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Anno XVI n. 2 - 2015
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.231 del 2/6/2000 - Poste Italiane spa - sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - Art. 1, Comma 1, DCB Roma
Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio
EXPO: la rete degli agricoltori in un’App. Nasce Farmersforyou
SPECIALE: finiscono le quote latte. E dopo? UE: finalmente etichetta d’origine obbligatoria anche per le carni fresche di maiale, agnello, pecora, capra e volatili
EDITORIALE:
IL PRESIDENTE:
PRIMO PIANO:
EXPO 2015: proposta culturale economica e sociale
Giubileo della misericordia: una carta della buona accoglienza per il pellegrino
EXPO: al porto di Civitavecchia “approda” il terminal del gusto di Campagna Amica
In copertina: EXPO 2015: con Coldiretti agricoltori protagonisti
Editoriale di Aldo Mattia
EXPO 2015: proposta culturale economica e sociale
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Il Presidente di David Granieri
Giubileo della misericordia: una carta della buona accoglienza per il pellegrino
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Editore
EXPO: al porto di Civitavecchia “approda” il terminal del gusto di Campagna Amica
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SPECIALE
Finiscono le quote latte: e dopo?
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Economia e Finanza di Simone Di Colantonio Centro Assistenza Imprese Coldiretti Lazio Via R. Piria, 6 lazio@coldiretti.it www.coldirettilazio.it Direttore responsabile Aldo Mattia aldo.mattia@coldiretti.it
EXPO 2015: grande opportunità per le imprese agricole
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INSERTO STACCABILE - EPACA
Gli uffici del patronato Epaca-Coldiretti del Lazio al nastro di partenza per attivare i nuovi ammortizzatori sociali per la tutela dei lavoratori subordinati previsti nel job act
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L’agricoltura in Europa di Andrea Fugaro Redazione Andrea Fugaro Maurizio Ortolani Collaboratori Simone Di Colantonio Gianluigi Terenzi Abbonamenti Ordinario: Eu 10,00 Onorario: Eu 20,00 Sostenitore: Eu 50,00 Tramite c/c postale n. 82689027 intestato a: Federazione Regionale Coldiretti del Lazio o rivolgersi alle sedi della Coldiretti Progetto grafico e impaginazione Grafiche Delfi Italia s.r.l. Stampa Grafiche Delfi Italia s.r.l.
Finalmente etichetta d’origine obbligatoria anche per le carni fresche di maiale, agnello, pecora, capra e volatili
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L’agricoltura in politica di Andrea Fugaro
Gli italiani chiedono all’unanimità di indicare l’origine in etichetta
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L’esperto risponde di Elio Guarnaccia
Fare impresa: le domande dei nostri soci
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Riflessioni di Paolo Carlotti
La famiglia e i suoi due Sinodi dei vescovi
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Notizie dalle province
Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo
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Il Punto di Campagna Amica
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Questa rivista è inviata agli oltre 40.000 associati Coldiretti del Lazio, ai principali rappresentanti delle Istituzioni e Amministrazioni locali ed ai più qualificati opinion leaders delle filiere agroalimentari laziali. 1
MARZO APRILE
Primo Piano di Alessandra Cori Bimestrale di cultura & informazione agricola di Coldiretti Lazio Iscrizione al Roc n° 12420
EDITORIALE di Aldo Mattia
EXPO 2015: proposta culturale economica e sociale Esposizione universale che si terrà a Milano a partire dal maggio 2015 e che vedrà il nostro Paese al centro dell’attenzione internazionale per sei mesi su un tema così cruciale per il futuro quale è quello legato alla nutrizione del Pianeta, mostra l’evidente necessità per Coldiretti Lazio di sottolineare l’opportunità che ciò significa per un settore, come quello agricolo, che il cibo è chiamato a produrre. Si tratta di un’opportunità che trascende la pur essenziale capacità del Paese di indicare agli occhi del mondo la qualità e unicità delle sue produzioni con l’obiettivo sempre importante di trasformare tale indicazione in un’occasione di business e di crescita economica sfruttando la presenza stimata di oltre 4 milioni di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo che attraverseranno EXPO. La vera opportunità, unica ed irripetibile nella storia di un Paese, è quella di mostrare una proposta culturale, economica e sociale che presenti l’Italia e le sue regioni partendo dalle eccellenze del cibo e dai valori di sostenibilità
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Aldo Mattia, Direttore di Coldiretti Lazio
ambientale, economica, sociale, eticità, innovazione, storia, cultura e paesaggi impareggiabili. In sostanza si tratta di “exporre” un nuovo modello di sviluppo che oggi trova già la sua concreta possibilità di attuazione nel modello di sviluppo della nostra agricoltura e del nostro agroalimentare. La Coldiretti Lazio e Campagna Amica si sono fatte promotrici di un progetto economico destinato a durare oltre EXPO ma che da EXPO prende le mosse come occasione e opportunità: si tratta del Terminal del Gusto di Civitavecchia. Una struttura multifunzionale situata nei locali dei vecchi mercati di Traiano del porto laziale destinati ad accogliere turisti e crocieristi di tutto il mondo per proporre loro le eccellenze del patrimonio agroalimentare laziale e del Paese attraverso la vendita di prodotti stagionali, a chilometro zero, di qualità, tracciati nell’origine, ma anche attraverso percorsi culturali di ristorazione, cooking show, didattica. Al centro del progetto l’agricoltura che con una rete di oltre 60 imprese agricole rappresenta il cuore pulsante dell’iniziativa. Infatti, il Terminal rappresenta la sintesi 2
perfetta del nuovo modello di sviluppo che abbiamo pensato e promosso per rimettere l’agricoltura al centro dell’economia e della società con pari dignità rispetto agli altri settori. Da tempo le nostre aziende ci chiedevano iniziative per internazionalizzare i prodotti dell’agroalimentare laziale, nuove occasioni, nuovi canali per promuovere all’estero le nostre tipicità. Per le imprese agricole esporre e vendere nel Porto di Civitavecchia significa aprirsi al turismo internazionale, investire sulla crescita dell’immagine aziendale, sulle vendite, sui fatturati: significa garantire valore aggiunto alla nostra agricoltura di qualità. La rete di imprese è destinata ad ampliarsi in una sfida che si propone di restare un punto di riferimento anche dopo EXPO, un polo di attrazione internazionale, una vetrina permanente del meglio dell’agroalimentare laziale e nazionale.
IL PRESIDENTE di David Granieri
Giubileo della misericordia: una carta della buona accoglienza per il pellegrino o scorso 13 marzo Papa Francesco ha indetto il Giubileo della Misericordia che avrà inizio il prossimo 8 dicembre per terminare il 16 novembre del 2016. È evidente che la città di Roma sarà chiamata ad uno sforzo organizzativo straordinario in grado di accogliere le migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Il mondo delle imprese romane, sopratutto di quelle piccole e medie, è convinta che anche la fase organizzativa e di accoglienza sia una questione di etica, di comportamento nei confronti del pellegrino che si affaccia nella nostra città. Per questo Coldiretti Lazio è pronta a fare la sua parte per far sì che il Giubileo non diventi una speculazione, ma un’opportunità per coordinare le attività in una collaborazione pubblico – privato che rappresenta il valore aggiunto per questo evento straordinario. Purtroppo, gli eventi straordinari come quello Giubilare, non sempre vengono vissuti come un’opportunità per incanalare sulla strada dell’ordinarietà i problemi che una città come Roma è chiamata a risolvere per essere una città accogliente e all’altezza della situazione. Ecco dunque, che prima di accogliere il pellegrino del Giubileo, rimangono sul tavolo i problemi ordinari di una Roma che deve rivedere il proprio sistema di traporti per renderlo efficiente, coprire le buche che la scavano, lottare contro l’abusivismo commerciale che sfigura l’immagine di Roma oltre che danneggiare i commercianti
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David Granieri, Presidente Coldiretti Roma e Lazio
onesti, migliorare l’accesso alle tecnologie intelligenti per fare della Capitale una moderna Smart city. Come Coldiretti Roma e Lazio abbiamo chiesto che Roma Capitale istituisca un tavolo permanente con le piccole e medie imprese del territorio per favorire progetti di accoglienza in occasione del Giubileo che possano stare dentro un contenitore comune e in un clima di coordinamento. Come siamo abituati a fare da sempre, non abbiamo solo chiesto un luogo di discussione, ma abbiamo fatto anche le nostre proposte. Innanzitutto è necessario costruire la cornice comune all’interno delle quale operare. Ciò è possibile attraverso la redazione di una “carta della buona accoglienza” che prenda le mosse dal tessuto produttivo e di servizi della città e che diventi vincolante attraverso un vero e proprio “Patto” tra la città, le imprese e i consumatori. Un impegno che non dovrà risolversi con un adesivo da apporre nei punti di fruizione ma nel garantire servizi e prodotti conformi a standard di qualità ed eticità condivisi. 3
Lo strumento proposto permette a tutte le rappresentanze di svolgere la priopria attività in occasione del Giubilo, evitando non solo le speculazioni dei pochi che danneggiano la maggioranza, ma anche di creare un circuito economico che in un clima di concorrenza leale abbia come unico punto di riferimento il consumatore/ cliente/ turista/ pellegrino e soprattutto l’obiettivo di rendere Roma una città accogliente, moderna, efficiente e all’altezza del nome che porta e delle potenzialità che esprime. Dunque per noi Giubileo della Misericordia significa non occasione di business straordinario ma opportunità per investire nel riscatto di una Roma più accogliente ed efficiente.
PRIMO PIANO di Alessandra Cori
EXPO: al porto di Civitavecchia “approda” il Terminal del Gusto di Campagna Amica Sarà inaugurato a settembre lo store che farà rivivere, in uno spazio multifunzionale, gli antichi Mercati di Traino in un mix di innovazione e tradizione, all’insegna della cultura del buon cibo. Un’offerta in più, inoltre, per i turisti di Expo che cercano “altro” el porto crocieristico più grande del Mediterraneo, nei luoghi che furono adibiti ai Mercati di Traiano circa duemila anni fa, aprirà al pubblico alla fine di settembre, e in occasione di Expo, il “Terminal del Gusto” di Campagna Amica, un progetto presentato lo scorso 9 aprile presso la sede dell’Autorità Portuale e che ha visto tra i soci fondatori e come capofila Coldiretti Lazio. Si tratta di uno spazio multifunzionale per la commercializzazione
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merce), alla scuola di cucina ai laboratori didattici, dagli eventi a tema agli show-cooking alla food experience con percorsi tematici ma anche un punto di infor-
dei prodotti e delle eccellenze dell’agroalimentare “Made in Lazio” e “Made in Italy” che verrà integrato da un servizio di accoglienza e ristorazione. Avrà il compito di accogliere i turisti crocieristi e passeggeri in transito sui traghetti per le isole maggiori ed in arrivo nella Capitale in un’area ricca di opere di grande interesse storico e culturale. Una struttura innovativa nella quale il visitatore troverà una vasta offerta: dalla degustazione alla vendita diretta (supportata dall’ e-com-
mazione turistica, con la partnership di Tour e Cruise operator. Un luogo nel quale tradizione artigianale, specificità dei territori, qualità del prodotto e cultura del buon cibo si fondono in una straordinaria suggestione data dalle bellezze artistiche ed archeologiche del sito: una chiesa di epoca 5
romana, un fonte battesimale, muri in opus reticolatum in perfetto stato di conservazione risalenti all’epoca dell’Impero di Traiano, uno dei più
PRIMO PIANO di Alessandra Cori
milmente si tradurrà in occasioni per acquistare “souvenir del gusto”. “L’Expo avrà veramente successo solo se sapremo creare le condizioni per prolungare il soggiorno dei visitatori stranieri al di fuori dell’area espositiva di Milano con nuove attrazioni lungo tutta la Penisola. L’Italia può contare su iniziative ad hoc per lasciare della permanenza in Italia un ricordo indimenticabile”, ha commentato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo. grandi Imperatori della storia romana e fondatore della città di Civitavecchia. L’iniziativa imprenditoriale è stata sostenuta da un pool di investitori privati attraverso la società di gestione IL BUONO SRL, alla guida della quale è stato chiamato, in qualità di presidente, per la grande esperienza e gli importanti risultati raggiunti negli anni, il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia.
“Il Terminal del Gusto si propone come polo di attrazione europeo e internazionale, una sorta di Expo permanente del prodotto tipico” ha affermato Mattia nel sottolineare che si tratta di “uno spazio in cui il mondo dell’agroalimentare è protagonista, come passione ma anche come driver di sviluppo economico, soprattutto per il territorio e le attività produttive locali”. “Il progetto – ha sottolineato Mattia – è nato per rispondere alla domanda crescente, anche tra i turisti, di una nuova offerta alimentare fondata sui valori della distintività
territoriale, della sostenibilità ambientale, della tracciabilità del prodotto, del Km zero e del rapporto diretto tra produttori e consumatori”. E c’è da credere che una positiva ricaduta sul “Terminal del Gusto” l’avrà anche il flusso di turisti stranieri che arriveranno in Italia richiamati da Expo, che, stando ad un’analisi di Coldiretti sull’impatto economico dell’Esposizione Universale di Milano, saranno circa 8 milioni in più, per un totale di 59 milioni di arrivi, con una spesa aggiuntiva stimata in 5,4 miliardi, un terzo dei quali destinati alla tavola “Made in Italy”. Inoltre, sempre secondo una stima di Coldiretti, coloro che giungeranno in Italia per l’Expo dedicheranno il 67% del loro tempo per visitare “altro” e che i turisti stranieri in arrivo in Italia per questa occasione siano più attratti, rispetto alla media, dall’agroalimentare “Made in Italy” che si afferma come il vero motore degli arrivi dall’estero e che verosi-
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Il Terminal sembra avere tutte le caratteristiche per rappresentare uno dei luoghi più adatti per l’acquisto di prodotti tipici in ricordo della permanenza in Italia, e capace di valorizzare i prodotti locali, come già avviene nelle “Botteghe italiane” di Campagna Amica, con in più un respiro internazionale data la logistica ed un’ampia scelta di prodotti, rispetto alle tradizionali Botteghe già presenti sull’intero territorio nazionale. Il “Terminal del Gusto”, si presenta con numeri importanti: 8 milioni di euro di investimenti, con un equity di 1,2 milioni immesso dai soci tra i quali figurano come fondatori, oltre a Coldiretti Lazio, Molinari SpA della famosa Sambuca, Salumificio Sano leader del prosciutto amatriciano IGP, ed il gruppo Marsicola, famiglia di grandi proprietari terrieri romani. Il cospicuo investimento è stato sostenuto dal Gruppo Intesa San Paolo e dalla BCC di Roma oltre che da un contributo comunitario ammesso sul PSR Lazio “2007-
PRIMO PIANO di Alessandra Cori
2013” pari a 2 milioni di euro. Tutto assistito e garantito dal confidi promosso da Coldiretti, CreditAgri Italia. Si estenderà su una superficie di 1.500 metri quadri, conterà sulla partecipazione di 61 imprese agroalimentari laziali e nazionali che presenta un fatturato globale di rete di oltre 150 milioni di euro. Imprenditori che nelle stime potrebbero aumentare di numero visto che, secondo uno studio approfondito di mercato nel porto di Civitavecchia transitano ogni anno circa 7 milioni di utenti, con un consumo medio pro capite nel settore food pari a circa 30 euro per persona. I ricavi aggregati previsti dal business plan ammontano a 17.818.121 euro nel 2015, a 39.478.200 euro nel 2016 e 41.650.199 nel 2017. Il risultato atteso al netto delle imposte è di circa 1 milione di euro nell’anno
di avvio per arrivare a circa 3 milioni di euro nel 2017. Obiettivo finale degli investitori è lanciare un nuovo modello di farmer’s market corporate che possa
essere replicato su scala nazionale ed internazionale. Il tutto sarà affiancato da una piattaforma e-commerce altamente innovativa sia B2B che B2C, presto online.
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Allo store, primo test che potrebbe essere replicato anche su base nazionale, si affianca un temporary shop, il “Villaggio del Gusto” che verrà aperto anticipatamente rispetto ai locali e occuperà uno spazio multifunzionale antistante il Forte Michelangelo che sarà inaugurato agli inizi di giugno di quest’anno e si comporrà di 12 strutture di legno (Casette del Gusto) che spazieranno dall’enoteca, alla ristorazione, dai dolci ai formaggi tutti rigorosamente a Km zero e “Made in italy”. Iniziative che hanno incontrato il sostegno ed il supporto dell’Autorità Portuale ed hanno incassato un sigillo formale con un contratto sottoscritto con la società di scopo Portmobility per la canalizzazione di flussi turistici pari ad almeno
600.000 presenze solo nel primo anno di avvio. Un progetto che, nelle intenzioni degli ideatori, intende rappresentare un modello ed una sfida verso la creazione di spazi in cui le ragioni del commercio e della ricaduta occupazionale si possano incontrare e fondere con i valori di Coldiretti Lazio: il cibo come bene comune, la sicurezza alimentare, la legalità contro le minacce al marchio “Made in Lazio”, la sostenibilità, la salvaguardia del territorio, il ruolo strategico dell’agricoltura, la capacità di innovare, la creatività, il patto di trasparenza tra produttore e consumatore che si traduce in conoscenza e quindi cultura del buon cibo.
Finiscono le quo
SPECIALE
te latte: e dopo? ote l 31 marzo, dopo oltre trent’anni di applicazione, è terminato il cosiddetto regime comunitario delle quote latte, oggetto di dibattito nel paese soprattutto a causa delle multe subite per gli splafonamenti conseguenti un’assegnazione quantitativa non adeguata alla capacità produttiva dell’Italia e non coerente con i consumi interni. Per questi motivi gli Stati membri dell’Unione Europea, fra cui l’Italia, stanno predisponendo misure che consentano un “soft landing” dell’imminente apertura dei mercati ancora drogati nel nostro Paese da comportamenti scorretti che sottopagano il latte ed il lavoro degli allevatori.
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Quote latte e multe Il deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia da parte della Commissione europea per i ritardi nella riscossione del prelievo a carico dei produttori non in regola, permette di fare il punto sulle multe. Ormai non si parla più di quello che è successo prima del 1995 per cui la vicenda quote latte e la mancata applicazione delle quote individuali rimane archiviata e le multe pagate rimangono definitivamente a carico dell’Erario e di conseguenza a carico di tutti i cittadini (1,700 milioni di Euro). Dalla campagna 2009 in avanti e fino al 2014, l’Italia è rientrata nelle quote per cui non deve pagare multe. Per adesso quindi la materia del contendere riguarda 2.305 milioni di euro di prelievo imputati all’Italia per il superamento delle quote produttive nel corso di 14 periodi dalla campagna 1995/96 alla campagna 2008/2009, che sono stati versati regolarmente nelle casse comunitarie da parte dell’Erario italiano e non tutti recuperati dalle tasche dei singoli allevatori cui devono essere effettivamente imputati per il superamento delle quote produttive individuali. 9
SPECIALE
In Italia, a ben vedere, il regime delle quote latte rimasto in vigore per trent’anni sarebbe stato applicato in maniera del tutto originale in quanto per i primi dieci anni si è andati avanti con il sistema dell’Italia considerata come bacino unico produttivo per cui i superamenti della quota nazionale sono stati regolati con il pagamento delle multe direttamente da parte dello Stato e senza alcuna possibilità di recupero presso i singoli allevatori che in definitiva avevano concorso al superamento della quota stessa. Una volta attribuite le quote individuali e per i successivi vent’anni la musica non è cambiata di molto in quanto pur essendo stati individuati in maniera precisa gli splafonatori di produzione e quindi attribuite loro le relative multe, l’Erario italiano ha continuato a saldare subito il debito delle multe con l’Ue, perseguendo senza molto entusiasmo i singoli creditori. Occorre da una parte sostenere i produttori in regola che sono la grande maggioranza e, dall’altro, recuperare le somme ingiustificatamente sottratte alla collettività. Le cifre non sono certamente confortanti in quanto su 2.305 milioni di euro di prelievo imputato per tutti i 14 periodi ne sono stati riscossi 553 e ve ne sono 198 che saranno incassati a rate, per un totale di 751
milioni. Dei restanti 1.554 milioni 211 sono classificati irrecuperabili, arrivando quindi a un prelievo ancora dovuto di 1.343 milioni. Di questa somma, una parte non è ancora “esigibile” (511 milioni di euro) a causa di sospensive giurisdizionali, mentre risultano esigibili 832 milioni di euro. Con riferimento alle attività di riscossione, va ricordato che con la legge di stabilita 2015 il Governo ha deciso di modificare l’articolo 8-quinquies, comma 10-ter, del decreto-legge n. 5 del 2009, nel senso di affiancare alla Guardia di Finanza anche le società del gruppo Equitalia, al fine di garantire una maggiore efficacia della riscossione, anche in considerazione delle difficolta applicative della previgente normativa che avevano determinato, di fatto, il rallentamento della fase esecutiva. Per effetto delle norme in esame, quindi, l’AGEA potrà procedere – nel caso di mancata adesione alla rateizzazione e di decadenza dal beneficio della dilazione – alla riscossione dei debiti relativi alle quote latte. In proposito l’AGEA ed Equitalia hanno già predisposto 1.405 cartelle esattoriali, con interessi aggiornati al 31 dicembre 2014, attualmente in fase di notifica agli interessati.
