Pianabella e Isola Sacra, due passeggiate attraverso il territorio ostiense

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...E il suo prezzo (del grano) fu mantenuto invariato, benché circa duecento navi si fossero perdute, nel porto di Ostia, per la violenza di una tempesta...

Tacito, Annales, XV, 18, 3

ProcopiodiCesarea,laGuerraGotica,I,26

Allora infine vado alle navi. Per dove il Tevere, che si apre in fronte bicorne, solca i campi a destra. il braccio di sinistra, inaccessibile per troppa sabbia, viene evitato;

accolse Enea, gli resta questa sola gloria

Rutilio Namaziano, il Ritorno

Ond’io,ch’eraoraalamarinavòltodovel’acquadi Teveros’insala,benignamentefu’daluiricolto... DanteAlighieri,DivinaCommedia,Purgatorio

peDunque,quercheffascévenounavorta ffiumeunventieppiúbbufoleinfila, adessolofaerfumed’unapila

ell’artemódderbufolaroèmmorta…

G.G.Belli,erMonnosottosopra

[1]
passeggiate “diacroniche” attraverso il Quattro passeggiate
attraverso il
Quattro
“diacroniche”
ver1.0 26/2/23 Passeggiate del 12/3/23 ver1.0 26/2/23
territorio Ostiense… territorio Ostiense… Passeggiate del 12/3/23
Dall'altrapartedelfiumelaviadaOstiaaRomaèselvosa,moltotrasandata eneppurprossimaallaspondadelTevere,nonessendovidaquella partealzaiadellenavi…

Ostia, una grande città cosmopolita al centro "dell'hub" portuale più importante del Mediterraneo: questo documento completa il “focus” sul territorio Ostiense ed è dedicato ai suburbi Ostiensi: Pianabella (passeggiata del 12 Marzo) e Isola Sacra (passeggiata del 26 Marzo). Dei due suburbi si cercherà di mettere in evidenza gli aspetti più significativi: i punti di sosta e di approfondimento sono individuati sul percorso da marcatori gialli.

Pianabella e Isola Sacra

Indice: L’itinerario, e...i luoghi…

1. Presentazione pag.2

2. Pianabella: contesto e percorso pag.3

Sant’Ercolano pag.5

La Basilica Cristiana di Pianabella pag.6

Gli assi stradali: via Laurentina, via del Sabazeo, la Basilica Cristiana di Ostia pag.7

La via Severiana e il ponte sullo stagno pag.8

Le emergenze archeologiche lungo la via Severiana pag.9

3. Isola Sacra: contesto e percorso pag.10

 La Basilica di Sant’Ippolito pag.12

 L’Episcopio e la Basilica Cristiana di Porto pag.13

 Le terme di Matidia pag.14

 L’Iseo pag.14

 La Necropoli pag.15

 Le tombe ONC pag.15

 Le 100 tombe pag.16

4. Note conclusive pag.18

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Gli studi di Heinzelmann sull’area di Pianabella ne hanno messo in evidenza gli edifici principali e soprattutto il reticolo di strade che la caratterizzava. La

vocazione del territorio era agricola e residenziale. Le lussuose ville costiere erano allineate lungo la via Severiana. Una grande necropoli si estendeva nella fascia compresa tra la porta Laurentina e la chiesa di Sant’Ercolano. Una Basilica cimiteriale Cristiana (IV secolo) è stata individuata e scavata nell’area a ridosso della ferrovia Roma Lido. Il reticolo stradale, a parte le strade interpoderali, era basato su tre grandi assi che confluivano sul ponte dello stagno che permetteva l’attraversamento dell’emissario dello stagno ostiense: l’asse principale era quello della già citata via Severiana. La via Laurentina che usciva dalla porta omonima era più antica della precedente e garantiva il collegamento con l’agro laurentino. Infine da una posterula delle mura uscivano due strade che si ricollegavano ad un percorso che raggiungeva la via Severiana e al ponte dello stagno.

