet, Sindaco di Predazzo, si è dichiarato lusingato e positivamente colpito dalla laboriosità dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, sia in qualità di amministratore pubblico sia come trentino. Predazzo ha dato un importante contributo all’emigrazione trentina, in particolare verso la Transilvania: anche quest’ondata migratoria non si è conclusa con l’esito positivo che si auguravano i nostri trentini e proprio la grande povertà e la miseria nella quale vivono i discendenti dei trentini hanno indotto il suo Comune a riallacciare i rapporti e ad avviare una serie di contatti. L’Assemblea è proseguita con gli interventi dei Consiglieri uscenti, con Oscar Lenzi a riferire dei positivi riflessi della globalizzazione sull’economia brasiliana. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero può contare in Brasile su quattro diramazioni forti e ben strutturate, impegnate anche nel settore culturale (insegnamento della lingua italiana, cori, arte culinaria trentina), della formazione, del-

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l’identità attraverso un programma specifico per l’assistenza ai discendenti di emigrati trentino tirolesi partiti con passaporto austroungarico che intendano farsi riconoscere la cittadinanza italiana. Ma il motivo di maggior orgoglio è il settore cooperativo che sta dando frutti positivi. Sergio Festi ringraziando i presenti ha rimarcato il lavoro dell’Associazione per il conseguimento degli obiettivi statutari, raccogliendo le soddisfazioni che merita dopo un periodo di umiliazioni. Festi ha criticato l’atteggiamento di alcuni consultori della PAT che non si possono definire imparziali o super partes o impegnati nell’interesse di tutta l’emigrazione trentina, mentre ha elogiato la presidenza di Ciola per aver saputo superare con determinazione, coraggio, caparbietà e fantasia anche i momenti difficili; infine ha riservato parole di lode per i Consiglieri provinciali presenti e per il Sindaco di Predazzo, che dovrebbero essere presi ad esempio anche da altri Consiglieri e Sindaci. Renzo Huber ha riassunto la storia dell’emigrazione trentina in Svizzera e della nascita dei sodalizi trentini. Per Mauro Dallapè ci sono due modi per rappresentare il Trentino all’estero: il primo attraverso feste con musica e polenta, il secondo più impegnativo e difficile puntando a recuperare la capacità della nostra gente, per darsi una organizzazione ed un autogoverno attraverso delle piccole iniziative cooperative. Pur non disconoscendo l’importanza del primo modo, Dallapè ha ricordato che la nostra Associazione punta specialmente al secondo obiettivo e si impegna nella situazioni più difficili per promuovere la cooperazione come motore e volano di sviluppo. Interessante e seguito l’intervento del maestro di Stivor Ferdinando Osti, che ha apprezzato molto il progetto della caserma dei Vigili del Fuoco presentatogli da Stefano Moretti e per il quale ha offerto la sua collaborazione. Stivor è molto cambiato dopo la guerra, molte famiglie si sono trasferite in Trentino, molti vorrebbero tornare a Stivor perché comunque il loro paese è lì, il loro futuro è Stivor. L’ultimo intervento è stato del Presidente della Giunta regionale Carlo Andreotti, secondo segue a pag. 10


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cercheremo di finanziare con l’aiuto della Regione, già intervenuta qualche anno fa. La storia di una comunità si vede anche dal suo passato, per cui – essendo potuti finalmente arrivare a Colonia Tirolesa di giorno – visitiamo la vecchia chiesetta ed il grande Cimitero, per visionare i cognomi dei primi emigranti che lì vi riposano. Con il Sindaco, sempre nostro fedele accompagnatore, andiamo poi in Municipio per un breve momento ufficiale con scambio di omaggi. A mezzogiorno inoltrato è il

del Meeting mondiale della gioventù di origine trentina, a settembre a Trento. Quindi visita ai terreni dell’orto comunitario ed “asado”, presente anche il Sindaco. La Famiglia ci porta una graditissima sorpresa, con l’esibizione di due ballerini di tango, che dopo la splendida esibizione ci danno il loro recapito confidando in un nostro intervento per una sognata trasferta in Europa. Finito il pranzo, un saluto ai tanti emigrati presenti (la maggior parte provenienti da San Lorenzo in Banale) e via al volante del fuoristrada di Angelo

zogiorno è in programma un incontro con quella diramazione, presieduta da Mario Libardi. Sulla strada troviamo qualche segnale che preannuncia l’alluvione che sta per inondare Santa Fè: in un tratto di strada la Polizia ci fa infatti passare con cautela, perché ci sono 20 cm. di acqua sulla carreggiata. A mezzogiorno siamo a Funes da Libardi e poi, nel pomeriggio, visitiamo il Centro de Descapacitados, con il quale abbiamo e dobbiamo continuare a collaborare. Questo Centro verte infatti sul volontariato, e ogni piccolo aiuto è importante e ben accettato. Verso le 15,30 via, a 160 all’ora (ma non nei paesi attraversati), verso Cordoba (410 km. di distanza). La mattinata del 29 aprile ci lascia un paio d’ore di tempo per visitare con Angelo il centro storico di Cordoba, con la magnifica Cattedrale annoverata tra i più bei monumenti dell’Argentina. Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto: ci aspetta il tragitto Cordoba – Buenos Aires – Resistencia. Arriviamo nel capoluogo del Chaco alle 20,30 e subito sentiamo il cambio di temperatura: ci sono 34 gradi, un’umidità altissima e moltissime zanzare. In aeroporto ci accoglie la nostra responsabile per le provincie del nord Argentina Margari-

Pranzo Sociale a Rafaela

momento di visitare la grande struttura della Famiglia Trentina, con i lavori in corso per il rinnovo del bar ed il successivo immancabile “asado” con il Direttivo. Nel pomeriggio consegna di una “borsa di studio” e quindi rientro a Cordoba. Alle 20 tutti a Villa Allende, dove inauguriamo una nuova Famiglia, che sarà presieduta da Carlos (Carlito) Bonvecchio. La riunione insediativa si svolge in una bella sede, arredata a tempo di record, mentre il successivo momento conviviale ha luogo in un locale pubblico di un Socio rientrato dall’Italia ed aperto da pochi giorni (anche questo è segno di ripresa). Domenica 27 aprile è l’attesa giornata elettorale: di buon’ora siamo sulla strada per Luque (140 km. da Cordoba), dove ci aspetta l’attiva Famiglia Trentina presieduta da Rosa Bosetti. La prima riunione è con la Cooperativa che sta realizzando un “orto comunitario”, dove su due ettari si coltivano ortaggi. Noi, con la Regione, finanziamo un progetto per il suo ampliamento. Dopo la Cooperativa è la volta della riunione con la Famiglia Trentina, di cui fanno parte anche giovani che parteciperanno alla fase finale

per raggiungere Rafaela (230 km.), nella Provincia di Santa Fè, dove vi è la Famiglia Trentina più attiva dell’Argentina. Alle 18 siamo in Hotel e, mentre ci prepariamo per la riunione presso la sede della nostra Famiglia, vediamo gli exit-pool delle elezioni (in Argentina le urne chiudono alle 18), che danno in leggero vantaggio Menem su Kirchner. Con qualche minuto di comprensibile ritardo ci presentiamo dalla nostra Famiglia, dove Elda Baldessari e gli altri componenti il Consiglio hanno preparato una bellissima accoglienza, presenti anche le ragazze del Gruppo giovanile (una di loro, Marcela Valer, farà pure parte della delegazione che a settembre sarà a Trento). In tarda serata cena presso un ristorante – museo e fine serata a casa Baldessari, dopo aver tentato inutilmente di poter entrare (era l’una del mattino e tutte le postazioni erano occupate) nell’Internet Cafè di fronte per inviare le novità a Trento. Lunedì 28 aprile caccia dell’Internet Point per ritentare – questa volta con successo - il collegamento fallito il giorno prima. Quindi saluti ai rafaelini e via verso Funes (250 km.), nei pressi di Rosario, dove a mez-

ci, dove per le 21 ha organizzato una magnifica cerimonia di accoglienza. In una bellissima serata afosa, con la sua regìa, ci accolgono il Vice Console (massima autorità italiana del Chaco) Pablo Posanzini, il Coro della Dante Alighieri e numerosi Presidenti e rappresentanti di associazioni delle regioni italiane: Veneto, Friuli, Circolo Trentino, Sicilia, Piemonte. Particolarmente toccanti, oltre ai canti in nostro onore eseguiti dal Coro, le parole del Viceconsole (oriundo marchigiano), che definisce il Trentino “terra piccola ma di lavoratori, da cui prendere esempio perché l’Argentina ritorni ad essere quel grande Paese che merita di essere”. Cena come di consueto ad ore impossibili e ritorno in Hotel quando è passata l’una, per onorare l’impegnativo programma. Mercoledì 30 sveglia prima delle 6, per la prima colazione, in quanto la partenza con il pullmino, per una giornata impegnativa, è alle 7! Di prima mattina andiamo una cinquantina di chilometri a sud di Resistencia (di cui 15 di strada sterrata) e più precisamente a Colonia Baranda, per visitare la Casa di riposo “Hogar de ancianos San Cayetano”. Il paesino è minuscolo e disperso nel mezzo della pampa: ci abitano solo alcune decine di persone che

Cantonati, Bonvecchio e Ciola presso la Scuola “Amici”

ta Bussolon, che consegna un programma per i tre giorni successivi ben denso di appuntamenti e incontri, senza possibilità di appello! Ogni mattina la partenza è prevista per le ore 7, per finire con la cena dopo mezzanotte. Margarita ci sorprende sempre: ci lascia appena 15 minuti per passare in Hotel e quindi ci catapulta alla Scuola Ami-

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lavorano per la Casa di riposo, con le loro famiglie. Nell’istituto, gestito da Suore, sono ospitati quasi 70 anziani, che avrebbero bisogno di tante cose: ci consegnano una nota e noi promettiamo di non lasciarli a mani vuote. Alle 9 siamo di ritorno a Resistencia, dove visitiamo la segue a pag. 4

