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LA NUOVA FACOLTÀ DI ECCELLENZA FILOSOFIA

Il DRONELAB UNICUSANO alla Maker Faire 2021 The European Edition

I progetti del laboratorio di ingegneria presentati alla fiera dell’innovazione

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Torna a Roma, dopo due anni, l’innovazione. Si è svolta tra l’8 e il 10 Ottobre la Maker Faire 2021- The European Edition e, come nelle scorse edizioni, l’Unicusano ha partecipato presentando le principali attività dei suoi laboratori di ingegneria. Diverse le linee di ricerca presentate e che vanno a coprire tutti i settori dell’ingegneria. Ad esempio, tra i diversi progetti del DroneLab - laboratorio di droni dell’Università - citiamo un sistema di vettorizzazione della spinta ovvero una particolare geometria che consente di manovrare un drone di piccole dimensioni senza la necessità di modificare la velocità di rotazione dei motori ma semplicemente inclinando il disco rotorico; l’obiettivo finale è quello di realizzare un drone per il volo indoor. Un’ulteriore applicazione dei droni in via di sviluppo riguarda la diagnostica di strutture, che attualmente viene effettuata da operatori che si trovano a svolgere il loro lavoro in condizioni molto pericolose. L’idea è quindi di sviluppare un sensore, da applicare alla fotocamera del drone, in grado di prendere le misure necessarie; in questo modo sarà poi il drone ad eseguire la ricognizione con evidenti riduzioni di tempi, costi e soprattutto rischi per gli operatori. Molto interessante risulta anche quello che è stato chiamato tendine meccanico. Il tendine meccanico è un filo realizzato in lega metallica. Nel dettaglio, si tratta di una particolare combinazione di Nichel e Titanio che dona al materiale delle peculiari caratteristiche, la più sorprendente è la cosiddetta memoria di forma. Questa caratteristica permette al filo di essere deformato a piacimento a temperatura ambiente, una volta però riscaldato ad una temperatura di circa 80°C esso, attraverso la trasformazione della propria struttura cristallina, è in grado di recuperare la geometria originale esercitando una forza di richiamo su tutto ciò a cui è collegato. Per avere un’idea delle capacità di un tale dispositivo si pensi che un filo dal diametro inferiore a mezzo millimetro (430 µm) è in grado di richiamare a sé circa 1 kg. Per questo motivo viene utilizzato in ambito di ricerca come attuatore.

Oltre a queste linee di ricerca la Maker Faire 2021 è stata anche la sede per la presentazione italiana del drone Beluga, frutto di una collaborazione tra Unicusano ed Eurolink System. Questo drone, fortemente innovativo, nasce con l’intento di salvare vite umane. In che modo? L’idea è di sfruttare le sue caratteristiche di efficienza, velocità e controllo in sicurezza per il trasporto di farmaci salvavita, sacche di sangue per le trasfusioni e altri emoderivati. Con il vantaggio, soprattutto nelle grandi città, di evitare ingorghi e altri ostacoli dimezzando così i tempi di consegna. Il Beluga presenta un carico di 4 sacche di sangue, una velocità di oltre 100 km/h e un’autonomia di 50 km in modo da garantire il successo della missione anche nelle situazioni più complesse. Per il prototipo Beluga il Dronelab ha messo a punto le eliche. “Eliche silenziosissime – precisa il prof. Pagliaroli – perché il trasporto deve avvenire in città, nelle aree urbane. La silenziosità dei droni è uno dei modi per far accettare alla popolazione che questi droni vengano a popolare i nostri cieli senza esserne infastiditi”. Questa peculiarità si va ad inserire in un contesto innovativo: sappiamo infatti che l’Europa sta spingendo molto per la creazione di uno “spazio aereo urbano” riservato ai droni. Questi velivoli si troveranno quindi a svolgere tutta una serie di funzioni, tra cui appunto il trasporto di sangue, e la nostra università sta giocando d’anticipo su quello che sarà il futuro sia a livello scientifico che industriale.

La collaborazione tra Unicusano ed Eurolink System, ma anche quelle con gli altri centri di ricerca e/o aziende, ci inorgoglisce molto e ci permette di capire quanto la nostra Università possa diventare un punto di riferimento in ambito ricerca negli anni a venire. Le numerose partnership consentono inoltre ai nostri studenti di avere un grosso aiuto nel momento in cui si trovano ad affacciarsi nel mondo del lavoro.

