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Università Niccolò Cusano Lettere Psicologia Ingegneria Giurisprudenza Economia Scienze Politiche Scienze della Comunicazione Sociologia Scienze della Formazione Scienze Motorie Filosofia
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REDAZIONE
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PAROLA ALLA REDAZIONE Federico Casadei
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VIRTUAL CAREER DAY Marica Lionetti
9 IL VIRTUAL CAREER DAY 2020 Giorgia Agrestini 10
SALVA IL MIO DIRITTO ALLO STUDIO Valentina Rottura
12 DRONELAB Siglati accordi con aziende e centri di ricerca di caratura internazionale Fabio Del Duchetto Ranieri Emanuele Nargi 14 CRANIMA La strada verso la ricerca. Le scelte che ti cambiano la vita Valerio Papa Prof. Ilaria Cacciotti 16
BRAIN IT Dalla Summerschool alla prima esperienza lavorativa Daniele Capoccetta Prof.ssa Ilaria Cacciotti
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LAUREARSI IN SCIENZE POLITICHE La Facoltà di Scienze Politiche: opportunità e prospettive
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COSA SONO GLI EXERGAMES Sarah Caglioti Emanuele Marsico
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INTERVISTA ALLA PRESIDE ANNA PIROZZOLI Cecilia Schiavoni Sara Lucianetti
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FLESSIBILITÀ DI PERCORSO Una strada alternativa per la magistrale Martina Lorusso Nicholas R. Sheriff
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LO SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO DEGLI STUDENTI E LA RICERCA IN DATA SCIENCE Prof. Carlo Drago L’esperienza di Catalin Balosin L’esperienza di Ilaria Laganà L’esperienza di Veronica Ciccone
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LA MIA ESPERIENZA ERASMUS (Con il Covid!) Eleonora Giustini Come partecipare alle mobilità per studio/tirocinio Erasmus+ Laura Pecetta
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LA DOPPIA FACCIA DEL TIROCINIO Due gemelle verso nuove prospettive dello sport Simona Mariani Valentina Mariani
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IL FUTURO LAVORO DI NOI STUDENTI Flavio Santonastaso
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VOGLIA DI ERASMUS Gaia Pancaldi
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COMUNICAZIONE E SOCIAL MEDIA Impressioni di una matricola Virginia Parisi
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IL PERCORSO ECCELLENZA Due parole un unico significato: Didattica a distanza, Efficace ed Efficente Luca Favarin Chiara Pollice
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UNICUSANO BASKETBALL Oltre lo sport, una palestra di vita Giulio Francesco Conte Max Cannalire
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APP E TECNOLOGIA Come moderni Cicerone. Tecnologia al servizio dell’individuo, guida attraverso il caotico ed inarrestabile progresso Neerio Porcelli
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L’ARTISTA DEL MESE “Lo potrebbe fare anche un bambino!” Approcciare all’arte contemporanea con gli occhi di Mark Rothko Giulia Sacchetti
48 L’IMPRENDITORE E GLI ALTRI Un brindisi per coronare un grande successo Gianni Truini FASHION PILLS E tu come ti vesti? Monica Ciocca
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MUSICA La musica, quel piacevole attimo di sollievo Virginia Pantanella
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FILM L’esame di maturità, da “Notte prima degli esami” all’era post covid Eleonora Francese
57 ILLUSTRAZIONE Alessandro Giachini Rosa Beneduce 58
PROGRAMMAZIONE TV
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OROSCOPO Fulvia De Maria
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Collaboratori
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Ranieri Emanuele Nargi Fabio Del Duchetto Valerio Papa Prof.ssa Ilaria Cacciotti Daniele Capoccetta Cecilia Schiavoni Responsabile Valentina Lamonaca Segretario di Redazione Danilo Novelli Redattori Capo Fulvia De Maria Chiara Martella Redattore Federico Casadei Capo Servizio Maria Rasile Direttore Creativo Giuliana Aquilani Grafica editoriale Carlotta Astengo
Sara Lucianetti Prof.ssa Anna Pirozzoli Martina Lorusso Nicholas Richard Scheriff Eleonora Giustini Laura Pecetta Simona Mariani Valentina Mariani Flavio Santonastaso Sarah Caglioti Emanuele Marsico Prof. Carlo Drago Catalin Balosin Ilaria Laganà Veronica Ciccone Monica Ciocca Luca Favarin Chiara Pollice Giulio Francesco Conte Neerio Porcelli Eleonora Francese Virginia Pantanella Giulia Sacchetti Gianni Truini Valentina Rottura Alessandro Giachini Rosa Beneduce Virginia Parisi Max Cannalire
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Gaia Pancaldi
PAROLA ALLA REDAZIONE È vero: la pandemia ha cambiato, se non tutto, molto. E su alcuni passi fatti in avanti mai più si tornerà (completamente) indietro. I lavoratori si son dovuti abituare allo smartworking, gli studenti a un innovativo - lo hanno definito alcuni osservatori approccio alla scuola e alle università: la didattica a distanza. Ma chiunque decida di osservare meglio, e più oggettivamente, la realtà non può far finta di non notare che l’insegnamento da remoto esisteva già prima dell’arrivo del virus, e che l’Università Niccolò Cusano, fin dalla sua nascita, ne aveva intuito le potenzialità: dare la possibilità ai propri iscritti sia di frequentare il campus e le lezioni in presenza, sia di poter accedere ai corsi online e alle registrazioni delle lezioni, così da rendere fruibili i contenuti agli studenti in qualsiasi momento. Il nostro Ateneo lo ha sempre fatto, con tutti i corsi di Laurea e Master. Che di anno in anno crescono, ampliando il ventaglio della scelta formativa. E allora ecco che quest’anno l’Università Niccolò Cusano è fiera di annunciare nuovi percorsi universitari: oltre a quelli già esistenti nell’area giuridica, psicologica, politologica, formativa ed economica, si amplia l’area ingegneristica e nascono quella sociologica, umanistica e delle scienze motorie. Sono aperte le iscrizioni ai nuovi corsi di laurea, triennali e magistrali: ingegneria elettronica, sociologia, comunicazione, lettere e scienze motorie. A cui i nostri futuri studenti potranno accedere anche grazie alle decine di borse di studio che l’Ateneo mette a disposizione ogni anno, in diverse modalità e accessibili a tutti (per i dettagli si consiglia di consultare il sito dell’Università). Perché la Niccolò Cusano ha come unico obiettivo quello di far crescere i suoi studenti, di formarli accompagnandoli verso il mondo del lavoro. Mettendoli a contatto con i professionisti del loro settore e responsabilizzandoli.
fondamentali: lo studio, la socialità, lo sport e la ricerca scientifica, portando gli iscritti a non essere osservatori passivi della realtà ma partecipanti attivi, accompagnati dai nostri tutor e professori. Proiettati già verso il futuro, sono costantemente in contatto con le aziende leader dei settori di interesse e, dialogando con loro, riescono sempre a essere aggiornati sui bisogni del mercato. Perché non esiste solo lo studio in università: l’Università Niccolò Cusano, oltre a formare i suoi studenti, li fa affacciare al mondo del lavoro, tramite stage curriculari e altre esperienze, spesso solo l’inizio di un percorso professionale più lungo, che porterà il neolaureato del nostro Ateneo a far parte di un team di lavoro. Solo così si può dire che l’Università abbia messo al centro della propria attenzione la formazione del laureando. Siamo certi, infatti, che non basta dare la possibilità a chiunque di studiare. È necessario condividere, dialogare, confrontarsi, cercare insieme il percorso migliore da intraprendere, essere presi per mano e affiancati fino alla fine del percorso. Così da poter dire e pensare di non aver ‘preso il pezzo di carta’, ma di essere stati formati per arrivare pronti a confrontarsi presto con le migliori realtà del Paese e, perché no? del mondo. Per cui, lasciar scrivere questo intero magazine a loro non è un azzardo né un rischio. È solamente il modo di dimostrare che chi studia da noi è in grado di applicarsi e mettersi alla prova, dando se stesso al cento per cento. E siamo sicuri che - anche se con un po’ di sudore alla fronte – anche stavolta i nostri studenti avranno superato a pieni voti la loro ennesima prova. Ed è ciò che ci rende fieri del lavoro che l’Università Niccolò Cusano ha fatto, fa, e farà per i suoi iscritti. Che saranno parte attiva del futuro del nostro Paese. Federico Casadei
Ed è per questo che nelle prossime pagine di questa edizione del magazine leggerete articoli scritti unicamente dagli studenti. I quali, giorno dopo giorno e sempre di più, vivono – e rappresentano - la realtà dell’Ateneo, che coniuga diversi valori
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Virtual career day Il Virtual Career Day è un evento virtuale che la nostra Università ha organizzato a fine 2020 per fronteggiare i disagi dovuti alla pandemia. Così facendo ha concesso agli studenti l’opportunità di poter sostenere colloqui online e di rapportarsi con i recruiter delle numerose società che hanno partecipato all’iniziativa. Inoltre, ha trasmesso tutta la giornata sul canale 264 del Digitale Terreste, Cusano ItaliaTv, dando modo anche alle società presenti di proporre le loro offerte lavorative e, alle meno conosciute, di farsi conoscere e di raggiungere un pubblico più ampio. Durante l’evento, gli studenti hanno avuto modo di confrontarsi con i recruiter su alcuni temi. Ad esempio, io chiesi ad una società di consulenza di spessore internazionale, azienda con la quale ho svolto anche il colloquio, quali fossero le loro iniziative in tema di sostenibilità ambientale, quali le modalità di selezione e cosa ricercassero in un candidato ideale.
Il percorso da seguire per registrarsi era abbastanza semplice ed intuitivo: occorreva selezionare le aziende alle quali si era interessati e si riceveva un’email di conferma, insieme ad un link per accedere ad un’aula virtuale. Qui erano presenti tutti i candidati interessati: inizialmente il recruiter forniva informazioni generali sull’azienda e sul ruolo proposto, dopodiché si rimaneva in attesa in vista del colloquio privato, sostanzialmente conoscitivo. Nel mio caso, ad esempio, ho parlato del mio percorso di studi e delle mie esperienze lavorative.
intendessi candidarmi e quali fossero i miei pregi e difetti, se fossi disponibile a trasferirmi e quali fossero le mie preferenze. Alla fine del colloquio mi hanno fatto inviare il curriculum direttamente all’email personale del referente aziendale.
Questo evento è stato estremamente formativo: ha dato l’opportunità a chi non avesse mai svolto dei colloqui di sostenerne uno con meno pressione. In più, l’Università Niccolò Cusano ha riservato pari opportunità a tutti, non solo ai propri studenti, e ha permesso a ciascun candidato di poter partecipare a più colloqui durante la stessa giornata, semplicemente passando da un’aula virtuale all’altra, come non sarebbe stato possibile qualora i colloqui fossero avvenuti in presenza. Un altro vantaggio significativo è stato che l’evento ha rispettato appieno le norme vigenti in tema di sicurezza, considerando che in quel periodo l’emergenza sanitaria era ancora alta.
Credo che questa iniziativa sia un’ottima occasione per gli studenti, che hanno avuto modo di informarsi direttamente dalle imprese sulle dinamiche aziendali. Una curiosità interessante è che da questa giornata è stato poi creato un format su Cusano Italia Tv chiamato Futuro Lavoro, una trasmissione in cui gli studenti intervistano le società per cercare di far emergere le necessità di entrambi, creando un interessante scambio reciproco.
Marica Lionetti
In seguito, mi hanno chiesto per quale posizione professionale
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IL VIRTUAL CAREER DAY 2020 Il Career Day è un momento di incontro tra mondo accademico e mondo del lavoro, un evento che l’Ufficio Placement dell’università organizza ormai da diversi anni, ponendosi come anello di congiunzione tra le due sfere e supportando noi studenti. Lo scorso anno, causa il diffondersi della pandemia da COVID-19, sono state molte le realtà e le abitudini che si sono dovute adattare alle restrizioni poste in atto. Per tale ragione, il Career Day si è presentato in una formula diversa rispetto l’ordinario. Infatti, l’evento è stato svolto in modalità online, dando a noi studenti la possibilità di entrare in contatto in tempo reale con i recruiter di numerose aziende. Ognuna di queste, tramite un virtual stand, offriva ai partecipanti una panoramica delle attività da loro svolte e, se queste risultavano di interesse ed in linea con il percorso di studi, veniva data la possibilità di sostenere un colloquio individuale. In parallelo all’evento, Cusano Italia TV ha mandato in onda uno speciale in cui si sono alternate le presentazioni delle aziende e le domande degli studenti presenti in studio.
PER INFO E REGISTRAZIONE
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Personalmente, ho trovato l’iniziativa molto utile e formativa. Durante la giornata sono riuscita ad intrattenere diversi colloqui e ad inviare il mio curriculum vitae agli HR di numerose aziende, molte delle quali erano già state scelte nei giorni precedenti all’evento. Altre, invece, mi hanno incuriosita dalla presentazione ed ho voluto approfondirne la conoscenza. La possibilità di sostenere un colloquio si è rivelata sicuramente un modo per poter applicare sul
campo tutte quelle conoscenze apprese durante il percorso di studi, ma anche un mezzo per tentare di mettersi alla prova ed affacciarsi al mercato del lavoro. Infatti, ciò che noto oggi è che tra gli studenti sono molti quelli che presentano nel loro curriculum un enorme bagaglio di esperienze accademiche, oltre che extracurriculari, di rilevanza. Ciò va sicuramente ad accrescere la concorrenza che si genera nel momento in cui ci si candida per una posizione lavorativa ma, d’altra parte e dal mio punto di vista, rende anche difficile la scelta che un HR deve fare tra coloro che aspirano al ruolo. Per questo ritengo che ciò che determina l’esito positivo di un colloquio e la possibilità di trasformarlo in un’offerta di lavoro è il modo in cui lo si affronta, le competenze che si riescono a trasmettere e la sicurezza con cui lo si fa. Nella mia esperienza, i colloqui sostenuti durante quella giornata non hanno portato ad un’imminente offerta di lavoro, ma sono stati un’opportunità per accrescere il network di conoscenze che poi, più avanti, mi ha permesso di ricevere altre offerte e sostenere brillanti colloqui.
L’evento, inoltre, è stato un modo per poter conoscere più approfonditamente le diverse aziende, andando oltre ciò che emerge dai loro siti web ed osservando il punto di vista di chi, da interno, vive quella realtà tutti i giorni e sa, quindi, anche elargire consigli. Infatti è un problema che accomuna tutti gli studenti, me compresa, quello di trovarsi spaesati una volta terminato il percorso di studi, nel passaggio tra mondo accademico e mondo lavorativo. Su questo argomento, tuttavia, c’è da ‘spezzare una lancia’ a favore dell’Ufficio Placement, che mi ha affiancato ed aiutato durante tutto il mio percorso universitario, dalla banale, se poi così si può definire, correzione del curriculum, al supporto durante la ricerca di impiego, attraverso le continue offerte di lavoro proposte. Il mio consiglio, in ultimo, è quello di partecipare al prossimo Career Day e di mettersi in gioco, perché è una grande occasione ed opportunità per il vostro futuro.
