NUMERO 7 REDUCE, REUSE, RECYCLE
MAGGIO 2022
L’impatto sul territorio dell’ Università Niccolò Cusano
CORSI DI LAUREA AREA ECONOMICA CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE E MANAGEMENT Triennale - Classe L-18 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE ECONOMICHE CURRICULUM GESTIONE E PROFESSIONI D'IMPRESA - Biennale - Classe LM-56 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE ECONOMICHE CURRICULUM MERCATI GLOBALI E INNOVAZIONE DIGITALE - Biennale - Classe LM-56
AREA GIURIDICA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN GIURISPRUDENZA Quinquennale - Classe LMG/01 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN GIURISPRUDENZA CURRICULUM GIURISTA D’IMPRESA Quinquennale - Classe LMG/01
AREA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE CURRICULUM EDUCATORE PSICO-EDUCATIVO E SOCIALE - Triennale - Classe L-19 CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE CURRICULUM EDUCATORE SERVIZI PER L’INFANZIA - Triennale - Classe L-19 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE PEDAGOGICHE CURRICULUM SOCIO-GIURIDICO - Biennale - Classe LM-85 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE PEDAGOGICHE CURRICULUM PSICO-EDUCATIVO - Biennale - Classe LM-85
C USANO
MEDIA
G R O UP
Nasce Cusano Media Group,
il nuovo brand che abbraccerà tutti i canali di informazione dell’Ateneo Cusano Media Group, gruppo multimediale dell’Università Niccolò Cusano, è attivo nel settore editoriale, radiofonico e televisivo: dal quotidiano online alle pubblicazioni di libri, dalla radio in FM allo streaming DAB+, dalla tv ai new media. Suo principale obiettivo è la diffusione di un’informazione indipendente in grado di migliorare la conoscenza e l’operatività all’interno di mercati sempre più complessi. Forte di una leadership solida e indipendente, Cusano Media Group è in grado di fornire ai propri clienti il miglior progetto di comunicazione pubblicitaria integrata. I nostri prodotti e servizi sono strumenti fondamentali di informazione e aggiornamento per imprenditori, manager, professionisti, piccole e medie imprese, brand nazionali e internazionali.
Fanno parte del Cusano Media Group:
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REDAZIONE
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PAROLA ALLA REDAZIONE Federico Casadei
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LA NICCOLÒ CUSANO Un esempio di crescita virtuosa Il Magnifico Rettore Prof. Fabio Fortuna
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LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E LE COMPETENZE MULTIDISCIPLINARI DELL’UNICUSANO Fabrizio Russo SOSTENIBILITÀ E RIVOLUZIONE DIGITALE Nuove Sfide per il fashion system Giulia Peroni
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LA FIGURA DELL’ENERGY MANAGER E LE STRATEGIE ENERGETICHE AZIENDALI Marco Dalla Bona
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IL FUTURO DELL’OCCUPAZIONE. Analisi del rapporto Anpal e Unioncamere sui fabbisogni occupazionali Mariano Leoni
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IL RUOLO DELL’ISTRUZIONE NELLA PROGRAMMAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ Prof. Carlo Drago L’esperienza di Marianna Tumbarino L’esperienza di Sara Marazzotti L’esperienza di Andrea Odone
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ENERGIA & AMBIENTE Analisi e mitigazione dell’impatto sull’ambiente di sistemi energetici Prof.ssa Linda Lombardi
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UNICUSANO, FATTI E NON PAROLE Prof. Vincenzo Mini
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TURISMO, SOSTENIBILITÀ E TERRITORIO Prof. Marxiano Melotti
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LE AREE VERDI DELL’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO E LA SUA VOCAZIONE GREEN Giulia Vincenti
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UNICUSANO DOCET Il ruolo delle università all’interno delle trasformazioni territoriali Alcune considerazioni sul caso dell’Università Niccolò Cusano Prof. Daniele Paragano
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L’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO INSIEME A TERNI COL CUORE Paolo Tagliavento
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UNICUSANO E TERNANA CUORE UMBRO SOSTENGONO L’INTEGRAZIONE DEI RIFUGIATI 54 UCRAINI Michela Crisci
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NATURALIA SINTESI E LA SUA FILOSOFIA GREEN Natura e biotecnologia in un connubio perfetto Sonia Fenoglio
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FUN FACT Carta riciclata, la Kriptonite della crisi ambientale Carlotta Astengo FASHION PILLS Green (and cool) Virginia Parisi
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APP E TECNOLOGIA Aiutati ad aiutare l’ambiente. Fa’ che la tua vita sia eco-friendly! Alessio Vecchi
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MUSICA La musica salva il pianeta! Ecologia e ambiente tra radio e Spotify Alberto Carruba
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FILM La settima arte a servizio dell’ambiente Rosa Cornacchia
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LA SOSTENIBILITÀ SECONDO UNICUSANO I nostri progetti internazionali Laura Pecetta
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L’UNIVERSITÀ ZERO WASTE Sarah Caglioti Federico Amante
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PAROLE D’AMORE Il caso di Güssing Prof. Marino D’Amore
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ARTE IN MOSTRA Sustainable Art Giulia Sacchetti
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CON TREEDOM, UN ALBERO PER OGNI STUDENTE Simone Tricase
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OROSCOPO Fulvia De Maria
Responsabile Valentina Lamonaca Segretario di Redazione Federico Casadei Redattori Capo Fulvia De Maria Chiara Martella Redattore Giuliana Chieffi Grafica editoriale Carlotta Astengo
Collaboratori Il Magnifico Rettore Prof. Fabio Fortuna, Fabrizio Russo, Marco Dalla Bona, Mariano Leoni, Prof. Carlo Drago, Marianna Tumbarino, Sara Marazzotti, Andrea Odone, Prof.ssa Linda Lombardi, Prof. Vincenzo Mini, Prof. Marxiano Melotti, Prof. Daniele Paragano, Paolo Tagliavento, Sonia Fenoglio, Michela Crisci, Laura Pecetta, Giulia Vincenti, Sara Caglioni, Federica Amante, Prof. Marino D’Amore, Simone Tricase, Virginia Parisi, Alessio Vecchi, Alberto Carruba, Rosa Cornacchia, Giulia Sacchetti.
La redazione è sempre aperta a nuove “penne”. Collabora con noi scrivi a:
magazine@unicusano.it
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PAROLA ALLA REDAZIONE Lo sviluppo sostenibile si configura come un obiettivo imprescindibile per l’umanità, di crescita ed imparzialità intergenerazionale che espande il campo visivo di riferimento delle preferenze e dota di previdenza l’azione di governo di tutte le istituzioni, comprese le università.
In particolar modo, l’idea di sviluppo sostenibile per l’Università Niccolò Cusano disegna un piano d’azione per rivoluzionare il mondo, adoperandosi a favore delle Persone, della Pace, del Pianeta, della Prosperità e delle Partnership. Nelle istituzioni universitarie, ciò è realisticamente plausibile quanto più il valore, la forza comunicativa e quella promotrice per raggiungere un avvenire migliore per tutti entrano a far parte del quotidiano, influenzando effettivamente i comportamenti dei docenti, del personale amministrativo, degli organi di direzione e controllo e, non ultimo per importanza, delle migliaia di studenti che animano la vita dell’Unicusano.
Molteplici università nel mondo hanno fatto loro le virtù della sostenibilità come la valorizzazione e la salvaguardia del territorio, il miglioramento del benessere della comunità, lo sviluppo economico imperniato sulla conoscenza, la giustizia sociale e l’abilità stessa dei soggetti interessati di operare simultaneamente in maniera efficace per il bene comune. Per numerosi atenei, questa tematica non risulta più una delle tante opzioni disponibili ma si è convertita in una necessaria e responsabile strategia di sviluppo. All’interno di questo sfondo, la competenza dell’Università degli studi Niccolò Cusano, in quanto lampante esempio di un mega ateneo in grado di rinnovarsi nella consuetudine, ha fatto della sostenibilità una strategia di sviluppo consequenziale con le proprie missioni istituzionali.
Da tempo l’Unicusano accoglie strategie innovative per amalgamare la relazione tra spazio, ambiente e persone. Gli ideali propri della sostenibilità trovano un modello di coniugazione metodologica nel paradigma universitario sullo stile di quelli americani, permettendo all’Ateneo di favorire la circolazione di una cultura tangibilmente compatibile e di occupare così un ruolo determinante nella realtà economica locale e nella trasmissione della conoscenza all’interno della società.
L’Università Niccolò Cusano, con oltre 40 mila studenti, 1000 dipendenti ‐ tra personale accademico e tecnico amministrativo - più 54.000 mq di struttura e 60.000 mq di parco verde attrezzato ha un evidente impatto diretto e indiretto sull’economia locale, sulla società e sull’ambiente circostante.
Per il futuro una sfida chiave sarà riconoscere il protagonismo di ognuno e valorizzarne il potenziale. Per atenei come l’Unicusano il contributo alla sostenibilità significa anche certificare le competenze acquisite dagli studenti su ambiente e cambiamenti globali. La convizione di fondo del nostro ateneo è che tutti devono acquisire consapevolezza sui grandi temi del cambiamento globale per contribuire con il proprio comportamento responsabile nella vita e nel lavoro ad una nuova prospettiva di sviluppo basata su prosperità economica ed equità intra ed inter generazionale.
L’acquisizione di sensibilità culturale da parte degli studenti sui temi cruciali della sostenibilità ambientale va perseguita attraverso strategie di insegnamento e apprendimento che vedono la partecipazione attiva degli universitari anche attraverso attività al servizio alla comunità per renderli protagonisti in prima persona.
Federico Casadei
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LA NICCOLÒ CUSANO: un esempio di crescita virtuosa L’Università Niccolò Cusano dal 10 maggio 2006, data della sua istituzione, ha realizzato progressi significativi, registrando un processo di crescita rapido, intenso e costante. L’offerta formativa si articola in dieci aree di riferimento (economica, ingegneristica, giuridica, psicologica, politologica, umanistica, sociologica, della comunicazione, della formazione e delle scienze motorie) e sono attivi 27 corsi di studio che, nella stragrande maggioranza dei casi, prevedono più indirizzi per un totale di 42 alternative tra cui i potenziali studenti possono scegliere. Esiste poi un’ampia offerta di corsi post-laurea e diplomi costituita rispettivamente da Master, Corsi di perfezionamento e aggiornamento; tali iniziative si collocano nell’ambito della formazione continua che, vista la notevole velocità di cambiamento del contesto ambientale, diventa sempre più necessaria per adeguare e migliorare conoscenze, capacità e competenze. L’Ateneo, nato come università telematica, ormai da anni affianca alle modalità tipiche della formazione a distanza quelle tradizionali, riuscendo a coniugarle e combinarle a vantaggio degli studenti. Ciò consente di diversificare le metodologie didattiche, con l’effetto di offrire ai discenti più possibilità e opzioni per costruire il proprio percorso di apprendimento; esiste, infatti, un’indubbia complementarità tra strumenti innovativi e tradizionali che facilita l’organizzazione dello studio.
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Gli studenti, quindi, possono acquisire conoscenze e
competenze in modo diversificato, con l’indiscutibile vantaggio di poter scegliere come, dove e quando studiare e con la proficua opportunità di prendere confidenza con gli strumenti telematici che dovranno sicuramente utilizzare in qualsiasi contesto lavorativo. Ciò sta determinando, in modo sempre crescente, lo svecchiamento della popolazione studentesca, per effetto della capacità attrattiva esercitata dall’e-learning sui giovani unita alla possibilità di frequentare il campus e di affrontare in modo innovativo, personalizzato, più elastico e dinamico il percorso universitario. La nostra offerta formativa, orientandosi verso l’ormai irrinunciabile internazionalizzazione, si sta ampliando ulteriormente attraverso la predisposizione di nuovi Corsi di laurea e Master - anche in lingua inglese - che consentono di offrire un’ulteriore facoltà di scelta agli studenti e contribuiscono a creare le condizioni per allargare l’orizzonte operativo a Paesi europei ed extraeuropei, come già sta avvenendo in Inghilterra, Francia e Spagna. Del resto, è incomprensibile, visti gli imprescindibili processi di integrazione europea e di globalizzazione, l’atteggiamento remissivo e il disinteresse delle Università italiane ad estendersi all’estero, soprattutto considerando il fenomeno di opposta natura che da tempo si sta realizzando in Italia attraverso l’apertura di numerose ramificazioni di Atenei stranieri. Le attività sinteticamente descritte si svolgono nel Campus di circa 54.000 metri quadrati, immerso in più di 6 ettari di area verde. Al suo interno, gli studenti dispongono di servizi didattici (aule dotate di LIM,
laboratori per attività di ricerca e didattica, sale convegni e di lettura, tutor rooms, biblioteca, residenza etc.) e accessori (alloggi, mensa, bar, navetta gratuita, palestra con i più moderni macchinari, etc.). Soluzioni ecosostenibili ed ecocompatibili arricchiscono notevolmente con grande soddisfazione di coloro che frequentano il campus - le strutture preesistenti con ulteriori spazi, siti nel nuovo edificio. L’Università Niccolò Cusano, oltre alla sede centrale, dispone di learning center che operano a livello periferico sull’intero territorio nazionale, replicando, secondo le necessità locali, alcune caratteristiche tipiche della sede centrale, tra cui servizi di consulenza/assistenza e informatici. Si sottolinea, a tale proposito, l’impegno dei relativi responsabili volto alla ricerca di un costante miglioramento qualitativo in termini di strutture, risorse umane e capacità attrattiva degli studenti; ciò consente all’Ateneo di attuare politiche di penetrazione diffuse e diversificate in funzione delle peculiarità delle singole zone. All’interno della struttura opera, con sempre maggiore successo, Radio Cusano Campus - che trasmette in FM e DAB+ streaming su tutto il territorio nazionale alla quale hanno libero accesso gli studenti iscritti all’Università che spesso partecipano al ricco e affascinante palinsesto. Si tratta di un’emittente che funziona in piena armonia con le finalità istituzionali dell’Ateneo, parla della vita nel Campus, dei suoi protagonisti e offre spazio anche a tutti coloro che, in qualche modo, vogliono dare il loro contributo di idee al nostro Paese. Con grande orgoglio, voglio sottolineare che interviste e contenuti vengono spesso citati negli articoli dei più importanti quotidiani nazionali; questo è un risultato che testimonia la notevole competenza, l’elevata professionalità e la non comune dedizione che caratterizzano tutti
coloro che operano al suo interno. La bellissima e prestigiosa idea della radio ha fatto nascere la volontà di arricchire le fonti di comunicazione sfociando nella creazione di Cusano Italia TV che trasmette sul canale 264 del Digitale Terrestre. Di grande interesse e potenzialità, inoltre, risulta il quotidiano online TAG24 che costituisce uno strumento destinato a costituire sempre di più un riferimento per coloro che seguono costantemente i flussi d’informazione relativi all’attualità politica, culturale, economica, sportiva, ecc. L’ Ateneo si è sempre caratterizzato per l’attenzione allo sport in tutte le sue forme e tipologie, attraverso la sponsorizzazione di atleti professionisti e partnership di prestigio, le ultime in ordine di tempo ma non per importanza con Sport & Salute e la Federazione italiana scherma; ciò è culminato nell’istituzione dei Corsi di Laurea in Scienze Motorie che sono agevolati dall’intensificazione delle attività connesse alla pratica sportiva. Nel contesto descritto, si segnala il prestigioso marchio della Ternana calcio che milita nel campionato di serie B; da sottolineare anche le numerose attività da essa svolte in campo sociale per volontà del Presidente Stefano Bandecchi. Voglio ricordare, infine, ma non ultimo per importanza, l’impegno etichettato con l’espressione Ateneo verde. L’Università degli Studi Niccolò Cusano da sempre adotta e promuove comportamenti ecosostenibili, incentivando le risorse umane che, a vario titolo, confluiscono al suo interno, a sviluppare progetti e iniziative rivolti alla tutela dell’ambiente. In particolare, le Facoltà di Economia e Ingegneria hanno aderito nel corso degli anni a numerose e importanti iniziative legate al tema della sostenibilità e dell’economia circolare: tra le tante, si segnala il Forum per lo sviluppo sostenibile
del Ministero dell’Ambiente e la Piattaforma Italiana degli attori dell’Economia Circolare (ICESP - Italian Circular Economy Stakeholder Platform). Auspichiamo, come istituzione, che gli studenti facciano propri questi modi di agire e li applichino, anche dopo il periodo universitario, nel mondo del lavoro e nella vita sociale per contribuire ad un mondo migliore o, quantomeno, per preservare al meglio quello esistente. L’Università Niccolò Cusano, continuando nella direzione tracciata ed espandendosi a livello europeo e internazionale direttamente e attraverso rapporti di collaborazione, registrerà un processo di crescita sempre più intenso e significativo; certamente, continuerò a impegnarmi con grande determinazione per contribuire in modo rilevante alla realizzazione degli obiettivi descritti. I primi quindici anni sono passati velocemente con grandi risultati e straordinarie soddisfazioni: andiamo avanti con la medesima forza di volontà e ne verranno altri che oggi, come avveniva in passato, sembrano impensabili o difficilmente raggiungibili. L’eccellenza raggiunta deve consolidarsi, affinarsi e potenziarsi con intensità sempre maggiore: questa è la via da seguire con tenacia, determinazione e convinzione!
Il Magnifico Rettore Prof. Fabio Fortuna
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La Transizione Ecologica e le competenze multidisciplinari dell’Unicusano Il progresso tecnologico e scientifico degli ultimi decenni ha permesso di analizzare con maggiore attenzione i rapporti tra l’uomo e l’ecosistema circostante. A partire dagli anni settanta, in concomitanza con l’affermarsi di un nuovo concetto di sviluppo sostenibile, prende avvio la “questione ambientale”. Il mondo scientifico comincia a porsi il problema della scarsità ed esauribilità delle risorse naturali, nonché delle relazioni tra il loro corretto utilizzo in chiave sostenibile e la crescita economica. Dato di fatto è che la nostra Terra consente all’uomo di assolvere funzioni vitali, offre risorse naturali
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rinnovabili e non, necessarie per la produzione ed il sostentamento, fornisce beni naturali, assimila parte dei rifiuti prodotti. La crisi ambientale che oggi viviamo deriva da una mancata consapevolezza del valore aggiunto del nostro ecosistema, dall’incapacità dei sistemi economici di attribuire un adeguato valore economico al bene ambientale determinando in molti casi uno sfruttamento eccessivo, spesso fino al danno irreversibile, della risorsa. L’Unicusano dimostra il proprio impegno sul fronte dell’ecologia tramite l’adozione di un protocollo ed un codice green volti a responsabilizzare studenti e personale dell’Ateneo attraverso buone pratiche del vivere quotidiano, ponendo in essere diverse azioni a favore di una riduzione dell’impatto ambientale: portale ateneoverde.it - La creazione di uno spazio web dedicato, punto di riferimento e di divulgazione delle informazioni sulle attività che l’Ateneo intraprende a beneficio dell’ambiente; risparmio della carta - La prerogativa telematica dell’Ateneo, ossia l’utilizzo di una piattaforma per l’erogazione della didattica con contenuti digitali, riduce sensibilmente il consumo della carta. Ultimamente l’Università, in un’ottica di dematerializzazione, ha introdotto la domanda di iscrizione online, importante intervento che ha consentito di digitalizzare parte del lavoro amministrativo, permettendo sia una riduzione dell’impiego della carta sia una più veloce diffusione dei dati, resi
rapidamente fruibili dal personale tecnico con un netto abbattimento dei tempi di lavorazione delle domande; didattica e sostenibilità ambientale - L’Università pone interessanti spunti di riflessione nella propria offerta formativa, con l’inserimento nei piani di studi di discipline quali Diritto dell’ambiente (facoltà di Giurisprudenza) o Management della sostenibilità e dell’innovazione (facoltà di Scienze economiche). Particolarmente ricca anche l’offerta di master postlaurea dedicati alla sostenibilità; servizio mensa - L’ Ateneo dispone al suo interno di un servizio mensa che si caratterizza per la scelta di utilizzare materie prime di produzione propria, coltivate nell’orto biologico collocato nei pressi della struttura; acqua ed energia - La politica aziendale dell’Università riconosce valore alle risorse naturali di acqua e energia. Nella consapevolezza della necessità di favorire una lotta ai consumi di tali beni, in tutta la struttura sono collocati dispenser per l’acqua, ed è possibile acquistare borracce ricaricabili onde evitare l’uso eccessivo di bottiglie in plastica. L’Ateneo, inoltre, nell’ampliamento della nuova struttura si è dotato di un vasto impianto di pannelli solari capaci di soddisfare gran parte della richiesta energetica dell’Università;
ha permesso l’ampliamento anche del verde circostante: l’edificio si avvale di un giardino pensile su cui sono stati piantati alberi di ulivi, a copertura dei sottostanti parcheggi, ed è affiancato da un bosco in cui sono state piantumate oltre 50 varietà di alberi. La messa a dimora di nuove piante costituisce un esempio di come L’Università possa compensare parte delle emissioni derivanti dalla produzione dei propri servizi con interventi naturali. Si stima infatti che in media un albero, in un contesto urbano, abbia la capacità di assorbire in media tra i 10 e20 kg di CO2 ogni anno. La sostenibilità richiede un intervento anche in termini culturali. In tal senso il sistema universitario può fungere da volano per la formazione delle attuali e future generazioni come incubatori di un nuovo sapere. È importante quindi che gli Istituti di formazione diventino portatori di una conoscenza della sostenibilità, di un vivere sostenibile fatto di azioni concrete, progetti. L’Università è al tempo stesso un’azienda, una comunità e un centro di aggregazione che ben potrà portare avanti attività volte a far acquisire la consapevolezza di un vivere nuovo.
