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TURISMO, SOSTENIBILITÀ E TERRITORIO
Diversi concetti e tendenze scientifiche che cercano di conciliare crescita economica, conservazione ambientale e benessere sociale sono apparsi negli ultimi cinquanta anni. Sviluppo sostenibile, modernizzazione ecologica, economia circolare, transizione ecologica solo per citarne alcuni. Parole e mode si susseguono.
A questa deriva anche il massimo luogo deputato all’apprendimento deve far fronte da un punto di vista fattivo: per esempio con strutture fisiche ospitanti gli studenti e le attività a sostegno; con impianti energetici/ idrici a basso impatto; con procedimenti operativi adeguati, come i metodi nelle attività di ristorazione attente al riciclo dei materiali di scarto, ecc…
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Di questo sicuramente altri esprimeranno più precisamente le peculiarità, nel seguito l’intenzione è di esplicare quello che ugualmente una università deve far apprendere ai propri studenti oltre agli esempi citati e sotto gli occhi di tutti. le discipline dell’Ambiente, della Sostenibilità e del Territorio hanno un loro spazio nei corsi di laurea di Sociologia e Comunicazione digitale e social media. Attenzione, non era scontato. Molto spesso, come detto, si seguono le mode e non si approfondisce la questione anche perché oltre alla stessa disciplina madre, la sociologia, le discipline di cui ci occupiamo sono giovani e non consolidate. Nonostante ciò i suddetti percorsi formativi hanno individuato come fondamentali queste discipline. Il loro compito è fornire agli studenti, in primis, la consapevolezza dell’esistenza di tali ambiti e la necessità di un loro approfondimento affinché l’acquisizione delle competenze, che è trasversale rispetto a qualsiasi altro campo, permetta di non cadere nella trappola della superficialità delle parole e del loro uso, molto spesso di facciata. Uno per tutti la pratica del green washing che consiste nel riproporre, senza nessun cambiamento sostanziale, concetti, prodotti e attività preesistenti solo con minimi cambiamenti esteriori legati al contesto ambientale.
Sicuramente queste discipline, in particolare, scontano il contesto temporale in cui ci troviamo immersi e devono essere ancora di più assimilate 26
come necessario grimaldello alla visione conscia del presente.
Nessuno ha auspicato le tragedie, prima quella sanitaria e globale con la quale stavamo faticosamente convivendo e adesso quella di un conflitto troppo vicino e in grado di colpirci non solo da un punto di vista umanitario. Quest’ultima in special modo sta portando alla messa in discussione di percorsi di consapevolezza che davamo per acquisiti. L’idea di rinunciare alle nostre comodità ci fa riscoprire sentimenti di abbandono e/o indifferenza nei confronti di nostri simili che non consideriamo mai troppo vicini anche perché il nostro vicino fisico è lontano dalla nostra individualità sempre più egoistica.
Il ciclo si ripete: nel secolo scorso, ma anche prima, si sfruttavano risorse spesso non proprie e si gettavano altrove gli scarti, per esempio in Italia in località del sud e/o distanti. Poi lo stesso rifiuto ha viaggiato verso realtà lontane. Solo recentemente - ecco la relativa gioventù delle discipline ambientali e della sostenibilità - si è riscontrata consapevolezza in determinati territori, sicuramente in Europa. Però ci si è trovati di fronte a Paesi che non avevano avuto il nostro stesso sviluppo e necessitavano di fare purtroppo come noi e richiedevano l’allungamento di termini per rientrare in determinati parametri. L’Europa parla di scadenze ravvicinate 2030-2050 ma altri Stati indicano 20602070.
Come detto il fenomeno pandemico ma ancora di più la realtà di guerra in cui ci troviamo ha fatto risaltare bruscamente che almeno per l’Italia, ma non solo, le parole citate all’inizio a cui si deve aggiungere lo sviluppo sostenibile forte erano solo vuote parole e le iniziative intraprese erano e sono deboli.
Una Università green nei fatti deve dare gli strumenti adeguati ai propri studenti per trovare il loro giusto posto in una società che deve essere sicuramente attenta alle prossime generazioni, non distruggendo anzi salvaguardando il presente per consegnarlo intatto, preferibilmente migliore alle future generazioni già consapevoli, attraverso percorsi formativi adeguati alle ulteriori sfide che come visto ci troviamo e sempre di più ogni giorno dobbiamo fronteggiare.