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FROZEN CAIRO

Un programma di riqualificazione per i quartieri storici in declino Il caso studio di Arab al Yassar



FROZEN CAIRO Un programma di rigenerazione per i quartieri storici in declino. Il caso studio di Arab al Yassar A regeneration program for declining historic neighborhoods. The case study of Arab al Yassar

LAUREANdI Sara Maldina Francesco Tonnarelli RELATORI daniele Pini Romeo Farinella CORRELATORE Mario Benedetto Assisi

Tesi di Laurea a.a. 2012-2013 UniversitĂ degli Studi di Ferrara. Laurea Magistrale in Architettura



INdICE_ INdEX 0 _ ABSTRACT

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………………………………………………………………………………INQUAdRAMENTO

1_ FORTUNA E dECLINO 7 Le fondazioni_Foundations dal medioevo all’età moderna_ From the middle ages to the modern age Cairo contemporaneo_ Contemporary Cairo Analisi comparativa delle mappe storiche_ Compared analysis of historical maps 2 _ ABITARE NELL’HISTORIC CAIRO L’harah_ The hara Specie di spazi_ Species of spaces Vantaggi del vivere nel Cairo storico_ Advantages of living in Historic Cairo degrado e abbandono_decay and neglect

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3 _ GREATER CAIRO Greater Cairo Region Pianificare la metropoli1952-2013_Planning the metropolis 1952-2013 Le città nella città_ Cities within the city Le dinamiche attuali_ Current dynamics Medine_ Medinas Un ruolo per il centro storico_ A role for the historic city

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4 _ CAIRO PATRIMONIO dELL’UMANITA’ Il riconoscimento UNESCO_ Recognition by UNESCO Lo studio UNESCO del 1980_ The UNESCO study of 1980 Il quadro legislativo attuale_ The present day legislative framework Il progetto URCH e confini del sito_ URCH project and boundaries of the site Gli studi preliminari_ Preliminary studies Le aree di tutela_ Conservation areas

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………………………………………………………………………………........…….. ANALISI

5 _ FROZEN CAIRO Un sistema di elementi forti_ A system of special feautures Progetti di riqualificazione urbana_ Urban regeneration projects Frozen areas

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6 _ ARAB EL YASSAR al Khalifa Una strategia specifica: Arab al Yassar_ A specific strategy: Arab al Yassar

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7 _ INVENTARIO Uno strumento per la conservazione_ A tool for conservation Inventario degli edifici_ Building inventory Inventario degli spazi aperti_ Open space inventory Qualità degli spazi e suoi usi_ Quality of space and its use

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……………………………………………………………………………………......PROGETTO

8 _ STRATEGIA Lo scheletro per la rigenerazione_ Regeneration skeleton Componenti rigide e componenti morbide_ Hard and soft components Analisi degli stakeholder_ Stakeholder analysis Piano d’azione_ Action plan

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9 _ RE-APPROPRIATING Lo spazio comune_ Common space Vuoti come opportunità_ Vacant plots as opportunities Forme di occupazione endogena_ Forms of endogenous employment Elementi leggeri_ Light elements Il cluster_ The cluster La riqualificazione delle strade_ Street rehabilitation

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10 _ RE-STITCHING Partecipazione e norma_ Partecipation and rule Maisons tiroir Priorità_ Priorities Il piano degli interventi_ Intervention plan Ricucire l’harah_ Re-stitching the hara Il centro del quartiere_ The neightborhood center Urbaninform

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11 _ RE-ACTIVATING Nuove dinamiche_ New dynamics Settore turistico al Cairo_ Tourism in Cairo Il percorso_ The path Il comparto di edilizia pubblica_ The public housing area Associazione_ Association Progettare la quota zero_ Planning the ground level

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……………………………………………………………………………………............BOXES 1_Cenni di storia araba_ An outline of Arab History 2_delta 3_Cairo 2050 4_ La gestione dei rifiuti nell’HC_Waste management in HC 5_Legge sui canoni_Rent law 6_La Moschea_The Mosque 7_Urbanistica e Rivoluzione_ Urbanism and Revolution

19 52 64 107 128 150 160

……………………………………………………………………………………......................

CONCLUSIONI

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GLOSSARIO_ GLOSSARY

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ACRONIMI_ ACRONYMS

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BIBLIOGRAFIA_ BIBLIOGRAFY

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ALLEGATI

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RINGRAZIAMENTI

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0 ABSTRACT

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La città storica del Cairo rappresenta un’eccezionale testimonianza dell’evoluzione della civiltà islamica e dell’esperienza urbana dell’uomo. La sua unicità risiede non soltanto nella ricchezza architettonica dei suoi monumenti e quartieri storici, ma anche nel patrimonio umano e sociale, che si manifesta in una dimensione vernacolare del vivere. Stretto tra le dinamiche di sviluppo incontrollato della più grande metropoli africana e le miopi politiche di conservazione delle autorità egiziane, oggi il centro storico è in grave declino. Accanto a corridoi monumentali, isole conservate come musei a cielo aperto, esistono vaste aree a prevalenza residenziale, congelate in uno stato prossimo all’abbandono, con lotti completamente occupati da rifiuti e macerie, strutture in rovina ed edifici vacanti. Questo degrado diffuso compromette la continuità del tessuto urbano, e le pratiche del vivere tradizionale ad esso intimamente legate. Il quartiere di Arab Al Yassar è stato scelto come caso studio per un programma di riqualificazione che riconcili le esigenze di conservazione del patrimonio materiale e immateriale con i bisogni vitali di un insediamento abitato. La realizzazione di un inventario dettagliato degli edifici e degli spazi pubblici e l’analisi delle dinamiche socio-spaziali dell’area hanno delineato una strategia nella quale interagiscono componenti rigide, volte alla preservazione dello spazio fisico, e morbide, che rispondono a fattori sociali ed economici, non determinabili a priori. Insieme alla definizione di un quadro strategico, è stato elaborato uno scenario di sviluppo del quartiere. Questo è stato declinato in azioni graduali, capaci di portare a una rapida soluzione i problemi più urgenti e di avviare al contempo un processo di rigenerazione urbana, legato al contesto e modellato sulle pratiche tradizionali d’uso dello spazio.


0_Abstract

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The historic city of Cairo is an exceptional testimony to the evolution of Islamic civilization and to mankind’s urban experience. Its uniqueness lies not only in its monuments and historical districts’ architectural wealth, but also in the human and social heritage, which reveals itself in a vernacular living dimension. Stifled between the uncontrolled development dynamics of Africa’s biggest metropolis and the short-sighted conservation policies of the Egyptian authorities, today the historical core is in very serious decline. Beside the monuments, islands preserved as open-air museums, there are extensive residential areas, frozen in a state close to abandonment, with wasteland lots, full of debris, ruined structures and vacant buildings. This widespread degradation jeopardizes the urban fabric’s unity, and the traditional living practices strongly related to it. The Arab Al Yassar neighborhood was chosen as a case study for a rehabilitation program reconciling both tangible and intangible heritage conservation requirements with the vital needs of an urban settlement. . Carrying out a detailed inventory of all buildings and public spaces, and analyzing the area’s socio-spatial dynamics, a strategy has been outlined in which hard components, addressing the physical space’s conservation, interact with soft ones, responding to social and economical factors, not definable in advance. Together with the definition of a strategic framework, a development scenario has been worked out. This was split into actions aiming to solve the most urgent problems and actions to start a process of urban regeneration in the meantime, bonded to the context and shaped by traditional use of space practices.


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1 FORTUNA E DECLINO

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1.1 LE FONDAZIONI 1.1 FOUNDATIONS Ininterrottamente dal VII sec. l’Egitto ha centralizzato il suo potere in quella porzione di territorio che ora è riconosciuta come la città del Cairo. Attraverso i secoli l’uomo ha prodotto quello che ad oggi costituisce una ricca testimonianza della sua storia, dove le differenti fasi di sviluppo dell’insediamento urbano sono stratificate, e ancora riconoscibili e leggibili. Il processo da cui ebbe origine il Cairo si è esteso per quasi sei secoli, attraverso varie fondazioni che avrebbero influenzato la forma della città nei secoli a venire: Fustat (642), al Askar (750), al Qata’i (868), al Qahira (969). Spingendosi lentamente sempre più a nord, questi nuclei si sono progressivamente appropriati di quell’area che Saladino avrebbe poi racchiuso entro le stesse mura, formando quella che sarebbe diventata la più grande città del Medio Oriente.

Continuously, from the 7th c., Egypt has centralized its power in that portion of territory now known as the city of Cairo. Through the ages man has produced what today represents a rich testimony of its history, where the different developing stages of the urban settlement have layered, and are still recognizable and legible. The process that originated Cairo extents over six centuries, through various foundations who would have influenced the city form in the upcoming periods: Fustat (642), l Askar (750), al Qata’i (868), al Qahira (969). Moving slowly northward, these centers have gradually appropriated the area that Saladin would have enclosed within the same walls, setting up the future biggest city in Middle East.

FUSTAT Appena a sud della città odierna si trovano le rovine di

FUSTAT Just south of the actual city was placed Memphis,


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Menfi, fondata a celebrazione della riunione dei regni d’Alto e Basso Egitto nel 3100 a.C. circa. Il primo insediamento nella zona dell’attuale Cairo fu un forte romano edificato durante la visita di Diocleziano, alla fine del III sec. d.C, chiamato Babilonia. Attorno a questa si sviluppò una piccola cittadina copta. La storia del Cairo, però, ebbe il suo principio con la conquista Araba dell’Egitto. Babilonia fu cinta da assedio e cadde nell’aprile del 641. Nei suoi pressi il comandante Amr ibn al-As costruì un accampamento semipermanente, e partì alla volta di Alessandria, la capitale. All’inizio del 642, solo vent’anni dopo l’Egira e a dieci anni dalla morte del Profeta, il mondo arabo annetteva uno dei regni più economicamente e culturalmente ricchi di tutto il mondo. Ragioni strategiche e politiche spinsero il califfo Umar Ibn al-Khattab, dalla Medina a predisporre una nuova

founded to celebrate Lower and Upper Ancient Reigns’ reunion, in about 3100 BC. The first settlement in Cairo’s present location is a Roman stronghold built during Diocletianus’ visit, at the end of 3rd c. AD, called Babylon. Around it a small coptic town grew. Cairo’s history, though, starts with Arab’s conquest of Egypt. Babylon was besieged and won in April, 641. Commander Amr ibn al-As built a semi-permanent camp close to it, and moved to Alexandria, the capital. At the beginning of 642, just twenty years after the Hijra and ten past the Prophet’s death, the Arab world occupied the most economically and culturally wealthy reign in the known world. For strategic and political reasons Caliph Umar Ibn al-Khattab decided to set up a new capital to


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capitale che si sostituisse ad Alessandria. Fustat sorse vicino alla fortezza di Babilonia, un luogo che avrebbe consentito il controllo della produzione agricola del delta e un facile attraversamento del Nilo, oltre ad essere facilmente raggiungibile dalla penisola araba. L’accampamento già presente costituì il nucleo che prese lentamente le forme urbane. Questa origine è richiamata anche dall’etimo del nome scelto, dalla parola araba fustat che significa “tenda”, o dal greco bizantino phossaton, trincea. Al centro dell’insediamento fu eretta una moschea, indicata come la prima d’Africa. Durante il califfato umayyade (661-750), Fustat crebbe fino ad una popolazione che le fonti attestano di 50.000 arabi, senza contare quindi schiavi, stranieri, e copti.

replace Alexandria. Fustat rose from the Babylon fortress, a place assuring delta agricultural production control and a easy crossing of the Nile, beyond being quickly reachable from the Arab Peninsula. The existing camp became the core, which slowly grew to an urban form. This origin is recalled by the name ethimology, the Arabic word fustat which means “tent”, or the Greek-Byzantine phossaton, “trench”. At the center of the settlement, is what is believed to be the first African mosque. Under the Umayyade Caliphate (661-750) sources claim that Fustat grew up to a population of 50.000 Arabs, without slaves, foreigners, and copts.

AL-ASkAR Succedendo alla dinastia Umayyade nel 750, gli Ab-

AL-ASkAR Succeeded to Ummayyade Dynasty in 750, Ab-


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bassidi spostarono la capitale dell’impero da Damasco a Baghdad. Dall’Iraq il nuovo califfo ordinò la fondazione di una nuova capitale, Al-Askar, a breve distanza da Fustat. Sarebbe sbagliato pensare che la città si stesse gradualmente espandendo a nord. Al-Askar era infatti un differente insediamento, un nucleo di comando e controllo fisicamente separato dalla città, ormai consolidata come grande centro economico. Nulla rimane di questa capitale, ad indicare il suo scarso successo come centro urbano, forse costruito troppo vicino ad al-Fustat per riuscire a crescere autonomamente e troppo lontana per unirsi con lei.

bassids moved the capital of the empire from Damascus to Baghdad. From Iraq, the new caliph ordered to establish a new capital for Egypt: AlAskar, nearby Fustat. It would be wrong to think that the town was gradually expanding to the north. Al-Askar was a different settlement, a center of command and control, physically separated from Fustat city, which had already consolidated as an important economical core. Nothing survives of this capital, showing its low success as an urban center, probably too close to Fustat to grow autonomously, and too far to merge with it.

AL-QATA’I Come al Askar prima di lei, al Qata’i fu fondata dalla nuova dinastia di regnanti nominati per l’Egitto, i Tulunidi, in un punto a nord del precedente insediamento, per assicurarne il controllo. Il nome scelto significa “corsie”, un nome usato per denominare i distretti della città iraqena di Samarra, patria dei Tulunidi. Sebbene i palazzi tulunidi siano stati sistematicamente distrutti dagli Abbassidi nel 905 per concludere quella dinastia, la grandiosa moschea che occupava il centro della città è sopravvissuta, e costituisce il più antico monumento conservatosi integro nel Cairo.

Al QATA’i As al-Askar before it, al-Qatta’i was founded by the new ruling dynasty in Egypt, the Tulunids, northward from the previous settlement, to assure its control. The chosen name means “the wards”, used to call the district of Samarra, Tulunids homeland. Even though their palaces have been systematically destroyed by the Abbasids in 905 to end that dynasty, the great mosque stands still, and is now Cairo’s most ancient monument with full historic integrity.


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AL-QAIRA La terza città palatina non seguì il destino delle due precedenti. Al Qaira, “la soggiogatrice”, fu fondata dai Fatimidi provenienti dal Nord Africa, come da tradizione a nord dei predecenti insediamenti, con l’auspicio che la dinastia assoggettasse il mondo islamico. Questo centro resistette e costituisce oggi il cuore del Cairo medievale. L’insediamento era un rettangolo regolare, diviso da una spina centrale con un orientamento circa nordsud. Come tutte le fondazioni precedenti, forniva distretti per le armate fatimide, secondo i loro gruppi tribali. All’interno delle mura fu avviata la costruzione di vari palazzi e, nel 972, fu fondata la Moschea di alAzhar, che sarebbe diventata il centro della propaganda sciita in Egitto. Il successo della dinastia si ripercosse nella prosperità delle città: mentre Qaira si ornava di moschee, palazzi e giardini, Fustat si espandeva diventando il riferimento economico di tutto il mondo mediorientale. Tra Qaira e Fstat si instaurò un rapporto di mutua collaborazione, la prima difendendo la più meridionale con le sue mura dagli attacchi del nord, ma dipenden-

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AL QAIRA The third palatial city did not follow the former ones’ destiny. Al-Qaira, “the Conqueror” was founded by fatimids coming from north Africa, hoping their dynasty would conquer the Islamic world. This town lasted and is now Cairo’s medieval core. The settlement was a regular rectangle, divided by a central spine. As all the previous foundations, it provided districts for fatimids armies, depending on their tribe. Inside the city wall they built several palaces, and in 972 al-Azhar mosque, that became the Shiite propaganda center point in Egypt. Dynasty success affected the wealth of the cities: while Qaira was being beautified with mosques, palaces and gardens, Fustat expanded to the size of middle east economical benchmark. The two centers established a mutual collaboration, the first defending the southern one from northerly attacks, but economically de-


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do economicamente da Fustat, la vera e propria città. Contemporaneamente Fustat crebbe fino a diventare una delle più grandi città del bacino mediterraneo, punto di riferimento tra i suoi porti commerciali, con una popolazione stimata intorno ai 120.000 abitanti.

pending on the latter, the real city. In the same time Fustat became one of Mediterranean’s biggest towns, a reference point for its harbor, with an estimated population of 120.000 inhabitants.

Questo benessere fu però interrotto da una profonda crisi tra il 1060 e il 1090. Per farvi fronte i sovrani concentrarono ogni sforzo su al-Qaira. Quello che si era conservato come un centro puramente votato a militari e regnanti fu forzatamente urbanizzato, consentendo per la prima volta al “popolo” di costruire all’interno delle mura. Intorno al 1087 e il 1092 fu eretto un secondo muro, per annettere una piccola porzione di nuovo territorio. Il tracciato di questa fortificazione rimane presente tutt’ora, specialmente nelle sue porte di accesso: Bab al-Futuh e Bab al-Nasr a nord, Bab Zuwayla a sud. In parallelo Fustat si contrasse fortemente.

This wealth was interrupted by a deep crisis between 1060 and 1090. To face it sovereigns focused any effort on Qaira. What had been preserved as a center utterly devoted to militaries and rulers was forced to urbanize, allowing “people” to build within its walls. Between 1087 and 1092 a second wall was erected, to annex a small portion of new territory. Its path is still present, especially in its entrance gats: Bab al-Futuh and Bab al-Nasr north, Bab Zuwayla southward. At the same time Fustat shrank.

La situazione si aggravò alla fine dell’XI sec. La perdita della Siria nel 1076 troncò le risorse egizie, e la conquista crociata della Palestina (1099) espose il confi-

The situation got worse at the end of the 11th c. with Syria’s loss in 1076 massively reducing Egyptian revenues, and Palestine crusaders’ conquest endangered the oriental border. The


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ne orientale ad una grave minaccia. La seconda metà del 1100 vide Franchi e Siriani contendersi il dominio dell’Egitto. Almarico I, re di Gerusalemme, riuscì ad instaurare nel Cairo un protettorato, ma le truppe siriane ebbero infine la meglio, portando al potere Salah al-Din ibn Ayyub, meglio conosciuto come Saladino.

second half of 1100s saw Franks and Syrians struggling for Egypt. Almaric I, King of Jerusalem, succeeded in establishing a protectorate over Cairo, but Syrians troops eventually won, taking to power Salah al-Din ibn Ayyub, best known as Saladin.

GLI AYYUBIDI E LA CITTADELLA In pochi anni Saladino fece del Cairo la capitale del mondo arabo. Per centralizzare il controllo sulla città fu avviata la costruzione della Cittadella, su di uno sperone di roccia sulle alture del Moqattam. La Cittadella divenne residenza della famiglia reale e centro di governo. I vari insediamenti furono racchiusi insieme attraverso un grande muro di cinta lungo più di venti chilometri. Questa costruzione non fuse insieme le due città, che continuarono a evolversi separatamente ed in contrasto: all’ascesa di Qaira corrispose il declino di Fustat, relegato ad essere un borgo marginale. L’ascesa degli Ayyubidi comportò anche il ritorno dell’ortodossia sunnita dell’Egitto. La moschea di alAzhar, costruita come baluardo sciita, acquistò il ruolo centrale per il credo sunnita che ancora oggi ricopre.

AYYUBIDS AND THE CITADEL In a few years Saladin made Cairo the capital of Arab world. To centralize control over the city he started the construction of the Citadel, on a spur over Moqattam hill. It became the royal family residence, and governmental center. The various settlements were enclosed by a great wall, longer than 20 km. This construction didn’t merge the two cities, which continued evolving in parallel and contrasting: Qaira rise matched Fustat decline, down to a marginal village. Ayyubids brought back Egypt to the Sunni orthodoxy. Al-Azhar mosque, once Shiite stronghold, became central for Sunni Islam, as nowadays is still.


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1.2 DAL MEDIOEVO ALL’ETA’ MODERNA 1.2 FROM THE MIDDLE AGES TO THE MODERN AGE Alla dinastia degli Ayyubidi, estintasi senza eredi nel 1250, successero pacificamente i mamelucchi, schiavi libertati impiegati nell’amministrazione e nell’esercito fin dall’epoca del califfato abbaside. Grazie anche al clima di pace internazionale1,sotto il loro dominio la città e l’Egitto intero vissero un periodo di successo politico e prosperità economica, che portò anche una grande fioritura artistica.

The Ayyubids, extinguished without heirs in 1250 and peacefully succeeded Mameluks, freed slaves used in the administration and the army since Abbaside caliphate. Thanks to the climate of international peace1, under their domination Egypt experienced a period of political success and economical wealth, which also brought an arstistic flowering.

CAIRO MEDIEVALE L’urbanizzazione di al-Qaira continuò, portandola ad espandersi a sud, all’interno delle mura, a nord oltre queste, e a ovest, giovandosi delle nuove aree urbanizzabili lasciate dal lento spostamento del Nilo in quella direzione.

MEDIEVAL CAIRO Qaira urbanization went on, expanding southward, inside the walls, northward beyond them, and to the west, exploiting the areas left by the Nile shifting in that direction.


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Gli anni dello splendore furono interrotti improvvisamente da una catastrofica epidemia di peste. È ovviamente difficile valutare il numero delle morti, si stima però che la popolazione, raggiunto il suo picco proprio in quel periodo, subì circa 100.000 vittime, cioè tra un terzo e i due quinti della sua popolazione. La peste non generò, però, una crisi totale. Solo pochi anni dopo il sultano Hassan ebbe il potere di costruire la gigantesca moschea che porta il suo nome, considerata uno dei più notevoli capolavori del mondo islamico, e la più alta testimonianza dell’arte mamelucca. Altri grandi monumenti religiosi furono eretti tra il 1350 e il 1390, molti dei quali ancora sopravvivono. Anche l’economia non perse completamente la sua vitalità, tanto che prima del 1389 fu costruito il più famoso centro del commercio cairota, il Khan al-Khalili. L’Egitto si avviluppò in una recessione economica per tutto il XV sec. La capitale riuscì invece a mantenere una cera brillantezza, pur fiaccata dal declino demo-

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Years of glory suddenly ended for a tragic epidemic plague. It is clearly difficult to evaluate the deaths, but is estimated that the population, reached its peak in that very period, suffered about 100,000 victims, between one third and two fifths of the total. Plague didn’t cause, though, an immediate crisis. Just few years later Sultan Hassan built a gigantic mosque, bearing his name, considered one of the most remarkable masterpieces in Islamic world, and mameluk art highest point. Other huge monuments were erected between 1350 and 1390, most of which still exist. The economy did not fall apart completely, so much that in 1289 it built Cairene’s most famous market, Khan al-Khalili. Egiptian crisis continued throughout the 15th c. The capital, instead, maintained a certain ri-


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grafico e dalle crisi politiche, che aprirono la strada alla conquista ottomana.

chness, despite population decline and political crisis, which eased the Ottoman conquest.

OTTOMANI Le forze turche entrarono nel Cairo nel 1517. Fino ad allora, l’Egitto costituiva il centro di un impero che includeva Palestina, Siria e l’Hegiaz. La conquista lo ridusse ad una provincia tra altre trentadue. Il Cairo rimase la seconda città più importante, dopo Istanbul, e centro del più ricco e prestigioso regno arabo, ma pur sempre in una posizione di sudditanza difficilmente eludibile. Nonostante questo, sotto gli ottomani la città visse un periodo di crescita. In due secoli e mezzo, la popolazione, stimata tra i 150.000 e i 200.000 abitanti, raggiunse i 263.000. I suoi confini non si ampliarono, ma l’attività edilizia avvenne all’interno dei precedenti limiti, andando a colmare l’ampio spazio all’interno delle mura non ancora occupato sotto i Mamelucchi.

OTTOMANS The Turkish army entered Cairo in 1517. Before that, Egypt was the center of an empire encompassing Palestine, Syria and Hegiaz. Ever since, it has become a province among thirty-two. Cairo remained the second most relevant city, after Istanbul, and capital of the wealthier and most prestigious Arab reign, but still inferior. Despite this, the city experienced a period of growth under the Ottomans. In two and a half centuries the population rose from 150.000-200.000 inhabitants up to 263.000. Its boundaries didn’t increase, but building activity happened within former limits, filling the wide void inside the walls not yet occupied under the Mameluks.


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CENNI DI AN OUTLINE STORIA ARABA OF ARAB HISTORY Prima di Maometto la penisola araba era abitata da numerose tribù, alcune sedentarie, altre nomadi. Gli Arabi come nazione entrano, però, nella storia nei primi decenni del VII secolo quando Maometto, fondatore l’islam, li riunisce sotto lo stesso stato teocratico. Dopo la morte del Profeta (632), gli Arabi elaborano l’istituto califfale, primo rappresentante del quale è Abu Bakr, che imposta la struttura politica e sociale del nuovo stato. Con il secondo califfo Umar ibn al-khattab comincia l’età dell’espansione. Superato il particolarismo tribale, gli Arabi iniziano rapidissime conquiste: in pochi decenni l’Impero persiano è distrutto, al bizantino vengono sottratte Palestina, Siria, Egitto. Intorno al 661 i musulmani cominciano a differenziarsi in kharigiti, sciiti, mutaziliti e, infine sunniti. Il punto di maggiore scontro riguarda la scelta del soggetto che dovrebbe guidare la Umma islamica, con i kharigiti che indicano il criterio meritocratico, a prescindere da origine e condizione sociale, gli sciiti che limitano la scelta alla sola famiglia del profeta Maometto (la Ahl al-Bayt), e i sunniti che non considerano questa questione decisiva. Nello stesso periodo venne fondata la dinastia degli Omayyadi, con la quale il califfato diventa ereditario e la capitale si sposta a Damasco. Lo stato è centrale e imperniato su una rigida burocrazia.

Before Muhammad, the Arab peninsula was inhabited by several tribes, some nomadic, some sedentary. The Arabs became a nation during the first decades of the 7th century, when Muhammad, founder of Islam, gathers them under a theocratic State. After the Prophet’s death (632), the Arabs made the first Caliphate, representative of which is Abu Bakr, that defined the political and social structure of the new State.With the second Caliph Umar ibn al-khattab began the age of expansion. Passed the tribal particularism, the Arabs began rapidly to conquer: in a few decades the Persian Empire was destroyed, to the Byzantine Empire were subtracted Palestine, Syria, Egypt. Around 661, Muslims begin to differentiate into kharijites, Shias, Sunnis and mutazilites. The major clash point concerns the choice of the subject that should lead the Islamic Ummah with kharijites that indicate the meritocracy parameter, regardless of origin and social status, Shiites that restrict the choice to the Prohet’s family (Ahl al-Bayt), and Sunnis who do not consider this as a crucial issue. At the same time was founded the Umayyad dynasty, with which the Caliphate became hereditary and the capital moved to Damascus.

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La conquista araba si spinse verso Occidente fino in Spagna (711), ma venne infine fermata dai Franchi di Carlo Martello a Poitiers (732). Contemporaneamente gli Arabi si affacciarono a oriente sulle steppe dell’Asia Centrale e a settentrione oltre il Caucaso. Al 717 risale l’assedio di Costantinopoli, nel corso del quale la flotta araba venne distrutta, fatto che impedì l’espansione verso la penisola balcanica. Nel 750 gli Omayyadi furono travolti dall’insurrezione degli Abbasidi. Il nuovo califfato (750-1258) mutò il carattere dello Stato islamico da impero nazionale a monarchia soprannazionale. Prima Iranici, poi Turchi soppiantarono gli Arabi come classe dirigente, mentre la cultura accoglieva l’eredità del mondo antico e diventava elemento dominante dell’Oriente medievale. Nel X secolo l’impero si sfaldò, frammentandosi in numerosi stati: quello degli Omayyadi di Spagna (755-1012) e quello dei Fatimidi (X-XII secolo) in Nordafrica. In Persia si assistì alla rinascita politica e culturale iranica. Gli Imperi nordafricani degli Almoravidi e degli Almohadi (XI-XIII secolo) e quello siro-egiziano degli Ayyubiti (XII-XIII secolo), mantennero invece lingua, religione e cultura di stampo arabo. Il definitivo regresso politico e culturale dell’arabismo si ebbe dopo l’invasione mongola del XIII secolo a est e con l’avvento dei turchi mamelucchi in Egitto. A cavallo tra l’XIX e il XX secolo, alla sovranità ottomana subentra l’occupazione europea (la Francia in Algeria, Tunisia e Marocco; l’Italia in Libia; l’Inghilterra in Egitto). Stimolata dal confronto con la cultura europea e dalla riscoperta di un grande passato, rinacque l’identità araba che portò le popolazioni alla rivolta

The State is central and based on a rigid bureaucracy. The Arab conquest went westward to Spain (711), but was finally stopped by the Franks of Charles Martel at Poitiers (732). At the same time the Arabs were going to East on the steppes of Central Asia and the Caucasus in the North. Dates back to 717, the siege of Constantinople, during which the Arab fleet was destroyed, which prevented the expansion towards the Balkan peninsula. In 750 the Umayyads were overwhelmed by the insurgency of the Abbasids. The new caliphate (750-1258) changed the character of Islamic State from a national Empire to a supranational monarchy. Iranian first, then Turks and took over Arabs as the ruling class, while the culture was accepting the legacy of the ancient world and becoming the dominant element of the East in middle-age. In the 10th century the Empire broke up in many States: that of Umayyad Spain (755-1012) and that of the Fatimids (10th-12th centuries) in North Africa. In Persia, the Iranian culture was reevaluated. North African empires of Almoravids and Almohads (XI-XIII century) and the Syro-Egyptian Ayyubid (12th-13th centuries), manteined instead Arab language, religion and culture. The definitive political and cultural decline of Arabism happened after the Mongol invasion of the 13th century to the East and with the Turks Mamluks coming in Egypt. At the turn of the 19th and 20th centuries, Ottoman sovereignty was replaced by European


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contro i Turchi e allo schierarsi al fianco dell’Intesa nella Prima Guerra Mondiale. La dissoluzione dell’Impero ottomano diede luogo a una serie di stati autonomi, sottoposti a regime di protettorato. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale alcuni movimenti indipendentisti vennero repressi, ma la vittoria degli Alleati significò, per gli Stati arabi, il riconoscimento della piena indipendenza. Nel 1945 entrano a far parte dell’ONU. Nei due decenni successivi conquistarono l’indipendenza la Libia e l’Oman (1951), il Marocco e la Tunisia (1956), il kuwait (1961), l’Algeria nel 1962; il Bahrain, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti (1971). All’inizio degli anni ’70, dunque, tutti gli stati arabi avevano ottenuto l’indipendenza, con le rilevanti eccezioni rappresentate dalla Palestina e dal Sahara Occidentale (colonia spagnola prima, poi annessa dal Marocco). L’indipendenza, tuttavia, non è stata sinonimo nè di pace nè di democrazia. A partire dal 1948, con la nascita dello stato di Israele alla guerra civile siriana contemporanea, il medio oriente è sempre stata una delle zone più calde del mondo. Agitata da movimenti islamisti transnazionali schierati in contrapposizione all’occidente e rivalità tra paesi confinanti, la regione ha cercato nel 2011 di individuare una nuova forma di governo democratico. Il risultato della “primavera araba” è stato ambiguo e molte delle speranze iniziali tradite.

occupation (France in Algeria, Tunisia and Morocco; Italy in Libya; England in Egypt). Stimulated by comparison with European culture and the discovery of a great past, revived the Arab identity which led people to revolt against Turks and to side with the Triple Entence in World War I. The dissolution of the Ottoman Empire gives rise to a series of autonomous States, subjected to protectorate regimen. During the Second World War some independence movements were repressed, but the Allied victory meaned, for the Arab States, the recognition of full independence. In 1945 become part of the UN. In the two decades following, became indipendent Libya and Oman (1951), Morocco and Tunisia (1956), kuwait (1961), Algeria in 1962; Bahrain, Qatar and the United Arab Emirates (1971). In the early 70 ‘s, thus, all the Arab States had achieved independence, with the relevant exceptions represented by Palestine and Western Sahara ( Spanish colony, then annexed to Morocco). Independence, however, was synonymous neither peace nor democracy. Since 1948, with the birth of the State of Israel to Syrian contemporary civil war, the Middle East has always been one of the hottest areas of the world. Shaken by transnational Islamist movements deployed in opposition to the West and rivalries between neighbouring countries, the region has tried in 2011 to find a new form of democratic Government. The result of the “Arab spring” was ambiguous and many of the initial hopes failed.

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1.3 CAIRO CONTEMPORANEO 1.3 CONTEMPORARY CAIRO Napoleone arrivò in Egitto con le sue truppe nel 1798. La sua venuta non costituì, a livello urbano, un grande impatto sullo sviluppo del Cairo. Alcuni dei loro progetti, tuttavia, prepararono la via all’organizzazione degli interventi di Muhammad Ali. CAIRO VERSO LA MODERNITÀ Sulla linea indicata da i francesi, infatti, questo intraprese un grande processo di modernizzazione del paese, e della capitale in particolare. Tristemente, nello stato culturale dell’epoca modernizzazione poteva soltanto significare occidentalizzazio-

Napoleon arrived in Egypt with his troops in 1798. His arrival didn’t imply, urban-wise, an impact in Cairo’s development. Some of their projects, though, anticipated Muhammad Ali interventions. CAIRO TOWARD MODERN AGE Along the path pointed out by the French people, in fact, started a relevant modernization process throughout the country, and in particular in its capital. Sadly, at that time modernization could only mean westernization. Muhammad Ali’s impact can be summed up in the opening of two


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ne. L’impatto di Muhammad Ali può riassumersi nell’apertura di due grandi assi viari all’interno del tessuto urbano, quelli che poi diventeranno il Boulevard Muhammad Ali e al-Azhar street. Importantissima, inoltre, soprattutto perché ancora caratterizza in modo inconfondibile il panorama della città, fu la costruzione della moschea che porta il suo nome, progettata nel 1830 da un anonimo architetto armeno a imitazione dello stile turco. Fu uno dei successori di Muhammad Ali, Isma’il Pasha, salito al trono nel 1863, l’artefice della più grande riorganizzazione della città in nove secoli di storia. Il piano prevedeva l’espansione della città nelle terre agricole a ovest del nucleo abitato, arrivando ad unire i due insediamenti attorno ai

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major axes inside the urban fabric, the ones to become Boulevard Muhammad Ali and Al-Azhar Street. Of utmost importance, mainly because it has characterized the city’s skyline ever since, the construction of Muhammand Ali mosque, designed in 1830 by an anonymous Armenian architect mimicking Turkish style. One of Muhammad Ali’s heirs, Isma’il Pasha, arisen in 1863, was the author of the biggest rearrangement of the city in its nine-century history. The plan called for an expansion of the town in the agricultural land westward from the inhabited core, joining Bulaq and Fustat


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porti di Bulaq e Fustat, fino ad ora restati centri autonomi. Di chiara ispirazione haussmanniana, il disegno era impostato su ampi viali che collegavano diverse piazze (midan), e alcuni tagli all’interno della città vecchia. Nacque un nuovo Cairo, che scosse la stagnazione demografica prolungatasi fino ad allora portando la popolazione da 305.000 a 374.000 abitanti in meno di vent’anni, 19.000 dei quali stranieri. LA CITTA’ COLONIALE

L’occupazione britannica dell’Egitto iniziò nel 1882 e si prolungò come presenza militare fino al 1954, pur terminando formalmente con l’indipendenza egiziana nel 1936. Il più importante fenomeno in questo periodo fu la crescita demografica, che fece raggiungere 1.312.000 abitanti nel 1937. La città si dotò di un moderno sistema di trasporto pubblico di massa, con otto linee di tram. L’arrivo delle primi automobili, nel 1903, portò alla pavimentazione di quasi tutte le strade principali della nuova città. Nella città storica il sistema stradale

harbors. Clearly following Haussmann influence, the design was set on straight wide boulevards linking several squares (midan), and a few cuts inside the old city. A new Cairo was born, shaking the demographic stagnation lasted until than, increasing the population from 305.000 to 374.000 inhabitants in twenty years, 19.000 of whom foreigners. THE COLONIAL CITY British occupation of Egypt started in 1882 and went on as military presence until 1954, though officially ending with egyptian independence in 1936. The most relevant fact in this time is the population growth, as in 1937 inhabitants were 1,312,000. The city was equipped with a modern mass transportation system, eight tram lines. The first cars, since 1903, forced paving of almost any major street in the new city, The historic center’s streetscape stayed archaic, set apart from modern traffic. Delta drainage and the completion of Aswan dime in 1902 made available a huge


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rimase arcaico ed escluso dal traffico moderno. Lavori di bonifica idraulica nel delta e il completamento della prima diga ad Aswan nel 1902 resero disponibili una grande quantità di terreni prima inutilizzabili per le esondazioni del Nilo, sia sulle sue rive sia sulle isole: la prima lottizzazione di Zamalek, l’isola centrale, avvenne tra il 1905 e il 1907. Fu anche possibile la costruzione di ponti, aprendo la strada verso l’ovest. Contemporaneamente era fondata Heliopolis, nelle terre semidesertiche a nord-est, un complesso residenziale alternativo al centro sovraffollato, pensato soprattutto per il grande numero di stranieri che viveva in città. Iniziò qui il processo di emarginazione del centro storico, progressivamente escluso dalle politiche di pianificazione del governo e quindi da ogni sviluppo controllato verso la modernità. L’espandersi della città, sempre più frenetico, e la graduale emigrazione delle classi sociali più agiate verso i nuovi centri portarono il suo nucleo originale verso una posizione sempre più marginale.

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amount of land previously unusable because of Nile floods, both on the river edges and on the islands: the first parceling of Zamalek, Nile central isle, was conducted between 1905 and 1907. Building of bridges was possible, too, opening the west to the development. At the same time it was founded Heliopolis, in the deserted north-eastern lands, a residential complex thought for the big amount of foreigners living in the city. It started a process of marginalization of the historic center, gradually excluded from the governmental planning policy and thus from any controlled development towards modernity. The chaotic city expansion and the continuous emigration of upper social classes toward new centers brought the original core to a increasingly minor position. THE GREATER CAIRO 1936 marked a speeding up in the population growth, an hastening which hasn’t ceased yet and transformed in a few deca-


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IL GRANDE CAIRO

L’anno 1936 segnò un’accelerazione violenta nella crescita demografica, una spinta che non si è ancora esaurita e che ha trasformato nel giro di poche decine d’anni il Cairo nella maggiore megalopoli d’Africa e del mondo islamico. Il censimento del ’37 segna anche l’inizio del fenomeno dell’urbanizzazione e del crescente svuotamento delle campagne, accelerato dalle politiche d’industrializzazione di Nasser dopo la rivoluzione dei liberi ufficiali, nel 1952. Le dinamiche urbane della Repubblica Araba d’Egitto ed in particolare del Cairo verranno approfondite nel terzo capitolo. Preme però notare come la crescita esponenziale della città abbia profondamente turbato la sua struttura. Di fronte al gigantismo del Cairo il centro storico è stato costretto ad una posizione di irrilevanza geografica e demografica. La grave emergenza urbana cairota, che impegna il governo su un fronte ben più ampio, ha fatto tralasciare completamente la gestione del suo nucleo storico, se non, parzialmente, per il patrimonio monumentale. La sovrapposizione dell’infrastruttura di una metropoli ad un tessuto medievale comporta una pressione ed un sovraccarico gestionale a dir poco problematici, e a cui le autorità stentano a dare risposta.

des Cairo in the major African and Islamic megalopolis. Census in 1937 marked the start of the urbanization and the emptying of the countryside, made faster by Nasser’s industrial policy after the 1952 revolution. Urban dynamics in the Arab Republic of Egypt and particularly in Cairo will be examined in depth in the third chapter. It must be noticed that the exponential growth of the city deeply upset its structure. Compared to Cairo’s overgrowth the historical center is geographically and demographically irrelevant. The serious urban crisis engages the government in a much wider frontline, utterly neglecting the historical core management, apart from part of its monumental heritage. The overlapping of the infrastructure of a metropolis on a medieval fabric causes pressure and a problematic management overload, to say the least, to which authorities have difficulty in answering.


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1.4 ANALISI COMPARATIVA DELLE MAPPE STORICHE 1.4 COMPARED ANALYSIS OF HISTORICAL MAPS È difficile tracciare con rigore i confini del Cairo premoderno prima della spedizione Napoleonica. Da un lato l’assenza di una adeguata cartografia “scientifica”, dall’altro l’impossibilità di condurre scavi e studi all’interno di una città ancora densamente abitata, hanno fortemente limitato la conoscenza dello sviluppo cairota, dedotto soltanto da fonti. Un’eccezione è la grande area acheologica ad est di Fustat, che ha contribuito alla comprensione delle prime fasi di sviluppo dell’insediamento da cui ebbe origini la città. Per quanto riguarda gli ultimi due secoli, però, sono disponibili elaborati accurati. L’Unesco, negli studi per la determinazione dei confini del sito patrimonio dell’umanità, ha analizzato quattro mappe scientifiche risalenti a differenti periodi: -Mappa della spedizione francese in egitto, Description de l’Egypt, 1807;

It’s difficult to trace precisely Cairo’s pre-modern boundaries before Napoleon’s expedition. On the one hand there is a lack of adequate “scientific” cartography, on the other the impossibility of conducting excavations and studies within a living and densely inhabited city, leading to limited the knowledge of Cairene development, relying only on what is deducted from historical sources. An exception is the wide archeological area east from Fustat, which contributed to the acknowledgement of the first phases of the settlement which originated the city. The last two centuries, though, provided accurate drawings. UNESCO, during the work to determine the World Heritage site’s boundaries, analyzed four scientific maps from different periods:


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-Mappa Presse par L. Thuillier; d’apres le plan de GrandBey, 1888;

-French expedition in Egypt map, Description de l’Egypt, 1807;

-Mappa dei monumenti islamici nel Cairo, Egyptian Survey Authority (ESA), 1948;

-Map Presse par L. Thuillier; d’apres le plan de Grand-Bey, 1888; - Islamic monument in Cairo map, Egyptian Survey Authority (ESA), 1948;

-Mappa del Cairo, the Central Agency of Public Mobilization and statistics (CAPMAS), 2006; Lo studio comparato di queste ha messo in luce le diverse fasi di sviluppo della città, evidenziando come questa sia riuscita a mantenere inalterato gran parte del tessuto originario. I maggiori cambiamenti sono avvenuti a ridosso delle nuove arterie stradali ottenute attraverso sventramenti del nucleo antico, o con l’interramento di laghi e canali storici. Questi hanno comportato nuovi schemi d’insediamento e tipologie edilizie non coerenti con il tessuto storico. Lo sviluppo è avvenuto però sopratutto a ridosso della città storica, e non sovrapponendosi ad essa. Il danneggiamento del patrimonio architettonico non è spiegabile, quindi, se non in parte con lo sviluppo moderno. Paradossalmente, sono proprio le aree che meglio conservano l’impronta originale a versare nelle peggiori condizioni. Gran parte del degrado nasce dall’interno, dallo stato di abbandono in cui decenni di mancata pianificazione e conservazione hanno lasciato il centro.

Note: 1. I mongoli entrarono a baghdad nel 1258, e da lì conquistarono Iraq, Persia e Siria. I mamelucchi iniziarono a prevalere sull’ilkhanato solo con la vittoria vicino a Damasco, nel 1303.

- Cairo map, the Central Agency of Public Mobilization and statistics (CAPMAS), 2006; Their compasison study highlighted the different development stages of the city, pointing out how it maintained unchanged most of its original fabric. Major changes happened along the new axes to cut through the historical core, or in response of the burrial of lakes and canals. These implied new patterns and building typologies, not consistant with the historical fabric. Development took place, though, especially beside the old town, and not over it. Damages in the architectural heritage are just for a little part due to the modern growth. The biggest degradation is originated from the inside, by the state of neglect that decades of lacking planning and conservation have left.

Notes: 1. Mongols won Baghdad in 1258, and then conquered Iraq, Persia and Syria. Mameluks started prevailing the ilkhanate just in 1303, near Damascus.


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Rielaborazione grafica URHC, 2012

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2.1 l’hArAh 2.1 hArAh La vita comunitaria è un fattore essenziale della cultura egiziana. Il patrimonio del centro storico cairota non risiede solamente nella sua forma costruita, all’interno di questo è, infatti, ancora presente una popolazione radicata in un modo di vivere quasi-vernacolare che costituisce una testimonianza insostituibile e un esempio di ricchezza umana e sociale. Ancora più importante è il rapporto instauratosi tra il vivere e il costruito. Le pratiche quotidiane hanno modellato lo spazio in una forma urbana che le rappresentasse. Ancora oggi, forma architettonica e modello sociale si compenetrano secondo uno schema atto a mantenere i modi di vivere tradizionali. È questa forse una delle ragioni del profondo radicamento degli abitanti del centro storico del Cairo: il tessuto urbano che li ospita è il prodotto plurisecolare di pratiche del vivere che, pur essendosi evolute, hanno mantenuto con esso una fortissima relazione.

Community life is a key factor in the Egyptian culture. Historic Cairo’s heritage not only lies in its built form, indeed within it a population rooted in a quasi-vernacular way of life that still exists, representing an unique testimony and an example of human and social wealth. More importantly, there’s a strong link between life and buildings. Everyday practices have shaped space in an urban form which represent them. Today, still, architectural form and social model permeate each other through a pattern apt to maintain and sustain the traditional life style. This is probably one of the reasons why inhabitants are so deeply attached to Cairene historical core: the urban fabric which hosts them is the through-age product of the practices of life that, even if evolving, have kept a strong relation to it.

La nozione di casa è al centro della vita dell’uomo, e quindi parte fondamentale dell’esperienza urbana. Essa

The notion of home is at the core of human life, and thus a fundamental part of the urban


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connota un luogo più che uno spazio, dove dimensione e forma sono caratteristiche meno rilevanti dell’esperienza, della memoria, delle interazioni. Casa può comprendere i parametri fisici dell’abitazione, quelli più estesi di un quartiere, ma anche quelli sociali dell’ambiente domestico, o di una comunità. Nella cultura araba il concetto di casa nasce dal bisogno di protezione: bayt è infatti in origine un riparo coperto dove spendere la notte. Questo evidenzia come il termine non sia legato a una specifica forma fisica, e possa essere facilmente applicato a designare una stanza, un edificio, una comunità, o persino una città. Gli abitanti dei quartieri storici del Cairo indicano come casa il proprio harah. Questo termine non ha natura amministrativa, ma definisce un’area i cui confini sono basati sull’organizzazione spaziale dello spazio pubblico comune: le vie, con ingressi ben definiti, e le abitazioni circostanti. A quest’ordine corrispondono una struttura sociale ben definita, un’identità culturale distinta e responsabilità condivise per la sicurezza del luogo. In questo senso l’harah rappresenta una comunità ma al tempo stesso il luogo dove questa comunità si riconosce: un fenomeno sociale dotato di una forma fisica. Dunque la storia della comunità di un quartiere è indissolubilmente connessa con i suoi edifici, e fa sì che la memoria di ogni abitante sia inscritta in quello spazio1.

experience. It connotes a place more than a space, where form and size are less relevant features than experience, memory and interaction. Home can include the physical characteristics of an house, the wider neighborhood, but also the social ones of the domestic environment, or of a community too. In Arab culture, the concept of home originates from the need for protection: bayt is in fact a shelter to spend the night. This underlines how the term is not bound to a specific form, but can easily be used to define a room, a building, a community, or even a town.Cairo’s historic core’s inhabitants refer to the harah as their home. This word is not of an administrative nature, but defines an area whose boundaries are based on the spatial organisation of the communal public space: the alleys, with clear gates, and the surrounding dwellings. This layout matches a well-defined social structure, a distinct cultural identity, and shared responsibility for local security. To this extent, the harah represents a community, but also the place where this community recognises itself; a social phenomenon with a physical form. Thus in Cairo the history of a community is connected to its buildings, and every resident’s memory is inscribed in that space1.


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2.2 sPecie Di sPAZi 2.2 sPecies oF sPAces La relazione tipica tra l’organizzazione socio-spaziale e l’architettura nel Cairo storico vede la preponderanza dello spazio aperto, visto come una vera e propria costruzione, un percorso circondato da muratura2. In quest’ottica è difficile tracciare un confine netto tra edificio e strada: le abitazioni individuali, che preservano il territorio di ogni famiglia, sono meno rilevanti del territorio collettivo dell’harah. Luoghi pubblici e privati appartengono a uno stesso spazio interno, chiuso e protetto come quello di una casa, anzi la vera e propria casa3. I confini del domestico possono essere tracciati attraverso lo studio della vita quotidiana di un gruppo e gli spostamenti che determinano cambiamenti nel loro comportamento. Il percepire l’harah come il proprio territorio inclusivo porta tutti i suoi abitanti a riconoscersi nelle stesse pratiche: comunicazioni informali, mutuo supporto, abbigliamento, tanto che è possibile stabilire il limite di una casa dal modo in cui le persone, e in particolare le donne, sono vestite. L’uso dello spazio, interno ed esterno, rivela i modi in cui la casa è percepita e vissuta.

The typical relationship between socio-spatial organization and architecture in Historic Cairo calls for the prevalence of the open space, as a literal building, a path surrounded by masonry2. From this point of view it might be hard to trace a limit between building and alley: individual houses, protecting the family sphere, are less relevant than harah collective territory. Public and private places are merged in the same indoor space, enclosed and protected as the one of a home, in fact the real home3. Domestic space boundaries are delineated through analysis of everyday life and the movements that imply a changing in their behaviour. Feeling the harah as their own inclusive territory makes the resident accept the same practices: informal communication, mutual support, dress code, so that it is possible to determine home limit by the way people, and especially women, are dressed. Indoor and outdoor use of the space reveals how


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La pratica dell’abitare nell’harah cairota è una combinazione di tre elementi: le configurazioni spaziali, le azioni e icomportamenti dei residenti, la distribuzione temporale di questi. Analizzando le relazioni tra questi è possibile comprendere come lo spazio cittadino è utilizzato per adattarsi alle essenziali caratteristiche sociali della comunità. La nozione estesa di dimora ha permesso di rispondere alle limitazioni spaziali con un sistema coordinato di attività. Così lo stesso luogo può avere diverse funzioni a seconda dell’ora, del periodo della settimana, o in occasione di festività e celebrazioni. Allo stesso modo alcune attività possono muoversi da un luogo a un altro. La distribuzione di queste corrisponde al grado di privatezza di cui esse necessitano. Alcune attività, come il dormire, devono svolgersi in ambienti specifici in termine di tempo e controllo. Altre sono più flessibili e possono aver luogo ovunque e in ogni ora. La socializzazione può avvenire in città con amici ed estranei, nell’harah con i vicini, in casa con la famiglia. Altre ancora possono compiersi indifferentemente in determinati luoghi, ma non in altri. Si introduce così il concetto di spazi part-time, riconfigurati continuamente per rispondere al mutare delle esigenze ed ospitare nello stesso luogo attività pubbliche e private. In molti casi, inoltre, queste relazioni sono modellate dai rapporti di genere. Ciò che si ritiene appropriato per un uomo non lo è spesso per una donna. È comune, per esempio, che gli uomini consumino i pasti in strada, mentre le donne lo fanno principalmente al chiuso. È reciproco lo scambio tra lo spazio che organizza le attività e le pratiche che vi si svolgono, e le stesse attività che danno forma allo spazio e ne definiscono la vocazione. Le strade principali sono chiaramente qualificate come pubbliche e possono ospitare le attività commerciali e i laboratori artigianali. Il darb che costituisce la spina dell’harah parte dello spazio aperto d’ingresso al quartiere addentrandosi nei suoi recessi, diventando una vera e propria estensione delle abitazioni, fino a diramarsi negli zuqaq, vicoli a fondo chiuso. Mangiare, bere tè e fumare la shisha (pipa ad acqua) sono attività tipiche che vengono svolte quotidianamente all’ingresso dell’harah e

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home is perceived and experienced. The practice of home in cairene harah is a combination of three elements: spatial configuration, residents actions and behaviors, and their temporal distribution. Analysing the relations between them it is possible to understand how city space is used to adapt to essential social feature of a community. Extended notion of a dwelling is allowed responding to spatial limitation through a system of coordinated activities. The same place can have different functions throughout the day, the week, or on special occasions and celebrations. Similarly some activities can move from a place to another. The arrangement of activities matches the privacy levels they need. Some activities, such as sleeping, must take place in specific environments, in terms of space and control. Others are more flexible and can be carried out everywhere at any hour. People can socialize in town with friends and strangers, in the harah with neighbors, at home with the family. Other activities can be performed in some places alike, but not in all. In this way the concept of part-time spaces is introduced, rearranged to adapt to the evolving needs and host in the same place public and private activity. In many cases these bonds are shaped by gender relationships. What can be appropriate for a man often isn’t, for a woman. It is common, for instance, for men to consume meals in the street, while women do it mainly indoors. There is a mutual relationship between space, organizing activity and practice placed in it, and the activities themselves, which shape the space and define its character. Main streets are clearly defined as public and can lodge commercial activities and workshops. The darb, harah’s main spine, starts from the open space of the neighborhood’s entry going deep into it, turning into an extension of the houses, until it branches out into the zuqaqs, dead-end alleys. Eating, drinking tea and smoking shisha (water


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nel suo midan (piazza). La maggior parte degli uomini pranza (e più raramente cena) di fronte ai propri negozi, magazzini e abitazioni. Più si scende nella gerarchia delle strade più lo spazio si fa privato, fino ad arrivare all’intimità, considerata quasi sacra, della stanza da letto. Di mattina, la sfera pubblica locale è occupata interamente dalle attività economiche e dai lavoratori. Gli artigiani lavorano in strada, i venditori si contendono gli

pipe) are typical activities that take place at the entrance of the harah and in its midan (square). Most of the men have lunch (but rarely dinner) in front of their shops, warehouses and residences. Descending in the route hierarchy spaces get more private, up to the intimacy, considered sacred, of the bedroom. In the morning the public sphere is filled with economic activities and labours. Craftsmen work


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acquirenti. La relazione tra spazio interno di un edificio, il suo fronte e la parte pavimentata della strada nelle sue immediate vicinanze è indicata tramite il concetto tradizionale di fina’ , e gioca un ruolo fondamentale nel creare l’ambiente urbano. Parallelamente, gli anziani spendono le loro giornate con vicini e amici in angoli ombreggiati della via principale. A tutti il più vicino ahwa (caffè) porta con cadenza rego-

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in the street, and vendors compete to attract customers. The relationship between the internal space of a building, its front and the paved surface of the street in its proximity is usually described with the traditional term fina’, and play a fundamental role in creating the urban environment. At the same time, elderly spends its days with neighbors and friends in the shaded corners of the main alley. The closest ahwa (coffee house) pro-


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lare bevande calde e tabacco per la shisha. Nonostante le ore lavorative si estendano fino alla sera, l’occupazione dello spazio vede, nel pomeriggio e durante la notte, la commistione di attività commerciali e residenti. La sfera pubblica dell’harah diventa un luogo d’interrelazione e scambio: i bambini giocano in strada e gran parte degli uomini vi spende le ore notturne. La prevalenza di attività commerciale è spezzata durante i fine settimana e, soprattutto, per festività e occasioni. In particolare rituali come matrimoni e funerali, che coinvolgono l’intera comunità, si avvalgono dello spazio pubblico.

vides regularly hot drinks and tobacco for shisha. Although working hours extend until evening, occupation of space in the afternoon and night becomes mixed, with an intertwining of commercial and residental programmes. Harah public sphere becomes a place of interrelationship and exchange; children play in the streets and most of the men spend their the night. Commercial activities are replaced in weekend and specially for feast days and celebrations. In particular, weddings and funerals involve the whole community, using the public space.

A questa dimensione pubblica dell’harah corrisponde una sfera più privata, quella delle vie interne. Se gli ingressi e le parti più accessibili del quartiere sono destinate agli uomini, i luoghi più appartati sono invece prevalentemente femminili. In questo spazio alcune attività domestiche possono muoversi all’esterno rimanendo integrate alla sfera familiare. Sull’uscio di casa si può lavare le stoviglie o il bucato, oltre che socializzare con le proprie vicine e amiche. I cul-de-sac sono spesso destinati al bucato o all’allevamento di capre e galline.

To this public dimension of the harah corresponds a much more private sphere; the one of the inner alleys. Entrances and accessible zones of the neighborhood are men’s realm. Secluded areas are mainly feminine. In this space some domestic activity can move outdoors yet still remain integrated with family life. House edges and platforms are used to wash dishes or clothes, as well as to socialize with friends. Cul-de-sacs are often appropriated as animal-raising areas or to hang the laundry.

Lo spazio interno all’abitazione si presta a ospitare lo studio dei bambini nel pomeriggio, i pasti specialmente serali, e spesso raccoglie la famiglia davanti alla televisione, la sera. La vita della donna si svolge quasi interamente in questo territorio, mentre l’uomo spesso torna a casa solo per dormire e cambiarsi. Un cambiamento in quest’organizzazione spaziale genera una risposta nell’ordine sociale. Ad esempio l’apertura di una strada in precedenza a fondo chiuso genererebbe l’immediata involuzione dello spazio domestico, estromettendo la parte esposta al mondo esterno. Aprire un caffè all’ingresso di una harah, allo stesso modo, escluderebbe l’area circostante dal territorio della casa: un luogo apertamente pubblico, e quindi “maschile”, non sarebbe appropriato per il movimento informale delle donne.

The indoor space of the house hosts children studying during the afternoon, meals at night, and collect the family in front of the TV, in the evening. A woman’s life occurs almost completely in this territory, while the man comes back home just to sleep and change clothes. A change in the spatial arrangement generates a response in the social order. For instance opening a formerly dead-end alley implies an immediate involution of the domestic space, ejecting the part exposed to the outer world. Opening a coffee house at the entrance of the harah, in the same way, excludes the surrounding area from the home territory: an openly public space, thus masculine, wouldn’t be appropriate for women informal movement.


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2.3 VAntAGGi Del ViVere nell’historic cAiro 2.3 ADVAntAGes oF liVinG in historic cAiro Le caratteristiche del centro storico ne fanno un ambiente insostituibile sia per chi vi vive da più generazioni, sia per i migranti dalle aree rurali, che vi riconoscono un luogo dove poter mantenere le proprie tradizioni e il proprio stile di vita. I residenti del centro storico hanno un profondo radicamento e difficilmente se ne allontanerebbero, malgrado il diffuso degrado che li circonda. Vivere nell’Historic Cairo presenta alcuni evidenti vantaggi che ne fanno un modello da replicare più o meno fedelmente nei quartieri informali che cingono la città. -percorribilità pedonale: nonostante l’accesso carrabile sia consentito pressoché ovunque, nella pratica esso è ristretto dalla conformazione fisica del tessuto, dal cattivo stato delle strade, spesso non pavimentate, e dalla scarsa diffusione di veicoli di proprietà. La mobilità all’interno

Features of the historic core makes it an irreplaceable environment for those who weere born there, and immigrants from the rural areas, who recognise it as a place where keep their traditions alive. Inhabitants have deep roots and would hardly move, despite the widespread decline. Living in Historic Cairo has some clear advantages, that makes it a model for informal areas around the city. -Walkability: although cars are allowed almost everywhere, their access is restricted by physical conformation of urban fabric, bad condition of often unpaved streets, and low diffusion of vehicles among resident. Mobility within hi-


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del centro è prevalentemente pedonale. -autosufficienza e prossimità al lavoro: la grande varietà di negozi e i mercati locali soddisfano tutte le necessità dei residenti, che li apprezzano anche come risorsa economica per l’area. Infatti la maggior parte dei residenti del centro storico lavora al suo interno. -partecipazione: il senso di comunità e cooperazione non aiutano soltanto la vitalità di un’area, ma spingono i suoi abitanti a rimediare a quei servizi che le autorità locali non forniscono. La pulizia delle strade è prevalentemente condotta dalla popolazione residente, e include il bagnare la pavimentazione (per rinfrescare l’aria e mantenere la polvere a terra), piantare alberi, manutenere l’illuminazione pubblica: la gente si prende cura di ciò che le appartiene. -solidarietà: la presenza di legami sociali fortissimi accentua la coesione e l’attaccamento e porta a forme di mutua assistenza e solidarietà. La fonte più frequente di finanziamento per le riparazioni delle abitazioni, per esempio, sono i gama’iyaas, sorta di gruppi per il risparmio comunitario.

storic district is mainly pedestrian. -Self-sufficiency and proximity to work: the huge number of shops and local markets satisfy every need of the residents, who appreciate then as an economic asset for the area, too. The vast majority of inhabitants of Cairo central districts work within it, indeed. -Participation: sense of community and cooperation not only help an area’s vitality, they involve residents taking care of those services that local authority don’t provide. Street maintenance is mainly conducted by inhabitants, and include street washing (wetting it, in order to keep fresh the air and down the dust), planting trees, fixing public lighting: people maintain what they feel theirs. -Solidarity: tight social bonds emphasize cohesion and attachment, and encourage mutual assistance and solidarity. The most common source of financing houses repairs, for instance, are gama’iyaas, sort of saving clubs.


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2.4 DeGrADo e AbbAnDono 2.4 DecAy AnD neGlect Tutti i benefici del vivere nel Cairo storico sono fortemente indeboliti dal grande degrado in cui esso versa. Data la compenetrazione che si è cercato di descrivere, tra le forme del vivere e il tessuto che le ospita, è chiaro come la trascuratezza pressoché totale di alcune aree incida in maniera profonda sulla comunità che vi risiede. Il risultato è un lento ma incessante abbandono: sebbene il radicamento sia forte, e malgrado l’immigrazione dalle campagne, la popolazione negli ultimi trent’anni sta lentamente declinando4.

All the benefits of living in historic Cairo are strongly weakened by its vast degradation. Due to the total relationship between forms of living and urban fabric described earlier, it appears clearly how some areas state of neglect deeply conditions the community living there. The result is a slow but unstoppable abandonement. Despite the deep rooting and the rural immigration, the population in the last thirty years is declining4.

Sarebbe sbagliato indicare solo nella mancanza d’interventi da parte dell’autorità la causa dell’involuzione dei distretti storici. I residenti di un’area si sforzano di massimizzare di questa i valori sociali, economici, psicologici, cioè i più rilevanti per la loro vita quotidiana; ma questo impegno è spesso a scapito delle qualità storiche, di cui hanno una scarsa o nulla

It would be wrong to point at the lack of intervention by authorities as the only cause of this decline. Residents in an area try to maximize its social, economical, psychological values; but this often damages the historical qualities, due to the inadequate or sometimes inexistent awareness.


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cognizione. D’altra parte i (pochi) progetti attivati all’interno del Cairo hanno come unico interesse la tutela delle caratteristiche storiche ed estetiche (o, peggio, a volte solo di quest’ultime).

On the other hand, the (few) development projects activated for the site have a unique interest in historical and aesthetic features (or, worse, sometimes just the latter).

Il significato di un luogo non è definito solo dalla sua forma costruita ma da ciò che abita al suo interno ed intorno ad esso. Se il senso del mantenimento del patrimonio architettonico risiede nella trasmissione alle generazioni future di contenuti che comprendono la cultura locale, l’eliminazione di questi contenuti lo svaluta. Questo è ancora più vero se quel patrimonio vive un rapporto totalizzante con la sua componente vitale. Come il degrado fisico di un luogo segna la vita al suo interno, così l’abbandono dei suoi abitanti provocherebbe un degrado non meno concreto.

The meaning of a city is not defined just through its built form but by what lives within and around it. If maintaining an architectural heritage means transmitting to the future generations contents including local culture, removing this content decrease its value. This is much more true if that heritage and its social part are so deeply related. As physical damage marks its inner life, inhabitants abandonment would cause a degeneration just as real to the community.

note_notes: 1. AbDelMoneM Mohamed Gamal, responsive homes of old cairo: learning from the past, feeding in the future, in home renaissance Foundation Working Papers, numero 28, 2011 2. Kern stephen, the culture of time and space: 1880–1918, harvard University Press, 2003, cambridge, pp.131-180 3. AbDelMoneM Mohamed Gamal, the practice of home in old cairo: towards socio-spatial models of sustainable living, in traditional Dwellings And settlements review , Volume XXiii numero ii, 2012, pp 35-50 4. Gli ultimi dati certi risalgono al censimento del 2006. Da allora in realtà la popolazione del cairo storico sembra essere leggermente aumentata. 4. the last certain data are provided by 2006 census. since then, it seem indeed that population has increased.


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3.1 GREATER CAIRO REGION “Andrò in Egitto”, “ Sto ritornando dall’Egitto”, “Ho spedito della posta in Egitto”, “la giovani ragazze d’Egitto”, tutti si riferisco alla capitale chiamandola Egitto e niente attesta la sua supremazia, la sua situazione privilegiata meglio che questa definizione. Il Cairo è un microcosmo dell’Egitto, E’ al centro della letteratura, così com’è al centro dello spazio e del tempo”. 1

“I am going to go to Egypt” “I’m returning from Egypt”, “I sent a courier to Egypt”, “the young girls from Egypt”....Everyone refers to the capital city by saying “Egypt” and not “Cairo” and nothing attests its supremacy , its privileged situation better than this designation. Cairo is a microcosm of Egypt. It is the heart of literature just as it is the heart of space and time”.1

La regione del Greater Cairo, quali che siano siano considerati i suoi confini, è una metropoli. Questa definizione non è giustificata solo dalle sue dimensioni e dalla sua crescita, da cinque a diciotto milioni di abitanti in cinquanta anni, ma anche dall’eterogeneità delle città-quartieri che la compongono. Inoltre, la sua centralità fisica e demografica all’interno dell’area araba, è affiancata da una preminenza simbolica, storica, religiosa. Il Cairo continua a rappresentare il centro eminente della cultura, del patrimonio, dell’educazione e dello

The Greater Cairo region, whichever way you look at its boundaries, is a metropolis. This definition is justified not only by its size and its growth (from five to eighteen million people in fifty years), but also by the heterogeneity of the city neighborhoods that compose it. In addition, its physical and demographic centrality within the Arab region is supported by a symbolic, historical, and religious preeminence. Cairo remains the most important center of culture, heritage, and education in the Arab world.


