3 minute read

IL FUTURO DELL’OCCUPAZIONE Analisi del rapporto Anpal e Unioncamere sui fabbisogni occupazionali

Next Article
Cusano Magazine 7

Cusano Magazine 7

L’Energy management in Cereal Docks è sempre stata una competenza distribuita tra tutte le persone dell’azienda. Trova concretezza in una persona fisica dedicata a partire dal 2015, con l’introduzione delle diagnosi energetiche; inizialmente impegnata anche in altre attività, dal 2019 si è dedicata completamente al ruolo. Oggi nell’organigramma si colloca esattamente dove dovrebbe essere: in area tecnica ma a diretto contatto con la direzione aziendale per discutere e proporre le opportunità, i progetti e i costi energetici.

Quanto pesa l’energia nel fatturato? Quali strategie si sono rivelate vantaggiose per Cereal Docks per scongiurare i rincari energetici?

Advertisement

L’energia pesa meno del 5% del fatturato, ma tenendo conto che quest’ultimo sfiora il miliardo di euro in valore assoluto, i costi risultano elevati. Inoltre fanno capo all’Energy management non solamente il costo dei vettori energetici ma anche il costo delle quote CO2 e gli incentivi che sono quantificabili in svariati milioni di euro all’anno.

Dal punto di vista della generazione di energia, gli impianti fotovoltaici e i cogeneratori provvedono a buona parte del fabbisogno della produzione. Vi sono alcuni asset di produzione che immettono in rete l’eccedenza così come siti minori che acquistano da rete. Ad oggi la poca energia acquistata da rete non è da fonti rinnovabili poiché compensiamo abbondantemente con quella immessa in rete da fonti rinnovabili già in nostro possesso su altri siti.

Per quanto concerne il tema, sicuramente caro alla Direzione, dei rincari energetici, i costi sono gestiti con una dinamica prezzo/ rischio per cui grazie alle coperture (fixing) effettuate negli anni precedenti siamo riusciti ad essere resilienti rispetto la situazione di mercato. Si pensi che stiamo già pensando di fissare una parte dei costi energetici per gli anni 2024 e 2025. Quanto all’autoproduzione di energia ormai è risaputo che in assenza di assetto cogenerativo coadiuvato da qualche fonte rinnovabile non si è più competitivi. Ormai è baseline di mercato. Poi se fatto in maniera ottimizzata e con lungimiranza ti permette di essere competitivo ma non creda che la concorrenza stia a guardare.

Avete un Sistema di Gestione dell’Energia per il controllo dei consumi? Viene effettuato un controllo su tutta la filiera?

Abbiamo un sistema di monitoraggio che si integra fino al processo aziendale in modo tale da capire il motivo degli scostamenti dei KPI (Key Performance Indicators) energetici raffrontati con la qualità del prodotto finito. È sicuramente un nostro obiettivo la certificazione ISO 50001.

Il controllo di filiera viene effettuato da ognuno per la sua parte: Energy manager per la parte consumi e generazione di energia, Logistic manager per la parte di trasporti dei prodotti in ingresso e in uscita, Agronomic department manager per la parte di filiera agroalimentare e Sustainability manager per la parte di sostenibilità in senso più generale. Come vede è la collaborazione tra vari dipartimenti che fa la differenza. Siamo da poco diventati Società benefit e abbiamo quindi l’obbligo di produrre una relazione di impatto allegata al bilancio con degli obiettivi quantitativi misurabili. È una grande sfida anche perché il miglioramento costante ha margini di perfezionamento che continuano ad assottigliarsi. Tra 10 anni ci vediamo sicuramente cresciuti come gruppo e molto diversificati. Il ruolo dell’EM risulta ormai parte integrante del processo decisionale ed egli deve proporre, monitorare e confrontarsi ininterrottamente con le altre funzioni aziendali. Il prezzo da pagare per chi tralascia questo dettaglio non è più solamente economico ma anche di mercato poiché ormai i valori di sostenibilità in senso ampio fanno parte del processo decisionale di tutta la filiera.

Marco Dalla Bona

Come avviene la sensibilizzazione dei dipendenti e dei clienti su tali tematiche?

Nel gruppo vi sono pochi dipendenti poiché tutti i processi sono automatizzati al massimo visti gli alti volumi in gioco, perciò tutti sono a conoscenza dell’importanza dell’efficienza energetica. Chiaramente è necessario continuare a condividere le idee e gli obiettivi poiché l’idea migliore può arrivare da qualunque stabilimento e a qualunque livello, quindi conoscenza, condivisione e apertura sono la chiave.

energia, ambiente e società? Dove vi vedete tra 10 anni grazie all’implementazione continua di tali strategie energetiche? E che grado di importanza decisionale e gestionale ha l’EM in tutto questo?

This article is from: