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L’importante è la salute

Annagiulia Gramenzi

ricercatore Dip. medicinaclinica Univ. Bologna

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LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDO

Il virus che ci assilla da oltre due anni non sembra cedere il passo. Anzi, a diff erenza delle passate estati, quando sembrava concedere un po’ di tregua, quest’anno i contagi tornano a risalire anche sotto all’ombrellone. Perché? E, soprattutto, quando avrà fi ne tale incubo?

Lorisa L_Fanano (Mo)

Il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi notificano un focolaio di casi di polmonite dalla causa sconosciuta nella città di Wuhan. Dieci giorni più tardi, il 9 gennaio 2020, il Centro per il controllo e laprevenzionedellemalattiedella Cina ne attribuisce l’eziologia a un nuovo coronavirus (provvisoriamente denominato 2019-nCoV, oggi SARSCoV2) e un mese dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità battezza la malattia respiratoria causata dal 2019-nCoV con il nome di COVID-19. Così due anni e mezzo fa è iniziata la storia della pandemia che ha cambiato le abitudini e il volto del pianeta con più di 6 milioni di morti (due milioni circa solo in Europa). Un’infezione e una malattia nuove su cui la comunità scientifica internazionale continua a ricercare e a raccogliere dati e informazioni, ma che resta troppo recente per non incorrere in errori. Una sconvolgente novità che tuttora impone prudenza e gradualità, attenzione nella comunicazione, continui aggiustamenti di tiro e uso costante deicondizionali.Nonpernientea iniziogiugnodiquest’anno,quando tutti pensavamo a una riduzione della circolazione del virus come accaduto nelle due estati precedenti, una variante sempre più contagiosa, chiamata Omicron 5, ci ha preso in contropiede e ha di nuovo sparigliato le carte e sconvolto previsioni e possibili scenari futuri. Eppure, senza abbassare minimamente la guardia, non bisogna credere che questa inattesa esplosione di contagi ci abbia riportato punto e a capo al 2020. Oggi, grazie alla vaccinazione di massa, alla cosiddetta«immunitàibrida»delle tante persone che sono già entrate in contatto con il virus e alla disponibilità di farmaci antivirali estremamente efficaci se somministrati precocemente, la variante Omicron con le sue sottovarianti, anche se assai più contagiosa rispetto al ceppo di Wuhan, è meno virulenta e dunque la malattia è meno grave. Si potrebbe obiettare che in queste ultime settimane sono sempre di più le persone che contraggonol’infezionenonostantela vaccinazione.Questononsignifica che i vaccini non funzionano. Al contrario, un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Infectious Diseases mostra come, da dicembre 2020 a dicembre 2021, la vaccinazione abbia consentito di salvare la vita a più di 20 milioni di persone in 185 nazioni. C’è un però. Il virus corre e muta nel tempo e dunque ci si reinfetta perché l’ultima sottovariante Omicron sfugge alla protezione vaccinale che però continua a tutelarci da malattia, ospedalizzazioni, forme più gravi, ricoveri in terapia intensiva edecessi,comedimostranoidati più recenti. Perciò in questa fase di circolazione così espansiva del virus èfondamentalecompletareilciclo vaccinale per chi non l’ha ancora terminato e vaccinare con la quarta dose le persone a maggior rischio di patologie severe e di morte, cioè i pazienti fragili e gli ultrasessantenni. Questo consente anche di proteggere le persone che ci stanno intorno e di ridurre la circolazione complessiva del virus nell’ambiente.Bisognafarlosubito e mettere in sicurezza noi e gli altri, senza aspettare l’autunno e la prospettiva di vaccini “aggiornati” come i cosiddetti vaccini bivalenti che combinano il ceppo originale del virus con Omicron, vaccini che sono in fase di sperimentazione e che potranno essere comunque somministrati come richiamo. Sperando che arrivi l’era dei vaccini spray che, agendo a livello delle mucose, potrebbero rappresentare la strategia principe per proteggere dall’infezione oltre che dalla malattia, cosa che accade con poca efficienza con i vaccini attualmente disponibili. Certo è che SARS-Cov2 è tutt’altro che sparito. Però, stiamo imparando a conoscerlo e ad affrontarlo. Nella miglioredelleipotesidiventeràendemico e dovremo in qualche modo conviverci.

Buon viaggio!

In questa fase di circolazione così espansiva azioircol del virus è fondamentale completare il ciclo alemen vaccinale per chi non l’ha ancora terminato e vaccinare con la quarta dose le persone a maggior rischio di patologie severe e di morte, logiepato cioè i pazienti fragili e gli ultrasessantenni e gli gili

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