NUMERO 6
BLENDED VS TELEMATICO
FEBBRAIO 2022
INDICE
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REDAZIONE
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PAROLA ALLA REDAZIONE Federico Casadei
UNIVERSITÀ E INSEGNAMENTO FRONTALE La presenza studentesca immaginaria Enrico Ferri
LA COMUNICAZIONE MASS MEDIALE Radio e Tv a confronto Flavia Leotta
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DIDATTICA IN PRESENZA O A DISTANZA? UN’ALTERNATIVA FUORVIANTE Enrico Ferri
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LA NUOVA FACOLTÀ DI ECCELLENZA: FILOSOFIA Matteo Paolucci
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CYBERSECURITY: LA PRASSI DI PROTEGGERE I SISTEMI Ufficio Orientamento Master
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ARTE IN MOSTRA Arte a domicilio: una mostra a portata di click! Giulia Sacchetti
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LIBRI Docenti digitali e conoscenza rispetto all’uso dei nuovi dispositivi Annalisa Colavito
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IL RUOLO DELLO SPEAKER IN UNA RADIO UNIVERSITARIA, TRA STORIA, NETWORK ED ESPERIENZE PERSONALI Fabio Camillacci
MUSICA Il futuro ha le cuffiette. Il podcasting alla conquista del web Alberto Carruba
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VI PRESENTO SOPHIA Ufficio E-learning
ILLUSTRAZIONE Virginia Parisi
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FASHION PILLS Il galantuomo d’oggi e la sua divisa. Una guida pratica alla moda classica contemporanea Valerio Maria Tulli
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OROSCOPO Fulvia De Maria
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I PCTO DELLA CUSANO SONO UN PONTE TRA LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ Ufficio Orientamento Scuole e Placement I CLICK DAYS: MOLTO PIÙ DI UNA BORSA DI STUDIO Anna Pirozzoli
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BORSE DI STUDIO: RITORNANO I CLICK DAYS ALLA CUSANO Michela Crisci IL CLICK CHE MI HA APERTO LE PORTE DELL’UNIVERSITÀ L’Unicusano inaugura nel 2014 l’assegnazione delle borse di studio Click Days Lavinia Cervellati UN’OPPORTUNITÀ ACCADEMICA PER IL RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI PROFESSIONALI: PERSEVERANZA E DEDIZIONE Alessio Vecchi
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UNA MEDICINA AD PERSONAM, DALLA FONDAZIONE UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO ARRIVA UNA IMPORTANTE SCOPERTA SCIENTIFICA Michela Crisci IL CENTRO UNIVERSITARIO PER LA CLINICA E LA RICERCA IN PSICOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO Nicoletta Vegni Caterina D’Ardia LABORATORI DI PEDAGOGIA SPECIALE Un’occasione irrinunciabile per riscoprire la propria professione, ripartendo da se stessi Stefania Morsanuto LABORATORI DI ATTIVITÀ PRATICHE DEL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE Laura Guidetti Ludovica Cardinali TECNOLOGIA, ISTRUZIONE E CRESCITA Carlo Drago L’esperienza di Helena Biancuzzi L’esperinza di Luca Moro L’esperienza di Nico Marziale
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IL DRONELAB UNICUSANO ALLA MAKER FAIRE 2021 - THE EUROPEAN EDITION I progetti del laboratorio di ingegneria presentati alla fiera dell’innovazione Paolo Candeloro Tiziano Pagliaroli PAROLE D’AMORE Televisione e Internet: la nuova frontiera della comunicazione Marino D’Amore UNICUSANO: LA ‘TERZA MISSIONE’ DELL’ATENEO SI CONCRETIZZA CON IL MEDIA NETWORK INTERNO Michela Crisci MATTINA CON NOI, L’APERITIVO D’INFORMAZIONE E ATTUALITÀ DI CUSANO ITALIA TV Gianni Truini
DREAM… IN DIGITAL MODE Apprendimento digitale come opportunità per raggiungere i propri sogni Antonietta Provenzano LA FORMAZIONE DIGITALE Coltivare competenze per il futuro mondo del lavoro Massimiliano Nicolosi
Collaboratori Prof. Enrico Ferri Alessia Scarfì Prof.ssa Anna Pirozzoli Michela Crisci
PAROLA ALLA REDAZIONE
Lavinia Cervellati Alessio Vecchi Responsabile
Matteo Paolucci Prof.ssa Nicoletta Vegni
Valentina Lamonaca
Prof.ssa Caterina D’Ardia
Segretario di Redazione
Prof.ssa Stefania Morsanuto
Danilo Novelli
Prof.ssa Laura Guidetti Prof.ssa Ludovica Cardinali
Redattori Capo
Prof. Carlo Drago
Fulvia De Maria Chiara Martella
Helena Biancuzzi
Redattore
Nico Marziale
Federico Casadei
Luca Moro Paolo Candeloro Prof. Tiziano Pagliaroli
Capo Servizio
Marino D’Amore
Maria Rasile
Gianni Truini
Grafica editoriale Carlotta Astengo
Fabio Camillacci Flavia Leotta Antonietta Provenzano Massimiliano Nicolosi Federica Mulas Giulia Sacchetti Annalisa Colavito Alberto Carruba Virginia Parisi Valerio Maria Tulli Thomas Protasi Simone Stella Matteo Polverini
Solo pochi giorni fa si festeggiava la scalata dell’Italia nella classifica dei 27 Paesi membri dell’Ue sul progresso digitale. La situazione fotografata dall’edizione 2021 dell’indice Desi ha fatto sorridere alcuni, arrabbiare altri. Perché se è vero che rispetto all’anno passato abbiamo conquistato qualche posizione in più, altrettanto vero è che si partiva dalla zona retrocessione: da venticinquesimi su ventisette, siamo diventati ventesimi, con la speranza che si tratti solo di un primo piccolo grande passo. Il rischio - ha sottolineato la Commissione europea – è che altrimenti si escluda parte della popolazione dall’accesso ai servizi digitali. Un problema non da poco, che si potrebbe tradurre in ritardi, impedimenti geografici e logistici, difficoltà. Un esempio: il fascicolo sanitario elettronico. Lo strumento con il quale accedendo in diverse strutture ospedaliere chi ci soccorre può essere a conoscenza in pochi istanti del nostro stato di salute. Per questo la formazione digitale deve accompagnare chi esercita, e deve essere stella polare per chi studia e si forma a entrare nel mondo del lavoro, che arriverà così già pronto ad affrontare le sempre più nuove sfide che la contemporaneità ci mette davanti. L’Università Niccolò Cusano questo lo ha capito già da diversi anni, da quando ha deciso di investire sulle possibilità che la tecnologia offriva, che invece dai più sono state comprese e sfruttate – cercando di fare una volata all’ultimo chilometro e con non poche difficoltà – solamente a causa dell’arrivo della pandemia da Covid-19. Prima di marzo 2020 offrire la possibilità di seguire le lezioni a tutti, anche a chi non si poteva permettere un trasloco e un affitto, o a chi aveva l’esigenza di non cambiare città, ad alcuni sembrava un’eresia. Poi, obbligati a farlo, ne hanno compreso le grandi possibilità. Si pensi solo a chi ha avuto così l’opportunità di rimanere nella sua città, con i propri cari e gli affetti, ai nuclei famigliari che hanno potuto far studiare i propri figli senza dover per forza investire i risparmi di una vita. L’Università Cusano è molto attenta a questo tipo di incentivi, tant’è che da diverso tempo ha istituito sempre a proposito di formazione digitale - un bando Click days: borse di studio messe a disposizione dell’ateneo, a cui chi partecipa può aderire senza particolari requisiti. Confermando in questo modo di
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strizzare l’occhio alla digitalizzazione (in questo caso anche delle opportunità) e di essere all’avanguardia dei mezzi. Come quelli che vengono messi a disposizione tramite la piattaforma Sophia, il portale al cui interno sono custodite lezioni, interazioni, materiali didattici, possibilità. La cassaforte della conoscenza dell’Unicusano. Come non citare poi i mezzi di comunicazione e di informazione dell’ateneo. In un momento storico in cui i media fanno difficoltà a rimanere in piedi, la Cusano investe sempre di più nel proprio media network ampliando la propria offerta e rispondendo, allo stesso tempo, alla ‘terza missione’ a cui gli Atenei sono chiamati. Da Radio Manà Manà, prettamente musicale, a Radio Cusano Campus che da talk radio locale è diventata ‘Super Station’ nel 2019 e oggi è trasmessa su tutto il territorio nazionale; dal restyling del quotidiano LeNovae, invece, nasce Tag24 by Unicusano e, infine, in ultimo ma non per ultima, Cusano Italia Tv con il suo palinsesto ricco di approfondimenti in ambito politico, culturale e sociale. A tutto ciò, possiamo aggiungere i più moderni mezzi di comunicazione popolare: i social network, tramite cui ogni giorno si riescono a raggiungere migliaia di utenti. Anche questa è formazione digitale, costante, continua. Sia di chi lavora tramite questi mezzi di comunicazione, sia di chi percepisce l’informazione di qualità. Non solo questo, perché la formazione digitale è costante anche all’interno dei laboratori di ricerca, all’avanguardia per tecnologie e professionalità: ricerche, studi, sperimentazioni. Unendo tradizione a innovazione, perché - come diceva il premio Nobel per la fisica Enrico Fermi – “la professione del ricercatore deve tornare alla sua tradizione di ricerca per l’amore di scoprire nuove verità”. Le nuove verità, un unico obiettivo che anche l’Università Niccolò Cusano persegue, unendo - appunto - tradizione e innovazione. In un processo costante di crescita e sviluppo delle competenze digitali. Che sempre più si impongono nella vita di tutti noi. E a questo le professionalità dell’ateneo preparano chiunque decida di formarsi qui. Federico Casadei
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DIDATTICA IN PRESENZA O A DISTANZA? UN’ALTERNATIVA FUORVIANTE Da circa vent’anni, con la nascita degli atenei telematici e la loro progressiva diffusione su scala planetaria, sono diventate ricorrenti formule come ‘insegnamento in presenza’ e ‘insegnamento a distanza’. Con la prima si indica la didattica tradizionale, quella delle vecchie università dove l’insegnamento dovrebbe svolgersi, almeno in teoria, nello stesso ambiente che ospita docente e studente. Uso il condizionale perché, in realtà, la frequenza nella maggior parte delle facoltà non è obbligatoria: solo una minoranza di studenti, non superiore al 30%, di fatto frequenta la gran parte dei corsi universitari. I motivi di questa diffusa non presenza alle lezioni ed alle altre iniziative didattiche (seminari, giornate di studio, convegni, ecc.) sono diversi. In primo luogo di natura economica: frequentare in modo costante, per 10 mesi l’anno, un corso universitario significherebbe per i fuorisede risiedere nella città dell’ateneo dove si è iscritti, sostenere cioè le spese del soggiorno - il vitto, l’alloggio e i trasporti - che si sommano alle tasse universitarie ed ai materiali didattici. Spese che vanno dai 1200 ai 1500 euro al mese. Non tutte le famiglie possono sostenere questi costi, soprattutto quelle dove ci sono più figli, semmai tutti in età da studi avanzati. Alla base della non frequenza c’è poi la mancanza di tempo, anche per quelli che abitano nella stessa città dell’ateneo a cui sono iscritti. Per seguire due lezioni, fra i tempi degli spostamenti nella città e nell’università, si rischia di perdere una mattinata o un pomeriggio. Spesso non ci si sposta perché si lavora, oppure perché si ha famiglia o un’età matura. Questi impedimenti sono in minima parte risolvibili o ridimensionabili, ad esempio con politiche sociali miranti a ridurre i costi dell’alloggio e delle tasse universitarie. In breve, la maggior parte degli studenti non frequenta i corsi universitari e spesso incontra i docenti solo in occasione degli esami. Negli anni in cui ho insegnato a Sassari, durante gli appelli, alcuni studenti mi chiedevano se ero io il docente della materia che dovevano sostenere. La formula insegnamento in presenza’, riferita alle università, non indica una prassi reale e diffusa ma una pratica in larga parte minoritaria. Questo limite in realtà non rappresenterebbe un danno considerevole perché frequentare in presenza un corso significa, in buona sostanza, ascoltare in un’aula una serie di conferenze di un docente, senza interloquire o interagire con lui, senza alcuna verifica della comprensione e dell’apprendimento da parte dello studente. Se l’espressione ‘insegnamento in presenza’ è in buona parte bugiarda non da meno è ambigua la locuzione ‘insegnamento a distanza’.
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L’equivoco di fondo di queste espressioni consiste nel fatto che rinviano ad una presenza o a una distanza nello spazio e che si riferiscono alle persone fisiche del docente e degli studenti, non alla comunicazione e all’interazione formativa. Ci si comporta come se ci trovassimo nel IV secolo a.C., quando per ascoltare una lezione di Aristotele bisognava recarsi al Ginnasio di Atene. La comunicazione, il dialogo, il confronto, la domanda, la risposta, lo scambio intellettuale non richiedono la compresenza nello stesso luogo fisico, ormai da più di un secolo. A maggior ragione nell’epoca dell’informatica e della telematica. Per comunicare occorre una relativa sincronia nel tempo, non la compresenza nello spazio. Sto parlando di cose assolutamente banali, eppure costantemente ignorate. Sembra sia stata necessaria la pandemia da Covid-19 per scoprire che per tenere una lezione non sia necessario trovarsi tutti in una stessa aula; allo stesso tempo molti hanno pensato ingenuamente che per insegnare sarebbe stato sufficiente sedersi davanti a un PC, ad un’ora convenuta con gli studenti. Non si è capito che la didattica telematica prevede altre modalità di erogazione, di verifica dell’apprendimento parziale e complessivo, necessita di un apparato tecnologico complesso, in grado di interconnettere in modo sincronico anche decine di migliaia di utenti. Inoltre, la didattica telematica ha una possibilità di fruizione che per molti aspetti (ascolto delle lezioni, verifica dell’apprendimento, attività di elaborazione di e-tivity come temi, tesine, ecc.) è possibile 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno. Inoltre, ogni giorno lo studente ad un orario stabilito può interagire con il docente in teleconferenza, oppure attraverso le email. Kant ha scritto che “lo spazio e il tempo sono le condizioni di pensabilità dell’esistenza umana”, quindi anche dell’insegnamento. Ma l’insegnamento telematico ha rivoluzionato queste due categorie. Si può studiare in qualsiasi luogo, in qualsiasi parte del mondo. Alcuni dei seminari che tengo ogni giorno alle ore 15:00, dal periodo del Covid, sono stati e sono frequentati da studenti che si trovano in tutte le regioni italiane e anche all’estero. Alcuni miei tesisti, con i quali mi sento periodicamente in videoconferenza, si trovano in Indonesia, in Arabia e nell’America del Sud.
sopra, problemi legati allo spostamento degli studenti dalle loro residenze, con relativo risparmio economico e di tempo. Per ascoltare una lezione, per seguire un seminario, per parlare con un professore non serve prendere la metro, il treno o l’autobus, basta accendere il PC e ascoltare, parlare, confrontarsi. Anche la temporalità dell’insegnamento viene rivoluzionata. In qualsiasi momento della giornata si può accedere ad una lezione, si può ascoltare la registrazione di un seminario, si può fare un’e-tivity, scrivere al docente. Cinque giorni su sette, per sette ore al giorno, si può contattare il tutor della materia che si sta studiando. Restano fissi solo gli orari del quotidiano appuntamento in videoconferenza con il docente. Il corso non inizia un certo giorno ad una certa ora, ma quando lo studente si collega alla prima lezione, semmai alla mezzanotte del primo luglio. La seconda lezione, con relativi test che verificano l’attenzione e l’apprendimento, si può ascoltare un’ora dopo o quando lo decide lo studente. È possibile concentrare lo studio nel fine settimana o ascoltare le lezioni mentre si torna a casa, sul treno. Anche gli esami e le dissertazioni delle tesi possono farsi in teleconferenza, semmai in una sede decentrata dell’ateneo per garantire una maggiore sorveglianza. Un’ultima considerazione: l’insegnamento tradizionale usa l’elemento primordiale della voce umana nello stesso ambiente in cui si trova lo studente. È statico, l’unico elemento di modernità è dato da un microfono che amplifica la voce. L’insegnamento attraverso la telematica è dinamico, utilizza le innovazioni e i progressi che questa giovane scienza fornisce, anno dopo anno, mese dopo mese, permettendo ad esempio di aggiornare il materiale didattico con frequenza anche giornaliera. L’alternativa fra l’insegnamento telematico (a distanza) e l’insegnamento tradizionale (in presenza) è fuorviante. Nell’insegnamento e nella vita sarebbe poco intelligente privarsi della telematica, ma resta utile anche il contatto ‘fisico’ tra studente e docente. Non a caso tutte le università più avanzate, come quella in cui insegno, coniugano da anni queste due modalità di insegnamento ed interazione. Prof. Enrico Ferri
Il superamento della barriera spaziale permette di risolvere una serie di problemi di cui si è parlato più
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I PCTO DELLA CUSANO SONO UN PONTE TRA
LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ
L’Università Niccolò Cusano, anche quest’anno, ha attivato diverse iniziative legate all’orientamento e ai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ex alternanza scuola lavoro). Per l’anno accademico 21/22 sono ben 16 i progetti realizzati al fine di coinvolgere le scuole di tutta Italia. Nei due anni precedenti, segnati dal lockdown e dalla pandemia da Covid-19, la realizzazione di progetti online ci ha consentito di mantenere un rapporto di continuità con Licei e Istituti scolastici; quest’anno l’Ufficio Orientamento Scuole e Placement ha aggiunto nuovamente ai progetti in DAD anche gli appuntamenti in presenza che si tengono presso il Campus dell’Ateneo a Roma. I nostri progetti riguardano tematiche di grande attualità; il loro obiettivo è quello di approfondire i temi che ruotano attorno all’educazione civica, come la lotta alla mafia, i diritti costituzionali, la costituzione e i suoi principi fondamentali, il bullismo e il cyberbullismo, il rapporto dei giovani con i social media e così via, portando sempre come esempio casi pratici per coinvolgere attivamente gli studenti.
Altri progetti più tecnici hanno invece dato maggiore spazio al Laboratorio di Ingegneria della Cusano, che ricordiamo essersi classificato come il terzo in Europa. All’interno dei nostri spazi, i ragazzi hanno svolto attività laboratoriali pratiche e di grande interesse (dalla fisica ai droni all’elettronica).Tutti i nostri progetti prevedono una prova finale per valutare il know how appreso nelle giornate di formazione.
Click Days
2022
180 BORSE DI STUDIO per i diplomandi d’Italia
STUDIA GRATIS a Roma
È stato decisamente soddisfacente il lavoro svolto in questi primi mesi, il tutto reso possibile grazie ai nostri docenti che hanno capito l’obiettivo principale dell’attività e hanno saputo costruire, insieme all’ufficio, PCTO adatti agli studenti dell’ultimo anno delle superiori, in un linguaggio a loro comprensibile, ma anche pieno di spunti per far uscire la loro voce. Infine, si tratta di tutte attività socialmente utili, di formazione, di impegno per le future generazioni; per questo per il prossimo anno verranno attivati altri progetti prendendo in esame tematiche di attualità, magari portando altri casi pratici. Ufficio Orientamento Scuole e Placement
In particolare, il fine di questi progetti è quello di stimolare un dibattito costruttivo tra i giovani, facendo emergere il loro punto di vista e lasciando spazio a quesiti a cui i nostri docenti possano fornire chiarimenti e delucidazioni, fungendo da moderatori e da insegnanti allo stesso tempo. Un tema, ad esempio, che ha suscitato particolare interesse è stato quello relativo alla mafia: i ragazzi, spinti dalla curiosità, sono venuti preparati ai vari dibattiti, si sono informati e hanno voluto saperne di più anche in merito agli eroi, come Falcone e Borsellino, che hanno combattuto tale piaga.