Fabrizio Russo
Ateneo e natura - L’edificio originario dell’Università Niccolò Cusano è situato all’interno di una vasta area verde, un parco di 6 ettari. La creazione di una nuova struttura collegata alla precedente
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SOSTENIBILITÀ E RIVOLUZIONE DIGITALE NUOVE SFIDE PER IL FASHION SYSTEM Da cauta osservatrice prima e da entusiasta consumatrice poi, negli anni Duemila ho assistito alla nascita delle catene del fast fashion. Con questo imprinting, fino a qualche anno fa, prima di acquistare un capo di abbigliamento i parametri che guidavano la mia scelta erano essenzialmente due: la componente estetica e il prezzo. Non ero evidentemente l’unica a pensarla così se catene come Inditex sono esplose negli anni Duemila e hanno avvicinato la ‘Moda’ al mass market. Con il passare degli anni le mie scelte si sono fatte più consapevoli: il prezzo, discrimine sempre importante, non è più stato cruciale: al suo posto sono subentrate la qualità e la sostenibilità, intesa nel senso più ampio del termine. Dopo avvenimenti come il crollo di Rana Plaza nel 2003, dove operaie del Bangladesh morirono soffocate dalle macerie dello stabilimento tessile in cui lavoravano, o lo scandalo Burberry, che bruciò capi per il valore di milioni di euro pur di non svenderli, il tema del sostenibile è divenuto centrale nelle scelte di acquisto, non solo mie, ma di tutta la generazione Zeta. Se marchi come Stella McCartney si sono sempre dimostrati attenti ad un’ottica green e hanno sviluppato la loro strategia in questo senso, molti altri brand della moda hanno dovuto ripensare da zero le loro filiere di approvvigionamento e l’utilizzo dei materiali in chiave ecosostenibile. Quello che appariva come un ostacolo si è in realtà tramutato in una grande opportunità per i brand, che hanno percorso strade alternative e inaspettate, come Ferragamo, che ha supportato la start up Orange Fiber nel 2017, realizzando una collezione con i tessuti ottenuti dallo scarto delle bucce delle arance da spremitura, materiale totalmente green. La
moda
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ha
dunque
accettato
la
sfida
della
sostenibilità, modificando dalle fondamenta il proprio sistema di distribuzione, arrivando a confrontarsi anche con il tema dell’economia circolare. Tuttavia, da due anni a questa parte il fashion system ha dovuto necessariamente rapportarsi con un agente esogeno imprevisto che ha dissestato profondamente le nostre vite: la pandemia. L’allontanamento forzoso cui siamo stati sottoposti non ha placato la natura sociale insita nell’uomo, che ha continuato a lavorare affinché le relazioni fossero al centro delle nostre vite. In questi anni ci siamo infatti abituati a call su Teams e Zoom, ma pare che ben presto potremo vivere l’esperienza di un contatto più realistico e ‘immersivo’, per riprendere un termine caro a Marc Zuckerberg, con i nostri colleghi e amici, anche se fisicamente distanti. Dacché il fondatore di Facebook ha rinominato la sua azienda Meta, non è possibile ignorare il fatto che il Metaverso sta prendendo una forma sempre più concreta. Esso sarà, secondo il visionario Zuckerberg, il mondo all’interno del quale stringeremo relazioni, lavoreremo, ci alleneremo. Si può dunque pensare che il nostro avatar nel Metaverso sia sempre vestito allo stesso modo? Per la moda la risposta è evidentemente negativa e la soluzione è creare capsule collection da indossare nel Metaverso, quelle che in gergo si chiamano skins. Nonostante la moda non possa certo essere considerata un early adopter del mondo digitale, alcune maison si sono lanciate nella nuova sfida, esplorando il mondo del gaming. È infatti la dimensione video-ludica quella che per prima ha creato mondi paralleli e Fortnite e World of Warcraft sono quanto di più simile al Metaverso ci sia attualmente. Balenciaga ha creato una speciale capsule di felpe per i personaggi del gioco Fortnite, aprendo all’interno della piattaforma virtuale un negozio, dove provare gli abiti.
Anche un brand come Gucci non è rimasto a guardare e nel 2021 ha organizzato sulla piattaforma di giochi 3D Roblox l’evento Gucci Garden, all’interno del quale gli avatar dei giocatori potevano immergersi in un’esperienza a trecentosessanta gradi: oltre ad entrare in ambienti naturali di ispirazione edenica, gli user potevano acquistare capi all’interno di un esclusivo pop up. Tutto ciò che viene proposto come skin è realizzato sotto forma di NFT, Non Fungible Token, ergo asset unici, non intercambiabili e certificati digitalmente, creati utilizzando la tecnologia della blockchain, la stessa che sottende la creazione delle criptovalute. Tale tecnologia è estremamente energivora: per creare una criptovaluta o un NFT è necessario che un miner, un minatore digitale dotato di un potente processore, esegua complessi calcoli matematici, così lunghi da avere un impatto sul consumo energetico globale (si stima che per estrarre Bitcoin si consumi lo 0,3% dell’elettricità mondiale totale). Al momento le case di moda si stanno dunque avvicinando alla rivoluzione digitale per il suo enorme potenziale innovativo e di profitto. Tuttavia, il tema dell’impatto energetico non sembra centrale nella discussione, come se la sostenibilità fosse stata in qualche modo messa da parte, in nome della sperimentazione. Viene dunque spontaneo chiedersi quando se ne valuterà seriamente l’impatto sull’ambiente e, di conseguenza, si interverrà. Nella speranza che non sia troppo tardi. Giulia Peroni
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LA FIGURA DELL’ENERGY MANAGER E LE STRATEGIE ENERGETICHE AZIENDALI
Il costo dell’energia e la crisi degli ultimi anni hanno portato le aziende a porre una maggiore attenzione al tema dell’efficienza energetica. La sensibilità e la serietà della vision aziendale verso i temi di sostenibilità orienterà sempre di più gli investimenti economici delle aziende, visto che ormai, come testimonia anche Il Sole 24 Ore in uno dei suoi tanti articoli trattanti il tema (Se la politica tentenna toccherà al mercato agire in difesa del clima di Stefano Gatti, 8 dicembre 2021), gli investimenti privati, a volte molto più di quelli pubblici, si dirigono verso aziende e settori economici che sono già il futuro, evidenziati e contraddistinti con il termine ‘Green Economy’. Ecco allora tre buoni motivi per scegliere una figura professionale come l’Energy manager: il suo ruolo è fondamentale per ridurre i costi dell’energia, diminuire le emissioni nocive e arginare i rischi d’impresa. La figura dell’Energy manager nasce negli Usa ai tempi della prima crisi petrolifera del 1973, dovuta principalmente all’improvvisa e inaspettata interruzione del flusso dell’approvvigionamento di petrolio proveniente dalle
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nazioni appartenenti all’Opec (Organization of the Petroleum Exporting Countries) verso le nazioni importatrici. Il problema, particolarmente grave per molte imprese, spinse ad affidare ad una persona (o team) competente e capace l’incarico di affrontare una tale situazione di emergenza e cercare di arginarla, attribuendo a questa nuova figura professionale potere e mezzi necessari per poter risolvere una problematica di tale portata.
Riportiamo di seguito la testimonianza di un’azienda vicentina operante nel settore agro-alimentare che, a partire dal 2015, ha istituito la figura professionale dell’Energy Manager per la gestione tecnica delle risorse energetiche. Cereal Docks è un gruppo industriale italiano con sede a Camisano Vicentino (VI), attivo, dal 1983, nella prima trasformazione agro-alimentare per la produzione di ingredienti destinati ai settori feed, food, pharma, cosmetic e usi tecnici. Cereal Docks Spa è la Società capogruppo cui fanno capo gli stabilimenti di Camisano Vicentino e Portogruaro (VE). Nel primo si realizza l’intero ciclo di trasformazione, dai semi di soia, colza, girasole al prodotto: farine, oli, lecitine. La produzione deriva da materia prima NON OGM e
da filiere tracciate e sostenibili. Lo stabilimento di Portogruaro, fondato nel 2002, è lo snodo logistico per l’approvvigionamento dai Paesi dell’Est Europeo ed è dedicato all’essiccazione, stoccaggio e logistica dei cereali. “In 35 anni di storia, Cereal Docks ha conquistato credibilità e reputazione grazie alla coerenza con principi e valori radicati ma capaci di rinnovarsi ed evolversi nel tempo, come la volontà di continuare a valorizzare le proprie risorse umane, il legame con la terra d’origine, l’impegno ad investire nel continuo miglioramento dei processi e dei prodotti, la visione aperta al futuro, all’innovazione e all’internazionalità”. Abbiamo chiesto direttamente al dott. Marco Pengo, Energy manager della Cereal Docks, di raccontarsi e raccontarci la sua esperienza nel settore.
La vostra azienda ha una lunga storia: qual è stato il momento di svolta in termini di sostenibilità? È stato un passaggio graduale? Quali sono stati i primi interventi? L’azienda si è sempre distinta per avere, a partire dai fondatori, una forte considerazione dei temi energetici sia relativamente all’approccio economico con incentivi vari come Fotovoltaico, GRIN (cogeneratori ad olio vegetale) o CAR (cogenerazione ad alto rendimento), sia all’approccio .. relativo al “consumare meno e consumare meglio”. Con questo orientamento, unito all’apertura verso le nuove opportunità e tecnologie, direi che c’è stato un passaggio graduale segnato da milestones, come già accennato, relativo alle centrali di cogenerazione ad olio, il fotovoltaico e la cogenerazione a gas solo per citare la produzione di energia.
Quando è stata introdotta la figura dell’Energy managaer e come si innesta all’interno dell’organigramma aziendale?
L’Energy management in Cereal Docks è sempre stata una competenza distribuita tra tutte le persone dell’azienda. Trova concretezza in una persona fisica dedicata a partire dal 2015, con l’introduzione delle diagnosi energetiche; inizialmente impegnata anche in altre attività, dal 2019 si è dedicata completamente al ruolo. Oggi nell’organigramma si colloca esattamente dove dovrebbe essere: in area tecnica ma a diretto contatto con la direzione aziendale per discutere e proporre le opportunità, i progetti e i costi energetici.
Quanto pesa l’energia nel fatturato? Quali strategie si sono rivelate vantaggiose per Cereal Docks per scongiurare i rincari energetici? L’energia pesa meno del 5% del fatturato, ma tenendo conto che quest’ultimo sfiora il miliardo di euro in valore assoluto, i costi risultano elevati. Inoltre fanno capo all’Energy management non solamente il costo dei vettori energetici ma anche il costo delle quote CO2 e gli incentivi che sono quantificabili in svariati milioni di euro all’anno. Dal punto di vista della generazione di energia, gli impianti fotovoltaici e i cogeneratori provvedono a buona parte del fabbisogno della produzione. Vi sono alcuni asset di produzione che immettono in rete l’eccedenza così come siti minori che acquistano da rete. Ad oggi la poca energia acquistata da rete non è da fonti rinnovabili poiché compensiamo abbondantemente con quella immessa in rete da fonti rinnovabili già in nostro possesso su altri siti. Per quanto concerne il tema, sicuramente caro alla Direzione, dei rincari energetici, i costi sono gestiti con una dinamica prezzo/ rischio per cui grazie alle coperture (fixing) effettuate negli anni precedenti siamo riusciti ad essere resilienti rispetto la situazione di mercato. Si pensi che stiamo già pensando di fissare una parte dei costi energetici per gli anni 2024 e 2025.
Quanto all’autoproduzione di energia ormai è risaputo che in assenza di assetto cogenerativo coadiuvato da qualche fonte rinnovabile non si è più competitivi. Ormai è baseline di mercato. Poi se fatto in maniera ottimizzata e con lungimiranza ti permette di essere competitivo ma non creda che la concorrenza stia a guardare.
Avete un Sistema di Gestione dell’Energia per il controllo dei consumi? Viene effettuato un controllo su tutta la filiera? Abbiamo un sistema di monitoraggio che si integra fino al processo aziendale in modo tale da capire il motivo degli scostamenti dei KPI (Key Performance Indicators) energetici raffrontati con la qualità del prodotto finito. È sicuramente un nostro obiettivo la certificazione ISO 50001. Il controllo di filiera viene effettuato da ognuno per la sua parte: Energy manager per la parte consumi e generazione di energia, Logistic manager per la parte di trasporti dei prodotti in ingresso e in uscita, Agronomic department manager per la parte di filiera agroalimentare e Sustainability manager per la parte di sostenibilità in senso più generale. Come vede è la collaborazione tra vari dipartimenti che fa la differenza.
energia, ambiente e società? Dove vi vedete tra 10 anni grazie all’implementazione continua di tali strategie energetiche? E che grado di importanza decisionale e gestionale ha l’EM in tutto questo? Siamo da poco diventati Società benefit e abbiamo quindi l’obbligo di produrre una relazione di impatto allegata al bilancio con degli obiettivi quantitativi misurabili. È una grande sfida anche perché il miglioramento costante ha margini di perfezionamento che continuano ad assottigliarsi. Tra 10 anni ci vediamo sicuramente cresciuti come gruppo e molto diversificati. Il ruolo dell’EM risulta ormai parte integrante del processo decisionale ed egli deve proporre, monitorare e confrontarsi ininterrottamente con le altre funzioni aziendali. Il prezzo da pagare per chi tralascia questo dettaglio non è più solamente economico ma anche di mercato poiché ormai i valori di sostenibilità in senso ampio fanno parte del processo decisionale di tutta la filiera.
Marco Dalla Bona
Come avviene la sensibilizzazione dei dipendenti e dei clienti su tali tematiche? Nel gruppo vi sono pochi dipendenti poiché tutti i processi sono automatizzati al massimo visti gli alti volumi in gioco, perciò tutti sono a conoscenza dell’importanza dell’efficienza energetica. Chiaramente è necessario continuare a condividere le idee e gli obiettivi poiché l’idea migliore può arrivare da qualunque stabilimento e a qualunque livello, quindi conoscenza, condivisione e apertura sono la chiave.
Qual è la vostra vision futura aziendale rispetto al tema
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MASTER UNICUSANO GREEN ECONOMY E MANAGEMENT SOSTENIBILE I LIVELLO
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IL FUTURO DELL’OCCUPAZIONE ANALISI DEL RAPPORTO ANPAL E UNIONCAMERE SUI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI Alla vigilia degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il mercato del lavoro in Italia appare in fermento. L’analisi condotta da Anpal e Unioncamere nel Rapporto sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali, professionali e formativi (20222026) offre uno spaccato interessante. “Il rapporto analizza i risultati più recenti degli scenari previsivi sui fabbisogni occupazionali che da diversi anni vengono elaborati nell’ambito del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, con l’obiettivo di fornire un contributo utile per l’orientamento e la programmazione della formazione. (…) Si prevede un fabbisogno occupazionale complessivo compreso tra 4,1 e 4,5 milioni di lavoratori, di cui 1,31,7 milioni di unità determinate dalla componente di crescita economica mentre il fabbisogno di occupati nel quinquennio dovuto per sostituzione del personale in uscita per naturale turnover supererà 2,8 milioni di unità. Si stima che dirigenti, professioni specialistiche e tecniche, con un fabbisogno intorno a 1,6-1,7 milioni di occupati nel quinquennio, rappresenteranno quasi il 40% del totale del fabbisogno, inoltre le competenze green saranno sempre più pervasive, e la stima del fabbisogno di personale con competenze digitali di base sarà compresa tra 2,1 e 2,3 milioni di occupati.” Dall’analisi dei dati elaborati dal Sistema informativo Excelsior emerge anche il comportamento delle imprese rispetto agli investimenti effettuati nei diversi ambiti della trasformazione digitale. “Negli ultimi anni si evidenzia una forte crescita degli investimenti per lo sviluppo di nuovi modelli di
business, come il digital marketing e l’analisi dei comportamenti e dei bisogni dei clienti per garantire la personalizzazione dell’offerta, risultato che è coerente con l’esigenza di un ripensamento dei modelli organizzativi delle imprese nella direzione dello sviluppo e di un maggiore utilizzo dei canali digitali per la promozione e la vendita dei propri prodotti e servizi. È rilevante, inoltre, l’incremento degli investimenti nelle tecnologie, tra cui cloud, mobile, big data analytics, cyber security, IoT e software per l’acquisizione e la gestione di dati a supporto delle decisioni, della progettazione e ingegnerizzazione dei prodotti/servizi. Per quanto riguarda le figure assunte, si rileva una prevalenza delle professioni in digital marketing, fra i quali business analyst, social media manager e digital media specialist. Per implementare gli investimenti in trasformazione digitale più innovativi, nei prossimi anni potranno essere strategiche professioni emergenti come il cloud computing specialist, big data specialist, data scientist, l’esperto in IoT, lo specialista nell’IA e il robotics specialist. Alla ricerca e formazione di queste ultime figure potrà dare un ulteriore slancio il Programma strategico Intelligenza Artificiale 2022-2024, attraverso cui il Governo italiano mira a mantenere la competitività tecnologica dell’Italia a livello internazionale.” L’analisi dei fabbisogni di competenze evidenzia invece come siano gli ambiti della Digital Trasformation e della Green economy ad avere un ruolo centrale nel medio e lungo termine. “Questa trasformazione del sistema economico in chiave di sostenibilità investirà il mercato del lavoro coinvolgendo in maniera trasversale i settori e le
professioni (…) I risultati delle indagini Excelsior confermano che le imprese hanno intrapreso la ricerca di competenze green, ma anche digitali, per dare slancio alla ripresa. (…) Per realizzare la transizione verde emergerà la necessità di specifiche professioni, green jobs, soprattutto nei settori individuati come prioritari. Altri green jobs – trasversali ai diversi settori - potranno diventare sempre più strategici all’interno delle organizzazioni, come l’informatico ambientale, che sarà chiamato a sviluppare software e applicazioni dedicate all’ambiente, l’avvocato ambientale, il mobility manager o l’energy manager.” L’Università Niccolò Cusano, da sempre attenta ai cambiamenti e sensibile alle trasformazioni socioeconomiche, offre la possibilità di specializzarsi e restare aderenti al mercato del lavoro attraverso un’offerta formativa post laurea visionaria ed innovativa. Il Master in Green Economy proposto dal nostro Ateneo si inserisce in questo contesto fornendo competenze specifiche, vision, capacità di analisi e di intervento. Coloro i quali avranno la possibilità di specializzarsi sapranno da subito inserirsi in un mercato del lavoro sempre più dinamico nel quale sono i dettagli a caratterizzare le performance migliori. I dati analizzati sinora disegnano scenari carichi di opportunità, l’occasione che tanto abbiamo desiderato negli ultimi due anni sembra finalmente all’orizzonte.