Prelievo campagne 1995-1996 -2008-2009 RISCOSSO
IN CORSO RISCOSSIONE A RATE
INESIGIBILI
PENDENTI GIUDICE
CARTELLE NOTIFICATE
TOTALE
e 553.000.000,00
e 198.000.000,0
e 211.000.000,0
e 511.000.000,0
e 832.000.000,0
e 2.305.000.000,00
24,0%
8,6%
9,2%
22,2%
36,1%
100,0%
Il PIANO DEL MIPAAF PER IL DOPO FINE QUOTE: “SOFT LANDING” Sono quattro le aree di intervento previste dal piano per il settore del latte che il Ministero delle politiche agricole ha presentato l’11 marzo 2015 al tavolo della filiera latte costituita dalle organizzazioni di categoria, dalla distribuzione, dall’industria, dalla cooperazione e dal consorzio del grana Padano.
1. Valorizzazione e consumo di latte fresco Il primo campo d’interventi previsti dal documento ministeriale riguarda le iniziative per la valorizzazione ed il consumo di latte fresco. In particolare tutte le iniziative previste si incentrano sulla definizione di un logo che identifichi e valorizzi il prodotto italiano. Il Ministero ha già predisposto il logo “Latte 100% Italiano”, quale espressione di un marchio collettivo, che è stato registrato dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio assieme ad una proposta di regolamento d’uso dello stesso. Il regolamento, previsto obbligatoriamente per i marchi collettivi sia dal Codice di Proprietà Industriale italiano che dal Regolamento (CE) n. 207/2009, contiene i requisiti e i criteri di utilizzo del marchio da parte degli operatori che sono stati 10
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individuati. Si intende così porre in essere un sistema volontario nell’accesso ma con criteri oggettivi da rispettare, ivi incluse le disposizioni nel caso di non conformità. 2. Regolazione del mercato e dell’Organizzazione Interprofessionale Il secondo e più consistente punto del Piano latte riguarda le Iniziative per la regolazione del mercato e dell’Organizzazione Interprofessionale. L’intervento previsto ha come obiettivo principale quello di accompagnare le imprese italiane nel passaggio dal regime delle quote a quello liberalizzato. Il pacchetto di misure da definire poggia su due pilastri fondamentali. Da un lato, esso mira a fornire una risposta immediata e indifferibile alla necessità di governare i mercati nei mesi a ridosso della cessazione del regime delle quote latte e, dall’altro, a porre le basi per l’urgente riordino delle relazioni commerciali nella filiera, al fine di garantire proprio il “soft landing” raccomandato anche dalle istituzioni europee. Al fine di realizzare tali obiettivi le ipotesi di intervento in merito sono relative a: a) all’ampliamento entro il 31 marzo 2015 delle ipotesi di compensazione tra produttori di latte, nell’ambito della quota nazionale, in relazione alla campagna in corso, che è l’ultima assoggettata al regime delle quote; b) ad un rafforzamento dell’equilibrio nelle relazioni contrattuali, a tutela del produttore quale contraente debole, attraverso norme più stringenti per l’attuazione dell’obbligo della forma scritta, con la previsione espressa di una durata minima, per i
contratti aventi ad oggetto la cessione di latte tra produttori e primi acquirenti, già introdotta con l’articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, in linea con la normativa europea e le raccomandazioni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, e attraverso una determinazione del prezzo che tenga in considerazione il reale andamento dei costi di produzione; c) al riordino delle relazioni commerciali nel settore del latte, attraverso l’adeguamento della normativa interna a quella europea in materia di organizzazioni interprofessionali, al fine di superare le debolezze strutturali della filiera. 3. Rateizzazione delle multe per splafonamento campagna dell’ultima campagna 2014-2015 Il terzo punto del Piano ministeriale riguarda la Proposta di regolamento della Commissione europea sulla rateizzazione delle multe per splafonamento campagna dell’ultima campagna 2014-2015. Anche a seguito di esplicita richiesta da parte italiana, prima durante il semestre di Presidenza, poi ribadita con lettera indirizzata al Commissario Hogan, la Commissione europea ha già presentato un progetto di regolamento di esecuzione, di modifica del reg. (CE) n. 595/2004, recante norme di applicazione del regime delle quote latte, per consentire agli Stati membri di riscuotere il prelievo eventualmente dovuto dagli allevatori per l’ultimo periodo di applicazione del regime in tre rate annuali. La concessione della rateizzazione agli allevatori non esonera però gli Stati membri dall’obbligo di versare 11
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all’Unione europea il prelievo dovuto entro il termine attualmente fissato al 30 novembre 2015 per cui ancora una volta gli Stati membri dovranno anticipare con i loro fondi le multe a carico dei singoli allevatori. 4. Qualità latte bovino Infine il quarto comparto riguarda il Fondo per il miglioramento della qualità del latte bovino e in particolare le modalità di accesso degli allevatori ai contributi previsti dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190. In particolare i contributi previsti possono essere erogati in regime di “de minimis” e sono destinati a coprire le garanzie concesse da ISMEA e/o parte della quota interessi per prestiti finalizzati al miglioramento della qualità del latte attraverso programmi, assistiti da consulenti qualificati. Il mix tra le due componenti (garanzia o abbattimento interessi) è lasciato alla scelta di ciascun beneficiario. L’accesso ai contributi previsti è condizionato all’adesione da parte dell’allevatore ad un piano di miglioramento della qualità del latte basato sui seguenti obiettivi: – allungamento della carriera produttiva delle bovine da latte; – corretta gestione del farmaco ai fini della prevenzione delle mastiti; – miglioramento della gestione dell’allevamento e delle strutture produttive.
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7. LE RICHIESTE COLDIRETTI 1. Attività dell’”Antitrust” per contrastare le pratiche commerciali illecite che penalizzano gli allevatori 12
ai quali non viene minimamente considerato il costo di produzione del latte alla stalla; Prevedere la realizzazione da parte di ISMEA di analisi specifiche relative ai costi di produzione delle imprese di allevamento ed alla ripartizione del valore aggiunto nella filiera del settore lattiero caseario; Adottare, previa notifica alla Commissione Europea, i decreti relativi all’indicazione obbligatoria nelle etichette del latte sterilizzato a lunga conservazione, del latte UHT, del latte pastorizzato microfiltrato o a elevata temperatura nonché dei formaggi e degli altri prodotti a base di latte, del luogo di origine del latte oggetto di trattamento; Prevedere un piano organico per la promozione dei prodotti di qualità del settore zootecnico e lattiero caseario, anche nell’ambito dell’Expo di Milano; Promuovere iniziative nazionali per il consumo del latte e dei formaggi di qualità, soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche; Sostenere attraverso le società pubbliche la realizzazione di iniziative specificamente destinate ai prodotti di qualità provenienti dagli allevamenti e dalle imprese di trasformazione che si impegnino all’acquisto dei prodotti nel pieno rispetto delle regole e dei principi di corretto equilibrio contrattuale sanciti dalle norme comunitarie e nazionali; Rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte fresco e di prodotti semilavorati a base di derivati del latte anche attraverso la realizzazione di sistemi di tracciabilità delle sostanze utilizzate nella fabbricazione dei formaggi in modo chiaramente percepibile dai consumatori.
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ECONOMIA E FINANZA di Simone Di Colantonio
EXPO 2015: grande opportunità per le imprese agricole xpo sarà l’opportunità del decennio per le imprese agroalimentari italiane, che avranno la grande occasione di incontrare già entro i confini nazionali gli immensi spazi del mercato internazionale. Ma quali sono i dati attuali in merito alla capacità di queste di muoversi sui mercati esteri? È un quadro diversificato quello dell’export italiano, soprattutto in ottica extra europea: che poi è quella fetta di mercato che più interessa nell’ambito di Expo. Secondo le stime de il Sole 24 ore per il mese di febbraio 2015 gli Stati Uniti sono uno dei mercati più appetibili per il nostro paese. Le esportazioni sono aumentate al 49,3%, ed hanno portato nelle casse delle aziende italiane 3,2 miliardi di euro. Altre buone notizie vengono dalla Turchia che resta una delle principali destinazioni del Made in Italy con un +10,7%. Segue l’India con un +6,4% ed il Medio Oriente con un +6,3%. Resta stabile, rispetto alle precedenti rilevazioni, il mercato giapponese. Sono dati che, ad una prima lettura, possono sembrare incoraggianti, ma non dimostrano una crescita del nostro export sotto il segno della continuità e della omogeneità geografica. A controbilanciare le crescite delle esportazioni c’è infatti il crollo del 28,5% verso la Russia – dovuto soprattutto alle sanzioni UE che, di fatto, hanno avuto delle ripercussioni anche sulle nostre aziende – seguita dal -17,6% verso l’America centromeridionale, del -7,7% verso la Cina e del -7% verso l’Africa settentrionale. Cifre che, al contrario delle precedenti, devono far porre più di una domanda.