Famiglie Trentine


ARGENTINA segue da pag. 3

Scuola Amici mentre pullula di bambini e poi via di nuovo, questa volta in zona aeroporto, per visitare la Scuola Aeronautica, nella quale vengono tenute anche lezioni di cultura trentina e lingua italiana. Passiamo in rassegna tutte le classi e visitiamo l’hangar dell’aeroporto dove si tengono le lezioni pratiche di manutenzione degli aerei, per poi incontrarci – presso la torre di controllo – con il Comandante dei controllori del traffico aereo delle provincie settentrionali dell’Argentina (Chaco, Formosa, Corrientes e Misiones): il Comandante degli “uomini radar” ci intrattiene volentieri, impegnandosi a chiedere alla dogana i sistemi per portare nel Chaco attrezzature mediche e medicinali. Anche lui è di origine italiana (friulano) ed è orgoglioso di collaborare con noi. Verso l’una pranzo presso la mensa dell’Accademia Aeronautica, per poi accomiatarci per raggiungere dapprima un “Internet point” nel centro di Resistencia (dobbiamo mandare a Trento un “comunicato stampa” e le notizie sul viaggio) e quindi partire per la città di Posadas, capitale della provincia di Misiones. Attraversiamo il grande ponte sul fiume Paranà e quindi risaliamo lungo la statale sulla sponda sinistra del fiume, per arrivare a Posadas (350 km. di distanza) verso le 19,30 dopo aver superato alcuni posti di blocco della polizia, istituiti per cercare di contrastare il contrabbando ed i traffici illeciti provenienti dal Paraguay, che ci affianca lì sull’altra sponda del fiume. Alle 20, puntualmente, siamo alla riunione prevista presso la Sociedad Italiana, alla presenza del Viceconsole, dei Soci italiani e dei discendenti degli emigrati di origine trentina che andranno a formare la Famiglia Trentina di Posadas. Su richiesta degli emigrati, dobbiamo spiegare la peculiarità dell’autonomia della Regione Trentino – Alto Adige e delle due Provincie Autonome di Trento e Bolzano, illustrando tutto il contesto storico in cui è maturata. La serata si chiude con l’immancabile “asado”, preparato dai nostri al piano superiore della sede della Sociedad Italiana. È giovedì 1 maggio: come ogni

Famiglie Trentine

mattina alle 7 siamo operativi. La giornata inizia con la visita ad un paio di nuclei familiari di origine trentina in grosse difficoltà. In particolare troviamo una situazione di vero bisogno, dove raccogliamo i dati e la relazione dell’assistente sociale, per poi intervenire con un’azione che dovrà essere radicale anche se costosa. In una baracca vivono la vedova del figlio (morto una dozzina di anni fa) di un emigrante partito dalle Giudicarie, con una decina di figli, un paio di generi e nipoti, in condizioni veramente drammatiche. Alle 9 una piccola parentesi a “Canal 12”, emittente televisiva della provincia di Misiones: registriamo un’intervista sulla nostra Associazione e sul nostro viaggio, che andrà in onda nel corso del telegiornale. Presso la Sociedad Italiana segue poi un incontro con i trentini in difficoltà (“atenciòn personalizada”). Finiti tutti gli impegni, alle 13 pranziamo con i giovani che coordineranno la nuova Famiglia Trentina, per poi salutarli e rientrare a Resistencia. Nel capoluogo del Chaco è in programma per le 20 un altro incontro con i trentini in difficoltà: vi arriviamo puntualmente e troviamo questi emigrati in fila, per entrare nell’ufficio in forma riservata uno alla volta, disciplinatamente. Ascoltiamo i vari casi, redigendo le relative relazioni, fino alle 23,30: a quel punto gli impegni della giornata sono ultimati e possiamo concederci una pizza, per rientrare all’Hotel Atrium all’una. Anche venerdì 2 maggio il pullmino è puntuale e di buon’ora partiamo in direzione ovest, verso Quitilipi (160 km.) e Pampa del Infierno. A Quitilipi alle 9,30 siamo alla riunione con la nostra Famiglia Trentina. Elda Colombo e i Presidenti di Quitilipi e Machagay Gadotti e Avanzini ci accolgono cordialmente: con loro scambiamo alcune battute e poi ci presentiamo alla riunione, come di consueto ospitata presso lo Studio di Quitilipi Televisora Color – Canale 6. A fine riunione, in privato, consegniamo un fondo di solidarietà ed una borsa di studio. Nel pomeriggio partiamo per Pampa del Infierno (130 km. ad ovest di Quitilipi) per visionare le realizzazioni finanziate dalla Provincia Autonoma di Trento. Visitiamo il caseificio (300 kg.

Momenti alla Scuola Aeronautica

di formaggio caprino a settimana, con latte raccolto anche a 250 km. di distanza) e quindi il nuovissimo macello, inaugurato dal Presidente della Provincia Lorenzo Dellai ad inizio marzo 2003. La struttura (per le capre) è temporaneamente inattiva, appare ancora nuova e probabilmente utilizzata (almeno per ora) solo saltuariamente. È sabato 3 maggio: l’ultima mattina in Argentina ci lascia un attimo di riposo in più, perché il primo appuntamento è alle 8 per la consegna di un “aiuto umanitario”: segue una riunione con Margarita Bussolon per riordinare le varie istanze raccolte nella nostra visita e per cercare di dare le prime risposte. Alle 9 proviamo a raggiungere Ciro Russo alla sede di “Trentorientro”, pur avendo ricevuto nei giorni scorsi una sua e-mail (a risposta della nostra richiesta di incontro) in cui diceva di essere fuori Argentina per motivi di lavoro e di non sapere se sarebbe riuscito a rientrare in tempo utile. Troviamo la sua donna di servizio, che con qualche imbarazzo ci dice che è impegnato in altro luogo per una riunione. Raggiungiamo allora la sede della Cooperativa, dove convivono la rivendita di carni e formaggi caprini, l’ufficio delle assistenti sociali del Piano straordinario e la sede del Circolo Trentino. Il gestore del negozio ci dice che Ciro Russo è sopra impegnato in una riunione (sono le 10 di mattina!) con il Circolo Trentino: eventualmente lo avvisa per riceverci a fine riunione… Lascio un biglietto da visita e prendiamo atto che per Ciro Russo il Circolo Trentino di Resistencia è prioritario alla visita del Presidente e della Vicepresidente di una delle due Associazioni riconosciute idonee dalla legge provinciale per operare nel campo dell’emigrazio-

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ne, visita preannunciata via email da almeno due settimane! Visto che ci rimane un po’ di tempo, andiamo al Museo dell’Immigrante, dove eravamo stati invitati in occasione della serata di accoglienza al nostro arrivo a Resistencia. Il piccolo Museo è ricavato in una casetta già appartenuta ad un emigrato di origine friulana, restaurata con cura. Poco dopo mezzogiorno siamo in aeroporto; in un’ora e mezza di volo raggiungiamo l’Aeroparque di Buenos Aires, dove ci aspettano degli emigrati originari di Caldonazzo. Quindi salutiamo Angelo Cantonati, il quale proseguirà per Cordoba, dandogli l’arrivederci in Trentino nei prossimi mesi. Con la navetta “Manuel Tienda de Leon” ci trasferiamo all’aeroporto internazionale di Ezeiza, inserendo una sosta di qualche ora nel meraviglioso centro della metropoli, che alla nostra vista appare accogliente come quello di una bella capitale europea. In tarda serata, dopo controlli supplementari anche a vista a tutti i bagagli per motivi di sicurezza, saliamo sull’Airbus 340 delle Aerolineas Argentinas, che decolla puntualmente alle 23,30 (ora locale, pari alle 4,30 del mattino in Italia) per arrivare a Roma Fiumicino alle 17,30 del giorno seguente. Lì recuperiamo i bagagli, passiamo la dogana ed andiamo al terminal dei voli nazionali, per imbarcarci sul volo Meridiana in partenza alle 21,55 che ci porterà a Verona. Alle 23 atterriamo a Verona: a recuperarci ci sono Gianna e Michele che ci portano a Trento, consentendoci di essere finalmente a casa verso l’una del mattino. Un grazie va a tutti coloro che ci hanno accolti con tanto entusiasmo. Cesare Ciola


BOSNIA ERZEGOVINA

Il Sindaco di Prnjavor (Bosnia Erzegovina) nostro ospite

Per conoscere la cooperazione e l’organizzazione dei Vigili del Fuoco Volontari nel Trentino lado e Milorad Zivkovic, V Sindaco e Comandante dei Vigili del Fuoco di Prnjavor, a febbraio hanno visitato il Trentino, ospiti dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Sono stati tre giorni intensi di impegni e di appuntamenti con ritmo serrato, per conoscere gli aspetti più peculiari della nostra economia e dell’organizzazione del volontariato, con particolare attenzione per i Vigili del Fuoco. Il primo giorno è stato dedicato a Rumo, piccolo paese di 850 abitanti dell’alta Val di Non, preso come esempio di comunità trentina in cui sono presenti cooperative di diversi comparti. Prima meta il Caseificio Sociale, dove la delegazione bosniaca è stata accolta dal Presidente che ha presentato alcuni dati sulla compagine sociale ed ha accompagnato gli ospiti attraverso le sale di lavorazione spiegando le singole fasi del processo produttivo, quintali di latte lavorati, rese in burro e formaggio (quasi esclusivamente Grana Trentino) la cui stagionatura viene completata nel caseificio del TrentinGrana a Segno. Il caseificio di Rumo conta 96 soci (con alcune aziende nei confinanti comuni altoatesini) mediamente le aziende sono di piccole dimensioni (dieci ettari) con circa dieci capi in lattazione: un’azienda di queste dimensioni garantisce un buon reddito al socio. Gli ospiti si sono poi trasferiti presso la sede della Cassa Rurale, calorosamente accolti dai vertici della cooperativa di credito che hanno ripercorso le tappe fondamentali dalla fondazione della piccola banca di paese per arrivare alla situazione attuale, attraverso un percorso di fusioni, che ha trasformato il piccolo istituto di paese in un punto di riferimento vitale sia per il piccolo risparmiatore sia per le aziende offrendo un servizio qualificato e personalizzato per ogni tipo di utenza. La Cassa Rurale visitata rappresenta una delle 12 cooperative consorziate con la Cassa Rurale di Tuenno Val di Non