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Requisiti, bando e domanda di partecipazione su unicusano.it 9 Per info: borsedistudio@unicusano.it
I CLICK
DAYS
MOLTO PIÙ DI UNA BORSA DI STUDIO È online sul sito dell’Università Niccolò Cusano il bando per partecipare ad un’iniziativa unica nello scenario universitario, di grande successo già negli scorsi anni accademici: stiamo parlando del Click days, con cui l’Unicusano quest’anno assegnerà 180 borse di studio per l’anno accademico 2022/2023, consentendo ai diplomati vincitori di studiare gratuitamente per cinque anni. Ma per farlo bisogna dimostrare rapidità, curiosità e voglia di studiare. L’iniziativa è unica perché ciò che conta è essere rapidi e concentrati sull’obiettivo: vincerà la borsa di studio chi risponderà al bando nei tempi stabiliti, per cui la rapidità è il primo requisito. Tutti pronti quindi davanti alla tastiera per presentare la domanda ed essere tra i primi ed aggiudicarsi così la borsa di studio. Ma non basta. Per valorizzare a pieno le opportunità che offre il Click days e mantenere la borsa di studio è necessario dimostrare un grande impegno e un forte desiderio di intraprendere un percorso universitario d’eccellenza, in un Ateneo moderno che esprime il suo metodo innovativo già nelle modalità di erogazione della didattica e nelle possibilità di interazione tra studenti e docenti. Tutti gli studenti dell’Università Niccolò Cusano, infatti, hanno a disposizione una piattaforma dedicata che consente di studiare in ogni momento, permettendo di conciliare gli studi con le esigenze personali, familiari e lavorative. I materiali didattici sono sempre disponibili in piattaforma, e la didattica si arricchisce di numerose
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attività sincrone e asincrone, che contribuiscono a rafforzare la preparazione e l’apprendimento attraverso una diversificazione di strumenti didattici a disposizione dello studente. Oltre agli strumenti di interazione più tradizionali, ossia i messaggi in piattaforma e le comunicazioni in chat, lo studente ha la possibilità di partecipare ai videoricevimenti didattici quotidiani, ossia appuntamenti in cui può incontrare online - ogni giorno - il docente dell’insegnamento di cui sta affrontando lo studio per confrontarsi sui contenuti del programma d’esame. Ma questo appuntamento quotidiano rappresenta anche un’ottima opportunità per i tesisti di dialogare con il relatore nel corso dell’elaborazione della prova finale. In ogni caso le opportunità di interazione che offre la piattaforma sono decisamente numerose e tra tutte vale la pena ricordare quantomeno le e-tivity, le esercitazioni asincrone inserite periodicamente dal docente che ne valuta il contenuto rafforzando in questo modo anche la capacità autovalutativa dello studente nel corso della preparazione. Per gli studenti che vincono la borsa di studio l’esperienza universitaria si arricchisce ancora di più. I vincitori di borsa partecipano alle lezioni in aula, prendono parte ai convegni, ai workshop e ai seminari organizzati presso l’Ateneo; collaborano con l’ufficio stampa presso la redazione di Radio Cusano Campus, Cusano Italia TV e di TAG24 by Unicusano; partecipano alle attività di comunicazione e divulgazione che
l’Ateneo pone in essere per far conoscere la sua offerta formativa, le sue iniziative ed i progetti attraverso l’uso dei social network; intervengono in eventi come spot, cerimonie e orientamenti universitari organizzati dall’Ateneo. Sono iniziative prestigiose che coinvolgono gli studenti nella vita accademica consentendo loro di cogliere pienamente le potenzialità di una formazione universitaria completa e meticolosa. Inoltre, la possibilità di partecipare a tutte le lezioni in aula offre loro l’occasione di vivere l’intero Campus sfruttandone altresì gli spazi di studio messi a disposizione dalla Biblioteca di Ateneo Ferdinando Catapano, in cui gli studenti possono consultare manuali e testi di approfondimento nella tranquillità di uno spazio che concilia concentrazione e confronto tra gli studenti, così come le sale studio dislocate nelle vicinanze della Biblioteca. Si tratta di spazi di formazione universitaria che insieme agli spazi ricreativi – come la mensa e la nuova palestra attrezzata – consentono quell’interazione fondamentale nella formazione di giovani studenti che potranno affacciarsi con consapevolezza e maturità nel mondo del lavoro.
Prof.ssa Anna Pirozzoli Rettore Vicario dell’Università Niccolò Cusano
BORSE DI STUDIO: RITORNANO I CLICK DAYS ALLA CUSANO I giorni che vanno dal 21 al 25 marzo sono definiti Click Days e rappresentano una grande opportunità per vincere una borsa di studio universitaria, il cui valore complessivo oscilla tra i 18mila e i 25mila euro.
Chi può partecipare al bando Click Days? Potranno aderire coloro che conseguiranno il diploma di istruzione secondaria superiore nell’anno scolastico 2021-2022 presso un Istituto sito sul territorio nazionale, senza vincoli di media o di reddito. L’Ateneo punta sulla determinazione, l’impegno e la motivazione a concludere gli studi nei tempi previsti per dire addio al fuori corso e ridurre il tasso di abbandono degli studenti universitari.
Come si ottiene la borsa di studio Click Days? Avranno diritto all’assegnazione della borsa di studio esclusivamente le prime 180 domande regolari di partecipazione al bando che, a partire dalle ore 16:00 del giorno 21 marzo 2022 e fino alle ore 24:00 del giorno 25 marzo 2022, perverranno via PEC all’indirizzo orientamento@pec.unicusano.it
Cosa prevede il bando La possibilità di ottenere 1 delle 180 borse di studio gratuite Esclusione dal pagamento della retta universitaria per 5 anni (laurea triennale + laurea magistrale o laurea a ciclo unico) Obbligo di frequenza in aula delle lezioni (salvo disposizioni sanitarie) Partecipazione ad attività extra didattiche Corso di Inglese e/o seconda lingua
Sono previste borse di studio per ognuna delle seguenti aree di studio: 1.
Economia
2. Giurisprudenza 3. Scienze Politiche 4. Psicologia 5. Lettere 6. Scienze Motorie 7.
Sociologia
8. Filosofia 9. Comunicazione 10. Ingegneria Informatica 11. Ingegneria
Bando e regolamento su unicusano.it Michela Crisci
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Click Il che mi ha aperto
le porte dell’Università L’Unicusano inaugura nel 2014 l’assegnazione delle borse di studio Click Days Un click. È bastato un solo click per diventare una matricola. Era il 2014 quando per la prima volta l’Università Niccolò Cusano assegnò ad oltre sessanta neodiplomati romani borse di studio a copertura totale dell’intero ciclo di studi universitario, denominate Click Days. È iniziato così il mio percorso di studi all’interno della facoltà di Giurisprudenza, tra paure e curiosità, insieme ad altri ragazzi che come me si affacciavano per la prima volta al mondo dei grandi. Spesso si racconta di quanto gli anni universitari siano i più belli, poche volte però si sente parlare di quanto questa nuova dimensione possa spaventare ed affascinare allo stesso tempo ragazzi appena maggiorenni. Riuscire a mantenere la borsa di studio nel corso dei 5 anni di laurea magistrale non è stato facile, l’Università giustamente ci richiedeva uno sforzo maggiore: solo con uno studio costante, impegno e partecipazione attiva alle attività universitarie potevamo continuare a godere dell’enorme privilegio di studiare senza pesare sulle famiglie.
all’avanguardia. Le lezioni si sono svolte in presenza ogni giorno per 5 anni ed invece di lasciarci annegare nei libri e nelle numerose materie da studiare, l’Università ci ha offerto la possibilità di preparare esami ogni mese, così da non poter mai andare fuori corso. In parallelo abbiamo frequentato assiduamente lezioni di inglese con un docente madrelingua. Il materiale di studio veniva fornito direttamente dall’Università e tramite la piattaforma online si poteva scaricare autonomamente il programma, sotto forma di manuali di testo e mappe concettuali in pdf. A supporto, una volta a settimana svolgevamo simulazioni d’esame in aula con il tutor di materia, per far sì che la nostra preparazione fosse costantemente monitorata e guidata. Non c’era spazio per la paura ed il timore. I docenti non erano figure astratte e lontane, come si può immaginare pensando al contesto universitario, ma erano persone dotate di grande passione per l’insegnamento, vicine e attente a qualsiasi bisogno dello studente.
L’Università, in particolare il suo fondatore Stefano Bandecchi, aveva scelto di investire su di noi, fornendoci tutto il materiale ed il supporto necessario affinché il nostro futuro fosse più nitido. E così le paure iniziali hanno cominciato a svanire.
Ed è proprio qui che ho avuto l’onore di incontrare persone umanamente e professionalmente eccellenti. Ogni mio docente e tutor di materia è stato sempre aperto al dialogo, pronto ad aiutare in ogni circostanza. Sicuramente non è uno scenario a cui siamo abituati a pensare quando si parla di realtà universitaria, ma è questo che fa la differenza.
Il grande punto di forza dell’Università Niccolò Cusano è stato, e continua ad essere, la metodologia didattica
Al terzo anno, ho conosciuto il Professore migliore
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che potessi incontrare nel mio cammino. Titolare di cattedra in diritto penale, il Professore Avvocato Alì Abukar Hayo è stato per noi fonte di grande ispirazione, per me in particolare tanto da sceglierlo come relatore della mia tesi di laurea. È stato molto più che un professore, ci ha insegnato a vedere il mondo da punti di vista differenti e ci ha permesso di sbagliare per crescere ogni giorno. Ha trasmesso noi passione per il diritto, consentendoci di accompagnarlo in udienze importanti, in cui abbiamo toccato con mano l’importanza di ciò che stavamo studiando.
Alessandra Berloni che mi hanno accolta sempre a braccia aperte anche nei momenti più difficili. A loro un grazie particolare. Ringraziare l’Unicusano, nella sua totalità, sarebbe riduttivo. Tornassi indietro farei click altre cento volte. Lavinia Cervellati
Non siamo mai stati lasciati da soli, anche grazie al fondatore dell’Università Stefano Bandecchi, che si è sempre interessato a noi e alle nostre esigenze. Come quella volta in cui ero in fila a mensa, e con un po’ di sfacciataggine, chi mi conosce sa, mi sono diretta da lui, in fila come me. Ho cominciato a parlarci sapendolo interessato a come proseguissero i nostri studi e ho colto allora l’occasione per chiedergli se fosse stato possibile avere all’interno delle aule delle sedie per mancini. Ancor prima che io riuscissi a finire il mio pranzo, si avvicinò per comunicarmi che di lì a pochi giorni le aule ne sarebbero state fornite. È un piccolo aneddoto, ma significativo per comprendere il contesto in cui sono stata onorata di studiare per oltre cinque anni. Mi sono laureata a luglio 2019, a conclusione del mio quinto anno, con lode. Ho scelto nuovamente l’Università Niccolò Cusano per continuare la mia formazione post lauream iscrivendomi alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, che ho superato a pieni voti grazie all’aiuto ed al supporto del mio relatore il Professor Avvocato Alì Abukar Hayo. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il grandissimo lavoro svolto dalle segreterie, con cui abbiamo instaurato con gli anni legami di stima reciproca, io in particolare con Danilo Pirolli e
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Un’opportunità accademica per il raggiungimento di obiettivi professionali: perseveranza e dedizione Ho intrapreso il mio percorso di studi universitari nel 2016 presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano aderendo all’iniziativa Click Days, la borsa di studio per neodiplomati promossa dall’Ateneo, un’occasione unica che mi ha permesso di studiare gratuitamente per cinque anni sino al completamento del mio percorso di laurea magistrale in Giurisprudenza. Un investimento importante quello compiuto dalla Unicusano, che conferma le iniziative lodevoli che il Presidente Stefano Bandecchi realizza a favore del diritto allo studio nonché a livello sociale. Negli ultimi anni si è discusso molto di futuro, bisognerebbe allo stesso tempo chiedersi chi fa concretamente qualcosa per far sì che i sogni dei giovani si avverino. L’Unicusano offre a tutti opportunità formative eccellenti nella loro completezza: di fatto posso comprovare di aver usufruito di plurimi servizi tra cui la frequenza dei corsi in aula, il corso di lingua inglese disponibile nell’intero anno accademico, l’assistenza didattica per ogni materia di esame e l’accesso ai relativi materiali di studio. Mi è stato possibile seguire corsi, tenuti in presenza, volti al miglioramento delle performance individuali nonché assistere e prendere parte attiva presso l’Ateneo a convegni e seminari di carattere non
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solo giuridico ma anche interdisciplinare. Ad esempio, tra quelli che più mi hanno colpito e coinvolto, ricordo: La violenza di genere: effetti, tutele giuridiche ed economiche; L’omicidio e lesioni personali colpose; Le unioni civili, omogenitorialità e convivenze di fatto: tra diritto e psicologia; Diritti e dignità della persona agli albori del processo di integrazione europea: dalla Ceca ai trattati di Roma; Immigrazione, integrazione e diritti fondamentali; Il colloquio internazionale sulla nullità della legge e il giudice tra la vita e la morte.
È nelle asperità della vita che si vede il vinto e la tempra del vincitore, ribadendo, ulteriormente: “Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo.”
l’ufficio giuridico-amministrativo e recupero crediti, proposta che mi entusiasmò sin da subito poiché mi avrebbe consentito di entrare in contatto con tematiche a me care e soprattutto afferenti al mio corso di Laurea.
Lucrezio
Il 4 ottobre, ancor prima di laurearmi, ho deciso di accettare tale proposta e di iniziare questa esperienza formativa che mi ha permesso di acquisire conoscenze per la redazione di diffide, lettere di messa in mora ai sensi dell’art. 1219 c.c., di curare la fase transattiva della controversia in riferimento all’ipotesi di saldo e stralcio e piani di rientro.
Ogni anno è stata ampliata per i neodiplomati sia l’offerta formativa sia quella dei Corsi di Laurea interessati dal progetto. Attualmente vengono coinvolti numerosi percorsi, siano essi composti da triennio più biennio o da ciclo unico, così ad affiancare le borse di studio presenti al momento della mia iscrizione in Economia, Giurisprudenza, Scienze Politiche, Ingegneria, Scienze dell’Educazione e Formazione, Psicologia, oggi in collaborazione con il Consorzio Senofonte sono state finanziate borse di studio anche in Lettere, Scienze Motorie, Sociologia, Comunicazione, Filosofia e Ingegneria Informatica. Non nascondo che giunto quasi al termine del mio percorso di studi universitari erano presenti e forti il timore e l’incertezza di una prospettiva futura per il contesto storico in cui viviamo.
Quando ho iniziato la pratica forense - tirocinio anticipato ex art. 41 c. 6 lett. d L. 247/12- ero piuttosto centrato sulla libera professione, finché, in itinere, sono giunto alla consapevolezza che il percorso di studi in giurisprudenza offre innumerevoli opportunità di carriera diverse tra loro. Decisi, dunque, di confrontarmi con la possibilità di un lavoro all’interno di realtà aziendali. Ancora laureando, mi sono messo in cerca di opportunità di stage e ho ricevuto numerose proposte in risposta alle mie candidature. Una di esse proveniva dal career service Unicusano, - una realtà a me già conosciuta soprattutto per gli eventi career day, organizzati annualmente dall’ufficio placement, ove è possibile incontrare i recruiter di numerose aziende - per collaborare presso
Il 14 ottobre ho terminato il mio percorso di studi laureandomi con lode, con il Prof. Giovanni D’Alessandro, il quale non smetterò mai di ringraziare per la dedizione con cui ha partecipato alla stesura della mia tesi. Per concludere suggerisco ad ogni giovane di credere sempre con passione nei propri sogni. È nelle asperità della vita che si vede il vinto e la tempra del vincitore, ribadendo, ulteriormente: “Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo.” “Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza.” (Lucrezio) Alessio Vecchi
Come è stato per me, ogni studente può riscontrare sul piano della realtà un accompagnamento curato e costante durante tutto il proprio iter didattico-formativo tale da consentire l’acquisizione degli strumenti necessari al conseguimento del titolo di laurea nei tempi previsti. Ulteriormente, vede riconosciuta la possibilità di partecipare attivamente alle attività di comunicazione e divulgazione collaborando con l’ufficio stampa di Ateneo presso la redazione di Radio Cusano Campus, Cusano Italia TV e TAG24 by Unicusano all’elaborazione di testi e articoli. I Click Days, dunque, rappresentano e sono un’iniziativa unica nel territorio che conferisce ancor più valore e credibilità alla storia e alla realtà dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
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Non una gran perdita, almeno in quei diffusi casi, la maggioranza, in cui insegnare significa fare conferenze ad un pubblico non sempre attento di studenti. Eppure la presenza, la compresenza fisica di studenti e docenti per il rito della lezione, sembra essere particolarmente stimata e ritenuta un segno di distinzione, un attestato di qualità e di primato. Sta ad indicare un essenziale elemento identitario, un indice di qualità della didattica, dell’apprendimento e della stessa università.
UNIVERSITÀ E INSEGNAMENTO FRONTALE LA PRESENZA STUDENTESCA IMMAGINARIA Fino all’aprile del 2003, data a cui risale il decreto Moratti per l’istituzione delle università telematiche, gli Atenei in Italia, come ne resto del mondo, si dividevano in due sole categorie: i pubblici e i privati. Questa distinzione è quella che è in vigore anche oggi e si riferisce alla proprietà degli atenei, non certo alla docenza, alla didattica o alla ricerca. Su queste ultime vige in Italia un’unica normativa, ad esempio i docenti devono essere nominati e selezionati, con le stesse procedure, da commissioni nazionali nominate dal MIUR. Allo stesso modo, la valutazione della ricerca, cioè della ‘qualità’ della produzione scientifica di un docente, è fatta dall’ANVUR, un’agenzia del MIUR che con gli stessi criteri valuta i docenti, a prescindere dall’ateneo nel quale insegnano. Potremmo sintetizzare la questione in questi termini: in Italia l’università è un istituto di diritto pubblico, ma la proprietà può essere privata o pubblica, per tutto il resto non ci sono differenze di rilievo. Almeno fino al decreto dell’aprile del 2003, dell’allora ministro del MIUR, Letizia Moratti, che introduceva una novità per più versi rivoluzionaria: istituiva una nuova modalità di insegnamento, per via telematica, ‘a distanza’. La grande novità delle università telematiche, infatti, era ed è rappresentata dalla modalità di insegnamento, non più erogato in presenza – cioè in uno stesso ambiente fisico, un’aula o un laboratorio, dove alla stessa ora devono trovarsi docente e studente - con tutte le implicazioni connesse. L’insegnamento in presenza è prevalentemente ‘erogativo’, aggettivo per più versi curioso ed ambiguo, che fa pensare ad un insegnamento/farmaco, che si deve inoculare ad uno
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studente/paziente. Non proprio quello che pensava Plutarco a proposito del metodo didattico, quando notava: “La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere”. ‘In presenza’, infatti, quasi sempre sta solo ad indicare che l’insegnamento è somministrato a studenti che si trovano a distanza ravvicinata, nello stesso ambiente fisico del docente. Senza implicare un’interazione fra docente e studenti, anche quella più elementare, ad esempio la richiesta al docente di chiarimenti su quanto sta dicendo. Di norma, soprattutto nella didattica di materie umanistiche come Giurisprudenza o Lettere e Filosofia, il docente arriva ad una certa ora, svolge una lezione/conferenza, poi saluta e se ne va. Un ciclo di lezioni è, di fatto, un ciclo di conferenze di cui, per giunta, non resta traccia. Tutt’al più lo studente può registrare per suo conto questa o quella lezione. In breve, l’insegnamento tradizionale, .. quello di un docente della Humboldt-Universitat nella Berlino del 1840 o di un’università italiana come la Sapienza o la Federico II nel 2021, è lo stesso e consiste in un ciclo di lezioni/conferenze di un docente che parla ad un pubblico più o meno numeroso di studenti in un’aula più o meno grande. La principale differenza nella didattica consiste spesso solo nell’uso di un microfono o di una lavagna luminosa: il tempo sembra essersi fermato nelle aule universitarie. In fin dei conti questa tanto apprezzata presenza sembrerebbe ridursi a poca cosa, alla condivisione di uno stesso ambiente, fra docente e studenti che respirano la stessa aria: pratica naturale, ma poco consigliabile soprattutto in epoca di pandemia, che ha comportato come prima misura di sicurezza il divieto di concentrare nelle stesse aule docenti e studenti universitari.
