UNICUSANO FOCUS Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL
I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK MARTEDì 12 APRILE 2016 www.corrieredellosport.it
Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano
Medicina Scenari Ictus, l’importanza Antiterrorismo, il ruolo della prevenzione delle scienze forensi > A PAGINA III
Università Tutti i vantaggi della telematica
> A PAGINA VI
> A PAGINA IV
cristina d’avena
restiamo
bambini
calcio, serie d
Per Innocenti una carriera da goleador Foto Filippo venturi
> A PAGINA VII
special olympics
Lo sci aiuta a conquistare > Amata da più l’autonomia
di una generazione la cantante si racconta: «Le sigle dei cartoni animati aiutano a rivivere le gioie dell’infanzia e ad affrontare i problemi con leggerezza»
> A PAGINA II
Mario Bove
> A PAGINA V
IL PUNTO Il Consiglio dei Ministri nel pomeriggio di venerdì 8 aprile - quindi entro il termine del 10 aprile previsto dalla legge 39/2011 ha presentato il DEF (Documento di Economia e Finanza) per proporlo alle Camere che dovranno approvarlo. Si tratta del principale strumento di programmazione economico-finanziaria a disposizione del Governo per fissare le strategie da attuare nel medio termine; costituisce la base per la legge di stabilità annuale e viene poi integrato e modificato attraverso la Nota di aggiornamento che è presentata e approvata nel mese di settembre. Esaminiamo alcuni dati in esso contenuti. Il PIL è atteso in crescita ma meno del previsto; nel 2016 + 1,2% invece del + 1,6%, nel 2017 +1,4% e nel 2018 +1,5%. È evidente che l’aumento ipotizzato nel DEF per il 2016 ha subito un notevole ridimensionamento rispetto alle previsioni ma confrontato con lo 0,8% del 2015 presenta un incremento del 50%; indubbiamente si tratta di un andamento che ral-
Economia, una prima e sintetica analisi del Def lenta ulteriormente le prospettive di recupero dopo la ben nota crisi, ma non va considerato isolatamente. Le condizioni del contesto macroeconomico a livello internazionale, infatti, negli ultimi mesi del 2015 e nei primi tre del 2016 sono improvvisamente e inaspettatamente peggiorate, soprattutto per effetto dei nuovi focolai di deflazione, della diminuzione incontrollabile del prezzo del petrolio e delle difficoltà dei grandi Paesi emergenti; ciò, ovviamente, ha modificato radicalmente le possibilità di crescita e sviluppo del nostro Paese, che comunque si spera possano migliorare nei prossimi mesi. Il rapporto deficit/PIL, atteso in discesa al 2,3% nel 2016 (2,6% nel 2015), si prevede all’1,8% (precedente previsione 1,1%) nel 2017 e allo 0,9% nel 2018. In sostanza,
quindi, sarà ancora necessario ampliare il deficit pubblico rispetto alle previsioni facendo ricorso alle clausole di flessibilità per le quali, però, occorre il benestare europeo; del resto, anche per il 2015 siamo in attesa del giudizio che dovrebbe arrivare entro giugno. Il pareggio di bilancio è rinviato dal 2018 al 2019, ma d’altronde la filosofia del DEF è evidentemente orientata ad alimentare ancora la leva del deficit, nel rispetto del famoso parametro del 3% previsto nell’ambito UE, in modo da rendere possibile il rafforzamento della crescita attraverso il potenziamento delle risorse disponibili. Il rapporto debito pubblico/PIL scende - più lentamente del previsto - al 132,4% (132,7% nel 2015 ma indicato per il 2016 nella Nota di aggiornamento al DEF 2105 al 131,4%), si
prevede al 130,9% nel 2017 e al 128% nel 2018; siamo ancora ben lontani dal 60% stabilito nell’ambito europeo, anche se questo - magra consolazione - ci accomuna alla stragrande maggioranza degli altri Paesi. Il tasso di disoccupazione, pari all’11,9% nel 2015, è atteso in discesa all’11,4% nel 2016, al 10,8% nel 2017 e al 10,2% nel 2018; si dovrebbe fare di più ma è evidente che le prospettive occupazionali dipendono fortemente da investimenti, crescita e sviluppo che stentano a decollare. La pressione fiscale, pari al 43,5% nel 2015, dovrebbe attestarsi al 42,8% nel 2016 per poi scendere al 42,7% nel 2017 e risalire leggermente al 42,8% nel 2018; indubbiamente sono progressi assolutamente marginali e poco significativi in un contesto ancora dominato
da preoccupanti fenomeni di evasione fiscale. I dati evidenziati riguardano i principali aggregamenti presenti all’interno del DEF, testimoniano, nel complesso, una prospettiva per il 2016 meno positiva del previsto e, al di là delle motivazioni, costituiscono un freno alle aspettative dei cittadini che continuano ad assistere, quasi impotenti, a fenomeni globali e domestici che non fanno intravedere sostanziali miglioramenti nel medio termine. Le banche centrali e la BCE in particolare - come delineato nell’editoriale del 15 marzo 2016 – stanno intervenendo costantemente, puntualmente e con grande forza per migliorare la situazione ma le manovre di politica monetaria possono costituire soltanto un rimedio temporaneo alle difficoltà esistenti.
Come ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in una recente intervista al Sole 24 Ore, senza l’intervento della BCE crescita e inflazione sarebbero più basse dello 0,50%, con effetti dirompenti sull’economia dell’UE e conseguenze inevitabili su quella italiana. Mario Draghi qualche giorno fa ha manifestato grande preoccupazione in relazione ai rischi di tenuta dell’economia europea di fronte a nuovi shock e alle prospettive occupazionali delle nuove generazioni. Insomma, prendiamo atto della situazione prospettata dal DEF e di quella del contesto internazionale, ma speriamo che le condizioni di quest’ultimo possano evolvere positivamente, consentendo al nostro Paese di presentare miglioramenti nella Nota di aggiornamento del prossimo settembre e nei dati definitivi del 2016. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università Niccolò Cusano
II unicusano focus CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 12 APRILE 2016
ricerca E CULTURA
roma
al festival
Il 6 maggio al Piper Club con i Gem Boy
Sul palco dell’Ariston tramite i social
Cristina D’Avena sarà al Piper il 6 maggio. Nel locale - dove ha collezionato dal 2010 a oggi una serie di sold out - tornerà con la band bolognese dei Gem Boy per regalare un tuffo nel passato accompagnato da parodie e ironia.
A portarla a Sanremo è stata una petizione partita dal web e dai social due anni fa con All Music Italia. All’Ariston ha cantato oltre a “Il valzer del Moscerino” sigle amatissime come “Kiss Me Licia”, “Occhi di gatto”, “I Puffi”.
Mario Bove
cristina d’avena «l’infanzia resta sempre con noi» Più di una generazione è cresciuta con la sua musica «Sorrisi e spensieratezza aiutano a vivere meglio» I giovani di oggi «Nell’iPod hanno pezzi rock e sigle degli anni Ottanta, che sono sempre di tendenza»
Le lettere «Nonostante i social in tanti ancora usano carta e penna: mi scrivono storie che toccano il cuore»
Il consiglio «Siamo in un periodo pieno di difficoltà: essere positivi aiuta ad affrontare la vita con più leggerezza»
Gli impegni «Mi sarebbe piaciuto recitare in un film, per ora continuo con i miei live che sono energia pura»
Paziente, solare, positiva, allegra. Cristina D’Avena si descrive così. Da oltre 30 anni interprete di sigle di cartoni animati, è per la sua schiera di fan molto più che una cantante, attrice, e conduttrice ma un vero e proprio mito: «Ho un pubblico variegato e trasversale. Bambini, ragazzi, adulti. Ma anche nonni che mi seguono da quando ho fatto lo Zecchino d’oro». Il segreto per stare bene è, secondo la regina delle sigle, «essere positivi, cercare la luce nei momenti bui», ma soprattutto tenere stretto a sé «quel bambino che resta in ognuno di noi». Impegnata in concerti e spettacoli (con i Gem Boy sarà al Piper Club di Roma il 6 maggio), amatissima dai social (è grazie a una petizione lanciata dai fan su Twitter che è approdata a Sanremo come super ospite), corteggiata dalla tv (ha detto no all’Isola dei famosi), sostenuta da «una famiglia unita e presente» («mia sorella Clarissa è straordinaria!»),
Vieni accolta nei tuoi live con enorme affetto e calore. Ti fermano per strada per selfie e autografi. Ti è mai andata stretta questa popolarità? «No, sono una persona estremamente tranquilla e paziente. Sorrido e mi trattengo con le persone. Non mi pesa: anzi, mi piace il contatto con il pubblico. Ai concerti il pubblico canta e mi trasmette carica, forza, adrenalina: un’energia non indifferente».
