Famiglie Trentine nr. 19

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Periodico dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero

N. 19 - marzo 2004

Impressioni e convinzioni

SPED. IN A.P. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Taxe perçue - Tassa riscossa - Filiale di TRENTO

ono passati due anni da quella Assemblea proS grammatica del 6 aprile 2001 presso la Regione, dove mi è stato affidato il difficile compito di guidare l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Ricordo prima di allora, quando ero semplice consigliere, le preoccupazioni del mio predecessore per le difficoltà che incontravamo nei rapporti istituzionali, per la difficoltà di operare con risorse minime e per il fatto che eravamo minuscoli e conseguentemente spesso ignorati. Da allora, da quel 6 aprile 2001, di cose ne sono succedute parecchie: di buone e di meno buone, ma noi siamo abituati a combattere ed a difendere sempre e dovunque la nostra identità e la nostra determinazione. In questi due anni, per merito di Voi emigrati, siamo cresciuti molto: ora le diramazioni regolari con almeno 30 dichiarazioni già agli atti della Provincia si avvicinano alla trentina, ma – come scrive pure Nicola Marchesoni nel suo editoriale – non finisce di certo qui. La nostra presenza è ormai consolidata in Argentina e Brasile,

Tempo di bilanci

oltre che nella storica Svizzera. Accanto a queste nazioni troviamo i Balcani, con Bosnia e Serbia, ed altri discendenti di emigrati - anche di altre nazioni – hanno voluto contattarci. Se in Svizzera negli anni scorsi abbiamo festeggiato i trent’anni di alcune Famiglie, quest’anno quella di Solothurn è arrivata ai 35; ma anche in Argentina la Famiglia di Rafaela si prepara a festeggiare – nel prossimo mese di agosto – i 10 anni di attività. Un grande fermento lo troviamo in Brasile, specie nel Rio Grande do Sul, dove c’è una grande volontà di ristabilire i contatti con il Trentino. E questo in un’epoca dove i nostri, qui come altrove, non sono emarginati, ma anzi sono parte integrante del mondo politico ed economico dei vari paesi. Un esempio per tutti può essere quel Sergio Zambiasi, discendente di emigrati di Campodenno e nostro gradito ospite nel dicembre del 2002 a Trento, ora il più prestigioso senatore federale che a Brasilia rappresenta il Rio Grande do Sul. L’ho incontrato qualche mese fa a Porto Alegre, tra uno e

empo di bilanci. Per l’Unione Famiglie Trentine all’ET stero è arrivato il momento di fermarsi ed effettuare, a mente fredda, un’analisi precisa ed attenta sull’operato di un anno. Nella scorsa primavera, l’Associazione, come molti di voi ricorderanno, aveva deciso di rifarsi il trucco. In coincidenza con la rielezione del presidente Cesare Ciola e la ridefinizione della sua squadra, si era aperta una nuova pagina. L’Unione ha compreso che le proprie fortune, forse la sua stessa sopravvivenza, sarebbero dipese in larga misura da due fattori, dalla

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capacità, cioè, di fare un salto di qualità, vivere accontentandosi non paga quasi mai, e da quella di guardare più al futuro che al passato. È così partito un progetto che finora sta dando ottimi risultati, superiori, forse, alle migliori aspettative. In questi ultimi mesi, i progressi sono stati notevoli. Le diramazioni dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero sono aumentate (tranquilli non finisce qui, ne stanno nascendo ancora), il contatto con gli emigrati trentini è diventato più intenso e proficuo, le nostre iniziative segue a pag. 2

Villa Allende, Argentina

Incontro con il senatore Sergio Zambiasi

Trento, “Città in giardino”

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Famiglie Trentine


EDITORIALE Impressioni e convinzioni

Tempo di bilanci

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l’altro dei suoi numerosissimi impegni: assieme al Presidente del Banco do Brasil mi ha spiegato le strategie economiche brasiliane e le riforme in discussione in Senato (poi approvate ed ora in vigore), che dopo qualche tempo di sacrifici vogliono portare il Brasile – già nona potenza economica mondiale – decisamente nel “primo mondo”. Ma anche l’Argentina, ne sono convinto, con il cambiamento dello scorso anno uscirà dalla drammatica crisi degli ultimi anni e ritornerà a vivere dignitosamente, come qualche decennio fa. Ci fa piacere vedere che i nostri trentini sono tra i protagonisti della vita economica, politica e sociale dei vari Stati: a loro, a chi è impegnato a qualsiasi livello per migliorare le condizioni di vita dei popoli, va la nostra riconoscenza e l’augurio di riuscire nei difficili compiti. Da parte nostra, come Associazione, cercheremo di contribuire con iniziative socio-economiche basate sul principio del cooperativismo, su quella teoria che cent’anni fa ha riscattato il nostro bel Trentino dalla povertà e dalla miseria. Siamo convinti che questo principio sia esportabile ed applicabile – adattato alle varie situazioni – in molti contesti. E se crediamo in quello che facciamo, assieme riusciremo a garantire un futuro sereno per noi, ma soprattutto per i nostri figli. Buon lavoro a tutti! Cesare Ciola

sono sempre più importanti e vengono seguite in maniera crescente dai mass media locali e da quelli dei Paesi dove si realizzano. Un quadro estremamente positivo. In appena un anno di lavoro siamo riusciti a realizzare tanti buoni colpi. È stata avviata in Bosnia-Erzegovina, a Stivor, la costruzione di un centro polivalente in grado di ospitare una caserma dei Vigili del fuoco, una biblioteca e una cooperativa agricola. La sua inaugurazione – limitatamente al primo lotto, purtroppo – è prevista per la terza decade di giugno. Un record. Siamo andati per la prima volta ad Indjia, città serba alle porte di Belgrado. In Sudamerica, dove abbiamo portato in tournée il Coro Genzianella, un successo senza precedenti, stiamo curando una serie di progetti, finalizzati a produrre lavoro e benessere per i figli, i nipoti e pronipoti di quei trentini che da 130 anni a qualche decennio fa hanno dovuto lasciare l’Italia e andare al di là dell’oceano per guadagnarsi un tozzo di pane. In Brasile l’associazione ha allacciato un magnifico rapporto con il Rio Grande do Sul, uno stato pieno di gente dalle origini nostrane e spesso, non si capisce il motivo, trascurato da quanti si occupano di tematiche legate all’emigrazione. Città come Sananduva, Tuiuty, Bento Gonçalves, Farroupilha e Porto Alegre, scusate se ne dimentichiamo qualcuna, dopo aver accolto il presidente Cesare Ciola in uno dei suoi recenti viaggi, con un entusiasmo unico, gli hanno rivolto l’invito a

Famiglia Trentina di Farroupilha

non dimenticarsi più di loro. Non lo faremo. Nello Stato di Santa Catarina procede tutto ok. Soddisfazioni, in abbondante quantità, ci giungono pure dal versante argentino. Da Rafaela a Posadas, passando per Cordoba, Colonia Tirolesa, Villa Allende, Luque, Calchin, Arroijto, Funes, Resistencia, Quitilipi e Machagay, stiamo assistendo ad un rapido e progressivo ringiovanimento delle Famiglie. Un’iniezione di energie fresche quasi provvidenziale. Ci serviva. Così come in Brasile anche in Argentina l’Unione sta cercando di diffondere, con la supervisione di Mauro Dallapè – il nostro vicepresidente – la cooperazione. Siamo convinti, e i risultati ci stanno dando ragione, che accanto agli indispensabili investimenti per la costruzione di strutture come scuole ed aziende, ci si debba impegnare per la formazione professionale degli emigranti e per l’esportazione di modelli economici in grado di generare ricchezza sfruttando le enormi potenzialità, ancora inesplora-

FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO O.N.L.U.S.

