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DI ANDREA JEVA
VOCI LIBERE
DI ANDREA ABBAFATI
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Doppio click
C’è una cosa singolare che ho notato con l’arrivo della quarantena e delle varie limitazioni dovute al Covid-19 da un anno a questa parte e che per molto tempo ho tentato di descrivere con parole ben precise che, forse, solo ora ho trovato. Ci provo. Praticamente capita che con tutti i vantaggi e i servizi che offre il Web al giorno d’oggi tra piattaforme streaming, siti di giochi, informazione ed altro io mi ritrovi sempre, quotidianamente, ad aprire la stessa identica cartella almeno una o due volte al giorno. Dopotutto è semplice: basta fare doppio click sull’icona presente sul desktop del mio computer denominata ‘FOTO SPETTACOLI’ ed è fatta. È tutto lì. Facce sorridenti, backstage, prove di balletti, costumi di scena, sudore, pizze e panini mega farciti della mezzanotte post prove generali o post spettacoli; ed ancora, momenti immortalati sul palco con il pubblico che alza le mani, locandine di prova o modificate con la scritta “SOLD OUT” in bella vista e gente. Tanta, infinita gente. Gente che c’è ancora, gente che è andata via e poi tornata, oppure no. È tutto in quella cartellina multimediale che materialmente non esiste finché non viene dato l’ok di stampa, eppure è tutto così vicino. Perché sì, è passato un anno ma per come la vedo io potrebbe anche passare una vita intera o l’eternità stessa: se c’è quel filo invisibile chiamato ‘Amore’ dietro ad ogni gesto o ad ogni mancanza allora il tempo non passa mai. Poi ho scoperto che mi manca tutto, anche le cose che prima odiavo, tipo le assenze durante la prova generale, i ritardi per scuse decisamente incredibili e i parenti che vengono alla prima e mi dicono: «Andrea! Ma che bellissima RECITA! Hai un meraviglioso HOBBY!». L’odio. Eppure mi manca spiegare perché il Teatro per me non sia un semplice passatempo. Mi manca arrivare alla fine della giornata con due ore e mezza di sonno totali e con le occhiaie felici, quelle che ha soltanto chi fa ciò che ama. Mi mancano i miei laboratori, gli esercizi dal vivo, i ragazzi e le ragazze che cercano di capire qualcosa di più sui personaggi che affido loro. Provo una nostalgia tremenda per le matinée e le sere prima, dove vai a dormire tardi dopo la generale ma non senza aver concordato la sveglia per i ragazzi, tu che sei così abituato ad alzarti all’alba, per farli riposare il più possibile e quindi via, squillo “effetto domino” alle sei spaccate e caffè e cornetto con tutto il cast per poi entrare in Teatro, dove tutto si spegne quando le luci si accendono.
Sono ufficialmente entrato in astinenza e non vedo l’ora di poter tornare a Teatro in tutta sicurezza, con la stessa attenzione che tutti noi abbiamo sempre dimostrato di avere per rispetto nostro e del nostro pubblico.
Quindi sì, credo di aver trovato più di qualche parola per descrivere quello che provo da inizio quarantena a questa parte, senza assolutamente sottovalutare il difficile periodo che stiamo passando. Sento il desiderio di ricominciare a dare alle mie giornate il senso che meritano e per cui da sempre sto lottando. Voglio salire nuovamente su quelle assi impolverate e so già che questa volta, purtroppo, la polvere sarà più del solito. Ma la spazzeremo via in un attimo.
Mi manca tutto, di tutto questo. Ma per il momento va così. Vado sul desktop, individuo la cartella e via. Doppio click.

ANDREA ABBAFATI
Nato nel giugno del ’91, Andrea Abbafati comincia a calpestare palchi nel 2005, portando avanti negli anni la passione e l’amore per il Teatro che diventerà poi la motivazione assoluta di ogni sua scelta. Dal 2012 gestisce l’Associazione Culturale AMENTESVEGLIA e la sua Compagnia Stabile, nonché i Laboratori Teatrali TUTTINSCENA per i quali porta sul palco, assieme al sostegno sempre presente dei suoi membri e compagni, spettacoli originali di vario genere.
AMENTESVEGLIA
Lariano (RM)
www.amentesveglia.it
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