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46 dicembre 2019
PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO
INCONTRO CON IL MINISTRO DEGLI ESTERI DEL PARAGUAY LUIS ALBERTO CASTIGLIONI
ANNIVERSARIO La Famiglia Trentina di Solothurn festeggia il 50° anniversario della fondazione
FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE I TRENTINI DELLA FEB LA MISSIONE IN SUDAMERICA: IL PARAGUAY I 50° DELLA FAMIGLIA TRENTINA DI SOLOTHURN LA STORIA DI YVETTE E ELIO POZZERA
Pag.4 Editoriale Pag.6 Festa provinciale Emigrazione
Unione Famiglie Trentine all’Estero Unione Famiglie Trentine all’Estero
Pag.11 L’ Unione delle Famiglie trentine all’Estero e la “Força
Expediciónaria Brasileira” (FEB)
Pag. 18 La missione dell’UFTE in Brasile, Argentina e Paraguay Pag. 25 Storia e storie di emigrazione: da Pinè al Colorado
Via 3 novembre 72 38122 Trento (TN) Tel. +39 0461 237234
Pag. 28 Poesia “Alla Famiglia Trentina di Soletta” per i suoi 50 anni Pag. 29 La Famiglia trentina di Solothurn in Svizzera festeggia il 50° anniversario della fondazione
Direttore Responsabile Paola Zalla Comitato Editoriale
TRENTO
Pag. 30 Le ricette Pag. 31 Secondo incontro della famiglia Lenzi Pag. 32 Yvette e Elio Pozzera Pag. 35 Iscriviti
Daiana Boller Patricia Lanzziano Broz Giancarlo Filoso Simone Marchiori Si ringraziano Marco Toffol e Rita Cappellucci per aver collaborato alla realizzazione del notiziario.
Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 22 del 21/12/2012 - Rivista quadrimestrale dati della testata
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EDITORIALE di Paola Zalla
ANNIVERSARIO La Famiglia Trentina di Solothurn festeggia il 50° anniversario della fondazione
La Famiglia Trentina di Solothurn ha compiuto 50 anni: mezzo secolo di attività al quale si è reso omaggio il 29 giugno scorso con una bella festa, molto partecipata e sentita. Nella lettera di invito pervenuta alla Sede madre di Trento si scrive «Nel febbraio del 1969, per ferma volontà di alcuni trentini nasceva la Famiglia trentina, Associazione fondata allo scopo di mantenere il legame con la propria terra d’origine.» Quei trentini dalla «ferma volontà» avevano dato vita all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero: con la fondazione della Famiglia Trentina di Solothurn ha avuto inizio la storia della nostra Associazione e veniva posato il primo mattone di una casa aperta ed accogliente, punto di riferimento per molti nostri emigrati all’estero. Il nostro Presidente Mauro Verones ha partecipato con entusiasmo a questo importante evento, occasione per ricordare persone e accadimenti caratterizzanti lo speciale percorso dei nostri fratelli che vivono in quella
parte della Svizzera. Cosa ha tenuto in loro vivo il senso di appartenenza alla comunità trentina? Un patrimonio di valori condiviso e sempre esaltato, sino a farlo diventare promozione sentita e autentica della nostra terra. L’aspetto culturale, oltre a unire, traina e porta a costruire inossidabile coesione e progetti caratterizzati da grande solidità. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero sta lavorando in questa prospettiva, proponendo alla comunità trentina appuntamenti che danno voce al nostro bellissimo territorio e alle persone con un vissuto legato ad esperienze di emigrazione. Un esercizio riuscito con la mostra “Força Expediciónaria Brasileira: i soldati di origine trentina durante la Seconda guerra mondiale”, presentata a Storo in occasione dell’apertura della Festa Provinciale dell’Emigrazione. L’allestimento ricostruisce un evento storico e nel contempo descrive la quotidianità dei nostri emigrati in Brasile, che vedevano i figli partire per combattere in Italia. Questo progetto ha visto l’Unione delle Fami-
glie Trentine all’Estero aprirsi e condividere il percorso con musei italiani e brasiliani. Questa modalità operativa ha consentito di costruire rapporti solidi, che certamente in futuro porteranno al conseguimento di risultati significativi sia per qualità sia per la capacità di coinvolgimento e attrazione di referenti esterni. I progetti culturali se elaborati con altri soggetti aprono porte, creano situazioni destinate a svilupparsi con successo perché il lavorare insieme, con serietà, garantisce di avanzare sulle robuste basi della fiducia reciproca. E la fiducia è il volano capace di portare oltre, nella dimensione dov’è possibile costruire opportunità e concorrere allo sviluppo della nostra società. La cultura è una rampa di lancio per altri tipi di relazioni fra i territori e, quindi, fra le persone disponibili a mettere i loro talenti in gioco.
L’esperienza maturata nella realizzazione della mostra dedicata alla FEB ha portato in dote l’amicizia con il Comune di Montese e con il Museo Memorie di Italia di Iola di Montese, rappresentati a Storo da Erminio Bernardini e Andrea Gandolfi. È stato inoltre un grande onore avere come ospiti il Tenente dell’esercito brasiliano Benedito Lino Agostinho Junior e il signor Odilon Pilati e Laura Frainer Scoz, figli di ex combattenti FEB. La loro partecipazione ha reso unici quei giorni perché il ponte costruito nel tempo della realizzazione del progetto ha un cuore, braccia e gambe capaci di correre per sviluppare l’esistente ed elaborare iniziative innovative per il futuro. Il primo obiettivo raggiunto è l’aver veicolato un’immagine positiva del nostro Trentino oltre i suoi confini geografici. Buona lettura.
Vito Agosti, Presidente della Famiglia Trentina di Solothurn, Mauro Verones e Loredana Cont.
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FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE
Il Vicepresidente della Giunta Provinciale Mario Tonina con Lino Junior. Sotto, il diario dell’ex combattente FEB Hilario Scoz.
Il 5, 6, 7 luglio scorso Storo ha ospitato l’edizione 2019 della Festa Provinciale dell’Emigrazione promossa dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con l’Unione delle Famiglie Trentine all’estero, con l’Associazione Trentini nel Mondo e il Comune di Storo: l’appuntamento rappresenta il tradizionale momento di ritrovo dei nostri emigranti e dei loro discendenti con la comunità trentina. A seguire in loco ogni dettaglio della manifestazione è stata l’assessore alla Cultura di Storo Ersilia Ghezzi, alla quale va il ringraziamento della nostra associazione. La tre giorni è partita venerdì 5 luglio nella bella piazza centrale di Storo: dopo i discorsi delle autorità è stata inaugurata la mostra multimediale “Força expedicionaria brasileira (FEB): i soldati di origine trentina al fronte italiano durante la seconda guerra mondiale”. Di seguito, in serata, presso il Cinema oratorio sono andati in scena il recital teatrale “Storo - America: verso la speranza”, a cura degli alunni della Scuola primaria di
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Storo, e gli itinerari e racconti animati “Nuovi viaggi: destinazione noi!”. Importanti le parole del Vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina che nel rappresentare il fenomeno dell’emigrazione locale ha precisato «La comunità trentina nel mondo conta almeno 3,7 milioni di persone, oltre 6 volte gli abitanti attuali del Trentino, una comunità assai numerosa quindi, che rappresenta uno straordinario patrimonio di storia e cultura, con un altrettanto straordinario potenziale di cooperazione istituzionale, sociale, economica e turistica.» Numeri sui quali è bene riflettere per la portata e per le opportunità connesse alla presenza all’estero di tanti trentini e loro discendenti. «La nuova Giunta provinciale – ha di seguito affermato il Vicepresidente Tonina - metterà a punto azioni e programmi volti a rivitalizzare questa straordinaria rete di relazioni nella prospettiva di far crescere il Trentino e i territori in cui i discendenti trentini
7 Il municipio di Storo, sede della mostra della FEB
FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE
Odilon Pilati e Laura Frainer Scoz, figli degli ex combattenti della FEB all’inaugurazione della mostra dedicata alla FEB.
vivono e lavorano. In un mondo globalizzato e interconnesso, avere a disposizione reti relazionali forti, basate su origini comuni e senso di appartenenza, rappresenta un vantaggio competitivo importante, ma questo vantaggio va però coltivato. La semplice “trentinità” non basta, le relazioni vanno riconosciute e rafforzate stimolando la costruzione di partnership concrete.» Accanto a Tonina, sulla bella piazza del Municipio di Storo, hanno dato il benvenuto ai ventidue ragazzi del programma interscambi giovanili 2020 il Vicesindaco di Storo Stefania Giacometti, il Presidente dell’Unione Famiglie trentine all’estero Mauro Verones, il Vicepresidente dell’Associazione Trentini nel Mondo Armando Maistri, l’Onorevole Emanuela Rossini e il Consigliere Provinciale Alex Marini. Sono inoltre intervenuti Benedito Lino Agostinho Junior, incaricato delle relazioni pubbliche presso 5ª Divisão
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de Exército, e una delegazione del Comune modenese di Montese composta dal consigliere comunale Bernardi Erminio e Gandolfi Andrea curatore del Museo Memorie di Italia di Iola di Montese (una sezione è dedicata alla FEB). Accanto a loro a ricordare i trentini della FEB sono stati Odilon Pilati, di Prudentopolis in Brasile, e Laura Frainer Scoz entrambi figli di due ex combattenti. Il loro intervento è stato molto toccante perché, oltre a raccontare l’esperienza vissuta in guerra dai loro padri, hanno messo in luce gli aspetti più commoventi della vita degli emigrati trentini in Brasile durante il secondo conflitto mondiale. Sabato 6 luglio, presso il Municipio si è svolta una tavola rotonda che ha richiamato il pubblico ad un confronto sulle vecchie e nuove migrazioni, con esperti, giovani storesi che vivono all’estero o sono appena rientrati e discendenti di emigranti storici che hanno deciso di rientrare in Trentino.
Festa provinciale dell’Emigrazione a Storo, giornata conclusiva.