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Quella di Pianabella è una porzione di territorio caratterizzata dalla presenza di una estesa necropoli ma anche molto urbanizzata e costellata di ville agricole e di residenze lussuose allineate lungo la via Severiana che ne era l’asse viario principale. La passeggiata (4.5 km) si propone di esplorarne gli aspetti più significativi. Inizierà dalla chiesa di Sant’Ercolano e, percorrendo la via di Pianabella, raggiungerà la Basilica Cristiana dove un addetto del Parco ci consentirà l’accesso. Dalla Basilica seguiremo approssimativamente il percorso della via Severiana attraversando un territorio bellissimo dal punto di vista naturalistico e ricco di emergenze archeologiche. La passeggiata terminerà ritornando su viale dei Promontori all’altezza del circolo del Tennis. La passeggiata non è circolare: se la lunghezza fosse eccessiva, chi lo desiderasse potrebbe lasciare l’auto a Ostia Antica e tornare indietro in qualunque momento dopo la visita alla Basilica. In ogni caso, l’appuntamento è alle 8 e 45 alla fermata ATAC del cimitero di Ostia Antica. Da Ostia il mezzo migliore per raggiungerla è la linea C19

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(partenze da Lido Centro 8 e 15 e 9 e 05). Nel secondo caso il gruppo si sarà già mosso all’arrivo del bus. Si potrà raggiungerlo percorrendo la via di Pianabella

Sant’Ercolano è nelle vicinanze del cimitero di Ostia Antica. Nella mappa di Giuseppe Verani del 1804 appare isolata nella campagna di Pianabella, a ridosso dello stagno Ostiense. La piccola chiesa è il luogo di sepoltura dei bonificatori Romagnoli che hanno trovato riposo in un ossario e dei primi “scavatori” di Ostia: Dante Vaglieri, Guido Calza, Giovanni Becatti, Italo Gismondi e Raissa Gourevitch Calza, nata ad Odessa, valida archeologa e donna la cui vita assomiglia ad un romanzo. La piccola chiesa è costruita su strutture antiche, parte della grande necropoli di Pianabella, come è emerso con certezza in scavi recenti condotti a seguito di lavori ACEA nelle immediate vicinanze della chiesa. Attualmente, la copertura sopravvive solo nell’area presbiteriale. La chiesa era certamente una chiesa cimiteriale realizzata in una necropoli pagana ed ha tutto sommato mantenuta questa caratteristica. Dall’osservazione dei muri perimetrali della chiesa, è evidente la riutilizzazione di parti di edifici più antichi e di elementi di reimpiego. Infine, per quanto riguarda la dedicazione, allo stato mancano informazioni precise e non contraddittorie, come risulta dal rinvenimento di alcune iscrizioni, sul culto di Ercolano ad Ostia, culto che era sicuramente già praticato a Porto, collegato agli altri martiri Portuensi Taurino ed Ippolito a cui è dedicata la basilica dell’isola Sacra. E’ interessante osservare che in una mappa del 1700, uno dei due canali di alimentazione delle saline porta il nome di Sant’Ercolano.

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La Basilica Cristiana di Pianabella è situata nei pressi della ferrovia Roma-Ostia nell’area della grande necropoli a cui è parzialmente sovrapposta. La basilica cimiteriale (inizio V-XI secolo) ad una navata, con nartece ed atrio, è stata scavata negli anni ’70 del ‘900 e poi negli anni ‘80 e ‘90. E’ stata inizialmente identificata con la basilica Costantiniana di Ostia, citata dalle fonti ma recentemente individuata da Heinzelmann all’interno del recinto “Sillano” (v. pagina 7). Nel crollo, una parete è rimasta intatta e grazie a questo è stato possibile ricostruire l’aspetto della Basilica che non è probabilmente martiriale ma sicuramente, vicino all’altare, c’era un’area “reliquiario” in cui si addensavano le sepolture intorno ad un cassone rettangolare orientato in modo diverso rispetto alle altre sepolture. Come già detto, la Basilica è stata costruita su sulle strutture della necropoli che sono state rasate ed utilizzate come basamento per la sua costruzione. La struttura era separata, dal lato della ferrovia, dalle altre tombe della necropoli da una strada basolata. L’uso funerario della Basilica è durato a lungo, almeno fino al VII-VIII secolo, come testimoniato dalle molte “formae” sovrapposte e riutilizzate. Per quanto riguarda l’attribuzione della chiesa, sono state fatte varie ipotesi, legate soprattutto ai martiri Ostiensi tra cui nei martirologi è citata Agnese, Romana ma non Ostiense. Agnese potrebbe essere coerente con la dedicazione della Basilica, che come già detto, non è martiriale ma è dotata di un’area reliquiario intorno alla quale si addensavano le tombe. Anche questa ipotesi, tuttavia, non è suffragata da alcuna evidenza materiale ma solo dal riferimento menzionato sopra. La collocazione della basilica all’interno del reticolo viario di Pianabella, verrà analizzata nelle schede a pag.7-8 che tratteranno l’argomento dei collegamenti tra la città, il suburbio di Pianabella ed il territorio Laurentino.

