Notiziario del 26 marzo 2013

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NOTIZIARIO N. 4 18 marzo 2013

Ugl Polizia di Stato

Stampato e diffuso In proprio

Nome società D’INFORMAZIONE SINDACALE NOTIZIARIO

A CURA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE

NEWS DAL TERRITORIO CIAO CAPO Siamo tutti affranti per la scomparsa di un grande Uomo, che ha saputo coniugare affabilità, acume investigativo, dialettica e nobiltà d’animo. In punta di piedi, come suo costume, ci priva di una guida saggia e benvoluta da tutti. Noi di UGL Polizia di Stato non dimenticheremo mai gli insegnamenti e le convinte parole di vicinanza ai Suoi uomini e di esortazione a superare i momenti più difficili. Ciao, Capo. _____________________________________________________________________________________ ROMA, NISIDA: “PREFETTO APRA TAVOLO TECNICO PER SICUREZZA CAPITALE”. A pag. 3 le dichiarazione del segretario provinciale generale di Roma Massimo Nisida, l’articolo di giornale e l’intervista al Prefetto di Roma.

MILANO: POLIZIOTTI DEVONO FARE IL LORO DOVERE E NON I SEGRETARI AI PM. Leggi le dichiarazioni della segreteria provinciale di Milano a pag. 4

UMBRIA, GAUDIOSI: I TAGLI IMPOSTI DALLA POLITICA NON DEVONO INCIDERE SULLA SICUREZZA.

LATINA, VULCANO: POSITIVO L’INCONTRO CON IL QUESTORE. Pag. 4

A pag. 4 l’intervista al segretario regionale

TERNI, AUMENTANO SEMPRE PIU’ LE ADESIONI ALL’UGL POLIZIA. Pag. 5 1

RUOLO TECNICO: IL COMITATO CHIEDE AL DIPARTIMENTO UNA CIRCOLARE ESPLICATIVA CIRCA L’IMPIEGO DEI TECNICI IN QUALITA’ DI AUTISTA. Pag. 5


SPECIALE FESTA DELLE DONNE Sara, Melania e le ultime due impiegate di Perugia...sono solo alcune delle tante, troppe, donne, a cui non potrò, idealmente, fare gli auguri, oggi, solo perché la mano violenta di un uomo ha posto fine ai loro giorni e alla loro vita. Una seria riflessione, però, è doverosa. Ogni anno, sono troppe le Donne picchiate, violentate, torturate, mutilate e spesso, troppo spesso, barbaramente uccise in virtù del loro “essere donna”; violenze che, sovente, hanno luogo tra le mura domestiche, quelle mura che dovrebbero essere un rifugio, un riparo dalle brutture della società. Il mio augurio, l’augurio di tutta la UGL Polizia di Stato, quest'anno, purtroppo è pieno di amarezza per quanto, già da troppo tempo, sta succedendo all’universo femminile; che si chiami femminicidio, o altro, che sia un fenomeno o no, poco importa, il brutto è che sta accadendo e sta riempendo, inesorabilmente, le cronache di questi anni. Il mio augurio, il nostro augurio, è che ogni donna riesca a trovare il coraggio alle prime avvisaglie di violenza, sia fisica sia psicologica, di de-

nunciare quegli episodi sgradevoli che inevitabilmente, poi, diventano morte! Il nostro impegno e morale sociale è di non lasciare solo questo coraggio e di intervenire sempre, anche quando può sembrare una precauzione esagerata. La nostra attenzione deve essere sempre vigile, non possiamo più distrarci o giraci dall'altra parte. Alle donne, a tutte le Donne dico che non siete sole, ed oltre ai fiori, ai cioccolatini, ai baci e alla mimosa, meritate rispetto e protezione…ora più che mai! Buon 8 marzo 2013, care Donne! A tutte, il mio, il nostro abbraccio virtuale ma sincero. Valter Mazzetti, segretario generale.

NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE Per la ricorrenza dell’8 Marzo il Dipartimento per la Famiglia, per le Politiche dei diritti e delle Parti opportunità dell’Ugl ha deciso di portare ancora avanti la campagna di sensibilizzazione “No alla violenza sulle donne. No a tutte le discriminazioni che ne limitano la libertà”, avviata il 25 novembre scorso in occasione della Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, al fine di chiedere ai Presidenti di Camera e Senato la ratifica immediata della Convenzione di Istanbul. Si è tenuto lo scorso 8 marzo presso la Confederazione, in via Margutta , (vedi locandina di fianco) una tavola sullo stesso tema alla quale sono intervenuti il segretario generale, Giovanni Centrella, l’on. Renata Polverini, la responsabile del Dipartimento, Loretta Civili, la responsabile dell’Ufficio per le Pari Opportunità, Maria Teresa Roghi, la Dirigente Nazionale del Sei Ugl, Clarisse Essane Niagne, la Psicologa e Operatore Tecnico scelto della Polizia di Stato, Candida Giuliangeli, l’Avvocato, Lia Vigiliano, e la rappresentante dell’Associazione Differenza Donna, Elisa Ercoli. Per l’Ugl Polizia erano presenti il segretario nazionale Pamela Franco e Daniela Serrapede del Comitato ruolo tecnico.

PARI OPPORTUNITÀ: PRINCIPI E PROGETTI D'INTERVENTO Come noto, questa Organizzazione Sindacale da sempre si adopera attivamente per cercare di risolvere le problematiche di genere che ancora oggi si presentano in alcuni uffici. Molto si è fatto negli anni per veicolare la normativa di riferimento, per arginare gli effetti di provvedimenti arbitrari e illegittimi. Abbiamo sostenuto e incentivato il lavoro dei nostri rappresentanti nelle Commissioni paritetiche provinciali perchè proprio in quelle sedi, in prima battuta, si possono segnalare situazioni o problemi che necessitano di essere portati alla luce del sole e di una risoluzione decisa. Il nostro impegno, dice Tamara Marcelli, rappresentante per le Pari Opportunità Ugl Polizia di Stato, è diretto ad affrontare quelle particolari casistiche che rientrano nella categoria più ampia delle discriminazioni di genere, della sottorappresentatività del personale di sesso femminile in alcuni uffici operativi, del monitoraggio e della divulgazione delle normative dirette al sostegno della maternità e della paternità. In sede provinciale nelle varie Commissioni paritetiche e in quella centrale, attraverso interventi in seno al Comitato per le Pari Opportunità del Dipartimento della P.S. , la scrivente e le nostre rappresentanti stanno portando avanti alcuni progetti tesi soprattutto alla mappatura reale dell'impiego del personale femminile, dei criteri di assegnazione, della rilevazione delle condizioni di lavoro. Leggi sul nostro sito www.uglpoliziadistato.it tutte le iniziative.

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SICUREZZA A ROMA, L'ALLARME DEL PREFEFETTO: MANCANO 3.000 UOMINI «I piccoli reati conseguenza della crisi» ROMA - «Dobbiamo essere onesti: a Roma servirebbero altri tremila uomini. La città è cambiata, il potenziamento è necessario». Dopo il venerdì di sangue che ha scosso la città, il prefetto Giuseppe Pecoraro, 63 anni, torna a battere il tasto dolente della sicurezza, totalmente ignorato nella recente campagna elettorale. «La questura e i carabinieri, in accordo con i nostri uffici, stanno dislocando i duecento rinforzi ottenuti dal ministero - dice Pecoraro - Ma la questione è politica: non ci abbastanza sono risorse. Gli uomini, con i mezzi che scarseggiano, stanno facendo salti mortali». Si spara con estrema facilità. «E il fattore comune spesso è la droga. Prendiamo l’inseguimento dell’altro giorno a Tor Bella Monaca. Molte persone che vivono ai margini non hanno spazi per guadagnare la giornata. Il traffico degli stupefacenti diventa una via d’uscita». La crisi spinge il crimine. «La crisi c’entra. I reati minimi, i furti da venti, trenta euro, sono in aumento. Questo è un segnale». Anche la ferocia lo è. «Senza generalizzare ci sono troppe persone, tra gli italiani e gli immigrati, che non hanno nulla da perdere». Torniamo ai tremila uomini. «Roma non è più la stessa. Ci sono nuovi quartieri. In alcune aree non ci sono le forze che servirebbero. Il numero degli immigrati è rilevante. Molti lavorano e non danno problemi. Ma c’è bisogno di più accoglienza e, quando serve, le giuste sanzioni». Avete ottenuto duecento uomini. «Si tratta di personale che viene a fare servizi per un periodo di tempo determinato. Ne servirebbero molti di più e in pianta stabile. Non sta a me prendere certe decisioni. Ma da quanto tempo non si fanno più assunzioni? Oggi a Roma ci sono circa diecimila uomini. Ma il numero include tutto: polfer, penitenziaria, ministero, polizia, carabinieri. Quelli che possiamo utilizzare in modo operativo sono molti di meno». La sparatoria a Santa Maria Maggiore ha 3