“Migranti di ieri e di oggi: il Trentino in movimento” ha visto relatori Raffaele Farella, dirigente del Servizio provinciale Attività Internazionali, e il dott. Luciano Rocchetti, responsabile dell’Ufficio Emigrazione. Come da tradizione domenica 7 luglio, giornata conclusiva dell’evento, si è aperta con la S. Messa presieduta da don Andrea Fava e dall’arcivescovo emerito Luigi Bressan il quale, oltre a portare i saluti di monsignor Lauro Tisi, ha ricordato i “tanti fili” che legano la comunità trentina al resto del mondo: riflessione che ha assunto una forma concreta con la sfilata dei labari delle comunità trentine all’estero. Sulle note della Banda sociale del paese e l’omaggio al Monumento all’Emigrante il corteo ha ricordato i nostri conterranei e i loro discendenti legati al Trentino per cultura e un comune sentire. La terza giornata della Festa dell’Emigrazione si è chiusa con i saluti delle autorità pres-
so il nuovo complesso E20: accanto al Vicepresidente della PAT Mario Tonina, vi erano il Vicesindaco Stefania Giacometti, il Presidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero Mauro Verones e quello della Trentini nel Mondo Alberto Tafner. Il dirigente del Servizio attività internazionali Raffaele Farella ha letto l’indirizzo di saluto del Presidente Fugatti che nella nota ha precisato “Storo ed in generale la valle del Chiese furono terra di emigrazione tra gli anni Ottanta del XIX secolo e gli anni Sessanta del Novecento. Moltissimi trentini che vivono oggi in varie zone del mondo, di terza o di seconda generazione che siano, hanno mantenuto legami e rapporti affettivi con questa zona del Trentino e naturalmente con altre valli. Sta qui il valore della Festa provinciale dell’Emigrazione. Un momento che mette in comunicazione e sintonizza la dimensione del ricordo e della
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FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE
memoria di chi è emigrato, quella rappresentata dalla concreta e quotidiana esperienza di chi oggi vive e lavora in giro per il mondo ed infine il nostro Trentino - sono state le parole che il Presidente Fugatti ha voluto rivolgere ai partecipanti - Ritengo sia importante non limitarsi a ‘ricordare’ l’emigrazione trentina. La storia, la memoria, l’identità sono importanti e fondamentali a condizione che possano servire alla costruzione del presente e del futuro. Guardiamo con particolare attenzione ai giovani figli o nipoti di discendenti trentini, ai giovani trentini che hanno intrapreso una vita lavorativa all’estero, per il Trentino rappresentate una straordinaria risorsa, un pezzo importante di futuro”. Il Vicepresidente Mario Tonina, nel suo discorso di saluto, ha quindi voluto ringraziare tutti coloro che hanno collaborato: le autorità locali, le associazioni trentine, in particolare la Società americana di Storo, l’Associazione Trentini nel mondo, l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, i Circoli e le Famiglie nel mondo, i giovani dell’Interscambio presenti, provenienti dall’America Latina e dagli Stati Uniti. “Vogliamo lavorare insieme a voi e alle associazioni attive in questo campo per va-
lorizzare i legami con i moltissimi oriundi”. Quindi il Vicesindaco Stefania Giacometti, nel ricordare e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla manifestazione, ha ricordato il 110 anniversario della nascita della Società Americana: dalla Valle del Chiese a inizio Novecento vi fu infatti un forte flusso migratorio verso il centro minerario di Cambria in America. Una parte di questi migranti fece ritorno fondando quindi in zona la Società americana, ancora oggi punto di riferimento per i discendenti. E se il presidente di Trentini nel Mondo Alberto Tafner, che ha ricevuto anche una targa con l’albero dell’amicizia in ricordo dell’anniversario della Società Americana, ha auspicato che la comunità trentina, costruita da tutti i trentini sia da da quelli che vivono qui che da quelli che vivono all’estero, sia sempre più forte e coesa, il Presidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero Mauro Verones ha puntato l’accento su migranti di ieri e di oggi. Fra i presenti anche il console onorario della Repubblica del Cile in Trentino Alto Adige, Aldo Albasini. Con l’occasione sono stati infine ricordati Lenzi, Zortea e Zandonai, scomparsi dieci anni fa.
L’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO E LA “FORÇA EXPEDICIÓNARIA BRASILEIRA” I soldati di origine trentina durante la seconda guerra mondiale
TRENTO
Il cinque luglio scorso in occasione dell’apertura della Festa Provinciale dell’Emigrazione è stata inaugurata la mostra multimediale “Força Expediciónaria Brasileira: i soldati di origine trentina durante la seconda guerra mondiale” (FEB), realizzata dall’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. L’interessante percorso espositivo è frutto di una articolata ricerca, curata da Danilo
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D’Attanasio Esposito, che ha il merito di divulgare avvenimenti poco conosciuti: uno scenario complesso dove si incrociano eventi bellici ed esperienze di emigrazione. La mostra documenta le circostanze che hanno portato al coinvolgimento del Brasile nella Seconda guerra mondiale: allo scoppio del conflitto, il grande paese sudamericano rimase neutrale.
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FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE
All’epoca si sentiva spesso l’espressione: ”È più facile che un serpente fumi la pipa, che il Brasile partecipi alla guerra”. La situazione mutò con l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti, il cui governo fece molte pressioni su quello brasiliano, affinché entrasse in guerra al fianco delle forze alleate e l’operazione fu pianificata a seguito di diversi incontri tra le delegazioni dei due paesi e quelli tra i Presidenti Getúlio Vargas e Franklin Rooesvelt. Il governo brasiliano dichiarò guerra ai paesi dell’Asse il 22 agosto 1942 e decise di organizzare un contingente specifico per partecipare al conflitto mondiale a fianco delle forze alleate. Nell’agosto del 1943 fu costituita la Força Expediciónaria Brasileira, più nota con la sigla FEB e fu organizzata basandosi sul modello americano, con truppe di tutte le armi, i servizi e le strutture di logistica. La FEB arrivò in Italia nel luglio del 1944; fu sottoposta al comando americano e venne integrata al IV Corpo d’Armata dell’esercito
I TRENTINI DELLA FEB
statunitense, a sua volta assegnato V Corpo d’Armata Americana comandata dal Generale Clark. Da settembre fu impegnata nei combattimenti al fronte per 239 giorni. La vittoria fu proclamata il giorno 8 maggio 1945. La FEB si distinse nelle battaglie della valle del Serchio, della valle del Reno e in quella del Panaro. La mostra multimediale è composta da 21 pannelli ed è arricchita da alcuni interessanti video, dove la cronaca incrocia le toccanti testimonianze di chi ha vissuto quei giorni. Nell’allestimento trova spazio anche la narrazione di storie relative a soldati discendenti di trentini. In alcuni casi è stato possibile ricostruire vicende familiari a partire dall’antenato che emigrò dal Trentino alla fine dell’Ottocento. La mostra si presta a futuri sviluppi, grazie alle collaborazioni avviate in altri territori italiani e all’auspicabile ampliamento in terra brasiliana della dimensione geografica della ricerca.
Sono stati consultati i registri con i nomi degli arruolati con lo scopo di individuare i cognomi di orine trentina. In questo compito ci sono stati di aiuto i documenti riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano e ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul per la disponibilità nel mettere a disposizione parte dei documenti e del materiale fotografico presente. Proponiamo in questo numero la toccante storia di Attilio Piffer con alcuni documenti dai quali si evince quanto era complicata, difficile e piena di amarezze la vita dei nostri emigrati.