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Simone Di Colantonio, CreditAgri
La grande occasione del settore vinicolo - Certamente, una grande occasione sarà per il settore vinicolo italiano, che ha retto all’urto della crisi russa e nel corso del 2014 ha mostrato una piccola crescita in valore e anche in volume. Nel corso dell’anno scorso è stato raggiunto il record delle quantità esportate, portando gli ettolitri a 20,4 milioni, per un +0,8%, e il valore a 5,11 miliardi di euro, in crescita dell’1,4% sul 2013. Come ci mostra l’infografica de Il Sole 24 ore i principali Paesi di destinazione del vino italiano sono gli Stati Uniti – allineati ai dati generali sul nostro export – dove sono stati acquistati volumi superiori in valore al miliardo di euro, con una crescita del 4,4% nel 2014 rispetto al 2013. Seguono, anche se sono diminuite, le importazioni tedesche. La Germania resta al secondo posto, mentre il Regno Unito ha visto una crescita di 6 punti percentuali. In controtendenza la Russia, che, a dispetto del quadro generale di diminuzione dell’export italiano verso il paese, mostra un aumento delle importazioni di vino italiano dell’1,4%, in controtendenza netta con il trend negativo causato dalla crisi. Expo, viene da sé, rappresenta la grande occasione per consolidare il nostro settore vinicolo e mettere in mostra le nostre eccellenze. Basti pensare che sono 341 i vini con marchio 14
Denominazione di origine controllata (Doc) in Italia, mentre sono invece 74 i prodotti ai quali è stata assegnata la certificazione Docg (Denominazione di origine controllata e garantita). Ai primi posti spiccano i vigneti del Piemonte e della Toscana, con un totale di certificazioni Doc e Docg di 58 per la prima e 52 per la seconda. Seguono il Veneto (42, di cui 14 Docg), la Puglia con 32 ed il Lazio con trenta. Di certo, potremo vedere solo a medio-lungo periodo i risultati di Expo per il nostro settore agroalimentare, se ci saranno. Avremo la percezione di non aver perduto l’occasione di Expo se il nostro Paese sarà riuscito, attraverso il suo settore agroalimentare, a far germogliare progetti che mettano al centro la qualità del cibo e la salute del consumatore. In questo modo le nostre imprese potranno porsi come modelli di eccellenza in ambito internazionale. Fonte: Europinione.it Copyright © 2015 - Sole 24 Ore.
AGGIUNGIAMO VALORE AL VALORE
Gli uffici del patronato Epaca-Coldiretti del Lazio al nastro di partenza per attivare i nuovi ammortizzatori sociali per la tutela dei lavoratori subordinati previsti nel job act Dal 1° maggio 2015 è cambiato l’intero sistema di erogazione dei cosiddetti ammor tizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati. In attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” di delega al Governo in materia di Lavoro meglio nota come Job Act il decreto legislativo n. 22 del 4 marzo 2015 ha introdotto le nuove procedure per accedere ai benefici assistenziali per i lavoratori che restano senza lavoro, operativi esclusivamente per gli eventi di disoccupazione che si sono verificati successivamente al primo maggio. Quindi, aldilà delle nuove caratteristiche soggettive ed oggettive cui devono essere in possesso i soggetti beneficiari, bisognerà pure fare i conti con una nuova terminologia fatta anche di acronimi sinora sconosciuta. Andiamo a conoscere nel dettaglio tutte le novità.
NASpI Viene introdotta la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), che sostituisce l’ASpI (Assicurazione Sociale per l’Impiego) e la Mini ASpI, istituite dalla cd. legge Fornero, le quali avevano preso il posto dell‘indennità di disoccupazione ordinaria e a requisiti ridotti. La NASpI, come i precedenti istituti, ha la funzione di fornire un sostegno al reddito ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione. Non è riconosciuta agli operai agricoli a tempo determinato ed indeterminato, per i quali continua a trovare applicazione la disciplina dell’indennità di disoccupazione agricola; allo stesso modo non è prevista per i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni. È stata uniformata la disciplina relativa ai trattamenti ordinari (già ASpI) e ai trattamenti brevi (già mini ASpI) e sono stati rivisitati rispetto al passato i requisiti per aver diritto alla prestazione sia rispetto alla durata che alla misura dei trattamenti: infatti questi ultimi vengono rappor tati alla pregressa storia contributiva del lavoratore e non più alla età anagrafica.
Requisiti congiunti • STATO DI DISOCCUPAZIONE • 13 SETTIMANE DI CONTRIBUTI • 30 GIORNATE LAVORATIVE
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La NASpI viene riconosciuta anche ai lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa e nei casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
dato luogo ad erogazione delle prestazioni di disoccupazione.
Domanda e decorrenza della prestazione Misura La indennità è rapportata alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per il numero 4,33. La NASpI non può in ogni caso superare, nel 2015, l’importo mensile massimo di 1.300 euro, rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell’anno precedente. La NASpI si riduce del 3 per cento ogni mese a decorrere dal primo giorno del quarto mese di fruizione.
Durata La NASpI viene corrisposta mensilmente, per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Ai fini del calcolo della durata non sono computati i periodi contributivi che hanno già
Le regole sono rimaste immutate: la domanda di NASpI è presentata all’INPS in via telematica attraverso i nostri uffici EPACA, entro il termine di decadenza di sessantotto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. L’indennità spetta a decorrere dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro o, qualora la domanda sia presentata successivamente a tale data, dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda. I lavoratori che beneficiano di tale indennità hanno l’obbligo di partecipare alle iniziative di attivazione lavorativa nonché ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai Servizi per l’impiego competenti.
Compatibilità della NASpI con lo svolgimento di lavoro subordinato Il lavoratore che durante il periodo in cui percepisce la NASpI instauri un rapporto di lavoro subordinato il cui reddito annuale sia superiore al reddito minimo escluso da impo-
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sizione fiscale decade dalla prestazione, salvo il caso in cui la durata del rapporto di lavoro non sia superiore a sei mesi.
Compatibilità della NASpI con lo svolgimento di attività lavorativa autonoma o d’impresa individuale Il lavoratore che durante il periodo in cui percepisce la NASpI intraprenda un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale, dalla quale ricava un reddito inferiore al limite utile ai fini della conservazione dello stato di disoccupazione, deve comunque informare l’INPS entro un mese dall’inizio dell’attività, dichiarando il reddito annuo che prevede di trarne.
Decadenza a) perdita dello stato di disoccupazione; b) inizio di un’attività lavorativa subordinata o di un’attività lavorativa in forma autonoma o di impresa individuale senza provvedere alle previste comunicazioni all’INPS; c) raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato; d) acquisizione del diritto all’assegno ordinario di invalidità, salvo il diritto del lavoratore di optare per la NASpI.
INCENTIVO ALL’AUTOIMPRENDITORIALITÀ Il lavoratore che ha diritto alla corresponsione della NASpI può richiedere la liquidazione anticipata, in unica soluzione, dell’importo complessivo del trattamento che gli spetta e che non gli è stato ancora erogato, a titolo di incentivo all’avvio di un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale o per la sottoscrizione di una quota di capitale sociale di una cooperativa nella quale il rapporto mutualistico ha ad oggetto la prestazione di attività lavorative da parte del soci.
ASDI Viene introdotto – in via sperimentale – l’assegno di disoccupazione per i lavoratori che si trovino in particolare stato di bisogno dopo la fruizione della nuova indennità di disoccupazione NASpI . La durata dell’assegno, che sarà pari al 75% dell’ultima indennità NASpI percepita (comunque in misura non superiore all’ammontare dell’assegno sociale), è di 6 mesi e verrà erogato fino ad esaurimento dei 300 milioni del fondo specificamente costituito.
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DIS-COLL
CONTRATTO DI RICOLLOCAZIONE
In via sperimentale per il solo anno 2015 viene riconosciuta una indennità di disoccupazione mensile ai collaboratori coordinati e continuativi rimasti privi di occupazione.
Si tratta di una particolare forma di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro da parte dei ser vizi per il collocamento pubblici o privati, finanziata dalle Regioni.
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI FROSINONE Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ALATRI Via A. De Gasperi, 53 03011 ALATRI - 0775/440225 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ANAGNI Via Giminiani s.n.c. 03012 ANAGNI - 0775/726542
Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI MONTE SAN BIAGIO Via Provinciale S. Magno, 10 04020 MONTE SAN BIAGIO - 0771/511895
Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI PALOMBARA SABINA Via della Libertà, 56 00018 PALOMBARA SABINA - 0774/65137
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PONTINIA Via Napoli, 46 - 04014 PONTINIA - 0773/867758
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ROMA Via XXIV Maggio, 43 00187 ROMA - 06/4682360
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PRIVERNO Via della Stazione, 5 04015 PRIVERNO - 0773/902122
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ATINA Corso Munazio Planco, 357 03042 ATINA - 0776/691009
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI SABAUDIA Via Zara, 23 - 04016 SABAUDIA - 0773/510545
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CASSINO Via De Nicola, 174 03043 CASSINO - 0776/23235
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI SEZZE Piazzale della Repubblica s.n.c. 04018 SEZZE - 0773/887568
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CECCANO Via Madonna della Pace, 108 03023 CECCANO - 0775/604245
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TERRACINA Viale Europa, 67 04019 TERRACINA - 0773/732034
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI FROSINONE P.zza S. Pertini, Palazzo SIFE 03100 FROSINONE - 0775/250856
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI RIETI
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PONTECORVO Via Lungo Liri, 5 03037 PONTECORVO - 0776/742949 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI SORA Via XX Settembre, 61/D 03043 SORA - 0776/832118
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI LATINA Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI APRILIA Via Ponchielli angolo Via Ugo La Malfa s.n.c. 04011 APRILIA - 06/9275935
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI AMATRICE Corso Umberto I, 34 02012 AMATRICE - 0746/85036 Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI MAGLIANO SABINA Via E. Pulifici, 23 02046 MAGLIANO SABINA - 0744/91654 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PASSO CORESE Via XXIV Maggio, 83 Fara Sabina 02036 PASSO CORESE - 0765/486325 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI POGGIO MIRTETO Via G. Matteotti, 5 02047 POGGIO MIRTETO - 0765/24492
Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI BORGO HERMADA Piazza IV Novembre, 1 04010 BORGO HERMADA - 0773/598032
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI RIETI Via Fundania, Torre A - 02100 RIETI - 0746/203662
Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI CISTERNA DI LATINA Via Oberdan, 25 04012 CISTERNA DI LATINA - 06/9681080
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI ROMA
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI ROMA Via R. Piria, 6 - 00156 ROMA - 06/40818935 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TIVOLI Viale Tomei, 76 00019 TIVOLI - 0774/317188 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VELLETRI Via dei Volsci, 55 (Ingresso via Mammuccari 32) 00049 VELLETRI - Tel. 06/9621469
UFFICI EPACA - COLDIRETTI PROVINCIA DI VITERBO Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI ACQUAPENDENTE Via Campo Boario, 53 01021 ACQUAPENDENTE - 0763/733222 Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI CAPRAROLA Via F. Nicolai, 1 01032 CAPRAROLA - 0761/645164 Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI CIVITA CASTELLANA Via Garibaldi, 35 01033 CIVITA CASTELLANA - 0761/517108 Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI MONTEFIASCONE Via Grilli, 2 01027 MONTEFIASCONE - 0761/826233 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TARQUINIA Viale Rosa, 16 01016 TARQUINIA - 0766/850044 Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI TUSCANIA Via Turriozzi, 33 01017 TUSCANIA - 0761/436273
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI FONDI Viale Piemonte c/o MOF 04022 FONDI - 0771/511895
Ufficio Zona EPACA COLDIRETTI AGRO ROMANO Via della Storta, 8 00123 AGRO ROMANO - 06/61908251
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI FORMIA Via Olivastro Spaventola snc 04023 FORMIA - 0771/267290
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI CERVETERI Via Prato del Cavaliere, 11 00052 CERVETERI - 06/9905390
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VIGNANELLO Piazza Proietti, 7 01039 VIGNANELLO - 0761/754829
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI LATINA Via Don Minzoni, 1 04100 LATINA - 0773/663559
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI PALESTRINA Via Don Minzoni, 3 00036 PALESTRINA - 06/9537391
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VITERBO Via F. Baracca, 81 01100 VITERBO - 0761/2522
Per conoscere i giorni e gli orari in cui il tuo personal trainer previdenziale è a disposizione consulta il sito www.epaca.it
Ufficio Zona EPACA - COLDIRETTI VETRALLA Via Cassia, 109 01019 VETRALLA - 0761/478049
L’AGRICOLTURA IN… EUROPA di Andrea Fugaro
Finalmente etichetta d’origine obbligatoria anche per le carni fresche di maiale, agnello, pecora, capra e volatili on l’entrata in vigore a partire dal 1° aprile 2015 del Regolamento comunitario n. 1337/2013 che impone l’indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili non sarà più anonima la provenienza di questi prodotti. Questo è anche il risultato della lunga battaglia della Coldiretti per la trasparenza. Per essere certi di portare a casa un prodotto 100% italiano occorrerà dunque scegliere la carne con la scritta “origine Italia” poiché sta a significare che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione si sono svolte sul territorio nazionale. Una novità importante che arriva dopo gli scandali della carne di maiale tedesca alla diossina venduta in tutta Europa e degli agnelli ungheresi spacciati per italiani ma anche il completamento di un percorso iniziato ormai 15 anni fa con l’introduzione dell’obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, grazie al regolamento Ce 1760/2000 che impose l’obbligo di indicare anche il luogo di nascita, oltre a quello di allevamento e macellazione. Tuttavia mancano all’appello dell’obbligo di etichettatura d’origine ancora la carne di consiglio, particolarmente diffusa a livello nazionale, e quella di cavallo oggetto del recente scandalo, ma anche le carni di maiale trasformate in salumi. Una carenza particolarmente grave che va colmata al più presto in una situazione in cui in Italia due prosciutti su tre sono fatti da
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maiali stranieri ma il consumatore non lo può sapere. La situazione non è certo migliore per salami, soppressate, coppe o pancette. Su questi prodotti come su altri l’eventuale obbligo dell’origine dipenderà dagli studi di impatto che la Commissione Europea sta realizzando, con un certo ritardo sui tempi previsti dal Regolamento 1169/2011, nonché dalle successive valutazioni politiche degli Stati membri. La carta d’identità delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili dovrà comunque riportare una delle due seguenti indicazioni: 1. “Allevato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo e poi “Macellato in…” (seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo).
2. “Origine…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo. Il regolamento prevede poi, delle specifiche casistiche sui tempi di permanenza in un determinato Paese e di peso raggiunto dall’animale, per poter indicare in etichetta qual è il luogo di allevamento e di macellazione. L’obiettivo rimane quello di garantire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori portando sul mercato il valore della trasparenza a vantaggio dei consumatori stessi ma soprattutto dei produttori agricoli. I primati qualitativi e sanitari dell’Italia in campo agroalimentare non possono essere messi in discussione da politiche che lasciano sicurezza e qualità alimentare, trasparenza e lealtà commerciale in un angolo dei processi decisionali.
LA SPESA CON E SENZA ETICHETTA D’ORIGINE: LA BATTAGLIA CONTINUA “Cibi CON indicazione d’origine
Cibi SENZA indicazione di origine
Carne di pollo e derivati
Carne di coniglio
Carne bovina
Salumi
Carne di maiale
Carne trasformata
Carne di pecora e agnello
Pasta
Frutta e verdura fresche
Frutta e verdura trasformata
Passata di pomodoro
Derivati del pomodoro diversi da passata
Latte fresco
Formaggi
Pesce
Latte a lunga conservazione
Extravergine di oliva
Derivati dei cereali (pane, pasta)
Uova
Concentrato di pomodoro e sughi pronti
Miele
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L’AGRICOLTURA IN… POLITICA di Andrea Fugaro
Gli italiani chiedono all’unanimità di indicare l’origine in etichetta a avuto pieno successo la consultazione, pubblica indetta dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, attraverso il suo sito istituzionale, sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari. Sono stati, infatti, oltre 26.500 i partecipanti che hanno espresso il proprio punto di vista, rispondendo ad un questionario con 11 domande sull’importanza della tracciabilità dei prodotti, della indicazione dell’origine e della trasparenza delle informazioni in etichetta. L’iniziativa fa parte delle misure di ‘Campolibero’ della Legge Competitività e ha avuto l’obiettivo di coinvolgere la collettività su una questione decisiva come la trasparenza delle informazioni in etichetta sui prodotti agroalimenatri. Un ulteriore effetto della consultazione è costituito dall’allinearsi ai principi generali dell’Unione Europea, dove la condivisione dei contenuti delle decisioni pubbli-
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che costituisce da tempo una prassi consolidata. In realtà si trattava di domande su argomenti di grande attualità e sui quali si concentra l’attenzione di tutti, sia dei consumatori che dei produttori che degli altri operatori agroalimentari. Pertanto, non stupisce che oltre il 96% dei consumatori dichiari che è molto importante che sull’etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l’origine del prodotto e che per l’84% sia fondamentale l’indicazione del luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione. Anche la questione dell’origine italiana è un argomento al centro dell’attenzione dei media e delle organizzazioni rappresentative dei consumatori e dei coltivatori per cui la consultazione pubblica ministeriale ha evidenziato che per 8 italiani su 10 assume un’importanza decisiva al momento dell’acquisto che il prodotto sia fatto con materie prime italiane e
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sia trasformato in Italia, a seguire il 54% controlla che sia tipico, il 45% verifica anche la presenza del marchio Dop e Igp, mentre per il 30% cerca il prodotto biologico. Per 9 italiani su 10 è poi importante conoscere l’origine dei prodotti in funzione di garanzia circa il rispetto degli standard di sicurezza alimentare, mentre per il 70% questa informazione è utile per questioni di tipo etico, come il rispetto delle normative sul lavoro che in molti Paesi non è garantito. Gli italiani quindi, in base alle risposte fornite nel corso della consultazione pubblica, vogliono conoscere sempre l’origine delle materie prime in particolare su alcuni prodotti come le carni fresche e il latte fresco (95%), i prodotti lattiero-caseari come yogurt e formaggi (90%), la frutta e verdura fresca tagliata già pronta per l’uso (88%), le carni trasformate come salumi e insaccati, carne in scatola (87%) o il riso (81%). Per quanto riguarda il luogo dove avviene la trasformazione, per oltre 18mila persone (70%), è sempre fondamentale che sia indicato in etichetta in modo chiaro, e per l’86% è molto importante che la trasformazione industriale avvenga al 100% in Italia. Inoltre, gli italiani non risparmiano quando si tratta di avere la certezza dell’origine dei prodotti alimentari che consumano: infatti quasi 22mila persone pari all’82% di coloro che hanno partecipato alla consultazione, hanno dichiarato che sono disposte a spendere di più per avere la certezza dell’origine e la provenienza italiana del prodotto, con quasi la metà pronta a pagare dal 5 al 20% in più.
L’ESPERTO RISPONDE di Elio Guarnaccia
Fare impresa: le domande dei nostri soci Le considerazioni che seguono sono frutto esclusivo del pensiero dell’Autore e non impegnano in alcun modo l’Amministrazione di appartenenza.
Elio Guarnaccia, Ispettore del Lavoro Coordinatore
Quali tipologie di aziende agricole hanno l’obbligo di versare i contributi assicurativi per gli infortuni sul lavoro direttamente all’INAIL? In taluni casi eccezionali determinate attività pur agricole vengono attratte nella tutela propria della Gestione Industria in ragione del modo in cui viene svolta l’attività agricola. I casi che rientrano nella tutela industriale sono i seguenti : • le cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti propri o dei loro soci. • le lavorazioni meccanico-agricole eseguite esclusivamente ovvero prevalentemente per conto terzi. • i frantoi se gestiscono soltanto olive lavorate per conto terzi o acquistate da terzi ovvero olive prodotte nel fondo del gestore, ovvero olive lavorate per conto terzi o acquistate da terzi, quando la potenzialità e l’organizzazione produttiva del frantoio non trovi normale rispondenza nella quantità di olive prodotte dal gestore. Fatte queste eccezioni che riguardano la modalità del versamento contributivo (direttamente all’INAIL e non all’INPS che ordinariamente riscuote il premio dalle imprese agricole per conto dell’INAIL),
l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) è l’Ente Pubblico che gestisce l’Assicurazione Obbligatoria contro i danni derivanti da infortuni e malattie professionali causati da tutte le lavorazioni, principali e secondarie, agricole e forestali. Sono lavorazioni principali quelle inerenti la coltivazione di fondi, orti e giardini, allevamento del bestiame, raccolta dei prodotti agricoli, le attività relative alla
coltivazione boschiva (piantagione, potatura, seminazione), taglio delle piante e loro trasporto. Le lavorazioni secondarie sono tutte quelle connesse alle lavorazioni principali agricole e forestali quali la preparazione e la conservazione dei prodotti agricoli, l’allevamento, custodia e governo degli animali, irrigazione e cura delle piante, ecc.. Gli imprenditori agricoli che eseguono lavori meccanico agricoli sia per conto della propria azienda sia per conto terzi (attività 21
mista) sono da comprendersi nell’assicurazione agricola. Pertanto sono da racchiudere in questa tipologia tutti i lavoratori manuali fissi o avventizi, dai 12 ai 70 anni, e i sovrastanti al lavoro. Sono inoltre assicurati i proprietari, mezzadri, affittuari, enfiteuti, coloni parziari, nonché i loro coniugi (moglie o anche marito nell’ipotesi che sia la moglie titolare del fondo) e i figli quando prestano abitualmente opera manuale nelle loro aziende. Sono esclusi da questa tipologia assicurativa quei lavoratori che sono addetti a prestare servizi presso macchine mosse da agente inanimato o presso motori di esse; gli addetti al taglio dei boschi e relativo trasporto quando si svolgono con più di 5 persone o con qualunque numero di addetti se si fa uno sfruttamento industriale o commerciale delle piante; gli addetti alle opere di bonifica idraulica e alla sistemazione dei bacini montani. Per questa tipologia di lavoratori devono essere applicate le forme assicurative previste per le lavorazioni industriali. Per quanto riguarda i dirigenti e gli impiegati tecnici e amministrativi, questi devono essere assicurati contro gli infortuni presso l’Ente nazionale di previdenza e di assistenza per gli impiegati agricoli e forestali (ENPAIA). L’obbligo della denuncia degli infortuni in agricoltura è a carico del datore di lavoro per gli operai a tempo determinato e del titolare del nucleo di appartenenza dell’infortunato per i lavoratori agricoli autonomi. L’inadempimento di detto obbligo comporta una sanzione.
L’ESPERTO RISPONDE di Elio Guarnaccia
Una azienda agricola, iscritta alla CCIAA nella sezione speciale agricoltura può svolgere attività di selvicoltura (potatura, taglio e governo dei boschi) anche su fondi altrui? Entro quali limiti? La silvicoltura è quell’attività che trae dal bosco un regolare prodotto di legname attraverso dei tagli periodici che hanno la funzione sia di estrarre detto prodotto sia di mantenere la produttività naturale della coltivazione. La silvicoltura comprende pertanto le operazioni di sistemazione del terreno, piantagione e cura delle piante, raccolta di prodotti forestali, taglio e disgrossamento degli alberi con lo scopo di facilitarne il trasporto. Se invece il legname viene sistematicamente lavorato per ricavarne tavole o trasformato secondo procedimenti industriali, in quel caso si parla di attività industriale perché il prodotto che si realizza non è più unicamente forestale. Nell’ambito della selvicoltura è da considerare l’arboricoltura, ovvero la coltivazione di alberi in
aree precedentemente prive o disboscate al fine di ottenere legno, frutti o beni ornamentali. Quest’attività non è compresa nell’attività tipica dei boschi e di conseguenza non è assoggettata alle regole forestali, ma è considerata attività agricola in senso stretto, nonostante la produzione di legna e la relativa commercializzazione siano elementi evidenti e primari. La normativa non pone più come vincolo il possesso del fondo all’imprenditore agricolo cioè a colui che esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla selvicoltura, all’allevamento di animali e attività connesse, per potere svolgere la sua attività. Pertanto venendo meno il vincolo del possesso del fondo, questo non è più elemento indispensabile per poter esercitare l’attività dell’imprenditore agricolo. Infatti i recenti sviluppi tecnologici permettono di ottenere prodotti agricoli con metodi che prescindono dal mero sfruttamento della terra.
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Le nuove disposizioni prevedono l’istituzione di elenchi o albi regionali delle imprese per l’esecuzione di lavori, opere e servizi in ambito forestale. I soggetti iscritti a tali albi o elenchi possono, altresì, ottenere la gestione di aree silvo-pastorali pubbliche. Tutti i soggetti iscritti negli elenchi o albi regionali compresi i coltivatori diretti singoli od associati, la cui azienda sia ubicata in territorio montano, possono assumere in appalto da Enti pubblici e privati lavori di sistemazione e manutenzione del territorio montano. È richiesto l’impegno esclusivo del proprio lavoro, dei familiari e delle attrezzature di proprietà. I principi fondamentali sono inseriti in norme regionali. Per qualsiasi informazione o approfondimento in materia contattare le Federazioni Provinciali Coldiretti del Lazio (i recapiti sono disponibili sul sito www.lazio.coldiretti.it)
RIFLESSIONI di Paolo Carlotti
La famiglia e i suoi due Sinodi dei vescovi o scorso ottobre si è celebrato a Roma il primo dei due Sinodi sulla Famiglia. Il secondo è previsto per il prossimo ottobre e si svolgerà sempre a Roma. Lo sappiamo, il Sinodo, istituzione voluta dal beato Paolo VI in esecuzione delle indicazioni del Concilio Vaticano II, è una riunione, a scadenza quadriennale, dei rappresentanti dei vescovi di tutto il mondo, per trattare delle problematiche più urgenti ed importanti della vita della Chiesa. La famiglia è stato il tema centrale di entrambi, il primo dedicato alla riflessione sulle sfide che essa oggi riceve dal mondo contemporaneo, il secondo incentrato invece sulla sua vocazione e missione cristiana, sempre per l’oggi cultuale e sociale. Le sfide che la famiglia oggi riceve sono notevoli: pensate solo alla prospettazione di una coniugalità senza differenza sessuale che, in alcuni paesi a noi vicini come per esempio Spagna e Francia, ha avuto attuazione legislativa con i cosiddetti matrimoni-gay. Ma basti pensare alla considerevole diffusione delle ‘convivenze di fatto’ col rifiuto di ogni forma di celebrazione civile o religiosa del matrimonio. La crisi economica, quella in particolare del lavoro, affligge in modo prioritario la vita familiare inducendo vissuti di incertezza e di precarietà, che giungono talora anche a decisioni estreme. Le sfide come si vede non mancano ed aumentano quando si pensa alla famiglia cristiana basata sulla scelta vicendevole di un uomo e di una donna, che intendono vivere insieme tutta la loro vita con tutta la vita, con tutto
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d. Paolo Carlotti, Consigliere ecclesiastico regionale
ciò che sono, ivi compreso il loro futuro. Intendono in questo modo testimoniare la fedeltà di Dio all’amore del suo popolo, di ciascuno di noi, amore che non viene meno quando noi veniamo meno, ed è quindi indissolubile. I coniugi cristiani intendono rendere visibile nella vita e nella storia, proprio questo amore di Dio. Ecco la differenza tra sposarsi in chiesa o sposarsi in comune. Proprio per questo c’è la questione dei divorziati risposati, cioè dei cristiani che si sono sposati sacramentalmente e poi hanno civilmente sciolto il loro matrimonio e ne hanno sempre civilmente contratto un altro, ma anche la questione di coloro che convivono come marito e moglie senza la celebrazione del sacramento, sacramento che viene così considerato quasi superfluo e non centrale come dovrebbe essere. Come si può ben vedere le questioni ci sono e non sono di poco conto e riguardano non solo l’Italia, ma tutta la Chiesa sparsa per il mondo, anche se in alcune culture non emergono con la forza o con la fisionomia tipiche della nostra cultura, quella cosiddetta occidentale. Non sempre possiamo fare qualcosa, anche quando sono coinvolti i nostri figli ormai adulti, si può far presente qualcosa, ma sarà poi giocoforza prendere atto delle loro libere e responsabili decisioni. Forse qualche precauzione educativa in più, cercando di far crescere i nostri figli sensibili ai valori più alti e più belli della vita umana e cristiana. Un’altra cosa però papa Francesco ce la chiede e la possiamo fare tutti, quella di pregare per la famiglia e per il 23
prossimo Sinodo, perché abbondante scenda la luce e la forza dello Spirito e sappia lui condurci dove è il nostro vero bene. Perché mi occupo di questo tema in un periodico della Coldiretti? Cosa ha a che fare la famiglia e la famiglia cristiana con la Coldiretti? Mi è venuto in mente che le nostre aziende sono per lo più a conduzione familiare ed hanno fondato gran parte della loro storia e anche dei loro successi proprio su questa modalità familiare di gestione aziendale. Sembrerebbe che ci sia da domandarsi il perché di questa buona riuscita. Certo è che la Coldiretti non può rimanere indifferente nei confronti della famiglia e accettare supinamente ogni sua forma che la società e la cultura di volta in volta emergente ci raccomanda. Del resto proprio la storia di Coldiretti dimostra quanto essa sia stata capace di creare buone pratiche e buone condizioni per l’agricoltura, lottando strenuamente contro potentati e lobbies agguerrite. Anche Coldiretti ha bisogno della famiglia, non di una famiglia qualsiasi, che sia semplicemente un insieme contrattuale di interessi, ma di una famiglia che si riproponga per la qualità umana delle sue relazioni primarie, come è quella coniugale e genitoriale. Quando le persone sono legate insieme da vicendevole accoglienza e da serena intesa, come avviene in una famiglia, allora si realizza un presupposto inaggirabile anche per la gestione moderna di qualsiasi impresa, soprattutto quella agricola.
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Da menzionare ovviamente l’impegno di Roma e Rieti nella mobilitazione a difesa del prezzo del latte e dei produttori che rimane a tutt’oggi una partita aperta.
ROMA: COLDIRETTI A VALMONTONE PER LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO PSR ROMA/RIETI: BATTISTELLI LASCIA, ARRIVA SCANO ambio al vertice direttivo delle Federazioni di Roma e Rieti: Roberto Scano è il nuovo direttore con decorrenza dal 4 maggio. Scano termina quindi la direzione regionale che lo ha visto capofila in Molise e prima ancora nella Federazione isolana di Cagliari. Presenti al Consiglio direttivo che ha sancito il passaggio di consegne il delegato confederale Dott. Antonio Biso ed il vice Direttore di Coldiretti Lazio Ivano Capannini; il coordinamento dei lavori è toccato come di consueto invece al Presidente Enzo Nesta. Passaggio di consegne quindi tra Roberto Scano e Gabriel Battistelli chiamato a dirigere la federazione abruzzese di Chieti. Un’esperienza durata poco meno di due anni quella di Battistelli ma che tuttavia ha reso sempre protagonista le Federazioni nelle varie “battaglie” di Coldiretti che si sono susseguite in questi ultimi mesi. Dalle mobilitazioni alla Pisana nate per difendere i produttori dai danni da fauna selvatica, alla maxi spedizione al Brennero in difesa del “Made in Italy” che ha registrato un massiccio afflusso di agricoltori sia romani che reatini per passare alle ormai note vicende dell’Imu agricola.
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i è svolto, il 19 marzo, nei locali della cooperativa Casilina il convegno dedicato al nuovo PSR organizzato dalla Federazione di Roma che ha registrato la partecipazione di una folta delegazione di giovani provenienti dalle zone limitrofe e non solo. L’introduzione dei lavori è stata affidata al responsabile di comprensorio Leopoldo Prosperi che ha sottolineato l’importanza di approfondimenti di questo tipo in un momento in cui il settore agricolo è l’unico comparto in ripresa. Al Dott. Agronomo Marco Cerboni è stato invece dato l’incarico di entrare nel merito delle news e dei tecnicismi del nuovo PSR, attualmente in corso di approvazione presso la Commissione comunitaria di Bruxelles. Uno specifico approfondimento è stato predisposto per ciò che riguarda il cosiddetto “pacchetto giovani” che già da diversi anni accompagna il giovane agricoltore nella fase di start up dell’attività aziendale attraverso strumenti coerenti ed efficaci nella loro azione. “È di fondamentale importanza promuovere tavoli di lavoro come questo di oggi – ha affermato Gabriel Battistelli, direttore della Federazione Coldiretti di Roma – potenziale volano capace di dare dinamicità alle giovani imprese che spesso, nelle fasi iniziali, si
trovano di fronte ad impasse di natura tecnica, burocratica ma soprattutto finanziaria”. Particolare apprezzamento è stato espresso dai partecipanti che hanno seguito i lavori con forte interesse ed attenzione e che hanno saputo “sfruttare” tale occasione per porre domande e provare a sciogliere i dubbi che caratterizzano la fase iniziale della loro attività.
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RIETI: MATTIA LEONCINI ELETTO DELEGATO PROVINCIALE DI GIOVANI IMPRESA COLDIRETTI ssemblea elettiva per Giovani Impresa Rieti alla presenza della Delegata Nazionale Maria Letizia Gardoni, del Delegato Regionale dei Giovani Patrizio Nicolai e della dirigenza provinciale della Coldiretti di Rieti. Il 24enne Mattia Leoncini, imprenditore agricolo di Greccio, dove conduce un’azienda agricola ad indirizzo cerealicolo zootecnico, prende il testimone da Vincenzo Colantoni. L’assemblea introdotta dal segretario provinciale Simone Lilli, ha visto l’intervento del direttore della Federazione di Rieti Gabriel Battistelli che ha rimarcato l’importanza dei giovani presenti animati da una grande e proficua operosità che si declina nella cultura del fare e nella cultura d’impresa. “Coldiretti Giovani
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Impresa è la forza giovane del Paese, una rete di imprese giovani che creano sviluppo nelle campagne italiane, che contribuiscono a rendere il Made in Italy vincente anche attraverso il Progetto di una filiera agricola tutta italiana” ha affermato Patrizio Nicolai prima del dibattito che ha preceduto la nomina del nuovo delegato. Nel ringraziare l’assemblea per la fiducia accordatagli, Mattia Leoncini si è detto orgoglioso di rappresentare un gruppo dinamico e coeso di giovani imprese che sapranno sicuramente ritagliarsi un ruolo da protagonisti nel panorama economico provinciale.
VITERBO: A MONTEFIASCONE PER L’ASSEMBLEA E A CANINO CON UNA NUOVA SEDE oldiretti Viterbo continua ad essere presente su tutto il territorio della Tuscia con incontri, assemblee e inaugurazioni. Una nuova sede è infatti stata aperta a Canino, dove tutti i soci e i cittadini avranno un nuovo punto di riferimento in cui recarsi e trovare assistenza con gli esperti di Coldiretti. A Montefiascone, inoltre, si è tenuta il 28 aprile, l’Assemblea Ordinaria della Federazione Provinciale Coldiretti di Viterbo per l’approvazione del bilancio consuntivo relativo all’esercizio 2014, nei locali concessi dalla Cantina Sociale Cooperativa di Montefiascone, con la presenza del Direttore Regionale Aldo Mattia. Il Presidente Mauro Pacifici ha sottoposto ai Presidenti sezionali i risultati contabili dell’anno 2014 i quali sono stati successivamente ed analiticamente illustrati dal Direttore Provinciale Ermanno
Mazzetti. Dopo la lettura della relazione dei Revisori dei Conti il documento è stato approvato all’unanimità. È emersa una situazione finanziaria e contabile sostanzialmente sana, anche se sono state mantenute le precedenti tariffe per i servizi resi ai soci, seppure in presenza di un aumento costante dei costi di produzione, che certifica l’ottima salute dell’Organizzazione. A seguire, ed in collaborazione con L’Università della Tuscia e la Cantina di Montefiascone, si è tenuto il convegno “Semplificazione e Innovazione” Elementi indispensabili per lo sviluppo dell’Agricoltura, centrato sulla riforma della PAC nel Settore Vitivinicolo, riservato agli operatori del settore con invito esteso ai Sindaci dei Comuni in cui la realtà vitivinicola è particolarmente presente. I lavori sono stati aperti dal Presidente Mauro Pacifici, moderati dal Direttore Ermanno Mazzetti e conclusi dal Direttore Regionale Aldo Mattia.
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COLDIRETTI VITERBO HA UN NUOVO RECAPITO A VILLA SAN GIOVANNI cittadini e le imprese agricole del comune di Villa S.Giovanni in Tuscia, hanno ora un nuovo ufficio su cui contare per assistenza e tutela al loro lavoro. Aperto tutti i lunedì pomeriggio, dalle ore 15,00 alle ore 17,00 offre molti servizi tra cui quelli fiscali, tutele dal patronato, assistenza tecnica, compilazione della domanda unica, assistenza per il PSR e tutto quanto si richiede come necessario allo svolgimento dell’attività dei coltivatori diretti. “Ringraziamo il sindaco Mario Giulianelli per aver messo a
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disposizione il locale e diamo con gioia la nostra disponibilità ad essere presenti anche in questa zona del territorio da dove proviene una gran fetta del lavoro agricolo della Tuscia” ha detto il direttore della Coldiretti Viterbo Ermanno Mazzetti. “L’ufficio di Villa San Giovanni si unisce alle altre sedi sparse nel territorio del Tuscia arricchendo la presenza di Coldiretti Viterbo in tutta la provincia.
FROSINONE: GIUSEPPE CAMPIONE NUOVO DIRETTORE ambio al vertice della Coldiretti di Frosinone. Il nuovo direttore è Giuseppe Campione, di Agrigento. Saverio Viola, promosso direttore regionale, lascia la Ciociaria per la guida della Coldiretti del Molise. Il passaggio di consegne è stato ufficializzato nell’ultimo consiglio direttivo provinciale alla presenza del direttore regionale del Lazio Aldo Mattia e del responsabile organizzativo nazionale Bruno Rivarossa. “Non sono arrivato qui per rivoluzionare, ma per stare sul territorio e per sviluppare – queste le prime parole di Campione – tutti i servizi e gli strumenti creati da Coldiretti per sostenere con sempre migliori risultati le imprese associate. Qualcuno vive le difficoltà della
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crisi come un limite, in Coldiretti invece le viviamo come una sfida da vincere. Questo mio nuovo incarico è una sfida e voglio vincerla con un gioco di squadra”. “In poco più di un anno di lavoro – ha ricordato Viola nel suo saluto di congedo – abbiamo condotto operazioni destinate a lasciare il segno. Abbiamo unito Frosinone e Latina in una unica società di servizi (Impresa Verde Basso Lazio), ci siamo trasferiti in una sede più funzionale, abbiamo rinnovato e potenziato la pianta organica, nominato i nuovi responsabili del patronato e degli uffici Pac, abbiamo incrementato i numeri e il peso della nostra rappresentanza, tanto che oggi rappresentiamo il 70% dell’intera agricoltura provinciale”.
provincia prevedesse anche un solo posto da riservare a una donna vittima di violenza – ha auspicato la presidente del Telefono Rosa, Patrizia Palombo – avremmo risolto il grande problema del reinserimento sociale e lavorativo delle nostre assistite”. “Questo protocollo – ha aggiunto il presidente della Coldiretti di Frosinone, Vinicio Savone – testimonia quanto la nostra organizzazione sia riconosciuta sempre più come una forza sociale, capace di interagire, condividere e giocare un ruolo di primo piano nelle grandi questioni sociali del Paese”.
FROSINONE: FIRMATO PROTOCOLLO CON TELEFONO ROSA oldiretti partner di Telefono Rosa. “La firma del protocollo ci carica di una grande responsabilità, ma siamo pronti a fare la nostra parte – ha commentato Aldo Mattia, direttore della Coldiretti del Lazio – per aiutare le donne vittime di violenza a rifarsi una vita, ricominciando dal lavoro”. “La collaborazione con Coldiretti ci rafforza. Sappiamo di avere al nostro fianco un partner affidabile, pronto a condividere la nostra attività a sostegno delle donne che si rivolgono al nostro sportello. Se ogni associazione e ogni industria della nostra
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LATINA: IN VISTA DI EXPO. IL PRESIDENTE NAZIONALE E IL SEGRETARIO GENERALE IN VISITA A FONDI E TERRACINA iete stati lungimiranti. Avete capito in tempo utile che da soli non si va da nessuna parte. Così oggi siete tornati ad essere i protagonisti del mercato”. Così Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, saluta i soci del consorzio di cooperative
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Copla di Fondi, una delle tappe del tour, in vista dell’Expo, per conoscere da vicino le più affermate realtà agroalimentari del Centro Italia. “Produco ortaggi in Piemonte – ha aggiunto Moncalvo – e oggi da noi le aziende stanno morendo proprio perché non hanno avuto l’intelligenza di cooperare. Se oggi siete protagonisti sui mercati lo dovete alla vostra capacità di mettere da parte gli interessi personali e di riversare le singole forze aziendali in un unico, grande contenitore che, esprimendo una notevole massa critica di prodotto, può garantire forniture importanti e impegnative, impensabili per le singole aziende”. Ad accogliere Moncalvo al Copla sono stati il direttore provinciale Saverio Viola e il segretario di zona, Lino Conti. “Il Copla, oltre alle grandi forniture di ortofrutta, esprime una forza propulsiva non comune anche nelle progettualità agroalimentari. Siamo stati noi – ha ricordato Conti – a promuovere il percorso che ha portato al riconoscimento della Igp al sedano bianco di Sperlonga”. “La cooperazione è la nostra traiettoria di futuro. E sono felice di sottolineare come la gran parte dei soci – ha detto Saverio Viola – sia rappresentata da giovani agricoltori. Sono loro il futuro della nostra economia”. La visita del presidente Moncalvo, accompagnato nel tour dai membri della giunta nazionale e dal segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, si è conclusa a pochi chilometri di distanza. A Terracina, nei locali della Cooperativa dei Pescatori di via Lungolinea Pio VI, accolti dal presidente Dario Venerelli.
