Pescare in Valtellina 1 - ANNO 2012

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Poste italiane S.p.a. - Spedizionre in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 - DCB Sondrio

Pescare in Valtellina Rivista dell’Unione Pesca Sportiva della Provincia di Sondrio - Anno XXVIII - N° 1 - 2012


Editoriale

S

ta per cominciare l’ennesima stagione di pesca. Una stagione, per UPS, importante visto che il presidente Valter Bianchini e il proprio consiglio direttivo è in scadenza di mandato. In questo numero non potevamo quindi esimerci dall’intervistarlo per fare il punto della situazione e una sorta di bilancio che fosse il più esaustivo possibile su gli ultimi 4 anni di vita associativa. Ne è nata un’intervista a tutto campo che ripercorre quelle che sono le gli episodi salienti degli ultimi tempi; episodi che hanno fatto discutere ed altri che hanno segnato passaggi epocali per la storia di UPS. Perché tutto si potrà dire, ma gestire la pesca in un periodo nel quale i produttori elettrici, eseguendo le loro manutenzioni, stanno recuperando arretrati di decenni, non è stata certo una passeggiata. Tanto da chiedere a questi appassionati spesso bersagliati da critiche che dovrebbero essere indirizzate altrove: “ma chi ve lo fa fare?” Già, perché tra chi ci mette la faccia sporcandosi le mani e chi critica a priori restando alla finestra c’è una grande differenza. Essendo questa la prima rivista dell’anno non mancano poi le novità al regolamento, il bilancio di

previsione 2012 e quelli che sono “i nostri numeri”. Non cominciate a storcere il naso perché quello che vi apprestate a leggere non sarà un mero e monotono rendiconto… Sempre nell’ottica di quanto si è detto nel precedente numero, abbiamo cercato di proporvi articoli che spaziassero il più possibile a 360°. Si parlerà quindi di tutela acqua, di cosa ci attende sul fronte svasi e dell’importante progetto ecoidro. Il tutto presentandovi sotto una nuova veste i guardia pesca, delle guardie di cui conosciamo solo alcuni ambiti professionali e in questo numero della rivista impareremo a conoscere meglio. Bene, conscio di avervi già dato diverse anticipazioni e spunti di lettura, prima di augurarvi buona lettura e una buona stagione, vorrei fare un’ultima importante precisazione. Facendo un’eccezione alla regola, al fine di sedare definitivamente alcuni “rumor”, abbiamo pubblicato e risposto ad alcune lettere giunte alla redazione in forma anonima. Di eccezione si tratta, d’ora in avanti daremo spazio solo a chi, firmandosi con tanto di nome e cognome, risponderà in prima persona delle proprie critiche ed azioni. Maurizio Torri

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Pescare Attualità

Intervista al Presidente di Ups I nostri numeri

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in Valtellina

F ILO DIR E TTO

Rivista dell’Unione Pesca Sportiva della Provincia di Sondrio Un pescatore a palazzo 40 Anno XXV - N° 1 - 2009

Elogio alla pesca a mosca

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La prova valtellinese del Club Azzurro

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A P P RO F O N DI M E N TO

UNIONE PESCA SPORTIVA DELLA PROVINCIA Dl SONDRIO

SONDRIO - Via Fiume, 85 Tel. 0342.21.72.57 (2 linee urbane) Fax. 0342.21.89.69 www.unionepescasondrio.it ups@provincia.so.it Direttore Responsabile: Maurizio Torri Redazione: Valter Bianchini Giorgio Lanzi Hanno collaborato per i testi: G. Ferrari A. Romanò P. Gibertoni M. Capolaro G. Gentili C. Levi M. Messina A. Scala Hanno collaborato per le foto: Associazione Pesca Livigno L. Spiller D. Ravanetti P. Baroni Foto di copertina: Torrente Cervio foto Valbi Stampa Tipografia Polaris Via Vanoni, 79 23100 SONDRIO Tel. 0342.51.31.96 Fax 0342.51.91.83 info@litopolaris.it Della presente rivista sono state stampate e diffuse 7.500 copie Iscritta al n° 166 Registro Tribunale di Sondrio

Una giornata con il guardiapesca

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Il progetto ecoidro

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La spremitura e fecondazione artificiale

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I l pe r s o n a g g i o Lorenzo Spiller

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U P S C O N SIGLIA Pescare ai laghi di Angeloga

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Livigno... è tempo di pescare

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TUT E LA A C Q U E Contributo della Fondazione Cariplo

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Svasi 2012: cosa cambierà

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V i ta A s s o c i at i va Le novità del regolamento 2012

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P E S C ATO & M A N GIATO Insalata di trota affumicata e carciofi L E TT E R E D E I L E TTORI

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F OTO L E TTORI I vostri click L E B UO N E A Z IO N I

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attualità

Facciamo il punto

intervista al Il 17 dicembre scorso l’assemblea dei delegati ha approvato il conto dell’esercizio finanziario 2011, il bilancio di previsione e il regolamento di pesca per la stagione entrante; gli attuali organi associativi si accingono quindi ad affrontare l’ultimo dei quattro anni del proprio mandato e in autunno i soci saranno chiamati al rinnovo delle cariche. E’ quindi arrivato il momento di fare il punto con il Presidente Valter Bianchini, in carica dall’ottobre 2008.

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Il 17 dicembre scorso l’assemblea dei delegati ha approvato il conto dell’esercizio finanziario 2011, il bilancio di previsione e il regolamento di pesca per la stagione entrante; gli attuali organi associativi si accingono quindi ad affrontare l’ultimo dei quattro anni del proprio mandato e in autunno i soci saranno chiamati al rinnovo delle cariche. E’ quindi arrivato il momento di fare il punto con il Presidente Valter Bianchini, in carica dall’ottobre 2008. Presidente, senza avere la pretesa di essere esaustivi, si può fare un primo bilancio dell’attività svolta, dei risultati ottenuti e di quelli sperati? “Certamente. Però è bene precisare che ogni valutazione non può che prescindere dalla risposta alle domande: abbiamo perseguito le nostre finalità statutarie? Abbiamo svolto i compiti as-


presidente Ups segnatici dal disciplinare di concessione in essere con l’amministrazione provinciale? Questo deve essere il quadro di riferimento di ogni giudizio, perché se si dovesse valutare il nostro operato in funzione di competenze che non ci appartengono allora avrei molto da lamentarmi.” Fatta la dovuta precisazione………. “In tutta onestà pensiamo di aver svolto un buon lavoro in condizioni a dir poco difficili. La nostra Associazione ha rispettato i propri obblighi nei confronti della Provincia e degli associati, svolgendo con efficacia il compito di gestore delle acque a scopo di piscicoltura e promuovendo, nel contempo, la propria attività. Lo dimostrano anche i numeri. Da quelli straordinari relativi alla produttività del centro ittico di Faedo, a quello degli associati che ritorna sopra quota 5000, cosa che non succedeva dalla stagione 2002”. Si riferisce ai risultati della campagna promozionale indirizzata ai giovani sino ai 15 anni? “La promozione nei confronti dei giovani è stata un’iniziativa indovinata, mai pensata prima; una valanga di ragazzini si è riversata sulle rive di fiumi e torrenti. E con loro molti genitori e nonni. Non tutti resteranno con noi, certo, ma almeno abbiamo invertito la tendenza, contrastando l’irrimediabile triste invecchiamento della nostra categoria di cui non si faceva altro che prendere atto sconsolati di anno in anno.” Di questi tempi non è facile trovare “aziende” con i conti in attivo. Come avete fatto a non aumentare i costi dei permessi di pesca? “I costi del volontariato che gestisce UPS sono, ovviamente, da sempre uguali a zero! L’impegno di decine di soci permette di contenere le spese di gestione a livelli impensabili per un privato o anche per un ente pubblico. Tre anni fa ci eravamo ripromessi di non aumentare i costi dei permessi intuendo che si avvicinavano tempi non facili; per molti non è più così scontato poter andare a pescare o mandarci i figli. Per ora ci

siamo riusciti tenendo nel contempo in ordine i nostri conti.” Anche il regolamento di pesca non ha subito grandi scossoni in questi anni…. “Lo abbiamo mantenuto pressoché inalterato, evitando il proliferare di regole ed eccezioni locali che lo avrebbero reso ancora meno comprensibile di quanto già non sia. Invece, l’aumento della misura della trota fario in Adda e Mera è stata una scelta ampiamente condivisa e siamo fiduciosi che dia i suoi frutti in termini di riproduzione naturale. Certo, bisogna avere pazienza, i tempi in natura non si conciliano con i nostri desideri.” Non possiamo esimerci dal trattare il tema delle problematiche delle nostre acque. “Entriamo pure nel “campo minato” ma anche qui con le dovute premesse. La nostra associazione non può essere giudicata sulla scorta del mancato svolgimento di funzioni che non le appartengono. Ogni tanto vale la pena ricordarlo: non siamo titolati a legiferare in materia di gestione dighe; non possiamo rilasciare autorizzazioni, ne negarle. Queste sono competenze della Regione e dello Stato. Sono loro i responsabili di quel che accade in casa nostra. E’ con loro che bisogna, semmai, prendersela”. Che giudizio da dell’operato di UPS su questo tema? “In questi anni non vi è stata questione che riguardasse le nostre acque sulla quale non abbiamo assunto iniziative e detto la nostra. Abbiamo cercato di usare ogni arma a disposizione, sedendoci ai tavoli e facendoli saltare, inoltrando denuncie e ricevendole, strillando a mezzo stampa, usando il buon senso quando era giusto farlo. Tutto ciò al solo scopo di “smuovere le acque”, cioè di condizionare le scelte gestionali dei produttori elettrici con l’obiettivo di ridurre l’impatto negativo delle operazioni connesse agli svasi. E di individuare una strada che ci consentisse di intravvedere un futuro diverso”. Per questo l’accordo con A2A?

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Assemblea delegati UPS

“Quando abbiamo affrontato questioni con i diversi produttori elettrici e abbiamo sottoscritto un accordo con A2A, lo abbiamo fatto perseguendo tale fine. Perché non avremmo dovuto farlo? Avevamo qualcosa da perdere? La nostra vita è un ininterrotto negoziato; lo facciamo quando discutiamo il prezzo di un acquisto, in famiglia con i figli perché studino in cambio di gratificazioni materiali, con il datore di lavoro, lo fanno i grandi della terra dopo anni di contrasti. Prima o poi tutti provano a conseguire dei risultati confrontandosi. Solo chi non ha responsabilità gestionali può permettersi di stare alla finestra e fare l’opinionista che ha sempre ragione, spesso con il senno di poi. Altri invece vorrebbero che mantenessimo alti gli steccati solo per loro ragioni ideologiche”. Quali sono stati gli esiti positivi dell’accordo? “Nel 2010 la conduzione contemporanea, anziché in periodi separati, delle operazioni di fluitazione degli invasi di San Giacomo, Cancano, Valgrosina ha permesso di far confluire la maggior parte del limo in Val Pola, mantenendo così sempre pescabile l’Adda, eccetto una settimana. Non sarebbe stato possibile ipotizzare operazioni di tale complessità senza una preventiva intesa.

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Non voglio nemmeno immaginare quali conseguenze avremmo avuto senza la messa in opera di quelle precauzioni tecniche da noi suggerite, accolte da A2A e poi autorizzate dalla Regione. E non dimentichiamoci anche della soluzione del problema del bacino di Sernio. Non si chiedeva da 20 anni la rimozione del limo? Siamo riusciti a far fare anche quello e in gran parte a mezzo di escavazione meccanica.” Cosa invece non è andato per il verso giusto? “Svaso di Cancano 2011. Dopo 53 giorni di lavori all’interno del bacino senza che vi fossero particolari problemi a valle, ecco l’autorizzazione “supplementare” ad operare concessa dalla Regione ad A2A proprio quando le elevate temperature in quota di quei giorni dovevano consigliare esattamente l’opposto, cioè la sospensione dei lavori. Sono sicuro che tutti gli addetti ai lavori abbiano imparato molto da quella brutta esperienza”. In ogni caso gli svasi non fanno bene al fiume…….. “Questo è ovvio, potessimo farne a meno……. ma le modalità di esecuzione e i monitoraggi pubblici unici in Italia messi in campo ci consentono di mantenere la concentrazione dei solidi sospesi entro limiti prestabiliti dai biologi. Anche


se questi limiti non sono il vangelo e dovranno essere valutati sulla scorta dei dati acquisiti. Abbiamo rilevato, tramite Arpa, concentrazioni dei solidi sospesi di gran lunga più elevate durante molti eventi metereologici. Quello che ci ha preoccupato di più sono gli effetti degli svasi di Cancano sulle le freghe dei temoli. E poi la durata delle operazioni che hanno penalizzato pesantemente l’attività di pesca. Ma almeno adesso possiamo intravvedere una luce in fondo al tunnel”. E’ possibile intravvedere un futuro migliore? “Crediamo di sì e la stessa A2A si è sentita in dovere di metterlo nero su bianco anche nelle sedi istituzionali. La gestione dei bacini di Cancano e Valgrosina si avvia nei prossimi due/tre anni a tornare “ordinaria”, quindi saremo molto meno condizionati dagli effetti di queste operazioni che, tra l’altro, dureranno molto meno e non verranno effettuate ogni anno. Che nessuno avesse la bacchetta magica nel risolvere problemi lasciati marcire per decenni lo avevamo detto. D’altra parte anche lo stesso ”Decreto salva Italia” impone oggi a chi non ha già provveduto la rimozione dei sedimenti in prossimità degli organi meccanici dei grandi serbatoi.”

