Il melo

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Copia gratuita, mese di febbraio 2020 Numero 067 www.giornaleilmelo.eu e-mail:redazione@giornaleilmelo.eu Mensile indipendente Edizioni: Il Melo. Direttore responsabile Giacomo Eccher - Reg.Tribunale di Trento nr.7 del 21/05/2014

Direzione-Redazione: Via Marconi,3 38023 Cles (Tn) Tel.3200870446 - Pubblicità inf.50% Grafica e stampa: Tipografia Quaresima s.n.c. Via Marco da Cles, 8/10 Tel.0463.421375

Periodico Indipendente di: INFORMAZIONEsCULTURAsTERRITORIOsARTIGIANATOsSTORIAsSALUTE sAGRICOLTURAsECONOMIAsTURISMOsSPORT

Analisi ‘2019 ...

Alzheimer

Intervista al dott. De Luca

...Non siamo soli 7

Economia

Vittorio Sgarbi

Inserto speciale

Cagnò

In visita a Melinda 11-14

Melinda informa

L’altro San Valentino 15

Territorio

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2020, l’anno della salute dalle piante Proteggere la salute delle piante può aiutare a porre fine alla fame, ridurre la povertà, tutelare l’ambiente e dare impulso allo sviluppo economico. Queste le ragioni per cui la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) ha proclamato il 2020 l’Anno Internazionale della Salute delle Piante (IYPH) su proposta del governo Finlandese. Ma non solo, dalle piante, in particolare dalle mele Renetta Canada -Melindacoltivate in val di Non arrivano buone notizie per prevenire la salute umana come dimostra una ricerca condotta da Fondazione Edmund Mach di San Michele dell’Adige e Università di Reading (Regno Unito), in collaborazione con l’Università di Trento. Lo studio di recente ha avuto un avvallo scientifico internazionale con la pubblicazione sul prestigioso “American Journal of Clinical Nutrition”, un’autorità nel campo della divulgazione scientifica a livello mondiale. Quello stesso studio nelle sue prime già evidenti conclusioni ‘si parva cum magnis comparere licet’ nell’ottobre 2018 erano state oggetto del convegno organizzato a Cles da “Il Melo” con il curatore trentino della ricerca, il professor Fulvio Mattivi, e la dottoressa Francesca Fava sul ruolo

Castel Malgolo (Foto aerea di Sergio Zanotti)

del microbiota intestinale nel modulare le proprietà salutistiche della mela. Gli studi, che allora non erano ancora ufficialmente completati, hanno dimostrato scientificamente i meccanismi tramite i quali le mele Renetta Canada, assunte regolarmente, possono ridurre significativamente il colesterolo totale e alcune molecole di adesione vascolare importanti nell’insorgenza di ipertensione arteriosa. Davvero una bella soddisfazione per la nostra Testata che, grazie alla collaborazione dei due ricercatori ha avuto il privilegio di anticipare al pubblico ed ai lettori

una scoperta che rivaluta ancora di più il valore della mela tradizionale della nostra valle, la Renetta Canada. Tornando all’anno internazionale della FAO, le piante costituiscono l’80% del cibo che mangiamo e producono il 98% dell’ossigeno che respiriamo, tuttavia sono esposte alla costante e crescente minaccia di malattie e parassiti. Ogni anno fino al 40% delle coltivazioni mondiali viene distrutto da malattie e parassiti, con conseguenti perdite commerciali di oltre 220 miliardi di dollari, milioni di persone ridotte alla fame e gravissimi danni all’agri-

coltura - la principale fonte di reddito per le comunità rurali più povere. Per questo motivo le politiche e gli interventi per promuovere la salute delle piante sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’assioma di base è che, come per la salute umana o animale, anche per le piante “è meglio prevenire che curare”. Proteggere le piante da malattie e parassiti infatti è molto più economico che affrontare le emergenze fitosanitarie anche se spesso le malattie e i parassiti sono difficili da debellare (vedi la cimice asiatica) e la loro gestione è lunga e costosa. Ma è nelle piante che risiede il futuro della terra e dell’umanità. Secondo uno studio del Crowther Lab della Scuola Politecnica Federale di Zurigo, sulla terra ci sono 3.040 miliardi di alberi, sette volte più di quanto stimato in precedenza. E ciò significa che il pianeta ha una maggiore possibilità di assorbire le emissioni di CO2. Non solo, secondo lo studio ci sarebbe lo spazio per altri 1,2 trilioni di nuovi alberi a livello globale, che sarebbero capaci di assorbire più ‘anidride carbonica’ di quello emesso dalle attività umane ogni anno. Come dire che per l’’uomo c’è ancora speranza, se solo lo vuole. Giacomo Eccher

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febbraio 2020

Co.Di.Pr.A. - 45 anni

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Co.Di.Pr.A. diventa Soggetto Gestore dei Fondi IST

Pietro Bertanza

Il 2020 è iniziato all’insegna delle buone notizie per il Condifesa di Trento – Co.Di.Pr.A., infatti la Commissione istituita ad hoc dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al fine di valutare le domande a Soggetto Gestore di Fondi mutualistici ha dato parere favorevole alla istanza presentata dal Consorzio sia rispetto alla richiesta di Soggetto Gestore sia rispetto ai Regolamenti di 3 Fondi mutualistici. In particolare, sono stati approvati i Regolamenti del Fondo IST Mele, quello del Fondo IST Latte e quello del Fondo Fitopatie, dando il via libera definitivo alla loro attivazione e riconoscimento già nel 2019. Fondi per la stabilizzazione del reddito (IST) che hanno riscosso numerose adesioni da parte degli agricoltori provinciali, come sottolineato da Giorgio

Gaiardelli, presidente di Co.Di.Pr.A. “Oltre il 70% delle superfici dei nostri associati – evidenzia Gaiardelli – ha aderito a questi innovativi strumenti di gestione del rischio, evidenziando lungimiranza e capacità di programmazione dell’agricoltore. Come Consorzio siamo stati i primi a livello nazionale a credere nei fondi IST, supportando le adesioni dei nostri soci ai fondi che prevedono una contribuzione pubblica del 70%”. Grazie ai nuovi Fondi sarà possibile coprire i rischi dovuti agli andamenti

e stabilizzazione del reddito) – spiega Andrea Berti, direttore di Co.Di.Pr.A.

fluttuanti del mercato, per quanto riguarda i comparti melicolo e zootecnico attraverso il Fondo IST Mele e il Fondo IST Latte, e dare risposte concrete ai problemi causati da fitopatie sul nostro territorio provinciale, come la cimice asiatica, attivando il Fondo Fitopatie. Inoltre, l’elevata contribuzione pubblica che godono queste tipologie di strumenti di gestione del rischio (pari al 70%), permette di calamitare oltre 10 milioni di euro ulteriori nel 2019 e forse una ventina in futuro dalla Comunità Europea e che andranno a formare il patrimonio dei diversi Fondi. Per quanto riguarda la campagna appena trascorsa il 2019 potrebbe essere definito, dal punto di vista agricolo, a due facce. Se da un lato non si sono riscontrati eventi estremi, come la tremenda gelata del 2017, dall’altro si sono verificati una serie diffusa di episodi calamitosi che hanno causato danni a numerose colture agrarie della nostra provincia. “Fortunatamente oltre il 90% degli agricoltori si assicura e gran parte estende le garanzie e le protezioni aderendo a fondi agevolati (sotto soglia, fitopatie, mancati conferimenti

– andando a tutelare con uno strumento assicurativo circa 430 milioni di euro di produzioni agricole, oltre ad ulteriori 515 milioni di euro coperti con soluzioni mutualistiche. In particolare – continua il direttore – nella nostra provincia aderiscono a soluzioni di gestione del rischio oltre il 90% delle mele e il 75% dell’uva con una media che sfiora l’85%”. Le aree maggiormente colpite da eventi atmosferici avversi – evidenzia Berti – sono la zona di Denno, Campodenno in Val di Non, in Valsugana, nelle Giu-

dicarie (Stenico e Dorsino), nella zona di Trento Sud e in Vallagarina. I danni sono da imputare principalmente a grandine, gelo, vento ed eccesso pioggia (per l’uva da vino) che hanno causato danni agli assicurati per oltre 40 milioni di euro. Le compagnie di assicurazione, spiega il direttore – entro Natale hanno ristornato i danni agli assicurati. Altro capitolo va riservato alla cimice asiatica – evidenzia Gaiardelli – su questo fronte stiamo chiedendo al Ministero dell’agricoltura di ampliare le garanzie del Fondo Fitopatie per coprire i danni causati anche dalla cimice già a partire da quest’annata. “L’insetto alieno, da una prima analisi, sembra abbia causato danni per oltre 7 milioni di euro alle colture trentine, in particolare su melo. Stiamo lavorando con la Fondazione Mach e le organizzazioni associative agricole trentine per strutturare al meglio il Fondo – sottolinea Berti – in coerenza e quale strumento a supporto di una puntuale applicazione diffusa delle condizioni del «Piano Cimice», responsabilmente e a tempo di record strutturato dalla nostra Provincia”.

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LA COMUNITà DI VALLE Informa

febbraio 2020

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Ecologia, AUTODIFESA, GRANDI OPERE Una raccolta che fa la differenza Il trend di crescita della raccolta differenziata in Val di Non è stato confermato anche nel 2019. Un nuovo record infatti è stato raggiunto: dopo l’interessante traguardo del 78,96% dell’anno 2018 nell’anno appena passato la percentuale è del 79,13%. Un risultato confortante per l’amministrazione della Comunità impegnata da anni nel miglioramento di questo dato attraverso lo sviluppo dei servizi a disposizione del cittadino e campagne di sensibilizzazione ad ogni livello. Non si tratta solamente di orgoglio fine a sé stesso per il raggiungimento di risultati importanti ma una vera soddisfazione per la qualità della tutela ambientale che la nostra comunità dimostra di saper perseguire e apprezzare. Molteplici sono le opportunità messe in campo dalla Comunità sia nei confronti dei cittadini che dei turisti, ma anche verso le aziende, le associazioni e le scuole. Siamo contenti di constatare che una cultura più verde nei confronti del nostro ambiente di vita quotidiano sia sempre più radicata e convinta. In quest’ottica la Comunità promuove e organizza direttamente attività mirate nelle scuole rendendo maggiormente consapevoli i giovani cittadini del domani sull’importanza del Riciclo, ma anche del Riutilizzo, del Recupero e della Riduzione, (la cosiddetta “Regola delle 4 R”). In effetti se la raccolta differenziata aumenta di anno in anno in termini percentuali non significa che vi sia una minor produzione di rifiuti. Una sfida importante per il futuro del nostro territorio e del nostro pianeta in generale è proprio quella che mira alla riduzione dei rifiuti prodotti. Un grande problema attuale, in particolare, è l’iperproduzione di plastica. Anche nei nostri Centri Raccolta infatti stiamo conducendo un’indagine specifica sulla produzione di plastica che risulta essere in netto aumento negli ultimi anni, di cui vi daremo riscontro nel prossimo numero. Silvano Dominici - Presidente Comunità della Val di Non CORSO DI AUTODIFESA AL FEMMINILE Per acquisire sicurezza ed autocontrollo in una società che troppo spesso ci mette davanti ad episodi spiacevoli nei quali le vittime sono le più indifese! Martedi 21 gennaio è entrato nel vivo il corso gratuito di autodifesa al femminile che si svolge presso il Centro CSEN Arena di Cavareno (Tennis Halle) dalle ore 20,00 alle 21.30 per un totale di 13 lezioni. Il corso è promosso dall’Associazione Sportiva Anaune Budo Defense di Cles con il sostegno dell’assessorato alle politiche sociali della Comunità della Val di Non e del Comune di Cavareno. Il corso fa seguito a quelli realizzati, negli anni 2017, 2018, 2019, in alcuni Comuni della Valle di Non che hanno visto la partecipazione di 60 donne di ogni età, ed in cui abbiamo riscontrato un grande interesse ed un’entusiastica partecipazione, ma anche una richiesta di riprogrammare il corso stesso. “Siamo convinti - commenta Carmen Noldin, assessore alle politiche sociali della Comunità della Val di Non - che prevenire è la mossa giusta per mettersi al riparo da incontri potenzialmente spiacevoli e da brutte esperienze. Purtroppo si legge troppo spesso sui giornali o dai media, di aggressioni più o meno violente su donne indifese. Troppe volte si tratta di giovani ma anche di persone anziane. Con questo nuovo corso non si vogliono certo garantire soluzioni totali e sicure per i mille problemi sociali connessi con questi fenomeni, ma è intenzione fornire comunque un valido supporto per aiutare le donne a potenziare il proprio livello percettivo, a conoscere e a prevenire le situazioni di pericolo, ma anche ad acquisire maggiore sicurezza in se stesse”. “La partecipazione a questo corso di difesa personale – commenta il Maestro Micheli Ivan - insegna a gestire emozioni e paure, ad aver un maggior controllo su sé stessi e sui propri movimenti, a sventare la possibilità di essere aggredite, nonché a rispondere all’avversario in caso di scontro diretto. Si tratta un corso con un programma semplice, ma efficace, - spiega il maestro - l’obiettivo è far imparare alle donne strategie utili a riconoscere un potenziale per difendersi da aggressioni di ogni tipo”. Oltre alla parte tecnica, gestita dai Maestri Alessio Moser ed Ivan Micheli, il corso affronterà gli aspetti psicologico-emotivi con la presenza della psicologa Mariana Pertoldi che porterà il suo contributo per permettere alle donne di sentirsi tranquille anche a livello psicologico. L’autodifesa femminile non è soltanto fisica, ma è prima di tutto psicologica. Il primo passo nella psicologia dell’autodifesa femminile è la prevenzione, per attuarla è fondamentale non solo riconoscersi vulnerabili fisicamente, ma anche degne di rispetto e in diritto di tutelare i propri confini sia fisici che psicologici. Il costo è gratuito, la parte assicurativa a carico delle partecipanti. è obbligatorio il certificato medico di buona salute. Per iscrizioni e info scrivere a: artimarzialicse@gmail.com Oppure a Ivan Micheli 3479572843 / Alessio Moser 3470631694. Carmen Noldin - Ass. Politiche Sociali Comunità Val di Non IL FONDO UNICO TERRITORIALE: Lo stato dell’arte Il Fondo Unico Territoriale (FUT), operativo dal 2013, è amministrativamente co-gestito dalla Comunità della Val di Non e dalla Provincia Autonoma di Trento. Finanzia una serie di opere di competenza comunale, inserite in una graduatoria che i Comuni della Valle hanno preventivamente approvato in sede di conferenza dei sindaci. Trattasi principalmente di opere di carattere igienico – sanitario, cimiteri, viabilità, riqualificazione di aree pubbliche e interventi di realizzazione o ristrutturazione di edifici pubblici. Alla data odierna sono state ammesse a finanziamento 46 opere per un investimento totale di € 18.711.370,26 (di cui € 15.559.549,93 finanziati); di queste, 33 sono state concluse, 10 sono in corso di realizzazione, 3 appaltate; ancora 8 sono le opere presenti in graduatoria non coperte da finanziamento: alcune di esse potranno trovare copertura finanziaria grazie al “tesoretto” che progressivamente si accumula a seguito dei minori costi di realizzazione di alcune opere precedentemente finanziate e rendicontate. Il FUT, quindi, al netto di un appesantimento procedurale previsto dalla normativa provinciale, risponde alle esigenze manifestate dai Comuni ed ha prodotto e produce tutt’ora una importante ricaduta economica sul territorio, consentendo a imprese, artigiani e liberi professionisti di partecipare alla realizzazione delle opere finanziate. Infine, grazie al meccanismo di scorrimento della graduatoria, si evita che le risorse risparmiate tornino automaticamente nella disponibilità della Provincia e si garantisce che le stesse siano investite sul territorio della Val di Non a beneficio dei suoi abitanti. Avv. Fabrizio Borzaga (Asssessore con delega al FUT)


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AGRICOLTURA

febbraio 2020

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Flash di agricoltura notizie e curiosità

NIDI DI PROCESSIONARIA IMPALLINATI DA TERRA I nidi di processionaria del pino sono costruiti dalle larve all’apice della pianta o all’estremità dei rami nelle posizioni meglio esposte al sole. In passato i forestali impallinavano i nidi sparando da terra. I pallini aprivano i nidi ed esponevano le larve al freddo che le faceva morire. Questo tipo di lotta non si pratica più ma sta a dimostrare che il freddo è micidiale per le larve contenute nel nido. La sopravvivenza è assicurata dal calore che sviluppano stando riunite in una sorta di glomere. Sono avvantaggiate le larve che vivono all’interno di nidi di grosse dimensioni perché lo sviluppo di calore è maggiore. MERCATO FERMO PER IL LEGNAME NON COLPITO DA VAIA I proprietari pubblici e privati di boschi non colpiti dal tornado Vaia non hanno convenienza a tagliare legname e porlo in vendita perché il mercato è appesantito da un’offerta elevata di materiale legnoso proveniente dalle zone colpite. Il taglio viene quindi rinviato a tempi più favorevoli.

Tra le poche eccezioni si può citare il comune di Fondo in Val di Non che è riuscito comunque a vendere una consistente partita di legname in bosco a 50 euro a metro cubo. Lo stesso legname prima dell’evento calamitoso avrebbe spuntato un prezzo compreso fra 50 e 60 euro a metro cubo. IN FASE DI RISORGENZA LA CIMICE VERDE La cimice asiatica ha tenuto banco per l’intera stagione 2020 a causa dei danni provocati soprattutto alle mele. Sono passate in subordine altre specie di cimice endemiche che da sempre si trovano su varie specie arboree, ma soprattutto erbacee presenti in Trentino. La più nota è la cimice verde.