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stile arabo nel mondo. Tuttavia oggi è un sistema difficilmente afferrabile: è in uno stato di cambiamento continuo in cui le diverse dinamiche s’influenzano, si contraddicono, facendo apparentemente precipitare la città in uno stato d’irrimediabile caos. Tale situazione pone il Cairo come caso esemplare di un quesito di attualità: quanto grande può essere una città per essere gestibile? Tale limite è dipendente dal grado di povertà di chi vi abita? Quali sono le strutture amministrative necessarie alla gestione dei mega agglomerati? Il policentrismo è ancora una politica attuabile? In una prospettiva di lungo periodo, quale sarà il ruolo di tali città? Lungi dal dare risposte generali a questi quesiti estremamente complessi, si presenteranno i tre fattori di trasformazione che stanno determinando le linee forti dello sviluppo del Cairo 2. Il primo di questi consiste nella biforcazione dello sviluppo urbano, che sta cambiando la gerarchia delle polarità. Il centro della città, pur mantenendo la sua preminenza culturale e religiosa e simbolica, ha perso parte del suo peso urbano poichè la vita nuova del Cairo si sta sviluppando nelle aree periferiche, nelle espansioni desertiche e nei quartieri informali. Questo spostamento del baricentro ha generato, come vedremo, non solo cambiamenti dello spazio fisico ma anche trasformazioni sociali e culturali. Conseguente a questo primo fattore, il secondo riguarda il mutamento della topografia urbana, demografica e sociale del centro storico. In cerca di una nuova funzione, il centro si trova in balia delle grandi masse che si muovono nel suo intorno e lo attraversano. Il terzo fattore consiste nel rafforzamento della dominanza del Cairo sulla nazione, tanto forte che la continua espansione della capitale sembra un’invasione del paese stesso. In relazione a questo fattore, l’approfondimento indagherà il sistema del delta. Al fine di dare un’immagine coerente di questi fenomeni, si presenteranno in maniera isolata alcune parti del Cairo per evidenziarne le peculiarità, si confronterà poi il sistema Cairo con altre città storiche dell’area MENA. L’analisi storica della politica di pianificazione, dalla rivoluzione del 1952 a oggi , si renderà necessaria per contestualizzare le dinamiche attuali della regione metropolitana e le ripercussioni di queste sul centro storico.

However, today this is difficult to imagine: it is in a state of transformation, in which the various dynamics both influence and contradict themselves, leading the city into a state of apparently irretrievable chaos. This situation raises Cairo to the status of an exemplary case for a vital issue: how big can a city get to be manageable? Does this limit depend on the degree of poverty of those who live there? What are the administrative structures necessary for the management of mega cities? Is polycentricism still a feasible policy? In a long-term perspective, what will be the role of these cities? Although they are far from providing even general answers to these complex questions, there are three factors of transformation directing Cairo’s lines of development 2. The first of these is the bifurcation of urban development, which is changing the hierarchy of polarities. The city center, while maintaining its symbolic, cultural and religious importance, has lost much of its urban influence, as Cairo’s “new life” is developing in suburbs in the desert and in informal neighborhoods. This change in focal point has created not only physical mutations of the urban space but also social and cultural transformations. Consequent on the first factor, the second one concerns the changing of the urban topography, the social demography, and historic centre. While seeking, or needing a new identity, the center is at the mercy of the huge masses that move in its surroundings and that move across it. The third factor is the reinforcement of the dominance of Cairo over the nation, which is so strong that the continuous expansion of the capital seems an invasion of the country itself. In connection with this factor, the deepening will investigate the delta system. In order to provide a coherent picture of these phenomena, some of Cairo’s districts and characteristics are illustrated separately, to highlight their specific nature. Then the “Cairo system” is compared to other historical cities of the MENA area. The historical analysis of planning policies, from the 1952 revolution to the present day, is needed to contextualize the current dynamics of the metropolitan region and the impact of these on the


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Sebbene, infatti, il progetto presentato in questa tesi non abbia le caratteristiche né la massa critica per riscrivere i rapporti tra centro storico e intorno, è di fondamentale importanza comprendere il ruolo che il centro storico può assumere al fine di valorizzare il suo potenziale in un’ottica globale e olistica.

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historic core. Although the project presented in this thesis lacks some of the features as well as the critical mass required to rewrite the relationship between the historic city and its surroundings, it aims to help an understanding of the role that the Centre can play to enhance its potential, within a holistic approach.


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DElTA la regione metropolitana del Greater Cairo s’inserisce in un contesto geografico particolare: il Delta del Nilo. Analizzare le dinamiche urbane, che avvengono nell’intorno della città, è funzionale alla comprensione delle relazioni intercorrenti tra un sistema urbano di tali dimensioni ed un contesto chiamato semplicisticamente rurale.

The metropolitan region of Greater Cairo is located in a particular geographic context: the Nile Delta. Analysing urban dynamics, which take place around the city, is functional to the comprehension of the relations between an urban system of this size and a context called simplistically “rural”.

l’Egitto ha due paesaggi: la valle del Nilo e il deserto. Questa elementarità di configurazione fisica riporta al rapporto atavico che esiste tra l’uomo e il territorio e alla domanda che lo regola: dove si può vivere? Risposta paradigmatica è la distribuzione della popolazione egiziana: il 98% delle persone abita lo spazio “nilotico”, il 70% del totale vive nel Delta, su di una superficie inferiore al 3% dell’intero territorio egiziano. la peculiarità del paesaggio del delta consiste nel celare la densità di popolazione che la abita. la densità media di 2100 ab/kmq è assimilabile a quella di los Angeles. l’esiguità dell’impatto di tanta popolazione sul territorio è da attribuirsi al fatto che nelle zone rurali della valle del Nilo a ogni abitante corrispondono circa 10 mq di costruito (quando la media in occidente si aggira attorno ai 45 mq). Ciò genera un territorio abitato come una città eppure agricolo, situazione riscontrabile in poche aree del mondo (nelle società idrauliche dell’India e della Cina orientale). Al di là delle politiche delle autorità egiziane, che da più di quaranta anni stanno cercando, con scarso successo, di spostare la popolazione nel deserto, la Valle del Nilo rappresenterà ancora per molto tempo il cuore del paese.

Egypt has two landscapes: the Nile Valley and the desert. The simplicity of its physical configuration refers to the atavistic relationship between the human being and the territory and the question that rules that: where is it possible to live? Paradigmatic answer to that is the Egyptian population distribution: 98% of people living in the “Nilotic” space, 70% of the total lives in the Delta, over an area smaller than 3% of the entire Egyptian territory. The peculiarity of the Delta landscape is to conceal the population density that inhabits there. The average density of 2100 inh/km2 is comparable to that of los Angeles. The smallness of the impact of this population in the territory is due to the fact that in rural areas of the Nile Valley to each inhabitant correspond about 10 m2 of built surface (when the media in the West roams around 45 m2). This generates a territory inhabited as a city, and yet agricultural, situation found in few areas in the world (hydraulic societies of India and Eastern China). Beyond the policies of the Egyptian authorities, which for more than forty years are trying, with little success, to move population in the desert, the Nile Valley will be still for a long time the heart of the country.

Dal punto di vista dell’analisi urbana diventa allora il campo d’indagine privilegiata del fenomeno dell’”urbano generalizzato”. la tendenza urbana più attuale, teorizzata da studiosi quali Gottmann e McGee, è, infatti, quella della “metropolizzazione del territorio”: l’urbano non è più pensato come nucleo ma come rete. In questa dinamica, urbano e rurale si confondono, la loro distanza si accorcia sia dal punto di vista spaziale (rete dei trasporti) che dal punto vista concettuale (il nuovo spazio

From the perspective of urban analysis then becomes the ideal investigation field of the “generalized urban” phenomenon. The most current urban trend, theorised by scholars such as Gottmann and McGee, is, in fact, that called “land metropolization”: the urban is no longer thought as core but as network. In this dynamic urban and ruralmingle, their distance becomes shorter both in terms of space (tran


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di scambio è il web che annulla lo spazio fisico reale tra un utente e l’altro). In una dimensione più locale, il Delta del Nilo è un territorio in transizione. Ancorato alle due estremità di Alessandria e del Cairo, città metropolitane che agiscono sul contorno, lo spazio d’intermezzo è caratterizzato da una miriade di piccoli villaggi e da alcune città di medie dimensioni, tra cui le maggiori sono Tanta, Mahalla e Mansura. In questa Mesopoli diffusa si instaurano due tipi di trasformazioni: la microurbanizzazione dei villaggi che, in modo del tutto spontaneo, diventano città e la polarizzazione delle città che drenano tutte le funzioni. Entrambe mettono a rischio lo spazio rurale, che per l’Egitto è lo spazio della sussistenza. Dal 1974 è infatti paese importatore di beni agricoli e del grano che, come è noto, è l’alimento principale della popolazione. Ciò mette in diretto rapporto lo spazio rurale, la quantità di beni da importare, l’oscillazione dei prezzi dovuta a cause esterne. Il sistema del Delta così definito presenta molte fragilità: un territorio acquatico da preservare dal punto di vista ambientale, lo spazio rurale da tutelare quale base economica, un’urbanizzazione diffusa da organizzare secondo i parametri della densità e del minimo impatto. Al contempo, e per le stesse ragioni, la Mesopoli del Delta diventa il luogo ove sperimentare, da parte delle autorità egiziane, una nuova gestione del territorio che miri a potenziare le città medie decongestionando le grandi metropoli, a realizzare un sistema urbano di connessioni a ridefinire il valore culturale del paesaggio antropico e naturale, a tentare una nuova qualità del vivere.

sport network) that from a conceptual viewpoint (the new exchange space is the web that cancels the physical space between an user and the other). On a more local scale, the Nile Delta is aterritory in transition. Anchored at Alexandria and Cairo, metropolitan cities that act on the surrounding, the in-between space is characterized by a myriad of small villages and some medium-sized cities, as Tanta, Mansura and Mahalla. In this widespread Mesopolis two types of transformations are occuring: the completely spontaneous micro-urbanization of villages and the polarization of cities that drain all functions. Both these are threatening rural space, which for Egypt is a subsistence space. Since 1974 it has been an importing country of agricultural goods and wheat, that is the main food of the population. This puts in direct relationship rural areas, the quantity of goods to be imported, the prices’ volatility due to external causes. The Delta system thus defined presents many fragility: an aquatic territory to preserve from an environmental point of view, rural space to protect as it’s the economic basis of the country, a diffuse urbanization to manage according to the parameters of the density and minimum impact. At the same time, and for the same reasons, the Delta Mesopolis becomes the place where the Egyptian authorities can test a new territorial management, that aims to strength the middle-size cities decongesting the large metropolises, to implement a urban system of connections, to define the cultural value of anthropic and natural landscape, to get a new quality of life.

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3.2 PIANIFICARE lA METROPOlI 1952-2013 3.2 PlANNING THE METROPOlIS 1952 - 2013 Il 1952 è un anno miliare per l’Egitto: la rivoluzione condotta dal generale Nasser porta alla caduta della monarchia e alla nascita della Repubblica. Per la prima volta in quello stesso anno, il governo si chiede se è possibile, auspicabile, necessario, ripensare lo sviluppo generale della città, non più come insieme statico del centro e delle periferie, ma come organismo, in costante autoridefinizione. S’impone dunque la realizzazione di un piano direttore come strumento di pianificazione strategica a lungo termine. Dal 1953 sono stati elaborati tre schemi direttori la cui validità può essere misurata oggi nella dimensione reale, dando un parametro di lettura non solo del contesto urbano ma anche dello strumento utilizzato e delle scelte fatte. L’analisi cercherà quindi di sottolineare in che modo delle direttive eteronome sono state metabolizzate dall’organismo urbano, delineando un sistema meta-partecipativo, tra la pulsione vitale della città e il palinsesto di norme con il quale essa si deve confrontare.

1952 is a milestone year for Egypt: the revolution led by general Nasser led to the fall of the monarchy and the birth of the Republic. For the first time in the same year, the government wondered if it was possible, desirable, or necessary, to rethink the general development of the city, no longer as a static set of center and peripheries, but as a body in constant self re-identification. The realization of a master plan, therefore, was set up as a tool for long-term strategic planning. After 1953 three master plans were tried, whose validity can be measured today in real terms, providing a parameter to interpret not only the urban context but also the tools used and the choices made. The analysis then tries to detect how the directives’ intentions were metabolized by the urban system, outlining a semi-participatory system, between the vital drives of the city and the palimpsest of rules, with which it had to interact.


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lO SCHEMA DIRETTORE DEl 1956 Il primo schema direttore del Cairo fu approvato nel 1956, dopo tre anni di lavoro. In una situazione politica di forte instabilità, dal programma in undici punti pubblicato nel 1953 dal governo, emersero però due obiettivi prioritari: educazione e industrializzazione. A dar riposta sotto il profilo della pianificazione a queste importanti ambizioni, sono chiamati numerosi tecnici di formazione europea: economisti, ingegneri, urbanisti, di massima competenza e senza alcuna velleità politica. Tra questi El Samak, Botros, El Sadr e Tadros rileveranno la necessità di elaborare uno schema direttore per ogni città egiziana al fine di individuare il settore di sviluppo più importante, la localizzazione delle relative industrie, la futura domanda abitativa. Il primo degli schemi sarà quello della capitale. Il piano si articolava in due macroambiti, visti come optativi sul medio periodo, da realizzarsi compiutamente sul lungo periodo. La prima linea strategica era incentrata sul potenziamento dell’industria come mezzo di sviluppo della popolazione. A questo fine si prospettava la costruzione di sei città-industria nel raggio di trenta chilometri attorno al Cairo, ancorate a nodi industriali già esistenti (Qaha,

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MASTERPlAN 1956 The first masterplan for Cairo was approved in 1956, after three years’ work. In a situation of political instability, from the program of eleven points published in 1953 by the government two priority objectives emerged: education and industrialization. In order to respond to these major ambitions, numerous technicians with European training were called in: economists, engineers, urban planners, of maximum competence and without any political ambitions. Among these, El Samak, Botros, El Sadr and Tadros will detect the need to draw up a scheme for each Egyptian city in order to locate the most important sectors of development, the localization of the relevant industries, and future housing demand. Of these, the first plan will be the capital’s. The plan was divided into two macro areas, seen as desirable for the middle period, and to be carried out fully in the long term. The first strategy focused on the development of industry as a means of development of the population. For this purpose, the construction of six city-industries within a radius of thirty kilometers


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Abou Zaabal, Birkash Helwan, El Tebbin, Hawamideyah). Oltre alla delocalizzazione delle industrie, queste città dovevano anche assorbire l’accrescimento della popolazione: il tetto massimo di popolazione per il Cairo città era posto a 400000 abitanti. La domanda abitativa era stimata in base alla mano d’opera che poteva occupare ciascuna industria. Questa politica di potenziamento dei poli secondari, replicata su tutto il territorio abitato, avrebbe dovuto frenare l’esodo dalle campagne. La seconda linea strategica si confrontava con la dimensione urbana del Cairo. Una volta liberata la città dalle industrie inquinanti, questa poteva essere riprogettata attraverso una serie di elementi verdi, che ne avrebbero delimitato l’espansione sulle terre fertili. Il piano prevedeva poi due aree di sviluppo suburbano: una sul Moqattam e l’altra nell’area a sud est di Heliopolis, allora occupata dagli accampamenti dell’esercito (l’odierna Madinat Nasser). Il piano non prevedeva alcun tipo d’intervento sul centro storico. Una volta approvato lo schema direttore, la politica dell’emergenza prese il sopravvento: la risposta puntuale e frammentaria ai bisogni di volta in volta più impellenti tradì il principio stesso dello strumento urbanistico. L’intervento di emergenza, spesso accompagnato da una certa retorica politica, fu elevato a strategia, determinando una crisi del sistema urbano tanto profonda da generare un vortice di declino dal quale la città non saprà più uscire. L’atteggiamento nazionalista in politica estera sembrava riflettersi a scala minore nel miope accentramento di tutte le attività nella capitale. Delle sei città industria previste, venne realizzata solo Helwan e, contrariamente a quanto deciso nel piano, se ne costruì un’altra sulle aree fertili a nord del centro (Shubra al Kheima). Il potere forte di stampo socialista, non ancora ben visto dalle classi popolari, temeva che, una dispersione di queste in molte città da loro dominate, portasse ad una nuova rivoluzione. In quest’ottica di strategia del potere piuttosto che della pianificazione, il governo decise di realizzare la nuova città su terre desertiche prevista dallo schema direttore: Madinat Nasr. L’intervento fu affidato a una società pubblica in concessione, costituita secondo il modello dell’Heliopolis Company del Barone Empain. A causa della difficoltosa realizzazione di questa, e incalzato dalle necessità della classe media, il Consiglio della Ri-

around Cairo was put forward, anchored to already existing industrial nodes (Qaha, Abou Zaabal, Birkash Helwan, El Tebbin, and Hawamideyah). In addition to the relocation of industries, these also had to absorb the growth of the population: the maximum number of inhabitants for Cairo city was set at 400,000. The housing demand was estimated on the basis of the potential labor force for each industry. This policy of strengthening the secondary poles, replicated all over the inhabited territory, was intended to halt the exodus from the countryside. The second strategy dealt with the urban dimension of Cairo. Once the city had been released from polluting industries, it could be redesigned via environmental criteria that would stop its expansion onto fertile land. The plan set out two areas of suburban development: one on Moqattam hill, and the other to the south east of Heliopolis, at that time occupied by army camps (today’s Madinat Nasser). The plan did not take into consideration any kind of intervention in the historic center. After the scheme had been approved, emergency policy got the upper hand: the prompt but fragmentary response to needs sometimes more compelling led to the betrayal of the principle of planning. Emergency interventions, often accompanied by a certain political rhetoric, were elevated to strategy, causing a crisis of the urban system so deep as to generate a decline vortex from which the town will be unable to emerge. The nationalist attitude in foreign policy was reflected on a smaller scale in the short-sighted centralization of all the activities in the capital. Of the six city-industries originally planned, only Helwan was built; and contrary to what had been decided by the plan, another one was built on northern, fertile, areas (Shubra al Kheima). Vigorous socialist policy had not been well received by the popular classes. Hence it was feared that their dispersal in many cities, where they would be dominant, could have led to a new revolution. For a strategy relating to the need to preserve its power, rather than to planning, the government decided to build the new city included in the original master plan on desert lands: Madinat Nasr. The intervention was entrusted to a public company, set


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voluzione liberalizzò allora i terreni waqfs situati sulla sponda occidentale del Nilo. Su questi terreni fertili si realizzò un quartiere residenziale per la classe media (Mohandessin) mentre quartieri operai furono realizzati a Zeinhom, Ein el Sira, Imbaba, Amireyah. L’anarchia degli interventi statali, legali e informali porterà alla perdita di ottantaquattro ettari di terre arabili l’anno e a una carenza infrastrutturale non risolvibile attraverso interventi propagandistici. S’imponeva allora un nuovo piano strategico, che sarà approvato nel 1970.

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up according to the model of Baron Empain’s Heliopolis Company. Due to its difficult realization, and pressed by the demands or requirements of the middle class, the Revolution Council then liberalized the waqfs land located on the west bank of the Nile. On these fertile lands a residential district for the middle class (Mohandessin) was built, while workers’ quarters were built in Zeinhom, Ein el Sira, Imbaba, and Amireyah. The anarchy of state intervention, both legal and informal, will lead to the loss of eighty has of arable land a year, and a lack of infrastructure which could not be wished away by propaganda. There followed a new strategic plan, approved in 1970.

Mohandessin nel1980


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lO SCHEMA DIRETTORE DEl 1970 Nel 1965 s’istituì l’Alto comitato del Greater Cairo, incaricato della messa a punto del nuovo schema direttore. Il comitato era costituito da rappresentanti dei ministeri della Pianificazione, dei Trasporti, della Casa, delle Finanze, dell’Amministrazione locale, mostrando un non comune atteggiamento di cooperazione tra i diversi settori: il contesto lo richiedeva. Dalla data di approvazione del primo, il 1953, la popolazione era quasi raddoppiata, passando da 2.500.000 a 4.220.000 abitanti. I presupposti del nuovo schema erano quindi radicalmente diversi da quelli del precedente: se il primo prospettava un luminoso sviluppo, da bilanciare attraverso una pianificazione razionale, nel 1965 lo sbilanciamento, l’implosione anarchica della città era già avvenuta. Se il primo era un piano promotore, il secondo doveva necessariamente essere un piano riparatore. Nello stesso anno tale esplosione si manifestò materialmente nella rottura di molte canalizzazioni, che rese necessario un piano di urgenza, detto “dei cento giorni”, che portò al rinnovamento delle infrastrutture fognarie più danneggiate. Il piano direttore era costituito da una prima sezione che presentava una diagnostica allarmante: carenza infrastrutturale, deterioramento delle abitazioni storiche, altissima densità abitativa in alcuni quartieri, crescita urbana incontrollata dovuta principalmente all’esodo dalle campagne (nel 1960 più di un terzo dei residenti era nato al di fuori del Cairo). Il piano del 1970 si basava su un progetto colossale legato alla viabilità: poiché le estensioni della città sarebbero state sotto forma di città satellite, l’agglomerato consolidato veniva circondato da un asse viario metropolitano (Ring Road). All’interno dell’agglomerato si propose il ripensamento dei viali trasversali mediante una serie impressionante di viadotti. Si realizzava contemporaneamente la prima linea metropolitana. L’apertura agli investitori stranieri sancita dagli accordi di Camp David, sottoscritti da Sadat e Begin sotto l’auspicio di Carter nel 1978, ben si associava agli interventi sulla viabilità, creatori di un surplus sul valore fondiario. Il piano del 1970 proponeva ancora una volta quella che Sadat chiamerà “la conquista del deserto”. Il Cairo doveva diventare una città policentrica attraverso la costruzione di quindici nuove città, di due diverse tipologie (legge 59/79): le città satellite, poste a 30 km

MASTERPlAN 1970 In 1965 the High Committee of Greater Cairo was set up, responsible for the development of a new master plan. The committee consisted of representatives from the Ministries of Planning, Transport, Housing, Finance, and the local administration, showing a shared attitude of cooperation between the different sectors the context required. Since the year of the approval of the first plan, 1953, the population had nearly doubled, from 2,500,000 to 4,220,000 inhabitants. The assumptions of the new scheme were therefore radically different from those of the previous one: if the first had envisaged a luminous development, with equilibrium achieved through rational planning, in 1965 the imbalance, the anarchic implosion of the city, was already in place. If the first was a creative plan, the second was a remedial one. In the same year this explosion physically revealed itself in the breaking of many pipes, making an urgent contingency plan necessary, called “the hundred days plan”, which led to the renovation of the most damaged drainage infrastructure. The plan consisted of a first section revealing an alarming diagnosis: the lack of sewerage infrastructure, the deterioration of historic homes, the high population density in some districts, and urban sprawl, mainly due to the rural exodus (in 1960 more than a third of the residents were born outside of Cairo). The 1970 plan was based on a colossal project linked to road conditions: since the new expansions would be in the form of a satellite city, the historical agglomerate in the plan of 1970 was surrounded by the Ring Road. Within the agglomerate interventions were proposed on the transverse avenues through a series of impressive viaducts . Furthermore, in accordance with the plan, the first underground line was completed. The Camp David accords, signed by Sadat and Begin under the direction of US President Carter, sanctioned an openness to foreign investors. This policy combined well with the road interventions, creators of a leap in the land value. The plan of 1970 proposed once again what Sadat called the “conquest of the desert”. Cairo was to become a polycentric city through the


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dal centro e le città autonome a 90 km di distanza. La vittoria nella battaglia dello Yom Kippur dette il nome alle prime due città satellite realizzate: El Oubur e 10th of Ramadam, che ebbero esito fallimentare. La città del 15th of May, invece, già pianificata dal piano del ‘56, rispondendo a un’esigenza reale, sarà l’unica ad avere successo. Grazie ai potenti incentivi fiscali (legge 32 del 1977), le nuove città attiravano molte industrie ma, per la non attenta analisi dei target, non rispondevano in maniera adeguata alla domanda abitativa. Il loro sviluppo complessivo, lasciato in gran parte all’iniziativa privata, non sarà mai completato, aggiungendo un’ulteriore importante zavorra al sistema di traffico già estremamente sollecitato del Cairo.

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construction of fifteen new cities, of two different types (Law 59/79): the satellite city, located 30 km from the center, and autonomous cities 90 km away. Victories in the Yom Kippur war gave the name to the first two satellite cities built: El Oubur and 10th of Ramadan, which were not successful. The city of the 15th of May instead refers to the 1956 plan and, responding to a real need, will be the only one to be successful. Thanks to powerful tax incentives (Law 32 of 1977), the new cities attracted many industries, but because of careless target analysis, they didn’t respond appropriately to the housing demand. Their development, left largely to private initiative, has not yet been completed, adding significantly to a traffic problem already extreme in Cairo.


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lO SCHEMA DIRETTORE DEl 1981 L’Infitah, l’apertura ai mercati promossa da Sadat, inaugurò una stagione di prosperità economica, generata soprattutto dalle rimesse provenienti dagli egiziani emigrati negli stati produttori di petrolio. Tuttavia, questa crescita economica, non correttamente indirizzata, portò al boom dell’espansione informale. L’edificazione delle terre fertili divenne la risposta abitativa alle esigenze delle classi medio-povere che non rientravano nel target degli investimenti di sviluppo immobiliare stranieri. Il terzo schema direttore del Cairo fu elaborato in collaborazione con lo IAURIF e si divideva in tre fasi. La prima, diagnostica, doveva identificare una linea strategica generale, le trasformazioni viarie fondamentali, le aree di espansione; la seconda doveva sviluppare tre scenari possibili; la terza identificava tre progetti ritenuti urgenti. Il piano individuò quindi la necessità di realizzare una Ring Road di maggiore lunghezza rispetto a quella prevista nel 70. Sul fronte della delocalizzazione venne proposto un nuovo concetto: i New Settlements, con i quali si cercava di realizzare un’offerta fondiaria da 300 a 500 ettari all’anno, adatta ai mezzi finanziari delle classi a basso reddito. Questa avrebbe dovuto favorire la creazione delle condizioni di un trasferimento massiccio del processo di autourbanizzazione, interamente privato e illegale, dalle terre agricole alle terre desertiche. Il terzo elemento chiave proposto dal piano era il sistema dei settori omogenei, che consisteva nel dividere la città già consolidata in parti capaci di autogestirsi, creando un sistema di città nella città. In seguito al piano, gli anni ottanta furono lo sfondo di un miglioramento consistente di tutte le infrastrutture, in parte finanziato dagli aiuti americani. La realizzazione della Ring Road, lungi dal bloccare l’espansione sulle aree fertili, portò a una nuova ondata migratoria verso la capitale, all’aumento netto del traffico veicolare, a un inasprimento della segregazione sociale della città informale. Interventi di riqualificazione infrastrutturali furono attuati nei quartieri informali: il primo fu avviato nel 1981 nell’insediamento alle pendici del Moquattan, dove vive la comunità zabbalin. Il principio generatore dei new settlement venne, nella sua attuazione, completamente ribaltato. La localizzazione e i progetti vennero rivisti per rispondere alla

MASTERPlAN 1981 The Infitah, the opening to the markets launched by Sadat, coincided with a season of economic prosperity, generated mainly by the remittances from the Egyptians working in oil-producing countries. However, this economic growth, incorrectly directed, led to a boom in informal expansion. Building on fertile lands was the response to poorer classes’ needs, a failure of the state. Cairo’s third master plan was designed in collaboration with the IAURIF, and was divided into three phases. The first, a diagnosis, aimed to identify a strategy for road transformations and expansion areas; the second aimed to develop three possible scenarios; and the third identified three projects, deemed urgent. The plan identified the need to provide a longer Ring Road than the one indicated in 1970. On the relocation front a new idea was put forward: the New Settlements. With these they were trying to reach land valued at from 300 to 500 ha per year, suitable to the financial resources of lower income classes. This was aimed at creating the conditions for a large-scale transfer of the self-urbanization process, completely private and illegal, from agricultural land to deserts. The third key element proposed by the plan was the homogeneous sectors system, consisting in dividing the city already consolidated in parts capable of self-determination, creating a system of cities within the city. After the plan, the eighties formed the background of a major improvement of the infrastructures (in part funded by American aid). The Ring Road, rather than halting the expansion to the fertile land, led to a new wave of migrants to the capital, increasing the traffic, and to a tightening of the social segregation of the informal city. Infrastructural renovation interventions were implemented in informal neighborhoods: the first was started in 1981 in the settlement on the slopes of Moquattan, where the zabbalin community lives. The principle generating the new settlement was, in its implementation, completely reversed. Location and plans were revised in response to the demands of the upper middle class. The operational management was left to the private sector in


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domanda della classe medio alta. La gestione dell’operazione fu lasciata al settore privato secondo quanto siglato nell’accordo del 1991 con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Tre new settlement furono raggruppati a formare la città di New Cairo, mentre altri furono collegati a Sixth of October. Qualsiasi operazione pubblica di edilizia popolare fu abbandonata, anche in corso di costruzione. Al contrario, a partire dagli anni novanta sorsero decine di edificazioni protette, di alto profilo. Questi compounds ricalcano un modello di espansione nordamericano, insostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Gli investitori sono solitamente agenzie straniere esperte nella cosiddetta architettura globale (AECOM per esempio). Ancora una volta dunque, lo strumento pianificatore è stato superato da dinamiche contingenti e da fattori esterni. Questa politica neoliberista avrà conseguenze ambigue sul sistema urbano e politico cairota.

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accordance with the 1991 agreement signed with the International Monetary Fund and the World Bank. Three new settlements were grouped together to form New Cairo, while others were attached to the Sixth of October. All public housing operations were abandoned, even where already under construction. Instead, from the 1990s a lot of high-profile protected building sprang up. These compounds reflect a north American pattern of expansion, unsustainable from the point of view of the environment, whether economic or social. Investors are usually foreign agencies, expert in so-called global architecture (AECOM). Once again therefore, the tool of planning was superseded by circumstances and external factors. This neo-liberal policy will have ambiguous consequences for Cairo’s urban and political system


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Al di là dei piani che si sono succeduti, la storia urbana del Cairo è stata delineata dalla tendenza a mutuare modelli architettonici dall’estero, in particolare dalle potenze che, di volta in volta, dominavano economicamente il paese. Se l’impianto urbano di Heliopolis è spiccatamente haussmaniano, l’edificazione di quartieri come Zamalek o Maadi negli anni trenta voleva replicare i modelli inglesi delle città giardino. Con la presa del potere da parte di Nasser, il socialismo panarabo assunse le forme dei quartieri di edilizia pubblica popolare di stampo sovietico. Infine, la politica neoliberale di Sadat, conseguente gli Accordi di Camp David, si manifestò nell’edificazione intensiva delle sponde del Nilo e dei quartieri occidentali di Dokki e Mohandessin. La crescita economica e l’apertura ad investitori stranieri che seguì gli accordi con il FMI e la WB del 1991, portarono all’ingresso dei grandi investitori del Golfo. Così le periferie cairote, furono invase dai grandi malls e dai compound, che replicano, all’interno dei muri di protezione, lo sprawl urbano californiano. La stessa influenza si palesa nello sfruttamento edilizio del lungo Nilo, proposto dal piano Cairo 2050. Questo processo ha portato alla creazione di una metropoli che, come illustrato nel paragrafo successivo, contiene forme e modalità dell’abitare estremamente differenti. Il risultato forse più grave è, però, che, in questo modo, non si è sviluppata una cultura architettonica ed urbanistica egiziana diffusa. Gli interventi contemporanei tradiscono nella maggior parte dei casi un eclettismo confuso ed incolto. Riprendendo la lezione di Hassan Fathy, occorre dunque che l’Egitto si faccia costruttore prima di tutto di una propria cultura urbanistica ed architettonica, che emerga dal contesto e che sia, per questo motivo, intrinsecamente sostenibile.

Besides the successive plans, Cairo’s urban history is marked by the tendency to take architectural models from abroad, especially from the powers that, from time to time, dominated the country economically. If the urban system of Heliopolis derives distinctly from Haussmann, the construction of neighborhoods as Zamalek and Maadi in the 1930s intended to replicate the British models of the garden city. With the seizure of power by Nasser, his Pan-Arab Socialism assumed the forms of public Soviet-style building. Finally, the neoliberal politics of Sadat, following the Camp David agreements, manifested itself in intensive construction on the banks of the Nile and of Western neighborhoods (Dokki and Mohandessin). Economic growth and openness to foreign investors following the agreements with the IMF and WB in 1991 led to the entry of the great Gulf investors. So Cairo’s suburbs were invaded by large malls and compounds, which replicate within their protective walls Californian urban sprawl. The same influence is evident in the building to be exploited along the Nile, that the plan Cairo 2050 has proposed. This process has led to the creation of a metropolis that, as shown in the next section, contains very varied forms and modes of inhabiting. Perhaps the most serious outcome is that, in this way, an independent architectural and urban culture in Egypt was not developed. Contemporary interventions betray in most cases a confused and uncultured eclecticism. Learning the lesson of Hassan Fathy, Egypt should first become the constructor of its urban and architectural culture, which will emerge from its context; and for this reason, is inherently sustainable.


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CAIRO 2050 Cairo 2050 è un piano strategico di lungo periodo elaborato a partire dal 2004 dalla General Organization for Physical Planning (GOPP), sotto l’egida dei Ministeri dell’Housing, delle Infrastrutture, dello sviluppo Urbano. Se i piani del ‘70 e dell’85 erano intrinsecamente riparatori, dettati dai problemi impellenti della città, il piano del 2050 è un piano di rilancio. E’ un progetto che, ispirandosi ad altri piani quali londra 2066, Singapore 2059, Parigi 2020, con malcelata retorica, proietta il Cairo nella classe esclusiva delle città globali. l’elaborazione del piano, iniziata nel 2004, è avvenuta in due fasi, una diagnostica e una progettuale. l’analisi condotta dal GOPP rileva alcuni punti di debolezza: alta densità abitativa della regione, aumento della congestione del traffico, scarso utilizzo dell’agricoltura e delle risorse naturali, mediocri condizioni di vita in molte zone, limitata presenza di spazi verdi, disoccupazione, espansione delle aree urbane informali. Allo stesso modo ne sottolinea i punti di forza: popolazione in aumento, alta valutazione della lira Egiziana (ora a livelli molto bassi), ricchezza del patrimonio storico artistico e settore turistico in crescita. l’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere una crescita sostenibile attraverso lo sviluppo di città medio-piccole, ridefinendo la fragile dimensione rurale. I risultati della politica di accentramento, che si è protratta per cinquanta anni, devono essere ribaltati attraverso il rafforzamento delle città di seconda fascia e delle espansioni nel deserto. Congiuntamente a questa linea strategica, si è sviluppata una politica di accettazione e d’inclusione nei confronti delle aree informali, dove vive il 60% della popolazione. Tuttavia, al di là di questi principi generali, il piano prevede alcuni drastici interventi di demolizione di quartieri informali o storici per far spazio a operazioni di sviluppo immobiliare privato (Manshiet Nasser, Bulaq Abu ed Ella, Imbaba). la cifra di Cairo 2050 non è, infatti, data dai principi solo teoricamente affermati, ma da un coagulo di mega progetti, che non rispondono né a domande

Cairo 2050 is a long-term strategic plan developed since 2004 by the General Organization for Physical Planning (GOPP), under the auspices of the ministries of Housing, infrastructure, and Urban Development. If the plans of 1970 and 1985 were inherently reparative, dictated by the urgent problems of the city, the 2050 plan is a revitalization plan. It is a project which, inspired by other plans such as london 2066, Singapore 2059, Paris 2020, with barely concealed rhetoric, projects Cairo into the class of exclusive global cities. The elaboration of the plan, begun in 2004, took place in two phases, diagnosis and design. The analysis conducted by the GOPP indicates weaknesses such as the high population density of the region, increased traffic congestion, poor use of agriculture and natural resources, mediocre living conditions in many areas, limited presence of green areas, unemployment, and informal urban expansion. likewise it underlines the strengths: population increase, the high valuation of the Egyptian pound (now, however at very low levels), the historical and artistic heritage, and growing tourist industry. The stated goal is to achieve a sustainable growth through the development of small and medium-sized cities, redefining the fragile rural dimension. The results of the policy of centralization, which continued for fifty years, should be reversed through the strengthening of second-tier cities and expansion into the desert. In conjunction with this strategy, a policy has been developed of acceptance and inclusion of informal areas, where 60% of the population lives. However, beyond these general principles, the plan foresees some drastic demolition work of informal or historical neighborhoods, to make way for private real estate development operations (Manshiet Nasser, Bulaq Abu and Ella, Imbaba). The main feature of Cairo 2050 is not, indeed, the theoretical principles set out, but a set of mega projects lumped together, which do not respond to either real issues or political ones, such as po


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reali né a domande politiche, quali la crescita della popolazione e l’equità sociale. Questi progetti futuristici d’impronta dubainiana vanno da un viale che dovrebbe congiungere le Piramidi a Mohandessin, demolendo parte dell’area informale di Boulaq al Dakrour, alla valorizzazione delle rive del Nilo attraverso l’abbattimento del tessuto storico di Bulaq Abou Ella. Questi progetti sono espressione di una visione diretta al mercato, a una crescita sbilanciata ed esterofila che non ha ambizioni maggiori se non quelle del ritorno economico e della valorizzazione fondiaria. Se dunque, la presa di coscienza di alcune carenze strutturali della città (rete dei trasporti pubblici, aree verdi) è meritoria, non lo sono le risposte, che dimostrano ancora una volta la volontà delle autorità di ignorare le fasce più fragili della popolazione. Alcuni progetti, seppur utili alla città, quali il potenziamento della rete metropolitana, sono talmente ambiziosi (15 linee da costruirsi entro il 2050) da assomigliare più a spot pubblicitari che a programmi reali. la politica dell’assommarsi di progetti, ognuno dei quali visto come eccezionalità, è votata al fallimento, soprattutto in un contesto fragile e allo stesso tempo denso d’interrelazioni qual è oggi la regione metropolitana del Greater Cairo.

pulation growth and social equity. These futuristic ‘dubainian’ projects range from an avenue that would join the pyramids with Mohandessin, demolishing part of the informal region of Boulaq Dakrour, to the development of the banks of the Nile through the demolition of the historic fabric of Bulaq Abou Ella. These projects are the expression of a market oriented vision, towards an unbalanced and xenophile growth having no major ambitions beyond those of economic returns and profitable land development. If the awareness of the structural shortcomings of the city (e.g. the public transport network, and green areas) is praiseworthy, the answers are not, demonstrating once again the willingness of the authorities to ignore the most vulnerable population groups. Some projects, though useful to the city, such as the expansion of the Metro system, are so ambitious (15 lines to be constructed by 2050) that they resemble more commercial adverts than real programs. The policy of ‘accumulating projects’, each of which is seen as exceptional, is doomed to failure, especially in a fragile environment, at the same time with a high density of interrelationships, which is now the metropolitan region of Greater Cairo.

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3.3 lE CITTA’ NEllA CITTA’ 3.3 CITIES ’WITHIN THE CITY’ La regione del Greater Cairo è divisa oggi in cinque governatorati: il Cairo, che ne fa completamente parte, Giza e Qalyoubia, solo in parte compresi nella regione, Sixth of October e Helwan, sobborghi del Cairo diventati dal 2008 governatorati indipendenti. Una definizione parziale della regione in termini dimensionali è stata data dal Censimento 2006 effettuato da CAPMAS. Secondo questa la Greater Cairo Metropolitan Area (GCMA) corrisponde all’insieme di diversi agglomerati: - Il Governatorato del Cairo, sulla riva orientale del Nilo, da Helwan a sud, fino a Shubra a nord, fino a Heliopolis e Nasr City a nord est; -La città di Giza sulla riva occidentale del Nilo -Shubra al-Kheima facente parte del Governatorato di Qalyoubia

The Greater Cairo region is divided into five governorates: Cairo, wholly part of it, Giza and Qalyoubia, only partly included in the region, and Sixth of October and Helwan, suburbs of Cairo which from 2008 became independent governorates. A partial definition of the region in terms of size was given by the 2006 Census carried out by CAPMAS. According to this, the Greater Cairo Metropolitan Area (GCMA) corresponds to the set of various agglomerates: - The Governorship of Cairo on the east bank of the Nile, from Helwan in the south, and Shubra north, up to Heliopolis and Nasr City to the north east; -The town of Giza on the west bank of the Nile


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-Nove grandi distretti nei govarnatorati di Giza e Qalyoubia, considerati rurali dal punto di vista amministrativo; -Otto new cities del deserto amministrate dalla New Urban Communities Authority (NUCA) Tale disarticolata situazione amministrativa fa sì che la regione del Cairo sia solo raramente considerata nel suo insieme. Non potendo trattare la città in modo omogeneo e volendo approfondire lo studio sulle interferenze tra lo spazio urbano e le dinamiche socio economiche in atto, si analizzeranno alcuni quartieri esemplari del Cairo, in modo da preparare il contesto allo studio più dettagliato e approfondito delle dinamiche all’interno del centro storico. Queste città nella città sono inoltre paradigmatiche di periodi storici differenti, in cui differenti modelli culturali definivano gli stili di vita sui quali si modellava, di volta in volta, il disegno dello spazio.

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-Shubra al -Khayma, part of the Governorate of Qalyoubia -Nine large districts in the governorates of Giza and Qalyoubia, considered rural from the administrative point of view; - Eight new cities of the desert administered by the New Urban Communities Authority (NUCA) The cause of this disjointed administrative situation is that the Cairo Region is only rarely considered as a whole. Not being able to handle the city in a homogeneous way, and wishing to study the interference between the urban space and the socio-economical dynamics, we will analyze some exemplary districts in Cairo, so as to prepare the context to the in-depth study of the historic center. These cities within the city are, moreover, paradigmatic of different historical periods, in which different cultural models defined the life style and, as a consequence, the urban design.


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HElIOPOlIS

HElIOPOlIS

Heliopolis è a tutti gli effetti una città di fondazione. Fu il Barone Edouard Joseph Luis Empain, un industriale belga delle ferrovie, a comprare al governo inglese nel 1905, 5952 feddans di terre desertiche poste a dodici chilometri dal centro del Cairo. Il Barone costituì la Heliopolis Company, vendendone le azioni a molte società straniere al fine di attirare ad Heliopolis una società internazionale. Il suo primo obiettivo, mascherato dalla retorica dell’orientalismo, era quello di realizzare un rapido e proficuo sviluppo immobiliare. La crisi finanziaria del 1907 e il conseguente crollo del mercato immobiliare lo portarono tuttavia a cambiare strategia. Investì più denaro al fine di dotare la città di maggiori servizi e ottenere un profitto maggiore sul lungo periodo. La strategia si mostrò corretta, tanto che già nel 1910 vivevano a Heliopolis più di 5000 persone e il prezzo delle abitazioni raggiungeva le 258 LE, quando il terreno era stato comprato a solo una Lira per feddan (4200 mq). Nel 1960 la Heliopolis Company divenne statale e la città fu ampliata da alcuni interventi di edilizia pubblica. Nel 1981 Hosni Mubarak decise di trasferirvi il palazzo presidenziale, aumentando considerevolmente l’offerta occupazionale della città. Attualmente, per l’espansione urbana del Cairo, Heliopolis appare come un sobborgo; non lo è però dal punto di vista funzionale né simbolico. Con i suoi 234.000 abitanti è, infatti, una città completamente autosufficiente, ricca d’infrastrutture e di servizi, di spazi verdi. Con il suo centro storico in stile europeo, la sua dimensione internazionale, rimane un quartiere elitario dove la qualità della vita è relativamente alta; per questo risulta entità definita all’interno del magma indistinto delle espansioni informali, senza architettura. Tuttavia, negli ultimi anni la pratica dell’informalità sta contagiando anche Heliopolis. Sotto la spinta degli alti valori immobiliari, alcune ville di inizio secolo sono state sostituite da grandi palazzi residenziali, le aree verdi stanno lasciando il posto a molta edilizia di pessima qualità, in netto contrasto con il contesto. La struttura viaria, studiata per congiungere Heliopolis al centro, deve ora sopportare anche il traffico proveniente dalle espansioni a est nel deserto e dall’aeroporto. L’esperimento di Heliopolis, riuscito, e per questo pre-

Heliopolis is to all effects a city founded by Baron Edouard Joseph Luis Empain, a Belgian industrialist in railways, who in 1905 bought from the English government 5,952 feddans of desert lands located twelve kilometers from the center of Cairo. The Baron founded the Heliopolis Company, selling the shares to many foreign companies in order to attract to Heliopolis an international society. His first objective, masked by the rhetoric of orientalism, was to provide a quick and profitable real estate development. The financial crisis of 1907, and the consequent collapse of the real estate market, led him however to change his strategy. He invested more in order to provide the city with more services and obtain a higher profit in the long term. The strategy worked, so much so that already in 1910 more than 5,000 people lived in Heliopolis, and house prices rose to 258 LE, when the ground had been bought for only one pound per feddan (4200 m2). In 1960 the Heliopolis Company became public and the city was enlarged by some public interventions. In 1981 Hosni Mubarak decided to move the presidential palace there, considerably increasing employment in the city. Currently, for the urban expansion of Cairo Heliopolis may appear to be a suburb; but this is not the case from either a functional or symbolic perspective. With its 234,000 inhabitants it is in fact an entirely self-sufficient city, rich in infrastructures and services, with green areas. With its historic center in a European style, and its international dimension, it remains an elite district, where the quality of life is relatively high; for this it is an entity defined within the magma of informal expansion, without architecture. However, in recent years the practice of informality is also infecting Heliopolis. Under the thrust of the high property values, some of the villas of the beginning of the century have been replaced by large residential buildings, and the green areas are giving way to buildings of poor quality, in sharp contrast with their surroundings. The road structure, designed to link Heliopolis to the city center, now had to withstand the traffic


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so ad esempio per le successive cittĂ nel deserto, deve essere preservato dalle dinamiche onnivore del Greater Cairo, senza per questo farlo diventare un luna park, falsificato e avulso.

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from the eastern expansions in the desert, and from the airport. The experiment of Heliopolis, which succeeded, and which for this reason was taken as an example for the subsequent desert town, had to be preserved from the omnivorous dynamics of Greater Cairo, without making it an amusement park, fake and unreal.


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SIxTH OF OCTOBER

SIxTH OF OCTOBER

Sixth of October è una delle tre città desertiche di prima generazione (insieme a 10th of Ramadam e 15th of May), la cui costruzione fu promossa da Sadat nel 1973, con l’obiettivo di rispondere alla forte domanda abitativa e realizzare alcuni comparti industriali al di fuori del centro. Il primo impianto di 6th of October ha un’impostazione modernista: le aree funzionali sono chiaramente definite e la zona residenziale ulteriormente suddivisa in distretti secondo la classe della popolazione cui era destinata. I primi distretti costruiti, costituiti da stecche residenziali di matrice socialista, mostrano però una certa cura nella progettazione degli spazi pubblici e di quelli commerciali. Con la svolta neo-liberista della fine degli anni ‘70 e l’apertura dell’economia ad attori stranieri, le dinamiche di sviluppo di 6th of October sono cambiate. A un primo periodo di cooperazione tra pubblico e privato si è giunti presto a una politica di laisser faire. Gli investitori privati sono così intervenuti con due modalità a seconda del target cui era indirizzata l’operazione. Nel caso in cui le resi-

Sixth of October is one of the three first generation desert cities (together with 10th of Ramadan and 15th of May), whose construction was promoted by Sadat in 1973, in response to the strong demand for housing, and to provide some industrial sectors outside the center. The first plan of Sixth of October. has a modernist setting: the functional areas are clearly defined and the residential area further subdivided into districts according to the class of the population for which it was intended. The first districts built, however, consisting of residential flats of a socialist matrix, show a certain care in the design of public and commercial spaces. With the neo-liberal turn of the late ‘70s, and the opening of the economy to foreign players, the dynamics of the development of Sixth of October. changed. After a first period of cooperation between public and private sectors, a policy of laissez faire soon arrived. Private investors are thus spoken to in two ways according to the target di-


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denze fossero destinate alla classe meno abbiente, gli operatori perseguirono il massimo profitto attraverso la non realizzazione degli spazi pubblici e la realizzazione di edifici dagli standard qualitativi insufficienti. Se invece l’operazione di sviluppo immobiliare era destinata alla classe più elevata, si realizzarono grandi compound chiusi, costituiti da villette unifamiliari, disperse in giardini verdi assolutamente insostenibili dal punto di vista ambientale. Gli spazi mercatali ancora presenti nella prima parte costruita di 6th of October hanno dunque lasciato il posto, nelle ultime espansioni private a grandi centri commerciali. Oggi la città di 157. 000 abitanti, il 31 % di quelli previsti nel ‘73, è una città scomposta, senza una struttura leggibile, senza una gerarchia degli spazi pubblici. Gli spazi enormi, irraggiungibili decretano la vittoria dell’automobile sulla viabilità pedonale. La struttura viaria imperante che è forse l’unico elemento caratterizzante del paesaggio, diventa il tessuto di congiunzione tra un susseguirsi di spazi privati, chiusi e autoreferenziali.

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recting the operation. In the case of the residences destined for the less wealthy classes, operators pursued maximum profits by erecting buildings with inadequate qualitative standards, missing out on community spaces. On the other hand, where the operation of real estate development was intended for the highest class, large closed compounds appeared, consisting of detached houses, scattered in green gardens totally unsustainable from an environmental point of view. The market spaces still present in the first part of Sixth of October. that was built therefore gave way in the later private expansions to large shopping centers. Today the city of 157,000 inhabitants, 31% of those provided for in ‘73, is a city divided, without a readable structure, without a hierarchy of public spaces. The huge spaces for traffic declare the victory of the automobile over pedestrians. The dominant road structure, perhaps the only characteristic feature of the landscape, becomes the fabric linking a succession of private spaces, closed and self-referential.


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NEW CAIRO

NEW CAIRO

New Cairo City si è formata dall’aggregazione di tre new settlement (n. 1, 3 ,5) posti nell’area orientale del Greater Cairo. Questi nuovi insediamenti si definiscono secondo alcuni principi. Ogni entità è costituita da un’area di circa 1400 feddans, atta a contenere 250.000 persone. Il Limite è rappresentato da una cintura verde. La struttura urbana del new settlement è suddivisa in tre livelli: la città, con il suo centro di servizi; i cinque distretti di circa 50.000 abitanti ognuno con il proprio centro minore; i quartieri (4 o 5 per ogni distretto) suddivisi per livelli di reddito della popolazione. Ogni insediamento deve inoltre possedere un’area produttiva posta all’esterno della cintura verde e direttamente collegata con il centro. Come mostra il masterplan del 2001 New Cairo city è composta di due settori, meridionale e settentrionale, mentre l’asse baricentrico est-ovest costituisce il centro città. La realizzazione dei sistemi infrastrutturali è stata affidata alla Local New Cairo City Authority, mentre il comparto residenziale e commerciale è stato lasciato ai privati. Nonostante la riconosciuta impellenza del problema abitativo delle classi più svantaggiate, il target di popolazione a cui New Cairo è destinato, è evidente già dalla zonizzazione del piano. Agli edifici di appartamenti di livello basso, medio e medio alto è destinato il 17,6% della superficie edificabile residenziale, al livello alto è attribuito il 53,5% della superficie, lottizzata in appezzamenti da 500 a 800 mq destinati a piccoli edifici o ville. I compound rappresentano invece il 28,9% della superficie edificabile totale, suddivisi in aree da circa 2500 feddan(10,5 km2). Una valutazione generale mette in evidenza la localizzazione favorevole di New Cairo, che ha la possibilità di espandersi verso oriente senza intaccare aree fertili. Contrariamente, maggiori punti di debolezza si riscontrano nella suddivisione funzionale della città, che attribuendo alle attività industriali solo lo 0,5% delle aree, non è in grado di attirare la forza lavoro delle classi medio basse. Sebbene il settore dei servizi, costituito da poli universitari e finanziari di alto livello, sia un forte richiamo per la fascia di popolazione più istruita, la città rimarrà dipendente dal Cairo, per quanto riguarda il prodotto di base. Inoltre quest’operazione di drenaggio dal centro metropolitano delle classi più

New Cairo City was formed by grouping three new settlements (n. 1, 3 and 5) located in eastern Greater Cairo. These new settlements are defined according to certain principles. Each entity consists of an area of about 1,400 feddans, appropriate to a population of 250,000. Their confines are represented by a green belt. The new urban settlement structure is divided into three levels: the city, with its central services; the five districts of approximately 50,000 inhabitants each with their own lesser core; the neighborhoods (4 or 5 for each district), divided by income. All settlements must also have a production area placed outside the green belt and directly connected to the center. The master plan of 2001 New Cairo city consists of two areas, North and South, while the EastWest axis is the city centre. The infrastructural systems’ implementation was entrusted to the New Cairo City Local Authority, while the residential and commercial properties was left to private companies. Despite the imperative of the housing problem for the most disadvantaged classes, the target population intended for New Cairo is evident from the zoning plan. Apartment buildings for low, medium and medium-high incomes represent about 17.6% of the residential area, the upper classes have a 53.5% share of the land, parceled into plots from 500 to 800 square meters for small buildings or villas. The compounds represent 28.9%, divided into areas up to about 2500 feddan (10.5 km2). An overall evaluation highlights the favorable location of New Cairo, which can expand eastwards without affecting fertile areas. In contrast, major weaknesses are to be found in the functional subdivisions of the city, which by giving only 0.5% to industrial activities, is not able to attract the middle class workforce. Although the service sector, consisting of universities and financial centers, has a strong appeal for educated people, the city will remain dependent on Cairo, regarding basic goods. Furthermore, this migration of the better-off classes from the centre does not provide a response to new immigration from the countryside, and impoverishes the consolidated city by reducing


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abbienti non da’ risposta alle nuove immigrazioni dalle campagne e depaupera la cittĂ consolidata di quella mixitè di persone che hanno storicamente costituito il suo spazio urbano e la sua dimensione sociale.

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the intermixing of those people, which have historically formed the urban area and its social dimension.


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IMBABA

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Il quartiere sorge sulle aree fertili lungo la costa ovest del Nilo, a nord di Mohandessin. Le prime edificazioni furono realizzate negli anni 50 del novecento, quando fu creata la linea ferroviaria che conduceva al centro città. Nella zona adiacente al Nilo, dove un tempo vi era l’area golenale, fu realizzato uno dei primi interventi di edilizia pubblica, su lottizzazioni di grandi dimensioni. Il progetto si avviò nel 1947 e nel 1952, cento unità abitative erano state completate. Nonostante la povertà dei materiali utilizzati, il progetto era di alta qualità per l’epoca e completo di tutti i servizi. L’impianto lineare consisteva di edifici di due piani, alcuni in linea, altri bifamiliari; gli appartamenti erano di tre tipologie: da due, tre o quattro stanze, con bagno e cucina. I servizi pubblici comprendevano una moschea, un centro sociale, scuole, una biblioteca, un parco giochi e edifici amministrativi. Il primo insediamento informale fu realizzato contemporaneamente all’intervento. Erano state costruite, infatti, alcune abitazioni temporanee per i lavoratori edili che lavoravano nel cantiere di edilizia pubblica. Tali case divennero immediatamente permanenti. La frammentazione della proprietà fondiaria e il basso valore della terra costituirono i presupposti per la successiva espansione. Negli anni sessanta, con l’aumento del prezzo della terra, le costruzioni, già strutturalmente fragili, crebbero verticalmente, per dare casa alla seconda generazione di abitanti. Per fermare l’espansione sulle terre fertili, si costruì, dagli anni ottanta, la Ring Road in adiacenza ai quartieri informali, creando così una barriera fisica. Questa soluzione si dimostrò fallimentare poiché l’asse viario aumentò l’attrattività delle aree che attraversava, causando nuove espansioni. Oggi il nucleo storico di Imbaba è saturato. Come in molti quartieri informali, i servizi pubblici (scuole, centri medici) e infrastrutturali (sistema fognario, idrico, elettrico) sono insufficienti. La mancanza di un sistema per la raccolta dei rifiuti mette a rischio la salute degli abitanti. Tuttavia le forti interrelazioni sociali e il basso costo della vita fanno sì che gli abitanti non vogliano lasciare il quartiere. Nel dicembre del 1992 il quartiere fu lo sfondo di quel-

The neighborhood is located on the fertile areas along the West Nile bank, north of Mohandessin. The first buildings date from the ‘50s, when the railway line leading to the city centre was built. In the area close to the Nile, where there had once been water-meadows, one of the first public housing interventions was carried out. The project began in 1947, and by 1952 a hundred housing units had been completed. Despite the poverty of the materials used, the project was of a high quality for its time, and complete with every facility. The system consisted of two-storey buildings, some in line, others two-family. The apartments were of three types: with two, three or four rooms, bathroom and kitchen. Public services included a mosque, a social center, schools, a library, a playground and some administrative buildings. The first informal settlement dates from the same time as the public intervention. Indeed, some temporary houses for workers had been built on the public construction site. Such houses immediately became permanent. The fragmentation of land ownership and low property values formed the basis for later expansion. In the 1960s, with the rise in the price of land, buildings already structurally fragile grew vertically, in order to host the second generation of inhabitants. To stop the expansion on fertile lands, from the eighties the Ring Road was built adjacent to the informal neighborhoods, creating a physical barrier. This solution proved unsuccessful since the road increased the attractiveness of the areas crossed, causing new expansions. Nowadays the historic core of Imbaba is saturated. As in many informal neighborhoods, public services (schools, medical centers) and the infrastructure (sewerage, water, and electricity) are inadequate. The lack of a system of waste collection threatens the health of the inhabitants. However, strong social relationships and the low cost of living lead the residents to be reluctant to leave the neighborhood. In December 1992 the district was the background to what became known as the siege of


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lo che fu chiamato l’assedio di Imbaba: uno scontro tra le forze armate e gli abitanti del quartiere. Dopo il terremoto del 1992, le forze islamiste avevano raccolto molti seguaci in tutte le aree informali, grazie al supporto fornito ai cittadini nei quartieri dimenticati dallo Stato. In particolare, a Imbaba operava al-Gama’a al Islamiya, considerato un movimento terrorista da USA e Unione Europea e accusato dell’uccisione del Presidente Sadat nel 1981. Lo Stato cercò di stroncare questa espansione con un’azione di forza, entrando nel quartiere con circa 16.000

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Imbaba: a clash between the army and the inhabitants of the district. After the earthquake of 1992, Islamist forces had gathered many followers in all the informal areas, thanks to the support provided to citizens in the districts neglected by the state. In particular, in Imbaba al-Gama al Islamiya was at work, considered a terrorist movement by the US and the EU, and charged with the murder of President Sadat in 1981. The state tried to halt this expansion by a show of force, entering the area with approximately


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agenti, contro la volontà degli abitanti che risposero con lanci di pietre e armi rudimentali. L’assedio durato due giorni portò ad un centinaio di vittime, tra morti e feriti gravi, e all’arresto di circa seicento sospetti militanti. L’assedio divenne il simbolo della mancanza di fiducia di molti cairoti nei confronti delle autorità e, da parte dello Stato, la tendenza, forte durante gli anni novanta, a criminalizzare gli abitanti delle aree informali, che già allora rappresentavano più di un terzo della popolazione cairota. Come si vedrà nei successivi paragrafi, la politica delle autorità nei confronti delle aree informali, è mutata verso un’accettazione del fenomeno post-facto e una sua parziale legalizzazione. Tuttavia la politica miope e corrotta che da molti anni guida l’Egitto, ha creato, come afferma Diane Singermann3, una schiera di “altri”, interni al sistema, che lo indeboliscono gravemente, a livello locale, come a quello più ampio.

16,000 agents, and the people responded with stone-throwing and rudimentary weapons. The siege, lasting two days, led to a hundred casualties, killed and wounded, and the arrest of about 600 suspected militants. The siege became the symbol of many people’s lack of confidence in the authorities, as well as the State’s strong tendency during the 1990s to criminalize the inhabitants of informal areas, which already accounted for more than a third of Cairo’s population. As will be seen in the following sections, the authorities’ policy towards the informal areas has now shifted toward an acceptance of the phenomenon and its partial legalization. However, a short-sighted and corrupt politics, which had led Egypt for many years, created, in the words of Diane Singermann3, a host of “others” within the system: they will weaken it severely, locally, as well as overall.


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3.4 lE DINAMICHE ATTUAlI 3.4 CURRENT DYNAMICS La definizione di una città, anche in prospettiva storica, presuppone sempre un certo grado di semplificazione. La definizione di una città rispetto all’attualità, probabilmente non può essere affrontata se non per argomenti, come se l’ampiezza del nostro obiettivo non fosse sufficiente ad inquadrala interamente. Coerentemente con i limiti della ricerca sviluppata, s’illustrano tre fattori dinamici del Cairo attuale, scelti per la loro influenza sul centro storico e per le loro ripercussioni sullo spazio fisico. L’andamento demografico evidenzia la direzione opposta dei vettori del centro storico e della metropoli, lo studio del traffico è rappresentativo di quali pressioni il centro subisca. Il fenomeno dei quartieri informali è funzionale a riproporre il ruolo determinante che i legami sociali hanno sulla scelta di dove e secondo quali modalità abitare.

The definition of a city, even in an historical perspective, always presupposes a certain degree of simplification. The definition of a city in the current situation probably can’t be addressed unless by individual subjects, as if the strength of our lens was insufficient to fully focus on it. Consistent with the limits of our research so far, three dynamic factors in Cairo today will be illustrated, chosen for their influence on the historic city and their repercussions for the physical space. The demographic trends highlight the opposite direction of the vectors of the historical centre and the metropolis, and the study on traffic indicates what the pressure on them is. The phenomenon of informal neighborhoods is functional to understand the decisive role social ties play in choosing where and how to live.


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DEMOGRAFIA

DEMOGRAPHY

La perdita del ruolo centrale dell’Historic Cairo rispetto alla realtà metropolitanasi riflette anche nella diminuzione del suo peso demografico relativo. Com’è facile immaginare, dal 1882 la percentuale della popolazione residente nel centro storico è costantemente diminuita e dalla metà del novecento i quism storici hanno perso più popolazione rispetto a tutte le altre aree del Greater Cairo. Lo schema, elaborando i dati di diverse fonti4, mostra come la popolazione del Greater Cairo sia in costante aumento, e come cresca parallelamente al numero di persone residenti nei quartieri informali. Contemporaneamente all’esplosione del fenomeno informale nelle periferie, il centro storico ha visto un aumento di popolazione dovuto all’emigrazione dalle campagne. Negli anni cinquanta del novecento, la città storica ha perso la popolazione borghese con alto reddito. Questo

The loss of the central role of Historic Cairo compared to the Metropolis is also reflected in the decrease in its relative demographic weight. From 1882, the percentage of people resident in the town has steadily declined, and since the mid-20th century the historical quism [=centre?] has lost more population than all other areas of Greater Cairo. The diagram, processing data from various sources4, shows how the population of Greater Cairo is constantly increasing, and how its growth runs parallel to the number of people living in informal neighborhoods. At the same time as the explosion of the informal phenomenon in the suburbs, the historic center has seen an increase in population due to migration from the countryside. In the fifties, the city centre lost the high income


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ha influito sul degrado del centro, ormai abitato da una popolazione senza i mezzi economici e la consapevolezza culturale per manutenere edifici di grande valore e necessitanti di attenzioni particolari. Inoltre, questo ha generato uno sconvolgimento sociale. Il centro era storicamente un luogo di grande eterogeneità e collaborazione tra le diversi classi. Il benestante che occupava l’edificio al termine dell’afta riceveva e rendeva favori ai vicini di casa più poveri, e ciò contribuiva alla gestione comunitaria dello spazio pubblico. Il centro è stato infine progressivamente abbandonato dalla popolazione straniera, chiaro sintomo della degradazione dell’ambiente urbano e degli edifici. Da allora gli espatriati hanno rinunciato all’atmosfera storica, preferendo la più moderna Downtown e successivamente l’isola di Zamalek.

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population. This affected the deterioration of the historic core, now inhabited by a population without the financial means or cultural awareness to maintain buildings of great value and in need of special attention. In addition, it generated a social upheaval. The centre was historically a place of great diversity and collaboration between the various classes. The well-off who occupied the building at the end of the afta used to both receive favors from, and do favors to, their poorer neighbors, and this contributed to the community management of the public space. The centre was then progressively abandoned by the foreign population, a clear symptom of the dilapidation of the urban environment and buildings. Since then, expats have abandoned the historic atmosphere, preferring more modern neighborhoods, such as Downtown and later Zamalek.