Cristina D’Avena è la regina delle sigle dei cartoni animati
credente, devota, piena di vita, Cristina D’Avena non ha molti rimpianti: «Mi sarebbe piaciuto fare un film». Guarda avanti con grinta ed energia e assicura che “in pentola bollono tante cose». Perché la sua musica «è sempre di tendenza»: «Lo sapete che i giovani nell’iPad hanno pezzi rock e poi la sigla di “Mila e Shiro”? Ne vado fiera e orgogliosa». Cristina, Cantare le tue canzoni fa tornare bambini. Capita anche a te? «Sì. Anche io ogni tanto torno bambina: ho la fortuna di cantare per un pubblico giovane
che mi segue da anni. Soprattutto, ho la fortuna di entrare grazie alla musica in un mondo fantastico che è quello dei cartoni animati. Cantare la sigla di un cartone animato aiuta a far rivivere, nella maniera più bella e più pura, la gioia e la spensieratezza dell’infanzia. Aiuta a rimanere un po’ bambini e a tirare fuori la nostra parte più nascosta. E quando l’infanzia viene fuori inevitabilmente ci emozioniamo. Le sigle dei cartoni animati sono dentro di noi, fanno parte di noi e della nostra infanzia. E l’infanzia non si può rinnegare: non si può rinnegare una parte di te».
Un consiglio ai giovani? «Reagire con positività alle difficoltà. È un momento difficile e di fronte a certi eventi siamo impotenti. Poi la crisi, il lavoro. Quello che mi sento di dire è: non abbattetevi mai. Ricevo ogni giorno messaggi e lettere. C’è ancora chi a Facebook preferisce carta e penna e per me è sempre una grande emozione riceverle: mi raccontano storie che toccano il cuore. Invito tutti a non arrendersi, a darsi da fare, a trovare la posi-
tività in tutte le cose. Io sono una persona estremamente positiva: penso che un po’ di positività aiuti ad affrontare meglio la vita. A sentirsi più leggeri». La tua è una grande carriera iniziata un po’ di tempo fa. Rimpianti? «Non aver preso parte a qualche film, telefilm o fiction. Mi piace molto recitare: avrei fatto anche l’attrice in maniera molto spontanea. Ma non mi sono mai proposta e non è venuto mai in mente a nessuno. In ogni caso: io sono qua. Ho detto invece no a diversi reality. Semplicemente perché non mi sento portata: sono molto discreta e riservata. Il solo fatto di avere una telecamera sempre puntata addosso mi disturberebbe». Il segreto per stare in forma? «Positività e luce. Non amo il buio ma il sole: cerco sempre la luce. Mi dà energia. L’energia aiuta il corpo e la mente». Ti rivedremo in tv? «Per ora continuo i miei live. Canto per il mio pubblico e per me stessa: mi piace e mi diverto. Mi aspetta ancora tanta musica. Per la tv vedremo. Ho ancora viva l’emozione di Sanremo. Un dono che mi hanno fatto i fan. Non pensavo di arrivare fin lì. Conosco tanti giovani artisti. Mi piacerebbe coinvolgerli in nuovi progetti discografici. Ci sono in cantiere diversi progetti, spero di realizzarli». © Copyright Università Niccolò Cusano
Mario Bove
«Ho detto no a diversi reality ma grazie ai fan ho vissuto l’emozione di Sanremo»
nutrizione
Quanti miti su zucchero e dolcificanti La dottoressa Manzi: «Bandito il fruttosio mentre l’aspartame risulta innocuo sull’organismo»
Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: ufficiostampa@unicusano.it
Zucchero di canna, zucchero bianco, stevia, fruttosio e ancora dolcificanti artificiali. Sono solo alcuni dei prodotti disponibili sul mercato normalmente impiegati per “addolcire” gli alimenti. Un veloce excursus è quello che la nutrizionista Chiara Manzi, massima esperta di nutrizione culi-
naria, ha raccontato ai microfoni di Radio Cusano Campus, durante la diretta del programma Genetica Oggi. Dottoressa Manzi, partiamo con lo zucchero bianco e con lo zucchero di canna. È vero che il primo fa meno male del secondo? «Lo zucchero bianco viene spesso indicato come “Il nemico n. 1” sul modello del fumo. In realtà non c’è molta differenza fra questo e lo zucchero di canna perché ciò che fa male dello zucchero non è il processo produttivo bensì il picco glicemico che evoca nel
nostro organismo e che ci fa ingrassare molto velocemente. Ricordiamo che il grasso corporeo è fra le prime cause di tumore. Lo zucchero di fatto nutre i tumori non per i suoi processi produttivi ma perché da una concentrazione di calorie così veloce da non essere metabolizzato e da alimentare grasso corporeo. Quindi fra zucchero bianco e di canna non c’è nessuna differenza. Ci danno le stesse calorie e lo stesso picco glicemico». Il fruttosio invece è consigliato? È un buon prodotto? «Non direi. Nel 2012 la Socie-
tà Italiana di Nutrizione Umana ha bandito l’uso del fruttosio aggiunto in quanto il fruttosio, nonostante abbia un valore dolcificante maggiore del saccarosio e quindi se ne potrebbe usare di meno, è stato assodato che consumarlo aumenta il grasso viscerale. In pratica ci fa ingrassare ancora più velocemente dello zucchero bianco e in più aumenta quel grasso che risulta essere molto pericoloso per le malattie cardiovascolari, quello viscerale appunto. Va dunque evitato con attenzione». Si parla sempre di più del dol-
cificante stevia, che arriva dal Sud America. Ci aiuti a capirne di più. «La stevia è un dolcificante naturale estratto dalle foglie dell’omonima pianta. Dolcifica circa 200 volte più dello zucchero. Non ha controindicazioni tranne la praticità di uso nei dolci perché è molto difficile da dosare. È comunque un valido sostituto del saccarosio». L’aspartame, dolcificante artificiale, è invece da bocciare? «L’aspartame può essere promosso perché è innocuo. Viene metabolizzato tranquillamente dal nostro organismo.
La dottoressa Chiara Manzi
Non si raggiungono nemmeno lontanamente delle dosi che possono risultare pericolose per la nostra salute ed è inoltre economico. Non ci sono prove scientifiche della cancerogenicità dell’aspartame sul nostro organismo». © Copyright Università Niccolò Cusano
martedì 12 APRILE 2016
UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
ricerca E CULTURA
il dato
la campagna
Meno rischi con verdura, frutta e pesce
Ad aprile un pieno di iniziative
Il consumo di olio d’oliva, frutta, verdura e pesce azzurro può ridurre il rischio ictus fino al 20%. L’Oms valuta in circa 2,64 milioni di casi l’anno il totale delle morti attribuibili a uno scarso consumo di frutta e verdura.
