Famiglie Trentine nr. 17

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Periodico dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero

N. 17 - ottobre 2003

Sempre avanti!

Quel “Trentino” che vive fuori dai nostri confini Emozioni e sensazioni con gli emigrati in Brasile, Bosnia e Serbia

SPED. IN A.P. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Taxe perçue - Tassa riscossa - Filiale di TRENTO

razie! Grazie “trentini” di ome era negli auspici, per C l’Unione delle Famiglie G Florianopolis, Joinville, Trentine all’Estero il 2003 ha vi- Rio dos Cedros, Timbò, Rosto realizzarsi quel “salto di qualità” che, appena nominato Presidente lo scorso anno ed a marzo nel rinnovo del mandato, avevo posto come obiettivo da raggiungere. Certamente la strada è sempre in salita, e lo sarà sempre, ma l’entusiasmo che contraddistingue la “squadra” che abbiamo messo assieme non ci fermerà di certo, nonostante i continui ed ingiustificati attacchi che periodicamente ci vengono da più parti, forse dettati dalla paura di affrontare una visione pluralistica – e non necessariamente convergente – del mondo dell’emigrazione. Proprio per i risultati ottenuti, ma soprattutto perché questo sia un ulteriore stimolo per il futuro, devo ringraziare tutti i collaboratori e gli amici che ci aiutano e che collaborano disinteressatamente con noi, nel mondo e nel Trentino, convinti che lavorando compatti nel mondo del volontariato talvolta anche i sogni – o i migliori auspici – possono diventare realtà. Nelle aree in cui vi è bisogno di maggiore contatto tra i discendenti degli emigrati trentini e la terra di origine si assiste con frequenza alla nascita di nuove diramazioni locali, sia dove non sono presenti realtà associative ma anche dove evidentemente si avverte la necessità di costituire nuove Famiglie Trentine per poter portare avanti istanze del mondo dell’emigrazione non condivise o di scarso interesse per le realtà esistenti. In questo contesto vanno lette le numerose nuove diramazioni costituite in Argentina e Brasile, ma anche la nuova che si sta formando in Serbia. Questo continuo sviluppo

ne e trentine, gli anziani con le lacrime agli occhi, la cerimonia d’inaugurazione della targa dedicata a Ciola degna di una celebrazione di Stato, l’enorme festa serale. Resteranno impressi nella memoria anche i sorrisi dei “trentini” di Bento Tuiuty, gli inviti a non essere dimenticati, le mille domande

deio, Nova Trento, Vigolo, Sananduva, Bento Gonçalves, Tuiuty, Stivor e Indjia! Ci avete emozionato. Le emozioni non sono mai neutre, ma piacevoli o spiacevoli. Le vostre sono state solo belle, forti, intense. Nel giro di due settimane abbiamo avuto l’onore di entrare in contatto con voi, amici, ma sarebbe più giusto dire “fratelli”, che vivete al di là dell’Oceano e nel cuore dei Balcani. Non dimenticheremo mai l’accoglienza commovente che il sottoscritto, Nicola Marchesoni, e il Presidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero, Cesare Ciola – nell’ex Jugoslavia c’era pure il Vicepresidente Mauro Dallapè – abbiamo ricevuto a Sananduva. Socchiudendo gli occhi vediamo ancora adesso le macchine schierate a ferro di cavallo all’entrata del paese, i bambini che sventolano le bandiere italiane, brasilia-

sull’Italia, una realtà che la maggior parte di loro conosce solo attraverso i racconti dei nonni e la lettura di qualche libro, i canti e i balli. E ancora, la folla che ci ha dato il benvenuto a Indjia, città a meno di un’ora di distanza da Belgrado, nella quale si mescolavano giosegue a pag. 2

Tuiuty (Bento Gonçalves), momenti di allegria

Indjia (Serbia), consegna borse di studio

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Famiglie Trentine


ATTUALITÀ Sempre avanti!

Quel “Trentino”

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della nostra Associazione richiede un sempre maggiore impegno per la sede madre di Trento, che sosterremo con tutte le nostre forze, pur nei limiti che ci vengono imposti dai finanziamenti che la Provincia ci assegna. Certo è che non passa mese che non troviamo nuove comunità trentine di cui poco o nulla si sapeva, e che meriterebbero di essere integrate – assieme a quelle già conosciute ed organizzate – in una rete comune, nella convinzione che bisogna “fare sistema”, coadiuvati anche dalle moderne tecnologie informatiche. Questo per caratterizzare la nostra azione, rivolta sì alla memoria del passato ma anche e soprattutto a creare opportunità di lavoro e di reddito nei diversi Stati, per far sì che tutti i nostri emigrati – ed i giovani in particolare – possano costruirsi un’esistenza dignitosa e garantire un futuro sicuro per loro e per le rispettive famiglie e comunità. Quando uscirà questo giornale le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea legislativa e per il Governo del Trentino saranno ormai alle spalle: confidiamo di poter contare su interlocutori che abbiano a cuore il mondo dell’emigrazione e che ci consentano di iniziare un cammino comune per i prossimi 5 anni, nell’esclusivo interesse di quel Trentino che vive fuori dai confini provinciali e nazionali. Noi continueremo la nostra azione operando con chiarezza e trasparenza: chiediamo solo di essere considerati ed aiutati per quello che siamo e che rappresentiamo, senza discriminazioni come talvolta è avvenuto in passato. Cesare Ciola

vani e meno giovani, tutti contraddistinti da un elemento comune, il Dna, cioè, della nostra terra. La gente che a Florianopolis, Stivor, Joinville, Timbò, Rio dos Cedros, vedendo arrivare il Presidente Cesare Ciola, interrompeva all’istante quello che stava facendo e gli correva incontro con l’entusiasmo di un ragazzino. La gioia di ricevere una telefonata intercontinentale dai parenti o amici lontani e sapere di essere finiti su televisioni, radio e giornali italiani, manifestata senza vergogna. I viaggi nel Sud del Brasile, in Bosnia e Serbia sono stati per l’Unione Famiglie Trentine all’Estero estremamente importanti. Per almeno tre ragioni. Ha allargato il suo raggio d’azione, chi avrebbe mai pensato che nello Stato Rio Grande do Sul o nella serba Indjia si sarebbero trovati tanti “trentini”, finora inspiegabilmente e colpevolmente dimenticati?; ha dimostrato sul campo che è un’associazione in piena ed inarrestabile crescita, molto gettonata, fatto questo non secondario, nelle fasce più giovani della popolazione; ha confermato che insistere sull’esportazione del modello cooperativo è una scelta indovinata. La prima tappa della trasferta in terra brasiliana è stata Florianopolis, stato di Santa Catarina. Presso la sede della Famiglia Trentina, presieduta dal giovane Sylvio Vitti Barreto, fra poco papà per la

