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FAMIgLIA TrEnTInA - MEssICo

IL BAMBIno Co E DI CAFFÈ

Bruno Zilli Gasperin Vincitore del premio “Cosechando Historias”

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e che forse poteva andare a prenderne un altro.

C’era un piccolo villaggio lontano tra le montagne, che si chiamava Kaffa, i cui abitanti adoravano un seme a cui davano il nome di caffè, in onore del nome del loro villaggio, poiché riuniva a un certo punto della giornata le famiglie e a volte l’intero villaggio per assaggiare un po’ di questa bevanda. Gli abitanti del villaggio si prendevano molta cura del loro seme, molto grande, che forniva loro una bevanda così amata; questo seme con la sola acqua si trasformava in una bevanda squisita, lanciando un aroma distinto che rendeva tutti felici e in pace; gli abitanti lo avevano nella piazza del paese in una bella fontana e così durante il giorno o la notte andavano a bere la loro tazza di caffè

Un giorno il seme improvvisamente appassì e non c’era più caffè, e tutti si preoccuparono e si rattristarono, quel giorno arrivò un vecchio, il più anziano del villaggio, che era il nonno di un ragazzo che stava sempre in piazza e che si chiamava Jorge, e cominciò a raccontare la leggenda di un dio che aveva dato il seme al villaggio perché non fosse pieno di cuori cattivi e perché le famiglie rimanessero sempre unite e felici, il nonno disse che questo dio si trovava nella montagna più pericolosa ogni giorno aiutava il nonno a lavorare nel forno che per molti anni e di generazione in generazione la sua famiglia aveva curato e lavorato, portava e vendeva il pane nel suo cesto per tutto il villaggio, dopo aver venduto il pane amava andare nel suo posto preferito che era la fontana con il suo amico kopi; Jorge è molto disponibile, amava aiutare e per questo era sempre disposto a sostenere gli altri e non ci pensava due volte ad andare a cercare il seme.

Gli abitanti erano terrorizzati e nessuno voleva andare sulla montagna, ma Jorge, il nipote del fiordaliso, un ragazzo molto coraggioso, disse che sarebbe andato a recuperare la felicità della gente, che non dovevano essere in ansia perché avrebbe fatto tutto il possibile per riportare il seme, tutti lo presero come un gioco, deridendo e ridendo di quel commento e subito andarono nelle loro case e mormorarono che era impossibile passare per quella montagna così alta e piena di pericoli. Jorge viveva in una casa alla periferia del villaggio con il nonno e una donnola di nome kopi, il suo animaletto domestico, il suo migliore amico. Jorge amava il caffè, era un ragazzo birichino ma audace, molto coraggioso e sempre felice.

Il nonno gli disse che credeva in lui e che ce l’avrebbe fatta, ma prima di andarsene gli diede una tazza, Jorge gli chiese a cosa servisse e il vecchio gli disse che quando sarebbe stato in difficoltà doveva metterci dell’acqua e bere. Jorge era molto felice ed entusiasta e parti accompagnato dal suo animale domestico.

Così, il ragazzo si mise in cammino e iniziò a scalare la montagna; dopo un po’ di tempo che camminava e che tutto andava bene, si accorse che c’era una fitta foresta di alberi giganti che erano quasi infiniti, e in quella foresta il vento era molto forte, e le radici degli alberi erano come muri, così il ragazzo non poteva passare, George pensava e non riusciva a pensare a nulla, finché non osservò che Kopi si teneva a delle foglie giganti che erano state soffiate dal vento, quando George tagliò una di quelle foglie afferrò Kopi e con l’aiuto del vento volò via e quando fu in alto vide una grande pianura con un fogliame molto grande, il ragazzo non ci pensò e lasciò andare la foglia per cadere in quel grande fogliame e proprio come aveva teorizzato le foglie attutirono la caduta. Quando Jorge si alzò si accorse che Kopi cominciava a sentire uno strano odore, il ragazzo vide Kopi ansioso e impaurito e cominciò subito ad accarezzarlo, finché entrambi non sentirono un grande tremore alle loro spalle, Jorge vide con timore che si trattava di un verme gigante, in quel preciso momento si ricordò che suo nonno gli aveva detto che si chiamavano polli e che vivevano in montagna e che quando si strofinavano contro qualsiasi parte del corpo provocavano un grande e inspiegabile bruciore e dolore, Jorge era terrorizzato e cercò di scappare, ma si rese conto che si trovava in cima all’albero più grande della foresta e quindi non aveva altra scelta che affrontare il temuto animale; la gallina iniziò a inseguire il duo, Jorge e Kopi iniziarono a correre finché Jorge non vide delle liane, prese Kopi e saltò verso di esse, usandole per scendere, Kopi capì e si lasciò andare, ma per evitare di essere d’intralcio, afferrò una corda con le sue zampette e iniziò a correre giù. Quando arrivarono in fondo, Jorge avanzò di qualche passo e finalmente riuscì a uscire dalla foresta e a lasciarsi alle spalle il pollo gigante; si stava facendo buio così George decise di accamparsi, accese un fuoco, trovò delle prugne su un albero e le mangiò, salì su una piccola collina che aveva una grotta in cima e lì passarono la notte. Jorge si sedette fuori dalla grotta e guardò il suo villaggio in lontananza e notò che la gente stava bruciando qualcosa, pensò che forse stessero cercando un modo per far rinascere il seme, ma in realtà gli abitanti del villaggio avevano dimenticato l’amore e l’amicizia e si odiavano tutti, c’erano furti e molte discussioni; nessuno si ricordava di quel ragazzo né molti credevano in lui, solo suo nonno credeva in Jorge.