vili, in strutture agricole, industriali), ma anche molti interventi di protezione civile, incidenti stradali, fughe di gas o altre sostanze tossico-nocive, calamità naturali. Rudy Torresani, comandante del Vigili del Fuoco di Rumo, ha mostrato l’attrezzatura, l’abbigliamento ed il parco macchine. Il collega di Prnjavor ha voluto approfondire le modalità di allerta e l’organizzazione sul territorio: Pierluigi Fauri, Vicepresidente della Federazione dei Corpi Vigili del Fuoco Volontari della Provincia Autonoma di Trento, ha illustrato i 4 livelli presenti nella nostra provincia: comunale (corrispondente alla caserma di Rumo), intercomunale (che raggruppa 4 o 5 comuni ed è dotato anche di auto-

con sede a Cles e conta circa 3.000 soci distribuiti su un vasto territorio. I dirigenti dalla Banca hanno voluto richiamare l’attenzione sulla prima finalità della cooperativa, ossia lo sviluppo socioeconomico dei soci e quindi del paese. Per il conseguimento di questi obiettivi le Casse Rurali sostengono finanziariamente iniziative di solidarietà, eventi e manifestazioni culturali, ricreative e sportive promosse nei paesi dove operano. Non poteva certamente mancare la visita ad un Famiglia Cooperativa, cioè il supermercato gestito in forma cooperativa. Giulio Filippi ha illustrato l’organizzazione delle cooperative di consumo, che grazie ad economie di scala ed alla miglior organizzazione negli acquisti e nella distribuzione sfidano le leggi economiche conseguendo risultati complessivamente positivi e permettendo anche alla piccola frazione di poter contare su un punto vendita. Non poteva certo sfuggire ai nostri ospiti lo spirito di solidarietà e sostenibilità che, da oltre un secolo, guida il movimento cooperativo trentino. La cooperazione può anche laddove il privato trova difficoltà e la Famiglia Cooperativa di Rumo ne è la dimostrazione. Il Sindaco di Prnjavor ed il Comandante dei Vigili del Fuoco sono stati ospiti del Sindaco Vito Fedrigoni, con il quale si sono trattenuti a lungo nella sala consiliare. Fedrigoni ha illustrato il funzionamento dell’amministrazione comunale, l’organico, i servizi erogati dal comune, i rapporti con la Provincia, le fonti di finanziamento ed è così nato un confronto tra le realtà comunali in Bosnia e in Trentino. Nel pomeriggio gli ospiti bosniaci hanno conosciuto ed apprezzato la dedizione e l’impegno che continua a rinnovarsi ed ad animare i 239 Corpi di Vigili del Fuoco Volontari presenti in ogni comune del Trentino, ai quali sono demandati non solo la lotta antincendio nelle molteplici tipologie (incendi boschivi, in abitazioni ci-

un unico interlocutore al momento della vendita è apparso immediatamente chiaro ai visitatori bosniaci, che hanno riconosciuto la validità del sistema piramidale della cooperazione trentina che consente di sopportare i costi per l’erogazione dei migliori servizi tecnico fiscali ed amministrativi, assistenza tecnica, marketing, pubblicità e ricerca. Attraverso la concentrazione del prodotto si possono ottemperare gli obblighi in materia di norme igieniche e vincere la sfida lanciata dalla globalizzazione, assecondando le richiesta della grande distribuzione (vasta gamma di prodotti, confezionamento, pubblicità, disponibilità durante tutto l’anno, modalità e tempi di consegna, ecc.)

Delegazione bosniaca ospite dei VV.FF. di Rumo

botte), distretto (ogni 20 comuni circa, equipaggiato con autoscala, camion con cisterna, camion per incendi boschivi, pinza idraulica), ed al vertice il capodistretto a Trento. Questi corpi contano sulla partecipazione di 6.000 volontari che dedicano gratuitamente il loro tempo per questo prezioso servizio alla comunità. Per avere una visione più completa della cooperazione trentina sono state previste anche due visite ai consorzi di cooperative, TrentinGrana e Mondo Melinda di Segno, che si occupano rispettivamente della commercializzazione dei formaggi trentini e delle mele prodotte dalle cooperative di primo grado sparse sull’intera Val di Non. Il vantaggio della concentrazione del prodotto sia per la lavorazione, conservazione e stagionatura, ma soprattutto di

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La seconda giornata è stata dedicata alle visite istituzionali: il Sindaco, accompagnato dal Presidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero Cesare Ciola, ha incontrato le massime cariche della Regione e della Provincia Autonoma di Trento operanti in Bosnia. Franco Panizza, Vicepresidente del Consiglio Regionale, ha portato un saluto anche a nome del Presidente della Giunta Regionale Carlo Andreotti, assente per malattia, ed ha spiegato l’origine della Regione Autonoma Trentino Alto Adige che ha reso possibile la convivenza di minoranze etniche e linguistiche e può rappresentare un modello anche per il variegato territorio bosniaco. Panizza ha assicurato l’appoggio istituzionale alle iniziative cooperative in atto a Prnjavor volte ad una crescita

Famiglie Trentine


BOSNIA ERZEGOVINA Fuoco permanenti ha spiegato la sinergia tra i permanenti ed i volontari e la ripartizione degli interventi. Berlanda ha poi mostrato il programma, attraverso il quale con l’ausilio di un semplice pc portatile, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, è possibile decidere quale corpo deve intervenire, con quali mezzi, la disponibilità di uomini, le vie d’accesso più veloci, le più vicine riserve d’acqua ecc. Solo grazie a questo tipo di organizzazione si possono ottenere risultati positivi nei 6.000 interventi annuali, suddivisi nelle diverse tipologie (alluvioni, frane, incendi, inquinamenti, incidenti stradali e domestici). Berlanda ha proposto una breve relazione sul funzionamento del Corpo Permanente dei Vigili del Fuoco di Trento, che gode di una propria autonomia economica e dispone di una scuola che organizza corsi sia per i permanenti che volontari trentini ma anche per altre amministrazioni. Berlanda, nel salutare ha voluto ricordare agli ospiti che la Provincia di Trento rappresenta certamente una realtà privilegiata disponendo di caserme nuove, fun-

L’Assessore Muraro dona un libro al Sindaco di Prnjavor

economica e sociale, premessa indispensabile per garantire la pace. La delegazione bosniaca è stata ricevuta dall’Assessore Provinciale Remo Andreolli, che aveva conosciuto il Sindaco di Prnjavor in occasione di una visita in Bosnia per la costruzione dell’acquedotto che porterà l’acqua nelle case di molti discendenti di emigrati trentini. L’Assessore ha affermato di avere un buon ricordo dell’accoglienza che Stivor e Prnjavor gli hanno riservato ed ha chiesto aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori. Zivkovic ha ringraziato a nome della sua comunità per l’aiuto finanziario che la Provincia ha voluto concedere a che ha reso possibile l’immediato inizio dei lavori, che procedono secondo il programma, per cui ha ipotizzato che per dicembre Sibovska e Stivor dovrebbero essere serviti dall’acquedotto. Anche l’Assessore all’Emigrazione Sergio Muraro ha confermato la massima volontà della Provincia Autonoma di Trento a collaborare per il bene della comunità trentina in Bosnia, per onorare il debito di riconoscenza nei confronti dei nostri emigrati, con i quali intende intensificare i rapporti. Del resto era proprio di quei giorni l’ammissione a contributo del progetto per la costruzione della caserma del corpo dei vigili del fuoco volontari a Stivor, a conferma dell’impegno della Provincia di Trento. Muraro ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per conseguire risultati concreti. Il Sindaco ha ringraziato l’Assessore per averlo incontrato ed ha rivolto un sentito ringraziamento all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero che ha organizzato la visita in Trentino permettendogli di conoscere splendidi paesaggi e di apprezzare una realtà economica e di

Famiglie Trentine

volontariato dinamica ed in continua espansione; Zivkovic ha dichiarato il suo stupore sapendo che il Trentino, solo il secolo scorso, era terra di emigrazione. È lieto che nella sua comunità ci sia la presenza di trentini che sono stati i primi ad istituire le scuole, ben 120 anni orsono, nelle quali si è continuato a studiare l’italiano. Il primo cittadino di Prnjavor ha ricordato a tutte le autorità incontrate che oggi la Bosnia, Stivor compreso, è afflitta dal problema della disoccupazione o almeno della sotto occupazione , sia per i giovani sia per gli anziani: i primi decidono di emigrare, taluni in forma definitiva in paesi lontani (l’Australia ospita diverse famiglie di stivorani), altri fanno i pendolari settimanali verso stati europei; i secondi sopravvivono lavorando i campi. L’invito accorato di Zivkovic è di creare posti di lavoro per consentire agli stivorani di non dover lasciare il paese, consentendo loro una vita decorosa in Bosnia. Il Sindaco ha ringraziato tutti per gli interventi finanziati o in corso di finanziamento ed ha auspicato che quello che ha visto a Rumo ed in Trentino possa essere riproposto e ripreso a Stivor, che potrebbe assurgere a paese modello e pilota per altri paesi circostanti. Da parte dell’Amministrazione comunale di Prnjavor è stato garantito qualsiasi tipo di appoggio utile al raggiungimento di questi obiettivi. I bosniaci hanno poi visitato la caserma dei Vigili del Fuoco di Trento, dove hanno incontrato il Comandante ing. Fabio Berlanda che ha espresso un parere molto favorevole ed ha augurato la miglior riuscita del progetto per la costruzione della caserma a Stivor, assicurando la massima collaborazione della struttura da lui presieduta. Il Presidente dei Vigili del

pi giovanili che rappresentano un importante vivaio per i Vigili del Fuoco. E vicino ai Boci non potevano mancare i Veci, naturalmente nel senso più nobile del termine, cioè quei volontari che avendo compiuto il sessantesimo anno di età entrano nei VVFF fuoriservizio. “Un esercito di pace”, così Cappelletti ha definito i Vigili del Fuoco Volontari e non avrebbe potuto trovare espressione più azzeccata per descrivere le molteplici operazioni ed interventi di carattere umanitario che hanno visto i nostri volontari in diverse regioni d’Italia e d’Europa. Un contingente quotidianamente al servizio della gente, un’espressione autentica del volontariato trentino, quel volontariato discreto che non ama il clamore e la pubblicità, ma che rappresenta una sicurezza ed una garanzia per tutti noi. La città di Trento può contare, oltre che sui permanenti, anche 250 volontari sparsi nei paesi circostanti, pronti ad intervenire, in caso di necessità, in 5 minuti: insomma un volontariato qualificato, professionale, un fiore all’occhiello per il Trentino che van-