Se la presenza è sinonimo di università e di qualità i relativi dati dovrebbero essere noti, si dovrebbe conoscere la percentuale dei frequentanti rispetto al totale degli iscritti, le variazioni di tali percentuali in relazione ai periodi dell’anno e al tipo di materie e le variazioni nei diversi anni del corso. In realtà non esistono dati: le università in presenza hanno presenze fantasma che nessuno conosce. I dati sulla partecipazione degli studenti ai corsi di studio ed alle altre attività didattiche è in parte accertata ed accertabile solo in quelle facoltà o università dove la frequenza è obbligatoria. Ma queste sono una piccola minoranza, la maggior parte degli atenei non prevedono l’obbligo di frequenza. Per sostenere gli esami non è necessario frequentare i corsi di Scienze politiche, Economia, Ingegneria, Giurisprudenza, Lettere, Scienze della Comunicazione e Scienze dell’Educazione. A questo punto sorge spontanea una domanda, semmai da rivolgere al MIUR: perché si continua a parlare di ‘lezioni frontali’ e ‘didattica in presenza’? In mancanza di dati attendibili, ho cercato io stesso di reperire qualche informazione. Mi sono tornati in mente alcuni vivaci interventi della mia gioventù ribelle quando, studente di Giurisprudenza alla Sapienza, durante una lezione, ad un docente che lamentava la scarsa presenza degli studenti alle attività didattiche replicai: “Vi lamentate che frequentiamo poco le vostre lezioni, ma se l’insieme degli iscritti a Giurisprudenza frequentasse tutti i corsi, gli spazi della facoltà non sarebbero neanche sufficienti per garantire i servizi igienici”. Il docente mi rispose con un sonoro silenzio perché sapeva che avevo ragione.
a comunicazioni.sapienza@uniroma1.it per la seconda parte della questione. Questo secondo ufficio mi rinvia ad un terzo che si occupa, fra l’altro, del calcolo delle metrature dei diversi ambienti universitari. Quest’ultimo ufficio neanche mi risponde. L’unico dato che riesco a reperire dal primo ufficio, solerte e disponibile, è il numero degli iscritti a Giurisprudenza, circa seimila, che dovrebbero frequentare gli stessi ambienti costruiti nel 1935, quando gli iscritti erano meno della metà degli attuali. Faccio un altro tipo di ricerca, più semplice ma non meno efficace. Negli ultimi venti anni gli esami della Facoltà di Giurisprudenza non si sono mai tenuti nello stesso giorno, per il semplice motivo che le aule a disposizione non sarebbero state sufficienti, anche se ad una sessione d’esame si presentano al massimo il 25% degli aventi diritto. Lo stesso dicasi delle lezioni, che non si tengono mai in contemporanea perché non sarebbero sufficienti le aule a disposizione. In breve, le università in presenza non sono tali perché i frequentanti sono una minoranza; questa minoranza, per giunta, deve frequentare in modo frazionato nel tempo, altrimenti gli spazi disponibili non potrebbero contenerla. Le definizioni ‘università in presenza’ e ‘didattica frontale’ appaiono pertanto velleitarie e fantasiose, meglio sarebbe classificarle come ‘università con una minoranza di frequentanti’. Non è questo che serve alla nostra comunità ed ai nostri giovani, minoranze di studenti che in silenzio ascoltano cicli di conferenze, in aule condivise. Prof. Enrico Ferri
Come dicevo più sopra, mi sono messo alla ricerca di qualche dato sulla percentuale delle frequenze nelle università che si definiscono ‘in presenza’. Sul web non ho trovato rapporti. Mi sono rivolto allora all’avvocato Fabio Santella, un dirigente dell’Unicusano tra i maggiori esperti in materia universitaria. Mi ha confermato che non ci sono dati ufficiali. Le università in presenza non hanno la certificazione della presenza che si attribuiscono. Ho cercato di fare una verifica alla spicciolata, per così dire. Di vedere la relazione esistente fra numero degli iscritti della facoltà di Giurisprudenza della Sapienza e l’estensione degli ambienti in metri quadrati. Scrivo a richiestadati@ uniroma.it, per richiedere il numero degli iscritti a Giurisprudenza e a quanti metri quadri ammonta la Facoltà nel suo insieme. Mi dicono che devo rivolgermi
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La nuova facoltà di eccellenza:
Filosofia
Il Corso di Studi triennale in Filosofia Applicata ha come obiettivo quello di fornire una solida preparazione storica e teorica tradizionale sull’evoluzione e sui vari modelli e percorsi del pensiero occidentale, con un approfondimento più specifico degli ambiti applicativi della filosofia. Il carattere interdisciplinare del Corso di studi è basato su una strutturata formazione filosofica, derivante dalle grandi tradizioni della filosofia teoretica e morale e da quelle della filosofia politica e del diritto, cogliendo ulteriormente gli elementi propri della filosofia del linguaggio, della filosofia della scienza e della epistemologia, nonché quelli della filosofia della mente, della filosofia dei processi cognitivi, della filosofia della medicina e dell’economia. Tale ventaglio contenutistico mira a riflettere concretamente una esigenza di professionalizzazione più ampia, capace di rispondere alle sollecitazioni della società contemporanea, fornendo validi strumenti di ragionamento volti alla risoluzione di conflitti ed allo sviluppo di capacità di problem solving, competenze fondamentali non solo nella ricerca ma anche nei settori economici e produttivi.
in progetti di miglioramento qualitativo. Il percorso didattico si sviluppa in bimestri ed è composto da lezioni in videoconferenza, in vari incontri settimanali. La frequenza è obbligatoria per gli studenti partecipanti e avviene tramite la piattaforma informatica dell’Ateneo. Per completare validamente il percorso, lo studente è tenuto a partecipare al 100% degli incontri. Al fine di agevolare la frequenza, tutte le lezioni sono registrate e rese disponibili nella piattaforma informatica ad esclusivo beneficio degli studenti iscritti al Percorso Eccellenza. In caso di assenza dalla lezione erogata in videoconferenza in modalità sincrona, lo studente può assolvere all’obbligo frequentando la medesima lezione in modalità asincrona. Lo scopo è quello di consolidare lo studio dei concetti affrontati durante le lezioni in videoconferenza riascoltando le lezioni registrate e consultando tutti i materiali didattici. Nell’ambito del percorso lo studente è chiamato a sostenere prove intermedie o ‘esoneri’ il cui accesso è subordinato alla verifica della frequenza (sincrona o asincrona) delle lezioni precedenti. Matteo Paolucci
Restando sempre in materia di nuove frontiere degli studi filosofici e delle contaminazioni interdisciplinari presenti nel panorama della ricerca contemporanea, il Corso di Studi Magistrale in Scienze Filosofiche Applicate mira a radicare e strutturare la preparazione specifica negli ambiti applicativi della filosofia all’interno di questo scenario interdisciplinare, con particolare riferimento all’interazione oggi esistente tra filosofia, psicologia e neuroscienze. L’elemento essenziale che caratterizza il Corso di studi Magistrale risiede nella capacità di sfruttare pienamente le nuove prospettive e sbocchi professionali che il mercato del lavoro richiede, nell’ambito della comunicazione, sia aziendale che pubblica, del giornalismo, della divulgazione culturale, del marketing, delle risorse umane e nel campo della bioetica, Computer Ethics ed etica dell’Intelligenza Artificiale. Al fine di arricchire l’offerta formativa dei Corsi di studio triennale e magistrale descritti, l’Università Niccolò Cusano prevede l’erogazione di Percorsi Eccellenza, metodologia didattica finalizzata a consentire la realizzazione di attività formative integrative inserite
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Una medicina ad personam, dalla
Fondazione Università Niccolò Cusano
arriva una importante scoperta scientifica
Dopo uno studio di circa 4 anni sulle cellule cardiache, che ha portato ad uno straordinario risultato scientifico e ad una pubblicazione sulla prestigiosa rivista di settore Scientific Reports (gruppo Nature), la Fondazione Università Niccolò Cusano, in questo 2022, dà il suo contributo alla ricerca scientifica con un approccio innovativo che potrebbe rivoluzionarla, puntando su una medicina personalizzata che tratta direttamente le cellule del paziente. Questo lavoro introduce una nuova modalità di approccio allo studio personalizzato dei pazienti con malattie cardiache aritmiche su base genetica, rendendo disponibile un modello di cuore senza aver dovuto eseguire biopsie cardiache: considerato che le cellule cardiomiocitiche così riprogrammate contengono l’assetto genetico del soggetto da cui sono state ottenute, esse rappresentano un modello altamente rappresentativo utile per testare nuovi interventi terapeutici. Si aprono così le porte alla possibilità di studiare gli effetti di farmaci o di sostanze in modo diretto su un dato soggetto. Lo studio non è più statistico ma diretto del paziente. Questo è il cuore della scoperta scientifica. “Parliamo di una medicina personalizzata - commenta la Dott.ssa Leila Salehi – che ci vede in grado di riprodurre in laboratorio cardiomiociti (cellule cardiache) partendo da un prelievo del sangue”.
“La rapidità con cui sono stati dati questi finanziamenti e la prontezza ad investire in attrezzature modernissime – da parte dell’Unicusano - hanno fatto davvero la differenza, insieme chiaramente alla collaborazione di uno straordinario gruppo di lavoro”, ha aggiunto la Dott.ssa Salehi. Questo approccio sperimentale può essere applicato a diverse tipologie di progetti scientifici: dai test farmacologici di cardiotossicità ai test di sensibilità elettrofisiologica di un paziente specifico a diversi trattamenti (ormonale, stress ipossico etc.); dallo studio di cardiomiociti di persone affette da specifiche mutazioni genetiche con finalità diagnostiche e terapeutiche, alla creazione di una banca di cellule pluripotenti paziente-specifiche per collaborazioni con case farmaceutiche. La Fondazione Università Niccolò Cusano è attiva nella Ricerca medico-scientifica, nello specifico nei campi della Genetica, della Biologia Molecolare e della Biologia Cellulare e svolge l’attività di Ricerca nei laboratori all’interno del campus Unicusano.
Michela Crisci
Un metodo scientifico messo a punto grazie all’Università Niccolò Cusano che finanzia la Fondazione con moderne attrezzature. “Questo risultato è stato possibile grazie ad un network di ricercatori e alle moderne attrezzature impiegate dalla Fondazione Università Niccolò Cusano, ai suoi biologi e medici e alla partecipazione del Prof. Leonardo Calò, Direttore UOC di Cardiologia del Policlinico Casilino di Roma. È così che si è riusciti a produrre una pubblicazione scientifica così importante”. L’Università Niccolò Cusano, da diversi anni, supporta e finanzia la ricerca scientifica della Fondazione perché ne condivide i valori e la mission: senza ricerca, non esistono cure.
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Il Centro Universitario per la Clinica e la Ricerca in Psicologia dell’Università Niccolò Cusano Il Centro Universitario per la Clinica e la Ricerca in Psicologia (CUCR) dell’Università Niccolò Cusano è affiliato alla Facoltà di Psicologia e si trova all’interno del campus universitario. Il CUCR ha nella sua mission quella di integrare le aree cliniche e di ricerca con quelle legate alla didattica, prevedendo il coinvolgimento di enti di ricerca e di professionisti esterni nella prospettiva della promozione di progetti di ricerca in collaborazione. Il Centro è organizzato in una serie di servizi con l’idea di conciliare l’attività clinica e quella di ricerca, oltre che tutti gli aspetti formativi di un centro universitario.
UN SERVIZIO DEDICATO AGLI ADULTI 22
Uno dei servizi proposti si occupa di neuropsicologia applicata L’attività è volta allo studio dei processi cognitivoaffettivi in persone con sindromi neurologiche e in individui sani. Vengono effettuati studi sui processi di memoria episodica, di memoria prospettica e delle funzioni esecutive attraverso l’applicazione dei metodi propri della neuropsicologia. Sono parte integrante dell’attività le ricerche sulle basi neurobiologiche dei disturbi cognitivi ed emotivo-comportamentali e gli interventi di riabilitazione nelle persone con malattia di Parkinson e in persone con esiti di gravi cerebrolesioni acquisite. Un altro settore del centro si occupa dello studio delle funzioni neurocognitive e sensoriali, focalizzato sull’identificazione delle principali attività neurali che predicono la prestazione comportamentale nei compiti di presa di decisione percettiva. Inoltre, vengono studiati gli effetti dell’ipnosi e della suggestione ipnotica sull’elaborazione sensoriale (es. ipoestesia) e sulle funzioni esecutive (es. gestione del conflitto cognitivo nella presa di decisione). Infine, vengono analizzate le tecniche di neurostimolazione (tDCS) per la cessazione delle dipendenze e il potenziamento di abilità cognitive (es. controllo inibitorio) e motorie. Infine, un settore si occupa dei Disturbi Psicopatologici in età Adolescenziale e Adulta: l’attività svolta si concentra su tre quadri clinici quali i Disturbi di Personalità, in particolare il Disturbo Borderline di personalità, attraverso la costruzione di protocolli di indagine diagnostica che possano ampliare la conoscenza delle dinamiche cognitive oltre che intrapsichiche del disturbo, per poter strutturare interventi sempre più efficaci; Gioco d’azzardo patologico, filone che vuole indagare sui precursori e i fattori di rischio già a partire dall’adolescenza; Disturbi del Comportamento Alimentare, attraverso ricerche che coinvolgano la popolazione adolescenziale e dei giovani adulti, utilizzando metodiche di indagine
diagnostica, che potrebbero portare a nuove conoscenze relativamente al trattamento di tali disturbi e ad una loro prevenzione sia primaria che secondaria.
Un’intera area di ricerca del CUCR si dedica all’età evolutiva Una delle principali aree di studio e ricerca riguarda i disturbi dello spettro autistico (ASD): l’attività di ricerca si propone, in termini generali, di coniugare i diversi aspetti legati alla diagnosi, alla terapia e alla presa in carico dei bambini e adolescenti con ASD e delle loro famiglie attraverso l’attivazione di percorsi specifici. Rientrano in questo filone gli studi sull’applicazione della Lego ® therapy per bambini con ASD e Disturbi dell’Età Evolutiva; lo studio delle caratteristiche comunicative linguistiche e di apprendimento nei bambini e adolescenti ASD; lo studio di Teoria della Mente, Competenze Pragmatiche, caratteristiche Empatiche e di Sistematizzazione in preadolescenti e adolescenti ASD e con Disturbo del Comportamento; la creazione di un Modello di Terapia a Distanza per i bambini con ASD (TAD-ASD).
Non dimentichiamo la didattica e la formazione Le attività del CUCR permettono di attivare progetti di formazione degli studenti e dei neolaureati con seminari sulla diagnosi, sulla valutazione e sull’intervento. È possibile, inoltre, l’inserimento dei tirocinanti del Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche psicologiche (L-24) e del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia (LM-51). Nella sempre viva ottica di condividere conoscenze e scoperte, il CUCR è portatore e organizzatore di Seminari professionalizzanti per educatori su intervento a scuola e in ambito domiciliare e giornate per la ricerca e la clinica per specialisti e figure professionali altamente specializzate.
Prof.ssa Nicoletta Vegni Prof.ssa Caterina D’Ardia
Un’attenzione particolare viene rivolta ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). L’attività di ricerca si propone di approfondire gli indicatori precoci dei DSA e la prevenzione; lo studio della comorbidità tra DSA e le conseguenze psicopatologiche in preadolescenza e adolescenza; la creazione di un Modello di Terapia e Valutazione standardizzata a distanza; infine, lo sviluppo delle competenze strumentali dell’apprendimento nei bambini con disabilità intellettiva. Tra le attività di questo settore si evidenziano: servizio di consulenza per i DSA finalizzato alla diagnosi a bambini, adolescenti e adulti con difficoltà di apprendimento; attività di tutoraggio e riabilitazione; attività di sostegno ai genitori e consulenza legale sulle pratiche per indennità di frequenza; attività di supporto alle insegnanti di ragazzi con DSA.
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Laboratori di
Pedagogia Speciale:
un’occasione irrinunciabile per riscoprire la propria professione, ripartendo da se stessi Dall’A.A. 2019/20 (vedi nota MIUR del 05/05/2018 – prot. 24814), ai fini dell’accesso ai posti di Educatore dei Servizi Educativi per l’Infanzia, la laurea triennale nella classe L-19 - Scienze dell’Educazione e della Formazione deve soddisfare, ai sensi dell’allegato B del DM 378/2018, il requisito relativo all’inserimento di Laboratori, nel percorso disciplinare PED03. Nascono così i Laboratori di Pedagogia Speciale Curriculum Infanzia. Lo scopo è lo sviluppo di competenze tecniche relative all’infanzia, approfondendo aspetti teorici e pratici, concernenti le attività che ne caratterizzano i servizi, e fornendo strumenti pratici per interagire non solo con i bambini, ma anche con l’équipe educativa, con la famiglia e con i servizi di rete. In questi due anni i Laboratori di Pedagogia Speciale sono diventati un momento privilegiato di incontro con e fra gli studenti, fornendo uno spazio in cui l’apprendimento avviene tramite l’esperienza ed il cui scopo è quello di facilitare l’espressione delle emozioni e delle proprie percezioni, attraverso il linguaggio verbale e non verbale e permettendo lo sviluppo della riflessione creativa di ogni individuo. Il percorso è progettato per sviluppare competenze pratiche nell’osservazione dei bambini, nella progettazione degli interventi educativi e nella loro valutazione attraverso una metodologia specifica certificata dal Laboratorio di Neuroscienze Educative Heracle dell’Università Niccolò Cusano. Si riscopre se stessi, e si migliora la presa di coscienza relativa all’importanza del percorso didattico ed alla propria professionalità, nonché all’ascolto
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dei propri sentimenti e bisogni per mezzo del contatto con diversi temi e spunti di riflessione. Dal punto di vista metodologico, il laboratorio impiega tecniche, giochi ed esercizi che consentono ai partecipanti di calarsi fino in fondo nelle situazioni che vengono proposte, permettendo di immedesimarsi e di mettere in gioco le proprie esperienze personali e la propria emotività. Si creano, così, le condizioni per imparare dalle interazioni e dagli eventi della dinamica di gruppo, che è il terreno su cui maturano le occasioni di apprendimento più importanti.