Direttore Responsabile: Cesare Ciola Redazione: Nicola Marchesoni Gianna Copat Nara Deromedis Rina Bonvecchio Autorizzazione del Tribunale di Trento Registro Stampa n. 999 del 12.05.1998 Sped. in a.p. art. 2 comma 20/C Legge 662/96 - Filiale di Trento Piazza Silvio Pellico, 12 38100 TRENTO (Italia) Tel. ++39 0461 987365 - Fax ++39 0461 264081 e-mail: info@famiglietrentine.org Stampa: Publistampa Arti Grafiche s.n.c. Via Dolomiti, 12 I - 38057 Pergine Valsugana (Trento)

Foto ricordo del Coro Genzianella a Posadas

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te, di terre che fino a pochi decenni fa erano considerate il granaio mondiale. In questi mesi l’associazione non ha trascurato l’aspetto culturale e ha continuato ad elargire un alto numero di borse di studio. Buoni segnali provengono, infine, dalla Svizzera. Il bilancio nel complesso è positivo. Di cose da fare ne restano parecchie. Dobbiamo far decollare – è un invito sempre più pressante dei nostri iscritti e simpatizzanti – il progetto dell’interscambio. Ci serve un sito Internet all’altezza della situazione. Va perfezionato, inoltre, il nostro gioco di squadra. Cercheremo di non deludere le vostre aspettative. Il tempo dei bilanci è concluso. Possiamo riprendere a correre. Pieni di fiducia e rafforzati dalla consapevolezza che qualunque cosa succederà, l’Unione Famiglie Trentine all’Estero, se non si perderà strada facendo, ma ci sentiamo di escluderlo, continuerà a vivere, ad altissimi livelli. Piaccia o non piaccia. Nicola Marchesoni


ATTUALITÀ

Il Presidente di nuovo tra gli emigrati del Brasile Ormai, al 19° viaggio all’estero da Presidente, per Cesare Ciola il Brasile diventa quasi una seconda patria al 31 gennaio al 7 febD braio, il Presidente Cesare Ciola si è nuovamente recato in Brasile, dove si è incontrato con varie Famiglie e con autorità istituzionali. Dal “Diario di viaggio” riportiamo una sintesi della trasferta: Nel pomeriggio di sabato 31 gennaio raggiunto l’aeroporto di Verona, dove alle 18.15 decollo con il volo Air France AF1561, che in un’ora e 35 minuti mi porta all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, primo scalo tecnico di questo lungo viaggio. Qui nuovo controllo di sicurezza (proprio oggi e domani qui ed a Londra sono sospesi alcuni voli per Miami e gli USA, per evitare un possibile attentato) ed imbarco sul volo Varig RG8721, per Sao Paulo, che decolla alle 22.20 (ora centro-europea). Dopo esattamente dodici lunghe ore di viaggio, alle 07.20 di domenica 1 febbraio (in Europa sono le 10.20) l’aereo si posa sulla pista dell’aeroporto internazionale di Guarulhos a Sao Paulo, dove come di consueto espleto le formalità doganali. Poi mi presento al “gate” del volo Varig RG2118 per Florianopolis, trovando nel contempo cinque minuti per collegarmi in diretta telefonica – o come dicono i brasiliani “ao vivo” – con Radio Sananduva, perché dalle 8 alle 9 di ogni do-

menica va in onda il programma “Taliani Bona Gente”. Faccio il collegamento dal pullman che mi porta sotto la scaletta del volo interno, il quale parte in perfetto orario alle 09.10. Un’ora e 5 minuti dopo – alle 10.15 – atterraggio all’aeroporto Hercilio Luz di Florianopolis, dove i nostri responsabili locali Joao Andreata e Oscar Lenzi mi hanno prenotato una Fiat Siena, che ritiro in pochi minuti. È piena estate, e così ho pensato di prendermi una giornata – divisa tra domenica e lunedì – da trascorrere sulle bellissime spiagge dell’isola sud brasiliana a recuperare lo stress del viaggio, prima di tuffarmi nella consueta serie di incontri ed appuntamenti. Il tardo pomeriggio di lunedì arriva subito, e mi dirigo così verso la sede della Famiglia Trentina di Florianopolis, dove ad aspettarmi ci sono, oltre a Joao Andreata e Oscar Lenzi, anche il Vice Console italiano Librizzi ed alcuni componenti il direttivo della nostra diramazione locale. Manca il Presidente Silvio Vitti, perché ieri è diventato papà ed allora è in ospedale vicino a moglie e figlia. Al mio fianco, ad accompagnarmi, questa volta ho invitato la nostra “Gaucha” Jaqueline Lazzari – attivista della Fami-

Timbò, Oscar Lenzi e la Coopercedros

glia Trentina di Sananduva (Rio Grande do Sul) – per favorire così la conoscenza tra diramazioni locali dei diversi Stati brasiliani. Nella riunione di Florianopolis facciamo una carrellata di tutte le iniziative in corso, sia in Brasile che a Trento, per poi chiudere la serata in modo conviviale (cena alle 23). In mattinata di martedì partiamo per la media valle del fiume Italjaì, scegliendo di arrivare a Blumenau attraverso Nova Trento e Brusque: questo ci consente una breve visita (meno di un’ora) a Vigolo (luoghi di Santa Paulina) ma ci impedisce di fermarci a pranzo. La programmazione del viaggio è buona, ed alle 17.30 siamo puntualmente a Timbò, dove ci siamo dati appuntamento con Sérgio Luiz Nones (Funzionario del settore agricoltura della cittadina), Joao Andreata e Oscar Lenzi. Con loro raggiungiamo la località in cui tra qualche settimana entrerà in produzione la struttura lattiero-casearia predisposta dalla Coopercedros del Presidente Giovanni Lenzi e dal Comune di Timbò, con il contributo della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige Südtirol attraverso la nostra Associazione. Alla riunione sono presenti circa 30 persone, in maggioranza produttori di latte di ori-

Nova Trento, chiesa di Vigolo

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gine italiana e tedesca: parlano un buon tedesco e così rivolgo un breve saluto anche nella lingua dei loro padri. La riunione è molto proficua e concreta, in quanto parliamo dei loro problemi concreti e delle prospettive di sviluppo che si intravvedono a breve. Joao Andreata coordina i lavori ed invita a parlare anche Jaqueline Lazzari che, forte della sua esperienza cooperativa a Sananduva, non ha problemi a fare un bel discorso – motivante e coinvolgente – alle donne presenti, rimarcando il loro compito fondamentale ed insostituibile nella gestione di ogni attività agricola familiare. Mi accorgo che con questi scambi di esperienze e con la nostra rete di contatti abbiamo fatto centro, se è vero che il giorno seguente Nones mi dice che organizzeranno un pullman – con Sindaco, amministratori e tecnici comunali – per portare i produttori di latte a Sananduva a vedere sul campo i loro colleghi del Rio Grande do Sul, dove la cooperazione è un discorso avviato da decenni. Chiusa la riunione, un breve rinfresco e poi subito ci aspetta l’invito a cena da parte del Prefeito (Sindaco) di Timbò Valdir Ladehoff e del Secretario (Assessore) all’Agricoltura Oscar Schneider. Si parla delle segue a pag. 4

Famiglie Trentine


ATTUALITÀ segue da pag. 3

iniziative in corso e dell’intervento in zona di qualcuno che ha parlato contro di noi, ai quali lo stesso Sindaco ha già risposto che dimostreremo con i fatti i risultati del nostro lavoro. È tarda notte quando ci salutiamo e lasciamo – oltre agli amministratori di Timbò – Joao Andreata e Oscar Lenzi, che tornano a Timbò per risalire l’interior del nord Santa Catarina il giorno dopo, poiché da tempo era in programma una riunione per coinvolgere nell’avventura cooperativa il vicino Comune di Pomerode. Mercoledì 4 febbraio è la giornata più dura, con il trasferimento nel Rio Grande do Sul. Ci aspettano quasi 600 chilometri di strada, non certo a scorrimento veloce o senza traffico. Partiamo abbastanza presto, in direzione sud/ovest verso Rio do Sul, Curitibanos e Lages, in modo da poter arrivare a Forqueta all’ora programmata. Purtroppo dapprima il recupero di un mezzo pesante incidentato, che ci blocca per mezz’ora, e poi un violento temporale nel tratto tra Vacarìa e Caxias do Sul ci fanno accumulare un’oretta di ritardo, anche se – potendo avvisare con il telefono cellulare – sappiamo che i nostri di Forqueta / Vale do Trentino sono pazienti e comprensivi. Poco dopo le 18 siamo con il Presidente della Famiglia Trentina di Farroupilha Edoardo Slomp e con Padre Darcy Bortolini, che ci accompagnano alla riunione dei produttori di piccoli frutti coordinati da Nestor e Vivian Soga. Qui a fine novembre il nostro consigliere

Giulio Filippi ha tenuto uno dei due Corsi sulla cooperazione, per cui adesso consegniamo i certificati di partecipazione. Questa riunione si conclude con l’assaggio di mirtilli e bibite sciroppate, per caricarci in vista del successivo incontro – sempre a Forqueta – con la Famiglia Trentina di Farroupilha, che ho l’onore di incontrare per la prima volta. La riunione, con annessa cena, si svolge nel centro sociale: anche qui – tra un piatto e l’altro – si parla di Trentino e della vita dei discendenti dei nostri emigrati, di opportunità di lavoro e di doppia cittadinanza, di corsi di italiano e di progetti di cooperazione. Consegniamo alla nuova Famiglia le bandiere dell’Italia e della Provincia Autonoma di Trento. Pure quella di giovedì 5 febbraio si preannuncia – e si confermerà – come una giornata intensa. Lasciamo l’Hotel di Farroupilha di buon mattino, per raggiungere la località di Pinto Bandeira, estrema periferia di Bento Gonçalves. Qui – dalle 9.00 – ci attende Padre Darcy Bortolini con una decina di persone: purtroppo l’orario non è dei più felici, considerato anche che siamo in tempo di vendemmia. Pur tuttavia questo non è un problema, in quanto la formazione di una nuova Famiglia Trentina in questa bella località rurale è già stata avviata da tempo, anche per affiancare le iniziative volte a sviluppare l’agricoltura e la cooperazione, come l’auspicata collaborazione con la Cooperativa dei Piccoli Frutti di Sant’Orsola e il convegno organizzato dall’Em-