La delegazione bosniaca in visita presso la Cassa Rurale di Rumo

zionali e ben equipaggiate, ma ha sottolineato l’importanza della più preziosa risorsa, quella umana. La delegazione ha visitato la caserma potendo apprezzare la specificità di ciascuna macchina. Particolarmente emozionante l’incontro con il Presidente della Federazione dei Corpi Vigili del Fuoco Volontari della Provincia Autonoma di Trento, Sergio Cappelletti, che è tornato alle origini della Federazione per descrivere l’articolazione sul territorio. Il Presidente non ha nascosto l’orgoglio affermando che i corpi volontari non incontrano difficoltà nel reclutamento, grazie anche ai numerosi grup-

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ta una protezione civile all’avanguardia a livello europeo. Non poteva certo mancare una visita a Roncegno, paese dal quale un numeroso gruppo di famiglie emigrò a Stivor dopo la disastrosa alluvione che rese ancora più tragica la crisi economica che affliggeva la nostra provincia. La riunione si è svolta nella piccola caserma dei Vigili del Fuoco, naturalmente volontari, di Roncegno alla presenza della autorità comunali, dei padroni di casa schierati in divisa e dell’Ispettore distrettuale Capraro. Il Presidente Ciola ha presentato ai presenti il progetto di Stivor, che coinvolgerà non solo l’ente pubblico cofinanziatore del


BOSNIA ERZEGOVINA progetto, ma anche diverse imprese e ditte della Valsugana che si avvalgono di manodopera stivorana. Il Sindaco di Roncegno Alessandro Conci, grazie al quale si è resa possibile la visita degli ospiti bosniaci, ha ricordato come il suo Comune sia legato a doppio filo con Stivor in quanto molti discendenti di coloro che erano emigrati da Roncegno hanno fatto ritorno in Valsugana durante la sanguinosa guerra nei Balcani. Nella fattispecie, a Roncegno questo controesodo ha determinato una inversione di marcia nell’andamento demografico del paese. Conci ha più volte sottolineato la ferma volontà del Comune di aiutare la comunità bosniaca e l’interesse a rinsaldare rapporti di profonda amicizia con i trentini lì residenti. La parola è poi passata al Comandante dei Vigili del Fuoco di Roncegno, che senza dilungarsi in discorsi ma con la ruvida dolcezza di noi montanari, ha annunciato che è intenzione del Corpo donare una jeep al costituendo gruppo di Stivor…ed è stata subito festa. L’attigua caserma si è animata: vino, stuzzichini, chiacchiere, risate tra chi si sforzava – con esito incerto- di comunicare in bosniaco. Ma i nostri non si sono lasciati sfuggire una ghiotta occasione per rendersi utili (sono in allerta 24 ore su 24) e così hanno verificato la compatibilità degli attacchi, i diametri delle manichette e la possibilità di adattarle agli idranti bosniaci. Insomma sembra sia già sboccata una florida collaborazione, una sintonia di intenti e di sentimenti, che coltiveremo con convinzione, certi di poter contare sull’appoggio di Roncegno. Stimolante anche la visita alla Cantina La Vis, una delle cantine sociali più attive dalla nostra provincia che trasforma le uve degli 800 soci. Forse non tutti sanno che, nonostante la crisi della viticoltura dovuta alla fillossera che aveva colpito la viticoltura trentina alla fine dell’800, i nostri emigrati portarono anche in Bosnia la tradizionale coltura della vite, la cui fine fu segnata qualche decennio dopo dall’istituzione, da parte dello stato, di una tassa sulla vite. L’ultima visita è stata riservata all’agriturismo “Val Averta” a Ziano di Fiemme, dove la delegazione bosniaca ha potuto considerare il turismo da un punto di vista diverso dal soli-

to, ossia come fonte di integrazione del reddito agricolo. Oltre alle norme che disciplinano l’attività agrituristica, è stato possibile visitare l’annessa azienda zootecnica ad indirizzo caprino. La famiglia Vanzetta alleva 150 capre, tutte iscritte nell’apposito registro veterinario, e detiene da diversi anni il primo posto in Italia per la produzione media (nella stalla ci sono capre che producono anche 12 litri di latte al giorno): questi risultati sono conseguiti attraverso l’attenta selezione genetica ed l’adeguata alimentazione. Il latte prodotto viene conferito al caseificio di Fiavè per la successiva trasformazione in formaggio.

Consegna di un quadro a Sandra Frizzera

quale sarebbe auspicabile che si mantenessero non soltanto rapporti e scambi culturali, ma si estendessero anche a settori economici “per creare un piccolo Trentino oltre confine”. La parola è passata poi al Sindaco di Prnjavor che ha ringraziato Roncegno e l’Unione delle Famiglie Trentine per l’accoglienza riservatagli. Zivkovic ha riservato un particolare ringraziamento per le due associazioni di emigrati presenti in Bosnia che si sono attivate per la costruzione dell’acquedotto e della Caserma dei Vigili del Fuoco: strutture della massima importanza per la comunità che presiede. Il primo cittadino bosniaco ha manifestato apprezzamento per quanto ha conosciuto durante la sua permanenza in Trentino ed ha auspicato che l’esperienza cooperativa possa essere riproposta a Stivor, con analoghi risultati. Dello stesso parere anche il Comandante dei Vigili del Fuoco di Prnjavor che si è associato ai ringraziamenti formulati dal Sindaco e che ha assicurato che cercherà di prendere esempio dalla realtà trentina. Il Presidente Ciola ha introdotto la protagonista della serata, Sandra Frizzera, scrittrice e giornalista trentina apprezzata e stimata da tutti, legata a Stivor ed alla sua gente da un affetto unico ed incorruttibile, quasi materno (ci si passi il termine), ma agli occhi del pubblico la Frizzera è apparsa un mix tra una madre che non vuole abbandonare al proprio destino i figli della sua terra ed una determinata ricercatrice, animata da un’insaziabile e curiosa voglia di scoprire e di conoscere. Grazie a queste doti Sandra Frizzera ha scoperto Stivor, restituendo ai trentini un tassello della loro storia, della loro cultura e permettendo ai

Sandra Frizzera racconta la scoperta di Stivor La visita della delegazione bosniaca si è conclusa con una emozionante serata (mercoledì 19 febbraio) presso l’Auditorium delle Scuole Medie di Roncegno. Il Sindaco di Roncegno Alessandro Conci ed il Presidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero Cesare Ciola hanno dato il benvenuto ai numerosi sindaci ed assessori, al Consigliere regionale Sergio Divina al nutrito pubblico giunto non solo da Roncegno, ma anche da altri comuni della Valsugana e delle valli del Trentino. Non potevano mancare i molti stivorani che, dopo la recente guerra nei Balcani, hanno percorso a ritroso il cammino dei loro avi per trovare lavoro e migliori condizioni di vita in Trentino. Il Presidente Ciola ha illustrato le molteplici ragioni che stanno alla base della visita del Sindaco di Pnjavor ed ha colto l’occasione per rinnovare il ringraziamento al sindaco di Roncegno, prezioso sostenitore dell’iniziativa. Ciola ha ringraziato anche il Sindaco di Prnjavor per aver accettato l’invito e si è augurato che Stivor possa diventare il 224° comune trentino. Il Sindaco di Roncegno ha confermato la volontà del Comune valsuganotto di onorare il debito di riconoscenza che lega Roncegno a Stivor, un legame che nel tempo e purtroppo per cause dolorose è andato consolidandosi, trasformando Roncegno e la Valsugana nella seconda patria di molti discendenti di emigrati trentini di Stivor. Roncegno – ha continuato Conci – è onorato di accogliere il Sindaco di Prnjavor, con il

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discendenti di coloro che erano partiti di conoscere la terra dei loro avi, di vedere il Lago di Levico del quale avevano spesso sentito parlare, di guardare di persona la chiesa di Roncegno ed i masi abbarbicati sulla montagna ritratti nella chiesetta di Stivor o di trovare una nuova terra nella quale vivere. La scrittrice ha raccontato della scoperta di Stivor, partendo da una ricerca che lei stessa aveva condotto, nel 1970, su alcune donne partite nel 1873 dalla Valle di Non con destinazione Nord America e delle quali si erano perse la tracce. Casualmente scoprì che non tutti i membri di una famiglia nonesa erano partiti per il Nord America ma che alcuni si erano aggiunti ad un nutrito gruppo di famiglie della Valsugana distrutta da una forte alluvione, decisi a cercare migliori condizioni di vita in sud America. I malcapitati svendettero i pochi averi, consegnando il piccolo gruzzolo ad un signore che si era incaricato di acquistare i biglietti per l’attraversata, ma il distinto signore sparì con il malloppo, gettando nella disperazione valsuganotti e nonesi ormai senza più nulla da vendere ed in procinto di partire. Ma non si persero d’animo ed informarono i vertici dell’Impero Austroungarico della sventura che li aveva colpiti. Pronta arrivò dall’Imperatore la soluzione: i sudditi valsuganotti vadano agli estremi confini dell’Impero, in un territorio recentemente annesso e confinante con l’Impero Ottomano. Certamente i tirolesi rappresentavano agli occhi dell’Imperatore delle persone laboriose, fidate e profondamente religiose con i conseguenti vantaggi per Vienna. Tuttavia i contatti con questi trentini si erano poi interrotti e nessuno sapeva dove si fossero insediati i nostri compaesani. Sandra Frizzera, all’inizio degli anni ’70, era sulla costa adriatica in cerca di un appartamento dove passare le vacanze con la sua famiglia, quando, ascoltando la radio sentì una trasmissione che parlava di una comunità tirolese a Stivor in Bosnia, nella quale il maestro Osti insegnava la lingua dei padri. La Comunità tirolese, il nome Stivor ed il cognome Osti fecero nascere nella scrittrice la certezza di aver risolto il giallo dei trentini emigrati: senza perdere tempo segue a pag. 11