Mariano Leoni
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Il ruolo dell’istruzione nella promozione della Sostenibilità La nozione di Sostenibilità ha guadagnato popolarità negli ultimi anni. Il mondo diventa sempre più consapevole della necessità di proteggere l’ambiente. Le aziende hanno iniziato a rendersi conto che essere sostenibili non è soltanto un bene per il pianeta ma può anche essere assai positivo a livello economico, il che chiaramente ha portato ad una sempre maggiore attenzione al tema. Esistono molte definizioni di Sostenibilità ma tutte hanno un obiettivo comune: preservare le ricchezze naturali della Terra per le generazioni future. Nelle Scienze Ambientali la nozione definisce la capacità di un ecosistema di continuare a fornire i propri servizi soddisfacendo i bisogni delle generazioni presenti e future; in Economia può essere considerata un obiettivo, perché è importante assicurarsi che le risorse siano utilizzate in modo da non esaurirle nel tempo. Esistono anche diversi modi per misurare la Sostenibilità in queste discipline, ad esempio guardare quanto consuma un particolare ecosistema o considerarne l’impatto che ha sulla salute umana e sull’ambiente. In Economia, la Sostenibilità è spesso vista come una misura di quanto bene viene utilizzata una risorsa: se un ecosistema ne produce più del necessario, è considerato sostenibile, se invece ne utilizza più di quelle che può mantenere a lungo termine, non è sostenibile. Diversi sono i modi per realizzare economie sostenibili, inclusi l’utilizzo più efficiente delle risorse naturali, la promozione delle fonti di energia rinnovabile e la creazione di posti di lavoro sostenibili a lungo termine. Il termine Sostenibilità, spesso riferito a questioni ambientali, può essere applicato anche alle imprese e ad altre organizzazioni. Per essere sostenibile, un’azienda deve essere in grado di continuare ad operare infinitamente senza danneggiare l’ambiente o impoverirlo. Ciò significa creare prodotti e servizi utilizzando metodi che non inquinino l’aria, l’acqua o il suolo e che non contribuiscano al cambiamento climatico. Significa anche utilizzare fonti rinnovabili invece di quelle non rinnovabili e materiali riciclabili invece di quelli usa e getta. Infine, implica gestire il business in modo da non causare danni ai dipendenti ed alle comunità locali. Questo interesse da parte di consumatori e aziende comporta l’utilizzo delle risorse in modo da non
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danneggiare o degradare l’ambiente e garantire che tutti i prodotti di scarto siano smaltiti o riutilizzati in modo sicuro. La creazione di beni e servizi che durino, piuttosto che quelli usa e getta i quali finiscono rapidamente nella spazzatura, è un’altra parte importante dello sforzo. Garantire la sostenibilità dei prodotti diventa una priorità. I vantaggi per le aziende e le organizzazioni sono, infatti, numerosi. Per prima cosa, la riduzione dell’impatto ambientale grazie alla riduzione degli sprechi e alla produzione inferiore di rifiuti. Secondariamente, il risparmio sui costi operativi attraverso un uso efficiente delle risorse. In terzo luogo, la possibilità di andare incontro alle esigenze dei consumatori attenti alle questioni ambientali. In questo contesto si pone parte importante della mia attuale ricerca scientifica e del lavoro di ricerca svolto insieme ai miei tesisti. Da questo punto di vista le tesi di Laurea sono degli ottimi strumenti per lo studente per “imparare ad imparare” e per avere un impatto sul mercato delle professioni, e sulla società, soprattutto quando propongono progetti innovativi, motivati da problemi rilevanti come quello della Sostenibilità. Proprio così possono essere letti i lavori di Sara Marazzotti, Andrea Odone e Marianna Tumbarinu. In un contesto di lungo periodo il ruolo dell’istruzione nel promuovere la sostenibilità non può essere dimenticato. In questo senso è possibile considerare la povertà educativa (ed anche la diseguaglianza educativa) come un problema assai rilevante che rappresenta un notevole ostacolo ad economie che puntino ad elevati livelli di sostenibilità. L’istruzione è certamente un motore importante verso stili di vita diversi. Quanto al ruolo delle tecnologie, considerando il loro impatto sui prodotti e sui cicli produttivi, non può essere certamente sottovalutato nell’ottica di promuovere strategie sostenibili. In questo contesto, quindi, l’uso di strumenti di analisi e previsione avanzati, così come l’uso di tecniche quali il Machine Learning, possono essere particolarmente rilevanti. I tre miei tesisti hanno affrontato questi temi con estremo impegno e serietà, ottenendo ottimi risultati presentati non solo nella loro seduta di Laurea ma anche seminario presso il CNR, un lavoro co-autorato (Andrea Odone e Marianna Tumbarinu). Queste sono le loro esperienze. Prof. Carlo Drago
acustico con gravi conseguenze sulle proprie condizioni fisiche.
L’ESPERIENZA DI MARIANNA TUMBARINU Lo sviluppo sostenibile negli ultimi anni è diventato un argomento di grande importanza cui la società moderna ha dovuto pian piano rispondere iniziando un processo di cambiamento delle abitudini per poter ridurre l’impatto ambientale che il rapido progresso tecnologico ha provocato nel corso del tempo. Questo cambiamento ha coinvolto sia le grandi aziende che i singoli cittadini per i quali ha comportato una graduale modifica delle abitudini. Dal punto di vista della sostenibilità, il traffico automobilistico è sicuramente uno dei problemi che più impatta sui grandi centri urbani; in costante aumento in tutto il mondo, è il risultato di una crescente motorizzazione, urbanizzazione e crescita demografica, nonché di un sostanziale cambiamento della densità demografica; è inoltre conseguenza di un ridotto utilizzo dei trasporti pubblici ed
aumenta il tempo di percorrenza, l’inquinamento e il consumo di carburante. Negli ultimi anni, gran parte degli sforzi delle case automobilistiche e delle amministrazioni pubbliche sono stati orientati a diminuire le emissioni prodotte dai tubi di scappamento delle automobili anche se altre fonti altamente inquinanti sono connesse ai veicoli, fonti normalmente non considerate. Uno studio pubblicato su Atmospheric Environment afferma che quasi la metà dell’inquinamento atmosferico legato al traffico stradale è dovuto a fonti non di scarico come l’usura dei freni, il deterioramento del manto stradale e le particelle innalzate dal passaggio dei veicoli; ha dimostrato inoltre che gli interventi di regolamentazione della viabilità, in determinate aree urbane, possono determinare benefici per la salute dei cittadini, considerando che le persone che vivono in prossimità di strade trafficate sono particolarmente esposte a livelli elevati di inquinamento atmosferico e
L’acquisto di un’auto è diventato sempre più conveniente e, nonostante le nuove auto siano più efficienti nell’uso e nel consumo del carburante, il numero dei veicoli in circolazione è in continuo aumento. Nel tempo sono stati sviluppati sistemi di trasporto intelligenti (ITS) per migliorare la gestione delle strade urbane. Le tecniche di previsione del traffico, ad esempio, consentono agli automobilisti di ottimizzare i loro percorsi. Con la mia tesi di laurea Forecasting Traffic Flow using Machine Learning ho rivolto la mia attenzione alla mobilità sostenibile lavorando su un sistema che consentisse il monitoraggio del traffico su un’area specifica e che fornisse spunti di riflessione su come questo sia fortemente influenzato dalla localizzazione geografica della rete e dalle caratteristiche socio-demografiche delle zone oggetto di rilevazione. Il Prof. Drago mi ha seguito per tutta la realizzazione del progetto dandomi indicazioni preziose e consentendomi di sfruttare le mie competenze informatiche. Infatti per diversi mesi ho acquisito i dati di traffico e meteo di due zone intensamente congestionate, attraverso un software sviluppato
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quando durante una lezione di Management della Qualità sentii per la prima volta parlare di Economia Circolare. Anche se non rientrava nel programma del corso decisi comunque di approfondire l’argomento. Partendo dall’idea che a volte i grandi cambiamenti possono iniziare proprio dalle realtà più piccole, mi chiesi se fosse possibile applicare quelli che sono i principi teorici del modello circolare all’interno dei consumi domestici. Da qui la mia tesi triennale: Applicare la Circular Economy ai consumi domestici.
ad hoc. Questi dati sono stati poi opportunamente trattati per poter effettuare un’analisi predittiva, attraverso l’utilizzo di un modello statistico che consentisse la previsione del flusso incrociando dati storici relativi alla velocità di percorrenza con le condizioni meteo, eventuali fenomeni di turbamento del normale scorrimento veicolare (lavori, strade chiuse), eventi urbani (scuole chiuse, blocco dei veicoli inquinanti, manifestazioni, sciopero dei mezzi, ecc.) che ne potrebbero modificare il flusso abituale. L’obiettivo è stato quello di creare un modello di previsione basandosi su dati storici, dai quali estrarre la componente abituale, conseguenza della combinazione di fattori prevedibili, differente dalla componente casuale non prevedibile. Lo studio si concentra proprio sull’analisi dei fattori prevedibili. Il progetto è stato presentato in occasione di un seminario Grape Meeting al CNR dove ho avuto modo di confrontarmi con persone importanti nel mondo della ricerca e che hanno contribuito ad accrescere il mio bagaglio di conoscenze.
Marianna Tumbarinu
L’ESPERIENZA DI SARA MARAZZOTTI L’ultimo anno di scuola superiore avevo le idee confuse; come molti dovevo decidere se entrare nel mondo del lavoro o continuare gli studi e, nella seconda ipotesi, scegliere la facoltà più giusta per me. Non è stata una scelta scontata: ero propensa a prendermi il famoso anno sabbatico, poi un giorno sono venuta a conoscenza dell’iniziativa Click Days della Cusano. Ritenendola un’opportunità unica ho deciso di mettermi in gioco e iscrivermi al corso di laurea triennale di Economia e Management. Quelli che all’inizio ci furono presentati come obblighi da rispettare per mantenere la borsa di studio si sono rivelati essere solo un enorme privilegio. Il fatto di dover seguire le lezioni in presenza, mantenere una buona media e dare tutti gli esami previsti dal piano di studi entro l’anno accademico mi ha agevolato nel laurearmi nel minor tempo possibile con il massimo dei voti. È tra le mura dell’Unicusano che è nato il mio interesse verso la sostenibilità, in particolare
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Durante tutto il percorso universitario ho partecipato a molti lavori di gruppo. Uno di questi, legato al concetto di simbiosi industriale, ha portato alla realizzazione di un progetto che ci ha fatto arrivare alla finale della competizione Start Cup Lazio. Fondamentale per la mia crescita, professionale e personale, è stato il professor Drago. Ci siamo conosciuti durante il corso di Statistica Economica e Finanziaria, fin da subito ha incoraggiato me e gli altri studenti a non accantonare i nostri obiettivi. Per aiutarci in questo ha sempre fatto in modo che durante le sue lezioni venissero toccati, anche con esempi pratici, i nostri interessi. Proprio questo mi ha spinto a volerlo come relatore per la tesi magistrale; insieme abbiamo scelto come argomento l’analisi statistica spaziale dei dati. Scrivere una tesi sperimentale è stato un percorso lungo e non privo di criticità ma la costante presenza del professore mi ha permesso di farvi fronte e di assumere maggiore consapevolezza delle mie capacità. Il professor Drago mi ha fatto scoprire il mondo dei G.I.S. (Geographical Information System), ho imparato ad usare il software QGIS. Grazie a questo
sono riuscita a realizzare grafici e carte tematiche dalla cui lettura sono emerse situazioni di criticità di carattere sociale ed economico, che sono state il punto di partenza di tutta l’analisi svolta. Ho deciso di sfruttare l’analisi spaziale per spiegare il fenomeno della povertà educativa. Partendo dalla teoria esistente su tale fenomeno, se ne sono definiti i fattori più incisivi quali lo svantaggio sociale ed economico e la presenza di una comunità educante. Con l’ausilio del software R ho utilizzato uno dei più popolari algoritmi di clustering basati sulla densità, il DBSCAN, per formulare una serie di ipotesi in seguito testate attraverso un’analisi di regressione spaziale. Il risultato finale è stata la costruzione di un modello di regressione nel complesso abbastanza soddisfacente, e che quindi può essere usato per fini interpretativi, previsivi e descrittivi. Ad oggi il mio futuro è ancora da definirsi ma posso dirmi pienamente soddisfatta della scelta fatta.
Sara Marazzotti
L’ESPERIENZA DI ANDREA ODONE Mi presento: Andrea Odone. Dopo essermi diplomato in Elettronica e Telecomunicazioni, nell’oramai lontano 2009, sono partito come operatore cablagista ed installatore di impianti su celle prova motore aeronautiche. Lì ho capito che avrei potuto puntare più in alto, ed è per questo che ho lasciato un possibile contratto a tempo indeterminato per intraprendere un percorso ITS in Mobilità Sostenibile e Tecnologie Aeronautiche. Grazie ad esso e alle diverse sessioni di stage in Leonardo ho avuto la possibilità di far parte di questa fantastica realtà nella quale tuttora lavoro. Dopo i primi tre anni di servizio ho deciso di intraprendere nuovamente un percorso di studi, concluso nel Febbraio 2020 con laurea triennale in Ingegneria Industriale ad indirizzo Gestionale presso l’Università Niccolò Cusano.
quindi sì che l’impatto di questa fase possa essere meno oneroso e quindi più sostenibi
Ebbene sì, proprio quel Febbraio 2020, precisamente il 24 del mese, l’ultimo giorno di apertura dell’Ateneo agli studenti che, provenienti da tutto il territorio nazionale, avrebbero discusso le proprie tesi con notevole sentimento di suggestione ed orgoglio. Pochissimi giorni prima dalla dichiarazione dello stato di pandemia da parte dell’OMS in merito al Covid-19, che ha portato a rivedere e a scolpire nelle coscienze di tutti una maggiore sensibilizzazione al tema della sostenibilità, in ogni suo aspetto e sfumatura possibile.
L’obiettivo è quello di ridurre gli sforzi nella raccolta delle informazioni da analizzare, facendo
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Ed è stato proprio questo uno dei pilastri portanti del mio lavoro di tesi, legato alla Sostenibilità Aziendale, Approcci informaticostatistici innovativi nei processi di controllo della Qualità, sviluppata in collaborazione con il prof. Drago, mio relatore, mentore e guida. Il lavoro affronta un tema che ormai sta sempre più a cuore alle imprese, che puntano ad un più razionale utilizzo di risorse mediante modelli di produzione più efficienti e mirando ad un’ottica di Qualità sostenibile.
L’obiettivo è quello di ridurre gli sforzi nella raccolta delle informazioni da analizzare, facendo quindi sì che l’impatto di questa fase possa essere meno oneroso e quindi più sostenibile dal punto di vista economico. Nel dettaglio, il focus della mia tesi verteva sull’analisi e la verifica della bontà degli output dei processi produttivi mediante Carte di Controllo. Con il prof. Drago abbiamo reso adeguatamente valutabili osservazioni e campioni di dati anche di bassa numerosità attraverso il metodo di ricampionamento Bootstrap utilizzato unitamente alle tradizionali Carte di Controllo Shewhart. Il metodo riesce infatti a garantire il mantenimento delle stesse peculiarità statistiche dei dati di partenza anche con ridotta numerosità, permettendo altresì di valutare tutti quei processi con una scarsa disponibilità di campioni e di osservazioni, aspetto non di
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poco conto sapendo che un’analisi di processo, per poter essere efficace e ben congeniata, deve avere a supporto una sufficiente e sostanziale quantità di dati. Il vantaggio ulteriore è quello di riuscire a priori (e quindi in maniera anche predittiva), senza necessariamente dover produrre dei nuovi campioni da analizzare, ad identificare e distinguere i potenziali processi a rischio da quelli in linea con gli standard ed i target prefissati dall’azienda; tutto a favore di un’ottica Lean di ottimizzazione di costi, riduzione degli sprechi e Cost Saving. Il metodo è anche utile alla riduzione degli errori di Tipo I (falsi allarmi negativi) che potrebbe restituire la Carta, aumentando anche la reattività grazie alla riduzione dell’ARL-Average Run Length, ovvero il numero di campioni e sottogruppi che devono essere al minimo valutati dal tool prima che si manifesti un segnale di fuori controllo. Queste due condizioni vanno in definitiva ad incrementare l’efficacia della Carta di Controllo. Ma non finisce qui: la più bella opportunità nata dalla collaborazione con il prof. Drago è stata la possibilità di presentare il lavoro, prima della discussione tesi, al GRAPE Meeting - IRCrESCNR al Consiglio Nazionale delle Ricerche, il 7 Febbraio 2020. Fu la primissima volta da keynote speaker di fronte ad un’importante platea di ricercatori nel settore. La presentazione Monitoring Attribute Time Series in Symbolic Bootstrap Control Charts fu poi pubblicata anche su ResearchGate grazie al prezioso contributo del prof. Drago. Con questo lavoro è stato possibile, tramite il metodo computazionale del Bootstrap, ‘riempire’ eventuali buchi di dati o sopperire alla loro scarsa disponibilità andando a ricampionare per sostituzione popolazioni di dati anche con distribuzioni di partenza con skew positivi o negativi. Quest’approccio libera da un fattore davvero limitante che permea e domina la teoria della
statistica convenzionale: l’ipotesi che i dati siano conformi ad una distribuzione di tipo normale o Gaussiana.
L’esperienza è stata fondamentale per rendere tangibile quello che è diventato un vero e proprio punto di forza sul mio CV, discusso più volte con fierezza nei diversi colloqui lavorativi affrontati negli anni, con ampio consenso ed interesse da parte di recruiter e tecnici. Voglio indubbiamente ringraziare il prof. Drago per le conoscenze profuse, la passione e l’entusiasmo trasmessi e la stimolante esperienza che hanno reso possibile farmi crescere ed arrivare dove sono ora, con la passione per quello che si fa giorno per giorno, sia nella vita privata che nel contesto lavorativo.