In comune con la cimice asiatica ha la forma del corpo a pentagono e l’appartenenza alla stessa famiglia. Oltre al tipo di danno che nella scorsa stagione è stato riscontrato soprattutto in alta Val di Non. A determinare l’incremento numerico di questa ed altre specie autoctone sono gli stessi dati climatici che hanno favorito la cimice asiatica. La questione andrebbe comunque approfondita perché l’aumento della presenza potrebbe essere dovuto anche a fattori biologici quali ad esempio la scomparsa di parassitoidi specifici. UTILITà DELLO SCHEDARIO DEI PASCOLI PUBBLICI Tra le attività svolte dall’Agenzia provinciale per i pagamenti in agricoltura (Appag) nel corso del 2020 il dirigente Pietro Molfetta mette al primo posto per importanza e funzionalità l’approntamento dello schedario dei pascoli di proprietà pubblica. Determinante, dice Molfetta, è stata la collaborazione con il Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento che ha messo a disposizione i dati contenuti nei piani forestali. Restano escluse per il momento le malghe private che rappresentano il 12% della superficie totale a pascolo. Nel 2020 l’Agenzia si occuperà del possibile utilizzo del satellite Sentinel e dei sistemi di interpretazione delle immagini rivelate dall’alto per controllare lo stato di coltivazione e manutenzione dei pascoli annessi alle malghe. APPROVATI I DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA Il 12 dicembre 2020 il Comitato interministeriale che fa capo ai dicasteri Agricoltura, Ambiente e Salute pubblica ha approvato i disciplinari di produzione integrata da applicare alle varie coltivazioni nella nuova stagione. L’entrata in vigore per il Trentino è subordinata alla firma di una determina da parte del dirigente del Servi-

Sergio Ferrari

zio agricoltura. Alla definizione dei singoli protocolli, soprattutto per quanto riguarda i prodotti fitosanitari ammessi per renderli il più possibile adeguati alla situazione fitosanitaria del Trentino nei vari comparti produttivi, ha collaborato il perito agrario Renato Martinelli funzionario del Servizio agricoltura. MIELE IMPORTATO DALL’ESTERO La scarsità di miele prodotto nella stagione 2020 non solo in Trentino ma anche in Italia e nei vari Paesi europei ha fatto aumentare il flusso di miele importato dall’estero. C’è quindi il pericolo che arrivino anche in Trentino mieli non sufficientemente controllati e garantiti per qualità ma soprattutto sotto il profilo salutistico. La semplice dicitura “mieli comunitari” e/o “mieli extracomunitari”, dice Marco Facchinelli apicoltore professionale e presidente dell’Associazione apicoltori trentini, non è sufficiente. Anche perché nell’etichetta non è indicata la percentuale di mieli provenienti da diverse fonti nettarifere. La via più sicura è l’acquisto da apicoltori conosciuti e fidati. A chi acquista miele nei supermercati può essere di guida nella scelta il prezzo che cresce con la qualità. RIVALUTATE LE FUNZIONI DEI FUCHI Nel gruppo di esperti della Fondazione Mach che si occupano di apicoltura è entrato all’inizio del nuovo anno un giovane dottorando di ricerca che nel prossimo triennio si occuperà di fuchi, cioè dei maschi delle api. Le loro caratteristiche anatomiche ed il comportamento all’interno dell’alveare, dice Paolo Fontana coordinatore del gruppo, giustificano in parte la nomea di pigroni e di mangiatori a ufo di miele che finora è stata loro attribuita. Il ruolo dei fuchi si sta rivalutando in seguito a nuove esperienze e studi. è vero che soprattutto all’inizio i fuchi mangiano molto miele. Ma da adulti svolgono attività molto utili alla famiglia delle api. Riscaldano la covata, raccolgono il nettare dalle api operaie e lo distribuiscono ad altre api. Alla funzione primaria di fecondatori delle regine si aggiunge il ruolo di riserva del genoma della razza. Il dottorando di ricerca approfondirà queste ed altre funzioni svolte dai fuchi e studierà i modi per regolare la loro presenza numerica nell’alveare. In una famiglia forte i fuchi rappresentano il 5-10%. I�L MELO

Il mensile dei Nonesi pensato per i Nonesi

Editore: Paolo Leonardi Direttore: Giacomo Eccher Coordinatore: Giorgio Bergamo Ammistrazione: Giorgio Leonardi Fotografo ufficiale: Sergio Zanotti

Distribuzione: Daniel Dalpiaz Redazione: Cles, Via Marconi 3 E-mail: redazione@giornaleilmelo.eu Contatti per pubblicità: Tel. 3200870446 E-mail: commerciale@giornaleilmelo.eu

Copyright e credits M 19.000 copie stampate e distribuite gratuitamente. Tutti gli articoli pubblicati da “Il Melo” sono di proprietà esclusiva di Cinquestelle s.n.c., pertanto è assolutamente vietata la loro riproduzione in qualsiasi formato, salvo autorizzazione scritta da parte dell’editore. Le foto pubblicate a corredo degli articoli sono anch’esse coperte dal copyright de “Il Melo” e/o dei fotografi espressamente citati nei credits, i trasgressori verranno perseguiti a norma di legge. Il Melo rimane a disposizione di altri aventi diritto che non è stato possibile identificare e/o contattare. I�L

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SPECIALE ARTIGIANATO VALLE DI NON

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Anno nuovo: scadenze, rinnovi e candidature

Giacomo Eccher

Rinnovo delle rappresentanze di categoria in aprile e in maggio le elezioni comunali in tutti i 23 comuni della valle: si anMassimo Zadra nuncia denso di scadenze il nuovo anno per l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della valle di Non per proseguire, dopo un buon 2019, il trend positivo anche nel 2020. Per quanto riguarda i rinnovi di categoria, gli artigiani sono chiamati ad eleggere i loro delegati di zona e quindi i rappresentanti provinciali nel corso di sei assemblee negli ambiti intercomunali di cui diamo conto a parte. “Contiamo su una massiccia partecipazione a questi incontri che oltre ad avere una valenza elettiva sono l’occasione per proporre idee e confrontarsi sulle prospettive dell’artigianato e le problematiche che rimangono aperte in valle e a livello provinciale” - afferma il presidente valligiano uscente, Massimo Zadra. I temi - spiega - non mancano così come è importante individuare nei vari ambiti artigiani rappresentativi che sono e si sentano espressione di una realtà che sta dimostrando con i fatti di saper non solo essere degna di una tradizione di qualità e di operosità, ma anche con idee e capacità di guardare al futuro. Da qui l’importanza di partecipare ai ‘Consigli territoriali’ della categoria perché anche i numeri servono a dare peso ai delegati che saranno eletti e che dovranno portare le istanze e le giuste aspettative della categoria a livello di valle e di provincia.

Il futuro della valle di Non, lo concordano gli osservatori, si gioca su tre fattori, l’agricoltura, il turismo, l’impresa industriale / artigiana. “Il turismo ha tante potenzialità ancora inespresse ma ci sono tante cose da aggiustare per creare davvero una valle accogliente ed attrattiva e per arrivarci serve un coinvolgimento delle altre categorie produttive perché siamo tutti nella stessa barca. Purtroppo in questi ultimi anni c’è stato poco coinvolgimento dell’artigianato e del manifatturiero sulle scelte e noto con piacere che con il nuovo presidente dell’Apt sembra aver cambiato strada”. Quanto al futuro dell’Azienda turistica di valle che rischierebbe l’accorpamento con altre valli turisticamente più forti, Zadra a nome dell’Associazione artigiani si augura che, anche in caso di riorganizzazione ci sia un riferimento territoriale rappresentativo delle specificità della valle. Per quanto riguarda il mondo dell’impresa ci sono poli d’eccellenza sia nell’industria che nell’artigianato che in questi anni è molto cresciuto in tecnologia e professionalità, ma per rimanere competitivi servono servizi migliori (le strade, in primis, anche se qualcosa in questi anni è migliorato) e incrementare il raccordo con i comuni e le varie istituzioni. Ecco quindi il discorso sulle prossime elezioni comunali, una tornata in cui Zadra auspica la presenza, nei vari comuni, di candidati artigiani motivati e rappresentativi dell’importanza del comparto. Attualmente nelle amministrazioni in scadenza gli artigiani che sono consiglieri comunali sono 31, un numero che si auspica possa aumentare nelle urne del prossimo 3 maggio anche se nel frattempo i municipi da 29 sono scesi a 23 con la nascita dei comuni di Novella e Borgo d’Anaunia. Restando nei comuni maggiori, attualmente ci sono 2 artigiani consiglieri comunali a Cles, 3 a Predaia, 4 a

Fondo (ora Borgo d’Anaunia), 3 a Revò (ora Novella), e uno ciascuno nei consigli di Denno, Ville d’Anaunia e Contà: tanto per citarne alcuni. Nessun artigiano nel direttivo Apt, uno in quello della Comunità di Valle e, per quanto riguarda il credito un consigliere nel CdA della Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia e 3 nella Cassa Rurale Valle di Non. “Li ringrazio per il lavoro che hanno fatto e che faranno ancora da qui a maggio, e mi auguro che questo numero possa aumentare in futuro” - conclude Zadra. Da qui l’appello agli associati a candidarsi nei comuni per dare giusto peso e visibilità, oltre che capacità propositiva, all’artigianato ed al ruolo che la categoria riveste nel tessuto produttivo della valle e nelle singole CLES - Sede artigiani (Foto di Sergio Zanotti) comunità.

Svolgimento Elezioni Associazione Artigiani

Dal 3 febbraio al 28 febbraio 2020: svolgimento assemblee di territorio per elezione delegati territoriali (comunali). Per il Territorio della Valle di Non si terranno 6 assemblee come da programma seguente per un totale di 21 delegati da eleggere:

ELEZIONI DELEGATI TERRITORIALI 2017/2019 ELEZIONI DELEGATI TERRITORIALI 2017/2019 ELEZIONI DELEGATI TERRITORIALI 2017/2019

DATA RIUNIONE RIUNIONE DATA DATA RIUNIONE DATA10 RIUNIONE Lunedì, febbraio 2020 2020 Lunedì, 10 febbraio DATA RIUNIONE Lunedì, 10 febbraio 2020 DATA RIUNIONE Lunedì, 10 febbraio 2020 Giovedì,10 13febbraio febbraio2020 2020 Lunedì, Giovedì, 13 febbraio 2020 Lunedì, Giovedì, 10 13 febbraio febbraio 2020 2020 Giovedì, 13 febbraio 2020 Lunedì, 17 17 febbraio 2020 2020 Giovedì, 13 febbraio Lunedì, Giovedì, 13 febbraio 2020 Lunedì, 17 Lunedì, 17 febbraio 2020 Giovedì, 20febbraio febbraio2020 2020 Lunedì, 17 17 Giovedì, 20 Lunedì, Giovedì, 20 febbraio 2020 Giovedì, 20 febbraio 2020 Lunedì, 24 24 febbraio 2020 2020 Giovedì, 20 febbraio Lunedì, Giovedì, 20 Lunedì, 24 febbraio 2020 Lunedì, 24 febbraio 2020 Lunedì, 24 febbraio febbraio 2020 2020 Lunedì, Giovedì,24 27 febbraio febbraio 2020 2020 Giovedì, 27 Giovedì, 27 febbraio 2020 Giovedì, 27 febbraio 2020 Giovedì, 27 27 febbraio febbraio 2020 2020 Giovedì,

SEDE SEDE SEDE SEDE CLES CLES SEDE CLES SEDE CLES DENNO CLES DENNO CLES DENNO DENNO REVòDENNO NOVELLA REVò -- NOVELLA DENNO REVò - NOVELLA REVò - NOVELLA TAIO -- PREDAIA PREDAIA REVò NOVELLA TAIO REVò NOVELLA TAIO - PREDAIA TAIO - PREDAIA RUMO TAIO PREDAIA RUMO TAIORUMO -- PREDAIA RUMO FONDO RUMO FONDO RUMO FONDO BORGO D’ANAUNIA BORGO D’ANAUNIA BORGOFONDO D’ANAUNIA FONDO BORGOFONDO D’ANAUNIA BORGO D’ANAUNIA D’ANAUNIA BORGO

ELEZIONI DELEGATI TERRITORIALI 2017/2019

SALA ORARIO INDIRIZZO SALA ELEZIONE DEL DEL COMUNE COMUNE DI DI SALA ELEZIONI DELEGATIINDIRIZZO TERRITORIALI 2017/2019 ORARIO INDIRIZZO SALA ELEZIONE ELEZIONI DELEGATI TERRITORIALI 2017/2019 SALA ORARIO SALA ELEZIONE DEL COMUNE DI SALA C. R. VAL DI NON ORARIO INDIRIZZO ELEZIONE DELD’ANAUNIA COMUNE DI 20:30 SALA SALA POLIFUNZIONALE POLIFUNZIONALE VIA MARCONI, 58 58SALA CLES CLES; VILLE VILLE 20:30 C. R. VAL DI NON VIA MARCONI, CLES CLES; D’ANAUNIA SALA ORARIO INDIRIZZO SALA ELEZIONE DEL COMUNE DI DI 20:30 SALA POLIFUNZIONALE C. R. VAL DI NON VIA MARCONI, 58 CLES CLES; VILLE D’ANAUNIA SALA ORARIO INDIRIZZO SALA ELEZIONE DEL COMUNE 20:30 SALA POLIFUNZIONALE C. R. VAL DI NON VIA MARCONI, 58 CLES CLES;DENNO; VILLE D’ANAUNIA CONTA’; DENNO; CAMPODENNO CONTA’; CAMPODENNO SALA C. C. R.R. BASSA BASSAC.ANAUNIA ANAUNIA VIA CESARE CESARE BATTISTI 11 11 38010 DENNO 20:30 SALA SALA POLIFUNZIONALE POLIFUNZIONALE R. VAL VAL DI DI NON NON VIA MARCONI, MARCONI, 58-- 38010 CLESDENNO CLES; VILLE D’ANAUNIA D’ANAUNIA SALA VIA BATTISTI CONTA’; DENNO; CAMPODENNO 20:30 R. +SPORMINORE; TON VIA CLES CLES; VILLE 20:30 SALA C. R. BASSAC.ANAUNIA VIA CESARE BATTISTI 1158- 38010 DENNO +SPORMINORE; TON CONTA’; DENNO; CAMPODENNO +SPORMINORE; TON 20:30 SALA C. R. BASSA ANAUNIA VIA CESARE BATTISTI 11 38010 DENNO PIAZZA DELLA MADONNA CONTA’; DENNO; CAMPODENNO PIAZZA DELLA MADONNA +SPORMINORE; TON 20:30 NOVELLA SALASALA DELLEC.COLONNE COLONNE C/O MUNICIPIO MUNICIPIO CONTA’; DENNO; CAMPODENNO 20:30 NOVELLA R. BASSA BASSA C/O ANAUNIA VIA CESARE CESARE BATTISTI 11 38010 DENNO SALA DELLE PIAZZA DELLA11 MADONNA PELLEGRINA,19 38028 REVò 20:30 R. ANAUNIA VIA BATTISTI -- 38010 DENNO NOVELLA TON +SPORMINORE; SALASALA DELLEC.COLONNE C/O MUNICIPIO PELLEGRINA,19 38028 REVò PIAZZA DELLA MADONNA +SPORMINORE; PELLEGRINA,19 38028 REVò 20:30 NOVELLA TON SALA DELLE COLONNE C/O MUNICIPIO VIAPIAZZA SIMONE BARBACOVI NR. 44 DELLA MADONNA VIA SIMONE BARBACOVI NR. PELLEGRINA,19 38028 REVò 20:30 PREDAIA+SFRUZ AUDITORIUM TAIO C/O C/OC/OMUNICIPIO MUNICIPIO PIAZZA DELLA MADONNA 20:30 NOVELLA PREDAIA+SFRUZ SALA DELLE COLONNE MUNICIPIO AUDITORIUM TAIO VIA SIMONE BARBACOVI NR. 4 FR. TAIO TAIO 38012 38012 PREDAIA 20:30 NOVELLA SALA DELLE COLONNE MUNICIPIO PREDAIA+SFRUZ PELLEGRINA,19 38028 REVò AUDITORIUM TAIO C/OC/OMUNICIPIO FR. PREDAIA VIA SIMONE BARBACOVI NR. 4 PELLEGRINA,19 38028 REVò FR. TAIO 38012 PREDAIA 20:30 PREDAIA+SFRUZ AUDITORIUM TAIO C/O MUNICIPIO FR.38012 MARCENA 21 NR. 4 CIS+LIVO+BRESIMO; VIA SIMONE BARBACOVI FR. MARCENA 21 CIS+LIVO+BRESIMO; FR. TAIO PREDAIA SALA CONSIGLIARE C/OMUNICIPIO MUNICIPIO 20:30 VIA SIMONE BARBACOVI 20:30 PREDAIA+SFRUZ AUDITORIUM TAIO C/O C/O SALA CONSIGLIARE C/O MUNICIPIO FR. MARCENA 21 NR. 4 CIS+LIVO+BRESIMO; 20:30 38020 RUMO 20:30 RUMO PREDAIA+SFRUZ AUDITORIUM TAIO FR. TAIO 38012 PREDAIA SALA CONSIGLIARE C/OMUNICIPIO MUNICIPIO 38020 RUMO RUMO 20:30 FR. MARCENA 21 CIS+LIVO+BRESIMO; FR. TAIO 38012 PREDAIA 38020 RUMO RUMO SALA CONSIGLIARE C/O MUNICIPIO 20:30 AMBLA-DON; BORGO D’ANAUNIA D’ANAUNIA FR. MARCENA 21 CIS+LIVO+BRESIMO; AMBLA-DON; BORGO 38020 RUMO21 29 RUMO FR. MARCENA CIS+LIVO+BRESIMO; P.ZZA GIOVANNI SALA CONSIGLIARE C/OANAUNIA MUNICIPIO 20:30 AMBLA-DON; BORGO D’ANAUNIA P.ZZA S.S. GIOVANNI 29 20:30 SALA SALASALA C. R.R. NOVELLA NOVELLA ALTAC/O FONDO CONSIGLIARE MUNICIPIO RUFFRE’MENDOLA; RONZONE+SARNONICO; 20:30 38020 RUMO RUMO 20:30 C. ALTA ANAUNIA -- FONDO P.ZZA S. GIOVANNI 29 RUFFRE’MENDOLA; RONZONE+SARNONICO; AMBLA-DON;RUMO BORGO D’ANAUNIA 38020 FONDO RUMO 38013 FONDO 20:30 SALA C. R. NOVELLA ALTA ANAUNIA - FONDO RUFFRE’MENDOLA; RONZONE+SARNONICO; 38013 P.ZZA S. GIOVANNI CAVARENO; ROMENO; SANZENO+DAMBEL AMBLA-DON; BORGO D’ANAUNIA 38013 FONDO 29 CAVARENO; ROMENO; SANZENO+DAMBEL 20:30 SALA C. R. NOVELLA ALTA ANAUNIA - FONDO RUFFRE’MENDOLA; RONZONE+SARNONICO; AMBLA-DON; BORGO D’ANAUNIA P.ZZA S. GIOVANNI 29 CAVARENO; ROMENO; SANZENO+DAMBEL 38013 FONDO 29 P.ZZA S. GIOVANNI 20:30 SALA C. R. NOVELLA ALTA ANAUNIA FONDO RUFFRE’MENDOLA; RONZONE+SARNONICO; CAVARENO; ROMENO; SANZENO+DAMBEL 20:30 SALA C. R. NOVELLA ALTA ANAUNIA - FONDO RUFFRE’MENDOLA; RONZONE+SARNONICO; 38013 FONDO FONDO 38013 CAVARENO; ROMENO; ROMENO; SANZENO+DAMBEL SANZENO+DAMBEL CAVARENO;

NR. DELEGATI DELEGATI NR. NR. DELEGATI DA ELEGGERE ELEGGERE DA NR. DELEGATI DA ELEGGERE 3+2 3+2 NR. DELEGATI DA ELEGGERE 3+2 NR. DELEGATI DA ELEGGERE ELEGGERE 3+2 DA 1+1+1+1 3+2 1+1+1+1 3+2 1+1+1+1 1+1+1+1 1+1+1+1 11 1+1+1+1 1 1 12 2 1 2 2 1+1 2 1+1 2 1+1 1+1 1+1 1+2+1+1+1+1 1+1 1+2+1+1+1+1 1+2+1+1+1+1 1+2+1+1+1+1 1+2+1+1+1+1 1+2+1+1+1+1

TOTALI TOTALI TOTALI TOTALI 55 TOTALI 5 TOTALI 5 54 4 5 4 4 114 14 1 2 1 2 1 2 2 22 2 2 2 2 77 7 7 7 7

Dal 2 marzo al 13 marzo 2020 al termine di tutte le assemblee comunali si svolgerà il Consiglio Territoriale per l’elezione del Presidente Territoriale, del Vice Presidente Territoriale, dei componenti di Giunta territoriale, e del terzo Componente del Consiglio Direttivo Provinciale (“grandi elettori”). I grandi elettori che per la Val di Non sono il Presidente, Vice Presidente e un terzo membro eletto nel primo consiglio fanno parte degli elettori e dei possibili candidati alla Presidenza Provinciale. Dal 2 marzo - 31 marzo 2020 si svolgeranno le assemblee di categoria per l’elezione dei delegati di categoria. Primi giorni di aprile 2020 è prevista l’elezione del Presidente Provinciale.