Famiglie Trentine


OCCHIELLO

Cultura e solidarietà a Vigo di Ton Grande partecipazione di pubblico alla presentazione del libro “Noneserie” li studiosi di dialetto noneso, ma anche gli appassionati della cultura nonesa si sono dati appuntamento presso il teatro di Vigo di Ton per la presentazione del libro “Noneserie”, una pubblicazione che raccoglie in 150 pagine molti brani e poesie di oltre 40 autori locali, che hanno risposto all’appello lanciato da Radio Sette Larici. Giovanni Corrà ha affermato che “Noneserie” non ha la presunzione di essere un grande libro, ma vuole essere un’espressione dell’arte popolare, testimonianza di una civiltà fortemente radicata nella gente, aperta a nuove culture ma consapevole dei propri valori. La serata ha potuto contare sulla presenza dei rappresentanti del Comune di Ton e dell’Associazione Culturale Rezia, da anni attiva nella salvaguardia e nella valorizzazione della cultura e del dialetto noneso., con la diretta in radio trasmessa da Radio Sette Larici. Non poteva che essere Ton ad ospitare la presentazione del libro, essendo il comune della Val

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di Non con la più alta percentuale di ladini (il 44%), secondo i risultati del censimento 2001. Il Sindaco, orgoglioso di questo risultato, ha sottolineato come i nonesi si sentano prima nonesi e quindi trentini: questo rappresenta un punto di forza che ha ricadute non solo in ambito culturale. Un particolare ringraziamento è stato rivolto alla prof. Caterina Dominici, da sempre attenta ai problemi dei nonesi, ed al vicepresidente del Consiglio regionale Franco Panizza che ha collaborato alla stampa del libro. Interessante il suggerimento dell’avv. Sergio De Carneri che si è congratulato con il Comune di Ton per il risultato del censimento ed ha definito Ton “guardia di confine” vista la vicinanza a Trento ed alla Rotaliana. La globalizzazione rappresenta una minaccia alla sopravvivenza delle minoranze linguistiche, quindi i consigli comunali nonesi devono dare contenuto ai dati emersi dal censimento notificando l’insediamento di una popolazione

ladina nel proprio territorio. Interventi e saluti si sono alternati alla lettura di poesie, tanto simpatiche quanto espressive e commoventi che hanno ricordato ai lettori sia mestieri e le fatiche dimenticate ed ormai appartenenti al passato, ma anche le nuove ansie e stress più tipiche dei nostri giorni. Con grande abilità, Maurizio Paternoster ha coinvolto il pubblico con canzoni esilaranti, rigorosamente in dialetto noneso su tematiche autenticamente nonese: la raccolta delle mele ed il malcontento per i prezzi liquidati ai soci dei magazzini frutta. L’intervento di Giulio Filippi, Presidente di Rezia, si è incentrato sull’importanza dell’identità di un popolo, “un popolo senza storia e senza radici non può avere futuro perché non ha presente. I nonesi sanno benissimo dove sono e dove vanno; guardano verso il futuro vestiti dei valori dei nonni: la famiglia, la cooperazione, la solidarietà.” E lo hanno dimostrato anche nei confronti dell’emigrazione: Filippi ha raccontato il

suo viaggio a Stivor e l’incontro con un Paternoster, discendente di emigrati da Vigo di Ton, che certamente non ha trovato la fortuna che lo aveva spinto a partire. Rientrato in Trentino, Filippi aveva incontrato il Sindaco di Ton il quale aveva subito raccolto l’invito a collaborare a vari livelli per Paternoster e per la comunità di Stivor. La serata si è conclusa con l’intervento del Presidente Cesare Ciola che ha proiettato diapositive su Stivor, con particolare riferimento ai nonesi emigrati a fine ‘800 ai confini dell’Impero. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero desidera ringraziare il Comune di Ton, il Presidente di Rezia ed amico Giulio Filippi e tutti i collaboratori di Radio Sette Larici che volontariamente offrono il loro impegno per la realizzazione di trasmissioni radiofoniche in noneso ed hanno voluto devolvere alla nostra Associazione parte del ricavato della vendita del libro. G.C.

La città in giardino Archiviata con successo l’edizione 2003 lla quarta edizione, l’evento del Comune di Trento “La città in giardino” ha fatto il salto di qualità che si meritava. La ma-

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nifestazione di Alberto Pattini, Consigliere delegato per il centro storico della città, ha registrato un costante afflusso di decine di mi-

gliaia di visitatori per ogni weekend, con provenienza sia italiana che mitteleuropea ed inglese. Il tema della rassegna di quest’an-

Composizioni floreali in Piazza Duomo

Famiglie Trentine

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no, svoltasi dal 23 maggio all’8 giugno, era “Fascino, natura e spiritualità d’Oriente”: le giardinerie comunali di una ventina di città dell’Alta Italia ed estere (Berlino, Praga, Kempten, Vienna, Innsbruck, Klagenfurt) hanno allestito in modo impeccabile giardini in varie parti della città. Negli ultimi due giorni della rassegna l’Associazione Fioristi del Trentino e l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero hanno animato la splendida Piazza Duomo con uno stand, dove sono state confezionate numerose composizioni floreali, poi messe in vendita con ricavato destinato ad iniziative assistenziali in Argentina. Ringraziamo di cuore sia il Comune di Trento, con il Consigliere Alberto Pattini, che i Fioristi del Trentino per la loro disponibilità.


SVIZZERA

Riunione annuale dei Presidenti uest’anno è toccato a Oensingen, nei pressi di Solothurn, ospitare sabato 24 maggio l’annuale “Riunione dei Presidenti” delle Famiglie Trentine della Svizzera. Alla Convention erano presenti i Presidenti con i loro staff delle 4 Famiglie Trentine dell’Oberland Zurighese, di Berna, del Basel Land e di Solothurn, mentre da Trento sono arrivati il Presidente dell’Unione Cesare Ciola con il consigliere delegato per la Svizzera Renzo Huber e la consigliere Renata Corradini, già dirigente di Patronato ed esperta di problemi pensionistici. Il saluto di benvenuto è stato portato dal Presidente della Famiglia di Solothurn Vito Agosti, che ha proposto quale Presidente dell’assemblea Umberto Senter, Presidente Onorario di Solothurn. Una dettagliata panoramica delle numerose iniziative in atto sia in Trentino che in particolare in Argentina, Bosnia Erzegovina e Brasile è stata fatta da Cesare Ciola, il quale si è soffermato anche sulla situazione socio econo-

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I partecipanti alla riunione annuale dei Presidenti

mica trentina, sui rapporti con le istituzioni e con l’altra Associazione, ottenendo dai presenti un invito a proseguire per la strada che autonomamente ci siamo aperti. Le problematiche delle Famiglie svizzere sono state poi esposte, oltre che da Vito Agosti per So-

lothurn, da Callisto Tezzele per l’Oberland Zurighese, da Renzo Zencher per Berna e da Carlo Ress per Basilea. Ai vari interventi di presentazione è seguita la discussione, che ha coinvolto tutti i presenti, incentrata sulle attività in programma e sui rapporti con le di-

ramazioni locali più in difficoltà. Si è deciso di confermare il periodo di fine maggio anche per le convention dei prossimi anni, che a rotazione si terranno nelle varie aree geografiche dove sono presenti le Famiglie: il prossimo anno sarà il turno del Baselland.

In gita in Ticino con la Famiglia Trentina di Solothurn Escursione sul Monte Generoso e Melide (Swiss Miniature) abato 28 maggio, con un pullman della ditta Gast abbiamo fatto una gita in Ticino con destinazione finale il Monte Generoso e Melide. Partiamo, 28 persone tra le quali una bambina di cinque anni e tre adolescenti, alle ore 6.40 da Zuchwil e da Oensingen alle ore 7.00, proseguiamo per Lucerna, San Gottardo, la Valle Leventina, Lugano, Bissone e Capolago da dove la stazione ricettiva (1600m) del Monte Generoso è raggiungibile a piedi in circa tre ore e mezza, oppure, senza alcuno sforzo, con un viaggio comodo e romantico di 40 minuti, con la ferrovia a cremagliera costruita nel 1890. Allora il trenino era trainato da una locomotiva a vapore e negli anni ’50 da un trattore diesel. Di lì ( stazione ricettiva) si può a piedi, in ca. 20

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norme orso delle caverne estintosi oltre 18 mila anni fa. Lungo i sentieri ci sono delle tavole didattiche illustrate che aiutano l’escursionista a conoscere da vicino la natura e il sistema solare e si incontrano testimonianze della civiltà rurale del passato come alcuni spiazzi sui quali, sino a pochi decenni orsono, veniva prodotto il carbone di legna, o le bolle, particolari stagni rotondi costruiti per trattenere l’acqua piovana, o le nevere, (precursore dei frigoriferi): costruzioni in muratura a secco, edificate nei pressi delle stalle e dei luoghi di lavorazione del latte. Due terzi dell’altezza delle nevere penetrano nel terreno.Talune di esse possono raggiungere persino i 7 m di profondità. Anche i venti e le correnti hanno premiato questa montagna: infatti

minuti salire sin sulla vetta della montagna a 1704m. s/m. Da qui si gode una vista impareggiabile sulla Regione dei Laghi (lago di Como, lago di Lugano, lago Maggiore), sulla Pianura Lombarda fino agli Appennini, sulla Catena alpina dal Gran Paradiso al Cervino e dal Monviso al Monte Rosa. L’offerta naturalistica del Monte Generoso è notevole. Rare specie di animali e 800 specie vegetali, fra cui alcune molto rare e uniche, e fossili (la roccia del Generoso ha avuto origine sul fondo del mare 200 milioni di anni orsono). Interessanti sono i fenomeni carsici: la montagna è un massiccio carsico ricco di ricami esterni e di un esteso sistema di grotte al suo interno. La più celebre è la “Grotta dell’orso” in cui sono stati rinvenuti reperti d’ursus spelaeus, l’e-