Andrea Odone
BIBLIOTECA
CARTA
PLASTICA ACQUA
INDIFFERENZIATA
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ENERGIA & AMBIENTE Analisi e mitigazione dell’impatto sull’ambiente di sistemi energetici per lo sviluppo sostenibile L’insegnamento di Energia & Ambiente viene erogato presso il nostro Ateneo per il Corso di Studio di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale (L9) – curriculum Agroindustriale e per il Corso di Studio di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale (LM-31), appartenenti all’area ingegneristica. È l’erede dei primi insegnamenti dedicati a tematiche simili, nati negli anni ’90 del secolo scorso e da allora solitamente denominati Interazione tra le macchine e l’ambiente – tale dizione ancora si trova in qualche ateneo italiano – e si occupa di comprendere l’impatto che i sistemi energetici (le macchine, appunto) hanno sull’ambiente. Il corso focalizza l’attenzione sull’impatto delle emissioni gassose generate dai sistemi di conversione energetica - e quindi sulla componente atmosferica – dal momento che molti di essi erano, e sono tutt’ora, basati sul processo di combustione che genera fumi contenenti diverse tipologie di sostanze inquinanti. I sistemi energetici oggetto di attenzione in questo ambito sono da intendersi in senso ampio, includendo certamente gli impianti di produzione di energia elettrica, ma anche i sistemi di produzione di energia termica – e quindi di cogenerazione – a servizio dei vari processi industriali, e certamente anche gli impianti a servizio
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degli edifici. Non ultimi i mezzi di trasporto. Tutti questi sistemi di conversione dell’energia, basati sulla combustione, rilasciano in atmosfera inquinanti gassosi e particelle solide di piccole e piccolissime dimensioni. Nell’ambito di questo insegnamento, quindi, oltre a descrivere gli inquinanti, i loro meccanismi di formazione e le caratteristiche di pericolosità per l’uomo, gli ecosistemi ed i manufatti, si descrivono, fornendo strumenti preliminari di dimensionamento, i metodi industrialmente disponibili per la riduzione delle concentrazioni di tali inquinanti, prima che essi vengano scaricati in atmosfera. I sistemi di conversione energetica, però, non generano solo emissioni in atmosfera, ma producono emissioni in acqua, nel suolo, emissioni sonore, generano rifiuti e consumano risorse. Tali altri impatti diventano preponderanti quando, ad esempio, ci si sposta verso sistemi energetici che utilizzano fonti rinnovabili. Si pensi ad esempio ad un impianto eolico o ad un impianto fotovoltaico: durante la fase di funzionamento questi sistemi non immettono inquinanti gassosi in atmosfera o liquidi nei corpi idrici, ma il loro impatto sull’ambiente non è nullo se andiamo a considerare i materiali che sono stati necessari per la loro produzione che, a loro volta,
durante i processi di estrazione delle risorse dalla terra, le lavorazioni, la manifattura, i trasporti, hanno generato emissioni (solide, liquide, gassose,…) nell’ambiente. Questa visione estesa, necessaria a cogliere gli impatti che un qualunque prodotto, processo o attività può generare sull’ambiente, è propria di un potente metodo di valutazione dell’impatto ambientale che prende il nome di Life Cycle Assessment (LCA) (Analisi del Ciclo di Vita in italiano). La LCA è quindi un tema trattato nell’ambito dell’insegnamento di Energia & Ambiente, nella versione dedicata al Corso di Studio Magistrale LM-31. La LCA valuta un prodotto, un sistema o una attività con una visione ampia, di solito denominata “dalla culla alla tomba” (“from cradle to grave”) o anche “dalla culla alla culla” (“from cradle to cradle”) laddove si includano i processi che permettono di recuperare e riciclare materiali nella fase di fine vita. In questo tipo di analisi, dunque, non ci si limita a valutare l’impatto sull’ambiente del sito di produzione, ma si ricostruiscono all’indietro tutte le fasi - a partire dall’estrazione delle materie prime, dalla loro lavorazione, ai processi manifatturieri, ai trasporti – e in avanti, considerando le fasi di utilizzo e fine vita. Questa ampia visione permette di comprendere le implicazioni ambientali che
le diverse fasi di processo hanno, permettendo di mettere in evidenza l’impatto che le modifiche su alcune fasi possono generare su altre (si pensi ad esempio all’utilizzo di un nuovo materiale nella fase di manifattura di un prodotto, che ne migliori le caratteristiche: cosa ne sarà di quel materiale nella fase di fine vita, in cui il prodotto diventa rifiuto e deve essere smaltito/riciclato?). L’utilizzo di indicatori ambientali che riferiscono di tipologie di impatto diverse (ad esempio riscaldamento globale, tossicità per l’uomo, utilizzo di risorse minerali, etc.) permette di evidenziare i casi in cui gli sforzi fatti per il miglioramento di uno di questi indicatori non coincidano necessariamente sul miglioramento di altri. La LCA si inserisce nel più generale quadro della Life Cycle Sustainability, che oltre alle valutazioni ambientali include valutazioni di carattere economico e sociale (Social LCA). L’introduzione di questi concetti e strumenti sarebbe utile per tutti gli studenti dell’area ingegneristica, e perché no economica (si pensi al paradigma dell’economia circolare), indipendentemente dall’indirizzo prescelto, dal momento che sempre più nel mondo del lavoro questi strumenti vengono e verranno richiesti ed utilizzati: un futuro ingegnere o manager si troverà quasi certamente a commissionare o a ricevere studi basati sulla LCA e a doverne comprendere i risultati, che concorreranno a fornire elementi per le scelte aziendali di cui sarà responsabile.
sostenibilità ambientale non sia limitato alla sola didattica. Sono infatti numerose le attività di ricerca relative al trattamento e recupero dei rifiuti, agli studi di Life Cycle Assessment, allo sviluppo di tecnologie innovative con ridotto impatto ambientale, svolte sia come supporto alle aziende del territorio sia nell’ambito di progetti di ricerca. In particolare, è stato recentemente finanziato dalla Regione Lazio il progetto denominato BBCircle: Biomateriali, Biocombustibili, Sequestro della CO2 e Circolarita- Studio sull›implementabilita di Bioraffinerie nella Regione Lazio. Il progetto, che ha avuto inizio nel 2021, ha l’obiettivo di valutare la fattibilità tecnica e le performance ambientali di sistemi, applicabili a livello locale, per la produzione di vettori energetici (bioidrogeno) e materiali adsorbenti o ammendanti (hydrochar) attraverso processi biochimici, elettrochimici e termici applicati a scarti e rifiuti organici biodegradabili. Il ruolo di Unicusano nel progetto è proprio quello di valutare la sostenibilità ambientale dei processi studiati mediante l’utilizzo della Life Cycle Assessment. Nell’ambito di questo progetto è possibile sviluppare numerose tesi magistrali ed esiste la disponibilità per l’attivazione di un assegno di ricerca di un anno per collaborare alle attività.
Prof. ssa Lidia Lombardi
Gli ultimi moduli dell’insegnamento di Energia & Ambiente – sia per L9 che per LM31 - sono dedicati alla gestione e al trattamento dei rifiuti, introducendo il quadro normativo nella gestione dei rifiuti a livello nazionale e concentrando poi l’attenzione sui trattamenti finalizzati al recupero di energia dai rifiuti (trattamenti termici, in particolare combustione con recupero di energia). Ovviamente non è possibile includere in questo insegnamento tutte le tematiche relative alla gestione e trattamento dei rifiuti (raccolte, autorizzazioni, trattamenti meccanici, trattamenti biologici, etc.) , per questo motivo è prevista per l’anno accademico 2022-2023 l’attivazione di un nuovo insegnamento dedicato alla gestione e al trattamento dei rifiuti e delle acque, erogato nell’ambito del corso di studi L7 ma certamente di interesse per un largo numero di studenti che potranno inserirlo nel proprio piano di studi come esame a scelta. Infine, è importante sottolineare come l’impegno da parte del nostro Ateneo verso le tematiche della
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Diversi concetti e tendenze scientifiche che cercano di conciliare crescita economica, conservazione ambientale e benessere sociale sono apparsi negli ultimi cinquanta anni. Sviluppo sostenibile, modernizzazione ecologica, economia circolare, transizione ecologica solo per citarne alcuni. Parole e mode si susseguono.
A questa deriva anche il massimo luogo deputato all’apprendimento deve far fronte da un punto di vista fattivo: per esempio con strutture fisiche ospitanti gli studenti e le attività a sostegno; con impianti energetici/ idrici a basso impatto; con procedimenti operativi adeguati, come i metodi nelle attività di ristorazione attente al riciclo dei materiali di scarto, ecc… Di questo sicuramente altri esprimeranno più precisamente le peculiarità, nel seguito l’intenzione è di esplicare quello che ugualmente una università deve far apprendere ai propri studenti oltre agli esempi citati e sotto gli occhi di tutti.
Nei percorsi formativi proposti, e in particolare nell’area della Sociologia e della Comunicazione,
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le discipline dell’Ambiente, della Sostenibilità e del Territorio hanno un loro spazio nei corsi di laurea di Sociologia e Comunicazione digitale e social media. Attenzione, non era scontato. Molto spesso, come detto, si seguono le mode e non si approfondisce la questione anche perché oltre alla stessa disciplina madre, la sociologia, le discipline di cui ci occupiamo sono giovani e non consolidate. Nonostante ciò i suddetti percorsi formativi hanno individuato come fondamentali queste discipline. Il loro compito è fornire agli studenti, in primis, la consapevolezza dell’esistenza di tali ambiti e la necessità di un loro approfondimento affinché l’acquisizione delle competenze, che è trasversale rispetto a qualsiasi altro campo, permetta di non cadere nella trappola della superficialità delle parole e del loro uso, molto spesso di facciata. Uno per tutti la pratica del green washing che consiste nel riproporre, senza nessun cambiamento sostanziale, concetti, prodotti e attività preesistenti solo con minimi cambiamenti esteriori legati al contesto ambientale.
Sicuramente queste discipline, in particolare, scontano il contesto temporale in cui ci troviamo immersi e devono essere ancora di più assimilate
come necessario grimaldello alla visione conscia del presente.
Nessuno ha auspicato le tragedie, prima quella sanitaria e globale con la quale stavamo faticosamente convivendo e adesso quella di un conflitto troppo vicino e in grado di colpirci non solo da un punto di vista umanitario. Quest’ultima in special modo sta portando alla messa in discussione di percorsi di consapevolezza che davamo per acquisiti. L’idea di rinunciare alle nostre comodità ci fa riscoprire sentimenti di abbandono e/o indifferenza nei confronti di nostri simili che non consideriamo mai troppo vicini anche perché il nostro vicino fisico è lontano dalla nostra individualità sempre più egoistica.
Il ciclo si ripete: nel secolo scorso, ma anche prima, si sfruttavano risorse spesso non proprie e si gettavano altrove gli scarti, per esempio in Italia in località del sud e/o distanti. Poi lo stesso rifiuto ha viaggiato verso realtà lontane. Solo recentemente - ecco la relativa gioventù delle discipline ambientali e della sostenibilità - si è riscontrata consapevolezza in determinati territori, sicuramente in Europa. Però ci si è trovati di fronte a Paesi che non avevano avuto il nostro stesso sviluppo e necessitavano di fare purtroppo come noi e richiedevano l’allungamento di termini per rientrare in determinati parametri. L’Europa parla di scadenze ravvicinate 2030-2050 ma altri Stati indicano 20602070.
Come detto il fenomeno pandemico ma ancora di più la realtà di guerra in cui ci troviamo ha fatto risaltare bruscamente che almeno per l’Italia, ma non solo, le parole citate all’inizio a cui si deve aggiungere lo sviluppo sostenibile forte erano solo vuote parole e le iniziative intraprese erano e sono deboli.
Una Università green nei fatti deve dare gli strumenti adeguati ai propri studenti per trovare il loro giusto posto in una società che deve essere sicuramente attenta alle prossime generazioni, non distruggendo anzi salvaguardando il presente per consegnarlo intatto, preferibilmente migliore alle future generazioni già consapevoli, attraverso percorsi formativi adeguati alle ulteriori sfide che come visto ci troviamo e sempre di più ogni giorno dobbiamo fronteggiare.
Prof. Vincenzo Mini
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TURISMO, SOSTENIBILITÀ E TERRITORIO
Senza nulla togliere a tanti bellissimi insegnamenti del nostro Ateneo, credo che il mio corso di Sociologia del Turismo sia una chiave per capire il mondo in cui viviamo. Una chiave alla portata di tutti, perché noi tutti siamo, siamo stati o vorremmo essere turisti. Gli splendidi hotel e i centri commerciali di Dubai, le ville sull’acqua e le piscine a sfioro dei resort di lusso delle Maldive, le maestose cattedrali gotiche e i musei delle nostre città d’arte, l’elegante skyline di Manhattan, sono luoghi del nostro immaginario collettivo, che ben conosciamo, perché ci siamo stati o vorremmo andarci. Sono però anche coloratissime tessere di un enorme e splendido mosaico, che nel suo insieme costituisce il nostro mondo, con le sue voci, i suoi sapori e i suoi profumi e, se vogliamo, anche con i suoi stereotipi, le sue disuguaglianze e le sue violenze.
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Studiare Sociologia del Turismo significa studiare noi stessi e ragionare sul nostro modo di viaggiare e di rapportarci con altre culture. Ma vuol dire anche capire come, con il turismo, viviamo e consumiamo il territorio nel suo senso più ampio: come spazio culturale costruito nel corso dei secoli dalle comunità e fatto quindi di città, borghi e campagne, e come spazio naturale, fatto di parchi, deserti, oceani e foreste, culturalizzati dalle nostre pratiche di viaggio, divertimento e consumo. Il turismo, per lo meno nella nostra ricca cultura occidentale, costituisce da tempo una pratica identitaria, che contribuisce a definire la nostra identità di cittadini, di consumatori e, soprattutto, come ricordo sempre, di cittadini-consumatori. Il
turismo insomma può essere letto come l’esito di un processo storico che, nel bene e nel male, ha posto al centro del nostro sistema valoriale e del nostro immaginario collettivo mobilità, consumo, libertà e divertimento. Da questo punto di vista, anzi, il turismo può rappresentare uno dei punti di arrivo della civiltà occidentale e dei suoi modelli culturali. Il turismo ormai costituisce per molti Paesi anche un’importante, e talvolta insostituibile, risorsa di sviluppo economico, modernizzazione e inclusione nella modernità. Per molti giovani rappresenta inoltre una preziosa opportunità di lavoro, in un contesto di sempre maggior impoverimento e precarietà. Un tema delicato, che chiama in causa anche l’altra faccia del turismo, che, da indiscutibile diritto ed esercizio di libertà, può trasformarsi in un feroce strumento di omologazione globale, impoverimento delle specificità locali, deterioramento o addirittura distruzione del paesaggio. Le Grandi Navi che, con la loro inquietante mole, per anni hanno minacciato il fragile centro storico di Venezia ne sono una testimonianza. Così come le centinaia di migliaia di visitatori che, attratti dalla bellezza dei loro sentieri tra vigne e mare, ogni anno affollano e soffocano i paesini delle Cinque Terre. Lo stesso vale per tante piccole feste locali che si trasformano (o vengono trasformate) in grandi attrattori turistici, finendo per perdere il loro significato originario. O, ancora, pensiamo a città come Roma, dove, in certi orari, i vagoni della metropolitana, già stracolmi di studenti e lavoratori, devono accogliere anche migliaia di turisti che si recano ai Musei Vaticani. I dubbi e i paradossi legati al turismo diventano ancora più complicati in contesti delicati come Lampedusa
o nelle isole greche. Come si può fare turismo, nel senso di prendere il sole in spiaggia, affittare un motoscafo per una bella gita, sorseggiare un buon bicchiere di vino, in spazi dove magari arrivano barconi carichi di migranti o, peggio ancora, i barconi non arrivano, perché si sono rovesciati e arrivano solo dei cadaveri? Come si possono sposare le diverse e legittime esigenze di chi fa il turista, di chi vive di turismo e di chi semplicemente lo subisce? Come si possono gestire e regolare i flussi? Come si può fare un turismo che sia al contempo sostenibile per le comunità, l’ambiente e il patrimonio culturale? E come, negli scenari sempre più complessi del nostro contradditorio mondo, si
può fare un turismo responsabile, rispettoso, senza ipocrisie e senza sensi di colpa, delle dinamiche sociali del nostro mondo? La Sociologia del Turismo ovviamente non ha una risposta per tutto ma ci aiuta a individuare e decifrare alcuni di questi fenomeni, che, nascosti dalle patinate e seducenti immagini di riviste e blog di viaggio, tra acque cristalline e resort mozzafiato, tendiamo a non cogliere. Prof. Marxiano Melotti
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Le aree verdi dell’Università Niccolò Cusano e la sua vocazione green Per un’organizzazione, un’impresa, un’istituzione è essenziale l’attenzione per il proprio impattio, positivo e/o negativo, sul contesto ambientale, sociale ed economico, in un’ottica multi-stakeholder. In questa prospettiva è possibile affermare che anche per le università sia ravvisabile un vincolo di tipo morale (ancor prima o in assenza di obblighi legislativi) di agire in modo responsabile dando conto del proprio operato. Definire una propria visione appare in tal senso fondamentale per un’istituzione universitaria per comunicare all’interno e all’esterno strategie e stili di realizzazione dei propri obiettivi. La tutela dell’ambiente e le azioni rivolte alla sostenibilità sono per questo curate e promosse dall’Università Niccolò Cusano in vista dello sviluppo di progetti, dell’educazione degli studenti e della responsabilizzazione delle risorse umane. Le tematiche della compatibilità ambientale e dell’ecosostenibilità hanno assunto un ruolo chiave per il progresso civile e sociale e plasmano ormai la condotta dei singoli. Comportamenti concreti sono quindi stimolati nell’ambito dell’esperienza universitaria, non solo per quel che riguarda la filosofia sottesa alla didattica e alla progettualità, ma anche per quel che riguarda la strutturazione degli spazi. Questi principi si esplicano nell’ambito dell’Università Niccolò Cusano sia a livello di spazi virtuali sia a livello di spazi reali. Nel primo ambito, la vocazione green dell’università si articola in un’impostazione eco-friendly volta alla significativa riduzione di carta ed energia mediante un’organizzazione dell’ambiente virtuale incentrato sull’erogazione in forma digitale dei contenuti didattici: lezioni, dispense, e-book e video-lezioni sono fruibili all’interno della piattaforma e-learning e permettono l’emancipazione dal materiale cartaceo. Una buona pratica questa che riguarda anche la casa editrice Edicusano che per vocazione è volta a privilegiare l’utilizzo degli strumenti digitali. Nell’ambito dello spazio reale occorre innanzitutto notare come il Campus, oltre ad essere situato poco lontano
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dalla Riserva Naturale di Monte Mario, è inserito in un contesto naturalistico che offre a studenti, dipendenti e visitatori la possibilità di muoversi in un’area verde ricca di varietà di specie vegetali, dagli ulivi ai pini marittimi, dall’abete all’aloe. Nell’ampio spazio verde è inoltre presente un orto destinato al consumo per i fruitori della mensa. La stessa mensa, i cui prodotti sono a km 0, si inserisce nel solco della filosofia green dell’Università Niccolò Cusano e rappresenta un ulteriore spazio di utilizzo e applicazione dei principi di sostenibilità. Il fatto che la mensa sia rifornita di prodotti sempre freschi e di stagione che dall’orto giungono direttamente sulle tavole permette infatti la riduzione dell’inquinamento prodotto dal trasporto e dall’imballaggio dei prodotti.
Non solo, all’interno dell’area mensa e bar sono disponibili dei dispenser di acqua sanificata e mineralizzata che, oltre a mantenere inalterate le proprietà dell’acqua, riducono l’impatto ambientale derivante dall’uso delle bottiglie e dai bicchieri di plastica. L’utilizzo del comando manuale di erogazione evita gli sprechi, anche quelli relativi a trasporto e smaltimento. Similmente, stoviglie, bicchieri e tazzine sono forniti in materiale compostabile per ridurre ulteriormente il ricorso alla plastica.
visibile e fruibile l’impegno verso le tematiche di sviluppo sostenibile, proponendole in un modo diverso e innovativo che coinvolga e sviluppi una consapevolezza non solo sulle problematiche ma anche sulle possibili soluzioni alle sfide della sostenibilità.
Giulia Vincenti
Ma gli spazi dell’Università non sono scollegati dal contesto circostante e anche i contatti con le aree limitrofe sono improntati alla sostenibilità. È stato innanzitutto istituito un servizio navetta che collega le principali fermate dei mezzi pubblici con l’Ateneo al fine di disincentivare l’utilizzo di automobili e ciclomotori e ridurre quindi le emissioni inquinanti e i costi di trasporto. L’attenzione a sviluppare le progettualità fin qui delineate deriva dalla consapevolezza che il successo di qualsiasi misura gestionale passa attraverso il coinvolgimento diretto degli stakeholder. Per questo motivo le azioni dell’Ateneo incentrate sulla sostenibilità intendono sviluppare anche meccanismi di engagement a vari livelli, dedicando particolare attenzione alle descritte attività di disseminazione della sostenibilità. In quest’ottica particolare attenzione si intende dedicare alla relazione che l’Università può creare con la città e con il territorio, per rendere
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IL RUOLO DELLE UNIVERSITÀ ALL’INTERNO DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI
Per comprendere come un’Università possa partecipare all’evoluzione di un territorio e contribuire alla sua crescita è necessario contestualizzare l’analisi all’interno delle principali trasformazioni economiche e sociali che hanno interessato, nel corso degli ultimi decenni, i paesi di prima industrializzazione.
