numero 121 Poste Italiane spa - Spedizione in abb. postale 70% DCB Milano
senza artifici
Lo stile si evolve misurandosi: si ha una idea di sĂŠ nel momento in cui ci si racconta
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Bimestrale, Anno XIV / Numero 121 • Direttore Responsabile roberto rossi gandolfi direzione@urbanmagazine.it
7/ L’editoriale 76
Art Direction DIDIER FALZONE didier@bureaubureau.it Responsabile di Redazione MARCO CRESCI redazione@urbanmagazine.it Segreteria di Redazione segreteria@urbanmagazine.it Collaboratori Diana Barbetta , Anselmo Bianconi, Ivan Bontcev, Giovanna Caprioglio, Martina Kirkham, Omar Macchiavelli, Marco Magalini, Jean Marc Mangiameli, Arianna Pinton, Valentina Roda, Silvia Rossi, Louis Thomas, Alex Vaccani, Matteo Weber Urban è edito da Biblioteca della Moda Srl Corso Colombo, 9 · 20144 Milano T 02 833 1121 Distribuzione PSC Promos Comunicazione Via Tertulliano, 70 · 20137 Milano T 02 89540195 Abbonamenti info@urbanmagazine.it Stampa Arti Grafiche Vela, Via N. Copernico 8 · 20082 Binasco, MI T 02 90092766 www.grafichevela.it Pubblicità Milano Fashion Media Corso Colombo, 9 - 20144 Milano T 02.5815.3201 Responsabile Di Testata Augusta Ascolese aascolese@milanofashionmedia.it T 335 6945908 Web www.urbanmagazine.it Facebook: Urban Magazine In copertina
Roberto indossa maglione Levi’s Made & Crafted. Fotografia Omar Macchiavelli, stile Ivan Bontchev Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti, totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale di Milano con il numero 286 del 11/05/2001
Il calcio (e la logica del gran rifiuto) all’alba del mondiale Il calcio di oggi? Un gran rifiuto; l’espressione di una fuga collettiva dalla realtà, dagli obblighi della età adulta. Oggi che la religione non rappresenta più “l’oppio dei popoli” (integralisti a parte) quel valore prioritario che la religione esprimeva è appannaggio del calcio. Per questo, nel corso dei millenni il ‘panem et circenses’ si è trasformato in pane e calcio: due pasti al giorno e il campionato si trasformano nella panacea contro i moti di popolo; questo il metodo sempreverde del potere per riuscire a perpetuarsi in tutta tranquillità. Dunque il calcio di oggi rappresenta un valore sacro ed inviolabile. Un totem per moltitudini di persone, molte delle quali espropriate di autentici valori umani, estetici e spirituali. Il calcio è il culto pagano per antonomasia di un’epoca senza più divinità, riferimenti culturali o principi etico-morali, senza più passioni spirituali, artistiche o politiche. Della vera dimensione sportiva, nel calcio contemporaneo è rimasto ben poco. La gran quantità di denaro circolante ne ha snaturato l’originaria dimensione di sana competizione, svuotandolo dai valori positivi come la ricerca del miglioramento di sé e il rispetto degli altri. Tutto questo si ritrova ancora negli sport “poveri” e nelle attività in cui la fatica impiegata è inversamente proporzionale al grado di benessere economico e di popolarità raggiungibili. In tal senso l’arte pedatoria è diventata una valvola di sfogo e di evasione dal grigiore del vivere quotidiano. I calciatori sono i nuovi eroi, i moderni gladiatori, divinità terrene oggetto di un culto pagano secolarizzato. Peccato si tratti di una mitologia estetizzante e falsa: oggi negli stadi si combattono conflitti bellici sublimati. Per questo il calcio viene definito come una “metafora della guerra”. In questo spettacolo globale la natura umana, soprattutto quella maschile, si manifesta in tutta la sua nudità e presa diretta con la realtà. Il tifoso dimostra come il maschio non creda all’eguaglianza, amando una forma di competizione che poco a che fare con i criteri di solidarietà. Nella dimensione calcistica, lo spettatore vuole vedere annientato il proprio avversario. Buon mondiale a tutti!
«Tuttavia non furono le dimensioni della folla che mi colpirono maggiormente… Ciò che più mi colpì fu proprio quanto la maggior parte degli uomini intorno a me odiasse, veramente odiasse, essere là. Per quel che riuscivo a giudicare, nessuno sembrò trarne piacere, nel senso in cui io intendevo la parola, da niente di ciò che accadde in tutto il pomeriggio. …la condizione naturale del tifoso di calcio è l’amara delusione, indipendentemente dal risultato» (Nick Hornby, ‘Fever Pitch’) Roberto Rossi Gandolfi In alto In mostra al LACMA di Los Angeles fino al prossimo 20 luglio “Fútbol: the Beautiful Game” è un esposizione che ruota intorno al mondo del calcio toccando questioni di nazionalismo ed identità, globalismo e spettacolo di massa; così come l’esperienza umana condivisa tra gli spettatori provenienti da diverse culture. www.lacma.org Nell’immagine: Andy Warhol, Pele, 1978 © Andy Warhol Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York
DESIGN. LABORATORIUM MMXIV PH. MICHELE DE ANDREIS
PITTI IMMAGINE AND FIERA MILANO PRESENT WOMENSWEAR ACCESSORY COLLECTIONS 20-22 SEPTEMBER 2014 MILANO THANKS TO UNICREDIT wITH THE pATRONAgE Of COmUNE DI mIlANO
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9/ Indice dei contenuti 74
Numero #121 34
37 33 56 26 11 La mia Marrakech 22 La valigia Mariana Braga
CINEMA
Stile
12 In Breve 13 In partenza 14 Profili Mitchumm / Rambaldi 15 La Filosofia del Leone 16 La Photoart secondo Joseph Ford 18 Profili Matteo Molinari / Alberto Bresci 20 Grooming Almanacco del Viaggiatore SPAZI URBANI
50 In breve 51 Profili Owlle / tUnE yArDs 52 Dischi
DESIGN
32 In breve 33 Profili Vito Nesta / Atypical
LIBRI
54 In breve 55 Una vita al bivio
PORTFOLIO
34 Viviane Sassen. She’s in Fashion
MODA
56 South Beach. Fotografia Gautier Pellegrin, stile Amy Lee Stearley
MODA
24 In breve 25 L’arte di correre 26 Il deserto del Futuro Inaugura oggi e proseguirà fino al 24 giugno al Teatro Strehler il 28° Festival MIX Milano - Festival del Cinema glbt e della Queer Culture —
MUSICA
30 In breve 31 Tutta colpa di Truffaut
38 Senza Artifici. Fotografia Omar Macchiavelli, stile Ivan Bontchev
Nella pittorica cornice del Castello Scaligero di Verona va in scena il live degli Arcade Fire —
IN GIRO
67 Spazi e luoghi da visitare e vivere
Esce Trouble in Paradise l’atteso ritorno dell’inglese La Roux. —
Al teatro Vittoriale di Gardone Riviera (BS) Damon Albarn presenta Everyday Robots il suo debutto solista —
06/2014 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 07/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 — Alla Serpentine Gallery di Londra inaugura il Serpentine Pavillion 2014, progettato dal cileno Smiljan Radic
— Se capitate a Parigi non perdetevi la mostra Dries Van Noten - Inspirations al Musée des Arts Décoratifs
— Una domenica ideale per visitare la mostra Viviane Sassen. In and out of Fashion al Fotografie Forum Frankfurt
A cura di Martina Kirkham
11/ La mia Marrakech 76
DIRECTOR’S CUT
Lab35 ovvero Ludovico Galletti e Sami Schinaia, registi di professione e viaggiatori per vocazione, raccontano la loro Marrakech; 5 tappe essenziali per scoprire chi e come vive la città imperiale. [ 4 ] Giardini Majorelle Un oasi di pace, un giardino impressionista, un ricordo indelebile, chi ha avuto l’occasione di visitare Marrakech sa bene Il Giardino Majorelle che è uno degli angoli della città che più restano impresse nella memoria grazie ai suoi colori e alla sua atmosfera unica. Creato negli anni ‘20 dall’artista francese Majorelle è comprato negl 1980 da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé; lo stilista trovava in questo giardino una fonte inesprimibile di ispirazione. [ 5 ] MODERNARIATO O QUASI Tra le varie tipologie di negozi che si ripetono capita raramente di incontrare quella del negozio di oggetti d’epoca, specializzati in oggetti dal gusto soprattutto maschile e retrò. Cavatappi, vecchie targhe, zippo dorati. Macchine fotografiche. Coltellini e anelli. Scatole di latta, vassoi e piastrelle. Tutti dominati dal color bronzo. Basta avere molta pazienza per trovare qualcosa di unico, anche se non per forza prezioso.
[ 1 ] BARBIERE Farsi la barba. La Medina è piena di barbieri, piccolissime vetrine segnalate da un paio di forbici dipinte sul vetro. Provarne uno diverso ogni volta è la parte più divertente. I migliori concludono il servizio con una frizione di essenze locali: abbiamo provato a capire quali ma senza successo. Questo è classico di Marrakech, non esiste mai una versione uguale della stessa cosa, e se esiste verrà sempre raccontata in un modo diverso ogni volta. [ 2 ] LE JARDIN Nel centro della Medina ha appena aperto Le Jardin. Completamente tappezzato di piastrelle verdi, lo stesso colore dei tetti di tutti gli edifici religiosi, è indubbiamente il posto più fresco della medina. Molti dettagli, tutti studiatissimi, dai vinili agli oggetti di modernariato locale, un vecchio biliardino, (che ha catalizzato per diverse ore la nostra attenzione), circondano il patio centrale dove a fare ombra stanno crescendo giovani banani. Servizio impeccabile e un menù vario, dalla classica tajine all’hamburger. Nelle vicinanze è segnalato da minuscoli cartelli verdi, ma non è impossibile trovarlo. lejardin.ma [ 3 ] Hammam “Le Bain D’Or” Per provare un vero hammam, bisogna entrare in uno di quelli locali, usato soprattutto o solo da gente del posto. Si
[ 6 ] MAISON DE LA PHOTOGRAPHIE Un vecchio fondouk trasformato in museo. Le mostre cambiano ogni sei mesi, l’archivio ospita 4000 foto del Marocco dal 1870 al 1950. Oltre ad esporre foto bellissime, è un’isola di pace dove restare un poco più del necessario, senza fretta. Molte foto di 100 anni fa sembrano scattate oggi, le vie della Medina sono essenzialmente uguali, ma la parte più affascinante per noi è quella dedicata ai ritratti. maisondelaphotographie.ma
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entra in un immenso calidarium dove la luce filtra solo dai piccoli vetri colorati delle cupole. Avrete la sensazione di essere abbandonati a voi stessi ma subito qualcuno si occuperà di voi trascinandovi prima per lo scrub e poi per il massaggio. Ecco, se vivessimo qui credo che un salto lo faremmo ogni due giorni. Quello che a un primo sguardo poteva sembrare un gigantesco e poco attraente bagno pubblico racchiude in sè una parte essenziale dei ritmi quotidiani della città. L’Hammam Le Bain D’Or, a due minuti dalla Medersa Ben Youssef.
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Lab35 sono Ludovico Galletti e Sami Schinaia. Realizzano videoclip musicali, collaborano con label mainstream, si interfacciano nel mondo dell’advertising, seguendo produzioni in Italia e all’estero. Sono da sempre attivi nella realizzazione di progetti personali come cortometraggi, fashion film e, nel futuro prossimo, un primo lungometraggio distribuito a livello nazionale nel 2015. www.lab35films.com
A cura di Marco Magalini
12/ Stile 76
Parigi > Canestro sulla Senna Il basket come elemento di coesione sociale, come nel caso
Amsterdam > Raw For The Oceans Tripletta perfetta in campo
della Pain O Chokolat crew (quale altro nome altrimenti?) e del villaggio sportivo nel cuore del quartiere Pigalle di Parigi. Il campo da pallacanestro, ristrutturato in collaborazione con Nike, è un punto d’incontro, un luogo in cui i giocatori vengono istruiti a prescindere da tutto e dal quale si dirama, nelle altre vie della Ville Lumière, lo sportswear più evoluto in termini stilistici. Con questo spirito nasce la collezione di Nike x PPP (Pain O ChoKolat, PIGALLE Paris, Pompon), che introduce il basket come un vero e proprio stile di vita. Parte della classica divisa sportiva, le iconiche Nike Air Force 1 Hi e Lo, che vengono abbinate a canotta, pantaloncini, palla da basket e un cappellino a completare il look che rispecchia una comunità dedita allo sport. Si è lavorato molto anche sulla finitura, sui trattamenti di tintura e tie-dye che conferiscono ai capi un aspetto vintage, un po’ come se si fossero già imbattuti nel parquet del campo da pallacanestro e nel metallo arrugginito del canestro in overquota.
green, con la collezione Raw For The Oceans di G-Star Raw, che si allea con Bionic Yarn e Parley for the Oceans per una esplorazione cre-attiva in fatto di sostenibilità. La collezione, presentata a Pitti, è realizzata con un filo ecologico di fibre derivate dal riciclo delle bottiglie di plastica, recuperate dalla crescente massa di rifiuti marini degli oceani. Questi rifiuti vengono portati a galla per essere poi trasformati in una nuova generazione di capi fashion. Il progetto è stato curato da Pharrell Williams e ha visto la collaborazione di diversi attori tra i quali Parley for the Oceans, in uno spazio di collaborazione nel quale autori, pensatori e leader autorevoli esplorano idee e co-creano progetti per porre fine alla distruzione degli oceani nel Vortex Project. Quest’ultima è una realtà che affronta la minaccia crescente dell’inquinamento della plastica e si basa sulla convinzione che il problema può essere risolto solo se diventa economicamente interessante per le grandi imprese. Come? In una prima fase si raccolgono i rifiuti negli oceani, per poi riciclarli e riutilizzarli per filati, tessuti, e altri componenti utilizzati per i prodotti di consumo.
Brooklyn > Espadrilla pop Prendete Alex Trochut, il graphic designer celebre per le sue creazioni che fondono tra loro immaginario POP e fashion streetwear, e associatelo alle espadrilla Castañer. Proprio quel Castañer scelto negli Anni Settanta da Yves Saint Laurent per produrgli delle calzature con la zeppa e poi entrato nei guardaroba di intellettuali, attori e artisti. Il risultato è una capsule frizzante e ben fatta che funge da bignami della libertà espressiva: tre modelli si ispirano al maestro della pop art Roy Lichtenstein, gli altri tre al Mediterraneo, in particolare a tre località molto care al mondo Castañer: Llafranch, Cadaqués e Saint Tropez. Trochut era già noto per i suoi lavori, sia in quanto autore di celebri copertine per Wallpaper, che di diversi lavori per Time Magazine, Pepsi e Adidas Originals. Di recente ha creato la copertina dell’ultimo album di Katy Perry, ROAR.
Hong Kong Kay Kwok avanguardista
Dalla multiculturale e frenetica realtà di Hong Kong arriva il giovane stilista Kay Kwok che ha affermato con chiarezza la sua estetica, fresca e all’avanguardia. Lavorando con tessuti tecnici e insoliti, come il neoprene, Kay Kwok si spinge oltre le comuni barriere del menswear, immaginando nuove possibilità creative grazie a illusioni ottiche e temi insoliti: riflessioni religiose e cosmiche, i misteri dietro le leggende, i processi di erosione delle mummie. Lo avevamo scoperto in occasione della ventesima edizione di Mittelmoda, quando aveva vinto il primo premio come best menswear designer • Carrara Funzionalità formato Amen Studio per Eastpack
Qual è la tua borsa ventiquattrore ideale? Un contest dello IED di Milano ha sancito, tra circa 400 proposte, che era il prototipo di ‘Pur Sang’ di Amen Studio (uno studio creativo a trecentossanta gradi). Da lì un percorso a quattro mani con Eastpak che ha portato ad una capsule che risponde alle esigenze di spazio, praticità e di cura degli oggetti da portare con sé. Cuore del progetto le tasche portatutto, ovvero la possibilità di espandere il volume e una estetica minimale ad alto tasso estetico •
milano Factory
Braccialetti, orologi e pendenti: sono gli oggetti in cui si esprime la creatività frizzante di Ops! Dopo i braccialetti Love, in resina soft touch, arriva la collezione flower: nei braccialetti il ciondolo a cuore ha una stampa a fiori, la stessa della ghiera degli orologi, con cassa in policarbonato e cinturino in silicone, nelle tonalità pastello. Trèsor sono invece i bracciali e le collane con più pendenti, mentre la collezione Nude ha orologi monocolore trasparenti e braccialetti con pietre Swarovski. XL è la proposta maschile, con un orologio dal cinturino in silicone colorato •
Firenze Cavallino futuristico Per l’estate, Ash ha rinnovato il concetto di fluo,
con una sneaker in cavallino e pelle con dettagli dai colori pop e borchie in gomma. La scarpa è pensata per una donna che ama spingersi oltre al puro sportswear, scegliendo uno street più evoluto. Hendrix, il nome del modello di punta, è la vera novità della stagione, ispirato al trend internazionale del colore fluorescente e applicato ad una silhouette dall’estetica futuristica che diventa motore delle fashion stories contemporanee •
13/ Stile 76
Foto Matteo Weber Stile Valentina Roda
in partenza
Oggetti necessari e personali, accessori e qualche vezzo superfluo, con spensieratezza ci si concede qualche tocco di colore in più. È tutto a portata di mano per un periodo di svago tanto atteso.
In senso orario: Giacca Tatras, T-shirt Desigual, macchina fotografica Casio, cravatta e gemelli Eton, orologio “Manta Vintage” Breil, polo Clayton Occhiali Lanvin by De Rigo, pochette Eton, portachiavi Stroili, bracciali Eton, sneaker Alberto Premi. Ass. stylist: Francesca Carini
A cura di Marco Magalini
14/ Stile 76
Marco Rambaldi
Nella moda forse c’è fin troppo perbenismo, la cosa si fa interessante quando si riesce a spingersi oltre. Magari rubando dei pezzi classici come il loden PER disturbarli con un pezzo che andrà di moda domani.
Alex Mitchumm
Un look hawaiano fatto da artigiani italiani. Per un dandy moderno che, come nel caso di alex, viaggiano in moto indossando, fieri, un gilet. Connecticut. Erano i primi Anni Quaranta quelli dell’orizzonte americano vissuto da Robert Mitchum (con una ‘m’). Nato a Bridgeport, in Connecticut, non si può dire che abbia avuto una vita giovanile facile. Dopo anni nei quali si preparava a scoccare la freccia della rivincita, ecco un tiro lungo sino ad Hollywood con film cult come “I forzati della gloria” (Story of G.I. Joe) nel quale interpreta il solitario e riflessivo tenente Bill Walker, stanco della guerra e delle difficoltà quotidiane al fronte. Un ideale di libertà e sfida, quello di Mitchum, che rivive non a caso nella traduzione stilistica moderna di Mitchumm Industries (con due ‘m’). Fondato nel 1976, per divertimento da 3 amici totalmente innamorati della vita, i colori e la libertà del marchio Mitchumm si sono consolidati nel corso degli anni sino ad arrivare al giovane discendente, Alex Mitchumm. La spring summer 2015
è una esaltazione di quei primi anni indiscutibilmente gloriosi, soprattutto nell’arte di stampare le camicie, i costumi e gli accessori. “Tutto era davvero cool, incredibile, fresco, colorato, esclusivo: un wow-factor stampato addosso”. Tutto è stampato in casa Mitchumm, made in Como, dagli abiti sartoriali da uomo alle magliette, passando per i pantaloni, pantaloncini, giacche, cravatte, bowties, fazzoletti, magliette e soprattutto i swimtrunks. In Mitchumm - il designer convivono più anime, un po’ come nell’american freedom dream che guida il suo stile. È un dandy moderno che, sempre in gilet, alterna uno spirito rock ad uno più rilassato made in Palm Beach •
Bologna. Marco Rambaldi, 1990, si prende del tempo per aprire e studiare l’armadio di famiglia. Riporta alla luce il guardaroba classico della signorina per bene, levando quel velo di obsolescenza e reilluminandolo con un sapore squisitamente retrò. Giovani Avi è il nome della collezione, nata da una foto di famiglia, che vuole ripristinare un po’ d’ordine nel look scomposto e ‘urlato’ delle signorine d’oggi. “Ho individuato i classici elementi del guardaroba femminile contemporaneo e li ho riproposti mixandoli; il loden, la giacca da tailleur, la gonna a ruota e a pieghe, che perdono di vista le proporzioni originarie e si stratificano tra loro”. Ciò che attira del suo lavoro è una sorta di sdoppiamento ideologico nei confronti del
perbene, che da un lato lo attrae e allo stesso tempo lo infastidisce. In un mondo in cui ci viene imposto cosa pensare, come fare, cosa dire e cosa non dire, è anche giusto “ribellarsi” creando disordine. Nella moda c’è troppo perbenismo. “Il bello in senso classico è sorpassato, non interessa più a nessuno. La signora perbene è di per sé uno stereotipo. Mi piace partire dal passato e farlo intrecciare al contemporaneo, sconvolgendolo con elementi di disturbo”. E la sensualità? I parametri sono cambiati dagli Anni Trenta... “Quello che più mi lascia perplesso della donna oggi è l’ossessione dell’essere sexy a tutti i costi, cercando però di non sconfinare nel cattivo gusto. Mi sembra un po’ disperata”. Che tipo di uomo vedi accanto alla tua donna? “È il ragazzo che al liceo portava pantaloni classici con una maglietta semplice, e ti rendi conto solo ora che era il più cool” •
Foto Matteo Weber
15/ Stile 76
la filosofia del leone
Realizzata con materiali di alta qualità e rigorosamente prodotta in Italia, l’ esclusiva linea di abbigliamento e accessori Peugeot Collection rispecchia le due anime di Peugeot: innovazione e tradizione.
Sopra e in basso, borsa Tours e t-shirt Paris dalla serie Vintage. Dedicata agli appassionati della storia Peugeot, la collezione reintepreta le illustrazioni pubblicitarie più glamour e i loghi del passato. La t-shirt, a tiratura limitata (solo 108 pezzi), riprende l’immagine della litografia utilizzata nel 1934 per il lancio della mitica 601. A sinistra, dalla stessa serie, tshirt bianca da donna modello
Nice e t-shirt da uomo Le Mans. In basso a sinistra, “urbanstyle” per la borsa da uomo Rennes dalla collezione Motion&Emotion. Pensata per le persone dinamiche e curiose, è in ecopelle black, con tracolla regolabile, cuciture “ton sur ton” e applicazione a contrasto. Le proposte di Peugeot Collection sono in vendita sul sito www.peugeotcollection.com
Intervista di Marco Magalini
16/ Moda 76
La Photoart secondo Joseph Ford
Londra come non l’abbiamo mai vista. Il fotografo brit compone dei moodboard a cavallo tra realismo e suggestioni aeree.
Londra - Un concept-store visivo nel quale convivono paesaggi aerei, close up di moda, food e dettagli architettonici. Le fotografie multi-immagine del fotografo britannico Joseph Ford rompono gli schemi contrapponendo, in un unico scatto, mondi apparentementi distanti come una veduta aerea e i piccoli dettagli di capi d’abbigliamento. Un gioco da ragazzi? Non proprio, occorrono almeno 12 ore per produrre la sovrapposizione perfetta. Come nel caso della campagna scattata per Pepe Jeans London. Nelle pubblicità di moda, di solito i vestiti sono indossati, mostrati nella loro integrità o fotografati in un set specifico. Cosa ti ha portato a scegliere una strada diversa? Siamo abituati a vedere abiti su modelli, in un contesto “umano”, concentrandoci sui dettagli - le cuciture, la forma di una tasca, la curva di una sneaker riportano alle radici del design puro. Mi interessava adottare un nuovo approccio, reinterpretare questo genere. Nella campagna Pepe Jeans, c’è un focus sui paesaggi di Londra. Qual è il tuo approccio a soggetti così riconoscibili ed enormemente significativi? Questo aspetto del progetto era particolarmente impegnativo: avevamo bisogno di mettere in chiaro che stavo fotografando Londra, in modo che la gente avrebbe potuto comprendere la connessione tra queste immagini e Pepe Jeans London. Al tempo stesso, volevo portare qualcosa di nuovo alla visione di Londra. Prendere aspetti iconici della città - Piccadilly Circus, la O2, gli autobus rossi di Londra - e sposarli con dettagli di abbigliamento mi ha permesso di reinterpretare la città stessa. Tutti conoscono Piccadilly, ma vederlo dal cielo e mixato con molteplici strati di vestiti ci permette di vederlo in modo diverso, come una serie di tessuti, modelli e tonalità. La semplice scena di una strada diventa una visione più astratta.
Come ti prepari a scattare per un marchio con un’identità molto chiara e conosciuta come Pepe Jeans? Proprio come combinare Londra con dettagli di tessuti, modelli e stampe mi hanno avvicinato alla città da un punto di vista fresco, permettendomi di reinterpretare Pepe Jeans attraverso il prisma di Londra creando una nuova prospettiva sul marchio. Come ti è venuta l’idea di associare luoghi e capi d’abbigliamento? Da quando ho iniziato a fare fotografie aeree sono stato affascinato dal modo in cui i soggetti appaiono in natura o in architettura, il che mi riporta alla mente altre strutture e altri materiali. La loro combinazione sembra il logico passo successivo. Quanto è la componente naturale in una tua foto? Queste immagini sono molto naturali. Ho regolato un po’ i colori e il contrasto nella post-produzione, ma il lavoro vero è avvenuto nel momento in cui ho scattato. Passo ore, a volte giorni, regolando l’angolazione della telecamera, spostando il tessuto di pochi millimetri a sinistra o a destra, facendo una piega al capo d’abbigliamento. Sono abbastanza ossessivo su questo - l’unico modo per far si che queste immagini funzionino è far combaciare perfettamente la prospettiva e i punti in cui le due immagini si incontrano.
Come definiresti la tua estetica? Senza trucchi e senza espedienti. Io amo la luce naturale e la uso il più possibile. Ho letto che hai trascorso diversi anni a Parigi. Ci sono differenze tra il lavoro in Francia e in Gran Bretagna? Ci sono differenze tra il tipo di lavoro commissionato nel Regno Unito e in Francia, ma il mio approccio estetico e ciò che mi interessa nelle immagini sono le stesse in entrambi i Paesi. Hai dichiarato di essere “pronto per ogni nuova avventura”. Qual è stato il tuo servizio fotografico più estremo? Scattare foto da un elicottero è sempre emozionante, anche la fotografia subacquea è bella, e ho fotografato anche mentre scendevo con una corda doppia lungo una cascata di 50m alle Mauritius, ma un servizio fotografico che ho scattato di recente con un cobra è stato probabilmente il più snervante. L’addestratore dell’ animale ci ha preparato per le riprese dicendo ‘Ci sono solo due cose che dovete sapere sui cobra. Uno: se sono arrabbiati, cercheranno di ucciderti. Due: sono sempre arrabbiati ‘.
A cura di Marco Magalini
18/ Stile 76
Matteo Molinari Un Craft-Mixing fatto di elementi classici con un twist contemporaneo, che spesso sfociano in una androginia di dettaglio
Londra. Matteo Molinari, veneto trapiantato a Londra, propone un matrimonio originale: quello tra le tecniche artigianali tradizionali, come l’uncinetto e la maglieria fatta a mano, e la sartoria maschile, coniugata ad uno stile contemporaneo e androgino. Una cura per i dettagli che vanno a costruire un’estetica precisa, un Craft-Mixing fatto di elementi classici con un twist creativo. Nel costruire la collezione p/e 2014 è stato il lavoro della zia ad ispirarlo: chilometri di pizzi e merletti lavorati dalle signore del suo paese sono finiti sui pannelli di giacche e cappotti, non come decorazioni sovrapposte ma diventando parte costruttiva della struttura del capo. La tradizione artigianale ha coinvolto anche la maglieria fatta a mano, con sfilature e orli a giorno per regalare alle tecniche tradizionali un’interpretazione contemporanea, ponendole in un contesto
Alberto Bresci
inaspettato come la sartoria maschile. È proprio questo incontro di genere a caratterizzare le sue collezioni, in cui L’imprenditore Alberto Bresci fondatore androginia non significa attribuire al di Hydrogen, ci racconta i grandi piani maschile dei codici femminili, ma più che altro proporzione nella modelrivoluzionari nel futuro del brand. listica, lunghezze e non convenzionali e lavorazioni, solitamente Padova. Qual è la filosofia 2014 sarà inaugurato il sito di Hydrogen. applicate al guardaroba di lei, Useremo questa piattaforma per parlare di Hydrogen? che vanno invece sul revers Hydrogen è un marchio che di tutte le nostre iniziative dai co-branding di una giacca maschile. Figlio nasce nel 2003 mettendo in alle nuove collezioni e ovviamente l’e-shop; d’arte, Matteo Molinari spazia produzione una camicia in je- sarà una vera e propria esperienza all’interdal design di moda a quello ans, una felpa ed un pantalone no del nostro mondo. La seconda novità è di occhiali: un processo a lui bianco, l’intento era quello di l’opening del primo monomarca Hydrogene noto grazie al lavoro di faprendere un po’ in giro i miti del a Milano in concomitanza con la settimana miglia, che lui reinterpreta jeans dell’epoca :Diesel e Gas, così della moda donna a settembre. Per la priesagerandone elementi dopo la benzina ed il gas è arrivato ma volta verrà svelato il format globale che quali dimensioni, spesl’idrogeno. L’idea da subito è stata verrà utilizzato per tutti i nostri negozi nel sori e peso, lavorando quella di piazzare capi sportivi nei mondo. a stretto contatto con mercati del lusso anche per andare In attesa dell’apertura di settembre ci puoi gli artigiani del Caa scontrarsi con un mondo diverso e anticipare qualcosa sul concept dei negozi? dore • più alto di quello della jeanseria tradi- Rispecchierà quello che rappresento nelle zionale. mie collezioni ovvero lo scontro tra il super So che quest’anno è in atto una rivoluzio- elegante e il super sportivo; io stesso amo indossare pantaloni della tuta 100% cotone ne strategica, me ne parli? In concomitanza con Pitti Immagine Uomo e giacca da smoking •
20/ Grooming 76
Testo Alex Vaccani Foto Matteo Weber
ALMANACCO DEL VIAGGIATORE India, Sahara, Patagonia non sono mai stati così vicini, creazioni olfattive che proiettano in terre lontane, mete desiderabili o ricordi evocati da un semplice spruzzo
Il viaggio è una necessità dell’animo umano, il desiderio di muoversi, di esplorare terre lontane. Si può viaggiare attraverso gli occhi, l’olfatto, la mente o fisicamente; mettendo in valigia una protezione solare per il viso, un kit con l’essenziale per il corpo, una candela, delle foglie di salvia bianca da bruciare e le fragranze che diventano i nostri veri compagni di viaggio. Qualcosa che evochi un momento, una persona, un luogo o la combinazione di
questi elementi che renda il viaggio, ed una volta tornarti il suo ricordo, indimenticabile. diptyque Géranium Odorata Custodito in un comodo Rollon in questa nuova eau de toilette per Les Florales s’incontrano due essenze: il Geranio Africano e il Geranio Bourbon. Il primo rivela le sue sfaccettature fiorite e vivaci, il secondo gli accenti legnosi. Un inno alla gioia e all’estate.
Jardins d’Ecrivains Shaman Il manifesto della Beat Generation “On the road” di Jack Kerouac ha ispirato Shaman: pregiata Salvia Bianca della California impiegata negli antichi rituali purificatori. Bruciare due foglie per auspici, meditazione ed evocazione di forze naturali e amiche. Clinique Even Bet ter Dark Spot Defense SPF45
Leggero e privo di oli. Non occlude i pori. Contiene una protezione elevata con filtri fisici al 100% adatti alle pelli sensibili. Si adatta a ogni tono di pelle e la illumina. Si può stendere sul contorno occhi, aiuta a prevenire la formazione di macchie scure. Tom Ford Sahara Noir È una fragranza d’ispirazione orientale, intensa e calda, dall’aroma balsamico, resinoso ma vivace e allegro. Un mix di ricchezza ed esotismo, avvolge le note balsamiche con tocchi di Olibano, una resina aromatica araba utilizzata da millenni nelle cerimonie. Cire Trudon Bougie Abd El Kader Col suo lento e delicato effluvio evocativo permea l’aria, come un vento improvviso di libertà proveniente dalla costa del Mascara che porta con sé il profumo della menta fresca, l’aria calda e pepata di zenzero e il profumo di tè e tabacco della tribù degli Ouled Nail. Penhaligon’s Vaara Nata nel cuore della terra dei Maharaja il Rajasthan, Vaara è maestosa e sentimentale; una dedica d’amore che guarda verso oriente. A firmarla è Bertrand Duchaufour che con note come coriandolo, semi di carota e zafferano, ha ottenuto un jus elegante che profuma di fiaba. Zenology Leather Travel Pouch Black Tea Una custodia in pelle che contiene tutto il necessario per la cura del corpo durante il viaggio. Quattro flaconi Black Tea: Body Wash, Body Lotion, Shampoo e Conditioner. Nutrire la pelle e ristorare il corpo con prodotti di design sostenibili ed eco-friendly. Fueguia 1833 Hornero L’ispirazione di Hornero è Fumarius Rufus, un uccello che popola l’Argentina e che costruisce il suo nido con fango e radici di Vetiver. Questa fragranza è boisé e legnose, con note olfattive quali Vetiver, Opoponax e Mandarino che esaltano la natura stessa dei sensi.