Paolo Candeloro Prof. Tiziano Pagliaroli

SC S SC C AR A A R R IC I IC C A LAA A L LA A NO N N O O ST S ST TRA R R A A AP A A P P P P P

E GUE E G GU U AR A AR RDA D DA A CU C CU U SA S SA ANO N N O O IT I IT TAL A AL LIA I IA A TV T TV V OV O OV VUN U UN N QU Q QU U E TUE E T TU U SIA!S SI IA A Televisione e Internet: la nuova frontiera della comunicazione

Il sistema mediatico è attraversato da profondi cambiamenti, ancor più dopo aver imboccato la strada della digitalizzazione. Un processo che si manifesta continuamente intorno a noi ma che rimane, per alcuni aspetti e specialmente per l’utenza finale, ancora sconosciuto nella portata e nelle direzioni che intende intraprendere. Tali cambiamenti hanno inevitabilmente delle implicazioni sociologiche che influenzano la quotidianità comunicativa di ognuno di noi, ma soprattutto, cosa più importante, causano profondi cambiamenti del ruolo dell’utenza, che diventa protagonista attiva, abbandonando quella passività acritica e inconsapevole che l’ha caratterizzata per anni. Questa nuova età mediatica è riscontrabile nel connubio della televisione con Internet con la nascita delle Smart tv.

La Rete, nel tempo, è diventata strumento quotidiano nelle mani di un’utenza sempre più alfabetizzata e fidelizzata, baluardo di quel processo democratizzante ma anche sociale come dimostrato dai social network, veri e propri catalizzatori di condivisione e relazione. Per quanto riguarda la televisione occorre puntualizzare che il suo avvento, nel secolo scorso, ha meravigliato tutto il mondo per lo straordinario potere di abolire le distanze e i tempi, riunendo gli utenti in immense comunità transnazionali, ma, ancora oggi, riesce a sorprenderci per la sua capacità di viaggiare liberamente fra i media e offrire la sua presenza al pubblico in forme, in parte o del tutto, nuove. Un’unione tra questi due mondi, quello della Rete e quello della televisione, generatrice di nuove esperienze comunicative che, grazie alle nuove possibilità che offre, coinvolge l’utente del nuovo millennio con la stessa intensità con cui la tv del passato attirava il suo pubblico. Una nuova concezione del mezzo che mitiga e rinegozia i confini tra i media e i loro contenuti tipici e lascia intravedere come tutto il sistema, che ci ha intrattenuto e informato fino ad oggi, mostri segni di cedimento e debba essere analizzato in una prospettiva di più ampio respiro. Tuttavia la trasformazione più radicale consiste, per la televisione, nella perdita del suo status di medium di massa, di elargitrice di contenuti diffusi dall’alto verso il basso secondo modalità industriali, per approdare finalmente nel territorio di quella che potremmo definire democrazia mediale, o meglio, ‘democratizzazione mediale’. Infatti oggi ci troviamo di fronte ad un processo sotteso a dinamiche di causa-effetto che, almeno allo stato attuale, appare lontano dal suo compimento, evidenziando tutti i risultati raggiunti ma, al tempo stesso, anche tutte le potenzialità inespresse, che però possiede e che possono diventare realtà in un futuro prossimo. La tv vede ridimensionata la sua sacralità di pulpito postmoderno, portatore di verità mediatiche assolute e incontrovertibili e al contempo si umanizza, assume le caratteristiche di mezzo di comunicazione al servizio di chiunque voglia usarlo solo perché, in un dato momento e in un dato luogo, ha semplicemente qualcosa da vedere o da dire. Un’evoluzione che quindi muta profondamente il ruolo di quello che fino a poco tempo fa era un semplice consumatore, dando vita ad una nuova, complessa figura spettatoriale, che diventa di conseguenza anche produttrice di contenuti: quella del prosumer. Essa rappresenta la definitiva emancipazione dell’utente dalla passività e la conseguente assunzione di una consapevolezza nuova e affascinante: l’identificarsi in un ruolo fortemente attivo in cui le vecchie classi mediatiche si livellano fino a formare una grande comunità, che racchiude in sé categorie prima separate da uno schermo. La stagione che stiamo vivendo rappresenta, nella sua unicità, una svolta epocale, un progresso senza precedenti che ha il sapore della conquista e dell’emancipazione da retaggi del passato. Per la prima volta nella storia della comunicazione la distanza che separava un tempo produttori di contenuti dai consumatori si riduce drasticamente fino ad annientarsi; quello che era un rapporto mediatico unilaterale tra un attore attivo e uno passivo diventa gradualmente, ma inesorabilmente, biunivoco e si arricchisce di significati, comunicativi e socioculturali, fino a poco tempo fa nemmeno contemplati.

Marino D’Amore

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