In questo periodo si assiste ad una ricollocazione spaziale delle attività del settore secondario che riduce la loro presenza nei territori di prima industrializzazione, lasciandovi soprattutto le attività di ricerca e sviluppo, per riorganizzarsi su scala globale. Fattori di costo, politiche di mercato ed una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale delle collettività hanno contribuito a rendere pressoché incompatibile la presenza di un sistema produttivo basato sul secondario (così come viene ancora realizzato) nei luoghi che, a partire dalla rivoluzione industriale, erano stati caratterizzati da queste attività. Questo processo, che spesso viene semplicisticamente letto solo come una perdita, ha rappresentato una grande possibilità di trasformazione per quei luoghi che hanno saputo riorganizzare le loro attività verso altri settori. Prendendo spunto dall’esperienza anglosassone, è possibile notare come, con un adeguato impegno ed investimento di risorse, si riesca ad indirizzare territori e capitali,
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Alcune considerazioni sul caso dell’Università Niccolò Cusano soprattutto per quanto attiene le realtà urbane, verso la cosiddetta economia della conoscenza o della cultura, ponendo al centro proprio il sistema universitario. Questi ambiti sono diventati centrali all’interno delle attività di molti territori, occupando, non solo simbolicamente, gli spazi lasciati dal settore secondario. Vecchie fabbriche dismesse, capannoni ed altri siti di produzione del secondario sono quindi diventati sedi di musei, teatri e, appunto, università. Il cambiamento economico si è quindi associato ad un cambiamento dei luoghi che, in molti casi, erano stati abbandonati o trascurati, avviando quel processo spesso chiamato di riqualificazione territoriale. Per quanto possa essere fonte di evidenti miglioramenti, è necessario sottolineare che, come per tutti i processi sociali, gli esiti sono spesso controversi. Tra gli effetti di questa trasformazione, detta gentrification, (spesso tradotto in italiano – con i limiti delle traduzioni – imborghesimento), troviamo processi di espulsione di parte della collettività che per determinati aspetti (come ad esempio il minor costo dello spazio) in alcuni luoghi aveva trovato collocazione.
La trasformazione culturale si è spesso associata ad una visione di città meno inclusiva e più competitiva, che costituisce una delle principali criticità sociali attuali all’interno degli spazi urbani, interpretabile anche come una proiezione su scala urbana dell’approccio neoliberista. Nonostante spesso nasca da spinte riconducibili all’ambito economico, gli effetti sociali della trasformazione delle città verso attività culturali, che connota le cosiddette città post-moderne, sono significativi. I piani di sviluppo di questi cambiamenti sono molteplici e, all’interno delle attività culturali, le università presentano delle peculiarità che enfatizzano molti di questi aspetti. Fermandoci al piano direttamente economico, l’attività universitaria ha degli elementi comuni a molte attività produttive, in particolar modo del settore terziario. Esse, infatti, attraggono quotidianamente persone, impiegati e studenti, che con le loro necessità possono dar vita a mercati indotti, la cui intensità è una sintesi tra le caratteristiche dell’università stessa e la capacità del territorio di sviluppare tali processi.
UNICUSANO DOCET -
Altrettanto significativo è l’impatto sul mercato immobiliare. Una parte delle stesse persone coinvolte nelle attività universitarie potrebbe infatti scegliere di trasferirsi, stabilmente o temporaneamente, come nel caso di molti studenti, in prossimità dell’università stessa, creando una crescita della domanda. Come detto, la capacità di un’università di generare economie esterne, che se non adeguatamente gestite e sostenute da altri attori del territorio possono dar luogo a relative diseconomie, è assimilabile a quella di molte altre attività. È quindi necessario spostarsi su un piano differente, costituito soprattutto da elementi immateriali e intangibili, che rendano l’università particolare rispetto ad altre attività sociali. Le università costituiscono dei centri di conoscenza che generano ed attraggono elementi di innovazione e cambiamento i cui effetti, diretti ed indiretti, sono spesso evidenti già nel territorio stesso. Quest’ultimo, ad esempio, potrebbe avvantaggiarsi della presenza delle conoscenze dell’università per azioni congiunte di sviluppo locale.
Le stesse ricadute si possono verificare in modo indiretto. Tra le attività istituzionali delle università vi sono, infatti, quelle di Terza Missione volte alla diffusione della conoscenza e delle sensibilità prodotte in ambito accademico, nel territorio; anche in questo caso il luogo nel quale l’università si localizza può costituire una sorta di zona di elezione per le attività stesse. Sempre in termini indiretti è possibile evidenziare le possibili relazioni con gli istituti scolastici circostanti che, sostenendo il ruolo formativo e sociale dell’università potrebbe concretizzarsi nella costruzione di una cittadinanza consapevole. La sola presenza sul territorio, inoltre, potrebbe costruire e sostenere un’atmosfera culturale in grado di stimolare la partecipazione e la promozione di attività culturali di varia natura e, principalmente, lo studio e la crescita delle conoscenze personali. È evidente come anche la vicinanza fisica, la familiarità con alcuni luoghi, possa costituire uno stimolo verso le attività circostanti. Anche con le molteplici sfumature che tale
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processo può assumere, la presenza di un’università costituisce una grandissima opportunità per un territorio, a varie scale. Tutti i cambiamenti territoriali, tuttavia, sono l’effetto di una molteplicità di azioni e di attori che, con vario titolo ed intensità, possono modificare il territorio stesso.
In questo quadro è possibile leggere gli effetti della presenza dell’università Niccolò Cusano nel territorio che ha scelto per localizzarsi. L’Università Niccolò Cusano dal 2016 si è localizzata in Via Don Carlo Gnocchi 3, in una parte di città a ridosso del Raccordo Anulare, nel quadrante nord-ovest di Roma. Tale collocazione, al di fuori del consueto centro della città, risulta in linea con le attuali dinamiche urbane, evidenziate dagli studi sull’urban sprawl e la costruzione di Central Business District, che, contrariamente alla percezione comune, enfatizzano la fuoriuscita da spazi centrali per una collocazione in aree più periferiche.
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La
localizzazione
dell’università
ha indubbiamente costituito un elemento di grande trasformazione per un territorio nel quale non erano presenti attività analoghe. Seppure siano trascorsi pochi anni e tenendo conto che tali trasformazioni necessitano di maggior tempo, la sua presenza sta producendo trasformazioni già evidenti. È possibile notare già i primi cambiamenti nel tessuto produttivo locale con la nascita di alcune attività per studenti nonché con la scelta da parte di numerose persone che gravitano sull’università di spostare nella zona la propria residenza o domicilio. L’impatto non si riduce, quindi, solo allo spazio immediatamente a ridosso dell’Ateneo, ma si estende anche ai quartieri adiacenti. Come detto, però, il contributo che la presenza di un’università può dare ad un territorio non si limita a quello economico di tipo diretto. Un elemento molto significativo è dato dalla presenza di numerosi studenti (soprattutto tra coloro che seguono i programmi in presenza dell’università), che provengono
da istituti del territorio. Questo rappresenta un’importante continuità tra i vari gradi delle attività formative e, allo stesso tempo, permette di non disperdere le conoscenze e capacità dei residenti quanto, piuttosto, di integrarle con esperienze esterne. L’avere una dimensione territoriale definita, ma non limitata al territorio stesso, permette quindi a chi frequenta l’università di aprirsi alle possibilità di scambio culturale a varie scale (si pensi ai seminari internazionali ospitati e alle possibilità di mobilità internazionale disponibili) senza rinunciare al legame territoriale verso il quale poter indirizzare le conoscenze acquisite e le esperienze svolte. In termini di immagine del territorio, può essere menzionata a titolo esemplificativo la denominazione “Campus” della fermata del collegamento in progetto tra Casalotti e Battistini. La presenza dell’università, qualora ben suffragata dallo sviluppo di altre attività di tipo formativo, potrebbe quindi determinare una polarizzazione culturale la cui portata potrebbe estendersi all’intera città. L’esperienza dell’Università Niccolò Cusano testimonia come la presenza e l’attività universitaria possa essere parte centrale della crescita di un territorio a vario titolo. In particolar modo, coniugando attività a distanza e in presenza è possibile contribuire a ridurre lo squilibrio socio/economico a scala nazionale e lo spopolamento delle aree interne. Allo stesso tempo, ponendosi come attore locale ed urbano in grado di produrre e sostenere economie esterne può contribuire alla costruzione di identità locali basate sulla cultura e la conoscenza. L’Università può quindi porsi come promotore di economie esterne per il territorio ma, proprio per le sue prerogative, candidarsi ad un ruolo simbolico e rappresentativo, offrendo al territorio stesso molte possibilità di crescita.
Prof. Daniele Paragano
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L’Università Niccolò Cusano insieme a
Terni col Cuore L’ Associazione Terni col Cuore nasce durante il primo lockdown del 2020, in un momento di grandissima sofferenza per tutta la popolazione. Si tratta di un progetto fortemente desiderato dal Presidente del CDA dell’Università Niccolò Cusano Stefano Bandecchi, che dal primo momento ha voluto riservare alla città di Terni diverse iniziative per sostenerla. Un’azione nata da un gesto di generosità del Presidente e della sua squadra per portare a Terni assistenza medica, posti di lavoro, aiuti alimentari, sostegno all’acquisto di capi d’abbigliamento ma anche garantire istruzione e diritto allo sport a tutti. I principi dell’Associazione sono quelli che da sempre guidano l’Unicusano e la Ternana Calcio che fin da subito sono scese in campo per contrastare il covid-19 e da sempre sono in prima linea in progetti di beneficienza, perché le attività di solidarietà non possono e non devono fermarsi. Sono state diverse le iniziative portate avanti negli ultimi due anni attraverso interventi mirati di varia natura a sostegno delle famiglie di Terni e del suo circondario. Una tra quelle seguite con costanza è stata la consegna diretta nelle mani delle famiglie bisognose di pacchi alimentari, farmaci e spesa a domicilio. La straordinarietà dell’operato di Terni col cuore risiede proprio nella continuità degli interventi, portati avanti con l’orgoglio e la consapevolezza di agire incessantemente per il bene comune come testimonianza di generosità, vicinanza e solidarietà.
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Principi propri del Presidente Bandecchi, dell’Unicusano e della Ternana Calcio. Sono diversi i progetti particolarmente significativi ai quali sono particolarmente legato. Uno tra questi è la consegna dei pacchi alimentari a cura degli stessi giocatori e dello staff della Ternana Calcio; c’è poi la donazione fatta a Il Sogno di Rebecca, associazione che da anni lotta con una rara malattia per la quale sono necessarie delle cure specifiche ad oggi possibili solo negli Stati Uniti; ancora, la distribuzione dei buoni spesa forniti a circa 120 famiglie in accordo con il comune di Terni, l’assessorato al Welfare e la Croce Rossa, possibile anche grazie ad un lavoro di scouting che attuiamo attraverso dei parametri di controllo. Voglio ricordare inoltre il progetto di Villa del Parco, con il quale siamo riusciti a controllare l’apertura e la chiusura dei parchi e ad assumere personale che stipendiamo direttamente. Poi, ancora, il progetto Oltre il Blu rivolto alle famiglie di ragazzi ricompresi tra 0 e 5 anni con disturbi dello spettro autistico e Natale col Cuore, con il quale si donano regali ai bambini, coinvolgendo le case famiglie per ogni tipologia di bisogno. Infine, ultimi ma non per importanza, le decine di interventi per il reparto oncologico dell’ospedale Santa Maria di Terni, l’acquisto di macchinari, la consegna di circa 25 mila mascherine in un momento in cui era assai difficile reperirle. È per tutto questo che mi onoro di rappresentare una società di calcio che non è solo calcio ma
che opera con progettualità nel sociale. Non c’è mese in cui noi non investiamo una buona fetta del nostro budget destinandola direttamente ai bisognosi, senza passare per i vari enti comunali e impasse burocratici, analizzando la situazione e le criticità che ci si pongono e agendo poi di conseguenza: sono stati circa 700 mila euro i fondi stanziati ad oggi. Tutto ciò è stato possibile grazie alla ferma volontà del presidente Bandecchi, che non ha solo devoluto una cifra molto considerevole ma ha spronato tutti noi a fare del nostro meglio, ogni giorno di più, per aiutare e supportare i nostri concittadini in difficoltà a causa della pandemia. Proprio a novembre scorso abbiamo ricevuto un riconoscimento dei nostri sforzi con “il premio per il miglior progetto di responsabilità sociale della LNPB 2021”, attraverso il conferimento della Stella al Merito sociale. È stato consegnato dal presidente della Lega Serie B Mauro Balata e da quello dell’associazione Cultura&Solidarietà, Francesco Vivacqua, nelle mani di Stefano Bandecchi, ideatore del progetto solidale, presso il campus dell’Università Niccolò Cusano. “Terni col Cuore ha impressionato la commissione, per la continuità e costanza nell’aiutare un’intera comunità e particolarmente quelle famiglie che sono state colpite dalla pandemia.” Riprendendo le parole Presidente Bandecchi:
del
“Siamo tutti responsabili nei confronti della comunità perché oltre al profitto e alla produttività c’è di più: rendere il mondo un posto migliore. Un impegno etico-sociale che sfocia in uno sforzo attivo e gratuito, teso a venire incontro alle esigenze della comunità. Ed è questo a far grandi.” Paolo Tagliavento
CORSI DI LAUREA AREA INGEGNERISTICA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INDUSTRIALE CURRICULUM GESTIONALE - Triennale - Classe L-9 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INDUSTRIALE CURRICULUM MECCANICO - Triennale - Classe L-9 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INDUSTRIALE CURRICULUM BIOMEDICO - Triennale - Classe L-9 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INDUSTRIALE CURRICULUM AGRO-INDUSTRIALE - Triennale - Classe L-9 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INDUSTRIALE CURRICULUM ELETTRONICO - Triennale - Classe L-9 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA ELETTRONICA Biennale - Classe LM-29 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA GESTIONALE Biennale - Classe LM-31 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA MECCANICA CURRICULUM PROGETTAZIONE- Biennale - Classe LM-33 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA MECCANICA CURRICULUM PRODUZIONE E GESTIONE - Biennale - Classe LM-33 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA MECCANICA CURRICULUM AUTOMOTIVE - Biennale - Classe LM-33 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE CURRICULUM STRUTTURE - Triennale - Classe L-7 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE CURRICULUM EDILIZIA - Triennale - Classe L-7 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA CIVILE Biennale - Classe LM-23
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Unicusano e Ternana Cuore Umbro sostengono l’integrazione dei rifugiati ucraini Da quando l’Unicusano ha aperto le porte del campus alle famiglie ucraine in fuga dal conflitto, offrendo loro un letto e pasti caldi, il board del nostro Ateneo si è mosso per aiutare gradualmente i propri ospiti ad attenuare dolori, sofferenze e shock legati alla guerra, cercando di restituire loro una parvenza di normalità sia attraverso l’organizzazione di gruppi d’ascolto e colloqui individuali, sia offrendo un impiego, sia predisponendo l’avvio, ormai prossimo, di lezioni di lingua italiana. Attualmente sono accolte dall’Università Cusano ben 84 persone, fra donne e bambini, di cui 36 fra i 2 e i 15 anni e 7 tra i 16 e i 18 anni d’età. Le iniziative solidali. Sono tante le iniziative messe in campo dall’Università Niccolò Cusano per il popolo ucraino, dalla raccolta fondi all’ospitalità presso il
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campus. Un investimento da oltre 2 milioni di euro se si considerano anche le 300 borse di studio gratuite messe a disposizione degli studenti ucraini. “In queste settimane sta vedendo la luce il progetto di una scuola con il supporto della Basilica di Santa Sofia. Una scuola dove, accanto all’insegnamento dell’italiano, i ragazzi possano seguire in ucraino anche altre materie, come la matematica o la storia, per continuare il loro percorso di studi e non perdere così l’anno scolastico. Duplice l’obiettivo: garantire un continuum scolastico da una parte, dall’altra favorire l’inserimento nelle scuole italiane per il prossimo 2022/2023. A garanzia della professionalità dei docenti vi è la Basilica di Santa Sofia” dichiara il Vice Presidente della Cusano, il dott. Stefano Ranucci.
Grazie alla generosità dell’azienda Ternana Cuore Umbro sono state consegnate uova di cioccolato fondente e al latte, pochi giorni prima della Pasqua, a tutti i bambini ospiti dell’Ateneo. Un piccolo gesto di solidarietà per strappare un sorriso a chi è fuggito dagli orrori della guerra. “Abbiamo consegnato altre uova di cioccolato anche alla Basilica di Santa Sofia che si è fatta carico dello smistamento presso altre strutture di accoglienza - conclude l’amministratore delegato Fabio Stefanelli – Don Marco testimonia quanto sta accadendo in questi giorni e cosa si sta ancora facendo per il popolo ucraino”. I laboratori. Sempre per i più piccoli, i referenti della facoltà di Scienze della Formazione e Psicologia, supervisionati dai Presidi prof. Alberto Costa e prof. Roberto
Melchiori, hanno avviato laboratori che consentiranno loro di utilizzare il gioco come forma di supporto: momenti e spazi ludici attraverso cui i bambini hanno la possibilità di esprimere il loro malessere, i loro sogni e aspirazioni, esorcizzando il dramma della guerra. “Con questi laboratori vogliamo creare delle routine quotidiane e di normalità per aiutarli a trascorrere le giornate: perciò i laboratori non vogliono avere una finalità clinica né terapeutica, ma semplicemente di accoglienza per i bambini che potranno svolgere attività di gioco creative con la guida e il supporto di adulti”, spiega Caterina D’Ardia, professoressa di Psicologia dello Sviluppo all’Unicusano. Per gli adulti il supporto psicologico è assicurato sempre dai docenti dell’Ateneo, come le professoresse Nicoletta Vegni e Claudia Prestano, tramite gruppi di ascolto e colloqui individuali per far fronte a tutte le problematiche e allo stress inerenti alla triste situazione in atto. Opportunità di lavoro. La strada verso un’apparente normalità passa, però, anche per il lavoro, l’autosufficienza economica e l’avvicinamento a una professione già svolta in patria. Così, dopo la prima ondata di assunzioni, che ha portato sette persone a trovare una collocazione all’interno dell’università, stanno proseguendo in questi giorni i colloqui per dare nuove opportunità alle persone accolte. Michela Crisci
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Naturalia Sintesi e la sua filosofia green Natura e biotecnologia in un connubio perfetto
Naturalia Sintesi, azienda operante nell’Estetica Avanzata da oltre 45 anni, è nata da un connubio perfetto tra natura e biotecnologia, come indica il suo stesso nome, ed è quindi stata pioniera del mondo green molto prima che questo diventasse un trend generale. L’azienda propone una vastissima gamma di prodotti dermocosmetici per la cura di ogni tipo di inestetismo; attraverso l’utilizzo di ingredienti di origine naturale trattati grazie alla biotecnologia, vengono garantiti gli attuali standard di sicurezza cui sono sottoposte le aziende particolarmente nell’Unione Europea, dove le regole sono più severe rispetto al resto del mondo. In questo settore, infatti, ciò che viene realizzato in UE deve rispettare un elenco molto lungo di normative sulla sicurezza e di buona produzione (Good Manufacturing Practices) che comprende, ormai, anche norme relative all’utilizzo di
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materie prime conformi al concetto di sostenibilità ambientale. In questo modo la cosmesi made in Europe è adeguata all’esportazione in tutto il mondo proprio per gli elevatissimi livelli di qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente. Ciò premesso, Naturalia Sintesi abbraccia ogni azione che possa ridurre l’impatto ambientale senza compromettere l’efficacia dei suoi articoli. Recentemente l’azienda ha lanciato un nuovo prodotto che oltre ad avere risultati straordinari sulla pelle è anche eccellente dal punto di vista formulativo. Il Regeneration Serum è infatti caratterizzato dalla formula super clean: è privo di parabeni, profumo e allergeni, perfetto per qualunque tipo di pelle, anche le più sensibili. Al contempo il suo impatto ambientale è ridotto al minimo. Tutta la forza del Regeneration Serum sta nell’associazione brevettata di Betaglucano 1,3/1,6 e Acido Ialuronico che lo rendono unico:
è stato scientificamente provato che la sua formulazione stimola il Sistema Immunitario Cutaneo con conseguente rigenerazione dei tessuti connettivi cutanei. Il Regeneration Serum è solo il primo di molti: apre infatti il sipario ad una nuova linea, la Glucan Revolution, che sarà attenta alla sostenibilità ambientale in tutte le sue forme e alla riduzione degli ingredienti non necessari. L’utilizzo di materiali come il vetro al posto della plastica, dove possibile, è un’altra scelta importante che impatta sull’ecosostenibilità e che Naturalia Sintesi ha scelto per mantenere ferma la propria visione di un settore produttivo che deve iniziare a concretizzare le sue idee al fine di contribuire realmente ad un Pianeta più pulito. Un altro grande elemento di spreco e inquinamento su cui si può lavorare dal punto di vista ambientale nel campo della produzione, che tocca praticamente tutti i settori, dall’alimentare alle
pulizie fino ad arrivare all’igiene personale, è il packaging. Nel ramo della cosmesi il confezionamento è importantissimo, un po’ come lo è la copertina per un libro, spesso proprio alla base della scelta di acquisto del cliente: un packaging attraente può essere decisamente sinonimo di una vendita più facile, ma anche comportare un prezzo alto in termini di inquinamento e disboscamento. Per questo motivo sono nate organizzazioni, composte da gruppi ambientalisti, proprietà forestali e industrie che lavorano e commerciano il legno come la FSC (Forest Stewardship Council) che garantiscono, tramite le loro certificazioni, che l’intera filiera legno-carta derivi da una gestione forestale rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile. Scegliere la carta per il proprio packaging con il marchio FSC è un’ulteriore scelta che Naturalia Sintesi prende con la consapevolezza di fare la sua piccola parte nella lotta all’inquinamento e al supporto per un Pianeta migliore.