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SALVA IL MIO DIRITTO ALLO STUDIO
Il progetto con cui l’Università Niccolò Cusano consente agli studenti che vivono una difficoltà economica a causa dell'emergenza sanitaria da COVID-19 di proseguire il loro percorso di studi, di raggiungere l’obiettivo della laurea e posticipare i pagamenti degli anni accademici frequentati ad un momento successivo al conseguimento del titolo accademico. Segue la testimonianza di una studentessa che ha scelto di aderire a questo progetto. UN PEZZO DI VITA. L’incipit che ho scelto può sembrare inappropriato, inusuale, magari anche fuori tema ma spero di riuscire a spiegare il motivo della mia scelta, dopo avervi raccontato qualcosa in più su di me. Mi chiamo Valentina, ho 29 anni, studio giurisprudenza, sono la maggiore di 5 figli, ho svolto parecchi lavori da quando ho compiuto la maggiore età, ma quello che ho amato e amo di più è l’insegnamento e ‘da grande’ vorrei continuare a fare l’insegnante. Ho scelto tanti anni fa questa facoltà - ad oggi per me difficile, lunga, a volte sfiancante ma anche tanto completa e affascinante - con tutti i dubbi e le paure di una ragazza di 19 anni che conclude un percorso ricco di esperienze variopinte e si incammina su una strada nuova, la strada dei grandi. Il periodo che precede, così come quello che segue, il diploma è complicato: non sai bene chi sei né tantomeno chi vorrai essere. È un periodo delicato, perché mentre la gente riempie la tua testa di tante parole, di esperienze che, anche se non tue, hanno il potere di far scaturire in te sensazioni contrastanti che non sempre riesci a gestire, il tempo che scorre inesorabile prova ad insegnarti come si fa e tu, invece, hai una voglia matta di tuffarti per capire se il percorso è quello
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giusto o ti devi fermare, per non perdere tempo, per non perdere te. Perché sì, le scelte sbagliate, ahimè, ti fanno perdere sempre qualcosa e te ne accorgi spesso quando ormai è troppo tardi e rimediare non è più possibile o è troppo difficile. Vi starete chiedendo, ed è più che giusto, il perché di queste parole. Mi è stato chiesto di parlarvi di un progetto la cui denominazione è Salva il mio diritto allo studio e sono felice di farlo ma non posso non partire da quando per me è cominciato tutto, per concludere sottolineando che se oggi sono qui a scrivere queste poche righe è perché questa grande possibilità da parte dell’università Unicusano, in uno dei periodi bui della mia vita, mi ha davvero salvata. Mi ha salvata da una di quelle decisioni sbagliate da cui non si può tornare indietro. Mi ha salvata in un momento in cui, sicuramente, la scelta di abbandonare l’università per difficoltà economiche senza aver completato gli studi non sarebbe stato l’unico errore di cui mi sarei pentita nel mio domani, ma in quel preciso momento non avrei potuto fare altrimenti, perché nel bel mezzo di una pandemia improvvisa, inaspettata, i soldi destinati alle tasse universitarie sono serviti per la spesa, le bollette e le medicine. Ogni giorno immaginavo di dover presentare la mia richiesta di rinuncia agli studi, ma aspettavo di trovare il coraggio per farlo.
Un giorno poi, quando non te lo aspetti, proprio come nelle favole, un raggio di sole illumina quel pezzo di vita che cancelleresti con un colpo di spugna se solo potessi, e una voce tanto gentile, dall’altra parte del telefono, ti comunica qualcosa che sa di speranza, che dà un po' di pace al cuore e che ti apre una porta che consideravi chiusa. C’è un progetto che ti guida fino al giorno della laurea dandoti la possibilità di coronare con successo il tuo sogno, senza soffocarti, perché il pagamento delle rette avverrà quando tu avrai raggiunto quel traguardo e organizzato la tua vita in modo di poter rispettare ogni scadenza prevista.
un mantra, ed io come Pinocchio ho provato a non starlo a sentire ma non sono stata brava a raccontarmi fino in fondo una bugia che stava logorando i miei giorni. Così, improvvisamente, da quando ho accettato di far parte del progetto Salva il mio diritto allo studio, il mio futuro ha avuto il suo colore e la mia quotidianità è colma di gratitudine per chi c’è stato, per i tutor, per i professori, per tutta l’organizzazione universitaria. A loro devo le mie soddisfazioni. Valentina Rottura
Aiuto, sostegno, supporto: questo è quello che ho ricevuto da parte dei tutor. Sempre professionali, disponibili e pronti ad ascoltare le mie richieste, per poi proporre percorsi di studio adeguati alle mie esigenze. Il percorso eccellenza per esempio è stato un salvagente a cui mi sono aggrappata grazie all’incoraggiamento dei tutor, che mi hanno affiancata con costanza e pazienza; voglio infatti riconoscere loro il merito di avermi permesso di trasformare l’esame di diritto processuale civile da ostacolo in soddisfazione. Organizzare lo studio seguendo i consigli dei tutor mi ha dato la voglia di rimettermi in carreggiata senza pensare di non essere all’altezza e alla fine di tutto, o meglio quasi alla fine, sono sicura che le mie vittorie, così come quelle dei colleghi che hanno seguito la stessa strada, sono anche piccole grandi soddisfazioni per tutti i professionisti che hanno lavorato al progetto Salva il mio diritto allo studio perché ci hanno creduto quando noi non siamo stati capaci di farlo, perché si sono impegnati affinché nulla andasse perso, perché hanno messo in pratica tutto ciò che conoscono per costruire qualcosa per cui vale la pena. “Continua a studiare, la tempesta finirà, non sprecare questa opportunità, oggi nonostante la disperazione puoi non mollare. Fallo per chi ha già abbandonato perché non ha avuto un’altra soluzione. Non fermarti, la tua università ti sta tendendo una mano. Aggrappati!” Quella vocina, il mio grillo parlante, ha continuato a ripetere ininterrottamente queste frasi come
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DroneLab
Siglati accordi con aziende e centri di ricerca di caratura internazionale
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Gli ultimi 50 anni hanno visto alcuni dei più rapidi progressi tecnologici nella storia dell'umanità. Basti pensare come effettuare chiamate, scattare foto, ascoltare musica, eseguire pagamenti, ecc… sia possibile utilizzando un unico dispositivo tascabile, lo smartphone. Il settore dei trasporti invece non è stato oggetto di un’evoluzione tecnologica così accentuata. Si stima che entro il 2030 il 60% della popolazione mondiale sarà urbana, ciò comporterà inevitabilmente un reale bisogno di opzioni di mobilità innovative in quanto le infrastrutture a terra diventeranno sempre più congestionate. Fornire alle persone una soluzione alternativa, ma allo stesso tempo sicura, sostenibile e conveniente, rappresenta un obiettivo fondamentale per la mobilità urbana del futuro e sfruttare lo spazio aereo sopra le città potrebbe essere una soluzione. In questo contesto si colloca il progetto Urban Air Mobility, progetto che oltre al semplice trasporto passeggeri racchiude in sé molte altre possibilità, come il supporto ai
servizi di emergenza, il trasporto di sangue e organi, ma anche il monitoraggio del traffico o delle infrastrutture, della sicurezza pubblica e ovviamente il trasporto di merci. Il progetto Urban Air Mobility trova però, come ostacoli alla sua realizzazione, alcune criticità: controllo e realizzazione di infrastrutture del traffico aereo, costi e accessibilità, sicurezza e inquinamento acustico. Su quest’ultimo tema vogliamo porre la nostra attenzione. Il rumore dei droni infatti è diventato un tema centrale per la comunità scientifica sia a livello industriale che accademico. Nel 2018, il Wall Street Journal ha pubblicato l’articolo Delivery Drones Cheer Shoppers, Annoy Neighbors, Scare Dogs indicando il rumore dei droni come il principale ostacolo alla loro diffusa accettazione pubblica in aree urbane. Su tale argomento scientifico il DroneLab dell’Università Niccolò Cusano, ovvero un team di ricerca costituito dall’ Ing. Ranieri Emanuele Nargi, Dott. Paolo Candeloro, Ing. Edoardo Martellini ed il Dott. Andrea Pagliaro (questi
ultimi ex-studenti UniCusano), guidato dal Prof. Tiziano Pagliaroli in collaborazione col Prof. Riccardo Panciroli, ha posto il focus delle sue attività. Tra le varie attività del DroneLab possiamo citare lo studio del rumore prodotto dall’interazione tra eliche di un drone (Interaction Noise) e le possibilità per ridurlo. Sappiamo infatti che la distanza tra i rotori ha un forte effetto sia sulla struttura di flusso della scia, sia sulle prestazioni aerodinamiche sia sul rumore generato. A tal fine è stato realizzato il setup sperimentale. Questo progetto ha portato all’instaurazione di una collaborazione scientifica e didattica tra l’Università Niccolò Cusano e uno dei centri di ricerca più famosi al mondo: il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (C.I.R.A.). L’accordo CIRA – UNICUSANO prevede infatti di ampliare l’attività di ricerca e soprattutto di creare un link con l’Ateneo affinché gli studenti possano essere ospitati nei laboratori del CIRA e prendere parte alle attività in essere. L’ing. Ranieri Emanuele Nargi ha contribuito in modo significativo alla collaborazione tra l’Università Niccolò Cusano e l’ente di ricerca grazie alla disponibilità e l’interesse del Responsabile CIRA, Ing. Fabrizio De Gregorio. Un’ulteriore attività di ricerca riguardante l’impatto acustico di droni è quella svolta dal Dott. Paolo Candeloro, il quale si occupa di studiare strategie di controllo passivo del rumore prodotto da eliche di piccola e media scala. I risultati ottenuti in questo settore hanno creato un forte interesse anche a livello aziendale, il quale è culminato con un contratto stipulato con l’azienda Eurolink Systems (leader in soluzioni embedded, server rugged, storage, periferiche, networking, acquisizione dati,
monitor e molto altro per importanti mercati, tra cui quelli della Difesa, della Sicurezza e Intelligence e dei Trasporti). Il contratto stipulato tra Eurolink Systems e il DroneLab dimostra quanto gli ingegneri della Cusano non siano solo ricercatori, ma da queste attività di ricerca hanno saputo creare un ponte con il mondo dell’industria. In questo modo si porta avanti la Terza Missione delle Università, ovvero l’insieme delle attività con le quali gli atenei interagiscono direttamente con la società e il proprio territorio di riferimento, anche attraverso azioni di valorizzazione economica e sviluppo industriale. Fabio Del Duchetto In collaborazione con Ing. Ranieri Emanuele Nargi
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CRANIMA
La strada verso la ricerca. Le scelte che ti cambiano la vita
Mi chiamo Valerio Papa e sono un dottorando di Ingegneria Industriale presso l’Università Niccolò Cusano. Mi occupo di ricerca su materiali e tecnologie innovative per la produzione di dispositivi biomedicali per diverse applicazioni, in ambito odontoiatrico e craniomaxillofacciale. Mi sono laureato in Ingegneria Industriale Triennale e successivamente in Ingegneria Meccanica Magistrale proprio presso l’Università Niccolò Cusano. Sono stato coinvolto, per la mia tesi di laurea, in un progetto POR FESR 2014-2020 KETs – tecnologie abilitanti della Regione Lazio, intitolato CRANIMA - Impianti a base di compositi innovativi per applicazioni in cranioplastica: dall’elaborazione delle immagini tomografiche alla realizzazione del
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prototipo mediante Manifattura Additiva, incentrato sullo sviluppo di impianti cranici a base di materiali innovativi mediante stampa 3D, al fine di superare i limiti di quelli attualmente impiegati, sotto la guida della Professoressa Ilaria Cacciotti, responsabile scientifico del medesimo progetto e relatore della mia tesi. La stessa professoressa mi aveva parlato di questo progetto ancora in fase di stesura e approvazione durante il mio percorso in Ingegneria Industriale Triennale; solo successivamente, una volta approvato e finanziato, è stato possibile essere coinvolto. Nell’ambito della mia tesi di laurea magistrale mi sono interessato alla progettazione di una protesi in materiale polimetilmetacrilato (PMMA) o meglio noto come plexiglass, reso biomimetico
mediante rivestimento con un calcio fosfato che simula la componente inorganica del tessuto osseo, realizzata tramite tecnologia di stampa 3D, allo scopo di superare i limiti del materiale e delle tradizionali tecniche di produzione. Questa esperienza mi ha permesso anche di entrare in contatto con altre realtà universitarie e aziendali partner del progetto stesso, quali l’Università Cattolica del Sacro Cuore-Roma, Gelco SpA e Sentech Srl, esperienza per me formativa sia dal punto di vista professionale che personale, avendo avuto modo di conoscere i risvolti sia clinici che industriali. Date le conoscenze e competenze acquisite, ho poi avuto anche l’opportunità di ricevere una borsa di ricerca proprio nell’ambito di tale progetto e l’anno successivo ho vinto una borsa di dottorato
in Ingegneria Industriale e Civile dell’Unicusano, così da poter implementare la mia formazione nell’ambito dei materiali e delle tecnologie per applicazioni biomedicali. Nel mio lavoro di dottorato mi occupo dello studio dei biomateriali, ovvero materiali pensati per interagire in base al tipo di applicazione con sistemi biologici, al fine di garantire proprietà meccaniche accettabili, ed essere compatibile con il tessuto ospitante senza provocarne infiammazioni, promuovendo efficientemente l’adesione delle cellule colonizzanti, in particolare per applicazioni craniomaxillofacciali. In tale contesto, tenendo conto che nel campo della cranioplastica e della plastica maxillofacciale uno degli obiettivi principali per la ricostruzione delle parti ossee è quello di andare a produrre un impianto che meglio replichi le proprietà naturali dell’osso, mi sto occupando del design e della realizzazione di diversi impianti, a base di diversi biopolimeri e bioceramici, cercando di simulare sia composizione che struttura del tessuto naturale. Dati i risultati interessanti e promettenti, è stato da poco approvato e finanziato, su tematiche similari, il progetto SISMAC - Sistemi Innovativi Sensorizzati mediante Manifattura Additiva per la Cranioplastica, nell’ambito della call regionale POR FERS 2014-2020 Gruppi di Ricerca. Gli obbiettivi futuri del laboratorio di ingegneria biomedica dell’Università Niccolò Cusano prevedono l’ottimizzazione delle geometrie e produzione di scaffold, la ricerca di nuovi biomateriali polimerici, l’utilizzo di nuove tecnologie di produzione quali il recente bioprinting. Valerio Papa In collaborazione con la Prof.ssa Ilaria Cacciotti
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Brain IT Dalla Summerschool
alla prima esperienza lavorativa
Sono Daniele Capoccetta, studente iscritto al primo anno del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica all’Università Niccolò Cusano e sono stato coinvolto nel progetto europeo BRAIN IT- Innovative tecnologies in neurosurgical study, finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito della call Erasmus+ Key Action
È iniziato tutto così per caso… Iscritto al Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Biomedicale, ho avuto la possibilità di effettuare il tirocinio curriculare presso il laboratorio di ingegneria con la Professoressa Ilaria Cacciotti.
Parto, quindi, insieme ad altri nove studenti dell’Unicusano, alla volta della Romania. Durante la Summer School, nei quindici giorni dedicati abbiamo dapprima assistito a lezioni inerenti alla medicina, all’anatomia del corpo umano, ai biomateriali, all’ingegneria dei tessuti e alla stampa 3d, successivamente ai live di operazioni finalizzate alla rimozione di traumi e a workshop pratici, con la possibilità di visualizzare con la realtà aumentata, cioè il visore VR, le parti anatomiche del corpo umano.
Vengo coinvolto in un progetto incentrato sulla preparazione di nanoparticelle per il drug delivery (rilascio controllato di farmaco) e, appassionandomi sempre di più a questa tematica, chiedo alla professoressa Cacciotti di poterla approfondire anche per la tesi di laurea. Durante il periodo passato nei laboratori, si presenta l’occasione di partecipare al bando per la Summerschool BRAIN ITTrauma In Neurosurgery che si sarebbe dovuta svolgere nelle due settimane centrali di luglio 2019 presso l’Università di SibiuRomania, nell’ambito del progetto
Inoltre, nella seconda settimana abbiamo partecipato a workshop pratici, in cui siamo stati coinvolti in prima persona, imparando, così, le tecniche base di sutura, come mettere i punti, tracheotomia, ecc... Abbiamo anche provato a effettuare su dei crani stampati in 3D la rimozione del trauma, cercando ovviamente di “portare a termine l’operazione salvando il paziente”, attività risultata molto più semplice agli studenti di medicina che avevano già dimestichezza con i ferri chirurgici, ma affascinante e completamente nuova per noi studenti di ingegneria.
2 – KA203 - Strategic Partnerships for Higher Education, progetto
finalizzato a promuovere la nascita e il consolidamento di partenariati internazionali strategici mediante attività didattiche e di ricerca, in due diverse vesti.