I NUMERI DELLA FEB Soldati complessivi: 25.334 Effettivamente impegnati sul fronte: 15.069 Deposito del personale: 10.265 Durata delle operazioni al fronte: dal 06 - 09 -1944 al 02 - 05 - 1945 Numero di morti totali: 457 Prigionieri catturati: 20.573 Giorno della vittoria: 8 maggio
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LA FEB E LA POPOLAZIONE CIVILE
LA FEB SCOPRE LA NEVE SUGLI APPENNINI
LA COSTITUZIONE DELLA FEB
I PREPARATIVI E LA PARTENZA PER L’ITALIA
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LA FEB ARRIVA IN ITALIA
I PRIMI COMBATTIMENTI DELLA FEB
LA BATTAGLIA DI MONTE CASTELLO
LA BATTAGLIA DI MONTESE: LA FEB AVANZA
LA BATTAGLIA DI MONTESE: LA CONQUISTA
LA RESA TEDESCA A FORNOVO DI TARO
Força Expedicionária Brasileira (FEB)
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TRENTO
TRENTO
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IL DIARIO DI HILARIO SCOZ
AGOSTINHO PILATI E LA SUA FAMIGLIA
Hilario Scoz nacque a Rodeio (Santa Catarina) il 7 ottobre 1919. Era figlio di Vergilio e Fausta Pegoretti. Suo nonno, Giovanni Battista Scoz, emigrò in Brasile nel 1875. Nel 1943 ricevette la convocazione dell’esercito per far parte della FEB, dove prestò servizio come infermiere. Durante la sua permanenza in Italia decise di tenere un diario dove raccontava gli avvenimenti della sua vita quotidiana. Dal suo diario: “...Il giorno 16 (di dicembre) giunse l’ordine per noi di partire per un altro fronte, in quella casa c’era una donna che noi chiamavamo mamma, perché era molto buona, di sera rimaneva in cucina fino a che noi andavamo tutti a dormire, il pomeriggio proseguimmo per il fronte designato, arrivammo alle 22 in una casa chiamata casa nuova e il posto era Lisano. In questa casa rimanemmo sino al giorno 24 e dopo ci spostammo in un altro posto molto vicino a quella montagna c’era mezzo metro di neve, era
un freddo orribile arrivammo in casa tutti con i piedi duri, giorno 25 che era Natale lo passammo in questa casa nonostante fossimo sulla linea del fronte e vicino al nemico partecipammo alla messa di mezzogiorno, nella Chiesa della Grazia e poi tornammo in quella casa e dopo ricevemmo il regalo di Natale la sera cenammo con quella famiglia io e il tenente.”
Pagine del diario
La famiglia di Agostinho Pilati era originaria di Tassullo, da dove suo nonno Andrea Agostino era partito prima per la Boemia, dove lavorava nella costruzione di tunnel per la ferrovia e dopo, nel 1876, all’età di 27 anni si imbarcò da Amburgo per emigrare in Brasile. Era già sposato con Monica Maurer. Inizialmente si stabilì nello stato di Santa Catarina. In seguito uno dei suoi figli, Augusto Pilati, si trasferì nella località di Manduri, nel comune di Imbituva, nello stato del Paraná, dove comprò della terra, svolgendo una redditizia attività agricola e dando lavoro anche ad altre persone. Augusto ebbe tredici figli tra cui Agostinho, che entrò nell’esercito il 15 di novembre del 1942 e arruolato nel 13° Reggimento di Fanteria di Ponta Grossa (Paraná) e poi trasferito al 15° B. C. di Curitiba e infine al 6° Reggimento di Fanteria di Caçapava (São Paulo). Fece parte del primo scaglione che partì per l’Italia, il 2 luglio 1944 e vi rimase sino all’anno successivo, quando il 18 luglio si imbarcò per fare ritorno in Brasile. Nel 1946 si sposò con Leonira Martelotti con la quale ebbe tre figli: Guiomar, Edgar e Odilon.
Agostinho Andrea Pilati
Augusto Pilati
Augustinho Pilati
Odilon Pilati
Araken Santos Pilati
Cartolina ricordo di San Rossore - Pisa
Il nonno Giovanni Battista Scoz
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Il padre Vergiglio Scoz
Scoz (primo a destra) posa davanti alla basilica di San Pietro
La figlia Laura Frainer Scoz
Foto ricordo con dedica del comandante ad Agostino
Foto di gruppo a Vada - Livorno
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LA MISSIONE DELL’UFTE IN BRASILE, ARGENTINA E PARAGUAY italiana con sedi ad Asunción e a Fernando de la Mora. Una realtà vivace che conta circa 1.200 alunni e studenti, molti dei quali con origine italiana. Fra i professori presenti all’incontro c’era anche Vincenzo Liguori, giovane docente di cultura italiana approdato recentemente in Paraguay, dove sta vivendo con grandissimo entusiasmo questa esperienza professionale. Durante la visita di aule, palestre, laboratori è stato possibile confrontarsi sulla possibilità concreta di attivare interscambi fra studenti/docenti trentini e studenti/docenti di Asunción al fine di favorire nei ragazzi lo sviluppo di competenze spendibili sul mercato del lavoro che si caratterizza per essere sempre di più globale. Dopo la Società Dante Alighieri è stata la volta della Camera di Commercio italo-paraguayana dove la delegazione ha incontrato il presidente, not. Rodolfo Ricciardi Jara, e il direttore generale cav. Massimo Bortoletto. Anche in questa occasione si è parlato di scambi a tutti i livelli sottolineando il valore della figura di Elisabetta Deavi grazie alla quale alla camera di commercio si parla trentino e del Trentino.