Sonia Fenoglio
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PALESTRA
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PLASTICA ACQUA
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LA SOSTENIBILITÀ SECONDO UNICUSANO I nostri progetti internazionali
L’Università degli Studi Niccolò Cusano incentiva la presentazione di progetti di ricerca che sviluppano temi legati alla sostenibilità e all’efficientamento energetico in collaborazione con altri Atenei europei. Il progetto di ricerca REconFigurable Light EleCTrIc VEhicle (REFLECTIVE) vincitore del Bando europeo Horizon 2020 LC-GV-08-2020, un programma di ricerca internazionale ad alta competizione scientifica, prevede lo sviluppo di un nuovo prototipo per un veicolo modulare completamente elettrico (Full Electric Vehicle FEV). Il progetto si pone l’ambizioso obiettivo di fornire una strategia di ricarica efficiente e versatile, così da poter far fronte a possibili criticità dovute alle attuali infrastrutture, fattore che sta attualmente limitando l’inserimento nel mercato di mezzi completamente elettrici; nonché quello di migliorare la sicurezza delle vetture di piccola taglia. L’utilizzo di veicoli sicuri, eco-friendly e interconnessi mediante cloud può portare ad una significativa riduzione del traffico, al miglioramento della qualità dell’aria nelle zone urbane e all’ottimizzazione degli spazi di parcheggio, con indubbi benefici da un punto di vista sociale, economico e ambientale. La realizzazione di questo progetto prevede il coinvolgimento di più attori, tra cui: la Facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Unicusano specializzata nella mobilità sostenibile; l’Istituto VTT Technical Research Centre of Finland Ltd (Finlandia), il più grande centro di ricerca scientifica applicata del Nord Europa, concentrato nello sviluppo di prodotti e servizi ad alta intensità, e soluzioni per risorse naturali e per l’ambiente; l’University of Ljubljana (Slovenia), prestigioso Ateneo fondato nel 1919, la cui Facoltà di Ingegneria Elettrica e il Laboratorio di Macchine Elettriche (UL-LES) sono impegnati nella progettazione e modellazione. Nel progetto sono coinvolti, oltre ad istituti e centri di ricerca, anche partner industriali internazionali, tra i maggiori: Cyprus Research and Innovation Centre, Sensible 4 OY,THIEN eDrives GmbH, Consorzio S.C.I.R.E, AVL Software and Functions GmbH, IDIADA Automotive Technology SA, Auve Tech. Oltre a progetti di respiro internazionale, l’Università Cusano è pilota di attività progettuali a livello nazionale. Nella sfera dell’ecosostenibilità e dall’interconnessione con Atenei e Industrie in diversi ambiti della ricerca scientifica va menzionato il progetto A new environmental-friendly manufacturing approach for
marine antifouling coating (PAINT-IT) conseguito all’interno del Programma europeo LIFE. Si tratta dell’unico programma dedicato in maniera specifica alla tutela dell’ambiente e all’azione per il clima che svolge un ruolo cruciale nel sostenere l’attuazione della legislazione e delle politiche dell’Unione in tali settori. L’obiettivo generale del Programma LIFE consiste nel contribuire al passaggio ad un’economia sostenibile, circolare, efficiente in termini di energia, basata sulle energie rinnovabili, climaticamente neutra e resiliente ai cambiamenti climatici, al fine di tutelare, ripristinare e migliorare la qualità delle risorse naturali dell’UE e di interrompere o invertire il processo di perdita della biodiversità nonché contrastare il degrado degli ecosistemi. Per l’appunto, il progetto PAINT-IT dimostra la validità di un nuovo processo di produzione di vernici antivegetative per applicazioni navali di alta qualità e sicure. Gli obiettivi del progetto sono l’eliminazione dell’uso di biocidi a favore di una modalità di azione antivegetativa ‘fisica’, con benefici positivi per l’ambiente marino e la riduzione di residui di vernice antivegetativa tossica e di rifiuti generati durante i processi di riparazione e smantellamento delle navi. Il progetto, inoltre, persegue obiettivi specifici per la tutela delle acque stabiliti nella tabella di marcia del programma Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse e nel 7° Environment Action Programme. In particolare, riduce il rilascio di contaminanti nell’ambiente marino, come previsto dalla Marine Framework Strategy Directive, e le concentrazioni di sostanze sintetiche artificiali come indicato dalla Water Framework Directive. Attori coinvolti nello sviluppo delle attività progettuali, la Facoltà di Ingegneria Unicusano e il Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa dell’Università di Roma Tor Vergata; l’azienda Azimut-Benetti, primo cantiere d’Europa, terzo a livello mondiale, con un valore di produzione di 600 milioni di Euro; la società Colorobbia Consulting Srl, principale produttore di prodotti chimici per l’industria del vetro e della ceramica.
Laura Pecetta
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L’Università telematica, per sua natura, favorisce un approccio green allo studio e al lavoro, in quanto l’erogazione di lezioni online, le videolezioni interattive, i test digitalizzati e l’utilizzo di e-book consentono di abbattere gran parte degli sprechi legati ad un massiccio uso della carta e all’emissione di Co2 derivante dagli spostamenti. Questa impostazione ecofriendly contribuisce significativamente alla riduzione di consumi di acqua ed energia, rendendo la telematica a favore dell’ambiente. Unicusano per sua struttura giuridico-istituzionale nasce green e, da sempre, sostiene e incoraggia pratiche ecosostenibili, promuovendo una serie di iniziative atte a sensibilizzare studenti e impiegati al fondamentale tema della sostenibilità ambientale. Le iniziative Unicusano puntano a rendere partecipi, in modo attivo, tutti coloro che erogano e usufruiscono dei servizi messi a disposizione, per la creazione di un ambiente di studio e di lavoro ecosostenibile. Per comprendere l’importanza che la natura riveste per l’Università partiamo dal descrivere l’ambiente nel quale è ubicata. La sede dell’Ateneo è circondata da una vasta area verde in cui sono presenti piante di diverse tipologie: dal pino marittimo all’abete, dall’aloe all’uliveto. Questo ampio spazio green, sempre curato, è di fatto un punto di ritrovo per gli studenti che lo utilizzano per rilassarsi ma anche studiare e confrontarsi all’aria aperta. Inoltre l’Unicusano coltiva già da tempo il proprio orto, che rifornisce la mensa con i suoi prodotti biologici a km 0. I prodotti BIO coltivati in sede sono destinati al consumo di studenti e impiegati del mondo Unicusano. In questo modo la mensa è rifornita di prodotti sempre freschi e di stagione riducendo al contempo
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L’UNIVERSITÀ ZERO WASTE
l’inquinamento derivante dal trasporto e dall’imballaggio dei prodotti. Oltre a questo, nella mensa d’Ateneo sono presenti dispenser di acqua e altre bevande, che invitano a un minor uso di bottiglie di plastica evitando sprechi di produzione, trasporto e smaltimento. Unicusano rispetta l’ambiente e applica la sua Green Philosophy anche all’ambito dei trasporti. È, infatti, giornalmente a disposizione il servizio navetta gratuito, utilizzabile dagli impiegati e dagli studenti come incentivo atto a ridurre al minimo l’utilizzo delle automobili e dei ciclomotori, contribuendo alla diminuzione delle spese per gli spostamenti e alla riduzione delle emissioni inquinanti per l’ambiente. Il servizio navetta si occupa della tratta che va dalla sede universitaria alla vicina stazione della metro A di Battistini, negli orari stabiliti dal calendario presente nel sito internet www. unicusano.it Per l’erogazione dei contenuti il sistema Unicusano utilizza due piattaforme multimediali, attraverso le quali è possibile accedere in modo immediato ai corsi del proprio piano di studi. A seguito dell’iscrizione si ricevono le credenziali di accesso alla piattaforma, che consente lo svolgimento di tutte le attività didattiche. Tra i materiali forniti troviamo videolezioni, fruibili h24, e test di autovalutazione per verificare la propria preparazione sugli argomenti trattati. Tutti i contenuti del corso sono erogati in modalità e-learning: slides, lezioni interattive, test ed e-book, ciò consente allo studente di studiare senza dover necessariamente ricorrere a materiali cartacei, contribuendo ogni giorno ad una significativa riduzione dell’utilizzo della carta e a minori consumi di acqua ed
energia per la sua produzione e distribuzione. La possibilità di seguire le lezioni a distanza e in modo diacronico, inoltre, riduce i consumi relativi agli spostamenti. La Edicusano – casa editirice dell’Ateneo - persegue il fine di diffondere le attività didattiche e di ricerca dell’Università. Le opere prodotte dalla Edicusano, per la maggior parte di natura saggistica, guidano gli studenti nell’approfondimento delle discipline oggetto di esame e i lettori esterni alla comprensione della cultura contemporanea. La casa editrice Edicusano, mediante la pubblicazione digitale garantisce inoltre una diffusione ampia, facilmente accessibile ma anche e soprattutto rispettosa dell’ambiente. Infatti, con l’utilizzo del formato e-book l’impatto ambientale viene ridotto ai minimi termini. Unicusano investe costantemente sull’uso di fonti di energia solare per minimizzare l’uso inquinante di risorse fossili, causa di dispersione di anidride carbonica dannosa per l’ambiente e per la salute delle persone. L’energia solare può essere efficientemente trasformata in energia termica in maniera completamente ecologica ed ecosostenibile. Altra iniziativa atta a diminuire il consumo energetico riguarda la graduale sostituzione dell’illuminazione dell’Ateneo implementando un sistema di luci a LED di ultima generazione.
pochi anni dal suo acquisto. Questo consente all’Ateneo non solo di ottenere un concreto risparmio in termini economici ma anche e soprattutto di diminuire il consumo energetico che provoca un impatto dannoso sull’ambiente. La Green Philosophy Unicusano nasce dal desiderio di rispettare l’ambiente, di cui tutti siamo ospiti, partendo dal presupposto che ciò rappresenta il fattore chiave per il progresso della nostra società. Attraverso le sue quotidiane azioni concrete per la sostenibilità ambientale, Unicusano diventa fonte di ispirazione per tutti coloro che vogliono iniziare ad avere uno stile di vita più sostenibile, dando l’opportunità a chi lo desidera di dare il proprio tangibile contributo al cambiamento che va da una mentalità consumistica ad una ecosostenibile.
Sarah Caglioti Federico Amante
I computer che utilizziamo giornalmente consumano, anche da spenti, una grande quantità di energia elettrica che inquina il nostro Pianeta. La Unicusano, cosciente di tale problematica, ha deciso di sostituire i suoi pc con dei computer a basso consumo energetico, dotati di sistemi operativi che possono essere facilmente aggiornati evitando di dover sostituire la macchina entro
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MENSA CARTA
PLASTICA ACQUA
INDIFFERENZIATA
- PAROLE D’AMORE
IL CASO DI GÜSSING
La green economy, o economia verde, rappresenta un modello economico che pone come fattore principale di sviluppo la riduzione dell’impatto ambientale durante il ciclo di produzione di un determinato bene o servizio. Un modello alternativo che intende generare crescita, creare lavoro, investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta. Il modello della green economy si caratterizza quindi come una nuova frontiera in cui un’ambiziosa progettualità si coniuga con una drastica riduzione dell’inquinamento ambientale, contrapponendosi all’economia tradizionale con intenti sostitutivi finalizzati a perseguire una nuova visione del mondo. Güssing ne è un esempio rappresentativo. Quest’ultima è definita la città dell’utopia e si estende sulle colline del Burgerland, in Austria, ai confini con l’Ungheria, tra campi di mais e foreste di pini. Il piccolo centro ha una popolazione di 4000 abitanti e un profeta:
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Rheinard Koch, un ingegnere che ha realizzato il sogno di trasformare il paese in cui è nato in un’isola felice e pulita che produce, con quello che la natura gli mette a disposizione, tutta l’energia di cui ha bisogno. Il sole, il legno, il mais, i grassi vegetali, i rifiuti a Güssing si trasformano in riscaldamento, elettricità, gas e carburante per le auto. Koch è il guru della green economy austriaca e l’artefice di un’innovazione che egli stesso definisce un sistema perfetto, in cui l’ottimizzazione e il risparmio economico che ne derivano intaccherebbero il rapporto tra denaro e potere, depotenziando le lobby mondiali che erogano servizi. La storia della cittadina austriaca comincia nel 1989, quando Güssing era solo la capitale di una delle regioni più povere del paese. L’agricoltura era sostanzialmente l’unico settore che impiegava la maggioranza della popolazione e il 70% di quest’ultima era costretta ad emigrare per cercare nuove possibilità di realizzazione lavorativa e di sostentamento. Lo stesso Koch era
PAROLE D’AMORE -
stato costretto a recarsi a Vienna, finché Herr Krammer, il sindaco di allora, pensò di offrirgli un posto come tecnico comunale. Koch accettò e profuse il proprio impegno per trovare il modo di creare occupazione e una retribuzione adeguata. Analizzando il contesto finanziario del suo territorio Koch notò che la maggior parte del denaro veniva impiegato per l’energia: 36 milioni l’anno per la regione e 6 per Güssing. Decise perciò di trovare una soluzione fattibile che permettesse alla cittadina di creare energia per erogare servizi alla propria comunità. Koch raggiunse il suo scopo grazie a un’applicazione efficace delle teorie della green economy declinate sulle risorse che il territorio metteva a disposizione. L’uso dell’energia alternativa permise alla città di ridurre del 90% le emissioni di biossido di carbonio e di guadagnare ogni anno, grazie alla vendita alla rete nazionale del surplus energetico realizzato, 500 mila euro che vennero reinvestiti in nuovi progetti. Dal 1995 ad oggi, le emissioni sono state ridotte del 93% (Sisto, Zoratti 2013). L’esempio austriaco ha ispirato anche una città svedese, Vaxjo, che ha tagliato le emissioni inquinanti nell’aria del 25% negli ultimi dieci anni. Al Gore, l’ex vicepresidente americano, premio Nobel e noto ambientalista, per Vaxjo ha auspicato una riduzione del 90% entro il 2050.
ambientale. La montagna di denaro che prima lasciava la città adesso rimane a disposizione per creare benessere e lavoro. Negli ultimi dieci anni sono nate 60 aziende per 1.200 posti di lavoro, eleggendo Güssing come la prima realtà al mondo completamente autosufficiente e produttrice di gas naturale. Negli otto diversi impianti che ha realizzato produce 22 MW di energia l’anno, compresi 8 MW di surplus che vende. Koch ha spiegato che convincere la gente che l’energia autoprodotta era ugualmente valida come quella delle multinazionali ha rappresentato una difficoltà notevole, ma dopo aver persuaso anche gli ultimi scettici, l’energia ora costa dal 30 al 40% in meno che nel resto dello stato. Anche il landscape e la morfologia del paese dell’eco-energia sono cambiati: le case pastello con i tetti spioventi e i nidi di cicogna si affiancano alle palazzine con le parabole sui balconi. Contro la sagoma di un antico castello della nobiltà ungherese che è il simbolo del paese, si stagliano adesso montagne di segatura e cattedrali di tubi, vera e propria testimonianza di questa nuova stagione economica.
Prof. Marino D’Amore
A Güssing, in Europastrasse, dove il Centro Europeo di Energia Rinnovabile ha sede, hanno dovuto costruire anche un albergo, il Com Inn, per accogliere gruppi e comitive che arrivano da tutto il mondo: dai rappresentati dell’OCSE di Vienna agli scienziati giapponesi; dai ricercatori del Canada ai contadini scozzesi. Quasi 5.000 visitatori all’anno, interessati ad osservare, e possibilmente a replicare, le buone pratiche nei rispettivi contesti, per coniugare la crescita economica con la sostenibilità
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CON TREEDOM, UN ALBERO PER OGNI STUDENTE
Uno dei principali scopi di questa iniziativa è rendere il pianeta più verde. Così facendo aumentiamo l’assorbimento di CO2, sosteniamo la biodiversità, combattiamo l’erosione del suolo la deforestazione, aumentiamo la sicurezza alimentare.
tempo sovranità alimentare ed opportunità di reddito. Questo è ciò che avviene dal lato del ‘reale’. Dal lato ‘digitale’ il processo si realizza attraverso il sito. Chiunque può scegliere online un albero da piantare in vari Paesi del mondo comodamente da casa con un semplice click, oppure regalarlo a qualcuno. Negli ultimi anni sono stati aggiunti nuovi progetti o idee per l’acquisto di uno o più alberi come ad esempio: Family Tree, Best Friends, Love is in the air, un albero in base al proprio segno zodiacale; una prospettiva diversa ma che può coinvolgere e attirare l’attenzione di più persone.
Treedom finanzia direttamente piccoli progetti agroforestali, diffusi sul territorio. La filosofia di questo programma è quella di realizzare ecosistemi sostenibili e permettere a migliaia di contadini di far fronte ai costi iniziali della piantumazione di nuovi alberi, garantendo nel
L’iniziativa di Treedom non finisce qui: ogni albero ha la propria pagina in cui vengono indicate le coordinate di localizzazione, e viene postata la foto del momento in cui viene piantato. Sulla stessa pagina, vengono raccontate periodicamente le
Treedom nasce dall’intuizione di due ragazzi che durante un gioco ebbero l’idea di unire il reale al virtuale e l’utile al dilettevole. L’obiettivo era quello di creare un sito dove chiunque potesse scegliere un albero da piantare, facendo sì che quell’albero, vicino o lontano, venisse piantato davvero.
