unicUSANO LAB - INGEGNERIA E RICERCA
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
Il senso del tatto nella nostra auto
I laboratori di ingegneria dell’Università Niccolò Cusano analizzano le funzioni dei sensori di pressione e le informazioni che trasmettono
N
el nostro mondo sempre più digitalizzato, il controllo riveste un ruolo importante nella vita. Un tempo le auto potevano “dirci” se avevamo lasciato una portiera aperta (con le luci di cortesia) oppure se una lampadina non funzionava correttamente. Oggi, le auto controllano da sole il livello dell’olio del motore, possono accendere in autonomia le luci o attivare il tergicristallo, ci comunicano se è il momento per il tagliando e spesso frenano se rilevano un ostacolo imminente. Per acquisire le informazioni, la centralina elettronica dell’auto è collegata a diversi sensori che hanno il compito di fornire le informazioni relative al funzionamento del motore e degli altri elementi del veicolo. La centralina può così elaborare i parametri per consentire, ad esempio, al motore stesso un funzionamento efficiente, riducendo il consumo di carburante e contenendo le emissioni inquinanti. Tra i “sensi” di cui deve essere dotata la centrali-
na dell’auto, sotto la lente dei laboratori di ingegneria dell’Università Niccolò Cusano, vi è il tatto. Questo tipo di informazione arriva grazie ai cosiddetti sensori o trasduttori di pressione. Un sensore di pressione trasforma tale grandezza fisica in un segnale che possa essere elaborato da un sistema elettronico. Le tipologie di trasduttori di pressioni sono moltissime, tutte basate su principi fisici diversi. Molto diffusi sono i sensori di tipo piezoresistivo e piezoelettrico: la deformazione della membrana sensibile si traduce in una variazione di resistenza elettrica o in una differenza di potenziale. Entrambe le grandezze vengono poi condizionate per tradursi in un segnale elettrico gestibile dal sistema di controllo. Negli autoveicoli, un ruolo importante è certamente rivestito dal sensore di pressione e dal sensore di pressione e
temperatura nel collettore del motore, importanti per la definizione della corretta miscela aria/carburante sia per motori aspirati che sovralimentati. Oltre che ridurre gli sprechi di carburante, un valore corretto consente anche il contenimento delle emissioni nocive. Sempre più diffusi sono oggi i sistemi di monitoraggio della pressione degli pneumatici (TPMS, Tyre Pressure Monitoring System). Lo pneumatico correttamente gonfio non solo dura più a lungo, ma garantisce la migliore tenuta di strada ed evita di consumare più carburante, riducendo così la quantità di CO2 emessa (solo 0,2 bar in meno di quanto necessario aumenta il consumo di carburante del 5%). a cura di Stefano Salvatori prof. associato di Elettronica presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano