Ms unicusano 2017 05 02

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uniCUSANO LAB - INGEGNERIA e ricerca

I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

in viaggio sulle strade dell’ex unione sovietica

L’UnicusanoLab ripercorre l’evoluzione dei mitici sidecar della IMZ-Ural La versione moderna garantisce prestazioni elevate. Rispettando le origini

L

e differenti condizioni climatiche, i carburanti, il fondo stradale nonché lo stile di guida continentale asiatico rappresentano parametri completamente diversi rispetto a quelli europei e rendono il mercato russo un luogo peculiare per lo sviluppo di motoveicoli. Tra le case storiche del vecchio blocco sovietico non possiamo evitare di concentrarci sulla IMZ-Ural (Irbitskiy Mototsikletniy Zavod, www.imz-ural.com), arcinota casa produttrice dei famosi sidecar che ultimamente si è lanciata anche nella produzione di motocicli privi di carrozzella. La IMZ-Ural, voluta da Stalin nel contesto delle tante azioni preventive in vista dell’invasione tedesca, cominciò la produzione in modo non convenzionale - ma certamente foriero di buoni auspici - riadattando una fabbrica di birra e portando la produzione di copie dell’R71 della BMW da meno di diecimila pezzi prodotti durante il conflitto ai 3,2 milioni di pezzi odierni. Le condizioni difficili delle strade sovietiche resero necessarie delle precauzioni ingegneristiche per rendere la motocarrozzetta stabile e performante. Proverbiale in tal senso, fin dal modello M-72, è la trazione inseribile senza differenziale anche sulla terza ruota della carrozzella, accortezza che adatta il mezzo al fuoristrada ma che espone il principiante a cappottamenti in curva data l’imprescindibile asimmetria del mezzo in questione. La versione moderna comprende ovviamente ammortizzatori Sachs a prestazioni elevate, alternatori Nippon Denso, iniezione elettronica Ducati, un cambio a quattro più retromarcia, trasmissione con finale a cardano e freni Brembo a disco su tutte e tre le ruote (ma in alcuni modelli riscontriamo la presenza nostalgica dei freni a tamburo). Modifiche recenti sull’albero

L’Ural-T, il nuovo entry-level della gamma sidecar dotato di motore da 40 cv

a gomiti hanno aumentato le capacità del motore di circa il 15% (da 650 cc a 750 cc) per venire incontro agli standard americani. Il prezzo di listino dei moderni modelli sidecar Ural si aggira intorno ai 15.000 USD, che in effetti è abbastanza alto rispetto al rapporto con le prestazioni.

furono l’avviamento alternativo a pedale, come sobria alternativa alle moderne diavolerie elettroniche ovviamente comunque in dotazione. Ciliegina sulla torta la forcella Earles e il freno posteriore a tamburo che è la stessa sensazione di telefonare dalla cabina col gettone.

Se però siete dei veri ammiratori del sidecar con un occhio di riguardo al portafogli, il modello da tenere sotto osservazione è certamente l’Ural-T: il nuovo entry-level nella gamma sidecar dal prezzo opportunamente inferiore ai 10.000 euro e dotato di motore da 40 cv con cambio a quattro rapporti più retromarcia.

L’unica critica che eleviamo a questo pezzo anacronistico d’arte è la famosa e pittoresca ruota di scorta posteriore che non è in dotazione ma può (e a nostro modesto avviso deve) essere acquistata a parte, nonché ovviamente la caratteristica sensazione di guida rustica e spartana, che se per alcuni può essere piacevole, sulle lunghe percorrenze diviene faticosa per le articolazioni. Se però vorrete considerare la possibilità di farvi una gita domenicale, eventualmente anche sulla neve, col vostro amico a quattro zampe a fianco con occhialoni da aviatore, tutto il resto può essere tranquillamente trascurato.

Restando fedelissimi al concept sovietico il minimalismo dello stile è assoluto: la livrea completamente nera è per amanti del vintage come d’altronde la meccanica, che a vista ricorda il bicilindrico boxer 750 di quelle poche mitologiche BMW che furono donate proprio dall’avversario germanico all’allora non belligerante vicino bolscevico. Non può mancare per il malinconico aficionado dei tempi che

a cura del Professor Pietro Oliva Docente della Facolta di Ingegnieria Università Niccolò Cusano


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