ACCA DUE O - l’acqua vale più dell’oro C’è una sostanza più cara dell’oro: l’acqua. Senza del prezioso metallo si può anche vivere, ma senz’acqua si muore di sicuro. Lo dichiara anche il medico: si può sopravvivere per settimane senza mangiare, ma senza bere basta poco per andare all’altro modo. L’acqua è tanta non a caso: è un dono che Dio fa a tutti gli uomini, ricchi e poveri. Essendo essa un dono, va però considerato come tale e preservato dai furti, dalle ruberie o dagli sprechi. L’acqua, secondo studi scientifici, non è però così tanta, ogni anno ne resta sempre di meno: non a caso diversi politologi ci anticipano che è per l’acqua che si faranno in futuro molte guerre. La tutela del bene comune di cui parliamo non è solo questione delegata alla politica; non a caso, con l’ultimo referendum in Italia la popolazione ha votato per farla restare “bene di tutti”. Di conseguenza sono anche i nostri comportamenti individuali, come vedremo alla fine, l’indicatore della consapevolezza di ogni cittadino rispetto al mantenimento di questo bene prezioso.
L’acqua è essenziale per la vita sulla terra. Ne abbiamo tanta, grazie a Dio, anche se, vedendo le cifre, essa appare assai mal distribuita. Se il
volume complessivo dell’acqua presente sul nostro pianeta è pari a circa un miliardo e quattrocento milioni di chilometri cubi, buona parte di questa - il 97% - risulta essere acqua salata, corrispondente ai mari e agli oceani. Il resto - parliamo solo del 3% - è acqua dolce, proprio quella di cui gli esseri viventi hanno bisogno, vegetali ed animali compresi: il 2% è concentrato nei ghiacciai e nelle calotte polari, l’1% è conservato nelle falde acquifere e nei laghi. Se quindi la nostra riserva di acqua utilizzabile per i nostri scopi è pari al 3%, questa diminuisce sempre di più: fiumi, laghi e falde, dopo l’utilizzo della loro acqua, riversano il proprio contenuto in mare. Ma stiamo parlando solo dell’1% del totale, in quanto il restante 2% -concentrato ai poli e in Groenlandia - non viene di fatto ancora utilizzato. Anzi la fusione dei ghiacciai a causa dell'effetto serra e dell'aumento della temperatura terrestre sta causando l'innalzamento del livello dei mari, ma anche a motivo della scomparsa di questa riserva. Durante la fusione dei ghiacci, infatti, l'acqua dolce si mescola a quella salata del mare, divenendo inutilizzabile. Sciolti i ghiacci eterni, quindi, dovremo assolutamente sviluppare in futuro tutte le tecniche possibili di desalinizzazione. Stiamo parlando di un piccolo “tesoretto”, l’acqua potabile, che si estrae ancora dal sottosuolo tramite pozzi, che si capta da fiumi e laghi o che si recupera dalle piogge tramite le dighe. Si tratta di acqua utilizzata e sovente riutilizzata tramite un “ciclo naturale”, come quello atmosferico, che ancora funziona. Se infatti buona parte dell’acqua dolce evapora dagli invasi, la stessa ritorna sotto forma di pioggia o neve, rialimentando sia le falde, sia le sorgenti. La stessa costruzione di dighe, se si pensa a quelle costruite nel nostro mezzogiorno, è riuscita a risolvere in parte la penuria d’acqua tipica di molti paesi fino al 1980. Ad oggi, quindi, il nostro Paese è ben approvvigionato tramite una rete ben integrata di acqua di falda, di sorgente, di laghi e di dighe, tutto ciò garantito da inverni più o meno piovosi. Dipendiamo quindi, in buona sostanza, dall’acqua che ci manda il Padreterno. Il problema sembra non esserci in Italia, tranne che in estate, periodo in cui anche un normale periodo di siccità può costringere a vedersi razionata l’acqua. Il problema non consiste più solamente nel bisogno di “fare scorta” per tutta la giornata per i normali usi domestici, l’assenza di acqua ha forte incidenza sull’agricoltura ed anche sull’industria, settori che