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Il TRAFFICO

THE TRAFFIC

Le politiche di pianificazione finora analizzate hanno sempre attribuito una grande importanza agli interventi infrastrutturali, capaci di rispondere alla necessità di una popolazione in crescita e dal grande valore propagandistico. Ponti, viadotti, tunnel, autostrade urbane segnano da alcuni decenni il paesaggio urbano del Cairo, diventando vere e proprie polarità. La costruzione della metropolitana e la liberalizzazione del trasporto pubblico avrebbero dovuto assicurare alle fasce più deboli il diritto alla mobilità. In realtà i costi per il trasporto incidono ancora gravemente sull’economia familiare, tanto da influire su molte scelte di vita dei cairoti meno abbienti. Le fasce medio-alte della popolazione, invece, arricchitesi dopo l’apertura dei mercati, hanno generato, negli ultimi tre decenni, un grande aumento delle automobili. Nel 2007 secondo UN-HABITAT5, il 26,1 % delle famiglie possedeva un’auto. Un approfondito studio prodotto nel 2010 dagli studi ECORYS e SETS per la Banca Mondiale6 fornisce un quadro dettagliato del traffico cairota, identificando i corridoi di maggior importanza, i nodi di congestione e le relative cause. Inoltre calcola il costo aggiuntivo che il malfunzionamento della viabilità genera in termini economici e ambientali. Si riproporranno i risultati di massima dello studio al fine di identificare come la grande sovrastruttura viaria influenzi le relazioni tra le parti della città e quale sia il ruolo del centro storico.

The planning policies so far analyzed have always attributed great importance to infrastructural interventions, aiming to respond to the needs of a growing population, and of great propaganda value. Bridges, viaducts, tunnels, and urban highways have for quite a few decades marked Cairo’s cityscape, becoming real urban polarities. The construction of the underground and the liberalization of public transport should ensure, to the most vulnerable, the right to mobility. At present transportation costs still severely affect family finances, so many life choices of poorer people depend on it. The medium-high segment of the population, on the other hand, enriched after the opening up of markets, generated over the last three decades a significant increase in cars. In 2007, according to UN-HABITAT5, 26.1% of households had a car. An in-depth study produced in 2010 by ECORYS studies and SETS for the World Bank6 provides a detailed picture of Cairo traffic, identifying the most important corridors, nodes of congestion, and their causes. Moreover, it calculates the extra cost that the malfunctioning of traffic generates, in economic and environmental terms. The most important results of this study are presented below, in order to identify how the great road superstructure influences the relationships between the various parts of the city, and what the role of the old town is in this.

Il primo dei tre diagrammi mostra la gerarchia delle strade di maggiore portata veicolare. E’ immediato rilevare come la geografia dei trasporti del Greater Cairo si imposti su un sistema radiale e su uno circolare costituito dalla Ring Road. Il primo fa del centro il principale punto di snodo della città. Nel secondo schema appare tuttavia come la Ring Road riesca ad assorbire molto del traffico veicolare cairota, mentre gli assi radiali sono maggiormente congestionati man mano ci si avvicina al centro. Questo fatto si manifesta, come illustrato nel terzo diagramma, attraverso la formazione di ingorghi in prossimità del nucleo storico, laddove il grande volume di traffico proveniente dalle periferie incontra un sistema urbano fisicamente e funzionalmente più denso.

The first of three diagrams shows the hierarchy of major roads. It is immediate to note that the transport geography of Greater Cairo is composed by a radial system and the circular Ring Road. The first makes of the centre, the main intesection of the city. In the second diagram appears however as the Ring Road can absorb much of the vehicular traffic Cairo, while radial axes are more congested as you get closer to the Center. This fact manifests itself, as shown in the third diagram, through traffic jams near the historic core, where the large volume of traffic from the suburbs meets an urban system physically and functionally denser.


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INFORMAlITà O GlI AASHWA’I

INFORMAlITY OR AASHWA’I

Il fenomeno dell’urbanizzazione informale è noto sin dagli anni cinquanta, quando la città del Cairo conobbe il primo flusso di migranti dalle campagne del delta. Questa dinamica, prima sottovalutata, poi colpevolmente ignorata è diventata la cifra dominante dell’urbanizzazione cairota, tanto che, come in precedenza affermato, più del 60% dei cairoti vive nelle aree informali. Nonostante tale fenomeno sia comune a tutte le città in via di sviluppo, l’informalità cairota ha modi e strutture peculiari. Occorre analizzare in dettaglio tali realtà per sfatare alcune stigmatizzazioni che hanno storicamente definito tali quartieri come pericolosi, disordinati, emarginanti. Il primo livello di analisi è dato dalla suddivisione di tali aree secondo le tipologie proposte da David Sims7. Un tipo d’insediamento informale è quello che si stabilisce su terre in precedenza agricole. L’edificazione insiste quindi su di un’area non lottizzata ed è attuata in mancanza dei permessi edilizi. Tale fenomeno ha radici storiche nella norma ereditaria islamica che, assicurando a ogni figlio maschio una parte uguale della proprietà fondiaria paterna e mezza parte a ogni figlia femmina, frammenta la proprietà. Fin quando l’attività agricola fu l’unico mezzo di sussistenza, la proprietà era spesso ricompattata attraverso compravendite tra gli eredi; quando il mercato delle costruzioni informali assicurò un reddito maggiore, le piccole proprietà divennero lotti edificabili de facto. Il processo fu del tutto illegale, nel senso che tutte le fasi, dalla compravendita del terreno, all’edificazione, alla rivendita o messa in locazione, avvennero solo attraverso accordi informali, mediati dalla comunità. E’ in queste aree che spesso si sono instaurate intere comunità, migranti solidalmente dai villaggi dell’alto Egitto e che nei quartieri informali hanno ricreato la struttura spaziale e sociale dei paesi di provenienza. Come l’insediamento informale di Imbaba, prima analizzato, queste aree mantengono l’impianto tipico delle aree agricole, i cui canali d’irrigazione sono trasformati in vie di comunicazione. Mentre per anni la tipologia costruttiva è stata quella della palazzina di quattro o cinque piani in cemento armato e mattoni, da alcuni anni sono emersi alcuni edifici di pianta maggiore che raggiungono i dodici piani di altezza. Questi sono te-

The phenomenon of informal urbanization has been evident since the 1950s, when Cairo received the first flux of migrants from the delta countryside. This dynamic, first undervalued and then culpably ignored, became the dominant feature of Cairo urbanization, so that, as previously stated, more than 60% of people live in informal areas. Although this phenomenon is common to all cities in the developing world, the informality here has its own specific structures. Analysis in detail of this reality is required to dispel some characterizations that have historically defined such neighborhoods as dangerous, disorganized, and marginalizing. The first level of analysis splits up these areas according to the different types proposed by David Sims7. One kind of informal settlement is the one located on previously agricultural land. The building therefore takes place in an area not properly parceled out, and is implemented in the absence of building permits. This phenomenon has historical roots in Islamic inheritance law, which ensures to each son an equal part of the paternal estate, and half a part to each daughter, thus breaking up the property. Until farming was the only means of subsistence, the property was often recomposed through exchanges between inheritors; when the informal real estate secured a greater income, small properties became de facto building lots. The process was completely illegal, in the sense that all the phases, from the buying and selling of land, to construction and resale or lease, occurred only through informal agreement, mediated by the community. Often in these areas communities were established which had moved from upper Egypt, and which, in the informal neighborhoods, recreated the space and the social structure of the original village. Like the informal settlement of Imbaba, already analyzed, these areas retain the typical system of agricultural areas, but with irrigation channels transformed into roads. While for years the typical building was four-storeys of reinforced concrete and brick, in recent years bigger ones


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stimonianza dello svilupparsi di un mercato di piccoli promotori immobiliari, non più votati all’autocostruzione ma alla speculazione edilizia. La seconda tipologia è data dai quartieri insediati su aree desertiche demaniali e in precedenza non destinate ad alcuna funzione. Come per la categoria precedente, tutte le fasi dell’urbanizzazione sono avvenute illicealmente. La diversità fondamentale della seconda tipologia risiede nel fatto che, essendo lo Stato l’unico proprietario del terreno, la legalizzazione post-facto delle costruzioni può avvenire senza l’insorgere di diatribe riguardanti la proprietà. La terza tipologia è data dai quartieri deteriorati del centro storico, quali sono alcune parti di al Khalifa, Bulaq Abou Ella, Msr al Qadima. Il degrado degli edifici è dato dall’incertezza nel regime di proprietà o, se questa è accertata, dal disinteressamento del proprietario che, a causa della legge sugli affitti del 1919, riceve dalla locazione un reddito inconsistente. Un’ulteriore tipologia è quella costituita da parti deteriorate dei quartieri popolari sorti all’inizio del XX secolo e in cui il regime di proprietà dei suoli è incerto. Molti di questi sono destinati a essere demoliti e gli abitanti rilocati in quartieri di edilizia pubblica. In questa tipologia possono essere inseriti anche i villaggi rurali che sono stati inglobati nell’espansione urbana, quali Mit Oqba, Agouza, Giza. L’ISDF ha sviluppato una strategia di riqualificazione dei quartieri informali, suddivisa in tre fasi attuative. La prima, realizzata dal 1994 al 2004, consisteva nel fornire tali aree delle infrastrutture minime (rete elettrica, rete idrica e fognaria, pavimentazione delle strade).

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have been built, up to twelve storeys high. These are evidence of the presence of small, speculating developers. The second kind is provided by neighborhoods settled on public desert areas, not designated to any particular function. As with the previous category, all phases of urbanization took place illegally. The difference between them is that, since the state is the sole owner of the land, the legalization of buildings can take place without setting off conflicts about property. The third type is the dilapidated old neighborhoods, some parts of al Khalifa, Bulaq Abou Ella, and Msr al Qadima. The deterioration of the buildings is due to the uncertainty in the property regime or, if this is established, to the owners who, not being interested in renovation, receive a derisory lease (because of the 1919 rent law). Another type is formed by deteriorated popular districts, built in the early 20th century, and where the land tenure is uncertain. According to the authorities, many of these are to be demolished and residents relocated in public housing neighborhoods. Even some rural villages may fall into this category when incorporated into the urban sprawl, for example Mit Oqba, Agouza, and Giza. The ISDF has developed a strategy for the upgrading of informal districts, divided into three phases. The first one, implemented between1994 and 2004, was to provide the basic infrastructure (electricity, water, sewerage, the paving of roads).


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La seconda fase, dal 2004 al 2008, s’incentrava sulla preparazione di piani dettagliati per la progettazione di un anello contenente diverse funzioni e in grado di limitare le espansioni. Il terzo step, che si sta sviluppando attualmente, consiste nel supportare i governi locali nella realizzazione di case sulla base del recupero dei costi. La priorità è data all’eradicazione dei quartieri classificati “non sicuri”. All’inizio del 2009, la definizione delle aree “non sicure” ha costituito la base di un’indagine nazionale condotta dall’ISDF, sulle priorità per la riqualificazione: _Priorità 1: quartieri edificati in luoghi che rappresentano una minaccia per la vita umana, comprese le aree a rischio di frane, inondazioni o incidenti ferroviari. _Priorità 2: quartieri costituiti da edifici costruiti con materiale riciclato o riutilizzato; edifici con minima resistenza ai disastri naturali, edifici gravemente deteriorati. _Priorità 3: quartieri il cui risiedervi costituisce una minaccia alla salute degli abitanti, per la mancanza di

The second phase, from 2004 to 2008, focused on drafting detailed plans of a ring containing several functions, and which could halt migrations. The third step, which is currently being developed, is to support local governments in housing on the basis of a cost recovery strategy. Priority is given to the eradication of the districts classified as “unsafe”. In early 2009, the definition of “unsafe” areas formed the basis of a national survey conducted by the ISDF, identifying the re-qualification priorities: _ First Priority: buildings in locations that pose threats to human life, including areas in danger of rockslides, flooding or train accidents. _Second Priority: buildings that are constructed with recycled or reused material; buildings with minimal resistance to natural disasters, and deteriorated buildings. _ Third Priority: threats to the health of inhabitants, as in the case of the lack of clean water, unim-


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acqua potabile, di sistema fognario, per l’insistenza su un terreno instabile. _Priorità 4: quartiere in cui è diffusa l’incertezza dei regimi proprietari. Se da un lato questa classificazione fornisce un quadro chiaro della crisi abitativa cairota, dall’altra parte questa è stata spesso strumentalizzata dalle autorità per giustificare la demolizione, attuata o solo prospettata, di alcuni quartieri. Il fenomeno dell’informalità deve invece essere affrontato attraverso un approccio pragmatico, che superi le divergenze storiche e che punti alla riqualificazione di quello che già è già costruito. Questo atteggiamento non è un’accettazione rassegnata dell’abusivismo, ma è il primo passo per combatterlo: offrire un’alternativa viabile ai quei dieci milioni di cairoti vivono nell’informalità. La riqualificazione di “unsefe areas” del centro storico, può diventare allora, paradigmatico di una strategia di riqualificazione endogena e orientata alla comunità, re-

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proved sewerage, or building on unstable soil. _Fourth Priority: uncertainty in ownership and in land tenure. Although this classification provides a clear picture of the housing crisis in Cairo, this has often been used by the authorities to justify the demolition, implemented or envisaged, of some neighborhoods. Informality, instead, should be addressed through a pragmatic approach that goes beyond historical disagreement and aims to redevelop what is already built. This attitude is not a resigned acceptance of illegality, but is the first step to take to beat it: offering a viable alternative to those ten million people living in informality. In this way the redevelopment of “unsafe areas” of the old town can become paradigmatic of an endogenous and community-oriented regeneration strategy, replicable also in informal neighborhoods.


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3.5 MEDINE 3.5 MEDINAS La fortunata espressione “mondo arabo” tradisce una certa visione semplicistica e omologante di un’area culturale vastissima e contenente dinamiche spiccatamente differenti. Le vicende urbane, per la loro natura storica, sociale e materiale, sono testimonianze eminenti di questa eterogeneità. La differenza tra i paesi si è fatta cesura con l’esplosione del valore del petrolio a partire dagli anni settanta. E’ da allora che, come afferma lo studio di UN-HABITAT sullo stato delle città arabe8, si sono delineate tre categorie di nazioni: quelle con grandi risorse e insufficiente manodopera (i paesi del Golfo), quelli con una grande forza lavoro e poche risorse (Egitto e Maghreb), quelle mancanti dell’una e dell’altra (Sudan, Somalia, Yemen, ecc.). Tale categorizzazione rispecchia le differenze esistenti tra i prodotti interni lordi, tra i tassi di disoccupazione, i flussi migratori interni. Questi paesi condividono, però, un forte substrato storico, la lingua (ad eccezione dell’Iran), la fede islamica, fattori che hanno determinato le forme del vivere e

The term “Arab world” betrays a certain simplistic perspective of a vast cultural area, containing distinctly different dynamics. Urban phenomena, for their historical, social and material nature, are prominent examples of this heterogeneity. Differences between the countries became a caesura with the explosion of oil prices since the 1970s. From that time, as stated by UNHABITAT’s study on the State of Arab cities8, three categories of nations have emerged: those with an insufficient workforce and a lot of resources (the Gulf countries), those with a large workforce and few resources (Egypt and the Maghreb), and those lacking both of these (Sudan, Somalia, Yemen, etc.). Such a categorization reflects existing differences between gross domestic products, unemployment rates, and internal migration flows. These countries, however, share a strong historical identity, consisting of the language (with the


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una struttura sociale e urbana molto resiliente. Per questo, soprattutto all’interno degli insediamenti storici, si possono trovare elementi comuni al di là delle differenze di contesto. La regione araba custodisce un grande patrimonio urbano storico, che l’UNESCO ha riconosciuto iscrivendo settanta patrimoni culturali, di cui ventidue costituiscono un tessuto storico abitato, una medina. Il riconoscimento di un sistema urbano come patrimonio apre una serie di questioni sul concetto di tutela, poiché alla conservazione del patrimonio materiale è d’uopo affiancare la preservazione del patrimonio immateriale; alla funzione documentale dell’oggetto è doveroso aggregare la funzione socio-economica. La complessità di tali questioni aumenta quando questi patrimoni sono parte di un grande sistema, il cui baricentro non coincide più con la città storica. Il Cairo ne è un caso esemplare. In questi casi le medine costituiscono entità marginali, quantitativamente inconsistenti dal punto di vista economico e politico, e tuttavia bisognose di particolari attenzioni. Per l’eterogeneità dei fatti urbani anche queste “medine nelle metropoli” sono difficilmente comparabili, nessuna ricetta utilizzata qui può essere ripresa altrove. Tuttavia, al fine di individuare alcune metodologie di azione e di inserire il progetto qui esposto in un contesto più ampio, si presentano brevemente alcuni progetti sviluppati in grandi città dell’area araba: Marrakech, Damasco, Sana’a, Tunisi. Si sono scelte tali città perché rappresentano polarità importanti nel loro contesto nazionale, sia dal punto di vista simbolico che politico, hanno una popolazione superiore al milione di abitanti e sono state interessate da progetti di riabilitazione dai metodi e dai risultati peculiari.

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exception of Iran), and the Islamic faith, two factors that have determined ways of living together, with a resilient social and urban structure. For this, especially within historical settlements, it’s possible to find shared features as well as differences. The Arab region has a great historic urban heritage, which UNESCO has recognized officially though seventy cultural heritage sites, of which twenty-two are historical towns, medinas. The recognition of an urban system as a heritage site opens up questions about the concept of protection, since to the conservation of the tangible heritage it is necessary to add the preservation of the intangible one; to the documented function of the object, it is necessary to add the socio-economic dynamic. The complexity of these issues increases when these assets are part of a large system, whose center of gravity does not coincide any longer with the historic city. Cairo is an exemplary case. In these cases the medinas constitute insubstantial marginal entities, economically and politically, and yet in need of particular attention. For the heterogeneity of urban realities these “medina cities” are hardly comparable, so no recipe used here can be applied elsewhere. However, in order to learn of some other methodologies and set our project in a broader context, we present briefly some projects developed in big Arab cities: Marrakesh, Damascus, Sana’a, and Tunis. The choice of these cities is justified by the fact that they represent important polarities in their national context, from both symbolic and political perspectives. They have more than one million inhabitants, and they have been the subject of renovation projects with specific methods and results.


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SANA’A

SANA’A The capital of Yemen has been inhabited continuously for more than 2,500 years. Its great historical heritage manifests itself in its one hundred mosques and more than 6,000 buildings constructed before the 19th century. Until the second half of the twentieth century, the capital, due to its isolated location and the weakness of its economy, kept ways of life and the urban environment virtually unchanged. In the 1970s, with the opening up of northern Yemen to foreign markets, the city experienced mass immigration from the countryside, which intensified after the unification of Yemen in 1990, and continues today. Today the metropolitan area of Sana’a has more than two million inhabitants, more than twice the number of 1994. The sudden population growth, and cash flows from neighboring oil states, pushed the Administration to promote a policy of hasty modernization that endangered the historic city. Since the 1980s, after the UNESCO recognition of 1986, many restoration projects were carried out by the Government and international bodies. Infrastructures were also strengthened. However, the Administration’s neglect and urban-scale projects in the new century caused the loss of traditional public spaces, such as those devoted to urban agriculture, as well as the degradation of historic residential neighborhoods. For this reason, UNESCO in 2004 set up a project to make an inventory of the historical heritage of the city, with the aim of achieving a conservation plan.

MARRAkECH Il Marocco è sicuramente il paese arabo che ha acquisito maggiore consapevolezza del potenziale economico che rappresenta il suo patrimonio storico. La riabilitazione della Medina di Marrakech, iniziata negli anni novanta e sviluppata attraverso diversi progetti, ha avuto un grande successo dal punto di vista turistico, grazie anche al potenziamento delle linee aeree dirette dall’Europa. La medina è così diventata un asset attrattivo anche per gli investitori stranieri. L’amministrazione ha lasciato ampio spazio ai privati nelle destinazioni d’uso, tanto che i riad storici sono spesso stati trasformati in bou-

MARRAkESH Morocco is certainly the Arab country that has acquired a deeper awareness of the economic potential represented by its historical heritage. The renovation of the Medina of Marrakech, begun in the nineties and developed through various projects, has been very successful as far as tourism goes, thanks also to the expansion of direct air routes from Europe. The medina has thus became an attractive asset for foreign investors. The Administration has given individuals the chance to choose their destinations, so that the historical riad have often been turned into boutique hotels or holiday

La capitale dello Yemen è stata abitata con continuità da più di 2500 anni. La sua grande eredità storica si manifesta nelle sue cento moschee e nei più di 6000 edifici costruiti prima del XIX secolo. La capitale, per la sua posizione isolata e la debolezza della sua economia mantenne pressoché inalterati fino alla seconda metà del novecento i modi di vita e l’ambiente urbano. Negli anni settanta, con l’apertura dello Yemen del Nord ai mercati esteri, la città conobbe l’immigrazione di massa della popolazione dalle campagne, che si intensificò dopo l’unificazione dello Yemen nel 1990 e che continua tuttora. Oggi l’area metropolitana di Sana’a conta più di due milioni di abitanti, nel 1994 erano meno della metà. La crescita demografica improvvisa e i flussi di denaro provenienti dagli stati petroliferi vicini spinsero l’amministrazione a promuovere una politica di modernizzazione frettolosa, che mise in pericolo la città storica. Dagli anni ottanta, dopo il riconoscimento UNESCO del 1986, furono realizzati molti progetti di restauro da parte del governo e di enti internazionali. Inoltre si rafforzò il sistema infrastrutturale. Tuttavia, negli anni 2000, la mancanza di attenzione da parte dell’amministrazione e di progetti a scala urbana, causarono la perdita di spazi pubblici tradizionali, quali quelli dedicati all’agricoltura urbana, e il degrado di quartieri residenziali storici. Per questo l’UNESCO nel 2004 ha avviato un progetto di inventario del patrimonio storico della città con il fine di realizzare un Conservation plan.


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tique hotel o case vacanza. L’economia della città ha sicuramente beneficiato di tale progetto, anche se vi è stato un notevole costo sociale. Se, infatti, i proprietari di case nella Medina si sono arricchiti grazie all’innalzamento spropositato dei valori immobiliari, per la stessa ragione, i locatari (quasi il 40% degli abitanti nel 2004) sono stati costretti a trasferirsi nei quartieri periferici, cambiando radicalmente la propria vita. L’espulsione dalla medina della popolazione che storicamente vi risiedeva è, oltre che un’ingiustizia dal punto di vista sociale, un impoverimento del valore culturale del sito, privato del patrimonio immateriale.

homes. The city’s economy has certainly benefited from this project, although there has been a significant social cost. If, in fact, homeowners in the Medina have become rich thanks to the disproportionate rise in real estate values, for the same reason the tenants (almost 40% of the inhabitants in 2004) were forced to relocate to the suburbs, a radical change in their lives. The expulsion from the medina of the population that historically lived there was not only an injustice from a social perspective, but also an impoverishment of the cultural value of the site, deprived of its intangible heritage.

TUNISI

TUNISI The Medina of Tunis, recognized as a world heritage site in 1979, with about 270 hectares represents one of the greatest Muslim examples of urban planning. Enclosed in an urban system of about one million people, the historic town has seen, throughout the twentieth century, worsening economic conditions and its abandonment by the bourgeois middle class, which preferred modern districts of a recent expansion. The fact, however, that the development of the city took place through expansion outwards (and this is still the case), and not through overlapping, has allowed the town to preserve its historical urban structure. In 1967 the Association de Sauvegarde de la Medina de Tunis was set up, initially implementing infrastructural improvement projects to halt depopulation, and later urban renovation interventions. Following the UNESCO recognition, many projects were carried out by the Tunisian authorities and international actors. The attention paid to the housing conditions of the Medina has preserved it from gentrification. Between 1990 and 2003 more than seventy monuments have been restored. The streets have been repopulated by artisan businesses, thanks to the development of tourism and the enhancement of the cultural heritage.

La Medina di Tunisi, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità nel 1979, con i sui 270 ettari rappresenta in ambito musulmano uno dei maggiori esempi di pianificazione urbana omogenea. Racchiusa in un sistema urbano di circa un milione di persone, la città storica ha subito, per tutto il novecento, il peggioramento delle condizioni economiche e l’abbandono da parte della classe media borghese, che preferiva i quartieri moderni di nuova espansione. Il fatto, però, che lo sviluppo della città avvenisse, e avviene tuttora, per espansione e non per riconversione, ha permesso alla città storica di conservare la struttura urbana storica. Nel 1967 fu istituita l’Association de Sauvegarde de la Medina de Tunis, che realizzò inizialmente dei progetti di miglioramento infrastrutturale per frenare lo spopolamento e successivamente degli interventi di riabilitazione urbana. In seguito al riconoscimento UNESCO, molti progetti furono realizzati sia dalle autorità tunisine sia da attori internazionali. L’attenzione posta alle condizioni abitative della Medina l’ha preservata dalla gentrificazione. Tra il 1990 e il 2003 sono stati restaurati più di settanta monumenti. Le strade si sono ripopolate delle attività artigianali, grazie anche al potenziamento del settore turistico e alla valorizzazione del patrimonio storico.


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DAMASCO Damasco è una città antichissima ma che ha visto la sua esplosione demografica negli ultimi cinquanta anni, durante i quali la popolazione è decuplicata. Oggi vi abitano 1,7 milioni di persone ed è al centro di una regione metropolitana da 4,8 milioni di abitanti. Nella capitale siriana l’area patrimonio dell’umanità è solo quella all’interno delle mura romane. Questa definizione restrittiva e l’assenza di una buffer zone avevano costituito il pretesto per il governo per progettare un’autostrada in adiacenza alle mura, che avrebbe definitivamente isolato la città storica. L’intervento dell’UNESCO per bloccare il cantiere, ha dato il là a una serie di programmi, promossi da diversi attori internazionali, aventi come obiettivo non solo la riqualificazione dello spazio pubblico ma anche la sovrastruttura politico-amministrativa. In quest’ottica, il MAM (programma per la modernizzazione dell’amministrazione municipale) ha il fine di migliorare l’efficacia dell’amministrazione locale. All’interno del centro storico, obiettivo del MAM è quello di preservare il patrimonio culturale e urbano, attraverso il miglioramento della gestione economica, sociale e ambientale del sistema urbano. Altre istituzioni internazionali quali l’agenzia tedesca per la cooperazione tecnica (GTZ) e l’Aga Khan Trust for Culture hanno avviato progetti di riqualificazione e supporto tecnico. La situazione politica attuale, tuttavia, ha arrestato tutti i progetti in corso.

DAMASCUS Damascus is an ancient city that has experienced a population explosion over the past fifty years, the population increasing tenfold. Today there are 1.7 million people, and the city is the center of a metropolitan region of 4.8 million. In the Syrian capital the area of the world heritage site is just that within the Roman walls. This restrictive definition, and the absence of a buffer zone, formed the pretext for the government to plan a freeway adjacent to the walls, definitively closing off the historic city. The UNESCO intervention to block this project set off a plethora of programs, promoted by several international players. These had as their objective not only the upgrading of public space, but also of the political-administrative superstructure. The MAM (the program for the modernization of municipal administration) aimed to improve the effectiveness of local administration. Within the town, the MAM’s purpose is to preserve the cultural and urban heritage by improving the economic, social and environmental urban system. Other international institutions such as the German Agency for technical cooperation (GTZ), and the Aga Khan Trust for Culture have begun redevelopment projects and support. The current political situation, however, has brought all the projects that were underway to a halt.


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3.6 UN RUOlO PER Il CENTRO STORICO 3.6 A ROlE FOR THE HISTORIC CITY Dall’analisi delle dinamiche attuali interessanti la regione metropolitana, emerge come il centro storico non abbia oggi un ruolo determinato. Quantitativamente insufficiente e qualitativamente rigido per rispondere alle domande di un sistema urbano di diciotto milioni di persone, il centro storico rischia oggi di diventare un elemento periferico, le cui uniche centralità rimangono i poli religiosi storici. L’individuazione dello sviluppo turistico come unica opportunità della medina, può portare, come si è visto nel caso di Marrakech, a una gentrificazione diffusa, che se da un lato garantisce il buon mantenimento del patrimonio materiale, dall’altro conduce alla perdita di quello immateriale e a forti mutamenti sociali. Occorre evitare di riferirsi al centro storico come a una parte funzionalmente caratterizzata della metropoli, ma, cambiando la prospettiva, è necessario ricondurre la città storica alla sua dimensione di città, ovvero a un organismo complesso ed evolvente. Per far ciò occorre innanzitutto istituire un organismo di pianificazione che, in stretto dialogo con gli enti di pianificazione generale e con tutti gli attori coinvolti, istituzionali e non, si occupi esclusivamente della città storica, non solo dal punto di vista della conservazione.

From the analysis of current dynamics investing metropolitan regions, it emerges that the historic town does not have a specific role. With quantitatively inadequate and qualitatively hard to answer questions concerning an urban system of 18 million people, the centers risk becoming a peripheral element, the only focus left relating to historical religious issues. The identification of tourism’s development as a unique opportunity for the medina, as in the case of Marrakech, can lead to a widespread gentrification, which if it ensures the good maintenance of the material heritage, on the other hand leads to the loss of its intangible assets and brings weighty changes for the make up of society and its interrelationships. It is important to avoid referring to the town as a functionally characterized part of the metropolis, but instead, changing the perspective, the historic centre has to be thought of as an entire city in itself, and a complex and evolving organism. To do this, a planning agency first has to be set up. In close dialogue with the planning authorities and with all the stakeholders, institutional and


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La vera sfida della gestione dei siti storici urbani, non è infatti la conservazione dei manufatti, ma quella più complessa della pianificazione strategica: identificare il ruolo che il centro storico può assumere. Se si è evidenziata la necessità di strumenti pianificatori particolari per la città storica, non si può tuttavia pensare che questa possa vivere isolata dalla città contemporanea che la circonda: il risultato sarebbe un museo a cielo aperto. Per evitare questo, all’interno di una struttura strategica forte, si deve lasciare ampio spazio a forme di rigenerazione endogena, che siano occasioni perché la società civile prenda coscienza della ricchezza del luogo che abita e del proprio peso politico. Nello specifico della realtà cairota, la città storica mantiene ancora molte polarità monumentali, religiose e commerciali. Non occorre dunque caricare il centro di nuove centralità ma occorre solidificarne le basi, attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici, il miglioramento della situazione economica degli abitanti, la riabilitazione dello stock residenziale. Questo procedimento può avvenire solo se le istituzioni rinunciano a una visione propagandistica ed esterofila dello sviluppo urbano, per accettare una pianificazione profondamente sostenibile, poiché ancorata alla dimensione sociale dello spazio urbano.

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otherwise, it must focus exclusively on the historic city, and not only as a conservation object. The challenge of managing urban historic sites lies not in the preservation of artifacts, but in the more complex one of strategic planning: identifying the role that the Centre can play. Emphasis has to be placed on the need for special planning tools for the historic city, which cannot live isolated from the contemporary surrounding city: the result would be an open-air museum. To avoid this, within a strong strategic framework, ample space must be left to forms of endogenous regeneration, opportunities for civil society to become aware of the place it inhabits, and its own political clout. Specifically in Cairo, the historic city still retains many historical, monumental, religious polarities. Therefore there is no need to overcharge it with new functions, but simply secure its foundations, through the redevelopment of public spaces, the improvement of the economic situation of the inhabitants, and the renovation of the existing residential areas. This procedure can only occur if the institutions forsake a propagandist and xenophile vision of urban development, accepting sustainable planning, anchored in the social dimension of the urban space.

Note_Notes: 1. Al- GHITANI Gamal. “Interview” in le Caire vu par les écrivains. French Cultural Centre in Cairo, 2001, in VIGNAl leila, DENIS Eric, 2009. 2. VIGNAl leila, DENIS Eric, Cairo as Regional/global capital? In Cairo Cosmopolitan a cura di SINGERMAN Diane e AMAR Paul. The American University in Cairo Press, 2009. 3. SINGERMAN Diane, Cairo contested, Governance, urban Space and global modernity , The American University in Cairo Press, 2011, Cairo, Egypt. 4. RAYMOND André, Cairo, City of History, The American University in Cairo Press, 2007, Cairo, Egypt e ZAGHOW Sherine,Rehabilitation of Historic Cairo: Socio-economic Survey, Report per URHC Project, Dicembre 2011 5. UN-HABITAT United Nations Human Settlements Programme, Cairo: A City in Transition, cities & citizens series, bridging the urban divide, 2011 6_ ECOYRIS Nederlands, SETS lebanon, Caito Traffic Congestion Study, Phase 1Final Report, November 2010, su commissione della Banca Mondiale e del Governo egiziano 7. SIMS David et alii, The case study of Cairo: Egypt, in Undertanding slums: case studies for

the global report on human settlement, Development Planning Unit (DPU), University College london, 2003 8.SERAGElDIN Mona et alii, The state of Arab Cities 2012, challenges of urban Trasformation, UNHABITAT, December 2012


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4.1 il riconoScimento uneSco 4.1 recoGnition BY uneSco L’Islamic Cairo, poi rinominato Historic, fu iscritto nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità nel 1979, su indicazione dell’International Council for Monuments and Sites (ICOMOS), in quanto rispondente a tre dei sei criteri culturali1: I) Molti dei grandi monumenti del Cairo sono capolavori incontestabili. V) Il centro del Cairo contiene numerose strade e abitazioni antiche, e mantiene, nel cuore del tessuto tradizionale, forme d’insediamento umano risalenti al medioevo. VI) Il centro storico del Cairo costituisce un’impressionante testimonianza di internazionale, a livello politico, strategico, intellettuale e commerciale, della città durante il periodo medievale. Il documento d’iscrizione, che descrive il sito come un’area di trentadue chilometri quadrati dove il tessuto storico è in ampie parti ancora intatto, non ne

Islamic Cairo, renamed Historic Cairo, was added to the list of World Heritage Sites in 1979, after designation by the ”International Council for Monuments and Sites” (ICOMOS), because it answered to 3 of the 6 cultural criteria1: I) Several of the great monuments in Cairo are incontestable masterpieces. V) The Centre of Cairo groups numerous streets and old dwellings and thus maintains, in the heart of the traditional urban fabric, forms of human settlement which go back to the Middle Ages. VI) The Historic Centre of Cairo constitutes an impressive material witness to the international importance, on the political, strategic, intellectual and commercial level, of the city during the medieval period. The inscription document, describing the site as an area of thirty-two square kilometers where


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definì tuttavia i confini, né le misure legali e amministrative necessarie per assicurarne la protezione. In seguito all’iscrizione, l’UNESCO, il World Heritage Centre (WHC), e il World Heritage Commitee incoraggiarono più volte il Governo a identificare i confini del sito e a normarne la gestione. In risposta, il Governo egiziano emanò diverse leggi, ma non venne mai affrontato il problema del coordinamento delle diverse istituzioni legiferanti sul sito. Nel 2008 una missione UNESCO segnalò il decadimento progressivo del tessuto storico del Cairo, raccomandando al Governo la redazione di un piano di gestione e di conservazione del sito. Nel 2009 le autorità egiziane convennero con il WHC sulla necessità di sviluppare una serie di attività di protezione del Historic Cairo.

the historic fabric is still in large part intact, doesn’t define either the boundaries or the legal and administrative measures necessary to ensure its protection. After the inscription, UNESCO, the World Heritage Centre (WHC), and the World Heritage Committee, repeatedly encouraged the government to define the site’s boundaries and management. In response, the Egyptian government passed several laws, but the problem of coordinating the different institutions legislating on the site was never addressed. In 2008 a UNESCO mission signaled the gradual decay of the historic fabric of Cairo, recommending the Government to draw up a plan for the management and conservation of the site. In 2009 the Egyptian authorities agreed with the WHC on the need to develop a series of actions to protect Historic Cairo


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4.2 lo Studio uneSco del 1980 4.2_tHe uneSco StudY oF 1980 Nel 1980 l’UNESCO mise a punto un vasto studio il cui intento principale non era quello di fornire un progetto di conservazione dettagliato per i monumenti storici ma di definire aree di tutela strategiche. Lo studio prese le mosse dall’analisi delle condizioni in cui versava il sito; in particolare si registrava la perdita di popolazione dovuta al dilapidamento delle abitazioni, la presenza invasiva di attività commerciali e produttive, la mancanza di infrastrutture viarie adeguate. Si rilevava inoltre l’ancora attuale mancanza di coordinazione tra le istituzioni. La relazione suggeriva cinque obiettivi strategici da raggiungere nei successivi cinque anni: _conservare il tessuto storico, vincolato e non, e preservare il senso del luogo _concordare progetti urgenti di conservazione senza perdere la vivibilità del centro storico. _realizzare una semplice ed efficace metodologia di

In 1980, UNESCO set up a comprehensive study whose main purpose was not so much to provide a detailed conservation plan for the historic monuments, as to define areas of strategic protection. The study took as its starting point an analysis of the site’s condition; in particular, it recorded a loss of population due to the deterioration of housing, an invasive presence of commercial and productive activities, and a lack of adequate road infrastructure. It also noted the continued lack of coordination between the institutions. The report suggested the achievement of five strategic objectives over the next five years: -conserve the historic urban fabric, the building heritage – listed or unlisted – and the sense of place. -allow urgent preservation and maintenance work through a controlled system without compromising the historic area’s medieval style and ability to


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attuazione _controllare il progetto architettonico dei nuovi edifici _controllare le altezze in prossimità del quartiere storico. Per la complessità del sito, l’UNESCO affermava la necessità non di un masterplan generale che difficilmente avrebbe dato risposta coerente ed efficace a tutte le questioni in gioco, bensì un piano d’azione a breve termine, basato su sei aree di tutela. Queste dovevano costituire il volano per la rivitalizzazione delle aree circostanti. I progetti dovevano riqualificare in particolar modo gli spazi pubblici, indirizzando anche le nuove costruzioni verso modelli estetici integrati al contesto storico. Lo studio sondava inoltre la possibilità di coinvolgere i privati a riqualificare le relative proprietà, senza però approfondire l’aspetto legato al supporto finanziario e tecnico di questi. All’interno della chiara politica attuativa proposta dall’UNESCO, si ribadiva la necessità di creare una classe di professionisti altamente qualificati in grado di sviluppare e gestire i progetti di rivitalizzazione, l’esigenza di risolvere problemi basilari come l’aumento della falda acquifera, l’opportunità di creare un’istituzione indipendente per la conservazione. Nonostante il manifestato interesse da parte di tutte le istituzioni, nessuna delle proposte fu attuata nell’immediato. Una parziale risposta allo studio UNESCO arrivò nel 1998 quando il Governo, a seguito di uno studio dell’UNDP sulle condizioni del sito, decretò la nascita del Historic Cairo Restoration Project (HCRP), che porto al restauro di 147 monumenti vincolati e di quarantotto non vincolati. Fu costituito inoltre il Centre for Studies and Development of Historic Cairo (CSDHC), come emanazione del Ministero della Cultura, con l’obiettivo di coordinare gli interventi, produrre studi sul sito, realizzare un Geographical Information System (GIS). Congiuntamente, il CSDHC stilò un piano per la tutela dei monumenti compresi nel sito, avente come principi generatori la preservazione dei monumenti, l’applicazione di un concetto di conservazione olistica della città, la scansione temporale degli interventi.

continue its everyday life. -achieve a simple and effective implementation methodology -control the design of new buildings -control the heights of new edifices in the vicinity of the historic quarter Due to the complexity of the site, UNESCO didn’t spell out the need for an overall masterplan which would anyway have been unable to provide a coherent, effective response to all the issues at stake, but put forward a short-term action plan, based on six areas of protection. These areas were to be the driving force behind the revitalization of the surrounding areas. The projects had in particular to rework the public spaces, also directing the new buildings towards aesthetic models integrated into the historical context. The study also probed the possibility of involving the private sector to redevelop their properties, but did not explore in detail the issues relating to the financial and technical support. In the clear implementation policy proposed by UNESCO, the need to create a class of highly qualified professionals able to develop and manage the revitalization projects was stressed, plus the need to solve basic problems such as the increase in the water table, and to create an independent institution for conservation. Despite the interest expressed by all the institutions, none of the proposals were implemented immediately. A partial response to the UNESCO report came in 1998 when the government, following a UNDP study on the condition of the site, decreed the birth of the Historic Cairo Restoration Project (HCRP), which led to the restoration of 147 listed monuments and 48 unlisted monuments. The Centre for Studies and Development of Historic Cairo (CSDHC) was also established, as an emanation of the Ministry of Culture, with the aim of coordinating interventions, producing studies on the site and creating a Geographical Information System (GIS). The CSDHC drew up a plan for the protection of the monuments included in the site, and as basic dynamic principles for the preservation of monuments, this embodies the application of a holistic concept for conservation of the city, and sets out a scan rate of the interventions.


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4.3 il Quadro leGiSlatiVo attuale 4.3_tHe PreSent daY leGiSlatiVe FrameWorK Il lungo periodo intercorso dall’iscrizione dell’Historic Cairo nella Lista dei Patrimoni dell’UNESCO non ha portato ad un sostanziale avanzamento della politica di conservazione del patrimonio da parte delle istituzioni egiziane. La storica affermazione della Carta di Venezia del 1964, “ un monumento è inseparabile dalla storia di cui è testimone e dal contesto nel quale s’inserisce”2, non è ancora entrata tra i principi della conservazione contemplati dal Governo e non esiste un ufficio che si occupi esclusivamente del sito storico nella sua complessità. Al contrario, la zona filtro, di dimensione diversa secondo il valore del monumento, è spesso considerata come vuoto, che distacca l’edificio rilevante dall’ambiente e ne esalta il singolare valore. Un esempio di quest’approccio del tutto erroneo è la demolizione, avvenuta alla fine degli anni novanta, di interi isolati residenziali sorti in prossimità del muro nord, a est di Bab al Futuh. Nell’area filtro non è concesso nessun tipo di attività

The long period from the inclusion of Historic Cairo in the UNESCO list of Heritage sites has not led to substantial advances in the Egyptian authorities’ application of a policy of heritage conservation. The historic statement of the Venice Charter of 1964, “a monument is inseparable from the history of which it is both a witness, and its context”2, has not yet appeared to be among the principles of conservation covered by the Government, and there is no office dealing exclusively with the site in its overall complexity. On the contrary, there is neglect of zone filters, of various dimensions according to the nature of the monument, often regarded as mere empty spaces, which should relate the monument to its the environment and enhance their unique value. An example of this completely wrong approach is the demolition, at the end of the nineties, of entire residential blocks in the vicinity of the northern wall, east of Bab al Futuh.


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edilizia è comunque permesso, causando il naturale dilapidamento e successivo crollo di interi comparti di edilizia storica di base. L’unico ufficio esecutivo incaricato di risolvere il problema delle aree circostanti il monumento, The Renewal of Islamic and Fatimid Cairo Neighbourhoods, fin dalla sua istituzione, si è sempre limitato a supervisionare il restauro dei monumenti. Oltre ai superati principi secondo i quali l’amministrazione opera, vi è una mancanza di coordinazione tra i molti apparati politici coinvolti, che generano un’incapacità endemica di perseguire un’unica linea d’azione. A livello inferiore, ovvero nell’applicazione delle norme prodotte, si registra una corruzione capillare che annulla completamente le già insufficienti norme. Si descrivono di seguito le funzioni degli organismi coinvolti, mettendone in evidenza i punti di contatto di sovrapposizione e di scontro. Il Ministero della Cultura agisce attraverso due istituzioni, sue dirette emanazioni: il Supreme Council of Antiquities (SCA) e la National Organization for the Urban Harmony (NOUH). Lo SCA, braccio operativo del Ministero della Cultura, è responsabile della conservazione e protezione di tutte le testimonianze tangibili della storia. E’ suo compito pianificare le azioni volte alla valorizzazione dei monumenti di tutte le epoche, incoraggiando la ricerca storica e organizzando la gestione del patrimonio. In relazione a ciò è dunque anche il diretto responsabile del censimento dei monumenti. E’ stata registrata la riluttanza da parte dello Sca ad aggiungere nuovi monumenti alla lista, in quanto questo comporterebbe problemi logistici e finanziari all’organismo, già povero di risorse. Se la scarsità dei mezzi finanziari è dovuta a una distribuzione non equa delle risorse e alla dispersione di queste in più livelli di corruzione, la mancanza di adeguate risorse umane è da attribuire in primo luogo all’Act of State Employees System. Questa legge non specificando le diverse qualifiche degli ingegneri, permette al Council di incaricare uno di questi, indipendentemente dalla sua specializzazione, ad eseguire il restauro di un monumento.

All kinds of building activities are permitted in the buffer zone, causing the deterioration and subsequent collapse of entire sections of historical buildings. The only executive office responsible for solving the problem of areas surrounding the monument, The Renewal of Islamic and Fatimid Cairo Neighborhoods, since its establishment has merely supervised monument restoration. In addition to the obsolete principles the administration works by, there is a lack of coordination among the many political or institutional actors involved, which generate an endemic inability to pursue a single, coherent line of action. On the lower level, i.e. in the application of the rules produced, corruption is so widespread that it completely cancels out even the prescribed standards, however inadequate these are. We describe below the functions of the organisms involved, highlighting the points of overlapping contact and inherent conflict. The Ministry of Culture acts through two institutions, its direct emanations: the Supreme Council of Antiquities (SCA), and the National Organization for the Urban Harmony (NOUH). The SCA, the operational arm of the Ministry of Culture, is responsible for the conservation and protection of all of the tangible testimonies of history. Its assignment is to plan actions for the enhancement of the monuments of all ages, encouraging research, and to manage the heritage. In relation to this, it is also directly responsible for the census of the monuments. Reluctance on the part of the SCA to add new monuments to the list has been noticed, as this would cause logistical and financial problems for the agency, already suffering from a poverty of resources. If a scarcity of financial resources is due to their unfair distribution, and their dispersal in various levels of corruption, the lack of adequate human resources is to be attributed primarily to the Act of State Employees System. This law does not specify the various specialist skills of engineers, allowing the Council to convene anyone, regardless of their specialization,


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Con l’obiettivo di permettere “ai valori della bellezza di prevalere in tutto lo spazio urbano egiziano”, il Ministero della Cultura ha istituito nel 2004 il NOUH. Il mandato dell’agenzia è di migliorare dal punto di vista strettamente estetico l’immagine deteriorata dell’ambiente costruito egiziano, sia questo urbano o rurale. La legge 119/2008 consente al NOUH di produrre regolamenti e linee guida, di identificare le aree e gli edifici di “peculiar value”. Le attività dell’organizzazione sono rivolte in maniera specifica al miglioramento degli spazi pubblici, in tutte le loro componenti: dalle facciate degli edifici, alla sezione stradale, alle insegne pubblicitarie, all’illuminazione pubblica. Il Ministero dell’Endowment ha il compito di preservare il patrimonio costruito come emerge dall’Antiquities Preservation Act del 1983. Già è evidente il conflitto amministrativo esistente tra il ministero e lo SCA: ciascuna delle autorità tende a perseguire i propri interessi senza tenere conto della politica dell’altra. La General Organisation for Physical Planning (GOPP) è l’autorità nazionale responsabile di coordinare il processo di pianificazione a tutti i livelli. Nel suo mandato vi è la redazione di programmi di sviluppo e delle relative linee guida. Inoltre l’organizzazione deve monitorare la realizzazione dei piani, supervisionando l’azione delle autorità di livello inferiore. A compiti di tale importanza, la GOPP ha risposto recentemente con il non realistico piano strategico “Cairo 2050”, illustrato brevemente nel capitolo precedente. Un decreto presidenziale del 2008 istituì l’ISDF con l’obiettivo di risolvere il problema dei quartieri informali e di identificare le aree “non sicure”. La necessità di tale istituzione fu registrata in seguito alla frana che nel settembre 2008 uccise 119 abitanti di Manshiet Nasser, un’area informale sulle pendici del Moquattan. Le aree “non sicure” sono state suddivise in quattro categorie secondo il grado di rischio. Sebbene il pericolo sia spesso reale, questa categorizzazione, viene spesso impugnata per giustificare l’espulsione degli abitanti da aree dal potenziale valore immobiliare elevato.

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to carry out the restoration of a monument. With the objective of allowing “ the values of beauty to prevail in all the Egyptian urban space”, the Ministry of Culture in 2004 set up the NOUH. The agency’s mandate was to improve from a strictly aesthetic perspective the deteriorated image of Egypt’s building environment, both urban and rural. The law of 119/2008 allows the NOUH to produce regulations and guidelines to identify areas and buildings of “particular value”. The activities of the organization are addressed specifically to the improvement of public spaces, in all their components: the façades of the buildings, and their surrounding context, advertising signs, and public illumination. The Ministry of the Endowment has the task of preserving the heritage of constructions as it emerges from the Antiquities Preservation Act of 1983. Administrative conflict between the ministry and the SCA is already evident: each of the authorities tends to pursue its own interests without taking into account the other’s policies. The General Organization for Physical Planning (GOPP) is the national authority responsible for the coordination of the planning process at all levels. Its mandate includes the drawing up of development programs and related guidelines. In addition, the organization should monitor the implementation of plans, supervising the action of the authorities down to the lower levels. For duties of such importance, the GOPP replied recently with the unrealistic strategic plan “Cairo 2050 “, described briefly in the previous chapter. A presidential decree of 2008 instituted the ISDF with the object of solving the problem of informal neighborhoods and identifying “unsafe” areas. The need for such an institution became pressing after a landslide in September 2008 killed 119 inhabitants of Manshiet Nasser, an informal area on the slopes of Moquattan. The areas “not safe” were divided into four categories, according to degree of risk.


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Nonostante l’auspicato meccanismo di recupero dei costi attuato, l’ISDF non ha realizzato nessun progetto all’interno dell’area metropolitana del Cairo. All’interno del sito sono state finora identificate tre aree non sicure: Arab Al Yassar, Al Hattaba e Bab Al Wazir. L’amministrazione locale, normata dalla legge 43 del 1979, si esplica in due entità principali, il governatorato e il distretto. Il Governatorato gioca un ruolo fondamentale nella definizione della pianificazione urbana. Oltre ad essere responsabile, infatti, della regolazione dell’attività edilizia, di proporre, approvare o impedire progetti, ha il compito di redigere piani urbanistici dettagliati, in cui vengono indicate le aree inedificabili, da demolire, in cui è impedita qualsiasi attività edilizia. Tuttavia, a causa dell’incapacità pianificatoria dell’ufficio, le attività del Governatorato del Cairo sono spesso riassegnate alla GOPP o a consulenti esterni. Il governatorato del Cairo si è mostrato inadeguato anche nell’esplicazione di un altro suo compito importante: la supervisione dei permessi di costruzione, ristrutturazione e demolizioni emessi dai distretti locali. L’impatto delle decisioni dei Distretti sull’ambiente urbano, per la loro piccola dimensione, è ampiamente sottovalutato. Le funzioni principali a questi attribuiti sono la concessione dei permessi edificatori e la normazione dell’attività edilizia, il mantenimento e la riqualificazione degli spazi pubblici. Per la natura strettamente locale di tali organismi, la corruzione del favore personale diventa più frequente e, insieme all’impreparazione dei funzionari, genera azioni spesso controproducenti rispetto agli indirizzi decisi dai livelli superiori.

Although the dangers of these neighborhoods are often real, their classification is often challenged, to justify the expulsion of the inhabitants from areas of potential real estate high value. Despite a wished for mechanism of recovery of costs implemented, the ISDF has not yet carried out any project within the metropolitan area of Cairo. Within the site three unsafe areas have so far been identified:ArabelYassar,HattabaandBabAlWazir. The local administration, disciplined by law 43 of 1979, is divided between two main institutions, the governorship and the district. The Governorate plays a fundamental role in the definition of urban planning. In addition to being responsible for the control of construction activities, proposing and approving, or preventing projects, its task is to draw up detailed plans, where areas for demolition are indicated, and any building activity prevented. However, due to the incapacity of the planning office,theactivitiesoftheGovernorateofCairoareoften reassigned to the GOPP or external consultants. The governorate of Cairo has been shown to be inadequate even in carrying out another important task: the supervision of construction permits issued by local districts. The districts decisions’ impact on the urban environment, because of their small size, is widely underestimated. Their main function is to grant building permits, and the standardization of construction activities, plus the maintenance and upgrading of public spaces. For the strictly local nature of these organisms, corruption becomes more widespread, and together with officials’ incompetence, generates actions which often run countertothedirectivesdecidedbythehigherlevels.


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la GeStione WaSte dei riFiuti nell’Hc manaGement in Hc il problema della gestione dei rifiuti emerse per la prima volta nell’Historic cairo attorno agli anni settanta, quando la crescita demografica e l’espansione delle aree informali, rese il lavoro troppo oneroso per i raccoglitori informali del cairo. Questi, generalmente chiamati zabaleen (gente della spazzatura in arabo egiziano), appartengono a diverse comunità che sono giunte al cairo in periodi differenti. la prima degli Waheyya (dell’oasi di Wahy) immigrò all’inizio del novecento e, non trovando lavoro, si dedicò alla raccolta dei rifiuti nei quartieri borghesi. negli anni trenta diverse comunità dell’alto egitto immigrarono nella capitale per lavorare nell’allevamento dei maiali. intuendo il vantaggio economico del riciclo, si associarono ai Waheyya che gli fornivano la spazzatura. Questi e altri migranti, che arrivarono per tutto il secolo scorso, costituiscono oggi la comunità copta (stimata di 70.000 persone) che vive sulle colline del moquattan, nel quartiere informale di manshiet nasser. nel tempo questa comunità altamente specializ zata ha messo a punto un sistema di differenziazione, in sedici categorie di rifiuti, che consente di riciclarne più dell’ 80%. con lo scopo di risolvere il problema dei rifiuti nel

the problem of the waste management emerged in Historic cairo for the first time around the seventies, when the demographic growth and the expansion of the informal areas, made too oneurous the job for the informal collectors. these people, generally called zabaleen (waste people in egyptian arabic), belong to different communities, arrived in cairo in different times. the first of these, that of the Waheyya (fron the Wahy oasis) immigrated at the beginning of the last century, worked collecting waste in the bourgeois neightbourhood. in thirties, several communities from the upper egypt went to cairo to work in pigs breeding. Foreseeing the economic advantages of ricycling, they associated themselveswith the Waheyya that give them the waste. these and others migrants, that came along all the last century, form now the copt community (estimated of 70.000 people) that live on the moqattan slopes, in the informal nightbourhood of manshiet nasser. in the course of time this community, highly specialised, has developed a system of waste separation, in sixteen cathegories, that provides to

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1983 fu istituita, con decreto presidenziale, la cairo cleansing and Beautification authority (ccBa). Questa riorganizzò la raccolta dei rifiuti su tre livelli: gli zabaleen ai quali concesse licenze, riconoscendo, di fatto, il loro lavoro; le ditte private locali alle quali affidò la raccolta nelle aree non coperte dai primi; i dipendenti diretti della ccBa che si occupavano della pulizia delle strade. Fino al 2000 gli zabaleen rimasero quindi gli attori principali della raccolta dei rifiuti. in quell’anno però, nel quadro della privatizzazione dei servizi concordata nel ‘91 con il Fmi, la egyptian environmental affairs agency (eeaa), braccio esecutivo del ministero dell’ambiente, emanò un documento chiamato the national Strategy for integrated municipal Solid Waste management. Questo, essenzialmente, decretava la privatizzazione della raccolta dei rifiuti attraverso quattro gare d’appalto internazionali, relative alle quattro aree in cui era stata suddivisa la città: quadranti sud, est, nord, ovest. Vinsero due società italiane e due spagnole. due di queste, non avendo onorato il contratto nei primi mesi di lavoro, vennero esautorate e sostituite da due società egiziane. contemporaneamente, fu introdotta una tassa sulla spazzatura legata alla bolletta del servizio elettrico, che però, per diverse ragioni, copriva solo il 65% delle spese. Questa strategia non prendeva in considerazione gli zabaleen, che, di fatto, venivano usurpati del loro lavoro. dopo diverse azioni di protesta, molti di questi vennero assunti dalle aziende appaltatrici. l’Historic cairo è compreso in parte nel quadrante ovest in appalto alla società italiana ama arab (aaec), in parte in quello sud, ora gestito dalla società pubblica Fostat. entrambe hanno assunto gli zabaleen. tuttavia, l’aaec non affida a loro le aree più povere, poiché questi non sono interessati, per la loro attività di riciclo, alla spazzatura di bassa qualità che queste producono. Fostat al contrario, li ha distribuiti su tutta l’area, generando una carenza del servizio nella zona sud dell’Historic cairo. anche per questo in vaste aree del centro storico il problema dei rifiuti è ancora urgente. esso è inoltre legato al fatto che il tessuto è tanto denso, da non poter essere attraversato da veicoli adeguati, o attrezzato con contenitori per i rifiuti. ciò, uni-

ricycle more than 80%. in order to solve the waste problem, in 1983 was instituted, by a presidencial decree, the cairo cleansing and Beautification authority (ccBa). it reorganised the waste collect in three levels: the zabaleen, to which it granted licences, recognising their job; the pivate local agency, to which entrusted to collect where the zabaleen didin’t work; the ccBa workers, that specialised in cleaning the streets. until 2000, zabaleen remained thus the prinicipal actors of waste collecting. But in that year, in the framework of the services privatization signed in 1991 with the imF, the egyptian environmental affairs agency (eeaa), executive branch of the ministry of environment, issued a document called the the national Strategy for integrated municipal Solid Waste management. this essencially decreted the waste collect’s privatization, by means of four intenational tenders, relating to the four areas in which the city had been subdivided: south, east, north, west. two italian societies and two from Spain won. two of these, not respecting the job contract in the first period of work, were dismissed andreplaced by two egyptian agencies. in the same time, was introduced a waste tax, inserted in the electricity bill; however, for several reasons, it covered only 65% of costs. this strategy didn’t take nto consideration the zabaleen, that had been usurped of their job. after several protests, many of these was assumed by the contracting agencies. Historic cairo is included in part in the nothern quarter, is managed by the italian ama arab (aaec), in part in the south one, managed by the public agencies Fostat. Both have employed zabaleen. However, the aaec do not entrust to them the pororest neighborhoods, as they are not interested, for their ricycling activity, in the law-quality garbages, that these areas produce. on the contrary Fostat,has distributed them all over the quarter, causing a lacking in service in the Historic cairo southern zone . it’s also for this reason that in large parte of the historic city the waste problem is still urgent. moreover it is related to the fact that the historic fabric is such dense that is not possible enter with


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to a una certa ineducazione, provoca l’accumularsi di spazzatura in tutti gli spazi non utilizzati, generando rischi ambientali e igienici. Prima della rivoluzione del 25 gennaio, il governo stava discutendo un nuovo piano per i rifiuti, che prevedeva la raccolta porta a porta. Questa, già attuata in altre parti del cairo, potrebbe rappresentare la strategia adeguata per il centro storico, ben adattandosi al suo contesto fisico e sociale.

appropriate vehicles, or equipped with garbages container. that, together with the lacking of environmental education, causes the accumulation of waste in all the unused spaces, producing environmental and heakthy risks. Befor the 25 of January revolution, rhe Gouvernemet was discussing a new plan for waste disposal, that included the door to door collecting. this, already implemented in other parts of cairo, could be the adequate strategy for the Historic city, well adapting to its physical and social context.

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4.4 ProGetto urHc e i conFini del Sito 4.4_urHc ProJect and tHe BoundarieS oF tHe Site Il progetto Urban Regeneration of Historic Cairo fu istituito dal World Heritage Centre (WHC) nel luglio del 2010 con il fine di realizzare un management plan del sito, attraverso il quale preservare il patrimonio architettonico, rivitalizzare l’economia e migliorare conseguentemente le condizioni sociali. Gli obiettivi del progetto sono riassumibili nella definizione dei confini del sito UNESCO e della relativa buffer zone, nella creazione di un sistema informativo condiviso, nella realizzazione di un piano strategico e di gestione. Tali finalità devono essere perseguite attraverso il dialogo continuo con le istituzioni e con la cittadinanza. Nei primi due anni del progetto, sono stati identificati i confini del sito, si sono stipulati accordi con la Central Agency for Public Mobilization and Statistics (CAPMAS), con la National Organization of Urban Harmony (NOUH) e con la General Organization for Physical Planning, si sono prodotti diversi studi settoriali e una documentazione foto-

The Urban Regeneration of Historic Cairo project was set up by the World Heritage Center (WHC) in July 2010 to provide a management plan for the site, to preserve the architectural heritage, revitalizing the economy and, consequently improving social conditions. The project’s objectives can be summed up in the definition of the boundaries of the UNESCO site and the related buffer zones, in the creation of a shared information system, and in the production of a management plan. These aims were to be pursued through continuous dialog with the institutions and citizenship. In the first two years of the project the boundaries of the site were defined, agreements with the Central Agency for Public Mobilization and Statistics (CAPMAS), with the National Organization of Urban Harmony (NOUH) and with the General Organization for Physical Planning were secured, and sector studies and a photographic documentation of the whole of Historic Cairo


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grafica sistematica dell’intero Historic Cairo. Fin dall’elezione a Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1979, la definizione dei confini dell’Historic Cairo risultava ambigua. Il primo obiettivo del progetto doveva quindi essere realizzato tenendo conto dei criteri d’iscrizione. Partendo dallo studio dell’evoluzione storica della città, sono state identificate le aree in cui permangono le componenti strutturali del tessuto storico, quali il rapporto gerarchico tra monumenti e architettura di base, la rete stradale e degli spazi aperti, la proporzione tra pieno e vuoto. Tale delimitazione preliminare esula dalla valutazione dell’autenticità dei singoli edifici, che, seppur sostituiti nel tempo o modificati, non hanno intaccato la trama dell’impianto storico. Al di fuori del nocciolo pre-moderno si voleva inoltre definire una buffer zone che includesse lo sviluppo urbano tra le colline del Moquattan e il Nilo, avvenuto a partire dal XIX secolo. In un’ottica di concertazione con l’amministrazione locale, si sono prese in considerazione le perimetrazioni ufficiali dello SCA e del NOUH. Nella mappa sottoposta dallo SCA alla commissione UNESCO nel 2007, sono identificate cinque core zones, includenti l’area di Al Fustat, il nucleo Fatimida, le necropoli di Al Imam ash Shafi’i, di As-Sayeda Nafisa, di Qaybay, e tre buffer zones. Tuttavia in tale perimetro non si includono il porto storico di Bulaq, il tessuto premoderno sorto a ovest dell’antico canale al-Kjalij, l’area d’impianto ottomano a nord delle mura. Oltre a denotare differenze sostanziali con i criteri proposti dall’UNESCO, la delimitazione indicata dallo SCA risulta incoerente rispetto alle aree di peculiar value identificate dal NOUH.

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were carried out. From its election as a World Heritage site in 1979, the definition of the borders of the Historic Cairo was ambiguous. The first objective of the project therefore had to take into account the criteria for inclusion. From the study of the historical evolution of the city definition was provided of the areas in which structural components of the historical fabric remain, such as the hierarchical relationship between monuments and basic architecture, the road network, and the proportion between full and empty spaces. This preliminary delimitation went beyond the assessment of the authenticity of individual buildings, dealing with those which, although replaced in time or changed, had not undermined the narrative inherent in the historical system. Outside the pre-modern core it also wished to define buffer zones including the nineteenth century urban development on the Moquattan hills and along the Nile. In order to share the outcome with the authorities, SCA and NOUH boundaries were taken into account. In the map submitted by SCA to the UNESCO commission in 2007, five core zones were identified, including the area of Al Fustat, the Fatimid core, the necropolis of the Imam ash Shafi’i, As-Sayeda Nafisa, Qaybay, and three buffer zones. However, in this perimeter, the historic port of Bulaq, the pre-modern fabric west of the ancient canal ’al-Kjalij, and the Ottoman area outside the walls to the north were not included. In addition to revealing substantial differences from the criteria proposed by UNESCO, the boundary indicated by the SCA is inconsistent


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boulaq

bab al futuh bab al nasr

downtown

cimitero nord al-azhar park garden city

cittadella

moquattan cimitero sud rawda island

fustat

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Queste prendono in considerazione l’intera area urbana che si estende tra il Moquattan e il Nilo, suddividendola in tre categorie a seconda delle diverse misure di protezione da applicare a ciascuna di esse. La categoria A, comprendente la città Fatimida, le aree menzionate nell’iscrizione UNESCO, la Cittadella e i cimiteri monumentali, definisce un’area continua che include anche l’intersezione tra l’Hisoric Cairo e il Khedival Cairo. La categoria B definisce il sito archeologico di Al Fustat. La categoria C comprende il primo sviluppo moderno della città storica, alcuni cimiteri monumentali e Al Fustat. A differenza delle proposte avanzate dallo SCA, questa categorizzazione potrebbe risultare, se correttamente applicata, un ottimo strumento di conservazione del tessuto urbano. Considerando ciò che si è esposto finora, il sito UNESCO, come proposto dal progetto URHC, include le seguenti aree: _Tessuto urbano antecedente il 1807 (porte di Bab al-Futuh e di Bab al-Nasr, Bulaq e Fustat) _I cimiteri monumentali a nord e a sud _Il sito archeologico di al-Fustat _Il sito archeologico di Burg al-Zafar _La parte sud dell’isola al Rawda ed il Nilometro _L’area non edificata tra i cimiteri nord e il nucleo fatimida, comprendente al-Azhar Park e l’intorno della Cittadella _Mashad al-Junushi, importante monumento posto sulle colline del Moqattan _L’area edificata attraverso la bonifica dei laghi nel tardo XIX secolo. La buffer zone include invece: _la città moderna successiva il 1807, sviluppatasi tra il Nilo e le colline a est. _le pendici delle colline del Moqattan al fine di prevenire l’edificazione intensiva che pregiudicherebbe il paesaggio urbano della città storica _la parte nord dell’isola al Rawda, comprendente il Palazzo di Mohamed Ali e il suo giardino, classificati come aree di peculiar value dal NOUH.

with respect to the areas of particular value identified by NOUH. These take into account the entire urban area extending between the Moquattan and the Nile, and were subdivided into three categories depending on the different protective measures to be applied to each of them. Category A, comprising the Fatimid city, the areas mentioned in the original UNESCO recognition document, the Citadel, and the monumental cemeteries, defines a continuous area which also includes the intersection of Historic Cairo and Khedival Cairo. Category B defines the archaeological site of Al Fustat. Category C includes the first modern development of the historical city, some monumental cemeteries and Fustat. Unlike the proposals advanced by the SCA, this categorization, if correctly applied, could be an excellent tool for the conservation of the urban fabric. Considering what has been set out so far, the UNESCO site, as proposed in the draft URHC, includes the following areas: - Urban fabric before 1807 (ports of Bab al-Futuh and Bab al-Nasr, Bulaq and Fustat) - The northern and southern cemeteries - The archaeological site of al-Fustat - The archaeological site of Burg al-Father Zafar - The southern part of the Al Rawda island - The area not built up between the northern cemeteries and the Fatimid core, including al-Azhar Park and around the Citadel - Mashad al-Junushi on the hills of Moqattan - The built-up area through the reclamation of the lakes in the late nineteenth century. The buffer zone includes instead: - The modern city since 1807, developed between the Nile and the hills to the east. - The slopes of the hills of Moqattan, in order to prevent the intensive building that would jeopardize the urban landscape of the historic town - The northern part of the Al Rawda island, including the Palace of Mohamed Ali and his garden, classified as areas of particular value by NOUH.