“FARMERSFORYOU”: LA RETE DEGLI AGRICOLTORI DIVENTA UNA APP destinato al cibo un terzo del budget che spenderanno i turisti stranieri durante il soggiorno in Italia per l’Expo con ben un miliardo di euro per ristoranti, pizzerie, bar, caffè e rosticcerie ai quali vanno aggiunti 750 milioni di euro per acquisti di vini e prodotti agroalimentari da consumare o da regalare. È quanto emerge dalla prima mappa sulle vie del gusto elaborata dalla Coldiretti. Gli stranieri in Italia per l’Expo hanno spesso pianificato una permanenza itinerante lungo lo stivale anche poco convenzionale sia nella scelta dell’alloggio che per il mangiare con una decisa attenzione alla ricerca della tradizione. L’obiettivo per molti è quello di cogliere le molteplici occasioni di valorizzazione dei prodotti locali presenti lungo tutta la Penisola, con percorsi enogastronomici, città del gusto, mercati degli agricoltori, feste e sagre di ogni tipo, per mangiare fuori, ma anche per l’acquisto di souvenir. Vino, formaggi ed olio di oliva “Made in Italy” infatti raccolgono insieme il 44,9% degli interessi potenziali sul segmento del “Culinary Travel”, secondo la società specializzata in indagini sul turismo Jfc che ha analizzato le aspettative dei turisti stranieri. Coldiretti, per l’inaugurazione dell’Expo, attiverà “Farmersforyou” la prima App per indicare ai visitatori italiani e
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Fondazione Campagna Amica Via Nazionale 89a Tel. 06/489931 campagnamica.it
stranieri dove dormire, mangiare o acquistare prodotti direttamente dagli agricoltori con oltre 10mila riferimenti. “Farmersforyou” dice dove trovare il vero cibo italiano garantito da Campagna Amica, la più grande Rete europea di vendita diretta degli agricoltori italiani che offre i prodotti e le eccellenze in fattorie e mercati lungo tutta la Penisola, ma anche gli agriturismi dove soggiornare e mangiare. L’App Coldiretti “Farmersforyou” è il nuovo servizio di Coldiretti per mettere in connessione gli imprenditori agricoli italiani con i nostri connazionali e con i cittadini di tutto il mondo che si recheranno in Italia. Infatti l’App, in versione italiana e inglese a seconda della lingua impostata sullo smartphone o sul tablet, permette di accedere a tutta la rete di Campagna Amica. Sarà possibile scegliere gli agriturismi dove poter soggiornare 28
nei più bei paesaggi della campagna italiana, i mercati di Campagna Amica, le fattorie, e le botteghe dove poter acquistare il vero “Made in Italy” agroalimentare, ma anche i ristoranti che offrono menù con prodotti acquistati direttamente dagli agricoltori di Coldiretti. L’App ha un sistema di ricerca per settore, su base regionale o anche provinciale. In ogni scheda l’utente troverà informazioni riguardanti i prodotti che si possono acquistare, una selezione delle eccellenze, la mappa per raggiungere il luogo, gli orari di apertura e chiusura, immagini e molto altro. L’App prevede anche il servizio “around me” che, geolocalizzando l’utente, gli permette di visualizzare in un raggio di 30 km tutto ciò che è presente intorno alla sua persona. L’App sarà scaricabile nella sua versione completa a partire dal primo maggio, in occasione
dell’inaugurazione di Expo 2015 sia su Apple store che Google play. “Farmersforyou” sarà tra le App disponibili con Tim2go (www.tim2go.tim.it), il nuovo servizio di tablet sharing realizzato da Tim in collaborazione con Samsung per rendere indimenticabile l’esperienza della visita a Expo 2015 grazie alla possibilità di noleggio di un tablet Samsung Galaxy Tab S 8.4”, dotato di connettività ultraveloce illimitata 4G Lte di Tim utilizzabile sia all’interno che all’esterno dell’area espositiva, che permetterà loro di lasciare a casa mappe, guide turistiche, macchine fotografiche e videocamere.
OSTIA LIDO: ALL’EX (DE) PO’ IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA naugurato il 7 dicembre scorso, l’Ex (de) po’ di Ostia, l’area di corso Duca di Genova 22 che per oltre ottanta anni ha ospitato le officine dei bus pubblici del Lido segnando la storia del luogo ed oggi ospita un edificio polifunzionale, sta riscuotendo un grande consenso da parte del pubblico anche grazie a Coldiretti attraverso il mercato di Campagna Amica. Vista la grande affluenza, il mercato manterrà le aperture domenicali con orario dalle ore 9,00 alle ore 14,00 con la vendita di ortaggi,
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frutta, miele, pane e yogurt, tutti prodotti della filiera regionale. Sono una quindicina i produttori
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diretti situati al primo piano del moderno edificio verde del centro della cittadina balneare dedicato all’arte ed al sapere, all’enogastronomia, alle esposizioni, all’intrattenimento. Nel mercato di Campagna Amica si può fare la spesa in modo sostenibile e responsabile, acquistando prodotti agricoli di stagione, selezionati con cura, sempre freschi e di origine italiana controllata e garantita, realmente a filiera corta. Con quello di Ostia sono una cinquantina i mercati a km zero aperti nel Lazio, di cui ben 16 a Roma.
WORKSHOP “B2B” E CORSO “PRODURRE MEGLIO”: UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE DI CAMPAGNA AMICA a Fondazione Campagna Amica, a soli 6 anni dalla sua nascita ufficiale, durante i quali ha valorizzato il grande patrimonio rappresentato dal territorio del nostro Paese, ha saputo creare il più grande circuito di agricoltori in vendita diretta d’Europa. Un luogo ideale di incontro tra gli interessi dei produttori e quelli dei consumatori, una Rete formata da tutti quei soggetti che hanno saputo
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Il signor Domenico ha compiuto da poco cent’anni. Assiduo frequentatore del Mercato di Campagna Amica, puntuale, ogni sabato fa la spesa in particolare al Mercato dell’Eur, del quale è diventato cliente affezionato. Auguri! Vale il detto chi mangia sano campa cent’anni!
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cogliere le esigenze del consumatore e le peculiarità del progetto della Filiera Agricola Italiana di Coldiretti. I protagonisti di questa realtà importante sono i suoi produttori agricoli. Per questa ragione e per rafforzare e migliorare questa Rete di produttori che hanno deciso di puntare sulla qualità delle produzioni anche attraverso la scommessa su innovazione, ricerca, conoscenza, qualità e bellezza”, la Coldiretti del Lazio, attraverso il coordinatore regionale di Campagna Amica, Maurizio Ortolani, ha organizzato un Workshop B2B ed un corso pratico-teorico di Campagna Amica, che si è svolto il 30 marzo presso l’azienda Casale dei Pozzi in via Monte li Pozzi 16 Cerveteri (RM). Un incontro che ha riscosso il consenso di tutti i numerosi partecipanti che hanno potuto conoscersi meglio e far conoscere le loro produzioni anche all’interno dello stesso
circuito di Campagna Amica. Il Business-to-business, (B2B), altro non è che la transazione commerciale tra imprese, più specificamente, le relazioni che un’impresa detiene con i propri fornitori per attività di approvvigionamento, oppure le relazioni che l’impresa detiene con clienti professionali, cioè altre imprese, collocate
in punti diversi della filiera produttiva. Quindi con il Workshop B2B di Campagna Amica si è voluto creare una Community tra produttori per aiutarsi, valorizzarsi a vicenda, scambiarsi i prodotti e di conseguenza valorizzare tutta la Rete. Durante il corso pratico e teorico “Produrre Meglio”, sono state,
invece, illustrate le più efficienti tecniche di trasformazione e conservazione degli alimenti per le imprese agricole multifunzionali di Campagna Amica, ed è stato anche illustrato il modo per perfezionare le tecniche di lavorazione, trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli.
PRIMAVERA: È TEMPO DI FARE L’ORTO resso il mercato di Campagna Amica del Circo Massimo, in Via San Teodoro 74, sabato 21 marzo, per festeggiare l’arrivo della primavera, si sono svolti momenti di informazione in cui sono stati svelati trucchi per realizzare l’orto “perfetto” grazie all’aiuto della prima rete nazionale di “Tutor dell’orto” promossa dalla Fondazione Campagna Amica. Sono stati forniti consigli agronomici utili per avere
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successo con l’orto, attraverso l’illustrazione pratica delle diverse operazioni colturali dalla semina alla raccolta, dei costi e dei tempi necessari ma anche suggerimenti ed idee per ottimizzare gli spazi disponibili anche con idee creative e la presentazione delle varie tipologie di orto che si possono realizzare. Per ogni informazione si rimanda al sito: www.campagnamica.it
EUR: FARMER’S MARKET rosegue con successo il mercato di Campagna Amica all’Eur, in Via dell’Oceano Pacifico n.209. Aperto tutti i sabati, fino al 20 giugno, dalle ore 9,00 alle ore 14,00, al mercato che si trova proprio nella piazza sotto il Fungo è possibile acquistare prodotti agricoli di qualità a KM 0 e allo stesso tempo visitare il “Giardino Didattico di EUR SpA”, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 e dedicato ai bambini e alle loro famiglie, ma anche a tutti i cittadini,
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che vi troveranno all’interno un vero e proprio orto biologico, che segue i ritmi della terra e della stagionalità, irrigato ad energia fotovoltaica, con alberi da frutto in via di estinzione, nidi di uccelli insettivori, batbox e un’isola ecologica per la raccolta differenziata. “Il famoso made in Italy che tutto il mondo ci invidia e ci richiede, passa anche da qui. Da queste iniziative, dai farmer’s markets (mercati degli agricoltori), i Mercati di Campagna Amica, appunto, dove il
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cittadino/consumatore trova prodotti di eccellenza, espressione della migliore agricoltura del Lazio” dice il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia. “I Mercati di Campagna Amica stanno riscuotendo grande successo come dimostrano quelli già esistenti al Circo Massimo, in Via Tiburtina e all’Auditorium Parco della Musica. Un rapporto diretto tra agricoltori e cittadini che garantisce la qualità e la sicurezza dell’origine certa dei prodotti venduti” conclude Mattia.