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MILANO, AGENTI CONTRO PM: «NON SIAMO SEGRETARI» La denuncia dell'UGL Polizia a "Il Giornale", Poliziotti costretti a fare da segretari ai pubblici ministeri. Poliziotti contro pubblici ministeri. Per la legge, le squadre di polizia giudiziaria dovrebbero essere il braccio operativo dei magistrati sul fronte delle inchieste. Dovrebbero raccogliere le prove, cercare i colpevoli, lavorare per incastrarli. Peccato che, secondo la protesta della segreteria provinciale di Milano, gli agenti vengano usati per tutt'altro modo. Di fatto, dicono, facciamo i segretari. Invece di indagare, facciamo fotocopie. E subiamo persino «atteggiamenti vessatori» da parte dei pm. Il tema è complesso, perché è figlio diretto di una realtà - i buchi negli organici del personale amministrativo in servizio in Procura - che è sotto gli occhi di tutti. La protesta della nostra segreteria che parla di «equivoco sul ruolo e sui compiti che la polizia giudiziaria è chiamata a svolgere negli uffici della Procura. Lo spirito di collaborazione non può essere frainteso quale passiva disponibilità ad effettuare compiti non

dovuti, conseguentemente non retribuiti, e lontani dalle specifiche mansioni previste per chi sceglie di essere un poliziotto. Nel tempo, la collaborazione si è trasformata in un contratto a titolo gratuito». E ancora: «Alcuni sostituti delegano tutto tranne l'unica cosa che dovrebbe essere delegata, l'attività di indagine». L'Ugl contesta severamente il modo in cui i poliziotti-tuttofare vengono trattati dai pm: «Molti sostituti richiedono “obbligatoriamente” la presenza del personale della polizia giudiziaria quando sono di turno, anche durante i giorni festivi e fuori dall'orario di servizio. Le richieste dei sostituti, forti anche di una supremazia difficile da contrastare, sono dilaganti». Per questo, denuncia il sindacato, c'è anche chi ha chiesto di essere trasferito.

PERUGIA - TAGLI, MA SICUREZZA GARANTITA Giornaledell'umbria.it - I tagli imposti dalla politica colpiscono duramente la Polizia di Stato, ma non diminuisce la garanzia e la qualità degli interventi. Con la spending review, i fondi a disposizione sono diminuiti. Non vengono pagati gli straordinari, i colleghi si trovano a fare doppi turni non retribuiti, a lavorare senza strumenti adeguati. I rinforzi che arriveranno, saranno assorbiti quasi totalmente dai pensionamenti, mentre gli uomini del reparto prevenzione crimine hanno una gestione completamente autonoma rispetto all'ordinario lavoro. Resta la posizione contraria e preoccupata dei sindacati. «In queste condizioni, i nostri agenti più che super poliziotti sono degli eroi» ha ricordato Enzo Gaudiosi, segretario regionale dell'Ugl. «La situazione non è cambiata molto da qualche mese fa - ricorda Gaudiosi - Dai tagli del governo Monti al futuro prossimo non possiamo dire di avere buone notizie. I colleghi si rimboccano le maniche per portare avanti l'attività quotidiana, ma il trend negativo è quello dell'usura dei mezzi, delle strutture, delle divise. È un riscontro oggettivo della situazione di crisi». La chiave di volta per la gestione della sicurezza a Perugia non è tanto l'aumento degli effettivi (in tempi di tagli?), quanto la gestione integrata delle politiche della sicurezza. «Dal programma "Mille occhi sulla città" - ricorda Gaudiosi - alla vigilanza privata, è questa la strada per garantire più sicurezza ai cittadini. Maggiore cooperazione e coinvolgimento di tutte le istituzioni, solo in questo modo si possono coprire i vuoti lasciati dai tagli». Il reparto prevenzione crimine "Umbria-Marche" ha sede a Perugia ed è composto da 50 uomini: un commissario, 5 ispettori, 10 sovrintendenti e 34 tra agenti e assistenti. Con mezzi propri e compiti specifici. Porta un notevole vantaggio investigativo e di intervento, ma nulla aggiunge alla logistica della Polizia nel capoluogo. Sedi inadeguate, alcune delle quali anche a rischio sfratto. Poco personale. Automobili vecchie e che non sempre possono essere messe in manutenzione. Una situazione che pesa sulle forze dell'ordine e della polizia. Come non ricordare che fino a dicembre scorso al distaccamento della stradale di Città di Castello, per esempio, «dove la caldaia è rotta e non c'è modo di farla riparare, i colleghi lavorano con le coperte sulle spalle?». Oppure il posto di guardia in Prefettura, «decisamente inadeguato e senza i requisiti igienico-sanitari, senza una strumentazione adeguata per garantire al meglio la funzione che deve svolgere».

