Aldo & Monique

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Aldo & Monique

Questa è una storia strana di due persone che si volevano bene, ma così bene che sognavano di volare. Infatti è questo il segreto dell’amore: sognare così forte che alla fine i nostri desideri si avverano. Ti piace sognare? Ti piace volare? Allora chiudi gli occhi ed ascolta e, specialmente cerca di immaginare i due personaggi, Aldo e Monique.


Cominciamo da Aldo, che in verità si chiama Romualdo. Quando nacque i due genitori iniziarono subito a litigare sul nome: il padre, che era uno zingaro, lo voleva chiamare Romu, mentre la madre, donna molto religiosa, lo voleva chiamare Aldo in onore di Sant’Aldo eremita. L’ostetrica che aveva fatto nascere il piccolo, vedendo i due genitori litigare, siccome amava la matematica, fece una semplice operazione: 1+1=2, cioè Romu + Aldo = Romualdo. E così si chiamò per tutta la vita. Romualdo era un bravo bambino, amava le costruzioni e fare i disegni, aiutava la mamma a fare la pizza e a buttare le carte nel cestino. Una volta a scuola la maestra diede questo compito a casa: cosa vuoi fare da grande? Era difficile rispondere, non ci aveva mai pensato, quindi chiese aiuto a casa. Il papà zingaro gli consigliò di fare un lavoro in libertà, un giorno quà ed un giorno là, senza dipendere da nessuno e facendosi guidare dall’istinto. La mamma religiosa chiese prima consiglio al parroco e poi invitò il figlio a fare la scelta di una vita tranquilla, quindi il mestiere ideale non poteva che essere quello del ragioniere. Vinse la mamma, che, col tempo, regalò a Romualdo un pallottoliere ed un quaderno a quadretti con le tabelline in copertina. Quindi Romualdo contava tutto: i gradini che saliva da casa a scuola, il numero di bricioline che metteva sul davanzale per i passerotti, finanche le pecore prima di addormentarsi. Sapeva fare l’addizione e la sottrazione, poi imparò pure la moltiplicazione ed anche la divisione: un vero genio! Ma quando si addormentava, dopo aver contato le pecore, iniziava a sognare: diventava all’improvviso una grande aquila, che si librava nel cielo in alto in alto. Finì quindi che Romualdo divenne ragioniere, contava tutte le cose che vedeva, ma sognava di volare. Probabilmente era il desiderio del papà zingaro su di lui che lo spingeva ad avere questo sogno: ma lo teneva segreto per non far arrabbiare la mamma. Ed ora parliamo di Monique, una bambina francese, figlia di un idraulico napoletano molto bravo, ma flemmatico, ed una ballerina americana, molto brava, ma vivace. I due genitori si amavano tanto, ma erano molto diversi tra loro, il padre amava la pizza e la mamma voleva le bistecche, il padre suonava “o sole mio” col mandolino, la mamma ballava il can-can col motivetto “oh my darling Clementine”, il padre russava e la madre passava le notti in bianco a meditare. Il litigio, in verità, aumentò con la nascita della bambina sul


nome da darle: il papà flemmatico voleva chiamarla Mo, che in napoletano significa “adesso”, mentre la mamma ballerina voleva chiamarla Nicoletta - in americano Nik – in ricordo della sua maestra di danza classica. Anche lì la stessa ostetrica che aveva fatto nascere Romualdo, esperta di matematica, fece l’operazione 1 + 1 = 2, quindi Mo + Nik = Monique. Da bambina imparava dal papà a fare i sonnellini sul divano dopo pranzo, mentre di pomeriggio imparava il can-can dalla mamma. Così da grande trovò lavoro in una fabbrica di poltrone e divani. Bambini, sapete come si fanno i divani? Prima ci sono i falegnami, che creano col legno il telaio; poi vengono i montatori, che ci mettono cuscini e molle; poi vengono i sarti, che ci cuciono attorno tutta la stoffa; poi vengono i collaudatori, che controllano che tutto è stato fatto a regola d’arte prima di venderli. Ecco, Monique era una collaudatrice: a divano finito ci schiacciava sopra un sonnellino e, al risveglio, rilasciava il timbro di garanzia con su scritto “OK, Monique”. Siccome dormiva tanto, nel tempo libero aveva bisogno di muoversi e, per questo motivo, ballava; aveva cominciato col can-can assieme alla madre, poi aveva seguito un corso di flamenco (quelli dove fanno “olè!”) e alla fine si era dedicata al ballo latino-americano, samba, lambada e salsa. In particolare amava molto la salsa, le riusciva molto bene mentre cucinava il sugo a pranzo, era davvero una salsa-salsa. A sera si addormentava stanca: sognava di volare via, come un passerotto, e divertirsi a fare la pipì in volo addosso a quelli che passeggiavano sotto. Pian Piano Aldo e Monique divennero grandi. Aldo si era stancato di contare i numeri e costruì di nascosto dalla mamma in garage un aeroplano: prese una cassa di legno, ci mise quattro ruote e ci incollò due ali, sognando di poter volare. Anche Monique si era stancata di dormire e di mangiare ogni giorno la salsa al pomodoro, voleva librarsi in aria e ballare come una libellula, libera di farsi accarezzare dal vento e dal sole. E fu così che i due si incontrarono al parco in una fresca mattina primaverile: i due si confessarono i loro sogni di volare via e di diventare come gli uccelli, lui un’aquila, lei un passerotto. Aldo rivelò a Monique il suo segreto della macchina volante e del suo sogno di fare il pilota invece del ragioniere. Quindi Monique, più curiosa che altro, fece visita ad Aldo nel suo garage, ma di nascosto, senza dirlo a nessuno: era un segreto!


Quindi Aldo fece un mazzetto di margherite, raccogliendole dal prato vicino casa, e le regalò a Monique, la quale divenne rossa in viso. La fece salire sulla cassa di legno, quindi chiusero gli occhi e cominciarono tutti e due a pedalare. Pedala, pedala e pedala, sempre con gli occhi chiusi (perché con gli occhi aperti non funziona!) la cassetta si sollevò ed iniziò a volare. Sempre con gli occhi chiusi, Aldo e Monique vedevano le nuvole sotto di loro, il sole davanti ed il vento che li accarezzava e scompigliava loro i capelli. Stanchi, smisero di pedalare e, all’improvviso, scoprirono che la cassa-aereo volava da sola: infatti nei sogni i desideri diventano realtà, bisogna però crederci! Aldo e Monique si trovano ancora oggi lassù e ci hanno fatto sapere che non vogliono scendere più. Di sera basta guardare il cielo: se vedete un puntino che si muove, sono loro due, se invece il puntino fa zig-zag, allora significa che Monique balla la salsa, ma senza sugo. Morale della favola: i sogni dei bambini sono importanti, se ci si crede davvero, prima o poi si realizzeranno. Queste cose i bambini lo sanno, ma i genitori non ci credono. Peggio per loro!

Ugo Albano


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