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BRAIN IT, di cui è responsabile scientifico la Prof.ssa Cacciotti. Decido di partecipare vedendo il programma delle attività e dei workshop pratici che riguardavano l’intera esperienza, convinto ancor di più dalle informazioni ricevute al relativo info day.
È stata veramente un’esperienza significativa sotto ogni punto di vista, poiché abbiamo avuto la possibilità di acquisire nuove conoscenze, approfondire tematiche relative a biomateriali e tecnologie di stampa, assistere a interventi in sala operatoria, visitare i centri di ricerca dell’Università ospitante, interagire con medici e ingegneri di diverse nazionalità, provenienti dall’Università di SibiuRomania e dall’Università di Las Palmas de Gran Canaria-Spagna, migliorare la nostra conoscenza della lingua inglese e conoscere nuove realtà sociali e culturali. Successivamente, subito dopo essermi laureato in Ingegneria Biomedica Triennale, ho intrapreso il corso di laurea magistrale in Ingegneria Elettronica sempre presso l’Unicusano, e, qualche mese dopo, caso ha voluto che partecipassi al bando per una borsa di ricerca proprio nell’ambito del progetto BRAIN IT, risultando uno dei due vincitori. Ciò mi ha permesso di tornare a collaborare con il laboratorio di ingegneria e con la professoressa Cacciotti, in attività incentrate proprio sul progetto BRAIN IT, quali produzioni di prototipi di cranio e cervello in diverse condizioni patologiche, da utilizzare nell’ambito di simulazioni preoperatorie, e di fare inoltre la mia prima esperienza lavorativa all’interno di un ambiente versatile, nel quale ogni giorno si impara una cosa diversa, molto formativo per il futuro. Sono stato davvero entusiasta di aver avuto l’occasione di poter partecipare ad un’esperienza così significativa e costruttiva sia a livello culturale che personale, tanto da consigliarla vivamente a tutti gli studenti che ne abbiano la possibilità. Daniele Capoccetta In collaborazione con la Prof.ssa Ilaria Cacciotti
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LAUREARSI IN SCIENZE POLITICHE 30
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La Facoltà di Scienze Politiche: opportunità e prospettive Breve introduzione sui Corsi di Studio della Facoltà di Scienze Politiche con intervista alla Prof.ssa Anna Pirozzoli La nostra società è in rapida evoluzione e lo studio delle Scienze Politiche è fondamentale per comprendere ed interpretare tali cambiamenti. Per questa motivazione le materie oggetto di studio interessano diverse aree: le discipline economiche, quelle politologiche, quelle sociologiche sino a quelle giuridiche. Dunque, un percorso di studio multidisciplinare in cui si inseriscono anche le materie linguistiche, fondamentali al giorno d’oggi per rafforzare le nostre conoscenze e ampliare le possibilità lavorative. Frequentare la Facoltà di Scienze Politiche offre un ottimo punto di partenza per una carriera nell’ambito della ricerca, del giornalismo, e della politica, e consente di formare specialisti in grado di analizzare criticamente i sistemi politici, le relazioni che intercorrono tra essi, le aree geopolitiche, le modalità delle risoluzioni dei conflitti, ed il ruolo delle organizzazioni internazionali sia sul piano politico che sul piano economico. In questo contesto si inseriscono i Corsi di Studio della Facoltà di Scienze politiche, in cui vengono interpretati, valutati e gestiti i vari aspetti della dimensione internazionale dei fenomeni politici, giuridici, economici e sociali , offrendo inoltre un’ampia panoramica e una profonda comprensione dei principali eventi culturali e storici che si sono verificati nel corso dei decenni e che hanno influenzato la struttura politica odierna. Gli obiettivi formativi del Corso di Studio triennale e del Corso di Studio magistrale della Facoltà di Scienze Politiche è chiaro: formare figure professionali che possiedano una conoscenza europea e internazionale dei processi politici ed economico- sociali, così da affrontare efficacemente i cambiamenti globali con strumenti innovativi. Per approfondire ulteriormente i contenuti dei Corsi di Studio della Facoltà di Scienze Politiche e presentare l’offerta formativa proposta dall’Università Niccolò Cusano, abbiamo intervistato la Prof.ssa Anna Pirozzoli, Rettore Vicario e Preside della Facoltà di Scienze Politiche, della Facoltà di Giurisprudenza e della Facoltà di Sociologia della nostra Università.
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Può descriverci la sua carriera e come si è avvicinata agli studi giuridici? Sin dai primi esami universitari mi sono appassionata agli studi giuridici della Facoltà di Giurisprudenza e dopo il Dottorato di ricerca in Tutela dei diritti fondamentali, nel 2006 ho iniziato a lavorare nell’Università degli studi Niccolò Cusano come Professore a contratto. Con orgoglio posso dire che ho avuto la possibilità di costruire tutta la mia carriera accademica nel nostro Ateneo dove ho vinto il concorso da Ricercatore e poi, dopo aver conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale, sono stata chiamata prima come Professore Associato ed ora come Professore Ordinario di Istituzioni di diritto pubblico.
Cosa significa per lei insegnare e perché ha scelto l’Università Niccolò Cusano? Mi piace dire che io e l’Università Niccolò Cusano ci siamo reciprocamente scelte, è l’Ateneo che rispecchia pienamente il tipo di ricerca e di didattica che io desidero portare avanti: vicina agli studenti con la serietà e la contemporaneità che si deve esigere oggi dall’Università.
Cosa significa per lei ricoprire il ruolo di Rettore Vicario e di Preside della Facoltà di Scienze Politiche, della Facoltà di Giurisprudenza e della Facoltà di Sociologia della nostra Università? Ricoprire questi importanti ruoli istituzionali rappresenta per me una grande opportunità per prendermi cura dell’Ateneo, dei docenti e degli studenti in una prospettiva più ampia che mi permette di includere in ogni mia riflessione professionale le esigenze didattiche e scientifiche di tutti i Corsi di Studio, tenendo in considerazione il contesto complessivo. Mi piace mettermi a disposizione dei miei Professori e dei miei studenti, cercando di rendere più rapida e risolutiva ogni decisione e più omogeneo l’andamento delle attività didattiche.
In che modo è possibile indirizzare un ragazzo diplomato nel percorso di studi da intraprendere? Non è semplice indirizzare un giovane diplomato verso il percorso universitario più coerente con le sue aspettative: occorre comprendere le attitudini, gli interessi e la predisposizione nei confronti di alcune materie. A riguardo l’Ateneo svolge un’attività di orientamento presso le scuole in cui i nostri docenti illustrano l’offerta formativa dell’Ateneo e
descrivono non solo i piani di studio, ma anche le prospettive professionali di ciascun Corso che ancor più possono ispirare i giovani diplomati nella loro scelta universitaria. Quali sono i punti di forza dell’Università? L’Università Niccolò Cusano rappresenta un unicum per le modalità di formazione dei propri studenti che non solo hanno sempre a disposizione in piattaforma tutti i materiali didattici predisposti dai docenti, ma che inoltre possono avere un confronto quotidiano con i propri Professori attraverso i Videoricevimenti didattici quotidiani, in cui il docente è in collegamento sincrono con gli studenti per ascoltare e chiarire ogni aspetto didattico relativo al proprio insegnamento. C’è inoltre la possibilità di acquisire una metodologia didattica sempre più performante attraverso il Percorso Eccellenza, uno strumento innovativo la cui articolazione consente allo studente di acquisire un metodo di studio efficace, risultato della sinergia tra docente e tutor, e della costanza d’impegno da parte dello studente la cui preparazione viene scandita dalle lezioni programmate e dagli esami intermedi. Questi consentono di assimilare in maniera accurata e graduale i concetti, le nozioni ed i contenuti dei singoli insegnamenti, in un percorso didattico che permette di acquisire una compiuta padronanza della materia e di raggiungere una preparazione completa.
Il rapporto e la comunicazione tra il Professore e lo studente quanto incide sul percorso universitario? La possibilità di una comunicazione diretta tra studente e Professore rappresenta uno dei punti centrali del nostro modello formativo, e questo avviene non solo attraverso gli strumenti di relazione e comunicazione asincroni presenti in piattaforma (messaggi in piattaforma, e-tivity, forum), ma soprattutto attraverso quelli sincroni, che prevedono la contemporanea presenza online di docente e studente, garantendo la possibilità di un’interazione attiva tramite i videoricevimenti didattici quotidiani ed i ricevimenti in presenza in Ateneo (attivi nei periodi in cui è consentita la frequenza in sede nel rispetto delle disposizioni relative all’emergenza Covid- 19).
Quanto e come ha gravato la pandemia causata dal Covid-19 sul sistema universitario? L’Università Niccolò Cusano ha superato rapidamente le problematiche conseguenti la crisi pandemica, potendo utilizzare gli strumenti telematici già da
anni a disposizione di studenti e docenti tramite la piattaforma di Ateneo. Questi hanno consentito di offrire continuità didattica agli studenti senza alcuna sospensione, proseguendo con regolarità le lezioni a distanza, gli esami di profitto (in forma orale e in forma scritta), le sedute di laurea e ogni altra attività didattica programmata.
A seguito della pandemia, ha potuto riscontrare un cambiamento tra gli studenti nel modo di partecipare attivamente alla vita universitaria? Gli studenti si sono adattati rapidamente al cambiamento e hanno dimostrato di apprezzare ancora di più la declinazione telematica del nostro Ateneo, imparando a utilizzare sempre meglio la piattaforma ed i numerosi servizi che offre. Certo, gli studenti sono entusiasti all’idea di ritornare nel nostro Campus e partecipare anche in presenza alle attività didattiche, frequentare la mensa, la palestra, godere dei parchi che contornano l’Ateneo, tuttavia nei periodi di lockdown la piattaforma telematica ha consentito di superare la barriera della distanza e dell’isolamento cui tutti noi siamo stati costretti, ma che i giovani credo abbiano affrontato con maggiore difficoltà.
laureati con il mondo del lavoro particolarmente in quest’anno così complesso in cui gli effetti della pandemia hanno determinato anche una variazione dello scenario lavorativo in numerosi settori.
Infine, una riflessione su questi anni di docenza, svolti con estremo rigore e rispetto per gli studenti. Cosa spera di trasmettere ai suoi studenti e cosa sente di aver ricevuto a livello relazionale? Spero di trasmettere entusiasmo, non solo per lo studio ma per la vita che dovranno affrontare. Nelle prime lezioni dico loro sempre che si esce da un percorso universitario non con una serie di nozioni acquisite ma come donne e uomini che sapranno affrontare tutte le sfide professionali che gli si presenteranno. Cosa ricevo dai miei studenti? Le loro soddisfazioni sono il mio motore, finché me ne daranno non vorrò mai smettere di insegnare. Cecilia Schiavoni e Sara Lucianetti In collaborazione con la Prof.ssa Anna Pirozzoli
Quali pensa che siano gli ostacoli più grandi per chi vuole intraprendere questo Corso e quali le risorse e le opportunità da cogliere? Ogni ostacolo è superabile se c’è la voglia di studiare con passione e costanza, ogni nuovo esame rappresenta l’opportunità di accrescere le proprie conoscenze e formarsi solidamente per la professione futura.
L’offerta formativa prevede dei corsi di orientamento volti ad indirizzare gli studenti nella loro carriera post-laurea? L’Ufficio Stage e Job Placement si occupa di introdurre gli studenti nel mondo del lavoro anche attraverso la giornata del Career Day in cui numerose aziende intervengono per presentarsi ed illustrare i profili professionali ricercati. Soprattutto nel 2020, in piena pandemia, l’Ateneo ha voluto comunque svolgere questa giornata di Virtual Career Day utilizzando la modalità online e trasmettendo in diretta tv su Cusano Italia TV l’intero appuntamento. Una scelta coraggiosa e vincente della Governance dell’Ateneo che ha ritenuto importante non smettere di offrire la possibilità di un reale collegamento dei Foto 1
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FLESSIBILITA DI PERCORSO
Inizialmente, dopo la decisione e l’avvenuta iscrizione, ero titubante perché stavo iniziando un ciclo di studi specialistico con ovvie lacune, non avendo partecipato ad alcuni dei corsi sostenuti dai colleghi d’Economia in triennale. Ciononostante, ad oggi posso dire che è stata un’ottima scelta, grazie soprattutto ai servizi offerti dall’Università. Le carenze formative possono essere agevolmente colmate con tutto il materiale necessario di cui la piattaforma digitale è provvista (dispense, slide, video lezioni, video ricevimenti, messaggistica) e, per quando riguarda le materie pertinenti al reale programma magistrale, si può sempre contare sul costante supporto dei tutor, nonché sui professori, sempre disponibili per chiarimenti, sia in presenza in sede a Roma, che online.
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Avevo timore di rimanere indietro, ma ad oggi sono in pari e felice di aver ottenuto ottimi punteggi. Alla luce di come si sono succeduti gli eventi, aver potuto scegliere il percorso che in un determinato momento della mia vita sembrava più adatto a me è stata una scelta percorribile ricorrendo all’accettazione di pochissimi compromessi, e senza ritrovarsi fuori corso per causa di ritardi o difficoltà amministrative.
Martina Lorusso
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UNA STRADA ALTERNATIVA PER LA MAGISTRALE
Il mio percorso universitario è stato determinato da un cambiamento: il passaggio dalla facoltà di Scienze politiche e Relazioni Internazionali triennale – con conseguimento del titolo a luglio dell’anno passato – alla facoltà di Economia Magistrale dei mercati Globali e dell’Innovazione Digitale.
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Dal canto mio, la mia vita da studente all’Università Niccolò Cusano ha seguito, e continua a seguire, lo stesso cammino dell’amica e collega che ha lasciato prima le sue impressioni. Conseguito il diploma di laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, soprattutto grazie alla gentile concessione di una delle borse di studio Click-Day, nonostante il fascino che la materia trattata sino a quel punto avesse su di me e sulle mie alte ambizioni professionali, decisi, ancorché faticosamente - in parte, questo, per le medesime ragioni di Martina - di dare una svolta inaspettata al mio percorso di studi: mi iscrissi alla facoltà Magistrale di Scienze Economiche per l’Innovazione Digitale e i Mercati Globali. Ebbi la notizia della possibilità di chiedere il cambio da altri compagni che, laureatisi due mesi prima di me, già avevano sbrigato le formalità burocratiche interne - inaspettatamente snelle e veloci per questo tipo di transizione - e si stavano preparando per sostenere gli esami integrativi per colmare le carenze formative, che nel loro caso erano soltanto tre. Il mio primo dubbio riguardava il mantenimento dei vantaggi della borsa di studio, ma venni subito rassicurato in merito. Già tanto mi spinse a pormi dei quesiti in merito a cosa avrei voluto realmente fare. Inizialmente ero addirittura avverso all’idea di cambiare percorso, ma durante l’estate del 2020 tra noi studenti di Scienze Politiche si discusse purtroppo in via telematica, a causa della pandemia - di quanto alcuni di noi stavano scegliendo di
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compiere trasferendosi ad un’altra facoltà per coronare il proprio ciclo di studi. Poi ho letto la frase di un amico che appoggiava la scelta, perché indice di volontà di acquisire nuove competenze per il futuro. Quel singolo e brevissimo intervento fece scattare in me la scintilla per portarmi al cambiamento e mettermi alla prova. Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata; ho continuato a pensarci su per qualche tempo ma ormai, realmente, una decisione l’avevo presa. Dopo aver effettuato il cambio con successo, i mesi tra Ottobre 2020 e Maggio 2021 si sono rivelati non poco problematici, ma, per un felice converso, con mio grande piacere ho avuto modo di scoprire e nutrire nuovi interessi grazie alla scelta intrapresa. Inoltre, ho conosciuto colleghi cordiali e simpatici, oltre ad eccellenti professori, alcuni incontrati per la prima volta e alcuni ritrovati. Gli sforzi per stare al passo con gli obblighi accademici principali e collaterali continuano ad essere presenti ma il contesto particolarmente innovativo aiuta ad oliare gli ingranaggi. Mi sembra, ora, che, grazie al grado di flessibilità offerto dalla nostra Università, io e gli altri che hanno operato la stessa scelta siamo sulla buona strada per finalizzare ed integrare i nostri studi in una delle migliori maniere possibili, benché originariamente imprevista.