[6]

Gli assi stradali: via Laurentina, via del Sabazeo e la Basilica Cristiana di Ostia

La rete stradale dell’area di Pianabella era organizzata, per quanto si è potuto osservare, principalmente attraverso tecniche di prospezione non invasive, in una rete locale che attraversava la grande necropoli ed alcuni assi principali collegati tra loro in punti diversi della piana. Il primo percorso partiva dal decumano e nella parte iniziale corrispondeva all’attuale via del Sabazeo. Passava davanti alla Basilica Cristiana, recentemente individuata ed usciva, attraverso una posterula dalle mura “sillane”, addentrandosi nella necropoli. Il secondo percorso iniziava subito dopo la posterula, attraversava parte della necropoli incrociando la via Laurentina e raggiungendo la basilica Cristiana di Pianabella da cui si congiungeva con la via Severiana. Infine il percorso della via Laurentina, dopo la porta omonima, attraversava l’era di Pianabella per ricongiungersi alla via Severiana (sicuramente posteriore) sul ponte del canale dello stagno. La basilica, per cui si è ipotizzato che possa essere quella Costantiniana dedicata, secondo il Liber Pontificalis a Pietro, Paolo e a Giovanni Battista, è stata individuata con tecniche di prospezione geofisica integrate con la fotografia aerea e verificate con sondaggi che hanno permesso di identificare varie fasi costruttive ed una frequentazione durata circa fino all’VIII-IX secolo. La basilica a tre navate era completata da un grande atrio scoperto e porticato La presenza del battistero conferma l’uso della basilica come edificio di culto a differenza della basilica cimiteriale di Pianabella a cui era comunque collegata attraverso il ramificato sistema stradale mostrato in figura.

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La via Severiana e il ponte sullo stagno

Il percorso noto come via Severiana ha assunto questo nome nel III secolo, quando Settimio Severo realizzò alcuni interventi volti a unificare e a migliorare alcuni percorsi costieri già esistenti, per collegare direttamente Ostia con Terracina. La via partiva molto probabilmente da Ostia e si raccordava con la via Flavia che da Portus attraversava il ponte di Matidia sul canale di Traiano e tutta l’Isola Sacra. Non è noto con certezza come avvenisse l’attraversamento del ramo principale del Tevere, se con un traghetto (sono testimoniate almeno 4 associazioni di traghettatori) o un ponte di cui però non si è trovata traccia, tranne una relazione del 1879 in cui a seguito di lavori stradali per il collegamento Ostia-Fiumicino sarebbero stati trovati dei resti di piloni nel Tevere. E’ presumibile che il percorso all’interno della città sfruttasse la via della foce per ricollegarsi al tracciato della via Severiana direttamente o tramite quello della via Laurentina. Dopo aver attraversato l’area di Pianabella, la via Severiana oltrepassava il canale dello stagno su un ponte in muratura del III secolo inoltrato. Il percorso fino a Laurentum era fiancheggiato da numerose ville costiere. Il ponte, che riuniva i percorsi della via Severiana e della via Laurentina e si trovava più a monte di quello attuale in corrispondenza del castello Chigi, come è mostrato nella mappa di Verani del 1804. Il ponte è stato distrutto nel 1944 dalle truppe Tedesche, insieme a molti altri edifici e infrastrutture del litorale, in previsione di uno sbarco degli alleati che poi avvenne ad Anzio.

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Le emergenze archeologiche lungo la via Severiana

Come è noto la via Severiana partiva dalla periferia costiere di Ostia fiancheggiando, all’inizio, molti edifici termali (le terme di Porta Marina, quelle dello scheletro e di Musiciolo) per attraversare poi l’attuale complesso infrastrutturale della strada per l’aeroporto, la via del Mare, la via Ostiense e la ferrovia Roma-Ostia. Dopo il Procoio, procedeva rettilinea fiancheggiata da ville costiere, qualche sepolcro e almeno una struttura termale. L’area è stata scavata negli anni ‘70 del novecento e molte delle strutture sono state invase dalla vegetazione. La cartina prodotta da Heinzelmann mostra le emergenze archeologiche principali. Ben visibili sono una struttura termale ed una grande sostruzione appartenente ad una grande villa costiera.