di acqua vivono. Quando ciò succede, specie nelle zone più calde della nostra penisola, come Calabria e Sicilia, si hanno già i primi allarmi che mettono in allerta rispetto ad una crisi che, prima o poi, può venire. Parliamo non a caso di regioni affacciate sul mar mediterraneo, dirimpettaie del continente africano, in cui la continua desertificazione è un problema serio, non solo di tipo climatico, ma anche di tipo sociopolitico: diversi studi indicano proprio nella forte carenza di acqua nel Magreb una delle cause della stessa emigrazione di persone verso l’Europa. Può quindi mancare il pane o il denaro, nel cui caso comunque tutto in qualche modo si risolve, ma la sola lontana minaccia di restare senz’acqua ci fa scattare arcaici meccanismi interni che affondano nel tempo le proprie radici. Il rapporto tra l’uomo e l’acqua è infatti ben più che pratico, fisico o utilitaristico: è più profondo, sovrannaturale, direi etico e, non a caso, religioso. Se consideriamo la stessa Bibbia, osserviamo che il motivo principale del movimento del popolo ebraico - che, da un punto di vista esegetico, può ben rappresentare l’uomo - era proprio l’acqua: per un popolo errante e senza terra, come erano gli ebrei allora, la “terra promessa” era quella in cui era assicurata la vita, vale a dire una terra ricca d’acqua. Ma anche riflettendo in termini puramente storici, non possiamo che concordare sul fatto che tutte le civiltà importanti si sono sviluppate solo attorno all’acqua: il Nilo per la civiltà egizia, Tigri ed Eufrate per la civiltà mesopotamica, il Fiume Giallo per la civiltà cinese, il Gange per la civiltà indiana, non c’è mai stata storia umana non legata ad un corso d’acqua. Il motivo è ovvio: se l’acqua permetteva di vivere, di coltivare e di commerciare, era attorno a quest’elemento che uomini provenienti da contesti assai diversi tra loro trovavano convenienza economica nello stare assieme. Finanche l’antica Roma, senza il suo Tevere, probabilmente non sarebbe stata la potenza che è stata. Se quindi l’acqua è vita, non è un caso ritrovare quest’elemento nelle stessi religioni della terra. E’ stretto il rapporto tra credo religioso e potenza purificatrice dell’acqua: dal bagno dell’indù nelle acque del Gange fino al battesimo per immersione tra i cristiani, l’acqua non è solo vita, è anche mezzo per arrivare a Dio. Non a caso Giovanni Battista battezzava nel fiume, lo stesso Gesù - figlio di Dio - pur non essendo un peccatore, fu battezzato per immersione, egli stesso, a sua volta, compì molti gesti
miracolosi proprio attorno all’acqua. Se nell’antichità l’acqua puliva dallo sporco, è questo il gesto rimasto in termini metaforici come unica modalità di giungere a Dio, perfezione e grandiosità proprio perché già “pulito”. Tutto ciò per dire che “lavarsi le mani” non è solo un fatto d’igiene, è specialmente uno dei gesti religiosi più antichi e trasversali della storia dell’uomo. Il fatto di “non sprecare l’acqua” non riguarda solo l’utilità pratica, ma richiama il rispetto del creato, che è immagine stessa di Dio.
