OSTIA PASS - a cura di G.F. Ferrary, by UNI OSTIA

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...E il suo prezzo (del grano) fu mantenuto invariato, benché circa duecento navi si fossero perdute, nel porto di Ostia, per la violenza di una tempesta...

Tacito, Annales, XV, 18, 3

ProcopiodiCesarea,laGuerraGotica,I,26

Allora infine vado alle navi. Per dove il Tevere, che si apre in fronte bicorne, solca i campi a destra. il braccio di sinistra, inaccessibile per troppa sabbia, viene evitato;

accolse Enea, gli resta questa sola gloria

Rutilio Namaziano, il Ritorno

DanteAlighieri,DivinaCommedia,Purgatorio

peDunque,quercheffascévenounavorta ffiumeunventieppiúbbufoleinfila, adessolofaerfumed’unapila

ell’artemódderbufolaroèmmorta…

G.G.Belli,erMonnosottosopra

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Quattro passeggiate “diacroniche” attraverso il Quattro passeggiate “diacroniche” attraverso il territorio Ostiense… territorio Ostiense… Passeggiata del 26/2/23 ver1.0 31/1/23 Passeggiata del 26/2/23 ver1.0 31/1/23
Ond’io,ch’eraoraalamarinavòltodovel’acquadi Teveros’insala,benignamentefu’daluiricolto...
Dall'altrapartedelfiumelaviadaOstiaaRomaèselvosa,moltotrasandata eneppurprossimaallaspondadelTevere,nonessendovidaquella partealzaiadellenavi…

Indice: Itinerario, toponomastica e..la città…

1. Presentazione pag.3

2. La città: considerazioni generali ed evoluzione urbanistica pag.7

3. I temi, de che se parla pag.9

4. L’itinerario, ‘ndove se va pag.10

5. Gli Horrea, il Tempio e l’aula dei Mensores; ‘ndove se misurava er grano pag.11

6. Il Palazzo Imperiale e i Navalia; ‘na specie de Ripetta… pag.12

7. l’Insula del Serapide e degli Aurighi, le Terme dei Sette Sapienti; ’n po’ de case che cianno puro li bagni… pag.13

8. le Case giardino, ‘n po’ de case da quasi ricchi pag.15

9. la Domus Fulminata; quanno a Giove je girava pag.16

10. le Terme di Porta Marina; ‘ndove se faceva er bagno pag.17

11. il Mitreo delle Sette Porte; ‘chi era sto Mitra? pag.19

12. Note Conclusive pag.20

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Presentazione

Ostia, una grande città cosmopolita al centro "dell'hub" portuale più importante del Mediterraneo: un percorso archeologico-letterario…

Questa passeggiata, che sarà seguita da altre due dedicate al suburbio Ostiense (Pianabella e Isola Sacra), si svolgerà attraverso l'area archeologica corrispondente al nucleo della città, toccando alcuni dei siti più significativi per comprenderne la vita quotidiana e, quando possibile, la sua evoluzione nel tempo. Per questo, ogni punto di sosta (individuato da un marcatore giallo) verrà associato alla lettura di brani di opere letterarie, Italiane e Romanesche con riferimenti ad epoche e contesti anche molto distanti nel tempo. La passeggiata è suddivisa in due parti: quella odierna che toccherà le regio I-II, IV e V e quella del 26 Febbraio che toccherà le regio I, III e IV.

Sono utili alcune osservazioni generali:

 Nel caso di Ostia, parlare di toponomastica è fuori luogo in quanto la maggior parte dei toponimi stradali in cui ci imbatteremo sono moderni e proposti dagli archeologi che hanno effettuato gli scavi.

 Un’osservazione importante riguarda le dimensioni della città: l’area scavata è una percentuale della superficie complessiva che si estendeva ben oltre le aree attualmente visibili ed il recinto murario “Sillano”.

 La città, come già messo in evidenza, nel momento della sua massima espansione era parte di un sistema portuale e commerciale integrato che comprendeva Ostia ed il suo suburbio, i porti imperiali e l’isola sa cra.

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Rilevamenti geofisici (in nero) dell’area archeologica centrale. In rosso le parti già scavate (da Heinzelmann)

37-38 scavi della strada che costeggia le terme di Porta Marina e la Sinagoga

35 Basilica di Piana Bella

39 tomba

40 villa costiera con parte della strada

41 villa costiera

42 villa costiera (130 x 80 m.).

43 villa costiera (240 x 170 m.).

44 cisterna

45 terme

46 villa costiera (60 x 90 m.).

47 villa costiera (200 x 220 m.).

48 luogo della scoperta del miliario

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Emergenze archeologiche dell’area di Pianabella
VI 37-8 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 35

Una rappresentazione 3D della città (http://www.colonia-ostiensis.com/index.php/en/site-gallery/#): si tratta si una rappresentazione della città all’interno delle mura “Sillane” che ignora quasi completamente il suburbio. E’ tuttavia interessante perché permette di collocare spazialmente gli edifici più importanti e ritorna l’aspetto generale di Ostia. Gli elementi più significativi sono marcati con delle linee e cerchi colorati: le mura, l’acquedotto, le porte, il teatro e il piazzale delle corporazioni, il foro, le terme di Nettuno, quelle del foro e quelle Marittime