Pinto Bandeira, con Padre Darcy Bortolini

brapa tra qualche mese, per il quale ci chiedono la partecipazione di un Tecnico trentino che illustri le esperienze cooperative in campo agricolo nostrane. Sappiamo di poter contare sulla fondamentale collaborazione e sul grande entusiasmo di Padre Darcy Bortolini, che proprio in questi giorni ha trovato le sue radici trentine. È passato mezzogiorno quando lasciamo loro per raggiungere la città di Bento Gonçalves: cerchiamo di cambiare denaro in banca, ma – sembra incredibile – per cambiare Euro in Reais – bisognerebbe andare a Caxias do Sul (così ci dicono al Banco do Brasil!). Mi fa piacere, nel passare davanti alla Prefeitura, nel sapere che anche Jaqueline conosce il nostro amico Sindaco Darcy Pozza: anzi lo ricorda con piacere quando – nella sua veste di deputato – aiutava i meno abbienti portando loro i

Forqueta consegna diplomi

Famiglie Trentine

Tapejara, incontro in Comune

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finanziamenti necessari per frequentare le scuole in collegio. Non importa per l’impossibilità di cambiare denaro, si va avanti ed oggi – dopo qualche giorno di digiuno forzato – c’è anche il tempo per pranzare, iniziando con la mitica “Sopa de capeleti”. Lo facciamo alla Churrascaria Ipiranga, dove il responsabile Milton Gobatto Santin si ricorda perfettamente la visita del Coro Genzianella… Primo pomeriggio per salutare, a Tuiuty, il Presidente della locale Famiglia Trentina Nei Tomasi, impegnatissimo nell’organizzazione della “Terza fiera del raccolto e della vendemmia”. Questo appuntamento, ci dice Nei Tomasi, diventerà biennale: per avere la nostra presenza all’inaugurazione del 2006 (chissà quante cose accadranno prima di allora …) ci farà conoscere la data precisa con un anno di anticipo! Lasciamo Tuiuty per percorrere


ATTUALITÀ l’interfaccia di esempio per Sant’Orsola, se l’auspicata collaborazione con interscambio andrà in porto. Alle 18 torniamo a Sananduva, appena in tempo per rinfrescarci (ricordo che è piena estate) e presentarci alla Camera Municipal, dove ci aspettano coloro che hanno frequentato il Corso sulla cooperazione di Giulio Filippi. Riunione solenne, quella coordinata da Ademir Dalla Santa alla Camera Municipal: si inizia con gli inni nazionali brasiliano (ormai lo sento come un secondo inno nazionale) e italiano. Poi via con un discorso sul mondo della cooperazione e sulla sua integrazione con il mondo degli emigrati, in una cittadina dove la mentalità cooperativa (anche se di ispirazione tedesca) è radicata da decenni: ma la voglia di interscambio è tanta, se pensiamo che sono sempre dei nostri il Presidente di Cotrisana (Cooperativa agricola di Sananduva, 1.400 Soci, oggi riconfermato per i prossimi tre anni) Sergio Savi e il suo Vice, l’instancabile Ademir Dalla Santa. Segue la consegna dei certificati di partecipazione al Corso e poi, dopo una serie di domande e chiarimenti, via verso la cena (ognuno paga per sé) al San Josè Palace Hotel, dove il “dopo cena” ci porta ancora a far le ore piccole, ma “in famiglia!”. La settimana è volata: è già sabato, il giorno della partenza, del ritorno in Italia! Ultimo incontro con i responsabili di Sananduva, un saluto a questi cittadini calorosi e cordialissimi e poi via, in auto da solo, verso Florianopolis. In

Sananduva, diploma a Sergio Savi

la strada della Vale das Antas, per arrivare a Nova Prata sotto la pioggia. Cerchiamo l’imbocco della strada diretta (in terra, non asfaltata) che in 70 chilometri ci porterebbe a Lagoa Vermelha, ma il responsabile di una Scuola guida ci segue e ci ferma, sconsigliandoci di fare la strada di terra sotto la pioggia, perché sicuramente finiremo impantanati. Decidiamo pertanto di fare il giro, più lungo di quasi 100 chilometri, da Casca e Passo Fundo. Alle 19.15 passiamo da quest’ultima città ed alle 20.45 siamo a Sananduva: appena in tempo per l’appuntamento conviviale e musicale in una colonia della zona rurale previsto con i “Taliani Bona Gente”. Sono le 2 del mattino quando accompagno a casa i “vecioti” dei Gruppo corale Belino Lazzari e Massimo Benetti. Con la loro consueta bravura hanno cantato per me svariati canti degli emigranti, come la triste “Sirio” che noi non conosciamo o la classica “Merica, Merica” ed ancora “Porteme quà en litro de vin”” e “La Verginella”. È venerdì 6 febbraio: oggi per Jaqueline è giornata di riposo, perché ieri sera ha potuto tornare a casa e riabbracciare la sua bellissima bambina Eduarda. Alle 9 in punto Joao Vianna viene a prendermi in Hotel, per portarmi a far visita al direttivo della Camera dei Lavoratori, dove parliamo con il Presidente Pertile e con altre persone, tra le quali la moglie del Sindaco Celso Prando. Alle 10.45 partiamo per Tapejara, dove alle 11.30 è in programma un incontro in Prefeitura. Tapejara è un bel centro agroindustriale localizzato a 36 chilometri da Sananduva,

che conta circa 17 mila abitanti. Ad attenderci in Comune c’è il Presidente del Consiglio comunale con una delegazione di discendenti di trentini (Manica e Piffer i loro cognomi). Mi presentano un bel video sul loro Comune, che poi porto in Associazione a Trento, ed io prendo coraggio e faccio il mio intervento interamente in lingua portoghese, chiedendo scusa per eventuali inevitabili errori ed aiuto per la traduzione di parole che magari non conosco. La cosa diventa simpatica e ben accolta: auspico la formazione di un’altra Famiglia Trentina, e Joao Vianna si impegna a dare loro ogni indicazione necessaria. Pranziamo assieme e poi facciamo una tavola rotonda presso il centro sociale, prima di visitare una grande cooperativa agricola (soja, frumento, mais, ecc.) ed una piccola cooperativa, in attività da qualche anno, specializzata nella produzione e nel confezionamento di ortaggi e piccoli frutti: proprio

quasi 6 ore di viaggio – anche oggi non c’era tempo per fermarsi a pranzare – mi divoro 480 chilometri, attraverso Lagoa Vermelha, Vacarìa e Lages. Arrivo in perfetto orario a consegnare l’automobile (l’avevo ritirata domenica scorsa con 4.913 km percorsi ed ora ne ha 6.748, per cui ho percorso 1835 km), tutta sporca di sabbia rossa per le strade “di terra” percorse. Alle 19.10 sono sul volo Varig RG2119 che mi porta a Sao Paulo, dove arrivo alle 20.20. Qui approfitto della pausa per gustarmi la “Pizza Hut” ed una birra, per poi timbrare il passaporto in uscita dal Brasile e salire sul volo Varig RG8740 per Francoforte, che parte alle 23.25. Dopo 11 ore e 35 minuti (ed una bella dormita) sono a Francoforte, in Germania, secondo scalo tecnico di questo viaggio di ritorno. Qui sono le 14 di domenica 8 febbraio, in Brasile sarebbero ancora le 11: ancora poco più di un’ora di attesa ed alle 15.45 parto con il volo Air Dolomiti – Lufthansa – United LH1873 ed alle 17.10 atterro a Verona. Oggi il volo ha percorso una rotta diversa, che mi ha permesso di vedere dall’alto – nel bel mezzo di una turbolenza – le piste della Panarotta, i laghi di Levico e Caldonazzo e l’Altopiano di Lavarone-Folgaria. A Verona ritiro il bagaglio, prendo la mia auto ed alle 18.30 sono a casa, in Valsugana. La mente è già a pensare al prossimo viaggio: quando sarà e dove mi porterà? Cesare Ciola