Voi mettete il vostro talento e noi la nostra esperienza. Per costruire insieme il futuro.

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febbraio 2020

ECONOMIA E FINANZA

il melo

Walliance, il leader in Italia dell’equity crowdfunding immobiliare La nascita delle piattaforme di raccolta di capitali online ha reso accessibili a chiunque gli investimenti immobiliari, in quanto la somma minima da investire è piccola, solo alcune centinaia di euro, e il processo di investimento è molto veloce: bastano pochi click ed un bonifico. Walliance è una di queste piattaforme, ha sede a Trento e nell’anno appena concluso ha raggiunto importanti traguardi e creato le basi per un’ambiziosa crescita futura. Oggi, dopo soli due anni e mezzo dalla nascita, ha già quasi 28.000 utenti profilati e ha raccolto e investito in progetti immobiliari un totale di 17,5 milioni di euro, di cui 10,5 milioni solo nel 2019. Con questi numeri si posiziona nettamente prima assoluta in Italia, infatti il totale degli investimenti in capitale azionario effettuati nel 2019 in tutto il nostro Paese tramite le piattaforme autorizzate dalla CONSOB, come Walliance, è stato pari a 16,5 milioni di euro. Questo successo è dovuto ai 3 punti di forza di Walliance. Il primo è la trasparenza nei confronti degli investitori relativamente alle caratteristiche del progetto proposto. Sulla pagina web di ogni operazione immobiliare (“campagna”) sono disponibili per gli utenti iscritti tutti i documenti relativi all’investimento, quindi i dati della società immobiliare che realizza il progetto, il business plan, il rating dell’iniziativa, gli atti di acquisto degli immobili e le autorizzazioni ad effettuare i lavori di ristrutturazione, e ovviamente le condizioni di offerta dell’investimento. Tutto questo deve essere visionato dall’utente prima di prendere la decisione di investire. Ad esempio, i documenti dell’ultima campagna di crowdfunding lanciata da Walliance nel dicembre scorso per il progetto di riqualificazione dell’ex istituto “Santa Marta a Firenze”, sono stati resi disponibili agli utenti iscritti 24 ore prima dell’inizio della raccolta delle adesioni. Forse 24 ore potrebbero sembrare poche, ma non lo sono se confrontate con la durata della fase in cui è possibile effettuare l’investimento: in circa un’ora e mezza è stato superato il target di raccolta di 1,5 milioni di euro e in meno di cinque ore l’offerta si è chiusa con un totale di 3 milioni di euro investiti. Stessa storia anche per gli altri progetti offerti, alcuni dei quali nel 2019 hanno visto completare il loro intero ciclo di vita. Sono state infatti 3 le “exit” lo scorso anno, ovvero i rimborsi agli investitori del capitale investito maggiorato del rendimento: l’operazione di Trento (Via Barbacovi), quella di Jesolo Lido (Cala Blu) e una in Alto Adige (Apfelanger). Il numero di exit complessive per Walliance è quindi salito a quat-

Progetto Brooklyn, 669 St. Marks Avenue - New York

tro: le operazioni promosse finora hanno generato un rendimento annualizzato medio pari al 10,52% per una durata media di circa 10,6 mesi. Altra caratteristica distintiva di Walliance è l’accurata selezione delle operazioni immobiliari. Per poter essere offerto agli investitori, ogni progetto deve superare positivamente un processo di due diligence finalizzato alla valutazione complessiva dell’intera operazione. Inoltre, per ogni progetto viene effettuata dalla società di revisione Ernst & Young una valutazione indipendente, pubblicata online assieme agli altri documenti a disposizione degli utenti. Infine, tramite Walliance è possibile diversificare i propri investimenti, infatti sono proposte operazioni di varie tipologie, con durata stimata che varia dai 5 ai 40 mesi e in diverse aree geografiche, dal Trentino Alto Adige alla Toscana alla Sardegna, oltre alle operazioni fuori confine. La prossima operazione “in cantiere” non potrà che soddisfare quest’esigenza di diversificazione da parte degli investitori: per la seconda volta, Walliance presenta un progetto che verrà svilup-

pato negli Stati Uniti. Dopo la campagna per Miami, Wynwood 9, infatti, Walliance ha annunciato il lancio, che avverrà nelle prossime settimane, dell’operazione “Brooklyn, 669 St. Marks Avenue (NY)”. L’internazionalizzazione è proprio uno degli obiettivi dell’Amministratore Delegato Giacomo Bertoldi, che di recente ha creato Walliance France. Il 2020 vedrà, quindi, l’apertura di Walliance al mercato francese, con il lancio della piattaforma anche in Francia, e un numero sempre maggiore di progetti immobiliari di società di tutta l’Unione Europea. L’obiettivo è appunto quello di dare la possibilità agli utenti di diversificare i propri investimenti anche dal punto di vista geografico, abbassando il grado di rischio del proprio portafoglio di investimenti. Per finanziare lo sviluppo, lo scorso autunno Walliance ha completato un aumento di capitale di 1 milione di euro, e ne ha annunciato un altro di 4 milioni, in parte già sottoscritto da Trentino Invest e dal Gruppo Bertoldi. Giorgio Leonardi


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Analisi anno 2019 e considerazioni per il 2020 Intervista al dott. Carlo de Luca di Gamma Capital Markets

Ho intervistato il Dott. Carlo De Luca un gestore che si è distinto per il suo approccio dinamico ai mercati ottenendo ottimi risultati nel corso degli anni. Dott. De Luca come possiamo riassumere l’andamento del 2019? Dopo l’Hannus Orribilis del 2018, che ha visto tutte le asset class perdere molto valore, il 2019 è iniziato molto positivamente, grazie al passo indietro della FED che ha annunciato l’inizio del taglio dei tassi. Nel corso del 2019 ne sono stati fatti ben tre da un quarto di punto ed una immissione di liquidità alla QE per motivi tecnici (ma pur sempre liquidità nel sistema). Questo ha fatto salire l’azionario, l’obbligazionario e l’oro. La volatilità è rimasta bassa per tutto l’anno, ad eccezione di qualche evento legato alla Brexit o alla Trade War, i quali, nell’ultimo trimestre hanno visto risolversi con un mini-accordo commerciale stipulato a gennaio e nuove votazioni in UK. Dal lato macro i dati sono stati in rallentamento negli USA (Tabella 1 e Figura 1) fino all’estate, per poi stabilizzarsi (vedi ISM Manifatturiero Tabella 1 – Dati macroeconomici 2019 (valori in percentuale) Tabella 1 – Dati macroeconomici 2019 (valori in percentuale) Paese/Regione GDP World 3,0 Stati Uniti 2,3 Eurozona 1,2 Asia (escl. Giappone) 5,3 Giappone 0,9 Cina 6,1 India 5,6 Fonte: Bloomberg

Disoccupazione 3,7 7,6 3,8 2,4 3,8 -

CPI 3,0 1,8 1,2 2,5 0,6 2,8 3,4

Fonte: Bloomberg

peggiore degli ultimi 9 anni), mentre in UE la situazione vede il rischio di recessione in Germania ed in Italia. I risultati aziendali USA hanno battuto le stime per l’80% dei casi, registrando una crescita del 12%, anche se in rallentamento rispetto al 18% del 2018. Il mercato azionario ha fatto un anno da record: prendendo in considerazione la principale borsa mondiale, ovvero S&P 500, possiamo notare che, nonoWorld Stati Uniti Eurozona Asia (escl. Giappone Cina stante le valutazioni siano decisamente Giappone) GDP Disoccupazione CPI alte, ci troviamo sugli stessi livelli di

Figura 1 - Dati macroeconomici 2019 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0

Fonte: Bloomberg

gennaio 2018 toccando appena i livelli selezione, abbiano più possibilità di fare cordo della Fase 1 del 15 dicembre, poco sopra 21. Il P/E medio è certamente utili in crescita per via dei Megatrend. dopo un lungo processo. Come già inpiù alto di quello relativo alla Zona Euro Molto dipenderà dalla politica di Trump dicato più volte in passato, la vera guero dei Paesi Emergenti. Tale condizio- per decidere se investire nelle small cap ra non è di tipo commerciale, bensì ne è giustificata soprattutto dal peso del growth o Large cap growth USA. Anche sulla tutela della proprietà intellettuale comparto tecnologico, con la sua com- per i settori, molto potrebbe cambiare tecnologica. Probabile, quindi, che il ponente fortemente disruptive, e dalla dopo gennaio a seconda della politica di problema persisterà per tutto il 2020; presenza di società fortemente correlate Trump. Al momento possiamo dire che 3. Trump Impeachment che aumenal beneficiare dei grandi fenomeni so- oltre al giusto mix di tecnologia, food terà la volatilità sui mercati, anche se, ciali, economici e demografici: i Mega- & beverage, healthcare tech e services, a detta di molti analisti, a Wall Street trend, per l’appunto, destinati a cambiare Pharma e lusso, cosmetica, entertan- piace più il vice di Trump (Michael Ridrasticamente le nostre abitudini di vita. ment, aumentiamo gli industriali e inse- chard Pence), che Trump stesso; In conclusione, il rallentamento del ciclo riamo di nuovo i finanziari. 4. Presentazione del candidato deeconomico ormai maturo è stato fronteg- Dietro i settori azionari sarà fondamen- mocratico di fine gennaio. Elizagiato con estrema decisione dalle Ban- tale fare la giusta selezione di azioni, in- beth Warren ha alte possibilità di esche Centrali, che per il 2020 torneranno fatti è il tema che farà la differenza. Nella sere nominata e da questa scelta ne neutrali. Queste politiche hanno avuto tecnologia continuiamo ad essere inve- scaturirà la contromossa politica di un effetto decisivo sulle obbligazioni, stiti sia nelle mega cap tecnologiche che Trump: continuare sul protezioniriportando gli interessi a livelli negativi, nelle large-medium cap legate alla Ro- smo o diventerà uomo di mercato? e/o comunque molto bassi, su gran parte botica, Intelligenza artificiale, Cyber Se- 5. Brexit, tema che caldeggerà tutto il della curva (ad inizio 2019, la curva era curity, IOT, Big Data, Blockchain, cloud 2020. negativa e, per alcuni, questo poteva es- computing, aerospazio e difesa militare. Presenti due scadenze: una per presensere un segnale recessivo, cosa che abbia- Per la crescita demografica e la creazio- tare un piano entro il 31 gennaio, per mo fortemente smentito durante l’anno, ne della classe media cinese, e non solo, poi iniziare le negoziazioni, le quali non solo perché non basata su fattiI storinonché per le nuove abitudini dei millen- avranno come scadenza il 31 dicembre rischi non esogeni sono: 2020. ci, ma anche perché, nell’epoca del1.Valutazioni New altenials e della age,noninvestiamo in albeni delle asset di rischio:silver se le trimestrali dovessero sorprendere rialzo o addirittura essere peggiori delle stime, si potrebbe innescare un sentiment di sfiducia; I rischi non esogeni sono: Normal, le variabili incisive sono altre). discrezionali e non, spesso con un forte 2.Bolla del credito: vero e proprio cigno nero, dovuto ai rendimenti nulli e negativi della stragrande maggioranza delle obbligazioni core (sia gov che corp).Anche L’illiquidità del mercato fixedèincome, 1. Valutazioni alte delle asset di riChe anno sarà il 2020? brand riconosciuto. il clima un congiuntamente al fatto che la maggior parte sono detenuti da investitori retail tramite Fondi Comuni, ne Per quanto riguarda il nostro portafoglio Megatrend cavalcheremo schio: se le trimestrali non dovessero fa un vero proprio problema sistemico,che soprattutto per l’effetto Iceberg. nel 2020 per il 2020, con i vari pesi a seconda del più di quanto abbiamo fatto in passato. sorprendere al rialzo o addirittura esTabella 1 di – Dati macroeconomici 2019 (valori in percentuale) profilo rischio, ogni portafoglio non sere peggiori delle stime, si potrebbe Tabella 2 - Dati macroeconomici 2020macroeconomici (valori in percentuale) Tabella 2 - Dati 2020 (valori in percentuale) potrà non avere azioni, in quanto le ob- Paese/Regione innescare un sentiment di sfiducia; GDP Disoccupazione CPI Paese/Regione GDP Disoccupazione CPI 3,1 3,0 2. Bolla del credito: vero e proprio cibligazioni, soprattutto quelle core, non World Stati Uniti 1,8 3,6 2,1 WorldLa parte azionaria 3,0 3,0 rendono nulla. che Eurozona gno nero, dovuto ai rendimenti nulli e 1,0 7,5 1,2 5,2 1,8 3,9 2,8 2,3se Asia (escl. Giappone) 3,7 prediligiamoStati saràUniti sempre USA (anche negativi della stragrande maggioranGiappone 0,3 2,4 0,8 Eurozona 1,2 7,6 1,2 con una quota inferiore rispetto all’anno za delle obbligazioni core (sia gov che Cina 5,9 4,0 2,8 India 5,6 3,9 scorso), aumentando l’Europa e i Mercati corp). L’illiquidità del mercato fixed Asia (escl. Giappone) 5,3 3,8 2,5 Fonte: Bloomberg Emergenti (Cina e India) e inserendo di income, congiuntamente al fatto che la Giappone 0,9 2,4 0,6 Fonte: Bloomberg nuovo il Giappone. Ritengo che più che Quindi saranno le variabili più pericomaggior parte sono detenuti da invePer 6,1 le commodity, aumenteremo solo come assicurazione degli asset di rischio, ma Cina 3,8la parte di oro fisico, non2,8 anche perché nel 2019 ha mostrato una forza relativa incredibile, visto che è salito nonostante il dollaro retail tramite Fondi Comuni, ne le aree geografiche, nel 2020 a fare la dif- lose e quindi da tenere sotto controllo stitori India 5,6 si sia rivalutato fortemente. americano In ogni caso 3,4 lo compriamo coperto dal cambio (Hedgiato). fa unavero proprio problema sistemico, ferenza saranno i settori e i temi. PrediPrevediamo un nel dollaro2020? americano che si svaluti dai livelli attuali nel corso del 2020. Quindi proveremo Fonte: Bloomberg il rischio 1. cambio laddove possibile. Elezioni in USA a novembre 2020, con soprattutto per l’effetto Iceberg. ligiamo le growth piuttosto che le coprire value, Come sia potete vedere gestire oggi i risparmi non è cosache facile, inizierà in quanto ci troviamo in una fase campagna elettorale molto Permoltole commodity, aumenteremo la infatti, nonostante il gap valutativo particolare con rendimenti bassi e variabili nuove che solo dei professionisti sanno cogliere allo scopo di prima; e di ottenere un buon rendimento. Affidatevi sempre di più ai professionisti parte di oro fisico, non solo come asmolto alto (alcuni dicono come il 2000), proteggere gli investimenti settore. 2. Guerra commerciale, nonostante l’ac- sicurazione degli asset di rischio, ma riteniamo che le growth, con la del giusta Figura 1 - Dati macroeconomici 2019 Paolo Leonardi anche perché nel 2019 ha mostrato una Figura 1 - Dati macroeconomici 2019 forza relativa incredibile, visto che è sa8,0 lito nonostante il dollaro americano si sia rivalutato fortemente. In ogni caso 7,0 lo compriamo coperto dal cambio (Hedgiato). Prevediamo un dollaro ameri6,0 cano che si svaluti dai livelli attuali nel 5,0 corso del 2020. Quindi proveremo a coprire il rischio cambio laddove pos4,0 Gamma Capital Markets Limited sibile. Succursale Italiana Via Amedei n.15 - 20123 Milano (MI), Italia

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Asia (escl. Giappone) Disoccupazione

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febbraio 2020

GENERAZIONE GIOVANI

il melo

IL MELO e i GIOVANI 4 Domande ai Dirigenti

Come anticipato nel nr di gennaio 2020, con il prossimo mese di marzo su “Il Melo” partiranno gli interventi curati dagli studenti delle scuole superiori che sono attive nel territorio, da Mezzolombardo a Dimaro, dove vien distribuito capillarmente ogni mese il periodico. Nelle ultime settimane ci sono stati vari incontri con le Scuole ed i rispettivi referenti per impostare la collaborazione che, nelle intenzioni del nostro editore Paolo Leonardi, punta a diventare un canale di dialogo intergenerazionale e all’interno delle famiglie tra genitori e figli su tematiche che sono decise dai giovani e sulle quali si possono esprimere. Una bella sfida per “Il Melo” che ha incontrato la condivisione dei dirigenti scolastici che ringraziamo della cortese e fattiva collaborazione. Per introdurre il progetto, “Il Melo” ha posto ai dirigenti quattro domande specifiche che riportiamo di seguito con le relative risposte.

Giacomo Eccher

Queste le domande de “IL MELO”: 1) Dare voce e spazio ai ragazzi per dire liberamente la loro idea di futuro e le loro aspettative: questo il progetto che “Il Melo” vuole portare avanti per i prossimi mesi ed in prospettiva anche a medio e lungo termine. Come valutate questa iniziativa e quali potrebbero essere i possibili sviluppi? 2) “Il Melo” entra in (quasi) tutte le case della valle di Non, di Mezzolombardo e di gran parte della valle di Sole, territori diversificati dal punto di vista economico e con differenti vocazioni prevalenti. Secondo voi può efficacemente svolgere un ruolo di raccordo tra le scuole del territorio e le famiglie? Se sì, avete qualche suggerimento per rendere concreta questa possibilità? 3) Da un primo sondaggio fatto nelle varie scuole aderenti al nostro progetto sono emerse interessanti tematiche che si differenziano secondo l’orientamento scolastico. In che modo è possibile declinarle in modo efficace in una formazione scolastica che possa dare le conoscenze necessarie in una società evoluta e nello stesso tempo creare opportunità per trattenendo qui i ragazzi inserendoli nel tessuto produttivo territoriale? 4) Una delle difficoltà dei ragazzi oggi è nello scrivere correttamente perché i media più usati e spesso abusati banalizzano il linguaggio. è un problema che a lungo andare allarma pedagogisti e sociologi. “Il Melo” nel suo piccolo vuole dare anche per questo un contributo ed un’opportunità. Secondo voi come si può giocare al meglio questa carta?