Le mura

“Sillane” (http:// www.ostiaantica.org/dict/topics/ walls/walls.htm): le mura “Sillane”, visibili solo in alcuni tratti, risalgono probabilmente al I secolo AC e secondo

l’interpretazione data a due iscrizioni rinvenute a porta Romana sono dovute a Cicerone. Le mura, indicate in verde nella mappa che include le tre porte cittadine, iniziavano da un torre prossima al fiume, oggi nella proprietà Aldobrandini, e terminavano alla (o presso) la torre Boacciana. A differenza di Roma, le mura non furono “aggiornate” e caddero in totale disuso venendo riutilizzate per sostenere le condotte idriche o furono obliterate da altri edifici, come nel caso delle terme “marittime” e delle immediate vicinanze di porta Marina

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L’approvvigionamento idrico e la gestione delle acque (http://www.ostia-antica.org/dict/topics/ water/water.htm): la gestione delle acque era estremamente importante in una città come Ostia che praticamente galleggiava sull’acqua. Di fatto, il sistema fognario era molto sviluppato e garantiva il corretto smaltimento delle acque reflue. L’approvvigionamento idrico delle numerose utenze (fontane, ninfei, impianti termali, impianti industriali…) era garantito dall’acquedotto (tramite fistule di terracotta e piombo) e dall’acqua di falda estratta mediante pozzi e norie. Delle ultime erano dotati principalmente gli impianti termali ed erano spesso azionate a mano. Ad esempio quella delle terme del Mitra aveva un diametro di circa 7 metri e garantiva una portata d’acqua di circa 1000 l/ora che venivano versati in una cisterna.

Bedello Tata Margherita et al. : Le acque e gli acquedotti nel territorio Ostiense e Portuense : ritrovamenti e ricerche recenti. In: Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité,tome 118, n°2. 2006. Antiquité. pp. 463-526;

Eufrosino della Volpaia, mappa della campagna Romana, 1547. I resti dell’acquedotto Ostiense

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L’evoluzione urbanistica (http://www.ostia-antica.org/dict/topics/ golden/golden.htm): è noto che il primo nucleo archeologicamente accertato di Ostia corrisponde al “castrum” (l’area in grigio nella figura a destra - (http://www.ostia-antica.org/fulltext/waarsenburg/ waarsenburg-1998.htm). Si trattava di un insediamento con finalità militari datato al IV o più probabilmente al III secolo AC, la cui viabilità interna era tracciata nei modi consueti, con un decumano e un cardo. Il successivo ampliamento della città portò a seguire percorsi preesistenti che allontanarono cardo e decumano dalla consueta ortogonalità. Il grande sviluppo di Ostia si ebbe in epoca imperiale, in concomitanza con la costruzione del grande porto. Gli imperatori, a partire da Claudio, modificarono profondamente la struttura urbanistica per arrivare, con Adriano, ad una grande ricostruzione della città con un consistente innalza-

mento di molte costruzioni. Le mappe mostrano l’evoluzione urbanistica di Ostia nel suo secolo “d’oro”. Gli interventi successivi furono anche consistenti come quelli dei Severi e di Aureliano ma non raggiunsero l’estensione di quelli Adrianei

e Antoniniani. In ogni caso, molti edifici mostrano continuità d’uso (e restauri) fino ad epoca molto avanzata, almeno Teodoriciana. In questo quadro generale si inserisce il generale spostamento del baricentro della città verso il mare con il mantenimento in funzione di molti impianti termali nella zona intorno alla via Severiana e prospiciente la linea di costa. In sintesi, la città ha visto sicuramente a partire dal III secolo una contrazione della sua popolazione, pur rimanendo vitale come è testimoniato dai lavori di manutenzione e di nuove costruzioni nel pieno III secolo e nei due secoli successivi. Va aggiunto che dal punto di vista urbanistico, a partire dal III secolo si assiste ad una progressiva trasformazione di molte insule per insediamenti intensivi in ricche domus spesso di proprietà di ricchi commercianti che vivevano a Roma,

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Interventi Traianei Interventi Adrianei Interventi Antoniniani

Il problema delle datazioni delle murature (http://www.ostia-antica.org/dict/topics/masonry/glossary.htm): la datazione degli edifici (e delle murature) è fondamentale per una città che, come Ostia, si è sviluppata (e trasformata) nel corso di molti secoli. A parte i bolli sui mattoni, che riportavano l’officina di produzione e la data consolare, ma che non sono sempre esistenti o visibili, uno dei sistemi più utilizzati è quello dei tipi di muratura che permettono di datare con buona approssimazione l’edificio e le sue successive trasformazioni. Qui di seguito, senza alcuna pretesa di esaustività, si riportano i tipi di muratura utilizzati più frequentemente insieme alla loro cronologia. E’ fondamentale osservare che le datazioni attraverso il tipo di muratura non sono mai assolute e debbono essere integrate con altre informazioni (colore dei mattoni, dimensioni, materiali utilizzati o riutilizzati).

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Dal I sec. AC Dal II sec.DC I-II sec.DC Dal III sec.DC Dal III sec.DC Dal III sec.DC

Anche la passeggiata odierna è tematica e vuole raccontare la vita quotidiana ad Ostia. Il racconto sarà anche diacronico e si sposterà nel tempo per mostrare, ove possibile, l’evoluzione degli stessi temi nel tempo. La passeggiata sarà dunque accompagnata, in ogni punto di sosta (i segnaposto gialli sulla mappa a pagina 10), dalla lettura di brani Italiani e Romaneschi. I temi di questa passeggiata sono i trasporti, l’acqua e l’approvvigionamento idrico, i divertimenti, i commerci, la casa, la religione, le osterie e il vino.

I trasporti: costituivano l’elemento portante e caratterizzante dell’economia Ostiense. E’ interessante osservare che la vocazione trasportistica del territorio Ostiense ha attraversato i secoli materializzandosi prima nell’idroscalo di Ostia, in prossimità dello scalo Tiberino, e poi nel polo aeroportuale di Fiumicino quasi sovrapposto al sistema portuale imperiale costituito dai porti di Claudio e di Traiano.

L’acqua e l’approvvigionamento idrico: Ostia era una città d’acqua, caratteristica che, come vedremo, ha conservato fino ai secoli più tardi della sua esistenza. Si deve tuttavia precisare che, a parte che in alcune domus, nella maggior parte delle abitazioni l’acqua arrivava solo ai piani bassi ed era distribuita tramite fontane pubbliche o condominiali. I molti edifici termali, fondamentali nella vita quotidiana proprio per la ragione anzidetta, erano riforniti dall’acquedotto e dalle acque di falda. La città era abbellita da numerosi ninfei che, riccamente decorati, erano distribuiti in tutta la città. Le attività artigianali/industriali erano anch’esse servite dalla rete idrica. Per la distribuzione si utilizzavano tubi di piombo e in alcuni casi di terracotta, collegati a molte cisterne, anch’esse largamente distribuite in città. Il quadro che ne emerge è quello di una città in cui l’acqua ed il suo scorrere erano un elemento anche sonoro largamente presente.

I divertimenti: tra i divertimenti ostiensi, ci occuperemo qui di quelli minori: i giochi d’azzardo e i giochi di strada. Attività che prosperavano nelle popinae, come prosperavano nelle osterie narrate da Belli

I commerci: erano la spina dorsale dell’economia ostiense ed erano strettamente connessi al trasporto e all’immagazzinamento delle merci. A questo scopo esistevano molti “Horrea” specializzati per diversi tipi di merci tra cui il grano era uno dei più importanti. La sede della corporazione dei misuratori del grano sarà l’occasione per parlare di questo tema

La casa: le tipologie di case Ostiensi sono arricchite in questa passeggiata dal complesso delle case giardino: un concetto architettonico e urbanistico molto innovativo. In ogni caso, anche qui emerge la scarsezza dei servizi che oggi definiremmo essenziali e la loro erogazione da strutture esterne, pubbliche o private.

La religione: gli edifici sacri individuati sono molti anche se sono ancora da individuare alcuni dei più importanti tra quelli segnalati dalle fonti. L’elemento più evidente, oltre al sincretismo religioso, è la convivenza e la presenza contemporanea di molti culti diversi, molti provenienti dall’oriente mediterraneo. Uno di questi, il culto di Mitra, è rappresentato ad Ostia da una ventina di mitrei distribuiti in tutta la città sfruttando spazi all’interno di edifici preesistenti. Allo stesso modo, sacelli e piccoli luoghi di culto sono molto frequenti ed anch’essi distribuiti un po’ dappertutto. Le molte aree di culto erano gestite ed officiate da adepti inseriti in una sorta di corporazioni religiose. Mancano evidenze che le corporazioni si occupassero anche del benessere degli iscritti, oltre che dei loro interessi, anche se esistevano associazioni specifiche per l’assistenza dei poveri, soprattutto per ciò che riguardava i riti funerari. Questa è forse la differenza più evidente rispetto alle Confraternite mestierali e devozionali della Roma Pontificia.

Le osterie e il vino: sotto questa etichetta si nasconde la molteplicità dei locali che erogavano bevande come il vino, cibo ed offrivano alloggio. Ad Ostia, città di commerci e di molti visitatori, sono stati individuati molti alberghi e moltissimi luoghi in cui si potevano degustare cibi e bevande, nelle loro varie declinazioni di popine, termopoli, caupone

Le superstizioni: la domus fulminata offre l’occasione per parlare di un tema realmente diacronico. Quello delle superstizioni (qui in effetti il timore nei confronti dei fenomeni naturali), della magia, delle fatture insomma dell’irrazionale che fino a pochi decenni or sono e forse ancora, ha permeato e forse permea le nostre vite.

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Itemi, de che se parla

Passeggiata del 26 Febbraio 2023: Ostia…

Percorso-Letture-Approfondimenti.

Appuntamenti e mezzi di trasporto

1. Ore 8 e 15: Lido Centro

 Per chi userà la Roma-Lido: suggerisco il treno delle 8 e 22 da Lido Centro

 Per chi userà il bus ATAC 04 da Lido

Centro: Scendere alla fermata RomagnoliScavi di Ostia Antica

 Per chi verrà in auto: recarsi direttamente al parcheggio del parco arheologico

2. Ore 08 e 45: al parcheggio del parco archeologico

La passeggiata è di circa 4 km ed è circolare (torneremo al parcheggio da cui saremo partiti). Indossare scarpe comode e portare dell’acqua

La passeggiata odierna inizierà dal parcheggio interno del Parco e, seguendo una strada bianca raggiungerà il magazzino, l’aula e il tempio dei misuratori del grano. Percorrendo la via della foce, raggiungerà il c.d. Palazzo Imperiale ed il sito dei Navalia. Retrocedendo lungo via della Foce, si raggiungeranno il caseggiato del Serapide, quello degli Aurighi e le terme dei Sette Sapienti. Raggiunto il cardo degli Aurighi, si entrerà nel complesso della Case Giardino. Dopo averlo attraversato, si raggiungerà la Domus Fulminata. Attraversato il decumano e percorrendo la via della Marciana, si raggiungeranno le c.d. terme di Porta Marina. Attraversata un’area non scavata, si raggiungerà il mitreo delle Sette Porte da cui si tornerà sula decumano e successivamente sulla strada asfaltata che ci condurrà all’uscita.