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Testo e foto Alex Vaccani
22/ La Valigia 76
Mariana Braga
Modella brasiliana di San Paolo, di padre portoghese e madre italiana,
Mariana Braga da undici anni abita in Italia, a Milano, ma nel cuore si sente anche napoletana da parte di fidanzato. Giovane, bella e affascinante, l’abbiamo vista in diverse campagne di Tom Ford. Come dimenticare quella in cui tra le sue gambe teneva il flacone del profumo Tom Ford for Men? O quella in cui giocava nuda per la campagna di Neroli Portofino? Con queste ed altre pubblicità come quella per Love Moschino o per Ernesto Esposito, Mariana si è fatta ricordare e desiderare. Mariana è uno spirito libero a cui piace viaggiare, passione che riesce a tenere viva grazie al suo lavoro. Il luogo in cui tornerebbe all’istante? La Thailandia. Ama la natura e gli sport estremi come il kayak, il rafting, la box e la capoeira. Oltre al lavoro di modella Mariana ha recitato nel film Ti lascio perché ti amo troppo di Francesco Ranieri Martinotti al fianco del comico Alessandro Siani, esperienza che ha amato e che rifarebbe ancora. Mariana ci ha permesso di curiosare nella sua valigia e questo è ciò che abbiamo trovato...
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Testo Jean Marc Mangiameli
24/ Spazi Urbani 76
Parigi > EuropaCity Il quartiere del futuro? Si chiamerà EuropaCity, sarà 100% sostenibile e sorgerà nell’area del triangolo di Gonesse, un comune situato nella banlieue nord di Parigi.
Il progetto (mastodontico) prevede la realizzazione di un mega polo culturale e commerciale di 800.000 metri quadrati, comprensivo di strutture ricettive e iper connesso con l’aeroporto
Charles de Gaulle e il centro città. Finanziato dalla società immobiliare del gruppo Auchan, il progetto architettonico è stato affidato allo studio danese BIG, che lo ha pensato come a un ter-
rapieno verde perfettamente integrato col paesaggio circostante; il sottosuolo sarà riservato ai servizi e alle attività commerciali, mentre sul tetto troveranno spazio parchi, giardini, campi sportivi e piste ciclabili. Totalmente a impatto zero, il complesso sarà completamente autosufficiente energeticamente (oltre che fornitore di energia per le aree urbane circostanti), dotato di protezione acustica, ventilazione naturale e si avvarrà unicamente di trasporti elettrici. La fine dei lavori è prevista per il 2025.
New York > Il regno dei Community Garden Dimenticatevi per un attimo gli immensi e ordinati ettari di Central Park, perché a New York esiste tutto un altro micro cosmo verde parallelo. Parliamo dei numerosi community garden, piccole oasi a metà tra giardini fioriti e orti urbani, completamente gestiti dalle comunità di quartiere; non solo gente col pollice verde, ma anche artisti e designer che si divertono a decorare, arricchire e rendere questi fazzoletti di terra luoghi sociali e a misura di bambino. Disseminati un po’ ovunque oggi se ne contano circa 600, sparsi tra il West Village e Harlem, passando per Williamsburg e il Queens. Sull’onda di questa febbre è nata persino un’associazione (Green Guerillas) che offre servizi di supporto ad hoc, coordinando scambi di bulbi, semi e piante tra un giardino e l’altro e organizzando il lavoro dei giardinieri volontari. La loro missione? Trasformare qualsiasi area abbandonata in orti rigogliosi e giardini accoglienti, per coltivare cibo a km 0 e sensibilizzare alle tematiche eco. (Nella foto il Creative Little Garden, 530 East Sixth Street, tra Avenue A & B NYC)
TOKYO La pasticceria di Kengo Kuma Per la realizzazione di questa struttura, sembra che Kengo Kuma si sia divertito a giocare a Shangai con l’architettura. Il singolare edificio-scultura, dalle sembianze di un cesto di vimini, è interamente rivestito di assi in legno. La tecnica è rivoluzionaria poiché è ad incastro e non prevede l’utilizzo di collanti o chiodi che fissano la struttura. Al suo interno si trova la pasticceria Sunny Hills, famosa per i dolci taiwanesi all’ananas, di cui i giapponesi vanno matti! • SAN FRANCISCO Pedalare sulle acque...si può! Perché immergersi nel traffico congestionato del Bay Bridge, quando si può pedalare le acque con due gommoni saldi alle ruote della propria bici? Non è un gioco, ma un progetto serio ideato dall’americano Judah Schiller che sogna di formalizzare questo nuovo tipo di trasporto. A metà strada tra sport e sistema di mobilità, “BayCycle” potrà partire solo grazie a una campagna di raccolta fondi aperta su IndieGoGo. Nel frattempo Judah ha già fatto le sue dimostrazioni. Da una sponda all’altra della baia: 45 minuti •
Amsterdam > La casa...va in stampa! È attualmente in costruzione, affacciata su di un canale della “Venezia del Nord”, la prima casa stampata in 3D. Il procedimento è lo stesso identico della stampa tridimensionale di oggetti; a portare il concept su larga scala ci ha pensato lo studio Dus Architects avvalendosi della tecnologia di KamerMaker. Come funziona? Facciata e interni verranno stampati con composti bioplastici, che sostituiranno il cemento; saranno così costruite 13 stanze assemblabili a piacimento. Parte della struttura portante verrà lasciata vuota per permettere il cablaggio e il passaggio della rete idrica; verrà poi riempita con del materiale isolante e rinforzante (ecologico e sostenibile, ça va sans dire); insomma una rivoluzione che, a detta degli ideatori, porterà grandi ripensamenti nell’edilizia, evitando molti sprechi e annullando i costi di trasporto dei materiali. Quando si potrà ammirare e “vivere” la prima casa stampata in 3D? I primi metri sono già stati realizzati, ma bisognerà aspettare ancora tre anni prima di poterne varcare la soglia. MILANO Superorto più
Sul tetto del Superstudio Più di Milano c’è un orto, anzi un “Superorto!”. Il progetto nato dalla collaborazione tra l’associazione n.o.v.a. Civitas e Michelangelo Pistoletto, ospita l’installazione Terzo Paradiso, un giardino concettuale creato dall’artista per promuovere l’incontro tra natura e attività umana. Ad animarlo tutta una serie di iniziative culturali, curate da Fortunato d’Amico e dall’associazione AAIIP, in calendario fino a fine giugno. Per partecipare agli eventi consultate il sito ufficiale: superortopiu.wordpress.com • LONDRA Agricoltura nel bunker Se a Milano si coltiva sui
tetti, a Londra l’agricoltura ha trovato il suo spazio ideale negli ex bunker antiatomici! Il progetto Zero Carbon Food prevede la coltivazione idroponica di verdura alimentata dalla luce di lampade led. Questo metodo consente la crescita di vegetali in un ambiente lontano da pesticidi e scorie chimiche permettendo la produzione di alimenti biologicamente puri e a km 0! Dall’orto metropolitano al piatto di casa vostra? Tempo massimo quattro ore! •
25/ L’arte di correre 76
Milano La corsa fluo di mezzanotte Reduce dal suc-
cesso dello scorso maggio, la Midnight Run di Milano va in replica il prossimo 19 settembre. Invariati orario e start per questa quinta edizione: si parte ai piedi dell’Arco della Pace a Mezzanotte con un percorso rinnovato; 3 o 6 km a scelta ovvero uno o due giri intorno e nel Parco Sempione. Novità di questa edizione una scia luminosa, grazie alla polvere autoilluminante di I-Glow, che farà brillare i runners nella notte. Come sempre il sostegno sostegno va all’Anlaids, a cui sarà devoluto 1 euro per ogni iscritto •
Košice La nonna delle maratone Ha compiuto 90 anni
la Košice Peace Marathon, la maratona più vecchia d’Europa, e per celebrarla è stata di recente inaugurata una mostra fotografica nella Expo of the Berlin Halfmarathon a Berlino, che raccoglie i momenti più belli e significativi della sua lunga esistenza. La maratona, che si tiene ogni anno a Košice in Slovacchia, prenderà il via prossimo 5 ottobre 2014. www.kosicemarathon.com • Oregon Il tuo coach personale La nuova app per
Photo by Timothy Schenck. Courtesy of Friends of the High Line.
smartphone Nike+ traccia le tue corse e ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi, ti indica se è la prima volta che percorri una strada e segnala i tuoi record personali. Un’app dedicata sia ai runner novelli che a quelli più esperti, vi aiuterà tramite motivazioni giustificate a non sgarrare il vostro allenamento e si prefigge di diventare la più grande community di runner al mondo •
Parma Outdoor a colori
New York > Sentenza d’artista Che l’High Line di New York sia la meta preferita dei runner della grande mela è ormai un dato di fatto. Tra le associazioni che si occupano di gestire questo spazio polifunzionale c’è la “High Line Art”, che si occupa di mostre fotografiche, eventi ed installazioni che vengono realizzate in spazi ritagliati ad hoc lungo il percorso. Da marzo 2014 e in esposizione fino a maggio 2015 c’è la prima commessa pubblica per la città di New York dell’artista Ed Ruscha, pioniere della scena pop concettuale della Los Angeles anni ‘60, oggi uno degli artisti più influenti e riconosciuti al mondo. L’opera, che s’intitola “Honey, I Twisted Through More Damn Traffic Today”, non è altro che la reinterpretazione di un disegno a pastelli del 1977 riproposto su larga scala e realizzato da una compagnia di professionisti che si occupa di murales; il disegno oggi occupa la parete esterna di un intero edificio che sia affaccia sulla 22nd street. È una delle rare opere pubbliche di Ruscha che qui unisce i suoi interessi per architettura, linguaggio e spazio pubblico con un commento secco e divertente che strizza l’occhio alla vita contemporanea della metropoli; un modo per sentirsi ancora più liberi correndo lungo i binari della High Line ricordandoci con un sorriso che nello stesso momento proprio sotto di noi qualcuno è bloccato nel traffico.
Un viaggio nel cuore del Brasile al ritmo di Abaya Yala: qui prende vita la Spring Summer Collection 2014 di Erreà Republic. Capi in cotone leggero colorati che sembrano sprigionare i più travolgenti ritmi folk sudamericani. Il DNA di Erreà Republic si ritrova nello stile training evolution, cool ed easy. Pantaloncini boxeur in cotone leggero con profili e logo a contrasto; capi perfetti per gli spiriti liberi compagni ideali per le vostre corse outdoor •
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Testo Jean Marc Mangiameli
27/ Spazi urbani 76
Il deserto del futuro Alla scoperta di Masdar City, l’ambizioso progetto degli Emirati Arabi Uniti che guarda con coraggio al futuro. L’obiettivo? Fondare una città 100% sostenibile. Dove? Nel bel mezzo del deserto
Provate a immaginarvi la città del futuro. In molti di voi richiameranno alla memoria le produzioni hollywoodiane di “Guerre Stellari”, “Il Quinto Elemento” o meglio ancora “Blade Runner” di Ridley Scott, forse il film di fantascienza più iconico in questo senso. Città anguste e spersonalizzate, grattacieli inquietanti, mezzi di trasporto che fluttuano (non si sa bene come) e atmosfere decadenti. Eppure oggi, progetti reali alla mano, l’evoluzione urbanistica sembra aver preso una piega decisamente più smart, ecologica e oltretutto sorprendente. La città del futuro esiste già, si chiama Masdar City e si trova nel deserto di Abu Dhabi, a 30 km dalla capitale. Fortemente voluta dal governo degli Emirati Arabi e disegnata dalle archistar dello studio londinese Foster & Partners, Masdar, (che in arabo significa fonte), sarà una città totalmente a impatto zero, costruita grazie alle tecnologie sostenibili e alimentata dalle energie rinnovabili. Ebbene sì, a fondarla ci stanno penra del primo quartiere residenziale, il sando proprio gli sceicchi del petrolio, progetto punta a essere completato il combustibile fossile per eccellenza, nel 2025 coprendo un’area di 6 milioni consci del fatto che sedersi sugli aldi metri quadrati. Costo totale dell’olori di un’economia basata su di una perazione: 20 miliardi di euro. risorsa limitata non garantirà loro un Sono tanti gli obiettivi di Masdar, in prifuturo. Col primo mattone depositato mis diventare un laboratorio di ricerca nel 2006, e a un passo dall’apertue sperimentazione delle migliori tecnologie permettendo la migliore qualità di vita possibile ai propri cittadini. Per cominciare il 100% dell’energia sarà rinnovabile, di cui l’80% arriverà dal solare, generato da un enorme impianto fotovoltaico (il più grande, in Asia) che sorge appena fuori città, mentre il restante 20% verrà prodotto grazie all’eolico e al geotermico, ma si calcola che la città produrrà più del necessario, destinando l’energia in eccesso ai centri limitrofi. Altra ambizione: essere zero carbon; l’intera area urbana non permetterà l’uso di combustibili fossili, quindi saranno banditi tutti i veicoli a benzina, sostituiti da vetture elettriche che percorreranno strade sotterranee. Questo sistema di mobilità underground non
28/ Spazi urbani 76
trafficherà le vie di superficie, studiate per essere percorribili solo a piedi o in bici. Molta attenzione anche alla water footprint, poiché Masdar non sprecherà più acqua del necessario; gli scarichi verranno ottimizzati per irrigare le numerose aree verdi e vigeranno dei limiti per singolo residente; il consumo così si ridurrà dell’80% rispetto a un comune centro urbano delle stesse dimensioni. E a proposito di verde, in una città sostenibile che si rispetti, non si può non averne una quota significativa: parchi, giardini e aiuole verranno progettati a intervalli regolari perché funzionino come oasi di ristoro, rinfrescando piazze e vie di quartiere. Ma quel che forse colpisce di più è che a Masdar, in pieno deserto, il termometro segna dieci gradi in meno rispetto alla vicina Abu Dhabi. Questo è reso possibile dal suo orientamento geografico, rivolto a nord est, pensato per ridurre al minimo l’esposizione diretta ai raggi solari, come anche dall’architettura e disposizione degli edifici, disegnati per rimbalzare luce e calore e generare frequenti zone d’ombra. A lavori ultimati si pianifica che la città accoglierà circa 50.000 residenti. Gli abitanti tipo? Niente paura, nessun androide, bensì numerosi universitari e accademici che frequenteranno il MIST - Masdar Institute of Science and Technology, la prestigiosa università (già inaugurata e operativa) dedicata interamente all’insegnamento, studio e
ricerca sulle energie rinnovabili, ma non solo. A popolare Masdar si prevede saranno numerosi lavoratori di multinazionali e start up, provenienti da tutto il globo, che mireranno ad avviare business e attività inerenti all’ecologia e sostenibilità integrata. È già under construction il mastodontico quartier generale di IRENA, l’agenzia internazionale delle energie rinnovabili così come anche la sede di Siemens, che sposterà qui il suo headquarter mediorientale, mentre il WWF e l’associazione « Altra ambizione? BioRegional hanno già Essere zero-carbon; eletto Masdar City uno l’intera area urbana tra i migliori siti sul pianenon permetterà ta da considerare per lo l’uso di combustibili sviluppo sostenibile. Non fossili: saranno mancheranno poi anche banditi tutti i veicoli a strutture ricettive, servizi benzina, sostituiti da di accoglienza e attività vetture elettriche che commerciali per soddipercorreranno strade sfare le esigenze dei tanti sotterranee » turisti che verranno a visitare questo paradiso della green economy. Ma il progetto non è esente da critiche. Alcuni studiosi occidentali vedono la città solo come una grande “Disneyland”, ovvero un grosso specchio per allodole creato per attirare l’attenzione di investitori e mitigare l’immagine di quel colosso inquinante che è invece Abu Dhabi. C’è anche chi critica il suo impatto sociologico, definendo questa enclave un’oasi solo per ricchi, distante da tutto e da tutti, più vicina a una comunità blindata che a una democratica città del futuro. Inoltre, bisognerà capire se questo modello sarà esportabile o rimarrà solo un costoso esperimento, fi-
glio del nuovo edonismo sostenibile. Ma gli UAE si difendono ribadendo che Masdar è nata anche per questo, come laboratorio a cielo aperto, per dare risposte a grandi domande che prima o poi saremo chiamati a fronteggiare. E agli americani che storcono il naso fanno notare che lo spirito è praticamente lo stesso della NASA di fine secolo scorso; grandi investimenti che riflettono il progresso tecnologico di una nazione. Ma, questa volta, coi piedi ben piantati a terra.
ss14 > errearepublic.com
Milano > Attrice? Anche. È bellissima e questo potrebbe bastare. Ma in realtà è anche intelligente, spontanea e super tosta. Occhi mozzafiato, labbra perfette, e un sorriso che stende. Matilde Gioli, milanese 24enne, non aveva la più pallida idea di cosa volesse dire fare cinema, eppure per uno strano scherzo del destino – sua madre vede un annuncio su un palo a Milano per i casting del nuovo film di Paolo Virzì – si ritrova ad essere una delle protagoniste di una delle pellicole più discusse di questa stagione: Il Capitale Umano. “Quando non hai gli strumenti di un attore professionista cosa fai? Tiri fuori la tua emotività. Ed è subito catarsi. Una terapia insomma”. Si è laurea-
30/ Cinema 76
ta alla triennale e ora si è iscritta a filosofia della scienza perché le piacerebbe lavorare nel campo delle neuroscienze. E il cinema? Il cinema freme perché Matilde sta leggendo, valutando e studiando. Per ora solo per gli esami.