L’arrivo ad Asunción della delegazione dell’UFTE. Il 21 febbraio scorso una piccola delegazione della sede madre dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero è partita alla volta del Sudamerica per far visita alle diramazioni di Brasile, Argentina e Paraguay. La rappresentanza trentina ha incontrato i Presidenti delle Famiglie, le istituzioni locali e ha varcato la soglia di tante scuole dove si insegna anche l’italiano. È stata un’esperienza di grande intensità che merita di essere raccontata con le immagini, il solo strumento utile a dar conto in modo efficace dei risultati di questa missione. Le parole e i numeri non basterebbero a render giustizia ad un percorso fatto di incontri che hanno portato in dote tanti progetti. Questa missione ha voluto essere un omaggio alle nostre Famiglie e ai 50 anni di storia dell’Unione. Dedichiamo questo numero del nostro giornalino al Paraguay, seconda tappa della missione.
La lunga missione in Sudamerica della delegazione della Sede madre di Trento dell’UFTE ha toccato il Paraguay dal 7 al 9 marzo scorso. Ad accogliere il gruppo e ad accompagnarlo in ogni occasione è stata la Presidente della Famiglia Trentina del Paraguay Elisabetta Deavi che ha valorizzato la presenza della rappresentanza trentina per organizzare importanti appuntamenti istituzionali e il Secondo Incontro delle Famiglie Trentine di Argentina e Paraguay. Asunción capitale del Paraguay ha accolto con calore la delegazione che ha dato inizio agli incontri in programma con la visita alla Società Dante Alighieri di Asuncion, fondata nel 1929 con lo scopo di amministrare la Scuola Dante Alighieri, istituita già nel 1895 da immigrati italiani al fine di mantenere vivo e solido il legame con la madre patria. A fare gli onori di casa è stata la dott.ssa Viviana Ruggero, Presidente dell’istituto di lingua
Visita alla scuola Dante Alighieri di Asunción
Visita alla società Dante alighieri
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VISITA ALLA CAMERA DI COMMERCIO ITALO-PARAGUAYANA
INCONTRO CON L’AMBASCIATORE GABRIELE ANNIS E CRICHINIO PAOLI MARIA EUGENIA La giornata si è chiusa con la visita alla galleria d’arte di Pablo Avila dove espone Cristina Paoli attivissima sostenitrice delle attività promosse dalla nostra Famiglia trentina. L’otto marzo Elisabetta Deavi ha accompagnato il presidente Verones all’Ambasciata italiana in Paraguay. A dare il benvenuto al gruppo è stato l’Ambasciatore Gabriele
Annis che ha precisato “Fra le associazioni italiane il sodalizio che fa riferimento ad Elisabetta Deavi è il più attivo. Rappresenta un punto di riferimento costante e un appoggio alle nostre attività. Confermo il grande dinamismo della Famiglia trentina in Paraguay ed in particolare della Presidente.”
Incontro con Not. Rodolfo Ricciardi Jara, Presidente della Camera di Commercio Italo-Paraguaya.
Camera di Commercio: Paola Zalla, Elisabetta Deavi e Cristina Paoli.
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INCONTRO CON IL MINISTRO DEGLI ESTERI LUIS ALBERTO CASTIGLIONI L’Ambasciatore ha rilevato d’essere interessato ai programmi futuri dell’UFTE, mettendo in luce la situazione positiva fra tutti i soggetti coinvolti nella valorizzazione delle tradizioni, storia, cultura italiana. Un obiettivo in cui è inclusa anche la promozione dell’Italia di oggi con tutte le sue eccellenze. “I nostri fiori all’occhiello devono essere sostenuti – ha spiegato l’Ambasciatore – La Festa italiana con gli stand delle nostre migliori produzioni è stata un grande successo. Ringrazio l’UFTE per averci mandato i prodotti trentini”. Presente all’incontro anche Dra. Ma. Eugenia Crighigno Paoli, Presidente della Commissione di Educazione, Cultura, Scienza, Tecnologia del Parlasur e la prof.ssa Maria Cristina Brizzi lettrice di italiano all’Università di Asunción. “Il Paese è interessante – ha proseguito
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l’Ambasciatore- per la sua posizione e per il suo sistema organizzativo. Molti brasiliani hanno delocalizzato le loro imprese. L’arrivo della prof.ssa Brizzi aiuta a rilanciare la lingua e la cultura italiana.” La delegazione ha proseguito la tabella di marcia con la visita al Ministero degli Esteri del Paraguay dove ha incontrato il Ministro Luis Alberto Castiglioni. Anche in questa prestigiosa circostanza si è parlato a lungo della possibilità di organizzare scambi al fine di promuovere sia il Trentino sia il Paraguay. “I valori legati alla cultura e alla tradizione -ha osservato il Ministro- contribuiscono a preservare l’identità.” Il presidente Verones si è detto onorato d’aver avuto la possibilità d’essere ricevuto dal Ministro Castiglioni che ha dimostrato di essere un sensibile osservatore della comunità trentina in Paraguay.