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Appuntamento al parcheggio

1-Gli Horrea, il Tempio e l’aula dei Mensores. Tema: il grano Lettura 1 Lettura Lettura . Il complesso è di epoca Traianea ed include gli horrea, il tempio e l’aula dei misuratori del grano. Il grande edificio degli horrea non ha le caratteristiche degli edifici per l’immagazzinamento di granaglie; si tratta forse di un edificio connesso alle attività della corporazione dei misuratori del grano che qui aveva il centro delle sue attività. In ogni caso i restauri più tardi datano al IV secolo.

Da: http://www.ostia-antica.org

Da: http://www.ostia-antica.org

Da: http://www.ostia-antica.org

Il tempio, tetrastilo, era certamente quello della corporazione dei mensores frumentarii. E’ stato costruito su un podio più antico ma la cella è Traianea. L’accesso era da via della foce. Il pronao era raggiunto tramite cinque gradini di travertino. Il tempio era probabilmente dedicato a Ceres, come indicato nell’iscrizione funeraria del mercante Cnaeus Sentius Felix rinvenuta ad Ostia e conservata a Firenze. L’aula è celebre per il suo mosaico pavimentale che illustra le attività dei membri della corporazione durante le operazioni di scarico e di controllo del grano. Il personaggio A è danneggiato e non è chiara la sua funzione. Il personaggio B è una saccario che trasporta appunto un sacco di grano. Il terzo personaggio (C) conta i sacchi che vengono rovesciati nel contenitore del grano ed ha in mano una sorta di pallottoliere con delle etichette che gli permettono di tenere il conto dei sacchi scaricati (approssimativamente, 9 sacchi erano sufficienti a riempire il contenitore). 9 sacchi corrispondevano approssimativamente - le unità di misura! - a 400 sextarii. Il personaggio D tiene mano un rutellum per pareggiare il grano nel contenitore. Il personaggio E ha appena vuotato un sacco o si sta preparando (Continua a pagina

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Aula e Tempio A B C D E F
12) Horrea?

a trasferirlo verso un magazzino. Infine, il personaggio F è un mensore che indica il numero 5000, probabilmente il lavoro giornaliero del gruppo dei mensores-scaricatori. 5000 dovrebbe riferirsi ai sextarii trattati, corrispondenti a 12 misure di grano. Il tutto potrebbe essere confermato dall’iscrizione sopra il mosaico che andrebbe letta: V

[milia] SEX(tariorum) H(odie) AGI(tata) HI[c] E’ interessante osservare che questa scena è riprodotta in modo molto simile su un dipinto proveniente dalla necropoli di porta Laurentina e conservato ai musei Vaticani. Il dipinto mostra le operazioni di carico della nave Isis Giminiana, probabilmente un’imbarcazione destinata alla risalita del Tevere per alaggio. L’aspetto dell’albero desitnato al rimorchio per alaggio tuttavia suscita qualche perplessità per le differenze evidenti ad esempio con i mosaici del piazzale delle corporazioni.

2-il Palazzo Imperiale e i Navalia. Tema: I viaggi e il Tevere Lettura 2 Lettura 2: l’area alla destra della via della foce comprende, oltre al cosiddetto Palazzo Imperiale, una vasta area non scavata indagata con indagini geofisiche dall’archeologo Michael Heinzelmann dai cui studi provengono le mappe in questa pagina e nella prossima. Tra i ritrovamenti dei suoi studi ci sono i Navalia ed una piccola darsena, ad essi collegata, che si trovava a ridosso della torre Boacciana, costruita probabilmente sul faro Ostiense. Il c.d. palazzo Imperiale si inserisce in questo contesto immediatamente ad est dei Navalia. Il complesso è stato scavato nella seconda metà del 1800 e negli ‘80 del 1900. L’edificio comprende un grande impianto termale con ricche decorazioni parietali e pavimentali ed un mitreo. Molti dei mosaici, frutto dei primi scavi del 1855, sono ai musei Vaticani e a San Paolo alle tre Fontane. Per quanto riguarda la datazione, è principalmente Severiana, poi

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(Continua da pagina 11) (Continua a pagina 13) Da: http://www.ostia-antica.org Da: http://www.ostia-antica.org
Da: M. Heinzelmann, Granino Cecere M.G. 2001 Ostia Regio III

(Continua da pagina 12)

Antonina, per arrivare al III secolo con gli ultimi interventi. Per quanto riguarda le funzioni del complesso, si tende a ritenerlo un centro polifunzionale con terme, negozi e appartamenti, sull’esempio di altre strutture simili in città. La mappa, semplificata, mostra il primo cortile porticato (A), il settore termale (C), il mitreo (B) e strutture commerciali (D). Il mitreo fu scavato nel 1860 e restituì iscrizioni ed oggetti di culto. I navalia (circa 70x60 m) erano un piccolo arsenale per il ricovero e la manutenzione delle navi al servizio dello stato. Sono stati datati al I secolo, mentre all’epoca Severiana risale una grande ristrutturazione. La mappa e la ricostruzione di Heinzelmann danno un’idea della loro posizione e della loro struttura costituita da una serie di ricoveri coperti in comunicazione diretta con il fiume. La piattaforma di copertura era porticata e su di essa doveva trovarsi un tempio di cui è stato individuato il podio (19.5x9.5 m). I frammenti di decorazione individuati ed alcune indicazioni epigrafiche hanno fatto ipotizzare ad Heinzelmann che si trattasse di un tempio dedicato ai Dioscuri, protettori dei commerci. La darsena, (c.100x200 m) è stata in uso fino al IV secolo, quando fu distrutta da un terremoto. In ogni caso, non era sufficientemente profonda per accogliere le navi più grandi. Nella figura a lato si vede come l’area è stata tagliata dalle strade moderne. La torre Boacciana, probabile sito del faro di Ostia, era praticamente sul mare. Nella mappa è visibile la linea delle mura che da porta Marina tagliava le terme marittime e raggiungeva probabilmente il faro, o quantomeno le sue vicinanze.