seconda volta, auguri, e diretta dal bravissimo Joao Andreata de Souza, un folto pubblico, tra cui spiccava la presenza del vice console onorario Ezio Librizzi, ha fatto da cornice alla manifestazione clou della giornata. L’impressione che si è ricavata stando all’interno di questa diramazione è di una realtà in piena salute. Joao Andreata conferma: «La cosa bella è che stiamo diventando un punto di riferimento non solo per i trentini ma pure per gli altri italiani che vivono in zona, ad esempio i veneti e i lombar-

locale, fondata nel 1998, Nilton Uber e gli altri iscritti hanno, infatti, sfoderando lo spirito di accoglienza tipico dei sudamericani, organizzato l’assemblea con Cesare Ciola in un incantevole centro ippico immerso nel verde. Da Nilton Uber & Company è partita un’idea che ha subito entusiasmato noi e tutti gli altri “trentini”, sparsi nel mondo, incontrati. «Perché non studiamo un sistema d’interscambio tra gli appartenenti alle varie diramazioni dell’Unione»? La formula è semplicissima. Una coppia

Florianopolis, incontro con il Vice Console

di. Siamo appena all’inizio, i margini di miglioramento, a nostro avviso, sono ampi. Ci potremo togliere, insieme, delle belle soddisfazioni». Da Florianopolis ci siamo spostati a Joinville. Cambia il posto, non il leitmotiv del ricevimento. Il presidente della Famiglia

di Stivor, ad esempio, desiderosa di andare in Argentina, si rivolge alla Famiglia del posto e da lei riceve tutto l’aiuto necessario per coronare il suo sogno, e viceversa. Si può fare, anzi si deve fare. Dopo Joinville e Rodeio eccoci a Rio dos Cedros e Timbò. Qui suc-

FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO

Direttore Responsabile: Cesare Ciola Redazione: Nicola Marchesoni Gianna Copat Nara Deromedis Rina Bonvecchio Autorizzazione del Tribunale di Trento Registro Stampa n. 999 del 12.05.1998 Sped. in a.p. art. 2 comma 20/C Legge 662/96 - Filiale di Trento Piazza Silvio Pellico, 12 38100 TRENTO (Italia) Tel. 0461 987365 - Fax 0461 264081 e-mail: info@famiglietrentine.org Stampa: Publistampa Arti Grafiche s.n.c. Via Dolomiti, 12 I - 38057 Pergine Valsugana (Trento)

Famiglie Trentine

Gaucho, ma anche trentino

Joinville, la Corale canta per il Trentino segue a pag. 3

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ATTUALITÀ cede un fatto storico. Viene, cioè, fondata una nuova diramazione. Non c’è tempo per tirare il fiato, dopo poche ore di sonno, in media quattro per notte, bisogna ripartire. Visitate Nova Trento e Vigolo, patria di Santa Paulina, eccoci a Sananduva, nel Rio Grande do Sul. Vicino al cartello che decreta l’inizio del territorio cittadino notiamo un certo movimento di macchine e persone. Erano tutti lì per noi. Incredibile. Cesare Ciola trattiene a stento le lacrime. Mette metà corpo fuori dal finestrino della “mitica” Fiesta di Andreata e torna bambino. Urla, batte le mani, saluta i passanti. Sono questi i momenti che danno energia e spingono a lavorare non facendosi demoralizzare dalle difficoltà che s’incontrano lungo il percorso. Il sindaco Celso Prando ha emanato un Decreto che lo inserisce nel ristretto albo degli ospiti importanti. A Sananduva visitiamo una cooperativa agricola e una

specializzata nella lavorazione della carne. Prando auspica che uno dei primi frutti del neonato legame con Trento sia la possibilità di compiere quel tanto invocato salto di qualità nel settore della cooperazione. «Abbiamo notevoli ricchezze – spiega – non sempre riusciamo a sfruttarle. Aiutateci». La tappa successiva è Bento Gonçalves, centro vinicolo principale del Brasile. Il vino fatto dai trentini del sobborgo di Tuiuty ha un sapore diverso dal nostro. È più delicato, meno pesante. A Bento, centro grande come Trento, oltre il 60% della popolazione ha radici italiane. Un numero impressionante. Dati che nemmeno il governo può ignorare. Il Ministero della pubblica istruzione brasiliana inserirà presto l’italiano nelle scuole dell’obbligo. È amministrata da un prefetto municipale amatissimo. Si chiama Darcy Pozza, ha radici venete, trevigiane per la precisione, e un sogno nel cassetto,

Sananduva, visita ufficiale in Municipio

Indjia, anche i giovani con noi

diventare, cioè, presidente del Brasile. Vuole migliorare le relazioni tra Bento e Trento, attraverso una serie d’iniziative da pensare con l’Unione. Arriviamo a Porto Alegre, città da dove, dopo l’incontro con il senatore Sergio Zambiasi (vedi altra sezione del giornale, n.d.r.), prendiamo l’aereo che, con cambio a San Paolo, ci porterà in Italia. Quell’Italia che molta della gente incontrata in questa intensa settimana di permanenza in Sud America vorrebbe visitare ma non può. Per lei rappresenta un sogno, il sogno della vita. Dopo meno di una settimana di permanenza a Trento, il Presidente Cesare Ciola, accompagnato dal vice Mauro Dallapè, si sposta a Stivor (Bosnia - Erzegovina), per verificare lo stato dei lavori per la costruzione del centro che ospiterà la caserma dei Vigili del Fuoco, una cooperativa e una biblioteca, e successivamente a Indjia (Serbia). Anche qui le emozio-