In occasione di “Aprile mese della prevenzione dell’Ictus cerebrale”, la Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus darà vita a iniziative di prevenzione e di informazione (l’elenco completo sul sito www.aliceitalia.org).
«alimentazione sana per prevenire l’ictus» Il professor Toni: «Insieme alla sedentarietà, i vizi della tavola sono tra i fattori che favoriscono l’insorgere di una malattia debilitante» la seconda causa di demenza. Si capisce bene che l’impatto sui sopravvissuti è decisamente molto più importante di quanto il semplice dato di mortalità ci farebbe pensare».
Parla lo specialista dell’Umberto I di Roma: «Guarire si può, ma è meglio pensarci prima»
Quali sono i sintomi che dovrebbero mettere in allarme? «I sintomi più evocativi sono la perdita improvvisa di forza in una metà del corpo, in un braccio e/o in una gamba, la bocca che si storce, la difficoltà a pronunciare le parole perché vengono articolate male, perché il paziente in quel caso è afasico. Sono i sintomi principali. Poi ce ne possono essere altri come le vertigini, che isolate non sono indicative, ma che se associate ai sintomi appena ricordati acquisiscono un significato maggiore».
«L’impatto su chi sopravvive è spesso più significativo del freddo dato sulla mortalità» La prevenzione dell’ictus cerebrale passa attraverso la tavola. Una corretta e attenta alimentazione può fare la differenza in termini di salute vascolare. Ne ha parlato il professor Danilo Toni, responsabile Unità di Trattamento Neurovascolare del Policlinico Umberto I di Roma, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, durante la diretta del programma Genetica Oggi. Una riflessione che arriva in un mese, quello di aprile, che A.L.I.CE Italia Onlus dedica proprio alla prevenzione di questa patologia. Professor Toni, parliamo
di ictus cerebrale che, purtroppo, rappresenta ancora la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza nei paesi industrializzati. Con l’aumento dell’età media i numeri non faranno che aumentare. «Aggiungiamo inoltre che è la prima causa di invalidità e
«I sintomi più evocativi sono la perdita di forza in una metà del corpo, l’afasia e le vertigini»
Dall’Ictus però si può guarire. «Assolutamente sì, l’ictus è una malattia curabile e curabile benissimo. Prima di tutto grazie al ricovero nelle unità neurovascolari, quindi le unità specialistiche nella gestione del paziente. Sono strutture analoghe a quelle per l’infarto miocardico.
All’interno di queste strutture è possibile, in alcuni pazienti, attivare delle terapie di rivascolarizzazione, ossia di apertura del vaso che si è chiuso. Tutto questo tramite trattamento farmacologico o meccanico. Oggi si può entrare nelle arterie grazie a dei cateteri e andare a portar via quello specifico trombo che magari non ha risposto bene alla terapia farmacologica adottata per scioglierlo». Professore, contro il tempo c’è poco da fare. Ma forse sulle cause secondarie qualcosa si può fare. Parliamo di alimentazione, la prevenzione può iniziare a tavola? «Certo che sì. Ricordiamo
che la cosa più importante è prevenire le malattie. Per quanto riguarda l’ictus, visto che i fattori di rischio principali sono l’ipertensione, l’obesità e i livelli elevati di grassi nel sangue, insieme alla sedentarietà; si capisce bene che la prevenzione si fa in primis a tavola. Un regime alimentare corretto, che quindi impedisca l’insorgere dei fattori appena elencati, è la prima in assoluto delle prevenzioni che possiamo fare. A tal proposito sottolineo inoltre le preziose proprietà nutrizionali dell’olio extravergine d’oliva che ha delle proprietà antiossidanti protettive per le nostre arterie». © Copyright Università Niccolò Cusano
l’analisi
«Rinnovabili, l’Italia deve investire» L’Italia è leader nell’esportare tecnologie per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili ma, per non disperdere il proprio capitale di competenze, deve investire di più. È quanto sottolinea Raffaello Cozzolino, docente di Sistemi per l’energia e l’ambiente dell’Università degli studi Niccolò Cusano, parlando della recente inaugurazione della centrale di Stillwater, negli Stati Uniti, realizzata e gestita da Enel Green Power. «Siamo i più forti al mondo e siamo famosi per esportare le nostre tecnologie in altri Paesi, fa un po’ parte del nostro Dna. Siamo bravi come “cervelloni” a sfruttare i grandi investimenti all’estero e la storia ce
lo insegna, soprattutto perché in Italia manca l’occhio critico per finanziare lo sviluppo tecnologico».
Raffaele Cozzolino, docente alla Cusano: «Abbiamo i migliori cervelli ma manca INTEGRAZIONE. Quella inaugurata in Nevada, sottoli- chi li finanzia» nea Cozzolino, è «una centrale basata sostanzialmente sulle tecnologie geotermica, solare fotovoltaica e solare termica. Indubbiamente è una delle centrali elettriche più rivoluzionarie perché sfrutta queste tecnologie a fonti rinnovabili. Ovviamente va ricordato sempre che il mondo non può vivere di sole rinnovabili, ma solo come integrazione alle fonti tradizionali, come quelle fossili». Quindi, aggiunge il docente della Cusano,
«il contributo che ci possono dare è prettamente integrare quella parte di energia da sottrarre ai combustibili tradizionali, non tanto per i problemi energetici legati all’esaurimento di queste fonti, quanto alle emissioni di gas climalteranti e in particolare CO2 dannosi per il cosiddetto effetto serra, che scatena il riscaldamento del globo terrestre». Insomma, «ridurre l’inquinamento».
POTENZIALITÀ. Quanto alla possibilità di avere impianti innovativi come Stillwater, Cozzolino non ha dubbi: «Nella nostra Penisola ci sono molte zone che potrebbero sfruttare al massimo le varie fonti di energia rinnovabile, penso ad esempio al Centro Sud per il sole, oppure al triangolo tra Campania, Molise e Puglia per l’energia eolica. Io in realtà credo molto anche nei sistemi che usano l’idrogeno e per il suo utilizzo nelle celle a combustibile: su questo ho realizzato uno studio insieme a una mia collega e che sarà presto pubblicato su una rivista scientifica internazionale, in cui abbiamo utilizzato due fon-
ti rinnovabili all’interno di una piattaforma di nuova generazione, combinandole con l’idrogeno. Il problema sono purtroppo i costi elevati». Il punto sta proprio nella combinazione. «Questo perché le fonti hanno un problema: non sono uniformi durante l’arco dell’anno. Quindi ne vanno usate diverse insieme per avere un punto di funzionamento ottimo». Per Cozzolino, infine, i benefici per l’Italia da questa operazione si possono riassumere tutti in un «grande ritorno d’immagine. Negli Stati Uniti dimostriamo di essere i più forti al mondo nel proporre nuove tecnologie». © Copyright Università Niccolò Cusano
IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 12 APRILE 2016
cultura
SPECIALE UNIVERSITà - seconda parte
«per stare al passo con i tempi occorre annullare le distanze» Il professor Ferri spiega i vantaggi della telematica e del metodo blended: «Lo studente ha sempre a disposizione materiali e tutor, è un’organizzazione economica e funzionale» Risparmi «Non definirei triste la possibilità di seguire le lezioni a casa e sfruttare il proprio tempo»
Non solo virtuale «Abbiamo una sede che ci permette di tenere corsi anche in presenza e conoscerci»
Il confronto «Esistono realtà “tradizionali” dove la solitudine di chi prepara gli esami è davvero tangibile»
Mondo cambiato «Non serve più andare fisicamente dai docenti, come accadeva per ascoltare Aristotele»
Riprendiamo la nostra conversazione con il prof. Enrico Ferri, che insegna Filosofia del diritto e Storia dei Paesi Islamici all’Università degli Studi Niccolò Cusano, Telematica, per chiarire alcuni importanti aspetti legati alle scelte universitarie con le quali ogni anno centinaia di migliaia di persone, giovani e meno giovani, si confrontano.