Da: http:// www.ostiaantica.org

3- l’Insula del Serapide, le Terme dei Sette Sapienti e l’Insula degli Aurighi. Tema: la Casa Lettura 2 Lettura 2 Lettura . Questo complesso residenziale di epoca adrianeo-antoniniana include le terme dei sette sapienti inserite tra i due caseggiati. Il frigidario delle terme era ricoperto da una grande cupola circolare. La parte residenziale, due grandi insule con cortile centrale, era certamente destinata ai ceti medio-alti per la qualità delle rifiniture e la presenza del grande impianto termale, aperto a tutti ma certamente a servizio dei residenti nei due caseggiati. Il caseggiato

(Continua a pagina 14)

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Da: M. Heinzelmann, Granino Cecere M.G. 2001 Ostia Regio III Da: M. Heinzelmann, Granino Cecere M.G. 2001 Ostia Regio III

Da: Heres, 1992 in: http://www.ostiaantica.org

(Continua da pagina 13)

del Serapide fu realizzato in epocaAdrianea, intorno al 126. L’accesso da via della foce è fiancheggiato da negozi e conduce al cortile interno (anch’esso fiancheggiato da negozi), caretterizzato da imponenti pilastri. Due rampe di scale conducevano ai piani superiori. Sul lato corto del cortile si apre un sacello dedicato a Serapide, fiancheggiato da due dipinti murali che riproducono Iside con il sistro ed Iside-Fortuna, con una cornucopia. In uno degli ambienti commerciali del cortile è stata installata una calcara. Dal cortile interno, un portale con timpano e bucrani conduce alle terme dei Sette Sapienti. I dipinti, probabilmente di etàAdrianea, che danno il

Da: http://www.ostia-antica.org

nome alle terme sono nella stanza 5. Nella stanza, non visitabile, sono rappresentati sette filosofi identificati dai loro nomi in Greco e dalle città di origine. Frasi latine ironiche fanno riferimento alla defeca-

Da: http://www.ostia-antica.org

(Continua a pagina 15)

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Da: I. Gismondi 1940

(Continua

da pagina

zione e distribuiscono consigli su come migliorarla: qui sotto,Talete di Mileto (in Greco) e la scritta in Latino: DVRVM CACANTES MONVIT VT NITANT(UR?) THALES (Talete consiglia gli stitici di sforzarsi). La presenza di un pittura con riferimento al vino (falerno) induce a pensare che il locale fosse utilizzato come osteria e poi inglobato nelle terme come ambiente di servizio. La grande sala rotonda (7) è il frigidario delle terme (probabilmente, frutto di un riadattamento). Nell’ambiente 4 è una vasca fredda. La sala rotonda è pavimentata con un grande mosaico del II-III secolo con motivi vegetali e scene di caccia. Un’altra vasca fredda è nell’ambiente 26 decorato da un affresco con VenereAnadiomene. La sala 30, decorata con un affresco parietale, era probabilmente l’apodyterium. La sale riscaldate (non accessibili) sono le 22-42. Nella sala 19 è un mosaico pavimentale (simile ad altri in Ostia) che rappresenta Iulius Cardius, probabilmente, il gestore o il meglio il bagnino delle terme. Dalle terme si attraversa un corridoio e si entra nel grande cortile del caseggiato degli Aurighi, l’edificio più tardo del complesso.: Nel corridoio sono gli affreschi che danno il nome all’edificio: due bighe affacciate condotte da due aurighi con i simboli della vittoria.

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Il grande cortile (11) è scandito da grandi pilastri e fiancheggiato da due lunghi corridoi su cui si aprono le scale che conducono ai piani superiori. Il complesso è delimitato dalla via tecta degliAurighi, dal cardo degliAurighi e dal sacello delle tre navate. Per il blocco con le stanze da 26 a 33 si è ipotizzato che fosse un albergo. L’ambiente 34 è una grande latrina. E’interessante la soluzione architettonica scelta per raccordare l’edificio al cardo degliAurighi che non ha un andamento rettilineo: un doppio portico orientato all’esterno come la strada e all’interno quasi rettilineo.

Da: http://www.ostia-antica.org

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4- le Case giardino Tema: la Casa Lettura 2 Lettura 2 (http://www.ostia-antica.org/regio3) Si tratta di una grande complesso di lusso di epoca Traianea, frutto di un progetto urbanistico innovativo. E’stato scavato alla fine degli anni ‘30 e alla fine degli anni ‘60. Tutte le abitazioni del complesso erano accuratamente decorate e insistevano su un grande cortile in cui, a servizio degli abitanti, erano poste sei grandi fontane che avevano la consueta configurazione a bauletto. Il complesso era pensato in modo di creare una protezione dai rumori e dei traffici esterni. Due blocchi, ognuno di quattro appartamenti sono al centro del giardino. Lungo i lati lunghi e quelli corti ai confini esterni del complesso sono altre unità abitative che tuttavia risentono dei confini non regolari dell’intera area. L’altezza degli edifici è stata stimata a 4 piani raggiungibili da un sistema di scale interne ed esterne. Il complesso è sopravvissuto fino al III secolo quando fu distrutto da un terremoto e da un incendio e fu 14)
(Continua a pagina 16)