Nova Trento, panorama

Bento Gonçalves, incontro con il Sindaco

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ni non sono proprio mancate. Era la prima volta che l’Unione arrivava nel cuore della Serbia, visto come è andata non sarà l’ultima. «Ma perché ci avete messo così tanto a venire da noi»? Era questa la domanda più gettonata da parte di gente che parla e ragiona in trentino puro. Ciola ha consegnato alcune borse di studio. È l’inizio di un rapporto che, salvo sorprese, porterà alla creazione di una diramazione. La lista delle Famiglie continua a crescere. A renderci felici però non è il numero, in costante aumento, ma la qualità delle nostre ramificazioni e la consapevolezza di avere Famiglie con l’età media degli iscritti molto bassa. Siamo giovani e pieni d’entusiasmo, il futuro è tutto dalla nostra parte. L’importante è non abbassare la guardia. Nicola Marchesoni

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TRENTINO

2° Congresso mondiale della gioventù trentina Per una settimana in Trentino 115 giovani di Circoli e Famiglie da tutto il mondo

diale della gioventù trentina, che ha visto la partecipazione di 115 giovani trentini provenienti da 18 Paesi di Europa, Americhe ed Australia. Domenica 7 settembre, nella Sala Congressi della Federazione Trentina delle Cooperative, si è tenuta le cerimonia di apertura del Congresso, aperta da una splendida esibizione del Coro Città di Ala, che ha eseguito l’Inno al Trentino e “Amici Miei”, dando così modo al giornalista Alberto Faustini, in veste di presentatore, di salutare i giovani e le numerose autorità convenute definendoli «Amici Miei», amici del Trentino. Il saluto della città di Trento è stato dato dall’Assessore Renato Pegoretti, a cui ha fatto se-

mo attualmente in Trentino, in buona parte frutto dei loro sacrifici e del loro coraggio. Il Consorzio dei Comuni – ha concluso Anderle – si impegna per gli emigrati a fianco delle associazioni di volontariato. Ferruccio Pisoni, Presidente della Trentini nel mondo, ha definito i giovani come cittadini trentini, e non ospiti, che devono lavorare insieme da protagonisti per la terra comune, in un Congresso che rappresenta contemporaneamente un traguardo ed un punto di partenza. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questo importante evento, che costituisce una finestra tra passato e futuro oltre ad essere un momento unico di globalizzazione, è venuto dal nostro Presidente Cesare Ciola, secondo il quale il Trentino deve puntare a migliorare, laddove c’è bi-

guito il vicepresidente del Consorzio dei Comuni e Sindaco di Pergine Valsugana Renzo Anderle, che nel suo intervento ha assicurato l’appoggio dell’ente che rappresenta per iniziative volte a recuperare la memoria e ad alimentare il senso di appartenenza alla comunità degli avi. Anderle ha sottolineato l’importanza dei progetti di cooperazione allo sviluppo realizzati nei Paesi ospitanti degli emigrati trentini, anche come strumento per restituire parte di quel benessere del quale godia-

sogno, le condizioni di vita dei discendenti degli emigrati, limitando l’assistenzialismo ed intervenendo con precisi e concreti progetti di cooperazione. Ciola ha chiuso il suo intervento di saluto raccomandando di far tesoro dell’esperienza fin qui maturata nel mondo dell’emigrazione, evitando di ripetere gli errori commessi in passato, ed auspicando che anche il Congresso possa contribuire a rafforzare ed arricchire la rete che ci deve unire in un dialogo franco e trasparente.

omano Terme ha ospitato dal 7 al 14 settembre scorC so il secondo Congresso mon-

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Il benvenuto ai giovani e l’augurio per la riuscita del meeting è stato portato da Giacomo Santini, parlamentare europeo, dal Presidente del Consiglio regionale Franz Pahl e dalle numerose autorità presenti. La cerimonia è entrata nel vivo con l’intervento dell’Assessore provinciale all’emigrazione Sergio Muraro, secondo cui la Provincia Autonoma di Trento ha adempiuto all’impegno assunto nel 1998 con il primo Congresso, così come ha sempre dedicato spazio ad iniziative studiate per le esigenze dei giovani discendenti degli emigrati trentini, che rappresentano l’aspetto positivo della globalizzazione. L’Assessore, nel presentare la Legge sull’emigrazione ed il ruolo della Conferenza dei Consultori, si è soffermato in particolare su interscambi, corsi manageriali, borse di studio e gemellaggi. Muraro ha ribadito la sensibilità della Giunta e del Consiglio provinciale a rispondere generosamente alle necessità dei “fratelli” argentini, travolti dalla crisi socio-economica degli ultimi anni. Continuo è l’impegno della Provincia sul tema del riconoscimento della cittadinanza italiana e, secondo l’Assessore, molti suggerimenti dei giovani contenuti nel documento finale del primo Congresso hanno trovato realizzazione nel quinquennio trascorso. La cerimonia di apertura si è conclusa con la lettura delle tesi precongressuali e con la dichiarazione solenne di apertura dei lavori, proclamata in tutte le lingue dei Paesi rappresentati. Da una intensa settimana di lavori, scadenzati dai frenetici ritmi dettati da Antonella Giordani e da Mirella Collini, è uscito il documento finale letto dai giovani sabato 13 settembre, ricco di suggerimenti e spunti, che per ragioni di spazio – chi non avesse ancora copia del documento finale e volesse averne copia, potrà richiederlo alla nostra Associazione – dobbiamo sintetizzare con parole scelte dagli stessi giovani: corsi specifici di storia

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del Trentino e della sua autonomia; creazione, implementazione e organizzazione di una rete; necessità di maggior conoscenza reciproca raggiungibile con interscambi, stages e workshop; incentivazione di convenzioni tra Università di Trento e università dei Paesi ospitanti, potenziamento di corsi post laurea, master e corsi di specializzazione, realizzazione di progetti Nord-Sud e Sud-Sud. Ora ai giovani, alle Associazioni, alla Provincia Autonoma di Trento ed a tutti i soggetti coinvolti non resta che rimboccarsi le maniche a lavorare fianco a fianco per il raggiungimento di questi importanti obiettivi. La nostra Associazione, come ha già spiegato il Presidente Ciola a Comano Terme ai Giovani delegati del Congresso, si impegna – compatibilmente con le risorse finanziarie e umane sulle quali può contare – a dare il massimo appoggio e supporto per il conseguimento dei traguardi citati. L’Unione chiede ai giovani un impegno serio, motivato e duraturo che prevede di trasferire tutte le informazioni acquisite nella settimana di lavori ai giovani ed ai trentini della comunità di origine. Ai delegati si chiede non solo di informare ma di continuare ad essere o di diventare promotori, leader, anima delle realtà trentine sparse nel mondo. Come ogni investimento, anche il Congresso Mondiale chiede un ritorno, non in termini economici ma umani, culturali, di conoscenza, di solidarietà, di trasparenza, di progresso civile… Ecco cosa chiediamo ai giovani!!! Ecco perché il Congresso è un punto di partenza: ciascuno dia in base al tempo, alla sensibilità, alla fantasia, alle conoscenze che lo contraddistinguono… ma nessuno dei giovani deve tirarsi indietro e rinunciare a correre una gara dove veste i colori dei Trentino e dove deve dare il meglio di sé con senso di responsabilità e con l’orgoglio di rappresentare tutta la sua comunità trentina. Gianna Copat