Il Campus dell’Università Niccolò Cusano in Via Don Carlo Gnocchi 3, a Roma
Professor Ferri, un giovane che voglia continuare i suoi studi, dopo un diploma di scuola media superiore, non deve solo scegliere il tipo di Facoltà, ma pure di Università: pubblica o privata, laica o confessionale, telematica o in presenza. Come orientarsi? «La principale distinzione è tra le università pubbliche e quelle private; tra queste ultime troviamo atenei laici e confessionali, telematici e “tradizionali”, cioè in presenza. Ma la vera novità dell’ultimo decennio è rappresentata dalle università telematiche, che si stanno diffondendo in tutto il mondo».
Quindi, se decidessi di iscrivermi al suo ateneo, potrei farlo oggi e fra due, tre giorni cominciare a frequentare i corsi universitari, ad esempio quello della sua materia, di Filosofia del diritto? Mi può spiegare come? «Per un primo orientamento potrebbe collegarsi al sito dell’università www.unicusano.it dove avrà una panoramica degli insegnamenti, dell’organizzazione universitaria, delle altre attività, dei costi e altro. Poi potrà telefonare o scrivere una email alla segreteria di una delle cinque Facoltà dell’ateneo, quella che ha scelto. Oppure telefonare e parlare con un tutor per avere informazioni supplementari o chiarimenti su aspetti specifici che riguardano la materia che vuole studiare, gli esami, o aspetti di tipo amministrativo. Il tutor la aiuterà anche a fare un programma di lavoro, tenendo presente la sua situazione specifica».
Si possono definire in poche parole le caratteristiche di questi nuovi tipi di atenei: da cosa sono rappresentati gli elementi di novità che li contraddistinguono? «L’università telematica utilizza le più avanzate tecniche informatiche (che oggi sono un patrimonio di massa) nell’insegnamento universitario: non solo nella didattica (lezioni, seminari, ricevimento studenti e altro), ma pure nella gestio-
ne amministrativa e negli altri aspetti della vita universitaria. A partire dal momento dell’iscrizione, che nell’università dove insegno si può fare con un PC, in qualsiasi giorno dell’anno per poi iniziare a frequentare immediatamente dopo essersi iscritti».
A quel punto posso cominciare a studiare: mi collego al sito dell’università e con il mio codice di accesso entro
in piattaforma, vado alla materia che mi interessa e trovo tutte le lezioni. Se mi collegassi alla sua materia, Filosofia del Diritto, un esame che vale 15 CFU (crediti formativi) troverei 45 ore di lezioni e le dispense. Ascolto le lezioni e studio le dispense, per conto mio, nella mia stanza e poi vado a sostenere l’esame. Un po’ triste, non trova? «Non è proprio così. Non definirei triste la possibilità di ascoltare le lezioni nel proprio ambiente familiare o dovunque si abbia la possibilità di avere a disposizione un PC e un collegamento wifi. Userei l’aggettivo funzionale, non triste. Oppure, per ascoltare 45 minuti di lezione, lei preferirebbe uscire di casa, prendere il treno o l’autobus, arrivare all’università, sentire la lezione del docente e poi spendere altro tempo per tornare a casa, spesso in una casa affittata a caro prezzo nel caso lo studente sia originario di una località diversa da quella dove si trova l’università che frequenta?». Definivo un po’ triste il fatto che in solitudine lo studente prepari l’esame davanti a un PC! «Io ho insegnato per
più di venti anni nelle università tradizionali, “in presenza”, dove in realtà la presenza, cioè l’incontro tra studente e docente, per i 4/5 degli studenti avveniva solo in occasione degli esami. La maggioranza degli studenti universitari non frequenta le lezioni, i seminari e le altre attività universitarie. Compra i libri dell’esame da sostenere, studia per conto suo e poi va a sostenere l’esame con un docente che non ha mai visto né sentito prima. Questa realtà rappresenta quella che definirei “la solitudine dello studente”!». Quali sono i motivi all’origine della distanza tra lo studente e le strutture universitarie? «Molti studenti non frequen-
tano i corsi universitari perché sono fuorisede, vivono in località distanti dall’università dove sono iscritti e non tutte le famiglie possono spendere circa 1.000 euro al mese per far studiare un figlio in un’altra città, se consideriamo l’affitto di una camera, il vitto, l’iscrizione all’università, il costo dei libri, il costo dei trasporti e via dicendo…». Questi inconvenienti in un’università come la sua non si presentano? «Ovviamente no! Per ascoltare una lezione non devo prendere il treno, l’autobus o affittare una casa vicino all’università dove sono iscritto. Devo accendere un PC e collegarmi a una piattaforma, un’operazione che richiede due o tre minuti. Gli stessi costi universitari sono notevolmente ridotti: la retta di circa 200 euro al mese mi permette di usufruire di tutti i servizi dell’università; ad esempio tutto il materiale didattico, comprese le dispense, è on line e non comporta una spesa supplementare». Lei, però, professor Ferri non ha ancora risposto alla mia precedente domanda: non è noioso e persino un po’ avvilente dover
«è finita l’epoca dei piccioni viaggiatori: approfittiamone!» preparare un esame avendo come unico interlocutore un PC? «Assolutamente sì! Ma questo non avviene mai in un’università telematica come la Unicusano, che è l’unica che conosco bene e di cui posso parlare in modo informato. Lo studente che, ad esempio, volesse cominciare il corso di studi in Giurisprudenza studiando la mia materia (ma questo vale anche per le altre discipline) non troverà solo le mie lezioni su “La democrazia antica e i suoi critici”,con le dispense tratte dalla nuova edizione dell’Athenaion Politeia di Senofonte, da me curata per Rubbettino, con la traduzione di Andrea Parolin. Alla fine di ogni lezione troverà dei test di autoverifica della comprensione di quanto ascoltato, ma pure una serie di slide, cioè di sintesi di alcune tematiche e di tracce di temi che potrà svolgere e inviarmi, per verificare il suo livello di apprendimento. Lo studente potrà inoltre collegarsi in videoconferenza con me due volte a settimana, da settembre a
giugno, per chiedermi spiegazioni e chiarimenti. Potrà fare la stessa cosa rivolgendosi a un tutor, dal lunedì al venerdì. Potrà inoltre scrivermi alla mia email universitaria per chiedere informazioni e spiegazioni. Lo studente può anche interagire con altri studenti, attraverso un forum e scambiare informazioni e pareri». La Cusano inoltre è un ateneo con l’insegnamento blended, dove accanto alla didattica per via telematica ce n’è una in sede, in presenza. È una struttura di 16mila mq, con una foresteria, una palestra, una mensa, campi sportivi, tre ettari di terreno e altro. Una seconda struttura di 20mila mq è in costruzione a poca distanza dalla prima. È un campus con una radio (Radio Cusano Campus) che trasmette su Roma e il Lazio, un settimanale e un mensile a diffusione nazionale, un ateneo verde e sedi estere già operative, come quella a Londra. Senza considerare la squadra dell’UnicusanoFondi
