uniCUSANO LAB - INGEGNERIA e ricerca
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK
storia del sidecar tra mito e leggenda
L’Unicusano Lab ci porta alle origini di un veicolo che venne presto prodotto dalle grandi case motociclistiche per uso militare e civile
L
e origini del sidecar risalgono alla fine del XIX secolo. M. Bertoux, ufficiale dell’esercito francese, modificò una bicicletta aggiungendo al telaio una triangolazione di tubi, che sosteneva una terza ruota laterale, all’altezza di quella posteriore, un sedile dotato di schienale e un poggiapiedi. Tale veicolo si aggiudicò il premio offerto da un quotidiano per il miglior metodo per trasportare un passeggero su una bici. Era nato il sidecar, che l’Unicusano Lab celebra in questa ricostruzione storica. Prima degli anni Cinquanta le motocarrozzette erano abbastanza diffuse, fornendo una valida alternativa economica alle automobili. Tutte le grandi case motociclistiche dell’epoca produssero diversi modelli di sidecar sia per uso civile che militare. Durante la seconda guerra mondiale i sidecar divennero il veicolo da terra più usato in assoluto.
La BMW e la Zundapp, già nei primi anni ’30, progettarono modelli come il BMW R71 ed R75 e la Zundapp KS 750. Il primo divenne il sidecar simbolo della Wehrmacht (le forze armate tedesche) e fu utilizzato in molte campagne. I sidecar si rivelarono efficienti per la maggior agilità e rapidità di azione, per la loro manovrabilità, affidabilità, economicità, facilità di manutenzione e caratteristiche tecniche innovative: lo Zundapp KS 750 adottava già 70 anni fa l’impianto idraulico frenante. Inoltre, i modelli per la campagna in Africa furono dotati del filtro sopra il serbatoio e lo scarico sopraelevato: il primo sidecar anfibio. Terminata la guerra, le industrie orientarono la produzione verso l’uso civile. Il sidecar permetteva un modo di viaggiare stabile e confortevole anche sulle lunghe distanze. Il carrozzino era tipicamente ricoperto d’acciaio ed era assemblato a mano; inoltre, si decise di collegarlo allo scooter con un tubo
singolo. Un’ulteriore modifica prevedeva la sostituzione dei rapporti del cambio, accorciato per facilitare il superamento di notevoli pendenze. Per diverso tempo i sidecar sono stati i protagonisti delle strade italiane: affiancati non solo ai classici monocilindrici da 500 cm3 costruiti dalla Guzzi e dalla Gilera, ma anche a moto di cilindrata inferiore e perfino agli scooter Vespa e Lambretta. Il sidecar si contraddistingueva per le sue eccellenti prestazioni, anche su terreni sconnessi e nevosi, posizionandosi come esempio di comfort. Le motocarrozzette odierne, per l’uso stradale, sono più che altro una curiosità: vengono prodotti sidecar nuovi esclusivamente su ordinazione degli appassionati. Modelli nuovi, ma ispirati ai vecchi gloriosi sidecar del passato, originali e irripetibili. Ing. Gennaro Salvatore Ponticelli, PhD candidate in Industrial Engineering Università Niccolò Cusano