Però l’Adda spesso si sporca Al netto degli svasi e del periodo del disgelo, l’Adda si sporca anche perché il territorio è caratterizzato da numerosi recenti dissesti idrogeologici. Basta un forte temporale e dal torrente Mallero scende fango che a sua volta sporca l’Adda, le piogge sono sempre più violente e provocano spesso smottamenti nelle valli laterali. Siamo una valle alpina, non abbiamo fiumi carsici. Bisogna saper distinguere quando il fiume è sporco per effetto di operazioni di fluitazione e quando lo è per altre cause. Non mi risulta che la situazione sia migliore negli altri fiumi del nord Italia. E’ naturale che non faccia piacere non poter pescare, ma ricordo sempre che noi possiamo contare su valide alternative”. Come giudica lo stato di pescosità delle nostre acque? “Io non invidio le altre realtà italiane, tanto per essere chiari. Ricordo a chi ha la memoria corta che in Valtellina è stato fermato l’assalto delle centraline ai torrenti e da oltre 10 anni possiamo condurre efficaci campagne di dissuasione dei cormorani. Nel resto d’Italia sono indietro anni luce. Da noi non è possibile che i fiumi restino in secca e sui minimi deflussi abbiamo

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fatto passi da gigante. Dopo di che ognuno può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma i pesci nei nostri corsi d’acqua, anche grazie alle battaglie vinte, ci sono eccome”. Forse non ci sono più i pescatori di una volta.. “Non credo. Il pescatore di oggi dispone di tecniche, attrezzi e esche impensabili ieri, però alcuni pretendono che il fiume sia come un supermercato, con gli scaffali sempre pieni, cioè che i pesci siano sempre tanti e disponibili ad abboccare. E che tutte le stagioni diano gli stessi risultati. Altri vorrebbero poter pescare in un fiume che si adatti sempre alle loro tecniche di pesca ma che non può esistere in una realtà alpina. Però in generale è di gran lunga aumentata la coscienza ecologica dei pescatori”. Come è andato in questi anni il rapporto tra coloro che pescano con tecniche diverse, in primo luogo tra moschisti e non? “L’armamentario di pregiudizi di una parte contro l’altra e viceversa sta scomparendo ed è utilizzato da pochi irriducibili. Ma è necessario che sul fiume ci si comporti correttamente, cioè che ciascuno rispetti lo spazio e l’azione di pesca dell’altro. Se siamo costretti a imporre ancora limiti di ingresso in acqua è perché sono troppi (non solo moschisti) quelli che non rispettano il prossimo”. Ha fatto notizia la denuncia di UPS sul sovralluvionamento dell’Adda “Mantenere intatto il patrimonio ittico si scontra con le difficoltà conseguenti ad un habitat fluviale sempre meno favorevole, in particolare in lunghi tratti dell’Adda. Ecco perché, tra l’altro, abbiamo sollevato pubblicamente il problema dell’interrimento del fiume, non certo per aiutare il business degli inerti; senza buche e ripari la vita per i pesci si fa difficile. Il nostro obiettivo è ottenere il ripristino di alcuni silos che servireb-

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bero da vasche di raccolta degli inerti trasportati a valle. In ogni caso la nostra denuncia ha avuto effetto e la regione interverrà presto a cominciare dalle situazioni più critiche. Abbiamo chiesto e ottenuto di poter partecipare alle apposite riunioni tecniche a garanzia che gli interventi vengano eseguiti nel rispetto dell’ambiente. Sicuramente non verranno eliminate le isolette, come qualcuno ha paventato..” Ha qualcosa da rimproverarsi? “Di tutte quelle cose, e sono molte, che avremmo voluto fare e che non abbiamo fatto semplicemente perché non riusciamo ad essere dappertutto. Un solo esempio, non abbiamo ancora un sistema di comunicazione verso i nostri associati che sia all’altezza. Per questo stiamo rinnovando il portale. Ma troveremo anche il modo di consentire, a tutti quelli che lo vogliano, di partecipare a momenti della nostra attività, non limitandosi così ad esprimere i malumori sui forum di pesca. Avranno l’opportunità di toccare con mano le complessità di una gestione come la nostra, le ragioni del perché si facciano certe scelte e non altre, del perché decisioni che a prima vista sembrerebbero ovvie non si prendono e via dicendo. Ma anche per chiedere loro un impegno concreto. Nel 2012 scade il disciplinare di concessione…. “Presenteremo all’amministrazione provinciale la domanda di rinnovo fiduciosi che venga accolta. Siamo consapevoli che lo vogliono i pescatori e sappiamo di avere l’unanime apprezzamento delle istituzioni e dei valtellinesi per come operiamo. Nessuno può ragionevolmente pensare di sostituirci garantendo il nostro livello di prestazioni e impegno: qualità e quantità del patrimonio ittico sono le caratteristiche presenti ovunque scorra un rigagnolo di acqua e i costi dei permessi di pesca, in relazione all’enorme bacino a disposizione, sono irrisori; Chi mi sa dire dove si possa pescare altrove da marzo a


dicembre al costo base di 130 euro? Per noi la pesca deve continuare a svolgere una funzione sociale, quindi deve essere alla portata dei più”. Come la mettiamo con l’abolizione delle Provincie? UPS gestisce le acque per conto di questo ente. “Spero che passata l’ondata di demagogia, si cominci a ragionare seriamente. Non sono gli enti virtuosi come la Provincia di Sondrio a dover pagare per conto di centinaia di altri enti e società pubbliche dalle gestioni irresponsabili. I cittadini hanno bisogno di enti che funzionino, costino il giusto e siano presenti sul territorio; diversamente spenderanno il proprio tempo nella vana attesa che lontani numeri verdi diano vaghe risposte ai loro problemi, già oggi ne abbiamo illustri esempi. Questa è anche la nostra preoccupazione ma in più ci chiediamo: chi difenderà le nostre acque? Come vede l’UPS del futuro? “Bene, a una condizione. Si deve lavorare perché una nuova generazione venga coinvolta a gestire l’associazione. In generale i giovani hanno energie e idee, sanno stare al passo con i tempi e guardare alla soluzione dei problemi senza pregiudizi e vecchie logiche da guerra fredda. La pesca è una risorsa per questa valle, lo è ancora di più oggi in tempi di crisi. Dobbiamo saperla sfruttare appieno o c’è il rischio che si facciano avanti altri.” Quale è il ricordo più bello in questi anni? “La nostra incisiva partecipazione alla Festa

dell’Acqua organizzata dalla Provincia in riva all’Adda il 27 giugno 2009. Poi, ovviamente, l’approvazione da parte dello stesso Ente del bilancio idrico e del Piano Territoriale che ha fermato, mi auguro definitivamente, la razzia definitiva di pochi speculatori alle acque dei nostri torrenti” Quello più brutto? “Me li sono dimenticati”. Le critiche la infastidiscono? “No, anche se è difficile far capire che contemperare i desideri di tutti non è semplice. Sono inaccettabili solo quelle di chi, per partito preso, non ti riconoscerebbe di averne indovinata una neanche per caso. UPS è un’associazione alla quale tutti dovrebbero sentirsi in dovere di far parte e dare il proprio contributo, anche critico, ma costruttivo”. E se le dovesse ricapitare il ruolo di presidente? “Non vedo l’ora che si apra la stagione di pesca” Maurizio Torri

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V ITA ASSO C IATI V A

I nostri numeri 5.068

Soci 2011: Stagionali aduti:

3.867 Stagionali ragazzi: 1.043 Stagionali plus no-kill: 158 SOCI 2011 per età 1200 1043 1000 829 800

600

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521 410

400

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337 195

200

142

164

20/24

25/29

223

238

30/34

35/39

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fascia di età < 16

16/19

40/44

45/49

50/54

55/59

60/64

SOCI 2011 per fascia di età suddivisione % > 16 21%

> 65 16%

16/19 4% 60/64 10%

20/24 3% 25/29 3%

55/59 10%

30/34 4% 50/54 9% 45/49 8%

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40/44 7%

35/39 5%

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BILANCIO DI PREVISIONE 2012 - pubblicazione in estratto ENTRATE (previsioni)

SPESE (previsioni) 2012

Titolo I Titolo II Titolo III Titolo IV

Titolo V Titolo VI

ENTRATE TRIBUTARIE ENTRATE DERIVANTI DA CONTRIBUTI AMM.NE PROVINCIALE ENTRATE CORRENTI (permessi di pesca, obblighi ittiogenici ecc.) ENTRATE DA ALTRI ENTI PUBB.ICI E PRIVATI PER INVESTIMENTI TOTALE ENTRATE DERIVANTI DA ACCENSIONE DI PRESTITI ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO DI TERZI TOTALE TOTALE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE TOTALE GENERALE ENTRATA

0,00 TITOLO I 55.000,00 TITOLO II

SPESE CORRENTI

2012 1.227.357,27

SPESE C/CAPITALE

1.476.463,02

896.064,02 1.251.463,02 2.202.527,04

2.703.820,29

SPESE PER RIMBORSO PRESTITI SPESE PER SERVIZI 130.300,00 TITOLO IV PER C/TERZI 130.400,00 2.332.927,04 501.293,25 2.834.220,29 100,00 TITOLO III

100,00 130.300,00 130.400,00 2.834.220,29 2.834.220,29

RENDICONTO DI GESTIONE 2011 - pubblicazione in estratto Quadro riassuntivo della gestione finanziaria Residui –– 142.150,94 166.276,74

Fondo di cassa al 1° novembre 2010 RISCOSSIONI PAGAMENTI FONDO DI CASSA AL 31 OTTOBRE 2011 PAGAMENTI per azioni esecutive non regolarizzate al 31 ottobre 2011 Differenza RESIDUI ATTIVI 183.661,84 RESIDUI PASSIVI 282.947,52 Differenza AVANZO (+) O DISAVANZO (-)

Rinnovo cariche sociali

GESTIONE Competenza –– 984.581,55 1.113.932,16

201.402,29 147.492,79

Totale 700.145,84 1.126.732,49 1.280.208,90 546.669,43 0,00 546.669,43 385.064,13 430.440,31 -45.376,18 501.293,25

Nel corso dell’anno, come previsto dallo Statuto dell’Unione Pesca, verranno indette le elezioni per il rinnovo dei membri di tutti gli organismi della nostra associazione: Assemblea provinciale - Comitato di gestione - Presidente Collegio dei revisori dei conti. A questo proposito verrà data tempestiva comunicazione a tutti i pescatori maggiorenni in regola con il versamento della quota associativa iscritti entro la data stabilita dal Comitato di gestione uscente. Ad ognuno verrà inviata l’apposita modulistica per le votazioni. Il Comitato di gestione stabilirà inoltre le modalità con cui coloro che vorranno proporsi a collaborare con l’associazione potranno farlo presente in apposito spazio sul nostro portate internet.

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Filo diretto Costo dei permessi annuali invariati! Estesa anche ai sedicenni la promozione a 15,00 euro.

A

nche quest’anno siamo in grado di mantenere inalterati il costo dei permessi di pesca per gli adulti e inoltre viene confermata ed estesa anche ai ragazzi della classe di età 1996 la promozione del permesso a 15,00 euro. Stesso importo pagheranno coloro i quali vorranno utilizzare il permesso di pesca plus No Kill. Inoltre i ragazzi in possesso del permesso annuale di 15,00 euro, potranno anche quest’anno ottenere a titolo gratuito, non rinnovabile nel corso della stagione, il permesso di pesca riservato alle zone di pesca a mosca con coda di topo o moschera e zone di pesca con esche artificiali.

•A pertura Generale Laghi Alpini e bacini artificiali: 3 giugno •A pertura pesca lago di Livigno, Val di Lei e torrente Scalcoggia: 1 maggio 2012 •D al 18 marzo 2012 e fino all'apertura del lago di Livigno la pesca nel torrente Spool e nei suoi immissari è consentita sino alla confluenza del Rio Torto. Qualora il livello dell'acqua dovesse superare tale punto, la pesca è consentita fino al limite del massimo invaso. E’altresì consentita la pesca nel torrente Vallaccia.

ZONE PESCA TURISTICA:

Le modifiche

• In dette l’esercizio della pesca è consentito a partire dalle ore 7.00 nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì, sabato e domenica.

TEMPI DI PESCA:

MISURA TROTA FARIO:

• Apertura Generale: 18 marzo 2012 / Chiusura Generale: 21 ottobre 2012 • Apertura pesca al Temolo: 13 maggio

• Nel fiume Mera la misura della Trota Fario è estesa a cm.30 dal lago di Novate Mezzola sino al confine di Stato.

Le novità del regolamento 2012 12


• Torrente Liro: da confl. torr. Bondeno/Vizziola sino a valle frazione Lirone;

ZONE DIVIETO ASSOLUTO DI PESCA:

• Fosso di Bonifica – Lovero: da Cooperativa Coav sino alla confl. Roggia dei Mulini • Bacino di Ardenno: a valle e a monte dello sbarramento nei limiti stabiliti dalla apposita palinatura • Torrente Mallero (Sondrio): da ponte ferrovia, a scendere sino a briglia sotto cavalcavia strada Statale (esclusa);

INGRESSO IN ACQUA:

Nei fiumi Adda (da sbarramento di Ardenno a monte) e Mera l’ingresso in acqua è consentito rigorosamente sino al ginocchio. Dopo l’apertura del temolo l’ingresso in acqua è permesso fino all’altezza dello stivale cosciale. Dopo l’apertura del temolo nelle zone di fascia A, B e C è l’ingresso in acqua è libero.

I costi dei permessi a) stagionale: €.130,00 b) stagionale giovani nati dal 1°gennaio 1996: €.15,00 c) stagionale “plus no kill”:€. 240,00 d) giornaliero“no-kill” pesca a mosca con coda di topo: €. 20,00 (n. 4 permessi €.60,00) Fascia A – Zone NO KILL Pesca a mosca con coda di topo (Art. 13 Regolamento Generale) a) plus NO-Kill annuale €. 240,00 b) annuale per soci €.155,00 c) giornaliero NON SOCI €. 35,00 d) giornaliero SOCI €.15,00 Fascia B & C - Zone a mosca e artificiali euro 40.00 (Art. 13 Regolamento Generale) a) €.40,00 (valido per 15 catture) Fascia D – Zone riservate alla pesca turistica (Art. 13 Regolamento Generale) a) € 40,00 (valido per n.15 catture) b) € 20,00 giornaliero

Come acquistare i permessi di pesca avvertenze varie La Rivista “Pescare in Valtellina” contiene: a) modulistica personalizzata e raccolta in un unico foglio necessaria per ottenere i permessi di pesca. b) Regolamento 2012 c) busta indirizzata all’UPS per la restituzione del modulo di affiliazione debitamente compilato in ogni sua parte e corredato della ricevuta del versamento di conto corrente postale. Oltre ai versamenti a mezzo conto corrente postale in assoluta sicurezza, è possibile pagare direttamente con carta di creditodal nostro sito Internet: www.unionepescasondrio.it, la quota associativa per l’ottenimento del permesso stagionale e le quote dei permessi per le zone speciali. Oltre ad avere tale servizio “virtuale”, presso la sede Ups, in via Fiume 85 – Sondrio, è disponibile il Servizio POS fisico fornito dalla Banca tesoriere.

Con POS virtuale, così come per quello fisico istituito la scorsa stagione piscatoria, di fatto, le transazioni sul web tramite la carta di credito sono gestite da Cim-Italia con un sistema di pagamento sicuro SSL. Al momento della conferma dell’ordine, infatti, i dati della carta di credito sono trasferiti tramite connessione protetta in crittografia SSL (Secure Socket Layer) per l’autorizzazione e l’addebito. Il sistema di crittografia SSL garantisce che nessuno possa in alcun modo leggere le informazioni inviate attraverso Internet. Naturalmente in caso di pagamento on-line, o con Pos presso la ns Sede,si potranno sommare gli importi in un’unica soluzione così come è previsto nella procedura di tesseramento via Internet di cui si è ampiamente informato dianzi. Al pescatore, dunque, non rimane altro che presentarsi con l’intero foglio/modulistica in un punto autorizzato al rilascio dei permessi con la ricevuta di pagamento on-line o del bollettino di versamento in c/c postale, anch’esso inserito nel“modulo”. Detti punti autorizzati consegneranno il permesso stagionale di pesca.