TRENTINO

Conferenza Consultori 2003 Ultima sessione di lavori per la Consulta provinciale dell’emigrazione

arallelamente al 2° ConP gresso mondiale della gioventù trentina, si sono svolti a Bleggio Inferiore i lavori della Conferenza dei Consultori, utile occasione per verificare lo stato di attuazione della Legge provinciale sull’emigrazione. Quest’anno ai Consultori, giunti alla scadenza del loro mandato, è stato chiesto di seguire anche i lavori dei giovani, offrendo così a questi ultimi l’occasione per conoscere meglio la figura, il ruolo ed i compiti dei Consultori, ma anche per avvicinarli personalmente e per poter scambiare con loro qualche parere, specie sulle tematiche che interessano maggiormente le giovani generazioni, alle quali nelle discussioni e nel documento finale è stato dedicato ampio spazio. I singoli Consultori hanno proposto una dettagliata relazione

cupazione crescente o del lavoro sommerso. Il Dirigente delle relazioni esterne della Provincia Carlo Basani ha portato la notizia che il Consiglio Provinciale ha deciso di estendere il Piano straordinario per l’Argentina anche per il 2004 e 2005, con un possibile allargamento all’Uruguay. Preoccupante anche la situazione delineata da Ivo Bazzoli per la Romania, che necessita di una particolare attenzione. Qualche Consultore ha lamentato un senso di stanchezza e di mancanza di entusiasmo nelle diramazioni estere, con scarsa partecipazione dei giovani, scarsa e lenta comunicazione tra Consultori e diramazioni, associazioni e istituzioni. Il Presidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero Cesare Ciola, durante il suo articolato intervento, ha sottolineato la

sia sulle realtà associative, sui maggiori eventi realizzati nel corso dell’anno, sulle richieste avanzate dai sodalizi, gli incontri con le diramazioni organizzate e, limitatamente al sud America ed est Europa, sulla situazione sociopolitica dei Paesi rappresentati. Nella quasi totalità dei Paesi, nel bene e nel male, non si registrano cambiamenti sensibili: Argentina ed Uruguay risentono ancora fortemente della crisi economica che colpisce le classi più deboli (pensionati e salariati) ed i giovani, vittime di tassi di disoc-

gravità dell’assenza dei due Consultori argentini: assenza che risulta ancora più importante visto l’investimento di risorse che la Provincia di Trento ha riservato a questo Paese. Ciola ha definito «ottimo» il rapporto con la Consultrice della Svizzera Alessandra Pedrazzoli Betta, «ben avviato» con il Consultore della Bosnia Ivo Bazzoli, «lacunoso» con il Consultore Eduardo Baldissare (Argentina centro e nord), «assente» con Mario Frizzera (Buenos Aires) e «difficile» con la Consultrice della zona

sud del Brasile Iracema Moser Cani, che si ostina a parlare solo di Circoli, ignorando la presenza di una rete ben organizzata di Famiglie Trentine negli Stati di Santa Catarina e Rio Grande do Sul. Il nostro Presidente ha lamentato anche uno scarso coinvolgimento dell’Associazione nella gestione del Piano straordinario, rimarcando pure che non è compito dei Consultori o di Ciro Russo costituire Circoli Trentini (o Famiglie Trentine), in quanto la loro figura di tramite tra Governo del Trentino e emigrati dovrebbe essere “super parters”. Ciola ha infine auspicato che alcuni Consultori non dovrebbero ricandidarsi (riferendosi più precisamente a Frizzera, Baldissare e Moser-Cani). Dura la replica dell’Assessore Sergio Muraro, condannando «l’atteggiamento polemico» dell’Unione e giustificando l’assenza di Frizzera e Baldissare rispettivamente per problemi di salute e di lavoro, mentre «Iracema non ha bisogno dell’avvocato», ed ancora affermando che eventuali critiche ai Consultori dovranno essere riferite alla Giunta Provinciale (organo che li nomina). Muraro ha fermamente dichiarato di non voler sentire critiche su Ciro Russo, fintanto che lui sarà assessore all’emigrazione (tuttavia, essendo Ciro Russo dipendente della Trentini nel Mondo sarebbe autorizzato a creare Circoli Trentini e contestualmente a seguire i progetti, essendo stato investito dalla Giunta Provinciale di un incarico speciale. La nostra Associazione ha più volte chiesto e non solo all’Assessore Muraro di poter avere copia di questo speciale mandato, ma ad oggi, le nostre richieste non hanno trovato risposta, n.d.r.). Le richieste uscite dai lavori della Consulta, molte e motivate, ricalcano in buona parte le istanze contenute nel documento finale dello scorso anno: prevedere l’estensione del Piano straordinario ad altri Paesi qualora si manifesti la necessità, potenziamento delle Borse di

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studio (adeguando il requisito dell’età ai Paesi di provenienza) ed il Fondo di Solidarietà, maggior attenzione ai giovani promuovendo iniziative mirate e specifiche (ripristino dei soggiorni culturali, riserva di posti per ragazzi nelle colonie estive, rafforzamento legame con Università e potenziamento programma corsi post-laurea), maggior informazione, maggior coinvolgimento e partecipazione dei Consultori nella realizzazione di iniziative sia da parte della Provincia sia da parte delle Associazioni, risorse finanziarie ai Consultori adeguate per rappresentare degnamente la Provincia, partecipazione e coinvolgimento dei Comuni del Trentino, proposta per la formazione dei presidenti delle diramazioni (Circoli e Famiglie). La nostra Associazione condivide le richieste dei Consultori e si impegna fin d’ora ad una leale e proficua collaborazione con i nuovi o i riconfermati che varranno nominati dalla nuova Giunta Provinciale. La nostra Associazione porge un sentito ringraziamento ai Consultori uscenti che si sono adoperati per il bene della collettività trentina e che autonomamente ed in coscienza si sono impegnati ad essere tramite tra gli emigrati, le associazioni e le istituzioni. Gianna Copat