Sananduva, Taliani bona gente

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ATTUALITÀ

Anche Grigno ha la sua “Santa Paulina” Storia di Suor Filippina Bellin, l’apostola dei poveri. Una donna come esempio ra l’otto dicembre del E 1904. In quel giorno magico, dedicato alla festa dell’Immacolata Concezione, veniva alla luce, a Grigno, suor Filippina Bellin. A pochi mesi dalla celebrazione del suo centenario di nascita, sempre più persone stanno scoprendo la storia e il valore di una donna che ha analogie impressionanti con l’ormai celebre Santa Paulina. Anche Suor Filippina Bellin, infatti, ha dedicato la propria esistenza ai sofferenti, agli afflitti, ai più poveri fra gli abitanti del Brasile, lasciando una testimonianza duratura ed un sentimento di riconoscenza che ancor oggi, a trent’anni di distanza dalla sua morte, rimane vivissimo oltre oceano. Andiamo con ordine. La protagonista di questo racconto è nata, come anticipato, alla fine del 1904. Siamo nell’area più orientale del Trentino, a pochi chilometri dal Veneto. Terra povera e di confine, racchiusa tra le montagne. Qui gli inverni e le notti sono interminabili. Mamma Caterina e papà Lorenzo capiscono subito che la loro bambina era diversa dalle altre. Mentre le sue amichette trascorrevano il tempo libero

giocando, lei, dopo la scuola, adorava studiare la Bibbia e pregare. Gli anni passano in fretta. Filippina, ma il suo nome al fonte battesimale era quello di Faustina, cresce e sente, sempre più forte, il desiderio di consacrarsi al Signore. Il 5 novembre 1925 entra in convento, ad Alessandria. La svolta della sua vita arriva quando le viene comunicato che deve andare in missione nel lontano Brasile. Il 4 giugno 1936 suor Filippina Bellin sbarcò in Sud-America. In valigia aveva pochi vestiti, nel cuore la nostalgia dell’Italia e molto amore per Gesù. Come ogni emigrante soffrì e provò un senso d’insicurezza. Infatti erano diverse la lingua, le usanze, il cibo, la gente. Fu destinata a lavorare, come infermiera, nella Santa Casa di Araquara, a San Paolo. I malati, in particolar modo i bambini, s’innamorarono immediatamente di quella piccola grande donna. Grazie al suo carisma conquistò tutti. Divenne Superiora nella Santa Casa di Sao Joao da Boa Vista fino al 1951. Furono nove anni di sfide, sacrifici e soddisfazioni. Al termine di quel periodo suor Filippina Suor Filippina, da giovane

Bellin si trasferì nella città di Birigui. Vi rimase a lungo, con una breve parentesi di due mesi a Curitiba, capitale del Paranà. L’ultima parte della sua vita la passò a Casa Branca, sempre periferia, dunque, di San Paolo. Morì in quel luogo, il 30 aprile del 1973. In realtà non è mai scomparsa. Da allora, infatti, si susseguono i suoi “prodigi”. La lista è lunga. C’era, ad esempio, qualche anno fa, una donna di nome Anna Brasileiro che visitava ed aveva cura della tomba della religiosa. Suo nipote di tre anni, Adenilson, soffriva di gravi problemi neurologici e non poteva camminare. Anna rivolse alla suora mille invocazioni. «Fammelo tornare sano». Adenilson guarì e nessun medico capì perché. Di episodi incredibili, riconduci-

Suor Filippina e Suor Lorenza

Famiglie Trentine

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bili a quella che ormai più di uno definisce Santa Filippina, ce ne sono parecchi. La grandezza della suora, però, non sta tanto nei suoi “miracoli” ma, al contrario, nell’impegno che ha dedicato ai più sfortunati, in una condotta di vita esemplare, senza note stonate. Chi ha avuto la fortuna di conoscerla, ricorda che ad un primo impatto si restava colpiti da quella sua capacità, forse di origine divina, d’irradiare amore e serenità. Grigno e il Brasile sono già al lavoro per organizzare feste ed iniziative atte a celebrare il suo centesimo anno di nascita. Dopo Santa Paulina ecco dunque suor Filippina Bellin. Due donne che suggellano un legame forte tra l’Italia e la “terra dorada”. All’insegna di Dio e dell’altruismo. N.M. (Notizie e foto tratte dal libro/biografia)


ATTUALITÀ

Don Giorgio Garbari: «Per noi una grande sorpresa» Il Parroco di Grigno portavoce dell’intera comunità

osa significa per noi «C questo centesimo anniversario della nascita di suor Filippina Bellin? Un’emozione davvero unica». A don Giorgio Garbari, parroco di Grigno, quando parla della suora, brillano gli occhi. La sua voce diventa dolce. «Non sapevamo nulla di lei, fino a quando, nel febbraio del 2001, giunse in Comune una richiesta di sue notizie. Solo da quel momento Grigno ha scoperto di avere tra i suoi figli una donna eccezionale». A domandare tali informazioni erano gli autori brasiliani della biografia di suor Filippina. «A San Paolo e dintorni, già da prima del 2000, anno in cui, cioè, su proposta del diacono Fernando, cresciuto fin da piccolo vicino alla religiosa, la salma di Filippina Bellin venne portata dal cimitero di Casa Branca alla Cappella delle suore apostole del Sacro Cuore di Gesù, tutti avevano sentito parlare di lei e la veneravano» racconta don Garbari. «La scoperta, improvvisa, di questa stupenda figura, nata e cresciuta a Grigno, ci ha piacevolmente sorpresi. Anche da noi ora ci sono sempre più persone che mi chiedono di sapere notizie su suor Filippina». Lo scorso 16 luglio, nel piccolo centro valsuganotto, è stato pre-

sentato alla cittadinanza locale un libro sulla sua vita e sul suo operato, curato dai brasiliani e poi tradotto in italiano. «È stato un momento toccante. Da oltre oceano è arrivata una delegazione. C’era pure il diacono Fernando. In onore dei nostri ospiti abbiamo dato vita ad un’enorme festa». Il rapporto nato in quell’occasione negli ultimi mesi si è rafforzato. Adesso si guarda al futuro. «Stiamo organizzando un viaggio in Brasile. Vogliamo vedere Casa Branca e i luoghi dove suor Filippina si è dedicata ai poveri e ai bisognosi. Se tutto va bene, lo effettueremo a maggio o a giugno. In onore della nostra illustre concittadina, poi, il 25 aprile, a Grigno, celebreremo una Santa Messa». Sulla possibile santificazione di suor Filippina, don Giorgio preferisce non pronunciarsi: «Spetta al suo ordine religioso decidere se avviare le pratiche necessarie per farla diventare una Santa. Io, e parlo a titolo personale, intendiamoci, da quando mi sto interessando alla suora, sto scoprendo un personaggio meraviglioso, quasi unico. La sua esistenza è quella di una persona rara. In lei la presenza di Dio è lampante, evidentissima». Una vita da Santa, insomma. N.M .

Madre Filippina nel feretro e il suo bel volto. Casa Branca, 30 aprile 1973

Casa natale e giardino di suor Filippina

Madre Caterina

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BOSNIA E SERBIA

Una tesi sull’immigrazione bosniaca in Valsugana no studio approfondito ed U inedito sull’immigrazione bosniaca in terra valsuganotta.

nomeno della forte presenza degli ex-slavi in Valsugana.

Serena Gianesini, brillante studentessa di Borgo, ma sarebbe ormai meglio dire ex-studentessa, si è laureata, lo scorso 5 marzo, presso la facoltà di Scienza della formazione di Bologna, discutendo una tesi molto interessante. L’abbiamo sentita per farle innanzitutto i complimenti e per capire, in seconda battuta, cosa l’ha spinta ad effettuare una ricerca sul fe-

Buonasera neodottoressa. Come va? «Benissimo. Vi ringrazio del pensiero. Chiamatemi pure Serena».

le nostre zone dei cittadini provenienti dalla Bosnia-Erzegovina? «Mi ha sempre attirato tale tematica. D’accordo con il mio docente ho deciso dunque di analizzare la principale realtà migratoria della zona dove vivo».

Non essere modesta. «Vabbè, andiamo avanti dai».

Serena è un fiume in piena. Non la ferma nessuno. Prosegue senza sosta, a ciclo continuo. «Attraverso il mio studio volevo evidenziare, ve lo spiego ovviamente a grandi linee, il concetto ed il ruolo delle reti etniche».

Da chi è partita l’idea di trattare un argomento così complesso come quello dell’arrivo nel-

Sia più chiara, dottoressa. «Una rete etnica potrebbe essere un gruppo di persone che condividono le medesime esperienze e tradizioni, la stessa lingua e religione. Se io vado in un altro Paese, questa almeno è la tendenza, sono spinta ad avvicinarmi a gente più o meno simile a me». Si tratta, dunque, di una sorta di mondo in un altro mondo. «Più o meno è così. Le reti hanno aspetti positivi e negativi. Consentono agli stranieri un impatto soft con la nuova realtà.