Nicholas R. Sheriff
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totalmente dal supporto della famiglia.
e ecipar t r a p Come r ità pe l i b o alle m io irocin t / o i d stu s+: Erasmu
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La mia esperienza
Per aderire al programma Erasmus+ gli studenti devono essere regolarmente iscritti ad un corso di laurea triennale o magistrale, sono esclusi i corsi Master e/o Corsi di formazione professionalizzanti. Nell’arco dell’anno accademico solitamente vengono pubblicati due Bandi per partecipare al programma europeo di interscambio per l’apprendimento individuale. Gli studenti interessati compilano la domanda di candidatura, allegata al Bando, secondo le modalità stabilite. Nell’arco delle settimane successive gli studenti sono chiamati a svolgere un colloquio motivazionale in video conferenza, quale parte integrate del processo di valutazione a cura della Commissione Erasmus+. Quest’ultima si compone di Delegati Erasmus+ rappresentanti ogni singolo Corso di Laurea. Durante il colloquio la Commissione rivolge delle domande al candidato per valutare la motivazione personale e la predis posizione a svolgere u n’esperienza di studio all’estero. Al ter mine della fase istruttoria viene pubblicata la graduatoria finale. L ’ ufficio Eramus+ Unicusano avvia il processo di nomination presso le Università di destinazione indicate nel modulo di candidatura e successivamente confermate durante il colloquio alla Commissione Erasmus+. Lo studente resta in attesa di ricevere la comunicazione ufficiale da parte dell’Università estera per dare continuazione al processo di ammissione. Quest’ultima fase è fondamentale ed estremamente delicata: lo studente deve fornire informazioni e presentare documenti, quale il programma di studio concordato con il Delegato Erasmus+ del proprio Corso di Laurea, entro scadenze prestabilite pena l’esclusione dal progetto di mobilità.
Erasmus
(con il covid!)
Buongiorno a tutti, mi presento: sono Eleonora Giustini, studentessa di Psicologia Clinica magistrale presso l’Università Niccolò Cusano. Molti anni fa, ormai, riflettevo sulla possibilità per me remota di partire per un Erasmus.
Ho sempre visto questa esperienza come piena di difficoltà e ammiravo coloro che, nel mio corso, non si erano mai posti il problema di vivere questo viaggio. Io invece continuavo a rifletterci perché perdere una tale opportunità sembrava un vero e proprio peccato. La chiamo ‘opportunità’ per vari, semplici motivi. Innanzitutto, perché l’Erasmus è molto diverso da qualsiasi altro viaggio o soggiorno all’estero: hai la fortuna di essere sostenuto economicamente, in parte, dall’Università, senza dover dipendere
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Laura Pecetta
Un altro motivo, probabilmente il più importante, è quello di essere inseriti in un ambiente ben preciso, quello universitario, dove è molto difficile non fare amicizia o incontrare persone che come te si trovano a vivere la stessa situazione. Quando, dopo tanto tempo, ho deciso di provare, sapevo che non mi sarei mai trovata sola; infatti ho piacevolmente scoperto che già prima della partenza era stato creato un gruppo specializzato per i ragazzi Erasmus, che per le prime due settimane avrebbe organizzato una serie di attività nuove e divertenti, come la canoa, il surf, il pic- nic. Partecipare a tutti gli eventi è stato fondamentale per conoscere gli amici con cui ho stretto dei rapporti meravigliosi e che mi porterò sempre nel cuore. E poi c’è il viaggio. Non solo quello per raggiungere il luogo dove andrai a studiare, ma anche e soprattutto le gite e le trasferte che si possono organizzare una volta sul posto. I viaggi sono la mia più grande passione e costituivano una forte motivazione a partire, nonostante la difficoltà di dover imparare una nuova lingua, che può rappresentare – almeno, per me ha rappresentato – uno scoglio importante. Sono felice di dirvi che anche io, decisamente non propensa alle lingue, sono riuscita a imparare le parole e le frasi base dello spagnolo dopo due settimane, riuscendo a sostenere una conversazione pur non avendolo mai parlato né studiato prima. Sicuramente lo spagnolo, essendo molto simile all’italiano, mi ha aiutato moltissimo, comunque è stato per me un enorme traguardo. L’Erasmus, inoltre, rappresenta un notevole fattore di crescita personale, perché ti pone di fronte a problemi o a situazioni nuove, che ti mettono alla prova e che devi imparare a
gestire. Stimola l’indipendenza e l’autonomia, aumenta la socievolezza e l’estroversione, ti rafforza e allo stesso tempo ti gratifica. Arrivata alla magistrale, mi sono chiesta perché non approfittare di questa opportunità; ho inviato tutti i moduli ma, un po’ per colpa mia e un po’ per colpa di chi se ne occupava, sono riuscita a partire un anno dopo rispetto a quando lo avevo progettato. A questo punto però la mia motivazione era talmente forte che volevo ancora di più provare quest’esperienza. Ho scelto l’Universidad de Oviedo, nella parte nord della Spagna, ma dopo l’avvento del Covid non era sicuro che il tutto fosse confermato. Fortunatamente la situazione si è sbloccata poche settimane prima della data prevista per la partenza, settembre 2020: accertandomi della situazione, sono comunque voluta andare, consapevole delle nuove difficoltà che questa pandemia avrebbe comportato. Con un bagaglio pieno di incertezze, sono partita per cinque mesi non sapendo cosa mi aspettasse e sono tornata più felice e consapevole. Ho avuto
la grande fortuna di condividere l’avventura con una mia amica del corso di psicologia, e questa cosa mi ha aiutato molto perché ci siamo trovati ad affrontare un lockdown che è durato almeno due mesi. Nonostante questo posso assicurarvi che ‘buttarsi’ da soli in ‘condizioni normali’, può essere un fattore fondamentale per conoscere nuove persone e stabilire amicizie durature; addirittura a noi inizialmente avevano sconsigliato di andare insieme, per poter vivere completamente e individualmente la nostra esperienza, ma in situazione di pandemia ringrazio di aver avuto accanto un’amica meravigliosa. Per il mio Erasmus, nonostante sia stato profondamente influenzato dal Covid, il bilancio si è rivelato assolutamente positivo: mi ha permesso di vivere avventure irripetibili, conoscere persone meravigliose, girare, imparare una nuova lingua. Un viaggio di vita che ripeterei altre mille volte.
Eleonora Giustini
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Voglia di Erasmus Cari lettori, mi piacerebbe cominciare questo racconto con la premessa che la mia esperienza Erasmus non è né in corso né terminata, ma che deve ancora iniziare. Ormai si tratta di una breve attesa, fatta di pochi giorni che mi separano dalla partenza per Barcellona, dove vivrò tre mesi e svolgerò il mio tirocinio in un asilo nido. È inutile dirvi, come canta Ligabue, che “il meglio deve ancora venire”, ma raccontarvi cosa mi ha spinto ad avvicinarmi a questa avventura e come è successo ha senz’altro la sua importanza, perché altrimenti oggi non sarei qui a fare il conto alla rovescia.
vivere un’esperienza così unica.
È iniziato tutto con un desiderio, quello di viaggiare, che in questo periodo difficile ed inaspettato che accomuna un po’ tutti è rimasto accantonato, soffocato ma che allo stesso tempo più che mai ha accompagnato le mie giornate. Così un pomeriggio, per puro caso, ho guardato meno distrattamente del solito la posta dell’università con tutte le ultime news ed ho potuto leggere dell’esistenza di un bando Erasmus+ che avrebbe permesso di svolgere il proprio tirocinio curriculare all’estero, proprio quello che avrei dovuto intraprendere nel prossimo anno accademico. Così senza nemmeno pensarci più di un secondo, reduce da un anno pesante e limitante alle spalle, ho sentito subito viva in me una gran voglia di mettermi in gioco, di tentare e, perché no, anche sbagliare, sapendo di aver bisogno di fare qualcosa di diverso, di provare qualcosa di nuovo e di
Non nego però, e mi sembra giusto ammetterlo, che alcuni momenti di indecisione hanno bussato alla mia porta. L’idea di stare lontana per mesi dalla mia famiglia, gli amici, il lavoro, di continuare gli studi all’estero, ma anche di vivere in un’altra città in un periodo così delicato, parlare una lingua diversa, impegnarmi in un tirocinio, partire da sola, sono naturalmente tutti pensieri che possono spaventare. Quest'opportunità sembra essermi capitata con così tanta facilità che mi sono sentita quasi destinata, ma la verità è che non sarà semplice intraprendere questa esperienza. Ma sarà anche bella, appagante, ricca e mi renderà una persona diversa e anche se sarà difficile so per certo di essere stata fortunata. Sarà unica, ed è proprio per questo che non posso dimenticare quanto sia imperdibile, quanto tutto questo valga la pena di essere vissuto. Quindi, ragazzi, non fatevi spaventare dalle
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Quindi ho fatto tutto quello che andava fatto per provarci. Mi sono documentata, ho seguito le procedure e preparato tutti i documenti, preso contatti all’estero, inviato la richiesta e sostenuto il colloquio, tutto in pochi giorni. Alla fine, subito dopo aver tirato la mia moneta nella fontana di Trevi durante un breve soggiorno a Roma all’università, ho ricevuto la notizia dell’assegnazione della borsa, e visto che ormai il desiderio si è avverato posso pure dirvelo che in quel lancio ad occhi chiusi mi ero augurata che andasse proprio così.
vostre paure, accoglietele, e non dimenticatevi che saranno proprio le difficoltà che supererete ad aiutarvi a sconfiggerle, e che qualsiasi esperienza scegliate di fare vi donerà qualcosa in più. Non temete, viaggiate, scoprite cose nuove, imparate, restate curiosi, mettetevi in gioco e non ne abbiate mai abbastanza, perché è anche questo che ci rende veramente vivi e ci permette di essere chi siamo davvero. Voglio concludere citando una frase di William Shakespeare che mi è tornata alla mente proprio mentre cercavo di dare una spiegazione, un senso a tutti questi sentimenti e queste sensazioni che ho provato per questa occasione che ringrazio veramente di aver ricevuto: “Quando la tua anima è pronta, lo sono anche le cose.” Gaia Pancaldi
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a questo campo specifico: quali sono i sintomi, gli screening e gli interventi che devono essere gestiti da professionisti competenti per poter ottenere una diagnosi precoce, provvedimenti tempestivi e il seguito del trattamento. Per ‘disturbi alimentari negli sportivi’ in particolare si intende l’anoressia atletica, l’ortoressia e la vigoressia, comportamenti alimentari molto frequenti tra gli atleti, che tuttavia possono portare ad una sofferenza psicologica considerevole.
LA DOPPIA FACCIA DEL TIROCINIO DUE GEMELLE VERSO NUOVE PROSPETTIVE DELLO SPORT Al giorno d’oggi lo sport non è più solo sport, poiché è diventato un’impresa, un’industria, uno spettacolo, una fonte diretta ed indiretta di enormi guadagni, un motivo di orgoglio politico, nazionale. Per queste cause si arriva ad infrangere qualsiasi regola. Oltre a tutto ciò, però, lo sport è diventato negli ultimi anni anche uno strumento di riabilitazione e cura, programma di rieducazione e reinserimento sociale. Io fin da piccola ho praticato ginnastica artistica e ritmica, nuoto, pallavolo e poi verso i dodici anni mi sono avvicinata al mondo della danza. Nonostante le mie varie paure, e l’ansia che in particolar modo ha sempre giocato su di me, sono riuscita ad andare avanti senza fermarmi, ho raggiunto i miei obiettivi e a oggi posso dire che sono veramente soddisfatta di ciò che ho fatto. Durante il tirocinio svolto presso l’Associazione Psicologi Tecnici Sportivi ho avuto la possibilità di entrare in contatto con diversi strumenti psicodiagnostici utilizzati in ambito sportivo, oltre all’osservazione, una delle tecniche principali ed essenziali di chi svolge la professione da psicologo o psicoterapeuta, nucleo centrale in questo campo, sia a sostegno dell’atleta che dell’allenatore. Tra le varie metodologie approcciate ci sono la somministrazione della Leadership Scale for Sport, la
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tecnica del coaching sportivo, la gestione dello stress con l’utilizzo di tecniche di respirazione e l’acquisizione dei principi del counseling. Abbiamo inoltre discusso su vari argomenti, tra cui il doping, i disturbi alimentari e la gestione dell’infortunio, ponendo l’accento sull’importanza di prevenire e mettere in atto degli interventi, delle tecniche e delle attività per la promozione dello stato di salute psico-fisica dell’atleta.
Purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria alcune attività sono state svolte in via telematica e ciò non è stato semplice. Ho seguito tutte le lezioni in maniera attiva, gli argomenti trattati sono stati interessanti e devo ringraziare la mia tutor, la quale mi ha supportato all’interno di questo percorso.
Simona Mariani
L’IMPORTANZA DELL’ATTIVITÀ MOTORIA E I BENEFICI PER CORPO E MENTE Lo sport mi ha sempre affascinato, ho iniziato a praticare diverse discipline sin da piccola (per esempio ginnastica artistica e pallavolo), finché, all’età di sei anni, ho cominciato ad interessarmi al nuoto tanto che a sedici anni mi sono iscritta all’albo degli assistenti bagnanti, abilitata dalla Federazione Italiana Nuoto (F.I.N), spinta da questa vera e grande passione che ho tutt’ora. Lo sport con tutte le sue sfaccettature rappresenta un momento di benessere fisico ma anche di benessere psichico; è una attività che abbraccia più aspetti, da quello ludico a quello sanitario, dall’educativo al sociale fino ad arrivare a quello culturale, veicolo com’è di diversi messaggi. Negli ultimi sei mesi dei miei cinque anni universitari ho deciso di svolgere il tirocinio presso l’Associazione Psicologi Tecnici Sportivi a Roma (A.P.T.S), perché mi interessava approfondire ed
essere informata sulle tematiche relative allo sport. Durante questo periodo formativo ho conosciuto alcuni strumenti psicodiagnostici finalizzati allo studio della personalità, come il The Personality Inventory for DSM – 5, e affrontato le motivazioni alla base dell’abbandono della pratica sportiva, le strategie di coping maggiormente utilizzate, che insieme all’osservazione di varie tecniche di colloquio hanno rappresentato il nucleo centrale dell’intervento sia clinico che sportivo. Successivamente ci siamo soffermati sulle varie tecniche di Mental Training utilizzate dallo psicologo dello sport per lo sviluppo e il miglioramento della performance agonistica; tra le principali, il goal setting, la tecnica dell’imagery e del self talk, la concentrazione e il biofeedback. Inoltre abbiamo analizzato i disturbi dell’alimentazione legati
Il ruolo delle emozioni è fondamentale nella performance sportiva, riconoscerle e saperle gestire ancora di più. Una vittoria importante può provocare gioia e felicità così come una pesante sconfitta può portare tristezza e delusione; in tal modo viene rapportato lo stress e l’ansia nell’attività fisica, con le eventuali psicopatologie connesse. Si è visto come l’efficacia dello sport sia uno strumento di intervento sociale in relazione soprattutto alle problematiche e al disagio giovanile. La necessità è quella di riuscire a fornire gli strumenti adatti a far superare gli ostacoli che s’incontrano in un periodo come quello dell’adolescenza, quando i giovani si trovano, spesso, a essere in contrasto con una realtà sociale che non li agevola. Non bisogna mai sottovalutare i campanelli d’allarme che sorgono nelle diverse e varie fasi di vita di un individuo, ma prenderne atto e rivolgersi agli specialisti esperti in tale settore. È sempre indispensabile una grande capacità di controllo, equilibrio emotivo e un bagaglio di specifiche abilità e strategie mentali efficaci. Infine è importante ricordarsi della prevenzione; essa rappresenta una delle armi più potenti e fondamentali per promuovere la salute degli individui con diverse pratiche e interventi.