37-38 scavi della strada che costeggia le terme di Porta Marina e la Sinagoga

35 Basilica di Piana Bella

39 tomba

40 villa costiera con parte della strada

41 villa costiera

42 villa costiera (130 x 80 m.).

43 villa costiera (240 x 170 m.).

44 cisterna

45 terme

46 villa costiera (60 x 90 m.).

47 villa costiera (200 x 220 m.).

48 luogo della scoperta del miliario

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Emergenze archeologiche dell’area di Pianabella
VI 37-8 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 35

La mappa è tratta dal sito http://www.ostia-antica.org e riflette in pieno l’integrazione tra Ostia ed i porti imperiali. Grazie alle indagini geofisiche ed ai successivi sondaggi è stato individuato un vasto patrimonio edilizio legato per lo più a funzioni commerciali e di immagazzinamento. Le strutture scavate e note si addensano nella parte settentrionale dell’Isola. Vanno citate la necropoli lungo la via Flavia, almeno due edifici termali ed un Iseo collocato in prossimità dell’antica linea di costa. E’ stato individuato con certezza anche il canale di collegamento tra Porto ed Ostia. All’epoca tardo imperiale (fine IV secolo) appartiene la basilica Cristiana di Sant’Ippolito costruita in parte sopra edifici preesistenti.

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La passeggiata (2.5 km) avrà inizio dalla Basilica di Pianabella dove è possibile parcheggiare l’auto.

L’appuntamento è alle 9. Dalla Basilica ci si dirigerà, se possibile, alle terme di Matidia. Di lì si raggiungerà il primo gruppo di tombe (la cosiddette tombe ONC) da cui si raggiungerà a piedi l’ingresso della necropoli

(costo 6 Euro). Dopo la visita, si tornerà alle auto parcheggiate a Sant’Ippolito.

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La Basilica di Sant’Ippolito

La Basilica a tre navate è stata scavata nel 1970 ed era dedicata al martire Ippolito. Risale al V secolo e fu costruita su edifici preesistenti dal Vescovo di Portus Heraclida. Fu saccheggiata dai Vandali nel 455 e fu successivamente ricostruita in una data non esattamente nota. La ricostruzione avvenne ad opera del Vescovo Petrus e fu finanziata da un altro Vescovo (Stephanus) e dai Papi Leone III (che donò nell’VIII-IX secolo uno splendido ciborio) e Leone IV. Sotto l’altare fu rinvenuto un sarcofago contenente le ossa di molti individui. L’iscrizione del IX secolo recita: Hic requiescit Ypolitus mar(tyr). La chiesa, che fu per qualche tempo (IX secolo) sede del Vescovo di Porto, era in rovina già nel XV secolo. Il campanile è l’unico elemento strutturale sopravvissuto e fu utilizzato, vista la sua altezza, come torre di avvistamento nel sistema difensivo alla foce del Tevere, composto di varie torri e da alcune fortificazioni come il castello di Ostia. La mappa sulla sinistra (Pani Ermini, 1975-1979) mostra i risultati più significativi della campagne di scavo.

A: strutture preesistenti

B: luogo del ritrovamento del sarcofago di Ippolito

D: resti di un impianto termale

E: battistero medievale

G: abside più antica (edificio distrutto dai Vandali)

Dell’epoca di Leone III

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L’Episcopio e la Basilica Cristiana di Porto

Anche se la Basilica e l’Episcopio non sono sull’Isola Sacra, ci sono in qualche modo, strettamente collegati. La Basilica è nota dal 1865 e lo scavo fu completato in due fasi, negli anni ’30 e negli anni ’90 del ‘900. La dedica, per cui è stata fatta l’ipotesi di Pietro e Paolo, è ancora oggetto di dibattito. L’edificio ha una lunga storia edilizia ed ha assunto l’aspetto di basilica a tre navate intorno al V secolo. Anche l’Episcopio ha una lunga storia edilizia: è costruito su un edificio Romano ed il nucleo fortificato, successivamente inserito nel complesso episcopale, ha funzionato già dal IV-V secolo come torre di avvistamento. La chiesa all’interno era dedicata a San Lorenzo

