unicUSANO LAB - INGEGNERIA E RICERCA
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
La leggerezza
che genera velocità La diminuzione del peso operata dalla Lotus negli anni Cinquanta ha cambiato le strategie di progettazione in ambito automobilistico
«A
ggiungere potenza ti fa andare più veloce in rettilineo, sottrarre peso ti fa andare più veloce ovunque». Fu questa una delle promesse dell’ingegnere inglese Colin Chapman quando nel 1952 fondò la Lotus Engineering Ltd., casa automobilistica costruttrice di auto sportive e da corsa tra le più estrose e smodate ma anche tra le più affascinanti e performanti di sempre. La strategia di progettazione delle automobili Lotus è sempre stata infatti la stessa, ovvero la “leggerezza della vettura”, ottenuta riducendo al minimo le parti e i pezzi da utilizzare, il tutto con assemblaggi impeccabili e materiali innovativi. Laureatosi nel 1949 in ingegneria Chapman si arruolò - con il grado di ufficiale nell’aeronautica militare del Regno Unito e successivamente fu assunto dalla British AluminumCompany. L’esperienza maturata con la tecnologia aerea, che vede nella leggerez-
za il proprio requisito fondamentale, e le conoscenze acquisite sull’alluminio, materiale con densità nettamente inferiore rispetto all’acciaio, hanno avuto un impatto significativo sulla concezione delle future automobili Lotus. La prima automobile costruita da Chapman nel garage della propria fidanzata, chiamata “Lotus Mark 1”, vide la luce nel 1949. Intuendo da subito le potenzialità della vettura, l’ingegnere inglese decise di iscriverla a una gara nel circuito di Silverstone dove vinse gareggiando contro una Bugatti Type 37. A questo punto la storia era già scritta. Chapman divenne sempre più ossessionato dal mondo delle gare automobilistiche e il passo verso la Formula 1 fu tanto breve quanto devastante. Nel 1958 la Lotus debuttò in Formula 1 col nome Team Lotus e nel corso degli anni divenne uno dei team più vittoriosi di sempre, riuscendo ad aggiudicarsi 79 Gran Premi e sette titoli mon-
diali. Ben presto l’azienda iniziò ad affiancare alla produzione delle auto da corsa anche le sportive da strada, le quali fecero altrettanto storia, a partire dalla Elite del ‘58 fino alla Lotus Espirit S1 del ‘76, quest’ultima utilizzata da Roger Moore nel film “007 - La spia che mi amava”. Attualmente la Lotus è una casa automobilistica che continua a far sognare appassionati di tutto il mondo con le stravaganti e supersportive vetture come la Elise o la Exige, che vedono tra i materiali impiegati l’utilizzo massiccio dei compositi, leggeri e performanti. Il famoso “laboratorio di leggerezza” è ancora oggi il core-business della casa, consentendole di essere leader anche nelle tecnologie ecocompatibili. Il tutto senza aver perso il proprio vantaggio di prestazioni, maturato sulle piste di tutto il mondo, e il piacere puro di guidare. Ing. Luca Silvestri