RISPOSTE dott. Walter Iori (direttore CFP Upt) 1) L’iniziativa risulta stimolante per gli studenti ed ovviamente per tutta la comunità scolastica ed il territorio. Conoscere le aspettative dei giovani, desideri e sogni, può aiutare la società, gli amministratori e le categorie economiche a pianificare il futuro. Auspico che l’iniziativa possa trovare continuità dialogando anche con realtà che solitamente collaborano con il mondo della scuola. 2) Già questa iniziativa diventa il primo momento di dialogo tra tutte le scuole superiori ed il territorio di riferimento. Sarebbe interessante poter organizzare saltuariamente delle tavole rotonde sulle tematiche proposte e successivamente approfondite dai ragazzi sul Melo. In questo modo si andrebbe a formare un tavolo permanente di discussione ed approfondimento tra gli studenti e l’intera valle. 3) Come scuola professionale abbiamo sempre favorito il dialogo con il territorio e con le categorie economiche che fanno riferimento al settore servizi amministrativi e commerciali. Molti progetti di apprendimento/servizio sono proposti e realizzati proprio per avvicinare gli studenti alla realtà produttiva locale in modo da poter “imparare facendo” un servizio concreto per la comunità in cui opera la scuola. 4) Saper comunicare correttamente e con efficacia è competenza trasversale richiesta dal mondo del lavoro. Il progetto de “Il Melo” può divenire un’ottima opportunità per aumentare questa consapevolezza tra gli studenti, che talvolta faticano a comprendere la necessità di andare oltre al semplice post sui social od alla foto pubblicata senza commenti. Lo spazio dedicato agli studenti del nostro territorio diventa quindi un importante laboratorio per dimostrare che l’approfondimento può essere uno strumento importante di confronto e di crescita.

Prof.ssa Teresa Periti (dirigente liceo Russell) 1) Dare voce ai ragazzi e far sì che le espressioni del loro pensiero siano valorizzate e diffuse è positiva ed in linea con quanto già la scuola fa. Per quanto riguarda i possibili sviluppi dipende dagli studenti e se trovano “senso” “motivazione” in ciò che viene loro proposto. Importante secondo me tenere bene in mente il tempo che si richiede, gli studenti oggi sono coinvolti in tantissime attività. 2) Il raccordo scuola e territorio è uno tra gli obiettivi importanti. La scuola è parte ed espressione del territorio e la presenza dell’Istituzione scolastica sul territorio dà valore a quel territorio con cui in sinergia si portano avanti alcune progettualità comuni. Avere uno strumento in cui gli stakeholder possano trovare la narrazione delle progettualità che la scuola mette in campo in sinergia con gli altri enti, associazioni, agenzie di informazione/formazione informali che ci sono sul territorio in cui la scuola è ubicata, potrebbe risultare un modo ancor più efficace per avvicinare, comprendere e condividere la policy della scuola. 3) Essere proattivi e agire nel proprio territorio prendendo parte ad azioni civiche e sociali a tutti i livelli crea e rafforza il legame con il territorio che a sua volta ha l’onere di creare sbocchi lavorativi di qualità in linea con ciò che il mondo richiede ai nostri ragazzi in modo da non disperdere e allontanare il capitale umano. 4) L’ educazione ad una sana e corretta scrittura parte dalle motivazioni di ciò che si scrive e dalle conoscenze pregresse e/o che in itinere lo studente acquisisce. Dare responsabilità e compiti ben definiti può essere una arma vincente e gli studenti se comprendono la fiducia che si dona loro sanno stupire.

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GENERAZIONE GIOVANI

il melo

febbraio 2020

9

Prof.ssa Tiziana Rossi (dirigente Istituto Martini) 1) è da cogliere come opportunità per dare voce diretta e non mediata al mondo giovanile. Troppo spesso accade che i giovani vengano “interpretati” e vivisezionati dal mondo adulto che pretende di spiegarne e analizzarne riti, mode, pensieri. Ben venga, quindi, che - in un Paese sempre meno attento alle giovani generazioni e quasi “ripiegato” su sé stesso - si voglia dare spazio al presente e alla visione del futuro: con la speranza che non sia così fosco e irrimediabilmente compromesso, come talvolta noi adulti lo dipingiamo. 2) Le Valli del Noce e la Piana Rotaliana sono territori caratterizzati da peculiari connotazioni socio-economiche. Ritengo, tuttavia, che presentino tratti comuni di grande vivacità culturale, oltre che economica. La presenza di un periodico così letto e diffuso quale “Il Melo” testimonia la volontà di approfondire, informarsi, riflettere anzitutto in una dimensione locale, per poi spingersi verso un orizzonte più ampio. Se riuscirà a raccontare e a raccordare generazioni, studenti di diversi indirizzi, loro insegnanti e famiglie sicuramente si metterà al servizio della collettività nel modo migliore, ovvero restituendole pensiero e spunti di riscatto culturale. 3) Tematiche quali la tutela dell’ambiente, l’orientamento alle future scelte di studio e di lavoro, le dipendenze, i valori e lo sport rappresentano sicuramente uno sfondo integratore comune di interesse e di voglia di “mettersi in gioco” e di “metterci la faccia” da parte dei nostri ragazzi; la singolare convergenza quantitativa e qualitativa di interesse verso questi temi indica una volontà di impegno che supera lo stereotipo di giovani “sdraiati” o “choosy”, come li si è variamente definiti. 4) Le nuove tecnologie racchiudano in sé enormi opportunità e potenziale democratico, ma anche rischi, tra i quali campeggiano l’afasia, la destrutturazione del linguaggio, il depotenziamento della costruzione del pensiero complesso. La comunicazione via WhatsApp rischia sicuramente di appiattire, di banalizzare, di “perdere terreno” in lessico e sintassi. Da questo punto di vista la scuola e la parola scritta fanno un’operazione esattamente opposta al linguaggio dei social: spingono ad argomentare, ad analizzare, a costruire ipotesi da verificare grazie a tesi, antitesi, ragionamenti deduttivi e induttivi, in una palestra mentale continua.

Prof. Alfredo Romantini (Direttore ITGP Pilati) 1) L’iniziativa, dal momento che è stata accolta con favore da tutti gli Istituti superiori, è decisamente positiva e stimolante per i ragazzi che avranno così la possibilità di far sentire la propria voce a livello territoriale ma su tematiche globali, come ad esempio l’ambiente e le politiche di difesa dello stesso, tema del numero di marzo. Lo sviluppo più auspicabile è senza dubbio la continuità nel tempo di questa collaborazione 2) Come ho appena detto, sicuramente questa iniziativa dovrà dare visibilità alle idee dei giovani sul territorio e quindi partire proprio dalle famiglie dei nostri alunni che potranno essere coinvolte in futuro anche con sondaggi, interviste, storie raccolte dagli alunni che le utilizzeranno poi nella stesura degli articoli di volta in volta proposti alla redazione. 3) Questo territorio ha la fortuna di poter offrire ai nostri giovani numerose possibilità di formazione, sviluppo continuo delle competenze acquisite nel percorso scolastico e di conseguenza occupazionali, anche se credo che il confronto con realtà altre sia fondamentale per ogni “cittadino europeo”. Per questo motivo, ci tengo a sottolineare l’importanza di tematiche quali l’internazionalizzazione dei percorsi scolastici, il confronto costruttivo con la diversità e il rispetto di ogni sua forma per combattere il pregiudizio e la discriminazione, per garantire la libertà di scelta, di pensiero, di parola e di orientamento. 4) Grazie a questa collaborazione, i ragazzi avranno la possibilità di scrivere avendo presente un “obiettivo di realtà”, saranno cioè chiamati a redigere testi scritti su tematiche d’interesse generale per un pubblico di lettori che si dovrà appassionare a quanto da loro proposto ed elaborato. Il fine in sé è già sfidante per un ragazzo che sa di dover essere chiaro, corretto e coinvolgente in quello che sta producendo in quanto non starà scrivendo semplicemente un testo da sottoporre alla correzione, valutazione di un docente, ma sarà rivolto ad una comunità di lettori eterogenea e critica.

Luca Branz (direttore Enaip Cles e Ossana) 1) I giovani sono il nostro futuro e non dobbiamo dimenticarlo mai, penso che questo sia sufficiente per motivare quanto sia importante dare spazio e voce alle future generazioni, presentando a loro le opportunità che possono farli crescere, mettendoli nelle condizioni di fare delle scelte ed esprimersi in modo consapevole e responsabile. Si può aprire uno spazio dove, senza condizionamenti, possano raccontare i loro sogni, le loro ambizioni e cosa si aspettano da noi adulti. Per gli sviluppi preferisco che siano gli stessi giovani a definirli, altrimenti caschiamo nell’ipocrisia di voler dare spazio per poi controllarlo. 2) Il progetto, direttamente o indirettamente, metterà a confronto scuole, famiglie e territori, e per questo potrà essere utilizzato per raccontare quanto di buono si fa in tutte le scuole, anche in quelle professionali, diverse, più moderne e perché no, migliori di un tempo, grazie agli stimoli e ai successi professionali che i giovani allievi hanno espresso negli anni, anche recenti. 3) Le tematiche scelte dai ragazzi nascono dalle loro emozioni, dai loro bisogni e dalla voglia di parlarne ad un pubblico più ampio, dal desiderio di essere protagonisti di qualcosa ricercando il confronto coi pari, ma anche con gli adulti. La scuola diventa il mezzo per poter traghettare nella società “evoluta” attraverso innumerevoli proposte e opportunità utili alla crescita personale e professionale. I Giovani possono rimanere sul territorio o esplorare “altri mondi”: nel primo caso è necessario lo sforzo di tutti noi nel creare opportunità professionali vere, appetibili, concrete e stimolanti. 4) Il successo di questa iniziativa dipende dalla capacità di coinvolgimento che ognuno di noi riuscirà a mettere in campo, la partita si gioca sulla capacità di incuriosire, motivare, stuzzicare i giovani allievi che sapranno certamente trarre grande soddisfazione dall’esperienza. Sul tema del linguaggio e della scrittura di cui fanno uso i giovani, le due scuole che dirigo hanno cercato di coniugare la tradizionale modalità della carta stampata (mantenendo vivi i “cari vecchi” giornalini scolastici) con i nuovi mezzi di comunicazione fatti di blog, post e messaggi social. Per il Cfp Enaip di Cles la testimonianza viene dal giornalino “100 Metri sopra il polo” e il suo omonimo blog 100metri.eu, mentre per il Cfp Enaip di Ossana dal giornalino “R-Evolution Ossana” e dal relativo blog revolutionblog.eu.

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10 febbraio 2020

L’ESPERTO RISPONDE

il melo

è POSSIBILE PUBBLICARE SUL PROPRIO PROFILO SOCIAL LE FOTO DI ALTRE PERSONE? Avv.

In questo articolo de “Il Melo” andremo a trattare un tema di estrema attualità, quello riguardante la pubblicazione sui cosiddetti social network di video o fotografie. In molti casi, infatti, gli utenti di tali piattaforme, sono soliti postare sui propri profili social foto e/o video riguardanti altre persone. Andremo quindi a verificare se una tale condotta debba ritenersi lecita o meno. In materia, è intervenuta di recente un’interessante ordinanza del Tribunale di Bari (Tribunale di Bari, ord. 7 novembre 2019), che andremo di seguito a commentare. Nel caso sottoposto alla Corte barese un utente dei social network aveva postato sul proprio profilo diverse foto di un’altra persona, nonostante quest’ultima avesse in più occasioni manifestato il proprio dissenso. Nel caso de quo il Giudicante non ha avuto dubbi nel rilevare l’illegittimità di tale contegno, in quanto integrante un vero e proprio abuso dell’immagine altrui con conseguente diritto della vittima di detta condotta ad ottenerne la cessazione. In particolare è stato ordinato alla responsabile di provvedere alla cancellazione dal proprio profilo social delle fotografie in questione. Ciò premesso, è importante analizzare l’iter argomentativo seguito dalla Corte per addivenire a detta condanna. Innanzitutto, si rileva come in detto arresto giurisprudenziale il Giudicante abbia affermato un principio di estrema importanza, quello per cui “la pubblicazione di una fotografia ritraente una persona umana è subordinata alla manifestazione, esplicita o implicita, del consenso da parte della persona ritratta”. La Corte osserva come una tale soluzione si imponga in un contesto normativo come quello italiano in cui la materia risulta regolata da più fonti. Da una parte l’art. 10 c.c. prevede che “Qualora l’immagine di una persona o dei genitori, del coniuge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori dei casi in cui l’esposizione

o la pubblicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei detti congiunti, l’autorità giudiziaria, su richiesta dell’interessato, può disporre che cessi l’abuso, salvo il risarcimento dei danni”. A tale disposto normativo, si accompagna quanto previsto dall’art.96 L. 633/1941, ai sensi del quale “Il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa”. Ma sulla materia è intervenuta anche la normativa comunitaria, ed in particolare il Regolamento UE 2016/679, disciplinante il trattamento dei dati personali, al cui interno trova spazio il disposto dell’art.6 primo comma, ai sensi del quale “il trattamento è lecito solo se e nella misura in cui ricorre almeno una delle seguenti condizioni: a) l’interessato ha espresso il consenso al trattamento dei propri dati personali per una o più specifiche finalità; b) il trattamento è necessario all’esecuzione di un contratto di cui l’interessato è parte o all’esecuzione di misure precontrattuali adottate su richiesta dello stesso; c) il trattamento è necessario per adempiere un obbligo legale al quale è soggetto il titolare del trattamento; d) il trattamento è necessario per la salvaguardia degli interessi vitali dell’interessato o di un’altra persona fisica; e) il trattamento è necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento; f) il trattamento è necessario per il perseguimento del legittimo interesse del titolare del trattamento o di terzi, a condizione che non prevalgano gli interessi o i diritti e le libertà fondamentali dell’interessato che richiedono la protezione dei dati personali, in particolare se l’interessato è un minore”.

Daniele Leonardi

Nell’ordinanza in commento, emerge chiaramente un importante principio, quello per cui i diritti all’immagine ed alla riservatezza sono diritti assoluti, di natura strettamente personale, e pertanto possono soffrire una compromissione solamente ove il titolare dei medesimi abbia manifestato espressamente o implicitamente il proprio consenso al loro utilizzo da parte di altri soggetti. In ogni caso, detto consenso, vista l’importanza degli interessi in gioco, potrà sempre essere revocato da chi lo ha concesso, e la revoca avrà effetti ex nunc, ossia dal momento in cui il consenso è stato revocato. In conclusione, la Corte barese ha ritenuto che l’utente dei social network che posti sul proprio profilo immagini relative ad altre persone, pur essendo a conoscenza del dissenso di tali soggetti, compie un uso illegittimo dell’immagine altrui, e pertanto potrà essere condannato, non solo a cancellare dal proprio profilo social le predette fotografie, ma anche a risarcire i danni patiti dal soggetto ivi ritratto ove sussistenti. Nel caso in esame, poi, al fine di garantire l’effettiva cancellazione delle immagini dal profilo social del responsabile, la Corte ha fatto applicazione del disposto dell’art. 614 bis c.p.c., ai sensi del quale “con il provvedimento di condanna all’adempimento di obblighi diversi dal pagamento di somme di denaro il giudice, salvo che ciò sia manifestamente iniquo, fissa, su richiesta di parte, la somma di denaro dovuta dall’obbligato per ogni violazione o inosservanza successiva, ovvero per ogni ritardo nell’esecuzione del provvedimento”, condannando l’utente a corrispondere al danneggiato una somma di denaro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione dell’ordine di cancellazione.

I lettori de “Il Melo” potranno sottoporre al nostro esperto domande e chiarimenti tramite e-mail all’indirizzo: espertoilmelo@gmail.com

s.r.l.


il melo

SPECIALE alzheimer

febbraio 2020 11

“UN ABBRACCIO PER L’ALZHEIMER” L’occasione di questo spazio, mi permette di presentarvi un percorso formativo ed informativo che va ad incontrare il tema Alzheimer, vi parlo del progetto “Un abbraccio per l’Alzheimer” che punta a sensibilizzare la comunità nel riconoscimento della malattia.

Oggi, le speranze di vita sono alte e di conseguenza dobbiamo confrontarci con una società di anziani. Infatti, anche nel nostro territorio, la popolazione anziana over 65 è pari al 22%. In valle i servizi dedicati agli anziani sono diversi: centro servizi anziani Ruffrè, progetti di animazione territoriale, progetti di co-housing, cura per assistenza a domicilio da parte del Servizio Sociale e le tre APSP dedicate alla non autosufficienza. Fra i vari servizi rivolti alla domiciliarità e a supporto all’invecchiamento attivo e di prevenzione si colloca il progetto “UN ABBRACCIO PER L’ALZHEIMER”. è un percorso nato dalla volontà di diversi soggetti del territorio: le tre strutture per anziani APSP Anaunia di Taio - APSP Santa Maria di Cles e la Coop. Stella Montis di Fondo, il servizio sociale della Comunità della Val di Non, con il patrocinio dell’Azienda Servizi Sanitari e Provincia Autonoma di Trento. La volontà è quella di costruire una rete sociale: una sorta di comunità a favore della demenza, una comunità pronta ad accogliere a prendersi cura ed a dare tutte le informazioni alla famiglia ed alla persona, non dimenticando che l’Alzheimer è una malattia sociale, in quanto non colpisce solo chi si ammala da demenza ma ha ricadute su chi lo assiste e su tutta la rete familiare.