Cercare le risposte ai propri dubbi, utilizzando tutte le esperienze vissute, è un lavoro impegnativo e spesso faticoso. Ma per apprendere in modo significativo (caposaldo della Teoria di Ausbel), gli studenti devono poter collegare le nuove informazioni a concetti e proposizioni rilevanti già posseduti. Solo allora la comprensione avviene mediante elaborazione del significato, attribuendo all’apprendimento un contenuto psicologico ed emotivo personale. È un’attività realizzabile se si è disposti a mettere in discussione le proprie certezze così come la propria storia personale, correndo
fino in fondo il rischio dell’incontro, della relazione e del confronto con il docente. Attraverso la fiducia reciproca, lo scambio e vivendo con pienezza le dimensioni emotive e dell’ascolto di se stessi e degli altri, si crea un clima capace di stimolare l’interesse generale e favorire l’espressione di tutti i punti di vista, in cui il docente è un mediatore e lo studente il reale costruttore della propria formazione. Nel corso delle attività di laboratorio gli allievi si divertono, riscoprono l’importanza delle relazioni e della condivisione come vie favorite per la conoscenza e l’ancoraggio delle informazioni. Utilizzano linguaggi inconsueti - come il collage emotivo, il disegno, la mimica, l’uso della semantica evocativa, l’espressione teatrale - e spesso trovano il modo di esprimere idee nuove e di offrire contributi originali al lavoro del gruppo anche con una rapida suggestione analogica. I giochi di simulazione, di immedesimazione e di ruolo offrono altrettante opportunità di riflessione e di valutazione critica
delle dinamiche di relazione, di sperimentazione emozionale e di presa in esame di problemi, attraverso l’osservazione da punti di vista diversificati. Vivendo il laboratorio, diventa inevitabile coltivare la dimensione della vita del gruppo e dell’educazione alla convivenza, alla tolleranza e alla cooperazione, comprendendo l’importanza della guida psicoeducativa anche nel contesto lavorativo, per rielaborare le esperienze più complesse. Le occasioni di crescita e di formazione offerte dal laboratorio sono quindi molteplici: gli studenti effettuano un percorso esperienziale durante il quale rinunciano a molte delle protezioni abitualmente in uso; si misurano più apertamente con le loro capacità e con i loro limiti; sottopongono a verifica le loro convinzioni; imparano che non bisogna dare mai niente per acquisito, impegnandosi a cercare motivazioni e significati condivisi alle proposte di metodo ed alle scelte di merito e di valore. Le competenze apprese durante il laboratorio non sono facilmente valutabili e, soprattutto, non lo sono immediatamente, in quanto si tratta di abilità esistenziali, relazionali e comunicative che possono prescindere dalle nozioni e dalle informazioni in più che si sono eventualmente apprese. Viene chiesto allora ai partecipanti di sviluppare un Project Work ‘guidato’, con lo scopo non solo di riflettere sulle capacità di progettazione di proposte educative ma anche di rivelare le proprie aspirazioni, doti e qualità. Nelle varie edizioni sono nati così interessantissimi progetti, realizzati dai nostri studenti, che hanno preso forma nella quotidianità, ampliando le offerte formative dei servizi e riscontrando attenzione sociale. Alcuni di questi si sono evoluti anche in progetti di tesi, con approfondimenti scientifici importanti. Il carattere così impegnativo di un’esperienza di laboratorio, per la buona riuscita delle attività, necessita di attenzione alla preparazione del ‘terreno’. Il laboratorio, infatti, investe fin dal primo momento chi vi prende parte della responsabilità di gestirlo, non solo perché si propone di sollecitare, oltre alla sfera cognitiva,
soprattutto quella emotiva, ma anche per le conseguenze pratiche di una scelta del genere sui comportamenti concreti dei partecipanti. È importante costruire il laboratorio a misura del gruppo a cui è rivolto, tenendo conto che saranno gli studenti a reinterpretare le attività programmate, vissute dai gruppi in modalità profondamente differenziata, e a cambiare sensibilmente i ‘significati’ e gli ‘apprendimenti’ che vengono associati alle stesse attività. I laboratorio sono quindi un’esperienza irrinunciabile per chi desidera scoprire nuove strade e porre le basi per un salto di qualità nel modo di vivere la propria professione, rendendola un’avventura nella quale immergersi consapevolmente con tutto se stesso. In attesa d’incontrarvi in aula, vi lascio come spunto di riflessione una frase di Søren Kierkegaard: “Osare è perdere momentaneamente l’equilibrio. Non osare è perdersi.”
Prof.ssa Stefania Morsanuto
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Laboratori di attività pratiche del corso di laurea in L’obiettivo del corso di laurea in Scienze Motorie (Classe L-22) è quello di formare la figura professionale del ‘chinesiologo di base’ introdotta dal DM 28 febbraio 2021. Come indicato dal decreto, l’attività professionale del chinesiologo di base ha per oggetto “la conduzione, gestione e valutazione di attività motorie individuali e di gruppo a carattere compensativo, educativo, ludico-ricreativo e sportivo” per il miglioramento della qualità di vita, nonché il “personal training” e la “preparazione atletica non agonistica”. Questa figura professionale deve quindi possedere le conoscenze relative agli aspetti fisiologici, biologici e biochimici che costituiscono i pilastri dell’esercizio fisico e anche le conoscenze relative agli aspetti psico-pedagogico, sociale e giuridico dell’educazione motoria. Importanti sono inoltre le competenze per progettare, condurre e valutare le attività motorie, sia individuali che di gruppo, nei diversi contesti sociali, con particolare attenzione al benessere psico-fisico ed in funzione del genere, dell’età e della condizione fisica dei destinatari. Lo scopo è quindi quello di fornire ai futuri operatori del movimento
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Scienze Motorie
e dello sport gli ‘attrezzi del mestiere’ ovvero le conoscenze e le competenze disciplinari di base necessarie a proporre interventi didattici riconducibili alle attività motorie e sportive. Al fine di raggiungere tale obiettivo risulta evidente l’importanza di una costante interazione tra teoria e prassi. Sono proprio i legami e l’interdipendenza tra teoria e pratica (progettare, condurre, valutare) a caratterizzare le discipline motorie e sportive, i contenuti e i metodi didattici, in funzione delle competenze che lo studente dovrà dimostrare di aver acquisito al termine del percorso di studi. L’obiettivo essenziale ed irrinunciabile per la formazione interdisciplinare del laureato in Scienze Motorie è il collegamento tra teoria e pratica: ogni problema pratico va studiato secondo una teoria, generando un processo circolare che si autoalimenta. In tal senso, le attività pratiche ed esercitative rivestono un ruolo rilevante nell’impianto di un corso di studio in quanto finalizzate a favorire la capacità di trasferimento delle conoscenze teoriche acquisite dallo studente durante il corso di studi nei diversi contesti lavorativi.
Il professionista delle scienze motorie, infatti, non deve soltanto conoscere in modo approfondito e aggiornato gli aspetti teorici della disciplina ed integrarli con i diversi saperi in forma interdisciplinare, ma deve anche possedere l’abilità del ‘saper fare’ attraverso la quale rendere concreta la ‘situazione didattica’, cioè realizzare la mediazione tra aspetti teorici e pratici. Per imparare ad insegnare, per andare sempre più a fondo nella propria professione occorre fare esercizio, provare sul campo e sperimentare. A tal proposito il corso di laurea triennale in Scienze Motorie (L-22) dell’Università Niccolò Cusano erogato in modalità ‘prevalentemente a distanza’, offre agli studenti la possibilità di fondere i vantaggi di un percorso didattico in prevalenza telematico con la necessità di approfondimenti in presenza e di attività laboratoriali pratiche da svolgere all’interno del Campus al fine di attuare, il più possibile, un processo formativo universitario integrato, attraverso coerenti rapporti reciproci tra evidenze scientifiche-teoriche e buone pratiche. Nel corso delle lezioni laboratoriali e
delle esercitazioni pratiche, i docenti progettano e conducono interventi didattici orientati a sollecitare non solo l’apprendimento di nuove conoscenze ma soprattutto la sperimentazione applicativa finalizzata alla pratica motorio-sportiva attraverso un ampio repertorio di contenuti, modalità organizzative e stili d’insegnamento. In questo modo gli aspetti teorici vengono affrontati in forma pratico-laboratoriale consentendo allo studente di appropriarsi della conoscenza nel contesto del suo utilizzo. La didattica laboratoriale rappresenta quindi una proposta metodologica attraverso la quale vengono attivate non solo le conoscenze dichiarative e quindi ‘ciò che si sa’, ma anche le abilità e le competenze procedurali, quindi ‘il come si fa’, promuovendo lo sviluppo delle abilità e delle competenze motorie necessarie a svolgere le professioni nell’ambito motorio e sportivo. In questo contesto gli studenti potranno applicare le proprie conoscenze teoriche attraverso l’individuazione delle corrette tecniche motorie e sportive in funzione delle specificità di genere, età e condizione fisica, potranno pianificare e condurre programmi motori e sportivi a carattere ludicoricreativo, sportivo ed educativo, con gradualità e differenziazione dei carichi di lavoro a seconda del genere, dell’età e della condizione psico-fisica, potranno sperimentare i diversi stili di insegnamento e adattarli in funzione del contesto e della popolazione di riferimento. In conclusione, il laboratorio di attività pratiche di scienze motorie rappresenta uno spazio in cui l’apprendimento è un processo attivo caratterizzato da specifiche modalità di lavoro capaci di coniugare conoscenze e abilità in dimensione operativa.
Prof.ssa Laura Guidetti Prof.ssa Ludovica Cardinali
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Tecnologia, istruzione e crescita Un’economia tecnologicamente più sofisticata porta a una crescita economica più rapida. Nello stesso tempo, è riconosciuto il ruolo importante di una più elevata istruzione all’interno dei sistemi economici, in quanto questa permette non solo una maggiore abilità e capacità produttiva quanto anche una maggiore facoltà per i singoli di essere parte o diventare artefici di processi produttivi. Gli aspetti umani e sociali dell’incremento dell’istruzione sono, infine, assai chiari. Un secondo fattore molto importante è come le tecnologie riescano ad avere, esse stesse, un impatto sulla formazione degli studenti ed in questo senso come possano facilitare una migliore acquisizione delle competenze tecniche necessarie sul mercato del lavoro. Il ruolo quindi delle tecnologie nell’apprendimento diventa sempre più centrale oggi, non solo per l’emergenza COVID-19. È importante, quindi, esaminare da un lato la rilevanza del capitale umano nello sviluppo della società e dall’altro come sia possibile accrescere questo capitale nel tempo facendo uso di una diversificazione di strumenti avanzati per l’apprendimento.
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Il primo aspetto importante da dire, in questo contesto, è che esiste una forte variabilità nella capacità dei sistemi formativi, oggi, di fare ‘buona istruzione’. Una buona performance in campo educativo dovrebbe infatti permettere agli studenti di raggiungere i più elevati livelli professionali e dunque di potere realizzare i propri obbiettivi. Nello stesso modo l’istruzione dovrebbe garantire la piena realizzazione di sé. Questo o anche questo significa, in una università, ‘centralità dello studente’: l’istruzione diventa fondamentale nella vita dello studente, e l’aumento del capitale umano diventa l’obbiettivo chiave
per incrementare lo sviluppo della società. E questo è tanto più importante quante più opportunità di crescita vengono messe a disposizione delle studentesse e degli studenti. In questo senso il networking risulta essere assolutamente rilevante. Inserire la studentessa e lo studente in processi aziendali e professionali fa sì che ci sia una crescita diretta del loro capitale umano, esposto a stimoli diversi, creativi ed arricchenti e ulteriormente potenziato dal fatto che con la formazione anche a distanza le esperienze professionali e quelle accademiche vanno di pari passo. Il networking stesso può assumere forme molto diverse e agire sia all’interno dell’ambito accademico che all’esterno, in entrambi i casi portando ad una maturazione delle performances del singolo. In realtà la relazione tra tecnologia, istruzione e crescita può anche essere resa più complessa dal fatto che la stessa tecnologia entra in gioco nel miglioramento dei sistemi educativi permettendo nuove possibilità per l’istruzione. Un elevato capitale umano consente, infine, anche una maggiore estensione dell’imprenditorialità, soprattutto per quanto riguarda business innovativi. L’istruzione svolge un ruolo importante nello sviluppo degli affari e nella creazione di reti poiché ne migliora la resilienza e la capacità di evolvere. Per queste ragioni è così importante una formazione accademica di qualità come quella svolta nel nostro Ateneo, la quale
permetta allo studente di crescere potendo mettere ‘a sistema’ e ‘in rete’ il proprio talento e le proprie competenze. Nello stesso modo, ecco perché le tesi sono un momento cruciale di formazione in cui le competenze possono essere chiaramente mostrate ed accresciute nell’interrelazione sia con il docente che con il mondo aziendale e professionale. Il percorso che porta alla Laurea non è quindi mai un cammino che possa essere sottovalutato. Un docente che segua la candidata o il candidato, lo sproni, lo incoraggi a tirare fuori il meglio è già importante, diventa poi decisivo nel confronto, passo per passo, al fine di migliorare il suo lavoro - che si tratti di un capitolo di tesi, di un esperimento o dell’analisi dei dati, come nel caso tipicamente delle materie da me insegnate. Queste sono, allora, le testimonianze di miei tre recenti tesisti in Statistica che nell’ambito dell’economia e dell’innovazione si sono distinti: la dott.ssa Helena Biancuzzi, il dott. Nico Marziale ed il dott. Luca Moro. Le loro storie sono storie che raccontano come la nostra università possa essere un centro motore di innovazione e di come la Laurea presso l’università degli Studi Niccolò Cusano per loro abbia rappresentato un momento importante di crescita. Prof. Carlo Drago
Mi chiamo Helena Biancuzzi. Dopo la laurea magistrale in Giurisprudenza ottenuta presso l’Università degli Studi di Udine mi sono iscritta all’Università Niccolò Cusano, conseguendo nel mese di Ottobre 2021 la laurea magistrale in Scienze dell’economia. Sono stata assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine nel 2018, e dal 2019 sono membro attivo di IPAZIA, l’Osservatorio Scientifico sulla Ricerca di Genere. La mia passione per la ricerca e per l’ambito sanitario è stata una costante negli anni, ma l’esperienza che mi ha permesso di sviluppare i primi metodi di ricerca scientifica ed ottenere i primi risultati in campo di pubblicazioni nazionali ed internazionali è stata proprio l’assegno di ricerca, il cui obbiettivo era quello di stimolare lo sviluppo di processi co-produttivi in ambito sanitario per verificarne l’impatto in campo economico. Questo mi ha permesso di instaurare un tuttora vivo rapporto con l’IRCCS CRO – Centro di riferimento oncologico di Aviano (PN). Presso lo stesso istituto, sono project manager di due dei progetti vincenti il grant europeo DigitalHealthEurope, un programma internazionale che punta alla diffusione di soluzioni digitali per l’assistenza integrata centrata sulla persona. Successivamente, l’interesse per le scienze economiche mi ha spinto ad iscrivermi all’Università Niccolò Cusano e all’inizio del 2021 ho chiesto al Prof. Carlo Drago – un docente costantemente presente, competente e disponibile, figura d’incoraggiamento e di forte stimolo lavorativo - di poter essere relatore della mia tesi in statistica economica, risultato di tutto il percorso fin qui descritto. L’idea è stata, partendo da una revisione sistematica della letteratura, quella di andare ad individuare gli strumenti statistici utilizzati nell’ehealth per la misurazione delle performance. Va sottolineato che l’e-health, seppur fenomeno di nascita recente, è un ambito in forte crescita, che ha inoltre subito una grande accelerazione con l’attuale
pandemia che ha reso necessario il distanziamento sociale. A causa delle sopravvenute necessità pratiche, delle spinte normative verso il digitale e delle evidenze scientifiche che fortemente sostengono questo approccio sanitario, l’e-health rappresenta ora in Italia la terza industria sanitaria, subito dopo farmaci e dispositivi medici. Questo fa emergere quanto il fenomeno sia rilevante e come sia importante monitorarne i costi e le performance. Ed è questo che ci ha spinto a capire quali siano i metodi più efficaci per la misurazione delle performance, facendo luce su un panorama in realtà in fase ancora embrionale. I contributi individuati sono stati 17, tutti concordi sull’utilizzo dei QALY come metodo di misurazione, escluso uno che indica invece i DALY. Dato però il numero contenuto di contributi intercettati, non è possibile per ora delineare delle evidenze statisticamente robuste. Non risulta emergere un chiaro legame tra patologia
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curata, strumento di telemedicina utilizzato e metodo di misurazione delle performance proposto. Inoltre, viste le pubblicazioni solo in campo medico, sicuramente c’è necessità di estendere lo studio anche in ambito statistico e manageriale. Si è capito quindi che, nonostante la ormai capillare diffusione del fenomeno, la sua valutazione è ancora allo stato iniziale e quindi risultano essenziali approfondimenti di tipo multidisciplinare. Nonostante gli indiscussi impatti negativi a livello sanitario, sociale ed economico che il Covid-19 ha portato con sé, è bello poter affermare che è riuscito sicuramente a dar vita ad un circolo virtuoso come quello della telemedicina, che oltre a ridurre i costi di gestione aumenta la qualità di vita dei pazienti, diminuisce spesso i tempi di ospedalizzazione, rende più diffusa e capillare l’assistenza sanitaria, riduce l’impatto ambientale e ha dato la spinta verso la tanto necessaria innovazione di un sistema sanitario che, seppur in affanno, si dimostra capace di stare al passo con i tempi. Questo però è stato solo il principio di un progetto ampio, che mi vede impegnata assieme ad un gruppo di ricerca nell’approfondimento e nell’applicazione pratica di questi risultati a casi pratici in ambito sanitario. È già stato tra l’altro prodotto un paper che è ora al vaglio di una nota rivista nazionale.