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4.5 Gli Studi Preliminari 4.5_PreliminarY StudieS A quasi tre anni dall’avvio del progetto, sono stati prodotti diversi studi riguardanti alcuni aspetti del sito. Si analizzano quelli che sono serviti come base di partenza del progetto in questa tesi sviluppato, ovvero: la valutazione dei valori patrimoniali del sito, il suo profilo socio-economico, l’analisi delle attività orientate alla comunità.

Almost three years after the start of the project, some sector studies on the site have been produced. Here are analyzed those which constituted the starting point of the project developed in this thesis, namely: the assessment of the site’s heritage values, its socio-economic profile, and the analysis of the community-oriented activity patterns.

Studio Per la Valutazione del Patrimonio La stima dei valori patrimoniali del sito3 è stata condotta per mezzo di una campagna di ricerche sul campo iniziata dal team URHC nel 2011. La valutazione dell’integrità fisica e storica del tessuto e la ricchezza del patrimonio intangibile è stata condotta sulla base di cinque criteri e delle divisioni amministrative in qism e shiakha . La ricerca sul campo ha riguardato sessantanove shiakha che si estendono da Bab el Sha’ria alla Cittadella, fornendo un paniere d’informazioni omogenee e comparabili, corredate da un’ampia documentazione fotografica.

StudY For tHe HeritaGe aSSeSSment The assessment of the site’s heritage values3 was carried out by the URHC team with a field survey launched in 2011. The evaluation of the physical and historical integrity of the urban fabric, and the value of the intangible heritage, was conducted on the basis of five criteria and administrative divisions in Qism and Shiakha. The field survey involved sixty-nine Shiakha extending from Bab el Sha’ria to the Citadel, providing a basket of uniform and comparable information, accompanied by extensive photographic documentation. The first of five criteria (A) provides an evaluation


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Il primo dei cinque criteri (A) fornisce una stima del valore architettonico della shiakha, prendendo in considerazione i livelli storici e culturali, la presenza di monumenti o di edifici d’interesse storico documentale. I punteggi assegnati vanno da zero a tre. I risultati, come rappresentati nella cartina sovrastante, mostrano che, aldilà dei monumenti e degli edifici vincolati, gran parte del sito è costituito da edilizia di scarsa qualità architettonica. La tendenza che emerge, e che ha raggiunto il suo apice dopo la rivoluzione del 25 gennaio, è l’indiscriminato processo di rinnovamento del tessuto storico. La valutazione estremamente negativa attribuita a un terzo delle shiakha evidenzia come il patrimonio storico sia in larga parte dilapidato, le misure di tutela siano poco efficaci, le azioni di conservazione indirizzate solo a pochi isolati edifici.

of the architectural value of the Shiakha, taking into account its historical and cultural layers, the presence of monuments or interesting buildings from an historical point of view. The scores assigned range from zero to three. The outcomes show that, beyond the monuments and the listed buildings, much of the site consists of poor buildings. The trend that emerges, and which reached its zenith after the 25th of January revolution, is the indiscriminate process of renewal of the historical urban fabric. The extremely negative score reached by one third of the Shiakha shows that the historical heritage is largely dilapidated, protection measures are ineffective, and conservation actions affect just a few isolated buildings.

Il criterio B si riferisce alla persistenza degli allineamenti stradali storici. Si sono quindi valutati gli interventi che hanno modificato la sezione stradale, causando la perdita del ritmo, della proporzione e della dimensione caratterizzante il sito. I risultati mostrano come in buona parte del sito gli allineamenti siano ancora riconoscibili. Le aree più fragili si collocano dove il tessuto premoderno incontra quello moderno di Downtown, ove quindi le sezioni stradali sono state sistematicamente modificate per rispondere ad una sempre crescente quantità di traffico motorizzato.

Criterion B refers to the persistence of the front elevations of streets. Interventions were therefore evaluated that have changed the road section, causing the loss of rhythm, proportion and dimension characteristics in the site. The results show that in much of the site alignments are still recognizable. The most fragile areas are located where the pre-modern fabric meets the modern one of Downtown, where the road sections have been systematically modified to respond to an ever-increasing amount of motor traffic. Parameter C concerns the persistence of subdi-


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Il parametro C, riguarda la persistenza della suddivisione in lotti di tipo tradizionale. Essenziale per comprendere lo sviluppo storico dell’impianto stradale, la dimensione dei lotti è stata valutata prendendo in considerazione l’ampiezza dei fronti strada e confrontando le mappe catastali con la cartografia storica. A tale criterio è stato assegnato un range di valutazione minore (da 0 a 1) al fine di limitare l’influenza di questo sul punteggio totale. Gli esiti della ricerca confermano quello che emerge dall’analisi storica: la presenza di una grande quantità di trame differenti. I punteggi più bassi sono stati assegnati alle shiakha soggette a tagli del sistema stradale moderno, o ad interventi a grande scala, (soprattutto di edilizia pubblica) del tutto incoerenti rispetto al contesto.

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visions into plots of a traditional type. Essential to understand the historical development of the road system, plot size was evaluated taking into consideration the breadth of the street fronts and comparing the cadastral maps with historical cartography. A more restricted evaluation range was assigned to this criteria (0 to 1), in order to mitigate the influence of this on the total score. The results of the survey confirm what emerges from the historical analysis: the presence of a large number of different scenarios. The lowest scores were assigned to Shiakha affected by the effects of the modern road system, or large-scale interventions (especially public housing) totally inconsistent with the context.

Attraverso il parametro D sono state valutate la compattezza e la continuità del tessuto storico, al fine di identificare le shiakha con la presenza maggiore di vuoti urbani e lotti vacanti. Undici shiakha , poste sui confini nord e sud del sito sono caratterizzate da alterazioni irreversibili della morfologia della città storica, date dall’innesto della viabilità metropolitana nel tessuto storico. Se queste risultano un impoverimento del sito difficilmente risarcibile, i lotti vacanti possono rappresentare un’occasione di rigenerazione urbana puntuale e diffusa.

Through parameter D, the compactness and continuity of the historical urban fabric were evaluated, in order to identify the Shiakha containing more vacant plots. Eleven Shiakha, located on the northern and southern boundaries of the site, are characterized by irreversible alterations in the morphology of the historical urban fabric, caused by the introduction of the metropolitan road network. If these are an impoverishment of the site which is hard to compensate, vacant plots can represent an opportunity for timely and widespread urban regeneration.

Il criterio E consiste nella valutazione della presenza o

Criterion E consists in the evaluation of the pre-


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meno di attività, al fine di delineare il grado di vitalità sociale ed economica di ciascuna shiakha. Laboratori artigianali, mercati temporanei o permanenti, eventi culturali e religiosi costituiscono quel patrimonio immateriale che, al pari della struttura architettonica, contribuisce a costruire l’ambiente ed il paesaggio urbano dell’Historic Cairo. Tale valutazione è stata fatta sulla base delle osservazioni sul campo e dello studio sulla presenza di attività orientate alla comunità, trattato nei successivi paragrafi. Gli esiti evidenziano una concentrazione di attività nei Qism al-Gamaleya, al-Muski e Al-Sorugeya, che riflette la divisione funzionale storica dei quartieri. Le attività tradizionali hanno quindi un ruolo di presidio del centro storico e delle cultura materiale storica della città ma rappresentano anche un ostacolo al riconoscimento dell’Historic Cairo come luogo dove abitare. La somma dei punteggi ottenuti da ciascuna shiakha rappresenta il grado di valore patrimoniale urbano dell’Historic Cairo. Per la disomogeneità dei criteri e per la natura empirica dell’analisi, occorre però fare una lettura critica dei risultati. In alcuni qism, che hanno ottenuto un punteggio basso, si registra la perdita del valore storico del tessuto (al-Gamaleya, Sayeda Zeinab, al-Muski). Per altri, che hanno ottenuto punteggio medio (7-8), si verifica la

sence or absence of activities to identify the degree of socio-economic vitality of each Shiakha. Workshops, temporary or permanent markets, as well as cultural and religious events, represent an intangible heritage, which, like the architectural structure, contributes to constructing the environment and the urban landscape of Historic Cairo. This assessment was made on the basis of field observations and the study of community-oriented activities, explained in the following [sub?] sections. The results show a concentration of activities in Qism al-Gamaleya, al-Mouski and Al-Sorugeya, which reflects the functional division of the historical districts. Traditional businesses play a role in conserving the historical know-how but, on the other hand, they represent a hindrance to the recognition of Historic Cairo as a place to live. The sum of the scores obtained by each Shiakha represents the Historic Cairo urban heritage value. A critical reading of the results is needed, for the heterogeneity of the criteria and the empirical nature of the analysis. In some Qism, which scored low, there is the loss of the historical value of the fabric (al-Sayeda Zeinab, Gamaleya, al-Muski). For others, who have


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permanenza della trama storica ma anche la presenza di molti lotti vacanti e di poche attività (Khalifa, Bab al Sharia, Sayeda Zeinab). Le shiakha a cui sono stati assegnati punteggi maggiori sono concentrate attorno all’asse monumentale di alMuizz li-din Illah, nei pressi del quale si trova il suq Kahn al Kalilij.

received average scores (7-8), there is the permanence of historical texture, but also many vacant plots and few activities (Khalifa, Bab al Sharia, Sayeda Zeinab). The Shiakha to which were assigned higher scores are concentrated around the axis of monumental al-Muizz li-Din Illah, near which is located the suq Kahn Kalilij.

L’indicazione progettuale che questo studio fornisce è l’impossibilità di trattare tutta l’area secondo modalità precostituite, e congiuntamente l’opportunità di definire linee strategiche generali, declinate in progetti specifici, rispondenti alle necessità peculiari di ciascun ambito.

The indication this study provides is that it is impossible to treat the entire area according to preconceived modalities and, together with this, that it would be a better idea to define strategic guidelines, adapted to specific projects, which meet the particular needs of each area.


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il ProFilo Socio-economico dell’Hc Lo studio preliminare sulle condizioni socio-economiche dell’Historic Cairo, affidato dal team URCH al consulente Sherine Zaghov4, deriva dall’analisi statistica dei dati provenienti dal censimento CAPMAS 2006 e da un sondaggio del 2011 relativo alle attività economiche. Il report si sofferma sui mutamenti sociali intervenuti negli ultimi venti anni (1986-2006) e sulle tendenze attuali, individuando gli ambiti critici sui quali intervenire. La lettura dei dati mette in luce alcuni aspetti: - decremento della popolazione, nell’area studiata, del 41% dovuta probabilmente alla scarsa qualità della vita, all’alta densità di popolazione e al peggioramento delle condizioni abitative - densità media di popolazione di 411 abitanti per ettaro, distribuita in modo diseguale, con zone in cui la densità è di quindici abitanti per ettaro e altre in cui si arriva a un massimo di 1.559 abitanti per ettaro

tHe Hc Socio-economic ProFile A preliminary study of the socio-economic conditions of Historic Cairo, entrusted by the URCH team consultant to Sherine Zaghov4, made use of statistical analysis of the data from the census CAPMAS 2006 and a survey of 2011 concerning economic activities. The report focuses on social changes occurring in the last twenty years (19862006) and on current trends, identifying critical areas in which to intervene. The data highlights some specific features: - A decrease in the population in the area studied of41%, probably due to the poor quality of life, the high population density and the deterioration of living conditions. - An average population density of 411 inhabitants per hectare, distributed unequally, with areas where the density is fifteen inhabitants per hectare, and others where a maximum of 1,559


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- diminuzione significativa sia della disoccupazione diminuita del 4% e dell’analfabetismo diminuito del 57% - miglioramento complessivo della qualità della vita, dovuto probabilmente al fatto che il l’Historic Cairo continua ad esercitare una certa attrattività per la vicinanza a downtown, per la presenza di servizi e per i bassi valori immobiliari. Nonostante ciò la mancanza di una consapevolezza generale e civica dei suoi abitanti, che non hanno coscienza dei loro diritti fondamentali e non possono quindi svolgere un ruolo attivo rispetto ai necessari interventi sui punti critici, li porta ad avere scarse aspettative rispetto alla qualità della vita e, più in generale, rispetto al futuro. La relazione stilata indica l’istruzione, l’assistenza sanitaria pubblica e l’infrastrutturazione idrica come punti nevralgici d’intervento. Al fine di innalzare le ambizioni di vita delle giovani generazioni, si suggerisce di agire con programmi di apprendistato e di supporto alle attività artigianali.

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inhabitants per hectare is reached. - A significant decrease in unemployment of 4%, and illiteracy, of 57% - An overall improvement in the quality of life, probably due to the fact that Historic Cairo continues to exert a certain attractiveness for its proximity to downtown, for the presence of facilities, and the low property values. In spite of all this, the lack of a general and civic awareness of its inhabitants, unaware of their fundamental rights and who therefore may not play an active role with respect to their needs on critical issues, leads them to have poor expectations about their quality of life and, more generally, about the future. The report indicates education, the public health service, and water to be pushed forward as focal points of intervention. In order to raise the life ambitions of the younger generations, it suggests actions promoting apprenticeship programs and support for artisan activities.


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attiVità orientate alla comunità Lo studio sulle attività orientate alla comunità, affidato dal team URCH allo studio Shehayeb Consult5, mira a individuare gli immobili del centro storico del Cairo a uso non residenziale, al fine di indagare le modalità secondo cui le attività si relazionano con la comunità e con l’ambiente nel quale s’inseriscono. Nell’Historic Cairo, le comunità locali sono i principali interpreti delle attività, siano queste artigianali, commerciali, produttive o religiose; perciò esse vengono strutturate secondo lo stile di vita e le norme socio-culturali che la comunità condivide. Questi modelli di attività orientati alla comunità vengono analizzati poiché costituiscono il patrimonio immateriale del territorio, e hanno un impatto fisico, positivo o negativo, sul patrimonio materiale stesso. Lo studio di tale impatto è di vitale importanza per determinare quali strategie di salvaguardia del patrimonio devono essere adottate. Per arrivare a ciò, è necessario definire gli aspetti principali di ciascun modello di attività (storia, struttura produttiva, rapporto con l’ambiente circostante, modalità di appropriazione dello spazio pubblico), che, per la loro natura spontanea ed evolvente, possono essere indagati solo attraverso una minuziosa ricerca sul campo. Di ancor più difficile decifrazione sono tutte quelle attività che hanno natura temporanea o occasionale, quali i mercati, le attività stagionali o quelle legate a festività religiose. Si rende necessaria, inoltre, una valutazione approfondita della situazione attuale, identificando le minacce e le opportunità che questo modello genera: in primo luogo, la trasformazione di spazi residenziali in attività commerciali e dall’altro lato, la proficua appropriazione di edifici in rovina o sottoutilizzati. Come punto di partenza lo studio ha prodotto sulla base dei dati CAPMAS del 2006, quattro mappe che riassumono la concentrazione di attività nelle Shiakha costituenti l’Historic Cairo. Divise in artigianali, commerciali, di servizi e pubbliche, le attività sono distribuite in modo del tutto disomogeneo. Le imprese private si concentrano nella parte centro-settentrionale del sito, mentre l’area a sud della Cittadella è la meno vitale dal punto di vista produttivo. Lo studio evidenzia che la mancanza di consapevolezza delle istituzioni, l’insufficiente pianificazione urbanistica e un’inappropriata politica del turismo, rappresentano i punti di debolezza del sistema, mentre il patrimo-

communitY oriented actiVitY PatternS The study of the community oriented activity patterns, entrusted by the URCH team to Shehayeb Consult5, aims to identify those buildings of the historic center of Cairo which are not homes, in order to investigate the way the activities carried out there relate to the community and the environment. In Historic Cairo, local communities are the main interpreters of activity, whether these be crafts, trade, production or religious; the latter are structured according to the lifestyle and the socio-cultural norms the community shares. These community oriented activity patterns are analyzed because they constitute the intangible heritage of the territory, and have a physical impact, positive or negative, on the material heritage as well. The study of this impact is very important to determine what protection strategies must be adopted. To achieve this, it is necessary to define the main aspects of each business model (history, productive structure, relation to the surrounding environment, mode of appropriation of public space), and, due to their spontaneous nature, they can be investigated only through research in the field. Even more indecipherable are all those activities that have a temporary or occasional basis, such as markets, seasonal activities or those linked to religious festivities. Moreover, an in-depth assessment of the current situation is necessary, identifying the threats and opportunities that this model generates: first, the transformation of residential areas into ones for commercial activities and, on the other hand, the beneficial appropriation of buildings in ruin or underused. As a starting point, on the basis of CAPMAS data of 2006, the study produced four maps summarizing the concentration of activities in Historic Cairo‘s Shiakhas. Divided into crafts, trade, services and public services, the activities are not distributed homogeneously. Private companies are concentrated in the center-north of the site, while the area south of the Citadel is less vital from the perspective of production. The study shows that the lack of awareness of


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rielaborazione grafica di SHeaYeB dina, 2011

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nio architettonico, le aree di produzione artigianale e le aree, più in generale, in cui si sviluppa la partecipazione della comunità ne rappresentano il punto di forza. Le osservazioni conclusive dello studio rilevano la forte relazione, peculiare dell’Historic Cairo, tra i modelli socio-culturali e quelli socio-economici, e la relazione di questi con l’ambiante urbano storico. In conformità a questa considerazione il consulente suggerisce di dirigere il piano di gestione verso l’adozione di criteri alternativi di valutazione economica che siano in grado di riflettere i valori multidimensionali della città storica. Solo in questo modo sarà possibile sviluppare scenari di sviluppo economico sensibili al potenziale del Historic Cairo. La produzione artigianale, in particolare, deve essere considerata come patrimonio vivo, fatto di una cultura materiale trasmessa di padre in figlio, cresciuta nello stesso luogo per generazioni, e che ancora oggi persiste. Tali valori, difficilmente afferrabili in analisi quantitative, costituiscono un saldo punto di partenza sul quale sviluppare un turismo culturale e sostenibile. Al fine di sensibilizzare i residenti e le amministrazioni locali riguardo al patrimonio culturale e architettonico del sito, sarebbe auspicabile produrre una guida che tracci, in termini semplici, il valore d’uso degli edifici storici e i benefici derivanti dalla qualità della costruzione. Al contempo li si deve informare dei pericoli nei quali può incorrere tale sistema e dei benefici che l’intera comunità può trarre da misure di conservazione sostenibili.

institutions, insufficient planning, and an inappropriate tourism policy, represent the points of weakness of the system, while the architectural heritage, the areas of craft production and the areas, more in general, in which the participation of the community develops, represent the strong points. The concluding remarks of the study reveal a strong relationship, specific to Historic Cairo, between socio-cultural and socio-economic patterns, and the relationship of these to the historic urban environment. In accordance with this consideration, the consultant proposed to direct the management plan toward the adoption of alternative criteria of economic evaluation, able to reflect the multidimensional values of the historical city. Only in this way will it be possible to develop scenarios of economic development sensitive to the potential of Historic Cairo. Handicraft production, in particular, must be regarded as live heritage, consisting of a material culture still persisting today, passed on from father to son, who have grown up in the same place for generations. These values, hard to grasp from quantitative analysis, constitute a solid starting point on which to develop a cultural and sustainable tourism. In order to raise awareness among residents and local administrations about the cultural and architectural heritage of the site, it would be desirable to produce a guide that shows, in simple terms, the usage value of historic buildings and the benefits arising from the quality of the construction. At the same time it must inform about the dangers which this system may incur, and the benefits that the entire community can gain from sustainable conservation measures.


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lo Studio Sui Frozen aSSetS Nell’ambito del progetto URCH il consulente Kareem Ibrahim6 è stato incaricato di realizzare uno studio sulle problematiche relative alle riabilitazione dello stock residenziale nell’Historic Cairo, sviluppato negli ultimi mesi del 2011. Questo ha rilevato la presenza diffusa, in molte aree della città di storica, di lotti vuoti o sottoutilizzati. Per l’importanza strategica di questi dal punto di vista della rivitalizzazione, l’indagine è proseguita attraverso uno studio specifico su quelli che sono stati chiamati Frozen Assets; questo ha costiuito il fondamento del progetto nella tesi sviluppato. Contrariamente a quanto si possa immaginare, molte zone del centro storico hanno una densità di popolazione piuttosto bassa, dovuta alla presenza consistente di frozen assets: edifici vuoti, strutture in rovina, lotti pieni di macerie o rifiuti. Questo fenomeno è da ascriversi a diversi fattori: alcune aree sono sottoposte a moratoria edilizia, gli abitanti del centro storico spesso non hanno i mezzi economici e di gestione per affrontare lavori di ristrutturazione, la maggior parte degli edifici è sottoposto alla old rent law, il governo non è interessato a riabilitare l’edilizia minore. Ne risulta che queste aree a scarsa vitalità siano, di fatto, entrate in un vortice di declino. I frozen assets possono essere l’opportunità per invertire l’andamento di questo fenomeno, attraverso una riabilitazione a scala locale, che includa la partecipazione degli abitanti. Lo studio di Ibraheem si è perciò concentrato su alcune aree caratterizzate dalla presenza consistente di Frozen Assets (Arab al Yassar,Darb al Hosr, Al Otouf, Kasr al Shouq, Clot Bey, Boulaq Abul Ela), delineandone lo stato fisico, il profilo sociale ed economico. Un ulteriore approfondimento è stato sviluppato su Arab al Yassar e Boulaq Abul Ela al fine di valutare le condizioni di partenza che con le quali un possibile progetto di riqualificazione dovrebbe confrontarsi.

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Frozen aSSetS StudY The URCH consultant Kareem Ibrahim6 was asked to realize a study on problems relating the rehabilitation of housing stock in Historic Cairo, developed during the last months of 2011. This took over the widespread presence in many areas of the historic city of vacant or underused plots. For the strategic importance of these from the point of view of the revitalization, the investigation has been carried on through a specific study on those that have been called Frozen Assets; this has provided the basis of the project developed in thesis. Contrary to what you might imagine, many areas of the town have a rather low population density, due to the presence of frozen assets: buildings empty, dilapidated structures, plots filled with debris or waste. This phenomenon is to be attributed to several factors: some areas are undergoing the construction moratorium, the inhabitants often don’t have the financial and management means to deal with and renovation work, most of the buildings is subject to the old rent law, the Government is not interested in rehabilitating the council building. The result is that these “low vitality areas” are in a vortex of decline. The frozen assets can be the opportunity to invert this phenomenon, throughout a local-scale rehabilitation, that includes the inhabitants participation. The study of Ibraheem has therefore focused on a few areas characterized by the presence of Frozen Assets (Arab al Yassar, Darb al Hosr, Otouf, Kasr al Shouq, Clot Bey, Boulaq Abul Ela), outlining the physical state, the social and economic profile. A further in-depth analysis was developed on Arab al Yassar and Boulaq Abul Ela in order to assess the starting conditions, which a possible redevelopment project should face.


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leGGe Sui canoni rent laW il controllo dei canoni di locazione mediante lo strumento normativo, è stato usato da molti paesi in via di sviluppo come mezzo per frenare la crescita inflattiva dei valori immobiliari e rendere lo stock abitativo accessibile anche alle classi più deboli. in egitto, il dibattito concernente la “crisi abitativa” si protrae da più di cinquant’anni. tuttavia, per l’estrema opacità del mercato immobiliare e la reticenza da parte del governo nel fornire dati, vi sono pochi e limitati studi empirici sull’argomento. l’evoluzione nella politica di controllo degli affitti ha avuto conseguenze nefaste sul sistema urbano. nel 1919, una prima norma aveva stabilito l’impossibilità per i proprietari di sfrattare gli inquilini, se non in caso di mancato pagamento, e una riduzione obbligata dei canoni di locazione, che si è ulteriormente accentuata durante il governo nasser, quando si è arrivati anche alla nazionalizzazione di molte imprese di costruzione e di più di sessanta complessi residenziali. Successivamente, fu approvata una legge che prevedeva l’ereditarietà della locazione delle abitazioni, per cui, di fatto, si assisteva ad una continuazione dei contratti di affitto di generazione in generazione. a ciò si unirono gli effetti di un’ulteriore disposizione di legge, che prevedeva per il conduttore la possibilità di rilocare l’unità immobiliare senza darne comunicazione al locatore. tutto ciò portò alla limitazione dei diritti del proprietario, pur permanendo per questi la responsabilità della manutenzione. Questa serie di norme, identificate come “old law”, ha portato a forti disparità economiche tra proprietari e gli inquilini, i quali si sono trovati ad avere la quasi completa disponibilità della proprietà non avendo però corrispondenti responsabilità. nel 1996, una norma emanata sotto il Governo mubarak, stabilì che le nuove abitazioni sarebbero state esentate dalla normativa precedente, restituendo ai locatori i pieni diritti sulla proprietà: questa è stata definita “new law”. Per quanto riguarda l’offerta abitativa, il controllo degli affitti ha portato i proprietari a trascurare le abitazioni locate, a diminuire gli investimenti privati nel settore immobiliare, ad aumentarli nel settore informale. ciò ha avuto come immediata conseguenza il dete

rent control through laws, was used by many developing countries as a means to curb inflationary growth of real estate values and make the housing stock accessible also to the weakest classes. in egypt, the debate concerning the “housing crisis” has been going on for more than fifty years. However, for the opacity of the housing market and the Government’s reluctance to provide data, there are few and limited empirical studies on the subject. the evolution in the rent control policy had disastrous consequences on urban system. in 1919, a first before norm established the impossibility for owners to evict tenants, except in the case of non-payment, and a rents reduction, which was further accentuated during the nasser Government. He launched the nationalization of several construction companies and of more than sixty residential complexes. Subsequently, a law was passed which provided the rental housing inheritance, whereby, we assisted to a continuation of leases from generation to generation. to that, was added another provision of law, which planed for the operator the possibility to relocate the property without apprise the lessor. all this led to the limitation of the property rights of the owner,s while remaining for them the maintenance responsibility. these rules, identified as “old law”, have led to strong economic disparities between owners and tenants, which have almost complete availability of the property, having no corresponding responsibility. in 1996, a regulation enacted under the mubarak Government, ruled that the new houses would be exempted from previous legislation, returning to the lessors the full rights on the property: this was called the “new law”. as regards the supply of housing, rent control has led the owners to neglet locate houses, reducing private investment in real estate, in


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rioramento dello stock edilizio esistente, la riduzione delle entrate dello stato dovute alla tassazione sugli immobili, lo sviluppo di pratiche illegali per eludere l’old law. Secondo una di queste pratiche, i vecchi inquilini rilocano i loro immobili a nuovi inquilini, ricevendo in cambio un incentivo, spesso con l’intermediazione dei proprietari, che, a loro volta, percepiscono un compenso per queste transazioni (pratica illegale della chiave-moneta, rholu rigl in arabo). in realtà questa modalità risulta troppo onerosa per le famiglie bisognose, mentre se ne avvantaggiano i proprietari che riescono a ripristinare, almeno in parte, un canone d’affitto equilibrato. una diversa modalità attuata dai proprietari per riequilibrare il rapporto costi-ricavi riguarda le spese di manutenzione: dato i bassi affitti percepiti, si rifiutano di sostenere qualsiasi spesa di manutenzione o riparazione dell’immobile stesso. lasciare deteriorare gli edifici fino a renderli inabitabili e vendere il terreno gli garantisce guadagni molto superiori alla somma degli affitti che avrebbero percepito nel caso in cui si avessero provveduto a restaurare gli edifici. un’ulteriore pratica, che si è diffusa dopo la rivoluzione del 2011 e la conseguente diminuzione dei controlli, è la vera e propria demolizione illegale degli immobili deteriorati, locati sulla base della “old law”. Questo permette ai proprietari di vendere il terreno o di costruire un nuovo edificio, sottoposto alla “nuova legge”. tutto ciò ha prodotto non solo il progressivo deterioramento della qualità degli edifici, ed in modo particolare di quelli del centro storico, ma anche il peggioramento della qualità della vita degli abitanti. in una prospettiva più ampia, la “old law”, non essendo mai stata aggiornata, ha creato un mercato falsificato che non ha portato le famiglie ad adeguarsi all’aumento dei prezzi e che causerà, sul medio e lungo periodo, una ancor più grave “crisi della casa”.

creasing those in the informal sector. this had as immediate consequence the deterioration of the existing building stock, reduction of State revenues due to taxation on real estate, development of illegal practices to circumvent the old law. according to one of these practices, the old tenants rent out their houses to new tenants, receiving in change an incentive, often with the intermediation of the owners, who, in turn, receive a fee for these transactions (illegal practice of key-money, rigl rholu in arabic). actually this is too onerous for families in need, while it’s profitable for owners who manage to restore, at least in part, an adequate rent. a different method implemented by the owners to rebalance the cost-revenue concerns the maintenance expenditure: given the low perceived rentals, they refuse to bankroll any expenditure of maintenance or repair of the property itself. letting deteriorate buildings until they get uninhabitable and selling the land, guarantees much higher earnings than the sum of rents that they would have perceived, restorating the buildings. another practice, which spread after the revolution in 2011 and the consequent decrease of controls, is the illegal demolition of buildings damaged, located under the “old law”. this allows the owners to sell the land or erect a new building, subjected to the “new law”. all these practices have produced not only the progressive deterioration of the quality of buildings, and particularly those of the old town, but also the deterioration in the quality of inhabitants life. in a broader perspective, the “old law”, having never been updated, has created a fake market that has not lead families to adapt to rising prices and that will cause, in the medium and long term, an even more serious huosing crisis.

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4.6 le aree di tutela 4.6 conSerVation zoneS L’urgente necessità di un piano di gestione coordinata e di protezione del sito, che emerge da tutti gli studi, ha portato l’ufficio URCH a redigere una preliminare divisione del sito in aree di tutela e a comporre le relative norme edilizie. Queste sono concepite come linee guida secondo cui implementare il quadro legislativo esistente, in particolare la Building Law 119/2008, la 117/1983 e la 114/2006, i decreti legge relativi alle aree di peculiar value definite dal NOUH. Per la mancanza di informazioni dettagliate sul patrimonio edilizio dell’Historic Cairo, è stato possibile definire le linee guida solo per gli edifici non vincolati, per le nuove costruzioni, per i lotti vacanti e per le rovine. Si sono delineati inoltre alcuni criteri di pianificazione generale. Nello specifico lo studio suggerisce di evitare di intaccare il tessuto storico con tagli viari o slarghi, di impedire la demolizione anche parziale di edifici vincolati, di definire linee guida architettoniche per le nuove costruzioni, di produrre misure più adeguate ri-

The urgent need of a plan for coordinated management and protection of the site that emerges from all the studies, led the URCH office to draw up a preliminary site division into conservation zones, and to set out the relevant building regulations. These are designed as guidelines to implement the existing legal framework, in particular the Building Laws 119/2008, 117/1983 and 114/2006, and the decree on areas of particular value as defined by NOUH. Because of the lack of detailed information on the building heritage of Historic Cairo, it was possible to define the guidelines only for unlisted buildings, for new buildings, for vacant plots and ruins. Some general planning criteria were also outlined. Specifically, the study suggests avoiding cutting across the historical fabric with new roads, preventing the demolition of listed buildings, definition guidelines for the architecture of new


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guardanti l’uso del suolo, le aree archeologiche, i parchi e le aree naturali. Si presenta di seguito la suddivisione in aree di tutela proposta dal progetto URHC, non tanto per la sua possibile funzione normativa, ma come strumento di lettura del sistema urbano. Il sito è stato preventivamente suddiviso in premoderno e in moderno di transizione. S’intende per tessuto premoderno quello antecedente il XIX secolo e di cui permangono i “punti di ancoraggio”, quali le polarità monumentali ordinatrici di un intorno. Con l’espressione moderno di transizione ci si riferisce invece al tessuto urbano che si è sviluppato tra il XIX secolo e l’inizio del XX secolo e che riflette un carattere intrinsecamente cosmopolita, che ha come modelli urbanistici le metropoli europee. Queste due zone (premoderna 1 e di transizione 2) sono state poi ulteriormente frazionate secondo i punteggi ottenuti nello studio sul valore patrimoniale del sito. Le shiakha di elevato valore patrimoniale (punteggio totale maggiore di 7,5) che hanno ottenuto due punti in almeno due dei criteri A, B e E, appartengono alle categorie 1A e 2A. Se solo uno dei tre criteri è soddisfatto, la shiakha si definisce zona sensibile. Le shiakha con valore storico rilevante (zone 1B e 2B) hanno ottenuto punteggi inferiori alla media di 7,5 punti. Come per la categoria 1 sono state definite delle particolari aree sensibili. La zona 3 include i cimiteri, suddivisi in aree a uso misto residenziale e cimiteriale e a solo uso cimiteriale. Le zone 4 e 5, non ulteriormente specificate, comprendono rispettivamente e le aree archeologiche e quelle naturali protette. Coerentemente con lo sviluppo successivo del tema, si vuole porre l’attenzione sulle aree appartenenti alla categoria 1A Sensibili. Queste, rispondendo a uno solo dei tre criteri determinanti (A, B ed E), evidenziano due opposte tendenze. E’, infatti, ituitivo che il criterio B, concernente la permanenza dell’allineamento stradale storico, è divergente rispetto al criterio E relativo alla presenza di attività. Ciò deriva dal fatto che, in un sistema chiuso a investitori esterni, spesso la presenza di attività genera una certa ricchezza nell’area che porta alla sostituzione progressiva del tessuto. Le aree depresse, invece, tendono a mantenere il tessuto storico invariato per l’incapacità economica di sostituirlo. In rari casi un punteggio elevato nella categoria A, ri-

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constructions, production of appropriate measures for the use of the soil, the archaeological areas, parks and natural areas. The conservation zones proposed by the URHC project are explained below. They are useful not only for their regulatory function, but also as a tool for a reading of the urban system. The site was previously divided into pre-modern and transitional modern. The term pre-modern indicates fabric preceding the XIX century and which remain “anchor points”, such as the monuments. The transitional modern expression refers instead to the urban fabric that developed between the XIX century and the beginning of the XX century and reflects an inherently cosmopolitan character, having as urban model the European metropolis. These two areas (as pre-modern 1 and transitional 2) were then further divided according to the scores obtained in the study on the heritage value of the site. The Shiakha with high patrimonial value (total score greater than 7.5), obtaining two points in at least two of the criteria A, B and E, belong to categories 1A and 2A. If only one of the three criteria is satisfied, the shiakha is defined as a sensitive area. The shiakha with significant historical value (zones 1B and 2B) have obtained scores lower than the average. As for category 1, they were defined particular sensitive areas. Zone 3 includes the cemeteries, divided into areas with mixed residential and cemetery use and those with only cemetery use. Zones 4 and 5, not further specified, comprise respectively the archaeological areas and nature protection areas. Consistent with the later development of the theme, we wish to place the emphasis on the areas belonging to category 1A, sensitive. These, having only one of the three criteria (A, B and E), show two opposing tendencies. It is in fact intuitive that criterion B, on the permanence of the historic road alignment, diverges from criterion E, relating to the presence of activities. This derives from the fact that, in a closed system to outside investors, the presence of commercial activities often generates wealth in the area leading to the gradual replacement of the fabric. Depressed areas, on the


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guardante il patrimonio architettonico, è isolato. Infatti, se l’alto punteggio in A si realizza nella presenza di una grande polarità monumentale, è, nella maggior parte dei casi, accompagnato da un punteggio superiore alla media nella categoria E (attività). Se invece l’elevato punteggio in A è dovuto alla presenza diffusa di edilizia storica ben conservata, allora ciò comporterà anche la permanenza del tessuto storico (criterio B). Dalle considerazioni finora svolte risulta di vitale importanza definire delle misure strategiche che mirino a invertire l’esiziale divergenza tra la presenza di attività economiche e la permanenza del tessuto storico.

other hand, tend to maintain the historical fabric unchanged, because of their economic inability to replace it. In rare cases a high score in category A, which deals with the architectural heritage, is isolated. In fact, if the high score in A occurs in the presence of a great monument, this is, in most cases, accompanied by a high score in category E (activities). On the other hand, if the high score in A is due to the widespread presence of well-preserved historic buildings, then the area will also show the permanence of the historical fabric (criterion B). From the above considerations, it is vitally important to define strategic measures aiming to reverse the destructive divergence between the presence of economic activities and the permanence of the historical fabric.

note: 1_icomoS, evaluation of the advisory Bodies on the nomination file, 1979 2_art 7 . icomoS, international congress of architects and Historic monument technicians. carta di Venezia: adottata da icomoS nel 1965. 3_urHc project team, First report on the activities, July 2010-June2012, uneSco World Heritage centre - management of World Heritage Sites in egypt 4_zaGHoW Sherine,rehabilitation of Historic cairo: Socio-economic Survey, report per urHc Project, dicembre 2011 5_ SHeHaYeB dina K, Sector study: community oriented activity patterns, per urHc Project, dicembre 2011 6_ iBraHim Kareem, Frozen asset study, Final report per urHc Project, ottobre 2012


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5.1 UN SISTEMA DI ELEMENTI FORTI 5.1 A SYSTEM OF SPECIAL FEATURES “Historic Cairo” rappresenta una definizione univoca solo nell’ambito del riconoscimento UNESCO. Se dall’analisi storica emerge infatti come l’area perimetrata sia composta da molte addizioni ascrivibili ad epoche differenti, gli studi del progetto URHC rivelano una notevole eterogeneità nella struttura sociale ed economica delle Shiakha. La città islamica è storicamente costituita da enclosures funzionali, strettamente dipendenti le une dalle altre. La compresenza in uno spazio ristretto di zone specializzate e non autosufficienti ha creato un sistema urbano complesso e fortemente articolato. Quando la rivoluzione industriale è giunta all’interno della città storica, richiedendo agli artigiani un lavoro sempre più specialistico, la piccola dimensione dei laboratori e la loro vicinanza spaziale, ha dato vita ad una “industria dislocata”. Questa, basandosi sulla stessa struttura sociale e commerciale e spingendo all’estremo la specializzazione di ciascun laboratorio, nonostante la scarsa efficienza in termini economici e di sviluppo tecnologico, ha rappresentato l’àncora in grado di trattenere all’interno del tessuto storico le attività produttive.

The label “Historic Cairo” is only really applicable because it is the term used for UNESCO’s recognition of Cairo as a heritage site. What emerges from historical analysis, in fact, is that the area included is composed of a great number of additions deriving from different epochs, the studies of the URHC project revealing a considerable heterogeneity in the social and economic structure of the Shiakha. The Islamic city is historically constituted by functional enclosures, very closely dependent on each other. The presence in a very limited area of specialized zones, not self-sufficient, has created an urban system complex and strongly articulated. When the industrial revolution arrived inside the historical city, requiring from the artisans increasingly specialized work, the small dimensions of laboratories and their spatial proximity gave rise to a “displaced industry”. Founded on the same social and commercial structure and pushing to extremes the specialization of every workshop, despite the low level of efficiency in economic terms and in terms of technological development, this

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Tale organizzazione produttiva ha contribuito a definire una serie di norme sociali, abitudini, usi dello spazio pubblico che costituiscono un’inestimabile patrimonio immateriale, parte integrante del valore del sito. Da alcuni decenni, tuttavia, le attività tradizionali e quelle più in generale orientate alla comunità, stanno subendo un lungo periodo di crisi. Da una parte, la volontà dell’amministrazione di fare dell’Historic Cairo un museo a cielo aperto, denuncia il non riconoscimento di quel patrimonio immateriale citato prima; dall’altra parte, l’instabilità politica ha provocato la forte diminuzione dei flussi turistici e il conseguente mancato ingresso di capitali stranieri. Il declino economico che interessa da molti anni la città storica, le politiche asistematiche ed inefficienti degli amministratori, il depauperamento dello spazio fisico e l’invadenza delle infrastrutture a livello metropolitano, ha enfatizzato la differenza tra le diverse aree, tanto che oggi l’Historic Cairo è considerato un sistema di elementi forti. Si definiscono forti gli elementi puntuali capaci di attrarre molte persone, di definire una zona di influenza che vive grazie a questi, di segnare il paesaggio urbano, di catalizzare al suo interno funzioni particolari intrinsecamente pubbliche. Elementi forti sono inoltre gli elementi lineari che costituiscono una barriera all’interno del tessuto storico o tra questo e il resto della città. Infine si ritengono elementi forti la concentrazione di attività specializzate, in grado di definire la vocazione di un’area, il suo grado di produttività. LE POLARITà Il tessuto dell’Historic Cairo è costellato da elementi eccezionali di diverse dimensioni che ne interrompono la compattezza. Questi possono essere edifici moderni, tipicamente l’edilizia scolastica e quella residenziale pubblica, oppure polarità monumentali. Questi ultimi sono particolarmente importanti per comprendere i rapporti reciproci tra le aree poiché sono elementi storicizzati rispetto ai quali l’edilizia di base si è adattata. Si è analizzata l’influenza che alcuni di questi monumenti esercitano sull’area circostante, ed un caso, quello della Cittadella, in cui il monumento, seppur di massima importanza, non porta alcun beneficio all’intorno. L’analisi, invece, dell’ al-Azhar Park verrà illustrata nel paragrafo successivo riguardante il progetto di rivitalizzazione di Darb al-Ahmar.

retained productive activities inside the historical fabric. An organization of production of this kind has contributed to the definition of a series of social norms, customs, and uses of the public spaces constituting an inestimable immaterial heritage, an integral part of the value of the site. For some decades, nevertheless, the traditional activities and those in general directed at the community are suffering from a long period of crisis. On the one hand, the desire of the administration to make of Historic Cairo an open-air museum, marks the failure to recognize that immaterial patrimony referred to above; on the other hand, the instability has produced a marked diminution of tourist flows, with negative consequences for influx of foreign capital. The economic decline that has been a characteristic of the historical city for so many years, the political incoherence and inefficiency of the administrators, the impoverishment of the physical space and the infrastructure at the metropolitan level, has emphasized the difference between the various areas; so much so that today Historic Cairo is to be considered a system of rigid special features. There are features able to attract a lot of people, a zone of influence that lives thanks to these, marking the urban landscape, catalyzing to within them intrinsically public work. There are also linear features constituting barriers inside the historical fabric, or between this and the rest of the city. Finally, there is the concentration of specialized activity, so that this defines the vocation of an area, and its level of productivity. POLARITIES The fabric of Historic Cairo is studded by exceptional features of various dimensions which interrupt its compactness. These may be modern buildings, typically for education and public housing, or monuments. The latter are particularly important to understand the mutual relationships between the areas since they are historical features to which basic house building has been, or should be, adapted. We analyze the influence some of these monuments have on their surrounding areas, with one case, that of the Citadel, in which the monument, even though of maximum importance, shown to bring no benefits to its surrounding area. The analysis, instead, of


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Il complesso monumentale a nord composto dalla moschea Al-Hakim e da Bab al-Futuh esercita un’influenza unidirezionale sull’area intra muros. L’area esterna, separata dall’asse viario di importanza metropolitana di Al-Banhawi Street, rimane totalmente avulsa ed è uno dei quartieri più poveri del centro storico. La moschea di Al Azhar, sede di una delle autorità religiose più influenti del mondo islamico, esercita una grande influenza su tutta la zona circostante. La moschea e le scuole ad essa adiacenti, si trovano sull’intersezione tra l’asse monumentale di Al-Muizz Street e quello trasversale di Al-Azhar Street. Il complesso di Al Azhar carica di funzioni, ad esso afferenti. tutto l’intorno. Al contrario, le Moschee di Sultan Hasan e Al-Rafei, private dell’intorno dalle infrastrutture stradali, non riescono ad imporsi nella fruizione del sistema urbano , tanto da apparire giganti ostaggi di un sistema a loro estraneo. Caso emblematica in questo senso è la Cittadella. Posizionata su un promontorio e storicamente accessibile dalla città per mezzo di una porta di fronte alle moschee di Sultan Hasan e Al-Rafei, oggi appare come un corpo anomalo e inaccessibile. La chiusura della porta storica e l’apertura della sola porta est sulla Salah Salem ha separato la Cittadella dalle aree urbane alle sue pendici. Tale capovolgimento arbitrario dell’ingresso non ha solo stravolto la visita del monumento, concettualmente decontestualizzato, ma ha anche determinato cambiamenti profondi nel paesaggio urbano, nella struttura economica e sociale delle aree limitrofe. GLI ELEMENTI LINEARI La seconda tipologia di elementi forti comprende i sistemi murari storici e gli assi viari di grande importanza. Nonostante la diversa natura di queste linee urbane, tutte hanno un impatto duale ed ambiguo sul paesaggio urbano. Le mura rappresentano un patrimonio storico di grande valore che arricchisce e nobilita il paesaggio. Il fatto che i cimiteri monumentali, che oggi devono essere considerati come quartieri storici a tutti gli effetti, siano murati ha contribuito a determinarne la segregazione sociale ed economica. A sancire tale separazione, sono inoltre alcuni assi viari costruiti nel secolo scorso, quale per esempio la Salah Salem Street per i cimiteri sud ed est. Tuttavia, è interessante notare come, anche un’autostrada urbana come la Salah Salem possa creare , in alcuni punti particolari, paesaggi urbani di grande fascino e dalle molte funzioni. Uno di questi punti è sicuramen-

al-Azhar Park will be illustrated in the following section regarding the project of re-vitalization of Darb al-Ahmar. The complex of monuments to the north, consisting of the Al-Hakim and Bab al-Futuh mosques, practices a unidirectional influence on the area intra muros. The external area, separated by the al-Banhawi Street road axis of metropolitan importance, is totally detached, and is one of the poorest districts of the historical center. The mosque of Al Azhar, the center of one of the most influential Islamic religious authorities, has a great influence on the whole surrounding area. The mosque, and the schools adjacent to it, are situated on the intersection between the monumental axis of Al-Muizz Street, and that transversal to Al-Azhar Street. The Al Azhar complex leads to functions relating to it, in its surroundings. Whereas the mosques of Sultan Hasan and Al-Rafei, separated from their surroundings by the road infrastructures, fail to influence the benefits of the urban system, so they actually appear as giant hostages to their context, extraneous to it. Emblematic in this sense is the Citadel. Positioned on a promontory and historically accessible from the city by a gate in front of the mosques of Sultan Hasan and Al-Rafei, today it appears as an anomalous and inaccessible body. The closing of the historical gate and the opening of the only east gate on the Salah Salem has separated the Citadel from the urban areas on its slopes. This arbitrary radical change to its access has not only distorted the entry to the monument for visitors, since it is conceptually decontextualized, but it has also meant profound changes in the urban landscape, in the economic and social structure of the neighboring areas. THE LINEAR FEATURES The second typology of strong features includes the historical building system and the roads of greater importance. Despite the different nature of the urban lines, all have a dual and ambiguous impact on the urban landscape. The historical walls are a historical patrimony of great value that enriches and dignifies the landscape. The fact that the cemeteries, that today must be considered as historical districts, are walled, has contributed to determine their social and economic segregation.

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te in corrispondenza del flyover posto all’ingresso dei cimiteri monumentali sud. L’eccezionalità del luogo coperto da’ origine ad una densificazione delle attività: mercato, sosta di microbus e taxi , ecc... L’asse viario di Port Said Street, generato dall’interramento di un antico canale, genera invece un elemento lineare che da una parte divide le sue sponde, dall’altro assume l’importanza di sistema urbano autodeterminato. E’ in questi casi di “trasformati storici” che le modalità di appropriazione dello spazio, generate in un ambiente urbano caratteristico (quello del centro storico), mostrano la capacità di adattamento, ma anche la loro estraneità al nuovo contesto. Le polarità lineari individuate rimangono perciò elementi distinti dal contesto, inserendo dei fattori di debolezza nelle aree ad essi adiacenti.

To define this separation, there are in addition some routes built in the last century, for example the Salah Salem Street. Nevertheless it is interesting to notice how an urban highway, like the Salah Salem, can create in some specific points a fascinating urban landscape hosting many functions. One of these points is the flyover located at the entry to the southern cemeteries. The exceptional nature of the covered place has given rise to a densification of activities: market, microbus and taxi station... Port Said Street, produced by the filling in of a canal, produces a linear element that on one side divides its banks, and on the other assumes the importance of a self-determined urban system. It is in these cases of the “historically transformed” that the modes of appropriation of the space, produced in a particular urban context, show their adaptability, but also their extraneousness to the new context. The linear polarities remain therefore elements distinguished by the context, inserting some factors of weakness in the surrounding areas.


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Foto Team URHC

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LE AREE A FORTE vOCAZIONE Le aree aventi un’alta concentrazione di attività orientate alla comunità costituiscono, come mostra lo studio di Shehayeb1, elementi di forte richiamo all’interno dell’Historic Cairo. Nello schema si sono evidenziati i nuclei storici delle varie attività artigianali e i mercati di maggior rilievo. Si evidenzia inoltre Port Said Street che, come già detto, è un asse commerciale oltrchè viario di notevole importanza. La concentrazione di attività artigianali conferisce identità ai quartieri rendendoli riconoscibili, determinando le relazioni sociali, condizionando l’ambiente urbano. Le attività tradizionali si distribuiscono in tutto il sito, ma con maggior concentrazione nella parte settentrionale. In molti casi queste produzioni attraggono persone esterne al quartire e al centro storico. Nonostante le interferenze che le attività produttive causano alle residenze, sono da considerarsi un fattore positivo, poichè generatrici di occupazione e potenziali attrattori di altre attività, quali quelle legate al turismo. Come rende evidente la mappa, le attività mercatali si concentrano attorno all’asse di al Mu’izz Din Illah Street. Un mercato lineare si sviluppa da Bab al Futuh a Bab Zuweila e oltre; per l’eterogeneità delle merci vendute nei diversi segmenti, vi è un susseguirsi di diverse

AREAS WITH A STRONG vOCATION The areas with a high concentration of community-oriented activities, as Shehayeb’s study1 has shown, are strong attractions in Historic Cairo. The diagram shows the historical cores of craft activities and major markets. It also shows Port Said Street which, as mentioned above, is a commercial axis of considerable importance. The concentration of craft activities confers identity on the neighborhoods, making them recognizable, determining relationships, and changing the urban environment. Traditional activities are distributed throughout the site, but with a greater concentration in the northern part. In many cases, these attract people from outside the district and the historic center. Despite the interference that productive activities cause to housing areas, they must be regarded as a positive factor, generating employment and attracting other activities, such as those related to tourism. As the map makes clear, market activities are concentrated around the axis of al mu’izz Din Illah Street. A linear market develops from Bab al Futuh to Bab Zuweila and beyond; for the heterogeneity of the goods sold in the various segments,


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classi di utenza. Dal nocciolo turistico del Khan al Kalili, il mercato si fa via via più popolare. Nell’area sud, storicamente più fragile e non interessata da progetti di sviluppo, se non molto limitati, vi sono due assi produttivi di una certa importanza. Nell’area attigua alla stazione di microbus di al Fatah si concentrano un certo numero di artigiani che lavorano la pietra, e si tiene un mercato di generi vari che richiama molte persone da tutte le Shiakha circostanti. Sull’asse che si inserisce dentro ai cimiteri monumentali meridionali invece, Al-Khelaa, vi sono molti laboratori per la produzione di stucchi e decorazioni in pietra (attività derivate dalle pratiche funerarie). Su questo stesso asse, inoltre, ogni venerdì si tiene il mercato di animali domestici più importante del centro storico. Questo evento temporaneo genera un flusso rilevante di persone provenienti da tutta l’area metropolitana. Le considerazioni fin qui svolte, lungi dal dare un quadro esaustivo, evidenziano però la necessità metodologica di analizzare i punti di forza e di debolezza delle aree sotto molteplici aspetti, considerando tali attività permanenti o temporanee, spontanee e ormai storicizzate al pari degli elementi fisici del costruito.

there is a succession of different classes of users. From the tourist core Khan al Kalili, the market becomes more popular. In the southern area, historically more fragile and not affected by development projects, unless very limited, there are two production axis of some importance. In the area adjacent to the microbus station of al-Fatah there are a number of artisans working in stone and markets of various kinds, attracting many people from all the surrounding Shiakhas. On the street that enters into monumental southern cemeteries, Al-Khelaa, there are many workshops of stucco and stone decorations (for funerary practices). On this same route, moreover, every Friday, is held the largest pet market of the city. This weekly event generates a significant flow of people from all over the metropolitan area. The observations so far, far from giving a comprehensive picture, highlight the methodological need to analyze the strengths and weaknesses of the areas from a variety of perspectives, considering whether these activities are permanent, temporary, or spontaneous and now historicized, all as important as the physical features of the buildings.

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5.2 PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA 5.2 URBAN REGENERATION PROJECTS In una città in cui la trasformazione normata dello spazio fisico è sempre in ritardo rispetto ai cambiamenti della società e alle conseguenti risposte informali, la realizzazione di alcuni progetti di riqualificazione urbana ha offerto alle aree interessate la possibilità di consolidare la propria funzione di polo. Sono stati analizzati quattro progetti di riqualificazione, promossi da diversi attori istituzionali e con finalità differenti. Se ne sono individuati modalità e strumenti, e, attraverso l’indagine sul campo, se ne sono giudicati gli esiti. In particolare si è posta attenzione agli effetti collaterali o posteriori di tali interventi, quali l’innalzamento dei valori immobiliari con il conseguente sviluppo di attività edilizia abusiva e l’accentramento delle attività a discapito delle aree limitrofe.

In a city where the duly regulated transformation of the physical space always lags behind the social changes and the resulting informal responses, some urban regeneration projects have offered to the interested areas a chance to consolidate their function as a pole. Four regeneration projects, promoted by various institutional actors and for various purposes, were analyzed. Their methods were identified, and their results evaluated through field surveys. In particular, attention was focused on the side effects, or later effects, of these interventions, such as the rise in real estate values, with the consequent development of irregular building activities, and the centralization of activities to the detriment of surrounding areas.

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AL MU-IZZ LI DIN ILLAH STREET Il progetto, promosso dal Ministero della Cultura (Farouk Hosni) e dallo SCA nel 2000, faceva parte di un piano più ambizioso, dichiarato nel 1997 a seguito del terremoto del 1992, che prevedeva la restaurazione dell’intero corridoio turistico che collega Bab al Futuh alle moschee di Sultan Hasan e al Rafei e che comprendeva circa cento monumenti. Il solo progetto, che venne però portato avanti e concluso, fu la rivitalizzazione della strada monumentale di Al Mu-izz Li Din Illah e la valorizzazione dei monumenti attigui ad essa. La via è sempre stata un importante corridoio commerciale, se si pensa che nel periodo ottomano il 90% delle attività commerciali si trovavano nei dintorni di al Mu’izz. Quando Khedive Ismail costruì una nuova strada, chiamata al Muski che connetteva il Cairo storico con le nuove espansioni ad ovest e interrò il canale al- Khalij al Masri facendolo diventare Port Said Street, gli equilibri della città storica cambiarono. Il risultato fu l’abbandono da parte della classe dominante del centro storico in favore della nuova downtown. Tuttavia il Comité de Conservation des Monuments d’Art Arabe iniziò una ristrutturazione dell’area, predisponendo un sistema fognario e pavimentando le strade. All’inizio del XX secolo fu costruita Al-Azhar street per connettere downtown con Heliopolis, la nuova sede del potere. In questo modo la strada venne spezzata in due entità dalle vocazioni differenti. A nord si delineava un corridoio turistico, mentre a sud la strada manteneva un carattere popolare. Prima dell’intervento la via stava perdendo il suo carattere monumentale per la presenza diffusa di piccole industrie e per il traffico veicolare congestionato in una sezione stradale che va da 6 a 9 metri. Le inondazioni, inoltre, erano frequenti per lo straripamento delle fogne. Vi erano diversi lotti vacanti occupati da rifiuti e detriti. Il progetto attraversò un iter processuale abbastanza articolato che coinvolse tutti gli stakeholders istituzionali. Partendo da alcuni studi fatti dall’UNESCOe dati statistici forniti da Governo egiziano, il Ministero della Cultura compilò un documento nel quale registrava la situazione attuale ed emanava un decreto ministeriale (No.1352,may 1998) per la formazione di un action-group rappresentante i ministeri Endowment, del Housing, dei Servizi e dello Sviluppo Urbano, della Pianificazione, dell’Interno, dei Trasporti e l’amministrazione locale. Il risultato fu l’istituzione

AL MU-IZZ LI DIN ILLAH STREET The project, promoted by the Ministry of Culture (Farouk Hosni) and by the SCA in 2000, belonged to a more ambitious plan of 1997 following on the 1992 earthquake, which predicted the restoration of the whole tourist corridor that connects Bab al Futuh to the mosques of Sultan Hassan and to al-Rafei and that includes around a hundred monuments. The only project that was carried to a conclusion was the revitalization of the monumental road of al-Muizz Li Din Illah and the valorization of the monuments around it. The street had always been an important commercial corridor, if we think that in the Ottoman period 90% of commercial activities were to be found in the outskirts of al-Muizz. When Khedive Ismail built Port Said Street, the equilibrium of the historical city was altered. The result was the abandonment of the historical center by the ruling class, which transferred to the new downtown. Nevertheless the Comité de Conservation des Monuments d’Art Arabe began restructuring the area, predisposing the sewerage system and paving the roads. At the beginning of the XX century Al-Azhar Street was built, to connect downtown to Heliopolis, the new center of power. In this way the street was broken into two parts by their different vocations. To the north a tourist corridor, while to the south its popular character was retained. Before the intervention, the street was losing its monumental character for the widespread presence of small industries and for vehicular traffic congested in a street section 6 to 9 meters wide. Flooding was frequent because of sewerage overflow. There were several vacant plots occupied by garbage and debris. The project followed a complex procedure involving all the institutional stakeholders. Beginning with some studies by UNESCO and statistical data provided by the Egyptian Government, the Ministry of Culture compiled a document in which the current situation was recorded and launched a ministerial decree (N.1352, May 1998) to form an action group representing the Ministries of Endowment, Housing, Services Urban Development, Planning, Interior, Transport and Local Administra-


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del CHCDS (Center for Historic Cairo Development Studies), quale braccio operativo del Ministero della Cultura. Il centro, oltre a produrre studi, aveva lo scopo di creare un sistema di coordinamento tra i vari enti che si occupavano dell’Historic Cairo. Dal centro fu redatto un documento che classificava tutti i monumenti presenti nell’area e le loro peculiarità. Furono poi identificati i limiti dell’area: a nord le Mura, a sud Bab Zuwayla e Ahmad Mahir street, a ovest Port Said Street e a est Salah Salem street. Il CHCDS preparò le linee guida che dovevano essere implementate dai ministeri competenti: 1_ Modificazione del traffico (costruzione di due tunnel per al Azhar Street, smantellamento del flyover e pedonalizzazione dell’area tra al-Azhar Street e Port Said Street, costruzione di un parcheggio multipiano) 2_Formulazione di un programma di Protezione per Historic Cairo 3_ Formulazione di studi settoriali per lo sviluppo dell’Historic Cairo 4_Formulazione di studi sullo stato di fatto dei servizi e delle infrastrutture nell’Historic Cairo. 5_ Limitazione del traffico veicolare ai soli mezzi di soccorso, restauro delle facciate e ridisegno delle entrate dei negozi, illuminazione della strada. Dall’analisi sul campo emerge come il progetto sia perfettamente riuscito per quanto riguarda l’adeguamento estetico della spina principale, che è stata pedonalizzata, pavimentata, illuminata, mentre il nodo di Al Azhar street rimane irrisolto. Molti dei monumenti che si affacciano su Al-Muizz street sono stati restaurati, seppure con qualche semplificazione stilistica, grazie al contributo di diversi donatori. La riqualificazione delle abitazioni si è limitata alle facciate, conformandole a parametri estetici preordinati che non rispecchiano l’evoluzione storica della strada, la sua articolazione stilistica, le diverse classi sociali che vi risiedevano. L’obiettivo dichiarato è, quindi, di creare un percorso a misura di turista, un museo a cielo aperto, è stato perseguito attraverso la pulitura, la semplificazione, l’abbellimento di superficie. Nonostante questo approccio non corretto, la via è diventata uno dei pochissimi luoghi dell’HC frequentato da turisti. Per questo, moltissime attività commerciali si sono concentrate lungo la spina o nell’immediata adiacenza, causando il depauperamento delle aree circostanti, divenute retro di un elemento unico ed accentrante.

tion.The result was the institution of the CHCDS (Center for Historic Cairo Development Studies), as operational arm of the Ministry of the Culture. The center, besides producing studies, was to create a system of coordination between the various corporate bodies that dealt with Historic Cairo. The limits of the area were identified: the walls to the north, to the south Bab Zuwayla and Ahmad Mahir street, to the west Port Said Street and to the east Salah Salem Street. The CHCDS prepared the guidelines to be implemented by the component ministers: 1.modification of the traffic (construction of two tunnels for al Azhar, dismantlement of the flyover and pedestrianization of the area between alAzhar Street and Port Said Street, construction of a multi-storey car park. 2.formulation of a program of protection for HC 3.formulation of sector studies for the development of the Historic Cairo 4.formulation of studies on current state services and infrastructure in Historic Cairo 5.limitation of the vehicular traffic to emergency traffic, restoration of the fronts and redrawing of entrances of the shops, illumination of the road. From the analysis on the field the project appears perfectly successful, referring to the aesthetic adjustment of the main problem, the creation of a paved, illuminated, pedestrian area, while the problematic issue of al Azhar street remains unresolved. Many of the monuments facing Al-Muizz street have been restored, even if with some stylistic simplification, thanks to a variety of donors. The rehabilitation of residences was limited to fronts, which conform to aesthetical parameters that don’t mirror the historical evolution of the street, its stylistic articulation, or the different social classes that lived there. The declared objective is to create a tourist route, an open air museum, pursued through the cleaning and embellishment of surfaces. Despite this incorrect approach, the street has become one of the very few places of HC frequented by tourists. For this, a lot of commercial activities became concentrated along the main route and the immediate vicinity, causing the pauperization of the surrounding areas lying at the back of a single, centralizing feature.


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LA MOSCHEA THE MOSQUE L’architettura islamica per eccellenza è la moschea congregazionale: il masgid, ovvero un luogo di prostrazione, dove la umma si unisce nella preghiera meridiana del venerdì. Il cortile della casa di Maometto a Medina è considerata la prima moschea congregazionale e il luogo dove vennero formalizzati molti degli elementi architettonici che permangono ancora oggi. Lì, nel 628, venne costruito il primo pulpito, o minbar, e nel 706 il primo mihrab, ovvero la nicchia atta ad indicare la direzione della preghiera (quibla).

The islamic architecure par excellence is the congregational mosque: the masgid, the prostration place, where the umma come together for the miridian friday’s pray. The courtyard of the Maometto’s home inMedina is considered the first congregational mosque and the place where were formalised many of the architectural elements that are still today. There, in 628, was built the first pulpit, or minbar, and in 706, the first mihrab, thatis the niche indicating the pray direction (quibla).

Il Cairo, per la ricchezza della sua storia e per la posizione di preminenza che ha sempre occupato nel mondo arabo, offre un ampio quadro dell’evoluzione di questa architettura.

Cairo, for the richness of its History and for the preminent posistion in the arab world, offers an ample picture of the evolution of the mosque.