Questi sono i presupposti che hanno ispirato questo percorso, costituito da eventi formativi ed informativi rivolti a tutta la cittadinanza, cercando di coinvolgere tutto il tessuto sociale economico educativo, poiché siamo convinti che il primo passo da compiere per ottenere una cura adeguata è quello dell’informazione. Un panorama di incontri che ha visto una grande partecipazione, serate informative e di confronto con i relatori dove si è manifestato particolare interesse per l’argomento, ed evidenziato, fra l’altro, la necessità di essere accompagnati nell’affrontare la malattia, senza dubbio devastante per il paziente ma soprattutto per il caro che offre assistenza. Benvenuto lo “sportello Alzheimer” presso la APSP Santa Maria di Cles, ed il “Caffè Alzheimer” presso la APSP Anaunia di Taio, luoghi di incontro, di scambio, di ascolto, dove le famiglie possono trovare un punto di aggregazione e la possibilità di confrontarsi con esperti; anche perché il riconoscimento della malattia non è immediato, e di conseguenza le famiglie oltre alla fatica percepiscono anche un senso di solitudine. Un Abbraccio per l’Alzheimer ha voluto partire anche dai più piccoli, poiché siamo convinti che l’azione di sensibilizzazione e di educazione deve iniziare proprio da loro, in quanto anche i nostri ragazzi vivono da vicino, in casa o in famiglia, un caro che vive questa fragilità. Con il progetto “DAMMI LA MANO”

realizzato in stretta collaborazione con l’istituto comprensivo di Cles, sono stati creati momenti di riflessione condotti dagli insegnanti ed esperti cercando di avvicinare i ragazzi tramite lo strumento delle scienze, della lettura, della letteratura a formulare delle riflessioni da parte loro, considerando da un lato la famiglia

e dall’altro la persona che vive questa difficoltà. A completare l’opera, il fumettista Danilo Zucal, che ha costruito con gli spunti dei ragazzi un fumetto (si trova nelle pa-

gine interne seguenti, come inserto da conservare) che raccoglie sentimenti ed emozioni, poesie nelle quali emerge il dolore per le persone amate che perdono progressivamente i ricordi, ma anche l’importanza del sostegno che ognuno di noi può dare al malato accettando di far parte di una nuova vita, di una nuova persona. I ragazzi della quinta liceo classico B. Russel di Cles, in collaborazione con il regista Michele Bellio, hanno avuto la possibilità di conoscere l’Alzheimer tramite la visione di alcuni cortometraggi, questi sono stati occasione di confronto e di riflessione per parlare della malattia nelle sue sfaccettature e difficoltà. L’Alzheimer è stato analizzato sia dal punto di vista del malato che dal punto di vista di chi lo assiste, da qui sono emerse le idee per realizzare un proprio cortometraggio. Gli studenti sono rimasti colpiti dalla complessità dell’argomento e dalla varietà delle possibilità che l’audiovisivo offre per affrontare e per comprendere l’argomento stesso. Il laboratorio creativo: “Laboratorio BAM” rivolto a ragazzi tra i 14 e i 18 anni, gestito dalla Cooperativa sociale Kaleidoscopio e sostenuto dalla Comunità della Val di Non, ha voluto rappresentare l’Alzheimer con l’arte. è nata l’idea di realizzare una rappresentazione artistica che ha accompagnato i vari incontri sul territorio, un albero con radici solide a terra e che vive con l’ausilio di ciò che lo circonda. Una linfa che scorre nei rami che porta con sé parole che vorrebbe esprimere chi vive questa patologia: “sorridimi” “portami con te” –

“dammi la mano” – “abbi pazienza” ... Pensieri e parole che hanno dato vita ad una raccolta straordinaria di fotografie dove i ragazzi sono riusciti ad immortalare momenti, ricordi, sentimenti, realizzando una mostra fotografica sul tema. Ecco, questa è stata la nostra esperienza, un ABBRACCIO di una comunità che si è avvicinata al tema dell’Alzheimer, un percorso fatto a più mani per costruire cultura, accoglienza ed una comunità Amica delle persone con demenza e delle loro famiglie. Una comunità Amica è una comunità che investe in salute e sicurezza, è una comunità che cerca di costruire una rete di relazioni organizzate in funzione ai bisogni ed alle necessità delle famiglie. Una comunità Amica è una comunità che crede nel suo futuro, pronta a prendersi cura di colui a cui è stato rubato il ricordo e pronta a prendersi cura di chi lo assiste ..., questa è la nostra sfida. Un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo percorso! Carmen Noldin Assessore politiche sociali Comunità Val di Non

Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all’Alzheimer. Inizia a preoccuparti se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi. (Citazione del premio Nobel)

Rita Levi Montalcini


12 febbraio 2020

SPECIALE alzheimer

il melo


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SPECIALE alzheimer

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14 febbraio 2020

SPECIALE alzheimer

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ALZHEIMER: NON SIAMO SOLI La demenza è definita come una malattia cronica e degenerativa, caratterizzata dalla perdita delle funzioni cerebrali che porta ad un declino importante delle capacità cognitive della persona. Nella definizione di demenza rientrano diverse patologie: le demenze “primarie”, tra le quali la malattia di Alzheimer rappresenta circa il 60% dei casi, e quelle “secondarie”, causate da altre condizioni patologiche. Si stima che circa il 5% delle persone al di sopra dei 65 anni soffra di demenza; tale percentuale sale al 20% nelle persone maggiori di 80 anni. Secondo alcune proiezioni, dato il progressivo invecchiamento della popolazione, i casi di demenza nei paesi occidentali potrebbero triplicarsi nei prossimi 30 anni. Le principali manifestazioni della demenza riguardano la sfera cognitiva: causano un progressivo declino delle capacità di attenzione, di memoria, di orientamento e di linguaggio, ed in seguito anche delle abilità pratiche e delle capacità di riconoscere le persone e gli oggetti, anche quelli di uso comune. Inoltre, si verificano frequentemente anche disturbi dell’umore e del comportamento, come agitazione psicomotoria, aggressività e tendenza al vagabondaggio, e disturbi del pensiero come allucinazioni e deliri. Nelle fasi avanzate della malattia, prevalgono forte apatia ed inerzia motoria. La malattia ha quindi un impatto particolarmente forte, non solo sulle persone che ne soffrono, ma anche sui familiari che se ne prendono cura, spesso disorientati ed impreparati nell’affrontare dei cambiamenti così radicali nelle capacità e nei comportamenti del proprio caro. Alcuni suggerimenti pratici possono quindi essere particolarmente utili.

È importante, ad esempio, semplificare l’ambiente in cui la persona vive, rimuovendo oggetti e stimoli che, non essendo più riconosciuti, possano creare confusione. La memoria può essere supportata attraverso l’uso di ausili mnestici esterni (diari, suonerie), ed attraverso il «riorientamento alla realtà», dando spesso, durante la giornata, informazioni anche semplici: dove ci troviamo, qual è il nome dei familiari.

curanti per la persona. Se si presentano allucinazioni e deliri è importante non smentire queste convinzioni, ma mostrare che si comprende lo stato d’animo della persona. Assecondare i discorsi, cercare di tranquillizzare e sviare l’attenzione su qualche attività gradita, calibrata sugli interessi della persona, può essere utile per riportala alla realtà. Infine anche vagabondaggio ed affaccendamento sono modalità che, proba-

Per rallentare il declino delle capacità pratiche, è buona cosa scomporre azioni complesse in gesti semplici (ad esempio, chiedendo alla persona con demenza, non «aiutami ad apparecchiare», ma «aiutami a mettere i piatti», «aiutami a mettere i bicchieri»), e sostituendosi alla persona il più tardi possibile, solo quando è inevitabile. Quando ci si confronta con manifestazioni di aggressività, è importante tenere conto che queste sono risposte a minacce percepite dalla persona; sarà quindi importante cercare di capire qual è la fonte che la scatena, evitando di «sgridare» o sanzionare il comportamento, ed agire parlando con calma, sicurezza, e in modo affettuoso: elementi di comunicazione non verbale che possono essere rassi-

bilmente, aiutano a scaricare l’ansia: in questi casi, può essere utile lasciare che la persona si muova in un ambiente il più sicuro possibile, e lasciarlo compiere i suoi gesti ripetitivi, fornendo materiale che possa manipolare senza pericoli, valorizzando le competenze che ancora mantiene. Nelle persone sofferenti di demenza, a fronte della progressiva perdita delle capacità cognitive, sopravvive però, in maniera particolarmente forte e significativa, la capacità di provare emozioni e sentimenti. Per entrare in contatto con loro diventa fondamentale sintonizzarsi su questo registro, parlando il linguaggio delle emozioni in maniera autentica e profonda, sforzandosi di cogliere la loro esperienza interiore.

*Marco Cova

Per questo motivo, le strutture residenziali che accolgono gli anziani con demenza spesso sperimentano ed utilizzano attività “terapeutiche” basate su queste premesse, che possano rivelarsi molto utili. Ad esempio, le esperienze di musicoterapia utilizzano il linguaggio musicale perché questo, portatore di forti emozioni, è compreso anche dalle persone con deficit cognitivi molto importanti, e può agire a livello relazionale ed affettivo portando conforto e benessere alla persona. Allo stesso modo, anche le esperienze di “pet therapy” dimostrano che l’esperienza con il cane o con altri animali, “compagni” familiari della vita di molti anziani, diventa parte di una relazione di grande impatto emotivo. Attività di gioco e di cura verso il cane suscitano vissuti molto intensi e profondi, che possono diventare momenti di importante benessere emotivo. Altra attività saldamente sperimentata nelle strutture per anziani è la “doll therapy”: tramite l’accudimento della bambola terapeutica (una bambola con specifiche caratteristiche che la rendono particolarmente adatta alle persone con deterioramento cognitivo), la persona può mantenere vive importanti relazioni affettive. È riconosciuto che tale attività facilita processi emozionali positivi ed il rilassamento, contribuendo a contenere i disturbi del comportamento. In conclusione, quindi, per accompagnare nella maniera più umana ed efficace le persone sofferenti di demenza, è importante fare percepire loro il nostro attaccamento tenendo conto che, quando la parola non arriva più, perché non può essere compresa, la vicinanza e l’amore possono comunque essere trasmessi attraverso il linguaggio dell’emozione e dell’affetto. *Psicologo e psicoterapeuta


MELINDA Informa

il melo

febbraio 2020 15

Vittorio Sgarbi in visita a Melinda È stata una visita all’insegna dei sapori e delle tradizioni del nostro territorio quella che nei giorni scorsi ha visto protagonista Vittorio Sgarbi, nella veste di attuale presidente del MART. Il noto critico d’arte è stato accolto a Mollaro dai vertici aziendali di Melinda con in prima fila, a fare gli onori di casa, il Presidente Michele Odorizzi. Prima tappa del percorso è stata MondoMelinda dove Sgarbi ha potuto assaporare la mela dal bollino blu in alcune delle sue varietà ed eccellenze, tra cui le nuove SweeTango e Kissabel, delle quali è rimasto parti-

colarmente sorpreso per il gusto peculiare e l’aspetto distintivo, e apprezzare l’ampia gamma di prodotti a marchio, dagli snack ai succhi di mela, per concludere poi con dell’ottimo strudel di mela. Una degustazione che ha fatto da cornice ad ulteriori suoi commenti espressi con la sua naturale verve e schiettezza come il complimentarsi per la riconosciuta notorietà della marca che ha saputo generare nel tempo fiducia e affezione da parte di tantissimi fedeli consumatori.

E non solo, Sgarbi ha voluto sottolineare l’importanza dell’innovazione, che deve essere una costante nelle imprese, se non addirittura un dovere, unita alla capacità di governare il cambiamento e offrire sempre più esperienze positive legate al brand. E la risposta concreta a questa sollecitazione si è subito tradotta nell’ingresso al “Golden Theatre” in cui non ha potuto fare a meno di vivere l’avventura di questo viaggio virtuale nel cuore della terra, dal quale è uscito affascinato ed emozionato, desideroso di toccare con mano le Celle Ipogee e dove il presidente Odorizzi è stato ben lieto di accompagnarlo. La scoperta di queste gallerie sotterranee, che oggi ospitano migliaia di mele, scavate nella roccia Dolomia, riscontrata perfetta per la loro naturale conservazione, ha soddisfatto la sua innata curiosità manifestando ammirazione ed entusiasmo durante l’intero percorso. “Tutto il mondo dovrebbe vedere questo mondo incredibile!” ha esclamato Sgarbi. Una sfida già raccolta dai vertici di Melinda che stanno vagliando da tempo la possibilità di aprire le gallerie al pubblico, e dove proprio il Mart potrebbe avere un significativo ruolo di supporto dal punto di vista organizzativo. Senza trascurare che le prossime gallerie, tra

l’altro, potrebbero presto essere sfruttate per la conservazione di vino o altri alimenti, rafforzando la collaborazione di Melinda e Miniera San Romedio con altre aziende del territorio trentino. Come cultore dell’estetica, infine, ha voluto dare un ulteriore contributo di pensiero consigliando di rendere ancora più accattivante MondoMelinda, creando nuovi spazi per dare ancora più forza al valore della marca rappresentata da un’ampia gamma di prodotti portatori di qualità, tradizione e piacere di vivere. Un invito che già Melinda sta mettendo in atto con la recente proposta di un progetto di ampliamento che prevede aree dedicate alla degustazione per i visitatori, e a superfici espositive adeguate, sia in termini funzionali all’acquisto che di visibilità di ogni articolo. Al termine della sua visita, Vittorio Sgarbi ha manifestato un sincero ringraziamento per l’accoglienza cordiale e ribadito l’apprezzamento per la qualità eccellente dei prodotti Melinda, per l’efficienza nonesa e l’alto grado d’innovazione che il Consorzio porta avanti, esortando a continuare sempre con molta determinazione il percorso di differenziazione che da sempre caratterizza il brand della famosa mela dal “bollino blu”.

Il presidente di Melinda Michele Odorizzi con Vittorio Sgarbi, in visita alle Celle Ipogee e al Centro Visitatori MondoMelinda.


16 febbraio 2020

LA STORIA DELLE NOSTRE VALLI

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VAL DI NON

Valle di eremi e ordini religiosi Tra il XII e XIII secolo in Italia s’intensificò un forte risveglio dei valori religiosi che si manifestò principalmente in una maggior ricerca di spiritualità e di pratiche alternative; diverse persone non volevano più vivere la religione nella maniera tradizionale, ma piuttosto in modo più intimo, intenso e appagante. Nacquero, così, nuove forme di devozione che si concretizzavano, spesso, in alternative scelte di vita. Le più ricercate erano quella monastica, contemplativa o di apostolato laico. Queste forme di vita religiosa, pur avendo la stessa matrice, si manifestarono con varie connotazioni, sia riguardo ai fini, sia riguardo metodi per raggiungerli. Nacquero delle nuove congregazioni ognuna connotata da uno stile diverso. Sorsero gli ordini dei Benedettini, dei Canonici Regolari, degli Ordini Cavallereschi, degli Ordini Mendicanti, degli Ospitalieri e degli Eremiti. Tutte queste congregazioni, seppur in modi e forme diverse, furono presenti e operarono nella nostra regione. I Benedettini si stabilirono a Trento, nel 1146, presso la badia di S. Lorenzo per poi passare, nel 1235, a Piedicastello; i Canonici Regolari vissero nel convento di S. Michele all’Adige avendo anche la cura d’anime di Giovo, Lavis, Salorno e Caldaro.Le parrocchie di Flavon, Vipiteno e Silandro erano rette, invece, da Ordini Cavallereschi e, nel caso specifico, dall’Ordine Teutonico. Agli Ordini Mendicanti appartenevano i Francescani, i Domenicani, i Gesuiti, le Clarisse, i Serviti, gli Eremitani di S. Agostino, i Carmelitani e i Celestini. Tutti, con forme e tempi diversi, si stanziarono, a macchia di leopardo, nella diocesi tridentina. Nella nostra zona gli Ospitalieri e gli Eremiti, furono abbastanza numerosi e perciò ci limiteremmo solamente a qualche accenno relativo agli insediamenti più significativi presenti in Valle. I primi avevano, come fine, l’esercizio delle opere di pietà e dell’accoglienza verso i viandanti e pellegrini che percorrevano le nostre strade. Queste dimore dove i viandanti e i pellegrini

Chiesetta di San Pancrazio (Foto di Sergio Zanotti)

potevano trovare alloggio, ristoro e un minimo d’assistenza sanitaria erano rette da monaci ma sovente anche da laici (sorores e confratres) che dedicavano la loro vita a questa missione. A quel tempo le comunicazioni stradali erano molto precarie. Spesso si viaggiava su malagevoli ed infidi sentieri. Mettersi in viaggio significava esporsi ad un alto rischio. L’attraversamento dei valichi alpini nei freddi mesi invernali comportava il rischio di perdersi in mezzo alle bufere di neve. L’attraversamento di inospitali foreste e di zone impervie esponeva i malcapitati al rischio d’incontri con bande di ladri. A quell’epoca i viaggiatori percorrevano a piedi una media di 20-30 chilometri al giorno. La fatica, le intemperie e le malattie li rendevano molto indifesi. Ecco allora sorgere questi ospizi dove i viandanti e i pellegrini potevano trovare rifugio e sicurezza. Nella nostra zona uno dei più importanti era quella di S. Maria in Senale, situata a 1300 metri di quota. Quest’ospizio assisteva le persone che dalla valle di Non scendevano verso Merano o salivano verso il passo Resia. A Sanzeno, invece, si trovava quello di S. Maria e Marta, fondato e gestito dell’ordine Teutonico. Più sopra, a Romeno, l’ospizio di San Tommaso e Bartolomeo fungeva da ospedale e da punto di ristoro per viaggiatori della sponda sinistra del torrente Noce. Era gestito dai frati di S. Antonio di Vienne. Fra le forre del rio Novella, costruito sopra un torrione di roccia, sorgeva l’eremo di S. Biagio, adibito, fin dal 1200, come lebbrosario. Era abitato da una comunità di quattro uomini e due donne. Il convento fu poi abbandonato. Nel 1500 divenne un covo di banditi che terrorizzavano la zona. In seguito fu acquistato dai conti d’Arsio. Essi lo trasformarono

in romitorio e lo affidarono a un eremita. L’ultimo fu Lorenzo Bertolini di Dambel, morto verso la metà del 1700. Al Palù, nei pressi di Pavillo, ai margini di un lago ora sparito, sorgeva la chiesetta di S. Spirito, con annesso ospizio; entrambi dipendevano dal convento di S. Bartolomeo in Tonale. Furono demoliti nel 1871.

Eremo di Santa Giustina (Foto di P. Inama)

All’imbocco della valle di Tovel rimane ancora la chiesetta di S. Emerenziana. L’edificio accanto, dal XVI al XX secolo, serviva da romitorio e da ospedale. Apparteneva ai frati agostiniani di Campiglio. Fu demolito nel 1910. Scendendo la valle, a Cunevo, si trovava il castello de “la Santa” con la cappella di Santa Maria Coronata. Inizialmente serviva come ospizio per chi transitava sulla destra Noce; in seguito passò all’Ordine Teutonico di Bolzano e nel 1940 fu acquistato dal Seminario Maggiore di Trento. Poco distante da Quetta sorgeva la chiesetta di S. Michele Arcangelo, ritenuta una delle più antiche della zona. Ad essa, fin dal 1200, era annesso un ospizio dipendente dal convento di Campiglio. Fu trasformata, poi, in romitorio. Non sappiamo invece a quale ordine appartenesse l’ospizio di S. Cristoforo, alla Rocchetta, sotto le pendici di Tor di Visione. Verso la fine del 1300, il considerevole miglioramento della rete stradale e la tendenza ad elevare il tenore della ricettività puntando sul sistema quasi “alberghiero”, segnarono per gli ospizi l’inizio della parabola discendente. Molti furono assorbiti dalla curia o accorpati ad altri istituti monastici. Il vocabolario Larus definisce eremita “persona che vive appartata dal mondo” ed eremo “luogo tranquillo e isolato dove vivono gli eremiti religiosi”.

Piero Turri

Nella nostra zona gli eremi erano quasi inaccessibili, nascosti fra gli anfratti rocciosi. Generalmente erano abitati da una sola persona (spesso laica) che custodiva una chiesetta o un capitello. Questi eremiti vestivano un saio e, di giorno, praticavano la questua nei paesi limitrofi. Per fare quanto sopra c’era, però, bisogno dell’autorizzazione dell’ordinario ecclesiastico che si riservava il diritto di revocarla in ogni momento. Uno di questi eremiti, S. Romedio nobile di Thaur, si ritirò con due compagni nei pressi di Sanzeno. Un altro viveva presso la chiesetta di S. Pangrazio, su di un colle, appena sopra Campodenno. Si chiamava Giovanni Paolo Robustelli ed era oriundo dalla Valtellina. Il romitorio fu soppresso nel 1782. A Dermulo, una stradina vicino alla chiesa, scende fino al greto del torrente Noce, dove, in una caverna, si possono intravedere i ruderi di una chiesetta e di una casupola. Sono i resti dell’antico eremo di S. Giustina, abitato fin dal 1500. L’ultimo custode della forra fu Pietro Frasnelli di Dardine. Durante la sua permanenza dimostrò di non essere uno stinco di santo e per questo fu cacciato dal Vicario Generale. Era l’anno 1784. Anche sotto il paese di Cagnò, nell’incavo di una roccia, sorgeva già nel 1478 la chiesetta di S. Gallo, con vicino un riparo per il custode. Nel corso dei secoli fu abitato da parecchi sacerdoti e laici.

Eremo di San Gallo (Foto di Sergio Zanotti)

L’ultimo fu Nicolò Micheletti, morto di stenti, perché un’ulcera alla gamba non gli permetteva di andare in giro a chiedere l’elemosina. Dopo di lui tutto cadde in disuso tanto che, nel 1766, la chiesa venne abbattuta essendo diventata “una spelonca di ladri”.