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Ringrazio quindi l’università e i docenti che mi hanno permesso di approfondire quello che è il mondo dell’accademia, in particolare il Professor Carlo Drago che mi ha sostenuto e stimolato sempre con entusiasmo, ed è anche a lui che devo i miei successi. Helena Biancuzzi
Luca Moro, mi sono diplomato presso l’Istituto Tecnico Industriale indirizzo informatico, proseguo gli studi iscrivendomi al corso di Laurea in Ingegneria Informatica ed Automatica presso La Sapienza. Durante il periodo universitario vengo contattato da un’azienda di informatica per fare uno stage parallelo allo studio. Finito lo stage mi viene fatta una proposta di lavoro che accetto volentieri, penso di riuscire a studiare e lavorare al contempo ma non è possibile. Abbandono gli studi presso La Sapienza e mi trasferisco presso l’Unicusano che grazie alla sua piattaforma e-learning mi permette di lavorare e studiare. Nel momento in cui devo scegliere l’argomento di tesi sono abbastanza indeciso. È il Professor Carlo Drago che riesce a trovare la perfetta unione tra le mie competenze informatiche ed economiche, e mi propone di svolgere una tesi che abbraccia Data science, Informatica ed Economia. Da qui nasce il progetto di tesi che consiste nell’utilizzare il machine learning per svolgere l’analisi tecnica dei mercati finanziari e automatizzare le operazioni di mercato tramite intelligenti algoritmi di trading. In primo luogo sono state studiate le serie storiche che rappresentano le informazioni base da cui dover partire per l’analisi. Per effettuare l’analisi delle serie storiche sono state utilizzate alcune librerie
Python come statsmodel per calcolare una Media Mobile Semplice (SMA) o una Media Mobile Ponderata Esponenziale (EWM). Successivamente siamo passati allo studio e all’analisi di serie storiche con modelli a Media Mobile Autoregressivo Integrato (ARIMA), modelli utilizzati principalmente quando, in alcuni casi, i dati mostrano evidenza di non stazionarietà. Lo studio ha portato alla conclusione che questo modello predittivo non è adatto alle serie temporali di carattere finanziario utili per la predizione dell’andamento del valore azionario, e siamo quindi passati allo studio e all’utilizzo delle reti neurali LSTM. Utilizzare i modelli long short-term memory, cioè una rete neurale con memoria a lungo-breve termine progettata per modellare le sequenze temporali e le loro dipendenze a lungo raggio, ci ha permesso di ottenere dati molto accurati con risultati di previsione davvero soddisfacenti. Per i test sono stati presi ed analizzati i dataset di S&P 500 scegliendo la Apple come caso di studio; l’obiettivo è stato quello di prevedere il prezzo azionario dell’azienda nel futuro prossimo. La rete neurale è stata addestrata utilizzando i dati dell’intera serie storica del valore azionario di Apple contenente i dati degli anni precedenti. Terminata
la
parte
di
analisi
finanziaria con il Machine Learning, l’idea è stata quella di utilizzare i risultati di previsione ottenuti dalle reti neurali LSTM come segnali per acquistare o vendere in un mercato azionario e non nel classico modo (cioè utilizzando una piattaforma di trading), ma scrivendo algoritmi in Python che riuscissero ad aprire a chiudere posizioni in modo del tutto automatizzato, seguendo i segnali di previsione. Il caso di studio nello specifico è stato quello di seguire una strategia di pairs trading: questa si presenta per definizione una strategia di trading di un mercato neutrale che abbina una posizione long (acquisto) ad una posizione short (vendita) in una coppia di stumenti finanziari altamente correlati, per esempio due titoli azionari, due fondi quotati (ETF), due valute, merci o opzioni. Per individuare quali coppie potessero fare al caso nostro abbiamo utilizzato tecniche di Machine Learning: una volta individuata la coppia, l’obiettivo finale è stato quello di riuscire a trarre profitto grazie ad un algoritmo di negoziazione da noi elaborato il cui codice è l’implementazione della strategia del pairs trading. Ho sintetizzato in questo articolo quanto fatto, ma c’è molto di più dietro all’elaborato proposto e portato avanti insieme al Prof. Carlo Drago. Lo ringrazio nuovamente per avermi dato la possibilità di aumentare le mie conoscenze, scoprire il data science e avermi fatto appassionare ancora di più ai mercati finanziari che continuo a studiare e sui quali faccio pratica attraverso il trading. Luca Moro
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Ho conosciuto il professor Drago durante i miei studi presso la facoltà di Economia e Management e da subito si è instaurato un rapporto che mi ha portato all’elaborazione di una tesi sperimentale a partire dalla mia esperienza pregressa, consolidata nel mondo dell’Internet of things e delle bici connesse. Grazie al progetto MAT, realizzato da un team molto consistente del quale ero alla guida all’interno dell’azienda in cui lavoravo, ho avuto la possibilità, come project manager ed al contempo architetto software della soluzione, di conseguire un HONOREE al CES 2018 Innovation Awards nella categoria Vehicle Intelligence e Self-Driving Technology. Il progetto non aveva voluto soltanto combinare tecnologie note e tecnologie proprietarie (aziendali) in senso innovativo ma si era spinto oltre nel disegnare una nuova esperienza d’uso dove la tecnologia era il fattore abilitante.
Da qui è nata l’idea di realizzare un libretto digitale per veicoli elettrici attraverso il paradigma IoT e la tecnologia blockchain. La fase di analisi della soluzione e di design architetturale ha portato via diversi mesi di fitta interazione studenteprofessore, poi successivamente si è realizzato il codice sorgente per elettronica embedded, mobile application e software di backend.
punto di inizio del rapporto col professore che tutt’ora continua e sono sicuro continuerà anche nel futuro. In questo percorso sono stati fondamentali gli input, la cura e la costante presenza del professore che ringrazio di cuore. Nico Marziale
La tesi, di conseguenza, ha raccontato questo percorso e si è configurata come un vero e proprio
Nel corso degli anni di lavoro dalla fase di prototipazione a quella successiva al premio, il progetto fu dimostrato anche ai presidenti del consiglio Gentiloni e Conte. Raccogliendo questo background il professor Drago ha intravisto il potenziale per una tesi sperimentale che andasse nell’ottica di prodotto. Il nostro obiettivo, quindi, non è stato solo quello di raccontare la tecnologia e sperimentare su di essa ma di declinare la tecnologia all’interno di un nuovo prodotto che potesse essere successivamente industrializzato e portato su mercato.
V ELLU TATO R OBU S TO DEC AF FE I NATO D A O RA AN C HE I N C A P S ULE
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S E GUI CI U SEGUIC I SSU
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Torna a Roma, dopo due anni, l’innovazione. Si è svolta tra l’8 e il 10 Ottobre la Maker Faire 2021The European Edition e, come nelle scorse edizioni, l’Unicusano ha partecipato presentando le principali attività dei suoi laboratori di ingegneria.
Il DRONELAB UNICUSANO alla Maker Faire 2021 The European Edition I progetti del laboratorio di ingegneria presentati alla fiera dell’innovazione
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Diverse le linee di ricerca presentate e che vanno a coprire tutti i settori dell’ingegneria. Ad esempio, tra i diversi progetti del DroneLab - laboratorio di droni dell’Università - citiamo un sistema di vettorizzazione della spinta ovvero una particolare geometria che consente di manovrare un drone di piccole dimensioni senza la necessità di modificare la velocità di rotazione dei motori ma semplicemente inclinando il disco rotorico; l’obiettivo finale è quello di realizzare un drone per il volo indoor. Un’ulteriore applicazione dei droni in via di sviluppo riguarda la diagnostica di strutture, che attualmente viene effettuata da operatori che si trovano a svolgere il loro lavoro in condizioni molto pericolose. L’idea è quindi di sviluppare un sensore, da applicare alla fotocamera del drone, in grado di prendere le misure necessarie; in questo modo sarà poi il drone ad eseguire la ricognizione con evidenti riduzioni di tempi, costi e soprattutto rischi per gli operatori. Molto interessante risulta anche quello che è stato chiamato tendine meccanico. Il tendine meccanico è un filo realizzato in lega metallica. Nel dettaglio, si tratta di una particolare combinazione di Nichel e Titanio che dona al materiale delle peculiari caratteristiche, la più sorprendente è la cosiddetta memoria di forma. Questa caratteristica permette al filo di essere deformato a piacimento a temperatura ambiente, una volta però riscaldato ad una temperatura di circa 80°C esso, attraverso la trasformazione della propria struttura cristallina, è in grado di recuperare la geometria originale esercitando una forza di richiamo su tutto ciò a cui è collegato. Per avere un’idea delle capacità di un tale dispositivo si pensi che un filo dal diametro inferiore a mezzo millimetro (430 µm) è in grado di richiamare a sé circa 1 kg. Per questo motivo viene utilizzato in ambito di ricerca come attuatore. Oltre a queste linee di ricerca la Maker Faire 2021 è stata anche la sede per la presentazione italiana del drone Beluga, frutto di una
collaborazione tra Unicusano ed Eurolink System. Questo drone, fortemente innovativo, nasce con l’intento di salvare vite umane. In che modo? L’idea è di sfruttare le sue caratteristiche di efficienza, velocità e controllo in sicurezza per il trasporto di farmaci salvavita, sacche di sangue per le trasfusioni e altri emoderivati. Con il vantaggio, soprattutto nelle grandi città, di evitare ingorghi e altri ostacoli dimezzando così i tempi di consegna. Il Beluga presenta un carico di 4 sacche di sangue, una velocità di oltre 100 km/h e un’autonomia di 50 km in modo da garantire il successo della missione anche nelle situazioni più complesse. Per il prototipo Beluga il Dronelab ha messo a punto le eliche. “Eliche silenziosissime – precisa il prof. Pagliaroli – perché il trasporto deve avvenire in città, nelle aree urbane. La silenziosità dei droni è uno dei modi per far accettare alla popolazione che questi droni vengano a popolare i nostri cieli senza esserne infastiditi”. Questa peculiarità si va ad inserire in un contesto innovativo: sappiamo infatti che l’Europa sta spingendo molto per la creazione di uno “spazio aereo urbano” riservato ai droni. Questi velivoli si troveranno quindi a svolgere tutta una serie di funzioni, tra cui appunto il trasporto di sangue, e la nostra università sta giocando d’anticipo su quello che sarà il futuro sia a livello scientifico che industriale. La collaborazione tra Unicusano ed Eurolink System, ma anche quelle con gli altri centri di ricerca
e/o aziende, ci inorgoglisce molto e ci permette di capire quanto la nostra Università possa diventare un punto di riferimento in ambito ricerca negli anni a venire. Le numerose partnership consentono inoltre ai nostri studenti di avere un grosso aiuto nel momento in cui si trovano ad affacciarsi nel mondo del lavoro. Paolo Candeloro Prof. Tiziano Pagliaroli
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PAROLE D’AMORE -
- PAROLE D’AMORE
Televisione e Internet: la nuova frontiera della comunicazione Il sistema mediatico è attraversato da profondi cambiamenti, ancor più dopo aver imboccato la strada della digitalizzazione. Un processo che si manifesta continuamente intorno a noi ma che rimane, per alcuni aspetti e specialmente per l’utenza finale, ancora sconosciuto nella portata e nelle direzioni che intende intraprendere. Tali cambiamenti hanno inevitabilmente delle implicazioni sociologiche che influenzano la quotidianità comunicativa di ognuno di noi, ma soprattutto, cosa più importante, causano profondi cambiamenti del ruolo dell’utenza, che diventa protagonista attiva, abbandonando quella passività acritica e inconsapevole che l’ha caratterizzata per anni. Questa nuova età mediatica è riscontrabile nel connubio della televisione con Internet con la nascita delle Smart tv.
SC A R I C A LA N O STR A A P P IC E GU ARD A CU S AN O I TA L IA T V O VUN Q UE T U S IA ! SA ITA LIA TV TU SIA
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La Rete, nel tempo, è diventata strumento quotidiano nelle mani di un’utenza sempre più alfabetizzata e fidelizzata, baluardo di quel processo democratizzante ma anche sociale come dimostrato dai social network, veri e propri catalizzatori di condivisione e relazione. Per quanto riguarda la televisione occorre puntualizzare che il suo avvento, nel secolo scorso, ha meravigliato tutto il mondo per lo straordinario potere di abolire le distanze e i tempi, riunendo gli utenti in immense comunità transnazionali, ma, ancora oggi, riesce a sorprenderci per la sua capacità di viaggiare liberamente fra i media e offrire la sua presenza al pubblico in forme, in parte o del tutto, nuove. Un’unione tra questi due mondi, quello della Rete e quello della televisione, generatrice di nuove esperienze comunicative che, grazie alle nuove possibilità che offre, coinvolge l’utente del nuovo millennio con la stessa intensità con cui la tv del passato attirava il suo pubblico.
Una nuova concezione del mezzo che mitiga e rinegozia i confini tra i media e i loro contenuti tipici e lascia intravedere come tutto il sistema, che ci ha intrattenuto e informato fino ad oggi, mostri segni di cedimento e debba essere analizzato in una prospettiva di più ampio respiro. Tuttavia la trasformazione più radicale consiste, per la televisione, nella perdita del suo status di medium di massa, di elargitrice di contenuti diffusi dall’alto verso il basso secondo modalità industriali, per approdare finalmente nel territorio di quella che potremmo definire democrazia mediale, o meglio, ‘democratizzazione mediale’. Infatti oggi ci troviamo di fronte ad un processo sotteso a dinamiche di causa-effetto che, almeno allo stato attuale, appare lontano dal suo compimento, evidenziando tutti i risultati raggiunti ma, al tempo stesso, anche tutte le potenzialità inespresse, che però possiede e che possono diventare realtà in un futuro prossimo. La tv vede ridimensionata la sua sacralità di pulpito postmoderno, portatore di verità mediatiche assolute e incontrovertibili e al contempo si umanizza, assume le caratteristiche di mezzo di comunicazione al servizio di chiunque voglia usarlo solo perché, in un dato momento e in un dato luogo, ha semplicemente qualcosa da vedere o da dire. Un’evoluzione che quindi muta profondamente il ruolo di quello che fino a poco tempo fa era un semplice consumatore, dando vita ad una nuova, complessa figura spettatoriale, che diventa
di conseguenza anche produttrice di contenuti: quella del prosumer. Essa rappresenta la definitiva emancipazione dell’utente dalla passività e la conseguente assunzione di una consapevolezza nuova e affascinante: l’identificarsi in un ruolo fortemente attivo in cui le vecchie classi mediatiche si livellano fino a formare una grande comunità, che racchiude in sé categorie prima separate da uno schermo. La stagione che stiamo vivendo rappresenta, nella sua unicità, una svolta epocale, un progresso senza precedenti che ha il sapore della conquista e dell’emancipazione da retaggi del passato. Per la prima volta nella storia della comunicazione la distanza che separava un tempo produttori di contenuti dai consumatori si riduce drasticamente fino ad annientarsi; quello che era un rapporto mediatico unilaterale tra un attore attivo e uno passivo diventa gradualmente, ma inesorabilmente, biunivoco e si arricchisce di significati, comunicativi e socioculturali, fino a poco tempo fa nemmeno contemplati. Marino D’Amore
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Unicusano:
la ‘terza missione’ dell’Ateneo si concretizza con il media network interno I media sono parte integrante della nostra società. L’avvento del web 2.0, dei social network, del prosumer (il consumatore che diventa a sua volta produttore di contenuti online) ha fatto sì che l’informazione provenisse ‘dal basso’ rendendola non soltanto concorrenziale ma anche potenzialmente pericolosa (fake news) e in grado di condizionare il modo di pensare e i nostri comportamenti. Oggi
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dovrebbe trovare spazio, nella nostra quotidianità e in quella dei nativi digitali, la media education, con lo scopo di fornire tutti gli strumenti utili a comprendere meglio le dinamiche e i messaggi veicolati dai mezzi di comunicazione, a rielaborarli autonomamente con un pensiero critico. La media education, infatti, si fonda sul saper dialogare con questa società in continua evoluzione. Ma come è possibile attuare uno
scambio costruttivo? L’Università Niccolò Cusano, ad esempio, si impegna in un ampio e articolato progetto di divulgazione culturale attraverso i propri media.
Unicusano, ‘terza missione’ e il dialogo con la società Si parla spesso di ‘terza missione’ delle Università italiane per sottolineare che gli Atenei devono porsi e raggiungere un nuovo fondamentale obiettivo, oltre quelli dell’eccellente formazione e della ricerca scientifica: dialogare con la società, che significa ascoltarla, renderla protagonista, formarla e informarla. Creare cultura. Creare pensiero. La Unicusano lo fa attraverso il proprio network di media integrati: dall’informazione giornaliera del quotidiano online Tag24 by Unicusano alla talk radio dell’Ateneo, Radio Cusano Campus, all’emittente nazionale Cusano Italia Tv. I media Unicusano offrono, da oltre 10 anni, un’informazione rigorosa e tempestiva, analizzano scenari, affrontano tematiche attuali e sono strutturati su contenuti verticali dedicati ad un pubblico eterogeneo. Una divulgazione culturale a 360 gradi che coinvolge esperti del settore, docenti e studenti dell’Ateneo, ospiti illustri e molto altro.
Media Network Unicusano: la triade dell’informazione TAG24 by Unicusano: è il quotidiano online dell’Ateneo Niccolò Cusano di Roma. Nato nel 2015 come organo di informazione e diffusione rivolto alla comunità accademica e non solo, negli anni ha saputo rafforzare la propria identità sul web entrando a far parte del network di Google News. Un progetto di comunicazione dalla doppia anima: da un lato, dare voce alle iniziative, ai progetti di Ricerca e ai volti della Cusano, dall’altro cavalcare i temi di attualità approfonditi nei programmi di Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV con la partecipazione di stimati ospiti. TAG24 by Unicusano offre al suo vasto pubblico di lettori aggiornamenti in tempo reale su argomenti di politica, economia, diritto, lavoro e formazione, sport, spettacolo, benessere e altro ancora. Radio Cusano Campus: la talk radio dell’Ateneo, affidata ad una
redazione di professionisti, racconta quotidianamente in diretta dalle 06.30 alle 21.00 l’attualità politica, economica e sociale del Paese con l’intervento dei professori della Cusano e di altri ospiti prestigiosi, sviscerando con un taglio giornalistico anche temi solitamente tralasciati dai media tradizionali e realizzando inchieste esclusive. Cusano Italia Tv: offre un palinsesto ricco di contenuti e dedito all’approfondimento politico, sociale, culturale, attraverso la collaborazione con giornalisti, professionisti di fama, editorialisti delle più importanti testate, docenti universitari dei più prestigiosi Atenei, personaggi dello sport e dello spettacolo, influencer e i maggiori esponenti politici. Tutte le app dell’Ateneo sono disponibili per iOS e Android. Non perderti le news del momento! Michela Crisci
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Mattina con noi,
l’aperitivo d’informazione e attualità di Cusano Italia TV Il mattino, in casa Cusano Italia TV, ha un solido punto di riferimento per i suoi affezionati. Ogni giorno, sul 264 del digitale terrestre va in onda il contenitore d’attualità e informazione dedicato a un’ampia platea di pubblico. Mattina con Noi è il format ideato per portare, con garbo e professionalità, l’informazione e l’attualità nelle case dei telespettatori. Con delicatezza, il programma si avvicina alla quotidianità delle persone offrendo loro la possibilità di ricevere informazione ed approfondimenti in un contesto familiare, un po’ come se fosse una chiacchierata fra amici, creando e rafforzando in ogni puntata quel rapporto, quasi magico, di fiducia ed affinità tra la platea e la TV.
Molto gradito è l’appuntamento con lo spazio economico del Prof. Claudio Miglio, commercialista e docente Unicusano di Economia aziendale, con il quale, insieme a Roberta Feliziani, si esaminano tutte le notizie di carattere economico. Con la presenza del professore, in collegamento, si evidenzia anche l’elevata qualità della trasmissione, potendo sfruttare le competenze e le conoscenze dei docenti dell’Ateneo. Nel programma sono spesso trattati argomenti legati alla sanità. In questo periodo segnato dal Covid-19 sono state affrontate anche le difficoltà psicologiche che la pandemia ha prodotto sulla popolazione, in particolar modo sono state esaminate le problematiche riscontrate negli adolescenti a causa dell’isolamento sociale.