Bosnia, paesaggi sconfinati

Se però nel tempo i nuovi arrivati non accettano di mettersi in gioco e evitano rapporti con la gente del posto, rischiano l’isolamento». Nel caso dell’immigrazione bosniaca cosa ha scoperto? «Indubbiamente il network esiste. Mi sembra, però, che per fortuna, sarà perché molti di questi bosniaci provengono da Stivor e sono quasi italiani, l’integrazione sia soddisfacente». Ha avuto difficoltà a “bucare la loro rete” e sottoporli alle sue domande? «All’inizio non è stato facile. Lo ammetto. La diffidenza era tanta. Un po’ alla volta mi hanno accettata. Sono ottime persone». Come giudica la situazione dei bosniaci in Valsugana? «Buona. A mio avviso, comunque, qualcosa va ancora fatto. Alcuni di loro tendono a fare gruppo e stentano a socializzare e ad aprirsi. Comprensibile. Dobbiamo essere noi italiani a coinvolgerli nella nostra società». Buona fortuna, Serena! N.M.

“Via Valsugana”, Indija (Serbia)

S

i sale in macchina a Stivor, nell’enclave trentina in Bosnia, si percorrono circa 130 chilometri verso est, rientrando in Croazia ed attraversando la pianura della Sava, fino ad oltrepassare un altro confine, con la Serbia, dove si timbra il passaporto. Ancora alcune decine di chilometri da percorrere in mezzo ai campi di grano, ed eccoci a Indija, bella cittadina alle porte di Belgrado. La sorpresa è scendere dalla macchina e trovare Josip Osti ed i suoi a salutarti, in un trentino sforzato: qui non c’è stata finora la possibilità di imparare l’italiano, anzi i problemi erano ben altri, perché fino al 2000 c’è stata la guerra e le conseguenze sono ancora ben visibili, davanti agli occhi di tutti.

Famiglie Trentine

Qui vive una comunità di discendenti di emigrati trentini, arrivata quasi 50 anni fa con una immigrazione interna da Stivor,

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perché qui c’erano le fabbriche, si poteva guadagnare da vivere, alla periferia della capitale della grande Jugoslavia di Tito. Oggi tanti nostri discendenti vivono vicini, sulla stessa via, una sorta di “via Valsugana” a quasi mille chilometri di distanza! Qui è nata la Famiglia Trentina di Indija, presieduta da Josip Osti. In loro vediamo una grande volontà di ripartire, di riscatto, in una terra che ora non riesce a garantire lavoro e reddito. Stiamo studiando le iniziative da intraprendere, cercando di dare quel poco che possiamo, sempre con l’obiettivo di favorire la permanenza di questi nostri fratelli nella terra che li ha adottati. Coraggio, trentini di Indija, continuate a crescere così: noi saremo al Vostro fianco. Cesare Ciola


BOSNIA E SERBIA

“Stivor in Trentino” in festa: obiettivo integrazione ogliamo aprirci verso «V l’esterno. Tutti devono imparare a conoscere le nostre usanze secolari ed a capire il modo di pensare delle persone che provengono dall’intera exJugoslavia. Il razzismo, la paura dello straniero spesso nasce, infatti, dall’incomunicabilità». Luigi Sigismundi, presidente dell’associazione “Stivor in Trentino”, gruppo che conta circa 130 iscritti e fa parte del circuito dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero, aveva presentato così la festa in programma a fine febbraio, nella palestra di Villa Agnedo. La manifestazione è andata bene. Oltre le più rosee previsioni. Da tutta la regione, ma anche da realtà confinanti, in primis il Veneto, sono arrivati, in gran numero, bosniaci, serbi, croati ed altre etnie dell’ex-Jugoslavia. Musulmani, ortodossi e cattolici insieme, senza divisioni e vogliosi di passare qualche ora in serenità tra un ballo e una pivo (birra, ndr). Pura utopia fino a pochi anni fa. Alla vigilia dell’evento gli organizzatori speravano, però, quasi a sorpresa, che la partecipazione più folta fosse quella degli italiani. «Non meravigliatevi. Vogliamo contraccambiare l’affetto di chi da anni ci sta ospitando. Siamo convinti che gli italiani e la gente dell’ex Jugoslavia siano meno diversi di quanto sembri».

Questo il messaggio lanciato, anche attraverso i mass-media, da Sigismundi. L’idea di dare vita ad un’operazione finalizzata ad aprirsi verso l’esterno – sostengono alcuni giovani componenti dell’Associazione che ha ideato l’evento – è nata con la presa di coscienza che l’emarginazione è spesso il frutto della difficoltà degli stranieri a farsi conoscere ed apprezzare. In Trentino, ricordiamo, è in continuo aumento la percentuale di gente dell’ex Jugoslavia. Una delle zone più affollate da questi stranieri è la Bassa Valsugana. «Da Roncegno in giù ci

sono ben 300-400 persone, ormai fisse, con tanto di lavoro e casa, che provengono dalla Bosnia Erzegovina, in particolare da Stivor. Sommando gli esponenti di altre etnie si supera, di parecchio, quota mille» dichiara a tal proposito Sigismundi. L’obiettivo degli organizzatori è stato raggiunto. Alla festa c’erano molti italiani, in particolare giovani. «Missione compiuta. Adesso guardiamo avanti, consapevoli che le basi su cui impostare il lavoro futuro sono ottime» ha concluso Sigismundi. Nicola Marchesoni

PS: a margine della manifestazione si è verificato un grave episodio di cronaca nera. Un ragazzo ha barbaramente ucciso, all’esterno della palestra di Villa Agnedo ed a serata conclusa, un suo amico. Non ritenendo il fatto riconducibile alla festa e preferendo non dire parole fuori luogo, ci asteniamo da ogni commento. Alle famiglie della vittima e a quella del suo aggressore vanno un forte e sincero abbraccio.

Stivor: lavori in corso ono ripresi, dopo la pausa invernale, i lavori per la costruzione dell’edifiS cio polifunzionale che ospiterà i Vigili del Fuoco, una futura cooperativa agricola e la biblioteca. Dopo la posa della prima pietra a fine agosto, già in autunno la costruzione era arrivata al primo solaio, come si vede dalla fotografia. Ora Stefano Moretti, presidente della Famiglia Trentina di Stivor, e Franjo Rover, nostro supervisore dei lavori, vedono con soddisfazione la struttura, ormai vicina al tetto, in tempo utile per la prevista inaugurazione – limi-

tatamente al magazzino dei Vigili del Fuoco – in occasione della festa patronale di fine giugno. Nel contempo in Trentino i Vigili del Fuoco – sia volontari che permanenti – stanno preparando l’attrezzatura che verrà consegnata ai Vigili bosniaci, che nel nuovo edificio avranno una sede bella e funzionale. Un particolare grazie per questa iniziativa lo dobbiamo rivolgere alla Provincia Autonoma di Trento per l’edificio, ai vertici della Federazione dei Vigili del Fuoco volontari del Trentino ed ai vari Corpi per i mezzi e l’attrezzatura.

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Famiglie Trentine


SVIZZERA

Emigrati al bivio: Italia o Svizzera? li italiani in Svizzera (108 mila nel 1900, circa 800 G mila negli anni Sessanta, oltre 310 mila ancora oggi, senza considerare i doppi cittadini e tutti quelli che comunque sono di origine italiana) hanno sempre avuto una particolarità, rispetto ai loro connazionali che sono andati in cerca di fortuna altrove. In Svizzera gli emigrati e le seconde generazioni sono, infatti, sempre stati molto restii ad integrarsi completamente nella società locale. Non hanno quasi mai preso in seria considerazione la possibilità di diventare cittadini sviz-

zazione e la complicata procedura burocratica. Un altro pensiero degli italiani in Svizzera è quello di dove invecchiare. Le opzioni sono due. In Italia, per motivi economici. Tanti hanno ancora una casa e l’assistenza sanitaria è praticamente gratuita. In Svizzera queste due voci, da sole, dissanguano i pensionati, anche se si avrebbero a disposizione servizi e strutture di prima qualità e si starebbe vicino ai figli. Molti, non riuscendo a risolvere questo dilemma, optano per una terza soluzione e, cioè, quella

zeri. Negli altri casi, invece, dopo qualche anno di permanenza in un determinato Stato, le persone provenienti dal Bel Paese hanno preso la cittadinanza della nazione che li ha ospitati. Un rifiuto alla naturalizzazione, questo degli emigrati italiani in Svizzera, motivato da diversi fattori. Il sentirsi, ad esempio, sempre uno straniero, la vicinanza geografica alla terra d’origine, con la quale è possibile perciò mantenere un legame, non solo affettivo ma anche fisico ed economico, infine, il notevole costo finanziario della tassa di naturaliz-

Vito Agostini, uno degli ultimi emigranti

Doris Bianchi, 28 anni, giurista a Berna, è nata e vissuta in Svizzera, è figlia di genitori italiani emigrati negli anni ’60. L’abbiamo incontrata a Losanna in occasione del festival itinerante di cinema e migrazioni “Reconnaissances” . Il festival ha dedicato la sua prima edizione alla presenza italiana in Svizzera, dal 4 ottobre al 20 dicembre. Doris, parlaci dell’associazione “Secondas” di cui fai parte. «L’associazione è nata a Zurigo nel marzo del 2003 e ha lo scopo di valorizzare la seconda generazione in Svizzera e di promuovere la naturalizzazione facilitata per i giovani della seconda e terza genera-