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CONOSER EL Nònes - la nòssa lingua

febbraio 2020 17

Carlo Clauser, ...difendeva la causa del “nònes sclet” Caterina Dominici e Liliana Turri Carlo Clauser el nas a Cles ntel 1877 el muer a Trent ntel 1970. L’era n’avociat propi brao e aprezà dala zent. L’era na persona onesta e che aidava i autri, nol s’è mai fat dent le mange (no l’è mai deventà ric ancia se l fava venzer le cause). L geva na gran pasion par la montagna, spezialment par la Mendola e el Roen; l’era sta elezù president della sezion SAT de Fon che però l l’à lagiada cando è scomenzà l fascismo. L’è stà un dei primi poeti a scriver le poesie en nones, ma spezialment a mosar che ge voleva parlar e ancia scriver en nones. Enfati el el partezipava a trasmision ntei vari dialeti del Trentin, per esempi ala trasmision radiofonica Trento Sera. L’è sta el prim a scriver articoi e storiele en nones sul “Corriere Tridentino” e ancia su l’“Alto Adige” e sul “Bollettino della SAT”. El Clauser el clamava le so poesie ch’iampéti n ta parlada da Soratóu. El tuèva en ziro chei che se vergognava de parlar el so dialet o la so lenga, enveze el geva n’amirazion par chei che i li parlava.

L ch’iamp da la corona

-“Che n diu, compare? voruèi crompàr dal Stefen di Orsi chél pugn en tera che fa confìn con chél me sgrèben fuèr a la cros”.-“Digh’i, comàre, che fàu benon. Iu come l’è, el val bèn puèch’, l’è n gruz da ngot; ma – tach’ià al vòs – l vèn a far corpo: tach’iàdi adun tant un che l’àuter i val el dopel. Crompàlo subit Entant che l gh’è;

ché da n dì a l’àuter el puèl s-ch’iampàr. -“Si l ven “a prezzo” L’è n afaròn! Cant gh’i daruèsseu?” -“Vinti florini – le dis le pute.L’è mén de n star. No l’è n ch’iaprìzzi: voi l’éu giust dit; ma si von mi, o le mè pute, séu bèn … sén féune e l sin prevàl. Em fàu l sarvisi En provar voi? Si pròpi s cògn, podéu mpegnàrme fin a vintiòt: de pù no possi”. -“Amò sta sera, si la féuna la va a rosari narài dal Stèfen”. -“Grazie, compare. Si l vuèl ch’iapara…”.- “Farai ben mi”.- “Em recomandi!”- “Can che ve digh’i… Sénte n smargèla, o sénte n òm?”-“Né là scusame…

E grazie amò”.II -“Scouta, tuèi Stèfen, vuèst liberarten en chél to sgrèben da men de n star fuèr a la crós? Mi gh’iài l vantór. Cant vuèst pò, pròpi?” -“L’è pù de n star, en position fuèr a la crós da fabrich’iàr, ausìn al léc… na Palestina! Trènta florini, nànch’ mez de mén!”“Es na fuèr mat? no l nin val diès!” - “L’àite robà? Noi l’en rità Dal nòs puèr nòn. Can ch’én spartì dal dódes - trédes l’è sta stimà trentùn florini. Min dà l vintiòt? -“El tin dà chìndes: l’è strapagh’ià!”-“Si l min dà vinti ma ich’es-fich’es un sora l’auter-

Carlo Clauser

gh’i l be-ne-di-si!”-“Ch’i gh’è i scarànzi lómbrei doi bòte e pò, dói righ’e”.-“Em l’às petàda; adio el me grùz”III -“Vai clàma l pare par la corona! gh’i toch’ia a él en tuèrla su”.-“Sén ch’i che vèni. Gh’i sénte tuti?”-“Si, anch’ia i pìcioi”.-“Padre nostro che…. e non c’indure in tentazione…. Ài pensà, puti, che chél ch’iampétfuèr ala crós nzì bonmarch’ià el tègni mi: L’è regh’ialà! Vinti fiorini el li val sèmper en man a n ladro. L’è già pagh’ià!“-“L’è chél che l diva voiànt el barba” “…ma liberaci dal male…”. Carlo Clauser

Analisi linguistica del testo diu: (voi) dite, dal verbo dir, per contaminazione dal latino dicunt voruèi: vorrei, dal verbo latino volo-volui iu: lì, dal lat. illuc chél: quello, dal lat. ille adun: insieme, dal lat. ad unum puèl: può, dal lat. possum-potui daruèsseu: dareste, dal verbo lat. do-dedi pute: ragazzine, da lat. puella, bambina, ragazzina prevàl: prevale, dal lat. valeo che significa valere, prevalere smargèla: ragazzino, dal lat. medioevale margella vuest: vuoi, dal lat. vult diès: da decies, dieci volte ich’es-fich’es: soldi, dal latino hic est fixum lómbrei: contali, dal verbo lat. ombrare, contare voiant: or ora, poco fa, da hodie e ante

Commento - El Clauser el sa enterpretar el carater pù font de la zent nonesa, ancia dai secoi pasadi. Noi gen en ta testa e ntel sanc el possediment de la tera, de seghitar comprarnin e sgrandir, no ge nen mai assà e, come dis el Clauser, ne sforzan de zerciar ciampi o pradi o sgrebeni da crompar. Zercian vantori e marciandèi par slargiar, sgrandir, contratar, fin a consumarne par pagiar men che se puèl come i protagonisti dela poesia. N tela poesia se testimonia ancia la vecla tradizion catolica de dir su la corona en familia, magiari coi soldi par la testa. El Clauser l’è propi brao parchè ntel so nones trovan le vecle parole, modi de dir nonesi con tuta la so forza de espression. El ge tegniva che n ta vita de tuti i dì se parlas en tel nones sclet. L’à ntizipà tut la convinzion e l laoro de rizercia de la Rezia, dell’Accademia Nonesa-ladina e de “Il Melo.” Ntela introduzion del so liber “Orsi féune e omni da Soratou”, par esprimer ‘l so amor par la so parlada, i Clauser i scrio: - E anch’ia l nòs nònes, can che l’è blot e sclèt patòch, si un no l gh’ià su la récla, grazie tante. Ma par noi nònesi, nònes l’è; e basta.- E amò: - … Già e ani, el Clauser el scriu sul “Corriere Tridentino” e pò su l”Alto Adige” dòi o trei storiele da “L’ors da l Roèn e da la Val da Toel”, … e adès le vuèi stampar par nònes adun con arcanti ch’ampéti n dialet da Soratou, … Nsoma, par el l nònes l va parlà ma anch’ia scrit. Walter Clauser (Sindaco di Malosco)

AZIENDA AGRICOLA di Giorgio Dominici

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Giorgio Dominici, “custode dei meli secolari”, con l’amico e collaboratore Germano Giuliani.


AMICI ANIMALI

18 febbraio 2020

il melo

La cavia: caratteristiche e cura *Dott.ssa Federica Bonadiman

La cavia (Cavia porcellus), nota anche come porcellino d’India, è un piccolo mammifero che condivide con il degu e il cincillà l’appartenenza all’ordine dei roditori. Il suo habitat naturale, la regione delle Ande nel Sud America, si compone di una vegetazione con erbe alte e di un clima semiarido, stabile tutto l’anno, con giornate temperate e notti fredde. Qui vive in piccoli gruppi formati da una decina di esemplari, che si spostano veloci nell’erba alla ricerca di cibo, soprattutto al sorgere del sole e al tramonto, rifugiandosi, in caso di pericolo, in tane abbandonate o in ripari naturali. La cavia è un animale di indole docile, se viene maneggiata in modo tranquillo e gentile, difficilmente potrà mai mordere. Per sollevarla si circonda il torace con una mano e si sostiene il posteriore con l’altra; attenzione quando la teniamo in braccio perché si spaventa facilmente e come reazione potrebbe scappare via con un balzo improvviso, rischiando di farsi del male. Essendo molto sensibile allo stress, va maneggiata con moderazione: una cavia gravida manipolata eccessivamente o trasportata in viaggio rischia addirittura di abortire! È un animale estremamente comunicativo, possiede infatti un repertorio molto vario di versi e suoni, con cui esprime le sue emozioni e i suoi bisogni. Ne esistono diverse varietà: a pelo corto (inglese), semilungo (abissina), lungo (peruviana) o la varietà nuda, con il pelo quasi completamente assente, molto particolare di aspetto e anche molto delicata. Il mantello presenta diverse colorazioni, quelle di base sono rappresentate dal nero, bianco e marrone. La vita media è di 5-8 anni e il suo peso varia da 700g fino a 1 kg e oltre. Gli arti anteriori possiedono quattro dita e quelli posteriori solo tre con unghie a crescita continua, che in particolari condizioni necessitano di essere tagliate, cioè se la cavia non riesce a consumarle regolarmente con la sua attività quotidiana o nei soggetti anziani. Unghie eccessivamente lunghe potrebbero rompersi o crescere storte, causando ferite e infezioni. Anche i denti, come quelli del coniglio, sono a crescita continua e necessitano di un consumo costante per mantenersi sani. A tal fine è importante offrire alla nostra cavia una dieta corretta che la porti a masticare regolarmente, contrastando la formazione di pericolose punte dentarie. Vediamo insieme i principi dell’alimentazione di questo pet. Il fieno fresco e di buona qualità deve essere sempre lasciato a disposizione, così come l’acqua, che va offerta preferibilmente tramite un beverino a goccia. Le verdure fresche vanno offerte quotidianamente, privilegiando quelle più ricche in vitamina C come i peperoni, i broccoli, il tarassaco (o dente di leone), gli spinaci. L’erba di campo è un ottimo alimento perché è quello di cui si nutrirebbe in natura. Vanno

CaVIA (INGLESE)

CaVIA (ABISSINA)

CaVIA (PERUVIANA)

CaVIA (varietà NUDA)

bene anche altri tipi di verdura, come ad esempio: radicchio, finocchio, coste, indivia e insalata romana. Come frutta si devono privilegiare gli agrumi, fragola e kiwi, ricchi in vitamina C. Non va mai offerta frutta o verdura direttamente dal frigo, per evitare turbe digestive. È sufficiente un cucchiaio al giorno di pellet per cavie di buona qualità, mentre sono da evitare le miscele di semi, i cereali, l’avocado, gli snack commerciali e i latticini. Se l’alimentazione è completa e bilanciata, non sarà necessario supplementare la dieta con la vitamina C. L’alloggio migliore per questo roditore è rappresentato da una gabbia grande da permettere un buon grado di attività; deve essere dotata di un fondo pieno e non grigliato per evitare lesioni alle zampe e di una tana per sentirsi al sicuro in caso si spaventasse. La cavia soffre la solitudine, quindi se non si può dedicarle il giusto tempo e attenzione è bene affiancarle un amico, ma attenzione a valutare bene la compagnia! Se avete un maschio potete prendere un altro maschio, ma mai introdurre una nuova femmina con due maschi per evitare lotte. Se la cavia è femmina andrà d’accordo con altre femmine, se invece avete una coppia di maschio e femmina sarà necessario castrare il maschio per evitare di ricevere, entro breve tempo, numerosi nuovi arrivi. Dopo la castrazione il maschio potrebbe essere in grado di fecondare la femmina ancora per qualche settimana quindi è bene tenerli in gabbiette vicine ma

separate per quel periodo post intervento. La cavia soffre di numerose patologie, di cui rivestono fondamentale importanza, per frequenza e gravità, le malattie dell’apparato digerente. Ne sono degli esempi le anomalie dentarie, le enteriti, le coliche, i blocchi intestinali, che hanno principalmente cause alimentari, ma non solo. Un esame delle feci permette di evidenziare la presenza di endoparassiti intestinali e di caratterizzarli. La presenza di pelo arruffato e opaco, magari assente in alcune zone, potrebbe indicare un’infestazione da parassiti: in questo caso vedremo la cavia che tende a grattarsi insistentemente durante la giornata. Anche i funghi cutanei possono alterare il normale aspetto del mantello dell’animale. Le pododermatiti, cioè le infezioni del piede, si verificano di frequente se non viene curata in modo adeguato la lettiera dal punto di vista igienico-sanitario. La cavia può soffrire inoltre di malattie cardio-respiratorie, urinarie e ormonali, con la formazione di cisti ovariche che si possono manifestare con una tipica alopecia bilaterale simmetrica non pruriginosa dei fianchi. Ogni patologia ha la sua cura specifica che si compone di protocolli terapeutici mirati per ottenere la guarigione e salvaguardare il benessere di questo piccolo e delicato paziente. *Medico veterinario della Clinica Zoolife

www.zoolife.it

Direttore Sanitario dott. R. Guadagnini

CENTRO DI ADDESTRAMENTO CINOFILO

CLINICA VETERINARIA - Mezzolombardo (Tn) - Via Cavalleggeri Udine, 41 Tel. 0461 600521 - Urgenze Cell. 3458103753 - Email:segreteria@zoolife.it


TERRITORIO

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febbraio 2020 19

CAGNò: l’altro San Valentino S. Valentino nel paese della terza sponda non è quello degli innamorati. Anche se per lunga tradizione si festeggia il 14 febbraio, in realtà non si tratta del santo della memoria romana. Il S. Valentino venerato a Cagnò era originario dei Paesi Bassi. Arrivò in Baviera verso il 435 e fu ordinato vescovo dal Papa Leone Magno che lo destinò alla regione alpina chiamata Rezia (perché un tempo era il territorio della popolazione retica). La sua attività fu rivolta a diffondere il nome cristiano fra quelle genti fra le montagne. Combatteva con vigore, ma con poco frutto, sia i pagani che gli ariani - i quali non ritenevano Cristo figlio di Dio -. Fu un missionario itinerante e grande messaggero della fede. Moriva verso il 475 e fu sepolto nella cappella del castello di S. Zenone presso Maia Bassa, oggi Merano in Alto Adige. Dal 748 al 763 le sue spoglie furono portate a Trento dai Longobardi, data la vicinanza alle reliquie di S. Vigilio. A Maia nel 564 il corpo santo fu visto anche dal poeta latino Venanzio Fortunato che gli fece visita. Ma nel 764 il duca bavarese Tassilone portò il corpo del santo vescovo a Passavia, dove è tuttora venerato come patrono della diocesi. Fino alla riforma liturgica dopo il Concilio Vaticano II era ricordato anche a Trento, dove ancor oggi si commemora nel calendario proprio della nostra terra.

Cagnò - San Valentino

È altamente probabile che il villaggio di Cagnò abbia avuto come suo patrono il vescovo retico, anche perché secondo Ausserer - studioso delle famiglie nobili del Trentino - Hervardus di Cagnò, nipote di Ainicio di quella zona e castellano del paese, si stabilì a Marlengo verso il 1300 e nel 1344 ebbe sua dimora a S. Valentino presso Maia. La sua linea si chiamò “von St. Valentin” forse anche in ricordo del vescovo antico. Il legame con il santo forse diCagnò - Chiesa San Valentino pende anche da questo.

La chiesa di Cagnò è menzionata ancora nel 1409. Nella visita degli incaricati di Bernardo Cles del 1537, all’11 giugno, si legge “in villa Cagnodi est capella S. Valentini”. Il paese viene ricordato con il suo castellano Warimberto già nel 1117 e gli abitanti nel 1339 (homines ville Cagnodi), mentre la sua chiesa solo ai primi anni del secolo XV. È un edificio gotico di non grandi pretese, oggi incuneato fra le case. La sua attuale fisionomia risale al 1500 e possiede una sola navata coperta da un reticolo di pietra scura. Sul pavimento si vedono tuttora le lapidi sepolcrali di vecchie famiglie nobili. L’altar maggiore forse è opera di Giacomo Insom (1765-1766) e fu trasportato qui da Termon in quegli anni. Oggi gli altari laterali hanno come pala delle statue devozionali. Quello di destra aveva un quadro di G. B. Lampi, raffigurante l’Assunzione di Maria, gli apostoli e S.Valentino. La Via Crucis è del XVIII secolo. Nel 1801 la chiesa fu dichiarata curazia. Ebbe le vetrate della ditta Parisi di Trento verso il 1943 e fu adeguata alla riforma liturgica negli anni ‘60. Nel 1981 fu completamente risanata.

Don Fortunato Turrini

Il Castelàz Un castello rimasto ormai solo nella toponomastica (Castelàz); due palazzi nobiliari (Bolego e de Pretis); un romitorio, San Gallo, poco noto anche ai valligiani, ed un santo patrono di origine retica. Bastano queste tre note per far capire l’importanza che ha avuto nella storia della valle e del Trentino il paese di Cagnò da cui si gode uno dei panorami più noti e fotografati della valle. Il castello si trovava su un grande sperone roccioso, detto Castelàz, che domina il torrente Noce in un punto di collegamento tra le valli di Non e di Sole.

La posizione risultava strategica ed efficacie per il controllo del ponte che univa le due vallate e dei transiti verso il Passo del Tonale e la Lombardia in direzione Ovest, verso il Passo della Mendola e la conca di Bolzano in direzione Est. La prima notizia documentaria del castello, datata al 1277, ma la sua fondazione risulta tuttavia antecedente al XIII secolo, ed è forse collocabile nel XII secolo. Non è da escludere la possibilità che, in origine, fosse un insediamento imperiale. I nobili Cagnò, primi proprietari, menzionati dal 1147, potrebbero essere stati tra gli uomini di fiducia dell’imperatore posti a difesa di un luogo chiave per l’Impero. A metà del Quattrocento i beni dei Cagnò, definitivamente estinti, vengono ereditati dai Thun ma il castello a seguito delle mutate condizioni politiche, non aveva più una specifica funzione militare e di controllo. Inoltre la posizione arroccata impediva un qualsiasi valore produttivo e quindi nel Seicento venne abbandonato. Sopravvivono i ruderi delle massicce murature che dallo scoglio di Castelàz, oggi circondato dalle acque del Lago di Santa Giustina, dominano il viadotto che collega Cles alla sponda opposta. (notizie tratte dal volume “Cagnò, storie immagini tradizioni” di G. Faustini, ed. Publilux)

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20 febbraio 2020

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ERNIa DISCALE

Un tormento con ottime possibilità di risoluzione L’ernia del disco intervertebrale, detta anche ernia discale, è il risultato di uno “spostamento” e conseguente fuoruscita di materiale normalmente contenuto nel disco intervertebrale, che facendosi spazio tra le fibre lesionate dell’anello discale va ad invadere e comprimere le strutture nervose contenute nel canale spinale. Nel disco normale, sano, l’anello discale costituisce un perfetto apparato di contenimento dell’ernia che è localizzata nel suo interno, e serve come “distanziatore” tra una vertebra e l’altra. Nel disegno: (A) nel cerchio rosso si nota iniziale lacerazione delle fibre discali che trattengono il nucleo erniario localizzato ancora al centro (giallo). (B) ulteriore lacerazione delle fibre discali ed iniziale avanzamento dell’ernia. (C) rottura totale delle fibre discali con uscita dell’ernia.