Uno studio tutto in rosa Senza dubbio il rosa è il colore associato alla bellezza e alla dolcezza, e proprio di rosa si tinge lo studio di Mattina con Noi. A fare gli onori di casa si alternano molte bravissime conduttrici, ognuna delle quali porta in studio caratteristiche fondamentali per il successo della trasmissione, creando cosi un’alchimia perfetta di professionalità e competenza, con un tocco di leggiadria che rende il tutto impeccabile. Attualità, economia, salute, tanti i temi affrontati In ogni puntata sono proposti argomenti molto interessanti, discussi sempre con la sobrietà che la fascia oraria richiede. In molte occasioni, in base ai temi trattati, si ha il piacere di ospitare i docenti dell’Università Niccolò Cusano.
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Con molta attenzione è stato analizzato anche il problema legato alla condizione sociale delle donne che la pandemia ha accentuato. Questo ha permesso, con Anita Cadavin (Direttrice Istituto Studi Superiori sulla Donna) presente in studio con Annalisa Colavito, di esaminare un’importantissima ricerca che si riferisce all’impatto che la pandemia ha prodotto nel mondo del lavoro per le figure femminili. Tra le tematiche di attualità trattate non sono state di certo trascurate le più tecnologiche, come il fenomeno, sempre più diffuso, del cybercrimes. Durante la lunga maratona estiva, che ci ha permesso di avere come padrone di casa la coppia Debora Carletti e Giulia De Maio, abbiamo intrapreso un viaggio immersi nella natura in un allevamento di alpaca, alla scoperta di questi fantastici animali, imparando a conoscerli più da vicino e potendo ammirare anche molte delle loro caratteristiche. Con Daniele Gili, presidente Only Dogs
di Terni, siamo entrati nel fantastico mondo dell’agility dog, unendo cosi l’amore e la voglia di divertirci insieme ai nostri fedeli amici a quattro zampe. Le Rubriche Mattina con noi è anche un format ricco di rubriche. Come La Scienza dietro l’eccellenza con la quale, con Emanuela Valente e Stefano Cinti (Ricercatore presso l’Università Federico II), in ogni appuntamento si parte alla scoperta dei prodotti tipici Italiani, esaminando le proprietà e caratteristiche che li rendono unici e invidiati in tutto il mondo. L’ultima rubrica inserita, in ordine cronologico, prende il nome di Stato di Grazia, curata dalla giornalista Ida Di Grazia del quotidiano Leggo, spesso ospite nel pomeriggio di Radio Cusano Campus a Cosa succede in città, curata e condotta da Emanuela Valente. Con questa rubrica si dona alla trasmissione un tocco di spensieratezza, andando a esaminare insieme vari temi che spaziano dallo spettacolo alle ultime notizie, passando per il gossip e la televisione, il tutto con la stessa positività presente nelle parole di Ida Di Grazia nel primo appuntamento della rubrica: “Ci creiamo un mondo diverso, un mondo parallelo, uno stato di leggerezza in cui poterci divertire”. Il successo di Mattina con noi corre veloce, oltre che tra i suoi telespettatori, anche attraverso la rete. Da poco infatti il famosissimo blogsocial.tv, social di riferimento per il mondo della TV, ha definito il format di Cusano Italia TV come Talk d’informazione di livello. L’articolo pubblicato dal blog, con la foto della bravissima Annalisa Colavito nello studio di Mattina con noi, è un elogio al programma ed alla conduttrice, ma anche a tutti coloro che ogni giorno, con il loro lavoro, contribuiscono al successo della trasmissione. Un successo costruito giorno dopo giorno, puntata dopo puntata, con passione e dedizione, consapevoli che la miglior gratificazione è l’affetto e la fiducia dei telespettatori. A tutti voi, benvenuti, mettetevi comodi, siamo su Cusano Italia TV.
Gianni Truini
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Il ruolo dello speaker in una Radio universitaria, tra storia, network ed esperienze personali Partiamo da un assunto di base: io amo la Radio da quando ero adolescente, amo il microfono, amo parlare alla gente, amo trasmettere emozioni agli ascoltatori. Da ragazzo infatti ero solito studiare le materie del mio liceo e ripetere a voce alta simulando una sorta di trasmissione radiofonica tematica. Poi sono stato fortunato e questa mia grande passione è diventata il mio lavoro. In quasi 33 anni di carriera ho avuto l’opportunità di fare lo speaker e il giornalista in tante radio italiane: da Tirradio Network alla Rai, da RDS Radio Dimensione Suono a Ecoradio, passando per tante realtà locali come la mitica Radio Luna che fece parlare di sé soprattutto negli anni ‘70 e ‘80. Nel 2011 sono approdato in quelle che furono le prime avventure radiofoniche prodotte dall’Università Niccolò Cusano: Radio Manà Manà e Radio Manà Manà Sport. Due splendide realtà locali che l’8 settembre 2014 portarono alla nascita di Radio Cusano Campus. Rispetto alle altre mie tante esperienze passate, ricordo che mi approcciai a Radio Cusano Campus con un pizzico di ansia perché bisognava realizzare un prodotto che fosse accattivante ma al tempo stesso didattico. La mission era diventare il biglietto da visita dell’Ateneo che ha un nome importante come quello di Niccolò Cusano: cardinale, teologo, filosofo, umanista, giurista, matematico e astronomo tedesco. Uno dei primi sostenitori dell’umanesimo rinascimentale. Inoltre, come obiettivo ci venne chiesto di far sì che Radio Cusano Campus diventasse una ‘radio di potere’, una radio prestigiosa agli occhi,
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o per meglio dire alle orecchie, del mondo politico, economico, scientifico e accademico. All’epoca trasmettevamo in FM soltanto a Roma e nel Lazio, oggi siamo un piccolo grande network conosciuto in tutta Italia grazie alle tante notizie e ai numerosi scoop prodotti in questi 7 anni. Radio Cusano Campus è stata ed è ancora l’unica radio universitaria a trasmettere in FM; le altre radio universitarie infatti trasmettono solo sul web. C’è una bella differenza. Prima ho scritto che mi approcciai al progetto con un pizzico di ansia, frutto del fatto che mi venne affidata una trasmissione in cui avrei dovuto parlare di storia antica, medievale, moderna e contemporanea. Ma anche di storia del crimine e della criminologia. La storia, la cronaca nera e la cronaca giudiziaria, altre mie grandi passioni. Questo di fatto è da più di 7 anni il programma che curo e conduco: La Storia Oscura (in onda dal lunedì al venerdì dalle ore 16.00 alle 17.30). Oggi, per la sua unicità, un autentico punto di riferimento nel mondo dell’etere. Aspetto da non sottovalutare: c’è grande differenza tra gli speaker delle cosiddette radio di flusso, cioè le emittenti che fanno solo intrattenimento e musica, e quelli di una talk radio come Radio Cusano Campus. In entrambi i casi c’è bisogno di grande preparazione e di una cultura personale di base ma, nello specifico, la voce di una ‘radio universitaria’ deve essere molto di più. Deve saper parlare in modo fluido anche di temi difficili e delicati da trattare davanti a un microfono, deve avere una cultura vasta e soprattutto deve saper esporre certe tematiche in modo semplice e comprensivo per tutti.
Deve essere sempre aggiornato su ciò che succede nel mondo, su cosa è accaduto nella storia dell’uomo e sugli argomenti principali di cui la radio d’appartenenza si occupa. Insomma, nel caso di un’emittente universitaria, deve essere una sorta di docente ON AIR. Oggi più che mai lo speaker radiofonico in generale, ma in particolare quello di una radio universitaria, deve essere bravo a catturare il target che l’emittente si è prefissata. Tre termini esprimono quello che è necessario avere davanti a un microfono: carisma, personalità e versatilità. Bisogna poi essere bravi a tenere un preciso equilibrio tra la propria personalità e l’identità dell’emittente, punto fondamentale per la fidelizzazione dell’ascoltatore di tutte le fasce d’età. Questa figura rappresenta non solo la voce radiofonica, bensì soprattutto la fisionomia dell’emittente, per tornare al fatto che Radio Cusano Campus è diventata il biglietto da visita dell’Università Niccolò Cusano; in sintesi, deve incarnare tutte le componenti della propria azienda e della relativa linea editoriale.
Voglio chiudere con qualche consiglio per i giovani che sognano di diventare speaker radiofonici. Nessun libro o manuale può insegnarti come diventarlo, perché questo lavoro si realizza facendolo. Cioè servono tanta gavetta sul campo e tanta passione. È normale avere paura di parlare davanti a un microfono quando si comincia ma bisogna vincerla; ammetto che dopo più di 32 anni di carriera, ancora oggi anche io prima di andare in onda ho sempre la giusta tensione, quella tensione che ti fa rimanere concentrato al punto giusto. Per riuscire è fondamentale credere nelle proprie capacità, coltivarle, affinarle, studiare sempre prima l’argomento di cui parlerai in onda. E soprattutto, come nel giornalismo, non sentirsi mai arrivati. Perché c’è sempre da imparare per crescere e crescere imparando. Fabio Camillacci
Altri aspetti importanti. Il ruolo dello speaker radiofonico funge da collante per la collettività: non si ferma solo a parlare per il semplice piacere di farlo, bensì occorre che sappia trasmettere un messaggio ai suoi interlocutori, e perciò occorrerà che sia capace di attirare una platea che lo individui. In aggiunta, deve essere in grado di fornire le news, in talune occasioni spiegarle al fine di accendere un dibattito, confronto e spunti affinché rendano complice via via sempre più chi sta seguendo; deve saperle raccontare. Deve restare sempre aggiornato su ciò che accade nel mondo, e sugli argomenti principali di cui la radio si occupa. Certo, esistono le specializzazioni anche nel giornalismo e nel modo degli speaker ma sostanzialmente devi saper parlare di tutto.
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O T N E S VI PRE A I H P O S In questo articolo vogliamo parlare dei servizi che offre una università telematica ed in particolare quelli offerti dall’Unicusano da un punto di vista operativo e tecnologico. Cercheremo di capire meglio i vantaggi forniti dai sistemi e-learning e come possono essere sfruttati dagli studenti durante il percorso di studi universitario. Apriamo una piccola parentesi per definire il significato di e-learning, sarà utile a comprendere meglio le attività telematiche di istruzione universitaria. Una definizione abbastanza condivisa di e-learning è “l’insieme di tecnologie hardware e software finalizzate ad arricchire i processi di apprendimento classici offrendo agli studenti e agli insegnanti nuovi strumenti per l’educazione scolastica, accademica e professionale”. Sono circa 15 anni che tali sistemi aiutano docenti, e non solo, a svolgere il loro compito. Anche nel campo lavorativo molte aziende utilizzano l’e-learning per la formazione continua dei propri dipendenti o dei propri clienti. Il mondo ed in particolare l’Italia, soprattutto in questo periodo di pandemia, ha dovuto ricorrere sempre più a tali sistemi per garantire la continuità didattica in tutti i gradi scolastici.
L’Unicusano, con il suo carattere telematico, già da tempo ha colto le potenzialità dell’e-learning e ha lavorato per ottenere un servizio di qualità e innovativo. Ad esempio ha saputo coniugare la formazione distanza e asincrona con attività sincrone e in presenza dando vita a tre tipi di percorsi: standard, integrato e blended. Già nella stessa definizione di e-learning si fa riferimento ad un arricchimento dei processi di apprendimento, questo perché i servizi che offre una università telematica sono diversi e vari, e permettono di rispondere alle diverse esigenze degli studenti. Il lavoro svolto dall’università negli anni è stato quello di creare un ambiente di apprendimento ove è presente uno stile relazionale flessibile e tecnologico, che garantisca la coesistenza di più approcci didattici: erogativo, interattivo, collaborativo. A sostegno di questi approcci è stato previsto un servizio efficiente di supporto e tutoraggio che permette a tutti gli studenti il raggiungimento dell’obiettivo di laurearsi.
Il frutto di questo lavoro ha portato allo sviluppo dell’attuale piattaforma e-learning, Sophia, un web service realizzato ad hoc e che rispecchia la mission e gli standard di qualità dell’Ateneo.
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Lo studente dell’Unicusano, con un semplice e unico accesso alla piattaforma, raggiungibile via internet da qualsiasi dispositivo ed in qualsiasi momento, entra nella sua area personale nella quale trova molti oggetti didattici/strumenti didattici come: Oggetti didattici erogativi: Videolezioni asincrone interattive (in formato SCORM) Materiale multimediale: dispense, slide, link
Oggetti didattici interattivi: Test di autovalutazione Test di valutazione per la verifica dell’apprendimento E-tivity, per attività collaborative o individuali asincrone
Strumenti per la didattica collaborativa: Forum specifici presenti in ogni corso Classi virtuali per discussioni in web-conference Servizio di messaggistica con Docenti, Tutor e tra studenti
Come è noto da diverso tempo, più approcci didattici (erogativo, interattivo, collaborativo) danno la possibilità di affrontare in modo vario gli argomenti di studio e rafforzano l’apprendimento degli studenti. Tutti questi materiali sono disponibili 24 ore su 24 pertanto ogni studente sceglie i tempi e i luoghi a lui congeniali per arrivare all’esame finale. È importante sottolineare che l’università telematica è agevolata nel fornire mezzi e funzioni dedicati all’approccio collaborativo, aspetto fondamentale per supportare la comprensione. La piattaforma e-learning mette a disposizione di ogni utente tre fondamentali servizi: messaggistica da e verso docenti/tutor e tra studenti; forum di discussione e di approfondimento, servizio di videoconferenze per video ricevimenti e lezioni live. Con una semplice ed efficace organizzazione grafica, la piattaforma e-learning permette di distinguere fra corsi da sostenere, corsi in itinere e corsi già completati. Accedendo ad uno specifico corso lo studente usufruisce di tutti gli strumenti e gli oggetti didattici. Nell’area dei materiali si concretizza l’approccio erogativo. Ogni docente predispone i materiali e li organizza secondo le esigenze didattiche. Man mano che viene completato un oggetto didattico, ad esempio una video lezione, il sistema mostra un’icona di
spunta verde, in questo modo lo studente in tempo reale ha la situazione aggiornata del suo percorso di studio. Terminato lo studio del programma, supportato dalla possibilità di contattare sempre il docente o il tutor didattico e di partecipare ai video ricevimenti, lo studente può affrontare l’esame tramite una prova orale o scritta programmata durante tutto l’anno accademico. Un altro punto di forza che aiuta molto gli studenti nello studio sono le e-tivity. Questa particolare attività didattica permette al docente di avere un approccio interattivo chiedendo allo studente di svolgere particolari compiti che permettono di rafforzare la comprensione, rendendola duratura, e di sviluppare capacità di trasferimento dei concetti e della conoscenza. Descritti gli strumenti che mette a disposizione un sistema e-learning e nello specifico un buon ambiente di apprendimento, appare evidente come un percorso di studi possa essere più ricco e stimolante sia per gli studenti sia per i docenti. Infine la tecnologia aiuta e agevola tutto questo tenendo il passo al progresso degli studi nel campo della formazione e dei nuovi e moderni approcci all’apprendimento. Ufficio E-learning
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Digital learning, acquisire conoscenze tramite l’utilizzo della tecnologia, nel momento storico in cui ci troviamo è diventata ormai la modalità di apprendimento che molti prediligono, concretizzandosi nella fattibilità, per chiunque ne abbia volontà, di imparare da casa propria dotandosi solo di un pc.
DREAM… IN DIGITAL MODE Apprendimento digitale come opportunità per raggiungere i propri sogni
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Ma c’è molto altro. Ci sono università che ne han fatto un cavallo di battaglia, non con il mero scopo di consentire di studiare comodamente da casa ma con l’obiettivo di fornire, a persone come me, una vera e propria opportunità, una possibilità importante che altresì non potrebbe attuarsi: apportare una sorta di democratizzazione al mondo dello studio. Ma ora vi parlo di me e di quanto il digital learning, nello specifico quello offerto dall’Università Niccolò Cusano, mi stia fornendo l’occasione di realizzare i miei sogni. Io sono Antonietta Provenzano, una ragazza di 26 anni che nasce in un piccolo paesino della Basilicata con una enorme passione per il disegno. Diplomata come geometra, ho molti dubbi sul proseguimento degli studi. Decido allora di mettere in standby le mie aspirazioni, buttandomi a capofitto in tutt’altro, ma non dimenticando né accantonando mai il mio primo amore, quello per la progettazione. Come ben noto, se credi in un sogno dovrai prima o poi muoverti per andargli incontro: la mia voglia di farlo si manifesta fortemente una volta lasciata l’Italia per Miami. Inutile star qui a decantare le lodi del sistema universitario americano, come inutile sottolinearne l’accesso pressoché arduo se non impossibile. Pertanto, inizio a pensare di poter ugualmente realizzare il mio sogno nella mia Italia, pur non vivendo più lì. Siamo nel pieno della pandemia e nelle nostre vite iniziano ad esser di uso comune espressioni come didattica a distanza o smart working, e molti atenei si affrettano ad implementare la loro offerta con percorsi telematici. Ma pensateci, avrei avuto un altro problema… vivendo a Miami, ho il fuso orario che sposta le lancette di ben sei ore indietro, quindi lezione alle nove? Perfetto, se non fosse che per me son le tre del mattino e svegliarmi nel cuore della notte e continuare a vivere una vita normale diventa complicatissimo. Ed è qui che prende forma il “se ci credi, le possibilità riesci a vederle”, in quanto è proprio in questo momento che vengo a conoscenza dell’offerta dell’Università Niccolò Cusano. Seguendo qui i corsi non ho problemi con l’orario, poiché organizzati in maniera tale da render disponibile tutto il materiale sette giorni su sette, ventiquattro ore al giorno. Intraprendo quindi il mio percorso, trovando materiale di qualità, professori preparati, persone disponibili ad ascoltare le mie esigenze, ed esami impegnativi… cosa che potrebbe esser annoverata tra gli aspetti negativi, data la comune convinzione che questa tipologia di università debba necessariamente regalare qualcosa ai propri iscritti, e che invece rappresenta un punto di forza. Posso infatti testimoniare che questa è un’università come le altre, non cambia l’intento, che resta quello di formare futuri professionisti, cambia soltanto la platea alla
quale viene fornito l’accesso al mondo accademico. Grazie alla possibilità fornitami, ho potuto iscrivermi al corso di ingegneria civile, posso seguire i corsi e preparare gli esami in totale autonomia, e provare così a realizzare il mio sogno ottenendo un titolo pienamente riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Bisogna certo discostarsi da convinzioni sbagliate che inquadrano l’apprendimento a distanza come qualcosa di più approssimativo, convinzioni che ne trascinano altre, come quelle sulla scarsa validità dei titoli che si andranno a conseguire, ed è lapalissiano che permane ancora una nota di scetticismo in tal proposito. Per quel che concerne la mia personale esperienza, superare la barriera creata da tali preconcetti è stato tutto quel che mi divideva dalla realizzazione dei miei sogni. Intraprendere un percorso di digital learning vuol dire investire nel proprio futuro e, se proprio bisogna farlo, perché non scegliere di investire su se stessi? Per gli insicuri come me, per chi si chiede “Avrò la preparazione necessaria per affrontare l’Università?” questa tipologia di studio può rappresentare la chiave di volta. Vi si trova maggiore uniformazione, insegnamenti che seguono uno standard ben preciso, con lezioni multimediali sempre fruibili e, nel caso dell’Università Niccolò Cusano, la possibilità di testare le proprie conoscenze tramite test alla fine di ogni argomento, modalità che restituisce un grado di sicurezza maggiore quando ci si trova di fronte ad un esame. Non capiterà mai di prepararsi ed affrontare gli esami su argomenti diversi dalla direzione che invece ha l’intero corso. Il digital learning è molto di più di un percorso che restituisce mera ‘comodità’ perché fornisce un eccellente livello di crescita personale. Non smettete mai di credere nei vostri sogni. Può sembrare soltanto un cliché fino a quando non incontrate qualcuno, o qualcosa, che si pone come obiettivo primario di fornire concrete possibilità di realizzarli. “Study while others are sleeping; work when others are loafing; prepare while others are playing; and dream while others are wishing” (William Arthur Ward). Antonietta Provenzano
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La formazione digitale
Coltivare competenze per il futuro mondo del lavoro Come Paese, l’Italia si posiziona fra gli ultimi posti in Unione Europea per cultura digitale e competenze online. Di questi tempi, un livello tale di bassa conoscenza delle digital skills pone un enorme problema in termini di occupazione e di crescita economica. La questione si fa ancor più urgente se considerata nell’ottica del periodo Covid e di un futuro prossimo completamente libero e fuori da ogni emergenza sanitaria. La fase pandemica ha infatti avviato, o meglio accelerato, un fenomeno di digitalizzazione che ha coinvolto ogni ambito della società. A subire i maggiori effetti di tale scossa sono stati il mondo del business, dell’imprenditoria e dell’occupazione. Come individuare le competenze digitali Quando parliamo di competenze digitali, a cosa ci riferiamo esattamente? Le competenze digitali possono essere intese come una serie di abilità tecnologiche che fanno riferimento all’utilizzo, il ricorso, la creazione e la condivisione di applicazioni e contenuti che rientrano nella vasta sfera
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dell’informatica e di internet. Tra queste possiamo includere skills di base, come l’utilizzo di un computer per svolgere una determinata mansione, passando per tutte le attività coinvolte nella cerchia del digital marketing fino a coinvolgere la programmazione, scrittura di codice, machine learning, Intelligenza Artificiale e via dicendo. Perché conviene acquisire digital skills Come detto, l’arrivo della pandemia da Covid-19 ha solamente accelerato una trasformazione che era già in atto. Gli strumenti digitali sono subentrati di colpo nella nostra vita. Dallo smart working alla didattica a distanza, siamo stati costretti all’utilizzo di competenze digitali, seppur di base, per svolgere qualsiasi compito. Acquisire digital skills, dunque, serve, e servirà, non solo per rimanere al passo con i nuovi tempi e per continuare ad eseguire le nostre attività anche nell’era post-covid. La trasformazione, messa in moto già da anni, potrà solo allargare la propria sfera ed inglobare sempre più diversi ambiti della società.