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Le terme di Matidia

Queste terme, sorte nelle vicinanze del ponte (di Matidia) che univa Porto all’Isola Sacra, sono state costruite nel II secolo e profondamente ristrutturate nel IV-V secolo. Sono state utilizzate fino al VI secolo. La struttura attualmente visibile è quella più tarda. Si trattava come è frequente negli edifici termali, di una struttura polifunzionale circonadata da negozi (9). L’ingresso principale immetteva in un grande atrio (1) da cui si accedeva in uno spogliatoio (2). Da (1) si entrava nel frigidarium (3) con due vasche fredde in una delle quali era installata una fornace per la produzione della calce. Attraverso due stanze (4) veniva raggiunto il tepidarium (5) e il calidarium (6). L’alimentazione idrica era garantita da una noria collocata nell’ambiente (8).

L’Iseo

Al di là del viadotto della strada per l’aeroporto è stato individuato, insieme ad un altro impianto termale e forse un

tempio dedicato ad Iside Pelagia, protettrice della navigazione. Il tempio, molto vicino all’antica spiaggia, è stato scavato dal 1969 al 1984. Risale al II secolo e gli ultimi restauri sono del IV secolo. Nel complesso si riconosce una grande cisterna, probabilmente utilizzata per l’edificio termale sito nell’area coperta dalla vegetazione. In una delle stanze è stata rinvenuta una statua di Iside ed un ritratto di Settimio Severe rappresentato come Serapide.

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La necropoli

La necropoli sorta intorno alla via Flavia, che garantiva il collegamento tra Ostia e Portus, è nata all’indomani della costruzione dei porti imperiali, per gli abitanti ed i lavoratori della grande struttura portuale; sono assenti le grandi famiglie e pochissime sepolture sono certamente ascrivibili ai Cristiani che probabilmente avevano la loro necropoli a capo due rami. Pertanto, la datazione delle tombe va generalmente dalla fine del I secolo fino al V secolo ed oltre. Un arco temporale così ampio ha fatto sì che molte tombe siano state riutilizzate, modificate, ampliate e spesso costruite ex novo sopra tombe più antiche. La tipologia delle tombe è estremamente varia (a camera, a cassone, a cappuccina,…) e riflette le possibilità e le scelte dei proprietari delle sepolture anche perciò che riguarda i riti funerari, inumazione o incinerazione, con la prima prevalente per le tombe più tarde. Molte tombe hanno sotto i pavimenti strati sovrapposti di “formae” e un recinto esterno con biclini per i banchetti funebri. Un elemento di estremo interesse di queste necropoli è l’appartenenza dei proprietari ai ceti medi mercantili e artigianali della città portuale. Spesso, le tombe offrono preziose informazioni sul tipo di attività svolta dal defunto in vita. Lo scavo della necropoli risale agli anni ‘20 del ‘900 ed è continuato fino agli anni ‘30. Gli scavi e le indagini sulle tombe già scavate sono ripresi negli anni ‘70. Le ultimi indagini hanno permesso di identificare il tracciato della via Flavia ed il già citato canale di collegamento Porto-Ostia. La necropoli non sembra proseguire attraverso l’Isola Sacra. Va in ogni caso detto che la eventuale necropoli Cristiana non è stata ancora individuata.

Le tombe ONC

Queste tombe sono parte del nucleo più consistente noto come necropoli di Porto (100 tombe). Sono state scavate nel 1923 e non sono attualmente visitabili, anche se visibili dall’esterno. Sono tombe del tipo a camera e I tipi di sepolture testimoniati sono misti. Questo gruppo di tombe era parte integrante della necropoli Portuense di cui, dopo lo scavo sono state reinterrate le tombe più settentrionali, lasciando in vista il solo settore meridionale.

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La 100 tombe

Costituiscono il nucleo più consistente della necropoli Portuense. Le tombe (100 appunto) sono allineate lungo la via Flavia, l’importante strada di collegamento con tra Porto e Ostia. E’ stato accertato che la strada è nata nel I secolo in concomitanza con la costruzione del porto imperiale. Non può essere perciò identificata con il primo tratto della via Severiana (realizzata due secoli dopo) che anche la tabula Peuntingeriana mostra chiaramente iniziare da Ostia. Le tombe sono numerate da 1 a 100 e questa numerazione è quella generalmente utilizzata per tutte le descrizioni della necropoli. E’ chiaro che in questa sede è necessario operare una scelta: si porrà perciò l’accento sulle sepolture più significative prima di tutto per il tipo di informazioni che danno per capire gli aspetti quotidiani della vita (anche se può sembrare paradossale cercarli in un luogo di morte…) e poi per tipologia, decorazioni, ed elementi architettonici. Le tombe qui descritte sono evidenziate

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nella mappa: 1 100 21 43 52-53 56 19 29

La 100 tombe

Tomba 1: una tomba a piramide parzialmente interrata. Secondo l’iscrizione appartiene a un pittore originario della provincia di Aquitaniam, Caius Annaeus Atticus : D(is) M(anibus) D(is) M(anibus) C(ai) ANNAEI ATTICI PICT(onis) C(ai) ANNAEI ATTICI PICT(onis) EX AQVITANICA PRO(vincia) DEF(uncti) EX AQVITANICA PRO(vincia) DEF(uncti) ANN(orum) XXXVII DOMESTICI ANN(orum) XXXVII DOMESTICI EIVS PONENDVM CVRARVNT EIVS PONENDVM CVRARVNT

TTombe 19-21: la tomba 19 è la più antica ed aveva una decorazione pittorica eccellente. è una tomba del II secolo interessante per le modifiche che ha subito ed un arcosolio dipinto.

Tomba 29: è una tomba elegante architettonicamente me non visitabile. L’elemento più interessante sono i due rilievi fittili in facciata che evocano la professione del proprietario. Sicuramente un fabbro.

Tomba 43: è una tomba di età Severiana. Il mosaico davanti alla soglia rappresenta il faro di Portu con due imbarcazioni. L’iscrizione Greca recita: qui (è) la cessazione di ogni dolore

Tombe 52-53: sono due tombe a cassone. Quella in primo piano (Adrianea) è più precisamente a bauletto e l’iscrizione è stata dettata da Iulia Sal(o) per il marito Marcus Iulius Mercurius. La tomba in secondo piano, più articolata architettonicamente è stata dedicata dalla madre Sergia Ianuaria al figlio Marcus Valerius Fortunatus morto prima di compiere 4 anni.

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1 19 21 29 43 52-53

Tomba 56: è caratterizzata da una piccola edicola dipinta che riproduce una tomba e una porta semiaperta che conduce nell’aldilà. La dedica è del padre Taurus per il figlio Sabinus.

Tomba 100: i proprietari sono Scribonia Attica e Marco Ulpio Amerimno, rispettivamente un’ostetrica e un chirurgo, come è evidente dalle due formelle fittili che mostrano Marco Amerimno al lavoro sulla gamba di una paziente (a destra gli strumenti chirurgici) e Scribonia Attica impegnata nell’assistenza ad un parto.

Note conclusive

Queste passeggiate concludono (ma non esauriscono) l’esplorazione del territorio Ostiense.

Abbiamo percorso la città, cercando di raccontare la sua vita quotidiana. Abbiamo esplorato i due suburbi, quello di Pianabella e quello dell’Isola Sacra.

Entrambi hanno importanti zone sepolcrali ma, a parte questo, la loro diversità è emersa con chiarezza. Il primo è caratterizzato da una forte vocazione agricola e residenziale. Il baricentro, anche se apparentemente decentrato, ne è la via Severiana che di fatto faceva da collet-

tore del reticolo viario di Pianabella, inclusi i percorsi più antichi come la via Laurentina. Al contrario di Pianabella, il suburbio dell’Isola Sacra, cerniera tra Ostia e Porto, è fortemente caratterizzato da insediamenti utilitari: magazzini, impianti termali ed edifici templari. Il suo baricentro sono le vie di collegamento, terrestri e acquatiche, con Ostia: la via Flavia ed il canale Porto-Ostia che correva all’incirca parallelo alla strada. Un approfondimento necessario per completare questo quadro sarebbe quello di Porto che per ora è stato solo sfiorato.

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56 100 56

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