Glasgow > Scottish do it better Ewan McGregor ormai si è rassegnato. James McAvoy gli sta rubando la parte. E qui il cinema non c’entra. Il bell’attore trentacinquenne è praticamente sul podio degli uomini più sexy della Scozia. Gusti estetici a parte, quello che c’è da dire su James McAvoy è che prima di diventare un attore tra i più richiesti ha anche pensato di fare il missionario. E arruolarsi nella Marina britannica. E che per tirare avanti la baracca, mentre frequentava la Royal Scottish Academy of Music and Drama di Glasgow, sfornava pane nel forno della città. E pensare che poi sarebbe diventato un super eroe, per essere precisi il Professor X della Marvel. Al momento lo potete ammirare al cinema nel quinto capitolo della saga X-Men che questa volta va alle origini della storia e ci farà scoprire come nasce il rapporto tra lui e il cattivo Michael Magneto Fassbender. Uno scozzese contro un irlandese. Intanto da Hollywood arriva la notizia dell’annuncio del sesto: X-Men: Apocalypse; nell’attesa vedrete McAvoy nei panni di Victor Von Frankenstein nel remake del celebre romanzo di Mary Shelley targato Fox.
SVIZZERA Quant’è bella giovinezza Il primo è stato Sean Penn a innamorarsi della regia di Paolo Sorrentino: l’attore americano è stato il primo stranger a partecipare a un film del nostro golden director in This Must Be The Place, film un po’ troppo poco considerato rispetto all’eccellente qualità. D’altra parte Sorrentino ci ha abituato bene. Si è preso pure l’Oscar. Sono ufficialmente iniziate le riprese di La giovinezza, il suo prossimo film. Il cast? Niente di che…Il due volte premio Oscar Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda. Principianti insomma • LOS ANGELES 20 years old Ha stravolto ritmi e regole di ogni logica e genere, destrutturato, spiazzato, conquistato. Un cult indimenticabile che diventa ventenne. Pulp Fiction di Quentin Tarantino è sulla scena da ben due decenni. E continua a fare ballare. Un film che ha riscritto le regole della narrazione cinematografica. Sarebbe curioso sapere come oggi Tarantino ridirigerebbe la pellicola. Uma Thurman probabilmente sarebbe nuovamente una perfetta Mia Wallace. Tarantino intanto scrive un western e annuncia Kill Bill Vol.3 •
New York > Versatilità: mode on Si è presentato a bordo di un pulmino Volkswagen T2 in religioso silenzio tipico delle contestazioni adolescenziali in Little Miss Sushine. Ha toccato gli animi più romantici e folli con la sua immaginazione sopra le righe in Ruby Sparks, scritto e interpretato dalla sua compagna di vita Zoe Kazan. È stato Paul e il suo gemello Eli Sunday accanto a Daniel Day Lewis ne Il Petroliere di Paul Thomas Anderson. Ma i ruoli che hanno definitivamente consacrato Paul Dano come uno degli attori più versatili e promettenti di oggi sono due: quello del prigioniero N.1 in Prisoners con Jake Gyllenhaal e Hugh Jackman e dello schiavista insensibile e debole in 12 Anni Schiavo di Steve McQueen. Sono ruoli che penetrano nella testa dei cinefili e conquistano il pubblico per le espressioni che gli mutano il viso. L’attore trentenne è sul set del film di un registra che conosciamo bene, Paolo Sorrentino, ed è in fase di post produzione Love & Mercy in cui interpreta il mitico Brian Wilson dei Beach Boys.
LONDRA Do you know me? Ha recentemente recitato nel ruolo di un vampiro di nome Adam che ha definito come “un Amleto interpretato da Syd Barrett” nell’ultimo poetico film di Jim Jarmusch e presto lo rivedrete. Eppure quella faccia… Tom Hiddlestone, nato a Londra nel 1981, è il malvagio Loki nel Thor di Kenneth Branagh o il F. Scott Fitzgerald in Midnight in Paris di Woody Allen, o ancora il capitano Nicholls in War Horse di Steven Spielberg. Prossimo ruolo? Il reporter Robert Capa in Close Enough di Paul Andrew Williams • SOUTH CAROLINA I feel good
L’hanno tenuto nel cassetto per un po’, poi Mick Jagger ha letto la sceneggiatura e ha deciso di produrlo con Brian Grazer (braccio destro di Ron Howard). Get on top, il biopic sul padre della musica soul James Brown, è oggi un film. Uscirà negli Usa ad agosto. Ritmo no stop ma anche delusioni, successi e riscatti sociali. Dirige Tate Taylor (The Help), James Brown è il camaleontico Chadwick Boseman, e con lui cantano e recitano Viola Davis, Octavia Spencer, Dan Aykroyd e Nelson Ellis •
Ph. James Veysey/Camera Press; ph.Tim Knox/Eyevine. © contrasto
A cura di Silvia Rossi
Testo di Silvia Rossi
31/ Cinema 76
Tutta colpa di Truffaut
Pierre Niney, Adèle Exarchopoulos, ClémeNt Métayer, Mélanie ThIerry: i nuovi volti del cinema francese
Pensate alla Francia. Provate a farlo senza quelle banali associazioni legate al cibo o al calcio. Fatelo pensando esclusivamente alla sensualità. Non cascate nemmeno nella solita frase “Italians do it better”. Siate sinceri con voi stessi. Quante volte siete rimasti affascinati da una bellezza francese? Qual è il primo nome che vi viene in mente? Brigitte Bardot? Alain Delon? È tutta colpa di Truffaut. È colpa sua se le donne – e Sopra, Adèle Exarchopoulos non solo - invidiano Catherine e sognano di vivere e Pierre Niney (non proprio tutte sia chiaro) le emozioni del triangolo amoroso di Jules e Jim. E chissà quanti cinefili hanno amato lo stile della Nouvelle Vague, alla ricerca dello splendore del vero, sognando di intervenire nei dibattiti alla Cinémathèque française tra una sigaretta e l’altra con Jean-Luc Godard e Claude Chabrol. Ebbene quel tempo passato resta nella memoria di chi oggi fa cinema. E quei nomi di allora sarebbero felici di trovare nel parterre dei “nuovi volti” visi come quelli delle giovani generazioni che si apprestano a diventare le prossime icone del cinema francese. Ne abbiamo scelti quattro, ognuno per un motivo diverso. Pierre Niney. Perché prima di essere un bravo attore di cinema è stato il più giovane attore (aveva 21 anni, oggi ne ha 25) ammesso alla prestigiosa Comédie-Française, il teatro e compagnia istituzione fondata da Luigi XIV. Molière sarebbe fiero di lui. Per il suo viso triangolare, gli occhi all’insù e il naso all’ingiù. Ha da poco interpretato lo stilista Yves Saint Laurent nel biopic di Jalil Lespert. Non provate a contattarlo, è troppo impegnato a teatro. Adèle Exarchopoulos. Perché la sua spontaneità spregiudicata in La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, dove recita con la bellissima Léa Seydoux, ci ha aperto i sensi. Tutti. Un film che racconta nel profondo la storia della formazione di un’adolescente che scopre, non senza difficoltà, la propria strada. Personale, professionale e sentimentale. E s’innamora di una Accanto, Mélanie Thierry e Clément Métayer
pittrice dai capelli blu. Adèle ha quel viso magnetico e ingenuo di una ragazza di 21 anni che strega. È in fase di pre-produzione il suo prossimo film: The Last Face. Regia di Sean Penn. Clément Métayer. Perché nonostante abbia solo 23 anni e gli anni ’70 li abbia esclusivamente recitati nel film Qualcosa nell’aria di Olivier Assayas, dove interpreta un appassionato cinefilo, sembra che li abbia vissuti davvero. Conosce la musica del periodo, è preparato in tema di politica e si emoziona se vede i giovani lottare per degli ideali. È uscito in Francia La Ritornelle di Marc Fitoussi con Isabelle Huppert. È in fase di post produzione La vita oscena dell’italiano Renato De Maria. Mélanie Thierry. Perché ha fatto due film con registi italiani: Giuseppe Tornatore e Ricky Tognazzi. Perché è bella sempre, scapigliata o bon ton, ed è anche un po’ antipatica. Nel film di Terry Gilliam The Zero Theorem con Christoph Waltz è la virtuale tentazione dell’eccentrico protagonista genio dell’informatica. Parrucca rosa fluo e costume da infermierina sexy per un’interpretazione divertente. Attualmente è sul set con Olga Kurylenko e Benicio del Toro per A perfect day, un film di Fernando León de Aranoa.
32/ Design 76
A cura di Marco Magalini
Cagliari > Arte Onirica New York > Sorpresa inaspettata Lo studio newyorkese byAMT è impegnato nella creazione di gioielli, oggetti per la casa e arredi con l’intento di solleticare le aspettative e generare sorpresa nei propri clienti. È questa la filosofia progettuale di Alisia Melka-Teichroew, fondatrice e direttore creativo di byAMT Inc che, operando in diversi settori del design e della creatività in generale, prende forme iconiche e le rivisita con un twist contemporaneo, dato da variazioni strutturali o da un inaspettato uso del materiale. Così nasce Quintessence, una collezione di classici anelli nuziali proposti in acrilico; la Peasant Collection, fatta di arredi contemporanei realizzati però utilizzando un legno rustico e grezzo; Jointed Jewels, eleganti collane, braccialetti e anelli creati con una stampante 3D, strato dopo strato. Una visione del design che più che sulla praticità si concentra su quel tocco di stravaganza, in grado di generare in chi vi viene a contatto una reazione, sia essa un semplice sorriso o un più accorato dibattito.
Rotterdam > All Of A Piece Rachel Griffin, designer americana di Earnest studio, ha fatto del suo lavoro una continua ricerca sui metodi di produzione tradizionali e industriali, concentrandosi sull’innovazione intesa come un approfondito studio sui materia-
li, sulla modularità e sulla trasparenza delle costruzioni. Gli stessi valori perseguiti da Dana Cannam Design, uno studio multidisciplinare impegnato nella costruzione di relazioni tra artigianato e tecnologia. Dalla collaborazione di queste due realtà ad altissimo contenuto qualitativo è nato il progetto All-ofa-piece, una collezione di oggetti da tavolo
Milano Metropolis
Sette mobili in edizione limitata, numerati e firmati dall’autore: volumi in pregiato legno di noce, incorniciati in strutture reticolari di ferro verniciato nero, attraversano lo spazio in modo sempre diverso, delineando forme architettoniche che evocano la skyline della metropoli archetipa, cristallizzata nel tempo e bloccata nell’immaginario collettivo. Giacomo Moor è il designer che ha progettato Metropolis per Post Design Memphis, lasciando il sistema in una dimensione ambigua in modo che sia l’utente a scoprire piccoli scompartimenti segreti, cassetti e porte scorrevoli • Amsterdam NO MEET ON MONDAY
Annabet Philips, giovane designer olandese che vive e lavora ad Amsterdam, non crea un manifesto del vegetarianismo. Si pone tuttavia delle domande sulla sostenibilità ambientale e sociale, legate alla produzione su larga scala di alimenti di derivazione animale, quali carne o pesce. È da queste riflessioni che nasce No Meat on Monday, una collezione di piatti in ceramica dove la bistecca o il pesce arrosto sono già presenti: basta cedere all’illusione ottica e aggiungere le verdure di contorno •
La Fille Bertha è l’alter-ego dell’artista cagliaritana Alessandra Pulixi che, fin da piccola, sviluppa una sua poetica fatta di bozzetti spontanei e quasi compulsivi. L’evoluzione nel 2009, quando si concretizzano sui muri della sua città trasformandosi in Street Art. Quello che crea è un mondo incantato che colloca La Fille Bertha in una dimensione onirica e surreale. Un anacronismo storico in cui dalla realtà si cerca un rifugio. Ecco che La Fille Bertha si trova collocata in un universo parallelo popolato da strane creature dalle sembianze femminili, apparentemente simili tra di loro, che si mostrano allo spettatore con uno sguardo che racchiude al contempo un sottile filo di vanità e mistero. Le sue figure vivono in atmosfere dai toni delicati e silenziosi, immerse in pattern irregolari che ricordano le illustrazioni dei libri per l’infanzia, ma con una visibile influenza Manga e un tocco di New Pop, soprattutto per le cromie e la bidimensionalità dei personaggi, una citazione del Superflat dell’artista giapponese Takashi Murakami.
modulari composta da un vassoio, una ciotola, un porta-candele e
un tagliere. I materiali utilizzati sono dei più pregiati: marmo, granito e legno, tutti muniti di magneti invisibili che connettono un modulo all’altro, per creare oggetti e configurazioni sempre diverse. Fra due moduli è inoltre prevista la possibilità di inserire una luce LED, in modo da creare particolari atmosfere e inventare ulteriori usi per l’oggetto. Dal più
piccolo sottopentola al più importante centrotavola, matericità diverse, espressione di attenta lavorazione e finitura, entrano in contatto in giochi di accostamenti sempre nuovi, ampliando l’interazione con l’oggetto e ampliando i campi di utilizzo, che dalla cucina spaziano allo studio e ai vari ambienti della casa. Orazioni artigianali.
Santiago del Cile Bravo!
Progettazione e metodologia, il brand cileno ‘Bravo’ punta sull’innovazione nella semplicità e nel rispetto dei confini ineludibili della funzionalità. Alla base del loro lavoro c’è lo studio delle tecniche di making e carpenteria tradizionali e la combinazione di queste con le tecnologie più recenti. “Crediamo veramente che l’uso rispettoso dei materiali nobili sia diventata una vera e propria formula di lavoro”. La loro attività spazia a trecentosessanta gradi nel mondo dell’arredo: dagli interni di negozi a strutture pop-up per i festival locali fino ai complementi d’arredo •
Houston Mobili da vivere
Michael Garman è la mente e le mani dietro al progetto che porta il suo nome. Egli crea ogni prototipo nel suo piccolo studio proprio fuori il perimetro urbano di Houston, in Texas, ritenendo che per fare un mobile occorrà conviverci. La prova del nove per sapere se un oggetto ha senso di esistere? Bisogna ‘desiderare di toccarlo, averlo al proprio fianco e quasi accudirlo’. Iperbole a parte, Garman nelle sue collezioni omaggia forme geometriche di base, superfici senza soluzione di continuità e finiture pulite e celebra le bellezze naturali e le nuove frontiere dell’artigianato artistico e del design contemporaneo •
33/ Design 76
A cura di Marco Magalini
Vito Nesta
Atypical: Ph. Giovanni Gennari
Dalla collezione sartoria a sbarbino, la sua è una battaglia contro l’indifferenza Bari. Il viaggio, anche mentale, come costante della vita, una necessità che serve a dare continui stimoli alla creatività, perché non c’è sapere senza conoscenza. Parlando con il giovane (per davvero) designer Vito Nesta, si capisce che il suo è un lavoro di suggestioni che partono dal mondo del ricordo e atterrano qui ed ora. La prima dimostrazione della sua estetica, gentilmente rubata al ‘lifestyle’ dei primi del Novecento, l’aveva data con la collezione Sartoria: un omaggio alla nonna e agli strumenti che utilizzava per cucire. Ecco che il ditale diventa macro e si trasforma in un vaso, l’ago in un vaso monoflore, i bottoni in piatti e così via. Chiuso questo capitolo se ne apre un altro, che spinge a dargli ragione quando chiede di essere definito come un ‘chirurgo dell’upcycling’ e non un semplice interior designer. “Mi definirei un artista che recupera e assembla nuovamente materiali e oggetti dando loro una loro funzione, in un viaggio
Atypical Gli anni 60 ispirano una linea di
alla ricerca di una nuova identità. Con i miei lavori voglio sollecitare a guardare, tavole da skate - come trasformare a non abbandonare e a non dimenticauna passione adolescenziale re con indifferenza oggetti che, dopo essere stati acquistati e brevemenin uno stile di vita te usati risultano, ad un tratto e a volte senza ragione, declassati a Monza. Creatività è ha visto scarse innovazioni, il team di Atmateriale di scarto”. La new entspesso essere in grado ypical si distanzia dal panorama generale ry in casa Nesta è Sbarbino, una di affiancare mondi di- realizzando tavole cruiser di alta qualità, lampada che riproduce, massiversi, immaginando nuove interamente fatte a mano, che diventano malizzandoli, i pennelli da barrealtà grazie ad ispirazioni così pezzi unici. Nasce in questo modo la ba, proprio in un momento nel completamente estranee al collaborazione con lo studio grafico parigiquale l’arte della barba ben contesto. È questa la creati- no Say What, fatta di tre pezzi in cui la loro fatta, dei baffi e dei barber vità che hanno fatto propria estetica è chiara: un grafismo geometrico shop (con grafica rigorosai ragazzi di Atypical, un team vagamente retrò, ispirato ai pattern delle mente vintage) torna alla interamente italiano composto prime tavole da surf degli anni Sessanta ribalta con un pubblico di da Nicolò Formenti, Alessandro e Settanta, creando un ponte diretto tra la nostalgici fashionisti che Mitola e Andrea Pinca, cresciuti contemporanea realtà skater e il mondo non possono rinunciare professionalmente attraverso per- surfistico della California di quegli anni. Un ad un baffo sagomato corsi diversi ma accumunati dalle prodotto che rifiuta la produzione di massa, o ad una folta barba stessa volontà di riprendere la tra- i cui ideatori tornano alle origini e lavorafintamente trasandizione artigianale nella sua semplici- no con dedizione e fatica, occupandosi in data • tà e autenticità, e di trasformare una prima persona di ogni singola fase del propassione adolescenziale, quella per lo cesso produttivo, con l’obiettivo di creare skate-board, in una professione crea- un prodotto dall’immagine nuova in grado tiva. In una realtà estremamente legata di avvicinarsi all’uso urbano che sempre allo Street Style che dalla sua diffusione più viene fatto dello skate •
fashion
in
She’s
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A cura di Anselmo Bianconi
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Fuori e dentro la moda. E i musei. E le pagine dei magazine internazionali. Ăˆ l’universo delL’olandese Viviane Sassen, che celebra 18 anni di fotografia di moda
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avvicinava quasi alla performance art, alle collaborazioni con i magazine indipendenti - Purple, Pop, Double, Dazed per citarne alcuni - e le campagne per le maison più prestigiose, da Miu Miu a Carven passando per Bergdorf Goodman. Dal nuovo allestimento di questa mostra - che sta girando l’Europa arricchendosi in ogni occasione di lavori o accostamenti inediti - viene fuori l’approccio unico e l’innovativa capacità d’interpretazione della Sassen, tra le più influenti artefici dell’ondata di rinnovamento nel vocabolario visivo della fotografia di moda contemporanea. Francoforte sul Meno. L’olandese Viviane Sassen - artista speri-
mentale e reginetta dell’editoria indipendente - sottolinea spesso che il suo rapporto con la moda è un po’ controverso. L’ama - perchè le permette di esprimersi rimanendo all’interno del mezzo fotografico, ma talvolta la mal tollera: le infinite sessioni di trucco e parrucco le risultano snervanti. Eppure oggi molta della sua notorietà è dovuta a questo versante del suo lavoro: da 18 anni collabora con le più importanti testate del settore e, un editoriale dopo l’altro, è riuscita a imporre un linguaggio unico e riconoscibile. In Olanda è nota soprattutto per i suoi lavori in SudAfrica per i quali vinse il Prix de Rome nel 2007. I colori accesi e contrastati, i grafismi delle donne sotto agli alberi al riparo dal sole. Suggestioni che dall’infanzia sono approdate intatte ai suoi photobook, dove al meglio si sposano vocazioni documentaristiche e fine-art. Una retrospettiva della sua carriera nella moda va in scena questa stagione al Fotografie Forum Frankfurt con la mostra “Viviane Sassen. In and Out of Fashion”. Una selezione di lavori che va dalle sue serie più iconiche degli esordi, dove si
“Viviane Sassen. In And Out Of Fashion”, dal 17 Maggio al 17 Agosto al Fotografie Forum Frankfurt di Francoforte sul Meno www.fffrankfurt.org
Pgg. 28/29. In senso orario “Quicksande”, 2007, per Mixt(e) Magazine; “Grapes”, 2010, dalla serie Sol & Luna; “#3”, 2003, per Kutt Magazine; “Untitled #02 (Anna)”, 2011, dalla serie Foreplay; Senza titolo, 2011, per Double Magazine; “E’s Jacket”, 2005, dalla serie Realm.