La Moschea delle origini: Amr ibn al-As Le prime moschee congrezionali sorte nei campi militari erano semplicemente spazi delimitati da fossati (Kufa) o siepi (Basra), con una sala a colonne derivante dalla stoà ellenistica. A Fustat, nel 642, venne costruita la prima moschea d’Egitto e, per estensione, del continente africano. Questa, estremamente primitiva, era costituita da una copertura rettangolare (29x17m) di legno e foglie, sorretta da colonne di tronchi di palma. Nel 673 venne completamente ricostruita del governatore, Maslama ibn Mukhallad al-Ansari, che raddoppiò il suo perimetro ed aggiunse quattro minareti agli angoli. Da allora venne rimaneggiata più volte, tanto che oggi non rimane nulla della moschea originaria, se non il suo valore simbolico e religioso. L a moschea abbasside: Ibn Tulun La moschea, costruita attorno all’879 dal governatore d’Egitto Abbasside Ahmad Ibn Tulun, segue la tradizione della celebre Moschea di Samarra e, nelle arcate sostenute da colonne, quella di Abu Dulaf. Di perimetro 122x144, costituisce un quadrato quasi perfetto di 162 metri se si conta la ziyada che la cinge su tre lati. Come a Samarra, la struttura è di mattoni rossi, interamente rivestita di stucco. Il minareto, ricostruito nel 1296, è spiraliforme ed in pietra, come lo era con tutta probabilità l’originale. La successione

The mosque of the origins: Amr Ibn al As The first congragational Mosques, in military camps, was simply spaces delimitatedby moats (Kufa) or hedges (Basra), with a room of columns, deriving from the ellenistic stoà. In Fustat, in 642, was erected the firs mosque of Egypt and, by extension, the first of Afrika. This, exstremely primitive, was built by a rectangular covering (29x17) of timber and leaves on colums made of palm’s logs. In 673 was completely rebuilt by the gobernator Maslama ibn Mukhallad al-Ansari, whici dopled its perimeter and add four minarets on the corners. Since then, the mosque has beenreshaped many times, so that now nothing of the original mosque is conserved SE NON its symbolic and religious value. The abbasid mosque. Ibn Tulun The mosque, built around 879 by the abbasid governator of Egypt Ahmad Ibn Tulun, follow the tradition of the famous Mosque of Samarra and, in the archs on columns that of Abu Dulaf. With its perimetr of 122x144m, is a almost-perfect square of 162 m, if it’s considered the ziyada that sourrounds it on three sides. As in Samarra, the structure is in red bricks, entirely covered by stucco. The minaret, rebuilt in 1296, forms a spiral and it’s in stone, as it was probably the


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pilastri e di ampi archi attutisce straordinariamente i rumori. Per questo Lagin nel 1296, riconoscendola non adatta alla predicazione, le attribuì la funzione, più consona, di madrasa.

original. The sequence of missive pillars and archs reduces the noises very well. For this reason Lagin in 1296, recongnising it as inadequate for speech, gave it the function of madrasa.

La moschea fatimide: Al Aqmar Nel XII secolo, dopo meno di due secoli di regno, l’impero fatimida volgeva al termine. Tuttavia, nel 1125, venne completata una delle moschee più interessanti del Cairo: al Aqmar. Questo è il più antico edificio religioso islamico in cui la facciata rispetta l’allineamento stradale, testimoniando che già allora esisteva il problema dell’eccessiva densità di popolazione all’interno delle mura. La pianta è quindi un rettangolo rivolto alla Mecca che ruota in prossimità della strada. La facciata presenta il primo caso al Cairo di uso raffinato delle muqarnas e di archi a chiglia, tipici della tarda architettura fatimida. La moschea mamelucca: Sultan Hasan La moschea madrasa ai piedi della Cittadella fu fatta costruire da Hasan al-Nasir attorno al 1356. La pianta complessa, comprende madrase per ognuno dei quattro riti sunniti (hanafita, hanbalita, malikita e shafi’ita) e quattro minareti. La moschea presenta anche quattro iwan, dei quali quelli a est e a ovest sono molto più piccoli degli altri. Oltre alle fini decorazioni scultoree, Sultan Hasan è un esempio della totale integrazione tra programmi architettonico ed epigrafico che l’architettura islamica aveva raggiunto. Sui grandi iwan sono iscritte in caratteri cufici le sura “del paradiso”, sul mihrab quelle della luce, introducendo nella fruizione della moschea-madarasa un sottile gioco di corrispettivi oggettivi.

The fatimid mosque: Al Aqmar In the XII century, after less than two century of reign, the fetimid empire, was finishing. However, in 1125, was completed one of the most interesting mosques in Cairo: al Aqmar. This is the oldest religious building in Cairo, whose facade respects the streets alignment, witnessing that already at that time existed the problem of the excessive population density inside the walls. The plan is thus a regtangular oriented toward Mecca, which inclines getting close to the street.The facade presents the first case of refined muqarnas and keel-archs in Cairo, typical of the late fatimid architecture. The mamluk mosque: Sultan Hasan The mosque-madrasa, at the foot of the Citadel, was built by Hasan al Nasir around 1356. The complex plan, groups madrasas for each of the four sunni rites (hanafita, hanbalita, malikita e shafi’ita) and four minarets. The mosque has also four iwan, of which the eastern and western ones are much smaller than the others. Beyond the precious sculputure decoration, Sultan Hasan is an exemples of the total integration between the architectural program and the epigraphic one, which the islamic architecture had reached. On the major iwan are engraved in cufic carachters the “paradise sura”, on yhemihrab those of Light, introducing in the experiens of the mosque a fine effect of objective correlative.

La moschea ottomana: Mohammed Ali La moschea, situata nella Cittadella, fu fatta costruire dal Pasha Mohammed Ali, tra il 1830 e il 1857. La progettazione della moschea fu inizialmente affidata all’architetto francese Pascal Coste; questi spese molto tempo a studiare l’architettura cairota, per poi arrivare ad ideare una moschea in stile neo-mamelucco, di grande qualità compositiva. A causa della sua morte prematura, il progetto passò ad un architetto armeno che realizzò l’imponente moschea in stile ottomano, da allora, elemento inconfondibile del panorama urbano cairota. Il profilo della moschea è caratterizzato da una grande cupola centrale, affiancata da altre quattro di minori dimensioni, tutte ricoperte da lastre di piombo e

The ottoman mosque: Mohammed Ali The mosque, situated in the Citadel, was made built by the Pasha Mahammed Ali, betwenn 1830 and 1857. The poject was initially entrusted to the french architect Pascal Coste; he spent a lot of time in studying the architecture of Cairo, getting to plan a moscque in neo-mameluk style of great compositive value. Causing to his death, the project was given to an arminian architect, that realized an imposing ottoman mosque; since then unmistakable element of the cityscape of Cairo. The mosque’s profile is ca


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da due minareti di foggia turca di 82 metri. La moschea , impressionante per le sue dimensioni e per la sua imponenza, presenta tuttavia dettagli architettonici di scarsa qualità , che denunciano un declino rispetto alle raffinate composizioni precedenti, che l’architettura ottomana aveva rappresentato per il Cairo.

rachterised by a big central dome, flanked by other smaller four, all covered by lead and by two turkish minarets 82 meters high. The mosque, impressive for its dimension and imposingness, shows bad details, which denote the deline that the ottoman architecture had represented for Cairo, in comparisation to the refined precedent compositions.

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REvITALISATION OF DARB AL AHMAR Il vasto programma internazionale HCCP (Historic Cities Support Program) dell’Aga Khan Trust for Culture ha attuato, con la collaborazione del Ministero della Cultura egiziano ed il Governatorato del Cairo, una metodologia d’azione integrata completamente nuova per il Cairo. La peculiarità del progetto, complesso eppure perfettamente aderente alle necessità reali, risiede nel suo processo di definizione, avvenuto per fasi e i cui obiettivi sono stati posti costantemente in discussione dalla loro attuazione. La prima azione proposta fu l’introduzione di un grande parco urbano sulla collina ad est del quartiere storico di Darb al Ahmar, occupata da una discarica e caratterizzata da una situazione d forte degrado sociale. Il progetto di valorizzazione paesistica del sito, aveva l’intento di creare un grande spazio verde all’interno della città storica, che ne era completamente sprovvista. Il parco fu disegnato come una grande macchina ecologica ed un catalizzatore sociale. Durante la realizzazione dell’Al-Azhar Park, a partire dal 1999, furono scoperte, sotto le macerie e i rifiuti, le mura orientali ayiubide, ancora ben conservate. Questa scoperta spinse l’AKTC a condurre ricerche più approfondite sul quartiere adiacente le mura, con il fine di delineare le azioni necessarie a trasformare la barriera storica in luogo privilegiato di accesso al parco. Darb al Ahmar, prima dell’intervento dell’Aga Khan,

REvITALISATION OF DARB AL AHMAR The ample international HCCP program (Historic Cities Support Program) of the Aga Khan Trust for Culture has implemented, with the cooperation of the Egyptian Ministry of Culture and the Cairo Governorate, a fully new integrated action methodology for Cairo. The specific character of the project, complex yet perfectly in line with real needs, lies in its process of definition, which occurred in stages ,and whose aims were constantly kept under discussion during their implementation. The first action proposed was the introduction of a large urban park on the hill east of the historic district of Darb al Ahmar, occupied by a landfill and characterized by a very serious social degradation. The project of landscape enhancement aimed to create a large green area within the historic city, which it was completely lacking. The Park was planned as a great ecological system and a social catalyst. During the construction of the Al-Azhar Park, begun in 1999, the Eastern ayubbids walls were discovered under the rubbish and the debris, still well preserved. This discovery prompted the AKTC to conduct a more in-depth study of the adjacent walls, in order to outline the actions needed to transform the historic barrier into a privileged place of access to the Park. Darb al Ahmar, before the intervention of the


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era uno dei quartieri popolari più poveri e densamente abitati del Cairo, deficiente di un adeguato sistema fognario e della raccolta dei rifiuti. A causa di canoni di locazione molto bassi, i proprietari non avevano alcun interesse ad investire denaro in queste proprietà, con il conseguente dilapidamento del patrimonio edilizio. Nonostante ciò, il quartiere era caratterizzato da un grande patrimonio monumentale, circa sessantacinque monumenti riconosciuti, ma non adeguatamente valorizzati, e da un immenso patrimonio immateriale, costituito dai molti laboratori artigianali. Con gli interventi di restauro delle mura, iniziati nel 1999 e terminati nel 2007, sono stati avviati anche i lavori di riqualificazione del tessuto residenziale. Il punto cruciale del progetto di rivitalizzazione di Darb al Ahmar è la sostenibilità economica e sociale degli interventi, che devono puntare alla realizzazione combinata e contemporanea dei due obiettivi: la riqualificazione fisica dell’ambiente urbano e dello sviluppo socio-economico della comunità. La formula proposta consiste nella preventiva realizzazione di grandi progetti da parte di investitori esterni alla comunità (in questo caso il parco), capaci di essere volano di altri più limitati interventi, condotti dalla comunità, attraverso forme di supporto finanziario (microcredito) e tecnico. La conservazione del patrimonio storico è un ulteriore obiettivo del programma, condotto in maniera diametralmente opposta al progetto di Al-Muizz Street. Il tessuto storico ed i monumenti non sono stati tratta-

Aga Khan, was one of the poorest and most densely inhabited popular districts of Cairo, lacking an adequate sewage system and waste collection. Due to very low rents, the owners had no interest in investing money in these properties, which resulted in the dilapidation of the architectural heritage. Nevertheless, the quarter contained a great monumental heritage, about sixty-five recognized monuments, not properly valued, and by a huge intangible heritage, consisting of many artisans’ workshops. With the restoration of the walls, begun in 1999 and completed in 2007, the redevelopment of the residential fabric also began. The crux of the revitalization project of Darb al Ahmar is the economic and social sustainability of the interventions, which must point to the construction of two combined, contemporary goals: the physical upgrading of the urban environment and the socio-economic development of the community. The formula proposed consists in the realization of major projects by external investors (in this case the Park), to enable the realization of other more limited operations, carried out by the community, through forms of financial (microcredit) and technical support. The preservation of the historical heritage is another objective of the program, carried out in a way diametrically opposed to the project of Al-

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ti, infatti, come reperti da allontanare dal contesto, da musealizzare, ma come elementi emblematici ed eloquenti della stratificazione storica del quartiere, della sua vitalità. La preservazione delle qualità intrinseche degli edifici deve essere attuata attraverso la riconnessione di questi all’interno del tessuto che ne costituisce il contesto stratificato e mutevole, facendoli divenire occasioni di arricchimento per l’intera area. Inizialmente, gli interventi dell’AKTC si concentrarono su tre “action areas”: Burg al Zafar Street, Aslam Neighbourhood e Bab al-Wazir. Burg al Zafar strett rappresenta il punto di connessione tra Darb al Ahmar e il nucleo commerciale del Khan al Khalili. Questa posizione privilegiata offre un asset interessante per investitori privati. Le azioni condotte dall’Aga Khan sono riassumibili nell’abbassamento della strada costruita negli anni settanta e la riabilitazione di alcune residenze storiche. L’intervento più consistente, condotto dall’AKTC, nel quartiere Aslam è stato invece la riqualificazione della piazza centrale, dominata dalla moschea mamelucca di Aslam al Silahdar. Per la diffusa presenza di micro imprese artigiane, diversamente da Burg al Zafar Street, non è auspicato l’intervento di investitori esterni, ma una riqualificazione a piccola scala, attraverso il coinvolgimento continuo della comunità. Con tale obiettivo sono stati avviati molti programmi di sviluppo sociale, quali corsi di apprendistato, di alfabetizzazione, la realizzazione di un centro comunitario e di una nuova scuola. L’area di Bab al Wazir è stata scelta per la concentrazione di monumenti, tra i quali emerge l’importante moschea medievale di Bab al Wazir. Il restauro di questa, promosso dall’AKTC, ha portato ad una rivitalizzazione economica dell’area circostante e alla creazione di nuovi posti di lavoro. La seconda fase del programma consisteva nella riqualificazione degli spazi pubblici circostanti e del tessuto storico. Tali azioni non sono state attuate, tanto che oggi molti degli spazi pubblici adiacenti alla moschea sono in uno stato di forte degrado e le molte residenze mamelucche di Bab al Wazir street largamente compromesse. La complessità del progetto dell’Aga Khan, rende difficile la valutazione oggettiva delle sue conseguenze. Il programma ha avuto il grande merito di proporre uno strumento metodologico nuovo , integrato e sostenibile.

Muizz Street. The historic fabric and monuments were not treated as relics to be dismissed from their context, but as emblematic items, eloquent of the historical stratification of the neighborhood, of its vitality. The preservation of the intrinsic qualities of the buildings was to be implemented through the reconnection of these within the fabric making up the stratified context, thus creating opportunities for the enrichment of the whole area. Initially, the AKTC interventions focused on three “action areas”: Burg to Zafar Street, the Aslam Neighborhood and Bab al-Wazir. Burg to Zafar Street is the point of connection between Darb al Ahmar and the commercial core of Khan al Khalili. This privileged location offers an interesting asset to private investors. The actions conducted by the Aga Khan are summarized in lowering the level of the road built in the 1970s, and the rehabilitation of historic houses. The most significant intervention, led by the AKTC, in Aslam Neighborhood, was the redevelopment of the central square, dominated by the Mamluk mosque of Aslam al Silahdar. For the widespread presence of micro artisan enterprises, unlike in Burg al Zafar Street, the intervention of external investors was not planned, but small scale requalification, through the continuous involvement of society. With these objectives many programs of social development were begun, courses of apprenticeship, of literacy, the realization of a community center and a new school. The area of Bab al Wazir was chosen for the concentration of monuments, among which the important medieval mosque of Bab al Wazir. Its restoration, promoted by the AKTC, led to a revitalization of the surroundings and created employment. The second phase of the program consisted in the rehabilitation of public spaces and the historical fabric. This didn’t happen, so that today many of the public spaces adjacent to the mosque are in a state of degradation, and many Mamluk houses of Bab al Wazir Street are compromised to a great extent. The complexity of the Aga Khan project, makes the objective evaluation of its consequences difficult. The program has had the great merit of proposing a new methodological instrument, integrated and sustainable.


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URBANISTICA URBANISM E RIvOLUZIONE REvOLUTION La rivoluzione del 25 gennaio 2011, così come le proteste che hanno portato al colpo di stato nel giugno del 2013, è stata intrinsecamente urbana. Urbano era lo spazio in cui si svolgeva, urbano il contesto da cui le rivendicazioni emergevano. In una prospettiva storica, diventa quindi centrale comprendere come la rivoluzione del 2011 e la seguente salita al potere dei Fratelli Musulmani abbiano influenzato le dinamiche legate al sistema urbano e alla sua gestione. A questo punto diversi orizzonti di indagine si schiudono e riguardano: come la città abbia mutato il suo funzionamento nei mesi successivi la rivoluzione, quali siano state le politiche messe in atto dal nuovo ordine, quale siano state le conseguenze tangibili sul costruito. Nel primo periodo successivo alla caduta del regime di Mubarak, la città ha vissuto due fenomeni divergenti: da una parte il controllo militare di alcuni luo

The revolution of January 25, 2011, as well as the protests that led to the coup in June 2013, was inherently urban. Urban was the space where it happened, urban was the context from which the claims emerged. In a historical perspective, becomes therefore central to understand how the 2011 revolution and the subsequent rise to power of the Muslim Brotherhood has affected the dynamics of urban system and its management. At this point several survey horizons hatch and concern: how the city has changed after the revolution, which policies were implemented by the new order, which have been their tangible consequences on the built. In the first period after the fall of Mubarak regime, the city lived two differing phenomena: on the one hand, the military control of some symbolic places, on the other hand the abandon


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ghi simbolici, dall’altro l’abbandono, da parte delle autorità, di tutti i quartieri lontani dai riflettori della rivoluzione. Mentre gli accessi a Piazza Tahrir venivano chiusi da blocchi di cemento, negli ‘ashwa‘iyyat si moltiplicavano i piani dei palazzi, le rare zone pedonali del centro storico si riempivano di veicoli, la corruzione si diffondeva. Mentre si cercava con un atto di ostruzionismo fisico di chiudere il luogo simbolo dello scambio di idee, la criminalità ordinaria dilagava, diffondendo nel paese un senso di insicurezza crescente. In un secondo tempo, il post rivoluzione ha mostrato l’inerzia decisionale del governo Morsi in materia di gestione urbanistica. Inserita in modo subalterno all’interno dei discorsi propagandistici, l’urbanistica non è mai stata tema reale di discussione. Lo era stata per il “popolo di piazza Tahrir” che chiedeva risposte ai problemi della casa e dei quartieri informali. Del milione di nuovi alloggi promessi nel 2011, nemmeno uno è stato costruito. La corruzione, male endemico del sistema egiziano, diventa regola, grazie alla quale, pagando, si può trasgredire qualsiasi norma edilizia. Nel Cairo storico aumentano così gli edifici a più di cinque piani, andando a modificare in maniera difficilmente reversibile il panorama urbano della città. Ne è caso esemplare il quartiere di Darb al Ahmar. Parallelamente a questo, il governo Morsi manifesta un sistematico disinteresse in materia di tutela del patrimonio storico e culturale. L’occupazione illegale delle aree archeologiche a fini di sviluppo edilizio, già presente con Mubarak, è esplosa dopo il gennaio 2011. Da allora, vere e proprie cosche mafiose, spesso armate, passano al setaccio i siti per poi vendere le antichità trovate al mercato estero. Questo non accade solo nelle aree archeologiche inesplorate: i quartieri copti come il Cairo islamico sono ugualmente sotto attacco. Intarsi, lanterne, lampade, pezzi di portoni e di pulpiti stanno scomparendo ad un ritmo preoccupante. Oltre alla politica negativa dei Fratelli Musulmani, questi fenomeni mostrano altri aspetti chiave della situazione sociale dell’Egitto attuale: la crisi economica, che lascia parte della popolazione senza alcun mezzo di sussistenza e la mancanza di un riconoscimento identitario del popolo nei confronti della propria storia.Il primo fenomeno è da attribuire al mancato coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del patrimonio. Spesso le popolazioni che vivono in

ment, by the authorities of all the neighborhoods far from the revolution’s spotlight. While the entrances to Tahrir square were closed by concrete blocks, in ‘ ashwa ‘ iyyat people multiplied the plans of palaces, the rare pedestrian areas of the town were filled of vehicles, corruption was spreading. While trying with an act of physical obstruction to close the symbol of the exchange of ideas, the ordinary crime flooded in the country, spreading a sense of growing insecurity. Later, the post revolution showed the Morsi Government’s decision-making inertia in urban management. Treated in a subaltern way within the propaganda speeches, urban planning has never been the subject of discussion. It was for the “people in Tahrir square” asking for answers to the problems of housing and informal neighborhoods. Of the million of new housing promised in 2011, not even one was built. Corruption, an endemic evil in Egyptian system, becomes the rule, whereby, paying, you can transgress every law. So in Historic Cairo many buildings increase up to five floors, going to change in a way hardly reversible the cityspace. Exemplary case is Darb al AhmarParallel to this, the Government shows a systematic disinterest in matters of protection of historical and cultural heritage. The illegal occupation of archaeological areas for development, already present with Mubarak, exploded after January 2011. Since then, mafia gangs, often armed, sift the sites and then sell the Antiquities found at the foreign market. This does not happen only in archaeological areas unexplored: the Copts as the Islamic Cairo are also under attack. Inlays, lanterns, lamps, desks and doors are disappearing at an alarming rate. In addition to the negative politics of the Muslim Brotherhood, these phenomena show other key aspects of the current social situation: the economic crisis, leaving part of the population without any means of subsistence and the non-recognition by the people of their own history. The first fenomenon is to be ascribed to the lack of involvement of local communities in the heri

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prossimità delle grandi attrazioni monumentali, non possono trarre alcun vantaggio da questo. La mancata identificazione degli egiziani col proprio passato è invece il frutto di un sistema educativo che per decenni, in particolare sotto il regime di Mubarak, ha presentato la storia egiziana in modo frammentario e tendenzioso. L’egittologia era vista come la materia dei colonialisti: perciò minimizzata. Per la Fratellanza l’unica vera arte è quella islamica, vista nel suo solo aspetto simbolico religioso e non come testimonianza storica del valore del genere umano. Per quanto illustrato finora, l’agenda urbana del nuovo ordine si fa sempre più pressante e deve fare i conti con una difficile eredità. Lo sviluppo economico e sociale che dovrà necessariamente essere tentato, non dovrà però compromettere il patrimonio culturale, che rappresenta la più grande potenzialità del paese. Come spesso accade, il cambiamento, deve essere innanzitutto culturale. Il riconoscimento del patrimonio come valore condiviso, il rispetto delle norme edilizie come prassi civile sono solo alcuni dei passi che la società egiziana, popolo ed autorità, deve compiere. Per questo cambiamento culturale si stanno battendo studi di urbanistica e siti internet, quali cairobserver, cairofrombelow, Takween. Il riconoscimento e il coinvolgimento di questa società civile dovrebbe costituire la prima azione del nuovo governo, affinché possa istaurarsi un dialogo nuovo tra la nazione “rivoluzionaria” ed il potere costituito.

tage management. Often the populations living close to the great attractions, cannot get any benefit from this. The non-identification of Egyptians with their past is instead the result of an education system that for decades, notably under the Mubarak regime, presented the Egyptian history fragmented and biased. The Egyptology was seen as matter of colonialists: therefore minimized. For the Brotherhood the only true art is the Islamic one, seen only in his symbolic religious aspect and not as a historical record of the value of mankind. As shown so far, the urban agenda of the new order becomes more and more pressing and must deal with a difficult inheritance. Economic and social development that must be attempted, however, must not endanger the cultural heritage, which represents the largest potential of the country. As often happens, the change should be first cultural. The recognition of the shared value of heritage, compliance with the building regulations as civil practices are just some of the steps that the Egyptian society, people and authority, must pass. For this cultural change are beating urban studies and websites, such as cairobserver, cairofrombelow, Takween. The civil society’s involvement should be the first action of the new Government, to establish a new dialogue between the “revolutionary” people and the establishment.


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SAYEDA ZEINAB REHABILITATION PROJECT Il progetto, finora non realizzato, è frutto di una collaborazione internazionale tra il Ministero del Turismo, il Governatorato del Cairo, il Comune di Parigi e l’Atelier parisien de Urbanisme. Il progetto insiste su un’area di un kmq circa, nel quale si concentrano più di 10 monumenti storici. Il quartire di Sayeda Zeinab è il risultato di due urbanizzazioni differenti: la fondazione di agglomerati in siti strategici (il monte Yashkur, i dintorni della Cittadella, lo stagno Birkat al Fil) e l’estensione urbana a partire da Al-Qahira in direzione di Fustat. Lo sviluppo più consistente del quartiere avvenne nel XIV secolo con il rinnovamento della Moschea Ibn Tulune e la creazione dell’ippodromo. La collina di Sayeda Zeinab rappresentava allora il luogo di residenza della classe dominante. Con lo slittamento del baricentro del Cairo verso le sponde del Nilo, nell’epoca di KhediveIsmail, Sayeda Zeinab perse attrattivia, divenendo il bacino di raccolta degli emigrati proveniente dal delta rurale. Quando nel 2003, dopo una campagna di studi sul campo, si tentò di formulare gli obiettivi del progetto, si delinearono due atteggiamenti differenti: per le autorità egiziane lo scopo era quello di fare del quartiere un museo appetibile ai turisti, sulla scorta del progetto di Al-Muizz Street; per il team internazionale di esperti l’obiettivo era quello di riabilitare il quartiere, attraverso un processo partecipativo che coinvolgesse gli abitanti. L’analisi sul campo evidenziava lo stato di deterioramento di molti edifici residenziali, la presenza di lotti vacanti occupati da rifiuti e detriti, un alto tasso di disoccupazione. Al fine di dar risposta a tali problematiche si stabilirono alcune azioni strategiche, a partire dalle quali sarebbero stati delineati i progetti. La prima azione riguarda la riqualificazione della strada Abdel Meguid al Labban, da considerarsi come progetto pilota per gli spazi pubblici. La seconda consiste nel rialloggiamento delle attività di riparazione dei veicoli situate sulla strada Abu ad Dahab; la terza comprende la riabilitazione diffusa del patrimonio costruito. Ciascuna azione, declinata in più progetti, deve poi essere coordinata con altri piani specifici e settoriali promossi da Ministero del Turismo , dallo SCA e dal Governatorato. Si analizzano alcuni dei progetti proposti.

SAYEDA ZEINAB REHABILITATION PROJECT The project, not realized till now, derives from an international collaboration between the Ministry of Tourism, the Cairo Governorate, the Municipality of Paris and the Atelier Parigine de Urbanisme. The project is set in an area of one square kilometre, in which are concentrated more than ten historical monuments. The district of Sayeda Zeinab is the result of two different urbanizations: the foundation of agglomerations in strategic sites (the Yashkur mountain, around the Citadel, and the Birkat al Fil pond) and the urban extension from Al-Qahira to Fustat. The most consistent development of the district occurred in the XIV century with the renewal of the Ibn Tulun Mosque and the creation of the hippodrome. The hill of Sayeda Zeinab was a bourgeois neighbourhood. With the slide of Cairo’s centre of gravity toward the banks of the Nile in the era of Khedive Ismail, Sayeda Zeinab lost its attractiveness, becoming the basin of harvest emigrants from the rural delta. When, after a field survey in 2003, an attempt was made to formulate the objectives of the project, two different attitudes emerged: for the Egyptian authorities the aim was to make a desirable museum for the tourists, along the lines of the Al-Muizz Street project; for the international team of experts the objective was to rehabilitate the district, through a participatory process. The on-field analysis underlined the state of deterioration of many residential buildings, the presence of vacant plots occupied by garbage and debris, and a high unemployment rate. In order to provide an answer to these problems some strategies for action were set out, and starting from these the projects were outlined. The first action concerns the rehabilitation of the Abdel Meguid al Labban road, considering it as a pilot project for public spaces. The second consists in the relocation of the vehicle repair businesses in Abu ad Dahab street; the third, in the widespread rehabilitation of the heritage constructions. Each action, expressed in several projects, had to be coordinated with other specific and sectorial

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Le strade Abdel Meguid al Labbam e El Khodery collegano la moschea di Ibn Tulun con quella di Sayeda Zeinab, le due polarità più importanti all’interno dell’area di progetto e sono caratterizzate da un traffico veicolare molto consistente: trecento veicoli e sessanta bus all’ora. Il progetto riorganizza la viabilità assicurando la circolazione pedonale. Per questo si propone una via a senso unico di 10 metri di cui 6 destinati alla circolazione e 4 alla sosta e la costruzione di un marciapiede alberato, illuminato ed arredato. Un altro progetto chiave per il raggiungimento del primo obiettivo è la riabilitazione delle Strade Saliba e Shaukun e dei dintorni di Ibn Tulun, attraverso il restauro degli edifici e dello spazio pubblico. Il progetto si esplica in una serie di linee guida qui riassunte: 1- Stabilire un sistema di gestione dello spazio pubblico o semipubblico, con il coinvolgimento dei residenti. 2- Riqualificazione e pulizia sistematica della strada, primo spazio pubblico per gli abitanti 3- Riqualificazione ed arredamento della stazione degli autobus 4- Sviluppo di nuove attività produttive per l’impiego degli abitanti

plans promoted by the Ministry of Tourism, the SCA, and the Governorate. Some of the proposed projects are analyzed. Abdel and Khodery streets connect the Ibn Tulun mosque to that of Sayeda Zeynab, the two most important polarities inside the project area, and characterized by a great deal of vehicular traffic: three hundred vehicles and sixty buses per hour. The project reorganizes viability, guaranteeing pedestrian circulation. For this a one way street 10 meters wide was proposed, 6m destined to vehicle circulation and 4 to temporary parking, and a sidewalk, with trees, illuminated, and street furniture. Another key project for the attainment of the first objective is the rehabilitation of Saliba and Shaukun streets and the surroundings of Ibn Tulun, through the restoration of buildings and public space. The project consists in a series of guidelines: 1.To establish a system of management of the public or semi-public space, involving the residents. 2.Rehabilitation and systematic cleaning of the


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Inoltre sono state definite una serie di norme riguardanti gli interventi sul costruito al fine di scongiurare la diffusa pratica del facciatismo. Sono state inoltre puntualizzate le strategie necessarie alla riabilitazione dei quartieri di Qal’atal Kabsh e Tulun, posti su di un promontorio roccioso. Per migliorarne l’accessibilità si è progetta una nuova scala in corrispondenza del vicolo Nataifa, pensata come una successione di balconi alberati ed un nuovo edificio residenziale. Il progetto, pur non godendo di grandi finanziatori quali l’Aga Khan, risulta fattibile per la disarticolazione dei progetti, supportati da obiettivi di base chiaramente predefiniti. Questo rende il piano più snello nella attuazione, più flessibile e facilmente implementabile. Tuttavia l’assenza di un progetto manifesto, quale era per esempio l’Al-Azhar Park, può causare il fallimento dei progetti diffusi, nessuno dei quali ha la massa critica per generare un processo di rivitalizzazione dell’intero comparto urbano.

road, the first public space for the inhabitants. 3.Rehabilitation and furnishing of the bus station. 4.Development of new productive activities for the employment of the inhabitants. In addition, a series of norms concerning interventions on the buildings were defined, to reduce the risk of the widespread practice of facadism. In addition, the necessary strategies for the rehabilitation of the districts of Qal’atal Kbash and Tulun, situated on a rocky promontory, were specified. In order to improve accessibility new steps were planned in correspondence to Nataifa street, imagined as a succession of balconies planted with trees [???] and a new residential building. The project, although not having such big financial backers as the Aga Khan, is feasible for the disarticulation of the projects, supported by clear basic aims. This makes the plan leaner, more flexible and easily implementable. However, the absence of a pilot project, which for example the Al-Azhar Park was, could cause the failure of the projects, none of which has the critical mass to generate a process of revitalization of the whole urban area.

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OLD CAIRO DEvELOPMENT PROJECT Il progetto, avviato nel 2001, rappresenta un positivo esempio di cooperazione tra il Ministero del Turismo e il Governatorato del Cairo. Il piano insiste su un’area di grande importanza per la storia egiziana. Oltre ad essere il sito in cui sorgeva il primo nucleo urbano del Cairo, qui permangono le architetture religiose relative alle tre religioni che hanno segnato la storia della città. La concentrazione in un’area geograficamente molto limitata di importanti monumenti Islamici, Copti ed Ebraici, ne fa un’attrazione per visitatori e turisti. Se dalla fine del XIX secolo l’area monumentale fu interessata da molti progetti (scavi archeologici, restauro dei monumenti copti ecc...), il quartiere residenziale era cresciuto disordinatamente, tanto che nel 2000 era uno dei quartieri più degradati del Cairo. Il progetto include la costruzione di alcuni servizi pubblici: l’ingresso alla fermata metropolitana, una stazione di autobus, una stazione dei pompieri e una della polizia. Inoltre si sono ricostruiti cinque chilometri di mura e si sono rinnovate, seppur in modo superficiale, più di trecento abitazioni. Tra gli obiettivi principali dell’intervento vi era la rivitalizzazione delle attività artigianali storicamente presenti nell’area; per questo motivo venne costruito con le tecniche tradizionali un nuovo suq tra la Moschea di Amr ibn al-As e il complesso del Cairo Copto. Il Ministero della Cultura propose inoltre la creazione di un villaggio per gli artigiani ceramisti. Il progetto venne completato nel 2006 grazie al finanziamento del programma italo-egiziano per lo sviluppo SWAP. La riqualificazione degli spazi pubblici ha dato buoni risultati, sia dal punto di vista fruitivo che d’immagine. Nella costruzione dei nuovi servizi si è invece ricercata una leziosa e poco originale riproposizione dell’architettura tradizionale, che ha creato un ambiente storico falsificato.

OLD CAIRO DEvELOPMENT PROJECT The project, began in 2001, is a positive example of cooperation between the Ministry of Tourism and Cairo Governorate. The plan refers to an area of great importance for Egyptian history. Besides being the site of Cairo’s first urban settlement, here is preserved the religious architecture of the three religions which have defined the city’s history. The concentration in a really small area of important Islamic, Copts and Jewish monuments makes it a tourist attraction. If since the end of the XIX century it has been the object of several projects, the residential neighborhood has developed in a disorderly way, so that by the year 2000 it had become one of the most radically deteriorated neighborhoods in Cairo. The project includes the construction of some public facilities: the entrance to the subway station, a bus station, fire station and police station. Five kilometers of walls have been rebuilt, and more than 300 houses renovated, if superficially. Among the main objectives of the intervention was the revitalization of historic crafts in the area; for this reason a new Souk, between the mosque of Amr ibn al-’ As and the complex of Coptic Cairo, was built, using traditional techniques. Moreover, Ministry of Culture proposed to create a potters’ village. The project was completed in 2006 thanks to the funding of SWAP, the Italian-Egyptian program for development. The rehabilitation of public spaces has achieved positive results, both for their usability and for their aesthetics. Whereas in constructing new facilities a mannered or affected and unoriginal revival of traditional architecture was used, creating a completely inauthentic historical environment.


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5.3 FROZEN AREAS In un sistema urbano costituito da elementi forti come quello presentato fino ad ora, i progetti di sviluppo dovrebbero concentrarsi sulle aree deboli, al fine di ridistribuire il sistema di attività nelle zone più depresse. Naturalmente tale assioma è valido solo nel caso in cui le aree vitali siano al loro massimo grado di sviluppo e di valorizzazione del proprio patrimonio. Non è il caso dell’Historic Cairo. Anche nelle aree storicamente centrali, come la spina di Al-Mu ‘izz, era in corso, prima dei progetti, un processo di decadimento dell’ambiente fisico, delle condizioni socio-economiche, del valore patrimoniale del luogo. Per questo ancora oggi si cerca di agire primariamente sugli edifici di massimo valore, facendoli diventare punti di ancoraggio per un futu-

In an urban system composed of the specific features as presented so far, development projects should concentrate on the weaker areas, in order to redistribute business and other activities to the most depressed areas. Of course this axiom is valid only if the vital areas are at their highest degree of development and enhancement of their heritage This is not the case with Historic Cairo. Even in the historically central areas, such as the backbone of Al-mu’izz, before the projects, a process of decay of the physical environment, the socio-economic conditions, and the heritage value of the place, was underway. For this, still today, the tendency is to act first and foremost on the buildings of most


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ro possibile sviluppo. Qui si vuole invece proporre un punto di vista diverso: si vuole analizzare la possibilità di partire dalla riqualificazione del tessuto urbano di base, quello più debole e meno attrattivo, per risignificare il monumento stesso. Con l’intento di misurare le potenzialità di quest’approccio all’interno dell’Historic Cairo si sono analizzate alcune aree a bassa vitalità, dette frozen areas. Queste aree hanno spesso la forma di enclave, separate dalle altre da assi viari d’importanza metropolitana e da polarità monumentali di cui costituiscono il retro. La maggior parte di queste ha vocazione residenziale, non è attraversata da percorsi turistici e non ospita un grande numero di attività commerciali. Il patrimonio edilizio è gravemente deteriorato a causa della bassa redditività delle proprietà. Per lo stesso motivo, tuttavia, il tessuto storico, non sottoposto alla pressione del mercato immobiliare, è integro.

value, causing them become anchor points for a possible future development. Here we want to put forward a different perspective: we want to analyze the possibility of starting from the urban redevelopment of the weaker and less attractive areas, to give a new meaning to the monument itself. In order to measure the potential of this approach, within Historic Cairo some areas of low vitality, which we called frozen areas, were analyzed. These areas are often “enclaves”, separated from each other by an axis of metropolitan importance and by monuments, which they are virtually hidden behind. Most of these are ‘residential’ areas, not crossed by tourist paths, and not hosting much in the way of businesses of any kind. Their buildings are in a poor state due to their low real estate value. For the same reason, however, the historic urban fabric, not being subject to real estate pressure, is well preserved.

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AL OUTUF

La shiakha adiacente alle mura nord si trova a est di Bab al Futuh e di al-Gamaleya, un’area storicamente ricca di attività. Al Outuf è caratterizzato da un impianto storico ben conservato negli allineamenti ma costituito di edifici in pessime condizioni. Unica attività del quartiere è il mercato alimentare sulla strada Bahaa al-Dien, sul bordo est della shiakha. Gli spazi pubblici mancano di pavimentazione e d’illuminazione. Unico intervento promosso nel quartiere è stato l’adeguamento delle facciate dei piani alti degli edifici su Haret Hamamah, visibili dall’esterno delle mura.

The shiakha is adjacent to the north wall, east of Bab al Futuh and al-Gamaleya, an area historically rich in business or commercial activities. Al Outuf is characterized by an historic urban fabric well preserved in its alignments but made up of buildings in very poor condition. The only commercial activity in the neighborhood is the food market along Bahaa al Dien, on the eastern limit of the shiakha. The public spaces are neither paved nor illuminated. The only intervention promoted in the neighborhood was the harmonization of the facades of the upper floors of the buildings on Haret Hamamah, visible from outside the walls.


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BAB AL SHARIA

Bab el Sharia si trova stretta tra le mura settentrionali di Bab al Futuh, la Moschea di al-Hakim e la biforcazione di Port Said Street. Il patrimonio architettonico che la shiakha conserva è notevole, soprattutto per le molte residenze storiche. Tuttavia nell’area si registra un crollo delle attività commerciali che si concentrano solo lungo il fronte di Port Said Street. Quest’asse, il cui traffico è sproporzionato rispetto al centro storico, separa Bab al Sharia da Downtown. La shiakha conserva ovunque l’allineamento storico. Attraverso il sopralluogo è stata riscontrata la presenza di numerosi vuoti urbani.

Bab al Sharia is situated between the northern walls of Bab al Futuh, the al-Hakim mosque, and the bifurcation of Port Said Street. The heritage the shiakha preserves is outstanding, particularly for the several historical houses. Nevertheless, the area is lacking in business activities, which are all concentrated along Port Said Street. This axis, whose traffic is excessive for the historic center, divides Bab al Sharia from Downtown. The shiakha everywhere preserves the historical alignment. During the field survey several vacant plots were noticed.

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AL MAGHAR

La shiakha s’incunea tra il confine nord della Cittadella e il complesso delle Moschee di al-Rafei e Sultan Hasan. Il patrimonio architettonico di Al Maghar e la conservazione dell’allineamento storico sono rilevanti. Tuttavia, l’appendice meridionale della shiakha, chiamata Darb al Labbana si trova in pessime condizioni. L’area è stata oggetto del progetto di realizzazione di una grande struttura turistica che doveva occupare molti lotti. Il progetto, che ha causato l’emigrazione di molti abitanti, è poi stato interrotto, portando l’intero comparto urbano al più grave livello di decadimento.

The shiakha is located between the northern boundary of the Citadel and the complex of mosques of Sultan Hassan and al Rafei. The architectural heritage in al Maghar and the conservation of the historic alignment are outstanding. However, the southern part of the shiakha, called Darb al Labbana, is in very poor condition. The area has been the object of a project for the realization of a big tourist facility, which would have occupied several plots. The project, causing the migration of many residents, has been interrupted, leading the whole district into an even worse decline.


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DARB AL HOSR

Darb al Hosr occupa potenzialmente una posizione di grande pregio, trovandosi tra le moschee di al Rafei e Sultan Hasan e quella di Ibn Tulun. Tuttavia, queste polarità, attorniate da spazi pubblici inadeguati, non sono in grado di generare una riqualificazione diffusa. Darb al Hosr manifesta questo isolamento attraverso la presenza di numerosi lotti vacanti. L’allineamento storico è conservato ad eccezione della piazza Al Sayeda Eisha, creata successivamente al resto del tessuto. A differenza delle altre aree finora analizzate, Darb al Hosr, ospita un certo numero di attività commerciali orientate alla comunità.

Darb al Hosr occupies a potentially prestigious position, lying between the mosques of al Rafei and Sultan Hasan and Ibn Tulun. However, these polarities, surrounded by inadequate public areas, are unable to generate a widespread revitalization. Darb al Hosr manifested this isolation through the presence of numerous vacant plots. The historic alignment is preserved with the exception of Al Sayeda Eisha square, created after the rest of the fabric. Unlike the other areas so far analyzed, Darb al Hosr hosts a number of community-oriented activities.

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ARAB EL YASSAR

Arab el Yassar, situata ai piedi della Cittadella, conobbe il suo sviluppo in epoca mamelucca. L’area ha confini molto chiari: a sud e a ovest è separata dai cimiteri monumentali dalla Salah Salem Street, una delle arterie viarie più trafficate del Cairo, mentre a ovest un complesso di edifici pubblici ha occupato lo spazio di un antico ippodromo. A causa della sua posizione, sull’area vige la moratoria edilizia che ha causato il deterioramento del grande patrimonio architettonico, formato da edilizia di base di diversi periodi. La volontà politica di creare un vuoto dove oggi sorge Arab el Yassar è confermato dal fatto che l’ISDF l’abbia giudicata una “unsafe area”.

Arab el Yassar, situated at the foot of the Citadel, was developed in the Mamluk period. The area has very clear boundaries: to the south and west it is separated from the monumental cemeteries by Salah Salem Street, one of the busiest transport arteries of Cairo, while westwards a complex of government buildings has occupied the space of an ancient Hippodrome. Because of its location, the area is involved in the building moratorium that has caused the dilapidation of its great architectonic heritage, consisting of exemplary buildings of a variety of periods. The political desire to create a vacuum where Arab el Yassar now stands is confirmed by the fact that the ISDF has classified it as an “unsafe area”.


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FUSTAT

La shiakha occupa la striscia di terra tra la Korniche lungo il Nilo, trafficata e vitale, e la metropolitana di superficie che congiunge Maadi al centro. Questa divide con un segno topografico netto il quartiere popolare musulmano dal museo a cielo aperto costituito dall’area archeologica e dal quartiere monumentale copto. Questa emarginazione ha causato l’impoverimento dell’area, portando al deterioramento del già esiguo patrimonio storico. La shiakha è stata, infatti, largamente trasformata, in particolare lungo l’asse di Mohammed el Rashidy Street. Dal sopralluogo emerge come le attività siano concentrate esclusivamente ai bordi dell’area: lungo la Korniche, o in prossimità all’accesso alla stazione metropolitana.

The shiakha occupies the strip of land between the Korniche along the Nile, busy and lively, with an open air stretch of subway connecting Maadi to the Center. This marks a clear topographic division of the popular Muslim district from the open air Museum of the archaeological area, and the monumental Coptic quarter. This marginalization has caused the impoverishment of the area, leading to the dilapidation of the already poor urban heritage. The shiakha has, in fact, been transformed to a very great extent, especially along the Mohammed el-Rashidy Street axis. During the survey it was seen that businesses are located exclusively on the boundaries of the area: along the Korniche, or close to the subway access.

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Note_Notes: 1. SHEHAYEB Dina K, Sector study: community oriented activity patterns, per URHC Project, dicembre 2011


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6.1 al KHALIFA L’area intorno alla Cittadella, interamente compresa nel Qism di al-Khalifa, rappresenta una delle zone dove il degrado diffuso nel Cairo è più tangibile. Un tempo la fortezza e il complesso della moschea-madrasa di Sultan Hassan costituivano uno dei fulcri monumentali Wdella città. Il vasto midan ai piedi della Cittadella era lo spazio pubblico di più estese dimensioni all’interno delle mura. Per irrigare i suoi sontuosi giardini, nel 1507 fu ricostruito l’antico acquedotto di al-Fustat. Erano presenti palazzi e belvedere, lì si svolgevano varie celebrazioni e venivano ricevute le ambasciate, con feste sfarzose e giochi equestri. Le aree residenziali, pur ospitando generalmente classi medio-basse, si arricchirono comunque, specie nel periodo tardo ottomano, di edifici riconosciuti attualmente come monumenti. La costruzione della moschea di Mohammad Ali, all’interno della cittadella, nel 1830, e della moschea di al-Rifa’i, al fiancodi quella di Sultan Hassan, tra il 1869 ed il 1912, ci racconta come all’inizio del XX sec. l’area rivestisse ancora un’importante funzione simbolica. Il piano di Mohammad Ali, con l’apertura dell’asse che porta il

The area surrounding the Citadel, entirely inside al-Khalifa qism, represent one of the zones where the decay diffused in Cairo is more tangible. Once the fortress and Sultan Hassan mosque-madrasa were the monumental hinge of the city. The vast midan at the foot of the Citadel was the widest public space inside the walls. To irrigate its gardens in 1507 Fustat ancient aqueduct was rebuilt. There were palaces and belvedere, and there used to take place various celebrations and to be received embassies, with feasts and horse games. In the residential areas, even hosting generally middle-low classes, there were built many buildings now listed as monuments, especially during the late ottomans. The construction of Muhammad Ali mosque, inside the Citadel, in 1830, and al-Rifa’i mosque, beside Sultan Hassan one, between 1869 and 1912, tells us that at the beginning of 20th c. the area had still a very significant symbolic function. Muhammad Ali plan, with the ope-


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Cittadella 1870

suo nome, la metteva al centro dei flussi cittadini. Con l’andare del tempo però la zona subì profondi rivolgimenti. Negli anni ’60, per rispondere alle esigenze sempre più pressanti del traffico veicolare, fu aperta la Salah Salem, una grande arteria stradale che si sviluppava in parte sull’antico tracciato delle mura, in parte nell’area ancora non urbanizzata ad est del Cairo. Oltre a provocare una grande frattura con l’area cimiteriale a sud, la nuova strada consentì di ribaltare l’accesso storico della Cittadella, portandolo su quello che precedentemente era il retro. Ogni rapporto con la città venne così negato, provocando anche l’abbandono della parte bassa della Cittadella. L’ampio spazio del Midan fu sfruttato per organizzare i flussi del traffico che dalla Salah Salem penetravano nel centro, trasformando l’isolato del complesso di Sultan Hassan–al-Rifa’i in una gigantesca rotonda. A completamento della distruzione dell’immagine storica del Midan, al suo interno fu realizzato un carcere, separato con evidenza dall’area circostante da muri perimetrali. Attualmente la situazione non è migliorata. L’appropriazione dello spazio che un tempo costituiva il Midan

ning of the axis of his same name, put it at the very center of the inhabitants fluxes. Through the years, though, the zone suffered some deep upheaval. In the ‘60s, to give an answer to the more and more compelling traffic, the Salah Salem was set up, a major road developing part on the former wall’s track, part in the not yet urbanized area east of Cairo. Aside from separating the cemeteries southwards, the new road allowed to revert the historical Citadel access, taking it to what was its back. Every relationship with the city was denied, causing the abandonment of the Citadel lower part. The wide space of the midan was exploited to organize the traffic from the Salah Salem penetrating the center, turning Sultan Hassan - al-Rifa’i complex into a roundabout. To complete Midan’s historic image destruction, inside it was realized a prison, sorrounded by high walls.


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da parte di edifici a vocazione pubblica - un complesso scolastico, un acquedotto, una moschea - non ne ha però ripristinato l’immagine, che resta irriconoscibilmente frammentata. Ogni edificio è nettamente separato dall’esterno da muri di cinta, e persino i giardini ai due lati di quella che era la piazza sono chiusi da recinzioni e il loro ingresso è a pagamento. La parte della Cittadella più a contatto con la città versa in uno stato di totale incuria e disfacimento, mentre l’attuale sistema turistico, basato solo sulle principali emergenze collegate daipercorsi degli autobus turistici, ha consacrato l’accesso alla fortezza dalla Salah Salem come l’unico. Lo spazio tra le due moschee, disegnato per esaltarsi attraverso le architetture e i corridoi visivi, è però esclusivo appannaggio dei turisti, cinto anch’esso da alte recinzioni. Tutto questo si accompagna all’avanzato stato di degrado delle aree residenziali che occupano la zona. Le tre principali sono stato oggetto dell’analisi presentata nel quinto capitolo: Darb al-Hosr, Darb al-Labbana, Arab Al Yassar.

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Today’s situation hasn’t got better. The appropriation of Midan’s former space by public building - an educational complex, an aqueduct, a mosque - has not refurbished its image, which is still unrecognizable. Every building is clearly separated from the outside with wall, and even the two small gardens have fences, and entrance is with fee. The lower part of the Citadel, towards the town, is in a condition of total neglect and decay, while the current touristic system, based on main monuments linked with big turistic buses, has made the access to the fortress from the Salah Salem the one and only. The space between the two mosques, designed to enhance itself through the architectures, is now exclusively for tourist, once again surrounded by high walls. Besides, the residential areas advance in their decay. The three main ones have been analyzed previously in the fifth chapter: Darb al-Hosr, Darb al-Labbana, Arab Al Yassar.


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ACCESSIBILITÀ E ATTIVITÀ I rivolgimenti appena descritti hanno però trasformato l’area anche in senso positivo. Data l’altissima accessibilità garantita dagli assi infrastrutturali che la tagliano, il distretto è dotato di moltissimi servizi e zone ad alta attività, anche se talvolta scarsamente compatibili. La stazione dei microbus è una delle più intensamente utilizzate del centro, controparte meridionale di quella in Ramsis Square. Sono presenti anche molte attività specializzate, come i marmisti sulla Salah al-Din e gli scalpellini del Suq al-Hamam. Il mercato generale di Saida Aisha richiama persone da tutto il Cairo grazie anche alla vicinanza alla stazione di microbus. Allo stesso modo nel Suq al-Hamam due volte a settimana si svolge un mercato degli animali molto importante e frequentato. Un altro mercato, sviluppatosi su base ambulante ma ormai stabilmente posizionato, si trova sul lato meridionale dell’antica Midan, sotto al viadotto della Salah Salem. Il sovraccarico della strada e il cattivo concepimento dello svincolo provocano una perenne congestione del traffico in questo punto, uno dei più critici dell’intera mobilità cairota.

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ACCESSIBILITY And ACTIVITIES These changes also affected the area in a positive way. Due to the high accessibility offered by the infrastructure, the district is well provided with services and high-intensity activity zones, even if sometimes not compatible. The microbus station is one of the most used in the center, southern counterpart of the one in Ramsis Square. There are also many specialized activities, such as marble-cutters on Salah al-Din Street and stonemasons in Suq al-Hamam. The general market in Saida Aisha attracts people from all over Cairo, thanks also to the vicinity of the microbus station. In the same way in Suq al-Hammam, twice a week, a very important and popular pet market takes place. Another market, once itinerant but now steady, is placed on the south edge of the former Midan, under the Salah Salem flyover. The overload of the street and the odd conception of the junction cause here an everlasting congestion, one of the most critical in the entire cairene mobility.


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L’ACTIOn PLAn UnESCO Date le profonde problematiche e le potenzialità appena descritte, l’area è stata scelta nell’ambito dell’URHC per lo sviluppo di un Action Plan che presentasse un approccio rigenerativo alla conservazione della città storica, come passo di avvicinamento alla stesura di un Piano di Conservazione per il sito patrimonio dell’umanità. La scelta dell’area è stata anche influenzata dalla mancanza di precedenti piani di conservazione e sviluppo che la investissero, nonostante sia adiacente ad aree come Darb al-Ahmar o Sayeda Zeinab, offrendo quindi la possibilità di un coordinamento di quei programmi e la loro integrazione. Inoltre alcuni recenti progetti hanno mostrato la possibilità di uno sviluppo turistico di questa zona, il che costituisce senz’altro un’opportunità ma rende necessario un controllo delle trasformazioni, data la delicatezza del contesto socio-economico. In accordo con le zone di conservazione individuate nella prima parte del progetto URCH, l’Action Plan stabilisce alcuni obbiettivi base: - l’integrazione spaziale e funzionale della Cittadella al tessuto urbano storico, tramite la rifunzionalizzazione della sua parte bassa e il ripristino delle connessioni visive e pedonali con i monumenti e i quartieri circostanti; - la rigenerazione del tessuto di transizione su entrambi i lati di Mohammad Ali Street, lungo l’intera Salah alDin Street, e sul lato prospiciente la Salah Salem; - la conservazione e la riabilitazione dei quartieri residenziali storici fortemente degradati. Tutto questo comporterà ovviamente un riordino dell’accessibilità veicolare e dei principali snodi viari.

UnESCO ACTIOn PLAn Problems and potentials just described made the URCH choose this site to develop an Action Plan that could test a regeneration approach for the conservation of the historic city, as a step towards the Conservation Plan of the World Heritage Property. The choise was influenced also by the lack of previous development and conservation plans involving it, despite it being adjacent to areas such as Darb al-Ahmar or Sayeda Zeinab, offering the chance to coordinate and integrate those programs. Furthermore some recent projects have shown the potential for a touristic development for this area, which could be an opportunity but calls for a deeper control over transformations, given the socio-economic fragility of the context. According to the conservations zones identified in the first part of URCH project, the Action Plan sets some basic targets: - the spatial and functional integration of the Citadel with the historic urban fabric, through the adaptive reuse of its lower part and the refurbishment of the visual and pedestrian connection with surrounding monuments and neighborhoods; - the regeneration of the transitional urban fabric on both sides of Muhammad Ali Street, along Salah al-Din street, and towards the Salah Salem; - the conservation and rehabilitation of dilapidated residential historic neighborhoods. A reorganization of vehicular access and traffic nodes is of course needed.


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6.2 UnA STRATEGIA SPECIFICA: ARAB AL YASSAR 6.2 A SPECIFIC STRATEGY: ARAB AL YASSAR Senza interventi a vari livelli e scale differenti il circolo vizioso intrapreso dalla città storica sarà difficile da spezzare. La più grande difficoltà per un sito di tale dimensione e complessità è che la strategia deve essere generale per l’intero insediamento, ma allo stesso tempo molto specifica per ogni area. Da un lato questo risponde alla particolare organizzazione socio-spaziale dell’HC, dove una comunità si riconosce all’interno dei confini definiti di un certo territorio, come visto nel secondo capitolo. Saper riconoscere questi confini può essere determinante per il coinvolgimento dei locali nel processo. L’intenzione della strategia specifica per ogni area è quella poi di fornire una risposta pertinente, basata sui suoi bisogni, in modo da massimizzare il rapporto benefici/costi.

Without interventions at different levels and scales the vicious circle of decline of the historic city will be hard to stop. The biggest difficulty for site of such a dimension and complexity is that the strategy has to be general for the whole settlement, but in the same time specific for each area. On the on hand this accounts for the peculiar socio-spatial organization of HC, where a community recognize itself within the boundaries of a certain territory, as seen in the second chapter. Knowing these limits could be decisive for the locals participation in the process. the purpose of the area-specific strategy is to provide an individual, need-based response,


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La scelta del caso studio è ricaduta su Arab Al Yassar, una delle aree individuate come prioritarie dall’Action Plan UNESCO. Lo stato fisico di questo piccolo insediamento è tanto grave da indurre l’ISDF a riconoscerlo come area insicura. La scarsa presenza di edifici di valore è stata considerata un elemento d’interesse, per riuscire a delineare una strategia di riqualificazione che facesse perno il meno possibile sulle emergenze architettoniche. Nondimeno si tratta di un agglomerato di alto significato. L’uso dell’area è documentato fin dal tempo dei Mamelucchi, quando era occupato da una tribù araba denominata Arab Al Yassar. La sua posizione ai piedi della Cittadella le conferisce caratteristiche altimetricamente peculiari, rispetto all’andamento pianeggiante del resto della città, oltre ad offrire scorci prospettici in quasi ogni direzione. La pendenza del Muqattam, però, assieme al traffico della Salah Salem sul lato opposto, determinano un fortissimo isolamento, che se da un lato stimola i legami socia-

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so to maximize gain-cost ratio. The case study chosen is Arab al Yassar, one of the areas identified as a priority by the UNESCO Action Plan. The conservation of this small settlement is just bad: its physical state brought the ISDF to enlist it as unsafe. The low presence of outstanding buildings has been considered an element of interest, to develop a regeneration strategy involving architectural anchors as little as possible. However it is an agglomeration of interest. The use of the area is documented since mameluk times, when it was occupied by an arab tribe named Arab Al Yassar. Its location at the foot of the Citadel gives it peculiar elevation characteristics, compared to the plane cityscape, and offers panoramic view in almost every direction. Muqattam slope, though, together with Salah Salem traffic on the opposite side, determine a


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li al suo interno, la separa nettamente dal resto dell’area circostante.

strong isolation, which encourage solid social bonds, but sets it aside the rest of the site.

ACCESSIBILITA’ E GERARCHIA STRAdALE AAY mantiene l’organizzazione degli spazi tipica del Cairo e delle città arabe. Le attività economiche si raccolgono sulle strade principali e sulle vie di accesso al quartiere, che convergono in una piccola piazza (Midan al-Souq). Da qui si dipartono vari darb, quasi esclusivamente residenziali, che si ramificano in piccoli cul-de-sac semi-privati. È evidente il contrasto con il comparto di edilizia pubblica residenziale a sud-est, costruito senza nessun riguardo negli anni ‘60 contestualmente alla realizzazione della Salah Salem. Il vuoto intorno ad esso resta ad ora slegato dal contesto, e senza alcuna caratterizzazione spaziale. A questo contrasto visivo corrisponde una separazione funzionale: la rete stradale non integra con accessi al quartiere questo comparto, che ne rimane confinato all’esterno. Il passaggio degli abitanti di queste costruzioni allo spazio interno all’agglomerato di Arab al Yassar deve avvenire passando lungo la Salah Salem, o attraverso delle abitazioni private.

ACCESSIBILITY And ROAd HIERARCHY AAY maintains the typical organization of spaces in Cairo and arab cities. Economical activities are placed mainly on public streets and on accesses to the neighborhood, which converge in a small square (Midan al-Souq). From there various darbs originate, almost completely residential, which branch off into small semi-private dead ends. It is undeniable the contrast with the social housing buildings south-east of the neighborhood, built in 60s together with the realization of Salah Salem Street. The surrounding void around it is untied from the context, and lacking of any spatial character. This visual conflict matches a functional segregation: the road network doesn’t integrate this sector with access to the neighborhood, setting it apart. The movement of the inhabitants of this buildings towards the inside of the agglomeration of Arab al Yassar must pass by the Salah Salem, o through private dwellings.

AMBIEnTE COSTRUITO L’area, rientrando nella zona di rispetto della Cittadella, è soggetta da tempo ad una moratoria edilizia che impedisce non solo le nuove costruzioni, ma persino la manutenzione ordinaria degli edifici. Sul lungo periodo questo ha comportato il progressivo deterioramento dell’intero comparto edilizio, e ad oggi circa il 36% degli edifici sono in rovina parziale o totale. I cumuli di detriti e rifiuti incidono in modo grave sulla vivibilità, la sicurezza e l’igiene. I monumenti riconosciuti dallo SCA sono due: la moschea di Qunsuah al-Ghouri e il mausoleo di Sheikh Abdallah Khafir al Darb, entrambi in condizioni discrete di conservazione, anche se l’ultimo è stato pesantemente rimaneggiato nella seconda metà dello scorso secolo per essere ampliato in una moschea.

BUILT EnVIROnMEnT The area, since it is located within the buffer zone of the Citadel, has been for long subject to building moratorium, hindering new construction as well as building regular maintenance. As a result the entire built environment suffers severe deterioration, and 36% of the buildings are partial or total ruins. Land full of debris is used to collect garbage too, affecting liveability, security and hygiene. There are two enlisted monument: Qunsuah al-Ghouri mosque and Sheikh Abdallah Khafir al Darb Shrine, both in decent conservation conditions, even if the latter has been heavily altered during 20th c. to expand in a mosque.


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PROFILO PROPRIETARIO E SOCIALE La proprietà nel quartiere è prevalentemente privata e solo alcuni edifici appartengono all’Awqaf.1 Inoltre la maggiore parte delle strutture è occupata dal proprietario stesso, o da questo assieme ad alcuni locatari. Questo è positivo, in generale, perchè potrebbe sfociare in un altro livello di cooperazione e desiderio di investire in futuri piani di miglioramento. La maggior parte (91%) dei residenti vive ad AAY da più di vent’anni. Molti vi sono nati (87%), e sono frequenti i legami di parentela. È molto forte quindi il radicamento, e ci si allontana dall’area solo in risposta al continuo aggravarsi delle condizioni abitative. Se la moratoria non lo vietasse, molti (73%) sarebbero disposti a partecipare a progetti di riabilitazione anche contribuendo economicamente, pur di restare all’inter-

STATUS OF OwnERSHIP And SOCIAL PROFILE Property in the area is mainly private, and only few buildings belong to Awqaf1. Furthermore, most of the structure are owner occupied or owner occupied with tenants. This is positive, in general, because could result in higher level of cooperation and willingness in participating in future upgrade plans. The majority (91%) of the residents have been living in AAY for more than twenty years. Most of them were born there (87%) and are relatives. Rooting is strong, and people leave the area just in response to its continuous decline. If moratorium didn’t forbid it, many (73%) would take part in rehabilitation projects even economically, just to


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no del quartiere. I lavori di riparazione che vengono condotti nonostante la moratoria sono finanziati principalmente (71%) con risparmi e gama’iyya, gruppi di risparmio. Questo evidenzia un grande potenziale per l’autofinanziamento, e l’importanza del capitale sociale nella possibile riqualificazione del vicinato. D’altra parte, è evidente anche la mancanza di meccanismi economici “formali”, come mutui e prestiti, a cui però una buona percentuale (39%) vorrebbe accedere.2 Sebbene in tutta Khalifa siano presenti più di 40 scuole pubbliche, il quartiere ha un tasso di analfabetismo del 40%, che sale al 46% per le sole donne, il più alto del qism. La disoccupazione, invece, resta molto bassa, intorno al 3%, percentuale che però non tiene conto della componente femminile della popolazione.3

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stay within the neighborhood. Reparations conducted despite the moratorium are mainly financed (71%) by personal savings and gama’iyya, savings clubs. This highlight a great potential for self-financing and the importance of social capital for regeneration. On the other side, it is clear the lack of “formal” economical mechanism, to whom a fair percentage (39%) would have access, though.2 Even if in Khalifa there are more than 40 public school, the neighborhood had an illiteracy rate of 40%, which grows up to 46% for women, the highest in the qism. Unemployment is still pretty low, around 3%, not taking into account the female component of the population.3


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PROFILO ECOnOMICO Sebbene le attività economiche all’interno di AAY siano molto limitate, esse danno lavoro a circa il 34% degli abitanti. Un altro 21% lavora all’interno dell’Historic Cairo. La vicinanza casa-lavoro è forse il più apprezzato vantaggio fornito dal quartiere. La più diffusa attività economica è la riparazione auto, che si avvantaggia della grande accessibilità dell’area. Le restanti occupazioni sono a livello locale, e comprendono laboratori artigianali ed esercizi commerciali, per lo più alimentari. Le attività sono comunque molto scarse, sia per per la vocazione prevalentemente residenziale del quartiere, sia per il forte isolamento dell’area, che ne restringe il mercato. Più della metà delle strutture commerciali sono inattive. In base al loro impatto sull’ambiente circostante (rumore, produzione di rifiuti, appropriazione dello spa-

ECOnOMICAL PROFILE Even though activities in AAY are limited, they occupy around 34% of residents. Another 21 % works inside Historic Cairo. Home-work proximity is the most appreciated advantage of the neighborhood. Car repairing is the main activity, taking advantage of the area great accessibility. Others occupations are local, including workshops and business, mostly food shops. Activities are few, anyway, both for the prevailing residential nature of the neighborhood, and for area isolation, shrinking market. More than half of the business units are inactive. Due to their environmental impact (noise, waste production, use of the space) activities have been distinguished in black, grey, and


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zio) le attività del quartiere possono essere distinte in nere, grigie e bianche. Le attività nere si riferiscono principalmente alla riparazione di auto, che ha un impatto negativo dal punto di vista sociale e ambientale. Infatti i meccanici sfruttano gli spazi antistanti i loro esercizi, viste le limitate dimensioni di questi, impedendo l’appropriato uso dello spazio da parte dei residenti. Inoltre secondo la normativa cairota le attività industriali non dovrebbero essere ammesse nelle aree residenziali, senza distinzione di scala. I laboratori artigianali costituiscono le attività grigie, che pur estendendosi nello spazio pubblico testimoniano un modo tipico di appropriazione del territorio comune. Da ultimo le attività bianche sono quelle legate ai bisogni quotidiani della popolazione residente, e a questa si legano senza problemi.