Famiglie Trentine

del pendolarismo tra Svizzera e Italia. Quando le forze vengono meno, decidono di restare accanto ai propri affetti. I pensionati trentini che abitano nel Canton Solothurn rappresentano un’eccezione in quanto, avendo la maggior parte di loro sposato una cittadina svizzera, si sono integrati nella società svizzera, abitano in una loro casa, costruita con sacrificio, e hanno deciso già da tanto tempo di invecchiare qui. Il Trentino, però, è e sarà sempre nei loro cuori. Vito Agosti

Berna, sede Famiglia Trentina

zione. Adesso questa organizzazione si sta sviluppando in altre città, ad esempio a Basilea o Berna. Cerchiamo di avere dei nuovi membri nella Svizzera romanda. Il nostro grande progetto è per l’anno prossimo quando ci sarà la votazione della nuova legge sulla nazionalità svizzera. Siamo sicuri che sarà una votazione molto dura e ci saranno tante manifestazioni politiche: noi seconda generazione vogliamo prendere posizione». Perché le richieste di cittadinanza svizzera sono così esigue tra gli stranieri residenti e le seconde generazioni? «Adesso il tasso di naturalizzazione è molto basso in Svizzera

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Non è tutto oro... perché la procedura è molto complicata. Costa molto, e anche il sistema politico tende a sostenere questo sistema di naturalizzazione complicato per cercare di tenere alto il tasso di stranieri che sono più di un milione, ma tantissimi sono nati e cresciuti qui, non si possono più chiamare stranieri. Noi rivendichiamo: una naturalizzazione facilitata per i giovani della seconda generazione, smettiamola con tasse di naturalizzazione al di sopra dei 5.000 franchi; una procedura di naturalizzazione semplice e

uguale per tutti; una naturalizzazione automatica per i bambini della terza generazione, dunque si dovrà procedere a uno jus unico». Che legami avete con i Paesi di origine dei vostri genitori, in questo caso tu con l’Italia? «È un legame dove c’è sempre un’ambiguità, un legame personale perché sono le origini familiari, quindi non le posso cancellare. È poi anche un legame d’interesse per cosa succede in Italia. Ci si sente legati, ma anche un po’ distaccati da


SVIZZERA

Emigrazione e integrazione qualche anno ormai di distanza dalla celebrazione A del trentennale delle “Famiglie Trentine” in terra elvetica, crediamo sia oggi opportuno offrire da queste pagine alcuni brevi spunti di riflessione. In particolare, il nostro pensiero corre alle nuove generazioni nate e cresciute nel Paese elvetico, ovvero ai figli ed ai nipoti degli emigrati trentini. La maggior parte di loro, infatti, ha raggiunto un buon livello d’integrazione sociale, come stanno a dimostrare i dati statistici inerenti ai livelli raggiunti nel campo dell’istruzione e della formazione, nonché quelli relativi ai tassi d’occupazione. Un’alta percentuale è altresì raggiunta per quanto riguarda i matrimoni “misti”. Si evidenziano ancora difficoltà per l’ottenimento di impieghi di carattere pubblico e, del caso, la mancanza di pari opportunità nei percorsi di carriera sia all’interno delle Pubbliche Amministrazioni, sia all’interno del sistema bancario elvetico. Ciò detto, quello che più preme sottolineare in questa sede, il livello generale di integrazione raggiunto con il Paese ospitante sembra essere inversamente

quel che luccica quest’Italia di cui non si capisce tutto. Diciamo che ci sentiamo italiani ma all’estero; sappiamo che la nostra famiglia non è come la famiglia doc svizzera, abbiamo altre priorità rispetto ad altri svizzeri della nostra età». I vostri genitori cosa pensano della vostra associazione? «Per i miei genitori, tutto quello che si rivolge alle origini, al fatto di sapere da dove veniamo, è molto importante. Mi dicono sempre: “non ti scordare da dove veniamo!” Il fatto

ponendo, a detta degli stessi responsabili delle nostre Famiglie in Svizzera, seri interrogativi sullo stesso futuro di detti sodalizi. Quali rimedi? Quali le iniziative da mettere in campo, soprattutto al fine di evitare un progressivo futuro disinteresse rispetto alle attività solidaristiche ancor oggi svolte, con grande passione, dagli attivisti delle Famiglie Trentine? In previsione della riunione annuale dei Presidenti che si svolgerà prossimamente in quel di Basilea, ci permettiamo, da queste pagine, di suggerire alcune proposte da sottoporre ad una loro ponderata valutazione. Per riuscire a coinvolgere le giovani generazioni, per renderle partecipi e responsabili non tanto della sopravvivenza dei sacrifici di un passato che, del resto, gli stessi hanno vissuto solo marginalmente o, tutt’al più attraverso i ricordi dei loro cari, occorrerebbe innanzitutto risvegliare in loro nuovi interessi, nuove motivazioni, vere e proprie “molle” per una effettiva presa di coscienza dell’importanza e delle opportunità legate al mantenere viva una cultura, seppur integrata con quella ospitante. La conoscenza e l’informazione sui

proporzionale al grado di conservazione di una “cultura dell’appartenenza” alle origini storiche e territoriali dei propri genitori e dei propri nonni. Come se i pur positivi processi d’integrazione abbiano ormai definitivamente “sciacquato” con il passare degli anni quel passato pur difficile e, spesso, doloroso, ma anche fatto di grande civiltà e di importanti conquiste, che fa comunque parte ancor oggi del patrimonio e dell’orgoglio dei propri congiunti. Tanto che verrebbe da pensare, più che ad un’integrazione, ad una vera e propria “assimilazione”, perlomeno sul piano culturale, quantomeno di un’intera generazione di figli di trentini nati e cresciuti lontano dalla propria terra d’origine. A fronte di tutto ciò il problema, per quanto attiene la vita sociale delle nostre “Famiglie” in Svizzera, è che incominciano a scarseggiare le nuove leve all’interno delle rispettive associazioni territoriali. La scarsa partecipazione alla vita associativa, evidenziata anche dalla poca affluenza dei giovani alla suddetta manifestazione del trentennale in quel di Berna, sta

d’impegnarsi in un’associazione del genere vuol dire anche che per uno è importante il chi sei e da dove vieni. Però è difficile creare un’associazione solo per italiani perché in fin dei conti viviamo in una società multiculturale dove abbiamo molti altri emigrati e anche questo è un’espressione di una vita moderna». Nella vostra associazione c’è una riflessione sui temi dell’identità? «Questo è di sicuro un tema importante per noi e per noi è

anche importante dire che abbiamo un’identità pluriculturale, non esiste persona che ha una sola identità, sicura di sé in ogni ambito, noi “secondos” ci sentiamo vicini a diverse culture e formiamo una nuova identità. Nella nostra associazione ci sono persone di dodici nazionalità diverse, però il gruppo forte è costituito dai giovani italiani perché anche nell’emigrazione siamo una delle principali componenti». Rispetto alle categorie di classificazione quali emigrante, migrante, nomade, straniero, cittadino del mondo, tu in quale definizione ti riconosci di più? «Mi definisco una ragazza di se-

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nuovi orizzonti, sociali ed economici, che si stanno aprendo oggi grazie ai processi d’integrazione europea, da sole infatti basterebbero a giustificare iniziative, promosse anche in collaborazione con le Istituzioni della Provincia Autonoma di Trento, quali borse di studio od opportunità di interscambi scolastici e/o formativi, tendenti ad evitare il paventato rischio di scollamento generazionale nonché, allo stesso tempo, a sostenere e rivitalizzare le nostre Famiglie Trentine. Antonio Vaccari

conda generazione e questo esprime molte cose: un passato di emigrazione, saper vivere in due ambienti, e spesso significa anche provenire da un ceto sociale più basso rispetto a molti, un passato e un presente non proprio nelle migliori condizioni economiche. Di sicuro non sono una migrante perché io personalmente non ho fatto il passo di andare in un Paese straniero a vivere, dunque mi considero una persona della seconda generazione. E siccome mi sono anche naturalizzata in Svizzera mi posso anche chiamare “svizzera di origine italiana”». Vito Agosti (intervista tratta da www.grtv.it)

Famiglie Trentine


ARGENTINA

Situación de la Argentina y del Chaco uego de la crisis por la que atravesó la República LArgentina a partir de diciembre del año 2001 y con la renuncia del entonces Presidente Fernando De La Rúa, en poco tiempo le sucedieron 5 Presidentes interinos. Con la participación de 7 candidatos por los distintos partidos políticos, se realizaron las elecciones presidenciales, las cuales arrojaron como resultado a dos aspirantes para el balotaje: Néstor Kirchner y Carlos Menem; este último renunció a la segunda vuelta. El 25 de Mayo del 2002 asume la presidencia Néstor Kirchner; a partir de entonces la Argentina fue mejorando en varios aspectos, principalmente el económico. Cabe destacar que hasta fines del año 2001 el dólar estaba 1 a 1 con respecto al peso; actualmente se encuentra a 2,93 por