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ricostruito solo in parte. Meritevole di una menzione particolare è la celebre casa delle Ierodule (danzatrici sacre e...non solo), distrutta dal terremoto ma non dal fuoco. Si tratta di un’unità abitativa riccamente decorata (le pareti con i loro dipinti si sono conservate per un’altezza consi-

Da: http://www.ostia-antica.org

derevole) ed è stato possibile, grazie ad un lavoro di scavo accuratissimo, ricostruire alcuni dei soffitti decorati. Il nome deriva dal soggetto dei

I Giochi d’azzardo: il complesso delle case giardino ci dà l’occasione di tornare sul tema del gioco ed in particolare del gioco di azzardo che tra l’altro era proibito (ma praticato anche da alcuni Imperatori). Nonostante questo, a Roma (e ad Ostia) si giocava dappertutto, Abbiamo incontrato le tabulae lusoriae, che erano sparse un po’ dappertutto ma c’erano anche i dadi che sono presenti anche nelle case giardino in forma di graffiti. Il gioco (non l’unico testimoniato) si basava su tre dadi (tesserae) numerati da 1 a 6 che venivano lanciati con un bossolo di terracotta (fritilli). Il miglior lancio era quello di tre sei (jactus Venereus), il peggiore quello di tre uno (jactus pessimus). Naturalmente, le osterie erano i posti di elezione per questi giochi...

Da: http://www.ostia-antica.org

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dipinti parietali in cui sono presenti delle danzatrici sacre, le Ierodule, appunto. Va detto inoltre che il complesso era servito da un impianto termale posto nelle sue immediate vicinanze: le terme note come “Terme Marittime”, anche se questo nome, come vedremo, spetterebbe alle Terme di Porta Marina.

5- la Domus Fulminata. Tema: le Superstizioni Lettura 2 Lettura 2 Lettura 2. (http:// www.ostia-antica.org/regio3)

La domus fulminata risale al I secolo e le ultime modifiche sono datate al III secolo. L’edificio è stato scavato nel 1941 e successivamente studiato, nel 2005, da Bouke van der Meer (Domus Fulminata, BABesch 80, 2005) La facciata verso il decumano è occupata da 6 negozi, due dei quali (6 e 2) sono bar. L’ambiente centrale include il corridoio di accesso e le scale al piano superiore (5-4). Il corridoio di ingresso immette in un peristilio porticato sul quale si affacciano, a destra e a sinistra, alcuni ambienti che so-

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Da: C. Pavolini, Vita quotidiana a Ostia

Le

superstizioni e

gli

Da: http:// www.ostiaantica.org

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scongiuri: la superstizione segnava la vita quotidiana e d’altro canto, come vedremo è arrivata sino a noi condizionando persino i gesti più banali. Almeno due mosaici ad Ostia fanno riferimento all’invidia e agli scongiuri necessari per neutralizzarla: il mosaico della taberna dei pescivendoli e, sempre legato al tema della pesca, il mosaico dell’insula dell’invidioso. Al di là di questi esempi materiali, la vita Romana, e quindi anche quella Ostiense, era intrisa di superstizioni, pratiche magiche e maledizioni (basti pensare alle tabule defixionis -maledizioni su lamine di piombo- nella fonte di Anna Perenna, spesso associate a figurine antropomorfe, l’equivalente del voodoo). Non mancavano naturalmente le streghe rappresentate, nella stessa fonte di Anna Perenna da un paiolo di rame. Insomma, un mondo magico, spesso strettamente collegato a pratiche religiose di cui si è persa la memoria, che è giunto sino a noi o quasi (la notte delle streghe, i mille amuleti per i neonati e per tutti i momenti della vita, sopravvissuti nella memoria del popolo Romano e splendidamente descritti quindici secoli più tardi da Belli, Zanazzo e dagli cantori del popolo Romano.

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no stati variamente interpretati. Il cortile è occupato da un piccolo tumulo, da un altare, da un biclinio, da due vasche per l’acqua e da una vera di pozzo. Il tumulo porta una semplice targa di marmo con le lettere FDC (Fulgur Dium Conditum, qui è sepolto un fulmine divino): indica il luogo colpito da un fulmine sepolto ritualmente sul posto. Nel tumulo sono stati rinvenuti frammenti di oggetti evidentemente colpiti dal fulmine. Le vasche erano alimentate da una conduttura di piombo probabilmente proveniente dalla contigua grande cisterna alimentata dall’acquedotto. Sul lato sinistro del portico c’è ciò che sembra un appartamento. L’edicola sulla parete di fondo è preceduta da quella che sembra la base di un altare. A questo punto, il tema più discusso: quella che all’inizio è stata definita una Domus non dovrebbe esserlo o almeno non solo. E’ stata fatta l’ipotesi della sede di un’associazione o, più probabile, un edifico collegato o al culto della Bona Dea (il santuario si trova proprio di fronte all’ingresso) o alle cerimonie legate all’importante sepolcro (anonimo) subito a destra dell’ingresso. Van der Meer (e non solo) attribuisce il sepolcro alla potente famiglia dei Gamala, in particolare a Lucilio Gamala. I suoi discendenti avrebbero utilizzato l’edificio per banchetti rituali utilizzando i biclinii del cortile e sacrificando sull’altare di fronte all’edicola. La domuso presunta tale è tuttavia uno spunto per parlare, a partire dal tumulo del fulmine delle superstizioni nel mondo Romano ed in particolare ad Ostia.