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TRENTINO

Festa provinciale dell’emigrazione A metà settembre a Storo l’edizione 2003 in ricordo delle miniere U.S.A.

na lunga settimana di apU puntamenti serali, con l’esibizione del Gruppo Neruda che ha messo in scena “La Cantada degli Emigranti”, Gian Antonio Stella con “L’orda: quando gli albanesi eravamo noi”, la presentazione del libro Emigrazione trentina in Nord America - Il caso Storo, a cura dell’autore prof. Gianni Poletti, ed infine Emilio Franzina con la “Conferenza spettacolo di storia cantada”: è stata questa la settimana densa di iniziative volte a ripercorrere la storia per recuperarne la memoria, organizzata a Storo nell’ambito della Festa provinciale dell’emigrazione 2003. Sabato sera un coinvolgente concerto di musica blues, funky e rock ha accomunato in una passione comune i giovani delegati del 2° Congresso mondiale con i loro coetanei trentini, giunti per l’occasione anche dalle valli circostanti. Grande successo per “Blue Lou Marini” della mitica Blues Brothers Band, statunitense di nascita ma di chiare origini trentine (il nonno era di Darzo). Domenica, giornata centrale della Festa, ritrovo presso il Municipio di Storo di tutti i partecipanti, per sfilare in corteo verso la Chiesa Parrocchiale, dove si è celebrata la S. Messa accompagnata dalla Corale San Floriano. Emozionante il corteo con le rappresentanze di tutti gli Stati dove sono presenti i nostri tren-

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tini. Emozionante vedere i gagliardetti portati dai giovani. Commovente vedere le bandiere di tante nazioni sventolare in un paese dal quale sono partiti tanti emigrati. Nella chiesa, gremita di persone, il Parroco don Michele Balestra (già missionario in Brasile) ed il Vicario Generale della Diocesi mons. Zadra hanno celebrato una Eucarestia raccolta, quasi intima, con un’omelia che ha offerti spunti di riflessione sul percorso emigrazione, immigrazione, accoglienza agli stranieri, comunione di sentimenti con chi adesso viene in Trentino con le stesse aspettative che avevano i nostri quando sono partiti. Importante anche il momento dell’inaugurazione del monumento all’Emigrante voluto dalla “Società Americana di Storo” e presentato alla comunità ed agli emigrati dal Sindaco. A scoprire il monumento due emigrati storesi, rientrati rispettivamente dalla Francia e dagli Stati Uniti. Il monumento, una lastra dalla quale è stato ritagliato un emigrante con la valigia, posto a circa cinquanta centimetri in avanti, è di un’immediatezza comunicativa unica. Chi lo osserva associa subito alla lastra metallica il concetto di terra d’origine, nella quale rimane un vuoto alla partenza dell’emigrato. Quest’ultimo è in movimento verso l’ignoto, vestito dei suoi vestiti tradizionali e con la valigia nella quale porta i suoi ricordi. Il monumento esprime anche la nostalgia e la voglia di tornare, per saldarsi a quella lastra, alla quale ciascun emigrato naturalmente appartiene. Nel Palazzetto comunale la parte ufficiale della Festa, con gli interventi del Sindaco, dei Presidenti delle due Associazioni Pisoni e Ciola, nonché dell’assessore Muraro, prima del tradizionale pranzo con spiedo e polenta. Nel pomeriggio concerti della Corale e del Corpo Bandistico, nonché visita alla bella mostra sull’emigrazione allestita per l’occasione.

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BOSNIA ERZEGOVINA

Edificio polifunzionale di Stivor, si parte Il 23 agosto posata la prima pietra

Vigili del Fuoco, grazie!

Prima pietra per la caserma, finalmente al via

uando Cesare Ciola, presidente dell’Unione delle Q Famiglie Trentine all’Estero, e Vlado Zivkovic, sindaco di Prnjavor, hanno posto la prima pietra del nuovo centro polifunzionale che ospiterà una caserma dei Vigili del Fuoco, una cooperativa agricola e una biblioteca, dalla folla, presente in gran numero all’evento, è partito un lungo applauso. Non poteva essere altrimenti. Siamo a Stivor, il piccolo paese della Bosnia Erzegovina fondato da un nutrito gruppo di famiglie trentine, per la maggior parte della Valsugana, arrivate fin qui nel lontano 1882, a seguito di un’alluvione. E per colpa di un truffatore che gli aveva promesso un passaggio sulla nave per il Brasile e invece era scappato con i loro soldi. Da tempo, come voi già sapete, l’Unione Famiglie Trentine all’Estero, la Provincia, la Regione, il mondo della cooperazione e del volontariato locale, in particolare i Vigili del Fuoco, si

cooperazione e del volontariato trentino sia un primo passo concreto per riportare in alto Stivor», ha detto Cesare Ciola. Sulla sua stessa lunghezza d’onda Franco Panizza: «Sono convinto che con il nostro aiuto farete presto un salto di qualità notevole». A far da contorno alla bella manifestazione c’era la Banda cittadina di Pergine. Prende la parola il sindaco di Prnjavor: «Grazie Italia, ci state aiutando parecchio. Per voi le porte sono sempre aperte, chi vuole venire ad investire nell’ex Jugoslavia riceverà terreno gratuito. Serve lavoro». Finita la parte ufficiale inizia la fase più bella del pomeriggio, per alcuni versi storico. Prima della posa della prima pietra, i Vigili del fuoco di Roncegno hanno consegnato un loro automezzo ai colleghi bosniaci. Un automezzo che è arrivato a Stivor non troppo facilmente. Durante il viaggio, infatti, è stato bloccato a lungo alla frontiera slovena, croata e bosniaca. Ma

stanno impegnando per rilanciare questa cittadina. Quella andata in onda sabato 23 agosto è solo la prima parte di una festa che si completerà tra circa un anno, nel momento in cui, cioè, verrà inaugurata la struttura. La lista degli ospiti importanti che non sono voluti mancare all’appuntamento era davvero da prima pagina. Dal Trentino sono arrivati Franco Panizza, vicepresidente del Consiglio Regionale, e Gino Fontana, assessore regionale alle minoranze linguistiche. Mancava l’assessore provinciale Sergio Muraro. A rappresentare il Comune di Prnjavor, Stivor è una sua frazione, c’era il sindaco Vlado Zivkovic. Presenti pure Luciano Broseghini, console italiano presso l’ambasciata di Sarajevo, e alcuni parlamentari del governo bosniaco. «Da mesi stiamo lavorando intorno a questo progetto. Siamo convinti che esportare qui il modello della