Molti studi hanno accertato che la causa più frequente della rottura discale con successiva espulsione dell’ernia, è la frequente estensione del tratto lombare, o flessione del busto, come avviene da seduti o nei movimenti chinati in avanti. L’ernia discale lombare colpisce infatti prevalentemente i soggetti che mantengono una flessione del busto prolungata, come chi lavora in ufficio, alla guida, o per attività ricreative e sportive in flessione. Molti dei pazienti che si rivolgono a noi praticano ginnastica “posturale” senza indicazioni precise, e proprio per questo motivo peggiorano la loro situazione anziché migliorarla. Il trattamento dell’ernia presso i nostri Centri si effettua esclusivamente con terapie meccaniche (essendo l’ernia un problema meccanico), senza ovviamente l’uso di farmaci. I risultati sono effettivi nel giro di poche sedute. Il paziente successivamente può anche intraprendere un percorso di terapia fisica in palestra, ma personalizzato, con lo scopo di migliorare gli atteggiamenti posturali che hanno incidenza sulla problematica discale. Il trattamento sull’ernia si effettua anche e soprattutto nella fase acuta contrariamente a quanto viene invece divulgato. Le terapie fisiche ed i trattamenti di Osteopatia, se fatti da personale qualificato, non sono invasivi né traumatici e danno ottimi risultati.

Palestra dei Centri Bsc La palestra dei Centri BSC offre la possibilità di migliorare costantemente il proprio benessere ed è un ottimo ausilio nel proseguimento delle terapie in pazienti con importanti disfunzioni meccaniche. Ogni paziente effettua esercizi mirati individualmente, non di gruppo, assistito sempre da un terapista fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. È molto indicata per uno stile di vita senza dolore meccanico. Si effettua ginnastica posturale e correttiva, funzionale per il rafforzamento muscolare e la riattivazione del metabolismo, dolce per anziani, sportiva, per donne in gravidanza, per bambini, per post-chirurgico e riabilitativa.

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LA ROCCHETTA SI RACCONTA

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febbraio 2020 21

DAI VECCHI SPORO AI NUOVI SPAUR (Capostipite Volcmaro di Burgstall) (Nel 1333 viene edificato il castello alla Rocchetta)

Tanel geom.Fabrizio

A custodia del “passo” della Rocchetta vi era già prima veduta di Johanna von Isser Großrubatscher del 1145 il castello di Tono (origine della famiglia poi (disegno eseguito nel 1831) tedescamente chiamata dei Thun), edificato sul piccolo promontorio presente in località al Castelletto nel Comune di Ton, ove sono ancora visibili i pochi ruderi, costituiti da una piccola “edicola” facente parte del muro perimetrale della chiesa intitolata a Santa Margherita eretta si dice, sui resti di quello che un tempo era la torre del castello; successivamente fu edificato un ulteriore castello alla Visione nel 1199 sempre ad opera dei Tono, a controllo diretto del passo, dal quale nel 397 vi transitò il vescovo di Trento S.Vigiil melo pagano 3 agosto 2017 TERRITORIO lio, durante la sua visita a Sanzeno (villaggio di Methol detto anche Mecla) con l’ingrato compito di Volcmaro di Burgstall, della famiglia dei “de Rubain” constatare la morte (29 maggio 397) dei tre martiri Si- (oriundi da Postal vicino a Merano), per cui il castello di SAN LORENZO A MECHEL, SAGRA sinnio, Martirio ed Alessandro (originari della CapSporminore si chiamò poi anche Rovina, fu il capostipi- ANTICA E SEMPRE NUOVA Sergio Ferrari padocia) inviati in valle come da ordine del vescovo di te della nuova famiglia degli Spaur, non come erede dei Milano Ambrogio, allo scopo di evangelizzare l’allora Sporo, ma in conseguenza del feudo a lui assegnavecchi La sagra di S. Lorenzo in Mechel, finestre). La cappella è ricordata così come anche leto altre solo nel 1390, ma di sicuro è più stemma Spaur-Lichtenberg territorio pagano, dietro richiesta del suo pari Vigilio. nelfeste 1312paper volere di Enrico conte del Tirolo, figlio tronali tradzionali che si celebraantica. aNel 1500 fu ricostruita e presso la chiesa di S.Vigilio Spormaggiore Più tardi, il transito delle persone e delle merci si spoMainardo II, divenuto famoso come l’usurpatore di quel no ogni anno, hanno delle caratconsacrata nel 1520 da un vescovo (Spaur: leone – Lichtenberg: stò lungo la via ben più agevole nella bassa valle, e diremote, cui l’intera valle di Non ne portò le conseguenze, teristiche se con vogliamo ma suffraganeoscacchi) del Principe Vescovo Lichtenberg: castello presso Prato allo pontenuove. AlpinoNuove scavalco del torrente Noce al cosiddettosempre spodestando perché essequasi tutte le famiglie a dimora dei vari caBernardo Cles.Stelvio L’altar (BZ) maggiore è offrono momenti formidabili d’indedicato a S. Lorenzo, ai lati (in alcuni testi troviamo anche Albino); qui storica- stelli, in particolar modo quelli lungo le vie principali e Il castel Belfort a Spormaggiore fu autorizzato dalcon concontro, di relazione, di aggregaS. Francesco e S. Antonio. In alto mente era presente il dazio, in riva sinistra del Noce, d’ingresso alla valle che passarono dall’essere assoggetta- te del Tirolo Enrico dei Mainardi, nel 1311 ed edificazione nel sentirsi e nell’impegnarla statua di S. Barbara. Si entra e dificio che poi spostato al ponte di S.Cristoforo nell’ vescovo di Trento e vassalle di altri to da certo notaio Tissone di Altspaur, all’interno del scati, prima al principe si insieme per costruire comunità in chiesa scendendo per otto avrebbe ospitato più tardi la casa cantoniera in prossi-capaci vive, fraterne, ancora lini, aveva a causa dell’inclinazione casati comediavvenne per gli Sporo-Partschins, dipen- territorio degli Sporo; questi giurisdizione sui del generare nel nostro tempo terreno. L’unica navata ha mità del bar alla Rocchetta. denti dai conconti Piano (Eppan) che dovettero abbando- villaggi di Andalo e Molveno. Troviamo lo stemma deivolta l’aspirazione più nocon reticolo gotico, a sesto acuto ponte Alpino, In aggiunta al dazio in vicinanza del temporaneo nare il loro castello in favore di Volcmaro (al tempo era- vecchi Sporo poi fatto proprio dai nuovi Spaur, anche bile per ogni persona umana: il come l’arco santo e le finestrelle. venne costruito nel 1333 ad opera diguardarsi Volcmaro di no ancora in vita gli eredi degli Sporo che si estinsero nel in quello del neo-costituito Comune di Contà (aggrenei Volti. E perché no? L’abside è pentagonale. Sono molMechel - Costumi medioevali Per chi le sagre possono dito notevoli, ma purtroppo Burgstall (capostipite poi dei nuovi Spaur del crede castello Le nuo-poco 1371 presso Parcines); stessa cosa capitò in precedenza ai gazione dei paesi di Cunevo, Flavon e Terres). mi medioevali, a don Fortunato Lorenzo. ve Secondo la per Legenda Au- leggibili, ventare anche occasione gli merci affreschi rappredi Sporo-Rovina a Sporminore) su ordine impartitogli esigenze lo spostamento delle neiche primi vecchipropizia conti di Flavon (contea autonoma sotto il controldi verifica personale, perché met- Turrini che per qualche lustro ha rea il diacono, che era amministra- sentano S. Giobbe, un vescovo, la dal conte del Tirolo e duca di Carinziatono nonché re di inloevidenza lorodei beni diretto imperiale) che dovettero del 1800, portarono via presanni della a fianco abbandonare del Gruppo iltore chiesa romana, all’abbandono fortemente che camminato Madonna con della Bambino e il santo Boemia, Enrico figlio di Mainardo II, illacastello della ècastello a favoreraccontando di Ulrico dilaCoredo, fidato di Mainarso ildicastello di Sporminore i traffici pesanti checulto si fu storia della nostra ebbe l’ordine consegnare la cassa dicon vita cristiana realizzazione Trento Simonino (il suo e delle valli trenal prefetto Cornelio Secolare. piena di quella senza una comunità negli annidirettrice ‘60 del secolo Rocchetta, le cui rovine erano ben visibili sino ai pri-umana, constatare comenostre lo stemma dei vecchi nell’altra Ma partecancellato della valle sulla do II. è curioso dirottarono Presidente Lorenzo distribuì tutto ai poveri e scorso). distinzionepiù netta pen- tine, Soprameno la finestra di sinimi anni del 1800 con la torre che si mantenne a com’era Sporo,nel formato da unall’attuale “leone rosso dallaPierluigi coda trifida in per Spormaggiore, con utilizzo sempre frequensiero d’un tempo, per alcuni anco- Leonardi che assieme a molti gio- quando il prefetto reclamò il denaro, stra si legge la data della decorala strada at- campo d’argento” lungo sino quasi al 1850 (da ricordare che eraUndivenuta una pista te della via “Traversara” fuepoi utilizzato di Volcmaro vani meno giovani, dai configli vitalità e gli presentò i miserabili beneficati, che ra nostalgico. zione. tempo era sulla parete tuale per Castelletto è stata costruita attorno al 1845); per sole persone o animali da soma. Si dice imperiail cui stemma famigliare dei Burgstall era invece “uno Fino qualche decennio fa, a dinamicità sanno ancora entusia- dichiarando che quello era il tesoro anche il grande quadro (ora nella smare una nera comunità, come garan- la della Fu tanto perciòin arrestato e chiesa la festa pas- con di Mechel) con quanto i ritratti dei con quello chedi S.Lorenzo la posizione della torre corrispondeva Mechel, le non riferimento all’epoca romana, scudo azzurro aquila dalle ali spiegate”; sto-chiesa. zia per il presente e speranza per il torturato su una graticola rovente. sava pressoché inosservata. Però Firmian ai primi del 1600. divenne il padiglione nord del forte (1860), ancora ria portò questi ultimi alla perdita del castello di Burg- agli imperatori germanici (Asburgo in primis) ove Apparla (Fabrizio Leonardi) Sempre secondo la tradizione, al- tiene alla chiesa pure una rara da secoli immemorabili si cele- futuro. oggi visibile ed individuabile nel basamento in pietra stall vicino a Merano e di tutte le proprietà possedute dal classificazione “romana” è per consuetudine utilizzata l’imperatore che assisteva al sup- pisside in rame dorato con cuspibrava solennemente il Patrocinio di forma circolare delimitante la piazzola stradala terza con esclusione dei soliSAN castelli di Sporo-Rovina padre, per indicare antica; dobbiamo pensarla MECHEL: LORENZO, plizio, Lorenzo - primauna di via morire di S.lato Giuseppe, domenica de non a piramide, adesso conservata DEVOZIONE - disse: “Da questa sono arro- dinella il costituirsi parrocchiale. Questa chiesa ovest, lungo la direttrice per Castelletto.di Pasqua. Poi cone Flavon; avvenimento questo cheANTICA comportò il cambio come unaparte strada dotata pavimentazione lastricata Nella storia S. Lorenzo si presenta stito, girami dall’altra e mangiami”. fu costruita nel 1585 sul modello dapprima di un gruppo Giovani famigliare dello stemma in favore di quello del feudo tipica di certe vie romane “militari” importanti quali Torre della visione e dal 1973 dell’attuale gruppo S. come un gigante di carità e di co- Morì in tal modo eroicamente il 10 della pievana di Cles. Da anni orcioè raggio. il “leone” e la dei conseguente nascita della 258. la Claudia Augusta proveniente dallafesteggia Valsugana atFu uno sette diaconi di agosto Il suo nome latino vorLorenzo, prese vitaposseduto, la tradizionamai Mechel in maniera Castello della Rocchetta traverso Pressano, la Bassa Atesina, Bolzano, Merano nuova famiglia denominata da quel momento “Spaur”. Papa Sisto II (quello che si festeggia rebbe dire “proprietario della città le sagra che ogni anno si svolge strepitosa S. Lorenzo, compatro(1333) a Tavon il 6 agosto). Forse Lorenzo di Laurentum”. Il segno distintivo, no della località. nel mese di agosto,Oggi memore della il Resia. ed il Passo troviamo loro stemma nel gonfalone del ComuFortunato Turrini) testimonianza del Santo compa- era originario dalla Spagna, come con la palma del martirio e la dalne di Spormaggiore come da Regio Decreto del 12 feb- La Rocchetta si lega in via indiretta ai(Don conti Spaur di trono della comunità con Maria il diacono S. Vincenzo che si ricor- matica da diacono (dipinta splendi- Programma della Sagra: braiodella 1930, precedentemente ordinato anche negliGiovedì anni che precedettero la 10 agosto; ore 21.00 rievocada in gennaio (mio nonnopresso diceva:la Corte damente Sporo-Rovina da F. Zurbaran nel 1636), Assunta in cielo, titolare belstorica de A “la Guerra(1859). Rustica del “S. Vincenzo da la gran fredura - S. èAralnei registri della Consulta dei Contia eleitrascritto perdita della parte dell’ ustria la graticola su cui fu Lombardia torturato a dazione lissima chiesa parrocchiale 1525” con il gruppo in costume d’epoca “I la gran il dell’almorte. Viene protetdedicata. Attraverso le pagine di l’ALorenzo dica e presso rchivio da di Stato in calura”). Roma, aEra firma Qualeconsiderato gorvernatore del Veneto 1826 al 1840 e sucGropidal d’Anaunia”; questo editoriale, mi sia consenti- tempo dell’imperatore Valeriano tore degli osti, dei vigili del fuoco, Venerdì 11 agosto; Campo sportivo, San cessivamente della Lombardia dal 1841 fino al marzo lora re Vittorio Emanuele III e di Benito Mussolini; da to rivolgere un ringraziamento a (253-259), un grande nella storia dei vetrai e dei poveri. Nella dioce- Lorenzo sotto le stelle e dalle 19.00 in poi che poi con R.D. del 24 agosto 1928 i Comuni 1848 troviamo Giovanni Battista conte di Spaur del ricordare tutte le persone che nel corso de- romana, che però ebbe la disgrazia si di Trento ci sono 19 parrocchie a bar e cucina. finire prigioniero nemico ere19.00amapertura lui dedicate, fraa le quali in gli anni hanno datodi unSporminore contributo ediCavedago Dazio furonodel aggregati a quello di (nato Vienna nelValle 1777die li Sabato morto11 nelagosto; 1852)dalle fidato ‘Cort’ per gustare i sapori tradizionali ditario di Roma, l’impero persianodenomiNon Cavedago, Sarnonico e Mione. alla crescita del gruppo, soprat- assumendo ministratore degli Asburgo.delle Dopo un governo provSpormaggiore, poi nel 1929 l’unica tutto verso quelle che ci hanno di Sapore II nel 259, anno della sua In Val di Sole S. Lorenzo è onorato e ballo con l’orchesta di Gigio Valentino. nazione di Spor; solo nel 1947 i tre Comuni ritornarono visorio nel dicembre del 1848 Francesco Giuseppe I, lasciato: ora esse ci guardano e ci morte. Già nel 257 Valeriano ave- specialmente a Dimaro. Inoltre an- Domenica 12 agosto; alle 9.00 Messa e processione con la statua di San Lorenzo; autonomi con Cavedago che oggi ha percontro stemma i “tre eletto, nominò quale governatore lombardo il appena va promulgato un editto i che Mechel lo tiene quale compaassistono. alle 12 apertura cort; alle 15.00 22° Palio da lui perseguitati paese la chiesetta Un encomio particolare a Ri- cristiani, ponti va sovrapposti” e Sporminore i “rudericome della trono, torre avendo conte ilKarl Lamoral e così Johann Baptist Spaur si ri- alle della Val di Non di ciclismo allievi; fatto qualche tempo lui intitolata. Essaprivata. si trovaNel nella naldo Deromedi, per anni pre- aveva cort e allenominato 21.00 musica con Disegno da Codice Brandis tirò a vita 182719.00 eraapertura stato anche del42suo castello”, quel Sporo-Rovina che unprima tempo aaveva Pontedel Alpino sidente gruppo S. Lorenzo e l’imperatore Decio. In quegli anni parte Nord dell’abitato, vicina al ballo liscio e moderno con l’orchestra Fran(1607 - 1629) intimo di100 sua maestà imperiale”. “consigliere giurisdizione Sporminore, e Cavedago. cesca Manfrini. anche Spormaggiore la testimonianza di palazzo dei Firmian (detto dalle promotore dei bellissimi costu- suavvenne

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22 febbraio 2020

CURIOSITà

il melo

Il 2020 delle cipolle: un anno equilibrato

Giacomo Eccher

“Sarà di sicuro un anno con tempo ben equilibrato anche se è bisestile”. La previsione è di Livio Iob, il decano degli indovini nonesi che da anni, almeno una trentina come trio, la notte del 24 gennaio ‘interrogano’ le cipolle per sapere che tempo farà nei successivi 12 mesi. Il rito - perché di rito si tratta con tanto di regole da rispettare per la preparazione e l’esposizione dell’assicella con le cipolle se vi vuole un risultato ‘certificabile’ - anche stavolta si è ripetuto secondo le regole con all’opera i tre affiatatissimi ‘meteo cipolllari’ Livio Iob, Franco Zanini e Ruggero Pinter. Quella sera dopo la cena con menù rigorosamente tradizionale nell’agritur ‘Piccolo fiore” a Dardine (Predaia) i tre amici hanno preparato assieme le dodici ‘scodelle’ ricavate da un’unica grossa cipolla, una per mese, per capire l’indomani che tempo farà mese dopo mese fino a gennaio 2021. Il responso è stato letto la mattina dopo di buonora da Iob nella sua abitazione di Cunevo ma il verdetto è I “Meteocipollari”: Franco Zanini, Livio Iob e Ruggero Pinter. (foto di Sergio Zanotti) stato ufficializzato su carta solo dopo il consulto con le analoghe ‘letture’ di Zanini (che le cipolle le ha ‘in- to’ solo 4 mesi (febbraio, giugno, ottobre e gennaio 2020 detta di Zanini per il quale lo sbaglio nel 2019 si è terrogate’ a casa sua, a Flavon) e di Pinter che abita ‘quello in corso’) mentre ci ha azzeccato negli altri otto limitato a soli due mesi dei quali uno è gennaio 2020. invece a Dardine a poca distanza da Castel Thun, sul mesi. Bilancio più che positivo dunque anzi di più a “Doveva essere bagnato, invece non c’è stata una goccia né di pioggia né di neve, ma non è ancora finita!”. versante opposto della valle. Poi subito via alla stamScaramucce tra amici che poi si risolvono in un salupa ufficiale della previsione 2020 presso la Tipogratare brindisi con un buon teroldego, ...perché nessuno fia Inama di Taio. Stampa che come al solito è andata aveva pensato al groppello. Ma – assicurano – il prosa ruba anche tra i più scettici soprattutto per le fasi simo anno rimedieranno! lunari sul retro, quelle sì rigorosamente scientifiche e Tre amici dunque oltre che indovini, anche se diverutili per capire i tempi giusti per la semina. sissimi per storia personale, e anche per età. Per le cipolle il 2020 si annuncia un anno più bagnato ASCIUTTO FEBBRAIO Livio Iob, ha 82 anni, di Cunevo (capostipite dell’apche asciutto con solo tre mesi (febbraio, luglio, agosto ASCIUTTO FEBBRAIO (29 passaggio dall’ora prodo in valle di Non di questa simpatica usanza are in parte novembre) con prevalenza del sole. Degli alBAGNATO MARZO solare all’ora legale) passaggio dall’ora BAGNATO rivata da chissà dove) ha lavorato fino alla pensione tri otto mesi, quattro sono decisamente bagnati (marMARZO (29 solare all’ora legale) PIOVOSO / all’ACI di Trento. Oltre alle cipolle, la sua seconda zo, maggio, luglio e dicembre) mentre APRILE tra il piovoso / PIOVOSO / VARIABILE APRILE passione (ma forse è la prima!) è il tamburello con variabile si preannunciano aprile, giugno ottobre, e VARIABILE trascorsi da giocatore e da dirigente sportivo. Attualgennaio 2021. BAGNATO MAGGIO BAGNATO MAGGIO mente, nonostante le tante primavere è ancora effettiSull’attendibilità della previsione – spiegano i tre all’uPIOVOSO / vo come arbitro di tamburello anche nella massima nisono – quest’anno pesa l’incognitaGIUGNO dell’an bisest PIOVOSO / VARIABILE GIUGNO VARIABILE serie! (variabile che però assicurano è nota anche alle cipolle BAGNATO LUGLIO Franco Zanini, 70 anni, di Flavon, è un commerindovine!) con il vantaggio di esser stata capitata una BAGNATO LUGLIO ciante di colori che le valli del Noce ed il Trentino le notte particolarmente favorevole grazie alla luna nuoASCIUTTO ha girate in lungo e in largo per le consegne. Come va che è sorta alle 20.42 del 24 gennaio.AGOSTO ASCIUTTO AGOSTO passione ha il calcio con trascorsi agonistici anche in “Questa coincidenza, unita all’assenzaSETTEMBRE di vento nell’eASCIUTTO formazioni di livello (Mezzocorona, tanto per citarne sposizione sud - est delle cipolle ha consentito una letASCIUTTO SETTEMBRE PIOVOSO / (25 passaggio dall’ora una) e da decenni fa l’allenatore dei ragazzi della tura esplicitamente chiara che non ha lasciato dubbi a OTTOBRE legale all’ora solare) PIOVOSO / (25 passaggio dall’ora OTTOBRE legaleVARIABILE Bassa Anaunia e per un triennio anche del Vervò. nessuno di noi” - afferma Iob che, così come anche gli all’ora solare) VARIABILE ASCIUTTO / Ruggero Pinter, 68 anni, di Dardine, è invece un conaltri due amici, quel giorno e in quelli immediatamenNOVEMBRE ASCIUTTO / NOVEMBRE VARIABILE tadino convertito da anni alla coltivazione biologica. te a seguire è stato letteralmente subissato di domande VARIABILE BAGNATO DICEMBRE Alpino come quelli di una volta, per anni ha guidato su come andrà avanti l’annata. BAGNATO DICEMBRE il gruppo ANA di Mollaro e nel 1985 è stato tra i fonOvviamente non tutti ci danno importanza ed agli PIOVOSO / GENNAIO PIOVOSO / datori del Gruppo ANA del Cirò che ha assorbito le scettici Iob con pazienza spiega che nel 2019, 2021 tanto VARIABILE GENNAIO 2021 VARIABILE Penne Nere di Mollaro, Dardine, Tuenetto e Priò. per dare un dato, meteocipolla ha sbagliato ‘di brut-