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è un paradiso per gli appassionati del volo a vela in parapendio. Sul Monte Generoso si trova anche l’osservatorio astronomico pubblico. Il telescopio ha un diametro di 61cm Alle 14.30 dobbiamo scendere a Capolago per proseguire verso Melide, dove si trova “SWISSMINIATUR” Qui sono rappresentati i luoghi più pittoreschi della Svizzera. Le città, i monumenti e mezzi di comunicazione sono 25 volte più piccoli della realtà. Il caldo, quasi opprimente, non ha permesso di ammirare a lungo queste piccole meraviglie. Tanti hanno preferito gustarsi al Bar una fresca bevanda. Alle ore 17 in punto si riparte per Solothurn. Siamo tutti un po’ stanchi, il programma è stato infatti ricco, ma contenti di essere venuti in Ticino. V. Agosti

Famiglie Trentine


BRASILE

Grande successo per la 2ª Festa da Colheita

A Tuiuty (Rio Grande do Sul) sono state preparate e vendute 2000 torte tirolesi nche i soci della Famiglia Trentina dell’Adolorata di Bento Goncalves si sono trasformati in pasticceri per preparate, nel grande salone sociale, circa 2.000 torte, prodotte secondo l’antica ricetta tramandata da generazione in generazione. La coordinatrice della truppa di pasticceri, la signora Regina Tomasi Fracalossi (di origine perginese) 75 anni ma piena di vita, racconta che durante la prima edizione erano stati preparati 1.000 dolci, ma non erano bastati ad accontentare il numeroso pubblico accorso per la festa; e così, tra una chiacchiera ed un aneddoto trentini, i volontari hanno impastato e cotto

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ben 2.000 torte. Nella zona erano giunte centinaia di famiglie di origine trentina che avevano mantenuto la tradizione culinaria trentina: oggi, in molti casi, la torta tirolese viene proposta ai turisti. Gli sforzi ed i sacrifici dei numerosi volontari pasticceri sono stati premiati con un successo insperato di folla festante che ha gustato le specialità trentine. Ad arricchire il programma della manifestazione anche vari appuntamenti culturali, tra i quali ricordiamo la riuscita Fiera dell’Agriturismo, dove era possibile conoscere ed acquistare i diversi prodotti agroalimentari (vino, dolci, salumi, latticini) e scambiare opinioni

e parere con i produttori. Un immobile antico, recentemente restaurato appositamente per ospitare la festa, ha accolto una mostra di foto e documenti storici. Per i partecipanti più sportivi era prevista anche una corsa di 5,5 km, al termine della quale si è svolta la “Corrida dos Garrafonistas” una competizione umoristica con i tradizionali costumi tirolesi.

Nuova Famiglia Trentina di Sananduva Il 10 febbraio scorso si è costituita a Sananduva – Rio Gran-

de do Sul (Brasile) – una nuova diramazione dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Gli stessi soci fondatori della Famiglia Trentina si sono sorpresi per l’elevato numero di discendenti di emigrati trentino tirolesi concentrati nella zona ed hanno avviato una approfondita ricerca per raccogliere informazioni e materiali sull’ondata migratoria dalla nostre valli al Rio Grande do Sul. Al neo Presidente Flavio Germano Copatti ed a tutto il Direttivo e soci porgiamo un caloroso benvenuto ed auguriamo buon lavoro.

ARGENTINA

Solidarietà trentina anche dall’altra parte dell’oceano pochi giorni di distanza dall’inaugurazione della Famiglia Trentina di Villa Allende (Cordoba), il neo Presidente Carlos Bonvecchio ha voluto dare un segno tangibile della solidarietà e del legame che lega gli emigrati trentini. Bonvecchio si è messo subito al lavoro, coinvolgendo

soci e familiari, nella raccolta di viveri e vestiario da donare agli alluvionati della Provincia di Santa Fè. Partito con il suo furgone, carico di ogni bene di prima necessità ed in compagnia del padre Maurizio Bonvecchio, ha raggiunto Rafaela dove sono stati ricevuti dai coniugi Elda ed Al-

berto Baldessari; presidente dalla diramazione rafaelina. Dopo essersi rifocillati con delle squisite empanadas preparate dalla padrona di casa, sono subito ripartiti per raggiungere la meta finale del viaggio Capilla de San Cristobal, a circa 100 Km da Rafaela, dove hanno consegnato nella

mani del Parroco don Josè Maria Stucchi tutti i generi alimentari ed il vestiario raccolto per la distribuzione alle famiglie più colpite. Stanchi (ma soddisfatti per quanto hanno potuto fare) si sono poi sobbarcati gli oltre 400 chilometri della strada di ritorno.

segue da pag. 1

gravoso e non sempre gratificante che l’Unione porta avanti con dedizione e passione. Per chiudere i lavori, l’Assemblea ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali, poi ripartite all’interno del Consiglio direttivo. Proseguendo nel segno della continuità, per i prossimi tre anni alla Presidenza dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero è stato riconfermato Cesare Ciola, tecnico libero professionista della Valsugana. Al suo fianco, quali Vicepresidenti, conferma per Rina Bonvecchio Sommadossi, mentre è di nuova nomina Mauro Dal-

lapè, funzionario della Federazione Trentina delle Cooperative, che ha preso il posto già di Sergio Festi in un quadro di rinnovo legato all’aumento di impegni generato dall’incremento dell’attività. Nella linea di azione voluta dal Presidente Ciola e mirata al lavoro di squadra, sono stati affidati una prima serie di incarichi ai Consiglieri, con Rina Bonvecchio che si occuperà di Argentina ed attività sociali, Mauro Dallapè di cooperazione, Renzo Huber delle diramazioni in Svizzera e Bosnia Erzegovina, Bruno Girardi di autofinanziamento, Renata Corradini Va-

cis di pensioni e territorio, Stefano Margheri di attività amministrativa e legale, Livio Hoffer di bilancio e rapporti con la Giunta regionale, Giancarlo Filoso di serate, gruppi ed associazioni. Completano il Consiglio Sergio Festi e Fernanda Tamanini. Il Collegio dei Revisori dei Conti è formato dal dott. Fulvio Divina (Presidente), affiancato dal dott. Federico Masera e dalla rag. Emma Anzelini, mentre il Collegio dei Probiviri è costituito da Luigi Penner, Emilio Sommadossi e Marco Debertolis.

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il quale l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero ha dovuto affrontare momenti difficili di discriminazione, ma i tempi stanno finalmente cambiando anche grazie all’Associazione che si è strutturata e ben radicata, intraprendendo iniziative che hanno contribuito ad aumentarne la credibilità. Andreotti ha affermato che le istituzioni non potranno continuare ad ignorare i risultati positivi dei progetti e delle iniziative messe in campo dall’Associazione, concludendo il suo intervento con un ringraziamento per l’impegno

Famiglie Trentine

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G. Copat


NOTIZIE UTILI DALLA PAT

Notizie utili dalla Provincia Autonoma di Trento Borse di studio a Provincia Autonoma di Trento ha pubblicato un bando di concorso per l’assegnazione di 15 borse di studio a favore di emigrati trentini all’estero e di loro discendenti, per la frequenza, attraverso Internet, al Corso di laurea triennale in lingua e cultura italiana, curriculum didattico - linguistico, erogato dal Consorzio fra Università italiane ICoN (Italian Culture on the Net). Del Consorzio fa parte anche l’Università di Trento. Possono partecipare al concorso gli emigrati trentini all’estero ed i loro discendenti che siano in possesso di un titolo valido per l’iscrizione alle Università italiane e che, alla data 30 giugno 2003, non abbiano ancora compiuto i 45 anni di età. È richiesta una conoscenza della lingua italiana di livello avanzato. La domanda di partecipazione al concorso va presentata al Consorzio ICoN entro il 25 luglio 2003, attraverso il sito www.italicon.it, seguendo le indicazioni presenti nella homepage. Il bando è pubblicato sul sito www.mondotrentino.net Per informazioni: dottoressa Veronica Barghigiani Segreteria didattica del Consorzio ICoN Telefono: ++39 050 2212697 segrdidattica@italicon.it

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caricò la famiglia in macchina alla ricerca di Stivor…certo le indicazioni non erano molto precise, ma ora che era ad un passo dalla soluzione non intendeva certo demordere. Era estate, faceva caldo, la strada sconnessa, la segnaletica insufficiente e Sandra avvertiva la stanchezza del marito e l’ostilità nel continuare in un’assurda avventura. Arrivati nelle vicinanze di Stivor, il marito impaziente chiede “Ed adesso da che parte?”. Affidandosi al caso, senza alzare la testa ma carica di speranza, la Frizzera suggerì la direzione giusta. Ma Stivor non appariva. Stanco, deluso ed irritato il marito della Frizzera tuona: “Al prossimo

2° Incontro Internazionale della Gioventù Trentina

ogni giorno due interventi di esperti e successiva discussione ed approfondimento su tematiche in parte già affrontate durante le fasi continentali (storia dell’emigrazione, cooperazione, progettazione, istituzioni trentine, associazioni, realtà territoriali, identità ed origine comune, formazione e partecipazione politica). A tutti i delegati e coordinatori giungeranno presto notizie dettagliate su programma, modalità di pagamento dei biglietti aerei e ferroviari, sistemazione alberghiera, ecc.

al 7 al 14 settembre prossimi si svolgerà a Comano Terme il secondo Incontro Internazionale della gioventù trentina. La selezione dei delegati all’incontro trentino non è stata facile ed ha richiesto un’attenta valutazione da parte di Antonella Giordani, che si è avvalsa della collaborazione e dei suggerimenti dei coordinatori dei gruppi di lavoro della conferenza continentali. I requisiti per la selezione, individuati in accordo con le Associazioni, sono stati età, conoscenza della lingua italiana, partecipazione attiva alle conferenze continentali nei gruppi di lavoro, impegno nei gruppi di discussione istituiti dopo le conferenze e nelle comunità locali, rappresentatività geografica. Al secondo Incontro Internazionale saranno presenti circa 115 giovani di origine trentina provenienti da Europa, Canada, USA, Australia, Brasile, Argentina, Cile, Colombia, Messico, Paraguay, Uruguay. Oltre ai delegati parteciperanno anche alcuni coordinatori dei gruppi di lavoro e ragazzi che avevano partecipato al primo congresso e si sono distinti per il loro impegno all’interno della comunità trentina di appartenenza. I lavori prevedono

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Conferenza consultori n concomitanza con il 2° Incontro internazionale della gioventù si svolgeranno i lavori della Conferenza dei Consultori, quest’anno giunta alla scadenza del mandato. Invitiamo tutti gli emigrati ad inviare ai consultori suggerimenti e richieste per rendere più interessante ed utile questo appuntamento.