Se l’acqua è poca, essa va usata con parsimonia, non solo per l’oggi, ma anche per le generazioni future. Se quindi la si spreca, ciò dipende non solo da una nostra bassa consapevolezza, ma anche da un erroneo modello di sviluppo, erroneo perché pensato come se questo elementobase della vita fosse eterno, mentre invece non lo è. L’acqua ha ancor oggi diversi usi: 1) potabile (per bere, cucinare, lavarsi); 2) prettamente civile (spegnere incendi, irrigare le colture, abbeverare il bestiame); 3) ricreativo (piscine, giardinaggio, fontane artistiche); 4) industriale (dalla produzione di energia elettrica ai sistemi di riscaldamento/raffreddamento). Ne consegue che il suo uso dovrebb’essere differenziato, per esempio potabilizzando solo l’acqua per gli usi umani ed alimentando gli altri usi con acqua più scadente, ma ancora buona per gli scopi. Ciò sta avvenendo da tempo in molti Paesi, ma non in Italia, dove la “cara acqua potabile” è sprecata su usi non umani. In nostro è un Paese strano: nonostante iniziamo a desertificarci, continuiamo a sprecare l’acqua potabile per tutti gli usi, con un forte aggravio del costo stesso. E’ ancora bassa l’abitudine a riciclare l’acqua usata, per ogni uso esiste un solo passaggio, generalmente dal rubinetto allo scarico. Per annaffiare piante e giardini si è ancora soliti aprire il rubinetto, invece di accumulare l’acqua piovana in cisterne o serbatoi, nonostante la prima costi e la seconda sia gratis. Ma la pacchianeria del Belpaese la si vede nel rapporto con l’acqua minerale: sebbene i nostri acquedotti forniscano ottima acqua potabile, preferiamo bere acqua di egual qualità, imbottigliata a centinaia di chilometri di distanza in bottiglie di plastica e trasportata con i TIR. Se quindi l’acqua alla fonte non costa nulla, il suo prezzo viene caricato di tutti i costi possibili (dalla pubblicità alla bottiglia PET, dal gasolio del camion alle “bollicine” aggiunte industrialmente) senza che i clienti
battano ciglio su questo “doppio costo” (bolletta dell’acqua e l’acqua minerale). Tutto ciò perché quello dell’acqua minerale è un vero e proprio business che si basa su di una falsa credenza in base alla quale solo quella in bottiglia è buona. Il mercato è molto remunerativo, se si considera che un litro di acqua in bottiglia potrebbe costare anche come circa 1000 litri di acqua del rubinetto. Quel che si paga, come detto, non è il prodotto, ma il servizio, anche se questo costa mille volte in più. Un vero e proprio business per le multinazionali, le quali si stanno accaparrando tutte le piccole imprese italiane storiche per un guadagno del 100.000% che nessuna speculazione in borsa è in grado di assicurare. Il trucco sta nella pubblicità: attribuendo all’acqua in bottiglia certe proprietà dietetiche, nutritive o terapeutiche, l’industria demonizza quella dell’acquedotto. In realtà l'acqua di rubinetto è molto controllata (la norma prevede controlli giornalieri molto rigorosi), e quindi di ottima qualità, almeno al pari a quella in bottiglia. Gli stessi controlli in acquedotto prevedono frequenze e limiti organolettici molto più stringenti e su un numero di parametri molto più alto di quelli previsti per le acque in bottiglia, garantendo una migliore qualità all'acqua del rubinetto rispetto a quella imbottigliata. Come è noto, l’unico fastidio dell’acqua potabile è il cloro: le quantità sono comunque così basse da consigliarne l’uso. Alcuni esperti consigliano inoltre, per togliere il cloro, di far defluire l’acqua in una caraffa, facendola sedimentare per qualche minuto. Se quindi l’acqua potabile è una risorsa limitata, occorre non sprecarla. La sua scarsità sta diventando un problema sempre più grave soprattutto a livello globale: la sua carenza blocca ogni sviluppo e causa lo sterminio di milioni di esseri umani. Se tutto ciò è demandato a scelte macropolitiche, noi nel piccolo possiamo anche fare la nostra scelta, piccola, se si vuole, ma almeno etica. E’ infatti sviluppare da parte di tutti una nuova coscienza nell’utilizzo dell’acqua, correggendo abituali comportamenti che spesso comportano lo spreco di questa preziosa ed insostituibile risorsa. L’acqua non è illimitata neanche da noi in Italia: spesso d’estate i Sindaci emettono ordinanze per il suo uso limitato, quindi l’abitudine ad un consumo contenuto appare essere segno di sana coscienza civile. Se l’acqua è un elemento indispensabile per la nostra