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white. Black refers mainly to car repairing, whose impact is negative socially and environmentally. Mechanics use space in front of their units, due to their limited dimensions, thus preventing residents proper use of the space. Moreover, according to cairen planning regulations industrial activities are not allowed in residential areas, regardless of their scale. Handicrafts production are grey activities, that even extending in public space testimony a typical appropriation of communal territory. Finally, white activities are those serving residents daily needs, and linking to that without problems.


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note: 1. Col termine Awqaf si indicava una fondazione pia islamica, avente il compito di conservare i beni donati a fini caritatevoli, per aiutare le categorie meno fortunate della società o i pellegrini o i devoti. Accumulandosi negli anni questo patrimonio è spesso diventato improduttivo e talvolta inagibile, rendendo necessaria l’istituzione di un ministero apposito per il suo funzionamento. L’Autorità Egizia per l’Awqaf ha un ruolo chiave per il Cairo Storico, detenendo la proprietà di un

notes: 1. The word Awqaf indicated an islamic foundation, conserving goods bequeathed with charity purpose, to help less wealthy categories, pilgrims, and devoted people. Accumulating during the years this heritage often became unproductive and even unusable, making compulsory the institution of a specific minister for its operations. The Egyptian Awqaf Authority is a key player in Historic Cairo, owning the proper-


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gran numero di monumenti, edifici residenziali e non, e lotti non occupati. 2. I dati fanno riferimento a IBRAHIM Kareem, Frozen asset study, Report per URHC Project, Ottobre 2012 3. I dati provengono da ZAGHOw, Sherine,Rehabilitation of Historic Cairo: Socio-economic Survey, Report per URHC Project, dicembre 2011, e fanno riferimento alla Shiakha Arab al Yassar, pi첫 estesa del quartiere in esame

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ty of a huge number of monuments, residential and non-residential buildings, and vacant plots. 2. data refer to IBRAHIM Kareem, Frozen asset study, Report for URHC Project, October 2012 3. data from ZAGHOw, Sherine, Rehabilitation of Historic Cairo: Socio-economic Survey, Report for URHC Project, december 2011, referring to Shiakha Arab al Yassar, wider than the examined area.


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7.1 UNO STRUMENTO PER LA CONSERVAZIONE 7.1 A TOOL FOR CONSERVATION Assieme alle dinamiche spaziali e socio-economiche che investono il quartiere, la realizzazione di un inventario di tutti gli edifici e degli spazi pubblici è stato considerato come un passo obbligato e prioritario per delineare le politiche di conservazione e riabilitazione da sviluppare nell’area. La salvaguardia del tessuto urbano e del suo valore patrimoniale può essere efficace se inquadrata in una struttura di regolazione e pianificazione più generale, per controllare il processo di modernizzazione. La realizzazione dell’inventario è connessa alla formazione di una regolamentazione non arbitraria che possa guidare e controllare l’attività edilizia anche prima dell’approvazione di un Piano di Conservazione. Le catalogazioni sono pensate per fornire informazioni aggiornate che possano aiutare a stabilire i gradi di protezione e a definire i possibili interventi richiesti. L’intenzione non è quella di documentare in dettaglio i monumenti e i siti di grande valore storico, o di rac-

Together with the spatial and socio-economic dynamics involving the neighborhood, carrying out an inventory of all the buildings and the public spaces has been considered a compulsory and priority step to outline the conservation and rehabilitation policies to be developted in the area. The protection of the urban fabric and its heritage value can be effective if set in a more general regulating and planning framework, to control the modernisation process. The setting up of the inventory is connected with the establishment of a non-arbitrary regulation which could guide and control the building activity even before the aproval of a Conservation Plan. The catalogues are thought to provide updated information to help setting protection measures and define possible intervention needed. The purpuse is not to document in detail the mo-


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cogliere e rendere disponibili documenti e informazioni da utilizzare per la progettazione degli interventi di restauro. Queste operazioni potranno essere portate a termine quando saranno disponibili risorse per un rilievo più specifico e approfondito, o quando richieste da uno specifico lavoro di restauro. Allo stesso tempo, una tale catalogazione può documentare il patrimonio urbano più largamente inteso, comprendendo non solo i monumenti ma anche il loro contesto, l’edilizia minore e l’espressione architettonica vernacolare, l’articolazione degli spazi urbani, le caratteristiche paesaggistiche, ed essere sfruttata per estendere la consapevolezza tra le autorità e il più vasto pubblico sulle necessità di una strategia di conservazione più consistente e diffusa.

numents and the sites of outstanding historical value, nor to collect and provide documents and information to be used for designing of restoration intervention. These could be carried out when the resources for a more in-depth and specific survey would be available, or when needed for a specific restoration project. Such an inventory can though document the urban heritage in a broad sense, including not only the monuments but their context, too, the minor building and the vernacular achitectural expression, the articulation of the urban spaces, the landascape features. It could extend the awareness of authority and public opinion on the need of a widespread and consistent conservation strategy.

Sul lungo periodo questo inventario potrebbe fornire le informazioni base necessarie per la formazione del Piano di Conservazione e Riabilitazione, riguardanti tipologia, valore spaziale ed architettonico, integrità fisica e funzionale del patrimonio urbano ed architettonico,da preservare.

On the long term, this inventory could provide the information base needed for the implementation of a Conservation and Rehabilitation Plan, regarding typology, spatial and architectural value, phisical and funtional integrity of the urban and architectural heritage.

La catalogazione è stata eseguita in diversi rilievi sul campo, attraverso un’analisi visuale dalla strada e da alcuni punti di osservazione (tetti di edifici alti, il declivio ai piedi della cittadella, la cittadella stessa), di norma senza entrare negli edifici o intervistando i residenti. Consiste di due principali tipi di dati: - la realizzazione delle caratteristiche fisiche e funzionali - la valutazione dello stato di conservazione, della qualità architettonica e di altri aspetti che implicano un giudizio basato su criteri precedentemente stabiliti.

The catalogue has been carried out in several field survey, through a visual analysis ,from the street and few high observation points (rooftops of high buildings, the Citadel’s hill, the Citadel itself), usually not entering the buildings or interviewing the residents. It consists of two main type of data: - the report of the physical and funtional features; - the evaluation of the state of conservation, of the architectural value and other aspect which imply a critical judgement, based on criteria previously established.


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7.2 INVENTARIO DEGLI EDIFICI 7.2 BUILDING INVENTORY I dati sono stati raccolti attraverso l’osservazione diretta e la valutazione secondo schede di rilievo specifiche, consultabili nell’allegato A. Le informazioni riguardano: - tipologia edilizia; - caratteristiche architettoniche: numero di piani, tipo di copertura, presenza e tipo di alterazioni contemporanee; - allineamento con il fronte stradale; - allineamento in altezza; - occupazione e usi;

Data have been collected through direct observation and evaluation through specific survey sheets, that can be consultet in annex A. Information regards: - building typology; - architetcural features: storey number, type of roof, presence and type of contemporary alterations; - Street alignment; - height alignment; - occupation and use;

Inoltre per ogni edificio è stato effettuato uno studio dettagliato del prospetto principale, quale fondamentale caratteristica dell’identità tipologica dell’architettura cairota. Ogni prospetto è stato identificato in relazione al suo contesto e catalogato in accordo con la seguente struttura: - configurazione della facciata e sue eventuali alterazio-

More over, an in-depth study of each building facade was carried out, as a foundamental characteristic of cairene architectural typologic identity. Every front has been identified in relation to his context and classified according to the following scheme: - facade configuration and possible alteration;


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ni; - tipo di struttura, tipo di aperture e relativi qualità, condizione e materiali del piano terra; - tipo di struttura, tipo di aperture, tipo di balconi e relativi qualità, condizioni e materiali dei piani superiori; - decorazioni e relativi qualità, condizioni e materiali; - presenza di addizioni e loro reversibilità; - sottrazioni. TIPOLOGIE EDILIZIE IN ARAB AL YASSAR Le tipologie edilizie impiegate per l’inventario valutano gli edifici sulla base di diversi fattori, quali i materiali, le tecniche costruttive, la distribuzione interna (per quel che è stato possibile), l’ubicazione, l’uso. Gli edifici tradizionali sono stati costruiti utilizzando materiali e finiture simili. A differenziarli sono i livello di decorazione e la qualità dell’esecuzione. Generalmente, gli anni ‘50 segnano il passaggio dai materiali tradizionali a tecniche costruttutive moderne e all’uso generalizzato del cemento armato. Nonostante ciò, le convenzioni abitative hanno continuato a ricalcare quelle tradizionali. Quando non condividono lo stesso lessico architettonico, quindi, le diverse tipologie sono comunque connesse da somiglianze nella distribuzione spaziale. Townhouse Tradizionale le townhouse tradizionali sono edifici residenziali inizialmente costruiti tra il 1880 e il 1920. Tuttavia, essendo stata sviluppata per rispondere ad una specifica condizione urbana e sociale, questa tipologia si è conservata, nei principi architettonici, negli interventi edilizi della seconda metà del ventesimo secolo. Anche oggi, molti edifici nell’area conservano convenzioni architettoniche e schemi spaziali sviluppatisi nel tardo diciannovesimo secolo. Molti di questi edifici occupano lotti stretti e lunghi, quindi con un’organizzazione lineare degli spazi interni, e includono un patio interno che consente la ventilazione del retro, avendo una sola facciata aperta. Data l’esigua dimensione del lotto, i piani superiori si proiettano spesso sopra la strada. Soprattutto negli edifici posti su di una strada principale gli spazi con diretto accesso ad essa sono predisposti per ospitare un’attività commerciale, mentre il resto del piano terra resta residenziale. Generalmente queste case erano pensate per una sola

- type of structure, type of openings and corresponding quality, material and conditions of ground floor; - type of structure, type of openings, type of balconies and corresponding quality, materials and conditions of upper floors; - decorations and corresponding quality, materials and conditions; - presence of additions and reversebility; - removals. BUILDING TYPES IN ARAB AL YASSAR Building typologies used for the inventory evaluate building in terms of several factors, such as materials, construction typology, internal distribution (when possible), location, use. Traditional buildings were constructed using similar materials and finishes. What changes is the level of decoration and quality of execution. Broadly speaking, 50s marks the shift from traditional materials to modern technologies and generalized use of reinforced concrete. Nevertheless, housing conventions have still followed traditional ones. Therefore, when they don’t share the same architectural vocabulary, different typologies are still linked by similarities in the spatial distribution. Traditional Townhouse Traditional townhouse are residential buildings at first built between 1880 and 1920. Being developed to response a specific urban and social condition, though, this typology has been maintained in its principles throughout the second half of the twentieth century. Even now, many buildings keep architectural conventions and spatial patterns developed in the late nineteenth century. Many of these buildings are placed on small and narrow plot, hence with a linear organization of internal space, and have an inner patio which allows rear ventilation, having only one open facade. Due to the limited size of the plot, upper floors project over the street. Especially in building placed on main streets spaces with direct access to the street are set to commercial activities, while the rest of the floor maintain residential functions. Generally this houses are thought for a single,


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famiglia (estesa). Molto spesso ora sono invece divise in unità abitative di minori dimensioni, occupate da gruppi di più basso stato sociale. Gli occupanti vivono in una o due stanze e spesso condividono il bagno con i vicini.

extended family. At present they are often divided into minor units, occupied by groups of lower social grade. Occupants live in one or two rooms and its common to share the bathroom with their neighbors.

La struttura portante dei piani terra è costituita da pietre di taglio calcaree, e spesso presentano un largo portale, con porta lignea e sopraluce in ferro battuto. I piani superiori sono in laterizio intonacato. Le chiusure presentano comuni battenti lignei, o tradizionali mashrabiya, ingraticciate lignee. In alcuni casi i piani superiori hanno balconi lignei, sviluppo delle tradizionali mashrabiya. Le aperture sono normalmente di grandi dimensioni(1.2mx2.5m), per massimizzare l’apporto areoilluminante. Gli elementi decorativi sono limitati a semplici modanature e, raramente, in cornici di stucco, ma alcuni portali lapidei presentano ornamenti più elaborati, come muqarnas o motivi geometrici.

The bearing structure at ground floor is made of limestone ashlar, and often displays a large portal, with wooden door and wrought transom. Upper floors are in plastered bricks. Openings have wooden shutters, or traditional mashrabiya, lattice screens. Occasionally, uppers floors have wooden balconies, development of the traditional mashrabiya. Openings are usually wide (1.2mx2.5m) to maximize ventilation and illumination. Decorative elements are limited to simple moldings and, rarely, plaster frames, but sometimes stone portals are much more elaborated, with muqarnas of geometrical patterns.


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Edificio di Appartamenti Tradizionale Si tratta di strutture multifamiliari, solitamente di tre piani. Ogni piano è diviso chiaramente in appartamenti separati, di solito due, ognuno con i proprio servizi. A differenza della townhouse tradizionale, questi edifici riflettono uno stile di vita più moderno, che include allacciamento elettrico e acqua corrente. In generale, c’è una tendenziale regolarità in pianta e una standardizzazione della unità abitative. In molti casi, però, i lotti rimangono lunghi e stretti come quelli delle townhouse. Sebbene questi edifici rappresentino il più vicino antenato degli edifici per appartamenti moderni, conservano tuttavia concezioni e caratteristiche architettoniche tradizionali e, volumetricamente, sono compatibili con il tessuto urbano circostante. Più semplice della townhouse, questa tipologia ha meno elementi decorativi e una finitura uniforme tra piano terra e piani alti. La struttura è di pareti portanti di laterizio, spesso lasciato a vista. Le porte sono più semplici di quelle trovate nelle townhouse, e in numerosi esempi completamente fatte in metallo. Le finestre, quadrate e più minute, hanno quasi sempre persiane e non mashrabiya. Balconi con balaustre metalliche, travi IPE al posto di quelle di legno, e il cemento come materiale da costruzione diventano più comuni.

Traditional Apartment Building It’s a multi-familiy structure, usually three storey high. Each floor is clearly divided into separated flats, usually two, each one with its own services. Unlike traditional townhouses, these buildings reflect a more modern living style, which include electric and water. Generally, plans are more regular and living units tend to standardize. In many cases, though, plot are still long and narrow as in townhouses. Even though these buildings represent the forefather of modern apartment buildings, they maintain traditional conception and architectural features and match in size the surrounding urban fabric. Simpler than townhouses, this typology has less decorations and a uniform finishing for both ground floor and upper floors. The structure is in bearing brick walls, often without finishes. Doors are more basic than those of the townhouses, and often fully metallic. Windows, smaller and squared, have almost always shutters and no mashrabiya. Balconies with metal handrails, I-profile beams instead of wooden ones, and concrete as a construction material gets common.


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Palazzo Le unità residenziali per le classi agiate non sono frequenti in questa parte di città, ma alcuni casi sono riscontrabili. Si tratta di edifici di grandi dimensioni, con una serie di locali organizzati intorno ad una larga corte centrale. Questo tipo edilizio conserva tratti tradizionali, come appunto la corte centrale, mentre l’organizzazione degli spazi risente dell’influenza europea, con uno schema di relazioni tra interno ed esterno più formale e spesso simmetrico. Le finiture e le decorazioni sono generalmente più elaborati di quelle delle townhouse dello stesso periodo.

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Mansion Residential units for upper classes are not common in this part of the city, but some example can be found. They are considerably large buildings, made of several rooms arranged around a large central courtyard. This building type maintains traditional features, as the courtyard indeed, but the space organization has been influenced by europeans, with a much more formal and symmetrical indoor-outdoor relation pattern. Finishes and decoration are more sophisticated than townhouse’s ones of the same period.


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Edificio di Appartamenti Moderno Posti sulle strade principali, questi sono edifici residenziali multifamiliari costruiti dopo il 1945. Sono solitamente edificati su lotti più grandi e regolari rispetto a quelli delle townhouse o dei piccoli edifici per appartamenti. La struttura è in cemento armato con tamponamenti in laterizio e finiture in intonaco cementizio. L’altezza supera i quattro piani fuori terra, con balconi, e la facciata è scandita in modo regolare. Ogni piano è diviso in più appartamenti separati. Il tetto non è pensato come spazio domestico. Tratto distintivo è l’ampio ingresso di influenza europea. Le porte presentano spesso decorazioni metalliche, anche se meno intricate degli esempi precedenti. Le finestre sono piccole, a volte con telai in alluminio. Le persiane hanno sostituito completamente gli schermi tradizionali, ed è difficile trovare elementi decorativi.

Modern Apartment Building Placed on main axes, these are multi-family residential constructions built after 1945. Usually they occupy bigger and more regular plots than townhouse or traditional apartment building’s one. Structure is in reinforced concrete with brick walls, finished with cement. Height is more than four storey, with cantilevered balconies and a regular facade division. Each floor is divided into various separated apartments. Roof is not intended for domestic use. The spacious entrance, a european influence, is really distinctive. Door have metal decoration, but much simpler than the previous ones. Windows are smaller , sometimes with aluminum frame. Shutters have completely replaced traditional screens, and there are no decorations.


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Townhouse Moderna Si tratta di edifici residenziali costruiti dopo il 1945, da due a tre piani, che ospitano spesso più di una famiglia. La dimensione del lotto, così come la scala e il volume della costruzione sono comparabili con quelli dell’omologo tradizionale, del quale vengono ripresi le caratteristiche architettoniche come la divisione interna e i piani superiori sporgenti. La tecnologia e i materiali costruttivi sono però moderni: cemento armato, travi d’acciaio, intonaco cementizio hanno sostituito le tradizionali tecniche costruttive. Gli ingressi sono meno elaborati, le aperture più piccole, e gli elementi decorativi minimi.

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Modern Townhouse It’s a residential unit, two-three storey high, often hosting more than one family. Plot size, as well as scale and dimension of the construction are comparable with its traditional homologous, whose it reproduces the architectural features, such as internal organization and projecting upper floor. However, technology and materials are modern: reinforced concrete, steel beams, cement have replaced traditional building techniques. Entrances are less elaborated, with smaller openings, and no decorations.


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Struttura Commerciale Sono edifici da un piano a finalità commerciali. Sono dislocati normalmente sulle strade o le piazze principali e consistono in una serie di unità separate utilizzate come negozio o laboratorio. Dove sono presenti finestre, sono molto piccole, e la ventilazione dipende interamente dall’ingresso, spesso abbastanza largo e chiuso da una saracinesca quando il negozio non è in funzione. I materiali da costruzione dipendono dal periodo di realizzazione. I primi esempi utilizzano laterizio e pietra, successivamente i più recenti laterizio, a volte con una copertura metallica. La maggior parte, comunque, ha una finitura in intonaco. Edifici Precari Questo genere di strutture è costruito con mattoni e detriti, cataste di legno o altri materiali di risulta. Vengono spesso poste in stretta prossimità, in larghi lotti precedentemente occupati da rovine o aree vuote, spesso sul tratto di pendio accanto alle mura della Cittadella. Ad un piano, sono composte di una o due piccole stanze e possono essere utilizzate per i più differenti scopi: come unità residenziale, laboratorio, magazzino.

Commercial They are single-storey buildings with commercial purpose. They are placed usually on main streets and squares and consist of different units used as shop or workshop. Windows are very small, if present at all, and ventilation depends entirely on the entrance, usually wide, with metal doors that rolls up and down Materials depend on the date of construction. Bricks, covered with metal structure, replaced the earlier combination of brick and stone. Most of them are finished in plaster. Makeshift This kind of structure is built with bricks and rubbles, stacks of wood, or other waste materials. They are placed in close proximity to one another, in large plots previously occupied by ruins or vacant areas, often on the slope beside the Citadel walls. With only one floor, they are composed of one o two small room, and have several uses: residential unit, workshop, storage space.

Rovine Parziali Consistono generalmente in un piano terra, resto di edifici gravemente danneggiati dal terremoto del 1992 o risultato del progressivo deperimento dovuto dalla moratoria edilizia imposta sull’area. Queste rovine parziali sono spesso utilizzate come laboratorio o magazzino. In alcuni casi, però, conservano la loro destinazione residenziale. Molte di queste strutture conserva caratteristiche architettoniche di pregio, ma spesso manca di porte e finestre, l’intonaco è in cattivo stato e le pietre sono deteriorate.

Partial Ruins They are generally one-storey remains of seriously damaged buildings during 1992 earthquake or result of gradual deterioration due to building moratorium on the area. These partial ruins are often used as workshop or warehouse. Sometimes, though, they maintain their residential function. Many of these structure maintain valuable architectural features, but often lack of doors and windows, finishing are in bad condition and stones are deteriorated.

Rovine Sebbene le rovine non costituiscano una tipologia edilizia, data la loro grande diffusione nell’area sono state incluse nella trattazione. Consistono di detriti, macerie, o una porzione del piano terra(spesso il muro perimetrale). Molte di queste strutture sono collassate durante il terremoto del 1992, altre per il progressivo decadimento fisico dovuto alle norme vigenti sull’area. Queste rovine sono spesso lasciate a sé stesse, ancora piene delle macerie dell’edificio collassato, e utilizzate come immondezzaio.

Ruins Even though ruins aren’t a building typology on their own, due to their diffusion in the area they have been included here. They are made of debris, rubbles, or a portion of the ground floor (often the perimetral wall). Many of these structure have collapsed during the earthquake in 1992, or in response of gradual deterioration due to regulations existing in the area. These ruins are often abandoned, still full of debris, and used as an open-air dump.


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STATO DI CONSERVAZIONE

STATE OF CONSERVATION In order to assess the state of conservation of buildings, especially for traditional typologies, many type of modification on the structure were evaluated. - Vertical addition: presence of accretions that increase the building height. It could be an entire floor, part of it, a parapet, or precarious structures that are not pigeon lofts. - Horizontal addition: presence of accretions that increase the original footprint of the buildings, compared to the cadastral map. It could be a makeshift hanging on, a some room extension, of the entire building. The total or partial closing of a balcony is considered an horizontal extension, as well. - Removals: the recognizable elimination of part of the buildings volume. - Reshaped facade layout: closing or resizing of openings, altered alignments, balcony elimination, addiction or removals of decorations; - Numbers of historical configurations: simultaneous presence of part of the building from clearly different historical periods.

Questo genere di alterazioni è stato registrato e valutato, in termini soprattutto di reversibilità, ovvero la possibilità della loro eliminazione senza arrecare danno al resto della struttura. Con queste premesse, e sulla base delle tipologie prima descritte, sono state individuate le seguenti categorie

This kind of alteration has been recorded and assessed, mainly in terms of reversibility, that is the possibility to remove them without causing damages.

Per una stima dello stato di conservazione dagli edifici, specialmente nel caso delle tipologie tradizionali, sono stati distinti diversi tipi di modificazione condotti sulle strutture. - Addizioni verticali: presenza di superfetazioni che aumentano l’altezza dell’edificio. Si può trattare di un intero piano, di parte di questo, di parapetti, di strutture precarie che non svolgano la funzione di piccionaia; - Addizioni orizzontali: presenza di superfetazioni che aumentano l’originale impronta dell’edificio, rispetto alla pianta catastale.. Può trattarsi di una struttura precaria accostata, dell’ampliamento di alcune stanze o dell’intero edificio. Si considera addizione orizzontale anche la chiusura totale o parziale di balconi o terrazzi; - Sottrazioni: presenza riscontrabile dell’eliminazione di una parte del volume dell’edificio; - Ridisegno della facciata: chiusura o ridimensionamento delle aperture, disallineamento delle stesse, eliminazione di balconi, aggiunta o sottrazione di decorazioni; - Numero di configurazioni storiche: compresenza di parti di edificio risalenti a epoche storiche dichiaratamente differenti.

On these assumptions, and referring to the


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per descrivere l’integrità storica di Arab al Yassar: -Edifici integri: strutture tradizionali, con minime alterazioni; -Edifici reversibilmente alterati: edifici tradizionali, che hanno subito modificazioni che ne alterano la leggibilità ma che possono essere eliminate senza danni. Ad esempio, l’uso di finiture inappropriate come intonai cementizi, o l’aggiunta di strutture precarie sul tetto; -Edifici irreversibilmente alterati: costruzioni tradizionali, le cui modificazioni sono così estese da renderne impossibile la lettura. In alcuni casi la facciata è stata completamente ridisegnata, in altri le addizioni sono impossibili da rimuovere, in altri ancora la struttura originale è stata integrato o sostituita da un telaio in cemento armato; -Edifici irreversibilmente alterati in sottrazione: edifici che conservano le caratteristiche delle tipologie tradizionali, ma hanno perso alcuni dei piani superiori, e spesso sono ridotti al solo piano terra. -Edifici moderni: edifici dichiaratamente costruiti dopo il 1950, che si avvalgono di materiali e tecniche costruttive contemporanee; -Edifici precari; -Rovine.

typologies already described, the following categories have been identified to encompass Arab Al Yassar historical integrity: - Buildings with full integrity: traditional structure, with minor alterations; - Reversibly altered buildings: traditional buildings, that have undergone modification that alter their legibility but can be removed harmlessly. For examples, improper finishing, as cement, or makeshifts on the rooftop; - Irreversibly altered buildings: traditional buildings, who have been changed to such an extent that any legibility is impossible. In some case the facade has been entirely reshaped, in others addiction are impossible to remove, or the original structure has been integrated or substituted with a reinforced concrete frame.; - Buildings Irreversibly Altered by removal: buildings who maintain their typological features, but have lost come of their upper storey; - Modern buildings: buildings clearly constructed after 1950, with contemporary techniques and materials; - Makeshifts; - Ruins.


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QUALITA’ ARCHITETTONICA

Nella valutazione della qualità di un edificio sono stati presi in considerazione prima di tutto i singoli elementi architettonici, valutandoli sulla base delle caratteristiche estetiche e dei materiali. Convergono quindi in questa voce la qualità e il materiale di: -decorazioni; -porte; -finestre; -balconi: -finiture. Nella stima rientra ovviamente anche una considerazione dell’edificio nel suo complesso, nelle sue varie caratteristiche.

ARCHITECTURAL QUALITY In the assessment of the quality of buildings, the individual architectural elements have been considered, evaluating their aesthetic characteristic and materials. In this entry meet quality and materials of: - decorations; - doors; - windows; - balconies; - finishings; The evaluation takes into account, of course, the overall consideration of the building, in its different aspects.


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INTEGRAZIONE CON IL CONTESTO URBANO

Uno delle principali qualità di Arab al Yassar è l’aver conservato pressochè inalterato il disegno stradale. Riconoscendo come le nuove costruzioni e le modificazioni agli edifici non siano a priori lesive del panorama urbano, ma che il loro impatto dipenda dal modo in cui si inseriscono nel tessuto, si è ritenuto necessario analizzare il livello di integrazione di ogni costruzione in relazione al loro ambito. Allineamento sul fronte stradale: si considera allineato l’edificio che segue il filo stradale rispetto alla mappa catastale. 1- Continuità della linea 2- L’edificio presenta recessioni o protrusioni parziali inferiore ai 60 cm. 3- L’edificio recede o avanza rispetto alla linea del fron-

INTEGRATION WITH THE URBAN CONTEXT One of the main quality of Arab al Yassar is its almost unaltereted streetscape. Understanding how new construction and building modification are not beforehand harmful to the urban landscape, but their impact depends on the way they set in the fabric, an analysis of the level of integration of each building has been considered necessary. Street alignment: it is considered aligned the building that follows the cadastral street line. 1- Continuity with the line; 2- The building has protrusions or partial backs out, inferior to 60 cm; 3- The whole building backs out or advance compared to the street line less than 60 cm; 4- The whole building backs out or advance com-


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te di meno di 60 cm. 4- L’edificio recede o avanza rispetto alla linea del fronte di più di 60 cm. Allineamento in altezza: si considera allineato l’edificio che ha un’altezza assimilabile (stesso numero di piani) rispetto agli edifici contigui. Se un edificio è circondato da macerie si considerano integrati gli edifici che hanno le stesse altezze prescritte per l’area (piano terra più due piani superiori). Per quanto riguarda le rovine si considera solo l’allineamento in pianta. 1- Continuità della linea di acroterio; 2- L’edificio ha lo stesso numero di piani rispetto a quelli contigui ma non segue la linea di acroterio; 3- L’edificio differisce dagli edifici contigui di un piano; 4- L’edificio differisce dagli edifici contigui per più di un piano;

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pared to the street line more than 60 cm; Height alignment: it is considered aligned that building who has an height that can be assimilated (same number of floors) to contigous buildings. If the building is surrounded by ruins it is considered aligned if respects height regulations in the area (ground floor + two upper storey). Ruins are not considered in this analysis 1- Continuity with acroterion line; 2- The building has the same number of floors of the contiguous ones, but doesn’t continue acroterion line; 3- The building has a clearly different height compared to contiguous ones; 4- The building differs from contiguous ones by more than a floor.


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INTEGRITA FISICA

Nell’analisi dell’integrità degli edifici si è distinto tra la condizione strutturale e lo stato degli elementi architettonici. Questo genere di valutazione è necessario per stimare il degrado e i problemi strutturali più diffusi, e quindi identificare le priorità d’intervento.

PHYSICAL INTEGRITY The analysis of the physical integrity has been divided between structural condition and architectural elements estate. This kind of evaluation is necessary to assess degradation and the most diffused structural problem, and to identify intervention priority.

Per quanto riguarda la condizione strutturale, è stato assegnato un punteggio progressivo in base alle condizioni esterne delle strutture: 1- Integro 2- Quadro fessurativo parziale

For what concerns the structural condition, it has assigned a progressive score base on external analysis: 1- Intact; 2- Partial cracking;


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3- Quadro fessurativo evidente, spanciamenti e fuoripiombo 4- Edificio o parte di esso prossimi al collasso.

3-Clearly visible cracking, bulging and off-plumbs; 4- Building or part of it close to collapse;

Nella valutazione dell’integrità degli elementi architettonico convergono le condizioni di tutti quegli elementi esterni rilevete nelle schede: -porte; -finestre; -balconi; -elementi metallici; -decorazioni; -finiture.

The evaluation of the integrity of architectural elements sums up conditions of all surveyed external component: - doors; - windows; - balconies; - metal elements; - decorations; - finishings.


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TIPOLOGIE

Townhouse tradizionale

Palazzo Tradizionale

Addizione verticale

Addizione orizzontale

Masharabiya

Decorazioni lapidee

ALTERAZIONI

ELEMENTI COMPOSITIVI


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Townhouse Moderna

Palazzo Moderno

Chiusura dei balconi con mattoni

Ridisegno di facciata

Decorazioni lapidee

Decorazioni in stucco

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7.3 INVENTARIO DEGLI SPAZI APERTI 7.3 OPEN SPACE INVENTORY L’inventario degli spazi aperti è, al pari di quello su-

gli edifici, uno strumento conoscitivo e di valutazione: fornisce, infatti, indicazioni omogenee, comparabili e aggiornabili sullo stato dello spazio urbano. In un’ottica più ampia, i risultati delle due catalogazioni possono essere comparati, al fine di evidenziare come lo stato degli edifici influenzi quello degli spazi aperti e viceversa. Quest’operazione, se in retrospettiva è utile per tracciare le dinamiche urbane tradizionali, in una visione progettuale diventa strumento d’indirizzo. Indica, infatti, dove e in che modo intervenire per indurre dinamiche autonome di rigenerazione urbana, che si basino sulla stretta interrelazione tra spazio pubblico e edificato.

Making an inventory of the open spaces is a tool for knowledge and evaluation, as does the one carried out for buildings. As a matter of fact, it generates an omogeneous, comparable and reviseable piece of information about the urban space. On a larger scope, both results can be compared, as to underline how much outer space conditions can influence buildings and viceversa. This method is useful in two ways : it helps to trace back the traditional urban dynamics, while guiding the future design. Infact, it points out where and how to intervene in order to trigger sponteneous urban regeneration based on the intertwining urban public space with the built environment.

I criteri di valutazione, in parte mutuati da altre operazioni simili condotte dall’UNESCO, e raccolti in una scheda valutativa consultabile nell’allegato A, conducono alla definizione di tre classi complessive di giudizio:

The criteria were partly derived by other similar operations done by UNESCO in the past and can be summed up into three major judgement categories : typology of the open space, quality of


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la tipologia di spazio aperto, la qualità dell’ambiente urbano e lo stato fisico dello spazio pubblico. Di seguito s’illustrano i criteri analizzati e i risultati ottenuti, al fine di dare un’immagine generale dello stato degli spazi aperti di Arab al Yassar e ancorare strettamente il progetto, successivamente sviluppato, al contesto in cui s’inserisce. Il primo parametro valutativo consiste nella distinzione tra spazi statici (midan, lotto vuoto, area verde, slargo) e spazi dinamici (strada). Tale definizione, pur essendo una semplificazione rispetto al caratteristico al loro uso spontaneo e indefinito, offre una connotazione gerarchica del sistema urbano. Una più approfondita connotazione è fornita dalla distinzione delle strade secondo le tipologie storiche ancora oggi riconoscibili. Dal punto di vista dell’analisi urbana, infatti, la lettura della dimensione contemporanea attraverso le categorie storiche, fornisce uno schema esemplare e ancora funzionante della gerarchia tradizionale degli spazi aperti cairoti. Inoltre, dal punto di vista storiografico, la toponomastica da’ indicazioni sulla struttura storica del quartiere, e, di conseguenza, su come la gerarchia sia mutata a seguito di cambiamenti fisici sopravvenuti (creazione di un nuovo accesso, espansione dell’edificazione...) Facendo riferimento allo studio realizzato da El-Habashi nel 20121, si indicano le categorie tradizionali principali facendo riferimento alla gerarchia degli spazi all’interno dell’Harah. L’Harah è, storicamente, la cellula base della città storica islamica: un quartiere avente un hammam, una moschea, un sabil, un mercato. Spesso le harah avevano porte di accesso, che erano chiuse durante la notte; la comunità, molto legata, era guidata dal fitiwa. Gli stravolgimenti urbani avvenuti negli ultimi due secoli, hanno attaccato l’unità socio-spaziale delle Hara, che rimangono tuttavia leggibili nelle strutture viarie.

al-Shari’ : è la strada di ampiezza maggiore che connette le varie componenti della città. E’ solitamente pavimentata e da essa si distaccano Afta e Zuqaq. al-Darb: presenti in numero variabile all’interno dell’harah, costituiscono la rete di mobilità principale.

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the urban environment, and material conditions of the public space. For the punctual list of criteria, please make reference to annex A. In order to draw the general picture describing the open space conditions in Arab el Yassar, it will be now explained the criteria we analysed and the consequently obtained results. The design that followed has a tight bound to the context where it belongs. The first criteria concerns the differentiation between static spaces (midan, empty lot, green area, road widening) and dynamic spaces (street). Despite being a semplification of the difference between spontaneous and undefined use of space, the chosen definition works for an hierarchical explanation of the urban system. A further classification relates to the historical typologies of the streets that still can be recognised nowadays.Infact, reading the contemporary dimension of the city through the historical categories is still a valid and exemplar tool for the urban analysis of the traditional hierarchy of Cairo’s open spaces. Moreover, the names of places give information about the history of the districts and therefore about how hierarchy has tranformed after changes of the physical environment (opening a new access, expanding the built area) have occurred. Referring to the report made by El- Habashi1 in 2012, we indicate the main traditional categories that can be found inside the Harah. The Harah is the base cell of the historical islamic city : a district including a hammam, a mosque, a sabil, and a market. Access doors that were shut at night and the fitiwa being in charge of leading the tight community were common carachterictics of a Harah. Although the urban twisting of the last centuries have slightly compromised the socio-spatial unity of the Harah, its presence can still be read within the street structure.

al-Shari’ : widest street, it connects the different parts of the city. It is generally paved. Afta and Zuqaq generate from it. al-Darb : main mobility network within the Harah. There can be found in variable number. Often not paved, it can host public buildings on


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Spesso non pavimentati, vi si possono affacciare edifici pubblici. Da questi dipartono Afta e Zuqaq.

al-Afta: è una strada molto stretta, solitamente curva. Può essere con o senza uscita e da questa possono distaccarsi alcuni zuqaq. al-Zuqaq: è una strada senza uscita e da’ accesso alle proprietà private. E’ da considerarsi uno spazio semi-pubblico, poiché le autorità di quartiere, chiamate storicamente muhtasib, non possono accedervi senza l’autorizzazione dei residenti. al-Sikka: è una strada che connette due nodi che possono essere pubblici o uno pubblico e uno privato. Per questo la strada ha ampiezza variabile. Solitamente l’edificato che vi si affaccia è più recente rispetto al contesto. Semplificando questa categorizzazione e applicandola ad Arabal Yassar, sono state individuate quattro tipologie: strada a scorrimento veloce, strada di accesso al quartiere, Darb e Zuqaq. I risultati dell’analisi evidenziano la presenza di due grandi arterie a scorrimento veloce, che cingono il

its sides. Afta and Zuqaq generate from it.

al-Afta : very narrow street, generally curved. It could be dead-end or continous. A few Zuqaqs can separate from it. al-Zuqaq : dead-end street giving access to private properties. It can be considered ad semi-public space since district authorities (muhtasib), are not allowed to enter it without asking residents for permission. al-Sikka : connection between two nodes, either both of them public or a public and a private one. Therefore it has variable width. Buildings on its sides are generally more recent than the others around it. Adapting this categorization to Arab el Yassar and therefore semplifying it, we identified four kinds of street typologies : expressways, street for district access, Darb and Zuqaq. More precisely, the results drawn from the analysis highlight the presence of two main expressways, enclosing the district on three sides and two access


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quartiere su tre lati, e di due strade di accesso che portano entrambe al midan centrale. Da questo dipartono tre darb che innervano tutto il quartiere. Per la conformazione del quartiere tutti e tre sono senza uscita; da questi dipartono numerose strade di terzo rango (indicate per semplificazione Zuqaq) che conducono alle singole proprietà. La qualità dell’ambiente urbano è definita come la somma delle valutazioni legate all’uso dello spazio e alla vivibilità di questo, quali il grado di accessibilità pedonale, la rumorosità, la presenza di aree ombreggiate e di visuali panoramiche. Il grado di accessibilità pedonale delle strade deriva: -dalla larghezza media -dai sensi di marcia -dalla presenza di marciapiedi -dalla percorribilità pedonale -dalla facilità di attraversamento Per gli altri spazi aperti invece si considera: -la presenza di recinzioni -l’accesso ai veicoli -la percorribilità pedonale -la sicurezza rispetto al traffico veicolare.

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streets leading to the central midan. Three Darbs that spread out in the whole district originate from there. Because of the specific structure of the district, the three Darbs are all dead-end. Still, many third-category-streets (here referred to as Zuqaq) come from the darbs and lead to the single private properties. Summing the evaluations about the use of space and the level of space liveability, in terms of pedestrian accessibility, noise, presence of shadowed areas and panoramic viewpoints, we managed to define the urban quality in the district. As for streets, pedestrian accessibility depends on : -average street width -sense of direction -presence of sidewalks -level of pedestrian walkability -ease at street crossing As for other open spaces, the following was considered : -presence of fences/enclosures -vehicles access -level of pedestrian walkability -safety in regard to vehicles’ traffic


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Dai risultati emerge la non perfetta coincidenza tra i criteri scelti e la peculiare realtà cairota. La presenza o assenza di marciapiedi non è infatti un elemento rilevante rispetto al centro storico, in cui molte strade sono a dominanza pedonale e i modi di utilizzo dello spazio sono del tutto informali. Per queste ragioni, a seguito di diversi sopralluoghi sul campo, si può affermare che tutte le strade interne al quartiere hanno un ottimo grado di accessibilità pedonale mentre le strade tangenti a scorrimento veloce hanno un grado inferiore, non tanto per i marciapiedi che sono sufficientemente ampi, ma per l’estrema difficoltà nell’attraversamento. Ugualmente gli spazi aperti statici, indipendentemente dalle loro condizioni, hanno un ottimo grado di accessibilità pedonale, ad eccezione di due aree occupate da rifiuti e detriti.

he results underline the complexity in applying the chosen parameters to Cairo’s particular situation. As a matter of fact, absence of sidewalks is not a relevant element. In the old town many streets are mainly pedestrian and the ways of using space are utterly informal. Given all these reasons and after many field visits, we can advocate that all inner streets in the district have an excellent level of pedestrian accessibility compared to the expressways around it . The latter have sidewalks wide enough but suffer from an extreme difficulty in pedestrian crossing. At the same time, static open spaces have a great level of pedestrian accessibility, independently of their physical conditions, except two areas, now occupied by waste and debris.

LA QUALITA’ DELL’AMBIENTE URBANO Nell’ambito dell’indagine sulla qualità dell’ambiente urbano si valuta anche il grado di appropriazione informale dello spazio, considerandola caratteristica positiva se avviene a fini d’intrattenimento o commerciali, negativa quando consiste nel parcheggio di autoveicoli o nell’accumulo improprio di rifiuti. Per quanto riguarda la vita sociale del quartiere, la piazza centrale è il luogo più utilizzato per l’intrattenimento. Tuttavia, questo è uno spazio spiccatamente maschile, in cui le donne non sostano. In modo del tutto spontaneo si è perciò costituita un’altra piazza in un grande lotto adiacente al Midan, dove le donne possono intrattenersi. L’osservazione di questi comportamenti è fondamentale per l’elaborazione del progetto che deve assecondare queste consuetudini e adattarvisi. Dall’altro lato si sottolinea come molti lotti vacanti diventino ricettacolo d’immondizia e macerie e di come molti parcheggi occupino impropriamente lo spazio pubblico.

URBAN SPACE QUALITY While analysing the urban space quality we evaluate as well the level of informal appropriation of the space. We consider it a positive feature when involving entertainment or commercial activities, while it is negative if it concerns parking of vehicles or waste disposal. With regard to the district’s social life, the main square is the most used places for public entertainment.However, it needs to be said that it is a place specifically meant for men where women never stand. Therefore another meeting point for women has spontaneously risen on a spatious lot besides the Midan. Observing this behaviours is a strong base for further elaborating our design, which should support these habits and adapt to them. On the other hand it is useful to underline that many vacant lots have gathered waste and debris while many parked cars are improperly occupying the public space.

Ulteriori parametri necessari alla valutazione della qualità dell’ambiente urbano sono l’ombreggiamento, la rumorosità, il valore del panorama, di ciò che si vede. La presenza di zone ombreggiate, nella realtà climatica egiziana è molto importante. Il centro storico, grazie alla sua natura compatta, offre buone condizioni di ombreggiamento. Le uniche criticità che emergono nel quartiere sono, infatti, relative a interventi successivi, risalenti al XX secolo. Gli spazi asfaltati prospicienti le case di edilizia pubbli-

Additional parameters used for evaluating urban quality are shading, noise, panoramic views and what can be seen. The presence of shaded areas is utterly important in the harsh Egyptian climate. Thanks to its compactness, the old town offers a well shaded environment. As a matter of fact, the sole critical situations inside the district are attributable to later interventions during the XX century.


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ca e tutta la Salah Salem mancano di ombreggiamento, creando un’apprezzabile isola di calore. La rumorosità, forte in corrispondenza delle arterie tangenti il quartiere, diminuisce in maniera consistente salendo verso la Cittadella. La qualità urbana data dalla vista panoramica dell’intorno è in molti casi alta. Da molti punti di Arab el Yassar si gode infatti di una vista privilegiata della Cittadella. Dalla valutazione complessiva dei parametri finora esposti e delle osservazioni sul campo si è giunti alla definizione della qualità dell’ambiente urbano degli spazi aperti di Arab el Yassar. E’ importante evidenziare la buona e ottima qualità dell’ambiente all’interno del quartiere e, in contrapposizione, la scarsa e pessima qualità delle strade tangenti al quartiere. Le indicazioni progettuali che si possono trarre sono la necessità di conservare l’ambiente tradizionale degli spazi più interni e di mitigare gli effetti negativi degli assi ai limiti del quartiere.

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The hard-surfaced space in front of the public housing blocks and the whole Salah Salem are lacking shading and thus suffering from a perceivable heat island effect. Noise is quite hard close to the expressways sorrounding the district, while it diminish consistently towards the Citadel. The level of urban quality is generally high due to the panoramic view of the sorrounding areas. Infact, there are many viewpoints towards the Citadel within the Arab-el-Yassar district. Through the overall judgement of the above described parameters together with the field observations, we derived a definition of the urban quality of spaces in Arab-el-Yassar. It seems important to underline that to a good and excellent quality of the inner spaces of the district corresponds a low and poor condition of the outer tangential streets. The design guidelines that can be drawn concern the need of preserving the traditional environment of the inner spaces and mitigate the negative effects of the road axis on the district’s borders.


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LO STATO FISICO DEGLI SPAZI PUBBLICI Lo stato fisico degli spazi aperti è definito attraverso la valutazione degli aspetti spiccatamente fisici e spaziali, quali la presenza di verde, d’illuminazione pubblica, di arredo urbano. Inoltre si valuta la presenza e lo stato della pavimentazione e dei marciapiedi. Per quanto riguarda le alberature, risultano presenti in Salah al Deen Street e Zuqaq Suq al Khali, mentre la parte orientale della Salah Salem ne è sprovvista. Nei Darb e nelle Afta mancano le alberature anche per le ridotte dimensioni delle sezioni stradali. Gli spazi verdi sono rari e scarsamente utilizzati. Il quartiere è in generale sufficientemente illuminato, anche se in alcune strade all’illuminazione pubblica è stata aggiunta quella privata. Spesso i fili dell’una e dell’altra sono appesi in modo confuso alle facciate degli edifici creando un certo disordine dal punto di vista estetico. L’arredo urbano, inteso come sedute, contenitori per l’immondizia, fontane, è pressoché assente, lasciando

THE PHYSICAL CONDITION OF THE OPEN SPACES The physical condition of the open spaces is defined through distinctly physical and spatial aspects, like presence of green areas, public lighting and street furniture. Moreover, we took into consideration the presence and maintainance conditions of sidewalks. Green areas are to be found in Salah al Deen Street and Zuqaq Suq al Khali, while the eastern part of the Salah Salem lacks trees. The tiny street sections of Darbs and Afta’s do not allow the presence of greenery. Green spaces are scarce and rarely used. As for public illumination, the district turns out to be sufficiently lighted, although in some streets public lighting needed implementation with private lights. Electric wires are often hanging in a chaotic way on the buildings’ facades thus creating a rather confused aesthetic image. There is essentially no public seats, trashbins and


7_ Inventario

all’iniziativa individuale e spontanea l’occupazione degli spazi con sedie. Si registrano solo alcuni contenitori d’acqua nella zona degli edifici di edilizia pubblica. Anche in questo caso, è importante sopperire alla necessità di arredo pubblico senza però forzare le dinamiche di autogestione dello spazio. La pavimentazione è presente nelle strade a scorrimento rapido, in quelle di accesso e nel midan sotto forma di asfalto. Un Darb è pavimentato con conci di pietra; gli altri spazi pubblici mancano di pavimentazione. Da quanto esposto finora gli spazi aperti di Arab al Yassar risultano in uno stato sempre peggiore man mano che si procede dall’esterno (Salah el Deen e Salah Salem) verso l’interno del quartiere. Confrontando lo stato dello spazio pubblico con la qualità dell’ambiente urbano, è facile rilevare come i due parametri siano sostanzialmente alternativi: al migliorare dell’uno, peggiora l’altro. Ciò palesa l’esclusivo interessamento da parte dell’amministrazione pubblica alla viabilità veicolare, a discapito degli spazi utilizzati dalle persone.

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water fountains as for street furniture and the provisions of chairs on the public land is left to the spontaneous initiative of single inhabitants. A few water containers are to be noted near the public housing blocks. In the same way as before, it is important here to provide the needed street furnitures without forcing the autonomous practices of ruling the space. Expressways are paved and access streets to the Midan are paved in asphalt. One of the Darb is paved with stone fragments; the remaining public spaces have no pavings. As it can be inferred from the above descriptions, the open space conditions in Arab el Yassar get worse as we go from the exterior (Salah el Deen and Salah Salem) towards the inner areas. Comparing the public space situation with the urban quality of the environment, we can effortlessly observe that the considered parameters are alternative : the one improves, if the other gets worse.


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7.4 QUALITA’ DELLO SPAZIO E SUOI USI 7.4 QUALITY OF SPACE AND ITS USES Per comprendere come la condizione fisica del quartiere influenzi la vita quotidiana dei suoi residenti è stata condotta un’analisi sull’appropriazione dello spazio pubblico. L’indagine è assolutamente qualitativa e basata su un numero limitato di osservazioni. Si è comunque cercato di distribuire i rilievi in modo tale da coprire differenti situazioni temporali: -mattino di un giorno feriale -sera di un giorno feriale -sera di un giorno festivo Data l’estensione del quartiere si è scelto di concentrarsi tra Zuqaq Souq al-Khail, Midan al Souq e Darb al-Borqoa’. Questo ci ha consentito di coprire un ampio spettro di tipologie di spazi pubblici, da quello apertamente pubblico di Salah al Din Street agli zuqaq semi-privati interni, passando per la piazza centrale, cuore delle attività di AAY. La condizione degli edifici lungo questa sezione è ugualmente significativa, spaziando dal lotto

An analysis on space appropriation has been lead in order to clarify how physical conditions of the district influence the daily life of its residents. The survey is entirely qualitative and it relies on a limited number of observations. However, we tried to spread out in time our survey so as to cover different conditions : - morning, working day; - afternoon, working day; - afternoon, weekend. Given the vast size of the district we decided to focus our attention on the area between Zuqaq Souq al-Khali, Midan al Souq and darb al-Borqoa’. That choice allowed us to cover a large spectrum of public space typologies, from the openly public space in Salah al Din Street, down to the semi-private inner zuqaqs, passing through the main square, heart of AAY activities. The buildings’


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Mattino, giorno feriale

Sera, giorno feriale

Sera, giorno festivo

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vacante alla rovina, all’edificio strutturalmente integro. Alcuni dei risultati sono abbastanza ovvi: nella parte centrale del darb, dove le rovine occupano un intero lato della strada, l’uso dello spazio è quasi nullo. Questo è provocato dalla mancanza di abitazioni in quell’area, ma anche dalla scarsa qualità dell’ambiente causato dall’accumulo di rifiuti e detriti. Infatti nei brani di strada appena contigui, dove però la configurazione spaziale tipica è riconfigurata dall’integrità degli edifici, l’uso dello spazio si fa immediatamente più intenso nell’arco della giornata. È interessante anche notare come alcuni lotti non più edificati siano stati reimpiegati per adattarsi alle consuetudini locali. Così il grande vuoto contiguo al midan centrale è normalmente usato dalle donne, che lo percorrono per spostarsi nel quartiere senza dover attraversare lo spazio “maschile” della piazza. In generale è però evidente come la spazialità indotta dalla massiccia presenza di rovine perturbi la vita all’interno di AAY. Ricucire il tessuto storico potrebbe quindi non solo riconfigurare il paesaggio urbano, ma stimolare anche la riconfigurazione di quel rapporto socio-spaziale tipico dell’harah.

condition along this section is equally meaningful, letting us consider the vacant lot as well as the ruin and the structurally intact building. Some of the results are quite obvious: in the middle of the Darb, where ruins occupy an entire side of the street, space is almost not used at all. This derives from the lack of homes in that area, as well as by the low urban quality because of waste and debris. As a matter of fact, in the adjoining streets, where intact buildings still present the typical spatial layout, use of space is far more intense during the all day. It is relevant to notice that some unbuilt lots have been reused to adapt to local habits. As an example, the large urban void near to the central midan is usually passed through by women, trying to avoid the “male” space of the square. In general it is clear that the spatiality induced by the massive presence of ruins disturbs daily life inside AAY. Mending/repairing the historical urban fabric could not only give shape to the urban landscape, but also trigger the reshaping of the socio-spatial relation typical of the harah.


7_ Inventario

Note_ Notes: 1. EL-HABASHI Alaa, Hierarchy of the open public public spaces in Old Cairo areas, Preliminary reports, URHC project, August 2012

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8 STRATEGIA


8_ Strategia

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8_ Strategia

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8.1 LO SCHELETRO PER LA RIGENERAZIONE 8.1 REGENERATION SKELETON L’intenzione della strategia specifica per ogni area è quella evitare un piano di sviluppo imposto dall’esterno, ma di formulare delle azioni a partire dalle opportunità e dai bisogni locali. La strategia d’intervento deve identificare ciò che manca o non funziona correttamente, e delineare degli interventi possibili per permettere all’insediamento di muoversi da una certa situazione verso un obbiettivo. E’ chiaro come questo questi obbiettivi, particolari per ogni area, debbano essere coordinati ad un livello generale, data la complessità di fattori che si sovrappongono in una metropoli come il Cairo. L’Action Plan URHC fornisce indicazioni sul tipo di intervento da impostare per Arab al Yassar, identificando nel miglioramento degli spazi pubblici e nella riabilitazione del comparto residenziale le azioni chiave. Per le cinque stecche di

The intention of the area-specific strategy is to avoid an externally imposed development plan, formulating actions from local needs and opportunity. The intervention strategy must identify what is lacking or underperforming, and outline possible intervention to allow the settlement to move towards a target. It is clear that these goals, characteristic for each area, must be coordinated at a general level, due to the complexity of overlapping factors in a metropolis like Cairo. URHC Action Plan provide recommendations on the kind of intervention to set on Arab al Yassar, identifying public space upgrade and rehabilitation of dilapidated residential fabric the key actions. For what concerns the five social housing bu-


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Posizione

edilizia popolare risalenti agli anni ‘60 è indicata come necessaria una rigenerazione profonda. Il progetto è una fase iniziale ed è ovviamente incompleto. La mancanza di un piano strategico dettagliato che configuri in maniera chiara Arab al Yassar e l’ area circostante ha richiesto di supportare il quadro di analisi con un’analisi SWOT, in modo da costruire uno strumento che indirizzasse la pianificazione e delineasse gli obbiettivi da raggiungere per la rigenerazione, per capire il livello di intervento richiesto. E’ molto difficile categorizzare ogni fattore in maniera univoca, dato che spesso si sovrappongono inducendo effetti sia positivi che negativi. Per meglio delineare i vari elementi che si presentano l’analisi è stata divisa per tematismi, qui sotto presentati.

ildings, it is recommended an in-depth regeneration. The project is at an early stage and of course id incomplete. The lack of a comprehensive strategic plan that clearly outlines Arab al Yassar and its surrounding area made necessary to sustain the general framework with a SWOT analysis, so to build a tool to direct the planning and decide the reachable regeneration goals, in order to understand the level of intervention required. It is very difficult to classify each factor in univocal way, since they often overlap inducing both negative and positive effects. To best outline all the elements the analysis has been divided in subjects.


8_ Strategia

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ANALISI SWOT

PROPRIETà

POSIZIONE

Forze

Vicinanza a poli monu- Isolamento fisico mentali Moratoria edilizia per Accessibilità la vicinanza della cittadella Situazione orografica

LOCATION

Opportunità

Weaknesses

Minacce

Aumento del valore im- Speculazione mobiliare liare

immobi-

Sviluppo in-loco, che Segregazione socio includa tutti gli stakehol- -spaziale tra il quartiere der interessati e l’intorno

Alta percentuale di abit- Incertezza sulla legalità Cooperazione tra attori dei diritti proprietari per promuovere lo svianti proprietari luppo in loco, condiviStabilità della proprietà Complessità degli attori dendo costi e benefici coinvolti nella proprietà: proprietari dei terreni, Coinvolgimento dei degli edifici, locatari proprietari nella ristrutturazione della propria abitazione

Strengths

OWNERSHIP

Debolezze

Opportunities

Problematica interrelazione tra la speculazione immobiliare, la nuova legge 119 sui canoni di locazione, e il danneggiamento intenzionale delle case

Threats

Proximity to monumental Physical isolation Increase in real estate nodes values Building moratorium due Accessibility to citadel’s proximity On-place development,including all interOrographic situation ested stakeholdes

Real estate speculation

High percentage of pro- Instability of ownership Cooperaction between actors to promote on-site prety owners tenure redevelopment, sharing Ownership Stability Complexity of actors re- costs and benefits garding property: land owners, building own- Direct involvement of owners in repairing their ers, renters own house

Vicious interrelation between real estate speculation, new law 119 (new rent law) and the intended deterioration of unsafe houses

Socio-spatial segregation between neighborhood and surroundings


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Struttura urbana consoli- Limitata accessibilità in- Miglioramento dell’acterna cessibilità con minimi data e vivibile interventi Tessuto storico inalterato Separazione di parti del quartiere Possibilità di aumentare lo stock edilizio Grande numeri di lotti Lotti e spazi aperti occuvuoti o inutilizzati pati da mecerie e rifiuti Possibilità di insediare servizi/ spazi pubblici Moratoria edilizia

Minacce Disinteresse del governo Speculazione immobiliare sui vuoti Alterazione del tessuto Rigenerazione non estesa ad parti separate del quartiere

Spazio intensamente us- Mancanza di organiz- Gestione cooperativa Rigenerazione non estezazione a livello locale dello spazio pubblico sa a parti segregate del ato dalla comunità del quartiere da parte quartiere Relazione osmotica tra Occupazione informale di tutti gli stakeholder spazi privati e spazi degli spazi aperti da locali coinvolti parte delle attività compubblici merciali Segregazione di parti del quartiere

Strengths Consolidated and livable urban structure Inaltered urban fabric

Weaknesses

Opportunities

Limited internal accessi- Improve accessibility bility with minimum interventions Separation of neighborhood parts Increase built stock

Threats Real estete speculation Socio-spatial segregation between neighborhood and surroundings

Great number of vacant Debris and waste-oc- Reassign empty land for plots cupied plots and open public open spaces and spaces facilities Building Moratorium Open space intensely lack of communitarian used by the community responsibility for overall neighborhood Porous relation between private and public Informal occupation of space open spaces by business workshops Segregation of neighborhood parts

TESSuTO uRBANO

Opportunità

GESTIONE DELLO SPAZIO PuBBLICO

Debolezze

Cooperative manage- Regeneration not imment of the neighbor- pacting neighborhood hood’s public spaces segregated parts between all involved local stakeholder

uRBAN FABRIC

Forze

OWNERSHIP

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Accessibilità

Forze

Debolezze

Opportunità

Bassa qualità/mancan- Miglioramento fisico za delle forniture (ac- delle infrastrutture attraVicinanza a nodi strada- qua, gas) verso l’utilizzo di tecnoli e di trasporto pubblilogie sostenibili co Strade degradate

INFRASTRuTTuRA

Accessibilità

Presenza di rifiuti che colpisce l’igiene pubblica e contamina il suolo

Insufficienza infrastrutturale derivante dall’auLotti vuoti da destinare a mento della pressione Presenza di servizi pubMalfunzionamento racblici infrastrutture sociali man- abitativa colta rifiuti canti Mancanza infrastrutture Organizzazione raccolsociali

Strengths Accessibiity

INFRASTRuCTuRE

Minacce

Proximity to road and public transport nodes Presence of public services

Weaknesses

Opportunities

Threats

Low quality of service upgrade phisical struc- Waste and debris affectture using sustainable ing public health adn supply (water, gas) technologies contaminating soil Degraded road network Empty plots to be assigned to lacking social Infrastractural insufficieninfrastructure Bad waste disposal cy due to increase in housing pressure Lack of social infrastruc- Waste disposal organisation ture


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Concentrazione di edi- Edifici degradati mettofici degradati che offre no a rischio le strutture la possibilità per un adiacenti progetto di sviluppo di larga scala

Moratoria edilizia Coesione sociale

Scarsa mobilità sociale

Forte radicamento

Basso status sociale

Possibilità di rafforzare Violazione di diritti l’organizzazione sociale attraverso associazio- Discriminazione e marni cooperative ginalizzazione

Basso livello di educazione Partecipazione

Disuguaglianza tra sessi Sviluppo turistico Solidarietà interna

Basso livello di organiz- Possibilità di rafforzare zazione comunitaria l’organizzazione sociale attraverso associazioMancanza di rappre- ni cooperative sentanza Sfiducia e cattiva comunicazione tra la comunità e l’amministrazione

Strengths

Weaknesses

Opportunities

Organizzazione legata a specifici gruppi/ interessi (religiosi, politici,...) Istituzioni politicizzate (ngo, moschee)

Threats

Presence of traditional Deteriorated and unsafe Concentration of unsafe unsafe buildings affectubildings as a potential ing interdependent strucbuildings and significant structures fot bulk redevelopment architecture tures Small plot size

Social cohesion

Low social mobility

Strong rooting

Low social status

Internal solidarity

Low level of education

Potential for strenghe- Social encroachment ning the community’s organizational pattern Discrimination adn marthrough cooperative as- ginalization sociations

Gender inequality

Participation

Low level of integrative Potential for strenghecommunity organization ning the community’s organizational pattern lack of representation through cooperative associations Distrust and miscommunication betwwen community and administration

CONDIZIONE DEGLI EDIFICI

Minacce

COMPOSIZIONE AMMINISTRAZIONE SOCIALE

Presenza di edifici tra- Strutture deteriorate e dizionali ed architetture pericolanti significative Lotti di piccola dimensione

Opportunità

Organizational pattern related to specific groups/interests (men, mosque, political interests) Politicized institutions (NGO/Mosques)

GOVERNANCE

Debolezze

BuILDINGS CONDITIONS

Forze

SOCIAL COMPOSITION

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Occupazione dello spazio pubblico

ATTIVITà ECNOMICHE

Forze

Opportunità

Parziale specializzazi- Scarsità e ridotta differ- Donne lavoratrici “invisione delle attività eco- enziazione delle attività bili” come beneficiarie di un possibile progetto nomiche commerciali di sviluppo Radicamento e interdipendenza tra le attiv- Occupazione informale Collaborazione e ragdello spazio da parte gruppamento delle attiità vità delle attività Prossimità e mix di usi (produttiva, commer- Alta percentuale di Attrazione di nuove attività ciale, residenziale) nelle disoccupazione vicinanze del quartiere

Strengths

ACTIVITIES

Debolezze

Weaknesses

Partial specialization of Lack of business activities and low differentiaeconomic activities tion Strong identity and interdependency between Illegal occupation of activities open space by business workshops Proximity and mixture of uses (productive, com- High unemployment

Opportunities

Minacce Creazione di nuovi vuoti dovuti alla rilocazione delle attività Bassa capacità di adattamento al mercato Emarginazione degli abitanti dovuta “all’intrusione” di nuovi residenti e attività

Threats

Invisible “women work- Creation of new empty ers” as potential target spaces due to activities group relocation Collaboration and Low capacity of adaptaGrouping/clastering of tion to market demands economic activities Inhabitants marginalizaNew activities attraction tion due to new inhabit-

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Riepilogo SWOT


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8.2 COMPONENTI RIGIDE E MORBIDE 8.2 HARD AND SOFT COMPONENTS Un insediamento comprende una grande varietà di condizioni, e quindi modifica i suoi bisogni, priorità, attrattività di investimenti, risorse interne disponibili. In più c’è la possibilità di cambiamenti sociali, politici ed economici che potrebbero influenzare la strategia di rigenerazione in un’area. Gli scenari di sviluppo potrebbero quindi essere molteplici, ma perchè un progetto sia capace di ottimizzare le risorse disponibili, le sue parti vanno integrate in una visione comune. È necessario distinguere tra componenti rigide e morbide di un progetto. Le componenti rigide includono lo schema direttore, e la normativa, necessari a promuovere lo sviluppo desiderato e assicurare la preser-

A settlement a wide range of conditions, and thus modify its needs, priority, appeal for investment, internal resources available. Moreover, social, political and economical changes could affect the regeneration strategy for an area. There could be many development scenario, but each part of a plan must integrate in the same communal vision, to optimize internal assets. In a project, we must distinguish between hard and soft components. Hard ones include the master plan, and the regulations, necessary to promote the desired development and assure


8_ Strategia

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vazione delle componenti patrimoniali identificate. Le componenti morbide sono relative a processi che non possono essere ordinati dall’esterno, ma che hanno bisogno d’essere stimolati dall’interno tramite fattori sociali ed economici, e cogliendo le opportunità che si presentano dalla messa in valore di un sito. L’interazione di queste componenti può sintetizzare il miglioramento socio-economico e la riabilitazione spaziale in un processo che potrebbe durare oltre il progetto specifico.

heritage preservation. Soft components refer to processes that can’t be externally imposed, but need an internal stimulation through social and economical factors, taking advantage of the opportunity of the site’s increase in value. Interacting, these two components can join together socio-economic improvement and spatial rehabilitation into a process lasting beyond the specific project.

Lo scopo generale dell’intervento è di riconnettere il quartiere isolato e internamente frammentato ai flussi della città, preservando e ricostituendo l’integrità delle strutture fisiche e spaziali quanto più possibile. Considerando i risultati dell’analisi SWOT, sono state identificate quattro linee strategiche, declinate successivamente in obiettivi e azioni: - conservare il patrimonio; - migliorare la qualità urbana; - sviluppare il potenziale economico; - valorizzare la coesione sociale;

General scope of the intervention is to reconnect the isolated and internally fragmented core of the area to city-wide fluxes, preserving and reconstructing its physical and spatial structure as much as possible.