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storie del progetto, dei contadini che lo stanno realizzando, tutte le curiosità sul Paese e sulla specie cui l’albero appartiene, in modo che ciascuno abbia una visione più ampia del progetto globale a cui il proprio albero ha contribuito e al quale sta ancora contribuendo. Ad ogni albero è associata una stima di assorbimento di CO2. Una stima che i creatori di Treedom hanno voluto tenere bassa perché, secondo quanto dichiarato in un’intervista fatta negli anni passati “riteniamo che sia meglio sottostimare l’impatto positivo delle nostre azioni, piuttosto che esagerarlo. Probabilmente facciamo meglio di quanto diciamo”. Il progetto che voglio presentare all’università e a noi studenti parla del sempre maggiore interesse, da parte della comunità, ai problemi ambientali, ma soprattutto alla
loro soluzione. Le gravi condizioni in cui riversa il nostro pianeta rappresentano ormai un dramma noto. In questo momento storico è necessario il contributo di tutti: con ogni nostro gesto e nostra scelta possiamo prendere parte al cambiamento verso un futuro più sostenibile. Tendiamo erroneamente a pensare che un piccolo gesto, come piantare un albero, non possa fare la differenza. Provando a pensare ed applicare questa idea al contrario possiamo vedere come un piccolo gesto intrapreso da migliaia di persone porti ad un risultato completamente differente e ci rendiamo subito conto di quanto ogni scelta del singolo sia di vitale importanza. Mi piacerebbe che la mia università accogliesse la proposta di regalare ad ogni nuovo iscritto o neolaureato un albero, in modo da compensare le emissioni prodotte
dai costi sostenuti per le esigenze accademiche (dispense stampate, fogli per appunti, spostamenti per venire in campus). Questa iniziativa porterebbe alla creazione di una ‘foresta digitale’ di Unicusano, che contribuirebbe alla battaglia delle problematiche ambientali. Nel futuro si potrebbe pensare anche di organizzare un incontro sulla sostenibilità ambientale con un rappresentante di Treedom per far conoscere meglio la loro realtà aziendale e per diffondere sempre di più questo progetto, al fine di sensibilizzare gli studenti, che saranno i cittadini del futuro. Visita il sito www.treedom.net e contribuisci anche tu a rendere più verde il tuo Pianeta! “Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso” (Confucio) Simone Tricase
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- FUN FACT
Carta riciclata, la Kriptonite della crisi ambientale Il cambiamento climatico è oramai da molti anni un super problema capace di distruggere interamente il genere umano; dunque, come nei fumetti di Superman, la popolazione si deve muovere verso la ricerca di una Kriptonite capace di fermare anche il più impensabile distruttore del pianeta Terra. In questa versione della storia non esistono supereroi ma solo super cattivi, capaci di annientare ecosistemi, prosciugare riserve d’acqua e seppellire le città sotto montagne di plastica. Qui entrano in gioco i cittadini, che con piccoli atti di quotidiano eroismo scagliano gemme di Kriptonite per salvare il mondo. L’Università Niccolò Cusano applica
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misure kriptoniane da sempre e con il tempo si sta trasformando in una piccola grande bolla capace di creare un forte e positivo impatto ambientale sul territorio. In che modo? Basta pensare ai contenitori per la raccolta differenziata situati all’interno dei corridoi del Campus di Roma, i distributori d’acqua che riducono l’utilizzo di plastica incentivando di conseguenza l’uso della borraccia, ormai in auge nella moda contemporanea. Sembra scontato, ma l’impatto che genera la metodologia telematica sul territorio è eccezionale. Non doversi spostare ogni giorno per recarsi all’università porta con sé tantissimi vantaggi per il pianeta, come la diminuzione di emissioni
di gas, polveri sottili e fumi. “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, per restare in tema di supereroi. L’esempio è calzante nella storia che stiamo vivendo: il singolo cittadino è colui che possiede un grande potere e può cambiare il mondo. Ora vi spiego come possiamo fare. La Kriptonite della crisi ambientale è senza dubbio l’utilizzo della carta riciclata. Prendiamo esempio dalla nostra Università che per stampare questo numero del Magazine ha investito su una carta riciclata al 100% e che già da tempo ha sostituito tutti i bicchieri, piatti e posate di plastica con alternative biodegradabili riciclate, rendendo i nostri spazi
FUN FACT -
comuni il più possibile Zero Waste. Ed ecco che arriva il Fun Fact di questo mese. Sapete quali sono i vantaggi dell’utilizzo della carta riciclata? Giochiamo con l’immaginazione alla Stan Lee e suddividiamo i nostri vantaggi in una vera e propria Saga in stile cinematografico. Primo capitolo, ovviamente, La storia. La carta riciclata si basa sulla raccolta, la lavorazione e il riciclaggio dei prodotti di carta. In sostanza tre superpoteri insieme. Il Secondo Capitolo si può chiamare Deforestazione e spreco d’acqua. Sapevate che per creare una carta vergine serve la quantità di cellulosa di 15 alberi e più o meno 400 mila litri d’acqua? Bene, riutilizzare evita l’abbattimento di alberi e aumenta il risparmio delle risorse idriche, creando un’onda d’urto di miglioramenti per l’intero ecosistema.
Il terzo e ultimo capitolo - ma non meno importante - da inserire all’interno della trilogia prende il titolo di Green Economy. Potrebbe sembrare un argomento troppo trasversale, ma è una conseguenza fondamentale per un pianeta felice. Le attività di raccolta, riutilizzo e commercializzazione della carta si traducono in nuovi posti di lavoro e nuove imprese industriali del riciclo a impatto zero.
differenziata. Usate le mappe dell’ateneo che trovate nelle pagine di questo numero. Non avete più scuse e chissà, così facendo, grazie agli atti straordinari di tutti noi, forse un giorno, non ci servirà più nessuna Kriptonite.
Carlotta Astengo
La Saga è ormai giunta al termine, riecheggiano all’interno della sala i singhiozzi degli spettatori in lacrime che sperano in un sequel di questa storia avvincente; escono dal cinema consapevoli che chiunque può essere l’eroe che salverà il pianeta terra e si domandano: “Da dove cominciare?” Come il mago Dr. Strange vi svelo i segreti di questa magia. Riempite la borraccia. Riutilizzate la carta. Stampate solo se prettamente necessario. Fate la raccolta
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SEGRETERIE CARTA
PLASTICA ACQUA
INDIFFERENZIATA
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- FASHION PILLS
GREEN
(AND COOL) VANS’S VR3 Chi ha detto che la sostenibilità è da radical chic?
VALENTINO GARAVANI on the rock.
VANS è una pietra miliare dello street-style e più o meno il 50% di noi ha nella scarpiera un paio di scarpe del brand e, se non le avete ancora comprate, sono sicura che quantomeno ci avete pensato più e più volte. Dunque, è il momento di prenderne un (altro) paio, data la novità. Il buon motivo per averle nell’armadio? VANS ha creato la linea VR3 composta da prodotti che utilizzano almeno il 30% di materiali rigenerativi, rinnovabili o riciclabili. Si legge sulla loro pagina: “in quanto marchio radicato nella cultura giovanile, riconosciamo la nostra responsabilità nella protezione dell’ambiente per le generazioni future”. Bella la loro comunicazione etica e belle le loro scarpe, da provare sotto gonne ariose oltre che con i nostri vecchi jeans.
Le sneaker sono da pivelli? No, se indossiamo quelle giuste. Hanno spopolato quelle di McQueen che ormai si vedono anche sotto i completi e in abbinamento alle cravatte ma vogliamo essere un po’ più raffinati e patriottici? Valentino è quello che fa per noi e ci stuzzica con due modelli iconici: la Open e la Rockstud Untitled riprogettate e ripensate in un’ottica “open innovation con un ethos più conscious-driven…” sentite come suona lussuoso? La sostenibilità è l’unica direzione possibile ed è ora che anche il lusso faccia i suoi passi su questo percorso.
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STELLA McCARTNEY sta sul pezzo da un pezzo. Precisamente dal 2001 l’enfant terrible figlia d’arte (per chi non lo sapesse il babbo è nientemeno che Paul McCartney) si impegna per realizzare prodotti altamente desiderabili quanto sostenibili. Ed è questa la chiave di volta che tutti gli altri brand dovrebbero trovare. Non basta affiancare ai prodotti di punta versioni ecosostenibili come fossero dei fratelli minori dei must-have. Anche perché, diciamocelo, hanno sempre quella patina grezza di materiale riciclato che non ci invoglia a comprarle se non in quel particolare lunedì in cui ci promettiamo di essere persone migliori. Stella lo sa dal 2001, dicevamo, anno in cui smette di utilizzare pelli d’animali (rettili compresi) e piume e, nonostante questo, l’iconica borsa FALABELLA è ancora un prodotto cult della Maison. L’ultima iniziativa è del 2021 con Greenpeace per la celebrazione dei loro anniversari: due t-shirt per supportare lo stop alla deforestazione in Amazzonia. Avete visto l’ultima collezione? Gli aggettivi pazzesco e green possono camminare sulla stessa passerella.
FASHION PILLS -
VINTED abbatte le frontiere.
ZARA, godersi la vita.
Finalmente la migliore versione dell’usato che tutti aspettavamo. Eh sì, perché sappiamo che Farfecht, Vestiaire Collective e affini vanno alla grande ma c’è un prezzo da pagare che è (giustamente!) la commissione stessa del servizio. Con Vinted non abbiamo intermediari, si fa tutto tra noi e il venditore in maniera pratica ed efficiente proprio perché senza troppi passaggi di mezzo. L’app è trasversale e abbraccia un portfolio di prodotti pressoché infinito quanti sono gli utenti. Potete trovarci una borsa Gucci vintage in perfette condizioni, ma non c’è solo lusso, anzi! Qualcuno la utilizza per vendere e acquistare abiti del fast-fashion in disuso a pochi euro, per cui sembra che più del guadagno piaccia proprio la filosofia e l’approccio circolare del commercio second-hand. Con Vinted sono abbattute le mura di uno negozio (seppur cibernetico) in cui entrare e si può contrattare senza pietà per accaparrarci quegli occhiali di Versace ancora con il cartellino!
Chi indossa almeno un indumento Zara alzi la mano! L’alzata di mano è collettiva, non è vero? Quindi, è inutile girarci intorno, il fast fashion è parte integrante della nostra routine d’abbigliamento e come tale ha un impatto ambientale altissimo. Le grandi distribuzioni ne sono consapevoli, questa è la buona notizia. Join Life è il progetto di Zara per incrementare sempre di più una filiera sostenibile e un’economia circolare che aiuti a ridurre i consumi. Come stanno andando, ad oggi? Bene e, in futuro, dovrebbe andare sempre meglio. Nel 2001 hanno stilato un codice di condotta per produttori e fornitori, negli anni 2002-2005 è stata installata una turbina eolica accanto alla sede centrale spagnola per puntare sulle energie rinnovabili. Dal 2010 al 2015 Zara ha firmato un accordo con la Fur Free Alliance e lanciato il programma Green Pack. È evidente che il colosso fast fashion si stia adoperando concretamente e punti in alto se nel 2040 è previsto il goal finale: raggiungere la neutralità climatica. Ciò significa avere zero emissioni di gas serra o compensare quelli che vengono emessi nell’atmosfera. Glielo auguriamo. E ce lo auguriamo.
Virginia Parisi
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Fa’ che la tua vita sia eco-friendly! La situazione ambientale è sempre più compromessa. C’è un impellente bisogno di collaborazione a tutela e salvaguardia del mondo in cui viviamo. È necessario che ognuno di noi adotti uno stile di vita ecofriendly, attraverso dei piccoli accorgimenti, al fine di essere di ausilio al pianeta, ai rapporti commerciali nonché alla collettività stessa. Partendo dall’assunto che questo sia il momento giusto per dar luogo alla transizione ecologica dobbiamo riconoscere il fondamentale contributo che la tecnologia ci mette a disposizione. Negli ultimi anni sono state molteplici le aziende che hanno sviluppato software applicativi che permettono di evitare sprechi e proteggere l’ambiente coscientemente utilizzando lo smartphone. Ogni piccola azione fa la differenza. Vivere in modo sostenibile fa sì che la collettività viva meglio. Ecco, dunque, una serie di app che incentivano la sostenibilità ambientale e l’adozione di soluzioni no-waste. Seguendo questi piccoli consigli si potranno ridurre i consumi e l’inquinamento in maniera esponenziale.
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APP E TECNOLOGIA -
GreenApes
Urbi – Your urban mobility app
Giornalmente ognuno di noi trascorre del tempo curiosando fra le notizie presenti nei social network, perché non divertirsi pensando al pianeta? La community di GreenApes rappresenta la collettività per eccellenza, che attivamente sostiene l’ambiente con la condivisione di scelte ed idee ad impatto zero.
Non sempre il servizio di trasporto pubblico risulta efficiente. Sono ancora poche le città che hanno avviato la transizione ecologica e l’utilizzo di mezzi green. Fra le innovazioni tecnologiche utili in questo settore è stata sviluppata URBI, che permette l’intercomunicazione dei sistemi di mobilità dei singoli comuni. Con una sola app si avrà a disposizione una mappa che mostrerà tutti i mezzi di trasporto utilizzabili nelle nostre vicinanze, nello specifico i veicoli di trasporto alimentati con l’energia elettrica, e prenotare con un solo click un’auto, uno scooter o un monopattino.
Unico requisito: condividere le proprie abitudini, ricercarne di migliori e, perché no, emularle. Gli ideatori dell’app l’hanno implementata predisponendo delle sfide che permettono ai migliori green- users di ricevere premi al raggiungimento degli obiettivi utilizzando ognuno di essi le proprie skills. Too Good To Go – Salva il cibo, aiuta il pianeta L’insicurezza alimentare è una problematica che nel 2020 ha coinvolto il 12% della popolazione mondiale (era l’8,4% nel 2019). Il quesito a cui vuole rispondere l’applicazione in questione è il seguente: perché gettare nella spazzatura più di un terzo del cibo ancora commestibile? Fortunatamente, gli sviluppatori di Too GoodTo Go hanno ideato un’app che permette di evitare gli sprechi e le relative perdite economiche degli esercizi commerciali. In pochi semplici passi: basterà attivare la geolocalizzazione, dopodiché l’app rileverà gli esercizi commerciali che mettono a disposizione le loro magic box contenenti prodotti segreti di genere alimentari a prezzi scontati. In questo modo, prodotti che altrimenti sarebbero rimasti invenduti vengono acquistati dai consumatori che, per soli pochi euro, consumano un pasto caldo evitando sprechi alimentari e di energie. Bring the food Sulla falsariga di Too Good To Go, in ambito di sprechi alimentari è utile conoscere anche l’app Bring the food, che permette di donare il cibo alle persone più bisognose.
MyCicero Nella giungla metropolitana della Capitale, un’app che offre una molteplicità di servizi che agevolano il trasporto urbano e l’ambiente, combattendo lo stress del caos cittadino. Un cicerone che ti porta dove vuoi, con ogni mezzo. Nello specifico, quest’app dà informazioni all’utente in relazione alle aree di parcheggio, bus, treni o metro nelle vicinanze, permettendo al consumatore di acquistare direttamente tali servizi; aiuta inoltre a realizzare itinerari di viaggio che combinino i trasporti pubblici, nonché ad evitare sprechi anche in termini economici poiché consente di pagare il parcheggio per il solo tempo effettivo in cui esso sia stato occupato. Ecosia – Naviga nel web per piantare alberi Il nostro polmone verde, la natura, quotidianamente subisce attacchi. È pertanto impellente il bisogno di sostenere progetti volti alla riforestazione in tutto il mondo. Basterà selezionare Ecosia come motore di ricerca predefinito per piantare un seme, il nostro, simbolo dell’impegno e dell’impatto che ognuno di noi può avere sull’ambiente. Questa applicazione dal 2009 ci permette di partecipare alla lotta contro l’inquinamento, riqualificando numerose zone del globo senza spendere neanche un euro, perché tale attività è interamente finanziata dalle promozioni pubblicitarie.
Le Tote Nel panorama delle app del Green Fashion merita una menzione la app Le Tote, riconosciuta come “il Netflix del fashion”. A fronte di un canone mensile si ricevono dei capi che ogni mese si può decidere se comprare o restituire prima di ricevere la box successiva. EcoFASHION l’ecosostenibile
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Indossare
Combattere la fast fashion è possibile impegnandoci per il supporto e la diffusione di moda cruelty free e sostenibile. Se si vuole combattere lo sfruttamento lavorativo nonché l’utilizzo di materiale di origine animale, questa applicazione permette di consultare un database che contiene le indicazioni dei marchi lodevoli che si impegnano all’utilizzo di materiali plastic free. Dunque, con la sola geolocalizzazione ci sarà consentito di effettuare nelle nostre vicinanze acquisti coscienti e consapevoli dei rischi che si potrebbero verificare con il sostegno di una produzione che avvelena l’ambiente e gli individui. Oroeco Quest’app ci permette di comprendere al meglio l’impatto che singolarmente abbiamo sull’ambiente, misurando il nostro carbon footprint. Utilizzando questo applicativo sarà possibile: tenere traccia della tua impronta di carbonio; conoscere il tuo impatto sul clima; ottenere consigli pratici da seguire per ridurre la tua CO2; ridurre l’inquinamento; risparmiare denaro. Seguendo questa serie di consigli, usufruendo delle app di cui sopra sarà semplice salvaguardare l’ambiente per noi e in prospettiva futura per le prossime generazioni. Uno stile di vita sano e cosciente permette di vivere piuttosto che sopravvivere tra i rifiuti e gli sprechi.