6- le Terme di Porta Marina. Tema: l’acqua e le Terme Lettura 2 Lettura 2 Lettura . (http:// www.ostia-antica.org/regio3)

Questo grande impianto termale è stato in uso fino ad epoca molto tarda (almeno fino al VI secolo). La ragione va probabilmente cercata nella vicinanza con l’importante via Severiana e con il contiguo grande complesso, indivi-

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duato ma non ancora scavato, probabilmente identificabile con il foro di Aureliano. Le terme sono state ininterrottamente in uso a partire dal II secolo ed hanno visto almeno sei diverse fasi edilizie che, oltre alla manutenzione, hanno modificato la struttura stessa delle terme. Il grande ambiente 5 (una piscina fredda, è stato aggiunto in epoca Costantiniana, mentre il frigidario F è stato coperto da una grande volta a crociera in epoca Severiana. L’ambiente 6 del frigidario era originariamente una vasca ellittica che è stata eliminata nel IV secolo. Anche il calidario C è stato oggetto di interventi che hanno razionalizzato i percorsi dei frequentatori delle terme ed ingrandito una della vasche calde. L’impioanto è completato da una grande palestra (P)Un ambiente del frigidario è decorato da un vivace mosaico che mostra la premiazione degli atleti per le varie attività sportive che si svolgevano nelle terme. Il mosaico mostra nella zona esterna diversi atleti. Dal basso e in senso antiorario un trombettiere con la corona della vittoria (una competizione musicale?), due pugili e il giudice che ha deciso la vittoria del pugile di sinistra (con le braccia alzate), un atleta con dei pesi, un atleta con degli strigili, un’ampolla per l’olio e, probabilmente una palma di nella mano sinistra. Seguono un atleta con uno strigile e due lottatori. Chiude il “corteo” un lanciatore di disco. La scena centrale è animata da un tavolo con due simboli di vittoria (la palma e la corona), un pallone incredibilmente simile a quelli in uso anche oggi, un bacile, un’ampolla per l’olio, uno strigile, un’erma con un’altra palma e un cerchio con il gancio per guidarlo. Mosaici simili sono presenti in altri edifici termali Ostiensi ma questo è certamente quello meglio conservato e più completo per quanto riguarda le attività sportive che si svolgevano nelle terme, per solito nelle palestre.

Le terme: è già stato messo in evidenza come le terme, in quanto servizi collettivi e non privati, fossero fondamentali per la vita quotidiana degli abitanti che, grazie alle terme, potevano lavarsi, fare attività fisica e vita sociale. E’ necessaria una precisazione terminologica: il nome Thermae si applicava ai grandi impianti, di solito pubblici, che oltre alle dimensioni, disponevano sempre di una palestra. Gli impianti più piccoli, come ad esempio le terme dei Sette Sapienti, erano definiti Balnea. Il grande sviluppo degli impianti termali di Ostia è avvenuto dopo l’apertura dell’acquedotto anche se qualche impianto preesisteva ed era alimentato dalle acque di falda. Gli impianti di Ostia, anche i più grandi non erano paragonabili a quelli di Roma ma comunque erano, visti i costi della gestione, degli impianti polifunzionali che fungevano anche da centri commerciali. Di solito, anche le terme pubbliche erano date in appalto ad un gestore privato che in qualche modo doveva rientrare delle spese, visti i bassi costi del biglietto di ingresso. Soprattutto la loro struttura non era pensata per separare i flussi dei frequentatori e ancor meno per separare gli uomini dalle donne: probabilmente si ricorreva ad orari diversi per la clientela maschile e per quella femminile. Il percorso che seguivano i clienti era piuttosto semplice, si entrava nello spogliatoio (Apodyterium) per proseguire in una stanza riscaldata (Sudatio) per proseguire in una stanza a temperatura più bassa (Tepidarium) e in una sala riscaldata e dotata di vasche calde (Calidarium). Il percorso terminave in una stanza a temperatura ambiente (Frigidarium). La gestione degli impianti (soprattutto di quelli più grandi) era complessa e necessitava di materiali (soprattutto legna per scaldare le vasche e gli ambienti) e mano d’opera. L’acque della vasche, almeno di quelle calde, veniva rinnovata facendo uscire progressivamente quella sporca e sostituendola con un’uguale quantità di acqua pulita.

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7- il Mitreo delle Sette Porte. Tema: la religione Lettura 2 Lettura 2 Lettura 2. (http://www.ostia-antica.org/regio3)

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Per dare un’idea della diffusione del mitraismo ad Ostia è sufficiente dire che i mitrei censiti finora sono 19. Quello delle sette porte è del II secolo ed è stato ricavato, come molti altri mitrei, in un ambiente di un magazzino commerciale. Le pareti sono affrescate e riproducono un giardino lussureggiante (la spelonca di Mitra era fiorita e ricca di sorgenti). Le sette porte sono un riferimento ai sette gradi di iniziazione del Mitraismo. Il mitreo ha molti dei simboli del mitraismo ed i riferimenti ai gradi di iniziazione. I podii sono ricoperti a mosaico e, sulle parti verticali sono riprodotti a destra Marte e la Luna; a sinistra, Mercurio e Venere. All’inizio dei podii i due portatori di torce: Cautes (torcia alzata e un gallo) e Cautopates (torcia abbassata): il giorno e la notte. Sul pavimento sono riprodotti altri simboli: in alto Saturno, poi Giove. Più in basso un cratere, simbolo dell’acqua, un serpente simbolo della terra, un’aquila (?), simbolo dell’aria, un fulmine, simbolo del fuoco La porta centrale all’ingresso probabilmente simboleggia il Sole che doveva essere presente anche nella nicchia di fondo, identificato con Mitra.