Valentina Mariani
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Il Futuro Lavoro
di noi studenti
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Giornalisti e sociologi descrivono l’università come un investimento su se stessi, ed è proprio così. Entrare nel mondo universitario significa immergersi in un frullatore sociale, capace di mescolare le capacità e misurarsi continuamente con i propri limiti. In un certo senso, è ciò che è accaduto a me da quando sono mi sono iscritto all’Università Niccolò Cusano. Se ad oggi, tra una lezione e l’altra del corso magistrale in Scienze Economiche dei Mercati Globali, rifletto sul mio percorso all’interno del nostro ateneo, non posso che pensare alle numerose attività che mi hanno visto partecipe. E infatti, da quattro anni a questa parte, ogni qualvolta veniva presentato un nuovo progetto o attività extracurriculare, la mia voglia di partecipare mi vedeva sempre pronto a candidarmi. Così è accaduto anche quest’anno, quando dagli uffici di reclutamento mi è giunta la proposta di intervenire in maniera attiva e continuativa in un programma televisivo del canale Cusano ItaliaTv, che grazie alla continua partecipazione di aziende nazionali, e non solo, permette un pratico confronto con il mondo studentesco che si accinge ad affacciarsi alla finestra della realtà lavorativa. Non a caso già il titolo, Futuro Lavoro racchiude proprio l’analisi di questo progetto. La trasmissione che va in onda tutti i martedì a partire dalle ore 18.30 su Cusano Italia TV (canale 264 del digitale terreste) ha l’obiettivo di avvicinare proprio il mondo dei giovani studenti ad altre realtà, proponendo un dialogo con chi partecipa a progetti di ricerca, opera in aziende o industrie o si occupa di moderne tecnologie. Il dibattito con esperti del settore è servito sicuramente ad ampliare il sapere personale di chi come me partecipa al programma attivamente, ma anche quello dei telespettatori, spesso ignari di nuove opportunità professionali di cui neanche immaginavano l’esistenza. Ciò che contraddistingue il format è infatti proprio il racconto dell’ospite che, come in un salotto tra amici, svela con sincerità le proprie esperienze professionali e non solo. I racconti pieni di aneddoti rapiscono l’attenzione del pubblico, favorendo un pratico orientamento
all’interno del mondo del lavoro. Ad arricchire i contenuti, la partecipazione di ospiti di ogni genere: dagli studenti italiani all’estero, con i quali abbiamo avuto il piacere di volare, seppur in collegamento video, dalla Somalia alla Spagna, dalla Germania al Venezuela, al racconto di neo imprenditori, molti dei quali hanno già avuto il meritato privilegio di ricevere premi internazionali come giovani innovatori dell’anno. È interessante il racconto di ragazzi che grazie alla passione che li contraddistingue sin dall’infanzia o per mezzo di studi specializzati hanno raggiunto illustri riconoscimenti; a ciascuno di loro è naturale, se non d’obbligo, la richiesta di consigli ed incoraggiamenti per tutti, studenti e non. Vi sono poi rubriche dedicate al mondo giovanile in chiave sociale, con la partecipazione di docenti e giornalisti con i quali potersi confrontare su spunti di attualità e informazione per indagare al meglio l’universo dei più giovani. Il programma è stato infatti arricchito dalla presenza di docenti e scrittori come Guido Saraceni, Massimiliano Lepera e Francesco Ricci, che hanno saputo offrire con spiccata semplicità le loro considerazioni in merito all’era della mondializzazione digitale. Non è poi mancata la partecipazione di aziende già conosciute al mondo Unicusano, che, sulla scia del successo del Virtual Career Day organizzato dall’Università, hanno voluto partecipare a Futuro Lavoro per rafforzare i rapporti tra i professionisti di domani e le imprese leader dei mercati nazionali e internazionali. Se dunque è vero che la realtà universitaria si definisce come un frullatore sociale, è altrettanto corretto affermare che all’interno dell’Università, in un programma come il nostro dedicato al mondo del lavoro, la possibilità di confrontarsi con esperti di diverse aziende, giovani innovatori, docenti e letterati è la vera chiave per ottenere un bagaglio culturale ancor più completo di quanto si possa immaginare.
Flavio Santonastaso
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COSA SONO GLI EXERGAMES
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Il termine inglese exergames viene utilizzato per definire la vasta gamma di videogiochi che, attraverso un supporto virtuale, permettono all’utente di cimentarsi in varie tipologie di esercizio fisico. La parola exergaming si presenta infatti, a livello lessicale, come una crasi tra i termini exercise e gaming e si riferisce all’idea alla base dello sviluppo delle piattaforme ludiche che uniscono, in un connubio perfetto, le più avanzate interfacce digitali e il movimento corporeo. In tal senso, questo genere di realtà digitale permette di vivere un’esperienza di gioco particolarmente coinvolgente e immersiva, nella quale è proprio il corpo nella sua interezza ad essere lo strumento con cui impartire i comandi. Queste caratteristiche permettono agli exergames di superare la tradizionale visione stereotipata associata ai videogiochi che li vede strettamente legati ad un’attività sedentaria e poco salutare. Infatti, oltre a presentare una modalità di gioco più dinamica, gli exergames sono sempre più utilizzati in ambito clinico in contesti di natura medica e psicologica. La letteratura evidenzia una crescita esponenziale delle ricerche che sfruttano l’ausilio di questa tecnologia per il trattamento di patologie che comportano alterazioni motorie, cognitive o entrambe, come nel caso della sclerosi multipla. Inoltre, le caratteristiche degli exergames li rendono largamente accessibili a tutte le fasce d’età. In proposito sono stati condotti studi sul loro utilizzo in percorsi terapeutici integrati nella cura di patologie come depressione, autismo, sclerosi multipla, malattia di Parkinson, demenza, disturbi dell’equilibrio e altre ancora. In tal senso, gli
exergames rappresentano uno strumento molto promettente nell’integrazione delle terapie tradizionali usate nella cura di queste malattie. Infatti, queste esperienze ludiche richiedono un coinvolgimento complementare delle risorse cognitive e motorie dell’individuo che si basa sul feedback dato dal software in base alla performance soggettiva e consentono di impostare programmi personalizzati a seconda delle esigenze. In ambito clinico, e specialmente nei contesti riabilitativi di alto livello, vengono utilizzati exergames programmati ad hoc in base alla tipologia di disturbo, ma in diversi contesti terapeutici e di ricerca sono altresì impiegati anche giochi attualmente in commercio e disponibili su larga scala. Questi ultimi vengono principalmente sfruttati in progetti di promozione del benessere psicofisico attraverso programmi di allenamento settimanali o giornalieri che hanno lo scopo di contrastare sul nascere patologie legate ad un’eccessiva sedentarietà come l’obesità e diverse malattie cardiovascolari. Inoltre, sono usati anche nell’ambiente sportivo per il potenziamento di alcune capacità come la coordinazione e i tempi di reazione. Infine, gli exergames sono sempre più adoperati in ambito di ricerca in studi che hanno lo scopo di analizzare l’effetto dell’esercizio fisico strutturato sulla funzionalità motoria e cognitiva. Il nostro progetto si inserisce proprio all’interno di quest’ultimo contesto sperimentale. IL NOSTRO PROGETTO La nostra ricerca si svolge quasi interamente nella nuova stanza multisensoriale del laboratorio
HERACLE ed è supervisionata dal Prof. Francesco Peluso Cassese e della Prof.ssa Anna Maria Mariani con il coinvolgimento di due tirocinanti del laboratorio HERACLE, la Dott.ssa Sarah Caglioti e il Dott. Emanuele Marsico. La finalità è quella di confrontare due tipologie di attività fisica - tradizionale e mediata dai videogiochi - e analizzare gli eventuali cambiamenti a livello emotivo e di alcune funzioni cognitive. Nello specifico, la procedura sperimentale si divide in due parti che vengono espletate in due giorni consecutivi. Nella prima giornata, i volontari vengono sottoposti a una sessione di attività exergame: 20 minuti di esercizio fisico svolto mediante l’utilizzo della Wii Fit Plus con l’ausilio della pedana balance board, suddiviso in mini giochi e brevi esercizi mirati all’allenamento dell’equilibrio estrapolati da varie discipline quali yoga e pilates. Specificatamente, vengono impostasti una serie di esercizi personalizzati in base alle caratteristiche fisiche del partecipante (altezza e peso) e ad alcuni parametri relativi alle capacità di equilibrio soggettive. Sia prima che al termine di tale sessione di gioco vengono somministrati dei test psicologici e neuropsicologici per monitorare diverse funzioni quali l’umore, l’attenzione selettiva, le funzioni esecutive, le abilità logiche e di ragionamento. Nella seconda giornata, gli stessi volontari vengono sottoposti a una sessione di attività fisica aerobica tradizionale svolta in palestra sull’ellittica, della durata di 20 minuti. Successivamente, vengono loro somministrati gli stessi test del giorno precedente.
OBIETTIVI DEL PROGETTO Il progetto presentato ha quindi come scopo l’analisi delle possibili modificazioni cognitive ed emotive causate dalle due tipologie di esercizio fisico e delle differenze tra queste. Attraverso questo esperimento ci prefiggiamo di ottenere risultati significativi tali da poter inferire un miglioramento, nel breve termine, dei domini mentali oggetto di analisi, di entità almeno paragonabile a quella riportata in letteratura per l’esercizio fisico aerobico tradizionale. Concludendo, la nostra ricerca si pone nel solco degli studi che hanno la finalità di evidenziare e quantificare i benefici ottenuti dagli exergames sul benessere psicofisico, in modo da poter offrire spunti utili alla comunità scientifica relativamente all’utilizzo di questi strumenti in protocolli che possano essere traslati dall’ambito di ricerca a quello clinico. Sarah Caglioti Emanuele Marsico
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Lo sviluppo del capitale umano degli studenti e la ricerca in Data Science Si dice spesso che il capitale umano sia fondamentale nella crescita economica. Ma come si può creare capitale umano in pratica? Perché è così importante nella crescita di una nazione? Per rispondere a queste domande bisogna partire dall’assunto, ormai dimostrato ampiamente, che sistemi formativi maggiormente efficaci nella creazione di capitale umano di valore portano maggiore innovazione e crescita economica a livello di sistema nazionale. Da un punto di vista dei singoli lavoratori una istruzione di qualità (un aggiornamento costante e continuativo) porta innegabili benefici economici e non solo, come una maggiore capacità di affrontare il cambiamento o le difficoltà insite nello stesso. Si pensi, ad esempio, a come la pandemia abbia impattato sulle economie mondiali e a come i moderni sistemi del lavoro abbiano reagito differentemente a seconda della diversa resilienza degli stessi. Questo per dire, ancora una volta, come siano centrali l’insegnamento e il ruolo delle Università, in cui evidentemente i processi di formazione ed il legame con il mondo del lavoro e le aziende sono a loro volta fondativi. Questo significa ‘centralità dello studente’: ripartire ogni volta dall’istruzione per identificare una via chiara e diretta alla crescita economica e all’innovazione mediante lo sviluppo del capitale
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umano. Ciò, in pratica, significa costruire non solo una solida base teorica ma anche arricchire la stessa con una esperienza applicata di prim’ordine. Secondariamente, significa fornire agli studenti occasioni di accrescimento del proprio talento mediante il confronto sia con il mondo aziendale che con quello scientifico. Proprio questo cerco di fare esplicitamente nei miei corsi: condividere e coinvolgere universitari in attività di ricerca che possano a loro volta essere didatticamente estremamente utili nella formazione degli stessi. La didattica si divide in due: una didattica ‘classica’, in cui si approfondiscano e si trattino gli insegnamenti e i temi fondanti di una disciplina, e una didattica ‘avanzata’, che costruendo sulle fondamenta di cui sopra porti ad un miglioramento delle capacità e ad un ampliamento del bagaglio tecnico. Non è soltanto quindi approfondire in aula la ‘nuova letteratura’ e i ‘nuovi sviluppi della stessa’: è anche partecipazione attiva, in progetti concreti, permettendo allo studente di mettere in gioco le proprie competenze acquisite e la capacità di innovare e di migliorarsi. Per chi partecipa a questi progetti esiste quindi il vantaggio di confrontarsi con il mondo della ricerca scientifica, assolutamente positivo nella formazione del futuro professionista. Questo in quanto
partecipare ad un progetto di ricerca significa incrementare abilità fondamentali come quelle di scrivere articoli e report, parlare in pubblico, presentare il proprio lavoro, attività tutte fondamentali e propedeutiche per la crescita di una carriera e di una professione. Per non parlare poi del fatto che questo tipo di attività porta spesso a coltivare nuovi interessi e ad inseguire nuovi orizzonti professionali che non sono soltanto importanti a livello curriculare ma diventano assolutamente rilevanti per una futura carriera. Infine, questo modo di fare ricerca, strettamente legato alla didattica, mostra come sia possibile, in un contesto in cui la didattica e lo sviluppo del capitale umano degli studenti siano centrali, svolgere anche una ricerca scientifica di qualità. Questi sono i contributi e l’impegno di Catalin Balosin, Veronica Ciccone e Ilaria Laganà (in ordine alfabetico) che all’interno del mondo della Data Science hanno con il sottoscritto redatto pubblicazioni scientifiche, presentato a conferenze internazionali e in una singola unica parola contributo allo sviluppo della ricerca scientifica stessa del nostro Ateneo. Prof. Carlo Drago
Dopo essermi diplomato al Liceo Scientifico, mi sono iscritto al corso di Laurea Triennale in Ingegneria Civile presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano, concluso dopo anni di duro studio e impegno nell’anno accademico 2017/2018. Questo percorso mi ha portato all’elaborazione di una tesi in Probabilità e Statistica insieme al Prof. Carlo Drago, tesi che affronta il Clustering di Serie Storiche con applicazione a eventi pluviometrici. In particolare abbiamo applicato un metodo utilizzabile anche su Big Data, il Rolling Windows Two-Step Time Series Clustering (classificazione di serie storiche a due stadi) con delle innovazioni originali proposte insieme al Professore per studiare il comportamento delle serie storiche pluviali di varie stazioni meteoriche dell’Italia nel corso degli anni. In questo senso con gli algoritmi proposti cerchiamo sia le similarità delle serie storiche nel tempo che anche eventuali break strutturali nelle serie storiche stesse. L’individuazione di discontinuità strutturali è un aspetto importante dell’analisi delle serie storiche. Con un numero elevato di osservazioni è più facile individuare i casi di instabilità rispetto ad un numero ridotto di osservazioni che non permette un’agevole verifica di eventuali distorsioni nel tempo. Il metodo può essere applicato a un dataset di grandi serie temporali, per generare dei Cluster molto accurati. I lavori sono su ResearchGate (che come network di ricerca scientifica internazionale è anche archivio di vari lavori di ricerca nel mondo). Affiancando così il Professore nel lavoro di ricerca ho avuto l’opportunità di presentarne una estensione presso il CNR – Centro Nazionale di Ricerca in ben tre occasioni, ovvero due volte durante il seminario GRAPE e una volta durante il Workshop IWcee19, il settimo Workshop Internazionale in Computational Economics and Econometrics. Sono stato successivamente selezionato per un periodo di training on the job presso la ODS - Open Data Scientist del Gruppo K2, che ha il proprio focus sulle tecnologie dell’informazione,