WORKSHOP 9 MARZO PARAGUAY Secondo incontro delle Famiglie trentine di Argentina e Paraguay
Consegna dei riconoscimenti speciale alla Presidente della Famiglia del Paraguay Elisabetta Deavi
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Workshop 9 marzo Paraguay
Storia e storie di emigrazione: da Pinè al Colorado A cura di Marco Toffol
All’inizio del secolo scorso, ancor prima che la grande guerra sconvolgesse l’intera Europa, le difficili condizioni di vita, in quasi tutti i paesi del vecchio continente, costrinsero migliaia di persone a cercare un futuro nel nuovo mondo, quel continente di cui si narravano le enormi potenzialità di crescita economica e sociale. Per diversi motivi gli europei si trasferirono oltre oceano; è nota la partenza in massa degli irlandesi, il cui paese fu colpito da una recessione agraria favorita anche dall’amministrazione britannica, oppure il vero e proprio esodo dei popoli che abitavano i paesi dell’est Europa, primi
tra tutti gli ebrei russi che cercavano anche un rifugio dal terrore dei pogrom. In questo scenario, anche molti ragazzi trentini partirono verso l’America del Nord, lusingati dal sogno di una nuova vita, sospinti dall’ardimento dell’età e certamente incoraggiati da chi li aveva preceduti nell’avventura dell’emigrazione. Nel Tirolo Italiano infatti la vita era dura soprattutto a causa della morfologia del territorio che rendeva difficile, soprattutto nelle valli, lo sviluppo di un’agricoltura redditizia. Il turismo non aveva ancora portato il benessere che si affaccerà solamente anni dopo nelle nostre terre. Fu così che anche Giuseppe Giovannini, di San Mauro di Pinè, classe 1888, a soli 17 anni, lasciò la casa paterna, quella “Cà Nova” da cui la famiglia prendeva il soprannome, con pochi soldi in tasca per recarsi in Francia, a Le Havre, e di lì imbarcarsi per gli Stati Uniti d’America. La meta era un territorio al centro di quel grande paese, nel cuore delle Montagne
Foto Archivio A.p.T: Piné-Cembra - Laghi Piné PH Media IN I Albertini
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Da Pinè al Colorado Rocciose, dove importanti filoni di ogni minerale venivano di giorno in giorno portati alla luce, in una vera e propria “corsa all’oro”. In Colorado, nel paese di Silverton, a non molte miglia da Durango, un numeroso gruppo di trentini, prevalentemente provenienti dall’altipiano di Pinè e dalla Valsugana, aveva già formato una colonia, perfettamente integrata ed occupata principalmente nelle miniere doro e d’argento che si trovavano nelle vallate limitrofe. Nomi come Ouray, Telluride o Eureka testimoniano ancor oggi quest’epopea nel lontano west. Tra quelle altissime montagne Giuseppe incontrò una ragazza venuta dal Friuli, Linda Zamarro e dalla loro unione nacque una bambina, a cui fu messo il nome di Mary Ernesta Giovannini. La storia di questa piccola famiglia trentina sembrava assimilarsi a quella di tante altre: lavoro, fatica, ma anche progetti, sogni, benessere e felicità. In breve tempo Giuseppe raggiunse una discreta sicurezza economica e divenne membro della associazione di mutuo soccorso tra emigrati trentini denominata “Forrester of America”. Nell’imminenza dello scoppio della prima guerra mondiale richiese ed ottenne la cittadinanza statunitense rinunciando a quella austriaca. Purtroppo la terribile pandemia influenzale scoppiata nel 1918, conosciuta
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da allora come “spagnola”, particolarmente aggressiva nelle località alle quote maggiori (Silverton si trova a 2.837 metri sul livello del mare) sconvolse non solo la comunità dei trentini ma tutta la popolazione della cittadina. Taluni morivano per strada, senza cure e senza il minimo conforto, in un numero tale che le fosse comuni divennero una prassi di sepoltura, nel piccolo cimitero di Hillside. Giuseppe aveva messo da parte qualche soldo, e questo permise a lui e a Linda di avere una sepoltura singola, con una lapide scolpita a mano dai colleghi di lavoro, su cui campeggiano le loro foto, che guardano proprio verso la valle delle miniere. Questo drammatico evento rese la piccola Mary orfana di entrambi i genitori, a soli tre mesi, e segnò l’inizio di una vicenda umana, davvero singolare. Infatti per circa due anni la piccola venne ospitata, prima a Silverton e poi a Durango, nelle case dei corregionali di Giuseppe, finchè uno zio paterno, Domwenico Giovannini, che allora lavorava a Chicago, venne a prenderla per affidarla ad una coppia di emigrati trentini, senza figli, che allora viveva a Springfield, nel Massachusetts. Una triste storia, con una bella conclusione, apparentemente: i signori Corsini, questo il loro nome, adoravano questa bambina, l’amavano e la desideravano, fino ad ottenerne l’adozione legale. Le fotografie rimaste di quel periodo mostrano una bambina felice che impara a scrivere e leggere e cavalca il suo piccolo pony nel giardino della tipica villa dei quartieri residenziali delle città dell’est.
Foto Archivio A.p.T: Piné-Cembra - Inverno pine PH A Franceschi
Ma ancora una volta la vita doveva tracciare un’altra strada per la piccola Mary. La famiglia d’origine, nel Tirolo ormai diventato italiano, volevano conoscerla e chiesero ai signori Corsini di poterla riavere a San Mauro per almeno 6 mesi. La figlia di Giuseppe arrivò in Italia, sempre in compagnia di Domenico, per un breve soggiorno, al termine del quale però lo zio Maurizio, allora medico condotto della vallata, decise che la figlia di suo fratello doveva rimanere in Italia, a dispetto di ogni legge e di ogni diritto. La piccola Mary fu quindi in un certo modo rapita e costretta ad una vita di clandestinità, ospite in casa di amici, pur di essere nascosta alle ricerche dei carabinieri, prontamente allertati dall’America dai Signori Corsini. Seguirono innumerevoli cause promosse dal signor Corsini contro la famiglia Giovannini, finchè il padre adottivo, arrivato in Italia alla ricerca della figlia, riuscì ad ottenere, in sede legale, la custodia della piccola. Si apprestava perciò a ritornare per l’America con la piccola, forte della sentenza definitiva che ne garantiva l’adozione, ma al momento della partenza avvenne l’irreparabile: l’oggetto della contesa non si trovava. Mary veniva continuamente e rocambolescamente nascosta dalla famiglia d’origi-
ne, ora sul campanile della Chiesa di San Mauro, ora dentro un armadio alla stazione ferroviaria di Lavis, perfino in una vasca dell’acqua piovana, accanto alla casa di famiglia. Dopo alcuni anni nei genitori adottivi prevalse il buon senso, o la rassegnazione di non riuscire a venire a capo di una vicenda tanto surreale: essi rinunciarono ai loro diritti, rendendo possibile allo zio Maurizio di registrare la nipote all’anagrafe italiana, pur con un nome diverso; da quel momento la piccola Mary Ernesta sarebbe diventata Gina Giovannini. Questa ragazzina tenace, che aveva attraversato mille difficoltà, diventò, grazie allo zio Maurizio, una maestra elementare, accettò la sfida di andare ad insegnare tra le montagne più impervie dell’Alto Adige appena annesso al Regno d’Italia prima e del Trentino dopo, finchè arrivò a San Martino di Castrozza, dove conobbe colui che sarebbe diventato suo marito, Mario Toffol, e con lui formò la sua famiglia. Conservò sempre il rimpianto per quella sua patria lontana, finchè, ormai avanti con gli anni, riuscì a ritornarci ed onorare la tomba dei suoi genitori, Linda e Giuseppe, che è sempre là, nel cimitero di Hillside, a Silverton, tra le alte montagne del Colorado.