Pg. 30. In senso orario Senza titolo, per Acne Paper; Senza titolo, 2011, per Double Magazine; Senza titolo, dalla serie Sol & Luna.
Urban_216x322 26/05/14 13.29 Pagina 1
Rock Maniac.
Make love with Rock.
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Fotografia omar macchiavelli Stile ivan bontchev
Maglione Levi’s Made & Crafted Nella pagina accanto
SENZA ARTIFICI
Pantaloni Acne Studios, T-shirt vintage da SOUS Vintage Shop Milano
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T-shirt Sandro Paris, pantaloni Sansovino6. Camicia vintage, cintura: stylist’s own
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Pantaloni Vivienne Westwood, boots Kenzo. Giacca vintage, cintura: stylist’s own
Polo Vivienne Westwood, camicia Acne Studios, occhiali Maison Martin Margiela for Mykita
Camicia Uman, pantalone Sansovino6. Nella pagina accanto
Cappotto Paul Smith, maglione Sansovino6, t-shirt COS, shorts Fred Perry, boots Kenzo
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Nella pagina accanto
Cappotto ASOS, shorts vintage, boots Kenzo. Grooming Rory Rice/ W-M Management Ass. stylist Giulia Meterangelis Ass. fotografia Martino Gerosa Modello Roberto S/Why Not. Tutti i capi vintage: SOUS Vintage Shop Alzaia Naviglio Pavese, 52 Milano
Cappotto Neil Barrett, shorts vintage, boots Kenzo
Cappotto MSGM, T-shirt COS, occhiali Maison Martin Margiela for Mykita
MOODBOARD • Urban per sugar
UNO STILE oltre il TEMPO Cultura, tradizione, emozione... guardando al futuro. Questa è la filosofia di Sugar.
Parigi. Rigorosamente black & White Il multi-talento Hedi Slimane, designer e oggi direttore creativo di Saint Laurent, è noto per lo sguardo in bianco e nero; con la sua macchina fotografica ha immortalato vip e cantanti della scena underground. Dal prossimo 19 settembre sino all’11 gennaio 2015 presso la Pierre BergéYves Saint Laurent Foundation di Parigi saranno esposte le fotografie che Slimane ha scattato nel corso degli ultimi quindici anni, tra cui spiccano i ritratti di Keith Richards, Brian Wilson, Lou Reed e Amy Winehouse. “Hedi Slimane: Sonic” è il titolo scelto per la retrospettiva. Roma. Radiazioni artistiche Si svolgerà alla Federica Schiavo Gallery la terza mostra personale dell’artista americano Jay Heikes. La mostra Ra nasce dalla fascinazione di Jay Heikes per la natura radioattiva degli oggetti, stimolata in particolare dalla conoscenza delle ricerche controcorrente di Marie e Pierre Curie sulla scoperta del Radio nel 1898 e dal mito legato alla divinità egizia del sole. Per l’artista, l’accidentale rimando di entrambe le storie alle due lettere R e A, simbolo del Radio e nome del dio Sole, si è connesso al bagliore radioattivo che questi racconti rappresentavano. L’artista ha rivestito diverse superfici della stanza con cartoni tinti col colorante fosforescente,
circondandosi di un bagliore che imita l’anima più profonda dei propri impulsi creativi. Bolton, Uk. Suoni Noir Pochi artisti sono in grado di seguire una precisa traiettoria come ha fatto Timber Timbre nel corso della sua carriera, come se tutto fosse già a fuoco nella sua testa. Taylor-Kirk, partendo da un suono swamp-folk, ha creato dischi sempre più consistenti fino ad arrivare alla svolta cupa e contemporanea di Hot Dream, colonna sonora perfetta per un ipotetico film noir. Un album coeso e intriso di nostalgia per quando il mondo era un posto più semplice, che si manifesta tramite suoni abrasivi e atmosfere da incubo. Sugar - Corso Italia, 19, Arezzo www.sugar.it
Ritratto di Lou Reed © Hedi Slimane. Courtesy Pierre Bergé-Yves Saint Laurent Foundation, Paris. Timber Timbre © Arts&Crafts. Jay Heikes, installation View (Room 3), 2014. Courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma.
Suggestioni della strada, arte contemporanea, design come fonti di ispirazione per le collezioni A/I 2014/15 proposte da Sugar; un contenitore neutro, un canale media che trova, decodifica, interpreta e propone stili e tendenze provenienti da tutto il mondo.
Urban per lancia
Lancia Fashion District Terzo appuntamento con Lancia Ypsilon Elefantino che ci guida tra le capitali europee alla ricerca dei negozi che dettano tendenza, come le sue nuove colorazioni protagoniste dell’estate 2014.
Lanciata lo scorso marzo, oggi la nuova collezione Ypsilon 2014 si amplia ancor di più offrendo sei pack di personalizzazioni - due per ognuno dei tre diversi accenti di colore - in linea con le ultime tendenze in atto nella moda e nel design che la portano ad essere la macchina più cool. Ecco allora una linea di grafiche caratterizzanti il montante laterale e i copriruota, disponibili in ‘Camouflage’ sulla variante Lime, in ‘Animalier’ sulla Watermelon e ‘Pois’ sulla Coconut. Spazio anche alla seconda linea di personalizzazioni - denominata ‘Colour Touch’ - che propone le calotte degli specchi retrovisori e i copriruota verniciati rispettivamente in giallo Lime, in rosso Watermelon e in bianco Coconut. Da sempre per Ypsilon il colore non è solo un’espressione estetica, ma parte integrante di una filosofia di prodotto basata su eleganza, glamour, personalità e la massima possibilità di customizzazione. Ed è proprio la personalizzazione il tratto fondamentale della Collezione 2014 di Ypsilon Elefantino: basti pensare che sono infinite le combinazioni possibili tra colori e dettagli; un ‘offerta straordinaria capace di soddisfare qualunque richiesta di distinzione da parte di un cliente sempre più attento e selettivo nelle sue scelte di acquisto. IBIZA L’istituzione: “From the beach to the club” è lo slogan della boutique NOON, un must dello shopping ad Ibiza, tappa obbligatoria per tutti i fashion victim che sbarcano sull’isola. La boutique offre un’ampia selezione che spazia dal beachwear all’abito da sera, connubio della doppia personalità di Ibiza. Vestiti sia per lui che per lei
in una vasta selezione di designer quali Affliction, Christian Audigier e Paco Chicano esposti tra scaffali in pietra, chandelier imponenti e mura altissime. NOON Calle Miguel Caieta Soler, 9, 07800 Ibiza, Islas Baleares, Spagna
Il consiglio dell’insider: reVOLVER è lo spot perfetto per scegliere il vostro look ibizenco: viaggiate leggeri e al vostro shopping ci pensa il servizio VIP offerto dalla boutique, che seleziona i suoi capi seguendo le vostre indicazioni e ve li porta da provare direttamente a casa o in hotel. La boutique è la meta preferita dei clubbers più sofisticati dell’isola grazie ad un’attenta selezione di brand prestigiosi quali Marc Jacobs, Vivienne Westwood, See by Chloé e Comme des Garçons. reVOLVER Carrer Bisbe Azara, 1, 07800 Eivissa, Islas Baleares, Spagna www.revolveribiza.com
CAPE TOWN L’istituzione: Il Loadin Bay è un negozio di abbigliamento, caffetteria, bistrot e marchio premium che al suo interno ospita anche lo store design Biblioteq. Il caffè migliore della città, colazioni in stile libanese, libri particolari, e una selezione di vestiti di marca che comprendono Blue Blood jeans, Le Coq Sportif, Holland Esquire e Scotch & Soda, tutti racchiusi in un unico ampio spazio. Il Loading Bay è uno degli luoghi più interessanti e dinamici di Cape Town, punto d’incontro dei giovani creativi e di chi ama le novità. Loading Bay 30 Hudson St, Cape Town 8001, Sudafrica. www.loadingbay.co.za
lancia fashion district
Il consiglio dell’insider: la boutique Mungo & Jemima è definita come l’hot spot dei fashionista di Cape Town. Con il suo look total white è la patria sia dei giovani artisti emergenti che dei talenti affermati del Sud Africa. Le proprietarie Marian Park-Ross e Kirsty Bannerman hanno anche due linee personali esposte in negozio: Good Clothing e Cappelia. Se siete alla ricerca di qualcosa di particolare che evada gli schemi, questa è la boutique che fa per voi. Tra i marchi presenti: Sway, Missibaba, Skermunkil, Superella, Tanya Wheeler, Twostars e Brut Savage. Mungo & Jemima 108 Long Street, Corner Church Street Cape Town - www.mungoandjemima.com
COPENHAGEN L’istituzione: Il concept dello store, la selezione dei vestiti e il personale di Storm hanno tutti dei punti comuni: sono giovani, belli e devoti alla moda. La selezione dei capi presenti in negozio è alta e spazia da Dior Homme a Dries Van Noten passando per Chloè e Ann Demeulemeester; non ci sono altri negozi in grado di fornire questa selezione a Copenhagen. Nei locali moderni di Storm potrete inoltre trovare una vasta selezione di riviste, dischi e libri d’arte che vi terrano occupati tra una prova d’abito e l’altra. Storm Store Regnegade 1, 1110 København, Danimarca www.stormfashion.dk
Il consiglio dell’insider: Il Nag Store di Copenaghen è il paradiso di ogni fashion addicted: l’ampia selezione del negozio offre sia designer danesi che internazionali tra cui Rick Owens, Damir Doma, Lagerfeld, Knomadik, Sons of William e TPN. Nello store sono presenti anche una selezione di gioielli, scarpe, prodotti per il corpo e libri da collezione; c’è una zona riservata alle collezioni pop up e spesso vengono organizzati eventi, presentazioni esclusive e anche concerti. Nag Silkegade 3, 1113 København, Danimarca www.nagpeople.com
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A cura di Marco Cresci
Kendal, Uk > Presente Intenso “Present Tense” segna una svolta nella discografia dei Wild Beasts che approdano oggi ad una nuova forma di “Art Pop” meno selvaggio e con una forte propensione elettronica, dove in supporto subentrano come co-produttori Lexxx
e Leo Abrahams. Un quarto disco in riposta ad un presente intenso, che sembra incalzare i componenti del gruppo proprio come accade per i protagonisti del videoclip di “Wanderlust”, singolo che contiene anche la cura a questa pressione, in uno stato di serenità conquistata
e celebrata in queste undici tracce. “Present Tense” è una fuga da questo presente o è un modo per esprimerlo? Penso sia più un modo per esprimerlo. Quello che abbiamo cercato di fare – dal punto di vista artistico – è
Canada > Il marinaio con le scarpette rosse Ha venticinque anni ma ha vissuto in modo intenso la canadese Kiesza, che con il suo primo singolo “Hideaway” ha raggiunto la vetta delle chart di mezzo mondo e oltre 20 milioni di visualizzazioni su YouTube. Capello rosso, pelle diafana, occhi azzurri ed una personalità forte ed eccentrica che l’ha portata a sedici anni ad arruolarsi nella Royal Canadian Navy, la marina militare canadese, e contemporaneamente a partecipare al concorso di Miss Universo come rappresentante del suo paese. La sua prima passione è stata il ballo, giovanissima eseguiva coreografie jazz e di tip-tap nei Young Canadians, fino a quando a sedici anni si è rotta un legamento del ginocchio. è proprio la coreografia DIY che esegue nel video di Hideaway ad aver dato il via al fenomeno virale, tutti ad imitarla filmandosi a scuola, per strada, al mare, scatenandosi su una combinazione riuscita tra bassi house di Chicago, drum machine e sintetizzatori EDM. Gli anni ‘90 sono ancora tra noi.
Londra Scivolone d’autore Nasce da un’idea del marito Sebastia-
no Properzi, produttore e metà del duo dance Luca C & Brigante, l’e.p. Di Roisin Murphy Mi Senti, in cui reinterpreta cinque classici del pop italiano d’autore: “Ancora Ancora Ancora”, “Pensiero Stupendo”, “Ancora Tu”, “Non Credere”, “La Gatta”. L’idea poteva esser anche carina e forse all’estero suonerà come un qualcosa di esotico e chic, ma Roisin poteva sforzarsi d’imparare un poco di più la pronuncia in Italiano che suona come la versione 2.0 dei dischi di Cicciolina, ma senza l’ironia •
Detroit La “macchina” va in ristampa Machina/The
Machine of God è stato il quinto album degli Smashing Pumpkins, l’ultimo con alcuni membri originali della band prima di diventare il progetto esclusivo di Billy Corgan. L’album che doveva essere un doppio concept venne ridotto ad un unico disco dall’etichetta viste lo scarso successo del singolo che lo anticipava “The Everlasting Gaze”. Billy Corgan ha da poco annunciato che entro la fine dell’anno l’album verrà ristampato e rimasterizzato nella versione in cui era stato concepito, ovvero in doppio formato •
stato imporci. Oggigiorno il mondo è travolto da stimoli sotto ogni aspetto e soprattutto sotto quello musicale: c’è tanta musica - gratuita - ovunque. Devi colpire piuttosto che, semplicemente, accadere. Abbiamo cercato di raccogliere tutti i singoli pezzi e fare in modo che tutto suonasse chiaro e al meglio, avvalendoci certo di espedienti da studio e di un universo fatto di computer, ma senza che questi mascherassero le imperfezioni nella ricreazione di un disco soprattutto onesto. E questa “pulizia” emerge molto durante l’ascolto, un disco disseminato a suo modo di dettagli, quasi un lavoro di decorazione artistica... Sì, anche se abbiamo ridotto all’essenziale questi componenti decorativi, mentre quelli rimanenti dovevano suonare perfetti. Abbiamo sperimentato nuovi approcci. Penso alla batteria: Chris ha spesso registrato ogni
parte separata perché non riusciva a far suonare l’insieme come desiderava: una ricostruzione meticolosa per piccoli tasselli. Sì, intanto io mi lamentavo perché volevo registrare le parti vocali! Ma in realtà tutto questo tempo è stato poi ripagato da un mondo che lentamente cresceva, ed emergeva, in una nuova esperienza illuminante. [Intervista di Francesco Mascolo]
Sheffield, UK > Gente comune Jarvis Cocker, leader dei Pulp, è una delle menti più geniali, controverse e amate in Inghilterra, il portavoce dei “loser”, l’outsider chic con gli occhialoni da nerd: intelligente, elegante, sfacciato e che sul palco si trasforma in un anchorman d’eccezione che intrattiene le folle. Quando i Pulp fanno un concerto, muovono migliaia di persone perché in Inghilterra sono un’istituzione, patrimonio nazionale. “Pulp: a film about Life, Death & Supermarket” è un documentario girato durante il tour della loro reunion nel 2012 e racconta tutta l’essenza della band di Sheffiled; e come la loro canzone più celebre, l’inno “Common People”, lo fa intervistando la gente comune, il macellaio, le alunne della scuola di danza, le vecchiette sedute sulla panchina, perché tutti conoscono i Pulp e tutti hanno qualcosa da raccontare. Il film in Inghilterra è da poco uscito al cinema: noi da brave persone comuni aspetteremo il dvd.