l’apprendimento digitale e l’innovazione. L’area Big Data è da diversi anni un importante asset dell’azienda e ad oggi sono state sviluppate numerose soluzioni per importanti player nazionali ed internazionali. K2 mi ha permesso di crescere sia sul piano formativo che professionale. Mi ha offerto il vantaggio di acquisire sia nuove competenze attraverso corsi di formazione sui trend tecnologici più innovativi sia una solida esperienza, permettendomi di testare le mie conoscenze direttamente sul campo e più precisamente nel mondo dell’informatica più profonda e l’analisi dei Big Data. Durante il percorso lavorativo sto percependo il vero valore dei dati. L’accesso ai dati pubblici e social offre la possibilità di studiare i comportamenti collettivi con maggior dettaglio fino ad arrivare a vere e proprie analisi predittive. Il business vuole conoscere più a fondo il cliente, perché ha come obiettivo un miglioramento della propria posizione di mercato, potendo così intervenire in modo mirato. L’analisi precisa e completa dei big data insieme all’utilizzo di strumenti di Artificial Intelligence e di Machine Learning consente di creare offerte di servizi più personalizzate grazie a un’adeguata segmentazione dei clienti, nonché alla ricerca sul comportamento e sull’esperienza di essi. Il percorso intrapreso insieme al Prof. Carlo Drago, sia con la realizzazione della tesi, sia con le tre presentazioni del lavoro svolto insieme presso il CNR, dove ho avuto l’occasione di incontrare persone molto preparate a livello internazionale, mi ha aiutato molto oltre che a livello lavorativo anche a livello di ambizione personale di ampliare le mie conoscenze nell’ambito dei Big Data. In future collaborazioni con il professore si cercherà di migliorare il metodo e trovare dei criteri alternativi per ottenere risultati sempre più accurati per poter sfruttare al meglio gli studi statistici di Clustering nell’ambito ingegneristico. Catalin Balosin
Sono Ilaria Laganà, laureata magistrale presso l’università Niccolò Cusano in Scienze Economiche. Se dovessi parlarvi del mio percorso formativo una volta concluso il liceo, potrei definirlo senz’altro variegato. Inizialmente avevo un solo obiettivo in mente: volevo fare la professoressa di matematica, pertanto mi sono iscritta alla Sapienza alla facoltà desiderata. Mi sono accorta ben presto, però, che le discipline affrontate erano troppo astratte e lontane da ciò che mi piaceva di più. Per questo ho deciso di buttarmi nel mondo del lavoro trascorrendo un anno da segretaria amministrativa, ma per dare una maggiore qualità al mio operato ho deciso di intraprendere nuovamente l’università, questa volta Economia e attraverso il percorso telematico che ben si conciliava con gli orari d’ufficio. Una volta terminata la triennale è stato consequenziale continuare con la magistrale, riuscendo in totale a recuperare un anno. La maggiore soddisfazione riguardo la mia carriera è avvenuta con lo sviluppo della tesi sperimentale. Non dimenticherò mai la mail nell’Inbox della piattaforma Sophia, dal Prof. Carlo Drago, che mi proponeva lui di fare la tesi. Tutto sembrava tornare, e da quel messaggio sono scaturite
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tante bellissime opportunità. In primis, il Professore mi ha coinvolta in un progetto di ricerca: scrivere con lui un articolo che avrei presentato alla conferenza IWEBcee 2020 (International WEB Workshop on Computational Economics and Econometrics – IRCrES) al CNR. Poter intervenire ad un evento internazionale davanti a ricercatori dei più alti livelli è stata un’esperienza unica, da cui non potevo tirarmi indietro, con la consapevolezza che non sarei stata sola ma sempre appoggiata e supportata dal Professor Drago. Questa occasione mi ha dato tanti strumenti che ho poi potuto riutilizzare nelle presentazioni del Master affrontato in seguito ma anche e soprattutto nei colloqui di lavoro; a mio parere infatti la comunicazione efficace è uno degli strumenti ad oggi indispensabile per entrare con decisione nella sfera professionale. Dalla scrittura di questo articolo è nata poi la stesura della mia tesi: Analisi della stabilità del clustering di serie storiche con applicazioni a variabili macroeconomiche. In questo elaborato ho davvero messo tutta me stessa, acquisendo ulteriori competenze. Ritrovarmi a leggere, studiare e comprendere articoli su articoli in inglese, da cui estrapolare un discorso totalmente nuovo, è stata una sfida intensa ma anche una grande soddisfazione. Tutto questo per dire che aver avuto un Professore che mi abbia sostenuta e fatta crescere, e che sicuramente ha intravisto prima di me le mie caratteristiche vincenti è stata una vera fortuna. Credo che, soprattutto in università, avere un ambiente dinamico, stimolante e fresco come quello della ricerca possa essere una carta vincente per noi giovani, per permetterci di affrontare nuove sfide con noi stessi e con il mondo che ci circonda, per stimolarci, tenerci allenati e pronti all’imprevisto. Il fulcro della ricerca è questo: devi trovare un nuovo problema e poi gli
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strumenti per risolverlo, e ciò coincide proprio con una delle caratteristiche più richieste dai recruiter. In generale penso che l’Università mi abbia dato ottimi strumenti e soprattutto maggiore consapevolezza dei miei punti di forza e di debolezza. Questo sicuramente mi ha aiutata ad inserirmi in un ambiente dinamico e stimolante, che era proprio il mio sogno; non mi resta che continuare su questo percorso che ha ancora tanti lati da svelare e che mi affascina e mi incuriosisce ogni giorno di più Ilaria Laganà
Con il professor Carlo Drago ci siamo conosciuti mentre frequentavo il corso di laurea triennale, quando mi sono trovata ad affrontare l’esame di probabilità e statistica. Dopo l’elaborazione della tesi Metodi statistici per la combinazione di previsioni con applicazione alle serie storiche idrauliche abbiamo presentato il lavoro a Roma presso il CNR (Centro Nazionale di Ricerca) (6/2018), dopo averlo già portato alla Conferenza internazionale sulla statistica svolta nel comune di Ljubljana, Forecasting Interval Hydrological Time Series: Data Issues and Statistical Approaches (6/2017). La ricerca si basa sull’analisi previsionale del consumo idrico del consorzio di Marina di San Nicola (frazione di Ladispoli), centro balneare del litorale laziale in provincia di Roma. Lo studio che abbiamo sviluppato parte dalla lettura di dati giornalieri reperiti nel 2016 e riferiti allo stesso anno. Nell’osservazione si è posta molta attenzione all’individuazione di dati mancanti e anomali, che rappresentano una possibile fonte di errore per successive elaborazioni. L’obiettivo della tesi è stato proporre
un metodo innovativo per la sostituzione dei valori mancanti o errati delle portate d’acqua al fine di sviluppare un sistema previsionale. Ciò ha permesso di stimare le necessità d’acqua dei primi giorni di gennaio 2017, a partire dai dati del 2016. Dal momento che la risorsa idrica è di primaria importanza, è fondamentale riuscire ad ottenere previsioni affidabili sulla disponibilità della stessa. Per la tesi magistrale il professor Drago mi ha seguita in qualità di correlatore, affiancando il professor Delle Site in un percorso di studio delle reti stradali e analisi del flusso di traffico nella città metropolitana di Roma capitale. Questo approfondimento è stato molto stimolante poiché siamo partiti dall’analizzare il traffico della regione Lazio fino a restringerci sempre di più, arrivando ad esaminare nel dettaglio il paese in cui vivo, Monterotondo. Anche questo lavoro è stato presentato a Roma presso il CNR (11/2018 e 12/2018). Cluster analysis and anomaly detection applied to road flows è stato esposto alla Conferenza internazionale sulla statistica svolta a Roma. Un ampliamento del lavoro di tesi magistrale Tecniche statistiche innovative per l’analisi delle reti stradali è stato introdotto alla Conferenza VII international workshop on computational economics and econometrics (iwcee19), Roma presso il CNR (06/2019). La collaborazione con il professore non si è fermata a questi lavori ma continua giorno dopo giorno, come resta ancora oggi l’esempio che mi ha dato di come sia possibile amare ciò che si fa, che mi ha aiutato e accompagnato nel mio percorso di studi e nel lavoro. È un bagaglio importante, sia culturale che di impostazione mentale, che mi porterò nel tempo. Il mio percorso post studio è stato anche merito suo, e voglio ringraziarlo per gli stimoli che mi ha dato, la pazienza che ha avuto nel correggermi e migliorarmi, le conoscenze che mi ha trasferito e l’entusiasmo che mi ha trasmesso. Con questa passione, uscita dall’università mi sono trovata dopo qualche mese a lavorare per una grande azienda di consulenza, dove lavoro ancora a distanza di due anni. Veronica Ciccone
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COMUNICAZIONE E SOCIAL MEDIA
IMPRESSIONI DI UNA MATRICOLA
Comunicare non è una scelta: tutti noi lo facciamo perché attraverso la trasmissione di segnali più o meno consapevoli ed articolati esprimiamo chi siamo, cosa proviamo, cosa vogliamo. Comunichiamo per input e output in sinergia con il contesto e su diversi piani; attraverso il timbro della voce, il codice linguistico, le movenze fisiche, l’estetica. Tutto ciò che è espressione di noi è comunicazione. Imparare a conoscere e riconoscerne stilemi e meccanismi è la ragione per cui ho deciso di iscrivermi all’Università Niccolò Cusano, al corso di laurea in Comunicazione Digitale e Social Media. A cosa mi serve? A sviluppare capacità di dialogo, sintesi ed esposizione. “Quindi”? Quindi ad acquisire conoscenze che mi porteranno a veicolare messaggi efficaci, ad individuare un target e trovare la chiave con cui conquistarlo, a gestire la mia azienda affinché abbia risonanza, visibilità, attrattiva. A scrivere un articolo chiaro. Lavorare nella comunicazione significa essere impiegati in un settore strategico perché spesso siamo noi i medium tra domanda e offerta. Richiede creatività, personalità, empatia, intuizione ma, soprattutto, competenza. E le competenze si acquisiscono in un solo modo: studiando!
l’erogazione di strumenti e servizi su una piattaforma universitaria a cui posso collegarmi con il cellulare; il tempo è poco e va ottimizzato, questo è il trucco per non stressarsi! C’è un timing chiaro e sempre qualcuno a cui chiedere aiuto; un professore, un tutor, un collega di studi. Ho sempre trovato le risposte ai miei dubbi grazie al video-ricevimento quotidiano: tutti i giorni, su fasce orarie diverse, c’è un docente in video a cui posso chiedere approfondimenti e con cui instaurare un rapporto proficuo per il mio percorso di studi. Trovo quest’Università estremamente all’avanguardia soprattutto per quanto riguarda gli esami: posso sostenerli sia scritti che orali nella piena libertà di poter scegliere quale esame preparare, come darlo e quando.
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LA BIRRA
ROSSOVERDE WWW.TERNANACUOREUMBRO.IT
Essendo iscritta ad una facoltà che prevede il Percorso Eccellenza ho un altro privilegio: posso espletare tutti gli esami on-line scomponendoli in esercitazioni sulla piattaforma. Questo mi consente di dilazionare il carico di studio, di essere seguita tre giorni a settimana dal docente e, last but not least, portare a casa il risultato, con certezza. Non ho dubbi che nel panorama universitario l’Università Niccolò Cusano stia ‘facendo scuola’. Virginia Parisi
Credo che questo corso sia fortemente inserito nella contemporaneità poiché oggi - difficile negarlo la tecnologia assurge a strumento principe della comunicazione. È fondamentale riconoscerne la potenza e le potenzialità e sono necessari studi eccellenti per inserirsi in un mercato competitivo, nuovo e ricco di prospettive. Sia che si aspiri a diventare influencer, giornalista o social-media manager occorre una formazione precisa, puntuale ed organizzata. L’Università Niccolò Cusano mi sta consentendo di sostenere esami modulando la mole di studio a seconda dei miei ritmi. Il percorso telematico prevede
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Il PERCORSO ECCELLENZA Due parole un unico significato: Didattica a Distanza Efficace ed Efficiente
In un mondo ideale l’eccellenza dovrebbe essere il traguardo di ogni attività. In virtù di questo principio all’Università Niccolò Cusano viene offerta agli studenti la possibilità di poter affrontare le materie del proprio piano di studi in un modo che possa permettere a tutti di raggiungere l’eccellenza a cui aspirano. Questa modalità è proprio il Percorso Eccellenza. L’etimologia delle due parole proviene dal latino, percurrere ed ex-cellere, ovvero ‘passare attraverso’ ed ‘elevarsi’. Quindi affrontare una materia di un curriculum di studi in più step per giungere ad un’elevata qualità di comprensione della stessa.
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In generale, il metodo applicato è quello di suddividere in più lezioni la spiegazione di una materia e strutturare delle prove in itinere per verificare l’apprendimento della stessa con lo scopo di permettere allo studente di affrontare in una maniera diversa lo studio. Il risultato positivo di tale metodo e scopo è, oltre ad offrire un’alternativa didattica efficace, porre l’Università Niccolò Cusano in una posizione di versatilità, in un periodo storico in cui sempre di più vige la regola biologistica “è il più adatto a sopravvivere”.
Ma qual è il punto di vista di uno studente che ha partecipato e concluso un percorso eccellenza? Percorso ed eccellenza: due parole che raccolgono in sé un’infinità di suggestioni, impressioni, ma anche strategie, motivazioni e intuizioni. Due termini che sono di fatto due mondi in sintonia, l’uno declinazione dell’altro e che convivono in maniera divergente. Trovare la coniugazione di questi due termini in un iter universitario mi ha da subito incuriosito, perché, nella mia percezione iniziale, significava un cammino di qualità, ma sottendeva anche l’essere accompagnato passo dopo passo in un sentiero impegnativo.
Certo può risultare impegnativo e in effetti lo è, per i sette moduli composti da due lezioni ciascuno, che vanno assolutamente seguiti in modalità sincrona o asincrona, per le sette prove intermedie di 15 item ciascuna e per la corposità dei moduli. Quindi sì: come detto, può essere impegnativo ma è certamente possibile, sicuramente da sperimentare e soprattutto da consigliare. Ogni settimana venivano erogate due lezioni e una prova in itinere, in giorni già prefissati e comunicati tramite una calendarizzazione. La partecipazione alle video-lezioni caricate in piattaforma, la visione delle stesse e un piccolo questionario erano conditio sine qua non per lo svolgimento della prova. Di questa esperienza riporto alcuni elementi di forza che possono far percepire l’importanza e la bellezza di quanto vissuto: l’essere accompagnato dalla presenza costante di un tutor, che come una sorta di allenatore avvicina alla materia, rendendola comprensibile e facendo risaltare subito i nodi principali a cui poi agganciare altri contenuti con risposte veloci e pratiche e, infine, mettendo a proprio agio gli studenti prima delle prove anche attraverso la pazienza. Tutto questo crea un rapporto delicato ed efficace che rende fondamentale il ruolo del tutor, da ringraziare. Studiare per step in maniera schematica e ordinata permette alla mente di assimilare nuovi concetti, di ‘progredire’ nella conoscenza in maniera logica. È importante poter costruire la struttura del contenuto di ogni singolo modulo con nozioni chiare e precise, essenziali e delineate, a cui poter fissare sempre più concetti dettagliati. Questo offre sicurezza psicologica nello studio e serenità nell’apprendere senza ansia.
La verifica graduale del sapere che avviene attraverso sette prove, al posto dell’unico esame previsto dai corsi tradizionali, potrebbe sembrare faticosa ma la diluizione dei contenuti permette di affrontarli senza l’affanno e la preoccupazione di ‘perdere pezzi’. Soprattutto consente di sapere, ricordare e immagazzinare contenuti anche a distanza di tempo in modo chiaro. Così funzionalismo, strutturalismo, neopositivismo, i vari tipi di condizionamento, Gestalt, comportamentismo e cognitivismo (e molto altro ovviamente) sono concetti chiari, delineati e sedimentati. Questo percorso, erogato in modalità on line, permette una connessione ideale con altri studenti. Infatti anche se le lezioni sono seguite asincronicamente si percepisce la presenza dei compagni di corso e sapere che, un po’ da tutta Italia, vi sono persone collegate in rete crea un senso di comunità. È stato un po’ come entrare in un museo o in una galleria d’arte, in cui si è invitati a seguire l’itinerario accompagnati da una guida, fermandosi qua e là ad osservare, compiendo una sorta di viaggio attraverso la conoscenza di opere d’arte e lì, di tanto in tanto, sostare per approfondire. Questo sempre supportati da un tutor che ti chiede se hai compreso i contenuti in itinere. Percorso eccellenza: una modalità e gran qualità di insegnamento davvero stimolante e utile. Luca Favarin In collaborazione con Chiara Pollice
Al termine del Percorso Eccellenza propostomi da Unicusano nell’insegnamento di Storia della Scienza e delle Tecniche per la facoltà di Scienze della formazione non posso che confermare questa impressione iniziale: quello che era un desiderio si è dimostrato realtà. In una materia di natura prevalentemente storica che sapevo essermi da sempre ‘antipatica’, poter essere accompagnato è stato garanzia di un avvicinamento alla disciplina, ma soprattutto di poterla gustare, restandone affascinato oltre che soddisfatto.