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Festa Provinciale dell’emigrazione a giovedì 11 a domenica 14 settembre si svolgerà a Storo anche la Festa Provinciale del-

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sembrato di rivivere l’emozione di quel momento, di vedere l’espressione meravigliata e felice di Nicola Moretti, gli occhi stupiti della figlia che esce per guardare quella tirolese che è venuta dopo tanti anni dalla terra d’origine per chiudere quel cerchio fino ad allora incompleto. Visibilmente emozionato era presente in sala anche il fratello del Moretti, che ha abbracciato con affetto la scrittrice. La serata è continuata con una carrellata di diapositive, commentate a due voci da Sandra Frizzera e Cesare Ciola; grazie alle immagini ed agli aneddoti raccontati, frutto di conoscenza diretta e partecipe della comunità trentina, il pubblico ha

slargo, giro la macchina e si torna a Trento”. Fortunatamente la strada non offriva alcuna possibilità di invertire la rotta, fino a quando giunsero davanti ad un cancello aperto che si apriva su in cortile nel quale un uomo stava lavorando. Sandra scese dalla macchina, si avvicinò all’uomo chiedendo: “Bondì, end’ela la casa del maestro Osti?”. L’uomo distrattamente indicò la direzione, quando si rese conto di qualcosa di straordinario, e lasciando cadere in terra gli attrezzi di lavoro, urlò: “Maria, Catina i è vegnudi dal Tirolo, no i n’ha desmentegadi!”. La commozione nella voce della Frizzera ha accomunato tutti i presenti in sala, ai quali è

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l’Emigrazione, che segue gli appuntamento degli ani scorsi a Predazzo ed a Villa Lagarina. L’appuntamento di Storo vuole ricordare l’emigrazione giudicariese di inizio secolo verso le miniere di carbone del Nord America: un tema ancora molto sentito in zona, considerato che è attiva la “Società Americana”, un mutuo soccorso per chi è tornato al paese natìo. La festa, organizzata dal Servizio Emigrazione della Provincia in collaborazione con il Comune di Storo e con le associazioni Trentini nel Mondo e Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, propone momenti di cultura e di ricordo, ma anche spettacoli e concerti. Giovedì Storo presenterà un libro sull’emigrazione dalle Giudicarie e formalizzerà il gemellaggio con i nonesi di Cloz, mentre venerdì si esibirà Emilio Franzina con il suo gruppo. Sabato sera grande concerto con il musicista a stelle e striscie Lou Marini, oriundo di Darzo, che ha all’attivo due film sui Blues Brothers ed attualmente in tourneè in USA con James Taylor. Domenica il momento ufficiale, con la S. Messa, l’inaugurazione del Monumento all’Emigrante, la sfilata e gli interventi di saluto delle autorità, prima del grande pranzo con gli emigrati intervenuti.

potuto apprendere la storia di Stivor dalla sua scoperta ad oggi, ripercorrendo le tappe del viaggio, entrando nelle case, conoscendo i volti ed i nomi della sua gente, rivivendo l’atmosfera di festa delle nozze, visitando il cimitero dove sono leggibili i cognomi trentini. Ma non serve la prova dei cognomi per capire che si tratta di nostri compaesani, basta guardare i tratti somatici, i cibi che preparano, le pergole di vite, il catino per la barba. Con la scoperta di Stivor il Trentino ha riacquistato parte della sua storia, e grazie alla serata con Sandra Frizzera, Stivor è ancora più vicina a Roncegno ed alla Valsugana. Gianna Copat

Famiglie Trentine


RICETTE E PROVERBI

Ricette Trentine

Vi proponiamo alcune ricette trentine presentate nell’ultimo numero di “Il Trentino”

Gnochi de patate

Pinza

1 kg di patate a pasta farinosa farina di frumento q.b. 1 uovo, sale per condire: burro o salsa di pomodoro o ragù di carne, formaggio grattugiato

500 gr. di farina di frumento 2 uova 1 cucchiaino di zucchero latte q.b. (intorno a 1/2 l) burro olio extravergine d’oliva una presa di sale

Anche gli gnocchi di patate possono essere annoverati tra i piatti più tipici della cucina trentina e riescono bene solo se si ha l’accortezza di procurarsi tuberi farinosi, adatti all’impasto. Lavate dunque le patate e cuocetele in acqua leggermente salata. Quando sono cotte alla perfezione, scolatele, sbucciatele, passatele al setaccio e lasciatele intiepidire. Impastatele quindi con della farina ed aggiungetevi l’uovo e un po’ di sale. Lavorate accuratamente l’impasto sino a renderlo soffice, avendo l’accortezza di spruzzare ogni tanto sulla superficie da lavoro un po’ di farina, per evitare che la pasta vi aderisca. Formate quindi dei filoncini di pasta alti come un grosso dito e tagliateli rapidamente in tanti pezzetti della lunghezza di 3 cm circa. Con un veloce movimento di mano, fateli poi scivolare sulla grattugia dall’alto in basso, premendo leggermente, in modo che lo gnocco possa acquistare il suo caratteristico aspetto, utile a far aderire nel modo migliore il condimento alla superficie esterna. Nel frattempo mettete sul fuoco una pentola d’acqua salata e, quando bolle, tuffatevi gli gnocchi, pochi alla volta, scolandoli con un mestolo forato appena risalgono in superficie. Condite infine a piacere: con burro fuso e formaggio grana, con pomodoro e grana, con ragù di carne etc.

Tradizionalmente la pinza si cucina in un teglia rotonda di rame. Sbattete dunque in un terrina le uova con lo zucchero ed il sale; quando sono adeguatamente sbattute, aggiungete un po’ di farina e, poco alla volta, del latte che possa scioglierla senza provocare grumi. Incorporate quindi, poco alla volta, la rimanente farina ed altro latte, lasciando poi riposare il tutto per una mezz’oretta a temperatura ambiente. Oliate quindi la teglia con cura, versatevi l’impasto e cospargetelo con fiocchetti di burro. Infornate poi a forno appena caldo (intorno ai 50°C) e portate la temperatura a 200°C, lasciando cuocere per circa 1/2 d’ora o sino a quando la pinza sia ben dorata. Infine servite quanto è ancora calda, magari spolverando di zucchero.

POESIA STI ANI (di Silvana Endrizzi / Dermulo) Se ge pensi ai tempi de sti ani me ven tant strani. Tornar entrea nela nossa storia, le nosse famiglie ven ala memoria. Papà, mama e tanti putèi, cando èrene pizoi che tempi bei! Con na ciasa d’angòt, per noi l’era la pù bela, ancia se dai cuèrt se vedeva calche stela. Sula finestra, en zerani ross e na planta sempre verda de miseria i ralegrava ancia la persona più seria. Na cosina, na camera e na ciamereta, na stala, con zinc gialine e na ciaureta. Na bancia zo sul pont per doi facole e na ciantada subit rideva la zent dela contrada. No manciava l’ort per la verdura, ravaneti, ciarate, no manciava en ciamp per le patate. No manciava en pradestèl con trei Canada, doi Napoleoni, en Boteron e doi Spadoni. Problemi per dormir no gen’era, en pòci en font al let, en paiariz en tera. Apetito a disnar non manciava, sul taier gera sempre la polenta che fumava. El sol ricostituente l’era l’oio de rezìn, e ai più deboi: pan smoià ’ntel zucer e vin. I vestiti i ge steva tuti enden’asmar ancia s-ciarpe en gen’era per ognun en par. De invern la s-ciaudina per i pèi L’era i cadrei. Eren contenti come na Pasca, senza en soldo en tas-cia. No geven nè radio, nè television, enveze dopo zena diseven ensema le orazion.

Famiglie Trentine

Se penso ai tempi di una volta mi viene molta nostalgia. Tornare indietro nella nostra storia, le nostre famiglie vengono alla memoria. Papà, mamma e tanti figli, quando erano piccoli che bei tempi! Con una piccola casa, per noi era la più bella, anche se dal tetto si vedeva qualche stella. Sulla finestra, un geranio rosso e una pianta sempre verde rallegrava anche la persona più seria. Una cucina, una camera ed una cameretta, una stalla, con cinque galline e una capretta. Una panca giù sul ponte per due chiacchere e una cantata subito veniva la gente della strada. Non mancava l’orto per la verdura, ravanelli, carote, non mancava il campo per le patate. Non mancava un prato con tre Canada, due Napoleoni, un Williams e due Spadoni. Problemi per dormire non ce n’erano, un pochi in fondo al letto, un pagliericcio in terra. Appetito a pranzo non mancava, sul tagliere c’era sempre la polenta che fumava. Il solo ricostituente era l’olio di ricino, e ai più deboli: pane raffermo nel zucchero e vino. I vestiti ci stavano tutti in un armadio Anche scarpe ce n’erano un paio per ognuno. In inverno la scaldina per i piedi erano i mattoni Eravamo contenti come una Pasqua, senza un soldo in tasca. Non avevano né radio, né televisione, invece dopo cena dicevamo insieme le orazioni.