La prima è relativa allo stato del tessuto edificato e alle necessità di salvaguardia del suo valore patrimoniale. La seconda riguarda la gestione degli spazi pubblici e alla loro infrastrutturazione. Per sviluppo del potenziale economico si intende il miglioramento delle condizioni economiche dei residenti e il potenziamento delle attività del quartiere. Infine l’organizzazione sociale è considerata di fondamentale importanza per collegare tutti i precedenti punti, funzionando come base per la partecipazione della comunità. LINEA STRATEGICA 1: CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO La prima linea strategia di fondamentale importanza per un quartiere storico si sviluppa in due obiettivi: - mantenere gli allineamenti storici; - riqualificare gli edifici; La suddivisione degli edifici in categorie di intervento e le linee guida di seguito esposte sono gli strumenti normativi, atti al raggiungimento di questi. L’inventario degli edifici è stato esaminato per mezzo di un’analisi cluster, ovvero di un’analisi pluriparametrica attraverso la quale è possibile raggruppare le ca-

Considering SWOT findings, have been identified four strategic lines, declined then in objectives and actions: - conserving the heritage; - upgrading the urban quality ; - developing the economic potential; - endorsing the social cohesion; The first relates to the built fabric condition and the need to protect its heritage value. The second one relates to the public space management and their infrastructure. Developing the economic potential means to improve the residents economic condition and to develop the neighborhood activities. Finally social organization is considered of primary importance to connect all the previous themes, working as the base for community participation. STRATEGIC LINE 1: HERITAGE CONSERVATION The first strategic line, extremely important in a historic neighborhood, is developed in two objectives: -conserving the historical alignment; -rehabilitating the buildings; The buildings subdivision in intervention categories and the guidelines here exposed, are the normative tools, apt to reach them.


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Mantenere gli allineamenti storici

Riqualificare gli edifici

tegorie di dati, in modo da minimizzare la lontananza logica interna a ciascun gruppo e di massimizzare quella tra i gruppi. La lontananza logica è un fattore discrezionale, funzionale a ciò che l’analisi vuol far emergere. In linea generale l’indagine doveva segnalare quali edifici rappresentassero un valore architettonico, storico o documentale da preservare, quali potessero essere mantenuti nonostante ne fossero privi, quali fossero in violento contrasto con il contesto storico del quartiere. Questo ha permesso di distinguerne le esigenze di conservazione e quindi di ordinarli in base agli interventi cui possono o non possono essere soggetti. Le categorie di intervento sono mutuate da altri programmi di riabilitazione condotti dall’UNESCO e, facendo riferimento all’inventario, sono le seguenti:

Building inventory has been examined with a cluster analysis that is a multi-parametric analysis to group categories of data, so to minimize the logical distance inside each group and maximize the one between groups. Logical distance depends on the personal judgment, to let emerging what analysis aims to. Broadly speaking the investigation wanted to report which buildings had an architectural, historical or documental value to be preserved, which ones could be maintained even without them, which ones had a violent contrast with the neighborhood historical context. This brought to distinguish conservation requirements and to order them according to intervention allowed.


8_ Strategia

Restauro Questo tipo di intervento conservativo è riservato a tutti gli edifici classificati con valore architettonico 1. Si tratta nel complesso di attività volte a riportare il tessuto, l’edifico o il sito ad un stato precedente documentato, rimuovendo le superfetazioni e riassemblando i componenti senza l’introduzione di nuovo materiale. Il contributo di ogni periodo rilevante deve essere rispettato. Nessuna demolizione, rimozione o nessun cambiamento deve essere permesso senza l’approvazione scritta delle autorità competenti. In ogni caso, non è concessa nessuna alterazione dell’altezza, del volume, della sagoma. Non sono concessi cambi d’uso se non per attività culturali.

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Restoration This type of conservation interventions is reserved to those building with architectural value 1. They are activities aiming to returning the existing fabric, the building or the site to a known, documented earlier state by removing accretions or by reassembling existing components without the introduction of new material. The contribution of all relevant periods must be respected. No demolition, removal, deformation or altering is allowed without the written approval of the competent authorities. In any case, no modification could be allowed of the existing height, volume and footprint. No changes of the present uses are allowed, apart for cultural uses.


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Riabilitazione L’intervento, conservativo, è applicato a tutti gli edifici storici integri, qualsiasi sia il loro grado di qualità architettonica e agli edifici storici reversibilmente alterati con grado archittetonico 1 e 2. Il tipo di intervento mira a rendere l’edificio atto ad ospitare gli usi precedenti o i nuovi, quando questi siano compatibili con la preservazione delle loro caratteristiche spaziali e architettoniche. La riabilitazione implica la preservazione della struttura tipologica e degli elementi decorativi dell’edificio. Non sono consentite alterazioni della distribuzione degli spazi, del volume, degli allineamenti, della composizione della facciata, degli elementi costruttivi tradizionali. Le superfetazioni inconsistenti e reversibili vanno eliminate. Aggiunte e alterazioni minori sono consentite al fine di rendere l’edificio utilizzabile. Queste devono essere integrate rispetto all’edificio e devono essere eseguite con materiali e tecniche compatibili.

Rehabilitation The conservation intervention applies to the buildings with full integrity, regardless of their quality grade, and to reversibly altered buildings with quality grade 1 and 2. This type of intervention aims at making available the properties and buildings to the previous uses or to new uses, when compatible with the preservation of their spatial characteristics and architectural features. The intervention implies preserving the typological structure and the decorative elements of the buildings. No transformation is allowed to modify the articulation and layout of the internal distribution, volumes, alignments, facade layout, traditional materials and constructive characters. Inconsistent and removable accretions must be eliminated. Minor addition and alteration are allowed to make the building usable. These must integrate to the building and must use compatible materials and techniques.


8_ Strategia

Riqualificazione L’intervento è applicato agli edifici con un livello inferiore di interesse patrimoniale, che sono però riflessione dell’ architettura vernacolare e sono ben inseriti nel contesto. Rispetto all’inventario precedentemente esposto, tale tipo di intervento si applica agli edifici storici reversibilmente alterati con qualità architettonica 3 e 4 e agli edifici storici irriversibilmente alterati con qualità architettonica 1 e 2. La riqualificazione è volta ad adeguare l’edificio agli usi esistenti o ai nuovi, senza ridurre il valore culturale e storico dell’edificio. Interventi di maggiore entità alla distribuzione dell’edifico, al volume e alle altezze sono ammessi, quali la rimozione o la sostituzione delle superfetazioni e la costruzione di addizioni, se volti ad inserire meglio l’edificio nel contesto. Tutte le trasformazioni devono essere integrate all’edificio, sia dal punto di vista della composizione architettonica, sia nell’uso dei materiali e delle tecniche costruttive.

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upgrading This type of intervention is applied to building with a lesser heritage interest and architectural quality, which reflect a traditional vernacular layout and don’t conflict with the surrounding urban context. According to the inventory, the intervention applies to reversibly altered buildings with quality grade 3 and 4, and irreversibly altered building with quality 1 and 2. Upgrading aims to modifying a place to suit existing or proposed use, without detracting from its cultural significance. Major changes to building layout, volume and height are admitted, such as removing accretions or constructing addition, to better harmonize the building with the context. All the transformations have to be consistent with the building layout and form, using compatible building materials and techniques.


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Adeguamento L’intervento va applicato a tutti gli edifici storici irriversibilmente alterati con qualità architettonica 3 e 4 e agli edifici moderni con integrità fisica 1 e 2 e integrazione con il contesto 1 e 2. L’adeguamento implica tutte le trasformazioni volte a rendere l’edificio compatibile con il contesto. Possono consistere nella riduzione delle altezze,la trasformazione della forma del tetto, così come l’armonizzazione del disegno di facciata, dei materiali di finitura, dei colori.

Harmonisation This type of intervention applies to irreversibly altered buildings with architectural quality 3 and 4 and to modern buildings with physical integrity 1 and 2 and context integration 1 and 2. Harmonization implies transformation to make the building compatible with the context. It may consist in lowering the height, transforming the roof shape, reshaping the facade layout, changing finishing materials and colors.


8_ Strategia

Ricostruzione L’intervento è indicato per tutti quegli edifici senza valore patrimoniale, storico, non in buona condizione e non integrati al contesto (moderni con integrazione al contesto 3-4 e integrità fisica 3-4). Questo tipo di intervento implica la possibilità di demolire e ricostruire un edificio nella stessa o in una differenze posizione, con il fine di ristabilire la continuità del tessuto storico, mediante l’uso di materiali appropriati e tecniche costruttive compatibili. La ricostruzione implica il rispetto degli allineamenti, del volume e delle altezze descritte nelle linee guida.

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Reconstruction The intervention is indicated to buildings with no heritage values, inconsistent and not integrated to the context (modern buildings with integration 3 and 4 and physical integrity 3 and 4). These types of intervention imply the possibility to demolish and rebuilt an existing building on the same or on a different position, with the aim of establishing the continuity of the historic urban fabric, with the use of compatible materials and building techniques. Reconstruction requires the respect of alignment, footprint, volume and height established by the guidelines.


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x 10 x/

Allineamenti

LINEE GuIDA Al fine di garantire l’attenzione per il paesaggio urbano sono state elaborate delle linee guida per gli interventi sull’edificato. Data la massiccia presenza di vuoti nel quartiere, la corretta ricucitura del tessuto urbano rende necessario incorporare armonicamente gli edifici di nuova costruzione nel disegno e nella struttura esistente. Le linee guida includono disposizioni per i volumi, gli allineamenti, materiali, colori, elementi del paesaggio. Allineamento Il riferimento secondo il quale viene misurato l’allineamento di un edificio è la mappa catastale del 1937. Nel caso di nuove costruzioni l’edificio deve essere allineato con quelli adiacenti. Non sono permesse recessioni nè protrusioni a piano terra. Il piano o i piani superiori possono sporgere rispetto al piano terra di 120 cm al massimo. La proiezione dello sporto sulla strada deve essere uguale o inferiore al 10% dell’ampiezza della strada. Non vi può essere alcuno sporto se la strada ha carreggiata inferiore a 4 metri. Non sono permessi arretramenti dei piani superiori. Nel caso un lotto vacante non venga edificato, nè destinato ad altra funzione, questo deve essere delimitato con una muro di altezza minima 3 metri, al fine di mantenere il fronte strada compatto e di evitare che

GuIDELINES In order to guarantee the respect of the urban landscape a series of guidelines for the interventions have been developed. Due to the massive presence of voids, the proper urban fabric mending implies the need to incorporate harmoniously new construction in the existing pattern. Guidelines include dispositions about size, alignment, materials, colors, landscape elements. Alignment The 1937 cadastral map is the reference to measure building alignment. New constructions have to align with the contiguous buildings. Backs out or pultrusion at ground floor are not allowed. Upper storey can project up to 120 cm. Projection must be equal or less than 10% of the street width. No cantilevers are allowed in less than 4 meter wide streets. No backs out are allowed for the upper floors. If a vacant plot is neither developed, or used for other function than building, it must be delimited with a wall not less than 3 m high, to maintain the front compact and prevent garbage accumulation.


<10m

0m <1

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<13m

8_ Strategia

0m >1

Altezze

Altezze Se l’edificio ha il suo fronte principale su una strada con carreggiata superiore ai 10 metri, la sua altezza non può superare i 13 metri (piano terra e 3 piani superiori). Se invece si affaccia su strade di ampiezza inferiore ai 10 metri, non può superare i 10 metri di altezza (piano terra più due piani superiori). In caso di nuova edificazione, non è permessa la costruzione di edifici con altezza inferiore ai 5 metri o con altezza superiore agli edifici catalogati dal NOUH e dallo Sca presenti nel raggio di 30 metri. usi La destinazione d’uso delle unità immobiliari deve essere identificata a seconda della livello di privatezza della strada su cui l’edificio si affaccia. Sulle strade principali e sulle piazze, nonchè su alcuni darb occorre permettere e promuovere la destinazione del piano terra ad attività commerciali e a servizi pubblici. Non è concesso che un intero edificio residenziale sia destinato ad attività produttive. Sui darb a prevalente destinazione residenziale sono permessi solo attività commerciali alla scala di vicinato, piccoli laboratori se compatibili con la residenza. Le attività industriali esistenti devono essere trasformate in laboratori, negozi, servizi per la comunità. Strutture turistiche con al massimo 30 camere sono permesse negli edifici di nuova costruzione.

Heights If the building has its main facade on a street more than 10 m wide, its height can’t exceed 13 m (ground floor and 3 upper floors). If the street is less than 10 m wide, the building height can’t exceed 10 m (ground floor plus 2 upper floors). In case of new construction, buildings can’t be less than 5 m high o exceed NOUH and SCA enlisted building within a 30 m radius. uses Uses must be identified by the street level of privacy. On main roads and squares, as well as on some darbs, it must be allowed and sustained the destination of ground floors to commercial activities and public services. It is not allowed for a productive activity to occupy an entire residential building. On mainly residential darbs only local commercial activities and workshops are allowed, if compatible with the dwelling. Existing industrial activities must be turned into workshops, shops, communal services. Touristic structure with no more than 30 room are allowed in the new construction buildings.


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Coperture

Lottizzazione Non è permessa nè la divisione dei lotti nè la costruzione di più edifici sullo stesso lotto. L’edificio deve rispettare il sedime del precedente ed attestarsi sul limite del lotto prospiciente la strada. Le recessioni non sono permesse. La superficie occupata dall’edificio non può superare i due terzi dell’area del lotto. Lo spazio rimanente deve essere destinato a patii, corti o pozzi luce.

Parcelling It is not allowed to divide a plot, either to build more than one construction on the same lot. The building must respect the previous footprint and align with the street. Backs out are not allowed. Built ratio can’t exceed two third of the plot. Remaining space can be used for courtyard, patios and light wells.

Coperture La copertura deve essere piana: terrazza, pavimentata o intonaca in colori chiari, o giardino. Il parapetto non può essere superiore a 130 cm. In copertura possono essere collocate strutture temporanee e removibili in legno o in acciaio quali pergolati, gazebo, strutture per stendere, piccole serre. L’altezza di queste non deve superare i 3 metri di altezza e devono essere arretrate rispetto alla facciata principale, in modo che non siano visibili dalla strada. I dispositivi di ricezione quali antenne e parabole e i condizionatori devono essere posti in copertura, arretrati rispetto alla linea di facciata.

Roofs Roofs must be flat: terrace, paved or plastered with light colors, or garden. Parapet can’t exceed 130cm. Over the roof can be put temporary, removable structures made of wood or steel, such as latticework, gazebos, drying racks, small winter gardens, whose height can’t exceed 3 m, set back from the main facade, so to not be visible from the street. Receiving devices, such as TV aerials and parabolic antennas, and ACs must be placed on the roof, set back from the facade.


8_ Strategia

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Facciate

Facciate Gli interventi di manutenzione e restauro delle facciate dovranno avere carattere unitario; per questo si intende un progetto esteso all’ intero fronte completo di tutti gli interventi di riordino compositivo. Non sono ammessi interventi di facciata parziali o incompleti per quanto riguarda finiture e tecniche di realizzazione. E’ obbligatorio conservare le tecniche di trattamento originario nelle facciate storiche. Gli interventi saranno indirizzati al consolidamento delle parti esistenti ed all’individuazione delle tecniche più appropriate per il trattamento delle parti degradate o mancanti. E’ obbligatoria la conservazione dei segni compositivi di facciata (elementi decorativi). Le facciate storiche finite in materiale lapideo a faccia a vista dovranno essere conservate e valorizzate. Non è consentita la copertura di queste con intonaco o altri materiali. Gli edifici di nuova costruzione devono avere finitura in pietra o intonaco a calce. L’intonaco di cemento e le finiture in ceramica devono essere sostituite. Tutti gli elementi in materiale lapideo o fittile, costituenti l’ornato e la composizione architettonica della facciata, devono essere conservati e restaurati mantenendo l’originario aspetto a vista: cornici lisce o modanate, fasce marcapiano, lesene e capitelli, stipiti e frontespizi delle aperture, mensole dei balconi, bugnati. Nel restauro di facciata è vietato l’utilizzo di soglie e davanzali in materiale incongruo.

Facades Maintenance and restoration of the facades must have a uniform character; to do this is necessary a project extended to the whole front. Partial or incomplete interventions, for what concerns finishes and techniques, are not allowed. It is mandatory to preserve the original techniques on the historical facade. Intervention will be addressed to the strengthening of exterior part and the identification of missing or degraded elements. Conservation of facade composition is compulsory. Historical facades with stone ashlar must be preserved and valued. It is not allowed to cover them with plaster or other finishes. New construction buildings must have stone or lime plaster finishes. Cement or ceramic must be substituted. Every stone element, forming the adornment and the architectural composition of the facade, must be preserved and restores maintaining the original appearance: frames, moldings, muqarnas, portals, cantilevers, ashlars. It is forbidden the use of improper materials for sills and edges.


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Aperture e serramenti Negli interventi di riqualificazione e adeguamento l’intervento sui serramenti deve essere unitario. Gli infissi devono essere in legno, con vetro trasparente. Come sistema di oscuramento è permesso l’utilizzo di scuri anch’essi in legno, tinteggiati con vernici coprenti opache sui toni desaturati del bianco, del marron,e del blu, del verde, del grigio. Non è permessa l’istallazione di serramenti né in alluminio, né in pvc. Nel caso in cui la superficie vetrata superi il 20% della superficie opaca, la prima deve essere coperta per mezzo di strutture lignee tipo mashrabiya. Negli edifici di nuova costruzione le aperture non devono superare il 50% della superficie opaca. Queste devono essere verticali (aperture orizzontali non sono consentite) ed il rapporto tra le due dimensioni deve essere compreso tra 1:1,5 e 1:2. I portoni e le porte di valore coerenti con l’ impianto architettonico di facciata devono essere oggetto di sola manutenzione e restauro conservativo. In caso di esteso degrado dell’infisso in legno, si potrà intervenire attraverso sostituzione con infisso di eguali dimensioni, forme, materiali. Le porte, i portoni dovranno essere collocati arretrati rispetto al filo di facciata. Sono vietati i vetri a specchio, le suddivisioni del tipo “all’inglese” ed i vetri colorati. In presenza di interventi unitari di restauro di facciata, dovranno essere rimossi gli infissi esterni realizzati recentemente in materiale incongruo. Negli edifici di nuova costruzione i portoni dovranno essere realizzanti in legno. Tutti gli elementi in ferro battuto di rifinitura della facciata costituiscono fattori essenziali dell’immagine degli edifici: è vietata la rimozione di tali elementi ed è consentita la sola manutenzione.

Openings, doors, windows, Maintenance and restoration of openings must have a uniform character. Doors and windows must be wooden-made, with transparent glass. Shutters can be wooden-made as well, painted in desaturated white, brown, green, grey with matt paint. It is not allowed to install aluminum or plastic frames. If the transparent surface exceed the 20% of the opaque surface, the first one must be covered with mashrabeya wooden latticeworks. New construction openings must not exceed the 50% of the opaque surface. These must be vertical (horizontal openings are forbidden) with dimension ratio between 1:1,5 and 1:2; Valuable portals and doors coherent with the architectural layout of the facade must only be maintained or restored. In case of vast degradation of the element, it can be sustained with another one of the same size, form, material. Doors and portal must set back from the facade alignment. Mirrored glasses, english-style window framing and colored glasses are forbidden. In case of uniform, extended facade restoration window and door of inappropriate material must be removed. In new constructions portals must be wooden-made. All the element of wrought metal on the facade constitute essential factor of the building image: it is therefore forbidden the removal of such elements and it is only allowed their maintenance.

Fronti commerciali e insegne Le aperture originale degli esercizi commerciali devono essere rispettate secondo il disegno originale della facciata. Inoltre il muro esterno originale deve essere preservato in termini di materiali, colori e finiture. Le insegne devono essere limitate alla parte superiore del piano terra e non possono superare i 50 cm di altezza. Non è consentito che sporgano per più di 20 cm sul fronte strada.

Commercial fronts and signs Original openings must be respected according to the original facade layout. The external original wall must be preserved in terms of materials, colors and finishes. Signs must be limited to the upper part of the ground floor and can’t exceed 50cm in height. It is not allowed to project for more than 20cm on the street.


8_ Strategia

Piccionaie La costruzione di piccionaie è permessa, quali elementi caratterizzanti e storicizzati del paesaggio urbano cairota. Queste devono essere utilizzate esclusivamente per il ricovero e l’allevamento dei volatili. Devono essere costruite secondo parametri di stabilità e sicurezza, in acciaio o in legno. Non è permessa la costruzione di piccionaie nel raggi di 30 metri dagli edifici catalogati dal NOUH e dallo SCA. Nei pressi della Cittadella, è altresì vietata la costruzione delle piccionaie quando queste vadano ad oscurarne la vista dalla strada.

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Pigeon towers The construction of pigeon towers is allowed, as a characteristic and historicized element of cairene urban landscape. These must be used only to shelter and breed the birds. They must be structurally sound and safe, made of steel or wood. It is forbidden to build pigeon tower within a 30m radius of a NOUH or SCA enlisted building. Close to the Citadel, it is forbidden the construction of pigeon towers if they obstruct the view from the street.


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LINEA STRATEGICA 2: MIGLIORARE LA QuALITA’ uRBANA Nell’intervenire sugli spazi pubblici e sulla rete stradale è importante formulare proposte integrate, al fine di risolvere i conflitti e le debolezze evidenziate dall’analisi, mantenendo la dimensione “residenziale” del quartiere. Gli obiettivi indentificati sono: - riqualificare gli spazi pubblici; - attivare i lotti vacanti; - migliorare la circolazione interna; Sfruttando oculatamente la presenza di vuoti e rovine, e tenendo in conto le demolizioni previste è possibile, con minimi interventi, riconfigurare la mobilità e la vivibilità interna senza scompaginare l’immagine dell’insediamento. Il problema della segregazione di alcune parti del quartiere, percepite come aliene, è dovuta in parte alla effettiva separazione di alcune zone che, pur essendo contigue non sono collegate da alcun percorso. Ad esempio i

STRATEGIC LINE 2: IMPROVING uRBAN QuALITY Operating on the public spaces and the road network it is important to outline integrated intervention, in order to solve the conflicts and the weaknesses highlighted by the analysis maintaining the residential scale of the neighborhood. The identified goals are: - rehabilitating the public spaces; - activating the vacant plots; - improving the internal circulation; Exploiting carefully the presence of voids and ruins, and considering the demolitions, it is possible, with minimum intervention, to reorganize the mobility and the internal liveability without throwing the settlement into disorder. The problem of the segregation of some sector of the neighborhood, felt like unrelated, is caused by the physical separation of the parts, not


8_ Strategia

Migliorare la circolazione interna

Attivare i lotti vacanti

residenti del complesso di edilizia pubblica per accedere effettivamente al quartiere devono percorrere un lungo tratto sulla Salah Salem. Questo spazio dalla vocazione spiccatamente pubblica separa due parti “private” rendendole estranee tra loro. Al contrario in alcuni punti i vuoti lasciati dall’edificato in rovina hanno creato passaggi nel tessuto che hanno migliorato la percorribilità del quartiere. È il caso del grande vuoto adiacente al Midan centrale, utilizzato dalla donne per muoversi da una parte all’altra senza passare per lo spazio “maschile” della piazza. Alcuni passaggi devono quindi essere aperti liberando alcuni lotti minori dalle macerie che le occupano, o “formalizzando” quelli che già sfruttano dei lotti vacanti a collegare le differenti parti del quartiere. Il mantenimento di alcuni vuoti, da designare come nuovi spazi pubblici per le attività comuni, è poi ritenuto necessario per migliorare il rapporto tra la superficie costruita e lo spazio aperto.

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Riqualificare gli spazi pubblici

linked with any path even if contiguous. For instance residents of the social housing complex must walk a distance along the Salah Salem before actually entering the neighborhood. This openly public space divides two private part, making them strangers on another. On the contrary in some point vacant plots have created gateway inside the fabric that improve AAY’s walkability. The big blank space beside the central Midan allows women to cross without passing through the “male” square. Some passages must be opened freeing minor lot from debris, formalizing those already appropriated. Maintaining some of the voids, to be designed as public spaces for communal activities, is necessary to improve built/open space ratio.


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LINEA STRATEGICA 3: ATTIVARE IL POTENZIALE ECONOMICO La rigenerazione dell’area passa necessariamente attraverso i fattori economici che ne forniscono le risorse, da un lato, dall’altro ne sfruttano lo spazio e lo caratterizzano. Gli obiettivi identificati sono: - sviluppare le attività orientate alla comunità; - attivare le categorie vulnerabili; - sviluppare il potenziale turistico;

STRATEGIC LINE 3: ACTIVATING THE ECONOMIC POTENTIAL The regeneration of an area inevitably involve those economical factors which constitute its resources and exploit its space, characterizing it. The identified goals are: - developing the community-oriented activities; - activating the vulnerable groups; - developing the turistic potential;

Arab Al Yassar ha una scarsa presenza di attività economiche, e dipende per la maggior parte dalle aree limitrofe. Le attività presenti sono però spesso interdipendenti e hanno creato rapporti economici e catene produttive all’interno del quartiere. Si espongono brevemente i tre obiettivi identificati.

Arab al Yassar has a weak presence of economical activities, and depends for the most part on the areas close by. However existing activities are often interrelated and set up economical relationships and productive chains inside the neighborhood. Here are shortly exposed the three goals identified.

-sviluppare le attività orientate alla comunità Le linee guida forniscono delle indicazioni sulla distribuzione degli usi compatibili con il tessuto storico. Sarebbe però errato, date le condizioni in cui versa il quartiere, trasferire un’attività ritenuta incompatibile, allontanando quindi con essa una risorsa economica, senza che questa possa essere sostituita con un’altra. Il punto è come portare all’insediamento una certa vitalità, migliorando le attività presenti e attraendone di nuove, senza andare ad inficiare la forte relazione che c’è tra queste e la comunità. Si fa riferimento alla divisione delle attività in nere, grigie e bianche precedentemente esposta. Le attività nere sono quelle attività, principalmente la riparazione di auto, che hanno un impatto negativo dal punto di vista sociale e ambientale. Fino al momento di un trasferimento in un’area più compatibile, queste attività andrebbero comunque rilocate all’interno del quartiere, in modo da non ostacolare la libera appropriazione dello spazio da parte dei residenti del quartiere, lasciando spazio alle funzioni meno impattanti . È possibile sfruttare anche in questo senso i numerosi vuoti, attivandoli con questa occupazione temporanea, in tal modo generando anche un introito per i proprietari del terreno finchè il lotto non è riqualificato. -attivare le categorie vulnerabili Donne, giovani e disoccupati residenti nell’area sono gruppi con grandi potenzialità economiche attualmen-

-developing the community-oriented activities Guidelines provide regulations about the distribution of historical-compatible uses. It would be wrong, though, due to district condition, to transfer an activity thought to be incompatible, removing a source of income, without replacing it with another one. The matter is how to supply the settlement with a certain dynamism, improving the existing activities and attracting new ones, without damaging the strong relationship between these and the community. We refer to the division between black, gray and white activities. Blacks ones, mainly car repairing, have bad impact socially and environmentally. Waiting for resettling these activities in a more appropriate area, they should be relocated inside the neighborhood, so to not obstruct the free appropriation of the space by residents, releasing space for less impacting functions. It is possible to exploit in this direction the numerous voids, activating them with this temporary activity, so to generate also an income for the landowners until their plot is redeveloped. - activating the vulnerable groups Women, young people and unemployed are group with great economical potential, yet not exploited. The goal is to create solution to involve them in a sustainable way, with vocational trai-


8_ Strategia

Sviluppare le attività

Attivare i gruppi vulnerabili

te non sfruttate. L’obbiettivo è di creare soluzioni che li coinvolgano, con corsi di formazione professionale e per l’introduzione al lavoro. -sviluppare il potenziale turistico La posizione del quartiere, alle pendici dell’altura del Muqattam, ne fa un’area di grande interesse paesaggistico. La sua ubicazione baricentrica rispetto a grandi polarità turistiche come la Cittadella e la moschea di Sultan Hassan offre l’opportunità di ipotizzare un percorso turistico che possa interessare, seppur marginalmente, il quartiere, nella prospettiva di una rivalutazione turistica della città nel suo insieme e non solo, come oggi accade, delle sue emergenze più appariscenti. Il passaggio turistico potrebbe comportare lo sviluppo di nuove attività, legate anche al commercio e all’artigianato “tradizionale”, e l’attrazione di alcune di quelle che ora si concentrano in nel mercato ambulante sulla Salah Salem. Questo avrebbe il doppio vantaggio di creare nuovi posti di lavori e fornire nuove fonti di reddito alla popolazione residente, da un lato, e di radicare la cultura del patrimonio architettonico in modo sistematico in un’area della città che prima ne era esclusa.

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Sviluppare il potenziale turistico

ning and working courses. -developing the turistic potential The location of the district, at the slope of the Muqattam hill, makes it an area of high landscape value. Its position, in the middle of huge touristic nodes such as the Citadel and Sultan Hassan mosque offers the opportunity to imagine a turistic path involving the neighborhood, even marginally, expecting a touristic reassessment of the city as a whole, not only, as it happens now, concerning its most recognizable monuments. The touristic path could imply the development of new activities, linked also to the commerce and the traditional handicraft, and the attraction of some of those ones which now are concentrated beside the Salah Salem overfly. This could have the double advantage of creating new workplaces and providing new incomes to the residents, on the one side, and rooting architectural heritage culture in an area previously excluded to it, on the other side.


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LINEA STRATEGICA 4: VALORIZZARE LA COESIONE SOCIALE Arab Al Yassar è caratterizzata da un forte radicamento e senso di comunità. Questi legami comunitari possono essere un punto di partenza importante per rafforzare l’organizzazione sociale, attualmente inesistente a livello formale. È forte la necessità di trovare una struttura e delle procedure adeguate per stabilire un livello di mutua responsabilità e controllo, per far in modo che i vari componenti della comunità residente possano cooperare attivamente e superare le sfide future. Per fare questo, è necessario creare un Comitato di Quartiere che possa assicurare un collegamento con il governo locale e con altri rilevanti stakeholder, per fare in modo di condividere responsabilità e massimizzare relazioni e comunicazioni. Gli obiettivi identificati sono quindi: - promuovere il dialogo tra comunità e autorità - rendere conspevoli gli abitanti del valore del luogo - promuovere la gestione comunitaria dello spazio pubblico

STRATEGIC LINE 4: VALuING SOCIAL COHESION Arab al Yassar is characterized by strong roots and sense of community. These bonds can be the starting point to strengthening the social organization, now not formally existent. There is a need to find adequate structures and procedures to establish mutual responsibility and control, in order to let the various components of the community actively cooperate and overcome future challenges. To do so, it is necessary to create a Neighborhood Committee, to assure a link with the local authority and relevant stakeholders, in order to share responsibilities and maximize relations and communications. The objectives identifieds are thus: - promoting the communication between community and authorities - make the residents aware of the place value - promoting the management of public spaces by the community


8_ Strategia

Promuovere il dialogo tra comunitĂ e autoritĂ

Rendere consapevoli gli abitanti del valore del luogo

Promuovere la gestione comunitaria dello spazio pubblico

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8.3 ANALISI DEGLI STAKEHOLDER 8.3 STAKEHOLDER ANALYSIS La realizzazione di un intervento è legata al coinvolgimento di alcuni portatori d’interesse. È pressochè impossibile, allo stato attuale, prevedere dei concreti scenari di sviluppo per un progetto. Nonostante questo, è stato ritenuto opportuno procedere ad una disamina dei possibili attori chiave, riassunta nella tabella seguente.

The actual implementation of an intervention depends on the involvement of various stakeholders. It is impossible, due to the current situation, to providef for real development scenarios for a project. Nevertheless, it has been considered important to closely examinate the possible key actors, summed up in the following chart.


8_ Strategia

STAKEHOLDER

TIPOLOGIA DI SVILuPPO

TIPO DI PARTECIPAZIONE

enti governativi - organizazzioni amministrative ufficiali -ministreri (turismo, awqaf, housing, affati interni, ...) - organizzazioni specializzate (GOPP, ISDF) - Governatorato, autorità locali

- infrastrutturazione - progetti di housing - edifici pubblici e amministrativi -servizi

- pianificazione, progettazione, realizzazione - finanziamento

sviluppo volto alla massimizzazione del profitto più che ad un miglioramento sociale: - edifici e centri commerciali - medie industrie -trasporti

- finanziamento bancario - credito -risparmio

imprenditori ed investitori - banche egiziane e straniere - investitori immobiliari - investitori del settore privato

organizzazioni internazionali e straniere - uNDP - united States - uSAID - World Bank - uNESCO AKTC

sviluppo volto al miglioramento sociale con guadagno economico: - sviluppo infrastrutturale - restauro di edifici e siti storici - sviluppo artigianato - servizi sanitari/educativi

- finanziamento - analisi

comunità e organizzazioni sociali - comunità locale - ONG - organizzazioni private di beneficienza

sviluppo con impatto diretto sulla comunità - auto-finanziamento - finanziamento condiviso - edifici sociali comunitari - sviluppo dell’artigianato e del commercio locali - attività sociali comunitarie

STAKEHOLDER

TYPE OF DEVELOPMENT

TYPE OF PARTECIPATION

governamental bodies - official administrative organisation - ministies (tourism, endowments, housing, internal affairs, ...) -

infrastructure developments housing projects public and administrative buildings services

- planning, design, implementation - finance

developers and investors - egyptian and foreing banks - real estate investors -private sector investors

development to maximize profit rather than - banks financing social improving - credit - commercial buildings and mall - savings - medium scale industries - transportation

organizzazioni internazionali e straniere - uNDP - united States - uSAID - World Bank - uNESCO AKTC

comunità e organizzazioni sociali - local community - NGOs - private charity organisations

develpment towards social improving with - financing - analisi economical profit: - infrastructure developments - restoration of historical buildings and sites - craftsmanship develoment - medical and educational services development with direct impact on the community: - social communal buildings - local craftsmanship and commercial develoment - social communal activities

- auto-finanziamento - finanziamento condiviso

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8.4 PIANO D’AZIONE 8.4 ACTION PLAN Nel valutare i diversi scenari di sviluppo possibili si è tenuto conto delle conseguenze positive e negative che essi avrebbero potuto avere sul quartiere, al fine di individuare il più vantaggioso, quello cioè che potrebbe raggiungere i massimi risultati con il minimo impatto. È stato ipotizzato l’intervento di in investitore pubblico, concentrato nei vuoti di maggiori dimensioni, che offrono l’opportunità di uno sviluppo immobiliare di una certa entità pur nel rispetto dei valori patrimoniali dell’area. L’investitore si occupa anche dell’upgrade stradale, e, contemporaneamente, realizza una serie di incentivi per incoraggiare i residenti a sviluppare il proprio lotto autonomamente.

Assessing the different developing scenarios it has been taken into account the possible negative and positive consequences on the neighborhood, to identify the most favorable, that is the one that could reach the maximum result with minimum impact. It was supposed an intervention carried out by a public investor, concentrating in the biggest voids that offer the opportunity of a fairly wide real estate development, even respecting the heritage values of the area. The developer is in charge of the street upgrading, too, and simultaneously implement a set of incentives to encourage residents to redevelop their own plots.

Le linee strategiche sono state declinate in varie azioni che, al fine di ottimizzare le risorse disponibili, sono state ordinate in un piano graduale di attuazione, o phasing plan. Il principio guida in questo processo è quello di evitare disturbi non necessari all’insediamento esistente e creare un miglioramento incrementale.

The strategic lines have been declined into various action, ordered in a gradual plan of realization, or phasing plan, in order to optimize the available resources. The guiding principle in this process is to avoid unnecessary disruption to the existing settlement and to create an incremental improvement.


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FASE 1 La prima, improrogabile azione da compiere è la liberazione dei lotti dalle macerie e dai rifiuti che le occupano. Questa semplice azione implica benefici non solo dal punto di vista igienico ma anche nell’uso e fruizione dello spazio. È contestualmente possibile la realizzazione di quei passaggi interni al tessuto ritenuti necessari al corretto funzionamento del quartiere e la risistemazione degli spazi pubblici. La costituzione di un’associazione di quartiere è anch’essa da indicare in questa fase. Il suo primo compito di questa associazione sarebbe il garantire che questi vuoti non vengano nuovamente riempiti di rifiuti e detriti, attivando un sistema di occupazione dei lotti con funzioni temporanee “leggere” e secondo i modi tradizionali di appropriazione dello spazio. Nell’ambito dell’organizzazione degli usi, attraverso contratti locativi agevolati si ricollocano le attività “nere” in un edificio vacante adatto allo scopo. PHASE1 The first, most urgent action to do is to clear the lot from ruins and garbage that occupy them. This simple action implies advantages not only in terms of hygiene, bur also for the use and appropriation of space. It is at the same time possible to upgrade the public spaces, and to create through the fabric those passages needed for a better functioning of the neighborhood. The constitution of a Neighborhood Committee is also to be accomplished in this phase. Its first assignment would be to guarantee the protection of this freed voids from new garbage and rubble, activating a system of temporary occupation of them with “light” function, and according to traditional way of using the space. Referring to the land use organization, through assisted rents the “black” activities are relocated in a suitable vacant building.


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FASE 2 Nella seconda fase viene prevista la costruzione di una struttura che ospiti l’associazione di quartiere. Nei vuoti di dimensione piÚ estesa vengono inseriti degli interventi di edilizia sociale, e contemporaneamente vengono attivati dei meccanismi economici di incentivo alla ristrutturazione degli edifici da parte dei singoli proprietari. PHASE 2 The second phase imply the construction of a Neighborhood Center. The widest voids are use to social housing interventions, and at the same time economical incentives are activated to incite individual owners to upgrade their building.


8_ Strategia

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FASE 3 Le prime due fasi sono volte a riconfigurare l’immagine del quartiere e restituirgli dignità. Una volta concluse, è possibile ipotizzare la realizzazione di due percorsi turistici che attraversino il quartiere, senza invadere la vita di esso, ma al fine di attrarre attività ad esso legate e innescare un processo di rivalutazione dell’area. Uno di questi percorsi, che costeggia la Salah Salem, diventa il pretesto per la riqualificazione e la rifunzionalizzazione del complesso di edilizia pubblica ai bordi di AAY, al fine di integrarlo con il resto del quartiere. La strategia dietro il phasing plan è quella di creare una catena di azioni che porti ad una rapida soluzione i problemi più urgenti e contribuisca a costruire una consapevolezza non solo del patrimonio da conservare, ma anche nei riguardi dei diritti della comunità e del potenziale dell’area. Questo sarebbe il risultato di lungo periodo atto a sostenere la rigenerazione del quartiere ed assicurare la corretta gestione delle risorse esistenti. PHASE 3 The first two phases were intended to resettle the neighborhood image and give its dignity back. Once ended, it is possible to consider the realization of two touristic paths crossing the district, without intruding into its life, but in order to attract related activities and increase the area in value. One of these paths, along the Salah Salem, activates the rehabilitation and adaptive reuse of the social housing complex at the edge of AAY, in order to integrate it within the neighborhood. The strategy behind the phasing plan is to create a chain of actions that could rapidly solve the most urgent problems, and contribute to built awareness towards heritage conservation, as well as community rights and area potential. This would be the long-term goal, in order to sustain the regeneration and assure the proper management of existing resources.


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9.1 LO SPAZIO COMUNE 9.1 COMMON SPACE La prima fase del progetto, come illustrato nel capitolo precedente, comprende una serie di azioni improrogabili, necessarie a migliorare le condizioni igieniche del quartiere e la fruibilità dello spazio urbano. In particolare si pianifica la liberazione dei lotti vuoti dai rifiuti e dalle macerie. La costituzione di un’Associazione di Quartiere deve avvenire contestualmente, affinché possa garantire che i lotti liberati vengano utilizzati in modo proficuo da tutte le parti della comunità, secondo le forme tradizionali di appropriazione dello spazio. Si propone, inoltre, in questa fase la ricollocazione delle attività di riparazione delle automobili in un cluster produttivo, al fine di riabilitare le porzioni di spazio pubblico da queste occupate. La riqualificazione delle strade e delle piazze potrà quindi essere realizzata, nel rispetto degli usi tradizionali dello spazio pubblico.

The first phase of the project, as shown in the previous chapter, includes a series of urgent actions to improve the hygienic conditions of the neighborhood and the usability of the urban space. In particular, it is planned to clear waste and rubble off the vacant plots . The creation of a Neighborhood Association must take place simultaneously, to ensure the plots are used profitably by all the community in accordance with the traditional forms of appropriation of space. Also proposed, at this stage, is the relocation of the mechanics’ workshops in a production cluster in order to rehabilitate the portions of public space they occupy. The upgrading of roads and squares will then be made, respecting the traditional uses of public areas.


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9.2 I VUOTI COME OPPORTUNITA’ 9.2 VACANT PLOTS AS OPPORTIUNITIES La liberazione dei vuoti da rifiuti e macerie è la prima azione di progetto da compiersi, non solo come atto di ripulitura del quartiere ma anche come generatore di opportunità. In una realtà densa di edificato come quella del centro storico del Cairo, lo spazio urbano principale è la strada di quartiere. Le rare piazze, gli slarghi, i lotti vacanti vengono costantemente occupati da attività di tutti i tipi. Per i numerosi lotti vuoti presenti ad Arab el Yassar si sono identificate due funzioni principali: la ricucitura del tessuto attraverso la riedificazione rispetto agli allineamenti storici e la diminuzione della densità del quartiere convertendo i lotti vacanti in spazi pubblici. Attraverso le mappe catastali si sono sono così definiti i lotti da edificare al fine di ricostituire le pareti

The release of the vacant plots from waste and rubble is the first project to carry out, not only as an act of cleansing of neighborhood, but also as a generator of opportunity. In a context dense in buildings such as the old town of Cairo, the street is the main urban space. The rare public squares, and the vacant plots, are constantly occupied by all kinds of activities. For the numerous empty lots in Arab el Yassar two main functions are identified: the “re-stitching” of the fabric through the rebuilding of the historic alignments, and a decrease in the neighborhood’s density by converting vacant lots into public areas. Through the cadastral maps we have in this way defined the lots to be built on, to reconstitute the perspective walls of the darbs.


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prospettiche dei darb. Molti dei lotti vacanti presenti all’interno di nuclei di edificato sono stati invece identificati come “da lasciare vuoti”, poiché funzionali a migliorare la condizione ambientale del quartiere, a creare nuovi spazi pubblici e di servizio alle abitazioni. Il tessuto storico, nel suo stato più integro, era caratterizzato da edifici a patio o dotati di una corte interna che costituiva un’ulteriore stanza dell’abitazione. Oggi i vari livelli storici che si sono sovrapposti hanno spesso tramutato queste corti in spazi minimi e angusti, in pozzi luce atti solo ad aprirvi le finestre. Gli edifici di nuova costruzione, inoltre, palazzine di appartamenti in cemento armato e mattoni, nella maggior parte dei casi non sono dotati di corte interna. Unici spazi esterni sono i balconi posti sulla facciata che, essendo mutuati dalla cultura architettonica europea, non sono consoni al contesto climatico nè sociale del Cairo.

Many of the vacant plots within the cores built on were instead identified as “to leave empty”, since functional to improvements in the environmental condition of the district, to create new public areas and services to homes. The historic fabric, when it was intact, was characterized by patio houses or buildings with courtyards, adding another room or other rooms to the house. Today, the various historical layers that have stacked up have often turned these courts into cramped areas, useful only to open the windows. The new apartment buildings, built with reinforced concrete and bricks, in most cases do not have internal courtyards. The only outdoor areas are the balconies on the facade which, being borrowed from European architectural culture, are not suited to the climate and social context of Cairo.

Lo sfruttamento dei vuoti secondo queste modalità, dunque, non conduce solo alla riqualificazione dell’ambiente urbano ma, indirettamente, anche all’arricchimento degli spazi dell’abitare.

So the exploitation of the vacant plots in the ways suggested not only leads to the requalification of the urban environment but also, indirectly, to the enhancement of living space.


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9.3_FORME DI OCCUPAZIONE ENDOGENA 9.3_FORMS OF ENDOGENOUS EMPLOYMENT Lo spazio pubblico del Cairo storico, in tutte le sue declinazioni, è spazio di relazioni. Secondo quale sintassi si sviluppino queste relazioni, è ancora da chiarire.

Cairo’s public space, in all its forms, is a relational space. The syntax, depending on how these relationships develop, is yet to be identified.

Si propone una metodologia d’azione che, sfruttando le forme d’uso dello spazio aperto tipiche dell’harah, inneschi un processo di occupazione, del tutto spontanea, dei vuoti messi a disposizione dal progetto. Inoltre è possibile approfittare di queste pratiche per preservare i lotti da edificare liberati dalle macerie, in modo tale che il loro uso attivo impedisca un nuovo degrado.

The methodology for action aims to activate a process of spontaneous appropriation of the vacant plots, taking advantage of the harah’s typical way of using public space. It is also possible to exploit these practices to preserve the lot to be built, after they are released from debris and building remains, so as to prevent renewed neglect through active use.

In un contesto in cui lo spazio e la pratica del vivere si modellano l’uno sull’altro, l’imposizione di linguaggi urbani sconosciuti corrisponde alla tentata imposizione di nuovi stili di vita. Questo, oltre ad essere scorretto in linea di principio,

In a context where space and the practice of living are modeled on one another, the imposition of unknown urban languages corresponds to the attempted imposition of new lifestyles. This, in addition to being incorrect in principle,


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porterebbe alla privazione del patrimonio immateriale dell’HC.

would lead HC to the deprivation of its intangible heritage.

Si sono individuate alcune categorie di uso dello spazio secondo le loro finalità e il loro grado di privacy. È stato quindi possibile dividere le attività con fini produttivi, ricreativi, religiosi o occasionali e domestici.

Some categories of the use of space were defined, according to their purposes and their degree of privacy. It has therefore been possible to recognize activities with productive, recreational, religious or occasional, and domestic purposes.

La prima categoria, analizzata in maniera dettagliata da Shehayeb1, si manifesta nell’occupare lo spazio adiacente alla sede dell’attività per esporre merce, per stoccare materiale, per eseguire lavorazioni particolari. Queste attività possono avvenire nei lotti adiacenti alle strade più trafficate. Inoltre, a seguito dell’immigrazione di popolazione rurale, si sono inserite nel contesto spiccatamente urbano attività di tipo agreste: in particolare l’allevamento di animali. Anche ad Arab al Yassar quest’attività di sussistenza è presente e a essa devono essere dedicati spazi, in prossimità delle abitazioni. Le attività ricreative si svolgono all’aperto, ma sono strettamente regolate dai rapporti di genere, come spiegato in precedenza. Spazi definiti e differenziati devono perciò essere liberati affinché possano usufruirne uomini, donne e giovani. La vita degli abitanti del centro storico è scandita ancora oggi dal ritmo delle ricorrenze religiose. Alcune celebrazioni, come il moulid o i matrimoni, richiedono spazi particolari, al momento carenti ad AAY. Infine, come già detto, la creazione di spazi semipubblici per uso domestico può risarcire gli abitanti, e in particolare le donne, della privazione della corte e di altri spazi della casa, avvenuta con la densificazione edilizia e la frammentazione dei palazzi storici. Questi spazi, lontani dalla dimensione pubblica, e accessibili ai soli abitanti del quartiere, tutelano le categorie più fragili dall’isolamento. Attraverso l’appropriazione dei vuoti da parte dei cittadini, essi saranno i primi garanti della loro manutenzione e gli interpreti principali delle loro potenzialità.

The first category, analyzed in detail by Shehayeb 1, concerns occupying space adjacent to the activity, for setting out goods, storing material, and special processes. These activities could take place in plots adjacent to the busiest streets. In addition, as a result of the migration of the rural population, typically rural activities have been inserted in the distinctly urban environment, in particular animal breeding. Even in Arab el Yassar this subsistence activity is present, and space should be allotted to it, in the vicinity of dwellings. Recreational activities take place outdoors, but are closely regulated by gender relationships, as explained above. Defined and differentiated spaces must therefore be freed, so that men, women and young people can all benefit from them. The lives of the inhabitants of the historic centre is still marked by the rhythm of religious festivities. In particular, some celebrations, such as weddings or moulid, require special areas, currently lacking in AAY. Finally, as mentioned before, the creation of semi-public space for domestic use can compensate the inhabitants, and especially women, for the destruction of the court and other living areas, which occurred with the densification and fragmentation of historic buildings. These spaces, set aside from the public dimension, and accessible only to residents of the district, will protect the most vulnerable categories from isolation. Through the appropriation of the vacant plots by the citizens, they themselves will be the first guarantors of their maintenance and major interpreters of their potential.


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9.4_ELEMENTI LEGGERI 9.4_LIGHT ELEMENTS Mentre l’appropriazione di alcuni vuoti, può avvenire senza che nessuna azione sia compiuta sull’esistente, per altri, misurati interventi possono migliorarne la fruizione. Il Cairo, e Arab al Yassar, soffrono dalla carenza di spazi verdi. Per ragioni climatiche e sociali, questi sono rari e, nalla maggior parte dei casi, riservati a un’utenza ristretta. Per questo motivo si propone la realizzazione di due spazi verdi all’interno dal quartiere; questi, posti lungo i Darb, diventano il luogo d’incontro dalle donne, spazio di gioco per i bambini. Un ulteriore intervento è proposto per la piccola piazza all’estremità sud ovest dal quartiere. Per la vicinanza alla moschea, è il luogo privilegiato per le calebrazioni raligiose. Una copertura leggera in tessuto la farà diventare una stanza all’aperto.

While the appropriation of some empty plots can occur without changing the existing conditions for others, suitable interventions can improve their use. Cairo, and Arab el Yassar, suffer from the lack of green areas. For social and climatic reasons, these are rare and, in most cases, reserved to a restricted number of people. For this reason the creation of two green areas inside the neighborhood is proposed; these places along the Darb will become a meeting place for women, and a play area for children. A further intervention is proposed for the small square at the southern end of the neighborhood. For its proximity to the mosque, it is a privileged place for religious celebrations. A light cover of fabric will make of that place an outdoor room.


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LA CORTE Nella parte nordorientale di Arab al Yassar, l’isolato si amplia e si densifica. . Uno stretto vicolo raggiunge il nucleo più compatto del tessuto, ed in prossimità di un edificio, ora ridotto in rovina, si ramifica in due culde-sac. Le rovine dell’edificio centrale danno la possibilità di migliorare la qualità ambientale delle abitazioni vicine senza alterare in maniera significativa il disegno stradale. All’interno del muro perimetrale dell’edificio è ricavata una piccola corte: in questo modo, mantenendo la testimonianza dei diversi livelli storici succedutisi, si crea uno spazio insolito, ed estremamente riconoscibile. Dal punto di vista metodologico, questo intervento manifesta la volontà di valorizzare questi patrimoni minori secondo modalità nuove e funzionali alle necessità attuali.

THE COURTYARD In the north eastern part of Arab al Yassar, the block expands and become denser. A narrow alley reaches the most compact core of the fabric, and branches off into dead-ends in proximity to a ruin. This former building would allow improvement in the environmental quality of nearby dwellings without changing the original streetscape. Inside the perimeter wall of the ruin is a tiny court: in this way, maintaining a witness to several successive historical layers, you create an unusual, but vividly characteristic area. From the methodological point of view, this intervention shows a determination to enhance these minor assets in a manner that is both new and functional to current needs.


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IL PARCO Il secondo intervento consiste nella realizzazione di un parco nel grande vuoto adiacente al Midan. I diversi livelli cercano di annullare il dislivello andando a formare “terrazzamenti” più fruibili. Su questo lotto, nella seconda fase del progetto, vi si costruirà il centro di quartiere. Per questo, la realizzazione del parco nella fase precedente diventa il paradigma di una modalità di azione attenta alle implicazioni sociali dell’intervento dall’esterno. La trasformazione del lotto attraverso l’elemento leggero e largamente interpretabile del parco è meglio comprensibile e più facilmente accettabile da parte della popolazione. Una volta che i bambini vi potranno giocare e le donne trascorrervi i pomeriggi più caldi, quello sarà già il centro della comunità. Allora, la costruzione di un involucro edilizio perderà la sua componente rigida e impositiva e diverrà solo la formalizzazione di un processo di riconoscimento già avvenuto.

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THE PARK The second operation is the creation of a park in the large unoccupied place adjacent to the Midan. Different levels try to make the present slope usable. On this plot it was decided to build, in the second phase of the project, the Neighborhood Center. Thus the creation of the park in the previous phase becomes the paradigm of a mode of action focused on the social implications of external interventions. The transformation of the plot through the light and flexible element of the park makes it more readily understood by the residents, and hence more easily acceptable to them. Once children can play and women spend the hottest afternoons here, it is on its way to becoming a center of the community. Its construction will lose its rigid component, becoming the simple formalization of a process which has already occurred.


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LA PIAZZA DEL MOULID Il terzo interventos’inserisce nella piazza creata dal crollo di un edificio, a est della Moschea. Qui come in precedenza detto, si propone la costruzione di una copertura in acciaio e tessuto traforato, al fine di creare uno spazio per la preghiera e per le celebrazioni religiose. Il Moulid in particolare è una festività in onore di un santo. Secondo la tradizione, i devoti devono raggiungere, anche da molto lontano, la moschea a questi dedicata, e sostarvi alcuni giorni, pregando insieme agli altri. Per ospitare i pellegrini si dispongono delle tende e delle strutture temporanee. Ad Arab el Yassar si celebra il Moulid, ma, non avendo spazi consoni a disposizione, la preghiera, il mercato e tutte le celebrazioni si svolgono ai bordi delle strade. La nuova piazza potrà colmare questa carenza, la copertura sostituire le tende, e la stanza all’aperto così creata potrà farsi prolungamento della moschea. Al di là dei giorni di festa, la piazza ombreggiata diverrà semplicemente uno spazio pubblico ad uso del quartiere o il presupposto per la ricollocazione di alcune attività di mercato ora concentrate nei pressi del viadotto della Salah Salem.

MOULID’S SqUARE The third operation is in the square created by the collapse of a building east of the mosque. Here, as previously mentioned, the construction of a cover made of steel and perforated fabric is proposed, to create an area for prayer and religious celebrations. The Moulid in particular is a feast for a saint. According to tradition, the devotees, even those from far away, should reach this mosque dedicated to him, and stand a few days praying together with others. To accommodate the pilgrims, people erect tents and temporary structures. In Arab el Yassar too, the Moulid is celebrated, but, not having the appropriate available space, the prayer, the market, and all the celebrations are held at roadsides. The new square will bridge this gap, the covering replacing tents, and the outdoor room so created will be an extension of the mosque. Beyond the festival days, the shaded square will become simply a public space for the community, or the basis for the relocation of some market activities now concentrated near the Salah Salem’s viaduct.


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9.5_Il CLUSTER 9.5_ THE CLUSTER Una delle azioni strategiche proposte nella prima fase di progetto è la realizzazione di un cluster di attività legate alla riparazione delle auto. Questa ha una giustificazione tangibile nei risultati delle analisi svolte sulle attività, dai quali emerge come la presenza diffusa di officine di riparazione dei veicoli porti ad un’occupazione non auspicabile dello spazio pubblico. Inoltre, in un’ottica di rigenerazione e di sviluppo in chiave turistica del quartiere, queste attività risultano non compatibili con l’ambiente urbano storico. Nella situazione attuale, tuttavia, non è prospettabile la rilocazione di queste al di fuori di Arab al Yassar, poiché ciò comporterebbe un’ulteriore diminuzione della vitalità economica del quartiere. Il cluster produttivo rappresenta una seppur temporanea soluzione a queste problematiche. Il concetto di cluster, in letteratura, è molto ampio e necessita di una ridefinizione a seconda del contesto in

One of the strategic actions proposed in the first phase of the project is the creation of a cluster related to car repairs. This has a tangible justification in the results of analyses of the activities, from which it emerges that the widespread presence of vehicle repair workshops leads to an undesirable occupation of public space. In addition, in the perspective of tourist development of the district, these activities are incompatible with the urban historical environment. In the current situation, however, the relocation outside of Arab al Yassar is not a practical proposition, since it would result in a further decrease of the economic vitality of the neighborhood. The production cluster represents a temporary solution to these issues. The concept of clusters, in literature, is very large and needs a redefinition depending on its context.


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cui è inserito. Esso è considerato da alcuni studiosi (Sverrinson e Van Dick2), come lo strumento strategico tramite il quale introdurre, nei paesi in via di sviluppo, sistemi di produzione competitivi e socialmente sostenibili. Nella città araba, questo può essere, inoltre, considerato come l’evoluzione di modi di produzione storicamente presenti. La divisione funzionale della città storica islamica era, infatti, una manifestazione ante-litteram della teoria delle economie di scala.

It is considered by some scholars (Sverrinson and Van Dick 2) as a strategic tool through which to introduce, in developing countries, competitive and socially sustainable production systems. In Arab cities, this can be considered as an evolution of modes of production historically present. The functional division of the historical Islamic city was an ante-litteram demonstration of the theory of economies of scale.

Nella dimensione specifica di Arab al Yassar, esso rappresenta un sistema in cui diverse microimprese operanti nello stesso settore lavorano in stretta prossimità. In particolare, si propone di rilocare tutte le attività di riparazione auto e di vendita delle relative componenti, all’interno di un edificio a corte, a destinazione commerciale e privo di valore patrimoniale, al momento non utilizzato. Grazie alla prossimità spaziale delle imprese, si gene-

In the specificity of Arab el Yassar, it represents a system where several micro-enterprises, operating in the same sector, work in close proximity. In particular, it is proposed to relocate all the mechanics’ workshops and sales of components, within one court building. This has a commercial destination and currently is not used. Thanks to the spatial proximity of businesses, strong interrelationships will be established


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reranno delle interrelazioni tra queste (probabilmente di tipo orizzontale per la loro scarsa specializzazione). Favorito dal comune ambiente sociale di provenienza, potrà innescarsi un mutuo processo di apprendimento, che porterà alla proficua condivisione del lavoro e delle competenze.

between them (probably of a horizontal type due to their lack of specialization). Favored by the common social environment of origin, it can trigger a mutual learning process, which will lead to profitable work, and the sharing of expertise.

Mentre quindi lo sviluppo delle singole microimprese è limitato dall’assenza di risorse e dall’impossibilità di accedere a un mercato più ampio, il cluster produttivo assicura un miglior bilancio costi-benefici e un maggior peso nel mercato di riferimento.

While the development of microenterprises is limited by a lack of resources and the inability to gain access to a wider market, the production cluster ensures a better cost-benefit balance and a greater weight in the target market. From the perspective of the project’s management, an institutional actor should intervene to acquire the building destined to the cluster and lease it, at a low price, to entrepreneurs. He should also conduct an awareness campaign that would make the economic benefits of the transaction known, and lead operators in their restructuring activities. Relocation of these would then unleash many productive and commercial areas, today occupied by workshops. These, through a policy of the temporary control of rents and support for new businesses, may be occupied by activities more compatible with the historical urban setting.

Dal punto di vista di gestione del progetto, dovrebbe intervenire un attore istituzionale che acquisisse l’edifico destinato al cluster e lo rilocasse, a prezzo irrisorio, agli imprenditori. Inoltre dovrebbe condurre una campagna di sensibilizzazione che rendesse noti i vantaggi economici dell’operazione e guidasse gli operatori nel riassetto delle attività. La rilocazione di queste porterebbe allora a liberare molti spazi produttivi e commerciali, oggi occupati da officine. Questi, attraverso politiche di controllo temporaneo degli affitti e di supporto alle nuove imprese, potrebbero essere occupati da attività più compatibili rispetto al contesto urbano in cui si trovano.


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9.6_LA RIqUALIFICAZIONE DELLE STRADE 9.6_STREET REHABILITATION Azione importante della prima fase di progetto è la riqualificazione degli spazi pubblici. Un investitore istituzionale dovrebbe realizzare l’infrastrutturazione delle strade e delle piazze come presupposto per gli interventi successivi. Quest’azione è, infatti, generalmente intesa come il progetto volano per eccellenza, generatrice di benefici indiretti, i cui risultati spesso superano quelli diretti. La possibilità che investitori privati possano intervenire nel quartiere è data, infatti, anche dalla manifestazione d’interesse delle autorità e dalle condizioni di partenza del quartiere. Dai risultati dell’inventario sugli spazi pubblici emerge che le uniche strade sufficientemente infrastrutturate sono quelle tangenti il quartiere, a dominanza veicolare. Le strade interne ad Arab al Yassar mancano invece della pavimentazione, di canali di scolo, di arredo urbano.

An important action of the first phase of the project is the redevelopment of public space. An institutional investor should carry out the improvement of the infrastructure of streets and squares as a precondition for subsequent interventions. This redevelopment is, in fact, generally seen as the driving force of the project par excellence, generating indirect benefits often surpassing direct ones. The possibility that private investors could intervene in the neighborhood is also influenced by the authorities’ demonstration of interest and by the initial conditions of the neighborhood. The results of the inventory of public space shows that the only roads sufficiently equipped are those tangential to the neighborhood, where vehicles are dominant. The internal streets of Arab al Yassar don’t have pavements, drains, or adequate street furniture.


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Si progetta dunque di riqualificare le sezioni stradali in modo differente a seconda della tipologia e delle funzioni svolte. Nelle strade a scorrimento veloce, già in buone condizioni, si propone la sistemazione dei marciapiedi, ora in cattive condizioni o assenti. Attraverso l’uso di conci di pietra basaltica di diverse pezzature, si definiranno gli spazi del marciapiede dedicati alle attività che vi si affacciano. Le strade di accesso al quartiere, ora in asfalto, saranno pavimentate con conci di pietra, andando a definire uno spazio fluido che racchiude le strade e il midan. I marciapiedi, leggermente rialzati rispetto alla sezione stradale, ospiteranno alcune sedute e alberature ove la sezione lo consente. I darb, essendo a dominanza pedonale, non sono dotati di marciapiedi. Questi vengono pavimentati con pezzi di pietra e mattoni recuperati dalle macerie degli edifici crollati. Ai bordi della strada una fila di grandi conci di pietra affiancata dal canale di scolo, definisce lo spazio della strada e le sue linee prospettiche. Le afta vengono pavimentate allo stesso modo con pezzi di riuso e malta di limo. Questa, oltre a permettere la facile sostituzione delle pietre, ne uniforma l’aspetto. Per la dimensione minima della strada, qui si pianifica

The redevelopment of the street sections, depending on their type and functions, is therefore planned. In the fast roads, already in good condition, the accommodation of sidewalks is now proposed, now poor or absent. Through the use of basalt stone ashlars of different sizes, the sidewalk space dedicated to activities will be defined. The access streets, now asphalted, will be paved with stone ashlars, tending to the definition of a fluid area enclosing the streets and the Midan. Sidewalks, raised slightly from the streets section, will host some chairs and trees where the section allows. The darb, being pedestrian dominated, has no sidewalks. These are to be paved with pieces of stone and bricks salvaged from the rubble of collapsed buildings. On the side of the road a row of large stone ashlars flanked by drainage channels will define the space of the street and its lines of perspective. The afta are likewise paved with pieces of reuse and malta of silt. Besides allowing the easy replacement of the stones, this evens out the appearance. For the minimum size of the street here is planned


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un unico canale di scolo centrale.

a single drain.

La scarsa definizione delle sezioni stradali per mezzo di arredi e disegni della pavimentazione è del tutto ricercata. Come più volte affermato, la strada del centro storico del Cairo è un luogo di promiscuità, dove si alternano stasi e movimento, veicoli e persone.

The lack of definition of street sections, by means of furniture and flooring designs, is entirely sought for. As repeatedly stated, the historic centre’s street of Cairo is a place of promiscuity, where alternate stasis and motion, vehicles and people.

L’infrastrutturazione minima è, in quest’ottica, l’unico progetto possibile. L’ulteriore definizione della strada avverrà, come avviene già oggi, in modo autonomo, secondo logiche non inquadrabili in un progetto di disegno urbano, strettamente inteso.

The minimum infrastructure is, in this context, the only possible project. Further definition of the street will take place, as is the case today, on its own, according to rationales not reducible to an urban design project, strictly conceived.