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Alla Famiglia Trentina di Soletta (per i suoi 50 anni)
Tanti anni sono ormai passati con il cuore pieno di speranza, verso un’altra terra ci siamo incamminati vivendo a volte in tanti in una stanza. La nostalgia era davvero molta e ci si ritrovava alla stazione, per vedere arrivare i treni ogni volta con nel cuore una fatua illusione. Ma il coraggio non ci abbandonava e qui una nostra “Famiglia” abbiam creato, essa quel dolce calore ci regalava che del nostro Paese ci è mancato. Così la vita cominciò a sembrar più bella col ritrovarsi per due chiacchiere o festeggiare, insieme nella nostra nuova cittadella, o in qualche bel luogo da visitare.
La Famiglia Trentina di Solothurn in Svizzera ha festeggiato il 50° anniversario della fondazione “Nel febbraio del 1969, per la ferma volontà di alcuni trentini nasceva la Famiglia Trentina, Associazione fondata allo scopo di mantenere il legame con la propria terra d’origine”. Complimenti per il traguardo raggiunto a tutti i Soci e al carissimo Vito Agosti Presidente della Famiglia Trentina di Solothurn. Alla bella festa per ricordare i 50 anni di attività della Diramazione hanno partecipato anche il Presidente della Sede madre dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero Mauro Verones e Loredana Cont, applaudita e accolta con grande calore dai nostri trentini. I colori del Trentino brillano a Solothurn come entro i confini della nostra provincia: l’intensità dell’abbraccio dei fratelli di Solothurn ci stringe da 50 anni emozionandoci ora, come e forse di più, che in passato. Continueremo a camminare insieme, costruendo futuro e opportunità per le nuove generazioni di discendenti. La festa si è svolta nella sala della chiesa cattolica di Zuchwil e la cena è stata servita e preparata dagli iscritti al corso di cucina dell’UNTRE di Solothurn. Ad allietare la serata sono stati i musicisti Rut§Res Margot e Concetta Amore e la trentina Loredana Cont, autrice e attrice che ha iniziato giovanissima a scrivere testi teatrali, tutti di genere brillante, in dialetto trentino, che sono stati tradotti in numerosi altri dialetti regionali e vengono portati in scena in tutti i teatri d’Italia.
Tanti avvenimenti belli abbiam vissuto che di gioia hanno rafforzato il cuore, dandoci così appoggio e aiuto a veder meno lontano il Tricolore. Intanto il tempo fugace è volato anche per la bella “Famiglia Trentina”, che i cinquant’anni di vita ha toccato tra le colline ornate di brina. Così mezzo secolo noi festeggiamo, con la speranza di continuare e che insieme ancora tanto facciamo, è quel che di più bello ci possiamo augurare.
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Rita Cappellucci
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Le ricette
SECONDO INCONTRO DELLA FAMIGLIA LENZI
Dal Trentino: il Patao INGREDIENTI ½ kg patate (per 2 persone) nostrane farinose 3 hg fagioli cornetti 1 hg di burro 2 fette di lardo tagliato a dadi 2 etti di formaggio grana grattugiato 2 etti di Spressa 1 spicchio d’aglio 1 cipolla Sale e pepe PREPARAZIONE Sbucciare e cuocere le patate assieme ai fagiolini facendo bollire in acqua salata per 40 minuti. Scolate e passate gli ingredienti bolliti nello schiacciapatate fino a ottenere una morbida purea. Soffriggere lardo, cipolla tritata, aglio e burro Versare la purea nel recipiente e spolverare con grana grattugiato, aggiungere la Spressa (formaggio tipico delle Giudicarie) tagliuzzata e mescolare fino a quando si scioglie il formaggio. Aggiustare con sale e pepe.
a cura di Alceu Xenofontes Lenzi
È successo il 28 aprile scorso, a Rio dos Cedros, Estato di Santa Catarina, Brasile, il seccondo incontro della “Famiglia Lenzi”. L’incontro si è svolto preso la sala parrocchiale della chiesa di Nostra Signora di Caravaggio ed è stato organizzato dai cugini Alceu Lenzi e Orlando Vicenzi. L’incontro ha riunito circa 160 persone provenienti da tutta la zona, con alcune provenienti da fuori dello stato. Secondo Alceu Lenzi, l’obiettivo dell’incontro è quello di riunire i discendenti dei primi emigrati della famiglia, facendosi conoscere tra loro, oltre a mantenere viva la
cultura trentina che hanno portato i suoi antenati, e anche una oportunità per una bella “ciacerada en dialet trentin”. Questa volta era presente all´incontro, Enrico Lenzi, ex sindaco di Samone e Assessore della Conunita Valsugana e Tesino che è venuto direttamente di Trento per onorare l´incontro. In messa, Enrico prese la parola per ringraziare tutti per l’accoglienza e per dire che se sentiva veramente a casa insieme a parenti. Anche per lui è stata un’occasione molto bella per conoscere la realtà della comunità trentina che vive nel sud del Brasile.Insieme con l´ex sindaco è venuto il prete Trentino Lamberto Agostini che ha pregato una messa in dialetto trentino. Per pranzo l´incontro è consistito nell´offrire a tutti i partecipanti una “costela fogo de cão”, carne fatta nel stile dei gauchos dei pampas.
