As unicusano 2017 04 11

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unicUSANO LAB - INGEGNERIA E RICERCA

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

L’ecosostenibilità

approda anche a bordo Un’approfondita analisi di UnicusanoLab sulle nuove tendenze dei materiali impiegati per i rivestimenti interni nel settore automobilistico

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egli ultimi anni si è sempre più diffuso il concetto di sostenibilità, applicabile, in particolare, ai settori ambientale, economico e sociale, contribuendo alla definizione di benessere e progresso. Tale visione è stata abbracciata e fatta propria anche dal settore automobilistico che sta cercando di diffondere la cultura della mobilità sostenibile, integrando gli aspetti etici e ambientali con quelli tecnici e di design. E questa tendenza ha suscitato l’interesse dei laboratori di ingegneria dell’Università Niccolò Cusano, che analizzano il tutto dal punto di vista tecnico. Al fine di soddisfare i criteri di sostenibilità, sicuramente centrale è infatti il ruolo dei materiali impiegati per le diverse componenti dell’auto, tra cui quelli per i rivestimenti degli interni. In tale campo si stanno testando e sperimentando numerosi materiali sostenibili in alternativa a quelli di impiego comune (e.g. pelli naturali - di origine animale- pelli sintetiche e diversi tipi di tessuti), al fine di contribuire a un’economia circolare sostenibile. La

ricerca di materiali alternativi è giustificata e promossa da motivazioni economiche (difficoltà a reperire la materia prima), etiche e ambientali nel caso di pelli naturali, come anche da problematiche di inquinamento nel caso di pelli sintetiche, in quanto la loro produzione comporta l’impiego di sostanze tossiche. In tale ottica sono stati proposti prodotti ecosostenibili sviluppati a partire da scarti agro-alimentari. È stata, per esempio, sviluppata la Piñatex (contrazione di “pineapple” e “texture”), materiale simil pelle ricavato dalle foglie dell’ananas, riuscendo a produrre un metro quadrato di tessuto a partire da circa 500 foglie. Queste, infatti, contengono fibre forti e flessibili che possono essere lavorate dando origine a un finto scamosciato, con notevoli vantaggi in termini di leggerezza (peso pari a un quarto rispetto a quello della pelle naturale) ed economici (circa 23 euro al metro quadro vs 25-38 euro del pellame). Tale materiale, inoltre, è da considerarsi completamente ecofriendly, perché costitui-

to da fibre ecologiche e compostabile, e è stato già utilizzato, con successo, per realizzare borse, abiti, scarpe. Dati il basso costo, la resistenza meccanica, la flessibilità, la leggerezza e la resistenza al calore, all’abrasione, all’acqua e agli strappi, diverse aziende automobilistiche e aeronautiche lo stanno testando per rivestire interni, insieme al Fruit leather, tessuto ottenuto a partire da prodotti di scarto di frutta e verdura, alla pelle ottenuta da funghi e da sughero delle querce, fino alla pelle di salmone derivata dal riciclo dell’industria alimentare. Queste tipologie di materiali sono attualmente oggetto di studio e sperimentazione e il loro impiego in tali campi consentirebbe di risolvere simultaneamente problemi sociali, etici e ambientali, trovando un nuovo impiego a materiali di scarto e riducendone l’accumulo che comporta inquinamento e costi di smaltimento. A cura della professoressa Ilaria Cacciotti Docente di Biomateriali e ingegneria dei tessuti e Scienza e tecnologia dei materiali Università Niccolò Cusano


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