Note_ Notes: 1. SHEHAYEB Dina K, Living and Working in Historic Cairo: Sustainability of Commercial and Productive Activities, Background Study for the Management Plan, per URHC Project, dicembre 2012 2. VAN DIJK Meine Pieter, SVERRINSON Arni, Enterprise clusters in developing countries: mechanisms of transition and stagnation, in Entrepreneurship & Regional development 2003, No.15, pp 183-206


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10.1 paRTECIpazIoNE E NoRma 10.1 paRTECIpaTIoN aND RULE La seconda fase introduce interventi più consistenti, primo fra tutti la riqualificazione degli edifici in condizioni non adeguate. È qui visibile il coordinamento tra componenti rigide e morbide del progetto: da un lato si predispone un piano per inquadrare i vari interventi in un palinsesto normativo non arbitrario, in ragione soprattutto delle componenti patrimoniali da preservare in un contesto storico come quello di Arab al Yassar, dall’altro l’iniziativa è lasciata all’auto-organizzazione da parte dei residenti, per lo sviluppo dei singoli edifici. È questa una delle modalità possibili della progettazione partecipata, dove i “tecnici” predispongono uno schema, coinvolgendo i beneficiari del progetto di sviluppo nel processo decisionale della sua realizzazione effettiva. La realizzazione del progetto avviene quindi mediante la partecipazione attiva (decisionale, progettuale, lavorativa e finanziaria) dei cittadini. In quest’ottica la forte coesione sociale interna al quartiere è un fondamentale mezzo di coordinamento. La necessità però è quella di formalizzare questi legami. La

The second phase carries out more solid interventions, first of all the rehabilitation of inconsistent building. It is here explicit the coordination between hard and soft project components. On the one hand a master plan is set, which provides a non-arbitrary regulation framework to the various operations, mostly to preserve the heritage constituents in an historical context such as Arab al Yassr. On the other hand, the regeneration of the rest of the settlements is set on self-organizing by residents. This is one of the possible path towards participation, where “technicians” set a pattern, involving the beneficiaries of development project in the decision making process of the of the actual implementation. Project achievements pass therefore through the active inclusion of residents, in terms of decision, design, labour, financing. The deep social cohesion in the neighborhood


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formazione di un Comitato di Quartiere è stata indicata come una priorità strategica: la volontà, in questa fase, è quella di destinargli uno spazio. La realizzazione di un Centro di Vicinato darebbe al comitato un ulteriore riconoscimento, semplificando la gestione del progetto con il coinvolgimento partecipativo dei residenti. Questa metodologia comporta alcuni vantaggi: da una parte la struttura normativa consente la dilazione temporale degli interventi, dall’altra parte il fatto che i proprietari ristrutturino autonomamente, o grazie ad un supporto finanziario, la propria abitazione, preserva il quartiere dalla gentrificazione e dal conseguente innalzamento dei valori immobiliari. La volontà profonda che guida il progetto, è infatti quella di giungere ad un miglioramento qualitativo delle condizioni del quartiere senza cambiarne la natura “popolare”. La scelta di un’area limitata e circoscritta è funzionale anche a questo: a conoscere le necessità degli abitanti, le loro peculiarità. In un sistema urbano che, come emerge dalle analisi, si sviluppa per isole, occorre agire per parti, fortemente intrerrelate, ma non inglobabili in un progetto livellatore.

hence becomes an essential mean of coordination. The need is to formalize it. The creation of a Neighborhood Committee has been pointed out as a strategic priority: the will, in this phase, is to provide it with a proper space. A Neighborhood Center would give acknowledgement, facilitating the project management involving the residents with participation. This methodology brings some advantages: the regulation structure allow to extend interventions in time, while self organizing of the individual operation by residents avoids gentrification and resulting increase in real estate values. The profound will that guides the project is to improve the living quality of the neighborhood without changing its “popular” nature. The choice of a limited and well defined area is functional to this scope: getting to know inhabitants real needs, their peculiarities. In an urban system that, as the analysis highlight, develops itself within islands, it is compulsory to operate through parts, strongly bonded, but not mergeble in a unique flattening program.


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10.2 maISoNS TIRoIR Le case parcheggio, o maisons tiroir secondo la dicitura francese, sono un strumento per la riqualificazione di comparti residenziali predefiniti, utile nei casi in cui la ristrutturazione delle abitazioni presupponga il trasferimento degli abitanti. In linea del tutto generale, lo strumento agisce in tre fasi: - si costruisce un certo numero di abitazioni; - queste vengono temporaneamente occupate dalle persone, le cui residenze sono interessate da interventi di ristrutturazione; - terminati i lavori di ristrutturazione, gli abitanti ritornano nei propri alloggi e le residenze di nuova costruzione vengono affittate o vendute a prezzo di mercato. Per il caso specifico, si propone di realizzare un progetto di edilizia residenziale su un grande lotto vuoto, posto lungo uno dei darb principali. Questa operazione, che costituisce il volano degli interventi di ristrutturazione, può essere attuato, con tutta probabilità, solo da un attore istituzionale.

The “parking houses”, or as in french maison tiroir, are a tool to upgrading of defined residential zones, useful in case the dwelling refurbishment requires the resettlement of inhabitants. Broadly speaking, the tool operate in three phases: - a certain number of houses is built: - they are use temporarily occupied by people whose house is interested in the refurbishment; - as the renovation ends, inhabitants go back to their own accommodation, and new constructed houses are located or sold at market price Specifically, it is suggested to realize a residential construction in a big void along one of the major darbs. This operation, which would constitute a incitement for the other rehabilitation interventions, can be carried out only by an institutional developer.


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Considerando l’opaco mercato immobiliare del centro storico, si stima infatti che, anche se la terra fosse espropriata dallo Stato, operazione relativamente semplice per l’insicurezza dei diritti proprietari, nessun investitore con fini di lucro sarebbe attratto dall’asset. Coerentemente con lo scenario scelto esposto nel capitolo otto, si suppone quindi che l’investitore sia un’istituzione senza fini di lucro: un ente pubblico, una fondazione quale l’Aga Khan, un’agenzia di cooperazione, un donatore. Interessante, a questo proposito, quanto è proposto da Bianca, El Rashidi e Ibrahim1: ovvero la creazione di una società immobiliare non lucrativa, strettamente legata agli enti di gestione della città storica. Ciò avrebbe il vantaggio di assicurare che il plusvalore immobiliare dovuto alla riqualificazione sia reinvestito nella città storica, in progetti di riqualificazione urbana come in programmi per lo sviluppo sociale. Questa società avrebbe inoltre il ruolo di mediatrice tra privati, o tra amministrazione e privati, divenendo così un ente autosufficiente dal punto di vista economico. Essendo emanazione diretta degli organi di controllo e gestione del centro storico, avrebbe inoltre l’autorità di controllare che gli interventi di riqualificazione condotti dai privati rispettino le norme edilizie vigenti e il programma concordato. Tale soluzione, ad oggi difficilmente prospettabile, è dal punto di vista teorico molto efficace poichè, convogliando nella stesso organismo, l’investitore, l’istitu-

Considering the opaque cairene real estate market, it is estimated that, even if the authorities expropriated the land, which is indeed pretty easy due to the unsecure status of ownership, no private developer would be interested in the asset. Consistently with the scenario presumed in chapter eight, it is hypothesized a non-profit institution: a public authority, a foundation such as the Aga Kahn, a cooperation agency, a benefactor. To this extent, it is interesting what can be found in Bianca, El Rashidi, Ibrahim1: the creation of a non-profit real estate society, strongly linked to the historical city managing authorities. This would have the advantage of assuring that the increase in value resulting from the regeneration would be re-invested in the historical city, with rehabilitation projects as well as social development programs. This society would have a mediating role between private stakeholders, and between administration and private developers, becoming an economically self-sufficient company. Being directly depending on historical control and management bodies, it would have hence the authority to verify the respect by private operators of building regulations and the setup plan.


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zione promotrice e quella normatrice, si riducono gli ostacoli burocratici e di gestione. Una volta realizzate le abitazioni secondo il progetto, gli abitanti potranno occuparle a turno, secondo il grado di priorità definito nel successivo paragrafo. Come emerge dall’analisi SWOT, alcuni abitanti di Arab al Yassar sarebbero disposti ad investire il proprio denaro nella riqualificazione dell’abitazione. Tuttavia, molti dovrebbero ricorrere a forme di finanziamento. L’ente promotore del progetto deve assicurare che gli abitanti possano accedere a forme di prestito. Nel caso di Arab al Yassar lo strumento del microcredito potrebbe risultare efficace. Il microcredito è una forma di prestito, concesso a soggetti che non sono in grado di presentare garanzie reali (pegni, ipoteche) o personali (fidejussioni) richieste da istituzioni di credito ordinario. La finalità dello strumento, che nelle forme è uguale al prestito tradizionale, è l’inclusione finanziaria di soggetti vulnerabili. Il principio nuovo che affermò l’ideatore del microcredito Muhammad Yunus, fu che un prestito può essere accordato sulla base di garanzie intangibili, quali le capacità tecniche o imprenditoriali, o la motivazione personale e sociale. Partendo dalle garanzie che le norme sociali potevano offrire, Yunus ha sviluppato il primo progetto di microcredito attraverso il “group leading”: il prestito era

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This solution, though nowadays hardly doable, is theoretically effective, because joining together investors, developers and rules, burocracy and management are facilitated. Once realized the houses, inhabitants could take possession of them, according to a turnover defined in the following paragraph. As the SWOT analysis highlights, many people living in Arab al Yassar would be interested in financially investing in their houses rehabilitation. However, many of them should use some sort of financing mechanism. The project promoter must enable this forms of loan. For Arab al Yassar the micro-credit tool could be effective. Micro-credit is a form of loan, delivered to impoverished borrowers who typically lack collateral, steady employment and a verifiable credit history. This tool, that works just as the taditional loan, aim to financially include vulnerable groups. The principle expressed by microcredit inventor Muhammad Yunus is that a loan can be delivered on the base of intangible collaterals, such as business or technical capability, or personal and social motivation. Starting from this socially based collateral,


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erogato ad un gruppo di cinque persone solidali, tutte egualmente impegnate. Il principio del gruppo solidale può risultare particolarmente efficace nel Cairo storico, dove i legami all’interno della comunità sono molto stretti, le norme sociali forti ed è diffusa la pratica della gam’iyyaat: un club di risparmio formato in genere da un numero ristretto di persone, accomunate da un senso di fiducia reciproca. Ognuno dei componenti mensilmente deposita nel fondo comune una piccola somma (100-300 LE); a turno i “soci” accedono al fondo, solitamente spendendolo per occasioni particolari (matrimoni, acquisto di veicoli, necessità di affrontare cure mediche, ristrutturazione dell’abitazione). La gam’iyyaat è totalmente al di fuori del sistema bancario tradizionale, e chi vi partecipa, come la maggior parte degli abitanti di Arab al Yassar, solitamente non possiede nessuna forma di deposito bancario.

Yanus developed the first microcredit project through the “group lending”: loans were delivered to groups of five jointly liable people, equally involved. The principle of jointly liable groups could be particularly effective in historic Cairo, where community bonds are very tight, social norms are strict and gam’iyyaat is largely diffused. That is a sort of saving club usually made up of a small group of people, trusting each other. Every component put monthly a sum (100300 LE) in the common fund, to spend it in particular occasions (weddings, car purchase, health care, house refurbishment). Gam’iyyaat is totally apart from the traditional banking system, and who takes part in it, as most of Arab al Yassar’s inhabitants, usually owns no form of bank deposit.


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Questo sistema, pur evidenziando dei limiti nelle somme disponibili e nei tempi, offre alle comunità una risorsa di credito non disponibile nell’ambito del sistema bancario formale. Oltre a non richiedere garanzie economiche, questa forma di risparmio, che ha origine nella Legge Islamica (contraria all’usura) e nella solidarietà tra pari, non è caricata di interessi. Rispetto al progetto proposto, la conoscenza di questa struttura è molto importante per comprendere quanto la comunità sia garante e solidalmente responsabile del comportamento del singolo. Forme di finanziamento di gruppo, finalizzati alla ristrutturazione delle abitazioni, magari tra vicini di casa che cooperino nell’esecuzione dei lavori, sono dunque viabili. Inoltre questi meccanismi, se sviluppati attraverso il confronto continuo della comunità, possono portare ad una presa di coscienza comune del valore dell’ambiente urbano.

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This system, even highlighting the limits of the sums available, offers to the community a credit source not accessible through the formal banking system. Aside from not needing economical collaterals, this saving form, which originates from the Islamic Law (banning usury) and mutual solidarity, is not charged with interest. Referring to the proposed project, knowing this structure is important to understand how a community is socially responsible for the individual behavior. Forms of group financing oriented to house upgrading, between neighbors cooperating in the execution of the intervention, are doable. Moreover these mechanisms can engage the community in the acknowledgment of the urban environment value.


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10.3 pRIoRITa’ 10.3 pRIoRITIES La ristrutturazione delle abitazioni e il conseguente accesso alle case-parcheggio deve avvenire secondo una successione temporale predefinita, che assicuri il miglior risultato del progetto. Per questo sono state individuati gli edifici, la cui ristrutturazione implica il trasferimento degli abitanti che vi risiedono: ovvero tutti gli edifici da non demolire, catalogati in classe di integrità fisica quattro e tre. Questi sono stati poi suddivisi in classi di priorità a seconda dell’integrità fisica, del valore storico e architettonico dell’edificio, e a seconda di chi lo abita, proprietario o locatario. Il proprietario, ha infatti un interesse maggiore nel ristrutturare la propria abitazione e pro-

House upgrade and consequent access to maisons tiroir must take place according to a temporal sequence which assures the best outcome. To do this some building have been identified, whose refurbishment imply the relocation of their inhabitants: that is, building not to be demolished, classified with structural integrity 3 and 4. These have been divided into priority classes, based on physical integrity, historical and architectural value, and status of ownership. Owners have of course a biggest interest in upgrade their own house, and probably grea-


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babilmente maggiori sono anche le risorse finanziarie che vi può investire. La suddivisione in classi di priorità, permette anche di supporre quante case-parcheggio siano necessarie per attivare il turnover. Le classi di prorità individuate sono: _Priorità 1: edificio tradizionale reversibilmente alterato, integrità fisica 4 _Priorità 2: edificio tradizionale irreversibilmente alterato, integrità fisica 4 _Priorità 3: edificio tradizionale non alterato, integrità fisica 3 _Priorità 4: edificio tradizionale reversibilmente alterato, integrità fisica 3 _Priorità 5: edificio tradizionale irreversibilmente alterato, integrità fisica 3, occupato dai proprietari _Priorità’ 6: edificio tradizionale irreversibilmente alterato, integrità fisica 3, occupato dai locatari.

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ter financing means. Priority classes help also estimating the number of maisons tiroir needed to activate the turnover. Identified classes are: - Priority 1: traditional reversibly altered building, physical integrity 4; - Priority 2: traditional irreversibly altered building, physical integrity 4; - Priority 3: traditional building with full historical integrity, physical integrity 3; - Priority 4: traditional reversibly altered building, physical integrity 3; - Priority 5: traditional irreversibly altered building, physical integrity 3, owner occupied; - Priority 6: traditional irreversibly altered building, physical integrity 3, tenants occupied;


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10.4 IL pIaNo DEGLI INTERVENTI 10.4 INTERVENTIoN pLaN A integrazione e specificazione delle categorie di intervento illustrate nel capitolo otto, è stato redatto un piano che individua nel dettaglio le vari classi di conservazioni, e che delinea, per le nuove costruzioni, il sedime che deve occupare l’edificio (al massimo il 65% del lotto), e la sua altezza massima. Inoltre il piano indica alcune aree, che per la dimensione e la complessità necessitano di un progetto particolareggiato. Uno di questi sarà occupato dalle case parcheggio appena descritte. Alcune costruzioni, in particolare il comparto di edilizia pubblica a sud-est, sarebbe senz’altro da demolire secondo i criteri adottati, in quanto completamente avulso dal contesto. La difficile gestione di una tale operazione la rende impraticabile, suggerendo l’integrazione del comparto tramite la rifunzionalizzazione del piano terra. E’ importante tener presente che qualsiasi intervento, salvo quello di restauro che deve essere preceduto da

In order to integrate and specify intervention categories explained in chapter eight, it has been completed a plan identifying in detail the various conservation classes, and outlining, for each new construction, the footprint to be occupied (65% max of the plot), its height and alignment. Some areas in the plan require a detailed design, due to their size and complexity. One of these sites will be used for the maisons tiroir. A few building, specifically the social housing complex southeast, would imply a demolition according to the adopted criterion, as completely separated from the context. The hard management of such an operation makes it undoable, suggesting an integration of the compound through their adaptive reuse. It is important remembering that every intervention, apart from restoration that must come after a detailed historical and architectural study, must


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uno studio storico ed architettonico minuzioso, deve seguire le linee guida stabilite nel capitolo sette. Le definizioni sono corredate da esemplificazioni grafiche degli interventi consentiti in due ambiti di Arab al Yassar. In questo modo, anche le nuove costruzioni dovranno conformarsi alla dimensione vernacolare del quartiere, pur mantenendo la riconoscibilitĂ del linguaggio contemporaneo.

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follow the guidelines established in chapter seven. Definitions are supplied by graphical exemplification of the allowed intervention in two areas of Arab al Yassar. This way new construction will have to adapt to the neighborhood vernacular dimension, even maintaining a recognizable contemporary vocabulary.


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10.5 RICUCIRE L’HaRa 10.5 RE-STITCHING THE HaRa Nel secondo capitolo si è visto come le attività quotidiane, le routine e gli eventi della vita plasmano lo spazio di un harah. Il disegno che la città ha assunto in anni e generazioni riflette l’organismo sociale che lo abita. Come è evidenziato però dalle analisi, in Arab al Yassar questo rapporto socio-spaziale è interrotto, per via della frammentarietà e il degrado del tessuto. L’intervento di edilizia residenziale previsto nel grande vuoto in Darb al-Borqoa’ e la realizzazione del Centro di Quartiere danno l’opportunità per riconfigurare questo rapporto. La nostra ricerca ruota attorno agli schemi spaziali dell’harah, cercando di mantenere le dinamiche istauratesi nei vuoti presenti giudicate positive, e ripristinando nelle restanti parti l’ambiente tipico. La scelta dell’ubicazione del Centro di Quartiere, in

The second chapter has explained how daily practices, routines and life events shape the harah’s space. The layout the city has acquired through years and generations reflect the social entity that inhabits it. As highlighted by the analysis, though, this socio-spatial relationship is interrupted in Arab al Yassar, due to fragmentation and deterioration of urban fabric. The residential construction and the Neighborhood Center give the opportunity to rebuild this relationship. Our investigation is based on the spatial patterns of the harah, trying to maintain those dynamics set up in the existing voids and considered positive, while repairing everywhere else the typical environment.


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questo senso, non è casuale. Il grande vuoto contiguo a Midan al-Suq si è consolidato come spazio semi-pubblico, di vocazione femminile, e consente la mobilità interna al quartiere senza l’accesso al luogo “maschile” della piazza. La volontà è quindi quella di costituire un “antipolo” votato alle donne e ai bambini, legato alla piazza, luogo di aggregazione maschile, ma da esso separato. Spingendosi più avanti nel darb l’ambiente si fa più privato. Le nuove abitazioni si impostano su alcune strade a fondo chiuso, che riprendono le caratteristiche degli zuqaq tradizionali, configurandosi quindi come estensioni semi-private delle singole case. Anche in sezione le interazioni sociali sono stratrificate: la sfera pubblica domina a livello del suolo, mente ai livelli superiori i contatti sono filtrati attraverso gli schemi delle abitazioni, lasciando però spazio alla comunicazione e alla partecipazione visuale. Il principio generale è dell’intervento, quindi, si ritrova

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To this extent the location chosen for the Neighborhood Center is not accidental. The big void beside Midan al-Suq has been consolidated as a semi-public, feminine space, and allows the internal mobility without entering the “male” square. The purpose was to create a counter-node dedicated to women and children, linked to the square, male-socializing place, but separated from it. Moving forward in the darb, environment becomes more private. New dwelling are arranged on few dead-end alleys, mimicking traditional zuqaqs, thus becoming semi-private extensions of the individual houses. In section, too, social interactions are overlapped: the public sphere dominates ground level, while screens philter contacts in upper levels, yet allowing visual participation and communication. Intervention guiding principle thus becomes the


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nel graduare il livello di privatezza, a partire dagli spazi aperti all’esterno del quartiere fino all’intimità dell’abitazione, attraverso dei “filtri sociali”, degli spazi “di genere” basati sulle pratiche abitative tradizionali.

gradually regulated level of privacy, from open spaces outside the neighborhood up to the house intimacy, through “social philters, gendered spaces based on traditional living patterns.

Ad una scala più minuta si è cercato di utilizzare alcuni elmenti nella progettazione degli interventi architettonici, in modo da legarli alla routine quotidiana dei residenti del quartiere. Lo studio delle sfere sociali maschili e femminili permette di identificare alcuni elementi architettonici che possono piegarsi ad ospitare differenti attività in differenti momenti. In relazione ai rapporti di genere e a tre diverse situazioni temporali, sono stati identificati questi elementi: la fina’, la corte interna, il ahwa, la soglia, il tetto. Lo scopo ultimo è quello di ripristinare il quartiere come “casa collettiva”, i cui spazi rimangono attivi ed utilizzati nel corso della giornata, come accade nell’harah tradizionale.

At a minor scale we tried to use a few elements to design the architectural interventions, so to link them to the daily practice of the neighborhood. Male and female social spheres investigation allows to identify some architectural elements that can host several activities through different moments. In relation to gendered spaces and to three different temporal situations, these elements have been identified: the fina’, the courtyard, the ahwa, the edge. The scope is to reshape the neighborhood as a collective home, whose spaces stay active and used through the day, as it used to happen in traditional harah.


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Ricostruire l’impianto tradizionale

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10.6 IL CENTRo DEL QUaRTIERE 10.6 THE NEIGHBoRHooD CENTER Il fronte del Centro di Quartiere segue gli allineamenti originari dei lotti, ma al suo interno lascia un grande vuoto in cui, già dalla prima fase, è previsto uno spazio pubblico. Questo è dotato di vari accessi, mantenendo quei passaggi per la mobilità interna all’harah descritti in precedenza.

The front of the neighborhood center follows the original alignment, but its inside is left as a great blank, where since the first phase it was created a public space. This is provided with several accesses, maintaining those passages previously described for the internal mobility inside the harah.

L’edificio cerca di fornire dei locali che si possano adattare a vari programmi. Gli ambiente più grandi si prestano ad ospitare aulee di formazione e spazi per riunioni. Li separano, isolandoli acusticamente, delle stanze di dimensioni inferiori, che accolgono gli uffici dell’associazione e la sala d’attesa, oltre ai servizi. Nella copertura è ricavato uno spazio aperto, adeguato al gioco dei bambini, pur prestandosi, data la sua bassa caratterizzazione, a molteplici utilizzi. Esso è coperto e separato dalle abitazioni vicine da un a

The building tries to provide rooms that could adapt to different programs. The biggest ones could accommodate classrooms for vocational training and public meetings. In-between, acoustically separating them, there are smaller spaces, which contains the committee offices and waiting room, and the services. On the rooftop it is placed an open space, accommodating children games, even been usable, due to its low characterization, to several functions. It


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Spazio giochi

Servizi

Uffici Comitato di Quartiere

aule di formazione

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tettoia lignea che rivede in chiave contemporanea la tradizionale mashrabiya, ma in diretto contatto con la corte interna. Per la sua costruzione è previsto l’uso di tecniche tradizionali. La luce dei solai è calibrata per rendere possibile l’utilizzo di mattoni di terra cruda, stabilizzati con una percentuale di cemento, e malta di limo, a sostenere un solaio con struttura lignea e finitura in sabbia battuta. Le porte e le finestre, così come la copertura del pia-

is sheltered and separated from the nearby houses by a wooden canopy that revise in a contemporary design the traditional mashrabiya, but it is in direct contact with the inner court. For its construction it is encouraged the use of traditional techniques. Floors span is calibrated to make possible the use of mud bricks, stabilized with a percentage of cement, and earth mortar, sustaining a wood-beam floor with beaten sand. Windows and doors, as well as the upper canopy,


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no superiore, dovrebbero essere in legno di riciclo. La scelta dei materiali è molto importante: i materiali moderni hanno quasi rimpiazzato i tradizionali, e il governo li incoraggia. Il loro utilizzo in questo contesto avrebbe uno scopo esemplare, aiutando la comunità locale ad apprezzare il valore delle tecniche vernacolari. Tuttavia data la scarsa specializzazione delle maestranze, si potrebbe provocare un prolungamento dei tempi realizzativi: si è scelto quindi di prevederne l’impiego solo per il Centro di Quartiere e non per il complesso residenziale.

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should be in recycled wood. Material choice is really important: modern materials have almost replaced traditional ones, and government encourage them. Use of traditional technology would be an example, helping people appreciating vernacular techniques. Although, due to the low craftsmen know-how, it could be possible an extension of the realization time: that’s why we chose to use such techniques only for the Neighborhood Center and not for the residential housing.


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10.7 URBaNINFoRm Nella progettazione del complesso residenziale si sono prese in esame svariate problematiche, legate all’intervento nel suo insieme e al singolo alloggio. La sfida principale era quella di rispondere al fenomeno “abusivismo”, ovvero delle pratiche di autocostruzione che hanno trasformato in maniera del tutto irregolare il territorio del Cairo. Specie all’interno del centro storico, le addizioni indiscriminate agli edifici hanno intaccato fortemente il paesaggio urbano. Si è compreso come non solo sia difficile, nel contesto egiziano attuale, pensare di contrastare questo fenomeno con prescrizioni normative, ma che il “divenire” di ciò che è già stato edificato risponde ad esigenze che non avrebbe senso annullare e che sono, anzi, da approfondire e studiare. Gli ampliamenti agli edifici non sono a priori negativi, se rispondono ad una necessità di chi li abita. Si

Designing the residential complex a number of issues has been assessed, related to the whole intervention and to the individual unit. The main challenge was to face the “abusive” phenomenon, that is those self-construction practices which transformed chaotically Cairo territory. Especially within the historical center, indiscriminate additions have deeply damaged the urban landscape. It is not only difficult, in today’s egyptian context, to contrast this circumstance with regulations, but this transformation of what is already built it is also a answer to demands that can’t been abolished, but must be rather investigated. Building expansions aren’t negative beforehand, if they a response to the inhabitants needs. This


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tratta di prevedere (anche se in parte) l’attuazione di queste microtrasformazioni, e guidarla. Lo schema aggregativo vuole essere quindi una sorta di framework che costituisce un’intelaiatura per i possibili ampliamenti futuri. Dei blocchi che ospitano i collegamenti verticali e i servizi sono inserito nel grande vuoto dell’intervento secondo una griglia rigida, che facilita l’istallazione delle infrastrutture. A questi si aggiungono delle stanze la cui dimensione e forma possono più organicamente adattarsi agli edifici circostanti. Gli alloggi base hanno metrature diverse (50, 75 e 90m2 ) per rispondere alle esigenze delle famiglie da allocare nelle abitazioni nella fase delle case parcheggio. Ogni unità può però essere ampliata fino al 50%. All’interno l’alloggio si sforza di fornire spazi che incoraggino l’appropriazione del progetto da parte dei suoi utilizzatori. La disposizione dei locali cerca di creare una serie di filtri all’intimità del nucleo familiare. Così l’entrata si apre in uno sorta di spazio vuo-

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micro-transformation should be foreseen, even if partially, and guided. The aggregation pattern wants to be a sort of framework for possible future buildups. Few blocks providing the staircases and services are placed in the big vacant space of the intervention according to a rigid grid, who facilitate the infrastructural installation. To the blocks are added rooms, whose size and form can organically adapt to the surrounding buildings. Units have different dimensions (50, 75, 90 m2) in answer to the needs of the families to be relocated in the maison tiroir-phase. Each unit can ben extended up to 50%. Inside the house, the effort is towards the supply of spaces that can encourage the project appropriation by inhabitants. The room organization seeks a series of philters to the family core intimacy. Hence the entrance opens in a sort of blank where only the staircase is visible, and the


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to da cui sono soltanto visibili le scale, e l’accesso agli spazi abitativi è a gomito, come da tradizione, per ostruire la vista dell’interno dalla strada. La corte interna permette di limitare le aperture esterne, comunque schermate dai reticoli delle mashrabiya.

access to the house space is bent, as tradition, to obstruct the view from the outside.

Lo schema degli alloggi, inoltre, vuole renderli adattabili a possibili cambiamento nel tempo. Un primo meccanismo è la configurazione degli ambienti, la cui dimensione e il frequente doppio affaccio, sulla strada e sulla corte, rendono molto alto il potenziale per l’articolazione e la divisione degli spa-

Moreover, dwelling scheme attempts to make the unit adaptable to possible changes in time. A mechanism is the spatial setting of the rooms, whose dimension and double exposition, on the street on the court, make the potential for spatial articulation and division high, as well as the

The internal courtyard allows to limit the external opening, in any case screened by mashrabiya latticework.


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zi, così come quello per la segmentazione temporale: nelle abitazioni più piccole diverse attività devono avvenire nello stesso spazio, a volte contemporaneamente, altre con una precisa demarcazione nel tempo. Il patio interno e il tetto, inoltre, costituiscono spazi non definiti che offrono molteplici opportunità funzionali. Infine la posizione della scala, posta in stretta vicinanza all’entrata, può permettere la suddivisione dell’edificio in più unità abitative, senza che queste condividano promiscuamente degli spazi, come accade spesso nel Cairo storico.

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capacity for temporal segmentation: inside the smaller houses many activities must take place in the same space, sometimes at the same time, sometimes with a clear temporal separation. Inner patios and rooftops, as well, are undesignated spaces with multi-functional opportunity. Finally the position of the staircase, close to the entrance, allow the internal division of the building in more dwelling unit, without promiscuous space sharing, as it often happens in Historic Cairo.


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11.1 NUOVE DINAMICHE 11.1 NEW DYNAMICS Il quartiere di Arab al Yassar, attraverso le prime due fasi del progetto è stato riqualificato. La terza fase ha l’obiettivo di introdurvi nuove attivitĂ capaci di attirare investitori ed utenti esterni e di generare reddito. La postposizione temporale di queste scongiura il pericolo della gentrificazione. Gli abitanti, resi conspevoli dalle prime fasi su di loro incentrate, saranno i garanti della terza. In particolare, per le analisi svolte sulla situazione

Arab al Yassar, through the first two phases of the program, has been upgraded. The third phase aims to introduce new businesses able to attract external investors and users and generate income. That it comes after the first two phases wards off the risk of gentrification. The inhabitants, now with a newly acquired awareness after the previous two phases focused on their welfare, will be the guarantors of the third phase. In particular, through the analyses carried out on


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economica del Cairo pre rivoluzione, si propone l’inserimento di una piccola struttura ricettiva ed un percorso turistico che congiunga Arab al Yassar alla Cittadella, passando tangente alle mura. Inoltre si propone la riqualificazione dei piani terra e degli spazi aperti del complesso di edilizia pubblica residenziale al fine di dotare il quartiere di nuovi servizi e di ricollegarlo a quest’area, storicamente isolata.

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the economic situation of pre-revolutionary Cairo, the introduction of a small accommodation facility and a tourist path linking Arab al Yassar with the Citadel has been put forward, tangential to Saladin’s walls. The renovation of the ground floors and the open spaces of the public housing complex was also proposed, to provide the neighborhood with new services and reconnect this area, historically isolated.


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11.2 IL SETTORE TURISTICO AL CAIRO 11.2 TOURISM IN CAIRO Il settore turistico è uno dei pilastri dell’economia Egiziana; dal 2000 al 2010 i turisti erano aumentati del 10,2 %, arrivando a 14,7 milioni l’anno1. In Egitto s’identificano quattro bacini turistici trainanti: la costa mediterranea, frequentata anche dagli stessi egiziani, il Cairo con le Piramidi di Giza, le località balneari del Mar Rosso. Altre località, come i siti archeologici lungo il Nilo e il Sinai si stanno sviluppando lentamente.

The tourist sector is one of the pillars of the Egyptian economy; from 2000 to 2010 tourists increased by 10.2%, reaching 14.7 million per year1. In Egypt there are four recognized tourist basins: the Mediterranean coast, well frequented also by the Egyptians, Cairo and the pyramids of Giza, and the seaside resorts on the Red Sea. Other places, like the archaeological sites along the Nile and in Sinai, are developing slowly.

Il mercato del turismo è molto reattivo rispetto alle mutevoli condizioni del contorno; per questo l’instabilità politica, che da alcuni anni colpisce l’Egitto, ha

The tourist market is very sensitive to changing external conditions; for this reason the recent political turmoil in Egypt has caused a collapse in the


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causato il crollo degli introiti ad esso legati (60% in meno dei guadagni nei mesi successivi al 25 gennaio 2011). Rispetto alla realtà cairota, l’effetto delle proteste ininterrotte dal 2010 al 2013, è ancora peggiore. Piazza Taharir, centro vitale del Cairo, è diventata sinonimo universale di manifestazioni e scontri. La crisi del settore turistico non è avvenuta solo in termini quantitativi ma anche qualitativi. I visitatori, preoccupati dall’allarmismo dei media cercano sempre più pacchetti preconfezionati, tour organizzati. In risposta, le autorità egiziane hanno tentato di realizzare spazi turistici a misura di bus, avulsi dalla città reale. Oggi, molti dei turisti, al Cairo, si limitano a visitare alcuni luoghi chiave, lontani tra loro e decontestualizzati: il Cairo Copto, le Piramidi, la Cittadella, il Khan

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revenue from it (60% less earnings in the months following January 25th., 2011). In Cairo, the effect of continuous protests from 2010 to 2013 has been even worse. Taharir square, Cairo’s vital center, has become a universal synonym of demonstrations and clashes. The crisis in the tourist sector has meant changes both in terms of quantity and quality. Visitors, worried by media alarmism, choose increasingly prepackaged tour. In response, the Egyptian authorities have attempted to create tourist-friendly spaces, far removed from the actual city. Nowadays, many of the tourists in Cairo just visit a few key scattered places, de-contextualized: Coptic Cairo, the pyramids, the Citadel, and the Khan al Khalili. This not only leads to making museum pieces of


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al Khalili. Questo non solo conduce alla musealizzazione delle aree monumentali e all’impoverimento delle altre, ma anche al mancato sviluppo di un altro tipo di turismo, più responsabile. Un’ulteriore conseguenza, forse ancora più importante è che in questo modo gli abitanti del centro storico si sentono esclusi dalla gestione del patrimonio, vedendolo più come ostacolo che come risorsa. Ciò che si vuole affermare è che lo sviluppo del turismo deve essere conseguenza del valore che la popolazione attribuisce al proprio patrimonio: solo quando gli abitanti del luogo avranno piena consapevolezza della ricchezza che li circonda, allora si faranno garanti del suo mantenimento. In quest’ottica, il turismo non può essere considerato solo il ritorno economico degli investimenti in cultura e trasporti, ma anche degli investimenti diretti alla comunità. La situazione descritta si ripercuote in maniera chiara nell’offerta alberghiera. A livello nazionale si è registrato tra il 2000 e il 2010 un numero pressoché stabile di strutture alberghiere (+ 0,2%) e una crescita consistente di posti letto (+5,2%)1. Questo significa che le strutture si ampliano, che quelle piccole chiudono per lasciar posto alle più grandi. Al Cairo questa tendenza si palesa nei grandi complessi alberghieri di Zamalek o lungo le sponde del Nilo. Abbiamo analizzato empiricamente l’offerta turistica nel centro storico e nei suoi dintorni, attraverso sopralluoghi e ricerche in rete. Risulta che vi sono pochissime strutture turistiche di classe inferiore alle quattro stelle segnalate su internet, e quindi accessibili al turista straniero. Ciò è molto grave se si considera che lo sviluppo di strutture dagli standard occidentali ma di fascia media e bassa, stimolerebbe anche il turismo interno, che oggi è ancora molto debole. Inoltre questa sarebbe l’occasione per creare strutture diffuse inserite nel tessuto urbano, capaci di rivitalizzare alcune aree depresse della città storica. Per quanto detto, si propone la realizzazione di una piccola struttura turistica ad Arab el Yassar. Questa dovrebbe sorgere sulle antiche rovine di un edificio, lungo il percorso turistico pianificato. Con vista sulla

the areas with monuments, and the impoverishment of others, but also fails to develop another kind of more responsible tourism. A further consequence, perhaps even more important, is that the inhabitants of the historic centre feel excluded from heritage management, seeing it more as an obstacle than as a resource. Whereas it is necessary to foster an awareness that the development of tourism is the consequence of the value that people attach to heritage sites: only when the locals have a full awareness of the historical, cultural and aesthetic riches around them, will they be guarantors of its maintenance. In this context, tourism cannot be regarded as only an economic return on investments in culture and transport, but also of direct investment in the community. The overall situation described above is reflected clearly in the supply of hotels. At a national level, between 2000 and 2010 there has an almost stable number of accommodation facilities (+ 0.2%), and a substantial increase in beds (+5.2%)1. What this means is that the smaller structures are closing, giving way to bigger ones. In Cairo this trend can be seen in the big hotels in Zamalek or along the Nile. We have empirically analyzed what is on offer to tourists in the historic center and its surroundings, through inspections and web research. It appears that there are very few tourist facilities lower than four star on the internet, and therefore accessible to foreign tourists. This is a big mistake if you consider that the development of structures with western low-profile standards would stimulate internal tourism, which nowadays is still very weak. Furthermore, this would be an opportunity to create tourist facilities incorporated into the urban fabric, able to revitalize some of the depressed areas of the historic city. For the above, we propose the creation of a small tourist facility for Arab el Yassar. This should be built on the ruins of a building, along the tourist path planned. Overlooking the Citadel, the


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Strutture turistiche nell’HC

Cittadella, la struttura dovrebbe ospitare un massimo di venticinque posti letto. Attraverso i meccanismi finanziari e di gestione utilizzati nella seconda fase del progetto, si cercherà di stimolare una persona del luogo a investire nella struttura, affinché i benefici economici generati ricadano all’interno quartiere. In una visione più ampia e nel lungo periodo, si auspica che strutture come quella progettata, distribuite in tutto il sito si mettano a sistema, creando un brand unico, che generi fiducia nei clienti e che massimizzi il rapporto costi-benefici. In questo modo, aumenteranno, negli abitanti della città storica, la consapevolezza delle risorse che il patrimonio storico può offrire e l’attenzione posta su di esso.

structure should accommodate a maximum of 25 persons. Through financial and management mechanisms used in the second phase of the project, someone local will be encouraged to invest in the hotel, so that the economic benefits generated fall within the neighborhood. In a broader view, and in the long term, it is hoped that structures such as the one planned, distributed throughout the site, will establish a network, creating a unique brand that generates confidence in customers and maximizes the cost-benefit ratio. In this way, in the people living in historic Cairo, an awareness of the resources that a heritage site can offer will increase.


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11.3 IL PERCORSO 11.3 THE PATH Il percorso come elemento di connessione è lo strumento scelto per incrementare l’attrattività turistica di Arab al Yassar. Questa scelta manifesta un atteggiamento diametralmente opposto rispetto alla politica di valorizzazione delle autorità. Come precedentemente affermato lo spazio turistico cairota è determinato attraverso delle polarità che creano l’effetto, definito a grande scala “channelization”2. Dal punto di partenza al punto di arrivo intercorre una realtà temporale che ha perso la sua dimensione spaziale.

The creation of paths is the tool chosen to improve communications and hence increase the tourist attractiveness of Arab al Yassar. It shows a diametrically opposite attitude to the one proposed by the authorities’ policy. As previously stated, in Cairo the space allotted to tourists is determined by polarities that create the effect called large scale “channelization”2. From starting to arrival points a reality is imposed which has lost its spatial dimension. On a smaller scale, it repeats air travel’s immediate relocation of the tourist.


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Si ripete in scala minore la rilocalizzazione estemporanea del viaggio aereo. Il percorso risarcisce l’intermezzo di questa realtà spaziale. Nel progetto è presa in considerazione l’area circostante Arab el Yassar. Volendo creare due percorsi sono state identificate due polarità di partenza, l’Al-Azhar Park e la moschea di Ibn Tulun e una di arrivo, la Cittadella. I due punti scelti si trovano in prossimità di un asse viario importante, che gli conferisce un buon grado di accessibilità. La moschea di Ibn Tulun si trova, infatti, a poche decine di metri da Port Said Street, mentre l’AlAzhar Park e la Cittadella si trovano sulla Salah Salem Street. I percorsi, pur passando per molti luoghi di attrattività turistica, innervano aree che oggi versano in uno stato

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The path makes up for this gap in spatial reality. The project considers the area surrounding Arab el Yassar. As we wanted to plan two paths, two starting polarities were identified, Al-Azhar Park and the Ibn Tulun Mosque, and one to arrive at, the Citadel. The two selected polarities are located near major roads, which provides a reasonable level of accessibility. The Ibn Tulun mosque is, in fact, very close to Port Said Street, while the AlAzhar Park and the Citadel are located on Salah Salem Street. The paths, while passing through many places attractive to tourists, also help revive declining areas: Darb al Hosr, a grey area and pilot area of the URHC project, plus Bab al Wazir and Arab


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di degrado, Darb al Hosr, area grigia e pilot area del progetto UNESCO, Bab al Wazir e Arab al Yassar, definite “unsafe” dall’ISDF. In questo modo si tenterà di ampliare l’influenza che le grandi monumentalità esercitano sull’intorno, portando alla rivitalizzazione di queste aree depresse. Dal punto di vista progettuale il percorso consisterà semplicemente nell’infrastrutturazione delle strade e nella segnaletica. È necessario, infatti, che il percorso stesso abbia un basso impatto sul paesaggio urbano, che non si delinei, cioè, in contrapposizione al contesto.

al Yassar, defined as “unsafe” by the ISDF. In this way we try to extend the influence of the great monuments on their surroundings, helping to revitalize these depressed areas. From the design point of view the path will consist simply of road infrastructure and signs. The path itself has to have a low impact on the cityscape, to avoid conflicting with its surroundings. The intention is to introduce visitors to Historic Cairo through a formal instrument, but


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La volontà è di introdurre il visitatore all’Historic Cairo attraverso uno strumento formale ma non isolato dall’intorno, che lo spinga a costruire nuovi percorsi o a non seguire alcun percorso prestabilito. Probabilmente le aree oggi in declino reagiranno spontaneamente alla possibilità economica data dal flusso di turisti, rivitalizzandosi, attraendo nuove attività. La logica lineare che sottende il percorso, preserva i quartieri più deboli dallo shock che l’inserimento di una nuova polarità turistica avrebbe comportato, tutelandoli dalla gentrificazione e dall’innalzamento re-

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not isolated from its surroundings. Probably the current declining areas will react spontaneously to the economic opportunities provided by the flow of tourists, attracting new businesses there. The linear logic that underpins the path will thus preserve the weakest quarters from the shock that the insertion of a new tourist polarity would generate, protecting them from gentrification and rising real estate values; creating a parallel development, socially sustai-


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pentino dei valori immobiliari; creando a uno sviluppo parallelo, e quindi socialmente sostenibile, della comunità e del turismo. Il percorso entra ad Arab al Yassar attraverso la scala posta a nord ovest sulla Salah al Deen Street. Inoltrandosi nel quartiere, esso genera una nuova via, dove ora vi sono alcune strutture precarie che saranno sostituite da nuove abitazioni. Essendo poste sul percorso turistico, queste sono progettate come case-bottega. Il fatto di far passare il percorso per spazi pubblici di nuova costituzione è molto importante: in questo

nable, of the community and its tourism. The path comes to Arab al Yassar through the steps north west on Salah al Deen Street. Passing through the neighborhood, it generates a new route, where now there are some precarious structures to be replaced by new homes. Being placed on the tourist path, these are designed as homes with workshop included. It’s really important to enable the path to pass through new public spaces: in this way, overlapping what is already there without modi-


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modo, sovrapponendosi all’esistente senza modificarlo, non si alterano le dinamiche socio spaziali già presenti nel quartiere, che si basano sulla chiara separazione delle sfere pubblica e privata. Sulle pendici della collina su cui sorge la cittadella, il percorso viene di tanto in tanto riparato da sole per mezzo di strutture leggere in acciaio e tessuto. In base all’analisi svolta sui coni visuali, queste vengono costruite in maniera da non essere visibili dall’interno del quartiere, tutelando, in questo modo, il valore del paesaggio urbano.

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fying it, the socio-spatial dynamics already present in the area remain unaltered, based on the clear separation of public and private spheres. On the slopes of the hill on which the Citadel stands, the path is occasionally sheltered by means of light structures in steel and fabric. Basing ourselves on analysis carried out on visual cones, these are located so as not to be visible from inside the neighborhood, protecting, in this way, the value of the urban landscape.


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11.4_IL COMPARTO DI EDILIZIA PUBBLICA 11.4_THE PUBLIC HOUSING AREA All’interno di Arab al Yassar viene realizzato un secondo percorso, alternativo a quello tangente le mura saladine, che cinge il quartiere e s’inoltra nel giardino a est della Cittadella. Questo è il pretesto per riqualificare l’area sud orientale del quartiere dove sorgono cinque stecche di edilizia pubblica residenziale, risalenti ai primi anni sessanta. Gli edifici, assolutamente incoerenti con il contesto per tipologia e stile e molto poveri dal punto di vista architettonico e della distribuzione interna, dovrebbero essere demoliti e l’area rilottizzata, secondo le dimensioni tipiche dell’aggregato storico. Tuttavia, per la condizione dello stock edilizio attuale del Cairo, il nuovo sviluppo dell’area non è viabile. Prima di tutto si registra la non fattibilità di tale proget-

Within Arab al Yassar a second path is planned, alternative to that tangential with the Saladin walls, which surrounds the neighborhood and goes into the garden to the east of the Citadel. This is something of an excuse to embark on the rehabilitation the south eastern area where there are five public residential buildings, dating back to the early 1960s. The buildings, absolutely inconsistent with their specific context for typology and style and architecturally very poor, should be demolished, and the area redeveloped. However, given the condition of the existing building stock in Cairo, the new development of the area is not viable. First of all, the project is not feasible from an eco-


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Foto URHC team

to dal punto di vista economico e di gestione. La proprietà degli appartamenti, divenuta privata con Sadat, è estremamente frazionata. Un intervento tanto complesso ed oneroso, nella condizione attuale del mercato immobiliare, potrebbe essere svolto solo da un operatore pubblico. Questo, qualora anche fosse interessato a recuperare parte dell’edilizia pubblica dell’epoca nasseriana, non inizierebbe certamente da un intervento periferico ed estremamente limitato come quello di Arab al Yassar, posto in una zona per le autorità passibile di demolizione. Considerando non prospettabile un intervento di grande impatto e cercando quindi di contenere i costi sociali ed economici, si propone la riqualificazione del piano terra degli edifici e degli spazi aperti ad essi prospicienti. La riqualificazione comprende l’inserimento di nuove attività che bilancino i costi con i benefici di sviluppo sociale ed economico dell’area, la ricongiunzione di questa al resto del quartiere, la riconfigurazione degli spazi pubblici.

nomic and management point of view. The ownership of the flats, which became private under Sadat, is now extremely fragmentary. A complex and costly intervention, in the current state of the property market, could be carried out only by a public operator. If interested in recovering part of the Nasser era public housing, the latter would certainly not choose a peripheral intervention such as Arab al Yassar, located in an area the authorities held to be liable to demolition. Believing high-impact intervention inconceivable, and trying to contain social and economic costs, the regeneration of ground floors of buildings, and open spaces close to them, is proposed. The project includes the insertion of new activities which balance the cost with the benefits of the social and economic development of the area, plus the reconnection of this part with the rest of the neighborhood, and the re-configuration of public spaces.


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11.5_L’ASSOCIAZIONE 11.5 THE ASSOCIATION Al fine di rivitalizzare l’area, mettendo a frutto il potenziale economico delle classi vulnerabili, si propone di destinare larga parte dei piani terra degli edifici a un’associazione di sviluppo locale: in particolare, all’A.P.E, un’associazione già presente a Manshiet Nasser e disponibile ad espandersi al centro storico. Gli obiettivi principali dell’associazione sono la realizzazione di manufatti realizzati riciclando rifiuti e scarti industriali, l’istruzione e il supporto al lavoro. L’associazione mira a coinvolgere in modo particolare le donne, che possono lavorare sia da casa sia in sede, contribuendo così al reddito famigliare e sviluppando un maggiore peso sociale. I bambini delle donne, che vorranno lavorare in sede,

In order to revitalize the area, making the most of the economic potential of the vulnerable classes, it is proposed to allocate many of the ground floors of the buildings to an association of local development: specifically, to A.P.E., an NGO already present in Manshiet Nasser and available to expand in the historic city. The main objectives of the association are the realization of products made by recycling general and industrial waste, as well as inclusion in education and professional training. The association aims to help involve women, who can work also from home, thus contributing to the family income and developing higher social


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potranno essere accuditi nel centro di quartiere, autogestito dalla comunità, avviandoli in questo modo a un percorso formativo, al di fuori dello spazio domestico. Chiunque partecipi all’associazione potrà inoltre usufruire di corsi di alfabetizzazione e di formazione professionale. A questo proposito l’associazione promuoverà il lavoro artigianale autonomo, supportando le persone interessate ad avviare un’attività artigianale, che arricchisca il quartiere di nuovi spazi produttivi.

status. Working women’s children will be looked after in the community center, encouraging them to start their education outside the confines of the home. Anyone participating in the association may also benefit from literacy classes and vocational training. In this regard, the association will promote autonomous craft work, supporting people interested in starting a craft, thus enriching the neighborhood with new productive spaces.

A scala di quartiere, l’inserimento di queste attività orientate alla comunità definirà quest’area come una nuova polarità, parallela ma non in contrapposizione al sistema del midan storico e del centro di quartiere. Gli abitanti del comparto di edilizia pubblica potranno godere di nuove funzioni pubbliche, inserendosi nel sistema sociale di Arab el Yassar ed emancipandosi dalla storica condizione di isolamento.

At the local level, the inclusion of community-oriented activities will define this area as a new pole, parallel to but not in opposition to the midan-community centre system. The public housing residents will enjoy new public functions, becoming part of the social system of Arab el Yassar and exiting from their historical condition of isolation.


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11.6_PROGETTARE LA QUOTA ZERO 11.6_PLANNING THE GROUND LEVEL L’area è oggi isolata rispetto al quartiere. Gli abitanti The area is now isolated from the neighborhood. del nucleo storico, anche per ragioni storiche e sociali, non considerano gli altri parte della propria comunità. Questa separazione sociale è manifestazione diretta di una divisione fisica: unico accesso formale all’area è la Salah Salem Street. Soprattutto per le categorie socialmente meno emancipate, come si è già più volte affermato, la dimensione privata è chiaramente definita rispetto a quella pubblica. Il fatto che due sfere private, come il darb e il bayt, siano separate da un elemento violentemente pubblico come la Salah Salem, le divide in modo definitivo. La prima azione, attuata già nello step uno del progetto, è la creazione di un nuovo passaggio che, sfruttando i vuoti creati dagli edifici crollati, collega l’area alla

The inhabitants of the old core, for historical and social reasons, do not consider it as part of their community. This social separation is a direct manifestation of a physical division: the only formal access to the area is the Salah Salem Street. Especially for socially less emancipated categories, as has already been said several times, the private dimension is clearly defined in relation to the public one. The fact that two private spheres, such as the darb and the bayt, are separated by an element as violently public as the Salah Salem, divided them permanently. The first action, implemented already in the first step of the project, is to create a new passage that,


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piazza del moulid, di fianco alla moschea. Un ulteriore passaggio che dà accesso al Darb principale, è creato formalizzando la pratica, diffusa tra le donne del quartiere, di passare attraverso il piano terra di un’abitazione. Successivamente, per realizzare una migliore circolazione interna all’area, si sono aperti alcuni varchi nei piani terra non utilizzati, creando a una serie di connessioni trasversali, prima inesistenti, e frammentando la rigida griglia degli edifici in linea. Per separare lo spazio pubblico pedonale dall’asse viario della Salah Salem si è creata una zona filtro attraverso aiuole verdi soprelevate rispetto alla quota stradale. La vegetazione, degradante in altezza dall’esterno verso l’interno, è atta a proteggere lo spazio pedonale dalla vista dell’autostrada urbana, e, seppur in minima parte, dal rumore che genera. Le funzioni sono state distribuite secondo il loro grado di privacy, all’esterno quelle in stretta relazione con il percorso turistico: la sede dell’associazione e le attività commerciali; verso l’interno le aule, i laboratori e i ma-

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by exploiting the voids created by the collapse of the buildings, connects it with the moulid square, next to the mosque. An additional passage giving access to the main darb is created by formalizing the practice, prevalent among women, to pass through the ground floor of a house. Subsequently, to achieve a better internal circulation in the area, some passages will be opened in unused ground floors, creating a series of cross-connections, previously non-existent, and fragmenting the rigid grid of buildings. To separate the pedestrian public space from the Salah Salem Street a filter area has been created by green flowerbeds elevated above the road. The vegetation, descending from the outside inward, is intended to protect the pedestrian space from the sight of the urban motorway, and, slightly, from the noise and pollution it generates. The functions have been distributed according to their degree of privacy, outside of those in close


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gazzini, alcune abitazioni. Per aumentare l’attrattività dell’area rispetto agli abitanti del quartiere si è progettata una fonte pubblica di acqua potabile, un sabil. Questa sostituisce alcuni contenitori di plastica che ora forniscono acqua potabile ma che non costituiscono un luogo d’incontro né un elemento di arredo urbano. Lungo la Salah Salem si sono pianificati alcuni parcheggi che sostituiscono quelli spontanei che occupavano lo spazio pubblico adiacente agli edifici e una fermata di microbus, già esistente ma non formalizzata in alcun modo. Una zona di carico e scarico è stata progettata vicino ai magazzini e ai laboratori. Si sono poi identificate le relazioni intercorrenti tra le funzioni andando a identificare i luoghi privilegiati di passaggio e di stasi. A seconda di questi, e delle necessità di occupazione dello spazio aperto da parte di ogni funzione, si sono costruite alcune pensiline che vanno a definire i fina’. Il fina’ è la porzione di spazio pubblico

relationship with the tourist path: the head office of the association and commercial activities; inside the classrooms, laboratories and warehouses, and some houses. To increase the attractiveness of the area for the district’s inhabitants a public source of drinking water, a sabil, has been projected. This replaces some plastic containers now providing drinking water, but which are neither a meeting place nor an item of street furniture. Along the Salah Salem some car parks have been planned which replace the spontaneous ones occupying public space adjacent to buildings and a microbus stop, which already exists but is not formalized in any way. A loading and unloading zone has been planned near the warehouses and laboratories. The relationships between the functions has been observed to identify privileged places of passing and stasis. Depending on these, and the need for open space occupation by each function, some


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prospiciente un’attività e ad esso dedicato. Questo diventa il luogo dove i commercianti espongono la merce, gli avventori del ahwa si siedono a fumare la shisha, l’associazione fa riunioni all’aperto. La pensilina con la sua ombra disegna il perimetro di queste “occupazioni”, ridefinendo lo spazio aperto e ora indeterminato. Dal punto di vista spaziale, le pensiline recuperano la dimensione umana del tessuto storico, andando a densificare, in maniera leggera, lo spazio pubblico tra gli edifici a stecca. La nuova sezione definita attraverso queste azioni minime, ripete l’alternarsi di pieni e di vuoti dello spazio tradizionale, ponendo così le basi tangibili per un nuovo sviluppo della vita sociale dell’area.

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shelters have been built that define the fina’. The fina’ is the portion of the public space in front of a business, and dedicated to it. This becomes the place where traders display their goods, the awha’s patrons sit to smoke shisha, and the association holds its outdoor meetings. The shelter with its shadow marks the perimeter of these “occupations”, redefining the open spaces. From the spatial perspective, the shelters rebuild the human dimension of the historic fabric, increasing the public space between in line building. The new section defined through these minimum actions repeats the traditional rhythm of solidity and void, putting into the tangible basis for a new development of the social life in the area.

Note_Notes: 1. EUROSTAT, Pocketbook on Euro-Mediterranean statistics, Eurostat 2012 edition 2. DEHOORNE Olivier et alii, Le tourisme international dans le monde : logiques des flux et

confins de la touristicité. http://etudescaribeennes.revues.org/882#quotation


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Il concetto di rigenerazione, applicato ai paesi in via di sviluppo, implica un approccio totalmente differente rispetto alle metodologie cui siamo abituati. Il compito sembra smisurato, perché insieme si sommano dinamiche urbane sconvolgenti, esigenze e pratiche di vita diverse e sconosciute, una storia, una cultura, una lingua, lontane ed ermetiche. La nostra analisi sconta tutti i limiti con cui ci siamo scontrati durante la nostra permanenza al Cairo, ed è chiaro come la ricerca sia ricorsa talvolta ad assunti teorici che andrebbero corroborati con studi specifici. Da un lato, la partecipazione della popolazione residente dovrebbe essere implementata mediante il reale coinvolgimento degli abitanti nel processo decisionale e nella condivisione di responsabilità ed intenti. Dall’altro la strategia di progetto dovrebbe essere preceduta dall’elaborazione di alcuni scenari di sviluppo basati su consultazioni approfondite con i possibili stakeholder. E’ evidente infine che il presupposto di ogni programma di rigenerazione urbana sia una forte volontà politica, presupposto che, nelle condizioni attuali, rimane assolutamente astratto. Il lavoro finora svolto ha, tuttavia, fatto maturare in noi la convinzione che l’approccio seguito, fondato sul misurato bilanciamento tra prescrizioni normative e stimoli socio-economici, possa rivelarsi efficace ad innescare un processo di miglioramento incrementale della città, che riesca a preservare il patrimonio costruito e a rafforzare il capitale sociale esistente.


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The concept of regeneration, applied to developing countries, implies a totally different approach compared to the methodologies we’re used to in the West. The task seems enormous, with the shocking urban dynamics, various local living needs and practices unknown in more modern countries, and a radically different and in some ways apparently impenetrable history, culture, and language. Our analysis reflects every limitation we have had to face during our stay in Cairo, and it’s clear that the study has sometimes used theoretical assumptions which would require more in-depth research. On the one hand, the residents’ participation should be increased, involving the inhabitants in the decision-making process and thus sharing responsibilities and intents with the authorities and other actors. On the other hand the project strategy should come after the creation of several development scenarios based on careful consultation with possible stakeholders. It is clear, finally, that the premise for any urban regeneration program is strong political determination, which, nowadays, remains an absolutely abstract possibility. The work carried out so far has, however, matured in us the belief that the approach used, based on an equilibrium between normative regulations and socio-economical incentives, could prove itself to be effective in activating an incremental process of improvement for the city, able to preserve the heritage site’s monuments and buildings, and strengthen the existing social capital.


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Glossario

GLOSSARIO_ GLOSSARY - Afta / vicolo spesso curvo/ narrow street, often curved - Ahwa / café /café - ‘Ashwa’iyya / quartiere informale /informal neighborhood - Bab / porta monumentale / monumental gate - Baladi/ locale / local - Bayt / casa / home - darb / via residenziale interna al quartiere/ neighborhood residencial street - Fina’/ spazio pubblico ad uso delle attività / public space occupied by commercial activities - Gam’iyyat / associazione informale di risparmio/ informal saving’s club - Hammam / bagni pubblici o privati/ public or private bath - Harah / quartiere di piccole dimensioni storicamente abitato da membri della stessa tribù o arte / Neighborhood, particularly a small, closed one inhabited by members of the same tribe or trade

- Iwan / spazio voltato che circonda la corte interna della moschea, o anche portale di ingresso / vaulted spaces around the courtyard of a mosque, or also entry door

- Kuttab /scuola coranica / islamic school - Madrasa / scuola religiosa associata ad una moschea / theological school associated with a mosque - Mashrabiya / balcone chiuso mediante un paramento ligneo traforato / balcony closed by a deco-rative timber screen

-

Midan / piazza /square Mihrab / nicchia che indica la direzione della Mecca / niche that indicates the direction of Mecca Moulid / festività religiosa/ religious festival Muqarnas/ decorazione in nicchie su più livelli / ornamental arrangement of multi-tiered niches Qism/ divisione amministrativa di una città / city’s administrative subdivision Rab / edificio per appartamenti / apartment building Sabil / cisterna pubblica di acqua potabile/public cistern of drinkig water Shari’/ strada ampia che connette più harah/ wide street that connects more harah Shiakha/ suddivisione amministrativa dei quism/ qism administrative subdivision Suq/ mercato tradizionale / traditional market Umma/ comunità, popolo islamico / islamic community, islamic people Waqf/ bene immobiliare ceduto a un istuzione religiosa/property perpetually endowed to a pious institution

- Zabbalin / comunità insediata sul Moquattan, dedita alla raccolta e riclaggio dei rifiuti / commu-nity living on the Moquattan hills, tha works in the collect and recycle of garbage

- Zuqaq / vicolo senza uscita semiprivato / semi-private dead-end street

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Lista degli acronimi utilizzati

ACRONIMI_ ACRONYMS - AKTC: Aga Khan Trust for Culture - CAPMAS: Central Agency of Public Mobilization and statistics - CSdHC Centre for Studies and development of Historic Cairo - ESA: Egyptian Survey Authority - GCMA: Greater Cairo Metropolitan Area - GOPP: General Organization of Physical Planning - GTZ: German Agency for Technical Cooperation - HC: Historic Cairo - HCRP: Historic Cairo Restoration Project - IARUF: Institut d’Aménagement e d’Urbanisme de la Région Ile-de-France - ICOMOS: International Council of Monuments and Sites - IMF: International Monetary Fund - ISdF: Informal Settlements development Facility - MENA : Middle East North Africa - NOUH: National Organization for Urban Harmony - NUCA: New Urban Communities Authority - SCA: Supreme Council of Antiquities - UNESCO United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation - URHC Urban Regeneration Project for Historic Cairo - WB : World Bank

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Bibliografia

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BIBLIOGRAFIA_ BIBLIOGRAPHY ABdELMONEM Mohamed Gamal, Responsive homes of old Cairo: Learning from the past, feeding in the future, in Home Renaissance Foundation Working Papers, Numero 28, 2011 ABdELMONEM Mohamed Gamal, The practice of home in Old Cairo: Towards socio-spatial models of sustainable living, in Traditional dwellings And Settlements Review , Volume XXIII Numero II, 2012, pp 35-50 ABdEL-HAdI Aleya, EL-NACHAR Eman, SAFIELdI Heba, Pedestrian Street Life in Historic Cairo, in IAPS-CSBE & HOUSING Network, 2009, Istambul, Turkey ALLEN JOSEF et alii, Conservation Planning in the Aslam Mosque Neighbourhood, The status of Activities of Urban Revitalisation in Historic Cairo’s al darb al Ahmar, The Aga Khan Trust for Culture, 1999, Geneva, Switzerland AL MURRI Tariq, ABBAS Wagdy, The Great Street, Al-Muizz Li din Illah Street, Historic Cairo, Ministry of Culture of Egypt,2009 ANTONIOU Jim et alii, The Conservation of the Old City of Cairo, Report prepared for the Gornement of the Arab republic of Egypt by the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, 1999, Geneva, Switzerland ANTONIOU Jim, Historic Cairo, a walk throught the Islamic City, The American University in Cairo Press, 2009, Cairo, Egypt BALBO MARCELLO (a cura di), Médinas 2030, Scénarios et strategiés, L’Harmattan 2010, Paris, France BASdEVANT Sylvie ( a cura di), descrption de l’Egypte, Taschen, 1997, Köln, Germany BEHRENS-ABOUSEIF doris, The Cairo Heritage, Essays in Honor of Laila Ali Ibrahim, The American University in Cairo Press, 2000, Cairo, Egypt BEHRENS-ABOUSEIF doris, Cairo of Mamluks, A History of the Architecture and Its Culture, The American University in Cairo Press, 2007, Cairo, Egypt BESANçON Jacques, Une banlieue du Caire: Héliopolis. in Revue de géographie de Lyon,1958 Vol. 33 No. 2, pp. 119-151. [In rete]http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/geoca_0035-113X_1958_ num_33_2_2266 BIRNS MCCALL Betsy, The Effects of Rent Control in Egypt: Part I, in Arab Law Quarterly,1988. Vol. 3, No. 2, pp. 151-166


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A.1 INVENTARIO EDIFICI

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A.2 CATALOGAzIONE spAzI pubbLICI

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Grazie a Daniele Pini che ci ha insegnato con generosità e passione. Grazie a Romeo Farinella, per la disponibilità e i lucidi consigli. Grazie a Mario per la calma, l’entusiasmo e le puntuali critiche. Grazie a Fede per averci accudito in Egitto e poi guidato via Skype. Grazie a Dina per averci accolto ed essere stata il nostro riferimento al Cairo. Grazie a Franca, Ahmed, Mariam, Ingy, Ahmed Jr., Radwa.


Ringraziamenti

Sara Grazie alla mia famiglia. A Eleonora e Andrea per essere genitori amorevoli e giusti, per essersi prodigati ogni giorno affinché la mia vita fosse serena e piena. Grazie alla nonna Ines per essere qui a darmi il suo supporto incondizionato. Alla nonna Gina perché so che è con me. Grazie a Claudia, a Patrizia. Grazie a Yammy che, con la passione di un artigiano, ha costruito con me la cosa più importante. Grazie a Filippo per essermi fratello. Alla balotta di Cereglio per essere comunità e casa. Grazie a Elisabetta per avermi insegnato a non costruire invano. A Enrico, Carlotta, Cinzia, Martina. Grazie a Francesco per essere stato compagno stimolante e leale. Per non aver duplicato le chiavi.

Francesco Grazie a mio padre. Grazie a mia madre. Grazie a Lorenzo e Chiara. Grazie a Sara che mi ha portato con lei. Grazie a Pellico per la grande sincerità e impegno dedicato all’azione di sostegno e supporto tecnicamente competentissimo.Grazie a Lucrezia e cinque anni di revisioni. A Sarad, amica e traduttrice. Al dott. Cippitelli. A Lucreziadue. A Bel, dall’altra parte della terra. Grazie a Bianca e Doretta, anche se spero non aprano mai questa tesi. Grazie a Già e Vicio, la mia band per una notte. Grazie alla mia famigliola ferrarese, Tibi, Alfio, Bufo, Maria Sofia, Matteo. Grazie ad Aurelia, nonostante tutto.

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