Milano Giovani promesse Prima di arrivare ad incidere il loro primo album I Want,
i The Kolors hanno avuto il privilegio di aprire i concerti di Paolo Nutini e The Gossip, scaldando il pubblico con il loro mix calibrato di pop, rock e funky. Sono un giovane trio d’origine napoletana con base a Milano, l’album è stato masterizzato da Mike Marsh all’Exchange studio di Londra mentre la cover l’ha scattata l’occhio autorevole di Cesare Monti Montalbetti, celebre fotografo che ha definito l’immagine dei dischi di Lucio Battisti • Brixton, UK A volte ritornano Sono passati cinque anni dal-
lo straordinario debutto dei La Roux, da allora Ellie Jackson voce e immagine del duo, si è separata artisticamente dal suo compagno Ben Lagmaid, ha perso la voce ed è uscita quasi totalmente fuori di testa. C’è voluto un po’ di tempo per mettere insieme i pezzi del puzzle e decidere di tornare sulle scene come atto solista. Il nuovo album Trouble in Paradise uscirà il prossimo 7 luglio, e ad anticiparlo c’è il synthpop del singolo “Let Me Down Gently”. Bentornata Ellie •
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Interviste di Marco Cresci Ritratto Tune Yards di Holly Andres
Owlle
Owlle è l’autrice di Ticky Ticky, brano electropop trascinante che apre le porte ad un disco seducente, noir e spontaneo, intriso della personalità di chi lo ha scritto. Il suo vero nome è France Picoulet ma artisticamente è Owlle: 27 anni, francese, è uno spirito libero da ogni pregiudizio, una bohémien contemporanea che segue il suo istinto e lo trasporta in musica. “France” è il titolo del suo debutto, un omaggio alla sua nazione ma anche il suo vero nome. Non ha caso ha posato a seno nudo per la cover, un modo per dire: eccomi, sono qui e la mia musica è la mia seconda pelle. Sei spesso paragonata ad altre artiste femminili quali Lykke Li, Bat for Lashes o gli Austra, ti ritrovi in qualche modo nel mondo di queste artiste?
Mi lusinga essere paragonata ad artisti di questo calibro, ma non mi piace molto essere categorizzata. Detto questo durante la creazione del disco ho ascoltato anche la musica di Lykke Li e Bat For Lashes e credo che il mio approccio alla musica sia simile al loro, mi piace descrivere le mie canzoni come dream pop perchè hanno un lato malinconico e dark soprattutto nei testi, anche se la musica ha un impatto più dance. Ho giocato molto su questo contrasto, sull’idea di far ballare e far divertire le persone comunicando qualcosa
allo stesso tempo. Hai intitolato il tuo debutto col tuo nome: proprio “France”. Lo consideri un concept basato sulla tua personalità, sul tuo modo d’essere e di esprimerti?
tUnE yArDs
S’intitola Nikki Nack il terzo album dell’americana Merrill Garbus aka tUnE yArDs, che con le sue canzoni ha dato un nuovo significato alla parola pop.
Quello di tUnE-yArDs è un mondo a parte, ogni Ho creato il mio album come se fossuo album ci conduce in se un paesaggio che racconta fatti un viaggio che sfocia dalla personali, non c’è una storia comusua folle psyche mettendo ne quindi non lo definirei un vero insieme melodie sbilenche, concept, ma c’è un’intenzione ritmi tribali e campionamencomune tra le canzoni, una sorti legati da una voce in grado ta di legame emozionale che si di reinventarsi ad ogni traccia. esprime attraverso il ritmo e il Nikki Nack vi catapulterà in un movimento di ciascuna canmondo fatto di rumori, coriandozone. Il mio desiderio più li, pon-pon e invenzioni pronte a grande è che le persone lo scoppiarvi tra le mani, come quelle ascoltino per intero dall’icreate da Pee Wee Herman, idolo nizio alla fine. Spesso mi d’infanzia di tUnE-yArDs. capita di rimanere delusa da artisti che mi piacciono perché compongoCon questo album hai messo in gioco le no album riempitivi, ci tue abilità di cantante, è una mia impressono tre canzoni belle sione o ti sei spinta oltre sfidando le tue e il resto non regge abilità? l’intenzione • Ti dico di sì, ma la verità è che c’è molta improvvisazione nel disco. Allo stesso tempo però ho cercato di appianare la mia voce che prima passava velocemente da sonorità nor-
mali al falsetto come se stessi facendo yodel! Ho cercato di allungare le mie estensioni ma con gentilezza, senza traumi. In ogni mio lavoro cerco di superare me stessa e i miei limiti, altrimenti non potrei migliorare come artista. In che modo un personaggio curioso ed inquietante come Pee Wee Herman ha influenzato il nuovo album?
È successo che mi sono ritrovata a guardare Pee-wee’s Big Adventure, (primo lungometraggio di Tim Burton n.d.g.), e mi sono messa a ragionare su come fosse possibile che un’intera generazione di bambini americani, me compresa, fosse cresciuta guardando in TV The Pee-wee Herman Show, un personaggio affascinante per un bambino ma disturbante per un adulto. Così ho cominciato a pensare al mio album come se fosse un varietà per la TV, ed ogni canzone un momento specifico: l’arrivo della diva pop, lo stacchetto con il synth anni ‘80, un siparietto di recitazione improvvisata, proprio come succedeva nello show di Pee-wee •
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A cura di Marco Cresci
THE ESSENTIAL
GIG LIST •
Bombay Bicycle Club 23/06 Sexto’NPlugged Festival, Sesto Al Reghena (PN)
Band to Watch Clean Bandit New Eyes (Atlantic)
Lose Yourself to Dance Hercules and Love Affair The Feast Of The Broken Heart (Moshi Moshi)
I più attenti li hanno scoperti con il singolo Dust Clears, un intruglio sofisticato di dance e violini pop, ma è con Rather Be che hanno conquistato l’attenzione di tutti. La loro musica incorpora motivi di Mozart e Shostakovich a pattern dance, con un risultato modern pop a tratti barocco e decisamente catchy. New Eyes è un disco leggero e divertente, forse un po’ troppo studiato a tavolino, ma i suoi beat sono così potenti che s’incollano al cervello e difficilmente andranno via.
Benvenuti alla fine degli anni ‘80 quando la scena dance dei club, da Londra a Chicago, era infuocata, misteriosa ed eccitante. Gli Hercules & Love Affair abbandonano le divagazioni intime del precedente Blue Songs e si gettano a capofitto sul dancefloor tra suoni hip-house e synth acidi in compagnia di John Grant, Krystle Warren e Rouge Mary. Una mossa inaspettata che conferma il talento dell’ex club kids newyorkese Andy Butler.
Influenced by: Disclosure, Basement Jaxx Best songs: Dust Clears, Mozart’s House Score: 7
Influenced by: John Grant, Crystal Waters, Technotronic Best songs: Liberty, Hercules Theme 2014, My Offence Score: 6 ½
Arcade Fire 23/06 Rock in Roma, Ippodromo delle Capannelle, Roma 24/06 Castello Scaligero, Villafranca di Verona Bonobo 25/06 Spring Attitude Waves, Roma 26/06 Elita, Magnolia, Milano Disclosure 06/07 Kappa FutureFestival, Torino Mogwai 07/07 Villa Arconati, Milano 26/07 Siren Festival, Vasto (CH) 25/07 Auditorium Parco della Musica, Cavea - Roma The Black Keys 08/07 Rock In Roma, Ippodromo delle Capannelle Timber Timbre 10/07 Bolognetti, Bologna
The Hipster Album Damon Albarn Everyday Robots (Warner) Damon Albarn è senza ombra di dubbio uno dei più importanti innovatori musicali del nostro tempo, la sua creatività non ha confini e la qualità di tutto quello che ha fatto dai Blur in poi ne è testimone. Questo è il suo primo vero album solista e dentro c’è tutta la sua personalità malinconica, fatta di atmosfere elettroniche minimali, campionamenti ed intimi sussurri; salvo quando i suoni della sua Africa prendono il sopravvento, come nel pop cartoonesco di Mr Tembo. Influenced by: Bobby Womack, Brian Eno, Bon Iver Best songs: Lonely Press Play, Everyday Robots Score: 8 ½
Tune Yards 10/07 Magnolia, Milano Goldfrapp 11/07 Sexto’NPlugged Festival, Sesto Al Reghena (PN) Cat Power 24/07 Sud Est Indipendente Fest, Torre Regina Giovanna (Brindisi)
The best villain Kasabian 48:13 (Sony)
The trip record The Antlers Familiars (Transgressive)
Se c’è una cosa che abbiamo capito è l’abilità dei Kasabian di mettersi in discussione album dopo album: in un certo senso sono la versione tamarra dei Primal Scream, ma con un suono decisamente più pop ed immediato. 48:13 è un disco da ballare come il singolo Eez-he - disco anthem istantaneo - lascia presupporre, poi c’è la psichedelia di Bumblebee, l’electroclash di Explodes, il dub di Glass e i Kasabian pronti ad incassare un’altra vittoria.
Se vi siete lasciati scappare il precedente Burst Apart andate a recuperarlo, era un magnifico album indie pop di questa band americana. Il nuovo album Familiars è meno diretto e più ambizioso, a cominciare dalla lunga struttura dei pezzi che lascia molto spazio alla strumentazione con assoli di trombe e archi. Se vi piace il pop emozionale, un po’ deprimente ed evocativo non faticherete a cadere nella trappola di questo album che scorre come un viaggio sulla higway di notte.
Influenced by: Shaun Ryder, David Bowie, Fischerspooner. Best songs: Eez-he, Doomsday, Treat. Score: 7 ½
Influenced by: Beach House, Wild Beasts Best songs: Doppelgänger, Palace, Refuge. Score: 6
Emiliana Torrini 14/07 Sexto’NPlugged Festival, Sesto Al Reghena (PN) Austra (nella foto) 15/07 A Night Like This Festival, Chiaverano, Torino 17/07 Bolognetti Rock 2014, Bologna 18/07 Spilla Festival 2014, Ancona
The orchestral album Owen Pallet In Conflict (Domino) Owen Pallet è un compositore, violinista e cantante canadese, dal 2005 ad oggi ha pubblicato quattro album, i primi due sotto il nome d’arte Final Fantasy; nel mentre ha arrangiato gli archi nei dischi di Arcade Fire, Grizzly Bear, Pet Shop Boys ed ha ricevuto una nomination agli Oscar per la colonna sonora di HER. In Conflict è un album notturno sospeso tra pattern sintetici e il suono dei suoi violini, e a differenza dei suoi predecessori ha un caldo cuore elettronico e pulsante, che convince. Influenced by: Patrick Wolf, Chris Garneau Best songs: In Conflict, On a Path Score: 7
2014 presenta
Milano 14 luglio // Bologna 15 Luglio
Panda Bear His Clancyness M+A
Kuroma Bologna 14 luglio // Milano 15 Luglio
Temples Telegram Foxhound
MILANO via Circonvallazione Idroscalo, 41 Segrate (MI) MEDIA PARTNER
www.unaltrofestival.it
prevendite su: www.comcerto.it, www.ticketone.it, www.vivaticket.it e punti prevendita abituali
WEB PARTNER
BOLOGNA FIERA DISTRICT in collaborazione con
A cura di Diana Barbetta
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Vienna > Rabbia apocalittica Un uscita editoriale che fa riflettere non tanto per il suo contenuto, questo è ovvio, si parla di Kraus, quanto per chi lo riporta a galla, ovvero un acclamato scrittore contemporaneo. Jonathan Franzen, novellista statunitense di fama mondiale, rilegge Karl Kraus noto come il “Grande Odiatore”, colui che attraverso la sua rivista satirica «Die Fackel» lanciava attacchi contro l’establishment austriaco di inizio Novecento. Un vero e proprio outsider dei tempi, in perenne lotta contro la macchina dell’informazione e non solo. “Il progetto Kraus” riporta alla luce il pensiero dello scrittore viennese veicolato da un autore contemporaneo nei panni questa volta del lettore. Franzen crea un parallelo tra l’abuso tecnologico di oggi e le apocalittiche visioni di Kraus. “La rabbia come stile di vita” come afferma Franzen una scoperta vissuta all’età di ventitue anni, quando giunto a Berlino con una borsa di studio iniziò a frequentare un corso su Kraus e da quel momento ne fu inevitabilmente coinvolto. Il Progetto Kraus: saggi di Karl Kraus annotati da Jonathan Franzen. 2014, Einaudi, pp. 248, € 19.50
Brooklyn > Visione contemporanea Un progetto che documenta il
New York > Lo sguardo di un lettore “The Books in My Life”, originariamente pubblicato nel 1952, rappresenta un caso anomalo e difficilmente classificabile nell’opera di Henry Miller. L’autore, offrendo la sua singolare visione da lettore, svela il suo approccio alla lettura, tema che diviene strumento per una riflessione più ampia sulla conoscenza stessa. Giunto all’età di cinquantotto anni Henry Miller si cimenta con un libro che parla di libri, quelli che hanno fatto parte della sua esistenza, incontrati così come si incontrano «altri fenomeni della vita e del pensiero». Accanto ai grandi della letteratura e agli intramontabili classici troviamo autori misconosciuti o ben presto dimenticati. Centinaia di libri che hanno plasmato la sua identità di scrittore, insieme alle persone i cosiddetti “libri viventi”e alla vita stessa, per l’autore la migliore fonte di conoscenza. Come afferma nella prime pagine di Tropico del Cancro «Una sola cosa m’interessa, ora, e ha per me un’importanza vitale; registrare tutto quello che nei libri è omesso». Henry Miller, I libri nella mia vita. 2014, Biblioteca Adelphi. (in uscita)
quartiere di New York visto attraverso lo sguardo di un grande della fotografia contemporanea: William Klein. Conosciuto dai più per aver immortalato iconiche immagini ormai incastonate nella storia dell’editoria di moda, Klein è tra i più rappresentativi protagonisti del fotogiornalismo, pioniere di una visione radicale e innovativa. BROOKLYN+KLEIN è il progetto commissionato da Sony in esclusiva per il nuovo programma Global Imaging Ambassadors che vede per la prima volta il fotografo statunitense produrre interamente il proprio lavoro in digitale. Dalle lontane atmosfere newyorkesi di fine anni ‘50 catturate in “Life is Good and Good for You in New York”, tra i photo book più influenti e rivoluzionari dell’ultimo mezzo secolo, ad oggi in cui Klein dopo circa sessant’anni si riconfronta con un tema a lui caro. La Brooklyn contemporanea rimane emblema della stessa America in cui la diversità si traduce in una narrazione visiva dalla grande forza e che rimane per lo stesso Klein ancora un mistero da svelare. William Klein, Brooklyn + Klein 2014, Contrasto Books, pp. 120 (100 fotografie), € 35.00.
Nell’immagine in alto, Henry Miller (a destra) con il romanziere britannico Lawrence Durrell. I due, legati da una profonda amicizia, intrattennero una fitta corrispondenza che verrà pubblicata negli anni Novanta ne “I fuorilegge della parola. Lettere 1935-1980”.