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TERNI, UN POLIZIOTTO SU QUATTRO STA CON L’UGL POLIZIA Nel 2013 l’Ugl Polizia di Terni aumenta ancora, come avviene ormai da diversi anni, la propria rappresentatività tra i colleghi, tanto che ormai, nella nostra provincia, circa un poliziotto su quattro è iscritto all’Ugl Polizia. Il bassissimo numero delle disdette ricevute nel corso del 2012 dimostra che evidentemente gli associati hanno apprezzato la nostra coerenza ed il nostro modo di fare sindacato in maniera coraggiosa. D’altronde mai come negli ultimi tempi si è avuta la conferma della necessità della presenza di un Sindacato incisivo e libero nella provincia di Terni. Purtroppo abbiamo tutti potuto toccare con mano la crescente arroganza ed il disinteresse dell’Amministrazione alle esigenze del personale, tanto che in più occasioni l’Ugl Polizia di Terni è stata costretta a far intervenire la Segreteria Nazionale presso il Ministero per delle decisioni che penalizzavano fortemente i colleghi. Abbiamo avuto di fronte a noi un’Amministrazione che, in più di una occasione, ha dimostrato di essere molto attiva quando si è trattato di punire pesantemente i colleghi ma che è stata molto meno efficiente quando era giusto dare un adeguato riconoscimento ai dipendenti che con il loro lavoro le hanno dato lustro e che con i loro sacrifici consentono a qualche “capoccione” di fare carriera. I colleghi ci hanno mostrato il proprio apprezzamento proprio perché non abbiamo fatto sconti all’Amministrazione e a voce alta abbiamo detto quello che non andava; noi dell’Ugl Polizia continueremo su questa linea di ferma difesa dei diritti dei colleghi e di pubblica denuncia di tutte le “scorrettezze” dell’Amministrazione. Per questo motivo lanciamo un invito ai tanti colleghi che, pur apprezzando le nostre iniziative e la nostra libertà di pensiero, ancora non hanno deciso di aderire al nostro sindacato. A questi colleghi diciamo: abbiamo bisogno di voi. Per sostenere la nostra battaglia di giustizia e di denuncia dei soprusi abbiamo bisogno che altri poliziotti prendano coscienza dell’importanza di dare sostegno ad un sindacato che ha dimostrato di non avere paura di dire ai “potenti” quello che non va, senza bavagli né censure. I molti colleghi che nei mesi scorsi ci hanno dichiarato il proprio apprezzamento per le nostre iniziative nonché coloro che vogliono darsi da fare in prima persona per migliorare, attraverso il sindacato, il nostro ambiente di lavoro sappiano che nell’Ugl Polizia saranno i benvenuti.

RUOLO TECNICO IL COMITATO PONE UN QUESITO AL DIRETTORE CENTRALE PER LE RISORSE UMANE IN MERITO ALL’IMPIEGO DEL PERSONALE TECNICO—SCIENTIFICO IN QUALITA’ DI AUTISTA

Con nota n. 333-E/274.0/4 del 16.2.1999, il Servizio Personale Tecnico-Scientifico e Professionale, in esito a puntuale quesito di questa Organizzazione Sindacale, ha fornito indicazioni in materia di impiego del personale del ruolo tecnico-scientifico in qualità di autista che sembrerebbero oggi essere state dimenticate dai dirigenti di taluni Uffici centrali e periferici dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza che spesso cercano di impiegare il personale del ruolo tecnico in mansioni non attinenti il profilo professionale di pertinenza con conseguente esposizione a gravi rischi professionali. In funzione di ciò, il Comitato Nazionale Tecnici UGL Polizia ritiene necessario che venga adottata una circolare ministeriale che dia indicazioni precise a chi dimostra di disconoscere la materia soprattutto poiché la nota testé indicata è chiara e non si presta ad interpretazioni estensive. In particolare, il Servizio Tecnico-Scientifico e Professionale ha evidenziato che “l’attività in questione non risulta disciplinata dal decreto ministeriale del 18 luglio 1985, relativo ai profili professionali dei tecnici della Polizia di Stato” tuttavia il personale in questione “se in possesso di patente di guida ministeriale può espletare mansioni di autista quando queste siano direttamente connesse e funzionali allo svolgimento dei compiti istituzionali loro demandati, in relazione al profilo professionale di appartenenza”.

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