sopravvivenza, da essa dipende la nostra vita e tutti noi siamo chiamati in causa per la sua difesa. Ecco quindi alcuni accorgimenti per fornire il proprio contributo alla salvaguardia dell'ambiente: attraverso un uso corretto e razionale dell'acqua riduciamo anche il consumo di acqua potabile e di conseguenza alleggeriremo la nostra bolletta. Riutilizzare l'acqua. L'acqua di cottura della pasta è un ottimo sgrassante per lavare le stoviglie senza uso esagerato di detersivo; Quindi scolate la pasta nel lavabo tappato: con l’aggiunta di pochissimo detersivo vi troverete un’acqua magica, scrostante e calda, già pronta per il dopo-pasto. Anche l’acqua d’uso corrente, quella usata per pulire la frutta e la verdura, può essere riutilizzata per lavare l'auto o per innaffiare le piante e i fiori; a questo proposito è bene ricordare che quest'ultima operazione va eseguita la sera, quando il sole è calato e l'acqua evapora in misura minore. Impariamo dai contadini, che si alzano presto, ma staccano a mezzogiorno! Facciamo la doccia. Abbandoniamo la falsa credenza in base alla quale il bagno rilassa e la doccia no. Certamente il bagno in vasca è molto piacevole ma il suo uso è un costo vero e proprio. Per evitare lo spreco è preferibile fare la doccia: è più veloce e riduce di un terzo i consumi. Sfatiamo anche l’erotismo da film: se proprio vogliamo farlo con l’acqua, con la doccia è più comodo che provarci con l’immersione! Usiamo razionalmente gli elettrodomestici. Se questi succhiano corrente ed acqua, facciamolo però nel migliore dei modi. Per risparmiare acqua ed energia elettrica è opportuno utilizzare la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico, diminuendo così la frequenza dei lavaggi. Attenzione anche alla temperatura: un lavaggio a 30° consuma la metà dell'acqua di un lavaggio a 90°. Inoltre, quando si acquistano questi elettrodomestici è bene raffrontare il consumo di acqua indicato dal costruttore e scegliere il prodotto che garantisce un minor consumo: si risparmierà per anni senza rendersene conto. Risparmiamo in cucina . Non è necessario lavare la frutta e la verdura sotto l'acqua corrente, è invece sufficiente lasciarla a bagno con un pizzico di bicarbonato: fanno così nei ristoranti, in cui la frutta è a mollo per ore,
perché non farlo a casa? Diamoci inoltre delle regole nel cucinare: spesso nella preparazione dei cibi vengono imbrattate più stoviglie del necessario. Siamo inoltre parsimoniosi con l’uso della chimica: oltre al prodotto, riscopriamo il vecchio “olio di gomito”, sempre salutare e sempre gratuito. L’uso eccessivo di prodotti chimici per la pulizia delle stoviglie e della casa, oltre a causare inquinamento dei corsi d'acqua tramite le acque di scarico, aumenta il consumo d'acqua necessaria per il risciacquo. Controlliamo ogni tanto l’impianto. Un rubinetto che gocciola, oltre che a dare fastidio, è causa di un notevole spreco. Si calcola che, se un rubinetto perde 100 gocce ogni minuto, alla fine spenderemo soldi per 4.000 litri di acqua: un vero spreco. Con una corretta manutenzione invece si risparmia acqua e denaro: la visita dell’idraulico a casa è un sicuro risparmio, oltre che - come è storicamente noto - occasione amorosa per donne sole. Lo scarico del water. Se si calcola che oltre il 30% dei consumi idrici domestici è imputabile allo scarico del WC, occorre ridurre quella fonte. Il motivo è presto detto: siccome premendo il pulsante (o tirando la catenella) se ne vanno circa 10 litri d'acqua, non sempre questi sono necessari. Il lettore mi perdonerà, se dico “una cosa è fare una piccola pipì, altra cosa è se facciamo la cacca”. Non lo dico io, è la stessa industria degli sciacquoni che si è già orientata verso il risparmio: ormai si vendono in commercio sistemi a quantità differenziata, da regolare a seconda delle esigenze. Ci sono due tasti: uno per il “servizio grosso”, l’altro per quello “piccolo”. Attenzione alle perdite: anche nel caso dello sciacquone è importantissima la manutenzione, considerato che un WC che perde può arrivare a consumare 100 litri al giorno. Spesso occorre pulire lo stantuffo, quasi sempre si tratta di una piccola pietra incastrata o di normalissimo calcare incrostato: una lavata e tutto torna a posto. L’uso del rubinetto. Se è vero che l’acqua per gli usi di cura non si ricicla, un suo uso oculato è sicura fonte di risparmio. Per esempio, mentre ci si rade o si lavano i denti non è necessario tenere il rubinetto costantemente aperto, ma solo per il tempo necessario: i rubinetti non si consumano, se si aprono e si chiudono di continuo, sono fatti apposta per questo scopo. I più bravi (l’ho visto fare in alcune comunità naturalistiche) raccolgono le acque reflue in un contenitore per poi riutilizzarle, in