Le digital skills avranno effetti anche sulle attuali, e future, retribuzioni. Se la trasformazione digitale non sembra avere freni, lo stesso accadrà di conseguenza nel mondo del lavoro. Dalle conoscenze di base fino a quelle più difficili da acquisire, è già in atto un aumento della domanda di qualifiche inerenti l’universo di internet e dell’informatica. Perfezionare tali capacità ha il vantaggio di riuscire ad intercettare una crescente richiesta proveniente dal mondo del lavoro. Un ambito in continua evoluzione Oltre ad esserci una crescita costante di richiesta di competenze digitali, l’ambito delle tecnologie informatiche ed online si evolve con una velocità sempre maggiore. La sfida per professionisti, dipendenti, giovani sarà quella di rimanere al passo con questa evoluzione. La formazione in scuole ed università, l’aggiornamento costante, il reskilling, con il contributo di pubblico e privato, hanno una fondamentale importanza. Anzitutto per colmare il divario del nostro Paese rispetto al livello di competenze digital degli altri Paesi UE. In seguito per rimanere al passo con l’evoluzione tecnologica e digitale. Un fenomeno che non si ferma. Che non ha traguardi o punti di arrivo. E che non aspetta.
Massimiliano Nicolosi
La comunicazione mass mediale
la ascolta, ogni programma è costruito a immagine e somiglianza dell’ascoltatore senza alcuna barriera intermedia. Nella maggior parte delle case e dei posti di lavoro c’è sempre almeno un apparecchio radiofonico in funzione.
Radio e Tv a confronto
Come la radio, tra gli strumenti della comunicazione, ad occupare senza dubbio un posto a sé stante di particolare rilevanza etica, oltre che massmediale, nella vita degli individui e della società è la televisione. Resta il mezzo di comunicazione di massa più ‘performante’. Quello con il maggiore appeal. In grado di raggiungere con grande immediatezza il maggior numero di persone, con una capacità straordinaria di arrivare all’obiettivo. In questo, il peso specifico della tv resta sempre il più alto e non a caso l’innovazione più importante per il mercato pubblicitario italiano rimane la digitalizzazione della stessa. Oggi la televisione è cambiata. A mutare è il modo nel quale la tv informa e comunica. La nascita del digitale terrestre, la crescita della tv commerciale, la volontà di alcune emittenti di scommettere su idee e programmi nuovi hanno aumentato notevolmente l’offerta televisiva e la possibilità di un approfondimento a 360 gradi. Immediatezza, rapidità e diffusione capillare sul territorio sono le qualità di questo mezzo di comunicazione di massa che non morirà mai. I telegiornali, ad esempio, restano ad oggi il mezzo di informazione più utilizzato dagli italiani. Gli stessi talk show politici hanno ritrovato l’interesse del pubblico.
L’evoluzione della tecnologia è un processo veloce, capace di rivoluzionare interi settori e modelli di business. Tutto ciò che ci circonda, ogni singolo elemento dell’ecosistema sociale ed economico, data la crescita esponenziale della diffusione delle tecnologie digitali, diventerà parte di questo cambiamento. Si parla dunque di formazione digitale proprio ad indicare la vera sfida che le aziende devono affrontare. Capire non solo come le tecnologie digitali possano essere utilizzate, ma anche come potranno andare in futuro a modificare il loro modello di business attuale. La nuova ondata tecnologica ha trasformato gli utenti da soggetti passivi in protagonisti e partecipi alla vita sociale e alla vita delle aziende. Le persone hanno voglia di esprimersi, di scambiare opinioni, di condividere la quotidianità con gli altri. Inoltre, faranno sempre più riferimento al web e alle tecnologie digitali per migliorare la propria qualità di vita e soddisfare i loro bisogni. Le aziende, di conseguenza, dovranno inevitabilmente adeguarsi ai nuovi comportamenti degli utenti e alla nascita e diffusione dei consumatori digitali. A guadagnare un’identità digitale è la stessa radio. Ad oggi l’erogazione del flusso della radio avviene ancora in modalità lineare, ma l’utilizzo di strumenti digitali consentirà in un futuro di avere una targetizzazione più puntuale. Un italiano su tre ascolta la radio quotidianamente. La radio è realmente fatta da chi
Possiamo dunque affermare come i mezzi di comunicazione di massa, in particolare radio e tv, siano fonte di definizioni e immagini della realtà sociale. Contribuiscono inoltre a fissare comportamenti tipici, individuando ruoli. I mezzi di comunicazione sono anche un’organizzazione, un’industria in fase di crescita e cambiamento che fornisce occupazione, beni e servizi. Sono una fonte di potere,
un mezzo di controllo, di gestione e di innovazione della società. Dunque, tutto ciò che una volta esisteva solamente nel mondo fisico è oggi in movimento verso l’essere digitale. Veniamo a contatto con il mondo attraverso i media a tal punto che non possiamo avere realmente accesso a un mondo che non sia mediato. In conclusione, si può affermare che giorno dopo giorno la vita di ogni singolo essere umano è invasa dai mezzi di comunicazione di massa. In alcuni casi questi creano dipendenza, in altri si presentano come utili strumenti per allargare le nostre vedute. Internet e la televisione, ad esempio, ci permettono di conoscere il mondo indirettamente e comodamente, ma un’esperienza vissuta sulla propria pelle vale molto più di cento esperienze mediate. Flavia Leotta
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- FASHION PILLS
master unicusano SPECIALISTA IN CYBERSECURITY, DIGITAL FORENSICS E DATA PROTECTION II LIVELLO
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CYBERSECURITY: LA PRASSI DI PROTEGGERE I SISTEMI La cybersecurity è la prassi di proteggere i sistemi, le reti e i programmi dagli attacchi digitali. Questi attacchi informatici sono solitamente finalizzati all’accesso, alla trasformazione o alla distruzione di informazioni sensibili, nonché all’estorsione di denaro agli utenti o all’interruzione dei normali processi aziendali. L’implementazione di misure efficaci è particolarmente impegnativa oggi perché ci sono più dispositivi che persone e gli hacker stanno diventando sempre più innovativi. Un approccio di cybersecurity di successo ha diversi livelli di protezione distribuiti su computer, reti, programmi o dati che si intende mantenere al sicuro. In un’azienda le persone, i processi e la tecnologia devono integrarsi a vicenda per creare una difesa efficace dagli attacchi informatici. Un sistema unificato di gestione delle minacce può automatizzare le integrazioni e accelerare le funzioni principali delle operazioni di sicurezza come rilevamento, indagine e correzione. Gli utenti devono comprendere e rispettare i principi di tutela dei dati di base, come scegliere password complesse, diffidare degli allegati nelle e-mail e eseguire il backup dei dati. Le aziende devono avere un framework per il modo in cui trattano sia gli attacchi informatici tentati che quelli andati a buon fine; utilizzarne uno largamente accettato - che spieghi come identificare gli attacchi, proteggere i sistemi, rilevare e rispondere alle minacce e recuperare dagli attacchi riusciti – può essere davvero utile. La tecnologia è essenziale per offrire alle aziende e agli individui gli strumenti di sicurezza informatici necessari per proteggersi dagli attacchi informatici. Sono tre le entità principali che devono essere protette: i dispositivi endpoint (come computer, dispositivi intelligenti e router), le reti e il cloud; la tecnologia comune utilizzata per preservarle include i firewall di nuova generazione, il filtro DNS, la protezione dal malware, il software antivirus e le soluzioni di sicurezza e-mail.
Diverse possono essere le minacce che l’operatore di cybersecurity deve affrontare, come ad esempio il phishing, ossia la prassi di inviare e-mail fraudolente che assomigliano a quelle provenienti da fonti affidabili con l’obiettivo di sottrarre dati sensibili come i numeri delle carte di credito e le informazioni di accesso. È il tipo di attacco informatico più diffuso. Puoi contribuire alla tua protezione attraverso l’istruzione o una soluzione tecnologica che filtri le e-mail dannose. Un altro rischio è costituito dal ransomware, un software dannoso progettato per estorcere denaro bloccando l’accesso ai file o al sistema informatico fino al pagamento del riscatto, che comunque non garantisce che i file verranno recuperati o che il sistema venga ripristinato. Il malware a sua volta è una tipologia di software pensato per ottenere un accesso non autorizzato o per causare danni a un computer. Infine il social engineering è una tattica che gli hacker utilizzano per indurre l’utente a rivelare informazioni sensibili. Il tutto si attua richiedendo un pagamento in denaro oppure ottenendo l’accesso a dati riservati. Il social engineering può associarsi a una qualsiasi delle minacce elencate sopra per renderti più propenso a fare clic sui link, scaricare il malware o fidarti di una fonte malevola. Nel mondo connesso di oggi, tutti beneficiano di programmi di cyberdefense avanzati. A livello individuale, un attacco di cybersecurity può causare molteplici danni, dal furto di identità, ai tentativi di estorsione, alla perdita di dati importanti come le foto di famiglia; il rischio cresce ulteriormente se ad essere violate sono infrastrutture critiche come centrali elettriche, ospedali e aziende di servizi finanziari. Proteggere queste e altre realtà è essenziale per mantenere il funzionamento della nostra società. In questo contesto si inserisce il Master proposto dall’Università Niccolò Cusano, un percorso di formazione finalizzato ad acquisire elevate competenze da mettere
al servizio di istituzioni, aziende e addirittura privati cittadini. Il master ha il pregio di affrontare non solo la tematica della cybersicurezza, attraverso un’approfondita analisi del “chi” e “come” deve compiere gli adempimenti necessari nell’ambito del perimetro nazionale, ma anche la conformità normativa delle organizzazioni complesse, la conoscenza dei modelli organizzativi relativi alla responsabilità amministrativa degli enti collettivi, la protezione dei dati personali e dell’identità digitale, la sicurezza delle informazioni. Oggetto di studio sono anche le tematiche connesse alle nuove sfide tecnologiche, come le soluzioni di intelligenza artificiale, le criptovalute, le frodi informatiche più insidiose che colpiscono in prevalenza il settore privato e il settore pubblico, il cloud computing. Altro argomento di grande interesse la digital forensics, informatica forense, ossia quella scienza forense dedicata alla prova digitale nei casi giudiziari. È cruciale esser pronti a cristallizzare le fonti di prova digitali a fronte di crimini interni ed esterni nell’ambito aziendale, privato o pubblico ed essere anche preparati a ricostruire gli accadimenti, tracciati dai dispositivi informatici, legati ad eventi criminosi di ogni genere, poiché ogni comportamento lascia tracce digitali, pertanto sarà fondamentale imparare i metodi e gli strumenti necessari alle indagini informatiche. La cybersecurity, la digital forensics e l’analisi delle normative applicabili con specifico riguardo alla protezione dei dati sono un tridente importante per avere una visione attuale e multidisciplinare della realtà aziendale privata e pubblica, inoltre sono i pilastri che sorreggono sempre di più le vite e gli interessi di tutti ed è tempo di affilare le armi di difesa, al fine di contrastare gli attacchi tecnologici sempre più mirati e complessi, per essere in grado di approntare una strategia efficace volta alla protezione di informazioni riservate, dei dati personali e delle identità digitali.
Ufficio Orientamento Master
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- ARTE IN MOSTRA
ARTE IN MOSTRA -
ARTE A DOMICILIO: UNA MOSTRA A PORTATA DI CLICK! Il 2020 con grande rapidità ha generato un’estrema esigenza di cambiamento e ripensamento della “normalità di essere presenti”, ovvero la concezione di vivere esperienze in un modo del tutto nuovo. Il mondo dell’Arte e dei Musei ha subìto fortemente il momento di stasi generato dal lock-down dovuto all’emergenza covid-19. Questo contesto ha dato vita ad un vero e proprio scossone che ci ha portati tutti a ripensare al nostro modo di vivere lo sport, l’informazione, la lettura, il cinema, la formazione e dunque anche la visione dell’arte. Gli appassionati del mondo artistico si sono trovati immobilizzati ed impossibilitati a fruire esperienze espositive, come era di norma fare. Il settore culturale ha però immediatamente pensato, sviluppato ed elaborato un proprio personalissimo modo di creare esperienze culturali simulate, fruibili in qualsiasi luogo, a qualsiasi ora e comodamente dal nostro divano. Si è delineato così un nuovo modello ‘espositivo’, in parole povere i Musei hanno aperto le loro porte virtuali, passando dal fisico al digitale. In attesa di poter ritrovare il proprio pubblico nelle sale e nelle gallerie, hanno dato vita a una serie di iniziative fruibili da casa, per mantenere un contatto che spesso si è rivelato sorprendente. Di sicuro lo schermo di un PC non potrà offrire la stessa magia di una sala espositiva, né la sua atmosfera. Ma permette di poter vivere l’esperienza di una mostra, standosene comodamente seduti sul divano. E magari, se l’esperienza ci ha soddisfatto, ci spingerà fisicamente dentro un museo.
Berthold Brecht, creato per essere visionato tramite un feed video in live streaming multicanale (https:// www.davidzwirner.com/exhibitions/2020/diana-thateryes-there-will-be-singing). L’installazione è stata accessibile 24 ore al giorno fino al 28 novembre: si è ricreato un suggestivo continuo ritorno di suoni emessi da Whale 52, una balena blu identificata grazie all’unico tono delle sue vocalizzazioni che pulsavano a cinquantadue hertz. La resa è evocativa è strabiliante: un suono solitario ed intenso in grado di immergerci direttamente nel periodo che si sta attraversando.
Dall’Italia all’Europa, ma specialmente negli Stati Uniti, sono in costante aumento le istituzioni private e pubbliche che hanno deciso di creare viewing room all’interno dei loro siti web.
Altro spunto interessante per poter godere di tour culturali virtuali è stato elaborato dal colosso di GOOGLE, Google Arts&Culture. Il sito offre un interessante portale per poter accedere online al mondo dell’arte e della cultura. Immagini ad altissima risoluzione, percorsi tematici o per autore, correnti artistiche e per collezioni, video, ma anche giochi virtuali e quiz. I temi ed i luoghi sono svariati e non basterebbero 24 ore per esplorarli tutti. Dall’Impressionismo a Frida Kahlo, a progetti contemporanei che con la realtà aumentata fanno scoprire il mondo preistorico, fino a all’eclettismo di Jeff Koons ed i suoi Balloon Dog.