Calcio e altre strutture sportive. Una realtà complessa… «Proprio così! Quest’anno ho svolto, come l’anno passato, anche un corso in sede, in presenza. Su richiesta dei miei studenti la Cusano sta organizzando per ottobre un viaggio di istruzione in Grecia, per vedere alcuni dei luoghi conosciuti attraverso il corso. Gli studenti che frequentano in sede, ma anche quelli delle classi virtuali che seguono da casa, mantengono spesso i contatti fra di loro e partecipano a iniziative dell’università, come ad esempio la Summer School che ho organizzato lo scorso settembre ad Arpino e che ha permesso a 16 borsisti di frequentare i corsi per quattro giorni. Ma queste sono solo alcune delle decine e decine di iniziative che ogni anno si organizzano». Grazie prof. Ferri per la sua panoramica, anche se non abbiamo parlato di molte cose proprie della realtà in cui insegna, dei laboratori di ingegneria, dei più di 70 poli sparsi in tutta Italia, delle convenzioni con il Bambin Gesù… Ma possiamo chiudere con una battuta sulle differenze tra questa nuova realtà del mondo universitario e il vecchio modello di università? «Se vogliamo mandare un messaggio a un amico che si trova a 100 o a 10.000 chilometri di distanza da noi, oggi non gli spediamo un piccione viaggiatore o una raccomandata, gli mandiamo una email. Se vogliamo sentire una lezione universitaria, interloquire con un docente o chiedere un’informazione oggi non serve andare nel luogo dove il docente si trova, come accadeva per ascoltare le lezioni di Aristotele o di Platone nel IV secolo a.C.. Oggi la tecnologia ha abbattuto le barriere dello spazio e per certi versi anche del tempo perché ci permette di fare più cose in meno tempo. Un’università telematica è l’applicazione di questa nuova realtà al campo dell’educazione». © Copyright Università Niccolò Cusawno
martedì 12 APRILE 2016
Unicusano FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
sport, industria e disabilità
Lo sport per mettersi in gioco nella vita
Ai Giochi Nazionali Invernali Special Olympics ha vinto due ori
Alessandro Dressadore riceve oggi un riconoscimento dal Comune di Pistoia per i traguardi che ha raggiunto Il padre racconta: «Il nostro obiettivo è sempre stato lo sviluppo della sua autonomia» «Nuoto, karate e sci gli hanno insegnato a stare con gli altri e ad avere voglia di migliorarsi» «Di giorno guardavamo nostro figlio trattenendo il respiro; di notte, non riuscendo a trattenere le lacrime. Poi l’accettazione profonda e la ferma volontà di offrirgli un futuro fatto di opportunità, affinché potesse condurre una vita il più normale possibile. Siamo cresciuti insieme a lui e nel corso degli anni lo abbiamo visto raggiungere traguardi che consideravamo inarrivabili». Alle lacrime si mescolano amore, sorrisi, impegno; un universo parallelo in cui ogni bambino diventa sempre più forte, e ogni genitore è chiamato a trovare il coraggio che nemmeno minimamente sospettava di avere. «Raccontare oggi l’esperienza di Ales-
Alessandro Dressadore sul podio dei Giochi Nazionali Invernali Special Olympics
sandro – prosegue il papà – è per noi un motivo di grande orgoglio. Lo sport è stato senza ombra di dubbio uno strumento fondamentale, attraverso il quale raccogliere consapevolezza per affrontare le difficoltà della vita con lo spirito di un Atleta». ALLA NASCITA. Alessandro
Dressadore nasce a Firenze, 23 anni fa, e vive a Pistoia con i genitori, Andrea e Cristina, e il fratello maggiore, Leonardo. «Ci comunicarono – racconta il papà – che Alessandro ave-
va la sindrome di down solo una settimana dopo il parto. Fin dall’inizio, aveva appena tre mesi, Alessandro è stato seguito da un fisioterapista ed è stato inserito in un nido comunale. Inizia così il suo percorso sociale in strutture pubbliche; l’obiettivo è stato sin da subito quello di sviluppare quanto più possibile la sua autonomia». ATTIVITÀ SPORTIVA. «La prima
attività di Alessandro è stata in piscina; a otto mesi è stato inserito in un corso di ac-
quaticità per persone con disabilità; non appena imparato a stare a galla ha proseguito l’attività del nuoto imparando, con ottimi risultati, le specialità della rana, stile libero, delfino e dorso nel suo primo gruppo sportivo “Special Team Prato”, uno dei tanti team Special Olympics sparsi sul territorio nazionale. Successivamente, ci consigliarono di far iniziare ad Alessandro un corso di karate, finalizzato a un miglioramento del suo equilibrio; la palestra, che tuttora frequenta, lo accolse con tanto affetto e disponibilità. Lo sci è arrivato qualche anno dopo per la convinzione e la consapevolezza di un presidente di uno sci club che, vedendolo giocare sulla neve, ha voluto che provasse anche lui. Lo sci club Doganaccia 2000 di Cutigliano, il clima familiare e la disponibilità dell’intera collettività della stazione sciistica hanno rappresentato l’arma vincente per far progredire nell’autonomia e nell’inserimento». IL VALORE DELLO SPORT. «Sicu-
ramente – prosegue il papà di Alessandro – lo sport è stato il veicolo per l’inclusione sociale e la spinta per progredi-
Giochi Nazionali Invernali Special Olympics di Bormio, nello slalom e nel super G, Alessandro ha ricevuto la comunicazione ufficiale della convocazione ai prossimi Giochi Mondiali Invernali che si terranno, in Austria, dal 14 al 25 marzo 2017. Ha risposto con un sorriso che nasconde una grande soddisfazione personale; una convocazione, a un evento internazionale, che non è passata inosservata alle istituzioni locali. Il Comune di Pistoia ha deciso infatti di dedicare ai suoi traguardi una conferenza stampa, un’occasione per consegnargli il gonfalone del Comune di Pistoia da portare in dono in Austria.
re. Non sempre le sue performance sono adeguate ma la voglia di mettersi in gioco e di migliorare è sempre presente. Lo sport è stato il modo per restare sempre in forma, per fare una vita quanto più possibile sana, anche nell’alimentazione. È stato ed è lo stimolo per spostarsi in città da solo, con il bus o a piedi, per avere un impegno quotidiano e osservare gli orari; per rispettare le regole e accettare le sconfitte; occasioni di nuovi incontri, amicizie e confronti».