giardino o per altri scopi. Utile sarebbe raccogliere tutte le acque reflue dai lavabi in un serbatoio per un riuso “sporco”, tipo per i water. L’uso dei frangiflussi. Un sistema semplice ed economico per risparmiare migliaia di litri d'acqua all'anno è dato dall'installazione del frangiflusso: si tratta di un filtro composto da una retina che modifica il getto, aggiungendo l’aria all’acqua. Un pò come la classica doccia, che per pulire aggiunge all’acqua l’aria, questi sistemi dimezzano l’uso dell’acqua creando un flusso pulitore efficace con un “effetto aria” tipo ventilatore, ma con l’aggiunta di acqua. Si montano alle uscite dei rubinetti, il loro costo non supera l’euro, basta montarli con la chiave inglese (non dimenticate la guarnizione). Essendo essi dei filtri, è probabile che accumulino nel tempo pietre e calcare: basta pulirli e, ogni tanto, lasciarli a mollo per una notte in aceto. Accortezze in giardino. Un consiglio che danno gli esperti giardinieri è quello di evitare di tagliare l'erba troppo corta, perché quella più alta necessità di minor acqua. Il trucco consiste nel mantenere l’ombra sul suolo, in modo da tenerne alto il grado di umidità. A tal fine può essere utile porre uno strato di foglie secche alla base delle piante da giardino, appunto per mantenere l'umidità del suolo. In questo modo si manterranno le radici fresche, si eviterà che il terreno si asciughi troppo presto, evitando, inoltre, che attecchiscano piante parassite. Anche la pulizia del giardino può essere fatta a risparmio d’acqua: vialetti, muretti e marciapiedi possono essere spazzati e rastrellati, anziché pulirli con l'acqua. Tale cambio di comportamento fa risparmiare fino a diecimila litri d’acqua all’anno. Usiamo inoltre l’acqua di madre natura conservando quella piovana: basta raccogliere la pioggia dalla canalizzazione del tetto tramite un taglio del tubo di zinco-rame con una semplice deviazione in un bidone. Prova del contatore chiuso. Con i rubinetti chiusi il contatore generale non deve girare; in caso contrario, vi è una perdita. Lo sapevate che un foro di un millimetro in una tubatura provoca in un giorno una perdita di 2.328 litri di acqua potabile? La perdita, inoltre, rovina muri ed intonaci, per non parlare dei danni causati ai vicini di casa. Inoltre, quando si va in ferie o ci si assenta per lunghi periodi da casa è buona regola chiudere il
rubinetto centrale dell'acqua, evitando così perdite e disagi dovuti a rotture impreviste nell'impianto. Acqua minerale. Tanto per cominciare, non è obbligatorio berla; anche in certi ristoranti è d’uso ordinare acqua dal rubinetto. D’altra parte certi ristoratori disonesti sempre quella ci fanno bere, imbottigliandola però prima e mettendola in frigorifero. Se poi proprio dobbiamo bere acqua minerale, facciamo la nostra lotta contro il capitalismo accertandoci semplicemente di che acqua si tratta. Le acque meno costose sono quelle imbottigliate a livello locale, mentre quelle più care sono quelle nazionali, sul cui costo si scarica anche la pubblicità. Come detto, la principale voce di costo nel prezzo dell'acqua è quella del trasporto, ragion per cui più è vicina la produzione, meno costa l’acqua. Concludendo: bevete acqua! Già di mattino riattivate il vostro corpo con un ben bicchiere d’acqua. Se avete sete, evitate succhi zuccherati o bevande alcoliche: un bel bicchiere d’acqua vi risolleva la vita! Specie per gli anziani: costringetevi a bere l’acqua anche se non avete sete, è proprio questa che vi scioglie i cristalli renali e vi fa evitare fastidiosi calcoli. Gustatevi l’acqua: a piccoli sorsi, con schiocchi di bocca, alla ricerca delle sensazioni, né più e né meno come nell’amore! Ergo: buona bevuta. Ugo Albano