Il mitraismo; simboli e i gradi di iniziazione (dal mitreo di Felicissimo): come è noto, quello mitraico era un culto misterico (arrivato a Roma nel primo secolo DC, giunto alla massima diffusione, quasi coeva con quella del Cristianesimo, intorno al III secolo), fortemente simbolico e gerarchizzato. I culti misterici si contraddistinguevano per l’obbligo del silenzio degli iniziati e la promessa di salvezza. Nati come volontarie associazioni di fedeli, questi culti non erano esclusivi, ossia non precludevano la possibilità di partecipare al culto pubblico, sia esso statale o civico o di essere iniziati ad altri misteri. Essi condividevano l’idea che liberazione e salvezza fossero lo scopo di tutta l’umana esistenza, raggiungibili unicamente con riti e cerimonie ad imitazione delle gesta divine; l’identificazione con la divinità simboleggiava infatti il raggiungimento della salvazione. Il Mitraismo conviveva con altri culti di origine orientale (come nel campo della Magna Mater) o, autonomamente, riutilizzando piccoli locali (le comunità mitraiche erano perciò piccole), possibilmente oscuri per evocare la grotta dove si voleva che fosse nato Mitra, sotto il basamento di templi di corporazioni mestierali, all’interno di magazzini, in locali sotto il livello della strada o all’interno di insule abitative. . Per raggiungere la salvazione, gli adepti si muovevano, dopo una cerimonia di iniziazione, attraverso sette livelli, ognuno caratterizzato da un simbolo specifico e sotto la protezione di un pianeta: Corax (il corvo, patrono Mercurio), Nymphus (lo sposo, patrono Venere), Miles (il soldato, patrono Marte), Leo (il leone, patrono Giove), Perses (il Persiano, patrono la Luna), Heliodromus (il corriere del Sole, patrono il Sole), Pater (il padre, patrono Saturno). Chi raggiungeva il grado di Pater, poteva aspirare a dirigere una nuova comunità. I simboli mitraici solitamente presenti sono i berretti frigi che rappresentano i due gemelli Cautes e Cautopates (il giorno e la notte), a volte presenti come statuette; il fuoco e l’acqua; la rappresentazione del Dio nato in una grotta nell’atto di sacrificare un toro; il Sole, la Luna; lo Scorpione ed il Serpente

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Note conclusive: questa passeggiata (e la prossima) ha avuto lo scopo di percorrere le strade di Ostia raccontandola con il filo conduttore di alcuni temi guida (i culti religiosi, le attività produttive, i servizi, la casa, i commerci, i divertimenti, le superstizioni…), insomma, la vita quotidiana confrontata con le sue evoluzioni ed i suoi cambiamenti nel corso del tempo.

 La distribuzione e la gestione delle acque erano importanti ed organizzate capillarmente. Molta dell’acqua veniva distribuita attraverso l’acquedotto Ostiense che aveva varie diramazioni cittadine e poggiava su un sistema di cisterne che garantivano l’approvvigionamento delle molte fontane pubbliche e dei ninfei, degli edifici termali e delle attività produttive, come nel caso della fullonica che abbiamo incontrato nel corso della passeggiata. L’approvvigionamento idrico era integrato dalle acque di falda raggiunte mediante pozzi o sollevate mediante norie. Lo smaltimento delle acque reflue avveniva attraverso un sistema di fognature che convogliava le acque verso il fiume.

 Il sincretismo religioso e la coesistenza di culti anche molto diversi tra loro sono elementi che emergono con chiarezza, almeno fino all’affermarsi definitivo del Cristianesimo quando progressivamente i culti non Cristiani sono stati ostacolati e spesso i loro luoghi di culto distrutti.

 Tra le attività produttive, a parte le fulloniche ed un’officina per la produzione di corderia e stoppe per il calafataggio individuata con ragionevole certezza, vanno menzionati almeno due grandi panifici che avevano una linea produttiva completa dalla macinazione delle farine, alla preparazione degli impasti e alla cottura del pane. Il grande panificio illustrato in pianta, con fasi edilizie che arrivano almeno fino al V secolo si trovava tra il cardo massimo e la semita dei cippi. Di certo, molti edifici sono architettonicamente adatti ad un uso per attività artigianali ma non ne è ancora stata individuata la destinazione d’uso.Ancora, nella zona di Ostia non sono stati sinora rinvenuti stabilimenti per la produzione di laterizi. Un ultimo commento sulle attività produttive, riguarda la produzione del sale. La posizione della saline Romane non è nota con certezza ma è probabile che fossero nelle vicinanze di quelle pontificie.

 Le molte tipologie di abitazioni incontrate, pur con le ovvie differenze legate alla maggiore o minore ricchezza dei proprietari, hanno in comune un generico affidamento dei servizi che siamo abituati a vedere ed utilizzare nelle nostre case a stabilimenti (pubblici o privati) che permettevano appunto la fruizione dei servizi non disponibili nelle case, in modo collettivo.

 Il mondo Romano era certamente superstizioso ed in generale ai fenomeni naturali venivano date interpretazioni appartenenti alla sfera del soprannaturale o della magia. E’interessante osservare come alcune di queste si siano trasferite nel nostro mondo o almeno nel nostro passato recente.

Per comprendere le dimensioni della città è necessario prima di tutto rimuovere le barriere virtuali rappresentate dalle strade, dalla ferrovia e dal fiume. Ostia andava ben oltre i limiti rappresentati da queste barriere e si estendeva da un lato verso l’area di Pianabella e, oltre il fiume, sull’isola Sacra formando quasi un tutt’uno con i porti imperiali. Due passeggiate saranno dedicate specificatamente a queste aree.

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