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NUOVE OPPORTUNITÀ. Le pas-
sioni e la volontà di sperimentare nuove opportunità non hanno confini; Alessandro ha iniziato a giocare anche a tennis e una settimana all’anno si dedica alla vela. Dopo le ultime due medaglie d’oro conquistate ai recenti
physical health center
Postura, i segreti del benessere Si allarga il gruppo dei partner dell’UnicusanoFondi. Ad affiancare il percorso professionale del club rossoblù arriva anche Physical Health Center, centro fitness e storico punto di riferimento sportivo della città di Fondi fondato da Giuseppe Nunziata, che si occupa di fisioterapia e osteopatia. Sotto la direzione tecnica del professor Antonio Calcagni e il lavoro del professor Tony Macaro, cinesiologo e specialista in posturologia, i calciatori potranno svolgere non soltanto attività di potenziamento, ma anche lavoro di riabilitazione e appropriate terapie per eventuali infortuni. Un nuovo binomio, nel segno della specializzazione e della profes-
Il Physical Health Center di Fondi
sionalità. «Il nostro centro – spiega il professor Macaro – è tra i più grandi e attrezzati della provincia e si occupa del benessere psicofisico delle persone a 360 gradi, con discipline che vanno dallo spinning alle arti marziali, dal functional training
ai pesi. La sinergia con l’UnicusanoFondi si pone nel solco di quei valori della ricerca scientifica promossi dall’Ateneo». POSTURA. Di atleti, dalle par-
ti del Physical Health Center di Fondi, se ne vedono spes-
so. È il caso della maratoneta pontina Fabiola Desiderio, che nella struttura della sua città ha eliminato i dolori e trovato una corsa più fluida e più tecnica. «Il nostro lavoro – spiega ancora il professor Macaro – si concentra soprattutto sulla postura. Se, per esempio, una persona ha avuto una distorsione alla caviglia che non è stata trattata bene andrà a compensare il peso sull’altro appoggio facendo lavorare alcuni muscoli più di altri: da comportamenti di questo tipo nascono problemi ricorrenti di lombalgia, gonalgia, mal di schiena e cervicale. E questo è valido sia per gli atleti sia per gli amatori». © Copyright Università Niccolò Cusano
start up
Alla scoperta di “Bed&Care” «Stiamo costruendo una rete per fornire alle persone con disabilità che vanno in vacanza di avere tutto ciò di cui hanno bisogno, dagli ausili, come le sedie a motore e i sollevatori, fino ai materiali di consumo e all’assistenza alla persona». Ex manager del settore fotovoltaico, Serena Stefanoni spiega così gli obiettivi della start up a vocazione sociale Bed&Care, una sorta di agenzia di viaggi online con servizi dedicati alla disabilità. L’idea di favorire il turismo accessibile nasce dall’esperienza di suo marito, nonché cofondatore dell’azienda, Pier Fabrizio Salberini, operatore sociosanitario, e dal suo contatto
quotidiano con le persone con disabilità: «Molto spesso, lontano dalla propria area di residenza, faticano a trovare un ambiente in linea con le loro esigenze – spiega ancora Serena – noi mettiamo a disposizione servizi complementari». Non a caso lo slogan di Bed&Care è “porta in vacanza le tue abitudini” e l’obiettivo più ampio di Serena e Pier Fabrizio è dar vita a una piattaforma di scambio casa tra persone con disabilità: «Esistono dei casi, in Francia e in Inghilterra, che non hanno avuto successo. Spesso le esigenze delle persone con disabilità sono talmente specifiche che è diffici-
le farle combaciare con quelle di altri. Ed è per questo che abbiamo deciso dalla costruzione di una rete di servizi complementari». COME FUNZIONA. Attraverso Bed&Care è possibile prenotare e far recapitare direttamente in albergo, o presso l’indirizzo scelto dal cliente, gli ausili e il materiale di consumo che possono essere necessari alla persona anziana o con disabilità durante il viaggio. I servizi sono disponibili su tutto il territorio nazionale e sono
prenotabili con un preavviso minimo di 15 giorni lavorativi. Tramite i partner commerciali, la start up offre servizi di assistenza alla persona in Lombardia e a Roma e provincia. SPORT. Sul sito della start up sono presenti due rubriche: pillole di accessibilità, che raccoglie consigli e segnalazioni sul turismo accessibile, ed eSportAbile, focalizzata sugli interventi necessari per rendere gli impianti sportivi sempre più accessibili. © Copyright Università Niccolò Cusano
VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
martedì 12 APRILE 2016
cultura
scenari in campo per battere la follia kamikaze I sistemi di sicurezza e di intelligence di fronte alla prova del terrorismo globale: il ruolo chiave delle scienze forensi se di rilevante gravità. Spesso soddisfa, inoltre, la necessità della collettività di avere conferme rassicuranti, al fine di garantire nello stesso tempo, il senso di giustizia, di sicurezza e di fiducia nelle istituzioni. A maggior ragione, quando lo scenario del crimine, ha ad oggetto condotte gravissime con finalità di terrorismo, di portata internazionale, come ad esempio gli attentati terroristici alle torri gemelle a New York e recentemente la strage a Bruxelles.
Il modello italiano, forte dell’esperienza degli anni di piombo, può essere d’esempio ad altre nazioni Per garantire la sicurezza pubblica l’Ue dovrebbe dotarsi di un corpo di polizia unificato Le evidenti incertezze della magistratura inquirente belga e conseguentemente degli organi di polizia giudiziaria di quel Paese, esplosi nello sciopero proclamato dalla polizia di frontiera, presso l’aeroporto di Bruxelles, pongono un serio problema, quello di identificare gli strumenti giuridici, atti a consentire nellwa misura del possibile, ai fini della prevenzione e poi della repressione, il fenomeno del terrorismo internazionale, di qualsiasi origine e matrice. strumenti. L’Italia forte, pur-
troppo, del terrorismo esistito negli anni di piombo, sia di matrice di estrema sinistra sia di estrema destra, culturalmente nati intorno all’Università di Trento e intorno alla rivista “Quaderni Piacentini” per citarne alcuni, ha prodotto una notevole mole di strumenti giuridici. è il caso di ricordare in tema di sicurezza degli aeroporti la rilevante esperienza e l’utilizzo di strumenti e modalità operative,
REATI. Nel nostro ordinamen-
Dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles il livello di allerta è salito in tutti i Paesi dell’Unione europea
idee
Tre personalità premiate dalla Fondazione Capograssi Vita etica, bisogni dell’individuo, “idee umane”, stato di diritto, attualità storica. Nel sessantesimo anniversario della morte del giurista e filosofo Giuseppe Capograssi, originario di Sulmona, la Giuria del Premio Capograssi, nell’intento di riannodare i fili tra passato e presente di un premio di settore, già così apprezzato per le sue scelte oculate e lungimiranti, ha
deliberato all’unanimità di conferire per il 2016 tre distinte premiazioni: a Ernesto Galli della Loggia per l’attualità storica; a Gaetano Calabrò per la vita etica; ad Angelo Antonio Cervati per lo stato di diritto. La consegna dei premi della Fondazione nazionale G. Capograssi avrà luogo a Sulmona il giorno 23 aprile, alle 11 presso il Teatro Comunale Toti Dal Monte.
Contrastare l’utilizzo criminale di esplosivi è la priorità europea attuati presso l’aeroporto di Ben-Gurion, in Israele, diventato modello di prevenzione e controllo investigativo. L’investigazione, sia nella forma detta “preventiva” (comprendente l’analisi, lo studio, e prevenzione dei fenomeni criminosi) che nella forma “giudiziaria” (a seguito della notitia criminis), assume una funzione di estrema impor-
tanza, in particolare di fronte all’uso criminale di esplosivi. Per molti aspetti, l’efficacia investigativa appaga un bisogno di conoscenza, sia nell’ipotesi che si tratti di acquisire informazione su eventuali pericoli derivanti da possibili eventi, ma anche e soprattutto quando occorra accertare il reale accadimento di un determinato fatto, specie
to, infatti, diverse appaiano le norme penali che configurano, disciplinano e sanzionano, fatti criminosi rientranti nello scenario “terroristico” e “incendiario” compresi il c.d. martirio dei kamikaze che in tal caso diventano essi stessi uomini-bomba. Partiamo dal reato di “strage” disciplinato dall’art. 422 c.p., come delitto contro l’incolumità pubblica. Esso sanziona chiunque, al fine di uccidere, compie atti ponendo in pericolo la pubblica incolumità, da cui derivino la morte di più persone. In questo caso la pena è quella dell’ergastolo. Sempre sotto la rubrica dei delitti “contro l’incolumità pubblica”, occorre ricordare l’incendio all’art. 423 c.p., così come il danneggiamento seguito da incendio (art. 424 c.p.) con le circostanze aggravanti previste all’art. 425 c.p., se tale reato è commesso su edifici pubblici, impianti, aeromobili, scali ferroviari, marittimi o aeroscali. Infine, sempre sotto la