Licenza regionale Per esercitare la pesca nelle acque della Provincia di Sondrio è necessario essere anche in possesso della licenza regionale tipo “B”. La Legge Regionale n.31 del 2008 e il Regolamento Regionale n. 9 del 22 maggio 2003 prevedono: • la licenza regionale ha validità 10 anni dalla data di rilascio; • la tassa di concessione regionale per l’esercizio della pesca dilettantistica non è dovuta dai cittadini residenti nel territorio italiano di età inferiore a 18 anni o superiore a 65, nonché ai portatori di handicap, ai sensi della L.r.10/2003; • l’istituzione di un permesso “turistico per la pesca dilettantistica, sostitutivo della licenza di tipo”B”– che per la provincia di Sondrio ha il costo di €. 2,00 e validità quindicinale. Chi risiede in Lombardia e non deve rinnovare la licenza regionale, dovrà limitarsi a versare la tassa annuale 22,72 € sull’apposito bollettino di conto corrente postale 25911207 intestato a Regione lombardia, servizio Tesoreria, via Pirelli 12, 20133 MILANO Per il rilascio di nuova licenza regionale e/o per il rinnovo delle stesse occorrerà presentare all’Ufficio Pesca della Provincia di provenienza: n.2 foto formato tessera, autocertificazione su apposito modello / ricevuta del versamento di € 22,72 della tassa di concessione regionale da effettuarsi sul ccp n. 25911207 intestato a Regione Lombardia, Servizio Tesoreria, Via Pirelli 12-20133 Milano / fotocopia del documento d’identità / n. 2 marche da bollo da € 14,62, (*Per i pescatori della provincia di Sondrio dovrà essere presentata anche ricevuta del versamento di € 5,16 sul c.c.p. n. 11925237 intestato a Amministrazione Provinciale di Sondrio - Servizio di Tesoreria indicando la causale “licenza di pesca”).



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TUT E LA A C Q U E

L

a tutela delle acque trova uno sponsor prestigioso nella Fondazione Cariplo. Il C.d.A. della Fondazione ha stanziato a favore dell’Unione Pesca un importante contributo di 321.000 euro destinato a migliorare la qualità ambientale di due tratti dei torrenti Masino e Frodolfo. La nostra associazione si è avvalsa dell’opportunità di finanziamento offerta dalla Fondazione Cariplo sul bando 2010 “Tutelare la qualità delle acque”. Abbiamo partecipato presentando apposita scheda tecnica di progetto e lo scorso mese di dicembre la Fondazione ha comunicato l’esito positivo alla nostra richiesta, assicurando un contributo finanziario pari al 53% dell’intero intervento previsto. Capofila del progetto è l’Unione Pesca, i partners sono individuati nella Provincia di Sondrio e il Parco Nazionale dello Stelvio, i cofinanziatori sono A2A, Enel, Enel GreenPower. Il progetto riguarda la rinaturalizzazione dei torrenti Masino e Frodolfo, corsi d’acqua che attraversano la Valmasino e la Valfurva.

Tratto terminale del torrente Masino Il tratto terminale del torrente Masino, prima della confluenza con il fiume Adda, possiede tutte le caratteristiche per essere una zona con ottima vocazionalità ittica, ma è interessato da opere idrauliche che interrompono il naturale corridoio ecologico tra il fiume Adda e la parte di monte del torrente. Queste opere creano un ostacolo fisico ai salmonidi che non possono risalire il corso del torrente per concludere i propri cicli biologici. Il progetto si pone l’obiettivo di ripristinare il corridoio ecologico attraverso la realizzazione di rampe in pietrame che consentano il superamento degli ostacoli da parte della fauna ittica. Questi passaggi rustici consistono in canali modellati su una delle due rive o in altre zone dell’alveo; il canale è caratterizzato da sponde a fondo rugoso, con presenza di ostacoli in modo da imitare un ambiente di ruscello. Più a monte in prossimità del ponte sulla Statale, l’alveo

La tutela delle acque Contributo della Fondazione Cariplo a Ups per la riqualificazione fluviale

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si presenta estremamente banalizzato a causa di lavori di escavazione effettuati negli anni scorsi che hanno allargato l’alveo. Questo tratto è caratterizzato da un lungo riffle con battente idraulico piuttosto esiguo e verrà, pertanto, rimodellato con la posa di massi ciclopici al fine ripristinare le originarie pozze.

Torrente Frodolfo: dalla presa di Uzza della Società A2A fino alla confluenza del fiume Adda L’intervento di riqualificazione che si intende realizzare riguarda il tratto del torrente Frodolfo compreso tra Valdisotto e Bormio per una lunghezza di 2/3 km. In questo tratto l’alveo si presenta ampio e ciottoloso, monotono nella sua struttura morfologica, artificializzato da numerosi interventi di messa in sicurezza idraulica per Torrente Masino - tratto a monte SS 38

il contenimento dell’erosione i quali, di fatto, ne hanno pregiudicato la valenza naturalistica. L’alveo è caratterizzato anche dalla presenza di alcune briglie di stabilizzazione a supporto della derivazione idroelettrica di Uzza della Società A2A. Il tratto in questione presenta delle oggettive difficoltà, non facile soluzione, a causa della presenza del notevole trasporto solido di sedimenti pro-

Sertori a i c n i v o della Pr e t n e d i Il pres Sportiva e ne Pesca

dall’Unio fermare realizzata non posso che con a v ti ia iz cale ha plo all’in politica lo ante “Rispetto lla Fondazione Cari la o p m da lungimir che da te promossa l’indirizzo re e gestire in modo valli. Oltre a lt o v a n di tutela e nostre ancora u ando hezza dell ero quello c v c v o ri , ra to e n v naturalizz u , ri le i, ass ta tt n fa ie ibile nio amb ittica, in nto spend ri iu g g il patrimo sitivi sulla fauna a re po re un valo i pescato ai risvolti drà a crea igliaia ogni anno n a i s ti n oscienza m rre maggior c nque, co. Sono fiumi e to ti s re e ri v tu A . o vell e vallate ntali, du anche a li alle nostr he ambie c a ti it ssime li is o v p o e n ll oa nostre pro tt e e ll che fan p a s ri ro a tu z qualità un fu volez a di una n e consape solo ad assicurare g e s n ’i ll on ente a tori”. equivale n ma anche un pres più visita re p m e i, s n i attrarre generazio in grado d le ta n ie b am

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Perché è necessario intervenire

Torrente Frodolfo tratto cittadino di Bormio

Torrente Masino opera di derivazione Enel

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venienti dalla attività antropiche relative alla derivazione della presa di Uzza e da fenomeni naturali di erosione dalle valli laterali dei torrenti Zebrù e Uzza. Pertanto, al fine di non vanificare gli interventi di riqualificazione, prima di procedere, è indispensabile mettere in atto un piano di gestione dei sedimenti condiviso da tutti gli Enti e soggetti privati (Regione Lombardia, Provincia, Parco dello Stelvio, Comune, A2A e UPS) che a vario titolo hanno degli interessi specifici per la gestione di questo tratto di corso d’acqua. La nostra associazione intende prospettatare il ripristino di un insediamento estrattivo sul torrente Frodolfo, a monte della traversa di Uzza, la cui attività venga svolta a carattere temporaneo in relazione al reale apporto dei sedimenti.

Gli interventi di regimazione idraulica effettuati negli anni successivi all’alluvione dell’anno1987 hanno interessato buona parte dei corsi d’acqua della provincia, sono stati finalizzati alla messa in sicurezza della popolazione e delle infrastrutture tecnologiche e sono consistiti esclusivamente in opere trasversali rispetto alla sezione di deflusso e opere di difesa spondale. Le opere. realizzate esclusivamente secondo la regola ingegneristica secondo la quale “la portata di un corso d’acqua è tanto maggiore quando è maggiore la velocità e la sezione di deflusso nella unità di tempo” hanno pertanto comportato una alterazione irreversibile della morfologia naturale degli alvei per effetto della asportazione massiccia dei massi di ogni dimensione utilizzati per la costruzione delle briglie e delle arginature; in alcuni tratti gli alvei sono stati appiattiti per ridurre la scabrezza a tutto vantaggio della velocità e tutto ciò ha determinato la banalizzazione degli stessi con il conseguente restringimento degli spazi vitali per le specie ittiche, costrette vivere in tratti limitati senza possibilità di migrazione a scopo trofico e riproduttivo. Aggiungasi, inoltre che la presenza delle numerosi traverse e sbarramenti per la produzione di energia idroelettrica riducono in modo considerevole le portate naturali, incrementano il trasporto solido per effetto della loro manutenzione e ostacolano la libera circolazione della fauna ittica. In alcuni casi si è assistito alla completa distruzione della biocenosi acquatica laddove gli interventi massicci negli alvei ha causato anche fenomeni di subalveo delle portate. In questo contesto ci siamo posti la domanda: come porre rimedio a questa situazione? L’Unione Pesca, già nell’anno 2001, nell’articolo redazionale del secondo numero della nostra Rivista dal titolo “Riprogettiamo i nostri fiumi” aveva cercato di dare una risposta concreta a questa domanda, chiedendo che la nostra Associazione non fosse più un soggetto passivo che si limitava alla mera partecipazione alle varie riunioni per la valutazione e l’approvazione dei progetti di regimazione idraulica, ma necessariamente parte attiva nella stesura e nella esecuzione dei progetti di riqualificazione fluviale relativamente a quei corpi idrici che rivestono particolare interesse ambientale, per la pesca e per il turismo.


Ricordiamo che nell’anno 2000 la CEE emanava una Direttiva che si poneva l’obbiettivo di protezione, miglioramento e ripristino di corpi idrici superficiali, delle acque sotterranee al fine di raggiungere al 2015 lo stato “buono”. Per “buono” si intende un “buon stato ecologico, ovvero l’espressione della qualità della struttura e del buon funzionamento degli ecosistemi acquatici alle acque superficiali.” Risulta quindi di fondamentale importanza, per la piena applicazione della Direttiva, la salvaguardia della componente ittica per il mantenimento della biodiversità degli ambienti acquatici. Tutto questo non può prescindere dalla tutela degli habitat acquatici e dal recupero qualitativo degli ambienti naturali. Una decisiva risposta concreta si è avuta nell’ambito del Progetto Interreg-Ecoidro dal titolo “ Uso dell’acqua e salvaguardia ambientale della biodiversità nei bacini Adda, Mera, Poschiavino ed Inn” che è in corso di realizzazione e si concluderà a marzo di quest’anno. In particolare, relativamente all’Azione 5, i partners dell’azione, la Società Blu Progetti e la Regione Valposchiavo, con il supporto tecnico dell’Unione Pesca, hanno individuato specifici tratti fluviali dove valutare la possibilità di effettuare opere di riqualificazione attraverso interventi di ingegneria naturalistica. I corpi idrici ritenuti meritevoli di intervento sono stati così individuati:il tratto terminale del torrente Mallero, il fosso Mattaboni, il tratto terminale del torrente Davaglione, il tratto terminale del torrente Fontana, il Fosso Arient, il torrente Liro: dalla confluenza del torrente Starleggia fino alla confluenza del torrente Rabbiosa e il fiume Adda nei seguenti tratti: a Stazzona, da Lovero a Grosotto, da Grosotto a Grosio, la Valpola, da Cepina a Premadio. In aggiunta a questi sono stati definiti prioritari (anche per le maggiori possibilità di cofinanziamento) e di maggiore interesse il tratto terminale del torrente Masino fino alla confluenza con il fiume Adda, la parte finale del torrente Frodolfo dalla presa di Uzza

Torrente Masino - Briglia

di A2A fino alla confluenza con l’Adda e il l’Adda dalla traversa di Sernio fino a Tirano. Per quanto attiene il tratto di fiume Adda compreso tra la traversa di Sernio e l’abitato di Tirano le opere sono in corso e le risorse necessarie sono state garantite dal progetto Interreg-Ecoidro. Giorgio Lanzi «Il rispett od nostra tra ell’ambiente e del te dizione e cultura ed rritorio fa parte de progresso lla ès -h bro della a commentato Ma inonimo di civiltà e rco Dell’A C cqua, me nominato ommissione cen mtrale di dalla Pro be vincia di Fondazion Sondrio - neficenza e Cariplo . h a Si pensi c biente 13 dedicato n he ,4 milioni el 2011 a di euro. La l settore a un patrim nostra pro monio natu vincia è ri rale intraprend cca di enti in gra da conservare e d ia d innovativ i, da ripete o di fare rete e pro ssociazioni porre prog re ed espo anche in etti rtare altre zone . Un vero fiore all’o cchiello».

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T

rattando le operazioni di svaso previste per il 2012 nei bacini di Cancano, Valgrosina e Valle di Lei, ci sembra opportuno fare un breve consuntivo di queste attività relativamente agli ultimi sei anni di fluitazione del bacino di Valgrosina e gli ultimi tre di svaso del serbatoio di Cancano. Non entrando tanto nel merito delle singole operazioni, ma facendo un bilancio circa lo stato attuale delle quantità di sedimento ancora presenti all’interno dei citati invasi e su quanto ci aspetta quest’anno e in futuro. Per quanto riguarda invece i loro effetti sugli ecosistemi fluviali, in particolare sulla fauna ittica, questi potranno essere seriamente analizzati non appena saranno disponibili i dati complessivi relativi ai monitoraggi effettuati sulla popolazione ittica ed in corso di elaborazione.

Bacino di Valgrosina - Nel bacino di Valgrosina nell’anno 2006 era quantificata la presenza di circa 250.000 mc. di sedimento (il cosiddetto volume morto dell’invaso), quantitativo figlio di anni di progressivo interrimento che, né il Gestore nè tantomeno l’Autorità competente avevano provveduto o

Bacino della Val di Lei

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dato disposizioni per la rimozione. Dal 2006 in poi, le attività annuali di fluitazione finalizzate in modo precipuo alla sicurezza e alla efficienza dell’impianto hanno consentito di ridurre notevolmente questi quantitativi fino agli attuali 50.000 mc. stimati. Questo significa che tutte le operazioni effettuate in questi anni hanno realizzato lo scopo del produttore elettrico, cioè quello di risolvere una situazione estremamente critica di assoluta straordinarietà. Quindi si prospetta di poter passare ad una gestione ordinaria dell’invaso, come avveniva prima dell’interrimento. Lo svaso di Valgrosina, a differenza del periodo canonico agosto/settembre, è programmato nel mese di settembre 2012 e lo stesso verrà effettuato con modalità differenti rispetto al 2011. Il Gestore prima dello svaso dovrà provvedere a presentare alla Regione un Piano Operativo aggiornato di come intende effettuare le attività. Per quanto concerne le misure a tutela degli ecosistemi di valle, come sempre consisteranno nel monitoraggio dei solidi sospesi e di tutte le componenti ecosistemiche (ecologico e biologico) dei corsi d’acqua interessati da effettuarsi ante e post operam.