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si sa, la perseveranza e la pazienza sono le virtù dei forti. «Con i vari corpi dei pompieri provinciali, compreso quello permanente di Trento, a cui rivolgo un sincero ringraziamento – ha spiegato Cesare Ciola – si organizzeranno in loco alcuni quanto mai indispensabili corsi di formazione. Non basta avere la caserma nuova, serve personale preparato». Gli stivorani sono contenti e battono forte le mani. È una festa. Il conto alla rovescia è iniziato. Entro l’estate la struttura dovrà essere pronta. Ci contiamo. N.M.

Il dono di Roncegno alla Bosnia

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BOSNIA ERZEGOVINA

Luciano Broseghini: un trentino a Sarajevo Nostra intervista al Console italiano in Bosnia Erzegovina ono uno di voi, non potete nemmeno immagi«S nare quanto mi fanno sentire orgoglioso iniziative come quelle che l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero sta portando avanti nel Comune di Prnjavor». Chi parla è Luciano Broseghini, da cinque anni console presso l’ambasciata italiana di Sarajevo, con una mamma di 92 anni che vive nell’altopiano di Piné. Il diplomatico italiano, originario del Trentino, ha appena partecipato alla cerimonia di messa in posa della prima pietra dell’edificio polifunzionale che ospiterà a Stivor una caserma dei Vigili del fuoco e una cooperativa agricola. Un’iniziativa portata avanti dall’Unione, dalle principali istituzioni e da diversi gruppi di volontariato regionali. A margine dell’importante manifestazione, Broseghini ha svestito gli abiti ufficiali e ha parlato a ruota libera. Un lusso che solo poche volte può concedersi.

«È stupendo potersi esprimere per una volta senza dover misurare le parole», sorride. Console, che ci fa un trentino a Sarajevo? «Cerca di portare un po’ di pace e tranquillità a gente verso cui non si può dire che il destino sia stato benevolo». Prima di venire in Bosnia, console, in quali Paesi ha lavorato? «Sono stato per tanti anni in Germania, poi ho fatto un’esperienza in Romania, luogo in cui esistono delle colonie trentine. Ed ora eccoci qui». Lei è arrivato a Sarajevo nel ’98, poco dopo la conclusione del conflitto. Che Paese aveva trovato? «Un Paese profondamente lacerato, diviso. Le varie entità si guardavano con sospetto. Le cose adesso stanno per fortuna migliorando. Inizia ad esserci un senso comune e non più quello della

frammentazione. Se vogliono entrare in Europa, devono crescere insieme, lo hanno capito pure loro». Chi visita l’ex Jugoslavia, dottor Broseghini, ha la sensazione di trovarsi in un’area tutt’altro che tranquilla e stabile. Sembra che da un momento all’altro la tensione possa riesplodere. «Non è un’impressione sbagliata. La presenza della forza multinazionale di pace sarà necessaria per qualche anno. Il processo di cementificazione di certi propositi unitari non è ancora terminato. Questa gente deve mettersi in testa che l’unico modo per avere un futuro di pace è non disgregarsi ma anzi remare insieme». Non è facile far convivere persone con religione, tradizioni e cultura diverse. «E chi ha detto che è semplice? È, però, inevitabile. Una volta nell’ex Jugoslavia, non scordatevelo, la sintonia era pressoché totale. Sarajevo è stata per secoli città della convivenza e

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della tolleranza. Oggi ha assistito all’avvio ufficiale di un’operazione che nel giro di un anno dovrebbe dare a Stivor un edificio polivalente, in grado di ospitare una caserma dei pompieri, una biblioteca e la sede di una cooperativa. Spesso dall’Italia mi chiedono come si può aiutare gente che con la guerra ha perso tutto, fiducia nel futuro compresa. Rispondo sempre allo stesso modo. Più che soldi qui servono idee. Voi l’avete capito, altri no. In Bosnia tutti, mass media compresi, stanno seguendo con particolare attenzione il vostro progetto». Il console stringe decine di mani, poi completa la risposta: «Cesare Ciola e la sua squadra hanno, inoltre, capito un’altra cosa. Che per un futuro migliore serve cambiare la mentalità della gente. Ecco l’importanza di avere una biblioteca, oppure di organizzare incontri con esperti di volontariato e cooperazione trentini. Sono un vostro tifoso, avanti così». N.M.


IL PERSONAGGIO

Viaggiando con Angelo Cantonati Argentino di Cordoba e trentino di Roncegno entre tutti dormono, streM mati da un viaggio interminabile, iniziato alle ore 14 a Trento e conclusosi intorno alle ore 4.30 del giorno successivo, a pochi chilometri da Stivor, Angelo Cantonati si accarezza la folta chioma bianca e non distoglie mai lo sguardo dal finestrino del pullman. È bello osservarlo. Sembra un personaggio uscito da una leggenda celtica. In Sud America lo chiamano “Papà Noel” (Babbo Natale). Quando ha saputo che l’Unione Famiglie Trentine all’Estero avrebbe organizzato una “spedizione”, aperta a tutti, in terra bosniaca, per festeggiare il via alla costruzione dell’edificio multifunzionale di Stivor, Cantonati ha prenotato immediatamente il primo volo per l’Italia. «Non volevo mancare a quello che io consideravo un evento storico». Attraversiamo il Veneto, il Friuli, la Slovenia, e poi ancora giù giù. Angelo è incantato da paesaggi mai visti. «Che bella l’ex Jugoslavia, mi sembra di rivedere, con le dovute proporzioni, la mia terra», borbotta più volte nel suo italiano spagnoleggiante. A Stivor e a Prnjavor la vera attrazione, c’erano dubbi?, della delegazione trentina diventa subito quest’uomo imponente, viso espressivo ed energia da vendere. Tutti lo vogliono conoscere, molti lo invitano a rac-