Alessio Vecchi
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- MUSICA
LA MUSICA SALVA IL PIANETA! ECOLOGIA E AMBIENTE TRA RADIO E SPOTIFY Tema affrontato in diversi contesti artistici, la sostenibilità ambientale è argomento d’impatto in molteplici produzioni musicali. Da singoli brani a interi concept album, da concerti a veri e propri festival dedicati, l’ambiente e la sua salvaguardia toccano i cuori e la sensibilità dei più disparati generi musicali, spaziando dall’universo discografico indipendente alle maggiori major presenti nel settore. Sono diversi gli artisti italiani ed internazionali la cui musica suona al ritmo di un pulsante cuore verde. Leggendari innovatori del rock, i Beatles – attraverso la penna di Paul McCartney – si ispirarono alla meditazione trascendentale indiana per comporre Mother Nature’s Son, contenuta in White Album, brano che esalta la pace e la tranquillità della campagna. Siamo tra la fine degli anni’60 e i primi anni ‘70 e, complice l’era dei figli dei fiori, la musica (così come diverse forme d’arte) per la prima volta abbraccia tematiche ambientali in linea con lo stile di vita e la cultura hippie; Joni Mitchell è tra le primissime voci a sperimentare l’utilizzo della musica con tematiche ecologiste, la sua Big Yellow Taxi rimane ad oggi un inno ambientalista senza tempo. Vent’anni dopo, è il 1995 quando un indimenticabile Michael Jackson incide Earth Song, simbolo della tutela degli animali e della questione ambientale, dall’iconico videoclip tra i più leggendari della storia di MTV; mentre nel 2008 una raffinata Bjork crea un ponte tra tecnologia e ambiente sperimentando l’album Náttúra per proteggere la sua Islanda. In tempi recenti, complice l’attivismo di GretaThunberg, il movimento ambientalista Fridays for Future con le sue positive iniziative atte a salvaguardare l’ecologia del Pianeta coinvolge numerosi musicisti che sposano le ideologie del progetto; da Elisa a Piero Pelù, dagli indipendenti The Zen Circus a Fiorella Mannoia (protagonista di un cortometraggio sul rispetto dell’acqua prodotto da Amref) sono tanti gli artisti che in prima linea espongono la loro arte e il loro talento per cause nobili. Tra gli indiscussi big del cantautorato italiano impegnati in prima linea alla lotta contro la distruzione dell’ambiente, Lorenzo Jovanotti è pronto per riprendere il suo Jova Beach Party previsto per l’estate 2022; anticipato dal singolo Il Boom, apripista del nuovo
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progetto La Primavera, l’artista mira a sensibilizzare il suo pubblico sulla pulizia delle spiagge, dei mari e dei laghi italiani attraverso il progetto Ri-Party-Amo con cui si vogliono recuperare 20 milioni di metri quadri di territorio, attraverso interventi infrastrutturali di ingegneria naturalistica in dodici aree a rischio. Legato al progetto Planet or Plastic di National Geographic, anche Marco Mengoni ha prestato voce e talento per promuovere la campagna internazionale volta alla sensibilizzazione sull’uso indiscriminato della plastica: l’ultimo album dell’artista viterbese – Materia (Terra), rilasciato lo scorso dicembre – è interamente dedicato al rapporto tra l’uomo e la terra, che già dal packaging (100% plastic free) vuole ridurre quanto più possibile l’impatto della realizzazione dell’album. Ma l’impegno sul rapporto musica-natura non si limita esclusivamente alla composizione dei brani o alla realizzazione dell’album. Mengoni ha esteso la sua filosofia ambientale come filo conduttore del suo tour per la promozione del progetto e dal suo lavoro è nata una partnership con VAIA, start-up che vuole sostenere le comunità del territorio italiano colpito dalla tempesta del 2018 dando nuova vita al legno di alberi abbattuti attraverso il lavoro degli artigiani locali per il ripristino delle aree danneggiate. Infine non ci si può dimenticare delle varie manifestazioni artistiche che organizzano veri e propri festival in cui il tema centrale è la sostenibilità ambientale: tra questi, il più famoso a Roma è l’Earth Day che fino al 2019 (interrotto per l’emergenza covid) si è svolto nella splendida cornice di Villa Borghese ospitando artisti illustri come Patty Smith e Carmen Consoli che hanno sottolineato l’impegno del mondo della musica per la salvaguardia del Pianeta. La musica non resta in attesa che il mondo soffochi, schiacciato dal peso della non curanza e dell’indifferenza, ma per prima è leva motrice di un cambiamento che da sempre è fondamentale; occorre imparare da giovanissimi a tutelare il patrimonio ambientale, con il coraggio di alzarsi in piedi per gridare al mondo che “non si è mai troppo piccoli per fare la differenza” (G. Thunberg).
Alberto Carruba
MUSICA -
Consigli per l’ascolto: 1. MOTHER NATURE’S SON – The Beatles 2. BIG YELLOW TAXI – Joni Mitchell 3. CI VUOLE UN FIORE – Sergio Endrigo 4. EARTH SONG – Michael Jackson 5. SORELLA TERRA – Laura Pausini 6. IL BOOM – Jovanotti 7. NATTURA – Bjork 8. CAMBIA UN UOMO – Marco Mengoni 9. MERCY MERCY ME (THE ECOLOGY) Marvin Gaye 10. S.O.S. (MOTHER NATURE) – Will.i.am
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- FILM
LA SETTIMA ARTE A SERVIZIO DELL’AMBIENTE Negli ultimi anni parole come cambiamento climatico, sostenibilità ed energia rinnovabile sono entrate a far parte del vocabolario comune. La percezione dei problemi legati all’ambiente si è molto modificata e si è reso necessario portare avanti uno stile di vita votato al minimo impatto ambientale. Le correnti di pensiero sono molteplici: c’è chi pensa che con i giusti accorgimenti sia possibile salvarsi evitando il punto di non ritorno, e chi (chissà con quale coraggio poi!) nega l’esistenza stessa dei cambiamenti climatici che si stanno verificando in seno al pianeta Terra. Il cinema, da sempre strumento perfetto per divulgare le più disparate tematiche, ha voluto dire la sua con tutta una serie di documentari e film che trattano di ambiente e soprattutto di rapporto uomo-natura. Già dagli albori del cinema, nel 1922, la natura selvaggia diviene volto principale del lungometraggio Nanook from the north di Robert J. Flaherty. Grazie al film, per la prima volta, il pubblico conosce un nuovo protagonista: l’ambiente. La storia racconta le avventure di una famiglia di inuit canadese nelle lande ghiacciate della baia di Hudson. È da questo momento in poi che il rapporto uomo-natura diventa uno degli argomenti principali su cui si concentrano le maggiori produzioni cinematografiche.
Avete voglia di una serata a tema green? Ecco una serie di titoli interessanti!
An inconvenient truth Si tratta di un film documentario sul problema del riscaldamento globale. La rassegna dei dati viene scandita da interventi personali dell’ex vice presidente degli USA, Al Gore, il quale esamina le varie posizioni scientifiche e discute delle implicazioni che genererebbe una catastrofe ambientale, illustrando anche le conseguenze che il riscaldamento globale
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produrrebbe se non si intervenisse per ridurre le emissioni di gas serra.
Before the Flood - Punto di Non ritorno È un documentario del 2016. La voce narrante è quella di Leonardo Di Caprio, noto attore e attivista, che discute con varie personalità internazionali riguardo i cambiamenti climatici e gli ultimi avvenimenti che stanno interessando il pianeta terra.
Demain - Domani Il film documentario francese del 2015 scritto e diretto da Cyril Dion e Melanie Laurent parla di tutte le attività che vengono attuate nel mondo per contribuire ad un futuro sostenibile. La pellicola si domanda come sia possibile, apportando dei cambiamenti nelle nostre vite, vivere senza carburanti fossili inquinanti, trasformando il problema dei rifiuti in una risorsa, a dimostrazione di come agricoltura e modello energetico siano collegati tra loro.
Into the Wild - Nelle terre selvagge Il film del 2007 diretto da Sean Penn racconta le avventure di Christopher McCandless tra la Virginia e le terre incontaminate dell’Alaska. Il tema fondamentale è la ricerca di un rapporto estremo tra uomo e natura e soprattutto un invito a prendere consapevolezza del nostro essere parte della natura riscoprendola come parte fondamentale di noi.
More than Honey Documentario svizzero del 2012, pone un quesito fondamentale: cosa succederebbe al Pianeta Terra se le api scomparissero? Il tema centrale è il tasso di morte degli ultimi anni delle colonie di api in gran parte
FILM -
del pianeta le cui cause sono riconducibili a virus e pesticidi. La sequenza più cruda del film è sicuramente quella in cui degli operai cinesi impollinano ad uno ad uno i fiori, ponendo un inquietante scenario per il prossimo futuro.
Cowspiracy In questo documentario il regista Kip Andersen esplora la natura degli allevamenti animali, causa di altissimi tassi di inquinamento, consumi di acqua ed emissione di gas serra, proponendo infine diverse strade percorribili per portare alla sostenibilità. Si tratta di un argomento delicato, intorno al quale ruotano forti interessi politici e del quale gli stessi ambientalisti sono spesso riluttanti a parlare.
Trashed Il film è un viaggio tra Vientam, Francia, Islanda, Beirut e Yorkshire, soprattutto negli oceani, ed è frutto della collaborazione tra Jeremy Irons e Candida Brady. Il filo conduttore è come la spazzatura sia un problema che accomuna tutti gli angoli del pianeta: da Beirut, dove un’enorme discarica sulla spiaggia quasi passa inosservata agli occhi degli abitanti, a San Francisco, dove tramite il progetto Zero rifiuti si riesce a raggiungere circa l’80% dei rifiuti riciclati.
The day after Tomorrow - L’alba del giorno dopo Uscita nelle sale nel 2004 per la regia di Roland Emmerich, la pellicola è considerata un colossal nel suo genere grazie ai suoi incredibili effetti speciali. Il climatologo Jack Hall, interpretato da Dennis Quaid, avverte un preoccupante rallentamento della corrente del Golfo, a seguito del quale la terra cade vittima di una nuova inaspettata era glaciale. Il film aiuta a riflettere su un altro importante tema, quello dei profughi ambientali, che fuggono da aree un tempo
densamente popolate e ora non più ospitali a seguito dell’inasprimento delle condizioni atmosferiche.
Un posto sicuro È un film italiano del 2015 che racconta il problema dell’amianto e dell’eternit. Il protagonista Eduardo si ritrova a combattere con un tumore proprio causato dall’esposizione all’eternit. Il film è cupo e caratterizzato da forte rabbia e dolore nella descrizione del processo legale che segue alla malattia.
Qualcosa si è rotto Il cortometraggio racconta di come il precario equilibrio climatico terrestre sia rotto da periodi di forti inondazioni e siccità e individua i paesi dell’Africa Sub-Sahariana come quelli che ne soffriranno maggiormente.
Oltre alle tematiche trattate nei film, la stessa industria cinematografia sta attuando da molti anni l’adozione di sistemi di produzione sostenibile grazie alla creazione del Reel Green, un’agenzia che fornisce strumenti adeguati alle società che intendono adottare sistemi di produzione sostenibile.
In fin dei conti una cosa è chiara: qualsiasi sia l’argomento trattato, i film sull’ambiente vogliono raccontarci un’unica grande verità. Il nostro pianeta in queste condizioni non ha lunga vita e solo le nostre scelte lo possono salvare dal punto di non ritorno.
Rosa Cornacchia
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- ARTE IN MOSTRA
Sustainable Art Il vivere green è divenuto ormai una vera tendenza popolare ed il mondo dell’arte non poteva restarne fuori. Il termine Sostenibilità assume molti significati se lo si accosta all’Arte, difatti anche l’opinione pubblica e la consapevolezza sociale sono cresciute notevolmente. L’ascesa del concetto di sostenibilità si è avvertita alla fine della guerra fredda (1989), momento in cui emerge una nuova attenzione globale in merito ai problemi ecologici e sociali. La definizione di Arte Sostenibile racchiude diversi punti chiave che includono democrazia, giustizia sociale, non violenza ed ecologia. Un artista può operare in modo sostenibile ed ecologico allo stesso tempo. Come? Essendo consapevole dei materiali utilizzati e del messaggio che la sua arte esprime. I materiali usati per creare delle opere di sustainable art sono di riciclo, non tossici, e il focus degli artisti è rivolto ai cambiamenti climatici e alla salvaguardia della natura. L’arte per definizione deve essere un medium in grado di smuovere le coscienze collettive, deve essere in grado di veicolare messaggi e riflessioni potenti. È il caso calzante della riflessione sull’emergenza climatica e sull’estremo bisogno di un cambiamento culturale profondo. La funzione dell’arte, in tal senso, è espressa perfettamente dal brasiliano Ernesto Neto, rinomato per il suo lavoro sorprendente alla Biennale 2017 (la sua ultima personale presso Gamec di Bergamo Mentre la vita ci respira, conclusasi a Settembre 2021), portavoce di un riavvicinamento consapevole alla Natura ed alla Terra: “Io credo che l’arte serva a spiegarci qual è il ruolo dell’essere umano in questo mondo, ma anche per correggere comportamenti sociali e spirituali. L’arte rappresenta la nostra dimensione spirituale, l’intangibile, l’invisibile, l’incontro con lo spirito della terra. […] è importante capire che qui non siamo soli, siamo tutti fratelli, abbiamo bisogno di una comprensione spirituale di questo concetto, che ci permetta di trovare un equilibrio, di superare i conflitti, di superare gli squilibri dello sviluppo e evitare una
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catastrofe”. L’artista anela alla possibilità di vivere in un mondo basato sulla collettività e sul reciproco aiuto. Ernesto Neto può esser definito artista-sciamano, devoto alla natura e alle energie vitali. Le sue opere sono interamente realizzare con materiali di recupero come erbe medicinali, piante, pietre e paglia, avvolte da sacchetti realizzati artigianalmente con la tecnica del crochet. L’arte Sostenibile si incentra principalmente su alcuni dei 17 obiettivi enunciati nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile prodotta dalle Nazioni Unite nel 2015: consumo e produzione sostenibile. L’arte, grazie anche alla tecnologia che può essere un valido supporto per lo sviluppo sostenibile, ha il compito di comunicare agli esseri umani le condizioni ottimali per amare e rispettare la Terra. Molti sono gli artisti contemporanei e le correnti che da ogni parte del mondo decidono di creare opere a favore della sostenibilità - dalla Land Art, all’arte Ecologica, alla Wind art - facendo leva sui sentimenti e trasmettendo tutte le informazioni utili per smuovere le coscienze. Una delle espressioni artistiche più interessanti in tal senso potrebbe essere la scultura di energia rinnovabile. Si tratta di un movimento artistico che produce sculture che utilizzano risorse solari, idroelettriche, eoliche e geotermiche per creare movimento ed energia. Dando vita ad opere d’arte con la funzione di raccogliere energia, gli artisti riescono a ricordare allo spettatore l’autentica bellezza e il potere della Natura. A descrivere al meglio questa corrente è Elena Paroucheva, pittrice, illustratrice, autrice di installazioni artistiche, che ha creato una collezione di “sculture del vento”, tanto da poterla definire letteralmente Wind Art, pensata per contenere più turbine eoliche. In modo esemplare l’artista riesce a fondere funzioni utilitaristiche, culturali ed estetiche nelle “sculture del vento”. Tra le opere più iconiche dell’artista è da citare Ondine: la scultura, formata da un pilone in rame, ha la forma
di una giovane donna, con gioielli posizionati lungo il collo e sul polso sinistro. I tratti del corpo e del viso sono plasmati da saldature in rame rosso, mentre i gioielli sono composti da una serie di turbine eoliche perfettamente funzionanti. La figura femminile è protagonista anche della scultura Dessislava. L’abbraccio materno ripreso nella sagoma della donna con il viso rivolto al bambino è composto dallo stesso materiale di Ondine, mentre il volto del neonato è rappresentato da un’unica turbina bianca in continuo movimento.
ARTE IN MOSTRA -
Le opere singolari della Paroucheva sono pensate per unire arte e sostenibilità ambientale, vengono posizionate all’interno del paesaggio naturale in modo da colpire il fruitore, per la maniera in cui vengono perfettamente integrate. Gli esempi sin qui citati a quale messaggio ci conducono? Al concetto di base che, come un artista può lavorare in modo sostenibile con la consapevolezza dei materiali che utilizza, dandogli vita nuova e plasmando opere di autentica bellezza, così noi potremmo applicare questo concetto ad un approccio più consapevole del nostro fare quotidiano.
Giulia Sacchetti
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- OROSCOPO
Nessun Astrologo è stato sfruttato per scrivere questo oroscopo. Da assumere lontano dai pasti, con moderazione. In presenza di sintomi, vi ricordiamo che è solo un effetto placebo, perché nulla di quello che leggerete ha effettivamente senso.
ARIETE Tutto e subito è il vostro motto e non esistono strade alternative per voi. La risposta alla domanda che riecheggia nelle vostre giornate è: com’è il tempo lì da te? Prezioso.
TORO Per affrontare la primavera ti consiglio solo prodotti a base di bava di lumaca. Idrata ed è biologica, non inquina, ma soprattutto ti aiuta ad affrontare con la calma degna di una lumaca la
GEMELLI Sono anni che ci provi, ma gli spritz non sono la giusta dieta liquida per migliorare la tua gastrite cronica. Opterei per tè verde e bevande a base di aloe vera. Io ti ho avvertito, poi fai come vuoi.
programmazione della sessione estiva.
CANCRO
LEONE
VERGINE
Piccoli grandi cancerini, la magia sta per essere compiuta. Nel vostro caso non avrete bisogno di tisane o integratori poiché la dolcezza risiede già dentro di voi.
Anche la rosa più bella ha le spine, ma mantiene intatta e custodita la sua bellezza. Ricorda, la magia accade quando è già accaduta. Nessuno dovrebbe farti sentire più speciale di quanto già tu ti senta per conto tuo.
Nell’ultimo periodo avete fatto scorta ed indigestione di caffeina per restare attivi. Non temete: è arrivato il momento di ritornare grintosi e socievoli non grazie alle bevande ingerite, ma alla vostra stessa indole rimasta dormiente per troppo tempo.
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
Il tempo passa, ma le tue energie decantano come i vini migliori. La fase della vendemmia è ormai trascorsa, ora non resta che alzare i calici e brindare!
Come un girasole vai dove c’è più luce, anche se quella più intensa resta sempre la tua. Assapora la tua serenità e spensieratezza e pensa ogni giorno “quando è stata l’ultima volta che ho fatto qualcosa per la prima volta?”
Questo periodo finirà, è finito o forse non è mai esistito. Quasi sempre le cose sono solo nelle nostre teste, fanno perdere la rotta, ma soprattutto la bellezza di quello che ci circonda avendolo dato per scontato. Se si perde di vista tutto ciò ci sono barche che nemmeno a remi riescono a navigare. Ma il viaggio in tutto ciò com’è stato?
ACQUARIO
PESCI
L’aria della primavera vi risveglia e vi rinvigorisce. I semi che con tanta fatica avete piantato sbocceranno in bellissimi fiori di ciliegio, delicati proprio come voi.
Basta mangiare merendine e cioccolata tutto il giorno. È arrivato il momento di sostituire i biscotti con le barrette proteiche, la prova costume è dietro l’angolo… ma soprattutto non hai bisogno di assumere altri zuccheri, basti tu!
CAPRICORNO Hai annaffiato tante serate con l’oro del dio Bacco? La tua memoria vacilla? Non importa, non ti preoccupare, i momenti migliori sono quelli che godi appieno e non svaniscono mai.
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CORSI DI LAUREA AREA POLITOLOGICA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI Triennale - Classe L-36 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN RELAZIONI INTERNAZIONALI CURRICULUM STUDI EUROPEI - Biennale - Classe LM-52 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN RELAZIONI INTERNAZIONALI CURRICULUM COOPERAZIONE E SICUREZZA INTERNAZIONALE - Biennale - Classe LM-52
AREA PSICOLOGICA CORSO DI LAUREA IN PSICOLOGIA, SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE Triennale - Classe L-24 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIA CURRICULUM PSICOLOGIA CLINICA E DELLA RIABILITAZIONE - Biennale - Classe LM-51 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIA CURRICULUM PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI - Biennale - Classe LM-51 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIA CURRICULUM PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO TIPICO E ATIPICO - Biennale - Classe LM-51
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PERCORSI ECCELLENZA AREA UMANISTICA CORSO DI LAUREA IN LETTERE - STUDI UMANISTICI CURRICULUM DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA - Triennale - Classe L-10 CORSO DI LAUREA IN LETTERE - STUDI UMANISTICI CURRICULUM MATERIE LETTERARIE E LINGUISTICHE - Triennale - Classe L-10 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN LETTERE - SCIENZE UMANISTICHE CURRICULUM DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA UMANISTICA NELLE FORME MULTIMEDIALI Biennale - Classe LM-14 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN LETTERE - SCIENZE UMANISTICHE CURRICULUM LINGUA E LETTERATURA ITALIANA NELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA Biennale - Classe LM-14 CORSO DI LAUREA IN FILOSOFIA APPLICATA Triennale - Classe L-05 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE FILOSOFICHE APPLICATE Biennale - Classe LM-78
AREA INGEGNERISTICA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA E INFORMATICA CURRICULUM INFORMATICA - Triennale - Classe L-8 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA E INFORMATICA CURRICULUM ELETTRONICA E TELECOMUNICAZIONI - Triennale - Classe L-8 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INFORMATICA Biennale - Classe LM-32
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PERCORSI ECCELLENZA AREA SOCIOLOGICA-COMUNICAZIONE CORSO DI LAUREA IN SOCIOLOGIA Triennale - Classe L-40 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE Biennale - Classe LM-88 CORSO DI LAUREA IN COMUNICAZIONE DIGITALE E SOCIAL MEDIA Triennale - Classe L-20 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN COMUNICAZIONE DIGITALE Biennale - Classe LM-19
AREA SCIENZE MOTORIE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE Triennale - Classe L-22 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZA E TECNICA DELLO SPORT Biennale - Classe LM-68
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