COSA


Bacino di Cancano - le attività effettuate dal 2009 al 2011 nel bacino di Cancano risultavano propedeutiche a garantire la perveità dello scarico di esaurimento. Lo svaso è previsto nel periodo compreso dopo la prima quindicina di febbraio e la prima settimana di Aprile ed è finalizzato a completare le attività rimaste in sospeso durante lo svaso del 2010, ovvero alla posa e sistemazione della griglia sullo scarico di esaurimento e al rifacimento delle parti civili ammalorate dello scarico di fondo. Tutte le attività sono state approvate con specifico Decreto in data 21 novembre 2011 dalla Sede Territoriale di Sondrio della Regione Lombardia con le prescrizioni impartite al gestore in ordine alla sicurezza e alla tutela ambientale, sotto riportate in modo sintetico. A2A dovrà fornire, prima dello svaso, i dati relativi alla battimetria da effettuarsi nella zona di interesse dell’invaso, dovrà effettuare il monitoraggio dei solidi sospesi con modalità invariate rispetto a quanto effettuato nel 2011, dovrà rispettare gli obiettivi di qualità a valle della diga fissati dal Piano di Gestione

distrettuale del fiume Po. Inoltre, come in precedenza, verrà effettuato il campionamento del patrimonio ittico e del macrobenthos nelle stazioni di monitoraggio e con le modalità indicate dalla Provincia di Sondrio. Bacino della Valle di Lei - La società Svizzera K.H.R., come da protocollo sottoscritto tra la medesima società, la Provincia e l’Unione Pesca, provvederà alla svaso totale del serbatoio a cavallo tra l’autunno 2012 e il mese di giugno 2013. Anche in questo caso da parte nostra, con la collaborazione con la società Svizzera Ecowert ( incaricata da KHR per la consulenza ambientale in relazione allo svaso) sono stati effettuati gli opportuni monitoraggi sulla fauna ittica immediatamente a valle della diga nel tratto di circa tre chilometri ricadente sul territorio italiano. Nel mese di settembre del 2013, a operazioni completate, KHR provvederà al reinvaso del serbatoio. Da parte nostra si procederà al piano di ripristino della popolazione ittica secondo il programma e i quantitativi previsti dall’accordo.

INARIA

NE ORD A GESTIO

ndiolotti, inando Bo ocietà rd e F . g n ’i la s dall R bre 2012 , secondo attività m e O e h F c ic d N a I 5 ic 1 n u ta A2A A, si com taci in da n punto le tiene rici di A2 onsiderarsi a buo nota invia tt te le n e egli ri e ro c id re seguenza sono c pianti In una s n o o im c p sa lili i , g 2 D e 1 d i. 0 ile 13 si pos li ann 0 zioni 2 g 2 e ra l n e a p i d s o responsab e ti le h ula i, c lterni. effettuate esi accum d eventi idrologic ad anni a p s o o rl s a i u d elettrica, tt li e tre anni n eff ne dei so ttinenti a cora due/ anta ana se no n a im o tt n di rimozio salvo imprevisti a e n s ra le, d una sola ltresì, che occorre ltre cinqu a ragionevo so di Valgrosina a latisi in o u e, a n m e u ti c ostanz c ri a o a i n v s i solid ione. In s deuCanca e z i d a d u e o c s mitare lo h a c a v v ti e n a i e ente all’i ento prop le problem ioni meccaniche d Relativam del sedim aurimento. z re risolte a ra ra ic e e n p id a o s c n c o re e s c a m e per poter izio, senza effettu entazione za dello scarico di allo za movim rc n n e e ie s ituazione s c e s à i ffi d la it e i l’ o iv n d e tt n a an a e z e n z ll te re e rm d u ri onfe ato la sic ranno ernio amente c iv si effettue tire esclusivamente e del serbatoio di S s s e c c u s ran situazion i è stato tiche a ga ne circa la . Quanto riferitoc fi in a rm A2A info isfacente uale sodd gione Lombardia. stato att Re nche alla da A2A a

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A P P RO F O N DI M E N TI

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er molti pescatori quella del personale di sorveglianza o guardia pesca, non è una professione conosciuta nella sua completezza. I più pensano che gli agenti debbano controllare le catture o l’avvenuto pagamento dei versamenti annuali della tassa regionale e del permesso provinciale, ed eventualmente intervenire per qualche caso d’inquinamento ambientale. A riprova di quanto scrivo, nel corso delle mie giornate di pesca, trascorse sui fiumi e torrenti del Nord Italia, mi è capitato di sentire a loro riguardo le opinioni più disparate, severe e fuori luogo. A volte ci meravigliamo se non veniamo controllati con maggiore frequenza; oppure, quando li allertiamo perché siamo testimoni di un episodio di bracconaggio o d’inquinamento, ce ne usciamo con la solita consumata e ingiusta battuta, “oh! ma quando li chiami non arrivano mai!”. Battuta dettata perlopiù per la delusione di non veder punire i trasgressori. Ma quanti sono i pescatori che conosco questa professione nella loro interezza? Possibile che queste persone siano così indaffarate per non poter intervenire velocemente quando li chiamiamo? Visto che non conoscevo a fondo questa professione, ho chiesto il permesso di passare un giorno in compagnia di un agente. Ottenuta la collaborazione del loro coordinatore Giorgio Lanzi, ho avuto un paio d’incontri preliminari con gli agenti di sorveglianza per pianificare e programmare la giornata, oltre alla stesura della dovuta documentazione. Questa non è professione con la quale ci si arricchisce; chi la intraprende lo fa bensì per l’amore verso il proprio territorio e in difesa dell’ambiente. Questo un aspetto che è risaltato moltissimo nella giornata che ho trascorso con l’agente Adamo Corvi. Altro aspetto che mi ha colpito è che spesso la giornata lavorativa si sa quando inizia ma non quando termina.

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con il

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ATA

rdiapesca


L’agente di vigilanza o guardia pesca L’attuale Corpo degli agenti di Vigilanza effettivi appartenenti all’Unione Pesca è composto da n.9 guardiapesca con la qualifica di Agenti Polizia Giudiziaria e da n.1 Comandante e n.1 V.Comandante entrambi con la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria. Ad ogni guardiapesca è stato assegnato un territorio di competenza pari a circa Kmq.360 su una superficie complessiva di kmq. 3.240 ( dopo la Valle d’Aosta è la 2^ provincia con reticolo idrografico più esteso d’Italia) con la possibilità di interscambio tra agenti della propria zona. Il guardia pesca, nei primi anni ottanta, era una figura professionale, come dice il termine stesso, che si occupava quasi esclusivamente del controllo dell’esercizio della pesca. Quindi un soggetto addetto all’accertamento degli illeciti relativi alle violazioni delle leggi

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e dei regolamenti che disciplinavano l’attività piscatoria. In quest’ambito, pertanto, la constatazione dei delitti ambientali attinenti al depauperamento degli ecosistemi fluviali era espletata quasi esclusivamente dagli altri organi di Polizia Giudiziaria. Dopo il suddetto periodo, in particolare con il trasferimento delle competenze in materia ambientale e della disciplina dell’attività piscatoria dallo Stato alle Regioni e attraverso l’assunzione da parte delle suddette istituzioni di norme più severe,incisive e cogenti relative alla tutela dell’ambiente e la cresciuta consapevolezza che il lavoro del guardia pesca non poteva e non doveva essere una mera attività rivolta alla sola vigilanza dell’esercizio della pesca, hanno consentito una evoluzione della figura professionale del guardia pesca più importante e meno limitata rispetto a quella precedente, diretta principalmente alla tutela degli ecosistemi acquatici, senza comunque trascurare l’attività di vigilanza sull’esercizio della pesca.

Attualmente al guardia pesca competono diverse attività che si possono brevemente schematizzare: • controllo dei lavori di regimazione idraulica (salvaguardia della fauna ittica prima dell’inizio dei lavori, indicazioni per la rinaturalizzazione dei corpi idrici) • controllo delle operazioni di svaso dei bacini idroelettrici e delle opere di presa (monitoraggio del trasporto solido, verifiche biologiche sugli ambienti acquatici e sulla fauna ittica) • controllo del Deflusso Minimo Vitale (accertamenti e verifiche sulle opere di presa delle derivazioni d’acqua) • scarichi urbani, industriali e fonti di inquinamento • riproduzione e allevamento della Fauna Ittica (Centro ittiogenico di Faedo) • immissioni della fauna ittica nei corsi d’acqua provinciali – semina con elicottero – Semina con automezzo – Semina con brentino • attività di monitoraggio sulla fauna ittica (cattura ed esami biometrici sui pesci) • attività di supporto alle attività scientifiche (progetti e studi vari) • attività sociale di informazione, di sensibilizzazione e di educazione ambientale dei cittadini e dei pescatori -


• controllo selettivo delle specie ittiofaghe • vigilanza sull’esercizio della pesca

Figura degli Agenti Giurati Il guardia pesca, per potere esercitare la sua funzione, deve essere in possesso dei requisiti giuridici atti a legittimare la sua attività che sono composti dal Decreto di nomina a “guardia particolare giurata”. Il suddetto Decreto è costituito da un tesserino di riconoscimento nel quale sono riportati i dati anagrafici, la competenza territoriale dell’agente e il periodo di scadenza del medesimo documento. Attualmente il Decreto, a seguito del D.Lgs. 112/98 (decreto Bassanini), viene rilasciato dalla Provincia, previa frequentazione di un corso istituito dall’Ente medesimo a superamento di un esame finale (art. 133 della L.R. n.31/2008). Il guardia pesca, all’atto stesso del conseguimento del Decreto, assume la qualifica di Agente di Polizia Giudiziaria, con competenza limitata, ( art. 31 r.d. n.1604/31 e art. 22 l. n.963/65 -agenti di p.g. guardiapesca).

La competenza della polizia giudiziaria in relazione ai reati ambientali I reati in materia ambientali sono di competenza di tutta la polizia giudiziaria, senza distinzione di competenze selettive o esclu-

sive per settori, anche se di fatto esistono delle specializzazioni. Di conseguenza nessun organo di polizia giudiziaria può esimersi dal potere/dovere di intervento verso illeciti di diversa tipologia in campo ambientale. Va dunque ribadito il concetto che tutti gli organi di P.G. , su iniziativa e su segnalazione, devono comunque sempre intervenire in ordine ad un reato ambientale. E non possono rifiutare il loro operato (sotto pena di integrazione del reato di omissione di atti di ufficio art.328 C.P.) qualora un privato si rivolga a loro sostenendo, e ciò è frequente, che non è di loro competenza ma bisogna rivolgersi ad un organo specializzato. A conclusione di quest’articolo sul personale di sorveglianza, spero di aver modificato il giudizio e l’atteggiamento che molti pescatori hanno su questi professionisti. Ma soprattutto di aver evidenziato aspetti spesso sconosciuti ai più di questa professione. Non dimentichiamo che la Valtellina e la Valchiavenna sono location che molti, in Italia e all’Estero invidiano, e lo si deve in gran parte al loro lavoro che con dedizione e professionalità hanno permesso di raggiungere ottimi risultati. Certamente la triste situazione che vede il povero fiume Adda protagonista nonché vittima a causa di certe pratiche molto discutibile sulla gestione delle acque da parte di terzi non è da dimenticare,ne da sottovalutare, ma questa è un’altra storia che riguardano le istituzioni più importanti, non certo i nostri agenti di sorveglianza. Maurizio Capolaro

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Il progetto ecoidro e l’allevamento del in Valtellina I

l 2012 si concluderà il progetto Interreg “Uso dell’acqua e salvaguardia ambientale della biodiversità nei bacini dell’Adda, Mera, Poschiavino e Inn” acronimo ECOIDRO; tra le diverse attività, ne comprende una di particolare rilevanza per l’UPS, che ne è responsabile, l’Azione 7, denominata “Allevamento e reintroduzione in natura di specie acquatiche di interesse comunitario e ad elevata valenza faunistica”. I progressi dell’iniziativa, che ha riguardato soprattutto l’allevamento del temolo, sono stati già riportati in diverse occasioni su questa rivista; ora è arrivato il momento di un bilancio finale delle attività svolte. Il progetto, di durata triennale, è iniziato nel 2009, ma le sue radici affondano in un passato più lontano, riprendendo e migliorando quanto si faceva nei lontani anni ’60 al centro ittiogenico di Chiuro. Dopo la chiusura di questo storico allevamento, la pratica della riproduzione artificiale del temolo fu accantonata, anche a causa delle difficoltà tecniche non indifferenti che essa comporta. Solo alla fine degli anni ’90, nell’ambito di un importante progetto di ricerca sul temolo nel Nord Italia, e grazie al contributo di UPS e della passione di alcuni dei suoi membri, si ricominciò a sperimentare la possibilità di catturare i riproduttori di temolo dal Fiume Adda, spremerli e accrescere in ambiente artificiale gli avannotti. I primi tentativi, benché limitati dalla ridotta disponibilità di risorse e strutture, compensate peraltro dall’impegno e dall’entusiasmo dei partecipanti all’iniziativa, diedero i primi incoraggianti risultati positivi: anche se il quantitativo di temoli prodotti fu poco più che simbolico, l’obiettivo di dimostrare la possibilità di svezzare gli avannotti – il più grande ostacolo nell’allevamento del temolo – fu raggiunto. Successivamente, la nascita del nuovo centro ittiogenico di

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Il bilancio finale


temolo

“Immettere temolini troppo piccoli comporta un’elevata mortalità per predazione e fragilità degli individui; per contro, trattenere troppo a lungo i pesci in ambiente artificiale ne compromette la capacità di adattarsi alla variabilità dell’ambiente naturale ed alla sue naturali insidie, poiché essi crescono in un ambiente protetto, “facile” da affrontare ed abituandosi al mangime. “

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Faedo mise a disposizione di UPS le strutture necessarie per avviare un programma di riproduzione artificiale non più solo simbolico e sperimentale, ma con tutte le potenzialità necessarie a produrre numeri importanti. Attraverso la collaborazione con la Società GRAIA nel ruolo di consulente scientifico, è stato possibile, nel corso degli anni, estendere le prime prove di riproduzione e allevamento del temolo; l’obiettivo è quello di passare da una pratica sperimentale ad una produzione basata su un protocollo consolidato e in grado di fornire il quantitativo di pesci necessario al ripopolamento delle acque gestite da UPS. In questo senso, il contributo della Provincia attraverso il Progetto Interreg è stato fondamentale per permettere questo salto di qualità – e quantità ! - che ad oggi si può dire finalmente raggiunto. Ricordiamo brevemente che l’allevamento del temolo presenta alcune problematicità rilevanti, quali: • L’impossibilità di far maturare i riproduttori in ambiente artificiale, se non tramite laboriose induzioni ormonali e con elevata mortalità. • La difficoltà di catturare un quantitativo adeguato di riproduttori maturi, in natura, nei fiumi più grandi: il temolo va in frega a inizio primavera, quando le portate sono elevate e quindi i fiumi sono poco accessibili.