rubrica dei delitti “contro l’ordine pubblico”, si segnala l’art. 428 c.p. ad oggetto la condotta che punisce colui che subisce il naufragio, la sommersione o il disastro aviatorio. In tema di ordine pubblico, è da segnalare come ipotesi accusatoria, anche l’associazione per delinquere e l’associazione di tipo mafioso, quando appunto hanno lo scopo o il fine criminoso dei delitti di cui sopra, ai sensi dell’art. 416 e 416 bis c.p.. Quando parliamo di scenario “terroristico” ci riferiamo soprattutto a quello internazionale e sono i delitti contemplati sotto la rubrica “contro la personalità dello Stato”. In particolare, ne fanno parte, l’attentato per finalità “terroristiche e di eversione”, ai sensi dell’art. 280 c.p., così come l’atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi (art. 270 c.p.), entrambi richiamati dall’art. 270 sexies c.p., ad oggetto condotte con finalità di terrorismo. decisione quadro. A tal pro-
posito, è di estremo interesse la Decisione Quadro del Consiglio dell’Unione Europea del 13 giugno 2002, contro il terrorismo, che ben definisce il termine “atti violenti finalizzati al terrorismo”.Sono definiti “per finalità di terrorismo” gli atti compiuti “diretti ad intimidire gravemente la popolazione o costringere indebitamente i poteri pubblici o una organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare, distruggere le strut-
ture pubbliche fondamentali, costituzionali ed economiche o sociali di un paese”, e come “reati terroristici” sono definiti quelli che costituiscono attentati alla vita e alla integrità fisica, sequestri di persona, danneggiamenti di vasta portata di strutture governative, di sistemi di trasporto, di infrastrutture, di sistemi informatici, dirottamenti aerei e navali, fabbricazione, detenzione e acquisto di armi convenzionali, atomiche, chimiche e biologiche, ecc.”. sicurezza. Contrastare l’u-
so criminale di esplosivi rappresenta una delle priorità di pubblica sicurezza e in questo ambito il contributo delle scienze forensi alle indagini su attentati realizzati con cariche esplosive appare assai significativo. è evidente che per ottimizzare i risultati di repressione, oltre che di prevenzione e di educazione alla legalità, sia necessario anzitutto che i singoli capi della polizia nazionali siano addestrati secondo il modello nazionale italiano di intervento e secondariamente che sia creato un corpo di polizia europeo affidato per la qualità dei risultati, alla direzione italiana, per consentire il raggiungimento di quei livelli di attività federativa necessari all’obiettivo di sicurezza e legalità capaci di normalizzare il vivere civile nell’Ue. Avv. Paolo Fuoco, docente presso il Master di I livello in “C.S.I. Crime Scene Investigation” Università Niccolò Cusano
fumetti
Nel circo di Bagonghi tra sogni e misteri Il piccolo Giuseppe Bignoli, detto Giusipin, non cresce, la sua statura è bloccata a 75 centimetri. Nella sua condizione di nano, nato da famiglia povera, non può permettersi di avere altre aspirazioni che aiutare nei campi i suoi genitori. Eppure, Giusipin sente dentro di lui la forza di un gigante. Sogna altro per il suo futuro e l’occasione gli si presenta con l’arrivo del circo in paese. A 8 anni scappa, sale sul carro del circo che passa durante la notte. Un carro che lo porterà al successo, prima in Europa poi in America. Un carro che lo porterà soprattutto a realizzare i suoi sogni e la sua libertà. Questa è la storia tanto incredibile quanto reale del favoloso Bagonghi, ripercorsa da Andrea Campanella e Sonia Aloi nella graphic novel “Il piccolo Re” edita da Tunué per la collana Tipitondi. ARTI POVERE. «Sono sempre stato mol-
to affascinato dalle cosiddette “arti povere” – ha spiegato Andrea Campanella intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, nel corso del for-
mat “Giochi a Fumetti” – Mio padre tà, la tenacia e la passione possono nel dopoguerra ha lavorato nell’avan- essere realizzati. Bagonghi realizza i spettacolo e sono cresciuto con i suoi suoi sogni e trova la sua collocazione racconti. Ho sviluppato un amore pro- nel mondo del circo che è un mondo fondo per il circo, i racconti, i film e i a parte, misterioso, un mondo di sopersonaggi che ne fanno parte. Tut- gno e fantasia». Una storia, quella di te cose che mi hanno sempre affasci- Bignoli, che ha anche un contenuto nato tantissimo a partire dall’odore importante dal punto di vista pedagogico e sociale: i sogni stesso che c’è sotto il non hanno colori, raztendone». Una storia za, limiti. Sono liberi. vera, quella di Giuseppe Bignoli che diven- La graphic novel «Nella graphic novel – ne poi il noto Bagon- di Campanella e Aloi sottolinea – ho introghi. «In molti hanno “Il piccolo re” narra dotto anche delle parti di fiction perché la usato questo termine, una storia vera vicenda di Bagonghi anche prima di Bignoli ma poi il più famoso intrisa di fantasia si lega all’epoca delle grandi avanguarè stato lui. È diventato ricchissimo e conodie del primo Novesciuto in tutto il mondo. La sua è una cento, il secolo della velocità e degli storia vera, anche molto toccante». esperimenti, della nascita del cinema. Lui vive in un periodo incrediPASSIONE. «Mi sono approcciato a bile dal punto di vista culturale, per questa storia – ha spiegato ancora questo ho voluto inserire anche eleCampanella – perché è molto bella menti di fiction ma comunque veroda raccontare. È una storia sui sogni simili in quel periodo». che non hanno limiti e che dimostra che con il duro lavoro, con la volon- FORZA NARRATIVA. Un volume senza
età con grande forza narrativa e dal forte impatto emotivo grazie anche al disegno di Sonia Aloi. «Ho cominciato a lavorare con Sonia una decina di anni fa. Quando ho pensato a questa storia e ai Tipitondi l’ho collegata subito a lei che è riuscita con grande abilità a dare corpo, volto, paesaggi e ambientazioni al fumetto». «Raccogliere informazioni nel mondo del circo non è stato difficile – afferma Campanella – nel momento in cui loro capiscono che tu vuoi fare qualcosa che rispetta la loro arte ti aprono le porte e il cuore. Per conoscere il circo, devi rispettarlo, deve interessarti veramente quel tipo di spettacolo e di vita. Due cose per loro strettamente legate. Penso che il circo sia una tipologia di spettacolo che non andrà mai perduta. Oggi le nuove tecnologie hanno contaminato tutti i settori. Per non restare qualcosa di nostalgico anche il circo dovrà cambiare, ma non morirà in quanto è una forma di intrattenimento legata indissolubilmente alla nostra natura umana». © Copyright Università Niccolò Cusano
Una delle tavole de “Il piccolo re” di Andrea Campanella e Sonia Aloi
martedì 12 APRILE 2016
unicusano focus VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO
La cusano racconta la serie d
una cinquina Innocenti, maestro Taranto, al Potenza per tenere dell’arte del gol il passo della Virtus il punto del girone h
L’attaccante del Ravenna, classe ‘74, ha raggiunto 250 reti in carriera: «Per me il giallorosso è una questione di cuore»
«Vivo alla giornata: a fine campionato deciderò insieme alla mia famiglia se giocare ancora» Il gol alcuni attaccanti ce l’hanno nel sangue. Conta poco la categoria: saper andare a rete è un’arte che non si impara. Riccardo Innocenti, classe 1974, segna e si diverte ancora come un ragazzino. La sua è una carriera lunga, lunghissima, che ha festeggiato poco tempo fa il 250esimo centro. Un traguardo che pochi calciatori possono vantare. La strada per arrivare fin qui è stata lunga e tortuosa. «La mia carriera è stata particolare – afferma Innocenti - Ho iniziato quasi da trequartista. Mano mano che sono passati gli anni mi sono spostato più avanti. Ho vinto spesso l’Eccellenza, salendo in categoria per poi riscendere e rivincerla con formazioni diverse. A 27 anni sono andato a Gualdo, a fare il centrocampista, a 29 anni poi con la Pro Vasto in Serie D vincemmo il campionato. Lì gio-
In carriera Innocenti non si è risparmiato neanche un esperienza all’estero, al Qormi a Malta: «Mi sono trovato bene. La società non navigava in buone acque. Sarei rimasto anche un paio di anni. Il livello a Malta non è così basso, è una serie D tendente alla serie C2, per capirci. L’avevo fatto per i miei figli, per far imparare loro l’inglese. È durata poco ma ci ha arricchito. I miei figli sono stati molto dispiaciuti quando siamo andati via». Dopo un lungo girovagare sei tornato alle origini, ovvero al Ravenna. «Ho fatto il settore giovanile del Ravenna, con Delneri allenatore feci anche il ritiro in prima squadra, senza mai esordire. È stato un richiamo del cuore per me. Mi avevano chiesto di dare una mano a Ravenna. Lo scorso anno è andata bene, vincemmo l’eccellenza, e ora stiamo mantenendo gli obiettivi di stagione, ovvero salvarci. Sono tifoso del Ravenna, quindi mi trovo alla grande». Progetti futuri? «Vivo alla giornata. Lo scorso anno decisi durante l’estate di fare un’altra stagione, perché sentivo di avere ancora voglia e il fisico per farlo. Deciderò tutto questa estate, anche con la famiglia. Vivo a Urbino, faccio su e giù quando ci alleniamo, appoggiandomi dai miei genitori durante la settimana». DA MALTA A RAVENNA.