Aunque, en realidad, son pocas las personas que cumplen con ese trabajo, lo cual convirtió a dicho plan en un instrumento del clientelismo político más que una actividad productiva. El actual presidente Nestor Kirchner debe resolver signifi-

cada peso. Esta realidad cambiaria favoreció las exportaciones y frenó la avalancha de productos importados. Los precios aumentaron considerablemente; la mayoría se basó en el precio dólar, las materias primas son de exportación y hasta entonces los sueldos no sufrieron modificaciones en el Estado. A través de leyes dictadas por el gobierno, las remuneraciones para el sector privado aumentaron en forma escalonada, no sucedió lo mismo con los empleados estatales. Uno de los presidentes interinos, Eduardo Duhalde, estableció el plan “Jefes y Jefas de Hogar”. Consiste en otorgar a cada jefe o jefa de familia desocupado, una asignación mensual de $ 150 y a cambio deben devolverlos con 4 horas diarias de tareas en cualquier institución de la localidad o en el municipio.

Il centro di Resistencia

Producción agricola producción agrícola y sufrieron mucho Lpor aganadera consecuencia de la sequía de más de 4 meses; actualmente en 3 días ha llovido alrededor de 150 milímetros, gracias a esto el sector rural fue favorecido ampliamente. A los productores que estaban cosechando el cultivo más importante de la provincia, el algodón, les perjudicó porque debido a la humedad disminuye considerablemente el rinde de la fibra. En el año 2001 el precio del algodón alcanzó un promedio de $ 400; en el 2002 $ 600; en el año 2003 $ 1000 y actualmente se pagó hasta $ 1600 el algodón de buena calidad tipo “B _”. La cosecha del algodón se realiza de dos maneras: manual o con cosechadoras. Comparado con años anteriores los colonos, en su mayoría, han elegido la cosecha manual porque es más barata y los fines de semana el centro de Quitilipi se ve colmado de cosecheros

Famiglie Trentine

cativos problemas, tales como: lograr importantes acuerdos por el tema de la deuda externa, eliminar la corrupción, favorecer la reforma política en los tres poderes del Estado, fomentar la creación de fuentes de trabajos genuinas, etc.

La Familia Trentina en el exterior de Quitilipi - Chaco

que vienen a realizar todo tipo de compras, algo que no se notaba desde hace 2 o 3 años atrás. No sólo algodón produce la provincia del Chaco; en menor porcentaje existen los cultivos de granos, tales como la soja, maíz, sorgo y girasol. Ya es conocido mundialmente la calidad de la carne Argentina y actualmente la producción ganadera está atravesando por una buena etapa, tanto en producción, precio y exportación. Las represas, cañadas, se secaron por la falta de lluvias, los ganaderos tomaron medidas para obtener agua, tales como pozos, molinos de vientos, tanques australianos y todo lo que pudiera servir para dar de beber a los animales vacunos principalmente. Aunque se ha generado esperanza en el pueblo argentino, es evidente que persisten el estado de pobreza de la mayoría de la población. Elda Colombo

a Familia Trentina en el Exterior de Quitilipi Ltrabaja con los trentinos y descendientes por medio de ayuda económica que recibe desde la Provincia Autónoma de Trento. Durante 4 años se

Elda Colombo con il figlio Hugo Delanghe

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dictó un curso de italiano. Se han distribuido ayuda a personas enfermas y algunas becas de estudio. En la parte cultural está apoyando a un curso de idioma Italiano que se dictará de manera gratuita en Presidencia Roque Sáenz Peña ( a 25 Km. de Quitilipi), organizado por la Asociación Italiana de esa ciudad. La comunidad quitilipense recibió con entusiasmo y algarabía la visita del Coro Trentino “Genzianella” en el salón del Club Social, el cual fue cubierto en su totalidad por los espectadores que escucharon con agrado la actuación. Esta institución mantiene un permanente contacto con las autoridades que se encuentran en Trento mediante correo electrónico.


ARGENTINA

La Famiglia di Rafaela compie dieci anni. Auguri! ncora risuonano nei nostri cuori le armoniose voci A del Coro Genzianella, il quale è stato il miglior regalo che la nostra sede Madre, l’Unione Famiglie Trentine all’Estero, insieme alla Provincia Autonoma di Trento, ci ha fatto per concludere l’anno 2003. Il Consiglio direttivo della Famiglia Trentina di Rafaela ha iniziato il 2004 con una piccola festa. Per noi questo sarà un anno importante. Compieremo 10 anni

tamente saranno prioritarie le attività nel campo della solidarietà. Per tutto l’anno si daranno aiuti economici ai famigliari di persone trapiantate che dovranno recarsi a Buenos Aires; andrà avanti la consegna di corredini per i bimbi nati il 28 agosto e il 25 dicembre all’ospedale locale dove sono ricoverate le mamme di scarse risorse. Oltre alla Piccola Scuola di Italiano per adulti, il concorso let-

di vita. Siamo nati il 28/08/1994 e siamo la prima Famiglia Trentina in Argentina che ha aderito all’Unione. Abbiamo già programmato una serie di attività per festeggiarlo. Senza trascurare, ovviamente, le abituali e apprezzate iniziative svolte fino ad ora. Per il mese di agosto si sono pensate una serie di attività culturali, gastronomiche e di giochi per i nostri bambini, per i giovani e l’intera comunità trentina. Cer-

Marcela con la figlia Bianca

terario e fotografico, la Carovana delle Fisarmoniche, oggi abbiamo l’orgoglio di un coro di voci maschili (unico a Rafaela e nei dintorni). Diretto dalla maestra Veronica Ghiano, laureata al Conservatorio Superiore di Musica di Santa Fe, questo coro avrà un repertorio di canzoni argentine (tango e folklore) sudamericane e trentine. Il 2004, dunque, sarà, certamente, un anno speciale. Come sempre lavoreremo con entusiasmo e allegria per centrare i nostri sempre presenti obiettivi di aiuto solidale, di diffusione della cultura trentina e della sua bella tradizione dentro la nostra città di Rafaela. Marcela Valler

Direttivo e collaboratori della Famiglia Trentina di Rafaela

Luque: cooperativismo a pieno regime i è svolto con grande successo il Corso di Cooperativismo e gestione, organizS zato dalla Famiglia Trentina di Luque – Calchin ed al quale si riferisce la foto. Ma l’attività non si ferma qui, poiché è entrato nel vivo il progetto, finanziato dalla Regione Trentino - Alto Adige tramite l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, incentrato sulla coltivazione di ortaggi e sull’allevamento di animali da cortile, dove la municipalità di Luque ha concesso il terreno necessario. Anche in questo modo la Presidente Rosa Bosetti e lo staff della Famiglia cercano di far ripartire e sviluppare l’economia della zona. Da parte della sede centrale gli auguri di buon lavoro.

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Famiglie Trentine


BRASILE

Il Brasile che cambia di Juvêncio Campestrini

o dia 21 de março, encerrase mais uma temporada de N verão, o qual não se mostrou tão forte como em anos anteriores. Passamos a maior parte da temporada por temperaturas amenas e com chuva acima da média até então registrada. Em termos gerais a temperatura tem oscilado entre 20 e 33°C no Sul e Sudeste e 27 e 38°C no Norte e Nordeste do Brasil. Quanto à economia, o Brasil está numa fase de estagnação, não ajustado ainda ao modelo do PT (Partido dos Trabalhadores), do Presidente Lula (Luiz Inácio Lula da Silva), partido este de

esquerda, a qual pela primeira vez na história assumiu o poder. O principal objetivo do governo é a manutenção da inflação em patamares baixos, na faixa de 8% ao ano. O problema é que o resultado tem sido alcançado a troco de juros altos (16,5% ao ano), o que não permite o crescimento da indústria e do emprego. Para você ter uma idéia, ano passado nosso crescimento foi de 0%, ou seja, não crescemos. De qualquer modo, as perspectivas de melhora são ótimas para o ano de 2004, coisa que já está sendo notada nesses primeiros meses.