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• L o svezzamento delle larve, che è sempre stato l’ostacolo principale, costringendo in passato a liberare gli avannotti appena riassorbito il sacco vitellino, in una fase vitale estremamente vulnerabile alla predazione. Queste criticità hanno fatto sì che l’allevamento del temolo, in Italia, sia stato sempre relegato a esperienze locali, rendendo necessario rivolgersi all’estero (Slovenia ed Austria) per l’acquisto di quantitativi consistenti di novellame da ripopolamento. L’esperienza valtellinese, che ha raggiunto la piena maturità con il progetto Interreg, ha permesso di superare tali ostacoli e di arrivare ad una produzione di temolini in grado di soddisfare, autonomamente, le esigenze di ripopolamento dei corpi idrici della Provincia di Sondrio. La particolare distribuzione del temolo in Valtellina e in Val Chiavenna permette, infatti, di superare il problema del reperimento dei riproduttori in natura, attingendo a tre diversi stock: • I temoli del F. Adda, che sono la popolazione più abbondante e che giungono a maturazione a fine marzo/inizio aprile; l’esperienza ha mostrato che la loro cattura è relativamente agevole in zone come la bandita del Baghetto, dove il divieto di pesca al temolo ha permesso la formazione di un’abbondante popolazione e inoltre la possibilità di rego-


lare il deflusso dallo sbarramento ne facilità la cattura. • I temoli del Lago di Livigno, che maturano tra maggio e inizio giugno, risalendo l’immissario Spool, dove la ridotta portata facilita le operazioni di cattura. • I temoli del Lago di Montespluga, che maturano con qualche settimana di ritardo rispetto a quelli di Livigno e che sono altrettanto facilmente catturabili in risalita per il T. Liro. La distanza temporale nei tempi di maturazione di queste tre popolazioni permette di gestire al meglio sia le operazioni di cattura – c’è sempre il rischio che per qualche motivo legato alle condizioni meteoclimatiche non si riesca a prelevare i pesci adulti – che la fase di incubazione e allevamento nel centro ittiogenico. Il problema dello svezzamento delle larve è invece stato superato attraverso anni di tenaci e sempre più perfezionati tentativi, che hanno visto la sperimentazione di diversi tipi di mangimi artificiali e naturali (come naupli di Artemia e zooplancton, sia vivi che congelati), nonché di differenti modalità di somministrazione degli stessi (altro fattore rilevante per il successo, in quanto i piccoli temoli catturano solo il cibo che si muove). Nell’ultimo anno, si è arrivati alla conclusione che la procedura più efficace consiste nella somministrazione di naupli vivi di Artemia salina per il primo periodo di 2-3 settimane; successivamente si passa alla somministrazione simultanea di mangime secco granulare, di dimensioni adeguate, in quanto la sola artemia dopo questo periodo di accrescimento non è più sufficiente a garantire una apporto di nutrienti sufficiente. L’utilizzo dell’Artemia – un piccolo crostaceo – ha comportato, inizialmente, qualche difficoltà logistica in più e un maggiore impegno da parte degli operatori, in quanto essa stessa deve essere allevata nell’impianto a partire dalle uova (cisti) messe a dimora in apposite vasche; il successo che ha permesso di ottenere, in termini di sopravvivenza e accresci-

mento degli avannotti, ha però pienamente ricompensato gli sforzi attuati. I numeri dei risultati di questo triennio di attività nell’ambito Interreg e il trend storico delle uova di temolo prodotte a Faedo (vedi il grafico allegato) testimoniano il successo dell’operazione: • Nel 2009 sono state condotte dieci giornate dedicate alla cattura e spremitura dei

riproduttori maturi di Andrea temolo,Romanò tra il 24 mar- Gentili – Graia Srl e Gaetano zo e il 10 giugno, che complessivamente hanno prodotto 200.000 uova di temolo fecondate. Da queste sono stati prodotti e immessi 45.000 temolini nelle acque della Provincia. • Nel 2010 sono state condotte dieci giornate dedicate alla cattura e spremitura dei riproduttori maturi di temolo, tra il 6 aprile e l’11 giugno, che complessivamente hanno prodotto 428.500 uova di temolo fecondate. Da queste sono stati prodotti e immessi 130.000 temolini nelle acque della Provincia. • Nel 2011 sono state condotte dieci giornate dedicate alla cattura e spremitura dei riproduttori maturi di temolo, tra l’1 aprile e il 17 maggio, che complessivamente hanno prodotto 502.500 uova di temolo fecondate. Da queste sono stati prodotti e immessi 255.000 temolini nelle acque della Provincia, circa il doppio dell’anno precedente e circa 5 volte quanto fatto nel 2009. Nell’arco di pochi anni è stato possibile pas-

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sare da un approccio sperimentale ad una produzione in grado di soddisfare quantitativamente e qualitativamente le esigenze di ripopolamento delle acque della Provincia di Sondrio, permettendo inoltre al personale UPS di raggiungere la competenza necessaria a gestire i delicati passaggi delle operazioni, che vanno dalla cattura dei riproduttori all’accrescimento del novellame, sotto la supervisione scientifica degli ittiologi della società GRAIA. Il risultato, oltre ad essere prestigioso dal punto di vista “tecnico” e consentire un importante risparmio per le casse dell’UPS, che non deve più acquistare all’esterno i temoli da

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ripopolamento, è importante anche perché garantisce che i pesci immessi appartengono alle stesse popolazioni presenti nelle acque della Valtellina; si evita così il rischio di aggravare ulteriormente il cosiddetto “inquinamento genetico”, dovuto all’immissione di pesci provenienti dall’estero. Di sicuro interesse è anche l’accrescimento, nelle vasche esterne, di soggetti di differente età, come appare dalle foto, che al termine del primo anno di vita raggiungono dimensioni dai 15 ai 18 cm, a due anni raggiungono i 24-28 cm, a tre anni superano i 30 cm; questa iniziativa consentirà di verificare le possibilità di effettuare il cosiddetto “ciclo chiuso”, basato sulla riproduzione dei soggetti adulti allevati. L’ulteriore passo avanti, che è ora in corso, per massimizzare il rendimento di questa pratica ittiogenica, è quello di attuare i ripopolamenti secondo i criteri più idonei in termini di taglia degli esemplari da immettere, periodo e località. Eventuali errori in questa fase finale del processo comporterebbero infatti la vanificazione di tutti gli sforzi precedenti; per fare degli esempi concreti: • Immettere temolini troppo piccoli comporta un’elevata mortalità per predazione e fragilità degli individui; per contro, trattenere troppo a lungo i pesci in ambiente artificiale ne compromette la capacità di adattarsi alla variabilità dell’ambiente naturale ed alla sue naturali insidie, poiché essi crescono in un ambiente protetto, “facile” da affrontare ed abituandosi al mangime. • Il periodo di immissione deve evitare la prossimità con i momenti stagionali più critici, come quelli del disgelo, quando le portate sono molto alte, l’acqua è più fredda e torbida e


quindi più marcata è la differenza con le condizioni di allevamento. Vanno evitati anche i momenti subito dopo alluvioni o svasi, fino a quando gli invertebrati, di cui il temolo si ciba, non siano tornati ad adeguati livelli di abbondanza. • La scelta del corpo idrico, o del tratto in cui effettuare il ripopolamento, deve tener conto sia delle preferenze di habitat del temolo (acque correnti non troppo turbolente e impervie), sia delle possibili interferenze dovute ad altri fattori gestionali; p.e. non si devono sovrapporre le zone di immissione di trote pronta pesca a quelle di ripopolamento con i giovani temoli. Per soddisfare queste diverse esigenze e ridurre i rischi di insuccesso, si è ritenuto opportuno suddividere il più possibile sia i luoghi che i tempi di immissione; in questi ultimi anni le semine sono iniziate appena possibile, al termine del periodo di disgelo estivo, quando le portate cominciano a ridursi ed i temolini raggiungono i 5-9 cm; un maggiore accrescimento, come detto, non porterebbe vantaggi per la riuscita dell’operazione. Infine, ripensando a tutta questa iniziativa da un punto di vista autocritico, concludiamo con

una domanda che è lecito porsi e alla quale è altrettanto doveroso rispondere: vista l’abbondanza di temoli – quanto meno nel corso principale dell’Adda – che oggi si riscontra, ha senso investire risorse per la riproduzione artificiale e l’allevamento di questa specie? La risposta è, “purtroppo”, sì, perché l’annata negativa per la riproduzione, l’imprevisto catastrofico, l’incremento dei predatori, sono sempre in agguato, come testimonia la storia degli ultimi anni; in momenti ed in tratti diversi, questi elementi, uniti all’artificializzazione dei corsi d’acqua e delle loro portate, hanno reso le popolazioni di temolo prossime al tracollo. Diventa pertanto fondamentale poter disporre di un “serbatoio” di animali cui attingere, nel malaugurato caso che tali emergenze si ripropongano e la specie non sia in grado di auto mantenersi. Il temolo ha infatti una vita riproduttiva piuttosto breve, per cui due sole annate negative consecutive sarebbero sufficienti a mettere seriamente a rischio la sopravvivenza di una popolazione. Non dimentichiamo poi, che la situazione complessiva del temolo nel resto del Nord Italia, è tutt’altro che rassicurante … quindi continuiamo così! Andrea Romanò e Gaetano Gentili - Graia Srl

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U P S C O N SIGLIA

Pescare ai

Angeloga Un bellissimo percorso in alta quota con possibilitĂ di pernottamento

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laghi di

C

ontrollate le previsioni dl tempo, leggete questo articolo e partite. Quello che vi presentiamo è un bellissimo percorso con la possibilità di pernottare in quota, un modo diverso per vivere la pesca in Valtellina. Imboccata la Valchiavenna, giunti nel centro di Chiavenna si prende la strada che porta al passo dello Spluga. Dopo aver superato l’abitato di Fraciscio (Campodolcino) ci portiamo con la macchina fino alla località Soste dove troviamo un apposito parcheggio. Muniti di zaino e adeguati scarponcini, percorriamo il primo tratto della vecchia strada di cantiere in fregio al torrente Rabbiosa, quindi la abbandoniamo per cominciare a salire imboccando un largo sentiero che costeggia per un lungo tratto il torrente. Usciamo dal bosco entriamo in un vallone per iniziare a salire il versante settentrionale di un ripido pendio con una serie di tornanti che fanno rapidamente guadagnare quota. Al culmine di questa impegnativa salita il sentiero ci concede un attimo di tregua fino a raggiungere un incantevole gola, dove il torrente, emissario del lago di Angeloga, si è scavato nel corso dei secoli. Sulla roccia si può scorgere una scritta che indica che oramai mancano solo 10 minuti al rifugio Angeloga. In effetti, dopo pochi minuti, passando vicinissimi al torrente che spumeggiante forma pozze e cascatelle, arriviamo nello splendido pianoro dell’Alpe Angeloga. Qui il torrente, uscendo dall’omonimo lago, scorre sinuoso e calmo, l’ideale per pescare a mosca e catturare bellissimi esemplari di trote fario. Dopo avere percorso ancora un breve tratto di sentiero giungiamo al Rifugio Angeloga, a soli cento metri dal lago, circondato da praterie pascoli e popolato da splendidi esemplari trote fario e iridea. La presenza di numerosi capi di bovini durante il periodo estivo favorisce lo sviluppo degli insetti e queste condizioni lo rendono particolarmente idoneo alla pesca a mosca. In giornata, per i pescatori ardimentosi ed allenati, si può salire lungo il sentiero situato alle spalle del rifugio. Il pendio diventa sempre più irto, la fatica viene comunque ripagata dalla splendida vista sulla conca dell’Angeloga e del Pizzo Stella. Si supera una scalinata incisa nella roccia e, dopo un’ora di cammino, si travalica attraverso il passo di Angeloga per raggiungere l’altopiano che ospita i laghi Nero e Vertice, dove ci si può sbizzarrire con tutte le tecniche di pesca, in particolare sempre con la pesca a mosca. Nel lago Nero sono presenti dei favolosi esemplari di Salmerino Alpino di

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Panoramica dei tre laghi

taglia superiore anche al chilogrammo. Dopo venti minuti di marcia, percorrendo il sentiero che costeggia il lago Nero, si scende verso la valle di Lei. Oltrepassati una serie di laghetti e pozze popolati di trote si raggiunge il lago Ballone, adagiato in un magnifica conca circondato da una tipica prateria alpina, anche questo parti-

HELI-FISHING Per poter raggiungere facilmente i laghi alpini combinando la passione per la pesca ad un volo spettacolare, Elitellina offre condizioni agevolate per gruppi di 4 pescatori. Per Informazioni e prenotazioni: Elitellina s.r.l - Tel. +39 0342.213336 - Fax. +39 0342.219799 E-mail: info@elitellina.com - info@blossomexperience.com www.elitellina.com - www.blossomexperience.com

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colarmente vocato alla pesca a mosca. Al fine di soddisfare pienamente le esigenze del pescatore/alpinista che vuole intraprendere questa escursione i consiglia un week-end nel periodo compreso tra luglio e i primi giorni di settembre con giornate lunghe e calde con possibilità di pernottamento al rifugio Angeloga. Buon divertimento……


Schede itinerario Lago di Angeloga (2044 s.l.m).

Località di partenza: Fraciscio (Campodolcino) mt. 1341s.l.m. Dislivello: m. 700 Salita complessiva : 2.00 ore Caratteristiche: naturale - ovaloide – superficie 3,6 ha (circa) – profondità max. 18 m. Rive: prateria alpina e pascolo Specie ittiche presenti: Trota Fario – Trota Iridea Ripopolamenti: semine annuali di novellame cm. 4/12 a mezzo elicottero Fario n.1.000 - Iridea n.1.000 Tecniche di pesca: tutte – consigliata mosca e moschera Punti di appoggio: Rifugio Chiavenna (mt.2044 s.l.m.), telef. 0342 530490, 93 posti letto

Lago Nero di Angeloga.(2351 s.l.m.)