Ne è un esempio il gallerista David Zwirner, pioniere delle esposizioni virtuali. Sul sito della sua galleria si può ammirare Yes, there will be singing: si tratta di una installazione che può essere fruita unicamente in digitale, dell’artista Diana Thater, star della video arte. È un progetto sonoro ispirato ad una poesia di
Molti musei celebri permettono tour virtuali tramite questo portale, alla scoperta degli spazi espositivi e delle collezioni. Da annoverare sicuramente i grandi classici, come il Musée d’Orsay a Parigi , un percorso su Van Gogh e per la fotografia l’accesso agli scatti di Getty. Il Louvre, il Prado e il British museum sono solo alcuni
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degli altri musei che permettono di esplorare la propria collezione di opere direttamente dalla homepage del sito, dando l’opportunità di fare ricerche, procedere per interessi, aprirsi a percorsi inaspettati. Gli amanti dell’antica Grecia e dell’archeologia potrebbero invece fare una salto ad Atene al Museo dell’Acropoli. In Italia gli Uffizi di Firenze aprono con Ipervisioni: tour alla scoperta dei capolavori della collezione. Possiamo trovare persino un percorso dedicato al Natale, un altro su Dante o ancora una mostra virtuale sui gioielli agli Uffizi. Le proposte sono innumerevoli e per ogni gusto e curiosità. Da una città all’altra navigando sul web: a Roma potrete consultare il catalogo dei Musei Vaticani o passare a Milano per la Pinacoteca di Brera. L’elenco dei luoghi virtuali potrebbe essere infinito, sono stati citati alcuni dei più interessanti e meritevoli. Sorge spontanea la riflessione legata a quanto detto sopra: le occasioni che l’eccezionale momento storico ci ha fornito sono infinite e dunque questo può essere considerato il momento più interessante della definizione di “esperienza culturale”. Il digitale in parole povere è diventato il primo biglietto da visita per riportarci poi a fissare nuove mete da scoprire, nuovi luoghi, nuove gallerie, nuovi musei, sulla mappa dei nostri viaggi. Buona visione! Giulia Sacchetti
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MUSICA -
- LIBRI
DOCENTI DIGITALI E CONOSCENZA RISPETTO ALL’USO DEI NUOVI DISPOSITIVI La rivoluzione digitale in corso impone regole nuove, nel mercato del lavoro e nella quotidianità, e fintanto che il processo non sarà compiuto non potremo dirci moderni. Il vecchio si fonde col nuovo. I giovani e gli adulti sono protagonisti, insieme, di un cambiamento importante. Anche la scuola è chiamata a cambiare e la professoressa Barbara Volpi ne parla nel libro, edito Il Mulino, Docenti digitali. “Le competenze del XXI secolo, dove emergono in prima linea quelle digitali, si confrontano in modo duttile con le soft skills. La nuova scuola supera così i limiti temporali circoscritti al tempo della lezione e agli spazi delle aule e si conforma allo sviluppo di nuovi linguaggi, dando forma integrata e culturalmente innovativa ad una formazione che fa leva su nuove competenze: attiva pensieri, assembla saperi, sulla struttura imperante dell’aiutare ad imparare. Un saper, un saper fare, e un saper pensare che riconfigurano la direttiva pedagogica di Dewey su un nuovo asse orizzontale, integrato e non in antitesi con quello tradizionale, democratico e modulato su una centralità del sapere indirizzata allo sviluppo di nuove competenze del talento e dell’autonomia intellettuale dello studente, in una condivisione partecipe del lavoro di gruppo che incide nel team working, di una compartecipazione di intenti verso il power intellettivo di un sapere ri-configurato in chiave moderna. Per far questo dobbiamo attivare e ri-attivare pensieri, ma anche ridare senso ai gesti, a partire dal dito della mano che dirige e non si fa dirigere nella ricerca e nella costruzione del sapere che passa sugli schermi. Con gli schermi e tra gli schermi”, ha spiegato Barbara Volpi, spesso ospite a Mattina con noi. “Il digitale diventa piattaforma o impalcatura (scaffolding) per prendersi cura della gioventù e delle nuove generazioni, quella che nel libro definisco care digitale, per aiutarle a decollare nello sviluppo delle nuove competenze, in cui regna sovrana quella dell’imparare ad imparare”, ha aggiunto la professoressa Volpi. La pandemia ha accelerato la rivoluzione in atto: ognuno si è trovato a fare i conti con le proprie abilità,
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la scuola non ha superato l’esame DAD, con cui prima o poi doveva trovarsi a fare i conti. Il corpo docente, oggi, si trova a dover “ristrutturare il ruolo professionale e si confronta con l’emergere di nuovi modi di apprendere, comunicare, relazionarsi e sviluppare nuovi linguaggi. Dallo stato confusionale iniziale pre-pandemia, caratterizzato da estremismi, si è passati ad una netta consapevolezza della necessità del singolo docente, e della scuola in generale, di sviluppare la competenza digitale che ad ampio raggio ridefinisce l’incontro tra menti che supportano la formazione e leve che anelano ad apprendere”, ha specificato l’autrice di Docenti digitali. La sfida, a breve termine, è creare un ponte collaborativo e comunicativo scuola – famiglia. La didattica deve superare la crisi attuale e perché ciò accada “bisogna costruire un percorso di care digitale in cui la screen education avviata in famiglia dialoghi con la didattica digitale strutturando efficacemente lo sviluppo emotivo, e l’empatia, per evitare di leggere e scrivere in brutta copia nel e con il digitale. Il livello di disorientamento dei docenti, che si sono dovuti confrontare inevitabilmente con la sfida della ristrutturazione degli ambienti, e della modalità di insegnamento in relazione alla trasformazione della società in chiave digitale, ha portato a mio parere ad una crisi della didattica che per essere tale deve sempre e comunque confrontarsi con l’osservazione e l’ascolto. L’integrazione tra il vecchio e il nuovo è il vero motore d’azione della nuova scuola che trae coraggio e linfa vitale da quanto appreso nel corso dell’esperienza. In questa prospettiva non c’è lentezza o velocità ma desiderio di continuare a stabilire quel contatto tra mente e mente che si fa testimonianza e supporta il sapere e che oggi si confronta con quella che nel mio libro, in onore a Gianni Rodari, ho definito come la Nuova Grammatica Digitale”, ha concluso Barbara Volpi. Annalisa Colavito
IL FUTURO HA LE CUFFIETTE. IL PODCASTING ALLA CONQUISTA DEL WEB Se non avete mai ascoltato un podcast allora è tempo di aggiornarvi: nuova frontiera della comunicazione via web, i podcast informano, divertono, provocano, promuovono cultura e irrompono tra le nuove tendenze del panorama multimediale. Tecnicamente si tratta di file audio (ma ne esistono anche di video) di varia durata a seconda del tema trattato, più o meno famosi e autorevoli, presenti in diverse piattaforme social: da Vittorio Sgarbi che dispensa pillole d’arte nel suo In Arte Sgarbi, a Michela Murgia e Chiara Tagliaferri che con Morgana sdoganano nell’etere l’universo femminile attraverso splendidi ritratti di donne caparbie e dal pensiero controcorrente, passando per Marco Montemagno, influencer e vero e proprio magnate del web, ai diversi temi di cultura e società di Muschio Selvaggio di Fedez e Luis. Complice la possibilità di spaziare su qualunque argomento, gli ascoltatori quotidiani di podcast in Italia oggi si aggirano intorno ai 14,5 milioni (secondo dati Nielsen) di età compresa tra 16 e 60 anni, con vari target di riferimento a seconda dell’argomento di maggior interesse, e le prospettive di crescita sono decisamente in aumento. Grazie ad un linguaggio diretto e immediato nonché alla possibilità di ascoltare l’audio in qualunque momento, l’utilizzo di un formato podcast è oggi utilizzato anche da grandi testate giornalistiche così come da personaggi politici o personalità influenti che vogliono fidelizzare il proprio pubblico o attrarne di nuovo; il valore aggiunto dei podcast è la possibilità di raggiungere le generazioni più informatizzate che si formano ed informano preferendo il web alla carta stampata o alla radio o televisione. Ma se da un lato i titoli sopra citati sono tra i più conosciuti su Apple Podcast o Spotify, vi sono delle chicche autoprodotte davvero ben realizzate: tra questi è da segnalare il podcast Se potevi cambiarmi
il carattere nascevo Word di Marcello Forcina, scrittore e digital media strategist, vincitore dell’ultima edizione de La Notte dei Podcast – manifestazione organizzata dall’emittente digitale Radio Pr êt à Porter. Cinico, sagace e a tratti dissacrante, il podcast di Marcello Forcina ironizza sulla notizia del momento con una visione trash e senza pretese che inevitabilmente strappa due risate a chi lo ascolta. Interessante e poco conosciuto TV Therapy di Alessia e Giorgia Romanazzi (rispettivamente psicoterapeuta e giornalista) che nel loro podcast prendono in esame gli aspetti psicologici che le serie televisive riflettono nella nostra quotidianità: da Sex Education a You, passando per il criticato Squid Game e l’acclamato Strappare Lungo I Bordi di Zerocalcare. Da segnalare anche The IMperfect Green Girl di Anne-Laure, giovane millennial che ci guida con riflessioni profonde in tematiche relative alla biodiversità e sostenibilità ambientale attraverso l’arte, l’alimentazione e la comunicazione. Di tendenza anche la nascita di manifestazioni e festival legate a questo fenomeno, da cui emergono programmi freschi e nuovi che in modo più o meno serio esprimono il loro punto di vista sui più disparati argomenti; si pensi che ad Aprile 2022 si terrà a Milano la prima edizione del Podcast Awards Italia per premiare le varie categorie (dal benessere alla satira, dal business al branded) che proliferano nel settore. L’opportunità di ascoltare il proprio podcast preferito in qualunque momento – dai viaggi in auto nel tragitto casa/ufficio alle piccole pause di ogni giorno – è sicuramente la leva che ha permesso l’evoluzione digitale di tale fenomeno mediatico che mira sempre più ad estendersi ed imporsi come nuova e giovane forma di comunicazione on line. Alberto Carruba
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ILLUSTRAZIONE -
SE GUICI S U Virginia Parisi
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FASHION PILLS -
- FASHION PILLS
daroba e che deve saper indossare nelle giuste circostanze che la vita gli pone dinanzi.
IL GALANTUOMO D’OGGI E LA SUA DIVISA Una guida pratica alla moda classica contemporanea
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Esiste una domanda che, possiamo affermare con una modesta sicurezza, accomuna nel bene o nel male tutti i galantuomini o sedicenti tali. Domanda che sorge nei convulsi momenti successivi alla veglia ove a modo ci si riprende dal torpore del giaciglio e ci si appresta a dar inizio al dì sorgente. La questio che presumiamo abbiate intuito anche dal titolo di codesto trafiletto è inerente alla scelta del vestiario che come una seconda pelle accompagnerà volente o nolente il gentiluomo per la durata della giornata. Seppur è vero che l’abito non fa il monaco è anche vero che un corretto vestiario permette di riconoscerlo: nella società civile ove noi tutti oramai prosperiamo il modo cui ci si pone ha dunque una sua centrale rilevanza. Taluni potranno prediligere ad uno stile classico vesti che meglio si conformano ad un personalistico concetto di comodità a discapito del doveroso pegno che esige l’occhio. Oppure che a favore di ignoranza si pensa che l’indossar casualmente capi che di per sé, è vero, rappresentano fulgidi esempi di moda classica ma che, tuttavia, senza una contestualizzazione codificata dai canoni del buongusto risultano ridicoli e dunque fuor di luogo. In questo seppur limitato trafiletto è dunque intenzione nostra illustrare a grandi linee quali siano i principali capi che un galantuomo deve possedere nel proprio guar-
La camicia
Seppur quest’indumento ad oggi può esser tranquillamente considerato il punto di inizio della moda maschile classica, alle sue origini nel XVIII secolo lo era realmente. Originalmente infatti la camicia era l’indumento intimo per antonomasia che fungeva da prima barriera di vestiario alla cute di colui che la indossava, motivo per cui tutt’ora il bon ton impone a chi indossa una camicia di non rimanere mai alla presenza di una dama con soltanto quest’ultima addosso. Tornando nel pratico la camicia ha visto una sua costante evoluzione soprattutto nei due secoli scorsi, ove, con l’introduzione del colletto rimovibile prima e di quello fisso poi, è diventata l’indumento cardine del vestiario maschile. Seppur di svariate trame ne possano esser prodotte riteniamo che l’elemento che maggiormente rende riconoscibile questo indumento è il collo, che di numerose forme ne esistano e che, non ce ne voglia qualunque sarto, andiamo a sintetizzare nei modelli classici che più idonei sono alla vita quotidiana: Collo Francese: maggiormente diffuso nella grande distribuzione, è caratterizzato da un ampio spazio cravatta che si presta bene a nodi spessi ed elaborati come l’Eldredge, il Balthus o il Trinity ma anche ad esser mantenuto aperto in stile business casual. Collo Italiano: dalle vele allungate e dalle punte accentuate, si adatta bene ai nodi stretti e allungati o al cravattino. Collo Mezzo Francese: è un ibrido tra i primi due e si caratterizza da vele lunghe e ad un medio spazio cravatta che permette agevolmente nodi come il Windsor o l’Hanover.
La cravatta
Ancor più antica della camicia è la cravatta. Essa trae le sue origini dai fazzoletti da collo già indossati
dai legionari romani del II secolo e, con il passar delle generazioni, si è evoluta nella cravatta come la conosciamo nella sua forma attuale solo a partire dagli anni venti dello scorso secolo. Anche se ne esistono di infinite trame è nostra premura ricordare il ruolo che la cravatta ricopre in Inghilterra. La cravatta a righe detta Regimental è infatti un elemento caratterizzante l’appartenenza ad un club, istituto o reggimento cui chi la indossa dichiara di essere membro in conformità ai colori dell’istituzione. Una buona cravatta non è individuabile da elementi predefiniti accademicamente bensì la si può riconoscere esclusivamente ‘a tatto’, infatti la cravatta artigianale è cucita a tre strati con un rivestimento esterno, dunque è consiglio nostro di selezionare la giusta cravatta per il nodo che si intende fare e il vestiario cui la si intende abbinare. Riteniamo parlando della cravatta fare una precisazione sui principali nodi che il galantuomo dovrebbe assolutamente conoscere e saper fare: Nodo Windsor: nodo classico per antonomasia dedicato a re Edoardo VIII, duca di Windsor che ha dato un enorme contributo allo sviluppo della moda classica, si contraddistingue per una media voluminosità e una perfetta simmetria. Nodo Hanover: nodo molto voluminoso, simmetrico, di complessa attuazione che richiede una cravatta di una certa lunghezza e spessore. Nodo Four in Hand: nodo di estremamente semplice esecuzione che per l’assenza quasi totale di simmetria nelle sue forme è indicato nell’utilizzo in circostanze informali.
ed il tessuto. I modelli classici più diffusi ed anche più idonei alla vita quotidiana sono: Modello monopetto: formato da una giacca a due o tre bottoni ed un pantalone classico. Modello tre pezzi: modello classico composto da giacca a due o tre bottoni con l’aggiunta di un panciotto nel rispetto dei canoni classici della moda britannica. Modello doppiopetto: caratterizzato da una giacca blazer con due spacchi laterali da tenere sempre chiusa. I tessuti invece si distinguono a seconda della trama e dei materiali. La complessità e la varietà degli stessi permetterebbero di riempire manuali di moda classica, tuttavia sintetizzando possiamo classificarli in: Tessuti gessati: caratterizzati da una texture a righe parallele su una trama a tinta unita che può variare dal grigio al blu scuro. Tessuti Glen Check: detti anche Principe di Galles, sono riconoscibili dai motivi quadrettati sul Grey e tipicamente richiamano le trame dei kilt scozzesi. Tessuti Platinati: sono tessuti a tinta unita tra i più diffusi e facilmente reperibili e per definizione anche estremamente versatili, adatti per ogni stagione. Valerio Maria Tulli
L’abito
L’abito ad oggi rappresenta ancora l’abbigliamento più elegante per un galantuomo. Le sue forme in linea generale traggono le proprie origini dagli anni Venti dello scorso secolo, quando prese forma l’attuale gusto stilistico noto come moda classica. L’abito è definito da due elementi essenziali: il modello
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- OROSCOPO
Nessun Astrologo è stato sfruttato per scrivere questo oroscopo. Da assumere lontano dai pasti, con moderazione. In presenza di sintomi, vi ricordiamo che è solo un effetto placebo, perché nulla di quello che leggerete ha effettivamente senso.
ARIETE
TORO
GEMELLI
“Per imparare a boxare basta una notte. E una vita intera per imparare a combattere”. Caro Ariete, inutile parlarti di presagi e prospettive. La tua vita la crei tu. Tanto per fare come gli altri c’è sempre tempo.
Torelli miei cari, quest’anno vi ha messo a dura prova, avete vacillato ad intermittenza ed ogni tanto avete bisogno di qualcuno che vi ricordi una cosa fondamentale: siete forti! Siete tremendamente forti da condurre in maniera trionfante ogni settore della vostra vita anche se questo vi costa lacrime, sudore, stanchezza. Solitamente siete voi a sorreggere tutti gli altri, ma il bello della vita è anche questo: non avete bisogno di essere difesi ma sostenuti, perché insieme il mondo è un po’ meno pesante! Per quest’anno vi consiglio di rispolverare la vostra vera indole e godere appieno ciò che avete conquistato perché solo voi siete capaci di gioire in tale misura tanto di una grande vittoria quanto di una giornata di sole!
Si dice che alle cose belle ci si abitua facilmente... beh, gemellini, lasciate nell’anno trascorso tutta l’ansia che vi siete trascinati per anni e cominciate con tutti voi stessi a crederci veramente: vi sta accadendo di tenere in mano le redini della vostra vita senza quel tremolio che vi contraddistingue. Respirate a pieni polmoni e camminate sospesi una spanna sopra il terreno. Lo so che vi sembra tutto troppo bello per essere vero ma quelle emozioni che sentite sono reali e sono tutte vostre! Vi svelo un segreto: ve le siete meritate!
CANCRO Basta guardare i modellini render sul pc, ormai la vostra vita l’avete creata ed anche il piccolo grande nido dove trascorrerla. Il fulcro del discorso l’avete già raggiunto ed il prossimo anno il vostro compito sarà aggiungere i vari elementi della vostra personale creazione. Come quando hai ormai arredato casa e per renderla perfetta aggiungi di volta in volta i singoli dettagli della tua grande personalità.
VERGINE LEONE Piccoli grandi re della giungla. Vi siete trasformati in un gattino negli ultimi periodi dell’anno ormai trascorso e in questo nuovo anno dovete nuovamente tirare fuori le unghie ed i denti come solo voi sapete fare. Vi do una bella notizia: non siete soli!
Ora che avete rimesso tutto al proprio posto, organizzato gli appuntamenti, gli armadi, le scatole, libri e fogli di giornale…vi sentite meglio? Fate un sospiro di sollievo e iniziate ad essere meno maniacali. Quest’anno vi darà la possibilità di modificare la vostra forma mentis con solo risvolti positivi: finalmente verrà visto quel pizzico di simpatia che nascondete dietro tutti i vostri fogli excel.
BILANCIA Avete gli occhi così belli che il sole rimane abbagliato! Ebbene sì, bilancini, che dire… continuate a portare gioia ed allegria nella vita di chi vi circonda, ma non mettetevi mai da parte. In quest’anno appena iniziato riuscirete a conquistare ciò che desiderate… tocca capire prima cosa volete realmente.
CAPRICORNO Dolci capricorni, in quest’anno avete imparato ad uscire dal vostro guscio ed abbracciare chi vi sta accanto. Siete circondati da persone che vi supportano (e sopportano), continuate a lasciarvi andare e vedrete come può sembrare tutto più bello se osservato da un’altra prospettiva.
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SCORPIONE
SAGITTARIO
Scorpioncini siete cresciuti? Avete fatto i bravi quest’anno? Non dovete raccontarlo a me ma farvi un esame di coscienza, perché ricordate… tutto ritorna, è un ciclo che si chiama karma!
Ormai volti le spalle all’anno trascorso che si è concluso come uno spoiler del 2k22: ti muovi con le stelle, tanto nel cyberspazio che in quello reale dove ti abbracciano sorrisi un po’ piccanti. È il tuo momento. Punta tutto sulle crypto e goditi appieno queste dolci emozioni perché per te… solo cose belle!
ACQUARIO
PESCI
Siete carichi per questo nuovo anno, cari acquari? Dopo aver trascorso l’ultimo periodo in panciolle consumando tutte le serie tv di Netflix ora vi aspetta un anno all’insegna del divertimento. Nuove esperienze sono in serbo per voi.Tocca però afferrarle al volo!
Pesciolini belli, continuate ad apprezzare e amare ogni singolo giorno come splende il sole. Come il profumo della crostata appena sfornata, la cena al ristorante offerta dal ragazzo più bello del mondo, la colazione al bar del venerdì e le telefonate quotidiane di ogni persona che vi ama grazie alla dolcezza che diffondete costantemente. Siete consapevoli che “non portate il peso del mondo sulle spalle” pur essendo un pezzo di mondo per molti. Perché “siamo fili d’erba, ti ricordi?”
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