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ROMANZO A PUNTATE

il melo

Caccia alle oche (2

a

parte) - Il

febbraio 2020 23

fagiolo nel naso (1

Tratto dal libro: LA MINIERA DEI BOTTONI Dopo una settimana mi rassegnai all’evidenza di non riveder mai più le mie oche. Ero molto scoraggiata e delusa dai miei compagni di scuola. Quest’ultimi, avevano seguito con assiduità le ricerche, ma più per divertimento che per altro e più di una volta li avevo sentiti dire: “Smettiamo questa commedia tanto lo dicono tutti che qualcuno avrà fatto loro la festa. Erano anche belle e grosse!” Erano passati dieci giorni e stavamo pranzando, quando udimmo un insolito vociferare di gente e bambini che si avvicinavano verso casa. Ci affacciammo alla finestra. C’erano loro, le oche, che venivano verso di noi con il loro incedere dondolante e lo sguardo sospettoso che cercava punti di riferimento. Erano pilotate da Germano, uno dei nostri vicini che con orgoglio le stava riportando ai legittimi proprietari. Le aveva avvistate quella mattina, in un suo prato, due chilometri a valle. Seguivano il rio Naros che di lì a poco si sarebbe gettato nel torrente Tresenga. Ancora poche ore e non le avremmo riviste più. Attratte dall’acqua, mentre io e le mie amiche stavamo cercando il tesoro, si erano dirette subito verso uno dei piccoli rivi che attraversavano il faggeto e l’avevano seguito lentamente godendosi la libertà, fino a raggiungere il rio Naros. Erano smagrite e sporche di fango, ma questo non mi impedì di abbracciarle forte fino quasi a strozzarle. Il fagiolo nel naso Non avrei mai immaginato che un banalissimo fagiolo potesse causarmi tanti guai. Me l’ero infilato in una narice talmente in profondità che quando, sperimentata la cosa feci per levarmelo, il fagiolo non usciva più. Elena mi guardava preoccupata: “Dobbiamo chiamare la comare, subito!” Mia madre non c’era; era andata al suo paese ad assistere la nonna gravemente ammalata e ci sarebbe rimasta sicuramente due tre giorni. Nei casi di necessità urgenti, la comare sostituiva il medico che abitava piuttosto lontano e poiché come mezzo di trasporto usava il cavallo di san Francesco, era possibile che arrivasse anche un giorno o due dopo. Passai una notte e un giorno d’inferno; nel frattempo arrivò mia madre, ma ritenni che fosse meglio tener tutto nascosto. La paura crescente mi aveva tolto anche l’appetito, ma a quei tempi l’inappetenza dei figli non era motivo di preoccupazione. Solo quando toccando mani e fronte la mamma sentiva che scottavano proprio tanto, mandava un fratello a chiamare la comare, che con tutto quello che aveva da fare, poteva arrivare anche lei, il giorno successivo. Al suo arrivo, come prima cosa ci dava una sonora brontolata; il motivo lo sapeva solo lei, poi sentenziava che sarebbe stato indispensabile un immediato clistere e senza perdere tempo spediva subito qualcuno della casa a recuperare il famigerato strumento sanitario. Dopo averlo riempito di acqua calda di una gradazione sempre superiore alla soglia di sopportabilità, lo dirigeva in quel punto particolare indicato all’uopo anche dalla medicina antica. Trovandosi però lei nell’età crepuscolare con comprensibili problemi di vista, in quella delicata operazione andava più che altro alla cieca.

Conoscendo bene le conseguenze del suo operare, ci faceva preventivamente immobilizzare a pancia in giù con l’aiuto dei familiari presenti. Nonostante queste doverose precauzioni, la “lancia” del clistere quasi sempre falliva il bersaglio, ma lei caparbiamente insisteva e insisteva e se non fosse stato per l’urlo sovrumano che riuscivamo ad emettere, pur schiacciati in quella terribile posizione, ci saremmo trovati con due buchi, anziché uno, come madre natura sapientemente ha inteso dotarci. Che dolori! Era anche per questo che si tendeva a mascherare qualsiasi malessere. Quando però né il clistere né l’intruglio di cipolla con lo zucchero o il latte con il miele, riuscivano a migliorare la situazione e ci trovavamo vicini a quello stato comatoso, quando una fetta di salame strofinato sul naso da un fratello, ci lasciava indifferenti, beh allora era giunto il momento di chiamare il medico. Questo eroe d’altri tempi arrivava sempre a piedi. Entrava nelle case come un’ombra veloce, spesso senza bussare per non perdere tempo, e si dirigeva subito verso l’unica stanza dove già sapeva o presumeva venissero sistemati gli ammalati di turno. Conosceva da mezzo secolo le famiglie, le abitudini, le tare, le tendenze, la personalità, le malattie ricorrenti di quella casa e di tutte le persone di tutti i paesi dove esercitava la professione di medico. Si sedeva accanto al letto dell’ammalato e mentre con tono imperioso imponeva di esibire la lingua, appoggiava una mano gelida sulla fronte, mentre con l’altra palpeggiava il polso per sentirne il battito. Poi ancora con le dita fredde che erano lunghe il doppio di quelle di un qualsiasi altro mortale, afferrava il manico di un cucchiaio e lo affondava in gola. Se si resisteva dal vomitare, ci ordinava di tossire, e dopo averci brutalmente denudato la schiena, ci dava alcuni colpetti, dopodiché... e qui sembrava diventare un nonno affettuoso, appoggiava il suo orecchio e la lunga barba crespa sulle nostre magre costole palpitanti.

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Antonietta Dalpiaz Breda

Durante tutto il cerimoniale mamma e parenti osservavano un rigorosissimo silenzio e solo dopo, potevano porre anche delle domande, purché mirate e stringate. Prima di uscire dalla stanza ci dava un piccolo scappellotto, abbozzava un fugace sorriso e si avviava al lavandino della cucina dove la mamma lo aspettava con l’asciugamano di fiandra, bianco, da cerimonia, già teso e aperto tra le braccia, pronto per l’uso. Mentre indugiava ad asciugare le lunghe dita, emetteva diagnosi, prognosi e cura. Se non si trattava di malattie infettive, o gravi malattie, la cura non si discostava molto da quella emessa dalla comare e suonava: “Immediato purgante, se necessita clistere, e tre quattro giorni sotto coperta finché la febbre sarà cessata”. Ma la febbre dopo la sua visita, non costituiva più un problema. Con il tocco della sua mano gelida era già scesa di qualche grado. Certe mamme per eccesso di zelo, ci facevano portare anche per qualche settimana, la collana di aglio al collo per fugare eventuali vermi dall’intestino. E con i vermi se ne andavano anche gli amici. Nonostante la grande paura per il fagiolo recidivo, non avevo alcuna intenzione di far scomodare né la comare, né tanto meno il medico. Intanto però il fagiolo si gonfiava e non accennava ad uscire. Il mio problema stava diventando interessante anche agli occhi dei miei compagni di scuola. Nessuno per fortuna, l’aveva ancora detto al maestro, però Carlo nell’ora di scienze, gli pose la domanda che stava tanto a cuore a tutti. “Cosa succederebbe maestro, se una delle mie fratelline, si ficcasse per sbaglio nel naso o nell’orecchio, un chicco di caffè, di granoturco oppure anche un fagiolo?” “Stiamo parlando di tutt’altre cose - rispose il maestro alzando il tono della voce - però ve lo dico una volta per tutte: su queste cose non si scherza! La brutta abitudine di mettervi, ma anche di togliervi - e qui alzò ulteriormente la voce - qualsiasi cosa nel naso o nell’orecchio, è da evitare nel modo più assoluto! Io sono a conoscenza di casi finiti male”. Non fu preciso su come finirono quei casi e questo mi lasciò con degli interrogativi piuttosto inquietanti. Il maestro approfittò poi della domanda fuori tema di Carlo per farci un’intera lezione sui rischi e pericoli che avremmo dovuto evitare e ci impartì delle regole per risparmiare a noi e ai fratellini, drammatiche conseguenze. Naso, orecchi... mancava la bocca e non si lasciò sfuggire l’occasione per fare un’indagine che gli premeva da tempo. “Quanti di voi usano regolarmente lo spazzolino da denti?” Risultò che su venti scolari solo cinque si pulivano i denti almeno una volta al giorno, ma di quei cinque che avevano alzato la mano, tre avevano mentito e fra quelli c’ero anch’io. Avevo alzato la mano solo dopo aver notato che l’aveva alzata Angela. Ma il maestro si era accorto di tutto. Il suo sguardo attento e indagatore frugò nei miei occhi e li penetrò fino a giungere nelle viscere dell’anima. Subito li abbassai ammettendo la menzogna. Non mi disse nulla, ma mi vergognai di me stessa. Da quel giorno usai lo spazzolino regolarmente. Il fagiolo intanto era sempre li… (Continua il mese prossimo...)

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L’assessore Giulia Zanotelli in uno speciale condotto da Giovanni Corrà. (Andato in onda il 26 e il 28 gennaio 2020)

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DE ALIPRANDINI, AVANTI TUTTA! Il campione nòneso si racconta in esclusiva a “Il Melo” Luca De Aliprandini, classe ’90 di Tuenno, è ormai una certezza del panorama sciistico italiano: specialista dello slalom gigante, ha debuttato in Coppa del Mondo il 23 ottobre 2011 e da allora ha continuato la sua scalata, condita da un paio di partecipazioni ai Giochi olimpici (Soči 2014, dove si è classificato undicesimo nel gigante, e Pyeongchang 2018, dove pur non completando la 1ª manche, ha fatto registrare degli ottimi intermedi). Nonostante ciò, solo nel 2019 è riuscito a partecipare al suo primo Mondiale, a causa di varie vicissitudini e infortuni occorsi negli anni precedenti. Noi lo abbiamo sentito per ripercorrere alcuni passi della sua crescita e capire le sue sensazioni sulla stagione in corso. Luca, con chi hai iniziato a sciare? “I primi passi sulla neve li ho mossi con i miei genitori: andavamo in baita verso il Peller, papà Livio mi portava e mamma Nadia aveva gli sci di plastica nello zaino. Da piccolo mi sono iscritto allo Sci Club Tuenno, che era affiliato con lo Sci Club Anaune per la parte agonistica. La mia prima gara “vera” fu a Pejo, quando ero ancora nella categoria Baby. Poi ho frequentato la Scuola Sportiva Sport Invernali “Claudia de Medici” di Malles Venosta, e dopo questa sono entrato nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle”. Perché hai scelto lo sci? “Sono cresciuto negli ultimi anni di Tomba, vedevo le sue gare in tv e mi dicevo che anch’io volevo diventare uno sciatore come lui”. Cosa ti piace di più di questo sport? “La libertà e la montagna. Siamo ogni giorno all’aria aperta, in montagna, sulla neve, lì dove tante persone sognano di stare in vacanza, invece io posso farlo tutti i giorni come lavoro”. Oltre a questo, che benefici ha per chi lo pratica?

“Sono convinto che chi pratica uno sport – in generale, non solo lo sci – abbia una visione più ampia della vita: non vede solo la teoria ma impara modi di applicare le cose che nessuno ti insegna, e quindi a vedere la vita in un altro modo. E poi, specie con il nostro sport, si ha l’occasione di viaggiare e vedere il mondo”. Da piccolo, gareggiavi contro alcuni degli atleti italiani che oggi corrono contro di te in Coppa del Mondo? E li battevi? “C’erano Borsotti e Casse, di quelli che sono rimasti. In realtà da piccolo non sono mai stato quello che stravinceva le gare: andavo bene, magari arrivavo sul podio ma, anche a livello italiano, se stavo nei primi 5 era già un buon risultato”. Hai avuto momenti di difficoltà, in cui magari hai pensato di smettere? “Ogni infortunio è un momento di difficoltà, però non mi ha mai portato a pensare di smettere. I peggiori sono stati quello al ginocchio del 2014-15, quando ho perso l’intera stagione, e quello di gennaio 2017, quando cadendo in allenamento ho battuto la testa e riportato un trauma cranico: sono stato fermo per 2 mesi, perdendo anche qui praticamente tutta la stagione, ma gli strascichi (soprattutto i frequenti mal di testa) sono durati per due anni”. Per andare bene conta più la testa o il fisico? “Devi avere entrambi, ma secondo me la testa è più determinante. Se manca quella, non vai da nessuna parte. Se hai entrambi, sei una macchina da guerra come Hirscher”. A proposito di Hirscher, si sente la mancanza del confronto con uno come lui in Coppa del Mondo? “Manca un personaggio importante, certo, d’altra parte ora le gare sono sempre incerte; lui se sbagliava la prima manche era comunque 3° o 4°, e alla seconda faceva un garone e tornava davanti, invece quest’anno le posizioni si rimescolano tra una manche e l’altra

Melania Corradini e Daniele Brusinelli

e sono tutti più vicini. Secondo me è più divertente da vedere”. Cos’hai pensato ad Adelboden, tra la 1ª e la 2ª manche, prima di partire per ultimo al cancelletto? “Mi aspettavo di sentire più tensione, invece avevo buone sensazioni, non ero sorpreso, volevo solo vincere. Forse mi ha aiutato il fatto che ci fosse Borsotti secondo, eravamo lì insieme alla partenza e sembrava quasi di stare ad allenamento.” Hai degli idoli sportivi, anche fuori dallo sci? “Sicuramente Valentino Rossi, che a 40 anni corre ancora come un ragazzino; nello sci invece Bode Miller, uno che ha riscritto gli standard della Coppa del Mondo”. Se avessi un figlio, lo spingeresti a sciare? “Se lui vuole sì, ma non lo obbligherei. Ovviamente gli farei provare gli sci, per vedere com’è, ma senza costrizioni”. Cosa diresti a un ragazzo per invogliarlo a praticare questo sport? E a un genitore? “Che per prima cosa deve divertirsi, quindi di vederlo innanzitutto come un gioco. Ai genitori direi di lasciarlo libero di scegliere, non obbligarlo”. Quanto contano la preparazione fisica, quella tecnica e l’alimentazione? “Penso che l’alimentazione direttamente conti poco, nella mia disciplina; conta semmai indirettamente, perché alimentarsi bene aiuta a sentirsi mentalmente preparati, e la testa secondo me è uno dei fattori più importanti. Però quello che conta di più per me è la tecnica, perché senza quella, senza i passaggi nelle gambe, anche con la migliore preparazione fisica i risultati non si fanno. Bisogna comunque essere equilibrati per diventare un atleta completo”. La pista più bella della Coppa del Mondo secondo te? “Adelboden e Alta Badia, che sono anche le mie gare preferite”.

IL PALMARÈS: • 2 Giochi olimpici invernali • 76 gare di Coppa del Mondo •IL 93 gare di Coppa Europa, tra cui PALMARÈS: • 4 podi • 2 Giochi olimpici invernali • 1 di vittoria • 76 gare Coppa del Mondo 93 gare di ai Coppa Europa,italiani tra cui •• 2 medaglie Campionati • 4 podi • 1 argento gigante) • 1 (slalom vittoria 2 bronzo medaglie ai Campionati italiani ••• 1 (supergigante) 1 argento (slalom gigante) • 1 bronzo (supergigante)

Preferiresti vincere una medaglia olimpica o una Coppa del Mondo? “Personalmente credo che per un atleta conti più una Coppa del Mondo, perché significa che sei stato il più forte durante tutto l’anno. Però una medaglia olimpica è mediaticamente più importante, rimane nell’immaginario collettivo”. Punti ad esserci alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026? “Certo!” A Cortina si terranno anche i Mondiali di sci 2021. Come vedi la pista? “La parte alta della pista non è pronta, dobbiamo ancora provarla. Ma la pista di per sé è poco importante, conta più la preparazione della neve”. Il più serio pretendente alla Coppa del Mondo di quest’anno? “Io avrei sperato in Paris... Chiaro che uno come Pinturault, che ha nelle corde Gigante e Slalom ed è da podio in Combinata e, se tecnico, anche nel Super-G, risulta più completo, mentre Paris ha due discipline vincenti e una terza, la Combinata, da top 10, un po’ come Kristoffersen”. Le prossime gare cui parteciperai? “Chamonix (8-9 febbraio) e Naeba, in Giappone (22-23 febbraio); a fine mese tornerò in Europa per la gara di Hinterstoder (Austria)”. Un ringraziamento particolare? “Allo Sci Club Tuenno, allo Sci Club Anaune, a Momi e Pier e alle Fiamme Gialle”.

Ufficio di Cles, via Marconi 3 - Tel. 0463.421296 e-mail:paolo.leonardi@cfosim.com


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