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OCCHIELLO

L’emozione di tuffarsi nel mondo dell’emigrazione Clara Rossatti racconta sensazioni e ricordi di due viaggi tra gli emigrati

uando, qualche mese fa, Cesare e Gianna (rispettivamente Q Presidente e Segretaria dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero) mi chiesero se mi sarebbe piaciuto recarmi a Stivor,

mere (e non è facile) le sensazioni che ho provato in questo primo impatto in terra argentina, con i discendenti di chi è partito tanto tempo fa da questa nostra splendida terra trentina. Da Cordoba a Colonia Tirolesa, da Rafaela a Resistencia, è stato un crescendo di sensazioni. Come posso descrivere il calore di Norma ed Angelo nel cercare di prevenire ogni mio desiderio? E la gioia di partecipare alla nascita di una nuova Famiglia, grazie alla volontà ed all’entusiasmo di Carlos Bonvecchio e di tutti i parenti di Rina? E come descrivere gli splendidi ballerini di “tango argentino” che a Luque si sono esibiti per noi? A Rafaela poi l’incontro nella sede della Famiglia Trentina alla presenza dei loro rappresentanti ha dato un’ulteriore sferzata alle mie emozioni: nel leggere sulla lavagna nel saluto di benvenuto anche il mio nome, ho sentito tutto il calore e l’affetto di quella comunità, che pur non conoscendomi mi aveva accolta a braccia aperte. Ogni qualvolta guardo il dono che Elda Baldessari mi ha dato, assieme a tutti gli altri che ho ricevuto, il mio pensiero vola sulle ali di quelli indimenticabili giorni. Ed ancora torno ai giorni trascorsi a Resistencia, con la tenace, simpaticissima Margarita. Mi tuffo nel ricordo di quei bimbi e ragazzi nelle aule e negli hangar della Scuola Amici e della Scuola Aeronautica, ai loro visi stupiti nel ritrovarsi sul monitor della macchina fotografica, al loro entusiasmo. Non posso trascurare l’accoglienza e la disponibilità della famiglia di Elda Colombo a Quitilipi: sarà sempre un ricordo indelebile. Penso a tutti quei ragazzi e ragazze giovani e belli che ho conosciuto, pieni di curiosità per questo nostro Trentino a loro sconosciuto, ma vivo e reale nei loro sogni, pieni di speranza per un futuro migliore. Non ricordo i loro nomi, ma i loro visi sì e li abbraccio tutti virtualmente. Ricordo anche tutte quante le persone che non ho citato in queste righe, non per negligenza ma per l’impossibilità a farlo. Ad ognuna di loro va il mio saluto più caloroso. E poi … e poi … e poi è venuto il tempo di tornare: la commozione degli addii, la speranza di un arrivederci, la mia mano e quella di Margarita che si cercano attraverso il vetro alla partenza dall’aeroporto di Resistencia, sono stati momenti così intensi, così struggenti, da incidersi come un marchio dentro di me! In questa terra argentina, splendida e sfortunata, dove ho conosciuto i discendenti dei nostri nonni e dei nostri padri, tutto il mio essere ha vibrato! È stato un colpo di fulmine: dell’Argentina mi sono innamorata ed un pezzetto del mio cuore è rimasto lì, in mezzo a tutti Voi!

risposi subito di sì. Da molto tempo accarezzavo il sogno di conoscere più da vicino la realtà dei nostri emigrati trentini, la loro storia, i loro sogni, il loro presente. Ai primi di aprile sono partita assieme a Cesare, Mauro e Renzo, e nel lungo viaggio in macchina ascoltando i loro discorsi ho potuto (almeno in parte) rendermi conto delle difficoltà e dei problemi di questi nostri conterranei, che con enormi sacrifici ed incrollabile tenacia sono riusciti a tenere unita questa comunità trentina. Più ci avvicinavamo a Stivor, più sentivo crescere in me l’emozione di ciò che avrei trovato. Siamo arrivati a tarda notte, e dopo aver dormito (brr … che freddo!!) poche ore, svegliata di soprassalto da Renzo che aveva sbagliato porta e dal profumo del caffè che Mauro aveva preparato, finalmente sono uscita in strada ed ho visto Stivor, ma soprattutto ho conosciuto la gente che lì vive, ho sentito il loro calore, la loro gioia nell’invitarmi in casa, ho provato la sensazione di vivere il tempo a ritroso, perché in quelle stanze, così come arredate, mi sono vista bambina, vicino ai miei nonni e con tanti lontani ricordi. Poi, dopo la visita al Vice Ambasciatore a Sarajevo, i saluti affettuosi e il sacchetto di biscotti allo strutto (grazie signora di cui non conosco il nome), ci siamo messi sulla via del ritorno. Durante il viaggio, sentendo che il Presidente Cesare Ciola si sarebbe recato a breve in Argentina, ho espresso il desiderio di quanto mi sarebbe piaciuto fare questa esperienza. Non credevo onestamente che il sogno potesse realizzarsi, così quando verso la metà di aprile Gianna mi ha inviato una e-mail chiedendomi la disponibilità ad accompagnare in Argentina il Presidente e la Vicepresidente dell’Unione delle Famiglie Trentine, la mia risposta è stata immediata: “sì”. In questo modo ha avuto inizio il mio secondo, ma non meno importante, contatto con il mondo dell’emigrazione trentina. Arrivati a Roma da Verona, dopo 14 ore di volo ho posato per la prima volta in territorio argentino. Quando, dopo aver ritirato i bagagli ed essere uscita dall’aeroporto, ho visto una piccola folla (erano i parenti della Vicepresidente Rina Bonvecchio) fra cui spiccava la figura carismatica con chioma e barba fluenti di Angelo Cantonati, con un enorme striscione tricolore recante la scritta “Benvenuti in Argentina”, l’emozione mi ha serrato la gola. Non sto a fare una relazione di questo viaggio (a ciò ha già provveduto egregiamente il Presidente): voglio solo tentare di espri-

Famiglie Trentine

Clara Rossatti

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OCCHIELLO

Stivor: impressioni di viaggio n adolescente che cerca di diventare adulto, superando gli U ostacoli con la forza dell’entusiasmo e con la consapevolezza di avere in sé le capacità giuste per farcela. Stivor, ma il parago-

dell’ex Jugoslavia: la mancanza di attività economiche in grado di generare lavoro e, dunque, ricchezza collettiva. “Abbiamo voglia di impegnarci, di fare un salto di qualità – prosegue sicuro l’insegnante – ma da soli, la mia, intendiamoci, è una sensazione, intendiamoci – difficilmente ce la faremo. C’è bisogno che l’Italia e l’Occidente incomincino a costruire fabbriche, ad aprire aziende. Il nostro è un mercato straordinario ed inesplorato”. Il Trentino sta facendo la sua parte. Gli stivorani lo sanno. “Grazie – è il ritornello tipico che ripetono quando t’incontrano per strada – non ci dimenticheremo della vostra generosità”. Su Stivor scende la sera. Nelle abitazioni la luce non viene mai spenta. Un fenomeno riscontrabile dalla Slovenia fino alle estremità della Serbia. La gente, pare, abbia il desiderio di contrastare l’oscurità. La notte deve lasciare spazio al giorno. La vita, qui, non si ferma mai. A Stivor ed a Prnjavor è bandita la tristezza. C’è, e questa è un’altra cosa che colpisce, in vigore una sorta di legge non scritta secondo la quale bisogna essere positivi, non piangersi addosso e voltare pagina. Basta poco qui per essere felici. Basta un abbraccio o una semplice battuta. Nessuno ha voglia di parlare, invece, della guerra e dei motivi che l’hanno scatenata. Comprensibile, è una ferita ancora aperta. La Bosnia si trova ad un bivio: o imbocca la strada giusta, ed esce dalla situazione di stallo in cui si trova, oppure continua a vivere alla giornata, come le nazioni meno progredite. Ci riuscirà? Ai posteri l’ardua sentenza. Le basi per farcela ci sono.

ne potrebbe essere esteso all’intera Bosnia Erzegovina, è un po’ così. Chi visita per la prima volta l’ex Jugoslavia, in particolare il paese fondato nel lontano 1882 da un gruppo di famiglie trentine, e dintorni, rimane subito colpito dalla voglia di rinascita che anima ogni singolo cittadino. La guerra, la terribile e sanguinosa guerra che ha flagellato nell’ultimo decennio un angolo dell’Europa in perenne conflitto, “i Balcani producono più storia di quanto ne possano consumare” sosteneva Winston Churchill, ha distrutto, oltre ad un’impressionante quantità di vite umane, mille certezze ma non l’orgoglio e la dignità di gente abituata a non darsi mai per vinta ed a reagire davanti ad ogni difficoltà. Entrando nel comune di Prnjavor, Stivor è una sua frazione, ci si trova immediatamente di fronte ad un enorme cantiere a cielo aperto. Ovunque stanno nascendo villette, dalle più svariate tipologie. Case costruite con i sacrifici di quanti, la maggioranza, lavorano all’estero e investono tutto quello che guadagnano là dove un giorno desiderano tornare e crearsi una famiglia. “E’ la speranza dei nostri ragazzi. Smettere di prendere le valigie e trovare un’occupazione sicura a Stivor” ci spiega il maestro Ferdinando Osti, uno che dopo 38 anni di lavoro prende una pensione di 70 euro e nonostante questo ha sempre stampato il sorriso sul volto ed infonde nei suoi interlocutori una serenità incredibile. Senza eccessivi preamboli, Osti ha centrato uno dei grossi problemi

Nicola Marchesoni

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Famiglie Trentine


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