Famiglia trentina di Joinville: attività e programmi ontinuas firmes as reuniões periódicas da diretoria. C Dentro desse contexto são realizadas reuniões mensais, de

prementes. No último dia 5 de março a reunião aconteceu na residência de Gelindo Bertoldi, quando na oportunidade de-

forma alternada na casa dos diretores, visando analisar as atividades do período e procurando definir as ações mais

Santa Catarina, spiagge ancora incontaminate

I vertici della Famiglia di Joinville

Famiglie Trentine

finimos a programação para 2004, especialmente relacionada ao dia das mães, dos pais e festividades de final do ano, bem como sobre o coral. Tratamos também do incentivo à participação dos jovens na cultura italiana, através do esporte, música e da própria língua. Temos também como proposta para este ano, realizar encontros com outras “Famiglias Trentinas” de Santa Catarina, para com elas definirmos programações conjuntas. A primeira reunião está sendo agendada para o mês de junho.

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BREVI DAL MONDO ROMA (ITALIA) La crescita dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero desta sempre più interesse nel mondo della comunicazione nazionale ed internazionale. Da qualche mese la nostra attività viene seguita con attenzione anche dai tre principali siti italiani, consultati regolarmente da ambasciatori, politici ed imprenditori di tutto il mondo, che si occupano di emigrazione. Sono: www.grtv.it, www.mclink.it/com/inform/ e www.newsitaliapress.it.

COLONIA TIROLESA (ARGENTINA)

RESISTENCIA (ARGENTINA)

Belle notizie da Colonia Tirolesa. La locale scuola elementare “Dr. Pablo Rueda”, appena rimodernata, è ora dotata di una spaziosa mensa, di nuove aule, di moderni servizi igienici, anche per portatori di handicap. La direttrice Cipriana Elena Egea ringrazia quanti hanno reso possibile l’operazione, in primis la Regione Trentino - Alto Adige e la nostra Associazione. Un ruolo importante lo ha avuto anche Angelo Cantonati.

Margarita Bussolon ha compiuto gli anni. Quanti? Che domande, ad una signora non si chiede mai l’età. Auguroni e tanta felicità!

segna, cioè, di cibi e di altri aiuti alla casa salesiana “Miguel Magone”, la quale si dedica alla gente bisognosa della “Favela do Pedregal, a Sao Josè. Nella foto, Joao Andreata si trova accanto a sorella Sirlei e sorella Gemma. Complimenti!

RAFAELA (ARGENTINA) È uscito recentemente il nuovo numero del giornalino della Famiglia di Rafaela. È quasi tutto dedicato al viaggio in Argentina del Coro Genzianella. Molto belle le foto. Alla redazione facciamo i nostri complimenti. Ottimo lavoro!

SANTA CATARINA (BRASILE) FLORIANOPOLIS (BRASILE) 1 Il presidente della Famiglia Trentina di Florianopolis, Sylvio Synesio Vitti, raddoppia. Nelle scorse settimane la sua dolce consorte gli ha regalato una meravigliosa bambina. Non c’è due senza tre, caro Sylvio. Aspettiamo il terzo!

TRENTO 1 Un grave lutto ha recentemente colpito la giornalista Sandra Frizzera. L’Unione Famiglie Trentine all’Estero si stringe forte a lei per la perdita dell’adorato marito Remo. Un particolare abbraccio le arriva dalla nostra Famiglia di Stivor. La sua Stivor. TRENTO 2 Una favola che dura da ben 40 anni. Non c’è dubbio, il matrimonio tra Renata Corradini, consigliere dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero, e Luigi Vacis è davvero magnifico. Cara Renata, caro Luigi, festeggiate questo quarantesimo con tanta serenità e gioia!

È scomparso a 82 anni, il 25 dicembre 2003, Aldo Pierini, socio carismatico della Famiglia Trentina di Florianopolis, molto conosciuto anche per le sue doti di cantante. Ci mancherà. WOLLERAU (SVIZZERA) Ci ha lasciati, lo scorso 8 gennaio, Alfredo Birti - Fardin. Nato a Lavarone il 2 settembre del 1933, Alfredo lasciò l’Italia nel 1951 per raggiungere Balsthal. Se n’è andato dopo una vita dedicata al lavoro e all’amata famiglia. Ciao Fredi.

AVELLANEDA (ARGENTINA) Avellaneda ha celebrato, lo scorso 18 gennaio, i primi 125 anni della sua fondazione. Per tutto il 2004 sono in programma parecchie manifestazioni per festeggiare l’evento. Le seguiremo attraverso i racconti di Maribel Moschen. Nel prossimo numero pubblicheremo un suo articolo, sulla storia di Avellaneda, che, purtroppo, non abbiamo potuto mettere ora per problemi di spazio.

DITECI LA VOSTRA

FLORIANOPOLIS (BRASILE) 2

Come già successo in passato, vi chiediamo il vostro aiuto per far diventare sempre più bello e ricco di notizie questo periodico. Scrivete a dittamo36@hotmail.com per suggerirci nuovi argomenti. Aspettiamo le vostre proposte. Risponderemo a tutti.

La Famiglia di Florianopolis dimostra ancora una volta, se mai ve ne fosse bisogno, di essere sempre pronta ad aiutare le persone meno fortunate. In una lettera spedita all’Unione, il presidente Sylvio Vitti e il segretario Joao Andreata de Souza, oltre a spiegare la recente attività svolta insieme al Centro di cultura italiana Rr/Sc e il Vice-consolato d’Italia, hanno allegato una foto che testimonia un momento toccante. La con-

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Famiglie Trentine


I PROTAGONISTI

A tu per tu con la vicepresidente Rina Bonvecchio argentini è scomparsa l’allegria, la voglia di guardare al futuro in modo costruttivo». Per fortuna negli ultimi mesi ci sono dei segnali di ripresa. «Questo mi conforta. Sono in continuo contatto con i miei parenti e i componenti delle varie Famiglie dell’Unione. Parlando con loro capisco che l’Argentina sta uscendo dal tunnel. Io stessa, nel mio ultimo viaggio, ho visto una situazione meno drammatica rispetto al periodo più difficile». L’Unione sta portando avanti parecchi progetti in questa zona del Sudamerica. «Era doveroso aiutare gli emigrati. Mi sembra che i risultati ci stiano dando ragione, o sbaglio? L’impegno del gruppo di cui faccio parte, delle Istituzioni e di chi ha collaborato con noi è servito». Come vede, signora Bonvecchio, il futuro dell’associazione? «Roseo. Siamo una realtà in crescita e le soddisfazioni che stiamo avendo, penso ad esempio all’incremento delle nostre Famiglie, lo dimostrano meglio di tante altre parole. L’importante è non abbassare la guardia e continuare a lavorare con grande umiltà». Buona Pasqua. «Grazie. Ricambio gli auguri e li estendo a tutti i lettori, in modo particolare a quanti vivono lontano dall’Italia». Nicola Marchesoni

«Mi sento argentina ed italiana, contemporaneamente. Non potrei mai scegliere di appartenere ad uno solo dei due Paesi che hanno segnato la mia vita. Sono un albero senza radice». Rina Bonvecchio sorride divertita. Nata in provincia di Buenos Aires e cresciuta a Cordoba, la nostra vicepresidente ha conosciuto il Trentino in giovane età. Doveva rimanerci per poco tempo, vi è, invece, rimasta per sempre (miracoli dell’amore). Signora Rina, che ricordi ha della sua infanzia, passata nell’Argentina degli anni d’oro? «Stupendi. C’era una situazione meravigliosa.. Giravano soldi, la gente era serena. Si stava bene nella capitale ma anche nelle altre zone interne. Che peccato». In che senso peccato? «Purtroppo da un po’ di tempo le cose, come voi sapete, sono cambiate, in negativo. Una pesante crisi ha messo in ginocchio la mia patria. Non ci voleva. La disoccupazione è salita alle stelle, tante persone da ricche sono diventate povere. Dai volti degli

BIT 2004: il Sudamerica conquista gli italiani i è svolta a Milano, nel mese di febbraio, la 24ª edizione di Bit - Borsa S Internazionale del Turismo. Quattro giornate di programma mirato, dal trade al viaggiatore. I risultati? I numeri sono decisamente incoraggianti: 136.700 presenze complessive, con un incremento di +6,7% sul totale rispetto alla scorsa edizione. Ben più significativo il dato di 96.700 operatori professionali, con una crescita ancora più marcata: +11%. Confermato anche il successo di pubblico con 40.000 viaggiatori che hanno visitato la manifestazione. Tra gli stands riservati al mercato italiano, c’era, in bella evidenza, quello del Trentino. Nello spazio rivolto ai Paesi europei ha destato estrema curiosità ed interesse la presenza di realtà fino a poco tempo fa totalmente sconosciute nel settore turistico. È il caso, ad esempio, della Serbia. Molto belli gli angoli riservati all’Argentina e al Brasile. Inutile dire che questi ultimi due erano tra i più affollati in assoluto. Italia e Sudamerica, insomma, si amano. N.M.

Famiglie Trentine

Buona Pasqua

coa

Feliz Pàs

Kalo Paska

Buena Pascua

Sretun Uskrs

Happy Easter

krs

Frohe Ostern

Sretan Us

barak

Mu Eid-Foss’h

Joyeuse Paques

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