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UNICUSANO
Oltre lo sport, una palestra di vita
Come nel campo, fuori dal campo. Di cosa è fatta una squadra “Il basket è una cosa seria”. Queste le parole diventate un mantra, ripetute sistematicamente dal nostro allenatore Max Cannalire. Una frase semplice ma di significato verificabile solo con l’esperienza sul campo. I nostri allenamenti intensi, iniziati con la volontà di un gruppo inizialmente ristretto e poi allargatosi fino a costituire un panorama culturale che abbraccia tutta Italia e anche oltre, sono sempre stati costituiti da ben più di qualche movimento tecnico. La tenacia dimostrata, sotto la guida esperta di Max e di persone come Alessandro Spada e Giacomo Esposito, collegate all’Università Niccolò Cusano, è stata ripagata da una lezione di valori, quali il senso di squadra, la perseveranza, il coraggio di mettersi in gioco. Valori che abbiamo avuto l’occasione di poter sperimentare contro squadre straniere, valori che ci hanno permesso di crescere, come singoli e come gruppo. Sicuramente determinanti, a livello mentale quanto tecnico, sono stati anche gli incontri con nomi importanti del calibro di Stefano Sbarra e Valerio Bianchini.
Vivendo in prima persona tale esperienza da giocatore, e più precisamente da pivot, ho sempre sentito la consapevolezza, indossando i colori giallo-blu della nostra Università, di rappresentare un gruppo ben più ampio di una squadra di basket. Consapevolezza che si è poi tradotta in voglia di migliorare, voglia di far parte di un progetto più grande. Cosa può esserci alla base di un’idea del genere se non la fiducia? Uno dei gesti più semplici nella pallacanestro, ossia il passaggio, ne è una rappresentazione perfetta. Innumerevoli le
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volte che Max ci ha istruito sulla sua esecuzione corretta, che consiste in un movimento forte, preciso e veloce, ma che più di ogni altra cosa necessita di intesa fra chi passa e chi riceve. È proprio questo il termine chiave. ‘Intesa’. Si parte da un semplice passaggio in campo, per arrivare fino a Pola, in Croazia, a misurarci con avversari da tutto il mondo. Conoscere la propria posizione nell’area di gioco e sapere quella dei compagni, prevedere quella degli avversari, tutto questo è anche vera e propria psicologia.
Nonostante alcune incomprensioni sorte durante gli anni, a mio parere effetto proprio di una grinta finalizzata al miglioramento di noi stessi, intesi come squadra, non è mai mancato l’aiuto reciproco, dentro e fuori dal campo di gioco. E anche qui si parte dalle cose semplici, come un compagno più esperto che spiega un movimento ad un altro che sta imparando, o un passaggio in automobile fino al campo, una mangiata insieme alla fine di una partita ripercorrendo insieme i momenti più belli. Il basket è anche questo.
Come squadra abbiamo sofferto la pandemia: difficile allenarsi, difficile trovare un campo, ancor più difficile organizzare una partita. Tuttavia, lo spirito sportivo è sempre stato presente, in attesa di una precoce ripresa “per tornare in campo. Assieme”, citando il nostro Max. Abbiamo affrontato altri momenti del genere, come quando, nonostante la mancanza di un campo fisso, raggiungevamo un campetto all’aperto di Torrevecchia pur di giocare insieme, o correvamo nell’anello d’asfalto interno al campus dell’università, verso una meta ben più significativa dell’allenamento in sé. Correvamo comunque verso un canestro, il canestro della vita, lo facevamo insieme, e torneremo a farlo.
Giulio Francesco Conte In collaborazione con Max Cannalire
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APP E TECNOLOGIE -
- APP E TECNOLOGIA
come moderni Cicerone Tecnologia al servizio dell’individuo, guida attraverso il caotico ed inarrestabile progresso Sostenere un proprio punto di vista relativo ad un argomento di forte interesse, suffragando lo stesso con argomentazioni valide ed obiettive, senza omettere la corretta percentuale di componente critica ed autocritica, è la scintilla che anima la nascita di un’idea stessa. Se queste condizioni essenziali vengono utilizzate come chiave di lettura in riflessioni su tematiche così tanto mastodontiche ed all’ordine del giorno da diventare fisiologicamente preponderanti, si intende la natura stessa dell’eterno dibattito tra detrattori e sostenitori delle tecnologie più avanzate al servizio dell’uomo e delle sue esigenze. I detrattori, sostenitori di una visione che Umberto Eco chiamerebbe ‘apocalittica’, sottolineano che se è vero che l’Industria Culturale produce materiali e mezzi sempre più confortevoli e pratici per soddisfare le richieste della civiltà che vive prosperosa in quello che il sociologo Herbert Marshall McLuhan ha definito ‘Villaggio Globale’, è anche vero che la semplicità con la quale chiunque può accedere in qualsiasi momento ad un’informazione ha permesso al parassita dell’inerzia di intrufolarsi nella coscienza e di conseguenza nell’essenza stessa dell’essere umano. Diversamente, l’altra campana ragionevolmente sostiene che ad essere colpevole non è il mezzo ma il fruitore, che dimentica quale sia il fine sommo della ricerca di novità, della corsa alla
tecnologia sempre più avanzata: l’istruzione e cultura in summa, i motori dell’evoluzione. L’istruzione, che rappresenta da sempre uno dei valori fondamentali dell’uomo e che proprio in un contesto storico dominato da una ‘Crisi dei Valori’ assume un’importanza fondamentale. In quest’ottica, si può comprendere l’esigenza di discutere circa la rivoluzione silenziosa incominciata decenni or sono e che tende a diventare sempre più voluminosa di anno in anno. Il riferimento obbligato è all’epidemia di Covid19, che ha messo a dura prova tutto quel sistema informatico che si riteneva efficace ed inespugnabile. Probabilmente è pretenzioso affermarlo ma la risposta che la moderna tecnologia ha dato alla problematica concernente la pandemia ha in parte demolito le convinzioni dei detrattori descritti nell’excursus iniziale. Prendendo ad esempio la sfera universitaria e quindi gli studenti, è doveroso sottolineare come, grazie al rapporto di simbiosi che si vive quotidianamente con le migliaia di app che pullulano negli smartphone e nei personal computer, si sia riuscito a far fronte alla situazione sui generis, adattandosi al cambiamento in un periodo relativamente breve. Si è assistito all’evoluzione repentina di strumenti che venivano utilizzati in maniera forse un po’ troppo automatica. L’impressione è che ci si era assuefatti al progresso
a tal punto da ritenere marginali applicazioni che si sono rivelate invece fondamentali. Un altro dato da non sottovalutare è che, molto probabilmente, la velocità maggiore dell’evoluzione tecnologica di questi ultimi mesi diventerà la velocità standard di crociera dei prossimi cambiamenti, decretando nuovi orizzonti da raggiungere in tempi più ristretti. Soffermarsi su un singolo particolare di questa evoluzione diventa quasi riduttivo, in quanto altro elemento caratterizzante di questo moto è l’esigenza di ogni innovazione di esistere in funzione di un’altra. Come dimostrato egregiamente anche e soprattutto dal portale nuovo di zecca dell’Unicusano, una piattaforma performante ed intuitiva che ha impedito che le attività subissero una battuta di arresto, la tecnologia riassunta nelle app e nel web in toto è diventata una parte integrante dell’uomo. Sicuramente riserva ancora degli aspetti ludici da non recriminare, seppure da tenere sotto controllo, ma mai come ora si è compreso come questa possa assumere l’aspetto non solo di un’appendice ma di una vera e propria componente fondamentale per l’individuo che attraverso di essa deve adattarsi ed evolversi in un ambiente che dalla tecnologia, volente o nolente, è in parte dominato. “…much confusion, disillusion…” scriveva Peter Sinfield, paroliere dei King Crimson. Certamente queste parole sono state partorite in un contesto diverso, ma si riscoprono attuali ed esatte per descrivere la sensazione dell’uomo, in un contesto di costante evoluzione tecnologica. Una condizione di confusione, in una labirintica realtà. Che non sia proprio la tecnologia a correre in suo aiuto?
Neerio Porcelli
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- ARTISTA DEL MESE
“Lo potrebbe fare anche un bambino!” Approcciare all’arte contemporanea con gli occhi di In questo numero tutto dedicato agli studenti si cercherà di indagare un argomento di grande rilevanza per gli ‘amanti del settore’: l’approccio e le modalità di studio dell’Arte. Analizzeremo questi temi attraverso lo sguardo di uno dei più noti e quotati artisti dell’ultimo secolo: Mark Rothko, noto anche con lo pseudonimo di Mark Rocka (Daugavpils, 25 settembre 1903 – New York, 25 febbraio 1970), pittore statunitense, espressionista astratto. Per intenderci, autore delle grandi tele piene di campi di colore o ‘pannelli cromatici’. Quante volte vi siete trovati dinanzi ad un’opera d’arte contemporanea come Concetto spaziale, Attese (idropittura su tela, cm 41x3 4, 1964-65) di Lucio Fontana (18991968), ed avete esclamato “Beh questo lo saprei fare anch’io!!” o meglio “Potrebbe farlo anche un bambino!” Il punto è proprio questo, Rothko ci insegna che tutti possono fare arte, anche senza una formazione accademica e tecnica specifica. L’ arte è una componente essenziale dell’esperienza umana. Rothko è noto, oltre che come pittore, per aver insegnato per vent’anni al Brooklyn Jewish Center; conoscendo approfonditamente la pedagogia e l’educazione artistica, insegnava a bambini dai tre ai quattordici anni. Nel saggio New Training for Future Artists and Art Lovers (che avrebbe voluto trasformare in libro) illustra in 49 pagine di appunti The Scribble Book dove emergono approfonditamente le sue teorie di
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Mark Rothko
pedagogia sperimentale che hanno dato vita ai famosi Cinque consigli sull’insegnamento dell’arte. L’ arte deve essere in primis una fonte di libertà, libertà espressiva, di interpretazione e fruizione; da questo concetto centrale si sviluppano i suoi Cinque consigli, che possono essere anche interpretati con una forte connotazione civica. Nella lezione #1 Rothko si è proposto di mostrare l’arte come forma universale di espressione del nostro ‘io’ e dunque degna della totale libertà di interpretazione, pienamente svincolata dagli accademismi. L’arte è una qualità innata in ognuno di noi che ci permette di creare delle vere e proprie ‘esperienze visuali’. Da qui ci si può direttamente connettere alla lezione #2 incentrata sul non ‘intossicare’ la crescita espressiva con mere nozioni accademiche, che vanno semmai utilizzate con il solo scopo di potenziare il linguaggio espressivo. Quello che bisogna infondere agli studenti è proprio il senso di fiducia in se stessi, dunque #3 organizzare mostre ed esposizioni pubbliche. Un ex allievo di Rothko, Gerald Philips, racconta “Non sono mai stato bravo in arte, ma lui ti ha fatto sentire che stavi davvero producendo qualcosa di importante, qualcosa di buono”. Qui si trova la responsabilità dell’insegnante: dare credito all’espressività, con flessibilità e apertura nei confronti degli stili che prenderanno forma. La lezione #4 risulta essere la più interessante in termini di didattica dell’arte: da dove partire con l’insegnamento della storia dell’Arte ai giovani?
Per Rothko la risposta sta nel Modernismo: bisognerebbe sensibilizzare e far approcciare gli studenti dapprima all’arte del XX secolo. La purezza e la semplicità della rappresentazione estetica, ad esempio, di Pablo Picasso o Henri Matisse, possono aiutare la fruizione artistica del bambino e dunque “servire da interprete per stabilire la relazione tra il bambino e il flusso d’arte”. L’educazione artistica dovrebbe essere guidata dal sentimento di creare “pensatori creativi, non artisti professionisti”, questa la #5 ed ultima lezione. Questo principio ha l’obiettivo di forgiare studenti empatici e collaborativi e questo può generare una collettività migliore. Il docente deve guidare l’allievo in un itinerario di crescita, di scoperta in primis interiore, che inevitabilmente si ripercuoterà nella società in cui coesiste. La libera creatività potrà essere considerata la fase embrionale di un buon cittadino. Giulia Sacchetti
L’IMPRENDITORE E GLI ALTRI -
- L’IMPRENDITORE E GLI ALTRI
L’IMPRENDITORE E GLI ALTRI Un brindisi per coronare un grande successo
Dall’Economia alla sanità, dalla politica all’istruzione, la realtà spiegata da chi ogni giorno la vive La seconda stagione della trasmissione L’imprenditore e gli altri, curata e condotta dal presidente Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, con la partecipazione del Rettore Fabio Fortuna e del direttore di testata Gianluca Fabi, è giunta al termine. Sin da subito, anche in questa seconda stagione, il consueto appuntamento del lunedì sera in prima serata su Cusano Italia TV è stato accolto con molto affetto da parte dei telespettatori. Molti gli argomenti trattati, dai temi sanitari legati alla pandemia da Coronavirus alla politica passando per l’economia, l’istruzione e lo sport. Moltissimi gli ospiti invitati con i quali si è sempre discusso in maniera pacata e costruttiva, potendo così vantare di essere riusciti nell’ardua impresa di costruire un programma in grado di divulgare informazione con rigore e precisione ma mantenendo sempre quell’aria familiare che ha contribuito a stringere un forte legame con il suo pubblico. Nel corso della trasmissione non sono mancati riferimenti ai grandi successi che l’Unicusano ha maturato nel corso dell’anno in campo sportivo, con il passaggio in serie B della Ternana, squadra di cui Stefano Bandecchi è presidente, alle attività di ricerca condotte dall’Università, alle misure di prevenzione da contagio messe in campo dall’ateneo per contrastare la diffusione dell’epidemia all’interno del campus. E ovviamente non sono mancati riferimenti a uno degli eventi più importanti che l’ufficio Career Service dell’ateneo ha realizzato, il Virtual Career Day 2020 con il quale si è mostrata tutta la lungimiranza e l’eccellenza che può vantare l’Unicusano.
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La realtà vista dagli occhi dell’imprenditore Per un imprenditore vestire gli abiti di un conduttore da prima serata è una bella sfida, ma il presidente Stefano Bandecchi ha saputo mostrare tutte le sue ottime doti intellettuali, comunicative e umane. Con domande sempre molto precise e dirette, da vero ‘uomo della strada‘, ha saputo esaminare la realtà dal punto di vista di chi ogni giorno affronta quella stessa realtà tra mille dubbi e problemi. Il Rettore La presenza del Rettore, sin dalla prima stagione, ha contribuito enormemente al successo della trasmissione. Preciso nelle riflessioni, con eleganza e gentilezza, ha onorevolmente rappresentato l’intero ateneo. Nell’affrontare le tematiche di natura economica, si è sempre distinto per la chiarezza e la precisione con la quale ha fornito al pubblico precise delucidazioni.
giornalistica ha permesso di esaminare ogni argomento trattato dal punto di vista giornalistico, onorando tutti gli uomini e le donne che contribuiscono al successo di Cusano Italia TV e Radio Cusano Campus. Nel corso delle puntate si è visto uno studio completamente rinnovato, ciò a dimostrazione di quanto l’eccellenza e la continua ricerca della perfezione siano tratti imprescindibili dell’ateneo. La voglia di costruire qualcosa di nuovo, fuori dagli schemi ma allo stesso tempo legato a canoni precisi, ha permesso di realizzare una delle trasmissioni più importanti del palinsesto di Cusano Italia Tv. Come ogni successo da celebrare, questa seconda stagione si è chiusa con un brindisi in diretta con tutti i telespettatori, per festeggiare 39 prime serate curate e condotte sempre con dedizione e passione, ma anche con la consapevolezza che la prossima stagione sarà ricca di aspettative. Gianni Truini
Il Direttore Una delle tante novità di questa edizione è stata sicuramente la presenza in studio del direttore di testata Gianluca Fabi, con la sua professionalità e competenza
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FASHION PILLS -
- FASHION PILLS
E TU COME TI VESTI? Quando si parla di vita universitaria si tende a racchiudere il pensiero tra libri e impegni vari, ma non è solo questo, poiché l’università oltre che dalla cultura è costituita dai ragazzi, ragazzi di una generazione alla quale piace stare al passo con la moda. In questo periodo storico che ci ha privato della socialità, la voglia di prendersi cura di se stessi, di concedersi quella coccola in più è maggiore di prima, ma avere l’outfit adeguato ad ogni occasione non è sempre facile, nella fattispecie quando parliamo di look universitari. Il segreto è riuscire a trovare il giusto compromesso. A tal proposito per questo nuovo anno accademico ci sono tre must da seguire, prendendo spunto anche dalle tendenze su Instagram, per restare sempre al passo con i social che abbracciano a 360 gradi l’indice di gradimento della nostra generazione e non solo.