Dopo aver visto la sua gente, entrò nella grotta triste ma allo stesso tempo motivato ad andare avanti, con alcune foglie si fece un tappeto e si mise a dormire. Il giorno dopo continuò il suo cammino verso le montagne più alte, mentre saliva Kopi correva e correva, Jorge si chiese perché, e lo chiamò, Kopi ignorò il suo richiamo, con questo Jorge sospettò che qualcosa non andava e proprio come pensava, incontrarono una grande farfalla monarca e si fermarono, Siccome erano già stanchi, Jorge pensò di salire sulla farfalla, che fu gentile e lo lasciò salire, e così riuscirono a percorrere un lungo tratto di montagna, ma la farfalla non poté salire oltre perché doveva tornare indietro, così proseguirono a piedi.

Dopo un po’ di tempo di arrampicata, Jorge iniziò a sentire dei tuoni e si affrettò a cercare un riparo, quando iniziò a piovere Jorge iniziò a correre e prese Kopi e se lo mise in spalla, Jorge notò che l’acqua aveva uno strano tono, in quel momento il ragazzo trovò una piccola grotta e senza esitare vi entrò e quando entrò notò che Kopi iniziò a bere da quell’acqua; Dopo un po’ Kopi si sentì male a causa di quella strana acqua, Jorge prese Kopi tra le mani e proprio quando stava per uscire dalla grotta cadde in un buco profondo, e andò a cadere in una specie di tempio con dei disegni segnati sul muro, a Jorge sembrarono persone che bevevano caffè, ma dall’altra parte c’era un altro muro con delle iscrizioni che sembravano istruzioni su come coltivare una specie di pianta che dava fiori bianchi, Jorge era disperato e, nel tentativo di uscire, lanciò un sasso verso il muro. In quel luogo c’era un disegno in cui apparentemente alcune persone stavano bevendo del caffè, che gli ricordava la tazza che gli aveva regalato il vecchio nonno, ma aveva bisogno di acqua per farla funzionare. Jorge si rattristò fino a quando non sentì un rumore di gocciolamento all’interno della grotta, cercò di individuare il punto in cui si trovava, fino a quando non si rese conto che era dietro un muro e che per passare doveva abbatterlo, dopo di che iniziò a cercare un modo per farlo, molto stanco, Stressato e angosciato da tutto quello che era successo e sul punto di arrendersi, si accorse che nel muro c’era un buco a forma di coppa, così, a corto di opzioni, mise la coppa proprio in quel punto e questo fece sì che il muro si aprisse e, prima che si aprisse del tutto, prese la coppa; dietro il muro c’era una grande, luminosa e bellissima fontana d’acqua con un colibrì in cima, Jorge corse a riempire la tazza d’acqua e la diede a Kopi che aveva già perso molto colore, quando l’animale la bevve e proprio come aveva detto il nonno, Kopi si riprese in un attimo e Jorge fu felice di vedere il suo compagno in salute; fortunatamente per il duo c’era una scala per uscire e Jorge dedusse che il luogo dove era stato era una specie di tempio del caffè, quando uscirono si misero subito in cammino perché erano vicini alla cima, mentre saliva- no sentivano un odore di caffè e quindi erano ansiosi di arrivare; Jorge guardò di lato e vide il suo villaggio e mentre lo guardava notò che molte case erano distrutte, così pensò subito che la gente era impazzita dopo non aver bevuto il caffè e affrettò il passo.

Dopo una lunga camminata di ritorno al villaggio, vide tutto devastato, persone che si insultavano a vicenda e rubavano dappertutto, il che rese Jorge molto triste, ma salì sulla fontana e iniziò a raccontare a tutti gli abitanti delle sue scoperte e di come avveniva il processo di lavorazione del caffè, all’inizio tutti risero, ma il nonno si avvicinò e fu grato per ciò che il nipote aveva ottenuto.

Dopo aver parlato con la gente, riuscì a calmarla e a convincerla ad ascoltare Jorge, così gli abitanti si tranquillizzarono e insieme a lui seminarono il grande seme, lo innaffiarono con acqua e lo curarono per un po’ finché non crebbe seguendo le istruzioni che Jorge aveva dato loro.

Una volta cresciuto il cespuglio, Jorge prese i chicchi, li tolse dalla buccia, li lavò e li mise ad asciugare. Dopo qualche giorno, quando i chicchi furono secchi, li tostò e poi li macinò e preparò una quantità di caffè sufficiente per tutti, e tutti rimasero stupiti e felici del gusto e dell’aroma della bevanda e di vedere che Jorge era riuscito a riportare la pace e l’amore nel villaggio.

Dopo pochi mesi tutti i membri del villaggio si sono riuniti e adesso sanno come coltivare, curare, raccogliere e lavorare il caffè. Avevano già molti cespugli e li curavano anche. Il villaggio era stato ricostruito, le famiglie andavano a lavorare nei campi di caffè sempre unite come una famiglia sola. Bruno Zilli gasperin Testo e illustrazioni

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