contare la sua avventurosa vita. La tipica esistenza di chi dal niente è riuscito con il lavoro a creare l’attività imprenditoriale più importante della sua città, e non solo, senza mai trascurare altre priorità, come quella di aiutare i meno fortunati. Nella cerimonia per la posa della prima pietra dell’edificio polifunzionale, Cesare Ciola ha concesso la parola a Cantonati: «È complesso trovare le frasi giuste da dire in determinate situazioni, si rischia di essere banali o scontati. Tra voi e noi argentini ci sono diverse similitudini. Veniamo fuori da momenti terribili, stringiamo i denti e lottiamo. Insieme all’aiuto dell’Unione, delle istituzioni e del volontariato trentino, riusciremo, vedrete, a guardare al presente e al domani con serenità». Conclude, tra gli applausi, il suo breve discorso: «Utile la caserma dei pompieri, ancora di più l’allestimento, all’interno dell’edificio, della sede di una cooperativa e di una biblioteca. Investire sulla cultura e sul lavoro ripaga sempre». A turno le donne e ragazze stivorane si fanno fotografare vicino ad Angelo, il quale viene conteso pure dai giornalisti lo-

cali. «Non dimenticherò mai questa esperienza – commenta Cantonati – per diversi motivi. Torno a casa con l’orgoglio, rafforzato, di essere un trentino. Siete gente schiva e alle volte diffidente ma avete due grandi qualità, la bontà e la generosità». Nel percorso di ritorno, il tempo per pensare nelle oltre 10 ore di viaggio non manca, la sua mente torna spesso all’amata Argentina, nazione con un futuro pieno d’incognite: «Il peggio, mi auguro, è finito. La situazione resta, intendiamoci, preoccupante. Il

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lavoro scarseggia, l’economia stenta a riprendersi. Sono convinto che la cooperazione sia la nostra unica via d’uscita. Nel lontano ’800 eravate messi come noi, se non peggio; unendovi nel giro di pochi decenni siete diventati una regione ricca». Arriviamo in Valsugana, nel cuore della notte, il più lucido della compagnia, a pezzi, è lui. Rientrato a casa per qualche giorno, a fine ottobre, è di nuovo in Italia per votare. Inossidabile! Nicola Marchesoni

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BRASILE

Sergio Zambiasi, una vita da mediano Incontro con il Senatore brasiliano originario di Campodenno na vita di corsa, vissuta sempre con l’acceleratore U premuto al massimo. Per il senatore Sergio Zambiasi trovare un momento libero nell’arco della sua giornata tipo è un’impresa quasi titanica. «Me la sono cercata», scherza il parlamentare federale del Brasile, originario di Campodenno. Nelle ultime elezioni governative, per la prima volta nella storia, il Brasile ha deciso di virare a sinistra. Confermando tutte le previsioni della vigilia, Ignacio Lula da Silva – ex operaio metalmeccanico diventato sindacalista e poi leader del “Partido dos Trabalhadores” – ha vinto il ballottaggio per la

pesantissima, il Nord-Este. Zambiasi nell’incontro con l’Unione ha voglia di parlare d’altro, dimenticando per un attimo le preoccupazioni che lo assillano 18 ore su 24. «Quando mi hanno detto che Cesare Ciola sarebbe passato da Porto Alegre ho stravolto i miei impegni senza pensarci su due volte. Era più forte di me rivederlo. Anche nel mio Dna, come in quello di tanti sudamericani, c’è il Trentino». Il senatore è in compagnia del presidente del Banco do Brasil, l’Antonio Fazio locale. La sua attenzione, però, è rivolta quasi esclusivamente agli ospiti dell’Unione.

Presidenza Federale contro Josè Serra, il candidato conservatore. Tra i collaboratori più stretti di Lula c’è Zambiasi. Una persona estremamente dinamica e carismatica, un curriculum prestigioso. Giornalista affermato, «ancora adesso vado in radio e rispondo in diretta alle domande della gente», per quattro volte consecutive è stato deputato del Rio Grande do Sul e presidente dell’assemblea legislativa. Adesso gli tocca la sfida in assoluto più difficile, rilanciare, cioè, un Paese in piena recessione economica, con un tasso di disoccupazione alle stelle e una palla al piede

Chiede a Ciola notizie in merito ai vari progetti in atto o in via di partenza negli Stati di Santa Catarina e Rio Grande do Sul. Esalta la cooperazione. «A Porto Alegre abbiamo capito da tempo che solo uscendo dall’individualismo e unendo le forze possiamo superare ostacoli che in caso contrario sarebbero insormontabili. C’è una cooperativa, ad esempio, che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani. Dà lavoro a centinaia di persone e offre un servizio lodato da destra a manca». Il senatore anticipa che sono allo studio altre iniziative di questo genere: «Spero che il governo Lula diffonda nell’intera nazione un modello in grado di portare non dico ricchezza esagerata, quella sarebbe pura utopia, ma un benessere diffuso». Coinvolge tutto il ristorante in un mega brindisi. «Che l’amicizia tra l’Italia e il Brasile diventi sempre più forte». Gli impegni sono pressanti. Zambiasi ci deve salutare. Lo fa con una promessa: «Verrò presto in Trentino, a trovare il mio amico Franco Panizza e quanti continuano a starci accanto, voi dell’Unione su tutti». L’aspettiamo a braccia aperte. N.M.

Abbiamo perso un amico

Dai “Taliani bona gente” al “Coro degli angeli” na triste notizia ci ha raggiunti da Sananduva: una e-mail di U Jaqueline Lazzari ci ha comunicato che il 3 ottobre è venuto a mancare un amico, uno di quei emigrati veri ed ambasciatori dei valori più autentici della nostra tradizione e del nostro patrimonio. All’età di 84 anni ci ha improvvisamente lasciati Angelo Borsatti, il componente più anziano del Gruppo corale “Taliani bona gente”, che appena nove giorni prima aveva accolto il nostro Presidente nella sua recente visita in Brasile, e che per lui aveva cantato e suonato, fermandosi a chiacchierare del Trentino fino a tarda notte. La sua lunga vita, fatta di disponibilità per gli altri, serenità e profondamente religiosa, sarà di esempio per tutti noi: lo ricorderemo sempre così, felice, come quella mitica sera del 24 settembre!