Blackpool Un racconto di vita
Un esordio sull’onda della British Invasion con gli Hollies e poi l’incontro con David Crosby con il quale fonderà Crosby, Stills & Nash, band a cui si aggiungerà poi Neil Young. Testimone e protagonista di un’epoca leggendaria, Nash si racconta in un libro che sceglie di intitolare non a caso “Wild Tales”come il suo secondo album datato 1973. Racconta delle origini nella working class, del successo commerciale, di Joni Mitchell fino a giungere alla carriera come solista e al suo attivismo politico •
Immagine dalla mostra collaterale dedicata a Klein tenutasi a Maggio alla Somerset House di Londra in occasione dei Sony World Photography Awards.
Torino Storiografia pop
Una sorta di playlist creata ad hoc per riportarci al tempo del mixtape fatta da Maurizio Blatto da vent’anni firma storica del mensile “Rumore”. Dal 2006 è curatore della rubrica “My Tunes” in cui musica e cenni autobiografici generano interessanti approfondimenti oggi raccolti e ampliati in questo libro a cui si aggiungono inediti pezzi dal sapore autobiografico. Una “storiografia pop” rivisitata attraverso ricordi personali, ragion per cui non stanca e non si passa oltre con indifferenza • Maurizio Blatto, MyTunes. Baldini&Castoldi, pp. 464, € 16
Città del Messico Il Re delle calaveras
Il suo immaginario in bilico tra religione e politica ha contribuito all’evoluzione dell’Arte Moderna Messicana, e a riconoscerlo son stati Diego Rivera e José Clemente Orozco. José Guadalupe Posada (1852-1913) è stato un incisore che ha fatto dell’illustrazione uno strumento satirico contro lo stile di vita della borghesia messicana durante il regno di Porfirio Díaz. La sua opera, emblema dell’iconografia stessa del paese, raccolta in un libro che contiene quasi 1.000 riproduzioni ed inedite incisioni • J.G.Posada, A Century of Skeletons. RM/BBVA, pp. 376, $65
Bergamo L’intrigo della vita Personaggi strambi quelli che popolano il romanzo di Alan Poloni: Nic è un ragazzino che vede nella Cina la terra promessa dei dislessici e l’inferno nella scuola, Dave suo amico è alle prese con Wittgenstein quando probabilmente vorrebbe solo leggere Geronimo Stilton. E poi curiosi adulti, più sconcertanti dei ragazzini ovvero lo Zio, Klaus e Loglio personaggi diversi ma forse simili. Un romanzo dal ritmo incalzante e mai noioso che mette in scena, con ironia e arguzia, la complessità delle relazioni umane • Alan Poloni, Dio se la caverá. Neo Edizioni, pp. 280, € 15
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Graham Nash, Wild Tales. La mia vita rock’n’roll. Arcana edizioni, pp. 336, € 22
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Intervista Diana Barbetta
UNA VITA AL BIVIO
Un’esistenza in bilico come può essere quella di un funambolo ubriaco. A metterla in scena è Alessandro Bernardini, un autore romano al suo esordio letterario che sceglie di dare un volto alla complessità della natura umana.
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Il titolo del tuo libro è “La vodka è finita”. Ancor prima di leggerlo si intuisce una scelta ben mirata: parlare di una crisi di sistema. è un’intuizione corretta? Certamente. Il romanzo parla di crolli. Sia in senso politico ma anche e soprattutto in senso privato. Ho voluto raccontare i cambiamenti storici attraverso il tubo catodico della TV e anche attraverso gli occhi dei protagonisti del libro. La crisi di sistema non è parallela alla crisi umana, le due cose si intersecano e sono interdipendenti. Scegli di ambientare il tuo primo romanzo in un periodo storico tra i più complessi (1982-89). Sullo sfondo una crisi internazionale e al centro Roma teatro della storia. Da un parte il tramonto dell’impero sovietico e dall’altra una città che rappresenta il Vaticano. Coincidenza o intento? Intento. Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe accaduto. C’era speranza, paura e coraggio. Poi, molti sogni si sono infranti su altri muri,
forse più alti e più armati di quello di Berlino. La spinta propulsiva del capitalismo ha partorito mostri senza divisa, ma probabilmente più subdoli e pericolosi. Il romanzo non parla dello scontro tra due civiltà ma dei segni che la storia lascia sulla pelle delle persone. Roma sembra (in apparenza) non essere intaccata dal cambiamento. È il teatro di un dramma privato che diventa pubblico. Il 9 novembre del 1989 da adolescente ti sarai trovato a guadare la tv mentre cadeva il muro di Berlino. Quali ricordi conservi? È proprio da lì che parte la storia. Ricordo che rimasi colpito dalle immagini della gente che saliva sul muro, lo picconava. Vedevo quelle facce bianche con gli occhi sgranati che scrutavano ossessivamente quello che c’era “dall’altra parte”. Una scena in particolare ha fatto scattare il meccanismo narrativo: l’immagine del ragazzo da solo davanti ai carri armati in piazza Tienanmen. Quell’immagine è ripresa nel romanzo, ed è forse la chiave che aiuta ad interpretare le emozioni del protagonista, Ugo, che lotta, lui sì, tra due sistemi: la vita “omologata” e il richiamo di una vita violenta. Una bivalenza, quella del tuo protagonista, che in
fondo appartiene a molti esseri umani: l’essere in bilico tra un’esistenza regolare e un “genetico” richiamo alla trasgressione. Cosa ne pensi? Tutti fuggono da quello che sono e fanno delle cose tremende per accaparrarsi un centimetro di vita in più. È la fuga il tema cardine. La parte cattiva che è in ognuno di noi serve a sopravvivere. La parte buona serve a sperare. Ne “La vodka è finita” la bivalenza nasce dal desiderio di essere “altro da sé”, ma credo che sia così per tutti noi in fondo. La scelta di confrontarsi con un genere letterario come quello del romanzo da cosa nasce? Mi piace raccontare storie. Sono un grafomane e quindi i racconti brevi non fanno per me, almeno in questo momento. Ho sempre creduto nella forma romanzo. Un libro ti sta accanto. Lo porti a letto, in treno, al bagno. È una cosa intima. Se la storia ti piace, ritagli del tempo, tradisci i tuoi impegni per leggere. È come un amante. Io amo i romanzi lunghi, quelli che segnano una stagione. Facciamo tutto troppo in fretta, ci dimentichiamo di aspettare. Allora una storia lunga può essere questo: un marchingegno per riprendersi il tempo.
“La Vodka è Finita”. Edizioni Ensemble, pp. 450, € 16.00
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Fotografia Gautier pellegrin Stile AMY LEE STEARLEY
south beach
Camicia e shorts Shades of Grey by Micah Cohen Scarpe Topman
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Camicia a stampa floreale BARNEY’S NY, pantaloni MASON’S Sotto
Abito Acne, camicia Duchamp
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Smoking Pierre balmain, camicia duchamp Nella pagina accanto
Giacca DAMIR DOMA, canotta HELMUT LANG, pantaloni VIVIENNE WESTWOOD. Scarpe topman
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Abito TOPMAN, camicia VERSACE
In alto, a sinistra
Camicia MARC JACOBS, pantaloni Ermenegildo Zegna, scarpe TOPMAN In alto, a destra
Maglia 3.1 PHILLIP LIM
Grooming Tinna Empera, modello Charlie/ ReQuest Model
Urban per RENAULT
CLIO IN MOTION
Un’immagine sportiva ma elegante, prestazioni elevate e grande sicurezza. La Clio R.S. 200 EDC Monaco GP è la macchina perfetta per il gentleman driver moderno, la protagonista di un bel film che cattura le nostre emozioni quotidiane.
FINO ALL’ULTIMO RESPIRO (À bout de souffle) Nel mitico primo film di Jean-Luc Godard, uscito nel 1960, non mancano affatto le belle automobili. Il protagonista, Michel Poiccard, magistralmente interpretato da un giovane JeanPaul Belmondo, vive in maniera estrema ogni istante della propria vita. Una condotta sfrenata, intensa e passionale che verrà definitivamente esaltata dall’incontro con Patricia (la favolosa Jean Seberg), studentessa americana conosciuta a Parigi. Corse e inseguimenti, cuori impazziti… fino all’ultimo respiro. Il manifesto della Nouvelle Vague. Il cuore della Renault Clio R.S. 200 EDC Monaco GP è un nuovo propulsore 1.6 Turbo che sprigiona 200 cavalli, accoppiato alla moderna trasmissione EDC a
doppia frizione con 6 rapporti. Le prestazioni sono elevate, da vera sportiva, anche se i consumi rimangono contenuti. Un’auto che si lascia guidare con grande facilità e capace di
Urban per RENAULT sprigionare tutta la sua grinta in pochi secondi. Da 0 a 100 km/h in 7 secondi. LA PISCINA (La piscine) La Costa Azzurra, la fine degli anni 60, un uomo e una donna, lei giornalista e lui scrittore, che si godono una meritata e spensierata vacanza sotto il sole del sud della Francia. La quiete dei protagonisti, il dandy Alain Delon e la meravigliosa Romy Schneider, viene presto interrotta dall’arrivo di un amico accompagnato dalla giovane figlia, una sensualissima Jane Birkin. La passione viene portata all’estremo, tra dinamismo e pacata eleganza. Il protagonista, non a caso, guida una Renault 8 Gordini. In un remake della pellicola di Jacques Deray, avrebbe probabilmente una Clio R.S. 200 EDC Monaco GP. Sportiva ma al tempo stesso so-
bria nelle due nuove tinte grigio platino e bianco ice pearl con padiglione nero, si distingue anche per dettagli e particolari di quest’ultimo colore, quali lo spoiler posteriore, il diffusore e le modanature laterali. Stessa colorazione per le maniglie e i cerchi in lega, come le armonie dell’abitacolo, nere e grigie. A queste si aggiungono le animazioni “dark metal” apposte su vari elementi, come il pomello e il volante. Si apprezzano infine i sedili sportivi in pelle Riviera, impreziositi da impunture grigie. GRAND PRIX Montecarlo, la formula 1 e l’atmosfera delle corse sono al centro del film di John Frankenheimer del 1966. I piloti Pete Aron e Jean-Pierre Sarti, interpretati rispettivamente da James Garner e Yves Montand, si affrontano in pista
e lungo le chicane della vita. L’agonismo per la conquista del gradino più alto del podio o del cuore della bella donna che aspetta ai box, cronometro alla mano. Le protagoniste femminili del film, vincitore di ben tre Oscar nel 1967, sono Louise (Eva Marie Saint) e Lisa (Françoise Hardy). Un’ambientazione perfetta anche per la Clio R.S. 200 EDC Monaco GP, che offre la possibilità di scegliere tra tre impostazioni di guida: normal, sport e race. I piloti del film avrebbero sicuramente apprezzato il sistema di telemetria R.S. Monitor (optional), che comprende la funzione R.S. Replay, dispositivo che permette di creare e scaricare circuiti, visualizzare su una cartina e riutilizzare tutti i dati registrati durante una prova su circuito e condividere tutte le informazioni sui social network. Pronti per un giro in pista? [Dan C.Marcoccia]
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In giro #121
Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio Illustrazione di Louis Thomas
Milano 11 Rooftop By Driade · Giardino Turbigo · 28 Posti Circolo Magnolia · The Small Roma La Zanzara · Trapizzino · Prati Urbani Food&Living Torino Open Baladin Bologna Link Firenze Rari Mercato Centrale · Lattex+ Napoli Pizzeria Il Presidente Berlino Claerchens Ballhaus Anversa The Jane São Paulo D-Edge New York Blind Barber Tel Aviv Noa Bistro Istanbul Mangerie Bebek Parigi YoYo · Rosa Bonheur
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MILANO
Milano, 11 Rooftop
11 Rooftop by Driade Via Alessio di Tocqueville, 7 +39 02 89281611 www.11rooftop.it
• Quando: dal lunedì alla domenica • Perché: per un aperitivo in un angolo verde e di design • Chi ci trovi: pubblico internazionale • Highlights: gli arredi e le installazioni luminose Inaugurato durante lo scorso Salone del Mobile, l’11Rooftop by Driade è una terrazza verde nel cuore della zona di Corso Como, annessa all’UNA Hotel Tocq, dove prendere un aperitivo tra arredi di altissimo design e canneti illuminati da luci calde, in un’atmosfera raffinata pensata per valorizzare l’Italian Lifestyle anche nei confronti di una clientela internazionale. Protagoniste assolute del rooftop sono le collezioni outdoor di DRIADE e le due installazioni luminose “Uomini della Luce” di quasi quattro metri di altezza ciascuna, di Catellani & Smith. Un mix di entertainment (la location è pensata soprattutto per eventi), design e food experience. Aperto tutte le sere 18-24.
GIARDINO TURBIGO Alzaia Naviglio Grande, 8 +39 02 89400407 www.turbigomilano.it
• Quando: per l’aperitivo in settimana • Perché: per trovare un angolo di pace sul Naviglio • Chi ci trovi: green lovers • Highlights: la frutta e la verdura arriva direttamente dal coltivatore grazie al sito ilVerziere.it
Milano, Giardino Turbigo
Un angolo verde e silenzioso sui Navigli? Da pochi giorni è possibile, grazie al nuovo Giardino Turbigo. La corte interna della Maison Borella, dove si affacciano le sale del ristorante, è stata trasformata in una curioso salotto verde dove i cassoni in plastica per il trasporto della frutta si trasformano in comodi divanetti e fanno anche da divisori tra i vari salottini, dove tra piante e vasi è possibile farsi un aperitivo tutto “frutta e verdura” grazie al menu creato per il Giardino dallo chef Raffaele Lenzi. Aperto tutti i giorni.
28 POSTI Via Corsico 1, Milano +39 02 8392377 /339 6324673 www.28posti.org
• Quando: per una cena o un pranzo nei fine settimana (non quando c’è il mercatone dei Navigli!!) • Perché: per una cucina di qualità • Chi ci trovi: di tutto un po’ • Highlights: il lato “etico” del locale Effettivamente questo ristorante ha solo 28 posti…in inverno, ma propone un piacevole dehors nella bella stagione. Un concetto di ristorazione, quello dello chef Raffaele Mancini, che unisce le proprietà intrinseche e le qualità dei cibi ai valori etici, dal rispetto dell’ambiente all’equità dei processi di produzione. 28 Posti ha infatti attualmente cominciato un percorso di formazione con una brigata di cucina composta da un gruppo di detenuti che hanno preso parte al progetto. Cibo semplice ma sofisticato in un ambiente che rispetta anche nell’arredo la filosofia dello chef. Chiuso solo il lunedì sera.
Milano, Magnolia
CIRCOLO MAGNOLIA Via Circonvallazione, Novegro-Tregarezzo Milano +39 02 7561046 www.circolomagnolia.it
69/ In giro. Italia 76
• Quando: tutte le sere! • Perché: la Milano d’estate è il Magnolia • Chi ci trovi: alternativi automuniti • Highlights: i tantissimi concerti Il Magnolia apre la stagione estiva con una programmazione fittissima e per tutti i gusti musicali. Tanti Festival di qualità, da We Are dedicato alla musica elettronica (A-Trak, Chase&Status, Wilkinson e molti altri) il week end dell’11 luglio e del 5 settembre, a UNALTROFESTIVAL, più electro-rock, che il 14 e 15 luglio porterà sul palco MGMT, The Dandy Warhols, the Horrors e molti altri, al Bogaloo Summer Fest dedicato alla musica soul. Moltissime le collaborazioni con i protagonisti delle notti milanesi, come i ragazzi del Rocket che porteranno, sempre il martedì, la serata indie con IndieSummerParty, il collettivo di Le Cannibale che ha animato i sabato sera del Tunnel Club e anche Elita che organizzerà il double billing Bonobo con Omar Souleyan il 26 giugno. E se ancora non vi bastasse, potrete anche vedere le partite dei mondiali sul maxi schermo e mangiare sotto le fresche frasche del Parco dell’Idroscalo. Aperto tutti i giorni, Ferragosto compreso, dalle 19. (dalle 17.30 nelle sere in cui gioca l’Italia)
THE SMALL Via Paganini, angolo Piazza Argentina +39 02 20240943 www.thesmall.it
Milano, The Small. Ph. Claudio Bonoldi
• Quando: durante la settimana • Perché: per una cena tra amici • Chi ci trovi: la fashion community • Highlights: lo shopping di cibo
Roma, La Zanzara
Di The Small vi avevamo già tessuto le lodi nello scorso numero, ma vi segnaliamo che con la bella stagione Alessandro e Giancarlo hanno reso anche il dehors di fronte al ristorante un angolo speciale dove pranzare su tavolini decò o rilassarsi per un aperitivo pre-cena su un divano barocco. Aperto dal martedi alla domenica, 11-15/18-01
ROMA La zanzara Via Crescenzio, 84 (angolo Via Varrone) +39 06 68392227 www.lazanzararoma.com
• Quando: dalla colazione a notte fonda • Perché: se ami una colazione salata diventerà il “tuo” posto • Chi ci trovi: Romani e turisti • Highlights: “lo sfizio”, piccola porzione per assaggiare più cose Aperto dalla prima colazione fino a notte fonda, La Zanzara accontenta davvero tutti: chi a colazione ama il salato (club sandwich e croque monsieur sono in carta sin dalle 7.30 di mattina), chi vuole farsi un aperitivo a base di pesce crudo o formaggi selezionati, o i tiratardi... da domenica a giovedì si mangia fino a mezzanotte e mezza e il week-end fino all’una e si bevono cocktail ricercati fino alle due di notte. Completano l’offerta una cucina del territorio con molta attenzione alle materie prime e stile tra il postindustriale-newyorkese e il bistrot parigino, ingredienti perfetti per trasformarlo in una delle “nuove aperture” romane più apprezzate.