LOOK PER LE LEZIONI Sicuramente non sbaglieremo mise indossando una t-shirt, tinta unita dai colori non troppo sgargianti, come il classico verde evidenziatore
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per restare in tema di didattica. La differenza qui la fa il taglio della maglia che andremo ad utilizzare, un consiglio che vale sia per le ragazze che per i ragazzi è utilizzare capi della propria taglia e non maglie oversize poiché potrebbero dare l’idea di disordine. Veniamo adesso al jeans, scuro o chiaro che sia, vita alta o vita bassa purché non sia strappato. Questa è una prerogativa.
LOOK PER GLI ESAMI Less is more, non serve esagerare! Ricordiamoci del contesto nel quale ci troviamo quando apriamo il nostro armadio per vestirci. In questo caso l’occhio vuole la sua parte, immaginiamo di trovarci di fronte al docente per sostenere il nostro esame, è vero che l’abito non fa il monaco, ma sicuramente utilizzare un abbigliamento rassicurante ci metterà in una condizione di privilegio. Un must è la camicia, siamo appena tornati dalle vacanze e la nostra pelle è dorata quindi oserei con delle tonalità pastello che si sposano con l’abbronzatura. Per quanto riguarda la parte inferiore un pantalone nero potrebbe essere
l’idea più adeguata, abbandonerei il jeans per questa occasione.
ACCESSORI Da non sottovalutare questo aspetto, con l’accessorio andiamo a definire il nostro stile. Tenendo conto che probabilmente porteremo con noi il pc, o un quaderno per prendere appunti, la borsa non passa mai di moda ed è l’alternativa più adeguata per essere sempre ordinate. Dimentichiamoci quindi la famosa cartella che avevamo a scuola. Per la versione maschile, invece, vi consiglio uno zaino magari in pelle, rifinito con qualche dettaglio. Nonostante gli outfit universitari siano più limitati di quelli classici che magari utilizzeremmo in altri contesti, è sempre bene lasciarsi ispirare da quel tocco di stile. Monica Ciocca
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- MUSICA
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REDUCING MODELLING CREAM Combatte gli accumuli adiposi più ostinati, difficili da eliminare anche con l’esercizio fisico.
La musica, quel piacevole attimo di sollievo “Strange infatuation seems to grace the evening tide I’ll take it by your side Such imagination seems to help the feeling slide I’ll take it by your side …. “ Questo brano dei Placebo accompagna la lettura del mio prossimo capitolo La radio, l’arte dell’ascolto. Teorie e tecniche dei Media mainstream (tv, radio, editoria), le prime giornate infuocate di giugno, lo smart working che non concede tregua, la stanchezza di un anno atipico rispetto ai passati… È necessario ricorrere ad un espediente, ci vuole qualcosa che sappia dare la giusta scossa… perché no…la musica. È incredibile come riesca a sortire molteplici effetti. Aiuta a distrarci, ci accompagna in ogni momento della nostra vita, ci permette di isolarci dal contesto che ci circonda, da ciò che ci disturba e non ci piace e sorprendentemente facilita addirittura la concentrazione durante la preparazione di un esame. Sarà capitato a tutti almeno una volta di provare sollievo dall’ascolto di un brano musicale, sentire quello stato di evasione scatenarsi dal suono delle note, cominciare a fantasticare, ad immaginare situazioni ideali, sognanti, felici. La musica ha il potere di migliorare il nostro umore, ha un ruolo fondamentale nella vita di ognuno di noi,
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ci fa assaporare le gioie del momento presente e nello stesso tempo è capace anche di far svanire per un po’ quella sensazione dal sapore amaro che a volte provoca turbamento. Il potere della musica, l’ascolto della radio, concettualmente così distante dalle sue origini che la ritraevano come l’antico suono di un tamburo battente capace di giustificare ed elevare figure politiche e vecchie dittature del passato. Un sottofondo, piacevolmente udibile, mi aiuta ad entrare in quello che leggo, tutto sembra quasi più leggero e più afferrabile. Ma sarà così per tutti? La risposta è: dipende! Non ci sono regole, non ci sono consigli utili o indicazioni da seguire, entra in gioco la propria soggettività, il proprio stato d’animo e la scelta individuale di riuscire a cogliere quell’elemento, quel particolare che sappia regalarti un piacevole attimo di sollievo e donarti la carica per ripartire ogni volta. Virginia Pantanella
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FILM -
LA CASA EDITRICE DELL’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO
L’esame di maturità, da “Notte prima degli esami” all’era post-Covid Strumento di crescita o mero rituale privo di significato? Le parole di Luca Molinari risuonano nella testa di chiunque abbia affrontato la prova di maturità negli ultimi quindici anni: “Quando l'ultimo giorno di scuola, dell'ultimo anno di liceo suona la campanella dell'ultima ora, tu sei convinto che quello sia l'ultimo secondo della tua adolescenza”. È davvero così? La risposta è soggettiva, ma una cosa è certa: il film è in grado di prendere un evento banale come un esame e di trasformarlo nel simbolo del cambiamento più epocale che si possa vivere a diciannove anni. La fine della vita per come la si conosce, il salto nel vuoto che ci porterà verso le persone che saremo da lì in poi. Non è un voto e nemmeno un semplice rituale: è la concretizzazione fisica dell’impegno, delle relazioni, delle lacrime e delle risate. Quei cinque anni sono volati e la maturità è la resa dei conti. C’è un prima e c’è un dopo. O almeno, questo è probabilmente il sentimento di chi si è diplomato prima dell’arrivo del Covid-19. Perché in fondo, cosa più di una pandemia può rappresentare una linea di demarcazione tra la vita di prima e la vita di adesso? Per i maturandi del 2020 e del 2021, l’esame finale è anche l’addio a una scuola che non hanno potuto vivere pienamente, fianco a fianco ai loro compagni, nel bene e nel male. E forse per un adolescente il cambiamento più epocale è proprio questo: ritrovarsi chiusi in casa rinunciando alla corsa quotidiana in autobus e alla coda per il bagno durante l’intervallo; tutti e due puzzano, ma forse nell’incubo del lockdown persino questi dettagli ci sono mancati. Nel film il terribile Prof. Martinelli, per gli amici ‘la
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Carogna’, afferma: “L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa... L'importante è quello che provi mentre corri”. Una frase che racchiude il senso stesso della prova di maturità e della vita. Perché in fondo quando l’esame l’hai passato impari che da quel momento in poi gli esami non si esauriscono mai; quella che sembrava ‘la fine della corsa’ non lo era affatto, era solo l’inizio di una maratona ricca di prove ben più temibili. In un certo senso, affrontare quella prima prova ti ha preparato per tutte le altre. Il percorso universitario è fatto di esami, tanto quanto la vita lavorativa e privata che aspettano al varco dopo la laurea. C’è chi la considera una formalità ormai anacronistica, un metro di giudizio ingiusto e troppo severo, un rituale privo di senso. Seppur con i suoi difetti, la prova di maturità ha la capacità di darci quella spinta che non volevamo (ma di cui avevamo bisogno): una volta cascati in acqua, non ci resta che nuotare. E a distanza di dieci o venti anni, non saranno il voto o la domanda a trabocchetto del professore di turno a rimanerci impressi nella memoria. Quello che non potremo mai dimenticare saranno il sospiro di sollievo, la sensazione di infinita libertà uscendo dall’aula, il festeggiamento con i compagni con cui abbiamo condiviso un pezzo di strada. A maggior ragione se tagliare quel traguardo significa anche lasciarsi alle spalle uno dei periodi più difficili degli ultimi decenni. Al di là delle performance, affrontare e superare una prova così temibile è una dimostrazione di coraggio. E quello, nella vita, ci vuole sempre. Eleonora Francese
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Illustrazione di: Alessandro Giachini
Testi di: Rosa Beneduce
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PROGRAMMAZIONE -
- PROGRAMMAZIONE
CELLULOIDE
264 ZOOM
MANUEL BARTOLINI CUCINA, BENESSERE E LIFE STYLE LUN - VEN 13.00-14.00
A LIBRO APERTO
ANNALISA COLAVITO RECENSIONI DEL LIBRO DELLA SETTIMANA IN COMPAGNIA DELL’ AUTORE LUN 23.00-23.30 MER 10.00-10.30
A SPASSO NEL TEMPO FABIO CAMILLACCI DAL PASSATO AL PRESENTE GIO 20.00-20.30
SELEZIONE DEI CONTRIBUTI DELLA SETTIMANA SAB E DOM 14.30-16.30
SAB 20.00-20.30
APPROFONDIMENTI DI ATTUALITÀ
A CASA E IN FORMA
LA SETTIMANA DEL 264
BABYLON
LA DEA BENDATA
PIERCARLO FABI FRANCESCA PIERRI MUSICA, CINEMA, TEATRO E SPETTACOLO A CONFRONTO LUN - VEN 20.00-20.30
MATTEO TORRIOLI GIUSTIZIA, LAVORO E ANALISI DEI PRINCIPALI CASI GIUDIZIARI GIO 22.30-23.30
CHECK-IN MI SA CHE PARTI
MATTINA CON NOI
MISA URBANO VIAGGI E DOCUMENTARI DAL MONDO VEN 21.30-22.30
CRIMINI E CRIMINOLOGIA
FABIO CAMILLACCI COLD CASES ITALIANI E INTERNAZIONALI DOM 21.00-23.00
NAUTILUS
ROSSO CORSE
GIANLUCA FABI ALESSIO MORIGGI POLITICA, SCUOLA, LAVORO E DIRITTI SAB 21.00-22.30
RICCARDO BORGIA IL MONDO DEI MOTORI: COMPETIZIONI E RISULTATI LUN, MER, GIO E VEN 16.00-16.30
PAROLE E MUSICA
SFIDE QUOTIDIANE
ARIANNA CARAMANTI MONICA CIOCCA FRANCESCA LAURI DONATELLA GERETTO ANEDDOTI E CURIOSITÀ SUI MAGGIORI SUCCESSI MUSICALI LUN - VEN 23.30-00.30
TELESPIEGO
LORENZO CAPEZZUOLI RANCHI PINA GIORDANO TECNOLOGIA, CURIOSITÀ E APPROFONDIMENTI
GIO 21.30 - 22.30
TUTTO LO SPORT
ROBERTA SIAS DISABILITÀ, INCLUSIONE ED EMARGINAZIONE SOCIALE LUN E MER16.30-17.00
MA PROPRIO TUTTO
PROMOTION
MONDO SOCIAL
UNA MELA AL GIORNO
MONICA CIOCCA CONOSCERE I SOCIAL NETWORK A 360°
ROBERTA SIAS MEDICINA, SALUTE E BENESSERE
MAX CANNALIRE LO SPORT A 360° SAB E DOM 10.00-12.30
EMANUELA VALENTI ANNALISA COLAVITO COSTUME, SOCIETÀ E ATTITUDINI DEGLI ITALIANI LUN - VEN 11.00-12.00
ANNALISA COLAVITO ANALISI DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA VEN 10.00-10.30
LUN - VEN 12.00-12.30
GIO E VEN 16.30-17.00
L’IMPRENDITORE E GLI ALTRI
RASSEGNA STAMPA
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UNA MELA AL GIORNO (SERA)
STEFANO BANDECCHI FABIO FORTUNA GIANLUCA FABI I TEMI DEL MONDO IMPRENDITORIALE
DEBORA CARLETTI MATTEO TORRIOLI LETTURA E COMMENTO DELLE PRIME PAGINE DEI MAGGIORI QUOTIDIANI NAZIONI E LOCALI
GIANLUCA SCARLATA RESOCONTO SETTIMANALE DEL MONDO DEGLI SPORT “MINORI” MAR E GIO 20.30-21.30
LUN - VEN 07.00-08.00
ANDREA LUPOLI ROBERTA SIAS MEDICINA, SALUTE E BENESSERE MAR 21.30-22.30
(POLITICA, ECONOMIA, ATTUALITÀ)
LUN 21.00-23.00
ABC DEL CALCIO RONALD GIAMMÒ RICCARDO BORGIA
1,2,3 STILE DOM 16.30-17.30
UNICUM
STORIE DI COLLEZIONI
CRONACA DEGLI APPUNTAMENTI CALCISTICI DELLA SETTIMANA
LUN E VEN 18.30-19.30
UNA CIOCCA FUORI POST MONICA CIOCCA PROBLEMI E FENOMENI DEI SOCIAL DOM 14.00-15.00
ROTOCALCO 264 ROBERTA FELIZIANI IL PROGRAMMA CHE ANIMA IL WEEK END SAB E DOM 18.00-20.00
VERSO SERA
LIFE
CARTELLINO VERDE
ELENA PENNACCHIONI AMBIENTE, SALUTE E SOCIETÀ MAR 22.30-23.30
RICCARDO BORGIA APPROFONDIMENTO DI TEMI LEGATI ALLO SPORT E ALLA SUA GIURISPRUDENZA SAB 23.00 - 23.30
TOMMASO FRANCHI PINA GIORDANO GIOVANI CHE SI AFFACCIANO AL MONDO DEL LAVORO MAR 18.30-19.30
AURORA VENA
ATTUALITÀ, POLITICA E CRONACA
FRANCESCA LAURI IL MONDO DEL COLLEZIONISMO VEN 20.30-21.30
LUN - VEN 17.00-18.00
C COME CALCIO
ITINERARI DI VIAGGIO
MAX CANNALIRE RONALD GIAMMÒ GIANLUCA SCAPIATA TERNANA E LEGA PRO MER, SAB E DOM 20.30-22.00
FUTUROLAVORO
RESTART 264
UNICUM
FRANCESCA LAURI ARTE E TURISMO MAR E MER 14.30-15.00
ROSSO CORSE LA SETTIMANA
MISA URBANO MANUEL BARTOLINI VIAGGI, BENESSERE E INTRATTENIMENTO LUN 20.00-21.00 MER 18.30-19.30
SCUOLA DI BOTTE MER 22.00-23.00
RICCARDO BORGIA MAR 16.00-17.00
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- OROSCOPO
Nessun Astrologo è stato sfruttato per scrivere questo oroscopo. Da assumere lontano dai pasti, con moderazione. In presenza di sintomi, vi ricordiamo che è solo un effetto placebo, perché nulla di quello che leggerete ha effettivamente senso.
ARIETE
TORO
GEMELLI
Per te laurea ad honorem, come minimo!
Lascia stare, vai a lavorare!
E anche questa volta ti è andata bene, un altro pizzico di fortuna e riuscirai anche a laurearti!
CANCRO
LEONE
VERGINE
I tuoi sforzi saranno ripagati, ma non oggi!
Sfodera il tuo sorriso migliore e anche questa volta il prof. non si renderà conto che non hai studiato tutto il programma!
Ok, stai calmo! Non ti fare prendere anche questa volta dall’ansia!
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
Mood: “adesso devo pensare a me”.
Finalmente ora che hai preso l’ennesimo 30 e lode puoi uscire dal tuo bunker!
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
Perfetto, almeno questa volta hai studiato tutto il programma, peccato che l’esame era ieri!
Minimo sforzo, massima resa!
Dare la colpa alle istituzioni statali non ti farà superare l’esame! Studia!
Come ci sei arrivata fino a qua non lo sai neanche tu!
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nei migliori supermercati
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