Dall’estero: Rapées Faréziennes (Specialità Della Regione Forez) INGREDIENTI 4 patate (circa 2 patate a persona) 2 uova Sale Pepe Olio
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PREPARAZIONE Lavare e sbucciare le patate Grattugiare le patate Ricoprire di olio il fondo della padella bassa e larga e metterla sul fuoco Alle patate grattugiate aggiungere le uova, mescolare bene e cospargere di pepe Disporre l’impasto aiutandosi con un cucchiaio direttamente nell’olio stendendolo un pò con il cucchiaio stesso e cuocere fino a quando sarà grigliato e dorato
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YVETTE ED ELIO POZZERA Yvette Pozzera A cura di Patricia Lanzziano Broz
Per quanto riguarda la Vallarsa, per me ci sono tanti bei ricordi. Da quando sono andata via per la prima volta nel 1961 all’età di 4 anni, ho sempre aspettato l’estate per tornare a vedere queste belle montagne. Mi ricordo i primi anni quando si andava a caccia di lumache, a cercare i ciclamini e le stelle alpine. A quest’epoca ce n’erano tanti. Dopo, mi sono interessata alla storia della nostra valle e della nostra regione Trentino-Alto Adige, delle sue tradizioni, cucina tipica, modi di vita della gente nel passato e canti dei nostri cori di montagna. Ogni volta che sono tornata al paese, ho fatto il pieno di libri storici. E anche di libri di racconti e di poesie scritte dalla nostra gente. Qui in Francia continuo spesso a fare le nostre ricette trentine (polenta, strüdel, canederli, gnocchi di pane, crauti, minestra di trippe, .......). Mi fermo qui con i ricordi, perché mi viene nostalgia pensando alle nostre montagne. Vorrei condividere con Voi la storia del mio Padre Elio Pozzera.
Il a été président du club de tir et donnait un coup de main pour l’organisation des fêtes de l’association. A partir de 1978 quand leur fille Yvette est devenue militaire de carrière, Elio et Rita ont visité la France suivant les lieux d’affectation d’Yvette. Elio a créé le club des Vallarsaires de St Etienne (France) quand avec Lucien MATASSONI ils ont décidé de rassemblertout le monde une fois par an autour d’un repas. Il primo di gennaio 1957 nasce la loro figlia unica: Yvette POZZERA. Elio ha lavorato tutta la sua vita nell’industria metallurgica e la sua moglie faceva la sarta. Dal 1961 ad oggi tutta la famiglia ha sempre trascorso le vacanze d’estate nella casa familiare di Aste in Vallarsa. In Vallarsa si ritrovava tutta la famiglia e gli amici vallarseri e francesi.
In Francia, Elio era molto impegnato in un’associazione familiare locale. È stato Presidente del club di tiro a segno, e dava sempre la sua disponibilità per organizzare le feste dell’associazione. Dal 1978 quando la figlia Yvette è diventata una militare, Elio e Rita hanno visitato la Francia secondo i luoghi di lavoro di Yvette.
Elio Pozzera È nato a Saint-Etienne, Francia il 15 settembre 1930. I suoi genitori sono stati Riccardo POZZERA e Oliva LORENZI, nati tutti due a Camposilvano di Vallarsa (TN). Sono emigrati in Francia per il lavoro. Hanno avuto due figli e una figlia: Elio, Corino ed Eliane. Ad aprile del 1955 Elio POZZERA si sposa con Rita ASTE (nata ad Aste di Vallarsa ed emigrata in Francia per ragioni di lavoro). Elio est né à Saint-Etienne (France) le 15 septembre 1930. Ses parents: Riccardo POZZERA et Oliva LORENZI sont nés tous les deux à Camposilvano di Vallarsa (TN) et ont émigré en France pour le travail. Ils ont eu deux fils et une fille : Elio, Corino, Eliane. En France, Elio était très impliqué dans une association familiale du quartier.
Elio e Rita a Parigi nell’aprile del 2005 Yvette con I suoi genitori e il cane Filou, Parigi aprile 1999
Gruppo franco-italiano delle Aste che ha partecipato alla corsa di Raossi nel 1983 Si facevano tante gite in montagna e in agosto si faceva una grande festa del paese.
Festa alle Aste, luglio 1980
Yvette con I suoi genitori e il cane Filou, Parigi aprile 1999 Elio ha iniziato il club dei Vallarseri di St Etienne (Francia) quando con Lucien MATASSONI hanno deciso di fare incontrare tutti una volta all’anno intorno ad un tavolo di pranzo
Pranzo Vallarseri 1999
Elio e Rita nel 1959
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ISCRIVITI Ogni anno s’impegnava nell’organizzazione di questa riunione dei Vallarseri, cercando ogni anno di fare crescere il gruppo con nuovi aderenti. In questi ultimi anni, Elio e Lucien per la loro l’età, hanno lasciato l’organizzazione a Marie-Louise POZZERA, Gérard PIAZZA, Enest RIGO e Gérard ROBOL. Pranzo Vallarseri 2001
Pranzo Vallarseri 2004
Elio e Rita a Parigi nell’aprile del 2005
Tous les ans, il s’impliquait dans l’organisation de cette réunion des Vallarsaires, cherchant chaque année à faire grandir le groupe avec l’apport de nouveaux adhérents.
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Pranzo Vallarseri settembre 2019 con la Vicepresidente dell’UFTE Patricia Lanzziano Broz come responsabile della formazione di questa nuova Famiglia.
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I soldati di origine trentina al fronte italiano durante la Seconda guerra mondiale MOSTRA STORICO FOTOGRAFICA
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