Trascinatore dei romagnoli, è tornato in Italia dopo una stagione a Malta con la maglia del Qormi cai attaccante realizzando 21 gol. L’anno dopo andai a Gallipoli, dove ci fu la svolta. Vincemmo la Serie D e io fui capocannoniere con 23 gol. L’anno dopo vincemmo la C2 e la Coppa Italia di categoria, risultati che mi hanno aperto definitivamente le porte del professionismo. Ho avuto la fortuna e la bravura di trovarmi in squadre buone, con la possibilità di fare gol». NESSUN RIMPIANTO. Quale è stata l’esperienza più importante? «Non voglio rischiare di non nominare qualche realtà perché sono stato bene praticamente ovunque. C’è una persona che ha fatto la differenza nella mia carriera, è stato un allenatore, ovvero Vincenzo Cosco, che non c’è più dall’estate scorsa. Ho avuto la fortuna di averlo per tre anni con Pro Vasto, Val di Sangro e Andria. Mi ha fatto rendere conto delle mie qualità. Ci sono stato altre figure importanti ma lui ha rappresentato la mia svolta». Ci sono dei
Riccardo Innocenti Foto Filippo Venturi
gol ai quali sei particolarmente affezionato? «Ricordo una rete molto importante col Gallipoli, contro il Melfi per salire in C1. Poi col Barletta fui determinante per la vittoria del derby col Foggia di Zeman. Il Barletta non aveva mai vinto nella sua storia con il Foggia. Fu una grande soddisfazione, anche perché riuscimmo anche a ottenere una salvezza miracolosa». Hai qualche rimpianto? «Rimpianti no, sono sincero. La mia Serie A è stata la Serie C. Mi è sempre piaciuto cercare di essere protagonista dall’Eccellenza alla C1. Per me l’importante è giocare. Avevo la possibilità di fare la Serie B ma non avrei giocato quanto volevo».
unicusanofondi
Allievi provinciali, è festa con il ritorno tra i Regionali Juniores nazionale e Allievi provinciali sugli scudi in casa UnicusanoFondi. I primi si sono imposti in quel di San Cesareo, in uno scontro diretto che è valso la qualificazione ai play off con una giornata d’anticipo, mentre i secondi conquistano matematicamente il primo posto e la promozione nella categoria regionale con quattro giornate d’anticipo. La certezza è arrivata domenica mattina, quando i giovani rossoblù hanno superato in casa il S. S. Cosma e Damiano. Positivo pareggio esterno per i Giovanissimi regionali sul campo dell’Agora, che permette loro di proseguire nella loro serie positiva, mentre i Giovanissimi provinciali hanno concluso il loro cammino stagionale venendo superati di misura dalla capolista Faiti.
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Juniores nazionali CLASSIFICA Pt Trastevere 49 Ostia Mare 48 UnicusanoFondi 47 Albalonga 42 Aprilia 42 Viterbese 40 San Cesareo 39 Rieti 29 Astrea 29 Cynthia 22 Flaminia 13 Serpentara 11 Isola Liri (- 1 ) 6 Lupa Castelli Romani 0
La Virtus Francavilla prosegue la sua fuga in testa al girone H della Serie D
Nel girone H della Serie D le sorprese non finiscono mai. Lo abbiamo visto sin dall’inizio della stagione, e ora ne siamo maggiormente consapevoli, alla luce di quanto accaduto nel quintultimo turno della regular season. La capolista Nardò trova la strada bloccata in quel di Marcianise (anche se per una squadra come quella campana non potremmo certo parlare di rivelazione, in quanto parliamo dell’unica formazione imbattuta del girone di ritorno) e compagini come Virtus Francavilla e Taranto non possono non approfittarne: i primi vincendo a Bisceglie e spegnendo nel contempo le ultime speranze play off dei nerazzurri, i secondi superando di forza il Potenza, rimontando un doppio svantaggio che sembrava un fardello pesante. Due vittorie che sanno di vera dimostrazione di
allievi provinciali CLASSIFICA Pt UnicusanoFondi 52 Monte San Biagio 39 Don Bosco Gaeta 38 SS. Cosma e Damiano 36 Formia 1905 36 Mondo Calcio Formia 32 Vigor Gaeta 29 Don Bosco Formia 17 Virtus Lenola 14 Insieme Ausonia 9 Briganti Itri 4 A.V. Scauri 4
Prova di carattere dei rossoblù, ora secondi a due lunghezze dalla capolista grazie al ko del Nardò a Marcianise forza, e che lasciano pensare come lo stop dei neretini sia stato quasi decisivo in questa corsa a tre. Il Francavilla in Sinni ha di fatto consolidato la quarta piazza, e lo stesso dicasi per l’UnicusanoFondi, che vincendo con l’Isola Liri ha concluso quasi tutti i discorsi relativi alla quinta posizione. Per i rossoblù domani sarà nuovamente tempo di Coppa Italia, con la semifinale d’andata da giocare sul campo della Sangiovannese (il ritorno in terra pontina è in programma per mercoledì prossimo). PLAY OFF.
giovanissimi regionali CLASSIFICA Pt La Selcetta 58 Aprilia 56 Sermoneta 56 Albalonga 52 Virtus Nettuno 42 UnicusanoFondi 38 Pomezia 38 Podgora 36 Calcio Sezze 27 Anzio 26 Unipomezia 22 Agora 20 Pontinia 19 Sabotino 12 Don Bosco Gaeta 7 Priverno Calcio 0
SALVEZZA. E parlare di sorpre-
se significa anche discorrere della zona bassa della classifica, anche se sarebbe meglio definirla “allargata”: a eccezione del Gallipoli, ultimo e ormai staccato in maniera irrimediabile, da Marcianise e Bisceglie (41 punti) sino all’Aprilia penultimo (25 punti) ci sono ben dodici compagini che ancora si trovano a fare i conti con la bagarre play out. I pontini sono quelli che hanno mandato il segnale più forte, andando a vincere sul campo del Serpentara e facendo intendere di non voler mollare la presa. Una prova di salute l’hanno fatta intendere sia il Picerno, che comunque nel girone di ritorno ha fatto vedere cose importanti, che il Manfredonia, schizzato fuori dalla zona minata. Anche se per i pugliesi, come per tutte le altre, la battaglia è ancora assai faticosa. © Copyright Università Niccolò Cusano
giovanissimi provinciali CLASSIFICA Pt Borgo Faiti 2004 44 UnicusanoFondi 38 Monte San Biagio 38 Palluzzi Priverno 30 Nuova Circe 26 Città di Sonnino 25 Hermada 22 Vodice 15 Real Sabaudia 6 Bassiano 0