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Angelo (al centro) torna a casa dopo la festa

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ARGENTINA

Vita in famiglia

Famiglia Trentina di Villa insieme alla mamLma aAllende, Romina ed al papà Matia, festeggia la nascita di Nicolas Facundo, nato il 23 giugno. Felicitazioni vivissime anche ai nonni Carlo e Monica ed ai giovani bisnonni Maurizio e Titti Bonvecchio. La Squadra di Pattinaggio della Famiglia Trentina di Colonia Tirolesa ha gareggiato lo scorso 24 agosto a Marcos Juarez partecipando al Torneo LICPA 2003. Ottimi i piazzamenti dei nostri atleti, molti dei quali saliti sul podio: primi classificati nelle varie categorie Marcela Cecato, Nicolas Orecchia e Paris Erika; medaglia d’argento Cecato Selene e medaglie di bronzo per Schiaroli Leonella, Schiaroli Sabrina e Schiaroli Antonela. I brillanti risultati incentivano i giovani ad allenarsi e ad impegnarsi con costanza e responsabilità. Felice anniversario a Colonia Tirolesa!!! che ha festeggiato il 9 luglio i 162 anni di fondazione ad opera di alcune famiglie di emigrati trentini che giunsero in Brasile e da lì si trasferirono nella Provincia di Cordoba, fondando Colonia Tirolesa.

Corso di italiano presso la nuova sede della Famiglia Trentina di Villa Allende

Complimenti per l’iniziativa!

La Famiglia Trentina di Villa Allende ha inaugurato la sede iniziando il Corso di italiano, che ha suscitato l’interesse e l’entusiasmo di molti discendenti di emigrati trentini, tra i quali molti giovani.

La Famiglia Trentina di Misiones ha realizzato il 30 agosto un seminario sulla storia e istituzioni della Regione Trentino Alto Adige, con il supporto

di video e musica tradizionale. Visto l’afflusso di numerosissime persone ed il notevole interesse dimostrato per l’iniziativa, è intendimento della Famiglia Trentina promuovere altre iniziative analoghe in futuro.

Ci ha lasciati Unione delle Famiglie Trentine all’Estero si stringe attorno L’ alla Famiglia Cantonati per la scomparsa dell’amata mamma di Norma. Vogliamo esprimere anche a nome dell’Associazione e di tutti gli emigrati che conoscono la bontà di Angelo e Norma la più viva e sentita partecipazione al lutto. scorso mese di luglio è deceduta Margarita Giuliani (nella nata a S. Lorenzo in Banale il 24 luglio 1921. LEraofoto), giunta in Argentina ad appena tre anni con il papà Santo e la mamma Angelina Chinetti. Sposatasi con Nicola Bosich ha avuto tre figli, Darinca, Elsa ed Antonio, dai quali ha avuto i nipoti Mirko e Liliana. Ai familiari manifestiamo la nostra vicinanza.

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I PROTAGONISTI

Mauro Dallapè: cooperazione e volontariato Parte da questo numero una nuova rubrica fissa. Di volta in volta scambieremo due chiacchiere con persone che recitano un ruolo da protagonisti nel settore in cui è impegnata l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Iniziamo con Mauro Dallapè, vicepresidente dell’associazione e uno dei massimi esperti provinciali di cooperazione.

1) Signor Dallapè, la domanda iniziale è forse la più scontata. A Stivor si è partiti, tra dodici mesi il centro multiservizi sarà veramente completato? «Mi auguro che si finisca nei tempi prestabiliti, cioè anche prima. Sono fiducioso, speriamo non ci siano intoppi».

4) A quali problemi si riferisce? «Non è facile arrivare in una realtà e stravolgere abitudini radicate nel tempo. Serve tanta pazienza e una buona dose di buonsenso. Il messaggio da lanciare è in particolare uno: l’unione fa la forza. Imporsi individualmente è più complesso».

5) In certe zone del Brasile del Sud e dell’ex Jugoslavia, sembra che la gente abbia già capito l’importanza della cooperazione. Conferma? «Sì. L’operato dell’Unione, del mondo cooperativo, delle istituzioni e del volontariato sta dando i primi frutti, ma, credetemi, il percorso è ancora lungo».

2) Accanto alla caserma dei Vigili del Fuoco e alla sede della cooperativa agricola, costruirete pure una biblioteca, perché? «Per lavoro ho visitato diversi luoghi dove la povertà, purtroppo, regna sovrana ancora oggi, nel moderno 2003. Mi sono reso conto che se in questi Paesi si vuole invertire la tendenza bisogna innanzitutto cambiare la testa della gente. La cultura è importante».

6) Lei ha visitato recentemente Indjia. Lì, insieme a Cesare Ciola, ha consegnato delle borse di studio ad alcuni ragazzi. Si aspettava di trovare una città così viva? «No, se devo essere onesto sono rimasto esterrefatto dall’accoglienza ricevuta da “trentini” che, pur vivendo in una città lontana da noi oltre 1000 km, hanno sempre mantenuto un legame intenso con l’Italia, terra d’origine dei loro antenati. Dobbiamo essere all’altezza delle aspettative e recuperare il tempo perso. Cercheremo di non deluderli». N.M.

3) Sempre convinto dell’utilità e dell’esportabilità del modello cooperativistico? «Sull’utilità non ho dubbi, sull’esportabilità nemmeno, anche se, a questo secondo proposito, è innegabile che condurre a buon fine un’operazione del genere comporta, in determinati casi, delle difficoltà».

Foto ingiallite Angelo Zanella ritratto (a sinistra) con la nipotina Carla Kantek. Angelo è il nonno anche della nostra amica Cristina Zanella Uber, socia della Famiglia Trentina di Joinville.

nello stesso L’Unione FaIDEE tempo virmiglie Trentine all’Estero, in occasione tuale è una “conditio sine dei recenti viaggi in Brasile, qua non” per diventare granBosnia e Serbia, ha compre- di insieme. Entro poche settiso, se mai ve ne fosse il bi- mane sarà attivo il nuovo sisogno, quanto sia importan- to dell’associazione. Per te individuare, in un’ottica suggerimenti, proposte e, futura, forme di collegamen- perché no, critiche, scrivete to migliori di quelle attuali. all’ufficio stampa: Dobbiamo creare, è questo stampa@famiglietrentine.org l’obiettivo del presidente Ce- Riceverete tutti una rapida sare Ciola e della sua squa- risposta. Un abbraccio. dra, una rete fra tutti noi. Nicola Marchesoni Una cooperazione reale e

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