Località di partenza: Rifugio Angeloga (mt.2044 s.l.m.) Dislivello: 307 m. Salita: 1 ora Caratteristiche: artificiale: rettangolare – superficie 2 ha (circa) – profondità max 30 m. – Rive: prateria – roccia Specie ittiche presenti: Salmerino Alpinus – Trota Fario – Trota Iridea Ripopolamenti: semine annuali di novellame cm. 4/12

a mezzo elicottero Fario n.1.500 - Iridea n.1500 Tecniche di pesca: tutte – consigliata galleggiante – fondo esche naturali

Lago Vertice. (2370 s.l.m.)

Località di partenza: Rifugio Angeloga (mt.2044 s.l.m.) Dislivello: 326 m. Salita: 10 minuti dal Lago Nero di Angeloga Caratteristiche: artificiale: irregolare – superficie 1,8 ha (circa) – profondità max 6,50 m. Rive: prateria – roccia – sfasciume Specie ittiche presenti: Trota Fario – Trota Iridea Ripopolamenti: semine annuali di novellame cm. 4/12 a mezzo elicottero Fario n.1.500 - Iridea n.1500 Tecniche di pesca: tutte – consigliata galleggiante – fondo esche naturali

Lago Ballone. (2270 s.l.m.)

Località di partenza: Rifugio Angeloga (mt.2044 s.l.m.) Dislivello: 326 m. Discesa: 20 minuti dal Lago Nero di Angeloga Caratteristiche: artificiale: rettangolare – superficie 6,00 ha (circa) – profondità max 10 m. Rive: prateria, roccia, pascolo Specie ittiche presenti: Trota Fario – Trota Iridea Ripopolamenti: semine annuali di novellame cm. 4/12 a mezzo elicottero Fario n.1.000 - Iridea n.1000 Tecniche di pesca: tutte – consigl

Rifugio Chiavenna Alpe Angeloga mt. 2046 Punto di appoggio e partenza per indimenticabili giornate di pesca immersi in uno splendido paesaggio alpino. Il rifugio offre possibilità di pernottamento e servizio ristoro con piatti tipici locali, il tutto arricchito dalle caratteristiche atmosfere.

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a pp r o f o n d i men t o

La spremitura e la fecondazione Il centro ittico di Faedo verso la completa autosufficienza “riproduttori si nasce! Spesso gli allevatori zootecnici attingono individui adulti da lotti di accrescimento senza aver operato, a monte, la scelta a partire da quando i riproduttori erano uova. Un cavallo da corsa nasce da genitori selezionati, accresce, matura, viene accudito, alimentato e trattato con tutti gli accorgimenti del caso, ovvero solo come cavallo da corsa. Diversamente, sarebbe solo un cavallo da turismo o da bistecche. Allo stesso modo la creazione di un buon parco riproduttori nasce dalla selezione e dall’identificazione delle caratteristiche all’uopo migliori già a partire dai genitori.”

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È

con grande soddisfazione che scrivo questo articolo inerente le attività ittiogeniche del Centro Ittico di Faedo. Infatti quando ormai 4 anni fa fui contattato da Unione Pesca per dare inizio al progetto “Trota Fario Autoctona” e partecipare al rilancio produttivo del Centro Ittico forse nessuno si illudeva che si sarebbero rispettati i tempi di messa a regime della struttura e dell’autosufficienza produttiva in fatto di salmonidi pregiati da ripopolamento. Ebbene, è stato possibile, grazie a strutture idonee e personale competente ed appassionato. Allevare pesci autoctoni e di origine selvatica come trote mediterranee e temoli non è cosa scontata ed impone il rispetto di procedure e protocolli rigidi con ristretti margini di errore. Ma da quando le prime trotelle 0+, schiuse da uova nella locale avannotteria, sono state


ospitate nelle varie vasche esterne e anno dopo anno si sono accresciute sino a raggiungere la maturità sessuale, la soddisfazione di averle tra le mani con le loro splendide livree dai colori scintillanti è stata veramente tanta e la commozione incontenibile. Alla metà di gennaio 2012 abbiamo già svolto 4 cicli di spremitura e fecondazione artificiale delle uova. Ben più di 1000 femmine di misure ricomprese tra i 22 ed i 33 cm hanno sino ad ora dato più di 800’000 uova. E’ chiaro che essendo primipare dobbiamo prevedere perdite in fase di incubazione, schiusa e svezzamento di gran lunga superiori alla norma, ma l’obiettivo di produrre almeno 500’000 trotelline da semina sarà certamente raggiunto. Sommando tale quantità al resto delle trotelline che saranno prodotte con le uova acquistate di trota mediterranea si potrà migliorare ulteriormente l’entità del piano di ripopolamento con novellame del 2012.

Come avviene la riproduzione artificiale Quello della riproduzione artificiale è un argomento descritto più volte, ma raramente in modo approfondito. Il periodo della riproduzione comincia nel tardo autunno, generalmente alla fine di novembre, e si protrae fino alla fine dell’inverno. Con l’avvicinarsi del periodo

raccolte vengono sciacquate con una soluzione di acqua e sale per eliminare le scorie collose rimaste dal reticolo che le conteneva all’interno dell’addome della femmina per permettere una migliore penetrazione agli spermatozoi, quindi risciacquate con acqua pura dell’avannotteria. Segue la fecondazione, che avviene per mezzo dello sperma di vari maschi precedentemente selezionati (per contribuire a diversificare la consanguineità dei futuri nascituri) e lasciate a riposo per circa una mezz’ora. Per cercare di mantenere la rusticità della specie, vengono utilizzati talora soggetti catturati e successivamente liberati in torrente assieme ad altri, frutto di una selezione cresciuta in cattività. Subito dopo le uova vengono trasferite in appositi contenitori cilindrici verticali (detti embrionatori), alimentati da acqua corrente a temperatura costante di 10 °C. Tutto il periodo di incubazione, che con le acque del Centro Ittico dura circa 42 giorni, avviene all’interno dei succitati embrionatori verticali. Quando le uova iniziano a schiudere sono trasferite in appositi telai orizzontali, in vasche alimentate da acqua sempre alla stessa temperatura, in attesa della nascita completa delle larve. Qui esse rimangono sia nella fase di riassorbimento del sacco vitellino che nella fase di alimentazione attiva con mangimi composti in“ Allevare pesci autoctoni e di origine selvatica come trote mediterranee e temoli non è cosa scontata ed impone il rispetto di procedure e protocolli rigidi con ristretti margini di errore.”

artificiale riproduttivo, con il personale del Centro Ittico di Faedo abbiamo selezionato e diviso i pesci, per maturità delle gonadi e per sesso. Ogni condizione ambientale, naturale o artificiale che sia, è in grado di esercitare un importante ruolo nella maturazione delle gonadi dei pesci: in natura le acque, il fotoperiodo, le temperature, lo stress da predatori ittiofagi ecc., in allevamento l’alimentazione, le manipolazioni umane, le patologie, le temperature ecc. Successivamente, una volta ogni due settimane le trote vengono controllate una ad una; quelle ‘pronte’ vengono spremute manualmente da personale esperto, naturalmente munito di appositi guanti di lattice zigrinato per non rovinarle durante la manipolazione. Raccolte le uova in apposite bacinelle, le trote vengono liberate in altre vasche per riprendersi. Le uova

tegrati sbriciolati che variano nella granulometria a seconda delle dimensioni degli avannotti e delle trotelle. Parlando di perdite (mortalità) degli individui, che è da considerarsi un fatto


fisiologico a seconda delle specie con cui si opera, si calcola che per le trote mediterranee l’incidenza sia del 15 - 25% nella fase d’incubazione delle uova ed un altro 10 – 20% nella fase di schiusa e riassorbimento del sacco vitellino.

Come ottenere un parco riproduttori selezionato

L’ittiologo separa i maschi dalle femmine

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Per affrontare questo argomento è necessario partire da molto lontano e tenere presente che… riproduttori si nasce! Spesso gli allevatori zootecnici attingono individui adulti da lotti di accrescimento senza aver operato, a monte, la scelta a partire da quando i riproduttori erano uova. Un cavallo da corsa nasce da genitori selezionati, accresce, matura, viene accudito, alimentato e trattato con tutti gli accorgimenti del caso, ovvero solo come cavallo da corsa. Diversamente, sarebbe solo un cavallo da turismo o da bistecche. Allo stesso modo la creazione di un buon parco riproduttori nasce dalla selezione e dall’identificazione delle caratteristiche all’uopo migliori già a partire dai genitori. In seguito, esigue quantità di uova di ciascuna coppia di riproduttori vengono incubate e fatte schiudere separatamente dalla grande produzione già con la finalità di generare avannotti che un domani potranno essere trote ulteriormente selezionate per divenire, a loro volta, riproduttori. Per questo motivo, un centro di incubazione che si rispetti deve effet-

tuare un idoneo turnover di non più di 2-3 cicli di riproduzione con una femmina, che verrà poi riformata. I maschi dovrebbero essere cambiati tutti gli anni, prevedendo adeguati programmi di rinsanguamento in particolare quando si parla di specie a interesse conservazionistico.

E la storia continua… La completa e totale autosufficienza produttiva del Centro Ittico in fatto di Trote Mediterranee sarà raggiunta l’anno prossimo, con una produzione presunta di 2.500.000 uova. Alla data della redazione del presente articolo, al Centro Ittico i lavori di riproduzione sono ancora in corso e termineranno solo verso la metà del mese di febbraio. Penso però che non ci sia contesto migliore per esprimere tutta la mia gratitudine ai vari dipendenti e collaboratori di UPS che hanno partecipato alle operazioni elencate e che continueranno a farlo nelle settimane a venire. E’ ben noto che in pieno inverno, con le temperature prossime a 0°C , stare per 4 o 5 ore a mollo nelle vasche in acqua molto fredda per selezionare e riprodurre trote, non è cosa piacevole; ma se a farlo si è in buona compagnia, appassionata e motivata, con la voglia di partecipare, al di là dei compiti e degli incarichi, a qualcosa d’importante per le acque della Provincia di Sondrio, allora è tutta un’altra musica e non si vede l’ora del prossimo appuntamento al Centro Ittico di Faedo. Pier Paolo Gibertoni


PRODUZIONE NOVELLAME CENTRO ITTICO DI FAEDO anno

fario mediterranea

fario atlantica

fario schwarzwald

temolo

marmorata

iridea

totale

2001

64.000

64.000

2002

357.000

357.000

2003

219.000

1.270

220.270

2004

240.500

5.290

245.790

2005

315.000

25.500

340.500

2006

321.000

20.200

31.000

372.200

2007

304.000

25.500

30.600

360.100

179.600

0

38.250

230.850

36.000

2.500

85.350

713.850

133.300

10.000

137.000

1.150.000

134.500

1.609.500

2008

13.000

2009

590.000

2010

846.700

2011

1.219.500

23.000

255.500

PRODUZIONE NOVELLAME CENTRO ITTICO DI FAEDO 1.700.000

1.609.500

1.600.000 1.500.000 1.400.000

PRODUZIONE

1.300.000 1.150.000

1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000

713.850

700.000 600.000 500.000

357.000

400.000

300.000 200.000 100.000 0

372.200 245.790

360.100

340.500

64.000 2001

2002

220.270 2003

230.850 2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

ANNI

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Filo diretto

Un pescatore a palazzo È

da più di settant’anni che il pescatore si trova dentro la “stanza dei bottoni”, sospeso a mezz’aria assieme ad altri valtellinesi. Persone semplici sorprese dall’artista Gianfilippo Usellini mentre erano impegnate nella mietitura, tra i vigneti per la vendemmia, sugli alpeggi, nella tessitura e filatura, nella lavorazione del granito. Scene della Valtellina Anni Trenta che si rincorrono lungo le due

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pareti laterali della Sala consigliare di Palazzo Muzio, l’imponente costruzione che ospita la Prefettura e gli uffici della Provincia di Sondrio. Usellini utilizzò la tecnica dell’encausto, quindi colore a tempera sciolto nella cera fusa e fissato a caldo sulla parete. I grandi dipinti immortalano anche un pescatore, fermo sull’uscio di una casa con in testa un cappello a larga tesa, la borsa con gli “arnesi del mestiere” a tracolla.


Ad accoglierlo una donna. Forse stava portando qualche trota presa quel giorno, nell’Adda. Negli Anni Trenta, in Valtellina, si pescava per sbarcare il lunario, per portare a casa qualcosa da mangiare. E trote e temoli erano anche merce di scambio per ottenere quello che mancava all’appello sulla tavola. Quel pescatore che scruta dall’alto chi entra nella Sala del consiglio, non è un pescatore qualsiasi. E’ l’Andrea Della Bosca, così lo chiamavano, con l’articolo davanti al nome. Nato sulle sponde del lago di Como, nel paesino di Dorio, era diventato nel corso degli anni personaggio leggendario. Facchino alla stazione di Sondrio, professione condivisa con il fratello, incantava con la sua saggezza, con le perfette imitazioni dei dialetti di tutta Italia, con un francese parlato con grande scioltezza. Da leggenda le sue catture: trote lunghe come vasche da bagno, scene viste e raccontate dai nipoti. Era un’artista della mosca: le costruiva con grande abilità e utilizzando tecniche che solo pochi hanno potuto apprendere. Aveva lavorato anche come dipendente, ma essendo un uomo libero al primo calcio preso nelle terga da un datore abituato alle maniere forti, salutò e disse a sé stesso: “Mai più sotto padrone!”. Alle vessazioni aveva preferito l’Adda, la lotta quotidiana con i pesci. E un bel giorno sul suo cammino trovò Gianfilippo Usellini. L’artista fiutò che quello non era un momento da farsi sfuggire: i personaggi veri non si trovano al mercato. E così a colpi di pennello, l’Andrea Della Bosca si ritrovò sollevato a mezz’aria, dentro il Palazzo del Governo. Da allora rappresenta i pescatori nella sala dove si decide il futuro della Valtellina e della Valchiavenna.

n i l e n e p el

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Norman Mclean: elogio della pesca N

orman Maclean (1902- 1990 ) dopo aver passato una parte della sua vita in mezzo alle montagne rocciose del Montana , lavorando prima come taglialegna e poi con il corpo forestale, diventa professore di letteratura inglese alla University of Chicago ed all’età di 74 anni pubblica un breve romanzo, dal titolo A River Runs Througt It, nel quale descrive i suoi ricordi di gioventù . In lingua italiana il titolo del libro diventa “In mezzo scorre il fiume”. Dal libro è stato ricavato un film dall’omonimo titolo diretto da Robert Redford con Brad Pitt e Craig Sheffer e Tom Skermitt.

