As unicusano 2017 09 19

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unicUSANO LAB - INGEGNERIA E RICERCA

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

Guida autonoma la tecnologia avanza

I laboratori di ingegneria dell’Università Niccolò Cusano analizzano i benefici in termini di sicurezza e accessibilità. Ecco gli scenari

V

eicoli connessi, tra loro e con l’infrastruttura, e veicoli autonomi, cioè che si guidano da soli, sono oggetto di sperimentazione da parte di tutte le case automobilistiche e di new entry come Google e Uber. In Italia, l’auto autonoma è stata sperimentata dal laboratorio VisLab dell’Università di Parma diretto dal professor Alberto Broggi. Il primo servizio pubblico di minibus senza conducente è stato quello che ha interessato la zona pedonale del lungomare di Oristano, sperimentazione condotta nell’estate del 2014 grazie al progetto CityMobil2 finanziato dalla Commissione Europea. La strada da percorrere prima che il veicolo autonomo si trasformi in realtà quotidiana è ancora lunga, anche perché l’Italia è firmataria della Convenzione di Vienna che impedisce la guida senza conducente. Ma il veicolo autonomo è solo l’ultimo stadio del processo di innovazione digitale dei veicoli. Dai veicoli automatici si attendono benefici in termini di sicurezza e non solo. L’automazione è in grado di eliminare l’errore umano. Si pensi che

gli errati comportamenti di guida sono la principale causa di incidenti. Ulteriori benefici sono la liberazione di tempo per altre attività e il maggiore comfort per i conducenti, soprattutto per i pendolari costretti a fare lunghi spostamenti quotidiani. Poi la possibilità di uso dell’auto da parte di anziani e portatori di handicap. Le sfide che si devono affrontare riguardano in primo luogo l’accettabilità da parte degli utenti. Le indagini di mercato rivelano che molti ancora non si fidano e altri preferiscono comunque il piacere della guida. Ci sono barriere di costo, barriere legali e assicurative, barriere relative alla privacy e alla sicurezza informatica, la cosiddetta cybersecurity, da superare. è in atto una competizione tra territori per accaparrarsi gli investimenti per lo sviluppo di queste tecnologie. Si tratta di un’importante opportunità anche per l’Europa e l’Italia. Ma le ricadute dell’auto automatica non finiscono qui. Un’autentica rivoluzione potrebbe verificarsi nei servizi di mobilità, soprattutto per gli spostamenti urbani. Lo scenario più suggestivo è quello di una mobilità

basata non più sul possesso dell’auto, ma sulla condivisione. Si tratta dei cosiddetti robot-taxi. Supponiamo di doverci recare a teatro o al ristorante. Con il nostro smartphone chiamiamo un veicolo senza conducente che arriva sotto casa. Il veicolo ci porta a destinazione e si libera per un nuovo servizio. Il viaggio è stato confortevole e sono scomparsi i problemi di parcheggio. Negli Stati Uniti si studia la sostituzione dei servizi di autobus in città a densità insediativa medio-bassa con flotte di robot-taxi. Le case automobilistiche non dovrebbero temere questo scenario: se da una parte molti potrebbero rinunciare al possesso dell’auto, dall’altra i veicoli di queste flotte per via delle alte percorrenze sarebbero soggetti ad elevate frequenze di rinnovo. Si tratta di uno scenario non troppo lontano dalla realtà, se si pensa che l’innovazione dei veicoli entra più facilmente nei mercati attraverso le flotte per via degli alti costi. Uno scenario minaccioso per i tassisti e gli autisti di autobus? Paolo Delle Site Docente di Tecnica ed Economia dei Trasporti, Università degli Studi Niccolò Cusano


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