TRAPIZZINO Testaccio, Via Giovanni Branca 88, +39 06 43419624 www.trapizzino.it
• Quando: quando siete affamati
Roma, Trapizzino
70/ In giro. In Italia 76
• Perché: perché con € 3,50 è possibile fare un viaggio alla scoperta di ricette e piatti tradizionali • Chi ci trovi: di tutto un po’ • Highlights: la ricetta “estiva” del polpo al sugo
Roma, Prati Urbani
Vincitore di Street Food Heroes (cooking-show di Italia 1) come miglior cibo di strada, Trapizzino è ormai un format che cresce. Nata nel 2008 dall’idea di Stefano Callegari che già aveva portato le sue pizzerie romane (Sforno e Tonda) nelle guide gourmet, questa geniale pizza/panino permette di gustare piatti della tradizione romana e non solo senza bisogno di sedersi a tavola: dalla coda alla vaccinara alla parmigiana fino alle polpette all’interno di un triangolo di pizza bianca di altissima qualità. Dopo l’apertura a Ponte Milvio a dicembre, è recente anche la ristrutturazione della mitica 00100 Pizza a Testaccio, ma aspettatevi molte e altre nuove aperture nella Capitale... nel frattempo ricordatevi che lo potete sempre gustare anche da Tonda e al Sorpasso, storico locale del socio Paul Pansera. Aperto: dal martedi alla domenica, 12-00
Prati Urbani - food&living via Pierluigi da Palestrina 41/43 +39 06 87725315. facebook.com/pratiurbani
Roma, Circolo degli Artisti
Nel cuore di Prati da poco più di un mese è nato Prati Urbani, un locale che ha alla base del suo concept un ritmo di vita meno italiano e più internazionale...o meglio, urbano. Si mangia quando si ha voglia, grazie all’angolo della gastronomia, si può fare una colazione salata e bere un cappuccino a mezzanotte (noi però a quell’ora vi consigliamo i cocktail di Joy Napolitano). Si può anche mangiare, bene, grazie al menù semplice ma ben equilibrato dello chef Gianni Assogna. Qui non è guardato strano chi si beve un caffè e si ferma l’intero pomeriggio a lavorare o semplicemente a leggere un libro... Si può persino fare bookcrossing. Aperto: lun-ven 7-2, sab-dom 17-2
Firenza, Lattex+
• Quando: ottimo se avete fame fuori orario • Perché: per il concept “urbano” • Chi ci trovi: vai a scoprirlo • Highlights: la versatilità
Circolo degli Artisti Via Casilina Vecchia, 42, Roma +39 06 70305684 www.ilcircolodegliartisti.it
• Quando: anche tutte le sere • Perché: è una certezza • Chi ci trovi: gli amanti della buona musica • Highlights: l’offerta tremendamente varia
Torino Open Baladin Piazzale Valdo Fusi +39 011 835863
• Quando: in una serata tra amici • Perché: se ami la birra artigianale sei nel posto giusto
Torino, Open Baladin
Napoli, Pizzeria Il Presidente
Il Circolo compie 25 anni e resta un punto saldo nel panorama romano. Questa stagione si chiamerà Roma Village e offrirà come sempre moltissime iniziative musicali, culturali o semplicemente di svago. Torna l’arena del cineclub Kino come lo scorso anno, poi ogni Martedì ci sarà lo Swing, il Mercoledì i live di Mercurio , Giovedì Giovedissimo con Borghetta Stile, il Venerdì si ballerà con la serata Loretta e il Sabato discoteca rock di Screamadelica. Nei pomeriggi all’aperto viene organizzato il Wellness Corner con massaggi e yoga, mentre la sera va in scena la Silent Disco. Non mancano ovviamente le proiezioni delle partite dei Mondiali e potrete anche, a fine primo tempo, fare un salto in pizzeria.
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• Chi ci trovi: skater e socialite • Highlights: la vasta selezione di birre Inaugurata a metà marzo in Piazzale Valdo Fusi, Open Baladin sta già riscuotendo il meritato successo, accresciuto ora anche da un grande dehors. Un vero tempio della birra artigianale italiana, che Teo Musso, fondatore di Baladin, ha pensato per dare una scossa a questo mercato in costante crescita. Open si trova in una struttura studiata per ospitare eventi all’epoca delle Olimpiadi, che è stata completamente trasformata e ora si presenta su due livelli, il piano terra con ben 100 posti a sedere e un grande bancone alle cui spalle campeggia una parete con tutte le birre in bottiglia, e il soppalco con circa 30 posti che rappresenta invece una scatola di birra sospesa. Originalità a parte, qui potrete scoprire un’infinità di birre artigianali (38 alla spina e 100 etichette in bottiglia) e mangiare tutti i giorni fino alle 2 di notte.
Bologna
Il primo piano del mercato cittadino del quartiere di San Lorenzo da qualche mese si è trasformato: 3000 mq di superficie, 500 posti a sedere, 12 botteghe, uno spazio dedicato al Consorzio del Chianti Classico, ristorante, pizzeria, birreria, caffetteria, scuola di cucina, enoscuola, libreria sotto il nome di Mercato Centrale. Cuore dell’iniziativa sono le 12 botteghe di altrettanti artigiani del gusto che preparano e vendono i loro prodotti, ma non solo. Si può visitare, imparare, assaggiare, godersi un pasto completo in una grande piazza coperta, prendendo posto liberamente ai tavoli o scegliendo di accomodarsi al ristorante alla carta o in pizzeria. Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 24, è già diventato un luogo di incontro e socializzazione.
RARI Lungarno Ferrucci 24 +39 055 680596
• Quando: per il brunch della domenica • Perché: per un brunch con dj-set in riva all’Arno • Chi ci trovi: un pubblico giovane • Highlights: la terrazza e il RariMary (il bloody mary della Rari)
Link Via Fantoni,21 +39.051.6313246 facebook.com/linkassociated
• Quando: sabato sera di giugno e luglio • Perché: per ballare sotto le stelle in città • Chi ci trovi: clubbers di tutte le età • Highlights: l’ottima colonna sonora Lo storico Link ha aperto le porte del suo “giardino” estivo il 31 maggio con l’Outlook Festival, dando così il via alla sua stagione estiva Suburban Park, che vede in programmazione 10 date fino al 26 luglio più la chiusura del 30 agosto. Ogni sabato musica elettronica di qualità dalle 8 di sera, con particolare attenzione al panorama italiano. Da segnalare il 27 giugno il festival di musica indipendente ArtèLink con Magellano, Beatrice Antolini, Management del Dolore Postoperatorio e altri. Il 12 luglio Holiwave Festival dei Colori, party pomeridiano.
FIRENZE MERCATO CENTRALE Piazza del Mercato Centrale – Via dell’Ariento www.mercatocentrale.it
• Quando: a pranzo • Perché: per assaggiare, mangiare e scoprire • Chi ci trovi: di tutto un po’ • Highlights: la qualità dell’offerta
All’interno dell’Associazione Rarinantes, in riva all’Arno, Rari è un posto speciale: arredamento shabby, una terrazza aperta tutti i giorni nel periodo estivo , dj set, jazz night, mercatini vintage e chi più ne ha più ne metta. Aperto dal mattino per la colazione fino a notte fonda, al Rari si può passare una giornata intera, mangiando una cucina leggera a pranzo e più votata al pesce la sera, ma sempre semplice, quasi “della nonna” grazie alla cuoca pugliese verace ai fornelli. Natalia poi vi stupirà con il suo Rari Mary..perfetto durante il brunch domenicale. In estate aperto tutti i giorni
LATTEX+ Location varie, entrata solo via guest list: info@lattexplus.com www.lattexplus.com
• Quando: dalle 12 alle 24 (controllate luogo e date!) • Perché: per ballare musica elettronica a bordo piscina • Chi ci trovi: positive clubbers • Highlights: finalmente si può ballare buona musica anche di giorno Il Lattex+ è pronto alla stagione estiva con i suoi pool parties. È partita infatti la Lattex Experience 12hours Pool Party. Cambiano le location e cambiano gli orari (da mezzogiorno a mezzanotte) ma non cambia la proposta musicale che da sempre propone una selezione d’avanguardia. Quindi gonfiate i salvagenti a paperella e controllate la pagina facebook per le prossime date.
Napoli Pizzeria Il Presidente Via San Biagio dei Librai, 83 +39 081 262175
Firenze, M ercato
Centrale
• Quando: in una serata “verace” • Perché: è una delle migliori pizzerie di Napoli • Chi ci trovi: magari anche qualche presidente! • Highlights: la pizza “Presidenziale” con pomodorini del Piennolo del Vesuvio e bufala campana DOP Non è passato neanche un mese dall’apertura e sta già facendo parlare di sè la nuova pizzeria di Maria Cacialli Messina, figlia di Ernesto che servì la sua pizza a Bill Clinton in visita a Napoli. Già proprietaria della pizzeria “La figlia del Presidente”, ora è riuscita a riaprire la storica pizzeria del padre poco lontano, in uno degli scorci più suggestivi della città , a Spaccanapoli. Solo dieci tavoli, sempre pieni, per assaggiare non solo una pizza perfetta, con grande attenzione agli ingredienti, ma anche i classici fritti della tradizione.
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BERLINO Claerchens Ballhaus Auguststraße 24 +49 30 2829295 www.ballhaus.de
Parigi, YoYo
• Quando: la sera (anche dopo cena) • Perché: per respirare un fascino d’altri tempi • Chi ci trovi: persone di ogni genere ed età • Highlight: “la sala degli specchi”
Istanbul, Mangerie Bebek
Balera e ristorante (con un dehors molto carino e rilassato), il Claerchens Ballhaus è un’istituzione : aperto da cent’anni, ha mantenuto il fascino delle vecchie sale da ballo con uno stile délabrée e una clientela per niente snob, che è li per divertirsi davvero. Perfetto per reimmergersi nella Berlino ante-guerra e ballare Tango, Swing e Salsa per una serata spensierata in un luogo unico.
New York, Blind Barber
ANVERSA The Jane Paradeplein 1 (Site ‘t Groen Kwartier) www.thejaneantwerp.com
• Quando: al più presto! (ma la lista d’attesa arriva anche a tre mesi...) • Perché: ad Anversa è già “the place to be” • Chi ci trovi: clientela raffinata e giovane • Highlight : lo stile unico The Jane ha aperto da poco più di un mese all’interno di una cappella che è stata ospedale militare della città, facendo subito parlare di sé: con la loro cucina “tatuata”, le divise disegnate da G-Star, un arredo studiato su misura in cui spiccano l’enorme lampadario da 150 punti luce e l’opera di Kendell Geers (un teschio illuminato appeso al soffitto), e per finire i suoi chef: Sergio Herman and Nick Bril. La loro è Cucina d’autore – parliamo di chef stellati- ma chi cerca qualcosa di più rilassato può scegliere l’Upper Room Bar con una carta più semplice e cocktail d’eccezione.
São PAULO D-Edge Av. Auro Soares de Moura Andrade, 141, Barra Funda (+55) 11 3665 9500 www.d-edge.com.br
Anversa, The Jane. Ph. Eric Kleinberg
73/ In giro. Nel mondo 76
• Quando: il fine settimana • Perché: per ballare in un tempio della musica • Chi ci trovi: clubbers musicalmente raffinati • Highlight: il design davvero unico Istituzione da più di dieci anni nel mondo del clubbing a São Paolo, vincitore di moltissimi premi sia per la programmazione musicale che per il suo interior design futuristico, il club, seguito dal dj e direttore artistico Renato Ratier, ha ospitato più di 1.000 nomi del dj-set internazionale. Spazi diversi, dalla lounge con pareti rivestite di Iron wood a una meravigliosa terrazza panoramica, fino alla pista da ballo completamente avvolta da led colorati e un sound system incredibile, tutto studiato per rendere l’esperienza musicale coinvolgente: musica elettronica e house raffinata, condite dall’incredibile energia brasiliana. Da qualche mese si parla di un’apertura a Rio...
NEW YORK Blind Barber 524 Lorimer Street, Brooklyn (+1) 718 5992435 blindbarber.com
• Quando: la mattina • Perché: per cominciare la giornata con una rasatura perfetta e un buon caffè • Chi ci trovi: hipster da tutto il mondo • Highlight: la crema da barba al Watermint Gin
San Paolo, D-Edge
Nuova location a Williamsburg per Blind Barber, già tanto apprezzato nell’East Village per servire vino o birra ai suoi clienti durante il taglio di capelli o una rasatura. Qui BlindBarber ha fatto di più, aprendo uno spazio dedicato al bar, la “back room”, che serve da circa un mese caffè della torrefazione Handsome Coffee e birre alla spina, con bicchieri e tazze brandizzate. Non mancano ovviamente i prodotti per barba e capelli...si sa, a New York il tempo va ottimizzato: shopping, taglio e una birra in compagnia tutto in mezz’ora: not bad!
TEL AVIV Noa Bistro Jafet 30, Jaffa (+972) 03 5184668 ext 2 www.cordelia.co.il
• Chi ci trovi: Pubblico locale e turisti, comunque raffinati • Highlight: la terrazza Una terrazza panoramica con veduta sul Bosforo e sul quartiere di Bebek, uno stile semplice ma raffinato e contemporaneo, la Mangerie è l’esempio perfetto dei “glam cafè” che stanno proliferando a Istanbul. è piacevole andarci da colazione fino a cena, amato dalla gente del posto per la colazione del weekend in cui lo chef prepara piatti semplici di tradizione occidentale, dalle eggs benedict alle insalate. Per trovarlo, salite le scale ripide accanto al fiorista.
PARIGI YoYo Palais de Tokyo 13 Av. du Président Wilson +33 1 84791170 yoyo.paris.com
• Quando: il venerdì per la “soirée electrique” - ma controllate il calendario • Perché: per testare la vera nightlife parigina • Chi ci trovi: gioventù sofisticata • Highlight: la varietà delle serate Già l’entrata del locale è una vera galleria d’arte, grazie all’universo grafico del collettivo d’artisti Lek & Sowat; YoYo è infatti pensato a immagine del Palais de Tokyo, uno dei musei di arte contemporanea più vivaci e all’avanguardia di Parigi, di cui fa praticamente parte. Gestito dal Gruppo Noctis, tra i maggiori organizzatori di eventi “storici” in città, è una via di mezzo tra spazio artistico polivalente, sala concerti e location per eventi e proiezioni, avendo occupato gli spazi della vecchia Cinematique Française. A fianco, il ristorante Monsieur Bleu, tra i più “hype in town”.
Rosa Bonheur Parc de Buttes Chaumont, 2 Avenue de Cascades +33 1 42 00 00 45 www.rosabonheur.fr
• Quando: in una bella serata estiva • Perché: perchè ci si dimentica di essere in città • Chi ci trovi: “bobos”(letteralmente borghesi-bohémien) e gay crowd • Highlight: senza dubbio la location
• Quando: dalla colazione a notte fonda • Perché: per l’atmosfera • Chi ci trovi: turisti e locals • Highlight: non c’è orario di chiusura... si va avanti a oltranza, fino a che arrivano clienti. “Fratello minore” del vicino ristorante Cordelia, dello chef Nir Zook, che in questa zona ha creato il suo quartier generale, il Noa è un bistrot nel cuore di Jaffa, situato in una galleria illuminata da un lucernario intriso di quel fascino “sgarrupato” che qui è stato sfruttato al meglio, attraverso un mix and match di stili e colori dal risultato sorprendente. La cucina è la classica israelo-mediterranea e l’ambiente divertente e rilassato. Per chiudere la serata potete trasferirvi di fronte al Jaffa bar, sempre della stessa proprietà.
ISTANBUL Mangerie Bebek Cevdetpaşa Caddesi No. 69, 3rd floor +90 212 263 5199 www.mangeriebebek.com
• Quando: per la prima colazione • Perché: Per l’ambiente e la vista panoramica
Bonheur in francese significa felicità e, nonostante questo posto idilliaco nel mezzo del parco di Buttes prenda il nome da una pittrice dei primi del Novecento, si può dire che il nome gli calzi perfettamente . Una certezza nella stagione estiva per mangiare una cosa o “prendre un verre” tra alberi e uccellini. La struttura era stata costruita come padiglione ancora durante l’esposizione Universale del 1900 e dal 2008 Mimi e Zouzou, rispettivamente gestore e direttrice del locale, accolgono “bobos” e abitanti del quartiere in un ambiente rilassato e divertente, a metà tra la campagna e lo spirito hippie... e quando il parco chiude...inizia la festa! Spesso arriva il dj e il locale si anima, ma solo per qualche ora: a mezzanotte tutti a casa.
74/ Tazebao #121
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