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Il film che rispecchia fedelmente il libro, è ambientato nel Montana tra il 1910 ed il 1925 è una delle poche pellicole che parla di pesca, in particolare di pesca a mosca secca. Il libro, che tutti i pescatori a mosca dovrebbero leggere, si propone come una biografia di uno dei protagonisti : due fratelli diversissimi in tutto ma uniti dalla passione per la pesca a mosca. I due fratelli che nel film sono interpretati da Brad Pitt e da Craig Shepper, sono figli di un pastore presbiteriano che li educa al culto di Dio e della pesca a mosca. “Nella nostra famiglia non c’era una chiara linea di demarcazione tra religione e pesca a mosca”,


recita la prima frase del libro nella traduzione in lingua italiana. Il padre dei due fratelli crede fermamente che la pesca a mosca è una forma di redenzione e che “tutte le cose buone - dalle trote alla salute eterna - derivavano dalla grazia, e la grazia dall’arte, e l’arte non è una cosa facile”.

a mosca Apprendere quest’ arte e praticarla con bellezza costituisce il compito fondamentale dell’uomo. “Ci raccontava degli apostoli di Cristo che erano pescatori e lasciava intendere, a mio fratello ed a me che i pescatori più bravi del mare di Galilea pescavano a mosca e, che Giovanni , il prediletto , pescava con la mosca secca.” Il libro e’ un atto d’amore per la pesca a mosca secca alla trota e per il fratello , interprete sublime di tale tecnica, ma e’ soprattutto una vera e propria celebrazione dell’arte della pesca, quale strumento per la ricerca della perfezione ed in quanto tale in grado di avvicinarci al divino.

Il fratello minore, Paul interpretato nel film da Brad Pitt, aereo danzatore fra le rocce del fiume, elegante maestro nel maneggio della canna e nel lancio della lenza, insomma artista supremo della pesca a mosca e dunque “eletto”, conduce invece una vita solitaria e di dissipazione che lo porta ad essere picchiato a morte e buttato in un vicolo. Il fratello maggiore interpretato nel film da Craig Shepper, che a lui è unito da un vincolo caldissimo di amore e di ammirazione che ne studia i movimenti e ne ascolta le storie, non può mai comprenderlo e tanto meno aiutarlo nonostante gli sforzi che biblicamente compie per diventarne il “guardiano”. Paul precipita inesorabilmente, come il fiume, verso le rapide della vita, mentre il fratello maggiore, pescatore assai più modesto, ma attento osservatore del paesaggio incantato e pensatore svagato dei sentimenti delle trote, riesce a raggiungere un’unione perfetta con la moglie e ad avviarsi verso la lettura delle acque: a trasformare, cioè, l’arte della pesca in racconto. Tuttavia i modo migliore di descrivere questo libro senza far torto alle intenzioni dell’autore è quello di procedere per citazioni lasciando ad ognuno di noi le sensazioni che queste trasmettono. Avete presente il senso di sconforto che si prova quando si perde un pesce di taglia?

Acquarello di Kim Sommerschield

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“Non c’é castigo divino più improvviso per il corpo e l’anima che perdere un pesce grosso, dato che deve pur esserci una lieve transizione tra la vita e la morte. Ma con un pesce grosso un attimo prima il mondo è nucleare e e quello dopo è scomparso. Cosi’. Andato. Il pesce è andato e tu sei estinto, tranne per un bastone di poco più di cento grammi al quale è attaccata un pò di lenza...I poeti parlano di istanti di eternità ma in realtà è il pescatore a sperimentare l’eternità compressa in un attimo. Nessuno può dire cosa sia un istante di eternità fino a quando il mondo intero non diventa pesce e il pesce sparisce.” La storia è una sequenza di scene di pesca avvolte come spire, l’ autore si sofferma spesso a descrivere particolari tecniche di lancio anche se appaiono molto improbabili da sperimentare. “Il fiume sopra e sotto la roccia di Paul era acqua da grandi trote arcobaleno, e lui lanciava forte e basso controcorrente, radendo l’acqua con la mosca senza toccarla. Poi girava su se stesso, invertiva il movimento della lenza formando un grande ovale sopra la testa e la lanciava forte e bassa lungo la corrente, sempre radendo l’acqua con la mosca. Completava quel cerchio grandioso quattro o cinque volte, creando un’immensità di movimento che culminava nel nulla se non si sapeva , o se non si riusciva a vedere, che laggiù una piccola mosca si stava bagnando

sull’onda. Paul chiamava quel modo di lanciare, lancio ombra, sosteneva che i pesci vengono attratti dall’ ombra della mosca che passa sopra la superficie dopo i primi lanci. Si tratta più o meno della teoria del far venire l’acquolina in bocca al pesce ”. l’ultima volta che il vecchio predicatore presbiteriano accompagna i propri figli sul fiume, il fratello maggiore riempito il proprio cestino, si unisce al padre, seduto al sole a leggere l’inizio del Vangelo di Giovanni in greco. Da lontano, i due fissano lo sguardo su Paul, che dà inizio a una vera e propria girandola di balzi e lanci, a un’esibizione sublime di arte piscatoria che si conclude con la cattura della preda più grossa, quindi Paul, circondato d’acqua e raggiante di soddisfazione, raggiunge il padre e il fratello. È la sua ultima pesca, un istante miracoloso di bellezza e di eternità prima della morte. La chiusura del libro rende superflua ogni altra parola. “Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume le attraversa. Il fiume e’ stato creato dalla grande alluvione del mondo e scorre sopra rocce che sono le fondamenta del tempo. Su alcune di queste rocce sono impresse gocce di pioggia senza tempo. Sotto le rocce ci sono le parole, e alcune delle parole appartengono alle rocce. Sono ossessionato dalle acque.” Mario Messina

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La prova valtellinese del Club Azzurro di pesca a mosca

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l Club Azzurro, ovvero i 24 migliori pescatori a mosca, otto dei quali ogni anno sono chiamati a sfidare il resto del mondo per il titolo iridato in questa bellissima specialità tecnica. Ospitati dalla nostra Associazione, si è svolta il 22 e 23 ottobre 2011 nel tratto di Adda a valle di Ardenno (Paniga) una delle sei selezioni valide per l’ammissione al prestigioso club e al ristretto gruppo che nel 2012 si cimenterà nelle prove internazionali. Le tre prove (ciascuna della durata di 3 ore) sono state effettuate su un fiume in condizioni perfette ma con una bassa temperatura dell’acqua che al mattino non invogliava l’attività dei pesci. Nonostante questo sono state totalizzazte complessivamente n. 488 catture (27,4 cm la misura media dei pesci) in un tratto di fiume di circa tre chilometri, a dimostrazione che i pesci nell’Adda ci sono, basta saper pescare….. Si tratta infatti di una sfida “al naturale”, perché le regole nelle

competizioni ufficiali con la tecnica della mosca artificiale sono molto severe e non ammettono l’immissione di pesci ante gara. Niente “pronta pesca” quindi, vince chi prende più pesci tra quelli naturalmente presenti nel fiume e può capitare che si vinca anche con un solo pesce allamato. Non solo, ogni pesce catturato deve essere immediatamente rilasciato dopo una veloce misurazione da parte dell’ispettore che sta alle spalle di ogni singolo concorrente. E’ infine obbligatorio l’uso del guadino che deve avere maglie in cotone o altro materiale non abrasivo mentre l’amo è ovviamente privo di ardiglione. Al termine delle tre prove è risultato vincitore Edgardo Donà che nelle nove ore complessive di gara ha catturato 54 pesci. Manifestazione perfettamente riuscita e che, cosa non da poco di questi tempi, ha avuto effetti positivi anche per quanto riguarda la ricettività alberghiera della zona.

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IL P E RSO N AGGIO

Lorenzo Spiller…

l ’Anima dell’Associazione Pesca Alta Valtellina

A

nche se il cognome tradisce origini sud tirolesi “Renzo” Spiller è bormino DOC. Classe 1943 è tra i soci fondatori di Ups, nonché segretario e memoria storica dell’Associazione Pesca dell’Alta Valtellina. Nel nostro tour tra i personaggi simbolo della provincia, non potevamo esimerci dall’incontrarlo e intervistarlo per voi. Renzo, come è nata la sua passione per la pesca? «Direi quasi per caso. Quando avevo 13 o 14 anni, ero solito accompagnare un signore di Milano che trascorreva le ferie a Bormio. Andava a pescare nelle acque Adda, in zona Santa Lucia. Un giorno mi regalò una sua vecchia canna… provai e fu amore a prima vista». Una passione, la sua, che poi ha trasmesso a parenti e amici… «Direi proprio di si. L’ho passata ad amici, figli e nipoti. In famiglia, praticamente, abbiamo la pesca nel DNA. Anzi, il gruppo con questa passione comune è talmente cresciuto che nel ’68, insieme a Mirco Pedrini, Alfredo Sassella ed altri amici, si è addirittura deciso di fondare l’associazione Alta Valtellina. Un’associazione che si

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è subito adoperata con l’organizzazione di gare e la diffusione in zona della pesca». Il vostro gruppo è poi stato parte attiva anche nella fondazione di Ups… «Il passare dalla Fips ad un’associazione locale che gestisse direttamente le risorse a disposizione con un’ottima conoscenza del territorio ci è subito parsa la scelta giusta. Alla fine dovevamo essere noi valtellinesi a gestire i ripopolamenti e a garantire la salvaguardia delle nostre acque». Facendo una fotografia della realtà locale… qual è stata e qual è la situazione della pesca in zona? «Difficile dirlo. Per quanto riguarda le manifestazioni agonistiche abbiamo registrato numeri di presenze a fasi alterne con anche diversi giovani disposti a mettersi in gioco, ma come sempre i numeri erano legati sia alle stagioni, sia al meteo. Negli anni siamo arrivati ad essere una novantina di tesserati; ci siamo strutturati sino ad avere anche una sede dove incontrarci e cercare di infondere negli associati uno spirito di appartenenza al gruppo. Per quanto riguarda invece la situazione acque, beh.. quello è un discorso a parte».


Già perché, se non sbaglio, il vostro impegno ha attirato l’attenzione anche di testate giornalistiche nazionali: «Verissimo. Il settimanale “Famiglia Cristiana” dedicò ben 4 pagine ad una battaglia che stavamo portando avanti con un articolo dal titolo “giù le mani dai torrenti”. Oltre a vigilare sull’operato dei grandi produttori idroelettrici, ci siamo anche battuti per la realizzazione di un adeguata rete fognaria dei vari comuni della zona che scaricavano liquami direttamente nei fiumi. Questi sono solo alcuni esempi, ma su questo tema si potrebbe andare a avanti a parlarne per ore». Per quanto riguarda invece i regolamenti provinciali… è giusto dire che dall’Alta Valtellina sono giunte proposte che in un certo senso hanno dettato il passo? «Non esageriamo… Diciamo piuttosto che alcune nostre proposte sono poi state condivise, come la diversificazione delle aree di pesca con l’introduzione delle zone di maggiore e minore tutela. Altre, invece, non sono state accolte nonostante io le ritenga tuttora vincenti. Mi riferisco ad esempio alla stesura del regolamento; noi avevamo proposto un format simile a quello svizzero di durata quinquennale in modo da vedere nel tempo la bontà o meno dei processi intrapresi. Tra le numerose proposte vi era anche un numero chiuso di catture con obbligo di segnatura di

giornata un po’ come si fa nella caccia». Tema giovani. Qual è la situazione in Alta Valle? «Direi simile alla realtà nazionale e provinciale. Al riguardo molto si è fatto e molto si deve ancora fare per invertire un trend che vede l’età media della nostra associazione ancora troppo alta». Fiumi o laghi alpini… Ci consigli una buona zona in quella che di fatto è una località che si presta a qualsiasi tipo di pesca. «In Alta Valle si ha solo l’imbarazzo della scelta. Nella bella stagione si può davvero spaziare a 360° trovando zone ricche e di rara bellezza. Fare una scelta ristretta risulta difficile, ma una zona di facile accesso e che merita di essere visitata è la Val Viola. Per chi predilige i torrenti anche il Frodolfo può regalare grandi soddisfazioni». In tanti anni di vita attiva nell’associazione come è cambiata Ups? «Beh, direi che è cambiata in meglio. Basti dire che ora è parte attiva ai tavoli di lavoro e nelle decisioni che contano sulle delicate questioni della tutela acque. Ma Ups è migliorata anche sotto l’aspetto gestionale. Negli anni 80 i costi erano davvero spropositati. Ora invece i bilanci sono sotto controllo e questa non è una cosa da poco visti i tempi che corrono». Maurizio Torri Spiller tra gli amici storici

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ivigno oltre che per la zona extra doganale e lo sci, è famosa per le sue innumerevoli possibilità sportive. Tra queste la pesca alla trota e al temolo, praticata dagli abitanti e dai numerosi ospiti nel torrente Spool, nei suoi cospicui affluenti, nei laghi alpini naturali e nell’invaso di Livigno. Grazie alle molteplici iniziative attivate dall’Unione Pesca e dalla locale società di pescasportivi, negli ultimi anni si sono incrementate le potenzialità alieutiche del bacino dello Spool, sempre con un occhio di riguardo per la conservazione e l’incremento del patrimonio ittico. Per soddisfare la cre-

scente domanda dei pescatori ospiti, sono state istituiti in alcuni corsi d’acqua tratti destinati a specifiche tipologie di pesca. Chi pratica la pesca a mosca no-kill ha a disposizione un lungo tratto del bellissimo torrente Vallaccia, un tratto di fiume Spool e il lago di Foscagno sono adibiti alla pesca turistica con semine di trote iridea adulte anche di grossa taglia, il laghetto del “Luigion”, sempre sul torrente Spool, è riservato ai soli ragazzi e ai bambini di età inferiore a 15 anni. I permessi di pesca sono rilasciati presso l’APT di Livigno o altri rivenditori autorizzati dalla stessa.

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L E TT E R E D E I L E TTORI

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lla Redazione della Rivista “Pescare in Valtellina” Nell’ultimo numero della Vostra rivista ( anno XXVIII – N°2 – 2011) è presente un articolo, sotto forma di intervista, a firma del Direttore Maurizio Torri, dove vengono magnificate le gesta del sig. Marco Mazza.

Credo che la scelta di intervistare questo chiacchierato personaggio della Valchiavenna mi ha lasciato incredulo e perplesso. Ritengo che individuare nella figura del sig. Mazza il personaggio della Rivista sia una preferenza poco edificante che umilia i pescatori che rispettano le regole, in particolare per i numerosi ragazzi e bambini che vi seguono i quali sicuramente non possono trarre Caro comandante, insegnamento da questo una firma con tant o di nome e cognom ma vista la cronaca e sarebbe stata cosa pescatore, in quanto il degli ultimi tempi gradita, la scelta dello pseu cata.. Questo glie donimo è a dir poco lo riconosco. Com soggetto, come è noto, nel azzece riconosco che le rispettate. E’ anch regole sono fatte passato è stato un acerrie vero che il signo per essere r Mazza i propri er prima persona. In rori li ha sempre pa mo bracconiere. riferimento all’inter gati in vista apparsa sull’ul nessuno ha mai vo timo numero della Tanto è vero che la Valluto dipingerlo co riv ista, me un santo. Il Si pregi e difetti, ma gnor Mazza, come le di Lei, come è scritto rappresenta una re tutti, ha altà della nostra pr socio fondatore di ov in cia oltre che ad es nell’articolo, ha preso lo Ups e uno strenuo sere difensore delle nost e lui è l’espressione re acque. I tempi ca pseudonimo di “Valle di di un’epoca dove le mbiano regole non sempre Una cosa che nepp si seguivano alla le ure lei può negare Lui” appunto per attività le ttera. è però la grande pa questo personaggi ssione che contradd o. Una passione ch attività illecite compiute dal istingue e trasuda ad ogni ric pesca. Ecco perché ordo legato al mon sig. Mazza con alcuni suoi al suo incipit: «Ma do della perché avete scelto Io sono uno scomod di intervistare prop compagni di merende. o… Questo articol rio me? o vi porterà un sacc semplicemente pe o di critiche»…. Ab nsato che era un ris Cordiali saluti. biamo chio che valeva la pena di essere cors Il Comandante o. della nave Concordia Maurizio Torri Francesco Schettino

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l lago di Novate Mezzola rappresenta un luogo ideale per la pesca infatti è popolato da numerose specie ittiche tra le quali la trota di lago, il lavarello (introdotto dai paesi del NordEuropa), l’agone, il luccio, il persico, il persico sole, il cavedano, il pigo, la scardola, il triotto, il vairone, l’alborella, la sanguinerola, la carpa e la tinca, la bottatrice e l’anguilla, rare savette e barbi, temoli discesi dal Mera. L’Azienda agricola é immersa in uno scenario incantevole tra l’azzurro del Lago di Novate e l’imponente complesso di montagne della “ValCodera. Rilassarsi sulle rive del nostro lago, oppure trascorrere una giornata di pesca usufruendo della presenza delle nostre barche, rappresenta un’occasione unica ed indimenticabile. Venite a trovarci sarete tutti nostri graditi ospiti, vi conquisteremo con la cucina di Carmen e l’amore di Gianni per la natura. Troverete una famiglia che vi accoglierà con cortesia e semplicità. Vi apettiamo!

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A proposito di... Tutela e Gestione ... Quest’anno ho fatto moltissime uscite per il temolo e devo dire che la situazione è estremamente preoccupante. Io, alla fine, i 20 temoli li ho presi, ma con decine di uscite senza vedere un’abboccata e come me molti altri pescatori hanno confermato questa tendenza. Si è verificata una drastica diminuzione della popolazione del timallide, sono rimasti i riproduttori grossi (ma in fortissima diminuzione) e, cosa estremamente grave mancano le generazioni sub adulte. In tutta franchezza non credo che tutto si possa “scaricare” sempre sulla qualità dell’acqua, sulla portata, sul limo, sugli sbalzi di livello; per carità sono fattori assolutamente fondamentali sull’ecosistema ma, proprio per questo, vanno affrontati a mio avviso diversamente. Probabilmente sono stati commessi degli errori di valutazione nella gestione delle semine di temolini: le ultime immissioni sono state fatte con pezzature Rispetto alle questio troppo piccole, non in grado di ni sollevate relativ amente al temolo, di temolo ci è stata sostenere i fattori sopra indicati, la riduzione delle ca segnata anche da al tture tri pescatori e noi questa sensazione soprattutto portata d’acqua e stessi abbiamo avve , almeno sino alla rtito metà di settembre. le catture sono to limo. Sarebbe meglio rinunciare Da questo periodo rnate abbondanti in poi e diversificate com Questo ci conferm a un po’ di selvaticità a vane negli anni preced a quanto già notato enti. in altri momenti in an che per determinat taggio di una pezzatura legnate precedenti: ci e stagioni non vi oè è una rapporto dire temoli nel F. Adda germente più grande ma che tto fra l’abbondanz ed il numero o le a dei taglie di cattura. È fra gli studiosi, ch sia in grado da subito di adatopinione diffusa, e questo fatto poss an ch e a es sere influenzato da delle acque che a tarsi alle condizioni, difficili, loro volta influenza lle caratteristiche no non solo i pesci m l’abbondanza dei m che troverà nel fiume. Spero a anche la tipolog acroinvertebrati di ia e cu i si nutrono, determ sc el te alimentari che mod inoltre che non si sia fatto in ando così nei temol ificano, anche signi i Ciò trae conferma, ficativamente, i ris l’errore di “togliere il piede ultati della pesca. come detto, dal fa tt o ch e nella seconda m nella prima di otto dall’acceleratore” nel senso età di settembre e bre, le catture sono to rn at di e molto abbondan ve rs e ta di diminuire la quantità di glie. ti e ripartite nelle Dal punto di vista novellame seminato perché della gestione ci sia mo confrontati con numerosi esperti de gli anni precedenti erano rimolte altre realtà e l settore e la rispo con sta pressoché unan è che sia più oppo sultati fruttuosi, sarebbe un ime che abbiamo av rtuno immettere in ut o di vidui giovani che no le caratteristiche di grave errore. Infine, la misun hanno ancora pe selvaticità proprie rs o delle specie, cresce Questo argomento ra minima e la quantità di ndo in allevamento è sviluppato anch . e ne ll’ em ar ticolo sull’allevam erge con chiarezza pesci prelevabile andranno, ento, dal quale il notevole sforzo ch e è da st i ato fatto in questi 15 -2 0. 000 temolini del pe nell’anno in corso, verificaanni, passando riodo 2004-2008, più alti sino ai 25 a valori progressiv te attentamente, per poter 0.000 dello scorso amente molto anno. Occorre tenere pres prendere gli opportuni provente che, in parti colare per le taglie si colgono tre anni vedimenti, prima che sia “pescabili”, i risul dopo il ripopolam tati ento, quindi nella necessario essere troppo tardi. gestione della spec lungimiranti, così ie è co me occorre saper dati dalla pesca pe Fabio Sorgato. cogliere tutti i se r correggere tempe gn al i stivamente, se ne in funzione dell’an cessario, il regola damento reale della mento specie. Settore tecnico Up

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Pubblichiamo una fotografia scattata durante la festa di compleanno del piccolo Arturo, alla quale i genitori hanno portato l’intera classe del figlio da Milano a Faedo. Riteniamo che l’espressione di stupore e interesse dei bambini risponda di per sé alla domanda: “A cosa serve il centro ittico, oltre che a sfornare migliaia di pesci?”.

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Ma al centro di Faedo si pesca anche? Vi informo di aver visto sul sito dell’associazione pesca città di Sondrio alcune foto di gente che pescava in una vasca al centro di Faedo. Siccome non sapevo di questa possibilità, vorrei conoscere gli orari di apertura perché mi piacerebbe andarci, anche perché lì i pesci sarei sicuro di prenderli. Lettera non firmata

Risponde l’ Associazion e Pesca Città Gentile reda di Sondrio zione, nel ri ngraziare pe dare i chiarim r lo spazio co enti del caso ncesso, cogli . Questa asso verno organiz amo l’occasi ciazione, tra za uno o più one per le varie inizia corsi di lanci della pesca a tive, durante o. Lo scopo mosca, ma p l’inè iù in general acque, oltre e di promuove quello di insegnare la te che lo stare cn re ica in la si p e es “gli alunni” me. Al termin ca e l’amore a visitare il per le nostre e di questi co ce rsi, normalm ntro ittiogen ad una ultim ente, portiam ico di Faedo a lezione su . Nell’occasi o prato è segu canna. Al te one “contest ita la visita. rmine della vi a S ta i ”, sp sita ad un ra iega così la nella vasca a gazzino è sta presenza di d uso didattic una to concesso o. Cioè nella da poco anch d i fa va re quattro la sc e a questo sc a che Ups ha nci opo. E quatt appositamen chietto” che ro lanci di n te ristruttura ha rubato la umero li ha to canna al bam lo specchio d fatti anche “u bino, senza ’acqua. Tutto n vecperò riuscire quì. Noi con deve tenere a centrare ne osciamo perf chi entra ne anche ettamente q l centro, qua il severo resp u ali comporta li precauzion onsabile dell m enti i e re a gole rispetta struttura app anche che qu re; non a ca artiene alla n esto luogo, n so ostra associa ei giusti mod “vissuto”, in zione. Sappia i, oltre che p particolare d m ro o durre pesci d ai bambini dietro l’anon eve poter ess che lo visita imato è fuori ere no. L’ironia luogo. Chi n mai l’imbara di chi si na on fa nulla p zzo di dovers sconde er promuove i difendere d È facile critic re la pesca non a futili polemic are; è difficile avrà he. Un noto eseguire anch di appartene proverbio dic e mediocrem re alla secon e: “ en d te a ca .” anni abbiam tegoria, perc Noi preferiam o fatto inna hé pur con tu o rischiare morare del fi tti i nostri li ume un sacc miti, in quest o di persone. i


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Milano 10.09.2011

Canale di scarico centrale Enel di Sondrio Da tempo ho potuto verificare che dal canale di scarico della centrale Enel di Sondrio, l’acqua che viene immessa nell’Adda all’altezza di della parte est della città di Sondrio, è spesso di colore grigiastro e condiziona in tal modo un buon tratto del fiume almeno sino alla Loc. Sassella. Da quel punto l’acqua chiara del torrente Mallero, miscelandosi a quella del fiume, consente di ottenere nuovamente condizioni di trasparenza migliori. Si potrebbe sapere se tale situazione Possiamo escludere categoricamente che il fenoè da addebitare a svasi o altro? meno da Lei evidenziato risulti la conseguenza di Grazie operazioni di svaso. Lorenzo Giannini L ‘acqua scaricata dalla centrale Enel di Sondrio si presenta, per buona parte dell’anno, opaliscente e grigiastra per effetto di una componente di sedimento glaciale, in quanto le opere di derivazione dell’Enel captano per la maggiore quantità le acque del sistema glaciale del Bernina (Scerscen Superiore, Inferiore e Felleria) e invasano i bacini di Campo Moro e Gera. Questa situazione è ulteriormente peggiorata negli ultimi anni per una ragione molto semplice. Tutto il complesso idroelettrico del bacino del Mallero è gestito attualmente da due società nel ed EnelGreen Power. La prima ha in gestione gli impianti di Campo Moro,Lanzada e Sondrio. La seconda deriva direttamente le acque del T.Mallero alla presa del Curlo e di Arquino con un sistema di impianti ad acqua fluente denominati Mallero I e Mallero II. Attualmente questi impianti, diversamente dal passato erano in esercizio all’Enel, non sono più interconnessi tra di loro fino ad una portata alla presa del Curlo inferiore a 3 mc./sec.. Di conseguenza l’acqua derivata da Enel–Green Power dalla suddetta opera di presa viene direttamente immessa nelle opere di idrauliche di alimentazione del Mallero I e II in località Arquino in Comune di Sondrio e convogliata successivamente nell’opera di derivazione della Centrale di Gombaro (ex. Fossati), quindi scaricata nell’alveo del Mallero. Rispetto a prima cosa è cambiato? In passato l’acqua del Mallero al Curlo veniva deviata sul sistema idroelettrico Lanzada – Sondrio, quindi diluiva la componente di sedimento glaciale proveniente dalle dighe di Campo Moro e Gera. Tutto questo non avviene più in virtù delle spiegazioni di cui sopra, abbiamo perso in termini qualitativi nell’Adda, di contro abbiamo guadagnato in termini qualitativi in quanto nel Mallero – tratto cittadino – attualmente scorre un quantitativo d’acqua superiore rispetto al Minimo deflusso precedente. Settore tecnico Ups

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Milano 15.11.2011

Stazzona Tra i miei luoghi di pesca preferiti vi è la zona a mosca di Stazzona. Ultimamente ho l’impressione che vi sia scarsità di pesce, sia trote che temoli. Sapete dirmi qualcosa in proposito? Grazie Franco Ratti

indi ito, qu or e m n ioni i ccezi gnalaz ure in via e to le e s e s r p u dive ni, sep biamo ripet ella n a evuto c i 3 r b n o i a an Abbiam conda volta n indicato, i elettropesc i 70 o d d n se per la o il periodo ggio a mezzo 1. In meno ità e nt ra at 01 nale d ni di monito dicembre 2 rare una qua te le t o 7 n i t 1 o z i c a d ut is to oper i saba mo potuto r presentanza ta fario. d a t a a la tro giorn fiume abbi n rap ale, co l temolo che ecnico UPS i d m i i t r t t o e i T e m di pesc anto riguarda ervizio S à t i l a u q qu sia per taglie

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Insalata di trota affumicata e carciofi Ingredienti per 4 persone: 2 filetti di trota affumicata un limone, un’arancia quatrro carciofi, grana, olio, pepe

PREPARAZIONE Tagliate a strscioline i filetti e fateli marinare per 15 minuti con il succo di un limone e di mezza arancia, 2 cucchiai di olio e una macinata di pepe. Tagliate i carciofi a fettine, tuffateli in aqcua e limone per 5 minuti, quindi asciugateli e posateli in 4 ciotoline con le striscioline di trota scolate dalla marinatura, sopra il grana tagliato a scaglie, 4 fettine di arancia tagliata sottile. Salate la marinata e con questa condite l’insalata buon appetito

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o t i t e p p Buon a o da P in


L E B UO N E A Z IO N I Anche se vi girano... riportatele a casa: sono orrende da vedere disseminate

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RESTITUZIONE OBBLIGATORIA DEI LIBRETTI SEGNAPESCI

TIVA SPOR NDRIO O ESCA NE P CIA DI S IO N U OVIN e 2011 A PR ion DELL Stag

Ricordiamo che, così come in precedenza riportato su questa Rivista, al fine di verificare la resa dei ripopolamenti, oltre che per fini statistici e di controllo, entro 15 marzo 2012 si dovrà obbligatoriamente riconsegnare il “Modulo censimento catture congiuntamente al Tesserino segnapesci”.

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in riva a fiumi o torrenti. Costituiscono una fonte di inquinamento, mettono in cattiva luce la nostra categoria e, soprattutto, eviterete una multa salata con la conseguente sospensione del permesso di pesca.

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